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Tomo I - -Author: Aron Fernando - -Release Date: December 19, 2016 [EBook #53768] -Last Updated: January 10, 2017 - -Language: Italian - -Character set encoding: UTF-8 - -*** START OF THIS PROJECT GUTENBERG EBOOK PROGETTO FILOSOFICO DI UNA *** - - - - -Produced by Enrico Segre using the facilities of Distributed -Proofreaders Italia at http://dp-test.dm.unipi.it/ - - - - - - Nota di trascrizione in coda al testo. - - - - - AGLI AMATORI - DELLA SPECIE UMANA - E - DELLO SVILUPPO DELLA RAGIONE - - - A. FERNANDO - - Vox diversa sonat populorum est vox tamen una - Cum verus patriæ diceris esse Pater. - - Mart. Lib. I. - -S'egli è vero, come niuno può sensatamente dubitarne, che la verità -purgata dall'orrida caligine de' pregiudizj sia per l'uman genere un -bene inestimabile, è non meno certo che ogni individuo il quale senta in -se medesimo una costante inerenza in suo favore, ed energìa sufficiente -per produrla al chiaro giorno, debba usare di ogni sforzo per mettere i -suoi simili a portata di conoscerla, di sentirne l'impulso salutare, e -di fruirne, ad un tempo, i solidi vantaggi. - -Le nitide verità, che la mia ingenua penna, sempre intenta al profitto -della specie umana, si accinge a fare oggi discernere al mondo -illuminato sono di un indole sì elevata, e di un importanza tale che -attirare debbono esse intimamente l'attenzione di tutti gli enti -ragionevoli, perchè ogni essere dotato di ragione vi è in egual grado -interessato. Infatti dove supporre mai reperibile un'anima, ad un -eccesso tale snaturata fino a riguardare con apatìa la rigenerazione -politico-morale di un popolo immenso, dopo che diciotto secoli di -calamità, e di vessazioni ognora rinascenti aveano fatto incallire ne' -ceppi di una truce schiavitù ignominiosa, ed in un torpido avvilimento, -come se destinato, senza scampo, ei si credesse a dovere perpetuare -sopra la terra lo spettacolo commovente della sua prostituzione? Tale fu -pur troppo lo spietato destino a cui soggiacque, durante sì complicata -serie di anni, il Popolo d'Israel che or somministra l'argomento -primordiale a quelle filosofiche verità urgenti, che di buon grado -m'induco a rivelare oggi fra gli esseri umani. - -Ma nel modo che di tutte le terrigene vicende accade, questa informe -combinazione di strani accidenti non dovea già essere immune da -quell'alterazione a cui, come un tributo spettante alla natura vanno -soggette tutte le instituzioni che l'opera fallibile dell'uomo trasmette -alla posterità: per altro, l'assunto di rovesciare in un istante una -cattività identificata col tempo, troppo arduo riuscendo ad esaurire -dalla mente di un singolo individuo, in guisa che il successo -corrispondesse a' suoi sforzi, era duopo che una metamorfosi cotanto -rimarcabile, se l'unica forse non è in tutti i fasti dell'Istoria, -preparata ci fosse da un Genio Superiore, capace di conoscerne -l'urgenza, di sentirne la forza, e di prevederne i vantaggi che -risultare ne potrebbero. Arrise finalmente una sorte propizia a' fervidi -voti di que' pochi bramosi di vedere rendere all'uomo quella dignità -propria dell'uomo, ed anelanti di mirare alleviato l'ebreo specialmente -dalla salma lacerante delle pratiche moltiplici, od inutili, o assurde -coltivate da esso, e che l'inveterata consuetudine delle medesime rese -sacre per lui; e dopo una lunga impaziente aspettazione questo GENIO -Benefattore comparisce infine, e qual vindice nume tutelare della -giustizia umiliata, e dell'oppressa ragione, rovescia, ed allontana, -colla rapidità di un baleno, tutto ciò che può opporre contrasto a' suoi -paterni disegni. Il mirare la desolazione di questo popolo, apprestarne -un antidoto, renderlo a se stesso, ed alla società umana non fu che -l'opera di un solo, e medesimo intervallo: Egli è al Gallo-Italo -Regnante, a NAPOLEONE il GRANDE che la prosapia d'Israel dee la sua -risorsa più luminosa, e più cospicua di quante altre mai ci offrono i -monumenti di questo Popolo; e la posterità di Abramo debitrice della sua -rigenerazione salutare agli augusti auspici di sì eccelso Protettore, un -sacro tempio di eterna riconoscenza ogn'individuo di questa immensa -famiglia erigerà nel proprio cuore, più perenne de' marmi, e de' -metalli, e che avrà per impronta indelebile in fronte: - - ALL'EROE DEL SECOLO, - PADRE DE' POPOLI, - RIGENERATORE D'ISRAEL. - -D'altronde sebbene tutte le mie cure, e i miei disegni si aggirino -soltanto al solido vantaggio di una parziale setta unicamente, pure ad -un solo corpo religionario io quì non ragiono, ma ad ogni qualunque -siasi nazione, setta, o popolo, a tutta l'umana società in fine io -parlo, ed a guisa del Sole, che dal suo emisfero inaccessibile una luce -sfavillante, e universale a tutti gli esseri viventi diffonde sulla -terra, così appunto io bramo che ad ogni razionale abitatore dal mondo -rendasi noto l'integerrimo linguaggio della verità: e infatti chi mai -più delle sette odierne hanno estrema necessità di ascoltarlo, -d'intenderlo, e di esserne, insieme profondamente penetrate? Ne ha duopo -assolutamente l'ebreo per modellare sopra di esso la pretta religione -degli avi suoi, renduta oggi deforme dalla stravaganza mostruosa della -tradizione; indispensabile si rende alle altre Sette per iscuoterle dal -letargo macchinale a cui erano da lungo tempo sepolte, per illuminarle, -e fare elleno abdicare il più esecrabile degli assurdi tramandatoci da' -secoli di barbarie, e d'ignoranza, qual era quello di riguardare -l'oppressione del popolo ebreo come un trionfo luminoso, necessario alla -solidità del loro culto, e inerente a' suoi principj. - -Ecco, in una parola, l'essenziale punto di centro dove tutte le mie cure -filantropiche, e i miei riflessi hanno concorso nell'opera laboriosa che -a tutte le nazioni dell'universo di buon animo consacro in questo -giorno. - -Quest'opera avrà dunque per titolo: PROGETTO FILOSOFICO DI UNA COMPLETA -RIFORMA DEL CULTO, E DELL'EDUCAZIONE POLITICO-MORALE DEL POPOLO EBREO. - -La Prefazione interessante, ed il Piano analitico che la precedono ne -forniscono la vasta genuina idea; essa sarà divisa in due grossi Volumi -di circa 500 pagine l'uno del medesimo formato, carta, e carattere del -presente manifesto. Il primo volume avrà per fondamento l'analisi -profondo del vero Culto, che deesi adottare dall'Israelismo, ed il più -sicuro mezzo di pervenire a sistemare il moderno sulle inconcusse basi -dell'antico, riducendolo alla primitiva semplicità medesima di questo, -ed a' suoi ammirabili principj. Il secondo sarà tutto rivolto alla -riforma dell'instruzione, dell'educazione morale, e de' costumi -degl'individui Israeliti non solo, ma di tutti quelli ancora, che al -pari di questi ne hanno urgenza estrema; lo stato politico, il passato -non meno che il presente, di questo Popolo ne' varj angoli della terra -ne' quali eragli un tempo solo concesso, al prezzo ancora il più -avvilente, un incolato precario, errante, ed oneroso, sarà in esso in -chiari, e laconici sensi dettagliato; e tutto ciò, in fine, che di -urgente, e di essenziale da entrambe le dotte assemblee Israelitiche -convocate per augusto Decreto del più Illuminato de' Monarchi nella -Metropoli della Francia venne deliberato a suo riguardo, sarà quì col -più giusto ponderato criterio sottilmente discusso, e investigato. - -Tutte queste materie sublimi che l'annunziata opera comprende verranno -classificate in 40 separati Capitoli, ciascuno de' quali somministrerà -ad ogni tratto de' nuovi utili soggetti efficaci a rischiarare, da una -parte, le menti ottenebrate degl'illusi miei connazionali nella coltura -dello spirito, e nello sviluppo della ragione, siccome ancora a -richiamarli al prisco loro culto esimio, ad essi presentando un nuovo -Codice salutare, che a fondare mi accingo sulle basi indefettibili -medesime sulle quali la vetusta età de' Patriarchi felicemente già -erigere lo vide; e a distruggere dall'altra quelle menzogne degradanti -che parvero confederare contro i miseri avanzi d'Israel fino i più -decisi partigiani della tolleranza, trascinandoli anche sovente fino ad -obbliarne i principj, a calpestarne i doveri, alloraquando impresero ad -agitare la causa risguardante questa derelitta Nazione. Quindi se co' -miei ben fondati principj poss'io pervenire a condurre nel sentiere -della ragione lo spirito abbacinato de' Popoli oso fino lusingarmi di -potere anche ridurlo ad emendarsi di quelle detestabili chimere che lo -soggiogarono per sì lunga serie di anni, e che formarono pur troppo la -sorgente letale dove il genere umano attinse tutte le sue più -deplorabili sciagure. - -Quest'opera sarà ornata del ritratto in rame dell'autore nel -frontespizio del 1.º Volume. Il prezzo dell'associazione resta fissato -franchi 12 tutta l'opera, cioè fr. 6 da pagarsi nel momento della -consegna del 1.º Volume, ciò che seguirà entro il Gennajo venturo 1810, -e fr. 6 alla consegna del 2.º che avrà luogo nell'Aprile susseguente, -persuaso che il numero degli associati sia sufficiente ad equilibrare -almeno in parte le spese imponenti che apporta una sì vasta e sì -proficua intrapresa. - -Possa finalmente il successo di quest'opera laboriosa corrispondere alle -rette filantropiche intenzioni dell'autore, e quindi rimarginare le -orribili piaghe che diciotto secoli consecutivi di accanita schiavitù, e -di tiranniche oppressioni hanno formate nel cuore dell'abbattuta -prosapia di Jacob! E possa questa, per solo impulso di essa, rinunziare -onninamente per sempre a' suoi inveterati prestigj tradizionali, a' suoi -insociabili costumi, onde più non veggasi contraddistinta nel mondo che -dalle sole marche che onorifiche di lumi, di virtù, e di un fermo -disinganno. - -Le associazioni si riceveranno in Livorno da Giovanni Marenigh -Stampatore, e Librajo, e da' principali Libraj dell'Italia. - -_Il presente esemplare di quest'opera è forse l'unico che esista, mentre -tutte le copie ed insieme il manoscritto furono confiscate dall'autorità -pubblica in Livorno, dove è stata impressa dal Marenigh, e ciò ad -istanza dei Massari di quella università degli ebrei, e per cui non -venne alla luce che il solo Tomo primo._ - - - - - PROGETTO - FILOSOFICO - DI UNA COMPLETA RIFORMA - DEL CULTO - E - DELL'EDUCAZIONE POLITICO-MORALE - DEL - POPOLO EBREO - - - DI - A. FERNANDO - - TOMO PRIMO. - - Vox diversa sonat populorum est vox tamen una - Cum verus patriæ diceris esse Pater. - - MART. Lib. I. - - TIBERIADE - ANNO DALLA CREAZIONE DEL MONDO - 5570. - (ERA VOLGARE 1810.) - - - - - INTRODUZIONE - PRELIMINARE - - - Restat ut his ego me ipse regam, - Solerque elementis. - - HORAT. - -Lo spettacolo il più rimarcabile che possa interessare, e sorprendere, -ad un tempo medesimo, l'intera specie umana è, senza contrasto, la -rigenerazione subitanea di tutto un popolo immenso, dopo che diciotto -secoli di vessazioni, e di calamità ognora rinascenti lo aveano fatto -incallire ne' ceppi di una truce schiavitù ignominiosa, ed in una specie -di torpido avvilimento: la prima ripetere solo esso dovea giustamente -dallo zelo sanguinario degli esploratori delle umane coscienze che il -baratro infernale del fanatismo religioso faceva di tanto in tanto -regurgitare sopra la terra per flagello de' mortali; attribuire l'ultimo -esso potea fondatamente all'inveterato livore inesplicabile, che una -intolleranza criminosa del pari che imbecille, suscitava, senza ritegno, -ad ogn'istante contro i miseri avanzi di un popolo, per consenso -unanime, il primo fra tutti i più remoti abitatori della terra, a -riconoscere, e adorare il Dio vivente, e non meno degno di ammirazione -per la sua fermezza inalterabile nelle orride sofferenze alle quali -soggiacque in ogni tempo, di ciò che sono da rimarcarsi molti altri per -l'accanimento inesorabile delle incessanti loro persecuzioni contro di -esso. - -Tale fu dunque, durante l'indicato spazio di secoli, lo spietato destino -della nazione d'Israel che oggi somministra l'argomento primordiale alle -nostre filosofiche investigazioni, e che forma la base radicale delle -indagini più assidue degli uomini scienziati, e tale fu sempre mai -l'indole proditoria, e turbolente dei suoi snaturati persecutori. - -Per altro, ciò che dee apparire straordinario alle menti perspicaci si è -l'osservare, come dopo un epoca sì lunga già decorsa, da quando il -popolo ebreo era ovunque avvilito, in tante foggie differenti, lungi -dall'occuparsi in tale stato di rimontare fino al prisco suo splendore, -piagnerne l'eclisse fatale, ed attristarsene, ad un tempo, per il -difficile ricuperamento, al contrario, sembrava trascinare le aggravanti -sue catene con un'apatìa indolente, ed oserò dire, con una sommessa -compiacenza tale, come se destinato, senza scampo, ei si credesse a -dovere perpetuare sopra la terra lo spettacolo commovente della sua -prostituzione, e come se gli eterni decreti di un Dio condannato lo -avessero a piegare l'abbattuta cervice sotto il giogo infamante di una -turpe schiavitù interminabile. - -Ma nel modo che di tutte le caduche umane vicende regolarmente accade, -questa informe combinazione di strani accidenti non dovea già restare -immune da quell'alterazione, a cui come un tributo indefettibile -spettante alla natura, vanno, per l'ordinario, soggette presso che tutte -le instituzioni che l'opera fallibile dell'uomo trasmette alla -posterità. D'altronde l'assunto di annientare in un istante una -cattività renduta quasi connaturale col tempo, troppo arduo riuscendo a -poter esser esaurito dalla mente di un singolo individuo, in guisa che -il successo corrispondesse a' suoi sforzi, era duopo essenzialmente che -una metamorfosi cotanto rimarcabile, se l'unica forse non è in tutti i -fasti dell'istoria, preparata venisse da un Genio peregrino, capace di -conoscerne l'urgenza, di sentirne la forza, d'intenderne insieme i -moltiplici vantaggi salutari che risultare ne potrebbero. Arrise -finalmente una sorte propizia a' fervidi voti di que' pochi, degni di -occupare quel rango qualificato nella società, che la natura imparziale -accorda ad ogni cauto esecutore delle sue leggi, ne' di cui petti -sensibili allignava profondamente ancora l'intesa filantropia di -concorrere alla estirpazione totale de' pregiudizj che armano, e -dividono i popoli, di vedere una volta restituire all'uomo quella -dignità propria dell'uomo, che avvinta gemea da lungo tempo fra i ceppi -ferali dell'ignoranza, e della superstizione, e di mirare, ad un tempo, -alleviato l'ebreo, in particolare, dalla salma lacerante delle pratiche -innumerabili, od inutili perchè straniere all'essenzialità del primitivo -suo Culto, od anche assurde perchè incompatibili sovente coll'archetipo -salutare di quello, coltivate ciecamente da esso, e che l'inveterata -consuetudine delle medesime era il solo punto di rilievo sul quale si -reggevano, e che le avea ormai rendute sacre per lui; e dopo tanti -secoli d'impaziente aspettazione questo Genio BENEFATTORE comparisce -infine; penetrato dalle angustie di un popolo gemente, non esita un -istante ad ispiegare la sua clemenza in favore di questa orfana, e -inconsolabile nazione; e quale terribile Nume vendicatore della -giustizia umiliata, e dell'oppressa ragione, rovescia, ed allontana -colla rapidità di un baleno tutti gli argini malefici, riguardati fino -ad ora ineluttabili, che potevano forse opporre un'ostinato contrasto a' -suoi benemeriti disegni; interprete leale dell'increata sapienza -dell'Eterno, ei disse allora: compiasi alfine, senza ritardo, opera sì -eccelsa, e sì urgente; il Dio di tutti gli esseri lo comanda; lo reclama -la natura; l'umanità lo esige; lo pretende ragione; ed io lo bramo; e -l'opera memorabile allora tosto felicemente compiere si vide. Il mirare -da quel momento l'affliggente desolazione di questo popolo, apprestarne -un efficace antidoto, farsene il baluardo inespugnabile, renderlo a se -stesso, ed al consorzio degli enti ragionevoli, altro non fu che l'opera -di uno solo, e medesimo intervallo; egli è al Gallo-Italo Regnante, a -NAPOLEONE l'incomparabile che la prosapia d'Israel dee la sua risorsa -più solida, e più cospicua di quante altre mai ci offrono i monumenti -delle nazioni profughe, e derelitte che un fausto Pianeta ha rendute al -loro pristino splendore, dopo di avere durante un tempo immemorabile -tenacemente lottato co' più avversi, e fluttuanti destini. - -Ma questo popolo, altre volte sì rassegnato, e sì paziente nelle -calamitose peripezìe delle quali ei fu la vittima sì di frequente, -giugnerà esso a conoscere attualmente il prezzo inestimabile di questo -dono esimio? Saprà esso cogliere l'opportunità di profittarne con -giustizia, e con ragione? Indarno lusingasi l'ebreo di pervenire a -meritarne il possesso, e di goderne, sino a tanto che inebriato -follemente dall'opinione di appartenere ad un lignaggio eletto -dall'Essere Supremo in preferenza di ogni altro esistente sulla -superficie della terra, s'induce a considerare l'abbiezione degradante -alla quale è ridotto, come il prezzo assoluto di quella elezione -illusoria che lo rende proscritto dalla società degli altri uomini, da' -quali esso è odiato, in ogni senso, come un essere degno della -riprovazione universale, e che questi, dal canto suo, abomina, e -disprezza, perchè reputa esclusi onninamente dalla così nomata grazia di -tale stravagante primazìa. - -Oh colmo di smarrimento umano! Oh, fierezza inusitata, e strana! E quale -meraviglia se l'ebreo imbevuto, per una parte, da tale insensata chimera -non ravvisava fino ad ora ne' suoi simili che altrettanti perturbatori -della sua tranquillità, o che fiere inesplebili, ognora preparate a -divorarlo; e se per l'altra, diretti da eguali assurde illusioni il -Papista, l'Ugonotto, e il Musulmano non iscorgevano in esso che un -individuo ributtante, un essere indegno della società degli altri -popoli? E come potesti mai, o illusa Tribù d'Israel, lasciarti sì -lungamente sedurre, senza fremere, da questa, ed altre sifatte -deplorabili menzogne, che odiosa ovunque sempre ti resero a tutte le -nazioni del mondo conosciuto, che ti costarono sì sovente amaro pianto, -senza speme di risorsa, o di compenso? E voi, popoli della terra! Quale -ribaldo instigatore vi indusse mai a fingervi sordi a tal eccesso a' -languenti clamori di umanità, e di natura, fino a palliare i vostri -barbari trattamenti del multiforme ingannevole orpello di simulata -religione, facendo ancora servire di pretesto qualche superstiziosa -pratica di questa nazione, al deciso furore che vi ha sì di frequente -trascinati ad infierire contro di essa? Quante volte la tradita ragione -si allarmò essa indarno contro gli smarrimenti di questa, e quante altre -l'insultata filosofia si dolse inutilmente contro gli snaturati oltraggi -di quelli? Le insane follie, di cui non meno l'una che gli altri furono -sempre in egual dose contaminati, le fecero entrambe tacere confusamente -tutte le volte che tentarono di sostenere la propria causa, che era in -massima la loro, o che osarono altamente reclamare i legittimi diritti -dell'umanità. - -Eh, che? Tale sarà dunque in eterno la sorte lagrimevole degl'ingannati -popoli della terra? Non vi sarà egli mai un antidoto efficace a -dileguare dall'universo un malore sì contagioso, e sì comune, che -attacca, senza pietà, le nove decime parti almeno della specie umana? Il -popolo ebreo non giugnerà esso forse in alcun tempo ad abdicare i suoi -vetusti prestigj degradanti; e il cristianesimo non s'indurrà esso -giammai a rinunziare al suo inveterato livore? Supporremo noi finalmente -che inestinguibile per tutti i secoli debba esistere fra gli uomini la -guerra devastatrice di coscienze, e di opinioni, e che non possa -esistere nell'ordine della natura un mezzo conciliatorio, onde più non -debba il giudaismo riguardare come straniere le altre nazioni, ed -affinchè cessino queste, per loro parte, di contendere ad esso que' -diritti che accordare volle la natura ad ogni essere capace di pensiere, -e dotato di ragione? Ahi! lasso! Quali affliggenti, e malagevoli -ricerche! Io molto dubitai dell'esito avventurato della prima fino al -presente; poco io sperai sul propizio compimento della seconda; tutti i -giudizj miei furono sempre titubanti sulla terza; e le mie intime -fiducie interamente nell'ultima riposi, fino a lanciare con trasporto -gli sguardi miei sul remoto avvenire, osando ancora proferire de' -vaticinj consolanti che forse realizzare si potrebbero a' tempi nostri, -purchè tutto il genere umano inducasi concorde a fare l'intero -sacrifizio delle stravaganti sue chimere, dalle quali fu esso fino ad -ora miseramente sedotto e combattuto. - -O uomini sociabili! O miei fratelli! Se l'esimia ragione tutta via -conserva intatto il suo ascendente salutare ne' vostri cuori; se -inerenti voi siete a superare gli argini funesti che oppongono un -contrasto pertinace alla solida felicità di molti fra voi; che formano -la sorgente letale delle calamità di molti altri; e che in ultimo vi -umiliano tutti quanti, e vi disonorano; se il mio sentimentale presagio -anelate realizzare, distruggere vi è duopo, senza ritardo, da' più -reconditi fondamenti, l'esecrando altare delle venerate menzogne, delle -quali, oppressi non meno che oppressori, io vi scorgo pur troppo in -egual dose infetti, e dove i popoli ammaliati dalle anagogiche visioni -tradizionali offrivano i loro voti; e sulle rovine abominevoli di quello -tosto si eriga uno stabile edifizio, che il consenso unanime del genere -umano rispettoso consacri eternamente al solo Essere Supremo, alla -ragione, alla virtù, ed alla unione inalterabile de' popoli. - -Chi mai potrebbe annoverare le volte che la filosofia baldanzosa si -accinse a dimostrarci tali essere appunto gl'intensi voti suoi? E questi -parimenti non furono in ogni età dell'universo i sani principj della -natura? Questa forse non è, che sdegnata dagli eccessi della fralezza -umana ci fece di tratto in tratto capire per mezzo di quella stessa -filosofia, sua costante apologista, e sua interprete fedele: O uomini! -Rammentate che i figli miei tutti voi siete, tratti egualmente dal -materno mio seno; chiunque voi siate nel fugace tirocinio di questa -vita, sia regnante, o subalterno; sia nobile, o plebeo; musulmano, o -israelita; sia cattolico, infine, o pure gentile, appena cominciaste ad -esistere sopra la terra, tutti del pari assoggettati voi foste alle -provvide mie leggi, dalle quali non avvi fra tutti gli esseri viventi -alcuno che dire si possa, senza delirio, escluso, ed alienato, e -suscettibili di uniformi passioni, dotati delle stesse identiche -facoltà, e intelligenza, già vi trassero le mie mani a respirare l'aura -prima di vita. Tali furono in ogni secolo del mondo le espressioni -genuine della natura. - -Ma l'uomo a fronte di tutto ciò degenerando miseramente dall'origine -sua, avvilendo per folle arbitrio quella condizione propria di esso, -lungi dall'ascoltare la voce penetrante di sì benefica madre, in vece di -seguitare le di lei sacre instituzioni; anzi che coltivare que' precetti -venerabili che dessa ognora ci rammenta per la felicità permanente del -genere umano, egli sempre concentrato nel vortice immenso de' propri -smarrimenti, sembra piuttosto che inducasi a soffrire con una macchinale -indifferenza l'improperio ragionevole che ad esso fa la natura schernita -dalla sua depravazione, che dolente gli rinfaccia, senza posa, la sua -demente ingratitudine: egli è dunque così, che il meglio offresi qual è -al suo sguardo, ei lo contempla, lo discerne, lo approva, e segue il -peggio: - - „_Video meliora proboque, deteriora sequor._„ - -Dopo un ammonizione sì risentita, quanto giusta della natura, con quale -fronte oserà egli l'ebreo altamente vantare la primazìa sopra tutta la -specie umana, ed i popoli del mondo sopra quale base radicale fonderanno -essi mai il barbaro diritto di soggiogarlo, e di avvilirlo? - -Insensati! che incapaci tutti quanti sempre voi foste di godere -solidamente le amene delizie della natura, senza contaminarne la nitida -sorgente co' furori della vostra sovvertita immaginazione; e infatuati -da quelle insane chimere da cui foste imbevuti fino dalla culla, non -solo ne schivaste sempre l'incontro; ma varj fra voi non curarono di -conoscerla per ignoranza; molti ancora indifferenti alle sue materne -instigazioni, furono ad essa ribelli per orgoglio; ed altri furibondi si -lasciarono ben anche trascinare all'eccesso delittuoso di calpestare le -sue leggi, di avvilire i suoi doni per fanatismo. - -Or ad oggetto di sanare le nazioni lese da siffatto malore, non ommisero -di tentarlo con reiterati sforzi i più illuminati filosofi del mondo, -fissando de' principj inconcussi, ovvj a dimostrarne il pericoloso -nocumento; ma tutte le loro cure furono vane, e delusi restarono sempre -nella loro aspettazione: quindi è che allora si videro essi astretti a -rinunziare a' loro benemeriti disegni, concentrarsi nella sfera delle -loro proprie cognizioni, e ciascuno di essi quale nuovo _Timone_, od -_Apemanto_ vivere a se unicamente misantropo isolato, e fremendo mirare -taciturno, da una parte periclitare di giorno in giorno la salute -dell'uomo, senza potere svellerlo dall'orlo dell'abisso preparato ad -ingojarlo; osservare dall'altra le caterve affluenti di esseri travviati -correre solleciti ad offrire le loro preci al sacrilego altare del -fanatismo; quì porgere incensi ad uno sciame immenso di se-dicenti -_parlamentarj_ dell'Eterno, che renduti superbi dagli omaggi striscianti -dell'ipocrisia, e dell'ignoranza, già corruppero da colmo a fondo la -tersa religione, che il terrigeno mortale è nel pressante dovere di -tributare al suo Dio Creatore, e lo costrinsero ad obbliarla, ed a -sostituirne in vece le loro esecrabili visioni; udire colà commendare -qual eroismo i più atroci misfatti, di cui ci fanno raccapricciare le -Istorie, perchè al nome dell'Essere Supremo devotamente commessi; -riguardare altrove porre in sistema la persecuzione, e la calunnia, e -quindi esercitarle religiosamente unite contro que' sciagurati che il -mero fortuito accidente trasse dal grembo di altro dogma, e seguaci di -una credenza differente da quella che si professa dai loro persecutori, -considerandogli persino come una nuova specie di esseri, la relazione -de' quali si reputa indegna degli altri uomini loro simili, formati, per -così dire, da un conio stesso, dotati delle facoltà medesime, -suscettibili de' medesimi bisogni, ed egualmente organizzati, onde ad un -tale riguardo si opprimono, si calunniano, s'inventa delle illusioni -affine di renderli odiosi agli altri popoli; e per giustificare quelle -perverse imputazioni delle quali sono essi proditoriamente aggravati, -s'immagina quelle colpe che incapaci furono sempre di commettere, e che -per ciò realizzare mai non si possono, si suppone que' difetti che non -ebbero giammai, ma che forse con più fondata ragione attribuire sovente -si potrebbero a' loro persecutori, si prevengono le mancanze che loro -sono affatto ignote; e quindi ogn'individuo non ad essi conforme nelle -pratiche di religione, impressionato da tali venefici principj fin dalle -fascie, si reputa, per ogni motivo, autorizzato di poterli riguardare -come esseri degni della riprovazione de' loro simili, come uomini scevri -di morale, di costumi, e forse ancora incapaci di lumi, di coltura, e di -buon senso. - -Forsennati! Barbari mostri! Esclamerebbero que' filosofi allora; chi vi -avrebbe supposti mai stolidi a quel segno fino a non accorgervi, che -tutte le ottime, o riprovabili azioni che loro vengono direttamente -attribuite, altro, a fondo, non sono che un mero effetto dell'opera -vostra unicamente? I tirannici tratti co' quali voi procedeste in ogni -tempo a loro danno, non doveano essere per i medesimi una lezione -indelebile, e continua d'ingratitudine, e di vendetta, un oggetto -incommutabile di eterna ripugnanza per la vostra società? E come -dovevano essi amare quegl'individui che riguardavano il loro avvilimento -come un trionfo della così detta loro nuova legge di grazia, se dai -partigiani di quella dovevano essi appunto ripetere il torrente -inesauribile di tutte le angustie alle quali soccomberono sì di -frequente? E come avrebbe potuto mai l'ebreo, sotto alcun titolo, essere -buon cittadino, se ricusatagli era ovunque una patria, se escluso veniva -di prestare i suoi servigj, se interdetto eragli per tutto l'esercizio -delle arti liberali, e la coltura dello spirito, e se la terra medesima -persino a cui esso dovea i suoi natali divenivagli straniera, ed -insensibile matrigna? E con quale fondamento si dovea, in ultimo, -presumere che un fautore della sana credenza di Mosè potesse giugnere a -distinguersi giammai nella carriera di que' pochi uomini dotati di -genio, e di talenti, che l'obblìo del fanatismo rende oggi reperibili in -qualche angolo del mondo, se da questi o per invidia, o per interno -pregiudizio, od anche per simulato trasporto religioso era sempre o -schernito, o rigettato, se il consorzio de' medesimi reputava un -disonore di annoverarlo nella categoria de' suoi membri? E quando ancora -conservato egli avesse, nello stato di abbiezione in cui languiva, tanta -lena e coraggio per inalzarsi fino allo studio, la generalità degli -uomini non imputavagli frattanto come un grave torto di essere nato -ebreo, a fronte ancora di tutta la virtù, ed i talenti che avesse -d'altronde potuto fondatamente vantare? Ei non potea aspirare al rango -di uomo, senza prima cessare di essere ebreo. Che non può irrazionale -superstizione in mente umana! - -Esseri deboli, e inconseguenti! Se provati aveste i costumi di questo -Popolo avanti di sfuggirne i rapporti; se occupati vi foste di -esperimentare i suoi talenti prima di azzardarne de' giudizi temerarj -sulla sua capacità; se tratto lo aveste all'obbrobrio degradante delle -turbe popolari, restituendo ad esso quella dignità che compartire volle -la natura ad ogni ente ragionevole, e che la vostra indomita fierezza -ingiustamente gli tolse; se meno prodighi di odio, e di oppressione -dimostrati vi foste seco lui; ma più liberali di umanità, e più coerenti -alle leggi che prescritte furono a voi dalla natura, vedreste ora in -mille brani spezzarsi al vostro tatto il talismano fatale della -menzogna, e quale fugace lampo svanire ogni mistero nella dispersione -dell'ebreismo, riguardata follemente sempre da voi come il flagello -desolatore, a cui gli arcani decreti di un Dio condannato lo aveano, -senza ombra di speme, nè di rifugio; come ancora il barbaro esilio a cui -soggiacque già da gran tempo, ben lungi dall'apparirvi la conseguenza -immediata di que' sognati falli di cui l'odio vostro l'imputava senza -freno, giustificato vedreste non meno l'una che l'altro dall'ostile -vostro contegno a suo riguardo; e quindi rientrati allora in voi stessi, -scossi da quel torpido letargo dove immersi vi aveano d'accordo quelle -venefiche illusioni che alimentavano un giorno il vostro inganno, e -abbacinavano i sedotti vostri cuori, voi avreste riconosciuto ad -evidenza quanto fossero contradittorie alla ragione, e ripugnanti alla -natura quelle distinzioni malignamente inventate ne' secoli d'ignoranza -dagli speculatori di proselitismo, e trafficanti di culti, e di -coscienze; distinzioni che rendono l'uomo il ludibrio della sua specie, -e costituiscono l'infamia perpetua di colui che le tollera, e le -autorizza; e così da questa vilipesa nazione risorgere or mirereste -quegli stessi talenti peregrini, che in ogni epoca, e ovunque formarono -il decoro della stirpe d'Israel, l'ammirazione de' dotti, e la gloria di -quegli stati che gli accolsero nel loro seno, proteggendo, ed animando i -loro progressi, e le utili produzioni de' medesimi: Alemagna! Francia! -Monarchìe felici! Terre avventurate! La ragione si è quella che forma -fra voi il più solido, e il primo de' vostri possenti baluardi; essa, in -ogni tempo, astante a' vostri dottissimi congressi gli dirige, e ne -forma il presidio ineluttabile; questo nume tutelare, avversario deciso -del fanatismo ne distrugge i progressi contaggiosi, che tentasi di -propalare da' suoi reprobi fautori, a scapito dell'umanità, e invitta -ella presede al superno tribunale della giustizia; essa è quella che -richiama dal seno di ogni popolo gli utili talenti, e la vera filosofia, -la quale è onorata in chiunque siane possessore, nel modo che i talenti -perspicaci, non meno di quello a cui venne conferita nel suo nascere -l'immersione battesimale, che dell'altro a cui fu reciso il prepuzio -nelle fascie, sono entrambi ricompensati a gradi eguali: Federigo! -Giuseppe! Napoleone! Nomi alla terra sempre mai cari! La consolante -rimembranza delle vostre sublimi operazioni non potrà mai cancellarsi -dalla mente degli uomini, ma ella sopravvivere dovrà al tempo edace che -tutto immerge nell'obblìo profondo; troppo vi dee quella porzione di -specie umana, a cui fu accordata la sorte di vivere sotto l'auspicio -delle sublimi vostre leggi, ed in particolare l'esule Israel, il quale -ricoverato sotto l'ombra benefica di esse, ritrova un asilo pacifico, e -immune dall'infezione letale della calunnia, ed una tranquillità sicura, -che lo zelo de' satelliti dell'idolo romano ha tentato altrove -d'involargli sovente, onde a questo unita grata vi resti perpetuamente -l'Europa, a cui voi deste i primi le lezioni memorabili di sana -filosofia, e di tolleranza; egli è sotto la benefica influenza de' -vostri limpidi orizzonti dove la sorte dell'uomo non pende già (come -sotto altro cielo) dalle muffate pergamene, deve esistono vergati da tre -o quattro cent'anni i titoli vani degli Scheletriti progenitori, ma da' -solidi meriti personali di cui esso è fregiato, e senza che la diversità -di religione vi opponga niun ostacolo, nè possa giammai pervenire ad -oscurarli; egli è colà dove l'evidenza ci convince che può un fautore di -_Mosè_ riescire dotto nelle scienze, perito nelle arti, vassallo -integerrimo del Sovrano che lo governa, ed utile cittadino al suolo che -vide nascerlo, in grado eguale di un seguace del vangelo. Egli è, in -ultimo, nel centro della più illuminata nazione che onori la terra, -nelle Gallie illuminate dove il cruento fanatismo che sì orribilmente un -giorno paventare si facea, ora del tutto annientato dall'eccelsa ragione -che le governa, attonito riguarda, fremendo, il vero merito di un -Successore di Abramo estolto a quei gradi che mai possono accordare le -scienze, e la virtù a chi degno se ne rende, o coll'esercizio di questa, -o assiduamente coltivando le prime. - -Se tali edificanti lezioni fossero state apprese dagli abitatori della -terra; se verità sì convincenti fossero state da' medesimi sentite in -tutta la loro forza ed estensione, quanto più lieta oggi sarebbe la -Sinagoga ebrea; più sgravata di follìe, meno assurda nelle pratiche, e -l'esercizio del suo culto, ridotto a' suoi primitivi ammirabili -principj, quanto diverebbe più filosofico, e più sensato non solo, ma -(siccome io mi accingo a dimostrarlo nel progresso di quest'opera) -niente dissimile da quello professato da Socrate, da Platone, e da -Confucio, e degno altresì di essere messo in comparazione con quello già -felicemente conosciuto da' primi benemeriti fondatori della credenza -d'Israel? E quanti Scismi, che lacerarono sì sovente la chiesa romana, -non avrebbe questa prevenuti colle vie della tolleranza, e della -persuasione, moderando l'amarezza del suo zelo, che la ridusse per tante -volte ad infierire contro le coscienze, e le opinioni, riguardate come -paradosse, perchè discorde forse da quelle che dessa pretende avvalorare -fra i mortali? Alla prima non si permise in alcun tempo di gustarle; -neglette, o calpestate sempre furono entrambe dalla seconda. - -E vi sarà egli ancora chi si sorprenda come avvenga che la ragione -accordata all'uomo per rischiarare la sua mente, per dirigere le sue -azioni, per confortarlo nelle sue pene, sembra che prendasi a scherno -l'ignoranza sua, e la sua fralezza, e che più non offrasi agli occhi -suoi che come un rifugio illusorio, e incerto contro gli assalti de' -suoi proprj vaneggiamenti? Se i popoli facessero tacere, una volta per -sempre, le passioni criminose delle quali sono essi predominati, per -ascoltare la voce penetrante della ragione, vedrebbero in qual modo, -l'esimia, e la benefica ragione cesserebbe infine di mostrarsi essa pure -armata di furore a danno dell'illusa umanità. - -Infatti, quanti esempi rimarcabili non ci forniscono ad un tale riguardo -numerose popolazioni che a torto noi chiamiamo selvaggie, le quali -benchè meno colte di noi, e fornite di una intelligenza assai più -limitata della nostra, pervennero frattanto a soffocare (o forse non -conobbero giammai) quel furore brutale di persecuzione religiosa che -forma, purtroppo, la base primordiale di ogni credenza odierna, e la -gran mole reggente di tutti in culti delle nazioni che conosciamo, -se-dicenti-polite, e illuminate? Queste imitarono i difetti delle prime, -senza potere nè conoscere, nè profittare giammai di alcuna delle ottime -qualità delle medesime. Io eccito tutte le istorie unite ad indicarmi un -solo popolo, fra i tanti che annovera la prisca età del mondo, che abbia -in alcun tempo infierito nè contro le coscienze degl'indigeni abitanti, -nè che giammai abbia macchinato lo sterminio della religione di un -popolo limitrofo, benchè le une, o l'altra opposte fossero -diametralmente a' loro intimi principj religiosi; ma esse, d'altronde, -ci mostreranno ben chiaro fra i recenti, de' popoli che riguardano il -flagello degli uomini, ed il loro avvilimento come un tributo espiatorio -in onore della Divinità; esse c'indicheranno, da una parte, i terribili -roghi della Spagna, destinati ad abbruciarvi gli ebrei in onore di Gesù -cristo; ci additeranno dall'altra gli esecrabili altari del Portogallo -preparati ad immolarli al nome della vergine; ci faranno quì vedere le -aggravanti catene della Bretagna papista consacrate a soggiogarli in -gloria de' suoi idoli; mirare ci faranno esse colà un S. Cirillo, quel -barbaro Cirillo, che fattosi duce di apostolici briganti, attaccarli -entro le loro proprie sinagoghe in Alessandria, ucciderne crudelmente -una gran parte, fugarne il resto, carpire le loro sostanze, e rendersene -arbitro in ortodossa divozione a' suoi penati; ci offriranno altrove -quelle marche infamanti di cui l'Italia contrassegnavagli un tempo in -trofeo della sua fede, e quelli angusti, e infetti recinti entro i quali -essa gli costringeva a vivere racchiusi, e concentrati in venerazione di -Pietro, o degli apostoli; ed ovunque finalmente noi rivolgiamo i nostri -sguardi dall'oriente all'occidente, dal nord al mezzo giorno, per tutto -ci faranno quelle scorgere la mistica falce delle religioni pronta a -mietere ad ognora le sue vittime segnate per offrirle all'altare de' -falsi Dei, od al nome dell'Essere supremo, per tutto ci metteranno esse, -in ultimo, sotto gli occhi feroci patiboli eretti; carceri, ferri, -proscrizioni, massacri, e quanto seppero inventare di atroce que' mostri -che natura abbandonò alla loro natìa inesplebile fierezza, che al nome -di uno, o di altro idolo gl'ingannati popoli della terra infliggevano -contro gli eretici, o miscredenti delle loro follìe religiose; e con -infinite prove percotenti, esse concorreranno in somma a convincerci -pienamente che le massime di persecuzione, di strage, o d'intolleranza -non sono state mai ridotte, in pratico sistema, che nel solo grembo di -una religione che si è decantata divina, la quale non respira in -apparenza, che dolcezza, mansuetudine, e salute, ovvero da quelle -ridicole instituzioni, che molto sovente o mancano di verità, o di buon -senso, che l'umana ignoranza ne fa tenere il carattere, e le veci. - -Ma in mezzo di questa enorme affluenza di vicissitudini lagrimevoli, -ognora pullulanti, che hanno per infinite volte segnalato sulla terra i -deplorabili travviamenti umani, quale metamorfosi degna dell'ammirazione -universale de' secoli avvenire, non sarà mai per risultare a' nostri -posteri l'intatta conservazione dell'ebreismo, sotto quel cielo medesimo -appunto dove ad ogn'istante se ne meditava lo sterminio, ed in quel -suolo istesso in cui si tentò infinite volte renderne la tomba? Cosa -opineranno essi mai al solo contemplare, come tutte le nazioni -dell'universo, dopo la caduta degli abitanti di Gerosolima, e insieme di -questa metropoli medesima, si distrussero l'una l'altra, si amalgamarono -a vicenda, si mischiarono confusamente, ed il solo popolo ebreo, -malgrado la sua fluttuante dispersione, e le numerose infauste peripezìe -alle quali sempre soggiacque, in ogni angolo del mondo, abbia fermamente -resistito al torrente di una feconda successione di lignaggi, di epoche, -e di vicende, or funeste per un popolo, ed or gioconde per l'altro; or -per questo ridenti, ed ora triste per quello? Non lo attribuiranno essi -forse ad un effetto soprannaturale, ad un prodigio ineffabile -dell'Eterno? Di ciò veramente l'intero giudaismo ne fu sempre convinto; -e tutte le altre nazioni, al contrario, riguardarono ciascuna, in ogni -tempo, la permanenza di tale prosapia, come un trionfo, ed una prova -incontestabile della verità di loro varie credenze, o religioni. - -Ma senza fermarmi quì a discutere inutilmente le ragioni che alimentano -l'intima convinzione del primo, ed il giusto valore delle cagioni sulle -quali fondano le ultime la presunta base contestata della loro -religione, io mi contenterò soltanto di rimarcare che fa duopo stabilire -dei motivi meno accessorj, ed assegnare altre cause più ostensibili per -colpire nel segno positivo sulla certezza, e la probabilità degli -accennati effetti risultanti; e questa e quella ritrovare noi potremo -agevolmente nelle accanite persecuzioni che le ultime, concordi, hanno -sempre esercitate contro di quello: non avvi alcuno che ignori che la -guerra delle opinioni religiose, e delle coscienze, non solo in -proposito di culto, ma in scienza, in politica, e in costumi, ha in ogni -epoca del mondo, e presso qualunque popolo della terra formate le -fazioni sanguinarie, i martiri devoti, gli apostoli entusiasti per -l'uno, o l'altro partito da cui presero fondata voga radicale quelle -stesse opinioni che tentavasi di propalare, e sostenere ad ogni prezzo -da una parte, e che da un'altra combattevansi orribilmente col disegno -di annientarle dalla reminiscenza degli uomini. Infatti, quanti esempj -rimarcabili non ci forniscono le istorie, idonei a convincerci che tanto -in religione, quanto in politica, noi vedremmo succedere nel mondo il -tepore il più lento, all'entusiasmo il più deciso, se si lasciasse -all'una l'opinione, all'altra l'esercizio; _donnez aux Huguenots_, -diceva Caterina de' Medici, _tout leur saoul de prêches, ils seront -tranquilles_. Quando, al contrario, perseguitando una setta, od una -fazione qualunque, si viene ad aggiugnere insensibilmente alla forza -della religione che è già oltremodo grande, quella del punto di onore -che lo è sovente di più, cioè a dire, che quelli ancora che non hanno -religione qualche volta ne ostentano l'apparenza, e non osano di -abbandonarla; e che quelli viceversamente che sarebbero proclivi alla -resipiscenza de' loro proprj travviamenti, non sanno determinarsi ad -effettuarlo. - -Or in conseguenza di questi effetti, renduti già si evidenti, chi -potrebbe mai sensatamente ricusare alle cause omogenee che gli producono -l'esistenza indefettibile che loro conviene in ogni modo? Persuasi -dunque quali essere dobbiamo, senza mistero, dell'esistenza delle une, e -della sorgente immediata degli altri, quale torto enorme non si farebbe -alla verità, se opinare si dovesse come il primo, e quale grave -oltraggio risentire non dovrebbe la ragione, appoggiando la strana -presunzione di queste? E pure l'indole depravata dell'uomo, generalmente -parlando, è tale, che desso non soffre mai un oppressivo male, nè -fruisce ancor di un sommo bene, senza imputarlo all'odio di un essere -superiormente perverso, od alla predilezione di un essere ottimo che -veglia parzialmente alla di lui conservazione, ed egli non è che dopo -molte riflessioni, per lo più astratte, sempre seguite, e sottilmente -ponderate, che desso giugne a conoscere, infine (benchè il più delle -volte assai di raro, e a grande stento ei vi pervenga) che il bene, ed -il male di cui l'umana vita è mischiata, emanano entrambi, per così -dire, dalla sorgente inesauribile medesima; questo è il possente arcano -delle instituzioni teologiche di ogni popolo che esistere veggiamo sulla -superficie della terra, questa è l'alchimia portentosa di tutte le -religioni che ingombrano il mondo abitato dall'uomo. - -Comunque siasi, non credasi già essere questi soli gli effetti -perniciosi dell'imbecillità dell'uomo abbandonato a se stesso ed alla -sua sovvertita immaginazione, io mi dispongo, con ribrezzo, a produrne -degli altri molto peggiori, ed assai più funesti per la sua specie, -allorchè nella progressione di quest'opera mi emergerà pur troppo di -ragionare a reiterati propositi. Intanto calisi un velo di profondo -silenzio intorno quello che rapportasi all'ente ragionevole, alle sue -idee, a' suoi pensieri, ed alle azioni differenti delle quali fu esso in -ogni tempo riconosciuto essere suscettibile, e riserbiamoci a -squarciarlo allora quando potremo di esso lui occuparci assiduamente di -proposito, affine di migliorare la sua condizione, correggendo i suoi -errori, illuminando il suo spirito, e facendogli, ad un tempo, -chiaramente comprendere, che la verità è una, semplice, e indefficiente, -che l'errore, all'opposto, è ognora complicato, titubante nella sua -marcia, ed eccessivamente sinuoso; che la voce della natura è -intelligibile, sonora, insinuante, e che quella della menzogna è -ambigua, oscura, ed affligente; che il sentiere della ragione è ameno, -retto, e salutare, e che quello dell'impostura è obbliquo, tetro, e -pernicioso, questa esimia ragione di somma urgenza in ogni parte -all'uomo dee essere continuamente la sua conduttrice inseparabile, e le -dilei proficue lezioni debbono essere seguitate completamente da ogni -anima fregiata degli ammirabili suoi doni. - -Quindi per essere penetrato quanto fa duopo della forza irresistibile di -queste verità edificanti, che io mi lusingo di produrre frappoco al -chiaro giorno, l'uomo non ha bisogno che di lumi, di buonsenso, e di -coltura; esso non ha che rientrare in se stesso, riflettere sulla sua -propria individuale natura, consultare i suoi interessi, considerare i -suoi rapporti colla società, e i doveri che lo vincolano ai membri -contraenti suoi simili; e in conclusione studiarsi esattamente di -conoscere che la virtù, e le scienze sono, senza contrasto, i soli, i -migliori, ed i più solidi beni per la specie umana, e che il vizio, e -l'ignoranza ne formano il perpetuo terribile flagello. In una parola -studiarsi esattamente di capire, che siccome il buon uso delle scienze -consolida in noi quel declivio salutare che porta la specie nostra alla -pratica del bene, così appunto il nostro amore per la verità aumenta i -lumi de' quali noi abbiamo estrema urgenza per propalarla, e per -difenderla. Col mezzo di sì fatte indagini utili, e profonde giugnerà -esso, in ultimo, a convincersi che gli esseri umani (come lo rimarca -ingegnosamente un pensatore inglese) non sono sventurati, se non se -perchè dessi sono viziosi, ed ignoranti; e che i medesimi viceversamente -non sono ignoranti, e viziosi, se non se perchè tutto cospira ad -allontanarli dal felice sentiere della ragione ad impedirli di -correggersi, ed a renderli alieni onninamente dallo sviluppo delle loro -facoltà intellettuali. - -L'epigrafe del frontispizio allude giustamente al nostro immortal -NAPOLEONE ciò che Marziale altra volta disse a Domiziano: _I popoli del -vostro Impero parlano differenti idiomi; essi non hanno, per tanto, che -un solo linguaggio allorchè dicono, che voi siete il vero Padre della -Patria._ - - - - - OGGETTO - E - PIANO ANALITICO - DI - QUEST'OPERA. - - - _Cujusvis hominis est errare; nullius, nisi insipientis in errore - perseverare._ - - CICER. - -Egli è ormai uno spazio considerabile di tempo che la mia ingenua penna, -sempre intenta al solido vantaggio de' miei simili (dopo le tante altre, -le quali prefiggendosi forse un simile scopo, si cimentarono indarno -fino ad ora, e col massimo pericolo) tentare volea di assumere intrepida -l'ardua difesa della verità, di quella verità medesima che tutto il -mondo ammira, ed abbandona, e che prescindendo da pochi i quali -cimentandosi a squarciare il tetro velo della menzogna, che ne adombra -l'intuito allo sguardo profanatore dell'insensato, sono già felicemente -pervenuti a ravvisarne il fulgido sembiante, pare che gli uomini della -nostra età si facciano un maligno piacere di calpestarla, di concepirne -un abominio, in vece d'intraprendere l'impegno commendevole di sottrarla -a quegli oltraggi, che miransi fare, ad ogn'istante, contro di essa da' -feroci proseliti del fanatismo. - -Tale era dunque l'assunto importante di cui io mi occupava, senza -interruzione, era già l'intervallo di un completo decennio, e questo è -il solo oggetto sovra di ogni altro interessante che ha per tutta la mia -vita decorsa unitamente richiamate le mie più assidue, e ponderate -riflessioni; ma pur troppo fino al presente coll'eguale successo di -quello che videro tanti uomini dotti risultare dalle indefesse loro -applicazioni, affine di svellere dalla specie umana il morbo -flagellatore dell'ignoranza che la degrada, e della superstizione che la -distrugge; mentre le tenebre dell'una, e la densa caligine dell'altra, -che ingombrano dopo tanti secoli presso che tutta l'estensione -dell'universo, paralizzavano le benefiche intraprese di -quegl'institutori dell'umanità, e scoraggivano le mie rette -disposizioni. - -Eh, che! Tutti gli orizzonti della terra uniti, non ci mostrano essi -forse de' tempi calamitosi a tale eccesso per lo spirito umano, fino a -reputare il termine _illuminato_ sinonimo d'_incredulo_; e quindi a -punire come apostata, ed a perseguitare qual libertino un genio -filantropo che cimentato si fosse a rischiarare le tenebre dalle menti -degli uomini, propalando fra questi de' solidi principj di morale, e di -buon senso? E quante volte delineare si vide l'immagine sublime della -ragione con informe sembianza di un orrido fantasma che paventa, e che -afferra chiunque osa di appressarsi al tempio eccelso che ascosa la -rende allo sguardo peribile dell'uomo? Tale essendo il carattere odioso -che miravasi fare della ragione, più non dovremo dunque stupirci, se -colui che avesse osato farne il preconio era dagli uomini riguardato -come il più reprobo nemico del suo secolo, ed il perturbatore della -umana società. - -O tempi d'ignominia, e di esecrazione! ah! che pur troppo io già miro -imbrattata l'istoria dell'odiosa menzione di quell'età sì degradante per -la specie umana, in cui la virtù era un delitto, la ragione un ornato -superfluo, inutile il buon senso, e la filosofia una chimera; in cui -l'uomo brancolando nel vortice delle sue illusioni lasciavasi -machinalmente condurre da altri uomini dementi al pari di esso, ma di -lui più scaltri, più intriganti, sempre intenti a sedurlo, nè lo -abbandonavano fino a tanto che renduto non lo avevano il nemico di se -stesso, e il manigoldo crudele del suo simile, ed in cui finalmente le -nazioni ammaliate dalle promesse che al nome di un Dio loro garantivano -i mistici direttori da' quali erano esse ciecamente guidate, empievano -la terra di follìe, e sotto l'ombra fatale di religione commettevansi -gli attentati più atroci, sterminavansi a' vicenda; i culti opposti -erano a' culti, gli altari, agli altari, e gl'intensi voti dell'una -inferire altro non volevano che una detrazione insultante delle fervide -preci dell'altra; ma l'ipocrita ingannatore che ne era la cagione, non -vedea frattanto in queste acerrime dissenzioni che un solido incremento -alla di lui autorità, alla quale soggiogato in ultimo restava non meno -il partito vincitore che il vinto. Chi potrà mai fermarvisi un istante -senza essere sorpreso di angoscia, e di dolore al solo contemplarvi que' -vaneggiamenti di cui furono sempre suscettibili tutti i popoli, dalla -prima infanzia del mondo fino a' tempi nostri? Or uno spettacolo sì -attristante potea egli a meno di non disgustare l'animo il più benefico, -lo spirito il più paziente, e il più filantropo genio che azzardato -avesse di liberare la specie umana dal malore dell'inganno, per quindi -ricondurla nel felice sentiere della ragione? Convinti di questa verità -non dovremo più stupirci se cotanto rari oggi si rendino sopra la terra -i _Socrati_, gli _Aristidi_, i _Cartesii_, e i _Galilei_, che al prezzo -di cicute, di esilj, di carceri, e di tormenti acquistassero, di buon -grado, il piacere d'illuminare l'umanità, e d'indurla a rigettare le -avvilenti sue follìe. Con sì terribili esempi sotto gli occhi troppo -scarso dovea essere certamente il numero degl'imitatori; e quelli al -contrario, che avrebbero potuto divenirlo con successo, preferivano -piuttosto di essere considerati come inutili nella società, che rendersi -le vittime degli smarrimenti de' loro simili, e lo scherno degli eccessi -de' loro scaltri conduttori. E con quale coraggio avrei potuto mai -osarlo io tre lustri addietro, e di più sotto l'ombra di un avverso -cielo dove io mirai le prime luci, ed in cui la superstizione, e il -fanatismo erano al grado dell'ignoranza, calcolata come necessaria alla -salute dell'uomo, ed in cui alla demenza tenere faceasi le veci, ed il -carattere di buon senso? Egli è vero, per altro, che fino di allora -concepito io avea il progetto salutare di distruggere l'errore dalla -mente de' miei simili, ed il vasto assunto destinato ad esaurirlo era -già, in gran parte, preparato alla rinfusa nella mia mente, nè altro -mancava a corredarlo di quell'ordine, di quel metodo, e di quella -esattezza necessaria per prodursi al chiaro giorno, che una esplicita -inerenza nello spirito di quelli che più abbisognano di lumi -sufficienti, e di un fermo disinganno, capace di annientare i pregiudizj -che avrebbero potuto contrapporre degli argini malefici allo scopo -commendevole per cui era quello in origine rivolto. Ma la decisa -ripugnanza che questi sempre manifestarono contro l'ultimo, non meno che -contro i primi, fece soffocare i miei filantropici disegni al loro -nascere, e condannò la mia intrapresa ad un obblìo impenetrabile, dove -giacque sepolta fino a questo giorno in cui l'impero della ragione potè -rendersi una volta manifesto al consorzio de' mortali sopra la terra, -spiegando l'ascendente assoluto ch'ella dee avere sullo spirito di essi; -ora che sul trono augusto della giustizia l'eccelsa filosofia siede -fastosa, e trionfante de' suoi miserabili nemici, al fianco invitto di -NAPOLEONE il grande, può un integerrimo fautore della ragione alzare -libero la testa, fare impavido echeggiare la di lui voce, e rendersi -utile a' suoi simili, senza pericolo, annunziando a tutti gli abitatori -dell'universo, allo squillante suono di prodigiosa tuba, l'immediata -rigenerazione universale di tutta la specie umana. - -Per altro, sebbene tutte le mie cure, e i miei disegni si aggirino -soltanto al vantaggio di una parziale Nazione unicamente pure ad un solo -corpo religionario io quì non ragiono, ma a qualunque siasi nazione, -setta, o popolo, a tutta la società umana, in fine, io parlo, ed a guisa -del Sole che dal suo emisfero inaccessibile, una luce sfavillante, e -universale a tutto l'uman genere diffonde sulla terra, così appunto io -bramo che ad ogni razionale abitatore del mondo rendasi noto il genuino -linguaggio della verità. - -Or se il raziocinio sostenuto dal buon senso, e dettato da' più integri -sentimenti di umanità, non è per la specie degli uomini un illusoria -visione, io dimostrerò col mezzo di esso, non solo al giudaismo, per il -di cui solido vantaggio io scrivo, ma a tutti gli altri popoli del mondo -(i quali eccettuare sempre lo vollero dalla categorìa delle nazioni) che -niente è più ingiusto, e ridicolo, ad un tempo, che di odiare, o -deprimere una credenza qualunque per la sola ragione che i suoi principj -saranno forse disparati da quelli professati dalla sua persecutrice, -ovvero di attaccarne le basi sulle quali si regge, ed anche senza -conoscerne il più delle volte il fonte da cui esse traggono la loro -derivazione; e con eguale chiarezza farò inoltre conoscere, che quanto -avvi in una religione di riprovabile, o di ottimo altro, a fondo non è -che l'impronta del genio, o depravato, o giusto lasciatovi dall'uomo -stesso, il quale non diventerà mai stravagante, o assurdo sempre che -sarà capace di ricevere le idee omogenee medesime che la natura -gl'imprime, e che desso, al contrario, diventa l'uno, o l'altro, -alloraquando si sforza di assegnare una evidente realizzazione alle -logogrife visioni tradizionali, ed a' mistici fantasmi. Di ciò tutte le -sette fino ad ora conosciute sulla terra dimostrerò essere una prova -ritrovata ormai, ad ogni esperimento, incontestabile. - -Preparato che io avrò l'uomo alla contemplazione interessante di queste -verità, convinto che desse lo rendino una volta non essere meno curioso -di seguire i progressi dello spirito umano ne' suoi travviamenti, di ciò -che riesca vantaggioso investigare, con occhio indagatore le proficue -nozioni ch'egli scuopre, e ciò in ogni secolo, e presso qualunque angolo -del mondo, esso dovrà necessariamente convenire che fra tutte le -ricerche filosofiche fatte fino ad ora, non siavi forse una più -profonda, e più importante dell'analitica riforma del Culto, e -dell'educazione politico-morale del Popolo ebreo, che nel corso di -quest'opera mi sono prefisso d'investigare in ogni benchè minima parte, -e co' più rigidi esami possibili. - -Il tenebroso amministratore de' culti, sia rabino, sia prete, ovvero -dervigi dice credimi ciecamente; ed il sensato filosofo consulta -l'evidenza, ascoltami, e ragiona; egli è questi ultimo linguaggio -unicamente quello di cui farò io sempre uso nell'assunto importante che -io tratto, con quelli che fin quì si mostrarono pur troppo sordi agli -eccelsi ammaestramenti della ragione. - -Lungi dal precipitarci nel partito di quelli che credono tutto, od in -quello degli altri che rigettano tutto, noi ci terremo, per quanto ci -sarà possibile, in una specie di equilibrio, loro dicendo unitamente; -esaminiamo con diligenza, e rendiamoci esatto conto a vicenda finalmente -della credenza nostra, e di quella degl'ingannati nostri progenitori, -indaghiamo una volta con filosofica fermezza, ciò che in sì fatta -religione tradizionale (che da tutto l'ebreismo si è sempre sostenuta ad -ogni prezzo) v'ha di vero, e quello che può esservi di assurdo; sotto -quale rapporto le nostre idee religiose di oggi, possano avere un solido -fondo di realtà, o di verosimiglianza con quelle dei primi patriarchi -fondatori della credenza d'Israel, e sotto quale altro esse debbono -meritare la nostra ripugnanza, il nostro obblìo. Penetrati di sincero -trasporto per la verità, noi andremo a rintracciarla finanche nella -estremità di que' misteriosi recinti che si appellano santuarj, da' -quali allontanando il velo denso, e terribile che la cuopre, senza -dubbio, allora noi vi ritroveremo l'aspetto inalterabile della tersa -religione, che il Dio superno della natura esige dagli enti ragionevoli, -nel primitivo suo stato di purità, e d'innocenza. - -Vari sono, per altro, gli scrittori commendevoli, che tentarono sovente -di scavare questo dilicato soggetto da' suoi più reconditi fondamenti: -io discuterò dunque le loro idee, analizzerò i loro pensieri, non già -col fervido entusiasmo di un zelante apologista di prestigj -tradizionali, ma colla genuina franchezza di un filosofo amico de' suoi -simili, di un apostolo della ragione, che ad altro non aspira, -pubblicando in questa giorno un opera sì utile, e sì urgente, che ad -illuminare da una parte le menti ottenebrate dell'illuso giudaismo, e a -distruggere dall'altra quelle menzogne degradanti che parvero -confederare contro i miseri avanzi del popolo d'Israel, fino anche i più -decisi partigiani della tolleranza, trascinandogli anche sovente ad -obbliarne i principj, a calpestarne i doveri, alloraquando impresero ad -agitare la causa risguardante questa oppressa, e derelitta nazione. - -Quindi se io pervengo a condurre di tale, maniera lo spirito -religionario degli uomini, ho fondato motivo di lusingarmi di potere -anche ridurlo ad abdicare quelle vane chimere che lo soggiogarono per sì -lungo tratto di tempo, e che formarono la sorgente venefica dove il -genere umano attinse tutte le sue più deplorabili sciagure. - -Ma prima di ogni altra cosa, io credo mio essenziale dovere di prevenire -il mondo illuminato, non essere quì mio scopo di divertire il cuore -umano con fantastiche immagini, che al solo romanziere bizzarro, -piuttosto che al filosofo ragionatore convenevoli si rendono; e molto -meno astrignerlo pretendo con linguaggio artifizioso ad asserire, ciò -che in altro modo ei ripugnasse di adottare: la nitida semplicità dovrà -sempre quì precedere l'espressione sentimentale dei miei pensieri, i -quali se riportati non verranno con un eleganza di stile che rapisce, -posso d'altronde assicurare che fregiati essi tutti saranno della -semplice verità che persuade, senza livore, e senza prevenzione; ciò che -al disopra di tutt'altro ornato è assolutamente necessario, trattando -una materia dilicata qual'è quella di cui ora ci occupiamo, che ha più -duopo di giuste idee, di esatti sentimenti, che di un mendicato -atticismo di vocaboli, o di traslati pensieri, onde potere con amplia -cognizione di causa pervenire a conoscere lo stato delle vicende -presenti, per farne l'adeguata comparazione con quelle, che le inopinate -crisi avvenire offrono sovente allo sguardo indagatore del filosofo, ed -alla irrequieta fantasía del politico: egli è dunque così che noi -potremo allora, senza taccia di temerità, lanciare i nostri liberi -giudizj sul remoto avvenire, ed arbitri ancora pronunziarne i destini. - -Frattanto io domando un indulgenza estrema non meno per ciò che ho fin -quì detto, che per tutto quanto io dispongomi a dire, se io non tratto -queste materie interessanti con tutta quella filosofia, e quel criterio -che esigono, ciò si potrà forse attribuire alla deficienza de' miei -lumi, ed alla modicità de' miei talenti, ma se io poi non le ragiono, -secondo l'aggradimento uniforme di tutte le nazioni, ed in particolare -dell'Ebrea che ne occupa la più estesa parte, ciò ripetere da me -certamente non si dee, ma dalla sola intima natura delle medesime, le -quali non sono ad altro fine dirette che ad emendare gli smarrimenti -delle une, e a distruggere le stravaganti opinioni dell'altra; insomma -ad illuminarle tutte, per quanto mi sarà possibile, ed a ricondurle nel -perduto sentiere della ragione. Or quegli avvertimenti che tendono a -correggere l'errore, a dissipare le tenebre dal mondo, possono essere -giammai dell'aggradimento universale di quelli, che già infetti dal -morbo letale della menzogna, hanno duopo di correzioni, e di lumi? Ciò -che reca giovamento l'esperienza ci dimostra che rare volte diletta. Ben -lontano per altro io sono dall'esigere, in verun modo, che si abbia per -i miei sentimenti la benchè minima favorevole prevenzione, io eccito, al -contrario, i lettori di quest'opera di avere in me così poca fiducia -come io ne ho avuta negli altri. La sola ragione essendo un dono -accordatoci dal Supremo Creatore dell'essere nostro per condurci -nell'instantanea carriera di nostra vita, io gli esorto a farne uso -immediato, e costante; questo è il solo mezzo il più utile, e il più -sicuro per conoscere la verità, e per trarne que' vantaggi che aspettare -ne possiamo. Ma comunque sia, io protesto davanti l'Essere Supremo, ed -in faccia a tutti i popoli della terra, che non già vile sentimento di -detrazione, non avidità di gloria, non cupidigia di utile, od altro -scopo venale riprovabile del pari, mi fecero determinare a tessere -quest'opera, ma l'amore fraterno che ho sempre nutrito per tutti gli -esseri della mia specie; i solidi, e perenni vantaggi de' miei troppo -ingannati connazionali; il desiderio intenso di combattere l'errore col -brando inespugnabile della ragione; e la vera felicità, inultimo, degli -stati colti, e tolleranti, così che la gloria, e il decoro -degl'illuminati Sovrani che gli governano. - -Or traendo quest'opera la sua originaria sorgente da sì limpido fonte, -retta da sì equi sentimenti, e guidata da principj cotanto sani, ed -inconcussi, potrei sospettare giammai con fondamento che alcuno vi fosse -di sì stupido criterio, in cui preponderando e impulso più forte gli -esecrabili prestigj del fanatismo a' miei giusti ed amichevoli -suggerimenti mi riguardasse come audace. od importuno, ovvero come i -settarj dicono volgarmente, un apostata, un Deista? Eh! che tali -attributi reperibili sovente nella bocca di chi non ne comprende il vero -senso, non avranno mai efficacia bastante a formalizzare un integerrimo -fautore della verità, dalla quale non seppe mai dileguarsi, malgrado che -a caro prezzo azzardasse qualche volta di esternarla, e che non si -prefigge altro disegno che il miglioramento durabile degli esseri della -sua specie. Nulla mi cale per tanto che ciascuno pensi come più gli -aggrada per rapporto al sistema di religione addottato da me; che -l'ebreo talmudista lo condanni, che lo abomini il cattolico, e che tutte -le altre sette la ripugnino, ma frattanto il sensato filosofo lo approva -non solo, ma lo segue, lo pratica egli stesso, e lo commenda; a lui -unicamente io me ne appello, ed a questa sola classe benemerita del -mondo ogni mio pensiere consacro, l'estremo destino del quale, non già -dall'insano giudizio del volgo, ma dall'illuminato discernimento di essa -onninamente dipende. Ben contento di poter dire col giovine Plinio: _Ego -enim non populum advocare,_ _sed certos electosque soleo, quos intuear, -quibus credam, quos denique et tanquam singulos observem, et tanquam non -singulos timeam._ _Epist. XVII. lib. VII. p. 428._ - -Ma questa cecità universale mi lusingo che sarà bentosto rischiarata -dalla fantasìa de' miei connazionali, quando a rigido esame richiameremo -nel progresso di quest'opera i dogmi sopra i quali essi fondano la -lusinga di una felicità imperturbabile, e la base di ogni loro ventura -speme, additando a' medesimi l'infallibile sentiere che può condurli al -completo acquisto di entrambe, e dove niuno fino ad ora osò giammai -condurre il passo timido, e vacillante. - -Quale gloria ineffabile non dovrà in ultimo risultare per il Dio di -verità, osservando gli esseri umani rinunziare con arbitra resipiscenza -alle insane illusioni dove sembrava che un avverso destino condannati -gli avesse miseramente per sempre; e quale trofeo per l'oppressa -ragione, se gli eccitamenti miei affettuosi, e sinceri saranno efficaci -a dissipare dalle loro menti l'errore da cui sono abbacinate, ed a -toglierli dal baratro infernale de' pregiudizj in cui andavano a -precipitare inevitabilmente; e così mettere un freno alle passioni -fomentate da una coscienza religiosamente criminosa, e sostenute da -quelle sacre menzogne che loro fanno una guerra spietata, e con passo -intrepido, e costante oltrepassare le barriere funeste che il fanatismo -avea tenacemente opposte alla ragione, seguitando le vestigia -invariabili che quì sono ad indicare della pretta religione, e di un -giusto e ben fondato disinganno. - -O popolo d'Israel! Egli è a tuo solo riguardo che baldanzoso io -dispongomi ad affrontare l'improperio dell'ignoranza, e lo sdegno della -superstizione: È te che io eccito a compiere i voti miei con quell'animo -stesso con cui te gli offro: Egli è infine del tuo unico giovamento che -io mi occupo indefesso, e di cui io formo l'essenziale, e il primo scopo -di tutte le mie più serie applicazioni: ma, e quale guiderdone, in -qualche modo equipollente, potrà mai sì filantropo zelo sperare da te? E -che? supporre io forse dovrò che giugnere tu possa a ricusarlo senza la -più reproba ingratitudine? Vorrai tu dunque perpetuare sopra la terra lo -spettacolo affliggente della tua degradazione, ed essere tutt'ora, per -folle arbitrio, lo scherno vile de' popoli, e la vittima sciagurata de' -tuoi propri smarrimenti? Ah! che un apatìa sì macchinale supponibile -certamente non è in mente umana; e ben lontano dall'opinarlo, io sono, -all'opposto, convinto che un fausto giorno, senza dubbio, verrà, mentre -di questo comparire già si vide la ridente aurora, in cui l'intero corpo -esercente la credenza edificante di Mosè ne' quattro angoli della terra, -perverrà finalmente a conoscere il valore inestimabile de' principj -salutari che ne formano la base, e riguarderà come un infamia di -restarne più oltre neghittoso, e indifferente, ed allora titubare più -non potrà un solo istante, sotto pretesto alcuno, a riassumere fra gli -uomini, per quanto è in suo potere, la condizione, i requisiti, e il -grado, che la società, la natura, e la ragione gli concedono d'accordo -sopra la terra, ne più reputerà come un delitto irremissibile, nel modo -che fino ad oggi ei sempre fece, d'inchinare con trasporto l'orecchio -per ascoltare la voce penetrante di un fautore della verità, di un suo -connazionale stesso, cui, la depravata educazione, che un detestabile -costume fatalmente introdusse da tanti secoli presso quel popolo, ha -così pure tentato di corrompere un giorno rendendo la sua inesperta -fanciullezza in egual dose infetta del morbo medesimo, che desso -attualmente desola, e flagella, e quindi suscettibile per qualche tempo -ancora dello smarrimento eguale di cui mirasi oggi quello predominato a -tutta forza. Or dunque incauti miei connazionali! Esso vi presenta -quest'opera; ardito alquanto sembrare a voi potrebbe il linguaggio di -cui si serve, ma posso inoltre assicurare, senza timore d'ingannarmi, -non essere quello dettato che da que' salutari principj che formarono in -ogni tempo la guida fedele della sua penna, ed il più solido alimento -del suoi pensieri: leggerla io v'insinuo assiduamente, ma scortati -sempre da quelli, e con occhio terso dalla nube de' pregiudizj io vi -eccito ruminarla; reperibili sono in essa gli antidoti, ad ogni -esperimento, i più vantaggiosi, ed insieme i più opportuni all'uopo -vostro urgente; vi assicuro averne fatta io stesso la più accurata -esperienza avanti di conferirli a voi, e quindi sormontati da colmo a -fondo tutte quelle illusioni venefiche delle quali era stata già -imbevuta la mia credula infanzia, riconosciuti per me medesimo, infine, -quanto si rendino colla successione de' tempi funesti per l'uomo que' -panici timori, che abusando della frale instabile puerizia de' fanciulli -malignamente s'incutono in quell'età dagl'impostori da' quali essa è -diretta, e di cui tutte le mire non tendono, che a mantenere l'uomo -sepolto nella voragine dell'inganno, ed allora mi ritrovai -tutt'altr'uomo sollevato dal peso aggravante di una soma che abbatteva -il mio coraggio, e ditroppo eccedente le mie forze, nella guisa medesima -che or prepondera le vostre, e che vi opprime senza ombra di confronto, -e senza lena. Nè altro lenitivo apprestare voi potrete con successo al -crudele infortunio che vi minaccia, solo che seguitare con energìa, e -con buon senso un sì efficace esempio. Possa quello essere il fausto -precursore d'infiniti altri avventurati simili esempi! Possa il medesimo -ritrovare nella nazione d'Israel immensa quantità di emulatori che -anelino a gara di renderlo il catechismo di tutti gl'individui -professanti la sublime credenza di Mosè! Egli è solo per questo valido -mezzo che voi potrete superare agevolmente i moltiplici ostacoli, che -opposero fino ad ora un pertinace contrasto alla politica civilizzazione -de' vostri costumi, allo sviluppo delle vostre facoltà intellettuali, -all'urgente rigenerazione del vostro Culto, e delle immense vostre -cerimonie religiose, tiranniche, ridicole, insoffribili; nè vi lusingate -di potere giugnere a vincerli giammai fino a tanto che il talismano -fatale de' vostri smarrimenti franto non venga interamente da voi, a mio -esempio, ed a quello memorabile di tanti che sentirono di possedere una -ragione, e conobbero il bisogno pressante di fruirne, e fino che -l'ignoranza, e il fanatismo, questi sovvertitori di vostra felicità, di -vostra pace fugati non sieno entrambi per sempre ne' cupi abissi, donde -trassero un tempo la funesta emanazione, per non più alzare la criminosa -fronte, e per non infettare mai più colla loro contaminata presenza il -suolo in cui l'orma di uomo calpesta, e annida. - -E s'egli è vero che un epoca già fu in cui si disse Israel popolo -eletto; indi Israel progenie barbara, e incolta; poscia Israel ramingo, -esule, disperso; io confido che giugnere mirare potremo qual fausto -tempo ancora in cui si potrà dire meritamente Israel popolo sociale, -colto, e illuminato, ed il suffragio univoco delle nazioni tolleranti, e -urbane di buon grado concorrendo a sanzionarlo, allora più non sarà -l'Israelismo in alcun tempo soggetto sulla terra fra di esse ed altre -parziali distinzioni, fuorchè a quelle che la virtù esige, che la -filosofia consente, e che permette la natura fra un popolo, ed un altro, -fra un ente ragionevole, ed il suo simile. - - - - - CAPITOLO I. - - Dell'origine primitiva del Popolo Ebreo. - - -Una densa impenetrabile notte avvolge talmente a' nostri sguardi presso -che l'intera antichità degli abitatori della terra, di maniera che fra -tutti gli Scrittori, anche i più celebri, che ci hanno trasmesse le loro -varie ponderate opinioni su' popoli differenti della prisca società -umana, su' primi loro complicati avvenimenti, e sulla più probabile -fondazione de' loro imperi, niuno certamente fino ad ora ve n'ha che -possa vantare, con debita ragione candore, verità, ed esattezza, -alloraquando intraprese a trasmettercene l'origine, od il ragguaglio di -tutto ciò che a quelli supponeva positivamente appartenere. Il maggiore -soccorso che noi potremmo ricavare onde proferire qualche giudizio sopra -un simile assunto, sarebbe forse dalla sola Scrittura; ma ciò che -questa, d'altronde, ci rapporta, è sì ambiguo, e sì conciso, che in vano -ci lusingheremmo di potere col solo mezzo di essa pervenire a -rischiarare le nostre tenebre intorno a questo soggetto. - -Eppure a fronte di tale malagevole ostacolo sì difficile a superare, io -mi accingo, non per tanto, ad investigare il primo remoto nascimento di -un Popolo, che malgrado la sua origine barbara, incolta, e quasi ferina, -siccome è quella di tutte le altre colonie nascenti delle quali ci fa -superficiale menzione l'istoria de' secoli vetusti, ha frattanto -attirata la seria curiosità de' dotti di ogni epoca, di ogni nazione, -preocupando le loro menti perspicaci a suo riguardo, alcuni per -commiserarlo, altri per esaltarlo, e molti per farsene sovente ancora il -baluardo contro gli attacchi ostili a' quali esso fu sì di frequente -soggetto sopra la terra, sia per parte di coloro che tentarono -diffamarlo con atroci calunnie, ovvero di quegli altri che nutrirono il -barbaro progetto di schernirlo, e di umiliarlo con mendaci reprobe -imputazioni, come opportunamente avrò soggetto di dimostrarlo, fremendo, -più di una volta. - -Il Popolo Ebreo dunque, di cui intendo parlare, secondo tutte le -apparenze le più convincenti, poco, o nulla differenziare lo veggiamo da -quelle numerose orde che i monumenti antichi fanno scaturire, dirò così, -dalla superficie della terra ad ingombrarne lo spazio, dal momento che -dessa cominciò ad essere abitabile dalla specie umana: ma le istoriche -nozioni pervenute fino a noi sopra un tale particolare, sono tutte -concorde a dimostrarci, che l'origine frattanto ne è identica -perfettamente fra l'uno, e le altre, ed in ogni parte comune. La caccia, -l'agricoltura, la pesca, la pastorizia, e poche rozze manifatture; ecco -la sola, e prima generale occupazione di tutte le umane associazioni, -durante la loro più antica infanzia; ecco probabilmente quale dee essere -stata la situazione, e la carriera di quelli, che le sacre pagine, di -accordo coll'antica storia profana, ci assicurano essere stati i primi -archetipi fondatori dell'ebreismo. - -Per altro, siccome questo solo articolo potrebbe, senza dubbio, formare -per se stesso materia esuberante onde empiere un immenso volume, e non -essendo altresì mia intenzione di riportare quì delle favole, o delle -ipotetiche congetture destituite di basi, o di lumi sufficienti ad -investigare la serie determinata di anni che può verosimilmente fissarsi -all'originaria esistenza del Popolo Ebreo, d'altronde contrastata -pertinacemente da varie altre popolazioni, che contrappongono un -antichità infinitamente più remota di quella vantata da esso, -coll'autentica testimonianza del codice Mosaico, checchè nulla dicane la -Genesi, la quale non ci lascia comprendere giammai perchè non abbia in -verun modo fatta menzione delle affluenti colonie, che i sicuri -frammenti che ci restano chiaro dimostrano esistere in que' tempi (1); -noi però, allontanando sopra un tale proposito tutte le informi visioni -che molti autori erroneamente prevenuti scavarono nella loro -immaginazione, ci rivolgeremo al libro il più autorevole che abbiano gli -Ebrei, ed il più generalmente approvato da tutti i popoli del mondo, e -con esso ne fonderemo l'origine da quello che ha il primo radicati que' -germi salutari della credenza edificante di questo Popolo, e che la -Scrittura medesima ci annunzia il primo ad essere distintamente -appellato col nome di _Ebreo_ (nghibrì), ed il primo, parimente a -recidersi il prepuzio in provetta età per divina prescrizione (2); -rimettendo alle ricerche de' critici assennati le epoche rimarcabili che -precederono, sia del prodigioso Diluvio universale, e della costruzione -dell'arca di Noè, fatta in quella circostanza con architettura -sovr'umana; sia della confusa divisione repentina delle Lingue -nell'occasione della temeraria impresa della torre di Babel, ed altri -straordinari aneddoti siffatti; tutto ciò dico, non essendo di mia -speciale competenza di esaminare, io lo considero come straniere al -prefissomi assunto, e ne rinunzio di buon grado le indagini a' -perspicaci investigatori della natura, e delle sue leggi. - -Ecco tutto ciò che noi possiamo quì asserire, se non con positiva -certezza, almeno con qualche probabilità, intorno l'originaria -derivazione del Popolo ebreo, giacchè le memorie che restano a noi, non -meno di questo che di tutte quelle numerose orde vagabonde allora -esistenti sulla terra, sono cotanto scarse, e incerte, che tutto ciò che -si aggiugnesse non farebbe che vieppiù aumentare i nostri dubbj, -complicare i nostri errori, ed allontanarci onninamente dalla genuina -verità del soggetto, come sappiamo essere, pur troppo, accaduto a -qualche male impressionato Scrittore antico (3), per volere di soverchio -innoltrare le assurde congetturali ricerche intorno a certi soggetti, -gli autentici monumenti de' quali ci furono pur troppo defraudati -dall'Istoria, e le nozioni detagliate che risultare ne potevano in -vantaggio della specie umana, ne restarono avvolte nella folta nebbia -de' remoti secoli decorsi. - -(1) I Chinesi vantano trentaseimila anni di antichità, ed i più -accreditati Istorici che ci tramandarono i fasti di questa Nazione, -assicurano che _Fo-Hi_ loro primo Sovrano montò sul Trono della China -tremila anni avanti Cristo, ciò che farebbe rimontare la fondazione del -loro Impero a più di trecento anni al di là del Diluvio, e quindi -l'antichità di questo popolo assai più oltre l'epoca in cui le opinioni -odierne fissano la creazione dell'universo, e la struttura originaria -del primo Essere umano (Ved. _Lenglet Meth. d'étudier l'Hyst. et Beyeri. -Mem. Hist. Crit. Libror. rarior. pag. 171_). E da que' pochi frammenti -che ci restarono del _Manethone_, prete Egiziano, e della _Genealogia_, -o successione de' Re di Egitto, trasmessaci da _Erodoto_, l'origine -degli Egizj, e la fondazione del loro regno è portata oltre mille anni -al di là di tutte le più lontane epoche della Creazione, se prescindere -vogliamo però da quella degli Assirj, degli Etiopi, de' Sciti, de' -Frigiani, e de' già riportati Chinesi, che vanno tutti molto più lungi -nell'antichità; ed alcuni rinomati autori parimenti dettero al primo -_Zoroastro_ novemila anni di antichità, ed altrettanti a' suoi Persiani. -Ma la venerazione intima che nutriamo per l'ammirabile Codice Mosaico ci -costringe ad abbandonare interamente una simile questione, che parrebbe -in qualche modo cospirare a rendere apocrifa la Genesi, che ne forma -parte, e così ammettendo soltanto per autentico ciò che trasmesso ci -venne da Mosè, noi riguardiamo tutte le altre opinioni come assurde, -affatto destituite di base, e di ragione. - -(2) Vari Scrittori d'altronde accreditati, ed _Erodoto_ fra questi -(_lib. 2. cap. 14._) sostengono, con qualche asseveranza, che il nome -עברים _Ebrei_ (Nghibrim) che prendono i seguaci di Abramo, il quale è il -primo che dalla Scrittura venga denominato עברי (Nghibrì) _Ebreo_ (_Gen. -c. 14. v. 13._) altro propriamente non sia che un alterazione del nome -_Ibri_, o _Iberi_ dell'Albania, e delle varie differenti nazioni che -dimoravano al di là dell'Eufrate, e delle sue rispettive sorgenti fra il -mare Causpio, ed il mar Nero. Io per altro, senza diffondermi ad -appugnare come falsa, nè ad ammettere come probabile la presunta -etimologia di simile vocabolo, mi contenterò di accennare solo di -slancio, che i Commentatori Ebrei ne fissano la derivazione radicale dal -verbo ebraico עבר (nghabar) che significa _passare_, riferendo al -passaggio che fece Abramo dal fiume Eufrate partendo dalla Palestina sua -patria per trasferirsi nella Mesopotamia, e di là rendersi nel paese di -_Canaan_; ed alcuni altri ne ripetono l'etimologia da _Heber_ figlio di -_Schem_ da cui Abramo discendeva in linea diretta. - -Ma ciò che riesce presso che impossibile di conciliare coll'Istoria si è -l'epoca dello stabilimento del rito della Circoncisione, mentre tutti i -più sottili investigatori dell'antichità si fanno, d'accordo, a -sostenere che gli Egizj, gli Etiopi, ed i Colchi, nazioni che l'istoria -ci dimostra già esistenti nel secolo di Abramo, furono gl'inventori di -questo Rito, _Pudenda circumcidebant a principio_, dice Erodoto, -parlando di esse (_in Euter. p. 127._). Diodoro di Sicilia è del -medesimo parere (_lib. 1. p. 24._) e lo stesso _Filone_, la cui autorità -in questa parte non può essere in verun modo sospetta, sembra esso pure -convenirne (_Phil. de Circumcis. pag. 10._). Ed i Critici ritrovano che -_Geremia_ colloca gli Egizj alla testa di tutti i Circoncisi (_Visitabo -super omnem qui circumcisum habet præputium, super Ægyptum, et super -Judam, et super Ædom, et super Ammon, et super Moab_. _Jerem. cap. 9. -ver. 24. 25._). Dal che molti vogliono inferire che questa ceremonia -Rituale fosse già conosciuta, e praticata sopra quasi tutta la terra, -quando il Patriarca Ebreo cominciò, per Divina prescrizione, a metterla -in voga fra i suoi (_Gen. cap. 17. v. 11._): il _P. Accosta_ ritrovò -degl'indizj di questo Rito nel Messico, siccome ancora _Pietro Martire_ -nel Jugatan, _Oviedo_, _Pisone_, _Gumilla_ e alcuni altri ne ritrovarono -essi pure delle traccie ne' paesi i più lontani e nella più remota -antichità. - -Pensino i critici come loro piace, ma frattanto tutte le umane opinioni -debbono per sempre tacere in faccia della Scrittura, la quale sola può -determinare ogni nostro sentimento, e che può con sicurezza guidarci -nell'ameno sentiero della verità. - -(3) Quanto non si rende mai contraddittoria alla ragione, ed -oltraggiante alla verità l'origine primitiva donde Tacito fa scaturire -seriosamente il Popolo Ebreo? E tanto dobbiamo più sorprendercene quanto -che è il rispettabile _Tacito_ che parla (_Hist. lib. V._). Essa non -trae forse sorgente che dalle calunnie acerrime, che i Fenicj, gli -Egizj, e varie nazioni Greche persecutrici di questo Popolo gli -affibbiavano incessantemente (_Jos. contr. App. 5._) Ma questo dotto -Istorico, per altro, prima di avvalorare quelle favole vituperose, e -impertinenti delle quali si serve per denigrarlo, avrebbe dovuto -riflettere che l'origine degli ebrei poco, o nulla differire dovea da -quella di tutte le altre colonie che le prime popolarono le diverse -regioni della terra conosciuta (poscia divenute nazioni nel progresso -de' tempi) poichè lo stato selvaggio essendo per la società umana di -allora uniforme all'indole di essa, e comune ad ogni vivente, ne viene -per immediata conseguenza, che il carattere intimo di tutti gli esseri -umani dovea essere per sua nature indifferentemente omogeneo in ogni -parte; e chiunque versato anche mediocremente nell'Istoria antica può -riconoscere a sufficienza la pretta verità dimostrata di quanto -sostenghiamo, e quindi rilevare ad un tempo medesimo il paradosso enorme -in cui precipitano quelli che malignamente opinano in contrario. - - - - - CAPITOLO II. - - Della Religione professata, secondo le apparenze, da' tre primi - Patriarchi fondatori dell'Ebreismo. - - -Nel modo che l'originario nascimento del Popolo Ebreo, osservammo essere -identico, e comune in ogni senso con quello di tutte le selvaggie -caterve che popolarono le prime inospite regioni del globo terracqueo, -così dovettero essere appunto egualmente uniformi i principj di -Religione conosciuti dall'uno, colle massime di credere praticate dalle -altre; cioè una stupida grossolana idolatria degli astri, della terra, -degli elementi, Culto, che secondo l'opinione univocamente sostenuta da' -più classici Scrittori dell'antichità, si introdusse nel mondo appena -cominciò questo a popolarsi di un discreto numero d'individui, il -declivio de' quali dee verosimilmente avere cominciato a trascinarli -all'adorazione della creatura, pratica che non dovette in origine -conoscere altro disegno fondamentale fuori di quello di perpetuare, con -tal mezzo, sopra la terra la reminiscenza di quegli uomini che più si -erano distinti durante la loro vita nella società, per costumi -edificanti, e per azioni; ma che resero ciecamente latrìa nel progresso -de' tempi colla rappresentazione visibile de' simulacri che -gl'indicavano; invenzione che il sentimento generale de' dotti fa trarre -la primitiva sorgente da _Serug_ avo di Thare (4). - -In tale guisa, dunque i popoli stupidi, e grossolani di que' primi -secoli degenerando insensibilmente dalla semplicità delle materiali -rappresentazioni primitive instituite da Serug, essi portarono le cose a -degli eccessi oltremodo stravaganti, e criminosi; essi opinarono di -ravvisare il prototipo genuino della Divinità nell'opera umana, e così -pervennero a confondere ciecamente il creatore colla creatura e quindi -l'adorazione profonda che a quello si compete, coll'omaggio meramente -rispettoso che esigevasi da questa. Ecco, in una parola, la vera, e -l'unica sorgente dell'idolatria, ed ecco l'immediata origine fatale -donde provenne quelli affluenza incalcolabile di Dei che ogni popolo, -ogni orda, ogni nazione si è poscia bizzarramente formati a capriccio -de' suoi propri direttori, anche ne' tempi assai più recenti, e da' -popoli presso i quali lo sviluppo della ragione, e la coltura dello -spirito umano erano ascese all'apice massimo della perfezione (5). - -Egli è appunto dal fatal centro stesso di questo vortice immenso di -mostruose superstizioni ognora rinascenti fra gl'insensati iconolatri di -que' remoti Secoli che sorgere si vide Abramo figlio di Thare, -adoratore, e fabbricatore d'idoli; mestiere, come si vide, che gli -apparteneva in retaggio di famiglia; ma le massime ovunque dominanti -delle quali dee essere stato esso ancora imbevuto ne' primi anni della -sua fanciullezza, lo renderono infetto, così pure, dello stesso malore -che attaccava tutta la Specie umana de' suoi tempi, nè abbandonato si -vide da questo deplorabile smarrimento fino a tanto che rischiarata la -mente coll'efficace influenza della Divina vocazione, egli si dedicò a -combattere apertamente il culto idolatra, di cui già cominciava a -conoscere l'assurdo e il nocumento, e fattosi l'inconoclasta de' propri -idoli di suo padre, ne fece tosto sensibilmente conoscere al mondo la -ridicolezza, il pericolo, e l'inganno (6). - -In quanto poi alle interminabili discordanti questioni che si agitano -fra i Rabbini ad oggetto di definire l'età che Abramo avea nel tempo -dell'avvenimento sorprendente della sua nuova conversione, poco, o nulla -quì ci cale investigare; lo scopo nostro, sovra di ogni altro -interessante, è soltanto quello di conoscerla meramente, e di esserne -con positiva certezza assicurati, onde potere da quest'epoca fondare, -con esatta cognizione di causa, l'infallibile nascimento primordiale del -Popolo d'Israel, non meno che la fausta origine della consolante -credenza del medesimo (7). - -Rischiarato che fu così l'intendimento di Abramo dal fulgido lume di -grazia, e fattosi degno della Divina predilezione, in preferenza di ogni -altro umano individuo esistente allora sopra la terra, il primo comando -impostogli dall'Essere Supremo, che intuitivamente gli apparve, fu -quello di recidersi il prepuzio nella provetta età di 99. anni in cui -trovavasi nell'epoca di tale prescrizione, ingiungendoli, nel tempo -medesimo, di ripetere la stessa uniforme operazione con tutti i maschi -aderenti alla propria sue famiglia, stabilendo per precetto inviolabile, -in perpetuità di tutti i secoli, che all'avvenire ogni fanciullo nato -dalla sua discendenza. dovea essere circonciso nell'età di otto giorni, -sotto comminatoria fulminante di eterna dannazione a' trasgressori (8). -Tale marca indelebile dovea formare la base inconcussa, eterna, e -radicale del nuovo patto di alleanza che Dio ha vincolato con Abramo -dopo di averlo colmato di benedizioni, di favori, e di speranze, -assicurandolo di moltiplicare prodigiosamente la sua stirpe, di -proteggerla in preferenza di ogni altra, di renderla potente sulla -terra, e di farne un lignaggio distinto, e prediletto, a cui tutti gli -altri sarebbero sommessi, e tributarj in perpetuità di tutti i secoli: -_Et ponam te in gentibus, Regesque ex te egredientur etc. Daboque tibi, -et semini tuo terram peregrinationis tuae, et omnem terram chanaam in -possessionem Aeternam, eroque Deus eorum_ (A). Promesse che furono da -Dio medesimo reiterate progressivamente a' due altri Patriarchi -dell'Ebreismo, al di lui figlio Isaak, ed al suo nipote Jacob che ne -successero (9). - -Or prescindendo dalle ristrette ingiunzioni che Dio fece a Noè -posteriormente al Diluvio, le quali si riducevano in massima a quelle -medesime prescrizioni che impone la natura ad ogni essere umano (10); -non ritrovandosi altro comando fino a quest'epoca espresso nella -Scrittura fuorchè l'osservanza della Circoncisione ordinata da Dio ad -Abramo, e da questi passato, in forze della stessa prescrizione, a' suoi -posteri, può, senza mistero, inferirsi ad evidenza, quale essere dovesse -fino allora l'intima Religione professata da' tre primi Patriarchi; -religione, ad ogni esperimento la più tersa, la più omogenea alle -circostanze de' tempi, all'indole integerrima di que' pacifici viventi, -circoscritti ne' loro bisogni, dediti alla vita laboriosa, e frugale, -nulla curiosi, od interessati di conoscere, od analizzare le occulte -cagioni del loro credere, ed alieni dagli affanni laceranti che -cagionano per l'ordinario le questioni, e le brighe religiose, -tranquilli adoravano l'autore della natura, della cui Provvidenza -gustavano i benefici effetti senza odiarsi nè perseguitarsi, e senza -timore di essere sorpresi dall'errore, o combattuti dalla religione, o -maniera di credere opposta del più forte. Ma le generazioni che ne -successero poco soddisfatte dell'incorrotta semplicità di sì fatta -edificante credenza, ben lontano dal seguitare le medesime vestigia de' -primi loro Institutori, in vece di coltivare lo stesso metodo -infallibile di essi, e il sano loro culto, vollero sottilizzare l'uno, -approfondire le altre, nella, fiducia illusoria di giugnere a scoprirne -fin la sorgente, ed a scapito enorme della ragione finirono tutte quante -brancolando fra le tenebre dell'ignoranza col credere ciecamente anche -sugli articoli che agli antichi era permesso di conoscere con evidenza. -Ma i Capitoli susseguenti vieppiù rischiareranno il nostro assunto, e ad -un tempo medesimo dimostreranno sensibilmente quale notabile passo -retrogrado ha fatto la consolante Religione di Abramo, a misura che i -suoi travviati successori avvanzavano cammino, vanamente lusingati di -perfezionarla. - -(4) Presso che tutti gli Scrittori critici antichi si uniformano a -rapportare l'origine di questo pernicioso errore a' tempi di _Serug_ Avo -di _Thare_; _Eusebio_, _Suida_, _Epifanio_, _Abulfarage_, ed alcuni -altri sostengono essere stato esso l'inventore del culto delle immagini -consecrate alla memoria degli uomini morti in concetto di saggi, -virtuosi, e benefici. Per altro, se lo scopo che si prefissero in -origine Serug, e i suoi contemporanei si fosse intatto conservato da' -Posteri, quello, sarebbe stato per qualche parte commendevole, giacchè -non è da supporsi che gli omaqgj, che questi prestavano a tali muti, e -insensibili simulacri, eccedessero i limiti circoscritti de' semplici -rispetti umani, e in questo solo senso la pratica non potea essere -certamente nè più efficace, nè più ovvia al felice progresso -dell'emulazione, onde accrescere col mezzo di essa il numero degli -individui benemeriti della loro specie: ma il miscuglio complicato, e -informe delle superstizioni esecrabili che il delirio umano v'intruse -successivamente, alterò da colmo a fondo l'antica purità di questa -edificatoria instituzione. - -(5) Era sì abbondante il numero delle Divinità conosciute, ed adorate -dal Paganesimo, e dall'antica Roma, che Petronio parlando di questa in -cui esso abitava, dice che l'affluenza degli Altari che ovunque vi si -erigevano per servizio delle medesime, sorpassava di gran lunga la -quantità delle case di abitazione de' cittadini, e quindi era molto più -facile d'incontrare per le vie di Roma un Dio di un uomo: _Utique nostra -Regio, tam præsentibus plena est numinibus, ut facilius possit Deum, -quam hominem invenire_ (_Petr. lib. IV._). — (Ved. _l'ann. 40. del T. I. -delle Note Campestri pag. 112._). - -(6) I Dottori ebrei e fra questi _Rab Ada_ (nel suo _Berescith Rabah -cap. 38._) narra che Abramo, nell'intervallo intermediario della sua -conversione, incaricato dal di lui padre di accudire allo smercio delle -proprie statue, durante una sua breve assenza, presentatosegli un giorno -certo individuo col disegno di farne acquisto Abramo l'interrogò quanti -anni avesse: _cinquanta_, rispose l'Acquirente averne; _sventurato che -tu sei!_ Esclamò Abramo allora, _nell'età di 50. anni tu adori -ciecamente un essere che non ha che un solo giorno?_ Questo rimprovero -coprì talmente di confusione, e di pentimento il compratore, ch'egli se -ne partì mesto, e sbigottito, senza potere più articolare parola; indi -Abramo presa un accetta fra le sue mani ha in un istante spezzate tutte -le immagini affidategli dal genitore per procurarne la vendita, -illudendo ad un tempo medesimo argutamente la stupida credulità di suo -padre con un artifizio idoneo a giustificare la di lui propria condotta -rapporto a' simulacri, e a disingannare insieme Thare dell'inventato -errore in cui vivea da lungo tempo miseramente sepolto. - -(7) Quale nuova interessante utilità sarà mai per risultarci, in alcuna -maniera, dopo che noi saremo pervenuti ad assicurarci che la conversione -di Abramo avvenne l'anno 48. di sua età come opinano _R. Johanan_, _R. -Haninah_, ed il _Maimonide_ (_Yad Hazakah lib. 1. p. 1._) ovvero se esso -non avea solo che 3. anni quando cominciò ad acquisire la precisa -cognizione del suo Eterno Creatore, siccome il Talmudista _Bar Abah_ lo -sostiene con gran forza (_Massehet Nedarim cap. 32. § 1._) e _R. -Elighezer_ fermamente lo pretende? (_Pirké Avoth c. 26._) _R. Lakis_ -fonda questo medesimo sentimento sulla combinazione che offre la parola -עקב (nghekeb) riportata nella Genesi (_cap. 26 v. 5._) _Eo quod -obedierit Abraham voci meæ &c._, quale avverbio numera 172. la vita di -Abramo fu di anni 175. quindi esso pretende con simile induzione -d'inferire che 3 soli anni visse il Patriarca nelle tenebre della Pagana -idolatria. Il _R. Simeon Bar Zemah_ nella prefazione della di lui Opera -_Maghen Avoth_ si sforza di conciliare queste due opinioni, malgrado -ch'esse fossero sì disparate. Ma comunque siasi, niente di più oscuro, e -inconseguente al caso nostro di sì fatte inutili controversie, tutto che -da ogni parte fervidamente sostenute; e siccome di tali sottigliezze se -ne trovano ad ogni tratto in profusione considerabile presso i Rabbini, -noi riguardiamo come un tempo affatto perduto il fermarcisi un solo -istante a discuterne il valore, quindi è che noi passiamo sopra a tutte -quante. - -(8) Moltiplici sono le opinioni che dividono gli autori e antichi e -recenti per rapporto al conoscere i veri motivi di questa Rituale -Instituzione, con tanta urgenza comandata dallo steso Dio ad Abramo -(_Gen. cap. 17. v. 11. 12. 13. 14._) benchè, d'altronde, nella mente de' -critici, già ovunque conosciuta, e praticata, come osservammo, non è che -un istante, dalla massima parte delle antiche popolazioni. V'ha chi -pretende che quella avesse per iscopo unicamente la sanità; molti le -supposero utile, e in certo modo conferente alla propagazione; ed altri -la credettero ancora una semplice marca distintiva per eccettuare -l'ebreo da' falsi credenti, e dalle numerose idolatre Nazioni delle -quali era, ingombro tutto il mondo conosciuto a que' tempi; ma la -materia è così per se medesima confusa, e impercettibile, che tutte le -ricerche fatte da' dotti di qualunque regione, e di ogni secolo affine -d'investigare l'origine, e le cause di questo segno, non servirono, -molto sovente, che a convincercene dell'inutilità delle loro fatiche, ed -a fornirci de' motivi efficaci onde sospendere interamente i nostri -giudizj per rapporto a questo assunto, come pur troppo ci troviamo -ridotti a simil caso tutte le volte che siamo costretti a brancolare -nella folta caligine del mondo antico ad oggetto di rinvenire quelle -verità ch'esso racchiude. - -I Mussulmani recidono il prepuzio a' loro maschi appena giunti a' 13. -anni, tale essendo l'età che nel momento di simile comando avea Ismael -figlio di Abramo, da cui i Maomettani si dicono discendere. - -(A) _Gen. Cap. 17. v. 6. 7. 8._ - -(9) Alcuni pensatori miscredenti abituati a sottilizzare, senza ritegno, -tutto ciò che loro offre nuove idee onde alimentare i loro strani -principj, si lanciano furiosamente contro questo passo di Scrittura, e -vi oppongono delle acerrime obbiezioni: essi rimarcano primieramente che -a fronte di tutte le promesse garantite da Dio a' tre primi Patriarchi -in favore della loro posterità, non vi fu mai popolo al mondo che fosse -più maltrattato dell'Ebreo, anche ne' suoi felici tempi ne' quali -miravasi guidato, ed assistito dal suo Divino Protettore; osservano, in -secondo luogo, che lo stato d'inopia, e di objezione, in cui ha sempre -questo popolo gemuto, quì schiavo, tributario colà, errante ovunque, non -sembra certamente presagire l'impero dell'universo, ed il dominio delle -Nazioni che Dio avea per tante volte assicurato agli Avi suoi; mentre -Abramo il padre di esso, e il fondatore di sua credenza, malgrado la -potenze, e le dovizie che la Genesi gli attribuisce; non solo non era -frattanto possessore di un palmo di terreno suo proprio, essendo stato -costretto di comprare una caverna da Efron per 400. sicli (1280 _lire di -francia, calcolata il siclo lire_ 3. 4 _l'uno_) onde seppellire -l'estinta Sara sua Consorte; che non solo il di lui figlio Isaak fu -sempre costretto ad abitare le terre altrui per esserne mancante delle -sue proprie, e che Jacob l'ultimo de' Patriarchi fece il cameriere 14. -anni per conseguire in maritaggio la figlia di Labano; ma che in terzo -luogo finalmente tutta l'estensione della rinomata terra promessa non -eccedeva 53. leghe di lunghezza, che non giunse mai questo popolo a -possedere tranquillamente un lungo periodo di anni; e che a' tempi della -sua massima grandezza, e de' tanto decantati fasti di David, e di -Salomone il dominio di questi (si osa temerariamente sostenere) non -oltrepassava 70. leghe di lunghezza, sopra 50. di larghezza, checchè il -libro de' Re asserisca, in contrario, che il dominio di Salomone -specialmente estendevasi dall'Eufrate fino alla estremità del -mediterraneo. - -Egli è dunque così che opinano inconsideratamente certi filosofi -stravaganti contro l'oracolo ineffabile delle scritture, ma senza -arrestarci quì a combattere simili invettive destituite affatto di -verità, e di buon senso, noi ci contenteremo soltanto di commiserare i -loro deplorabili travviamenti che ad essi tolgono l'adito di conoscere -che gli imperscrutabili disegni dell'Eterno fatti certamente non sono -per la frale intelligenza dell'uomo. - -(10) Queste prescrizioni (dette altrimenti precetti Noakiti) sono quelle -che si pretende essere state date da Dio ad Adamo, ed a Noè. Questi -precetti dunque (i quali altro non contengono che le instituzioni -medesime racchiuse nel codice della natura, e di cui la pratica si rende -indispensabile per tutti gli uomini) sono in numero di sette: il 1. -vieta l'idolatria, il 2. impone l'obbligo di benedire il nome di Dio; il -3. vieta l'omicidio; il 4. condanna l'adulterio, e l'incesto; il 5. -vieta il furto; il 6. impone di fare giustizia; il 7. vieta di mangiare -carne recisa dall'animale vivente (ved. _Ghem. Babyil. Tit. Sanhed. cap. -1. 4._). - - - - - CAPITOLO III. - - Ricerche sulla Religione imposta all'antico Popolo Ebreo dal suo - legislatore Mosè, basata sopra i 613 precetti comandati da esso nel di - lui proclamato Pentateuco, 248 de' quali sono detti affermativi, e 365 - negativi. - - -Tutto era mentale fino a' tempi di Mosè presso gli antichi Ebrei, tutto -meramente contemplativo, e le loro Religione era sì semplice, sì -metodica, e sì sublime, quanto lo erano appunto i loro costumi, -intimamente penetrati dell'Esistenza di un Opifice Sommo Creatore, di -cui miravano ad ogn'istante la visuale testimonianza irrefragabile nello -spettacolo sorprendente dell'universo, e di ciascuna delle ammirabili -sue parti, soddisfatti restavano unicamente di adorarlo, e di compiere a -vicenda quegli umani doveri, che ad un essere terrigeno impone la -Natura. - -Ma una situazione sì edificante di purità, e d'innocenza fu bene -precaria, e di fugace durazione per questi primi venturati credenti; gli -arcani impenetrabili del Dio de' loro padri conducendo la ristretta -famiglia dell'ultimo de' Patriarchi ad abitare sulle sponde del -Nilo (11), le fecero pagare un giorno a caro prezzo il grato trasporto -di mirare uno de' propri suoi figli elevato alla sovranità di quello -stato, dividerne il Regal soglio, lo Scettro, ed il diadema col Monarca -legittimo di esso; l'Egitto divenne quindi in breve spazio di tempo la -vulcanea fucina inestinguibile in cui furono costrutte le aggravanti -barbare catene che per il lungo periodo di oltre quattrocent'anni -trascinarono miseramente i posteri di Jacob che ne discesero (12). - -In sì fatto lagrimevole intervallo di tenace schiavitù, e di vessazioni -rinascenti ad ognora in mille foggie differenti, quest'abbattuto -lignaggio più non riconobbe se stesso, lo smarrimento s'impossessò di -lui a segno tale che più esso non distinse nè l'origine sua, nè giammai -più rinvenne il semplice Culto esimio trasmessogli da' suoi venerabili -predecessori, ma confusamente condannato a languire sotto il giogo -fetale del barbaro Egiziano ne sentì la fierezza, ne apprese i costumi, -ne seguitò le pratiche superstiziose, ed il culto ridicolo, e bizzarro -di quest'araba progenie, venne frattanto da que' derelitti avanzi -d'Israel ciecamente sostituito alla tersa, ed alla sana religione de' -suoi primi patriarchi fondatori (13). - -Tale era dunque la triste condizione dell'Israelismo, allorchè Dio -spiegando la sua ineffabile clemenza in favore di questa popolazione -oppressa, e sconsolata, volle compiere con essa ciò che avea fatto -sperare a' benemeriti suoi progenitori ne' tempi andati, e la sua sorte -crudele dovea cambiarsi. Mosè (a cui Dio manifesti rese i suoi alti -prodigj essendo ancora nelle fascie) prediletto rampollo della tribù di -Levi, fu destinato l'organo esecutore degli eterni Decreti; egli -affrettossi a compierli, senza ritegno: il terribile Egitto che -premeditava farsene la tomba, dovette abbandonare con ignominia la preda -che avvinta gemea, da tempo immemorabile, fra i barbari suoi lacci; e -così lo schiavo Israel dopo di avere soffocata fino la speranza di un -solido, e durabile conforto a' suoi tormenti, e di una lieta risorsa, al -di lui avvilimento, vide frangere per la prima volta le infamanti sue -catene, Israel si vide libero. - -Ma tutto che oltremodo venturata riuscisse per lui questa metamorfosi -repentina, quello non era tuttavia frattanto che una banda immensa -profuga, ed errante per inospiti deserti alla quale mancavano ancora, e -domicilio, e leggi, onde prendere fondatamente il sostenuto carattere di -Popolo. Il suolo Cananeo dunque fu quello che venne ad esso decretato -per retaggio, in forza della promessa fatta già da Dio a' Patriarchi, ed -il suo conduttore Mosè fu destinato il promulgatore degli statuti, e -delle leggi che l'Essere Supremo volle proclamare in mezzo di questi -nuovi Liberti (14). - -Egli è in mezzo de' prodigj sorprendenti, dopo i moltiplici altri di tal -fatta che solennemente ci decanta la Scrittura, operati dallo stesso -Mosè collo stupore universale, e in Egitto, e altrove in favore del -Popolo di cui era esso la guida, ed il sostegno, ch'egli proclamò la -nuova legge di grazia che lo stesso Dio dell'universo dettogli sul -tremendo Sinaj (15). - -Le assidue cure, e l'applicazione costante che richiedeva l'esatta -osservanza del nuovo sacro Codice legislativo che era al medesimo -imposto, astrinse questo popolo a derogare l'esimia semplicità della -prisca Religione de' suoi benemeriti antenati, ed egli si vide allora -aggravato dal peso di una soma che dovea necessariamente debilitare le -proprie forze, almeno fino a tanto ch'egli avesse contratta l'abitudine -di sopportarlo. Ben tutt'altro che i sette semplici Precetti ricavati -dal Codice della natura conosciuti, e seguitati da' _Noakiti_, e la -circoncisione de' maschi comandata da Dio ad Abramo; il nuovo patto di -alleanza proclamato col ministero di Mosè li fece ascendere al numero di -613 de' quali 365 furono detti Precetti negativi, cioè portanti divieto -di esecuzione; e 248 chiamati Precetti affermativi, cioè, imponenti -obbligo di esecuzione (16). - -Egli è dunque sopra queste basi fondamentali che Mosè, per Divino -comando, eresse l'edifizio immenso del Culto che praticò egli stesso -(per quanto ci è noto) ed il Codice della nuova Religione di cui si -prefisse d'instruire il Popolo Ebreo de' suoi tempi; e sebbene questa -più allora non fosse quella medesima credenza già esercitata da' primi -circoncisi de' secoli decorsi, nulla ostante la osservanza che -imponevasi da essa a questi nuovi credenti, non dovea riuscire loro -neppure molto aggravante, se si riflette (come nel capitolo seguente mi -dispongo a renderlo più espresso) che non tutto l'intero popolo ebreo -era astretto di osservare, in complesso, la totalità de' precetti che -racchiudeva la nuova legge, mentre una gran parte de' quali -rapportandosi a' Leviti, le loro cerimonie, le loro ispezioni, i loro -Riti ec.; l'altra incumbendo i Sacerdoti addetti al servizio -dell'Altare, le loro purificazioni, i loro abbigliamenti, i loro uffizj -ec., il resto del popolo che non apparteneva nè al lignaggio degli uni, -nè alla discendenza degli altri, non era in dovere che di conoscergli -meramente, senza ingerirsi nella benchè minima parte nell'osservanza di -simili precetti, ciò che semplificava non solo considerabilmente il -culto, ma ne dispensava una gran parte da tante pratiche obbligatorie, -presso che inutili, o almeno superflue, e sempre malagevoli a compiere -con esattezza, e precisione. - -A che dunque riducevasi in massima la religione professata dal complesso -dell'Ebreismo dopo la discesa di Mosè dalla prodigiosa vetta di Sinaj? -Apparentemente per certo a quella sola adottata da Noè, e da Abramo, ed -al semplice Decalogo unicamente; perchè le tavole portate seco lui dalla -sua eccelsa missione altro certamente non contenevano; e siccome questa -non abbraccia che i soli dieci Comandamenti, così alcuni si fecero ad -opinare, che Dio, per anticipazione, dettasse a Mosè verbalmente, -durante la sua dimora di 40 giorni sul testè accennato monte, l'intero -Pentateuco unitamente a tutti i 613 simbolici Precetti che -misteriosamente vi si racchiudono (17); fra i quali erano parimente -compresi que' sette antecedentemente conosciuti, siccome ancora le varie -prescrizioni comandate al Popolo ebreo alcuni giorni avanti la sua -liberazione dalla cattività dell'Egitto, risguardanti l'osservanza della -Pasqua delle Azzime, i sacrifizj, e le cerimonie che doveansi -necessariamente annettere alla medesima; ed altri sostengono ancora che -la quantità menzionata di precetti fosse da Dio comunicata -interpolatamente a Mosè, a varie differenti riprese; ed a misura che -l'opportunità, e le circostanze lo esigevano. - -In quale idioma poi l'Essere Supremo si manifestasse al legislatore -Mosè, e quale linguaggio usasse questi, parlando al Popolo che -prefiggevasi d'instruire, questo è ciò che i critici mettono al solito -in forti, e interminabili questioni, e che noi non abbiamo interesse di -approfondire, o discutere (18); solo ci basta di potere assicurare con -ogni fondamento che questo Codice, sia che fosse conferito secondo il -pensiere degli uni, sia che comunicato venisse conforme l'opinione degli -altri, quello fu la solo base frattanto sulla quale venne in seguito -eretta la Religione ammessa, coltivata, e sostenuta da tutte le 12 Tribù -d'Israel, da' tempi di Mosè che ne fu il Promulgatore, fino all'estrema -caduta di Gerosolima, ed alla dispersione totale del Popolo ebreo, cui -può da essa unicamente annoverare la folla immensa di smarrimenti -deplorabili a' quali soggiacque in conseguenza della fatale -degenerazione dell'ammirabile sua credenza primitiva, nella guisa che -dovremo con reiterata menzione rimarcarlo noi stessi ne' seguenti -Capitoli di quest'Opera. - -(11) Per quanto ci narra la Scrittura, tutti quelli che seguitarono -Jacob nell'Egitto appartenenti alla di lui propria famiglia montavano a -70. individui, compresovi Giuseppe che già vi esisteva come Sovrano di -quello Stato, e i due figli che vi avea esso avuti (_Exod. cap. 1. v. -5._) - -(12) Alcuni Autori pretendono, ed io non saprei sopra quale base fondano -le loro asserzioni, che tutto il tempo in cui il popolo Ebreo restò -schiavo fra i terribili ceppi dell'Egitto non oltrepassasse gli anni -200. ma i Talmudisti uniti a tutti gli Scrittori i più accreditati di -questa Nazione, appoggiati sull'oracolo infallibile dalla Scrittura -insistono su' quattrocento e trent'anni: _habitatio autem filiorum -Israel, qua manserunt in Ægypto, fuit quadrigentorum triginta annorum_ -(_Exod. cap. 12. v. 40._) - -(13) Tutte le dimostrazioni con le quali si sforzano i Rabbini di -provarci che la primitiva Religione si è per lungo tempo conservata -nella posterità di Jacob, anche fra le catene egiziane, non formeranno -mai un indizio, se non positivo almeno verosimile, idoneo a convincerci, -che durante la lunga cattività di questo popolo in Egitto potess'egli -esercitare a rigore il culto già introdotto e praticato da' primi suoi -Padri, e ciò è tanto improbabile, quanto che non solo apparisce dalla -stessa Scrittura che molti anni avanti, Giuseppe avea già adottate -presso che tutte le massime superstiziose dell'Egitto, facendo mangiare -i Suoi fratelli, all'epoca della sua recognizione co' medesimi, in altra -mensa fuori che nella sua, e parlando loro col mezzo dell'interprete -(benchè v'ha chi sostiene che ciò facesse, per non palesarsi ad essi -intelligente dell'ebraico idioma, che gli Egizj ignoravano). Siccome era -l'uso degli Egizj, i quali aveano in orrore tutti quelli che non -appartenevano alla loro nazione, e si reputavano immondi mangiando seco -loro; ma non ritrovasi altresì fatto nella medesima Scrittura cenno, di -sorte alcuna, che ne' 4. e più secoli di schiavitù a cui soggiacquero -gli ebrei nell'estensione degli stati Egiziani, mantenessero ancora -intatto, non solo il rito importante della Circoncisione, ma nè pure le -antiche instituzioni di natura che, come osservammo, si credono -conosciute, e praticate da Noè, e da tutti i suoi contemporanei, non -meno che degli altri Patriarchi dell'Israelismo che ne vennero appresso. - -(14) Non essendo mio scopo di farmi quì rapportatore di tutto ciò che -avvenne e questo popolo negli spazj intermediari decorsi, fra la sua -cattività, e la sua liberazione, e degl'incontri, e delle querele -ch'esso ebbe durante la sua lunga dimora nel deserto con altre simili -popolazioni che gli contendevano il paesaggio, fino alla definitiva -occupazione della terra promessa, ed alle fausta promulgazione della -Legge scritta: io passo rapidamente sopra tutti questi aneddoti, e solo -mi arresto di proposito all'ultima, perchè forma onninamente il soggetto -unico, e principale di tutte le ricerche, e gli assunti racchiusi nella -progressione successiva di quest'Opera. - -(15) Chiunque versato nella mitologia della prisca età del mondo può ad -evidenza conoscere come gli antichi Arabi furono gli inventori di molte -favole, e bizzarre allegorie le quali, nella progressione de' tempi, -acquistarono voga presso una gran parte degli antichi popoli della -terra. Fra le innumerabili altre che quelli hanno immaginato, può -annoverarsi l'Istoria dell'antico Bacco, che supponevano molto anteriore -al tempo in cui gli ebrei fissano l'esistenza di Mosè. Questo Bacco -dunque, nato nell'Arabia, avea scritte lo sue leggi sopra due tavole di -pietra; si chiamò _Misem_, gli Arabi lo dicono _salvato dalle acque_, e -tale è la genuina significazione egiziaca di questo nome; esso avea una -bacchetta colla quale operava delle gesta sorprendenti; questa verga si -trasformava in serpente quando ei volea; raccontano parimente che questo -Misem passò il mare rosso a piede asciutto alla testa della sua armata, -esso divise le acque dell'Oronte, e dell'Idaspe, e le sospese a diritta, -ed a sinistra; una colonna di fuoco rischiarava i passi della di lui -armata durante la notte. Questa favola era si antica che molti Scrittori -de' primi secoli del cristianesimo supposero che questo Misem, questo -Bacco fosse Noè. Or può egli mai ritrovarsi una rassomiglianza più -prossima di quella che si scorge tra Bacco, e Mosè, fra le gesta, le -circostanze, e il nome del falso Dio Egizio, e i portenti, le -operazioni, e il nome stesso del Legislatore ebreo? Io non oso -approfondire di soverchio tale odibile confronto; lascio a' filosofi -perspicaci, a' mitologici, ed agl'intelligenti le indagini più vaste, e -più analitiche di un assunto sì arduo, e stravagante, e abbandonando gli -increduli in preda al loro delirio, io preferirò sempre frattanto un -eccelso Ministro del Dio di verità a quelli che non lo sono che -dell'errore e della menzogna. - -(16) Fossero quì terminati almeno gli essenziali doveri dell'ebreo, il -compimento non ne riuscirebbe sì malagevole ad eseguirsi, massimo oggi -che la situazione di questo popolo cotanto differente essendo da quella -in cui era a' tempi di Mosè (come a luogo più opportuno mi farò a -dimostrarlo) egli si troverebbe dispensato dall'osservanza delle nove -decime parti almeno di simili Precetti: ma e quale vantaggio di vedersi -da una parte attualmente alleggerito di una affluente quantità di -pratiche e cerimonie, s'egli trovasi dall'altra eccessivamente aggravato -di altrettante che gl'imposero le glose, le parafrasi, e i commenti? -(Ved. la _Nota_ 21. susseguente) Io rifletto che non avea in questa -parte tutto il torto S. Pietro allorchè dicea; che il giogo della Legge -era sì opprimente (e notisi che a' tempi di Pietro nè la Misnà, nè il -Talmud erano tuttavia comparsi al giorno) che nè quelli della sua età, -nè i loro progenitori avevano potuto sostenerlo: _Nunc ergo quid -tentatis Deum imponere jugum super cervicem discipulorum quod neque -patris nostri, necque nos portare potuimus_, _Act. ch. 15. v. 10._ - -(17) I Rabbini attribuiscono a questo numero un allusione assai curiosa, -secondo il solito a praticarsi da' medesimi; essi dunque pretendono che -il corpo umano comprenda altrettante parti differenti quanta è la somma -de' precetti che Mosè avea prescritti. I 248. affermativi rapportansi -alla somma equabile de' membri esistenti nel corpo dell'uomo; ed i 365. -negativi corrispondono al numero de' nervi che nelle varie sue parti -esso contiene. Io me ne rapporto agli anatomici, a' quali solo -appartiene il decidere, con piena cognizione di causa, se questo calcolo -è per se medesimo esatto. - -(18) Tra le tante male fondate ragioni sulle quali varj critici -increduli pretendono appoggiare le obiezioni che oppongono contro -l'opinione ricevuta generalmente che Dio abbia parlato in ebraico a -Mosè, e che questi si servisse del medesimo idioma per esternarsi al -Popolo, la prima si è che Mosè venendo dell'Egitto donde avea tratti i -suoi natali, dove succhiò il primo latte, ed in cui ebbe le prima -educazione, instruito ne' principj, e nella cultura degli Egiziani, è -molto verosimile ch'egli non dovesse parlare altra lingua fuori di -quella usata in que' tempi sotto il suo Cielo natalizio, nel modo -appunto che _Filone_ lo rimarca nella _Vita, e le gesta di Mosè_; dal -che inferiscono in ultimo, che nel tempo della promulgazione del -Pentateuco, gli ebrei non essendo tutta via entrati nel paese di Canaan, -nè avendo fatto ancora una pratica consumata, e sufficiente della lingua -ebraica, essi non potevano in veruna maniera pervenire e capirla, e che -per conseguenza quel codice scritto nel Deserto non potea esserlo che -nell'Egizio dialetto, giacchè Dio, aggiungono essi arditamente, non -avrebbe, per certo, comunicata la sua Legge in una lingua che -riconosceva intelligibile affatto per quelli a' quali era una sì eccelsa -legge conferita, e che più aveano duopo di capirla. - -Queste, ed altre sì fatte opposizioni ci lanciano con fierezza i -miscredenti, ad oggetto di rovesciare delle fondamenta quanto le sacre -pagine appariscono garantirci, e per ismentire, senza ragione, e senza -base, ciò che il suffragio univoco delle Nazioni autorizza, e conferma; -noi, per altro, lasciandogli miseramente in balìa del loro fluttuante, -quanto stolido scetticismo, ci permetteremo soltanto di osservare essere -molto probabile, che il Pentateuco scritto da Mosè in origine ebraico, -fosse tradotto in seguito nella lingua della Palestina, che altro in -fatti non era, che un mero derivato del Siriaco idioma; poscia in -Caldeo, in Greco, ed in Latino, e lungo tempo dopo anche in antico -Gotico dialetto; in tale maniera lo pensarono parimente varj celebri -Scrittori dei secoli a noi più recenti. - - - - - CAPITOLO IV. - - Come tali Precetti dovrebbero essere oggi ridotti alla decima parte, -mentre le 9 restanti, si dimostrano, o inopportune, attesa la cessazione - dell'osservanza; od inutili, perchè variamente ripetuti; od - incompatibili colle Leggi alle quali è il Popolo d'Israel attualmente - subordinato. - - -Già noi fino al presente dimostrammo esistere sulla terra un tempo -immemorabile in cui l'esercizio della Religione de' primi abitatori -dell'universo, meno fastoso, più interno, meno apparente, rendeva il -loro culto più esimio, più semplice, più terso, in cui i loro intimi -sentimenti più liberi essendo, più chiari, e più integerrimi di ciò che -lo furono, ad un tale riguardo, quelli delle progenie discendenti, non -facevano ad essi considerare la Religione come un fardello -eccessivamente aggravante, o insopportabile, mentre quelli tutta -consistere la facevano in un ristretto numero di virtuose azioni -esterne, sempre uniformi, nè soggette erano giammai ad alterarsi; -convinti d'altronde fermamente che il vero culto più accetto alla -Divinità, e più conferente all'Eterna salute dell'anima è soltanto -quello che ha per base la virtù, che ha per sede il cuore, calcolando -tutto il resto come affatto chimerico, ed accessorio, ridicolo per se -stesso, pernicioso il più delle volte alla specie dell'uomo, e sempre -degradante alla sua propria condizione. O tempi di felicità, e di -innocenza! sareste forse voi un illusorio fantasma, parto della feconda -immaginazione de' Vati? E se tali non siete, perchè mai sì fugace, ed -instantaneo fu il soggiorno vostro fra i mortali? Pur troppo voi -spariste allo sguardo peribile di essi, come dissipa l'Atmosfera un -fummifero vapore. Ah! sono essi già esistiti que' giorni venturati per -gli esseri umani, i quali alieni onninamente dalle pratiche bizzarre, e -dalle futili apparenze di simulata pietà, non avevano soffocati ancora i -primi germi salutari di un incontaminato culto che edifica il cuore, per -abbandonarsi ciecamente alle mostruose chimere che degradano lo spirito; -non vedeasi allora l'accessorio tenere le veci di principale, nè -miravasi mai come fra noi confondere l'illusione col buon senso, e la -Religione diventare l'oggetto speculativo del più scaltro (19); non -erano già i Tempj di que' sani credenti empiuti come quelli de' moderni -di larve, o simulacri, nè ingombri gli altari di porfidi, di ebani, di -gemme, o di squisiti metalli; nè i suoli coperti di sontuosi tappeti; -non erano già dico tali arredi fastosi quelli che attraevano l'intuito -religioso de' primi adoratori del Dio dell'universo; un sasso informe -serviva loro di altare, ed un erema foresta era il sacro venerabile -tempio in cui penetrati da un integro Divino amore, si adunavano i primi -Padri della specie umana per implorare grazie dall'autore della Natura, -e con illeso puro culto estollerne le glorie, propalarne i portenti, -riconoscerlo, e adorarlo (20). - -Non può certamente dubitarsi con ragione che tale in ogni senso non -fosse il pretto genuino carattere della primitiva Religione, conosciuta, -e praticata dalle remote società umane che cominciarono a popolare le -terracquee regioni; ma siccome l'incostanza è l'appannaggio positivo, ed -omogeneo di tutte le associazioni umane, e quindi ciò che da questo -procede, regolarmente nella progressione de' tempi, o si corrompe, o -degenera, o si altera, così appunto questo salutare primitivo -stabilimento ha dovuto esso pure soggiacere alle infauste vicissitudini -medesime di tanti altri, condannati a sobire la fatale sorte istessa. -Chi inclinasse a fare un ristretto analisi delle Religioni che or -conosciamo, sormontando col pensiero fino al primo loro nascimento, e -discendendo in seguito all'epoca della propalazione delle medesime, -quale mostruoso confronto non vedrebbe mai risultarne onde convincersi -delle verità innegabili da noi fin quì esposte? Abbandonando le altre -che ci sono indifferenti, solo arrestiamoci un breve istante sulla -Religione d'Israel che ci riguarda. La Credenza degli antediluviani non -era già il culto di Abramo, nel modo che la Religione conosciuta, e -professata da' Patriarchi, era bene differente da quella che Mosè ordinò -al Popolo ebreo nel Deserto, appena liberati dall'Egitto; e la Religione -di questo è troppo lontana dall'essere quella che mirasi oggi esercitare -dall'ebreismo di nostre età; sette soli precetti costituivano l'intera -credenza di _Hanoh_, di _Noè_, di _Shem_, quali Precetti, sebbene si -trovino fare parte de' 613 prescritti da Mosè nel Pentateuco, i -Commentatori, non ostante, sembra che ne facciano separata menzione, -denominandoli _Precetti Noakiti_ (come già osservammo più estesamente -altrove) vale a dire, di Noè, attesa l'analogìa prossima che -riconoscevasi fra questi, e le leggi stesse della natura. Un solo -precetto, cioè la circoncisione de' maschi l'ottavo giorno della loro -nascita, venne aggiunto alla Religione che professarono Abramo, Isaak, -Jacob, e la legge di grazia che Dio comunicò a Mosè sul grande Horeb, ne -fece accrescere il numero fino a 613, diversamente classificati, nel -modo che frappoco noi entriamo a dimostrarlo, senza calcolare forse -altrettanti che le immense tradizioni delle quali è la medesima -aggravata, ingiungono all'ebreo di osservare scrupolosamente, e di cui -mi riserbo a ragionare di proposito altrove (21). - -Ma sono essi questi nuovi credenti divenuti per ciò più religiosi, più -saggi? Mi si produca di grazia, uno solo fra tutti gli osservanti la -nuova legge (se si eccettua Mosè per l'onore di sua missione, per -l'eccelso carattere che sosteneva, e pe' favori Divini de' quali era -colmato) che possa dirsi, con giustizia, più integro di Hanoh, che non -soggiacque alla morte naturale, ma che fu tratto da Dio stesso fra gli -esseri viventi (A); uno più giusto di Noè cui Dio preferì a tutto il -genere umano liberando esso, e tutto ciò che gli apparteneva, -dall'orrido flagello del Diluvio universale (22) che unitamente alla -terra sommerse tutti i suoi abitatori (A)? Chi più retto di Schem, che -la Genesi denomina come uomo singolare fra i suoi simili (B)? Chi -finalmente può con diritto maggiore vantare fra tutti quelli una -Religione più chiara, un culto più semplice, più vero, più elevato di -quello che la Scrittura ci accenna professato da' tre primi Patriarchi, -i quali Dio volle per tante volte parzialmente distinguere suoi amici -favoriti, e prediletti? Dal che può giustamente inferirsi non essere già -il numero affluente di usi, di precetti, o di cerimonie quello che -l'Essere Supremo esige dagli enti ragionevoli; nè la somma onerosa di -pratiche, di doveri, e di prescrizioni sarà giammai una solida base, od -una prova dimostrata della sana Religione dell'uomo, nè il deposito -fondamentale del retto culto, che la terrigena creatura dee prestare al -suo Eterno Creatore. Ben lontano da ciò, dimostrasi, al contrario, che -la Religione tanto è più semplice, e meno complicata, tanto, e più -facilmente porta seco, a indelebili caratteri, l'augusta impronta di -verità, e tanto meno rincrescevole ne riesce l'osservanza; tale fu la -mente irrefragabile di un Dio, prescindendo degli espliciti differenti -esempi testè da noi riportati, che ne formano la prova certa, e -convincente (23). - -Il legislatore Mosè dunque, allorchè nel suo Pentateuco impose al Popolo -ebreo de' suoi tempi l'osservanza di 613 Precetti, non intese certamente -che questi dovessero essere intatto mantenuti complessivamente dal -Popolo ebreo de' nostri secoli, di cui le circostanze, la destinazione, -i costumi, la società, e i doveri sono affatto cotanto differenti da -quelli ne' quali si trovavano gli antichi fautori di tale credenza; ciò -che l'antiveggente Mosè non potea di proposito ignorare. Or siccome un -esteso dettaglio di tutti gli accennati precetti sarebbe quello solo -opera di un immenso volume, lo che distraendomi alquanto dalla serie -complicata delle moltiplici altre materie importanti che quì mi accinsi -di trattare, mi renderebbe di soverchio prolisso; così affine di non -perdere di vista un soggetto che più di ogni altro dee interessare le -nostre cure, e fare con evidenza più sensibile discernere che -l'abrogazione delle nove decime parti di essi, proposta da noi come -ovvia, e necessaria non è dettata che delle imponenti vicissitudini -odierne di questo Popolo, noi divideremo tutti gl'indicati precetti in 3 -classi; due delle quali essendo state fondatamente riconosciute da noi, -od inutili, o insussistenti, non saranno che rapidamente accennate in -complesso, ad oggetto di rendere con solidità maggiore dimostrato che -tali sono in fatti tutti que' precetti che le racchiudono: quelli poi -che compresi abbiamo nell'ultima classe, supponendo che dovrebbero -essenzialmente constituire, secondo il fissato nostro sistema, la -inconcussa Religione de' veri professanti la credenza di Mosè; tali -precetti, dico, saranno tutti da noi riportati in dettaglio, astrazione -fatta di un certo dato numero comandato replicatamente dal medesimo; e -che nella guisa che noi entriamo ad osservarlo con ogni esattezza -possibile, altro non vogliono inferire, che la cosa medesima riportata -sotto varie, e in apparenza differenti prescrizioni. - -Entrando quindi all'esame de' precetti che abbiamo disegnato appartenere -all'ordine delle prima classe, questi ritroviamo ascendere in tutto al -numero di 237 sparsi or quà, or là nel Pentateuco, secondo -l'opportunità, l'epoca, il bisogno; cioè, 110 affermativi, o -prescriventi dovere di esecuzione, e 127 negativi, o portanti divieto di -esecuzione, i quali tutti avendo per iscopo o le oblazioni de' -Sacerdoti, o l'abbigliamento di costume di essi, o la costituzione del -tempio, degli altari, o l'acquisto, il trattamento, e la liberazione -degli schiavi, o il voto di Nazzareismo o l'anno Sabbatico, e il -giubileo, ovvero la distribuzione de' terreni da assegnarsi a' Leviti -nell'estensione della terra promessa, e tanti altri simili oggetti del -tutto indifferenti per il Popolo ebreo del nostro secolo, perchè più non -esistono in verun modo, per esso lui; egli è dunque perciò che, come -insussistenti, essi dovrebbero necessariamente cessare, ed è appunto per -tale motivo che noi quì più non faremo di sorte alcuna ulteriore -menzione. - -La seconda classe poi nella quale comprendemmo que' precetti che -risguardano puramente il giudiziario, il politico, l'economico, il -civile, e che io ritrovo ascendere alla somma di 203; cioè 115 negativi, -e 88 affermativi, per le medesime imponenti ragioni che servono di base -fondamentale all'abrogazione di quelli contenuti nella prima, dee questa -essere considerata non solo come inutile onninamente per gli ebrei de' -nostri tempi, ma come incompatibile altresì colle provide leggi alle -quali sono questi attualmente subordinati, leggi tutto affatto diverse -da quelle che Mosè ha creduto opportuno di adattare a' costumi dominanti -de' suoi giorni; alle Regioni che destinava di fare occupare al Popolo -di cui era esso conduttore, all'indole irrequieta e grossolana del -medesimo; ed al governo teocratico che meditava di introdurre, e -sistemare ne' suoi recinti; e se qualche debole traccia di tali Mosaiche -instituzioni è pervenuta fino a noi, tanto per quello che risguarda un -articolo, quanto perciò che rapportasi agli altri di maniera che si -creda indispensabile l'osservanza, le leggi ammirabili recenti prevedono -con pari saggezza, che giustizia e attività; e l'ebreo che a livello di -ogni altro vi è sommesso, ne risente gl'illimitati vantaggi, e riconosce -la necessità urgente di osservarle, quale fedele vassallo, ed obbediente -subalterno: quindi è che di questa classe ancora troppo debole -fondamento sembrami che risultare ne potrebbe il ragionare. - -Or detraendo dunque i 237 Precetti, che abbiamo racchiusi nella prima -classe, ed i 203 che comprende la seconda, montanti insieme a 440; -deduzione fatta da' 613 totale, restaci un reliquato di 173 Precetti, ma -siccome anche fra questi rimarcasi esservene molti replicatamente -comandati, e che in massima non implicano radicalmente che la cosa -medesima, noi stimammo conveniente di restrignerne l'osservanza a quelli -soli che ci sembrarono i più utili, ed i più degni di un Codice sano, -metodico, e sociale, e che abbiamo ritrovato ascendere al numero di 60; -36 de' quali distinguemmo negativi, e 24 affermativi, ma dovendo questi -constituire essenzialmente la prima base fondamentale della Religione -Mosaica, secondo i nostri già fissati principj, noi riguardiamo come un -assunto della più grande urgenza per se stesso, ed oltremodo necessario, -di riportarli tutti estesamente, apponendo gli analoghi schiarimenti a -quelli che potessero esigere delle utili, ed opportune osservazioni, -dalle quali risulteranno ancora i motivi efficaci dell'esatta osservanza -de' medesimi, riserbandoci a trattarne degli altri, che, o modificammo -come superfluamente ripetuti; o annullati furono da noi come non -confacenti a' tempi nostri, allorchè ne' due Capitoli immediatamente -dopo quello in cui entriamo, riporteremo in chiari sensi le ragioni -evidenti ed inconcusse che ci hanno indotto a stabilire una sì fatta -restrizione, in apparenza sì considerabile, la quale con più robuste -giustificazioni sarà poscia dimostrativamente comprovata, allorchè ci -faremo di proposito a discutere, in tempo debito, le tradizioni, o -parafrasi Rabiniche aggiunte a questi, ed a tanti altri Precetti, e -sovente assai più oscure di ciò che riescano gli stessi testi originali, -ch'essi pretesero di rischiarare colle medesime, e delle quali si ignora -generalmente la causa, ed il disegno, senza che alcuno giugnere potesse -in alcuni tempo a discernere l'una, o a risentire i vantaggi che -risultare pretendesi dall'altro. - -(19) Non vi è stato forse in alcun tempo chi con più rea impostura de' -così detti _compagni di Gesù_ (non saprei se appartenenti a quelli che -furono spettatori alla sua nascita, benchè più giustamente collocare si -potrebbero nella classe degli altri che gli furono compagni nel -supplizio) esercitassero un traffico vergognoso della religione che -facevano credere di difendere, e di professare; all'estremo indigenti -nel loro primo stabilimento, umili, rassegnati, ed in forza di una bolla -di _Paolo III_. pubblicata il 3. Ottobre 1540. ridotti al solo numero di -60. individui (_Extr. de l'hist. univers. de Thou pag. 6._): ma i loro -intrighi tenebrosi, protetti, e alimentati dalla stupida credulità di -quelli che la loro criminosa pietà avea sedotti, fece crescere il loro -numero ad un affluenza enorme tale fino ad incutere timore agli stessi -formidabili Regnanti. - -(20) Ma l'uomo, sembrami che alcuno quì opponga di proposito, caduco, e -frale qual'è di sua natura, dimenticherebbe sovente l'esistenza di un -Dio che lo vivifica, e lo sostiene, se il culto che tributare gli dee -non fosse accompagnato qualche volta da certe marche esterne che -arrestino la sua mente, ed attraggano i suoi sguardi. - -Accordando tutto ciò anche un solo istante, donde dunque procede, -domando, che la vera cognizione dell'Essere Supremo divenne tanto più -straniera per l'uomo in proporzione che queste decantate marche sono -state più affluenti, più stravaganti, e universali? Inoltre quali orrori -non furono commessi nell'introdurle, quali contradizioni nell'adottarle? -Quì mirasi i Sciti, i Messicani, i Peruviani, e i Galli immolare gli -uomini ferocemente, persuasi di non dovere adorare Dio in altra guisa; -colà i Dervigj Turchi, i Bramini, e i Quakeri stordire con giravolte, -percuotersi il petto sulla terra, bilanciando il proprio corpo sopra un -rogo, e rimanendo in estasi per molte ore; tali sono, secondo essi, le -marche più ovvie ed essenziali al puro Culto di un Dio; altrove si -fecero quelle consistere in luminosi apparati, processioni, baldacchini, -candele, strepiti di bronzi ec.; più oltre finalmente si è supposto che -le marche più efficaci per ottenere prontamente il Divino soccorso, e -conseguire l'espiazione de' peccati, fossero le importune jaculatorie, -le incessanti ossecrazioni, il digiuno frequente, la coltivazione di -certe pratiche bizzarre, l'abbigliamento di certi arnesi, l'astinenza di -alcuni cibi, ed altri sì fatti usi ridicoli, non meno che detestabili. -In una parola, si può in ultimo conchiudere, senza timore d'ingannarci, -che se si eccettua quelli ai quali Dio stesso degnò illuminare, poche -persone certamente sono state capaci d'inalzarsi fino alla sublime -contemplazione dell'Eterno Creatore, e di superare le malefiche barriere -che apposero loro, in ogni tempo, tanto pratiche futili, e -contradittorie. - -(21) Oltre i testè accennati precetti contenuti nel vasto Codice -Mosaico, gli Ebrei Talmudisti ne riconoscono una quantità considerabile -di altri che distinguono col nome di מצות רבנן (Mizvoth Rabanan) -_Precetti de' Rabbini_, a' quali essi attribuiscono egualmente che a -Mosè il potere di fare nuove ordinanze, secondo le circostanze, il -tempo, ed il bisogno, quale amplia facoltà è fondata sulle parole stesse -di Dio che ingiugne d'indirizzarsi a' 70 anziani dei quali era composto -il Sanhedrim, creato allora da Mosè (_Num. cap. 11. V. 16._) ad oggetto -di sciogliere tutte le vertenze che nascere potevano sulla vera -intelligenza della Legge, e che supponevansi forniti, e diretti dallo -Spirito Divino, ciò che, secondo i Talmudisti, gli rendeva infallibili -nelle loro decisioni (Ved. il cap. IX. colle sue annotazioni di questo -primo Tomo). - -(A) _Gen. cap. 5 v. 25._) - -(22) Tutti i più dotti critici del mondo non cessano di rimarcare, che -nello stato in cui trovasi attualmente la terra è presso che impossibile -che possa accadere un Diluvio universale, che cuopra di 15 cubiti le -sommità delle più alte montagne. Il mare preso in complesso non ha, si -dice, più di 300 passi di profondità; le montagne le più elevate, come -il monte Gordiano, o di _Ararat_ non eccedono 3000 passi la superficie -del mare. Quindi senza calcolare che la capacità del globo si dilata a -misura ch'ei s'inalza, sarebbe duopo necessariamente 12, o 15 volte -tant'acqua, quanta è la massa della terra nella congerie marcata dalla -Genesi; e com'essa non rapporta che de' mezzi naturali, cioè, l'apertura -dell'abisso, e la caduta delle pioggie, sembra che prevenga la risposta -che si potrebbe addurre, dicendo che Dio creò per l'esecuzione di simile -flagello una nuova quantità di acque che desso volle in seguito -annientare. Egli non si servì, secondo la Scrittura che del vento per -diseccarle; così conchiude il _Lenglet_ (_pag. 187_). V'ha, per altro, -luogo di credere, che il mezzo ch'esso ha preso per ispargerle sulla -terra, non fosse meno naturale. - -Essi medesimi sostengono inoltre ch'egli era impossibile che le pioggie -fossero stato tanto abbondanti per cagionare un simile effetto, essi -appoggiano i loro sentimenti sull'opinione del filosofo _Mersenna_, il -quale prova con delle dimostrazioni esatte, che le borrasche le più -violenti non giungono e versare che un polso, e mezzo di acqua ogni 30 -minuti primi, ciò che farebbe 6 piedi nello spazio di un solo giorno; e -il Diluvio non essendo durato che 40 volte 24 ore, supponendo le più -alte montagne a 2000 passi di elevazione, che è un terzo meno della loro -altezza, bisognerebbe, non per sormontare, ma anche per uguagliarle, che -il Cielo avesse versate in 24 ore 125 piedi di acqua, in vece di 6 che -desso versa nelle più gran tempeste; ciò che i filosofi asseriscono -eccedere la possibilità della natura. (_Lett. Juiv. T. II. Lett. 35 pag. -36 e 37_). - -Varj altri Scrittori hanno preteso che il Diluvio non era stato -universale, ma che Dio non avea avuto che l'intenzione di punire un -popolo ingrato alle tante beneficenze di cui lo avea esso colmato. I -medesimi vollero parimente fare servire la Scrittura e fortificare la -loro opinione, e quindi hanno essi spiegato in loro favore quel -passaggio della Genesi dove leggesi espressamente, che i figli di Noè -_Ab his divisæ sunt gentes in terra post diluvium_, (_Cap. X. v. 32_) -apparisce da ciò che i figli di Noè non solo aveano divise la terra fra -d'essi, ma ancora le nazioni che vi abitavano, lo che ritroverebbero -contrario alla pretesa inondazione universale di tutta la terra. - -(A) _Gen. cap. 7 v. 22._) - -(B) _Ibid. cap. 9 v. 24._) - -(23) Oltre che lo stesso Creatore Supremo fece, senza mistero, -espressamente conoscere per bocca del Profeta (_Isaia cap. 58. v. 5 6 -7_) non essere già il lungo digiuno, le interminabili ossecrazioni, le -complicate cerimonie rituali, quelle che si esigono da esso, ma un puro, -e integro cuore soltanto, noi avremo luogo di osservare altrove, che le -Religioni che sono le più aggravate di dogmi, di pratiche, e di usi, -lungi dall'essere le più ovvie a costituire la felicità de' suoi -credenti, riescono, ad ogni riguardo, le più opposte all'umana ragione, -le più tormentose allo spirito, e le meno osservate in ciò che possono -le medesime racchiudere d'utile, di necessario, e di essenziale. - - - - - CAPITOLO V. - - De' Precetti che soli dovrebbero costituire, la pretta Religione - dell'Ebreismo fondata sul Codice Mosaico, ridotto alla sua vetusta - purità. - - -Siccome niente riconosciamo più naturale nella complicata immensa catena -degli esseri viventi; che succedersi l'un l'altro, colla pronta non -interrotta propagazione delle speci differenti, la provvida natura con -un declivio irresistibile ad ogni animale, distribuì gradatamente il suo -adeguato instinto, in maggiore, o minore dose, che lo trascina con più, -o meno veemente trasporto, ad accoppiarsi ad un essere omogeneo, affine -di conservare inalterabile l'ordine primitivo già prescritto. Egli è -dunque perciò che sebbene il Maimonide, facendo il riepilogo -nomenclativo di tutti i precetti del Pentateuco, abbia stimato bene di -dovere inserire quello della _propagazione_ per il primo (A), noi non -possiamo questo assolutamente riguardarlo come tale, altro esso non -essendo, come si disse, che un mero sentimento incitativo della natura, -a cui niun essere vivente sulla terra, purchè fornito di organo, e -d'istinto, non potrebbe certamente non aderire; mentre quello è -identico, e comune agli enti ragionevoli, ed a' bruti. Quindi mi -sembrerebbe più ovvio prescindere da questo, e stabilire altresì per -primo Precetto del nostro nuovo sistema, quello comandato da Dio con -tanto impegno, per tre volte, ad Abramo (B), in segno del patto -perpetuamente irrefragabile di alleanza contratta da esso col Popolo che -discendere dovea dal successivo suo lignaggio, cioè, 1. _La -Circoncisione de' maschi l'ottavo giorno della loro nascita_ (24). E da -questo Primo Precetto progredendo, noi passiamo tosto a dare per -detaglio la nomenclatura generale di tutti gli altri da noi testè -fissati. - -2. Dalla sera in cui entra il plenilunio del mese di _Nissan_ (che -coincide col Marzo, non essendo bisesto, od altrimenti coll'Aprile) per -sette giorni dal 15 decorrendo, e tutto il ventuno dello stesso mese -inclusivamente, non dovranno gli ebrei cibarsi di altro pane fuori che -dell'azzimo, dovendo per detto spazio allontanare de tutti i loro -recinti qualunque sorta di materia fermentata. Questa è contradistinta -חג המצות (Hag Amazoth) _Pasqua delle azzime_; la medesima sarà -solennizzata come tale durante sette giorni, ed il primo, e il settimo -di esse ogni opera servile (eccetto che quelle che sono di un urgenza -indispensabile) dovrà cessare interamente (25). - -3. Credere nell'Esistenza semplicissima dell'Essere Supremo, nè adorare -altri fuori di esso (26). - -4. Non adorare simulacri di qualunque siasi specie, nè costruirli anche -per uso di altri. - -5. Non giurare il nome di Dio in vano. - -6. Santificare il sabato, e non fare in esso alcun opera servile (27). - -7. Rispettare i genitori, soccorrerli, e temerli. - -8. Non uccidere. - -9. Non adulterare. - -10. Non rubare. - -11. Non fare testimonianze false. - -12. Non desiderare la roba, nè la moglie del prossimo. - -13. Non ingannar lo straniere in parole nè in azioni. - -14. Non opprimere le vedove, nè gli orfani. - -15. Non molestare l'indigente per i suoi debiti, ma soccorrerlo ne' di -lui pressanti bisogni. - -16. Non bestemmiare Dio, nè il Sovrano. - -17. Non cibarsi di animali immondi, nè de' serpeggianti, nè di pesci che -non hanno ala, e squama, nè di volatili rapaci, nè di vermi generati -dalla corruzione de' frutti, delle palludi, terreni ec. (28). - -18. Non cibarsi di alcun animale difettoso, benchè non vietato, nè di -quello morto naturalmente. - -19. Non cibarsi di sangue di qualunque siasi animale (29). - -20. Non commerciare carnalmente con la madre, nè con la matrigna, nè -commettere incesto qualunque. - -21. Non isposare madre, e figlia in verun tempo, nè zia, e nipote -procedente dal figlio o dalla figlia, nè due sorelle insieme -contemporaneamente. - -22. Non accoppiarsi con la moglie in tempo de suoi mestrui, nè durante -il corso del di lei Puerperio (30). - -25. Non accoppiarsi co' bruti; nè con altro uomo. - -24. Correggere il traviato senza farlo arrossire delle sue colpe. - -25. Non ispionare. - -26. Non vendicarsi del prossimo, nè conservare odio contro di esso. - -27. Amare il proprio simile come se stesso. - -28. Non giurare in nome delle false divinità adorate dai Popoli -idolatri. - -29. Non fare incisione d'idolatrìa sulle membra del corpo (31). - -30. Non imitare i costumi de' Gentili. - -31. Non castrare un Israelita per farlo Eunuco. - -32. Festeggiare, e riposare il primo giorno della neomenia del settimo -mese (32). - -33. Digiunare il giorno decimo, del settimo mese, con astinenza totale -di qualunque siasi nutrimento durante lo spazio di 24 ore dalla sera del -9 al tramontare del sole fino al periodo stesso del giorno dieci, e -solennizzarlo colle medesime prescrizioni del sabato (33). - -34. Solennizzare la festa delle capanne il giorno 15, e il 21 di detto -mese; mangiare sotto le medesime per sette giorni, ed il primo di questi -prendere la palma, il mirto, il salce, il cedro durante la preghiera di -quella sola mattina (34). - -35. Festeggiare l'ottavo giorno susseguente alla solennità delle capanne -con gli stessi doveri delle osservanze imposte nel primo giorno, e nel -settimo di detta festa (35). - -36. Contare sette settimane; decorrendo dal secondo giorno della Pasqua -delle Azzime, al termine delle quali solennizzare la festa delle -primizie, così distinta festa di settimane colle prescrizioni medesime -delle altre (36). - -37. Non prestare ad usura (37). - -38. Rispettare la virtù, e la vecchiezza. - -39. Non prestare fede a' mendaci Profeti. - -40. Non prestare fede egli aruspici, nè agli esorcizzatori. - -41. Ubidire le leggi civili, senza, mai prevaricarle. - -42. Venerare i luoghi Sacri (38). - -43. Pregare Dio per la conservazione del Sovrano, e per la tranquillità -dello Stato. - -44. Non ritenere, nè ritardare le mercedi altrui. - -45. Non abbigliarsi l'uomo delle suppellettili da femmina; nè questa -ornarsi degli abiti di quello (39). - -46. Non commettere azioni che possano cagionare scandalo. - -47. Osservare, e mantenere con esattezza le promesse pie. - -48. Proclamare i novilunj (40). - -49. Credere nell'Immortalità dell'anima umana (41). - -50. Restituire gli oggetti perduti al loro legittimo proprietario. - -51. Usare ospitalità cogli stranieri. - -52. Una femmina divorziata passata a seconde nozze, ed indi restata -vedova, non potrà più accoppiarsi col di lei primo consorte. - -53. Chiunque avesse avuto commercio violentato con una fanciulla senza -renderne consci i di lei genitori, esso è in dovere di sposarla, senza -poterla in alcun tempo ripudiare. - -54. Instruirsi nella legge mosaica. - -55. Non mormorare contro un sordo, od una persona assente. - -56. Non mettere impedimento davanti un cieco. - -57. Non negare ciò che si è ricevuto in deposito. - -58. Non uccidere gli animali co' loro piccoli entro lo spazio di un -medesimo giorno (42). - -59. Tenere le bilancie, i pesi, e le misure giuste. - -60. Non alterare i Precetti della Scrittura con inutili commenti (43). - -In seguito dunque delle indagini le più accurate, e lo più profonde, -tali noi ritrovammo potere in massime ridurre tutti i _Precetti_, gli -_Statuti_, ed i _Giudizj_ proclamati già da Mosè al Popolo ebreo de' -suoi tempi (44). - -Ma sul dubbio che alcuno s'inducesse quì ad obbjettarmi (animato forse -da impocrito zelo) come una diminuzione, in apparenza, sì rimarcabile, -potrebbe ragionevolmente farsi luogo in un Codice, che oggi conta ormai -30 e più secoli, e sempre intatto conservatosi nel mondo, senza che -alcuno in verun epoca osasse minorarne il valore, nè alterarlo, io non -debbo dispensarmi del fare illativamente riflettere, in primo luogo; che -il Popolo ebreo non potea fino ad ora determinarsi giammai ad un tale -partito salutare, atteso che dopo la memorabile sua dispersione, desso -non ebbe in alcun tempo un protettore per difenderlo; un padre sensibile -per interessarsi de' suoi solidi, e durabili vantaggi; un NAPOLEONE in -fine per illuminarlo, e fare ad esso ampliamente comprendere che ciò che -era necessario nella Palestina potrebbe essere inutile in Francia, ed in -Italia, siccome quello che è adottato ottimo in un tempo, viene sovente -considerato riprovabile in un altro; e che 30 e più secoli di antichità -non potranno mai trasformare l'accessorio in essenziale, nè l'errore in -verità (45). Ed ecco propriamente le solo vere dimostrate cagioni per le -quali niuno ha osato giammai per l'addietro effettuarlo. - -In secondo luogo poi, trattandosi di un oggetto sì rilevante, quale -apparisce una sì enorme restrizione di oltre nove decime parti de' -Precetti Mosaici, affine di diminuire la sorpresa che recare dessa forse -potrebbe nella riscaldata fantasia de' zelanti, noi entriamo nel -Capitolo seguente a produrre in detaglio i genuini motivi pe' quali -fummo costretti ad abrogare anche una gran parte degli altri che -parrebbero escludere interamente quelli che comprendono le due prime -classi, ed entrare al contrario nell'ordine della terza, riguardata da -noi come ovvia, e necessaria a costituire, o fissare solidamente il -propostoci nuovo piano di riforma del Culto del Popolo d'Israel. - -(A) _Genesi cap. 1. v. 20._ - -(B) _Ibid. cap. 17 v. 10 11 12._ - -(24) I Rabbini oltre la recisione del prepuzio, comandata da Dio al -Patriarca Abramo, vi aggiungono cert'altra operazione, che chiamano -פריעה (Peringha) _scuoprimento_, che vogliono doversi fare scuoprendo -colle due unghie del police (che gli addetti a tale ufficio denominati -מוהלים (mohelim) _circoncisori_ lasciano espressamente accuminate) la -tenue pellicola che copre l'orificio dell'uretera dopo la recisione del -prepuzio, affinchè la sommità della corona del pene resti per ogni parte -dilatata; essi appoggiano questa nuova prescrizione sul comando che Dio -fece a Jesuè di circoncidere gl'Israeliti una seconda volta. _Eo tempora -ait Dominus ad Josuè: Fac tibi cultros lapideos, et circumcide secundo -filios Israel_. _Jos. c. 5 v. 2._ L'autore del _Berescit Rabah_ la -pretende inserita nell'ordinazione fatta da Dio stesso ad Abramo con la -replica di המול ימול (himol, imol) _circoncidere circonciderai_. _Gen. -cap. 17 v. 13._ quale replica (aggiugne quell'autore) riguardare si -potrebbe come affatto inutile, se non volesse altro significare che la -semplice recisione del prepuzio (Ved. _Talmud Trat. Ievam. c. 71 p. 2 -Comm. Tossaf. Id. Com. R. Ief. Toar._) fermi dunque in tale opinione i -Rabbini conchiudono che מל ולא פרע כאילו לא מל (mal velò parangh cheilu -lo mal) _chiunque circoncidesse senza lo scuoprimento, è come se non -avesse circonciso_. (_Ved. Iorè Deng. cap. 264 § 4 Mis. fol. 137._). Le -Nazioni che menzionammo anticamente praticarla, non usavano lo -scoprimento; siccome non lo conoscono nè pure i Musulmani a' nostri -tempi. - -(25) _Dies prima erit Sancta, atque Solemnis, et dies Septima eadem -festivitate venerabilis: nihil operis facietis in eis, exceptis his quæ -ad vescendum pertinent_. _Exo. cap. 12 V. 16._ - -Questa Pasqua è stata instituita in commemorazione dell'uscita -prodigiosa del Popolo ebreo dall'Egitto; ed essa è chiamata _delle -azzime_, riferendo al pane senza lievito di cui si è esso alimentato, -che per fretta di sua partenza non potè lasciare fermentare: la medesima -è distinta dalle sacre pagine col nome di פסח (Pesah) a cui la Scrittura -istessa assegna l'etimologia di פסח (Passah) che significa _saltare_, o -_tragittare_ alludendo al tragitto che fece l'angelo sterminatore nella -notte dell'orribile strage de' primogeniti dell'Egitto, lasciando illese -le abitazioni degli ebrei, e portando la desolazione, e la morte in -quella de' loro barbari oppressori:_ Transibit enim Dominus percutiens -Ægyptios cumque viderit sanguinem in superliminari, et in utroque poste, -transcendet ostium domus, et non sinet percussorem ingredi domos vestras -et lædere_ _Exo. Cap. 12 v. 23._ - -Ma senza nulla spiegare sul valore intimo di sì fatta etimologia, non si -potrebbe farla inoltre significare il passaggio repentino che fece il -popolo ebreo dalla schiavitù, alla libertà? Io la riguarderei molto più -degna del nitido fonte da cui parte; riserbandomi a parlare delle tante -superstizioni che hanno luogo in questa Pasqua presso gli ebrei, -allorchè mi emergerà in seguito di ragionare de' Talmudisti, e de' loro -interminabili commenti. - -(26) Il deciso ingenuo trasporto che io sento per la verità, mi astrigne -a dovere quì formalmente smentire l'opinione che da varj pensatori -stravaganti si è preteso erroneamente sostenere con qualche pertinace -asseveranza, cioè che i due punti essenziali reggenti qualunque sistema -religioso, l'Esistenza di Dio, e l'immortalità dell'anima umana, sono -interamente tacciuti da Mosè; nè che questi dogmi trovinsi menzionati, -di sorte alcuna, in verun luogo del Pentateuco. In quanto alla prima si -porrebbe, senza scrupolo, tacciare di delirio chiunque volesse -immaginare che gli ebrei potessero dubitare un solo istante -dell'esistenza di un Essere, che ad ogni momento manifestavasi ad essi -ora con proteste, or con prodigi, or con minaccie, ed ora con gastighi -differenti. Oltre a ciò quante volte ritrovasi nella Scrittura la -confessione esplicite e universale di tutto questo Popolo di credere, -obbedire, ed adorare il Dio de' suoi Padri? E il primo dei comandamenti -del Decalogo non forma egli la prova la più convincente, e la più chiara -dell'Esistenza di un Dio? Perciò che riguarda poi l'immortalità -dell'anima umana, di questa sarà da noi parlato quanto fa duopo nella -susseguente Annot. 41, dove la Scrittura stessa concorrerà con eguali -prove irrefragabili a dimostrarla. - -(27) Supponendo che la creazione dell'universo avesse il suo primitivo -cominciamento il giorno che noi chiamiamo Domenica, da questo decorrendo -sette giorni, che tanti furono, secondo il primo capit. della Genesi, -quelli che Dio ha impiegati in tutta l'opera immensa tratta -dall'onnisciente suo consiglio, il giorno settimo fu contraddistinto col -nome di שבת (sciabat) che significa _Riposo_. Quindi è che Mosè lo ha -instituito come un giorno sacro dedicato perpetuamente al Creatore, ed -un giorno di delizia, e di ricreazione: ma come gli ebrei Talmudisti lo -abbiano in seguito alterato, colle infinite superstiziose cerimonie che -vi aggiunsero, noi lo dimostreremo fra qualche breve momento, non -essendo quì l'opportuna occasione di ragionarne. - -(28) L'astinenza di certi animali per principio di Religione, non era -già dogma particolare unicamente degli ebrei, i popoli attigui ne -facevano lo stesso. I Sirj, e gli Egizj non mangiavano pesce, ed Erodoto -(_cap. 2._) assicura che per motivo di superstizione, se ne astenessero -anche i Greci. I Tebani non si cibavano di montone, atteso che adornano -_Ammone_ sotto il simbolo di un becco, ma uccidevano le capre; altrove -astenevansi delle capre, ed uccidevano il montone. I Sacerdoti -dell'Egitto si astenevano de tutti que' cibi, siccome pure da tutte -quelle bevande portate dalle estere città (_Porphy. Abstin. 4_); erano -loro parimente vietate le bestie che hanno il piede di figura rotonda, -ovvero in più dita partito, o che non hanno affatto corna, egualmente -che degli uccelli di rapina; e durante l'intervallo delle loro -purificazioni, astenevansi anche dagli ovi (_Herod. Ibid._). Tutti gli -Egizj reputavano immondo il porco, non già perchè non rumina, ma perchè -desso è attaccato sovente da una specie di lepra dalla quale si ripete, -secondo gli osservatori, la prima, e la sola cagione delle peste a cui è -ora soggetto quasi tutto l'oriente, dove questi animali allignavano un -tempo con un affluenza incalcolabile, e gli stessi Egizj portavano il -loro scrupolo a tal segno che chiunque ne avesse toccato uno, anche per -accidente, dovea tosto lavarsi tutto il corpo, e le vestimenta -(_Ibid._). Platone ancora fieramente inveisce contro quelli che si -cibano, e nutriscono questo animale. Non avvi alcuno che ignori che -attualmente pure, i Bracmani delle Indie, non mangiano, e non uccidono -alcuna specie di animale, ed è cosa conosciuta che vivono in tal foggia -da oltre venti secoli. - -Da tutto l'esposto dunque chiaro apparisce, che le instituzioni di Mosè, -concernenti le indicate astinenze non avevano niente di straordinario, -ne di nuovo sulla terra; ma sembrami che quelle non tendessero -propriamente che a ritenere il popolo entro i limiti della continenza, e -vietando ad esso l'uso di certi cibi, si può arguire con qualche grado -di certezza, non essersi Mosè prefisso altro disegno che la sua sanità, -e i suoi costumi: esso vietò agli ebrei di mangiare sangue, come un cibo -non solo assai difficile a digerire, ma in ogni senso ripugnante -all'essere umano (vedi la seguente Annot. 29). La carne di porco, o di -majale è ancora molto aggravante per lo stomaco, e di penosa digestione; -lo stesso dicasi de' pesci che non hanno ala nè squama, la loro polpa -regolarmente è oleosa, e grossa, e quindi oltremodo perniciosa al corpo -umano. In tale maniera, per non più diffondermi di soverchio, si possono -assegnare delle ragioni molto efficaci, della massima parte di simili -divieti. - -(29) Le stesse identiche regioni stabilite poc'anzi per l'astinenza di -certi cibi si possono fondatamente assegnare (come osservammo) alla -proibizione del sangue, e solo potrebbe quì aggiugnersi, che siccome da -questo fluido è sostenuta, e alimentata l'esistenza di ogni vivente, -così l'uomo facendosene il nutrimento potrebbe con fierezza maggiore, e -meno ribrezzo incrudelire contro il proprio suo simile, nella guisa che -l'ho chiaramente dimostrato in altro luogo, parlando delle carnificine -che miransi fare ogni dì pubblicamente degli animali destinati per l'uso -della mensa quotidiana dell'uomo (vedi _l'Annot. 25 al tom. I. delle -Notti Campest. pag. 80._) - -(30) Questa è parimente una prescrizione di sanità, non meno dell'altra -tendente al medesimo salutare disegno. La femmina imbrattata de' suoi -corsi mestruali, essendo soggetta ad uno scolamento perenne di sangue -_viziato_, come chiamano i medici, accoppiandosi ad un uomo in tale -stato, in cui essa è più facilmente suscettibile di concezione, non solo -pericolerebbe forse di generare una prole difettano viziata; ma -ridurrebbe l'uomo pure ad acquistare frequenti malattie flogistiche, se -si vuole avere riguardo alle varie _discrasìe_ delle quali può essere -affetto, e di cui ei perverrebbe dopo un lungo periodo di tempo, e con -gran pena a liberarsi; le medesime ragioni si possono probabilmente -assegnare al tempo de' _lochii_, o purgazioni alle quali è la puerpera -soggetta dopo lo sgravamento del parto, lo che gli lascia una -spossatezza tale che potrebbe cagionarle delle funeste conseguenze -unendosi ad un uomo, sebbene il pericolo dalla parte di questo, per -quanto asseriscono i medici, non sia tanto considerabile nè sì dannoso -come nel primo caso. - -(31) Era costume generalmente praticato da' Pagani dell'antichità, di -incidere sopra a qualche parte del loro corpo le figure degl'idoli, e -de' simulacri adorati da' medesimi, co' simbolici caratteri allusivi -ch'essi vi applicavano. I cattolici romani de' nostri tempi hanno -adottato questo abominevole costume, specialmente la parte idiota di -questo popolo; barcajuoli, nautici, operai, facchini, ed altri di tal -fatta, i quali colla punta di un ago immersa nell'inchiostro, che fanno -con eccessivo spasimo penetrare entro la cute, o di un braccio, o di una -mano, od anche del petto, imprimono qualunque immagine, o carattere che -niun arte umana è giammai sufficiente a cancellare. - -(32) Molti Commentatori hanno creduto che questa festa, altrimenti -chiamata _delle trombe_ (_Num. cap. 9 v. 33._) fosse instituita affine -di rendere grazie a Dio per avere data la legge al suo Popolo sul monte -Sinai fra i tuoni, e lo strepito delle trombe, ossia _Scioffar_ (tuba) -di cui sarà da noi parlato altrove (ved. la seguente annot. 51), altri -opinano che questa festa fosse instituita per avvertire gl'Israeliti che -in quel giorno cominciava _l'anno civile_, onde eccitarli e servire Dio -con maggiore divozione nell'anno nuovo; e disporli nel tempo stesso alla -festa del Digiuno di Espiazione, che dovea solennemente celebrarsi nove -giorni appresso. - -(33) Questa festa è contraddistinta dalla Scrittura col nome di כפור -_Chipur_ ovvero Digiuno di Espiazione delle colpe del Popolo, e della -purificazione del Tabernacolo, e del Santuario. (_Levit. cap. 23 v. 31 e -seq._). Essa è stata instituita, secondo quello che ci fa travedere la -Scrittura, per assicurare il Popolo, il quale avea contro di esso -provocata l'ira Divina coll'adorazione del Vitello d'oro, e garantirlo -così che Dio erasi riconciliato seco lui. In tale giorno erano offerti -due caproni per ispiazione dei peccati del Popolo; uno de' quali era -immolato, e rimandavasi l'altro sciolto nel deserto carco di -maledizioni, ed aggravato dei peccati del Popolo, che imponevagli il -nome di Emissario (_Levit. cap. 16 v. 26._) - -(34) Queste Solennità denominata dalla Scrittura חג הסכת (Hag assucoth) -_festa de' Tabernacoli_, o delle _Tende_ (_Levit. cap. 23 v. 40._), fu -instituita affinchè gli ebrei si ricordassero del tempo in cui abitarono -in esse i loro vetusti padri nel deserto per sì lungo intervallo di -anni; la celebrazione di questa Solennità cedeva per lo più entro il -mese di settembre, tanto per che la stagione allora temperata, riusciva -più confacente, e meno incomodo a rimanere sotto le tende all'aperta -campagna, quanto perchè sceglievasi la stagione nella quale erano -raccolti i frutti della terra, onde ringraziare Dio per tutti que' -favori ricevuti durante il decorso periodo dell'anno. In quanto poi al -fascicolo prescritto in detta festa, mi riserbo a ragionarne altrove -(ved. l'ann. 52). - -(35) Le festa delle quale è quì falle menzione viene chiamata dalla -Scrittura שמיני עצרת (Sceminì nghazereth) _l'ottava_ (_Levit. cap. 23 v. -36._) essa era un complimento della festa precedente, e la conclusione -di tutte le altre, quasi che significare volendo propriamente la _festa -di congedo_, imperciocchè la solennità de' tabernacoli terminando il -settimo giorno, il susseguente, celebravasi la festa della _Riunione_ -degli Israeliti i quali essendo restati per sette giorni entro le tende, -se ne ritornano tutti insieme nelle rispettive loro case, in quella -guisa medesima che i loro padri dopo di avere abitato sotto le capanne -per lungo corso di anni in mezzo de' deserti, ritrovarono nell'ubertosa -terra di promissione un domicilio ameno, stabile, e tranquillo. Tale è -l'oggetto delle commemorazione delle testè indicata solennità -dell'_assemblea_, o della Riunione. - -(36) Dal giorno susseguente al primo della Pasqua delle azzime le -Scrittura ordina (_Levit. cap. 20 v. 15._) di contare sette settimane, -esse formano 49 giorni, ed il cinquantesimo osservare la solennità della -חג שבועות (Hag Sciabungoth) _festa delle settimane_, o delle primizie, -perchè dalla messe che facevasi allora, offrivasi a Dio le primizie -unitamente a due Pani, ed a' sacrifizj di surerogazione. Una tal festa -si allude parimenti alla commemorazione della legge che Dio proclamò in -quel medesimo giorno per mezzo di Mosè sulla prodigiosa vetta di Sinaj. - -(37) Dopo le tante dotte ponderate riflessioni, e gli energici discorsi -fatti sopra questo proposito da entrambe le assemblee Israelitiche -convocate in Parigi, l'una il Luglio 1806, l'altra in Febbrajo 1807 per -Augusta Paterna disposizione dell'Illuminato Monarca della Francia, e -dell'Italia, sempre intento a migliorare la condizione dell'ebreo -soggetto alle ammirabili sue Leggi, cosa mai aggiugnere io potrei per -dimostrare l'onta incancellabile che risulta all'ebreo la trasgressione -di questo Precetto, per cui esso fu in ogni tempo, e ovunque preso di -mira, sebbene non sia quello il solo ad esercitare impunemente -l'infamante mestiere di usurajo? Che l'ebreo esercitasse l'usura in que' -tempi calamitosi ne' quali un avverso destino lo volea soggiogato sotto -l'impotente dominio di certi devoti, ed imbecilli regoluzzi, che -religiosamente gli toglievano qualunque mezzo di sussistenza, -interdicendoli per sino tutte le vie regolari di un commercio decoroso, -il possesso di fondi, l'esercizio delle arti liberali, il diritto pur -anche di cittadino, esso potea in tale stato ripeterne la legittima -cagione dalla pressante necessità a cui trovavasi astretto: ma come -potrebbe mai giustificarlo attualmente l'ebreo della Francia, e -dell'Italia, in particolare, protetto, e governato da un Sovrano, il di -cui vasto potere eguaglia l'estensione de' suoi lumi, che lo ha posto a -livello della più insigne Nazione che calpesti l'universo, e della quale -esso è felicemente per quello il Capo, la delizia, ed il sostegno? Or -che all'ebreo fu permesso di rientrare nella classe degli enti -ragionevoli, da cui la superstizione, l'orgoglio, e l'ignoranza -tentarono sempre di eccettuarlo; ora che libero può disporre di que' -talenti de' quali esso è fornito, che può usare di quella industria -ch'egli sente; che può impiegare a suo piacere quelle dovizie che -possede, or, in una parola, che esso è fatto Cittadino delle più -cospicua monarchia che oggi esista, chi potrebbe mai, senza fremere, -mirarlo esercitare ancora sì detestabile ufficio? A fronte di tanti -considerabili vantaggi che ora concorrono a migliorare la di lui sorte, -non è egli condannabile oltremodo, il vedere tutta via esistere fra noi -queste sanguisughe crudeli, sitibonde delle sostanze altrui, come se non -vi fosse altro mestiere da professare fuori di quello, che oltre essere -cotanto vituperoso per se stesso, tende ad estenuare le facoltà le più -opime, ed a porre nella desolazione la classe la più benemerita dello -Stato, perchè la più laboriosa, e la più utile, ma quasi sempre scarsa -di fortune, ed impotente? Si ha un bel opporci da costoro di esserne -ampliamente autorizzati; adducendo che avvene parimente nella Francia, e -nell'Italia un affluenza d'individui non ebrei, che esercitano l'usura -con eguale avidità, come se ciò che è evidentemente contrario alla -natura, e recalcitrante alle Leggi della società, sarebbe meno -pernicioso per essere approvato, e come se permesso fosse all'uomo di -giustificare le proprie colpe, adducendo per iscusa i depravati esempj -altrui. Ma finiamo col conchiudere che l'usura, da chiunque siasi che -venga esercitata, sarà sempre mai l'arte la più vile, che abbia saputo -in alcun tempo immaginare la sordidezza umana, ed ovunque degna della -perpetua esecuzione delle Leggi Divine, e terrene, e che per conseguenza -l'interesse di ogni illuminato governo, che vuole la felicità de' propri -sudditi, e l'equilibrio delle loro sostanze, dee essere quello di -proscriverla sotto austere comminatorie da tutta la estensione de' loro -dominj. - -(38) A fronte di tutto lo zelo che gli ebrei dimostrano di avere per la -Religione che professano, si potrebbe avanzare con qualche sicurezza, -che niente è meno osservato da essi di questo Precetto. In fatti sarà -egli mai un rispetto il fare dei conciliaboli com'essi fanno entro le -loro Sinagoghe, durante il tempo delle loro preci, ed anche sovente -trattare, e conchiudere degli affari? Sarà forse un rispetto il passarvi -le 8, e 9 ore del giorno, reiterando sempre le medesime rapsodie -insignificanti, indirizzando a Dio cento Benedizioni (che tante sono -quelle prescritte da' Rabbini _Ghem. Trac. Berah._) entro lo spazio di -un solo giorno, o molte altre sì fatte repliche futili, che ad altro -oggetto non servono che ad annojare il supplicante, ed a stancare -l'esauditore? Sarà forse venerare il luogo Sacro le ridicole contorsioni -che a guisa di Bonzi, o di Bracmani mirasi fare degli ebrei -nell'occasione de' Tabernacoli, col fascicolo di palme che tengono fra -le mani, che rivolgono postato a foggia di arma, or alla parte -dell'oriente, or a quella di occidente; ora verso il Cielo, ed ora sulla -terra, percuotendosi il petto; convinti di espellere, o conquidere il -Demonio con sì fatte stravaganti giravolte? E quell'asta pubblica che -osservasi fare dal (Sciamash) _inserviente_, in qualche luogo ogni -sabato, ed in qualche altro ogni novilunio, consistente nell'incanto -formale, in favore del migliore offerente, dell'apertura dell'armadio -delle Bibbie, del trasporto del Sacro viluppo da questo dove si estrae, -fino al pulpito dove si legge, nudarlo, sfasciarlo, indi avvilupparlo di -nuovo per rimetterlo in esso; esservi chiamato astante alla lettura, e -cose di tal fatta, saranno esse, dico, marche di rispetto, e di -venerazione in un locale che si reputa santificato dalla gloria -ineffabile dello stesso Eterno Creatore, che rendono testimonio delle -loro pratiche puerili, e delle più ridicole cerimonie? Dovrà egli -supporsi? . . . ma io non finirei sì tosto certamente, se tutti quì -riportare io dovessi le tante altre varie trasgressioni che si -commettono ad ognora dall'Israelita de' nostri tempi, contro questo -essenzialissimo Precetto, che non giugnerà mai questo popolo a mantenere -con esattezza, fino a tanto ch'esso non dispongasi, con animo integro, a -riformare, unito a questo, i tanti altri abusi de' quali la sua -Religione è da tempo immemorabile aggravata. - -(39) I disordini che si veggono introdurre contro la decenza, ed i -costumi per tutto dove questo abuso è tollerato, mi ha indotto ad -inserire quì anche questo Precetto, già ordinato da Mosè (_Deut. cap. 22 -v. 5._), il quale vietando agli uomini ogni azione effeminata, siccome -proibendo alle femmine di usare ciò che serve all'abbigliamento de' -maschi, esso non ebbe altro scopo certamente, l'urbanità, e la politezza -de' costumi del suo Popolo, sì soggetto a corrompersi con tali bizzarre -trasformazioni. Io credo per altro, che lo stesso disegno abbia dato -origine all'altro divieto imposto agli ebrei dallo stesso Legislatore -(_Levit. cap. 19 v. 27._) di radersi la barba col rasojo dalle tempie -discendendo lungo le gote; ma questa prescrizione può essere oggi ancora -mantenuta intatta da' soli ebrei dell'oriente, poich'essa si uniforma -col costume universale di que' popoli; però sarebbe cosa ridicola -oltremodo praticarlo in Europa dove le Nazioni che vi abitano -generalmente usano di raderla. - -(40) Di queste _Neomenie_, cioè, feste del novilunio che si celebravano -il primo giorno di ciascun mese. La Scrittura ne parla espressamente in -varj luoghi (_Ps. 80 v. 4 Num. 28 v. 11._) ma questo non era mai -considerato giorno di festa, benchè vi si offrissero altri sacrifizj, -eccetto il quotidiano, e si suonassero trombe di argento, ciò non -ostante non prefiggevasi dovere di astenersi da opera servile, come non -se ne astengono gli ebrei nè pure ai nostri tempi: questo ad altro non -serve, che a contraddistinguere il giorno, e l'epoca indicante le grandi -solennità; del resto non vi ha che le donne maritate presso gli ebrei, -che ne abbiano conservata qualche debole memoria, cessando com'esse -fanno in detto giorno qualunque travaglio anche di famiglia, -eccettuatane la cucina. Per altro, non mi sembra inopportuno di -ragionare quì qualche cosa meramente di passaggio sulla natura de' mesi -ebraici, e su' motivi delle fissate intercalazioni. - -I mesi degli antichi ebrei dunque erano lunarj, ma ad oggetto di rendere -il loro anno così lungo come il nostro, ed accordarlo coll'apparente -corso del Sole, essi intercalavano di tempo in tempo un mese; quindi è -che ve ne era qualche volta 12, e qualche volta 13 nel periodo di un -anno completo; d'altronde siccome celebravasi ogni primo giorno di mese, -nel modo che testè lo abbiamo espresso, questo cominciamento dipendeva -dalle apparizioni della Luna; si avea la precauzione di spedire delle -persone sulla vetta delle montagne affine di scuoprire i primi momenti -in cui la Luna compariva sull'Orizzonte, ed era tosto comunicato al -Consiglio, il quale dietro il loro rapporto esatto, proclamava che in -tale giorno era la Luna nuova, festa dell'Eterno, ed il principio del -mese (ved. _Cuz. p. 3 et not. Buxt. 207 ad 213 Sim. Dict. de la Bib. T. -1 pag. 384._) Ma i Rabbini essendo accostumati di rapportare tutto a -Mosè, dicono che Dio gli mostrasse in visione una figura della nuova -Lune, comandandogli di riguardarla attentamente, e di regolarsi intorno -a ciò per fissare il primo giorno di ciascun mese, ciò ch'egli eseguì -sempre con tutta diligenza. - -Tale è dunque la prima, e la più positiva maniera che fu anticamente -praticata nel fissare il calendario, o il principio del mese. Inoltre i -Rabbini avendo rimarcato diversi inconvenienti in questo metodo, atteso -che la Luna non comparisce sempre sullo orizzonte; e può non essere -veduta per cagione delle nubi, o delle nebbie, specialmente nel suo -primo quarto in cui essa non ha che una luce debole e tremolante, -procurarono di rimediarvi colle intercalazioni, od aumento di un mese, -facendo così l'anno ogni triennio di 13 lune, e questo è quello che gli -ebrei chiamano מעובר (menghubar) che significa _Pieno_. - -(41) Molti critici, e _Warburthon_, e _Voltaire_ fra questi, ritrovano -difficile di rendere ragione, perchè le leggi portate dall'Exodo, dal -Levitico, dal Deuteronomio non facciano alcuna menzione di questo dogma -terribile, che solo può mettere un freno ai rimorsi interni, ed alle -colpe secrete; quindi essi pretendono illativamente inferire che -l'Immortalità dell'anima fosse del tutto sconosciuta agli antichi ebrei. - -Che nella Scrittura non trovisi alcun passaggio che dimostri -espressamente esistere nell'uomo un essere incorporeo e non suscettibile -di morte, come tanti altri ve n'ha che provano chiaro ad ogni tratto -l'esistenza di un Dio Creatore, io ne convengo, ma condiscendere, al -contrario, io non posso, che non vi sieno in essa delle espressioni che -lo facciano distintamente sotto intendere (ved. _Comment. Abrab. negli -ult. cap. del Levit._ _Gen. 17_ _Exod. 12_ _Levit. 18_ _Menas. Ben Isr. -suo Nishmat Haym cap. 3 e 5._). In fatti cosa vorrebbero mai significare -quelle frasi per tante volte reiterate in varj luoghi del Pentateuco di -חיו תחיה (hajò tihjeh) _vivere vivrai_; מות תמות (moth tamuth) _morire -morrai_ ונכרתה הנפש (venihretah anefesh) _e sarà squarciata, o distrutta -l'anima_, se rapportare non si facessero alla Immortalità, od alla -ricompensa, ed alle pene eterne dell'anima umana? Poichè diversamente -opinando, io ricercherei di buon grado a' suddetti critici, come -spiegherebbero essi mai quel vivere due volte, e due volte morire? E a -quale oggetto minacciare l'anima di sterminio, se sobire essa dovea il -medesimo destino del corpo, e soggiacere alla stessa dissoluzione di -questo? Da tutto ciò chiaro apparisce che sebbene Mosè non insegnasse -apertamente al suo Popolo il dogma dell'Immortalità dell'anima, esso con -tali espressioni rendevagli agevole il mezzo di farglielo in ogni senso -capire. - -D'altronde mi sembra il massimo degli assurdi il credere che gli ebrei -(come alcuni lo pensano senza fondamento) non conoscessero questo -principio, se non se dopo di essere divenuti la conquista de' Romani, -giacchè l'Istoria dimostraci, all'opposto, come evidente, che a' tempi -di Nerone tutta Roma ripeteva che la Dottrina dell'altro mondo -nuovamente introdotta, snervava il coraggio de' soldati, gli rendeva più -pusillanimi, e togliendo loro l'unico, il principale conforto degli -sventurati raddoppiava finalmente la morte colle minaccie di nuove -sofferenze dopo questa vita (ved. _M. Deslandes. Hyst. Crit. de la -Philos._). Siccome è del pari una menzogna incontestabile l'asserire che -gli ebrei apprendessero questo dogma da' primi Padri del cristianesimo -(come alcuni altri erroneamente lo sostengono) mentre non solo -l'ignoravano essi ancora, ma ne concepivano inoltre le idee le più -informi, e le più materiali. _S. Ireneo_ diceva che l'anima era un -soffio, _flatus est enim vita_ (_Teol. Pagana_). Tertulliano nel suo -Trattato dell'anima la pretende corporea (_De Anima cap. 7 pag. 268_). -S. Ambrogio insegna che non v'ha che la trinità esente da composizione -materiale (_Ambr. de Abramo_). S. Ilario vuole che tutto ciò che è -creato è corporeo (_Hil. in Math. pag. 633._). Nel secondo Concilio di -Nicea credeasi ancora fermamente gli angeli corporei, così vi si legge, -senza scandalo, queste parole di _Giovanni di Tessalonica_: _Pingendi -Angeli quia corporei_. _S. Giustino_, e _Origene_ credevano l'anima così -pure materiale;, essi consideravano la sua immortalità come un mero -favore unicamente dell'Essere Supremo. E Agostino stesso, benchè a noi -assai più recente degli altri menzionati, quali idee confuse non ci ha -esso pure tramandate sulla spiritualità delle sostanze immateriali? -(ved. _Aug. De Civit. Dei Lib. II. Cap. XXIII. T. VII. pag. 290_ _De -Gen. contr. Manich. Lib. I. Cap. XI._) con tali assurdi principj, si -oserà egli sostenere ancora che gli antichi ebrei imparassero il dogma -dell'Immortalità da' primi Padri della Chiesa Cristiana? - -(42) Questa prescrizione non ha per iscopo che un mero suggerimento di -pietà; come sarebbe quello appunto di non dovere cuocere l'agnello nel -latte della capra; di che sarà da noi frappoco espressamente ragionato. - -(43) I primi Padri della chiesa Giudaica erano sì persuasi, e convinti, -che non era permesso di aggiugnere la benchè minima cosa alla Legge -primitiva, e che i Profeti stessi non aveano il diritto, nè la facoltà -di farvi degli aumenti di sorte alcuna, ch'essi presero a grande -scrupolo l'ordine che Mordocheo, ed Ester hanno pubblicato di leggere -tutti gli anni l'involto che conteneva l'Istoria della prodigiosa -rivocazione che dessi avevano procurata della crudele sentenza di morte, -già pronunziata contro l'intero Popolo ebreo della Media, e della -Persia, che il reprobo Amano vice Re di quelle veste Province, tentava -di sradicare dalla terra. - -(44) Prescindendo da que' tanti raffinamenti co' quali pretendono i -Talmudisti sottilizzare la divisione di simili Precetti; noi non -facciamo quì espressa menzione, che de' tre soli nomi de' quali si è -servito lo stesso Legislatore Mosè per esprimerli, e significarli al suo -Popolo; questi nomi dunque sono: 1.º, מצות (mizvoth) _Precetti_ 2.º -חוקים (Hukim) _Statuti_; 3.º משפטים (mishpatim) _giudizj_. A' primi -dicono appartenere que' Precetti di cui la ragione è renduta espressa -nel resto della Legge; per esempio, i motivi pe' quali gli Ebrei debbono -solennizzare le feste, questi sono in chiari sensi menzionati nella -Scrittura: i secondi racchiudono in essi medesimi le loro ragioni nelle -parole stesse della Legge; Dio, si aggiugne volle rendere queste ragioni -occulte al Popolo Ebreo, e ciò pe' suoi arcani imperscrutabili disegni; -gli ultimi finalmente contraddistinguono _Precetti dell'intendimento_, i -quali, se anche non fossero menzionati delle sacre pagine, la ragione -medesima dell'uomo gli ordinerebbe. - -(45) Chi potrà mai sostenere di proposito che la credenza di un certo -dato numero d'individui ed anche di un antichità immemorabile, possa -avere efficacia bastante di trasformare l'inutile in necessario -l'illusione in evidenza? Il celebre _Bayle_ (_Pens. Sur les Comêt. T. I. -pag. 198._) osserva con ragione, che non si prescrive mai contro quello -che è certo per se stesso colla tradizione anche universale, ne col -consenso, benchè unanimi, e il più antico, di tutto il genere umano, ciò -che viene ad inferire lo stesso del pensiere che ci trasmise il filosofo -_Averoe_ avanti Bayle, cioè che uno stuolo di Teologi non sarebbe stato -mai sufficiente per cambiare la natura dell'errore, e per farne una -verità. Vi fu già un tempo in cui tutti gli uomini hanno fermamente -creduto che il Sole girasse intorno il globo terraqueo, mentre che -questo supponevano restasse immobile nel centro di tutto il sistema del -mondo; non è appena che due secoli che quest'errore è distrutto, vi e -stato così pure un tempo in cui alcuno non volea credere l'esistenza -degli antipodi, e quindi perseguitavasi quelli che aveano la temerità di -sostenerli; oggi verun uomo instruito non osa più dubitarne: rimarcasi -che tutti i Popoli del mondo, ad eccezione di un ristretto numero -d'individui meno creduli degli altri, credono tutta via, con intima -persuasione, nelle streghe, negli esorcizzatori, negli incantesimi, -nelle apparizioni, negli spiriti ec. ed alcun uomo sensato non -immaginasi attualmente di dovere accreditare queste puerili stravaganze. -Tale è l'indole deplorabile del volgo, il quale non potendosi elevare -colla forza del raziocinio fino all'investigazione delle cose, per -quindi pervenire a discernere il grado di possibilità dell'esistenza di -esse dee arrendersi ciecamente nell'asserzione altrui; ma i filosofi -illuminati non credono se non se ciò che è evidente, consentaneo alla -ragione, salutare, e necessario di ammettere. - - - - - CAPITOLO VI. - - Ragioni efficaci che rendono indispensabile la riduzione del Codice di - Mosè a 60 soli Precetti, cioè 24 affermativi e 36 negativi. - - -Qualunque siasi regolamento, legge, o statuto che non abbia per base la -solida imperturbabile felicità di quelli che ne formano l'oggetto, o che -non tenda al miglior essere di quelli pe' quali sono gli uni, o l'altra -destinati, o come perniciosi debbono essere del tutto abrogati, senza -ritardo, o come inutili rigettati, e proscritti dal consorzio degli -uomini. Ma, per altro, due ostacoli funesti che a pochi è riuscito fino -ad ora sormontare con felice successo, opposero in ogni tempo un -ostinato contrasto ad un riparo sì ovvio, e sì urgente per tutte la -specie umana; il primo di questi dunque si è la soverchia cieca -venerazione che si ha generalmente per le decisioni tradizionali di -quelli che ci hanno preceduti; lo che presso quasi tutte le sette -odierne si approssima all'eccesso (46); l'altro, il quale realmente non -è che l'immediata conseguenza del primo, io ritrovo consistere nello -scrupolo deciso che tenti uomini si fanno d'inalzarsi fino al -raziocinio, col soccorso del quale tentare di acquisire maggiori lumi -rapporto alla credenza che professano, conoscerne le basi, discuterne le -massime, investigarne i principj, onde in tale maniera pervenire a -discernere il reale, e il necessario che ci giova, dall'apparente -illusorio che ci nuoce, senza scampo, e ci confonde (47). - -Ma ostacoli di tale natura, mi lusingo, che non saranno essi già così -pure ineluttabili per noi, che riconosciamo non averci Dio accordato -inutilmente un intelletto e una Ragione (48), come lo furono pur troppo -per gli ingannati nostri progenitori che reputavano un delitto -irremissibile il fare uso di mente, e di buon senso, in proposito di -culto specialmente. Egli è appunto per ciò che di raro si conoscono -presso questi i fondati motivi delle pratiche innumerabili adottate con -tanta sommessa venerazione da' medesimi. Quando noi, al contrario, ci -disponghiamo a rendere convincenti, ed efficaci ragioni, ad ogni evento, -non meno in giustificazione dei motivi che ci indussero ad ommetterne -quelle che riguardammo come soverchie, o inopportune, che per avvalorare -la osservanza esatta di quei Precetti che abbiamo riconosciuti necessarj -a costituire radicalmente il sensato Culto inoppugnabile dell'Ebreismo. - -Avendo noi altrove riportate le ragioni sufficienti per giustificare in -faccia al Popolo ebreo l'abrogazione fatte di tutti que' Precetti, che -comprendemmo in entrambe le categorìe di prima, e seconda classe, nulla -per tanto, io dirò di ciò che a quelli si rapporta, limitandomi soltanto -alle ponderate osservazioni che pare assolutamente necessario dover fare -intorno i fondati motivi che c'indussero ad abolire una gran parte di -que' Precetti spettanti alla terza classe che abbiamo noi quì d'intero -proposito addottata. - -Cominciando da' Precetti che si rapportano alla Pasqua delle Azzime -comandati dalla Scrittura in numero di otto, siccome questi non sono -propriamente che la replica l'uno dell'altro, volendo in massima -inferire presso che l'ordine medesimo, cioè allontanare ogni specie di -pane fermentato per sette giorni, cibarsi per detto spazio di tempo di -pane senza lievito, ossia di pane azzimo, e solennizzare la Pasqua, il -giorno primo, e il settimo di questi, facendo in essi cessare ogni opera -servile, come rilevasi dalla Scrittura (A), noi gli abbiamo tutti -ristretti ad uno solo che tutti gli comprende seguendo la mente del -Legislatore, e che costituisce la materia del secondo, in seguito dello -stabilito nostro nuovo Elenco. - -Otto parimente sono i Precetti co' quali Mosè comanda, in altrettante -guise differenti, al popolo ebreo l'adorazione del Creatore; ma siccome -adorarlo, conoscerlo, santificarlo, amarlo; esserne convinti -dell'esistenza, mi sembra che coincidono perfettamente insieme, e che -non formino d'accordo che un solo articolo essenziale, qual è quello di -ammettere, e adorare un Essere Supremo, egli è dunque solo a questo che -noi riducemmo tutti gli altri, stabilendolo il terzo de' Precetti -formanti lo nostre nuove sacre Instituzioni. - -La ragione medesima può applicarsi viceversamente al divieto -dell'adorazione delle Immagini, e del commercio de' simulacri, che noi -ristrigniamo ad un solo Precetto i quattro che le Sacre pagine -prescrivono per imporlo agli ebrei. - -Venendo poi alle soppressioni quì fatte relativamente a' cinque Precetti -co' quali resta per altrettante volte comandata in differenti luoghi del -Pentateuco l'osservanza del Sabato, limitati da noi ad un solo Precetto, -siccome desso, in origine, spiegasi riposo, e come tale considerato -anche da quelli che ora ne rigettano l'osservanza, io stimai cosa -opportuna livellarla a quella di tutte le altre solennità delle quali -ragioneremo frappoco, prescrivendo i medesimi riguardi, e gli stessi -doveri che s'impongono a quelle, stimando il resto come oscuro, -indissolubile, ed inutile affatto per conseguenza al propostoci salutare -disegno (49). - -Per ciò che riguarda l'astinenza di certi cibi, e la proibizione di varj -differenti animali, che la Scrittura sottopone a undici Precetti, noi -gli racchiudiamo tutti a due soltanto, avendo altrove giù estesamente -riportate le cagioni fisiche, ed i più probabili motivi di simili -comandati divieti (A). - -L'infamante delitto d'incesto, racchiudendo per se stesso qualunque -siasi accoppiamento di fornicazione commessa da amendue i sessi in grado -della più prossima parentela, come sarebbe i genitori colla loro prole, -o questa con quelli; sorelle co' fratelli, o gli uni colle altre, sieno -di padre, ed uterini, suocere, nuore, matrigne ec. che la Scrittura in -varj luoghi ne annovera fino dodici, noi gli riportiamo sotto il solo -precetto d incesto, che tutti complessivamente gli abbraccia, senza fare -però la minima abrogazione, o detrimento di alcuno degli altri, benchè -da noi non menzionati partitamente; la trasgressione dei quali troppo -riuscirebbe lesiva alle leggi, ed oltraggiante alla Natura. - -La riduzione da noi fatta de' Precetti che risguardano i doveri -assoluti, e indispensabili dell'uomo cogli esseri della sua specie a -quello di amare il proprio simile come se stesso, mi sembra potere da se -solo contenere onninamente gli otto comandati nel Pentateuco per -conchiudere, in concreto, l'ingiunzione medesima da noi testè -riepilogata; essendo troppo evidente che amando il nostro simile non si -può certamente odiarlo, nè maledirlo, nè defraudarlo nel commercio, nè -nelle parole, nè nelle misure, nè usare seco lui delle violenze e molto -meno ricusarli il nostro ajuto ne' suoi urgenti bisogni. - -Ciò che abbiamo rimarcato essenzialmente nelle indagini fatte su' -precetti antecedenti, è da notarsi appunto in quelli de' quali ora ci -occupiamo, e che hanno per iscopo le _Neomenie_, o il novilunio del -settimo mese (50); il giorno decimo di esso chiamato il digiuno di -espiazione, ed il 15 dello stesso mese fino il 21 compreso, cioè la -festa de' tabernacoli, o delle capanne per sette giorni. - -Io prescindo dall'addurre quì i motivi dell'osservanza di queste tre -feste accennate, mentre quelli furono da noi già diffusamente riportati -laddove più si rendevano adattabili (A); solo dirò che nella -instituzione della prima, cioè del cominciamento dell'anno trovasi -quattro precetti, tre de' quali non essendo che la replica l'uno -dell'altro, noi abbiamo stimato conveniente limitarli ad uno solo, che è -l'osservanza della festa di un solo giorno, e cessazione di lavoro; tale -essendo lo spirito genuino de' medesimi; il quarto precetto poi di -questi è stato da noi totalmente soppresso, mentre non conoscendosene il -vero scopo (se non è quello almeno da noi già riportato altrove (B)) non -resta in verun modo esattamente osservato dagli ebrei moderni (51). - -La seconda di queste feste comandata per varie volte da Mosè come un -giorno consecrato all'Essere Supremo di solennità, di penitenza, e di -digiuno, e di cui esso non ispiega fino, a qual limite dee una tale -astinenza dilatarsi, noi abbiamo in questo fissate le prescrizioni -medesime del Sabato, restrignendone l'osservanza, come in quello ad un -solo Precetto, cioè, il riposo, e di più l'astinenza totale di qualunque -nutrimento dal tramontare del Sole del nono giorno del mese di Tisrì -fino all'imbrunire del giorno decimo susseguente. - -La terza nomata festa de' Tabernacoli, o delle capanne, non meno delle -altre in guise differenti ripetuta per imporne l'osservanza -agl'Israeliti, può, siccome tutte le altre, ridursi del pari ad una -semplice prescrizione, cioè a quella di solennizzare il giorno 15 e il -21 del settimo mese, e per sette giorni mangiare sotto l'ombra delle -capanne, per le ragioni a suo luogo opportunamente riportate (_Annot._ -34) lasciando però ad arbitrio il prendere la palma, un elegante frutto -di albero (che i Rabbini lo pretendono un cedro, ma che le Scrittura -lascia indefinito) il mirto, il salcio ordinato da Mosè in puro segno di -gaudio, e di trionfo, e ciò nel solo primo giorno di tale -solennità (52). - -La solennità delle _primizie_, ovvero delle settimane è l'ultima di cui -le Scrittura faccia esplicita menzione, fissata ad un solo giorno, cioè, -il cinquantesimo, contende del secondo giorno della Pasqua delle Azzime, -ovvero nel giorno dopo il plenilunio del mese di Nissan; ma non venendo -nella medesima prescritta veruna di quelle cerimonie che imposte furono -per le altre, noi la stabiliamo così pure un solo giorno di festa, colla -cessazione di qualunque opera servile, a guisa che abbiamo nelle altre -fino e questo momento praticato. - -Or tutte le moltiplici restrizioni dunque riguardato da noi come -necessario di dovere fare alle testè riportate osservanze, non avendo -per oggetto che semplificare l'essenzialità inalterabile di ciò che in -massima è prescritto a ciascuna delle medesime, esse non tendono -soltanto che ed ovviare come inutile, ed a sopprimere come soverchie le -frequenti ripetizioni nulle quali si diffonde la Scrittura comandando un -precetto medesimo, nel modo appunto che noi già con evidenza dimostrammo -altrove (53). - -In quanto poi a' Precetti restanti che abbiamo stabilito appartenere -alla terza classe adottata da noi, e de' quali non vedesi quì fatta fino -ad ora speciale menzione, di sorte alcuna, nè in compendio, nè in -diffuso, noi passiamo a ragionarne di proposito deliberato nel Capitolo -seguente, il quale ci farà conoscere in chiari sensi lo spirito che ha -dettati simili Precetti, e il disegno del Legislatore che gli ha -prescritti: da tali indagini risultare quindi vedremo le ragioni le più -inconcusse, ed i più idonei motivi che c'indussero ad ommetterli nel -nostro nuovo Piano, e ci fecero riguardare come fondata, ed opportuna -l'abrogazione de' medesimi. - -(46) Tutti i popoli della terra hanno le loro particolari tradizioni che -tutti credono costanti, uniformi alla più esatta verità, ed al superiore -grado portentose; esse sono appoggiate, come le nostre, sull'antichità, -e sulla superstizione religiosa, come l'osserva un dotto scrittore de' -nostri tempi (_Philosoph. du B. Sens T. 1 Refl. 1 p. 102._) - -Gli ebrei Talmudisti non fanno alcuna difficoltà di rendere le loro -tradizioni a livello della Legge di Mosè; essi appoggiano questa -opinione sopra quella che sostengono i Rabbini, cioè che la תורה שבכתב -(Torah Scebihtau) _legge scritta_ non sarebbe che un corpo senz'anima, -ed una lampada senza luce, se fosse quelle separata dalla תורה שבעל פה -(_Torah_ Scebenghal Peh) _legge tradizionale_. Quindi è che dessi si -fanno un pressante dovere di credere, sotto pena di Scomunica contro chi -opinasse altrimenti, che Dio ha dettato a Mosè non solo tutto ciò che è -racchiuso nel Pentateuco, fino alle minime sillabe che vi si contengono; -ma ch'egli ha parimente comunicato allo stesso Mosè sul monte Sinaj -(durante la sua dimora colà di quaranta giorni) l'intera spiegazione -mentale di questa legge medesima, che pretendono essersi conservata -intatta fra di essi, anche dopo la morte di questo Legislatore, fino che -un giorno si riconobbe la necessità di metterla per iscritto affine di -conservarne le traccie fino alla più tarda posterità. Ma di ciò mi -riserbo a ragionare più diffusamente, allorchè in breve mi emergerà di -parlare delle Parafrasi Rabiniche, e dell'origine della Misnah, e del -Talmud ossia della Ghemarah (ved. il Cap. IX. di questo Vol. con tutte -le annot. che vi si contengono). - -(47) Tale è la condizione miserabile dell'uomo, che siccome generalmente -parlando le idee sulla Religione sono per esso, quali debbono essere, in -ogni senso, di una specie oltremodo rispettabile, giacchè desso teme -sempre di essere tradito dalla frode, o sorpreso dall'errore, così ei si -fa un pressante dovere di credere macchinalmente senza riflessione, -senza esame, e senza mettere in dubbio un solo istante che desso può in -questa parte ingannarsi, non meno per rapporto alle Leggi scritte, che -alle tradizioni ricevute, ed allontana inconsideratamente per tale -debole riflesso ciò che ha l'apparenza di attaccare le opinioni -religiose addottate alla mamella, siccome tutto quello che avrebbe per -se stesso un efficacia possente ad illuminarlo, ed a toglierlo -dall'inganno in cui vivea, per folle arbitrio, ciecamente sepolto. Tutto -questo mostruoso complesso di contraddittorie opinioni risede fatalmente -in un angolo remoto del cervello dell'uomo, come in un santuario -inaccessibile, in cui non oserebbe in verun tempo avvicinarsi. - -(48) La facoltà esimia che l'essere supremo ci ha somministrata, e da -noi distinta col carattere di _lume naturale_ o di _Ragione_ non -saprebbe mai in veruna guisa ingannarci nelle cose ch'essa osserva, e -che discerne, poichè tuttociò che è a sua portata dee credersi chiaro, -evidente, e irrefragabile; altrimenti, (come lo pensa un filosofo -insigne) avremmo adeguato motivo di opinare che Dio ingannati ci avesse, -accordandoci quella facoltà in modo che noi prendessimo il falso per il -vero, anche facendone buon uso: e non sarebb'egli questo il massimo, ed -il più esecrabile degli assurdi? _Descart. Princip. de la Philosop. 1. -Part. pag. 22._ - -(A) _Exo. Cap. XII. v. 14._ - -(49) Chi potrebbe mai somministrarci una giusta, e sensata spiegazione -di quel testo comandato agli Ebrei da Mosè (_Exodo cap. 35. v. 3._) לא -תבערו אש בכל מושבותכם ביום השבת (lo tebangharu esc vehol moscebotehem -vejom asciabath) _non accenderete fuoco in alcuna delle vostre -abitazioni il giorno di Sabato_? vorrà egli significare questo precetto -non usarne di sorte alcuna giammai, e ad imitazione de' _saducei_, o de' -_caraiti_ restare all'oscuro la notte entrando il Sabato, ed accendere -il fuoco solo nella contrada, com'essi fanno, in prospetto delle loro -Case? Sarà egli stata forse la mente del Legislatore, comandando un -simile Precetto, che non possano gli ebrei muovere il fuoco tutto quel -giorno, e la sera antecedente, ma che d'altronde sia eglino permesso di -servirsi di qualche incirconciso, per tale ufficio, nel modo appunto che -or lo praticano gli ortodossi Talmudisti? Dissimulare io non posso -certamente che a fronte di tutta l'inerenza rispettosa che io sento per -l'essenzialità delle Instituzioni mosaiche, siccome l'assunto da me -intrapreso in chiari sensi lo dimostra, io non saprei ritrovare -sufficienti ragioni di sorte alcuna, onde adattare questo precetto, che -alla lettera riuscirebbe assolutamente ineseguibile, e che preso secondo -la tradizione più non sarebbe allora quello stesso che Mosè intese di -ordinare; ma la sola parafrasi rabbinica sarebbe quella unicamente che -ne terrebbe le veci. A quale partito dunque appigliare ci dovremo in -simile caso affine di colpire il senso inalterato di sì fatta -prescrizione senza cadere nelle pratiche ridicole de' primi, nè essere -trascinati dal torrente delle superstizioni deplorabili de' secondi? -L'annot. 86 di questo volume somministrerà ad esuberanza le ragioni -adeguate che potrebbero fare credere l'Israelita dei nostri tempi, se -non dispensato interamente dalla osservanza di questa prescrizione, -almeno in gran parte alleggerito da quelle rigorose cerimonie che dalla -tradizione gli furono imposte in simile giorno. - -(A) Ved. le _Annot._ 28, e 29 di questo Vol. - -(50) Gl'Israeliti erano soliti a distinguere due speci di anni, cioè, -l'anno Santo, e l'anno Civile; il Santo cominciava il mese di _Nissan_ -(Marzo) nella metà del quale è comandata la Pasqua delle Azzime; -(notando che questo stesso mese fu parimente denominato dalla Scrittura -_Abib_, cioè il mese delle _spigature_ delle nuove biade, o come dice il -Sacro testo, delle nuove spighe, verdeggianti, che cominciavano a -biondeggiare); ed il Civile avea il suo principio dal settimo mese -chiamato _Tisrì_ (Settembre). Il _Levitico_ dice (_cap. 25 v. 4._) che -si comincieranno a contare gli anni del Giubileo, non già dal mese di -Nissan, ma da quello delle seminagioni, che era propriamente il settimo -di cui parliamo; e nell'_Exodo_ poi si legge (_cap. 23 v. 16._) che si -celebrerà la festa dei tabernacoli allorchè sul terminare dell'anno si -ripongono tutti i frutti delle campagne, ciocchè regolarmente accadere -non potea che nel mese di Settembre. Tale è dunque la distinzione -dell'anno presso gli antichi ebrei. - -(A) Ved. le Annot. anteced. 32 33 34. - -(B) Ved. l'Annot. anteced. 50. - -(51) Questo Precetto consiste nel suono della _Tuba_ praticato dagli -ebrei in quel giorno il quale essendo chiamato dalla Scritture (_Num. -cap. 29 v. 1 2._) יום תרוע (_Yom_ Terungha) _giorno strepitoso_; essi, -prendendo al materiale il senso metaforico di questa frase, non sanno in -altra guisa rappresentare sensibilmente un tale strepito, che stordire -il popolo con cento numerate irregolari voci di corno senza modulazione, -e senza ordine, che a varie riprese, durante le loro interminabili -orazioni di quelle due mattine, tramanda entro la Sinagoga un individuo -postato sopra il Pulpito, ed espressamente destinato per tale ufficio. - -Ma chi potrebbe mai significarci, con qualche precisione, quale sorta -d'istrumento fosse quello che udivasi prodigiosamente suonare con -veemenza allora quando, per la prima volta Dio manifestossi al Popolo -ebreo sulla montagna di Sinaj, e che l'_Exodo_ (_cap. 19 v. 16 19._) -distingue col nome di שופר _Scioffar_? così appunto chiamano gli ebrei -l'indicato instrumento di cui si servono in que' due giorni (purchè -l'uno di questi non cada in Sabato nel quale giorno l'uso n'è vietato da -Rabbini _Ghem. trat. Sciab. e Ros. Asciana_) e che altro non è che un -corno di montone ridotto al più nitido pulimento, preferendolo a quello -di ogni altro animale munito di questo arnese, in allusione al montone -che improvvisamente si offrì al Patriarca Abramo, per essere fatta la -vittima del Signore, in vece dal di lui figlio Isaak, che ne era -destinato (_Gen. cap. 22 v. 13._) - -(52) Siccome questa festa oltre essere chiamata _delle Capanne_ in varj -luoghi della Scrittura, è anche contradistinta da questa _Ricolta de' -prodotti Campestri_; così l'ordine quì prescritto di prendere fra le -mani il primo giorno di essa quest'indicato fascicolo di erbe differenti -può racchiudere in se stesso un duplice significato; l'uno l'espansione -di giubilo per vedere portate ad ottimo successo le attese produzioni -delle terre; e l'altro il sintomo di trionfo (che tale denota la palma) -per la liberazione che il Popolo ebreo avea conseguita dalla tenace -cattività dell'Egitto, e per la lunga dimora straordinaria fatta da esso -ne' Deserti; ma in entrambi questi sensi lo spirito genuino del testo -essendo al solito, non solo enormemente alterato dalle appendici -tradizionali; ma all'eccesso ridicola rendutane la pratica, nella guisa -medesima che di moltissime altre prescrizioni avvenne, siccome io mi -affretto a dimostrarlo in seguito, noi abbiamo creduto di poterlo, senza -scrupolo sopprimere come precetto obbligatorio, ed all'opposto solo -renderne arbitraria l'osservanza; e questa, al più ridotta al solo primo -giorno della solennità delle Capanne, come restaci ordinato dall'oracolo -medesimo della Scrittura. - -(53) Quali fondate cagioni assegnare con giustizia potremo alle tante -ripetizioni delle cose per loro stesse identiche, e uniformi, che sono -sì di frequente reperibili in ogni parte della Scrittura, e tutte per lo -più tendenti allo stesso disegno, e tutte raccomandate con eguale -calore? Altra sembrami non potersi addurre certamente in questo caso -fuorchè la più ammissibile, quale da molti fu ritrovata essere quella -che Mosè conoscendo per isperienza l'indole zotica, e turbolente di quel -popolo che dirigeva, suscettibile, senza freno, della più stupida -incostanza, arrendevole a tutte le prime impressioni che gli si -offrivano, all'eccesso barbaro, e ignorante, egli è perciò che quel -Legislatore vedessi costretto a dovere per reiterate volte replicare li -precetti medesimi già proclamati, onde farglieli più esattamente capire, -e renderlo meglio edotto di que' doveri che l'eterna volontà dell'Essere -Supremo gl'imponeva per suo mezzo. Ma a fronte ancora degli amorevoli -suggerimenti, delle continue ripetizioni, e delle cure incessanti di -questo zelante Conduttore d'Israel, le Legge Venerabile del Sommo Dio -de' Patriarchi non era mai frattanto che molto debolmente osservata, se -non trasgredita del tutto, e calpestata, or colle mormorazioni le più -oltraggianti, ed ora coll'idolatrìa la più vituperosa, e la più -esecrabile. - - - - - CAPITOLO VII. - - Quali disegni possono aver fatto determinare Mosè a comandare al -Popolo Ebreo certi Precetti, che riconosciuti oggi ineseguibili secondo - lo spirito della prescrizione, ci veggiamo costretti parimente di - abrogare. - - -Tutti i più dotti, ed i più rinomati Giureconsulti del mondo, e fra -questi Grozio, e Puffendorff, non cessano di ripeterci d'accordo ad ogni -tratto, che non solo fuori della Legge naturale altra certamente non -v'ha che possa caratterizzarsi per se stessa perpetua, irrevocabile, ma -che tutte le altre Leggi positive tanto umane quanto Divine, sono tali -che si può, e si dee qualche volta sopprimerle, ciò che secondo i detti -Autori si farebbe espressamente, o tacitamente nelle due seguenti -circostanze: Prima allorchè si trascura, durante un lungo intervallo di -tempo, di osservare una Legge; o che desse tollera che gli oggetti che -vi si rapportano si regolino di una tutt'altra differente maniera di -quella che è in origine prescritta. Seconda; quando lo stato delle cose -si altera, o cambiasi di tale maniera che la legge diventa inutile, o -che questa non saprebbe più avere luogo di legge, la medesima cade -allora da per se stessa, benchè il Legislatore non l'abbia espressamente -abrogata; e quando ancora egli l'avesse stabilita per dovere sempre -durare. - -Or le nove decime parti de' 613 precetti che Mosè prescrisse agli ebrei -nel Pentateuco, e che molte imponenti, ed efficaci ragioni determinare -ci fecero a sopprimere, non si trovano elleno espresse in ogni parte -nelle accennate circostanze, non le abbracciano entrambe in ogni senso? -Ecco ad evidenza, oltre le tante altre, a tempo debito prodotte, due -possenti cagioni di più per abolirle. - -Premessa dunque l'opinione incontrovertibile de' preallegati -Giureconsulti, non abbiamo che farci a ponderare con diligenza la -significazione meramente letterale de' precetti abrogati da noi nelle -tre fissate classi, applicandoli allo spirito del testo da cui partono, -per restare intimamente convinti della massima inutilità de' medesimi; -sia che appartenghino all'una, sia che riguardino l'altra delle -circostanze testè riportate. - -Oltre a ciò sembrami opportuno quì di rimarcare che Mosè non occupandosi -ad ogni evento che del suo solo Popolo, non lasciò mezzo intentato per -renderlo esemplare sopra la terra, isolandolo da tutti gli altri, allora -conosciuti, e ne' costumi, e ne' doveri, e nelle pratiche religiose, nel -modo appunto che singolarizzare lo volle anche in molte instituzioni del -tutto indifferenti alla essenzialità del culto che imponevagli, sebbene -da esso lui comandate con le stesse prescrizioni dei precetti primarj, -ed i più importanti, e senza che alcuno potesse mai rinvenirne -l'intrinseca utilità, nè i probabili motivi. Di tale sorte sarebbe, per -esempio, l'ordine che in senso di Precetto impone Mosè agli ebrei di -portare dei fili, o de' cordoni appesi ai quattro angoli inferiori de' -due lembi negli abiti degli uomini, ciò che la Scrittura denomina ציצית -_zizith_: Or qual disegno potrebbe mai racchiudere in se stessa una sì -fatta prescrizione, se quello non fosse almeno di contraddistinguere, -con tale marca visibile, l'individuo Israelita da chi tale non lo -era (54)? Quale analogo rapporto potrebbe mai avere coll'esercizio -fondamentale del culto il divieto comandato da Mosè di non seminare due -articoli dissimili entro il medesimo recinto di un campo (A); o pure di -non mettere sotto il giogo e trascinare l'aratro due animali di specie -differente, come l'asino, e il bue (A); di non cignersi di abiti tessuti -di lino, e lana uniti (B); non isvellersi, o radere i peli de' lati -della barba con ferro tagliente, che oggi spiegasi rasojo (C)? Cosa -implicano mai tali, ed altre simili ordinanze, quale rapporto possono -elleno avere, di sorte alcuna, colla semplice Religione, o -coll'esercizio integro del Culto, che ogni Israelita era in dovere di -conoscere, e praticare, se quelle non tendevano propriamente all'oggetto -medesimo del primo, se non erano basate sugli stessi identici motivi -delle prescrizioni del _Zizith_, e de' _Teffilin_? Niente di ciò più -naturale, nè maggiormente comprovato dall'esperienza che il Codice -Mosaico ci fornisce in tante altre prescrizioni quasi uniformi, e da noi -fondatamente abrogate come pratiche destituite di base, e di ragione a' -tempi recenti, nei quali offronsi all'ebreo infiniti altri mezzi più -decorosi, e più efficaci per distinguersi fra gli esseri sociabili di -quello che lo fossero le adotte marche ridicole, e impotenti, destinate -unicamente a rendere l'ebreo un essere straordinario sulla terra, e ad -allontanarlo da quelle barbare idolatre nazioni esecrate per tante volte -da Dio (A), e che più non esistono attualmente in alcuna di quelle parti -dove questo popolo è soggetto; e tanti altri divieti, de' quali fa -reiterato cenno la Scrittura, e che di soverchio prolisso io diverrei, -se diffondere io quì mi volessi a redigerne il dettaglio, hanno essi -forse una più solida base, motivi più giusti, più convincenti? Come -supporre che una lussazione accidentale cagionata nell'anca di Jacob il -Patriarca, in conseguenza della prodigiosa lotta, che la Genesi ci narra -avere questi sostenuta con un angelo competitore, che gli apparve in -umana sembianza (55), come, dico, un sì fatto strano avvenimento può -avere dato l'origine al divieto espresso nella Scrittura medesima di -cibarsi del nervo dell'anca di qualunque siasi animale; anche -permesso (A)? Cosa, per se stesso mai significare vorrà quel Precetto di -non oltrepassare un certo tratto di cammino fuori del recinto della -città il giorno di Sabato con qualunque siasi arredo, sia fra le mani, -sia nelle tasche, senza escludere lo stesso fazzoletto, il di cui uso è -indispensabile, e che i Rabbini poi, per indulgenza, permisero di -portarlo avviluppato a guisa di fascia intorno i lombi (56)? - -Ma prescindiamo per ora dalla serie deplorabile delle infinite altre -pratiche superstiziose che fecero adottare all'ebreismo queste e molte -differenti prescrizioni delle quali sembra che desso sia stato sempre -condannato ad ignorare lo spirito e il senso genuino, o ad interpetrare -l'uno, e l'altro erroneamente. Noi dovremo riassumere fremendo, sì -malagevole proposito, allorchè imprenderemo a tempo più opportuno a -dimostrare quale enorme detrimento ha per mille parti risentito la -prisca consolante Religione d'Israel dalle mistiche tradizioni, -commenti, e parafrasi talmudiche. - -In tanto quì ci è duopo, per assoluta necessità, illativamente -conchiudere, che l'oscurità in cui ci lascia il Pentateuco di ciò che -più avrebbe questo dovuto porre, senza mistero, al chiarore -dell'evidenza, viemaggiormente concorre a confermarmi nella mia -preallegata opinione, che tre soli disegni potesse prefiggersi Mosè -proclamando que' divieti già riportati, e molti altri dell'ordine -medesimo, tacendone i motivi, e le cagioni (57). Primo, singolarizzare, -come si disse, il Popolo ebreo, e contraddistinguerlo da tutti gli -altri, in quella epoca esistenti sulla terra, ed a spese ancora della -propria ragione; Secondo, occuparlo incessantemente di ciò che recare -gli potesse una diuturna distrazione, onde allontanarlo, per quanto era -possibile, dalle pratiche odiose delle idolatre Nazioni, delle quali era -esso per ogni parte circondato, e che tanta proclivia ei dimostrava ad -imitare sì di frequente; Terzo, finalmente, cimentare la sua costanza, -oltremodo soggetta a vacillare, ed a smarrirsi. Disegni certamente sono -questi riconosciuti molto adeguati per l'Israelita del Secolo di Mosè, -ma del tutto assolutamente inopportuni per l'ebreo di nostra età, il -quale, purchè tratto non abbia i natali sotto uno di que' barbari cieli, -dove l'impronta di uomo non può essere mai disgiunta dal carattere di -schiavo; ma che la sorte, al contrario, sia per esso lui stata propizia, -accordandogli per patria un suolo in cui l'uomo che sente di possedere -una ragione, gli si reputa un infamia il non usarne, può, come si disse, -ritrovare oggi, a suo piacere, altri mezzi plausibili assai più, e molto -più solidi per distinguersi nel mondo; nè più ha esso duopo attualmente -di tali distrazioni labili, e tormentose, mentre i popoli fra i quali -esso vive a' tempi odierni non sono già i Cananei, gli Ibusei, o gli -Amaleciti de' secoli remoti, e de' quali l'Israelita era in dovere di -abominare la relazione, di rigettare i costumi, di esecrare la condotta; -ma Nazioni colte, tolleranti, e civilizzate, che nulla esso perderebbe -certamente ad imitare, e di cui l'esempio ben lungi dal corrompere, o -depravare i suoi costumi, vieppiù lo renderebbe urbano, illuminato, ed -utile alla società, quando ei sapesse almeno cogliere l'opportunità di -profittarne a suo individuale vantaggio, ed a quello de' suoi simili. - -(54) Da quando gli ebrei dovettero abbandonare le loro terre e divenire -subalterni di quelle di altri Popoli co' quali furono alternativamente -mischiati, riconobbero quanto sarebbe stato ridicolo per essi di dovere -comparire in pubblico adorni di que' fili su' quattro lembi delle loro -vestimenta; essi perciò autorizzati dai loro Rabbini si permisero di -cambiarne la pratica, sostituendone invece un pezzo di drappo quadrato -che ora portano soltanto sotto i loro abiti, in modo non osservato con -quattro cordoni pendenti che chiamano ארבע כנפות (arbangh canfoth) -_quattro lati, o ale_. Questi cordoni sono ciascuno di 8 fili di lana -(qualche volta di refe di lino, ed anche di seta) filata espressamente -per questo effetto, con 5 nodi ogn'uno, corrispondenti a' 5 libri di -Mosè, que' nodi ne occupano la metà della lunghezza, e ciò che non è -annodato essendo sfilato termina di fare una specie di nappa: _Funiculus -in fimbriis facies; per quatuor angulos pallii tui quo operieris_ (ved. -_Num. cap. 15 v. 38_ e _Deut. cap. 22 v. 12._) - -In questa prescrizione ordinata per due volte da Mosè fanno gli ebrei -consistere il più solido fondamento della credenza dell'Israelismo, -atteso che gl'indicati nodi ch'essi vi fanno essendo in numero di 26 che -tale è il calcolo che deducono dalle lettere delle quali si compone il -Nome ineffabile יה.ה (Jehovah) L'_Essere Supremo_. Ma nel tempo delle -preghiere che fanno entro la Sinagoga, gli ebrei s'involgono con un velo -di lana, o di seta quadrato colle indicate nappe negli angoli; questo -drappo essi lo chiamano _Taleth_, ovvero Manto che si mette sopra tutti -gli altri: ma quale ne sia l'origine inutile non mi sembra investigarla -avanti di passare oltre. - -Allorchè Mosè ritornò dal monte Sinaj nel campo degl'Israeliti, dopo di -avere avuta la gloria di conferire coll'Eterno, la Beatitudine Divina -restando espressa sul volto di questo Legislatore, offuscò talmente gli -occhi del popolo nel rimirarlo, che Mosè fu obbligato di coprirsi il -volto con un velo, siccome in chiari sensi lo abbiamo dalla Scrittura -(_Exodo cap. 34 v. 35._) ed ecco, secondo i Rabbini, la primitiva -origine del Taleth. - -Alcuni altri ancora pensano che quest'arnese fosse inventato per ovviar -le distrazioni durante le preghiere; quindi è che i Rabbini titolati, e -i più devoti fra gli ebrei, se ne cuoprono interamente quando altri lo -tengono soltanto ondeggiante sulle spalle. Avvi degli autori poi che -opinano che gli ebrei prendessero quest'uso da' Romani, i quali -pregavano i loro Dei colla testa velata; ed essi dicevano di avere -ricavato un tale costume da Enea, che lo avea portato da Troia, come -rilevasi da _Virgilio_, il quale gli fa dire _Æneid lib. 2._ - -_Caput ante aras Phrygio velamur amictu._ - -Per altro quelli che pretendono ripetere l'origine del Taleth da' Romani -rimarcano che gli ebrei hanno presi molti usi da' medesimi dopo che ne -furono sottomessi. Tutte queste prove sono tanto poco valevoli, o -convincenti, quanto sono quelle allegate dagli stessi Romani, e da' -Rabini ancora che il presentarsi davanti Dio colla testa coperta, come -facevano i primi, e nel modo che lo praticano gli ultimi attualmente, è -una marca di penitenza, di rispetto, di umiltà, di modestia, e di -timore. - -È parimente comandato agli ebrei (_Deut. cap. 6 v. 8. e cap. 11 v. 18._) -di dovere sempre avere nella mano, e sulla fronte ciò che la Scrittura -denomina _Totaffoth_, e che gli ebrei distinguono per _Teffilin_ תפילין -che i Greci chiamano _Phylacteros_; frattanto per non essere derisi dal -Popolo sopra un arnese che dee essere in tanta venerazione presso gli -ebrei, questi ai contentano di usarli durante il tempo delle preghiere -del mattino. Questi Teffilin che in Caldeo, ed in ebreo rabbinico è come -chi direbbe in latino _Precatoria_, perchè gli ebrei si servono di -quelli nelle loro sacre orazioni, sono fatti nella maniera seguente. -Sopra due pezzi di pergamena sono scritti con dell'inchiostro fatto -espressamente in lettere quadrate, e con molte esattezza gli appresso -quattro testi in ciascuno de' medesimi, come è indicato dalla Scrittura -1. _Audi Israel etc._ (_Deut. cap. VI. v. 4._) 2. _Si ergo obedieritis -mandatis mei etc._ (_Ibid. Cap. XI. v. 13._) 3. _Sanctifica mihi omne -primogenitum etc._ (_Exo. Cap. XIII. v. 1._) 4. _Cumque introduxerit te -Dominus etc._ (_Ibid. v. 11._). Queste due pergamene sono rotolate -insieme in forma di un viluppo acuminato che si racchiude nella pelle di -vitello nera, indi si colloca sopra un pezzo quadrato da cui pende una -coreggia della stessa pelle larga un dito, e circa un braccio e mezzo -lunga; questi Teffilin sogliono mettersi nella piegatura del braccio -sinistro, rivolgendo la coreggia (dopo di avere fatto un piccolo nodo a -foggia di _Yod_), intorno il braccio in linea spirale, che viene a -terminare nell'estremità del dito medio della mano: Questi vengono -denominati תפילין של יד _Teffilin Scel Yad_ (cioè, Teffilin della mano). -In quanto poi agli altri, gli stessi menzionati quattro testi sono in -essi vergati egualmente sopra quattro pezzi di pergamena di cui formasi -un quadrato sul quale viene a rilevarsi le lettera ש _Scin_, e da un -altro quadrato che restavi annesso, vengono a sortire due altre coregge -di lunghezza, e larghezza presso a poco simile alle prime; e sono questi -chiamati תפילין של ראש _Teffilin scel rosc_, cioè, _Teffilin della -testa_. - -Ecco dunque i _frontali_ che gli ebrei mettono unitamente al Taleth, -durante la preghiera soltanto de' giorni feriali, giacchè le solennità, -e il Sabato non usano che il semplice Taleth sugli omeri, come si disse, -benchè molti, e specialmente i Rabbini, lo mettino in testa, e se ne -avviluppino per non essere distratti. - -Del resto lasciando le infinite allegorie che vi furono applicate (ved. -_Hor._, _Haym._, _Ghem._, _Menah._, _Ramb._) noi rimandiamo a -_Bustorfio_, il quale rapporta estesamente le prove della forza del -_Zizith_, e de' _Teffilin_ tratte da Commentarj medesimi de' Rabbini -(_Syn. Jud. cap. 9._) - -(A) _Levit. cap. 19. v. 14._ - -(A) _Deut. Cap, 22. v. 10._ - -(B) _Id. v. 5._ - -(C) _Levit. Cap. 19 V. 27._ - -(A) _Exo. cap. XVII. v. 16_ _Deut. cap. VII. v. 1 e seq._ - -(55) _Freret_, _Voltaire_, _Boulanger_, ed altri fanno delle -osservazioni al solito loro molto bizzarre intorno questo aneddoto della -Scrittura, essi ritrovano primieramente straordinario di non vedervi -spiegato in quale anca, se nelle dritta, o nella sinistra sia stato -percosso il Patriarca; in secondo luogo stupiscono di non vedervi -diffinito in quale de' nervi abbia il medesimo sofferto la lussazione -che le sacre pagine ci narrano. Quest'ultima obbiezione sembra avere per -base un esperimento anatomico. V'ha nel corpo umano sei sorta di nervi -che si perdono nel nervo crurale che chiamasi anteriore, ed in quello -che nomasi posteriore; oltre i quali, avvene ancora il gran nervo -sciatico che si divide parimente in due, ed è appunto l'alterazione di -questo nervo che cagiona quella malattia che gli anatomici distinguono -col nome di _Gotta Sciatica_; che regolarmente rende zoppo l'individuo -che n'è attaccato: Sembrami, per altro, che l'opposizione di questi -critici si fondi per non vedere nella Scrittura un detaglio anatomico di -questo fatto straordinario, senza riflettere che ciò era un vano -pretendere, non essendo la notomìa in que' tempi conosciuta. I medesimi -critici veggono parimenti con sorpresa come Jacob percosso nella coscia, -e questa non essendo tutta via ripristinata, abbia ancora tanta forza -per lottare contro un messaggere celeste, e per dirgli: _io non ti -lascierò a meno che tu non mi abbia benedetto_. Ma tutti gli esperimenti -debbono sparire davanti l'autenticità de' libri Sacri, i quali faranno -cessare in noi così pure ogni sorpresa dal momento che alla fede faremo -tenere le veci di scienze e di ragione. - -(A) _Gen. Cap. 32 v. 33._ - -(56) il Basnage osserva che sarebbe da desiderare che gli ebrei si -fossero appigliati, per ciò che riguarda il riposo del Sabato, -all'insinuazione di _Ovidio_; non ostante ch'egli fosse autore Pagano: - - _Quaque Die redeunt rebus minus apta gerendis - Culta Palæstino Septima Sacra viro,_ - - _De Ar. Aman. lib. 1._ - -Se noi dovremmo attenerci alle decisioni de' Rabbini sulle superstiziose -cerimonie da osservarsi nel Sabato, e sul riposo macchinale che -impongono essi in simile giorno, gli ebrei non dovrebbero muovere un -passo dalla posizione in cui gli sorprenderebbe il Sole nel momento del -tramontare della vigilia, come lo praticano appunto i Caraiti, attaccati -al testo letterale che dice אל יצא איש ממקומו ביום השביעי (al jezeh hisc -mimecomò bajom ascebinghi) _Maneat unusquisque apud semetipsum, nullus -egrediatur de loco suo die septimo_. (_Exo. Cap. 16 v. 29._) ma non -essendo possibile rigorosamente fra noi eseguirsi un tale precetto quale -viene prescritto da Mosè, i Talmudisti pensarono commutarne la pratica, -limitando, in vece, il tratto di cammino da permettersi in quel giorno a -mille passi oltre le porte della Città; ma questo ancora sgravato da -qualunque siasi peso, eccetto che il mero necessario abbigliamento, -senza che vi entri niente di superfluo nè di aggravante. (Ved. _Tratt. -Nghirub. Cap. XIV._) - -Del resto assai malagevole si renderebbe a descrivere tutte le -superstizioni che si fanno luogo in questo medesimo giorno presso i -recenti ebrei: un prolisso trattato di _Misnah_ vi è impiegato sulla -osservanza delle pratiche del Sabato. - -(57) Di tal fatta può dirsi precisamente l'ordine imposto da Dio a Mosè -(_Exo. Cap. 30 v. 12 e 13_) di non contare le dodici Tribù d'Israel che -col mezzo di tante monete, onde soccombere quelle non dovessero ad un -flagello sterminatore, numerandolo individualmente come seguì appunto a -David, il quale, per quanto ci annunzia la Scrittura, pagò a tale -gravoso prezzo l'ordine da esso lui emanato a Joab suo ministro di fare -l'ennumerazione individuale di tutto il Popolo ebreo soggetto a' suoi -domini (_Sam. II. Cap. 24 v. 16 17._) di tale natura può dirsi ancora la -prescrizione imposta duplicatamente da Dio a Mosè (_Num. Cap. 18 v. 15_ -_Exo. Cap. 13 v. 14_): di redimere col mezzo di cinque monete di argento -qualunque primogenito dopo un mese della sua nascita, ed altre simili -prescrizioni dell'ordine medesimo, i motivi della osservanza delle quali -furono interamente dalle sacre pagine taciuti. - - - - - CAPITOLO VIII. - - Mezzi presentanei che possono con sicurezza condurci alla fissata -riduzione, sì ovvia, e salutare, senza ledere nella minima parte la base - fondamentale su di cui dee sostenersi il vero Divino Culto del Popolo - d'Israel. - - -Persuasi intimamente che le moltiplici fondate ragioni da noi fin quì -riportate ci rendino una volta della urgente necessità indispensabile di -alleggerire la nostra mente da tante inutili cure; di liberare il nostro -spirito dal giogo ferale di tutte quelle illusioni che lo abbaccinavano -al segno di fare ad esso credere l'errore verità, e questa una chimera; -di rappresentarli il soverchio necessario, e questo indifferente; fermi -dunque nella convinzione di sì pressante bisogno, molto agevole assunto -parmi che dovrà per se stesso riuscirci di rinvenire in seguito con -esattezza i mezzi più opportuni onde giugnere sicuri a questo grande -scopo, e discernere così metodicamente il bene solido, e perenne da -quello che in realtà fu sempre mai riconosciuto, generalmente fallace, -ed apparente. - -Ma siccome non è già la prevenzione quella che dee guidare i nostri -passi all'essenziale ricerca di tali mezzi, nè il pregiudizio quello che -può farceli ritrovare con avventurato quanto rapido successo; così, -alieni affatto da quella, onninamente scevri di questo, noi osiamo -lusingarci di potere essere finalmente condotti alla meta propizia di -nostre intense brame, riassumendo, di slancio, gl'imponenti genuini -motivi che ci hanno già fatto precedentemente determinare a stabilire -l'abrogazione delle nove parti de' precetti contenuti ne' cinque libri -del Codice Mosaico. - -Avendo noi dunque tali precetti divisi in tre classi differenti, a -ciascuna delle quali per conseguenza, abbiamo dovuto necessariamente -assegnare il rango, e l'oggetto conveniente, onde rendere congrua, e -solida ragione degli idonei motivi che o indussero ad ammettere i -precetti contenuti nell'una, ed a sopprimere quelle che giudicato -abbiamo appartenere alle due altre. Or da sì fatta operazione osservammo -risultare, che la decima parte di quelli unicamente potea essere capace, -in ogni senso a costituire la base radicale della Religione d'Israel, -considerando le nove altre come superflue al suo ben essere, ed -inopportune alle sue presenti circostanze. - -In fatti se, come fu già da noi dimostrato, tutte quelle ordinanze, o -prescrizioni racchiuse nelle abrogate classi più non debbono esistere -per l'odierno Israelismo, di sorte alcuna, essendo restate sepolte, è -circa ormai 18 secoli, sotto le rovine deplorabili del tempio, e -dell'altare a cui una gran parte di esse riferivasi, quale delirio di -volere farle pure oggi valere, anche non esistenti, sulla stravagante -lusinga, che un Inno, una Prece, una Jaculatoria, espressa in certi -destinati momenti, replicata un numero di volte, impiegando per tal -effetto, de' vocaboli sinonimi, accompagnati da strepiti, da gesta, da -varie contorsioni, e da positure differenti (58), debba tenere le veci -di olocausto, meritare il compenso equivalente, e coll'efficace mezzo di -quelle, potere attualmente ancora conseguire dall'Eterno que' medesimi -favori, che già ne' tempi andati risultare miravansi da questo (59)? E -quelle che racchiudono, come opportunamente osservammo il giudiziario, -il civile, il politico ec., non fanno elleno parte delle Leggi di -qualunque civilizzato governo della terra, sotto i di cui auspicj -l'ebreo del pari che ogni altro subalterno, mira esercitare tutti gli -atti di umanità e di giustizia che il Codice Mosaico avea prescritti? E -se oggi più non si lapida, non si strangola, non si abbrucia i rei di -aggressione, di omicidio, ed i trasgressori della Religione, come -praticavasi allora, il facinoroso, l'aggressore, e l'omicida sono -frattanto puniti dalle sane Leggi odierne, con de' supplizj egualmente -capitali, ma meno atroci di quelli che la prisca teocrazia avea -introdotti; lasciando all'eterna giustizia la cura d'infliggere la pena -che meritano i refrattarj criminosi del vero culto che l'ente -ragionevole è in dovere di prestare al di lui Opifice Supremo. Mi si -accenni di grazia, un solo popolo, purchè mediocremente illuminato, che -non riguardi come il primo essenziale dovere dell'ordine sociale di -punire il delitto, difendere l'innocenza, soccorrere l'infermo, e -l'indigente, garantire le sostanze dei Cittadini, e rendere giustizia a -chi l'implora; e tutto ciò è da quelli sì chiaro conosciuto, e sì -esattamente osservato, senza forse avere la benchè minima contezza (come -non l'avevano effettivamente non più i Greci nè i Romani) delle -Instituzioni stabilite da Mosè nel Pentateuco ad un tale riguardo. E non -sono queste prove sufficienti per dimostrare, che se anche l'ebreo -volesse a rigore mantenere quanto è prescritto relativamente alle -indicate materie, l'impotenza nella quale oggi trovasi ridotto di creare -per se stesso nuove Leggi, farle valere e propalarle, e la necessità che -lo astringe, d'altronde a sottommettersi, senza riserva, a quelle del -paese in cui vive, non lo metterebbero interamente fuori della -situazione di eseguirlo (60)? - -Or delle deduzioni risultanti de' precetti contenuti nelle due abrogate -classi, quale detrimento domando, potrà mai risentire la Religione -dell'Israelismo, quale scapito soffriranno le basi inconcusse, ed -essenziali necessarie a sostenere le pretta credenza di questo Popolo, -dalla semplice restrizione portata nella terza, sulla quale si aggira -unicamente il nostro fissato piano di Riforma? A che mai riducesi per se -stessa una sì fatta modificazione riguardata dalla stolida moltitudine -fanatica, sì strepitosa, e sì enorme? Primieramente a simplificare -l'affluenza complicata di ripetizioni usate nel Pentateuco, siccome lo -abbiamo altrove rimarcato, prescrivendo i medesimi precetti, sia che -procedessero dall'indole propria dell'idioma ebraico in cui esso fu -scritto, suscettibile di un dato genio tutto suo particolare, sia che -derivate fossero dal gusto universale dominante in que' secoli, anche -presso gli Scrittori i più accreditati di altri popoli per quanto noi -conosciamo (61). - -In secondo luogo poi a rendere il rigenerato sistema della Religione -Mosaica libero interamente da tutto quelle superfluità, o pratiche -bizzarre, compatibili forse in un epoca in cui l'ebraismo, -illusoriamente predominato dal ridicolo entusiasmo di formare per se -stesso un Popolo eletto dall'Essere Supremo, in preferenza di ogni -altro, (siccome fu già da noi rimarcato nella nostra Introduzione -Preliminare) credevasi astretto di dovere adottare delle massime -stravaganti solo ad esso particolari, onde essere tale considerato ad -esclusione di ogni altro; ma ne' secoli presenti ne' quali più non -appartenendo l'ebreo ad una sola terra, ad un regno solo, ad una sola -regione, e che desso, al contrario, è proclamato cittadino del mondo, -specialmente se la sorte lo fece nascere in Francia, od in Italia, non -sarebbe egli all'eccesso condannabile per lui di volere spontaneamente -portare delle marche ridicole impresse sul suo volto per distinguersi da -tutti gli altri suoi concittadini, oltre le tante altre infamanti delle -quali la barbarie di certe Leggi, la superstizione, e l'ignoranza di -alcuni Popoli contrassegnavanlo un tempo (62); ovvero coltivare quegli -usi antisociali che ignorati fossero da questi, o avvalorare quelle -strane cerimonie, che gli attirerebbero il vilipendio universale di -tutti i suoi coabitanti? - -In terzo luogo, per ultimo, a rimettere la Nazione d'Israel sul piede -degli altri popoli, a purificare il suo culto, a civilizzarla ne' suoi -costumi, ad illuminarla, nell'educazione morale, e nella coltura dello -spirito, ed a renderla tale, in una parola; quale il proprio suo -interesse lo impone, ed il propostoci disegno salutare lo richiede. - -Ecco verosimilmente a bastanza di che fare quanto è duopo conoscere il -bisogno urgente, e indispensabile dell'immediata Riforma che ci siamo -essenzialmente prefissa del culto, e dell'educazione Politico-morale del -Popolo Ebreo, ed i soli mezzi efficaci che possono con sicurezza -condurvici direttamente senza che la base fondamentale vengane lesa -nelle sue massime più importanti, non dobbiamo rintracciarli che nel -vasto campo della nostra propria ragione (63); quest'esimia ragione che -ci fece per tante volte in chiari accenti capire, che la Religione dee -essere limpida, semplice, universale, alla portata di tutti gli spiriti, -perchè dessa è fatta per tutti i cuori; che la sua morale non dee essere -soffocata sotto l'aggravante peso del dogma, che niente di oscuro, nè di -misterioso, nè di assurdo giammai dee sfigurarla questa ragione, dico, -non avrà tenuto indarno un sì energico, e penetrante linguaggio, sempre -che noi saremo a sufficienza forti, e decisi per abbattere, e svellere -delle radici l'edifizio il più impotente, ed il più mostruoso che -l'abbia mai disonorata, qual'è quello delle infinite cerimonie -superstiziose, delle pratiche all'eccesso ridicole, e degli usi -ributtanti, e irragionevoli che tenere faceansi fatalmente fino ad ora, -il rango, ed il carattere di religione, inventati scaltramente da quelli -che bene intesero in ogni tempo la teorìa delle regole adeguate, e -necessarie a mettersi in pratica per sedurre, o ammaliare, secondo le -circostanze, o il bisogno, un popolo che sempre tentarono, ad ogni -prezzo, di rendere ligio a' propri criminosi smarrimenti. - -Non ignoro, d'altronde, quanto arduo, e malagevole assunto riescire -dovrà per certuni quello di dovere abdicare in un momento quei -moltiplici deplorabili errori succhiati alla mamella, che per un lungo -periodo di anni furono loro fatti considerare come sacri, ed essere così -astretti a sostituire in vece delle verità nuove a' vecchi assurdi. Ma e -pure questo è in fatti l'unico sacrifizio, e il più importante, e -decisivo della sorte dell'uomo, che l'eccelsa ragione, la società, e la -natura esigono fermamente d'accordo dalla prosapia d'Israel, in -contraccambio del mezzi efficaci, e salutari ch'esse gli porgono. Quindi -una volta che la medesima si dedichi risolutamente di buon grado a -proclamare la durabile rigenerazione del suo culto, de' suoi costumi, e -della sua educazione morale, guidata da principj sì edificanti nel -cuore, i mezzi sì avidamente ricercati gli si offriranno per essi -medesimi alla mano senza la più tenue pena dalla sua parte; soggiugnendo -però che il ritrovarli solo non basta; con ciò pressochè nulla -avrebb'ella cooperato al di lei proprio solido giovamento; sopra d'ogni -altra cosa urgente, e necessaria è duopo studiare accuratamente la -difficile teoria di conservarli. - -(58) Senza fermarci quì ad oppugnare una pratica sì perniciosa e sì -comune, osserveremo soltanto che gli uomini, generalmente parlando, -hanno all'eccesso aumentati i vocaboli che servono a marcare l'atto -religioso, forse immaginando che la medesima idea espressa nelle loro -preghiere con vari giri differenti, gli uni più sommessi degli altri, ed -in ogni tempo seguitate da certe cerimonie ch'essi supponevano dover -piacere a Dio, loro attirerebbe il suo alto soccorso di una maniera più -affluente, più pronta, e più efficace. I Greci, ed i Romani attribuirono -molta forza, e attività a certi vocaboli, ed a certe formule -superstiziose che impiegavano essi nelle loro preghiere al segno di -restare fermamente persuasi che mediante il favore di alcune parole, -sostenute da varie cerimonie bizzarre, essi potevano astrignere la -Divinità ad essere loro propizia. Egli è così che ogn'uno s'immagina di -potere ampliamente ottenere dall'Essere Supremo ciò che domanda -impiegando molti termini sinonimi accompagnati da varie attitudini -diverse, e da clamorose preghiere, che formano la base prima, ed -essenziale di presso che tutte le sette che conosciamo. - -(59) Non ostante che gl'Israeliti sieno stati sempre obbligati di -pregare Dio, non pare verosimile che allora quando essi offrivano i -sacrifizj entro il loro antico Tempio venerabile, avessero duopo di -usare di quelle tante interminabili preghiere fisse, e quotidiane che -praticare si veggono da' moderni ebrei nelle loro proprie Sinagoghe. Ma -essi, nulla di meno, sostenuti dal Profeta (Oss. Cap. 14 v. 3) adducono -con intima convenzione ונשלמה פרים שפתינו (unscialemah parim sefatenu) -_Et reddemus vitulos labiorum nostrorum_. Intendendo con tale frase di -potere supplire oggi colle preghiere alla mancanza, ed alle totale -cessazione de' loro antichi sacrifizj; ed eccone precisamente lo norma -che quasi tutto il corpo dell'ebreismo ha conservata sopra un tale -rapporto. - -Siccome tutti i giorni offrivasi nel tempio di Gerusalemme due -sacrifizj, cioè, l'uno la mattina, e l'altro la sera, gli ebrei -Talmudisti hanno così stabilito di dovere recitare nelle loro Sinagoghe -la preghiera delle mattina denominata תפילה (Teffilah) quella della sera -che chiamasi מנחה (Minhah) che reputano equivalenti a que' due indicati -sacrifizj oggi soppressi. Ma nella occasione del Sabato, e delle feste -solenni, durante il corso dell'anno, oltre questi due sacrifizj -quotidiani, aggiugnendosene altro nuovo, così gli ebrei in simile giorno -aggiungono parimente altra nuova preghiera che appellasi מוסף (Mussaff) -cioè, _addizione_. E altresì opportuno quì di rimarcare, che oltre le -preghiere testè menzionate, che gli ebrei pretendono, d'accordo, come si -disse, fare equivalere a' sacrifizj annunziati, essi hanno ancora la -preghiera dell'entrare della notte, che stabilirono per ciò che restava -del sacrifizio vespertino, e che chiamano ערבית (Ngharbith). - -Ma se Dio avesse aggradite le parole in proferenza delle vittime, non lo -avrebbe egli stesso fatto capire, nel modo appunto ch'esso fece chiaro -per tante volte intendere di volere Olocausti, e non Preghiere in loro -vece, o piuttosto, come chiaro si esprime il Profeta Isaia (_Cap. 58 v. -6 e seq._) nè gli uni nè le altre, ma solo un puro, e retto cuore in -loro luogo? E giacchè altrimenti si presume, non basterebbe egli forse -una sola concisa preghiera in ciascun giorno? - -(60) È ben vero che sotto gl'Imperatori Romani gli ebrei avevano -l'amplia facoltà di giudicare pubblicamente secondo le Legge Mosaica -tutte le cause che agitavansi fra di essi, ma per altro questo diritto, -se vuolsi prestare fede ad _Origene_ che vivea in que' tempi, non era -già devoluto a' medesimi che per la mera procedura soltanto delle cause -civili, giacchè le criminali erano di competenza del solo Tribunale -Supremo di Roma (Ved. Orig. _Epist. ad Rom. lib. 6 Cap. 1_ & _Epist ad -Afric. pag. 243._) Se v'ha tutta via de' luoghi ancora ne' quali -dall'autorità Sovrana permesso al corpo degli ebrei che n'è soggetto di -costituire nel suo centro un Tribunale espresso per discutere, o -definire le sole cause civili che si agitano fra gli individui di questa -nazione, ciò, per altro, non segue che nelle Città dove gli ebrei -essendo alquanto numerosi, come Livorno, Roma, Amsterdam, Praga, -Venezia, ed alcune altre, i tribunali ordinarj del paese non potrebbero -supplire ed evaderle tutte con quell'esattezza, e sollecitudine che -richiede la giustizia, per chi vuole cautamente amministrarla. I -respettivi Sovrani dunque di tali Stati concedono di rivestire un certo -dato numero di ebrei i più qualificati per lumi, e per dovizie della -dignità giudiziaria, rimettendo fra le loro mani il deposito di una -parte dell'amministrazione della giustizia; ma questa dignità è -d'altronde così precaria, e circoscritta, che può essere loro tolta, o -surrogata ad ogni momento, e soggetta in qualunque siasi tempo alle -leggi dello Stato, alle quali l'intero corpo della Nazione che vi abita -è per ogni parte sottomesso. - -(61) Molti commentatori, fra i quali _Bustorfio_, _Girolamo_ ed il -celebre _Aaron_ caraita (di cui mi riserbo a fare menzione allorchè mi -emergerà di proposito ragionare della setta del caraismo) si fecero ad -opinare che le frequenti ripetizioni che si trovano in gran copia sparse -per tutta la scrittura fossero una conseguenza del genio particolare -proprio della lingua ebraica, la quale attesa la sua naturale semplicità -e concisione suole ripetere d'ordinario le medesime cose or sotto -vocaboli differenti, ed ora sotto identiche frasi. Per altro, tutto che -quest'opinione sia vera in gran parte, io veggo frattanto che _Omero_ è -generalmente imputato del medesimo difetto, siccome lo sono tutti gli -scrittori di quel secolo; ed i critici ritrovano una conformità -perfettamente identica fra la maniera di parlare del poeta Greco, e -quella con cui si esprime il legislatore d'Israel; ed io rimarco -parimenti che _Marziale_ non ha potuto astenersi in qualche luogo de' -suoi epigrammi dal deridere Omero per sola cagione di simile difetto (se -tale potea questo in quell'epoca chiamarsi), dal che si potrebbe -opportunamente inferire non essere già queste reiterazioni soltanto -particolari al genio della lingua ebraica, ma che anche l'idioma del -cantore di Smirne suscettibile fosse del carattere medesimo. - -Da sì fatta maniera di esprimere sì di frequente le stesse cose, vari -pensatori trassero argomento d'inferire che Mosè non potea essere -l'autore del Pentateuco, e tanto più questo dubbio prende piede in mente -loro, facendo attenzione alla diversità dello stile che vi s'incontra di -tratto in tratto, ciò che forma una prova in mente loro troppo idonea e -convincente onde fare credere che un medesimo scrittore non può in verun -modo esserne l'autore: alcuni ancora più moderati degli altri ne' loro -giudizi, opinano che per negligenza de' copisti l'ordine delle materie -possa essere stato alterato nel trascriverle dalla primitiva dizione -originale; e di ciò sembrami niente assolutamente più facile poichè -siccome gli antichi scrivevano sopra piccioli viluppi, o fogli separati, -che rotolavansi gli uni sopra gli altri, non avranno forse avuta le -necessaria precauzione di conservare sempre il metodo regolare delle -materie, ed in vece avranno fatto, senza dubbio, delle repliche, laddove -era duopo di sopprimere quelle che già vi erano antecedentemente, e di -elidere le cose inutili, o soverchie. - -(62) Per quanto ci narrano le Istorie di tutti i popoli conosciuti, non -vi fu luogo giammai sopra la terra, in cui gli ebrei che lo abitarono -non soggiacessero all'infamia degradante di vedersi contraddistinti dal -resto de' cittadini con certe marche affisse ora nella sommità del -Cappello, ora nella parte la più visibile degli abiti, e le femmine -stesse di questa nazione non ne erano escluse. - -Negli stati musulmani poi, ne quali non è appena che un secolo si -contrassegnavano anche i Cristiani, la marca destinata per gli ebrei era -del tutto differente da quella che fissavasi per gli altri, benchè non -molto visibile, e per conseguenza meno avvilente di quella con cui -venivano marcati sotto il cielo apostolico romano; ma una gran parte -degli ebrei, per altro, ben lontana dal riguardarla come tale, -compiacevasene al segno di considerare come pessimi ebrei quelli che -cercavano di ocultarla, o che al prezzo di moneta pervenivano a -conseguirne l'esenzione. - -(63) _Nostre Raison_ (dice il celebre D'Argens) _est un don de Dieu, qui -ne saurait nous tromper; c'est un présent qu'il nous a fait pour nous -donner le moyen de le connoître, et de le servir_ _Lett. Juiv. lett. -XXXIII. pag. 81._ infatti se questa sublime ragione, massime nelle cose -dimostrativamente evidenti, ci facesse smarrire dall'ameno sentiero che -conduce alla solida perenne felicità ch'essa promette, ne verrebbe per -illazione che Dio c'ingannerebbe, ciò che non può assolutamente -sostenersi senza il colmo dell'insania, Dio essendo la verità -inalterabile medesima. - - - - - CAPITOLO IX. - - Dall'origine della Misnah, e del Talmud; ossia della Ghemarah; - oggetto, e scopo di entrambe. - - -I grandi avvenimenti, dice un pensatore inglese, sono per l'ordinario da -gran cause prodotti; ma siccome i filosofi rigettano il più delle volte, -con certe ragioni da essi loro credute valide, ed inoppugnabili, queste -vantate cause misteriose, e soprannaturali immaginate, com'essi opinano, -da un certo numero di antichi ad oggetto di accreditare le loro -stravaganti opinioni colle quali ammaliarono lo spirito del volgo, sì -facile ad illudere e sì malagevole a disingannare, essi avrebbero dovuto -piuttosto cercarne la sorgente nelle antiche massime religionarie, e -studiare con diligenza il carattere genuino di que' soggetti che le -hanno prodotte, diffuse, ed accreditate, onde con più pronta e più -agevole maniera pervenire alla esatta cognizione degli enimmi sacri -generalmente venerati, sì familiari ad essi, e di cui la moltitudine -insensata, si fa depositaria, senza speranze di potere giugnere per niun -mezzo a comprenderli giammai (64). - -Tale appunto è l'intima natura delle innumerabili mistiche visioni delle -quali sono inondate le opere di cui entriamo a ragionare, e tale è -precisamente l'indole che ci fecero in ogni senso conoscere avere -quegl'individui che le hanno fino a noi tramandate. - -Per altro l'antichità di queste opere, il rispetto illimitato verso gli -estensori d'esse che si ebbe la scaltrezza d'insinuare nell'animo di -quelli sventurati che si avea precedentemente sedotti, il fermo loro -accanimento nel seguitare le une, nel difendere gli altri, la cura -indefessa che fu da quelli presa in ogni tempo ad oggetto di propalarle, -e perpetuarle, come opere provenienti dal Cielo, e dettate dalla stessa -increata mente dell'Essere Supremo: tutto ciò, dico, dovea per necessità -indispensabile impedire loro di credere che quelle opere, in gran parte, -altro non fossero per elleno medesime che un aggregato informe d'idee -bizzarre, scaturite da altrettante immaginazioni travviate, il delirio -particolare delle quali divenne pur troppo in breve spazio di tempo, -come succedere dovea senza scampo, uno smarrimento quasi universale di -tutto un popolo immenso (65); verità che frappoco sarà posta da noi al -chiarore dell'evidenza. - -Dal fin quì esposto sembrami rendersi quanto è duopo manifesto che -inferire solo io voglio di quelle opere unicamente che la tradizione -fece pervenire fino e noi, cioè il _Talmud_, ovvero come altri dicono la -_Ghemarah_, e di tutte le parafrasi complicate che la seguono (66), ma -affine di procedere con un ordine metodico, e sicuro in tale utile -ricerca, fa d'uopo avanti d'ogni altra cosa analizzare la sorgente -immediata da cui esso emana, e discendere in seguito a conoscere i -presunti solidi fondamenti su' quali appoggia l'ebreismo quella cieca -macchinale venerazione ch'esso ebbe sempre per riguardo ad un tal libro, -considerandolo come un codice non meno antico, e tanto sacro quanto lo -stesso pentateuco di Mosè (67). - -Benchè molti critici sieno fra loro discordi circa lo stabilire il tempo -in cui il Talmud sia stato effettivamente compilato, pure noi lo -fisseremo a 125. anni dopo la devastazione del secondo tempio; tale -essendo l'opinione la più generalmente conosciuta, e adottata. - -Il Rabbino _Jeudah_ il quale vivea in que' tempi, e che attesa -l'esemplarità della sua vita era denominato degli ebrei de' suoi tempi -רבנו הקדוש (Rabenu Akadosh) (_nostro maestro il santo_); questo Rabbino, -dico, il quale era eccessivamente dovizioso, ed amico intimo -dell'Imperatore Antonino il Pio, veggendo che la dispersione degli ebrei -avrebbe fatta dimenticare questa legge di bocca, ossia orale, scrisse -tutti i sentimenti, constituzioni, e tradizioni de' Rabbini che lo -avevano preceduto in un grosso corpo di opere, che distinse col nome di -משנה (Misnah) cioè _Ripetizione della legge_ che divise in sei parti; la -1. riguarda l'Agricoltura; la 2. si rivolge a fissare l'epoca in cui -debbono cominciare, e finire il sabato, e le altre feste; la 3. tratta -dei matrimonj, e di tutto ciò che rapportasi alle femmine; la 4. delle -procedure giudiziarie, e delle vertenze che nascono sopra ogni sorta di -affare civile; la 5. ha per iscopo la santità, ovvero i sacrifizj, ed i -principali riti della religione; la 6. finalmente si aggira sulle -purità, e sulle impurità (68). Ma siccome questo libro era per se stesso -molto succinto, e per conseguenza poco intelligibile; un inconveniente -di tale natura ha dato origine a delle forti, e interminabili questioni, -le quali fecero in ultimo risolvere due colti Rabbini abitanti in -Babilonia, l'uno chiamato _Rabenah_, e l'altro _Rabascè_ di riepilogare -tutto ciò che era stato esposto, ed agitato fino a' loro tempi sulla -Misnah, aggiugnendo molte altre osservazioni loro proprie, apotemmi e -detti rimarcabili, fissando la misnah come per testo, e le appendici -accresciute ad essa da' medesimi, come una spiegazione creduta ovvia, e -analoga, dal complesso delle quali essi formarono poscia l'intero corpo -del libro, che denominarono תלמוד בבלי _Talmud Bably_, cioè Talmud -Babilonico, oppure גמרה (Ghemarah) che significa _perfezione_, diviso -così ancora in 6 parti, denominate מסכתות (Massahtoth) _Trattati_; non -tacendo però che alcuni anni avanti un certo Rabbino Johanan di -Gerusalem avea compilata un opera quasi uniforme che chiamò תלמוד ירשלמי -(Talmud Jerusalmi) cioè, _Talmud di Gerusalem_; ma essendo stata questa -ritrovata molto concisa, rapporto alla vastità delle materie sulle quali -si aggirava, ed anche riconosciuto di uno stile alquanto barbaro, e -inusitato, il babilonico gli fu di gran lunga preferito, come più vasto, -più elegante, e più intelligibile. - -A questi poi dopo qualche spazio di tempo il Rabbino Salomon, detto -comunemente _Rascì_ (_R. Scelomoh Yarki_) di origine francese, fece un -brevissimo commentario, ed un accademia di vari altri differenti Rabbini -vi aggiunse così pure una certa dose di questioni, che appellarono -תוספות (Tossaffoth) cioè _appendici_, o _addizioni_. E quì opportuno -però di rimarcare che da questo Talmud Babilonico, furono già da gran -tempo elise molte cose, particolarmente i tre trattati compresi ne' sei -de' quali io vengo di parlare, attesochè quelli che concernono le -materie riguardanti l'agricoltura, o le semenze, i sagrifizj, le purità, -e le impurità più non sono attualmente in uso di sorte alcuna presso gli -Israeliti de' secoli recenti. - -Questa Ghemarah, e Talmud Babilonico che serve di regola fondamentale -agli ebrei in tutte le loro cerimonie religiose, non meno che in tutti i -loro affari, sia civili, o criminali, è scritto in un linguaggio caldeo -di que' tempi ch'è assai difficile ad intendersi, perchè, al riferire -dei dotti, è molto lontano dalla purità dell'antico terso caldeo che -parlavasi in Babilonia; oltre a ciò quell'opera è piena di confuse -questioni, di storie, o piuttosto di leggende fatte a piacere, che i -semplici decantano per vere, ma per poco discernimento che si abbia, -riesce agevole il comprendere, non solo altro queste non essere che -allegorìe inventate da persone più dedite a sorprendere il lettore, che -ad instruirlo, e che ad altro non tendono in massima, che a rendere gli -ebrei all'eccesso ridicoli in faccia agli altri popoli, ma che si scorge -in esso altresì delle falsità evidenti, massime in ciò che riguarda -l'istoria, la cronologia, e le scienze. Il loro principale scopo, in una -parola, non è ad altro fine rivolto che ad aggravare la mente di un -affluenza incalcolabile di usi, e cerimonie il più delle volte opposte, -ma quasi sempre estranee all'essenzialità della vera legge primitive, la -quale era onninamente aliena da quelle superfluità, o sottigliezze che -formano la base delle odierne instituzioni tradizionali (69). - -È ben vero, per altro, che gli ebrei forniti di talenti, e di coltura, -non prestano fede e questi fatti, senza un ben maturo ponderato esame; -ma frattanto la generalità di questa nazione riguarda come un esecrabile -apostasia il dubitare un solo istante della validità delle decisioni -talmudiche, per le quali essa nutre una venerazione tale, come se quelle -fossero esternate dalla bocca dello stesso legislatore Mosè. - -Egli è dunque così che queste tradizioni sono divenute sì affluenti -presso i recenti Israeliti, (benchè sopra un tale proposito qualunque -altra nazione non la ceda all'ebrea in verun modo) che tutta l'intera -vita di Mosè non sarebbe stata sufficiente per riceverle da Dio sulla -vetta di Sinai, dove suppongono che le abbia esso apprese durante lo -spazio di 40. giorni di sua non interrotta permanenza sopra quel monte: -ma gli ebrei Talmudisti pretendono di fare tacere ogni oppositore col -loro autorevole assioma הלכה למשה מסיני (Alahah Lemoscè Missinaj) -_Decisione che Mosè ha ricevuta sulla montagna di Sinai_. Ma non veggono -quanto sia fallace una simile asserzione; e quando ancora nascondesse -quella in se medesima qualche ombra di possibilità, l'errore che la -segue in ogni parte, l'inverosimiglianza che l'accompagna, ovunque la -farebbe senza ritegno, ad ogni riguardo allontanare. E ciò che di peggio -io vi scorgo si è che sotto questo nome specioso di tradizione gli ebrei -hanno abbracciato, alla rinfusa, i vaneggiamenti de' loro dottori, come -se Dio stesso glieli avesse loro rivelati sotto l'apparenza d'inspirate -intuizioni, non permettendosi neppure di esaminarli (70), a meno di non -volere cadere nell'eresia de' _Caraiti_ (di cui sarà da noi parlato -difusamente altrove); e se alcuno si facesse a richiedere loro le -fondate ragioni di quelle innumerabili glose rabbiniche, le quali -sembrano allontanarsi onninamente dal genuino testo della legge, essi -non hanno altra risposta a dare, che אמרו חכמנו (Amerù Hahamenu), cioè, -_lo dissero i nostri savi_, aggiugnendo così una fede implicita alle -confuse interminabili discussioni dei loro talmudisti, nella guisa che -procedevano appunto i discepoli di _Pitagora_, quando erano interrogati -sopra qualche assunto alquanto difficile e risolversi: _egli lo ha -detto_, era per quelli lo soluzione la più positiva, ed inconcussa di -qualunque siasi arduo problema. (71). - -Tale è propriamente l'origine e lo scopo di quel tanto decantato codice, -sì profondamente venerato dall'intero giudaismo, distinto generalmente -col nome di _Talmud_, le affluenti frivole questioni delle quali è -quest'opera immensa per ogni parte ripiena, non solo sdegnarono per -tante volte i filosofi saggi, ed illuminati fino a rigettarne le -massime, e a deriderlo; ma quale appunto lo fu in seguito l'apocalisse -per rapporto al cristianesimo, non servì quello che d'un arma offensiva -della quale usarono i nemici d'Israel, in ogni tempo, per attaccarlo, -anche nelle sue massime più essenziali, e orribilmente infierire contro -di esso (72). - -Infatti cosa potevano mai pensare gli antichi filosofi Greci, Arabi, e -Romani, osservando agitare delle lunghe, e pertinaci discussioni per -giugnere a diffinire se sia permesso in giorno di sabato cavalcare un -asino per condurlo a bere, oppure se debba tenersi per la cavezza? se si -possa in tale giorno camminare sopra un terreno seminato da poco tempo, -per non incorrere nell'inconveniente di calpestare, o portare via, -qualche granello di semenza co' piedi, ed essere quindi obbligati a -seminario di nuovo, ciò che in sabato non lice? se sia permesso, in quel -giorno medesimo scrivere tante lettere, o parole capaci a formare -unitamente un discreto paragrafo completo? se debba pure permettersi di -mangiare un uovo nato, o prodotto entro quel medesimo giorno ec.? E di -quanti altri sì fatti scrupoli bizzarri, e paradossali non sono ripieni -ovunque il Talmud con tutti i suoi differenti commentarj per rapporto -alla pasqua delle azzime, ed alla purificazione del vecchio fermento -lievitato nelle case? Vi si fa un lunghissimo trattato per decidere se -mirando passare un sorcio in qualche parte della casa con una mollica -tenuissima di pane in bocca, dopo fattovi lo sgombro generale, debbasi -ricominciare con nuove rigorose indagini le purificazione di detta casa; -se si possa cucinare i cibi destinati per uso della pasqua, delle azzime -col residuo dei carboni serviti ad abbruciare il vecchio pane -fermentato, ed altre simili mostruose questioni che opportunamente mi -emergerà di riportare (A) le quali non solo allontanavano gli ebrei -dalla vera inalterabile osservanza delle sacre instituzioni mosaiche, ma -gli rendevano altresì rozzi, ignoranti, e spregevoli all'eccesso in -faccia di tutti gli altri popoli del mondo, ed in particolare i Greci, -ed i Romani i quali vedevano sensibilmente la discrepanza, rimarcabile -che potea con fondata, ragione assegnarsi fra le loro classiche scuole; -e gli assunti utili, e rilevanti che vi si trattavano, e quelle de' -talmudisti, e le loro stravaganti; e prolisse controversie; ma passiamo -a rendere, più dimostrativamente sensibili queste verità sublimi, e -interessanti. - -(64) L'accidia, e l'indolenza, vizj sì ordinari alla massima parte degli -uomini sono, al parere di un dotto moderno, molto confluenti ad -alimentare i progressi poco vantaggiosi della tradizione. L'uomo, -generalmente parlando, è per indole sua più proclive a credere -macchinalmente una cosa che gli si assicura vera, di ciò che inducasi ad -affaticarsi con un esame lungo, e costante, e con uno studio assiduo e -penoso, ritrovando molto più agevole di seguitare con una stupida -quiescenza il corso delle cose già conosciute, ed usitate, che di -analizzarne l'origine, o sormontare fino alla primitiva sorgente dalla -quale si fanno quelle scaturire; così è che la generalità delle persone -lasciasi trascinare dal torrente impetuoso degli assurdi dominanti, e -finisce in ultimo col precipitare miseramente nel baratro immenso di -tutti i più orridi smarrimenti, dietro l'esempio fatale di quelli -(stupidi senza dubbio al pari di esso) che lo hanno preceduto, chiunque, -per tanto, vuole sanare di sì fatta deplorabile cecità, dee seguitare -con una cauta fermezza il precetto salutare di Seneca il filosofo, non -curare i giudizj del volgo, e sfuggirne la relazione: _Unusquisque -mavult credere quam judicare: nunquam de vita judicatur, semper -creditur, versatque nos et præcipitat traditus per manus error, -alienisque perimus exemplis: Sanabimur si modo separemur a cœtu._ _Sen. -de vita beata Cap. 1._ - -(65) È ne' tempi calamitosi di smarrimento, e d'imbecillità, dice un -illuminato filosofo moderno (_Philosoph. du bon sens Tom. 1 Réfl. 1. § -IX. pag. 94._) che la massima parte delle tradizioni che fanno fremere -le persone dotate di acume, e di talenti, ha presa la primitiva -sorgente, e benchè i nostri progenitori abbiano voluto dare a queste un -antichità più insigne di quella che si può elleno fondatamente -attribuire, non è frattanto che alla loro arbitraria ignoranza, ed alla -smodata credulità de' medesimi che noi ne siamo interamente debitori; -essi sono stati pur troppo la vittima sciagurata degl'impostori loro -contemporanei, e noi saremmo la loro, se non tentassimo di scuotere il -giogo lacerante che dessi vollero imporre alla nostra ragione, dopo di -averla per tante vie sedotta, illaqueata, e renduta quasi affatto -impotente di riuscirvi. - -(66) Tanto la _Misnah_, della quale noi entriamo bentosto a ragionare, -quanto il _Talmud_, ossia la _Ghemarah_ che serve alla medesima di -commento, e di cui mi riserbo a ragionare opportunamente in seguito, -altro infatti non sono che un ammasso complicato, e assai diffuso di -decisioni sopra un infinito numero di casi di coscienza, che nascono di -frequente sulla pratica de' riti, e delle cerimonie, nella massima parte -rabiniche, per le cui osservanza fu più volte rimarcato da' critici che -l'ardore del popolo ebreo tiene certamente del prodigioso. - -(67) Il celebre Maimonide nella sua prefazione alla di lui opera (Yad -Hazakah _mano forte_) dice che Mosè avanti la sua morte scrisse di -proprio suo pugno tanti esemplari del codice delle sua legge, quante -erano le tribù d'Israel, distribuendone una per ciascuna di esse, e -deponendo un altro simile nell'arca detta di alleanza; e che desse, -aggiugne lo stesso Autore, comunicò in seguito di viva voce al sinedrio -del suo tempo l'interpretazione di questa medesima legge, quale -interpretazione ch'egli sostiene comunicata da Dio a Mosè direttamente -sulla vetta di Sinaj, fu poscia insegnata dopo la morte di esso agli -antichi seniori da Gesuè suo successore, e luce del popolo d'Israel -(_vedi_ _Pirkè avoth cap. 4_) e che quelli che gli succederono, in -qualità di capi, e Sanhedrim fecero lo stesso al riguardo degli altri -più recenti che ne accrebbero il numero all'eccesso fino a _R. Jeudah il -santo_, che tutte le raccolse, conferì loro il metodo di cui mancavano, -e le mise il primo per iscritto. - -(68) È opportuno quì di avvertire che ognuno di questi ordini, o regole -è parimente suddiviso in molti libri, o trattati differenti, che noi non -faremo in questo luogo che accennare di slancio, riguardando come opera -lunghissima, e penosa il riportarla tutta per intero, potendosene -agevolmente osservare il dettaglio in _Bustorfio_ (_Recens. Oper. -Thalmud._) Per esempio, quello delle semenze, o dell'agricoltura -contiene undici trattati; il 2. è diviso in dodici libri, il 3. ne -comprende sette, il 4. dieci, il 5. undici; il 6. finalmente racchiude -dodici libri. Il Talmud ha così pure sei ordini, i quali sono divisi in -sessanta tre libri, e questi libri vengono ancora suddivisi in cinque -cento, e venti quattro capitoli, de' quali si compone l'intero corpo -immenso di quest'opera. - -(69) Oltre le numerose prescrizioni di tante speci differenti che sono -comprese in questo Talmud, ed alle quali tutti gli ebrei sono obbligati -di sottomettersi ciecamente, senza riserva, essi hanno certi usi che -differiscono, secondo le varie posizioni dove si trovano; essi chiamano -questi usi locali מנהגים (_minhaghim_) costumanze; e per meglio -ritenerli vi fu per sino chi ne ha così pure composti de' libri -particolari: si può inoltre chiaramente rimarcarli leggendo i libri di -preghiere che sono in uso fra gli ebrei, e ne' quali avvi qualche tenue -diversità sia per l'ordine, sia per le cose, giacchè il metodo seguito -dagli ebrei italiani, polacchi, ed orientali nell'esercizio di tali -preghiere, è alquanto differente da quello praticato dagli ebrei di -origine spagnuola o portoghese. - -I Rabbini scrissero così pure sopra questo medesimo soggetto -un'altr'opera che ha per titolo דינים (_Dinim_) _giudizj_, che si -possono quasi ridurre alle costumanze, per che gli ebrei variano in ciò; -e questi Dinim non contengono che delle ragioni probabili perchè si -debba fare una cerimonia piuttosto d'una maniera, che di un altra. - -(70) I partigiani della tradizione sostenuti da' ministri di questa non -cessano di ripeterci che i motivi della fede, come le picciole ali date -a Mercurio, sono troppo deboli per sostenerla; ciò che ha indotto forse -il _Mallebranche_ ad opinare, che _pour être philosophe il faut voir -évidemment; et pour être fidèle il faut croire aveuglément_ _Rech. de la -ver. Tom. II. pag. 168_. Peraltro Mallebranche quì non s'accorge che del -suo fedele, esso forma un imbecille, poichè in che mai consiste -l'imbecillità? a credere senza un motivo plausibile sufficiente per -credere: _tout homme_ (come giustamente lo riflette un dotto scrittore -moderno) _qui se vante d'une foi aveugle et d'une croyance sur oui dire, -est donc un homme enorgueilli de sa sottise_. _Elvet. de l'hom. Tom. -III. pag. 89._ - -(71) Del resto benchè gli ebrei nutrino uno zelo straordinario per le -tradizioni ch'essi pretendono di avere gradatamente ricevute da' loro -più lontani progenitori, come si disse, e che difendono con pertinace -accanimento, essi non hanno potuto giammai, ciò non pertanto, convenire -fra di loro degli autori da' quali gli hanno i medesimi realmente -ricevute, ciò che riesce molto agevole a provarlo, unendo insieme i -libri che ne hanno trattato diffusamente di proposito, come sarebbero, -per esempio, i commentari che sono stati fatti sul trattato che ha per -titolo (Pirkè Avoth) _I Capitoli de' padri_. L'illuminato _Abravanel_ -(nella sua prefazione all'opera che ha per titolo (Nahaloth Avoth) cioè, -_Retaggio de' padri_, ha usato di ogni suo sforzo per giustificare -questa pretesa non interrotta tradizione, ma inutilmente, _A. Iosef -Hajon_, e _David Gantz_ l'Autore del _Iuhasim_, ovvero _il libro delle -famiglie_, e tanti altri che hanno agitate simili questioni non ci sono -meglio riusciti. Ciò, per altro, sopra di cui tutti i rabbini sono -concordi si è che dopo Jesuè successore di Mosè, fino a Jeudah il santo, -che raccolse tutte le tradizioni, come osservammo, e le mise il primo -per iscritto, vi ha parimente una classe di antichi, la quale ricevè in -origine da Jesuè l'interpretazione della legge, indi a questi successero -i profeti di cui Samuel è stato il primo; e dopo i Profeti ebbe luogo la -grande assemblea, o sinagoga che si tenne sotto _Esdra_. Il dotto _R. -Mosè da Cotsì_ (nel suo gran libro de' _comandamenti della legge -Mosaica_) ad oggetto di unire questa catena immensa di tradizioni, e -dimostrare ad un tempo medesimo che dessa non era stata interrotta -giammai durante la cattività degli ebrei nella Babilonia produce certi -illustri soggetti della tribù di Judah; e di quella di Beniamino che -furono condotti cattivi in Babilonia, ed assicura inoltre che dessi vi -stabilirono la celebre accademia di _Nahardea_ sull'Eufrate, la quale vi -fu in seguito conservata del pari che le tradizione, che venne poscia -insegnata a quegli ebrei che ritornarono da Babilonia in Gerusalem con -Zorobabel, ed Esdra, dove si stabili così pure un accademia ad -imitazione di quella di Babilonia, che non lasciò perciò di sussistere -ancora perchè tutto il corpo degli Israeliti non ritornò già interamente -in Gerusalem. Finalmente questa tradizione fu conservata pure dopo -Esdra, il quale era capo dell'assemblea che si nomina la _grande_ fino -a' tempi del più volte riportato R. Jeudah il santo che tutte le -raccolse, come accennammo. - -(72) Quelli che con asprezza maggiore vollero tenacemente infierire -contro i principj che servono di base al cristianesimo, si prevalsero di -quelle tante predizioni che l'apocalisse di Giovanni ci rappresenta come -infallibili, e molto prossime a succedere, e che realizzare frattanto -mai non si videro, che non si disse intorno a quella nuova Gerusalem di -mille anni di cui è fatta menzione nel Cap. 21? La sua forma dovea -essere quadrata, la sua lunghezza larghezza, e sommità dovevano essere -di dodici mila stadi (500 leghe di francia) per conseguenza le case -dovevano avere così pure 500 leghe di ertezza: se così è dovea riuscire -di non poco incomodo per coloro a' quali fosse toccato di abitare -l'ultimo piano: e quella enorme bestia simbolica di sette teste, e dieci -corna col pelo di leopardo, i piedi dell'orso, l'esofago del leone, la -forza del drago; ebb'essa un successo migliore della prima? e la caduta -delle stelle dal Cielo sulla terra, e che col contatto che quelle fecero -col sole, e colla luna il loro passaggio restarono entrambe oscurate -nelle tre parti? E quel sì fatto libro che l'Angelo fece mangiare -all'Autore dell'apocalisse, qual libro riusciva dolce nel palato, e -amaro nello stomaco? se riflettiamo alla stravaganza di sì fatte -predizioni non dovremo certamente più stupirci, se i numerosi commentarj -fatti sopra di esse parvero consolidare le invettive che furono sovente -lanciate contro l'apocalisse, ed aggiugnere efficaci motivi agli -avversari di esso onde riguardarlo come apocrifo, e mendace. - -(A) (_Ved. Ghem. Tratt. Sciab. et Pesah. fol. 6 7 8._) - - - - - CAPITOLO X. - - Le glose moltiplici, e le diffuse parafrasi aggiunte da' Rabbini al -codice Mosaico, non solo ne adombrarono la primitiva purità edificante, - ma oltremodo gravosa, ed opprimente ne resero l'osservanza. - - -È cosa renduta omai troppo evidente, al detto universale de' filosofi, -che una causa non produce mai il suo analogo effetto, se non se allora -quando essa non è interrotta, nel progresso della di lei azione, da -altre cause più forti, e più insistenti, che per allora indeboliscono -l'azione della prima, e la rendono inutile: è ben vero pur troppo -rendersi presso che impossibile assolutamente di fare adottare de' sani, -de' metodici, degli utili principj ad uomini eccessivamente inveterati -negli assurdi prevenuti in favore de' medesimi, che ricusano di -riflettere, e quali nuovi etiopi schivano la luce, e inclinano a vivere -sepolti nelle tenebre; ma comunque siasi è d'altronde oltremodo -necessario che la verità disinganni le anime illibate proclive alla -ragione che la ricercano di buona fede, guidati dal commendevole disegno -di ritrovarla (73). La verità è una causa; essa produce direttamente il -suo effetto analogo allora quando la sua impulsione non è in verun modo -nè alterata, nè intercetta da ostacoli che sospendino il corso regolare -de' suoi effetti. Una prova infallibile di tutto quanto sostenghiamo si -è, che la causa dalla quale partiva il culto che i posteri di Abramo -hanno per molti secoli conosciuto, e praticato non potea essere più -ragionevole, ne più giusta, nè migliore, e gli effetti omogenei che -risultare si videro per lunga serie di anni chiaro ad evidenza lo -dimostrano: ma l'errore funesto che baldanzoso fecesi avanti a -soggiogare il cuore umano, indebolì enormemente l'azione salutare della -prima, ne tenne allora le sole veci, ne formò l'unico scopo, e la rese -come affatto inutile per l'Israelita de' secoli a noi più vicini, o -almeno come accessoria a' di lui urgenti bisogni. - -Infatti come mai accordare un ammasso spaventevole di chimere, di usi -insensati, e di fanatici esercizj che ripugnano il buon senso, colla -pretta religione che dee essere guidata dalla sola verità, e formare il -più grato alimento di ogni anima sensibile, di ogni cuore ingenuo, e -riconoscente? Le pratiche superstiziose sono alla religione, dice un -dotto scrittore moderno, ciò che i germogli inutili sono a' vegetabili; -essi ne corrodono lo spirito, e il suco, lasciano il tronco scevro di -umore prolifico, e l'impediscono di pullulare alcun frutto; le -moltiplici differenti credenze che dividono il mondo ci fanno -sensibilmente conoscere che quelle appunto le quali sono le più -aggravate di cerimonie superstiziose, o di riti stravaganti sono -regolarmente le meno praticate con quella integrità, ed esattezza che -richiedono, nè si veggono mantenute giammai nell'essenziale (74). Un -ebreo talmudista, un cattolico romano trasgrediranno i comandamenti -dell'Essere Supremo dieci volte il giorno, e sembra, ch'essi riserbino -entrambi tutta la loro più austera devozione, il primo ad alcune -pratiche ridicole del sabato, o della pasqua, e l'altro all'uso -stravagante delle vigilie, o della confessione; ve n'ha fra quelli chi -commetterà tranquillamente una frode, un adulterio, e che non si indurrà -giammai a bere il vino premuto da un goi, nè vorrà in alcuna guisa -tagliare il pane col coltello di costui (75): siccome avvene parimente -fra questi chi non si farà il minimo scrupolo di rubare, di commettere -delle infamie, ed anche, degli attentati i più crudeli, mentre non -vorrebbe perdere la benedizione del prete, o la messa di un solo -giorno (76). - -Tale è il destino di quelle religioni che impongono un giogo -insopportabile, ed un ammasso enorme di pratiche futili; esse cadono -nell'inconveniente pernicioso di doversi mancare nell'essenziale, e di -non essere osservate ne' punti, che più sarebbe urgente di conoscere, e -mantenere, intanto che quelli che sono per loro stessi indifferenti si -mirano difendere coll'entusiasmo il più fervido, e il più deciso. Ma -l'uomo nato con una intelligenza libera, e con un declivio che lo porta -a conservarla tale; spezza finalmente quelle truci catene che tentano a -renderla illaqueata, togliendo ad essa, per tante parti, l'uso -commendevole per cui il Supremo Creatore l'avea in origine destinata. - -Un disordine cotanto pregiudicevole noi lo dobbiamo senza contrasto -all'enorme affluenza di glose, commenti e tradizioni aggiunte al codice -antico specialmente sul quale era basato il culto primitivo che il -popolo ebreo ha un tempo esercitato col più felice successo, e laddove -questo, già di soverchio aggravante, per se stesso, rendeva spossate le -forze per sostenerlo, quelle le opprimono interamente, e le annientano, -senza avere giammai sortito il loro intento, e con massimo scapito -irreparabile dell'umana ragione. - -E quale mai sarebbe lo stupore de' Patriarchi de' Mosè, de' Jesuè, de' -David, de' Salomon, e de' Profeti se attualmente risorgessero fra i -viventi, e che potessero trasferirsi in tutti gli angoli della terra -dove la prosapia d'Israel è a' tempi nostri diramata, senza però essere -prevenuti delle strane peripezie alle quali fu essa per tante volte -soggetta, dal secolo in cui essi vissero fino all'età nostra? Questi -sani credenti opinerebbero, senza dubbio, di ritrovare tutta via intatto -sulla terra l'eccelso culto da essi un tempo conosciuto, e praticato, e -lo vedrebbero involto dal fosco velo di parafrasi diffuse, oscure, ed -annojanti; alle semplici, e nitide verità sulle quali reggevesi -fondatamente la loro pretta credenza essi vi troverebbero surrogate le -visioni deplorabili, e le mistiche allegorie di certi uomini proclivi a -controvertere ogni minimo punto contestato; in vece dei limpidi -sacrificatori che estolleveno le glorie dell'Eterno, ed offrivano le -vittime al venerabile altare della verità, per espiazione de' falli che -commessi erano dal Popolo, essi vedrebbero una caterva insana di -sedicenti כהנים (_Cohanim_) _Sacerdoti_, senza meriti, e senza causa -baldanzosi pretendere al grado, vantare i requisiti, ed imitare, in gran -parte, le ingerenze che unicamente erano imposte, per divino comando, -alla sola prosapia di Aaron (77); se ricercassero di visitare il loro -בית המדרש (_Beth Amedrash_) _casa d'interpretazione_ (78) vi si -farebbero spettatori delle questioni le più insulse non solo, ma le più -detestabili per diffinire se con fiaccola di sego, di cera, ovvero di -olio debbasi accendere il lampadario del sabato (79), se l'anima di -Adamo passasse nella spoglia corruttibile di Seth, e da questa entro il -Corpo di Mosè; se David sarebbe nato un aborto senza il dono gratuito di -anni settanta fatto ad esso dal primo ente ragionevole creato (80); Se -Dio si pentisse di avere distrutto Gerusalemme; se egli se ne -attristasse, in che passa egli il suo tempo, ed altre inezie simili, ed -esecrabili bestemmie (81); se informare si volessero de' progressi -luminosi che la religione del popolo d'Israel ha fatti da 1600 anni a -questa parte, loro si mostrerebbe il codice mosaico trasformato in un -ammasso enorme di pratiche, di usi, e di cerimonie, tanto stranamente -ridicole per essi, quanto riescono all'eccesso tiranniche, insoffribili -per noi; essi vi scorgerebbero imposte nuove instituzioni, nuovi digiuni -comandati, nuovi cibi vietati, altre lunghissime devote rassodie; e -reiterate jaculatorie prescritte che erano del tutto sconosciute nei -tempi andati (82); se la loro curiosità gli eccitasse finalmente ad -investigare gli avanzamenti solidi, e proficui, che il popolo d'Israel -fece, dopo un epoca immemorabile, nelle arti, nelle scienze, e nei -costumi, loro si porrebbe da una parte sotto gli occhi uno sciame -spregievole di sordidi, ed insensibili usuraj ontosamente impinguati -colla desolazione del prossimo (ved. l'annot. anteced. 37.) alcuni -chirurgi, pochi medici, molti commercianti, e niun artefice; mirare si -farebbe loro dall'altra l'espresso divieto dello studio delle scienze -(nomate follemente profane) sotto comminatorie fulminanti di eterna -dannazione contro di colui che avesse osato applicarvisi, o farne -pubblico esercizio (83); e convincersi, per ultimo, essi dovrebbero più -oltre che i costumi vanno fra noi al graduato livello dell'ignoranza, -prescritta come utile, e necessaria all'eterna salute del popolo -d'Israel (84). - -Ecco l'abominevole confronto che risultare per ogni parte vedrebbero -quegli uomini benemeriti dell'Israelismo fra la pura inalterata credenza -professata un giorno da' medesimi, e le moltiplici ributtanti cerimonie, -che sotto l'imponente viluppo di religione praticare osserverebbero fra -noi. - -Insensati! Essi tutti d'accordo esclamerebbero fremendo, se la religione -si crede (com'essa è, senza alcun dubbio) necessaria oltremodo a tutti -gli uomini, non è egli forse innegabile che le medesima debba essere -intelligibile per tutti? Essendo essa, (come ogni sano filosofo ne -conviene pienamente di buon grado) l'oggetto il più importante, e il più -indispensabile per la specie umana, l'eterna volontà dell'Essere Supremo -esigere non dee ch'ella sia per tutti coloro che ne fanno parte, la cosa -la più semplice, la più concisa, la più chiara, e la più dimostrata per -ogni ente ragionevole (85)? Non rendesi all'eccesso deplorabile il -vedere che questo assunto sì oltremodo urgente alla salute dei mortali, -sia precisamente quello che essi intendono il meno, e sul quale dopo -tanti secoli hanno quelli sempre disputato accanitamente senza divenire -giammai migliori, nè farne in alcun tempo resultare de' sensibili -vantaggj, che tranquillizzino lo spirito de' medesimi, e facciano loro -espressamente conoscere il retto sentiere che può con sicurezza -condurgli a quella solida felicità imperturbabile che dalla sola -incontaminata religione unicamente riconoscere possiamo (86)? Sembra, -pur troppo, che a questo essenzialissimo punto decisivo a noi pervenire -giammai non sia permesso. - -(73) _Quiconque vent s'appliquer à la recherche de la vérité_ (dice il -dotto Autore de la _Philosoph. du bon sens Tom. I. § III. Pag. 3._) -_doit éviter de prendre des principes qui puissent l'éloigner pour -toujours du bon chemin_. È per altro una cosa strana di vedere l'uomo -avido bramare l'acquisto della verità, e schivare ad un tempo la -presenza quando ella si offre all'occhio intellettuale della sua mente; -il suo splendore sembra offuscarlo, attonito pare che lo renda il suo -sembiante ed infierire ancora lo veggiamo sovente contro di colui che -glie la presenta o gliene addita il sentiere; _veritas odium parit_, è -ormai trito quanto verificato proverbio; infatti dicasi ad un uomo -qualche verità, sebbene utile per lui, ma offensiva in qualche modo al -suo amor proprio, esso la riguarda come un ingiuria e tenta di ogni -mezzo per vendicarla; e qual è mai quel settario che non riguardi con -occhio irascibile, o di positivo disprezzo colui che azzardasse di -correggere i suoi travviamenti proponendogli di sostituire alle sue -inveterate menzogne tradizionali le verità sane, religiose, ed -instruttive? E nell'uno, e nell'altro caso non abbiamo che rivolgerci -ovunque per essere colpiti ad ogni tratto da ripetuti percuotenti -esempi, efficaci a consolidare tutto ciò che di proposto asseriamo. - -(74) I fanatici per la religione, della quale si dicono osservanti, -lungi dall'essere il sostegno fondamentale e permanente delle sue -massime, non ne sono che il perpetuo flagello, e i disruttori; sempre -indifferenti alle azioni oneste, essi reputansi virtuosi non già sopra -quello ch'essi fanno, ma relativamente a ciò ci essi credono; la -credulità macchinale degli uomini è secondo il torpido giudizio de' -medesimi l'unica giusta misura della stessa loro probità: _Les hommes -ignorants_ (dice un illuminato pensatore moderno) _ne jugent les -opinions des autres que par la conformité qu'elles ont avec les leurs: -ainsi ne persuade-t-on jamais les sots qui avec des sottises._ Quindi è -che un uomo dotato di lumi, e di talenti il quale abomini di secondare -le loro pratiche insensate, e i loro smarrimenti perviene difficilmente -a godere presso di quelli la riputazione di individuo integerrimo, e -probo. Infatti quante volte si ode ripetere dalla bocca di questi -miserabili automati: _oh! sarebbe pure un onest'uomo il ... Se -mortificasse al suo corpo con digiuni frequenti; se recitasse a gola -spiegata le consuete leggende quotidiane, ed altre ancora, se non si -nutrisse di altri cibi che di quelli preparati da' suoi correligionarj, -se confessasse di continuo le sue colpe e i suoi pensieri all'orecchio -di un altr'uomo, se osservasse le astinenze delle vigilie; se non ....._ -ma io più non finirei allorchè riportare dovessi tutti que' se -condizionali che questi esseri abrutiti opporrebbero alla stessa probità -esemplare di un _Baile_, d'un _D'Argens_, d'un _Montesquieu_, d'un -_Rousseau_, d'un _Mirabaud_, d'un _Elvezio_, d'un _Mendelshon_, de' -quali dovrà il mondo in ogni secolo piagnerne la perdita fatale, -malgrado che ignote fossero loro interamente quelle mostruose cerimonie -senza l'esercizio delle quali non si può in mente de' fanatici essere -onest'uomo. Impostori! forsennati! Non potrassi dunque essere onest'uomo -senza essere imbecille! Ma v'ha egli mai sopra la terra uomini più -reprobi, esseri più perniciosi di voi, che ne siete scrupolosi -osservatori fino al delirio? Mi si accenni di grazia quale è mai -quell'azione criminosa della quale non vi rendiate voi stessi o -colpevoli, o correi e danno irreparabile de' vostri propri simili? voi -odiate, senza riserva, chiunque non vi assomiglia, voi perseguitate -accanitamente quegli uomini dotati di criterio bastante per conoscervi, -e di talento efficace a smascherarvi, voi siete ambiziosi, ignoranti, e -ingannatori, ed a molti fra voi altro forse non manca per essere gran -scelerati che il coraggio, ed i talenti; ma tutto che sempre vili, ed -abrutiti nell'ignoranza, e nella superstizione non lasciate però di -essere al maggior grado protervi, e sempre funesti alla società, voi -inferocite, senza ritegno, contro chiunque tentasse d'illuminare la sua -specie costretta violentemente a prostrarsi davanti le vostre orride -follìe, come alla presenza de' _Cocodrilli sacri_ di Memfi. - -(75) La superstizione degli ebrei talmudisti va fino ad un eccesso tale -in questa parte, che ve n'ha pure anche di quelli i quali non solo -resterebbero astemj tutta la loro vita piuttosto di bere il vino che non -fosse premuto da altri ebrei simili ad essi; ma se questo liquore così -manipolato, che chiamano כשר (Kascer) cioè, _ottimo_, o squisito, fosse, -per accidente rimosso da qualche גוי goy, (sotto tal nome comprendendo -tutti quelli che non sono circoncisi, o che non professano il giudaismo) -essi lo credono contaminato, e se ne astengono del pari, come se non -fosse in origine pestato dall'ebreo. Lo stesso principio superstizioso -nutrono i medesimi per rapporto a qualunque siasi vivanda preparata da -individuo non ebreo; essi non se ne ciberebbero quando ancora dovessero -soccombere all'inedia, ed al languore, ed alla morte stessa; ma di ciò -ragioneremo più diffusamente altrove; solo basti quì di sapere intanto -che gli ebrei moderni pare che abbiano rinunziato attualmente al -pregiudizio ridicolo del primo, ma essi restano altrettanto attaccati -ancora al mantenimento del secondo col più scrupoloso rigore. - -(76) Tutti gli attentati esecrabili commessi religiosamente da' perfidi -_Ravaillac_, _Damiens_, _Malacrida_, e _Giacomo Clemente_ di cui ci -fanno inorridire le Istorie, furono senza dubbio, preceduti, o -accompagnati da quelle stesse benedizioni, e cerimonie colle quali si -mirarono altre volte consacrate la _S. Bartolomeo_, i _Vespri -Siciliani_, i _Regicidj_ orribili, ed i più atroci misfatti; ed io già -dimostrai di proposito altrove (Ved. le Annot. 88, e 122 del T. II delle -_Notti Campes._) che non v'ha perfidia, o intrigo di cui questa classe -inutile al mondo non abbia, in ogni tempo renduto complice un Dio, nè -azione proditoria che non venga in nome suo filtrato dal vaglio -pernicioso della sua _fraterna_ iniquità. - -(77) Molti ebrei ritengono male a proposito anche oggi il nome di -_Cohanim_, o sacrificatori, benchè le loro ispezioni in tale qualità -sieno intieramente cessate, non esistendo più a' tempi odierni, nè -tempio, nè altare, nè olocausti da offrirvici, così il vocabolo כהן -(cohen) più non è a' nostri giorni che un mero titolo supposto decoroso, -e non già un grado di vero sacrificatore, quale era esso ne' tempi -andati: ma non per tanto quelli che si fanno attualmente distinguere con -simile attributo sono all'eccesso scrupolosi nell'osservanza di que' -riti medesimi, che erano altre volte comandati a quelli che discendevano -dalla schiatta d'Aaron, colla differenza però che quelli conoscevano un -capo uffiziatore כהן גדול (cohen gadol) _Sommo Sacerdote_, che i recenti -non hanno; ma del resto tanto perciò che riguarda la purificazione per i -morti, quanto relativamente al riscatto de' primogeniti maschi un mese -dopo la loro nascita, siccome ancora per quello che rapportarsi alla -primazia che pretendono questi sostenere sul resto del popolo, in mille -ridicole cerimonie religiose, che non giova quì annoverare, i nostri -Cohanim sono le perfette Scimmie degli antichi sacrificatori, a' quali -non s'indurrebbero giammai a verun prezzo a cedere di buon grado. - -(78) Queste dette altrimenti תלמוד תורה (Talmud Torah) _Instruzione -della Legge_, erano i luoghi dove s'insegnava, o spiegavasi la Legge co' -Commentarj de' Rabbini. Varie furono le Accademie di tal fatta che -gl'Israeliti eressero in diverse parti della Giudea, o altrove dopo la -distruzione del secondo tempio, ma la più ragguardevole di queste fu, al -parere de' dotti, quella stabilita in _Tiberiade_; egli è là che -insegnarono i più gran Maestri che gli ebrei venerano attualmente -_Jehudah il Santo_ (l'Autore della Misnah) _Rab. Haninah_, _Rab. -Jonathan_. È là precisamente che si compose la Misnah, e il Talmud; -finalmente si pretende da varj Autori che i Massoreti, ossia quelli che -hanno punteggiata la Bibbia insegnarono in Tiberiade. Molte altre ancora -furono erette in quelle parti dell'Oriente nelle quali gli ebrei fecero -una lunga permanenza. Essi vi installarono così pure ne' tempi a noi più -recenti alcune altre Accademie di tal fatta in Francia allorchè vi si -rifugiarono. _Beniamin di Toledo_ parla di quella di _Beaucaire_, alla -testa della quale e _Abraham Ben David_ che nutriva i suoi Scolari -quando erano bisognosi, e loro somministrava il vestiario quando ne -erano mancanti (Ved. _Ben. de Tol. Iter._) - -(79) In qualunque parte di mondo dove gli ebrei hanno il domicilio -trovasi costantemente praticato questo costume, senza che alcuno -frattanto sappia rendere convincente ragione della stretta osservanza -con cui quello mirasi ovunque usato, e mantenuto. Questo dunque consiste -in un lampadario più, o meno grande, che gli ebrei tengono appeso al -palco di un salotto, ed in linea perpendicolare al centro della mensa -preparatavi per mangiare; non avvi casa, purché abitata da ebrei, di -qualunque ceto, o condizione ch'essi siano, dove non si scorga -quell'arnese nella foggia medesima che accennammo. Questo sacro -lampadario (così chiamato per l'uso a cui si fa servire) viene acceso -intieramente nel tramontare del sole di ogni venerdì, non meno che -nell'imbrunire di tutte le vigilie delle feste solenni comandate dal -Pentateuco: le sole donne maritate sogliono incaricarsi generalmente di -sì fatto ministero; esse nell'istante di eseguirlo, recitano una -benedizione compilata espressamente per quest'oggetto, e vi attaccano -un'efficacia tale, che non vi è femmina ebrea la quale non creda -fermamente di essere esente da' pericoli del parto, da contagiose -malattie, e dalle sofferenze laceranti dell'Inferno, osservando -rigorosamente le tre prescrizioni ch'elleno impongono i rabbini, una -delle quali si è quella di accendere il lampadario del sabato. - -(80) Alcuni Rabbini asseriscono che Adamo, mediante la vastissima -scienza universale che gli attribuiscono infusagli prodigiosamente dal -di lui maestro, e custode _Raziel_ (di cui sarà da noi parlato altrove) -antiveggendo che alcuni secoli dopo di esso dovea nascere dalla prosapia -di Giuda un certo individuo che sarebbe nominato _David_; ma che in -forza degli alti impenetrabili arcani esso avrebbe dovuto essere nato un -aborto, e che d'altronde se si fosse prodotto nel mondo suscettibile di -lunga vita, avrebbe il medesimo formato il decoro del popolo d'Israel, e -sarebbe stato molto bene affetto all'Essere Supremo; prevedendo Adamo -dunque tale sciagura, e cercando la maniera di ripararla, aggiungono i -Rabbini, che supplicasse fervidamente la Divina Misericordia, onde -volesse togliere del lungo corso di sua vita (che prevedeva dovere -ascendere a mille anni) la somma di anni settanta, de' quali esso -inclinava fare un dono al Salmista Reale; al che Dio aderendo, senza -ostacolo, si fece l'assoluto depositario di questo dono, fino al momento -in cui fu esso fatto passare a David che ne fruì dal giorno in cui si -produsse fra i viventi fino all'estremo istante di sua carriera, che -fissò il compimento di anni settanta; passati ad esso gratuitamente dal -primo uomo (ved. _Ghem. Mas. Sanhed. Cap. VII. fol. 35._) - -Oggi non si troverebbe certamente fra noi alcun notajo che defferisse -rogare un simile contratto. - -(81) Hanno un bel giustificarsi quì i Rabbini ad oggetto di diminuire -l'orrore che apporta agli uomini forniti di lumi, e di buon senso il -carattere odibile ch'essi attribuiscono all'Essere Supremo, adducendo -che sì fatta loro maniera di parlare non è che al figurato, al solo -disegno di adattarla alla intelligenza limitata del volgo, come se per -farsi capire dalla classe ignara fosse permesso al terrigeno mortale di -avvilire il sommo autore della natura a questo segno: quale insania -deplorabile! Non è già così che le scuole di Socrate, di Platone, e di -Aristotile insegnavano a conoscere, a temere, e ad adorare il Dio -dell'universo; e sebbene si trovassero astrette quelle pure qualche -volta ad esternarsi a persone ignoranti, per rapporto alla vera -cognizione di questo Essere degli esseri, quelle frattanto ritrovavano -il pronto mezzo di farglielo elleno esattamente capire senza lasciarsi -trascinare dal torrente di simili eccessi. - -Non v'ha certamente che il filosofo il quale possa elevarsi fino alla -sublime contemplazione di questo Essere increato, nè altri fuori di -quello può, ad ogni esperimento, con rispetto maggiore estollerne le -glorie. In fatti pretendere che Dio sia suscettibile di pentimento, di -passione, di dolore; ch'egli possa offendersi delle azioni degli uomini, -non è egli lo stesso che annientare tutte le idee che noi dobbiamo -d'altronde avere di questo Creatore Supremo? Dire che l'uomo può turbare -l'ordine dell'universo, che esso può accendere il fulmine fra le mani -del suo Dio ch'esso può frastornare i suoi progetti, non sarebbe lo -stesso che il credere, che da esso lui dipende unicamente di alterare la -sua ineffabile clemenza, di trasformarla in crudeltà? È appunto così che -la Teologia non fa che distruggere incessantemente con una mano, ciò che -desso edifica coll'altra; quindi si può opinare con giustizia, che se -ogni tradizione ora le è fondata sopra tali esecrabili principj, -dobbiamo ragionevolmente conchiudere che basate sono, per conseguenza, -tutte quante sopra una contradizione dimostrativa. - -(82) Non dobbiamo che richiamare quanto fu già da noi esposto fino ad -ora per restare ampliamente convinti, che se l'Israelita de' nostri -tempi dovesse prefiggersi di osservare alla lettera, e tutto ciò che gli -venne ordinato da Mosè, ed altrettanto che la tradizione gli prescrive, -esso non vi riuscirebbe giammai senza un prodigio; mentre è presso che -impossibile che l'uomo debole quale esso è per sua natura sentisse forze -bastanti per respignere le passioni sregolate dalle quali è soggiogato, -e ad un tempo medesimo, vincere gli affetti viziosi che lo seducono, e -rinunziare, in una parola, al di lui essere, come sarebbe necessario per -caricarsi di una soma di gran lunga preponderante alla sua capacità: ma -non per tanto l'attaccamento degli ebrei per le loro tradizioni è tale, -ch'essi trascureranno venti precetti fondamentali del pentateuco -(siccome lo abbiamo rimarcato non è che un istante) piuttosto che -estinguere un lume in sera di festa, o che prendere anche scarso cibo la -sera, ed il giorno del 9 del mese di _Av_, o negli altri digiuni (de' -quali è fatta speciale menzione nella seguente annot. 131) e che gustare -un volatile condito, o cucinato nel butirro, benchè la scrittura non lo -vieti di sorte alcuna, o che desistere in fine per un solo giorno dal -recitare le leggende quotidiane, e cose di tal fatta, in tanto che la -vera osservanza dell'essenziale è quella che l'occupa il meno, e che -forma l'ultima, e la più indifferente delle sue cure. - -(83) Questo deplorabile malore in vero non è affatto nuovo nel mondo, e -per quanto io mi accorgo gli ebrei non furono già fra gli uomini i soli -ad esserne gravemente infetti, poichè vi fu già un tempo sulla terra, al -dire dell'abate _Cartaut_ in cui le scienze, e l'arte di scrivere furono -dalla chiesa romana riguardate come occupazioni labili, e mondane, e per -conseguenza indegne totalmente di un ottimo cristiano. - -(84) E con quale fondamento lusingare ci dovremo di potere mai ritrovare -irreprensibili costumi laddove i mezzi che sarebbero sufficientemente -capaci a farceli apprendere, a regolargli, sono totalmente ignorati -dalle massima parte fra noi? E quale meraviglia se quelli in particolare -della prosapia d'Israel ci appaiono cotanto insociabili, e sì strani? -Essi dovranno andare sempre mai su questo piede fino a tanto che la -superstizione sarà dalla medesima preferita alla solida coltura dello -spirito, le pratiche ridicole anteposte all'esercizio delle massime -salutari della pretta Religione, e fino a tanto che questa nazione, -impressionata de' suoi antichi errori, stimerà più necessario di essere -devota, che instruita. - -(85) Quanto più sanamente osservata, e mantenuta sarebbe dagli uomini la -vera Religione, quante meno querele suscitare si vedrebbero a suo -riguardo, e quanto più rispettabile, in ogni senso riuscirebbe la -pratica di essa in faccia degli increduli, se la chiarezza, e la -precisione fossero l'appannaggio de' suoi ammirabili principj, nel modo -che la tersa verità dee essere la sola interprete genuina delle sue -massime; coloro che ne fanno pubblico esercizio non si vedrebbero allora -più astretti, come accade loro sovente, di credere ciecamente senza -potere rendersi a se stessi la benchè minima efficace ragione di ciò che -forma la base radicale della loro propria credenza; ciascuno -ritroverebbe spiegati nella pratica medesima di esse quei solidi motivi -sufficienti del loro credere, senza brancolare inutilmente col pensiere -nel vortice immenso de' dubbj tormentosi, e delle arcane illusioni, che -gli si fanno servire di ammaliante corredo; ma frattanto alcun vantaggio -reale risultare non se ne vede in favore di coloro che la professano. Ma -tutto ciò sarà mai sempre ineseguibile fra gli uomini fino a tanto che -la religione diverrà per certuni un soggetto di speculazione sulla -terra, ed un mestiere da potersi esercitare coll'ingannevole orpello -dell'umiltà, e della devozione. - -(86) Il primo scopo che si prefissero in ogni tempo i propalatori delle -tradizioni sacre in generale, si fu quello di ammaliare la stupida -curiosità di quegli uomini che stabilirono di sedurre; e di allontanare -dall'occhio dell'esame qualunque dogma, di cui l'assurdità troppo -evidente, avrebbe dovuto necessariamente a prima vista, in mille guise -colpirgli. Non meno nell'uno, che nell'altro essi vi sono completamente -riusciti. La pratica delle superstizioni è assai più agevolmente appresa -di ciò che riesca facile conoscere l'esercizio commendevole di una -pretta religione, della virtù, del disinganno. In fatti è molto meno -arduo per l'uomo di genuflettersi a' piedi degli altari, e recitarvi le -preghiere, immergersi nel Gange come i _Bonzi_, nutrirsi di magro le -vigilie, confessare le proprie colpe all'orecchio di un'altro uomo, -abbigliarsi di certi arnesi, o astenersi da certi cibi, di ciò che sia -perdonare come _Camillo_ agli snaturati concittadini, o calpestare con -isdegno le ricchezze, come _Papirio_, o farsi il corifeo della virtù, -come _Aristide_, ovvero instruire il mondo come _Socrate_. Sempre -indifferenti a questi sublimi tratti di straordinarie virtù, essi non -sono ad altro interessati che a sostituire a queste le offerte, i -digiuni, le espiazioni, persuadendo scaltramente gli uomini che si può, -senza ostacolo, col solo mezzo di certe cerimonie superstiziose, -giugnere per sino ad imbianchire l'anima anerrita dai più atroci, ed -esecrabili misfatti. Ciò che ha dato sorgente funesta in ogni tempo fra -gli uomini, siccome io l'ho altrove rimarcata (annot. 100.) sul -proposito della confessione auriculare, a tutti quei criminosi -travviamenti a quali può essere soggetto lo spirito umano. - - - - - CAPITOLO XI. - - Seguito del medesimo soggetto. Esame delle verità esposte. - - -Tutto che molte sensate persone sdegnate restino, e percosse dalle -complicate assurdità di dettaglio di cui non solo le tradizioni -ebraiche, ma tutte quelle altresì dei popoli che conosciamo sono -ripiene, esse frattanto non ebbero giammai fino ad ora il risoluto -coraggio di rimontare fino alla sorgente venefica dalla quale sì fatte -assurdità dovettero probabilmente ritrarre l'origine fatale, per tutto -non vi si scorge che uomini, o criminosamente ipocriti, o brutalmente -zelanti, proclivi ad accreditare le più assurde contraddizioni, le più -ridicole novellette, e le intuitive follìe, riscaldando, o seducendo -colle illusioni le più bizzarre la credula fantasia degli uomini i quali -finiscono in ultimo coll'identificarvisi, e idolatrare delle chimere: _o -homme!_ esclamava altre volte un saggio illustre, _qui saura jamais_ -_jusqu'où tu portes la folie, et la sottise? Le Théologien le sait, en -rit, et en tire bon parti._ - -Si ha d'altronde un bel sostenere, e dagli ebrei non meno che da tutte -le altre sette concordi, che la sola legge scritta non sarà mai per se -medesima sufficiente, quanto l'urgenza lo richiede, a fondare le -inconcusse basi della religione; senza l'immediato soccorso della -tradizione; oltre che ciò resta formalmente smentito da' moltiplici -percuotenti esempi da noi altrove opportunamente riportati di quei tanti -distinti soggetti, a tempo debito citati, i quali senza conoscere -tradizione di sorte alcuna non lasciavano di essere perciò gli esemplari -modelli della credenze d'Israel (e de' quali si cercherebbero indarno -imitatori in tutto l'antico, ed il recente Giudaismo) ed i veri -prediletti dell'Essere Supremo; si potrebbe, all'opposto, senza timore -d'ingannarci, dimostrare con evidenza che altrettanto le parafrasi, ed i -commenti riescono utili, e sovente necessarj, allorchè tendono a -semplificare il soggetto originale, col mezzo d'idee chiare, -compendiose, e intelligibili, quanto non meno gli uni che le altre si -rendono all'eccesso aggravanti, e perniciose allo spirito, se diffusi, o -enigmatici si scorgono; nel primo caso il testo acquista nuovi lumi -efficaci a rischiarare la mente poco idonea di approfondirne per se -stessa il vero senso; nell'ultimo poi esso diventa molto più oscuro, più -confuso, inutile del tutto. Or, quale di questi sarà, dunque giustamente -il caso nostro? Basta farci a considerare di slancio la soma enormemente -onerosa, della quale oggi trovasi aggravato il Popolo d'Israel in tante -guise differenti, in proposito di Culto, e religione, per ritrovare -senza gran pena la soluzione positiva di simile problema. Dicasi pure, -come sarebbe in verun modo possibile all'ebreo Talmudista di mantenere -il sabato al rigore delle cerimonie innumerabili che vi aggiungono i -Rabbini, minacciando una dannazione irremissibile contro chiunque -individuo il quale si dimostrasse refrattario, o trasgressore delle -medesime? Non bastava forse la sola prescrizione ordinata da Mosè di -santificarlo e fare cessare in esso qualunque opera servile, per -accrescervi, nella guisa che fece la tradizione, tante futili -controversie, tante glose incongruenti del tutto estranee all'osservanza -primitiva del precetto ed alla mente dell'Institutore (87)? - -Ed in qual modo potrebbe egli osservare giammai con esattezza tutto -quanto le parafrasi rabbiniche gli prescrivono concernente le altre -feste, oltre i tanti numerosi precetti che dagli espressi ripetuti -comandi della Divinità medesima sono ad esso autorevolmente imposti, -senza ledere, o trascurare gli articoli essenziali del suo Culto? Ma che -diremo già noi, se attignere si dovesse le nostre idee relativamente -all'Essere Supremo nelle discussioni tradizionali? Non si -mostrerebb'egli quest'Essere a noi sotto i tratti i più proprj a -rigettare la nostra adorazione il nostro amore? In fatti come -sarebb'egli possibile giammai di sentire del trasporto per un Essere di -cui l'idea che ci viene rappresentata, ad altro non serve, che ad -eccitare il terrore, e di cui i giudizj che vengono dalla medesima -riportati fanno fremere (88)? Come ravvisare senz'allarmarsi un Dio che -ora ride, ora piagne, ed ora scherza, come immaginare, senza orrore, un -Dio che secondo la tradizione sembra prendersi a scherno il destino de' -mortali, occupato di farsi sempre temere, e mai di farsi amare? Eh, che? -Tale forse non è il carattere odibile che la tenebrosa tradizione di -tutti i popoli della terra, senza escluderne forse alcuno, ci trasmise -dell'Autore Supremo delle natura (89)? - -E se da testè riportati assunti passare si volesse ad interrogare la -tradizione Israelistica specialmente sopra i cibi, supporremo noi forse -che potesse meglio riuscirci, la ritroveremo noi, per qualche parte -almeno, più sensata, meno ridicola, più congruente? Che l'astinenza di -alcuni cibi, o il divieto di nutrirsi di certi animali, autorizzato -parimente presso molti popoli antichi, nel modo che lo abbiamo altrove -chiaramente significato (ann. 28) ed imposta agli ebrei come un precetto -non meno urgente ad osservarsi degli altri che il Codice Mosaico avea -eglino già prescritti, sia che fosse il medesimo basato sopra uno di -quei menzionati disegni da' quali erano que' popoli guidati, sia che -diretto venisse da qualche altro, che le sacre pagine rivelarci non -vollero, debba riguardarsi come una instituzione utile, ed anche in -certi climi, a molti riguardi ovvia, e indispensabile, ciò potrebbe -senza ostacolo accordarsi, ed io ne convengo di buon grado, ma che una -semplice ingiunzione ordinata da Mosè, benchè triplicatamente di _non -cuocere l'agnello nel latte della capra_ (90), e che altro per se -medesimo non è che un mero suggerimento di umanità, onde fare -sott'intendere con esso di non incrudelire contro di coloro da' quali -abbiamo tratta l'esistenza sulla terra, che un avvertimento morale di -simile natura, dico, debba implicare una quantità di altri usi, e di -astinenze, le quali, anche a senso di qualche accreditato Rabbino, non -hanno il benchè minimo rapporto collo spirito intimo del precetto di -Mosè; ecco ciò che una mente illuminata soffrire certamente non potrebbe -senza indignazione (91). - -Ma cessiamo di più lungamente inveire contro gli smarrimenti umani; la -sola esposizione sarebbe stata sufficiente per se stessa a dimostrarne -l'assurdo; e farci quindi giudicare quale intimo valore il sensato -filosofo ebreo vi attacca, e la fede che il medesimo vi presta. Ma -essendoci prefissi fondatamente di condurre il popolo d'Israel nel -sentiere della ragione; disingannarlo de' vetusti suoi errori, -restituirlo al suo antico decoro, ed illuminarlo intorno i di lui veri -interessi, noi fummo astretti ad esporre una parte di que' dogmi, riti, -o cerimonie che la tradizione gli fece, per tanti secoli, considerare -come sacre, corredate ovunque di quelle osservazioni analoghe, che ci -sembrarono le più efficaci a sortire il nostro premeditato intento, ed a -giustificare nel tempo stesso i fondati motivi delle nostre salutari -operazioni. Quindi tutto ciò che fu da noi opportunamente riportato -sulla evidente inutilità della massima parte delle glose tradizionali, -sembrami sufficiente a fare ampliamente comprendere quanto meno -stravagante oggi comparirebbe il Codice mosaico nelle menti sovvertite -de' filosofi increduli, se non gli fossero eccessivamente addizionate -quelle moltiplici bizzarre cerimonie che fin quì combattemmo, colle -innumerabili altre prescrizioni strane, ed insensato che ommesse abbiamo -come non solo destituito affatto di verità, di base, e di ragione, ma -come opposte diametralmente alla purità inalterabile del fonte -incontaminato da cui si pretende follemente farle derivare (92). -Conchiudendo, in ultimo coll'evidenza irrefragabile alla mano che tutti -i principj di tal fatta non sono che il risultato genuino di una -sregolata immaginazione, o di entusiastico trasporto in cui -l'esperienza, e il raziocinio non ebbero giammai alcuna parte; e -l'eccessiva difficoltà che sovente incontrasi a combattere simili -principj solo dipende dall'indole riprovabile della fantasia umana, la -quale preoccupata una volta dalle illusorie visioni che la sorprendino, -e la rimuovino, si rende incapace assolutamente di riflettere, di -ragionare (93): Colui che si accigne a combattere la superstizione, ed i -suoi terribili fantasmi colle armi della ragione (dice sensatamente -_Shaftesbury_) rassomiglia ad un uomo il quale si servisse di una spada -per uccidere delle zanzare, o de' moscherini, sì tosto che il colpo è -vibrato, le chimere fatali, a guisa di que' tormentosi insetti, -ritornano a svolazzare intorno all'uomo, riprendendo nel suo spirito il -luogo stesso da cui supponevasi forse di averle proscritte per -sempre (94). - -E pure questo male ancora, tutto che all'eccesso orrido, e flagellatore -apparisca agli occhi nostri, non è, nulla ostante, senza qualche pronto, -ed efficace rimedio; ma questo, per altro in vano ci potremo lusingare -di conseguirlo fuorchè dalla sola ragione; procuriamo dunque di -allontanare da' suoi recinti lo sciame infetto delle contaminate visioni -che rendevano fino ad ora un peso incomodo, e lacerante per l'uomo; -rinunziamo fermamente di accordo a quelle odiose follìe che la -degradarono sì di frequente, e che la nostra insensata credulità gli -fece servire miseramente di pascolo, e di arredo per sì lungo periodo di -secoli, proclamiamola definitivamente nostra guida, ed essa ci farà, in -ogni senso, conoscere ciò che sia vera felicità sopra la terra, e per -quali mezzi adeguati ed infallibili può l'uomo pervenire a distinguerne -il sembiante, a possederla in tutta la sua integra purità, ed -estensione. - -(87) Il prototipo occasionale da cui emana il fondato motivo -dell'osservanza del sabato non può essere per se stesso più edificante, -nè l'alta idea che ne ha concepito il popolo d'Israel più solidamente -radicata; ma gli accessorj enormi che si ebbe l'imbecillità di -aumentarvi, sono quelli unicamente che oscurarono, al solito, la genuina -intelligenza di simile precetto. - -Quindi siccome questo dì è chiamato dalla scrittura giorno di riposo, e -di ricreazione; così i fautori Talmudisti avvezzi a prendere tutto al -letterale del senso, indagando quale ricompensa potere stabilire a chi -tale dovere compisse, si fecero ad immaginare che Dio nell'ingresso del -sabato accordasse ad ogni individuo ebreo un _anima superflua_ נשמה יתרה -(_Nesciamah Jeterah_), o come altri dicono, uno spirito ricreatore, -affine di potere meglio riposare in quel giorno, e onde più agiatamente -mangiare, bere, e sollazzarsi, e che al decremento del sabato Dio -ritirasse tutte le anime, che avea esso distribuite la sera precedente: -_R. Abraham_ ragiona seriosamente di quest'anima superflua nel suo -_Commentario sul Pentateuco_ che esso chiama אגודת אזוב (Agudath ezob), -cioè _mazzetto di mirra_. Essi rendono pure in quel giorno gli angeli -commensali degli ebrei, ed i più fanatici fra questi persuasi -intimamente dell'arrivo di tali nuovi ospiti serafici, si fanno loro -incontro fino nelle scale con un certo complimento ad uso angelico. -Nell'intonare di un certo inno espresso a tale riguardo la sera di -venerdì, essi ritengono per sicuro che lo anime eschino dall'inferno, -dove non rientrano che all'imbrunire del sabato, allorchè la preghiera è -terminata, e alcuni Rabini sostengono che anche le sofferenze degli -ebrei dannati cessano in quel giorno. - -I Talmudisti prescrivono altresì come un precetto indispensabile di -dovere fare tre splendidi pasti durante il giorno di sabato, affine di -essere con tali mezzi garantiti, come essi dicono, da tre funesti mali, -cioè dalle pene dal Messia, dalla micidiale guerra di Gog, e Magog, e -dalle fiamme del Gheinam. (ved. _Mas. Sciab. cap. IV._) Il rimedio in -vero non può essere più grato, nè più idoneo ad attirare degli -applicanti. E quante altre decisioni superstiziose non si sono parimente -sostenute da' Rabini, relativamente alla proibizione di accender fuoco -la sera, ed il giorno di sabato, un trattato intero di Misnah sopra -questa materia contiene le regole molto austere per l'esatta osservanza -di questo riposo corporale, di cui fu da noi già parlato (annot. 56) non -meno che sul fuoco, ed altre cerimonie per ovviare che non vengano -trasgredite, mentre che si ha tanto poco zelo per la vera pietà. - -Ma essi, per altro non comprendono che il riposo macchinale ordinato -agli ebrei da Mosè di non muoversi alcuno in questo giorno dalla sua -posizione in cui ritrovavasi nel momento dell'ingresso della festa (ved. -l'annot. citata) conveniva agli ebrei solo nel deserto, dure non doveano -essi altro fare che rimuoversi per raccogliere la manna che in duplice -dose cadeva loro prodigiosamente il giorno avanti; prescrizione che oggi -eseguire non si potrebbe in verun modo; siccome non mi sembrerebbe -inverosimile l'opinare che il divieto di accendere fuoco in simile -giorno entro le abitazioni domiciliarie si riferisse a un doppio senso -primo al fuoco sacro usato allora dal Pontefice sommo per servizio -dell'altare, dove in quel giorno soleva ripetersi l'olocausto per tre -volte, e ciò vuole implicare di non doversi servire nè accendere di quel -fuoco per uso di famiglia, che ne sarebbe rimasto profanato, ed il -trasgressore divenuto reo di esecrabile sacrilegio: secondo; essendo gli -ebrei nutriti nel deserto colla prodigiosa caduta della manna, che ad -ogni loro richiesta trasformava qualunque sapore, senza il soccorso -dell'arte di cucina, e riscaldati da un ignea nube, che secondo la -scrittura additava loro il cammino che doveano tenere durante il corso -delle loro marcie notturne, inutile, come bene si scorge, rendevasi loro -il fuoco, non meno per l'uno, che per l'altro oggetto. - -A tempi nostri però che i sacrifizj sono cessati, e che si fattamente -rari si rendono fra noi tali prodigi, parrebbe, che l'ebreo della nostra -età dovrebbe esservi dispensato dall'osservanza di simile precetto il -quale, nella guisa che testè accennato abbiamo, sarebbe ad esso lui -presso che impossibile di mantenere oggi a rigore, sia che considerato -venga alla lettere, come lo pensano i Caraiti, sia che prendasi in -astratto nella guisa che praticare veggiamo a recenti Talmudisti. - -(88) I panici timori che incute la tradizione teologica, anche sopra -oggetti che religiosamente parlando non implicano timore, degradano lo -spirito, e l'anima, traviano l'uno paralizzano l'altra, ed incapaci le -rendono entrambe di lumi, e di ragione, così è pur troppo, che -comprimendo essa l'uomo sotto l'aggravante peso del timore, allontana in -lui la speranza di un conforto, debilita le sue forze, e di un integro -adoratore del Dio vivente forma uno schiavo pusillanime, e spregevole, -la cui devozione macchinale altro a fondo non è che un cupo velo di cui -si serve, il più delle volte, per inorpellare i suoi orribili assurdi, e -i suoi misfatti. Ben diversa però è la massima dell'uomo saggio; egli sa -essere religioso senza essere pavido, perchè la sua ingenua coscienza è -sempre mai limpida, ed uniforme a' sani principj del suo credere. - -(89) Io ho già di proposito rimarcato in qualche luogo (ved. l'_annot. -8. T. I. pag. 41. delle Notti Campestri_) che il primo scopo che si -prefissero in ogni epoca del mondo i promulgatori di Sacre chimere fu -quello di attribuirsi il carattere imponente di Direttori Spirituali -delle Nazioni, onde con tale mezzo a colpo sicuro pervenire a disporre a -loro talento; per meglio dunque riuscirci essi opinarono di -rappresentare Dio come un Essere occupato unicamente d'incutere timore -nell'animo de' suoi creati, e dedito giammai a farsi amare, e quindi -risultare lo fanno nelle loro assurde illazioni, a un tale riguardo, or -come un Essere debole, ed or come tremendo, or come benefico, ed or come -tiranno, senza altra ragione che la sua propria volontà. Nè dee recarci -sorpresa di ritrovare dei popoli i quali giunghino al delirio -spaventevole di concepire idee cotanto mostruose, e ripugnanti del -provido Autore della Natura, dal momento che ci faremo ad investigare -per una parte l'indole infelice del volgo nel credere ciecamente alla -rinfusa ciò che ha l'apparenza di prodigioso, e di stravagante, ed a -conoscere sensibilmente dall'altra l'artifizio perverso di una certa -classe d'individui, nel farsi reputare da esso l'oracolo portentoso -della Divinità suprema, e l'organo immediato de' suoi Eterni -inalterabili Decreti. - -(90) Essendo questo divieto ripetuto per tre volte nella Scrittura -(_Num. c. 23. v. 19. c. 34. v. 25. e Deut. c. 14. v. 19_) i Talmudisti -ne amplificarono talmente l'osservanza, che oggi più non tiene che alla -classe delle tante altre pratiche inutili conosciute, e professate dal -recente giudaismo. Essi dunque inferirono conseguentemente di dovere non -solo mantenere detto precetto al puro senso originario della lettera -genuina, ma di astenersi parimenti da qualunque siasi cibo dove entrasse -tutta specie di carne, pure di volatile unitamente ad ogni sorta di -formaggio, o di latticinio, e per cautela, maggiore nell'esatta -osservanza di questa pratica superstiziosa, i Rabbini ordinano -scrupolosamente di dovere tenere anche gli utensili per cucina -interamente separati (ved. _misn. hol. fol. 104. Din. Joré Deng. c. -92._). - -I medesimi vietano inoltre con eguale rigore di mangiare in uno stesso -convito prima una vivanda di carne, indi altra di formaggio, se non dopo -decorso l'intervallo di sei ore, (Ibid. e _Beth Joseph_) permettendo -l'ultima però avanti quella previa una breve interruzione di pochi -minuti, dopo essersi lavate ambe le mani. Tanto possono le tradizionali -follìe in mente umana! - -Mi si permetta quì di rimarcare soltanto come mai combinare questi -divieti col lauto banchetto che la _Genesi_ ci descrive (_Cap. 27. v. -9._) preparato da Abramo ai tre angeli, che in sembianza di ospiti umani -si presentarono al suo sguardo? Quì troppo chiaro si scorge che l'uso -delle carni, ed i latticinj nel medesimo convito, ben lungi dall'essere -vietato, siccome lo è attualmente presso i Settatori Talmudisti, era il -solo cibo usitato quotidianamente dagli stessi primi fondatori della -credenza d'Israel; e tanto è ciò vero, quanto che nella suddetta mensa -disposta da Abramo a' suoi mistici viandanti eravi preparato un vitello, -e gran profusione di latte, e di butirro che servì loro di nutrimento, -senza che il testo accennato faccia di sorte alcuna menzione d'altro -cibo. - -Nè giova il dire che a' tempi del patriarca non essendo tutta via -promulgato il Pentateuco di Mosè un siffatto precetto non potea essere -in vigore, poichè la stessa preparazione è sotto intesa egualmente -contenere (_Sam. II. Reg. I._) i rinfreschi ricevuti da David in -differenti circostanze da Abigail, da Berzelai, ed altri, e nelle -vettovaglie che seco portarono coloro i quali vennero a ritrovarle in -Hebron; siccome ancora nello sfarzoso banchetto dato da Salomone di lui -figlio alla Regina Siba, che da' propri suoi stati accorsa era -espressamente per ammirare da vicino i fasti, e la saggezza di questo -monarca ebreo, che allora facea lo stupore dell'universo, ciò che -formava il corredo migliore di simili conviti, secondo l'uso -generalmente seguitato in quei tempi, per quanto apparisce dalla -Scrittura medesima altro certamente non era che una grande affluenza di -frutti, di legumi, di latte, di carni, e di butirro in una mensa stessa; -quindi è che altro che tali trattamenti possono avere dati, e ricevuti -que' sovrani di Israel, malgrado che la Legge di Mosè fosse da entrambi -perfettamente conosciuta. Si avrà forse il delirio di riprovare que' -benemeriti antichi per avere praticato un simile uso, preferendo loro di -moderni che se ne astengono? - -(91) Nel Codice Misnico (_Trat. Holim. Cap. 8. §. IV._) il Rabbino -_Jossè Agalili_ sembra convenire, in qualche modo, colla stessa nostra -opinione, relativamente al precetto di cui parliamo, se non per -abrogarlo del tutto, almeno per restrignerne l'osservanza; riducendolo -al primitivo suo senso letterale, cioè al solo divieto di cuocere -l'agnello unicamente entro il latte di sua madre, volendo in tale -maniera escludere affatto da questa prescrizione gli animali volatili, -qualunque siano, le madri de quali si riconoscono scevre onninamente di -questo fluido (_Ibid._). - -(92) Se riescono stravaganti oltremodo quelle tante prescrizioni -tradizionali da noi fin quì sovente rimarcate, quanto non dovranno mai -apparire all'eccesso ridicole, e affliggenti quelle che impongono i -Rabbini all'occasione di nascite, di nozze, di esequie pe' defunti? Non -abbiamo che percorrere i prolissi trattati, fatti sopra tali propositi -(Ved. _Sciulh. Ngharuh Trat. Milah, Kidushim & Abel._) per restare -intimamente persuasi, che tali appunto, quali distinti furono da noi, -debbono sembrarci in ogni senso quelle prescrizioni che vi sono -racchiuse, relativamente a' tre indicati soggetti, senza che io mi -diffonda di soverchio a tesserne il dettaglio, che d'altronde un lavoro -questo sarebbe inutile del pari che annojante. - -(93) Per viemaggiormente restare quanto è duopo convinti di questa -verità di fatto, noi non abbiamo che richiamare quanto da noi fu già -esposto altrove, relativamente allo scrupolo smodato che si fa l'uomo -ignorante, a qualunque setta ch'esso appartenga, d'interrogare se stesso -intorno quegli articoli che un'abitudine grossolana e macchinale fece al -medesimo un giorno riguardare come sacri, e inviolabili, e quelli pure -d'altronde, i quali forniti di lumi sufficienti per elevarsi fino alla -contemplazione della verità delle cose, predominati, del pari, dallo -smarrimento deplorabile medesimo, si tendono, ad un tale riguardo, così -pure incapaci onninamente di raziocinio, e di riflessione; perchè lo -scrupolo dell'esame, a questo soggetto, non è niente dissimile da quello -degli altri, l'educazione e la coltura de' medesimi non avendo avuto -attività bastante di superare la barriera fatale de' pregiudizj -religiosi imbevuti nell'infanzia. - -(94) Una volta che i prestigj del fanatismo sieno giunti ad -impossessarsi dello spirito umano, riesce presso che impossibile di -sradicarli al segno che più non accorrino a funestarlo nè a cospirare la -sua perdita estrema, e se per fortuita combinazione gli parrà di vederli -allontanati, ciò non seguirà che per qualche breve intervallo; passato -questo gli vedrà riprendere tosto sopra di esso un impero più assoluto, -e più consistente; inutile vedrà ogni suo sforzo, allora per tentarne lo -scampo; questo nemico crudele lo perseguita ovunque; non vi vuole altro -meno, che una opima dose di sana filosofia; e di solida coltura, onde -pervenire e distruggerlo per sempre, senza timore che ritorni mai più a -funestare la specie umana: _Il n'est d'autre remède à la maladie -épidémique du fanatisme, que l'esprit Philosophique, qui répandu de -proche adoucit enfin les mœurs des hommes, et que prévient les accès du -mal; car dès que ce mal fait des progrès il faut fuir, et attendre que -l'air soit purifié_ _Volt. Dict. Philos. T. V. p. 513._ - - - - - CAPITOLO XII. - - La pretta credenza trasmessa dal legislatore Mosè al Popolo ebreo poco - varierebbe da quella professata da Socrate, da Platone, e da Confucio, - se si eccettua le molteplici instituzioni misniche, e Talmudiche - aggiuntivi ad essa. - - -Donde dunque verosimilmente procede, udiamo taluno interrogarci di -proposito sovente, che quasi tutta la specie umana persuasa in -apparenza, che la religione è la cosa la più vantaggiosa per essa, e -sotto qualunque siasi aspetto che si riguardi, riconosciuta la più -seria, la più decisiva, ed importante, mentre che questo è frattanto -l'oggetto che gli uomini si permettono il meno d'investigare con -criterio, di approfondire con diligenza, e precisione? Laonde se si -tratta di contrarre un affare qualunque, di vendere qualche oggetto, di -acquistarlo, si prende le precauzioni le più accurate si bilica ogni -termine, si pondera ogni frase dello scritto che ne racchiude le -condizioni, e ciascuno fa, in somma, ogni sforzo possibile per mettersi -al riparo da qualunque male intelligenza, frode, o sorpresa: or, perchè -mai, argomentano, con impudenza, certuni, non avviene appunto così della -religione, e specialmente orale, che resta il più delle volte adottata -ciecamente sulle asserzioni altrui, senza che alcuno prendasi un benchè -minimo pensiere di esaminarla (95)? Io non dirò già (come qualche -filosofo incredulo erroneamente opina) che le massime religionarie degli -uomini di ogni setta di qualunque angolo del mondo sono i monumenti -antichi e permanenti dell'ignoranza, della credulità, de' terrori, e -della stupida buona, fede de' loro mali accorti antenati; io rigetto -questa opinione come assurda, eterodossa, e onninamente destituita di -base, di ragione, e forse ancora di buon senso; ma per altro, -l'esperienza, che rare volte inganna, mi ha in ogni tempo sensibilmente -dimostrato che in proposito di religione, e sopra tutto tradizionale gli -uomini non sono a sufficienza tutta via illuminati, quanto il loro -pressante bisogno lo richiede, onde potere essere garantiti solidamente -della verità, e della ragione di tutto ciò ch'essi ammettono come -supposto vero, e ragionevole. - -Ma da quale altra contaminata sorgente dobbiamo noi fondatamente -ripetere sì deplorabile sciagura, se non se dalle insensate sottigliezze -tradizionali, che soggiogarono sempre, a grado a grado, tutte le -nazioni, tutte le sette dell'universo, le quali ne risentono pur troppo -tuttavia la gravezza lacerante, e il danno incalcolabile, senza speme di -sollievo, nè di compenso (96)? - -Gli Ebrei, i Cristiani, i Musulmani, e gl'idolatri tutti hanno delle -supposte intuitive tradizioni, che sostengono fervidamente d'accordo, -emanate dal Cielo, compilate dallo Spirito Santo, e identiche, e -uniformi alla più esatta inalterabile verità; esse sono tutte -interamente appoggiate ad un punto medesimo di centro, che insieme -racchiude l'antichità, e il fanatismo religioso (97). - -Ecco le due barriere fatali che opponendo un'ostacolo tenace, ed a molti -riguardi considerato come ineluttabile all'esame de' sentimenti -religiosi che ci furono inspirati nell'infanzia, immergono tutti i -popoli ciecamente nella credenza grossolana de' più malefici, e -degradanti pregiudizj; e senza diffondermi soverchiamente sulle altre -sette che ingombrano ambo gli emisferi, non abbiamo che applicare -costantemente le stesse impotenti basi che servono di rilievo -fondamentale alle tradizioni del popolo d'Israel, per vederne risultare -direttamente i funesti disordini eguali a quelli di tutte le altre -nazioni, che l'Istoria ci fa conoscere, e scorgervi, ad un tempo, con -indelebili marche, l'impronta stabile uniforme della menzogna che le -caratterizza tutte quante (98), - -Suppongasi, per mera ipotesi, che un Settatore di Socrate, di Platone, o -di Confucio, od anche questi tre filosofi medesimi in persona, ignari -affatto delle tante sette o religioni, che coprono attualmente ambo gli -emisferi de' nostri secoli, sieno eccitati da una mera curiosità di -trasferirsi fra noi per osservarle ocularmente; una fortuita -combinazione favorisca i loro disegni, e compia le loro brame; un giorno -di venerdì si trovino avere per commensali un ebreo talmudista, un -cattolico romano, ed un settatore di Maometto; io non posso usare dei -vostri arnesi, farebbe a dire l'ebreo, nè debbo mangiare la carne avanti -il cacio, nè condire con questo veruna specie di carnaggio, nè mi è -permesso di gustare i vostri cibi, di sorte alcuna, siccome ancora mi è -vietato di bere il vino premuto, da coloro che professano una credenza -differente da quella che la mia tradizione da lunga serie di anni già -trasmise agli avi miei (99): e pregovi di congedarmi avanti che il sole -trammonti nell'occaso, giacchè se le festa, del sabato quì mi ritrovasse -in tale momento, non solo io commetterei un oltraggiante villanìa di -lasciare i miei ospiti celesti scevri di quegli omaggi consueti che sono -ad essi meritamente dovuti (ved. ann. 87.), ma incorrere altresì io -potrei nel grave irremissibile delitto di dovere meco portare il -fazzoletto che tengo per mio semplice uso, l'orologio, non meno che il -sottile bastone che per mero piacere io porto fra le mie mani (ann. 72); -ed a me, soggiugnerebbe il cattolico romano è severamente vietato di -cibarmi di qualunque siasi carne in questo giorno, poichè in esso fu -condannato all'ultimo supplizio il mio Dio; quello è il giorno per me -terribile in cui il redentore del mondo terminò fra due ladroni sopra un -infame patibolo i giorni suoi; ad una sì lugubre commemorazione io sono -in dovere di consecrare quest'astinenza durante l'intero periodo della -mia vite, e tutto ciò che da voi, e da me si opera fedelmente riferire -io debbo all'orecchio di colui che l'arbitro depositario degli arcani -del mio cuore, e l'assoluto direttore delle mia coscienza, può a suo -piacere cancellare ogni mia colpa, confessandola ad esso, e ad un tempo -medesimo rendermi il più venturoso fra i mortali, ovvero condannarmi -inevitabilmente a gemere ne' cupi abissi dell'inferno, ommettendo di -eseguirlo (100); ed io, conchiuderebbe finalmente il musulmano, sarei -per tutti i secoli dannato, se volessi bere del vino, o vi ascoltassi -parlare di scienza di morale, e di buon senso, mentre io debbo essere -astemio tutto il corso della mia vita, e marcire nell'ignoranza tutto il -tempo ch'essa dura (101), e siccome in questo giorno io debbo celebrare -l'ascensione al cielo del mio sommo Profeta (102), associarmi non posso -nel vostro conciliabolo profano a meno di non rendermi indegno della -ricompensa che mi ha esso garantita, qual è quella di farmi godere -nell'altra vita i soavi amplessi delle più avvenenti femmine del mondo, -preparate per eterna delizia de' giusti entro un vastissimo serraglio, -nelle incontaminate regioni celesti, o di cui Dio è l'arbitro -disponitore, e Maometto il soprastante (103). - -Dopo tuttociò, quale giudizio farebbero essi mai questi tre saggi delle -varie opinioni dei loro tre Commensali? Che direbbero essi mai della -superstizione del primo? cosa opinerebbero della credulità del secondo, -e quale orrore concepirebbero essi mai del ministero infame che -l'ignoranza dell'ultimo attribuisce stolidamente al Supremo Creatore -dell'Universo? - -Ma lasciamo pure all'insensato Dervigi le brighe impotenti di -giustificare la sua orrida insania, ed a settatori di Pietro gl'inutili -sforzi pure lasciamo, di palliare i loro intimi sentimenti; indarno -tenteremmo noi di disingannarli entrambi, mentre nè con l'uno, nè con -gli altri non ci sarebbe permesso giammai di avere ragione; e le nostre -ponderate ricerche arrestiamo unicamente su' delusi Israeliti -Talmudisti, i quali più di ogni altra setta debbono quì richiamare le -nostre più assidue cure, ed essenzialmente preoccuparci. - -Non per tanto, se il fautore Talmudista nudare volesse l'illusoria -credenza che lo attrae dopo sedici, e più secoli, da tutti quegli ornati -mostruosi che sotto lo specioso carattere di utili _ripari_ (benchè per -loro stessi oltremodo frali pur troppo, e insussistenti) gli si fece -sempre, e ovunque rispettare come sacri, e inviolabili, e di cui sì -enormemente essa trovasi aggravata (104): Se con intima persuasione del -proprio inganno ei cercasse il mezzo il più pronto e il più sicuro di -emendarsene, spezzando risolutamente il talismano fatale della menzogna, -che lo rendeva per lo passato incapace di eseguirlo; se annientando -tutte le appendici mistiche, e paradossali, che lo fecero comparire fino -ad ora sì odioso, e degno di commiserazione alla mente perspicace del -filosofo illuminato, e distruggono i pregj che la esimia sua credenza in -se medesimo racchiude, egli soltanto si attaccasse all'utile, al puro, -al salutare; se da tutto questo, dico, prescindendo, esponesse loro -l'ebreo, che la vera sua religione solo consiste nell'ingenua credenza -indefettibile dell'Essere Supremo, unico, eterno, incommutabile che -punisce l'uomo perverso, e ricompensa il saggio, che un tale premio, ed -una tal pena (sebbene comprendere giammai noi non possiamo cosa l'uno, o -l'altro sia, nè come si compiano entrambi) sono riserbate unicamente -dopo le morte ad un essere infinitamente superiore al corpo umano; a cui -sopravvivere dovrà perpetuamente perchè semplice, non suscettibile di -morte, e intelligente; nell'amore integro di tutti coloro che -appartengono alla nostra specie, nell'obbedienza, e sommissione alle -leggi civili che governano lo stato in cui esso vive, e finalmente -nell'esercizio assiduo, e costante di una sana morale: quindi tutto ciò -che a tali essenzialissimi principj che costituiscono la base -fondamentale della primitiva religione dell'ebreo si aggiugne, altro non -è che il mero effetto dell'umano traviamento da cui furono un tempo -all'eccesso predominate certe menti entusiastiche e stravaganti, a -scapito del credulo, e troppo scaltramente sedotto popolo d'Israel. - -Rapiti questi benemeriti filosofi allora dall'intensa possanza di tali -eccelse idee, attoniti restando delle sublimi verità edificanti comprese -nel dettaglio analitico che loro si fece, come potrebbero essi mai di -preposito deliberato dissimulare di non riconoscere nella religione del -vero Israelita la chiara impronta uniforme di quella professata da essi -medesimi; come supporre infine, senza delirio, che ricusare essi -volessero il pieno suffragio loro concorde, ad una sì ammirabile -credenza che riconoscerebbero in massima essere la loro, cotanto -identica a' sacri dettami della filosofia, della nature, della ragione? -Infatti qual'era mai per se stessa la base radicale dove propriamente -sostenevasi la credenza di entrambi questi due filosofi di Atene, e dove -mai fondava il filosofo Chinese quella dell'intimo suo Culto? (105) Se -prescindere vogliamo da ciò che sia propriamente sistema filosofico, che -ogni creatore, o institutore di nuova setta scientifica, immaginare -volea il suo, in nulla, o in poco differiva certamente il loro credere -da quello che veggiamo istituito da Mosè nel Pentateuco; astraendo però, -nel modo che abbiamo fatto tutte quelle ordinanze, o prescrizioni che -imposte furono da questo legislatore agli ebrei della sua età, che oggi -terrebbero del soverchio, o dell'inutile. - -Non avvi alcuno che ignori a quale prezzo aggravante Socrate acquistasse -il sublime piacere d'istruire l'ingratissima sua patria, dell'esistenza -indelebile del Dio di verità, e la soddisfazione di renderla edatta -della scienza la più esimia, la più utile, e la più importante per il -genere umano (106). - -E chi mai fra tutti gli uomini scienziati dell'antichità, si è in alcun -tempo elevato col pensiere fino alla contemplazione dello stesso Autore -Supremo della natura, e dell'anima umana, con maggiore successo di -quello che i fasti filosofici concordi ci narrano di Platone? Non -abbiamo che applicarci assiduamente nel suo ammirabile _Timeo_, oltre le -tante altre sue produzioni metafisiche, e contemplative, per restarne -convinti, e sorpresi ad un'istante (107). - -E quale morale potrà essere giammai posta al confronto con quella che -Confucio introdusse fra i Chinesi, quali instruzioni più dotte, più -salutari di quelle che questo popolo apprese da sì venerabile maestro, -che da oltre venti secoli non cessa di rispettarlo come tale, ed -essergli riconoscente come suo benefattore? (108) - -Da un confronto sì esatto, e sì uniforme in ogni parte, chi non vedrebbe -mai resultare quella pura fondamentale religione, la sola oltremodo -necessaria, e indispensabile all'Ente ragionevole sulla terra, già da -esso conosciuta, e praticata col più felice successo per tanti secoli -nella vetusta età della sue specie? E quale altra mai fuori di questa, -per confessione unanime di tutti i popoli era la credenza dell'antico -Israelismo, non escludendo Mosè che ne fu il promulgatore? Ma le illuse -generazioni che ne successero nulla premurose di conservarla, corsero -per elleno medesime a precipitarsi nel baratro funesto della più -grossolana superstizione e di una stupida ignoranza in cui la loro -macchinale credulità dovea, senza scampo inconsideratamente trascinarle. -Quindi senza lesione della verità conchiudere illativamente quì si -potrebbe che se la religione dei primi benemeriti patriarchi del Popolo -d'Israel è vera, quella che professano gli ebrei moderni è nella massima -sua parte opposta a quella diametralmente, e in conseguenza apocrifa, e -assurda, e ciò per le tante valide ragioni da noi opportunamente -riportate, e per le molte altre che ci si offriranno nel progresso delle -nostre osservazioni; ma tale è pur troppo la condizione deplorabile -dell'uomo, come lo riflette un pensatore filosofo, che il vero non gli è -sempre vantaggioso, ed i lumi della ragione non furono in tutti i tempi -sufficienti abbastanza, nè, quanto è d'uopo, efficaci a rischiarare le -dense tenebre nelle quali esso vive per folle arbitrio, miseramente -sepolto. - -(95) tali sono appunto gli stravaganti riflessi che dettero adito in -ogni tempo alla temeraria miscredenza di alcuni pensatori liberi, onde -conchiudere assurdamente che i principj su' quali si fonda la religione -(tuttochè da' sani filosofi giudicati, e riconosciuti sempre -incontrastabili), altro non sono che ipotesi azzardate, immaginate -dall'ignoranza, propalate dalla credulità, adottate dalla speranza, e -venerate dal timore: _Les uns_, aggiugne Montagne, _font à croire au -monde qu'ils croient ce qu'ils ne croient pas, les autres en plus grand -nombre se le font à croire à eux mêmes, ne sachant pas pénétrer ce que -c'est que croire._ _Ess. IV._ - -(96) Si consultino le tradizioni di tutti i popoli che conosciamo, si -percorrino quelle ad una, ad una minutamente, quale bene ci mostreranno -avere esse recato agli uomini che possa, in qualche parte almeno, -ricompensarci degl'innumerabili mali che ci hanno le medesime in tante -guise differenti, e in ogni tempo cagionati sopra la terra? Ma ci -faranno esse vedere come accesero per tutto le fiaccole -dell'intolleranza, come hanno empiute crudelmente ovunque le pianure di -cadaveri, abbeverate le campagne di sangue umano, incendiate le Città -devastati gl'Imperi, senza che abbiano renduti mai gli uomini più umani; -nè più saggi, nè migliori: La bontà de' medesimi è l'opera unicamente di -una pura morale, o d'una vera Religione. - -(97) Se prescindere vogliamo un solo istante dalle follie deplorabili -che le numerose tradizioni de' popoli gentili hanno fino a noi -tramandate, a che si ridurrebbero mai senza di quelle tutte le immense -pratiche, o cerimonie delle sette che ci si offrono a' tempi odierni? -Quelle dell'Israelismo furono, a tempo debito, da noi evidentemente -contraddistinte; e quelle coltivate dalle altre, senza dubbio, a poca -cosa. Ma ciò che reca stupore si è di vedere, come tutte le nazioni, -senza eccettuarne alcuna, vanno esattamente concordi, e nel deciso -fervore con cui ciascuna di esse pretende fare valere la sua, e nella -sorgente incontaminata dalla quale vogliono tutte farle direttamente -scaturire. - -Per altro, io ricercherei di proposito a tutti questi settarj, come -pervenire a provare quale fra queste tradizioni potrà dirsi giustamente -la vera, in mezzo alle moltiplici contraddizioni ch'esse ci offrono -insieme, ed alla ripugnanza che ogni popolo dimostra costantemente per -le tradizioni di un altro popolo? Le nove incarnazioni di _Wistnou_ sono -religione nelle Indie, e favola in Pietroburgo; l'_Eucaristia_, è un -sacramento presso i Cristiani, è un idolatria in Costantinopoli, nella -guisa che le gesta di _Maometto_ venerate da' Musulmani come altrettante -intuizioni divine, sono riguardate da' Seguaci di Cristo, come l'effetto -dell'impostura, e dell'insania; e tuttociò finalmente che gli altri -popoli apprezzano come sacro, e inviolabile, è dagli ebrei riguardato -come degno di abominio, e di esecrazione; nella guisa che una gran parte -degli usi, e cerimonie religiose praticate da questi, persuasi che -procedino dallo spirito santo, o dal portentoso _Batkol_, di cui fu già -da noi parlato altrove, formano l'oggetto dell'improperio, e della -derisione degli altri popoli. - -Or in mezzo a tante fluttuanti opinioni, sostenute da ogni parte col più -fervido entusiasmo, come mai rintracciare la meno assurda, la più ovvia, -la migliore? Per altro, il servigio il più rimarcabile che rendere si -potrebbe a tutti i popoli dell'universo, quello sarebbe, senza dubbio, -di fare ed essi conoscere l'illusione, e il nocumento delle loro -stravaganti opinioni a tale riguardo, ma niuno fino ad ora ci ha pensato -giammai, e sembra che nè pure vi abbia avuta l'idea d'intraprenderlo, nè -il coraggio sufficiente di eseguirlo. - -(98) _Lucrezio_ ha detto, è ormai venti, e più secoli, che tutto il -genere umano, fino da' suoi tempi, era oppresso miseramente sotto la -soma lacerante della superstizione: - - _Humana ante oculos fœde cum jacere,_ - _In terris oppressa gravi sub Religione._ _L. I. v. 63. 64._ - -Che direbbe mai Lucrezio, se risorgere ei potesse a' tempi nostri? Molti -l'hanno parimente ripetuto con eguale veemenza, dopo di lui; infiniti -altri benemeriti scrittori se ne lagnano ancora; ma frattanto esistere -si mirano tuttavia ovunque, e la superstizione, e i suoi detestabili -fautori. - -(99) Tutti questi, ed altri sì fatti deplorabili smarrimenti de' quali -fu da vari secoli suscettibile il popolo Ebreo, come osservammo, possono -datare dall'Era lacrimevole delle propalazione delle tradizionali follìe -di cui si ebbe la scaltrezza d'imbevere lo spirito umano, -delineandogliele come altrettante prescrizioni divine, l'esatta -osservanza delle quali rendevasi assolutamente indispensabile all'eterna -salute d'Israel, nella guisa medesima che la trasgressione lo ridurrebbe -periclitante, senza scampo, vittima delle più orribili calamità, e di un -perpetuo infortunio. - -Dopo tutto ciò stupiremo ancora di vedere accreditare, ed ammettere con -tanta venerazione dagli uomini tali mostruosi principj? Agevole riesce -di far credere agli uomini ciò che lusinga il loro amor proprio, ed -alimenta i pregiudizj di cui sono imbevuti. - -(100) Non è che nel secolo XII. che il dogma della Confessione -auriculare fu introdotta fra i settatori papisti da Innocenzo III. nel -Concilio Lateranese IV. l'anno 1213. Ma ciò che dee sembrare oltremodo -straordinario alle menti illuminate si è, l'osservare con quale accanito -fervore è essa ovunque praticata laddove il Clero perviene ad acquistare -un ascendente quasi assoluto sullo spirito abbacinato degli uomini, come -appunto succedere miriamo in Ispagna, in Portogallo, ed in Italia, -malgrado che i primi padri del Cristianesimo combattessero apertamente -l'uso di siffatta confessione, e non ostante che _Ambrogio_, -_Crisostomo_, e _Basilio_ fra quelli ne fossero d'accordo sì avversi, -esortando i penitenti a confessare le loro colpe al solo Dio che può -correggerle, ed annientarle, e non già di palesarle agli uomini, i quali -altro non sanno che stordirli con minaccie, o puerili timori senza -recare loro fintanto alcuna specie di antidoto nè di conforto (_Ved -homil. 31 in Hebr. homil. de Pœnit. T. V homil. de Laz. T. V. p. 81._) - -E se Agostino interroghiamo, lo udiremo ripetere: _Quid mihi est enim -cum hominibus ut audiant Confessiones meas, quasi ipsi Sanaturi sint -omnes languores meos?_ _Confes. Lib. 10. Cap. 3._ e lo stesso Agostino, -in altro luogo, (_Serm. II. sopra il Salmo 31._) aggiugne: _Pronuntiabo -adversum me injustitias meas domino_ (si osservi che non dice già agli -uomini) _& tu remisisti impietatem cordis mei_. - -Servissero almeno queste confessioni ad allontanare il delitto, a -reprimere i vizi, a rendere più saggi coloro che stupidamente vi si -confidano, il nocumento ch'esse recano non sarebbe senza un compenso; ma -esse travviano lo spirito, corrompono i costumi, alimentano -l'ingiustizia, e le azioni criminose, e colla facilità delle assoluzioni -che si fanno, senza ostacolo, risultarne, anche il più deciso malfattore -con una simulata resipiscenza non solo ritrova un pronto mezzo con che -giustificare agevolmente i suoi misfatti, ma persuaso di potere in tale -maniera giugnere per sino e cancellarli, esso diviene sovente recidivo -senza ribrezzo. Se i Peruviani, secondo il P. Accosta, il Pau, ed il -Raynal praticavano essi pure la confessione molto avanti che la -conoscessero i Cristiani, soggetti non erano però a simili delirj. - -(101) volendo Maometto prevenire ed allontanare gli eccessi che -cagionano regolarmente l'ebrezza, e il giuoco per colui che vi si -abbandona, esso ha interdetto assolutamente l'uso del vino, e de' -giuochi d'azzardo, ed affine di dare a questa legge tutta quella forza -che gli era necessaria, esso ebbe ricorso alla sua pratica usuale, quale -fu quella di inventare alcuni esempi ovvj a giustificare la sua condotta -a tale riguardo, uno di questi fu quello de' due angeli _Arut_, e -_Marut_ inviati da Dio sopra le terra per amministrare le giustizia in -Babilonia, che divenuti ebri in un banchetto dove furono invitati, -commisero molte vituperose incontinenze (ved. _Alkodai Pocok. Specim. -Ist. Arab. p. 175. Alcor. Cap. V._) Tale è infatti il vero motivo del -divieto del vino presso i Musulmani. - -In quanto poi ad ammettere per uno de' dogmi di religione l'ignoranza -universale delle scienze, siccome era esse una delle qualità che -distinguevano il fondatore dell'Islamismo, giacchè l'inscizia di -Maometto, per quanto asseriscono i suoi medesimi fautori, andava fino -alle barbarie, non sapendo nè leggere, nè scrivere, difetto, peraltro, -che gli era comune con tutta la sua tribù (ved. _luog. cit._) ciò che lo -rendeva incapace non solo di risolvere le obbiezioni che gli avversari -della sua setta nascente gli opponevano di tratto in tratto, ma lo -esponeva sovente agli scherni, ed a' motteggi che le sue ambigue -risposte davano sufficiente motivo di dovere fare. Quindi riconoscendo -che i suoi settatori non avrebbero potuto meglio riuscirci in simile -caso, egli si appigliò al partito di proibire loro qualunque specie di -questione Teologica, di scienza, e di coltura, comandando eglino, in -vece di passare a fil di spada tutti coloro che inveissero contro la sua -dottrina. (Ved. _Alcor. Cap. 4 Cantacuz. Orat. 1. Sect 12._) - -(102) Niente di più ridicolo della Mesra, ovvero il preteso viaggio che -Maometto fece nel Cielo durante il corso di una notte; e niente di più -insensata dell'invenzione dell'Alborak, o del prodigioso animale -quadrupede che ve lo condusse. - -Rapportasi dunque dall'Alkorano, ch'essendo Maometto coricato una notte -con _Ayessa_, una delle sue mogli, udì battere alla porta della sua -camera, ed essendosi alzato per aprirla esso vi osservò l'Angelo -Gabriello ornato di 70. paja d'ale spiegate da entrambi i suoi lati; -esso era seguitato dall'_Alborak_, bestia che partecipava della natura -dell'asino, e del mulo, di una bianchezza che eccedeva quella della -neve, e di un agilità sì sorprendente, che il lampo non passa con -maggiore celerità di ciò ch'esso metteva nel tragittare dall'uno -all'altro sito, ed è appunto a cagione di sì fatta straordinaria -destrezza (secondo gli scrittori Musulmani) che gli si fece meritare -l'attributo di alborak, che nell'arabo idioma significa un baleno. - -Tosto che lo sguardo di Maometto restò colpito dall'intuito del -Messaggere celeste, questi lo abbracciò affettuosamente, e salutandolo -dalla parte di Dio, gl'impose in di lui nome il trasferirsi nel Cielo, -dove avea esso determinato d'iniziarlo in certi urgenti misteri, che non -permise di rivelare giammai ad alcuno de' mortali che lo avevano -preceduto, ed era per ciò col disegno di rendere più agevole il suo -viaggio ch'esso gl'inviava espressamente l'Alborak. Maometto non esitò -ad eseguire quanto gli venne imposto, ed appena ch'esso l'ebbe montato, -si trovò in un istante dalla Mecca in Gerusalemme; da colà sempre -accompagnato dalla sua guida celeste, proseguì il suo cammino fino a -tanto che ritrovata una scala di luce preparata per essi vi ascesero, -lasciando l'Alborack legato in una rupe, fino al loro ritorno, e -prodigiosamente pervennero quindi al primo Cielo, e da questo agli altri -sei, tutto nel breve intervallo di una notte. (Ved. _Zamnias. et Didav. -in Alcor. ad Cap. 17 et 33._) - -Si può egli immaginare assurdità più enormi, e iperboli più insensate di -quelle che si osservano racchiuse in sì fatto itinerario celeste? - -(103) Da quando Maometto cominciò ad accreditare in faccia de' suoi -creduli settatori il di lui preteso apostolato, la prima idea ch'esso -ebbe fu quella di lusingare la loro speranza, e alimentare la -dissolutezza a cui gli riconosceva sì eccessivamente proclivi, quindi è -ch'esso inventò un paradiso secondo il gusto degli Arabi, ed a misura -de' piaceri sensuali che gli penetravano con maggiore intensità. -D'altronde conoscendo per isperienza quanto l'idea del loro soggiorno in -un clima ardente, unito a' costumi lascivi dai quali erano essi -predominati, avrebbe loro fatto amare tutto ciò che avea efficacia di -condurli alla sensualità, Maometto promise a' suoi Settarj nella vita -futura, giardini, riviere, profumi, letti di riposo, del pari sontuosi -che comodi, preparati da uno stuolo immenso di femmine di un'avvenenza -incomparabile, e che offrono loro tutto ciò che l'amore ha di più vago, -e di più seducente (Ved. _Alcor. Cap. 4. 78. 90_ _Hotting. Hist. Orieni. -Lib. 2. c. 4_). Tale è l'immagine stravagante del paradiso che Maometto -fece concepire a' suoi seguaci; quella poi ch'esso volle delineare -dell'inferno in punizione delle colpe, n'è precisamente il contrapposto -e quasi uniforme a quello che tutte le altre sette lo descrivono. - -(104) Le sagge ammirabili prescrizioni instituite da Mosè al popolo -ebreo sono amplificate oggi a tal eccesso dai settatori talmudisti, come -lo rimarcammo a sufficienza nei capitoli precedenti, che ora più non è -possibile distinguere quale fosse propriamente il genuino senso -primitivo delle medesime; ogni minimo Rabbì, ogni devota femminuccia ne -accresce sempre a suo capriccio qualche bizzarra nuova pratica, e de' -nuovi riti stravaganti, quali dal rabbinico dialetto sono chiamati גדרים -(ghedarim), cioè _ripari_, per non giugnere al grado com'essi -erroneamente opinano di trasgredire ciò che attacca in massima -l'essenziale de' veri precetti comandati da' Mosè; ed egli è insomma -così che questi glosatori co' loro ghedarim non solo resero le solennità -prescritte al Popolo ebreo come giorni di delizia, e di ricreazione, un -giogo aggravante, e insopportabile per la massa enorme de' riti, doveri, -e cerimonie di tante specie differenti, aggiunte alla quantità immensa -de' precetti già imposti da Mosè ne' tempi andati, ma tutto il -Pentateuco altresì, un edifizio informe soggetto a crollare, e a -subissarsi al benchè minimo urto. - -(105) I sistemi filosofici di Socrate, e di Platone suo scolare sono -quasi uniformi; essi ammettevano d'accordo tre principj, Dio l'idea, e -la materia, facendo l'ultima subordinata alle seconda; ma queste due -dovevano, a senno loro, prestare omaggio, ed obbedienza al Dio supremo, -come loro opifice, loro padre, loro creatore. Dio dunque è -l'intendimento universale. Essi concepivano per idea una certa essenza -incorporea, capace di abbracciare tutte le cose, e la materia il primo -soggetto sottoposto alla generazione, e corruzione (Ved _Plut., op. -filos. Cap. 3._) - -Tuttochè oscuro, e impercettibile oltremodo sia stato in ogni tempo -riconosciuto per se stesso questo sistema, per qualunque sforzo che -molti filosofi abbiano fatto sempre affine di rischiararlo intieramente -non sieno mai riusciti di vedere sortire felicemente il loro intento, -pure non lascia quello di fare pressochè ad evidenza travedere quanto -sane fossero le massime, e i principj che nutrivano Socrate e Platone -relativamente alla Divinità, ed al Culto puro, e inalterabile che -rendere gli si dee. I primi Dottori della Chiesa romana hanno adottati -quasi tutti i sentimenti non meno Psicologici, che Ontologici di -entrambi questi filosofi, considerandogli per sino, come ortodossi (Ved. -la seg. annot. 108.) sebbene che il celebre _Bayle_ (_Pens. sur la Com. -T. I. p. 346._) seguitato da vari altri filosofi seriosamente oppongasi -a questi, non meno che a' principj filosofici di Confucio, de' quali -sarà da noi quanto basta ragionato altrove (Ved. la seg. annot. 109.) - -(106) È a tutti noto di quali sforzi usasse Socrate affine d'indurre gli -Ateniesi ad illuminarsi sul culto del vero Dio, e ad oggetto di ridurli -ad abdicare la loro superstiziosa idolatria, ed i loro malefici -prestigi; ma quanto inutilmente egli vi si adoperasse lo dimostrano pur -troppo, l'esito fatale de' suoi benemeriti disegni, e la triste -ricompensa che la sua patria sconoscente gli ha ferocemente preparata; -nè le saggie sue premure per istruirla e per illuminarla nella scienza -la più urgente per l'uomo, qual è la sana morale ebbero un successo più -propizio, furono sprecate meno vanamente: quale solido vantaggio -risultare mai ne porrebbe di potere asserire con _Cicerone_ essere stato -Socrate il primo a fare discendere la filosofia dal Cielo, ad introdurla -fra gli uomini, a volgarizzarla persino nel centro delle stesse -famiglie, se cotanto poco la sua ingrata patria curava le di lui -ammirabili salutari lezioni? _Socrates autem primus Philosophiam -devocavit e Cœlo et in urbibus collocavit, et in domos etiam introduxit, -et coegit de vita, et moribus, rebusque bonis, et malis quaerere._ -_Tuscul. Quaest. Lib. V._ - -Ma il popolo di Atene sempre sordo, ed insensibile agli ammaestramenti -di sì eccelso filosofo, meditò da proditore la sua perdita estrema, -privando così la società del più saggio, e del più necessario de' suoi -membri. - -(107) _De Deo scripta in Timæo aliisquis Platonis Commentariis, non ab -hominis profanis studus inutrito, sed ab Æbreo, aut Christiano profecta -videatur._ _Lact. Instit. X._ - -Se tutto ciò non fosse quanto è d'uopo sufficiente a farci completamente -rilevare i sentimenti di Platone per rapporto all'Essere Supremo, non -abbiamo che dedicarci di proposito ad applicare il _Cratilo_, ed il -_Fedone_ di questo medesimo filosofo per restarne maggiormente convinti. - -Oltre a ciò non solo i primi ebrei Talmudisti, ma quasi tutti i primi -Cristiani furono a tal segno Settatori di Platone, che quelli -appoggiavano tutte le loro più importanti decisioni sulla di lui -autorità, e si persuadevano con intima convinzione di travedere negli -scritti del filosofo di Atene una gran parte de' più essenziali misteri -della loro Religione (Ved. _Aug. Confess. Lib. VIII. Cap. II._), e la -loro persuasione ora ad un grado tale radicata a questo riguardo, che -nell'ottavo secolo della Chiesa, i Cristiani giunsero ad accordargli -generalmente finanche lo spirito di Profetica istituzione; ma se -aggiugnere si volesse a tuttociò la prodigiosa favola del sepolcro -ritrovata nel tempo di Costantino VI. e d'Irene sua madre, -coll'iscrizione osservata sopra una lama di oro, di cui era cinto il -collo del cadavere che eravi racchiuso, noi finiamo in ultimo col dovere -credere Platone anticipatamente Cattolico apostolico romano (Ved. -_Zonar. Ist. Greca T. 3. pag. 87._ _Paolo Diacr. Lib. 23._ _Genebr. Lib. -3._ _Canisius De Beat. Virg. Lib. 2._) - -(108) Benchè i missionarj tutti vantino asseverantemente di avere con -ogni diligenza consultati gli archivi de' Chinesi, frattanto tutto ciò -che quelli ci assicurano per rapporto alla Religione di questo popolo, -non è in massima che contradittoria, e inverosimile; gli uni col _P. Le -Comte_ la fanno Ortodossa; gli altri pretendono che l'Ateismo ha -dominato nella China fino da' giorni di Confucio, e che questo esimio -filosofo ancora siane rimasto così pure infetto (_Lett. de Mr. Maigros -p. 15._); ma con quale fondamento potrebbe mai accordarsi quest'ultima -opinione cogli ammirabili precetti trasmessi dallo stesso Confucio al -popolo Chinese, tendenti ad illuminarle sulla morale la più tersa, ed a -renderlo saggio, colto, e urbano; precetti che attualmente pure non -lasciano i Chinesi di mantenere, e seguitare coll'interesse il più -costante, e il più deciso? (Ved. _nom. mem de la Chine T. 2. pag. -108._). La seguente giudiziosa opinione tresmessaci da un dotto Inglese -appunto sulla religione di Confucio fa tacere tutte quelle che tentarono -futilmente di oscurarla. _The religion of Confucius professed by the -Literati, and persons of rank in China, and Tonquin, consists in a deep -inward veneration for the God, or King of Heaven, and in the practise of -every moral virtue. They have neither temples, nor priests, nor any -settled form of external worship; every one adores the supreme being in -the manner he himself thinks best. This is indeed the most refined -System of Religion that ever took place among men, but it is not fitted -for the human race; an excellent religion it would be for angels; but is -far too refined ever for sages, and Philosophes_ (_Sket. of Hist. of man -Vol. IV. Sket. III. p. 287._) - -Per altro, in qualunque siasi aspetto che si contemplino i principj -metafisici di Confucio, essi dovranno sempre mai essere considerati da -noi come superiormente utili per ogni associazione umana, degni di -essere adottati da qualunque siasi popolo illuminato, e ad un tempo -medesimo come perfettamente identici, e uniformi a quelli che -l'antichità, non meno sacra che profana, ci fa comprendere conosciuti, -professati da tutti i primi padri del genere umano. - - - - - CAPITOLO XIII. - - Del Caraismo, o Deismo Israelitico; dei considerabili vantaggi che ne - recherebbe il fondato stabilimento fra gli ebrei, ridotto alla sua - primitiva purità; dimostrasi che i tre Patriarchi, Mosè, ed i Profeti - che gli successero furono tutti Caraiti, o Ebrei Deisti. - - -Non vi fu giammai sopra la terra, verun popolo civilizzato senza -religione; ed il grande inconcusso principio di qualunque sistema -religioso è l'idea di un Essere Supremo: _Potius conspiciendam sine sole -urbem, quam sine Deo, ac Religione_, ci lasciò scritto _Plutarco_. -L'assioma non può essere, in vero, ne più giusto, nè più sublime, nè più -utile alla specie umana. - -Per altro, siccome quest'idea si è per tante volte presentata alla mente -dell'uomo sotto innumerabili aspetti differenti, e forse ancora opposti -e contraddittorj (109), molti scrittori sensati si fecero costantemente -ad opinare che dessa non potea essere in tale stato giammai l'opera di -un Dio (nella guisa che ogni settario lo pretende con asseveranza in -favore di quella religione ch'egli professa); ma l'edifizio mostruoso -altresì aereamente costruito da certuni che ripongono le loro più -fondate risorse sulla fede cieca, e macchinale di quegl'inesperti -popoli, che seducono, e che tentarono in ogni tempo, e ovunque di -assoggettare tenacemente alle loro torpide follìe. - -Oltre che tutto ciò è pur troppo dimostrato in ogni senso, e da noi -evidentemente comprovato, que' tali autori che in sì fatta guisa -ragionano avrebbero dovuto parimente riflettere ancora, che la diversità -de' climi, de' governi, de' costumi, degli usi, e de' temperamenti de' -popoli medesimi possono avere così pure molto contribuito a quelle -modificazioni amplificate che sembrano distruggersi a vicenda, che -partono frattanto da uno stesso identico principio, o dal pregiudizio -stesso, e di cui chi in maggiore, e chi in minore dose ogni popolo -risente intimamente i perniciosi effetti. Io mi limito soltanto alle -ricerche le più agevoli a conoscersi, e a discutersi, non osando -avanzare se non se ciò, che l'istoria, ed il mio cuore mi appresero di -più semplice, di più ragionato e di più chiaro (110). - -È cosa renduta omai troppo evidente che quasi tutte le opinioni alle -quali noi ci attacchiamo il più fortemente, tengono sempre a qualche -sentimento confuso, di cui noi ignoriamo per l'ordinario il vero fonte -dal quale derivano, o il germe positivo donde ripetono la loro natìa -produzione. Lo spirito nostro per lo più, non si arresta giammai che -sulle idee le quali hanno molto sovente un rapporto analogo, e costante -colla nostra maniera di sentire, di discernere, di ragionare; se ciò è -vero, come tutto concorre a persuadercene di qualunque nazione, -generalmente parlando, a più forti ragioni dee esserlo per il popolo -ebreo che mille cause fatali gli hanno contrastato sempre, e ovunque -l'abitudine di coltivarsi, di riflettere, di ragionare (siccome verrà da -noi dimostrativamente comprovato nel secondo volume di quest'opera) le -sue più estese cognizioni non oltrepassavano la superficie di ciò che -scaltramente pretendevasi fargli credere come giusto, inconcusso, e -salutare; occupato unicamente dei mistici suoi fantasmi tradizionali, -solo interessato de' propri suoi bisogni, e de' mezzi i più pronti, e i -più sicuri di soddisfarli, esso vegetava per così dire, senza accorgersi -di esistere; come dunque in tale stato deplorabile di cose avrebb'esso -mai potuto uscire dalla sfera immensa de' suoi proprj acquisiti -smarrimenti dalla quale voleasi a tutta forza circoscritto; come -disporsi risolutamente a spezzare que' ceppi terribili che teneanlo -avvinto? Non vi volea meno certamente di una subitanea rivoluzione -straordinaria nel suo sistema religioso che potesse richiamarlo a se -stesso, scuoterlo dal suo torpido letargo antico, impegnarlo a -considerare il di lui stato attuale, compararne l'avvenire col passato, -e questo colle circostanze degli odierni momenti. Tale rivoluzione -oltremodo necessaria e salutare al suo degenerato sistema religioso, si -offre opportunamente adesso; ma ben lungi dal sostenerla, seguitarne le -traccie, ed animarne i progressi, in vece di versarsi a ponderarne -l'utilità illimitata a distinguerne i vantaggi perenni che per tanti -rapporti essa ci porge, ei la condannò ferocemente senza esame, come -degna dell'Israelitica esecrazione, iniqua, eterodossa (111). Tale fu -appunto il carattere odibile che da tutti i partigiani Talmudisti -ciecamente si fece del Caraismo, appena che i primi raggi sfavillanti -diramati si videro sopra la terra, e tosto che i solidi principj su -quali reggeasi, cominciarono a rendersi più noti, ed a propalarsi fra -gli uomini: Istituzione che ridotta alla sua purità primitiva è, senza -contrasto, la più sublime, e la migliore di quante altre mai la mente -dell'uomo fosse stata in alcun tempo capace d'introdurre sopra la terra. - -Ma avanti d'internarci nell'esatta dimostrazione di questa verità, ci è -d'uopo quì arrestarci un solo istante ad indagare assiduamente il fonte -primitivo, da cui un tale nome ritrae la sua originaria derivazione; -indi nella migliore forma che ci sarà possibile discenderemo -gradatamente ad esaminarne l'origine, i progressi, le pratiche, e gli -errori, onde giugnere in seguito più agevolmente al nostro grande scopo, -qual è quello di sopprimere, e annientare tutto quanto può racchiudersi -in siffatto sistema d'assurdo, d'inutile, o di strano, e ad un tempo -medesimo semplificarlo, e di ridurlo a quel grado di esattezza di cui le -umane instituzioni possono essere suscettibili. - -I cinque libri che compongono interamente il Codice di Mosè (che noi -distinguiamo col vocabolo greco _Pentateuco_ che significa cinque) -furono chiamati dagli ebrei al ritorno della loro cattività di Babilonia -מקרא (_mikrà_), cioè _Lettura_; essi non dettero per tanto da principio -questo nome che a' soli accennati cinque libri (come apparisce da Neemia -Cap. 8.) dove il semplice testo della Legge è così pure distinto col -Vocabolo _mikrà_. I Rabbini cominciarono allora a nominare col termine -medesimo anche le loro glose, o interpretazioni del Pentateuco di Mosè; -e siccome il Popolo ebreo di que' tempi non era intelligente a -sufficienza dell'Ebraico dialetto, rendevasi necessario assolutamente -che il detto Codice che gli si imponeva come un dovere pressante, di -osservare minutamente, fosse al medesimo spiegato nel Caldeo linguaggio, -tale essendo la sua lingua materna, per vieppiù metterlo in istato di -conoscerlo, e d'intenderlo. Quindi nella successione de' tempi si chiamò -parimenti _Mikrà_ tutto il resto della Bibbia; e lo stesso Talmud si -serve qualche volta di questo vocabolo paragonando il testo della -Scrittura colle parafrasi rabbiniche sulle quali la tradizione del -popolo d'Israel è onninamente fondata. - -E così dunque da ciò, che la setta de' _Caraiti_ fra gli ebrei prese il -suo nome primitivo, perchè dessa si attacca, principalmente al semplice -testo della scrittura, non volendo in conto alcuno conoscere le -tradizioni degli altri ebrei per principio fondamentale di quella -religione ch'essi prefiggonsi di ammettere, e di osservare, nella guisa -medesima, che si è veduto ne' secoli a noi più vicini i protestanti -denominarsi _Evangelici_, a cagione ch'essi pretendevano di non doversi -appoggiare, che sul mero evangelo, rigettando completamente qualunque -siasi tradizione, e tuttociò che vi ha, o lontano, o prossimo rapporto. -קראי (Karai) dunque, secondo ancora l'osservazione di _Abenesdra_, e di -_Elia Levita_, significa: un'uomo colto, esercitato profondamente nello -studio della scrittura, e della più purgata maniera d'intenderla, e di -spiegarla (112). - -Ma questo nome che in origine era sì generalmente onorevole fra gli -ebrei, è divenuto loro esecrabile all'eccesso, dopo che alcuni fra -questi i quali concepirono un disprezzo positivo per le tradizioni -Rabbiniche, si separarono dal corpo totale degli ebrei distinguendosi -collo specioso attributo di _Caraim_. I proseliti di questa nuova setta -pretesero di dimostrare con ciò ch'essi aveano sulla religione dei -sentimenti molto più integerrimi, ed assai più filosofici degli altri, -ch'essi accusavano di avere in qualche modo abbandonata la parola di Dio -per seguire ciecamente le ampollose Decisioni rabbiniche delle quali le -loro opere sono piene. Da un altra parte gli ebrei Talmudisti gli -rimproveravano di essere _Saducei_, perchè infatti essi gl'imitavano in -quanto a ciò solo che non volevano ammettere le tradizioni de' loro -antecessori (113). - -Ma lasciamo, di grazia, tutte queste, ed altre sì fatte imputazioni male -fondate, e veggiamo quali sono stati, in massima, i veri sentimenti -religionarj della setta del Caraismo, la quale è in tanto abominio -attualmente presso i Rabbini, non meno, che in faccia di tutti coloro -aderenti al loro partito. - -Prima però di esaurire intieramente l'assunto di cui ora ci occupiamo, -non mi sembra inutile di fare qualche rapida menzione della primitiva -origine della setta di cui parliamo, e della sua più verosimile -fondazione, tutto che oltremodo ambigui, e troppo torbidi sieno i lumi -che pochi scrittori ci trasmisero, relativamente al Caraismo. - -(109) Tutti gli antichi popoli dell'Oriente hanno sempre adorato il Sole -sotto un'immensa quantità di varj nomi differenti, come può ad evidenza -rilevarsi dall'Inno al sole di _Marziano Capella_, il quale pretende che -sono que' nomi disparati, il sole era l'unica Divinità che veniva da' -medesimi generalmente adorata: _Gli abitatori del Lazio_, (dice -ingegnosamente l'Autore di questo energico Inno) ti chiamano _Sole_; i -Greci ti nomano _Febo_; altri ti distinguono _Bacco_; i popoli che -abitano il Nilo ti dicono _Serapis_; ed alcuni altri _Osiris_; i -Persiani ti appellano Mitra; tu sei finalmente _Alys_ in Frigia; -_Ammone_, (ovvero il Dio Agnello) in Libia; _Adone_ in Fenicia; e così -l'universo intero ti adora sotto una folla immensa di caratteri -bizzarramente differenti, e opposti. - -È solo a questa notabile discrepanza che io intendo propriamente -riferire il mio principio, da cui il popolo d'Israel, per verità, resta -del tutto esente. - -(110) Perchè mai, argomenta un pensatore anonimo, ritroviamo noi tante -immagini ridenti nelle tradizioni mitologiche de' Greci, e de' Romani? -Ciò avviene perchè quelle debbono l'origine loro al più ameno clima del -mondo, alla patria delle arti, alla culla delle scienze, e del buon -gusto, al Governo il più saggio, e il più illuminato, ed alla ferma -inerenza infine che quelle industriose nazioni sentivano per il -progresso de' lumi, e per lo sviluppo delle proprie loro facoltà -intellettuali. Perchè mai, al contrario, le tradizioni orali -specialmente degli antichi Israeliti (prosegue il medesimo Autore) sono -esse così triste, sì meschine, ed insoffribili? Ciò procede perchè -queste furono scavate nel centro di un popolo allora, eccessivamente -barbaro, e ignorante, governato da una Teocrazia, la quale non ispirava -che il terrore, e l'avvilimento senza renderlo nè meno stupido, nè più -saggio, nè migliore, nè in verun modo proclive alla coltura dello -spirito, ed all'acquisto di utili cognizioni. Quindi per ultima prova di -quanto il testè riportato anonimo ci espone, facciasi un passeggero -confronto fra i deliziosi giardini della Grecia, e la vaga amenità del -suolo romano con le scheletrite inospite foreste, dell'Arabia, e della -Palestina, e noi non saremo più sorpresi della stravaganza notabile -della quale parliamo. - -(111) _Une verité en qualité de nouvelle_, dice un pensatore insigne, -_choque toujours quelque usage, ou quelque opinion généralement établie; -elle a d'abord peu de sectateurs; elle est traitée de paradoxe, citée -comme une erreur, et rejetée sans être entendue._ - -Ciò che dimostra che gli uomini in generale approvano, o condannano a -caso, e la verità stessa è dalla massima parte di quelli, ricevuta come -l'errore, senza esame, inorpellata da' pregiudizj, o dalla tradizione. - -(112) Abenesdra che gli ebrei chiamano meritamente il _saggio_ fa -menzione (_Comm. Sul Pentat._) di cinque differenti maniere -d'interpretare la Scrittura, di cui la prima è di coloro che si -diffondono sopra ogni parola impiegando ne' loro commentarj tutto ciò -ch'essi sanno: il medesimo riporta per esempio un certo Rabbino _Isaak_, -il quale avea compilati nove libri per fare la spiegazione del solo I. -Cap. della Genesi; _Saadia Gaon_, ed alcuni altri, i quali all'occasione -di dovere interpretare una sola frase della Scrittura, si diffusero in -trattati del tutto stranieri al soggetto principale. Abenesdra combatte -sdegnosamente questo metodo strano d'interpretare la scrittura. - -La seconda presso gli ebrei è molto dissimile dalla prima; quella -consiste, secondo lui, a non consultare che la pretta ragione, ed un -bene sostenuto criterio senza niun riguardo a' pregiudizj nè -all'autorità; metodo che lo stesso Abenesdra attribuisce particolarmente -a' Caraiti. - -La terza è di coloro che riducono tutte le cose alle mistiche allegorie, -e che ritrovano per tutto logogrife visioni sacre impercettibili, senza -nulla curare il senso letterale; esso rigetta parimente questo metodo, -reputando cosa molto pericolosa, ed affatto incongruente di allontanarsi -dal senso letterale, e di non seguire colla più scrupolosa precisione, -altro che quello unicamente che dal solo testo restaci indicato. - -La quarta è di coloro che si chiamano volgarmente _Cabalisti_ I quali -riducono tutto il senso della scrittura a delle vane, e ridicole -sottigliezze; anche questo metodo è rigettato da Abensdra, che lo reputa -passato dalla Scuola de' Platonici alle Scuole degli Ebrei nell'Europa -specialmente, dove molti fra questi hanno scritto sopra tale cabala -speculativa, la quale è pure in somma estimazione presso tutti gli ebrei -dell'Oriente; il libro del _Zohar_, che gl'Israeliti credono -antichissimo è ovunque pieno di queste sorta di mistiche spiegazioni: -quindi è che un gran numero di ebrei si è gettato confusamente in questo -studio senza esaminarlo. V'ha così ancora un'altra specie di cabala che -denominasi _pratica_; questa è assai più dell'altra pericolosa, e -assurda poichè la medesima fa parte di ciò che usualmente chiamasi -_magia_, la quale, a fondo, altro per se stessa non è che una illusione -di certe persone che immaginano di potere a loro talento operare delle -gesta, sedicenti prodigiose, colla supposta efficacia di questa _cabala -pratica_. - -La quinta maniera finalmente d'interpretare la scrittura presso gli -ebrei è di ricercare diligentemente la significazione propria di ogni -vocabolo, e di spiegare i respettivi testi, il più alla lettera che sia -possibile, senza arrestarsi niente di meno sullo spirito tradizionale -con con soverchio scrupolo nella guisa che fu sempre mai praticato dalla -massima parte de' Rabbini. Abenesdra ci assicura (_Ibid._) avere esso -medesimo seguitato questo metodo stesso in tutti i suoi Commentarj sulla -scrittura, e in fatti io non conosco altro autore che abbia spiegate le -sacre pagine più letteralmente, e con criterio maggiore, nè con più -esatta precisione di lui. - -Tali sono dunque le regole adottate da' Teologi ebrei nella spiegazione -della scrittura; ma è duopo essere attaccato all'ultima chi desidera di -bene spiegarla, ed intendere, ad un tempo, la critica degli Autori che -hanno con qualche metodo scritto in particolare sopra i Cinque libri di -Mosè. - -(113) L'ignoranza dell'Istoria, e della cronologia in cui gli ebrei sono -da lungo tempo stati, ha fatto che nella successione de' secoli ai è -confuso questi Caraiti con gli antichi Saducei, sebbene la credenza -degli uni, e quella degli altri sia del tutto differente (come io passo -a dimostrarlo fra qualche breve istante). _Scaligero_, il quale avea -così pure confuso (_Elench. Trib. Cap. 22_) seguitando le traccie -medesime de' Rabanisti, i Caraiti co' Saducei, cambiò di sentimento, -avendo rilevato che i Caraiti dimoranti in Costantinopoli si -differenziavano soltanto degli altri ebrei, in ciò che quelli erano -molto più esatti di questi nell'osservanza dei comandamenti della Legge -primitiva, e che dessi ricusavano di sottomettersi alle loro tradizioni; -ma il medesimo Scaligero s'inganna allora quando asserisce, con poco -fondamento (_Ibid. Cap. 26_) che i Caraiti sono più antichi de' Saducei, -giacchè è evidente che questi esistevano fino dall'epoca di gran lunga -anteriore al secondo tempio, e che, al contrario, i Caraiti non si -manifestavano, se non se nel tempo in cui la tradizione orale venne -posta in iscritto, voglio dire, alla promulgazione de' primi commentarj -della scrittura, ciò che seguì 150 anni circa dopo la distruzione -dell'ultimo tempio (Vedi _Leusden Philosog. Hebraeor., mix Dissert. XV_) -le annotazioni che noi ci proponghiamo di riportare nel Capitolo -susseguente, rischiareranno qualunque ulteriore difficoltà a questo -riguardo; e ci metteranno a portata di condurre sopra tale assunto, i -giudizj più metodici, e più verosimili. - - - - - CAPITOLO XIV. - - Seguito del medesimo soggetto. - - -Se si dovesse prestare fede inconsideratamente ad alcuni male prevenuti, -o poco edotti scrittori di quel partito noi dovremmo riguardare la setta -del Caraismo come la più antica di quante altre mai produsse la -Comunione del popolo d'Israel, facendola i medesimi discendere fino da -Esdra, e ciò ancora senza calcolare sulle asserzioni cotanto -erroneamente fondato de' Caraiti della Polonia, e della Lituania i quali -si pretendono discesi assolutamente dalle dieci tribù, che _Salmanasar_ -avea trasportati al di là della Tartaria, senza riflettere che per poca -attenzione che si faccia alla sorte di queste dieci tribù, si sa ch'esse -non sono mai passate in quel paese: e coloro che sostengono simile -opinione, ad oggetto di meglio comprovarla adducono che quelle tribù -parlano anche oggi l'idioma tartaro, e il turco, e che è appunto in -queste medesime lingue che sono state fatte le versioni della scrittura -che dessi leggono in certi giorni determinati entro le loro proprie -sinagoghe (Vedi _Schup. Cht. Karaim, Seu Secta Karaeor. Dissertat. -Aliquot. Philol. ec. Seriae 1701_). - -Ma questa opinione dimostrasi per altra parte ancora destituita -onninamente di verità, e di fondamento mentre s'egli è vero, come non -può in verun modo essere posto in dubbio, che lo scisma de' Caraiti si -spiegò fra gli ebrei a causa delle tradizioni che i partigiani di quella -Setta nè conoscere, nè ammettere mai vollero, è altrettanto -evidentemente certo, che note quelle non erano a' tempi di Salmanasar; -quindi è cosa troppo ridicola per se stessa l'opinare che questa legge -orale avesse potuto ritrovare degli oppositori avanti che la medesima -esistesse, ovvero prima che quella fosse insegnata pubblicamente. Non -possiamo sollevarci contro un nuovo sistema, qualunque siasi, se non se -dopo ch'esso è conosciuto, introdotto, e propalato fra gli uomini. -Dunque può con sicurezza dedursi che la setta Caraita debba essere a -quella di gran lunga molto posteriore. - -_Eusebio_ poi ci fornisce intorno questa materia una congettura affatto -nuova, che più di ogni altra opinione parrebbe approssimarsi alla -verità. Ragionando esso in qualche luogo sul proposito di _Aristobolo_ -(_Preparaz. Evang. Lib. 8. Cap. 10_) il quale comparve con grande -splendore nella Corte di Tolomeo Filometore, rimarca che vi era presso -gli ebrei fino da que' tempi due partiti differenti, ed opposti, l'uno -de' quali prendeva tutte le prescrizioni di Mosè alla lettera, fissava -l'altra ad essa un senso mistico ed allegorico, dal che molti -conchiusero (e _Prideaux_, et _Basnage_, e _Simon_ fra questi) di potere -quì con qualche probabilità ritrovare positivamente la vera origine de' -Caraiti (114), che cominciarono a comparire sotto questo principe; -perchè infatti fu allora, e non altrimenti che le interpretazioni -logogrife, e le allegoriche tradizioni acquistarono voga generale presso -gli ebrei, e che furono ricevute universalmente con maggiore avidità, e -venerazione da questo popolo (115). - -Ecco, in una parola, la vera incontestabile origine della setta -denominate de' _Caraiti_. Passiamo a conoscere in seguito il loro -sistema di Religione. - -I Caraiti convengono in ciò che riguarda i punti fondamentali della -Religione cogli altri ebrei, ed essi ne sono unicamente differenti per -quello che rapportasi ad alcuni punti di disciplina, ed alle tradizioni -che i medesimi rigettano presso che intieramente, astrazione fatta di -qualche fondata eccettuazione però, nella guisa che noi entriamo in -breve ad osservare. - -Per altro, varj scrittori moderni ebrei, quali hanno investigato più a -fondo i sentimenti dei Caraiti gli distinsero totalmente da' _Saducei_ -nel modo che apparisce dal Libro _Juhassim_ il di cui compilatore opina -essere troppo manifesto che i _Saducei_ non sono i medesimi dei Caraiti -odierni, poichè questi riconoscono la ricompensa delle azioni virtuose, -non meno che la punizione nell'altra vita delle opere malvagie, e -finalmente la Resurrezione dei Corpi, ciò che è opposto diametralmente -alla Dottrina dei _Saducei_ (116). - -Rigettando i Caraiti dunque tutti i dogmi, ed i riti che non hanno altro -fondamento che la tradizione degli antichi Dottori della Sinagoga, -chiaro apparisce che il loro metodo di credere è assai meno aggravato di -pratiche, di usi, e di cerimonie di ciò che lo è la religione de' loro -oppositori; ma nella sua ristrettezza però essa è più rigorosamente -osservata in seguito della massima che nutrono di non dovere prescindere -giammai da qualunque siasi articolo delle prescrizioni ordinate alla -lettera dal solo Mosè nel Pentateuco; austerità che siccome ognuno -conosce, e nel modo che lo riflette sensatamente uno de' più illuminati -scrittori di quella Setta, la rende in moltissime parti presso che -impraticabile (117). - -Che la religione adottate da' Caraiti sia per se stessa infinitamente -più pura, più filosofica, e più omogenea all'indole dell'uomo, di ciò -che lo è la credenza in molte parti macchinale di tutti gli altri ebrei -Talmudisti, ad evidenza lo dimostra le scrupolo ch'essi hanno di essere -oltremodo attaccati al testo inalterabile della scrittura, bene convinti -di non potere intendere così nettamente l'eterna disposizione -dell'Essere Supremo nella tradizione, come si farebbe attignendola dal -nitido fonte da cui essa mirabilmente emana: _Purius ex ipso fonte -bibuntur aquae_. Dicasi pure se vi ha niente di più elevato, e di più -filosofico de' loro principj in soggetto di Culto, o di religione (118)? -Essi non riconoscono che due sole guide per condursi felicemente -nell'edificante sentiere della salute; l'una è il _luminare_ _della -scrittura_, l'altro quello dell'_intendimento_. La verità si fa -discernere per se medesima secondo essi dalla ragione, che la trae dalla -primitiva sua incontaminata sorgente. Tale è dunque il sistema -riguardato da essi il più infallibile, e sul quale si appoggiano -radicalmente tutti i principj che servono di sostegno alla religione del -Caraismo. Di più essi inferiscono un ragionamento essere giusto allorchè -si accorda in ogni parte con questi medesimi principj, ed incontrando -frattanto qualunque articolo molto profondo in cui riesca troppo -malagevole all'intendimento umano di penetrare, essi non ommettono -perciò di piegare la fronte, e riceverlo con rassegnazione, e con -rispetto, avuto solo riguardo alla purità dell'origine dalla quale -deriva. - -Queste sono dunque le inconcusse basi sulle quali appoggiano i Caraiti -l'essenzialità della loro credenza da una parte, e l'esplicita -ripugnanza che manifestano essi dall'altra contro la Legge orale, che i -Talmudisti pretendono concordemente, come si disse, data dall'Essere -Supremo al Legislatore Mosè sulla venerabile montagna di Sinaj (119). - -In seguito di tutto quanto venne da noi fin quì esposto concernente i -Caraiti parrebbe necessario di dovere ora entrare a ragionare qualche -cosa per rapporto a' loro dogmi rituali, agli usi loro, ed alle loro -prescrizioni religiose; ma non ostante che queste non sieno in gran -numero, pure un diffuso trattato vi sarebbe a redigere se tutto ciò che -si prefiggono i Caraiti di osservare, quì riferire in dettaglio noi si -dovesse, egli è per questo riguardo unicamente che noi ci limiteremo -soltanto a fare espressa menzione de' riti più essenziali, per esempio, -le _Mezuzoth_, o _pergamene_ che gli ebrei talmudisti attaccano sullo -stipite delle porte esterne, ed interne delle loro proprie abitazioni: i -_Teffilin_, o _Filatterj_; l'astinenza di mangiare il formaggio con la -carne, non ostante che le due prime prescrizioni sieno chiaramente -ordinate da Mosè (_Deut. Cap. 6, v. 8 e 9_), il quale dice parlando -degli uni, e delle altre: _Et ligabis ea quasi signum in manu tua -eruntque, et movebuntur inter oculos tuos, scribesque ea in limine et -ostiis domus tuae_. - -I Caraiti frattanto pretendono di spiegare al figurato, queste parole -secondo il solito praticato da' medesimi alludendo di tenerli fissi nel -Cuore, e sostenendo ad un tempo stesso che allora quando Dio ha ordinato -di scrivere queste pergamene, ed affiggerle sopra le porte, altro non -abbia esso voluto fare comprendere, se non se che dovessero quelle -essere in ogni tempo presenti allo spirito, nella guisa che l'ingresso -di un quartiere, o di una camera ci si offre il primo allo sguardo -nell'entrarvi; e con tale motivo i Caraiti si esentano dall'osservanza -di quelle tante pratiche all'eccesso abusive, ed insoffribili, che gli -ebrei Rabbanisti hanno inventate per rapporto agli accennati Mezuzoth, e -Teffilin. - -In quanto poi al terzo precetto di non mangiare in un medesimo convito -carne di sorte alcuna, non escludendo quella dell'animale volatile, con -qualunque siasi latticinio mescolato insieme, fondandolo sopra l'Exodo, -i Caraiti sostengono che la vera spiegazione di questo testo è racchiusa -in quella medesima dell'altro in cui parlando degli uccelli la scrittura -dice (_Deut. Cap. 22. v. 6 e 7_) _tu non prenderai la madre co' piccoli -entro il loro nido, nello spazio di un solo giorno_, rigettando -egualmente qualunque tradizione intorno questo passaggio della -scrittura. - -Essi rigettano parimente cinque digiuni osservati da' loro oppositori -nel periodo dell'anno (benchè menzionati espressamente dal Profeta -_Zaccar. Cap. 8 v. 19_, ch'essi riconoscono autorevole) attenendosi a -quello solo di espiazione, perchè in chiari sensi comandato da Dio per -organo di Mosè (_Levit. Cap. 23 v. 31_); detraendo però, tutto quanto vi -aggiunsero le tradizioni, che trovano ridicolo, e onninamente straniere -allo spirito del testo (120). - -Essi sono, per altro, in qualche articolo affatto discordi da' Settatori -Talmudisti relativamente all'osservanza delle solennità, ma per ciò che -riguarda la massima, ed i punti essenziali della Religione, essi -convengono entrambi unanimemente d'accordo nella stretta osservanza de' -medesimi (121); siccome ancora non si scorge la benchè minima differenza -tra la maniera di circoncidere degli uni, e quella praticata degli altri -(benchè alcuni pretesero differenziarla da quella osservata da' -talmudisti); essi astengonsi parimenti da tutti quegli animali vietati -dalla scrittura, come immondi, nella, guisa medesima che se ne astengono -gli altri. - -Ma tutto che inerenti noi siamo ad approvare i principj su' quali -osservasi fondato generalmente il Caraismo, non dobbiamo però esserlo al -segno di riguardarlo essente esso pure da quei malefici pregiudizj, e -scevro intieramente da quelle tante inutili pratiche, e cerimonie, che -formano l'appannaggio costante, e inseparabile di ogni popolo, e -lasciarci così trascinare all'eccesso condannabile di deferire -ciecamente a' suoi errori nella guisa medesima che approvate abbiano le -sue massime. I Caraiti ne hanno essi ancora assolutamente, benchè però -non già in quell'affluenza enorme di cui si mirano aggravati i loro -accaniti oppositori; ma se dessi potessero essere d'altronde, più -metafisici nelle varie applicazioni de' loro testi, se potessero -semplificare que' folli rigori de' quali parlammo, e che i più decisi -apologisti, e fautori della loro setta non poterono astenersi dal -riprovare, la loro credenza potrebbe allora dirsi appunto quella -medesima conosciuta, e praticata da tutti i primi Patriarchi, Profeti, e -fondatori della primitiva edificante credenza del Popolo d'Israel; -quella sarebbe, in conclusione, un vero, ed esplicito deismo -Israelitico; ma con quale solido fondamento presumerlo tale, con -giustizia, in mezzo delle moltiplici stravaganze delle quali sono i -Caraiti così pure suscettibili, nell'osservanza del sabato specialmente -in cui prendendo alla lettera il riposo comandato da Mosè (_Exo. Cap. 16 -v. 31_); e riguardando con iscrupolo eguale il divieto prescritto in -detto giorno di accendere fuoco entro le loro proprie abitazioni, se ne -rimangono affatto allo scuro tutta la notte antecedente, e durante -l'intero giorno di sabato, si privano di accendere fuoco, eccetto che -nel solo caso di estrema urgenza in cui vanno ad accenderlo lungi dalle -loro proprie case in mezzo della contrada? Inoltre è egli meno -stravagante lo scrupolo che mostrano i Caraiti nell'occasione della -festa de' tabernacoli, nella quale prendendo, al solito, alla lettera il -senso espresso in questa frase (_Levit. Cap. 23 v. 42_) בסכת תשבו שבעת -ימים׃ כל האזרח בישראל ישבו בסכת (Bassucoth tescebu scivnghat jamim: col -Aezrah beisrael jescebu bassucoth) _Et habitabitis in umbraculis septem -diebus: omnis qui de genere Israel est, manebit in tabernaculis_: essi -fanno il loro permanente domicilio entro le capanne, senza mai -abbandonarle un solo istante, non meno di notte che di giorno, durante -l'intervallo menzionato di sette giorni comandati dalla scrittura e -quante altre instituzioni meschine di tal fatta, non si prescrivono col -più entusiastico zelo i Caraiti sull'osservanza delle altre feste, e -quante altre interpretazioni assurde, al massimo grado, non -attribuiscono i medesimi agli altri precetti del Pentateuco che -rapportansi a' Cibi, al giudiziario, al politico, al Civile, così -enormemente ripugnanti al buon senso, per elleno medesime, quanto -all'eccesso ardue, tormentose, ed anche per la massima parte impossibili -riescono a mantenerle, e ed osservarle? (122) - -D'altronde, pare necessario di convenire, non essere già sicuramente con -tali mostruosi principj che i vetusti padri d'Israel erano Caraiti, o -ebrei deisti; il Caraismo dei medesimi, o il loro Deismo, se si -approssimava in qualche tenue parte a quello che mirasi professato da' -recenti, era, per altro, diametralmente opposto e quelle pratiche -insignificanti seguitate macchinalmente da' moderni Caraiti, che -oscurano i pregj di questa instituzione, e indeboliscono la base -primitiva sulla quale fu questa setta in origine fondata felicemente: -tutti quegli scrupoli oltraggianti la purità del vero Culto Divino, -erano a que' sani Caraiti antichi totalmente sconosciuti; paghi essi -restando di compiere meramente quelle sole prescrizioni, che potevano -essere osservate senza incomodo fisico, nè alterazione di spirito per -farne l'applicazione, nè stanchezza di mente per lambiccarne il vero -senso; essi erano in tale guisa il modello esemplare del Caraismo, senza -essere fanatici per gli scrupoli che oggi ne tengono le veci; erano i -veri Israeliti senza quelle pratiche superstiziose, que' riti superflui, -o quelle ripugnanti cerimonie, che lo smarrimento degli uomini vi ha in -seguito aggiunte (123). - -Questo è, in una parola, quel vero, e solo Caraismo che può meritamente -aspirare a' nostri encomj, e che oltremodo vantaggioso riuscirebbe -l'istruirne tutto il corpo della Nazione d'Israel, indurlo ad adottarlo, -e propalarlo per ogni dove l'orma sua s'imprime, e ciò dopo di avere -riformati i suoi abusi, emendati i suoi errori, e ridotte le sue -Instituzioni Teologiche a quel grado di sublimità, e perfezione, della -quale Possono essere le medesime suscettibili. - -(114) Alcuni osservano che la Legge Mosaica cominciò ad alterarsi, e a -degenerare dalla sua purità primitiva, da che il popolo d'Israel -contrasse un Commercio cogli stranieri, quello divenne molto maggiore, e -più frequente dopo le conquiste di Alessandro, di ciò che lo era -antecedentemente, e questo fu in particolare cogli Egizj ch'essi -vincolarono de' rapporti di società, e di affari, specialmente in tempo -che i Re di Egitto furono padroni della Giudea. Non si prese dagli Egizj -i loro idoli; ma il loro metodo stravagante di trattare la Teologia, e -la religione: Quindi è (come lo pensa uno scrittore illustre) che i -dottori ebrei trasportati, o nati in quel paese, si gettarono nelle -interpretazioni allegoriche; ed ecco ciò che dette occasione a due -partiti di cui parla Eusebio di formarsi, e di dividere la Nazione. -(_Hist. des dogm. et opin. Philosoph. T. 2. p. 220_) - -(115) Alla testa di questi due partiti de' quali abbiamo poco avanti -ragionato erano allora _Hillel_ e _Sciamaj_, che gli rendevano più -luminosi, e di qualche considerazione. I Rabbanisti però danno il torto -a Sciamaj, il quale era, com'essi dicono, un'uomo impetuoso, e violente; -essi sostengono che la loro divisione in altro non verteva che intorno a -tre soli riti di non molta importanza. Ma il sentimento parziale di -pochi Dottori, non può avere forza bastante di abrogare ciò -che si legge in chiari sensi, e nel Talmud, -e altrove che la disputa si riscaldò si violentemente che non era tanto -agevole di calmarla in veruna maniera: ciascuno di quelli eresse una -scuola pubblica, un giorno determinato si adunarono entrambe; ma se -queste si accordarono sopra varj articoli, ne rimase, per altre, un -maggior numero sul quale restarono esse totalmente inconciliabili; -Hillel sostenne con calore la tradizione (_Misnah. 5_) pretendendo -asseverantemente esservi stata una Legge la quale fosse passata da bocca -in bocca, come da un telegrafo ad un altro, benchè più lentamente, da -_Mosè_ fino ad _Esdra_, e di questi fino ad esso: Sciamai, al contrario, -insisteva di doversi tenere scrupolosamente attaccato alla sola Legge -scritta, riguardando tutte le parafrasi, o appendici che alla medesima -si fossero aggiunte, come estranee onninamente alla tersa religione di -un vero Israelita, a cui riescono il più delle volte indifferenti, -sovente perniciose, ma sempre inutili. Quindi il pregiudizio degli ebrei -Talmudisti, che attribuiscono il torto a Sciamai, conferma la quasi -positiva certezza del testè riportato sentimento cioè, che questi fosse -avverso alla tradizione. - -Ciò che d'altronde, non pare in alcuna maniera supponibile si è, che i -Caraiti si attribuissero un origine odiosa, o menzognera (come -assurdamente lo pensarono alcuni de' loro oppositori) se i medesimi non -fossero completamente persuasi che quella ch'essi vantano è la vera; -frattanto uno de' più eruditi di questa setta, dice in termini formali -che i Caraiti sono assolutamente sortiti dalla casa di Sciamai (Vedi -_Mosè Betschitsi MS. apud Trigland, Cap. 6. p. 72 e 74_). - -Ecco tutto quanto noi possiamo infatti di proposito asserire sulla -probabile fondazione originaria della _setta dei Caraiti_. - -(116) Questa Setta (della quale sarà da noi accennato l'origine, ed il -sistema religioso nel Capitolo seguente) non si uniformava a' Caraiti, -se non se in quanto al prendere la scrittura alla lettera, e nel -rigettare in conseguenza qualunque siasi tradizione, ma in tutt'altro -esse erano fra di loro interamente opposte, e contradittorie, mentre i -Saducei, attaccandosi al mero senso letterale delle prescrizioni -mosaiche, ne deducevano illativamente che le medesime non gli -obbligassero già a credere ciò che i Caraiti pretendevano adottare -fermamente di proposito; quindi è ch'essi non credevano nè la -predestinazione, nè la resurrezione de' corpi, nè l'immortalità -dell'anima umana, nè l'esistenza degli angeli, o degli spiriti; mentre -di tutto ciò che i Caraiti in siffatti articoli concordi co' Talmudisti -ammettevano come irrefragabile, i Saducei gli oppugnavano senza -eccettuazione, adducendo per motivo che la scrittura non ne offre il -benchè minimo sentore, con quella esattezza però che si esigeva da' -medesimi, avendo già noi rimarcato altrove con quale evidente precisione -faccia il Pentateuco sotto intendere non meno l'esistenza di Dio, che -l'immortalità dell'anima umana (vedi le _annotazioni_ 26. e 41.) così -non erano essi ebrei che per le sole ricompense temporali, e molto -concedevano al labile piacere de' sensi. Onde si può giustamente -conchiudere che coloro i quali vollero supporre i Caraiti infetti di -Saduceismo dimostrano un imperizia crassa non meno de' principj degli -uni, che delle massime dell'altro, che quelli non solo ricusano di -ammettere, ma che tentano sempre di combattere accanitamente, e di -annientare. - -(117) Non si può certamente di proposito negare che nel ristretto numero -di scrittori che ha prodotto la setta de' Caraiti, _Aaron Ben Josef_ -debba, senza contradizione tenere il primo rango; esso vivea nel Secolo -tredicesimo, professava la medicina, ed esercitava nel tempo stesso -l'ufficio di Rabbino in Costantinopoli. Il Caraita _Mardocheo_ (altro -celebre letterato di questa setta), ce lo rappresenta come un uomo -profondamente versato nell'intelligenza del Pentateuco, nello studio -della natura, della filosofia, ed anche oltremodo perito nella -cognizione di tuttociò che la cabala racchiude di più occulto, e di più -misterioso (ved. la _versione_ e le _note_ di M.r _Wolf_ all'opera di -_Dod. mordochai_, sotto il tit. di _notit. Karæor. Cap. XI. pag. 141._) -Per altro, pare verosimile, come lo pretende lo stesso Wolf ch'essendosi -egli applicato a questa scienza chimerica, la quale non è fondata che -sopra giuochi di una immaginazione sovvertita, esso non abbia avuto -altro in mira che i indagarne meglio l'insufficienza, e convincersi per -se stesso che ben lungi dal ritrovarvi qualche solida utilità nelle -moltiplici sottigliezze che ne costituiscono l'usanza, quelle non sono -ad altro idonee che a corrompere lo spirito; e ciò è tanto più -probabile, quanto che restaci chiaro dimostrato dalle veementi -espressioni ch'esso usa, allorchè imprende a confutare certe parafrasi -allegoriche, o cabalistiche riportate dal medesimo nel suo מובחר -(mubhar) _Il Scelto_ (che è un Commentario sul Pentateuco) opera che lo -stesso _Abenesdra_ non potè in molte parti non approvare. È in essa dove -il rinomato nostro _Aaron_ nel tempo medesimo ch'egli spiega tutta la -sua robusta energia per dimostrare i vantaggi sommi che ha la di lui -Setta sopra quella de' Talmudisti, non cessa di declamare contro -infiniti abusi che mirava introdotti nella sua, del tutto estranei -all'essenzialità delle sue primitive instituzioni, perchè non gli -appartenevano di sorte alcuna, ed esso vi progetta in vece i mezzi i più -pronti, ed i più efficaci, onde reprimerli, e allontanarli. - -Infatti sia quanto si vuole ottimo, e proficuo lo stabilimento del -Caraismo fra gli uomini, è altresì chiaramente dimostrato che non -potrebbe andare quello pure in alcun modo esente da una riforma radicale -che ne modificasse il rigore, semplificandone le pratiche, e ne -togliesse quelle ridicole superfluità che vi s'intrusero a grado a grado -con detrimento delle sue primitive instituzioni, e che lo stesso _Ben -Josef_ non ha potuto astenersi dal riprovare, benchè tanto proclive a -consolidarne le massime, e a sostenerle. - -(118) Qualunque siasi l'opinione che molti abbiano concepita per -rapporto al Caraismo, è d'uopo convenire che la loro maniera di credere -è ad ogni riguardo degna di essere imitata, come una delle più sane, e -delle più esemplari instituzioni sociali: per giudicarne con criterio -udiamone il carattere che uno scrittore insigne ci trasmise di questa -setta: _Les Caraïtes ont une idée fort simple, et fort pure de la -Divinité, car il lui donnent des attributs essentiels, et inséparables, -et ces attributs ne sont autre chose que Dieu même. Sa Providence -s'étend aussi loin que sa connoissance qui est infinie, et qui decouvre -toutes choses. Ils distinguent quatre dispositions differentes dans -l'ame, l'une de mort et de vie, l'autre de santé, et de maladie. Elle -est morte, lorsqu'elle croupit dans le péché; elle est vivante -lorsqu'elle s'attache au bien; elle est malade quand elle ne comprend -pas les vérités célestes; mais elle est saine lorsqu'elle connoit -l'enchainure des événemens et la nature des objets qui tombent sous sa -connoissance. Enfin ils croient que les ames seront recompensées, ou -punies suivant leurs actions etc._ _Hist. des Dog. Philos. V. 2. p. -222._ - -Qual'è mai quel popolo che possa vantare sopra la terra un culto di -questo più esimio, più elevato, più salutare? - -(119) Malgrado l'avversione decisa che i Caraiti hanno sempre mai -dimostrato per la Legge orale, come osservammo, non si può nulla di meno -asserire con probabilità ch'essi rigettino complessivamente per tanto, -qualunque sorta di tradizione; mentre uno de' più celebri scrittori di -quella Setta ci assicura che il principale scopo della sua credenza non -tende che ad oppugnare le false, e le assurde tradizioni, ma che, al -contrarie, i Caraiti ricevono le bene fondate, e le ragionevoli, -distinguendo così le certe, e le costanti da quelle che non sono che -ipotetiche, e dubbiose (Ved. _Mosè Eliahu aderet apud trigland Diatr. de -Karæor. P. 117. e 125._) Essi adottano ancora la _Massora_ (o la -puntuazione della Scrittura) (non ostante che faccia essa parte delle -instituzioni tradizionali, e la stessa loro Teologia non differisce da -quella degli ebrei Talmudisti, se non in quanto all'essere più concisa, -e più lontana da inutili, e superstiziose discussioni, che formano il -carattere definitivo, e principale della Teologia de' loro oppositori. -In una parola, fra le tante interpretazioni che furono applicate alla -scrittura, essi non ricevono che le sole meramente letterali, e per -conseguenza essi rigettano affatto le Glosse cabalistiche, mistiche, e -allegoriche come non avendo alcun fondamentale rapporto colla Legge -pubblicata da Mosè. - -(120) Qualunque siasi digiuno comandato, ed ordinario comincia la -mattina allo spuntare dell'alba, e dura fino all'imbrunire del giorno -medesimo, eccetto che quelli di _Kipur_, e di _Av_, i quali cominciano -le sera della vigilia di questi con una perfetta astinenza di cibo, e di -bevanda fino alla sera susseguente all'apparire delle stelle nel -firmamento. Di tali digiuni dunque imposti all'Israelismo dalla Legge -orale se ne annoverano cinque: - -Il primo cade il 17 di _Tamus_ (corrispondente al nostro volgare mese di -Luglio) in commemorazione delle varie disgrazie che successero altre -volte in simile giorno entro Gerusalem; e perchè in quello stesso giorno -accadde che Mosè ruppe le prime tavole della Legge a cagione del vitello -d'oro fatto dal Popolo ebreo dimorante nel deserto, nell'intervallo -della di lui assenza sulla vetta di Sinai. - -Il secondo è quello che porta il nome di תשעה באב Tisngha Beav) cioè, -_nove del mese di Av_, che cade nell'Agosto, quale digiuno è da' -Settatori Talmudisti più rigorosamente osservato degli altri (dopo -quello però di Espiazione che gli supera tutti) poichè fu in quel giorno -medesimo che il Tempio venne abbruciato da' Caldei, e la Città di -Gerusalem devastata poscia interamente da Tito; in quello stesso giorno -ancora avvenne il crudele supplizio di dieci de' più insigni Rabbini -della Giudea, e la proibizione fatta da Adriano agli ebrei di mai più -rientrare ne' loro antichi recinti, e particolarmente in Gerusalem, e -neppure di ritornare verso quella parte per riguardarla. Tali sono le -cause per le quali i Talmudisti ordinarono il digiuno del nono giorno -del mese di _Av_; esso comincia la vigilia, tosto che il Sole tramonta, -e da questo momento gli ebrei cessano di mangiare, e di bere fino alla -sera susseguente; essi restano tutto questo intervallo di tempo senza -scarpe di cuojo, seggono sulla nuda terra colla massima tristezza in -continue lamentazioni, non essendo loro permesso di leggere fuorchè -Geremia, Job, ed altri libri di tal modo affliggenti, e patetici; e gli -otto giorni che lo precedono, si astengono dal radersi la barba, e dal -cibarsi di qualunque siasi carne, eccettuatone il Sabato, dove questi -divieti non hanno luogo. - -Il terzo è quello che viene il primo giorno dopo la solennità del nuovo -anno, ovvero il terzo giorno del mese di _Tisrì_ (che combina in -Settembre); gli ebrei Talmudisti digiunano dallo spuntare dell'aurora -fino all'imbrunire di quel giorno medesimo, attesochè, in esso fu ucciso -_Godolia_ figlio di _Ahikam_ (_Gerem. cap. 41._) uomo integerrimo e di -esemplari costumi, il quale era restato solo per conservare i dispersi -avanzi del Popolo d'Israel, la di cui sorte cominciava fino di allora a -periclitare: Or siccome questo dì fa parte de' dieci giorni penitenziali -(con tal nome distinguendo la prima decade di Tisrì) gli ebrei -Talmudisti prendono pertanto un adeguato motivo di fare ad un tempo -medesimo la commemorazione di questo giusto; egli è dunque perciò che -questo digiuno porta il nome di צום גדליה (Zzom Ghedaliah) _Digiuno di -Godolia_; indi segue il gran Digiuno _Kipur_, o di Espiazione, che tutta -la comunione d'Israel, senza eccettuazione alcuna di setta, nè di -partito, celebra il 10 di Tisrì, il solo comandato da Dio per organo di -Mosè, e di cui essendo stato, quanto basta, ragionato a suo luogo, ed -avendolo noi per tale indispensabile riguardo adottato nel nostro nuovo -piano di riforma, ci siamo dispensati di comprenderlo fra questi. - -Il quarto è quello del 10 _Tebeth_ il quale corrisponde, per lo più al -Decembre, ordinato da' Rabbini in rimembranza del primo assedio fatto da -Nabucodonosor in Gerusalem, che in seguito la prese. - -Il quinto, ed ultimo digiuno finalmente, è quello che i Settatori -Talmudisti fanno il giorno 13 del mese di _Adar_ che rapportasi al marzo -in memoria d'Ester, la quale digiunò nell'occasione dell'infortunio in -cui trovavasi l'ebreismo de' suoi tempi involto, attesa la crudele -perfidia di _Amano_ vice-re di Media e Persia, che macchinava -l'esecrabile progetto di sterminarlo dalla terra; questa commemorazione -denominasi פורים _Purim_, dall'etimologia del vocabolo פור _Pur_, che -significa _Sorte_, alludendo all'estrazione fatta dallo stesso Amano per -diffinire in qual mese dell'anno dovea un sì truce sterminio -effettuarsi, e la sorte cadde sul mese di Adar, il più climaterico di -tutti gli altri, attesa la morte repentina di Mosè, che pretendesi -accaduta entro questo mese. - -Ecco quali sono realmente i digiuni comandati a rigore da' Rabbini -(prescindendo però dall'ultimo instituito da Ester); e se altri, eccetto -i testè menzionati, miransi osservare da' più devoti fra gli ebrei -Talmudisti, essi sono meramente arbitrari, o contingenti, e propriamente -particolari ad ogni singolo corpo separato che fa parte di questa -medesima Nazione, come agli ebrei Orientali, ai Tedeschi, e ad alcuni -Italiani; ma siccome questi digiuni si sono moltiplicati presso gli -ebrei quasi all'infinito, così senza che ci diffondiamo inutilmente a -riportarli, può osservarsene il dettaglio circostanziato nella dotta -dissertazione del Rabbino _Leon di Modena_ e nel Bustorfio. (_Syn. Ind. -Cap. 25._) - -(121) Io intendo per tali punti essenziali della Religione l'esistenza -dell'Essere Supremo, l'immortalità dell'Anima umana, e quindi le -ricompense, e le punizioni della medesima nella vita futura, ed in -qualche parte ancora l'osservanza delle solennità principali, nella -guisa, precisamente che accennammo. - -Peraltro, non mi sembra inutile affatto quì di rimarcare col Seldeno -(_uxor. Hebr. Lib 1. Cap. III._) che avendo i Rabbini fissate tre -maniere differenti d'investigare, e scuoprire le verità moltiplici -racchiuse in vari luoghi della scrittura, cioè il _testo_, la _ragione_, -e l'_autorità_ degli antichi, regole quasi comuni a tutte le sette che -esistono sulla terra; i Caraiti vanno pienamente d'accordo co' -Rabbanisti nelle due sole prime, considerandole come urgenti, ed -oltremodo indispensabili; e se rare volte adottano anche l'ultima, non è -già perchè s'impongano un dovere, siccome praticano gli altri, di -crederla o seguirla alla rinfusa; ma essi vi si sottomettono in -proporzione che la ritrovano esatta, ed in ogni punto consentanea allo -spirito genuino della scrittura. - -(122) Siccome i Caraiti hanno in orrore tuttociò che rapportasi alla -tradizione, così essi rigettano con isdegno tutte quelle instituzioni -orali che i Talmudisti si prescrivono con tanto scrupolo, e -riservatezza; ma se quasi tutte le cerimonie religiose praticate da -questi si rendono annojanti per l'affluenza considerabile delle inutili -parafrasi aggiunte alle medesime, quelle seguitate da' Caraiti sono ad -ogni riguardo insopportabili per la loro soverchia ristrettezza, o per -l'austerità dell'osservanza di esse; egli è perciò che io considero come -inutile di fare quì specifica menzione di tutti i loro riti stravaganti -per rapporto ad altri assunti morali, politici, e civili. Chi bramasse -esserne edotto con esattezza maggiore può rivolgersi agli scrittori di -questa Setta, da noi per varie volte citati. - -(123) Malgrado che infinite riprove concorrano a convincerci pienamente -di questa verità incontrovertibile, pure non ostante, v'ha de' -forsennati fra gli ebrei Talmudisti de' nostri tempi all'eccesso -riprovabile l'anteporre la loro propria credenza mistica, e tenebrosa -alla purità edificante di quella degli antichi, sebbene ad evidenza ne -conoscano i superiori salutari vantaggi, e non esitino un'istante a -convenirne; ed i soli Caraiti che potrebbero in qualche modo, se non -completamente pareggiarla, almeno più degli altri approssimarsene, sono -fuori della situazione di riuscirvi, per averla voluto troppo -sottilizzare, colla strana idea forse di sorpassare quelli nella vera -pratica di essa; se gli ultimi sono degni di rimprovero, lo sono -certamente i primi, ad ogni riguardo, di eterna ripugnanza, e -d'improperio. - - - - - CAPITOLO XV. - - Delle altre Sette differenti derivate dal grembo della Comunione -dell'Israelismo; cioè Saducei, Essenj, Terapeuti, Farisei, e Samaritani; - la loro origine, i loro dogmi, le loro Cerimonie, ed i loro sistemi di - Religione. - - -Due Cause principali, dice un ingegnoso critico moderno, sembrano -cospirare a gara per mantenere, e alimentare negli uomini la ripugnanza, -e l'incuria ch'essi nutrono scrupolosamente, tutte le volte che trattasi -di ponderare, o discutere le loro opinioni tradizionali; la prima si è -la difficoltà insormontabile, e l'impotenza estrema nella quale si -trovano di penetrare le dense tenebre, di cui le tradizioni hanno pur -troppo avviluppata la religione dai suoi primi fondamentali elementi; -argini molto adeguati ad opprimere ed a stancare gli spiriti limitati, -ed accidiosi, che incapaci di elevarsi colla forza del raziocinio fino -alla contemplazione della verità, non iscorgendovi che un Caos -terribile, e informe, la giudicano forse assolutamente impossibile ad -esaminare, ed approfondire, e paghi ne restano di seguitarla tale quale -se la rappresentano macchinalmente (124): ecco la sola e vera cagione, a -cui tutto concorre a convincerci che possono dovere l'origine, presso -che tutte le Sette scaturite dal grembo del giudaismo antico, e -partitamente di quella de' _Farisei_, della quale ci disponghiamo in -seguito a parlare. - -La seconda di tali cause, può dirsi quella di non lasciarci troppo -soggiogare da precetti severi, mistici, o poco intelligibili, che tutto -il mondo ammira nella teoria, e pochissime persone si curano di -praticare con esattezza; tale è la sorgente della quale scaturirono -probabilmente il Caraismo di cui testè abbiamo esaurita la materia, non -meno che tutte le altre Sette delle quali ora, entriamo ad occuparci di -proposito. - -Che la Teologia mistica, producesse per se medesima la Setta de' -_Saducei_, sembra che niuno abbia fino ad ora fondatamente dubitato, -siccome apparisce altresì egualmente incontestabile, che le orali -allegorie formassero quella de' Farisei. - -In quanto poi all'epoca precisa in cui la Setta Saducea si rendesse -manifesta fra gli ebrei, l'opinione la più adottata da' critici si è che -_Zadok_, discepolo di _Antigono Socheo_ fosse il primo, e il vero -fondatore della Setta de' Saducei, duecento e quarant'anni avanti l'Era -volgare; senza attenerci però a ciò che opinano vari dotti scrittori -antichi, cioè che l'eresia de' Saducei fosse molto più remota, -sostenendo che la medesima nacque dalla sinistra interpretazione che si -è da quelli attribuita al Cap. 37 di _Ezechiello_, mentre studiavasi -ciascuno di comprenderne il vero senso; altri ne fissano un origine -assai differente facendola rimontare fino ad Esdra (_Leghtf. Flor. Heb. -ad Mat. III. ζ. opp. Tom. II._). - -Ma prescindendo da tutte queste troppo ambigue, e tenebrose congetture, -che lungi dal condurci alla verità, non fanno che aumentare i nostri -dubbj e allontanarci dal retto sentiere che potrebbe indirizzarvici, noi -stabiliremo _Antigono_ per assoluto capo creatore di questa Setta, e -_Zadok_ e _Baithos_ suoi discepoli, come gli organi, ed i propalatori -delle sue nuove instituzioni, non meno che del sistema religioso che -serve alle medesime come di base inconcussa, è fondamentale (125). - -In origine, per quanto apparisce, i Saducei non si distinsero dalla -Comunione generale dell'Israelismo, che col semplice rifiuto meramente -di riconoscere, e adottare le autorità delle instituzioni tradizionali. -Alcuni pretendono così pure, che tutti que' Settatori proferissero il -Pentateuco di Mosè a tutti gli altri libri, considerati generalmente -come sacri, e canonici, i quali non erano da essi riguardati che come -opere composte da certe persone venerabili a cagione della loro santità, -e de' loro esemplari costumi (126). Essi leggevano i Profeti, aderivano -che si studiassero con accuratezza, e che fossero autorevolmente citati -tutte le volte che l'urgenza lo esigesse, e volevano, in somma che -aggregati quelli fossero nel Canone, benchè molte volte rigettavano i -loro scritti, nel modo stesso appunto che inveivano pertinacemente -contro le tradizioni de' Dottori, ed in particolare contro quelle de' -Farisei, ai quali essi erano per tante ragioni opposti onninamente; ma i -Farisei restavano, d'altronde, persuasi, che la Legge fosse l'unico, ed -il più solido fondamento della Religione, e la sola regola direttrice -della credenza de' medesimi e che per conseguenza tutto ciò che -prescritto non era da Mosè, non doveasi mai adottare in verun modo. - -In seguito di quanto Flavio assicura (_Lib. XX. pag. 465_) pare che i -Saducei negassero assolutamente l'influenza dell'Essere Supremo sulle -azioni umane, stabilendo soltanto la libertà assoluta dell'uomo; ed essi -toglievano a Dio qualunque ispezione sul male, ed ogni sorta d'ingerenza -anche sul bene, perchè opinavano essi, che l'Essere Eterno avesse -collocato il bene, e il male sotto gli occhi dell'uomo, lasciandogli un -amplia facoltà di seguitare l'uno, o di schivare l'altro; ed è appunto -per questa medesima ragione che i Saducei negavano, senza riserva il -potere del destino, riguardandolo unicamente come una bizzarra -illusione, solo degna di occupare la mente abbacinata degl'idioti, e -degl'inesperti (127); sostenendo, al contrario, che tutte le nostre -azioni dipendono sì direttamente da noi, che noi siamo i soli, ed i veri -autori di ogni bene, siccome pure di qualunque siasi male che ci -sopraggiunge, secondo che noi seguiamo il retto sentiere della virtù, o -la carriera tortuosa della depravazione (128). Non erano già essi -guidati da verun disegno di ricompensa nelle azioni meritorie che -esercitavano, animati dalla sola grata soddisfazione di eseguirle; essi -ritenevano presente ognora ciò che _Antigono_ loro capo, e fondatore -solea ripetere incessantemente a' suoi Discepoli e seguaci: _non siate -come gli schiavi, che obbediscono al loro padrone col disegno di trarne -ricompensa; obbedite senza sperare_ _alcun frutto dalle vostre fatiche, -e che il timore dell'eterno sia sopra di voi_ (129). - -Questi negavano ad un tempo medesimo la spiritualità delle anime umane, -la resurrezione de' corpi dopo le morte, e l'esistenza degli angeli, e -con più forti ragioni si sarebbero scherniti di quella bizzarra opinione -sostenuta dal _Ben Dior_ (Vedi _Sefer Jezirah_, ovvero _libro della -creazione_) quali era quella, di sostenere che ogni patriarca, -cominciando da Adamo, avesse un Angelo per suo inseparabile sorvegliante -o precettore (130). Essai opinavano che non può esistere giammai altra -essenza incorporea, o spirituale fuori che Dio, e che que' dati esseri -che noi chiamiamo col nome di _Angeli_, non si debbono intendere che -sotto il carattere di altrettante _virtù_, che marcano assolutamente la -volontà, e la possanza infinita dell'Essere Supremo, od anche -accessoriamente i mezzi da esso lui impiegati per la pronta -indefettibile esecuzione de' suoi eterni Decreti. - -Tali sono i principj generali de' Saducei, relativamente alla Religione -che professavano; e se da quelli prescindendo gettare vorremmo uno -sguardo sulla loro morale, e su' loro costumi, noi ritroveremmo non meno -gli uni che l'altra irreprensibili ad ogni esperimento; le azioni de' -medesimi alla verità non ismentivano il nome che portavano צדיק (Tzadik) -_giusto_ צדק (Tzedek) _Rettitudine_: i Saducei procedenti, come -osservammo, da צדוק Tzadok facevano professione di una integrità -esemplare, e di una giustizia edificante; elogio che loro venne -generalmente compartito da tutti i più austeri critici dell'antichità, -che non gli hanno d'altronde risparmiati, allorquando trattavasi -d'inveire contro le loro cerimonie insopportabili, o condannare le -assurde interpretazioni ch'essi davano al Pentateuco di Mosè, non meno -che a tutti gli altri libri della Scrittura. - -Ma de' Saducei, e della loro Setta avendone parlato quanto era -sufficiente a farcela conoscere, ora passiamo a ragionare degli _Esseni_ -de' quali si è cotanto decantata la virtù, e l'inusitata rigidezza de' -costumi. - -_Filone_ ha distinto due ordini di _Esseni_ (_Phil. de vitae contemp._); -gli uni si attaccavano alla pratica, e gli altri, che si nominano -_Terapeuti_, alla contemplazione: questi ultimi erano così pure della -setta degli Esseni; Filone dandone loro il nome, non gli distingue dal -primo ramo di quella Setta, se non se da qualche grado di perfezione. - -Gli Esseni erano precisamente ciò che i viaggiatori ci descrivono essere -i _Dunkari_ nella Pensilvania, cioè, una specie di religiosi, benchè la -maggior parte di essi fosse ammogliata, il Celibato essendo in orrore -massimo a quei tempi, siccome l'ho io dimostrato altrove (Vedi le annot. -66 e 119, del T. II. alle _Not. Camp. p. 23 e 180_) anche presso le -persone consecrate al servizio dell'altare; volontariamente assoggettati -alle più austere prescrizioni, vivendo tutti in comune per lo più fra -gli eremi deserti, distribuendo il loro ozio quotidiano fra la -preghiera, e la fatica, avendo interamente proscritto dal loro consorzio -qualunque sentimento di disparità, o di preferenza, siccome ancora ogni -ambizioso disegno di proprietà; schivavano l'incontro del resto degli -uomini, non comunicando che solo con coloro che riconoscevano aderenti -alla loro Setta, ed uniformi ne' costumi, poichè siccome quelli -reputavano la loro religione più sana, e più elevata di quella degli -altri uomini, quindi è perchè dessi sfuggivano qualunque specie di -relazione coi medesimi, così è, dice _Bayle_, che la fierezza segue per -l'ordinario le devozioni particolari; egli è di tali Settarj che -_Plinio_ il naturalista, e _Solim_ dissero _Gens aeterna, in qua nemo -nascitur_. (_Hier. Lib. V. Cap. 17 et Sol. Cap. 35._ _p. 47_) falsamente -supponendoli d'accordo proclivi al Celibato. - -In quanto poi all'origine degli Esseni, moltiplici, e divise, al solito, -sono le opinioni degli antichi, non meno che de' recenti scrittori: R. -Abram Zachut (nel suo più volte citato _Juhassim_) assegna loro per -padre, e fondatore _Judah Galilei_; alcuni, ed _Epifanio_, e _Petit_ fra -questi, gli annoverano fra gli eretici _Samaritani_ (de' quali sarà da -noi fatta in seguito rapida menzione); essi gli appellano _Jesseni_, -immaginando erroneamente, che avessero quelli preso questo nome da -_Jesse_ padre di David. Fuller ha creduto _Miscell. Sacr. Lib. IV. Cap. -IV. p. 2392_) che gli Esseni fossero gli stessi dei Baitosei, perchè -questo vocabolo significa _Casa di guariti_, nome che conviene alle -persone che si distinguono col carattere di _Terapeuti_, cioè a dire, -_Medici_ benchè in seguito questo autore variasse di opinione. _Nilo_ -unitamente a vari critici moderni, gli vuole discendenti da _Jonadab_ -(_Ascet. Cap. 3_). I cristiani poi abbagliati delle austere -mortificazioni di questi Settarj, hanno tentato di toglierli agli ebrei, -e di farne degli eremiti, o i primi frati del vangelo (131); ed Eusebio -ha loro conferito il cristianesimo, così straniero ad essi, quanto dovea -esserlo a _Pitagora_, che ridicolmente alcuni pretesero di fare -Carmelitano (132). Essi compariscono nell'Istoria di Flavio sotto -_Antigono_, poichè fu allora che si vide (per quanto esso ci dice Lib. -III. Cap. XII) quel Profeta Esseno nominato _Iudah_, il quale avea -predetto che Antigono sarebbe ucciso un tale dato giorno nella _Torre di -Straton_; e infatti Antigono è stato ucciso, quel giorno stesso -vaticinato, in un luogo che chiamavasi la _Torre di Straton_; era con sì -fatte predizioni, che gli Esseni, ei Terapeuti si distinguevano nel -mondo. - -Quante disparate contraddittorie opinioni, senza esservene forse una -sola giustamente fondata. Malgrado però che dobbiamo sempre confessare -di non riconoscere nel suo vero fondo la vera origine primitiva di -questa Setta, la congettura di _Drusio_ riportata dal _Basnage_ (_Hist. -des Juifs. T. 1. Lib. 2. Cap. 12_) sembra la più verosimile, e la meno -prossima all'errore di tutte quante ritroviamo noi prodotte fino al -presente. - -Questo autore dunque asserisce, che gli Esseni sono quelli i quali -essendo perseguitati da _Ircano_ si ritirarono ne' Deserti, e che la -necessità gli astrinse allora ad accostumarsi ad un genere di vita molto -austero ed in cui essi perseverarono in seguito arbitrariamente; e tale -rigoroso sistema di vita si è sempre creduto da varj Autori che fosse -loro comune co' già menzionati Terapeuti, sebbene questa opinione sia da -molti altri contrastata, colla differenza però che quelli si dividevano -in molte società diverse, che diramavansi senza però fissare un -domicilio permanente, quando gli ultimi, al contrario, erano tutti -concentrati nell'Egitto, per quanto narra, _Filone_ il quale vivea fra -di essi, dediti sempre alla campagna, come un soggiorno più ovvio alla -meditazione, e più omogeneo alla vita comtemplativa che conducevano. - -Per quanto riguarda la religione professata da tali Settarj, essa era -limitata a livello dei loro bisogni, ma altrettanto severa del pari che -i loro costumi, essi avevano un profondo rispetto per la Divinità, alla -quale attribuivano un potere assoluto, e illimitato sopra tutti gli -avvenimenti mondani, sostenendo fermamente che niente si opera -nell'universo, se non se coll'immediata influenza de' suoi eterni -Consigli: il Sole era da' medesimi considerato come una delle più -stupende produzioni tratte del suo braccio onnipossente (133). _Flavio_ -(_De_ _Bel. Iud. Lib. II. C. 7_), e vari altri suppongono che essi -davano tutto al destino, ma questi medesimi autori gli hanno in seguito -giustificati aducendo che tanto gli Esseni quanto i Terapeuti -intendevano per destino la provvidenza, che dirige tutte le creature -conformemente alle loro intime affezioni, e che non impone giammai -alcuna necessità all'uomo, nè attenta in verun modo alla sua propria -libertà. Gli Esseni onoravano Mosè come il primo Legislatore, erano -molto attaccati alla Scrittura, e rigettavano interamente le tradizioni; -essi sostenevano l'Immortalità dell'anima umana contro i Saducei, benchè -questo dogma venisse in seguito alterato da false interpretazioni, come -si può espressamente rimarcarlo in Flavio (idem), ed in Porfirio. (_apud -Civil. contr. Iul. L. IV. p. 7_) pretendendo erroneamente che le -medesime non discendevano da un aria molto sottile ne' corpi, se non se -perchè desse vi erano attirate da un certo incanto naturale che -concepire giammai noi non possiamo. - -Ma lasciamo pure gli Esseni, e i Terapeuti colle loro frenesìe -religiose, ed entriamo ad esaminare i _Farisei_, presso i quali ne -ritroveremo forse delle altre non meno pericolose che stravaganti. - -(124) Coloro che dell'indole umana formarono la prima base delle loro -filosofiche applicazioni, possono avere rimarcato come lo spirito nostro -suole più agevolmente attaccarsi alla rappresentazione fisica di una -cosa, di ciò che sia all'indagine di essa, ovvero alla semplice -narrazione che può essercene fatta; questa opinione è autorizzata -dall'esperienza, essa è quella parimente dell'ameno poeta Orazio _De -Arte Poet. v. 180_. - - _Segnius irritant animos demissa per aures,_ - _Quam quae sunt oculis commissa fidelibus._ - -(125) Molti scrittori, d'altronde accreditati, hanno asseverantemente -sostenuto, che Sadok e Baithos, entrambi discepoli di Antigono, avessero -fondata ciascuno di essi una Setta differente; ma coloro che in sì fatta -guisa opinarono, sembrami che si sieno materialmente ingannati; la Setta -dei Saducei, e quella de' Baithosei altro infatti non erano insieme che -una sola, e medesima Setta disegnata ora sotto il nome dell'uno, ora -sotto quello dell'altro; ma Zadok essendo più ardente del suo Collega a -sostenere il partito che dessi aveano formato, il di lui nome (come lo -rimarca _Bayle T. III, p. 2510._) servì sovente più di quello di Baithos -a distinguere i fautori di questa Setta. - -Non per tanto si adduce da taluni un altra efficace ragione di simile -preferenza, voluta da tali Settatori di essere chiamati Saducei in vece -di _Baithosei_ (Vedi _Scalig. Elench. Trihaer et Sim. Hist. Crit. du -Vieux Test._) ed è che siccome Baithos, secondo quello che asseriscono i -Rabbini, era bastardo, temevano che questa macchia poco onorifica, non -dovesse attirare sopra dei medesimi qualche spiacevole improperio dalla -parte de' loro inesorabili avversari; tanto questa uniformità della -quale parliamo è per se stessa indubitabile, quanto che non avvi alcuno -il quale abbia potuto scuoprire giammai in quale punto i Saducei si -differenziassero da' Baithosei; Il celebre _Maimonide_ (_Comment. in -Pirkè Avoth, apud Willeme. Dissert. de Saduc. p. 8_) espone in chiari -sensi, che questi non erano che due nomi significanti una sola, e -medesima cosa; benchè molti Rabbini, e vari Critici ancora sieno in -simile assunto intieramente discordi; così lo pensano egualmente molti -altri accreditati scrittori ebrei de' tempi a noi più recenti. - -(126) Per altro, non mi sembra inutile quì di avvertire, che sebbene, -per quanto apparisca da varj monumenti antichi, i Saducei non -ammettessero fra tutti que' libri, che riguardare dobbiamo propriamente -canonici, che il solo Pentateuco di Mosè; non per tanto anche di questo -sopprimevano molti passaggi, e ciò che di peggio si è, senza mai addurre -niun motivo efficace, e convincente di tutte quelle abrogazioni che male -a proposito si permettevano di fare confusamente in detti Libri. - -(127) Varie, e contraddittorie sono le opinioni che si agitano fra i -filosofi relativamente al destino; gli uni credono che il destino sia -una cosa divina; gli altri lo riguardano un effetto meramente naturale; -fra i primi si possono annoverare _Platone_, _Zenone_, _Crisippo_, -_Aristotile_, _Seneca_, _Eraclito_, _Pitagora_, e pochi altri; fra gli -ultimi sono _Manilio_, _Empedocle_, _Democrito_, _Parmenide_, -_Leucippo_, e varj altri, che quì non giova riportare. Ma sieno quanto -si vuole disparate le loro idee, essi d'altronde sono tutti -concordemente univoci ad esclamare altamente col _Manilio_: - - _Fata regunt orbem, certa stant omnia lege,_ - _Largaque per certos signantur tempora cursus,_ - _Nascentes morimur finisque, ab origine pendet._ - -(ved. l'annot. seg.) - -(128) _Epicuro_, e _Cicerone_ incessantemente ripetono d'accordo che: -_anilis plenum superstitionis fati nomen_. Infatti non è egli il più -nero attentato, che si possa commettere contro la libertà delle umane -azioni, ammettendo una necessità fortuita che tutta la distrugge, senza -ritegno? Se lo spirito nostro (come lo riflette dottamente _Gassendi -Philos. T. VII. Lib. III. Cap. 2. pag. 635._) nello stato in cui si -trova, fosse condotto dal destino, e che destituito di libertà, esso -facesse tutto mediante una necessità costante e inevitabile, la maniera, -e la condotta ordinaria della vita umana perirebbero con essa, ed -inutile si renderebbe ogni specie di soccorso. Laonde qualunque cosa che -deliberata fosse dall'uomo, non succederà se non se ciò che sarà stato -decretato dal destino, così la prudenza sarà un nome vano, lo studio -della saggezza inutile, e tutti i Legislatori saranno ridicoli, o -tiranni, perchè comandano delle cose, che o noi non dobbiamo fare -assolutamente, o che noi non possiamo fare in veruna maniera; il vizio, -e la virtù non sarebbero che due chimere, così niuno meriterebbe una -ricompensa per le azioni morigerate, nè gastigo per le sue colpe; -finalmente tutte le cose andando in forza di una necessità inevitabile, -indarno farebbe l'uomo voti, o preghiere: egli non sarebbe se non se ciò -che vuole il destino a cui egli fosse assoggettato. - -(129) _Ved Pirk. Av. Cap. 1. N. 3_. e _Mannon Comm. in Pir. Av p. 25 -Cap. 1._ - -Dee recare bene sorprese massima tale adottata da un capo Settario, il -quale vivea sotto l'antica economia; poichè, come lo rimarca un dotto -(_Des opin. Philosoph. T. II. p. 209._) la legge permetteva non solo le -ricompense, ma essa parlava sovente di una felicità temporale che dovea -seguire sempre la virtù. Benchè fosse difficile di divenire -contemplativo in una religione sì carnale, nulla di meno Antigono lo -divenne: e chi avrebbe potuto mai seguirlo in una si alta elevazione? -Zadok l'uno de' suoi discepoli che non ha potuto determinarsi, nè ad -abbandonare interamente il suo maestro, nè gustare la di lui teologia -mistica, dette un'altro senso alla di lui massima, e conchiuse da ciò -che non vi era nè pene, nè ricompense dopo la morte. Esso divenne il -padre de' Saducei i quali trassero da lui, come testè osservato abbiamo, -il nome della loro Setta, il loro Dogma, ed i loro principj Teologici. - -(130) Il _Cuzarì_, unito a' _Cabalisti_, dice che Adamo avea un padre il -quale servivagli anche da precettore, e questi era l'angelo _Gaziel_; il -medesimo fece dono al suo discepolo di un libro in cui erano racchiusi -tutti i più alti misteri di una scienza sublime, di cui è perlato -diffusamente nel _Zohar_. E coloro che fanno professione di sottigliezze -cabalistiche, assicurano che ogni simile patriarca dell'Israelismo, ha -avuto un'angelo per protettore che l'istruiva di tutte le più -interessanti, ed arcane cognizioni, nel tempo che lo difendeva da ogni -sinistro avvenimento. Shem per esempio, ebbe, secondo essi, per maestro, -e protettore l'angelo _Jofiel_; Abramo _Jsedekiel_; Isaak _Raffael_; -Jacob, _Peliel_; Josef _Gabriel_; Mosè _Metrathon_, David _Cerviel_ che -lo soccorse ad uccidere Golia: (ved. il citato _Bendior_.) - -Non v'ha certamente quanto i Cabalisti, che si sieno segnalati con -entusiastico ardire ad inventare de' nomi differenti, che loro è -piaciuto di appropriate ad un immensa quantità di angeliche -intelligenze; essi sono anche pervenuti e moltiplicarle all'infinito, -col mezzo di non so quali regole chimeriche, o fallaci, quanto si scorge -essere pur oltremodo assurda l'arte della quale parliamo, e da cui -partono. (ved. _C. Agrip. de occul. Philosoph. Lib. III. Cap. 27 pag. -311_, et seg.) È da essi positivamente che noi tenghiamo i nomi -stravaganti di moltissimi altri angeli, così difficili a comprendersi -quanto a pronunziarsi, e che inutile non solo, ma oltremodo pericoloso -riuscirebbe di allegare, giacchè secondo' i cabalisti proferendo i nomi -serafici di quelle beatifiche intelligenze, risultare si vedrebbe -inevitabilmente una morte subitanea, nello stesso momento di -pronunziarli; quindi è appunto perciò, che noi stimiamo conveniente di -astenerci a farne quì particolare menzione. - -(131) Questa Setta (come lo rimarca un'illustre antico), che Filone ha -dipinta in un trattato ch'esso ha fatto espressamente, affine di farne -onore alla sua nazione, come i Greci che vantavano la morale, e la -purità de' loro filosofi, è sembrata sì santa che i cristiani hanno ad -essi invidiato la gloria delle loro austerità. I più moderati volendo -togliere assolutamente alla Sinagoga l'onore di averli formati, e -nutriti nel suo seno, hanno almeno sostenuto, ch'essi avevano -abbracciato il Cristianesimo dal momento che S. Marco lo predicò in -Egitto, e che cambiando di religione senza cambiare di vita, essi -divennero i padri, ed i primi istitutori della vita monastica: questo -sentimento è stato parimente sostenuto con calore da _Eusebio_, da _S. -Girolamo_, e dal P. _Montfaucon_. Non è mancato per altro, chi gli -confutasse, e dimostrasse loro l'assurdità di siffatte opinioni. - -(132) Alcuni scrittori del secolo passato si fecero inconsideratamente a -sostenere che Pitagora avendo viaggiato nella Giudea, ed essendosi fatto -Esseno, andò a fondare i Terapeuti in Egitto; questo non e già tutto; -essi aggiungono che essendo ritornato in Samos vi si fece Carmelitano, -almeno i Carmelitani stessi ne furono per lungo tempo convinti, e per -quanto ci rapporta _Basnage_ (_Hist. des Juifs L. 3. c. 7._) Essi hanno -sostenuto nell'anno 1682, varie tesi pubbliche in Beziers, nelle quali -pretesero di provare, contro qualunque argomentante, che Pitagora era un -frate del loro ordine. - -In proposito di ciò non abbiamo che leggere la lettera dell'Ab. _Faydit_ -sul monachismo, ed il Carmelitanismo preteso di Pitagora, e noi vi -troveremo questo filosofo trasformato in Carmelitano: molti scrittori di -quest'ordine lo sostengono tuttavia con calore, senz'altro appoggio che -le vaghe asserzioni di pochi fanatici predecessori: oh fenomeno -inaudito, e strano! Ecco dunque, non saprei per opera di quale -ammirabile prodigio, Pitagora cristiano religioso, e di più dell'ordine -Carmelitano, dieci secoli almeno avanti che il Cristianesimo esistesse -sopra la terra. - -(133) A torto alcuni critici hanno imputati gli Essenj, del pari che i -Terapeuti, di essere adoratori del Sole, attesa la somma venerazione -ch'essi aveano per questo luminare, che lo aspettavano con impazienza, -indirizzandoli de' voti per affrettare il suo arrivo; essi non osavano -trattare nè proporre alcun affare fino alla comparsa del medesimo; -temevano di profanare, o denigrare il suo splendore colle impurità che -escono dal corpo, e perciò nel momento di soddisfare a questo bisogno -urgente della natura si occultavano ne' latiboli i più oscuri; ed il -_Porfirio_ ha confermato questo pensiere; ma esso è per altro, smentito -da infiniti esempi i quali provano ad evidenza, che non solo gli Essenj, -e i Terapeuti, ma tutti quelli altresì discendenti dalla prosapia -d'Israel non riconoscevano che un solo Dio a cui unicamente -indirizzavano i loro voti, e le loro preghiere. Ma se gli Esseni fossero -stati ancora predominati da sì fatta superstizione, chiaramente espressa -dagli antichi, essi l'avevano, senza dubbio, presa da' Pagani; poichè -_Esiodo_ assicura che i gentili riguardavano come un grave delitto di -lesa Divinità di rivolgersi alla parte del Sole allorchè soddisfacevano -a' loro bisogni corporali, e questo sentimento rispettoso era -universale, per guanto abbiamo dall'istoria, presso tutti i popoli del -mondo antico. - - - - - CAPITOLO XVI. - - Continuazione del medesimo soggetto. - - -L'origine, ed il tempo in cui la setta de' _Farisei_ si è manifestata la -prima volta nel mondo, ci è del tutto sconosciuta; se si prestasse fede -alla tradizione ordinaria, si troverebbe essere stato _Illel_ il suo -primo capo, e fondatore, benchè si faccia, nulladimeno, esistere da -alcuni sotto _Erode_ il grande (_D. Gantz Cronol. p. 83_) frattanto -rimarcasi che i Farisei erano già sufficientemente potenti nel popolo -sotto Alessandro _Janneo_, e lungo tempo avanti Erode: se i Farisei -stessi ascoltiamo, noi gli udiremo altamente esclamare che l'origine -positiva della loro setta parte direttamente dallo stesso Mosè; dalla di -cui bocca i medesimi vantano, e non so sopra quale solida base, di avere -ricevuta la tradizione (134). - -Ma piuttosto, che divagare col pensiere intorno delle chimere, che altro -non fanno che rendere più oscure le cose che pretendono rischiarare, io -preferirei meglio di abbandonare l'investigazione dell'origine di questa -Setta, che ricercarlo inutilmente; e siccome i Farisei pretendono -ripetere la loro primitiva derivazione, come si disse, fino da' tempi di -Mosè, poichè è dalla propria sua bocca che quelli vantano di avere -ricevuta la tradizione orale di cui vogliono essere i depositarj, e gli -interpreti, così molti hanno creduto di potere in questo senso -riguardare come farisei tutti gli ebrei de' nostri tempi, eccettuato -però le Sette delle quali abbiamo fino ad or ragionato, se pure -n'esistono ancora. - -Che l'inerenza costante per le tradizioni fosse antichissima, non è -certamente da dubitarne, e noi già dimostrammo, parlando dei Caraiti, -che un simile declivio si dee unicamente alle Teologiche accanite -dissenzioni di _Illel_ e di _Sciamaj_, i quali sembra essere stati, -senza dubbio, i primi a dividersi, con qualche strepito, sopra questa -materia. I fautori del partito tradizionale aggiunsero enormemente nuove -austerità oltre quelle già prescritte dalle antiche tradizioni affine di -offuscare lo spirito del popolo, e confondere, ad un tempo, con maggiore -successo, i loro nemici, che opponevano un pertinace contrasto allo -stabilimento delle nuove instituzioni orali; ma siccome la -contraddizione non va presso che mai disgiunta della divozione, così è -che mentre ostentavano essi le più rigide pratiche in proposito di -religione, distruggevano, o erano almeno indifferenti sopra quanto -racchiude in se medesima la Legge di urgente ad osservarsi, e di -essenziale a praticare; ma il popolo sempre facile a condursi, e presso -che impossibile a disingannare, percosso dal loro esteriore -simulatamente mortificato, e stupito dalle apparenze illusorie della -loro fattizia devozione, gli riguardava come persone inspirate, dedite -onninamente al Creatore, ed a quanto v'ha di più sacro nella -creazione (135); orgogliosi degli omaggi striscianti, e degli atti -rispettosi che vedevano prestarglisi dal popolo, inebriati del fastoso -nome che si erano baldanzosamente attribuiti colla tanto vantata loro -antichità, essi disponevano, senza ritegno, dello spirito del giudaismo -a loro capriccio (136); a cui tanto più facilmente rendevano sommesso, -quanto più agevole riusciva loro di sedurlo colla vana pompa che -facevano delle mistiche parabole, e tradizionali allegorie delle quali -accompagnavano l'esteriore contristato, che con fattizia umiltà -prendevano interesse di manifestare agli sguardi ottenebrati degli -uomini (137). - -Or se gli antichi farisei, come è provato; altro per essi medesimi non -sono, in massima, che il prototipo genuino de' recenti Settatori del -Talmud, non abbiamo che richiamare il Culto che si esercita da questi, -perchè la religione che professavasi da quelli rendacisi a prima vista -dimostrata con evidenza. Il loro fondamentale principio era l'esistenza -dell'Essere Supremo, e l'immortalità dell'anima umana; essi ammettevano -il purgatorio, e l'inferno, ed erano, così pare, intimamente persuasi -che esistessero delle anime le quali erano vaganti sulla terra, e -condannate a dover fare penitenza vicino al corpo che avevano esse -abbandonato; tale appunto, in ogni senso, è l'opinione della massima -parte de' Rabbini (138). Essi credevano inoltre fermamente la -_Metempsicosi_ in punizione de' peccati commessi in questa vita; -volevano che le anime infette da reprobe inclinazioni, e che avevano -contratte delle abitudini terrestri, e viziose, passassero dopo la morte -nei corpi delle bestie, invece che le anime integre, ed illibate -andrebbero ed animare i corpi umani i meglio organizzati, i più sani, e -i più perfetti (139). Questo dogma era pure in gran voga presso gli -orientali, e molti sono anche di parere ch'essi ne sieno stati gli -inventori, e che lo stesso Pitagora, che fu riguardato il primo ad -introdurlo fra gli uomini lo abbia tratto propriamente da' soli -orientali (140). - -Non si è parimenti mancato di imputare i farisei di partigianismo del -destino, e creduli all'eccesso dell'influenza de' pianeti non meno sulle -erbe, e sugli elementi, che sopra tutto il corpo umano (141). - -Ecco tutto quanto possiamo noi di proposito asserire intorno alla Setta -de' farisei, sulla quale fummo costretti a digredire forse di soverchio, -attesa la prossima analogia che rimarcasi fra la pratica del Culto -conosciuto da essa, ed il sistema di religione seguitato dal popolo -Israelitico de' nostri tempi, ommettendo però le sottili classificazioni -fatte da' Rabbini per rapporto e questa Setta (142); e tale è la -descrizione che ci parve conveniente di potere dare delle altre Sette, -delle quali abbiamo fin quì diffusamente ragionato, come quelle che -fecero più strepito, e che maggiormente si distinsero nell'ebreismo con -una tenue differenza però rimarcata da' Critici fra le medesime, che i -Saducei accordavano troppo alla libertà dell'uomo; essi, come -l'osservano appunto varj autori moderni erano gli antenati di -_Celestio_, e di _Pelagio_, che rendevano l'uomo l'arbitro delle proprie -sue azioni, e della sua sorte; gli Esseni davano tutto al destino, ed -inclinavano alle parte degli Stoici da' quali avevano essi presa la dura -morale, ed i costumi feroci; i farisei tenevano la via di mezzo fra -queste due Sette, come si può chiaramente rilevarlo da quanto abbiamo -significato altrove per rapporto a' medesimi Settarj; in somma, si può -giustamente conchiudere che i farisei erano _Semipelagiani_; i Saducei -_Pelagiani_; e gli Esseni _Predestinatisti_; avendo noi stimato affatto -indifferente di riportare tutte quelle altre Sette oscure, formate dagli -entusiasti delle testè accennate Sette, come sarebbero i _Gortemani_, i -_Masbotei_, i _Genisti_, i _Meristi_, e varie altre che non giova quì -annoverare, e dei quali i soli nomi sarebbero appena conosciuti oggi da -noi, se _Voltaire_ non ce gli avesse fatti, pervenire alla nostra -cognizione. - -Vi fu ancora un altra Setta denominata _Evadiana_, ma ignorandosi -l'epoca precisa da cui la medesima cominciò a prendere voga, ed i -principj su' quali essa reggevasi, noi non ne faremo ulteriore menzione -di sorte alcuna, tanto più che si pretende, ch'ella non durasse al di là -del tempo che durò la fortuna, il credito, e la possanza d'Erode, -generalmente riguardato suo capo, e fondatore. - -Ma avanti di terminare questo proposito interessante delle Sette -dell'ebreismo, tacere sicuramente non dobbiamo quella che per lo scisma -terribile che ella sparse nelle contrade tutte della Giudea, può essere -posta al confronto di tutte le altre poco fa indicate. Questa è dunque -la Setta denominata _Samaritana_. - -Or quantunque lo scisma di questi Settarj, non potesse propriamente -cominciare a prodursi che nell'epoca della dissoluzione delle dieci -tribù suscitata da _Geroboamo_, poichè è in conseguenza di essa che -avvenne la loro più antica separazione; non per tanto i Samaritani non -volendo riconoscere questo capo di ribelli per loro fondatore legittimo, -essi rimontano fino a Jesuè, e sostengono essere egli quello che edificò -il loro Tempio sulla montagna di _Gurizim_, e nel quale hanno essi per -lungo tempo dopo, sempre adorato il creatore Supremo, ed esercitate le -cerimonie, e i riti che ad essi prescriveva il loro Culto. - -La scrittura, per altro, in chiari sensi, ci significa che gl'Israeliti -i quali abitavano la provincia di Samaria essendo stati vinti, e -sconfitti da _Salmanasar_, e la Città presa (_II. Reg. 15_) il di lui -successore _Assaradon_ vi fissò altre colonie in loro luogo; queste -abbracciarono una parte della Religione Israelitica, e rigettarono -l'altra; esse non vollero più alcuna specie di relazione cogli altri -ebrei dimoranti in Gerusalem, e perciò appunto i medesimi desisterono di -andarvi, così dunque avvenne che questi diventarono mutuamente -implacabili nemici, come lo sarebbero a' nostri giorni ancora, se ve -n'esistessero fra noi; la loro dissenzione ha sopravissuto alla loro -patria, che si vuole essere stata _Samaria_; da cui quella Setta ripete -precisamente il suo nome, e la capitale di essa era _Sichem_, calcolata -ad una distanza di dieci delle nostre leghe da Gerusalem; l'attiguità -così limitrofa fu una ragione di più per questi due partiti -dell'Israelismo di perpetuare l'un l'altro il loro accanimento -inesorabile. - -Non ostante però che i Samaritani abbiano avuto fra loro de' profeti, -essi frattanto non ne ammettevano alcuno come sacro fra i loro libri -canonici, contentandosi del solo Pentateuco; essi sono positivamente -uniformi cogli altri ebrei nell'osservanza delle feste le più solenni, e -principali; essi ammettono la stessa circoncisione, sono rigorosissimi -nell'osservanza del sabato, benchè vi apponghino delle notabili -modificazioni; essi riguardano l'umiltà, e l'indigenza come un voto -necessario, analogo allo stato di umiliazione, a cui sono attualmente -ridotti que' meschini residui di essi, che esistono soggetti al dominio -musulmano di cui nè le leggi, nè il governo sono veramente molto -incoraggianti. Ecco tutto quanto possiamo noi asserire di verosimile, -relativamente alla Setta de' Samaritani, non iscorgendovi alcuna solida -utilità in un dettaglio più circostanziato, e più diffuso (143). - -Tali sono infine dunque le nozioni generalmente considerate le più -ovvie, e le più ammissibili che abbiamo potuto attignere da limpida -sorgente intorno a quelle Sette, delle quali fu da noi ragionato -estesamente fino ad ora, e che osservammo scaturite dal seno -dell'Israelismo antico. Ma questa materia essendo già state -sufficientemente esaurita quanto il bisogno nostro lo esigeva, passare -ora ci è duopo ad altro soggetto non meno urgente a conoscersi, ma di -quello assai più necessario al caso nostro, ed infinitamente più utile, -e più interessante al progresso felice del piano salutare, che ci siamo -quì proposti di stabilire. - -(134) I farisei sostenevano, con asseveranza, che oltre la Legge data -sul prodigioso monte di Sinaj a Mosè dall'Essere Supremo, questi avesse -confidato verbalmente allo stesso Legislatore un gran numero di riti, -dogmi, e Cerimonie, ch'esso avea fatto indi passare alla posterità senza -scriverle; essi giugnevano per fino a nominare gl'individui, dalle -bocche de' quali queste tradizioni furono fino a' loro tempi -genuinamente tramandate; essi attribuivano loro il valore, e l'autorità -stessa del Pentateuco, supponendole per le tradizioni, come lo rimarca -sensatamente _Bayle_, è passato da' farisei antichi a' farisei moderni; -se quelli le difendevano con ogni sforzo, ed accanimento, questi col più -deciso entusiasmo sostengono che chiunque, o rigetta, o mette in dubbio -un solo istante la Legge Orale dee essere considerato come un מין (min) -_appostata_, o eretico, e per conseguenza è dannato irremissibilmente -nell'altra vita, e reo di morte in questa, una veruna formalità di -processo; e noi abbiamo a sufficienza già fatto conoscere altrove l'odio -inesorabile che nutrono gli ebrei Talmudisti contro i Settatori Caraiti, -pertinacemente attaccati alle semplici scritture, senza volere conoscere -tradizione di sorte alcuna, ed il disprezzo con cui per altra parte -questi trattano i primi per vederli sovente preferire i mistici fantasmi -tradizionali che traviano la mente, alla chiara semplicità della -scrittura, che edifica il cuore. - -(135) Se è vero quanto si narra de' farisei, non dobbiamo più -sorprenderci che un tale ascendente acquistassero i medesimi sull'animo -specialmente degl'Israeliti ammaliati da quelle penitenze apparenti -esercitate astutamente da' medesimi di gran lunga più austere di quelle -de' frati della Trappa, e di altri più ascetici eremiti dei nostri -tempi: si vuole ch'essi si privassero del sonno cotanto necessario alla -conservazione dell'animale vivente, che digiunassero frequentemente, e -lungo tempo, che si coricassero sui bronchi, e sulle spine; pretendesi -ancora che ne attaccassero alla estremità inferiore de' loro abiti, -affine di fare sgorgare il sangue dalle loro gambe allorchè caminavano; -si percuotevano il corpo ad ogni tanto, ed essi distinguevansi parimente -colla eccessiva lunghezza de' loro _Zizith_, e la grossa mole de' loro -_Totaffoth_, o filatacteri (di cui fu già da noi e sufficienza ragionato -altrove annot. 54) che portavano incessantemente colla più insoffribile -ostentazione, e sulla loro fronte, e sugli angoli opposti delle loro -vestimenta; sempre camminando colla testa inclinata verso il suolo, e -dunque così ch'essi aggiugnevano nuove divozioni alla vera Legge; -sebbene il giogo, come osservammo, une fosse già oneroso da superare le -umane forze per sostenerlo; ed è appunto in sì fatta maniera che i -farisei estorcevano il rispetto, e l'ammirazione de' più creduli, e de' -più inesperti del popolo d'Israel. - -(136) _Simon_ (nel suo _Grand Diction. de la Bible T. II. p. 312_). -Seguìto da varj altri critici moderni fa instituire questa Setta da un -certo nominato _Semei_, circa l'anno del mondo 3950, sotto il -Pontificato di Gio. Ircano figlio di Simeone il quale dette a' seguaci -della medesima il nome di _farisei_ dall'etimologia ebraica פרץ -(_paratz_) che significa _spiegare_, _interpretare_, e _separare_, con -il loro fondatore di cui la santità era, per quanto vantano, senza -esempio, colle regole, e gli statuti che loro avea prescritti, gli -obbligò a condurre una vita separata, e tutta differente da quella del -resto dell'Israelismo, e quindi a ritirarsi dalle Compagnie, a dedicarsi -alle studio assiduo delle scritture, ad interpretarle con criterio, ed a -bene intenderne i riti, e le cerimonie fondamentali, che necessario -credevasi al vero Israelita di conoscere, e di praticare. - -(137) Lo stile parabolico è stato sempre in grande estimazione presso -tutti i popoli orientali; molti hanno fermamente creduto che i libri di -Job, di Tobia, e di Giuditta (benchè gli ultimi due non sieno stati mai -ammessi per Canonici dagli ebrei) non erano che delle sante finzioni -fatte in metodo parabolico al solo oggetto (come generalmente -supponevasi) d'inspirare devozione, rassegnazione, integro timore -divino. - -Infatti questa maniera di scrivere parabolico era molto familiare ancora -a' primi scrittori del Cristianesimo (ved. _Sim. Hist. Crit. du V. Test. -Lib. IV. c. 8._) e questa bizzarra foggia d'instruire il popolo è stata -sempre mai la sola preferita dalla Setta de' Farisei, la quale, come -rimarcammo, può dirsi oggi nella massima teoretica la sola Setta -dominante fra gli Ebrei, astrazione fatta di quelle pratiche insane, e -ributtanti ostentazioni che facevano lo scopo del sistema religionario -degli antichi farisei, e che gli ultimi non hanno. Così anche il -_Talmud_, il _Zohar_, e la massima parte degli antichi scritti di tale -natura sono pieni ovunque di allegoriche finzioni, che non bisogna -spiegare alla lettera, come se si rapportassero a delle Istorie vere, e -reali. D'altronde, sia che un libro comprenda aneddoti istorici, sia che -racchiuda parabole, o frammenti mischiati di parabole, non è perciò meno -vero, che può esso in qualche modo riescire assai proficuo, purchè la -materia che ne forma il soggetto non conosca altra guida che il solo -buon senso, e sia basata radicalmente sulla ragione: Le opere di -Maimonide, di Menasse ben Israel, di Abravanel possono giustamente -annoverarsi in questa Classe. - -(138) Anche gli Ebrei moderni sostengono le medesime opinioni; essi -pretendono di fare viaggiare le anime, durante l'intervallo di dodici -lune consecutive, nel quale spazio le fanno andare, e venire intorno -delle tombe dove sono racchiusi i corpi che vestivano in questo labile -tirocinio, e pe' quali esse conservano tuttavia qualche adesione: quindi -è che gli Ebrei Talmudisti sogliono pregare per suffragio di tali anime -con una certa rapsodia ch'essi chiamano קדיש (Kadish) _santificazione_, -a cui attribuiscono un'efficacia, e forza tale, fino a trasformare la -sorte delle medesime in un'istante; ma ciò si vuole, per altro, che non -sia che per le sole anime lordate da qualche impurità, giacchè i rabbini -asseriscono, che quelle de' santi, e delle morigerate persone ascendono -direttamente nell'empireo celeste appena escono dal mondo (ved. _Eliahu -Levi in Tisbi. Menas. Ben Isr. De Resur. mortuor. Lib. II. C. 6. p. 171_ -_R. Abd. Sfor. in Hor. Ascem. p. 91._) - -(139) Non è già tenue il numero de' Rabbini, peraltro, celebri che -sostiene un sentimento si stravagante, non si sa se preso da Pitagora, -da Platone, oppure dagli Orientali; essi lo fondano da una parte sul -dovere pressante in cui è l'anima Israelitica di osservare i 613 -precetti racchiusi nel Pentateuco di Mosè, e l'impotenza massima in cui -essa trovasi dall'altra di eseguirlo, atteso lo spazio circoscritto -delle vita che all'essere umano è accordato sopra le terra; quindi -persuasi di giugnere con tal mezzo a superare simile ostacolo, essi -fanno ritornare le anime nel loro pristino domicilio, affine di compiere -quel grado di perfezione della quale sono elleno mancanti, ciò che nel -Talmudico linguaggio chiamasi גילגול (Ghilgul) _Rivolgimento_. Se questo -calcolo è giusto, la riduzione da me fatta dell'indicato numero di -precetti, mi astrignerebbe a dovere ripetere un simile viaggio dieci -volte almeno fra i viventi: quale deplorabile insania! Gli Ebrei, -siccome ancora Pitagora e Platone estendono la trasmigrazione delle -anime umane fino entro i corpi delle bestie: Agostino, parlando di -Platone, relativamente a questo sistema, dice in termini espressi: _Nam -Platonem animas hominum post mortem revolvi usque ad corpora bestiarum, -Scripsisse certissimum est_. (_De Civit. Dei Lib. X. C. 30. p. 267_). Ed -il sistema di Pitagora sul quale è basato quello di Platone vi è -chiaramente descritto da _Erodoto_ (_Hist. Lib. II._). Gli ebrei, per -altro, credono che il passaggio ne' corpi delle bestie, non facciasi -luogo che di quelle anime lordate di grevi trasgressioni, o di delitti -criminosi, essendoci già noto quale sorte avventurosa era espressamente -preparata alle anime sagge, alle religiose, alle umili. (_Vedi Zohar. -Phil. De somniis Tract. I. De Revol Pars. alter. collect. prim. Cabalah -denud. p. 375. P. III. Plan. Theol. du Pitag. par Mourg. T. I. p. 533_) - -(140) Che Pitagora abbia preso degli Egizj, unitamente a vari altri -sistemi filosofici, anche l'opinione della metempsicosi, pare -assolutamente indubitabile. Si sa, per altro, che questo era in generale -il sistema adottato dalla massima parte de' filosofi dell'Egitto, e che -inoltre non fu esso conosciuto nella Grecia, se non se dopo che Pitagora -fu di ritorno dall'Egitto, dov'esso avea fatto un viaggio unicamente per -instruirsi della teologia de' preti di quel paese. Quindi allorchè il -citato Erodoto ci dice che gli Egizj sono così pure i primi che hanno -stabilito l'anima essere immortale, che dopo la morte del corpo essa -passa successivamente ne' corpi delle bestie, che dopo d'avere passato -da' corpi degli animali di ogni specie, essa ritorna ad animare il corpo -umano, e che dessa compie sì fatta rivoluzione entro lo spazio di tre -mille anni; v'ha de' Greci che hanno introdotto questo dogma alcuni più -presto, altri più tardi, come se l'avessero creato essi medesimi. È -indubitabile che Erodoto così esprimendosi non ha preteso quì parlare -che di Pitagora. Platone poi che attinse una gran parte de' suoi -sentimenti sopra queste materie negli scritti di Pitagora, ritrasse così -pure la stravagante opinione della metempsicosi, benchè l'Ab. _D'Olivet_ -sostenga di proposito ch'egli vi correggesse molte cose. (Vedi _D'Oliv. -Theol. des Philos grecs p. 83_). - -(141) Ciò potrebbe ancora essere vero in ogni senso, mentre ognuno sa -quanto è familiare l'augurio di felicitazione presso gli ebrei -nell'occasione di nozze, o di nascita di figli, o di altre avventurose -circostanze del בסימן טוב במזל טוב (Bessiman tob, bemazal tob) _con buon -augurio_, _con propizio pianeta_; volendo riferire, con buona fortuna; e -molto ripetono gli odierni ebrei non solo, ma tutti gli altri popoli -ancora dall'influenza del destino. Per altro, Flavio sempre interessato -a giustificare, ed a sostenere l'opinione de' Farisei de' quali faceva -parte, prende pugna in loro difesa; adducendo (_Lib. XIII. Cap. 9. p. -542 antiq._), che quelli non intendevano già per destino, che il supremo -consiglio di Dio, col mezzo del quale tutte le cose debbono succedere -necessariamente senza però che all'uomo venga tolta la spontanea libertà -di determinarsi a scegliere fra il bene, e il male, il vizio, e la -virtù; elezione accordatagli dal suo divino Creatore, onde non abbia -l'uomo che rimproverare se stesso, deviando dalla scelta che può -riuscirgli utile, e salutare per appigliarsi a quella che forma la sua -sciagura, e il suo tormento. - -Ma comunque sia, tanto è vero che quasi tutti i Rabbini del Giudaismo, -come lo pensa uno de' più dotti fra questi (ved. _i Maronit in Philos. -Lib. 1. C. 6._) hanno fermamente creduto che gli astri fossero le cause -primarie di tutte le operazioni della natura, in quanto che i medesimi -hanno dato ad ognuno di quelli il nome di una particolare divinità: così -il pianeta _Giove_ presso gli ebrei portava il nome di בעל _Baal_; -_Marte_ quello di מולך _Moleh_; Venere quello di עשתרות _Astaroth_; -_Mercurio_ quello di בעל נבות _Nebot_, in una parola, tutti questi nomi -si ritrovavano essere parimente quelli appunto, che gli Egizj, gli -Assirj, i Fenicj, e i Cananei attribuivano alle respettive loro divinità -pagane, come ce lo descrive il _Seldeno_ (_D. Diis. Syr. Cap. 1._); ciò -che dà motivo sufficiente di credere essere quegli astri, que' medesimi -che veneravansi ovunque sotto gli stessi nomi testè indicati, i quali -facevano parte di ciò che i libri ebraici distinguono colla frase di -_Culto de' Corpi Celesti_. - -(142) Il Talmud distingue sette ordini di Farisei; il primo misurava -l'obbedienza all'auna del profitto, e della gloria; il secondo non -alzava i piedi camminando; il terzo percuoteva la propria testa contro -le muraglia che incontrava, affine di trarne il sangue; un quarto -occultava gli occhi, e la testa entro un rustico cilicio, riguardando -all'esterno da un piccolo pertugio; il quinto domandava fieramente _cosa -è necessario che io faccia? Io lo farò; cosa v'ha egli mai da fare che -io non abbia fatto?_ il sesto obbediva per semplice amore per la virtù, -e per le ricompense temporali; il settimo, ed ultimo finalmente non -inducevasi a seguire gli ordini di Dio, che pel solo timore delle pene. - -Ma questi sette gradi di fariseismo così classificati da alcuni -Talmudisti, non debbono essere già riguardati come altrettante Sette -particolari. I Farisei appartenevano tutti ad un solo corpo medesimo, e -la ristretta diversità fra quelli consisteva unicamente nella maggiore, -o minore devozione che ostentavano in faccia degli altri loro -correligionarj, nella pratica costante delle loro austere cerimonie. - -(143) Se si dovesse prestare fede a tutto ciò che alcuni scrittori -supposero, per rapporto alla Setta de' Samaritani, questi comparire ci -dovrebbero sotto i caratteri i più odiosi, ed i più riprovabili: -L'_Epifanio_ gli accusa di negare la resurrezione de' corpi (_Lib. XI. -Cap 8. haeres._) Il Rabbino _Meyr_, presso i Talmudisti, gli pretende -Idolatri (_Shem Sauhed. Cap. VIII. p. 43._) _Leonzio_ rimprovera loro di -non riconoscere l'esistenza degli angeli (_De sectis Cap. 8._) ma il -detto _Reland_ prende la loro difesa e gli giustifica in questa parte -(_Dissert. misc. p. II. p. 25._) opinando che i Samaritani intendevano -per un'angelo, una virtù, un'istrumento di cui la Divinità si serve per -agire, o qualche organo sensibile ch'esso impiega per l'esecuzione de' -suoi ordini: oppure essi credevano che gli angeli sono virtù -naturalmente unite alla Divinità, e che questa ne dispone quando gli -aggrada; ciò si rende pure manifesto dal Pentateuco Samaritano, dove -ritrovasi molto sovente sostituito Dio agli angeli, e gli angeli a Dio. -Quindi coloro che in tal guisa opinano, confondono male a proposito i -Samaritani co' Saducei, attribuendo a quelli ciò che non potrebbe -adattarsi che agli ultimi (ved. _S. Epif. Lib. X. Cap. VII._) - - - - - CAPITOLO XVII. - - Osservazioni filosofiche su' Profeti, e sulle profezie annunziate da' - medesimi: si discute il vero tropologico senso con cui debbono essere - quelle propriamente spiegate ed intese. - - -È senza contrasto, la qualità essenziale dell'ignoranza di preferire -sempre l'occulto, il misterioso, e sovente anche il terribile, a ciò che -per sua natura è in ogni senso chiaro, semplice, edificante. Il vero non -dà certamente all'immaginazione delle scosse così vive nel modo che -osserviamo fare le finzioni, che d'altronde ciascuno è l'arbitro di -sistemare a livello delle proprie sue mire, ed a seconda dei suoi -medesimi capricci. La classe ignara dei popoli, non richiede altro -meglio che di ascoltare delle favole che la seducano e de' vaticinj -percuotenti che le sorprendano; quelli fra gli uomini che furono più -accorti per distinguerne il debole, scavando, per così dire dal niente -le anagoriche illusioni, efficaci a condurli al termine de' loro -tenebrosi disegni, hanno ad essa renduto il servizio che impetrava; essi -si sono attaccati gli entusiasti, le femmine, e gl'ignoranti; esseri di -questa tempera si appagano agevolmente di ragioni che non perverranno -giammai ad esaminare con verità nè con criterio (144). L'amore del -semplice, e del vero, dice _Fontenelle_ non si trova che nel ristretto -numero di coloro, l'immaginazione de' quali è metodicamente nutrita -dallo studio, e regolata dalla riflessione. - -Io non oserò già quì di asserire in verun modo, che gli uomini sieno -stati in ogni epoca del mondo più inerenti ad ammettere l'errore, la -menzogna, e l'illusione, senza esame, che ad investigare la verità colla -fiaccola inestinguibile della ragione, malgrado che tutta l'antichità -Pagana, forniscami profusamente le traccie le più evidenti, e le più -sicure di una simile ripugnante condotta del genere umano ma ciò che -senza timore d'ingannarmi, potrei accignermi a dimostrare di proposito -si è, che molto agevole dovrà essere riuscito a coloro, che i primi si -decantarono fra le prische idolatre popolazioni della terra, gli arbitri -plenipotenziari delle false divinità che adoravano, e gl'inspirati delle -loro fattizie intuizioni, di abusare enormemente della stupida credulità -del volgo, il quale ignorando benanche il nome d'impostura, ed i gradi -fino dove può ascendere la scaltra ipocrisia dell'imposture, era ad esso -del tutto impossibile in tale stato d'imperizia, e di smarrimento di -fissare un'adeguata distinzione specifica fra la verità, e la menzogna, -fra l'inganno, ed il candore; degli uomini di tal fatta se ne calcolano -a migliaja fra le nazioni, specialmente del gentilesimo, presso le quali -l'arte della divinazione era in tanto rispetto, come consta -evidentemente da Cicerone, e da vari altri scrittori suoi contemporanei, -i quali tutti convengono, d'accordo, che gli Egizj, i Caldei, i Fenicj, -e qualunque altro popolo asiatico, avea i suoi particolari aruspici, i -suoi profeti, i suoi indovini, e forse molto avanti che gli ebrei -predicessero le cose che dovevano accadere, nella remota successione de' -tempi; e v'ha per sino chi assicura, che la massima parte de' riti, -degli usi, e delle cerimonie religiose praticate non solo da questi, ma -da tutti gli altri popoli che conosciamo, non traessero in massima la -loro primitiva derivazione, che dai sistemi religiosi differenti, -stabiliti, e propalati dalle vaste popolazioni della terra (145). - -Da quanto i monumenti più lontani ci contestano, resta sensibilmente -dimostrato, che l'arte di vaticinare l'avvenire, riconosce la sua -primitiva sorgente dalla più remota antichità (146); e che in ogni epoca -il mondo fu sempre, e ovunque pieno di falsi, come di veridici profeti, -di sibille, di aruspici, ed indovini (147); e ciò che rendeva molto più -comune, e più esteso questo mestiere si era, che non essendo esso, nè -una marca distintiva di qualche rango qualificato, nè esigendo vaste -cognizioni per riuscirvi, chiunque fingeva di avere, o avea infatti una -intuizione particolare, od un estasi divina, annunziava l'avvenire ad -alta voce, o ballando, o cantando al suono del salterio; noi lo -rimarchiamo, fra i tanti altri nella persona di _Saulle_, il quale, con -sorpresa di tutto il popolo, si vide fare il Profeta, non ostante -ch'egli fosse in disgrazia dello spirito divino, come apparisce dalle -sacre pagine medesime (148). - -Per altro, la situazione avventurosa nella quale dovette necessariamente -ritrovarsi il primo vaticinatore che comparve fra i mortali, avrà, senza -dubbio, eccitata l'emulazione, e forse ancora l'invidia di tutto il -resto degli uomini, su' quali la di lui arte sorprendente, e tutto -nuova, gli avrebbe accordato un assoluto, e quasi incontrastabile -diritto di primazia; è infatti allora, che si sarà veduto comparire una -folla immensa di estatici divinizzatori, tutti opposti a vicenda ne' -loro principj, ed ancora più discrepanti nelle conclusive illazioni che -dessi ne traevano; ed allora quando trattavasi che uno di questi -antiveggenti prefiggevasi di abbattere come assurde, o ripugnanti le -predizioni del di lui antagonista, le più deboli, e inconcludenti -ragioni bastavano ad effettuarlo, giacchè regolarmente il trionfo nelle -controversie teologiche suole spiegarsi per colui che è il primo -attaccante. I vantaggi diventando alternativi, e reciproci, si sarà -dovuto ricorrere da entrambe le parti a' prodigj, affine di sforzarsi a -rendere più autorevole con tale mezzo la supposta efficacia della -vantata missione, come osservasi che fece appunto con tanto successo il -vero Profeta Elia, quando volle sensibilmente convincere di menzogna i -falsi Profeti di Acabbo Sovrano d'Israel (_Reg. I. v. 21 e seg._) - -E che? Forse di tutto ciò la scrittura medesima, non ce ne somministra -essa le prove le più convincenti, e irrefragabili? Non è forse -precisamente quella, che in tante circostanze chiaro ci partecipa la -discordia inveterata, che allignava fra gli stessi Profeti d'Israel, che -supporre non dobbiamo nè mendaci, ne impostori? E l'accanimento -inesorabile che manifestavano a vicenda, non andava fino ad oltraggiarsi -villanamente, ed a trattarsi gli uni gli altri da forsennati, da -visionarj, da mentitori, da scaltri? (149) Non si saprebbe certamente -come conciliare il ministero eccelso a cui erano essi chiamati -d'accordo; tutti egualmente _Nebiim_ (Profeti), tutti organi, e veggenti -di una stessa consolante religione, e tutti finalmente interpreti del -pari dell'eterna volontà medesima di un solo Essere Supremo, colla sì -detestabile maniera di procedere fra di essi (150). - -Or senza la debita venerazione che protestiamo nutrire intimamente per i -Profeti dell'Israelismo, quanto non comparirebbero essi mai ributtanti e -opposti allo spirito che gli animava, guidati come apparivano essere -mutuamente di continuo, dal livore, dalla detrazione? Ma il rispetto -integerrimo che nutriamo pe' medesimi, non meno che per gli oracoli che -pronunziavano ce gli rende in gran parte scusabili, e ci fa d'altronde -persuadere che tutto quanto fu da noi riferito a loro riguardo, non -fosse a' medesimi accaduto che in visione meramente, come di tante altre -gesta operate da quelli avvenne, e che per eterna confusione de' -miscredenti, io mi credo in dovere di riportare in chiari sensi nel -Capitolo seguente. - -(144) Il popolo (come sensatamente lo rimarca _Graziano_ nel suo -_Criticon p. 415._) arresta la sua immaginazione su' primi oggetti che -lo percuotono; le apparenze penetrano il suo spirito, lo predominano, ed -incapace lo rendono di approfondire le verità, che possono essere -racchiuse nelle cose; sempre più imbecille in rapporto alla più forte, o -più debole impressione che i medesimi fanno sull'animo suo, esso non -cura giammai d'illuminarsi sopra i di lui veri interessi; l'esteriore lo -arresta, lo seduce, e attonito lo rende; la semplice verità, la pretta -ragione, spogliata dalle chimere che sono ad esso artifiziosamente -insinuate, sembragli troppo nuda; esso cerca qualche cosa di -straordinario, che questa sia vera, o falsa poco gli cale, basta che lo -spirito vengane ammaliato, e percosso; è perciò che le fantastiche -visioni de' mitologici, hanno sovente ritrovata cieca fede presso il -Gentilesimo, e che gli altri popoli, che ne successero hanno riguardato -sempre con illimitata venerazione tutto quanto venne a' medesimi -trasmesso dalle loro differenti orali tradizioni. Quindi è, per ultimo, -che la sua credulità macchinale sorpassa di gran lunga la scaltrezza di -coloro che cercano di trarre partito dalla sua pieghevole buona fede, e -se alcuno tentasse per accidente (come fu altrove già da noi avvertito) -di fare risplendere nel centro dell'umana società la fiaccola eterna -della ragione, è generalmente riguardato come l'innovatore della -credenza de' suoi simili, come un'individuo sospetto, e forse ancora -convinto di miscredenza, e di appostasia: in una parola, chiunque brama -di vivere in grazia della moltitudine, a meno che non pensi come Orazio -(_Epist. XIX. Lib. 1._), il quale solea dire, - - _Non ego ventosae plebis suffragia venor_, - -dee studiarsi accuratamente di rendersi più caro questo ceto, di -qualunque siasi altro. - -(145) Lancisi uno sguardo ponderatore nelle istorie le più classiche del -mondo, si considerino esattamente i dogmi conosciuti, e adottati da -tutti i suoi primi abitatori, se ne faccia il dettagliato confronto con -quelli che si mirano praticare attualmente dalle nazioni de' tempi -odierni, e si vedrà non esservi cerimonia praticata dalle antiche -popolazioni dell'universo, che le religioni che conosciamo nella nostra -età, non ne abbiano conservate le traccie, non lo seguitino ancora col -più deciso trasporto. Per convincervi di questa verità innegabile di -simile natura, che non è mio disegno già di riportare, non abbiamo che -consultare diligentemente il _P. Accosta_, _Pietro martire_, il _Paw_, -ed il _Raynal_, ed i più accreditati viaggiatori, i quali c'instruiranno -con la massima esattezza possibile di tale massima conformità di cui -parliamo, la quale non ha lasciato, per altro, di somministrare, al -solito, qualche debole argomento agl'irrequieti miscredenti contro -l'esimia Religione che felicemente professiamo. - -(146) Molti critici sono di ferma opinione, che _Enosh_ fosse il primo -institutore dell'ordine de' Profeti, che si rese in seguito manifesto -fra gli uomini, mentre desso fu il primo, per quanto si assicura, ad -invocare il nome dell'Essere Supremo, e quest'ordine, si suppone essere -stato successivamente diviso in molti altri, quali di maggiore, e quali -di minore credito, siccome rilevar lo possiamo agevolmente dalla stessa -Scrittura. - -(147) _Balaamo_ sebbene non Ebreo, ma Pagano, mirasi frattanto -annoverato nella categoria de' Profeti, secondo tutto quanto a suo -riguardo ci narra espressamente la Scrittura, e noi rimarcheremo nel -Capitolo seguente, esservene stati molti altri fuori degli Ebrei che -operarono delle cose che sembrano prodigj, nella guisa che fecero -appunto i maghi dell'Egitto, alla presenza dello stesso Mosè inviato da -Dio; dal che si comprende che la profezia, o le predizioni, od i prodigi -medesimi, non erano sempre il contrassegno positivo, ed infallibile -della santità di una persona, o della perfezione inalterabile delle di -lui qualità individuali. - -I Pagani ebbero pur essi parimente in quest'arte delle femmine, che ne -riescirono molto perite, come sono state appunto le rinomate Sibille; ed -i sogni di _Abimelek_, di _Faraone_, di _Baldassar_, e di altri -siffatti, erano altrettante immediate rivelazioni positive di ciò che -accadere dovea in lontano avvenire, e che realizzate poscia si videro un -giorno quali erano precisamente indicate, come la Scrittura chiaro ce ne -instruisce, allorchè ad essa emerge di parlare di simili soggetti. - -È ben vero, per altro, che quando noi rendiamo omaggio a quelle verità, -che predicono certi Profeti, che non meriterebbero d'altronde la nostra -buona fede, noi non onoriamo già in simile caso, il Profeta che parla, e -che antivede, ma quell'essere unicamente che lo abilita a parlare, e che -lo inspira; poichè come lo riflette Ambrogio: _non confitentis meritum, -sed vocantis oraculum est revelante Dei gratia_ _S. Ambr. Lib. VI. Cap. -37._ - -(148) Si legge nel _Cap. X. del primo Lib. de' Re_, che Saulle -ritornando da Rama, dove il Profeta Samuel gli avea conferita l'unzione -regale, incontrò nella Città di Gabaa uno stuolo numeroso di Profeti che -cantavano al suono di concerti d'istrumenti musicali, e che Dio avendolo -riempiuto del suo spirito, si mise pur esso a profetizzare ad alta voce, -co' medesimi. - -D'altronde, per quanto apparisce dalla stessa Scrittura, sembra che -l'arte della Profezia non andasse mai disgiunta da quella della musica -specialmente istromentale, mentre dessa ci fa chiaramente capire, che -_Assaff_, Heman, ed alcuni altri di tal fatta, profetizzavano -continuamente suonando le Arpe, i Cembali, ed i Salteri, accompagnandoli -talvolta coll'armonioso concerto delle loro voci. - -(149) Chi non fremerebbe ad un tale proposito d'intendere esclamare -_Ossea_ (_Cap. 9._) _Stultum, et insanum prophetam, insanum verum -spiritualem_? E _Sofonìa_, quando dicea che i _Profeti di Gerusalem sono -stravaganti uomini senza fede_? Che diremo noi di quello schiaffo sonoro -che il Profeta _Sedechia_ vibrò impetuosamente al Profeta _Michea_ -ritrovatolo a predire de' vaticinj calamitosi al Re di Samaria, -dicendogli: _Come mai lo spirito di Dio è egli partito da me, per -trasferirsi a te?_ (_Paralip. c. 18._) _Geremia_ il quale profetizzava -in favore di Nabuccodonosor inflessibile tiranno del Popolo d'Israel, si -era messo delle corde al collo, ed un giogo sul dorso, poichè secondo -lui questo era un simbolo, ed esso dovea mandare questo simbolo a' -limitrofi Regoluzzi differenti per invitargli a sottomettersi allo -stesso Nabuccodonosor: il Profeta _Anania_ che riguardava Geremia come -un veggente sospetto, e degno di poca fede, gli svelle a gran forza le -sue corde, gliele spezza, e getta il di lui basto a terra. Questi non -sono già certamente gli effetti delle visioni intuitive di un Dio, ma -quelli altresì dell'orgoglio, e della imbecillità dell'uomo abbandonato -a se stesso, ed alle sue proprie tumultuose passioni. - -(150) Il termine נבאים (nebiim) plurale di נביא _Profeta_ viene dal -verbo נבא (naba) che significa _predire_, _indovinare_; e questo -vocabolo è variamente preso nella Scrittura in rapporto alle persone -differenti che sono state rivestite di simile attributo. È però da -rimarcarsi che l'ispezione principale de' Profeti era negli antichi -tempi quella di raccogliere gli atti di tutto ciò che si passava di -considerabile nella Giudea, e di scrivere i libri sacri, non tacendo -pero ch'essi aveano inoltre la qualità di Oratori pubblici, e come tali -arringavano in presenza del Popolo, secondo il bisogno dello stato, -predicevano gli infortunj da' quali era esso minacciato, e Dio servivasi -del loro mezzo per rendere noto al mondo la sua eterna volontà, e per -rilevare le cose occulte. Queste arringhe, o Profezìe erano registrate, -e conservate negli Archivj della stessa maniera di tutti gli altri atti, -o documenti; distribuivasene ancora molte copie affinchè il popolo -poteste leggerle a suo libero piacere, e ad un tempo medesimo emendarsi -colle salutari esortazioni che vi si contenevano. - -Queste grazie straordinarie del Cielo facevano loro conferire il nome di -_veggenti_, come si rimarca in Saulle, il quale volendo consultare il -Profeta Samuel sulla perdita degli armenti del di lui genitore, e -prendere cognizione da esso del luogo in cui potevano quelli ritrovarsi, -egli domandò ad alcune ragazze che ha incontrate _Nam hic videns?_ (_1. -de Reg. Cap. 9_); e nello stesso Cap. vi si legge inoltre che ne' tempi -di Samuel, quelli che noi distinguiamo col carattere di Profeti non -erano allora chiamati che veggenti; e quindi supponibile che non si -chiamassero tali, se non se per ch'essi vedevano da lontano le cose che -dovevano accadere, e rivelavano ciò che era occulto al resto degli -uomini. - -Aggiungasi ancora che un tempo si è dato pure il nome di Profeti a certe -persone, le quali viveano separate dal resto del mondo, adunandosi -unicamente a certe fissate ore del giorno, e della notte per tenere -delle conferenze sulle scritture, per cantare gli encomj del Creatore, -quali solevano accompagnare sovente da varj armonici strumenti, e ciò ad -oggetto di eccitarsi meglio alla devozione, ed alla vita religiosa, e -contemplativa che si erano prescelta. - - - - - CAPITOLO XVIII. - - Continuazione del medesimo soggetto. - - -Le più generali, ed accreditate opinioni, relativamente alle qualità -essenziali che distinguevano il Profeta, da chi tale propriamente non lo -era, si riducono a sole tre: la prima di quelli che facevano dipendere -la loro inspirazione dal temperamento, dallo studio, dalla tristezza, ed -anche dall'esilio; avvene ancora chi pensa che Dio sceglieva i Profeti, -senza avere niun riguardo all'età loro, alla loro nascita, nè a' loro -talenti: al contrario, esso gli traeva sovente dalla classe infima del -popolo. Ne sono un esempio autentico _Amos_ il quale era boaro, ed -_Eliseo_ lavoratore di Campagna, avuto soltanto riflesso alla purità -della loro vita, ed alla esemplarità de' loro propri costumi. La seconda -è di coloro che sostengono che la profezia è una facoltà naturale, -poichè per essere profeta, è d'uopo avere un temperamento robusto, e -vigoroso, civilizzarlo collo studio, e coll'applicazione, e condurlo a -tutto quel grado di perfezione, di cui può essere quella suscettibile: -la terza finalmente è quella che appoggia il _Maimonide_ (_Morè Nevoh. -p. 2. Cap. 32. p. 285_), cioè che la profezia non allignava giammai solo -che in un uomo saggio, e di una condotta irreprensibile ad ogni -esperimento; quindi è che si mirano assegnare tre qualità volute -necessarie, e indispensabili a' Profeti, 1.º una immaginazione viva; 2.º -un raziocinio solido, e illuminato dalla coltura dello spirito; e 3.º in -ultimo una integrità esemplare di costumi; e di azioni; poichè niuno ha -giammai opinato sensatamente, che lo spirito di Dio risedesse sopra un -anima reproba, od un uomo perverso (_Gerem. Cap. 45. v. 3 e 4_). - -Veduti che abbiamo i requisiti necessarj, e conosciute quanto basta le -qualità essenziali che debbono caratterizzare il Divinizzatore, o il -Profeta, senza fermarci quì ad investigare più oltre l'intimo valore -delle preallegate opinioni, onde adottare l'una in preferenza -dell'altra, noi possiamo ragionevolmente conchiudere che la sola -vocazione divina, munita di una sana morale, era quella unicamente che -formava in massima i profeti, senza riguardo alcuno al temperamento -rettificato dallo studio, nel modo, che lo pretendono i Rabbini -fermamente, nè all'interno declivio naturale degli uomini, od alla -riscaldata immaginazione dei medesimi, come bizzarramente lo suppone -_Spinosa_ unito a' suoi miscredenti fautori. - -Ora passiamo ad esaminare le predizioni, le gesta; o le profezie di sì -fatti veggenti, onde possiamo fondatamente desumere in quale senso -debbono essere quelle propriamente intese, e quale per tanto è -l'adeguato valore che può ad esse meritamente convenire. - -Fra i moltiplici scrittori, che hanno di proposito ragionato con -criterio, sopra questa materia, il _Maimonide_ sensatamente pretende -(_Morè Nevoh. p. 1. Cap. 21 e 30_) che quasi tutte le azioni che sono -dal volgo attribuite generalmente a' Profeti come vere, e reali, quelle -non si debbono intendere, soltanto, che in sogno meramente, in estasi, o -in visione come quando la scrittura ci descrive l'apparizione degli -angeli ad Abramo sotto mentita spoglia umana (_Gen. Cap. 18. v. 9_); la -lotta sostenuta prodemente da Jacob col messaggere celeste, in sembianze -di uomo (_Ibid. Cap. 32. v. 25 e 26_); il colloquio di Eva Col serpente -(_Ibid. Cap. 3. v. 3_) quello di Balaamo colla di lui asina che -cavalcava (_Num. Cap. 22. v. 28_), ed un gran numero di altre -apparizioni sì fatte, le quali ben lungi del considerarle, coll'ignara -moltitudine, visibilmente accadute, non debbono quelle, secondo lui -essere intese nè spiegate alla lettera, ma in semplice visione, o sogno -intuitivo, dove propriamente consiste la base radicale della profezie; -lo stesso dicasi come allorquando i Profeti parlano di un cammino, che i -medesimi hanno fatto da un luogo all'altro, dell'intervallo di tempo che -ci hanno i medesimi impiegato, e di tante altre simili cose che -testificano di avere mirabilmente operato in molte foggie differenti, -ciò, che lo stesso autore prova col mezzo di vari sensibili esempi della -scrittura. - -Infatti quale altro espediente più efficace di questo potrebbe giammai -sottrarre dalle invettive pertinaci de' traviati miscredenti, certe -profezie che sembrano, ad ogni riguardo, assolutamente ripugnare al buon -senso, e fare insulto alla ragione, se non si riguardassero in massima -come semplici visioni; ma che, al contrario, prese quelle fossero alla -lettera? Quindi seguendo il senso meramente letterale della volgata, -cosa potrebbe mai opinarsi di un Ossea, a cui Dio comanda di prendere -una meretrice, e di avere de' figli di meretrice? _Vade sume tibi uxorem -fornicationem, et fac tibi filios fornicationum_ (_Ossea Cap. 1._) al -che il Profeta immediatamente obbedendo prese _Gomer_ figlia di Ebalaim -dalla quale poscia ebbe tre figli: quale giudizio dovremo noi fare di un -_Ezechiello_ che dice d'avere dormito 360 giorni consecutivi sulla parte -sinistra del di lui corpo, e 40 sulla diritta, di avere trangugiato un -libro di pergamena, di avere mangiato del pane coll'escremento umano per -comando dell'Essere Supremo? (_Ezech. Cap. 3. v. 1 e 2, e Cap. 4. v. 4, -5, 6_) Cosa potrà dirsi mai del proposito indecente che lo stesso -Profeta fa tenere al Creatore del mondo colla giovine _Oolla_? (_Ibid. -Cap. 23. v. 2, 3, 4_) che penseremo noi di vedere camminare _Isaia_ -interamente nudo per le' pubbliche contrade di Gerosolima, durante lo -spazio di tre anni? (_Is. Cap. 20, v. 2 e 3_) Cosa conchiuderemo noi di -_Eliseo_, allorchè trovasi che fece divorare 40 fanciulli dagli orsi, -per averlo derisivamente chiamato testa calva? (_Reg. II. Cap. 2. v. -23_) Cosa diverebbero per ultimo essi mai, questi, e molti altri -aneddoti della medesima natura, di cui sono pieni ovunque tutti i -Profeti, presi nel senso materiale quali si leggono? Ben lontano dal -conciliarsi la nostra ammirazione, il nostro affetto, essi non farebbero -certamente che attirarsi la nostra ripugnanza, il nostro obblìo ma -riguardandoli nel modo che l'insigne Maimonide ci esorta, noi allora, -senza mettere alla tortura la ragione, possiamo a colpo sicuro dissipare -le oltraggianti, quanto insensate opposizioni degl'increduli, e quelle -dello Spinosa in particolare (151); dimostrando loro con evidenza che un -sogno può bene farci comparire stravaganti qualche volta in faccia delle -persone veglianti; ma che d'altronde lo stupore cessa, il folto velo -dell'illusione si squarcia in mille brani, tosto che noi riprendiamo -sicuri la uso degli assopiti nostri sensi, e che discernere possiamo con -tutto quell'acume di cui siamo capaci, il vero che c'illumina, e ci -giova, dall'apparente che ad ognora c'inganna orribilmente, e ci seduce. - -Lo stesso proposito è da tenersi parimente delle infinite predizioni -fatte da' medesimi Profeti, le quali prese alla lettera ci -trascinerebbero esce pure nel più imbarazzante labirinto di ostacoli, e -di assurdi, e forse ancora diminuirebbero in noi quella dose di buona -fede, che concepire dobbiamo a loro riguardo. - -Ma se deviando un solo istante dal nostro incamminato sentiere, -trasportare volessimo la nostra mente fino a contemplare il vortice -immenso delle numerose predizioni trasmesseci da' Codici tradizionali di -altri popoli, noi ve ne troveremmo, senza, dubbio, di quelle che -dovrebbero in ogni senso eccitare le nostra commiserazione, il nostro -scherno (152). - -Ma quanti fabbricatori di sì fatte predizioni, non ci offre mai -l'Istoria de' secoli decorsi? Per altro, molti fra essi, non potendo più -a lungo dissimulare la ridicolezza, e l'inverosimiglianza delle -medesime, non hanno esitato di confessare apertamente con _Curzio_: -_Equidem plura transcribo quam credo, nam nec adfirmare sustineo de -quibus dubito, nec subducere quae accepi_ (153). - -Però non ci diffondiamo di soverchio sopra una materia, che niun -vantaggio solido può sicuramente recarci di approfondire, o discutere, e -solo avanti di porre l'estremo fine al soggetto di cui trattiamo, non mi -sembra inutile assunto di fare quì una rapida menzione della tanto -decantata _voce intuitiva_ che facevasi armonicamente intendere presso -gli ebrei antichi, e da' quali si foce tenere le veci, ed il carattere -di profezia, dopo che l'influenza Divina di questa, venne interamente a -cessare nel Popolo d'Israel (154). - -Il Talmud fra i moltiplici gradi di profezia che il medesimo distingue, -pretende annoverare una certa voce che scaturiva dal centro degli -oggetti, e che facevasi capire dagli astanti in chiari, e bene espressi -accenti, della quale voce, aggiugnesi da quello, Dio non servivasi per -parlare a' Profeti che di notte (Vedi luogo citato). È dunque da tale -voce intuitiva, che i Rabbini ricavarono (come lo abbiamo testè -osservato) il loro Batkol, ovvero _figlia della voce_, la quale -asseriscono che supplisse nel secondo tempio alla interna inspirazione -recondita de' Profeti, adducendo per comprovarlo l'Istoria di _Samuel_, -e quella di _Nghelly_, scossi entrambi per tre volte dall'eccitamento -che cagionato avea loro questa voce (_Sam. I. Cap. 3. v. 4. e seg._) per -ben tre volte ripetuta; e gli stessi Rabbini agitando fra essi -alternativamente qualche teologica questione, si pretende che nel -bollore della medesima, impetrassero l'assistenza di tale voce, volendo -ch'ella decidesse da quale parte era il torto, e quale dovea meritamente -aspirare alla vittoria sul partito antagonista; le accanite -interminabili controversie che si agitavano di tanto in tanto dalle due -più rinomate accademie della Giudea, quella d'_Illel_, e quella di -_Sciamaj_ ne formano la prova incontestabile; esse l'invocavano molto -sovente (Ved. Pirchè Avoth Cap. VII.) e infatti i Rabbini si accordano a -sostenere che quella voce sovrumana si udisse realmente proferire -secondo le circostanze, l'opportunità, ed il bisogno הלכה כבית הילל -(Alahah chebet Illel) cioè; _la Decisione è secondo Illel_, se -l'opinione di questi fosse stata la più ammissibile: ovvero הלכה כבית -שמאי (Alahah chebet Sciamai) cioè, _la Decisione è secondo Sciamai_, nel -caso contrario. - -Tali erano dunque gli effetti, per quanto ci è noto, di quella -portentosa così nomata _figlia della voce_, ritrovata, come si disse, -nella cessazione, o nel deperimento della inspirazione occulta che -animava i vetusti Profeti del Popolo d'Israel, e di cui facevasi tenere -le qualità, e le veci equivalenti. - -Ma di tale soggetto avendo fin quì ragionato quanto era necessario per -conoscerlo, e fondare con qualche precisione i nostri giudizj positivi -su' Profeti, non meno che sopra tutto ciò che direttamente riguarda le -gesta de' medesimi, le loro predizioni, o vaticinj, entrare ora ci è -duopo ad esaminare le loro portentose operazioni, rispettosamente -denominate _miracoli_, o _prodigj_; le illazioni esatte, che risultare -vedremo dalle indagini ponderate che noi entriamo a fare sulla -possibilità, e l'intrinseco valore, che come veri Israeliti siamo nel -pressante dovere di attaccare alle medesime, ci condurranno alle -ricerche le più curiose, ed alle più interessanti conclusioni, Tale è -dunque il soggetto al grado massimo utile, quanto importante che noi ora -ci affrettiamo ad esaurire colla massima accuratezza, e precisione. - -(151) Se noi non consultassimo che il solo Spinosa intorno questa -materia, lo udiremo certamente darci delle idee così meschine, e -degradanti de' Profeti, non meno che delle profezie fino ad annientarle: -sebbene questo filosofo incredulo avesse attinti i suoi principj da' -Rabbini fra i quali esso crebbe, e si educò, egli deduceva delle -conseguenze molto più metafisiche, e più forti di quelle ch'esso avea -da' medesimi ricavate. Esso accordava a' Profeti molta più immaginazione -che ragione, ed è perciò appunto che essi ignorano molte cose, e che -secondo lui s'ingannavano sovente sugli arcani della natura; (ved. -_Spin. Tract. Theol. Polit. Cap. 2. p. 17. 18. 19_) mentre è cosa omai -ben dimostrata, che rare volte porta ceco l'impronta di certezza, ciò -che non è che il semplice risultato dell'immaginazione; ciò di che -dobbiamo convenire noi pure, siccome ci riserbiamo a renderlo più -espresso nel Cap. seguente, allorchè imprenderemo a ragionare su' -miracoli, sulla solidità, e sull'oggetto de' medesimi. - -Non è poco, per altro, che Spinosa rappresentandoci i Profeti come -persone che propalavano tutto ciò che una fantasia riscaldata può -suggerire, confessava, nulladimeno, che la loro morale era esemplare, e -che poteasi ad ogni riguardo liberamente consultarli sulla condotta -della vita: ma ciò solo era egli forse bastante per essere Profeta? -Spinosa lo crede, ma ei s'inganna. - -(152) La ferma credenza delle predizioni, e degli avvenimenti decantati -miracolosi, erasi talmente impossessata dell'immaginazione de' popoli, e -gli trascinava a delle stravaganze tali, che verso il secolo nono -_Agobardo_ Vescovo di Lione, compose un trattato per abbattere, e -annientare le superstizioni accreditate a tale riguardo fino ne' suoi -tempi: _Tanta jam stultitia_, dic'egli, _oppressit miserum mundum, ut -nunc sic absurdae res credantur a christianis, quales antea ad credendum -non poterat quisquam suadere Paganis_. Agob. - -Infatti se si rimarca le tante predizioni allora in voga fra i -Cristiani, si conchiuderà che non avea tutto il torto questo saggio -vescovo di reprimerle come abusive, e condannarle come irragionevoli; -per tacere infinite altre, noi non faremo quì speciale menzione che di -quella nuova Città di Gerusalem che dovea discendere dal Cielo, -costruita entro lo spazio di una notte (ved. _annot._ 72) l'Apocalisse -annunziò questa prossima sorprendente avventura e tutti i cristiani de' -primi secoli della Chiesa la credettero fermamente; s'immaginarono de' -nuovi canti _Sibillini_ da' quali questa nuova Gerusalem supponevasi -predetta; essa apparve ancora questa portentosa Città, nella quale, -ovunque diceasi che i fedeli dovevano abitare mille anni dopo l'estrema -consumazione dell'universo; essa discese dal Cielo per quaranta notti -consecutive, (ma quella pare che sparisse da che era fatto giorno) -_Tertulliano_ la contemplò, la conobbe, la vide co' propri occhi suoi; -un tempo verrà, senza contrasto, in cui niuno persuadere si potrà che -tali grossolane inezie conoscono per autori enti dotati di pensiere, e -di ragione. - -(153) Non saprei in vero, se quando _Erodoto_ si fa rapportatore di -tanti avvenimenti straordinari, che dovevano, secondo lui accadere -(_Hist. Lib. 1._) ne foss'egli stesso realmente convinto e se allorchè -veggiamo _Tito Livio_ compilare tutte quelle stravaganti predizioni che -erano in voga presso i Pagani (_Decad. III. Lib. 3. pag. 114._) ne -convenisse egli pure, con intimo senso: benchè coloro che si sforzano di -giustificarli asseriscano che la sola necessità di adattare i loro -pensieri al gusto dominante del loro secolo, gli abbia entrambi -costretti (siccome avvenne a tanti altri istorici ritrovatisi in egual -caso) a dovere assumere il dettaglio di tutte quelle gesta prodigiose -accreditate da que' popoli, de' qual essi impresero a trasmetterci le -istorie. - -(154) Questo è il nome con cui i dottori ebrei distinguono la -rivelazione che Dio ha fatta di sua volontà (com'essi opinano) al Popolo -ebreo, dopo che la Profezia verbale è cessata in Israel, cioè, dopo i -Profeti _Aggeo_, _Zaccaria_, e _Malachia_ (_Ghem. Sotha Cap. 9. pag. -48._) È sopra questa voce intuitiva che gli ebrei Talmudisti fondano la -massima parte delle loro tradizioni, e de' loro usi rituali pretendendo -che Dio gli ha rivelati a' loro progenitori, non già col mezzo di una -profezia articolata, nè con una inspirazione segreta, ma per la via di -una straordinaria rivelazione ch'essi chiamano בת קול (Bat Kol) _figlia -della voce_. - -I Rabbini riconoscono tre maniere di Profezie, primo coll'_Urim_, e -_Tumim_ (di cui sarà da noi parlato altrove) che faceva intendere la -spiegazione di ciò che domandavasi col mezzo di caratteri -prodigiosamente impressi sul _pettorale_ del Pontefice Sommo; la seconda -collo spirito di Profezia, che inspirò i Profeti non meno aventi la -promulgazione del Pentateuco che dopo Mosè; la terza mediante il _Bat -Kol_. La prima è durata, secondo essi dalle costruzione del tabernacolo -fino alla edificazione del primo tempio; la seconda dall'origine del -Mondo fino alla morte di Malachia l'ultimo de' Profeti sotto il secondo -Tempio, benchè l'uso più frequente di esse riconoscasi essere ente -unicamente sotto il primo Tempio; la terza finalmente cominciò dopo -Malachia, ed ha sussistito nella nazione d'Israel fino alla compilazione -della _Misnah_. Essi pretendono altresì che il Batkol è una voce -procedente immediatamente dal Cielo, che si fa sentire di una maniera -articolata presso a poco simile a quella che chiamò il giovine Samuel -per reiterate volte, allorchè Dio volle rivelargli ciò che dovea -succedere al gran prete Helly ed alla di lui famiglia. V. _Reg. I. Cap. -2. V. 5. e 6._ - - - - - CAPITOLO XIX. - - Indagini analitiche su' miracoli; quale si crede essere il loro -principale oggetto; ogni Setta ne vanta in profusione; come pervenire a -conoscerne i veri, e distruggere le obbjezioni che agitano gli increduli - contro de' medesimi. - - -L'uomo per sua intima natura, tanto è più limitato nelle sue proprie -cognizioni, tanto la sua curiosità diventa estesa oltre i confini di -ogni dubbio, in cui esso non si adatta facilmente dia restare, almeno -per lungo tempo; questo è uno stato che lo angustia, e che sembra -toglierli qualche parte di quella vanagloriosa dignità, che si è -temerariamente attribuita. Or siccome baldanzoso egli cimentasi a -discutere, o investigare i fenomeni della natura, benchè desso ne ignori -onninamente l'essenza non meno, che le proprietà intrinseche di -quest'essenza, da quando il di lui meschino sapere è ridotto al periodo -estremo dell'inscizia, esso ricorre ad una causa soprannaturale; -allorquando i fatti sono un poco remoti, e che mancano i solidi principj -da mettere in campo, l'esatta distinzione del chimerico, e del vero, -riesce per esso lui un assunto molto arduo ad intraprendere, ed -eccessivamente spinoso ad eseguire; la pigrizia naturale dell'uomo, e la -sua insita deficienza vi ripugnano d'accordo, egli è in questo solo caso -ch'esso fa intervenire il prodigio, il quale fa dissipare in un istante -dalla sua mente tutte quelle impossibilità che la rendevano come affatto -inerte, e paralizzavano tutto le di lui ardite intraprese: _Il est trop -flatteur pour la creature_, dice un pensatore illustre, _de voir le -créateur bouleverser l'ordre préétabli en sa faveur_. In questa -circostanza come in tante altre di simile natura, il suo circoscritto -discernimento non gli accorda l'adito a riflettere ch'egli è -positivamente impossibile che una cosa esista, e non esista insieme ed -un tempo medesimo. Ecco il solo punto di rilievo, che servì molte volte -di appoggio a quegli uomini che vollero farsi rispettare da' popoli, e -che i primi conobbero la sicura maniera di soggiogarli. - -Per poco che rivolgiamo con attenzione l'Istoria, essa ci convincerà -evidentemente ad ogni tratto, che tutti i capi, e fondatori di nuove -Sette, in qualunque epoca del mondo, hanno tentato di provare la lealtà -delle loro particolari missioni col mezzo di straordinarie operazioni, -variamente immaginate da essi e di supposti prodigj (155). Ma avanti -d'internarci a conoscere il valore intimo, che religiosamente dobbiamo -noi attaccare a questi decantati prodigj, analizzare ci è duopo, di -passaggio essenzialmente cosa mai sia per se medesimo un miracolo. Ad -una sì fatta ricerca, io odo ripetermi essere questa una straordinaria -operazione; opposta del tutto direttamente alle leggi della natura, -preestabilite già da tempo immemorabile dall'Eterno consiglio del suo -Divino Autore. Per altro, questa diffinizione sembrami altro non essere -che un semplice raffinamento dell'idea che gli uomini ebbero in origine -del termine _miracolo_, cioè, _res miranda_, _prodigium_, _portentum_, -_monstrum_, cosa ammirabile, che annunzia, cosa stupenda, che reca -novità, oggetto da mostrarsi come raro, ec.; e in questo senso anche la -stessa nostra esistenza potrebbe fondatamente considerarsi un continuato -miracolo. - -Noi però ci siamo formati tutt'altra idea del miracolo; questo è secondo -l'opinione volgare ciò che non era mai accaduto, e che succedere mai non -potrà in tempo alcuno; come sarebbe, per esempio, il colloquio del -serpente con _Eva_; quello dell'asina con _Balaamo_; la carrozza di -fuoco che condusse nel Cielo il Profeta _Elia_; la caduta delle mura di -_Gerico_ al suono di tromba, e molti altri dell'ordine medesimo, de' -quali ci fa espressa menzione la Scrittura. - -Comunque siasi però; l'opinione recentemente adottata incontra delle -forti opposizioni dalla parte di certi stravaganti filosofi del secolo; -quindi poichè Dio è il sommo Creatore di queste Leggi (ci ripetono essi -temerariamente) Dio che ha tutto preveduto, ed a cui il passato, il -presente, e l'avvenire, sono sempre del pari ad esso in egual grado -astanti, come avrebb'egli mai contrariate queste Leggi medesime che la -sua ineffabile saggezza avea imposte alla natura? Non potendo mai -supporre ch'esse fossero mancanti, si dovrà non per tanto dunque -opinare, che in certe circostanze quelle più non si accordassero cogli -eterni disegni di quest'Essere Supremo, poichè si pretende farci credere -che ha esso dovuto sospenderle, o contrapporle? Inoltre, come si oserà -egli sostenere che un Dio (questi audaci miscredenti persistono ancora) -il quale non ha potuto fare che delle Leggi perfettissime, ed -immutabili, ad ogni esperimento, com'è la sua natura, sia costretto ad -impiegare de' cambiamenti ad oggetto di fare sortire felicemente le di -lui mire divine, o che accordare voglia alle sue creature l'assoluta -possanza di operarli, onde la sua eterna inalterabile volontà resti per -ogni parte compiuta? È egli credibile per alcun modo (essi conchiudono -infine) che un Dio Sommo, ed infinito abbia d'uopo del concorso di un -essere terrigeno, e limitato affine di rendere manifesti sopra la terra -i alti ammirabili prodigj? - -Or come superare tali obbjezioni, ed altre moltiplici sì fatte, che -baldanzosi mettono in campo sovente i furibondi avversarj de' miracoli -contro di noi, che pervenuti siamo a conoscerne i veri, ed a -esperimentarne, ad ogni tratto, i salutari effetti? La più efficace -risposta che potremmo noi addurre dalla parte nostra, si è che le vie -dell'onnipossente sono incomprensibili per l'uomo, che un Dio il quale -può creare, e trarre le cose dal niente, e l'edifizio ammirabile -dell'universo dal Caos orrido, informe in cui giacea sepolto, può -altresì tutto rivolgere egli stesso, a suo piacere, in via -straordinaria, e ad un tempo medesimo abilitare i suoi eletti -dell'assoluta facoltà di operare dei prodigj, i quali viemaggiormente -confermano in essi l'amore e la venerazione per l'opifice supremo della -natura. - -Ma tuttochè le nostre adotte ragioni sieno troppo bene fondate, ed -inconcusse per elleno medesime, pure i nostri pertinaci oppositori le -riguardano come un debolissimo baluardo per la difesa a cui noi -pretendiamo di farle efficacemente servire; frattanto lasciamo pure -costoro immersi nel paludoso pelago delle loro tenebre deplorabili, e -procuriamo noi di rischiarare le nostre colla fiacola eterna dell'esimia -incontaminata religione, che abbiamo la felicità di professare (156). - -Ragionando però con quell'acume di cui al provido Creatore piacque -fornirci onde meglio contemplare possiamo le di lui opere sorprendenti, -noi dunque stabiliremo che un miracolo altro per se stesso non è -(secondo ancora gli odierni sani filosofi, ed i Teologi pure) solo che -un eccezione positiva, e reale alle divine leggi preestabilite della -natura: ma con quali dati giudicare mai possiamo di un miracolo senza -un'esatta, e profonda cognizione di tutto queste Leggi, che l'uomo, -d'altronde, in vano tenterebbe giammai di acquistare sopra le -terra (157)? In tale precaria posizione di deficienza, come potrebb'egli -pervenire in alcun tempo a discernere con qualche probabilità il genuino -carattere de' venerabili miracoli che procedono dalla volontà immediata -onnipossente dell'arbitro disponitore de' Cieli, e della terra, da -quelli che propriamente non sono che il mero effetto qualche volta -dell'accidente, bene di raro della scienza, e molto sovente -dell'astuzia (158)? Mosè operava de' miracoli sorprendenti: ciò è -innegabile, ma frattanto lo Scrittura medesima chiaro ci dimostra che -gli aruspici, ed i maghi dell'Egitto gli operavano essi ancora con -eguale successo (_Exod. C. VII. v. 12_) non è già per questo che noi -titubiamo un solo momento a decidere quali fossero fra questi que' -prodigi emanati direttamente da Dio, e quali conoscessero per prima loro -base l'artifizio, la scienza, o i sortilegj, mentre tutto concorre -intimamente a persuaderci che altri fuori che il solo Mosè non potea -essere il vero depositario degli arcani supremi di un Dio, e l'organo -immediato della di lui Eterna volontà ineffabile, ed altro io quì non -faccio che rendere un semplice ragguaglio meramente dell'ardita -incredulità di certuni per rapporto a' miracoli; ma nulla ostante, -questa nostra convinzione riesce un debole sostegno di difesa, contro -gli assalti ostili degli avversarj; nè ha per se stesso forza bastante a -dissuadere i filosofi del secolo da' loro opposti principj, il quali -prendono tanta maggiore possanza nelle loro menti sovvertite, quanta è -più esorbitante l'affluenza de' miracoli di ogni specie da cui osservasi -inondata tutta la terra dall'origine della sua popolazione fino a' tempi -nostri (159); ed a fronte di tutto il rispetto che protestiamo di -nutrire perpetuamente per i sacri Codici, non meno che per tutto quanto -essi contengono; ci troviamo astretti a dovere confessare con _Bayle_, -che chiunque si è formato delle vere idee dell'ignoranza, della -credulità, e dell'incuria del volgo, riguarderà sempre mai le opinioni -come altrettanto più sospette; quanto che le ritroverà esso più -stabilmente propalate. Gli uomini, per la massima parte, non esaminano -niente, essi lasciansi ciecamente condurre da un abitudine macchinale, o -dall'autorità, e le loro sacre opinioni tradizionali specialmente, sono -quelle appunto ch'essi hanno meno il coraggio, e la capacità di -esaminare; e siccome non è loro permesso di fare uso della propria -ragione sopra questa dilicata materia (160), essi debbono gemere nel più -torpido silenzio, e sopportare con paziente rassegnazione il giogo -ferale ch'essi medesimi s'imposero. Quale solido vantaggio possono -recarci mai tutte quelle regole che ogni settario non ha mancato di -fornirci dal canto suo, come sicure per discernere i veri da' supposti -miracoli, se una volta stabilita questa distinzione, niuno fu mai più -imbarazzato per consolidare il suo trionfo sulle basi medesime del -principio già fissato? Questo inconveniente procede da ciò che la regola -è presa quasi sempre dalla stessa natura delle prove, che ciascuno si -sente capace di produrre, e sostenere; è appunto sopra un tale proposito -che un critico de' nostri tempi dicea: _Un vrai_ _faiseur de miracles -pourrait trancher toute difficulté quelconque à leur égard, en rendant -la vie à un homme au quel on aurait arraché le coeur, ou coupé la tête: -l'esprit raisonneur serait bien humilié à la vue d'un tel prodige_ -(_Trait. des mirac. Introd. p. 25._) - -Ma ciò che più di ogni altra cosa concorre a disgustare ogni niente -illuminata, e che noi non possiamo contemplare senza fremere, malgrado -il religioso trasporto che intimamente nutriamo per i giusti, e per i -bene fondati miracoli, si è, oltre l'immensa quantità di prodigj, non so -come scaltramente introdotti sulla scena del mondo, il vedere adottare -alla rinfusa come tali le azioni le più ridicole, i più puerili -aneddoti, e le favole più insensate; è in vano che _Crisostomo_ ci -ripete incessantemente che oggi la chiesa più non opera per via di -miracolo non avendone più d'uopo, e che _Agostino_ dopo di avere -seriosamente interrogato perchè mai que' miracoli che operavansi altre -volte più non si miravamo ripetere a' giorni suoi, produce la medesima -ragione: _Cur_, dic'egli, _nunc illa miracula quae praedicatis facta -esse non fiunt? Possem quidem dicere necessaria prius fuisse, quam -crederet mundus, ad hoc ut crederet mundus_ (_Aug. De Civit. Dei Cap. -XXI._) - -A fronte di tali autorevoli opposizioni frattanto questi supposti -prodigj ripullulare si mirano bene di frequente fra gli uomini, e ciò -che di peggio si è coll'impronta il più delle volte della menzogna, e -della contraddizione (161). - -Da tutto quanto abbiamo fino ad ora significato, non meno per ciò che -riguarda le profezie, che per quello che rapportasi a' miracoli, o alle -intuitive apparizioni che ne fanno parte (162), può illativamente -inferirsi che non v'ha delirio più pericoloso nell'uomo di quello da cui -esso fu sempre mai predominato, cioè di pretendere a tutta forza di -rivelare quegli arcani avvenimenti, che Dio volle rendere occulti alla -sua specie, avviluppandogli in una oscura notte, senza lasciargli -neppure la debole speranza di potergli in alcuna maniera -penetrare (163). Egli si schernisce de' superbi mortali che tentano di -portare arditamente le loro inquiete ricerche oltre il punto che fu ai -medesimi prescritto, e che all'umana deficienza si compete. Fu ricercato -un giorno ad un filosofo ciò ch'egli opinerebbe se vedesse il sole -arrestarsi nel suo corso (cioè se l'annua rivoluzione della terra -intorno quest'astro cessasse); se tutti i morti resuscitassero in sua -presenza; se gli uomini si metamorfosassero in bruti, e tutto ciò per -provare qualche verità importante, come per esempio, l'efficacia del -_Lampadario_ del _Sabato_, o la _grazia versatile_; ciò che io penserei -rispose il filosofo? Io mi farei tosto Manicheo; io direi che avvi -assolutamente un principio nella natura che rovescia, e disordina tutto -ciò che un'altro avea precedentemente disposto, e sistemato. - -V'ha poche persone sulla terra le quali soddisfatte unicamente del -presente, non inclinino d'imbarazzarsi dell'avvenire; questa esemplare -condotta l'appannaggio de' sani, e de' religiosi filosofi, essi sanno -che è un eccesso di demenza quello di tentare l'acquisto della -cognizione di ciò che per se stesso dovrà essere eternamente -impenetrabile alla mente dell'uomo (164); e persuasi di non potere -risentire alcun solido vantaggio a sapere ciò che dee necessariamente -succedere, solo restano paghi del presente, riconoscendo, per -esperienza, quanto riesce malagevole per l'uomo di tormentarsi -futilmente per l'avvenire: _Ne utile quidem_ (riflette sensatamente -Cicerone) _est scire quid futurum sit; miserum est enim nihil -proficientem angi_ (_De Nat. Deor. Lib. III. Cap. 6._) - -La facilità di credere, e l'orgoglio smodato di volere tutto conoscere, -verità infinite volte rimarcata da' saggi, furono sempre mai le due -funeste inesauribili sorgenti di tutti gli errori degradanti, che -oscurarono i pregi della primitiva religione de' popoli, e resero lo -spirito umano incapace di lumi, di coltura, e di ragione: _Dans tous les -siecles, et dans tous les pays_ (osserva l'erudito _Freret_, _mem. de -l'Acad. des Inscrip. T. 23. p. 187_) _les hommes ont été également -avides de connoítre l'avenir, et cette curiosité doit être regardée -comme le principe de presque toutes les pratiques superstitieuses qui -ont defigurée la Religion primitive chez tous les peuples_. - -I veri dotti parlano dubbiosamente delle cose dubbiose, e non esitano di -confessare con ingenuo candore, la loro propria incapacità relativamente -a quelle che oltrepassano la portata dello spirito umano; è ben vero -ch'essi credono di sapere molto meno cose di ciò che orgogliosamente -vantano coloro che pretendono tutte conoscerle; ma almeno i primi sono -garantiti di quelle ch'essi sanno, quando gli ultimi all'opposto -ignorano eziandio quelle ch'essi immaginano di conoscere con evidenza. - -Quanti prodigj sparirebbero, in fine dalle menti ottenebrate de' popoli, -quanti miracoli cesserebbero di essere tali in faccia di essi, se gli -uomini volessero assumere l'ardua impresa di ripiegarsi un solo istante -sopra essi medesimi, di ponderare accuratamente tutto ciò che si passa -nel loro proprio individuo, e in tutti gli esseri che gli circondano; -eglino allora si assicurerebbero, con positiva certezza, della causa -necessaria che tutto regge, che tutto dispone, ed alimenta -nell'universo, essi riconoscerebbero altresì con perfetta cognizione di -causa, che ciò che volgarmente chiamasi miracolo, prodigio, cosa -straordinaria, altro per se stesso non è che la conseguenza immediata -della maniera di esistere del nostro mondo, di cui il disordine -apparente, o reale, rientra nell'ordine preestabilito dal provido -consiglio del suo Eterno Creatore. Con tale mezzo essi resterebbero -ampliamente convinti di una verità sì urgente, e sì essenziale alla loro -felicità, ed alla loro tranquillità inalterabile: quindi è perchè la -natura, non meno che le sue intime proprietà saranno mai sempre un -mistero indissolubile per l'uomo, il quale spera indarno di penetrarvi -giammai, fino a tanto che desso non si determinerà di proposito ad -opinare, ed a credere fermamente col più saggio filosofo della Grecia -(_Socrate_) che le cose che sono al di sopra della condizione umana, -riescono affatto straniere per noi, e sotto qualunque siasi aspetto che -si riguardino, concernere non ci possono giammai di sorte alcuna, come -appartenere non potrebbe al corpo nostro un sesto senso esterno, di cui -non potremmo in verun modo concepire un'idea. - -(155) Molti Legislatori ancora intenti a rendere i popoli più rassegnati -alle nuove instituzioni che volevano propalare fra di essi, facevano -eglino credere di possedere il dono soprannaturale di tutte le arti, di -tutte le scienze, di tutte le virtù possibili, mediante le continue -divine intuizioni delle quali dicevano essere quelli suscettibili; -_Osiris_ facendo supporre di avere acquisito dal Cielo l'arte -dell'agricoltura, in sommo grado, divenne col mezzo di tale inganno, il -Legislatore, l'arbitro, e il Dio dell'Egitto; _Licurgo_, e _Solone_ -dicevano di essere secondati dagli oracoli; _Zeleuco_, e _Pitagora_ -vantavano entrambi d'accordo di essere inspirati da _Minerva_; _Romulo_ -sosteneva di essere guidato dal Dio _Consus_; _Zoroastro_ governò i -Persiani in nome di _Oromaze_; e _Brama_ faceva suppone di avere -ottenuta dall'invisibile monarca dell'universo la dottrina che ha esso -propalato nell'_Indostan_; _Thor_ e _Odin_ legislatori de Visigoti -davano ad intendere di essere essi medesimi due numi discesi dal Cielo; -qualunque delirio nel _fondatore dell'Islamismo_, e per sino gli accessi -epilettici de' quali, seguendo l'Alcorano, era egli suscettibile -sovente, portavano presso i suoi Settarj, un impronta sovrumana. -_Gengiskan_ facevasi riguardare figlio unigenito del Sole, e come tali -si annunziavano parimenti a' Peruviani _Manco Capak_, _Coja mama Oello -huaco_ sua sorella, e sua moglie. - -Ecco finalmente come da un confine all'altro del globo tutti i suoi -abitatori, senza forse eccettuarne alcuno hanno piegata la cervice sotto -il giogo ignominioso del fanatismo. _Confucio_ è forse il solo fra tutti -i Legislatori antichi, che abusato non abbia della credulità de' suoi -Chinesi. - -(156) Le sole sacre pagine sono l'unico, ed il più solido appoggio che -noi abbiamo per autenticare con qualche fondamento, la verità de' -miracoli; esse ci offrono ad ogni tratto lo riprove le più convincenti -della certezza de' medesimi; ma siccome i miscredenti non fanno un gran -caso delle scritture, non si saprebbe a qual efficace partito -appigliarsi per confonderli: quindi è che noi non abbiamo che limitarci -a credere, e a desiderare ch'essi credano con quella medesima -sommissione che noi crediamo. - -(157) Infatti l'ignoranza della quale parliamo ci trascina sovente nel -baratro degli smarrimenti i più pericolosi, ed i più materiali; quante -volte si è veduto, e mirasi tuttodì prendere dal volgo per miracoli i -fenomeni della natura i più triviali, ed anche il risultato -dell'esperimento di qualche scienza? La chimica curiosa ha delle -trasmutazioni, detonazioni, esplosioni, fosfori, pirofori, combustibili, -terremoti, ed infinite altre supposte meraviglie da fare gelare di -stupore il volgo ignaro che le osservasse: _Datemi dell'olio di Gajac, -con discreta dose di spirito di nitro, ed io vi faccio de' prodigi -sorprendenti_, diceva l'eloquente _Wolston_. - -Non v'ha che le gesta meravigliose che possano fare credere le cose che -hanno l'apparenza di soprannaturali, mentre questo non potranno essere -giammai a sufficienza contestate dalla sola testimonianza degli uomini. -_Jesué_, e tutta la di lui armata crederono, - -d'accordo, che il Sole si arrestasse in _Gabaon_, perchè (come -giustamente lo riflette un dotto fisico moderno) ignoravasi generalmente -a que' tempi, che la grandine di cui l'atmosfera trovasi pregna potea -fare allora una refrazione de' raggi del Sole assai maggiore -dell'ordinario: _Jsaia_ non conosceva la natura de' _parelj_, -allorch'egli sosteneva ad _Ezechia_ che il Sole avea retrogradato nel -quadrante della Corte. Non era mai possibile allora di avere solo che -una certezza morale di tuttociò che asserivano i Divinizzatori, ed i -Profeti, come certo, e dimostrato, atteso che i segni naturali erano del -tutto generalmente sconosciuti. Per quanti secoli si è riguardato -l'_Iride_ nel mondo come un vero miracolo, avanti che la fisica -c'istruisse delle proprietà intrinseche della luce, e prime che si fosse -pervenuti a conoscere, che le semplici refrazioni, e reflessioni de' -raggi del Sole nelle goccie sferiche di pioggia formavano unicamente -questo vago fenomeno? Non più che soli due secoli da noi distante non si -vide annoverare fra i prodigi gli ecclissi, e le apparizioni delle -Comete? (_Bayle Pens. sur la Com._) Gli storici che hanno scritto in -que' tempi ne fanno delle descrizioni sì terribili, e sì ampollose che -se noi fossimo ignari della natura di simili fenomeni, dovremmo -impallidire leggendo ciò ch'essi ne dicono. Il vero si è che da quando -si ha l'immaginazione alterata da fantasmi, e da chimere, più non si -scorge negli oggetti che ci percuotono niente di ordinario, nè di -comune: tutto diventa straordinario, grande, e sorprendente. - -Or per disingannarci di tali grossolani errori, che denigrano oltremodo -la dignità dell'uomo, non abbiamo che studiare diligentemente il Codice -ammirabile della natura, e noi resteremo allora sorpresi dalle infinite -risorse ch'ella ci offre, e ad un tempo medesimo convinti delle tante -mostruose illusioni colle quali noi sembravamo un giorno -inseparabilmente collegati; ma la base fondamentale delle nostre -ponderate asserzioni non è già quì solo che noi possiamo rinvenirla; io -mi dispongo a metterla nel più chiaro giorno, mediante le dimostrazioni -evidenti che mi emergerà di fare sopra questo soggetto nella -progressione del presente Capitolo. - -(158) Tutti i religionarj, a qualunque setta che appartengono, -sostengono unanimi che Dio non permetterà giammai, che l'uomo profano -faccia de' miracoli, ad oggetto di rendere più accreditati i propri -errori. Tale è per se stesso il principio generale su di cui ogni -religione si appoggia per rigettare i miracoli vantati da un'altra setta -differente, e fare solo valere quelli che la medesima decanta; ma con -quali mezzi pervenire a conoscere in simile caso il vero miracolo da -quello che non lo è, come fra i tanti che ogni popolo si fabbrica, e di -cui non solo gli ebrei, ed i Cattolici ma tutto il gentilesimo n'è -pieno, come, dico, potremo noi giugnere a discernere il divino, dal -diabolico, il sacro dal profano? A quale spinoso imbarazzo non ci -esporrebbe mai un semplice confronto? Mosè percuotendo un sasso colla -sua verga ne fa scaturire una sorgente di acqua viva (_Exod. Cap. 18. v. -5_) Maometto, per quanto assicurano i suoi Settarj, faceva stillare -l'acqua dalla estremità delle proprie sue dita (_Echell. Ist. P. III. -Cap. 20_) _Bacco_ ha operato il medesimo prodigio mediante la supposta -virtù del suo _tirso_ (_Diod. Sicu. L. IV. Nonn. Dion. Plin. Lib. XIV_, -e tutti i mitologici). _Jesuè_ arresta il sole in _Gabaon_ (_Giud. Cap. -X. v. 12_), presso i Pagani si fa parimenti arrestare quest'Astro, e -retrogradare per non essere testimonio dell'azione orribile di _Astrea_, -contro i figli di _Tieste_ suo fratello (_Hist. Poet. Bann. Dict. art. -Astrée_); ed il Cristianesimo pretende che il Sole siasi pure arrestato -nel suo corso (conforme l'opinione astronomica di que' tempi) l'anno -1547, in favore di Carlo V., per dare alla sua armata il tempo di -sconfiggere il Duca di Sassonia, e le falangi Protestanti (_Maimb. Hist. -du Luther. T. II. pag. 164_). _Eliseo_ resuscitò un bambino morto, sanò -un infermo di Lebbra (_Reg. II. Cap. 4 e 5_) _S. Giovanni_ asserisce che -Cristo resuscitò Lazzaro, e vari altri dopo morti, sanò degli ammalati; -_Filostrato_ ci assicura che _Apollonio Tianeo_, non solo resuscitò una -fanciulla morta il medesimo giorno de' di lei sponsali, ma che si -resuscitò egli stesso (_Phil. in vit. Apoll._) E quante malattie credute -disperate non guarirono _Esculapio_, _Ippocrate_, _Galeno_, ed -_Apollonio_ medesimo? Chi inclinasse d'innoltrarsi vieppiù in simile -confronto, non ha che percorrere assiduamente _Tucidide_, _Tito Livio_, -_Plinio_, _Tacito_, _Valerio Massimo_, _Suetonio_, e alcuni altri. - -Ma io non finirei sì tosto, se tutti riportare io quì dovessi -gl'innumerabili altri straordinari prodigi che servono di appoggio a -tutte le sette odierne, e che posti al confronto con quelli che ci offre -l'intero paganesimo, si troverebbero in valore equivalenti, benchè in -numero di gran lunga inferiori. - -Or quale dunque di questi, replico, avrà mai per assoluta sua causa -immediata l'Essere Supremo che adoriamo, e quale avrà tratta primitiva -sorgente dalle altre indicare cause più comuni, e secondarie? Questo è -il gran problema più di ogni altro interessante che sarebbe oltremodo -necessario di sciogliere cautamente onde confondere, e ammutolire i -filosofi increduli i quali appoggiati alle loro scienze esperimentate, -osano insieme tutti rigettarli ciecamente, persuasi di poterne ritrovare -le cagioni efficienti o nell'arte raffinata, ovvero nella natura; ma -questo sarà sempre mai un arcano impenetrabile per il volgo, di cui la -tradizione gli comanda di credere senza esame, di abdicare alla ragione, -di condiscendere, e tremare. - -(159) Allorchè gli autori antichi parlarono di un miracolo (come -giustamente riflette l'illuminato autore della _Philosophie du Bon sens -T. I. Reflex. I. p. 65_) attribuendogli qualche avvenimento -considerabile, sarebbe da desiderarsi ch'essi avessero sviluppato in -quale guisa era stato il medesimo prodotto, indagando se un simile fatto -era accaduto in seguito di una causa soprannaturale, ovvero mediante una -ordinaria, e regolare, cagionata dall'idea, e dall'impressione di un -miracolo sullo spirito ammaliato de' popoli. Ad alcuni, per altro è -sembrato che molti di essi non abbiano presa cura di compilare tanti -prodigj, che o affine di rendere le loro Istorie più rispettabili, o ad -oggetto di uniformarsi ai tempi ne' quali erano essi cotanto in voga fra -le nazioni, siccome fecero _Erodoto_, _Tito Livio_, e vari altri i quali -ritrovando le Istorie precedenti piene di sì fatte estraordinarie -visioni, essi non avrebbero potuto sopprimere le loro, senza -scandalizzare i popoli che non erano meno superstiziosi a' loro tempi di -ciò che lo fossero quelli de' secoli antecedenti; si potrebbero sopra -tale proposito asserire con un profondo Inglese che: _The mistakes of -our ancestors are the rising of ours: and the ours will increase those -of our Children_ (Bolingbroek). - -Presso che tutti gl'Istorici delle Nazioni che conosciamo sono pieni di -puerilità, e di pie chimere, le quali renderanno sempre mai le loro -opere in questa parte spregevoli alle menti illuminate. Gli scrittori -che ci hanno trasmesse le Istorie delle crociate (come lo rimarca il -testè preallegato autore), le hanno riempiute di tanti miracoli sì -opposti alla ragione, che si può riguardare come inutile di mostrarne la -falsità e il ridicolo: i popoli che viveano in que' secoli aveano lo -spirito abbacinato talmente d'incantesimi, di prodigj, di sortilegj, e -di supposti miracoli, che anche gli uomini più accreditati, che facevano -in quelle epoche l'ammirazione dell'universo, e la testimonianza de' -quali è riguardata con tanto rispetto, non hanno potuto resistervi, non -ebbero forza bastante per garantirsene: quindi è che _Platone_, -_Appiano_, _Pausania_, _Plutarco_, _Cicerone_, _Porfirio_, _Jamblico_, -_Sozima_, _Procopio_, _Diogene_ _Laerzio_, ed un gran numero -considerabile di altri uomini scienziati, si sentirono tutti attrarre -invincibilmente, dal meraviglioso per quelli; tutti, o furono d'accordo -testimonj oculari di gesta prodigiose, od appresero da altri a -raccontarle. - -(160) Fu sovente rimarcato da qualche genio insigne, che l'uomo appena -comincia a contrarre l'abitudine del raziocinio, e della riflessione, -perviene agevolmente a disingannarsi della tradizione, a conoscerne gli -assurdi, a scoprine le stravaganze; è appunto perciò probabilmente che -coloro i quali ebbero un interesse di perpetuare sopra la terra fra gli -uomini i malefici prestigj della tradizione, non seppero come meglio -riuscirci che imponendo un eterno silenzio agli stimoli della ragione, -condannandoli come perniciosi oltremodo alla salute dell'uomo, e per -conseguenza indegni di un anima religiosa, la quale è, secondo loro, in -dovere di tutto credere macchinalmente alla rinfusa. - -(161) Chi spignere volesse la propria curiosità fino a verificare la -genuina verità di tutto quanto è stato da noi fin quì esposto non ha che -percorrere _Palladio_, _Sulpizio Severo_, _Mabillon_ (vita di _S. -Bernardo_) Le gesta de' _P. P. del Deserto_, il gesuita _Gazée_ (_Pia -hilaria_); Le conformità di _S. Francesco_ con _G. Cristo_, e molte -altre istoriette di tale natura, ed caso vi ritroverà soggetto di che -conchiudere fremendo, che que' menzionati filosofi nostri accaniti -avversari (sebbene riprovabili sempre a questo solo riguardo) non aveano -certamente tutto il torto di sostenere, che le leggende di questi nuovi -operatori di miracoli, debbono fare per se stesse revocare in dubbio una -gran parte di ciò che si avea scritto degli antichi. Si dirà pur troppo -che i Talmudisti hanno accreditate delle favole mostruose, ma soggetti -non ci appariscono per certo a quei vaneggiamenti di spirito che ci -fanno raccapricciare in quelle; ed io oserei, per ultimo, insistere -colla più ferma persuasione, che vi sono più inezie, e più assurdi nella -sola vita di _S. Maria Alacoke_ ed in quella di _S. Vincenzo Ferrerio_, -che in tutte le opere immense de' rabbini dell'Israelismo, checchè ne -abbondino quelle in profusione. - -Egli è così che molti riscaldati entusiasti lusingati di sostenere in -tale guisa la religione della quale si fanno essi i sostegni, e i -difensori, porgono le armi fra le mani degli avversarj che vogliono -attaccarla. - -(162) Per nulla ommettere di tutto ciò che può avere qualche prossima, o -lontana analogia coll'assunto che trattiamo, non mi sembra ora -inopportuno di avvertire che anche le tante apparizioni, delle quali -tutti i codici delle Sette odierne sono ripieni, possono parimente -ritrovare il loro confronto, nel modo appunto che lo ritrovano le -operazioni straordinarie nella storia medesima dell'antichità pagana. -_Cicerone_, il di cui solo nome ne forma il chiaro elogio, dice -seriosamente che gli Dei si sono fatti vedere sovente dagli uomini, di -una maniera sensibile, ed evidente: _Præsentiam sæpe Divinam declarant, -sæpe visæ formæ Deorum_ (_De Nat. Deor._) _Plutarco_ che tutto il mondo -colto conosce, asserisce fermamente che nel territorio della Sicilia -esisteva una Città, dove la madre degli dei avea un tempio dedicato ad -Esculapio, e nel quale gli Dei e le Dee apparivano assai di frequente. -_Enquinnum Siciliæ oppidium, non magnum, sed pervetustum, et Dearum -apparitionibus nobile_ (_Phit. Tract. de Orac._) - -Questo è stato realmente in ogni tempo un pregiudizio generale diffuso, -e inveterato in tutte le regioni del mondo abitato dall'uomo, che gli -Dei apparivano sulla terra, sotto una, od altra simbolica figura -differente per ricompensare o per punire; i Tartari lo assicurano di -_Foh_ (_mem. du P. le Comte_) lo dice Erodoto di _Apis_ (_Heliod Lib I. -e Mair. Saturn._); ed i Magi dell'Egitto lo asseriscono delle loro -supposte Divinità (_Voy. en Pers._). Gli abitatori dell'Isola Formosa -credevano costantemente unanime che il loro Dio si manifestasse, ora -sotto la figura di un bue, ora sotto quella di un Leone, e qualche volta -pure in sembianza di Elefante (_Taver mandes. Voy des Indes_). - -(163) Io già feci altrove dimostrativamente conoscere, come nostro -malgrado confessare dobbiamo che dopo di avere dedicate tutte le nostre -ponderate ricerche agli studj i più profondi, pervenire con certezza mai -non potremo ad une fisica dimostrazione della benchè minima verità -speculativa. È ben vero, per altro, che l'autore Supremo dell'Essere -nostro, permettere non volle che l'uomo fosse possessore di un sapere -dimostrativo al di là di un limitato confine; ma d'altronde non si può -immaginare senza errore, che abbia esso perciò lasciata la specie nostra -immersa nell'ignoranza universale delle cose, giacchè, al contrario, -veggiamo quali chiare vestigia, e quali segni evidenti ha esso accordati -alla medesima, onde con essi possa quella giugnere al discernimento di -certe verità che sono ad essa più necessarie. Ma l'orgoglio umano crede -tutto abbracciare, tutto lusingasi di conseguire con queste deboli -traccie, e l'uomo frattanto, circoscritto dalla più tenebrosa ignoranza, -superbo esulta di una chimerica dottrina; esso crede che niente di tutto -ciò che si offre alla sua mente sia sufficiente a pascolarla; esso tutto -intraprende, tutto combatte, e poco egli conosce, nulla conchiude; -qualunque oggetto basta per confonderlo, per atterrirlo, e se -l'ambizione sua interroghiamo di qualche assunto, per es. _Cos'è mai -l'uomo?_ Di spirito, e di materia è l'uomo composto, esso risponde; ma -in quale modo, replico, dimostrare fisicamente si potrebbe sì prodigiosa -unione? Come due sostanze cotanto fra di esse opposte diametralmente, -possono a vicenda unirsi per farne quindi risultare un corpo che agisca, -un essere pensante? L'intima natura qual'è di quest'essere agente? E -cose di tale guisa gli ricerchiamo, sventurato! Ecco ciò che mette il -colmo al di lui estremo smarrimento, ecco lo spirito suo illuso -miseramente vaneggiare nell'infinito (ved. _l'ann. 14. del T. 1. delle -Notti Camp. p. 53._) - -(164) È molto più sicuro, o commendevole per l'uomo, dice un'illustre -antico (benchè non fosse questi dotato di altri lumi fuorchè di quelli -della propria sua ragione) di credere le operazioni della Divinità, che -di volerle approfondire: _Sanctius est, ac reverentius de actis Deorum -credere, quam scire_ (_Tacit. de morib. Germanor._) Infatti a quale -smarrimento deplorabile non si mirano soggetti coloro che tentano -d'investigare gli arcani che Dio volle rendere incomprensibili alla -frale intelligenza rimane? V'ha egli follia più orribile per un essere -limitato di quella di volere penetrare ciò che di gran lunga osservasi -eccedere la sfera circoscritta delle umane cognizioni? Questa è una -taccia che la temerità di vari filosofi antichi ha debitamente meritata. -_Platone_ dicea non istimare atto religioso quello di esaminare le opere -dell'Essere Supremo, nè di fare uno studio profondo sulle natura delle -cose (_De Legib. Lib. VII._) - - - - - CAPITOLO XX. - - Istruzioni generali preparatorie per sistemarci solidamente su' - fondati principj da noi fino ad ora stabiliti in proposito di Culto, o - di Religione. - - -S'è vero, come fermamente lo pretende il _Macchiavelli_ (_Lib. III. -Disc. I. sulla Deca di Tito Livio_) che se si vuole che una setta, od -una Religione qualunque, mantengasi lungamente sopra la terra, è -necessario ritirarla molto sovente verso la sua primitiva origine; -l'assunto già da noi esaurito il primo, che riguarda un tale importante -soggetto, e che tende precisamente ad un sì ottimo fine, ben lungi -dall'oscurare gli alti pregj che il mondo ha in ogni tempo giustamente -ammirati nella credenza edificante professata da' primi Patriarchi del -popolo d'Israel, e tutt'altro che diminuirne il valore in faccia di -esso, come assurdamente opinare si potrebbe da taluni, il medesimo non -si aggira che a ridurla con ogni possibile chiarezza tale precisamente -per se stessa, quale appunto conosciuta, e praticata l'ebbero un giorno -felicemente i suoi primi institutori, ed a renderne il prezzo, senza -comparazione, assai più inestimabile, e più raro di ciò ch'esso lo era -ne' tempi odierni. - -E s'è d'altronde indubitato, siccome infinite riprove concorrono ad -autorizzarlo, che la stessa religione, altro per se medesima non è, che -una malattia dell'intelletto laddove manchi ad essa le guida infallibile -della ragione, e sempre che non riconosca per suo appoggio primo, ed -essenziale il buon senso, e l'istruzione; la materia, che noi entriamo -successivamente a trattare nel secondo volume di quest'opera, dovrà -tanto più interessante riuscire, quanto che si prefigge per iscopo di -dimostrare quest'urgente verità col chiarore dell'evidenza. - -Or sebbene quanto fu da noi significato estesamente fino ed ora, perciò -che rapportasi alla prima in particolare, prescindendo, per il momento, -da quello che l'ultima concerne, di cui ci disponghiamo a ragionare -partitamente nella prima opportuna circostanza, parrebbe escludere -qualunque ulteriore osservazione che aggiugnere si potesse in proposito -di quella; ma sul riflesso troppo contestato dall'esperienza, che in -siffatte materie specialmente l'affluenza delle prove, lungi dal -riuscirvi intempestiva, o recarne un pregiudizio, essa contribuisce a -renderle più nitide, e farne chiaro spiccare i veri pregj, e in una -parola, a richiamarle a quel grado luminoso di perfezione di cui possono -quelle essere suscettibili; così ho stimato un oggetto alquanto utile, e -conveniente di corredare i fondati principj da noi esposti di quelle -istruzioni che a me sembrarono le più ovvie, e le più necessarie, onde -basare da una parte sopra fondamenti durabili, ed inconcussi la -propostaci Riforma religiosa del Popolo d'Israel; dissipare dall'altra -quella taccia odiosa di miscredenza, o di temerità che mi potesse essere -malignamente imputata da qualche fanatico settario; e convincere, per -ultimo, quella stessa nazione alla quale sono le medesime onninamente -dirette, dell'integerrima rettitudine delle mie fraterne intenzioni a -suo riguardo, non meno che dell'intensa profonda venerazione che ho per -moltiplici volte, con intimo senso protestato nutrire per l'eccelso -inalterato Culto unicamente al quale mi felicito, con vera esaltazione, -di appartenere io pure. Ma passare, ci è ora d'uopo a convincercene, -senza, mistero coll'esplicita, ed esatta esposizione delle medesime. - -Molti pensatori profondi si fecero ed opinare, che l'affluenza di -tradizioni delle quali trovasi ogni Setta eccessivamente avviluppata, -forma una solida presunzione che sono tutte basate sopra deboli appoggi, -e sopra de' sistemi erronei oltremodo, e inconseguenti (165); infatti, -se fosse vero che per il solo mezzo di quelle Dio avesse voluto fare -generalmente conoscere il vero Culto che gli esseri umani debbono -prestargli, ne verrebbe per assoluto corollario che questo Culto non ci -comparirebbe sì alterato; e sovente sì deforme per opera unicamente -della stessa tradizione, siccome fu già da noi per tante volte -opportunamente dimostrato, e questa dovrebbe essere altresì per tutti -eguale, poichè le cose indispensabili per tutti gli enti ragionevoli -debbono essere necessariamente identiche, e uniformi; sia di ciò la -verità, che tutte le nazioni civilizzate del mondo riconoscono un Essere -Supremo, perchè i principj della ragione universale sono in ogni senso -comuni a tutte quante; dal che illativamente deducono i filosofi, che -questa cognizione è per se stessa il resultato di una verità positiva, e -irrefragabile (166); ma siccome ognuna di quelle sette riconosce, e -sostiene una tradizione differente non solo, ma bene di frequente anche -opposta a quella di un'altra (nel modo che lo abbiamo noi più volte -rimarcato) esse debbono dunque conchiudere fermamente che avendo -efficace inoppugnabile ragione di conoscere, e adorare un Dio Supremo, -esse hanno grave torto di ammettere tutto ciò che immaginarono -ciecamente oltre questo confine per ogni motivo consolante, e -indispensabile. - -Quando ancora taciuti stati fossero da noi que' tanti altri motivi, quì -all'emergenza riportati, che concorrono ad estenuare onninamente quella -supposta forza prodigiosa, che ogni popolo della terra, come lo abbiamo -altrove osservato, pretende superiormente attribuire alle sue vantate -particolari tradizioni, l'efficace conseguenza testè riportata, che i -filosofi ne traggono, forse non sarebbe quella sola sufficiente per -abbatterla interamente, per annientarla? Ma per sciagura universale i -popoli, e Israel fra questi, bene lontano dal restarne quanto basta -intimamente penetrati, e convinti, sembrami, al contrario, che a gran -passi retrogradi, arretrino d'accordo senza posa verso la culla fatale -de' loro vetusti acquisiti smarrimenti, ed il peggio si è, con troppo -debole speranza di potere giugnere a sottrarneli giammai (167). - -Eppure malgrado un ostacolo sì tenace, e sì invincibile in apparenza, -parmi oggi dimostrato, che i progressi dell'istruzione avevano già -eccitati a' nostri giorni spontaneamente una discreta frazione di ebrei -a segregare dalla loro inveterata legge, non meno scritta che orale le -instituzioni essenziali al loro Culto, da quelle che non sono che -accessorie meramente e suscettibili di innovazioni nello stato politico, -e civile; alcuni di essi pervenuti essendo a sopprimere omai le tante -inutilità delle quali gli scritti de' Rabbini sono pieni, che ad altro -non servono, come provammo, che ad oscurare i veri pregj della tersa -Religione, senza renderne migliori gli osservanti; e tanto fu questa una -verità chiaramente riconosciuta da' medesimi Israeliti che nell'Anno -1800, una Società di ebrei olandesi pubblicò una deliberazione di non -riconoscere in avvenire che la Religione pura, e consolante di Mosè, e -di rigettare onninamente tutte quelle istituzioni che fino a quell'epoca -erano denominate, _Leggi Talmudiche_ (Vedi _Racc. degli Atti -dell'Assembl. degli Israeliti p. 72_); e in fatti questa benemerita -società avea già attirati un'affluenza considerabile d'Israeliti; indi -nel 1801, fu progettato di convocare un congresso generale, ad oggetto -di richiamare in Luneville i rappresentanti di tutti gli ebrei dispersi -nelle differenti regioni dell'Europa, affine di sanzionare, e rendere -più amplia, e più autorevole la previa motivata Riforma: è bene da -congetturarsi con ogni fondata sicurezza, quale potesse essere -effettivamente il vero scopo fondamentale di sì fatto congresso; questo -non tendeva, in une parola, che al disegno identico medesimo che ci -siamo noi proposti, cioè, di sostituire una sana, e metodica Religione, -alle pratiche superstiziose, degradanti, e antisociali, che al massimo -detrimento della medesima, se ne facea sostenere il carattere, e le -veci. - -Or perchè mai una disposizione sì provvida per se stessa, e sì salutare, -non ha essa potuto ritrovare in alcun tempo nel grembo della chiesa -giudaica solo che pochissimi partigiani, e imitatori? L'unica, e la vera -cagione di simile deficienza ripetere solo noi la possiamo giustamente -dal non essersi ritrovato giammai qualche individuo Israelita fermo, e -zelante a quel punto dell'onore, e de' solidi vantaggi della propria sua -nazione, fino a ridurre in sistema le teorie necessarie per condurla con -propizio successo all'arduo desiderato intento di una perpetua -indefettibile rigenerazione, non meno per tutto ciò che ha un immediato -rapporto colla credenza professata da quella, che relativamente a' suoi -costumi, così pure che all'istruzione. Ma con quel fronte immaginarne la -difficile impresa, e chi mai di altronde azzardatone avrebbe fra gli -uomini una pronta esecuzione senza grave rovinoso pericolo (168)? -Malgrado che una sì triste verità rendasi pur troppo innegabile ad ogni -esperimento, e che que' numerosi esempi da noi opportunamente riportati, -contestino ad evidenza quale funesto guiderdone l'ebreo filosofo aspetti -dalle benemerite sue cure consacrate ad illuminare il traviato popolo a -cui esso appartiene, ciò non per tanto io che da lungo tempo avvezzo ad -affrontare con baldanzosa fermezza gli assalti proditorj del settario -furore de' miei connazionali, e che a superare io pervenni sovente con -successo, cimentarli mi accinsi nuovamente in questo giorno, animato da -una speranza lusinghiera di poterne in certa guisa riportare del pari -una solida vittoria equipollente in vantaggio eternamente memorabile del -corpo universale degl'illusi figli d'Israel. - -Ma in seguito di tuttociò, parmi quì oltremodo necessario di avvertire, -che qualunque siasi utilità che risultare potesse in vantaggio del -popolo ebreo dall'esito felice del mio intrapreso assunto, esso non -potrà mai completamente risentirla fino a tanto che non venga dal -medesimo riconosciuta (nel modo che in chiari accenti fu già da noi -significato altrove) l'urgenza indispensabile cui trovasi per tante -parti ridotto di lumi sufficienti, d'istruzioni, e disinganno, affine di -potere giugnere e bene intendere una volta essere evidentemente -impossibile che le pratiche assurde, gli usi contraddittorj, e le -stravaganti cerimonie delle quali fu esso fatalmente imbevuto, dopo un -sì lungo periodo di secoli, debbino costituire le base inconcussa, e -radicale delle Religione destinata e professarsi da un consorzio di enti -dotati di un'anima ragionevole, di pensiere, e di riflessione, siccome -pare che l'ebreismo lo abbia immaginato erroneamente fino ad ora con la -più pertinace asseveranza. - -Pervenuti che noi siamo ad un punto sì essenziale non meno che salutare, -molto agevole impresa ci riuscirà di assicurarci che gli errori, ne' -quali miransi precipitare gli uomini sì di frequente, altro non sono che -le conseguenze necessarie della loro ignoranza, che la loro caparbia -credulità macchinale, non è che il seguito immediato dell'inesperienza -de' medesimi, della loro scarsa riflessione, e di quell'accidia inerte -dalla quale vengono essi per la massima parte eccessivamente predominati -nella guisa medesima appunto, che il trasporto al cervello, od il -letargo sono gli effetti risultanti da quelle siffatte malattie, che gli -anatomici distinguono col carattere di _Epilessia_. Quindi è che un -pensatore, anonimo del nostro secolo disse molto sensatamente: _La -vérité, l'expérience, la refléxion, la raison sont des remedes propres à -guerir l'ignorance, le fanatisme, et les folies, de même que la saignée -est propre à calmer le transport au cerveau._ - -Ma se alcuno avido di sottilizzare le cose ad oggetto di meglio -svilupparle, si facesse quì per accidente ad interrogarci, -coll'esperienza infallibile alla mano, perchè mai la verità non produce -essa in ogni tempo questo effetto salutare sopra le innumerabili teste -orribilmente attaccate da tale perniciosa infermità? A questi, -rispondere in massima si potrebbe, che siccome v'ha delle malattie che -resistono con gran forza e qualunque siasi rimedio; così precisamente -riesce affatto impossibile di sanare quegl'infermi ostinati all'eccesso -di rigettare per sino quegli antidoti medesimi i quali avrebbero tutta -l'attività, e l'efficacia di liberarli dal grave malore che gli assale. -Quindi non senza fondata ragione pertanto, il celebre _Fontenelle_ solea -dire: _Quand même je tiendrais toutes les vérités renfermées dans ma -main, je me garderais bien de l'ouvrir pour les montrer aux hommes_; -mentre, se la scoperta di una semplice proficua verità (nel modo che -l'ho io rimarcato in altro luogo, Ved. _l'annot. 47_ al T. I. delle -_Not. Camp. p. 130_) fece trascinare crudelmente l'impareggiabile -Galilei nella cadente età di settant'anni entro le orride carceri del -feroce _S. Uffizio_, quali tormenti laceranti non dovrebbe mai -aspettarsi colui che tutte si cimentasse a rivelarle? È ben vero però -che se un novello Galilei oggi risorgesse fra i viventi ad istruirci di -qualche altra scoperta egualmente sublime, positiva, e interessante di -quella che due secoli avanti l'ammirabile filosofo Toscano trasmise alla -posterità non avrebbe certamente adeguato soggetto di paventare una -procedura sì strana, e sì spietata; ma egli dovrebbe essere d'altronde -presso che certo di attirarsi _religiosamente_, senza traccia di -rifugio, l'odio inesorabile de' fanatici, degli ignoranti, e de' più -creduli Settarj i quali tutti d'accordo col versetto 12 del Cap. X, di -Josuè alla mano, sfuggire non lascerebbero l'opportuno incontro di -perseguitarlo come apostata, e deciso contraddittore delle Scritture; -siccome appunto mirasi da questi di continuo brutalmente inferocire -contro quei genj, che diretti delle più assidue e profonde meditazioni, -tentano di estrarre delle cose ostensibili alle umane cognizioni, ciò -che possono le medesime racchiudere di vero, di proficuo, e di -essenziale per la specie dell'uomo. - -Sebbene che da quanto l'esperienza medesima ci contesta, niuno essere -umano sulla terra sia veramente interessato a perpetuare l'errore, il -quale tosto, o tardi trovasi costretto di cedere alla verità, giacchè -come lo pensa _Agostino_; _occultari potest ad tempus veritas, vinci non -potest_, pure, nulla di meno, il fatto concorre a dimostrarci per altra -parte, che molti con ogni possibile sforzo, lo tentarono sovente, ma -indarno, poichè la menzogna, non ha che un tempo assai rapido, e -perentorio; e che la verità solo è capace di resistere, al torrente -impetuoso de' secoli, sopravvivere ad ogni età del mondo, e sempre -intatta conservarsi dall'infezione letale di quella sua implacabile -nemica, indefessamente occupata dalla sua corruzione, del suo -sterminio (169). - -E chi mai fra tutte le nazioni dell'universo potrebbe ciò autenticare -con una convinzione più esplicita, e più chiara di quella che sentire -dovrebbe le prosapia d'Israel di nostra età? Se una gran parte di quelle -pervenne a fruire per qualche breve istante de' solidi perenni vantaggi -che risultano da questa verità; se i Greci hanno motivo sufficiente di -vantare i loro _Aristidi_, e i loro _Socrati_, che sì perfidamente -ricompensarono; se i loro _Ciceroni_, e i loro _Augusti_ orgogliosi -rammentano i Latini, con quante più imponenti ragioni dee felicitarsi, -ed esultare il popolo ebreo dell'aureo secolo di _Napoleone_ il -_Grande_, che in tante guise differenti degna fargliene gustare i -salutari ammirabili effetti? I tempi avventurosi degli _Alessandri_, -ecco il trionfo de' Macedoni, l'età felice de' _Marc'Aurelj_, ecco il -fasto de' Romani, l'epoca eternamente memorabile dell'esemplare, -_Gallo-Italo Monarca_, ecco la gloria nostra; ma noi poco interessati, -od anche indifferenti a conservarla per nostro indelebile conforto, -l'orgoglio, l'ignoranza, e il fanatismo ci rimergono pur troppo nel -vortice immenso delle tenebre, senza speranza di liberarcene giammai, nè -di vederle in alcun tempo rischiarate. - -Quale forsennato pensiero, può mai trasportare un'ente ragionevole a -rinunziare di proposito deliberato all'intero possesso del maggiore de' -beni, che gli offre l'eterna previdenza, quale sarebbe quello, s'egli lo -conoscesse di restituirlo al pristino culto eccelso de' suoi avi, e ad -un tempo medesimo purificare i suoi costumi, e illuminare la sua -ragione? E che; tutte le magnanime cure paterne che all'Augusto -benefattore d'Israel piacque di richiamare in favore di questo popolo, -non tendono esse forse onninamente a questo provvido edificante disegno? -Quelle forse non sono che attualmente porgono ad esso i mezzi i più -pronti, e i più sicuri, onde possa egli pervenire, senza ostacolo, alla -meta felice di tutte le sue intense brame? E quale individuo fra voi -supporre in verun modo si potrebbe a tal'eccesso folle o ingrato, fino a -rigettarli, o ad esserne insensibile? O figli dell'abbandonata Sionne! -Non vi accorgete voi forse, che sotto l'apparente opera umana -l'ineffabile consiglio di un Dio prodigiosamente si asconde? L'alto -sonante gloria, di cui l'eco universale fastosamente contraddistingue -sopra la terra ogni azione, ogni gesto, qualunque impresa di NAPOLEONE -l'incomparabile, non indica esse un parziale favore dell'Essere Supremo, -non dimostravi l'effetto immediato del suo braccio onnipossente; non vi -annunzia esse con evidenza che l'organo assoluto della volontà di un -Dio, Cesare divenne, della cui profonda saggezza ei si prevale per -punire i malvaggi, ricompensare i giusti, proteggere gl'innocenti, -sollevare gli oppressi? Or in seguito di ciò, chi non vedrebbe, che -mostrandoci recelcitranti alle auguste disposizioni del nostro _Ciro_, -sì bene affetto al Creatore, sarebbe la cosa medesima che mostrarci -ribelli all'eterna volontà di Dio stesso? - -Cessiamo per tanto di più lungamente tormentarci per ridicole chimere di -nostra sovvertita immaginazione, rispettosi adorando nell'opera terrena -gli arcani profondi del Superno abitatore de' Cieli, che con un mezzo sì -eccelso e sì potente degna oggi rinnovare quegli antichi favori medesimi -de' quali furono gli avi nostri un giorno profusamente colmati; e vuole -renderci ad un tempo convinti, che da noi soli dipende unicamente lo -spezzare que' terribili ceppi degradanti che i nostri smarrimenti -decorsi avevano in tante fogge costruiti a nostro perpetuo danno -irreparabile; egli è per questa unica via che noi possiamo pervenire a -meritarli, e ad elevarci (se oso dirlo) alla sublime cognizione del -Culto puro, veridico, ed esimio, che il sommo Dio de' patriarchi esige -dalla posterità dei medesimi; e distinguendo sensibilmente allora la -religione vera, metodica, e sana, dall'apparente, superstiziosa, e -irregolare, noi riconosceremo quali ragguardevoli moltiplici vantaggi -risente dalla prima lo spirito che sa discernerla nel fulgido chiarore -di sua magnificenza, e della sua vera grandezza; vedremo non esservi -solo che quella che possa rischiarare l'intelligenza umana, elevare il -genio al di sopra di se stesso, e farlo, per così dire, lanciare fuori -de' lumi prescritti a tutto ciò che riguarda la natura, o l'indole -umana: è dessa che dilata al grado massimo tutte le sfere; sola ha il -dono di tutto vivificare, in qualunque siasi posizione in cui l'uomo si -ritrovi, purchè abbia per guida la sua fiaccola eterna, può essere con -sicurezza garantito di non deviare giammai dall'ameno retto sentiere di -quella verità sì proficua, e sì essenziale alla sua specie: e così per -ultimo ci ridurremo a convincerci necessariamente per ogni parte, che -non avvi che questa unica eccelsa Religione, capace d'imprimere a tutti -i talenti, così pure che a tutte le virtù il suggello indelebile del -soprannaturale, e del divino, e che a quella solo spetta di creare il -filosofo saggio senza orgoglio, nella guisa che appartiene ad essa -unicamente di formare l'uomo pio senza fanatismo. - -Ecco, in una parola, il vero Culto sublime che l'Augusto Rigeneratore -d'Israel esige da questo popolo; ecco la Credenza consolante che i -nostri Belgici fratelli, non ha gran tempo si proposero; e tale è -precisamente la sola edificante Religione che risultare vedremmo con -ammirabili successi dal nostro fissato piano di Riforma, se l'intera -nazione alla solida utilità della quale esso è propriamente rivolto, -potesse giugnere, d'accordo, a sentirne l'urgenza, a calcolarne l'intimo -valore, persuasa restando colli evidente certezza che desso gli offre, -che nè l'essenzialità del vero suo Culto resta lesa da quello, nella -benchè minima sua parte, nè opinare osammo giammai di creare con esso -nuovi principj Teologici, ovvero costruire col suo mezzo nuove basi -religionarie, straniere al suo antico sistema, e sconosciute dalla -medesima fino al presente; ma tutti i nostri sforzi altresì tenderono, -in complesso, a edificare sopra quegli stessi fondamenti radicali, che -secondo l'autenticità indefettibile di una gran parte della specie -umana, furono in origine gettati dalla Divinità medesima; questo è tutto -ciò che può l'essere intelligente promettersi, con qualche esito -probabile sopra la terra; bene convinti d'altronde, pienamente col -sensato _Harrington_ (_Aphor. Polit. Chap. 2. Aphor. 85_) non potere in -verun modo appartenere, nè agli uomini, nè alle nazioni, nè alle Leggi -umane di trarre dal nulla dei principj, o senza questi costruire de' -fondamenti, a meno che non prefiggasi di edificare delle macchine appese -nell'ambiente, ciò che non può, senza delirio, cadere in mente umana. Ma -la condotta però da noi tenuta, relativamente alla Rigenerazione del -Culto Israelitico, troppo in chiari sensi giustifica, non avere quella -per oggetto, che lo stabilimento permanente, e la grandezza luminosa del -solo Codice Mosaico, che fissammo come base fondamentale della vera, -genuina credenza del Popolo d'Israel, e come stabile punto centrale, -dove tuttociò che rapportasi alla mera essenzialità del suo Culto, dee -avere un diretto immediato concorso, riguardando assolutamente tutte le -altre massime, usi, Cerimonie, e Instituzioni, come affatto eterogenee -alla sua eccelsa natura, e indegno onninamente del carattere venerabile -del suo primo fondatore. - -Tale fu realmente per se stesso il primario scopo salutare di tutte le -mie ponderate applicazioni decorse fino ad ora, nel modo appunto che -ogni mio più serio, e assiduo riflesso verrà in seguito richiamato a -dimostrare con _Longino_ (_Trat. del Subl. Cap. 29_) a' miei -connazionali non solo; ma a qualunque siasi altro individuo umano, che -l'opifice onnisciente non ha già creato l'uomo per essere un animale -automata, e spregevole, ma esso lo ha collocato in questo vasto -universo, come nel centro di una moltitudine immensa, affine di esservi -spettatore di tutte le cose che vi accadono; esso lo ha introdotto, -dico, in questo gran torneo, come un intrepido atleta; il quale non dee -respirare solo che la gloria quindi è perchè desso ha, per così dire, -scolpito nelle anime nostre un intenso recondito declivio per tuttociò -che apparisce ammirabile, e divino al di là della nostra limitata -percezione; ecco (dottamente aggiugne l'allegato scrittore) ciò che fa -che il mondo intero pare che non basti alla profondità, e all'estensione -di alcuni umani talenti i quali molto sovente oltrepassano i confini -medesimi che gli circondano. - -Altro per tanto all'uomo non resta più a fare che esaminare -ponderatamente il circolo della sua propria esistenza, facciasi egli -dunque a considerare attentamente quanto esso in se medesimo racchiude -di magnifico, e di sublime; ed egli allora potrà discernere bentosto -agevolmente per quali piaceri, e per quali oggetti l'Autore Supremo -della natura lo destinò sopra la terra. - - _Fine del Tomo Primo._ - -(165) Alcuni filosofi del secolo ritrovano straordinario di vedere che -la Divinità, seguitando la tradizione, siasi rivelata di una maniera sì -poco uniforme nelle diverse regioni del nostro globo, che in proposito -di religione gli uomini si riguardano gli uni gli altri cogli occhi -dell'odio, o del disprezzo (ved. _annot._ 97.), ciò che rende i fautori -delle differenti sette mutuamente reprensibili: i misteri i più -rispettati in una Religione, sono altrettanti oggetti di scherno per un -altra. Dio avendo tanto fatto (aggiungono essi) di rivelarsi egli -uomini, avrebbe almeno dovuto loro parlare una medesima lingua, -dispensando a tutti così il loro debole spirito della molesta confusione -di ricercare quale può essere la religione emanata veramente da esso -lui, e quale è il Culto il più grato, alla sua eterna volontà, ed il più -accetto alla sua Divina ineffabile Onnipotenza. - -(166) Quasi tutti i popoli dell'universo hanno adorato Dio, come fu da -noi accennato altrove sotto varie appellazioni differenti; ogni nazione -gli ha dato de' nomi, e degli attributi particolari, ma questi Dei, di -cui la moltitudine è incalcolabile, sieno quanto si vuole inorpellati, -essi rassomigliano tutti o al Dio del filosofo, o al Dio del popolo. Il -Dio del filosofo e stato in ogni tempo il primo, e il più perfetto degli -Esseri, l'anima della natura. Infatti v'ha egli qualche cose di più -energico, e di più sublime in tutto ciò che i Metafisici, ed i Teologi -di ogni secolo hanno detto dell'Essere Supremo dell'inscrizione -ritrovata incisa sopra una statua di _Osiris_ nell'alto Egitto? _Io sono -tutto ciò che è stato, ciò ch'è, e ciò che sarà, e non avvi un mortale -capace di allontanare il folto velo che mi asconde agli sguardi peribili -de' viventi_. Il Dio del Volgo fu sempre un essere superiore all'uomo -suscettibile delle medesime passioni, ma infinitamente più potente di -noi. Tutte le Religioni che conosciamo non sono che un risultato più o -meno avventuroso della filosofia, confuso con alcuni pregiudizj -nazionali. I pregiudizj ne sono stati ora la base, or la conseguenza, ed -ora lo scopo; più sovente forse l'immagine, o il velo. - -(167) Ma siccome o più oggi non trovasi fra noi chi abbia coraggio -sufficiente di cimentarsi ad illuminare i suoi simili, o se alcuno, per -accidente, ve n'ha, questi non si ascolta, si disprezza, e non si cura, -ne viene che gli uomini restano così miseramente abbandonati alla loro -natìa ignoranza, vittime delle chimere di cui la tradizione è una -sorgente feconda, e inesauribile; la loro cecità in tale stato diviene -tanto più forte, ch'essi sembrano odiare la ragione e pare che temino di -essere illuminati: così Cicerone dice, che la filosofia si contenta di -pochi giudici, ch'essa odia il volgo, e che n'è odiata, e riguardata -come sospetta e nemica, aggiugnendo che coloro i quali la condannano, e -la disprezzano si attraggono l'approvazione dalla moltitudine: _Est enim -Philosophia paucis contenta judicibus, multitudinem consulto ipsa -fugiens, eique ipsi et suspecta et invisa, ut vel si quis universam -velit vituperare, secundo id populo possit facere_. _Tuscul. II. fol. -254._ - -(168) In tutte le età non si può senza un pericolo eminente, e -inevitabile allontanarsi da' suoi pregiudizi, che l'opinione avea -renduti sacri; nè fu in alcun modo permesso di fare delle utili scoperte -in verun genere; tutto ciò che gli uomini illuminati hanno potuto fare -ad un tale riguardo è stato di parlare in termini coperti, e palliati, e -sovente con una vile compiacenza, alleare vergognosamente ancora la -menzogna alla verità. Molti ebbero una doppia dottrina l'una pubblica, e -l'altra occulta, la chiave di quest'ultima essendosi perduta, i loro -sentimenti genuini divengono per lo più inintelligibili, e per -conseguenza inutili per noi. - -Or come dunque i filosofi moderni a' quali, sotto pena di essere -perseguitati della maniera la più crudele, si gridava di rinunziare alla -ragione per sottometterla a' prestigj del fanatismo; come, dico, uomini -sì fattamente illaqueati avrebbero essi mai potuto dare un libero -slancio al loro genio, perfezionare la ragione, accelerare la marcia -dello spirito umano? Non fu che tremando, che i più grandi uomini del -mondo travvidero la verità, rarissime volle essi ebbero il coraggio di -annunziarla; coloro che hanno osato di farlo, sono stati severamente -puniti della loro temerità; merce la superstizione non fu giammai -permesso di fare uso del proprio pensiere, o di combattere i pregiudizj -de' quali fu l'uomo in ogni tempo la vittima, o lo scherno. - -(169) La menzogna serve poco, dice Seneca (_Lett. 79. T 2._); il -colorito superficiale di un ornato esterno, non ne impone che molto -debolmente a poche persone senza esperienza, e senza talenti. La verità -in ogni parte, e sotto qualunque siasi aspetto che riguardare si voglia, -è sempre la stessa; la falsità non ha consistenza, la menzogna è -trasparente, e per poco che vi si attenda facile riesce di riguardarne -attraverso, dimostrarne il pericolo al mondo, e smascherarla. - - - - - Nota di trascrizione - - -Questa trascrizione è stata preparata sulla base di quella che per lungo -tempo è stata ritenuta l'unica copia superstite del libro, conservata -alla Biblioteca Universitaria di Francoforte. Le immagini di questo -esemplare sono disponibili all'indirizzo -http://sammlungen.ub.uni-frankfurt.de/freimann/content/titleinfo/407990. -L'esemplare di Francoforte è rilegato insieme al manifesto che annuncia -l'opera, qui trascritto in testa; principalmente il manifesto ed in -minima parte il testo contengono annotazioni e correzioni probabilmente -autografe dell'autore. In questa trascrizione si riproduce solo il -paragrafo manoscritto che segue il manifesto, che racconta della -distruzione dell'edizione, e si omettono le correzioni proposte, non -tutte leggibili, e non sostanziali, fatta eccezione per Giudici → Josuè -a p. 287. - -Una ulteriore copia di riferimento, senza il manifesto, è quella -dell'Università della California, digitalizzata da Google. La -riproduzione è disponibile all'indirizzo -https://books.google.com/books?id=j-s7AQAAMAAJ. - -L'ortografia, l'accentazione e la punteggiatura originale del testo sono -state mantenute fedelmente, anche in presenza di varianti arbitrarie -degli stessi termini (p. es. _pensiere_/_pensiero_), di punteggiatura -incostante e di sintassi astrusa. - -In particolare gli apostrofi dopo l'articolo _un'_ seguito da vocale, -che non sebrano seguire la regola del genere del sostantivo successivo, -sono stati mantenuti ove presenti ed omessi ove mancanti. Similmente il -pronome _qual_ seguito da vocale a volte compare senza apostrofo. Il -testo inoltre usa spesso ma non costantemente il pronome _li_ per la -terza persona singolare, e _gli_ per la terza plurale. - -Refusi ovvi e banali, come accenti e apostrofi superflui o mancanti, -lettere mancanti, _u_ ed _n_ capovolte, punteggiatura non allineata alla -riga, sillabe ripetute nella spezzatura a capo delle parole, puntini -mancanti nelle abbreviazioni, punti e virgola evidentemente al posto di -virgole, corsivi mancanti nelle citazioni, ecc., sono stati corretti -senza ulteriore commento. Così pure sono state aggiunte le _yod_ -dimenticate nella parola בית. - -La correttezza delle citazioni non è stata verificata, né per il testo -riportato né per la sua collocazione. Solo i refusi banali (accenti -francesi, ortografia inglese) sono stati corretti. Errori evidenti di -ortografia nei nomi e fatti citati (p. es. Beniamin di _Toledo_, -Warburthon, Mendelshon, Montagne, Coja mama Oello huaco) sono stati -lasciati a memoria dell'originale. - -Le note a pie' pagina sono state collate in calce ad ogni capitolo. - - - - - -End of the Project Gutenberg EBook of Progetto filosofico di una completa -riforma del culto e dell'educazione, by Aron Fernando - -*** END OF THIS PROJECT GUTENBERG EBOOK PROGETTO FILOSOFICO DI UNA *** - -***** This file should be named 53768-0.txt or 53768-0.zip ***** -This and all associated files of various formats will be found in: - http://www.gutenberg.org/5/3/7/6/53768/ - -Produced by Enrico Segre using the facilities of Distributed -Proofreaders Italia at http://dp-test.dm.unipi.it/ - - -Updated editions will replace the previous one--the old editions will -be renamed. - -Creating the works from print editions not protected by U.S. copyright -law means that no one owns a United States copyright in these works, -so the Foundation (and you!) can copy and distribute it in the United -States without permission and without paying copyright -royalties. 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It -exists because of the efforts of hundreds of volunteers and donations -from people in all walks of life. - -Volunteers and financial support to provide volunteers with the -assistance they need are critical to reaching Project Gutenberg-tm's -goals and ensuring that the Project Gutenberg-tm collection will -remain freely available for generations to come. In 2001, the Project -Gutenberg Literary Archive Foundation was created to provide a secure -and permanent future for Project Gutenberg-tm and future -generations. To learn more about the Project Gutenberg Literary -Archive Foundation and how your efforts and donations can help, see -Sections 3 and 4 and the Foundation information page at -www.gutenberg.org Section 3. Information about the Project Gutenberg -Literary Archive Foundation - -The Project Gutenberg Literary Archive Foundation is a non profit -501(c)(3) educational corporation organized under the laws of the -state of Mississippi and granted tax exempt status by the Internal -Revenue Service. The Foundation's EIN or federal tax identification -number is 64-6221541. Contributions to the Project Gutenberg Literary -Archive Foundation are tax deductible to the full extent permitted by -U.S. federal laws and your state's laws. - -The Foundation's principal office is in Fairbanks, Alaska, with the -mailing address: PO Box 750175, Fairbanks, AK 99775, but its -volunteers and employees are scattered throughout numerous -locations. Its business office is located at 809 North 1500 West, Salt -Lake City, UT 84116, (801) 596-1887. Email contact links and up to -date contact information can be found at the Foundation's web site and -official page at www.gutenberg.org/contact - -For additional contact information: - - Dr. Gregory B. Newby - Chief Executive and Director - gbnewby@pglaf.org - -Section 4. Information about Donations to the Project Gutenberg -Literary Archive Foundation - -Project Gutenberg-tm depends upon and cannot survive without wide -spread public support and donations to carry out its mission of -increasing the number of public domain and licensed works that can be -freely distributed in machine readable form accessible by the widest -array of equipment including outdated equipment. Many small donations -($1 to $5,000) are particularly important to maintaining tax exempt -status with the IRS. - -The Foundation is committed to complying with the laws regulating -charities and charitable donations in all 50 states of the United -States. 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