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diff --git a/.gitattributes b/.gitattributes new file mode 100644 index 0000000..d7b82bc --- /dev/null +++ b/.gitattributes @@ -0,0 +1,4 @@ +*.txt text eol=lf +*.htm text eol=lf +*.html text eol=lf +*.md text eol=lf diff --git a/76096-0.txt b/76096-0.txt new file mode 100644 index 0000000..cbdf356 --- /dev/null +++ b/76096-0.txt @@ -0,0 +1,4239 @@ + +*** START OF THE PROJECT GUTENBERG EBOOK 76096 *** + + + MEMORIE + DI + EMMA LYONNA + + + DI + ALESSANDRO DUMAS + + + UNICA EDIZIONE AUTORIZZATA IN ITALIA. + Vol. VIII. + + + + Milano + G. DAELLI e C. EDITORI + MDCCCLXIV. + + + + + Proprietà letteraria — G. DAELLI e C. Editori. + + STEREOTIPIA G. DASSI E C. + + TIP. GUGLIELMINI. + + + + +MEMORIE + +DI + +EMMA LYONNA + + + + +I. + + +Due cose avevano contribuito a separare completamente Ruffo da Nelson, +e specialmente Nelson da Ruffo. + +Nelson voleva prendere castel S. Elmo colla forza, e nel caso che lo +attaccasse poteva contare sulla sua cooperazione. + +Ma il cardinale gli aveva risposto: + +— Dopo ciò che è accaduto non darò nè un uomo, nè un fucile. + +Inoltre Nelson aveva mandato al cardinale Ruffo un avviso da far +stampare. Ruffo gli rinviò l’avviso, dicendo che aveva una stamperia di +cui si serviva come vicario generale; ma che non conoscendo ancora il +titolo col quale esso agiva, non poteva mettere quella stamperia a sua +disposizione. + +Nelson era dunque stato obbligato a procurarsi un’altra stamperia. + +Il giorno 30, Napoli, svegliandosi, potè leggere la seguente: + + NOTIFICAZIONE + + «_A bordo il_ Fulminante, 29 _giugno_ 1799 + + «Orazio lord Nelson, ammiraglio della flotta britannica nella rada + di Napoli, dà notizia a tutti coloro che hanno servito da ufficiali + nel militare e nelle cariche civili l’infame sedicente Repubblica + Napoletana, che se si trovano nel circuito della città di Napoli, + debbano in termine di 24 ore presentarsi ai comandanti del castello + Nuovo e del castel dell’Uovo, fidandosi alla clemenza di S. M. + Siciliana, e se si trovano nelle vicinanze di detta città fino alla + distanza di cinque miglia, debbano egualmente presentarsi ai detti + comandanti, ma in termine di 48 ore; altrimenti saranno considerati + dal suddetto ammiraglio lord Nelson come ribelli e nemici della + prefata M. S. Siciliana.» + +Non potrei render conto dell’effetto che produssero in città gli atti +di lord Nelson, perchè noi dimorammo nella rada, e nessuno di noi mise +piede a terra dal 24 giugno, in cui arrivammo sino all’8 di agosto in +cui partimmo. + +Il re aveva ricevuto al 2 di luglio a Palermo le lettere di Nelson e +Hamilton, scritte al 29 giugno, dopo l’esecuzione di Caracciolo; si +rammenterà il lettore che, nella sua lettera, sir William supplicava +il re di venire al più presto; egli si decise di venire a Napoli o +piuttosto nella baia di Napoli, e partì il 9 di luglio non già sul +_Seahorse_ che gli aveva mandato Nelson, ma sulla fregata napolitana +la _Sirena_: senza dubbio egli temeva di alienarsi completamente +la marina, già oltraggiata per la preferenza che egli aveva dato +a Nelson sopra Caracciolo, e attristata dal processo e dalla morte +dell’ammiraglio. + +Quanto fu cattiva la prima traversata fu altrettanto eccellente la +seconda. + +Un bastimento leggiero spedito da Nelson era ritornato al 6, e gli +aveva annunziato che il re era in cammino e arriverebbe probabilmente +al 7 od all’8. + +Nelson risolse di affrettare l’assedio di castel S. Elmo, perchè il re +Ferdinando vedesse la sua bandiera su tutti i forti. + +Il castel S. Elmo non era difficile a prendersi, colle disposizioni che +avea il suo comandante. + +Al 3 luglio, vedendo incominciare contro di lui le disposizioni +d’attacco, e credendo che il cardinale fosse sempre l’alleato +degl’Inglesi, o piuttosto il generale che dirigeva l’operazione, gli +aveva mandato un messaggiero per dirgli che la guarnigione francese era +disposta a capitolare, prima che il castello fosse battuto in breccia, +colla condizione che gli desse un milione, e accompagnava questa +proposta colla minaccia di bombardare Napoli, se il milione non fosse +pagato entro quarantott’ore. + +Il cardinale fece rispondere al colonnello Mejean che la guerra si +faceva col ferro e non coll’oro, che in tutti i paesi civilizzati +le leggi di guerra vietano di tirare sulle case poste in luoghi, da +cui non venivano nè gli attacchi nè le offese, e che le batterie che +si dirigerebbero contro di lui verrebbero probabilmente dalla parte +opposta della città; e che per conseguenza doveva dirigere anch’egli +il suo fuoco non già verso la città, ma verso la parte opposta; e +aggiungeva che se una sola bomba fosse tirata dal castello su di un +punto dal quale non fosse insultato, il colonnello Mejean risponderebbe +del male che farebbe colla sua testa, e con quella dei Francesi, che +erano sotto i suoi ordini. + +Troubridge, molto speditivo in materia di guerra, aveva proposto di +minare il castello, di trasportarvi un centinaio di barili di polvere, +e di far saltare i Francesi e gli ostaggi che erano con essi. + +Il cardinale, quantunque ritirato dalla coalizione, avendo avuto +cognizione del progetto proposto da Troubridge, protestò come di cosa +contraria alle leggi di guerra, e fu abbandonato. + +Al primo di luglio Troubridge sbarcò con mille e cinquecento Inglesi, +vi unì cinquecento Russi e cominciò immediatamente i lavori di assedio, +assecondato dal capitano Ball; ma al quarto giorno Ball fu mandato a +Malta a sostituire il capitano Hallowell. + +Nella notte dall’8 al 9, il re arrivò a Procida, e aveva con sè il +generale Acton ed il principe di Castelcicala. + +Rimase tutta la giornata del 9 a Procida, per assicurarsi senza dubbio +che il giudice Speciale vi facesse bene il suo dovere; in fine al 10 +arrivò a bordo del _Fulminante_, ove la sua presenza fu salutata da 21 +colpi di cannone. + +Si era già sparsa per Napoli la notizia che il re era a Procida; le +salve tirate dal _Fulminante_, e la bandiera reale issata all’albero +maestro annunziarono la sua presenza a bordo del vascello ammiraglio. + +La popolazione accorse subito a S. Lucia, al Molo, alla Marinella, +ed una quantità immensa di barche adorne di bandiere, al suono di +strumenti musicali, uscì dal porto e si diresse verso la squadra +inglese per felicitare il re del suo ritorno. + +Appena il re fu a bordo del _Fulminante_, chiese un cannocchiale, salì +sul cassero e si mise a guardare verso S. Elmo; nello stesso momento +volle il caso che una palla russa spezzasse l’asta della bandiera +francese e la gettasse a terra; il re superstiziosissimo, esclamò: +«Buon presagio, caro Nelson! buon presagio!» Difatti, come se il +colonnello Mejeau si fosse inteso con Troubridge per fare una sorpresa +al re, la bandiera che succedette alla bandiera tricolore fu la +bandiera bianca, detta altrimenti parlamentare. + +Questa bandiera, che sembrava di avere aspettato l’arrivo del re per +ispiegarsi, produsse un grande effetto; la folla diede in applausi, e +al cannone del _Fulminante_ risposero i cannoni di tutta la flotta. + +Il cardinale aveva del resto ricevuto il giorno antecedente, cioè al 9, +un viglietto del re in data di Procida e concepito in questi termini: + + «Procida, 9 luglio 1799.» + + «Eminentissimo mio. Vi mando molti esemplari di una lettera che ho + fatta per i miei popoli; fatela immediatamente nota a’ medesimi, e + riscontratemi dell’esecuzione. Dal Simonetti col quale lungamente + ho parlato questa mattina, avrete inteso le mie determinazioni + relativamente agli impiegati del Foro. + + «Il Signore vi conservi, come ve lo desidera il vostro + affezionatissimo + + «FERDINANDO B.» + +Quando il cardinale conobbe dalle salve del bastimento che il re era +a bordo del _Fulminante_, s’imbarcò e venne a bordo del bastimento +di Nelson, ove non era più ritornato dal giorno della rottura del +trattato; i prigionieri delle feluche, vedendolo passare, compresero +di avere in lui un difensore, e ripresero qualche speranza, perchè +sapevano ch’egli veniva a piatire la loro causa. + +Difatti, appena il cardinale incontrò il re, cominciò la questione +dei trattati e disse altamente al re, che quella rottura sarebbe uno +scandalo pubblico, che risuonerebbe in tutte le corti d’Europa. Il re +rispose che prima di decidersi voleva sentire Nelson e sir William. + +Li fece chiamare, e allora si rinnovò la prima discussione. Sir +William sosteneva la teoria diplomatica che il sovrano non deve +transigere con sudditi ribelli, dichiarando che, essendo tali, il +trattato doveva essere annullato; Nelson manifestò un odio implacabile +contro i rivoluzionarii francesi; diceva che bisognava sbarbicare +le radici del male, per impedire nuove e inattese sventure, che +i repubblicani ostinati ed incapaci di pentimento commetterebbero +nell’avvenire eccessi ancor più terribili, e che intanto l’esempio +della loro impunità servirebbe d’incoraggiamento a tutti gli altri +malintenzionati. Il cardinale era stato fermo sul principio che, fatta +una capitolazione, doveva essere osservata, ma le sue istanze non +prevalsero contro gli argomenti di Nelson e di sir William, che si +accordavano coi segreti sentimenti del re. + +Furono trattenuti i prigionieri, i quali, vedendo il cardinale che +partiva colla testa bassa e colla fronte corrugata, compresero che +tutto era finito per essi. + +Ritornando al suo quartier generale, il cardinale inviò una seconda +volta la sua dimissione. + + + + +II. + + +Rientrando nel porto ancor convulsa per ciò che dovetti vedere, o +piuttosto travedere, seppi che un marinaio, mentre era ubbriaco, aveva +battuto il suo superiore e doveva essere condannato a morte. + +Aveva il cuore disposto all’indulgenza; mi sembrava che se salvassi la +vita d’un uomo anche colpevole, alleggerirei il peso che mi opprimeva +il petto, e che al punto dell’eguaglianza innanzi a Dio, rendendo la +vita ad un uomo, riscattava il delitto di non aver impedito di lasciar +morire un altr’uomo. + +Chiesi il nome del marinaio condannato, mi si rispose che si chiamava +Tommaso Campbell. + +Quel nome mi colpì; certamente si trovava in fondo ai miei ricordi di +gioventù. + +Obbligai la mia memoria a riandare le mie più lontane impressioni, e +mi ricordai che ancor giovane e aia di bambini ad Hawarden, un giorno +che conduceva i fanciulli a giuocare in un prato, il collegio di +madama Collman, di cui aveva fatto parte per qualche tempo, mi passò +innanzi, e tutte le mie antiche compagne mi avevano derisa per la +mia nuova condizione; una sola, staccatasi dalla loro fila, venne ad +abbracciarmi, e questa giovinetta si chiamava Fanny Campbell. + +Non so perchè udendo quel nome, quantunque molto sparso in Inghilterra, +mi venisse in mente che quell’infelice condannato doveva essere parente +di quella giovine, che mi aveva dato prove di amicizia mentre le altre +mi deridevano. + +Chiamai il capitano Hardy che, fra tutti gli uffiziali, era quello con +cui aveva maggiori relazioni, perchè era fra tutti il miglior amico di +Nelson, e gli dissi di darmi qualche particolare sull’infelice Tommaso +Campbell, e di dirmi specialmente di qual paese egli fosse. Hardy non +aveva alcun particolare da darmi sul condannato, ma fece portare il +processo verbale di condanna, e vidi che era della piccola città di +Hawarden; allora non ebbi più alcun dubbio ch’egli fosse il fratello +della povera Fanny Campbell, e pregai Hardy che, senza dire nulla, mi +conducesse dal prigioniero. Hardy si rifiutò per qualche momento, ma +insistetti tanto finchè cedette. Egli mi condusse allora per le scale +dei marinai fino in fondo alla scala, dove il povero infelice era in +ceppi. + +Si comprende quale fosse il suo stupore nel vedermi. Tutti i marinai +mi conoscevano, e nessuno di loro ignorava certamente la mia intimità +con Nelson. La mia presenza fu dunque per questo infelice ciò che è, o +piuttosto sarebbe, un raggio di sole, che penetri nell’eterna notte dei +dannati. + +Da principio, nel suo stupore, pareva che non comprendesse le mie +domande, ed esitava a rispondere. + +Gli chiesi se era effettivamente di Hawarden, e mi rispose di sì; se +avesse una sorella e mi rispose di sì. + +Gli dissi che avevo conosciuto sua sorella. + +Egli scosse la testa. + +— Ti assicuro che l’ho conosciuta, insistetti io. + +— Come mai, soggiunse egli, una grande signora, come voi, avrebbe +conosciuto una povera ragazza, la figlia del sergente di marina John +Campbell? + +— E l’ho sì bene conosciuta, gli dissi, che so come si chiami Fanny. + +Fece un atto di stupore. + +— È vero, diss’egli. + +Poi raccogliendosi: + +— Giacchè avete conosciuto mia sorella, continuò egli, e che la vostra +visita prova che avete qualche interesse per un povero condannato, vi +farò una preghiera. + +— Dite pure. + +— Mia sorella ha sposato il pastore d’un piccolo villaggio fra Hawarden +e Northop. + +— John Law, forse? + +— Precisamente, esclamò Tommaso; ma come fate voi a saperlo? + +— Poco v’importa, voi vedete che lo so. + +— Ebbene, signora, non dimenticatevi, e quando sarò... morto... +scrivete a mia sorella — io non so scrivere — scrivete a mia sorella +che sono morto, senza dirle che sono stato impiccato, e ditele che +preghi per me; siccome è una donna molto pia, non mancherà di farlo. + +— Ed è tutto ciò che desiderate, amico mio? gli chiesi. + +— Mio Dio, sì, signora, io sono giustamente condannato, ho minacciato +il mio superiore, quantunque non sia interamente mia la colpa. + +— E di chi è dunque se non è vostra? + +— La colpa è di quel diavolo di vino del Vesuvio. Io l’ho bevuto come +se bevessi della birra, senza pensare che era come soffiare sul fuoco; +la testa mi girava, e non ho riconosciuto il mio superiore, i miei +occhi non ci vedevano più, e ho commesso il delitto; ma io spero che +il buon Dio darà uno sguardo sul libro di bordo; e vedrà che da dieci +anni che servo sui vascelli di Sua Maestà Britannica, non ebbi che tre +punizioni; è vero che la terza sarà buona. + +— Mio caro Hardy, ora so tutto ciò che voleva sapere, dissi ritornando +verso il capitano di bandiera. Lasciamo questo povero giovine coi suoi +rimorsi; poi aggiunsi sotto voce: che saranno tutta la sua punizione. + +Hardy mi guardò e scosse la testa. + +Io salii e andai a trovare Nelson. + +— Mio caro Orazio, gli dissi, bisogna che vi racconti una storia: +quando mia madre era fantesca in una masseria, aveva trovato il mezzo, +con un legato che le aveva lasciato un antico suo padrone, di farmi +entrare in una pensione di fanciulle, ove in un anno imparai a leggere, +a scrivere ed un poco di musica e di disegno; ma dopo un anno il denaro +mancò, io dovetti lasciare il collegio ed entrare come aia di bambini +in casa di un bravo signore chiamato M. Hawarden. + +Un giorno che conducevo al passeggio i miei piccoli allievi in un +prato, le fanciulle, mie antiche compagne, che spesso io aveva superato +nelle mie composizioni, passarono nel prato, e, siccome erano tutte +signorine, si misero a deridere la mia umile posizione e i miei poveri +abiti, che erano quelli di una cameriera. + +— Povera e cara Emma, disse Nelson stringendomi la mano. + +— Una sola si staccò dalla fila delle sue compagne e venne da me, e +vedendo che piangeva, mi asciugò le lagrime col suo fazzoletto, e mi +disse abbracciandomi: + +— Oh! Emma, io non sono come queste cattivelle, ti amo sempre, io. + +— E mischiando le sue lagrime colle mie, e abbracciandomi una seconda +volta, andò a raggiungere le sue compagne, che la ricevettero con +motteggi e derisioni. + +— Era una buona figliuola costei, disse Nelson, e vorrei sapere il suo +nome e la sua dimora, per darle una dote se non ne avesse. + +— Ma ora ha già trentaquattr’anni, è maritata ed è felice. + +— Ah! tanto meglio. + +— Ma ha un fratello che è in una posizione molto cattiva; dovrò +abbandonarlo questo fratello, o per riconoscenza verso sua sorella, +toglierlo dalla posizione in cui si trova? + +— Mia cara Emma, disse Nelson, abbandonare questo fratello dopo +l’azione di sua sorella sarebbe un’ingratitudine, ed io non vi credo di +questa stoffa. + +— Dunque voi mi aiuterete nel mio desiderio di contraccambiare Fanny? + +— Sì, se è in mio potere. + +— Mi date la vostra parola? + +— In fede di Nelson. + +— Ebbene, mio caro Orazio, gli dissi mettendogli un braccio al collo +ed appoggiando le mie labbra sulla cicatrice della sua fronte, questa +brava fanciulla, per cui mi predicate la riconoscenza, si chiama +Fanny Campbell, e suo fratello è il Tommaso Campbell che oggi è +stato condannato a morte dal consiglio di marina per insulto verso un +superiore. + +— Ah! fece Nelson corrugando il sopracciglio; è più grave di quanto +credeva, cara Emma. + +— Allora mi rifiutate.... + +— Non dico questo; cercherò un mezzo di conciliar tutto. + +— Come, conciliar tutto! ciò mi sembra difficile, voi non potete fare +che nello stesso tempo sia e non sia appicato. + +— No, ma posso lasciargli credere fino all’ultimo momento che sarà +appiccato, e all’ultimo momento, comparirete voi e lo salverete. Non +altrimenti, come, a quanto ci raccontava sir Wiliam, si facevano i +scioglimenti delle tragedie antiche; appariva un dio od una dea ed il +colpevole era salvato; siamo sulla terra dell’antichità, prendiamone +esempio. + +Aveva qualche ripugnanza ad accettare la parte che Nelson mi dava in +questa commedia che prolungava di quindici o diciotto ore le angoscie +d’un infelice; ma Nelson fu inflessibile, bisognava accettare la grazia +come la offriva, o rinunziarvi. + +Il giorno seguente, tutto fu eseguito secondo i desiderî di Nelson; +alla mattina i marinari ed i soldati di marina furono riuniti sul +ponte, vi condussero il colpevole, dopo il rullo d’uso dei tamburi, e +si mise al collo del condannato la corda col nodo corsoio che pendeva +dall’antenna; allora, come eravamo intesi, comparvi e chiesi la grazia, +che mi fu accordata. + +Il povero diavolo, che aveva avuto tanta forza quando si trattava di +morire, gliene mancò per vivere e svenne. + +Lo si richiamò gettandogli un secchio d’acqua di mare sul viso, poi lo +si ricondusse nella cala, lo si mise in ferri per otto giorni, e poi +venne a ringraziarmi e riprese il suo servizio. + +— Ebbene, gli chiesi, berrai ancora vino del Vesuvio? + +— Oh! nè vino, nè birra, milady, rispose, ho giurato di non bere che +acqua per tutto il tempo della mia vita. + +Seppi poi, che fin al 1801, vale a dire fino al bombardamento di +Copenaghen, ove egli fu ucciso, mantenne fedelmente la sua promessa. + +Il re aveva fatto a Napoli tutto ciò che doveva fare, aveva istituito +la sua giunta, e l’aveva veduta all’opera. + + +Il 6 luglio fu impiccato a Porta Capuana Domenico Perla; + +Al 7, Antonio Tramaglia; + +All’8 Giuseppe Latella; + +Al 13 Giuseppe Belloni; + +Al 14 Nicola Carlomagno. + + +Al Mercato vecchio: + +Al 20 di luglio, Andrea Vitagliano; costui era parente di quel +Vitagliano di cui ha raccontato lungamente la morte, e che fu eseguita +con Gagliani ed Emanuele de Deo. + + +Infine nel Castel del Carmine al 3 agosto: + +Gaetano Rossi. + +Poi il re manifestò a Nelson il suo desiderio di ritornare a Palermo. +Nelson mise vela al 6 di agosto e all’8 eravamo di ritorno nella +capitale della Sicilia. + +La nostra traversata fu eccellente e, appena arrivati, il re scrisse +subito al cardinale Ruffo. + +Ecco la lettera del re: + + «Palermo, 8 agosto 1799. + + «Eminentissimo mio. Non voglio tardare un momento a parteciparvi + il mio felice arrivo in questa capitale dopo il più felice viaggio + del mondo, giacchè martedì mattina, alle 11, eravamo sul capo di + Posillipo, ed oggi alle 2 abbiamo già dato fondo in questo porto + con un venticello sopr’acqua, e il mare calmo come un lago. Ho + trovato tutta la mia famiglia in perfetta salute, e sono stato + ricevuto nel modo che potete figurare. Datemi uguali buone notizie + delle nostre faccende costì, conservatevi, e credetemi sempre lo + stesso vostro affezionato. + + «FERDINANDO B.» + +Trovai la regina tanto buona ed affezionata per me com’era sempre +stata; fu lei che mi disse che nello spazio di otto giorni aveva +ricevuto due dimissioni del cardinal Ruffo, e che rispose a tutte e +due con un rifiuto positivo, avendone bisogno per qualche tempo, e +aggiungeva, _della popolarità di quell’uomo!_ + + + + +III. + + +Qualche tempo dopo il nostro arrivo a Palermo, il re s’intese con +sir William sui regali che voleva fare a quelli, che in quest’ultima +campagna avevano avuto una certa parte; Nelson ne aveva talmente avuti +che non gliene poteva dare di più. + +Tutti i capitani, che servirono sotto gli ordini di Nelson, ricevettero +una tabacchiera con una fila di diamanti; quella di Troubridge aveva +nel mezzo il ritratto del re, e inoltre gli aveva dato un bellissimo +anello con un diamante che valeva almeno due mila ducati. + +Alcuni ebbero delle scatole colle cifre del re in brillanti. + +Il capitano Giorgio Hope, che all’epoca dell’imbarcamento aveva avuto +l’onore di ricevere nella sua barca il principe reale, ricevette un +magnifico anello in diamanti, il capitano Hardy ricevette un anello +eguale ed inoltre una tabacchiera con due fila di diamanti col ritratto +del re; infine il segretario di Nelson ebbe un anello con un brillante +di gran valore. + +Intanto passò il mese di settembre, e al 29 di questo mese compì Nelson +il quarantesimo anno della sua età. In quel giorno la regina Carolina +gli scrisse di sua mano la seguente lettera che firmò col pronome +di Carlotta, che era quello che prendeva in tutte le occasioni non +politiche. Carlotta era il nome d’amica. Carolina non era che il suo +nome di regina. + + «Palermo 29 settembre 1799. + + «Mio degno ed ammirevole lord Nelson. Ricevete i miei voti sinceri + pel vostro giorno di nascita in quest’anno, che corre già al + suo fine. Quanti innumerevoli motivi non abbiamo mai per esservi + affezionati ed eternamente devoti; noi vi dobbiamo tutto, e credete + che il ricordo ne è incancellabilmente scolpito nel nostro cuore. + Io non sono che l’interprete del re e di tutta la mia cara famiglia + che si unisce con me, per assicurarvi la sua eterna riconoscenza, + e far voti al cielo per la vostra eterna felicità e lunga + conservazione. Ricevete dunque lo augurio di una famiglia, di una + nazione intera, che sente l’obbligo che vi deve, e credetemi per la + vita colla più profonda stima e riconoscenza, + + «Vostra devotiss. e affezionatiss. + + «CARLOTTA.» + +In questo mese di settembre, mentre Nelson compiva il suo quarantesimo +anno, un uomo a cui non si pensava, perchè lo si credeva sequestrato +per sempre in Egitto, faceva vela verso la Francia. Palermo vide +accadere degli strani avvenimenti, per vero un po’ difficili a +raccontare; ma da che ho da raccontare ancora tante altre cose +difficili, riescirò anche in questo. + +La flotta turca era nel porto di Palermo colla flotta inglese; ma la +differenza era grande, benchè Inglesi e Turchi fossero riuniti per la +stessa causa. La differenza era grande nel modo con cui erano trattati +gli uffiziali e i soldati delle due nazioni. + +I soldati e gli uffiziali inglesi erano eretici. + +Ma i soldati e gli uffiziali turchi erano ben altra cosa, erano +infedeli. + +Gli uffiziali inglesi erano ricevuti nelle case e, bisogna pur dirlo, +non erano trattati troppo male dalle signore siciliane; i soldati +avevano anch’essi delle relazioni nella città, e parevano molto +contenti della maniera con cui erano trattati. + +Ma la ripugnanza dei Siciliani o piuttosto delle Siciliane pei seguaci +del profeta, era tale, che una donna coperta di cenci e chiedente +l’elemosina non si sarebbe lasciata avvicinare da un turco, se la +avesse anche coperta d’oro e fatta regina. + +Ne risultava, che i Musulmani risolvessero di prendere per forza dei +favori, che non si volevano loro accordare di buon grado; assalivano +le donne che trovavano nei luoghi reconditi ed anche pubblici, tentando +di far loro violenza, se erano sole, o di portarle sui loro vascelli se +erano sul porto, sulla banchina o in vicinanza al mare. + +Dopo mezzodì, sulla marina, vale a dir nel bel mezzo della passeggiata, +mentre le carrozze erano al corso, due turchi, come se venissero da +Tunisi o da Algeri e sbarcassero in paese nemico, presero una donna, +e malgrado le sue grida, la portavano verso una barca, ove i suoi +compagni l’aspettavano. Fortunatamente, a quelle grida accorsero molti +marinai, ed uno dei turchi restò sulla spiaggia colpito da un coltello, +l’altro potè raggiungere la barca e scampò. + +La cosa era giunta al punto, che non fu già più per le vie od al +passeggio che le donne erano minacciate; ma quando una donna era sola +o mal accompagnata in una bottega aperta, essa avea tutto da temere se +passavano due o tre mussulmani. Ne accadevano delle risse sanguinose +e giornaliere, in cui i Turchi si servivano delle loro pistole e i +Siciliani dei loro pugnali e coltelli. + +E così pure se un marinaio, un soldato, un uffiziale della flotta +turca, si avventurava di andare in qualche luogo solitario, si era +sicuro di ritrovarlo morto all’indomani, crivellato di ferite. + +Infine l’odio che ispiravano quelle bestie feroci era tale che, se si +parlava di un turco innanzi ad un siciliano, si era sicuro di vedere +il siciliano mutar colore, e partirsene bestemmiando colla mano sul +pugnale. + +Un giorno la cosa andò ancora più in là: noi avevamo per cortigiani, +alle nostre serate della Favorita, due giovani da 22 a 24 anni, +elegantissimi ambedue, ambedue bellissimi giovani, e si chiamavano, +l’uno il principe di Sciacca, e l’altro il cavaliere Palmieri di +Micciche. Sia che i Turchi avessero preso il principe di Sciacca per +una donna vestita da uomo, sia che non si fermassero ad una cosa così +poco importante come il sesso, si precipitarono incontro a lui sei +od otto turchi, e tentarono di condurlo seco. Per fortuna Micciche +accorse alle sue grida con una spada che trasse dal bastone; ma tutti +e due sarebbero state vittime, l’uno del suo bel viso, l’altro della +sua affezione, se cinque o sei uomini del popolo non fossero venuti in +loro aiuto armati di bastoni e di coltelli; in quella mischia rimasero +feriti due siciliani e un turco ammazzato. + +Si aspettava ad ogni momento l’ora di nuovi Vespri Siciliani, non più +contro gli Angioini, ma contro i Mussulmani. + +L’8 di settembre, ad un’ora dopo mezzogiorno, nella strada di Monreale, +due turchi colla scimitarra in mano, entrarono nella bottega di un +calzolaio, e intanto che uno ne trascinava la moglie con un fazzoletto +sulla bocca per impedire che gridasse, l’altro colla sciabola in mano +minacciava gli operai; ma essi non tenendo alcun conto della minaccia, +gli uni gli gettavano delle forme sul capo, gli altri prendevano i +coltelli e si gettavano sui rapitori gridando: Morte ai Mussulmani, +morte ai Turchi, morte agl’infedeli. + +A queste grida, che come un turbinio di polvere arrivarono ai sobborghi +e dai sobborghi alla città, tutto Palermo si sollevò, e mandando grida +di sterminio, ciascuno prendendo la prima arma che loro capitava sotto +le mani, corse incontro ai Mussulmani come a bestie feroci. + +I Turchi videro che questa volta non era più una rissa individuale, ma +una sollevazione generale. Le porte si chiudevano innanzi ai fuggitivi +che imploravano invano un rifugio; dall’alto dei balconi si gettavano +sulle loro teste tavole, sedie, vasi di fiori. + +Vi fu un momento in cui da un capo all’altro della città non si +udivano che colpi di fuoco, imprecazioni, grida di dolore, urli di +disperazione, rantoli di agonia; il sangue scorreva per le vie, le +campane a martello davano il segno della strage. + +In due ore la cosa terminò: i tre o quattrocento turchi che in quel +momento si trovavano in città giacevano a terra; appena una cinquantina +si salvò gittandosi in mare o nelle barche, prendendo il largo a forza +di remi. + +Fortunatamente per l’ammiraglio turco che trovavasi per caso sul suo +vascello, udendo quanto accadeva rivolse i cannoni verso la città; +ma Nelson che era al corrente della situazione, che da tanto tempo +udiva le lagnanze che si facevano alla corte, ordinò la sua squadra +in battaglia, e fece dire allo ammiraglio turco che al primo colpo +di cannone tirato contro la città, lo avrebbe mandato a picco; +quest’avvertimento bastò all’ammiraglio turco che ritornò al suo +ancoraggio. + +Abbiamo parlato di un uomo, che durante questo tempo e senza che +nessuno si sognasse che egli fosse in Egitto, passava tra Malta e il +capo Bon, e navigava per dove la sua presenza doveva mutare la faccia +del mondo. Quest’uomo era Bonaparte. + +Un parlamentario mandato da Bonaparte al commodoro inglese per trattare +uno scambio di prigionieri, ritornò con un pacco di giornali, che il +suo cortese nemico gli mandava, perchè vi potesse leggere i disastri +della Francia. + +Bonaparte vide che per aver preso troppo presto l’iniziativa, l’armata +francese era stata battuta a Kossack in Germania, a Magnano in Italia; +che la armata in Napoli cercando di riunirsi a quella di Lombardia +era stata battuta alla Trebbia, e che le due armate unite erano state +battute a Novi; che gli Appennini infine erano invasi, e il Varo +minacciato. + +L’armata d’Egitto aveva riportato le due vittorie di monte Tabor, e di +Abouckir; per molto tempo la Porta non avrebbe più potuto mandare un +nuovo esercito. + +Fece venire l’ammiraglio Gantheaume, gli ordinò di preparare +segretamente il _Merion_ e la _Carrere_, lasciò il comando in capo +dell’armata a Desaix, e si imbarcò il 22 agosto con Berthier, Murat, +Andreossi, Marmont, Berthollet Monge, e giunto l’8 ottobre a Frijus, e +il 16 a Parigi, il 9 novembre fece il colpo di stato conosciuto sotto +il nome del 18 brumajo. + +Queste notizie, come si crede, misero in gran scompiglio la corte di +Palermo. Ma nello stesso tempo accaddero altri movimenti personali che +ci sforzano di ricondurre i nostri sguardi dagli affari pubblici sui +nostri. + +Gli avvenimenti di Francia e la necessità di stringere il blocco di +Malta avevano forzato lord Nelson di lasciarci e di fare una crociera, +nella quale ora ci scriveva da Livorno, ora da Montecristo, ora +semplicemente dal mare. + +Durante questa crociera, ricevette l’avviso che lord Keith era nominato +comandante in capo delle forze del Mediterraneo, comando che di +fatto trovavasi già da due anni nelle sue mani; e nello stesso tempo +ricevemmo l’avviso che M. Arturo Paget era nominato ministro presso il +governo delle Due Sicilie, in rimpiazzo di sir William Hamilton. + +Ciò non era soltanto la disapprovazione di tutto ciò che lord Nelson e +sir William avevano fatto negli avvenimenti dell’ultima rivoluzione, ma +una grave disgrazia. + +E posso dirlo, perchè in verità il colpo inatteso fu più crudele per la +corte delle Due Sicilie, che non per noi. + +Nelson specialmente fu colpito nel modo più crudele, perchè lo era +nello stesso tempo nel suo amor proprio e nel suo amore. + +Sir William era semplicemente furioso; si sarebbe detto, che gli +rincresceva più di me, di doversi separare da Nelson. + +Ricevemmo le due notizie quasi nello stesso tempo. Al 3 febbraio 1800 +Nelson ci scriveva o piuttosto mi scriveva: + + «Cara lady Hamilton, + + «Avendo ora un comandante in capo, non posso raggiungervi prima di + avergli fatto i miei saluti. I tempi sono mutati; ma vi dichiaro + che se non viene qui direttamente, io non l’aspetto. Del resto + mando ad informarmi come state; rispondetemi una parola, il mio + cuore è pieno d’angoscia per voi; ma non è mia la colpa di essere + stato tanto tempo assente; io non comando più, e debbo invece + obbedire. + + «Dio vi benedica, mia cara lady, e state sicura che mai non cesserò + d’essere il vostro obbligato ed affezionato + + «BRONTE NELSON.» + +Presi la penna e mi affrettai di rispondere a Nelson, espandendo il mio +cuore nella mia lettera; sapeva quanto egli soffriva, e come qualche +mia buona parola avrebbe sollevato il povero suo cuore affranto. In +quanto a sir William, ecco la sua lettera. + + «Apprendo che lord Keith è effettivamente al posto di lord S. + Vincent comandante in capo del Mediterraneo; non dubito punto + che a quest’ora non ci rimanga che l’ultima soddisfazione di + ritornarcene a casa col nostro caro amico lord Nelson. Vostra + Signoria avrà già appreso da Emma, che dopo trentasei anni di + servizio a questa corte, sono stato rimosso con un colpo di piede + dal mio posto, e che M. Paget figlio di lord Troubridge è nominato + inviato plenipotenziario presso il re delle Due Sicilie, e che è in + viaggio per venire qui a bordo d’una fregata. Io non ho ricevuto + dall’Inghilterra nessuna notizia ufficiale sul mio rimpiazzo; + ma lord Greenville aveva una mia lettera scrittagli al principio + del 1798, che lo autorizzava a disporre del mio posto, come gli + piacerebbe, colla condizione di assicurarmi per la vita una rendita + di 2000 lire sterline, non però a titolo di pensione. Resterei + piuttosto tutta la mia vita a Napoli, anzichè ritirarmi con un + soldo di meno. La povera Emma è in gran pena. Ma che mi si lasci + ritornare a casa ad assestare gli affari miei, e poi Emma e la + regina disporranno della mia vecchia carcassa come vorranno. + + «W. HAMILTON.» + +L’ammiraglio Keith venne assai presto a raggiungere Nelson, perchè +non partisse solo. Tutti e due partirono insieme, l’ammiraglio Keith +sulla _Principessa Carlotta_ e Nelson sul _Fulminante_, ed arrivarono a +Palermo l’8 febbraio. Nelson corse a concertarsi con noi, e si stabilì +che se sir William lasciasse la corte di Napoli, Nelson darebbe la sua +dimissione, o almeno chiederebbe un congedo. + +Al 9 il re andò a fare una visita a lord Keith a bordo della +_Principessa Carlotta_, ed il giorno seguente fece la stessa visita sul +_Fulminante_. + +Quest’ultimo bastimento ricevette a bordo alcune truppe siciliane per +Malta, e dopo aver preso congedo da noi all’11, Nelson partì il 12 +per quell’isola, sempre in compagnia della _Principessa Carlotta_ che +portava la bandiera dell’ammiraglio Keith; attraversarono lo stretto di +Messina, ed arrivarono al 15 innanzi a Malta. + +Al 18, verso l’aurora, Nelson incontrò una piccola flottiglia francese, +comandata dal contr’ammiraglio Perrie a bordo del Generoso, vascello di +74 cannoni, che veniva da Tolone e trasportava delle truppe a Malta. +Egli attaccò immediatamente la flottiglia e dopo un combattimento +terribile l’ammiraglio Perrie fu ferito mortalmente, e il suo vascello +preso. + +L’ammiraglio francese morì il giorno seguente, 19. + +Nello stesso giorno il comandante di divisione Poulain scrisse a +lord Nelson per chiedergli di far rendere gli onori funebri al vice +ammiraglio comandante le forze navali della Francia nel Mediterraneo; e +facendo appello a quella fraternità di coraggio che combatte il nemico +quando è vivo, ma che lo onora dopo la morte, aggiungeva nella sua +lettera che portava con lui il rimpianto e la stima di tutti quelli che +avevano servito sotto i suoi ordini. + +Ebbi notizia di questo combattimento e della situazione in cui Nelson +si trovava rispetto a lord Keith dallo stesso Nelson, che mi scrisse il +20 febbraio dalla Valletta la lettera seguente: + + «Mia cara lady Hamilton, + + «Voi sapete come lord Keith mi ha ricevuto; non so che cosa avreste + fatto voi se foste stata al mio posto; ma non lo credo. Poco + importa; gli scrissi che prima di venire alle mani col _Generoso_ + aveva fatto un voto, quello di rompere la mia bandiera se non lo + prendeva. Egli non mi ha ancora risposto. + + «Se mi sentirò meglio, scriverò una lettera al principe ereditario, + mandandogli la bandiera dell’ammiraglio francese. Spero che voi mi + approverete. È stato preso sulle coste del regno di suo padre, e + da un suddito che gli è fedele quanto uno de’ suoi dominii. Non ho + più avuto comunicazioni colla terra; però non ho veduto nè Ball, nè + Troubridge, nè Graham, nè Lion. + + «La mia testa è orribilmente ammalata, non ho nessuno che mi + conforti un istante. Mando il pacco al generale Acton, così + credo che arriverà più presto, e che egli sarà molto lusingato di + presentare la lettera e la bandiera al principe. Temo che Malta non + potrà durare molto tempo, a meno che non giungano in suo soccorso + altre corvette. Vi prego di presentare i miei omaggi a tutti quelli + che vi circondano, e di credermi per sempre vostro affezionatissimo + e devotissimo, + + «BRONTE NELSON.» + +Di fatti nello stesso tempo che ricevetti questa lettera, sir John +Acton ne riceveva un’altra colla bandiera francese pel principe +ereditario. Al 27 febbraio rispondeva a Nelson, felicitandolo della +presa del _Generoso_, e mentre gl’inviava i complimenti del re e della +regina, aggiungeva: + +«Come potrei esprimervi in nome di S. A. R. tutta la sua gratitudine! +Mi recai tosto ai suoi appartamenti colla lettera di V. S., col +bel dono della bandiera dell’ammiraglio francese. Il principe ne fu +maravigliato e lo è ancora; egli risponderà personalmente a V. S. o +con questa occasione o per corriere. Voi avete reso felice tutta la +famiglia reale, e non è questa la prima occasione che le avete data di +esprimervi la sua essenziale riconoscenza per tutto ciò che avete fatto +per essa.» + +Al 24 febbraio lord Keith dava a lord Nelson l’ordine di recarsi al +blocco di Malta, _per compiere_ servigi _di pubblica importanza_, o +piuttosto, ciò che era più vero, per allontanarlo da me. Quest’ordine +era accompagnato da un’istruzione speciale sul da farsi nel caso che la +Valletta si rendesse. + +Ed aggiungeva: — e qui si vede benissimo l’intenzione che vi era di +separarci, — che Palermo era troppo lontano, Nelson era invitato a +prendere per punto di convegno Siracusa, Messina od Agosta. + +Quest’ordine portò al suo colmo l’esagerazione di Nelson. La ricompensa +del suo occhio perduto, del suo braccio mutilato, della sua fronte +spaccata; la ricompensa di Aboukir, di nove vascelli nemici abbruciati +e calati, era una meschina persecuzione che penetrava nel più intimo +della sua vita privata, e lo feriva profondissimamente nel suo cuore. + +Così gli rispose nello stesso giorno: + + «_Fulminante_ innanzi a Malta, 24 febbraio 1800. + + «Milord, + + «Il mio stato di salute è tale che mi è impossibile di restar qui. + Se resto son morto. Vi prego quindi di accogliere la mia dimanda + per andare a vedere i miei amici di Palermo, per qualche settimana. + Lascio il comando al commodoro Troubridge. Soltanto la assoluta + necessità mi obbliga di scrivervi questa lettera. Col più gran + rispetto, + + «BRONTE NELSON.» + +Nelson non si accontentò di questa lettera destinata ad essere +pubblicata al bisogno; ma gli scrisse anche quest’altra privata: + + «24 febbraio 1800 + + «Mio caro lord, + + «Non posso restar qui quattordici giorni che sono per me + quattordici anni; sono completamente estenuato. Ecco perchè sono + stato obbligato di scrivervi quella lettera uffiziale. In quanto + allo stato del _Fulminante_, furono le esigenze del servizio che + permisero che non fosse raddobbato da molti mesi. Anche oggi ha + dato un’altra prova che non può tenere il mare anche quando l’alto + mare non sia cattivo; ma il suo cordaggio, sia che rimanga o che + parta, deve in ogni caso essere rinnovato; tutto cade. Vi mando sir + Edward Berry, e mi sottometto alla vostra decisione, tanto riguardo + al bastimento, quanto a me. Sono sicuro che non mi farete nessuna + obbiezione. Sento la debolezza della mia salute, ma non me ne + voglio lagnare. + + «Come uomo di mare, credo che il _Fulminante_ deve esser + raddobbato. + + «BRONTE NELSON.» + +L’8 di marzo Nelson, trattenuto suo malgrado al blocco, scriveva a sir +William: + + «Vi ringrazio affettuosamente delle vostre lettere e dei vostri + buoni augurii. Ho deciso. La mia salute esige di andare a Palermo + e di rimanere due settimane con voi. Debbo pregarvi di nuovo + di far preparare al più presto possibile quattro cannoniere + pel servizio di Malta, che saranno utilissime per la resa della + piazza, impedendo ai piccoli bastimenti di uscire e di entrare. + Credo (visto che il nemico nella notte del quattro ha cercato di + far uscire una piccola polacca, buona veliera) che Vaubois voglia + mandare dei dispacci in Francia, per dire che non può tenere più a + lungo; e se le nostre truppe arrivano da Gibilterra e da Minorca, + come crede il capitano Blackwood, non crederei che i Francesi + potessero resistere due settimane. Prego il generale Acton di + affrettare l’invio delle cannoniere. Troubridge ha l’iterizia e sta + molto male. Siccome vi vedrò presto, vi dirò di viva voce che sono + ecc. ecc. + + «BRONTE NELSON.» + +Difatti, senza aspettare la resa di Malta, nè il permesso di lord +Keith, arrivò il 16 a Palermo, nel momento che si celebrava, cosa assai +curiosa, il matrimonio del generale Acton, che aveva 67 anni, con sua +nipote, che ne aveva 14: affrettiamoci a dire che il generale ebbe da +questo matrimonio tre figli. + +Credo di aver lasciato travedere che da qualche tempo non vi era più +nessuna intimità fra lui e la regina; se dovessi fissare un termine per +questa intimità, la farei risalire alla morte del principe Caracciolo. + +La sua gioia fu grande nel rivedermi, e oltre al desiderio di +avvicinarsi a noi, egli era veramente ammalato assai; poi un nuovo +sfregio che mi colpì e che egli considerò come un insulto, portò al più +alto grado il suo risentimento contro alla corte di Inghilterra. + +Dopo la presa dell’isola di Malta dai Francesi, l’ordine di Malta +era caduto in dissuetudine. La Repubblica francese aveva abolito gli +ordini. + +Paolo I, che voleva avere la riputazione d’imperatore cavalleresco, si +era intitolato gran maestro dell’ordine, e ne distribuiva i brevetti. + +L’imperatore, dietro dimanda di lord Nelson, ne mandò uno di gran croce +con una commenda onoraria pel capitano Ball. Nello stesso tempo che sir +Charles Whitworth ne dava avviso a lord Nelson, e gli annunziava che io +era stata nominata dama, con piccola croce dell’ordine. + +Sir William inviò alla cancelleria di Londra la lettera di sir Charles +Whitworth e il brevetto, chiedendo per me il permesso di portar questa +croce. + +La cancelleria non si degnò nemmeno di rispondere. Lord Nelson scrisse +da parte sua. Eguale silenzio. + +Allora la risoluzione di Nelson fu presa. Decise di chiedere, se +non il suo ritiro, almeno un congedo, e sarebbe venuto con noi a +passarlo a Londra. Inoltre, in questo frattempo sir Arturo Paget, che +dovea sostituire sir William, senza volergli rendere conto per nulla +della situazione degli affari, gli abbandonò tutta l’ambasciata, +appartamento, e archivio. Risolvemmo di lasciar momentaneamente +Palermo, di andare a bordo del _Fulminante_, e di recarci a Napoli a +passare due mesi; e dopo questi due mesi di ritornare a Palermo per +prendere la regina, ed accompagnarla a Vienna, ove contava di andare; e +quando ritorneremo a Palermo o piuttosto a Napoli, noi continueremo la +nostra via per Londra. + +Per conseguenza io e sir William facemmo i nostri momentanei addii alla +famiglia reale, salimmo sul _Fulminante_ e partimmo per Siracusa, ove +restammo fino al 3 maggio; poi ci mettemmo di nuovo in mare, e nella +notte del 4 al 5 gettammo l’áncora nel porto di S. Paolo a Malta. + +Vi rimanemmo fino al 20, epoca in cui ripartimmo per Palermo, ove una +nuova distinzione attendeva lord Nelson. + +Sua Maestà Ferdinando, non avendo potuto dare a Nelson, a Troubridge +e a Ball il cordone di S. Gennaro, ordine cattolico, perchè erano +protestanti, istituì espressamente per decorarli l’ordine del +merito di Ferdinando. Le tre prime gran croci furono lord Nelson, il +feldmaresciallo Suwarow e l’imperatore Paolo. + +Dissi che il ritorno di Bonaparte in Francia doveva mutare l’aspetto +dell’Europa, e in fatti aveva già mutato quello della Francia. Il +direttorio abolito, Bonaparte, nominato primo console, volse gli occhi +sull’Italia riconquistata da Suwarow e da Melas. + +Melas solo era rimasto In Italia: Suwarow battuto da Massena a Zurigo +ed a Mauttathal, era andato a render conto della sua disfatta a Paolo +I. + +Verso la fine di maggio si seppe che Bonaparte aveva passato le Alpi +con un’armata di 4000 uomini. + +La regina pensò che era venuto il momento di andare a fare una visita a +suo nipote. La fortuna di Bonaparte poteva seguirlo dalle rive del Nilo +a quelle del Po, e in questo caso ognuno poteva indovinare il rovescio +che una vittoria riportata dai Francesi poteva cagionare in Italia. + +Nelson doveva mettersi col _Fulminante_ in servizio della regina, +la cui partenza fu fissata per gli 8 di giugno; ma la partenza fu +ritardata di due giorni. + +Infine il 10 giugno, la regina, le tre principesse, il principe +Leopoldo, sir William ed io, c’imbarcammo a bordo del _Fulminante_, +che partì per Livorno in compagnia della _Principessa Carlotta_, +dell’_Alessandro_ e di un pacchetto napolitano: il passaggio fu +eccellente, e con una buona brezza arrivammo il 14 a Livorno, vale +a dire lo stesso giorno in cui Bonaparte guadagnava la battaglia di +Marengo. + +Si restò fino al 16 senza poter discendere a terra; il vento si era +rinvigorito, il mare era diventato burrascoso. + +Al 16, verso le ore 9 del mattino, potemmo scendere nella lancia +di lord Nelson e sbarcare alle scale nei Finocchieti, ove trovammo +un’immensa affluenza di popolo che sapeva l’arrivo della regina, la +quale, al momento in cui mise piede a terra, fu complimentata dal +generale barone di Fenzel, dal generale Lavillette governatore di +Livorno, infine dal duca Strozzi scelto dal granduca per accompagnare +la regina dovunque volesse andare, mentre il cavaliere Segardi, +amministratore generale dei beni della corona, doveva provvedere alle +spese della sua corte durante la sua dimora in Toscana. + +Salimmo nelle carrozze che ci aspettavano, andammo alla cattedrale, ove +si celebrava un _Te Deum_, in rendimento di grazie pel buon viaggio +della regina, ed entrando in palazzo trovammo la duchessa d’Atri che +era espressamente venuta da Firenze per ricevere la regina. Alla sera +andammo in teatro dove fummo accolti da applausi frenetici. + +Non si sapeva ancora che era stata data una battaglia sotto le mura di +Alessandria. + + + + +IV. + + +Prima cura della regina nello scendere a terra fu di chiedere notizie +dell’armata d’Italia, e ciò per una doppia ragione: dapprima a causa +dell’influsso che Bonaparte vincitore o vinto poteva avere sul regno +delle Due Sicilie; poi per la sicurezza del suo viaggio a Vienna. +Sventuratamente tutti quelli a cui si indirizzava, non ne sapevano +più di lei; per cui spedì uno dei signori che erano venuti a farle la +loro corte, il barone di Rosenheim, ai generali Melas, Hohenzollern +e Ott, ordinandogli di andare per la riviera di levante, facendolo +accompagnare da due corrieri a misura che apprendevano notizie +dell’armata. + +Al 17 di sera, il signor Sommariva venne da Firenze, e seppe da lui che +Bonaparte in persona comandava l’armata, e non si era ancor ben sicuri; +che i Francesi erano in forza se avevano della cavalleria, e che gli +eserciti erano fra Alessandria e Tortona e sul punto di venire alle +mani; in tutti i casi il signor Sommariva assicurava la regina, che non +aveva nessun pericolo da temere a Livorno. + +Si vedeva però facilmente, che chi si adoperava a rassicurarsi era +assai poco sicuro di sè stesso. + +Egli di nuovo partiva nella notte per Firenze. + +Il giorno seguente si sparse la voce che i Francesi erano in piena +rotta: si crede facilmente a quanto si desidera; la regina annunziò +dunque a tutti questa buona notizia. + +Ma nella notte del 18 al 19 Nelson ricevette un uffiziale inglese, +inviato da lord Keith con una lettera, in cui gli diceva che dovea +essere firmata una sospensione d’armi fra i Francesi e gli Austriaci, +e che in questa sospensione era stipulato; che gli Austriaci dovessero +evacuare tutte le piazze forti del territorio di Genova e consegnarle +ai Francesi. Queste prime notizie non s’accordavano di certo con quelle +che ci erano giunte il giorno prima sulla ritirata dei Francesi; +ma quelle che seguivano erano ancor più inquietanti, e ci davano da +pensare assai. + +Lord Keith continuava ad ordinare a Nelson di riunire tutti i +bastimenti che avesse sotto i suoi ordini, e di portarsi con essi al +golfo della Spezia per impadronirsi di tutti quei forti, e specialmente +di quello di Santa Maria, di tutta l’artiglieria, o almeno di metterla +in condizione di non essere più utile ai Francesi. Finalmente Keith +diceva a Nelson che se poteva, per quella spedizione alla Spezia, +staccare dalla sua flotta qualche bastimento e inviarglielo a Genova, +gli farebbe piacere. + +Queste notizie ci costernavano. Evidentemente una tale convenzione non +avrebbe potuto aver luogo, se non in seguito ad una battaglia, e in una +battaglia in cui gli Austriaci fossero stati indubbiamente battuti. + +Dato quest’ordine a Nelson di lasciar tutto e di recarsi alla Spezia, +ci desolava, e particolarmente la regina, che a ragione vedeva in +Nelson il suo unico appoggio, e senza Nelson si considerava come +perduta. + +Ma Nelson non ci lasciò molto tempo in quest’angoscia; dichiarò che +senza alcun pretesto egli non lascierebbe la regina, nella condizione +in cui si trovava; e per conseguenza, onde eseguire gli ordini di +lord Keith, inviò alla Spezia l’_Alessandro_ e la _Dorotea_ e rimase a +Livorno col _Fulminante_, e col _Vasco di Gama_ naviglio portoghese, +e le fregate e le corvette napolitane che si trovano nel porto di +Livorno. + +Questa risoluzione calmò le nostre inquietudini sul punto della +sicurezza della regina. + +Ma assicurata sulla sua situazione, la regina non lo era punto su +quella dell’armata austriaca. Si rivolse al barone di Fenzel che non ne +sapeva nulla: spedì un corriere al generale Sommariva, comunicandogli +gli ordini che l’ammiraglio Keith aveva dato a lord Nelson; ma il +generale Sommariva si accontentò di dire, che non sapeva nulla di +positivo, e che credeva essere prudente per lei di rimanersi a Livorno, +e di aspettarvi gli avvenimenti ulteriori e gli schiarimenti di quelli +che erano passati. + +Nello stesso tempo, in cui venne la risposta del generale Sommariva, +arrivò il brigadiere Rosenheim che la regina aveva mandato a prender +notizie. Egli raccontò di aver parlato a Genova col generale austriaco +Hohenzollern, che gli aveva fatto leggere una convenzione fra il +generale Melas ed il generale Berthier, in cui era stabilita una +sospensione d’armi fra le due armate, che non potessero riprendere le +ostilità prima di dieci giorni; e che intanto gli Austriaci dovessero +consegnare ai Francesi tutte le piazze forti che possedevano, vale +a dire Genova, Savona, Cuneo, Alessandria, Tortona, Mondovì, la +cittadella di Milano, quella di Torino e il forte d’Urbino, non +conservando nelle loro mani che Mantova, Ferrara, Peschiera, Verona ed +Ancona. + +La causa che si dava a questa desolante sospensione d’armi, sarebbe +stata una battaglia accaduta il 14 a Marengo fra la Bormida e la +Scrivia, in cui Melas, dopo aver cominciato colla vittoria, terminò +colla disfatta. + +Si comprende quale fosse la disperazione di tutta la famiglia reale ad +una simile notizia. La regina specialmente fu assalita da un accesso +nervoso che le cagionò una completa prostrazione di forze, da cui non +usciva se non per accessi febbrili che andavano fino al delirio; ma fu +peggio quando Nelson, disperato al pari di noi, portò a sir William, +— perchè non osò consegnarlo nè a me nè alla regina, — il viglietto +seguente che aveva ricevuto da lord Keith. + + «Genova, 21 giugno 1800. + + «Confidenziale. + + «Ho veduto ora un uomo che lascia Bonaparte. Questo Bonaparte dice + pubblicamente, che prima di far la pace, vuol ridurre una potenza + in Italia. Lasciate partire quanto prima la regina per Vienna e + al più presto che potrà. Se la loro flotta arriva un giorno prima + della nostra in Sicilia, la Sicilia è perduta, perchè non è capace + di resistere un giorno.» + + «KEITH.» + +La lettera era così pressante, e conteneva una notizia tanto grave, +che, malgrado lo stato di salute in cui si trovava, si risolse di +comunicargliela; si riunì a questo scopo una specie di congresso nella +sua camera, perchè ciascuno desse il suo avviso sulla risoluzione +che credesse migliore in tale momento. La regina, ritornata in +forza per l’eccesso del terrore, sarebbe stata d’avviso di partire +immediatamente come glielo consigliava lord Keith; ma l’avviso di sir +William e di Nelson fu che dovesse stare a Livorno, ove aveva sempre a +sua disposizione i vascelli di guerra di Nelson, e di non partire se +non quando avesse ricevuto un corriere da Vienna, che le direbbe in +quale stato fossero le cose alla corte di suo nipote: il principe di +Castelcicala si era unito a quell’avviso, che prevalse, e si risolse di +rimanere. + +L’emozione fu così viva, che non si ammalò soltanto la regina, ma anche +il principe Leopoldo. La malattia della regina fu però grave, e non fu +vinta che in seguito a ripetuti salassi, mentre il principe Leopoldo se +ne liberò con un leggero purgante. + +Verso la fine del mese di giugno, la regina ristabilita dalla sua +indisposizione, si decise a partire. Per tutto il tempo che era rimasta +a Livorno, quantunque il re Ferdinando ed il ministro Acton fossero a +Palermo, il vero governo era rimasto presso la regina. + +Lord Nelson aveva significato a lord Keith la sua decisione di +ritornare in Inghilterra, e lord Keith gli aveva offerto di disporre +di un bastimento della flotta; ma siccome io voleva passare per Vienna +onde non lasciare la regina, Nelson decise di fare la stessa strada per +non lasciarmi. + +La regina scrisse al comandante d’Ancona per chiedergli se non vi fosse +nel porto qualche bastimento per condurla a Fiume od a Venezia. + +Presa la risoluzione di partire, bisognava decidere poi se si doveva +partire per terra o per mare. + +Intanto si ricevette da Vienna la notizia che l’imperatore d’Austria +restituiva Perugia ed il suo territorio al papa. + +Il 3 luglio, la regina ricevette da Vienna quella lettera che tanto +aspettava e che fu portata dal corriere Giannini, che aveva mandato. +Essa era dell’imperatrice sua nipote; la imperatrice supplicava Maria +Carolina, di non lasciarsi distogliere per qualunque ragione buona o +cattiva dal suo viaggio di Vienna; le diceva che credeva quel viaggio +non soltanto utile, ma necessario ai suoi interessi, e la invitava a +mandare un corriere a Melas in Milano, perchè il generale gl’indicasse +la via da percorrere. Veniva una lunga serie di dolori, sopra ciò +che era avvenuto in Italia; ma l’imperatrice confessava che dopo la +catastrofe di Marengo, Melas non aveva potuto rifiutarsi dal firmar +l’armistizio. Del resto l’imperatrice ispirava poca speranza della +ripresa delle ostilità, ed inclinava da parte sua ad una buona o solida +pace. + +Siccome non eravamo ancora decisi sul modo con cui doveva farsi quel +viaggio, lord Keith mise a disposizione di S. M. l’_Alessandro_: +e il _Fulminante_ fu rimandato in riparazione nelle isole Baleari. +Nelson vide con tristezza il _Fulminante_ che partiva; ma egli rimase +a disposizione della regina, e pronto a prendere il comando di quel +bastimento sul quale s’imbarcherebbe. + + + + +V. + + +Confesso che dopo aver veduto la regina dare tante prove di fermezza e +di rapida decisione, rimasi stupita alle sue timide esitazioni, in una +circostanza in cui ogni ora perduta poteva essere irreparabile. + +All’8 di luglio si apprese che un piccolo distaccamento di Francesi +composto di 326 uomini con artiglieria e cavalleria era entrato a +Lucca; questa notizia determinò la regina a partire, e annunziò che +partiva per mare. + +Quando si seppe in Livorno la notizia di questa partenza che aveva +tutta l’apparenza d’una fuga, si manifestò subito una sommossa; il +popolo voleva ritenere la regina, le principesse ed il principe +Leopoldo. La cosa parve assai grave alla regina che lasciò +immediatamente la città, ed andò a bordo dell’_Alessandro_, sul quale +Nelson aveva inalberato la sua bandiera. Ma dopo ventiquattr’ore la +regina mutò risoluzione, e decise di andare ad Ancona per la via di +terra. + +Siccome aveva con sè, come già dissi, le tre principessine ed il +principe, vale a dire che non poteva ammettere nessun’aura persona +nella carrozza senza separarsi da qualcuno de’ suoi figli, si convenne +che essa partirebbe per la prima, e che noi l’avremmo seguita. Aveva +tanta premura di allontanarsi da quei Francesi che detestava così +cordialmente, che partiva il giorno seguente per Firenze, senza +aspettare le altre carrozze, al solo annunzio che la via era libera. + +Lord Nelson, sir William, miss Knight ed io partimmo il giorno +seguente, vale a dire l’11 di luglio. + +Questo viaggio, oltre al pericolo, presentava la probabilità di grandi +disturbi: cattiva strada, cattive vetture, invece di un mare quasi +sempre tranquillo nel mese di luglio, e di una buona cabina con tutti i +comodi della vita; poi, dopo cento leghe fatte in questa guisa, qualche +polacca austriaca o qualche balcan da pesca dalmato per trasportarci a +Trieste. Anche lord Nelson aveva disapprovato fino all’ultimo momento +questa maniera di viaggiare, e trovava veramente molto più comodo di +superare la punta di Calabria e di entrare nell’Adriatico a bordo +dell’_Alessandro_, vale a dire da re: in quanto a me confesso che +preferiva il viaggio per terra per quanto fosse faticoso. Sir William +poi era talmente ammalato, che dichiarò di esser quasi certo di non +arrivare vivo ad Ancona; ma che fedele alla regina arrischiava anche la +vita per seguirla. + +E partimmo. + +Impiegammo ventisei ore per andare da Livorno a Firenze in causa delle +marcie e contromarcie che i Francesi ci costrinsero a fare. A Castel +S. Giovanni la carrozza si rovesciò: Sir William ebbe una leggiera +contusione al ginocchio, io ebbi una spalla lussata; un medico di +villaggio me la rimise a posto facendomi soffrire orribili dolori, +mentre un fabbro raccomodava la ruota spezzata; ma la ruota aggiustata +troppo di fretta, si spezzò nuovamente ad Arezzo. + +Siccome i Francesi si avvicinavano e ci volevano due giorni per +raccomodare la carrozza, risolvemmo di prenderne un’altra, la prima che +ci capitò, e partimmo in quella soltanto io, lord Nelson e sir William; +miss Knight e la mia cameriera che potevano essere prese impunemente +per francesi, essendo persone di minor importanza, le lasciammo +indietro, per raggiungerci poi colla carrozza aggiustata. + +Continuammo la via per strade orribili, ed in mezzo a popolazioni in +preda a tale miseria che è impossibile a descrivere. + +Giunti ad Ancona, la regina trovò una fregata austriaca preparata per +riceverla; era tutta adorna di sete e di velluti, e oltre alla camera +reale, vi erano otto letti per le persone del suo seguito. Desiderosa +di lasciare al più presto possibile la terra, la regina si recò subito +a bordo del bastimento; ma appena vi si era stabilita, esitò di nuovo, +per sapere se era bene rimanervi; e quando arrivammo noi, tre giorni +dopo, la trovammo incerta se doveva domandare ospitalità alla squadra +russa, composta di tre fregate e di un brik. Nelson, che aveva poca +confidenza nella marina austriaca, la incoraggiò in questo proposito; +inoltre la fregata austriaca per disporsi a ricevere la famiglia reale +era stata obbligata a ridurre a 24 il numero del suoi cannoni, e i +Francesi che erano padroni delle coste della Dalmazia, avrebbero potuto +con una flottiglia di barche prendere la _Bellona_ all’abbordaggio. + +La squadra russa era comandata da un Dalmato, chiamato conte +Wainorvich, che in un combattimento sostenuto l’anno precedente, ebbe +rovesciata la sua bandiera dagli Austriaci, ed aveva fatto voto di non +metter piede sul suolo austriaco, nè sopra alcuno de’ suoi territori +dipendenti, e mantenne il suo voto tanto fedelmente, che non restituì +nemmeno la sua visita alla regina, che era andata a vederlo, sotto +pretesto che la fregata _Bellona_ era terra austriaca. + +Ma siccome la fregata russa non era preparata all’onore che la regina +le faceva, il capitano non potè che cedere la sua camera per lei e per +la sua famiglia, e noi c’imbarcammo su di un’altra. + +Sir William era tanto ammalato, che tutti i medici l’avevano +condannato, e il più indulgente di essi pretendeva che sarebbe forse +arrivato a Trieste, ma non a Vienna. + +Contro ogni aspettazione, sir William si trovò un poco meglio arrivando +a Trieste dopo una buona traversata. + +La regina partì da Trieste il 7 agosto, noi la seguimmo due giorni +dopo; questi due giorni erano stati presi per dare un poco di riposo a +sir William + +Prima di separarci a Livorno, la regina, non sapendo se ci saremmo +riveduti ancora, in vista dei pericoli del viaggio, aveva fatto a +ciascuno un regalo d’addio: Nelson ebbe un ritratto del re contornato +di diamanti, e di smeraldi; William una tabacchiera col ritratto +della regina, contornato di diamanti, ed io finalmente una splendida +collana di diamanti, colla cifra in diamanti di tutti i principi e le +principesse. + +Si è veduto che contro ogni aspettazione il viaggio si compì senz’altro +accidente che quello che è toccato a noi, o piuttosto alla nostra +carrozza. + +In questo viaggio ci raggiungemmo tre volte, per separarci ancora +un’altra volta e per sempre, dopo Ancona, Trieste e Vienna. + +A Vienna, grazie alla grande amicizia che la regina aveva per me, fui +ammirevolmente ricevuta dall’imperatrice, da sua figlia e da tutta la +famiglia imperiale. + +La convalescenza di sir William, che durò sei settimane, ci trattenne a +Vienna più di quanto vi saremmo rimasti senza di ciò, il che non nocque +pure ai piaceri che ebbi nelle feste che mi si diedero. Sir William +voleva che andassi in società con lord Nelson, precisamente come se si +trovasse in perfetta salute e ci avesse accompagnati. + +Era ormai tempo che la regina venisse a Vienna a difendere i suoi +interessi, di cui nessuno aveva preso cura durante la sua assenza. + +Ciò la determinò a prendere una grande risoluzione. + +Vedendo che l’imperatore Francesco non aveva stipulato nulla per lei, +e vedendo che gl’Inglesi difendevano la Sicilia, i cui porti potevano +esser utili e abbandonavano Napoli, che non poteva giovar loro per +nulla, decise di partire per Pietroburgo onde chiedere un appoggio +all’imperatore Paolo. + +Ma siccome era indispensabile che nessuno sapesse questo viaggio, finse +una indisposizione. + +E infatti lord Keith aveva qualche ragione di dire che Bonaparte +annunziava, senza misteri, che prima di far la pace aveva un’altra +potenza da distruggere in Italia. Bonaparte dopo la battaglia di +Marengo pensò un istante di far marciare una divisione sopra Napoli. +La stagione già avanzata, probabilmente gli avvenimenti che seguirono +l’armistizio, salvarono momentaneamente Napoli, obbligando Bonaparte +a concentrare le sue truppe in Italia; ma terminata la guerra, e +Bonaparte completando con una o due altre vittorie quella di Marengo, +era probabile che il regno delle Due Sicilie ne pagasse le spese. + +Per conseguenza la regina partì per Pietroburgo. + +L’intrigo ebbe la riuscita sperata dalla regina. Paolo I, per una +vicenda di variazioni che subiva il suo carattere, era in quel momento +in amichevoli rapporti col primo console Bonaparte; era evidente che +costui, geloso di conservarsi un amico così potente, avrebbe fatto +tutto ciò che l’imperatore gli chiedeva. + +Paolo I scrisse una lettera calorosissima al primo console; ma volle da +Carolina il giuramento che se riuscisse a firmare un trattato di pace +tra la Francia e Napoli, il trattato sarebbe rigorosamente osservato. + +Il generale Levacheff, gran cacciatore dell’imperatore Paolo, fu +espressamente inviato al primo console, latore della lettera di Paolo, +e garante della promessa della regina, di modo che al 6 febbraio +1801, un armistizio, seguito da un trattato definitivo, fu conchiuso a +Foligno fra il cavaliere Micheroux e il generale Murat. + +Uno degli articoli del trattato recava che, «i sudditi del re che +erano stati esiliati, imprigionati e costretti a fuggire per causa di +opinioni politiche, poteano ritornare in patria e riavere la libertà ed +il godimento dei loro beni.» + +Sventuratamente per molti era troppo tardi: i tribunali avevano +operato, e tutto l’anno 1799 ed il principio del 1800, avevano veduto +terribili esecuzioni, fra le quali quella dell’infelice Domenico +Cirillo, che aveva, lo si ricorda, rifiutato di venire a curare la +regina dopo la visita che avevamo fatto insieme alla Vicaria, e che noi +non potemmo salvare dalla collera del re, quantunque la regina, spinta +da me, gli avesse chiesto la sua grazia in ginocchio. + + + + +VI. + + +Il nostro soggiorno a Vienna fu una festa continua. Il principe e +la principessa Esterhazy, in un loro viaggio a Napoli, erano stati +ricevuti ammirabilmente al palazzo dell’ambasciata; vollero renderci +quell’ospitalltà. + +Fummo quindi invitati a passare una settimana al palazzo del principe +ad Eisenstadt, ove vedemmo una cosa curiosa e che era probabilmente +per farci onore in tutto il tempo che passavamo al castello. Vi era una +guardia di cento granatieri, di cui il più piccolo era alto sei piedi; +mano mano che si succedevano nel servizio, quelli che scendevano dalla +guardia si sedevano ad una tavola ampiamente e squisitamente servita +finchè il veniva a rimpiazzare un’altra serie di venticinque uomini. + +Ci fu dato un gran concerto nella cappella del palazzo, sotto la +direzione del venerabile Haydn, che allora aveva sessantanove anni. La +sua famosa cantata della creazione fu eseguita in nostro onore. + +Al suo ritorno da Pietroburgo, la regina di Napoli mi pregava +continuamente, come si prega un’amica la cui presenza è indispensabile, +di andare con lei in Italia: tutto era calmato, il re era ritornato +a Napoli, la pace era fatta e ci prometteva il ritorno delle belle +giornate che avevano seguito il mio arrivo nella deliziosa aurora della +nostra amicizia. + +Bisognava lasciar Nelson, e sarebbe stata una crudele ingratitudine, +quando aveva tutto perduto per me, di dimenticare così presto una +carriera come la sua, sacrificata al mio amore. + +Fui inflessibile. + +La regina allora, vedendo che ero decisa di partire, mi supplicò di +accettare, in memoria della sua reale amicizia, una rendita o pensione +vitalizia di mille lire sterline. Alla prima parola che ne dissi a sir +William: + +— Noi siamo abbastanza ricchi, mi rispose, e d’altronde una tale +liberalità ecciterebbe i sospetti del governo inglese. + +L’ora della partenza arrivò. La separazione fu crudele e piena di +lagrime, di cui la regina versò la sua buona parte, poi, l’una dopo +l’altra, le tre principesse mi abbracciarono; passammo l’ultima notte +insieme, ricordandoci i buoni e i tristi giorni, promettendoci di non +dimenticarli mai. + +Finalmente ci lasciammo; la regina mi fece promettere di rivederla. Sir +William era soffrente e agitato per gli ultimi avvenimenti. La regina +mi fece comprendere, che una volta vedova e Nelson in crociera, io +rimarrei ben sola ed abbandonata: essa contava su quell’eventualità per +farmi mantenere la mia promessa. + +Ciò che mi richiamava imperiosamente in Inghilterra, era specialmente +lo stato in cui mi trovava. + +Era incinta. + +Sir William non ignorava di certo la mia intimità con Nelson; ma +siccome le nostre relazioni coniugali erano state quasi sempre quelle +di un fratello e di una sorella, non aveva mostrato gelosia. Stava però +alla mia delicatezza di togliere agli occhi di tutti il mio stato, +di partorire nel silenzio e nella solitudine. Era riconoscente a sir +William Hamilton che chiudeva gli occhi; ma non doveva mai permettere +che la malevolenza glieli aprisse. + +Partimmo per Praga, ove l’arciduca Carlo ci aveva invitato ad andarlo a +vedere, e dopo uno splendido ricevimento, sempre spinta dallo stato in +cui mi trovava, continuammo la nostra via per Dresda e per Amburgo. + +Eravamo appena discesi all’albergo, quando mi si annunziò che un uomo +di sessant’anni, e la cui apparenza era poco più che volgare, insisteva +per parlarmi. + +Gli feci chiedere cosa desiderasse; rispose che non voleva dirlo che a +me. + +Vinta da questa ostinazione, ordinai di farlo entrare. + +Infatti vidi un piccolo vecchio di sessantasei anni, che imbarazzato +balbettava un cattivo inglese, e tenendo il cappello in mano, mi +raccontava che nella suo cantina aveva del vino del Reno del 1625, il +che era ben altro che il vino di cui parla Orazio che non datava che +dal consolato di Opimio, poichè il vino del mio vecchietto aveva cento +settantacinque anni, e da un mezzo secolo era in possesso della sua +famiglia. + +Questo vino, diceva egli, era riservato per un’occasione straordinaria, +e questa occasione gli si presentava al di là della sua aspettazione; +quell’uomo che per cinquant’anni era stato così avaro del suo vino, +chiedeva di me, perchè interponessi i miei buoni uffici presso Nelson, +per ottenere da lui che si risolvesse di accettare sei dozzine di +bottiglie di quel vino, che avrebbe così avuto l’onore, mescolandosi +_al suo sangue generoso, di far battere il cuore dell’eroe_. + +Lord Nelson entrò in quel momento, e comprendendo lo scopo della visita +del vecchio, cominciò col rifiutare un dono che non aveva prezzo, ma +vinto poi dalle istanze di chi glielo offriva, finì coll’accettare sei +bottiglie, ma alla condizione che il donatore pranzerebbe con lui il +giorno seguente. + +L’invito fu accettato, e fu inviata una dozzina di bottiglie; su di che +Nelson osservò che bevendo sei di quelle dodici bottiglie ne sarebbero +rimaste altre sei, che si sarebbero poste in serbo per beverne ad +ognuna delle vittorie future che egli avrebbe riportato, e che, lo +sperava bene, sarebbero state una mezza dozzina. + +Difatti, al suo ritorno da Copenaghen bevve, in un gran pranzo +che egli diede, una delle sei bottiglie, facendo un brindisi a chi +gliela regalò, ma dopo Trafalgar, ahimè, quantunque la vittoria fosse +splendida, le cinque bottiglie rimasero intatte; il vincitore era +caduto nel mezzo della sua vittoria. + +La seconda cosa rimarchevole, che ci accadde ad Amburgo, fu la visita +che Nelson ricevette da Dumoriez. + +Egli mi presentò, come pure a sir William, l’illustre vincitore di +Valmy e di Jemmapes, che, secondo ogni probabilità, salvò la Francia da +un’invasione, e che non fidandosi della riconoscenza della Convenzione +che lo invitava a presentarsi, si presentò, trovando la cosa più +sicura, agli Austriaci col giovine duca d’Orleans, che più tardi dovea +sposare una delle giovani principesse, da cui aveva preso congedo a +Vienna. + +Era curiosissima di vedere da vicino una celebrità di cui aveva inteso +tante volte parlare. + +Era allora un uomo dai sessantasei ai sessantotto anni, di statura +media, svelto ancora e nervoso, che sembrava che ne avesse cinquanta +o cinquantacinque; la sua testa era viva e spiritosa, il suo sguardo +pieno di fuoco, il suo viso aveva le tinte calde che le differenti +atmosfere imprimono sul viso d’un soldato; un colpo di sciabola aveva +lasciato la sua traccia sulla sua fronte; e seppi che in un solo +combattimento, in cui si era fatto sciabolare piuttosto che arrendersi, +ne aveva ricevute venticinque o ventisei. Era stato ministro della +guerra di Luigi XVI, ed era sotto il suo ministero che la Convenzione +si era dichiarata ostile all’Austria. + +Egli era esiliato, e considerava filosoficamente quanto succedeva +in Francia. Debbo dire che il suo colpo d’occhio aveva, se non +qualche cosa dell’aquila, almeno qualche cosa del falcone; leggeva +distintamente nell’avvenire e parlò del generale Bonaparte come di uno +dei più grandi uomini di guerra, che fosse mai esistito, e ci predisse +una fortuna ascendente di cui non vedeva il termine. + +Noi gli demmo da parte nostra tutti i particolari sulla corte di +Napoli, su quella di Palermo e di Vienna, e gli dovemmo una delle +giornate più aggradevoli del nostro viaggio. + +Restammo tre giorni ad Amburgo, vale a dire il tempo di dare un po’ +di riposo a sir William; poi c’imbarcammo il 6 novembre e arrivammo a +Varmouth. + +Era la prima volta che Nelson toccava il suolo d’Inghilterra dopo la +battaglia del Nilo. Fu ricevuto con ammirazione ed entusiasmo. Nel +momento dello sbarco, la voce del suo arrivo si sparse per la città, la +popolazione accorse, gridando: Viva Nelson; si tolsero i cavalli dalla +carrozza e lo trascinarono allo albergo di Wrester in mezzo ad applausi +frenetici. La fanteria della città venne a difilare sotto le sue +finestre; la musica del reggimento gli diede una serenata. Il mayor ed +il corpo municipale vennero a prenderlo, e lo condussero accompagnato +da sir William e da me, che affaticata com’era non potei sfuggire dal +recarmi alla chiesa, ove si resero azioni di grazie al cielo. Quando +lasciammo la città, un distaccamento di cavalleria ci accompagnò non +soltanto fino alle porte della città, ma ci scortò anche per buona +parte della strada. Tutti i vascelli della baia erano pavesati come la +festa del re, della regina o del principe ereditario. + +Il 20 settembre, lord Nelson aveva scritto da Vienna al suo amico +Davison la lettera seguente: + + «Mio caro Davison, + + «Avvicinandosi il giorno del mio ritorno in Inghilterra, vi prego + di farmi il piacere, voi e mio fratello, di cercarmi una casa, o + anche solamente un buon alloggio ammobigliato per me. Non molto + lusso, purchè sia conveniente alla mia situazione e a termine di + mese in mese, non sapendo fino a quando resterò a Londra. Ponete + mente poi che non sono tanto ricco quanto credete; due annate della + rendita del mio ducato di Bronte mi furono già pagate in Sicilia; + procurate quindi di non far nulla di superfluo. + + «La nostra partenza è fissata per domani, probabilmente arriveremo + a Londra verso la metà di ottobre. La mia salute è eccellente, ma + aspettatevi di vedere un vecchio. Scusatemi i disturbi che vi do e + credetemi + + «ecc. ecc.» + +Arrivando a Londra, fu un’altra festa per noi. Nelson riscosse i +trionfi di Aboukir, di Napoli e di Malta: alla voce del suo arrivo +tutti i bastimenti del Tamigi si pavesarono, tutte le corporazioni +gli votarono delle armi d’onore e degli indirizzi; il popolo inglese, +nemico capitale della Francia, andò pieno d’entusiasmo incontro al +distruttore della flotta francese. La gloria di Nelson, grazie ai +racconti degli uomini di mare, era divenuta una specie di leggenda e +di gloria nazionale; la sua popolarità sorgeva dal patriottismo; ogni +Inglese, oltre alla parte di orgoglio che si attribuiva coll’essere +compatriotto di uno fra più grandi capitani di mare che sia esistito, +credeva di dovergli la tranquillità della sua casa, l’onore di sua +moglie, la proprietà dei suoi campi, la pace della sua patria. + +Nelson entrò in Londra l’8 novembre, e scese all’albergo di Nerol a S. +James Street. + +Mi ricordo che era sabato. + +Colà mi attendeva un colpo terribile. + +Da molto tempo andava chiedendo a me stessa, come mai si conterrebbe +Nelson, arrivando a Londra, quando si troverebbe fra me e lady Nelson, +di cui ognuno si accorda a vantare la condotta irreprensibile. Non +aveva mai fatto questa quistione a lord Nelson. Non mi accostava che +fremendo e coll’ingiustizia naturale di una falsa posizione, sentiva di +detestare lady Nelson e che all’occasione sarei stata implacabile con +lei. + +Ahimè, e lo fui! Confesso che la mia crudeltà per quell’eccellente +creatura, la persistenza che impiegai ad allontanar da lei suo marito +e ad impedirle di vederlo, è ancor oggi uno dei miei più profondi +rimorsi. + +Si giudichi, che quando entrai nell’appartamento destinato per Nelson, +vidi pel primo il venerabile padre di Nelson che aveva ottant’anni, +accompagnato da una donna, che senza mai averla veduta, riconobbi +all’oppressione del cuore che sentiva nel vederla, non poter essere che +lady Nelson. + +Nelson si volse verso di me, mi vide pallida e tremante, coi denti +convulsi; egli fu crudele al pari di me. + +Andò direttamente incontro a suo padre, lo abbracciò con effusione, ma +salutò freddamente sua moglie, come se avesse fatto per una straniera. + +Essa si fece pallidissima in viso; gettò su di me uno sguardo che +m’inasprì, perchè credetti di riconoscervi più compassione che collera, +ed andò ad appoggiarsi al braccio del padre di Nelson, come per +nascondere il suo dolore sotto i capelli bianchi del vecchio. + +Lasciai il salotto, ed entrai nell’appartamento che era stato +momentaneamente destinato per noi. + +Nelson venne a raggiungermi subito, si gettò al miei piedi, e mi giurò +che mai lady Nelson non sarebbe per lui che una sorella. Vide che +questa promessa non bastava ancora per rassicurarmi, e allora, — che +Iddio perdoni, a lui che fece il giuramento ed a me che glielo lasciai +fare, — e allora fece il giuramento di non più rivederla, o di non +riceverla che in mia presenza. + +Il giorno seguente era domenica, e il lord Mayor, che voleva dare una +festa a lord Nelson, fu obbligato a rimetterla a lunedì; la solennità +della domenica inglese non permette di darsi ad alcuna occupazione +mondana. + +Al lunedì Nelson andò alla City, ma a Lundgate-hill il popolo staccò +i cavalli dalla carrozza e lo trascinò per tutto il Guide-hall con +frenetici urrà. Passando innanzi a Cheapside, fu salutato dalle +acclamazioni delle donne, che stipavano le finestre e facevano +sventolare i loro fazzoletti: dopo i toasts di uso, Nelson fu pregato +di andare a ricevere la spada che gli era stata decretata. Nelson si +avanzò sotto un arco di trionfo che era stato innalzato per riceverlo, +e dove l’aspettava il tesoriere della città che gl’indirizzò un +discorso a cui Nelson rispose: + + «Sir, + + «È grande orgoglio e profonda soddisfazione per me quella di + ricevere dall’onorevole corte questa testimonianza della sua + approvazione per la mia condotta; e con questa spada — e la + sollevò — spero di giungere ad annientare il nostro inveterato + ed implacabile nemico, senza di che il nostro paese non potrà mal + godere una pace solida ed onorevole.» + +Lo si vede, Nelson aveva già promesso con queste parole di uscire dallo +stato di riposo che si era ripromesso in Inghilterra. + + + + +VII. + + +Nel giorno del suo arrivo, vale a dire il 6 novembre, Nelson si recò +all’ammiragliato per fare una visita a lord Spincer suo amico, e gli +aveva partecipato il suo desiderio di lasciare il servizio, accennando +il motivo che suolsi addurre in questi casi, quello di una cattiva +salute. + +Lord Spincer si era accontentato di sorridere all’espressione di +questo desiderio, e gli aveva augurato una seconda salute ed un secondo +Aboukir. + +Al 1 gennaio vi furono promozioni, e lord Nelson apprese che era +stato nominato vice-ammiraglio della squadra azzurra, il che era una +ricompensa e un avanzamento ad un tempo; e quel giorno, riconciliatosi +col mare e con quella vita di pericoli che era la sua, trasportò la sua +bandiera sul _San Giuseppe_, che era a Plymouth. + +Intanto io sentiva avvicinarsi il giorno del parto. Probabilmente non +sarebbe passato febbraio, senza mettere al mondo il bambino che io +teneva celato agli sguardi d’ognuno con tante sofferenze. Obbligata +alla corte di Vienna, dal principe Carlo ad Amburgo di essere sempre in +gran toletta, stretta in un corsetto chiuso a forza, nel corso della +mia gravidanza aveva degli spasimi e dei vomiti che inquietavano sir +William, benchè non sospettasse di nulla, poichè Nelson mi mostrò un +giorno una sua lettera in cui gli diceva: + +«Emma ha dei dolori di stomaco, convulsioni e vomiti; credo che abbia +bisogno di prendere dell’emetico.» + +Giunta a Londra, non doveva meno osservare le stesse cure che a Vienna, +a Dresda, ad Amburgo, perchè vi era tutta la famiglia di Nelson, suo +padre, suo fratello, sua moglie; ottenni da sir William di lasciar +l’albergo di Nerol, e andammo ad abitare in casa di suo nipote lord +Greenville all’estremità di Piccadilly, e che dominava Green Park. + +Malgrado il desiderio che aveva di restare vicina a me in un momento +in cui il mio stato m’inspirava le più gravi inquietudini, Nelson +fu obbligato di partire il 13 gennaio per Plymouth. Colà un rimorso +sul modo che aveva serbato verso sua moglie, dopo il suo ritorno, lo +determinò a scriverle la lettera seguente, di cui io, nella mia pazza +gelosia per quella infelice creatura, gli serbai rancore per molto +tempo. + + «Southampton, 13 gennaio 1801. + + «Mia cara Fanny, + + «Siamo arrivati qua orrendamente affaticati. Le mie migliori + tenerezze a mio padre e a tutta la famiglia. Vostro affez. + + «NELSON» + +Nelson giunse a Plymouth il 17, si stabilì a bordo del _S. Giuseppe_, +e vi rimase fino al 21; al 21 giunse ad Exeter con lord S. Vincent +che aveva incontrato sulla strada di Tor Abbey. Nelson fu ricevuto in +quella città con ogni sorta d’onori, e gli fu offerta la cittadinanza, +che gli era stata votata alcuni giorni prima. + +In risposta ad un indirizzo che gli venne letto dal cancelliere in +quell’occasione, lord Nelson rispose: + +«Qualunque onore mi possa essere accordato per la battaglia del Nilo, +io non ho che quello di aver eseguito gli ordini che ho ricevuto. +Questi ordini — aggiunse egli indicando lord S. Vincent — mi sono +pervenuti dal mio comandante in capo, che pur egli stesso li aveva +ricevuti dal lord dell’ammiragliato; questi ordini erano brevi e +precisi; dicevano d’incendiare, calare a picco e distruggere la flotta +francese dovunque si trovasse. Io sono stato soltanto lo strumento, di +cui la Provvidenza si è servita per giungere allo scopo, e per quanto +triste fosse stata la guerra, io le debbo oggi il vostro elogio, e +noi tutti le dobbiamo il godimento della libertà, delle nostre leggi, +della nostra religione; e poichè gli avvenimenti potranno far sì che +noi saremo in pace colla Francia, lo spero, saremo sempre in guerra coi +suoi principii.» + +Seppi tutti questi particolari scritti separatamente nella lettera +seguente, che egli mi mandò da Plymouth il 18 gennaio 1801: + + «Che pazzo sono stato io mai di dirvi, cara Lady Hamilton, di + scrivermi per Brixam. Sono stato veramente infelice sino ad oggi, + per non aver vostre lettere, ed ho paura di non poterle ricevere + che dimani. Ho fatto mal a credere che vi fosse qualcuno più attivo + di me; oggi ho ricevuto l’ordine di pormi sotto il comando di Lord + S. Vincent; ma siccome non è venuto quello di apparecchiare, sarà + probabilmente venerdì di notte o sabato mattina che faremo vela + per Forbais. Continuate a mandare le vostre lettere a Brixam. Il + mio occhio è veramente ammalato, l’ho fatto vedere al medico della + flotta che mi ha proibito di scrivere; eppure oggi sono stato + obbligato a scrivere a lord Spincer, a Saint-Vincent, e a Davison, + poi pel mio processo a Troubridge e a Locker; ma state tranquilla, + voi siete la sola donna a cui scrivo. Il medico mi ha ordinato di + non prendere che cibi blandi, di non bevere nè vino, nè porter; + e poi debbo stare in una camera oscura e tenere una visiera verde + sull’occhio; vorreste, mia cara amica, farmene una o due? io non + ne voglio da nessuno fuorchè da voi. Debbo inoltre bagnare i miei + occhi con acqua fredda. + + «Credo che sia la continua occupazione di scrivere, che mi + ha prodotto questa malattia. L’occhio è iniettato di sangue e + talmente pieno d’umori che ci vedo soltanto per un angolo quanto la + lunghezza del naso. + + «Ecco tante voci per le mie sofferenze, ma essendo lontano da voi, + mia cara amica, ho sventuratamente tutto il tempo per rendermele + più tormentose. Credetemi sempre, mia cara Lady, il vostro + fedelissimo e devotissimo + + «O. NELSON» + +Tre settimane dopo, ricevetti altre notizie di Nelson: mi scriveva l’8 +febbraio a bordo del _S. Giuseppe_: + + «Mia cara lady, + + «M. Davyson reclama il privilegio di portarvi la risposta + della vostra amabile lettera, e sono sicuro che sarà esatto + nel consegnarvela. Sto poco bene di animo, e se il paese non + reclama tutti i miei servigi e tutta la mia intelligenza, nulla + m’impedirebbe di essere io stesso il latore della mia lettera. + Ma, mia cara amica, so che siete una vera e leale inglese, e che + avreste in odio quelli che non difendono il re, la religione, + le leggi e tutto ciò che ci è caro. È il vostro sesso che fa di + noi tanti eroi, che sembra non concedere che ai soli valenti la + bellezza, e se noi cadiamo sul campo dell’onore, continueremo + a vivere nel cuore delle donne che ci sono care; è il vostro + sesso che ricompensa il nostro, e che infine conserva fedelmente + le nostre memorie: e voi, mia cara ed onorata amica, siete, + credetemelo, la prima e la migliore del vostro sesso. Ho fatto il + giro del mondo, ed in nessun angolo del mondo non ho potuto trovare + una vostra eguale, nè alcuna che vi possa essere posta a paragone; + voi sapete come si ricompensa il coraggio, l’onore, la virtù, e non + chiedete mai se sono poste in un principe, in un duca, in un lord, + od in un contadino. Spero di vedervi tranquilla un giorno prima di + partire per Bronte, come ho risolto di fare. + + «O. NELSON» + +Simili lettere scritte da un uomo, di cui tutta Inghilterra si +occupava, e che i re chiamavano loro sostegno, ed a cui, dovunque si +presentava, rendevansi onori reali, mi rendevano pazza d’orgoglio. +Si è creduto che io avessi un potere sopra Nelson, e invece era +lui che aveva un potere su di me: se mi avesse ordinato la cosa più +impossibile, io l’avrei tentata; la più criminosa, e l’avrei commessa. +Sarei stata meno altiera di essere amata da un re, di quello che fosse +per essere amata da Nelson. Essere l’amante di Nelson mi sembrava +il più alto periodo di gloria cui potessi giungere, e per me l’esser +moglie di sir William, vale a dire ambasciatrice d’Inghilterra, non era +che il penultimo gradino della scala sociale che salii; essere l’amante +di Nelson era l’ultimo. + +E così pure mi consolava fin dei dolori che la mia gravidanza mi faceva +provare, e questi dolori non mi provenivano per causa sua? il bambino +che portava nelle viscere non era forse suo? + +Bene spesso ne parlavamo insieme. Egli non ebbe figli da sua moglie, e +prometteva di adorarlo, e avremmo fatto di più. Nelson voleva lasciare +il servizio; faceva i progetti più fantastici su di lui e sulla sua +educazione, sia che fosse un maschio od una femmina. + +Sperava che Nelson potesse ritornare a Londra, quando fu decisa la +coalizione del nord. Il governo allora decise di mandare una flotta +potente nel Baltico, sotto gli ordini dell’ammiraglio Parker, con +lord Nelson comandante in secondo; per cui, il 17 febbraio 1801, +l’ammiraglio mandò quest’ordine a lord Nelson: + +«Lord Nelson si metterà sotto il comando di sir Hyde Parker ammiraglio +dell’azzurra, e comandante in capo della squadra dei bastimenti e +vascelli di S. M. Sarà impiegato in servizj particolari.» + +In forza di quest’ordine, al 18 dello stesso mese passò sul _S. +Giorgio_, e partì per Spethead, ove doveva attendere altri ordini. + +In questo tempo la mia ora era giunta. Al 15 febbraio fui presa da +dolori, nel momento in cui sir William Hamilton era andato a vedere, +lontano otto ore da Londra, nella contea di Surrey, una bella casa +di campagna con fondi annessi, chiamata Merton Place, che mi piaceva +assai. Mi trovai dunque sola nel momento in cui aveva più bisogno di +esserlo. + +Vi era per fortuna in casa una donna che, avendo avuto molti figli, era +molto esperta in materia di parto, e alcune volte, in caso di urgenza, +aveva fatto da levatrice e da chirurgo. La feci chiamare, e dopo tre o +quattro ore di dolori, misi al mondo una bambina, tanto meschina, che +si credette dapprima che non fosse venuta al mondo che per morire; e +ciò dipendeva dalle precauzioni che io era stata obbligata di prendere, +coi corsetti che non aveva mai cessato di portare. + +La donna portò la bambina nell’angolo più remoto della casa, ove per +tre o quattro giorni fu nutrita, non essendo abbastanza forte per esser +trasportata dalla nutrice, già presa anticipatamente, e che aveva il +suo appartamento a Little Tischfield Street. + +Nello stesso giorno scrissi a Nelson; ma siccome temeva che si +spaventasse dello stato di debolezza della bambina, gli dissi +di ritardare di sei ad otto giorni il suo viaggio, da quello che +riceverebbe la mia lettera, non volendo che vedesse la nostra cara +Orazia senza di me. + +Il giorno seguente, sir William ritornò dalla contea di Surry. Non si +maravigliò di trovarmi a letto. Gli si disse che aveva avuto una crisi, +in cui aveva reso molta bile. Egli lo credette e scrisse a Nelson; +«Emma è stata molto ammalata; ora però sta meglio e credo che malgrado +la bile che ha reso, abbia ancora bisogno di purgativi.» + +In capo a quattro giorni, grazie alla mia ammirevole costituzione, +potei alzarmi; ed all’ottavo mi sentii abbastanza forte per uscire. + +Andai dalla donna che si prendeva cura di Orazia: la bambina era un +poco più vivace, ma sempre così meschina, e si può giudicare di quel +che era, quando dirò che per trafugarla di casa senza essere veduta, la +nascosi nel mio manicotto, ove stava comodamente. + +La nutrice era una donna della classe inferiore cittadina, chiamata +mad. Thompson: era bella, fresca e di un’eccellente salute. Nelson, +senza dire per chi fosse destinata, l’aveva fatta scegliere dal suo +medico. + +Gli dissi che le retribuzione che riceverebbe, sarebbe in proporzione +del suo silenzio e della sua fedeltà, e intanto le lasciai pel primo +mese di allattamento cinque ghinee. + +Il giorno dopo, Nelson arrivò inatteso. Per affari della più alta +importanza aveva chiesto un congedo di tre giorni. Accordato questo +congedo, era partito il 23, vale a dire il giorno stesso, in cui io +aveva condotto la bambina dalla nutrice. + +Non vi fu mezzo di dar la colazione a Nelson; arrivò digiuno, tanto +avea premura di vedere la bambina: pretestò una visita di beneficenza, +in cui aveva bisogno della mia presenza, salimmo in vettura e andammo a +Little Tischfield Street. + +La fu per me una vera consolazione, in vedere la gioia di quell’uomo +che era divenuto la mia vita: rideva, piangeva, prendeva la bambina +nel suo unico braccio, la faceva saltare, ballare; volle assolutamente +farla ridere, e mi sosteneva che aveva riso. La chiamava sua figlia, +sua cara ed unica figlia, e ordinò di portarla il giorno seguente in +casa di sir William; e volendola familiarizzare alla sua vista, fece la +sua lezione alla nutrice su quanto doveva dire. + +Difatti il giorno seguente costei venne in palazzo colla sua bambina in +braccio. La prima persona che vide fu sir William, che, fermandola, le +chiese chi fosse: essa rispose che si chiamava M. Thompson, che aveva +un fratello che serviva sui bastimenti di lord Nelson, il quale aveva +acconsentito di essere il padrino della piccola figlia che aveva in +braccio e che gli portava per fargliela vedere. + +Sir William non dubitò un istante della verità di quella storia: prese +la bambina sulle braccia, le augurò ogni sorta di prosperità, e la +restituì alla sua nutrice. + + + + +VIII. + + +Nelson rimase un giorno e mezzo con noi, poi ci dovette lasciar di +nuovo: questo secondo strazio di cuore ci fu ancor più doloroso del +primo; forse non ci saremmo riveduti più; questa bambina, che il +cielo ci aveva dato, non aveva esaurito per noi il tesoro delle bontà +celesti? + +Convenimmo di scriverci in modo che, ove le lettere cadessero in altre +mani, nessuno potesse comprender nulla del loro contenuto, mentre per +noi dicevamo quanto ci occorreva. Così per esempio, alcuni giorni dopo +la partenza di Nelson, ricevetti da lui la lettera seguente, che darà +un’idea della nostra corrispondenza intima. + +Si ponga mente che egli era M. Thomson, e che io era madama Thomson. + +Egli mi scriveva da Deal: + +«Non potete immaginare la vivezza dei miei sentimenti per voi: ora più +che mai sono grandi e sinceri, e non verranno mai meno. Tutti i doveri +del mio cuore saranno di crearci per l’avvenire de’ nuovi legami, e di +darci nuove prove di tenerezza e di affezione. Ho veduto l’amico di M. +Thomson e ho parlato molto con lui. Quel giovine sembra divorare le +parole mano mano che escono dalla mia bocca. Mi disse che non potrà +mai dimenticare le vostre gentilezze e la dolce vostra affezione per +lei e per la sua cara bambina. Vorrei che mi diceste che voi avete +avuto la bontà di vederla, e come stia, perchè mai bambino più caro e +più bello non nacque da due amanti; è veramente un figlio dell’amore. +Sono determinato di tenere suo padre a bordo, perchè se lo lasciassi +conversare colla madre, ne nascerebbe immediatamente un altro; ma dopo +due mesi gli darò il congedo, e spero che non si separeranno più, e +allora avverrà ciò che a Dio piace.» + +Ecco le lettere secrete che mi scriveva, e che non nuocevano per nulla +alle lettere, per così dire, ufficiali, che riceveva da lui. + +Così, p. e., al 2 marzo lasciava Portsmouth sul _S. Giorgio_, e al 3 mi +scriveva: + + «Mia cara Emma, + + «Il mio capo mi ha fatto l’onore di mettermi sulla fronte di + battaglia e sarò il primo al combattimento. Vi direi di più se + non temessi d’inquietarvi, conoscendo la grande tenerezza che + avete per me. Il _S. Giorgio_ darà un nuovo raggio di gloria alla + fama d’Inghilterra, se Nelson sopravvive, e se l’onnipotente + provvidenza, che continuamente mi protegge nei pericoli, e che + ha difeso la mia vita nei giorni di battaglia, mi assiste e mi + protegge ancora. Conservatemi sempre nella vostra memoria ed in + quella di sir William: il mio ultimo pensiero sarà per voi due + che mi amate. Giudico il vostro cuore dal mio. Voglia il gran Dio + dell’universo proteggervi e benedirvi insieme a sir William. È la + fervida preghiera dell’inalterabile amico fino alla morte di voi e + di sir William. + + «NELSON BRONTE.» + +Mi si permetta di dare ancora un saggio della nostra corrispondenza +privata, e si vedrà con quale ardore quell’uomo mi amava; quanto più +grande è quell’amore, più grande è la mia scusa. + +Mi scriveva da Dusse innanzi a Boulogne: + +«Non temete di nessuna donna, cara Emma, poichè ogni altra donna m’è +odiosa. Non ne conosco alcuna che vi possa rassomigliare, mia Emma. +Sono certo che non farete nulla che possa raffreddare l’amore che ho +per voi: quanto a me, morrei piuttosto che cagionarvi la minima pena. +Date dieci mila baci alla mia cara Orazia. Ieri il soggetto della +conversazione è caduto sul vaccino: un gentiluomo pretendeva che suo +figlio, che era stato vaccinato, aveva avuto contatto con un altro +fanciullo colpito dal vaiuolo, senza esser preso dalla malattia. Se +ciò è vero, è il trionfo del vaccino. Il fanciullo ha avuto un poco di +febbre per due giorni e soltanto una piccola infiammazione al braccio, +in luogo di essere coperto da pustule come era il fanciullo colpito dal +vaiuolo. + +«Del resto fate quel che volete.» + +Parlai di questa lettera al dottor Rowlay e del miracolo medico che +proclamava. Sventuratamente m’imbattei in un avversario accanito di +Jenner, il quale si oppose assolutamente a che Orazia fosse vaccinata, +e siccome aveva egli in quel momento un soggetto conveniente, +inoculò il pus alla povera bambina. Del resto la operazione riuscì +maravigliosamente; in tre settimane Orazia era completamente guarita. +In questa occasione presi a pigione per M. Thomson una casa a Slone +Street e ogni cosa andava bene. + +Ora debbo fare una confessione e, per quanto mi costi, la farò. + +Quanto più cresceva il mio amore per Nelson, tanto più aumentava il +mio odio ingiustificabile per sua moglie. Completamente separata di +corpo da lady Nelson, Orazio volle che questa separazione si estendesse +a tutti gli oggetti materiali e inservibili: mi scrisse di rinviare +a lady Nelson tutti gli oggetti di toletta ed altro che le potesse +appartenere, e che si trovavano coi suoi. Avrei dovuto ricusare, avrei +dovuto di questa crudele cura incaricare una donna della famiglia di +Nelson, qualche cognata; ma invece trovai in ciò l’acre piacere della +gelosia che si vendica; e lady Nelson ricevette tutti gli oggetti +che le appartenevano, con una carta su cui aveva scritto queste sole +parole: — Da parte e per ordine di lord Nelson. + +Spero che Iddio misericordioso mi perdonerà, pel mio pentimento, il +dolore che ho dovuto cagionare a quella infelice donna. + +Sir William nel suo viaggio alla contea di Surry non si era inteso per +Merton-place, e, invecchiando, era diventato sempre più avaro, e si +ritirò da questa compera per due o trecento sterline. Nel suo viaggio +a Londra, aveva parlato di questa compera a Nelson, e gli aveva molto +vantato la situazione della casa. Nelson si ricordò del mio desiderio, +e quando seppe che sir William non aveva comperato Merton-place, +gli scrisse incaricandolo di comperare Merton-place al prezzo che +gli venisse chiesto, dicendo che era sempre stato il suo più grande +desiderio di vivere in campagna cogli amici, che egli comperava Merton +per farne un ritiro per noi tre, ove avremmo potuto passare i nostri +giorni tranquillamente lungi da’ rumori della città e dagl’intrighi del +ministero. + +Sir William andò dal notaio del proprietario di Merton-place, che +acquistò in nome di lord Nelson, al prezzo che aveva ricusato di +prenderlo egli stesso. + +Siccome era sicura che Nelson non comperava Merton-place che per +farmene un dono, gli esposi nella mia lettera certi scrupoli, intorno +alla località che, se piaceva moltissimo a me, poteva dispiacere a lui. + +Egli si affrettò di rispondermi: + +«Non inquetatevi su questo punto; sono certo che Merton mi piacerà, +ed ho buona opinione del vostro gusto e del vostro giudizio, per non +credere che possa mancare.» + +È nota quella terribile campagna dell’Inghilterra contro la +Danimarca, a cui Nelson era chiamato a prendere parte. Incaricato del +bombardamento di Copenaghen, Nelson si avanzò ad un punto tale, che +l’ammiraglio Parker, temendo che le navi inglesi naufragassero e non +potessero più manovrare, diede dal vascello ammiraglio il segnale della +ritirata. + +Nelson prevenuto dal capitano Hardy del segnale che gli faceva il suo +superiore, portò il cannocchiale al suo occhio cieco. + +— Non veggo nulla, disse, e continuò il combattimento. + +Il cattivo stato della salute di Nelson e specialmente il suo desiderio +di rivedere me e la sua cara Orazia, di cui sarei stata gelosa, se una +madre può essere gelosa di sua figlia, gli faceva chiedere, quando la +campagna era quasi finita, il favore di ritornare a Londra. Siccome +egli chiedeva questo favore sotto forma di un congedo, l’ammiragliato +glielo accordò, sapendo bene d’altronde ove ritrovarlo, al primo colpo +di cannone che si tirerebbe. + +Si sperava che il cannone tacerebbe per qualche tempo. Il ministero +Pitt, vale a dire il ministero della guerra, era caduto, e il ministero +Addington, vale a dire quello della pace, gli era succeduto. + +Nelson lasciò quindi il suo comando nel Baltico, e al 18 giugno salì +sul brick la _Kite_ comandato dal capitano Degby, e arrivò ad Yarmouth +al 1 di luglio. + +Ci capitò nel momento in cui meno si attendeva il suo bastimento, non +avendo impiegato che 10 giorni a venire da Kioge bay a Yarmouth. + +La mia gioia fu grande. Fortunatamente, sotto il velo di una tenera +amicizia, potevamo, in presenza di sir William, dirci una parte delle +cose che sgorgavano dal nostro cuore. D’altronde un quarto d’ora dopo +l’arrivo di Nelson il principe di Castelcicala, ambasciatore, se lo si +ricorda, del re delle Due Sicilie, venne a comunicare un dispaccio a +sir William: sir William andò in un’altra sala e ci lasciò soli. + +La prima parola di Nelson fu per Orazia; le dimande si succedevano con +tale rapidità che non poteva rispondervi. + +Entrai nella sala, e dissi sotto voce a sir William, che lord Nelson +voleva vedere la sua figlioccia, e mi pregava di accompagnarlo dalla +nutrice. + +Non aveva voluto uscire senza prima avvisare sir William. + +Sir William mi strinse la mano e scosse la testa. + +— Ecco un padrino molto tenero e premuroso, disse; andate pure, figlia +mia. + +Lasciai i due diplomatici a discutere gli affari di stato, di cui, +grazie a Dio, non mi mischiava più, e salimmo in carrozza per andare a +Slone Street. + +Cammin facendo, chiesi a lord Nelson notizie dell’uccello. + +— Di quale uccello? + +— L’uccello d’Aboukir, quello che venne a riposarsi sulla vostra spalla +il giorno che vi feci una visita sul _Vanguard_. + +— Ah! disse egli con gioia, l’ho riveduto alla mattina del +bombardamento di Copenaghen; davvero, che comincio a credere che +quell’uccello sia il mio buon genio. + +Nelson rivedendo la piccola Orazia fu ancor più felice della prima +volta. La bambina in quei quattro mesi che scorsero, era cresciuta, ed +aveva vinta la sua debolezza, era la più bella creatura che si potesse +vedere. + +Nelson ritornò a Piccadilly pazzo di gioia; non fece che parlare della +sua figlioccia tutto il tempo del pranzo. + +Come dissi, le negoziazioni erano aperte per la pace dal nuovo +ministero, ma l’Inghilterra non acconsentiva che alla condizione di +conservar Malta, e che le si cedesse la Trinità. Bonaparte si oppose +vigorosamente contro queste due pretensioni, e annunziò nel _Moniteur_ +che riunirebbe la flotta a Boulogne per tentare un’invasione in +Inghilterra. + +Difatti alcune divisioni di scialuppe e di cannoniere uscirono dai +porti di Calvados della Seyne, e si recarono a Boulogne. + +L’Inghilterra non volle restare indietro, e riunì forze considerevoli +per opporsi a quel progetto. + +Nelson ricevette il comando della squadra destinata a sorvegliare i +preparativi della Francia. + +Bisognava separarsi di nuovo, ma questa volta vi era la speranza, +che la separazione sarebbe corta; era più una dimostrazione, che una +ripresa di ostilità. + +La commissione di Nelson gli arrivò il 25 luglio 1801, e al 27 scrisse +a sir Evan Nepean Esq: + + «Signore, + + «Vi prego di avere la bontà d’informare i lord commissarii + dall’ammiragliato del mio arrivo a Londra, e che immediatamente + trasporto la mia bandiera a bordo dal vascello l’_Unità_ nel bacino + di Sherness. + + «NELSON BRONTE.» + + + + +IX. + + +La storia di Nelson m’è più cara della mia vita, e perciò lo seguo nel +Mediterraneo, dopodichè ritornerò a quell’Inghilterra tanto triste per +me dacchè la ho lasciata. + +Negli ultimi giorni di luglio mi scrisse: + + «Mia Cara Emma, + + «Quantunque vi abbia scritto da vari luoghi, soltanto per dirvi, + sono qua, sono là, mi è stato impossibile di dirvi altra cosa, che + sono qui e sto bene, perchè non dubito _che saranno tutte lette_. + Non ho altro mezzo per mandarvi notizie che il mare, e gl’invii che + dovranno farsi col mezzo di piccoli bastimenti che l’ammiraglio mi + ha dato, non potranno essere frequenti. + + «Il nostro passaggio è stato enormemente lungo: da Gibilterra a + Malta abbiamo impiegato undici giorni; arrivai verso la sera del + 15, e ripresi il mare nella notte del 16 al 17 a tre ore, e non + giungemmo che al 26 innanzi a Capri, ove ho dato ordine perchè la + fregata che portava M. Elliot a Napoli venisse a raggiungermi. + + «Vi mando le copie delle lettere del re e della regina. Sono + orribilmente afflitto che essa non dica nemmeno una parola di voi. + La sua sola scusa che dice, è che questa è una lettera politica. + + «Quando risposi alla regina, le scrissi: + + «Ho lasciato lady Hamilton il 18 maggio, e sempre così affezionata + verso V. M. che sono sicuro che darebbe la vita per salvare la + vostra. V. M. non ha mai avuto un’amica più sincera e leale della + vostra cara Emma. Vi spiacerà di conoscere, ne sono sicuro, che sir + William non l’ha lasciata in una condizione pecuniaria così lauta + come lo permetteva la sua fortuna. Egli ha diviso i suoi beni fra i + suoi parenti; ma essa farà onore alla sua memoria, quantunque tutti + i suoi amici gli diano il torto d’essere stato avaro verso di lei.» + + «Spero, mia cara Emma, che la regina vi abbia scritto direttamente: + se è capace di dimenticare la mia Emma, spero che Dio la + dimenticherà a suo tempo; ma voi credete che essa non sia capace + di dimenticarvi. Questo è il momento di darvi una prova della sua + affezione. Mostrate soltanto le copie delle lettere del re e della + regina ai nostri amici più intimi. + + «Il re è tristo e sta sempre a Belvedere. + + «Elliot non vide nè lui nè la regina, dal 17, giorno del suo + arrivo, fino al 21; al 22 egli dev’esser presente. + + «Sono convinto che il piano di questo _miserabile Corso_ sarebbe + di conquistare il regno di Napoli: ha fatto entrare 13000 soldati + nella parte dell’Adriatico, e prenderà possesso di Gaeta e di + Napoli senz’alcun’ombra di diritto, e se il povero re fa qualche + osservazione, o ci permette di soccorrere la Sicilia, dichiarerà la + guerra, e dichiarerà Napoli di buona presa. + + «Aveva consigliato al generale Acton di non lasciare la famiglia + reale a Napoli; poichè Napoli o tosto o tardi sarà conquistato, + come meglio converrà a Bonaparte. + + «La Morea e l’Egitto sono pure nelle sue viste. Un’armata di 70000 + uomini si è radunata in Italia. + + «Come potete crederlo, ho grande premura di andare innanzi a Tolone + a raggiungere la flotta. + + «Noi passiamo innanzi a Montecristo, a Bastia, al capo Corso; jeri + ci avvicinammo lentamente a Tolone. Quale sia la loro forza, non + lo saprei; alcuni dicono che hanno nove vascelli di linea, altri + sette, altri cinque. Se ve ne sono nove, ci verranno ad incontrare, + giacchè noi abbiamo soltanto un egual numero di vele. + + «Spero però che usciranno, e così potremo finir tutto, perchè, come + sapete, nulla detesto di più dell’indecisione. + + «Luglio 1803. + + «Mi avanzo verso Tolone per schiacciare i Francesi. Abbiamo tutto + in pronto: sette vascelli di linea, cinque fregate e sei corvette; + in una settimana ne avremo uno o due di più; abbiamo oggi otto + vascelli di linea, dimani sette, compresivi due vascelli da + sessantaquattro. + + «Potete immaginarvi, cara Emma, quanto sarei felice di avere una + delle vostre care e lunghe lettere, per farmi sapere quanto è + accaduto dopo la mia assenza. + + «Ringrazio Iddio che non possiate mai trovarvi in bisogno; ma state + sicura, finchè avrò sei soldi, ve ne saranno cinque per voi; ma + voi avete acquistato questa esperienza che in materia di denaro + non bisogna contare sugli amici. Spero che il vostro buon senso ne + approfitterà. + + «Credo bene che il ministro farà qualche cosa per voi; ma non + ha fatto ancora nulla. Noi possiamo vivere con pane e cacio. + L’indipendenza è una benedizione; e benchè non abbia trovato mezzo + finora di fare una buona presa, e ciò che è stato preso si è già + mangiato, pure sarei sfortunato se in questa campagna non avessi di + che pagare tutti i miei debiti; e pagati i debiti non è per me poca + consolazione. + + «Non ho ancora parlato ad Acton del mio affare di Bronte; ma se + Napoli rimane per lungo tempo nelle mani del re Ferdinando, ne + terrò parola, ma non spero nulla da loro. Credo che da parte sua + non rincrescerà ad Acton di essere lontano sano e salvo. + + «Da quanto sento dire, credo che il re di Napoli sia così + disperato, che metterebbe volentieri le redini di Napoli nelle mani + di suo figlio, e si ritirerebbe in Sicilia. Voi sapete bene che sir + William ha sempre pensato che il re Ferdinando finirà così. La sua + situazione basta in fatti per istraziare il cuore. + + «Luglio 1803. + + «Questa mattina abbiamo raggiunto la flotta. Gli uomini dei + bastimenti sono buoni; ma i vascelli sono avariati e sono lontani + dall’avere il loro equipaggio completo. Non ci sarebbe nulla di + meglio, che di affrontarci subito col nemico. + + «Abbiate la bontà di mandare la lettera qui acchiusa al suo + indirizzo, e state sicura che fino all’ultimo momento della mia + vita sarò il vostro affezionato e fedele + + «NELSON BRONTE» + +Cito la lettera di Nelson invece di ritornare a me e seguire il mio +racconto, perchè credo che sia molto più curioso di veder l’uomo, +che ha avuto una così grande influenza sugli avvenimenti d’Italia, +ritornare nei luoghi ove questi avvenimenti si sono compiti, che di +vedermi sostenere i primi passi di Orazia, che giuoca sull’erba di +Merton-place. + +Consacrerò questo capitolo alle lettere di Nelson, che non sono lettere +d’amore, ma dispacci politici. + +Dunque continuo, o piuttosto continua Nelson: + + «_Victory_ innanzi Tolone, 1 agosto 1803. + + «Non sono sicuro che riceverete questa lettera: + + «Mia carissima Emma + + «La vostra lettera del 31 maggio, che mi è giunta da Napoli, + nel pacco di M. Noble contenente la corrispondenza di Davyson + con Plymouth, mi è stata consegnata dalla _Phoebè_ due giorni or + sono, ed è la sola linea, che la flotta abbia ricevuto dopo la sua + partenza dall’Inghilterra. + + «Non vi sarà difficile, mia cara Emma, di farvi comprendere + l’emozione, che la vista e la lettura della vostra lettera mi ha + prodotto. Sono cose che non possono essere comprese che da persone + legate da un’affezione come la nostra, e quantunque abbiate scritto + poche parole, ho compreso che volevano dir molto. Approvo il vostro + piano e la scelta della vostra società. Per l’altro inverno o per + la primavera prossima spero di essere abbastanza ricco per fare + tutti gli abbellimenti necessari al nostro caro Merton; ciò servirà + a divertirvi; sono sicuro che sarò un grande ammiratore di tutto + ciò che farete fino alle vostre piantagioni di uva spina.» + +La crociera durò circa tre mesi. Dopo aver trasportato la sua bandiera +dall’_Uncle_ sulla _Medusa_ e dalla _Medusa_ sull’_Amazzone_, Nelson +seppe che la pace era stata firmata il 1 ottobre; ed era tempo, egli +era veramente ammalato. + +Al 17 Nelson mi scrisse dall’_Amazzone_: + + «Mia cara amica, + + «Benchè la mia indisposizione non presenti alcun pericolo, pure + resiste alla medicina che il dottore Baired ha prescritto; e debbo + confessare che mi ha molto prostrato e mi pare d’inghiottire del + rhum, che non possa digerire, e resti nei visceri. Vorrei che + questi signori dell’ammiragliato soffrissero dello stesso mio male; + ma siccome essi non hanno visceri, almeno per me, è inutile che lor + faccia questo augurio. Ho passato una notte molto cattiva, ma le + vostre care lettere e quelle di sir William, mi fanno un gran bene. + + «La positiva mia risoluzione è di non esser tormentato al mio + arrivo a Londra, e di non chieder nulla, fuorchè di ritirarmi in + campagna con voi, miei buoni amici. + + «In questi due giorni, qui ha fatto molto freddo, ma il tempo non + è cattivo. Ho acceso il fuoco nella cabina, e spero che la malattia + se ne andrà. + + «NELSON BRONTE.» + +Quantunque questa lettera si debba porre nella categoria delle lettere +officiali, m’inquietava; le sue frasi interrotte, e direi quasi +convulse, mi parevano indicare che chi le aveva scritte tremava per la +febbre nel vergarle. + +Al 23 ottobre Nelson arrivò a Merton-place. Aveva chiesto a sir +William di alloggiare la nutrice e la sua piccola Orazia in una delle +sue piccole dipendenze. Sir William, che conosceva l’amore di Nelson +per quella bambina, acconsentì immediatamente: inoltre la casa era di +Nelson, e non sua. Io aveva indovinato, perchè Nelson appena ci ebbe +abbracciati chiese della sua figlioccia, e si dovette condurlo subito +dalla pretesa madre di Orazia; ma la vera madre era là, e non perdette +nè una parola, nè un gesto, nè un segno. Questa gioia di Nelson era il +mio trionfo. + +Al 29 dello stesso mese Nelson fu istallato alla camera dei lord: aveva +ritardato quella cerimonia, che riteneva per molto noiosa, e l’aveva +ritardata quanto più potè. Siccome egli era visconte, fu presentato dal +visconte di Sydney. + +L’inverno passò in mezzo ai balli ed alle feste nei villaggi +circostanti di Merton-place, di cui Nelson era fanatico in causa della +sua solitudine, e della libertà che vi godevamo, e dei balli e delle +serate e delle feste come Piccadilly. Sir William riceveva molto, e +siccome Nelson abitava con noi, avevamo sempre per ospite qualcuno +della sua famiglia, e debbo dire, che questi ospiti, che dopo la morte +di Nelson non mi parlarono più, erano invece, quando egli era vivo, +pieni di attenzioni e di riguardi per me. + +Nell’estate del 1802, lord Nelson, suo padre, suo fratello, sir William +ed io, andammo a fare un viaggio nel sud della contea di Galles; ma +a Bleenheim il mio amor proprio ebbe a soffrire una forte scossa, +visto lo sprezzo che mi manifestava la nobile famiglia che abitava +il castello. Nelson fu profondamente offeso di questa mancanza di +convenienza a mio riguardo, rifiutò di accettare i rinfreschi che ci +offersero, ed io dissi allora in modo d’essere intesa: + +— Dopo la battaglia di Abouckir, se fossi stata regina, avrei dato +a Nelson un principato; ma avrei procurato che fosse tanto bello che +Bleenheim non fosse che un orto in suo confronto. + +Del resto in tutte le feste che si diedero al mio eroe, dai municipj, +dalle città, o dalle assemblee pubbliche, combinai costantemente, col +mio talento declamatorio, e colla mia voce veramente rimarchevole, di +aumentare l’allegria dei conviti e i piaceri delle serate: non soltanto +la voce pubblica, ma anche i giornali della provincia fecero conoscere +gli immensi successi che ottenni. + +Al principio di settembre ritornammo a Merton, e vi restammo tutto +l’inverno. + +Da molto tempo sir William non istava molto bene, ma verso la fine +dell’inverno la sua indisposizione si fece assai grave, e nel mese di +marzo cadde ammalato seriamente. Lo conducemmo subito a Londra, ove gli +furono prodigate tutte le cure, ma la scienza nulla poteva contro ai +suoi settantadue anni, e andò sempre più indebolendosi, di modo che al +6 aprile ci trovammo tutti e due in ginocchio al suo letto per ricevere +l’ultimo suo sospiro. + +Sir William morì come un uomo che non ha nulla da rimproverarsi, e +pochi minuti prima di morire, con voce debole, ma piena di serenità, +disse a Nelson prendendogli la mano: — Bravo e grande Nelson, la nostra +amicizia quantunque lunga è stata senza nubi, e morendo sono altiero +dell’amico che Dio mi ha dato. Spero che vedrete e farete rendere +giustizia dai ministri ad Emma. Voi sapete meglio di chiunque i grandi +servigi che ha reso, e vi ricorderete tutto ciò che ha fatto pel +nostro paese. Proteggete la mia cara moglie, e possa il grande Iddio +benedirvi, darvi sempre la vittoria, e proteggervi nelle battaglie. + +Poi volgendosi a me, disse: + +— Mia incomparabile Emma, voi non mi avete mai offeso, nè in pensieri, +nè in parole, nè in azioni: lasciate che vi ringrazii profondamente per +la vostra affezione, per la vostra bontà, nei dieci anni della nostra +felice unione. + +Poi, facendo un ultimo sforzo, unì le nostre due mani, mandò un sospiro +e spirò. + +Piansi sir William, e lo piansi sinceramente; gli doveva l’alta +situazione che aveva occupato alla corte, e la parte brillante che vi +ebbi. Forse sarebbe stato meglio per la mia eterna salute che fossi +rimasta umile e povera nell’oscurità; ma questa riflessione che faccio +oggi, non si presentava allora al mio pensiero. + +Lord William non dubitava che dopo la sua morte non ottenessi coll’alta +influenza di Nelson la successione nella sua pensione che era di 1500 +sterline. Egli sapeva che Nelson aveva comperato per me Merton-place +che valeva cinquecento sterline; credette perciò di lasciarmi +ricca legandomi 750 sterline. Difatti queste tre rendite riunite mi +costituivano circa un’entrata complessiva di settantamila franchi. + +Ma bisognò rinunziare completamente alla speranza della pensione +ministeriale: per quante pratiche siansi fatte da me e da lord Nelson, +non ottenemmo nemmeno l’onore di una risposta. Ma Nelson non era uomo +di lasciarmi sopportare un lungo affronto. Mi fece una falsa vendita +di Merton, e mi assicurò una rendita di mille e dugento lire sterline, +il che mi dava, con Merton ed i legati di sir William, sessantamila +franchi di rendita. + +Da un codicillo del suo testamento, fatto una settimana prima della +sua morte, sir William dava a Nelson un mio bel ritratto in miniatura, +dipinto sullo smalto; io gli diedi una catena d’oro, ed egli portò +costantemente la catena al collo ed il ritratto sul cuore. + +Ma una cosa che mi stupì e mi rattristò ad un tempo assai +profondamente, fu la condotta di lord Greenville suo nipote. Quest’uomo +che mi aveva tanto amato, che credeva d’impazzire perdendomi, si +dichiarò uno dei più accaniti persecutori. Un mese dopo la morte di suo +zio, mi obbligò ad uscire dalla casa che gli apparteneva. + +Nelson, vedendo che non aveva più domicilio a Londra, prese un piccolo +appartamento separato dal mio, ed era un gran sacrificio che faceva per +la mia riputazione e al rispetto del mondo; ma non ebbe il coraggio di +continuare questa separazione alla nostra casa di campagna. + +Presi a pigione una casa a Clarge Street. + +Ma qualche settimana dopo questa nuova istallazione, perdetti +l’appoggio e la presenza del mio nobile amico, chiamato al comando +della flotta del Mediterraneo. + +Era insieme un grande onore e un grande dolore per me. In questi +diciotto mesi, in cui ci eravamo abituati a quella vita d’intimità che +bisognava rompere, e per una guerra più accanita che mai, si sarebbe +detto che la lunga speranza della pace, che andava a scemare, aveva +esacerbato, l’una contro l’altra, le due nazioni. + +Il dolore di Nelson era tanto più grave, perchè era incinta per la +seconda volta, e per la seconda volta era obbligato a lasciarmi in +quella condizione, che, secondo lui, doveva stringere di più i nostri +legami. + +Prima di lasciarci giurammo che nulla ci avrebbe potuto separar mai +più; e mi diede un anello d’oro, col quale aveva rimpiazzato quello che +mi aveva dato sir Hamilton. + +Appena imbarcato mi scrisse: + + «22 maggio 1803, otto ore mattina. + + «Mia carissima Emma, + + «Siamo in vista di Ushant, e potremo vedere l’ammiraglio Cornwallis + in un’ora. + + «Sono molto inquieto dell’idea che mi potrà prendere il _Victory_ e + mandarci nell’_Amphion_, che è molto incommodo; ma che posso farci? + + «Vi assicuro, cara Emma, che ho la più grande convinzione che + avremo tosto onori, ricchezze e salute, e resteremo insieme fino ad + età avanzata. + + «Conservo il tuo ritratto e quello della mia figlioccia, ma non + voglio ancora appenderlo alla parete, finchè non sono sicuro + di restar qui. Assicuratevi che la mia affezione per voi è + inalterabile, nulla al mondo la può diminuire. Ve ne prego, dite + ciò alla _cara_ M. T. quando la vedrete; ditele che il mio amore + per lei e per la sua cara e dolce figlia è infinito, e se ve ne + sono altri, il mio amore si estenderà su tutti. Finalmente, mia + cara Emma, ditele tutto ciò che il vostro caro e affettuoso cuore + potrà pensare. + + «Noi siamo ben collocati su questo bastimento. M. Elliot sta bene; + ditelo a lord Minto. Murry, Sulton, insomma tutti i nostri compagni + di bordo hanno l’apparenza di essere felici, e se c’incontreremo + colla flotta francese, faremo quello che siamo soliti a farle. + + «Hardy è stato fino a Plymouth, per vedere se il nostro _Duchman_ è + salvo; sarà una presa eccellente. + + «Gaetano invia i suoi umili doveri a milady; è un buon uomo e sono + sicuro che ritornerà, perchè credo che la guerra non sarà lunga; + sebbene lunga abbastanza per farmi una fortuna indipendente. + + «Se il vento continua, lunedì saremo sulle coste di Portogallo, e + prima di domenica nel Mediterraneo. + + «Dite a mistress Cadogan le migliori cose che potrete, ed anche + alla sua governante mistress Nelson e a suo marito il dottore ec. + ec. ec. + + «Non vi scriverò più fino a che non sarò a bordo dell’ammiraglia. + Dite a mistress Thomson, che le scriverò alla prima occasione, + non essendo sicuro se questa lettera le perverrà. Dopo il primo di + luglio manderò una lunga lettera a Nelson. + + «23 maggio. + + «Ieri siamo stati vicinissimi a Brest, e seppi da una fregata che + l’ammiraglio Cornwallis ha un convegno in mare. L’abbiamo cercato, + ma a quest’ora non l’abbiamo trovato. + + «Il vento è forte. Se non trovo l’ammiraglio fra sei ore, saremo + tutti obbligati di andare sull’_Amphion_ con mio grande dispiacere, + e di lasciare il _Victory_. E tutto ciò avviene per l’alta sapienza + dei miei superiori. + + «Lascio la mia lettera aperta fino all’ultimo momento, avendo + ancora qualche speranza. Intanto cerco inutilmente una buona + ragione di non lasciarmi trasportare sull’_Amphion_. + + «Faccio i preparativi per imbarcarmi sull’_Amphion_ non avendo + trovato l’ammiraglio Cornwallis. + + «Che Iddio vi benedica, ecco la preghiera del vostro più sincero. + + «NELSON BRONTE» + + «Vorrei avere le pubblicazioni di Stephen. + + «Debbo aver lasciato costà il mio sigillo d’argento; che non mi fu + più possibile di trovarlo.» + + «Sulton mi ha raggiunto jeri, e grazie a Dio ci fu reso il + _Victory_; siamo andati tutti al suo bordo, e in pochi giorni ci + metteremo in ordine. + + «Hardy è tutto occupato ad appendere nella mia cabina il vostro + ritratto e quello di Orazia; spero di vedere arrivare i due + altri dall’esposizione; non ho bisogno di altri ornamenti nella + mia cabina. Potrò contemplarli tutti i giorni, e trovarvi nuove + bellezze ogni giorno. Non mi occorre altro. + + «Non aspettate grandi notizie da noi: non vediamo nulla. Ho gran + paura che Napoli cada nelle mani dei Francesi, e se Acton non sta + in guardia, anche la Sicilia: però ho dato i miei consigli, in modo + così chiaro e preciso, che se ciò accade non si potrà darmene la + colpa. + + «Il capitano dice che Elliot non può soffrir Napoli; lo credo + anch’io. Ahimè, non è più come quando ci eravate voi. + + «La regina, a quanto credo dal suggello, ha mandato una lettera a + Castelcicala. La lettera che mi dirige è piena di ringraziamenti + per me, per la cura che prendo del suo regno: se il dottore Scott + ha tempo, ve ne manderò una copia. + + «Il re vive ritirato; ha rifiutato di ricevere il generale francese + Saint Cyr, che è venuto a Napoli per regolare le contribuzioni pel + pagamento dell’armata francese. + + «La regina ha ricevuto l’ordine di offrire un pranzo tanto a lui + quanto al ministro francese; ma nel dare quest’ordine il re è + rimasto a Belvedere. Credo che si disponga a lasciar Napoli, e a + ritirarsi in Sicilia, se però i Francesi glielo permetteranno. + + «Acton non ha avuto il coraggio di dare un pranzo ad Elliot o ad + un inglese. La flotta è pronta ad uscire, e non uscirà per paura di + battersi con me. + + «Calcolo che ho perduto due vascelli francesi da 74 per non essere + restato nel _Victory_; ma spero che ritorneranno cogl’interessi. + + «Questa lettera andrà a Gibilterra, con Sulton sull’_Amphion_. + + «Fra due o tre giorni scriverò al dottore: veggo dai giornali + francesi che è stato ammesso al baciamano. + + «Col più dolce ricordo alla vostra buona madre e a tutti quelli di + Merton, sono sempre il vostro fedelissimo e affezionatissimo. + + «NELSON BRONTE» + + + «_Victory_, 10 agosto innanzi Tolone. + + «Mia cara Emma, + + «Colgo l’occasione che mi offre M. Accourt che attraversa la Spagna + coi dispacci per l’Inghilterra, per inviarvi questa lettera, perchè + non vorrei per nulla al mondo perdere un’occasione di scrivervi. + + «Al quattro vi ho scritto da Gibilterra. Ma nessuno dei nostri + mezzi di comunicazione coll’Inghilterra non è certo. Credo che + l’ammiragliato ci ha completamente dimenticati, poichè nessun + vascello ci ha raggiunti dopo la nostra partenza da Spithead. Non + ho quindi nessuna notizia da darvi se non che un mio scooner ha + messo il suo naso nella rada di Tolone e che subito quattro fregate + l’hanno preso per un trasporto d’acqua per la flotta; ma spero di + aver presto occasione di pagare questo debito cogl’interessi. + + «M. Accourt dice che a Napoli si ha la speranza di essere salvati + colla mediazione dei Russi; credo però che se i Russi fanno la + guerra ai Francesi, non siano però tutti pel reame, e quei nostri + amici appoggiandosi su di una canna spezzata, perderanno anche la + Sicilia. + + «Prendere qualche cosa pel mio ducato di Bronte, non lo spero: + le finanze di Napoli non sono state mai peggiori: pazienza, ma + vorrei.... + + «Vedo che son morti molti vescovi: vorrei sapere se mio fratello si + annoia a Cantorbery: mi occuperei per fargli avere un vescovado: se + lo vedete e gli scrivete, ditegli che non ho dieci minuti di tempo + per inviargli una parola; M. Accourt non può trattenersi di più.» + + + «26 Agosto. + + «Cara Emma, + + «Dire che penso a voi giorno e notte, e dire tutto il giorno e + tutta la notte, non basta per esprimere la mia affezione ed il + mio amore per voi: credetemi che sono incapace di offendervi in + pensieri, in parole ed in azioni. Tutte le ricchezze del Perù non + basterebbero a riscattarvi per un sol momento; io sono tutto a voi. + + «L’appello della nostra patria è un dovere, al quale debbo + arrendermi, e se non rispondessi a quest’appello, voi stessa, + nei vostri momenti di fredda riflessione, mi rimproverereste e + mi credereste così miserabile e avreste avuto vergogna di me; + non mi direste più: Ecco l’uomo che ha salvato la patria, ecco + chi è sempre il primo a correre alla battaglia, e l’ultimo a + tornare, e poi tutti questi onori si riflettono su di voi. Il + mondo dirà, vedendomi: quanti sacrifizj non ha fatto quell’uomo + per assicurare le nostre proprietà fino a lasciare la donna più + vezzosa e più gentile del mondo. Amandomi come voi mi amate, come + voi dovete comprendermi.... Il mio cuore è con voi, mia cara amica. + Procurerò di lasciare un nome senza macchia. Io non l’ho fatto nè + per ambizione, nè per desiderio di ricchezza; nè il desiderio di + ricchezze nè l’ambizione avrebbero potuto tenermi lontano da tutto + ciò che ama il mio cuore. Non ho salvato il mio paese e la donna + che amo perchè era nella volontà del Signore. + + «Sempre, sempre vostro in questo mondo e nell’eternità. + + «NELSON BRONTE» + + «Per sempre, per sempre il vostro + + «NELSON» + +Ora riprendiamo il corso del nostro racconto. + + + + +X. + + +Grazie alla famiglia di Nelson, che per compiacere al nobile ammiraglio +fu assai garbata per me, io non fui così isolata come quando partì. Sua +nipote, la figlia del dottore, fu accolta nella mia casa, e divenne mia +scolara. Essa studiò con me il francese, l’italiano, il disegno, la +musica, e posso dirvi che in sei mesi, da una specie di contadinuzza +che era, l’aveva trasformata in una piccola damigella; era una prova +di condiscendenza da parte mia, e dalla parte di Nelson, una prova di +stima. + +Il dottor Nelson, fratello dell’ammiraglio e padre della giovinetta +di cui aveva intrapreso l’educazione, avendo ottenuto di essere +nominato canonico della Cattedrale di Cantorbery, era molto assiduo +a presentarmi i suoi doveri, quando io andava a passare una parte +dell’estate in quella città. + +Aveva con me mistress Bellington, antica artista drammatica, che era +stata molto bella, ed avea un gran talento. + +Gli abitanti di Cantorbery erano, debbo dirlo, molto maravigliati +di vedere le due ospiti del venerabile canonico, e furon quasi +scandalizzati quando un giorno di festa offrimmo, mistress Bellington +ed io, di cantare un duetto sacro nella Cattedrale. La nostra offerta +fu accolta con un rifiuto molto netto e secco. E più ancora, i +rispettabili cittadini dell’antica capitale del regno di Kent non +mancarono mai di mettere sui loro viglietti di visita: pel dottor +Nelson _ma non per lady Hamilton_. + +Poco tempo dopo la partenza di Nelson, partorii una seconda figlia, che +nacque a Merton, ed a cui diedi il nome di Emma: la povera bambina non +fece che apparire in questo mondo, e morì l’anno seguente in un accesso +di convulsioni. + +In quest’epoca, l’ho detto e lo ripeto, tutta la famiglia Nelson +era piena di riguardi per me, e naturalissimamente era in non buone +relazioni colla povera moglie. E Nelson aveva detto chiaramente a tutti +i suoi parenti, che quelli che sarebbero in buone relazioni con me lo +sarebbero anche con lui. Difatti dopo la morte di sir William, Nelson +dimenticò l’esistenza di mistress Nisbett, e mi considerava e trattava +come sua vera moglie. Si è veduto dalle sue lettere a qual grado giunga +il suo amore per me. Ma quando fui stanca della sua assenza, e colma +di disprezzo da questa ridicola cittadinanza, gli scrissi che era mio +desiderio di raggiungerlo e di stare sul suo bastimento, correndo con +lui tutti i pericoli ai quali si esponeva. Mi rispose con una fermezza +che non mi sarei mai aspettata: + +«Sapete, mia cara Emma, che soffrite quasi sempre in mare: immaginatevi +cosa sarebbe quando sareste in crociera innanzi a Tolone, ove anche in +estate abbiamo venti, almeno una volta alla settimana, e due giorni di +mare grosso. + +«Non voglio che vi ammaliate, per vedervi io ammalata. Com’è mai +possibile di avere Orazia a bordo di un vascello? + +«E poi ho pel primo vietato che nessuna donna venisse a bordo del +_Victory_; e sarei io il primo a disubbidire all’ordine che ho dato? +che Dio me ne guardi!» + +In mezzo a tutto ciò debbo confessare una cosa; è che la mia abitudine +di spendere era tale, che la rendita di Merton, il legato di sir +William, e la pensione vitalizia che Nelson mi faceva corrispondere, e +che formavano circa sessantamila lire di rendita erano insufficienti. + +Parlava dunque sempre a Nelson di sollecitare per me da M. Addington la +trasmissione della pensione di sir William, ed egli che non comprendeva +nulla delle mie esigenze, e che non poteva dubitare come con tale +fortuna mi trovassi in bisogno, mi rispondeva: «Se M. Addington vi dà +una pensione, sarà bene; ma voi non datevi pena per ciò. Non avete +Merton per voi senza ipoteche? e non dovete nulla a nessuno. La mia +cara Orazia è già provveduta, e spero che qualche giorno voi sarete la +mia duchessa di Bronte; e allora non darei un fico per tutto il mondo.» + +Attorniata da gente senza mezzi e da numerosa parentela, la mia casa +a Londra e la mia villa di Merton erano in continue feste, in cui i +miei mezzi, quantunque lauti, non permettevano di far onore. Nelson +mi faceva di quando in quando qualche rimostranza sulla necessità +dell’economia; si scorgeva in lui l’uomo che aveva sofferto la povertà, +e temeva di trovarsi senza denaro. Insisteva specialmente su ciò, che +abitassi a Merton, ove probabilmente doveva fare più economia che a +Londra. + +Se Nelson fosse stato vicino a me, non avrei nemmeno sognato di +scostarmi dai suoi consigli, ma, lui assente, la noia di una vita tanto +disoccupata, dopo averne vissuto una così attiva, mi angustiava, e non +poteva fermarmi quieta in un luogo. Lasciai Merton per Londra, ove le +mie spese non avevano limite. + +Aveva l’abitudine di passare una parte dell’estate ai bagni di mare, ed +era specialmente là ove la spesa diveniva enorme. Queste spese davano +delle inquietudini a Nelson; ma io gli diceva che questi bagni mi erano +raccomandati dai medici, e non seppe dirmi che una cosa: + +«Andate a’ bagni, quando io non vi era, e restateci, quando già vi era. + +Ma come frase incidente od in una poscritta gettata a’ piedi di una +lettera molto tenera, mi diceva: + +«È necessario, mia cara Emma, di far maggiore economia; se no gli +abbellimenti del vostro caro Merton non si potranno più fare, e il +nostro caro Merton avanti di tutto.» + +E aggiungeva, e debbo dirlo, ahimè, inutilmente: + +«Il vostro cuore buono ed angelico, mia cara Emma, mi darà certamente +ragione, perchè comprenderete che tutto è a caro prezzo, a motivo della +guerra, che abbiamo degli amici che hanno bisogno di noi, e che bisogna +aiutarli, e voi troverete, ne sono sicuro, maggior piacere a compire +questo dovere, che a mantenere una colluvie di parassiti, che non hanno +nessuna amicizia per noi». + +Ma tutti questi consigli erano inutili: ad ogni lettera che riceveva da +Nelson facevo mille giuramenti per correggermi, e poi mi abbandonava +a nuove spese ancora più pazze, e più inutili delle prime. Era una +sorgente d’inquietudini per Nelson, e però appassionato per me, come +egli era, mi lasciava continuare. Alla fine comprese che le mie +imprudenze potevano compromettere l’avvenire di Orazia, e che era +necessario di assicurarle una fortuna indipendente, perchè più tardi +non avesse a soffrire per le mie pazzie: mi scrisse inquest’occasione +nel marzo 1804: + +«Al mio ritorno disporrò quattro mila sterline per Orazia, perchè non +intendo che si trovi sprovvista quando la lasceremo sola e senza amici +al mondo.» + +Io aveva sopra Nelson un potere per farlo accondiscendere a tutte +le mie volontà: era di fargli credere che qualche nobile gentleman +chiedeva la mia mano; fra gli altri il vecchio duca di Queensburg, che +mi seguiva e mi faceva la sua corte, colla stessa assiduità come se +avesse venticinque anni. + +Si è già veduto che Nelson, ricevendo una lettera della regina di +Napoli, era stato scandalizzato che non dicesse una parola per me. Ma +verso la fine della sua crociera, vedendo che quel silenzio continuava, +finì per iscoprire una cosa di cui sospettava già da lungo tempo, cioè +che la regina, malgrado le proteste della sua eterna riconoscenza, +non aveva conservato che una mediocre memoria della mia affezione per +lei, e dei servigi che le aveva reso: allora risolse di venire ad una +spiegazione con lei, e di farle conoscere il mio stato di fortuna, i +bisogni che mi creava, la mia abitudine di spendere, e la necessità in +cui mi trovava di aver bisogno de’ suoi soccorsi. Ma la regina rispose +sempre freddamente, con frasi ambigue, e protestando l’imbarazzo delle +sue finanze. + +Nelson indignato mi trasmise le sue osservazioni sulla condotta e sul +carattere della regina, ed io pure non mi curava di alcun riguardo +verso quell’amica infedele, e mi vendicai di essa col raccontare +la storia abbastanza scandalosa dei suoi amori, senza pensare che, +paragonandola a Saffo ed a Messalina, gettava su me stessa una parte +della vergogna di cui voleva coprirla. + +In quell’epoca ebbi una penosa e rincrescevole questione con M. +Greenville supra il testamento di sir William. Greenville sperava di +farmi indietreggiare innanzi allo scandalo; ma quando mi vide disposta +a sostenere il processo, propose una transazione che Nelson mi obbligò +ad accettare, quantunque a mio svantaggio. + +Perdetti in questo affare tre o quattro mila franchi di rendita, e finì +là. + +Nelson aveva un tale amore per sua figlia, che sebbene avesse tre anni, +le scriveva come se avesse potuto comprenderlo. + + _Victory_, 13 aprile 1801 + + «Mia cara Orazia, + + «Vi mando dodici volumi di stampe di costumi spagnuoli, che il + vostro angelo custode, lady Hamilton, vi conserverà quando sarete + stanca di guardarli. Sono contento di sapere che siete ristabilita + in salute, e che siete una buonissima figlia. Prego Iddio, mia cara + Orazia, perchè continuiate ad esser buona e brava, il che sarà una + grande consolazione per il vostro affettuoso + + «NELSON BRONTE» + +Quando Nelson scrisse questa lettera non era più in crociera innanzi +a Tolone; ma in traccia della flotta francese, che gli era sfuggita di +mano. + +Al sabato, 30 marzo, per ordine di Napoleone, la flotta francese, che +formava uno dei particolari del gran piano che egli aveva concepito, +era uscita dal porto di Tolone sotto gli ordini dell’ammiraglio +Villeneuve. + +Ecco qual era quel piano, che non fu conosciuto da Nelson se non +quando non era più a tempo di opporvisi, e che non fu sventato che da +circostanze indipendenti dalla volontà degli uomini. + +Napoleone, — poichè Bonaparte era diventato Napoleone, e il primo +console, imperatore, — Napoleone non aveva perduto di vista il suo +sbarco in Inghilterra; aveva risolto di dar ordine a tutta la flotta +francese che uscisse ad un tempo da tutti i porti ove gl’Inglesi +stavano osservandola, e di portarsi verso le Indie occidentali; di +attirare gl’Inglesi dalla parte delle Antille, e di ritornare poi di +botto nei mari d’Europa, con una riunione di forze superiore a tutte le +squadre inglesi che potrebbe incontrare. + +Il punto di convegno generale dei Francesi era la Martinica. + +All’11 gennaio l’ammiraglio Missiessy era uscito da Rochefort con +una tempesta orribile, e passando da Perthuis aveva preso il largo +senz’esser veduto dagl’Inglesi: aveva con lui cinque vascelli e quattro +fregate. + +L’ammiraglio Villeneuve doveva partire col primo vento favorevole, +tentare d’ingannare Nelson, e se non lo ingannava, di sfuggirgli almeno +di mano, passare lo stretto, toccar Cadice, e raggiungere l’ammiraglio +spagnuolo Gravina, far vela per la Martinica, unirsi a Missiessy, +e aspettare Gantheaume, che anche egli al primo colpo di vento di +equinozio che svierebbe gl’Inglesi, doveva uscire dal porto di Brest, +con ventun vascelli che egli aveva sotto i suoi ordini: e passando +da Ferrol prenderebbe un’altra flotta francese e spagnuola, sotto gli +ordini dell’ammiraglio Gaurdon, e si dirigerebbe verso la Martinica, +ove, come abbiam detto, dovevano aspettarlo Missiessy, Villeneuve e +Gravina. Questa riunione di cinque ammiragli e di sei flotte doveva +dare da 51 a 60 vascelli, forza enorme, di cui non si era mai veduto +in altri tempi, e su nessun mare una simile concentrazione. Una volta +riuniti, questi sessanta vascelli dovevano far vela per la Manica +mal osservata, perchè le varie squadre inglesi dovevano essere sparse +nel Mediterraneo, nell’Atlantico, nei mari delle Indie, e forse dove +si poteva supporre che fosse andata la flotta francese; battere ogni +squadra isolata che incontrerebbe sul suo cammino, e far poi contro +l’Inghilterra, unendosi alle flottiglie di Boulogne, il colpo di cui +era da tanto tempo minacciata. + +Ora l’ammiraglio Villeneuve nella notte dal 30 al 31 marzo, +approfittando del maestrale, come l’ammiraglio Missiessy aveva +approfittato della tempesta, era uscito dal porto di Tolone, come +dissi, nel momento in cui Nelson meno se l’aspettava. + +Al cinque aprile, Nelson scriveva questa lettera che dipinge la sua +agitazione. + + «A William Marden Esqu. Ammiragliato. + + «_Victory_, mare 9 aprile 1805. + + «Signore, + + «La flotta francese ha preso il mare nella notte di sabato 30 + marzo, e alla domenica mattina, 31, alle otto ore, è stata veduta + dall’_Active_ e dalla _Phoebè_ che percorreva verso SS. O., con una + leggiera brezza di N. E. Con tutte le vele spiegate e la sua forza, + dal computo delle sue fregate, si suppone composta di 11 vascelli, + sette fregate e due brick. Ad otto ore di sera il capitano Moubray + staccò la _Phoebè_ per raggiungermi all’altezza di Toro. Ieri + mattina, 4 aprile, l’_Active_ mi raggiunse poi alle 2 dopo mezzodì. + Il capitano Moubray nella notte del 31 scorso, navigando sottovento + con una brezza di N. O. ha perduto di vista il nemico, e si crede + che abbia fatto vela verso Oriente. Siccome al 1 aprile i venti + sono stati molto variabili, soltanto dal sud all’est fino alla + notte del 3, in cui il vento si mise a soffiare fortemente da N. O. + ho posto delle fregate sulla costa di Barberia ed all’altezza di + Toro. Io mi trovo a mezza via fra la Galite e la Sardegna, perchè + sono sicuro che se il nemico è stato obbligato a prendere quella + via, non ha potuto passare prima d’oggi. Si dice che il ministro + della Marina la comandi in persona, e spero d’incontrarlo. La + flotta che ho l’onore di comandare è quanto posso desiderare di + meglio riguardo alla salute ed alla disciplina, e le LL. Signorie + possono star sicure che nulla tralascerò per prendere il nemico.» + + «Ho l’onore, ecc., ecc.» + +Al 6 aprile Nelson non avea ancora notizie della flotta; egli era alla +disperazione, e scriveva al capitano Ball: + + «Davvero sono mezzo morto, ma quanto uomo può fare, sarà fatto + per trovarli. Ho l’_Embuscade_ in vista, ma anch’essa non ha + trovato nulla perchè non mi fa nessun segnale. L’_Amazone_ partirà + per Napoli, nel momento in cui l’_Active_ ci raggiungerà, il + che avverrà oggi o dimani mattina. Vado a prendere posizione + all’altezza di Ustica, per esser pronto a ricevere la comunicazione + del vascello che mi raggiungerà. Sto male davvero e pieno di + collera. Dio vi benedica, mio caro Ball.» + +Nello stesso tempo scriveva a Davyson: + + «Ho incaricato il capitano Cann di farvi visita. Vi dirò in quali + agitazioni mi trovi; non posso nè mangiare, nè bere, nè dormire; + ciò non può durar molto, soffro troppo; ma sono sempre, mio caro + Davyson, il vostro fedele. + + «NELSON BRONTE.» + + «Direte al capitano, uomo onorevolissimo, che, se lady Hamilton è a + Londra od a Merton, gli deve consegnare una mia lettera.» + +Ora diciamo in due parole che cosa ne avvenne di questa flotta +francese, che Nelson cercava invano. + + + + +XI. + + +L’ammiraglio Villeneuve era infatti partito da Tolone con undici +vascelli e sei fregate: informato da un bastimento raguseo della +posizione di Nelson, si era diretto a Cartagena, ed al 9 aprile entrava +nello stretto. + +Nella stessa sera era in vista di Cadice, e si riuniva coll’ammiraglio +Gravina. + +Verso le due del mattino le due squadre riunite continuarono il loro +viaggio, e all’11 erano già nell’Oceano, sfuggendo alla sorveglianza di +Nelson. + +Nelson non aveva conosciuto questi particolari che al 16 aprile: era +stato trattenuto dal vento dell’Ovest fino al 30: al 10 di maggio si +trattenne nella baia di Lagos ed all’11 di maggio, vale a dire un mese +dopo Villeneuve, entrò nell’Oceano per seguirlo. + +Al 10 giugno Villeneuve si era messo in cammino verso l’Europa. + +Qualche giorno prima, Nelson era arrivato alla Barbada, il 7 era alla +Trinità, il 10 a Granada, finalmente al 14 agosto, dopo aver lasciato +a Cornwallis quei bastimenti che potevano ancora tenere il mare, era +andato cogli altri a Portmouth, ove gettò l’áncora al 18 di quel mese. + +Allora io era a Southend con mistress Bellington e Orazia. Ricevetti +l’avviso del suo ritorno, e mi affrettai di ritornare a Merton, ove si +era riunita tutta la sua famiglia per riceverlo. + +Vi arrivò al mattino del 20. + +Nello stesso giorno ritornò a Londra, ebbe una conferenza col +segretario di stato pel dipartimento della guerra, col primo lord +dell’ammiragliato, e con qualche altro ministro. + +Si comprende di quali feste fosse causa un simile ritorno: tutti gli +amici di Nelson e miei corsero a Merton; la tavola non era mai minore +di 20 a 25 coperte, ed io presiedeva a questi pranzi come se fossi la +moglie di Nelson, nè egli ned io pensavamo più a gettare un velo sulla +nostra intimità; anzi ciascuno di noi se ne faceva un vanto, e Nelson +mi presentava i visitatori come se fossi veramente lady Nelson. + +Appena seppi dell’arrivo di Nelson, feci venir subito Orazia, che fino +allora aveva passato la maggior parte del tempo colla donna che l’aveva +allevata. Nelson, secondo le intenzioni che mi aveva manifestato, +aggiunse al suo testamento questo codicillo in di lei favore: + +«Lego a miss Orazia Nelson Thomson, battezzata il 13 maggio ultimo +nella parocchia di S. Mary-le-Bone, nella contea di Middlesex, da +Beniamino Lawrence curato e John Willock chierico assistente, che +riconosco come mia figlia adottiva, la somma di quattro mila sterline +in moneta inglese, pagabile sei mesi dopo la mia morte, e costituisco +la mia cara amica Emma Lyonna sola custode della suddetta Orazia Nelson +Thomson, fino a che avrà 18 anni; e gl’interessi delle quattromila +sterline saranno pagate a lady Hamilton per la sua educazione e +mantenimento. Desidero che lady Hamilton sia sempre la nutrice di +Orazia, essendo certo che la educherà nei principii della virtù e della +educazione, che le darà tutte le doti che essa stessa possiede in sì +alto grado, perchè la renda una donna degna del mio caro nipote Orazio +Nelson, al quale la destino per isposa, se sarà degno di lei, e se, a +giudizio di lady Hamilton, egli merita un tesoro tanto caro.» + +Questa volta Nelson contava bene di non più mettersi in mare: +stanco di trionfi e sazio di gloria, carico di onori, mutilato nel +corpo, egli aspirava alla solitudine ed alla tranquillità. In questa +speranza Nelson era occupato a far trasportare a Merton tutte le cose +preziose che aveva a Londra, e quando si credeva più che mai sicuro +dell’avvenire, un colpo di fulmine venne a svegliarlo in mezzo ai suoi +sogni dorati. + +Al 2 dicembre, vale a dire dodici soli giorni dopo l’arrivo di Nelson a +Merton, si venne a bussare alla porta a cinque ore del mattino. + +Nelson credendo che fosse qualche notizia dell’ammiragliato, balzò dal +letto e andò incontro al visitatore mattiniero. + +Era il capitano Enrico Blackwood che arrivava dall’ammiragliato colla +notizia che le flotte riunite di Francia e di Spagna, dietro le quali +tanto corse Nelson inutilmente, erano entrate nel porto di Cadice. + +Riconoscendo Blackwood, Nelson esclamò: + +— Ci scommetto, Blackwood, che mi recate notizia delle flotte unite, e +che io sono incaricato di distruggerle. + +Era precisamente quanto veniva ad annunziargli Blackwood. Era quella +distruzione che si aspettava da lui. + +Tutti i bei progetti di Nelson erano andati in fumo. + +Egli non vedeva più che il piccolo angolo di terra, o piuttosto di +mare, ove si trovavano le flotte riunite; e tutto giulivo ripeteva +molte volte a Blackwood con quella compiacenza, che gli cagionavano i +suoi antichi amici: + +— Blackwood, state certo che darò a Villeneuve una lezione di cui si +ricorderà. + +La sua intenzione era di partire per Londra, e di preparare quanto era +necessario per quella campagna, senza dirmi nulla della missione di cui +era incaricato; soltanto nell’ultimo momento mi disse tutto. + +Ma siccome io mi alzai quasi nello stesso tempo, ed osservai la +sua preoccupazione dopo la sua conversazione con Blackwood, così lo +condussi in una parte del giardino che preferiva a tutte le altre, e +che egli chiamava il suo _Banco di Quarto_. + +— Che avete, amico mio, gli chiesi; avete qualche cosa che vi tormenta +e che non volete dirmi. + +Nelson si sforzò di sorridere. + +— È, mi rispose, che sono l’uomo più felice del mondo: che potrei +desiderare di più? ricco del vostro amore, circondato dalla mia +famiglia, davvero che non darei sei soldi perchè il re fosse il mio +zio. + +Ma io gli risposi: + +— Vi conosco, Nelson, e voi tentate inutilmente d’ingannarmi; voi avete +notizie delle flotte unite, le considerate come vostra proprietà, +e sareste l’uomo più infelice del mondo se le distruggesse un altro +invece di voi. + +Nelson mi guardò per interrogarmi. + +— Ebbene, amico mio, gli dissi, distruggetele, terminate un affare che +avete così bene incominciato, questa distruzione sarà la ricompensa di +due anni di fatiche che avete sostenuto. + +Nelson mi guardava sempre. E quantunque non dicesse una parola, il suo +aspetto prendeva un’espressione indicibile di riconoscenza. + +E continuai: + +— Nelson, per quanto grande sia per me il dolore della vostra assenza, +offrite, come sempre l’avete fatto, i vostri servigi alla patria, e +partite immediatamente per Cadice. Questi servigi saranno accettati +con riconoscenza. Il vostro cuore troverà la sua pace; voi otterrete +un’ultima e gloriosa vittoria, e ritornerete felice di trovar qui il +riposo colla dignità. + +Nelson mi osservava sempre in silenzio, e dopo qualche minuto, cogli +occhi pieni di lagrime, esclamò: + +— Mia brava Emma, mia buona Emma, tu hai letto nel mio cuore, tu hai +penetrato il mio pensiero. Se non vi fosse Emma, non vi sarebbe nemmeno +Nelson al mondo. Sono le Emme che fanno i Nelson. Oggi stesso anderò a +Londra. + +Due ore dopo partimmo per Londra colle sue sorelle. Nelson ci +lasciò nella mia casa Clerges Street, e si recò all’ammiragliato. Il +_Victory_, chiamato per telegrafo, era arrivato nella stessa sera nel +Tamigi, ed alla mattina del giorno seguente si preparò tutto per la +partenza. + +Restammo però ancora dieci giorni insieme; ma gli ultimi cinque li +passò quasi per intiero all’ammiragliato. + +All’11 andammo ancora a fare un’altra visita al nostro caro Merton. +Per quanto grande fosse stato lo sforzo che faceva su di me, quando mi +trovava sola per qualche momento, non potea trattenermi dal piangere. +Passammo soli tutta la giornata del 12 e tutta la notte del 12 al 13. + +Ad un’ora circa prima di giorno, Nelson si alzò, ed entrò nella camera +di sua figlia; si chinò sul suo letto, e pregò con grande fervore, e +non senza lagrime. + +Nelson era naturalmente religioso. + +Poscia passammo insieme ancora un’altra ora, e alle sette del mattino +prese congedo da me. + +Lo condussi sino alla carrozza; e allora mi strinse lungamente al suo +cuore; io piangeva abbondantemente; ma cercava di sorridere in mezzo +alle mie lagrime, dicendogli: + +— Non battetevi senza prima aver veduto l’uccellino! + +Queste furono le ultime parole che gli dissi. + +La carrozza partì al galoppo. Mi fece un segno al momento in cui la +carrozza girava volgendo sotto la porta. + +E non lo rividi più. + +Nelson partiva con presentimenti di profonda tristezza. Prima di +partire da Londra era andato dal suo tappezziere M. Peddisson, +che dimorava a Brows Street: chiese di vedere il feretro che gli +aveva mandato; l’osservò per lungo tempo; rilesse il certificato di +autenticità; poi gli ordinò di guarnirlo e di tenerlo pronto pel suo +ritorno, poichè allora ne avrebbe probabilmente bisogno. + +Giunse a Portsmouth il giorno seguente alle sei del mattino. + +Sceso a terra, scrisse sul suo giornale particolare: + + «Notte del 13 settembre. + + «Ho appena abbandonato ora il mio caro, carissimo Merton, ove ho + lasciato quanto più amo al mondo, per andare a servire il mio re + e la mia patria. Il grande Iddio che adoro, faccia che la patria + mi trovi degno di quanto attende da me: se la sua volontà è che + io ritorni, i miei pensieri non cesseranno mai di essere deposti + innanzi al trono della sua misericordia; e se al contrario la + misericordiosa provvidenza ha destinato che i miei giorni siano + abbreviati su questa terra, mi sottometto con umiltà ai suoi + decreti, nella speranza che la mia morte proteggerà quelli che + lascio sulla terra.» + +Sotto a questa preghiera, scrisse sullo stesso giornale la nota +seguente: + + «11 Settembre 1805. + + «Giunto a Portsmouth alle sei, mi sono imbarcato con M. Rose + e Canning; son salito a bordo del _Victory_ a S. Helens; essi + pranzarono con me preparando tutto per la partenza.» + +Prima che M. Rose ritornasse a terra, gli raccomandò colla maggior +premura il suo cappellano il Dottor Scott. + +Al 15 settembre prese il mare. + +Al 17 settembre, all’altezza di Plymouth, scrisse questa lettera: + + «A lady Hamilton. + + «_Victory_, innanzi a Plymouth. + + «17 settembre 1805, 9 ore mattino + + «Vento O. S. O. detestabile. + + «Vi ho mandato, mia carissima Emma, una lettera nella scorsa + notte da un battello di Torbay, e ho dato una ghinea all’uomo + per consegnarla alla posta. Abbiamo avuto una cattiva notte di + vento, e il tempo è triste. In questo momento sono occupato a + far dei segnali ai bastimenti che trovansi a Plymouth perchè mi + raggiungano; ma dubito che possano prendere il mare. Vi supplico, + mia buona Emma, di star di buon umore: vi prometto che ci vedremo + ancora per molti e molti anni felici, e invecchieremo fra i figli + dei nostri figli. Poi quando piacerà all’Onnipotente di togliere + l’impedimento[1] il mio cuore e la mia anima sono con voi e con + Orazia. Scrivo di fretta queste righe, nel caso che un battello + venga presso il mio bordo.» + + «Per sempre, per sempre il vostro affezionatissimo + + «NELSON.» + +Il giorno seguente mi scrisse di nuovo: + + «Venerdì 16 settembre, davanti a Lizard. + + «Non ho avuto nessuna occasione per mandarvi la vostra lettera, + e non ne vedo la probabilità ancora per oggi. L’_Aiace_ e il + _Tuonante_ arrivano; ma è quasi bonaccia, con leggiero soffio di + ovest. Ci volle la nostra perseveranza per condurci fin qui, ma + spero che ci condurrà sino alla fine. Che Dio vi benedica, mia + Emma. Do le mie lettere a Blackwood per consegnarle a bordo del + bastimento che incontrerà andando in Inghilterra od in Irlanda. + + «Ancor una volta, che il cielo vi benedica. + + «Sempre, sempre il vostro + + «NELSON BRONTE.» + +Al 28 settembre, alle sei ore dopo mezzodì, correndo a piene vele, +egli raggiunse la flotta di Cadice sotto il comando del vice ammiraglio +Collingwood, della forza di 32 vascelli di linea, e di sei vascelli di +riserva. + +Il giorno seguente, 29, Nelson compiva 46 anni di età. + +Al 1 ottobre mi dava, colle lettere seguenti, la notizia della sua +riunione coll’ammiraglio Collingwood e di un attacco nervoso che aveva +avuto. Questi accessi, cui andava soggetto, assomigliavano ad attacchi +di apoplessia, tanto erano violenti. + + «_Victory_, 1 ottobre 1805. + + «Mia carissima Emma. + + «È un sollievo per me il prendere la penna e scrivervi qualche + riga. Questa mattina verso le quattro ho avuto uno de’ miei + dolorosi attacchi spasmodici, che mi ha completamente spossato. + Ed è tanto più singolare che non mi sono trovato mai tanto bene + come ieri. Ho dormito benissimo; ma poi mi sono svegliato sotto + l’accesso. Credo che qualche giorno sarò vittima di uno di questi + accessi. Ora però è scomparso interamente, e non mi rimane di + questa indisposizione che una estrema debolezza. Il buon popolo + inglese non crederà mai che mi sia necessario il riposo del + corpo e dello spirito. Ma forse lo spasimo non si riprodurrà con + simil forza se non da qui a sei mesi. Jeri ho scritto per sette + ore continue, e questa fatica è stata probabilmente la causa + dell’accidente. + + «Ho raggiunto la flotta a sera inoltrata del 28: ma non ho potuto + mettermi in comunicazione con essa che alla mattina seguente. Credo + che il mio arrivo sia stato ben veduto, non soltanto da parte del + comandante della flotta, ma anche dagl’individui che la compongono; + e quando spiegai agli uffiziali il mio piano di battaglia, fu come + una scossa elettrica; alcuni nell’approvarlo versavano fino delle + lagrime. Era nuovo, singolare e semplice, e se si può applicarlo + alla flotta francese, la vittoria è sicura: «Voi siete circondato + da amici che sono pieni di confidenza per voi,» ecco quanto + mi dicevano tutti. Forse vi saranno dei Giuda fra essi; ma la + maggioranza è certamente contenta che io li comandi. + + «Ricevo in questo momento delle lettere della regina e del re di + Napoli in risposta alle mie lettere del 18 e del 21 luglio. + + «Nemmeno una parola per voi. Davvero questo re, e questa regina + farebbero arrossire la stessa ingratitudine. Vi aggiungo le copie, + e colla prima occasione di partenza per l’Inghilterra, vi dirò + quanto io vi ami. + + «L’uccellino non è venuto ancora, ma non si è perduto tempo. Il mio + corpo mutilato è qui, ma tutto il mio cuore è per voi. + + «O. N.» + + + + +XII. + + +Verso questa stessa data del 28 settembre, in cui Nelson operò la sua +riunione colla flotta del vice ammiraglio Collingrood, l’ammiraglio +Villeneuve ricevette l’ordine positivo dal suo governo di prendere il +largo e di passare lo stretto, e gettando delle truppe sulle coste di +Napoli, di scopare i vascelli inglesi dal Mediterraneo e di entrare in +Tolone. + +La flotta alleata composta di trentasette vascelli di linea, diciotto +francesi, e quindici spagnuoli, cominciò a mostrarsi sabato, 19 +ottobre, a sette ore del mattino, spinta da una leggera brezza. + +A mezzodì scorso della stessa giornata, sembrando certa la battaglia, +scrisse a me ed alla povera bambina, che doveva lasciar orfana, queste +due lettere che furono trovate nel suo scrittoio dopo la sua morte, e +che mi furono portate dal suo amico il capitano Hardy. + + «Mia carissima ed amatissima Emma, tenera amica del mio cuore. + Mi è stato dato il segnale che la flotta nemica esce dal porto. + Abbiamo pochissimo vento, di modo che non ho nemmeno la speranza + di vederla prima di dimani. Possa il Dio delle battaglie coronare + i miei sforzi con un felice successo, e in ogni caso, o vittorioso + o morto, sono sicuro che il mio nome diverrà più caro per voi e per + Orazia, per voi due insomma, che amo più della mia stessa vita. + + «E siccome la mia ultima lettera prima della battaglia sarà per + voi, spero, se vivo, di terminarla dopo la battaglia. + + «Che il Signore vi benedica e pregate pel vostro + + «NELSON BRONTE.» + +Poi scrisse ad Orazia la lettera seguente: + + «_Victory_, 19 ottobre 1805. + + «Mio caro angelo, + + «Sono l’uomo più felice del mondo, avendo ricevuto la vostra + lettera del 19 settembre. Mi fa gran piacere di sapere che siete + una buona figlia, che amate molto la mia cara lady Hamilton, e che + ella pure vi adora. Datele un bacio per me. La flotta riunita dei + nemici esce, a quanto mi si dice, dal porto di Cadice, per cui mi + affretto di rispondere alla vostra lettera, mia cara Orazia, per + dirvi che voi siete continuamente l’oggetto de’ miei pensieri. Sono + sicuro che pregate Dio per la mia salvezza, per la mia gloria, + e per il mio ritorno a Merton, e presso la mia carissima Lady + Hamilton. Siate buona figlia, e ricevete, mia carissima Orazia, la + benedizione di vostro padre. + + «NELSON BRONTE.» + +Nel giorno seguente aggiunse questa poscritta alla mia lettera: + + «20 ottobre mattina. + + «Siamo giunti alla bocca dello stretto; ma il vento d’ovest essendo + troppo debole per dare alle flotte unite il tempo di venire da + Trafalgar, mi si dice, che si veggano da lontano quaranta vele. + Suppongo che sieno trentasei vascelli di linea, e sei fregate. + + «Questa mattina se ne vede un certo numero dalla parte del faro di + Cadice; ma il vento essendo freddissimo, credo che rientreranno nel + porto prima di notte. + + «Che Dio ci faccia trionfare del nemico, e ci dia una buona pace.» + +Scorgendo la flotta unita, Nelson scrisse sul suo giornale particolare: + + «Che Iddio, innanzi al quale m’inchino adorandolo, accordi + all’Inghilterra, nell’interesse generale dell’Europa oppressa, + una grande e gloriosa vittoria, e permetta che questa vittoria + non sia oscurata da colpe, da parte di coloro che combatteranno + e trionferanno, e che l’umanità dopo la battaglia possa essere il + solo pensiero della flotta britannica. Quanto a me, personalmente, + rimetto la mia vita nelle mani di chi me l’ha data. Che la + benedizione di Dio discenda sopra quanto sto per fare in servizio + della mia patria. Confido ed abbandono in lui solo la causa santa, + di cui egli s’è degnato di nominarmi in questo giorno il difensore. + + «Amen. Amen. Amen.» + +Poi dopo questa preghiera, ove si trova quella mistura di misticismo +e di entusiasmo, che in certi momenti traspariva sotto la rozza scorza +dell’uomo di mare, scriveva il suo testamento. + + «21 ottobre 1805. + + «In vista delle flotte riunite di Francia e di Spagna, a dieci + miglia circa distante da noi; + + «Considerando che gli eminenti servigi resi al re ed alla Nazione + da Emma Lyonna, vedova di sir William Hamilton, non hanno mai + ricevuto ricompensa nè dal re, nè dalla nazione; + + «1. Quantunque abbia ottenuta nel 1796 la comunicazione di una + lettera del re di Spagna a suo fratello il re di Napoli, in + cui lo avvertiva della sua intenzione di dichiarare la guerra + all’Inghilterra, e che il ministero prevenuto da quella lettera, + abbia potuto mandar l’ordine a sir John Jervis di sorprendere, se + se ne presentava l’occasione, gli arsenali e la flotta spagnuola; + che se però nessuna di tali cose siasi fatta, non fu però colpa di + Lady Hamilton; + + «2. Che la flotta britannica sotto il mio comando non avrebbe + potuto ritornare una seconda volta in Egitto, se l’influenza di + lady Hamilton sulla regina di Napoli non fosse stata causa della + lettera scritta al governatore di Siracusa, perchè permettesse alla + flotta di approvvigionarsi di tutto quanto le abbisognava nei porti + di Sicilia; e così ottenni quanto mi occorreva per distruggere la + flotta francese; + + «Non potendo ricompensare questi servigi, pensai di rivolgermi alla + nazione. Non ho potuto farlo, lascio quindi al mio re ed alla mia + patria di soddisfare questi legati, e provvedere largamente alla + sua esistenza. + + «Confido anche alla benevolenza della nazione, la mia figlia + adottiva Orazia Nelson Thompson, e desidero che ormai porti + solennemente il nome di Nelson. Ecco i soli favori che dimando al + re ed all’Inghilterra, nel momento in cui arrischio la mia vita per + loro. Dio benedica il mio re ed il mio paese, e tutti quelli che mi + sono cari. La mia famiglia non ha bisogno di essere raccomandata, e + sarà, ne sono certo, l’oggetto della più splendida liberalità.» + +Un mese e mezzo prima, vale a dire l’11 di settembre, Nelson aveva già +scritto sullo stesso giornale: + + «Dono alla mia carissima amica Lady Hamilton tutto il terreno che + mi appartiene a Merton e nella parrocchia di Windeblon. + + «NELSON BRONTE.» + +— Ora, disse egli, non pensiamo più che al combattimento. + +Le due flotte si avanzarono l’una contro l’altra. + +In questo momento solenne che precedeva uno dei più terribili +scontri, che mai avvenissero fra due flotte cordialmente nemiche, ogni +comandante in capo diede la sua parola d’ordine. + +L’ammiraglio francese disse ai suoi capitani: + +«Non devonsi aspettare i segnali dall’ammiraglio, che nella confusione +del combattimento possono essere fraintesi o non veduti; ma ognuno deve +ascoltare la voce dell’onore, e portarsi ove maggiore è il pericolo: +ogni capitano è al suo posto, se è al fuoco.» + +Dalla parte degl’Inglesi tutti gli occhi erano fissi sul vascello +ammiraglio per leggervi la parola d’ordine già distribuita a bordo +della squadra riunita, e si vide salire sull’albero maestro del +_Victory_ questa laconica arringa: + +England expects every man will do his duty. + +L’Inghilterra attende che ciascuno faccia il suo dovere. + +Il buon genio di Nelson, il piccolo uccello augurale, non era ancora +comparso. + +Ed ora Iddio mi dia la forza di scrivere ciò che mi rimane da +raccontare. + + * + * * + +Era un’ora ed un quarto dopo mezzogiorno; ad un’ora precisa incominciò +il fuoco. + +Nelson aveva un abito azzurro, e portava al petto le decorazioni +del bagno, di S. Ferdinando, e del merito, quella di S. Gioachino e +quella di Malta, e infine la mezzaluna ottomana; questo scintillare +di decorazioni che avea al petto doveva naturalmente renderlo un punto +di mira di tutti i colpi. Il capitano Hardy voleva fargli indossare un +altro abito. + +— È troppo tardi, disse egli, m’hanno veduto con questo. + +Il combattimento fu orribile. Quattro bastimenti si sfracellarono +a bruciapelo; il _Victory_, il _Formidabile_, il _Bucintoro_ ed il +_Temerario_. + +Il primo che cadde a bordo del _Victory_ fu il segretario di Nelson +tagliato in due da una palla di cannone, mentre parlava col capitano +Hardy e siccome Nelson amava molto quel giovane, Hardy lo fece +subito levare di là, perchè la vista del cadavere non rattristasse +l’ammiraglio. Quasi nello stesso tempo due palle incatenate stesero sul +ponte otto uomini tagliati pel mezzo. + +Tutte queste precauzioni per raccomandare e per assicurare il mio +avvenire, sono prove che Nelson era dominato da un presentimento +mortale. E per dare maggior autenticità agli atti che affidava al +suo giornale, chiamò il suo capitano di bandiera Hardy, e il capitano +Blackwood dell’_Eurialo_, quell’istesso che era venuto a cercarlo a +Merton, e, come testimoni, fece loro firmare quell’atto testamentario. + +I loro due nomi si trovano difatti sul giornale di bordo vicino a +quello di Nelson. + +Nelson aveva due miei ritratti. Una miniatura che sir William gli aveva +lasciato in testamento, e che portava, come dissi, appesa al collo con +una catena d’oro; l’altro, che era di grandezza naturale, era appeso +alle pareti della sua cabina con quello di Orazia. + +Prima del combattimento, temendo che qualche proiettile non offendesse +le immagini delle due persone che amava, come diceva egli stesso, più +della sua vita, li fece staccare dalle pareti par metterli in sicuro. + +Fate attenzione al mio buon angelo, diceva egli, seguendo con ansietà +il mio ritratto, mentre lo trasportavano a schermo delle palle e della +mitraglia. + +— Oh! oh! disse Nelson, ecco un fuoco troppo vivo perchè possa durare +molto. + +Non aveva appena terminato di dire queste parole, che il vento prodotto +da una palla di cannone che gli era passata davanti alla bocca gli +tolse il respiro, e poco mancò che non fosse asfissiato. Si tenne +stretto alla prima persona che incontrò, e stette quasi un minuto +ansante e tentennante prima di ritornare in sè. + +— Non è nulla, diss’egli, non è nulla. + +Questo fuoco durava da più di venti minuti, quando Nelson cadde sul +ponte come colpito da un fulmine. + +Era un’ora ed un quarto precisa. + +Una palla partita dalle sartie di miseno del _Formidabile_, l’aveva +colpito dall’alto in basso, gli entrò nella spalla dopo aver forato la +spallina, e andò a spezzargli la spina dorsale. Egli si trovava nel +luogo stesso ove era stato colpito il suo segretario, e cadde colla +faccia sul suo sangue. + +Tentò di alzarsi appoggiandosi sull’unica sua mano. + +Hardy, che era a due passi da lui, corse in suo soccorso con due +marinai e col sergente Secker, e lo rialzarono. + +— Spero milord, gli disse, che non sarete gravemente ferito. + +Ma Nelson rispose: + +— Questa volta, Hardy, è finita per me. + +— Oh! spero di no, esclamò il capitano. + +— Ma, disse Nelson, ho sentito tale uno scrollo di tutta la persona, +come se avessi infranta la colonna vertebrale. + +Hardy ordinò di trasportare subito l’ammiraglio al posto dei feriti. + +Mentre i marinai lo trasportavano, si accorse che la corda, con cui +si faceva girare il timone era stata rotta dalla mitraglia; la fece +osservare al capitano Hardy, e ordinò ad un nostromo di sostituire +delle corde nuove alle rotte. + +Dato quest’ordine, trasse di tasca il fazzoletto e si coperse la +faccia e le decorazioni, perchè i suoi marinai non lo riconoscessero, e +ignorassero che fosse ferito. + +Molti uffiziali feriti e una quarantina di marinai erano portati, +nello stesso tempo dell’ammiraglio, nel sottoponte: nel numero degli +uffiziali feriti vi erano il luogotenente William Andrew Ram e M. +Whippel segretario del capitano. Il chirurgo esaminava quei due +uffiziali e riconosceva che erano colpiti mortalmente, quando la sua +attenzione fu attirato da un grido — M. Beatty, Milord Nelson è qui, +Milord Nelson è ferito. + +Il chirurgo girò lo sguardo intorno a lui, e siccome in quel momento il +fazzoletto cadde dal viso di Nelson, lo riconobbe. M. Burke, uffiziale +pagatore, e il chirurgo corsero tosto in soccorso dell’ammiraglio, lo +presero dalle braccia dei marinai che lo trasportavano, inciamparono +contro il corpo di un nostromo; ma non caddero. + +Nelson dimandò: + +— Chi sono quelli che mi portano? + +— Sono io e M. Burke, rispose il chirurgo. + +— Oh! mio caro Beaty, soggiunse Nelson, qualunque sia la vostra +scienza, non potete far nulla per me; ho la colonna vertebrale +infranta. + +— Spero che la ferita non sia così grave come lo crede V. S., disse il +chirurgo. + +In questo momento, il reverendo dott. Scott, cappellano del bastimento +che era occupato a far bere della limonea al feriti, si avvicinò a +Nelson che lo riconobbe, e gli disse, con voce interrotta dal dolore, +però con molta forza. + +— Mio reverendo, ricordatemi a Lady Hamilton, ricordatemi ad Orazia, +ricordatemi a tutti i miei amici e specialmente a M. Rose; dite loro +che ho fatto testamento e che lego al mio paese Lady Hamilton, e +mia figlia Orazia; ricordatevi di ciò che vi dico a quest’ora, e non +dimenticatelo mai. + +Nelson fu portato su di un letto; gli si tolsero con gran pena gli +abiti di dosso, e lo si coperse con un lenzuolo. + +Mentre si compiva questa operazione, disse al cappellano: + +— Dottore, sono perduto; dottore, sono morto. + +Per qualche tempo il sig. Beaty esaminò la ferita, e disse a Nelson +che poteva scandagliarla senza fargli molto dolore; difatti gliela +scandagliò e riconobbe che la palla era penetrata nel petto e non si +era fermata che alla spina dorsale. + +La ferita era terribile, e veniva dall’alto in basso, come dissi, e il +colpo era stato tirato alla distanza di quindici metri. + +— Sono sicuro, disse Nelson durante l’operazione, che sono passato da +parte a parte. + +Il dottore esaminò il dorso; era intatto. + +— V’ingannate, milord, gli disse, ma cercate di spiegarmi cosa vi +sentite. + +— Sento, rispose il ferito, come se un’onda di sangue mi salga ad +ogni respiro; la parte inferiore del mio corpo è come morta; respiro +a fatica, e benchè mi si dica il contrario, sostengo che ho la spina +dorsale spezzata. + +Questi sintomi, e più ancora l’ingorgo di sangue di cui si lamentava il +ferito, e lo stato del polsi indicavano al chirurgo che non bisognava +più conservare nessuna speranza; soltanto la gravezza della ferita +non era stata conosciuta da nessuno a bordo, fuorchè dal chirurgo, +dal capitano Hardy, dal cappellano, da M. Burke e dai due aiutanti +chirurghi. + + * + * * + +I miei occhi pieni di lagrime m’impediscono di continuare; da nove anni +che accadde questo avvenimento, raccontai molte volte questa morte +gloriosa in tutti i suoi particolari, ma ora è la prima volta che la +scrivo. + +Riprenderò il mio racconto quando sentirò di averne la forza. + + + + +XIII. + + +Proviamo questa volta di andare sino alla fine. + + * + * * + +L’equipaggio del _Victory_ dava in urrà di gioia ad ogni bastimento +francese che abbassava la sua bandiera. Ad ognuno di questi urrà Nelson +domandava con ansietà: «Che ci è?» Allora il tenente Pasco, che era +ferito e stava a pochi passi di distanza da lui, si levò sul letto e +gli disse la cagione di quelle grida. Il ferito parve che ne provasse +una grande soddisfazione. Egli soffriva una sete ardente, e spesso +domandava che gli si desse da bere e che gli si facesse vento con un +ventaglio di carta, pronunziando queste parole; _ventaglio, ventaglio_, +e _da bere, da bere_. Continuò a fare la stessa domanda fino al momento +della sua morte. Gli si dava ora del vino, ora della limonea, ora +dell’acqua. Era grande la sua ansietà sulla riuscita della battaglia, e +sulla salute del suo caro capitano Hardy. + +Il capitano ed il sig. Burke lo rassicurarono, o piuttosto procurarono +di rassicurarlo sopra amendue queste cose, ed il chirurgo spediva ad +Hardy messo sopra messo per dirgli ciò che l’ammiraglio gli domandava. +Ed egli, non vedendolo venire, esclamava nella sua impazienza: + +— Voi non volete condurmi Hardy; sono sicuro che è ferito, morto forse! + +Infine, un’ora e dieci minuti dopo che Nelson era stato ferito, il +capitano Hardy scese. L’ammiraglio, nel vederlo, mise un grido di +gioia, gli strinse affettuosamente la mano, e gli disse: + +— Ebbene, Hardy, come va la battaglia? Come va la giornata per noi? + +— Benissimo, Milord, rispose il capitano; abbiamo già preso 14 +bastimenti; soltanto cinque sembra che abbiano l’intenzione di +ritornarci contro per disputarci la vittoria, ed ho richiamato cinque o +sei dei nostri per distruggerli. + +— Io spero, continuò il ferito, facendo uno sforzo per sollevarsi, che +nessuno dei nostri vascelli ha abbassato la sua bandiera. + +— No, Milord, nessuno replicò Hardy. + +Allora Nelson, tranquillo sull’onore inglese, ritornò su sè stesso, e, +mettendo un sospiro: + +— Io sono un uomo morto, Hardy, disse; me ne vo a gran passi, e tutto +ben presto sarà finito per me; avvicinatevi, Hardy.... + +Poi, a voce bassa, + +— Vi prego che dopo la mia morte tagliate i miei capelli per la mia +cara Lady Hamilton, e le diate tutte le cose che mi appartengono. + +E siccome il sig. Burke, che aveva inteso il principio della +conversazione, s’allontanava per discrezione: + +— No, no, gli disse Nelson, restate. + +— Ho testè incontrato Beaty gli disse Hardy. Egli mi ha detto che +sperava per voi una lunga vita. + +— No, disse Nelson, non vi provate ad ingannarmi, Hardy; è cosa +impossibile: ho il dorso spezzato. + +Il dovere richiamava Hardy sul ponte. Egli vi risalì dopo avere stretta +la mano del ferito. + +Nelson domandò nuovamente il chirurgo. + +Egli era vicino al luogotenente Guglielmo Rivers che aveva perduto una +gamba. Il chirurgo corse dal ferito, dicendogli che i suoi aiutanti +basterebbero per terminare la fasciatura. + +— Voleva soltanto chiedere notizie dei miei infelici compagni, disse +Nelson; per me, dottore, non ho più bisogno di voi, andate pure. + +Nelson insistette talmente, che il dottore lo affidò al cappellano, +a M. Burke e ai due domestici; ma dopo qualche minuto che l’uomo +della scienza consacrò ai luogotenenti Peake e Rivers, Nelson lo fece +dimandare e gli chiese: + +— M. Beaty, vi ho detto che aveva perduto tutta la sensibilità nella +parte inferiore del mio corpo e _sapete bene_, — facendo risaltare +quelle parole, — che nella mia posizione, non si vive molto tempo. + +Queste due parole che sottolineo, non lasciarono nessun dubbio al +chirurgo sull’intenzione di lord Nelson: egli alludeva ad un infelice +che qualche mese prima aveva ricevuto a bordo del _Victory_ una +ferita in condizioni simili alla sua. E Nelson aveva seguito su quel +disgraziato, che si chiamava Giacomo Bush, il progresso della morte +colla stessa curiosità, come se avesse potuto indovinare che egli +morrebbe della stessa morte. + +Il chirurgo disse allora a Nelson: + +— Milord, permettete che vi palpi. + +Difatti egli toccò le estremità inferiori che erano già prive di +sensibilità e come morte. + +— Ah! soggiunse Nelson, so bene quel che dico; andate pure; Scott e +Burke mi hanno già toccato come fate voi adesso; e non li ho sentiti +più di voi; io muoio, Beaty, io muoio. + +— Milord, replicò il chirurgo, sventuratamente per l’Inghilterra, io +non posso far più nulla per voi. + +E facendo quella suprema dichiarazione, il chirurgo si volse per +nascondere le sue lagrime. + +— Lo sapeva, disse Nelson, sento qualche cosa qui che mi si solleva nel +petto. + +E mise la mano sul punto che indicava. + +— Grazie a Dio, mormorò compiendo quel gesto, ho fatto il mio dovere. + +Il dottore raccomandò al cappellano di dar da bere al ferito, ogni +volta che lo chiedesse, nel mentre che M. Burke non cessava di fargli +vento col ventaglio. + +— Soffrite molto? gli chiese Beaty, prima di lasciarlo. + +— Molto, dottore, rispose Nelson, purchè sia per me, un gran sollievo +il morire. + +E soggiunse: + +— Eppure ognuno cerca di vivere quanto più può. + +Poi dopo una pausa di qualche minuto: + +— Povera Lady Hamilton, se sapesse a che sono ridotto! + +Il chirurgo conoscendo che non poteva recare nessun sollievo +all’ammiraglio, andò a prestare le sue cure ad altri feriti; e nello +stesso tempo il capitano Hardy discese, e si pose accanto a lui; +ma prima di lasciare il ponte aveva mandato il luogotenente Hills a +portare la terribile notizia all’ammiraglio Collingstood. + +Hardy felicitò Nelson di avere, quantunque già in braccia alla morte, +riportato una tale vittoria, e gli annunziò che, a quanto poteva egli +giudicare, si erano già presi quattordici bastimenti francesi. + +— Avrei scommesso per venti, disse Nelson. + +Poi ad un tratto, ricordandosi della direzione del vento, e dei sintomi +della tempesta che aveva osservato in mare: + +— Gettate l’áncora, Hardy, gettate l’áncora, gli disse. + +— Suppongo, rispose costui, che l’ammiraglio Collingwood prenderà il +comando della flotta. + +— Non però fino a tanto che sarò vivo, disse l’ammalato, e sollevandosi +sul suo braccio: Hardy, vi dico di gettar l’áncora — fra cinque minuti. + +— Vado a dare gli ordini, milord. + +— Sulla vostra vita, fatelo, e prima di cinque minuti. + +Poi a voce bassa, come se avesse arrossito di quella debolezza: + +— Hardy, gli disse, non getterete il mio cadavere in mare, ve ne prego. + +— Oh! no di certo, potete star tranquillo su questo punto, milord, gli +rispose Hardy singhiozzando. + +— Abbiate cura della povera Lady Hamilton, disse Nelson con voce fioca; +della mia cara Lady Hamilton. Abbracciatemi, Hardy. + +Il capitano piangendo l’abbracciò. + +— Muoio contento, disse Nelson, ho fatto il mio dovere. + +Il capitano Hardy stette un istante presso l’illustre ferito in atto di +muta contemplazione, poi inginocchiandosi vicino al suo letto, lo baciò +in fronte. + +— Chi mi abbraccia? chiese Nelson, il cui occhio errava già fra le +tenebre di morte. + +Il capitano rispose: + +— Son io, Hardy. + +— Dio vi benedica, amico mio, disse Nelson. + +Hardy risalì sul ponte. + +Nelson riconoscendo il cappellano che era al suo fianco, gli disse: + +— Ah! non sono mai stato un peccatore così ostinato. + +Poi dopo una pausa: + +— Dottore, ricordatevi, vi prego, che ho lasciato in eredità alla mia +patria ed al mio re, Lady Hamilton e mia figlia Orazia Nelson; non +dimenticate mai Orazia. + +La sua sete andava crescendo, e gridava: _Da bere, da bere, il +ventaglio, fatemi vento, stropiccia stropiccia._ + +Egli faceva questa ultima raccomandazione al cappellano M. Scott che +gli aveva procurato qualche sollievo stropicciandogli il petto con la +mano. + +Pronunziò queste parole con una voce interrotta, e che annunziava +l’aumento delle sue sofferenze, dimodochè dovette richiamare tutte le +sue forze per dire ancora una volta queste parole: + +— Grazie a Dio, ho fatto il mio dovere. + +Lord Nelson, pochi momenti dopo che Hardy l’ebbe lasciato, cessò di +parlare. + +Era debolezza? Era vaneggiamento mortale? Comunque sia, il cappellano +ed il signor Burke che sollevando il cuscino lo mantenevano in una +posizione meno dolorosa, rispettarono quel funebre silenzio e, per non +turbarlo nei suoi ultimi momenti, cessarono anch’essi di parlargli. + +Allora ritornò il chirurgo chiamato dal maestro di casa di Nelson, che +era andato a dirgli che l’Ammiraglio stava sul punto di spirare. Gli +prese la mano, era fredda, gli tastò il polso, era insensibile; poi gli +toccò la fronte. Nelson aprì il suo unico occhio; ma quasi subito lo +richiuse. + +Il signor Beaty lo lasciò allora per volgere le sue cure ai feriti, cui +potevano essere utili; ma l’aveva appena lasciato quando il maestro di +casa corse a dirgli: Milord è spirato. + +Il chirurgo corse al suo letto: egli era veramente morto. Erano le +quattro e venti minuti. Avea sopravvissuto tre ore e trentadue minuti +alla sua ferita. + + * + * * + +Perdendo Nelson, io aveva perduto tutto. + + + + +XIV. + + +La morte fu così dolce a Nelson che rese l’ultimo sospiro mentre M. +Scott gli stropicciava il petto, e M. Burke lo sollevava sul guanciale +senza che nè l’uno, nè l’altro se ne accorgessero. + +Nè vale il dire il lutto che si sparse per tutta la flotta inglese +alla notizia della morte di Nelson, e che fece quasi dimenticare una +vittoria così completa. + +La prima cura di Hardy fu di esprimere al chirurgo il desiderio +manifestato da Nelson di non essere gettato in mare, ma di essere +ricondotto in patria. + +Il giorno dopo la battaglia, quando le circostanze permisero occuparsi +delle cure da prestare alle spoglie mortali di Nelson, si cercò +per quali mezzi si poteva prevenirne la decomposizione; bisognava +naturalmente servirsi delle risorse che si avevano a bordo del +_Victory_. Il chirurgo esaminò la ferita, la scandagliò, e riconobbe il +cammino percorso dalla palla; ma non potè scoprire dove erasi fermata. +Non si aveva sufficiente quantità di piombo a bordo per farne un +feretro; si prese la più gran botte che si potè trovare a bordo, vi si +collocò il corpo, e lo si riempì di acquavite. + +Nella stessa sera del giorno, in cui si compì questo triste +avvenimento, si sollevò, come lo aveva predetto Nelson, una terribile +tempesta che veniva da S. O., e che durò senza posa tutta la notte, e +per tutta la giornata seguente continuò colla stessa violenza. Durante +queste ventiquattro ore, il corpo di Nelson rimase nel sottoponte, +guardato da una sentinella, quando ad un tratto, il coperchio della +botte si sollevò con un rumore simile alla detonazione di un colpo +di fucile, — erano i gas sviluppatisi dal corpo, che avevano causato +quell’accidente; allora si chiuse di nuovo la botte; ma vi si +praticò un pertugio per dar luogo al passaggio dell’aria; arrivando a +Gibilterra si sostituì all’acquavite lo spirito di vino. + +Dopo mezzodì del 3 novembre, il _Victory_ levò l’áncora, uscì dalla +baia di Gibilterra, attraversò lo stretto, e ritrovò innanzi a +Cadice la squadra sotto il comando dell’ammiraglio Collingwood, che +incrociava innanzi a Cadice. Nella stessa sera il _Victory_ partì per +l’Inghilterra. + +Il _Victory_ arrivò a Spithead dopo una lunga e noiosa traversata +di cinque settimane; ma la notizia della vittoria e della morte di +Nelson arrivò al 7 novembre, vale a dire diciassette giorni dopo il +combattimento. Nessuno si prese la cura di annunziarmela, e la seppi +semplicemente da una lettera del fratello di Nelson, che, senza dubbio, +preoccupato com’era di diventare conte e pari per quella morte, non +trovò il tempo per comunicarmela in persona. + +Io era nella mia casa di Londra quando mi giunse quella notizia. Il +dottore Nelson non mi diceva punto da qual fonte l’avesse attinta, per +cui ancora ne dubitava. Presi Orazia nelle mie braccia; feci attaccare +i cavalli alla carrozza, e corsi all’ammiragliato; ma non ebbi nemmen +bisogno di entrare per riconoscere che la notizia era vera. Tutti +avevano già contezza della vittoria e quale prezzo fosse costata. + +D’altronde nello stesso giorno il seguente proclama firmato dal Re era +affisso per la città. + + «Giorgio Re ec. ec. + + «Prendendo in seria considerazione l’indispensabile dovere che ci è + imposto da Iddio Onnipotente per il recente e segnalato intervento + della Provvidenza, unitamente ai manifesti ed inestimabili + benenefizj con cui colma ogni giorno questo regno, e di cui ne + è nuovissima prova l’importante vittoria ottenuta dalla nostra + flotta, sotto il comando dell’estinto vice ammiraglio Lord Visconte + Nelson, sulle flotte riunite di Francia e di Spagna; abbiamo, + dietro parere del nostro consiglio privato, pubblicato il seguente + proclama. + + PROCLAMA + + «Abbiamo decretato, e ordiniamo che generali azioni di grazie siano + rese per tutto il Regno d’Inghilterra e d’Irlanda nel giorno di + giovedì cinque dicembre prossimo venturo. + + «Dato dal palazzo della regina il giorno 7 di novembre 1805.» + +Al 4 dicembre, vigilia del giorno fissato pel rendimento di grazia, il +_Victory_, arrivò a S. Helens e spiegò in segno di lutto la bandiera di +Nelson a mezz’albero: tutti i bastimenti di Spethead abbassarono subito +le loro insegne nello stesso modo. + +Nello stesso giorno il bravo capitano Hardy, fedele alle istruzioni +di Nelson, mi spedì un corriere che mi consegnò nella stessa sera una +lettera diretta a me, come pure quella diretta ad Orazia. + +Mi diceva in una lettera a parte che aveva molte cose particolari da +dirmi, e molti oggetti preziosi da consegnarmi; ma che egli non poteva +lasciare il suo bastimento; m’invitava quindi a partire senza perdere +un momento per S. Helens, ove potrebbe conferire con me. + +Partii all’istante, e giunsi alle cinque del mattino. Questo eccellente +amico discese a terra e passò la giornata con me; poi siccome gli +manifestai il desiderio di vedere il cappellano M. Scott e il chirurgo +M. Beaty, li mandò a cercare, e m’inebbriai nel mio dolore, udendoli +raccontare ne’ loro particolari la morte di Nelson: di più, il dottore +Beaty ne aveva scritto una relazione, e ottenni da lui che me la +lasciasse per una notte, che passai intiera nel copiarla, ed è quella +che, grazie alla sua gentilezza ho potuto inserire nelle mie memorie. + +Il giorno seguente il capitano Hardy mi diede un buon consiglio, +quello cioè d’impossessarmi subito di tutti gli oggetti che avevano +appartenuto a Nelson, e che mi aveva legato, temendo che la sua +famiglia se ne impossessasse, e che non ne risultasse qualche processo +scandaloso. Seguii il suo consiglio: presi a pigione un piccolo +appartamento a Spethead, ove feci trasportare tutti gli oggetti che +avevano appartenuto al mio eroe. Tre giorni passai ad ordinare con +pietosa cura quegli oggetti, e fu gran sollievo per me; perchè ad ogni +istante alla vista di qualche nuova prova del suo amore, le lagrime, +che mi avrebbero soffocata, sgorgavano dai miei occhi e mi davano il +solo sollievo che poteva avere. + +Al sabato, giorno 15, il corpo di lord Nelson fu levato dalla botte, in +cui era stato trasportato, e collocato nel feretro che gli era stato +dato dal capitano Ben Hallowell, e che, se lo si ricorda, era stato +scolpito da un albero di vascello francese, l’_Orient_, e deposto su di +uno strato di bandiere. M. Taylor, suo antico segretario, M. Nayler, +M. York Herald, e M. Whilby, erano stati delegati all’ammiragliato +a ricevere il corpo di Nelson, che doveva essere trasbordato dal +_Victory_, su di un yacht e trasportato all’ospedale di Greenwich. + +I funerali erano fissati per il sei gennaio. Era stato deciso che il +corpo fosse deposto nella cattedrale di S. Paolo — che doveva esser +poi destinata alla sepoltura degli eroi e degli uomini di stato — +inaugurata da Nelson come il Pantheon dell’Inghilterra. + +Mi si permetta di non soggiacere più a lungo alla mia sventura. +Dapprima credetti che richiedesse da me un dolore eterno. Feci fare +degli abiti di lutto, e promisi a me stessa di non portarne altri. +Consacrai una delle camere di Merton a quelle sacre reliquie che aveva +avuto per la pietosa obbedienza del capitano Hardy: in tal modo stetti +per un anno intiero lontana dal mondo, vivendo con Orazia. + +Io faceva i conti senza pensare alla debolezza umana, e dimenticai la +mobilità femminile. + + * + * * + +Il resto della mia vita non è più che una sequela di colpe, di +prodigalità, di errori, che mi hanno ridotta alla condizione in cui mi +trovo. Ma dal momento in cui non era più la moglie di sir William, dal +momento che non era più l’amante di Nelson, dal momento che non era più +l’amica della regina Carolina, non era più che Emma Lyonna; vale a dire +una cortigiana arricchita, che avrebbe forse potuto ancora ottenere +quella considerazione che si accoppia alla ricchezza, se avesse saputo +conservare la sua fortuna. + +Ciò che da principio diede la misura della mia poca considerazione, +fu il rifiuto che mi fecero l’Inghilterra ed il re di riconoscer il +testamento di Nelson. Egli mi aveva legato al re ed al paese. Se il re +ed il paese avessero avuto qualche riguardo al testamento dell’uomo che +si era fatto uccidere per essi, mi avrebbero rialzata ai miei occhi. + +Se, respingendomi soltanto, avessero accolta e riconosciuta la mia +povera Orazia, vedendo onorata quella fanciulla, mi sarebbe stato un +obbligo di rimaner onorevole; perchè infine mi sembra che la sventura +di avermi per madre doveva almeno esser compensata di aver avuto Nelson +per padre, vale a dire non soltanto il primo uomo di mare del secolo; +ma forse di tutti i tempi; ma nulla, ci si colmò di disprezzo, e a +forza di sentirmi spregiata, divenni spregevole. + +Ma gettandomi verso la fine della mia vita in questa esistenza +di follie, di errori e di dissipazioni, che ne aveva alterato il +principio, allontanai Orazia da me perchè le mie colpe non ricadessero +su di lei. Collocai in modi sicuri e in suo nome le quattromila +sterline che le aveva legato suo padre, e quella rendita di cinquemila +franchi servì al suo mantenimento ed alla sua educazione. + +Intanto il racconto degli avvenimenti che mi condussero dal lusso +alla miseria, dalla ricchezza alla povertà, sarebbe troppo lungo e non +presenterebbe alcun interesse. Ho raccontato le mie serate di Palermo, +la passione che aveva preso pel giuoco; questa passione non fece che +aumentare. Abituata ad una vita di prodigalità, non seppi più limitare +le mie spese colle mie rendite, e due anni dopo la morte di Nelson mi +trovai in tale imbarazzo, che fui obbligata a lasciar Merton che fu +venduta all’asta. + +Per fortuna aveva per amico quel vecchio duca di Queensbur, di cui +aveva parlato; mi accolse in una delle sue case ammobigliate di +Richmond, e in luogo dei miei cavalli e delle mie carrozze vendute mi +diede un altro equipaggio: i suoi doni mi fecero vivere largamente fino +all’ora della sua morte, che avvenne alla fine dell’anno 1810. + +La sua bontà per me al estese di là della morte: mi lasciò nel suo +testamento una somma di mille sterline una volta tanto ed una annualità +di cinquecento. + +Per sventura, Sua Signoria si era creduto più ricco di quel che fosse; +i suoi legati avevano superato di molto la sua fortuna, e ne risultò +che i tribunali annullarono il testamento, ed io perdetti i benefizii e +le buone intenzioni del mio vecchio amico. + +Lo svantaggio fu ancora più grande per me, che contava su quella +eredità, e mi era ingolfata in ispese alle quali l’eredità doveva far +fronte. Alcuni amici che ancora mi rimanevano fecero delle pratiche +presso il Lloyd per ottenere dalla sua liberalità ciò che non erasi +potuto ottenere dal ministero, vale a dire la ricompensa del servigi +che aveva reso allo Stato. Ma i loro passi, ma le mie petizioni, non +ebbero alcun successo; ed io caddi in tale una povertà che vidi vendere +i miei mobili, tutte le memorie tanto preziose che conservava di +Nelson, splendido riflesso della mia vita passata, e che mi consolavano +talvolta in mezzo ai dolori della mia vita presente; tutto fu venduto: +fino il prezioso astuccio in cui la città di Oxford aveva inchiuso il +brevetto di cittadino che gli aveva offerto; e siccome tutto il denaro +che se ne ricavò non bastava a soddisfare tutti i miei creditori, +alcuni più crudeli degli altri mi fecero arrestare e condurre a King’s +Bench, ove rimasi colla povera Orazia che trascinai se non nella mia +rovina, perchè fin quando avrebbe raggiunto i suoi diciott’anni nessuno +poteva metter mano alle quattro mila sterline; ma nella mia sventura. + +Restammo in quella prigione più d’un anno, sopportando ogni sorta +di privazioni e di vergogna, perchè un uomo, cui ebbi il torto di +accordar la mia confidenza, ed al quale aveva affidato le mie carte, +fece stampare in mio nome tutta la mia corrispondenza con Nelson e +molte altre lettere che si trovavano nelle sue mani: come poteva io mai +protestare dal fondo della mia prigione? e pure il feci; ma la mia voce +non fu ascoltata, o non si credette alla mia protesta. + +Finalmente un bravo ed eccellente uomo Alderman della città, ebbe +pietà di me, vedendo com’era stata crudelmente punita dei miei errori; +convenne coi miei creditori, diede loro del denaro, e ottenne per me +un’assoluzione generale. + +Allora risolsi di lasciar l’Inghilterra, e di andare sul continente; il +mio protettore mi aiutò in questo progetto dandomi qualche soccorso. +Partimmo per Calais, e trovammo fra quella città e Boulogne, vicino +al piccolo porto di Ambleteuse, una casa isolata, nella cui oscurità +risolsi di passare il resto della mia vita. + +Il resto della mia vita d’altronde è ben poca cosa. I dolori, i +tormenti, le angustie che provai da dieci anni mi hanno resa sfinita +innanzi tempo. Il medico che venne a visitarmi per carità, chiamò +Orazia in disparte, e vidi la povera fanciulla ritornare cogli occhi +bassi e lagrimosi. + +Fu allora che, sentendomi vicina la morte, gettai uno sguardo sulla +mia vita passata, e le mie azioni apparivano sotto la loro vera luce; +allora tremai e fremetti, passai notti in cui mi apparivano degli +spettri, e giorni pieni di rimorsi: sentiva che se moriva in tal modo, +sarei morta disperata: allora in una notte vi fu per me un raggio di +luce, e come una rivelazione del Signore. + +E dissi fra me: vi ha una religione dolce e misericordiosa, verso la +quale ebbi sempre un irresistibile attaccamento, una religione il cui +fondatore ha perdonato alla meretrice, all’adultera, ed al ladrone +sulla croce. + +Mandiamo dunque per un prete di quella religione, e mettiamo nelle sue +mani la mia anima carica di iniquità. + +Mandai pel prete. + +E l’attendo. + +Signore, Signore, siate misericordioso per la peccatrice che si pente. + + * + * * + +Qui finiscono le confessioni di Emma Lyonna. I nostri lettori sanno +ciò che ne avvenne; essi hanno veduto venire il prete al principio di +questo racconto, hanno veduto l’acqua santa del battesimo scorrere +sulla pallida fronte della peccatrice, hanno veduto quella fronte +ricadere sul guanciale col suggello del pentimento e del perdono. + +Cinque minuti dopo riposava nella misericordia di Dio. + +Ora diciamo in due parole quanto avvenne dopo la sua morte. + +L’ambasciatrice d’Inghilterra, l’amante di Nelson, l’amica della +regina di Napoli, chiusa nella bara del povero, doveva essere gettata +nella fossa comune il 16 gennaio 1815, quando un mercante inglese, +che abitava a Calais, pensando alla vergogna dei suoi compatriotti +di abbandonare il cadavere dopo la morte, come avevano abbandonato +la donna durante la vita, comperò per essa un terreno nella parte più +onorevole del cimitero, e seguito da cinquanta inglesi, la depose in +una tomba, sulla quale si scolpirono per tutta iscrizione queste parole +di Cristo. + +«Chi di voi è senza peccato, getti la prima pietra.» + +Sua figlia Orazia, che contava appena quattordici anni, e che ebbe per +sua madre, durante la sua malattia, le cure più pietose e affettuose, +ritornò dopo la di lei morte in Inghilterra. Stette per due anni colla +famiglia di M. Macthan e poi con quella di M. Bolton cognato di lord +Nelson. + +Finalmente nel 1822 si maritò col reverendo Filippo Ward, vicario di +Teuterden, e dalla loro felice unione nacquero otto figli. + + + FINE. + + + + +NOTE: + + +[1] Lady Nelson. + + + + + +Nota del Trascrittore + +Ortografia e punteggiatura originali sono state mantenute, correggendo +senza annotazione minimi errori tipografici. + + + +*** END OF THE PROJECT GUTENBERG EBOOK 76096 *** diff --git a/76096-h/76096-h.htm b/76096-h/76096-h.htm new file mode 100644 index 0000000..3a52048 --- /dev/null +++ b/76096-h/76096-h.htm @@ -0,0 +1,7327 @@ +<!DOCTYPE html> +<html lang="it"> +<head> + <meta charset="UTF-8"> + <title>Memorie di Emma Lyonna, vol. VIII | Project Gutenberg</title> + <link rel="icon" href="images/cover.jpg" type="image/x-cover"> + <style> +body {margin-left: 10%; margin-right: 10%;} + +p {margin-top: .5em; margin-bottom: 0em; line-height: 1.2; text-align: justify;} +.blockquote {margin: 1em 10%; font-size: 95%;} +p.indl {text-align: left; margin-left: 5%;} +p.indr {text-align: right; margin-right: 5%;} +.center {text-align: center; text-indent: 0;} +.title {text-align: center; font-size: 130%; margin-top: 2em; margin-bottom: 2em;} + +div.booktitle {page-break-before: always; padding: 3em;} +div.titlepage {text-align: center; margin: 0 5%; padding: 2em 0; page-break-before: always; page-break-after: always;} +div.titlepage p {text-align: inherit;} +div.verso {text-align: center; padding-top: 2em; font-size: 95%; margin: 0 10%;} +div.verso p {text-align: inherit;} +div.chapter {page-break-before: always; padding-top: 3em;} +div.chapter h2 {page-break-before: avoid;} + +h1,h2 {text-align: center; font-style: normal; +font-weight: normal; line-height: 1.5;} +h1 {font-size: 150%;} +h2 {font-size: 140%; margin-top: 1em; margin-bottom: 2em; page-break-before: avoid;} + +span.smaller {display: block; font-size: 80%; margin: .5em 5%; line-height: 1.2em;} + +hr {width: 70%; margin-top: 1em; margin-bottom: 1em; margin-left: 15%; margin-right: 15%; clear: both;} +hr.mid {width: 50%; margin-left: 25%; margin-right: 25%;} +hr.tbs {width: 20%; margin: 1.5em 40%; visibility: hidden;} +hr.silver {width: 90%; margin-left: 5%; margin-right: 5%; border-top: none; border-right: none; border-bottom: thin solid silver; border-left: none;} +.x-ebookmaker hr.silver {display: none;} + +a.tag {vertical-align: .3em; font-size: .8em; font-style: normal; font-weight: normal; text-decoration: none; padding-left: .1em; line-height: 0em; white-space: nowrap;} +div.footnotes {page-break-before: always; font-size: 90%; padding-top: 3em;} +.footnotes h2 {margin-bottom: 2em; font-size: 115%;} +div.footnote {margin-left: 2.5em; margin-right: 2em;} +div.footnote>:first-child {margin-top: 1em;} +div.footnote .label {display: inline-block; width: 0em; text-indent: -2.5em; text-align: right;} + +.pagenum {position: absolute; right: 2%; font-style: normal; font-weight: normal; text-decoration: none; font-size: 65%; text-align: right; color: #999999; background-color: #ffffff; clear: left;} + +.pad4 {margin-top: 4em;} +.pad2 {margin-top: 2em;} +.pad1 {margin-top: 1em;} + +.ast {text-align: center; font-size: 120%; margin: 1em auto;} + +.xx-small {font-size: 50%;} +.small {font-size: 85%;} +.large {font-size: 115%;} +.x-large {font-size: 130%;} +.main-t {font-size: 200%;} +.smcap {font-variant: small-caps;} + +sup {vertical-align: .3em;} +sub {vertical-align: -.5em;} + +.tnote {background-color: #f7f1e3; color: #000; padding: 1em 1em 2em 1em; + margin: 3em 10%; font-family: sans-serif; font-size: 90%; page-break-before: always;} +.tntitle {text-align: center; text-indent: 0; padding: 1em; font-size: 120%; margin-bottom: 1em;} +.tnote p {padding: 0 1em;} +</style> +</head> +<body> +<div style='text-align:center'>*** START OF THE PROJECT GUTENBERG EBOOK 76096 ***</div> + +<div class="booktitle"> +<h1> +MEMORIE DI EMMA LYONNA +<span class="smaller">VOL. VIII.</span> +</h1> +</div> + +<hr class="silver"> + +<div class="titlepage"> +<p class="main-t"> +<span class="small">MEMORIE</span><br> +<span class="xx-small">DI</span><br> +EMMA LYONNA +</p> + +<p class="pad2 small"> +DI +</p> + +<p class="pad1 x-large"> +ALESSANDRO DUMAS +</p> + +<p class="pad2 small"> +UNICA EDIZIONE AUTORIZZATA IN ITALIA. +</p> + +<p class="pad1"> +Vol. VIII. +</p> + +<p class="pad4"> +<span class="large">MILANO</span><br> +G. DAELLI e C. EDITORI<br> +<span class="small">MDCCCLXIV.</span> +</p> +</div> + +<div class="verso"> +<hr class="mid"> +<p> +Proprietà letteraria — G. DAELLI e C. Editori. +</p> + +<p> +STEREOTIPIA G. DASSI E C. +</p> + +<p> +TIP. GUGLIELMINI. +</p> +<hr class="mid"> +</div> + +<div class="chapter"> +<p> +<span class="pagenum" id="Page_1">[1]</span> +</p> + +<p class="title"> +MEMORIE<br> +DI<br> +EMMA LYONNA +</p> +</div> + +<div class="chapter"> +<p><span class="pagenum" id="Page_3">[3]</span></p> + +<h2>I.</h2> +</div> + +<p> +Due cose avevano contribuito a separare completamente +Ruffo da Nelson, e specialmente Nelson da +Ruffo. +</p> + +<p> +Nelson voleva prendere castel S. Elmo colla forza, +e nel caso che lo attaccasse poteva contare sulla +sua cooperazione. +</p> + +<p> +Ma il cardinale gli aveva risposto: +</p> + +<p> +— Dopo ciò che è accaduto non darò nè un uomo, +nè un fucile. +</p> + +<p> +Inoltre Nelson aveva mandato al cardinale Ruffo +un avviso da far stampare. Ruffo gli rinviò l’avviso, +dicendo che aveva una stamperia di cui si serviva +come vicario generale; ma che non conoscendo ancora +<span class="pagenum" id="Page_4">[4]</span> +il titolo col quale esso agiva, non poteva mettere +quella stamperia a sua disposizione. +</p> + +<p> +Nelson era dunque stato obbligato a procurarsi +un’altra stamperia. +</p> + +<p> +Il giorno 30, Napoli, svegliandosi, potè leggere la +seguente: +</p> + +<div class="blockquote"> +<p class="center"> +NOTIFICAZIONE +</p> + +<p class="indr"> +«<i>A bordo il</i> Fulminante, 29 <i>giugno</i> 1799 +</p> + +<p> +«Orazio lord Nelson, ammiraglio della flotta britannica +nella rada di Napoli, dà notizia a tutti coloro +che hanno servito da ufficiali nel militare e nelle +cariche civili l’infame sedicente Repubblica Napoletana, +che se si trovano nel circuito della città di +Napoli, debbano in termine di 24 ore presentarsi ai +comandanti del castello Nuovo e del castel dell’Uovo, +fidandosi alla clemenza di S. M. Siciliana, e se si +trovano nelle vicinanze di detta città fino alla distanza +di cinque miglia, debbano egualmente presentarsi +ai detti comandanti, ma in termine di +48 ore; altrimenti saranno considerati dal suddetto +ammiraglio lord Nelson come ribelli e nemici della +prefata M. S. Siciliana.» +</p> +</div> + +<p> +Non potrei render conto dell’effetto che produssero +in città gli atti di lord Nelson, perchè noi dimorammo +nella rada, e nessuno di noi mise piede +a terra dal 24 giugno, in cui arrivammo sino all’8 +di agosto in cui partimmo. +</p> + +<p> +Il re aveva ricevuto al 2 di luglio a Palermo le +lettere di Nelson e Hamilton, scritte al 29 giugno, +dopo l’esecuzione di Caracciolo; si rammenterà il +<span class="pagenum" id="Page_5">[5]</span> +lettore che, nella sua lettera, sir William supplicava +il re di venire al più presto; egli si decise di venire +a Napoli o piuttosto nella baia di Napoli, e partì +il 9 di luglio non già sul <i>Seahorse</i> che gli aveva mandato +Nelson, ma sulla fregata napolitana la <i>Sirena</i>: +senza dubbio egli temeva di alienarsi completamente +la marina, già oltraggiata per la preferenza che +egli aveva dato a Nelson sopra Caracciolo, e attristata +dal processo e dalla morte dell’ammiraglio. +</p> + +<p> +Quanto fu cattiva la prima traversata fu altrettanto +eccellente la seconda. +</p> + +<p> +Un bastimento leggiero spedito da Nelson era ritornato +al 6, e gli aveva annunziato che il re era in +cammino e arriverebbe probabilmente al 7 od all’8. +</p> + +<p> +Nelson risolse di affrettare l’assedio di castel +S. Elmo, perchè il re Ferdinando vedesse la sua bandiera +su tutti i forti. +</p> + +<p> +Il castel S. Elmo non era difficile a prendersi, +colle disposizioni che avea il suo comandante. +</p> + +<p> +Al 3 luglio, vedendo incominciare contro di lui le disposizioni +d’attacco, e credendo che il cardinale +fosse sempre l’alleato degl’Inglesi, o piuttosto il +generale che dirigeva l’operazione, gli aveva mandato +un messaggiero per dirgli che la guarnigione +francese era disposta a capitolare, prima che il castello +fosse battuto in breccia, colla condizione che +gli desse un milione, e accompagnava questa proposta +colla minaccia di bombardare Napoli, se il +milione non fosse pagato entro quarantott’ore. +</p> + +<p> +Il cardinale fece rispondere al colonnello Mejean +che la guerra si faceva col ferro e non coll’oro, che +in tutti i paesi civilizzati le leggi di guerra vietano +di tirare sulle case poste in luoghi, da cui non +<span class="pagenum" id="Page_6">[6]</span> +venivano nè gli attacchi nè le offese, e che le batterie +che si dirigerebbero contro di lui verrebbero +probabilmente dalla parte opposta della città; e che +per conseguenza doveva dirigere anch’egli il suo +fuoco non già verso la città, ma verso la parte opposta; +e aggiungeva che se una sola bomba fosse +tirata dal castello su di un punto dal quale non fosse +insultato, il colonnello Mejean risponderebbe del male +che farebbe colla sua testa, e con quella dei Francesi, +che erano sotto i suoi ordini. +</p> + +<p> +Troubridge, molto speditivo in materia di guerra, +aveva proposto di minare il castello, di trasportarvi +un centinaio di barili di polvere, e di far saltare i +Francesi e gli ostaggi che erano con essi. +</p> + +<p> +Il cardinale, quantunque ritirato dalla coalizione, +avendo avuto cognizione del progetto proposto da +Troubridge, protestò come di cosa contraria alle +leggi di guerra, e fu abbandonato. +</p> + +<p> +Al primo di luglio Troubridge sbarcò con mille e +cinquecento Inglesi, vi unì cinquecento Russi e cominciò +immediatamente i lavori di assedio, assecondato +dal capitano Ball; ma al quarto giorno Ball fu +mandato a Malta a sostituire il capitano Hallowell. +</p> + +<p> +Nella notte dall’8 al 9, il re arrivò a Procida, e +aveva con sè il generale Acton ed il principe di Castelcicala. +</p> + +<p> +Rimase tutta la giornata del 9 a Procida, per assicurarsi +senza dubbio che il giudice Speciale vi facesse +bene il suo dovere; in fine al 10 arrivò a bordo +del <i>Fulminante</i>, ove la sua presenza fu salutata da +21 colpi di cannone. +</p> + +<p> +Si era già sparsa per Napoli la notizia che il re +era a Procida; le salve tirate dal <i>Fulminante</i>, e la +<span class="pagenum" id="Page_7">[7]</span> +bandiera reale issata all’albero maestro annunziarono +la sua presenza a bordo del vascello ammiraglio. +</p> + +<p> +La popolazione accorse subito a S. Lucia, al Molo, +alla Marinella, ed una quantità immensa di barche +adorne di bandiere, al suono di strumenti musicali, +uscì dal porto e si diresse verso la squadra inglese +per felicitare il re del suo ritorno. +</p> + +<p> +Appena il re fu a bordo del <i>Fulminante</i>, chiese un +cannocchiale, salì sul cassero e si mise a guardare +verso S. Elmo; nello stesso momento volle il caso +che una palla russa spezzasse l’asta della bandiera +francese e la gettasse a terra; il re superstiziosissimo, +esclamò: «Buon presagio, caro Nelson! buon +presagio!» Difatti, come se il colonnello Mejeau si +fosse inteso con Troubridge per fare una sorpresa +al re, la bandiera che succedette alla bandiera tricolore +fu la bandiera bianca, detta altrimenti parlamentare. +</p> + +<p> +Questa bandiera, che sembrava di avere aspettato +l’arrivo del re per ispiegarsi, produsse un grande +effetto; la folla diede in applausi, e al cannone del +<i>Fulminante</i> risposero i cannoni di tutta la flotta. +</p> + +<p> +Il cardinale aveva del resto ricevuto il giorno antecedente, +cioè al 9, un viglietto del re in data di +Procida e concepito in questi termini: +</p> + +<div class="blockquote"> +<p class="indr"> +«Procida, 9 luglio 1799.» +</p> + +<p> +«Eminentissimo mio. Vi mando molti esemplari +di una lettera che ho fatta per i miei popoli; fatela +immediatamente nota a’ medesimi, e riscontratemi +dell’esecuzione. Dal Simonetti col quale lungamente +ho parlato questa mattina, avrete inteso le mie determinazioni +<span class="pagenum" id="Page_8">[8]</span> +relativamente agli impiegati del Foro. +</p> + +<p> +«Il Signore vi conservi, come ve lo desidera il vostro +affezionatissimo +</p> + +<p class="indr"> +«<span class="smcap">Ferdinando B.</span>» +</p> +</div> + +<p> +Quando il cardinale conobbe dalle salve del bastimento +che il re era a bordo del <i>Fulminante</i>, s’imbarcò +e venne a bordo del bastimento di Nelson, +ove non era più ritornato dal giorno della rottura +del trattato; i prigionieri delle feluche, vedendolo +passare, compresero di avere in lui un difensore, +e ripresero qualche speranza, perchè sapevano +ch’egli veniva a piatire la loro causa. +</p> + +<p> +Difatti, appena il cardinale incontrò il re, cominciò +la questione dei trattati e disse altamente al re, +che quella rottura sarebbe uno scandalo pubblico, +che risuonerebbe in tutte le corti d’Europa. Il re +rispose che prima di decidersi voleva sentire Nelson +e sir William. +</p> + +<p> +Li fece chiamare, e allora si rinnovò la prima discussione. +Sir William sosteneva la teoria diplomatica +che il sovrano non deve transigere con sudditi +ribelli, dichiarando che, essendo tali, il trattato +doveva essere annullato; Nelson manifestò un odio +implacabile contro i rivoluzionarii francesi; diceva +che bisognava sbarbicare le radici del male, per impedire +nuove e inattese sventure, che i repubblicani +ostinati ed incapaci di pentimento commetterebbero +nell’avvenire eccessi ancor più terribili, e che +intanto l’esempio della loro impunità servirebbe +d’incoraggiamento a tutti gli altri malintenzionati. +Il cardinale era stato fermo sul principio che, fatta +una capitolazione, doveva essere osservata, ma le +<span class="pagenum" id="Page_9">[9]</span> +sue istanze non prevalsero contro gli argomenti di +Nelson e di sir William, che si accordavano coi segreti +sentimenti del re. +</p> + +<p> +Furono trattenuti i prigionieri, i quali, vedendo +il cardinale che partiva colla testa bassa e colla +fronte corrugata, compresero che tutto era finito +per essi. +</p> + +<p> +Ritornando al suo quartier generale, il cardinale +inviò una seconda volta la sua dimissione. +</p> + +<div class="chapter"> +<p><span class="pagenum" id="Page_11">[11]</span></p> + +<h2>II.</h2> +</div> + +<p> +Rientrando nel porto ancor convulsa per ciò che +dovetti vedere, o piuttosto travedere, seppi che un +marinaio, mentre era ubbriaco, aveva battuto il suo +superiore e doveva essere condannato a morte. +</p> + +<p> +Aveva il cuore disposto all’indulgenza; mi sembrava +che se salvassi la vita d’un uomo anche colpevole, +alleggerirei il peso che mi opprimeva il petto, +e che al punto dell’eguaglianza innanzi a Dio, rendendo +la vita ad un uomo, riscattava il delitto di +non aver impedito di lasciar morire un altr’uomo. +</p> + +<p> +Chiesi il nome del marinaio condannato, mi si rispose +che si chiamava Tommaso Campbell. +</p> + +<p> +Quel nome mi colpì; certamente si trovava in +fondo ai miei ricordi di gioventù. +</p> + +<p> +<span class="pagenum" id="Page_12">[12]</span> +</p> + +<p> +Obbligai la mia memoria a riandare le mie più +lontane impressioni, e mi ricordai che ancor giovane +e aia di bambini ad Hawarden, un giorno che +conduceva i fanciulli a giuocare in un prato, il collegio +di madama Collman, di cui aveva fatto parte +per qualche tempo, mi passò innanzi, e tutte le +mie antiche compagne mi avevano derisa per la +mia nuova condizione; una sola, staccatasi dalla +loro fila, venne ad abbracciarmi, e questa giovinetta +si chiamava Fanny Campbell. +</p> + +<p> +Non so perchè udendo quel nome, quantunque +molto sparso in Inghilterra, mi venisse in mente +che quell’infelice condannato doveva essere parente +di quella giovine, che mi aveva dato prove di amicizia +mentre le altre mi deridevano. +</p> + +<p> +Chiamai il capitano Hardy che, fra tutti gli uffiziali, +era quello con cui aveva maggiori relazioni, +perchè era fra tutti il miglior amico di Nelson, e +gli dissi di darmi qualche particolare sull’infelice +Tommaso Campbell, e di dirmi specialmente di qual +paese egli fosse. Hardy non aveva alcun particolare +da darmi sul condannato, ma fece portare il processo +verbale di condanna, e vidi che era della piccola +città di Hawarden; allora non ebbi più alcun +dubbio ch’egli fosse il fratello della povera Fanny +Campbell, e pregai Hardy che, senza dire nulla, mi +conducesse dal prigioniero. Hardy si rifiutò per qualche +momento, ma insistetti tanto finchè cedette. +Egli mi condusse allora per le scale dei marinai fino +in fondo alla scala, dove il povero infelice era in +ceppi. +</p> + +<p> +Si comprende quale fosse il suo stupore nel vedermi. +Tutti i marinai mi conoscevano, e nessuno +<span class="pagenum" id="Page_13">[13]</span> +di loro ignorava certamente la mia intimità con +Nelson. La mia presenza fu dunque per questo infelice +ciò che è, o piuttosto sarebbe, un raggio di sole, +che penetri nell’eterna notte dei dannati. +</p> + +<p> +Da principio, nel suo stupore, pareva che non comprendesse +le mie domande, ed esitava a rispondere. +</p> + +<p> +Gli chiesi se era effettivamente di Hawarden, e +mi rispose di sì; se avesse una sorella e mi rispose +di sì. +</p> + +<p> +Gli dissi che avevo conosciuto sua sorella. +</p> + +<p> +Egli scosse la testa. +</p> + +<p> +— Ti assicuro che l’ho conosciuta, insistetti io. +</p> + +<p> +— Come mai, soggiunse egli, una grande signora, +come voi, avrebbe conosciuto una povera ragazza, +la figlia del sergente di marina John Campbell? +</p> + +<p> +— E l’ho sì bene conosciuta, gli dissi, che so +come si chiami Fanny. +</p> + +<p> +Fece un atto di stupore. +</p> + +<p> +— È vero, diss’egli. +</p> + +<p> +Poi raccogliendosi: +</p> + +<p> +— Giacchè avete conosciuto mia sorella, continuò +egli, e che la vostra visita prova che avete qualche +interesse per un povero condannato, vi farò una +preghiera. +</p> + +<p> +— Dite pure. +</p> + +<p> +— Mia sorella ha sposato il pastore d’un piccolo +villaggio fra Hawarden e Northop. +</p> + +<p> +— John Law, forse? +</p> + +<p> +— Precisamente, esclamò Tommaso; ma come fate +voi a saperlo? +</p> + +<p> +— Poco v’importa, voi vedete che lo so. +</p> + +<p> +— Ebbene, signora, non dimenticatevi, e quando +sarò... morto... scrivete a mia sorella — io non so +<span class="pagenum" id="Page_14">[14]</span> +scrivere — scrivete a mia sorella che sono morto, +senza dirle che sono stato impiccato, e ditele che +preghi per me; siccome è una donna molto pia, +non mancherà di farlo. +</p> + +<p> +— Ed è tutto ciò che desiderate, amico mio? gli +chiesi. +</p> + +<p> +— Mio Dio, sì, signora, io sono giustamente condannato, +ho minacciato il mio superiore, quantunque +non sia interamente mia la colpa. +</p> + +<p> +— E di chi è dunque se non è vostra? +</p> + +<p> +— La colpa è di quel diavolo di vino del Vesuvio. +Io l’ho bevuto come se bevessi della birra, senza +pensare che era come soffiare sul fuoco; la testa +mi girava, e non ho riconosciuto il mio superiore, +i miei occhi non ci vedevano più, e ho commesso il +delitto; ma io spero che il buon Dio darà uno +sguardo sul libro di bordo; e vedrà che da dieci +anni che servo sui vascelli di Sua Maestà Britannica, +non ebbi che tre punizioni; è vero che la +terza sarà buona. +</p> + +<p> +— Mio caro Hardy, ora so tutto ciò che voleva sapere, +dissi ritornando verso il capitano di bandiera. +Lasciamo questo povero giovine coi suoi rimorsi; +poi aggiunsi sotto voce: che saranno tutta la sua +punizione. +</p> + +<p> +Hardy mi guardò e scosse la testa. +</p> + +<p> +Io salii e andai a trovare Nelson. +</p> + +<p> +— Mio caro Orazio, gli dissi, bisogna che vi racconti +una storia: quando mia madre era fantesca in +una masseria, aveva trovato il mezzo, con un legato +che le aveva lasciato un antico suo padrone, di +farmi entrare in una pensione di fanciulle, ove in +un anno imparai a leggere, a scrivere ed un poco +<span class="pagenum" id="Page_15">[15]</span> +di musica e di disegno; ma dopo un anno il denaro +mancò, io dovetti lasciare il collegio ed entrare come +aia di bambini in casa di un bravo signore chiamato +M. Hawarden. +</p> + +<p> +Un giorno che conducevo al passeggio i miei piccoli +allievi in un prato, le fanciulle, mie antiche +compagne, che spesso io aveva superato nelle mie +composizioni, passarono nel prato, e, siccome erano +tutte signorine, si misero a deridere la mia umile +posizione e i miei poveri abiti, che erano quelli di +una cameriera. +</p> + +<p> +— Povera e cara Emma, disse Nelson stringendomi +la mano. +</p> + +<p> +— Una sola si staccò dalla fila delle sue compagne +e venne da me, e vedendo che piangeva, mi +asciugò le lagrime col suo fazzoletto, e mi disse abbracciandomi: +</p> + +<p> +— Oh! Emma, io non sono come queste cattivelle, +ti amo sempre, io. +</p> + +<p> +— E mischiando le sue lagrime colle mie, e abbracciandomi +una seconda volta, andò a raggiungere +le sue compagne, che la ricevettero con motteggi +e derisioni. +</p> + +<p> +— Era una buona figliuola costei, disse Nelson, e +vorrei sapere il suo nome e la sua dimora, per darle +una dote se non ne avesse. +</p> + +<p> +— Ma ora ha già trentaquattr’anni, è maritata +ed è felice. +</p> + +<p> +— Ah! tanto meglio. +</p> + +<p> +— Ma ha un fratello che è in una posizione molto +cattiva; dovrò abbandonarlo questo fratello, o per +riconoscenza verso sua sorella, toglierlo dalla posizione +in cui si trova? +</p> + +<p> +<span class="pagenum" id="Page_16">[16]</span> +</p> + +<p> +— Mia cara Emma, disse Nelson, abbandonare +questo fratello dopo l’azione di sua sorella sarebbe +un’ingratitudine, ed io non vi credo di questa stoffa. +</p> + +<p> +— Dunque voi mi aiuterete nel mio desiderio di +contraccambiare Fanny? +</p> + +<p> +— Sì, se è in mio potere. +</p> + +<p> +— Mi date la vostra parola? +</p> + +<p> +— In fede di Nelson. +</p> + +<p> +— Ebbene, mio caro Orazio, gli dissi mettendogli +un braccio al collo ed appoggiando le mie labbra +sulla cicatrice della sua fronte, questa brava fanciulla, +per cui mi predicate la riconoscenza, si chiama +Fanny Campbell, e suo fratello è il Tommaso +Campbell che oggi è stato condannato a morte dal +consiglio di marina per insulto verso un superiore. +</p> + +<p> +— Ah! fece Nelson corrugando il sopracciglio; è +più grave di quanto credeva, cara Emma. +</p> + +<p> +— Allora mi rifiutate.... +</p> + +<p> +— Non dico questo; cercherò un mezzo di conciliar +tutto. +</p> + +<p> +— Come, conciliar tutto! ciò mi sembra difficile, +voi non potete fare che nello stesso tempo sia e non +sia appicato. +</p> + +<p> +— No, ma posso lasciargli credere fino all’ultimo +momento che sarà appiccato, e all’ultimo momento, +comparirete voi e lo salverete. Non altrimenti, +come, a quanto ci raccontava sir Wiliam, si facevano +i scioglimenti delle tragedie antiche; appariva +un dio od una dea ed il colpevole era salvato; siamo +sulla terra dell’antichità, prendiamone esempio. +</p> + +<p> +Aveva qualche ripugnanza ad accettare la parte +che Nelson mi dava in questa commedia che prolungava +di quindici o diciotto ore le angoscie d’un +<span class="pagenum" id="Page_17">[17]</span> +infelice; ma Nelson fu inflessibile, bisognava accettare +la grazia come la offriva, o rinunziarvi. +</p> + +<p> +Il giorno seguente, tutto fu eseguito secondo i +desiderî di Nelson; alla mattina i marinari ed i soldati +di marina furono riuniti sul ponte, vi condussero +il colpevole, dopo il rullo d’uso dei tamburi, +e si mise al collo del condannato la corda col nodo +corsoio che pendeva dall’antenna; allora, come eravamo +intesi, comparvi e chiesi la grazia, che mi fu +accordata. +</p> + +<p> +Il povero diavolo, che aveva avuto tanta forza +quando si trattava di morire, gliene mancò per vivere +e svenne. +</p> + +<p> +Lo si richiamò gettandogli un secchio d’acqua di +mare sul viso, poi lo si ricondusse nella cala, lo si +mise in ferri per otto giorni, e poi venne a ringraziarmi +e riprese il suo servizio. +</p> + +<p> +— Ebbene, gli chiesi, berrai ancora vino del Vesuvio? +</p> + +<p> +— Oh! nè vino, nè birra, milady, rispose, ho giurato +di non bere che acqua per tutto il tempo della +mia vita. +</p> + +<p> +Seppi poi, che fin al 1801, vale a dire fino al bombardamento +di Copenaghen, ove egli fu ucciso, mantenne +fedelmente la sua promessa. +</p> + +<p> +Il re aveva fatto a Napoli tutto ciò che doveva +fare, aveva istituito la sua giunta, e l’aveva veduta +all’opera. +</p> + +<hr class="tbs"> + +<p> +Il 6 luglio fu impiccato a Porta Capuana Domenico +Perla; +</p> + +<p> +Al 7, Antonio Tramaglia; +</p> + +<p> +All’8 Giuseppe Latella; +</p> + +<p> +<span class="pagenum" id="Page_18">[18]</span> +</p> + +<p> +Al 13 Giuseppe Belloni; +</p> + +<p> +Al 14 Nicola Carlomagno. +</p> + +<hr class="tbs"> + +<p> +Al Mercato vecchio: +</p> + +<p> +Al 20 di luglio, Andrea Vitagliano; costui era parente +di quel Vitagliano di cui ha raccontato lungamente +la morte, e che fu eseguita con Gagliani +ed Emanuele de Deo. +</p> + +<hr class="tbs"> + +<p> +Infine nel Castel del Carmine al 3 agosto: +</p> + +<p> +Gaetano Rossi. +</p> + +<p> +Poi il re manifestò a Nelson il suo desiderio di ritornare +a Palermo. Nelson mise vela al 6 di agosto +e all’8 eravamo di ritorno nella capitale della Sicilia. +</p> + +<p> +La nostra traversata fu eccellente e, appena arrivati, +il re scrisse subito al cardinale Ruffo. +</p> + +<p> +Ecco la lettera del re: +</p> + +<div class="blockquote"> +<p class="indr"> +«Palermo, 8 agosto 1799. +</p> + +<p> +«Eminentissimo mio. Non voglio tardare un momento +a parteciparvi il mio felice arrivo in questa +capitale dopo il più felice viaggio del mondo, giacchè +martedì mattina, alle 11, eravamo sul capo di +Posillipo, ed oggi alle 2 abbiamo già dato fondo in +questo porto con un venticello sopr’acqua, e il mare +calmo come un lago. Ho trovato tutta la mia famiglia +in perfetta salute, e sono stato ricevuto nel +modo che potete figurare. Datemi uguali buone notizie +delle nostre faccende costì, conservatevi, e credetemi +sempre lo stesso vostro affezionato. +</p> + +<p class="indr"> +«<span class="smcap">Ferdinando B</span>.» +</p> +</div> + +<p> +<span class="pagenum" id="Page_19">[19]</span> +</p> + +<p> +Trovai la regina tanto buona ed affezionata per +me com’era sempre stata; fu lei che mi disse che +nello spazio di otto giorni aveva ricevuto due dimissioni +del cardinal Ruffo, e che rispose a tutte e +due con un rifiuto positivo, avendone bisogno per +qualche tempo, e aggiungeva, <i>della popolarità di +quell’uomo!</i> +</p> + +<div class="chapter"> +<p><span class="pagenum" id="Page_21">[21]</span></p> + +<h2>III.</h2> +</div> + +<p> +Qualche tempo dopo il nostro arrivo a Palermo, +il re s’intese con sir William sui regali che voleva +fare a quelli, che in quest’ultima campagna avevano +avuto una certa parte; Nelson ne aveva talmente +avuti che non gliene poteva dare di più. +</p> + +<p> +Tutti i capitani, che servirono sotto gli ordini di +Nelson, ricevettero una tabacchiera con una fila di +diamanti; quella di Troubridge aveva nel mezzo il +ritratto del re, e inoltre gli aveva dato un bellissimo +anello con un diamante che valeva almeno due +mila ducati. +</p> + +<p> +Alcuni ebbero delle scatole colle cifre del re in +brillanti. +</p> + +<p> +Il capitano Giorgio Hope, che all’epoca dell’imbarcamento +<span class="pagenum" id="Page_22">[22]</span> +aveva avuto l’onore di ricevere nella +sua barca il principe reale, ricevette un magnifico +anello in diamanti, il capitano Hardy ricevette un +anello eguale ed inoltre una tabacchiera con due +fila di diamanti col ritratto del re; infine il segretario +di Nelson ebbe un anello con un brillante di +gran valore. +</p> + +<p> +Intanto passò il mese di settembre, e al 29 di questo +mese compì Nelson il quarantesimo anno della sua +età. In quel giorno la regina Carolina gli scrisse di +sua mano la seguente lettera che firmò col pronome +di Carlotta, che era quello che prendeva in tutte le +occasioni non politiche. Carlotta era il nome d’amica. +Carolina non era che il suo nome di regina. +</p> + +<div class="blockquote"> +<p class="indr"> +«Palermo 29 settembre 1799. +</p> + +<p> +«Mio degno ed ammirevole lord Nelson. Ricevete +i miei voti sinceri pel vostro giorno di nascita in +quest’anno, che corre già al suo fine. Quanti innumerevoli +motivi non abbiamo mai per esservi affezionati +ed eternamente devoti; noi vi dobbiamo +tutto, e credete che il ricordo ne è incancellabilmente +scolpito nel nostro cuore. Io non sono che l’interprete +del re e di tutta la mia cara famiglia che +si unisce con me, per assicurarvi la sua eterna riconoscenza, +e far voti al cielo per la vostra eterna +felicità e lunga conservazione. Ricevete dunque lo +augurio di una famiglia, di una nazione intera, che +sente l’obbligo che vi deve, e credetemi per la vita +colla più profonda stima e riconoscenza, +</p> + +<p class="indr"> +«Vostra devotiss. e affezionatiss. +</p> + +<p class="indr"> +«<span class="smcap">Carlotta</span>.» +</p> +</div> + +<p> +<span class="pagenum" id="Page_23">[23]</span> +</p> + +<p> +In questo mese di settembre, mentre Nelson compiva +il suo quarantesimo anno, un uomo a cui non +si pensava, perchè lo si credeva sequestrato per +sempre in Egitto, faceva vela verso la Francia. Palermo +vide accadere degli strani avvenimenti, per +vero un po’ difficili a raccontare; ma da che ho da +raccontare ancora tante altre cose difficili, riescirò +anche in questo. +</p> + +<p> +La flotta turca era nel porto di Palermo colla +flotta inglese; ma la differenza era grande, benchè +Inglesi e Turchi fossero riuniti per la stessa causa. +La differenza era grande nel modo con cui erano +trattati gli uffiziali e i soldati delle due nazioni. +</p> + +<p> +I soldati e gli uffiziali inglesi erano eretici. +</p> + +<p> +Ma i soldati e gli uffiziali turchi erano ben altra +cosa, erano infedeli. +</p> + +<p> +Gli uffiziali inglesi erano ricevuti nelle case e, bisogna +pur dirlo, non erano trattati troppo male +dalle signore siciliane; i soldati avevano anch’essi +delle relazioni nella città, e parevano molto contenti +della maniera con cui erano trattati. +</p> + +<p> +Ma la ripugnanza dei Siciliani o piuttosto delle +Siciliane pei seguaci del profeta, era tale, che una +donna coperta di cenci e chiedente l’elemosina non +si sarebbe lasciata avvicinare da un turco, se la +avesse anche coperta d’oro e fatta regina. +</p> + +<p> +Ne risultava, che i Musulmani risolvessero di prendere +per forza dei favori, che non si volevano loro +accordare di buon grado; assalivano le donne che +trovavano nei luoghi reconditi ed anche pubblici, +tentando di far loro violenza, se erano sole, o di +portarle sui loro vascelli se erano sul porto, sulla +banchina o in vicinanza al mare. +</p> + +<p> +<span class="pagenum" id="Page_24">[24]</span> +</p> + +<p> +Dopo mezzodì, sulla marina, vale a dir nel bel +mezzo della passeggiata, mentre le carrozze erano +al corso, due turchi, come se venissero da Tunisi +o da Algeri e sbarcassero in paese nemico, presero +una donna, e malgrado le sue grida, la portavano +verso una barca, ove i suoi compagni l’aspettavano. +Fortunatamente, a quelle grida accorsero molti marinai, +ed uno dei turchi restò sulla spiaggia colpito +da un coltello, l’altro potè raggiungere la barca +e scampò. +</p> + +<p> +La cosa era giunta al punto, che non fu già più +per le vie od al passeggio che le donne erano minacciate; +ma quando una donna era sola o mal accompagnata +in una bottega aperta, essa avea tutto +da temere se passavano due o tre mussulmani. Ne +accadevano delle risse sanguinose e giornaliere, in +cui i Turchi si servivano delle loro pistole e i Siciliani +dei loro pugnali e coltelli. +</p> + +<p> +E così pure se un marinaio, un soldato, un uffiziale +della flotta turca, si avventurava di andare in +qualche luogo solitario, si era sicuro di ritrovarlo +morto all’indomani, crivellato di ferite. +</p> + +<p> +Infine l’odio che ispiravano quelle bestie feroci era +tale che, se si parlava di un turco innanzi ad un siciliano, +si era sicuro di vedere il siciliano mutar colore, +e partirsene bestemmiando colla mano sul pugnale. +</p> + +<p> +Un giorno la cosa andò ancora più in là: noi avevamo +per cortigiani, alle nostre serate della Favorita, +due giovani da 22 a 24 anni, elegantissimi ambedue, +ambedue bellissimi giovani, e si chiamavano, +l’uno il principe di Sciacca, e l’altro il cavaliere +Palmieri di Micciche. Sia che i Turchi avessero preso +<span class="pagenum" id="Page_25">[25]</span> +il principe di Sciacca per una donna vestita da uomo, +sia che non si fermassero ad una cosa così +poco importante come il sesso, si precipitarono incontro +a lui sei od otto turchi, e tentarono di condurlo +seco. Per fortuna Micciche accorse alle sue +grida con una spada che trasse dal bastone; ma +tutti e due sarebbero state vittime, l’uno del suo +bel viso, l’altro della sua affezione, se cinque o sei +uomini del popolo non fossero venuti in loro aiuto +armati di bastoni e di coltelli; in quella mischia +rimasero feriti due siciliani e un turco ammazzato. +</p> + +<p> +Si aspettava ad ogni momento l’ora di nuovi Vespri +Siciliani, non più contro gli Angioini, ma contro +i Mussulmani. +</p> + +<p> +L’8 di settembre, ad un’ora dopo mezzogiorno, +nella strada di Monreale, due turchi colla scimitarra +in mano, entrarono nella bottega di un calzolaio, e +intanto che uno ne trascinava la moglie con un fazzoletto +sulla bocca per impedire che gridasse, l’altro +colla sciabola in mano minacciava gli operai; ma essi +non tenendo alcun conto della minaccia, gli uni gli +gettavano delle forme sul capo, gli altri prendevano +i coltelli e si gettavano sui rapitori gridando: Morte +ai Mussulmani, morte ai Turchi, morte agl’infedeli. +</p> + +<p> +A queste grida, che come un turbinio di polvere +arrivarono ai sobborghi e dai sobborghi alla città, +tutto Palermo si sollevò, e mandando grida di sterminio, +ciascuno prendendo la prima arma che loro +capitava sotto le mani, corse incontro ai Mussulmani +come a bestie feroci. +</p> + +<p> +I Turchi videro che questa volta non era più una +rissa individuale, ma una sollevazione generale. Le +porte si chiudevano innanzi ai fuggitivi che imploravano +<span class="pagenum" id="Page_26">[26]</span> +invano un rifugio; dall’alto dei balconi si +gettavano sulle loro teste tavole, sedie, vasi di +fiori. +</p> + +<p> +Vi fu un momento in cui da un capo all’altro +della città non si udivano che colpi di fuoco, imprecazioni, +grida di dolore, urli di disperazione, rantoli +di agonia; il sangue scorreva per le vie, le campane +a martello davano il segno della strage. +</p> + +<p> +In due ore la cosa terminò: i tre o quattrocento +turchi che in quel momento si trovavano in città +giacevano a terra; appena una cinquantina si salvò +gittandosi in mare o nelle barche, prendendo il +largo a forza di remi. +</p> + +<p> +Fortunatamente per l’ammiraglio turco che trovavasi +per caso sul suo vascello, udendo quanto accadeva +rivolse i cannoni verso la città; ma Nelson +che era al corrente della situazione, che da tanto +tempo udiva le lagnanze che si facevano alla corte, +ordinò la sua squadra in battaglia, e fece dire allo +ammiraglio turco che al primo colpo di cannone tirato +contro la città, lo avrebbe mandato a picco; +quest’avvertimento bastò all’ammiraglio turco che +ritornò al suo ancoraggio. +</p> + +<p> +Abbiamo parlato di un uomo, che durante questo +tempo e senza che nessuno si sognasse che egli +fosse in Egitto, passava tra Malta e il capo Bon, e +navigava per dove la sua presenza doveva mutare +la faccia del mondo. Quest’uomo era Bonaparte. +</p> + +<p> +Un parlamentario mandato da Bonaparte al commodoro +inglese per trattare uno scambio di prigionieri, +ritornò con un pacco di giornali, che il suo +cortese nemico gli mandava, perchè vi potesse leggere +i disastri della Francia. +</p> + +<p> +<span class="pagenum" id="Page_27">[27]</span> +</p> + +<p> +Bonaparte vide che per aver preso troppo presto +l’iniziativa, l’armata francese era stata battuta a +Kossack in Germania, a Magnano in Italia; che la +armata in Napoli cercando di riunirsi a quella di +Lombardia era stata battuta alla Trebbia, e che le +due armate unite erano state battute a Novi; che +gli Appennini infine erano invasi, e il Varo minacciato. +</p> + +<p> +L’armata d’Egitto aveva riportato le due vittorie +di monte Tabor, e di Abouckir; per molto tempo la +Porta non avrebbe più potuto mandare un nuovo +esercito. +</p> + +<p> +Fece venire l’ammiraglio Gantheaume, gli ordinò +di preparare segretamente il <i>Merion</i> e la <i>Carrere</i>, lasciò +il comando in capo dell’armata a Desaix, e si +imbarcò il 22 agosto con Berthier, Murat, Andreossi, +Marmont, Berthollet Monge, e giunto l’8 ottobre a +Frijus, e il 16 a Parigi, il 9 novembre fece il colpo +di stato conosciuto sotto il nome del 18 brumajo. +</p> + +<p> +Queste notizie, come si crede, misero in gran scompiglio +la corte di Palermo. Ma nello stesso tempo +accaddero altri movimenti personali che ci sforzano +di ricondurre i nostri sguardi dagli affari pubblici +sui nostri. +</p> + +<p> +Gli avvenimenti di Francia e la necessità di stringere +il blocco di Malta avevano forzato lord Nelson +di lasciarci e di fare una crociera, nella quale ora +ci scriveva da Livorno, ora da Montecristo, ora semplicemente +dal mare. +</p> + +<p> +Durante questa crociera, ricevette l’avviso che +lord Keith era nominato comandante in capo delle +forze del Mediterraneo, comando che di fatto trovavasi +già da due anni nelle sue mani; e nello stesso +<span class="pagenum" id="Page_28">[28]</span> +tempo ricevemmo l’avviso che M. Arturo Paget era +nominato ministro presso il governo delle Due Sicilie, +in rimpiazzo di sir William Hamilton. +</p> + +<p> +Ciò non era soltanto la disapprovazione di tutto +ciò che lord Nelson e sir William avevano fatto negli +avvenimenti dell’ultima rivoluzione, ma una grave +disgrazia. +</p> + +<p> +E posso dirlo, perchè in verità il colpo inatteso +fu più crudele per la corte delle Due Sicilie, che +non per noi. +</p> + +<p> +Nelson specialmente fu colpito nel modo più crudele, +perchè lo era nello stesso tempo nel suo amor +proprio e nel suo amore. +</p> + +<p> +Sir William era semplicemente furioso; si sarebbe +detto, che gli rincresceva più di me, di doversi separare +da Nelson. +</p> + +<p> +Ricevemmo le due notizie quasi nello stesso tempo. +Al 3 febbraio 1800 Nelson ci scriveva o piuttosto mi +scriveva: +</p> + +<div class="blockquote"> +<p class="indl"> +«Cara lady Hamilton, +</p> + +<p> +«Avendo ora un comandante in capo, non posso +raggiungervi prima di avergli fatto i miei saluti. I +tempi sono mutati; ma vi dichiaro che se non viene +qui direttamente, io non l’aspetto. Del resto mando +ad informarmi come state; rispondetemi una parola, +il mio cuore è pieno d’angoscia per voi; ma non è +mia la colpa di essere stato tanto tempo assente; +io non comando più, e debbo invece obbedire. +</p> + +<p> +«Dio vi benedica, mia cara lady, e state sicura +che mai non cesserò d’essere il vostro obbligato ed +affezionato +</p> + +<p class="indr"> +«<span class="smcap">Bronte Nelson</span>.» +</p> +</div> + +<p> +<span class="pagenum" id="Page_29">[29]</span> +</p> + +<p> +Presi la penna e mi affrettai di rispondere a Nelson, +espandendo il mio cuore nella mia lettera; sapeva +quanto egli soffriva, e come qualche mia buona +parola avrebbe sollevato il povero suo cuore affranto. +In quanto a sir William, ecco la sua lettera. +</p> + +<div class="blockquote"> +<p> +«Apprendo che lord Keith è effettivamente al posto +di lord S. Vincent comandante in capo del Mediterraneo; +non dubito punto che a quest’ora non +ci rimanga che l’ultima soddisfazione di ritornarcene +a casa col nostro caro amico lord Nelson. Vostra +Signoria avrà già appreso da Emma, che dopo trentasei +anni di servizio a questa corte, sono stato rimosso +con un colpo di piede dal mio posto, e che +M. Paget figlio di lord Troubridge è nominato inviato +plenipotenziario presso il re delle Due Sicilie, +e che è in viaggio per venire qui a bordo d’una fregata. +Io non ho ricevuto dall’Inghilterra nessuna +notizia ufficiale sul mio rimpiazzo; ma lord Greenville +aveva una mia lettera scrittagli al principio +del 1798, che lo autorizzava a disporre del mio posto, +come gli piacerebbe, colla condizione di assicurarmi +per la vita una rendita di 2000 lire sterline, +non però a titolo di pensione. Resterei piuttosto tutta +la mia vita a Napoli, anzichè ritirarmi con un soldo +di meno. La povera Emma è in gran pena. Ma che +mi si lasci ritornare a casa ad assestare gli affari +miei, e poi Emma e la regina disporranno della mia +vecchia carcassa come vorranno. +</p> + +<p class="indr"> +«<span class="smcap">W. Hamilton</span>.» +</p> +</div> + +<p> +L’ammiraglio Keith venne assai presto a raggiungere +Nelson, perchè non partisse solo. Tutti e due +partirono insieme, l’ammiraglio Keith sulla <i>Principessa +<span class="pagenum" id="Page_30">[30]</span> +Carlotta</i> e Nelson sul <i>Fulminante</i>, ed arrivarono +a Palermo l’8 febbraio. Nelson corse a concertarsi +con noi, e si stabilì che se sir William lasciasse la +corte di Napoli, Nelson darebbe la sua dimissione, +o almeno chiederebbe un congedo. +</p> + +<p> +Al 9 il re andò a fare una visita a lord Keith a +bordo della <i>Principessa Carlotta</i>, ed il giorno seguente +fece la stessa visita sul <i>Fulminante</i>. +</p> + +<p> +Quest’ultimo bastimento ricevette a bordo alcune +truppe siciliane per Malta, e dopo aver preso congedo +da noi all’11, Nelson partì il 12 per quell’isola, +sempre in compagnia della <i>Principessa Carlotta</i> che +portava la bandiera dell’ammiraglio Keith; attraversarono +lo stretto di Messina, ed arrivarono al 15 innanzi +a Malta. +</p> + +<p> +Al 18, verso l’aurora, Nelson incontrò una piccola +flottiglia francese, comandata dal contr’ammiraglio +Perrie a bordo del Generoso, vascello di 74 cannoni, +che veniva da Tolone e trasportava delle truppe a +Malta. Egli attaccò immediatamente la flottiglia e +dopo un combattimento terribile l’ammiraglio Perrie +fu ferito mortalmente, e il suo vascello preso. +</p> + +<p> +L’ammiraglio francese morì il giorno seguente, 19. +</p> + +<p> +Nello stesso giorno il comandante di divisione Poulain +scrisse a lord Nelson per chiedergli di far rendere +gli onori funebri al vice ammiraglio comandante +le forze navali della Francia nel Mediterraneo; +e facendo appello a quella fraternità di coraggio +che combatte il nemico quando è vivo, ma che lo +onora dopo la morte, aggiungeva nella sua lettera +che portava con lui il rimpianto e la stima di tutti +quelli che avevano servito sotto i suoi ordini. +</p> + +<p> +Ebbi notizia di questo combattimento e della situazione +<span class="pagenum" id="Page_31">[31]</span> +in cui Nelson si trovava rispetto a lord +Keith dallo stesso Nelson, che mi scrisse il 20 febbraio +dalla Valletta la lettera seguente: +</p> + +<div class="blockquote"> +<p class="indl"> +«Mia cara lady Hamilton, +</p> + +<p> +«Voi sapete come lord Keith mi ha ricevuto; non +so che cosa avreste fatto voi se foste stata al mio +posto; ma non lo credo. Poco importa; gli scrissi +che prima di venire alle mani col <i>Generoso</i> aveva +fatto un voto, quello di rompere la mia bandiera se +non lo prendeva. Egli non mi ha ancora risposto. +</p> + +<p> +«Se mi sentirò meglio, scriverò una lettera al +principe ereditario, mandandogli la bandiera dell’ammiraglio +francese. Spero che voi mi approverete. +È stato preso sulle coste del regno di suo padre, +e da un suddito che gli è fedele quanto uno +de’ suoi dominii. Non ho più avuto comunicazioni +colla terra; però non ho veduto nè Ball, nè Troubridge, +nè Graham, nè Lion. +</p> + +<p> +«La mia testa è orribilmente ammalata, non ho +nessuno che mi conforti un istante. Mando il pacco +al generale Acton, così credo che arriverà più presto, +e che egli sarà molto lusingato di presentare +la lettera e la bandiera al principe. Temo che Malta +non potrà durare molto tempo, a meno che non +giungano in suo soccorso altre corvette. Vi prego +di presentare i miei omaggi a tutti quelli che vi +circondano, e di credermi per sempre vostro affezionatissimo +e devotissimo, +</p> + +<p class="indr"> +«<span class="smcap">Bronte Nelson</span>.» +</p> +</div> + +<p> +Di fatti nello stesso tempo che ricevetti questa +lettera, sir John Acton ne riceveva un’altra colla +<span class="pagenum" id="Page_32">[32]</span> +bandiera francese pel principe ereditario. Al 27 febbraio +rispondeva a Nelson, felicitandolo della presa +del <i>Generoso</i>, e mentre gl’inviava i complimenti del +re e della regina, aggiungeva: +</p> + +<p> +«Come potrei esprimervi in nome di S. A. R. tutta +la sua gratitudine! Mi recai tosto ai suoi appartamenti +colla lettera di V. S., col bel dono della bandiera +dell’ammiraglio francese. Il principe ne fu maravigliato +e lo è ancora; egli risponderà personalmente +a V. S. o con questa occasione o per corriere. +Voi avete reso felice tutta la famiglia reale, e non +è questa la prima occasione che le avete data di +esprimervi la sua essenziale riconoscenza per tutto +ciò che avete fatto per essa.» +</p> + +<p> +Al 24 febbraio lord Keith dava a lord Nelson l’ordine +di recarsi al blocco di Malta, <i>per compiere</i> servigi +<i>di pubblica importanza</i>, o piuttosto, ciò che era +più vero, per allontanarlo da me. Quest’ordine era +accompagnato da un’istruzione speciale sul da farsi +nel caso che la Valletta si rendesse. +</p> + +<p> +Ed aggiungeva: — e qui si vede benissimo l’intenzione +che vi era di separarci, — che Palermo era +troppo lontano, Nelson era invitato a prendere per +punto di convegno Siracusa, Messina od Agosta. +</p> + +<p> +Quest’ordine portò al suo colmo l’esagerazione di +Nelson. La ricompensa del suo occhio perduto, del +suo braccio mutilato, della sua fronte spaccata; la +ricompensa di Aboukir, di nove vascelli nemici abbruciati +e calati, era una meschina persecuzione che +penetrava nel più intimo della sua vita privata, e +lo feriva profondissimamente nel suo cuore. +</p> + +<p> +Così gli rispose nello stesso giorno: +</p> + +<p> +<span class="pagenum" id="Page_33">[33]</span> +</p> + +<div class="blockquote"> +<p class="indr"> +«<i>Fulminante</i> innanzi a Malta, 24 febbraio 1800. +</p> + +<p class="indl"> +«Milord, +</p> + +<p> +«Il mio stato di salute è tale che mi è impossibile +di restar qui. Se resto son morto. Vi prego +quindi di accogliere la mia dimanda per andare a +vedere i miei amici di Palermo, per qualche settimana. +Lascio il comando al commodoro Troubridge. +Soltanto la assoluta necessità mi obbliga di scrivervi +questa lettera. Col più gran rispetto, +</p> + +<p class="indr"> +«<span class="smcap">Bronte Nelson</span>.» +</p> +</div> + +<p> +Nelson non si accontentò di questa lettera destinata +ad essere pubblicata al bisogno; ma gli scrisse +anche quest’altra privata: +</p> + +<div class="blockquote"> +<p class="indr"> +«24 febbraio 1800 +</p> + +<p class="indl"> +«Mio caro lord, +</p> + +<p> +«Non posso restar qui quattordici giorni che sono +per me quattordici anni; sono completamente estenuato. +Ecco perchè sono stato obbligato di scrivervi +quella lettera uffiziale. In quanto allo stato del <i>Fulminante</i>, +furono le esigenze del servizio che permisero +che non fosse raddobbato da molti mesi. Anche +oggi ha dato un’altra prova che non può tenere +il mare anche quando l’alto mare non sia cattivo; +ma il suo cordaggio, sia che rimanga o che parta, +deve in ogni caso essere rinnovato; tutto cade. Vi +mando sir Edward Berry, e mi sottometto alla vostra +decisione, tanto riguardo al bastimento, quanto +a me. Sono sicuro che non mi farete nessuna obbiezione. +Sento la debolezza della mia salute, ma +non me ne voglio lagnare. +</p> + +<p> +<span class="pagenum" id="Page_34">[34]</span> +</p> + +<p> +«Come uomo di mare, credo che il <i>Fulminante</i> deve +esser raddobbato. +</p> + +<p class="indr"> +«<span class="smcap">Bronte Nelson</span>.» +</p> +</div> + +<p> +L’8 di marzo Nelson, trattenuto suo malgrado al +blocco, scriveva a sir William: +</p> + +<div class="blockquote"> +<p> +«Vi ringrazio affettuosamente delle vostre lettere +e dei vostri buoni augurii. Ho deciso. La mia salute +esige di andare a Palermo e di rimanere due settimane +con voi. Debbo pregarvi di nuovo di far preparare +al più presto possibile quattro cannoniere +pel servizio di Malta, che saranno utilissime per la +resa della piazza, impedendo ai piccoli bastimenti +di uscire e di entrare. Credo (visto che il nemico +nella notte del quattro ha cercato di far uscire una +piccola polacca, buona veliera) che Vaubois voglia +mandare dei dispacci in Francia, per dire che non +può tenere più a lungo; e se le nostre truppe arrivano +da Gibilterra e da Minorca, come crede il capitano +Blackwood, non crederei che i Francesi potessero +resistere due settimane. Prego il generale +Acton di affrettare l’invio delle cannoniere. Troubridge +ha l’iterizia e sta molto male. Siccome vi vedrò +presto, vi dirò di viva voce che sono ecc. ecc. +</p> + +<p class="indr"> +«<span class="smcap">Bronte Nelson</span>.» +</p> +</div> + +<p> +Difatti, senza aspettare la resa di Malta, nè il permesso +di lord Keith, arrivò il 16 a Palermo, nel momento +che si celebrava, cosa assai curiosa, il matrimonio +del generale Acton, che aveva 67 anni, con +sua nipote, che ne aveva 14: affrettiamoci a dire che +il generale ebbe da questo matrimonio tre figli. +</p> + +<p> +<span class="pagenum" id="Page_35">[35]</span> +</p> + +<p> +Credo di aver lasciato travedere che da qualche +tempo non vi era più nessuna intimità fra lui e la +regina; se dovessi fissare un termine per questa +intimità, la farei risalire alla morte del principe Caracciolo. +</p> + +<p> +La sua gioia fu grande nel rivedermi, e oltre al +desiderio di avvicinarsi a noi, egli era veramente +ammalato assai; poi un nuovo sfregio che mi colpì +e che egli considerò come un insulto, portò al più +alto grado il suo risentimento contro alla corte di +Inghilterra. +</p> + +<p> +Dopo la presa dell’isola di Malta dai Francesi, +l’ordine di Malta era caduto in dissuetudine. La Repubblica +francese aveva abolito gli ordini. +</p> + +<p> +Paolo I, che voleva avere la riputazione d’imperatore +cavalleresco, si era intitolato gran maestro +dell’ordine, e ne distribuiva i brevetti. +</p> + +<p> +L’imperatore, dietro dimanda di lord Nelson, ne +mandò uno di gran croce con una commenda onoraria +pel capitano Ball. Nello stesso tempo che sir +Charles Whitworth ne dava avviso a lord Nelson, e +gli annunziava che io era stata nominata dama, con +piccola croce dell’ordine. +</p> + +<p> +Sir William inviò alla cancelleria di Londra la lettera +di sir Charles Whitworth e il brevetto, chiedendo +per me il permesso di portar questa croce. +</p> + +<p> +La cancelleria non si degnò nemmeno di rispondere. +Lord Nelson scrisse da parte sua. Eguale silenzio. +</p> + +<p> +Allora la risoluzione di Nelson fu presa. Decise di +chiedere, se non il suo ritiro, almeno un congedo, +e sarebbe venuto con noi a passarlo a Londra. Inoltre, +in questo frattempo sir Arturo Paget, che dovea +<span class="pagenum" id="Page_36">[36]</span> +sostituire sir William, senza volergli rendere +conto per nulla della situazione degli affari, gli abbandonò +tutta l’ambasciata, appartamento, e archivio. +Risolvemmo di lasciar momentaneamente Palermo, +di andare a bordo del <i>Fulminante</i>, e di recarci +a Napoli a passare due mesi; e dopo questi due mesi +di ritornare a Palermo per prendere la regina, ed +accompagnarla a Vienna, ove contava di andare; e +quando ritorneremo a Palermo o piuttosto a Napoli, +noi continueremo la nostra via per Londra. +</p> + +<p> +Per conseguenza io e sir William facemmo i nostri +momentanei addii alla famiglia reale, salimmo +sul <i>Fulminante</i> e partimmo per Siracusa, ove restammo +fino al 3 maggio; poi ci mettemmo di nuovo +in mare, e nella notte del 4 al 5 gettammo l’áncora +nel porto di S. Paolo a Malta. +</p> + +<p> +Vi rimanemmo fino al 20, epoca in cui ripartimmo +per Palermo, ove una nuova distinzione attendeva +lord Nelson. +</p> + +<p> +Sua Maestà Ferdinando, non avendo potuto dare +a Nelson, a Troubridge e a Ball il cordone di S. Gennaro, +ordine cattolico, perchè erano protestanti, istituì +espressamente per decorarli l’ordine del merito +di Ferdinando. Le tre prime gran croci furono lord +Nelson, il feldmaresciallo Suwarow e l’imperatore +Paolo. +</p> + +<p> +Dissi che il ritorno di Bonaparte in Francia doveva +mutare l’aspetto dell’Europa, e in fatti aveva +già mutato quello della Francia. Il direttorio abolito, +Bonaparte, nominato primo console, volse gli +occhi sull’Italia riconquistata da Suwarow e da +Melas. +</p> + +<p> +Melas solo era rimasto In Italia: Suwarow battuto +<span class="pagenum" id="Page_37">[37]</span> +da Massena a Zurigo ed a Mauttathal, era andato a +render conto della sua disfatta a Paolo I. +</p> + +<p> +Verso la fine di maggio si seppe che Bonaparte +aveva passato le Alpi con un’armata di 4000 uomini. +</p> + +<p> +La regina pensò che era venuto il momento di +andare a fare una visita a suo nipote. La fortuna +di Bonaparte poteva seguirlo dalle rive del Nilo a +quelle del Po, e in questo caso ognuno poteva indovinare +il rovescio che una vittoria riportata dai +Francesi poteva cagionare in Italia. +</p> + +<p> +Nelson doveva mettersi col <i>Fulminante</i> in servizio +della regina, la cui partenza fu fissata per gli 8 di +giugno; ma la partenza fu ritardata di due giorni. +</p> + +<p> +Infine il 10 giugno, la regina, le tre principesse, +il principe Leopoldo, sir William ed io, c’imbarcammo +a bordo del <i>Fulminante</i>, che partì per Livorno +in compagnia della <i>Principessa Carlotta</i>, dell’<i>Alessandro</i> +e di un pacchetto napolitano: il passaggio fu +eccellente, e con una buona brezza arrivammo il 14 +a Livorno, vale a dire lo stesso giorno in cui Bonaparte +guadagnava la battaglia di Marengo. +</p> + +<p> +Si restò fino al 16 senza poter discendere a terra; +il vento si era rinvigorito, il mare era diventato +burrascoso. +</p> + +<p> +Al 16, verso le ore 9 del mattino, potemmo scendere +nella lancia di lord Nelson e sbarcare alle scale +nei Finocchieti, ove trovammo un’immensa affluenza +di popolo che sapeva l’arrivo della regina, la quale, +al momento in cui mise piede a terra, fu complimentata +dal generale barone di Fenzel, dal generale +Lavillette governatore di Livorno, infine dal duca +Strozzi scelto dal granduca per accompagnare la +regina dovunque volesse andare, mentre il cavaliere +<span class="pagenum" id="Page_38">[38]</span> +Segardi, amministratore generale dei beni della corona, +doveva provvedere alle spese della sua corte +durante la sua dimora in Toscana. +</p> + +<p> +Salimmo nelle carrozze che ci aspettavano, andammo +alla cattedrale, ove si celebrava un <i>Te Deum</i>, +in rendimento di grazie pel buon viaggio della regina, +ed entrando in palazzo trovammo la duchessa +d’Atri che era espressamente venuta da Firenze per +ricevere la regina. Alla sera andammo in teatro dove +fummo accolti da applausi frenetici. +</p> + +<p> +Non si sapeva ancora che era stata data una battaglia +sotto le mura di Alessandria. +</p> + +<div class="chapter"> +<p><span class="pagenum" id="Page_39">[39]</span></p> + +<h2>IV.</h2> +</div> + +<p> +Prima cura della regina nello scendere a terra fu +di chiedere notizie dell’armata d’Italia, e ciò per una +doppia ragione: dapprima a causa dell’influsso che +Bonaparte vincitore o vinto poteva avere sul regno +delle Due Sicilie; poi per la sicurezza del suo viaggio +a Vienna. Sventuratamente tutti quelli a cui si +indirizzava, non ne sapevano più di lei; per cui +spedì uno dei signori che erano venuti a farle la loro +corte, il barone di Rosenheim, ai generali Melas, +Hohenzollern e Ott, ordinandogli di andare per la +riviera di levante, facendolo accompagnare da due +corrieri a misura che apprendevano notizie dell’armata. +</p> + +<p> +Al 17 di sera, il signor Sommariva venne da Firenze, +<span class="pagenum" id="Page_40">[40]</span> +e seppe da lui che Bonaparte in persona comandava +l’armata, e non si era ancor ben sicuri; +che i Francesi erano in forza se avevano della cavalleria, +e che gli eserciti erano fra Alessandria e +Tortona e sul punto di venire alle mani; in tutti i +casi il signor Sommariva assicurava la regina, che +non aveva nessun pericolo da temere a Livorno. +</p> + +<p> +Si vedeva però facilmente, che chi si adoperava a +rassicurarsi era assai poco sicuro di sè stesso. +</p> + +<p> +Egli di nuovo partiva nella notte per Firenze. +</p> + +<p> +Il giorno seguente si sparse la voce che i Francesi +erano in piena rotta: si crede facilmente a quanto +si desidera; la regina annunziò dunque a tutti questa +buona notizia. +</p> + +<p> +Ma nella notte del 18 al 19 Nelson ricevette un uffiziale +inglese, inviato da lord Keith con una lettera, +in cui gli diceva che dovea essere firmata una sospensione +d’armi fra i Francesi e gli Austriaci, e +che in questa sospensione era stipulato; che gli Austriaci +dovessero evacuare tutte le piazze forti del +territorio di Genova e consegnarle ai Francesi. Queste +prime notizie non s’accordavano di certo con +quelle che ci erano giunte il giorno prima sulla ritirata +dei Francesi; ma quelle che seguivano erano +ancor più inquietanti, e ci davano da pensare assai. +</p> + +<p> +Lord Keith continuava ad ordinare a Nelson di +riunire tutti i bastimenti che avesse sotto i suoi ordini, +e di portarsi con essi al golfo della Spezia per +impadronirsi di tutti quei forti, e specialmente di +quello di Santa Maria, di tutta l’artiglieria, o almeno +di metterla in condizione di non essere più utile ai +Francesi. Finalmente Keith diceva a Nelson che se +poteva, per quella spedizione alla Spezia, staccare +<span class="pagenum" id="Page_41">[41]</span> +dalla sua flotta qualche bastimento e inviarglielo a +Genova, gli farebbe piacere. +</p> + +<p> +Queste notizie ci costernavano. Evidentemente +una tale convenzione non avrebbe potuto aver luogo, +se non in seguito ad una battaglia, e in una battaglia +in cui gli Austriaci fossero stati indubbiamente +battuti. +</p> + +<p> +Dato quest’ordine a Nelson di lasciar tutto e di recarsi +alla Spezia, ci desolava, e particolarmente la regina, +che a ragione vedeva in Nelson il suo unico appoggio, +e senza Nelson si considerava come perduta. +</p> + +<p> +Ma Nelson non ci lasciò molto tempo in quest’angoscia; +dichiarò che senza alcun pretesto egli non +lascierebbe la regina, nella condizione in cui si trovava; +e per conseguenza, onde eseguire gli ordini di +lord Keith, inviò alla Spezia l’<i>Alessandro</i> e la <i>Dorotea</i> +e rimase a Livorno col <i>Fulminante</i>, e col <i>Vasco di +Gama</i> naviglio portoghese, e le fregate e le corvette +napolitane che si trovano nel porto di Livorno. +</p> + +<p> +Questa risoluzione calmò le nostre inquietudini +sul punto della sicurezza della regina. +</p> + +<p> +Ma assicurata sulla sua situazione, la regina non lo +era punto su quella dell’armata austriaca. Si rivolse +al barone di Fenzel che non ne sapeva nulla: +spedì un corriere al generale Sommariva, comunicandogli +gli ordini che l’ammiraglio Keith aveva +dato a lord Nelson; ma il generale Sommariva si +accontentò di dire, che non sapeva nulla di positivo, +e che credeva essere prudente per lei di rimanersi +a Livorno, e di aspettarvi gli avvenimenti ulteriori +e gli schiarimenti di quelli che erano passati. +</p> + +<p> +Nello stesso tempo, in cui venne la risposta del +generale Sommariva, arrivò il brigadiere Rosenheim +<span class="pagenum" id="Page_42">[42]</span> +che la regina aveva mandato a prender notizie. Egli +raccontò di aver parlato a Genova col generale austriaco +Hohenzollern, che gli aveva fatto leggere una +convenzione fra il generale Melas ed il generale Berthier, +in cui era stabilita una sospensione d’armi fra +le due armate, che non potessero riprendere le ostilità +prima di dieci giorni; e che intanto gli Austriaci +dovessero consegnare ai Francesi tutte le piazze forti +che possedevano, vale a dire Genova, Savona, Cuneo, +Alessandria, Tortona, Mondovì, la cittadella di Milano, +quella di Torino e il forte d’Urbino, non conservando +nelle loro mani che Mantova, Ferrara, Peschiera, +Verona ed Ancona. +</p> + +<p> +La causa che si dava a questa desolante sospensione +d’armi, sarebbe stata una battaglia accaduta +il 14 a Marengo fra la Bormida e la Scrivia, in cui +Melas, dopo aver cominciato colla vittoria, terminò +colla disfatta. +</p> + +<p> +Si comprende quale fosse la disperazione di tutta +la famiglia reale ad una simile notizia. La regina +specialmente fu assalita da un accesso nervoso che +le cagionò una completa prostrazione di forze, da +cui non usciva se non per accessi febbrili che andavano +fino al delirio; ma fu peggio quando Nelson, +disperato al pari di noi, portò a sir William, — perchè +non osò consegnarlo nè a me nè alla regina, — il +viglietto seguente che aveva ricevuto da +lord Keith. +</p> + +<div class="blockquote"> +<p class="indr"> +«Genova, 21 giugno 1800. +</p> + +<p class="indl"> +«Confidenziale. +</p> + +<p> +«Ho veduto ora un uomo che lascia Bonaparte. +Questo Bonaparte dice pubblicamente, che prima di +<span class="pagenum" id="Page_43">[43]</span> +far la pace, vuol ridurre una potenza in Italia. Lasciate +partire quanto prima la regina per Vienna +e al più presto che potrà. Se la loro flotta arriva un +giorno prima della nostra in Sicilia, la Sicilia è perduta, +perchè non è capace di resistere un giorno.» +</p> + +<p class="indr"> +«<span class="smcap">Keith.</span>» +</p> +</div> + +<p> +La lettera era così pressante, e conteneva una notizia +tanto grave, che, malgrado lo stato di salute in +cui si trovava, si risolse di comunicargliela; si riunì +a questo scopo una specie di congresso nella sua +camera, perchè ciascuno desse il suo avviso sulla +risoluzione che credesse migliore in tale momento. +La regina, ritornata in forza per l’eccesso del terrore, +sarebbe stata d’avviso di partire immediatamente +come glielo consigliava lord Keith; ma l’avviso di +sir William e di Nelson fu che dovesse stare a Livorno, +ove aveva sempre a sua disposizione i vascelli +di guerra di Nelson, e di non partire se non +quando avesse ricevuto un corriere da Vienna, che +le direbbe in quale stato fossero le cose alla corte +di suo nipote: il principe di Castelcicala si era unito +a quell’avviso, che prevalse, e si risolse di rimanere. +</p> + +<p> +L’emozione fu così viva, che non si ammalò soltanto +la regina, ma anche il principe Leopoldo. La +malattia della regina fu però grave, e non fu vinta +che in seguito a ripetuti salassi, mentre il principe +Leopoldo se ne liberò con un leggero purgante. +</p> + +<p> +Verso la fine del mese di giugno, la regina ristabilita +dalla sua indisposizione, si decise a partire. +Per tutto il tempo che era rimasta a Livorno, quantunque +il re Ferdinando ed il ministro Acton fossero +<span class="pagenum" id="Page_44">[44]</span> +a Palermo, il vero governo era rimasto presso +la regina. +</p> + +<p> +Lord Nelson aveva significato a lord Keith la sua +decisione di ritornare in Inghilterra, e lord Keith gli +aveva offerto di disporre di un bastimento della +flotta; ma siccome io voleva passare per Vienna onde +non lasciare la regina, Nelson decise di fare la stessa +strada per non lasciarmi. +</p> + +<p> +La regina scrisse al comandante d’Ancona per +chiedergli se non vi fosse nel porto qualche bastimento +per condurla a Fiume od a Venezia. +</p> + +<p> +Presa la risoluzione di partire, bisognava decidere +poi se si doveva partire per terra o per mare. +</p> + +<p> +Intanto si ricevette da Vienna la notizia che l’imperatore +d’Austria restituiva Perugia ed il suo territorio +al papa. +</p> + +<p> +Il 3 luglio, la regina ricevette da Vienna quella +lettera che tanto aspettava e che fu portata dal corriere +Giannini, che aveva mandato. Essa era dell’imperatrice +sua nipote; la imperatrice supplicava +Maria Carolina, di non lasciarsi distogliere per qualunque +ragione buona o cattiva dal suo viaggio di +Vienna; le diceva che credeva quel viaggio non soltanto +utile, ma necessario ai suoi interessi, e la invitava +a mandare un corriere a Melas in Milano, +perchè il generale gl’indicasse la via da percorrere. +Veniva una lunga serie di dolori, sopra ciò che era +avvenuto in Italia; ma l’imperatrice confessava che +dopo la catastrofe di Marengo, Melas non aveva potuto +rifiutarsi dal firmar l’armistizio. Del resto l’imperatrice +ispirava poca speranza della ripresa delle +ostilità, ed inclinava da parte sua ad una buona o +solida pace. +</p> + +<p> +<span class="pagenum" id="Page_45">[45]</span> +</p> + +<p> +Siccome non eravamo ancora decisi sul modo con +cui doveva farsi quel viaggio, lord Keith mise a disposizione +di S. M. l’<i>Alessandro</i>: e il <i>Fulminante</i> fu +rimandato in riparazione nelle isole Baleari. Nelson +vide con tristezza il <i>Fulminante</i> che partiva; ma egli +rimase a disposizione della regina, e pronto a prendere +il comando di quel bastimento sul quale s’imbarcherebbe. +</p> + +<div class="chapter"> +<p><span class="pagenum" id="Page_47">[47]</span></p> + +<h2>V.</h2> +</div> + +<p> +Confesso che dopo aver veduto la regina dare tante +prove di fermezza e di rapida decisione, rimasi stupita +alle sue timide esitazioni, in una circostanza in +cui ogni ora perduta poteva essere irreparabile. +</p> + +<p> +All’8 di luglio si apprese che un piccolo distaccamento +di Francesi composto di 326 uomini con artiglieria +e cavalleria era entrato a Lucca; questa +notizia determinò la regina a partire, e annunziò +che partiva per mare. +</p> + +<p> +Quando si seppe in Livorno la notizia di questa +partenza che aveva tutta l’apparenza d’una fuga, +si manifestò subito una sommossa; il popolo voleva +ritenere la regina, le principesse ed il principe Leopoldo. +La cosa parve assai grave alla regina che lasciò +<span class="pagenum" id="Page_48">[48]</span> +immediatamente la città, ed andò a bordo dell’<i>Alessandro</i>, +sul quale Nelson aveva inalberato la +sua bandiera. Ma dopo ventiquattr’ore la regina mutò +risoluzione, e decise di andare ad Ancona per la via +di terra. +</p> + +<p> +Siccome aveva con sè, come già dissi, le tre principessine +ed il principe, vale a dire che non poteva +ammettere nessun’aura persona nella carrozza senza +separarsi da qualcuno de’ suoi figli, si convenne che +essa partirebbe per la prima, e che noi l’avremmo +seguita. Aveva tanta premura di allontanarsi da +quei Francesi che detestava così cordialmente, che +partiva il giorno seguente per Firenze, senza aspettare +le altre carrozze, al solo annunzio che la via era +libera. +</p> + +<p> +Lord Nelson, sir William, miss Knight ed io partimmo +il giorno seguente, vale a dire l’11 di luglio. +</p> + +<p> +Questo viaggio, oltre al pericolo, presentava la +probabilità di grandi disturbi: cattiva strada, cattive +vetture, invece di un mare quasi sempre tranquillo +nel mese di luglio, e di una buona cabina +con tutti i comodi della vita; poi, dopo cento leghe +fatte in questa guisa, qualche polacca austriaca o +qualche balcan da pesca dalmato per trasportarci +a Trieste. Anche lord Nelson aveva disapprovato fino +all’ultimo momento questa maniera di viaggiare, e +trovava veramente molto più comodo di superare +la punta di Calabria e di entrare nell’Adriatico a +bordo dell’<i>Alessandro</i>, vale a dire da re: in quanto +a me confesso che preferiva il viaggio per terra per +quanto fosse faticoso. Sir William poi era talmente +ammalato, che dichiarò di esser quasi certo di non +<span class="pagenum" id="Page_49">[49]</span> +arrivare vivo ad Ancona; ma che fedele alla regina +arrischiava anche la vita per seguirla. +</p> + +<p> +E partimmo. +</p> + +<p> +Impiegammo ventisei ore per andare da Livorno +a Firenze in causa delle marcie e contromarcie che +i Francesi ci costrinsero a fare. A Castel S. Giovanni +la carrozza si rovesciò: Sir William ebbe una leggiera +contusione al ginocchio, io ebbi una spalla +lussata; un medico di villaggio me la rimise a posto +facendomi soffrire orribili dolori, mentre un +fabbro raccomodava la ruota spezzata; ma la ruota +aggiustata troppo di fretta, si spezzò nuovamente +ad Arezzo. +</p> + +<p> +Siccome i Francesi si avvicinavano e ci volevano +due giorni per raccomodare la carrozza, risolvemmo +di prenderne un’altra, la prima che ci capitò, e partimmo +in quella soltanto io, lord Nelson e sir William; +miss Knight e la mia cameriera che potevano +essere prese impunemente per francesi, essendo persone +di minor importanza, le lasciammo indietro, per +raggiungerci poi colla carrozza aggiustata. +</p> + +<p> +Continuammo la via per strade orribili, ed in +mezzo a popolazioni in preda a tale miseria che è +impossibile a descrivere. +</p> + +<p> +Giunti ad Ancona, la regina trovò una fregata austriaca +preparata per riceverla; era tutta adorna di +sete e di velluti, e oltre alla camera reale, vi erano +otto letti per le persone del suo seguito. Desiderosa +di lasciare al più presto possibile la terra, la regina +si recò subito a bordo del bastimento; ma appena +vi si era stabilita, esitò di nuovo, per sapere +se era bene rimanervi; e quando arrivammo noi, tre +giorni dopo, la trovammo incerta se doveva domandare +<span class="pagenum" id="Page_50">[50]</span> +ospitalità alla squadra russa, composta di tre +fregate e di un brik. Nelson, che aveva poca confidenza +nella marina austriaca, la incoraggiò in questo +proposito; inoltre la fregata austriaca per disporsi +a ricevere la famiglia reale era stata obbligata +a ridurre a 24 il numero del suoi cannoni, e i Francesi +che erano padroni delle coste della Dalmazia, +avrebbero potuto con una flottiglia di barche prendere +la <i>Bellona</i> all’abbordaggio. +</p> + +<p> +La squadra russa era comandata da un Dalmato, +chiamato conte Wainorvich, che in un combattimento +sostenuto l’anno precedente, ebbe rovesciata +la sua bandiera dagli Austriaci, ed aveva fatto voto +di non metter piede sul suolo austriaco, nè sopra +alcuno de’ suoi territori dipendenti, e mantenne il +suo voto tanto fedelmente, che non restituì nemmeno +la sua visita alla regina, che era andata a vederlo, +sotto pretesto che la fregata <i>Bellona</i> era terra austriaca. +</p> + +<p> +Ma siccome la fregata russa non era preparata +all’onore che la regina le faceva, il capitano non +potè che cedere la sua camera per lei e per la sua +famiglia, e noi c’imbarcammo su di un’altra. +</p> + +<p> +Sir William era tanto ammalato, che tutti i medici +l’avevano condannato, e il più indulgente di essi +pretendeva che sarebbe forse arrivato a Trieste, ma +non a Vienna. +</p> + +<p> +Contro ogni aspettazione, sir William si trovò un +poco meglio arrivando a Trieste dopo una buona +traversata. +</p> + +<p> +La regina partì da Trieste il 7 agosto, noi la seguimmo +due giorni dopo; questi due giorni erano +stati presi per dare un poco di riposo a sir William +</p> + +<p> +<span class="pagenum" id="Page_51">[51]</span> +</p> + +<p> +Prima di separarci a Livorno, la regina, non +sapendo se ci saremmo riveduti ancora, in vista dei +pericoli del viaggio, aveva fatto a ciascuno un regalo +d’addio: Nelson ebbe un ritratto del re contornato +di diamanti, e di smeraldi; William una +tabacchiera col ritratto della regina, contornato di +diamanti, ed io finalmente una splendida collana di +diamanti, colla cifra in diamanti di tutti i principi +e le principesse. +</p> + +<p> +Si è veduto che contro ogni aspettazione il viaggio +si compì senz’altro accidente che quello che è toccato +a noi, o piuttosto alla nostra carrozza. +</p> + +<p> +In questo viaggio ci raggiungemmo tre volte, per +separarci ancora un’altra volta e per sempre, +dopo Ancona, Trieste e Vienna. +</p> + +<p> +A Vienna, grazie alla grande amicizia che la regina +aveva per me, fui ammirevolmente ricevuta +dall’imperatrice, da sua figlia e da tutta la famiglia +imperiale. +</p> + +<p> +La convalescenza di sir William, che durò sei settimane, +ci trattenne a Vienna più di quanto vi saremmo +rimasti senza di ciò, il che non nocque pure +ai piaceri che ebbi nelle feste che mi si diedero. +Sir William voleva che andassi in società con lord +Nelson, precisamente come se si trovasse in perfetta +salute e ci avesse accompagnati. +</p> + +<p> +Era ormai tempo che la regina venisse a Vienna +a difendere i suoi interessi, di cui nessuno aveva +preso cura durante la sua assenza. +</p> + +<p> +Ciò la determinò a prendere una grande risoluzione. +</p> + +<p> +Vedendo che l’imperatore Francesco non aveva +stipulato nulla per lei, e vedendo che gl’Inglesi difendevano +<span class="pagenum" id="Page_52">[52]</span> +la Sicilia, i cui porti potevano esser utili +e abbandonavano Napoli, che non poteva giovar loro +per nulla, decise di partire per Pietroburgo onde +chiedere un appoggio all’imperatore Paolo. +</p> + +<p> +Ma siccome era indispensabile che nessuno sapesse +questo viaggio, finse una indisposizione. +</p> + +<p> +E infatti lord Keith aveva qualche ragione di dire +che Bonaparte annunziava, senza misteri, che prima +di far la pace aveva un’altra potenza da distruggere +in Italia. Bonaparte dopo la battaglia di Marengo +pensò un istante di far marciare una divisione sopra +Napoli. La stagione già avanzata, probabilmente +gli avvenimenti che seguirono l’armistizio, salvarono +momentaneamente Napoli, obbligando Bonaparte +a concentrare le sue truppe in Italia; ma terminata +la guerra, e Bonaparte completando con una +o due altre vittorie quella di Marengo, era probabile +che il regno delle Due Sicilie ne pagasse le spese. +</p> + +<p> +Per conseguenza la regina partì per Pietroburgo. +</p> + +<p> +L’intrigo ebbe la riuscita sperata dalla regina. +Paolo I, per una vicenda di variazioni che subiva il +suo carattere, era in quel momento in amichevoli +rapporti col primo console Bonaparte; era evidente +che costui, geloso di conservarsi un amico così potente, +avrebbe fatto tutto ciò che l’imperatore gli +chiedeva. +</p> + +<p> +Paolo I scrisse una lettera calorosissima al primo +console; ma volle da Carolina il giuramento che se +riuscisse a firmare un trattato di pace tra la Francia +e Napoli, il trattato sarebbe rigorosamente osservato. +</p> + +<p> +Il generale Levacheff, gran cacciatore dell’imperatore +Paolo, fu espressamente inviato al primo console, +<span class="pagenum" id="Page_53">[53]</span> +latore della lettera di Paolo, e garante della +promessa della regina, di modo che al 6 febbraio +1801, un armistizio, seguito da un trattato definitivo, +fu conchiuso a Foligno fra il cavaliere Micheroux e +il generale Murat. +</p> + +<p> +Uno degli articoli del trattato recava che, «i sudditi +del re che erano stati esiliati, imprigionati e +costretti a fuggire per causa di opinioni politiche, +poteano ritornare in patria e riavere la libertà ed il +godimento dei loro beni.» +</p> + +<p> +Sventuratamente per molti era troppo tardi: i tribunali +avevano operato, e tutto l’anno 1799 ed il +principio del 1800, avevano veduto terribili esecuzioni, +fra le quali quella dell’infelice Domenico +Cirillo, che aveva, lo si ricorda, rifiutato di venire a +curare la regina dopo la visita che avevamo fatto +insieme alla Vicaria, e che noi non potemmo salvare +dalla collera del re, quantunque la regina, spinta da +me, gli avesse chiesto la sua grazia in ginocchio. +</p> + +<div class="chapter"> +<p><span class="pagenum" id="Page_55">[55]</span></p> + +<h2>VI.</h2> +</div> + +<p> +Il nostro soggiorno a Vienna fu una festa continua. +Il principe e la principessa Esterhazy, in un +loro viaggio a Napoli, erano stati ricevuti ammirabilmente +al palazzo dell’ambasciata; vollero renderci +quell’ospitalltà. +</p> + +<p> +Fummo quindi invitati a passare una settimana +al palazzo del principe ad Eisenstadt, ove vedemmo +una cosa curiosa e che era probabilmente per farci +onore in tutto il tempo che passavamo al castello. +Vi era una guardia di cento granatieri, di cui il più +piccolo era alto sei piedi; mano mano che si succedevano +nel servizio, quelli che scendevano dalla +guardia si sedevano ad una tavola ampiamente e +<span class="pagenum" id="Page_56">[56]</span> +squisitamente servita finchè il veniva a rimpiazzare +un’altra serie di venticinque uomini. +</p> + +<p> +Ci fu dato un gran concerto nella cappella del palazzo, +sotto la direzione del venerabile Haydn, che +allora aveva sessantanove anni. La sua famosa cantata +della creazione fu eseguita in nostro onore. +</p> + +<p> +Al suo ritorno da Pietroburgo, la regina di Napoli +mi pregava continuamente, come si prega un’amica +la cui presenza è indispensabile, di andare con lei +in Italia: tutto era calmato, il re era ritornato a Napoli, +la pace era fatta e ci prometteva il ritorno +delle belle giornate che avevano seguito il mio arrivo +nella deliziosa aurora della nostra amicizia. +</p> + +<p> +Bisognava lasciar Nelson, e sarebbe stata una crudele +ingratitudine, quando aveva tutto perduto per +me, di dimenticare così presto una carriera come +la sua, sacrificata al mio amore. +</p> + +<p> +Fui inflessibile. +</p> + +<p> +La regina allora, vedendo che ero decisa di partire, +mi supplicò di accettare, in memoria della sua +reale amicizia, una rendita o pensione vitalizia di +mille lire sterline. Alla prima parola che ne dissi a +sir William: +</p> + +<p> +— Noi siamo abbastanza ricchi, mi rispose, e d’altronde +una tale liberalità ecciterebbe i sospetti del +governo inglese. +</p> + +<p> +L’ora della partenza arrivò. La separazione fu crudele +e piena di lagrime, di cui la regina versò la sua +buona parte, poi, l’una dopo l’altra, le tre principesse +mi abbracciarono; passammo l’ultima notte insieme, +ricordandoci i buoni e i tristi giorni, promettendoci +di non dimenticarli mai. +</p> + +<p> +Finalmente ci lasciammo; la regina mi fece promettere +<span class="pagenum" id="Page_57">[57]</span> +di rivederla. Sir William era soffrente e agitato +per gli ultimi avvenimenti. La regina mi fece +comprendere, che una volta vedova e Nelson in crociera, +io rimarrei ben sola ed abbandonata: essa +contava su quell’eventualità per farmi mantenere +la mia promessa. +</p> + +<p> +Ciò che mi richiamava imperiosamente in Inghilterra, +era specialmente lo stato in cui mi trovava. +</p> + +<p> +Era incinta. +</p> + +<p> +Sir William non ignorava di certo la mia intimità +con Nelson; ma siccome le nostre relazioni coniugali +erano state quasi sempre quelle di un fratello +e di una sorella, non aveva mostrato gelosia. Stava +però alla mia delicatezza di togliere agli occhi di +tutti il mio stato, di partorire nel silenzio e nella +solitudine. Era riconoscente a sir William Hamilton +che chiudeva gli occhi; ma non doveva mai permettere +che la malevolenza glieli aprisse. +</p> + +<p> +Partimmo per Praga, ove l’arciduca Carlo ci aveva +invitato ad andarlo a vedere, e dopo uno splendido +ricevimento, sempre spinta dallo stato in cui mi trovava, +continuammo la nostra via per Dresda e per +Amburgo. +</p> + +<p> +Eravamo appena discesi all’albergo, quando mi si +annunziò che un uomo di sessant’anni, e la cui apparenza +era poco più che volgare, insisteva per parlarmi. +</p> + +<p> +Gli feci chiedere cosa desiderasse; rispose che non +voleva dirlo che a me. +</p> + +<p> +Vinta da questa ostinazione, ordinai di farlo entrare. +</p> + +<p> +Infatti vidi un piccolo vecchio di sessantasei anni, +che imbarazzato balbettava un cattivo inglese, e tenendo +<span class="pagenum" id="Page_58">[58]</span> +il cappello in mano, mi raccontava che nella +suo cantina aveva del vino del Reno del 1625, il che +era ben altro che il vino di cui parla Orazio che non +datava che dal consolato di Opimio, poichè il vino +del mio vecchietto aveva cento settantacinque anni, +e da un mezzo secolo era in possesso della sua famiglia. +</p> + +<p> +Questo vino, diceva egli, era riservato per un’occasione +straordinaria, e questa occasione gli si presentava +al di là della sua aspettazione; quell’uomo +che per cinquant’anni era stato così avaro del suo +vino, chiedeva di me, perchè interponessi i miei +buoni uffici presso Nelson, per ottenere da lui che +si risolvesse di accettare sei dozzine di bottiglie di +quel vino, che avrebbe così avuto l’onore, mescolandosi +<i>al suo sangue generoso, di far battere il cuore +dell’eroe</i>. +</p> + +<p> +Lord Nelson entrò in quel momento, e comprendendo +lo scopo della visita del vecchio, cominciò col +rifiutare un dono che non aveva prezzo, ma vinto +poi dalle istanze di chi glielo offriva, finì coll’accettare +sei bottiglie, ma alla condizione che il donatore +pranzerebbe con lui il giorno seguente. +</p> + +<p> +L’invito fu accettato, e fu inviata una dozzina di +bottiglie; su di che Nelson osservò che bevendo sei +di quelle dodici bottiglie ne sarebbero rimaste altre +sei, che si sarebbero poste in serbo per beverne ad +ognuna delle vittorie future che egli avrebbe riportato, +e che, lo sperava bene, sarebbero state una +mezza dozzina. +</p> + +<p> +Difatti, al suo ritorno da Copenaghen bevve, in un +gran pranzo che egli diede, una delle sei bottiglie, +facendo un brindisi a chi gliela regalò, ma dopo +<span class="pagenum" id="Page_59">[59]</span> +Trafalgar, ahimè, quantunque la vittoria fosse splendida, +le cinque bottiglie rimasero intatte; il vincitore +era caduto nel mezzo della sua vittoria. +</p> + +<p> +La seconda cosa rimarchevole, che ci accadde ad +Amburgo, fu la visita che Nelson ricevette da Dumoriez. +</p> + +<p> +Egli mi presentò, come pure a sir William, l’illustre +vincitore di Valmy e di Jemmapes, che, secondo +ogni probabilità, salvò la Francia da un’invasione, +e che non fidandosi della riconoscenza della Convenzione +che lo invitava a presentarsi, si presentò, +trovando la cosa più sicura, agli Austriaci col giovine +duca d’Orleans, che più tardi dovea sposare una +delle giovani principesse, da cui aveva preso congedo +a Vienna. +</p> + +<p> +Era curiosissima di vedere da vicino una celebrità +di cui aveva inteso tante volte parlare. +</p> + +<p> +Era allora un uomo dai sessantasei ai sessantotto +anni, di statura media, svelto ancora e nervoso, che +sembrava che ne avesse cinquanta o cinquantacinque; +la sua testa era viva e spiritosa, il suo sguardo +pieno di fuoco, il suo viso aveva le tinte calde che +le differenti atmosfere imprimono sul viso d’un soldato; +un colpo di sciabola aveva lasciato la sua traccia +sulla sua fronte; e seppi che in un solo combattimento, +in cui si era fatto sciabolare piuttosto +che arrendersi, ne aveva ricevute venticinque o ventisei. +Era stato ministro della guerra di Luigi XVI, +ed era sotto il suo ministero che la Convenzione si +era dichiarata ostile all’Austria. +</p> + +<p> +Egli era esiliato, e considerava filosoficamente +quanto succedeva in Francia. Debbo dire che il suo +colpo d’occhio aveva, se non qualche cosa dell’aquila, +<span class="pagenum" id="Page_60">[60]</span> +almeno qualche cosa del falcone; leggeva distintamente +nell’avvenire e parlò del generale Bonaparte +come di uno dei più grandi uomini di guerra, +che fosse mai esistito, e ci predisse una fortuna +ascendente di cui non vedeva il termine. +</p> + +<p> +Noi gli demmo da parte nostra tutti i particolari +sulla corte di Napoli, su quella di Palermo e di +Vienna, e gli dovemmo una delle giornate più aggradevoli +del nostro viaggio. +</p> + +<p> +Restammo tre giorni ad Amburgo, vale a dire il +tempo di dare un po’ di riposo a sir William; poi +c’imbarcammo il 6 novembre e arrivammo a Varmouth. +</p> + +<p> +Era la prima volta che Nelson toccava il suolo +d’Inghilterra dopo la battaglia del Nilo. Fu ricevuto +con ammirazione ed entusiasmo. Nel momento dello +sbarco, la voce del suo arrivo si sparse per la città, +la popolazione accorse, gridando: Viva Nelson; si +tolsero i cavalli dalla carrozza e lo trascinarono allo +albergo di Wrester in mezzo ad applausi frenetici. +La fanteria della città venne a difilare sotto le sue +finestre; la musica del reggimento gli diede una serenata. +Il mayor ed il corpo municipale vennero a +prenderlo, e lo condussero accompagnato da sir William +e da me, che affaticata com’era non potei sfuggire +dal recarmi alla chiesa, ove si resero azioni di +grazie al cielo. Quando lasciammo la città, un distaccamento +di cavalleria ci accompagnò non soltanto +fino alle porte della città, ma ci scortò anche +per buona parte della strada. Tutti i vascelli della +baia erano pavesati come la festa del re, della regina +o del principe ereditario. +</p> + +<p> +<span class="pagenum" id="Page_61">[61]</span> +</p> + +<p> +Il 20 settembre, lord Nelson aveva scritto da Vienna +al suo amico Davison la lettera seguente: +</p> + +<div class="blockquote"> +<p class="indl"> +«Mio caro Davison, +</p> + +<p> +«Avvicinandosi il giorno del mio ritorno in Inghilterra, +vi prego di farmi il piacere, voi e mio fratello, +di cercarmi una casa, o anche solamente un +buon alloggio ammobigliato per me. Non molto lusso, +purchè sia conveniente alla mia situazione e a +termine di mese in mese, non sapendo fino a quando +resterò a Londra. Ponete mente poi che non sono +tanto ricco quanto credete; due annate della rendita +del mio ducato di Bronte mi furono già pagate +in Sicilia; procurate quindi di non far nulla di +superfluo. +</p> + +<p> +«La nostra partenza è fissata per domani, probabilmente +arriveremo a Londra verso la metà di +ottobre. La mia salute è eccellente, ma aspettatevi +di vedere un vecchio. Scusatemi i disturbi che vi +do e credetemi +</p> + +<p class="indr"> +«ecc. ecc.» +</p> +</div> + +<p> +Arrivando a Londra, fu un’altra festa per noi. Nelson +riscosse i trionfi di Aboukir, di Napoli e di Malta: +alla voce del suo arrivo tutti i bastimenti del +Tamigi si pavesarono, tutte le corporazioni gli votarono +delle armi d’onore e degli indirizzi; il popolo +inglese, nemico capitale della Francia, andò pieno +d’entusiasmo incontro al distruttore della flotta francese. +La gloria di Nelson, grazie ai racconti degli +uomini di mare, era divenuta una specie di leggenda +e di gloria nazionale; la sua popolarità sorgeva dal +patriottismo; ogni Inglese, oltre alla parte di orgoglio +<span class="pagenum" id="Page_62">[62]</span> +che si attribuiva coll’essere compatriotto di uno +fra più grandi capitani di mare che sia esistito, credeva +di dovergli la tranquillità della sua casa, l’onore +di sua moglie, la proprietà dei suoi campi, la +pace della sua patria. +</p> + +<p> +Nelson entrò in Londra l’8 novembre, e scese all’albergo +di Nerol a S. James Street. +</p> + +<p> +Mi ricordo che era sabato. +</p> + +<p> +Colà mi attendeva un colpo terribile. +</p> + +<p> +Da molto tempo andava chiedendo a me stessa, +come mai si conterrebbe Nelson, arrivando a Londra, +quando si troverebbe fra me e lady Nelson, di cui +ognuno si accorda a vantare la condotta irreprensibile. +Non aveva mai fatto questa quistione a lord +Nelson. Non mi accostava che fremendo e coll’ingiustizia +naturale di una falsa posizione, sentiva di +detestare lady Nelson e che all’occasione sarei stata +implacabile con lei. +</p> + +<p> +Ahimè, e lo fui! Confesso che la mia crudeltà per +quell’eccellente creatura, la persistenza che impiegai +ad allontanar da lei suo marito e ad impedirle di +vederlo, è ancor oggi uno dei miei più profondi rimorsi. +</p> + +<p> +Si giudichi, che quando entrai nell’appartamento +destinato per Nelson, vidi pel primo il venerabile +padre di Nelson che aveva ottant’anni, accompagnato +da una donna, che senza mai averla veduta, +riconobbi all’oppressione del cuore che sentiva nel +vederla, non poter essere che lady Nelson. +</p> + +<p> +Nelson si volse verso di me, mi vide pallida e tremante, +coi denti convulsi; egli fu crudele al pari +di me. +</p> + +<p> +Andò direttamente incontro a suo padre, lo abbracciò +<span class="pagenum" id="Page_63">[63]</span> +con effusione, ma salutò freddamente sua +moglie, come se avesse fatto per una straniera. +</p> + +<p> +Essa si fece pallidissima in viso; gettò su di me +uno sguardo che m’inasprì, perchè credetti di riconoscervi +più compassione che collera, ed andò ad +appoggiarsi al braccio del padre di Nelson, come per +nascondere il suo dolore sotto i capelli bianchi del +vecchio. +</p> + +<p> +Lasciai il salotto, ed entrai nell’appartamento che +era stato momentaneamente destinato per noi. +</p> + +<p> +Nelson venne a raggiungermi subito, si gettò al +miei piedi, e mi giurò che mai lady Nelson non sarebbe +per lui che una sorella. Vide che questa promessa +non bastava ancora per rassicurarmi, e allora, — che +Iddio perdoni, a lui che fece il giuramento +ed a me che glielo lasciai fare, — e allora +fece il giuramento di non più rivederla, o di non +riceverla che in mia presenza. +</p> + +<p> +Il giorno seguente era domenica, e il lord Mayor, +che voleva dare una festa a lord Nelson, fu obbligato +a rimetterla a lunedì; la solennità della domenica +inglese non permette di darsi ad alcuna occupazione +mondana. +</p> + +<p> +Al lunedì Nelson andò alla City, ma a Lundgate-hill +il popolo staccò i cavalli dalla carrozza e lo +trascinò per tutto il Guide-hall con frenetici urrà. +Passando innanzi a Cheapside, fu salutato dalle acclamazioni +delle donne, che stipavano le finestre e +facevano sventolare i loro fazzoletti: dopo i toasts +di uso, Nelson fu pregato di andare a ricevere la +spada che gli era stata decretata. Nelson si avanzò +sotto un arco di trionfo che era stato innalzato per +<span class="pagenum" id="Page_64">[64]</span> +riceverlo, e dove l’aspettava il tesoriere della città +che gl’indirizzò un discorso a cui Nelson rispose: +</p> + +<div class="blockquote"> +<p class="indl"> +«Sir, +</p> + +<p> +«È grande orgoglio e profonda soddisfazione per +me quella di ricevere dall’onorevole corte questa +testimonianza della sua approvazione per la mia +condotta; e con questa spada — e la sollevò — spero +di giungere ad annientare il nostro inveterato ed +implacabile nemico, senza di che il nostro paese +non potrà mal godere una pace solida ed onorevole.» +</p> +</div> + +<p> +Lo si vede, Nelson aveva già promesso con queste +parole di uscire dallo stato di riposo che si era ripromesso +in Inghilterra. +</p> + +<div class="chapter"> +<p><span class="pagenum" id="Page_65">[65]</span></p> + +<h2>VII.</h2> +</div> + +<p> +Nel giorno del suo arrivo, vale a dire il 6 novembre, +Nelson si recò all’ammiragliato per fare una +visita a lord Spincer suo amico, e gli aveva partecipato +il suo desiderio di lasciare il servizio, accennando +il motivo che suolsi addurre in questi casi, +quello di una cattiva salute. +</p> + +<p> +Lord Spincer si era accontentato di sorridere all’espressione +di questo desiderio, e gli aveva augurato +una seconda salute ed un secondo Aboukir. +</p> + +<p> +Al 1 gennaio vi furono promozioni, e lord Nelson +apprese che era stato nominato vice-ammiraglio +della squadra azzurra, il che era una ricompensa e +un avanzamento ad un tempo; e quel giorno, riconciliatosi +col mare e con quella vita di pericoli che +<span class="pagenum" id="Page_66">[66]</span> +era la sua, trasportò la sua bandiera sul <i>San Giuseppe</i>, +che era a Plymouth. +</p> + +<p> +Intanto io sentiva avvicinarsi il giorno del parto. +Probabilmente non sarebbe passato febbraio, senza +mettere al mondo il bambino che io teneva celato +agli sguardi d’ognuno con tante sofferenze. Obbligata +alla corte di Vienna, dal principe Carlo ad Amburgo +di essere sempre in gran toletta, stretta in un +corsetto chiuso a forza, nel corso della mia gravidanza +aveva degli spasimi e dei vomiti che inquietavano +sir William, benchè non sospettasse di nulla, +poichè Nelson mi mostrò un giorno una sua lettera +in cui gli diceva: +</p> + +<p> +«Emma ha dei dolori di stomaco, convulsioni e +vomiti; credo che abbia bisogno di prendere dell’emetico.» +</p> + +<p> +Giunta a Londra, non doveva meno osservare le +stesse cure che a Vienna, a Dresda, ad Amburgo, +perchè vi era tutta la famiglia di Nelson, suo padre, +suo fratello, sua moglie; ottenni da sir William di +lasciar l’albergo di Nerol, e andammo ad abitare in +casa di suo nipote lord Greenville all’estremità di +Piccadilly, e che dominava Green Park. +</p> + +<p> +Malgrado il desiderio che aveva di restare vicina +a me in un momento in cui il mio stato m’inspirava +le più gravi inquietudini, Nelson fu obbligato di +partire il 13 gennaio per Plymouth. Colà un rimorso +sul modo che aveva serbato verso sua moglie, dopo +il suo ritorno, lo determinò a scriverle la lettera seguente, +di cui io, nella mia pazza gelosia per +quella infelice creatura, gli serbai rancore per molto +tempo. +</p> + +<div class="blockquote"> +<p class="indr"> +«Southampton, 13 gennaio 1801. +</p> + +<p> +<span class="pagenum" id="Page_67">[67]</span> +</p> + +<p class="indl"> +«Mia cara Fanny, +</p> + +<p> +«Siamo arrivati qua orrendamente affaticati. Le +mie migliori tenerezze a mio padre e a tutta la famiglia. +Vostro affez. +</p> + +<p class="indr"> +«<span class="smcap">Nelson</span>» +</p> +</div> + +<p> +Nelson giunse a Plymouth il 17, si stabilì a bordo +del <i>S. Giuseppe</i>, e vi rimase fino al 21; al 21 giunse +ad Exeter con lord S. Vincent che aveva incontrato +sulla strada di Tor Abbey. Nelson fu ricevuto in +quella città con ogni sorta d’onori, e gli fu offerta +la cittadinanza, che gli era stata votata alcuni giorni +prima. +</p> + +<p> +In risposta ad un indirizzo che gli venne letto +dal cancelliere in quell’occasione, lord Nelson rispose: +</p> + +<p> +«Qualunque onore mi possa essere accordato per +la battaglia del Nilo, io non ho che quello di aver +eseguito gli ordini che ho ricevuto. Questi ordini — aggiunse +egli indicando lord S. Vincent — mi sono +pervenuti dal mio comandante in capo, che pur egli +stesso li aveva ricevuti dal lord dell’ammiragliato; +questi ordini erano brevi e precisi; dicevano d’incendiare, +calare a picco e distruggere la flotta francese +dovunque si trovasse. Io sono stato soltanto lo +strumento, di cui la Provvidenza si è servita per +giungere allo scopo, e per quanto triste fosse stata +la guerra, io le debbo oggi il vostro elogio, e noi +tutti le dobbiamo il godimento della libertà, delle +nostre leggi, della nostra religione; e poichè gli avvenimenti +potranno far sì che noi saremo in pace +colla Francia, lo spero, saremo sempre in guerra +coi suoi principii.» +</p> + +<p> +<span class="pagenum" id="Page_68">[68]</span> +</p> + +<p> +Seppi tutti questi particolari scritti separatamente +nella lettera seguente, che egli mi mandò da Plymouth +il 18 gennaio 1801: +</p> + +<div class="blockquote"> +<p> +«Che pazzo sono stato io mai di dirvi, cara Lady +Hamilton, di scrivermi per Brixam. Sono stato veramente +infelice sino ad oggi, per non aver vostre +lettere, ed ho paura di non poterle ricevere che dimani. +Ho fatto mal a credere che vi fosse qualcuno +più attivo di me; oggi ho ricevuto l’ordine di pormi +sotto il comando di Lord S. Vincent; ma siccome +non è venuto quello di apparecchiare, sarà probabilmente +venerdì di notte o sabato mattina che faremo +vela per Forbais. Continuate a mandare le vostre +lettere a Brixam. Il mio occhio è veramente +ammalato, l’ho fatto vedere al medico della flotta +che mi ha proibito di scrivere; eppure oggi sono +stato obbligato a scrivere a lord Spincer, a Saint-Vincent, +e a Davison, poi pel mio processo a Troubridge +e a Locker; ma state tranquilla, voi siete la +sola donna a cui scrivo. Il medico mi ha ordinato +di non prendere che cibi blandi, di non bevere nè +vino, nè porter; e poi debbo stare in una camera +oscura e tenere una visiera verde sull’occhio; vorreste, +mia cara amica, farmene una o due? io non +ne voglio da nessuno fuorchè da voi. Debbo inoltre +bagnare i miei occhi con acqua fredda. +</p> + +<p> +«Credo che sia la continua occupazione di scrivere, +che mi ha prodotto questa malattia. L’occhio +è iniettato di sangue e talmente pieno d’umori che +ci vedo soltanto per un angolo quanto la lunghezza +del naso. +</p> + +<p> +«Ecco tante voci per le mie sofferenze, ma essendo +<span class="pagenum" id="Page_69">[69]</span> +lontano da voi, mia cara amica, ho sventuratamente +tutto il tempo per rendermele più tormentose. +Credetemi sempre, mia cara Lady, il vostro +fedelissimo e devotissimo +</p> + +<p class="indr"> +«<span class="smcap">O. Nelson</span>» +</p> +</div> + +<p> +Tre settimane dopo, ricevetti altre notizie di Nelson: +mi scriveva l’8 febbraio a bordo del <i>S. Giuseppe</i>: +</p> + +<div class="blockquote"> +<p class="indl"> +«Mia cara lady, +</p> + +<p> +«M. Davyson reclama il privilegio di portarvi la +risposta della vostra amabile lettera, e sono sicuro +che sarà esatto nel consegnarvela. Sto poco bene +di animo, e se il paese non reclama tutti i miei servigi +e tutta la mia intelligenza, nulla m’impedirebbe +di essere io stesso il latore della mia lettera. Ma, mia +cara amica, so che siete una vera e leale inglese, e +che avreste in odio quelli che non difendono il re, +la religione, le leggi e tutto ciò che ci è caro. È il +vostro sesso che fa di noi tanti eroi, che sembra non +concedere che ai soli valenti la bellezza, e se noi cadiamo +sul campo dell’onore, continueremo a vivere +nel cuore delle donne che ci sono care; è il vostro +sesso che ricompensa il nostro, e che infine conserva +fedelmente le nostre memorie: e voi, mia cara ed +onorata amica, siete, credetemelo, la prima e la migliore +del vostro sesso. Ho fatto il giro del mondo, +ed in nessun angolo del mondo non ho potuto trovare +una vostra eguale, nè alcuna che vi possa essere +posta a paragone; voi sapete come si ricompensa +il coraggio, l’onore, la virtù, e non chiedete +mai se sono poste in un principe, in un duca, in un +<span class="pagenum" id="Page_70">[70]</span> +lord, od in un contadino. Spero di vedervi tranquilla +un giorno prima di partire per Bronte, come ho risolto +di fare. +</p> + +<p class="indr"> +«<span class="smcap">O. Nelson</span>» +</p> +</div> + +<p> +Simili lettere scritte da un uomo, di cui tutta Inghilterra +si occupava, e che i re chiamavano loro +sostegno, ed a cui, dovunque si presentava, rendevansi +onori reali, mi rendevano pazza d’orgoglio. +Si è creduto che io avessi un potere sopra Nelson, +e invece era lui che aveva un potere su di me: +se mi avesse ordinato la cosa più impossibile, io +l’avrei tentata; la più criminosa, e l’avrei commessa. +Sarei stata meno altiera di essere amata da un re, di +quello che fosse per essere amata da Nelson. Essere +l’amante di Nelson mi sembrava il più alto periodo +di gloria cui potessi giungere, e per me l’esser moglie +di sir William, vale a dire ambasciatrice d’Inghilterra, +non era che il penultimo gradino della +scala sociale che salii; essere l’amante di Nelson +era l’ultimo. +</p> + +<p> +E così pure mi consolava fin dei dolori che la mia +gravidanza mi faceva provare, e questi dolori non +mi provenivano per causa sua? il bambino che portava +nelle viscere non era forse suo? +</p> + +<p> +Bene spesso ne parlavamo insieme. Egli non ebbe +figli da sua moglie, e prometteva di adorarlo, e +avremmo fatto di più. Nelson voleva lasciare il servizio; +faceva i progetti più fantastici su di lui e +sulla sua educazione, sia che fosse un maschio od +una femmina. +</p> + +<p> +Sperava che Nelson potesse ritornare a Londra, +quando fu decisa la coalizione del nord. Il governo +<span class="pagenum" id="Page_71">[71]</span> +allora decise di mandare una flotta potente nel Baltico, +sotto gli ordini dell’ammiraglio Parker, con +lord Nelson comandante in secondo; per cui, il 17 +febbraio 1801, l’ammiraglio mandò quest’ordine a +lord Nelson: +</p> + +<p> +«Lord Nelson si metterà sotto il comando di sir +Hyde Parker ammiraglio dell’azzurra, e comandante +in capo della squadra dei bastimenti e vascelli di +S. M. Sarà impiegato in servizj particolari.» +</p> + +<p> +In forza di quest’ordine, al 18 dello stesso mese +passò sul <i>S. Giorgio</i>, e partì per Spethead, ove doveva +attendere altri ordini. +</p> + +<p> +In questo tempo la mia ora era giunta. Al 15 febbraio +fui presa da dolori, nel momento in cui sir +William Hamilton era andato a vedere, lontano otto +ore da Londra, nella contea di Surrey, una bella +casa di campagna con fondi annessi, chiamata Merton +Place, che mi piaceva assai. Mi trovai dunque +sola nel momento in cui aveva più bisogno di esserlo. +</p> + +<p> +Vi era per fortuna in casa una donna che, avendo +avuto molti figli, era molto esperta in materia di +parto, e alcune volte, in caso di urgenza, aveva fatto +da levatrice e da chirurgo. La feci chiamare, e dopo +tre o quattro ore di dolori, misi al mondo una bambina, +tanto meschina, che si credette dapprima che +non fosse venuta al mondo che per morire; e ciò +dipendeva dalle precauzioni che io era stata obbligata +di prendere, coi corsetti che non aveva mai +cessato di portare. +</p> + +<p> +La donna portò la bambina nell’angolo più remoto +della casa, ove per tre o quattro giorni fu nutrita, +non essendo abbastanza forte per esser trasportata +<span class="pagenum" id="Page_72">[72]</span> +dalla nutrice, già presa anticipatamente, e che aveva +il suo appartamento a Little Tischfield Street. +</p> + +<p> +Nello stesso giorno scrissi a Nelson; ma siccome +temeva che si spaventasse dello stato di debolezza +della bambina, gli dissi di ritardare di sei ad otto +giorni il suo viaggio, da quello che riceverebbe la +mia lettera, non volendo che vedesse la nostra cara +Orazia senza di me. +</p> + +<p> +Il giorno seguente, sir William ritornò dalla contea +di Surry. Non si maravigliò di trovarmi a letto. Gli +si disse che aveva avuto una crisi, in cui aveva reso +molta bile. Egli lo credette e scrisse a Nelson; +«Emma è stata molto ammalata; ora però sta meglio +e credo che malgrado la bile che ha reso, abbia ancora +bisogno di purgativi.» +</p> + +<p> +In capo a quattro giorni, grazie alla mia ammirevole +costituzione, potei alzarmi; ed all’ottavo mi +sentii abbastanza forte per uscire. +</p> + +<p> +Andai dalla donna che si prendeva cura di Orazia: +la bambina era un poco più vivace, ma sempre così +meschina, e si può giudicare di quel che era, quando +dirò che per trafugarla di casa senza essere veduta, +la nascosi nel mio manicotto, ove stava comodamente. +</p> + +<p> +La nutrice era una donna della classe inferiore +cittadina, chiamata mad. Thompson: era bella, fresca +e di un’eccellente salute. Nelson, senza dire per +chi fosse destinata, l’aveva fatta scegliere dal suo +medico. +</p> + +<p> +Gli dissi che le retribuzione che riceverebbe, sarebbe +in proporzione del suo silenzio e della sua fedeltà, +e intanto le lasciai pel primo mese di allattamento +cinque ghinee. +</p> + +<p> +<span class="pagenum" id="Page_73">[73]</span> +</p> + +<p> +Il giorno dopo, Nelson arrivò inatteso. Per affari +della più alta importanza aveva chiesto un congedo +di tre giorni. Accordato questo congedo, era partito +il 23, vale a dire il giorno stesso, in cui io aveva condotto +la bambina dalla nutrice. +</p> + +<p> +Non vi fu mezzo di dar la colazione a Nelson; arrivò +digiuno, tanto avea premura di vedere la bambina: +pretestò una visita di beneficenza, in cui aveva +bisogno della mia presenza, salimmo in vettura e +andammo a Little Tischfield Street. +</p> + +<p> +La fu per me una vera consolazione, in vedere la +gioia di quell’uomo che era divenuto la mia vita: +rideva, piangeva, prendeva la bambina nel suo unico +braccio, la faceva saltare, ballare; volle assolutamente +farla ridere, e mi sosteneva che aveva riso. +La chiamava sua figlia, sua cara ed unica figlia, e +ordinò di portarla il giorno seguente in casa di sir +William; e volendola familiarizzare alla sua vista, +fece la sua lezione alla nutrice su quanto doveva +dire. +</p> + +<p> +Difatti il giorno seguente costei venne in palazzo +colla sua bambina in braccio. La prima persona che +vide fu sir William, che, fermandola, le chiese chi +fosse: essa rispose che si chiamava M. Thompson, +che aveva un fratello che serviva sui bastimenti di +lord Nelson, il quale aveva acconsentito di essere il +padrino della piccola figlia che aveva in braccio e +che gli portava per fargliela vedere. +</p> + +<p> +Sir William non dubitò un istante della verità di +quella storia: prese la bambina sulle braccia, le augurò +ogni sorta di prosperità, e la restituì alla sua +nutrice. +</p> + +<div class="chapter"> +<p><span class="pagenum" id="Page_75">[75]</span></p> + +<h2>VIII.</h2> +</div> + +<p> +Nelson rimase un giorno e mezzo con noi, poi ci +dovette lasciar di nuovo: questo secondo strazio di +cuore ci fu ancor più doloroso del primo; forse non ci +saremmo riveduti più; questa bambina, che il cielo +ci aveva dato, non aveva esaurito per noi il tesoro +delle bontà celesti? +</p> + +<p> +Convenimmo di scriverci in modo che, ove le lettere +cadessero in altre mani, nessuno potesse comprender +nulla del loro contenuto, mentre per noi +dicevamo quanto ci occorreva. Così per esempio, +alcuni giorni dopo la partenza di Nelson, ricevetti +da lui la lettera seguente, che darà un’idea della +nostra corrispondenza intima. +</p> + +<p> +<span class="pagenum" id="Page_76">[76]</span> +</p> + +<p> +Si ponga mente che egli era M. Thomson, e che +io era madama Thomson. +</p> + +<p> +Egli mi scriveva da Deal: +</p> + +<p> +«Non potete immaginare la vivezza dei miei sentimenti +per voi: ora più che mai sono grandi e +sinceri, e non verranno mai meno. Tutti i doveri del +mio cuore saranno di crearci per l’avvenire de’ nuovi +legami, e di darci nuove prove di tenerezza e di affezione. +Ho veduto l’amico di M. Thomson e ho +parlato molto con lui. Quel giovine sembra divorare +le parole mano mano che escono dalla mia +bocca. Mi disse che non potrà mai dimenticare le +vostre gentilezze e la dolce vostra affezione per lei +e per la sua cara bambina. Vorrei che mi diceste +che voi avete avuto la bontà di vederla, e come stia, +perchè mai bambino più caro e più bello non nacque +da due amanti; è veramente un figlio dell’amore. +Sono determinato di tenere suo padre a bordo, perchè +se lo lasciassi conversare colla madre, ne nascerebbe +immediatamente un altro; ma dopo due +mesi gli darò il congedo, e spero che non si separeranno +più, e allora avverrà ciò che a Dio piace.» +</p> + +<p> +Ecco le lettere secrete che mi scriveva, e che non +nuocevano per nulla alle lettere, per così dire, ufficiali, +che riceveva da lui. +</p> + +<p> +Così, p. e., al 2 marzo lasciava Portsmouth sul +<i>S. Giorgio</i>, e al 3 mi scriveva: +</p> + +<div class="blockquote"> +<p class="indl"> +«Mia cara Emma, +</p> + +<p> +«Il mio capo mi ha fatto l’onore di mettermi sulla +fronte di battaglia e sarò il primo al combattimento. +Vi direi di più se non temessi d’inquietarvi, conoscendo +la grande tenerezza che avete per me. Il +<span class="pagenum" id="Page_77">[77]</span> +<i>S. Giorgio</i> darà un nuovo raggio di gloria alla fama +d’Inghilterra, se Nelson sopravvive, e se l’onnipotente +provvidenza, che continuamente mi protegge +nei pericoli, e che ha difeso la mia vita nei giorni +di battaglia, mi assiste e mi protegge ancora. Conservatemi +sempre nella vostra memoria ed in quella +di sir William: il mio ultimo pensiero sarà per voi +due che mi amate. Giudico il vostro cuore dal mio. +Voglia il gran Dio dell’universo proteggervi e benedirvi +insieme a sir William. È la fervida preghiera +dell’inalterabile amico fino alla morte di voi e di sir +William. +</p> + +<p class="indr"> +«<span class="smcap">Nelson Bronte.</span>» +</p> +</div> + +<p> +Mi si permetta di dare ancora un saggio della +nostra corrispondenza privata, e si vedrà con quale +ardore quell’uomo mi amava; quanto più grande è +quell’amore, più grande è la mia scusa. +</p> + +<p> +Mi scriveva da Dusse innanzi a Boulogne: +</p> + +<p> +«Non temete di nessuna donna, cara Emma, poichè +ogni altra donna m’è odiosa. Non ne conosco +alcuna che vi possa rassomigliare, mia Emma. Sono +certo che non farete nulla che possa raffreddare +l’amore che ho per voi: quanto a me, morrei piuttosto +che cagionarvi la minima pena. Date dieci +mila baci alla mia cara Orazia. Ieri il soggetto della +conversazione è caduto sul vaccino: un gentiluomo +pretendeva che suo figlio, che era stato vaccinato, +aveva avuto contatto con un altro fanciullo colpito +dal vaiuolo, senza esser preso dalla malattia. Se ciò +è vero, è il trionfo del vaccino. Il fanciullo ha avuto +un poco di febbre per due giorni e soltanto una +piccola infiammazione al braccio, in luogo di essere +<span class="pagenum" id="Page_78">[78]</span> +coperto da pustule come era il fanciullo colpito dal +vaiuolo. +</p> + +<p> +«Del resto fate quel che volete.» +</p> + +<p> +Parlai di questa lettera al dottor Rowlay e del +miracolo medico che proclamava. Sventuratamente +m’imbattei in un avversario accanito di Jenner, il +quale si oppose assolutamente a che Orazia fosse +vaccinata, e siccome aveva egli in quel momento +un soggetto conveniente, inoculò il pus alla povera +bambina. Del resto la operazione riuscì maravigliosamente; +in tre settimane Orazia era completamente +guarita. In questa occasione presi a pigione per +M. Thomson una casa a Slone Street e ogni cosa +andava bene. +</p> + +<p> +Ora debbo fare una confessione e, per quanto mi +costi, la farò. +</p> + +<p> +Quanto più cresceva il mio amore per Nelson, +tanto più aumentava il mio odio ingiustificabile per +sua moglie. Completamente separata di corpo da +lady Nelson, Orazio volle che questa separazione si +estendesse a tutti gli oggetti materiali e inservibili: +mi scrisse di rinviare a lady Nelson tutti gli oggetti +di toletta ed altro che le potesse appartenere, e che +si trovavano coi suoi. Avrei dovuto ricusare, avrei +dovuto di questa crudele cura incaricare una donna +della famiglia di Nelson, qualche cognata; ma invece +trovai in ciò l’acre piacere della gelosia che si +vendica; e lady Nelson ricevette tutti gli oggetti +che le appartenevano, con una carta su cui aveva +scritto queste sole parole: — Da parte e per ordine +di lord Nelson. +</p> + +<p> +Spero che Iddio misericordioso mi perdonerà, pel +<span class="pagenum" id="Page_79">[79]</span> +mio pentimento, il dolore che ho dovuto cagionare +a quella infelice donna. +</p> + +<p> +Sir William nel suo viaggio alla contea di Surry +non si era inteso per Merton-place, e, invecchiando, +era diventato sempre più avaro, e si ritirò da questa +compera per due o trecento sterline. Nel suo +viaggio a Londra, aveva parlato di questa compera +a Nelson, e gli aveva molto vantato la situazione +della casa. Nelson si ricordò del mio desiderio, e +quando seppe che sir William non aveva comperato +Merton-place, gli scrisse incaricandolo di comperare +Merton-place al prezzo che gli venisse chiesto, dicendo +che era sempre stato il suo più grande desiderio +di vivere in campagna cogli amici, che egli +comperava Merton per farne un ritiro per noi tre, +ove avremmo potuto passare i nostri giorni tranquillamente +lungi da’ rumori della città e dagl’intrighi +del ministero. +</p> + +<p> +Sir William andò dal notaio del proprietario di +Merton-place, che acquistò in nome di lord Nelson, +al prezzo che aveva ricusato di prenderlo egli stesso. +</p> + +<p> +Siccome era sicura che Nelson non comperava +Merton-place che per farmene un dono, gli esposi +nella mia lettera certi scrupoli, intorno alla località +che, se piaceva moltissimo a me, poteva dispiacere +a lui. +</p> + +<p> +Egli si affrettò di rispondermi: +</p> + +<p> +«Non inquetatevi su questo punto; sono certo +che Merton mi piacerà, ed ho buona opinione del +vostro gusto e del vostro giudizio, per non credere +che possa mancare.» +</p> + +<p> +È nota quella terribile campagna dell’Inghilterra +contro la Danimarca, a cui Nelson era chiamato a +<span class="pagenum" id="Page_80">[80]</span> +prendere parte. Incaricato del bombardamento di +Copenaghen, Nelson si avanzò ad un punto tale, +che l’ammiraglio Parker, temendo che le navi inglesi +naufragassero e non potessero più manovrare, +diede dal vascello ammiraglio il segnale della ritirata. +</p> + +<p> +Nelson prevenuto dal capitano Hardy del segnale +che gli faceva il suo superiore, portò il cannocchiale +al suo occhio cieco. +</p> + +<p> +— Non veggo nulla, disse, e continuò il combattimento. +</p> + +<p> +Il cattivo stato della salute di Nelson e specialmente +il suo desiderio di rivedere me e la sua cara +Orazia, di cui sarei stata gelosa, se una madre può +essere gelosa di sua figlia, gli faceva chiedere, quando +la campagna era quasi finita, il favore di ritornare +a Londra. Siccome egli chiedeva questo favore sotto +forma di un congedo, l’ammiragliato glielo accordò, +sapendo bene d’altronde ove ritrovarlo, al primo +colpo di cannone che si tirerebbe. +</p> + +<p> +Si sperava che il cannone tacerebbe per qualche +tempo. Il ministero Pitt, vale a dire il ministero +della guerra, era caduto, e il ministero Addington, +vale a dire quello della pace, gli era succeduto. +</p> + +<p> +Nelson lasciò quindi il suo comando nel Baltico, e +al 18 giugno salì sul brick la <i>Kite</i> comandato dal +capitano Degby, e arrivò ad Yarmouth al 1 di luglio. +</p> + +<p> +Ci capitò nel momento in cui meno si attendeva +il suo bastimento, non avendo impiegato che 10 +giorni a venire da Kioge bay a Yarmouth. +</p> + +<p> +La mia gioia fu grande. Fortunatamente, sotto il +velo di una tenera amicizia, potevamo, in presenza +di sir William, dirci una parte delle cose che sgorgavano +<span class="pagenum" id="Page_81">[81]</span> +dal nostro cuore. D’altronde un quarto d’ora +dopo l’arrivo di Nelson il principe di Castelcicala, +ambasciatore, se lo si ricorda, del re delle Due Sicilie, +venne a comunicare un dispaccio a sir William: +sir William andò in un’altra sala e ci lasciò +soli. +</p> + +<p> +La prima parola di Nelson fu per Orazia; le dimande +si succedevano con tale rapidità che non +poteva rispondervi. +</p> + +<p> +Entrai nella sala, e dissi sotto voce a sir William, +che lord Nelson voleva vedere la sua figlioccia, e mi +pregava di accompagnarlo dalla nutrice. +</p> + +<p> +Non aveva voluto uscire senza prima avvisare sir +William. +</p> + +<p> +Sir William mi strinse la mano e scosse la testa. +</p> + +<p> +— Ecco un padrino molto tenero e premuroso, +disse; andate pure, figlia mia. +</p> + +<p> +Lasciai i due diplomatici a discutere gli affari di +stato, di cui, grazie a Dio, non mi mischiava più, e +salimmo in carrozza per andare a Slone Street. +</p> + +<p> +Cammin facendo, chiesi a lord Nelson notizie dell’uccello. +</p> + +<p> +— Di quale uccello? +</p> + +<p> +— L’uccello d’Aboukir, quello che venne a riposarsi +sulla vostra spalla il giorno che vi feci una +visita sul <i>Vanguard</i>. +</p> + +<p> +— Ah! disse egli con gioia, l’ho riveduto alla mattina +del bombardamento di Copenaghen; davvero, +che comincio a credere che quell’uccello sia il mio +buon genio. +</p> + +<p> +Nelson rivedendo la piccola Orazia fu ancor più +felice della prima volta. La bambina in quei quattro +mesi che scorsero, era cresciuta, ed aveva vinta +<span class="pagenum" id="Page_82">[82]</span> +la sua debolezza, era la più bella creatura che si +potesse vedere. +</p> + +<p> +Nelson ritornò a Piccadilly pazzo di gioia; non +fece che parlare della sua figlioccia tutto il tempo +del pranzo. +</p> + +<p> +Come dissi, le negoziazioni erano aperte per la +pace dal nuovo ministero, ma l’Inghilterra non acconsentiva +che alla condizione di conservar Malta, +e che le si cedesse la Trinità. Bonaparte si oppose +vigorosamente contro queste due pretensioni, e annunziò +nel <i>Moniteur</i> che riunirebbe la flotta a Boulogne +per tentare un’invasione in Inghilterra. +</p> + +<p> +Difatti alcune divisioni di scialuppe e di cannoniere +uscirono dai porti di Calvados della Seyne, e si recarono +a Boulogne. +</p> + +<p> +L’Inghilterra non volle restare indietro, e riunì +forze considerevoli per opporsi a quel progetto. +</p> + +<p> +Nelson ricevette il comando della squadra destinata +a sorvegliare i preparativi della Francia. +</p> + +<p> +Bisognava separarsi di nuovo, ma questa volta vi +era la speranza, che la separazione sarebbe corta; +era più una dimostrazione, che una ripresa di ostilità. +</p> + +<p> +La commissione di Nelson gli arrivò il 25 luglio +1801, e al 27 scrisse a sir Evan Nepean Esq: +</p> + +<div class="blockquote"> +<p class="indl"> +«Signore, +</p> + +<p> +«Vi prego di avere la bontà d’informare i lord +commissarii dall’ammiragliato del mio arrivo a Londra, +e che immediatamente trasporto la mia bandiera +a bordo dal vascello l’<i>Unità</i> nel bacino di +Sherness. +</p> + +<p class="indr"> +«<span class="smcap">Nelson Bronte.</span>» +</p> +</div> + +<div class="chapter"> +<p><span class="pagenum" id="Page_83">[83]</span></p> + +<h2>IX.</h2> +</div> + +<p> +La storia di Nelson m’è più cara della mia vita, +e perciò lo seguo nel Mediterraneo, dopodichè ritornerò +a quell’Inghilterra tanto triste per me dacchè +la ho lasciata. +</p> + +<p> +Negli ultimi giorni di luglio mi scrisse: +</p> + +<div class="blockquote"> +<p class="indl"> +«Mia Cara Emma, +</p> + +<p> +«Quantunque vi abbia scritto da vari luoghi, soltanto +per dirvi, sono qua, sono là, mi è stato impossibile +di dirvi altra cosa, che sono qui e sto bene, +perchè non dubito <i>che saranno tutte lette</i>. Non ho +altro mezzo per mandarvi notizie che il mare, e +gl’invii che dovranno farsi col mezzo di piccoli bastimenti +che l’ammiraglio mi ha dato, non potranno +essere frequenti. +</p> + +<p> +<span class="pagenum" id="Page_84">[84]</span> +</p> + +<p> +«Il nostro passaggio è stato enormemente lungo: +da Gibilterra a Malta abbiamo impiegato undici +giorni; arrivai verso la sera del 15, e ripresi il mare +nella notte del 16 al 17 a tre ore, e non giungemmo +che al 26 innanzi a Capri, ove ho dato ordine +perchè la fregata che portava M. Elliot a Napoli +venisse a raggiungermi. +</p> + +<p> +«Vi mando le copie delle lettere del re e della regina. +Sono orribilmente afflitto che essa non dica +nemmeno una parola di voi. La sua sola scusa che +dice, è che questa è una lettera politica. +</p> + +<p> +«Quando risposi alla regina, le scrissi: +</p> + +<p> +«Ho lasciato lady Hamilton il 18 maggio, e sempre +così affezionata verso V. M. che sono sicuro che +darebbe la vita per salvare la vostra. V. M. non ha +mai avuto un’amica più sincera e leale della vostra +cara Emma. Vi spiacerà di conoscere, ne sono sicuro, +che sir William non l’ha lasciata in una condizione +pecuniaria così lauta come lo permetteva la +sua fortuna. Egli ha diviso i suoi beni fra i suoi +parenti; ma essa farà onore alla sua memoria, quantunque +tutti i suoi amici gli diano il torto d’essere +stato avaro verso di lei.» +</p> + +<p> +«Spero, mia cara Emma, che la regina vi abbia +scritto direttamente: se è capace di dimenticare la +mia Emma, spero che Dio la dimenticherà a suo +tempo; ma voi credete che essa non sia capace di +dimenticarvi. Questo è il momento di darvi una prova +della sua affezione. Mostrate soltanto le copie +delle lettere del re e della regina ai nostri amici più +intimi. +</p> + +<p> +«Il re è tristo e sta sempre a Belvedere. +</p> + +<p> +«Elliot non vide nè lui nè la regina, dal 17, giorno +<span class="pagenum" id="Page_85">[85]</span> +del suo arrivo, fino al 21; al 22 egli dev’esser +presente. +</p> + +<p> +«Sono convinto che il piano di questo <i>miserabile +Corso</i> sarebbe di conquistare il regno di Napoli: ha +fatto entrare 13000 soldati nella parte dell’Adriatico, +e prenderà possesso di Gaeta e di Napoli senz’alcun’ombra +di diritto, e se il povero re fa qualche +osservazione, o ci permette di soccorrere la Sicilia, +dichiarerà la guerra, e dichiarerà Napoli di buona +presa. +</p> + +<p> +«Aveva consigliato al generale Acton di non lasciare +la famiglia reale a Napoli; poichè Napoli o +tosto o tardi sarà conquistato, come meglio converrà +a Bonaparte. +</p> + +<p> +«La Morea e l’Egitto sono pure nelle sue viste. +Un’armata di 70000 uomini si è radunata in Italia. +</p> + +<p> +«Come potete crederlo, ho grande premura di +andare innanzi a Tolone a raggiungere la flotta. +</p> + +<p> +«Noi passiamo innanzi a Montecristo, a Bastia, al +capo Corso; jeri ci avvicinammo lentamente a Tolone. +Quale sia la loro forza, non lo saprei; alcuni +dicono che hanno nove vascelli di linea, altri sette, +altri cinque. Se ve ne sono nove, ci verranno ad +incontrare, giacchè noi abbiamo soltanto un egual +numero di vele. +</p> + +<p> +«Spero però che usciranno, e così potremo finir +tutto, perchè, come sapete, nulla detesto di più dell’indecisione. +</p> + +<p class="indr"> +«Luglio 1803. +</p> + +<p> +«Mi avanzo verso Tolone per schiacciare i Francesi. +Abbiamo tutto in pronto: sette vascelli di linea, +cinque fregate e sei corvette; in una settimana +<span class="pagenum" id="Page_86">[86]</span> +ne avremo uno o due di più; abbiamo oggi otto +vascelli di linea, dimani sette, compresivi due vascelli +da sessantaquattro. +</p> + +<p> +«Potete immaginarvi, cara Emma, quanto sarei +felice di avere una delle vostre care e lunghe lettere, +per farmi sapere quanto è accaduto dopo la mia +assenza. +</p> + +<p> +«Ringrazio Iddio che non possiate mai trovarvi +in bisogno; ma state sicura, finchè avrò sei soldi, +ve ne saranno cinque per voi; ma voi avete acquistato +questa esperienza che in materia di denaro non +bisogna contare sugli amici. Spero che il vostro buon +senso ne approfitterà. +</p> + +<p> +«Credo bene che il ministro farà qualche cosa +per voi; ma non ha fatto ancora nulla. Noi possiamo +vivere con pane e cacio. L’indipendenza è +una benedizione; e benchè non abbia trovato mezzo +finora di fare una buona presa, e ciò che è stato +preso si è già mangiato, pure sarei sfortunato se in +questa campagna non avessi di che pagare tutti i +miei debiti; e pagati i debiti non è per me poca consolazione. +</p> + +<p> +«Non ho ancora parlato ad Acton del mio affare +di Bronte; ma se Napoli rimane per lungo tempo +nelle mani del re Ferdinando, ne terrò parola, ma +non spero nulla da loro. Credo che da parte sua non +rincrescerà ad Acton di essere lontano sano e salvo. +</p> + +<p> +«Da quanto sento dire, credo che il re di Napoli +sia così disperato, che metterebbe volentieri le redini +di Napoli nelle mani di suo figlio, e si ritirerebbe +in Sicilia. Voi sapete bene che sir William ha sempre +pensato che il re Ferdinando finirà così. La sua +situazione basta in fatti per istraziare il cuore. +</p> + +<p> +<span class="pagenum" id="Page_87">[87]</span> +</p> + +<p class="indr"> +«Luglio 1803. +</p> + +<p> +«Questa mattina abbiamo raggiunto la flotta. Gli +uomini dei bastimenti sono buoni; ma i vascelli sono +avariati e sono lontani dall’avere il loro equipaggio +completo. Non ci sarebbe nulla di meglio, che di affrontarci +subito col nemico. +</p> + +<p> +«Abbiate la bontà di mandare la lettera qui acchiusa +al suo indirizzo, e state sicura che fino all’ultimo +momento della mia vita sarò il vostro affezionato +e fedele +</p> + +<p class="indr"> +«<span class="smcap">Nelson Bronte</span>» +</p> +</div> + +<p> +Cito la lettera di Nelson invece di ritornare a me +e seguire il mio racconto, perchè credo che sia molto +più curioso di veder l’uomo, che ha avuto una +così grande influenza sugli avvenimenti d’Italia, ritornare +nei luoghi ove questi avvenimenti si sono +compiti, che di vedermi sostenere i primi passi di +Orazia, che giuoca sull’erba di Merton-place. +</p> + +<p> +Consacrerò questo capitolo alle lettere di Nelson, +che non sono lettere d’amore, ma dispacci politici. +</p> + +<p> +Dunque continuo, o piuttosto continua Nelson: +</p> + +<div class="blockquote"> +<p class="indr"> +«<i>Victory</i> innanzi Tolone, 1 agosto 1803. +</p> + +<p> +«Non sono sicuro che riceverete questa lettera: +</p> + +<p class="indl"> +«Mia carissima Emma +</p> + +<p> +«La vostra lettera del 31 maggio, che mi è giunta +da Napoli, nel pacco di M. Noble contenente la corrispondenza +di Davyson con Plymouth, mi è stata consegnata +dalla <i>Phoebè</i> due giorni or sono, ed è la sola +linea, che la flotta abbia ricevuto dopo la sua partenza +dall’Inghilterra. +</p> + +<p> +<span class="pagenum" id="Page_88">[88]</span> +</p> + +<p> +«Non vi sarà difficile, mia cara Emma, di farvi +comprendere l’emozione, che la vista e la lettura +della vostra lettera mi ha prodotto. Sono cose che +non possono essere comprese che da persone legate +da un’affezione come la nostra, e quantunque abbiate +scritto poche parole, ho compreso che volevano +dir molto. Approvo il vostro piano e la scelta +della vostra società. Per l’altro inverno o per la primavera +prossima spero di essere abbastanza ricco +per fare tutti gli abbellimenti necessari al nostro +caro Merton; ciò servirà a divertirvi; sono sicuro +che sarò un grande ammiratore di tutto ciò che farete +fino alle vostre piantagioni di uva spina.» +</p> +</div> + +<p> +La crociera durò circa tre mesi. Dopo aver trasportato +la sua bandiera dall’<i>Uncle</i> sulla <i>Medusa</i> e +dalla <i>Medusa</i> sull’<i>Amazzone</i>, Nelson seppe che la +pace era stata firmata il 1 ottobre; ed era tempo, +egli era veramente ammalato. +</p> + +<p> +Al 17 Nelson mi scrisse dall’<i>Amazzone</i>: +</p> + +<div class="blockquote"> +<p class="indl"> +«Mia cara amica, +</p> + +<p> +«Benchè la mia indisposizione non presenti alcun +pericolo, pure resiste alla medicina che il dottore +Baired ha prescritto; e debbo confessare che mi ha +molto prostrato e mi pare d’inghiottire del rhum, +che non possa digerire, e resti nei visceri. Vorrei +che questi signori dell’ammiragliato soffrissero dello +stesso mio male; ma siccome essi non hanno visceri, +almeno per me, è inutile che lor faccia questo +augurio. Ho passato una notte molto cattiva, +ma le vostre care lettere e quelle di sir William, mi +fanno un gran bene. +</p> + +<p> +«La positiva mia risoluzione è di non esser tormentato +<span class="pagenum" id="Page_89">[89]</span> +al mio arrivo a Londra, e di non chieder +nulla, fuorchè di ritirarmi in campagna con voi, miei +buoni amici. +</p> + +<p> +«In questi due giorni, qui ha fatto molto freddo, +ma il tempo non è cattivo. Ho acceso il fuoco nella +cabina, e spero che la malattia se ne andrà. +</p> + +<p class="indr"> +«<span class="smcap">Nelson Bronte.</span>» +</p> +</div> + +<p> +Quantunque questa lettera si debba porre nella +categoria delle lettere officiali, m’inquietava; le sue +frasi interrotte, e direi quasi convulse, mi parevano +indicare che chi le aveva scritte tremava per la +febbre nel vergarle. +</p> + +<p> +Al 23 ottobre Nelson arrivò a Merton-place. Aveva +chiesto a sir William di alloggiare la nutrice e la +sua piccola Orazia in una delle sue piccole dipendenze. +Sir William, che conosceva l’amore di Nelson +per quella bambina, acconsentì immediatamente: +inoltre la casa era di Nelson, e non sua. Io aveva indovinato, +perchè Nelson appena ci ebbe abbracciati +chiese della sua figlioccia, e si dovette condurlo +subito dalla pretesa madre di Orazia; ma la vera +madre era là, e non perdette nè una parola, nè un +gesto, nè un segno. Questa gioia di Nelson era il +mio trionfo. +</p> + +<p> +Al 29 dello stesso mese Nelson fu istallato alla +camera dei lord: aveva ritardato quella cerimonia, +che riteneva per molto noiosa, e l’aveva ritardata +quanto più potè. Siccome egli era visconte, fu presentato +dal visconte di Sydney. +</p> + +<p> +L’inverno passò in mezzo ai balli ed alle feste +nei villaggi circostanti di Merton-place, di cui Nelson +era fanatico in causa della sua solitudine, e della +<span class="pagenum" id="Page_90">[90]</span> +libertà che vi godevamo, e dei balli e delle serate e +delle feste come Piccadilly. Sir William riceveva +molto, e siccome Nelson abitava con noi, avevamo +sempre per ospite qualcuno della sua famiglia, +e debbo dire, che questi ospiti, che dopo la +morte di Nelson non mi parlarono più, erano invece, +quando egli era vivo, pieni di attenzioni e di riguardi +per me. +</p> + +<p> +Nell’estate del 1802, lord Nelson, suo padre, suo +fratello, sir William ed io, andammo a fare un viaggio +nel sud della contea di Galles; ma a Bleenheim +il mio amor proprio ebbe a soffrire una forte scossa, +visto lo sprezzo che mi manifestava la nobile famiglia +che abitava il castello. Nelson fu profondamente +offeso di questa mancanza di convenienza a +mio riguardo, rifiutò di accettare i rinfreschi che ci +offersero, ed io dissi allora in modo d’essere intesa: +</p> + +<p> +— Dopo la battaglia di Abouckir, se fossi stata +regina, avrei dato a Nelson un principato; ma avrei +procurato che fosse tanto bello che Bleenheim non +fosse che un orto in suo confronto. +</p> + +<p> +Del resto in tutte le feste che si diedero al mio +eroe, dai municipj, dalle città, o dalle assemblee +pubbliche, combinai costantemente, col mio talento +declamatorio, e colla mia voce veramente rimarchevole, +di aumentare l’allegria dei conviti e i piaceri +delle serate: non soltanto la voce pubblica, ma +anche i giornali della provincia fecero conoscere gli +immensi successi che ottenni. +</p> + +<p> +Al principio di settembre ritornammo a Merton, e +vi restammo tutto l’inverno. +</p> + +<p> +Da molto tempo sir William non istava molto bene, +<span class="pagenum" id="Page_91">[91]</span> +ma verso la fine dell’inverno la sua indisposizione +si fece assai grave, e nel mese di marzo cadde ammalato +seriamente. Lo conducemmo subito a Londra, +ove gli furono prodigate tutte le cure, ma la +scienza nulla poteva contro ai suoi settantadue +anni, e andò sempre più indebolendosi, di modo +che al 6 aprile ci trovammo tutti e due in ginocchio +al suo letto per ricevere l’ultimo suo sospiro. +</p> + +<p> +Sir William morì come un uomo che non ha nulla +da rimproverarsi, e pochi minuti prima di morire, +con voce debole, ma piena di serenità, disse a Nelson +prendendogli la mano: — Bravo e grande Nelson, +la nostra amicizia quantunque lunga è stata +senza nubi, e morendo sono altiero dell’amico che +Dio mi ha dato. Spero che vedrete e farete rendere +giustizia dai ministri ad Emma. Voi sapete meglio +di chiunque i grandi servigi che ha reso, e vi ricorderete +tutto ciò che ha fatto pel nostro paese. Proteggete +la mia cara moglie, e possa il grande Iddio +benedirvi, darvi sempre la vittoria, e proteggervi +nelle battaglie. +</p> + +<p> +Poi volgendosi a me, disse: +</p> + +<p> +— Mia incomparabile Emma, voi non mi avete mai +offeso, nè in pensieri, nè in parole, nè in azioni: lasciate +che vi ringrazii profondamente per la vostra +affezione, per la vostra bontà, nei dieci anni della +nostra felice unione. +</p> + +<p> +Poi, facendo un ultimo sforzo, unì le nostre due +mani, mandò un sospiro e spirò. +</p> + +<p> +Piansi sir William, e lo piansi sinceramente; gli +doveva l’alta situazione che aveva occupato alla +corte, e la parte brillante che vi ebbi. Forse sarebbe +stato meglio per la mia eterna salute che fossi rimasta +<span class="pagenum" id="Page_92">[92]</span> +umile e povera nell’oscurità; ma questa riflessione +che faccio oggi, non si presentava allora +al mio pensiero. +</p> + +<p> +Lord William non dubitava che dopo la sua morte +non ottenessi coll’alta influenza di Nelson la successione +nella sua pensione che era di 1500 sterline. +Egli sapeva che Nelson aveva comperato per me +Merton-place che valeva cinquecento sterline; credette +perciò di lasciarmi ricca legandomi 750 sterline. +Difatti queste tre rendite riunite mi costituivano +circa un’entrata complessiva di settantamila franchi. +</p> + +<p> +Ma bisognò rinunziare completamente alla speranza +della pensione ministeriale: per quante pratiche +siansi fatte da me e da lord Nelson, non ottenemmo +nemmeno l’onore di una risposta. Ma Nelson +non era uomo di lasciarmi sopportare un lungo +affronto. Mi fece una falsa vendita di Merton, e mi +assicurò una rendita di mille e dugento lire sterline, +il che mi dava, con Merton ed i legati di sir William, +sessantamila franchi di rendita. +</p> + +<p> +Da un codicillo del suo testamento, fatto una settimana +prima della sua morte, sir William dava a +Nelson un mio bel ritratto in miniatura, dipinto +sullo smalto; io gli diedi una catena d’oro, ed egli +portò costantemente la catena al collo ed il ritratto +sul cuore. +</p> + +<p> +Ma una cosa che mi stupì e mi rattristò ad un +tempo assai profondamente, fu la condotta di lord +Greenville suo nipote. Quest’uomo che mi aveva +tanto amato, che credeva d’impazzire perdendomi, +si dichiarò uno dei più accaniti persecutori. Un +mese dopo la morte di suo zio, mi obbligò ad uscire +dalla casa che gli apparteneva. +</p> + +<p> +<span class="pagenum" id="Page_93">[93]</span> +</p> + +<p> +Nelson, vedendo che non aveva più domicilio a +Londra, prese un piccolo appartamento separato +dal mio, ed era un gran sacrificio che faceva per la +mia riputazione e al rispetto del mondo; ma non +ebbe il coraggio di continuare questa separazione +alla nostra casa di campagna. +</p> + +<p> +Presi a pigione una casa a Clarge Street. +</p> + +<p> +Ma qualche settimana dopo questa nuova istallazione, +perdetti l’appoggio e la presenza del mio nobile +amico, chiamato al comando della flotta del +Mediterraneo. +</p> + +<p> +Era insieme un grande onore e un grande dolore +per me. In questi diciotto mesi, in cui ci eravamo +abituati a quella vita d’intimità che bisognava rompere, +e per una guerra più accanita che mai, si sarebbe +detto che la lunga speranza della pace, che +andava a scemare, aveva esacerbato, l’una contro +l’altra, le due nazioni. +</p> + +<p> +Il dolore di Nelson era tanto più grave, perchè +era incinta per la seconda volta, e per la seconda +volta era obbligato a lasciarmi in quella condizione, +che, secondo lui, doveva stringere di più i nostri +legami. +</p> + +<p> +Prima di lasciarci giurammo che nulla ci avrebbe +potuto separar mai più; e mi diede un anello d’oro, +col quale aveva rimpiazzato quello che mi aveva +dato sir Hamilton. +</p> + +<p> +Appena imbarcato mi scrisse: +</p> + +<div class="blockquote"> +<p class="indr"> +«22 maggio 1803, otto ore mattina. +</p> + +<p class="indl"> +«Mia carissima Emma, +</p> + +<p> +«Siamo in vista di Ushant, e potremo vedere l’ammiraglio +Cornwallis in un’ora. +</p> + +<p> +<span class="pagenum" id="Page_94">[94]</span> +</p> + +<p> +«Sono molto inquieto dell’idea che mi potrà prendere +il <i>Victory</i> e mandarci nell’<i>Amphion</i>, che è molto +incommodo; ma che posso farci? +</p> + +<p> +«Vi assicuro, cara Emma, che ho la più grande +convinzione che avremo tosto onori, ricchezze e salute, +e resteremo insieme fino ad età avanzata. +</p> + +<p> +«Conservo il tuo ritratto e quello della mia figlioccia, +ma non voglio ancora appenderlo alla parete, +finchè non sono sicuro di restar qui. Assicuratevi +che la mia affezione per voi è inalterabile, nulla al +mondo la può diminuire. Ve ne prego, dite ciò alla +<i>cara</i> M. T. quando la vedrete; ditele che il mio +amore per lei e per la sua cara e dolce figlia è infinito, +e se ve ne sono altri, il mio amore si estenderà +su tutti. Finalmente, mia cara Emma, ditele +tutto ciò che il vostro caro e affettuoso cuore potrà +pensare. +</p> + +<p> +«Noi siamo ben collocati su questo bastimento. +M. Elliot sta bene; ditelo a lord Minto. Murry, Sulton, +insomma tutti i nostri compagni di bordo +hanno l’apparenza di essere felici, e se c’incontreremo +colla flotta francese, faremo quello che siamo +soliti a farle. +</p> + +<p> +«Hardy è stato fino a Plymouth, per vedere se il +nostro <i>Duchman</i> è salvo; sarà una presa eccellente. +</p> + +<p> +«Gaetano invia i suoi umili doveri a milady; è +un buon uomo e sono sicuro che ritornerà, perchè +credo che la guerra non sarà lunga; sebbene lunga +abbastanza per farmi una fortuna indipendente. +</p> + +<p> +«Se il vento continua, lunedì saremo sulle coste +di Portogallo, e prima di domenica nel Mediterraneo. +</p> + +<p> +«Dite a mistress Cadogan le migliori cose che +<span class="pagenum" id="Page_95">[95]</span> +potrete, ed anche alla sua governante mistress Nelson +e a suo marito il dottore ec. ec. ec. +</p> + +<p> +«Non vi scriverò più fino a che non sarò a bordo +dell’ammiraglia. Dite a mistress Thomson, che le +scriverò alla prima occasione, non essendo sicuro +se questa lettera le perverrà. Dopo il primo di luglio +manderò una lunga lettera a Nelson. +</p> + +<p class="indr"> +«23 maggio. +</p> + +<p> +«Ieri siamo stati vicinissimi a Brest, e seppi da +una fregata che l’ammiraglio Cornwallis ha un convegno +in mare. L’abbiamo cercato, ma a quest’ora +non l’abbiamo trovato. +</p> + +<p> +«Il vento è forte. Se non trovo l’ammiraglio fra +sei ore, saremo tutti obbligati di andare sull’<i>Amphion</i> +con mio grande dispiacere, e di lasciare il <i>Victory</i>. +E tutto ciò avviene per l’alta sapienza dei +miei superiori. +</p> + +<p> +«Lascio la mia lettera aperta fino all’ultimo momento, +avendo ancora qualche speranza. Intanto +cerco inutilmente una buona ragione di non lasciarmi +trasportare sull’<i>Amphion</i>. +</p> + +<p> +«Faccio i preparativi per imbarcarmi sull’<i>Amphion</i> +non avendo trovato l’ammiraglio Cornwallis. +</p> + +<p> +«Che Iddio vi benedica, ecco la preghiera del +vostro più sincero. +</p> + +<p class="indr"> +«<span class="smcap">Nelson Bronte</span>» +</p> + +<p> +«Vorrei avere le pubblicazioni di Stephen. +</p> + +<p> +«Debbo aver lasciato costà il mio sigillo d’argento; +che non mi fu più possibile di trovarlo.» +</p> + +<p> +«Sulton mi ha raggiunto jeri, e grazie a Dio ci +fu reso il <i>Victory</i>; siamo andati tutti al suo bordo, +e in pochi giorni ci metteremo in ordine. +</p> + +<p> +<span class="pagenum" id="Page_96">[96]</span> +</p> + +<p> +«Hardy è tutto occupato ad appendere nella mia +cabina il vostro ritratto e quello di Orazia; spero +di vedere arrivare i due altri dall’esposizione; non +ho bisogno di altri ornamenti nella mia cabina. Potrò +contemplarli tutti i giorni, e trovarvi nuove bellezze +ogni giorno. Non mi occorre altro. +</p> + +<p> +«Non aspettate grandi notizie da noi: non vediamo +nulla. Ho gran paura che Napoli cada nelle mani +dei Francesi, e se Acton non sta in guardia, anche +la Sicilia: però ho dato i miei consigli, in modo così +chiaro e preciso, che se ciò accade non si potrà +darmene la colpa. +</p> + +<p> +«Il capitano dice che Elliot non può soffrir Napoli; +lo credo anch’io. Ahimè, non è più come quando +ci eravate voi. +</p> + +<p> +«La regina, a quanto credo dal suggello, ha mandato +una lettera a Castelcicala. La lettera che mi +dirige è piena di ringraziamenti per me, per la cura +che prendo del suo regno: se il dottore Scott ha +tempo, ve ne manderò una copia. +</p> + +<p> +«Il re vive ritirato; ha rifiutato di ricevere il generale +francese Saint Cyr, che è venuto a Napoli per +regolare le contribuzioni pel pagamento dell’armata +francese. +</p> + +<p> +«La regina ha ricevuto l’ordine di offrire un +pranzo tanto a lui quanto al ministro francese; ma +nel dare quest’ordine il re è rimasto a Belvedere. +Credo che si disponga a lasciar Napoli, e a ritirarsi +in Sicilia, se però i Francesi glielo permetteranno. +</p> + +<p> +«Acton non ha avuto il coraggio di dare un pranzo +ad Elliot o ad un inglese. La flotta è pronta ad uscire, +e non uscirà per paura di battersi con me. +</p> + +<p> +<span class="pagenum" id="Page_97">[97]</span> +</p> + +<p> +«Calcolo che ho perduto due vascelli francesi da 74 +per non essere restato nel <i>Victory</i>; ma spero che +ritorneranno cogl’interessi. +</p> + +<p> +«Questa lettera andrà a Gibilterra, con Sulton +sull’<i>Amphion</i>. +</p> + +<p> +«Fra due o tre giorni scriverò al dottore: veggo +dai giornali francesi che è stato ammesso al baciamano. +</p> + +<p> +«Col più dolce ricordo alla vostra buona madre e +a tutti quelli di Merton, sono sempre il vostro fedelissimo +e affezionatissimo. +</p> + +<p class="indr"> +«<span class="smcap">Nelson Bronte</span>» +</p> +</div> + +<hr class="tbs"> + +<div class="blockquote"> +<p class="indr"> +«<i>Victory</i>, 10 agosto innanzi Tolone. +</p> + +<p class="indl"> +«Mia cara Emma, +</p> + +<p> +«Colgo l’occasione che mi offre M. Accourt che +attraversa la Spagna coi dispacci per l’Inghilterra, +per inviarvi questa lettera, perchè non vorrei per +nulla al mondo perdere un’occasione di scrivervi. +</p> + +<p> +«Al quattro vi ho scritto da Gibilterra. Ma nessuno +dei nostri mezzi di comunicazione coll’Inghilterra +non è certo. Credo che l’ammiragliato ci ha +completamente dimenticati, poichè nessun vascello +ci ha raggiunti dopo la nostra partenza da Spithead. +Non ho quindi nessuna notizia da darvi se non che +un mio scooner ha messo il suo naso nella rada +di Tolone e che subito quattro fregate l’hanno preso +per un trasporto d’acqua per la flotta; ma spero di +aver presto occasione di pagare questo debito cogl’interessi. +</p> + +<p> +«M. Accourt dice che a Napoli si ha la speranza +<span class="pagenum" id="Page_98">[98]</span> +di essere salvati colla mediazione dei Russi; credo +però che se i Russi fanno la guerra ai Francesi, non +siano però tutti pel reame, e quei nostri amici appoggiandosi +su di una canna spezzata, perderanno +anche la Sicilia. +</p> + +<p> +«Prendere qualche cosa pel mio ducato di Bronte, +non lo spero: le finanze di Napoli non sono state +mai peggiori: pazienza, ma vorrei.... +</p> + +<p> +«Vedo che son morti molti vescovi: vorrei sapere +se mio fratello si annoia a Cantorbery: mi occuperei +per fargli avere un vescovado: se lo vedete e gli +scrivete, ditegli che non ho dieci minuti di tempo +per inviargli una parola; M. Accourt non può trattenersi +di più.» +</p> +</div> + +<hr class="tbs"> + +<div class="blockquote"> +<p class="indr"> +«26 Agosto. +</p> + +<p class="indl"> +«Cara Emma, +</p> + +<p> +«Dire che penso a voi giorno e notte, e dire tutto +il giorno e tutta la notte, non basta per esprimere +la mia affezione ed il mio amore per voi: credetemi +che sono incapace di offendervi in pensieri, in parole +ed in azioni. Tutte le ricchezze del Perù non +basterebbero a riscattarvi per un sol momento; io +sono tutto a voi. +</p> + +<p> +«L’appello della nostra patria è un dovere, al +quale debbo arrendermi, e se non rispondessi a quest’appello, +voi stessa, nei vostri momenti di fredda +riflessione, mi rimproverereste e mi credereste così +miserabile e avreste avuto vergogna di me; non mi +direste più: Ecco l’uomo che ha salvato la patria, +ecco chi è sempre il primo a correre alla battaglia, +e l’ultimo a tornare, e poi tutti questi onori si riflettono +su di voi. Il mondo dirà, vedendomi: quanti +<span class="pagenum" id="Page_99">[99]</span> +sacrifizj non ha fatto quell’uomo per assicurare le +nostre proprietà fino a lasciare la donna più vezzosa +e più gentile del mondo. Amandomi come voi +mi amate, come voi dovete comprendermi.... Il mio +cuore è con voi, mia cara amica. Procurerò di lasciare +un nome senza macchia. Io non l’ho fatto nè +per ambizione, nè per desiderio di ricchezza; nè il +desiderio di ricchezze nè l’ambizione avrebbero potuto +tenermi lontano da tutto ciò che ama il mio +cuore. Non ho salvato il mio paese e la donna che +amo perchè era nella volontà del Signore. +</p> + +<p> +«Sempre, sempre vostro in questo mondo e nell’eternità. +</p> + +<p class="indr"> +«<span class="smcap">Nelson Bronte</span>» +</p> + +<p> +«Per sempre, per sempre il vostro +</p> + +<p class="indr"> +«<span class="smcap">Nelson</span>» +</p> +</div> + +<p> +Ora riprendiamo il corso del nostro racconto. +</p> + +<div class="chapter"> +<p><span class="pagenum" id="Page_101">[101]</span></p> + +<h2>X.</h2> +</div> + +<p> +Grazie alla famiglia di Nelson, che per compiacere +al nobile ammiraglio fu assai garbata per me, io +non fui così isolata come quando partì. Sua nipote, +la figlia del dottore, fu accolta nella mia casa, e divenne +mia scolara. Essa studiò con me il francese, +l’italiano, il disegno, la musica, e posso dirvi che in +sei mesi, da una specie di contadinuzza che era, +l’aveva trasformata in una piccola damigella; era +una prova di condiscendenza da parte mia, e dalla +parte di Nelson, una prova di stima. +</p> + +<p> +Il dottor Nelson, fratello dell’ammiraglio e padre +della giovinetta di cui aveva intrapreso l’educazione, +avendo ottenuto di essere nominato canonico della +Cattedrale di Cantorbery, era molto assiduo a presentarmi +<span class="pagenum" id="Page_102">[102]</span> +i suoi doveri, quando io andava a passare +una parte dell’estate in quella città. +</p> + +<p> +Aveva con me mistress Bellington, antica artista +drammatica, che era stata molto bella, ed avea un +gran talento. +</p> + +<p> +Gli abitanti di Cantorbery erano, debbo dirlo, molto +maravigliati di vedere le due ospiti del venerabile +canonico, e furon quasi scandalizzati quando un +giorno di festa offrimmo, mistress Bellington ed io, +di cantare un duetto sacro nella Cattedrale. La nostra +offerta fu accolta con un rifiuto molto netto e +secco. E più ancora, i rispettabili cittadini dell’antica +capitale del regno di Kent non mancarono mai +di mettere sui loro viglietti di visita: pel dottor Nelson +<i>ma non per lady Hamilton</i>. +</p> + +<p> +Poco tempo dopo la partenza di Nelson, partorii +una seconda figlia, che nacque a Merton, ed a cui +diedi il nome di Emma: la povera bambina non fece +che apparire in questo mondo, e morì l’anno seguente +in un accesso di convulsioni. +</p> + +<p> +In quest’epoca, l’ho detto e lo ripeto, tutta la famiglia +Nelson era piena di riguardi per me, e naturalissimamente +era in non buone relazioni colla povera +moglie. E Nelson aveva detto chiaramente a +tutti i suoi parenti, che quelli che sarebbero in +buone relazioni con me lo sarebbero anche con lui. +Difatti dopo la morte di sir William, Nelson dimenticò +l’esistenza di mistress Nisbett, e mi considerava +e trattava come sua vera moglie. Si è veduto dalle +sue lettere a qual grado giunga il suo amore per +me. Ma quando fui stanca della sua assenza, e +colma di disprezzo da questa ridicola cittadinanza, +gli scrissi che era mio desiderio di raggiungerlo e +<span class="pagenum" id="Page_103">[103]</span> +di stare sul suo bastimento, correndo con lui tutti +i pericoli ai quali si esponeva. Mi rispose con una +fermezza che non mi sarei mai aspettata: +</p> + +<p> +«Sapete, mia cara Emma, che soffrite quasi sempre +in mare: immaginatevi cosa sarebbe quando sareste +in crociera innanzi a Tolone, ove anche in +estate abbiamo venti, almeno una volta alla settimana, +e due giorni di mare grosso. +</p> + +<p> +«Non voglio che vi ammaliate, per vedervi io +ammalata. Com’è mai possibile di avere Orazia a +bordo di un vascello? +</p> + +<p> +«E poi ho pel primo vietato che nessuna donna +venisse a bordo del <i>Victory</i>; e sarei io il primo a +disubbidire all’ordine che ho dato? che Dio me ne +guardi!» +</p> + +<p> +In mezzo a tutto ciò debbo confessare una cosa; +è che la mia abitudine di spendere era tale, che la +rendita di Merton, il legato di sir William, e la pensione +vitalizia che Nelson mi faceva corrispondere, +e che formavano circa sessantamila lire di rendita +erano insufficienti. +</p> + +<p> +Parlava dunque sempre a Nelson di sollecitare per +me da M. Addington la trasmissione della pensione +di sir William, ed egli che non comprendeva nulla +delle mie esigenze, e che non poteva dubitare come +con tale fortuna mi trovassi in bisogno, mi rispondeva: +«Se M. Addington vi dà una pensione, sarà +bene; ma voi non datevi pena per ciò. Non avete +Merton per voi senza ipoteche? e non dovete nulla +a nessuno. La mia cara Orazia è già provveduta, e +spero che qualche giorno voi sarete la mia duchessa +di Bronte; e allora non darei un fico per +tutto il mondo.» +</p> + +<p> +<span class="pagenum" id="Page_104">[104]</span> +</p> + +<p> +Attorniata da gente senza mezzi e da numerosa +parentela, la mia casa a Londra e la mia villa di +Merton erano in continue feste, in cui i miei mezzi, +quantunque lauti, non permettevano di far onore. +Nelson mi faceva di quando in quando qualche rimostranza +sulla necessità dell’economia; si scorgeva +in lui l’uomo che aveva sofferto la povertà, e +temeva di trovarsi senza denaro. Insisteva specialmente +su ciò, che abitassi a Merton, ove probabilmente +doveva fare più economia che a Londra. +</p> + +<p> +Se Nelson fosse stato vicino a me, non avrei nemmeno +sognato di scostarmi dai suoi consigli, ma, lui +assente, la noia di una vita tanto disoccupata, dopo +averne vissuto una così attiva, mi angustiava, e non +poteva fermarmi quieta in un luogo. Lasciai Merton +per Londra, ove le mie spese non avevano limite. +</p> + +<p> +Aveva l’abitudine di passare una parte dell’estate +ai bagni di mare, ed era specialmente là ove la +spesa diveniva enorme. Queste spese davano delle +inquietudini a Nelson; ma io gli diceva che questi +bagni mi erano raccomandati dai medici, e non +seppe dirmi che una cosa: +</p> + +<p> +«Andate a’ bagni, quando io non vi era, e restateci, +quando già vi era. +</p> + +<p> +Ma come frase incidente od in una poscritta gettata +a’ piedi di una lettera molto tenera, mi diceva: +</p> + +<p> +«È necessario, mia cara Emma, di far maggiore +economia; se no gli abbellimenti del vostro caro +Merton non si potranno più fare, e il nostro caro +Merton avanti di tutto.» +</p> + +<p> +E aggiungeva, e debbo dirlo, ahimè, inutilmente: +</p> + +<p> +«Il vostro cuore buono ed angelico, mia cara +<span class="pagenum" id="Page_105">[105]</span> +Emma, mi darà certamente ragione, perchè comprenderete +che tutto è a caro prezzo, a motivo della +guerra, che abbiamo degli amici che hanno bisogno +di noi, e che bisogna aiutarli, e voi troverete, ne +sono sicuro, maggior piacere a compire questo +dovere, che a mantenere una colluvie di parassiti, +che non hanno nessuna amicizia per noi». +</p> + +<p> +Ma tutti questi consigli erano inutili: ad ogni lettera +che riceveva da Nelson facevo mille giuramenti +per correggermi, e poi mi abbandonava a +nuove spese ancora più pazze, e più inutili delle +prime. Era una sorgente d’inquietudini per Nelson, +e però appassionato per me, come egli era, mi lasciava +continuare. Alla fine comprese che le mie imprudenze +potevano compromettere l’avvenire di +Orazia, e che era necessario di assicurarle una fortuna +indipendente, perchè più tardi non avesse a +soffrire per le mie pazzie: mi scrisse inquest’occasione +nel marzo 1804: +</p> + +<p> +«Al mio ritorno disporrò quattro mila sterline per +Orazia, perchè non intendo che si trovi sprovvista +quando la lasceremo sola e senza amici al mondo.» +</p> + +<p> +Io aveva sopra Nelson un potere per farlo accondiscendere +a tutte le mie volontà: era di fargli credere +che qualche nobile gentleman chiedeva la mia +mano; fra gli altri il vecchio duca di Queensburg, +che mi seguiva e mi faceva la sua corte, colla stessa +assiduità come se avesse venticinque anni. +</p> + +<p> +Si è già veduto che Nelson, ricevendo una lettera +della regina di Napoli, era stato scandalizzato che +non dicesse una parola per me. Ma verso la fine +della sua crociera, vedendo che quel silenzio continuava, +<span class="pagenum" id="Page_106">[106]</span> +finì per iscoprire una cosa di cui sospettava +già da lungo tempo, cioè che la regina, malgrado +le proteste della sua eterna riconoscenza, +non aveva conservato che una mediocre memoria +della mia affezione per lei, e dei servigi che le aveva +reso: allora risolse di venire ad una spiegazione con +lei, e di farle conoscere il mio stato di fortuna, i +bisogni che mi creava, la mia abitudine di spendere, +e la necessità in cui mi trovava di aver bisogno +de’ suoi soccorsi. Ma la regina rispose sempre freddamente, +con frasi ambigue, e protestando l’imbarazzo +delle sue finanze. +</p> + +<p> +Nelson indignato mi trasmise le sue osservazioni +sulla condotta e sul carattere della regina, ed io +pure non mi curava di alcun riguardo verso quell’amica +infedele, e mi vendicai di essa col raccontare +la storia abbastanza scandalosa dei suoi amori, +senza pensare che, paragonandola a Saffo ed a Messalina, +gettava su me stessa una parte della vergogna +di cui voleva coprirla. +</p> + +<p> +In quell’epoca ebbi una penosa e rincrescevole +questione con M. Greenville supra il testamento di sir +William. Greenville sperava di farmi indietreggiare +innanzi allo scandalo; ma quando mi vide disposta +a sostenere il processo, propose una transazione +che Nelson mi obbligò ad accettare, quantunque a +mio svantaggio. +</p> + +<p> +Perdetti in questo affare tre o quattro mila franchi +di rendita, e finì là. +</p> + +<p> +Nelson aveva un tale amore per sua figlia, che +sebbene avesse tre anni, le scriveva come se avesse +potuto comprenderlo. +</p> + +<p> +<span class="pagenum" id="Page_107">[107]</span> +</p> + +<div class="blockquote"> +<p class="indr"> +<i>Victory</i>, 13 aprile 1801 +</p> + +<p class="indl"> +«Mia cara Orazia, +</p> + +<p> +«Vi mando dodici volumi di stampe di costumi +spagnuoli, che il vostro angelo custode, lady Hamilton, +vi conserverà quando sarete stanca di guardarli. +Sono contento di sapere che siete ristabilita +in salute, e che siete una buonissima figlia. Prego +Iddio, mia cara Orazia, perchè continuiate ad esser +buona e brava, il che sarà una grande consolazione +per il vostro affettuoso +</p> + +<p class="indr"> +«<span class="smcap">Nelson Bronte</span>» +</p> +</div> + +<p> +Quando Nelson scrisse questa lettera non era più +in crociera innanzi a Tolone; ma in traccia della +flotta francese, che gli era sfuggita di mano. +</p> + +<p> +Al sabato, 30 marzo, per ordine di Napoleone, la +flotta francese, che formava uno dei particolari del +gran piano che egli aveva concepito, era uscita dal +porto di Tolone sotto gli ordini dell’ammiraglio +Villeneuve. +</p> + +<p> +Ecco qual era quel piano, che non fu conosciuto +da Nelson se non quando non era più a tempo di +opporvisi, e che non fu sventato che da circostanze +indipendenti dalla volontà degli uomini. +</p> + +<p> +Napoleone, — poichè Bonaparte era diventato Napoleone, +e il primo console, imperatore, — Napoleone +non aveva perduto di vista il suo sbarco in Inghilterra; +aveva risolto di dar ordine a tutta la flotta +francese che uscisse ad un tempo da tutti i porti +ove gl’Inglesi stavano osservandola, e di portarsi +verso le Indie occidentali; di attirare gl’Inglesi dalla +parte delle Antille, e di ritornare poi di botto nei +<span class="pagenum" id="Page_108">[108]</span> +mari d’Europa, con una riunione di forze superiore +a tutte le squadre inglesi che potrebbe incontrare. +</p> + +<p> +Il punto di convegno generale dei Francesi era la +Martinica. +</p> + +<p> +All’11 gennaio l’ammiraglio Missiessy era uscito +da Rochefort con una tempesta orribile, e passando +da Perthuis aveva preso il largo senz’esser veduto +dagl’Inglesi: aveva con lui cinque vascelli e quattro +fregate. +</p> + +<p> +L’ammiraglio Villeneuve doveva partire col primo +vento favorevole, tentare d’ingannare Nelson, e se +non lo ingannava, di sfuggirgli almeno di mano, passare +lo stretto, toccar Cadice, e raggiungere l’ammiraglio +spagnuolo Gravina, far vela per la Martinica, +unirsi a Missiessy, e aspettare Gantheaume, che anche +egli al primo colpo di vento di equinozio che +svierebbe gl’Inglesi, doveva uscire dal porto di Brest, +con ventun vascelli che egli aveva sotto i suoi ordini: +e passando da Ferrol prenderebbe un’altra +flotta francese e spagnuola, sotto gli ordini dell’ammiraglio +Gaurdon, e si dirigerebbe verso la Martinica, +ove, come abbiam detto, dovevano aspettarlo +Missiessy, Villeneuve e Gravina. Questa riunione di +cinque ammiragli e di sei flotte doveva dare da 51 +a 60 vascelli, forza enorme, di cui non si era mai +veduto in altri tempi, e su nessun mare una simile +concentrazione. Una volta riuniti, questi sessanta +vascelli dovevano far vela per la Manica mal osservata, +perchè le varie squadre inglesi dovevano essere +sparse nel Mediterraneo, nell’Atlantico, nei mari +delle Indie, e forse dove si poteva supporre che fosse +andata la flotta francese; battere ogni squadra isolata +<span class="pagenum" id="Page_109">[109]</span> +che incontrerebbe sul suo cammino, e far poi +contro l’Inghilterra, unendosi alle flottiglie di Boulogne, +il colpo di cui era da tanto tempo minacciata. +</p> + +<p> +Ora l’ammiraglio Villeneuve nella notte dal 30 al +31 marzo, approfittando del maestrale, come l’ammiraglio +Missiessy aveva approfittato della tempesta, +era uscito dal porto di Tolone, come dissi, nel +momento in cui Nelson meno se l’aspettava. +</p> + +<p> +Al cinque aprile, Nelson scriveva questa lettera +che dipinge la sua agitazione. +</p> + +<div class="blockquote"> +<p> +«A William Marden Esqu. Ammiragliato. +</p> + +<p class="indr"> +«<i>Victory</i>, mare 9 aprile 1805. +</p> + +<p class="indl"> +«Signore, +</p> + +<p> +«La flotta francese ha preso il mare nella notte +di sabato 30 marzo, e alla domenica mattina, 31, +alle otto ore, è stata veduta dall’<i>Active</i> e dalla <i>Phoebè</i> +che percorreva verso SS. O., con una leggiera brezza +di N. E. Con tutte le vele spiegate e la sua forza, +dal computo delle sue fregate, si suppone composta +di 11 vascelli, sette fregate e due brick. Ad otto ore +di sera il capitano Moubray staccò la <i>Phoebè</i> per +raggiungermi all’altezza di Toro. Ieri mattina, 4 +aprile, l’<i>Active</i> mi raggiunse poi alle 2 dopo mezzodì. +Il capitano Moubray nella notte del 31 scorso, navigando +sottovento con una brezza di N. O. ha perduto +di vista il nemico, e si crede che abbia fatto vela +verso Oriente. Siccome al 1 aprile i venti sono stati +molto variabili, soltanto dal sud all’est fino alla +notte del 3, in cui il vento si mise a soffiare fortemente +<span class="pagenum" id="Page_110">[110]</span> +da N. O. ho posto delle fregate sulla costa +di Barberia ed all’altezza di Toro. Io mi trovo a +mezza via fra la Galite e la Sardegna, perchè sono +sicuro che se il nemico è stato obbligato a prendere +quella via, non ha potuto passare prima d’oggi. Si +dice che il ministro della Marina la comandi in persona, +e spero d’incontrarlo. La flotta che ho l’onore +di comandare è quanto posso desiderare di meglio +riguardo alla salute ed alla disciplina, e le LL. Signorie +possono star sicure che nulla tralascerò per +prendere il nemico.» +</p> + +<p> +«Ho l’onore, ecc., ecc.» +</p> +</div> + +<p> +Al 6 aprile Nelson non avea ancora notizie della +flotta; egli era alla disperazione, e scriveva al capitano +Ball: +</p> + +<div class="blockquote"> +<p> +«Davvero sono mezzo morto, ma quanto uomo +può fare, sarà fatto per trovarli. Ho l’<i>Embuscade</i> in +vista, ma anch’essa non ha trovato nulla perchè non +mi fa nessun segnale. L’<i>Amazone</i> partirà per Napoli, +nel momento in cui l’<i>Active</i> ci raggiungerà, il che +avverrà oggi o dimani mattina. Vado a prendere +posizione all’altezza di Ustica, per esser pronto a +ricevere la comunicazione del vascello che mi raggiungerà. +Sto male davvero e pieno di collera. Dio +vi benedica, mio caro Ball.» +</p> +</div> + +<p> +Nello stesso tempo scriveva a Davyson: +</p> + +<div class="blockquote"> +<p> +«Ho incaricato il capitano Cann di farvi visita. Vi +dirò in quali agitazioni mi trovi; non posso nè mangiare, +nè bere, nè dormire; ciò non può durar molto, +<span class="pagenum" id="Page_111">[111]</span> +soffro troppo; ma sono sempre, mio caro Davyson, +il vostro fedele. +</p> + +<p class="indr"> +«<span class="smcap">Nelson Bronte.</span>» +</p> + +<p> +«Direte al capitano, uomo onorevolissimo, che, se +lady Hamilton è a Londra od a Merton, gli deve +consegnare una mia lettera.» +</p> +</div> + +<p> +Ora diciamo in due parole che cosa ne avvenne +di questa flotta francese, che Nelson cercava invano. +</p> + +<div class="chapter"> +<p><span class="pagenum" id="Page_113">[113]</span></p> + +<h2>XI.</h2> +</div> + +<p> +L’ammiraglio Villeneuve era infatti partito da Tolone +con undici vascelli e sei fregate: informato da +un bastimento raguseo della posizione di Nelson, si +era diretto a Cartagena, ed al 9 aprile entrava nello +stretto. +</p> + +<p> +Nella stessa sera era in vista di Cadice, e si riuniva +coll’ammiraglio Gravina. +</p> + +<p> +Verso le due del mattino le due squadre riunite +continuarono il loro viaggio, e all’11 erano già nell’Oceano, +sfuggendo alla sorveglianza di Nelson. +</p> + +<p> +Nelson non aveva conosciuto questi particolari +che al 16 aprile: era stato trattenuto dal vento dell’Ovest +fino al 30: al 10 di maggio si trattenne nella +baia di Lagos ed all’11 di maggio, vale a dire un +<span class="pagenum" id="Page_114">[114]</span> +mese dopo Villeneuve, entrò nell’Oceano per seguirlo. +</p> + +<p> +Al 10 giugno Villeneuve si era messo in cammino +verso l’Europa. +</p> + +<p> +Qualche giorno prima, Nelson era arrivato alla +Barbada, il 7 era alla Trinità, il 10 a Granada, finalmente +al 14 agosto, dopo aver lasciato a Cornwallis +quei bastimenti che potevano ancora tenere il +mare, era andato cogli altri a Portmouth, ove gettò +l’áncora al 18 di quel mese. +</p> + +<p> +Allora io era a Southend con mistress Bellington +e Orazia. Ricevetti l’avviso del suo ritorno, e mi affrettai +di ritornare a Merton, ove si era riunita tutta +la sua famiglia per riceverlo. +</p> + +<p> +Vi arrivò al mattino del 20. +</p> + +<p> +Nello stesso giorno ritornò a Londra, ebbe una +conferenza col segretario di stato pel dipartimento +della guerra, col primo lord dell’ammiragliato, e con +qualche altro ministro. +</p> + +<p> +Si comprende di quali feste fosse causa un simile +ritorno: tutti gli amici di Nelson e miei corsero a +Merton; la tavola non era mai minore di 20 a 25 coperte, +ed io presiedeva a questi pranzi come se fossi +la moglie di Nelson, nè egli ned io pensavamo più a +gettare un velo sulla nostra intimità; anzi ciascuno +di noi se ne faceva un vanto, e Nelson mi presentava +i visitatori come se fossi veramente lady +Nelson. +</p> + +<p> +Appena seppi dell’arrivo di Nelson, feci venir subito +Orazia, che fino allora aveva passato la maggior +parte del tempo colla donna che l’aveva allevata. +Nelson, secondo le intenzioni che mi aveva manifestato, +<span class="pagenum" id="Page_115">[115]</span> +aggiunse al suo testamento questo codicillo +in di lei favore: +</p> + +<p> +«Lego a miss Orazia Nelson Thomson, battezzata +il 13 maggio ultimo nella parocchia di S. Mary-le-Bone, +nella contea di Middlesex, da Beniamino Lawrence +curato e John Willock chierico assistente, +che riconosco come mia figlia adottiva, la somma +di quattro mila sterline in moneta inglese, pagabile +sei mesi dopo la mia morte, e costituisco la mia +cara amica Emma Lyonna sola custode della suddetta +Orazia Nelson Thomson, fino a che avrà 18 +anni; e gl’interessi delle quattromila sterline saranno +pagate a lady Hamilton per la sua educazione e +mantenimento. Desidero che lady Hamilton sia sempre +la nutrice di Orazia, essendo certo che la educherà +nei principii della virtù e della educazione, +che le darà tutte le doti che essa stessa possiede +in sì alto grado, perchè la renda una donna degna +del mio caro nipote Orazio Nelson, al quale la destino +per isposa, se sarà degno di lei, e se, a giudizio +di lady Hamilton, egli merita un tesoro tanto +caro.» +</p> + +<p> +Questa volta Nelson contava bene di non più mettersi +in mare: stanco di trionfi e sazio di gloria, +carico di onori, mutilato nel corpo, egli aspirava +alla solitudine ed alla tranquillità. In questa speranza +Nelson era occupato a far trasportare a Merton +tutte le cose preziose che aveva a Londra, e +quando si credeva più che mai sicuro dell’avvenire, +un colpo di fulmine venne a svegliarlo in mezzo ai +suoi sogni dorati. +</p> + +<p> +Al 2 dicembre, vale a dire dodici soli giorni dopo +<span class="pagenum" id="Page_116">[116]</span> +l’arrivo di Nelson a Merton, si venne a bussare alla +porta a cinque ore del mattino. +</p> + +<p> +Nelson credendo che fosse qualche notizia dell’ammiragliato, +balzò dal letto e andò incontro al visitatore +mattiniero. +</p> + +<p> +Era il capitano Enrico Blackwood che arrivava +dall’ammiragliato colla notizia che le flotte riunite +di Francia e di Spagna, dietro le quali tanto corse +Nelson inutilmente, erano entrate nel porto di +Cadice. +</p> + +<p> +Riconoscendo Blackwood, Nelson esclamò: +</p> + +<p> +— Ci scommetto, Blackwood, che mi recate notizia +delle flotte unite, e che io sono incaricato di distruggerle. +</p> + +<p> +Era precisamente quanto veniva ad annunziargli +Blackwood. Era quella distruzione che si aspettava +da lui. +</p> + +<p> +Tutti i bei progetti di Nelson erano andati in +fumo. +</p> + +<p> +Egli non vedeva più che il piccolo angolo di +terra, o piuttosto di mare, ove si trovavano le flotte +riunite; e tutto giulivo ripeteva molte volte a Blackwood +con quella compiacenza, che gli cagionavano +i suoi antichi amici: +</p> + +<p> +— Blackwood, state certo che darò a Villeneuve +una lezione di cui si ricorderà. +</p> + +<p> +La sua intenzione era di partire per Londra, e di +preparare quanto era necessario per quella campagna, +senza dirmi nulla della missione di cui era +incaricato; soltanto nell’ultimo momento mi disse +tutto. +</p> + +<p> +Ma siccome io mi alzai quasi nello stesso tempo, ed +osservai la sua preoccupazione dopo la sua conversazione +<span class="pagenum" id="Page_117">[117]</span> +con Blackwood, così lo condussi in una parte +del giardino che preferiva a tutte le altre, e che egli +chiamava il suo <i>Banco di Quarto</i>. +</p> + +<p> +— Che avete, amico mio, gli chiesi; avete qualche +cosa che vi tormenta e che non volete dirmi. +</p> + +<p> +Nelson si sforzò di sorridere. +</p> + +<p> +— È, mi rispose, che sono l’uomo più felice del +mondo: che potrei desiderare di più? ricco del vostro +amore, circondato dalla mia famiglia, davvero +che non darei sei soldi perchè il re fosse il mio +zio. +</p> + +<p> +Ma io gli risposi: +</p> + +<p> +— Vi conosco, Nelson, e voi tentate inutilmente +d’ingannarmi; voi avete notizie delle flotte unite, +le considerate come vostra proprietà, e sareste +l’uomo più infelice del mondo se le distruggesse un +altro invece di voi. +</p> + +<p> +Nelson mi guardò per interrogarmi. +</p> + +<p> +— Ebbene, amico mio, gli dissi, distruggetele, terminate +un affare che avete così bene incominciato, +questa distruzione sarà la ricompensa di due anni +di fatiche che avete sostenuto. +</p> + +<p> +Nelson mi guardava sempre. E quantunque non +dicesse una parola, il suo aspetto prendeva un’espressione +indicibile di riconoscenza. +</p> + +<p> +E continuai: +</p> + +<p> +— Nelson, per quanto grande sia per me il dolore +della vostra assenza, offrite, come sempre l’avete +fatto, i vostri servigi alla patria, e partite immediatamente +per Cadice. Questi servigi saranno accettati +con riconoscenza. Il vostro cuore troverà la +sua pace; voi otterrete un’ultima e gloriosa vittoria, +<span class="pagenum" id="Page_118">[118]</span> +e ritornerete felice di trovar qui il riposo colla dignità. +</p> + +<p> +Nelson mi osservava sempre in silenzio, e dopo +qualche minuto, cogli occhi pieni di lagrime, esclamò: +</p> + +<p> +— Mia brava Emma, mia buona Emma, tu hai letto +nel mio cuore, tu hai penetrato il mio pensiero. Se +non vi fosse Emma, non vi sarebbe nemmeno Nelson +al mondo. Sono le Emme che fanno i Nelson. Oggi +stesso anderò a Londra. +</p> + +<p> +Due ore dopo partimmo per Londra colle sue sorelle. +Nelson ci lasciò nella mia casa Clerges Street, +e si recò all’ammiragliato. Il <i>Victory</i>, chiamato per +telegrafo, era arrivato nella stessa sera nel Tamigi, +ed alla mattina del giorno seguente si preparò tutto +per la partenza. +</p> + +<p> +Restammo però ancora dieci giorni insieme; ma +gli ultimi cinque li passò quasi per intiero all’ammiragliato. +</p> + +<p> +All’11 andammo ancora a fare un’altra visita al +nostro caro Merton. Per quanto grande fosse stato +lo sforzo che faceva su di me, quando mi trovava +sola per qualche momento, non potea trattenermi +dal piangere. Passammo soli tutta la giornata del 12 +e tutta la notte del 12 al 13. +</p> + +<p> +Ad un’ora circa prima di giorno, Nelson si alzò, +ed entrò nella camera di sua figlia; si chinò sul suo +letto, e pregò con grande fervore, e non senza lagrime. +</p> + +<p> +Nelson era naturalmente religioso. +</p> + +<p> +Poscia passammo insieme ancora un’altra ora, e +alle sette del mattino prese congedo da me. +</p> + +<p> +Lo condussi sino alla carrozza; e allora mi strinse +<span class="pagenum" id="Page_119">[119]</span> +lungamente al suo cuore; io piangeva abbondantemente; +ma cercava di sorridere in mezzo alle mie +lagrime, dicendogli: +</p> + +<p> +— Non battetevi senza prima aver veduto l’uccellino! +</p> + +<p> +Queste furono le ultime parole che gli dissi. +</p> + +<p> +La carrozza partì al galoppo. Mi fece un segno al +momento in cui la carrozza girava volgendo sotto la +porta. +</p> + +<p> +E non lo rividi più. +</p> + +<p> +Nelson partiva con presentimenti di profonda tristezza. +Prima di partire da Londra era andato dal +suo tappezziere M. Peddisson, che dimorava a Brows +Street: chiese di vedere il feretro che gli aveva mandato; +l’osservò per lungo tempo; rilesse il certificato +di autenticità; poi gli ordinò di guarnirlo e di +tenerlo pronto pel suo ritorno, poichè allora ne +avrebbe probabilmente bisogno. +</p> + +<p> +Giunse a Portsmouth il giorno seguente alle sei +del mattino. +</p> + +<p> +Sceso a terra, scrisse sul suo giornale particolare: +</p> + +<div class="blockquote"> +<p class="indr"> +«Notte del 13 settembre. +</p> + +<p> +«Ho appena abbandonato ora il mio caro, carissimo +Merton, ove ho lasciato quanto più amo al mondo, +per andare a servire il mio re e la mia patria. Il +grande Iddio che adoro, faccia che la patria mi trovi +degno di quanto attende da me: se la sua volontà +è che io ritorni, i miei pensieri non cesseranno mai +di essere deposti innanzi al trono della sua misericordia; +e se al contrario la misericordiosa provvidenza +ha destinato che i miei giorni siano abbreviati +<span class="pagenum" id="Page_120">[120]</span> +su questa terra, mi sottometto con umiltà ai +suoi decreti, nella speranza che la mia morte proteggerà +quelli che lascio sulla terra.» +</p> +</div> + +<p> +Sotto a questa preghiera, scrisse sullo stesso giornale +la nota seguente: +</p> + +<div class="blockquote"> +<p class="indr"> +«11 Settembre 1805. +</p> + +<p> +«Giunto a Portsmouth alle sei, mi sono imbarcato +con M. Rose e Canning; son salito a bordo del +<i>Victory</i> a S. Helens; essi pranzarono con me preparando +tutto per la partenza.» +</p> +</div> + +<p> +Prima che M. Rose ritornasse a terra, gli raccomandò +colla maggior premura il suo cappellano il +Dottor Scott. +</p> + +<p> +Al 15 settembre prese il mare. +</p> + +<p> +Al 17 settembre, all’altezza di Plymouth, scrisse +questa lettera: +</p> + +<div class="blockquote"> +<p class="indl"> +«A lady Hamilton. +</p> + +<p class="indr"> +«<i>Victory</i>, innanzi a Plymouth. +</p> + +<p class="indr"> +«17 settembre 1805, 9 ore mattino +</p> + +<p class="indr"> +«Vento O. S. O. detestabile. +</p> + +<p> +«Vi ho mandato, mia carissima Emma, una lettera +nella scorsa notte da un battello di Torbay, e +ho dato una ghinea all’uomo per consegnarla alla +posta. Abbiamo avuto una cattiva notte di vento, e +il tempo è triste. In questo momento sono occupato +a far dei segnali ai bastimenti che trovansi a Plymouth +perchè mi raggiungano; ma dubito che possano +prendere il mare. Vi supplico, mia buona Emma, +di star di buon umore: vi prometto che ci vedremo +ancora per molti e molti anni felici, e invecchieremo +fra i figli dei nostri figli. Poi quando piacerà all’Onnipotente +<span class="pagenum" id="Page_121">[121]</span> +di togliere l’impedimento<a class="tag" id="tag1" href="#note1">[1]</a> il mio cuore e +la mia anima sono con voi e con Orazia. Scrivo di +fretta queste righe, nel caso che un battello venga +presso il mio bordo.» +</p> + +<p> +«Per sempre, per sempre il vostro affezionatissimo +</p> + +<p class="indr"> +«<span class="smcap">Nelson.</span>» +</p> +</div> + +<p> +Il giorno seguente mi scrisse di nuovo: +</p> + +<div class="blockquote"> +<p class="indr"> +«Venerdì 16 settembre, davanti a Lizard. +</p> + +<p> +«Non ho avuto nessuna occasione per mandarvi +la vostra lettera, e non ne vedo la probabilità ancora +per oggi. L’<i>Aiace</i> e il <i>Tuonante</i> arrivano; ma è +quasi bonaccia, con leggiero soffio di ovest. Ci volle +la nostra perseveranza per condurci fin qui, ma +spero che ci condurrà sino alla fine. Che Dio vi benedica, +mia Emma. Do le mie lettere a Blackwood +per consegnarle a bordo del bastimento che incontrerà +andando in Inghilterra od in Irlanda. +</p> + +<p> +«Ancor una volta, che il cielo vi benedica. +</p> + +<p> +«Sempre, sempre il vostro +</p> + +<p class="indr"> +«<span class="smcap">Nelson Bronte.</span>» +</p> +</div> + +<p> +Al 28 settembre, alle sei ore dopo mezzodì, correndo +a piene vele, egli raggiunse la flotta di Cadice +sotto il comando del vice ammiraglio Collingwood, +della forza di 32 vascelli di linea, e di sei vascelli +di riserva. +</p> + +<p> +Il giorno seguente, 29, Nelson compiva 46 anni +di età. +</p> + +<p> +Al 1 ottobre mi dava, colle lettere seguenti, la +<span class="pagenum" id="Page_122">[122]</span> +notizia della sua riunione coll’ammiraglio Collingwood +e di un attacco nervoso che aveva avuto. +Questi accessi, cui andava soggetto, assomigliavano +ad attacchi di apoplessia, tanto erano violenti. +</p> + +<div class="blockquote"> +<p class="indr"> +«<i>Victory</i>, 1 ottobre 1805. +</p> + +<p class="indl"> +«Mia carissima Emma. +</p> + +<p> +«È un sollievo per me il prendere la penna e +scrivervi qualche riga. Questa mattina verso le +quattro ho avuto uno de’ miei dolorosi attacchi +spasmodici, che mi ha completamente spossato. +Ed è tanto più singolare che non mi sono trovato +mai tanto bene come ieri. Ho dormito benissimo; +ma poi mi sono svegliato sotto l’accesso. +Credo che qualche giorno sarò vittima di uno di +questi accessi. Ora però è scomparso interamente, +e non mi rimane di questa indisposizione che una +estrema debolezza. Il buon popolo inglese non crederà +mai che mi sia necessario il riposo del corpo +e dello spirito. Ma forse lo spasimo non si riprodurrà +con simil forza se non da qui a sei mesi. +Jeri ho scritto per sette ore continue, e questa fatica +è stata probabilmente la causa dell’accidente. +</p> + +<p> +«Ho raggiunto la flotta a sera inoltrata del 28: +ma non ho potuto mettermi in comunicazione con +essa che alla mattina seguente. Credo che il mio +arrivo sia stato ben veduto, non soltanto da parte +del comandante della flotta, ma anche dagl’individui +che la compongono; e quando spiegai agli uffiziali +il mio piano di battaglia, fu come una scossa +elettrica; alcuni nell’approvarlo versavano fino delle +lagrime. Era nuovo, singolare e semplice, e se si +può applicarlo alla flotta francese, la vittoria è sicura: +<span class="pagenum" id="Page_123">[123]</span> +«Voi siete circondato da amici che sono pieni +di confidenza per voi,» ecco quanto mi dicevano +tutti. Forse vi saranno dei Giuda fra essi; ma la +maggioranza è certamente contenta che io li comandi. +</p> + +<p> +«Ricevo in questo momento delle lettere della +regina e del re di Napoli in risposta alle mie lettere +del 18 e del 21 luglio. +</p> + +<p> +«Nemmeno una parola per voi. Davvero questo +re, e questa regina farebbero arrossire la stessa ingratitudine. +Vi aggiungo le copie, e colla prima occasione +di partenza per l’Inghilterra, vi dirò quanto +io vi ami. +</p> + +<p> +«L’uccellino non è venuto ancora, ma non si è +perduto tempo. Il mio corpo mutilato è qui, ma tutto +il mio cuore è per voi. +</p> + +<p class="indr"> +«O. N.» +</p> +</div> + +<div class="chapter"> +<p><span class="pagenum" id="Page_125">[125]</span></p> + +<h2>XII.</h2> +</div> + +<p> +Verso questa stessa data del 28 settembre, in cui +Nelson operò la sua riunione colla flotta del vice +ammiraglio Collingrood, l’ammiraglio Villeneuve ricevette +l’ordine positivo dal suo governo di prendere +il largo e di passare lo stretto, e gettando delle +truppe sulle coste di Napoli, di scopare i vascelli +inglesi dal Mediterraneo e di entrare in Tolone. +</p> + +<p> +La flotta alleata composta di trentasette vascelli +di linea, diciotto francesi, e quindici spagnuoli, cominciò +a mostrarsi sabato, 19 ottobre, a sette ore +del mattino, spinta da una leggera brezza. +</p> + +<p> +A mezzodì scorso della stessa giornata, sembrando +certa la battaglia, scrisse a me ed alla povera bambina, +che doveva lasciar orfana, queste due lettere +<span class="pagenum" id="Page_126">[126]</span> +che furono trovate nel suo scrittoio dopo la sua +morte, e che mi furono portate dal suo amico il +capitano Hardy. +</p> + +<div class="blockquote"> +<p> +«Mia carissima ed amatissima Emma, tenera +amica del mio cuore. Mi è stato dato il segnale +che la flotta nemica esce dal porto. Abbiamo pochissimo +vento, di modo che non ho nemmeno la +speranza di vederla prima di dimani. Possa il Dio +delle battaglie coronare i miei sforzi con un felice +successo, e in ogni caso, o vittorioso o morto, +sono sicuro che il mio nome diverrà più caro per +voi e per Orazia, per voi due insomma, che amo più +della mia stessa vita. +</p> + +<p> +«E siccome la mia ultima lettera prima della battaglia +sarà per voi, spero, se vivo, di terminarla dopo +la battaglia. +</p> + +<p> +«Che il Signore vi benedica e pregate pel vostro +</p> + +<p class="indr"> +«<span class="smcap">Nelson Bronte.</span>» +</p> +</div> + +<p> +Poi scrisse ad Orazia la lettera seguente: +</p> + +<div class="blockquote"> +<p class="indr"> +«<i>Victory</i>, 19 ottobre 1805. +</p> + +<p class="indl"> +«Mio caro angelo, +</p> + +<p> +«Sono l’uomo più felice del mondo, avendo ricevuto +la vostra lettera del 19 settembre. Mi fa gran +piacere di sapere che siete una buona figlia, che +amate molto la mia cara lady Hamilton, e che ella +pure vi adora. Datele un bacio per me. La flotta +riunita dei nemici esce, a quanto mi si dice, dal +porto di Cadice, per cui mi affretto di rispondere +alla vostra lettera, mia cara Orazia, per dirvi che +voi siete continuamente l’oggetto de’ miei pensieri. +<span class="pagenum" id="Page_127">[127]</span> +Sono sicuro che pregate Dio per la mia salvezza, +per la mia gloria, e per il mio ritorno a Merton, +e presso la mia carissima Lady Hamilton. Siate buona +figlia, e ricevete, mia carissima Orazia, la benedizione +di vostro padre. +</p> + +<p class="indr"> +«<span class="smcap">Nelson Bronte.</span>» +</p> +</div> + +<p> +Nel giorno seguente aggiunse questa poscritta +alla mia lettera: +</p> + +<div class="blockquote"> +<p class="indr"> +«20 ottobre mattina. +</p> + +<p> +«Siamo giunti alla bocca dello stretto; ma il vento +d’ovest essendo troppo debole per dare alle flotte +unite il tempo di venire da Trafalgar, mi si dice, che +si veggano da lontano quaranta vele. Suppongo che +sieno trentasei vascelli di linea, e sei fregate. +</p> + +<p> +«Questa mattina se ne vede un certo numero dalla +parte del faro di Cadice; ma il vento essendo freddissimo, +credo che rientreranno nel porto prima di +notte. +</p> + +<p> +«Che Dio ci faccia trionfare del nemico, e ci dia +una buona pace.» +</p> +</div> + +<p> +Scorgendo la flotta unita, Nelson scrisse sul suo +giornale particolare: +</p> + +<div class="blockquote"> +<p> +«Che Iddio, innanzi al quale m’inchino adorandolo, +accordi all’Inghilterra, nell’interesse generale +dell’Europa oppressa, una grande e gloriosa vittoria, +e permetta che questa vittoria non sia oscurata +da colpe, da parte di coloro che combatteranno e +trionferanno, e che l’umanità dopo la battaglia possa +essere il solo pensiero della flotta britannica. Quanto +<span class="pagenum" id="Page_128">[128]</span> +a me, personalmente, rimetto la mia vita nelle mani +di chi me l’ha data. Che la benedizione di Dio discenda +sopra quanto sto per fare in servizio della +mia patria. Confido ed abbandono in lui solo la causa +santa, di cui egli s’è degnato di nominarmi in questo +giorno il difensore. +</p> + +<p> +«Amen. Amen. Amen.» +</p> +</div> + +<p> +Poi dopo questa preghiera, ove si trova quella mistura +di misticismo e di entusiasmo, che in certi +momenti traspariva sotto la rozza scorza dell’uomo +di mare, scriveva il suo testamento. +</p> + +<div class="blockquote"> +<p class="indr"> +«21 ottobre 1805. +</p> + +<p> +«In vista delle flotte riunite di Francia e di Spagna, +a dieci miglia circa distante da noi; +</p> + +<p> +«Considerando che gli eminenti servigi resi al re +ed alla Nazione da Emma Lyonna, vedova di sir William +Hamilton, non hanno mai ricevuto ricompensa +nè dal re, nè dalla nazione; +</p> + +<p> +«1. Quantunque abbia ottenuta nel 1796 la comunicazione +di una lettera del re di Spagna a suo fratello +il re di Napoli, in cui lo avvertiva della sua intenzione +di dichiarare la guerra all’Inghilterra, e +che il ministero prevenuto da quella lettera, abbia +potuto mandar l’ordine a sir John Jervis di sorprendere, +se se ne presentava l’occasione, gli arsenali e +la flotta spagnuola; che se però nessuna di tali cose +siasi fatta, non fu però colpa di Lady Hamilton; +</p> + +<p> +«2. Che la flotta britannica sotto il mio comando +non avrebbe potuto ritornare una seconda volta in +Egitto, se l’influenza di lady Hamilton sulla regina +di Napoli non fosse stata causa della lettera scritta +<span class="pagenum" id="Page_129">[129]</span> +al governatore di Siracusa, perchè permettesse alla +flotta di approvvigionarsi di tutto quanto le abbisognava +nei porti di Sicilia; e così ottenni quanto mi +occorreva per distruggere la flotta francese; +</p> + +<p> +«Non potendo ricompensare questi servigi, pensai +di rivolgermi alla nazione. Non ho potuto farlo, lascio +quindi al mio re ed alla mia patria di soddisfare +questi legati, e provvedere largamente alla sua +esistenza. +</p> + +<p> +«Confido anche alla benevolenza della nazione, la +mia figlia adottiva Orazia Nelson Thompson, e desidero +che ormai porti solennemente il nome di Nelson. +Ecco i soli favori che dimando al re ed all’Inghilterra, +nel momento in cui arrischio la mia vita +per loro. Dio benedica il mio re ed il mio paese, +e tutti quelli che mi sono cari. La mia famiglia non +ha bisogno di essere raccomandata, e sarà, ne sono +certo, l’oggetto della più splendida liberalità.» +</p> +</div> + +<p> +Un mese e mezzo prima, vale a dire l’11 di settembre, +Nelson aveva già scritto sullo stesso giornale: +</p> + +<div class="blockquote"> +<p> +«Dono alla mia carissima amica Lady Hamilton +tutto il terreno che mi appartiene a Merton e nella +parrocchia di Windeblon. +</p> + +<p class="indr"> +«<span class="smcap">Nelson Bronte.</span>» +</p> +</div> + +<p> +— Ora, disse egli, non pensiamo più che al combattimento. +</p> + +<p> +Le due flotte si avanzarono l’una contro l’altra. +</p> + +<p> +In questo momento solenne che precedeva uno +dei più terribili scontri, che mai avvenissero fra +due flotte cordialmente nemiche, ogni comandante +in capo diede la sua parola d’ordine. +</p> + +<p> +L’ammiraglio francese disse ai suoi capitani: +</p> + +<p> +<span class="pagenum" id="Page_130">[130]</span> +</p> + +<p> +«Non devonsi aspettare i segnali dall’ammiraglio, +che nella confusione del combattimento possono essere +fraintesi o non veduti; ma ognuno deve ascoltare +la voce dell’onore, e portarsi ove maggiore è +il pericolo: ogni capitano è al suo posto, se è al +fuoco.» +</p> + +<p> +Dalla parte degl’Inglesi tutti gli occhi erano fissi +sul vascello ammiraglio per leggervi la parola d’ordine +già distribuita a bordo della squadra riunita, +e si vide salire sull’albero maestro del <i>Victory</i> questa +laconica arringa: +</p> + +<p> +England expects every man will do his duty. +</p> + +<p> +L’Inghilterra attende che ciascuno faccia il suo +dovere. +</p> + +<p> +Il buon genio di Nelson, il piccolo uccello augurale, +non era ancora comparso. +</p> + +<p> +Ed ora Iddio mi dia la forza di scrivere ciò che +mi rimane da raccontare. +</p> + +<p class="ast"><sub>*</sub><sup>*</sup><sub>*</sub></p> + +<p> +Era un’ora ed un quarto dopo mezzogiorno; ad +un’ora precisa incominciò il fuoco. +</p> + +<p> +Nelson aveva un abito azzurro, e portava al petto +le decorazioni del bagno, di S. Ferdinando, e del +merito, quella di S. Gioachino e quella di Malta, e +infine la mezzaluna ottomana; questo scintillare di +decorazioni che avea al petto doveva naturalmente +renderlo un punto di mira di tutti i colpi. Il capitano +Hardy voleva fargli indossare un altro abito. +</p> + +<p> +— È troppo tardi, disse egli, m’hanno veduto con +questo. +</p> + +<p> +Il combattimento fu orribile. Quattro bastimenti +<span class="pagenum" id="Page_131">[131]</span> +si sfracellarono a bruciapelo; il <i>Victory</i>, il <i>Formidabile</i>, +il <i>Bucintoro</i> ed il <i>Temerario</i>. +</p> + +<p> +Il primo che cadde a bordo del <i>Victory</i> fu il segretario +di Nelson tagliato in due da una palla di +cannone, mentre parlava col capitano Hardy e siccome +Nelson amava molto quel giovane, Hardy lo +fece subito levare di là, perchè la vista del cadavere +non rattristasse l’ammiraglio. Quasi nello stesso +tempo due palle incatenate stesero sul ponte otto +uomini tagliati pel mezzo. +</p> + +<p> +Tutte queste precauzioni per raccomandare e per +assicurare il mio avvenire, sono prove che Nelson +era dominato da un presentimento mortale. E per +dare maggior autenticità agli atti che affidava al +suo giornale, chiamò il suo capitano di bandiera +Hardy, e il capitano Blackwood dell’<i>Eurialo</i>, quell’istesso +che era venuto a cercarlo a Merton, e, come +testimoni, fece loro firmare quell’atto testamentario. +</p> + +<p> +I loro due nomi si trovano difatti sul giornale di +bordo vicino a quello di Nelson. +</p> + +<p> +Nelson aveva due miei ritratti. Una miniatura che +sir William gli aveva lasciato in testamento, e che +portava, come dissi, appesa al collo con una catena +d’oro; l’altro, che era di grandezza naturale, era appeso +alle pareti della sua cabina con quello di Orazia. +</p> + +<p> +Prima del combattimento, temendo che qualche +proiettile non offendesse le immagini delle due persone +che amava, come diceva egli stesso, più della +sua vita, li fece staccare dalle pareti par metterli +in sicuro. +</p> + +<p> +Fate attenzione al mio buon angelo, diceva egli, +seguendo con ansietà il mio ritratto, mentre lo trasportavano +a schermo delle palle e della mitraglia. +</p> + +<p> +<span class="pagenum" id="Page_132">[132]</span> +</p> + +<p> +— Oh! oh! disse Nelson, ecco un fuoco troppo +vivo perchè possa durare molto. +</p> + +<p> +Non aveva appena terminato di dire queste parole, +che il vento prodotto da una palla di cannone che +gli era passata davanti alla bocca gli tolse il respiro, +e poco mancò che non fosse asfissiato. Si tenne +stretto alla prima persona che incontrò, e stette quasi +un minuto ansante e tentennante prima di ritornare +in sè. +</p> + +<p> +— Non è nulla, diss’egli, non è nulla. +</p> + +<p> +Questo fuoco durava da più di venti minuti, quando +Nelson cadde sul ponte come colpito da un fulmine. +</p> + +<p> +Era un’ora ed un quarto precisa. +</p> + +<p> +Una palla partita dalle sartie di miseno del <i>Formidabile</i>, +l’aveva colpito dall’alto in basso, gli entrò +nella spalla dopo aver forato la spallina, e andò +a spezzargli la spina dorsale. Egli si trovava nel +luogo stesso ove era stato colpito il suo segretario, +e cadde colla faccia sul suo sangue. +</p> + +<p> +Tentò di alzarsi appoggiandosi sull’unica sua +mano. +</p> + +<p> +Hardy, che era a due passi da lui, corse in suo +soccorso con due marinai e col sergente Secker, e +lo rialzarono. +</p> + +<p> +— Spero milord, gli disse, che non sarete gravemente +ferito. +</p> + +<p> +Ma Nelson rispose: +</p> + +<p> +— Questa volta, Hardy, è finita per me. +</p> + +<p> +— Oh! spero di no, esclamò il capitano. +</p> + +<p> +— Ma, disse Nelson, ho sentito tale uno scrollo di +tutta la persona, come se avessi infranta la colonna +vertebrale. +</p> + +<p> +<span class="pagenum" id="Page_133">[133]</span> +</p> + +<p> +Hardy ordinò di trasportare subito l’ammiraglio +al posto dei feriti. +</p> + +<p> +Mentre i marinai lo trasportavano, si accorse che +la corda, con cui si faceva girare il timone era stata +rotta dalla mitraglia; la fece osservare al capitano +Hardy, e ordinò ad un nostromo di sostituire +delle corde nuove alle rotte. +</p> + +<p> +Dato quest’ordine, trasse di tasca il fazzoletto e +si coperse la faccia e le decorazioni, perchè i suoi marinai +non lo riconoscessero, e ignorassero che +fosse ferito. +</p> + +<p> +Molti uffiziali feriti e una quarantina di marinai +erano portati, nello stesso tempo dell’ammiraglio, +nel sottoponte: nel numero degli uffiziali feriti vi +erano il luogotenente William Andrew Ram e M. +Whippel segretario del capitano. Il chirurgo esaminava +quei due uffiziali e riconosceva che erano colpiti +mortalmente, quando la sua attenzione fu attirato +da un grido — M. Beatty, Milord Nelson è qui, +Milord Nelson è ferito. +</p> + +<p> +Il chirurgo girò lo sguardo intorno a lui, e siccome +in quel momento il fazzoletto cadde dal viso +di Nelson, lo riconobbe. M. Burke, uffiziale pagatore, +e il chirurgo corsero tosto in soccorso dell’ammiraglio, +lo presero dalle braccia dei marinai che lo trasportavano, +inciamparono contro il corpo di un nostromo; +ma non caddero. +</p> + +<p> +Nelson dimandò: +</p> + +<p> +— Chi sono quelli che mi portano? +</p> + +<p> +— Sono io e M. Burke, rispose il chirurgo. +</p> + +<p> +— Oh! mio caro Beaty, soggiunse Nelson, qualunque +sia la vostra scienza, non potete far nulla per +me; ho la colonna vertebrale infranta. +</p> + +<p> +<span class="pagenum" id="Page_134">[134]</span> +</p> + +<p> +— Spero che la ferita non sia così grave come lo +crede V. S., disse il chirurgo. +</p> + +<p> +In questo momento, il reverendo dott. Scott, cappellano +del bastimento che era occupato a far bere +della limonea al feriti, si avvicinò a Nelson che lo riconobbe, +e gli disse, con voce interrotta dal dolore, +però con molta forza. +</p> + +<p> +— Mio reverendo, ricordatemi a Lady Hamilton, ricordatemi +ad Orazia, ricordatemi a tutti i miei amici +e specialmente a M. Rose; dite loro che ho fatto +testamento e che lego al mio paese Lady Hamilton, +e mia figlia Orazia; ricordatevi di ciò che vi dico a +quest’ora, e non dimenticatelo mai. +</p> + +<p> +Nelson fu portato su di un letto; gli si tolsero con +gran pena gli abiti di dosso, e lo si coperse con +un lenzuolo. +</p> + +<p> +Mentre si compiva questa operazione, disse al cappellano: +</p> + +<p> +— Dottore, sono perduto; dottore, sono morto. +</p> + +<p> +Per qualche tempo il sig. Beaty esaminò la ferita, +e disse a Nelson che poteva scandagliarla senza +fargli molto dolore; difatti gliela scandagliò e riconobbe +che la palla era penetrata nel petto e non si +era fermata che alla spina dorsale. +</p> + +<p> +La ferita era terribile, e veniva dall’alto in basso, +come dissi, e il colpo era stato tirato alla distanza +di quindici metri. +</p> + +<p> +— Sono sicuro, disse Nelson durante l’operazione, +che sono passato da parte a parte. +</p> + +<p> +Il dottore esaminò il dorso; era intatto. +</p> + +<p> +— V’ingannate, milord, gli disse, ma cercate di +spiegarmi cosa vi sentite. +</p> + +<p> +— Sento, rispose il ferito, come se un’onda di +<span class="pagenum" id="Page_135">[135]</span> +sangue mi salga ad ogni respiro; la parte inferiore +del mio corpo è come morta; respiro a fatica, e benchè +mi si dica il contrario, sostengo che ho la spina +dorsale spezzata. +</p> + +<p> +Questi sintomi, e più ancora l’ingorgo di sangue +di cui si lamentava il ferito, e lo stato del polsi indicavano +al chirurgo che non bisognava più conservare +nessuna speranza; soltanto la gravezza della +ferita non era stata conosciuta da nessuno a bordo, +fuorchè dal chirurgo, dal capitano Hardy, dal cappellano, +da M. Burke e dai due aiutanti chirurghi. +</p> + +<p class="ast"><sub>*</sub><sup>*</sup><sub>*</sub></p> + +<p> +I miei occhi pieni di lagrime m’impediscono di +continuare; da nove anni che accadde questo avvenimento, +raccontai molte volte questa morte gloriosa +in tutti i suoi particolari, ma ora è la prima +volta che la scrivo. +</p> + +<p> +Riprenderò il mio racconto quando sentirò di +averne la forza. +</p> + +<div class="chapter"> +<p><span class="pagenum" id="Page_137">[137]</span></p> + +<h2>XIII.</h2> +</div> + +<p> +Proviamo questa volta di andare sino alla fine. +</p> + +<p class="ast"><sub>*</sub><sup>*</sup><sub>*</sub></p> + +<p> +L’equipaggio del <i>Victory</i> dava in urrà di gioia ad +ogni bastimento francese che abbassava la sua bandiera. +Ad ognuno di questi urrà Nelson domandava +con ansietà: «Che ci è?» Allora il tenente Pasco, +che era ferito e stava a pochi passi di distanza da +lui, si levò sul letto e gli disse la cagione di quelle +grida. Il ferito parve che ne provasse una grande +soddisfazione. Egli soffriva una sete ardente, e spesso +domandava che gli si desse da bere e che gli si facesse +vento con un ventaglio di carta, pronunziando +<span class="pagenum" id="Page_138">[138]</span> +queste parole; <i>ventaglio, ventaglio</i>, e <i>da bere, da bere</i>. +Continuò a fare la stessa domanda fino al momento +della sua morte. Gli si dava ora del vino, ora della +limonea, ora dell’acqua. Era grande la sua ansietà +sulla riuscita della battaglia, e sulla salute del suo +caro capitano Hardy. +</p> + +<p> +Il capitano ed il sig. Burke lo rassicurarono, o piuttosto +procurarono di rassicurarlo sopra amendue +queste cose, ed il chirurgo spediva ad Hardy messo +sopra messo per dirgli ciò che l’ammiraglio gli domandava. +Ed egli, non vedendolo venire, esclamava +nella sua impazienza: +</p> + +<p> +— Voi non volete condurmi Hardy; sono sicuro +che è ferito, morto forse! +</p> + +<p> +Infine, un’ora e dieci minuti dopo che Nelson era +stato ferito, il capitano Hardy scese. L’ammiraglio, +nel vederlo, mise un grido di gioia, gli strinse affettuosamente +la mano, e gli disse: +</p> + +<p> +— Ebbene, Hardy, come va la battaglia? Come va +la giornata per noi? +</p> + +<p> +— Benissimo, Milord, rispose il capitano; abbiamo +già preso 14 bastimenti; soltanto cinque sembra che +abbiano l’intenzione di ritornarci contro per disputarci +la vittoria, ed ho richiamato cinque o sei dei +nostri per distruggerli. +</p> + +<p> +— Io spero, continuò il ferito, facendo uno sforzo +per sollevarsi, che nessuno dei nostri vascelli ha abbassato +la sua bandiera. +</p> + +<p> +— No, Milord, nessuno replicò Hardy. +</p> + +<p> +Allora Nelson, tranquillo sull’onore inglese, ritornò +su sè stesso, e, mettendo un sospiro: +</p> + +<p> +— Io sono un uomo morto, Hardy, disse; me ne +<span class="pagenum" id="Page_139">[139]</span> +vo a gran passi, e tutto ben presto sarà finito per +me; avvicinatevi, Hardy.... +</p> + +<p> +Poi, a voce bassa, +</p> + +<p> +— Vi prego che dopo la mia morte tagliate i miei +capelli per la mia cara Lady Hamilton, e le diate +tutte le cose che mi appartengono. +</p> + +<p> +E siccome il sig. Burke, che aveva inteso il principio +della conversazione, s’allontanava per discrezione: +</p> + +<p> +— No, no, gli disse Nelson, restate. +</p> + +<p> +— Ho testè incontrato Beaty gli disse Hardy. Egli +mi ha detto che sperava per voi una lunga vita. +</p> + +<p> +— No, disse Nelson, non vi provate ad ingannarmi, +Hardy; è cosa impossibile: ho il dorso spezzato. +</p> + +<p> +Il dovere richiamava Hardy sul ponte. Egli vi risalì +dopo avere stretta la mano del ferito. +</p> + +<p> +Nelson domandò nuovamente il chirurgo. +</p> + +<p> +Egli era vicino al luogotenente Guglielmo Rivers +che aveva perduto una gamba. Il chirurgo corse +dal ferito, dicendogli che i suoi aiutanti basterebbero +per terminare la fasciatura. +</p> + +<p> +— Voleva soltanto chiedere notizie dei miei infelici +compagni, disse Nelson; per me, dottore, non +ho più bisogno di voi, andate pure. +</p> + +<p> +Nelson insistette talmente, che il dottore lo affidò +al cappellano, a M. Burke e ai due domestici; ma +dopo qualche minuto che l’uomo della scienza consacrò +ai luogotenenti Peake e Rivers, Nelson lo fece +dimandare e gli chiese: +</p> + +<p> +— M. Beaty, vi ho detto che aveva perduto tutta +la sensibilità nella parte inferiore del mio corpo e +<i>sapete bene</i>, — facendo risaltare quelle parole, — che +nella mia posizione, non si vive molto tempo. +</p> + +<p> +<span class="pagenum" id="Page_140">[140]</span> +</p> + +<p> +Queste due parole che sottolineo, non lasciarono +nessun dubbio al chirurgo sull’intenzione di lord +Nelson: egli alludeva ad un infelice che qualche +mese prima aveva ricevuto a bordo del <i>Victory</i> una +ferita in condizioni simili alla sua. E Nelson aveva +seguito su quel disgraziato, che si chiamava Giacomo +Bush, il progresso della morte colla stessa +curiosità, come se avesse potuto indovinare che egli +morrebbe della stessa morte. +</p> + +<p> +Il chirurgo disse allora a Nelson: +</p> + +<p> +— Milord, permettete che vi palpi. +</p> + +<p> +Difatti egli toccò le estremità inferiori che erano +già prive di sensibilità e come morte. +</p> + +<p> +— Ah! soggiunse Nelson, so bene quel che dico; +andate pure; Scott e Burke mi hanno già toccato +come fate voi adesso; e non li ho sentiti più di voi; +io muoio, Beaty, io muoio. +</p> + +<p> +— Milord, replicò il chirurgo, sventuratamente per +l’Inghilterra, io non posso far più nulla per voi. +</p> + +<p> +E facendo quella suprema dichiarazione, il chirurgo +si volse per nascondere le sue lagrime. +</p> + +<p> +— Lo sapeva, disse Nelson, sento qualche cosa qui +che mi si solleva nel petto. +</p> + +<p> +E mise la mano sul punto che indicava. +</p> + +<p> +— Grazie a Dio, mormorò compiendo quel gesto, +ho fatto il mio dovere. +</p> + +<p> +Il dottore raccomandò al cappellano di dar da bere +al ferito, ogni volta che lo chiedesse, nel mentre che +M. Burke non cessava di fargli vento col ventaglio. +</p> + +<p> +— Soffrite molto? gli chiese Beaty, prima di lasciarlo. +</p> + +<p> +— Molto, dottore, rispose Nelson, purchè sia per +me, un gran sollievo il morire. +</p> + +<p> +<span class="pagenum" id="Page_141">[141]</span> +</p> + +<p> +E soggiunse: +</p> + +<p> +— Eppure ognuno cerca di vivere quanto più può. +</p> + +<p> +Poi dopo una pausa di qualche minuto: +</p> + +<p> +— Povera Lady Hamilton, se sapesse a che sono +ridotto! +</p> + +<p> +Il chirurgo conoscendo che non poteva recare nessun +sollievo all’ammiraglio, andò a prestare le sue +cure ad altri feriti; e nello stesso tempo il capitano +Hardy discese, e si pose accanto a lui; ma prima di +lasciare il ponte aveva mandato il luogotenente +Hills a portare la terribile notizia all’ammiraglio +Collingstood. +</p> + +<p> +Hardy felicitò Nelson di avere, quantunque già in +braccia alla morte, riportato una tale vittoria, e gli +annunziò che, a quanto poteva egli giudicare, si +erano già presi quattordici bastimenti francesi. +</p> + +<p> +— Avrei scommesso per venti, disse Nelson. +</p> + +<p> +Poi ad un tratto, ricordandosi della direzione del +vento, e dei sintomi della tempesta che aveva osservato +in mare: +</p> + +<p> +— Gettate l’áncora, Hardy, gettate l’áncora, gli +disse. +</p> + +<p> +— Suppongo, rispose costui, che l’ammiraglio +Collingwood prenderà il comando della flotta. +</p> + +<p> +— Non però fino a tanto che sarò vivo, disse l’ammalato, +e sollevandosi sul suo braccio: Hardy, vi +dico di gettar l’áncora — fra cinque minuti. +</p> + +<p> +— Vado a dare gli ordini, milord. +</p> + +<p> +— Sulla vostra vita, fatelo, e prima di cinque +minuti. +</p> + +<p> +Poi a voce bassa, come se avesse arrossito di quella +debolezza: +</p> + +<p> +<span class="pagenum" id="Page_142">[142]</span> +</p> + +<p> +— Hardy, gli disse, non getterete il mio cadavere +in mare, ve ne prego. +</p> + +<p> +— Oh! no di certo, potete star tranquillo su questo +punto, milord, gli rispose Hardy singhiozzando. +</p> + +<p> +— Abbiate cura della povera Lady Hamilton, disse +Nelson con voce fioca; della mia cara Lady Hamilton. +Abbracciatemi, Hardy. +</p> + +<p> +Il capitano piangendo l’abbracciò. +</p> + +<p> +— Muoio contento, disse Nelson, ho fatto il mio +dovere. +</p> + +<p> +Il capitano Hardy stette un istante presso l’illustre +ferito in atto di muta contemplazione, poi inginocchiandosi +vicino al suo letto, lo baciò in fronte. +</p> + +<p> +— Chi mi abbraccia? chiese Nelson, il cui occhio +errava già fra le tenebre di morte. +</p> + +<p> +Il capitano rispose: +</p> + +<p> +— Son io, Hardy. +</p> + +<p> +— Dio vi benedica, amico mio, disse Nelson. +</p> + +<p> +Hardy risalì sul ponte. +</p> + +<p> +Nelson riconoscendo il cappellano che era al suo +fianco, gli disse: +</p> + +<p> +— Ah! non sono mai stato un peccatore così ostinato. +</p> + +<p> +Poi dopo una pausa: +</p> + +<p> +— Dottore, ricordatevi, vi prego, che ho lasciato +in eredità alla mia patria ed al mio re, Lady Hamilton +e mia figlia Orazia Nelson; non dimenticate +mai Orazia. +</p> + +<p> +La sua sete andava crescendo, e gridava: <i>Da bere, +da bere, il ventaglio, fatemi vento, stropiccia stropiccia.</i> +</p> + +<p> +Egli faceva questa ultima raccomandazione al cappellano +M. Scott che gli aveva procurato qualche +sollievo stropicciandogli il petto con la mano. +</p> + +<p> +<span class="pagenum" id="Page_143">[143]</span> +</p> + +<p> +Pronunziò queste parole con una voce interrotta, +e che annunziava l’aumento delle sue sofferenze, +dimodochè dovette richiamare tutte le sue forze per +dire ancora una volta queste parole: +</p> + +<p> +— Grazie a Dio, ho fatto il mio dovere. +</p> + +<p> +Lord Nelson, pochi momenti dopo che Hardy l’ebbe +lasciato, cessò di parlare. +</p> + +<p> +Era debolezza? Era vaneggiamento mortale? Comunque +sia, il cappellano ed il signor Burke che +sollevando il cuscino lo mantenevano in una posizione +meno dolorosa, rispettarono quel funebre silenzio +e, per non turbarlo nei suoi ultimi momenti, +cessarono anch’essi di parlargli. +</p> + +<p> +Allora ritornò il chirurgo chiamato dal maestro di +casa di Nelson, che era andato a dirgli che l’Ammiraglio +stava sul punto di spirare. Gli prese la mano, +era fredda, gli tastò il polso, era insensibile; poi +gli toccò la fronte. Nelson aprì il suo unico occhio; +ma quasi subito lo richiuse. +</p> + +<p> +Il signor Beaty lo lasciò allora per volgere le sue +cure ai feriti, cui potevano essere utili; ma l’aveva +appena lasciato quando il maestro di casa corse a +dirgli: Milord è spirato. +</p> + +<p> +Il chirurgo corse al suo letto: egli era veramente +morto. Erano le quattro e venti minuti. Avea sopravvissuto +tre ore e trentadue minuti alla sua ferita. +</p> + +<p class="ast"><sub>*</sub><sup>*</sup><sub>*</sub></p> + +<p> +Perdendo Nelson, io aveva perduto tutto. +</p> + +<div class="chapter"> +<p><span class="pagenum" id="Page_145">[145]</span></p> + +<h2>XIV.</h2> +</div> + +<p> +La morte fu così dolce a Nelson che rese l’ultimo +sospiro mentre M. Scott gli stropicciava il petto, e +M. Burke lo sollevava sul guanciale senza che nè +l’uno, nè l’altro se ne accorgessero. +</p> + +<p> +Nè vale il dire il lutto che si sparse per tutta la +flotta inglese alla notizia della morte di Nelson, e +che fece quasi dimenticare una vittoria così completa. +</p> + +<p> +La prima cura di Hardy fu di esprimere al chirurgo +il desiderio manifestato da Nelson di non essere +gettato in mare, ma di essere ricondotto in +patria. +</p> + +<p> +Il giorno dopo la battaglia, quando le circostanze +permisero occuparsi delle cure da prestare alle spoglie +<span class="pagenum" id="Page_146">[146]</span> +mortali di Nelson, si cercò per quali mezzi si +poteva prevenirne la decomposizione; bisognava naturalmente +servirsi delle risorse che si avevano a +bordo del <i>Victory</i>. Il chirurgo esaminò la ferita, la +scandagliò, e riconobbe il cammino percorso dalla +palla; ma non potè scoprire dove erasi fermata. Non +si aveva sufficiente quantità di piombo a bordo per +farne un feretro; si prese la più gran botte che si +potè trovare a bordo, vi si collocò il corpo, e lo si +riempì di acquavite. +</p> + +<p> +Nella stessa sera del giorno, in cui si compì questo +triste avvenimento, si sollevò, come lo aveva predetto +Nelson, una terribile tempesta che veniva da +S. O., e che durò senza posa tutta la notte, e per +tutta la giornata seguente continuò colla stessa violenza. +Durante queste ventiquattro ore, il corpo di +Nelson rimase nel sottoponte, guardato da una sentinella, +quando ad un tratto, il coperchio della botte +si sollevò con un rumore simile alla detonazione di +un colpo di fucile, — erano i gas sviluppatisi dal +corpo, che avevano causato quell’accidente; allora +si chiuse di nuovo la botte; ma vi si praticò un pertugio +per dar luogo al passaggio dell’aria; arrivando +a Gibilterra si sostituì all’acquavite lo spirito +di vino. +</p> + +<p> +Dopo mezzodì del 3 novembre, il <i>Victory</i> levò l’áncora, +uscì dalla baia di Gibilterra, attraversò lo +stretto, e ritrovò innanzi a Cadice la squadra sotto +il comando dell’ammiraglio Collingwood, che incrociava +innanzi a Cadice. Nella stessa sera il <i>Victory</i> +partì per l’Inghilterra. +</p> + +<p> +Il <i>Victory</i> arrivò a Spithead dopo una lunga e +noiosa traversata di cinque settimane; ma la notizia +<span class="pagenum" id="Page_147">[147]</span> +della vittoria e della morte di Nelson arrivò al +7 novembre, vale a dire diciassette giorni dopo il +combattimento. Nessuno si prese la cura di annunziarmela, +e la seppi semplicemente da una lettera +del fratello di Nelson, che, senza dubbio, preoccupato +com’era di diventare conte e pari per quella +morte, non trovò il tempo per comunicarmela in +persona. +</p> + +<p> +Io era nella mia casa di Londra quando mi giunse +quella notizia. Il dottore Nelson non mi diceva punto +da qual fonte l’avesse attinta, per cui ancora ne +dubitava. Presi Orazia nelle mie braccia; feci attaccare +i cavalli alla carrozza, e corsi all’ammiragliato; +ma non ebbi nemmen bisogno di entrare per +riconoscere che la notizia era vera. Tutti avevano +già contezza della vittoria e quale prezzo fosse costata. +</p> + +<p> +D’altronde nello stesso giorno il seguente proclama +firmato dal Re era affisso per la città. +</p> + +<div class="blockquote"> +<p> +«Giorgio Re ec. ec. +</p> + +<p> +«Prendendo in seria considerazione l’indispensabile +dovere che ci è imposto da Iddio Onnipotente +per il recente e segnalato intervento della Provvidenza, +unitamente ai manifesti ed inestimabili benenefizj +con cui colma ogni giorno questo regno, e di +cui ne è nuovissima prova l’importante vittoria ottenuta +dalla nostra flotta, sotto il comando dell’estinto +vice ammiraglio Lord Visconte Nelson, sulle +flotte riunite di Francia e di Spagna; abbiamo, dietro +parere del nostro consiglio privato, pubblicato +il seguente proclama. +</p> + +<p> +<span class="pagenum" id="Page_148">[148]</span> +</p> + +<p class="center"> +PROCLAMA +</p> + +<p> +«Abbiamo decretato, e ordiniamo che generali +azioni di grazie siano rese per tutto il Regno d’Inghilterra +e d’Irlanda nel giorno di giovedì cinque +dicembre prossimo venturo. +</p> + +<p> +«Dato dal palazzo della regina il giorno 7 di novembre +1805.» +</p> +</div> + +<p> +Al 4 dicembre, vigilia del giorno fissato pel rendimento +di grazia, il <i>Victory</i>, arrivò a S. Helens e +spiegò in segno di lutto la bandiera di Nelson a +mezz’albero: tutti i bastimenti di Spethead abbassarono +subito le loro insegne nello stesso modo. +</p> + +<p> +Nello stesso giorno il bravo capitano Hardy, fedele +alle istruzioni di Nelson, mi spedì un corriere +che mi consegnò nella stessa sera una lettera diretta +a me, come pure quella diretta ad Orazia. +</p> + +<p> +Mi diceva in una lettera a parte che aveva molte +cose particolari da dirmi, e molti oggetti preziosi +da consegnarmi; ma che egli non poteva lasciare +il suo bastimento; m’invitava quindi a partire senza +perdere un momento per S. Helens, ove potrebbe +conferire con me. +</p> + +<p> +Partii all’istante, e giunsi alle cinque del mattino. +Questo eccellente amico discese a terra e passò la +giornata con me; poi siccome gli manifestai il desiderio +di vedere il cappellano M. Scott e il chirurgo +M. Beaty, li mandò a cercare, e m’inebbriai nel mio +dolore, udendoli raccontare ne’ loro particolari la +morte di Nelson: di più, il dottore Beaty ne aveva +scritto una relazione, e ottenni da lui che me la lasciasse +per una notte, che passai intiera nel copiarla, +<span class="pagenum" id="Page_149">[149]</span> +ed è quella che, grazie alla sua gentilezza +ho potuto inserire nelle mie memorie. +</p> + +<p> +Il giorno seguente il capitano Hardy mi diede un +buon consiglio, quello cioè d’impossessarmi subito +di tutti gli oggetti che avevano appartenuto a Nelson, +e che mi aveva legato, temendo che la sua famiglia +se ne impossessasse, e che non ne risultasse +qualche processo scandaloso. Seguii il suo consiglio: +presi a pigione un piccolo appartamento a +Spethead, ove feci trasportare tutti gli oggetti che +avevano appartenuto al mio eroe. Tre giorni passai +ad ordinare con pietosa cura quegli oggetti, e fu +gran sollievo per me; perchè ad ogni istante alla +vista di qualche nuova prova del suo amore, le lagrime, +che mi avrebbero soffocata, sgorgavano dai +miei occhi e mi davano il solo sollievo che poteva +avere. +</p> + +<p> +Al sabato, giorno 15, il corpo di lord Nelson fu levato +dalla botte, in cui era stato trasportato, e collocato +nel feretro che gli era stato dato dal capitano +Ben Hallowell, e che, se lo si ricorda, era stato +scolpito da un albero di vascello francese, l’<i>Orient</i>, +e deposto su di uno strato di bandiere. M. Taylor, +suo antico segretario, M. Nayler, M. York Herald, e +M. Whilby, erano stati delegati all’ammiragliato a +ricevere il corpo di Nelson, che doveva essere trasbordato +dal <i>Victory</i>, su di un yacht e trasportato +all’ospedale di Greenwich. +</p> + +<p> +I funerali erano fissati per il sei gennaio. Era +stato deciso che il corpo fosse deposto nella cattedrale +di S. Paolo — che doveva esser poi destinata +alla sepoltura degli eroi e degli uomini di +<span class="pagenum" id="Page_150">[150]</span> +stato — inaugurata da Nelson come il Pantheon dell’Inghilterra. +</p> + +<p> +Mi si permetta di non soggiacere più a lungo +alla mia sventura. Dapprima credetti che richiedesse +da me un dolore eterno. Feci fare degli abiti di +lutto, e promisi a me stessa di non portarne altri. +Consacrai una delle camere di Merton a quelle sacre +reliquie che aveva avuto per la pietosa obbedienza +del capitano Hardy: in tal modo stetti per un anno +intiero lontana dal mondo, vivendo con Orazia. +</p> + +<p> +Io faceva i conti senza pensare alla debolezza +umana, e dimenticai la mobilità femminile. +</p> + +<p class="ast"><sub>*</sub><sup>*</sup><sub>*</sub></p> + +<p> +Il resto della mia vita non è più che una sequela +di colpe, di prodigalità, di errori, che mi hanno ridotta +alla condizione in cui mi trovo. Ma dal momento +in cui non era più la moglie di sir William, +dal momento che non era più l’amante di Nelson, dal +momento che non era più l’amica della regina Carolina, +non era più che Emma Lyonna; vale a dire +una cortigiana arricchita, che avrebbe forse potuto +ancora ottenere quella considerazione che si accoppia +alla ricchezza, se avesse saputo conservare la +sua fortuna. +</p> + +<p> +Ciò che da principio diede la misura della mia +poca considerazione, fu il rifiuto che mi fecero l’Inghilterra +ed il re di riconoscer il testamento di +Nelson. Egli mi aveva legato al re ed al paese. Se +il re ed il paese avessero avuto qualche riguardo +al testamento dell’uomo che si era fatto uccidere +per essi, mi avrebbero rialzata ai miei occhi. +</p> + +<p> +<span class="pagenum" id="Page_151">[151]</span> +</p> + +<p> +Se, respingendomi soltanto, avessero accolta e riconosciuta +la mia povera Orazia, vedendo onorata +quella fanciulla, mi sarebbe stato un obbligo di rimaner +onorevole; perchè infine mi sembra che la +sventura di avermi per madre doveva almeno esser +compensata di aver avuto Nelson per padre, vale a +dire non soltanto il primo uomo di mare del secolo; +ma forse di tutti i tempi; ma nulla, ci si colmò di +disprezzo, e a forza di sentirmi spregiata, divenni +spregevole. +</p> + +<p> +Ma gettandomi verso la fine della mia vita in questa +esistenza di follie, di errori e di dissipazioni, +che ne aveva alterato il principio, allontanai Orazia +da me perchè le mie colpe non ricadessero su di +lei. Collocai in modi sicuri e in suo nome le quattromila +sterline che le aveva legato suo padre, e +quella rendita di cinquemila franchi servì al suo +mantenimento ed alla sua educazione. +</p> + +<p> +Intanto il racconto degli avvenimenti che mi +condussero dal lusso alla miseria, dalla ricchezza +alla povertà, sarebbe troppo lungo e non presenterebbe +alcun interesse. Ho raccontato le mie serate +di Palermo, la passione che aveva preso pel +giuoco; questa passione non fece che aumentare. +Abituata ad una vita di prodigalità, non seppi più +limitare le mie spese colle mie rendite, e due anni +dopo la morte di Nelson mi trovai in tale imbarazzo, +che fui obbligata a lasciar Merton che fu venduta +all’asta. +</p> + +<p> +Per fortuna aveva per amico quel vecchio duca +di Queensbur, di cui aveva parlato; mi accolse in +una delle sue case ammobigliate di Richmond, e in +luogo dei miei cavalli e delle mie carrozze vendute +<span class="pagenum" id="Page_152">[152]</span> +mi diede un altro equipaggio: i suoi doni mi fecero +vivere largamente fino all’ora della sua morte, che +avvenne alla fine dell’anno 1810. +</p> + +<p> +La sua bontà per me al estese di là della morte: +mi lasciò nel suo testamento una somma di mille +sterline una volta tanto ed una annualità di cinquecento. +</p> + +<p> +Per sventura, Sua Signoria si era creduto più +ricco di quel che fosse; i suoi legati avevano superato +di molto la sua fortuna, e ne risultò che i tribunali +annullarono il testamento, ed io perdetti +i benefizii e le buone intenzioni del mio vecchio +amico. +</p> + +<p> +Lo svantaggio fu ancora più grande per me, che +contava su quella eredità, e mi era ingolfata in +ispese alle quali l’eredità doveva far fronte. Alcuni +amici che ancora mi rimanevano fecero delle pratiche +presso il Lloyd per ottenere dalla sua liberalità +ciò che non erasi potuto ottenere dal ministero, +vale a dire la ricompensa del servigi che aveva reso +allo Stato. Ma i loro passi, ma le mie petizioni, non +ebbero alcun successo; ed io caddi in tale una povertà +che vidi vendere i miei mobili, tutte le memorie +tanto preziose che conservava di Nelson, +splendido riflesso della mia vita passata, e che mi +consolavano talvolta in mezzo ai dolori della mia +vita presente; tutto fu venduto: fino il prezioso +astuccio in cui la città di Oxford aveva inchiuso il +brevetto di cittadino che gli aveva offerto; e siccome +tutto il denaro che se ne ricavò non bastava +a soddisfare tutti i miei creditori, alcuni più crudeli +degli altri mi fecero arrestare e condurre a +King’s Bench, ove rimasi colla povera Orazia che +<span class="pagenum" id="Page_153">[153]</span> +trascinai se non nella mia rovina, perchè fin quando +avrebbe raggiunto i suoi diciott’anni nessuno poteva +metter mano alle quattro mila sterline; ma nella +mia sventura. +</p> + +<p> +Restammo in quella prigione più d’un anno, sopportando +ogni sorta di privazioni e di vergogna, +perchè un uomo, cui ebbi il torto di accordar la +mia confidenza, ed al quale aveva affidato le mie +carte, fece stampare in mio nome tutta la mia corrispondenza +con Nelson e molte altre lettere che si +trovavano nelle sue mani: come poteva io mai protestare +dal fondo della mia prigione? e pure il feci; +ma la mia voce non fu ascoltata, o non si credette +alla mia protesta. +</p> + +<p> +Finalmente un bravo ed eccellente uomo Alderman +della città, ebbe pietà di me, vedendo com’era stata +crudelmente punita dei miei errori; convenne coi +miei creditori, diede loro del denaro, e ottenne per +me un’assoluzione generale. +</p> + +<p> +Allora risolsi di lasciar l’Inghilterra, e di andare +sul continente; il mio protettore mi aiutò in questo +progetto dandomi qualche soccorso. Partimmo +per Calais, e trovammo fra quella città e Boulogne, +vicino al piccolo porto di Ambleteuse, una casa isolata, +nella cui oscurità risolsi di passare il resto +della mia vita. +</p> + +<p> +Il resto della mia vita d’altronde è ben poca cosa. +I dolori, i tormenti, le angustie che provai da dieci +anni mi hanno resa sfinita innanzi tempo. Il medico +che venne a visitarmi per carità, chiamò Orazia +in disparte, e vidi la povera fanciulla ritornare cogli +occhi bassi e lagrimosi. +</p> + +<p> +Fu allora che, sentendomi vicina la morte, gettai +<span class="pagenum" id="Page_154">[154]</span> +uno sguardo sulla mia vita passata, e le mie azioni +apparivano sotto la loro vera luce; allora tremai e +fremetti, passai notti in cui mi apparivano degli +spettri, e giorni pieni di rimorsi: sentiva che se +moriva in tal modo, sarei morta disperata: allora in +una notte vi fu per me un raggio di luce, e come +una rivelazione del Signore. +</p> + +<p> +E dissi fra me: vi ha una religione dolce e misericordiosa, +verso la quale ebbi sempre un irresistibile +attaccamento, una religione il cui fondatore +ha perdonato alla meretrice, all’adultera, ed al ladrone +sulla croce. +</p> + +<p> +Mandiamo dunque per un prete di quella religione, +e mettiamo nelle sue mani la mia anima carica di +iniquità. +</p> + +<p> +Mandai pel prete. +</p> + +<p> +E l’attendo. +</p> + +<p> +Signore, Signore, siate misericordioso per la peccatrice +che si pente. +</p> + +<p class="ast"><sub>*</sub><sup>*</sup><sub>*</sub></p> + +<p> +Qui finiscono le confessioni di Emma Lyonna. I +nostri lettori sanno ciò che ne avvenne; essi hanno +veduto venire il prete al principio di questo racconto, +hanno veduto l’acqua santa del battesimo +scorrere sulla pallida fronte della peccatrice, hanno +veduto quella fronte ricadere sul guanciale col suggello +del pentimento e del perdono. +</p> + +<p> +Cinque minuti dopo riposava nella misericordia +di Dio. +</p> + +<p> +Ora diciamo in due parole quanto avvenne dopo +la sua morte. +</p> + +<p> +<span class="pagenum" id="Page_155">[155]</span> +</p> + +<p> +L’ambasciatrice d’Inghilterra, l’amante di Nelson, +l’amica della regina di Napoli, chiusa nella bara +del povero, doveva essere gettata nella fossa comune +il 16 gennaio 1815, quando un mercante inglese, +che abitava a Calais, pensando alla vergogna dei +suoi compatriotti di abbandonare il cadavere dopo +la morte, come avevano abbandonato la donna durante +la vita, comperò per essa un terreno nella +parte più onorevole del cimitero, e seguito da cinquanta +inglesi, la depose in una tomba, sulla quale +si scolpirono per tutta iscrizione queste parole di +Cristo. +</p> + +<p> +«Chi di voi è senza peccato, getti la prima pietra.» +</p> + +<p> +Sua figlia Orazia, che contava appena quattordici +anni, e che ebbe per sua madre, durante la sua +malattia, le cure più pietose e affettuose, ritornò +dopo la di lei morte in Inghilterra. Stette per due +anni colla famiglia di M. Macthan e poi con quella di +M. Bolton cognato di lord Nelson. +</p> + +<p> +Finalmente nel 1822 si maritò col reverendo Filippo +Ward, vicario di Teuterden, e dalla loro felice +unione nacquero otto figli. +</p> + +<p class="pad2 center large"> +FINE. +</p> + +<hr class="silver"> + +<div class="footnotes"> + +<h2> +NOTE: +</h2> + +<div class="footnote" id="note1"> +<p><span class="label"><a href="#tag1">1</a>.  </span>Lady Nelson.</p> +</div> +</div> + +<div class="tnote"> +<p class="tntitle"> +Nota del Trascrittore +</p> + +<p> +Ortografia e punteggiatura originali sono state mantenute, correggendo senza annotazione +minimi errori tipografici. +</p> + +<p> +Copertina creata dal trascrittore e posta nel pubblico dominio. +</p> +</div> + +<div style='text-align:center'>*** END OF THE PROJECT GUTENBERG EBOOK 76096 ***</div> +</body> +</html> + diff --git a/76096-h/images/cover.jpg b/76096-h/images/cover.jpg Binary files differnew file mode 100644 index 0000000..a9e7864 --- /dev/null +++ b/76096-h/images/cover.jpg diff --git a/LICENSE.txt b/LICENSE.txt new file mode 100644 index 0000000..b5dba15 --- /dev/null +++ b/LICENSE.txt @@ -0,0 +1,11 @@ +This book, including all associated images, markup, improvements, +metadata, and any other content or labor, has been confirmed to be +in the PUBLIC DOMAIN IN THE UNITED STATES. + +Procedures for determining public domain status are described in +the "Copyright How-To" at https://www.gutenberg.org. + +No investigation has been made concerning possible copyrights in +jurisdictions other than the United States. 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