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-
-This eBook is for the use of anyone anywhere at no cost and with
-almost no restrictions whatsoever. You may copy it, give it away or
-re-use it under the terms of the Project Gutenberg License included
-with this eBook or online at www.gutenberg.org
-
-
-Title: Pro Judaeis
- Riflessioni e Documenti
-
-Author: Corrado Guidetti
-
-Release Date: May 28, 2014 [EBook #45807]
-
-Language: Italian
-
-Character set encoding: UTF-8
-
-*** START OF THIS PROJECT GUTENBERG EBOOK PRO JUDAEIS ***
-
-
-
-
-Produced by Enrico Segre and the Online Distributed
-Proofreading Team at PGDP (http://www.pgdp.net)
-
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-
- AVVISO
-
-
-Chiunque avesse notizie o documenti sopra le questioni discusse nel
-presente volume, farà cosa grata indirizzandoli al sig. Dottore Corrado
-Guidetti presso la tipografia Roux e Favale.
-
-
-
-
- CORRADO GUIDETTI
- DOTTORE IN LETTERE
- ——————————————————————————————————————————————————
-
- PRO JUDÆIS
- RIFLESSIONI E DOCUMENTI
-
- Das Aergste weiss die Welt von mir und ich
- Kann sagen ich bin besser als mein Ruf.
-
- SCHILLER, _Maria Stuarda_.
-
- TORINO
- TIPOGRAFIA ROUX e FAVALE
- 1884.
-
-
- ——————————
- _Diritto di riproduzione e traduzione riservato_
- ——————————
-
-
-
-
- INTRODUZIONE
-
-
-Chi consideri superficialmente i fenomeni sociali, non può non essere
-colpito dal risvegliarsi in molti Stati d'Europa di una agitazione più o
-meno sorda contro gli Ebrei.
-
-A primo aspetto, sembrerebbe che il soffio vigoroso della prima
-rivoluzione francese avesse dovuto far sparire ogni distinzione fra
-cittadini, basata sul semplice fatto della fede professata.
-
-Sembrerebbe che il diritto di adorare Dio secondo la propria credenza,
-fosse uno dei più saldi, dei più indiscutibili portati della moderna
-civiltà.
-
-Sembrerebbe, sopratutto, oltraggio alla umana ragione dover invocare
-dagli scrittori discorrenti degli Ebrei, che applichino loro
-quell'elementare principio di equità da Carlo V, Re di Francia, nel XIV
-secolo sancito con apposita legge: non doversi l'intiera nazione ebrea
-tener responsabile delle colpe di ogni singolo ebreo.
-
-Eppure, non è così.
-
-Non soltanto nell'Oriente di Europa, dove la questione si complica e si
-innesta ad altre di svariata natura, si sveglia un movimento contro gli
-Ebrei; ma da questo movimento non vanno immuni i paesi più civili
-d'Europa.
-
-In Germania, la terra classica della persecuzione contro gli Ebrei, come
-sin dal diciassettesimo secolo avvertiva Basnage (1), si bandisce una
-crociata contro di loro, ed a capo del movimento stanno un ateo,
-dichiarato e riconosciuto, il signor Henrici (2), ed un ministro
-protestante, il dott. Stöcker, predicatore di Corte a Berlino.
-
-In Francia lo stesso movimento si accentua ed è già abbastanza vivo per
-darsi il lusso di un organo speciale, l'_Antisémitique_, che vede la
-luce in Montdidier, ed al quale ci sarà pur forza consacrare più innanzi
-qualche parola, benchè ci sia noto che l'opera insensata dei redattori
-di quel giornale non giova che ad ammassare sulle loro teste il generale
-disprezzo.
-
-Ed anche nella nostra Italia, dove, dal 1848 sino alla completa
-unificazione della penisola, gli Ebrei sembrarono identificarsi col
-resto della popolazione, colla quale avevano avuti comuni i patimenti
-della oppressione ed i pericoli delle congiure e delle battaglie, oggi
-non manca chi soffi nel fuoco, e libelli di propaganda antisemitica
-vanno spargendosi a piene mani nelle campagne.
-
-Se la guerra contro gli Ebrei avesse a ragione la differenza di fede; se
-a capo di questo movimento fossero i Papi, i Vescovi, la Chiesa in una
-parola; se agli Ebrei di oggi giorno si volesse far scontare la colpa
-dei loro antenati, la pertinace convinzione con la quale, malgrado
-persecuzioni d'ogni sorta, mantennero intatta la loro fede, noi non
-avremmo che a constatare una nuova manifestazione di quel fanatismo di
-cui tutti i secoli e tutte le credenze hanno dato numerosi esempî.
-
-Le persecuzioni per ragione di fede non ci sorpresero mai. E se, mossi
-da quello spirito di carità che è nel cuore di ogni uomo, quando l'alito
-delle passioni non lo spegne, guardiamo inorriditi alle fiamme dei
-roghi, li accenda, come in Ispagna, un domenicano fanatico, o, come in
-Ginevra, il bieco Calvino, al nostro orrore non si mesce sorpresa.
-
-La fede è il più nobile patrimonio dell'uomo, e per ciò appunto i suoi
-eccessi generano il fanatismo più pericoloso. I più atroci delitti hanno
-sovente origine dalla esagerazione delle più elevate passioni.
-
-Ma sì, che i moderni antisemiti pensano proprio a tutto ciò! L'idea di
-vendicare il Dio crocifisso è tanto lungi da loro, quanto lo era dalle
-orde fanatiche che nell'XI secolo trucidarono gli Ebrei di Worms, che
-affermavansi discendenti da una colonia giudaica, migrata da Palestina
-ben prima della nascita di N. S. G. Cristo, e quindi ad ogni modo non
-responsabili di quella morte, neppure se le colpe degli avi s'avessero a
-vendicare sui tardi nepoti.
-
-Guardiamoli in viso questi persecutori degli Ebrei, questi individui,
-scarsi di numero e ricchi di audacia, che senza aver tampoco la scusa
-del fanatismo religioso, vogliono ricondurci ai più tristi tempi del
-medio evo; squarciamo il velo sotto cui si asconde questo movimento,
-decorato del pomposo nome di _antisemitismo_, e vedremo che sotto di
-esso si cela una nuova faccia di quel mostro che vuole avvolgere il
-mondo nelle sue spire, e che, per usare una parola, oggi abusata,
-chiamerò radicalismo (3).
-
-L'ebreo è ricco, od almeno lo si crede tale — se lo sia, e perchè lo
-sia, vedremo nel corso di queste pagine — ma è creduto tale, e per ciò
-soltanto gli si muove guerra.
-
-La sua ricchezza è e fu sempre il suo delitto.
-
-L'industria, la coesione, la ricchezza degli Ebrei ebbero sempre il
-triste privilegio di eccitare l'invidia e il malvolere. I Faraoni eran
-gelosi di loro sin da quando i figli di Israele cominciarono ad
-arricchire nella terra di Gessen, e gli idalghi ed i priori della Spagna
-cattolica furono gelosi a loro volta, allorquando un Ebreo divenne
-ministro delle finanze del Re Alfonso.
-
-Ed oggi ancora i persecutori degli Ebrei appartengono a quel partito,
-che potrebbe a buon dritto chiamarsi il partito dell'invidia.
-
-Cerchiamo oggi gli agitatori delle passioni antisemitiche in quei paesi,
-dove l'ignoranza dei più permette loro di mostrarsi a viso aperto, in
-Ungheria per esempio, e li vedremo sedere in Parlamento sui banchi della
-estrema sinistra (4).
-
-In Francia, non son sei o sette anni, si combatteva dai radicali la
-elezione a consigliere generale di un membro della famiglia Rothschild,
-trattandolo da clericale!! Oggi che l'antisemitismo va facendo
-progressi, lo si combatterebbe perchè ebreo!
-
-Clericale od ebreo, è tutt'uno per coloro che mirano a scuotere la
-società dalle sue basi, a distruggere la famiglia, la proprietà, la
-religione.
-
-E non è soltanto la ricchezza, vera o creduta tale, degli Ebrei che li
-designa ai colpi dei loro avversarî.
-
-L'ebreo, in qualsivoglia paese del mondo civile lo si consideri, è
-essenzialmente liberale. — Mi sia concesso avvalorare questa mia
-affermazione colle parole di uno dei più illustri scrittori del nostro
-secolo, di Ernesto Rénan (5):
-
-“Il giudaismo, scrisse il professore francese, che ha tanto giovato per
-lo passato, gioverà anche in avvenire. Esso servirà la vera causa, la
-causa del liberalismo, dello spirito moderno. Ogni ebreo è liberale. Lo
-è per natura. I nemici del giudaismo, al contrario, guardateli da
-vicino, e vedrete che sono generalmente i nemici dello spirito
-moderno” (6).
-
-In queste poche parole è mirabilmente riassunta la questione.
-
-Sì; l'ebreo è liberale, essenzialmente liberale. Dalla sua lunga
-persecuzione, dalle sue secolari tribolazioni, esso ha imparato una cosa
-sola: ad odiare non i persecutori, ma la persecuzione, ad amare di vivo
-affetto la libertà, ma la libertà vera, quella che come sole
-fulgentissimo riluce per tutti gli uomini, qualunque sia la loro
-opinione, qualunque l'abito che vestano.
-
-E di questo spirito del giudaismo la letteratura, la storia offron prove
-a bizzeffe. Ne addurremo soltanto due:
-
-Uno dei più illustri fra gli scrittori ebrei, il più illustre forse dopo
-il Maimonide, Abarbanello (7), che alla teoria dell'uomo di studî
-congiungeva la pratica dell'uomo di Stato, ci lasciò nei suoi
-_Commentarî_ delle dissertazioni di pubblico giure degnissime di studio.
-In queste egli esamina le diverse forme di governo e dà la preferenza
-alla forma repubblicana, od almeno alla monarchia temperata (notisi che
-Abarbanello scriveva nel XV secolo!). Esaminando in seguito quale sia il
-dovere dei sudditi, anche sotto un re malvagio e tiranno, insegna che il
-popolo non ha nè il potere, nè il diritto di ribellarsi,
-“contrariamente, dice egli, all'opinione dei saggi cristiani che
-scrissero di questo argomento” (8).
-
-Nè si creda che le teorie del dotto ebreo non siano seguite da coloro
-che professano la religione mosaica. La rivoluzione francese fu per gli
-Ebrei un'êra di redenzione; essa soltanto ha spezzato i ceppi in cui da
-diciotto secoli gemeva la nazione ebraica; essa prima, dallo stato
-vilissimo in cui vivevano, li ha elevati a dignità di uomini, di
-cittadini. Nessuna meraviglia adunque che gli Ebrei favorissero quella
-rivoluzione e ne sposassero con ardore i principî. Pure il filosofo
-della storia non deve dimenticare che non un ebreo — non uno — si trova
-fra gli uomini che bruttarono coi loro eccessi quella rivoluzione, non
-uno fra i sicarî del 93 e fra coloro che colle più efferate licenze
-coprirono di obbrobrio il sacro nome di libertà (9).
-
-E ciò, ripetiamolo, perchè l'ebreo è assolutamente liberale, nel buono,
-nel vero senso della parola.
-
-Il radicalismo, invece, è essenzialmente nemico del liberalismo, perchè
-è essenzialmente persecutore. E questa è una nuova ragione dell'odio che
-il radicalismo nutre contro gli Ebrei.
-
-Esso, che prova sempre il bisogno di nuove vittime, che oggi espelle i
-RR. Padri della Compagnia di Gesù, che domani perseguita altri pel solo
-fatto che nacquero da illustre prosapia, non può non esser nemico dello
-Ebreo, il quale vuole per sè la libertà come la vuole per gli altri, e
-combatte per essenza, per indole, per interesse, tutte le distinzioni
-basate sulla nascita, sulla fede.
-
-Ecco perchè, con mostruoso connubio, _Culturkampf_ ed antisemitismo
-poterono nascere quasi ad un tempo e sulla stessa terra (10).
-
-E qui ci si para spontanea dinanzi un'obbiezione.
-
-Ci si dirà. Voi dipingete i radicali come i più feroci nemici degli
-Ebrei; eppure noi tutti conosciamo radicali notissimi che sono ben lungi
-dal partecipare a quest'odio, e vediamo invece assaliti tutto giorno gli
-Ebrei da giornali e da uomini del partito che è notoriamente il più
-avverso al radicalismo.
-
-L'obbiezione è giusta, giustissima; ma è giusta solo per quanto
-risguarda gli uomini, non per quanto risguarda il partito.
-
-Spieghiamo il nostro concetto.
-
-Se è vero che tutto si può pretendere dall'uomo fuorchè la logica, è
-anche più vero che è specialmente nella politica che la logica si va
-facendo ogni giorno più rara.
-
-Tutto giorno udiamo uomini vantarsi conservatori, liberali, radicali, e
-raramente li vediamo informare tutte le loro azioni ai principi di cui
-si dicono seguaci.
-
-Nei paesi specialmente, come l'Italia, da poco educati alla vita
-politica, è accaduto che uomini appartenenti ad opposte scuole politiche
-si trovarono per lungo tempo affratellati da un intento comune, la
-liberazione della patria.
-
-Questo intento comune, e l'azione comune che ne fu conseguenza, han
-fatto sì che le idee degli uni esercitassero qualche influenza su quelle
-degli altri, mitigassero la logica inflessibile dei principii, dessero
-vita a quella specie di eccletismo politico di cui ogni giorno vediamo
-prove in Italia.
-
-Ecco perchè, sebbene il radicalismo sia per natura il peggior nemico
-degli Ebrei, i radicali italiani si separano in ciò dalla maggioranza
-del partito cui appartengono.
-
-Se una serie di miracoli eguali a quelli, per cui l'Italia da ancella
-divenne nazione, facesse domani risorgere la Polonia, l'Europa vedrebbe
-uno spettacolo più singolare ancora; vedrebbe per alcun tempo i radicali
-ed i clericali polacchi vivere assieme d'amore e d'accordo, tutti
-assorti in un sol pensiero, la salute della patria (11).
-
-Ma sarebbe tregua di anni, che nella storia dei popoli sono un momento,
-e i due principî opposti non tarderebbero a darsi battaglia anche nella
-terra degli Jagelloni.
-
-La storia naturale ci insegna che animali, i quali allo stato selvaggio
-sono nemici inconciliabili, possono allo stato di servitù vivere fra
-loro d'accordo.
-
-E se ciò avviene per animali di diversa razza, come non avverrebbe per
-l'uomo?
-
-Veniamo all'altra parte dell'obbiezione.
-
-È vero del pari che gli Ebrei sono oggigiorno combattuti con violenza da
-taluni giornaletti di provincia, che si dicono cattolici e si vantano
-rappresentanti non già di Papi o di Vescovi, dinanzi ai quali ci
-inchineremmo reverenti, ma di sodalizi più o meno ignorati ed in nessun
-caso autorevoli.
-
-Errerebbe di gran lunga chi credesse che quei giornali rappresentino lo
-spirito, la parte pensante del loro partito (12).
-
-È comune errore il credere alla disciplina della stampa cattolica, e
-l'errore è tanto comune che i fatti i più lampanti, l'opposizione
-accanita, per esempio, che taluni giornali sedicenti cattolici fanno ai
-Presuli delle loro diocesi, non valgono a sradicarlo.
-
-A provare che tutta la stampa non partecipa all'opinione dei suddetti
-giornalucoli, addurrò quattro fatti quasi contemporanei.
-
-1º Or sono due o tre anni, in occasione delle elezioni amministrative a
-Roma, l'_Unione Romana_, associazione cattolica presieduta da S. E. il
-signor Duca Scipione Salviati, venne ad accordi colla Associazione
-Costituzionale. Quest'ultima portava un israelita siccome candidato al
-Consiglio Provinciale.
-
-Sarebbe stato impossibile, assurdo, pretendere che in Roma una
-Associazione cattolica portasse fra i suoi candidati un non cattolico:
-pure la lista fu concordata ed i giornali cattolici la sostennero,
-togliendo, è vero, il nome del candidato israelita, ma sostituendolo con
-una riga di punti. Se si ponga mente che ciò avveniva per una elezione
-che aveva luogo su di un sol nome, si converrà, che il dichiarare
-esplicitamente, che al candidato israelita non si opponeva nessuno,
-equivaleva da parte dei giornali cattolici a dire: non possiamo
-appoggiarlo, ma desideriamo vederlo eletto.
-
-2º L'organo del partito cattolico di Genova, _Il Cittadino_, fu per
-molto tempo, ed è ancora, arbitro assoluto delle elezioni amministrative
-di quella città, e fra i suoi candidati fu sempre almeno un israelita.
-
-3º La _Rassegna Nazionale_, importante rivista che vede da cinque anni
-la luce in Firenze, che è l'organo della parte più liberale del partito
-cattolico, ed in cui collaborano gli uomini più insigni di quel partito,
-come il Cantù, lo Stoppani, ecc., ecc., pubblicava nel suo numero di
-luglio u. s. una splendida difesa degli Israeliti dovuta a quel luminare
-del giudaismo, che è il prof. Ad. Frank, dell'Istituto di Francia. E qui
-cade in acconcio il ricordare che il signor Frank dettava, pregatone,
-quel suo articolo per gli _Annales de philosophie chrétienne_ pubblicati
-dal signor Roux con tanto zelo a Parigi (13).
-
-4º Or son pochi mesi, infine, l'_Osservatore Romano_, il solo giornale,
-ricordiamolo bene, che la Corte Pontificia riconosca come suo organo,
-recava nel suo N. 165 del 21 luglio 1883 una corrispondenza da
-Nyiregyhaza, 16 luglio, sull'iniquo processo di Tisza Eszlar, che ha
-testè disonorato l'Ungheria, corrispondenza ispirata a sentimenti così
-nobili ed elevati che non sappiamo resistere al desiderio di riferirne
-un brano, per istruzione di coloro che della stampa cattolica giudicano
-dagli ignobili giornali di provincia cui abbiamo testè accennato:
-
-“Dopo l'ultima mia, che vi dava conto dell'8ª seduta, ebbe luogo una
-pausa di tre giorni; quindi si continuò nell'audizione di testimonî a
-carico e scarico, si aprì la discussione sul presunto trafugamento e
-tentata sostituzione di cadavere, e furono uditi i periti medici
-dell'università di Pest in contesto di quelli che esaminarono il
-cadavere e stesero il _repertum facti_. Le varie scene a cui diedero
-luogo queste diverse fasi dell'ormai sciaguratamente celebre processo
-non valsero a portar miglior luce sui fatti, ma contribuirono purtroppo
-a mettere in evidenza lo stato anormale dell'amministrazione della
-giustizia in Ungheria, non che lo sfogo di passioni, crassa ignoranza,
-corruzione, abbiezione di caratteri.
-
-“Ester Solymossy è scomparsa. Questo è l'unico fatto certo.
-
-“Fu dessa vittima d'un sacrifizio rituale?
-
-“Ne manca ogni prova attendibile. Non si ha per base dell'accusa che _la
-denuncia d'un figlio contro del proprio padre_.
-
-“Accetti chi vuole una tal base; io la respingo con orrore.
-
-“_Onorerai il padre tuo e la madre tua!_ proclamò Iddio dall'alto del
-Sinai. Chi calpesta questa legge divina, a cui fecero omaggio tutti i
-popoli della terra, sanzionando nei loro codici per ogni caso e senza
-eccezione alcuna il diritto dei figli di non deporre in giudizio contro
-dei genitori; chi, ripeto, calpesta questa legge, non è più uomo, è un
-bruto; ed i bruti non meritano fede in giudizio.
-
-“Ciò sia detto in risposta ai fanatici, ai dilettanti di casuistica, ed
-agli stolti, _quorum infinitus est numerus_, che stimano non si possa
-essere buon cattolico senza essere antisemita e giudeofobo.”
-
-Abbiamo trascelto a caso questi esempî, e molti ne tralasciammo dei
-tanti che ci si affacciavano alla memoria; perocchè questi siano più che
-sufficienti a dimostrare che lo spirito animante la stampa cattolica,
-degna di questo gran nome, verso gli Ebrei non vada cercato in quei
-fogliucciacci di provincia che seguono le pedate dell'_Osservatore
-Cattolico_ di Milano, giornale più volte riprovato dalla Autorità
-Ecclesiastica.
-
-E chiudiamo la lunga digressione.
-
-Il radicalismo, abbiam detto, combatte l'Ebreo perchè ne invidia le
-pretese ricchezze (14); lo combatte, perchè vede in lui incarnati quei
-principî di libertà e di tolleranza politica e religiosa, che sono
-l'antitesi la più perfetta delle dottrine radicali, basate sulla
-violenza ed ispirate al detto del gran satirista di Roma: _Stat pro
-ratione voluntas_.
-
-E non senza un perchè il radicalismo ha scelto l'Ebreo a bersaglio dei
-suoi strali.
-
-La società posa su basi solide, e i radicali, malgrado la loro buona
-volontà, non riescirebbero certamente a scuoterla d'un tratto.
-
-Perciò volsero prima le loro armi contro la Chiesa cattolica, sicuri di
-aver a compagni nella lotta molti liberali di buona fede che credevano
-giovare alle idee di progresso intellettuale e sociale, combattendo la
-Chiesa e privandola non soltanto di quei privilegi che contrastavano
-all'ordine politico degli Stati moderni; ma ponendola eziandio fuori del
-diritto comune, e violando a suo danno i più elementari principî del
-giure naturale, siccome fu fatto in Francia, in Germania ed in
-Isvizzera.
-
-Se la lotta contro la Chiesa offriva ai radicali il vantaggio di aver ad
-alleati molti liberali, la lotta contro gli Ebrei assicurava loro il
-concorso dei più esagerati campioni del fanatismo religioso.
-
-Ora un partito, che apre in America pubbliche scuole per insegnarvi ad
-usufruire la dinamite per giungere al progresso sociale, non può essere
-schifiltoso nella scelta dei mezzi. Dopo aver combattuto a fianco ai
-liberali contro Ignazio di Loyola, esso si allea ad Arbues e a
-Torquemada per combattere contro gli Ebrei, per rinnovare contro di loro
-gli eccessi onde vanno disonorati nella storia i nomi di Ferdinando ed
-Isabella di Spagna, di Emanuele di Portogallo e di tanti e tanti sovrani
-delle età media e moderna.
-
-E così, applicando il vecchio precetto, tanto caro ai tiranni, _divide
-et impera_, viene il radicalismo man mano sgretolando il vecchio mondo,
-pronto poi, siccome disse il poeta, a cogliere i frutti del mal di
-tutti.
-
-Questo abbiamo voluto dire per spiegare il perchè prendiamo oggi a
-difendere gli Ebrei. Non ci muove interesse di casta, non spirito di
-religione, ma convinzione profonda, immutabile, che in essi non si
-osteggia la credenza religiosa, ma si combatte uno dei ripari della
-moderna società.
-
-Come oggi difendiamo gli Ebrei, avremmo ieri difeso le corporazioni
-religiose espulse di Francia (15), difenderemmo domani qualsivoglia
-setta, corporazione o sodalizio cui si volessero negare i beneficî del
-diritto comune, e questo non per uno spirito alla Don Chisciotte, ma
-perchè crediamo necessario mettere in guardia la società moderna contro
-gli assalti del radicalismo, il quale rinnova precisamente la tattica
-riuscita tanto bene ai precursori della prima rivoluzione francese.
-
-Come costoro, prima di attaccare la monarchia di fronte, vennero man
-mano scalzando tutti i principî su cui essa poggiava; così i radicali,
-prima di assalire di fronte la società, la minano sotterra, e vellicando
-stolte ed abbiette passioni, tentano inocularle l'odio per la libertà,
-il disprezzo pel diritto, l'amore per le leggi di violenza partigiana,
-di persecuzione ingiustificata.
-
-A questo lavorìo deleterio bisogna tutti si oppongano: e per opporvisi
-con frutto, per combattere vittoriosamente questa santa battaglia della
-civiltà e del progresso, occorre stringersi intorno al labaro dei nuovi
-tempi su cui sta scritto: Libertà per tutti.
-
- Recoaro, agosto 1883.
-
- CORRADO GUIDETTI.
- _Dott. in lettere._
-
-(1) _Hist. des Juifs_, p. 2852.
-
-(2) _Rassegna Nazionale_, Firenze, 1º luglio 1883, p. 42.
-
-(3) Per evitare una confusione altrettanto perniciosa quanto, ai tempi
-nostri, comune, quella che proviene dal non intendersi sul significato
-che si annette alle parole, spieghiamo qui ciò che intendiamo per
-radicalismo.
-
-Lungi da noi il pensiero di designare con questo nome coloro che
-aspirano ad una piuttosto che ad un'altra forma di reggimento politico.
-
-Radicale può essere tanto il monarchico quanto il repubblicano, e sì
-l'uno che l'altro possono esser liberali. Per noi la distinzione fra
-liberali e radicali sta in ciò soltanto: che il liberale vuole
-raggiungere i più alti ideali dell'avvenire rispettando i diritti, la
-libertà, la vita di ognuno; il radicale, invece, è disposto a violare ad
-ogni momento la libertà ed i diritti altrui, per conseguire il suo
-intento.
-
-Posta così nettamente la questione, diremo subito che fra quel prototipo
-leggendario di inquisitore che, dinanzi a un massacro in cui cadevano
-egualmente vittime eretici e cattolici, avrebbe sclamato: _uccideteli
-tutti, Dio riconoscerà i suoi_, e Barnave, il girondino, che di fronte
-alle prime stragi che insozzarono la rivoluzione francese, sintetizzando
-in una frase cinica e crudele i concetti del radicalismo, nella seduta
-del 23 luglio 1789, chiede ironicamente dall'alto della tribuna: _Le
-sang qui coule est-il donc si pur?_ non sentiamo preferenza alcuna.
-
-(4) Appartenevano del pari all'estrema sinistra intransigente del
-Parlamento romeno quei quattro deputati che nel 1878 escogitarono una
-mozione intesa ad un tempo a inorpellare l'Europa, che insisteva perchè
-agli Ebrei si accordasse l'eguaglianza civile, ed a rendere a questi
-impossibile o quasi il conseguirla. V. MARCO ANTONIO CANINI. _La verità
-sulla questione degli Israeliti in Rumania._ Roma, Barbera, 1879.
-
-In Italia poi, uno dei rarissimi deputati che faccia pompa del suo
-antisemitismo, e che si diverta a parlare nelle sue corrispondenze
-giornalistiche di _Giornali della Sinagoga_ e di altre simili amenità da
-medio evo, è quello stesso che in piena Camera dichiarò egli non
-conoscere un Papa Pio IX, ma soltanto un conte Giovanni Mastai Ferretti
-di _professione_ Vicario di Dio! ho nominato l'on. Petruccelli della
-Gattina. Anche in Francia la questione semitica fu sollevata per la
-prima volta, in questi anni, da un articolo, perfidamente abile,
-intitolato: _Dieu des Juifs tu l'emportes!_ pubblicato dal noto
-mangiapreti signor Francisque Sarcey, nel XIX _Siècle_ di Edmond About
-nel maggio o giugno 1875.
-
-(5) Errerebbero a gran partito coloro che credessero il signor Rénan un
-amico degli Ebrei; egli, nel suo libro sull'_Ecclesiaste_, ne ha
-ultimamente schizzato un ritratto dal quale risulterebbe che essi sono
-oggi quello che erano or sono quattromila anni alle falde del Sinai: gli
-adoratori del vitello d'oro. E nei suoi _Souvenirs d'enfance et de
-jeunesse_ parla degli Ebrei in guisa da meritarsi che il primo numero
-dello _Antisémitique_ di Montdidier gli consacri una colonna di elogi.
-Ciò avvertiamo non per far colpa allo scienziato francese delle sue
-tendenze; ma perchè gli avversari nostri, ogni qualvolta citiamo il
-Rénan, non ci rinfaccino di appoggiarci all'autorità di chi ha negata la
-divinità di N. S. Gesù Cristo. Il Rénan potrà essere anticristiano fin
-che si vuole, ma non certo per filosemitismo.
-
-(6) Ernest Rénan. _Le Judaïsme et le Christianisme._ Paris, Calmann
-Levy, 1883, p. 24 e 25.
-
-(7) Nacque a Lisbona nel 1437; fu intendente delle finanze di Alfonso V,
-re di Portogallo, di Ferdinando il Cattolico, re di Castiglia, di
-Ferdinando il Bastardo, re di Napoli, di Alfonso II suo successore che
-non abbandonò quando i francesi lo cacciarono dal Regno. Abarbanello si
-stabilì in Italia e fu preso per arbitro in una questione commerciale
-fra il Re di Portogallo e la Repubblica di Venezia. Morì a Venezia nel
-1508 e fu sepolto in Padova. Veggansi per maggiori notizie: Bartolocius,
-_Bibl. Rabb._; Bayle, _Dict. Crit._; Boissi, _Dissert._, p. 2; Schwab,
-_Abravanel et son époque_; S. Honel, _Lien d'Israel_, 5º anno, pag. 355
-e segg.; e tutte le biografie.
-
-(8) I. Bedarride. _Les Juifs en France, en Italie et en Espagne._ Paris,
-Michel Levy, 1861, p. 294. È appena necessario avvertire che, riferendo
-l'opinione di Abarbanello, facciamo sulle ultime parole sue le più ampie
-riserve. Nè S. Tommaso, nè scrittori approvati ed autorevoli, nè tanto
-meno la Chiesa Cattolica si espressero nel senso della liceità di
-ribellarsi o peggio di uccidere il tiranno, anzi la negarono
-recisamente.
-
-(9) Merita a questo proposito di esser riferito il giudizio che uno dei
-più dotti Rabbini del nostro secolo, il professore S. D. Luzzatto di
-Padova, dava della rivoluzione francese.
-
-Trascriviamo un brano di una sua lettera inedita del 26 dicembre 1836
-inserita nel _Vessillo Israelitico_ di Casale, ottobre 1876, p. 325.
-
-“Nello scorso secolo gli spiriti della Francia, scatenandosi ad un tempo
-con un diluvio di scritti religiosi e contro i Governi assoluti e contro
-il Cristianesimo, produssero nelle menti quello stravolgimento, che poi
-si sviluppò nella funestissima rivoluzione francese, la quale pose in
-trambusto per tanti anni il mondo intero.”
-
-(10) Vi sono taluni ingenui che si chieggono come il principe di
-Bismarck tolleri il risvegliarsi dell'antisemitismo in Germania. A
-questi ingenui osserviamo che il _non cade foglia che Dio non voglia_ si
-avvera anco in politica, specialmente quando il Dio si chiama: il signor
-di Bismarck. Le vere dottrine di libertà sociale ed economica che furono
-la gloria dei quattordici primi lustri del nostro secolo non ebbero, non
-hanno nemico più mortale del cancelliere di ferro. E chi è nemico di
-libertà è nemico naturale degli Ebrei. Lo stesso Bismarck in una
-conversazione avuta con un diplomatico straniero, telegrafata al
-_Morning Post_ nell'agosto dello scorso anno, diceva per assicurarlo
-delle sue intenzioni pacifiche: “La Germania non è nelle mie mani, come
-crede la gente. La Germania è nelle mani degli Ebrei, _che hanno orrore
-per la guerra_ in causa dei loro interessi e delle signore che hanno
-orrore della guerra per la vita dei loro mariti e dei loro figli.” _Aver
-orrore della guerra_ vuol dire esser fattori di civiltà, ma vuol dire ad
-un tempo esser odiati a morte dal signor di Bismarck.
-
-(11) Cade proprio in acconcio notar qui che lo stesso Governo russo, che
-deportava in Siberia monsignor Felinsky, il venerando Arcivescovo di
-Varsavia, puniva più volte colla carcere e coll'esilio il patriottismo
-dell'illustre Michel B. Meisel, Rabbino di quella città.
-
-(12) I nostri lettori troveranno fra i documenti un discorso
-dell'eminentissimo cardinale Manning, il quale ci dà la vera opinione
-della parte pensante del partito cattolico sulla questione semitica.
-
-(13) Ci sia concessa una lieve digressione. È uno spettacolo che solleva
-l'animo del pensatore quello che ci offrirono quasi contemporaneamente
-gli _Annales de philosophie chrétienne_, invitando un ebreo a discutere
-nelle loro colonne la questione semitica, e la _Société des Etudes
-juives_ di Parigi, chiamando nel suo seno un non israelita a dissertare
-“sul Giudaismo e sul Cristianesimo.” Malgrado i gufi, che tentano di
-oscurare il sole, è d'uopo convenire che siamo assai lontani dai tempi
-di San Luigi, Re di Francia (Cfr. _Joinville_, p. 11) quando un
-cavaliere, trovandosi presente ad una di quelle discussioni che allora
-frequentemente avvenivano fra sacerdoti cattolici e rabbini ebrei, sulla
-prevalenza delle rispettive religioni, vedendo come gli ebrei avessero
-il sopravvento nella discussione, stese morto ai suoi piedi con una
-bastonata l'ultimo rabbino che aveva parlato, dicendo ai preti
-cattolici, in atto di rampogna: “_Vous avez fait folie d'avoir occasioné
-telle dispute d'erreur._”
-
-(14) Queste linee erano già scritte, allorchè ci venne fatto di leggere
-nella _Revue Britannique_ (luglio 1883) un dotto articolo, tolto
-dall'_Edimburgh Review_, nel quale si accenna appunto allo spirito di
-odio e di persecuzione che oggi si manifesta sotto il falso nome di
-liberalismo repubblicano.
-
-(15) Non faccia meraviglia se in questo nostro lavoro, ispirato, osiamo
-vantarcene, ai principî della maggiore tolleranza, ci accada di
-paragonare sovente i Gesuiti agli ebrei. Sì gli uni che gli altri furono
-perseguitati da nemici, i quali, ben più che osteggiarne i principî,
-miravano ad attribuirsene le ricchezze; contro gli uni come contro gli
-altri si ripeterono le stesse accuse di usure, di accaparramenti, di
-massime antisociali, sicchè non è raro vedere nelle opere antigesuitiche
-del secolo scorso i Gesuiti paragonati agli Ebrei. Ho sott'occhi, per
-esempio, i “_Lupi smascherati_, Ortignano, nell'officina di Tancredi e
-Francescantonio padre e figlio Zaccheri di Strozzagriffi, MDCCLX”
-libello antigesuitico, attribuito all'abate Capriata, ed a pag. 57
-(nota) trovo: “_I principi l'hanno rigettati da loro_ [i gesuiti] _e
-sono omai riguardati come Giudei._”
-
-Che se qualcuno ci rammentasse le prediche di qualche gesuita contro gli
-Ebrei, risponderemmo ricordando il _Qui gladio ferit_; e se ci si
-obbiettassero certi articoli antisemitici della _Civiltà Cattolica_,
-l'organo massimo della Compagnia, diremmo che ad essi la persecuzione
-non ha nulla insegnato, e compiangeremmo quei perseguitati che dalle
-violenze di cui furono vittima non appresero la sublime virtù della
-tolleranza.
-
-
-
-
- I.
-
- Costituiscono gli Ebrei una razza speciale?
-
-
-La tendenza scientifica cui si inspira il nostro secolo ha voluto
-trovare una formola con cui giustificare la persecuzione contro gli
-Ebrei, e si disse che essi costituivano tuttora una nazione speciale,
-che quindi erano da considerarsi nei diversi Stati, in cui dimoravano,
-come stranieri, e per poco non si propose di equipararli agli zingari ed
-ai gitani. Ricacciare gli Ebrei in Palestina è la proposta la più
-moderata che esca dalle labbra degli odierni antisemiti.
-
-Sarebbe agevole rispondere a questa pretesa opinione scientifica con una
-sola parola, dimostrando, cioè, come oggi tutte le legislazioni dei
-paesi civili si affrettino a cancellare dai loro codici ogni differenza
-fra cittadini e stranieri, progresso questo, in cui l'Italia fu, col suo
-codice civile, vessillifera alle altre nazioni.
-
-Ma questa difesa respingerebbero gli Ebrei, perocchè essi si sentano
-italiani in Italia, francesi in Francia (16), inglesi in nghilterra (17)
-ed Ebrei soltanto nei loro tempî (18).
-
-Noi non abbiamo, d'altronde, ad avversarî nè filosofi, nè cristiani, nè
-liberali: ognuno di questi, infatti, troverebbe, nelle proprie
-convinzioni morali, religiose o scientifiche, argomenti per esserne
-condotto alla pratica della più larga tolleranza. Abbiamo di fronte,
-invece, quella fazione, oggi pur troppo numerosa, che vorrebbe la
-legislazione sociale non inspirata a nessun principio superiore
-all'uomo, e serva al più gretto utilitarismo; quella fazione che in
-America, la terra classica della libertà, propone ed ottiene
-provvedimenti straordinarî contro i Chinesi!!
-
-Vinciamo quindi la naturale ripugnanza, e facciamoci a provare come gli
-Ebrei differiscano dagli altri italiani per la religione soltanto, non
-per l'amore al paese, non per la razza.
-
-Non ricorderemo qui come ogni Ebreo di Roma abbia iscritto nel suo libro
-di preghiera fra le date fauste della sua vita il 20 settembre 1870,
-segnandovi persino l'ora precisa della liberazione: _dieci e mezza
-antimeridiane_, come già un quarto di secolo prima vi aveva iscritto la
-Pasqua del 1847, quando, per opera di Pio IX, caddero le mura e le porte
-che chiudevano il ghetto (19). Ci sembra che, per dimostrare come gli
-Ebrei in Italia si sentano italiani e non altro, basti, e ce ne sia di
-avanzo, della nobile figura del martire di Mantova, di Giuseppe
-Finzi (20)!
-
-Se fra gli antisemiti italiani vi ha qualcuno cui scaldi il petto amor
-di patria, si faccia innanzi ed osi contestare l'italianità a quel
-monumento di patriottismo che è l'on. Finzi.
-
-Ma ove al nome venerato del patriota lombardo noi aggiungessimo quelli
-di Angelo Usigli, compagno di Ciro Menotti (21), del milanese Bachi, che
-fu tra i precursori del movimento del 1848, di Daniele Manin cattolico
-di religione, ma di famiglia ebrea (22), e se a questi nomi facessimo
-seguire quelli dei numerosi Ebrei che accorsero volontarî sotto le
-bandiere nelle diverse guerre della indipendenza (23), i nostri
-avversarî ci risponderebbero sempre coll'adagio favorito dei sofisti:
-_L'eccezione prova la regola_.
-
-Attacchiamo dunque di fronte il pregiudizio, larvato a scienza, e
-mostriamo che è tanto assurdo il credere che gli Ebrei sieno oggi i
-discendenti di Abramo quanto sarebbe ridicolo il sostenere che il Kedive
-d'Egitto sia l'erede diretto dei Faraoni, o che nelle vene degli odierni
-Romani corra il sangue dei Bruti e degli Scevola.
-
-Già sin da quando gli Ebrei abbandonarono l'Egitto, numerosi stranieri
-si mescolarono a loro, sicchè ben può dirsi che da quel momento la razza
-di Giacobbe cominci a fondersi colle altre (24).
-
-Nei tempi biblici i progenitori delle dodici tribù non esitarono ad
-imparentarsi con altre razze non esclusa la cananea pur tanto odiata.
-Mosè sposò una madianita. Fra le proavole di Davide vi ha la cananea
-Tamar e la moabita Rut. Nelle vene di Ezechiello corre il sangue di Raab
-la cananea, nè egli è il solo profeta d'Israello che tragga origine da
-idolatri. Più tardi i proseliti non solo non furono rigettati, ma
-vennero accolti senza reluttanza in grembo alla fede. Lo provano le
-leggi favorevolissime ai proseliti dimoranti nella Palestina, sparse in
-tutto il Pentateuco: lo provano i Gabaoniti che, entrati nell'Ebraismo
-mediante l'inganno e la frode, pure vi furono più che benignamente
-trattati, allorchè, per vendicare un oltraggio ad essi fatto, fu versato
-sangue di Re (25): lo provano le centinaia di migliaia di proseliti di
-cui si fa menzione al tempo della monarchia degli Israeliti,
-specialmente all'epoca di Salomone (26): lo provano i proseliti dei
-tempi di Ester (27) e quelli dei popoli trapiantati dal conquistatore
-Senacheribbo in Palestina (28), non che varie conversioni individuali
-abbastanza notevoli, come quella di Naaman il supremo ministro del regno
-siro (29) e quelle di Ebena regina di Adiabene e di suo figlio Izak, di
-cui fa cenno Giuseppe (30). Nè gli Ebrei aveano a vile di mescolare il
-sangue con questi proseliti; chè anzi il loro _Talmud_ ci ha tramandato,
-quasi a titolo di gloria, che i principali maestri d'Israello, come
-Hillel, Rabbi Jehudà il Santo, Akiva martire della crudeltà romana,
-Rabbi Meir ed altri moltissimi discendevano da proseliti, e che
-proselite era Onkelos, uno dei più grandi tra i parafrasti caldei.
-
-Insomma, gli Ebrei di Palestina non furono, come volgarmente si crede,
-un popolo segregato dal consorzio umano. Ecco come un autore non
-sospetto e che, vivo, non si sarebbe mai immaginato di vedersi citato
-nel secolo XIX a difesa degli Ebrei, scrive:
-
-“Questi ultimi Ebrei [dopo la morte di Erode] erano un miscuglio di
-parecchie nazioni. Se ne erano stabiliti in tutti i paesi che _sono
-sotto il sole_, siccome dice la Scrittura. Parecchi venivano ad abitare
-nella Giudea, od almeno vi facevano qualche devoto viaggio per poter
-offrire sacrifizi a Dio nel solo tempio in cui fosse permesso di farlo.
-Oltre a ciò vi erano sempre ad ogni qual tratto dei Gentili che si
-convertivano, e divenivano proseliti. Così gli Ebrei, a parlar
-propriamente, non eran più un popolo solo colla stessa lingua e gli
-stessi costumi, ma parecchi popoli che si riunivano in una sola
-religione. Persino quelli che abitavano la Terra Santa erano un
-miscuglio di diverse nazioni, di Idumei e di altri Arabi, di Egiziani,
-di Fenici, di Siriaci e di Greci.”
-
-Fin qui il Fleury (31), ai cui Mani chiediamo umile venia se lo abbiamo
-tratto a testimoniare in favore degli Ebrei, ciò che certamente egli non
-avrebbe desiderato; ma non è proprio colpa nostra, se le accuse che si
-muovono a questo disgraziato popolo sono tanto svariate e
-contraddittorie, che quanto veniva scritto per far loro onta possa,
-poche generazioni dopo, essere addotto ad argomento di difesa.
-
-Ma se la nazione giudaica era già dopo Erode una mescolanza di diverse
-nazioni, come ci insegna il Fleury, e come ci confermano gli _Atti degli
-Apostoli_: “Or in Giudea dimoravano degli uomini religiosi d'ogni
-nazione di sotto il cielo” (32), non bisogna neppur credere che, dopo la
-dispersione seguita alla distruzione del secondo tempio, gli Ebrei
-abbian cessato di fare proseliti fra genti di schiatte diverse.
-
-Numerose colonie di Ebrei popolavano Roma e le altre città dell'impero.
-A Roma soltanto ve v'erano 20,000 sotto Augusto, e narra Strabone che
-v'erano numerosi Ebrei in quasi tutte le città d'Italia (33). E numerosi
-eran pure in molti altri paesi non ancora sottoposti al giogo di Roma.
-In ogni luogo, al dire di Filone, gli Ebrei esercitavano una salutare
-influenza sulle credenze religiose e sui costumi; in ogni luogo avevano
-stabilito sinagoghe, dove si riunivano nei giorni di sabato per pregare
-e commentare la Bibbia. A queste riunioni partecipavano sovente molti
-pagani, che aderivano poco a poco alle nuove dottrine udite proclamare,
-e che, rigettando gli errori del politeismo, accettavano le pratiche più
-essenziali del giudaismo, il riposo settimanale e l'annuo digiuno
-dell'espiazione. In tutte le classi sociali del mondo romano abbondarono
-i _giudaizzanti_, ben prima che sorgesse l'apostolato cristiano; sicchè
-si può dire coll'Havet (34) che, se colle parole _l'avvento del
-Cristianesimo_, deve intendersi la conquista del mondo greco e romano da
-parte del Dio degli Ebrei, si può dire che questo avvento aveva avuto
-luogo sin dai tempi di Augusto e di Tiberio, e che questa conquista era
-in via di compiersi, ben prima che fosse questione di Cristo.
-
-Ad Alessandria di Egitto, a Roma, in Siria la propaganda giudaica fu
-sempre intensa ed efficace.
-
-Giuseppe Flavio ci apprende come molti greci passassero in Antiochia al
-Giudaismo (35).
-
-A Roma il proselitismo ebraico, nascosto nelle vie adiacenti al Tevere,
-forse in prossimità almeno dei luoghi dove oggi ancora sorge il ghetto,
-guadagnò neofiti persino nelle famiglie patrizie, salendo dallo schiavo
-al liberto, dal liberto al padrone (36).
-
-E di questo spirito di proselitismo e della efficacia sua ci dà prova
-Svetonio (37).
-
-L'influenza delle idee giudaiche sul paganesimo preoccupava gli spiriti:
-_Victoribus victi legem dederunt_ sclama Seneca nel _De Superstitione_,
-ed il poeta Rutilio geme: _Atque utinam nunquam Judaea subacta fuisset._
-
-Nè il legislatore se ne mostra meno impensierito. Al tempo di Domiziano
-le conversioni al giudaismo erano così frequenti che parecchie leggi
-furono fatte per impedirle (38). I convertiti erano puniti di morte e
-colla confisca dei loro beni, e la stessa pena colpiva coloro che erano
-accusati di aver cooperato alla loro apostasia.
-
-Nè pare che queste leggi avessero risposto allo intento, perchè vediamo
-Costantino obbligato a proibir di nuovo con severissime pene agli Ebrei
-di far proseliti.
-
-Ma a toglier ogni dubbio sull'efficacia dello spirito di propaganda che
-animava gli Ebrei nella Roma pagana, ci piace recar qui un brano di
-Dione Cassio (39). “Questo paese si chiama Giudea, e Giudei i suoi
-abitanti. Non conosco l'origine di questo secondo nome, ma esso si
-applica ad altri uomini che, quantunque di razza diversa, hanno adottate
-le istituzioni di questo popolo. E fra i Romani sonvi molta gente di tal
-fatta, e quanto si fece per porvi ostacoli, non giovò che ad aumentarli,
-tanto che fu forza accordar loro la libertà di vivere secondo le loro
-leggi.”
-
-Altro modo, di cui gli Ebrei dovettero giovarsi per acquistar proseliti,
-fu il possesso degli schiavi; e le numerose precauzioni, che per lunga
-serie di secoli prendono le autorità spirituali e le temporali, per
-impedire agli Ebrei di convertire alla loro religione gli schiavi da
-essi posseduti, bastano a farci persuasi quanto zelo mettessero gli
-Ebrei nel deluderle.
-
-Ma anche senza tener conto di questo coefficiente pure importantissimo
-per l'adulterazione della razza, la storia delle età di mezzo ci porge
-non infrequenti esempi di conversioni al giudaismo.
-
-Alla fine del IV secolo dell'èra nostra Abu-Karibba-Tabban re
-dell'Yemen (40) e nel 740 Bulan re dei Kazari (41) abbracciano il
-giudaismo.
-
-All'epoca dell'imperatore Enrico II il cappellano di un Duca Corrado, di
-nome Vecelino, passò al giudaismo, locchè fece adirare al massimo grado
-l'imperatore, ma non produsse altro castigo che quello di una erudita
-confutazione (42).
-
-Un caso simile sotto Lodovico il Pio è narrato da Krabano Mauro (43).
-
-In Francia le conversioni al giudaismo non sono senza esempio. Parecchi
-cristiani lasciarono nel IX secolo la Chiesa per abbracciare il
-giudaismo, e fra questi si citava un diacono palatino a nome Putho (44),
-e sino ai tempi di Filippo il Bello (XIV secolo) si segnalano
-conversioni (45).
-
-Nel 1040 un celebre rabbino di Granata, Giuseppe Halevy, è accusato di
-aver fatto proseliti alla fede mosaica in Ispagna e messo a morte (46).
-
-Le conversioni al giudaismo erano, nel XIII secolo ancora, tanto
-frequenti da meritare che Nicolò IV, appena assunto al Pontificato, se
-ne occupasse con una lettera datata da Rieti, 5 settembre 1288; lettera
-che non deve aver prodotto grande effetto, se Giovanni XXII è obbligato
-a promulgarne una consimile il 13 agosto 1317.
-
-Rainaldo ci assicura che nel XIV secolo molti fra i discepoli di
-Giovanni Viclefo abbracciarono la _perfidia giudaica_.
-
-Il primo di agosto 1603 sulla Piazza Ribeiro in Lisbona venne bruciato
-fra Diego di Assunçao, monaco francescano, che, dopo aver abbracciato il
-giudaismo, andava predicando ed insegnando questo solo doversi
-considerare vera religione.
-
-Ricorderò ancora quel Giovanni Mica, cristiano portoghese del XVI
-secolo, che, fattosi ebreo, prese il nome di Giuseppe Nassi, visse in
-Costantinopoli e pubblicò varie opere lodatissime (47).
-
-Nel secolo scorso rimase celebre in Inghilterra la conversione di lord
-Giorgio Gordon (48).
-
-Molti altri esempî potremmo citare (49); ma crediamo che quelli da noi
-portati sien più che sufficienti a provare che il Giudaismo devesi
-considerare come una religione, non come una razza (50).
-
-Come dubitare che gran parte degli Ebrei attuali non discenda da questi
-nuovi convertiti (51)? Certamente, grazie alle persecuzioni che per
-lunghi secoli afflissero i credenti nella legge di Mosè, non un Ebreo si
-trova oggi nel luogo di origine della propria famiglia.
-
-Cacciati or di qua, or di là, essi andavano concentrandosi nei paesi,
-dove leggi, non più miti, ma meno crudeli permettevano loro di vivere
-con una sicurezza relativa; sicchè, oggi, tanto varrebbe voler cercare i
-veri discendenti dagli Ebrei di Palestina, per ricacciarli nella loro
-terra, quanto il cercare in Italia i discendenti degli antichi barbari
-per ricacciarli oltre Alpi.
-
-Ma se si volesse adottare contro gli Ebrei un provvedimento qualsiasi,
-ispirato a questa pretesa differenza di razza, come a noi italiani non
-si affaccierebbe alla mente la testimonianza, già da noi invocata, di
-Dione Cassio e come non ci tormenterebbe il dubbio che questi pretesi
-stranieri, questi abborriti semiti sieno proprio figli di quei Romani
-convertiti al Giudaismo, di cui parla lo storico latino, tornati fra
-noi, dopo Dio sa quali peregrinazioni, mossi da quell'amore del paese di
-origine che, come un istinto, sopravvive forse in noi alla memoria?
-
-Nè gioverà spender molte altre parole intorno a siffatta questione di
-razza, perchè, assurda dovunque, essa raggiunge fra noi l'apice della
-assurdità.
-
-Gettiamo uno sguardo sulla storia dei secoli scorsi, e vedremo, finchè
-durò la potenza di Roma, accorrere fra noi stranieri d'ogni razza e
-d'ogni lingua, e quando i destini d'Italia mutarono sì che da donna
-divenne ancella, vedremo gli schiavi di ieri mutarsi in predoni, correre
-sulle terre nostre e devastarle. Goti, Longobardi, Normanni, Saraceni
-persino si impiantano fra noi, e vi spadroneggiano, e noi osiamo oggi
-parlare di razza!
-
-E poi cosa è la razza di fronte al grande principio del secolo nostro,
-quello delle nazionalità? E caratteristica della nazionalità è la
-lingua, non la religione, non l'origine.
-
-Per riconoscere nome e qualità di italiano a chi è nato in Italia da
-genitori italiani, a chi parla la nostra lingua, sarà forse d'uopo
-aprirgli le vene per riconoscere quante goccie di sangue non italiano vi
-corra?
-
-Or via, l'Italia, che a buon dritto considera come fratelli i Valdesi
-del Piemonte, i Cimbri dei Sette Comuni (52), gli Slavi del Molise, gli
-Albanesi ed i Greci del Mezzodì, vorrà contestare nome e qualità di
-italiani agli Ebrei, che nei tempi di schiavitù divisero la sorte degli
-altri Italiani?
-
-Un'ultima ragione infine, e potentissima, dovrebbe spingere i moderni
-antisemiti a non insistere sulla questione di razza.
-
-Essi, che non arrossiscono di farsi persecutori, ma che arrossirebbero
-di giustificare la persecuzione colla sola causa che la renderebbe meno
-odiosa, lo spirito di religione, verrebbero, ponendo innanzi tale
-questione, a provocare una enorme ingiustizia.
-
-Non vi ha dubbio che negli scorsi secoli o per convinzione, o per
-sottrarsi a persecuzioni, o per ispirito di cupidigia, milioni di Ebrei
-apostatarono per abbracciare il Cristianesimo.
-
-Pel Cristiano che ripugna dall'Ebreo, perchè vede in lui l'ostinato
-avversario della sua Fede, l'uccisore del suo Dio, l'acqua del Battesimo
-lava queste colpe originali, sicchè egli a buon dritto considera eguali
-a se stesso l'ebreo battezzato e i suoi discendenti.
-
-Ma per l'antisemita moderno, ateo e materialista, che odia nell'ebreo
-non la religione, ma la razza, l'acqua del Battesimo non lava nulla;
-perocchè nessun teologo ha mai asserito che il Battesimo muti un semita
-in un giapeto.
-
-Sicchè, se il moderno antisemitismo non vuol commettere una enorme
-ingiustizia, egli deve cercare, per avvolgerle nel suo odio, quelle
-migliaia di famiglie cristiane che hanno nelle vene sangue di
-ebreo (53).
-
-Il dilemma è stringente: o gettare la maschera e confessare che non si
-perseguitano gli Ebrei perchè semiti, ma unicamente perchè ebrei, od
-intraprendere ricerche etnografiche e genealogiche, che sarebbero appena
-possibili, se ogni uomo, da Adamo in poi, si fosse iscritto in un _stud
-book_, come un cavallo di puro sangue.
-
-Ma prevediamo sin da ora la risposta che si farà a questo dilemma. Ci si
-dirà che gli Ebrei vanno perseguitati non soltanto perchè di razza
-diversa, ma perchè la loro legge contribuisce a mantenere una barriera
-fra essi ed i popoli fra cui vivono; perchè alla Santa massima del
-Vangelo: _Amatevi scambievolmente_, l'esecrando Talmud ha sostituito
-quest'altra: _Odiate quanto non è ebreo_.
-
-A questa obbiezione vecchia quanto la malignità umana risponderemo nel
-veniente capitolo, bastandoci per ora di riferire un ultimo fatto a
-prova del modo con cui gli Ebrei intendono l'amor di patria. Allorquando
-nel Sinedrio dei principali rabbini di Europa, convocato a Parigi
-d'ordine di Napoleone I, i delegati imperiali chiesero fin dove
-giungesse, secondo gli Ebrei, il dovere dell'amor di patria, tutti i
-congregati e primi fra essi i rabbini Segrè, Zingheim e Worms, ortodossi
-fin nel midollo e negli insegnamenti e nella pratica della vita, si
-alzarono in piedi gridando: “Fino alla morte.”
-
-(16) Nella predicazione [in Francia] nessun rabbino si lascierà sfuggire
-l'occasione di rammentare ai suoi uditori quanto devono alla Francia che
-li ha liberati dalla schiavitù (_Rassegna Naz._, loc. cit., pag. 47).
-Non citiamo esempî italiani, perchè a tutti sarà accaduto di leggere nei
-giornali politici le relazioni di solennità celebratesi nelle sinagoghe
-in occasione di feste ed anniversarî patriottici.
-
-(17) Gladstone, in una sua lettera 6 ottobre 1876, indirizzata al signor
-Leopoldo Gluckstein e pubblicata negli _Archives Israélites_ di Parigi,
-1º novembre 1876, così si esprime: “Ho sempre ammirato il contegno degli
-Israeliti inglesi nell'adempimento dei loro doveri civici.”
-
-(18) Una curiosa prova della assurdità dell'accusa che si muove agli
-Ebrei di sentirsi estranei alla terra in cui nacquero ce la porge
-l'_Antisémitique_ francese. Mentre in ogni numero scaglia questa
-calunnia contro gli Ebrei, rinfaccia poi alla maggior parte degli Ebrei
-francesi di esser di origine tedesca e si sforza di aizzare contro di
-loro le passioni popolari, dipingendoli quasi altrettanti agenti del
-governo germanico. O logica, proprio antisemitica!!
-
-(19) _Sei mesi in Italia_, pel dott. A. BERLINER; versione dell'abate
-prof. Pietro Perreau.
-
-(20) Abbiamo citato a preferenza del nome di altri patrioti Ebrei quello
-dell'on. Finzi, e perchè pochi possono a lui paragonarsi per inconcusso
-patriottismo, e perchè rammentiamo d'aver letto nell'_Arena_ di Verona
-del 10 novembre 1876 il seguente brano di una lettera che in occasione
-delle elezioni generali l'illustre uomo scriveva a quel giornale.
-
-“Ebreo realmente, mi trovai iscritto nei registri di popolazione dove
-nacqui: ma nè per religione, nè per abitudini mi sono sentito ebreo in
-tutta la vita. Ho una religione anch'io vivida e pura che mi affratella
-a tutta l'umanità senza distinzione d'ebrei, di cristiani, di cattolici,
-di turchi, che mi è inspiratrice di nobili e delicati sentimenti, che mi
-insegna il volontario sacrifizio e mi dà vigore e conforto nelle ore
-perplesse della sventura.”
-
-Questa lettera, fatta per attirare sul capo dell'on. Finzi i fulmini
-degli intolleranti di tutte le religioni, giova mirabilmente all'assunto
-nostro, perchè dimostra — e ce n'era bisogno? — che il fatto di esser
-nati ebrei piuttosto che cristiani o turchi non ha proprio nulla a
-vedere coi sentimenti patriottici.
-
-(21) Angelo Usigli, nato nel 1803 a Modena, morto a Londra, nel 1875, fu
-congiurato con Ciro Menotti, anzi dei pochi che collo stesso Menotti
-furono nella costui casa circondati dalle truppe estensi. L'Usigli
-propose di dar fuoco alla casa piuttosto che arrendersi, ma, dissentendo
-i compagni, fu con loro arrestato e condannato a morte. Commutatagli la
-pena in esiglio perpetuo, si rifugiò a Londra e collaborò nella Giovane
-Italia. V. _Gazzetta d'Italia_, 15 aprile 1875.
-
-(22) L'avo di Daniele Manin era ebreo. Il comm. Pincherle lo seppe dalla
-sua bocca stessa. V. _La vita ed i tempi di Daniele Manin_ per Errera e
-Finzi, Venezia, 1872. Cfr. Rudolph Gottschill, _Un mois d'automne en
-Italie_.
-
-(23) Ci limiteremo a riferire qui l'elenco degli Ebrei che fecero parte
-della gloriosa schiera dei Mille; sono otto e cioè: Alpron Giacomo, da
-Padova; Colombo Donato da Ceva; D'Ancona Giuseppe da Venezia; Donati
-Angelo da Padova; Luzzatto Riccardo da Udine; Ravà Eugenio da Reggio
-Emilia; Uziel Davide Cesare da Venezia. Calcolato a venticinque milioni
-il numero degli italiani nel 1860, ed a quarantamila il numero degli
-ebrei, si vedrà di leggieri quanto sproporzionatamente numeroso sia
-stato il concorso degli Ebrei in quella spedizione. I nomi che precedono
-abbiam desunto dal n. 21 dell'anno 1864 del _Bollettino delle nomine e
-promozioni_. _Giornale Ufficiale militare_, pag. 169 e seg.
-
-(24) ESODO, XII, 38.
-
-(25) GIOSUÈ, IX, X. — II. SAM. XXI.
-
-(26) I. RE.
-
-(27) ESTER, VIII, 17.
-
-(28) II. RE, XVII, 24 e seg.
-
-(29) II. RE, V, 17, 18.
-
-(30) _Antiq._, l. XX, cap. 2 a 4.
-
-(31) _Mœurs des Israélites_, cap. V. In _Œuvres de l'abbé Fleury_,
-Paris, Michel Desaiz, 1837, pag. 183, col. I. Cfr. FRANK, _De l'état
-politique, religieux et moral de la Judée dans les derniers temps de sa
-nationalité_. In _Vérité Israélite_, tomo II, pag. 7 e segg.
-
-(32) ATTI DEGLI APOSTOLI, II, 5.
-
-(33) Cfr. DEGUBERNATIS, _Matériaux pour servir a l'histoire des études
-orientales en Italie_.
-
-(34) HAVET, _Le Christianisme et ses origines. L'ellénisme_, t. II, pag.
-248. Cfr.: DELAUNAY, _Philon d'Alexandrie. Les écrits historiques_, pag.
-123 e 124; NICOLAS, _Des doctrines des Juifs, pendant les deux siècles
-antérieurs a l'êre chrétienne_, pag. 113; BEUSS, _Hist. de la Théologie
-chrétienne au siècle apostolique_, v. 1, pag. 107 e 109.
-
-(35) Avendo condotto al loro culto un gran numero di Greci, ne fecero
-una parte della loro comunità. (_De bello jud._, libro VII, cap. III, §
-3).
-
-(36) _Les philosophes du siècle d'Auguste_ in _Revue contemporaine_.
-Tomo V, prima dispensa.
-
-(37) _Judaeorum juventutem per speciem sacramenti in provincias
-gravioris cœli distribuit, reliquos gentis ejusdem vel similia sectantes
-urbe summovit._ (SVETONIO, _in Tiber._, § 36).
-
-(38) _Judaeus qui eum qui judaicae religionis non esset contraria
-doctrina ad suam religionem traducere praesumpserit, bonorum
-proscriptione damnetur, miserumque in modum puniatur._ (Leg. 7, Cod.,
-_de Jud._; DIONE CASSIO, _Hist. rom._; SPENCER, _In orig._, p. 33).
-
-(39) _Hist. rom._, XXXVIII, 17.
-
-(40) Oggi ancora, secondo una corrispondenza della _Presse_ di Vienna,
-riferita nel n. 20 dell'_Israelit_ di Magonza dell'anno 1875, esistono
-nell'Yemen più di 500 mila ebrei.
-
-(41) A quest'epoca, il giudaismo salì nuovamente sopra un trono regio,
-sopra quello dei Cazari, popolo della Tartaria, ai quali eransi
-mischiati alcuni ebrei, cristiani e mussulmani. Fu senza dubbio per
-effetto del commercio crescente in quel regno, così favorevole
-all'industria e situato vicino il mar Caspio, che Balan, capo dei Cazari
-(o Cozari) si lasciò convertire al giudaismo. Da quell'istante un ebreo
-regnò costantemente per meglio di tre secoli. (SCHWAB, _Storia degli
-Ebrei_, tradotta dal prof. Pugliese. Venezia, Longo, 1870, pag. 95.
-_Cfr._ AD. NEUBAUER, Relazione al Ministro ed osservazioni del sig. Munk
-in _Journal Asiatique_, 1865, tomo I).
-
-(42) _Monumenta Histor. German. Scriptores_, VI, p. 704 e 720.
-
-(43) WÜRDTWEIN, _Nova subsidia diplomatica_, I, p. 125.
-
-(44) BEDARRIDE. Op. cit., pag. 84.
-
-(45) BASNAGE. Op. cit., libro VII, cap. 18.
-
-(46) BARTHOLOCCIUS. _Bibl. rabb._, t. III. — SALOMON BEN VIRGA, _Scevet
-Jehudà_, 5 excidium.
-
-(47) _Cfr._ DE ROSSI, _Diz. storico degli Autori Ebrei_, Parma, 1802, a.
-v. _Nassi_ e STEINSCHNEIDER, _Catalogus Libr. Hebr. in Bibl. Bodleiana_,
-col. 1515.
-
-(48) Cfr. MACAULAY, _Speeches_, vol. 6, pag. 141, 2ª ediz. Tauchnitz.
-
-(49) È innegabile che nell'età moderna lo spirito di propaganda degli
-Ebrei è completamente cessata. Pare che ora abbiano preso alla lettera
-l'insegnamento del Talmud: _Son perniciosi i proseliti agli Israeliti
-come la lebbra o come la calvizie_ (TALM. BAB., capo IV, folio 47 b. et
-alibi) sicchè si può oggi asserire che la religione mosaica è la sola,
-fra quelle professate nel mondo civile, che non si occupi di far
-proseliti. Pure oggi ancora non mancano esempî, benchè rarissimi, di
-Cristiani che abbracciano volontariamente il Giudaismo. Cooper, nelle
-sue lettere sugli Stati Uniti, parla di una società di Ebrei
-costituitasi nello Stato di Nuova York per provocare la conversione dei
-Cristiani. Se la notizia, che non vedemmo mai confermata da altre fonti,
-non è un _humbug_ americano, la fondazione di questa società è una prova
-che gli Ebrei di America non si sentono, per quanto almeno concerne
-l'eccentricità, estranei alla terra in cui vivono; perocchè possiamo
-affermare che non vi ha in Europa oggigiorno fra gli Ebrei la più
-leggiera traccia di spirito di proselitismo.
-
-(50) Anche il Rénan si è testè occupato di questo argomento in una
-conferenza da lui tenuta il 27 gennaio 1883 al Cercle Saint-Simon ed
-edita poi dal celebre editore parigino Calmann Lévy col titolo: _Le
-Judaïsme comme race et comme religion._ In questa conferenza, cui
-rimandiamo coloro che fossero vaghi di maggiori particolari
-sull'argomento, il dotto francese, dopo aver spiegato come la scienza
-delle religioni le divida in due grandi classi, _universali_ (il
-buddismo, il cristianesimo, il maomettismo) e _nazionali_ o _locali_ cui
-devono ascriversi tutte le altre, viene a mostrare come tutte le
-religioni nazionali sieno perite e come la religione ebraica,
-precorrendo per opera dei suoi profeti al Cristianesimo, abbia assunto,
-col monoteismo che ne è la caratteristica la più spiccata, forma appunto
-di religione universale. Gli Ebrei, che dalle loro profezie eran fatti
-persuasi tutti i popoli dovere col tempo convertirsi alla loro Fede,
-cercavano affrettarne la realizzazione cercando proseliti fuori della
-loro nazione. E di questo spirito di propaganda del giudaismo antico
-molti esempî reca il Rénan. Nessuno poi potrà dire di aver un'idea
-completa dell'argomento, ove non abbia letto l'importantissimo opuscolo
-del cav. Marco Mortara: _Le prosélytisme juif_. Paris, Witt. Hersheim,
-1875.
-
-(51) È innegabile che la segregazione forzata in cui gli Ebrei vennero
-tenuti fino a pochi anni addietro impedì loro sempre di confondersi
-colle popolazioni in mezzo alle quali vivevano; sicchè si può asserire
-con qualche certezza che esiste un tipo speciale al quale si possono
-conoscere gli Ebrei. Ma questo tipo è egli il tipo semita puro? Quale
-antropologo potrebbe asserirlo? Non è più ovvio il ritenere che esso sia
-più che il carattere di una razza, la risultante di speciali abitudini
-di vita, che si sarebbe perpetuata per eredità fisiologica? Ed infatti,
-non vediamo questo stesso tipo andar man mano cancellandosi negli Ebrei,
-che, vivendo nei paesi civili, finiscono coll'adottare le abitudini
-delle popolazioni fra cui si trovano, mentre si mantiene inalterato in
-Ungheria, in Polonia ed in tutti i paesi dove la minor civiltà delle
-popolazioni e la conseguente rozzezza dell'ebreo rende difficile ogni
-contatto, ogni assimilazione?
-
-(52) Usiamo la denominazione la più comunemente accettata, pur
-conoscendone l'inesattezza, per non ingolfarci in una questione
-etnografica affatto estranea al nostro argomento.
-
-(53) Ricordiamo che il Conte di Molé, famoso ministro francese dei tempi
-di Luigi Filippo, discendeva da una ebrea, la figlia di Samuel Bernard
-il banchiere di Luigi XIV, che si era battezzata per isposare il
-cancelliere Molé. Nè questa dei Molé è la sola nobile famiglia europea
-nelle cui vene sia frammisto qualche gocciolina di sangue giudaico; e,
-per non moltiplicare gli esempi, ricorderò come da famiglia ebrea
-discendesse Pier di Leone, noto antipapa del secolo XII, e come
-discendesse pure da una ebrea — la figlia del celebre generale Ventura,
-modenese — quel marchese di Trazignies, belga, che, spinto da fanatismo
-religioso e politico, venne in Italia a combattere il movimento
-nazionale nelle file dei briganti, e fatto prigioniero colle armi alla
-mano, fu, da un picchetto del 43º reggimento fanteria, fucilato in
-Isoletta li 11 novembre 1861.
-
-
-
-
- II.
-
- Il Talmud
-
-
-Tutti hanno udito menzionare, ed anche maledire, il _Talmud_, questo
-libro che lo storico Milman (54) chiamava: “monumento straordinario
-dell'attività umana, della intelligenza umana, e dell'umana pazzia;”
-molti certamente ignorano cosa esso sia, o ne hanno nozioni assai
-incomplete; e non vi sarebbe troppo da meravigliarsi se qualche
-semidotto credesse ancora che il _Talmud_ fosse un uomo, siccome avvenne
-a quel buon Cappuccino d'Henry de Seyne che ebbe con tutta tranquillità
-a scrivere: _Ut narrat Rabbinus Talmud_.
-
-Cercheremo, in brevi parole, di dirne quel tanto che sarà necessario per
-far chiaro ciò che dovremo dire in appresso.
-
-Fintanto che gli Ebrei rimasero nella Terra Promessa, la Legge scritta,
-il Pentateuco, fu, per essi, solo codice religioso, morale, politico.
-
-Coloro che eran chiamati ad insegnarlo ed a curarne l'osservanza, ne
-conoscevano ed applicavano, caso per caso, l'interpretazione
-tradizionale.
-
-Essi erano, a sentirli, depositari di una tradizione orale trasmessa in
-buona parte da Dio stesso a Moisè sul Sinai (_alachà lemoscè
-Missinai_) (55), da Mosè trasmessa a Giosuè, da questo agli anziani,
-dagli anziani ai profeti e dai profeti agli uomini della Grande
-Sinagoga (56).
-
-Agli Ebrei però era allora vietato di raccogliere per iscritto tale
-tradizione. Il motivo di questo divieto non è noto. Chi crede ne fosse
-causa il desiderio connaturale ai popoli orientali, siccome ci mostrano
-la storia dell'India e dell'Egitto, di concentrare in poche mani il
-monopolio della scienza (57); chi ne cerca ragione nel timore che errori
-di copisti o volontarie falsificazioni (58) producessero nuovi scismi;
-chi nel desiderio di impedire che la legge tradizionale acquistasse
-eguale autorità della scritta; S. D. Luzzatto (59) infine, pensa che
-tale divieto provenisse dall'aver, gli antichissimi dottori, voluto che
-la teoria e la pratica della religione rimanessero in buona parte
-modificabili, giusta i bisogni dei tempi, ragione per cui nulla
-scrissero e nulla permisero si scrivesse per non scemare ai posteri la
-libertà di modificare gli insegnamenti dei predecessori (60).
-
-Per quanto incredibile possa ciò sembrare a' giorni nostri, non è meno
-certo che questi insegnamenti passavano per tradizione orale dall'una
-all'altra generazione. La memoria sviluppatissima, come è noto, presso i
-popoli orientali, dovette aver parte grandissima nelle scuole
-ebraiche (61).
-
-Caduto il secondo tempio e venutane la gran dispersione degli Ebrei, i
-loro dottori compresero che ove si fosse continuato nell'antico sistema,
-la tradizione avrebbe molto probabilmente finito coll'andar dispersa.
-
-Pensarono quindi di ridurla in iscritto, e Giuda di Tiberiade,
-soprannominato il Santo, a causa della sua scienza e della purezza dei
-suoi costumi, e conosciuto anche sotto il semplice nome di _Rabbì_,
-quasi il maestro per antonomasia, compilò, nel primo quarto del terzo
-secolo, la _Mischnà_ o seconda legge (62).
-
-Che egli poi la scrivesse, come afferma il Maimonide e con lui
-moltissimi altri, o che invece egli si limitasse ad insegnarla ai suoi
-numerosi uditori, sicchè essa si tramandasse inalterata per molte
-generazioni e venisse soltanto dopo lungo tempo posta in iscritto,
-siccome vogliono con S. D. Luzzatto, il Graetz e molti altri moderni, è
-questione sulla quale non ci sentiamo da tanto di pronunciarci. Ciò che
-è certo è che la _Mischnà_ sta al Pentateuco, come il Mitri ai Veda, la
-Sunnah al Corano e che è qualche cosa di analogo alle Ῥήτραι greche,
-alla _lex non scripta_ dei Romani ed alla _Common Law_ degli Inglesi.
-
-Nella _Mischnà_ Giuda raccolse tutti i decreti, gli statuti, le sentenze
-pronunciate dai saggi, diverse massime religiose e morali, tutto ciò che
-era stato adottato durante l'epoca dei profeti dai membri della grande
-Sinagoga, tutte le ordinazioni del Sahnedrin e dei _tanaim_ (63), cioè
-dei dottori più celebri vissuti durante i due secoli anteriori, e ne
-fece un'opera divisa in sei parti principali, dette _ordini_.
-
-Ogni ordine è diviso in trattati (letteralmente: _contesti_), ogni
-trattato in capi, ogni capo in paragrafi (detti _mischnà_, nel senso più
-ristretto della parola). La prima parte od _ordine_ che dir si voglia
-intitolata _delle sementi_ tratta delle leggi dell'agricoltura e delle
-decime (64). Vi è premesso un trattato sulle benedizioni quotidiane e su
-quelle che devonsi pronunciare in varie circostanze. La seconda parte
-_delle Feste_ tratta delle cerimonie da compiersi nei giorni feriali e
-solenni. La terza: _della Donna_ o del matrimonio e dei doveri della
-famiglia. La quarta: _dei danni_, si occupa della indennità dovuta pei
-danni che si occasionano altrui ed in generale di tutto quanto si
-riferisce al giure civile ed al punitivo. Questa parte offre in
-moltissimi punti una grande analogia col diritto romano (65). A questa
-parte è aggiunto un trattato di morale che contiene una raccolta di
-sentenze morali dei padri della Sinagoga. La quinta parte tratta _della
-Santità_ e dei sacrifizi che si offrivano nel Tempio, che vi è
-minutamente descritto, e contiene inoltre i precetti sui cibi. La sesta
-verte _sulle purificazioni_ e sulla purità ed impurità legale.
-
-Lo spirito generale della _Mischnà_ trova la sua migliore espressione
-nelle parole del suo stesso redattore, che servono quasi di epigrafe
-alla intiera raccolta: “Siate tanto coscienziosi nell'adempimento dei
-piccoli precetti quanto dei grandi perchè ignorate la ricompensa che va
-annessa ad ognuno di essi. Paragonate la perdita temporale che vi
-occasiona l'adempimento di una legge, colla ricompensa celeste che vi è
-congiunta, ed il beneficio che risulta dalla trasgressione della legge
-colla pena che deve seguirla. Per evitare il peccato abbiate sempre
-presente tre cose: che al dissopra di voi vi ha un occhio che tutto
-vede, un orecchio che tutto intende, e che tutte le vostre opere sono
-scritte in un libro” (66).
-
-La _Mischnà_ ha più carattere di codice che di trattato di metafisica.
-Però essa non trascura l'occasione di inculcare quegli alti principii
-morali cui deve informarsi la stretta lettera della legge.
-Nell'esecuzione di un fatto guarda più all'intenzione che all'atto in sè
-stesso. Chi reclama un diritto, basandosi sulla lettera della legge, ma
-senza tener conto del sentimento di umanità, che dovrebbe spingerlo a
-non insistere nelle sue pretese, non è amato nè da Dio nè dagli uomini.
-Quegli invece che spontaneamente fa buon diritto agli altrui reclami,
-anche quando la legge non gliene impone l'obbligo, colui, in una parola,
-che non si ferma alla _porta della giustizia_, ma che varca la linea
-della misericordia, guadagna l'approvazione del saggio. “Gerusalemme, vi
-è detto, non andò distrutta se non perchè in essa si giudicava col rigor
-della legge” (67). Certi doveri, come, ad esempio, il rispetto ai
-genitori, la carità, l'applicazione precoce allo studio, l'ospitalità,
-il metter pace fra nemici traggono seco (68) la loro ricompensa in
-questo mondo, ma questa non è che un interesse; la vera ricompensa, il
-capitale, viene pagato nella vita futura. Nella _Mischnà_ non è parola
-dell'inferno. Oltre le pene sancite dalla legge la _Mischnà_ non
-minaccia ai peccatori che un solo castigo misterioso e formidabile
-mandato da Dio, “lo sradicamento;” è lo sterminio (_cared_) di cui già
-parla la Scrittura. Le colpe si riscattano generalmente o col
-pentimento, o colla carità, o col sagrifizio e nel giorno della
-espiazione; se gravissime, il pentimento giova soltanto a sospendere gli
-effetti dell'ira divina, ed ove esso continui sino alla morte, questa
-tutto espia. I peccati commessi contro gli uomini non sono perdonati se
-la parte offesa non riceve piena riparazione, e non si dichiari
-soddisfatta. La virtù la più alta consiste nello studio della legge,
-siccome quello che conduce all'esercizio della virtù (69). Un bastardo
-istrutto è più onorevole di un gran sacerdote che non lo sia (70).
-
-Esistono due redazioni della _Mischnà_, le quali non presentano per
-altro notevoli differenze.
-
-La _Mischnà_, la quale non contiene generalmente che la decisione finale
-della tradizione, secondo i pareri dei diversi dottori, fu naturalmente
-argomento di note, di scolii, di discussioni, nelle due accademie
-religiose di Palestina e di Babilonia. In ciascuna di queste due
-accademie si fece più tardi una raccolta di queste discussioni: queste
-raccolte, molto più voluminose della _Mischnà_ che serve loro di testo,
-presero il nome di _Ghemarà_ o complemento. La _Mischnà_ e la _Ghemarà_
-insieme unite formano il _Talmud_ (71).
-
-Per conseguenza si hanno due _Talmud_; uno frutto degli studi
-dell'Accademia di Palestina chiamato _Ghemarà_ di Gerusalemme, l'altro
-dovuto all'Accademia di Babilonia e detto _Ghemarà_ di Babilonia.
-
-La _Ghemarà_ di Gerusalemme venne redatta a Tiberiade ed ultimata
-probabilmente verso la fine del IV secolo dell'èra nostra, sotto la
-direzione di rabbi Iochanan, detto anche _bar nappachà_, ossia, figlio
-del fabbroferraio (72). Conteneva i commentarii sulle cinque prime parti
-della _Mischnà_, ma quelli risguardanti la quarta parte andarono
-perduti.
-
-Anche le altre quattro parti contengono taluni trattati incompleti.
-Questa _Ghemarà_ venne negletta, negli studii delle scuole ebree del
-medio evo. Essa subì la sorte delle Accademie, da cui aveva avuto
-origine, e che vennero ecclissate da quelle di Babilonia. Se le edizioni
-del _Talmud_ gerosolimitano sono meno buone, è perchè ancora non se ne è
-scoperto un esemplare manoscritto colla cui scorta si possano
-ristabilire i differenti brani mutilati dai copisti. Inoltre questo
-_Talmud_ offre molta difficoltà, grazie alla lingua, in cui è scritto,
-imbarbarita dalla mescolanza di molte voci greche e siriache.
-
-La _Ghemarà_ di Babilonia, la cui autorità prevalse fra gli Ebrei, venne
-redatta, in una lingua mescolata d'ebraico e d'aramaico, nel corso del
-quinto secolo, da Aschè, celebre dottore dell'Accademia di Sora (73), da
-_Ravenà_ suo discepolo e terminata l'anno 500 da rabbi Jossè. Essa è
-almeno quattro volte più voluminosa dell'altra, quantunque a noi non
-sian giunti che i commenti a trentasei dei sessantatre trattati, di cui
-si compone la _Mischnà_. Le discussioni vi sono più sviluppate, essendo
-stato chiuso più tardi. Contiene, oltre alle dispute di numerose scuole
-babilonesi, anche quelle di talune scuole di Palestina.
-
-Questa _Ghemarà_, al paro della Gerosolimitana, è composta di due parti
-principali: la parte rituale, detta _Alachà_, in cui si discorre anco
-dei riti che divennero impraticabili dopo la distruzione del tempio e
-una parte non rituale, detta _Agadà_ che contiene narrazioni, leggende,
-allegorie, proverbi, regole di vita sociale, dottrine morali e
-sentenze (74). Morale, metafisica, giurisprudenza, astronomia, medicina,
-tutte le scienze trovano luogo nel _Talmud_ (75).
-
-Le nozioni, che sopra ognuna di esse vi si leggono, sono certamente ben
-lungi dal raggiungere la perfezione, ma, a traverso gli errori
-moltissimi che danno a quel libro l'impronta dell'epoca in cui fu
-scritto, appare che, sin da allora, esisteva presso gli Ebrei il germe
-della Enciclopedia umana. E ciò è tanto vero che l'Etheridge, scrittore
-certamente non favorevole al giudaismo, si lascia scappare questa
-confessione: “Quando il Talmudismo come sistema religioso sarà
-scomparso, il _Talmud_ non cesserà perciò di essere una preziosa miniera
-di leggende divertenti e di lezioni inapprezzabili che resteranno vere
-per tutti i tempi futuri” (76).
-
-Quanti scrissero del _Talmud_ notarono il disordine con cui è redatto.
-L'_Alachà_ e l'_Agadà_ vi si incontrano promiscuamente, senza sistema nè
-ordine, sicchè un illustre scrittore disse sembrar quasi che i dottori,
-minacciati dalla dispersione, agissero come uomini che in un incendio
-salvano tutto quanto loro viene sotto mano, lasciando ad altri la cura
-di tirare più tardi il miglior partito da quanto venne sottratto alle
-fiamme (77).
-
-Questo disordine non deve recar meraviglia. Chi non sa che, malgrado gli
-sforzi di Triboniano, il Digesto abbonda in _germinationes, leges
-fugitivae, errativae?_ Gli stessi famosi capitolari di Carlo Magno, o
-meglio dei Re Franchi (_Capitula Regum Francorum_), non sono, se si
-considerano colle idee dei nostri tempi anzichè con quelle dell'epoca in
-cui vennero scritti, che una indigesta e disordinata farraggine (78).
-Eppure i Capitolari son di vari secoli posteriori al _Talmud_.
-
-Una questione importante a risolversi sarebbe quella di conoscere, se il
-disordine che tanto si lamenta nel _Talmud_, sia una ripercussione di
-quello che avrebbe sistematicamente regnato nelle discussioni delle
-accademie ebraiche; ma l'esame di tale questione ci porterebbe fuori del
-ristretto campo di questo modestissimo libercolo, sicchè contentiamoci
-di averla accennata.
-
-Il miscuglio però dell'_Agadà_ coll'_Alachà_ ci viene spiegato da un
-aneddoto che troviamo narrato nel Talmud stesso, e che ci piace riferire
-anche perchè vale a render ragione delle iperboli esagerate che spesso
-si riscontrano nel Talmud, e di cui si fecero un'arme coloro che vollero
-denigrarlo, senza tener presente l'aureo consiglio di Goëthe, che chi
-vuole comprendere un poeta deve recarsi nel paese dove egli visse. Un
-vecchio maestro, narra adunque il Talmud, accorgendosi un giorno che i
-suoi scolari sonnecchiavano durante la lezione, si interruppe d'un
-tratto per dire: “Vi fu una volta in Egitto una donna, che diede alla
-luce seicentomila uomini.” Si può di leggieri immaginare l'effetto
-prodotto da questo meraviglioso racconto. “Era, continuò tranquillamente
-il maestro, Jochebed, la madre di Mosè, il quale valeva da solo i
-seicento mila uomini d'arme che uscirono dall'Egitto”; e rieccitata in
-tal guisa l'attenzione dell'uditorio, continuò la sua lezione. Chi
-conosce l'indole immaginosa degli Orientali comprenderà come i maestri,
-per tener desta l'attenzione degli uditori, dovessero spesso ricorrere a
-tale sistema, mescolare la leggenda divertente e fantastica col precetto
-rigido e positivo.
-
-L'_Agadà_ fu spesso segno a motteggi, ed è sempre o quasi sempre di essa
-che si parla, allorquando si discorre di fantasticherie rabbiniche, o si
-scaglia contro gli Ebrei il vecchio insulto: _Lex Judaeorum, lex
-puerorum_ (79).
-
-Niun miglior giudice però dell'importanza che devesi annettere ad
-un'opera, dello stesso autore; ora nel _Talmud_ stesso troviamo questo
-giudizio che può fare apprezzare l'importanza che gli stessi rabbini
-annettevano all'_Agadà_: “Colui che la trascrive non avrà la sua parte
-nell'altro mondo, colui che la spiega sarà bruciato e colui che
-l'ascolta non riceverà ricompensa” (80).
-
-Ogni popolo ha le sue leggende, ma non accade sovente di vedere i
-contemporanei giudicarle coll'indipendenza d'opinione di cui dà prova
-questo rabbino.
-
-Ed è veramente strano il vedere che, malgrado siffatta indipendenza di
-giudizio, si sia potuto da taluno asserire che gli Ebrei di ogni paese
-si sarebbero obbligati con patto solenne ad accettare il Talmud nella
-sua integrità, a non aggiungervi ed a non togliervi una sola parola. Con
-ben maggiore ragione un illustre professore tedesco scrisse: “che i
-Talmud non hanno essenza dogmatica, che persino i risultati
-scientifico-legali sono soltanto opinioni individuali e provvisoriamente
-valevoli, che la sinagoga non li sanzionò mai, e non riconobbe mai in
-essi l'autorità di decretali riconosciute e generalmente
-valevoli.” (81).
-
-Infatti il Talmud non fu mai accettato dalla nazione, in assemblea
-generale o speciale. Le sue decisioni legali, come quelle che emanavano
-dalle più alte autorità teologiche del Giudaismo, formarono certamente
-la base della legge religiosa, la norma di tutte le decisioni future. Ma
-è probabile, per non dir certo, che egli non deve la autorità di cui
-gode, che ad una causa non prevista dai suoi stessi autori. Durante le
-persecuzioni contro gli Ebrei, che ebbero luogo nell'impero persiano
-sotto Ysdegerd II (440 d. G. C.), Peroze e Cobade, le scuole furono
-chiuse per quasi ottant'anni. Lo sviluppo permanente, continuo, della
-legge che era lo spirito del Giudaismo fu violentemente interrotto; ed
-il libro ottenne una autorità suprema, che era ben lungi dalla mente dei
-suoi autori.
-
-Ma qual sia questa autorità, ce lo dice Samuel Naghid, il dottissimo
-ebreo spagnuolo che fu nell'XI secolo segretario di un re di Granata, e
-che è autore di una introduzione al Talmud, tenuta in tanto conto dagli
-Ebrei, che forma oggidì parte integrante di tutte le edizioni del Talmud
-stesso:
-
-“Tutto quanto si trova nel Talmud, e che non abbia rapporto con la legge
-rituale dicesi _Agadà_; nè da questa devesi trarre altro insegnamento se
-non quello che persuade. È da notarsi eziandio che quello che i dottori
-fissarono essere dottrina rivelata a Mosè sul Sinai deve ritenersi come
-legge fissa ed immutabile, mentre le deduzioni da essi fatte
-coll'appoggio di commenti a testi biblici, son cose fatte a seconda
-delle esigenze, delle circostanze e delle proprie idee; per cui mentre
-devesi ritenere quanto in questi ultimi insegnamenti vi ha di
-persuadente, il resto non è cosa su cui si abbia l'obbligo di
-appoggiarsi.” Se così scrivevano gli antichi non meraviglia che con
-eguale indipendenza il rabbino Hurwiz di Londra abbia scritto nella sua
-opera _Hebrew Tales_: “Sono lungi dal sostenere che il Talmud sia un
-libro irreprensibile, sono disposto ad ammettere che contiene molte
-cose, che ogni spirito illuminato, ogni israelita pio desidererebbe non
-vi fossero mai state o vi fossero, almeno, state tolte da molto
-tempo.” (82).
-
-Se piacque dunque a taluno, dice, ben a ragione, il dottissimo
-Bedarride (83) di porre a paro le prescrizioni del _Talmud_ con quelle
-della legge di Mosè, questa dottrina non è mai stata ammessa dagli Ebrei
-siccome articolo di fede. Nelle cerimonie del culto giudaico è il
-Pentateuco che il ministro della religione presenta ai fedeli dicendo:
-“Ecco la legge che portò Mosè ai figliuoli di Israello.” Se il Talmud
-avesse formato un tutto colla legge di Mosè non si sarebbe mancato di
-unirlo a quella in siffatte funzioni.
-
-“Negli articoli di fede del Maimonide, che ottennero l'approvazione di
-tutti gli Ebrei, si legge: “Tutta la legge che è oggi nelle nostre mani
-ci è stata trasmessa da Mosè.” Anche qui evidentemente non può trattarsi
-che del solo Pentateuco.
-
-“Infine, in tutte le epoche, i più dotti rabbini si sono espressi
-liberamente sul conto del Talmud, ciò che non avrebbero osato fare se
-fosse stato parte della legge rivelata.
-
-“Così Judas Levy, che fiorì nell'undecimo secolo, dichiara nel _Cozri_,
-che vi sono nel Talmud cose che già ai suoi tempi non si sarebbero
-scritte (84).
-
-“Maimonide, nel _Morè hanevohim_, critica numerosi brani del Talmud, ed
-allorquando taluni zelanti vollero scomunicarlo, una folla di dotti
-ebrei alzò la voce per adottarne e difenderne le opinioni.
-
-“Così Aben Ezra, Giuseppe Albo, e gran numero di altri dottori che
-meritarono il nome di sapienti, pur rendendo alle tradizioni, che si
-trovano nel Talmud, il tributo di rispetto che meritano, non hanno
-esitato a dichiarare che vi si contengono cose che non è possibile
-ammettere.”
-
-Non si creda però che noi intendiamo invocare quanto siamo venuti finora
-dicendo per sostenere che dal Talmud non si può desumere un sicuro
-criterio per giudicare della moralità degli Ebrei. Lungi da noi siffatta
-idea.
-
-Volemmo soltanto dire che coloro i quali asseriscono avere gli Ebrei
-egualmente autorevole il Pentateuco ed il Talmud sono in grande errore,
-siccome errerebbe chi asserisse che, pei Cristiani, il Vangelo e la
-_Summa_ di San Tommaso hanno eguale valore.
-
-Certamente non mancan Cristiani che non curano o non comprendono i sacri
-misteri della loro fede per correr dietro alle stupide fole di Maria
-Lateau (85) come non mancano Ebrei che trascurarono quasi il Pentateuco
-e le opere sublimi dei loro filosofi, dei loro pensatori per perdersi
-nelle quisquilie del Talmud.
-
-Ma questo, ci si permetta dirlo, non prova nè contro gli Ebrei, nè
-contro i Cristiani, prova soltanto, per la millesima volta, una verità
-antica quanto il mondo: che ogni religione, come ogni nazione, come ogni
-partito conta infinito numero di... spiriti deboli.
-
-Nè gli Ebrei potrebbero non aver in gran conto questo libro, che non
-soltanto fu il legame che li tenne uniti, durante le secolari
-persecuzioni di cui furono vittime, ma che giovò eziandio a conservare
-intatta la loro fede. Nessuno infatti potrà negare che questo commento
-minuziosissimo della legge fosse incontrastabilmente utile al Giudaismo,
-come quello che lo preservò da quelle grandi discussioni religiose che
-furono cagione di tanti scismi nelle altre credenze. Le religioni che, o
-non hanno, come il Giudaismo, un codice particolareggiato, o non
-obbediscono, come il Cattolicismo, all'autorità indiscutibile di un
-Supremo Gerarca, sono naturalmente soggette a suddividersi in un numero
-infinito di chiesuole, come avvenne del Protestantesimo, e come sarebbe
-avvenuto del Giudaismo, se il Talmud non vi avesse posto riparo, a tutto
-provvedendo, e realizzando, sin dal V secolo, l'ideale di moderni
-filosofi: la libertà nell'unità. Sicchè, in questo senso, ben può dirsi
-giusta e veritiera la parola del Talmud stesso: “Dio non ingiunse ad
-Israello tante leggi e tanti precetti che per renderlo felice” (86).
-
-Il Talmud, ripetiamolo, è di somma autorità presso gli Ebrei, e noi,
-dopo aver mostrato che essi, pur avendolo e dovendolo avere in gran
-conto, apportarono nel suo studio quello spirito di libero esame, innato
-nel Giudaismo e da esso reso obbligatorio (87), che permette di
-sceverare il grano dal loglio, vogliamo ancora dimostrare due cose: che
-il Talmud non è legge di iniquità, siccome pretendono gli stolti, ma
-legge di amore, di carità, di tolleranza, e che se vi sono nel Talmud
-dei passi non pochi che contraddicono ed all'intonazione generale
-dell'opera, ed alla vera morale, ciò è facilmente spiegabile e
-giustificabile.
-
-Prima per altro di entrare nello spinoso argomento, ci si conceda una
-dichiarazione. La Chiesa Cattolica ha condannato a parecchie riprese il
-Talmud (88). Nulla di più naturale che siffatta condanna.
-
-Il Talmud, codice di una fede non cristiana, deve contenere e contiene
-massime, precetti, argomentazioni contrarie al Cristianesimo. Se
-altrimenti fosse, gli Ebrei sarebbero Cristiani e la questione sarebbe
-bella e terminata. A buon dritto adunque la Chiesa Cattolica condannava
-il Talmud siccome libro pernicioso alla Fede e noi faremmo opera stolta
-pretendendo scagionarlo da questo addebito.
-
-Ciò che vogliamo provare è che la morale del Talmud non è punto diversa,
-nè sopratutto peggiore di quella che può trovarsi in qualsivoglia opera
-umana scritta nelle identiche condizioni di tempi, di luoghi, di
-costumi; ciò che ci preme constatare, non per artificio di polemica, ma
-per omaggio alla verità è che la legge talmudica non è legge di odio
-come volgarmente si crede, e che l'Ebreo non soltanto può restarvi
-fedele rimanendo in pari tempo ottimo cittadino (89), ma attinge da esso
-quelle virtù domestiche e sociali che sono base di ogni civile
-consorzio (90).
-
-E questa avvertenza che qui facciamo, desideriamo che il signor lettore
-applichi a tutto il contesto di questo lavoruccio. Difendendo l'Ebreo,
-compiamo opera sociale, non religiosa, non sopratutto anticristiana.
-
-Fra le principalissime accuse che si vanno continuamente movendo al
-Talmud vi è quella di eccitare l'animo degli Ebrei contro i Cristiani.
-
-Chi si è fatto banditore di queste accuse? Il _Talmud_, lo sanno anche i
-bimbi, non venne mai sinora completamente tradotto, i numerosi estratti
-che se ne hanno sono per la maggior parte opere polemiche e quindi da
-accogliersi con prudente riserbo.
-
-I traduttori erano in generale o ebrei rinnegati (91) o feroci nemici
-dell'Ebraismo da una parte, o dall'altra rabbini e dotti israeliti. Una
-traduzione imparziale non abbiamo e non si avrà mai, perchè nessun
-dotto, non mosso da spirito di parte o da sentimento religioso, potrebbe
-accingersi all'improba e semi-inutile fatica.
-
-Aggiungasi a ciò che le diverse edizioni del Talmud sia per imperizia
-degli amanuensi, sia per ostacoli ed impedimenti frapposti dalle censure
-politiche ed ecclesiastiche, presentano notevoli differenze e varianti,
-sicchè il volere ristabilire il testo primitivo sembrò sino ai giorni
-nostri opera quasi impossibile (92).
-
-Infine lo stile del _Talmud_ è lungi dall'esser sempre piano e facile;
-le iperboli vi abbondano e se vi si leggono pensieri squisitamente
-gentili siccome quando per dimostrare come l'uomo sia cosmopolita dice
-che “la polve con cui fu plasmato conteneva gli atomi più delicati della
-polvere di tutto il mondo” (93) vi si trovano eziandio frasi
-siffattamente oscure da doversi ritenere inesplicabili. Queste per
-esempio: _La migliore fra le donne è una maliarda_ (94), _il miglior
-medico_ (ebreo) _va all'Inferno_ (95).
-
-Questo linguaggio figurato che domina sovente nel Talmud, e la
-confusione grandissima nella redazione di cui abbiamo tenuto parola,
-furon causa che il Talmud fosse spesse volte frainteso.
-
-Si avverta altresì che il Talmud è in gran parte composto di discussioni
-fra dottori, ognuno dei quali sostiene opposte dottrine (96). Per
-mostrare quanto sia facile per avversari di mala fede snaturare il
-concetto di un libro di siffatta natura addurrò un esempio.
-
-Nel 1879, alla Camera francese, il noto radicale Paul Bert sostenne che
-un celebre teologo e casuista francese, il padre Gury, appoggiandosi
-alla dottrina cattolica giustificava il furto.
-
-Naturalmente l'asserzione fece chiasso. Il deputato Granier di Cassagnac
-padre volle andare a fondo della cosa, e cercato il passo incriminato
-dal Bert trovò che il padre Gury, risolvendo un caso di coscienza, ha
-proposto il seguente esempio.
-
-Il pastorello Titiro credendosi condannato ingiustamente dal Tribunale
-ad una indennità verso il suo padrone, ha cercato di indennizzarsi con
-un furto segreto.
-
-Il padre Gury espone dapprima la tesi di Titiro, conchiudente alla
-liceità del compenso. Dopo ciò reca la soluzione teologica, decidendo
-che quella compensazione è illecita, e che Titiro è obbligato alla
-restituzione. Nulla di più semplice, di più retto, di più naturale. Ma
-il signor Bert si era limitato a leggere dalla tribuna testualmente la
-tesi di Titiro, tacendo la soluzione del teologo, ed attribuendo al
-padre Gury precisamente la dottrina, che il dabben prete condannava.
-
-Se questo fu possibile ai giorni nostri con un libro che come quello del
-padre Gury è scritto in una lingua accessibile a tutti e che è
-effettivamente diffusissimo, quanto più facile non sarà falsificare
-qualche brano del Talmud e fargli dire proprio il contrario di quanto
-era nell'intenzione dei compilatori?
-
-Due esempi fra mille.
-
-Si pretende che nel Talmud vi sia questo precetto: “Il migliore degli
-idolatri uccidilo.” Che il precetto manchi di carità e di tolleranza non
-vorremmo certamente negare, e dato proprio che lo si trovasse allo stato
-di precetto nel Talmud, non saremmo noi gli ultimi ad invocare i fulmini
-dell'opinione pubblica contro l'empio libro. Ma esiste proprio questa
-frase nel Talmud? Possiamo accertare che sì, e che essa si trova nel
-_Talmud_ gerosolimitano alla fine del trattato dei Kidduscin, accanto
-proprio a quella testè citata che manda i medici all'inferno, ed a molte
-altre egualmente strane e bizzarre. Molte ipotesi furono messe innanzi
-per spiegare questa frase, e l'illustre Zunz concluse che il passo debba
-intendersi così: “Il migliore degli idolatri (parlando di un ebreo) dice
-uccidilo.” Ciò che sarebbe stata semplicemente una constatazione delle
-persecuzioni di cui gli Ebrei erano fatti segno da parte dei gentili,
-divenne in bocca ai nemici del Giudaismo, un feroce appello
-all'assassinio ed allo sterminio, fatto da quello stesso libro dove è
-invece sancita la massima: “Chi alza la mano contro il prossimo,
-quand'anche non lo batta, è chiamato colpevole (97).” Del resto volere
-basare una conclusione qualsiasi su qualche brano staccato del Talmud
-sarebbe cosa impossibile. Nessun uomo imparziale vorrà dire si debba
-interpretare alla lettera un libro in cui si trovano massime come
-questa: “Chiunque pronuncia una decisione al cospetto del suo maestro
-merita la morte (98).”
-
-Un'altra accusa che si muove al _Talmud_ e che è ripetuta, con non
-ammirabile unanimità, da tutti gli scrittori antisemitici a cominciare
-dal Wolf nella sua _Biblioteca_ (99) e venendo giù giù fino agli ultimi
-libellisti, è che il Talmud insegni agli Ebrei: “Voi, voi siete degli
-uomini, ma gli altri popoli non sono tali.” Senza essere atroce come
-quello di cui ci siamo testè occupati, anche quest'altro passo sarebbe
-sufficientemente antisociale e ridicolo, sicchè si sarebbe non poco
-sorpresi di trovarlo in quello stesso libro dove sono pur scritte queste
-massime di assoluta tolleranza (100): “Un non israelita il quale si
-governi dietro la legge di Dio, acquistasi merito, niente meno di un
-sommo pontefice; imperciocchè la legge dice (101): L'uomo eseguendo le
-mie leggi si procura la vita; nè dice già i Sacerdoti, i Leviti, gli
-Israeliti, ma dice _Adam_ l'uomo.”
-
-“Benefica, o Signore, i buoni. I buoni è scritto e non gli Israeliti, i
-buoni quindi di tutte le nazioni (102).”
-
-Per chiunque sia in buona fede, basta la citazione di questi passi tanto
-chiari, tanto espliciti, per far comprendere che in quello che nega la
-qualità di uomini ai non Israeliti deve essere incorso qualche errore di
-interpretazione; e l'errore c'è, ed evidente.
-
-La proposizione che i non Israeliti non si chiamano uomini, si trova
-effettivamente nel Talmud (103), ma, isolandola dal suo contesto, la si
-riduce ad un senso che mai non ebbe nella mente di chi la dettava. Si sa
-che la legge mosaica (104) colpisce di impurità per sette giorni
-chiunque sia entrato in una abitazione ove si trovi un uomo morto. Ora
-un talmudista, volendo alleggerire questa prescrizione, disse che la era
-da ritenersi unicamente applicabile ai morti israeliti, i quali soltanto
-generavano impurità col loro contatto; i morti non israeliti non
-avendosi per gli effetti di siffatta legge a considerare siccome uomini.
-Questa opinione, tutta individuale, a proposito di una questione affatto
-bizantina, e rigettata, lo si noti, da tutti gli altri talmudisti (105),
-bastò, perchè da secoli si vada ripetendo che gli Ebrei, per obbedire al
-Talmud, devono considerare sè soli uomini ed avere in conto di bestie
-tutti i non ebrei (106).
-
-Accusa altrettanto assurda e ridicola, quanto quella che si muove al
-Cristianesimo di aver negata l'anima alle donne, per ciò solo che
-Gregorio da Tours lasciò scritto nella sua _Historia ecclesiastica_,
-come nel concilio di Macon (a. 525) un Vescovo facesse la proposta,
-respinta dai suoi colleghi, non potersi la donna chiamar uomo, nè formar
-essa parte del genere umano!
-
-Il Cristianesimo, che ha tra i suoi potissimi vanti di aver dato alla
-donna la parte che le spetta nel civile consorzio, è accusato di averle
-negata l'anima, il Talmudismo che eleva a massima il precetto: “Amato è
-l'uomo perchè fu creato ad immagine di Dio, amore straordinario gli fu
-manifestato perchè fu creato ad immagine di Dio” (107) è accusato di
-aver assimilato alle bestie la quasi totalità del genere umano.
-
-Aberrazioni dell'odio e dell'intolleranza. Per aggiungere poi un'altra
-prova della spudorata mala fede di taluni avversari degli Ebrei, e della
-supina ignoranza di altri, dirò, che allorquando oggi ancora, si
-vogliono citare i due passi del Talmud, dei quali siamo venuti sinora
-discorrendo, si suole in entrambi tradurre la parola _goim_ che vale
-idolatri o gentili, coll'altra _cristiani_, siccome fece anche poche
-settimane or sono un sedicente abate Chabauty nelle colonne
-dell'_Antisémitique_ (108). Dimostreremo ora che la parola _goim_ non
-deve mai intendersi applicata ai Cristiani ma, prima di farlo, vogliamo
-avvisare il signor Chabauty che i due passi incriminati, di cui ci siamo
-venuti sinora occupando, sono scritti entrambi nella prima metà del
-secondo secolo dell'èra nostra, in una epoca, cioè nella quale non si
-parlava ancora nè di Cristiani, nè di Cristianesimo, ed in cui le due
-religioni di Mosè e di Cristo confondevansi quasi ancora in una sola; e
-sono scritti appunto da quel Simeon ben Johai che, condannato a morte
-dalla tirannia pagana, si tenne per quattordici anni nascosto in una
-caverna, nutrendosi di erbe e di radice.
-
-Se questo sapeva il signor Chabauty, traducendo _goim_ per cristiani
-die' prova di impudente mala fede; se non lo sapeva, di supina
-ignoranza, perocchè, lasciando anche in disparte l'osservazione, certo
-non trascurabile, della poca importanza che in quell'epoca aveva il
-Cristianesimo, non occorre davvero grande acume per comprendere che se
-Simeon ben Johai si lasciò trasportare dall'odio, è ben naturale che i
-suoi strali fossero diretti agli atroci suoi persecutori e non a coloro
-che in quei tempi dividevano cogli Ebrei i dolori del martirio.
-
-Parrebbe quindi sprecata ogni parola per dimostrare che, egli almeno,
-colla parola _goim_ non potè alludere ai Cristiani (109).
-
-Siccome però questa parola, che alla lettera significa _stranieri_,
-viene usata nel Talmud, anche da scrittori ben più moderni che non sia
-Rabbi Simeon ben Johai, e non mai in senso di benevolenza, così ci
-converrà soffermarvici sopra alquanto, per dimostrare falsa e calunniosa
-l'opinione di quei nemici degli Ebrei che sostennero doversi questa
-parola tradurre con quella di cristiano.
-
-Se si ammettesse questa interpretazione sarebbe facile scavare nel
-Talmud non poche massime e sentenze dove si parla del _goi_, e farsene
-un'arma per dimostrare l'ebreo nemico delle popolazioni in mezzo a cui
-vive.
-
-Sventuratamente pei sobillatori l'interpretazione che essi vorrebbero
-dare alla parola _goi_ (plur. _goim_) non regge alla critica.
-
-Il Talmud, considerato nello spirito che lo informa, non è intollerante,
-neppur verso la idolatria: “Gli stranieri fuori di Palestina non sono
-idolatri, ma essi seguono semplicemente i costumi de' padri
-loro.” (110), e, come corollario di questa massima, l'altra:
-“L'esercizio della carità e della giustizia son le uniche condizioni che
-il Giudaismo impone per l'eterna salute” (111). Tanto meno quindi esso
-può essere intollerante verso i monoteisti a qualunque religione
-appartengano, ed effettivamente i dottori del Talmud fanno enorme
-differenza fra idolatri e monoteisti. È idolatra chiunque non rispetti i
-sette precetti imposti da Dio ai figliuoli di Mosè (112):
-
-1. Costituirsi tribunali.
-
-2. Non bestemmiare.
-
-3. Non servire ad idoli.
-
-4. Non fornicare.
-
-5. Non versare sangue.
-
-6. Non rubare.
-
-7. Non mangiar carne strappata da un animale ancora vivente.
-
-Chiunque invece ottempera a questi precetti si chiama giudeo: “Chi
-rinnega l'idolatria si chiama giudeo” (113). Precetto questo che
-basterebbe a far chiaro qual concetto di alta tolleranza abbia il
-Giudaismo per tutte le religioni monoteistiche. Basta non essere
-idolatra per meritarsi quel nome di giudeo, di cui la stolta malignità
-delle plebi fece una ingiuria, ma che è, naturalmente, la più grande
-espressione di benevolenza che si possa trovare nel Talmud. E tanto
-differenziano gli Ebrei fra idolatri e monoteisti che Maimonide, il
-massimo fra i loro filosofi, potè ridurre ad assioma il principio,
-essere il Cristianesimo e l'Islamismo mezzo di preparazione all'êra
-messiaca.
-
-Da quanto si è fin qui detto parrebbe già evidente non doversi mai in
-nessun caso la parola _goi_ applicare ai Cristiani, ma ne piace far più
-chiara siffatta dimostrazione, esaminando la questione sotto un altro
-aspetto.
-
-La _Mischnà_ annovera tra le feste dei _Goim_ le Calende ed i Saturnali.
-Ci volle davvero nel Bustorfio singolar mala fede, per tradurre nel suo
-_Lessico Talmudico_ (colonna 2043), in questa guisa le parole della
-_Mischnà_. _Haec autem sunt festa Christianorum_ (!) _Calendæ,
-Saturnalia, Quadragesima._ Che le Calende ed i Saturnali non siano state
-mai feste cristiane sanno anche i bimbi, nè vi ha chi ignori come i
-primi scrittori cristiani stigmatizzassero con santo zelo gli osceni
-riti dei saturnali pagani.
-
-Come adunque supporre che la Mischnà abbia potuto dire essere feste dei
-Cristiani quelle che notoriamente erano dai Cristiani riprovate? _Goim_,
-in questo caso come sempre, non può tradursi con _Cristiani_, ma con
-_Pagani_ o _Gentili_.
-
-Nè si obbietti che se i Saturnali o le Calende sono feste pagane, è la
-Quaresima essenzialmente cristiana; poichè a questa obbiezione si
-risponde che l'introduzione della parola _Quaresima_ in questo passo è
-un parto della immaginazione del Bustorfio, il quale non seppe, o non
-volle, trovare nella lingua greca il vocabolo misnico _Kratesein_.
-Questa festa è ritenuto dai Talmudisti essere la solennizzazione
-anniversaria del giorno in cui Roma ha preso l'impero e l'antico lessico
-talmudico, detto _Aruch_, dice essere voce greca. La voce è accorciata
-da Κρατησίμαχος vincitore in battaglia, ed indica la festa istituita in
-commemorazione di qualche solenne vittoria, qual era, per es., presso i
-Romani il giorno degli Idi di aprile, consecrato a Giove vincitore od
-alla libertà. E ben a ragione il Perengero tradusse questo vocabolo:
-_Dies_ Κρατησίμαχος, _sive memoria subjugati alicujus imperii._
-
-Spiegato per tal guisa che nel passo, citato dal Bustorfio, non si parla
-di alcuna festa cristiana, ma bensì di tre feste pagane, sarà d'uopo
-convenire che allorquando nel _Talmud_ si incontra la parola _goim_
-converrà renderla con quelle di _gentili_, _pagani_, _idolatri_, ma non
-mai con quella di _cristiani_.
-
-Ma, si dirà, sien pure gli idolatri quelli che il Talmud designa col
-nome di _goim_, non è però men vero che egli inculca l'odio ed il
-disprezzo verso di loro, ciò che è sempre contrario ai precetti di
-carità e di tolleranza.
-
-Obbiezione questa giustissima in bocca di coloro che, conoscendo i santi
-precetti del Vangelo, vorrebbero che ogni libro di ogni religione a
-quelli si informasse.
-
-Ma il Talmud non è il Vangelo, ed errerebbe a partito chi volesse
-confrontare l'uno coll'altro. Il Vangelo è, come il Pentateuco legge
-rivelata, il Talmud è legge tradizionale. Nei primi è Dio che parla, nel
-secondo è l'uomo, con tutte le sue debolezze, con tutti i suoi difetti.
-
-Ed il Talmud, non dimentichiamolo, fu composto, quando le persecuzioni,
-atroci, efferate dei Romani contro gli Ebrei, imperversavano ancora. Il
-Talmud è il libro di una gente oltraggiata nella sua fede, cacciata
-dalla sua patria, conculcata nella sua nazionalità, libro umano e non
-divino, sicchè se lascia talvolta trapelare l'odio dell'oppresso contro
-l'oppressore, non si può biasimarlo, senza involgere nello stesso
-biasimo ogni grido di dolore, ogni imprecazione che esca dal petto di
-una nazione oltraggiata, vilipesa, martirizzata.
-
-Leggiamo le opere dei primi Cristiani che ebbero comuni cogli Ebrei i
-patimenti e le sofferenze, e vediamo se, malgrado le massime di sublime
-carità, bandite dal Vangelo, non rivelano l'odio verso il Pagano
-oppressore e tiranno.
-
-Perdonare agli oppressori, lambire la mano che vi schiaccia, sono atti
-di virtù eroica, ma appunto perchè tali sarebbe assurdo il far colpa a
-chi non se ne sente capace.
-
-Ciò che importa notare è che la legge giudaica non fa espressa
-distinzione dallo israelita al non israelita (_nochrì_) in alcuna di
-quelle leggi che la giustizia e l'umanità hanno suggerite a tutti i
-popoli civilizzati. Per esempio i precetti: _Non commettere omicidio_,
-_non commettere adulterio_, _non rubare_, sono espressi in modo
-illimitato ed assoluto; e questi misfatti sono indistintamente proibiti,
-sia che si tratti di commetterli a danno di un israelita o di un non
-israelita. Ciò fu chiaramente enunciato dal rabbino Eliezer figlio di
-Natan, vivente in Magonza verso il 1140, e fratello ad un genero di
-Rascì (114).
-
-Ed anche i Talmudisti, se talvolta si lasciarono sfuggire qualche
-espressione di ira verso gli oppressori, non mancarono però di inculcare
-il perdono delle offese, una delle più sublimi fra le virtù evangeliche.
-
-“Perdona a chi ti ha maltrattato, e dà a quello che a te ha rifiutato;
-se tu cerchi di vendicarti lo rattristerai e ti pentirai del male che
-avrai fatto. Se invece tu perdoni e ti mostri liberale, te ne
-rallegrerai in ogni tempo ed in ogni momento” (115).
-
-Ed altrove:
-
-“Sii sempre pieghevole come giunco (benigno con tutti), nè essere mai
-inflessibile come un cedro (inesorabile verso chi ti offese)” (116).
-
-E più chiaramente:
-
-“Coloro che umiliati da altri non ne anelano la rivincita, che
-ingiuriati non hanno un pensiero di vendetta, la di cui religione è
-amore di Dio, che con tacita rassegnazione soffrono le sventure di
-questa vita, vengono dalla sacra scrittura designati lorchè leggiamo
-(GIUDICI, v. 31): _Quelli che amano il Signore, sieno come quando il
-sole esce fuori nella sua forza_” (117).
-
-Oppure:
-
-“Se offendesti il tuo prossimo ti sembri grave l'offesa; se facesti il
-bene, lieve il beneficio. All'incontro se il tuo prossimo ti rese un
-servizio stimalo grandissimo; se verso te si permise una ingiustizia
-dimenticala come di poco momento.
-
-“Apprendi a soffrire paziente e perdonare le ingiurie” (118).
-
-Molti poi fra i precetti talmudici, che i nemici del Giudaismo
-interpretarono come eccitamento all'odio verso i gentili, non erano in
-fatto che precetti precauzionali intesi a guarentire la vita e gli averi
-degli Ebrei, dalle popolazioni, loro infestissime, frammezzo alle quali
-vivevano.
-
-Si leggano taluni di questi precetti e si dia torto agli Ebrei di averli
-inscritti nelle loro leggi, quando si sappia, per dirne una sola, che
-una legge dei Franchi Ripuarii, non abrogata che qualche secolo dopo, da
-Lodovico il Pio, vietava, si procedesse contro un cristiano per
-qualunque delitto, l'assassinio compreso, che avesse commesso contro un
-ebreo (119)!
-
-“Non si fermi solo un israelita con un idolatra perchè sono sospetti di
-versar sangue. — Se viene a trovarsi per via, insieme ad un idolatra che
-cinga spada, se lo metta a destra; se ha il bastone in mano, se lo metta
-a sinistra. — Se salgono o scendono non sia l'idolatra di sopra e
-l'israelita sotto, e ad ogni modo se lo metta un po' a destra, mai poi
-non gli si abbassi davanti. Se gli domanda: dove vai? quando abbia
-bisogno di andare un miglio, gli dica due miglia” (120).
-
-Un esame particolareggiato del Talmud non è nell'indole di questo nostro
-lavoro, sicchè mentre non possiamo, nell'interesse degli Ebrei, che far
-voti perchè siffatto esame sia eseguito da uno scrittore veramente
-imparziale, ci limiteremo a darne qui taluni brevissimi estratti per far
-chiaro lo spirito che anima quello, che a buon diritto potrebbesi
-chiamare, il _corpus juris_ degli Ebrei.
-
-Fu detto, ed a ragione, che tutte le verità del Vangelo potrebbero
-riassumersi nel precetto: _Amate il vostro prossimo come voi stessi._
-
-Nè il fatto che questo precetto che Rabi Akivà diceva essere il più bel
-precetto della religione (121), trovisi nell'Antico Testamento (LEV.
-XIX, 20), attenua il merito grandissimo del Cristianesimo che,
-sostituendosi al Paganesimo, mise in pratica il precetto della
-scambievole benevolenza, in scala ben più larga che non avesse fatto
-prima il Giudaismo e gli diede la sanzione di un dovere religioso. Ma il
-merito del Cristianesimo non deve renderci ingiusti verso gli Ebrei che
-seppero mostrarsi degni del sacro deposito della legge che avevano
-ricevuto da Dio.
-
-Infatti nel Talmud troviamo:
-
-“Amerai il tuo prossimo come te stesso. È questa la gran legge di tutta
-la legge. Guai a chi dice: _Sono avvilito, sia avvilito anche il mio
-prossimo, sono maladetto, sia maladetto anche il mio prossimo._ Pensi
-costui chi avvilisce, chi maledice; egli avvilisce e maledice chi porta
-in sè l'immagine divina” (122).
-
-Ed altrove:
-
-“Un pagano si presentò ad Hillel (123) e gli disse:
-
-“_Io sarò ebreo, ma a questo patto; voglio che tu mi insegni tutta la
-legge in tanto tempo quanto posso tenermi ritto su d'un piede solo._
-Hillel sorride, accetta la prova, e incomincia in questo modo: Ama il
-tuo prossimo; non fare ad altri quello che a te spiacerebbe. Ecco, amico
-mio, tutta la legge. Tutte le altre prescrizioni sono una conseguenza di
-queste: va e studiale” (124).
-
-In altro luogo due rabbini discutendo sulla base della morale, e sul
-vero criterio della religione esprimono le seguenti opinioni. L'uno dice
-che tutto è fondato sul precetto dell'amore del prossimo, l'altro invece
-sulla unità della razza umana (125).
-
-Nè l'amore del prossimo, tanto filosoficamente espresso in questa ultima
-massima, è, pei Talmudisti, soltanto un precetto scritto sulla carta e
-non applicato.
-
-Ognun sa che gli odii religiosi, sempre vivi ed accaniti, lo sono tanto
-più fra differenti sètte della stessa religione; e sono pur note le
-dissensioni fra la scuola di Hillel e quella di Shamai, dissensioni che,
-per dirla colla espressione rabbinica, d'una legge sola ne facevan due.
-
-Ora ecco cosa leggiamo nel Talmud a questo proposito:
-
-“La scuola di Shamai e la scuola di Hillel, in perpetue disputazioni
-religiose l'una contro l'altra dividevano Israello in due grandi
-partiti, di cui uno parteggiava pel primo e l'altro per l'altro. Una
-scuola dichiarava immonde molte cose che l'altra voleva pure; quella
-dichiarava illegittimi i matrimoni in certi gradi di parentela, che
-questa credeva permessi. E tuttavia i due partiti e le due scuole
-vivevano comodamente insieme; non si astenevano dal mangiare l'uno in
-casa dell'altro, e legavano maritaggi gli uni cogli altri” (126).
-
-Nè questo spirito di tolleranza vien meno, allorquando si tratta di
-altre religioni. Le prove che potremmo addurre sono tali e tante che ci
-troviamo obbligati a scegliere.
-
-“La giustizia non è un retaggio particolare, non è di discendenza; solo
-i sacerdoti sono sacerdoti, solo i leviti sono leviti; chi volesse
-divenire o sacerdote o levita, non può: tutti che vogliono, possono
-divenire giusti, anche il pagano” (127).
-
-Ed a confermare il precetto coll'esempio non mancano nel Talmud leggende
-e racconti, nelle quali, idolatri sono rappresentati come specchio
-d'ogni virtù! Si legga, a cagion d'esempio, la leggenda del pagano Damo
-d'Ascalona che riferiamo fra i documenti, giovandoci della bella
-traduzione datane dal Levi, e ci si dica se, in tutte le letterature
-antiche, esiste una pagina dove un nemico, un infedele, sia ritratto con
-così splendidi colori (128).
-
-Ma la tolleranza è, checchè se ne sia detto, virtù essenzialmente
-giudaica, ed un sereno pensatore, anche ignorando il Talmud, dovrebbe
-convenire che un popolo non avrebbe potuto sopportare per secoli e
-secoli, senza trascendere a vendette e ad eccessi quella lunga serie di
-persecuzioni di cui Milman ebbe a dire “che furono le più schifose e le
-più continue che possano citarsi fra le nazioni al dissopra dello stato
-selvaggio” (129), se non avesse trovato nella propria legge il
-fondamento di ogni virtù, e non avesse succhiato col sangue il precetto
-dei suoi maestri: “Scopo principale dei religiosi precetti si e
-l'avvicinamento fra Israello e tutti gli esseri creati” (130).
-
-La carità verso i peccatori è spesso raccomandata dal Talmud. “Non
-giudicate gli altri senza mettervi al loro posto.” (131).
-
-Ed altrove:
-
-“Tre cose conducono, anzi trascinano l'uomo malgrado suo al
-male, — l'errore della idolatria, la passione e la povertà.
-
-“Meritano perciò grande compassione gl'infelici che ne sono trascinati,
-ed è dovere nostro di pregare Iddio per loro” (132).
-
-E come moralità di uno dei tanti apologhi che formicolano nel Talmud:
-
-“Il giusto non deve mai provocare la punizione di Dio sul
-colpevole” (133).
-
-Nè il Dio degli Ebrei è animato da quello spirito di crudeltà e di
-intolleranza che i nemici del Giudaismo gli prestano, per poi torcere
-contro gli Ebrei il noto detto che non Dio ha fatto l'uomo a sua
-immagine, ma che ogni uomo si foggia un Dio ad immagine sua. Mentre i
-pagani sono vinti dagli Ebrei, Dio geme e sclama:
-
-“Ebrei e pagani sono opera delle mie mani, potrei io annientare gli uni
-per far trionfare gli altri?” (134).
-
-Ed altrove:
-
-“Il Signore così protestava a Mosè: Ebreo o gentile, uomo o donna, servo
-o libero, tutti sono eguali per me; ogni buona opera è accompagnata dal
-premio” (135).
-
-E questo principio si riscontra, ad ogni pie' sospinto, nel Talmud.
-
-“Giuro pel cielo e per la terra, risponde un dottore, che ebreo od
-idolatra, uomo o donna, schiavo o ancella, tutti sono giudicati secondo
-le loro opere e su tutti può scendere lo spirito divino” (136).
-
-E questo giuramento, monumento insigne di tolleranza, e quale
-difficilmente si troverebbe nei codici religiosi di altre nazioni,
-trovasi ripetuto nel _Tanà Devè Eliau_, libro antichissimo dei tempi
-talmudici, e così autorevole presso gli Ebrei che la pietosa leggenda lo
-attribuisce al profeta Elia.
-
-Nè, checchè siasi preteso in contrario, questo spirito di tolleranza
-venne meno negli Ebrei moderni.
-
-Un illustre rabbino italiano del secolo XVII scrive:
-
-“..... E dicono i Rabbini che honorar similmente si deve ogni Vecchio,
-ben che non sia Hebreo, come Cittadino del mondo di molto tempo, che ha
-passato molti avenimenti et in conseguenza per esperienza saggio; da
-Giobbe, cap. 12. _In antiquis est sapientia et in multo tempore
-prudentia_” (137).
-
-Un altro italiano, S. D. Luzzatto, è autore di queste parole che noi
-vorremmo seriamente meditate da coloro, che, non sappiamo per quali
-satanici intenti, si sforzano a metter zizzania fra Cristiani ed Ebrei:
-“Chi volesse confutarli [gli scrittori che presero a difendere il
-Cristianesimo], quand'anche lo facesse per difendere il Giudaismo,
-commetterebbe una immorale azione, poichè contribuirebbe ad immergere
-molta parte dell'umana società nella irreligione, essendo quasi
-impossibile che le nazioni nate fuori dal Giudaismo lo abbraccino... Che
-se taluno poi pensasse a confutare gli apologisti del Cristianesimo
-coll'idea di guarentire i suoi correligionari dalla seduzione dei loro
-scritti, il suo procedere non cesserebbe di esser men che onesto,
-siccome quello che nuocerebbe a milioni per giovare ad uno o due” (138).
-
-A queste parole di stragrande importanza, e pel valore dell'uomo che le
-dettava, che fu può dirsi il maestro di tutti i Rabbini oggi viventi in
-Italia, e per essere scritte in una lettera particolare, non destinata a
-veder la luce, tanto che rimase inedita per ben quarant'anni, fanno
-degno riscontro le seguenti del venerando M. Isidore, gran Rabbino di
-Francia.
-
-“La Religione..... non ha che una missione, quella di raccomandare la
-concordia e la giustizia e benedire gli uomini di cuore a qualunque
-culto appartengano, nessuno essa eccettua ed a tutti richiede
-annegazione e sincerità” (139).
-
-Ad un accanito nemico degli Ebrei, a Paolo Medici, autore di un libro
-scritto espressamente per provocare l'odio ed il disprezzo contro gli
-Ebrei (140), la verità strappa queste due preziose confessioni che
-mostrano, al paro dei passi da noi citati, lo spirito di tolleranza del
-Giudaismo.
-
-“Nella formola della confessione degli Ebrei in cui chiedono
-l'assoluzione dei loro peccati è fra gli altri annoverato il seguente:
-abbiamo altri in abbominazione” (141).
-
-Locchè ci pare provi che se gli Ebrei nutrono odio contro chicchessia, e
-questo accade naturalmente anche a loro, perchè non sono migliori degli
-altri uomini, la loro religione però li obbliga ad accusarsene come di
-un peccato.
-
-E lo stesso Medici ci reca la seguente prova dello spirito di tolleranza
-de' Rabbini:
-
-“Nel trattato Tahamit, cap. 4 (142), prescrivono i Rabbini e dicono che
-se alcuno vuol digiunare, digiuni il lunedì, il martedì, il mercoledì o
-il giovedì, non mai però il venerdì, il sabbato o la domenica... La
-causa perchè non digiunano la Domenica, dice nello stesso luogo Rabbi
-Jochanan, per amor di Cristiani” (143).
-
-Ogni spirito imparziale converrà, che non è possibile dar prova maggiore
-di tolleranza che vietare ai seguaci di una religione di far penitenza
-in un dato giorno, per ciò soltanto che, in quel giorno, i seguaci di
-un'altra religione celebrano la loro festa.
-
-Se il _Talmud_ è, come abbiamo dimostrato, legge di tolleranza, esso,
-seguendo il precetto del salmista (XXXIV, 15) “_Ritratti dal male e fa
-il bene_” è anche legge di carità e si informa a quella universale pietà
-ed umanità che formarono in ogni secolo la gloria degli Israeliti. I
-Siri dopo una battaglia perduta, dicono al proprio Re: _noi abbiamo
-udito dire che i Re della casa d'Israele sono Re benigni_ (144). I
-Talmudisti dicono: “Gli Ebrei si distinguono per tre caratteri: essi,
-cioè, sono pietosi, verecondi e beneficienti” (145); ed altrove: “Chi
-non ha pietà non è della stirpe d'Abramo” (146).
-
-Ed in altro luogo: “Caratteristica dei discendenti di Abramo è la pietà
-verso tutti gli esseri creati” (147).
-
-Ed estendendo lo spirito di beneficenza anche ai non israeliti: “Per
-conservare l'unione e l'armonia che devono regnare fra tutti i membri
-della famiglia umana è prescritto di nutrire i poveri idolatri al paro
-dei poveri israeliti, di visitare i malati idolatri al pari dei malati
-israeliti, di rendere gli estremi uffici tanto agli idolatri morti,
-quanto agli israeliti” (148).
-
-Ed il Modena constata come questo spirito di carità fosse ancor vivo
-negli Ebrei dei suoi tempi: “Hanno anco tanto per opera pia il dare
-elemosina, e sovvenir ogni misero, benchè non sia Hebreo; in particolare
-a quelli delle città, e luoghi dove abitano; come cosa propria della
-pietà humana indifferentemente et espressamente lo raccontano i
-Rabini” (149).
-
-Di questo spirito di carità presso gli Ebrei rende splendida
-testimonianza un autore non sospetto, l'illustre De-Gerando con queste
-parole: “Tanta è la forza della legislazione biblica sulla carità, che
-essa ha conservato tutti i suoi effetti attraverso alle vicissitudini
-che ha subito questo popolo da tanti secoli. Qualunque siano state le
-sue disgrazie, fuggitivo, sparpagliato, perseguitato, non si è punto
-visto i suoi figli ricorrere alla carità pubblica. Anche là dove i
-diritti civili gli sono stati negati, là dove egli si trovava escluso
-dai principali rami di industria e dalla facoltà di possedere degli
-immobili, egli ha trovato nella comunità religiosa e morale, che unisce
-tutti i membri, dei mezzi sufficienti per sovvenire a' bisogni di quelli
-fra essi che non poterono sussistere coi loro proprii mezzi” (150).
-
-Ed oggi ancora uno dei più illustri letterati e pensatori francesi,
-Maxime du Camp, in un notevole lavoro sulla carità (151) può scrivere
-senza tema di essere smentito queste parole:
-
-“Ho molto viaggiato, e molto osservato, e non ho trovato in nessun luogo
-razza più benefaciente e più soccorrevole della razza ebraica.”
-
-Dopo un pensatore un romanziere, ed un romanziere alla moda, Ernest
-Dandet che nel suo _Jack_ scrive:
-
-“Quando un ebreo si mette ad esser generoso la sua carità è
-inesauribile.”
-
-Se dal frutto si giudica l'albero, da questi concordi giudizi sarà
-agevole argomentare quali sieno le dottrine giudaiche in materia di
-beneficenza. Ci piace però raccogliere anche su questo argomento talune
-sentenze talmudiche e non ci sarà difficile raccoglierne nelle opere di
-quei dottori che avevan per massima: “Fine della sapienza, esser la
-penitenza e le buone opere” (152), e che dicevano “lo stesso povero che
-vive di elemosina non esser dispensato dalle opere di carità” (153), e
-che insegnavano “principio della divina legge esser la carità; fine la
-carità” (154).
-
-Ed ecco taluni precetti sull'argomento: “Tieni la tua casa a chiunque
-aperta e sien i poveri tuoi famigliari” (155). — “Val più la carità che
-la beneficenza” (156). — “Amare l'umanità equivale ad amar
-Dio (157).” — “Quattro caratteri vi sono nella beneficenza. Chi dà
-volentieri, ma non vuole che altri dia, è geloso de' meriti altrui. Chi
-vuol ch'altri dieno, ma egli stesso non dà, è avaro. Chi dà del suo e
-vuole ch'altri dieno, è uomo pio. Chi non dà, nè vuole ch'altri dieno, è
-malvagio” (158).
-
-Si noti però che mentre il Talmud eccita il ricco alla beneficenza,
-eccita il povero al lavoro dicendogli: “L'uomo che è mantenuto
-foss'anche dal padre, fosse anche dalla madre e dai figliuoli suoi, non
-prova mai l'ineffabile compiacenza di chi si mantiene colle proprie
-fatiche” (159) e dipingendogli la sorte dell'uomo che vive dell'altrui
-beneficenza usa queste parole che rammentano i famosi versi del nostro
-Dante:
-
-“Quand'uno trovasi costretto a ricorrere all'altrui beneficenza, egli è
-come fosse condannato a due supplizi, a quello del fuoco e a quello
-dell'acqua” (160).
-
-E perciò il Talmud contiene consigli di previdenza così saggia, che
-nessun economista moderno sdegnerebbe di firmare; questo, per esempio:
-“Ti costruisci prima una casa, acquista qualche terreno, coltivalo e
-quindi pensa ad ammogliarti” (161).
-
-Ma ogni legge sulla beneficenza sarebbe incompleta e manchevole, se non
-consigliasse più il soccorso che permette all'infelice di rialzarsi,
-mercè la propria attività, che la elemosina pura e semplice, che abbassa
-il carattere di chi la riceve. Come non plaudire quindi a questo
-precetto talmudico: “Ha maggior merito chi presta che chi dona”? (162).
-
-E dopo essersi dato tanto pensiero per inculcare la beneficenza,
-provvedono i dottori del Talmud ad impedire, per quanto sta in loro, che
-i malvagi sfruttino la beneficenza dei pii: “Chi non abbisognando di
-vivere di elemosina, pur la riceve, non morrà di vecchiaia se pria non
-sia stato ridotto alla stringente necessità d'implorare l'altrui
-beneficenza. D'altro canto, chi oppresso dalla miseria fa ogni onorato
-sforzo per non accattare il suo pane, perverrà prima di morire a nutrire
-egli stesso degli sventurati co' suoi averi. È di lui che disse Geremia
-(XVII, 7) _Benedetto l'uomo che si confida nel Signore e la cui
-confidenza è il Signore_” (163).
-
-In questo stesso Talmud, tanto calunniato, si trovano, con grandissima
-meraviglia, trattate e risolute questioni che nel XIX secolo preoccupano
-ancora lo spirito pubblico.
-
-La questione della pena di morte vi è esaminata (164).
-
-“Se un tribunale, vi si legge, pronunzia ogni sette anni una sentenza
-capitale, si ha il diritto di chiamarlo crudele. Esso merita questo
-rimprovero, dice Rabi Eleazzaro, anche se pronuncia una condanna di
-morte ogni settanta anni. Se noi avessimo fatto parte del gran tribunale
-(aggiungono Rabbi Tarfon e Akivà), mai nessun uomo sarebbe stato
-condannato a morte.
-
-“Questo sarebbe, dice un ultimo rabbino, causa che i delitti di sangue
-si farebbero frequenti in Israello” (165). È a questo stesso Talmud, a
-questo stesso libro ove sta scritto _anche al reo scegli una morte
-dolce_ (166) che si è ispirato uno scrittore ebreo dell'XI secolo, Giuda
-Levi, per scrivere queste parole che nessun moderno criminalista
-respingerebbe.
-
-L'opera è in forma di dialogo tra un re _Cosri_ ed un Ebreo che
-rappresenta le opinioni dell'autore:
-
-“_Cosri._ Le pene imposte pei reati sono forse fissate dalla legge dove
-è detto: Occhio per occhio, dente per dente. Ciò che un uomo ha fatto di
-male ad un altro, deve a sua volta soffrirlo?
-
-“_L'Ebreo._ Non è detto nello stesso luogo: Chi avrà ucciso una giumenta
-la pagherà o la compenserà. Vita per vita. Chi colpirà un animale lo
-prenderà e lo pagherà?
-
-“Questi due casi intendonsi del pagamento del prezzo, perchè ciò non
-vuol dire: Se qualcheduno ha ferito il tuo cavallo, tu ferisci il suo;
-ma bensì: Prendi il suo cavallo e pagati. Difatti non vi sarebbe per te
-nessun vantaggio a colpire il cavallo. Così se qualcuno ti taglia la
-mano, non è detto tagliagli a tua volta la mano, perchè non vi sarebbe
-per te nessun vantaggio a tagliargli la mano. È inutile far notare tutto
-ciò che vi sarebbe di contrario alla giustizia ed alla sana ragione in
-sentenze pronunziate sulla base del principio: frattura per frattura,
-ferita per ferita, cattiveria per cattiveria. Difatti come potremmo noi
-misurare, graduare esattamente tali cose; uno, per caso, muore in
-conseguenza d'una ferita ed un altro no. Possiamo noi essere giudici
-esatti del più e del meno? Strapperemo noi un occhio tanto a chi ne ha
-uno solo come a chi ne ha due? Così uno diverrebbe cieco, l'altro
-soltanto monocolo. La legge dice: l'uomo sopporterà le conseguenze del
-male che ha fatto” (167).
-
-Le dottrine giuridiche del Talmud meriterebbero, del resto, da sole,
-l'onore di uno speciale volume. “Quando è, dice un dottore, che
-giustizia e benevolenza s'incontrano? Allorquando due litiganti vengono
-ad un accomodamento pacifico.” Legislatori che tanto prediligevano la
-conciliazione, non potevano dimenticarsi di reprimere l'avidità di
-coloro che, troppo spesso, spiegano dinanzi ai tribunali azioni
-temerarie. “Chi esige ciò che non gli spetta, nonchè veder frustrate le
-ingiuste sue richieste perde pure ciò che di fatto possiede” (168). Le
-più minuziose raccomandazioni sono fatte ai giudici, perchè non si
-lascino in nessun modo influenzare da nessuna delle due parti
-contendenti: “Non ti costituir giudice, nè del tuo amico, nè del tuo
-nemico, poichè nel primo non sapresti ravvisare la colpa, nel secondo
-l'innocenza” (169). Il precetto del Levitico (XIX, 15): _Non aver
-riguardo alla qualità del povero_, vi è ampiamente sviluppato, e, mentre
-da un lato si impiega ogni mezzo per impedire che il giudice faccia
-traboccare la bilancia della giustizia a pro del ricco, gli si
-raccomanda poi di non lasciarsi vincere dalla compassione verso il
-povero a scapito della giustizia.
-
-Si direbbe che il motto di Lessing “bisogna esser giusti anche col
-diavolo,” sia il compendio delle dottrine talmudiche; e se,
-sventuratamente per la magistratura francese, il famoso motto: _“La Cour
-rend des arrêts et non des services”_ non venne mai pronunciato (170), i
-giudici del Talmud si ispirano ad un principio di giustizia ancor più
-completo: _I Tribunali non rendono servigio ai potenti e non beneficano
-gl'indigenti_. Il fatto solo del resto che il legislatore abbia creduto
-necessario moltiplicare i precetti per mettere in guardia i giudici
-contro gli impulsi del cuore, troppo facile a favorire l'indigente a
-danno del ricco ed a scapito della giustizia, mostra di qual tempra
-fossero, in quei tempi, i giudici in Israello.
-
-Nè men bella è la disposizione talmudica che mentre eccettua talune
-classi di persone dal deporre in giudizio, dispone poi che tutti
-indistintamente possano esser sentiti nelle cause criminali, ma
-unicamente come testi a difesa. Le stesse formalità di cui è circondata
-la pena di morte, che vedemmo del resto eseguirsi assai di rado,
-mostrano quanto rispetto, anco in quelle epoche di ferrea
-giurisprudenza, avessero i dottori del Talmud per la vita umana.
-
-Prima di lasciare questo argomento ci si permetta notare un'altra
-disposizione del Talmud, che mostra quanto quei dottori avessero
-nettamente tracciata la distinzione tra la legge religiosa e la civile.
-I Tribunali non potranno costringere chicchessia all'osservanza di un
-precetto affermativo, quando la legge divina abbia sancito un premio per
-l'osservanza di tale precetto.
-
-E, come nelle dottrine giuridiche, così anche nelle sociali, il _Talmud_
-precorreva i tempi. Nessun libro, crediamo, del medio-evo, inculca ed
-esalta tanto i beneficii dell'istruzione quanto il _Talmud_.
-
-Se la bella massima del Salmista, che la sapienza cristiana volle sempre
-sotto gli occhi degli studiosi: _Initium sapientiae timor Domini_ non è
-espressamente scritta nel _Talmud_ vi è in compenso quest'altra, prova
-dell'infinita tolleranza dei Talmudisti anche in materia di dottrina;
-“Chiunque pronuncia qualche sapiente parola, anche se idolatra, è sempre
-savio” (171).
-
-Frequentissime sono nel _Talmud_ massime come questa: “Chi istruisce il
-compagno sarà ben accolto nel cielo. — Chi istruisce la plebe, la sua
-preghiera sarà sì potente, da volgere in suo favore i divini
-giudizi” (172).
-
-Oppure: “Chi istruisce le masse ha ugual merito di chi offre
-sacrifizi” (173).
-
-E quest'altra, in cui all'amore dell'istruzione si congiunge il
-sentimento della vera democrazia: “Curate l'istruzione dei poveri, che
-da essi sorgeranno i veri cultori della scienza. Perchè ordinariamente i
-dotti escono di mezzo a loro? Perchè non si creda che la scienza sia
-un'eredità” (174).
-
-Nè l'istruzione deve essere soltanto religiosa, ma anco professionale.
-“Come è dovere del padre di istruire il figlio nella religione, così
-egli è obbligato a fargli apprendere una professione. Chi non fa
-apprendere a suo figlio una professione è come se lo indirizzasse per la
-via dell'assassinio” (175).
-
-E, cosa strana, pel libro di una religione che fu accusata di trascurare
-la donna, non mancano nemmeno, nel _Talmud_, precetti per raccomandare
-l'istruzione della donna: “Ogni uomo è obbligato ad insegnare la legge a
-sua figlia” (176).
-
-Del resto se la parte assegnata alla donna nel mondo giudaico non è al
-tutto conforme alle idee del nostro secolo, sarebbe ingiustizia il
-negare che il Talmud curò con ogni mezzo di rinserrare i vincoli di
-famiglia, di innalzare la dignità morale della donna. Valgano queste
-massime a dimostrarlo.
-
-“Dicono i savii, chi ama la propria moglie come se stesso, e la onora
-più che se stesso, e chi indirizza i suoi figli e le sue figlie nella
-via retta, e colloca questi quando sono giunti all'età del matrimonio,
-di lui è detto: e riconoscerai che è pace nella sua tenda” (177).
-
-“Chi ripudia la sua prima moglie, persino l'altare versa su di lui
-lagrime” (178).
-
-“Sempre dee esser l'uomo attento di non addolorar sua moglie perchè le
-sue lagrime essendo pronte, anche la pena è pronta.
-
-“Sempre deve essere l'uomo attento di onorare sua moglie, perchè la
-benedizione non si trova in casa dell'uomo che in grazia della
-moglie” (179).
-
-“Per merito delle donne pie furon liberati gli Ebrei dall'Egitto” (180).
-
-“Augusta ricompensa serba Dio alla donna. Rav diceva a Rabì Hiyà, grande
-è il merito della donna, comecchè dessa sparga i primi più efficaci semi
-della religiosa educazione nei teneri petti de' fanciulli, dessa
-accuratamente veglia alle domestiche cose, mentre il marito s'occupa
-degli affari e degli studi religiosi” (181).
-
-“L'uomo deve nutrirsi d'alimenti che sieno al dissotto della sua
-fortuna, vestirsi come la sua fortuna gli consente, ma provvedere ai
-bisogni di sua moglie e dei suoi figli al dissopra della sua fortuna,
-perocchè questi ultimi dipendano da lui, egli dal Creatore
-dell'Universo” (182).
-
-“Se la tua sposa è di bassa statura, e tu ti china per udirne il
-parere” (183).
-
-“Ogni perdita può ripararsi, eccetto che quella della donna del nostro
-cuore. Il marito non muore che per sua moglie, e la donna che per suo
-marito” (184).
-
-Il Talmud del resto non è estraneo a nessuno di quei gentili sentimenti
-dei quali la età nostra sembra reclamare il privilegio.
-
-Fin dal XVI secolo il già citato Modena scriveva:
-
-“Per effetto di pietà si guardano molto anco di non tormentare, nè
-maltrattare, nè far morire crudelmente niun animale irrationale, e da
-che tutte son cose create da Dio, dalle parole del Salm. 144. _Et
-miserationes eius super omnia opera eius_” (185).
-
-Ed infatti non mancano nel Talmud precetti che sembrano articoli
-staccati dal regolamento di qualche moderna società zoofila, e che
-farebbero balzare dalla gioia il cuore di qualunque vecchia pulzellona
-protestante di Londra e di Boston:
-
-“È proibito all'uomo di prendere alcun cibo, sino a che non abbia dato
-da mangiare ai suoi animali” (186).
-
-“Il divieto di maltrattare gli animali è divieto della divina
-legge” (187).
-
-“Deve l'uomo tenere per buon augurio, il vedere le proprie bestie
-mangiare e saziarsi” (188).
-
-E chiudo questa, troppo lunga, serie di citazioni con questa altra, che
-basta da sola a provare, il concetto dell'uguaglianza degli uomini
-dinanzi a Dio non essere monopolio esclusivo di nessuna religione:
-
-“Presso di noi, il povero è spesso respinto mentre il ricco è ascoltato.
-Ma dinanzi a Dio tutti gli uomini sono eguali; egli ascolta i ricchi ed
-i poveri, le donne e gli schiavi” (189).
-
-Altre citazioni non faremo, perchè queste bastano a dare un'idea esatta
-del _Talmud_ a quelli che non apportano nessuna idea preconcetta
-nell'esame delle questioni.
-
-Quanto agli altri, anco se moltiplicassimo queste citazioni
-all'infinito, non mancherebbero di opporci che abbiam citato i brani del
-_Talmud_ che fanno onore a chi li scrisse, ed abbiamo taciuto gli altri.
-
-E certamente, lo abbiamo già detto, lo ripeteremo, e lo grideremmo,
-occorrendo, anche sopra i muricciuoli, vi sono nel _Talmud_ dei brani
-che sono lungi dal deporre in favore di coloro che li dettarono.
-
-Ma prima di tutto convien osservare che essi si trovano in quella parte
-del _Talmud_ che dicesi _Agadà_ e che non è obbligatoria per gli
-Ebrei (190).
-
-Ma, dato pure e non concesso, che l'_Halahà_, cioè quella parte del
-_Talmud_ che racchiude le prescrizioni rituali, contenesse qualche
-precetto che non fosse intieramente in armonia colle idee larghe e
-liberali del secolo, ogni uomo veramente imparziale dovrebbe incolparne,
-più che gli autori del _Talmud_, i tempi e le condizioni, in cui
-scrissero.
-
-Ciò che ogni Cristiano, ogni uomo ha il diritto di conoscere, sono i
-criteri coi quali gli Ebrei d'oggigiorno applicano il _Talmud_, e questi
-criteri ce li dà il più illustre Rabbino italiano del nostro secolo, il
-più volte citato prof. S. D. Luzzatto, di Padova.
-
-“Del resto qualunque proposizione e qualunque racconto, che potessero
-trovarsi nel _Talmud_ o negli altri scritti talmudici, i quali fossero
-in opposizione coi sentimenti di universale umanità e giustizia,
-insinuati dalla natura egualmente e dalla Sacra Scrittura, debbono
-riguardarsi non già come dettami della Religione, e nemmeno della
-Tradizione, ma siccome sgraziati suggerimenti delle calamitose
-circostanze e delle pubbliche e private vessazioni e sevizie cui gli
-Ebrei andavano esposti nei secoli di barbarie” (191).
-
-Riassumendo tutto quanto siam venuti dicendo, concluderemo:
-
-1º Il complesso delle dottrine del _Talmud_ è ispirato a principii di
-tolleranza, carità ed amore;
-
-2º Vi si riscontrano per altro dei brani, frutto di opinioni
-individuali, che ripugnano ai principii moderni.
-
-3º Questi brani sono rigettati dagli Ebrei moderni, siccome il portato
-naturale delle condizioni di altri tempi; sicchè sarebbe altrettanto
-vano ed odioso far colpa ad essi di siffatte teorie, che solennemente
-ripudiano, quanto far colpa alla Chiesa Cattolica di certi brani del
-Molina, dell'Escobar e del Sanchez o delle espettorazioni stupide e
-calunniose di quel sacerdote Rohling, di cui, sormontando il ribrezzo
-che ispirano i rettili, dovremo occuparci più tardi.
-
-Non faccia poi meraviglia il vedere che non abbiamo parlato dell'accusa
-che si muove al _Talmud_ di eccitare gli Ebrei a frodare coloro che non
-professano la fede mosaica, questo argomento si connette tanto
-strettamente all'altro dell'usura che assieme li verremo svolgendo nel
-futuro capitolo; paghi per ora di por fine a questo, con un'ultima
-citazione, che ci pare abbastanza espressiva: “Chi commette ingiustizia
-verso il forestiero è come la commettesse verso Dio” (192).
-
-(54) _History of cristianyty from the birt of Christ to the extinction
-of paganism by Dan H.H. Milmann._
-
-(55) Lo stesso fatto si ripete per le tradizioni che servono di
-spiegazione al Zend-Avesta e che si fanno risalire allo stesso
-Zoroastro. (Cfr. SPIEGEL, _Erân_, pag. 365). Nella letteratura indiana i
-nomi degli autori dei principali _Upanishads_ sono del paro sconosciuti.
-“E deve essere così, nota l'illustre Max Müller, per questa sorta di
-opere; perocchè contengono trattati sulle più elevate questioni, i quali
-perderebbero ogni autorità se fossero presentati agli occhi del popolo
-come opera dell'immaginazione di un uomo.” (_History of ancient sanskrit
-literature_, ed. 2, pag. 327).
-
-(56) AVOD, capo I, § 1.
-
-(57) Questi, a nostro subordinato parere, dimenticano che il monopolio
-dello studio della legge non è, e non fu mai nell'indole della religione
-mosaica. Nei tempi biblici, sacerdoti e leviti non formarono mai una
-casta privilegiata — _Lex major sacerdotio_ — ma costituivano la parte
-più dipendente e meno provveduta di tutta la nazione: “_Tu non avrai
-alcuna eredità nella terra loro e non avrai parte fra loro_” (NUM.
-XVIII, 20). Moltissimi profeti e dottori non appartenevano a caste
-sacerdotali o levitiche ma uscivano dalle infime classi del popolo. Nei
-tempi talmudici poi, la maggior parte dei più eminenti dottori non
-furono che umili artigiani: fabbricanti di tende o di sandali,
-tessitori, falegnami, conciatori, fornai, cuochi. Un presidente
-dell'accademia nominato in luogo di un altro, che era stato deposto per
-la sua insolenza, venne trovato da coloro che si recavano ad
-annunziargli la sua elezione, nero e sudicio fra i suoi mucchi di
-carbone; nè di ciò potrà meravigliarsi chi sappia essere scritto nel
-Talmud: “_È bella la scienza religiosa accoppiata al lavoro; congiunti
-insieme salvano dal peccato. Scienza religiosa senza lavoro si perde e
-mena al male._”
-
-(58) Gli Ebrei non sarebbero stati i soli fra i popoli orientali a
-diffidare dei commentatori. È notevolissimo su di essi, questo giudizio
-che ci vien proprio dalla terra classica dei commentatori: “Quello che è
-troppo oscuro lo tralasciano, e ti dicono: è cosa chiara; nelle cose
-chiare si perdono in infinite lungaggini, con gran paroloni, con molte
-chiacchiere che non fanno al caso, causano confusione a chi li sente:
-insomma tutti i commentatori imbrogliano le cose.” Così Bhojatâjâ nel
-commento al Pâtanjalam yogasutram (_The yoga aphorisms_, Calcutta, 1851,
-Bibl. Indica).
-
-(59) _Israelitischen Annalen_ del dott. JOST, anno 3º, vol. I, pag. 143
-et _alibi_.
-
-(60) È un fatto costante l'antipatia degli Ebrei per le leggi
-codificate. Anche il Talmud, come vedremo, è ben lungi dall'aver forma
-di legge; è una raccolta di discussioni e non più, sicchè si può dire
-che il primo a dar forma di codice alla tradizione presso gli Ebrei,
-fosse il Maimonide, che del resto fu perciò aspramente criticato da
-molti ed anche ai nostri giorni da S. D. Luzzatto. (V. _Israelitischen
-Annalen_ di JOST, Francoforte s. M. Anno III, 1841, pag. 21 e 22). Se un
-giorno potrà stabilirsi che il divieto di scrivere la tradizione presso
-gli Ebrei, proveniva dal desiderio di lasciar aperta la porta a continue
-modificazioni della legge orale, senza scemarne il prestigio, sarà
-curioso trovare, in tanta differenza di tempi e di costumi, presso gli
-Ebrei, lo stesso sentimento che impedisce agli inglesi di codificare la
-loro costituzione, sicchè mantenendosi fedeli al loro vecchio adagio
-_Nolimus leges Angliae mutari_ camminano pur sempre alla testa di ogni
-_vero_ progresso politico. Ed a questo proposito giovi, per completare
-il parallelo, far notare che l'assioma talmudico, _la consuetudine
-sradica la legge_, (TALMUD GEROSOL., _Bavà Mezià_, capo VII in
-principio) è massima sempre viva in Inghilterra.
-
-(61) Lo stesso accade agli Indiani: una parte della loro letteratura non
-fu conservata che per tradizione orale: “Non si può farsi un'idea, dice
-Max Müller (_Op. cit._, pag. 501), delle potenti facoltà che acquista la
-memoria in un organismo sociale tanto differente dal nostro, quanto i
-_Parishad_ indiani lo sono dalle nostre Università. La forza della
-memoria, quale noi la vediamo e l'intendiamo, mostra come le nozioni che
-noi abbiamo dei limiti di questa facoltà siano del tutto arbitrarie. La
-nostra memoria fu da tempo remotissimo sistematicamente indebolita. Oggi
-ancora che i manoscritti non sono nè rari, nè cari, i giovani bramini
-non apprendono i canti dei Veda, i Brâhmana ed i Sutra se non per
-tradizione orale e mandandoli a memoria.” A queste osservazioni
-dell'illustre professore di Oxford aggiungeremo che oggi ancora nei
-paesi dove gli Ebrei studiano il Talmud non è difficile trovare
-giovanetti che lo sanno quasi intieramente a memoria, sicchè possono a
-prima vista trovare, in quella immensa e disordinata farraggine, il
-brano che da loro si richiede; sei o sette anni or sono tutti i giornali
-parlarono di un giovane ebreo di 25 anni, David Rosenfeld, di Minsk in
-Russia, che non soltanto sapeva tutto il _Talmud_ a memoria e poteva
-indicare in qual pagina si trovasse ogni frase che gli si accennava, ma
-aveva nello stesso modo presenti alla memoria i due vasti commentarii di
-quell'opera: _Rascì_ e _Tossafot_. Ciò del resto non deve far meraviglia
-allorquando si pensa che nella Legge di Mosè sta scritto: “Tu li
-ripeterai ai tuoi figliuoli, e ne parlerai con essi, stando in casa,
-camminando per la via e coricandoti ed alzandoti.”
-
-(62) La _Mischnà_ venne pubblicata con una versione latina del testo e
-dei commentari di Maimonide e di Bartenora ed accompagnata da note di
-parecchi dotti, per opera del Surenusio in Amsterdam 1698–1703, volumi 6
-in folio. Se ne ha pure cogli stessi commenti una versione spagnuola,
-Venezia, 1601, ed una tedesca ne pubblicò il Rabe in Anspach nel 1761.
-
-(63) _Tanà_ è verbo caldaico, corrispondente all'ebraico _Scianà_ che
-vale _insegnare_, sicchè _Tanaim_ varrebbe _maestri_ come _Mischnà_
-significa _insegnamento_.
-
-(64) Voglia, signor lettore, notare che la legge orale di un popolo che
-vedremo più tardi accusato di disprezzare i lavori della campagna, si
-apre appunto con un trattato sull'agricoltura.
-
-(65) Nelle novelle di Giustiniano la _Mischnà_ è designata sotto il nome
-di δευτέρωσις (Cfr. NOVELLA 146, 1 e SANT'AGOSTINO, _Contra adversar.
-legis et prophetarum_, II, 1). Questa parola greca che significa
-_seconda legge_, non traduce esattamente la parola _mischnà_. L'errore
-proviene dall'avere il verbo _scianà_ due significati, _insegnare_ e
-_ripetere_, e dall'avere taluni creduto che in questo secondo
-significato anzichè nel primo si dovesse cercare l'origine della parola
-_mischnà_.
-
-(66) ABOT, capo II.
-
-(67) BAVÀ METZIÀ, 30, 6.
-
-(68) PEÀ, cap. I.
-
-(69) CHIDUSCIM, 40, 6.
-
-(70) GHITTIN, cap. 5, Mischnà, 8.
-
-(71) Il nome di _talmud_ deriva dal verbo _lamad_ apprendere, insegnare,
-quasi a dire: dottrina, insegnamento.
-
-(72) I professori S. D. Luzzatto e Graetz opinano, contro l'autorità del
-Maimonide, che tanto la _Ghemarà_ di Gerusalemme, quanto l'altra di
-Babilonia non sieno state poste in iscritto che molti anni dopo la morte
-dei rispettivi compilatori. Come già osservammo a proposito della
-_Mischnà_ è questione controversa assai, ed a noi basti averla
-accennata.
-
-(73) Sora, città della Mesopotamia, posta in una regione fertilissima,
-sui laghi formati dall'Eufrate, e di cui uno appunto era chiamato Sora.
-Rab, detto anche Abbà Areckha, vi stabilì una scuola importante, quella
-di Neardeà non potendo bastare per tutta la popolazione ebraica fra il
-Tigri e l'Eufrate. V. NEUBAUER, _La Géographie et le Talmud_, Parigi,
-1868, p. 343.
-
-(74) Heine giudicando, col suo istinto di poeta, il Talmud, che non
-aveva mai letto, definisce nel _Romancero_, l'_Agadà_ un giardino, e
-l'_Alachà_ una sala di scherma.
-
-(75) La lettura del Talmud, dice STERN (_Ueber den Talmud_, Wurzbourg,
-1875, p. 21), prova che i suoi compilatori sono a giorno della scienza
-contemporanea e che accolgono la verità dovunque si trovi. L'osteologia
-del corpo umano è spiegata nel Talmud in un modo quasi conforme ai
-portati della scienza attuale. Il Talmud spiega diverse asserzioni della
-_Mischnà_ mercè proposizioni geometriche che a quell'epoca dovevano
-essere note soltanto ad un piccolissimo numero di matematici. Il
-calendario elaborato da' dottori del Talmud può dirsi relativamente al
-tempo in cui venne compiuto, un vero capolavoro per l'abilità con cui
-seppero risolvere la duplice difficoltà che si parava loro dinanzi,
-evitare che alcune date feste non avessero a cadere in alcuni dati
-giorni della settimana, senza incorrere nell'altro gravissimo
-inconveniente di una soverchia disuguaglianza nella lunghezza degli
-anni. (Cfr. S. D. LUZZATTO, _Discorsi storico-religiosi_, Padova,
-Crescini, 1870, pag. 16 e 17 in nota).
-
-(76) _Jerusalem and Tiberias, Sora and Cordova, an Introduction to the
-study of Hebrew, Literature by J. W. Etheridge M. A. Ph. D._
-
-(77) J. SALVADOR. _Hist. des Institut. de Moise et du peuple Hebreu._
-Paris, Levy, 1862, tome II, p. 311.
-
-(78) BLANQUI, _Hist. de l'Ec. Pol._ Paris, 1860, vol. I, pagina 143.
-
-(79) Imparziali sempre, non negheremo che vi siano nel Talmud
-sciocchezze puerili. Vi si discute quanti peli bianchi può avere una
-giovenca rossa, perchè si possa chiamar rossa; se il gran sacerdote
-doveva indossare prima una od altra parte dei suoi indumenti; se è
-lecito di sabato uccidere una pulce od un pidocchio; quando e come si
-possa mangiare un uovo fatto da una gallina in giorno festivo; ed altre
-simili insanità. Ma, di grazia, coloro che a siffatte questioni legarono
-il nome di _bizantine_ erano ebrei? Passiam oltre dunque ridendo, perchè
-c'è di che ridere, ma ripetendo con Terenzio: _Homo sum umani nihil a me
-alienum puto._
-
-(80) Trattato SOFERIM.
-
-(81) FRANZ DELITSCH, _Gesch. der jüd. Poesie_, p. IX.
-
-(82) _Revue Britannique_, 1868, tomo I, pag. 424.
-
-(83) _Op. cit._, p. 451, nota n. 8 al cap. II.
-
-(84) _Cozri_, discorso III.
-
-(85) Non a caso, fra le stupide fole con cui si tentò, da fanatici
-imbecilli, disonorare la religione di Cristo, cito questa di Maria
-Lateau. Nel corso di questo lavoro dovremo occuparci di un tale
-professore dell'Università di Praga che colla stessa penna con cui
-sciolse anni sono un peana alla ciurmatrice belga va ora accatastando
-calunnie e menzogne contro gli Ebrei; ho nominato il famigerato prof.
-Rohling.
-
-(86) MACCOT, cap. III.
-
-(87) Saadia ben Josef, capo dell'Accademia di Sora, ed il più illustre
-fra gli ebrei del X secolo, nella sua opera _Haemunoth Vehadeoth_
-riconosce assieme alla scrittura ed alla tradizione l'autorità della
-ragione, proclama non soltanto il diritto, ma il dovere di esaminare la
-credenza religiosa, e dimostra come la religione, ben lungi dall'avere a
-temer la ragione, possa trovarvi un solido appoggio. MUNK _Melanges de
-phil. juive_, p. 478.
-
-(88) Nulla, più della storia del Talmud, giova a provare come la
-violenza sia impotente a combattere le idee. Il Talmud fu proibito in
-epoche nelle quali il divieto della Chiesa non si limitava, come ora, ad
-una platonica iscrizione nell'_Index librorum prohibitorum_.
-Giustiniano, nel 553 dell'êra nostra, lo proscrive, consacrandogli una
-intiera novella, la CXLVI. Il re di Francia, San Luigi, fece bruciare,
-nelle vie di Parigi, 24 carrettate di scritti talmudici. A Cremona, un
-monaco fanatico vantò di averne bruciato dodici mila esemplari. In un
-periodo di meno di cinquanta anni, durante la ultima metà del secolo
-XVI, il Talmud venne bruciato non meno di sei differenti volte e non ad
-esemplari isolati, ma in massa, a carra. Giulio III pronunciò il suo
-bando, contro quello che egli chiama erroneamente il _Talmud Gemaroth_,
-nel 1553 e nel 1555; Paolo IV nel 1559; Pio V nel 1566; Clemente VIII
-nel 1592 e nel 1599. Pio IV autorizzandone una nuova edizione stipulava
-espressamente che sarebbe pubblicato col nome di Talmud. _Si tamen
-prodierit sine nomine Talmud tolerari deberet._ Ai tempi di Massimiliano
-imperatore, il dottissimo Reuchlin potè, soltanto dopo fierissima lotta,
-ottenere che non si assecondassero i voti di un Pfefferckorn, fanatico
-ebreo rinnegato, che eccitava l'imperatore a far bruciare tutti gli
-esemplari di questo libro. I particolari di questa strana contesa, che
-divise il mondo dotto di allora in due grandi partiti si possono leggere
-nelle _Epistolae obscurorum virorum_. Fino al principio del
-decimosettimo secolo la persecuzione verso i detentori di libri ebraici
-era spinta al punto che una famiglia di ebrei portoghesi stabilitasi a
-Londra, conserva tuttora preziosamente come una rarità ereditaria un
-esemplare della scrittura, stampato in caratteri romani anzichè in
-ebraici, perchè nei giorni oscuri della persecuzione bisognava ingannare
-i domestici cattolici sulla natura ed il contenuto del libro. Eppure
-malgrado tutto ciò le edizioni ed i manoscritti del Talmud ci pervennero
-in tanta copia, che una sola descrizione bibliografica di essi ci
-occuperebbe molte e molte pagine! È proprio il caso di esclamare, con
-Terenziano Mauro: _Habent sua fata libelli_.
-
-(89) Gli Arabi, al tempo della loro dominazione in Ispagna non avevano
-del Talmud il triste concetto che ne hanno molti cristiani, e ciò per
-una buona ragione, che essi cioè lo conoscevano nella sua integrità,
-Rabi Joseph avendone, verso la fine del X secolo, compiuta una
-traduzione in arabo per ordine del califo Haschem II. Fu forse per ciò
-che due secoli dopo molti fra gli Ebrei di Spagna avendo preteso negare
-ogni autorità al Talmud, e la questione essendo stata portata dinanzi al
-Re Alfonso VII, questi proscrisse quelli fra gli Ebrei che non volevano
-osservare le leggi talmudiche.
-
-Il Talmud era ancora troppo noto in Ispagna perchè lo si potesse
-calunniare impunemente! (Cfr. BASNAGE, _Hist. des Juifs_, libro VII,
-cap. VIII, t. 4, pag. 1611; BARTOLOCCIUS, _Bibl. Rabb._, t. III; DAVIDE,
-_Ganz Tzemach David._, p. 130; JOCHASSIM, p. 126).
-
-(90) Il celebre Alfonso de Candolle nella sua _Histoire de la science et
-des savants_ così parla degli Ebrei: “Se l'Europa fosse abitata da soli
-Ebrei, avremmo uno spettacolo stupendo. Non più guerre, non più leso il
-sentimento morale, nè milioni d'uomini strappati alle industrie ed agli
-studi. I debiti degli Stati sarebbero minimi e quasi sconosciute le
-contribuzioni. Il culto fiorirebbe altamente. L'industria ed il
-commercio prenderebbero sviluppo assai maggiore. Pochi delitti. La forza
-non si impiegherebbe quasi mai. La ricchezza del popolo in generale si
-eleverebbe immensamente, mercè un intelligente e moderato lavoro
-congiunto a sana economia. Queste ricchezze servirebbero a spandere una
-carità senza limiti. La potestà religiosa, i ministri del culto non
-verrebbero mai a conflitto collo Stato.”
-
-(91) Usiamo espressamente in questo caso la parola rinnegato anzichè
-quella di convertito, perocchè altrettanto ci sembrano degni di rispetto
-e di venerazione coloro che, mossi da profonda convinzione, abbandonano
-la fede avita per abbracciare quella che credono migliore, e si adoperan
-poi con mezzi di carità a procacciare ciò che essi reputano la salvezza
-morale dei loro antichi correligionari, altrettanto sentiamo disprezzo
-ed esecrazione per coloro che, da qualsivoglia sentimento mossi,
-scagliano calunnie contro la fede in cui sono nati ed in cui vissero i
-loro genitori. Ai convertiti come i Lehmann, i Ratisbonne, i Pasquali
-ogni onesto deve rispetto; ai rinnegati come il Medici, come il Padre
-Alfonso Spina, rettore dell'Università di Salamanca, il quale nel
-_Fortalitium fidei_ afferma — e niuno più di lui sapeva di mentire — che
-gli Ebrei perdono ogni mese una certa quantità di sangue, a tutti coloro
-infine dei quali il Talmud ha detto: _Tal fiata si toglie dalla foresta
-un tronco per farlo manico a scure che ne abbatta tutti gli altri_
-(SANHEDRIN IV), sia condegna mercede il fico di Giuda.
-
-(92) Il dotto talmudista signor R. N. Rabinowitz di Monaco sta
-pubblicando un lungo lavoro intitolato _Dikdukè soferim_ in cui riduce
-alla vera lezione i passi del _Talmud_ di cui si hanno varianti. Questo
-lavoro è il frutto del confronto da lui fatto non soltanto di infinite
-edizioni del Talmud, ma di quanti mss. gli fu dato confrontare nelle
-diverse biblioteche d'Europa. Il compimento di questa opera paziente è
-tanto più ardentemente atteso che il Talmud è ormai reso irriconoscibile
-dalle continue e spesso inintelligenti mutilazioni che vi introdussero i
-censori. La stessa edizione di Basilea 1578 che è fra le antiche la più
-nota e la più facile a trovarsi fu in siffatta guisa mutilata e
-snaturata per opera del censore Marco Marino da Brescia, da divenire in
-varii punti grottesca. Più integra, ma difficilissima a rinvenirsi, è
-l'edizione che ne diede il Bamberg a Venezia (1520–3) e che è la prima,
-dopo quella dei celebri Soncino, di cui non rimangono che pochi
-trattati. Chi volesse farsi un'idea di ciò che era negli scorsi secoli
-la censura dei libri ebraici, legga un articolo di Emanuele Deutsch,
-l'eminente conservatore del _British Museum_, nella _Quarterly Rewiew_
-di ottobre 1867, ed un altro _Un curiosissimo incidente storico_ del
-cav. Mortara a pag. 161 dell'_Educatore Israelita_ di Vercelli, anno
-1862.
-
-(93) SANHEDRIN, fol. 38.
-
-(94) SOFERIM, fol. 15, 10.
-
-(95) Malgrado questo odio inesplicabile contro i medici il Talmud
-contiene nozioni preziose di medicina. (Cfr. GINSBURGER, _Medicina ex
-thalmudicis_; HALLER, _Bibl. medica_, lib. 2); questa scienza era da
-lungo tempo praticata dagli Ebrei. Oltre i precetti di igiene che
-occupano tanta parte nella legge di Mosè, l'Esodo pare accenni proprio
-in vari punti (XV, 26 — XXI, 19) all'esistenza di medici. Sotto i re,
-medicina e chirurgia fanno progressi. Salomone si occupa della ricerca
-delle virtù delle piante, e il libro dei Re ci mostra Isaia curare e
-guarire il re Ezecchia. L'uso del balsamo ed i medici son noti a Geremia
-(VIII, 22): “Non vi è egli alcun balsamo in Galaad? non vi è egli alcun
-medico?” E ad Ezechiele (XXX, 21): “Figliuol d'uomo, io ho rotto il
-braccio di Faraone re d'Egitto; ed ecco non è stato curato applicandovi
-de' medicamenti, e ponendovi delle fascie per fasciarlo e per
-fortificarlo per poter tenere in mano la spada.” [Cfr. PRUNELLE,
-_Discours sur l'influence de la médecine sur la renaissance des lettres_
-(nota 3, p. 92); SALVADOR, _Op. cit._, p. 264; PASQUALIGO, _Della
-condizione delle mediche scienze presso il popolo Ebreo_, Piacenza,
-Mancherotto, 1870]. Quanto poi gli Ebrei, malgrado lo strano anatema
-talmudico, coltivassero con profitto la medicina, è a tutti noto, come
-del paro è noto che nei primi secoli del Medio Evo, e prima che
-venissero in fiore le scuole di Salerno e di Montpellier, che del resto
-furono fondate principalmente da Ebrei, (cfr. PRUNELLE, _Op. cit._, p.
-44 e 60, e AUSTRUC, _Hist. de la fac. de méd. de Montpellier_, p. 14),
-essi furono quasi i soli ad esercitare l'arte salutare nel mondo allora
-conosciuto.
-
-(96) Il Talmud stesso deplora talvolta queste discussioni interminabili
-che fanno considerare la legge come due leggi, ed altrove attribuisce
-queste controversie all'orgoglio dei dottori (_Archives Israélites de
-France_, anno I, 1840, pag. 586–587). A parer nostro queste controversie
-non sono che la conseguenza naturale dell'opinione che i rabbini
-esprimono con una delle solite iperboli, dicendo che la legge ha
-settanta faccie, ciò che vuol dire che ogni parola uscita dalla bocca di
-Dio è suscettibile di almeno settanta interpretazioni diverse; dottrina
-questa che il Santo Vescovo di Ippona accetta nelle sue confessioni;
-dove dice varii e numerosi essere i sensi della Scrittura. Se poniam
-mente oltre a ciò che i dottori del Talmud furono duemila e duecento
-otto, c'è da meravigliare che i trentasei trattati del Talmud che
-pervennero soli sino a noi, abbraccino soltanto (coi due commentarii più
-importanti; il Rascì e Tossafot) 2947 fogli, ripartiti in 12 vol. in
-foglio.
-
-(97) SANHEDRIN, fol. 58.
-
-(98) _Hiruvim_, fol. 63.
-
-(99) Tomo 2, pag. 903.
-
-(100) KAMÀ, fol. 38.
-
-(101) Si allude qui al passo del Levitico (XVIII, 5) dove è scritto:
-Osservate, dico, i miei statuti e le mie leggi, le quali chiunque
-metterà in opera vivrà per essi.
-
-(102) SIFRÀ, sez. _Acharè-Mod_ verso la fine.
-
-(103) JEVAMOT, 61 a.
-
-(104) NUMERI XIX, 14.
-
-(105) Veggansi TOSSAFOD, JEVAMOD, fol. 61. _Smemagheâgn_ e l'opera del
-rabbino MOSÈ KUNCHYED, intitolata _Ben Jochai_, pag. 27.
-
-(106) Credo aver provato la falsità della accusa mossa al Talmud, ma se
-qualcuno riescisse proprio a convincermi, locchè non credo, che gli
-Ebrei consideravano gli altri popoli siccome bestie, risponderei che chi
-è senza peccato lanci la prima pietra, certo che non potrebbero
-lanciarla neppure i Cristiani. Trovo infatti nel dottissimo libro del
-signor Dumont: _Justice criminelle des Duchés de Lorraine et de Bar, de
-Bassigny et des Trois Evêchés_ (Nancy, 1848, 2 vol. in 8º), questa
-curiosissima notizia. Dopo aver parlato delle leggi criminali contro
-coloro che si rendevano colpevoli di atti di libidine contro natura
-sulle bestie, soggiunge (p. 184, v. II): “Ciò che si durerà fatica a
-credere è che a questa categoria di delitti venivano ascritti anche i
-rapporti naturali dei due sessi cogli infedeli, come per esempio Turchi
-ed Ebrei, per la ragione che la nostra santa religione LI CONSIDERA COME
-BESTIE, non per natura, ma per la loro durissima malizia, la Fede
-proibendo di conversare con loro ed a maggior ragione di giacere e di
-conversare carnalmente con essi loro.” Si noti che mentre la frase del
-Talmud rimaneva nella peggior ipotesi _telum imbelle sine ictu_, la
-disposizione benignissima che ho testè riferito conduceva a questa
-pratica applicazione. Siccome nel caso di bestialità, la bestia,
-strumento passivo, veniva bruciata assieme al colpevole, perchè,
-dicevano, bisognava annientare tutto quanto poteva rammentare un così
-orribile scandalo, così un'ebrea od una mussulmana anche se
-violentemente stuprata da un cristiano, doveva venir con esso bruciata!
-E dire che noi Europei, con questi esempi in casa nostra, osiamo tuttodì
-calunniare l'Islam e parlare di giustizia turca!
-
-(107) AVOD, 3, 19.
-
-(108) N. 3 del 16 giugno 1883.
-
-(109) Veggasi quanto su questo argomento scriveva tre secoli or sono il
-dottore Davide de Pomis (_De Medico Ebreo_, _sectio septima_): Cfr.
-LAMPRONTI, _Dizionario Rituale_ e BENEDETTO, _Apologetica_. Mantova,
-1775.
-
-(110) HOLIN, fol. 13 b.
-
-(111) TALMUD PERCK HELEK, pag. 105. — TOSSAFTÀ, cap. XIII.
-
-(112) SANHEDRIN, 56 a.
-
-(113) HAGHIGÀ, 13, 1.
-
-(114) LUZZATTO, _Teol. morale israelitica_. Padova, Bianchi, pag. 27.
-
-(115) PLANTAVITIUS, _Florilegium rabbinicum_, pag. 216, n. 1428.
-
-(116) TALMUD, _Tahanid_, cap. 3. Chi ne avesse agio legga in _Parabole,
-leggende e pensieri raccolti dai libri talmudici_ dal prof. Giuseppe
-Levi, Firenze, Le Monnier, 1861, la novella di cui questa massima non è
-che la morale, e legga l'intiero libro chi vuol formarsi del Talmud un
-esatto concetto.
-
-(117) SABAT, I.
-
-(118) ABOT di Rabbi Natan, XLI.
-
-(119) Leggi Ripuarie, tit. XLVI; MONTESQUIEU, _Esprit des lois_, libro
-XXX, cap. 20.
-
-(120) BARAIDÀ DERIBBI ISMAEL.
-
-(121) TALMUD JERUSALMÌ, _Nedarim_, IX.
-
-(122) RABOT, pag. 28, a.
-
-(123) Hillel fu, siccome è noto, illustre caposcuola del tempo di Erode.
-
-(124) TALMUD, _Trattato Sciabad_, pag. 31. Cfr. PLANTAVITIUS, _Flor._,
-p. 261, n. 1393.
-
-(125) BERESCID RABBÀ, cap. 24, Cfr. GENESI, V, 1.
-
-(126) TALMUD, _Jevamot_, pag. 13.
-
-(127) TALMUD, _Hiruvim_, fol. 41.
-
-(128) Vedi fra i documenti.
-
-(129) _Op. cit._
-
-(130) TANHUMÀ, Sez. _Scimini_.
-
-(131) AVOD, II. 5.
-
-(132) RABOT, fol. 225, a.
-
-(133) TALMUD, _Berahot_, fol. 2.
-
-(134) TALMUD, _Sanhedrin_, 98 b. Cfr., ib. 396 e _Meguillà_ 106.
-
-(135) JALKUT, pag. 20, 2.
-
-(136) JALKUT, _Jeossua_, fol. 9, 2.
-
-(137) LEON MODENA, RABI ebreo da Venezia. _Historia dei riti ebraici_,
-Venetia, MDCLXIX. Appresso li Prodotti, p. IV e XI, 109 e 110.
-
-(138) Lettera inedita di S. D. LUZZATTO, Padova, 26 dicembre 1836; in
-_Vessillo Israelitico_, ottobre 1876, p. 325.
-
-(139) Da una circolare con cui ordina le preghiere d'uso per
-l'inaugurazione dei lavori parlamentari nell'anno 1876.
-
-(140) PAOLO MEDICI, _Riti e costumi degli Ebrei confutati_. Venezia,
-Bartoli, MDCCXLVI.
-
-(141) MEDICI, _op. cit._, pag. 101–102.
-
-(142) Più esattamente _Tahanid_, 27, 2.
-
-(143) _Op. cit._, pag. 129.
-
-(144) I. RE, XX, 31.
-
-(145) JEVAMOD, fol. 79.
-
-(146) JOM TOV, fol. 32.
-
-(147) TALMUD _Betzà_, 32, 6.
-
-(148) GHITTIN, 61, a. Nello stesso trattato è raccomandato agli
-israeliti di non impedire agli stranieri idolatri di prendere la loro
-parte di quanto avanza dopo la mietitura e la vendemmia. Cfr. MAIMONIDE,
-_De jure peregrini_, V. 12.
-
-(149) MODENA, _op. cit._, parte 1ª, cap. 14, pag. 33.
-
-(150) DE GERANDO. _Della beneficenza pubblica_, in Bibl. dell'Econ.,
-serie II, vol. 13, pag. 1599.
-
-(151) _Revue des deux Mondes_, 1º luglio 1883.
-
-(152) BERACHOD, 59.
-
-(153) GHITTIN, capo I.
-
-(154) SOTÀ, 14, a.
-
-(155) AVOT, capo I.
-
-(156) SMÀ, 49 b.
-
-(157) TALMUD SOTÀ, 14 a.
-
-(158) AVOT, V.
-
-(159) HAVOD DERIBI NADAN, cap. 31.
-
-(160) SOTHÀ, fol. 6.
-
-(161) SOTHÀ, VIII.
-
-(162) SCIABBAD, 39.
-
-(163) PEÀ V, Cfr. AVOT DE R. NATHAN, III.
-
-(164) Ecco sulle leggi ebraiche un non sospetto giudizio: _Patres
-christiani summopere jura hebraeorum commendarunt et apud Grecos
-philosophos placita juris Hebraici plurima reperire licet._ UGOLINI,
-tomo X, pag. 513 e 514, ex SELDENO, _De jure naturali et gentium_, cap.
-X.
-
-(165) MISCHNÀ MACOD, capo I, § 10.
-
-(166) SANHEDRIN, fol. 45, a.
-
-(167) GIUDA LEVI, _Cosri_.
-
-(168) SOTHÀ, I.
-
-(169) CHEDUVOD, capo XIII.
-
-(170) FOURNIER, _l'Esprit dans l'Histoire_, Paris, Dentu, 1852, pag.
-425.
-
-(171) MEGHILÀ, 16, 1.
-
-(172) BAVÀ MEZIÀ, 85 a.
-
-(173) HAVOD DERIBI NATAN, capo 4.
-
-(174) NEDARIM, 81.
-
-(175) KIDDUSCIM, I.
-
-(176) SOTHÀ, cap. 3. — _Mischnà_ 4 al nome di _Ben Azai_.
-
-(177) JEVAMOD, capo V.
-
-(178) GHITTIN, capo IX.
-
-(179) BAVÀ MEZIÀ, capo 4.
-
-(180) SOTHÀ, II.
-
-(181) BERAHOT, 2.
-
-(182) HOLIN, VI.
-
-(183) BAVÀ MEZIÀ, capo IV.
-
-(184) SANHEDRIN, II.
-
-(185) _Op. cit._, parte I, capo 14, pag. 33.
-
-(186) GHITTIN, 62 a.
-
-(187) BAVÀ MAZIÀ, 118 b.
-
-(188) SIFRI Sez. Ekev, capo 43.
-
-(189) RABOD, fol. 139.
-
-(190) ISAAC LEVY, _Défense du Judaïsme_. Paris, Librairie
-Internationale, 1867, pag. 56.
-
-(191) LUZZATTO, _Lezioni di teol. morale Israel._ Padova, Bianchi, 1862,
-pag. 33 e 34.
-
-(192) HAGHIGÀ, 5.
-
-
-
-
- III.
-
- Attitudini economiche dell'Ebreo.
-
-
-L'Ebreo è essenzialmente commerciante ed usuraio, egli non è e non vuol
-essere agricoltore, operaio; non vuol partecipare alla vita dei popoli
-frammezzo a cui vive, ma si tiene accampato in mezzo ad essi pronto a
-sugger loro il sangue dalle vene coi suoi raggiri commerciali. Il
-_Talmud_, sempre l'esecrando Talmud, gli impone il dovere di derubare,
-di spogliare il Cristiano.
-
-Ecco le accuse che un tempo si muovevano agli Ebrei, e che loro si
-muovono ancora nei paesi meno civili.
-
-L'Ebreo si accaparra i più lauti impieghi, le funzioni cui sono annessi
-maggiori stipendi e maggiore influenza. In Francia, in Italia, in
-Germania si è reso padrone della stampa; il numero dei deputati e dei
-senatori ebrei, nei paesi, ove, infrante tutte le barriere, godono della
-pienezza dei loro diritti, è strabocchevole in confronto del loro esiguo
-numero.
-
-Ecco le accuse che oggi si muovono agli Ebrei nei paesi più civili
-d'Europa.
-
-E su questi temi si ricama a sazietà, e non mancano i belli spiriti per
-far notare la mirabile duttilità di questo popolo, che sempre intento al
-proprio interesse, si piega ai varii tempi, ed ai varii paesi; usuraio
-nell'evo medio, ed oggi ancora in Polonia, in Ungheria, in Rumenia,
-dovunque insomma le condizioni generali della società di poco
-differiscono da quelle del medio evo; legislatore, pubblicista, uomo di
-lettere, avvocato, in Inghilterra, in Francia, in Italia, nell'Europa
-civile insomma; ma sempre, dovunque, inteso soltanto ad arricchirsi.
-
-Se i frizzi fossero argomenti, noi potremmo chiedere ai nostri
-contraddittori quale sia l'uomo, quale il popolo, che non cerchi di
-migliorare la propria condizione economica e sociale.
-
-Ma preferiamo argomenti più serii.
-
-Prima della ruina di Gerusalemme il popolo ebreo non dovette essere
-estraneo a nessuna professione. Vi erano in Giudea pubblici edifizi, la
-cui manutenzione esigeva la presenza di operai abili. Una nazione, che
-nelle sue lunghe emigrazioni e durante la cattività, era stata in grado
-di attingere, nei varî paesi dove aveva stabilito la sua dimora, l'idea
-di molti e nuovi bisogni, non mancava certamente di uomini capaci di
-procurarle gli oggetti che le erano necessari: non vi può quindi esser
-dubbio che gli Ebrei si consacrassero nella loro patria all'esercizio
-delle arti meccaniche.
-
-La pastorizia e l'agricoltura — le due industrie che Sully, il grande
-ministro di Enrico IV, chiamava le due mammelle dello Stato — erano in
-favore appo loro. Mosè, lo dice il signor de Segur, e chiunque abbia
-letto la Bibbia non può negarlo, aveva fatto degli Ebrei un popolo di
-agricoltori.
-
-Una sola industria pare non attecchisse fra gli Ebrei di Palestina: il
-commercio.
-
-“Il popolo ebreo, dice Roscher, per ciò che riguarda le sue doti morali
-non secondo ad alcuno altro popolo della terra, durante la sua
-indipendenza politica, per la rigorosa disciplina però della legge
-mosaica, s'era lasciato circoscrivere all'agricoltura ed alla pastorizia
-con esclusione di tutte le altre parti dello sviluppo economico.
-Dispregiavasi allora tanto più il commercio, in quanto che lo spirituale
-contatto con vicini dediti al paganesimo era grandemente temuto” (193).
-Nè poteva esser commerciante un popolo come l'ebreo dedito alla vita
-campestre e siffattamente avverso ai pericoli marittimi ed alle
-peregrinazioni, che, costretto per forza alla vita girovaga nelle sue
-prime cattività, serba però l'amore della sua terra, vi ritorna
-numeroso, e sforzato a mutar paese, preferisce all'esilio la
-morte (194).
-
-Come va dunque che questo popolo essenzialmente agricolo, questo popolo
-che, come ebbimo già occasione di notare, pone, a capo delle sue leggi
-tradizionali, un trattato di legislazione agricola, questo popolo, cui
-nessuna industria, tranne il commercio, era estranea, divenisse a poco a
-poco esclusivamente commerciante e concentrasse per secoli la miglior
-parte della sua attività in quella industria appunto da cui maggiormente
-abborrivano i suoi antenati?
-
-A Roma, dove, come già vedemmo, gli Ebrei erano numerosissimi, essi,
-vivendo sullo stesso piede dei cittadini romani, si consacravano ad ogni
-genere di industria.
-
-Vennero i tempi delle persecuzioni, e delle numerose interdizioni
-economiche di cui gli Ebrei furono vittima, e prima fra queste
-interdizioni fu quella che proibiva loro l'acquisto di beni stabili. Da
-qui l'impossibilità per l'ebreo agiato di consacrarsi all'agricoltura. È
-vero che questo divieto di possedere beni stabili non fu sempre e
-dovunque osservato con uguale rigidezza, ma anche là dove la legge
-avrebbe forse permesso loro l'acquisto di qualche pezzo di terra, come
-mai avrebbe potuto risolversi un ebreo a comperarlo, se sempre e
-dovunque essi non erano che tollerati e continuamente minacciati di
-espulsione? Chi non sa la sicurezza essere la prima condizione della
-proprietà fondiaria? Tolta agli Ebrei agiati la possibilità di divenir
-proprietari, ne veniva per conseguenza che gli Ebrei poveri rifuggissero
-dall'agricoltura. Chi è mai quell'uomo che abbraccia spontaneamente
-un'arte, un mestiere qualsiasi, quando sa già da prima che in
-quell'arte, in quel mestiere, gli sarà vietato ogni progresso? Chi
-entrerebbe volontario nelle milizie, quando avesse la certezza assoluta
-di non divenir mai tampoco caporale? e chi vorrebbe darsi ai lavori
-agricoli sapendo di non poter mai divenir proprietario del più modesto
-pezzo di terra? E d'altronde l'odio cui eran fatti segno gli Ebrei
-avrebbe loro permesso di trovar lavoro sui campi altrui, quando ai loro
-correligionari ricchi era vietato di possederne? È almeno lecito il
-dubitarne.
-
-E se ad essi era vietata l'agricoltura, lo era del pari l'esercizio
-delle arti, delle manifatture.
-
-Il regime delle corporazioni di arti e mestieri, che fu la forma quasi
-esclusiva dell'ordinamento del lavoro, dall'età di mezzo fino a Turgot
-ed a Luigi XVI, bastava da solo a togliere agli Ebrei ogni possibilità
-di esercitare qualsivoglia industria.
-
-Tenuto a vile, dispregiato, odiato, l'Ebreo è costretto ad abbracciare
-l'unica professione che gli si lascia libera, e questa professione è
-quella che fin dai tempi di Cicerone era ritenuta sordida (195): il
-commercio.
-
-Sarà gloria dell'Ebreo aver rialzato questa professione, e se stesso con
-essa, ed aver sempre lottato e reagito contro il pregiudizio castigliano
-che aveva infettato l'Europa intiera: la nobiltà consistere nell'ozio.
-
-Ma già udiamo obbiettarci che ciò che si rimprovera agli Ebrei non è
-soltanto l'abbandono dell'agricoltura e delle altre industrie, ma
-specialmente l'esercizio dell'usura e la disonestà nel commercio.
-
-Veniamo quindi all'usura.
-
-Fra le molte accuse lanciate contro gli Ebrei dei tempi di Augusto a
-Roma non troviamo questa di usura.
-
-Ma sarebbe un voler negare la luce del sole, negare che essi abbiano nei
-tempi posteriori esercitato l'esosa industria.
-
-Sarà però opportuno intendersi subito sul significato vero di questa
-brutta parola.
-
-“L'interesse dei capitali prestati, dice il principe degli Economisti
-francesi, chiamato mal a proposito _interesse del danaro_, chiamavasi
-anticamente _usura_ (fitto dell'uso, del godimento), ed era la parola
-propria, poichè l'interesse è un prezzo, un fitto che si paga per avere
-il godimento di un valore. Ma questa parola è diventata odiosa, essa non
-desta più se non l'idea di un interesse illegale, esorbitante, talchè se
-ne è a lei sostituita un'altra più onesta e meno espressiva secondo il
-solito” (196).
-
-Allorquando noi troviamo quindi impiegata dagli storici la parola
-_usura_, non dobbiamo prenderla nel senso che oggi vi si annette.
-
-Oggi che le leggi, informandosi ai canoni della scienza economica,
-riconoscono la libertà dell'interesse, oggi che il negoziante,
-l'industriale, trova facilmente, ad equo interesse, i capitali di cui
-abbisogna, oggi infine che il denaro è a buon diritto considerato una
-merce come qualsivoglia altra, oggi l'usuraio è quel vilissimo
-trafficante che specula sulle dissipazioni della gioventù, o sui bisogni
-di quegli infelici che ridotti alla estrema miseria non potrebbero
-procurarsi altrimenti il denaro di cui abbisognano.
-
-Nei tempi andati ben diversamente procedevano le cose.
-
-Tutti sanno quanto odiosi si fossero resi nell'antica Roma i prestatori
-di denaro.
-
-Bruto, Cassio, Antonio, Silla, persino il gran Pompeo ed il severo
-Catone prestano ad usura e non arrossiscono di esigere interessi che
-variano dal 48 al 70 per cento all'anno.
-
-Cicerone, governatore della Cilicia, si crede il benefattore della
-provincia per aver abbassato il saggio dell'interesse al 12 % annuo, più
-un diritto di commissione in caso di ritardo o di rinnovamento.
-
-Il Cristianesimo, venuto a bandire al mondo una parola d'amore, doveva
-reagire in senso opposto.
-
-Da ciò negli antichi dottori della Chiesa, a cominciare da San Giovanni
-Grisostomo, quella tendenza a riguardare come illecito il prestito ad
-interesse, tendenza che diveniva tanto più pronunciata quanto più
-l'abuso, contro cui volevasi reagire, era più frequente e radicale; e
-che questo abuso si mantenesse tale nei primi secoli dell'età di mezzo,
-ce lo provano i capitolari di Carlo Magno, che più di venti volte
-tornano sull'argomento e non cessano di biasimare l'usura in ogni modo,
-lasciando intendere che era allora colpa comune così al clero come agli
-altri abitanti (197).
-
-San Tomaso d'Aquino, per dir d'un solo, fondandosi sul principio che le
-cose fungibili, che formano la materia del prestito, non hanno guari un
-uso che sia distinto dalla cosa stessa, ne conclude che vendere questo
-uso esigendone un prezzo è vendere una cosa che non esiste (198), ovvero
-esigere due volte il prezzo della medesima cosa, poichè la sorte
-principale restituita è esattamente l'equivalente della cosa prestata, e
-che non avendo niun dato valore al di là della cosa prestata,
-l'interesse che se ne riceverebbe in dippiù sarebbe un prezzo
-doppio (199).
-
-Sarebbe sfoggio di erudizione altrettanto facile quanto impertinente
-riunire qui centinaia di decisioni di Concilii, di bolle pontificie, di
-passi di autori i più ortodossi, che, tutti ad una voce, condannano
-l'usura, designando con tal nome, non l'usura quale oggi si intende, ma
-il semplice prestito ad interesse.
-
-Verso la metà del secolo scorso, un papa, ed un gran papa, Benedetto
-XIV, esortava ancora i vescovi a dimostrare ai popoli quanto sia grave
-il peccato di usura, reprimendo i discorsi di quelli che lo spacciavano
-come indifferente (200).
-
-Non è còmpito nostro indagare quale influenza siffatto divieto
-esercitasse sui progressi della ricchezza nei paesi cattolici. Sismondi,
-storico ed economista valentissimo, ma alla Chiesa cattolica punto
-benevolo, ne fa risultare “nel popolo assai più grande abitudine di
-dissipazione, perchè l'economia non conduceva all'agiatezza, e un
-capitale ammassato non era se non una occasione di più a peccare qualora
-si avesse voluto farlo fruttare” (201). Non è possibile non convenire in
-questo giudizio dello scrittore protestante, ma l'imparziale filosofo
-della storia potrebbe esprimere il proprio rammarico che il Sismondi non
-abbia tenuto conto di due cose; e cioè della reazione necessaria che il
-Cristianesimo doveva portare contro i feneratori di Roma pagana, e delle
-condizioni della società nell'evo medio, che rendevano assai raro il
-bisogno del mutuo veramente ed economicamente utile, cioè del mutuo
-contratto per dar vita a traffichi e ad industrie, e frequentissimo
-invece il mutuo dannoso ed antieconomico, quello cioè contratto per far
-fronte ai bisogni della vita, o peggio, della dissipazione.
-
-Non ci eleveremo dunque noi a giudici dell'opinione che vietava ai
-cattolici di dar denaro ad interesse, paghi di far notare che siffatta
-opinione, benchè in altri tempi universalmente adottata, non venne mai
-ritenuta come essenzialmente legata alla Fede; e ce lo prova,
-incontestabilmente, il diritto romano, che, compilato quando il
-Cristianesimo già era la sola religione dell'impero, autorizza,
-esplicitamente, il prestito ad interesse (202).
-
-Vietato ai Cristiani il dar denaro ad interesse (203), vietata agli
-Ebrei ogni altra industria, era naturale, era forzato che gli Ebrei
-dovessero dedicarsi tutti, o quasi tutti, all'arte feneratizia, nella
-quale però ebbero predecessori e compagni i lombardi ed i caorsini.
-
-Nè si potrebbe negare che gli Ebrei, specialmente nell'età di mezzo,
-esigessero interessi tanto esorbitanti da sembrarci oggi impossibili.
-
-Ma i fenomeni economici hanno questo di comune coi poemi, che non
-possono essere apprezzati al loro giusto valore se non si pon mente alle
-condizioni di tempo e di luogo in cui si producono.
-
-Poche parole di Giambattista Say ritrarranno queste condizioni meglio
-che noi non potremmo fare in un intiero volume: “Quando il bisogno di
-pigliare a prestanza ne faceva tollerare l'uso presso gli Ebrei, questi
-erano esposti a tante umiliazioni, avarie, estorsioni, ora sotto un
-pretesto, ora sotto un altro, che solo un interesse considerabile era
-capace di contrappesare vilipendii e perdite tanto moltiplicate. Lettere
-patenti del re Giovanni dell'anno 1360 autorizzano gli Ebrei a prestare
-sopra pegno _ritirando per ciascuna lira, ossia venti soldi, quattro
-denari di interesse per settimana_, il che fa più di OTTANTASEI PER
-CENTO l'anno; ma nell'anno successivo quel principe, il quale non di
-meno passa per uno dei più fedeli alla propria parola, di quanti ne
-abbiamo avuti, fece segretamente diminuire la quantità di metallo fino
-contenuto nelle medesime monete (204), talchè i prestatori non
-ricevettero più in rimborso un valore eguale a quello che avevano
-prestato. Basta ciò per spiegare e giustificare i grossi interessi che
-essi esigevano” (205).
-
-Se a noi fosse lecito tessere in queste pagine la storia cruenta delle
-persecuzioni di Israello, e studiare i rapporti tra questa storia e le
-condizioni economiche dei varî paesi d'Europa, noi vedremmo un fenomeno
-singolare. Vedremmo i feudatarî, i principi, talvolta, ma più raramente;
-anche i Comuni, accordare agli Ebrei privilegi esorbitanti, facilitare
-loro con ogni modo l'esercizio dell'usura, servirsene quindi come di
-stromento per suggere tutto l'oro del paese e poi vessarli,
-imprigionarli, martoriarli in ogni guisa, per togliere loro sino
-all'ultimo obolo il denaro ammassato. I principi e i governi si valgono
-degli Ebrei come di una macchina di drenaggio, e praticano verso di loro
-il sistema che un ministro belga opponeva anni sono, con raro cinismo,
-dall'alto della tribuna, a coloro che gli rimproveravano di permettere
-che le corporazioni religiose venissero costituendosi dei patrimonî.
-“Lasciatele arricchire, un giorno o l'altro una nuova legge di
-incameramento farà ricadere tutti quei beni così laboriosamente
-accumulati in proprietà dello Stato. _C'est une poire pour la soif._” E
-gli Ebrei furono, per secoli intieri, _la poire pour la soif_ di
-principi, di baroni, di Comuni.
-
-L'interesse che essi esigevano dagli infelici, che avevano ricorso a
-loro per denaro, doveva quindi esser esorbitante; e un osservatore
-imparziale può di una sola cosa meravigliarsi, che esso non fosse anche
-maggiore di quello che fu. Chi ha studiato le leggi più elementari della
-economia sociale, non ignora infatti che il saggio dell'interesse, come
-il prezzo di ogni derrata, non dipende dalla volontà del legislatore, ma
-da determinate circostanze di luogo e di fatto, alle cui conseguenze
-nessuna forza umana può sottrarsi. Queste circostanze costituiscono ciò
-che, nel linguaggio dei moderni uomini d'affari, si chiama la situazione
-del mercato. Abbondano i capitali, l'orizzonte politico, scevro di nubi,
-promette lunghi anni di pace e di tranquillità, ed il saggio
-dell'interesse si riduce a bassissimo livello. Scarseggiano invece i
-capitali, le condizioni politiche fanno presagire rivoluzioni o guerre,
-il denaro si rimpiatta, ed il saggio dell'interesse sale, con altezza
-vertiginosa, e ciò per due ragioni. E perchè il numerario obbedisce,
-come ogni altra derrata, alla legge della offerta e della domanda, ed è
-tanto più caro quanto più è domandato, tanto più a buon mercato quanto
-più offerto; e perchè in questo contratto speciale del mutuo entra un
-elemento specialissimo, che non entra in nessun altro contratto. Per
-quanto rara sia una derrata, la sola legge dell'offerta e della domanda
-basta a determinarne il prezzo. Nel contratto di mutuo invece, chi dà a
-prestito deve tener conto della maggiore o minor probabilità cui va
-incontro di non aver più restituito il capitale che dà a mutuo. Questa è
-la ragione per cui, mentre oggi il saggio dell'interesse è del 3 per
-cento per gli effetti di primo ordine, è del cinquanta e del sessanta
-pei figli di famiglia e per gli impiegati. Questa è la ragione, per cui
-chi investe i suoi denari in consolidato inglese ne ricava appena il tre
-per cento, chi li investe in carte turche o spagnuole, ne ottiene, sulla
-carta, il sessanta ed il settanta per cento.
-
-In fatto di investimento di capitali è sempre vero l'assioma di quel
-banchiere: chi vuoi mangiar molto, dorme poco, e chi si contenta di
-mangiar poco, dorme molto; ciò che equivale a dire che nell'arte
-feneratizia è impossibile conciliare la sicurezza del capitale impiegato
-col largo profitto degli interessi.
-
-Si giudichi, al lume di queste premesse, quale doveva essere il saggio
-generale degli interessi negli scorsi secoli. La storia ci insegna come,
-per lunga serie di anni, i capitali fossero così scarsi da essere impari
-agli scarsissimi bisogni, e ci apprende come gli annali di Europa altro
-non fossero che una serie non interrotta di guerre, di rapine, di
-pestilenze, di carestie.
-
-Ma quasi tutto ciò non bastasse a rendere elevatissimo il saggio
-generale dell'interesse nei tempi scorsi, un altro elemento vi
-concorreva potentemente.
-
-Il fondatore della moderna scienza economica, Adamo Smith, annoverando
-le ragioni che contribuiscono a rendere più o meno elevato il salario di
-talune professioni, vi comprese, a grandissima ragione, la maggiore o
-minore stima da cui sono circondate.
-
-L'asserzione dell'immortale scozzese non ha d'uopo di essere dimostrata.
-_Non de solo pane vivit homo_ è verità incontestabile, ed ognuno si
-acconcierà più volontieri a ricevere un più modesto salario in una
-professione, che lo faccia segno alla pubblica considerazione, di quello
-che riceverne uno più elevato per vedersi oggetto della generale
-animaversione.
-
-Ora, quale era il concetto che nei tempi andati avevasi dei feneratori?
-Ce lo dica il buon ministro di Luigi XVI, Turgot, l'uomo di cui fu
-detto, che avrebbe salvato la monarchia in Francia, se la monarchia
-avesse potuto essere allora salvata:
-
-“Piace prendere a prestito, ma è duro essere obbligati a restituire. La
-soddisfazione che si prova nel trovare ciò di cui si ha bisogno
-allorquando si è stretti dalla necessità, svanisce assieme al bisogno
-appagato, che invece rinasce ben presto. Il debito resta, ed il peso se
-ne fa sentire ad ogni momento sino a che siasi potuto pagarlo. Si crede
-che colui che presta non dia che il suo superfluo, superfluo che è il
-necessario per colui che riceve. Quantunque la giustizia rigorosa sia
-intieramente a favore del prestatore che non reclama che quanto gli è
-dovuto, la commiserazione, la simpatia sono sempre dal lato del
-debitore. Si sente che questi restituendo sarà ridotto all'ultima
-miseria, mentre il creditore può vivere anche senza ciò che gli è
-dovuto. Questo sentimento si verifica anche allorquando il prestito è
-puramente gratuito; a maggior ragione allorquando il prestito non fu
-pattuito che contro un interesse; il debitore, che in questo caso si
-tiene sgravato da ogni gratitudine, soffre con indignazione le
-persecuzioni del creditore.”
-
-Ed ecco quindi la disistima, la antipatia universale perseguitare il
-creditore, e tanto più acerbamente in quei tempi nei quali l'opinione
-pubblica vede, in chi dà denaro a mutuo, uno spregiatore di ogni legge
-divina ed umana.
-
-E questa disistima, questa pubblica antipatia costituiscono un nuovo
-elemento che viene ad accrescere il saggio dell'interesse, perchè chi ne
-è vittima vuole trovare un indennizzo a questa impopolarità nella
-larghezza dei profitti.
-
-Queste erano le condizioni generali dell'industria feneratizia nei
-secoli scorsi, e se l'indole del nostro lavoro non ci consente di
-seguirne le differenti fasi da Carlo Magno sino alla Rivoluzione
-francese, possiamo però dire che se le condizioni, che abbiamo visto
-influire a mantener sempre elevatissimo il saggio dell'interesse,
-aumentarono o scemarono d'intensità in diversi tempi, ed in diversi
-paesi, esse sussistettero però sempre, dalla caduta dell'impero romano
-sino alla rivoluzione francese.
-
-I lombardi, i caorsini che precedettero gli Ebrei nell'esercizio
-dell'arte feneratizia (206), e che la esercitarono poi per lungo tempo
-assieme ed in concorrenza con loro, non isfuggirono certamente a queste
-leggi generali e le poche notizie che abbiamo sul saggio dell'interesse
-da essi prelevato bastano a far chiaro come questo raggiungesse altezze
-mostruose, che le leggi proibitive della usura non giovavano,
-naturalmente, che ad accrescere.
-
-Nessuno ha mai detto che gli Ebrei esigessero un interesse maggiore di
-quello che esigevano Lombardi e Caorsini (207); nè avrebbero potuto
-farlo, perchè se è pur vero che l'industria feneratizia è, fra tutte,
-quella in cui il fenomeno della concorrenza si esplica meno palesemente,
-è anche vero, che nessuno avrebbe consentito a pagare, ad un Ebreo, un
-interesse maggiore di quello che avrebbe potuto pattuire con altri.
-
-Eppure abbondano argomenti per dimostrare che se Ebrei e Lombardi
-esigevano eguale interesse, ciò che per i secondi era lauto profitto,
-diveniva interesse meno che rimuneratore per gli Ebrei.
-
-Ad ogni momento leggi ed editti di principi li cacciavano dai paesi dove
-avevano dimora; ad ogni momento altre leggi esoneravano i Cristiani
-dall'obbligo di pagare i loro debiti verso gli Ebrei; o, ciò che per
-questi infelici tornava esattamente lo stesso, obbligava i debitori
-cristiani a pagare al principe, al signore, le somme che loro erano
-state mutuate dagli Ebrei.
-
-Nell'impossibilità assoluta di dare neppure un breve quadro delle
-sofferenze della nazione giudaica, piglieremo a prestito dal Blanqui
-poche linee, che se si riferiscono ad un sol paese e ad un solo regno,
-sono però l'esatta dipintura di quanto avveniva sempre e dovunque:
-
-“Di tutti i Re che occuparono il trono [di Francia] durante circa due
-secoli [1180–1328], non ve ne fu uno che trascurasse di dar prova della
-sua potenza e della sua ortodossia con provvedimenti severi contro gli
-Ebrei; ad ogni istante si vedono pubblicate ordinanze contro questi
-paria del medio-evo, considerati siccome la materia imponibile per
-eccellenza. Filippo Augusto ne promulgò quattro rimasti celebri: nella
-prima li minaccia, nella seconda li spoglia, nella terza li scaccia, e
-nella quarta proscioglie i loro debiti. Luigi VIII pubblicò del pari la
-sua: soppresse ogni specie d'interesse, ed ordinò si pagassero ai
-signori le somme che erano dovute agli Ebrei. Abbiamo già veduto San
-Luigi non essersi mostrato meno severo con loro (208); Filippo _il
-Bello_, Luigi _il Protervo_, continuarono il sistema dei loro
-predecessori (209).”
-
-Si vede, da quanto precede, che allorquando un Ebreo si toglieva una
-moneta di tasca, per darla a prestito, egli doveva calcolare che
-novantanove volte sopra cento non l'avrebbe mai più riveduta.
-
-Ed in fatti quando i pubblici poteri non erano autori delle spogliazioni
-commesse a danno degli Ebrei, i debitori trovavano un modo spiccio assai
-di pagare i loro debiti.
-
-Si accusava un ebreo di qualsivoglia più pazza ed impossibile
-scelleraggine; di aver avvelenato i pozzi, di aver diffuse le
-pestilenze, di aver vituperato il Santissimo Sacramento o che so io; e
-senza altra forma di processo, si dava mano alle armi, si massacravano
-gli Ebrei, si spogliavano le loro case, e soprattutto si distruggevano i
-titoli di credito che esistevano presso di loro.
-
-Fu notato, che, in certi paesi, le rivoluzioni cominciano sempre col dar
-fuoco agli archivi criminali, tanto importa a certi rivoluzionari di far
-sparire le traccie del loro passato, e le sommosse contro gli Ebrei si
-manifestavan sempre, in tutti i tempi ed in tutti i paesi, col
-distruggerne i registri ed i titoli di credito.
-
-Questa verità non è sfuggita agli storici ed il Roscher, l'illustre
-professore dell'Università di Lipsia, l'esponeva con queste parole:
-“Molte persecuzioni del più tardo medio-evo, nelle quali soprattutto si
-trattava di annullare le obbligazioni di debito verso gli Ebrei, sono a
-considerarsi quali crisi di credito in foggia barbarica, quale una forma
-medio-evale di quelle che oggi si chiamano _rivoluzioni
-socialistiche_ (210).”
-
-Anche il Beugnot riconosce che più d'una volta gli Ebrei vennero
-massacrati, ben più come creditori che come eretici (211).
-
-Meno scientificamente, ma più efficacemente forse, un brioso giornale
-cittadino, il _Pasquino_, definiva testè l'_antisemitismo_ altro non
-essere che un _anticreditorismo_.
-
-Se a queste persecuzioni sistematiche, a questi massacri periodici,
-aggiungiamo il fatto che, anche nei paesi dove erano meglio trattati,
-gli Ebrei erano soggetti a gravissime tasse speciali, per ciò soltanto
-che erano Ebrei; se poniam mente che i loro poveri essendo esclusi dalla
-pubblica beneficenza, toccava ai ricchi ebrei di provvedere ai loro
-bisogni, si comprenderà di leggieri che essi erano costretti a gravare
-la mano sugli infelici loro debitori.
-
-È un circolo vizioso cui non si sfugge: le persecuzioni, i massacri
-contro gli Ebrei, obbligano questi a mostrarsi più avidi, più duri coi
-loro debitori; e questa avidità e questa durezza generano nuove
-persecuzioni, nuovi massacri.
-
-Qui si presenta naturale una domanda: come mai malgrado tante e così
-violente persecuzioni, malgrado il continuo timore in cui dovevano
-vivere, di vedersi frustrati ad un tempo e dello sperato beneficio e del
-loro stesso capitale, continuavano essi ad esercitare l'industria
-feneratizia? La risposta è semplice. Davan danaro a prestito perchè non
-era loro permesso di impiegare in altro modo quella parte dei loro
-capitali che era esuberante ai loro commerci; perchè non potevano
-acquistare o coltivar terre, nè divenir proprietari di edifizi urbani,
-perchè erano, come vedemmo, sopracarichi di imposte e di spese di
-beneficenza, e perchè occorreva loro spender molto denaro per soddisfare
-l'avidità dei sovrani e dei principi che vendevan loro a caro prezzo il
-diritto di soggiornare nei loro paesi, e quella dei cortigiani che
-intercedevano per loro, presso il governo, protezione che era sempre ben
-lungi dall'essere gratuita.
-
-Sarebbe del resto singolare contraddizione del secolo nostro, che
-esalta, forse oltre il dovere, i beneficî del credito, dimenticare che
-all'esercizio dell'arte feneratizia praticata dagli Ebrei, devono
-ascriversi quei grandi progressi economici di cui oggi si mena tanto
-vanto e che i nuovi popoli devono agli Ebrei del medio evo:
-
-1º L'introduzione degli _interessi del capitale_, senza cui non sarebbe
-neppur pensabile uno sviluppo superiore del credito, ed anzi nemmeno
-della formazione del capitale e della divisione del lavoro. Se questo
-progresso era in parte soltanto una ristorazione di quanto aveva
-conosciuto l'epoca, altamente incivilita, dei Greci e dei Romani, non è
-così del
-
-2º Dell'invenzione, cioè, della cambiale, la quale è innovazione di un
-valore storico mondiale, essendo quella di uno stromento che ha per il
-commercio del danaro, presso a poco la stessa importanza della ferrovia
-per la industria dei trasporti, e del telegrafo per lo scambio delle
-notizie (212).
-
-Nè l'azione benefica esercitata dagli Ebrei sul progresso economico, nei
-tempi più caliginosi del medio evo, si limita all'industria feneratizia;
-soli, concentrando, sul commercio dell'oro e dell'argento, una
-attenzione che i pregiudizi dei loro contemporanei li impedivano di
-occupare altrove, prepararono la grande rivoluzione monetaria, che la
-scoperta delle miniere d'America e l'impianto delle banche europee
-dovevano compiere nel mondo; e quasi ciò non bastasse, ogni qual volta
-le leggi non lo vietavano loro, e spesso anche malgrado il divieto delle
-leggi, essi esercitavano ogni specie di commercio.
-
-“Allorquando la moltiplicità dei pedaggi e la tirannide dei signori
-feudali rendevano impossibile ogni speculazione che non fosse quella dei
-piccoli mercanti dei borghi e delle città, gli Ebrei, più arditi, più
-facili a muoversi, volgevano l'animo a più vaste operazioni e lavoravano
-in silenzio ad avvicinare continenti ed a riannodare i regni. Essi
-evitavano le barriere ed i fortilizi, nascondendo accuratamente, sotto
-miserabile apparenza, la loro reale ricchezza ed il segreto delle loro
-transazioni. Andavano a cercare a grandi distanze e mettevano a portata
-dei consumatori meno poveri, i prodotti poco conosciuti dei paesi i più
-remoti. A forza di errare e di correre di paese in paese, avevano
-acquistato una conoscenza esatta dei bisogni di tutte le piazze
-commerciali; sapevano dove si doveva comperare e dove si poteva vendere:
-pochi campioni ed un libriccino di note bastavano per le loro operazioni
-le più importanti. Corrispondevano fra loro sotto la fede di impegni che
-il loro interesse li obbligava a rispettare (213), circondati come erano
-da nemici di ogni specie. Il commercio ha perduto la traccia delle
-ingegnose invenzioni che furono il risultato dei loro sforzi, ma è alla
-loro influenza che sono dovuti i progressi rapidi di cui la storia ci ha
-segnalato il brillante fenomeno in mezzo agli orrori della notte
-feudale (214).”
-
-Il valore economico degli Ebrei non può del resto esser revocato in
-dubbio da nessuno storico imparziale; è ad esso, ad esso soltanto, che
-questo popolo va debitore della sua conservazione, malgrado le atroci,
-inaudite persecuzioni di cui fu vittima; senza il loro valore economico,
-gli Ebrei sarebbero stati distrutti, ed il loro nome, come quello di
-molte sètte del Cristianesimo, non sarebbe più che una memoria storica.
-
-Questo valore economico fu spesso riconosciuto dai loro stessi più
-acerbi nemici, che or proscrivendoli, or richiamandoli, attestavano
-l'importanza che ha la ricchezza mobiliare creata dal lavoro e
-dall'industria. Egiza, re visigoto di Spagna, uno dei loro più crudeli
-persecutori, mentre li bandisce dai suoi Stati, fa eccezione per quelli
-della Settimania, “allo scopo, diceva, di riparare le sventure che
-questa provincia aveva provato, e perchè gli Ebrei potessero
-ristabilirne le finanze sia per via dei tributi che pagavano al fisco,
-sia colla loro attività ed industria” (215). Luigi III e Filippo
-l'Ardito dissero nelle loro lettere di richiamo agli Ebrei, nei loro
-Stati, che non trovavano altro mezzo per ristabilire le decadute
-finanze, che il richiamare gente propria a far fiorire il commercio e
-circolare il denaro (216).
-
-San Pio V, uno dei pochissimi Papi che perseguitarono gli Ebrei,
-dichiara, nelle sue bolle, che mantiene gli Ebrei in Ancona per non
-distruggere il commercio col Levante.
-
-Quasi contemporaneamente il glorioso restauratore della Dinastia
-Sabauda, l'eroe di San Quintino, Emanuele Filiberto, accordando con un
-decreto del 1572, che è, per quei tempi, monumento insigne di
-tolleranza, facoltà agli Ebrei di stabilirsi nei suoi Stati, dichiara
-espressamente esservisi indotto “per commodo delli nostri sudditi et
-beneficio del paese” (217).
-
-Altri esempi potremmo addurre, ma bastino questi, come basti l'accennare
-che il declinare della grandezza spagnuola comincia positivamente dal
-giorno in cui 300,000 israeliti, scuotendo dai loro calzari la polvere
-della terra di Torquemada, trasportarono e sparsero sulla superficie
-dell'Europa le ricchezze, l'istruzione e la industria loro. E ben lo sa
-Livorno, che deve il suo porto agli Ebrei portoghesi, come Ancona che
-riconosce la sua floridezza da certo dott. Fermo, ebreo, che fu il primo
-ad avanzare le sue imprese per l'ampliazione di esso (218).
-
-Da quanto abbiamo detto finora risulta, chiaramente provato, che gli
-Ebrei furono, nei secoli scorsi, altamente benemeriti del traffico e
-delle industrie; è però innegabile che oggi ancora in certi paesi
-d'Europa, che di civile hanno poco più che il nome, sorgono serie
-lagnanze contro gli Ebrei che vengono accusati di essere i
-monopolizzatori di ogni commercio. E questo avviene specialmente in
-Polonia.
-
-In altri tempi i sovrani di quel paese reputarono sana politica
-proteggere gli Ebrei, tanto che Boleslao e Casimiro, due re di quella
-contrada, per difenderli contro il fanatismo religioso delle
-popolazioni, affermarono in pubblici atti che la popolazione di
-Gerusalemme, essendo stata sterminata dalla conquista romana, è
-difficile rendere gli Ebrei moderni responsabili del sangue di Cristo.
-In grazia di questa protezione gli Ebrei si accrebbero siffattamente in
-quelle regioni che non è esagerazione affermare che oltre un sesto degli
-Ebrei di tutto il mondo è ripartito fra la Polonia russa, la Galizia e
-la Posnania. Il governo russo è troppo parco di documenti statistici,
-perchè si possa conoscere con precisione qual sia la parte degli Ebrei
-nel movimento economico del paese, ma non abbiamo difficoltà ad
-ammettere, che essi abbiano concentrato nelle loro mani tutto il
-commercio di quelle contrade, e non abbiamo difficoltà ad ammetterlo,
-perchè sappiamo come i polacchi non abbiano mai avuto indole
-commerciale.
-
-Un insigne scrittore di cose economiche scrive di loro il seguente
-giudizio, che si potrà forse chiamare severo ma non certamente
-immeritato.
-
-“L'ufficio della Polonia nella storia del Commercio è intieramente
-passivo. Nessuna altra nazione in Europa si è mostrata così poco atta e
-chiamata al traffico ed alle industrie. Anche ai tempi della sua
-grandezza, quando confinava al Sud col Mar Nero ed al Nord col Baltico,
-quando perciò riuniva le più favorevoli condizioni per l'esercizio del
-Commercio internazionale, la Polonia non seppe trar alcun partito da
-simili vantaggi. Non ebbe mai navigazione; non seppe neanche giovarsi
-nell'interesse del suo dominio, del commercio marittimo dell'Asia che le
-conquiste della Russia occidentale nel 1460 e quelle della Livonia nel
-1583 avevano messo in suo potere, o per lo meno crearsi sul Baltico una
-posizione uguale a quella degli altri paesi di riviera. Che cosa non
-sarebbero divenuti in altre mani i porti di Riga e di Danzica come
-emporio di un paese simile a quello che si estendeva dietro a loro! Col
-suo mirabile sistema di corsi d'acqua, e con la varietà delle sue
-naturali ricchezze, la Polonia fu ai tempi del suo splendore uno dei
-paesi più felicemente collocati per isvolgere un attivo commercio. Ma la
-sua deplorevole costituzione, l'amore delle conquiste, l'indole
-bellicosa, il poco gusto per le arti pacifiche, per il lavoro, ridussero
-i polacchi ad un ufficio molto subalterno come popolo
-commerciante” (219).
-
-Ciò che lo Scherer scrive dei polacchi, può dirsi a buon dritto di tutta
-la razza slava, ed è perciò appunto che dai paesi slavi giungono
-continue lagnanze contro il monopolio degli Ebrei e dei tedeschi,
-lagnanze inspirate da quel sentimento di invidia connaturale all'uomo
-che suole muovere alti lamenti quando vede altri cogliere abbondanti
-frutti da un albero che egli ha sdegnato. E che questo, e non altro, sia
-il movente dell'agitazione vivissima che nell'Oriente d'Europa si
-manifesta contro gli Ebrei, lo proclamava recentemente l'ex-dittatore
-dell'Ungheria, Kossut, in una lettera da lui diretta al deputato Mezey
-per combattere l'antisemitismo:
-
-“L'agiatezza degli Ebrei, dice Kossut, dipende dalla loro attività e dal
-loro spirito di risparmio, e del regresso generale non sono colpa gli
-Ebrei, ma coloro, che per gli errori antichi, non sanno rivaleggiare con
-quelli.
-
-“Ricordo ai magiari, che tra i Cresi americani non v'ha neppure un
-Ebreo, perchè l'Ebreo non può rivaleggiare con l'Americano” (220).
-
-Del resto anche la pretesa ricchezza degli Ebrei venne assai esagerata,
-e noi, che ci siamo prefissi di avvalorare sempre le nostre parole
-coll'autorità degli uomini più eminenti di tutti i tempi e di tutti i
-paesi, lasciamo, anche su questo proposito, la parola ad un valentissimo
-economista inglese, il Mac Culloch, e gliela lasciamo tanto più
-volentieri in quanto che il brano che stiamo per riferire, riassume
-maestrevolmente quanto siamo venuti finora dicendo.
-
-“Si è detto che gli Ebrei erano un esempio di un popolo la cui proprietà
-era stata lungo tempo esposta a una serie quasi non interrotta di
-assalti, e che nondimeno avevano continuato ad essere ricchi e
-industriosi. Ma allorchè lo si esamini rettamente, si troverà che gli
-Ebrei non fanno eccezione alla regola generale. I fortissimi pregiudizi
-che si sono quasi universalmente nudriti contro di loro, ebbero per
-lungo tempo l'effetto di impedir loro di acquistare nessuna proprietà in
-terra, e li esclusero dal partecipare ai fondi delle istituzioni pie dei
-varî paesi in cui erano sparsi. Non avendo perciò sussidi avventizi su
-cui basarsi, caso che divenissero infermi o poveri, provavano un bisogno
-fortissimo di risparmiare e di accumulare, ed essendo banditi
-dall'agricoltura erano per necessità costretti a coltivare il commercio
-e le arti. In un'età in cui la professione mercantile era guardata
-generalmente come cosa sordida, e in cui per conseguenza avevano pochi
-competitori, devono aver fatti grandi guadagni, sebbene questi si siano
-assai esagerati. Ma era naturale che quelli che si erano indebitati
-cogli Ebrei, dicessero che i loro profitti erano enormi: perchè così si
-infiammavano i pregiudizi che vi erano contro di loro, e si offriva un
-pretesto miserabile per defraudarli dei loro giusti diritti. Vi sono
-alcuni Ebrei ricchi nella massima parte delle vaste città dell'Europa,
-ma la gran maggioranza di quel popolo fu sempre ed è anche ora
-poverissimo” (221).
-
-A queste parole del Mac Culloch ci sia permesso aggiungere due ultime
-considerazioni.
-
-I nemici del nome giudaico, e non son pochi, se da un lato fanno colpa
-agli Ebrei delle ricchezze di taluni loro correligionari, irridono poi
-all'umile professione di molti dei più poveri e dei più avviliti tra
-essi; quella del rivenditore di abiti e masserizie usate, del
-rigattiere.
-
-Eppure l'economista non isdegna quell'umile mestiere, e gli riconosce la
-sua larga parte di utilità economica; è il povero rigattiere che, colla
-industria sua, colla sua mano d'opera, ridà un valore a quanto lo aveva
-perduto, ed offre alle classi povere il mezzo di acquistare a poco
-prezzo le cose più necessarie alla vita. _Le Temple_ (222) _est la
-providence du peuple_, ha detto, e con ragione, un gran romanziere, che
-era nello stesso tempo uno degli apostoli del socialismo: Eugenio Sue.
-
-Questo pei poveri; quanto ai ricchi è pur d'uopo convenire che se essi
-sono tali è perchè le interdizioni di cui erano vittima nei tempi
-andati, non soltanto li spingevano forzatamente verso le professioni le
-più lucrative, ma li costringevano loro malgrado a tesaurizzare.
-
-Vietato agli Ebrei il conseguire gradi accademici, era tolto loro ogni
-incentivo agli studi letterali e cavallereschi, studi, che come ognun
-sa, non hanno mai arricchito nessuno. _Litterae non dant panem._
-
-Vietato agli Ebrei, da numerose leggi suntuarie, l'uso di vesti fastose
-ed obbligati se non dalla legge, dalla prudenza, a dissimulare sotto
-sordide vesti la loro agiatezza, per non esporsi a rapine ed a violenze.
-
-Vietato il possedere case, il fabbricarne, e costretti a dimorare nei
-sordidi ghetti, atti soltanto a far fuggire ogni idea di adornare e di
-abbellire anco l'interno della propria dimora.
-
-Vietata ogni sontuosità nei loro tempî, nei loro cimiteri, in tutte le
-pratiche di culto dove la pia munificenza dei Cristiani profondeva,
-negli scorsi secoli, tesori a dovizie.
-
-Vietata ad essi ogni ingerenza nei pubblici affari.
-
-Vietato ad essi l'aver domestici cristiani, e, persino, l'aver commercio
-con femmine da conio.
-
-Voglia il signor lettore esaminare questo breve elenco di interdizioni,
-che molte e molte ne ommette per brevità, voglia compararlo col bilancio
-della propria azienda domestica, e poi dovrà convenire con noi che il
-popolo ebreo, obbligato a consacrarsi alle industrie che maggiormente
-arricchiscono, e costretto a star lontano da quelle, che sono, per ogni
-uomo civile, le maggiori cause di dispendio, avrebbe finito
-coll'assorbire tutte le ricchezze del mondo, se le persecuzioni, i
-massacri, le rapine non gli avessero tolto colla violenza, quanto la
-violenza lo aveva costretto ad ammassare.
-
-Perchè gli Ebrei dovessero divenire ricchi ed usurai abbiamo veduto; i
-loro nemici però non paghi di averli costretti ad esercitare un traffico
-ignominioso, non paghi di rinfacciar loro come una colpa, quello che era
-necessaria conseguenza della condizione ad essi creata, vennero dicendo
-che il _Talmud_ non soltanto autorizza gli Ebrei ad opprimere i
-Cristiani con usure, ma ne fa loro espresso obbligo, permettendo ad essi
-di esercitare ogni maniera di frode verso i non Ebrei.
-
-Il _Talmud_, lo abbiamo detto a sazietà, non è per gli Ebrei che il
-complemento della legge, e la legge dà agli Ebrei precetti ben diversi.
-
-Quali sieno i precetti biblici in questo argomento tutti sanno, ma a noi
-piace ricordarli colle parole stesse di uno dei più accaniti nemici del
-nome giudaico:
-
-“Secondo la legge mosaica non possono ingannare, nè defraudare alcuno,
-che con essi contratti. So bene che ciò veniva espressamente loro
-vietato nel Levitico al capo 19, v. 11, con queste parole: _Non
-mentiemini, nec decipiat unusquisque proximum suum._ In molti altri
-versi del medesimo capitolo e in più luoghi è replicato un tale
-comandamento. Ed essendo egli morale, e non cerimoniale, non è cessato,
-ma va in vigore, e nella prima osservanza” (223).
-
-Ed il Talmud che ha per scopo di spiegare la Bibbia, non di cambiarla,
-non sopratutto di stabilire precetti che a quella ripugnino, conferma
-questi principii di elementare onestà.
-
-I Talmudisti dicono:
-
-_a_) che non è permesso di fare altrui illusione, nemmeno ad un _Goi_,
-per esempio, di fargli regalo di alcun oggetto, facendogli credere che è
-di maggior valore di quello che è (224).
-
-Samuele ordinò al servo di accordarsi col barcajuolo che dovea
-tragittarlo al di là d'un fiume. Nei patti dell'accordo eravi di dargli
-a bere una bottiglia di vin puro: il domestico mescolò il vino con
-acqua, nè il barcajuolo se ne accorse. Samuele seppe l'inganno, e sgridò
-acerbamente il suo servo (225).
-
-_b_) che chi deruba il Goi è tenuto alla restituzione, e che è anzi
-peggio derubare il Goi che l'Israelita, poichè ne rimane profanato il
-nome di Dio (226).
-
-_c_) che l'Israelita pecca, ed è tenuto all'indennizzamento, qualora
-nella misura, nel peso o nel calcolo faccia sopruso al non israelita,
-non altrimenti che facendolo ad un israelita. Chi trafficando, sia
-coll'israelita, quanto coll'idolatra, misura o pesa scarso, contraviene
-ad un divino precetto ed è tenuto al risarcimento. È parimente vietato
-di gabbare il Goi nel calcolo, ma devesi usare seco lui ogni esattezza,
-come dice il sacro testo (_Lev._, XXV, 59), e _faccia ragione col suo
-compratore_; il quale testo tratta di un non israelita da sè dipendente
-(vivente cioè nella Palestina quando questa era in potere degli
-Israeliti); quanto più non dovrai tal legge osservare con chi non è a te
-soggetto? D'altronde la Scrittura dice (_Deut._, XXXV, 16): _Chiunque fa
-tali cose, chiunque fa iniquità è in abbominazione al signore Iddio
-tuo_, proposizione assoluta e senza alcuna condizione (227).
-
-_d_) I Gheonim (228) insegnano, allegando l'autorità del Talmud (229),
-esser permesso, anzi esser dovere di far testimonianza anche innanzi ai
-non israeliti (presso giudici non iniqui), anche se il frodato sia un
-Goi ed il frodatore un israelita (230).
-
-_e_) Il celebre ed autorevole R. Mosè Couci dice: Anche quel Talmudista
-che opina non essere vietato derubare il Goi, parla di un tale che abbia
-fatto del male allo israelita, ed anche in questo caso la sua sentenza
-non viene adottata; fuori però di questo caso anche quel Talmudista
-riconosce essere vietato rubare al Goi (231). E qui giovi notare che
-questo Mosè Couci o Kotzi, che fioriva nel 1230, è ben lungi dall'essere
-stato, in massima, modello di tolleranza. Nelle prime edizioni delle sue
-opere (232) trovansi non pochi passi anticristiani, ma il fanatismo
-religioso, di cui nessuno vorrà far colpa ad un ebreo del XIII secolo,
-non gli impedì però di fare il suo dovere d'onesto uomo, proclamando la
-massima che abbiamo testè riferita.
-
-Nè del resto poteva essere altrimenti, checchè abbiano farneticato i
-malevoli; la legge mosaica espressamente comanda di non molestare il
-forestiero, e lo inculca con queste parole: _E non oppressare il
-forestiero, perciocchè voi sapete in quale stato è l'animo del
-forestiero, essendo stati forestieri nella terra d'Egitto_ (_Esodo_,
-XXIII, 9). Ed altrove dopo aver detto che Dio è il Dio degli Dei, ed il
-padrone dei padroni; Dio grande, potente e tremendo, ecc, aggiunge che
-egli fa giustizia all'orfano ed alla vedova, ed ama il forestiero, per
-somministrargli vitto e vestito; indi conchiude: _Voi dunque altresì
-amate i forestieri; conciossiachè siate stati forestieri nel paese
-d'Egitto_ (_Deut._, X, 17, 19). Raccomanda di non far soffrire
-ingiustizia al forestiero ed all'orfano, e di non pignorare l'abito
-della vedova, ed aggiunge: _E ricordati che tu sei stato schiavo in
-Egitto_ (_Deut._, XXIV, 17 e 18). Ognuno sa che la memoria dei mali da
-noi stessi altre volte sofferti accresce forza al naturale sentimento
-della pietà dei mali altrui.
-
-Nè la legge scritta, nè la legge rivelata concedono dunque all'ebreo di
-usar frode a pregiudizio dei gentili.
-
-Il Levi nella sua raccolta talmudica già più volte citata ha spigolato
-nel Talmud alcune regole di commercio che giovano a mostrare come i
-dottori del Talmud si preoccupassero di inspirare negli Israeliti, i più
-rigorosi principî di probità commerciale:
-
-“È peccato far incarire i frutti — portare aumento nei prezzi correnti.
-
-“Oltre il sesto del valore v'ha lesione e il contratto è nullo (233).
-
-“Non deve il vinajo spargere nel suo negozio profumi di vini aromatici,
-per far credere di tenere nel suo negozio vini squisiti.
-
-“Non deve il negoziante regalare dolci ai giovanetti per allettarli al
-suo negozio.
-
-“Il vindice nel diluvio è vindice di chi non mantiene la sua parola.
-
-“Il capo dei ladri è quegli che defrauda nel peso e nelle misure (234).
-
-“Il negoziante deve ripulire i suoi pesi e i suoi vasi una volta ogni
-settimana, per conservarli sempre nella giusta misura” (235).
-
-Ma, si dirà, ammesso pure che agli Ebrei sia vietato usar frode in
-commercio, tanto col correligionario quanto col _Goi_, non potrete
-negare, che la stessa Bibbia, mentre vieta loro di dar denaro ad usura
-agli Ebrei, permette ad essi di darne ai _goim_.
-
-Ed infatti è scritto nel _Deuteronomio_ (XXIII, 19, 20) ed altrove: “Non
-prestare ad usura al tuo fratello, nè danari, nè vittuaglie, nè cosa
-alcuna che si presta ad usura.
-
-“Presta ad usura allo straniero, ma non al tuo fratello.”
-
-La cattiva interpretazione di questo precetto espresso e ripetuto nella
-Bibbia, fu causa principalissima delle accuse mosse su questo argomento
-contro gli Ebrei e della ripugnanza che ebbe il Cristianesimo contro
-l'industria feneratizia.
-
-Per bene interpretare questo precetto, conviene in primo luogo aver
-presente che la parola usura va intesa, anche in questo brano, nel senso
-di interesse. Abbiamo già dimostrato, colle parole del Say, che quello
-che noi ora diciamo _interesse_ dicevasi usura negli antichi tempi, ci
-sia lecito aggiungere qui, che la lingua ebraica non ha la parola usura,
-nel senso che oggi volgarmente le si attribuisce, sicchè ogni qualvolta
-troviamo scritto nella Bibbia la parola _usura_ dobbiamo leggere
-_interesse_.
-
-Quanto al divieto biblico di prestar ad interesse al fratello, ed alla
-facoltà di prestare al forestiero, è un di quei precetti che debbono
-considerarsi parti della legge civile, non della religiosa, e che, come
-tale, cessarono di aver vigore colla esistenza politica della nazione
-ebraica.
-
-Non diciamo cose nuove, ripetiamo, costretti, cose trite e ritrite.
-
-Questo precetto, come prescrizione di legge civile, è facilmente
-spiegabile.
-
-L'Ebreo in Palestina non era commerciante, lo abbiamo veduto; il
-commercio della contrada era in mano dei forestieri; da ciò consegue che
-se l'Ebreo prendeva a prestito denaro vi era costretto dalle necessità
-della vita, mentre il forestiero ne abbisognava per dar vita ai propri
-traffici; da qui il divieto, altamente economico, di far pagare
-interesse al primo ed il permesso, logico e naturale, di farlo pagare al
-secondo, che, dal denaro mutuato, presumeva ricavar lucro e vantaggio.
-
-E questa nostra interpretazione è ampiamente suffragata dal versetto 25
-del capitolo XXIII dell'Esodo:
-
-“Quando tu presterai danari al mio popolo, al povero che è appresso a
-te, non procedere inverso lui a guisa di usuraio: non imponetegli
-usura.”
-
-Il più volte citato Luzzatto così commenta questo versetto:
-
-“_Al popol mio_, cioè ad Israello. _A qualche povero che è appresso a
-te_, spiega l'antecedente e cioè che l'esenzione dell'interesse è
-diritto solamente di chi è assolutamente povero, non del ricco che cerca
-danaro per speculazione.”
-
-Anche il Mortara, onore di Mantova e del Rabbinato italiano, così
-interpreta questo precetto (236):
-
-“Il prestito fatto al povero viene considerato dalla morale religiosa
-come una carità e non un contratto. Essa riguarda pertanto il povero
-vergognoso come un congiunto, ed impone di prestargli, e non usare verso
-di esso come creditore che conceda dilazione al pagamento. È evidente
-che tale obbligazione morale non può vincolare che verso i prossimi e
-perciò la religione non la impone che verso i concittadini ed i
-correligionari.
-
-“I nostri Dottori applicano il testo d'Isaja, “allora tu invocherai il
-Signore ed egli ti esaudirà,” a colui che ama i suoi vicini, porta
-operoso affetto a' suoi congiunti e presta una moneta al povero nel
-momento del suo bisogno; e nell'esposizione del testo (salmo XV, 5): _Il
-quale non dà i suoi danari ad usura_, comprendono espressamente il non
-Israelita fra quelli cui si devono far prestiti, senza percepirne
-interesse” (237).
-
-E con questo commento dei due dottissimi rabbini si accorda quello di un
-eruditissimo sacerdote cristiano, l'abate M. Mastrofini, il quale
-conchiuse che il precetto “riguarda le usure di ricchi Ebrei su poveri,
-i quali tra loro convivono” (238).
-
-E più sotto, lo stesso Mastrofini, riassumendo il risultato dell'acuta
-sua disamina sui varii passi del Vecchio Testamento ove è discorso
-dell'usura, così conchiude:
-
-“La legge mosaica intorno le usure, ci rassicura ancora che non tutte le
-usure sono contrarie alla legge della natura. Imperocchè Dio, per Mosè,
-permise le moderate e discrete col ricco, tanto ebreo quanto
-forestiero” (239).
-
-Questi i precetti biblici riassunti da scrittori dotati di sana critica.
-Vediamo ora come i talmudisti interpretarono la legge:
-
-“Chi entrerà nel tuo sacro monte? dice Davide. Chi cammina sinceramente
-e chi non dà il suo danaro a usura. Osserva un dottore: Chi non dà il
-suo danaro a usura neppure a un Gentile” (240).
-
-“L'Ebreo il quale presta il suo denaro al Gentile, anzichè
-all'Israelita, perchè dal primo può prendere interesse, commette
-peccato” (241).
-
-“Chi accumula ricchezza con interesse e usura, l'accumula per chi è
-benefico coi poveri. Dice Salomone.”
-
-“Il dottore Hunà dichiara che qui allude all'usura tolta dai Gentili. Un
-altro dottore osserva che Mosè permette di dare a interesse a' Gentili.
-Risponde il primo dottore, che il testo biblico ha altro senso.
-Concludesi che tutto al più può l'Israelita prestare a interesse al
-Gentile, tanto da guadagnarsi il vitto (242).
-
-“Quando il Salmista (XV, 5) encomia chi presta il suo denaro senza
-percepire frutto, intende che lo faccia anche col Goi” (243).
-
-Ed in altro trattato:
-
-“Vieni e vedi, tutte le creature di Dio ritraggono (prendono a prestito)
-l'una dall'altra.
-
-“Il giorno ritrae (prende in prestito) dalla notte, la notte dal giorno:
-la luna dalle stelle, le stelle dalla luna: il sole dalla luce, la luce
-dal sole: il senno dalla scienza, la scienza dal senno: la carità dalla
-giustizia, la giustizia dalla carità.
-
-“Tutte queste creature divine ritraggono (prendono in prestito) l'una
-dall'altra e sono amiche ed in pace.
-
-“Solo l'uomo presta al compagno e cerca di rovinarlo con l'usura e col
-furto.
-
-“Questi usurai dicono quasi a Dio: Perchè non prendi usura de' tuoi
-prestiti agli uomini? Tu inaffii la terra, tu fecondi i campi, tu
-illumini, tu soffii l'alito vitale, tu conservi: chè non ti fai pagare?
-
-“Dice Iddio: Vedete quante cose io presto, e non prendo interesse.
-
-“Guai a chi prende usura: egli non vivrà.
-
-“Un re apre all'amico il suo regno: l'amico entra, calpesta i poveri,
-uccide le vedove, distrugge, rovina, e riempie ogni cosa di frode e
-iniquità.
-
-“Così l'usuraio a cui Iddio ha aperto il regno dei suoi tesori, porta
-ovunque la sterilità e la morte (244).”
-
-Ed altrove:
-
-“Bada cecità degli usurai. Se taluno ingiuria il compagno chiamandolo
-empio, l'ingiuriato arde d'ira e medita vendetta. E costoro in uno
-scritto, sancito da notai e da testimoni, di propria volontà scrivono e
-sottoscrivono e dichiarano..... d'avere rinnegato il Dio
-d'Israele” (245).
-
-Chiudiamo questo troppo lungo capitolo colla citazione di un brano del
-più volte ricordato Rabbino Leon Modena, il quale porrà in luce cosa
-pensassero su questo argomento gli Ebrei italiani, or sono due secoli.
-
-“Per obbligo della Legge, così di Mosè, come a bocca, devono esser
-realissimi, e non fraudar, ne ingannare alcuno, sia chi si voglia, o
-Hebreo, o non Hebreo, osservando sempre, e con ogni persona, quelli
-buoni modi di negotiar comandatogli in molti luoghi nella Scrittura, e
-spetialmente nel Lev. c. 19, versi 11, 13, 15, 33 sino al fine.
-
-“E quello che hanno disseminato alcuni in voce, e in iscritto, che ogni
-giorno giurano, et hanno per opera pia di ingannar, e fraudare un
-Christiano, è espressa bugia, così promulgata per renderli più odiosi di
-quello che sono.
-
-“Anzi molti rabbini hanno scritto et in particolar ne ha fatto raccolta
-a longo Rabino Bachij nel libro _Cadachemah_, lettera _Ghimel Ghezelà_
-dove dice che è molto più grave peccato il fraudare uno non Hebreo, che
-un Hebreo rispetto allo scandalo che si da, oltre l'opera sia in se, e
-si chiama _Chillul Ascem_, che vuol dire profanare il nome di Dio, che è
-de' maggiori peccati. Onde se si trova fra essi chi inganna e frauda, è
-diffetto di quel particolare, che è di mala qualità, ma non che lo facci
-essendole ne dalla sua legge, ne da Rabini in alcun modo permesso.
-
-“È ben vero che la strettezza, nella quale la captività lunga gli ha
-ridotti et essendole vietato quasi per tutto il posseder terreni, e
-molti altri modi di mercantar, et esercitii di riputatione et utili, si
-sono molti abbassati d'animo e divenuti digeneranti della lealtà
-israelitica” (246).
-
-Con queste parole il Modena viene a dimostrare quanto giuste sieno
-queste idee di un pubblicista inglese che noi trovammo testè riferite
-nella _Revue Britannique_ e colle quali ci piace dar termine a questo
-capitolo:
-
-“Dovunque le incapacità inerenti alle qualità di ebreo sono sconosciute,
-lo spirito stretto di sêtta e di tribù disparve, e lasciato a se stesso
-il giudaismo, in quanto riguarda le materie religiose ed i doveri
-sociali, si è sviluppato sanamente e senza usurpare sui confini altrui.
-È questo ancora il miglior rimedio da opporre alla sua estensione che
-noi possiamo consigliare a coloro che vedono in lui un nemico di cui
-occorra sbarazzarsi ad ogni prezzo.”
-
-(193) _La situazione degli Ebrei nel Medio-Evo._ — _Giorn. degli
-Economisti._ Padova, 1875, vol. 1, pagg. 88 e segg.
-
-(194) Ac si transferre sedes cogerentur, major vitae metus quam mortis.
-(TACIT., _Hist._ XXI).
-
-(195) Ne quidquam ingenuum potest habere officina... Mercatura, si
-tenuis est, sordida putanda est: sin autem magna et copiosa; multa
-undique apportans, non est admodum vituperanda..... Nihil enim
-proficiunt mercatores, nisi admodum mentiantur. (CICERONE, _Dei doveri_,
-libro I, sez. 42).
-
-(196) SAY, _Trattato di Ec. pol._ in _Bibl. dell'Ec._ Serie I, vol. VI,
-pag. 275.
-
-(197) BLANQUI, _Hist. de l'Ec. pol._, I, 153.
-
-(198) Questo pregiudizio contro l'interesse del denaro, che rimonta ad
-Aristotile, e che ha per base la massima che il denaro, non essendo di
-per se stesso fecondo, non può produrre interesse, era comune anche a
-Shakespeare che, nel suo linguaggio pittoresco, definì l'interesse: _La
-posterità di uno sterile metallo._
-
-(199) TURGOT, _Memoria sui prestiti di denaro_ in _Bib. dell'Ec._ Vol.
-I, pag. 373.
-
-(200) _Bull. mag._ LXVI, pag. 328 e pag. 21.
-
-(201) S. DE SISMONDI, _Nuovi principii d'economia politica_ in _Bibl.
-dell'Econ._ Vol. VI, pag. 636.
-
-(202) Le Pandette fissano al quattro per cento il tasso dell'interesse
-per la persona di un rango illustre, a sei per gli altri, tasso
-ordinario e legale. Ciò non pertanto si permise l'interesse dell'8 per
-cento ai manifattori ed ai commercianti e quello del 12 per le
-assicurazioni marittime.
-
-(203) Gli stessi principi ecclesiastici che vietavano ai Cristiani di
-dar capitali ad interesse, lo permettevano agli Ebrei; ad esempio
-l'arcivescovo di Colonia, nel 1266, promise loro di non concedere ad
-alcuno tranne che ad essi il contrarre prestiti fruttiferi. (ENNEN,
-_Storia di Colonia_, II, 327).
-
-(204) Quando il re di Francia, Giovanni, per pagare i suoi debiti
-adulterò la sua moneta, tutti gli ufficiali della sua zecca furono
-obbligati a giurare il secreto. (V. DUCANGE, _Glossario_, parola
-_Moneta_, ed. de' Benedettini). Fin qui il Say; dal canto nostro
-aggiungiamo che questa adulterazione delle monete, causa principalissima
-dello esorbitante tasso dell'interesse e che durò sino alla età
-moderna — Carlo V verso il 1540 inondò l'Europa di una massa di cattivi
-scudi d'oro di Castiglia. (BLANQUI, _Hist. de l'Ec. pol._, I, 283) — era
-conseguenza delle dottrine di S. Tommaso. Il Grande Aquinate, come del
-resto tutti gli uomini dei tempi suoi, aveva curiose idee in fatto di
-economia politica. Egli (_De Regg. Princ._, II, 13), infatti permette
-che lo Stato faccia uso, moderatamente però, del diritto di alterare le
-monete _sive in mutando, sive in diminuendo pondere_. Tutti ricordano le
-roventi parole con cui il nostro Dante, quasi contemporaneo
-dell'Aquinate, stigmatizza Filippo il Bello, il re falso monetario, che
-la dottrina di S. Tommaso aveva appreso da Egidio Colonna; il Dottor
-Fondatissimo, fu infatti discepolo di Tommaso e maestro di Filippo.
-
-(205) SAY, _op. cit._ pag. 277.
-
-(206) Se l'indole di questo lavoro lo consentisse, potremmo moltiplicare
-gli esempi per dimostrare che caorsini, lombardi e toscani precedettero
-quasi dovunque gli Ebrei nell'esercizio dell'usura. Nell'impossibilità
-di farlo qui, ci limitiamo ad un solo esempio somministratoci da
-un'eccellente monografia di ANTONIO IVE (_Dei banchi feneratizi e
-capitoli degli Ebrei di Pirano e dei Monti di pietà in Istria_, Rovigno,
-Bontempo e C., 1881), dove a pagina 7 si legge: “Ai fiorentini
-succedettero in Istria, nell'esercizio della fenerazione, verso il 1380
-circa, gli Ebrei, i quali ne ebbero, per così dire, il monopolio fino
-alla metà del secolo XVII.”
-
-(207) Non facciamo la storia dell'usura, e dobbiamo quindi trascurare
-molte e molte citazioni ad appoggio di quanto veniamo dicendo; a
-mostrare però come l'industria feneratizia non fosse esercitata dai soli
-Ebrei, riferiamo il seguente brano di un'ordinanza di Luigi il Protervo,
-9 luglio 1315: “Et comme nous avons appris que plusieurs Italiens
-étaient dans notre Royaume, lesquels exercitent marchandises et contrats
-_qui ne sont pas honnêtes_, notre intention n'est pas de donner à tels
-Italiens lesdites frauchises et libertés.”
-
-(208) San Luigi li oppresse colle leggi più intollerabili, liberò i loro
-debitori, proibì ogni azione giudiziaria a vantaggio degli Ebrei, e
-spinse il rigore sino a proibir loro di contrattare. (BLANQUI, _Hist. de
-l'Ec. pol._, I, 186).
-
-(209) BLANQUI, _op. cit._, I, 223.
-
-(210) _Loc. cit._
-
-(211) ARTHUR BEUGNOT, _Les Juifs d'Occident_, 2^me partie, pag. 35.
-
-(212) ROSCHER, _art. cit._
-
-(213) Il Roscher (_loc. cit._) nota, assai saggiamente, che l'azione
-commerciale degli Ebrei fu favorita anche dalla loro unione altrettanto
-vivace quanto grandiosa, estesa attraverso tutti i regni cristiani e
-maomettani. È questo un vantaggio che, in minori proporzioni, si può
-segnalare anche presso altre minoranze religiose, e su cui, ad esempio,
-riposano i successi mercantili degli Ugonotti in Francia e dei Quacqueri
-in Inghilterra.
-
-(214) BLANQUI, _Hist. de l'Ec. pol._, I, 189.
-
-(215) D'AGUIR, _Concil. hispan._, t. II, p. 752.
-
-(216) _Réflexions d'un Milord_, pag. 52.
-
-(217) Veggasi il documento in _Revue des Etudes Juives_, anno 1882, pag.
-231.
-
-(218) _Difesa contro gli attacchi fatti alla nazione ebrea_, ecc. Pavia,
-MDCCLXXXIV, pag. 104.
-
-(219) SCHERER, _Storia del Commercio_ in _Biblioteca dell'Economista_,
-serie II, vol. IV, pag. 712.
-
-(220) _Unità Cattolica_ di Torino, numero 224, del 26 settembre 1883, 1ª
-ed., pag. 896. — Veggasi pure fra i documenti una importante memoria del
-principe Demidoff di San Donato sulla questione semitica in Russia.
-
-(221) MAC CULLOCH, _Principii di Ec. pol._ in _Bibl. dell'Ec._, v. XIII,
-pagine 17, 18.
-
-(222) Il _Temple_ era un quartiere di Parigi ove i rigattieri avevano le
-loro botteghe. Oggi ancora quel quartiere, situato nei pressi del
-sobborgo operaio di Sant'Antonio, è abitato dalla parte più povera degli
-Ebrei di Parigi.
-
-(223) MEDICI, _op. cit._, cap. XII.
-
-(224) TALMUD BABILONESE HOLIN, fol. 84. Appoggiato a tale sentenza
-l'autore del libro _Hassidim_, vivente in Francia verso il 1200,
-condanna e dichiara peccatori coloro che nel salutare il non israelita
-gli dicono sottovoce villanie, cui l'altro suppone esser parole
-amichevoli. (_Hassidim_, § 51).
-
-(225) Id. id.
-
-(226) TOSSAFTÀ KAMÀ, cap. IV.
-
-(227) MAIMONIDE dietro il Talmud, trattato GHENEVÀ, capitolo 7, lez. 8.
-
-(228) Capi di Accademia in Persia, succeduti ai Talmudisti dal 600 al
-1038 di G. C.
-
-(229) KAMÀ, fol. 113.
-
-(230) SEMACH GAON, nelle decisioni dei Gheonim, stampate a Salonico e
-sotto il titolo di Sciaon Zedek, fol. 84 retro.
-
-(231) SAMAG, precetto negativo, 152.
-
-(232) Cfr. DE ROSSI, _Diz. storico degli autori Ebrei_, Parma, 1802,
-vol. 2, p. 67 a. v. _Mosè di Kotzi_.
-
-(233) BAVÀ METZIÀ, fol. 49.
-
-(234) LEVI, _op. cit._, pag. 281.
-
-(235) I Talmudisti sembrano essersi assai preoccupati della esattezza
-dei pesi e delle misure. “Il commerciante all'ingrosso ripulisca le sue
-misure una volta al mese, quello al minuto una volta ogni dodici mesi.
-R. Simeone, figlio di Gamliel, dice all'opposto: il bottegaio ripulisca
-le sue misure due volte per settimana e netti i suoi pesi una volta per
-settimana, e netti la bilancia dopo ogni pesata. R. Simeone dice, questo
-intendere trattandosi di cose molli, ma di cose aride non occorre.”
-(BAVÀ BADRÀ, 88 a). “Si instituiscono commissari per le misure [perchè
-siano giuste] ma non per i pesi [perchè dipendono dalla concorrenza].
-Rami bar Hamà dice: si stabiliscono commissari sia per le misure, sia
-per i prezzi a motivo degli ingannatori.” (_Ivi_, 890).
-
-“È proibito di tenere in casa misure mancanti o soverchianti.....
-quest'intendesi nei paesi ove non sono bollate, ma dove sono bollate
-quando non vede il bollo non prende.” (_Ivi_, 897).
-
-E certamente a queste massime si è inspirato il Maimonide quando facendo
-suo il precetto che leggesi in _Bavà-Badrà_, 886, scrisse: “È più grave
-la punizione di chi defrauda colle misure che di chi commette incesto,
-perchè questo è tra lui e Dio, e quello tra lui e il prossimo”
-(MAIMONIDE, _Leggi sul furto_, cap. VII, lez. 8).
-
-(236) MARCO MORTARA, _Compendio della religione israelitica_, Mantova,
-Beretta, 1855, pag. 86.
-
-(237) V. TALMUD SANEDR. 76B e MACCOT 24A.
-
-(238) MASTROFINI, _Le usure_. Milano, Silvestri, 1841, pag. 9. Cfr.
-GENOVESI, _Lezioni di economia civile_ in _Bibl. dell'Economista_, 1ª
-serie, vol. III, pag. 207. Il dotto filosofo napoletano fu forse il
-primo in Italia a comprendere e ad esporre nettamente il concetto
-biblico del prestito ad interesse.
-
-(239) _Op. cit._, pag. 37.
-
-(240) TALMUD MAKOT, pag. 24.
-
-(241) JALKUT MISLÈ, fol. 144, 1.
-
-(242) JALKUT, fol. 295, 2.
-
-(243) MAKOT, fol. 24.
-
-(244) BAVÀ MEZHIA, fol. 71.
-
-(245) RABOT MISHPATIM, sez. 2, verso la metà. Nella stessa sezione molti
-altri passi sono diretti a biasimare l'usura: p. e. “Vieni e vedi:
-chiunque è ricco, e benefica i poveri e non prende usura, Iddio lo
-considera come se avesse osservato tutti i precetti.
-
-“Diede ad usura, prese aumento e vivrebbe? Non vivrà.” (Ezechiele 18,
-17) “dice Iddio benedetto: Chi visse d'usura in questo mondo, non vivrà
-nel mondo venturo.”
-
-“Non gl'imporrete usura (Esodo, 22, 27) bastava _imporrai_, perchè dice:
-_imporrete_? si riferisce ai testimoni, al garante, ai giudici ed allo
-scrivano, perchè se non fossero questi, egli non prenderebbe nulla, e
-quindi vengono puniti tutti quanti.
-
-“A che si assomiglia l'usura? A chi viene morso da un serpente, e non se
-ne accorge, e non lo sa sino a che non lo investe (?) tutto.
-
-“Il _povero_ che è con te (Esodo, 22, 27) dice il santo, benedetto egli.
-Non gli basta la sua miseria che tu gli prendi ancora usura?”
-
-(246) MODENA, op. cit., parte II, cap. V, pag. 49.
-
-
-
-
- IV.
-
- Dell'uso del sangue cristiano nei riti ebraici
-
-
-Oggi ancora, nell'ultimo quarto del secolo decimonono, abbiamo veduto,
-in un paese che si dice civile, Ebrei accusati di aver assassinato una
-fanciulla cristiana, non per scopo di lucro o di libidine, non per
-vendetta, o per qualsiasi altro dei soliti moventi cui obbediscono gli
-assassini, ma nell'intento di raccoglierne il sangue, sangue che si
-pretende necessario agli Ebrei per l'adempimento di tenebrosi loro
-riti (247).
-
-E mentre il processo si dibatteva in Ungheria, abbiamo veduto in Italia,
-in Francia, in Germania, nei paesi insomma del continente d'Europa che
-sono alla testa del movimento intellettuale, pubblicarsi giornali ed
-opuscoli per sostenere che la religione ebraica impone ai suoi seguaci
-l'obbligo di valersi del sangue di umane vittime per compiere non
-sappiamo quali infami riti.
-
-Che più? un professore dell'I. R. Università di Praga, il Rohling, si è
-persino procacciata una tal qual nomea, facendosi banditore della oscena
-accusa; e quasi ciò non fosse bastante, il _Figaro_ di Parigi, il
-giornale certamente più diffuso dell'Europa continentale, e che ha
-parecchi Ebrei fra i suoi collaboratori, riproduceva, a proposito del
-processo di Tisza Eszlar, nel suo numero del 15 luglio 1883, un lungo e
-calunnioso articolo contro gli Ebrei, togliendolo da un infame libello
-antisemitico, il _Paderboner Judenspiegel_.
-
-Certamente, di fronte agli scarsi accusatori, sorsero numerosi i
-difensori degli Ebrei, e fra questi, solleva l'animo il poterlo dire,
-non mancarono dotti ecclesiastici di tutte le confessioni cristiane.
-
-Certamente gli stessi Tribunali Ungheresi, con tre conformi sentenze,
-proclamarono l'innocenza degli Ebrei accusati nel famoso processo di
-Tisza Eszlar; ma è pur troppo nell'indole della natura umana il prestare
-più facile orecchio a chi accusa che a chi difende, a chi proclama il
-male che a chi lo nega, sicchè non è a meravigliarsi che uomini di buona
-fede, liberali sinceri, rimangano oggi ancora dubbiosi di fronte alla
-strana accusa.
-
-Si fa la grazia agli ebrei, che dimorano nei paesi più colti, di
-ammettere che abbiano rinunziato al sanguinoso rito, ma si pretende che
-esso si mantenga ancora rigoglioso in quei paesi dove il progresso della
-civiltà trova refrattarii ebrei e non ebrei.
-
-I più benevoli arrivano ad accordare che non tutti gli Ebrei pratichino
-la nefanda cerimonia, ma insinuano che può bene essere sorta in seno al
-giudaismo, una setta la quale abbia imposto ai suoi seguaci l'obbligo di
-versare umano sangue e di cibarsene (248).
-
-Insomma, mentre tutti gli onesti provano ribrezzo ad involgere nella
-orrenda accusa gli Ebrei che conoscono personalmente, quelli che vivono
-in continuo contatto con loro, non mancano però parecchi che vanno
-cercando argomenti per persuadere a loro stessi che Ebrei di remote
-contrade possono bene essere colpevoli.
-
-Noi che scriviamo, conosciamo in Italia fior di onesti uomini che
-protesterebbero indignati se domani una simile accusa si muovesse ad un
-loro conterraneo, ad un loro amico ebreo, ma che la trovano invece
-naturale, naturalissima, quando viene rivolta ad un ebreo ungherese o
-siriaco (249).
-
-Anzi abbiamo sentito taluno che pretendeva difendere gli Ebrei, non
-negando la stolta calunnia, ma invocando questa singolare attenuante:
-che cioè se simili accuse non si muovono più, contro gli Ebrei che
-dimorano in paesi civili, egli è perchè essi rinunciano all'orribile
-pratica, non appena cessano di esser fatti segno alle oppressioni di cui
-furono e sono bersaglio nei tempi e nei paesi meno civili.
-
-Certamente, al secolo nostro, che, più spesso che non convenga, giudica
-dalle apparenze, ripugna meno l'accusare di una orribile superstizione
-il lurido ebreo polacco dal classico cafetano e dai ricci bisunti, od il
-palestinese dal turbante e dalla turchesca zimarra, che non il
-gentiluomo lindo ed azzimato che si mescola a noi, che vive della nostra
-vita e che ormai può dirsi in tutto eguale agli altri suoi concittadini.
-
-Ma tutto ciò non è che parvenza.
-
-Vanto precipuo del giudaismo è, che, malgrado le differenze, dalla
-civiltà e dal progresso create, fra gli Ebrei dei varii paesi, essi
-mantennero sempre l'unità del loro culto, delle loro credenze; sicchè le
-stesse pratiche, gli stessi riti si celebrano tanto a Parigi quanto a
-Bagdad, tanto a Milano od a Boston quanto nell'ultimo villaggio della
-Ungheria e della Polonia.
-
-Bisogna dunque ammettere che o tutti gli Ebrei, che oggi vivono fra noi,
-hanno d'uopo di sangue cristiano per le loro cerimonie religiose, o che
-questo bisogno non fu mai provato da nessun ebreo, in nessun tempo ed in
-nessun paese.
-
-La religione ebraica non ha sêtte, non ha discrepanze religiose, sicchè
-è forza accettare questo dilemma: o tutti innocenti o tutti colpevoli.
-
-E per questo noi — che scriviamo in Italia, dove, da ormai trenta anni,
-non è più sorta nessuna accusa di questo genere contro gli
-Ebrei — sentiamo il bisogno di insistere su questo argomento per far
-chiaro che mai, in nessun luogo ed in nessun tempo, gli Ebrei
-praticarono l'infame rito; perocchè se ci fosse provato che un solo
-fanciullo cristiano fosse stato ucciso dagli Ebrei _per scopo
-religioso_, in qualsivoglia tempo, ed in qualsivoglia paese, dovremmo
-noi pei primi riconoscere che oggi ancora gli Ebrei di tutto il mondo
-celebrano l'infame cerimonia.
-
-Eppure la storia ribocca di accuse simiglianti mosse agli Ebrei, eppure
-è antichissima la asserzione che gli Ebrei sacrifichino vittime umane a
-non sappiamo quali orribili superstizioni.
-
-Già Giuseppe Flavio confutava l'asserzione di Appione, il quale accusava
-gli Ebrei d'ingrassare nel loro tempio degli stranieri fatti prigionieri
-e di scannarli poi, per offrirli in olocausto a Dio (250).
-
-Nei secoli posteriori, specialmente a partire dal XII secolo, l'accusa
-di cui ci occupiamo si venne tanto spesso ripetendo sotto diverse forme,
-che gli Ebrei hanno oggi nella loro lingua una parola speciale (GNALILAD
-DAM, _la calunnia del sangue_) per designare questa calunnia loro sempre
-tanto fatale, parola questa che non è ignorata nemmeno da coloro fra
-essi che non sanno neppure una sillaba di ebraico, e che risuona sempre
-ai loro orecchi come il rintocco di una campana funebre.
-
-Ai tempi di Arcadio imperatore (395–408 d. G. C.) ad Imnestri, piccola
-località situata tra Calcide ed Antiochia, alcuni Ebrei ubbriachi furono
-accusati di aver attaccato ad una croce un fanciullo cristiano e di
-averlo ucciso; ne seguì una lotta terribile. Ma questo fatto fu
-giudicato da Arcadio con equità e furono puniti soltanto i veri
-colpevoli (251).
-
-Nel 1080 gli Ebrei furono tutti banditi dalla Francia, ed i loro beni
-confiscati, sotto l'accusa di avere, alla loro Pasqua, sacrificato un
-ragazzino.
-
-Basnage ci narra (252), come — sotto il regno di Alfonso X il saggio, Re
-di Castiglia e di Leon (1252–1284), — tre scellerati di Orsona, città
-dell'Andalusia, gittassero un cadavere nel giardino attinente alla casa
-di un ebreo ed accusassero poi questi di averlo ucciso. Questa calunnia
-essendosi diffusa per la città il popolo massacrò tutti gli Ebrei che
-gli caddero nelle mani.
-
-Parecchi cercarono un rifugio nelle case dei loro amici cristiani, ma
-siccome ricorreva la Pasqua, nel qual tempo gli Ebrei non mangiano pane
-lievitato, e come essi non trovavano naturalmente che di questo, nelle
-case dei loro amici, poco mancò non morissero di fame, perchè
-preferivano digiunare ad infrangere la prescrizione religiosa. Gli
-abitanti di Palma imitarono quelli di Orsona e si dettero a perseguitare
-ed uccidere gli Ebrei, sicchè questi fecero pregare i loro
-correligionari di mandar deputati alla Corte per impedire un massacro
-che stava per diventar generale. I persecutori tenner dietro dappresso
-ai tre deputati Ebrei che erano stati all'uopo designati. Anzi essi
-giunsero i primi, perocchè gli Ebrei erano stati obbligati a lasciare le
-vie battute ed a nascondersi in una foresta per paura di cader nelle
-mani dei loro persecutori. Giuseppe, capo della Deputazione ebrea, parlò
-in nome di tutti, con tanta eloquenza che venne ammirato da tutta la
-Corte. Re Alfonso assolse gli Ebrei dall'omicidio che non era mai stato
-commesso. Gli accusatori insistevano perchè l'ebreo fosse messo alla
-tortura, per sapere se egli aveva o meno perpetrato il reato, ma egli
-potè sottrarsi alla dura prova, chiedendo ed ottenendo si aprisse la
-tomba da cui era stato tratto il cadavere, per gittarlo nella sua casa.
-
-Simiglianti accuse si produssero in Inghilterra. Nel 1226 gli Ebrei di
-Norvich furono condannati a 20,000 marche di ammenda per aver voluto
-crocifiggere un fanciullo (253). Egualmente nel 1255 a Lincoln, dove
-dopo un simulacro di giudizio, diciotto ebrei furono appiccati ed il
-piccolo Ugo, il crocifisso, canonizzato.
-
-A Northampton, per delitto di crocifissione, se ne appiccarono
-cinquanta, e pochi anni dopo, nel 1287, gli Ebrei furono espulsi
-dall'Inghilterra, dove non ricomparvero che dopo aver ricevuto da
-Cromwell l'autorizzazione di risiedere a Londra e di costruirsi una
-sinagoga, di rito spagnuolo (254).
-
-Nel 1432 si pretese che Ebrei avessero fatto morire, lardellandolo di
-colpi di stile, V. Wernher di Bacharach.
-
-Nel 1443 gli Ebrei di Milano, per un'accusa simile, dovettero pagare
-20,000 fiorini.
-
-Nel 1475 tre israeliti furono accusati di aver ucciso un ragazzo a
-Trento, dove la popolazione era stata prima fanatizzata dalle prediche
-di Bernardino da Feltre (255), e tutti gli Ebrei furono messi alla
-tortura e spogliati di tutto.
-
-Nel 1490, Giovanni di Passamento fu aggiunto alla lista dei santi
-spagnuoli per il suo supposto martirio a Guardia.
-
-Nel 1506, a Venezia, un giovane israelita ungherese venne arrestato per
-sospetto di voler rapire un fanciullo cristiano, ma, da saggi giudici,
-riconosciuto innocente, tosto posto in libertà.
-
-Questo fatto ce lo narra il Sanuto nel volume sesto (256) dei suoi
-diarii, e lo diamo nel suo testo originale, poichè le parole
-dell'illustre storico mettono in più chiara luce e la illuminata
-giustizia veneta, ed il retto e sano criterio dei nostri padri.
-
-“22 marzo 1506.
-
-“In questo zorno hessendo gran Conseio suso, achadete chel fo retenuto
-un zudio hongaro, nominato Isaach, qual studiava et stava perhò in
-questa terra, et venuto zoso Gran Conseio, ser Hieronimo Quirini et ser
-Antonio Zustignam dotor, Avogadori, lo andono a examinar. Par chel ditto
-a San Stin (257) in certa calle havesse trovato un puto di anni 2 ½ in
-zercha, smarito, e lui lo tolse soto la vesta e lo voleva menar via ut
-dicitur a marturizarlo como fo il bia Simon a Trento et Sebastian
-Novello a Porto Bufole del 14.. (258), et visto da alcuni, tandem fu
-preso detto zudio che fuziva e si buttò al aqua. Et cussì li Avogadori
-fe la soa examination con interprete et formò il processo. Quello
-seguirà noterò di sotto, unum che la matina in Rialto alcuni zudei dal
-vulgo fonno batuti et quasi lapidati. _Ma judico nulla sia et nulla
-seguirà et esser cossa falssa._”
-
-“24 marzo 1506.
-
-“In questa matina in quarantia criminal fu rilassato il zudeo retento
-per cazon del puto, atento nulla erra con effecto, et cussì li Avogadori
-messeno di rilassarlo e fu preso.”
-
-Così si vedeva e si giudicava in Venezia nel 1506!
-
-Verso il 1530, un ebreo, di Amasia, presso Erzerum, venne accusato
-dell'assassinio di un cristiano il quale era stato bensì visto entrare
-nella casa dell'ebreo, ma non era stato visto uscirne. Secondo il solito
-i correligionari dell'accusato furono coinvolti nel processo. I
-disgraziati vennero sottoposti alla tortura, e, sotto l'angoscia di
-inenarrabili sofferenze, confessarono di aver assassinato un cristiano;
-tutti furono appiccati, ed un medico, Jacob Abiob, bruciato vivo. Ma
-l'accusa non era che una orribile calunnia ordita da falsi testimoni e
-la prova non tardò a farsene palese: la pretesa vittima ricomparve. La
-causa venne allora portata a Costantinopoli, dinanzi al Tribunale di
-Solimano II, che non soltanto punì i calunniatori, ma ordinò che altre
-accuse di questo genere, contro gli Ebrei, che potessero riprodursi,
-dovessero portarsi dinanzi al divano di Costantinopoli, ogni altra
-giurisdizione esclusa.
-
-Bastò questa disposizione, bastò l'idea di trovarsi dinanzi a giudici
-relativamente illuminati, perchè, per ben tre secoli, la calunnia non
-rialzasse più il capo negli Stati del sultano (259).
-
-Anche nel secolo nostro simili casi si riprodussero sovente, troppo
-sovente per un secolo che ha la pretesa di essere quello dei lumi. Pur
-tacendo di altri fatti, ricorderemo come a Damasco un rispettabile e
-venerando cappuccino italiano, il padre Tommaso, ed un suo domestico,
-scomparissero nel febbraio 1840. Un barbiere ebreo e sette mercanti
-ebrei furono arrestati sotto l'imputazione di averli uccisi per compiere
-un sagrifizio rituale. Il processo venne istruito in modo, che, lord
-Palmerston, nella seduta della Camera dei Comuni inglesi del 22 giugno
-1840, ebbe a dichiarare “esempio di barbarie e di atrocità inaudite nel
-nostro secolo, e quali non potevansi aspettare in un paese che è in
-relazione col mondo civile (260).” Atroci tormenti strapparono agli
-sventurati accusati una specie di confessione che smentirono
-energicamente dopo. Il console d'Austria, signor Merlato, tentò invano
-di calmare l'emozione popolare. Una sollevazione dei cristiani siriaci
-ne seguì, e, malgrado i passi fatti al Cairo, da sir Moses Montefiori e
-da Cremieux, in favore dei loro correligionari, malgrado che il Vicerè
-d'Egitto, Mohammed-Ali, prosciogliesse gli Ebrei da ogni accusa, il
-popolaccio non fu meno convinto, e lo è ancora adesso, che il padre
-Tommaso venne sacrificato in obbedienza ai riti talmudici delle feste
-pasquali.
-
-Quasi contemporaneamente, a Rodi, sorgeva una simile accusa, sempre
-contro gli Ebrei, ma, il 20 luglio 1840, il Consiglio di giustizia della
-Porta, che aveva avocato a sè la trattazione dell'affare, assolse tutti
-gli Ebrei dalla accusa portata contro di loro dai Greci, di essersi
-impadroniti di un fanciullo greco, al solito intento di scannarlo e di
-servirsi del suo sangue per la Pasqua. Nè pago di ciò, il Governo turco,
-per dimostrare tutto l'orrore che gli inspiravano le inumane sevizie
-usate dal pascià di Rodi contro gli Ebrei accusati, lo destituì da ogni
-sua carica ed il sultano Abdul-Medjid, con un suo firmano, in data del
-13 Ramazan 1256 (7 novembre 1840), che si leggerà fra i documenti, pose
-in piena luce l'innocenza degli Ebrei accusati a Damasco ed a Rodi.
-
-Pochi anni dopo una cittaduzza italiana, Badia, in provincia di Rovigo,
-vedeva svolgersi un importante processo, di cui pubblicheremo più
-innanzi i documenti, processo che finì coll'assoluzione dell'ebreo
-imputato e colla condanna della sua calunniatrice.
-
-Ricorderemo ancora un processo che ebbe luogo or sono venti anni a
-Saratoff, l'ultimo, crediamo, nel quale gli Ebrei venissero, malgrado le
-proteste delle autorità civili e militari, e dello stesso ministro di
-giustizia, condannati, e ciò, in seguito a testimonianze di persone
-peggio che equivoche e malgrado che la tortura non fosse giunta a
-strappare la menoma confessione a nessuno dei pretesi rei.
-
-È troppo recente, e troppo presente alla memoria di tutti, un fatto
-accaduto due anni or sono ad Alessandria d'Egitto, perchè vi spendiamo
-sopra ulteriori parole.
-
-Non possiamo però resistere al desiderio di fare qualche breve
-osservazione sul conto dello stranissimo processo che si svolse non ha
-guari in Ungheria. A Tisza Eszlar — paese situato, è bene notarlo, nella
-circoscrizione elettorale che inviò alla Tavola dei deputati il famoso
-antisemita Geza-Onody, — una ragazza quindicenne, di religione
-protestante, a nome Ester Solymossy, essendo sparita, gli Ebrei furono
-accusati di averla assassinata per scopo rituale. Mancava ogni base
-giuridica all'accusa; nelle acque del Tibisco si era persino ritrovato
-un cadavere che, quantunque deformato, appariva, indubbiamente, dagli
-indumenti che portava, quello della infelice scomparsa; sul cadavere non
-si riscontrava nessuna lesione che potesse far sospettare se ne fosse
-cavata una sola goccia di sangue; malgrado tutto ciò si voleva il
-processo; ed il processo, ad eterno disonore dell'Ungheria, ebbe luogo.
-
-Non ce ne rammarichiamo noi; perocchè quel processo è la più fulgida
-testimonianza dell'innocenza degli Ebrei, confermata da tre conformi
-sentenze pronunciate, malgrado le esorbitanze di una folla briaca d'odio
-e sitibonda di sangue, fanatizzata dalle mene degli antisemiti.
-
-Solo argomento a sostegno dell'accusa era, orribile a dirsi, la
-deposizione di un ragazzo quattordicenne, Maurizio Scharf, figlio ad uno
-dei principali accusati (261). Come si giungesse a costringere un figlio
-a calunniare il proprio padre, ce lo dica una corrispondenza che il
-_Figaro_ di Parigi riceveva da Vienna in occasione del processo.
-
-“Per slegare la lingua a quel Maurizio Scharf, il _Deus ex macchina_ di
-quel processo, il ragazzo quattordicenne che, con accanimento singolare,
-si era fatto accusatore del proprio padre, il cancelliere giudiziario
-_Peczely_, quel fenomeno di magistrato che nel corso del processo si
-seppe aver passato quindici anni della sua vita in galera per tentato
-assassinio, ricorreva ai seguenti mezzi: gli somministrava schiaffi e
-pugni in buona dose, gli anneriva il dorso con colpi del suo scudiscio
-da caccia e gli minacciava di fargli finire i suoi giorni in una oscura
-cella, talmente sucida _che neppure un cane_ vi accetterebbe un pezzo di
-pane. Al contrario gli prometteva mari e monti nel caso in cui si
-decidesse a parlare.”
-
-Nè diversi erano, sempre secondo la citata corrispondenza, i mezzi usati
-cogli altri imputati. Ora venivano gettati in qualche cella umida e
-fredda, ora si esponevano ai raggi del sole, quel sole della Pusztah che
-ha i suoi quaranta gradi al _minimum_, e quando si lagnavano di aver
-sete, si versavano loro nella gola torrenti d'acqua che li soffocavano.
-Del resto il knut non riposava gran fatto.
-
-Più efficace ancora è la descrizione che, dei mezzi usati contro gli
-imputati di quell'iniquo processo, ci fa un eminente scrittore francese,
-il Cherbuliez — che mal si cela sotto il pseudonomo di Valbert — nella
-_Revue des deux Mondes_ del 1º agosto 1883: “Il giudice
-d'istruzione (262), non potendo cacciar nulla dall'imputato Vogel, dopo
-avergli applicato un ceffone, chiamò i suoi sgherri, e minacciò di
-bastonarlo: rispose che quanto si voleva fargli dire era falso, siccome
-potevano confermare ventiquattro testimoni che desiderava si citassero.
-Tre pugni fortemente appiccicatigli sulla mascella ne fecero sgorgare il
-sangue; rifiutò di confessare. Gli si fece allora inghiottire tanta
-acqua che fu costretto a lasciarsi cadere a terra per poterla recere;
-quando l'ebbe rigettata, lo si costrinse a bere tre bicchieri di acqua
-salata. Rifiutò di confessare. Gli vennero allora legate le mani dietro
-il dorso, il commissario lo prese per uno dei ricci dei suoi capelli, un
-altro per l'altro e tirarono così forte che i due ricci restarono loro
-nelle mani. Rifiutò di confessare. Lo si spogliò, lo si fece coricare
-sulla paglia minacciando di appiccarlo pei piedi. Rifiutò di confessare.
-Poi lo si obbligò a correre sino ad Eszlar dinanzi al cavallo d'un
-panduro. Il calore era soffocante ed egli non si reggeva più, ma ricusò
-di confessare. Si finì col rinchiuderlo in una oscura cella. Vi dimorò
-tre settimane e vi cadde gravemente malato sempre chiedendo, invano, che
-si sentissero i suoi testimoni.”
-
-Dopo queste narrazioni di scrittori e di giornali autorevoli nessuno
-oserà meravigliarsi se il governo ungherese, in una corrispondenza di
-origine evidentemente iperofficiosa, in data 3 luglio 1883, pubblicata
-nella _République française_, è obbligato a lasciarsi strappare questa
-preziosa confessione:
-
-“Mentre l'Ungheria è governata da una legislazione eminentemente
-liberale — una fra le più liberali d'Europa — la magistratura ungherese
-non ha quasi subìto nessuna trasformazione, nessuna riforma, ed è
-rimasta ad un dipresso tal quale era il secolo scorso”.
-
-Malgrado tutto ciò, malgrado l'eloquenza ed il talento grandissimo che
-il Szalay, avvocato della parte civile, aveva posto al servizio di
-questa iniqua causa, tre conformi sentenze posero in luce la piena
-innocenza degli accusati (263).
-
-Nella impossibilità in cui eravamo di riferire tutti i fatti calunniosi
-di questa natura addebitati agli Ebrei, siam venuti scegliendo
-imparzialmente tanto fra quelli che terminarono colla condanna
-dell'innocenza, come fra quelli in cui l'innocenza finì per trionfare.
-
-Ma, di fronte all'odiosità di questi processi, ci piace porre la
-testimonianza di coloro che si adoperarono a scagionare gli Ebrei dalla
-iniqua accusa.
-
-E tra questi vogliamo citare, fra i primi, molti ebrei che abbandonarono
-la religione avita per abbracciare il cristianesimo. Si sa che in
-generale coloro che abbandonano una religione od un partito ne divengono
-i più fieri avversari, sicchè questi neofiti, se avessero avuto
-conoscenza dell'infame rito, non avrebbero mancato di denunziarlo e, per
-dovere di coscienza, sopratutto, ed anche forse un pochino per astio
-verso gli antichi correligionari. Invece non uno fra essi (264) si fece
-propalatore di simili accuse. L'abate Ratisbonne, i fratelli Lehmann di
-Lyon, nati ed educati nella religione ebraica, e divenuti più tardi
-zelantissimi sacerdoti di Cristo, non ne fecero cenno, ma anzi la
-smentirono. Eisenmenger — fiero nemico degli Ebrei — nel suo _Giudaismo
-svelato_ ci tiene parola di un Tommaso neofita, il quale, nell'anno
-1413, interpellato da un re spagnuolo per conoscere cosa vi fosse di
-vero in questa accusa, che il Vescovo di Madrid muoveva dal pergamo agli
-Ebrei, ne proclamò altamente la falsità adducendo prove in contrario. Un
-altro neofita, Gerolamo di Santa Fè, confessò a Papa Benedetto VIII
-nulla esservi di vero in questa accusa che si vuol fare agli Ebrei.
-Aloisio di Sonnenfels (265) pubblicò in Vienna un dottissimo opuscolo:
-_Ripugnanza degli Ebrei contro il sangue ossia il Giudaismo accusato,
-inquisito ed assolto dal preteso uso del sangue cristiano innocente_ nel
-quale, con copia di irrefutabili argomenti, scagiona gli Ebrei dalla
-orrenda accusa. Fra i documenti, che vanno uniti al presente libercolo,
-si troverà la solenne dichiarazione fatta a Vienna dal predicatore di
-Corte, Veit, nel 1840, colla quale solennemente proclamava dal pergamo
-la innocenza dei suoi antichi correligionari. A questi si debbono
-aggiungere, sempre tra i neofiti, il dott. Alessandro M. Caul (266) in
-Londra che nella opera “_Reasons for Believing_ ecc.”, dedicata alla sua
-Graziosa Sovrana, dimostra come i sacrifizi umani ed il versar sangue
-stieno in aperta contraddizione coi principii fondamentali del Mosaismo.
-Ed a questo libro va unita una dichiarazione firmata da 35 ebrei,
-convertiti al cristianesimo, i quali, unanimemente, dichiaravano essere
-l'accusa di cui ci occupiamo una vile e diabolica menzogna. Anche un
-altro ebreo convertito, il dott. Augusto Neander (267) rilasciò nel 1840
-una dichiarazione contro quest'accusa e del paro il dott. Biesenthal di
-Berlino (268) ed il dott. Tugendhold di Varsavia (269) hanno, nei loro
-scritti dimostrato nel modo il più rigorosamente scientifico, come tale
-accusa altro non sia che una orribile menzogna (270).
-
-A questi autori, che appartengono tutti alla categoria degli Ebrei
-convertiti, convien aggiungere due scrittori tedeschi, il Wagenseil e
-l'Eisenmenger, già citato, autori, il primo della _Tela ignea_ ed il
-secondo del _Giudaismo svelato_, entrambi accaniti nemici degli Ebrei,
-ma abbastanza onesti per non calunniare scientemente i loro avversari.
-
-Il primo chiama l'uso falsamente attribuito agli Ebrei del sangue
-cristiano _spaventevole menzogna che ha privato degli averi e della vita
-tante migliaia di persone innocenti_ (271).
-
-Il secondo scrive: _Da ciò puossi giudicare che in questa cosa si fa
-torto agli Ebrei, particolarmente dacchè è severamente vietato nei libri
-di Mosè_.
-
-Si noti che entrambi questi autori avean fatto profondi studi sul
-Giudaismo ed avevano avuto parte alla conversione di moltissimi Ebrei.
-
-Un italiano, Chiarini, uno dei più feroci nemici del giudaismo, a pag.
-161 della sua introvabile _Teoria del Giudaismo_, scrive: che dopo aver
-fatto il più maturo esame della legge mosaica si viene necessariamente a
-concludere che: 1º l'amore del prossimo vi è comandato sempre e verso
-tutti; 2º che l'avversione che vi s'inspira contro i riti e i costumi
-degli altri popoli non cade sopra le persone, ma non è che una cautela
-che Mosè dovette usare per impedire agli Ebrei di darsi alla idolatria
-alla quale erano sì inclinati; 3º che infine l'odio comandato contro i
-Cananei, gli Amaleciti, ecc., fu una conseguenza necessaria del rigore
-dell'antico diritto di guerra e di rappresaglia provocata contro di sè
-stessi da quegli stessi popoli; odio perciò di nazione e passeggiero e
-voluto soltanto per quei dati popoli designati dalla legge (272).
-
-Anche Giovanni Hornbeck, olandese, e non certamente amico degli Ebrei,
-come lo prova il solo titolo del suo libro: _De convertendis Judæis_
-(1655), scrive a pag. 26 dei prolegomeni:
-
-“Bisognerebbe sapere se è vero ciò che nelle storie si legge comunemente
-per irritare gli Ebrei contro i Cristiani o piuttosto questi contro
-quelli, cioè, che ogni anno alla preparazione della pasqua, questi Ebrei
-sacrificano barbaramente un fanciullo cristiano ch'essi hanno
-furbescamente involato, e che fanno questo per deridersi della pasqua
-del Cristo che si celebra in quell'epoca istessa: io non voglio nè posso
-affermarlo, sapendo bene che nei tempi in cui si inventarono simili
-racconti e specialmente dopo che il Tribunale dell'Inquisizione fu
-stabilito dal papismo, mille di coteste fandonie vennero inventate e gli
-storici di quei tempi non cessarono di pubblicarle. A dir il vero, io
-non ho ancor letto alcuna relazione che mi provi esser veri quei fatti.
-Tutto si fonda su delle donnicciolate popolari sempre molto incerte o
-per lo meno raccolte alla meglio dalla bocca di qualche monaco
-inquisitore, senza calcolare poi la cupidigia delle spie che tutto si
-facevano lecito per rendersi padroni dei beni degli Ebrei e se non
-padroni, almeno riscuotere buon premio del loro spionaggio. Ciò è
-provato da quanto si legge nel 1º libro delle costituzioni di Sicilia,
-titolo VII. L'imperatore Federico ci dice: Si vero Judaeus vel Saracenus
-sit, in quibus, prout certo perpendimus, Christianorum persecutio minus
-abundat ad praesens, etc., cioè: Se poi vi sia Ebreo o Saraceno, in cui
-come certamente sappiamo che la persecuzione dei cristiani meno abbonda
-al presente, ecc. Questo fa supporre che i Cristiani sono sempre più o
-meno animati contro gli Ebrei, che se però questa volta è avvenuto per
-caso che un Cristiano è stato ucciso da un Ebreo, non si è per questo in
-diritto di asserire che gli Ebrei ogni anno si fanno un obbligo di
-uccidere un bambino cristiano, e ciò che Tommaso Cantipratensis nel suo
-II libro, capitolo 23 assicura, cioè esser noto a tutti che ogni anno ed
-in ogni Provincia gli Ebrei tirano a sorte il borgo od il villaggio o la
-città che deve fornir loro l'olocausto, (cristiano, s'intende, dice
-lui), non è che una di quelle menzogne, di quelle calunnie, e di quelle
-fandonie, di cui ha pieno il suo libro.”
-
-Giuseppe De Maistre, scrittore cattolico ed ortodosso se ve ne fu uno,
-un omino che dava gloria ai suoi fratelli e non viveva, come altri,
-della gloria che il fratello riflette, sopra di loro, Giuseppe De
-Maistre, dico, ha scritto un _Trattato sui sacrifizi_ che fa seguito
-alle _Serate di Pietroburgo_. Ora in quel trattato non soltanto non si
-fa menzione del preteso rito di sangue addebitato agli Ebrei ma si viene
-indirettamente a scagionarli con queste parole che leggonsi a pagina 368
-(Ed. di Lyon, 1836): “Una esperienza di quaranta secoli ci apprende che
-dovunque il vero Dio non sarà, in forza di una esplicita rivelazione,
-riconosciuto e servito, l'uomo immolerà sempre l'uomo e spesso lo
-divorerà.”
-
-Citiamo ancora, fra i moltissimi, due sacerdoti cattolici. Il padre
-Riccardo Simon dell'Oratorio, che in occasione del processo di Raphael
-Levy, bruciato vivo a Metz il gennaio 1670, sotto l'accusa di aver
-assassinato un fanciullo cristiano, ne scrisse una splendida
-difesa (273); ed il R. P. Bonaventura du Maine dell'ordine dei Minori
-Conventuali, che discorrendo, nel 1865, al Congresso Cattolico di
-Malines (si noti: al _Congresso Cattolico_) dello orribile assassinio
-del padre Tomaso, accaduto nel 1840 a Damasco, ebbe a dire che questo
-reato “non può essere imputato che ai suoi assassini, giacchè _nessun
-uomo serio_ crede più oggi che in nessun luogo di questo mondo, gli
-Ebrei si credano _autorizzati dalla loro religione_ ad immolare dei
-Cristiani” (274).
-
-Anche principi secolari e Pontefici, spesso si adoperarono a purgare gli
-Ebrei dalla indegna calunnia.
-
-Bona e Gian Galeazzo Sforza, duca di Milano, con particolare decreto 19
-maggio 1470, che si troverà fra i documenti, non esitarono a dichiarar
-l'accusa falsa e calunniosa.
-
-L'imperatore Carlo V, con editto del 3 aprile 1544, dannava tali
-imposture e proclamava, che, in forza delle dichiarazioni papali, quanto
-viene imputato agli Ebrei, necessariamente non può sussistere ed
-impartiva disposizioni a tutela degli innocenti calunniati.
-
-Una pubblica sentenza, pronunciata in Verona, l'ultimo febbraio del
-1603, proclamò l'innocenza dell'imputato Giuseppe Ebreo, all'appoggio,
-più che d'altro, del divieto di Sommi Pontefici di prestar credenza a
-tali accuse, la quale osservanza condusse i giudici a provare falsi e
-calunniosi tutti i testimoni intervenuti nel processo.
-
-Nel 26 luglio dello stesso anno Vincenzo I duca di Mantova e Monferrato,
-illuminato dalla pietà di Monsignor Vescovo e del Padre Inquisitore, per
-levare, come si esprime, la suddetta vana e falsa voce che s'era levata
-in odio agli Ebrei, proibì persino di parlarne sotto comminatoria di 200
-scudi d'ammenda commutabili, per chi non li pagasse, in pene corporali
-_ad arbitrio nostro_.
-
-Tullio Carreto, vescovo di Casale, con pubblica sentenza, 27 luglio
-1611, resa d'accordo con frà Benedetto Ruota, inquisitore generale di
-Casale e d'Alba, proclamò l'innocenza di un'infelice donna israelita,
-accusata dell'immaginario reato. Federico III, Massimiliano II e
-Leopoldo, dietro l'esempio dei predecessori, ed appoggiandosi alle Bolle
-dei Sommi Pontefici, bandirono la falsità dell'accusa, e tutelarono gli
-imputati con ogni sorta di leggi e di penalità.
-
-E, invocando finalmente l'autorità dei Sommi Pontefici, esporremo:
-
-Che un Gregorio IX, sulle orme apostoliche di Calisto, Eugenio,
-Alessandro, Celestino, Innocenzo, Onorio e tanti altri, pronunciò
-scomunica contro gli autori e propalatori dell'iniqua calunnia, e con
-particolar Breve, in data 9 settembre 1236, che comincia _Lacrimabilem
-Judaeorum_, vi rese palese, anche ai Principi secolari, la pia e retta
-sua intenzione (275).
-
-Che il pontefice massimo Innocenzo IV, con suo Breve 5 luglio 1247,
-scrisse ad arcivescovi e vescovi di Francia e di Germania, ingiungendo
-alle persone ecclesiastiche, ed ai principi, nobili, secolari e
-cittadini di astenersi dal supporre negli Ebrei la colpa di cui
-trattasi, Breve che comincia: _Archiepiscopis et episcopis per Alemaniam
-constitutis. Lacrimabilem Judaeorum Alemaniæ recepimus questionem_,
-ecc. (276).
-
-Che analoghe dichiarazioni ebbero a fare Clemente VI nel 1342, e Sisto
-IV;
-
-Che il sommo pontefice Alessandro VII infine, nel settimo anno del suo
-pontificato, con suo Breve od Editto, fu pietosamente indotto a
-condannare siffatte calunnie contro gli Ebrei.
-
-Basterebbe davvero la concorde testimonianza di tanti autori, di tanti
-principi, di tanti pontefici a ridurre al silenzio ogni uomo di buona
-fede (277).
-
-Pure non è così; e noi che vorremmo schiacciare per sempre la testa
-all'idra della calunnia, siam costretti ad abusare della cortesia e
-della pazienza dei lettori ed a soffermarci troppo su di un'accusa che
-Sir Robert Peel, nella seduta della Camera inglese del 22 gennaio 1841,
-dichiarava indegna di ogni attenzione (278).
-
-Ma siamo obbligati a farlo dalla malizia, o, diremo meglio, dalla
-malignità dei nemici degli Ebrei, la quale non ha limiti.
-
-I papi, come si è visto, hanno più volte scagionato gli Ebrei dalla
-stolta calunnia. Un giornale cattolico ed onesto, l'_Unità Cattolica_ di
-Torino, aveva, pochi anni or sono, ripetuta l'accusa, ignorando quanto i
-Papi avevano scritto in proposito. Ma bastò che un dotto israelita
-facesse avvertito il Teologo Margotti dell'errore, perchè questi nel N.
-112 del 1872 della sua _Unità_ pubblicasse la seguente leale
-dichiarazione:
-
-“Nella vigilia del giorno natalizio del nostro Santo Padre Pio IX,
-vogliamo emendare un articolo sugli Ebrei pubblicato nel nostro numero
-106, discorrendo dei tumulti di Smirne e del supposto sagrifizio di un
-fanciullo. Ed è nostro debito il dichiarare che già _ab antico_ fu
-apposta agli Ebrei QUESTA CALUNNIA, ma ne vennero purgati dai Papi
-medesimi, tra i quali vogliamo annoverare principalmente Gregorio IX ed
-Innocenzo IV. Noi abbiamo voluto vedere in fonte i documenti e,
-consultati gli Annali del Baronio continuati dal Raynoldo, nel volume
-II, a pag. 395, vi abbiamo letto le seguenti parole che tradurremo dal
-latino:
-
-“Fu tocco Papa Innocenzo IV dalle dolorose lagnanze degli Ebrei che in
-Germania ed in Francia piangevano oppressi da gravissime ingiurie e
-mali. Imperocchè correndo attorno la falsa voce che essi nelle feste
-pasquali si mangiassero, a guisa di sacra comunione, il cuore di un
-ucciso fanciullo, questa calunnia loro si appiccò talmente, che per la
-più lieve causa venivano spogliati dei beni, gettati in carcere ed anche
-colpiti, senza forma alcuna di giudizio, di ingiustissima e crudelissima
-morte. Per proteggerne l'innocenza e liberarli da quel feroce zelo di
-Principi e popoli, il Pontefice scrisse agli Arcivescovi e Vescovi di
-Germania che resistessero al furor popolare, perchè non si straziassero
-in sì crudel modo gli innocenti, dovendosi colla massima prudenza
-riflettere che dal sacro loro archivio ci venivano quasi i testimoni
-della fede cristiana. Ecco la lettera di Innocenzo IV: “_Agli
-Arcivescovi e Vescovi costituitisi per la Germania._ Abbiamo ricevuto
-lagrimose lagnanze dagli Ebrei di Germania perchè non pochi Principi sì
-ecclesiastici come secolari ed altri nobili potenti delle vostre città e
-diocesi per rapire ed usurpare i loro beni, macchinando contro di loro
-empi disegni, fingendo varii e diversi casi, non considerando
-saggiamente che dalle origini loro quasi provennero le testimonianze
-della fede cristiana nè che la divina scrittura tra gli altri precetti
-dice: — Non ammazzare — e agli Ebrei vieta nella solennità pasquale
-qualunque omicidio, falsamente li accusano che nella stessa solennità
-essi si comunichino col cuore di un ucciso fanciullo, credendo di
-ubbidire alla stessa legge, mentre ciò è a questa legge medesima affatto
-contrario, e malignamente a quelli imputano l'uccisione di un uomo se
-loro accade di scoprire in qualche luogo un cadavere. E per questa ed
-altre molte finzioni incrudelendo contro di essi nè accusati, nè
-confessi, nè convinti e contrariamente a' privilegi loro benignamente
-concessi dall'Apostolica Sede, li spogliano, contro Dio e la giustizia,
-di tutti i loro beni, e li opprimono colla fame, la prigionia, e tante
-molestie e sì grandi tormenti, infliggendo loro diversi generi di pene,
-e spessissimo condannandoli a turpissima morte, che gli stessi Ebrei,
-trovandosi quasi sotto il dominio dei predetti Principi, nobili e
-potenti, in peggiore condizione di quel che fossero i loro padri sotto
-Faraone d'Egitto, sono costretti a miseramente esulare da' luoghi
-abitati da essi e da' loro antecessori da tempo immemorabile: laonde,
-temendo il proprio esterminio, stimarono di dover ricorrere alla
-prudenza della Sede Apostolica.
-
-“Non volendo adunque che siano ingiustamente vessati i predetti Giudei,
-la cui conversione aspetta il misericordiosissimo Iddio; credendosi per
-testimonianza del Profeta, che saranno salvi i loro avanzi; mandiamo
-che, mostrandosi ad essi favorevoli e benigni, qualunque delle predette
-cose avete trovato essersi temerariamente tentata contro gli stessi
-Ebrei dai predetti prelati, nobili e potenti, legittimamente rivocando
-qualunque ordine, non permettiate che essi per l'avvenire siano
-indebitamente molestati intorno alle dette ed altre simili cose. _Dato a
-Lione, III nov. dell'anno V._ Questa lettera fu altresì mandata ai
-prelati della Francia”.
-
-“Il chiarissimo professore Giuseppe Levi, direttore dell'_Educatore
-Israelita_ di Vercelli, ci indicò il documento riferito più sopra; e noi
-dopo averlo consultato negli annali del Baronio, continuato dal
-Raynaldo, non tardammo a tradurlo e pubblicarlo. Aggiungiamo pure di non
-aver saputo trovare nel Talmud nessun testo che comandi o consigli agli
-Ebrei l'uccisione di bambini cristiani per celebrare la Pasqua.
-Francesco Domenico Guerrazzi nel 1857 stampava nel suo _Asino_ questa
-calunnia. Protestammo, scrive il professor Levi, e, dopo lungo
-carteggio, convinto delle nostre ragioni, Guerrazzi disdiceva nella
-seconda edizione il già detto, e ci scriveva da Genova nel 20 luglio
-1857: Non mi resta che a congratularmi con voi dell'essere rimasti
-soddisfatti dell'ammenda fatta, e di avermi porta occasione di
-raddrizzare un errore il quale, certo contro la mia volontà, vi recava
-gravame”.
-
-Lasciamo a parte la buona fede del Guerrazzi, che il Levi avrà avute le
-sue buone ragioni per trovare soddisfacente, e confessiamo che il
-contegno dell'_Unità Cattolica_ fu così onesto, così leale da
-giustificare pienamente quanto noi scrivemmo a pag. 15.
-
-Ma, pur troppo, non tutti i giornalisti cattolici son del valore di Don
-Giacomo Margotti. Un articolaio della _Civiltà Cattolica_ a pag. 234 del
-vol. VII del 1881 vuole provarsi ad aggiustare il latino in bocca al
-papa, e vien fuori con questo bel ragionamento che noi, più onesti
-dell'articolaio suddetto, amiamo riferire per esteso prima di
-rispondervi:
-
-“Che fra queste pratiche giudaico-talmudiche vi sia anche quella di
-_comunicarsi la Pasqua col cuore di un fanciullo cristiano assassinato_
-questo noi nol crediamo: nè se ne trova a nostra notizia cenno nel
-Talmud e neanche sappiamo che mai sia stato formato sopra un tale
-misfatto un regolare autentico processo. Ma quanto alla legge ed alla
-pratica talmudica di assassinare dei cristiani fanciulli e non fanciulli
-per servirsi del loro sangue nella confezione degli azimi nelle feste
-pasquali, questa è legge fondata nel Talmud, e praticata più volte dai
-Giudei come consta da molti processi anche recenti (_ma, articolaio del
-mio cuore, se è fondata nel Talmud, non dovrebbe constare dal Talmud
-stesso, anzichè dai processi?_) secondo che fu già da molti e sarà anche
-da noi colla scorta dei processi ampiamente, chiaramente ed
-indubbiamente dimostrato”.
-
-Che sorta di ciuco sia l'articolaio della _Civiltà_ dimostreremo a luce
-meridiana in una lettera indirizzata al chiarissimo direttore di quel
-periodico, lettera che i nostri lettori troveranno più innanzi; ma qui
-non si tratta di maggior o minor dottrina, ma bensì di spudorate
-calunnie, tanto più infami, in quanto che scritte su di una imputazione
-che costò già la vita a molti innocenti e scritte allorquando pendevano
-processi sull'argomento, coll'evidente intento di esercitare, mercè
-l'autorità del giornale che le accoglieva, una pressione sull'animo dei
-giudici (279).
-
-Affermiamo dunque che nel brano succitato sono più le infamie, e le
-menzogne scientemente scritte, di quello che non siano le parole — e lo
-proviamo:
-
-1. Che razza di papi, e che razza di uomini, sarebbero stati Gregorio IX
-ed Innocenzo IV se, sapendo che gli Ebrei avevan per obbligo di uccidere
-fanciulli cristiani per compiere tenebrosi riti, avessero impiegato la
-loro parola a scagionare gli Ebrei dall'accusa _di comunicarsi col cuore
-di un fanciullo cristiano_? Che la religione mosaica non abbia nulla di
-simile al Sacramento della Eucaristia sanno anche i bimbi; e quei papi
-sarebbero stati i peggiori fra i malfattori se, arzigogolando sulle
-parole, come un volgare scrittore della _Civiltà_, avessero detto ai
-Cristiani: _Non è vero che gli Ebrei ammazzino i fanciulli per
-comunicarsi col loro cuore_, sottointendendo, con strana restrizione
-mentale, _ma li ammazzano per servirsi del loro sangue nella confezione
-degli azimi_.
-
-Ingiuria più atroce e più insana di questa, verso la memoria di due
-Sommi Pontefici, non poteva scagliarsi da nessun ebreo, da nessun ateo,
-da nessun nemico della Chiesa, ed è bello, è istruttivo sopratutto, che
-l'abbia scagliata un articolaio della _Civiltà Cattolica_.
-
-2. _Assassinare dei cristiani fanciulli e non fanciulli per servirsi del
-loro sangue nella confezione degli azimi nelle feste pasquali, questa è_
-LEGGE FONDATA SUL TALMUD.
-
-Chi asserisce ha sempre avuto l'obbligo di provare. Noi, per esempio,
-affermiamo qui anche una volta che l'odio dell'articolaio e dei pari
-suoi contro il Talmud proviene da ciò: che, mentre essi desiderano la
-immediata conversione degli Ebrei (V. _Civiltà Catt._, Quaderno 814, p.
-487), quel libro tanto esecrato giovò specialmente a confermare gli
-Ebrei nella loro fede, e, siccome lo affermiamo, lo proviamo subito,
-citando le parole di un autore ultra-cattolico, il Rohrbacher (280):
-“Questa raccolta di tradizioni farisaiche (il Talmud) chiosate,
-predicate dai rabbini, è appunto, siccome pare, il maggior impedimento
-alla conversione dei giudei”.
-
-L'articolaio invece, asserendo che nel Talmud è fatta agli Ebrei
-prescrizione di celebrare l'orrendo rito, afferma, ma non prova, e sì
-che la prova qui era tanto facile e semplice, bastava citare il trattato
-ed il foglio del Talmud dove si trova imposto agli Ebrei il nefando
-rito.
-
-Ma questo l'articolaio non potè fare per una ragione semplicissima; ed è
-che frammezzo alle bellissime cose ed alle matte stranezze di cui
-riboccano i dodici volumi in foglio del Talmud, non vi è una riga,
-neppur una, che possa, per quanto torta e ritorta, venire in appoggio
-alla bieca accusa.
-
-Sa invece l'articolaio cosa c'è nel Talmud?
-
-Legga l'articolaio, se li sa leggere, per tacer d'altri, i trattati
-_Choiln_, _Keridut_, _Pesachim_, _Jebamoth_, _Zevachim_ e vi troverà ad
-ogni pie' sospinto rinnovato il divieto fatto agli Ebrei dalla
-Bibbia (281) di cibarsi di sangue, e non solo lo troverà rinnovato, ma
-lo troverà aggravato da tutte quelle _siepi_ che, secondo il detto
-talmudico, i Rabbini si sono piaciuti a porre attorno alla legge di Dio
-per renderne più sicura la osservanza. E perciò non soltanto troverà
-vietato l'uso del sangue di animali, ma troverà minuziose, ridicole
-prescrizioni perchè i cibi sieno preparati in modo che non vi rimanga la
-più piccola traccia di sangue, troverà persino fatto divieto all'ebreo
-di inghiottire il boccone che ha in bocca, se per caso venisse, mentre
-lo sta masticando, ad uscirgli una goccia di sangue dalle gengive, o di
-sorbire un uovo nel quale si trovi una goccia di sangue.
-
-Rida finchè vuole l'articolaio di queste minuzie e noi rideremo con lui,
-e di buon cuore; ma, vivaddio, non accusi coloro che le osservano di
-pasti da antropofaghi.
-
-Che se poi l'articolaio fosse vago di sapere cosa pensano i padri del
-Talmud dello omicidio, gli diremo che al tempo delle persecuzioni di
-Trajano, raccoltisi i maestri del Giudaismo in segreto consiglio,
-stabilirono: che qualunque ebreo potesse tenersi sciolto dall'obbligo di
-adempiere i riti religiosi, ognora che ne potesse seguire pericolo di
-morte; e che solo per sottrarsi a un atto di idolatria, all'OMICIDIO e
-all'adulterio fosse cosa onorevole e giusta, spendere la propria
-vita (282).
-
-E questa opinione è cento volte ripetuta nel Talmud dove a tacere
-d'altri mille passi si legge anche il seguente:
-
-“Chi versa il sangue dell'uomo sarà versato il suo sangue.
-
-“Molti è vero, hanno le mani lorde di sangue umano, eppure muoiono
-tranquillamente nel letto loro. Ma il loro sangue sarà versato nel
-giorno del giudizio (283)”.
-
-E se ciò non basta all'articolaio, se non gli basta la dichiarazione
-dell'_Unità Cattolica_ di non aver trovato nel Talmud nessun precetto
-che comandi o consigli il nefando rito, ci stia a sentire; non potremo
-esser brevi, e ne chiediam venia ai lettori, ma vorremmo farla finita
-una buona volta con questa stolida calunnia.
-
-Vi è all'Università di Praga, un I. R. professore di antichità
-giudaiche, che dopo essersi fatto una bella fama di cretino sostenendo i
-pretesi miracoli della stigmatizzata Lateau (284), e coprendo di
-contumelie i protestanti, ha pensato in occasione del processo di
-Tisza-Eszlar di riconfermarla, mandando fuori parecchie sue cicalate,
-intese a dimostrare come gli Ebrei facciano uso pei loro riti di sangue
-cristiano.
-
-Queste cicalate provocarono le risa di tutti i dotti di Europa, senza
-distinzione di culto; fu provato che il Rohling è un vigliacco
-calunniatore, un ignorante di tre cotte, nella migliore ipotesi, un
-mattoide della più bell'acqua.
-
-Ma tutte queste qualità che rendono il Rohling indegno di esser citato a
-qualsivoglia persona seria, lo costituiscono invece la più bella, la più
-luminosa autorità che possa opporsi all'articolaio della _Civiltà_.
-_Similia similibus._
-
-Ora questo Rohling, in una lettera, scritta il 19 giugno 1883, al famoso
-deputato antisemita ungherese Geza di Onody, lettera che venne
-riprodotta il 24 giugno nell'_Ungarischer Grenzbotes_ di Presburgo
-scrive queste precise parole: “Avevo detto nella mia _Antwort an die
-Rabbinen_ che io non avevo trovato nel Talmud — per quanto ne conosciamo
-delle edizioni stampate — nessuna prova dell'assassinio ritualmente
-ordinato agli Ebrei”.
-
-Mentre quindi l'articolaio, poco _civile_ e meno _cattolico_, con quella
-sicumera che si addice alla sua ignoranza, afferma nel 1881 questa legge
-di sangue fondata nel Talmud, due anni dopo, il suo degnissimo Rohling,
-professore di antichità giudaiche, è costretto ad affermare che non
-seppe trovare nel Talmud una riga che facesse al caso suo.
-
-Prevediamo però l'obbiezione che si potrebbe farci. Si potrebbe dirci
-che la malafede del Rohling è uguagliata soltanto dalla sua crassa
-ignoranza, sicchè nessun uomo, per poco che si rispetti, è obbligato a
-prestar fede alle sue parole.
-
-E rispondendo così anche l'articolaio sarebbe perfettamente nel suo
-diritto e nessuno saprebbe dargli torto.
-
-Ma cosa, risponderebbe, di grazia, alla testimonianza di due principi
-della Chiesa, emessa in occasione di un recente processo e citata da un
-giornale non sospetto: la _Gazzette de France_ del 2 luglio 1883? Stia a
-sentire, l'articolaio:
-
-“In occasione del processo di Tisza-Eszlar il dottor Samassa,
-arcivescovo d'Erlau, ed il cardinale Luigi Haynald, arcivescovo di
-Kalocza, non esitarono a dichiarare che in NESSUNO dei libri religiosi
-degli Ebrei si contenevano simili prescrizioni.”
-
-Ma taluno a corto di migliori argomenti, ci dirà che se non è nel Talmud
-stampato, può essere in qualcuno dei manoscritti antichi.
-
-Rispondiamo che cataste di quei manoscritti furono sequestrate in _illo
-tempore_, da preti e da frati, in tanta copia che oggi riescono
-rarissimi, sicchè il solo completo che si conosca è quello della
-Biblioteca Reale di Monaco. Ora questi preti e questi frati, se vi
-avessero trovato la nefanda legge, avrebbero avuto l'obbligo sacrosanto
-di renderla pubblica.
-
-Non l'hanno fatto? segno evidente che non hanno trovato niente.
-
-E siccome conosciamo e disprezziamo il modo di polemizzare dei nostri
-avversari e non vogliamo servirci dell'arte loro di citar una riga di
-uno scritto per snaturarne il concetto, così confesseremo francamente
-che il Rohling, nella lettera citata, prosegue affermando di aver
-trovato l'obbligo imposto agli Ebrei di far uso di sangue, in un libro
-stampato nel 1868 a Gerusalemme.
-
-Ma, il degnissimo compare, non sa e non può citare il titolo del libro,
-perchè egli non ha fatto che copiare una calunnia messa in giro da un
-immondo libello antisemitico, il _Paderboner Judenspiegel_, siccome
-luminosamente dimostra l'illustre Delistsch, un cristiano, professore
-della facoltà di Teologia di Lipsia, nel _Pester Lloyd_ del 16 marzo
-1883.
-
-3. L'ultima infamia che leggesi nelle poche righe dello sconcio
-articolo, che ci piacque riferire, è nelle parole: _che fu già da molti
-e sarà anche da noi, colla scorta dei processi, ampiamente, chiaramente
-ed indubbiamente dimostrato._
-
-Siccome _infinitus est numerus stultorum_, non abbiamo difficoltà ad
-ammettere che molti abbiano voluto trarre da quei processi una illazione
-qualsiasi.
-
-I processi in proposito furono molti, moltissimi anzi, e noi ne abbiamo
-ricordati una buona serqua.
-
-Ma chiediamo, non all'articolaio, evidentemente convinto essere il medio
-evo il periodo più splendido della storia dell'umanità, ma a qualunque
-uomo non sia del tutto cretinizzato dal fanatismo, che valore abbiano
-tutti i processi nei quali gli imputati, ed anco i testimoni se occorre,
-sono assoggettati alle torture.
-
-Ce lo dica il Fleury, quando narra che ai servi dei primi cristiani si
-estorceva coi tormenti la confessione dei pretesi infanticidii commessi
-dai loro padroni.
-
-E se l'autorità del Fleury non basta, adduciamo quella di tale che fu ad
-un tempo un Santo, ed un Pontefice, San Nicola I (858–867), e perchè non
-ci si accusi di falsare le citazioni, riferiamo l'opinione di questo
-Santo Pontefice tal quale come la riferisce uno scrittore, cui, è a
-sperare, non si negherà fede (285):
-
-“Il papa S. Nicolò I, rispetto all'usanza che avevano i giudici di porre
-alla tortura i sospetti di alcun delitto, dichiara non ammessa nè dalla
-divina nè dalla umana legge, vale a dire dalla romana; volontaria, dice,
-dovendo esser la confessione e non forzata. Per la tortura può un
-innocente patir eccessivamente senza nulla confessare; e in tal caso la
-è un'empietà da parte del giudice: o, vinto dal dolore, dirsi reo,
-quand'anche non sia; empietà, anche allora non minore da parte del
-giudice.”
-
-Ora, dopo avere dimostrato come un Papa del IX secolo la pensasse, in
-materia di processi istruiti col mezzo della tortura, invitiamo
-l'articolaio a por mente che tutti i processi, che ebbero esito fatale
-per gli Ebrei, furono istruiti mercè quel mezzo, che egli probabilmente
-deplora in cuor suo di non poter applicare all'autore di queste pagine.
-E quasi questa infamia della tortura non bastasse a togliere ogni valore
-a questi processi, è opportuno ricordare che in molti fra essi, e
-specialmente nei primi, cioè in quelli che più degli altri giovarono ad
-accreditare lo stolto pregiudizio contro gli Ebrei, la prova della loro
-pretesa colpabilità fu ottenuta mercè il giudizio di Dio. Così avvenne,
-per esempio, a Blois nel 1171. L'unico testimonio che accusava gli Ebrei
-fu posto sul fiume dentro una barca ed essendo egli riescito a salvarsi,
-la sua accusa venne tenuta per vera.
-
-Ed è sulla base di tali processi che l'articolaio vuole _ampiamente,
-chiaramente, indubbiamente_ dimostrare?
-
-Non è difficile che, in mancanza di altri argomenti, ci si opponga
-l'antichità della accusa, il numero grande delle vittime, e dei relativi
-processi, l'universale diffusione della accusa; i soliti argomenti,
-insomma, di tutti quelli che non ne hanno di migliori.
-
-Rispondiamo:
-
-Quale colta persona crede oggi giorno che vi sieno mai state persone
-capaci di diffondere ad arte pestilenze e morbi?
-
-Eppure le storie riboccano di processi contro i pretesi untori; ed oggi
-ancora una grave epidemia non si manifesta in un paese, senza che la
-plebe non accusi questo o quello di diffondere il morbo, e nella prima
-metà del nostro secolo ancora, Parigi, il cervello d'Europa, vide dei
-pretesi avvelenatori uccisi a furor di plebe (286).
-
-Chi crede oggi alle streghe, ai commerci col demonio, a tutto quanto
-farneticavano, su questi argomenti, i nostri buoni nonni?
-
-Eppure le storie abbondano di processi contro streghe, le quali furono,
-non soltanto convinte di reati impossibili, ma persino confesse; eppure
-le vecchie biblioteche sono ingombre di volumi in cui si tracciano ai
-giudici le vie da seguire per giungere alla scoperta di delitti che il
-progresso della umana ragione dimostrò non poter accadere; eppure non
-sono tanto remoti i tempi obbrobriosi nei quali un sacerdote cattolico,
-Urbano Grandier, veniva accusato di aver stregato diciassette monache di
-Loudun, in cui si costringeva un'altro curato, il Gianfredi, a
-confessare che aveva soffiato il diavolo nel corpo di Maddalena Lapallu
-ed in cui si vide il gesuita Girard sul punto di essere condannato al
-rogo, per aver gittato un sortilegio sulla Cadière.
-
-Se i processi contro gli untori, se quelli contro le streghe, non
-bastano a farci persuasi che un uomo possa diffondere una pestilenza
-senza esserne la prima vittima, che una donna possa attraversare dozzine
-di leghe, a cavallo di una scopa, perchè i processi contro gli Ebrei
-avranno, soli, virtù di persuaderci che essi facciano uso di sangue
-cristiano nei loro riti?
-
-Nè maggior autorità dei processi, ha la antichità della accusa. Ciò che
-forma il principale pericolo di ogni calunnia è questo appunto: che per
-quanto luminosamente smentita dai fatti, e dalla ragione, essa persiste
-sempre in talune menti più ottuse, sicchè, quando sembra completamente
-vinta e debellata, la si vede poi ogni qual tratto rinascere più viva e
-rigogliosa che mai.
-
-Circa all'esser stata questa accusa mossa agli Ebrei in tempi e luoghi
-diversissimi, locchè può parer prova della sua veridicità, rispondiamo
-subito che, in tempi ed in paesi diversissimi, si credette agli untori
-ed alle streghe; che la chiromanzia ebbe seguaci fra i greci antichi e
-fra i moderni francesi; che all'astrologia credettero, per tacer
-d'altri, gli antichi Caldei, gli Arabi del medio evo, e gli uomini più
-colti di tutti i paesi sino a pochi secoli or sono; e che oggi noi
-ridiamo di tutte queste cose, e ci faremmo beffe di chiunque invocasse,
-sul serio, l'argomento dell'universale diffusione che ebbero in passato
-queste credenze per persuaderci della loro verità.
-
-La progredita civiltà dell'epoca nostra non impedisce poi che anche oggi
-perdurino talune incredibili superstizioni. I montanari di Scozia
-credono ancora che un tale e tal lago abbia il suo _kelpie_ e il suo
-_caval d'acqua_; nel fondo di certe provincie di Francia i contadini son
-lungi dal negar fede al lupo mannaro; e qui, nella nostra Italia, il
-romano, per non dir d'altri, crede ancora al cattivo occhio e gli
-ospedali di Napoli ricevono, ogni anno, qualche infelice martoriato da
-malvagi superstiziosi, che pretendono ottenere in tal guisa i numeri del
-lotto.
-
-Un'ultima osservazione ci rimane poi a fare circa il preteso valore dei
-numerosi processi che si fecero, con esito diverso, contro gli Ebrei.
-
-L'articolaio stesso osserva, che man mano che un paese va incivilendosi,
-i processi di questo genere divengono più rari, mentre sono tanto più
-frequenti, e hanno esito peggiore per gli Ebrei, quanto più avvengono in
-epoche remote ed in paesi meno civili.
-
-In Inghilterra, dacchè gli ebrei vi furono richiamati dal protettore
-Cromwell, non ebbe più luogo nessun processo di tale natura. In Francia
-non se ne ebbe nessuno, dopo la sentenza del parlamento di Metz che
-dannò a morte Raphael Levi (16 giugno 1670), sentenza che è riconosciuta
-da tutti come un errore giudiziario e contro cui si scagliò un venerando
-ed illustre sacerdote cattolico, il padre Simon dell'Oratorio.
-
-In Italia l'ultimo processo, che terminasse con una condanna, risale al
-1480. Vi furono bensì, varie volte dopo, dei tentati ammutinamenti
-contro gli Ebrei, come a Casale Monferrato nel 1611, a Mantova nel 1824,
-per pretese sparizioni di fanciulli che poi vennero trovati vivi e sani.
-
-Un immondo libello pubblicato l'anno scorso a Prato, libello al quale
-non è certamente estranea la mano dello articolaio della _Civiltà_, col
-titolo _Il sangue cristiano nei riti ebraici della moderna sinagoga_
-reca un lungo elenco di pretesi assassinii rituali commessi dagli Ebrei;
-ora da quell'elenco stesso desumiamo che nel corso di questi due ultimi
-secoli nessuno di questi assassinii fu commesso in Francia, Inghilterra,
-Italia o Germania; tutti i segnalati hanno per teatro la Polonia,
-l'Ungheria, la Russia e l'Oriente.
-
-Abbiamo già dimostrato che una è la religione mosaica in tutti i tempi
-ed in tutti i paesi, sicchè dal fatto che simili processi divengono
-impossibili nei paesi civili, non è lecito dedurre la conseguenza che
-gli Ebrei di questi paesi si astengano dal compiere quello che, secondo
-i loro nemici, sarebbe per essi un dovere di coscienza; ma ben piuttosto
-è logico l'argomentare che il progredire della civiltà renda impossibile
-nonchè il condannare neppure l'iniziare processi sopra una così stolida
-accusa. E persino in Germania, la terra classica dell'antisemitismo e
-dei processi inverosimili, se crediamo al seguente fatto narrato mesi
-sono dai giornali, pare, o articolaio diletto, che il tempo cessi
-d'esser propizio agli arrosti.
-
-“Sino dal 22 gennaio 1883, a Skurz, paese di due mila abitanti, nella
-Prussia occidentale, presso Danzica, fu rinvenuto il cadavere mutilato
-di un ragazzo di 15 anni. La voce popolare accusò del misfatto gli
-Ebrei, asserendo che essi avevano assassinato il ragazzo per servirsi
-del suo sangue ne' loro riti religiosi. Un ebreo, certo Josephsohn, come
-sospetto dell'orribile delitto, fu subito arrestato. Malgrado _precise
-deposizioni di testimoni, che dichiaravano di aver veduto ed udito
-tutto_, non si poterono ottenere prove sicure contro di lui. Adesso la
-direzione della polizia di Berlino ha spedito a Skurz un valente
-commissario di polizia, il quale ha potuto fare la luce su lo strano
-avvenimento e scoprire il vero autore dell'assassinio nella persona del
-macellaio cattolico Giuseppe Behrendt. Costui, più di tutti, aveva
-gridato contro gli Ebrei e con minaccie era riuscito a indurre uno de'
-principali testimoni del misfatto a deporre di aver veduto sul luogo
-l'ebreo Josephsohn. Il Behrendt è stato, sul momento, tratto in
-arresto” (287).
-
-Dopo ciò, — con buona venia dell'articolaio, passiamo ad occuparci di
-altro, lieti di avergli dimostrato:
-
-1. Che ha calunniato due papi.
-
-2. Che ha mentito, tirando pei piedi quel povero Talmud, che
-probabilmente non conosce neppur di vista, e che c'entra in tutto ciò
-quanto la _Civiltà_ ed il _Cattolicismo_ nei suoi articoli.
-
-3. Che i processi su cui si appoggia contano giusto altrettanto quanto
-la sua scienza talmudica, e la sua critica, perocchè nessun uomo di
-senno presta fede ai processi nei quali, come ebbe a dire il poeta:
-
- La torture interroge et la douleur répond
-
-a processi che giustificherebbero quasi il detto di Voltaire: “Giudizio
-tanto più cristiano, quanto più sprovvisto di prove”.
-
-Giunti a questo punto potremmo credere di averla finita coll'increscioso
-argomento, se non ci rimanesse ad indagare quali sieno le origini di
-questa abbominevole calunnia, quali le ragioni per le quali potè
-diffondersi ed acquistar credenza, a carico specialmente di un popolo
-che avrebbe dovuto esser l'ultimo a venir fatto segno a così stolida
-accusa.
-
-L'ingegno umano non è tanto ferace in maligne invenzioni quanto
-comunemente si crede, e questa, del servirsi del sangue umano per riti
-tenebrosi, non è stata rivolta contro gli Ebrei soltanto, ma contro
-molte altre sette, molte altre persone.
-
-Ed è naturale; perocchè l'identità del sangue e della vita fu per tutta
-l'antichità assioma quasi indiscusso; da cui derivò per processo
-naturale l'idea che il cielo irritato contro gli uomini non potesse
-placarsi che col sangue. L'ostia sanguinosa domina la religione, come la
-storia, della antichità. Nella storia di Roma il sangue di Lucrezia
-caccia i Tarquinii e quello di Virginia i decemviri (288).
-
-Siffatte idee che dominarono intiera l'antichità non poterono non
-lasciar traccia nello spirito dei popoli, sicchè la superstizione che il
-sangue giovi a forzare la volontà divina fu attribuita ora a questi ed
-ora a quelli.
-
-I primi Cristiani, per non risalire ad epoche più remote, erano già
-stati, con egual verità, accusati della orribile pratica. Ecco cosa dice
-a questo proposito il Fleury (289); di cui ci piace riferire un lungo
-brano, perchè si veda, colla scorta di un autore non sospetto, come
-tutte le accuse che oggi si muovono contro gli Ebrei erano pure rivolte
-contro i primi Cristiani.
-
-“Questo segreto dei misteri non cessava di essere un grande argomento di
-calunnie contro i Cristiani (290), perchè si suole più sovente
-nascondersi per fare il male che per fare il bene..... I cattolici poi
-avevano degli schiavi pagani, ai quali la paura dei tormenti faceva dire
-contro i loro padroni tutto ciò che volevano i loro nemici. (_Oh! Cosa
-diventano dopo ciò i processi coi quali l'articolaio voleva_ ampiamente,
-chiaramente, indubbiamente _dimostrare ciò che non ha mai esistito?_)
-Così si diffuse la favola che i Cristiani nelle loro assemblee notturne
-uccidessero un fanciullo per mangiarlo, dopo di averlo fatto arrostire,
-copertolo di farina, ed aver immerso il loro pane nel suo sangue; ciò
-che manifestamente traeva origine da una mala interpretazione del
-mistero dell'Eucaristia. Si diceva anche che dopo il loro pasto in
-comune, in cui mangiavano e bevevano con eccesso, gittavano un'offa ad
-un cane che era legato al candeliere, in guisa che il cane saltellando
-rovesciava il solo lume che li rischiarava, sicchè dopo col favore delle
-tenebre quanti erano uomini e donne si mescolavano assieme
-indifferentemente come sogliono le bestie.
-
-Gli Ebrei furono i principali autori di queste calunnie (291), e per
-quanto assurde esse fossero, il popolo vi credeva, sicchè si era pur
-costretti a giustificarsene seriamente (292).
-
-“Si accusavano ancora i Cristiani di esser nemici del genere umano
-. . . . La carità che avevano gli uni per gli altri era una congiura
-odiosa . . . Le persecuzioni stesse di cui erano vittime erano un
-argomento di odio contro i Cristiani, venivano ritenuti colpevoli perchè
-dovunque erano come tali trattati e dal tremendo rigore dei supplizi si
-argomentava della enormità dei loro delitti; erano considerati come
-gente destinata alla morte, al rogo, alle forche, e se ne componevano
-loro sopranomi ingiuriosi (293). Ecco ciò che rendeva i Cristiani così
-odiosi al popolo ed agli ignoranti, ecco il fondamento di quanto,
-seguendo l'opinione comune, ne dicono Svetonio e Tacito. Svetonio dice
-che Claudio imperatore “_cacciò da Roma gli Ebrei che istigati da
-Cristo_ (294) _intrigavano senza posa_”, quasi che Gesù Cristo fosse
-ancor vivo e fosse divenuto capo di parte fra gli Ebrei. Annovera fra le
-buone azioni di Nerone l'aver fatto soffrire supplizi ai cristiani,
-_genti_, soggiunge, _di una superstizione nuova e malefica_ (295).
-Tacito (296) parlando del fuoco che Nerone fece appiccare a Roma per
-divertirsi, dice che egli ne accusò _genti odiose pei loro delitti che
-il popolo chiamava cristiani_ (297); poi aggiunge: _Questo nome veniva
-da Cristo che Ponzio Pilato aveva fatto giustiziare, imperatore
-Tiberio_. E questa perniciosa superstizione allora formatasi (298) si
-rialzava di nuovo non soltanto in Giudea sorgente del male, ma anche a
-Roma dove tutto quanto vi ha di nero e di infame nel mondo si riunisce e
-si pratica (299). Si presero dapprima coloro che confessavano, poi
-dietro le loro deposizioni una gran moltitudine fu convinta non tanto
-dell'incendio quanto dell'odio verso l'uman genere. Più innanzi li
-tratta da _colpevoli_, e da gente che meritavano gli ultimi esempi.”
-
-I pochi ed oppressi seguaci della vera Fede essendo, col progresso dei
-tempi divenuti possenti e numerosi, la calunnia cessò di esercitarsi
-contro di loro, ma non scomparve per questo, rimase anzi intatta e solo
-mutarono le vittime, probabilmente altrettanto innocenti.
-
-I Luciferiani ed altri eretici ebbero a subire le conseguenze della
-stessa calunnia.
-
-Ad essi si addebitavano tenebrose conventicole nelle quali si
-calpestavano le leggi della morale e del più elementare pudore. I
-bambini, nati in seguito a queste tenebrose orgie, erano solennemente
-immolati pochi giorni dopo la loro nascita, il loro sangue raccolto con
-cura, il loro corpo bruciato, e le ceneri mescolate col sangue
-s'adoperavano a formare un pane che serviva all'eucarestia dei
-settarii (300). Questa accusa fu applicata anche ai Bogomili della
-Tracia ed agli Euchiti, di cui uno dei rami sembra essersi fuso coi
-Templari. Essa fu egualmente posta a carico dei Templari, con una
-variante però, che era per ottenere l'olio che doveva servire a
-consacrare l'idolo (_Bafometto_) che avrebbero avuto luogo i sacrifizi
-di bambini rimproverati ai Templarii: “Un enfant nouvel engendré d'un
-Templier et d'une pucelle estoit cuit et rosti au feu et toute la
-graisse ostée, et d'icelle estoit sacrée et oint leur idole (301)”. E
-sempre, nell'età dimezzo sopratutto, la fantasia popolare farneticava
-ora di bambini immolati, ora di bagni di sangue umano, adoperati come
-rimedio d'incurabili malattie cutanee. E di questo farnetico, se ne
-trovan tuttora le traccie nelle fiabe e ne' racconti tradizionali; onde
-sbuca fuori di quando in quando: ed il sospetto o l'odio del volgo
-attribuisce l'atto nefando, ora al tiranno esoso, ora a questo, ora a
-quello. Veggasi fra le _Ducento Novelle_, di Celio Maleyuni (Venezia
-1609), quella intitolata _Matrimonio di Filenia, figliuola del Re
-d'Egitto_.
-
-E nel _Cunto de li Cunte_, il trattenimento della Giornata III, ROSELLA,
-di cui ecco l'argomento: “Lo Gran turco, pe' farese no vagno de sango de
-signore, fa pigliare 'no prencepe. La figlia se ne 'nnamora; e se ne
-fujeno. La mamma l'arriva e le so tagliate le mano da lo Prencepe. Lo
-Gran Turco ne more de crepantiglia. Ma jastemmata la figliola da la
-mamma, lo Prencepe se ne scorda, ma, dopo varie astuzie, fatte da essa,
-torna a memmoria de lo marito e se gaudeno contente.”
-
-Nè mancano monumenti che ci abbiano portato le prove di siffatta
-credenza. Il sacrificio di un bambino è rappresentato infatti su certi
-monumenti del medio evo, ma queste scolture portano dei segni evidenti
-della dottrina gnostica delle emanazioni, che non ha nulla a che fare
-cogli Ebrei (302).
-
-In uno dei lati d'un cofanetto trovato presso Volterra, e che fece poi
-parte della collezione del duca di Blacas a Parigi, si vede raffigurato
-un fanciullo colla testa e le braccia pendenti nell'abbandono della
-morte: due uomini sono occupati a lavare il cadavere immerso per metà in
-una vasca. L'altro lato rappresenta questo cadavere posato su di un rogo
-le cui fiamme l'inviluppano. Uno degli assistenti volge la testa e se la
-nasconde fra le mani con un gesto di pietà e di orrore. Su un lato
-opposto del cofanetto è rappresentata la purificazione del cadavere.
-
-Indubbiamente queste scolture rappresentano un rito religioso nel quale
-viene sacrificato un fanciullo.
-
-Ma a chi apparteneva quel cofanetto? Ad Ebrei certamente no. Ed a noi
-basta quindi averne accennato l'esistenza per dimostrare come, questi
-riti sanguinosi sian forse stati, per lo passato, praticati da sêtte che
-cogli Ebrei non ebbero nulla di comune, e lasciamo ad altri il decidere
-se il cofanetto di Volterra appartenesse ai Templari, ai Gnostici od a
-qualsivoglia altra setta.
-
-Anche un papa, Innocenzo VIII, fu accusato di aver fatto rapire de'
-fanciulli per sgozzarli e bagnarsi nel loro sangue (303), e la stessa
-accusa fu ripetuta quasi un secolo dopo contro un re di Francia,
-Francesco II, il marito della bella ed infelice Maria Stuarda, come ne
-fa fede il seguente brano della _Histoire Nationale de Paris et des
-Parisiens, par H. Gourdon de Genouillac_ (tom. II, 1882, pag. 3–4):
-
-“Il y eut un certain nombre de gens pendus, vers la fin du 1559, pour
-avoir répandu une calomnie contre Catherine de Médicis et son fils;
-voici le fait: Le jeune roi s'étant trouvé malade à Fontainebleau, les
-médecins l'envoyèrent a Blois pour y respirer l'air natal, mais les gens
-du pays, prétendirent que ce n'etait pas de la fièvre quarte, comme le
-prétendaient les médecins, dont souffrait François, mais bien de la
-lèpre, et on raconta que plusieurs enfants avaient disparu depuis
-l'arrivée du roi, que ces enfants avaient été mis à mort pour que le roi
-pût prendre des bains de sang, remède qui convenait d'autant mieux au
-royal malade, que sa mère ne l'avait conçu que lorsque, d'après
-l'ordonnance du premier médecin Fernel, elle s'était décidée, après dix
-ans de stérilité, à ne remplir ses devoirs d'épouse que pendant
-certaines époques, où d'ordinaire les femmes s'en abstiennent. Ce bruit,
-habilement semé par les calvinistes, trouva vite de l'écho; des bords de
-la Loire il arriva à Paris, où il fut colporté partout, et le parlement
-dut sévir contre ces propagateurs; ce fut un prétexte tout trouvé pour
-arrêter et envoyer à la potence le gens suspects. On ne négligea pas de
-s'en servir, et plus d'un Parisien bavard alla réfléchir au Châtelet au
-danger qu'on court lorsqu'on a la langue trop longue.”
-
-Malgrado la severa lezione, qualche secolo dopo la calunnia ricomparve
-in Francia, non più contro un re, ma vaga ed indeterminata; si
-accusarono delle sparizioni, pur troppo reali, di vari giovani, ora una
-principessa che si dilettava di bagni di sangue, ora, naturalmente, gli
-Ebrei; chi fossero i colpevoli ce lo dica il seguente brano delle
-_Mémoires tirés des Archives de la Police de Paris, pour servir a
-l'histoire de la morale et de la police depuis Louis XIV jusqu'à nos
-jours, par I. Peuchet_ (Paris, Levavasseur, 1868, 6 vol. in-8. Tom. I,
-pag. 144 e segg.):
-
-“Eran già varî anni, dacchè il signor de la Reynie copriva, con
-soddisfazione generale, l'ufficio di luogotenente generale di polizia,
-allorquando nei principali quartieri di Parigi si diffuse repentinamente
-un grave panico occasionato da straordinarie sparizioni di persone.
-
-“Nello spazio di circa quattro mesi, ventisei giovani, il più giovane
-dei quali aveva raggiunto il diciasettesimo anno, ed il più vecchio non
-toccava il venticinquesimo, sparirono, lasciando le rispettive famiglie
-inconsolabili per la loro perdita. Voci misteriose e contraddittorie
-circolavano a questo proposito nel sobborgo Sant'Antonio, che aveva in
-questa guisa perduto quattro o cinque bei giovani, figli di ebanisti e
-di mercanti di vecchi mobili. Le donnicciuole pretendevano che una
-principessa, la cui vita era posta in pericolo da una malattia di
-fegato, lottasse contro il male tuffandosi tutti i giorni in un bagno di
-sangue umano. Altri affermavano che gli Ebrei, per odio al Dio
-crocefisso, crocefiggessero di quando in quando dei Cristiani. Questa
-pazza opinione fortunatamente non prevalse. Ad ogni modo però Parigi era
-in preda al terrore ed alla desolazione. Il duca di Gêvre ne parlò al
-Re, e questi, quando il luogotenente di polizia si recò da lui, per
-l'ordinaria relazione, si lagnò vivamente che si tollerasse un simile
-succedersi di rapimenti che, senza dubbio, erano seguiti da morte
-violenta, perchè nessuno degli scomparsi aveva mai fatto ritorno.
-
-“La Reynie, disperato pel malcontento espressogli dal Sovrano, se ne
-fece ritorno a Parigi; appena giuntovi chiamò a sé un agente abilissimo
-della sua amministrazione, certo Lecoq, di cui fino a quel giorno egli
-si era non inutilmente servito in tutte le occasioni difficili. Lecoq
-comparve ed il luogotenente di polizia gli manifestò il suo imbarazzo,
-parlò del malcontento del Re e fece tali promesse di ricompense che
-Lecoq, cedendo ad un sentimento di avidità, esclamò:
-
-“— Andiamo! monsignore, vedo bene che per togliervi dall'imbarazzo dovrò
-rinnovare il sacrificio d'Abramo.
-
-“Lecoq non si spiegò maggiormente ed il signor de la Reynie, che lo
-considerava come il suo migliore agente, lo congedò con un gesto col
-quale gli trasmetteva i poteri più estesi. A quei tempi negli uffici di
-polizia era in uso un linguaggio di cenni muti, specie di telegrafia la
-cui chiave non era nota che ad un piccolo numero di iniziati.
-
-“Ecco il complemento indispensabile di questo singolare aneddoto.
-
-“Una accolta di gente, predestinata al patibolo ed alle galere, si era
-costituita in associazione di malfattori. Il capo della banda procedeva
-in questa guisa. Una ricca inglese, moderna Messalina, che egli aveva
-reclutata nei suoi viaggi, serviva di richiamo ai giovani. Questi
-infelici, dopo aver appagato le voglie di quella femmina impudica, erano
-dati in preda agli assassini. Venivano uccisi e la testa separata dal
-busto. Questo era venduto agli studenti di chirurgia e la testa,
-probabilmente disseccata ed imbalsamata, serviva allora in Germania agli
-studi di una scienza, che ebbe di poi uno strano sviluppo. Intendiamo
-parlare della scienza di cui Gall e Spurzheim furono fra noi i
-propagatori.
-
-“Il governo temette il divulgarsi di una tal serie di misfatti; furono
-presi provvedimenti per la punizione pronta, severa ed occulta dei
-colpevoli. Tutti furono impiccati. Anche la donna doveva essere dannata
-nel capo . . . . . ma il destino dispose altrimenti” (304).
-
-Un altro fatto simile ebbe luogo anche a Parigi quasi nello stesso
-tempo; precisamente nel maggio 1750.
-
-Ecco come viene narrato dal QUILLET, _Chronique de Passy_ (Tomo II, pag.
-114). Anche questa volta traduciamo testualmente.
-
-“Un agente di polizia, nella speranza di estorcere del denaro ad una
-sventurata madre gli rapì il figliuolo. Questa ne divenne furiosa; i
-suoi lagni furono così amari, i suoi gemiti così strazianti che tutto il
-quartiere ne fu commosso.
-
-“Altre madri si unirono a lei; la voce corse che quel fanciullo non era
-il solo ad esser stato rapito ma che migliaia d'altri lo erano stati al
-pari di lui, e che il Re, novello Erode, stava per ricominciare la
-strage degli innocenti. Si giunse persino a dire che quei rapimenti
-avevano per oggetto l'esecuzione di prescrizioni mediche che ordinavano
-bagni di sangue umano, e del più puro, per guarire taluni gran signori
-sfiniti dalla lussuria e dai disordini.
-
-“Queste voci sinistre, aggiunte ai gridi strazianti delle desolate
-madri, infiammarono gli spiriti. Parecchi uomini si aggiunsero loro e
-divennero furiosi. La sommossa ebbe principio nel sobborgo Sant'Antonio,
-ma ben presto i disordini si estesero in tutti i quartieri di Parigi.
-Ogni agente di polizia che cadeva in potere dei tumultuanti era messo a
-brani. Il popolaccio si dirigeva al palazzo del luogotenente di polizia,
-e non avrebbe tardato ad investirlo. Il luogotenente di allora, Berrier,
-che si era reso odioso per la sua aria dura e il suo procedere
-tirannico, fuggì. Qualcheduno dei suoi dipendenti, meno timido, fece
-aprire le porte. Questo colpo ardito intimidì i più furiosi; credettero
-si volesse loro tendere un agguato, e che una voragine stesse per
-aprirsi sotto i loro piedi e restarono immobili. Intanto le guardie
-francesi e le guardie svizzere si radunarono. Si aggiunsero loro due
-compagnie di moschettieri della guardia e diversi corpi della Casa del
-Re. Le orde indisciplinate dei tumultuanti furono circondate. Si mise la
-mano sui più accaniti dei quali la forca fece giustizia, gli altri
-fecero giudizio.
-
-“Qualche mese dopo venne l'epoca del viaggio che il Re faceva
-annualmente a Compiègne. Per recarvisi si passava abitualmente da
-Parigi. Luigi XV non volle onorare colla sua presenza una città che
-aveva osato rivoltarsi, qualunque ne fosse stata la causa, e fece
-costruire in tutta fretta una strada fra Versailles e Saint Denis in
-modo da potersi recare al suo destino senza dover attraversare Parigi. È
-questa la strada che dicesi _le chemin de la Révolte_.”
-
-Come si vede dalle, forse troppo numerose, citazioni che siamo venuti
-facendo, basta che un bambino sparisca, perchè subito il popolo
-farnetichi di bagni di sangue umano, di atroci riti religiosi, e si
-ricusi, sino a che l'evidenza non venga a convincerlo, a cercarne la
-spiegazione in qualche volgare delitto. Ci si consenta un'ultima
-citazione per provare la strana vitalità di tale superstizione che il
-volgo degli indotti e dei semi dotti, accoglie e ripete, per poco che
-gli accusati, o si elevino come i Papi ed i Re che abbiamo citato, al
-dissopra del comune per la loro posizione, o si circondino come i primi
-Cristiani, i Luciferiani, i Templarii di quel mistero che colpisce
-sempre le immaginazioni popolari.
-
-Una rivista mensile che si pubblica a Mosca, il _Messager russe_, in un
-articolo riprodotto in giugno 1819 da diversi giornali francesi (305) ci
-ha fatto conoscere gli usi di due sêtte ancora esistenti in Russia, i
-_Khlysty_ e gli _Skoptsi_ (306) (_mutilati_).
-
-Riti sanguinari, o pretesi tali, furono denunziati allo imperatore
-Alessandro in una memoria del metropolitano di Mosca. Secondo questa
-memoria, di cui un giornale di Pietroburgo pubblicò dei frammenti,
-quando una ragazza incompletamente mutilata concepisce, per opera di un
-uomo estraneo alla setta, e mette al mondo un ragazzo di sesso
-mascolino, gli _Skoptsi_, considerando questa nascita come un
-avvenimento miracoloso e come una benedizione del cielo, immolano il
-neonato alla mezzanotte del settimo giorno dopo la sua nascita; lo
-lavano in seguito nell'acqua tiepida, avendo cura di spremere dalla sua
-ferita la maggior quantità di sangue possibile. L'acqua in cui il
-fanciullo è stato immerso si conserva come cosa sacra. Quanto al corpo è
-deposto in un vaso pieno di zucchero polverizzato dove si giunge a
-disseccarlo. È in seguito ridotto in polvere, e questa polvere entra
-nella confezione dei pani consacrati che i settari tagliano a pezzi e
-distribuiscono agli assistenti alla fine delle loro riunioni. È questo
-ciò che essi nominano la grande comunione della carne dell'agnello, in
-opposizione a quella di sangue che si fa con quella con cui la vittima
-venne purificata. I giornali russi assicurano che questi fatti,
-denunciati dal metropolitano di Mosca, Mgr. Platone, vennero constatati
-da una inchiesta ufficiale.
-
-Potremmo citare altri fatti a dozzine per provare che questa accusa di
-giovarsi del sangue umano pei riti tenebrosi è vecchia quanto il mondo,
-ma ogni cosa ha un limite e temiamo ne abbia uno anche la pazienza dei
-lettori che consentirono a seguirci sin qui, sicchè ci limiteremo a
-citare un ultimo fatto quasi incredibile. Chi vorrebbe credere infatti
-che un dotto letterato francese, e cattolico di nascita, se non di
-convinzione, Arsène Houssaye potè, non sono ancora cinque anni,
-calunniare i cattolici, di epoche a noi vicine, asserendo che sino al XV
-ed al XVI secolo si massacravano dai cattolici dei bambini per
-convertire in reliquie i loro ossami?
-
-Traduco letteralmente un brano di un articolo dell'Houssaye, sul museo
-Basilewski, pubblicato nel _Gaulois_ del 24 dicembre 1879:
-
-“Ecco per esempio uno smalto che rappresenta il Massacro degli
-Innocenti. Cosa pensereste se io vi dicessi che più di una chiesa in
-Francia contiene ancora delle cripte in cui si trova il pozzo dei
-sacrifizi? Si conosce così male la storia che non mi si crederà quando
-affermerò che, sino al quindicesimo secolo, e fors'anche fino al
-sedicesimo, vi furono il venerdì santo dei fanciulli immolati. A Caen e
-a Tournus si trovarono degli ossami che fanno fede ancora di questi
-sacrifizi umani — perdonatemi il sacrilegio — volevo dire inumani”.
-
-Provata dunque la facilità con cui simili accuse calunniose si
-riprodussero sempre, e trovarono sempre credenza, qual meraviglia se
-bastò qualche assassinio isolato e non ispirato certamente a scopo
-religioso, perchè se ne accusassero gli Ebrei, quegli Ebrei che a
-Strasburgo, nel Delfinato ed altrove, si erano, ben inteso sotto la
-tortura, confessati autori della peste, sicchè fu necessaria una bolla
-del papa che li scagionasse dalla strana accusa (307), quegli Ebrei che
-dovevano ritenersi capaci di ogni scelleraggine (308) dacchè San
-Giovanni Grisostomo (309) aveva potuto dire che “le sinagoghe erano case
-di prostituzione, covili di bestie feroci, domicilio dei Demoni e che
-non vi si adorava Dio, perchè non vi si adorava il figlio, e che colui
-che conosce il padre conosce il figlio e che il culto che vi si rende si
-termina al Demonio perchè Dio l'ha abbandonato.”
-
-Quando personaggi, come San Giovanni Grisostomo, coi loro scritti,
-rendono siffattamente odiosa una parte della popolazione, non deve recar
-meraviglia che ogni più strana accusa contro di questa trovi credenza.
-
-Data la facilità con cui il volgo crede sempre ad accuse di questa
-natura, data l'ignoranza dei tempi, dato il fanatismo contro gli Ebrei,
-eccitato dal Grisostomo, e dai troppo numerosi suoi seguaci, dobbiamo
-anzi meravigliarci assaissimo se tutte le volte che furono accusati di
-aver assassinato un cristiano non furono condannati, ed invece abbiamo
-già veduto come, in tutti i tempi, uomini imparziali ed onesti, di tutte
-le credenze, abbiano protestato contro la calunnia di cui eran vittima
-gli Ebrei.
-
-Ma se è agevol cosa il dimostrare l'assoluta falsità della accusa mossa
-agli Ebrei di giovarsi di sangue umano per scopi rituali, o
-magici (310), sarebbe impossibile il dimostrare che qualche bambino
-cristiano non sia caduto talvolta vittima di un assassino ebreo.
-
-Gli Ebrei erano nei secoli passati universalmente odiati. Quando la
-Chiesa Cristiana aveva raggiunto nel mondo civile il suo ideale, l'unità
-della Fede, gli Ebrei soli, razza maledetta e dispersa, restarono a
-guastare la simmetria ammirabile di questa unità.
-
-In mezzo a popoli che, concordi, piegavano le ginocchia dinanzi al
-Redentore del Mondo, restavano soli a negarlo i pochi ed avviliti
-discendenti di coloro che lo avevano trascinato al disonor del Golgota.
-
-Qual meraviglia che perciò soltanto essi fossero oggetto della
-universale esecrazione? (311) Oppressi, umiliati, fatti segno ad ogni
-più orrenda persecuzione, gli Ebrei reagivano colle armi dei deboli, e
-le armi dei deboli non furono mai generose.
-
-Da qui recrudescenza d'odio nei persecutori, e l'odio non partorì mai
-amore, che si sappia.
-
-Chi potrebbe negare che qualche Ebreo, cacciato dalla patria, insidiato
-nella sua fede, nei suoi averi, diseredato persino del culto dei propri
-morti, come troppo spesso avveniva nei tempi più caliginosi del medio
-evo, imbattendosi un giorno nel figlio di uno dei suoi oppressori, lo
-abbia sgozzato?
-
-Chi rivangasse gli annali del delitto, in tutti i paesi, vi troverebbe
-registrate a centinaia storie di innocenti fanciulli uccisi da
-vigliacchi assassini per vendicarsi dei loro parenti.
-
-E quantunque le statistiche criminali di tutti i tempi e di tutti i
-paesi ci provino come l'Ebreo rifugga dal sangue, vorremmo, potremmo noi
-negare, che mai uno di questi assassini sia stato ebreo, una di queste
-vittime cristiana?
-
-Certamente no; ma la stessa franchezza con cui noi, senza averne le
-prove — perchè, ripetiamolo, non son prove per noi quelle estorte dalla
-tortura — pure riconosciamo non impossibile che qualche fatto di questo
-genere abbia potuto accadere per opera di un individuo ebreo, spinto da
-un sentimento di vendetta, questa stessa nostra franchezza ci dà diritto
-ad esser pienamente creduti allorquando recisamente neghiamo che gli
-Ebrei abbiano per precetto religioso di valersi in certe cerimonie del
-sangue di un fanciullo cristiano.
-
-Ammettiamo pure una di queste isolate vendette. Nessun processo ne fa
-fede, perocchè agli occhi dell'odierna critica non hanno valore i
-processi istituiti sotto il regime della tortura; ammettiamo pure questo
-caso isolato, che ci gioverà a comprendere, a spiegarci come l'orribile
-calunnia abbia potuto esser messa in giro la prima volta, ma
-respingiamo, fino a che non saranno addotte prove categoriche in
-argomento — e sarà impossibile addurle, perchè non esiste il
-fatto — ogni accusa generica che si volesse formulare contro gli Ebrei a
-tale proposito.
-
-Tanto varrebbe, perchè un Umiliato attentò alla vita di San Carlo
-Borromeo, perchè un prete assassinò un Arcivescovo di Parigi, dire che i
-frati e i preti cattolici hanno per dovere religioso di ammazzare Santi
-ed Arcivescovi!
-
-È certo che dacchè esistono Cristiani ed Ebrei qualche ebreo avrà
-ammazzato un cristiano; è probabile, probabilissimo anzi, che qualche
-fanciullo cristiano sia caduto vittima di un assassino ebreo, ma non è
-nè certo, nè probabile, nè possibile che l'assassino sia stato mosso da
-scopo religioso a compiere il suo misfatto.
-
-Ciò invece che, se non è certo, è però assai possibile ed assai
-probabile è che, accaduto, per chi sa qual motivo, l'eccidio di un
-fanciullo cristiano ad opera di un ebreo, i nemici degli Ebrei — quelli
-stessi che andavano diffondendo contro di loro le più strane ed
-inverosimili accuse — si siano fatta un'arma di questo fatto isolato per
-coinvolgere tutti gli Ebrei nella stessa accusa, accusa che, già lo
-vedemmo, deve essere facilmente accolta dai volghi come quella che fu
-spesso lanciata or contro l'uno or contro l'altro.
-
-Abbiamo detto però e ripetiamo che se vi era un popolo che dovesse andar
-immune da questa orribile accusa era certamente il popolo ebreo.
-
-Abbiam veduto come la Bibbia e il Talmud in più luoghi vietino agli
-Ebrei l'uso del sangue. Ma non basta, chè lo stesso Maimonide ci dice il
-perchè gli Ebrei abborriscano l'uso del sangue; apriamo il suo libro
-_Morè Nebuchim_, parte III al capo 46 e troveremo: “Sappi che quantunque
-non vi fosse nel concetto degli idolatri cosa più immonda ed impura del
-sangue, nientedimeno essi lo mangiavano, perchè stimavano che fosse il
-cibo de' demoni, e che colui, che di esso sangue si alimentasse,
-acquisterebbe una qualche famigliarità e stretta comunicazione con essi
-demoni, sicchè questi dovessero rivelar loro il futuro, secondo crede il
-volgo che essi demoni sogliono fare. Ad alcuni però tra questi idolatri,
-tornava difficile mangiare il sangue, cibo per sè stesso all'umana
-natura ripugnante. Questi, quando scannavano qualche animale, ne
-prendevano il sangue, lo raccoglievano in qualche vaso e, sedendo
-attorno a questo vaso, mangiavano la carne di esso animale. Si
-persuadevano, così, che mentre essi mangiavano la carne, i demoni
-mangiassero il sangue, loro prediletto cibo, e che in questo modo
-potessero contrarre secoloro amicizia, famigliarità e fratellanza,
-perchè tutti mangiavano ad un desco e insieme banchettavano. Credevano
-inoltre che i demoni dovessero apparir loro in sogno; avvisar loro quel
-tanto che dovea succedere ed esser loro di grandissimo giovamento.” Fin
-qui il Maimonide.
-
-Anche lo Zohar, libro a cui taluni ebrei vogliono annettere molta
-importanza, commentando il capo 17 del Levitico, dice queste parole,
-parlando degli incantesimi e dell'arte magica esercitata dagli Egiziani:
-“Quando gli Egiziani si ragunavano per fare i loro incantesimi, andavano
-al campo in un monte alto assai, facevano una fossa in terra e
-spargevano sangue intorno ad essa, ragunavano il rimanente del sangue in
-essa fossa, offrivano i loro sacrifici agli spiriti maligni, e
-contraevano famigliarmente tra loro in esso monte. Gli Ebrei i quali
-erano schiavi in Egitto si accostavano a quelli, e preparavano quel
-sangue e offerivano il sacrifizio, si radunavano questi spiriti maligni,
-e apparivano loro in figura d'Irchi irsuti e dicevano loro quel tanto
-che essi addomandavano.”
-
-O ammettere dunque, con San Giovanni Grisostomo, che gli Ebrei adorino
-il Demonio, o riconoscere che essi non possono aver mai fatto uso di
-sangue, e tanto meno di sangue umano.
-
-E davvero è strana la persistenza di una simile calunnia contro una
-religione i cui maestri, i cui dottori predicarono dottrine
-diametralmente opposte. Mosè Nachmanide che fiorì nel XII secolo in
-Ispagna e che era considerato come il supremo maestro fra i Rabbini, e
-chiamato per antonomasia il dottore (312), lasciò scritto nel suo libro
-dei _Precetti_: “Ci è ordinato di curare la vita dei Cristiani, salvarla
-con tutte le nostre forze da pericolo di morte, p. e. quando sono caduti
-in acqua o sepolti sotto le macerie”. Giuda il Pio, vivente a Ratisbona
-nel sec. XII nel suo _libro dei Pii_ dice: “Nel trattare coi non
-Israeliti, studiati di usare la stessa onestà come cogli Ebrei: se un
-Ebreo vuol uccidere un cristiano dobbiamo assister quest'ultimo; se a te
-si rifugia un omicida, non gli accordare protezione, anche se fosse un
-ebreo”.
-
-Come dunque malgrado tutto ciò l'accusa potè diffondersi ed acquistar
-credenza? Ecco la domanda che molti mossero ed a cui nessuno potè dar
-risposta soddisfacente.
-
-Chi ne cercò la causa nel racconto dell'Esodo dove è spesso menzione di
-sangue (313); chi in una leggenda rabbinica notissima, secondo la quale,
-Faraone Re d'Egitto trovandosi colpito dalla lebbra, si impadronì di un
-gran numero di fanciulli ebrei, affine di bagnarsi nel loro sangue e di
-guarire. La leggenda aggiunge che in memoria di questo sangue innocente
-versato, gli Ebrei bevono vino rosso nelle cerimonie della sera di
-Pasqua (314). L'illustre prof. Oort da Leida, in un discorso tenuto in
-quella città in occasione del VI Congresso degli Orientalisti, vuol
-trovare la causa della calunnia nella venerazione che negli antichi
-tempi i primi Cristiani conservavano pel pane azzimo degli Ebrei, ed
-intesse su questa ipotesi un lungo ragionamento che non arriva però a
-convincerne del tutto.
-
-Affaccieremo noi pure una supposizione senza pretendere di aver sciolto
-il problema.
-
-Nei primi tempi del Cristianesimo, non soltanto gli Ebrei erano in odio
-ai Cristiani ortodossi, ma molte sette eterodosse professavano un odio
-speciale non soltanto verso gli Ebrei, ma verso l'Antico Testamento.
-
-La storia delle religioni ci apprende che il principio di un Dio del
-male, nemico del Dio del bene, quel principio che gli antichi Persiani
-incarnavano in Ormus e in Arimane, era comune anche a molte sêtte dei
-primi tempi del Cristianesimo. I Catari, i Bogomili, i Luciferiani
-professavano siffatte dottrine. Per essi il Dio maligno si rivelava
-nell'Antico Testamento, mentre nel Nuovo era il Dio buono che si
-manifestava.
-
-Ecco, dicevano, perchè è scritto nel Nuovo Testamento: “Che Iddio è
-luce, e che non vi sono in lui tenebre alcune” (315). Il Dio della
-Genesi crea il cielo e la terra, ma “la terra era una cosa deserta e
-vacua e tenebre erano sopra la faccia dell'abisso” (316), il cielo e la
-terra, al paro delle tenebre, sono l'opera di Lucifero. Ecco perchè
-ancora, secondo l'Antico Testamento, i figli di Dio peccano (317),
-mentre nel Nuovo è detto: “Chiunque è nato da Dio non ha peccato” (318).
-“Non è il Dio buono che ha parlato a Mosè, non è il Dio buono che ha
-guidato il patriarca. Mosè ha ricevuto la legge da un ingannatore, egli
-stesso era un mago, un ladrone” (319).
-
-Congiungendo questa opinione che taluni eretici avevano del Mosaismo,
-coll'altra, universalmente diffusa, che il demonio gradisca i sagrifizi
-umani (320), non sarà fuor di luogo il supporre che da quegli eretici
-abbia potuto avere origine la prima calunnia.
-
-Un'altra fra le possibili origini di quest'accusa, o meglio fra le cause
-che poterono contribuire a mantenerla in vigore, ed a confermarla nelle
-menti volgari, ci è suggerita dall'attento esame, che abbiamo fatto,
-degli atti del processo che si è svolto non ha guari a Nyiregyhaza. Fra
-le infantili prescrizioni rituali degli Ebrei ve ne ha una che vieta ad
-essi di toccare nella sera del venerdì e nel giorno del sabato fuoco e
-lume. Siffatta prescrizione è, dai veri credenti, osservata così
-strettamente che essi si fanno scrupolo di portare una lampada da un
-luogo all'altro, o di rimuovere dal fuoco una pentola che bolla. Siccome
-però le necessità della vita si impongono agli Ebrei come ai Cristiani,
-gli agiati fra essi provveggono ai lor bisogni mercè l'opera di
-domestici di altri culti; i più poveri invece vi provvedono come
-possono, invocando l'aiuto di un vicino o di un passante. Servigi di
-siffatta natura si richieggono più facilmente, anche per evitare il
-ridicolo, a ragazzi che non a persone mature. Qual meraviglia dunque, se
-come nei tempi di pestilenza basta che un individuo si accosti ad una
-fontana pubblica, per essere accusato di avvelenarla, od in tempi di
-assedio basta che uno si aggiri nelle camere del suo appartamento con un
-lume in mano, perchè venga accusato di far segnali all'inimico (321);
-qual meraviglia diciamo se sarà bastato il fatto di un ebreo che abbia
-chiamato a sè un fanciullo cristiano per richiederlo d'uno dei servigi
-sopra accennati, perchè l'accesa immaginazione del volgo vi ricamasse
-sopra un preteso tentativo di rapimento, preludio di futuri
-eccidi (322)?
-
-Ma senza perderci più oltre nella ricerca delle cause che potevano
-concorrere a far nascere l'orrenda accusa, verremo a dire delle vere,
-delle sole ragioni per cui essa persistette attraverso i secoli.
-
-Un illustre letterato francese, Dureau de la Malle, nella introduzione
-alla sua eccellente traduzione di Tacito, ricerca le cause dei delitti
-inconcepibili commessi dagli imperatori romani; e ne reca una
-spiegazione che sembra assai plausibile; e cioè che quei sovrani non
-avendo nè lista civile, nè demanio pubblico e dovendo pur sostenere
-enormi spese, erano obbligati ad assassinare per procurarsi il denaro di
-cui avevano d'uopo. E come i malfattori volgari _uccidevano per rubare_.
-Questo precetto di governo informa diverse fasi della storia, e dalle
-proscrizioni di Augusto, venendo giù sino agli eccidi del 1793, ne
-troveremmo esempi non pochi.
-
-Nel medio evo i ghetti degli Ebrei avevano il non desiderato privilegio
-di essere la zecca per eccellenza; quando s'aveva bisogno di denaro si
-accusavano gli Ebrei di avvelenare i pozzi, le sorgenti, le
-fontane — quasi che gli Ebrei non facessero uso dell'acqua, — di
-oltraggiare in mille guise il Santissimo Sacramento — che non hanno
-nessuna ragione di oltraggiare, non riconoscendovi essi nessun carattere
-sacro — od infine di ammazzare bambini — quasi la religione professata
-dalla Beata Vergine e da Nostro Signor Gesù Cristo fosse una religione
-di antropofaghi.
-
-In quei tempi le accuse, assurde o meno, erano sempre egualmente buone.
-Bastava che un facinoroso qualunque le ponesse in giro, perchè si desse
-di piglio alle armi, si corresse al ghetto, e si punissero gli Ebrei col
-saccheggiarne i beni. L'intiero popolo ebreo potè per secoli far sua
-l'amara esclamazione del romano proscritto. “La mia villa di Alba mi ha
-perduto.”
-
-Col progresso dei tempi si capì che era assurdo parlare di fontane
-avvelenate, o di oltraggi al Santissimo Sacramento; ma l'accusa di
-antropofagia rimase, come quella che oltre a colpire più facilmente le
-immaginazioni della plebe, sempre avida di racconti di misteriosi
-delitti, era sorretta da un altro importante fattore.
-
-Per ogni fanciullo che gli Ebrei erano accusati di aver ucciso, la
-Chiesa cattolica acquistava un martire di più.
-
-E ciò che importa, e che spiega assai cose, un martire che faceva
-miracoli.
-
-La narrazione di questi miracoli, quali ce li dà un autorevole e moderno
-scrittore cattolico, Rohrbacher, è troppo interessante, perchè noi, a
-costo di ripeterci, resistiamo al desiderio di metterla sotto gli occhi
-dei nostri lettori.
-
-“L'anno 1250 gli Ebrei di Saragozza attaccarono con chiodi contro la
-parete un fanciullo cristiano di sette anni, gli squarciarono, in odio
-di Cristo, il costato con una lancia e lo seppellirono di notte sulla
-riva. _Ma in mezzo alle tenebre il luogo era irradiato d'una splendida
-luce._ Accorsivi i Cristiani, trasportarono le reliquie con gran pompa
-alla chiesa principale, dove accadde un gran numero di miracoli. A
-quella vista l'ebreo Mosè Albayhuzet, che aveva rapita la vittima
-innocente, abbracciò il Cristianesimo. Ecco quanto riferisce lo storico
-aragonese Girolamo Blanca, giusta gli Archivi della chiesa di Saragozza.
-
-“Nel 1255 i principali ebrei di tutta Inghilterra sì adunarono a Lincoln
-per rinnovare la passion di Cristo su d'un fanciullo di otto anni per
-nome Ugo. Uno faceva da preside Pilato, altri l'officio di carnefice.
-Fecero soffrire al giovinetto tutti gli oltraggi che il Vangelo
-riferisce aver i loro antenati fatto patire al Salvatore del mondo. Lo
-batterono crudelmente colle verghe, gli conficcarono in capo una corona
-di spine, lo affissero ad una croce, gli diedero a bere del fiele e
-finalmente gli trafissero il costato con una lancia.
-
-“Tale fu il loro pasquale sacrificio che solevano immolar ogni anno, se
-l'occasione lo permetteva, come confessarono dappoi. Per colmo di
-scelleratezza gli strapparono le viscere per servirsene a magiche
-operazioni. Nascosero profondamente sotto terra il corpo, per tema che i
-Cristiani ne venissero in cognizione; ma la giustizia di Dio non lasciò
-impunito questo misfatto. _La terra ogni notte rigettava il corpo della
-vittima._ Gli Ebrei, avendolo così più volte sepolto, finirono col
-gettarlo in un pozzo.
-
-“Intanto la madre del fanciullo cercava dappertutto il suo figliuolo.
-Avendo saputo che era entrato nella casa d'un ebreo, vi penetra, fruga
-per tutto, guarda entro il pozzo e vi scorge il corpo del figlio. Senza
-dir nulla avverte il giudice; il padrone della casa viene arrestato,
-confessa tutta la serie delle cose (_anche il miracolo dunque?_) e viene
-attaccato alla coda di cavalli per essere squartato. Novanta ebrei sono
-condotti nelle prigioni di Londra per subirvi il supplizio che meritano.
-Il corpo del fanciullo cavato dal pozzo è solennemente trasportato, come
-il corpo di un martire, nella Chiesa cattedrale. Il re Enrico III fa
-procedere giuridicamente contro tutti gli Ebrei d'Inghilterra, affine di
-distoglierli col terrore dei castighi dal commettere ancora simili
-misfatti. Ecco quanto riferisce tra gli altri Matteo Paris, autore del
-Paese e del Tempo.
-
-“Un ebreo di Germania aveva una nutrice cristiana, chiamata Agnese, la
-quale insegnava alla moglie di lui le preghiere de' Cristiani. L'ebreo,
-accortosene, entra in furore, va a trovar la nutrice addormentata,
-l'uccide con tre colpi di pugnale nel cuore, sotto gli occhi di sua
-moglie, poscia se ne va alla sinagoga. La moglie, presa da spavento, si
-chiude nella propria camera. L'ebreo di ritorno non trova più il
-cadavere della nutrice, e s'immagina che l'abbia trasportato la moglie;
-questa non trovandolo più, pensa che l'abbia levato il marito. Nè l'uno
-nè l'altra cerca più oltre. Quaranta giorni dopo passa una donna
-forestiera che li saluta _affettuosamente_ (_splendido,
-quell'avverbio!!_) da parte della nutrice Agnese. L'ebreo allora domanda
-alla moglie: “Come avviene ch'ella viva? Non l'ho io ammazzata?” La
-moglie risponde: “Egli è che il Cristo suo Signore è abbastanza possente
-per risuscitare una defunta. — Ed ecco, ripigliò l'ebreo, quel ch'io ho
-sempre temuto, che ella non ti faccia apostatare. — ” E tosto legolla e
-la rinchiuse per due anni in una stanza. Essendo l'ebreo andato lontano,
-la donna fuggì con due figlioletti ed un terzo ond'era incinta e si
-rifuggì nella chiesa dove ricevette il battesimo col nome di Geltrude,
-con grande allegrezza de' fedeli, che sapevano esser lei RICCHISSIMA
-(_qui sta il busillis_) ed onestissima donna. Ella dimorò nella diocesi
-di Colonia, dove incontrò la nutrice Agnese che portava tuttora le
-cicatrici dei tre colpi di pugnale. _Essa disse ch'era stata guarita
-all'istante medesimo_, e che erasi sottratta clandestinamente per non
-accendere di più il furore dell'ebreo. Tutti questi fatti vennero a
-cognizione di Corrado Arcivescovo di Colonia. Agnese mori l'anno 1265:
-Geltrude viveva ancora quando Tommaso Cantipratese ne scrisse la storia.
-
-“L'anno 1271, nel borgo o villaggio di Pfortzheim, una vecchia, divenuta
-famigliare cogli Ebrei, vendette loro, per esser uccisa, una figlioletta
-di sette anni, che aveva perduti il padre e la madre. La distesero su
-molti drappi, le posero alla bocca una sbarra, le fecero delle incisioni
-a quasi tutte le giunture delle membra, ne spremettero a viva forza il
-sangue ed accuratamente lo raccolsero entro pannilini. Quando dopo
-questi tormenti, fu estinta, la gettarono nel vicin fiume, e vi
-ammassarono sopra un mucchio di pietre. Il terzo e quarto giorno la
-trovarono alcuni pescatori per un braccio levato verso il cielo. Fu
-riportata nel borgo: il popolo gridava con orrore non altri, che gli
-Ebrei avere commesso quel misfatto. Il margravio di Baden, che trovavasi
-nelle vicinanze, vi accorse. _Tosto il corpo, levatosi a sedere, stese
-le mani verso il principe_, quasi per chieder vendetta o misericordia, e
-dopo mezz'ora si ricoricò cadavere. Essendo stati condotti gli Ebrei a
-questo spettacolo, tutte le ferite _cominciarono a bollire ed a sparger
-sangue in copia_. Il grido del popolo levavasi sino al cielo domandando
-vendetta. Dietro alcuni indizi la vecchia viene arrestata e convinta,
-principalmente dalla confessione della giovinetta (!!!), che rivelò
-tutto. Gli Ebrei che avevano messo mano sulla giovane vittima furono
-presi, arruotati ed appiccati colla vecchia: due di essi si scannarono a
-vicenda fra loro. Ecco quanto riferisce Tommaso sopracitato, sulla
-testimonianza di due frati predicatori, Rainieri ed Egidio, che furono a
-Pfortzheim tre giorni dopo l'avvenimento.”
-
-Chiediamo ancora venia al lettore se lo abbiamo tediato con la
-riproduzione di queste insensate leggende, ma abbiamo voluto farlo,
-perchè, dalle pagine del Rohrbacher scaturisce un argomento
-irresistibile a favore della assurdità dell'accusa mossa agli Ebrei.
-
-Fatti di questo genere non si possono scindere; non si può accettare ciò
-che conviene e respingere il resto. O bisogna riconoscere che tutti i
-fatti narrati dal Rohrbacher sono parto, nella migliore ipotesi, di una
-malata fantasia, o bisogna credere ai cadaveri irradiati da luce
-celeste, ai morti respinti dalle tombe, alle nutrici risuscitate ed a
-tutte le assurdità che il buon professore della Università di Lovanio è
-venuto accumulando.
-
-Già questi miracoli parevano sospetti fin dai secoli scorsi ad uno
-scrittore protestante, il Basnage, che scriveva:
-
-“Nè si può tacere a discarico degli Ebrei che oltre queste ragioni se ne
-hanno altre che aumentano il sospetto. Sono i miracoli che accompagnano
-quasi sempre la morte del crocefisso. Non è meraviglioso che la terra
-abbia tremato allorquando morì G. C., era il Signore di gloria che
-veniva crocifisso. Ma le si prestano emozioni più frequenti per uomini
-volgari che per Gesù Cristo. Essa respinge i cadaveri e lo fa parecchie
-volte, e non può soffrire che si rinchiudano nel suo seno; ne abbiamo
-visto un esempio nel fanciullo cui si erano strappate le viscere per
-servirsene in operazioni magiche, cosa non meno sospetta del resto.
-
-“Ma ce n'è un altro più famoso in Turingia, perchè gli Ebrei, cui si fa
-scegliere la vigilia di Pasqua per simili delitti, avendo ucciso un
-fanciullo a nome Corrado, portano il corpo morto in diversi luoghi della
-Turingia senza poterlo seppellire.
-
-“Sortiva sempre dalla tomba, perlocchè furono costretti di appiccarlo ad
-un albero. Il delitto fu perciò rivelato, ed allora non vi fu piccolo o
-grande che non si gittasse sugli Ebrei e non si insozzasse le mani nel
-loro sangue. Si vide una luce sul corpo di un fanciullo a Vesel 37 anni
-dopo, e di più il cadavere esalava un odore così buono che lo si
-trasportò in un tempio dove operò sorprendenti prodigi, ma gli Ebrei se
-la cavarono con denaro. Questa specie di racconti pieni di miracoli e
-riferiti dai Leggendari avvezzi a correr dietro a simili finzioni, sono
-assai sospetti” (323).
-
-E davvero non può non sembrar strano, che mentre Santi poterono essere
-martoriati e straziati in mille guise senza che Dio, ne' suoi
-imperscrutabili fini, manifestasse il suo corruccio con segni visibili
-agli umani, mentre pii e dotti Presuli sopportarono atroci martirii
-senza che la natura si commovesse, mentre Pier Luigi Farnese potè
-infliggere l'ultimo degli oltraggi al vescovo di Fano e Sciarra Colonna
-percuotere Bonifazio VIII, senza che nessun prodigio rivelasse l'ira
-celeste, bastava che un ebreo fosse accusato di aver ucciso un poppante
-cristiano perchè quel poppante divenisse d'un tratto un taumaturgo!
-
-E, cosa più strana ancora, le uniche fra le pretese vittime degli Ebrei,
-che non abbiano fatto miracoli, sono quelle il cui eccidio si sarebbe
-compiuto in epoche a noi vicine, benchè tra queste vi fosse il davvero
-venerando padre Tommaso da Calergiano assassinato a Damasco nel
-1840 (324).
-
-Ora, noi abbiamo tutto il rispetto per la Religione, ma crediamo che
-questo rispetto non ci obblighi a confondere, cogli eterni dogmi della
-Religione di Cristo, le invenzioni di pochi fanatici, che mostrano col
-loro esempio quanto giustamente il Voltaire asserisca che il fanatismo
-sta alla superstizione come la rabbia alla collera.
-
-Non vi è, e non vi può essere, nella Religione cattolica nulla che ci
-costringa a riconoscere per veri, o per attendibili, i pretesi miracoli
-del Beato Simoncino da Trento e di tutte le altre pretese vittime degli
-Ebrei.
-
-Negando fede a quei miracoli, come negando fede a quelli della Salette,
-di Lourdes, ed alle stimmate della Lateau, noi sappiamo di non vulnerare
-nessuno dei principii fondamentali del Cattolicismo, e da questa nostra
-convinzione tragghiamo argomento per affermare che, come oggi per
-assicurare la prosperità di un paese attirandovi a migliaia i pellegrini
-e gli illusi, si ricorre alle innocue apparizioni di Lourdes e della
-Salette, si potè in altri tempi aver ricorso ai miracoli delle pretese
-vittime degli Ebrei.
-
-Errerebbero però di gran lunga gli avversari della Chiesa se volessero,
-appoggiandosi su queste nostre parole, trarne argomento per affermare
-che noi accusiamo la Chiesa di calunnia.
-
-Spesse volte i Papi ebbero a riconoscere che ciurmerie impudenti si eran
-volute gabellare per miracoli e non li riconobbero, ma li biasimarono e
-ne riprovarono il culto.
-
-È irriverenza, è eresia l'affermare che talvolta la buona fede dei Papi
-possa esser sorpresa?
-
-Nol crediamo, perocchè non crediamo che la Religione imponga l'obbligo
-assoluto di aggiustar fede ad altri miracoli da quelli in fuori che sono
-registrati nelle Sacre Carte.
-
-Riassumendo:
-
-L'accusa mossa agli Ebrei di far uso di sangue cristiano nei loro riti:
-
-1º Si rivela calunniosa e falsa, perchè già rivelatasi tale, quando
-venne mossa ad altre religioni, ad altre credenze;
-
-2º È smentita dai libri sacri degli Ebrei e non ha prove in nessun libro
-ebraico anche di nessun conto;
-
-3º È smentita da Papi, da Sovrani, da dotti di ogni tempo e di ogni
-paese;
-
-4º È sorretta dalle risultanze processuali quando le confessioni sono
-estorte colla tortura, smentita in tutti gli altri casi:
-
-5º È frutto della cupidigia che spingeva nel medio evo ad accusare gli
-Ebrei di ogni reato per ispogliarli, e della impudenza di taluni
-fabbricatori di martiri a buon mercato ed il suo rinnovarsi ai giorni
-nostri altro non prova che la mancanza assoluta di scrupoli nei moderni
-antisemiti.
-
-E crediamo che basti; fino al giorno almeno in cui il dotto articolaio
-della _Civiltà Cattolica_ non avrà scoperto il famoso passo del Talmud,
-che prescrive l'assassinio rituale.
-
-(247) Naturalmente i calunniatori non vanno tra loro d'accordo nello
-spiegare l'uso che gli Ebrei farebbero di questo sangue procacciatosi a
-prezzo di tanti delitti.
-
-L'opinione più diffusa è che se ne giovino per mescolarlo al pane azzimo
-od al vino di Pasqua; ma non manca chi asserisce invece che con questo
-sangue si scrivano tre bollettini magici che poi si pongono sul capo,
-sulla bocca e nella mano destra delle donne prossime al parto per
-agevolare l'opera della natura; altri pretende che a questo stesso scopo
-le puerpere ebree tracannino addirittura sangue cristiano in quanta
-maggior copia possono procurarselo; altri ancora che col sangue dei
-fanciulli cristiani si componga un farmaco destinato a cicatrizzare la
-ferita che si fa, circoncidendoli, ai neonati ebrei; nè mancano coloro i
-quali pretendono che questo sangue si impieghi nei riti nuziali, o che
-con esso si aspergano i moribondi ebrei (una sanguinosa parodia
-dell'Estrema Unzione!) pronunziando queste parole: _“Se Gesù Cristo fu
-il vero Messia, che questo sangue di un Cristiano, reso prezioso per
-virtù del suo Salvatore, giovi ad espiazione dei tuoi peccati”_. Nella
-quale ultima supposizione sono tali e tante le stranezze che non
-possiamo altrimenti spiegarnela se non attribuendola ad un pazzo.
-
-Nell'inverno dell'anno 1756 a Jampol (Podolia — Russia Europea),
-essendosi trovato il cadavere di un uomo nel fiume, gli Ebrei vennero
-accusati di averlo assassinato per scopo rituale. Due Padri Gesuiti che
-colà trovavansi affermarono che, nascendo gli Ebrei ciechi, per
-acquistare la vista, dovevano ungere i propri occhi col sangue de'
-cristiani!!
-
-Fu in seguito a questo fatto che l'em. A. cardinale Corsini, scriveva,
-il 9 febbraio 1780, al Nunzio apostolico di Polonia la lettera, che
-riferiamo fra documenti, dove, fra altre cose, è detto: “_la mal fondata
-persuasione del volgo ch'ella_ (la nazione ebrea) _mischii sangue umano
-e specialmente cristiano nell'impasto delle azimi_.”
-
-(248) L'autore di questa strana ipotesi è, sventuratamente, un italiano,
-e, più sventuratamente ancora, un italiano nel quale il molto,
-moltissimo ingegno non andò mai del paro con l'elevatezza del carattere,
-F. D. Guerrazzi.
-
-Lo scrittore livornese, nella prima edizione dell'_Asino_ (Torino,
-Franco, 1857, in 8º — Cap. IX, pag. 200), aveva scritto queste testuali
-parole: “Questo vediamo praticato in diverse guise o cibando le vittime
-umane già offerte a Dio ed accettate da lui, come, fino a tutto il 1820,
-costumarono i Benderusi, o gli azzimi intinti col sangue umano, come
-fecero gli Ebrei, finchè lo poterono fare”.
-
-Ed in nota aggiunge il Guerrazzi le seguenti parole:
-
-“Che questo nei tempi barbari costumassero gli Ebrei non sembra potersi
-revocare in dubbio; fra i moderni scrittori ne parlano A. Mackiewitz
-(_sic_) e Jacob il bibliofilo”.
-
-Il prof. Levi di Vercelli si prese la scesa di capo di provare
-all'illustre ex-triumviro, che egli si era fatto organo di una volgare
-calunnia; ciò non pertanto il Guerrazzi non si ritratta, ma, nella terza
-edizione (Torino, Seb. Franco e Figli, 1859, in-16º — Cap. IX, pag. 173
-e 174), ripete tutto quanto aveva detto nella prima, compresa la
-storpiatura in Mackiewitz del nome del grande poeta polacco e, quasi per
-grazia, aggiunge alla nota succitata questa nuova insinuazione:
-
-“Diligenti ricerche ci hanno chiarito come questa inumanità non pure
-consentano, ma vietino le leggi ebraiche: se qualche setta iniqua
-l'abbia praticata non è sicuro (_no, on. Guerrazzi, è sicuro che_
-NESSUNA _setta del giudaismo la praticò mai_) e in ogni caso sarebbe
-fantasia e ferocia di qualche uomo-belva, non punto rito di popolo”.
-
-(249) Se crediamo ad una corrispondenza che il _Figaro_ di Parigi
-riceveva da Vienna in occasione del processo di Nyèregyhaza, questa
-credenza è ancora abbastanza diffusa, persino a Vienna. Citiamo
-testualmente:
-
-“Anche a Vienna incontrerete facilmente persone che vi dicono coll'aria
-la più ingenua: Come, non lo sapete? tutti gli anni a Pasqua allorquando
-gli Ebrei si accingono ad impastare i loro pani rituali detti azimi,
-essi hanno l'abitudine di aromatizzare uno di questi pani col sangue di
-una vergine cristiana. Questo pane, sacro fra tutti gli altri, serve a
-tutto il giudaismo, e se ne distribuiscono dei pezzetti in tutta la
-superficie del mondo.
-
-“Altri aggiungono che ogni anno la vergine viene fornita da una comunità
-diversa. Si estrae a sorte, fra le varie comunità, a chi spetti il
-dovere di rubare il fanciullo, di proceder alla panificazione religiosa
-e di far pervenire agli ortodossi del mondo intiero una briciola della
-sacrosanta focaccia, profumata secondo le regole del Pentateuco e dotata
-di quel sapore particolare che si vuole prescritto dal Talmud; sicchè
-ora l'incarico spetta alla comunione di Francoforte, ora a quella di
-Gerusalemme, di Parigi, di Salonicco e via dicendo.”
-
-Se così si pensa a Vienna, qual meraviglia che in Romania, in Moldavia,
-in Russia, in Polonia, la stessa credenza persista con tanta intensità
-che, dice uno scrittore russo, “allo avvicinarsi della Pasqua il terrore
-dei contadini non è punto simulato”?
-
-(250) È a notare, come bene osserva il Rohrbacher (_Storia della
-Chiesa_, Torino, Marietti. Vol. I, pag. 374 e segg.), che prima del
-trionfo del Cristianesimo i sacrifizi di umane vittime erano comuni a
-quasi tutti i popoli barbari. Rimandando, chi fosse vago di maggiori
-notizie, all'autore da noi citato, ricorderemo soltanto che, al dire di
-Dione Cassio, nell'anno 708 a. u. c., l'ultimo della vita di Giulio
-Cesare, e men di cinquanta anni prima della nascita di N. S., i
-pontefici ed i sacerdoti di Marte sacrificarono ancora due uomini sul
-Campo Marzio. Si era quindi lungi dal risentire in quei tempi l'orrore
-che oggi tutti proviamo pei sacrifizi umani. Non vi era quindi nessuna
-ragione al mondo perchè Giuseppe negasse recisamente l'addebito, mosso
-agli Ebrei da Appione, se fosse stato vero.
-
-Quanto ai Cristiani essi non possono in alcun modo farsi forti contro
-gli Ebrei delle parole di Appione e devono anzi negarvi ogni fede,
-perocchè è evidente che, se gli Ebrei di Palestina avessero praticato
-l'infame rito di cui parla Appione, N. S. G. C. avrebbe primo levata la
-voce per stigmatizzare l'orrenda pratica. Il silenzio del Divin
-Redentore su tale accusa è, parci, la prova più evidente della menzogna
-di Appione.
-
-(251) Questo fatto è narrato da SCHWAB, _Storia degli Ebrei_ recata in
-italiano dal Pugliese (Venezia 1870, pag. 69). Nè il Basnage, nè il
-Graetz, nè altri storici da noi consultati ne fanno menzione.
-
-(252) BASNAGE, _Hist. des Juifs_, VII, 15, vol. 5, pag. 1771–2 Cfr.
-SALOMON BEN VIRGA, _Historia Judaica_, pag. 78–92.
-
-(253) Questo fatto è narrato nella _Historia major_ di Matthieu Paris
-(m. nel 1259) che, come recenti studi hanno provato, non fece, per tutto
-quanto è anteriore al 1235, che copiare la _Cronaca_ o _Fiori di Storia_
-di Ruggiero di Wendoser, monaco benedettino al pari di Matthieu. Il
-Matthieu narra che il bambino prima di essere crocifisso fu circonciso,
-e questo basta a provare l'assurdità di tutto il racconto. Di fatti, una
-volta circonciso, il bambino diventava ebreo, ed una volta ebreo, perchè
-mai i suoi correligionari l'avrebbero immolato?
-
-(254) Gli Ebrei, cacciati nel 1290, da Edoardo I, dall'Inghilterra, non
-vi rientrarono che sotto il protettorato di Cromwell. In questa
-occasione varii libelli contro gli Ebrei vennero pubblicati allo scopo
-di indurre il Lord protettore a recedere dalle benevoli disposizioni che
-aveva mostrato verso di loro. Un dottissimo ebreo portoghese, Menassè
-ben Israel — autore di opere lodatissime (per una delle quali _Piedra
-Gloriosa o de la estatua de Nebuchadnesar_, Paolo Rembrandt non disdegnò
-di eseguire quattro incisioni) che fu amico intimo dei Vossii, del
-Barleo, dell'Episcopio, del Grozio, di quanti, insomma, uomini eminenti
-gli furono contemporanei — mandò alla stampa un opuscolo: _Vindiciae
-Judaeorum or a Letter in answer to certain questions on the nation of
-the Jews_, Londra, 1756. In questo opuscolo, inteso a scagionare gli
-Ebrei da varie accuse che contro loro si movevano, dimostra, con forti
-argomenti, come sia calunniosa l'imputazione di cui ci occupiamo. Fa
-rilevare che gli Ebrei, assai peggio trattati in Oriente che in
-Occidente, dovrebbero, se avessero tale orribile rito, giovarsi del
-sangue dei Mussulmani, più atroci loro nemici che non fossero i
-Cristiani, mentre nessuna accusa di questo genere venne mai loro
-rivolta. Infine il dottissimo uomo aggiunge: “Se quanto ho detto non
-basta ancora a _scolparci_, giacchè tutto si riduce soltanto a negare,
-senza produrre testimoni, mi vedo, nell'obbligo di ricorrere ad altro
-mezzo di giustificazione che il Signore, benedetto eternamente, ci ha
-prescritto in simili casi (_Esodo_, XXII): intendo parlare del
-_Giuramento_. Io giuro dunque con tutta la sincerità del mio cuore per
-il _Dio Altissimo_ che ha creato il Cielo e la Terra e che ha dato la
-_Legge_ al _Popolo d'Israele_ sul monte _Sinai_, che fino ad oggi non ho
-veduto infamie consimili fra il popolo d'Israele, e che essi non vi sono
-obbligati a farlo nè per legge divina, nè per comando degli avi, e che
-mai le hanno commesse, nè tentato commetterle, e ciò dico perchè mai ne
-fui informato da chicchessia, nè lessi coteste cose in alcun rituale
-ebraico. Se io mentisco in ciò, possano cadere su di me tutte le
-maledizioni delle quali si parla nel _Levitico_ e nel _Deuteronomio_, e
-possa io non vedere mai le benedizioni e consolazioni di Sion e non
-raggiungere il Risorgimento dei Morti”.
-
-Per non dover ritornare su questo argomento aggiungeremo che il celebre
-filosofo Mendelsohn (1729–1786), pubblicando la traduzione dell'opuscolo
-di Menassè ben Israel, rinnovò per suo conto tale giuramento.
-
-(255) WADDING, _Annales Minorum_, XIV, pag. 132 e segg.
-
-A proposito di questo fatto, il più clamoroso, forse, fra quanti ne
-vennero addebitati agli Ebrei, ci piace riportare quanto scriveva il
-dottissimo Francerco Gar, negli Annali del Principato Ecclesiastico di
-Trento, da lui annotati dall'anno 1022 al 1540, compilati sui documenti
-da Francesco Felice degli Alberti, vescovo e principe, Trento 1860.
-
-“Noi abbiamo creduto debito nostro di riferire fedelmente ciò che
-l'Annalista Alberti, canonico e poi vescovo di Trento, registrava,
-intorno questa orribile tragedia, della quale dai fanatici si sarebbe
-tentata la ripetizione anche ai dì nostri (_alludesi al processo di
-Badia di cui parleremo più sotto_), se a tali feroci delirii non
-avessero posto freno la voce della ragione e il sentimento
-dell'umanità.”
-
-A mostrare come tutto quel processo non meriti fede, diremo soltanto
-come fra le pretese confessioni estorte agli Ebrei dalla tortura siavi
-anche questa, che essi nell'uccidere il fanciullo pronunziassero queste
-parole: _Tolle Jesse misrà elle parichief elle passussen pegnalem_ che
-avrebbero dovuto significare: “Noi facciamo morire questi della morte di
-Gesù Dio dei Nazareni, che è nullità; così si perdano i nostri nemici
-per sempre.” Ora, malgrado l'istituzione ordinata da Clemente V di
-cattedre di lingua ebraica, questa lingua nel 1475, era ancora assai
-poco conosciuta dai Cristiani, sicchè quelle parole dovettero essere
-inventate a capriccio mentre è certo che non appartengono nè alla lingua
-ebraica nè a nessuna delle lingue parlate nel Trentino.
-
-Del resto questo processo sembrò dubbio anche ai contemporanei. Quando
-col pretesto del fatto di Trento alcuni predicatori vollero suscitare la
-plebe a fare man bassa sugli Ebrei, anche nel territorio della
-Repubblica veneta, il Doge e il Senato per reprimere lo scandalo
-ordinarono ai magistrati di Padova _di trattare gli Ebrei come gli altri
-sudditi, e impedire ogni violenza, perchè quell'accusa sembrava loro una
-calunnia inventata ad arte per certi fini, che il Senato non voleva
-indagare_. (Ordinanza del Doge Pietro Mocenigo in data 22 aprile 1475).
-
-(256) Già stampato per cura dei signori comm. Barozzi, comm. Berchet,
-cav. prof. ab. Fulin e cav. Stefani.
-
-(257) _San Sten._ Ora San Stin, cioè S. Stefano confessore, detto
-volgarmente S. Stefanino, per distinguerlo da S. Stefano protomartire
-(V. TASSINI, _Curiosità veneziane_).
-
-(258) Cioè 1480.
-
-(259) DAMAS, _Paroles de défense par M. le D._ ZUNZ in _Archives Isr._
-Paris, vol. I, pag. 429.
-
-(260) Notiamo di sfuggita che il popolo ebreo fu forse l'unico
-dell'antichità, cui fosse ignota la tortura che doveva poi straziare le
-membra di tanti infelici israeliti, e notiamo ancora, che i signori
-Montefiori e Cremieux, recatisi al Cairo nel 1840, per ottenere, da
-Mohamed Alì, giustizia a favore dei loro correligionari di Damasco, dopo
-averla ottenuta, non seppero far miglior uso della influenza guadagnata
-sull'animo del Vicerè che di chiedergli abolisse per sempre la tortura
-nei suoi Stati. (V. _Archives Isr._ Paris, vol. I, pag. 612).
-
-(261) Pei dilettanti di riscontri storici segnaliamo qui un altro caso
-in cui gli Ebrei ebbero a soffrire per le calunnie di un figlio contro
-il proprio padre. Già nell'anno 66 dopo G. C., ad Antiochia, un ebreo
-snaturato avendo accusato il proprio padre e parecchi suoi
-correligionari d'aver volato appiccare il fuoco alla città durante la
-notte, si credette necessario alla pubblica sicurezza di uccidere gli
-autori di così scellerato progetto. (BASNAGE, _Op. cit._, cap. VIII,
-vol. I, pag. 229).
-
-(262) Anche di questo giudice istruttore, Bary, la succitata
-corrispondenza del _Figaro_ ci fa un singolare ritratto. Eccolo: “Questo
-signore si siede durante il pubblico dibattimento in un punto della sala
-dal quale tutti i testimoni sono obbligati a passare, li intimida col
-gesto, collo sguardo, e siccome gode le simpatie del Presidente, gli
-avvocati non giunsero ancora a farlo espellere dalla sala.” Si noti che
-la corrispondenza da cui abbiamo tolto queste notizie è, per la sua
-intonazione generale, tutt'altro che favorevole agli Ebrei, che essa
-accusa, fra le altre cose, di possedere _certaines capacités
-d'accaparer, contre lesquelles les paysans sont presque sans défense_.
-
-(263) In una epoca come la nostra, nella quale si è sempre tanto
-proclivi ad accusare di ogni nefanda impresa il clero cattolico, ci
-piace riprodurre, e far nostre, le seguenti parole con cui si chiude un
-opuscolo che abbiamo sott'occhi _Les Juifs et la Hongrie devant
-l'Europe, par_ M. M. MOREL. (Paris, s. a.): “La nostra ultima
-osservazione sarà per scagionare il partito cattolico ungherese da ogni
-partecipazione nella persecuzione contro gli Ebrei. Questa venne
-organizzata dai corifei di quel partito protestante che spinse
-l'Ungheria a diventare l'avanguardia della gran Germania sul Basso
-Danubio e in Oriente.”
-
-(264) È bensì vero che a Prato venne pubblicato mesi addietro un libello
-nel quale, collo appoggio delle pretese rivelazioni di un Rabbino
-moldavo, convertito all'ortodossia greca, si ribadisce contro gli Ebrei
-la sconcia accusa. Dimostreremo a suo luogo la nessuna serietà di
-quell'immondo libello.
-
-(265) L'opuscolo cui accenniamo ha tanto maggior importanza in quanto
-che l'autore vi si chiarisce tutt'altro che amico dei suoi antichi
-correligionari. Aloisio di Sonnenfels era figlio del primo Rabbino di
-Berlino e di tutto l'Elettorato di Brandeburgo ed, indirizzato dal padre
-al Rabbinato, avrebbe avuto agio di apprendere ogni segreto della
-religione ebraica, se questa avesse segreti, invece nell'opuscolo
-succitato egli scrive queste precise parole: “Chiamo Iddio in
-testimonio, in coscienza dell'anima mia, che non vi è al mondo, nè vi è
-stata, calunnia più nera di questa”. Il Sonnenfels adduce in questo suo
-opuscolo un argomento che ci piace far nostro. Egli dice: “Se gli Ebrei
-avessero d'uopo di sangue cristiano pei loro riti, perchè, anzichè
-arrischiare la vita per procurarselo, non lo comprerebbero con un po' di
-denaro dai flebotomi, negli ospitali, ecc.? Eppure non si è mai visto un
-Ebreo fare di siffatti acquisti!”
-
-(266) Il Rev. Alessandro Mac Caul (1799–1866) non nacque ebreo, ma
-protestante. Fu dottissimo ebraizzante e professore di ebraico nel R.
-Collegio di Londra. Dimorò molti anni in Varsavia come capo della
-missione protestante per la conversione degli Ebrei. Lo comprendiamo fra
-i neofiti perchè nell'opuscolo _Reasons for believing that the Charge
-lately revived against the Jewish People is a Baseless Falsehood_,
-scritto da lui, in occasione del fatto di Damasco, per difendere gli
-Ebrei, reca una dichiarazione di molti Ebrei convertiti a sua cura.
-
-(267) NEANDER (Giovanni Augusto Guglielmo), uno fra' più eminenti
-scrittori di Storia Ecclesiastica di questi ultimi tempi, nacque addì 16
-genn. 1789 a Gottinga da genitori ebrei; si chiamava propriamente Davide
-Mendel, ricevette dalla madre un'educazione devota, frequentò il
-ginnasio ed il _Johanneum_ d'Amburgo, si fece battezzare nel 1806, nella
-qual occasione cambiò nome, e studiò poi teologia ad Halle e Gottinga.
-Nel 1811 diede gli esami ad Eidelberga e vi fu nominato professore di
-teologia, si trasferì tuttavia quello stesso anno a Berlino, dietro
-invito di quella Università; ed ivi Neander, efficacissimo propugnatore
-della cosidetta “teologia pettorale”, rivestì le cariche di professore
-ordinario di teologia, consigliere dell'Alto Concistoro, membro del
-Concistoro della provincia di Brandeburgo e membro della R. Accademia
-delle Scienze. Morì a Berlino il 14 luglio 1850.
-
-Fra le sue numerose opere sono da notarsi:
-
-_Ueber den Kaiser Julianus und sein Zeitalter_ (Lipsia, 1812; 2ª ed.
-Gotha, 1867); _Der heil. Bernhard und sein Zeitalter_ (Berlino, 1813, 3ª
-ed. 1865); _Genetische Entwickelung der vornehmsten gnostischen Systeme_
-(ivi, 1818); _Der heil. Johannes Chrysostomus und die Kirche in dessen
-Zeitalter_ (ivi, 1821–22, 2 vol.; 3ª ed. 1849); _Denkwürdigkeiten aus
-der Geschichte des Christenthums und des christlichen Lebens_ (ivi,
-1822–24, 3 vol.; 4ª ed. 1866); _Antignosticus, Geist des Tertullian_
-(ivi, 1826, 2ª ed. 1849); _Allgemeine Geschichte der christlichen
-Religion und Kirche_ (Amburgo 1825–52, 6 vol. in 11 sezioni; 4ª ed.
-Gotha, 1863–65, 9 vol.); _Kleine Gelegenheitsschriften_ (Berlino, 1824,
-3ª ed. 1829); _Geschichte der Pflanzung und Leitung der christlichen
-Kirche durch die Apostel_ (ivi, 1832–33, 2 vol.; 5ª ed. 1862); _Das
-Leben Jesu in seinem geschichtlichen Zusammenhang_ (ivi, 1837, 7ª ed.
-1873).
-
-Jacobi pubblicò le sue _Wissenschaftlichen Abhandlungen_ (Berlino, 1851)
-come pure la sua _Christliche Dogmengeschichte_ (ivi, 1857, 2 vol.),
-Beyschlag il suo _Kommentar zu den Briefen an die Korinther_ (ivi,
-1859), Messner le sue _Vorlesungen über Katholicismus und
-Protestantismus_ (ivi, 1863) ed anche la sua _Geschichte der
-christlichen Ethik_ (ivi, 1864).
-
-Una raccolta delle sue opere si è pubblicata a Gotha. Krabbe (Amburgo,
-1852) e Rauh (Elberfeld, 1865) scrissero la sua vita.
-
-(268) BIESENTHAL Giovanni Enrico, dotto ebraizzante, nacque nel 1804,
-nel ducato di Posen, da una famiglia ebrea, fece studi profondi sul
-Talmud e si convertì al cristianesimo. Si stabilì a Berlino come agente
-della società di Londra per la conversione fra gli Ebrei. Fra le sue
-opere citeremo: _Dizionario ebraico-latino_, 1840; _Storia della chiesa
-cristiana nei primi tre secoli desunta dalle fonti talmudiche_, 1851;
-_Commentario su San Luca_, in ebraico talmudico, 1851; _Epistola di San
-Paolo ai Romani ed agli Ebrei_, con commentario rabbinico (1853–57).
-Rivide inoltre con J. C. Reichardt la versione ebraica del nuovo
-testamento.
-
-(269) JAC. TUGENDHOLD fu censore in Varsavia e pubblicò, in ebraico ed
-in polacco, un'opera (Varsavia, 1844, in-8º), che contiene una raccolta
-di passi, ricavati da recenti ed antiche opere, circa il modo di
-regolarsi con persone di altra credenza. Si ha pure di lui un opuscolo
-(Berlino, 1858, in-8º di pag. 90) _Der alte Wahn vom Blutgebrauch der
-Israeliten am Osterfest_ (che tratta appunto del preteso uso del sangue
-cristiano nei riti ebraici). Giova però avvertire che questo opuscolo fu
-tradotto in tedesco da uno che si dichiara amico della verità (_von
-einem Freunde der Wahrheit_) ed è un estratto dell'opera in polacco di
-detto Tugendhold, appellata _Obrone Israelitow_, ecc., Varsavia, 1831.
-
-Anche il Tugendhold nacque israelita.
-
-(270) Veggasi per tutto quanto è detto sopra delle negazioni opposte
-alla accusa da Ebrei convertiti la _Real Enciclopedia per Bibbia e
-Talmud_ del D. J. HAMBURGHER, Strelitz, 1883; parte II, a. v.
-_Zurückweisung der Blutbeschuldigung_, pagina 1318–1319.
-
-(271) Un brano, ancor più concludente, del Wagenseil, riferiamo tra i
-documenti.
-
-(272) _Civiltà Cattolica_. Vol. V, pag. 229.
-
-(273) FACTUM SERVANT DE RÉPONSE AU LIVRE INTITULÉ: _Abrégé du procès
-fait aux Juifs de Metz_ (pag. 11).
-
-Riccardo Simon (1638–1712) fu celebre critico e scrittore di cose
-religiose; la sua maggior celebrità è dovuta alla sua _Storia critica
-del vecchio e del nuovo testamento_, per la quale ebbe a sostenere una
-guerra atroce da parte del Bossuet.
-
-La difesa, che il padre Simon scrisse a favore di Raffaele Levi, fu la
-prima sua pubblicazione che levasse qualche rumore. Sarebbe però
-assolutamente erroneo il giudicare il Simon un giudeofilo; combattendo
-la stolta accusa egli non obbediva che a quei sentimenti d'onestà
-ch'eran in lui connaturali. Le seguenti parole lo provino: “Io so, egli
-scriveva in tale proposito, che tale nazione ci odia mortalmente, ma noi
-dobbiamo mostrarle come pratichiamo verso di lei la massima del Vangelo
-che ci comanda di amare i nemici nostri”.
-
-(274) _Civiltà Cattolica_, XI serie, vol. 7, pag. 474.
-
-(275) RAYNALD, _Ann. Eccl._, tomo XIII, a. 1235, n. 20; e 1236, n. 48.
-
-(276) RAYNALD, _op, cit._, n. 84.
-
-(277) Anche il popolo talvolta rese giustizia agli Ebrei. VICTOR TISSOT
-nel suo libro _Les Prussiens en Allemagne_ (Paris, Dentu) ci narra a
-pag. 56: “Due lampade d'oro, sospese alla volta della Sinagoga di Worms,
-ardono da sette secoli in memoria di due cristiani che si fecero
-ammazzare per salvare dal furor popolare alcuni ebrei accusati di aver
-mangiato dei bambini. Ancora attualmente si celebra un servizio funebre
-nel giorno anniversario della loro morte.” Forse da questo tributo di
-gratitudine ha origine il proverbio popolare tedesco che suona: _Ebrei
-di Vorms, buona gente_.
-
-(278) Nella stessa seduta, l'illustre statista inglese proclamava che
-gli Ebrei in tutti i paesi in cui vissero si sono sempre conciliati la
-stima generale e la benevolenza dei loro simili mercè la loro condotta
-ed il loro tenor di vita.
-
-(279) Le personalità ci ripugnano; ma vi sono casi nei quali lo
-smascherare disonesti avversari diviene un dovere. E, che l'articolaio
-della _Civiltà Cattolica_ sia, letterariamente almeno, disonesto, lo
-prova a luce meridiana il seguente fatto. Nel quaderno del 3 marzo 1883
-l'articolaio si è messo in testa di provare (_risum teneatis_), colla
-scorta delle profezie, che gli Ebrei abbiano una malattia speciale. La
-sua corta intelligenza non gli ha permesso di comprendere che _le
-malattie_, _le piaghe_ che Mosè minaccia agli Ebrei (_Deut._ XXVIII, 61.
-Cfr. _Salmo_ XLIV, e LXXIV) sono appunto le calunnie orribili che
-scrittori senza fede e senza coscienza scagliano contro di loro e le
-persecuzioni atroci che ne sono conseguenza, _malattie e piaghe_ di cui
-però Ezechiele (XXVI, 13–15) ha anche predetto la fine. Ciò non
-comprendendo l'articolaio e volendo dimostrare che una malattia speciale
-affligge gli Ebrei, è andato a scavar fuori una dotta memoria di un
-medico francese, il dott. Fernando Castelain, _La circoncision est-elle
-utile?_ e siccome intendeva giovarsi di questa memoria contro gli Ebrei,
-impudentemente e scientemente mentendo, comincia dall'affermare che il
-Castelain sia ebreo. Dopo di che, con quella buona fede che gli è
-speciale, l'autore fa dire al dott. Castelain, che vi è _une maladie
-très repandue chez les Juifs_, sciocchezza che l'autore, non ebreo ma
-cattolico apostolico romano, non si è mai sognato di dire, avendo egli
-soltanto affermato che gli Ebrei _allorchè vivevano nei loro paesi_
-(cioè venti e più secoli addietro) andavano soggetti ad una speciale
-malattia, prodotta dal clima, per antivenire la quale venne loro
-ordinata la circoncisione.
-
-Ribadiamo quindi sul viso all'articolaio l'accusa di disonestà
-letteraria, e siccome egli veste un abito che non gli consente di
-chiedere una di quelle riparazioni che s'usano fra gentiluomini, glie ne
-offriamo una di altro genere, e lo preghiamo di dichiarare nella
-_Civiltà Cattolica_ se la accetta, o meno. Depositi egli nelle mani
-dell'Eminentissimo Alimonda mille lire, diecimila ne depositeremo noi.
-Se il dott. Castelain è ebreo, le nostre diecimila lire andranno a
-beneficio di quell'Opera pia che l'articolaio designerà, se è cristiano
-designeremo noi l'Opera pia cui andranno le mille del reverendo
-articolaio. Ben inteso che nel primo caso faremo ammenda onorevole e gli
-chiederemo scusa di ogni nostra parola men che cortese, nel secondo ci
-riserbiamo il diritto di proclamarlo, sempre e dovunque, mentitore e
-calunniatore. Egli non accetterà però la scommessa perchè sa che provare
-la menzogna ci sarebbe facile, ma si trincererà dietro la pretesa sua
-buona fede, perchè crederà più difficile possiamo riunir prove contro di
-questa. Vogliamo dargli, perciò, qui, un buon consiglio. Non invochi per
-carità l'attenuante della buona fede; potrebbe pentirsene ed amaramente
-pentirsene. O taccia, o dica: ho calunniato; sarà meglio per lui.
-
-(280) _Op. cit._, vol. III, pag. 62, col. 1.
-
-(281) GEN., IX, 4 e segg. — LEV., III, 17; VII, 26 e 27; XVII, 12, 14;
-XIX, 26. — DEUT., XII, 16, 23–25; XV, 23. Cfr. I. SAMUELE, XIV, 32, 33 e
-34. — EZECCHIELE, XXXIII, 25. — Che questi precetti biblici fossero
-rigorosamente osservati dagli Ebrei ci è poi provato dagli _Atti degli
-Apostoli_, XV, 28 e 29, nè poteva essere altrimenti se ricordiamo
-Maimonide aver lasciato scritto non esservi vera interpretazione della
-Bibbia se non quella che non si allontana dal senso naturale. Anche il
-Medici, acerbo nemico del nome giudaico, conferma in due luoghi questa
-ripugnanza degli Ebrei pel sangue. A pag. 72 della più volte citata sua
-opera scrive: “Si astengono parimenti dal sevo di Bue, di Capra e di
-Agnello e da qualsivoglia sorta di sangue, e di animale. Per non
-mangiare il detto sangue, scannan la bestia con molte loro superstizioni
-. . . . . Avanti di cuocere la carne la tengono per lo spazio di
-un'ora nel sale acciocchè esca tutto il sangue e poscia la lavano con
-diligenza.” E più innanzi a pag. 82: “Circa la proibizione del sangue è
-necessario sapere che in molti luoghi della Scrittura Iddio l'ha
-proibito.”
-
-(282) LEVI, _op. cit._, pag. 431. Cfr. TALMUD PESACHIN, fol. 35.
-
-(283) RABOT, fol. 290, 2.
-
-(284) Luisa Lateau, la famigerata stigmatizzata di Bois d'Haine nel
-Belgio, la quale ogni venerdì pretendeva soffrire i dolori della
-Passione di N. S. e sudava sangue dalle stimmate!!
-
-(285) ROHRBACHER, _Storia universale della Chiesa Cattolica_. Torino,
-Marietti, 1869, vol. VI, pag. 558.
-
-(286) Anche nell'epidemia colerica di questo anno fatti simili si ebbero
-a deplorare, non soltanto in Marsiglia, ma anche nel nostro Piemonte.
-(Cfr. un carteggio da Cuneo, 31 luglio 1884, nella _Gazzetta
-Piemontese_).
-
-(287) Lo scopo per cui si ordiscono simili infami calunnie contro gli
-Ebrei è sempre un solo: il saccheggio. Chi avesse d'uopo di nuove prove
-per esserne convinto legga quanto scrivevasi da Pietroburgo, 30 giugno
-1884, alla _Gazzetta Piemontese_:
-
-“Eccovi ulteriori ragguagli sulla sommossa antisemitica che ebbe luogo
-il diciannove del corrente mese nella popolosa Nijni-Novgorod.
-
-“Verso le otto di sera di quel giorno si sparse la voce, nel sobborgo di
-Konovino, posto sulla riva sinistra dell'Oka, che gli Ebrei si erano
-impossessati d'un ragazzo e lo avevano nascosto nella sinagoga. Una
-folla immensa si raccolse tosto nei pressi dell'oratorio israelitico e
-cominciò a gridare: _Morte agli ebrei!_
-
-“La polizia del sobborgo essendo insufficiente per numero a calmare e
-disperdere la folla, mandò per soccorsi in città. Questi soccorsi però,
-mancando un ponte permanente sull'Oka, ritardarono ad arrivare, e la
-folla, spinta da alcuni facinorosi, ebbe campo a sfogare l'ingiusta ira
-contro gli Ebrei e le loro sostanze.
-
-“Afferrato un giovane israelita, che in quel punto passava per la via,
-la plebaglia lo bastonò a sangue. La folla corse quindi alla sinagoga,
-ne ruppe i vetri e le porte e la invase. Gl'israeliti addetti al
-servizio del tempio, che si erano rifugiati nelle soffitte, vennero
-tratti dal loro nascondiglio e battuti ancor essi.
-
-“Mentre tali valentie si compivano nella sinagoga, un altro centinaio di
-quei furibondi invase la casa d'un israelita impresario di costruzioni.
-La casa venne saccheggiata e gli abitanti assaliti a colpi di bastone e
-di pietre. Sei altre case furono demolite ed alcune altre saccheggiate.
-
-“Nove israeliti caddero vittime di quei forsennati. Questi disgraziati
-non poterono opporre alcuna resistenza, poichè a Konovino le famiglie
-israelite non oltrepassano la dozzina, mentre il numero dei loro
-assalitori saliva a parecchie centinaia.
-
-“La folla abbandonò l'inonorato campo delle sue prodezze all'arrivo
-della truppa, che operò centocinquanta arresti.
-
-“Il procuratore generale Murawief è partito da Pietroburgo per
-Nijni-Novgorod per istruire il processo.
-
-“Questa volta pare sul serio che il Governo intenda dare agli antisemiti
-un esempio salutare. Sarebbe ora!”
-
-La _Wiener Abend Zeitung_ ha da Pietroburgo 2 agosto, che, chiusa
-l'inchiesta preliminare per questi fatti, vennero chiamati a risponderne
-109 persone, divise in 46 gruppi. Il processo avrà luogo in settembre
-davanti all'autorità militare.
-
-(288) Anche Mosè cedette alle idee dei tempi, non senza però aver contro
-di esse reagito quanto più poteva; restrinse però di assai i sacrifizi,
-proibì gli umani ed ordinò che gli altri non si facessero se non nel
-tempio, presago quasi che un giorno la distruzione del tempio,
-trascinerebbe seco la fine di ogni effusione di sangue.
-
-(289) _Mœurs des Chrétiens_, cap. XIII. Lo stesso Fleury, nella sua
-_Histoire Ecclésiastique_, dà prova, in questa questione, di una grande
-e rara imparzialità.
-
-Nel libro LXXIII, cap. 40 (ed. Avignone 1777, vol. X, pag. 555) dopo
-aver riferito vari fatti di questo genere, addebitati agli Ebrei nel XII
-secolo, scrive: “Je ne vois point que jusque-là on ait formé contro les
-Juifs de telles accusations, qui devinrent très frequentes depuis. Les
-Juifs prétendent que ce sont des calomnies: mais pourquoi les chrétiens
-les auroient ils avancées en ce temps plutôt qu'en un autre, s'il n'y
-avoit eu quelque fondement?” Evidentemente il sostituto del buon Fénélon
-scrivendo queste parole era convinto che qualche cosa di vero ci fosse
-nell'accusa mossa agli Ebrei; ma egli progredisce nella sua opera e
-giunto al secolo XIII si imbatte in nuovi fatti congeneri addebitati
-agli Ebrei, non manca, è vero, di riferirli nel libro LXXXVIII, cap. 40
-(vol. XII, pag. 177 e segg. dell'ed. succitata) ma evidentemente pentito
-di quanto aveva scritto nel volume precedente, fa seguire la narrazione
-di tali fatti da questa dichiarazione:
-
-“Quelques auteurs disent que les Juifs commettoient ces cruautés pour
-avoir du sang des chrétiens, et l'employer à des remèdes ou des
-opérations magiques; mais les raisons qu'ils en rendent sont si
-honteuses et si frivoles, que je ne daigne les rapporter. Au reste je ne
-trouve aucun de ces faits appuyé des preuves incontestables: et il
-importe peu de les verifier, si ce n'est à cause de ces prétendus
-martyrs. Car l'église n'a intérêt que de convertir les Juifs et non pas
-de les détruire ou les rendre odieux.”
-
-(290) ORIGENES _in Celsum_.
-
-I. TERTULLIANI, _Apologeticus_, 7.
-
-CLEMENS ALEXANDRINUS, _Protrept._ LIX, 9.
-
-GREGORIUS NAZIANZENUS, _Orationes_, 33, 532, C.
-
-CASTOR, _Ap. Hist._, 7.
-
-BARONIUS, _Annales ecclesiastici_, An. 120. n. 22, ecc.
-
-EPIPHANIUS, _Contra octaginta hoereses_, 26 e 27.
-
-IRENAEUS, I, 24.
-
-EUSEBII, V, _Historiae_, 1.
-
-JUSTINUS, _Apologia_, 50, c.
-
-HISTORIA _Ecclesiastica_, III, 21.
-
-EUSEBII, IV, _Historiae_, 7.
-
-ATHENAGORAS.
-
-JUSTINUS, 1, _Apologia_.
-
-MINUCIUS FELIX.
-
-(291) Il dottissimo Mortara in una dissertazione pubblicata nel _Mosè,
-Antologia Israelitica_, di Corfù, dell'aprile 1884, col titolo _Origine
-dell'accusa del cibarsi di sangue umano nelle agapi dei primi
-cristiani_, scagiona gli Ebrei dall'accusa di aver diffusa questa
-calunnia contro i primi cristiani. Il dotto Rabbino prova come Minuzio
-Felice e Tertulliano non soltanto non abbiano attribuito agli Ebrei
-l'invenzione di siffatte calunnie, ma ne abbian fatto speciale addebito
-ai Romani. Appoggiandosi poi all'autorità del Renan (_Saint Paul_, p.
-269 e l'_Église Chrétienne_, p. 306) prova come l'accusa potesse
-facilmente sorgere da una cattiva interpretazione delle parole del
-Vangelo relative al Sacramento dell'Eucarestia e fors'anche da qualche
-trista pratica religiosa in uso presso sette cristiane. Locchè è
-confermato anche dal Fleury che nello stesso capitolo, da cui abbiamo
-tolte le nostre citazioni, scrive: “Questi sospetti erano appoggiati
-dagli abbominii che i gnostici, i carpocrati ed altri eretici
-commettevano nelle loro assemblee.” Proseguendo poi nella sua
-dimostrazione il chiar. Mortara pone in luce come Eusebio, Atenagora ed
-altri, non escluso lo stesso Giustino, attribuiscano al diavolo le
-calunnie di cui eran vittima i Cristiani. Conchiude infine il chiar.
-autore quella parte della sua dissertazione che concerne l'argomento
-nostro, facendo risultare come nella epoca in cui sorsero quelle accuse
-contro i primi Cristiani, gli Ebrei, confusi con essi, fossero coinvolti
-nelle stesse persecuzioni da parte dei gentili. Locchè esclude che ne
-fossero gli istigatori. Infine rileva come da un lato i gentili avessero
-nelle loro storie numerosi esempi di atrocità e di incesti, sicchè
-potevano agevolmente essere indotti a pensare a siffatti delitti e ad
-accusarne altri, mentre gli Ebrei, cui riti siffatti furono sempre
-sconosciuti, non avrebbero avuto dove attingerne l'idea. — Aggiungiamo a
-queste osservazioni del chiarissimo Mortara che il Pamelio (1536–1587),
-nel suo commento a Tertuliano, espressamente nota che tale accusa deriva
-la sua origine dalla Cena cristiana.
-
-(292) TERTULLIANI, _Apologeticus_, 7, 8, 9.
-
-ORIGENES _contra Celsum_, VI, 293.
-
-(293) TERTULL., _Ap._, 50. BARON., an. 138, n. 5 _Bioeothanati.
-Sarmenticii. Semaxi._ BAR. 385, N. 5.
-
-(294) SVETONIUS, _Claud._, n. 25. Judæos, impulsore Christo, assidue
-tumultuantes Roma expulsit.
-
-(295) SVET., _Ner._ n. 16. Affecti suppliciis Christiani, genus hominum
-superstitionis novae ac maleficae.
-
-(296) TACIT., 15, _Annal._
-
-(297) Quos per flagitia invisos vulgus christianos appellabat.
-
-(298) Repressaque in praesens exitiabilis superstitio.
-
-(299) Quo omnia undique atrocia et pudenda confiuunt celebranturque.
-
-(300) GUIBERTUS NOVIGENTINUS, pag. 519, 520. ADEMARI, _Chronicon_, al
-tomo X dei _Historiens des Gaules_, pag. 159.
-
-(301) _Grandes chroniques de France_, (édit. Paulin, Paris) Cfr. PIERRE
-DU PUY, pag. 26.
-
-(302) Cfr. JULES LOISELEUR, _La Doctrine Secrète des Templiers_. Paris.
-Durand, 1872, Libro rarissimo, come quello che non venne tirato che a
-duecento soli esemplari. Quello che noi abbiamo potuto esaminare si
-trova nella Biblioteca Nazionale di Firenze.
-
-(303) Cfr. _Diarium_ JOHANNIS BURCHARDI, pubblicato da Achille
-Gennarelli, pag. 193, Firenze, 1854.
-
-(304) Abbiamo fedelmente tradotto il brano dell'autore da noi citato; se
-in esso si riscontrano delle oscurità e delle lacune, non voglia il
-cortese lettore farne colpa al traduttore, il quale può dire, con serena
-coscienza, _Quod potui dedi_, convinto del resto che ciò che ha dato è
-sufficiente a confortare le sue asserzioni.
-
-(305) Veggasi in particolare il _Temps_ del 24 giugno 1869, dove si
-trovano degli estratti del rapporto di Mgr. Platone, metropolitano di
-Mosca, all'imperatore Alessandro.
-
-(306) Gli Skoptsi, setta religiosa russa, fondata, a quanto sembra, da
-Selivanoff, uno dei tanti impostori che nel secolo scorso si spacciarono
-per l'imperatore Pietro III; trae la sua origine da una inesatta
-interpretazione del versetto del Vangelo di s. Matteo: (XIX, 12)
-“_Perciocchè vi sono degli Eunuchi i quali sono nati così dal ventre
-della madre; e vi sono degli eunuchi, i quali sono stati fatti eunuchi
-dagli uomini; e vi sono degli eunuchi, i quali si sono fatti eunuchi
-loro stessi, per lo regno de' cieli. Chi può esser capace di queste cose
-sialo._”
-
-Il LEROY BEAULIEU consacra a questi Skoptsi varie pagine del suo studio
-_L'Empire des Tsars et les Russes_ (_Revue des Deux Mondes_, 1875, vol.
-3, pag. 600 e seguenti). Egli però non fa parola di questo orribile
-addebito ed anzi scrive: “Leurs réunions sont innocentes, on y chante
-des chastes cantiques, et un mouton blanc ou un pain de blanche farine
-(_Kalatch_) y sert à la communion.” I _Khlysty_, o _flagellanti_, sembra
-abbiano avuto origine verso la metà del XVII secolo. A proposito di essi
-e dei _skakonnys_, o _saltatori_, che ne sarebbero una emanazione, il
-Leroy Beaulieu (_loc. cit._) scrive: “A en croire leurs adversaires
-orthodoxes, des sacrifices humains et une sort de cannibalisme sacré se
-seraient ainsi rencontrés chez des sectaires de la Russie moderne. Chez
-les uns c'était un enfant nouveau-né, l'enfant d'une fille non mariée
-qu'on égorgeait après le baptême, et dont le sang et le cœur mêlés à du
-miel tenaient lieu d'eucharistie et du sang de l'agneau de Dieu (Mgr.
-PHILARÈTE, _Istoria Rousskoi tserkvg_). Chez d'autres . . . . . . De
-telles pratiques sanglantes . . . . . signalées il y a mille ans par les
-annales de Nestor chez les païens de la Russie, se seraient retrouvées
-de nos jours chez des tribus finnoises de l'empire. On est d'autant plus
-tenté de croire à l'exagération ou aux fantastiques illusions des récits
-de ce genre que le paysan russe est naturellement plus doux.”
-
-Fin qui l'illustre economista francese; dal canto nostro, senza dare in
-proposito nessun giudizio, osserviamo, che la pretesa mitezza del
-contadino russo ci sembra divenir ferocia sotto l'impero del misticismo
-religioso cui è grandemente inclinato. Chi non ricorda infatti i delitti
-di coloro che si mutilavano da sè e dei _stranniki_ (che fanno un atto
-meritorio dell'assassinio di un eretico), e chi non sa i vani sforzi
-della polizia per venire a capo dei _Bezpopotzi_ di Jaroslaw (che
-uccidono i neonati)?
-
-Mentre stiamo correggendo le bozze di questo capitolo, giugno 1884, i
-giornali politici ci recano la seguente notizia che infirmerebbe
-alquanto l'asserto del Leroy-Beaulieu: “Telegrafano da Pietroburgo alla
-_France_ essere stata scoperta in Crimea una nuova setta religiosa,
-estremamente sanguinaria, il cui dogma è il culto di San Agostino e di
-Sant'Elena. I credenti di simile setta si obbligano ad uccidere tutti
-coloro che si rifiutassero di abbracciare la loro religione. Questi
-fanatici hanno già assassinato gran numero di contadini.”
-
-(307) RAYNOLD ad. an. 1308.
-
-(308) Infinite erano le accuse assurde mosse contro gli Ebrei nel medio
-evo. Il favore di cui essi godevano da parte degli Arabi infedeli era
-causa di nuove persecuzioni nei paesi cristiani. Gli Ebrei del mezzodì
-della Francia furono accusati di aver chiamati i Saraceni per liberarsi
-dalla crudele tirannia del vescovo di Tolosa. Nell'XI secolo gli Ebrei
-di Orléans sono accusati di avere eccitati i Mussulmani di Gerusalemme a
-profanare il sacro sepolcro. L'accusa è assurda, ma basta a dar pretesto
-a lunghe e sanguinose persecuzioni, (Cfr. DOM. BOUQUET, _Recueil des
-Hist. de France_, tom. XII, pag. 240 e RODULPH. GLABR. ap. Sism., tom.
-IV). Nel 1222 in Germania sono accusati di favorire le conquiste dei
-Persiani e dei Tartari (Cfr. BASNAGE, _op. cit._, pag. 1862). Insomma
-basta che una sciagura minacci un paese, perchè tosto se ne accusino gli
-Ebrei. Non basterebbe poi lo intiero volume se volessimo riferire tutte
-le strane dicerie che ebbero corso fra le plebi sul conto degli Ebrei, e
-che forse oggi ancora non sono del tutto bandite dalle menti più rozze.
-Vi fu chi disse che l'ebreo uscendo dall'alvo materno abbia una mano
-piena di sangue; altri che ogni ebreo porti seco dalla nascita una
-macchia, od una piaga, che si inciprignisce ogni mese; si farneticò che
-in mano ad ogni ebreo moribondo si pongano tre pietruzze perchè entrando
-in paradiso le scagli contro N. S. Gesù Cristo e si arrivò persino ad
-asserire un fatto che tutti possono coi loro occhi verificare falso;
-cioè che ogni qualvolta imperversa un temporale, ravvisando
-nell'infuriare della natura un segno precursore della venuta del Messia,
-spalanchino le finestre perchè questi possa più agevolmente entrare in
-casa loro!!
-
-Di fronte a cosiffatte accuse diviene inutile soffermarsi su tutte le
-altre che nel medio evo si rivolgevano agli Ebrei, come ad esempio di
-prestare un'adorazione idolatra ai libri della Bibbia, di tosare le
-monete, di bestemmiare, ecc., ecc. La falsità evidente delle une, basti
-a provare la falsità delle altre.
-
-(309) _Adv. Jud._, Hom. 1, pag. 391; Hom. 3, pag. 439. Cfr. BASNAGE,
-_Hist. des Juifs_, V, 1668.
-
-(310) Non mancò neppure chi, volendo scusare gli Ebrei dalla turpe
-accusa, sostenne che tali omicidii di bambini sarebbero stati commessi
-da Ebrei per compiere col sangue ricavatone sortilegi, magie ed altre
-operazioni diaboliche. Esaminiamo dapprima se la pratica di tali
-sortilegi sia conciliabile colla religione mosaica.
-
-Son noti a tutti i precetti della Bibbia che vietano agli Ebrei i
-sortilegi e le arti magiche di qualsivoglia natura, precetti
-riconfermati dal Talmud in più e più luoghi.
-
-E gli Ebrei si mantennero generalmente ligi a tali precetti, anche
-quando i popoli fra cui vivevano erano infetti di pregiudizi di ogni
-natura.
-
-Maimonide, il massimo fra gli scrittori ebrei, è l'autore di una lettera
-ai Rabbini di Marsiglia, in cui demolisce le basi dell'astrologia
-giudiziaria, lettera che fu approvata da due papi: Sisto V ed Urbano VII
-(CONST. XVII. _Bullarii_ t. II).
-
-La ripugnanza degli Ebrei per le arti magiche ci è poi confermata dal
-seguente brano del MODENA, (_op. cit._, p. V, c. II, pag.
-113). . . . . .“Il dar fede ad ogni qual si sia sorte di Auguri alla
-giuditiaria, tutti sortilegii, Geomantia, Chiromantia et ogni simile
-divinatione hanno per grave peccato.
-
-Et molto più operar qualsivoglia Negromantia, Magia, Prestigii,
-Theorgia, scongiuri di demoni o d'angioli, cercar responsii da morti et
-ogni cosa di queste espresse e comprese dal _Deut._ XVIII, 10, 13.”
-
-Non ci si dica che gli Ebrei seguaci della Cabala poterono consacrarsi
-alla Magia, perchè le dottrine cabalistiche, da cui non fu alieno
-neppure san Gerolamo, (HIERON., _Ep._ 155, _ad Paulam Urbicam_, pag.
-1307 e 1308. BASNAGE, _op. cit._, lib. III, cap. 24, pag. 1016, 1017),
-non hanno niente di comune colla magia. Dopo ciò, se fosse provato che
-qualche ebreo ha ucciso un fanciullo cristiano per adoperare il suo
-sangue in operazioni magiche, l'autore di tale nequizia non potrebbe
-considerarsi che come apostata dalla propria religione, nè più nè meno
-di quello che siano a considerarsi apostati dal Cristianesimo tutti
-coloro che ad arti magiche, ed a sortilegi si consacrarono.
-
-(311) “Depuis près de deux mille ans cette misérable Nation est eparse
-sur la terre, elle en est l'excrément, la malédiction, la raclure, elle
-gémit dans une longue et cruelle captivité” (JURIEU, _L'accomplissement
-des Prophéties_, t. 3, 12. Rotterdam, 1690, pag. 205).
-
-(312) DE ROSSI, _Dizionario storico degli autori ebrei_, a. v.
-
-(313) VII, 17, 20; XII, 7, 22, 23.
-
-(314) Cfr. _Archives Israélites_, 1º marzo 1862, pag. 163 e 164, e D. H.
-STREAK. Monatsbb. II (1882), pag. 221 e segg. tolto dall'EVANG.
-KIRCHENZEITUNG, 12 agosto 1882.
-
-(315) _Prima Epistola di S. Giovanni_, I, 5.
-
-(316) GENESI, I, 2.
-
-(317) GENESI, VI, 2.
-
-(318) _Prima Epistola di S. Giovanni_, III, 9.
-
-(319) SCHMIDT, _Hist. des Cathares_, II, pag. 22, e gli _Actes de
-l'inquisition de Carcassonne_, 1247, che conservansi manoscritti nella
-Biblioteca Imperiale di Parigi.
-
-(320) Ancora in pieno secolo decimonono il Rohrbacher nella sua _Storia
-della Chiesa_ (Torino, Marietti, vol. I, pag. 374) premette ad un rapido
-cenno sui sacrifizi umani queste parole:
-
-“Satana, il Dio di questo secolo, è non solo uno spirito di superbia,
-usurpatore degli onori celesti, uno spirito immondo che spinge l'uomo a
-impurità d'ogni fatta; ma egli fu altresì omicida fin da principio, ed è
-questo un terzo carattere dell'impero che egli ha esercitato sulla terra
-sotto il nome d'idolatria.”
-
-Se così si ragiona ai tempi nostri, come si sarà ragionato un quindici o
-sedici secoli fa?
-
-(321) Il fatto avvenne a Parigi durante l'assedio che quella città ebbe
-a soffrire da parte dei Prussiani.
-
-(322) Nei tempi in cui si diffuse per le prime volte questa calunnia gli
-Ebrei non erano ancora confinati nei Ghetti.
-
-(323) BASNAGE, _op. cit._, libro VII, cap. XI, 1679 e segg.
-
-(324) La Chiesa non vide mai di buon occhio la canonizzazione di
-siffatti bambini. Quel Papa miracolo che fu Benedetto XIV, seccato dal
-principe vescovo di Bressanone perchè canonizzasse un tal Andrea, nato a
-Rinn, e che si pretendeva immolato presso Innsbruch dagli Ebrei il 9
-luglio 1462 (_si noti se il fatto fosse vero l'imprudenza e la demenza
-degli Ebrei che avrebbero commesso a soli tredici anni di distanza due
-delitti di questo genere a poche miglia l'uno dall'altro_) scappò fuori
-colla costituzione _Beatus Andreas_ che si legge nel tomo XIX del _Bull.
-Magn._, pagina 120, emanata a' 23 maggio 1755 e diretta a mons.
-Benedetto Veterani promotore della fede, per dichiarare che non
-conveniva canonizzare i bambini per più ragioni: 1º per la novità; 2º
-per non avvilire colla frequenza le canonizzazioni; 3º perchè da questi
-bambini niun esempio di virtù possono cavare i fedeli, non potendoli
-essi aver dati in così tenera età. Quindi ordinò al promotore della
-fede, doversi in tale maniera rispondere a chiunque domandasse la
-canonizzazione di simili bambini (Cfr. MORONI, _Diz. di Erudiz.
-Storico-Ecclesiastica_, vol. VII, pag. 312).
-
-
-
-
- V.
-
- Di varie pubblicazioni antisemite.
-
-
-
-
- 1º LETTERA.
-
-
- _Al chiarissimo sig. Direttore della_ Civiltà Cattolica,
-
- Firenze.
-
-I primi capitoli di questo mio, qualsiasi, lavoro erano già licenziati
-alle stampe, allorquando, ricercando nella _Civiltà Cattolica_ i
-documenti che sapevo esservi stati pubblicati sul preteso uso del sangue
-cristiano nei riti ebraici, mi accorsi che il _coscienzioso_ indagatore
-di quei documenti li aveva fatti precedere da alcune sue articole sulle
-qualità generali degli Ebrei.
-
-All'articolaio suo non risponderei; chè quelle articole non
-meriterebbero proprio che io sprecassi attorno ad esse tempo ed
-inchiostro; ma rivolgo la mia risposta alla Signoria Vostra Preclara,
-perocchè quelle articole non hanno, agli occhi di ogni uomo spassionato,
-altro valore, da quello infuori che ad esse deriva dall'essere state
-accolte in un periodico tanto importante, quale è quello, diretto da V.
-S. Chiarissima.
-
-Io non so quanto siavi di vero nella comune credenza, che asserisce, la
-_Civiltà Cattolica_ essere l'organo di quella Compagnia, che nei secoli
-scorsi ha dato all'Italia, nel Padre Lana Terzi, il divinatore delle
-maggiori scoperte, per cui vada orgoglioso il secolo nostro, e che,
-nell'età, nostra, ci diede quel Padre Secchi il cui nome, la cui memoria
-_ut sidera fulgent_.
-
-Ma appartenga Ella, o meno, alla dotta Compagnia, di una cosa io sono
-sicurissimo, che cioè Ella risente per essa la maggior stima, e
-considera le persecuzioni delle quali fu, è, e, pur troppo, sarà,
-vittima, da una parte, come una prova della malvagità dei tempi,
-dall'altra, come una grazia specialissima del Signore che vuole, con
-triboli e persecuzioni immeritate, sperimentare la fedeltà di quei
-devoti Suoi servi.
-
-Ora, vorrebbe Ella dirmi, riveritissimo signor mio, qual cuore sarebbe
-il suo se un giorno, aprendo qualche giornale, e non ne mancano, nemico
-di quella Compagnia, le accadesse di leggervi le seguenti pagine?
-
-“Assurdo è il supporre che i varî popoli si siano data la voce e la
-parola d'ordine, di odiare, disprezzare e perseguitare così, senza scopo
-nè perchè, un _ordine_ speciale. Dunque bisogna ammettere in
-quest'_ordine_ speciale una causa a _lui_ inerente, insita e quasi
-connaturata, che sempre mostra i suoi effetti ed eccita sempre l'odio,
-il disprezzo e la persecuzione non evitabile, nè di fatto mai evitata,
-in pressochè _un secolo e mezzo_. La qual causa consiste nel suo odio
-teorico e pratico contro il genere umano _non gesuita_. E la causa di
-quest'odio dove si trova? Ossia, come si forma così e si educa l'indole
-e la natura _gesuitica_ a quest'odio teorico e pratico contro il genere
-umano? Non per fermo colla legge morale ed educazione religiosa
-semplicemente _cattolica_, qual è rivelata da Dio nell'antico e _nel
-nuovo_ Testamento. Resta dunque, che la _Compagnia_ _di Gesù_, si sia
-foggiata una legge, una morale ed un'educazione religiosa novella e non
-_cristiana_, che seco si porta in tutti i paesi dove si va ad abitare, e
-che mai non ha abbandonata per tanti _anni_, ed anzi andò sempre più
-perfezionando, ossia corrompendo in teoria ed in pratica, ottenendo così
-da tutti i popoli e da tutti i tempi quel ricambio di odio, di disprezzo
-e di persecuzione che essa ha giurato e praticato sempre contro tutti i
-popoli ed in tutti i tempi. Or questo impasto di veleno, di odio, di
-immoralità e di empietà che forma ora la _regola_ e la morale, se non
-sempre pratica, almeno sempre certamente teorica, della _Compagnia di
-Gesù_ è quello che si chiama _Monita secreta_.
-
-“. . . . . Del resto, sarebbero ben sciocchi i _gesuiti_ se non
-negassero anche in tal caso la verità conosciuta. Ma si mostrerebbero
-molto più accorti e più savî se invece di negare a parole ciò che le
-loro autentiche e canoniche leggi dimostrano a chi sa leggere i loro
-libri, negassero invece coi fatti quello che invece pur troppo coi fatti
-certamente e notoriamente sempre confermarono e confermano ancor
-presentemente. Senza i quali fatti, conformi alle loro leggi, chi
-potrebbe mai spiegare quelle sì ognora rinascenti sollevazioni contro di
-loro di tanti popoli? Le quali non si sono verificate mai contro nessun
-altro _ordine religioso_; perchè nessun altro _ordine religioso_ vi ha
-mai dato somigliante motivo. Giacchè anche qui è vero che _nihil fit
-sine ratione sufficienti_. E se la _Compagnia di Gesù_ sola fra tutti
-gli _Ordini religiosi_ fu sì odiata sempre, convien bene che vi sia in
-lei insita una sufficiente ragione eccitante questo continuo e comune
-odio contro di lei di tutte _le nazioni_. Or questa ragione sufficiente
-non può trovarsi certamente nella Legge _religiosa_. È dunque, anche per
-ciò solo, necessario il supporre che vi sia ora un'altra legge che la
-regola e governa, ossia la sregola e la sgoverna.
-
-“La quale legge non è altro che i _Monita secreta_, lambiccati e
-quintessenza dell'odio e della malizia antisociale ed anticristiana e
-_dei gesuiti cacciati_ per divino castigo _dalle loro sedi_, e dispersi
-tra le genti fino al giorno in cui riconosceranno anche essi il vero
-Messia: _la libertà_. Allora avremo forse anche noi _salutem ex inimicis
-nostris et de manu omnium qui oderunt nos_. La _Compagnia di Gesù_
-infatti, come fu ed è dappertutto influentissima nel male, dopo che
-abbandonò la vera _dottrina di Cristo_, così sarebbe stata e sarà senza
-dubbio, influentissima nel bene quando o non l'avesse abbandonata, o le
-ritornasse in seno.”
-
-Io sono certo che leggendo siffatto ammasso di banali insolenze, non
-sorrette da nessuna ragione, non confortate da nessun fatto, da quello
-infuori, brutalmente vero, delle persecuzioni sofferte, Ella proverebbe
-un impeto di sdegno.
-
-Ed avrebbe, Riverito Signor mio, non una, ma mille ragioni; perocchè
-oggi chi studia le questioni sociali e storielle, sopra libri alquanto
-più seri che non sieno i romanzi di Eugenio Sue, sa, con certezza, che
-l'invenzione dei _Monita secreta_ è una delle più spudorate calunnie che
-sieno mai uscite dalla penna di libellista settario.
-
-Ma sa Ella donde ho tratto le pagine surriferite contro la Compagnia di
-Gesù?
-
-Sono nè più nè meno che quanto si legge nel volume 6º, anno 1881, pagg.
-601 e 735 della sua _Civiltà_; soltanto, non per ricordare anco una
-volta. a V. S. Ill.ma il noto _qui gladio ferit, gladio perit_, ma per
-mero artifizio di polemica, mi son permesso di sostituire sempre e
-dovunque alla parola _ebrei_ quella di _gesuiti_, alla parola _Talmud_
-quella di _Monita secreta_ (calunnia per calunnia) indicando del resto
-sempre e dovunque le mie modificazioni con carattere corsivo; buona fede
-questa alla quale nè i Gesuiti, nè gli Ebrei sono avvezzi da parte dei
-loro avversari.
-
-Capisco che Ella mi dirà che ciò che si è detto dei _Monita_ è calunnia
-nera, e verità invece sacrosanta quanto l'articolaio suo blatera contro
-il _Talmud_; ma io le risponderò pregandola a rileggere quanto è scritto
-nei precedenti capitoli e ad esaminare, con serena coscienza, se più
-sian convincenti gli argomenti miei o quelli dell'articolaio suo; ma
-siccome in quei capitoli io non pigliavo di fronte uno piuttosto che un
-altro nemico del giudaismo, e combattevo, non il calunniatore, ma la
-calunnia, così consenta che in questa mia lunga lettera io risponda a
-talune delle più impudenti osservazioni dell'articolaio suo.
-
-Abilità miranda, malizia sopraffina od arte infernale, Riveritissimo
-Signor mio, è invero quella di cui fa prova l'articolaio suo,
-allorquando a pag. 4 e 5 del vol. V, pretende provare che l'Assemblea
-dei notabili ebrei, prima, ed il Sinedrio da poi, convocati a Parigi dal
-primo Napoleone, ingannarono la Francia ed il mondo, e facendo mostra di
-amore pei Francesi e per gli uomini civili in generale, proclamarono
-invece altamente il loro odio per tutti quanti non sono Ebrei.
-
-Riassumo l'argomentazione dell'articolaio suo.
-
-Egli dice: Gli Ebrei dichiararono in quelle solenni adunanze, di avere
-in conto di fratelli coloro che osservano i sette precetti noachitidi. E
-questo è vero. Ma, prosegue l'articolaio, fra questi precetti vi ha
-quello di non mangiar carne strappata da animale vivo, e l'altro di
-aborrire dal culto degli idoli. Ora nessun popolo, tranne l'ebreo,
-aborre dall'uso di carni strappate da animali vivi e l'ebreo considera
-idolatri i Cristiani pel culto di latria che rendono a N. S. Gesù
-Cristo, pel culto di dulia che professano alla Beata Vergine. Quindi gli
-Ebrei dicendo di aver in conto di fratelli coloro che osservavano i
-sette precetti noachitidi, venivano, alla fin dei conti, a dire che non
-avevano in conto di fratelli altro che se stessi.
-
-Non mi affannerò io certamente a provare che il Dio della Bibbia rivelò
-a Noè ed a' suoi figli i sette precetti che i talmudisti dicono
-noachitici.
-
-Son fole, indegne che Ella ed io ci perdiamo tempo.
-
-Ma vorrà Ella negarmi che quei sette precetti rappresentino il
-_minimum_, per così dire, della morale?
-
-Che vi ha dunque di strano se gli Ebrei dicono doversi considerare
-fratelli quelli soltanto che quei precetti noachitici osservano?
-
-Per noi, educati alle idee di moderna tolleranza, di quella tolleranza
-che l'articolaio suo chiama massonica e che io dico cristiana, è infame
-eccettuare, teoricamente almeno, dalla fratellanza universale il
-cannibale e l'antropofago; alla S. V. Ill^ma — nel cui giornale si
-tributano continui elogi alla cattolica Spagna, che non paga di aver
-bruciato Mori ed Ebrei in casa sua, ha distrutto, quasi, in America, le
-razze autoctone — alla S. V. Ill^ma, siffatta eccezione deve sembrar
-naturale quando le sia provato che non si riferisce a' popoli cristiani
-o maomettani, ma soltanto agli idolatri ed ai cannibali propriamente
-detti. E questo lo proverò in poche righe, malgrado i sofismi, diremo
-_rabbinici_, dell'articolaio suo.
-
-Cominciamo _in amoenis_, e cioè dal precetto di non mangiar carni
-strappate da animali vivi. Nessuna religione, dalla giudaica in fuori,
-dice l'articolaio suo, ha tale precetto siccome rivelato da Dio; sopra
-il che ricorda quanto è scritto nei _Fioretti di San Francesco_ nel capo
-I della vita di Fra Ginepro: “Visitando un frate infermo, domandollo:
-Possoti io fare servigio alcuno? Rispose l'infermo: Molto mi sarebbe
-grande consolazione uno peduccio di porco. Disse Frate Ginepro: Lascia
-fare a me. E va e piglia un coltello, ed in fervore di spirito va per la
-selva dov'erano certi porci a pascere, e gittossi addosso ad uno e
-tagliali il piede e fugge lasciando il porco col piè troncato” violando
-così — prosegue l'articolaio — un precetto noachitico e rendendo indegni
-sè e il Frate infermo che mangiò il peduccio di porco, della carità
-universale ebraica.
-
-L'articolaio ha dimenticato che il buon Fra Ginepro ha violato, non uno
-ma due precetti noachitidi — tanto è vero che i precetti della legge
-morale sono strettamente connessi gli uni cogli altri — ed ha violato
-proprio un precetto che Dio ha dato, non soltanto a Noè, ma a Mosè sul
-Sinai, che la Chiesa cattolica ha conservato fra i comandamenti di Dio,
-e che i codici penali di tutti i paesi del mondo, non cannibale, hanno
-accolto nelle loro ampie braccia: _Settimo_: NON RUBARE.
-
-Non farò io colpa a Fra Ginepro del furto commesso e della crudeltà di
-cui si rese colpevole verso quel povero porco; il fervore della carità
-giustifica colpe ben più gravi che non sian quelle del buon fraticello,
-ma chieggo a V. S. Ill^ma di indicarmi una nazione civile, un uomo solo,
-il cui senso morale non sia completamente ottuso, che consenta a
-recidere un membro ad un animale vivo per cibarsene.
-
-Allorquando i Talmudisti scrivevano non si conosceva _morale
-indipendente_; sola sorgente di ogni morale era Dio; se essi posero
-sotto la salvaguardia di Dio un precetto che Dio non ha certamente
-rivelato a Noè, ma che ha scolpito nel cuore di ogni uomo, vorrà Ella
-farne colpa agli Ebrei? E lo potrebbe Ella, pensando con quanto
-accanimento i giornali di parte sua, e forse la stessa sua _Civiltà_,
-perseguitarono la vivisezione, certamente altrettanto crudele quanto
-l'atto di Frà Ginepro, ma, forse, giustificata dal grande incremento che
-apporta alle anatomiche discipline?
-
-Creda, creda pure l'articolaio, che il mondo civile intero professa il
-precetto noachide di non mangiar carne strappata ad animali vivi.
-
-_Sed majora premunt_. Al dire degli Ebrei, i Cristiani sono idolatri,
-quindi non osservano i sette precetti noachitidi e quindi sono esclusi
-da quella che l'articolaio suo chiama, elegantemente, fratellanza
-giudaica.
-
-Non uso a valermi di altre espressioni, dirò soltanto che in questa
-argomentazione sono altrettante le inesattezze quante le parole. Gli
-Ebrei negano la divinità di N. S. Gesù Cristo — se non la negassero, non
-sarebbero Ebrei — ma ammettono e riconoscono che i Cristiani lo adorano,
-non come Uomo, ma come Figlio di Dio. Potranno deplorare questo, che per
-essi è un errore, ma non cadono nell'altro di non comprendere che
-l'Unità di Dio, il monoteismo, è dogma anche pei Cristiani. Non adorano
-certamente la Santissima Trinità, non si arrogano di spiegare ciò che è
-mistero per la Religione cristiana, ma sanno che il dogma della Trinità
-non esclude il monoteismo. E se il suo articolaio conoscesse almeno di
-nome la Cabbala e le opere di Knorr, di Rosenroth, di Reuchlin e di
-Rettangel, non ignorerebbe che nella Cabbala — che gli Ebrei, come
-Ebrei, non hanno del resto in nessun conto — si trovano parecchie
-allusioni favorevoli al dogma della Trinità.
-
-Ma senza perderci in questioni cabalistiche, lo stesso articolaio non
-cita a pag. 732, vol. VI, queste parole del Maimonide? “La concezione,
-colui che concepisce e chi è concepito sono in Dio tre modi di essere i
-quali non costituiscono che la stessa essenza, nè formano punto una
-pluralità.”
-
-Io non mi sento di addentrarmi nel ginepraio di una discussione
-teologica o filosofica, ma parmi, che queste parole provino abbastanza
-chiaramente che, nella mente del massimo filosofo e teologo ebreo, il
-dogma della Trinità non è incompatibile col monoteismo.
-
-Parmi adunque aver dimostrata falsa ed insussistente la calunnia che il
-suo articolaio addebita agli Ebrei adunati a Parigi di avere, con un
-abile gioco di parole, manifestato il loro odio verso i popoli non
-israeliti, facendo credere a sentimenti di fratellanza cui avrebbe
-repugnato la loro religione. Ma, ad esuberanza, voglio addurre una altra
-prova.
-
-Il suo articolaio, che a pag. 485 del vol. V enumera abbastanza
-esattamente i precetti noachitidi, si accorge poi che tutta la sua
-argomentazione, per provare che, a giudizio degli Ebrei, i Cristiani non
-osservano quei precetti, claudica, zoppica. Ed allora cosa fa quel bravo
-signore, che in parecchi luoghi del suo articolo accusa gli Ebrei di
-aver falsato la Bibbia, con un tratto di mala fede, veramente rabbinica,
-a pag. 99 del vol. VII, include fra i precetti noachitidi, _risum
-teneatis_, la circoncisione! _Tantae molis erat_ provare che gli Ebrei
-non credono che i Cristiani osservino i precetti noachitidi!!
-
-E passo ad un altro capo d'accusa.
-
-L'articolaio suo è andato ad esumare, dai libri di uno dei tanti Ebrei
-rinnegati, il Drach, una vecchia, vecchissima accusa contro gli Ebrei.
-
-“Ancora ai nostri giorni, egli dice, un tribunale di tre Ebrei, talvolta
-i meno civilizzati ed i più ignoranti del luogo, ma che dinanzi alla
-sinagoga ha piena autorità, si arroga il diritto (noi gemiamo di doverlo
-dire) di sciogliere i loro correligionari dai loro giuramenti, di
-annullare le loro promesse ed i loro impegni più sacri, così pel
-passato, come pel futuro.” Che il Drach fosse un malvagio ed un
-mentitore impudente, sapevamcelo da un pezzo; che il suo articolaio non
-conoscesse verbo del Talmud, se non a traverso le opere venali degli
-Ebrei rinnegati, aveva avuto cura di avvertircene egli stesso con queste
-parole (pag. 215, vol. VI):
-
-“Alle rivelazioni dei Rabbini convertiti si dee pressochè esclusivamente
-quella qualunque (_assai scarsa!_) siasi cognizione in cui ora siamo
-(_parli per sè, il_ dotto _articolaio, chè gli uomini di buona fede
-sanno attingere ad altre, meno impure, sorgenti_) di quella perversa
-legge (_il Talmud_).” Ma che nel secolo XIX toccasse rispondere, per la
-millesima volta, ad un'accusa di questo genere, e che quest'accusa fosse
-riferita dal giornale di una Compagnia meritamente celebre per vastità
-di dottrina ed acutezza di mente, è cosa che davvero non mi sarei mai
-aspettato.
-
-Siccome però tengo per assioma il precetto che a qualunque anche stolida
-accusa convenga rispondere, così rispondo al Drach ed allo articolaio.
-
-Anche in questo caso si verifica il detto volgare, che non c'è fumo
-senza fuoco, ma è un fuocherello ben piccolo, glielo accerto, in
-paragone di quello dei roghi che bruciarono tanti poveri Ebrei ed anche,
-_une fois n'est pas coutume_, il R. P. Malagrida, che io tengo per
-altrettanto innocente quanto, quei poveri Ebrei.
-
-Mi stia dunque a sentire, Riverito Signor mio!
-
-È vero che una volta all'anno l'Ebreo si fa prosciogliere dalle promesse
-non mantenute; ma bisogna distinguere, perchè, come Ella mi insegna:
-_Qui bene distinguit, proximus est veritati_.
-
-Non si tratta dunque, come il Drach _rabbinicamente_ insinua, e
-l'articolaio pecorescamente copia, di promesse fatte a qualsivoglia
-persona o di giuramenti fatti a privati, a tribunali, a principi; si
-tratta soltanto di _voti religiosi fatti a Dio e non adempiuti per cause
-indipendenti dalla volontà di chi li ha fatti_ (325).
-
-Ora giova avvertire due cose: e cioè che se un Cattolico si trova nello
-stesso caso, ricorre alla Santa Sede, che avendo ricevuto da N. S. Gesù
-Cristo facoltà di sciogliere e di legare, lo proscioglie dal voto;
-l'Ebreo, che non ha autorità spirituale, ricorre a tre, che chiamerei
-probiviri, i quali adempiono ad un atto di carità, tranquillizzandone la
-coscienza. Oltre a ciò, è a sapersi che gli Ebrei non furono mai troppo
-teneri dei voti. Nell'_Ecclesiaste_ è detto: “Meglio è che tu non voti,
-che se tu voti e non adempi” (v. 5) e Rabbi Meir commentando questo
-versetto soggiunge: “Ma meglio assai non far nessun voto” (326). E forse
-il buon Rabbi nell'emettere tale parere, aveva presente il versetto 14
-del VI dei _Numeri_, nel quale il Signore comandò che chi ha fatto un
-voto e lo ha osservato, debba, tra gli altri sacrifizi, offrirne uno in
-espiazione del peccato di aver fatto un voto.
-
-E se il suo articolaio non fosse convinto e volesse fare un atto di
-giustizia inconsueto in lui, e che si riassume nel precetto _audietur et
-altera pars_, legga la _Défense du Judaisme_, di Isaac Levy, ed a pag.
-62 vi troverà ampiamente confutata la sciocca accusa sulla quale, per
-mio conto, mi sono anche troppo dilungato.
-
-Un'altra accusa che trovo nel vol. VI, pag. 605, è la seguente:
-
-“I giudei poi non accettano la testimonianza dei non giudei; perchè non
-si dee credere a chi è sospetto di delitti. E tali sono tutti i non
-giudei. E perciò, anche secondo il Talmud, nessun ebreo dee porre una
-sua bestia da soma, o qualsiasi altra nelle stalle dei non giudei, nè
-lasciar sola con essi una loro donna, e neanche rimanere egli stesso
-solo con loro, per sospetti espressi chiaramente nel Talmud; ma che
-bello è il tacere (_e più bello il non accennare, in omaggio al
-proverbio: non parlar di corda in casa del... padre Sanchez_).
-“Sospettano dunque, gli Ebrei di tutto il genere umano non ebreo, e
-credono birbanti ed infami tutti fuorchè loro: e ciò notisi bene in
-forza della loro legge e per precetto religioso.”
-
-Sicuro; gli Ebrei ed i loro Rabbini avevano, nel secolo V in cui fu
-scritto il Talmud, il gran torto di non fidarsi di chi non professava la
-loro religione; ma di grazia, a che sentimento si ispiravano i Padri del
-VI Concilio d'Adge e del Concilio Epaonense, vietando ai Cristiani di
-non mangiare cogli Ebrei? (327). A che sentimento si inspirava papa
-Benedetto XIII, per tacer d'altri, vietando agli Ebrei di formare
-società coi Cristiani, di esercitare la medicina, di aver domestici
-cristiani, ecc., ecc. E quei predicatori che, al dire di papa Martino
-V (328), che cristianamente ne li biasima, vietavano persino ai
-Cristiani di cuocere pane per gli Ebrei, obbedivano, di grazia, a che
-sentimento?
-
-Ma Ella mi dirà che, verso l'Ebreo, empio e spregiatore di ogni legge
-umana e divina, la diffidenza non è mai troppa, ma che l'Ebreo, sempre
-trattato amorevolmente dagli altri popoli, aveva obbligo di avere verso
-di loro la maggior confidenza.
-
-Le storie tutte attestano di questa amorevolezza con cui eran trattati
-gli Ebrei, ma a me basta spigolare pochissimi fatti, che non sono però
-fatti isolati, per mostrare quanto torto avessero gli Ebrei di diffidare
-di coloro che professavano altre religioni, anche se queste imponevano
-come obbligo, la carità e l'amore verso l'uman genere.
-
-A Beziers nella settimana santa ERA PERMESSO ai Cristiani di pigliare a
-sassate gli Ebrei (329).
-
-Ma pigliarli a sassate non basta, e nelle Assise di Bretagna nel 1239,
-si trova una disposizione che vietava di procedere contro chiunque
-avesse ucciso un ebreo (330).
-
-E questi empi Ebrei, così ben protetti dalle leggi dei popoli fra cui
-vivevano, osavano iscrivere nei loro libri religiosi, massime di
-precauzione contro i loro persecutori!
-
-Perchè, invece, non affidarsi alla pietà di questi? Perchè non invocare,
-per esempio, l'appoggio di quel buon Ugo, cappellano del visconte di
-Rochechouart, di cui voglio narrarle le gesta, ad edificazione
-dell'articolaio suo.
-
-È quasi certo che Ella sa, e che l'articolaio suo che nulla sa, ignora,
-che una di quelle sante leggi del passato, di cui l'articolaio invoca
-parecchie volte il ripristinamento, disponeva che gli Ebrei di Tolosa
-dovessero ricevere uno schiaffo alla porta del maggior tempio, cerimonia
-piissima ed edificante, che durò fino al principio del XII secolo (331).
-
-Ora quel buon cappellano..... ma val meglio lasci la parola ad un autore
-non sospetto di soverchia benevolenza verso gli Ebrei: “Quo tempore Ugo,
-capellanus Americi vicecomitis Rocacardensis, cum eodem seniore suo
-Tolosæ adfuit in Pascha: et colaphum judaeo, sicut illic omnis Pascha
-semper moris est, imposuit et cerebrum illico et oculos ex capite
-perfido ad terram effodit. Qui judæus statim mortuus, ad synagogam
-judæorum de basilica Sancti Stephani elatus, sepulturæ datus
-est.” (332).
-
-E badi, Riverito Signor mio, che questi perfidi Ebrei avevano tanto
-maggior torto di diffidare di questi mitissimi avversari, in quanto la
-legge li tutelava così bene, che al piissimo cappellano Ugo non fu torto
-un capello!
-
-Ma che vado io cercando esempi nel _tanto calunniato medio evo_ (come si
-suol dire nel suo giornale), per provare il torto grandissimo che
-avevano gli Ebrei di non fidarsi dei loro nemici?
-
-Lo stesso suo articolaio mi fornisce un argomento prezioso. È noto,
-_lippis et tonsoribus_, che la Spagna, fra tutte le nazioni europee, è
-quella che gode la maggior simpatia di V. S. Ill.ma e dei redattori del
-suo giornale, tanto è vero che a pag. 456 del volume V la trovo chiamata
-“la più cavalleresca ed anche forse la più cattolica di tutte le
-nazioni.”
-
-Ora, il suo pio articolaio visto, che se i tempi non volgono propizi
-agli arrosti, non sono neppur adatti a ristabilire la _colafizazione_ di
-Tolosa, appena sente che il Governo spagnuolo si mostra disposto a
-richiamare gli Ebrei, scrive queste precise parole:
-
-“Poco si fidano gli Ebrei dell'ospitalità spagnuola. E non hanno torto.
-Tanto più che la Spagna passa ora per avere le finanze sì pubbliche e sì
-private un po' ammalate. E quando gli Ebrei vi avessero seco portati i
-loro milioni, non si sa se poi qualche moto antisemitico non dovesse
-ricacciare gli Ebrei dalla Spagna, ritenendo i milioni. Sono cose già
-accadute, e che il presente dominio liberalesco non può che rendere
-sempre più facili a riaccadere.”
-
-Lascio a parte l'insinuazione contro il dominio liberalesco; non oppongo
-l'osservazione che Ferdinando ed Isabella, che cacciarono gli Ebrei,
-ebbero dalla storia un nome che, grazie a V. S. Ill.ma, ed a pochi suoi
-accoliti, significa l'opposto di liberale; ma chieggo, a chiunque abbia
-pratica di arguzie rabbiniche, se dalle linee che ho testè riferito, non
-appare chiaro il desiderio del pio articolaio suo, che avvenga ciò
-ch'egli ipocritamente finge di temere, che cioè la _cattolica_ e
-_cavalleresca_ Spagna scacci _cavallerescamente_ gli Ebrei, e ne
-ritenga, altrettanto _cavallerescamente_, i milioni, dato e non concesso
-che milioni ci sieno?
-
-E quando oggi ancora, in pieno XIX secolo, esistono pie persone come
-l'articolaio suddetto, come il Rohling, come il sucido falsario
-dell'anonimo opuscolo di Prato, come quel rinnegato di tutte le nazioni
-e di tutte le religioni che si fa chiamare Osman bey, vi è di che
-meravigliarsi se gli Ebrei del V secolo avevano ricorso a qualche
-provvedimento precauzionale contro i loro nemici?
-
-E qui giunto alla fine mi nasce, Riveritissimo Signor mio, un dubbio.
-
-Valeva egli la pena di discutere coll'articolaio suo che mi dà prove
-luminose di dottrina, collocando Damasco in Egitto (VII, 476); facendo
-di S. E. il generale Menabrea un ebreo (VII, 238), quando sanno anche i
-bimbi che quell'egregio uomo di Stato fu tra i fondatori dell'_Armonia_,
-ed infine mettendo, come già ebbi a rilevare, la circoncisione fra i
-precetti noachidi? Ma istruire gli ignoranti è opera di carità, ed io
-non rimpiangerei le mie parole se non temessi che l'articolaio in
-questione, fosse fra quegli ignoranti che non vogliono essere istruiti.
-
-Come si fa per esempio ad ammettere la buona fede, altrimenti che
-spiegandola colla crassa ignoranza, dello scrittore che a pag. 736 del
-vol. VI, scrive queste parole:
-
-“_Polemicamente_ poi si manifesta la reazione religiosa ebraica con
-quell'informe ammasso dei loro libri, tutti diretti contro quanto non è
-ebreo. Più celebri fra questi, perchè più empî e più blasfematorî, sono
-il _Toldos Jescou_ ossia la _generazione_ di Gesù, e il _Maase Talony_,
-ossia _Storia dell'impiccato_. Ma gli Ebrei si vantano ancora di
-possedere tre _Nizacchi_ ossia _Libri vittoriosi_ contro i Cristiani e
-contro il Vangelo, composti l'uno dal Rabbino Matatial, l'altro dal
-Rabbino Lipman, ed il terzo dal Rabbino Giuseppe Kimchi.
-
-“. . . . . Orribili veramente sono quei libri: ma però necessari a
-conoscersi da chi vuol sapere ciò che veramente pensano dei Cristiani
-gli Ebrei.”
-
-Apra l'articolaio il _Dizionario storico degli Autori Ebrei_, opera di
-quell'eccellente sacerdote cattolico che fu il prof. De Rossi, a pag.
-152 del vol. 2º, e troverà che il _Toledoth Jesù_ ed il _Maasse Jésù_ o
-_taluì_ sono un libro solo con due titoli diversi, e quanto poi al farne
-colpa agli Ebrei vedrà che il celebre Mendelssohn protesta “che è uno di
-quei libri che nessun ebreo di buon senso legge o conosce” e che lo
-stesso De Rossi conviene che “tutti i più savi e dotti Rabbini sono
-talmente persuasi della sua impostura che non ne trovo veruno di tanti
-che hanno scritto di controversie, e difesa la loro religione contro de'
-Cristiani, che abbia osato citarlo per genuino, per antico, per
-autorevole.”
-
-Mi è impossibile riportare intiero il capitolo del De Rossi, ma lo legga
-l'articolaio, e vedrà che l'autore del libercolo è ignoto e non è neppur
-provato che esso sia un ebreo; sicchè volerne far colpa all'intiera
-nazione giudaica, sarebbe come dire che tutti gli Europei sono empî,
-perchè in Europa fu pubblicato, se pur fu pubblicato, il _De Tribus
-impostoribus_. Quanto a quelli, che in gergo romanesco-giudaico,
-l'articolaio chiama _Nizzacchi_, legga il De Rossi ed all'articolo
-Matatia, e non Matatial, come sproposita l'articolaio, troverà che
-questo Rabbino d'incerta età e luogo, è autore di un libro polemico
-_manoscritto_, noti l'articolaio _manoscritto_, contro il Vangelo,
-intitolato: _Nitzachon_, o _Libro della Vittoria_.
-
-All'articolo _Lipman_, troverà che costui compose nel 1399 un altro
-_Nitzachon_ in cui confuta gli atei, i sadducei, i caraiti, e
-specialmente i Cristiani, ed esamina tutti i testi della scrittura da
-loro prodotti per provare i loro dogmi; all'articolo Kimchi Giuseppe,
-troverà accuratamente notati i varî titoli delle opere anticristiane di
-questo dottissimo Rabbino spagnuolo del XII secolo, il quale, al pari
-degli altri due scellerati Rabbini sunnominati, ha avuto il torto di
-scrivere dei libri in difesa della religione che professava senza
-chiederne il permesso all'articolaio suo.
-
-Ed il suo articolaio può rabbrividire ed inorridire e raccapricciare
-quanto vuole nel ricordarli, ma deve sapere che le opere, quasi tutte
-inedite, del Kimchi, per dir di questo solo, vennero ritenute dal
-celebre Michaelis, dal Bruns, dall'anonimo autore delle Effemeridi di
-Gotha, e da altri letterati moderni, valentissimi nella filologia
-orientale e sacra, tanto utili per il progresso della medesima e di
-tanto pregio e importanza, che vivamente desiderarono che venissero
-ricercati con diligenza e dissotterrati e pubblicati.
-
-Un'ultima osservazione ed ho finito. L'articolaio suo accusa gli Ebrei
-(vol. X, pag. 611) di aver sostituito al precetto biblico: “_Ama dunque
-il Signore Iddio tuo_ _con tutta l'anima tua e con tutto il tuo maggior
-potere_” l'altro _che Dio non si dee amare ma soltanto temere_.
-
-Se fossimo ancora nei tempi in cui la lingua ebraica era ignota ai
-Cristiani, se i riti e i costumi degli Ebrei fossero avvolti nel più
-profondo mistero, simile accusa potrebbe forse comprendersi; ma essa
-riesce, oggigiorno, peggio che inesplicabile.
-
-Tutti sanno che gli Ebrei hanno una speciale preghiera, lo _Sceman_, che
-devono ripetere almeno due volte al giorno, e che è per loro il simbolo
-della loro fede, ciò che il _Credo_ è pei cattolici, sicchè tutti i
-martiri ebrei, morirono collo _Sceman_ sulle labbra.
-
-Ora i primi versetti di questa preghiera, di questo _credo_, sono
-testualmente i versetti 4–9 del libro VI del _Deuteronomio_, e quindi le
-parole: _Ama dunque il Signore Iddio con tutta l'anima tua e con tutto
-il tuo maggior potere_, che non sono altro che il 5º versetto del libro
-citato del Deuteronomio, forman proprio parte di questa preghiera
-quotidiana.
-
-Ma non basta; chè gli Ebrei aggiustano tanta importanza a questo
-versetto, che secondo l'articolaio avrebbero invece posto in non cale,
-che oggi ancora pronunziandolo “all'oggetto di concentrare la loro
-attenzione sopra questa verità fondamentale della Religione, usano,
-dietro l'esempio di un antico dottore della legge, coprirsi gli occhi
-colla mano destra” (333).
-
-Come ella vede a farlo apposta l'articolaio per una delle poche volte
-che ha accusato gli Ebrei, senza riprodurre calunnie trite e ritrite, ha
-avuto proprio la mano felice!
-
-E chiedendo scusa a Lei, della lunga cicalata, depongo la penna,
-pregandola di credere che è con sommo dolore che devo dar posto ad uno
-scrittore della _Civiltà Cattolica_ fra un Rohling ed un Osman bey.
-
- Gradisca, ecc.
-
- CORRADO GUIDETTI
- _Dottore in lettere._
-
-(325) Tur Orach Chaim, cap. DCXIX.
-
-(326) _Chulin_, I, _a_.
-
-(327) _Conciliorum coll._, t. IV, pag. 1389.
-
-(328) Bolla, anno 1429.
-
-(329) _Ex Cronica Gonfredi Vosiensis_, anno 1167, Dom. Bouquet, t. XII,
-p. 496.
-
-(330) D'ARGENTRÉ, _Histoire de Bretagne_, libro IV, capo XXIII, p. 207.
-
-(331) Dom. Bouquet. _His. d. Fr._, t. XII.
-
-(332) _Ex Chronico Ademari Cabanensis_ ad an. 1020 in _Recueil des hist.
-de France_ di Dom. Bouquet, tomo X, p. 154. Cfr. MARY LAFON. _Hist. du
-midi de la France_, t. II, p. 122.
-
-(333) MORTARA, _La religione israelitica compendiosamente esposta_,
-Mantova, Beretta, 1855, pag. 40.
-
-
-
-
- 2º G. B. BORELLI.
-
- La questione semitica e la sua possibile soluzione.
-
-
-Un senatore del Regno, l'on. G. B. Borelli, si è occupato dell'argomento
-che ci preoccupa in un opuscolo intitolato: la _Questione semitica e la
-sua possibile soluzione_. Il Borelli, diciamolo subito, conviene con noi
-che oggi la questione semitica è questione sociale non religiosa, e
-nemico come egli si addimostra di tutte “le superstizioni religiose e di
-tutte quelle modalità materiali di culto che isteriliscono ed ammorbano
-il sentimento religioso” vede la soluzione della questione nei matrimoni
-misti.
-
-Alieni siccome siamo da ogni pregiudizio religioso, non proviamo nessuna
-ripugnanza per la soluzione proposta dall'on. Borelli. Gli osserviamo
-però che egli manca di logica.
-
-Poichè egli ammette che il fanatismo religioso non entra per nulla nella
-persecuzione degli Israeliti, poichè egli ammette che gli Ebrei sono
-perseguitati “perchè assorbono e monopolizzano molti interessi
-commerciali ed industriali e sono in via di impossessarsi della maggior
-parte di essi” a che cosa crede egli di rimediare coi suoi matrimoni
-misti?
-
-Se l'on. Borelli legge i giornali, egli vedrà che oggi il partito che
-aspira al sovvertimento sociale ha messo in pratica il principio della
-divisione del lavoro.
-
-In quei paesi dove le maggiori ricchezze sono nelle mani
-dell'aristocrazia, giornalisti, indegni di questo nome, vanno
-racimolando nella storia tutto quanto può servire a gittar l'onta ed il
-discredito sugli eredi dei più grandi nomi storici; dove l'aristocrazia
-è povera, e perciò non odiata, e l'industria potente, sono gli
-industriali che si designano alle ire del popolino come sanguisughe
-efferate, come sfruttatori dei loro operai, ecc., ecc. Là infine dove
-gli Ebrei sono più ricchi è contro di essi che si eccitano le malvage
-passioni della plebe ignorante e fanatica.
-
-Metta in pratica l'on. Borelli la sua panacea del matrimonio misto, vada
-anche anche più in là se vuole, converta tutti gli Ebrei al
-Cristianesimo, li copra magari della cocolla del cappuccino o li ascriva
-al terz'Ordine di San Francesco, e la questione muterà forse nome, ma
-resterà intatta.
-
-Se tutti i membri della famiglia Rothschild si unissero in matrimonio
-con Cristiani, ciò non scemerebbe punto il numero degli invidiosi della
-loro fortuna.
-
-E la questione sociale, come la questione semitica, è fatta di invidia.
-
-Ora creda pure l'on. Borelli che l'invidia non si attutisce coi
-matrimoni misti.
-
-Ciò che occorre, ciò che è necessario, è che i perseguitati di ieri,
-come i perseguitati d'oggi, come quelli di domani, tutti coloro insomma
-che hanno qualche cosa da perdere, si stringano in un fascio, che tutti
-concorrano a dissipare le calunnie che gli interessati vanno sobillando
-or contro una casta, or contro una Corporazione religiosa, or contro i
-seguaci di una credenza.
-
-Il pericolo che minaccia gli uni, minaccia gli altri e l'Ebreo che
-ridesse delle persecuzioni che contro il clero cattolico si
-organizzarono in taluni paesi, non sarebbe meno insensato del Gesuita
-che plaudisse agli eccessi che i degni successori degli Unni, commettono
-in Ungheria.
-
-Gli uni e gli altri riderebbero del trionfo dei loro nemici!
-
-
-
-
- 3º L'ANTISÉMITIQUE (giornale) — _Montdidier_.
-
-
-Abbiamo sormontato quel disgusto che ad ogni uomo onesto ispirano la
-menzogna la più impudente e la calunnia la più schifosa, ed abbiamo
-letto, con scrupolosa attenzione, i primi dieci numeri
-dell'_Antisémitique_ che vede la luce a Montdidier collo scopo apparente
-di combattere gli Ebrei, collo scopo reale di combattere le convenzioni
-ferroviarie proposte dal ministero francese, e di farsi gettare nelle
-fameliche fauci un'offa dal Barone di Rothschild.
-
-Il nostro coraggio nel leggere il giornale-libello non vogliamo sia
-inutile, sicchè daremo ai lettori nostri una breve recensione
-dell'immondo fogliaccio.
-
-A dimostrare la sciocchezza e l'ignoranza crassa dei redattori di quel
-giornale, addurremo tre prove soltanto.
-
-Nel suo sesto numero, annoverando gli Ebrei che occuparono altissime
-cariche in Europa, pone fra questi, non lo si indovinerebbe in mille, il
-cardinale Antonelli! E quasi ciò non bastasse, nel numero 8, ribadisce
-la strana asserzione con queste precise parole: _Le feu cardinal
-Antonelli qui était juif de sang et de naissance._
-
-Come meravigliarsi dopo ciò che lo stesso giornale che tratta da ebreo
-un cardinale di Santa Chiesa, affermi, con sicumera tutta propria, che
-gli Ebrei esalano un odore speciale? e come meravigliarsi che difetti a
-tal segno di logica, da pubblicare, nel suo numero 9, una lettera d'un
-tal di Hervilly, — che pare voglia farsi credere letterato e poeta — il
-quale si lagna di tre scortesie ricevute dal conte di Larochefoucauld
-duca di Bisaccia, uno dei capi del partito cattolico francese, dalla
-duchessa di Magenta, la cui severa pietà è universalmente nota, e dalla
-principessa Riccardo di Metternich e trova che la colpa è, _risum
-teneatis_, degli Ebrei, che hanno bandito di Francia la cortesia
-francese!!
-
-Parmi bastino questi tre esempi, a dimostrare che l'organo magno
-dell'antisemitismo francese è redatto da idioti; uno solo basterà a
-provare che è redatto da malvagi e lo trarrò dal solo articolo del
-giornale in cui non sia discorso di Ebrei.
-
-È inserito nel numero 10 del giornale ed è tutto rivolto contro gli
-inglesi. E l'immondo libellista osa proporre che — in caso di guerra tra
-la Francia e l'Inghilterra — la Francia, calpestando i trattati che
-seguirono la guerra di Crimea, ristabilisca le lettere di marca e, per
-danneggiare la nemica potenza, si valga dell'opera infame dei corsari!!
-
-Davvero che vi è da arrossire di dover, nell'ultimo quarto del XIX
-secolo, occuparsi di tali sanguinose aberrazioni.
-
-Noi toccheremo dunque di questo giornale, soltanto perchè pur troppo,
-nel secolo nostro che pur si vanta illuminato, non vi ha voce, per
-quanto uscita da infame luogo, che non possa produrre le sue
-conseguenze.
-
-E ce ne occupiamo anche perchè nell'_Antisémitique_ troviamo la conferma
-di parecchie fra le asserzioni che siam venuti mettendo innanzi nel
-corso di questo lavoruccio.
-
-Abbiam detto che l'antisemitismo è una delle tante manifestazioni di
-quel mostro proteiforme che è il radicalismo, e nel numero 7
-dell'_Antisémitique_ troviamo a proposito del famoso processo di Tisza
-Esslar e dell'equanime contegno di quel procuratore del Re, sig.
-Szeyffert, le seguenti parole:
-
-“Nous ne sommes pas surpris d'apprendre que tous les membres du barreau
-presque tous _des démocrates et des ennemis déclarés du cléricalisme_
-sont indignés de la partialité du procureur du roi Szeyffert.”
-
-E quasi ciò non bastasse, l'_Antisémitique_ ci prova le strette
-relazioni che passan fra esso e la Massoneria francese, e nel numero 5
-ne apprende che _les franc-maçons antijuifs sont innombrables_ (334) e
-nel numero 6 che _le nombre des maçons antisémites est légion_.
-Dichiarazioni queste di grandissima importanza, e perchè non
-contraddette dalla Massoneria francese e perchè scritte in un paese
-dove, chi ha un po' di memoria, non ha dimenticato gli aiuti che la
-Massoneria, col pretesto di porsi mediatrice fra la Comune ed il Governo
-di Versailles, ha prestato alla prima.
-
-Abbiam detto che i persecutori dei Gesuiti sono ad un tempo i
-persecutori degli Ebrei e l'_Antisémitique_ ci porge, anche di questo
-prove abbondanti.
-
-Nel num. 2 in una lettera ai suoi corrispondenti dichiara, parlando
-degli Ebrei: “Noi sapremo renderli in esecrazione al mondo intiero
-facendoli conoscere” e poche righe prima non ha trovato ingiuria più
-grave da scagliare contro gli Ebrei di questa: _Association jésuitique_.
-Notiamo, per semplice curiosità, e per mostrare più a nudo i sicari
-della penna che abbiam preso a smascherare, che essi nella stessa
-lettera si appropriano l'odiosa massima _il fine giustifica i mezzi_,
-che attribuita, a ragione od a torto, ai Gesuiti, fu meritamente
-stigmatizzata dalla coscienza di tutti gli onesti.
-
-Non è infatti Rodin, od il padre d'Aigrigny, e non è neppure un ebreo,
-che esclama nell'articolo già citato: _Qu'importent les moyens quand le
-but est loyal!_
-
-Nel numero 6 per eccitare l'odio verso quella eccellente, e veramente
-caritatevole Associazione che è l'_Alliance Israélite Universelle_, dice
-che essa si compone _d'autant de Jésuites et de Bonapartistes que de
-Juifs_ e rincara la dose nei numeri seguenti, e specialmente nell'8º,
-dove, in una corrispondenza da Londra, accusa due reverendi Padri della
-Compagnia di Gesù, di essersi legati in complicità con dei banchieri
-ebrei per commettere, non sappiamo qual grossa frode finanziaria, a
-proposito di un prestito della repubblica di Honduras!!
-
-Infine abbiam detto che gli antisemiti attuali, non hanno che fare colla
-Chiesa cattolica e con nessuna Comunione cristiana, ed il nostro
-compiacente libellista prova anche più di quello che noi avevamo
-asserito.
-
-Esso vien pubblicando dei così detti studi sulla Bibbia, dove,
-attingendo a piene mani agli scritti di Voltaire e di Pigault Lebrun,
-volge in ridicolo il Libro che è egualmente sacro ai Cristiani ed agli
-Ebrei, e che entrambe le Religioni hanno siccome rivelato. Una sola
-linea tolta da quel lavoro basterà a darne un concetto esatto. La tolgo
-dal num. 3: “_Les gens grossiers qui construisirent la Bible._”
-
-Nel num. 10 poi lo stesso giornale ci dà la notizia che la società dei
-_Liberi Pensatori_ di Orléans ha deciso di escludere dal suo seno gli
-Ebrei, per ciò soltanto che sono Ebrei. Alla grazia di quei _Liberi
-Pensatori_!
-
-Ho dimostrato che l'_Antisémitique_ non è soltanto idiota e malvagio, ma
-che è radicale, massone, persecutore dei Gesuiti, irrisore della Bibbia,
-negatore di ogni religione rivelata, libero pensatore.
-
-Dopo ciò è difficile a spiegarsi che tre giornali cattolici abbiano
-annunziato con favore il giornale-libello.
-
-Certamente tre in confronto di tutti i giornali cattolici che vedono la
-luce in Europa, non è gran cosa e questo numero scema di importanza
-ancora, quando si sappia che a comporre quel numero concorre un ridicolo
-giornaluccio di Modena, e l'_Univers_ di Parigi, che non seppe mai
-serbar misura in nessuna questione e che è l'organo del fanatismo il più
-cieco. Addolora invece trovare fra i giornali che accolsero
-favorevolmente il libello di Montdidier, l'_Ateneo_ di Torino, giornale
-cattolico nel buon senso della parola, e scevro da ogni fanatismo; e
-tanto più ci addolorano le parole che il giornale cittadino indirizzava
-nel suo numero del 10 giugno 1883, al libello di Montdidier, in quanto
-le vediamo accompagnate da una tenera ammonizioncella, che dimostra
-proprio il desiderio dell'_Ateneo_ di ricondurre il figliuol prodigo
-sulla buona strada.
-
-Mettiam pegno che il 10 giugno l'egregio e reverendo teologo Biginelli
-non era in Torino, e che il saluto mandato dall'_Ateneo_ all'organo
-dell'antisemitismo e della pirateria è opera dello scaccino della
-parrocchia.
-
-(334) L'antisemitismo non sarebbe cosa nuova in massoneria se è vero, e
-crediamo lo sia, quanto ci apprende la _Civiltà Cattolica_ (serie IX,
-vol V, p. 107), che tuttora dura in più luoghi e segnatamente in Austria
-ed in Germania, l'antica, e già comune, legge di escludere gli Ebrei
-dalle loggie.
-
-
-
-
- 4º OSMAN BEY. — _Gli Ebrei alla conquista del mondo_, IX Edizione
- Internazionale (_sic_) italiana, _aggiuntevi Rivelazioni
- sull'Alleanza Israelitica universale_. Venezia, Favaj 1883.
-
-
-Allorquando un amico mi mandò da Venezia questo libricciattolo,
-conoscevo già di nome l'autore. È un grafomane, mezzo turco e mezzo
-russo, mezzo osmanli e mezzo cristiano, mezzo bey e mezzo gentiluomo,
-_semibovemque virum, semivirumque bovem_. Ho perciò lungamente esitato
-prima di dar luogo in questo mio lavoruccio ad una qualsiasi risposta,
-ed ho esitato specialmente, perchè, pei gentiluomini non turchi, vi è
-qualcheduno di più sacro della donna, del bimbo, del vecchio, del
-prete — queste quattro debolezze — ed è il soldato che tollerò,
-paziente, sanguinose offese.
-
-Dopo che un signor prof. Ottolenghi di Venezia, rispondendo a questo
-signore, ha potuto scrivere impunemente queste parole: “Se osaste
-ripetermi in faccia che l'Italia s'è fatta coll'oro, getterei le mie
-scarpe nelle immondizie dopo aver loro fatto fare la vostra conoscenza”
-pare davvero poco decoroso l'occuparsi di questo bey.
-
-Ma lo stesso amico che mi inviò l'opuscolo, mi previene ora che si è
-trovata nel Veneto una accolta di persone, non so se più imbecilli o
-maligne, per acquistare molte copie dell'opuscolo del bey e diffonderlo
-a larghe mani; è dunque forza occuparsi di questo libricciattolo e lo
-faremo.
-
-Chi è Osman bey? La sua grafomania lo ha spinto a rivelarcelo egli
-stesso in un libro che col menzognero titolo: _Gli Inglesi in
-Oriente_ (335), non è che la storia sua e della sua famiglia. In
-quell'opuscolo il bey gitta a piene mani l'oltraggio sulla nobile figura
-di suo padre, il dottor Giulio Millingen, egregio medico e pubblicista
-inglese dimorante in Oriente, e su una sua stessa sorella, di cui tutta
-Venezia onora la profonda pietà, l'intemerato carattere, la contessa
-Evelina Millingen ne' Pisani.
-
-Il bey è un rinnegato di tutte le nazioni, di tutte le religioni. Nato
-inglese, lo troviamo poi or turco, or russo; anglicano dapprima, poi
-cattolico e conte del papa, poi musulmano, ed ora crediamo
-greco-scismatico, il bey fu sin dalla sua prima infanzia il protagonista
-di un dramma religioso (336).
-
-Adesso lo troviamo animato da un odio veemente, implacabile, contro gli
-Ebrei.
-
-Duplice è la causa di quest'odio.
-
-Il povero bey ha due nobili passioni nel cuore. Detesta, esecra la sua
-famiglia e la sua patria: l'Inghilterra.
-
-Ora, sua sorella, costretta da lui ad una lite assurda, temeraria,
-affidò le sue ragioni ad un avvocato ebreo, l'illustre comm. Diena,
-onore del veneto foro, che ebbe anche l'impudenza di vincerla.
-
-Apriti cielo; il bey impugna la sua penna e scrive, in sua favella,
-queste belle parole (337).
-
-“Che una dama ultra-cattolica sia ridotta a farsi difendere da un
-israelita, non è la minore anomalìa che abbella codesto dramma.”
-
-Questo per la famiglia.
-
-Ma non basta, che un ebreo abbia osato assumere contro di lui la difesa
-di una sua sorella; egli vede “in Inghilterra il giudaismo onnipossente,
-mercè la sua alleanza con la Gran Brettagna. Interessi comuni
-stabilirono un cordiale accordo fra quelle due nazioni commerciali,”
-egli vede, o sogna, che il giudaismo mette a disposizione
-dell'Inghilterra, “l'influenza finanziaria di cui dispone ed il suo
-concorso commerciale” e raccapricciando, egli inglese, scorge che,
-“intanto che l'Inghilterra e la Russia si contendevano il primato sulla
-Turchia, il giudaismo servì d'ausilio alla prima facendo una guerra
-inesorabile alla Russia.”
-
-Acciecato dall'odio pel suo paese, — nobile sentimento invero — il bey
-volle fulminare colla sua penna d'oca, molto d'oca, gli Ebrei che egli
-crede gli alleati dell'Inghilterra e lo fece con tanto acume, con tanto
-buon senso, che, dimenticando di avere scritto i brani che ho finora
-citato, scrive a pag. 55, del suo povero opuscolo, queste parole:
-“Quando l'Inghilterra e la Francia erano arbitre dell'Europa, il
-giudaismo si basava sulle loro influenze... dopo il 1867 disertarono la
-bandiera tricolore e la croce di San Giorgio.”
-
-Ma perdoniamo al bey queste sue contraddizioni; perdoniamogli anche la
-sua ignoranza assoluta della nostra lingua che gli fa scrivere, come a
-pag. 63, _questa pretesta_ per questo pretesto, o come a pag. 64,
-_ciurma di intrighi_ invece di non so che; ed occupiamoci alquanto del
-suo opuscolo.
-
-Prima però completiamo, con due citazioni dell'opuscolo stesso, il
-ritratto morale dell'autore. Il bey fu militare, e pose, è lui che lo
-dice, la sua nobile spada al servizio di un generale che proteggeva i
-briganti (pag. 5). Fu forse al servizio di questo generale che egli
-imparò la lealissima arte di polemica, di cui parla a pag. 75. “Fu
-necessario che io mi recassi a Parigi per impossessarmi (leggi:
-_rubare_), di trofei negli stessi uffici dell'Alleanza Israelitica.”
-
-Ed ora vediamo cosa ci sa dire contro gli Ebrei questo rinnegato
-inglese, questo seida di un generale che protegge i briganti, questo
-polemista, che va in casa altrui, ad impossessarsi di trofei.
-
-Avverto però che non rileverò le accuse contro gli Ebrei che il bey
-ripete, se già in altra parte di questo libro io abbia avuto ad
-occuparmene:
-
-A pag. 13 accusa l'Ebreo di mancare d'amor proprio e soggiunge: “se voi
-l'insultate non ne farà caso alcuno.” Chi ha vissuto in società sa che
-vi sono Cristiani ed Ebrei assai suscettibili in materia d'onore, e
-Cristiani ed Ebrei privi di amor proprio: io, per esempio, conosco un
-bey, che professò tutte le religioni meno l'ebraica, e che non si
-risentì quando il prof. Ottolenghi lo minacciò per le stampe di
-prenderlo a pedate... nel beylicato.
-
-Del resto questo bey ha, fra le tante sue virtù, quella di veder sempre
-il fuscello che è nell'occhio dell'Ebreo e di non veder mai la trave che
-è nel suo.
-
-Se così non fosse, come oserebbe questo bey accusare gli Ebrei di essere
-insensibili ad ogni soddisfazione di amor proprio, e soltanto avidi di
-denaro, ricordandosi di aver scritto a pag. 216 di un altro suo libello,
-_gli Inglesi in Oriente_, queste precise parole:
-
-“La stampa in Londra (_dice lui_), fu unanime a riscontrarvi dei meriti,
-(_in una sua opera_); questa fu la sola soddisfazione e il solo
-vantaggio, a ricompensa delle mie fatiche, un centinaio di sterline
-m'avrebbe meglio pagato.”
-
-Ebreo d'un bey!
-
-E se avesse meglio pensato ai casi suoi come avrebbe potuto scrivere a
-pag. 41 della sua compassionevole catilinaria contro gli Ebrei queste
-parole: “Gli Ebrei meriterebbero che si stigmatizzassero (_sintassi
-beylicale!_) col nome di lupi sotto pelle d'agnello; perchè in fin dei
-conti, tale è il nome che si deve dare a coloro che pretendono aver in
-una volta due nazionalità distinte.”
-
-Nessun professore, ebreo o cristiano, potrebbe minacciare impunemente un
-lupo di pigliarlo a pedate; l'agnello è tipo di mansuetudine; io non
-farò dunque a quelle brave bestie il torto di paragonarle a chi so io;
-ma, ti domando, o bey, se chi ha in una volta due nazionalità distinte
-deve paragonarsi ad un lupo mascherato d'agnello, a che si deve
-paragonare un bey che — avuta l'immeritata fortuna di nascere suddito
-inglese — pianta un bel giorno in asso patria e religione e diventa
-prima diplomatico turco, poi mussulmano, poi ufficiale turco, finchè un
-bel e giorno, piantata anche la Turchia, offre prima la sua nobilissima
-spada ai Candioti che non sanno che farsene, e poi la vende, per pochi
-copecchi, al Governo russo?
-
-Per siffatte palinodie il regno animale non offre paragoni, ma la
-nobiltà di carattere che le inspira è quella che si suole volgarmente
-attribuire ai rettili.
-
-Ma questo spaccamontagne di bey ha una faccia tosta tutta sua per
-asserire senza provare; si vede proprio che le sue imprese militari, al
-servizio di generali che proteggevano i briganti, non gli hanno lasciato
-tempo di apprendere il _quod gratis asseritur, gratis negatur_.
-
-A pag. 30, per esempio, egli mi caccia là l'osservazione che gli Ebrei
-non hanno mai fatto grande paura ai loro conquistatori, i Romani.
-
-Ecco, dirò: io non sono un bey; io non ho al mio servizio tre o quattro
-nazionalità diverse ed altrettante religioni, ma un po' di storia,
-umilmente, l'ho studiata anch'io, e credo che nessuno mi smentirà se
-dirò che, malgrado le asserzioni di tutti i bey del mondo, gli Ebrei
-seppero tenere in scacco per lungo tempo dinanzi a Gerusalemme quella
-potenza romana che pur faceva piegar tutto dinanzi a sè, tanto che
-Tacito, — sa il bey chi è Tacito? — ebbe a scrivere: _Augebat ira quod
-soli Judæi non cessissent_ (338). E lo stesso Tacito, a proposito di
-quegli Ebrei, che il nostro bey taccia di vili o poco meno, dice
-altrove (339) che non temevano la morte; e lo provarono del resto, in
-quelle guerre, i difensori di Massada che, anzichè cedere alle armi
-romane, scannarono prima le loro donne ed i loro fanciulli, poi si
-uccisero scambievolmente.
-
-Eroismo barbaro, se vogliamo, ma di cui non sono certo capaci i bey
-mercenari che servono, contro la loro patria, generali che proteggono i
-briganti.
-
-Ma non creda il grafomane bey che noi vogliamo fargli l'onore di seguire
-passo a passo la sua tantafera; come pigliar sul serio l'esposizione _ad
-usum bey_ che egli fa della storia biblica? Aspetteremo ad occuparcene
-che egli abbia scoperto la storia dei Filistei e quella dei Faraoni, di
-cui deplora la mancanza e quando egli, dopo averla scoperta ed
-illustrata, ci avrà mostrato la verità delle sue gratuite deduzioni,
-allora soltanto consentiremo ad occuparcene.
-
-Intanto gli diciamo una cosa sola: se egli professava nel quarto d'ora
-in cui scriveva, una religione — questo bey ne cambia più spesso che di
-camicie — che ammette la Rivelazione, la sua raffazzonatura della storia
-biblica è empia; se egli non l'ammette, empietà per empietà, leggeremo
-più volontieri i libri del Voltaire che, almeno, riboccano di quello
-spirito che manca completamente negli sproloqui beylicali.
-
-Del resto, a che occuparsi degli spropositi storici di questo
-spaccamontagne cosmopolita, quando essi non son messi là che per provare
-un asserto incomprensibile?
-
-Ciò che il bey vuoi provare è questo:
-
-“L'interesse costituisce un centro verso il quale convergono le
-aspirazioni e le ingordigie umane; dunque il suo possesso equivale al
-dominio universale.”
-
-Se tu, o bey, sei _maggiore_ come scrittore, compiango i briganti che tu
-dovevi proteggere per ordine del tuo degno generale.
-
-Più ho letto quel periodo, e meno l'ho capito. C'è un _suo_ sopratutto
-che non posso capire a che cosa si riferisca, e sì che bramerei saperlo,
-perchè saprei allora cosa occorra possedere per ottenere, _secundum_
-bey, il dominio universale.
-
-Un'altra accusa, tu, o bey, fai agli Ebrei. A tuo poco illuminato
-giudizio, essi hanno eretto ad assioma il principio dell'antagonismo
-perpetuo fra gli uomini. Stammi a sentire, o bey. Un certo Plauto, che
-nel _Miles gloriosus_ ha fatto la satira ad un bey del suo tempo, ha
-lasciato scritto in un'altra sua commedia: _homo homini lupus_, e Plauto
-non era ebreo, che io sappia. Un sommo pensatore francese che, anche
-senza esser bey, aveva pure qualche valore, ha scritto un intiero
-capitolo col titolo: _Le proufit de l'un est dommage de l'aultre_ (340),
-e Montaigne non era ebreo.
-
-Ai tempi nostri una scienza è sorta per mostrare agli uomini che il loro
-ben inteso interesse consiste nell'armonia, una scienza che, indagando
-le ragioni del progressivo sviluppo dei popoli, ha posto in chiaro la
-falsità degli apotemi del commediografo pagano e del pensatore francese;
-e questa scienza, che è l'Economia Politica, conta fra i suoi maestri
-molti, moltissimi Ebrei e nessun bey; tanto è vero che
-nell'_Antisémitique_ del 27 ottobre u. s. un tal Joseph Roland, in mezzo
-a molte serque di spropositi, ebbe a scrivere questa verità sacrosanta:
-_La science économique est juive._
-
-E già che ho nominato l'_Antisémitique_, me ne valgo per opporlo ad
-un'altra tua asserzione. Non sono inglese, ma provo un certo gusto a far
-combattere le bestie.
-
-A pagina 34 tu scrivi: “La solidarietà ebraica è tale, che se voi
-toccate un ebreo, gli ebrei delle cinque parti del mondo si levano ritti
-come un sol uomo.”
-
-Leggi, o deliziosissimo bey, un articolo pubblicato nell'_Antisémitique_
-del 26 ottobre intitolato: _Les juifs peints par eux-mêmes_, e firmato
-da un tale che si dice _Ben Joudi_, e che probabilmente è tanto Ben
-Joudi quanto tu sei _bey_, che finisce con queste parole: “Récompense
-honnête à qui pourra me dire où reste ce bel adage: Tous les juifs se
-soutiennent entre eux.”
-
-Mettetevi d'accordo, dirò anch'io col Giusti, e per non far al diavolo
-di troppo brutti augurî, non finirò il verso.
-
-Del resto, o simpatico bey, tu hai un modo di argomentare tutto tuo.
-Quando ti conviene mostrare che gli Ebrei dominano dovunque nella
-politica, tu scrivi che Arnim è un semita, ciò che è falso; che
-Castellar è un semita, ciò che è falso; che Thiers, Odilon Barrot, Jules
-Simon, Léon Say, sono semiti, ciò che è falso, falsissimo, arcifalso.
-Non posso provarti che tutti coloro che ho nominato sono cristiani, ma
-dal momento che tu li qualifichi di semiti sta a te a darne le prove.
-Pel solo Say ti dirò, che chiunque ha occupato il suo tempo altrimenti
-che penetrando nelle altrui case per impadronirsi di trofei, sa che Léon
-Say discende da una nobile e gloriosa famiglia di protestanti svizzeri.
-
-Ma per te, o bey, che consideri arte lecita di polemica l'impadronirti
-di trofei, la menzogna è peccato veniale; per ciò mi limiterò a farti
-odorare, col tuo beylicale naso, un'altra sola delle sozzure che tu hai
-seminato nel tuo libricciattolo.
-
-Tu dici che Blanc, il celebre fondatore del Casino di Montecarlo, è un
-ebreo. Menzogna altrettanto spudorata, quanto quella di certi giornali
-che vanno insinuando esser la casa di giuoco di Montecarlo sorretta dai
-Gesuiti. Blanc non fu mai ebreo; è un cristiano cattolico apostolico
-romano, come potrà fartene fede tutta Parigi. E ciò dico non per far
-ricadere la colpa della speculazione del Blanc su tutti i suoi
-correligionari, perchè questo modo di argomentare non è lecito che ad un
-bey, ma pel gusto di darti una volta di più del mentitore sfacciato.
-
-Un'altra sciocchezza, un'altra menzogna tu dici nel tuo libricciattolo.
-
-A pagina 38 tu scrivi: che fra le differenti industrie cui si dedicarono
-gli Ebrei non havvene una che abbia contribuito al benessere sociale.
-
-Quale sia stata l'influenza economica degli Ebrei, ho dimostrato alla
-gente seria, in un precedente capitolo, con argomenti serî.
-
-Ora voglio dimostrarlo con argomenti tratti dal tuo ridicolo libro.
-
-Non ti dirò che la più disonesta fra le industrie degli Ebrei è migliore
-di quella dello sgherro di ogni tirannide, del sicario della penna,
-dell'agente segreto del Governo russo, ma domanderò, non a te che scrivi
-senza capire ciò che ti si fa scrivere, ma a chi ha un dito di buon
-senso, come è conciliabile tale tua asserzione con quanto scrivi a pag.
-50 “gli ebrei si dedicarono alla medicina, alla letteratura,
-all'istruzione pubblica, al giornalismo.”
-
-Capisco che tu non debba ammettere che la medicina _contribuisca al
-benessere sociale_; tu devi dirti che i medici dell'ospedale di Salerno,
-che hanno salvato la tua vita, che non vale una buccia di fico, giovano
-assai meno al _benessere sociale_ del veterinario che guarisce un
-somarello che vale cinquanta lire; capisco che per un dotto della tua
-specie letteratura, istruzione pubblica, giornalismo, sieno arti
-improduttive; ma non capisco come tu non comprenda che se gli Ebrei,
-come tu stesso confessi a pag. 39, _infestavano_ gli Stati italiani
-quando questi erano prosperi e ricchi è perchè, checchè tu ne blateri,
-gli Ebrei sono fattori di prosperità e di ricchezza e tutti gli esempi
-che tu adduci in quella pagina provano contro di te: non è che gli Ebrei
-calassero, come cavallette voraci, nei paesi prosperi e ricchi per
-divorarli, perchè, in quei tempi di cui tu invochi il ritorno, gli Stati
-non accoglievano gli Ebrei se non ne avevano bisogno, ma è che colla
-loro attività e con quelle virtù che tu stesso, esagerando perchè ti fa
-comodo, riconosci loro, concorrevano potentemente a creare questa
-prosperità, questa ricchezza.
-
-E passo ad altro, scorrendo il tuo libro senz'ordine, ma come vien
-viene, perchè davvero non merita di più.
-
-A pagina 70 tu hai l'impudenza di venirla a fare da maestro a noi
-italiani e di rimproverarci, perchè nelle nostre assemblee legislative è
-fatta agli Ebrei una parte troppo preponderante.
-
-Potrei risponderti che in Italia scegliamo i nostri deputati ed i nostri
-senatori basandoci sul valore morale ed intellettuale delle persone e
-senza preoccuparci della loro religione e, sopratutto senza darci il
-menomo pensiero di ciò che ne pensa il più sconclusionato di tutti i
-bey.
-
-Ma preferisco risponderti con un argomento _ad hominem_. Come tra gli
-Ebrei vi sono dei bricconi, così anche tra i bey ci sono delle persone
-ammodo. Ed una di queste, il comm. Paternostro-bey, fu prima deputato e
-poi senatore del Regno d'Italia. Ti parrebbe logico se qualcuno
-ragionasse così: in Italia non ci sono che due bey, Osman Seify bey, che
-non osa portare il suo vero nome ed il suo vero titolo di Conte
-Millingen, e Paternostro-bey, fior di gentiluomo, che si è sempre
-chiamato così. Ora due bey sopra 28,459,451 abitanti, non hanno diritto
-a nessuna rappresentanza, per ciò la presenza di un bey fra i
-legislatori italiani è contraria al diritto costituzionale.
-
-Io non so cosa tu penseresti di chi ragionasse così, so che noi italiani
-lo chiameremmo un matto.
-
-Un'ultima gemma però voglio rilevare nel tuo libricciattolo. A pag. 42
-tu scrivi: “Crémieux e Armand Levy, due celebrità israelitiche del
-nostro tempo, hanno categoricamente dichiarato ch'essi sono fieri di
-esser ebrei fino all'estremità delle unghie. Evidentemente, siccome al
-di là dell'estremità delle unghie non vi è gran che, la nazionalità
-francese deve trovarsi molto incomoda in simili individui.”
-
-Bisognava proprio che tu li insozzassi colla tua immonda bava, perchè io
-pigliassi a difendere il Crémieux, che come repubblicano non mi è punto
-simpatico, il Levy, che come comunardo mi è addirittura odioso; ma qui
-non facciamo della politica.
-
-Sicchè ti ricordo che un illustre patrizio e letterato italiano, il
-conte Tullio Dandolo, abbiatico di un ebreo battezzato e padre di quei
-due Dandolo, il cui nome è legato alla eroica difesa di Roma nel 1849,
-aveva assunto per divisa: “Prima sono cattolico e poi italiano”; e
-nessuno pensò mai che in Dandolo la religione fosse ostacolo alla
-nazionalità. Ma tu che hai avuto il merito di far sì che il professore
-Ottolenghi potesse vantarsi di minacciare di pedate, nella tua persona,
-cinque o sei religioni e cinque o sei nazionalità diverse, certe cose
-non le puoi sapere.
-
-Ed ora prendo commiato da te perchè, pur intendendo discutere le tue
-calunnie contro l'_Alliance Israélite Universelle_, non intendo di
-mescolare il tuo nome a quello di cose serie; ti do per altro un ultimo
-salutare consiglio: se mai il Governo russo ti sopprime il _backscich_,
-va in Ungheria; fra gli eredi degli Unni potrai far fortuna: ma in
-Italia abbiamo abbastanza dei matti di casa per pigliarci cura dei matti
-forestieri.
-
-Senza rancore, bey!
-
- *
- * *
-
-Nel 1860 venne fondata a Parigi l'_Alliance Israélite Universelle_ col
-triplice scopo:
-
-1º Di lavorare dovunque per l'emancipazione e pel progresso morale degli
-Israeliti;
-
-2º Di prestar un appoggio efficace a quanti soffrono per la loro qualità
-di Israeliti;
-
-3º Di incoraggiare ogni pubblicazione adatta a produrre questo
-risultato.
-
-A questa società si vanno muovendo dagli antisemiti le più atroci e
-sconclusionate accuse; le si rimprovera di non aver in nessun paese
-esistenza legale, di essere una società segreta, di costituire uno Stato
-nello Stato, di creare fra i suoi affigliati una incompatibilità fra i
-doveri di cittadino e quelli di socio; e perchè la nota allegra non
-debba mancare le si rimprovera persino il suo emblema, che consiste in
-una figura allegorica rappresentante il globo sormontato dalle tavole
-della legge, quasichè l'Alleanza aspirasse al dominio dell'Universo.
-
-Non so davvero quale persona seria potrebbe far colpa ad una
-associazione, di un emblema che significasse il desiderio di condurre il
-mondo all'osservanza del decalogo. Cristiani ed Ebrei abbiamo tutti
-egualmente sacra quella divina legge che il Redentore è venuto a
-perfezionare, non a mutare, sicchè le tavole della legge prese ad
-emblema altro non significano che la speranza nel trionfo della legge di
-Dio senza allusione a nessuna speciale confessione.
-
-Ma le tavole della legge poste sopra il globo nel suggello
-dell'_Alliance_, significano proprio tutto ciò o non piuttosto che quel
-sodalizio, fedele al suo titolo di universale, vuole estendere la sua
-azione dovunque vi sia un Ebreo da proteggere e da educare?
-
-Ed inteso così nel suo vero senso l'emblema e lo scopo dell'_Alliance_,
-qual più severo indagatore troverà in essa qualche cosa da biasimare?
-
-Ogni religione ha sodalizi propri intesi a propagare la sua fede, a
-difendere i suoi addetti.
-
-Il cattolicismo ha la sua _Société pour la propagation de la foie_, che
-non va confusa colla _Propaganda fide_ di Roma; il protestantesimo ha le
-sue Società bibliche e le une e le altre rendono immensi servigi alla
-causa della civiltà e maggiori ne renderebbero se anzichè combattersi
-tra loro consentissero ad esercitare la loro azione in paesi differenti.
-
-Il mosaismo, più modesto, ha la sua _Alliance_ che non si propone scopo
-di propaganda, ma soltanto di difesa, di protezione, d'educazione.
-
-In molti e molti paesi le condizioni morali dell'Ebreo sono lungi
-dall'essere prospere; per quel circolo vizioso cui abbiamo accennato
-altrove, l'Ebreo dove è più umiliato e maltrattato è anche meno civile,
-meno adatto a fondersi colle popolazioni tra cui vive.
-
-Gli Ebrei di Francia, d'Italia, d'Inghilterra, del mondo civile insomma,
-potevano fare opera più nobile che costituirsi in sodalizio per
-proteggere questi loro sventurati correligionari, per educarli, per
-renderli migliori e preparare così quell'auspicato giorno, in cui,
-compiuta dovunque l'opera d'incivilimento degli Ebrei, cadranno di
-necessità le barriere che li separano dai loro concittadini?
-
-L'_Alliance_ che si è prefissa il generoso intento agisce alla piena
-luce del sole; i suoi bollettini regolarmente pubblicati fanno fede che
-i mezzi da essa impiegati sono: l'istituzione di scuole, la diffusione
-di buoni libri, i soccorsi ad intraprese di colonizzazione o di
-emigrazione, tutti quei mezzi insomma che condur possono allo scopo
-surriferito.
-
-Tacciare l'_Alliance_ di società segreta è mostrare di ignorare o cosa
-essa realmente sia, o cosa significhi società segreta.
-
-Accusarla di non aver esistenza legale in nessun paese è sciocchezza e
-peggio. Italiano, scrivo in Italia e per italiani, e fra noi, tutti
-sanno che nessuna società ha d'uopo di avere esistenza legale se non si
-propone di acquistare beni stabili. Perchè dunque l'_Alliance_ si
-esporrebbe a spese inutili per essere legalmente costituita in ente
-morale quando pei suoi scopi non ha nessun bisogno di fare uso dei
-diritti che da questa costituzione scaturiscono, tanto più quando è
-notorio che se domani una ragione qualsiasi le imponesse di farsi
-giuridicamente riconoscere, essa non incontrerebbe il più piccolo
-ostacolo?
-
-Ma l'_Alliance_ tratta da paro a paro coi Governi, essa invia dei
-_memorandum_ ai ministri che si permettono persino di risponderle, essa
-crea uno Stato nello Stato.
-
-Ricordiamo che ai tempi di S. M. Re Carlo Alberto il Magnanimo, la
-figlia di un ex-diplomatico olandese passò in Torino, malgrado la
-volontà paterna, dalla religione protestante alla cattolica.
-
-Ciò dette luogo a proteste diplomatiche dell'Olanda non solo, ma di
-tutti gli Stati protestanti. Ora è evidente che se l'Olanda in questo
-caso agiva, indipendentemente anche da ogni idea religiosa, per
-difendere l'autorità paterna di un suo suddito, di un suo
-rappresentante, gli altri Stati protestanti non avevano nessuna veste
-per intervenire nella questione, da quella infuori della loro qualità di
-protestanti.
-
-Che meraviglia dunque se gli Ebrei che non hanno nessun Governo che li
-rappresenti officialmente, pensarono di costituire un sodalizio il quale
-colla sola forza della persuasione, dell'appello alla pubblica opinione,
-tuteli i loro interessi religiosi?
-
-E chi non sa che nel secolo nostro la forza delle associazioni è tale,
-che ogni sodalizio, per poco importante che sia, ha facile mezzo di far
-pervenire ai Governi le proprie rimostranze. Sono Stati negli Stati, le
-società geografiche e commerciali, i sodalizi operai e quegli altri
-infiniti Corpi morali che non si peritano di indrizzare memorie a
-Governi e Parlamenti, forti della coscienza di aver solidali nelle loro
-domande tutti gli ascritti al sodalizio?
-
-Perchè gli Ebrei soltanto dovrebbero essere esclusi dal diritto di
-associarsi per la tutela dei loro interessi religiosi quand'anche i
-Governi che più combattono il così detto clericalismo, permettono le
-società per gli interessi cattolici?
-
-Prevediamo un'obbiezione desunta dal carattere internazionale
-dell'_Alliance_; ci si dirà: l'_Alliance_ ha carattere essenzialmente
-internazionale, accoglie soci di ogni paese ed in ogni paese esercita la
-sua azione; chi vi è ascritto, chi ne è protetto specialmente, rimane in
-certa guisa suo suddito e partecipa quindi quasi di una doppia
-sudditanza.
-
-È la stessa sciocca accusa che si muove agli ordini religiosi, sicchè
-non mi meraviglierei che qualcuno parodiando la celebre frase,
-pronunciata contro i Gesuiti nel _Procès de tendance_ del 1825, dicesse
-che l'_Alliance est une épée dont la poignée est a Paris et la pointe
-partout_.
-
-Questo modo di argomentare proviene da un residuo involontario di
-vecchie idee che ormai hanno fatto il loro tempo. Si credette che lo
-Stato avesse diritto anche sulla coscienza del cittadino; da qui gli
-sforzi brutali dei Governi per conseguire l'unità della fede,
-perseguitando i protestanti come in Francia ed in Ispagna, i cattolici
-come in Inghilterra ed in Isvezia.
-
-Ammesso il principio della libertà di coscienza, si capisce che un
-inglese può obbedire alla Santa Sede in tutto quanto concerne le
-questioni religiose, pur rimanendo tanto buon inglese da poter essere
-come Lord Ripon, vicerè delle Indie.
-
-Ma si noti che l'_Alliance_ non avendo altri scopi che quelli infuori
-che ho accennato, non impone ai suoi soci il più piccolo dovere, tranne
-quello di pagare una quota annua di sei lire; quanto alla protezione che
-essa accorda a tutti gli Ebrei, sieno o non sieno ascritti al suo
-sodalizio, essa non può esplicarsi che nelle forme e nei modi consentiti
-dalle leggi dei diversi paesi, sicchè è tanto assurdo il voler dire che
-l'_Alliance_ costituisce un pericolo per gli Stati anche i più deboli,
-quanto il credere che l'Inghilterra possa veder indebolita la sua
-potenza dagli scritti di un Osman bey.
-
-Intendiamoci però bene, l'_Alliance_ non è un pericolo per nessuno
-Stato, ma essa, come tutti i sodalizi che si propongono uno scopo retto
-ed onesto, ha, dietro di sè l'opinione pubblica e questa anche da sola e
-senza il soccorso dell'_Alliance_ finisce per trionfare di tutto quanto
-si oppone al vero progresso.
-
-E certamente non fu per paura dell'_Alliance_, ma per paura
-dell'opinione pubblica, che Coloman Tisza, il Presidente del Consiglio
-dei ministri ungheresi ebbe a dichiarare al suo collega della giustizia
-che il famoso processo di _Tisza Esslar_, in cui figuravano ex-galeotti
-divenuti giudici, avea reso la _Hongrie la risée de l'Europe_.
-
-(335) Venezia, Favaj, 1882.
-
-(336) Veggasi un opuscolo, omai rarissimo, di suo padre, il dottor
-Millingen, _Arbitrary detention of three Protestant children_.
-
-(337) _Gli Inglesi in Oriente_, p. 240.
-
-(338) _Hist._, lib V, § 10.
-
-(339) § 5.
-
-(340) MONTAIGNE, _Essais_, lib. I, cap. 21. Nello stesso capitolo si
-legge: _Il ne se faict aulcun profit qu'au dommage d'aultruy._
-
-
-
-
- 5º _Il sangue cristiano nei riti ebraici della moderna sinagoga.
- Rivelazioni di Neofito ex-Rabbino, monaco greco, per la prima
- volta pubblicato in Italia._ Prato, 1883.
-
-
-Il signor lettore si tranquillizzi, chè, prendendo a pretesto
-quest'opuscolo, non rientreremo nell'esame della calunnia già da noi,
-forse con soverchia abbondanza, discussa in altra parte del presente
-lavoro. Vogliamo soltanto spendere poche parole attorno a questo libro
-per dimostrarne il nessun valore (341).
-
-L'opuscolo, stampato, duole il dirlo, coll'_Imprimatur_ della Curia
-ecclesiastica di Prato, consta di 97 pagine; ma colla pagina 39 finisce
-la parte di cui intendiamo occuparci, il resto non essendo che una copia
-testuale delle articole della _Civiltà Cattolica_.
-
-Le prime 39 pagine dunque contengono le pretese rivelazioni di un
-Rabbino moldavo convertito al cristianesimo e da lui pubblicate nel
-1803.
-
-Secondo queste rivelazioni gli Ebrei farebbero un uso così frequente di
-sangue cristiano, che, se fosse vero, avrebbero dovuto finire collo
-spopolare il mondo.
-
-Ma di ciò, ripetiamo, non vogliamo occuparci. Vogliamo soltanto far
-rilevare che il preteso Rabbino non ha mai esistito.
-
-Infatti si comincia dall'editore stesso, col dire che tutte le
-traduzioni di questo libro sono rarissime, perchè fatte sparire
-dall'_oro ebreo!_
-
-Ciò sarà verissimo; ma, di grazia, perchè non cominciare dal dirci dove
-fu stampata l'edizione originale che, alla fin fine, non rimonta,
-secondo l'editore, che al 1803?
-
-Si sarebbe perduta persino la memoria della città, dove avvenne la
-pubblicazione?
-
-Quale era il nome ebraico dell'autore? L'editore non lo sa, o sapendolo,
-non lo dice.
-
-Quale era il suo nome da cristiano? mistero egualmente insoluto;
-_Neofito_ non essendo un nome proprio ma significando soltanto un
-convertito al cristianesimo.
-
-Ora queste pretese rivelazioni, non avendo altro valore da quello
-infuori che deriva dalla affermazione dell'autore che dice di _aver
-veduto_, è necessario per aggiustarvi fede, sapere il nome dell'autore
-ed aver sottocchi l'originale sua deposizione.
-
-Invece lo stesso editore non ha mai veduto l'originale, non ne conosce
-che delle traduzioni, posteriori di 30 anni alla pretesa edizione
-originale, e non soltanto non sa dirci il nome dell'autore, ma non può
-nemmeno farci sapere in che paese sia stata stampata l'edizione
-originale.
-
-Non occorre davvero essere nè un Magliabecchi, nè un Muratori per
-riconoscere in tutto ciò i caratteri di una delle più volgari
-mistificazioni che mai siansi tentate nel mondo bibliografico. Ma quasi
-ciò non bastasse il libro stesso ci porge le prove le più evidenti che
-l'autore, non soltanto non era un Rabbino, ma ignorava i riti e i
-costumi degli Ebrei.
-
-A pagina 22 il preteso Rabbino dice gli Ebrei soggetti a malattie
-speciali. Oggi, nelle scuole, nei collegi, nelle caserme, nelle carceri,
-negli ospedali, ebrei e cristiani sono mescolati e nessuno ebbe mai
-contezza di tali malattie speciali. L'affermarne l'esistenza è prova
-certa che l'autore non fu mai ebreo, ma che invece partecipava a tutti i
-pregiudizii che il volgo nutre contro gli Ebrei.
-
-A pagina 27 afferma che “quando tra gli Ebrei si celebra il matrimonio,
-si preparano i contraenti con un digiuno rigoroso per ventiquattro ore,
-astenendosi perfino dall'acqua fino al tramonto del sole” e ciò pure è
-falso, falsissimo, come può affermarsi da chiunque conosca i riti degli
-Ebrei.
-
-A pagina 34 è detto “Quando io pervenni alla età di 13 anni, nella quale
-gli Ebrei sogliono imporre in capo ai loro figliuoli una corona che
-chiamano _corona di fortezza..._” Ed anche questo è falso. L'ebreo
-compiuti i 13 anni è religiosamente maggiorenne, ma le _corone di
-fortezza_ non esistono che nella mente dell'autore.
-
-Ho scelto per citarle tra le molte falsità addotte dall'autore quelle
-soltanto che provano la sua ignoranza, non la sua mala fede, perocchè
-basta la sua ignoranza dei riti ebraici a provarne che l'autore non è un
-ex-Rabbino, e neppure un ex-ebreo.
-
-L'astio, l'interesse o qualsiasi altro motivo può spingere un neofita,
-Rabbino o no, a calunniare i suoi antichi correligionarii, ma egli si
-guarderà bene, a proposito di cose indifferenti, ed a tutti note dal
-cadere in inesattezze che non giovano al suo scopo, ma nuocono togliendo
-credito alle altre sue affermazioni.
-
-Ed un'altra di tali inesattezze voglio segnalare:
-
-L'autore ignora che gli Ebrei usano tuttora il calendario lunare. Dice
-(pag. 29) che gli Ebrei piangono la distruzione del Tempio di
-Gerusalemme, avvenuta per opera di Tito, il 9 luglio e (pag. 30) che
-solennizzano l'anniversario del trionfo di Ester il 14 febbraio. Ora,
-invece, essi celebrano il primo di questi due anniversari il 9 del mese
-lunare di _ab_, ed il secondo il 14 del mese di _adar_; date che non si
-riproducono mai in uno stesso giorno dell'anno solare. Le pretese
-rivelazioni del Neofito essendo state, a quanto si dice, pubblicate nel
-1803, abbiamo voluto verificare in qual giorno questi due anniversari
-cadevano in quell'anno e nell'anno precedente ed abbiamo trovato che nel
-1802 il 9 di _ab_ cadeva l'8 agosto, ed il 14 di _adar_ il 18 marzo, e
-nel 1803 il primo il 28 luglio, il secondo l'8 marzo.
-
-Questo preteso Rabbino ignorava dunque persino il calendario ebraico!
-
-Da queste poche osservazioni ci sembra, a luce meridiana, provato che il
-preteso Rabbino Neofito, non ha mai esistito e che le pretese sue
-rivelazioni non sono che l'opera di un falsario il quale foggiò nel 1834
-la traduzione di un libro che non fu mai scritto ed il cui autore non è
-mai vissuto. E credo che basti.
-
-(341) Veggasi quanto scrivemmo a pag. 156.
-
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- DOCUMENTI
-
-
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-
- AVVERTENZA
-
-
-_Abbiamo raccolto sotto questa generica denominazione di documenti le
-narrazioni di varii processi sul preteso uso del sangue cristiano nei
-riti ebraici e le dichiarazioni di sovrani, principi e personaggi
-competenti sopra siffatta calunnia, nonchè un discorso
-dell'Eminentissimo Cardinale Manning, ed una memoria del principe
-Demidoff sulla questione semitica in Russia, e persino una leggenda
-talmudica intesa a far noto lo spirito di tolleranza cui si informarono,
-generalmente, i padri del Talmud._
-
-_Aggiungeremo che molti fra i documenti che seguono sono tratti da un
-opuscolo pubblicato a Vienna nel 1883, col titolo:_ Die
-Blutbeschuldigung gegen die Juden von christlicher Seite beurtheilt. _Al
-numero d'ordine, che precede questi documenti, facciamo seguire un
-asterisco._
-
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- DOCUMENTI
-
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- I.
-
- La leggenda di Dama.
-
-
-Ci piace riprodurre questa leggenda talmudica la quale giova a mostrare
-come i dottori del Talmud riconoscessero che, anche nei pagani, potevano
-trovarsi virtù non comuni.
-
-Viveva in Ascalon un pagano per nome Dama, figlio di un certo Nedina, il
-quale era tutto in sul traffico di pietre preziose, e ne traeva discreti
-guadagni.
-
-Accadde una volta ch'egli trovossi abbondantemente provvisto appunto di
-quella qualità di gemme che il rito mosaico prescrive per l'efod (manto)
-del sommo sacerdote di Gerusalemme; nè era tanto facile che altra
-favorevole occasione gli si presentasse di venderle con profitto.
-
-Un giorno Dama vede entrare nella sua bottega i sapienti venerabili
-d'Israello, i quali con una certa inquietudine ed ansia che di leggieri
-traspariva dal loro volto, gli chieggono se per avventura tenesse ancora
-nel suo negozio di quella sorta di gemme che all'efod abbisognavano.
-
-“Ascolta! soggiungevano i vecchi: appunto per provvedere il sacro manto
-di queste gemme che ora gli mancano, ci siamo mossi noi stessi in tutta
-fretta, per tema che da altri si frapponesse ritardo a compire questa
-pia provvista. Se tu ne sei fornito ben puoi dirti fortunato; però che
-poco c'importa del prezzo, purchè abbiamo al più tosto le gemme, e
-possiamo ritornare colà ove con tant'ansia siamo aspettati.”
-
-Giubilava il mercante a questa notizia e a questa proposta e tutto nel
-pensiero del grasso guadagno che ne avrebbe fatto, diede mano a quelle
-poche pietre preziose che gli stavano davanti, e presentatele ai
-sapienti d'Israello:
-
-“Signori! disse: osservate se queste si affanno al vostro bisogno, e
-tosto che ci saremo accordati nel prezzo, io spero di potere in
-sull'istante darvene quel numero che sarà nel desiderio vostro.”
-
-Le osservarono attentamente i saggi, e come le ebbero riscontrate eguali
-a quelle che il religioso rito prescrive, “È il caso nostro, risposero;
-ora parliamo del prezzo. Purchè non ci sia alcun ritardo nella
-rimissione delle pietre.”
-
-Ma quanto al prezzo non ebbero a discorrere nè a discutere lungamente,
-poichè dall'un canto eravi facile arrendevolezza a ben pagare,
-dall'altro l'offerto guadagno superava di gran lunga le concette
-speranze. Onde, conchiuso il contratto, “Aspettate alquanto, o signori;
-in sull'istante io sarò qui di ritorno colle gemme.”
-
-Tutto lieto della buona giornata, va per salire in sulle stanze e
-prendere dallo scrigno le riposte pietre. Lento lento però egli monta la
-scala, perocchè nella stanza appunto ove stava la preziosa arca, giaceva
-il vecchio padre infermiccio. Egli entra quasi in punta di piedi, e
-adagio adagio si accosta al letto per dargli notizia del buon contratto,
-e farsi rimettere la chiave dello scrigno che il vecchio timoroso teneva
-sempre presso di sè. Ma, o sorpresa! il vecchio dorme. Da lungo tempo
-non aveva più gustato riposo, ed ora era tutto immerso in dolce sopore.
-
-Il figlio contempla un momento con gioia quel riposo del padre; poi
-pensa alla chiave, e ricorda che il vecchio soleva tenerla sotto al
-capo. Lo guarda ancora amorosamente, lo fissa immobile, poi dice fra sè
-stesso: — Pazienza! non si farà il contratto; ma io non disturberò il
-dolce riposo del padre mio. —
-
-Ridiscese lento lento la scala, e “Signori; disse ai sapienti, per ora
-io non posso rimettervi le gemme.”
-
-“Ma noi non possiamo aspettare, gli risposero tra indispettiti ed
-attoniti: o sull'istante, o ci rivolgeremo altrove.”
-
-“Avete ragione: duole assai anche a me; ma io non posso altro.”
-
-I saggi d'Israello se ne andarono; ma quando si venne a sapere la
-ragione del fatto, tutti lodarono il figliale rispetto di Dama.
-
-L'anno dopo nacque nella greggia di Dama, caso veramente raro, una
-giovenca tutta rossa senza macchia alcuna quale appunto era prescritta
-per un sacro rito mosaico (342). Tosto i sapienti d'Israello corsero in
-casa sua per farne acquisto.
-
-“Signori, disse egli, io so bene che nessun prezzo mi sarebbe da voi
-diniegato; ma a me basta soltanto che mi compensi della perdita che ho
-fatta l'anno scorso, per non mancare del debito mio verso il padre.”
-
-I Rabbini meditando su tutto questo fatto, dissero: “Quanti tesori di
-ricompensa non debbono aspettarsi i fedeli dalla misericordia di Dio, la
-quale dà il premio delle buone opere anche a coloro che non hanno
-accettata la santa legge?” (_Talmud Kiduscim_, cap. 1).
-
-(342) Veggasi il Pentateuco. _Numeri_, cap. XIX.
-
-
-
-
- II. *
-
- Lettera patente dell'Imperatore Federico III
-
-
-Noi Federigo, per grazia di Dio, Imperatore Romano, ecc.
-
- _Omissis_
-
-. . . . . Abbiamo saputo che l'illustrissimo Margravio Carlo di Baden,
-conte di Sparheim, Nostro caro cognato e principe, pigliando motivo da
-contestazioni insorte fra taluni Ebrei e Cristiani, ha commesso, verso
-questi primi, atroci azioni, martorizzandoli in guisa che ne morirono,
-ed impadronendosi poi dei loro beni. Ora come abbiamo invitato il
-predetto Margravio a non più commettere simili atti da Noi non permessi,
-così invitiamo voi tutti a voler obbedire a questa Nostra Patente. Il
-predetto Margravio Carlo avendo agito in siffatta guisa senza motivo,
-ma, a quanto ci consta, per odio e per sospetto che essi Ebrei abbiano
-fatto uso di sangue cristiano di cui hanno assoluto bisogno e che perciò
-abbiano commesso dei delitti, richiamiamo la vostra attenzione su quanto
-siamo per dire. I nostri santi padri, i papi, hanno fatto studiare la
-cosa da dotti e da giurisperiti ed hanno dichiarato che tali misfatti
-sono infondati e proibiti, ed hanno vietato vi si aggiusti fede. Ci
-affrettiamo quindi a dichiarare che essi Ebrei sono, coi loro averi,
-sudditi del Nostro Imperial Dominio e che perciò ci saremmo affrettati
-di studiare le accuse lanciate contro di loro se veramente vi fosse
-stata giustizia nel procedere del Margravio e se non vi fossero stati
-altri motivi che lo indussero ad agire frettolosamente e senza farcene
-rapporto. Ripetiamo pertanto in tutta la sua forza la Nostra imperiale
-Volontà, che tutti si astengano da simili azioni non avendo il Margravio
-avuto il diritto di agire come ha fatto, e mandino a Noi, cui tocca di
-giudicarne, ogni lagnanza. E questo ordiniamo seriamente, perchè tali
-ingiustizie non abbiano mai più a verificarsi, sicchè non dobbiamo più
-scrivere su tale argomento. Ordiniamo, poi, sotto pena di grave ammenda,
-si mettano subito in libertà gli Ebrei imprigionati e si restituiscano
-loro, conformemente a questa mia lettera imperiale, i loro averi. Tanto
-ordiniamo in forza dell'Imperial Nostro Diritto, e di più ordiniamo, al
-predetto Margravio, di pagare subito, alla Nostra Camera Imperiale, una
-multa di 100 marchi in oro fino, essendo nostra assoluta volontà, che se
-egli, o qualchedun altro, si dimostrasse disobbediente ed azzardasse,
-per nessuna ragione, di toccare, come già ha fatto, gli Ebrei od i loro
-beni, cadrebbe tosto in disgrazia.
-
-Il Margravio, e tutti con lui, sono invitati a proteggere in ogni guisa
-gli Ebrei del Nostro Impero, e nessuno in nessun paese, città,
-villaggio, borgo o distretto, possa permettersi di toccare loro od i
-loro beni se non vogliono cadere nella disgrazia nostra e dell'Impero e
-se vogliono evitare un'altra volta la succitata multa. Questa è assoluta
-volontà Nostra, ed eseguendola non vi mancherà la Nostra benigna grazia.
-
-Dato a Volkmark, suggellato col Nostro Imperiale Suggello, il venerdì
-avanti il giorno di San Giovanni, dopo la nascita di Cristo 1470. Nel
-31º anno del Nostro romano Regno, il 19º dell'Impero ed il 13º del Regno
-Ungarico.
-
-(Giovanni Cristoforo Wagenseil, “_Benachrichtigungen_” ecc., pagine
-168–172).
-
-
-
-
- III.
-
- Lettera del Doge di Venezia, Pietro Mocenigo, al podestà e capitano di
- Padova.
-
-
- Rub. Pro Judeis in causa beati Simonis de Tridento.
-
- Cart. 14 retro.
-
-Petrus mocenigo dei gratia dux Venetiarum etc. Nobilibus et sapientibus
-viris Antonio erizo de suo mandato potestati et Bertucio contareno
-capitaneo padue et successoribus suis fidelibus dilectis salutem et
-dilectionis affectum. Ad nostram pervenit notitiam quod ex causa
-cuinscumque rumoris dissipati scilicet in tridento inventum fuisse
-puerum necatum a Judeis illius loci molestantur et verberantur Judei
-habitantes in terris et locis nostris. Et quod absurdius est facto
-impetu a christianis soditis nostris aggredi illos et predari sursum
-deorsum commeantes. Queritur usque adeo ut transire de loco ad locum
-dubitent, ne cedantur et dispoliantur: cuius quidem temeritatis auctores
-et impulsores esse dicuntur quidam predicatores et etiam ipsi zaretanì
-contionem de his habentes in populo. Que res quantum nobis displiceat,
-quantum molesta et ingrata sit optime intelligere pro vestra prudentia
-potestis. Credimus certe rumorem ipsum de puero necato commentum esse et
-artem ad quem finem (343) videant et interpretentur alii. Nos vero
-volumus semper ut in terris et locis nostris Judei secure et impune
-inhabitarent: et omnis vis et iniuria absit ab illis non secus quod sit
-erga ceteros fideles et subditos nostros. Et si quis est qui aliter vel
-presumat vel cogitet, male nos et indignationem nostram novit. Et licet
-non dubitemus quod pro una circumspectione probe intelligatis ista non
-convenire: et presertim hoc tempore provideritis quod provisuri quod
-sitis nec in ista civitate et territorio nostro contra Judeos innovetur
-quodcumque dicta de causa. Tamen volumus et vobis mandamus ut sub
-severissimis penis providere debeatis, et talem operam dare quod secure
-et tute inhabitare voleant: et ut sursum deorsum ire et redire Judei
-omnes istic habitantes procedendo contra inobedientes et obviando ne a
-predicatoribus aut aliis excitetur populus ad tales insultus, quo nihil
-displicentius audire et intelligere possemus: has autem nostras literas
-in actis Cancellerie vestre ad futurorum memoriam registrare faciatis.
-
- Datum in nostro ducali palatio
-
- Die XXII aprilis — Jndictione VIII, 1475.
-
-Copia tratta dal Registro originale della Cancelleria di Padova segnato
-col N. XXVI — e chiamato _Registro Verde_. Si conserva nell'Archivio
-Antico annesso al Museo Civico.
-
-(343) A che fine? Risponda per noi un contemporaneo e precisamente un
-Sacramorus, ambasciatore milanese a Roma e Protonotario apostolico, il
-quale scrivendo da Roma, a Cicco Simonetta, segretario del Duca di
-Milano, in data 7 agosto 1475, vien fuori, a proposito di questo fatto,
-con queste precise parole: “... èt il prefato nostro Signore manda el
-vescovo de Ventimiglia a Trento per vedere et examinare questo che se
-scrive, acciò che se pur sia vero, e non sia appetito de qualche
-roba...” (Cfr. _Bollettino Storico della Svizzera Italiana_; anno IV:
-gennaio-febbraio 1884, pag. 21). Il fine dunque si sospettava fin
-d'allora, ed era quello che noi siam sempre venuti dicendo: _Appetito de
-qualche roba_, come diceva quel buon Sacramorus, per non dire netto e
-schietto il desiderio di derubar le vittime, calunniandole.
-
- C. G.
-
-
-
-
- IV.
-
- *1479 . . . Aprile.*
-
-
-Carteggio relativo all'arresto di alcuni Ebrei della provincia di Pavia,
-falsamente imputati d'avere, nelle loro cerimonie, crocifisso un
-fanciullo cristiano; e dichiarazione di provata innocenza, emessa il 28
-aprile 1479, da Bona e Giovanni Galeazzo Maria Sforza, con ordine di
-liberazione e resa dei beni confiscati (344).
-
-
- 1º
-
-Illustrissimi et excellentissimi principes et domini domini mej
-metuendissimi. Aviso vostre excellentie qualiter noviter domino Antonino
-locumtenente del Cardinale ha dextenuto uno hebreo che sta in la tera
-dela Stratella per famiglo de uno Belhomo hebreo che sta in la terra de
-Arena, perchè el debe haver piglato uno puto et mandato al dicto Belhomo
-per fare le cerimonie deli hebrey, lo qual puto non se trova. El qual
-famiglo he stato examinato, et prout posso intendere ha confessato haver
-mandato esso puto al dicto Belhomo. Et intexo questo ho facto dextenire
-esso Belhomo: Et aziò se possa haver il vero dal dicto Belhomo
-bexognaria haver esso famiglo, et etiam la confessione per luy facta et
-li altri indicij per esso domino Antonino et seu il suo potestà
-assumpte, aziò etiam possa intendere li complici et participi de tal
-delicto, et provvedere circha il punire similli errori, li quali non
-sono da tollerare. Per la qual cossa piaqua a vostre excellentie
-scrivere al dicto domino Antonino, me vogla dare nele mane cussi dicto
-famiglo, come la confessione sua et altri indicij circha ciò assumpto
-per intendere il vero; avisando esse vostre excellentie che più
-virilmente se procedarà nante a mi che al dicto domino Antonino, perchè
-etiam questo he uno officio, et vostre excellentie non debano tolerare
-me sia tolta la jurisdicione, la qual cosa etiam cedarà ad utillitate de
-vostre excellentie, ala qual humiliter me racomando.
-
- Papie, XX aprilis 1479.
-
-Earundem illustrissimarum et excellentissimarum dominationum, fidelis
-servitor
-
- JOHANNES CALZAVACHA.
-
-_A tergo._ — Illustrissimis et excellentissimis principibus et dominis
-dominis ducibus Mediolani et dominis meis metuendissimis.
-
- Mediolani — cito — cito.
-
-(344) Questi documenti, il cui originale esiste nell'Archivio di Stato
-di Milano, (_Raccolta_ EBREI 1479) vedono ora la luce per la prima
-volta.
-
- C. G.
-
-
- 2º
-
-Illustrissimi signori mei. Per una mia di XX del presente avisaj vostre
-signorie illustrissime dela captura di uno ebreo facta per il
-locotenente del reverendissimo Cardinale di questa città, qual inculpava
-uno Belhomo pur ebreo che havea havuto nele mane uno puto christiano
-qual no se trova et se dubita lo habia facto morire, et pregava vostre
-illustrissime signorie facesero ch'io havese li indicij e la confessione
-di quelo ebreo era nelle mane di esso locotenente, aciò ch'io potese
-procedere contra dicto Belhomo, qual havea et ho nele mane luj e uno
-altro nominato Saya da Piasenza, quali examinandoli li ho trovati varij
-et mendazi. Pur il dicto Belhomo fin a questa hora sta sula negativa, ma
-invero dubito sia culpevele. Ora in questa il locotenente del
-reverendissimo Cardinale m'ha presentato una littera de XXI del presente
-di vostre illustrissime signorie, quale mi comandano deba vedere de
-havere dicto Belhomo nele mane et consignarlo al Capitaneo de Justicia
-de Milano, qual già duij dì fa, como ho scripto a prelibate vostre
-illustrissime signorie ho nele mane cum il cumpagno sopranominato, et
-como filiolo di ubedienza lo haveria de subito mandato ad esso
-capitaneo. Ma il locotenente ante me presentase le mie littre già havea
-facto intendere il tenore di queste littre a molti citadini quali di
-subito fycero convocare la provisione et hanno ellecto duy cittadini che
-hozi si partino per venire a vostre excellentie per obviare non si
-mandano, li quali som domino Ambrosio Pizono, et frate Boniforto
-Strazapata, et questa comunità m'ha facto grandissima instantia non
-manda dicto Belhomo finchè li ambasciatori loro non siano venuti da
-vostre excellentie, ma non seria già stato a sua richesta, ma il
-locotenente del Cardinale vene in previsione et dise che ante mandare il
-suo, volea venire prima lì, et così vene una a cum dicti ambasatori.
-Vedendo così mi som confidato de avisare prima prelibate vostre signorie
-di questo, ante lo mandi, qual tenerò in bona custodia donec vostre
-illustrissime signorie mi scriverano altro. Ho mandato ad Arena a fare
-fare discretione di tuti li beni del dicto Belhomo; e così ad
-investigare il vero ho dati certi tracti di corda al dicto Belhomo; pur
-non ha ancora voluto confessare. Ma se vostre illustrissime signorie mi
-lasaranno procedere non dubito trovare il vero. Ma non farò altro finchè
-vostre excellentie non me avisano di quanto habia a fare, quale ubedirò
-senza rispecto alcuno, et a quelle humilmente mi ricomando.
-
- Papie, XXII aprilis 1479.
-
-Earundem illustrissimarum et excellentissimarum dominationum.
-
- Servitor
- JOHANNES CALZAVACHA.
-
-_A tergo._ — Illustrissimis et excellentissimis principibus et dominis
-dominis ducibus Mediolani etc, dominis meis metuendissimis etc.
-
- Mediolani, — cito — cito.
-
-
- 3º
-
-Illustrissimi principes et excellentissimi domini domini singularissimi.
-Havemo inteso vostre signorie havere scripto al magnifico domino
-Comissario et Potestà di questa sua città, deba mandare in le mane del
-Capitaneo dela Justitia di quella città certi ebrey qualì, ut dicitur,
-hanno occixo in grandissimo vilipendio de tuta la christianità uno
-fanzullo in la terra de Arena; del quale caxo tuto questo populo, maxime
-li cittadini di questa città, et quanto sonno da più tanto etiam più se
-ne stupisseno et fanno grande murmuracione, che quando sij vero non
-sarebe allo pacto, da esser tollerato, imo speramo vostre signorie ne
-debiano fare grande dimostracione. Et perchè in quella jurisdicione unde
-è comisso el delicto debe anchora esser facta la punicione et sie in
-Pavia. Il che etiam ultra che sii de rasone, e molto honesto poj che il
-loro sangue et persone sonno taliter indebite oltragiate, essendo cossì,
-havemo deliberato mandare da esse vostre signorie il spectabile doctore
-domino Ambroxio Pizono advocato di questa comunità et domino frate
-Guiniforto Strazapata, ambo cittadini, quali ad nostro nome exponerano
-ad vostre signorie circha questo quanto da nuy hanno in comissione.
-Supplicando ad quelle se degnano darli benigna audientia et piena fede
-como ad nuy proprij, como speramo in le prelibate vostre signorie, ale
-quale si ricomandiamo.
-
- Datum Papie die XXII aprilis 1479.
-
-Earundem dominationum vestrarum fidelissimi servitoris
-
- Deputati officio provixionis
- comunis civitatis vestre Papie.
-
-_A tergo._ — Illustrissimis principibus et excellentissimis dominis
-dominis ducibus Mediolani etc., Papie Anglerieque comitibus, ac Janue et
-Cremone dominis dominis singularissimis.
-
-
- 4º
-
-Illustrissimi principes et excellentissimi domini domini mei
-singularissimi. Quest'hora per Ambroxio correro ho la secunda di vostre
-excellentie data heri circha il facto deli Judei quali mandarò omnino
-questa sera al Capitane dila Justicia, secundo m'è scripto per vostre
-excellentie, quibus me humiliter comendo. Datum Papie die 23, hora
-10^ma, aprilis 1479.
-
-Earumdem dominationum vestrarum, ad Deum devotus orator.
-
- ANTONINUS MALVICINUS de Font.
- locumtenens etc.
-
-_A tergo._ — Illustrissimis principibus et excellentissimis dominis
-dominis ducibus Mediolani, dominis meis singularissimis.
-
-
- 5º
-
-Illustrissimi principes et excellentissimi domini domini mei
-singularissimi. In executione dele litere de vostre signorie ho
-consignato a Johanne da Napoli dicto Rosso et ali compagni suoi
-provixionati de vostre signorie Belhomo judeo quale era qui destenuto,
-aciò che lo debano condure lì in le mani del capitaneo de castello di
-vostre signorie sempre secondo la continencia de epse lettere. A vostre
-signorie mi racomando. Papie die 25 aprilis 1479.
-
-Illustrissimarum dominationum vestrarum
-
- servus
-
- JOANNES CALCIAVACHA, eques et doctor
- commissarius et potestas ibi.
-
-_A tergo._ — Illustrissimis principibus et excellentissimis dominis
-dominis ducibus Mediolani, Papie Anglerieque comitibus, ac Janue dominis
-dominis meis singularissimis.
-
-
- 6º
-
- 1479. die XXVIII aprilis de mane.
-
- Congregatis infrascriptis senatoribus videlicet.
- Magnifico domino Sfortia Secundo.
- Reverendo domino Episcopo Comensi.
-
- Domino Petro Francisco Vicecomite.
- ” Nicodemo Tranchedino.
- ” Orpheo de Richano.
- ” Azone Vicecomite.
- ” Cicho Symonetta.
- ” Johanne Symonetta.
- ” Bortholomeo Chalco } _Secretari._
- ” Johanne Jacobo Symonetta }
- ” Francisco Ritio, _Cancellario_.
-
-Fuerunt vocatì dominus Antoninus Malvicinus vicarius reverendissimi
-domini cardinalis Papientis et dominus Ambrosius Pizonus et frater
-Bonifortus Strazapatta oratores Papienses, presente Turlurù puero quem
-asserebant a Belhomo hebreo in Arena crucifixum. Et petentibus ipsis
-oratoribus remitti hebreos detentos ob hanc causam ad potestatem Papiene
-laedatur sua juridictio etc.; fuit eis responsum quod illustrissimi
-principes nostri nolunt rumpere eorum jurisdicionem, sed quia huiusmodi
-imputacio fuit data hebreis alias et tamen fuit inventa falsa, voluerunt
-prefati principes nostri hoc intelligere, quia huiusmodi casus, si
-fuisset verus, erat atrocissimus et offendebat totam christianam
-religionem, ideo erat officium principis hoc ad se advocare et veritatem
-intelligere; et si fuissent reperti culpabiles, fuissent etiam remissi
-ad potestatem Papie ut punirentur. Et sic fuerunt dimissi dicti oratores
-et ordinatum quod scribantur littere huiusmodi responsionis ad
-comunitatem Papie, et, relaxerunt et liberentur omnes hebrej hac de
-causa detenti, et eorum bona eis serventur et extorta restituantur.
-
-
- 7º
-
- Ex Mediolano die XXVIII, aprilis 1479.
-
- Commissario et potestati ac duodecim provisionis
-
- Comunitatis Papie.
-
-Dilecti nostri. Sonno stati da nuj el nobile doctore messer Ambrozio
-Pixono et Boniforto Strazapatta vostri ambaxatori li quali se sonno per
-vostra parte gravati che havendo noi facto condure qui Belhomo et Donato
-hebrei imputati de havere morto in Arena uno putto nominato Turlurù sia
-lesa la jurisdicione de quella nostra città, allegando la condemnatione
-et punitione deli dicti hebrei, casu quo essent culpabiles, et la
-absolutione sì essent innocentes doversi fare per voi Commissario et
-potestà suo judice ordinario; et per questo rechiedeveno volessimo
-rimettere li dicti hebrei. Noj gli havemo facto rispondere che nostra
-voluntà non fo maj, ne è, alterare ne rumpere la jurisdicione de quella
-nostra fidele Comunità, immo conservarla cusì como la conserviamo a
-tutti li altri nostri subditi. È ben vero che essendone venuto a notitia
-quanto di sopra è dicto della imputatione che se dava alli dicti hebrei,
-et considerato che quando tale cosa fosse stata vera de gravissima
-atrocità tendente in generale oprobrio della christiana religione et ad
-manifesta offensione della dignità nostra, ce è parso como a catholici
-et christiani principi essere nostro officio, et ad noj principalmente
-pertenere la investigatione et cognitione de sì horibile et detestando
-delicto, et fargli quella provisione che alla observantia della fede de
-Christo et al debito et honore nostro sè conveneva. Et per questo havemo
-voluto havere quì li dicti hebrei, et fare investigare con diligente
-examino la verità de questa cosa, con ferma dispositione che trovandosi
-culpabili li dicti hebrei fossero puniti et castigati in quella nostra
-città sotto voj Commissario et Potestà juxta suoi demeriti. Et cusì se
-veneva ad essere satisfacto al honore nostro, alla justicia et al
-desiderio de quella nostra comunità, benchè come principi et signori
-haressimo possuto et possemo simili et altri errori farli punire
-arbitrio nostro, dove et como ad noi paresse più conveniente, et ad più
-salubre exemplo. — Hora havendo effectualmente trovato che tale
-imputatione è stata falsa, et calumniosamente facta, como etiam altre
-volte è accaduto, et essendosi trovato el dicto putto ghiamato Turlurù
-vivo et senza lesione alcuna, conducto al cospecto nostro et veduto per
-li dicti vostri ambaxatori, se siamo maravigliati non senza molestia de
-questa scandalosa inventione dalla quale sonno stati per uscire
-periculosi inconvenienti tra populari et gente imperita; et havemo
-commandato et per tenore delle presente commandiamo che li predicti
-hebrej et tutti li altri destenuti per dicta casone siano liberamente
-relaxati senza offensione et danno alcuno, et alla liberatione deli
-dicti hebrei non c'è parso in cosa tanto manifesta s'y conveniente
-procedere per via judiciaria, ma summariamente quoniam effectus ipse
-declaravit falsitatem dicte imputationis, cuius autor nullus comparuit
-ad accusandum.
-
-De questa nostra resposta et deliberatione havemo voluto darvi aviso per
-nostre littere, perchè distinctamente intendiati el tutto, et
-cognosciati che non haveti casone de posservi dolere de quello havemo
-facto per debito et honore nostro in questa facenda; immo doveti
-referircene gratie et como fideli subditi recevere a beneficio singulare
-che habiamo facto retrovare la verità de sì scandalosa imputatione.
-Volemo et ve comandiamo che debiati provedere, presertim voi potestà et
-comissario, che alli hebrej in quella città et sua jurisdicione non sia
-facta indebita molestia nè ultragio perchè non intendemo comportarlo,
-como a bocha havemo facto dire ad epsi vostri ambaxatori.
-
-
- 8º
-
-Illustrissimi principes et excellentissimi domini domini mei
-singularissimi. Per exeguire quelo ho in comissione per lettere de
-vostre illustrissime Signorie Mediolani date sub die 28 instantis mensis
-et signate Cichus, de fare restituire tute queli pigni sono tolti ali
-Ebrey de Arena, quali sono retenuti pel el judice del Malleficio,
-Sindici fiscali et notari et familia mia, li quali sindici judice notari
-et familia li ho havuto da mi et li ho facto intendere quelo me comete
-vostre illustrissime signorie sia restituite esse robe ad essi Ebrey
-senza spexa alcuna; et essi me hanno resposto che sono paratissimi ad
-obedire ali comandamenti de vostre illustrissime signorie, et così me
-hano consignate apreso di me tute esse robe. Ma dicono che essendo loro
-stati giorni sei sopra la hostaria cum cavali da victura, pare sia
-honesto siano satisfacti dela loro mercede et deli cavali da victura
-etiam se may non fuseno in dolo essi Ebrey, perchè questi tali officiali
-quali sono andati a fare questa tale descriptione sono in bona fede hano
-obedito ad quelo lì è comandato, maxime che essi Ebrey, per simile poca
-spexa, son certo non serano tropo retrogradi (345). Nichilominus
-exequiro sempre quelo m'è comisso per vostre illustrissime signorie le
-quale pregole se degnano scrivere quelo ho ad fare, se li pare tracta
-qualche composicione per così minima cosa, adciò che questi tali
-officiali in li facti dela camera, quando acaderà, siano più vigilanti,
-ale quale cum fede et devocione sempre me racomando. Datum Papie die
-ultimo aprilis 1479.
-
-Earumdem dominationum vestrarum,
-
- Fidelissimus servitor
- JOHANNES DE CALZAVACHA
- ibidem Comissarius et Potestas.
-
-_A tergo._ — Illustrissimis principibus et excellentissimis dominis
-dominis Ducisse et Duci Mediolani, Papie Anglerieque Comitibus ac Janue
-et Cremone dominis, dominis suis metuendissimis etc.
-
-Dentur in manibus magnifici domini Cichi ducalis primi secretari
-dignissimi etc.
-
-(345) Si noti singolare giustizia de' tempi. Gli Ebrei erano stati
-riconosciuti innocenti, il fanciullo che si pretendeva ucciso da loro,
-era vivo e sano, ma ciò non toglieva che ad essi non si facessero pagare
-le spese del giudizio.
-
-
- 9º (346).
-
-Bona, et Joannes Galeaz Maria Sforcia Vicecomites Duces Mediolani, ac
-Papie Anglerieq, Comites, ac Januæ et Cremonæ domini, Parte
-universitates heb.^m in dominio nostro commorantium tenoris huiusmodi
-accepimus supplicationem V.^z
-
-Ill.^mi ac Excell.^mi Principes, Già sonno m.^ti anni che li heb.^i del
-duminio uro p. uarij modi sonno statti tribulati et aflitti nelle Robbe,
-et persone sue, non ostante che sempre siano statti pronti, et
-uolenterosi al bene, et utile del statto uro, in modo se trouano in li
-mali termini se le Ecc.^me u͠re non si degnano prouedergli, però che da
-certo tempo in quà sonno perseguitatti nelle persone, et non pensando
-alc.^i u͠ri offitiali quanto più è speso tanto manco gli è rimasto,
-cercando per uia inderetta di molestargli nelle persone de dì in dì, et
-de tempo in tempo studiando far noui inuentioni e che sij uero da dui
-mesi in quà sonno acaduti l'infrascritti casi, V. g. in ualenza
-trouandossi mancare un putto hebbeno suspitione contra li heb.^i di d.^a
-Terra, et li fù minaciato assai, et se per Dio gratia lo putto non si
-fusse trouato annegato in una foppa per certo l'incoreua mal assai.
-Similiter essendo perso un putto di Monte Castillo fù imputato alli
-heb.^i di d.^a Terra e poi fu trouato era caduto uia per una sua amida.
-Il simile accadete a Bormio, item a pauia essendo rimasto un putto da
-sera seratto fuori dal ponte di Ticino, et condotto p. un Zentilhuomo a
-casa sua a' fine di restituirlo à quello de chi era, et non se trouando
-così subbitto, fù suspicato et mormorato contra heb.^i et cercato in
-casa sua et minaciatoli, in modo chel patrone della casa fugito per
-paura, et ancora non è ritornato, et se poi non fusse ritrouato non
-sariano passati senza pericoli, et molestie assai, come è accaduto a
-quello della stradella, et come alias acadete à Pauia che fureno
-sachegiati et fatto leuar il popolo à Rumore à risego di far nascere
-qualche gran scandolo et disordine con detrim.^to et pericolo del statto
-de V. I. S. delle qual cose V. S. sono assai informate le quali sono
-diuulgate non solum in Lombardia ma etiamdio fuori di Lombardia, et li
-imputatti al detto luoco darena p. li tormenti grandi a loro fatti in
-diuersi luochi hanno confessato hauer comesso quello di che erano
-inocenti, et condotti in Castello et a casa del Cap.^o di giust., p.
-tutto hanno Ratificato esser uero ciò haueuono d.^o et se Dio per sua
-gratia non hauesse mandato che fusse trouato sariano statti tratatti
-pegio che quelli da Trento, che Dio sà sel fosse uero ò non pure sperano
-che Dio ne debba fare demostratione al tempo; è p. che se poderia
-desuiare qualche putto fuori del Dominio, aut per qualche altro
-inderetto fine inuilupato da qualche soy emuli per disfargli gli pare
-grauiss.^mo che hauendo persa la Robba debbono sobiacere à tale, è tanto
-pericolo delle Robbe, è persone sue, per che à loro sarà imposibile
-hauer cura ne render conto de quanti putti si perdono nelli paesi doue
-habbitano. Però credono che ne uno de sanno intelleto debbia credere
-tale pazzie come li fi imputato per che la legge sua e nemicha
-dell'Umicidio, Item naturalm.^te cadauno sia crudele quanto si uoglia
-aborisse, et hà in abominatione il sangue humano, et chel sia uero
-ch'essi heb.^i non siano in dolo, si proua pm.^te effecacissime rasone,
-et argomenti, così legalli come naturale, per degnis.^me autoritate, et
-primo per la loro legge Moysaycha gli è prohibito l'humicidio, et in più
-luochi il mangiar sangue non pur humano, mà di qualunque animale se
-sia — et q.^to si osserua tra heb.^i item naturaliter cadauna creatura
-humana hà in erore, et abominatione non solo lo usare mà puro lo uedere,
-sangue humano, ò un corpo morto, quanto magis saria in erore ucidere uno
-p. usare del sangue suo, et chi uolesse dire che questo si facesse in
-dispretio di Christo, se risponde non è uero, ne uerissimile, p. che da
-Christo in quà sono statti m.^ti heb.^i che sono fatti Christiani, et
-Dottori Ecc.^ti di grande fama, et authoritade come S. Paolo, Nicolo de
-lira, Bonaventura, et m.^ti altri che erono informatiss.^mi delli Ritti,
-et consuetudine heb.^e et se hauessero saputo essere tale consuetud.^e
-apud heb.^i p. certo l'haueriano manifestatta, et pupallata, et la
-chiesa non gli haueria non solo concessi m.^ti priueleggi, ma non li
-haueria tolerati ne toleraria, come hà fatto, et fà in tutte le
-prouincie de chrestianitate, mà li haueria scaciati et perseguitatti, et
-cosi li altri S.^ri temporali e spirituali, et se forse se dicesse che
-questa fusse consuetudine secreta si risponde gli sonno statti heb.^i
-Batezzati, per uarie prouincie di chrestianità degni di fede dalli
-qualli si può dimandare, et sapere se l'è uero ò no pure non si toglia
-tale informatione da trouati ne persone leggiere, ma mature, et de buono
-intelleto, et sentimento, et chi dicesse forse li sono alcuni pazzi che
-p. sua fantasia si mettano ad cometter tale neffando mancamento, si dice
-che comuniter li pazzi sono poueri, et non sono patresfamiglias imo
-sonno regiuti da altri, et se uolessero bene commettere tali mancamenti
-li altri suoi non la patirebbono, si per non contrafare alle legge così
-diuine come humane, etiam per non incorere in pericolo et descrimine
-delle persone et robbe sue, et li pazzi non saperiano ne imaginare, ne
-gouernare tale cose, ne haueria rispetto farlo secretto, ò palese, item
-se questo fosse uero li sono ut ita dicant inumerabili heb.^i richi in
-terre de Turchi, Morri, et Saraceni, et altri infideli, che teneno
-schiaui et fameglij et poteriano hauer delli putti ad suo piacere da
-fare cio che uolesseno senza tanti rispetti ne pericoli senza impaciarsi
-da fare tale cose in Terra de cristiani con tanti pericoli non solum
-della robba ma etiam delle persone loro, Item della destrution de
-ierusalem fatta per titto uespasiano in qua che li heb.^i furono
-condotti à roma non si e mai ditto ne trouato habbino fatto tale
-mancam.^to et saria impossibile se lo hauessero fatto che p. qualche
-modo, et in qualche tempo non fusse statto scuoperto, et desiderando de
-obuiare in futurum a tale machinatione, et pericoli, et che all'auidità
-d'alc.^i offitiali, et altre persone sia ripresa et estinta, et gitatta
-à parte in totum, supp.^no ut is attentis si degnano V.^re S.^rie
-scriuere et mandare p. sue patenti le͠re sub indignationis pena alli
-suoi offitiali p.te et futuri, che à modo non s'impazzano da fare
-nouitatte alc.^a occ.^ne alicuius imputationis fiende in antea contra di
-supp.^ts et se pur a V. I. S. non piacesse de cosi fare, saltem si
-degnino scriuere et mandare che acadendo p. disgratie alc.^e imput.^ne
-fatti p. persone degne di fede contra li supp.^ti, che li uff.^li
-predetti siano obligatti sub.^o mandare q.^to tale imputato qua à Milano
-da V. I. S. quali habino ad rimettere la cognitione del tutto a chi li
-pare et piace in la pte città, il quale sia obligato p.^mo et ante omnia
-hauer denanti à se l'imputatori e testimonij quali siano degni di fede,
-et omni eceptione maiores con l'imputati et li diano copia delli inditij
-perchè forsi li purgariano per altra uia che per tormenti, et non
-ficendo purgatti per altra uia non mettono alc.^o d'essi heb.^i alla
-tortura senza partecipatione, et espresso consentimento di uno
-christiano sudd.^to uro effetto per li heb.^i allo esamine ad presso à
-d.^o uffitiale ad cio la cosa passa maturamente et se cosi facendo li
-trouarano in dolo li faciano punire senza alc.^a rimissione, et se
-sarano innocenti de sibi imputatis non siano torterati, robbati ne
-malmenati, et eo casu li falsi imputatori siano poniti pena talionis,
-accio loro imprendano et siano essempio ad li altri da astenerse da
-false imputationi, et cosi s'obuiarà à tali è tanti inconuinienti, et se
-alc.^o falera sarà punito il che hauerano per gratia singolare da V. S.
-alle qualle se raccomandeno, et nelle qualle hanno sua speranza con
-rasone. Cuius intelleto et considerato tenore constitoq., nobis non
-nullis ec memoratis hebreis superioribus diebus fuisse indebitte
-imputatos quemadmodum ec eorum etiam naratur suplicatione nec sensum
-obicientis quas ex ea suplicatione nobis causas exposuerunt sed eas
-admittentes ueluti a ratione non dissentientes dignum arbitramur
-oportune fore prouidendum ne qua indebita afficiantur iniuria, Tenore
-igitur presentium comitimus et expresse mandamus omnibus et singulis
-comissarijs, et potestat. Jusdicentibus, et offitialibus nostris ac
-Pheudatariores nostrorum presentibus et futuris, ut sub indignationis
-nostre pena de cetero, eis oblata uel alicui eom querella seu denuntia,
-uel acusatione, seu imputatione q. alicquis heb.^i seu aliquis eorum
-debuerint seu debuerunt aliquem Christianum seu christianam aliquam
-ocidisse uel aliqua pena afficisse ut eius biberunt sanguinem seu aliud
-quicqua contra fidem Christianam, uel in eius contumelia et iniuriam
-faciant uel q. in graue scelus inciderint, contra huiusmodi imputatum,
-seu imputatos, seu acusatos, non procedant, sed eos legitimis prius
-precedentibus indicijs saltem per duos testes omni suspitione carentes
-seu sufficientia indicia que alies de Iure equiperent: inditijs duorum
-testium, ut puta unius testis omni suittione carentis deponentis de uero
-actu ipsius delitti duntacat personaliter detineat seu detineri faciant,
-ad nos postmodum illico mittendos una cum accusatoribus, et testibus,
-prouidendo deiude ne aliquis fiat tumultus, uel iniuria contra alios
-hebreos uel eorum bona comittentes ex nunc officiali ad hoc p. nos
-deputando, quod p.^mo et ante omnia coram se habeat huiusmodi delictti
-imputatores et testes una cum imputatis indiciorunq. copia ipsis
-imputatis trade͠n: ut ea purgare ualeant infra debitum terminum ipsi
-imputato statuendum, que si non purgauerit id post modum faciat quid
-iustitia suadebit habito apud se ad omnia facenda aliquo iurisperito uel
-causidico christiano, qui bone sit fame per eum seu alios hebreos
-agentes pro eo aligendo, qui intersit ecamini, et sine cuius
-partecipatione et consensu ad predicta, ne aliquid predictorum facere
-possit si uero falso fuerint imputati puniantur imputantes de calumnia,
-et ad satisfactionem damnorum interesse et expensarum, que et quas talis
-indebite imputatus proinde, passus fuerit ac fecerit et ultra contra eum
-ciuiliter et criminaliter fiat quod aduersus similes de Iure fieri
-debet, si uero testes conuincti fuerint de falsitate, contra eos
-procedatur et puniantur secundum formam Decretorum nostrorum super hoc
-disponentium ne heb.^i predicti indebite uecentur cum per ecclesiam
-patiantur, Christianorum terras inhabitare pro christi redemptoris n.ri
-memoria, et hec omnia aliquibus legibus decretis statutis ordinibus et
-consuetudinibus in contrarium facientibus non attentis, quibus quo ad
-premissa ec certa scientia, et de n.re Potestatis plenitud.^ne etiam
-absolute derogamus et derogatum esse omnino uolumus in quorum
-testimonium presentes fieri iussimus et registrari nostriq. sigilli
-impressione muniu. Dat Mediolani die XVIIIJ. Maij MCCCCLXX nono.
-
-Ego Jo Antonius f. q. D. Vincentij de insullo inferiori uerone pub. et
-imperiali authe notarius predicta omnia fideliter exemplaui ab alio in
-carta simili ecistenti mihi esemplandum tradito, et restituto nilq. illi
-addidi uel diminui ita ut mutet sensum sententiamus in aliquo in quorum
-fidem me subscripsi cum signi mei tabelionatus opositione.
-
- S. Cichus.
-
- ((SIGNUM BVLLI))
-
-(S T) Ego Jacobus Bagatta f. g. D.ni Bonifatij de S. Michaele ad portus
-uerone pub. ueneta authe not: premissa omnia fideliter exemplaui ab alio
-in carta simili in foleo magno ecistenti mihi esemplandum tradito,
-statimq. postea restituto uel addito, nel dimenuto quod sensum nutet
-sententiaq: in aliquo, in quorum fidem me subscripsi signaq mei
-tabelionatus apposui Consuetum etc.
-
- [[I B M]]
-
-Nos Jacobus suriano Pottas et michael Priulo Capitanehus Rect.res Verone
-pro ser.mo Ducali Dominio Venetiane uniuersis et singulis attestamur
-suprasc.tum Dominum Jacobum Bagattam esse Notarium publicum et legalem
-istins mag.ce Ciuitatis et eius publicis scripturis hic et ubiq locorum
-plena fides hadibenda esse in quorum fidem et Verone ex offi.o mag.ce
-cam nre fisc.a Die Iune 4.to maij 1626 Ind. nona etc.
-
-Alcides Cimarlinus Coa.r M.e Cam.e uerone Concordat cum suo originali
-Ego fr Dominicus M.a de Bononia Not Apostolius S.ore Inq.m Verone, etc.
-
-(346) Il presente documento si conserva negli Archivii della Comunità
-israelitica di Verona.
-
-
-
-
- V.
-
- Massimiliano II.
-
-
-Noi Masimilian secondo Diuina fauente clementia romanorum imperator
-sempre Augusto
-
- omissis
-
-faciamo noto publicam.^te con le presenti a chiascheduno, sicome
-l'Università hebraica habitante nel sacro Imperio per suoi nontij, con
-scritt.^re degne di fede humilm.^te ha fatto presentar un preuilegio,
-ouer imunità all'istessa uniuersità heb.^ca dato et concesso
-gratiosamente dall'inuitiss.^mo Imperator Carlo Quinto felice memoria
-n.ro diletto cugino, et socero, qual è del tenor è di parola in parola
-come qui a basso cioè
-
-Noi Carlo Quinto
-
- omissis (347)
-
-“Hauendone più oltre segnificato l'uniuersità heb.^ca qualm.^te più
-uolte sonno statti imputatti che per il lor bisogno sia necessario auer
-sangue Christiano, et per cio per colpe, et fatti qualli debeno per essa
-causa perpetrare à Christiani non è manifesto à sciente fatto ne ancora
-sufficiente proue, et inditij, mà per causa di depressione, et
-suspitione; ò uer à nuda delatione, ò simplice segnificatione de suoi
-maleuoli contra li loro priuileggi, et antichi consueti sono
-grauissimamente molestatti, tratenuti captiui, tormentatti, condenati di
-uita alla morte, tolto le lor robbe et facultà, euidentem.^te non
-obstante che li santiss.^mi padri n.ri li pontefici habbino fatto
-dichiarat.^ne et prohibitione di credere, et ancora il q. N.^ro S.^re et
-Attauo imperator fedrico preclariss.^me memorie per tali papali
-declarationi specialm.^te fatto espedire seriose comess.^ne et mandati
-per tutti li statti del Imperio, et specialm.^te ad alcuni di essi di
-tal intento desistere, et etiamdio prouedere, et non permetter quello
-anci occorendo tali casi rimetter quelli à sua Maiestà, come supremo
-S.^re et giudice dell'unita heb.^ca senza alcun mezzo spetante, et
-seriosam.^te hà commandato etiam contra li priuilegij, et antichi soliti
-delli heb.^i grauem.^te molestatti pregionati, tormentati, di uita alla
-morte, condenati, et li beni et facultà loro uiolentem.^te statti tolti
-et noi per esse declarationi papale, ò dell'espeditte comissioni del
-n.ro Attauo imper.^re Fedrico preso tanta informatione che quello è
-imputatto alli heb.^i necessario non hà da esser. Pertanto etiam per
-altre più cause mouente ordinamo et sancimo, che p. l'hauenire ne un di
-qual sia grado si uoglia per tal causa prenda più ne un heb.^o ò heb.^a
-et senza precedenti, et sufficiente inditij, o uer proua di Testimonij
-fide degni, ò trouando in frangenti crimine non tormentatti, ne
-condenati da uita alla morte, Ma occorendo tali querimonie ò imputationi
-quel p.^mo rimettere, o riportare a noi, et nri sucessori Rom:
-Imperatori, o Regi, come suprema superiorità in Imperio dell'Uniuersità
-heb.^a et cui eupeture la risolutione, per il che statuimo, ordinamo,
-sancimo, declaramo, et uolemo, dalla predetta ampia nra atta imperiale,
-et di certa scienza che per l'auuenire tutti li priuileggi, ire,
-libertadi, gratie, defensioni, protectioni, saluaguardie, saluicondotti,
-et confermatione della prefatta uniuersità heb.^a in tutti, et cadaun
-suoi punti, articoli, clausale, continentie, sententie, comprehensioni
-siano totalmente roborosi, ualidi et stabilm.^te osseruati, et essequiti
-in tutti i modi, come tutti et cadauno specialm.^te di parola in parola
-in questa nra imperial Lra fussero descritti, et espressi, quali
-etiamdio sono in q.^a sufficientem.^te compresi et espressi hauer
-uolemo, Et ancora che la prefata unita heb.^a et suoi sucess.^ri
-generalm.^te et specialm.^te debba hauer li soprascritti nostri di nouo
-concessum Priuilegij, gratie, deffensioni, protectioni, saluaguardie, et
-saluicondutti, permanere in quelli, et contra essi, ne in generale, ne
-in speciale da niuno, ne per rapina, offensione personale ne reale di
-beni, et facoltà loro, ne espulsione, ne ridutione, obserciatione di
-scole sinaghoghe di essi, ne alias per altra uia debano esser molestatti
-perturbati, et impediti, anci loro, et suoi sucessori q.^ti quietam.^te
-godere et fruire posino, et debino senza impedim.^to da niuno et si e
-contra inscientem.^te o importuna instantia, da noi, o nri sucessori in
-imperio si statuisse è concedesse, ò si espedisse alcuna cosa in
-contrario alli sopradetti, et à questo nro priuileggio parim.^te se a
-quelli se facesse acordo alcuno ò altro incomparso senza nra uolonta et
-assenso tutto questo contra essi non debba hauer effetto ne robore, ne
-ualore, anzi tutto esser inualido infirmo, et impregiudiciale; Per che
-noi tutto questo, et cadaun particolarm.^te ec nunc pro ut ex tunc, et
-ec tunc pro ut ex nunc, cassamo, anulamo, irritamo, inualidamo in uirtù
-di q.^ta lera sopra cio comandiamo à tutti, et qualunque Principi
-ecclesiastici, et seculari, prelati, Conti, Baroni, S.^ri cauaglieri,
-Nobili, Capitani, Prefetti, Prouinciali, Vicedomini, Profetti,
-Locotenente, officiali, Giudici, Potestadi, Consiglieri, Cittadini,
-comuni, et tutti li altri nri et del Imperio sudd. fideli, di qualunque
-grado, Dignità, ò conditione, siano pnti et futuri, seriosamente con
-questa littera, et uolemo che lassate totalm.^te permanere la prefatta
-nra unita heb.^a in generalità et particularità, con le sopra scritte
-papali declarationi, et de nri Predecessori nel imp.^rio et q.^ta nra
-libertà, priuilegij, confirmatione, deffensione, protectione,
-saluaguardie, et salui condotti, osseruare, defendere, et protegere, et
-non contrafar, ne ad' altri permetter contrafar in modo, et in uia
-niuna, cossi cara à cadauno sia la nra, et imperii indignat.^ne, et pena
-graue, è ancora molta nominatiua di schiuare Marche cinquanta d'oro
-puriss.^mo quale cadauno tante uolte temerariamente contrafarà, se non
-uorà abstenersi, la qual per la mittà à noi, et la nra imperial cam.^a
-et l'altra mittà all'Unita heb.^a ò uer alli offesi irremisibilmente
-sarà aplicata senza Inganno. In fede de cio sigilato col nro imperiale
-appendente segillo.
-
-“Datta in nra, et imperij, Cittade Spira alli 3 del mese di Aprille di
-poi la nattiuità di Christo diletto S.^re 1544: Nel nro imperial gouerno
-nel uigesimo quarto ò altri nri Regni nel uigesimo nono anni etc.”
-
-Et de più humilm.^te han pregato, et supplicato à noi, come Imp. de Rom.
-che gratiosam.^te ghe uogliono renouar, confirmar et aprobar i suoi
-descritti Priuileggij et immunità
-
- omissis (348)
-
-Datta nella nra ò del nro Imperio. Città d'Augusta alli 8 del mese di
-marzo dopo la natiuità del nro S.^re e saluator 1566: nel nro imperial
-gouerno nel quarto nel Hungaro nel Terzo, et nel Boheno nel 18 anno etc.
-Masimigliano
-
-Vice ac Nomine R.^mi Dni Archicancell Magautini
-
-Ad m.^tu sac. ces. Miti propriu.
-
- V. Io: Bap: Weber e. Haller etc.
-
-_Ego Gaspar f. q._ D. Iac. Antonis de seraualle pnb: imperiali autte
-not.s et V. Cancell. Mag.ce Coiatis Rob.ti attestor fidemque indubia
-facio quibuscuq — Priuilegium concessa Uniuersitatti Hebraice ab
-inuictissimo Cesare Carolo Quinto sub die 3 aprilis 1544: ex Ciuitate
-Spire et confirmatum ab inuictissimo Cesare Masemigliano secundo ex
-Ciuitate Auguste sub die 8 Martij 1566: munitum sigillo magno imperiali
-
- omissis
-
-et hoc ec suo authentico transupto e lingua germana, qua caleo in Italam
-fideliter, et sincere, a suo sensu penitus non discendis uertisse, et
-traduisse in omnibus pro ut sopra etc in quoru testimoniu me manu
-propria subscripsi, signoq. meo actis tabelionatus solito muniui
-
- Ad Laudem Dei Opt.i Maximi
-
-Nos Carolus Rusca. I. V. D. Perginen: Roboretti, e sui districtus
-pretor — omissis (349) — Roboreti die X Juni. MDCII.
-
-Ego Jacobus Bagatta f. q. D. Bonifatij de S. Michaele ad portas Verone
-publicus Veneta Anthe Notarius (350). . .
-
-Nos Iacobus suriano Pottas, et Michael Priulo capitaneus Rectores Verone
-(segue la legalizzazione). Verone ex uff. magn. Cam.e n.re fisc.s Die
-lune 4.to maij 1626. Ind. nona. — Concordat cum suo originali ver.a F.
-Fr: Dominicus M.a de Bononia Not.ro Apliu S.ne Inq.nis Verone.
-
-(347) Conferma i privilegi concessi agli Ebrei dai Pontefici ed
-Imperatori e stabilisce varie disposizioni in loro favore.
-
-(348) Segue l'approvazione, la sanzione è: — la graue indegnatione n.ra
-o dell'imperio, et di più sotto pena di sessanta marche —
-
-(349) Segue la legalizzazione.
-
-(350) Segue autenticazione della propria copia.
-
-
-
-
- VI. *
-
- Martino Lutero.
-
-
-_Tomo 5, Witt. Foglio 443._ Pregai si trattasse bene (gli ebrei) si
-istruissero nella Sacra Scrittura, e così avrebbero potuto rimanere
-presso di noi; ma se noi li cacciamo colla forza, li incolpiamo di avere
-sparso sangue cristiano, di puzzare e _di altre simili sciocchezze_,
-trattandoli come cani, qual guiderdone possiamo da essi sperare? (351).
-
-(351) Vedi CHRISTIANUS CERSON: “Der Jüden Talmud 1613” _Epistola
-dedicatoria_ al principe Enrico Giulio, vescovo del convento di
-Halberstadt, duca di Brunswick e Lüneburg; GIOVANNI CRISTOFORO
-WAGENSEIL: _Benachrichtigungen_, 1705.
-
-
-
-
- VII. *
-
- Stefano Re di Polonia
-
-
-Noi Stefano, per grazia di Dio, Re di Polonia, _omissis_, pubblichiamo a
-tutti ed a ciascuno che ne abbia bisogno.
-
-Giunse a noi ed alle nostre orecchie, cosa meravigliosa e da noi non
-prima udita, sulla uccisione di fanciulli cristiani e precisamente sul
-ratto e sulla uccisione del figlio di un certo eccellentissimo
-Studsionsky nel circolo di Gostina. Siccome non soltanto si sospettano
-gli Ebrei di questo misfatto, ma vengono anche apertamente accusati,
-così crediamo necessario investigare e cercare premurosamente quanto
-siavi di vero in quest'accusa; e tanto più ciò ci sembra necessario in
-quanto simili accuse non si sollevano ora per la prima volta, essendo
-per numerose testimonianze venuto a conoscenza nostra che già da lungo
-tempo si è sparsa la voce aver gli Ebrei rubato ed ucciso fanciulli
-cristiani ed anche comperato (per farne vilipendio) il Santissimo
-Sacramento, voce che dette origine a scene deplorevoli.
-
-Ora avendo due gentiluomini Studsionsky portato apertamente dinanzi a
-noi una simile accusa contro gli Ebrei ed avendoci mostrato un fanciullo
-morto, ordinammo si procedesse a severe indagini. Siffatte indagini
-furono dai nostri ufficiali condotte col maggior zelo, furono citati gli
-Ebrei e da ambe le parti si addussero prove e testimonii per porre in
-luce il vero; il risultato fu che non soltanto gli Ebrei non erano
-colpevoli, ma che nessun sospetto poteva venir su di loro formato. Anzi
-i predetti signori, saputo di essere stati tratti in errore e che nulla
-si era rinvenuto a carico degli Ebrei ritirarono l'accusa. Dimostrata,
-nel modo più assoluto, la loro innocenza in questo fatto, gli Ebrei si
-lagnarono meco amaramente perchè da queste popolari credenze che essi
-abbisognando di sangue cristiano, rapissero ed uccidessero fanciulli
-cristiani, o che vilipendessero il Santissimo Sacramento comperandolo
-dai Cristiani, e facendone spicciare sangue umano, non soltanto erano
-derivate loro numerose persecuzioni, ma s'eran trovati spesso in
-pericolo di vita, ed avevano dovuto soffrire crudelissimi martirii e
-persino acerba morte. Dopo averci dimostrato, con decreti e privilegi
-dei nostri antecessori, l'ingiustizia di tali pene, ci supplicarono
-caldamente, per mezzo di alcuni nostri Senatori, di provvedere, in modo
-definitivo, perchè non abbiano per lo stesso motivo a rinnovarsi gli
-insulti, le persecuzioni ed altre ingiustizie di cui già ebbero a
-soffrire. Commossi da questa preghiera, e desiderando precludere l'adito
-a simili calunnie e rimuovere una causa di tumulti e di persecuzioni che
-gli Ebrei ebbero spesso a soffrire per questo argomento, abbiamo
-deliberato in base alla nostra ferma convinzione ed in seguito a parere
-dei nostri Senatori, che nessuno osasse d'ora innanzi muovere agli
-Ebrei, nel nostro Regno e nei nostri dominii, l'ingiusto rimprovero del
-rapimento e dell'uccisione di fanciulli cristiani, o della compera del
-Santissimo Sacramento. Ed essendo essi innocenti di entrambi questi
-misfatti non devono perciò essere calunniati, nè accusati dinanzi un
-giudice o qualunque altro magistrato, essendosi nel fatto dimostrato che
-queste accuse non hanno base di fondamento, e che gli Ebrei non fanno
-uso di sangue, nè cercano di procurarsi il Santissimo Sacramento. Perciò
-chiunque si facesse lecito di ripetere tali accuse, vogliamo che, senza
-riguardo a rango, venga severamente punito, come autore di grandi
-disordini. Chi dunque incolpasse gli Ebrei di questi misfatti sarà
-punito come calunniatore; e colui che per questi motivi portasse contro
-di essi un'accusa dinanzi ad un giudice, sarà passibile della _poena
-talionis_ e dannato nel capo.
-
-Questa nostra decisione portiamo a cognizione di ciascuno che avesse
-bisogno di saperlo, e specialmente vogliamo che venghi notificato a
-tutti i Woiwodi, Starosti e Sottostarosti ed in generale a tutti
-impiegati, Sindaci e Consiglieri, ed ordiniamo che la Nostra Volontà sia
-da essi strettamente eseguita, portata a cognizione di tutti perchè
-agiscano solamente secondo la Nostra Volontà, altrimenti cadrebbe su di
-loro la nostra disgrazia.
-
-Noi firmiamo per maggior sicurezza questo scritto e vi apponiamo il
-suggello della Nostra Corona.
-
-Dato a Varsavia il 5 del mese di luglio dell'anno del Signore 1576 nel
-secondo anno del nostro Regno.
-
- STEPHANUS ELECTUS REX.
-
-
-
-
- VIII.
-
- Sentenza a favore di Giuseppe, Ebreo veronese.
-
-
-Exemplum ab alio ex concione undecima Ill.^mi D.ni Iustiniani contareno
-Verone Potestatis die ult.^o mensis februarij milesimi sexcentesimi
-tertij Jndictione prima
-
- De
-
-Ioseph hebreus q. Abrahamini dictus anselmi *Accusatus a Bernardino
-Bertono* calligarum resarcitore de sancto marco quia cum sero factum
-esset uigilie admirabilis ascensionis D.ni anni modo lapsi non nulli
-adolescentuli puerilibus iocis incumberent in curte uulgo nuncupata di
-Panthei idem Joseph scienter et dolose eiusdem Bernardini paruulum
-figlium hostio proprie domus assidentem ui rapuerit ac inuolutum palio
-nisi fuisset impijs eius manibus ereptus in uicinam heb.^m stationem
-deferre tentauerit uel ut christianam animam è gremio sacrosancta
-Ecclesia matris disceptam ad iudaicam perfidiam, et perditionem
-deduceret, uel ut eodem infante crudeliter necato, et sacratiss.^me
-morti n.ri saluatoris illuderet et innocenti sanguine ad pessimos et
-nefandos usus uteretur sicut alius factum esse quibusdam
-circonforanete — historie monamentis probare conatus est ipse accusator
-uel etiam ut huiusmodi facinore uindicaret amissionem figlie sue que
-quide per lauacrum regenerationis ab eius prauitatis errore ad aternam
-salute confugere proximis precedentibus mensibus elegerat, et ut in
-processu diffuse legitur.
-
-Detentus et constitutus dictus Joseph negauit tantum comissise scelus et
-ipsi deffensionibus intimatis tam in scriptis quam in uoce p. Exc.^m
-eius aduocatum nedum suas satis legitimas deffensiones deduxit uerum
-etiam demonstrauit uarijs allegatis sacre bibilie locis hebraicum ritum
-a sanguinis effusione abhoreri, segnificando etiam quod uarij principis
-hanc huiusce sanguinis usus famam pro uana nulla et falsa habuerunt
-publicis datis priuilegijs *nempe Bona* et Ioannes Galeatius Maria
-Sfortia Duces Mediolani ut constat sub die 19 maij 1479. Petrus Mocenigo
-Dux Venetiarum sub die 22 aprilis 1475 (352): et denique fridericus
-tertius Carolus Quintus et Maximiglianus secundus sub die octauo martii
-1566; in quibus affirmatur olim à sanctissimis pontificibus prohibitum
-fuisse quicquam credere de huiusmodi obiecto impio sanguinis christiani
-abuso, et ex quibus omnibus tollitur omnis suspitio tam facinorosi
-sceleris obiecti, Eà propter Ill.^mus Dnus Potestas una cum Ecc.^mo
-consulatu antedictum Joseph relaxauit.
-
-(352) In un foglio sciolto unito al libretto è citata questa Ducale come
-esistente — nel Registro di Padova in Bergamina sig.to con Letra M
-nel'Arcivo della Cancelaria pretoria di padous a 118.
-
-Ego Christophorus Nicolius notarius deputatus ad conciones comunis
-uerone antedictam sententiam per me scriptam et publicatam esemplaui et
-in fidem manu propria scripsi et subscripsi cum meo sollitto
-tabelionatus segno.
-
-(L T) Premissa sententia fideliter exemplata fuit per mè Cyprianum
-masser.m D. Baptista figlium publicum ueneta auctoritate not.m ab alio
-simili exemplo autentico sub signo et nomine contedicti q. D.
-Christophori Nicolij, in quorum testimonium me propria manu subscripsi
-solito tabelionatis signo apposito.
-
-Nos Jacobus surianus pro ser.m Ducali D.nio uenetiarum e Verone et
-Districtus Potestas. Uniuersis etc. attamur suprascriptum D. Cyprianum
-Masserium esse notarium publicum huius ciuitatis cuius publicis
-scripturis ubique locorum plena fidis merito est adhibenda In quorum
-etc. Verone die 5 Maij 1626.
-
- Aloysius Cinthius Coad.r Pret.s m. etc.
-
-Presens copia desumpta fuit ex suis proprija originalibus de uerbo ad
-uerbu aliena manu mihi in fida; et collationata concordat, salua semp
-megliori.
-
-Fr. Dumenicus M.a de Bononia eiusd' ord.e Magr et Inq.or Verone attestor
-d.m f. Dom.cus Marie esse Not.mo huius S.te Inq.nis.
-
-
-
-
- IX.
-
- Giovanni Cristoforo Wagenseil.
-
-
-Aiutaci o Dio! Come è mai possibile scoprire la verità in mezzo a tante
-schifose accuse, ognuna delle quali contraddice alle altre? Come non
-capir subito che non le sono che miserabili chiacchiere, e che da bocca
-cristiana mai dovrebbe esser proferita l'accusa che gli Ebrei in diverse
-occasioni si servano di sangue cristiano? E meno male ancora non le
-fossero che chiacchiere, ma pensare che in grazia di queste maledette
-menzogne, gli Ebrei furono maltrattati e torturati, che migliaia e
-migliaia ne furono messi a morte è cosa che commuoverebbe e farebbe
-gridar anche le pietre. (_Benachrichtigungen_, p. 130 e seg.).
-
-Fu, ed è sempre, opinione fra i Cristiani, che gli Ebrei abbiano bisogno
-di sangue cristiano per mischiarlo agli azimi che mangiano di Pasqua ed
-al vino che bevono. Io stesso sono stato spesse volte spettatore quando
-Ebree od Ebrei, (perchè fra gli Ebrei anche uomini ricchi ed a modo
-sogliono aiutare a queste incombenze per far onore alla festa di Pasqua)
-apparecchiavano la pasta per le azzime, vidi come l'impastavano, come
-levavano la _Challa_, la bruciavano e dopo allestita la focaccia la
-infornavano, ma non mi accadde mai di osservare vi mischiassero qualche
-cosa che assomigliasse a sangue.
-
-Fra tutti gli altri oggetti ed arnesi che gli Ebrei credono sacri e di
-cui si servono nelle loro funzioni posseggo anche una grande focaccia
-d'azimo e posso mostrarla a chicchessia per provare che non vi si trova
-la più piccola traccia di sangue. Il vino che si beve durante le feste
-di Pasqua deve essere _cascher_ o purissimo, e guai se un cristiano
-avesse toccato, soltanto col dito mignolo, il torchio od il tino nel
-quale viene preparato, tanto meno adunque si permetterebbe vi si
-mischiasse una goccia di sangue cristiano (_ibid._, p. 132 e seguenti).
-
-Qui non si tratta di sapere se un ebreo insultato da un fanciullo
-cristiano possa averlo ucciso. Il caso può benissimo essere accaduto,
-assai raramente però, se lo stesso dottissimo Grozio potè scrivere nel
-5º libro del suo _De Verit. Rel. Christ._ che gli Ebrei non incorrono nè
-in idolatria, nè in adulterio, nè in reati di sangue. “_Judaeos a tanto
-tempore nec ad falsum Deorum cultum deflexisse ut olim nec caedibus se
-contaminasse nec de adulteriis accusari_” (_ibid._, p. 149).
-
-A nulla valgono le stesse confessioni degli Ebrei perchè strappate loro
-con torture e tormenti così terribili che essi avrebbero confessato ben
-più di quanto non si pretendeva da loro. Taccio di quei malvagi
-Cristiani che bene spesso volendo denunciare gli Ebrei, per avvalorare
-l'accusa, uccidevano, Dio sa in che modo, i loro stessi bambini, ed i
-cadaveri o mettevano segretamente nelle case degli Ebrei, o
-sotterravanli nelle cantine o nei giardini loro, fatti questi pei quali
-migliaia e migliaia di Ebrei non soltanto furono spogliati dei loro beni
-e ridotti alla miseria, ma furono eziandio giustiziati coi più orribili
-supplizi (_ibid._, p. 198).
-
-Malgrado accurate indagini, non mi venne fatto di trovare nessuna legge
-che scagionasse gli Ebrei dall'accusa di usar sangue cristiano,
-eccezione fatta per una legge di non so qual re di Polonia (353), che
-trovasi in un _Codice manuscripto_ ben ordinato e conservato nella
-biblioteca di Lipsia col titolo: _Promtuarii statutorum omnium et
-Constitutionum Regni Poloniae_ di _Paulo Scerbicz anno_ 1590 _ad usum
-domesticum_, dove nella parte 1ª, cap. 15, _De Judaeis_, leggesi:
-_Judaeus caedis pueri Christiani accusatus tribus Christianis, et
-totidem Judaeis convincatur: alioquin pro usu humani sanguinis non
-culpetur. Deficienti vero Actori in probatione poena talionis
-irrogetur (354)._
-
-Volesse Dio che leggi così giuste si fossero fatte dovunque, e si avesse
-spiegata maggior oculatezza allorquando gli Ebrei venivano accusati o
-per calunnia o per futili indizi prima di ricorrere alla tortura ed al
-supplizio per far loro confessare ciò che si voleva. Se poi talvolta fu
-provato aver gli Ebrei commesso qualche misfatto, ed è inevitabile che
-in un gran popolo non si trovino dei malfattori, non avviene ogni giorno
-lo stesso anche fra noi Cristiani? Perchè dunque non punirli, secondo
-giustizia, in ragione del delitto commesso, invece di sottoporli a pene
-stravaganti, colpendo assieme colpevoli ed innocenti ed ammazzandoli
-alla rinfusa? Le autorità dovrebbero pensare all'ammonizione del Re
-Giosafat: “Riguardate ciò che voi fate; perciocchè voi non tenete la
-ragione per un uomo, ma per lo Signore, il quale è con voi negli affari
-della giustizia. — Ora dunque, sia lo spavento del Signore sopra voi;
-prendete guardia al dover vostro e mettetelo ad effetto; perciocchè appo
-il Signore Iddio nostro non vi è alcuna iniquità” (2 _Croniche_ XIX, 6,
-7). Esse avrebbero dovuto pensare a non gravare le loro povere anime e
-le loro conscienze della scomunica pronunciata da migliaia di leviti, e
-confermata da un Amen di centinaia di migliaia di persone contro chi
-contravviene ai precetti del _Deuteronomio_ (XXVII, 19, 25) “Maledetto
-sia chi pervertisce la ragione del forestiere, dell'orfano e della
-vedova. Maledetto sia chi prende presenti per far morire l'innocente”
-(_ibid._, pag. 203 e segg.).
-
-(353) Boleslao il Pio, duca di Kalisch, nell'anno 1274. (Regnò col nome
-di Boleslao V, 1227–1279). Vedi Sternberg, _Geschichte der Juden in
-Polen_.
-
-(354) Un ebreo accusato di aver ucciso un fanciullo cristiano deve
-essere convinto colla testimonianza di tre ebrei e di tre cristiani;
-senza di che non potrà essere condannato per uso di sangue cristiano; se
-l'accusatore non potrà in tal guisa provare la sua accusa sarà punito
-colla pena del taglione.
-
-
-
-
- X. *
-
- Parere della facoltà teologica di Lipsia dell'8 maggio 1714.
-
-
-Dopo che certi accaduti avvenimenti esigono la soluzione del quesito “se
-si possa provare e credere che gl'Israeliti, secondo le leggi della
-propria religione, o per introdotte superstizioni, abbiano bisogno del
-sangue d'un cristiano, e che uccidano secretamente teneri fanciulli, che
-procurano di rapire” fu sopra ciò desiderato anche il nostro
-coscienzioso parere in nome di S. M. il Re di Polonia e del serenissimo
-principe elettore di Sassonia.
-
-Quindi noi, conforme il nostro umilissimo obbligo, incominciamo la
-soluzione del quesito con una negativa, e di tale nostra negazione
-alleghiamo le ragioni seguenti:
-
-I. Prima del 13º secolo dalla nascita di Cristo non si è parlato mai di
-questa grave accusa addossata al popolo ebreo, nè in tempi in cui niente
-si perdonava alla nazione ebrea, si saprebbe trovare conferma di ciò in
-qualsiasi documento, nè degli Ebrei dell'Oriente nè dell'Occidente.
-Perchè dunque dovevano gli Ebrei per così lunga epoca ommettere una
-crudeltà, e tosto dopo quest'epoca averla incominciata? Perchè non
-dovrebbero essi averla commessa del pari nei primordi del Cristianesimo,
-che quasi s'innalzava sulla loro rovina, ed allorquando la gelosia e
-l'amarezza dovevano esser maggiori? Perchè dovrebbero essi aver ommessa
-questa pratica ai tempi degli imperatori pagani, allorquando con maggior
-sicurezza potevano eseguirla? Perchè incominciare allora soltanto quando
-maggior pericolo li attendeva sotto principi cristiani? O come avrebbero
-taciuto questa cosa i Cristiani dei primi tempi, a cui tali fatti non
-potevano rimanere celati, mentre essi d'altronde non sanno mai
-abbastanza descrivere l'odio degli Ebrei contro di loro?
-
-Ma per procedere alquanto innanzi colla storia intorno a questo fatto, e
-mostrar più chiaramente la sua falsità, osserviamo che intorno al 13º
-secolo, l'odio contro gl'Israeliti, in Germania particolarmente, erasi
-grandemente aumentato, e ciò principalmente a cagione di un certo monaco
-di nome Rodolfo, il quale, secondo ogni apparenza, tratto da ambiziosa
-imitazione di quelli che predicavano la crociata contro gl'infedeli in
-Oriente, instigò il popolo in Colonia, Spira, Magonza e Strasburgo a una
-simile crociata contro gli Ebrei, immaginandosi di acquistarsi così una
-fama in Germania come San Bernardo in Francia colle crociate contro i
-Maomettani; ma appunto il Santo Bernardo, in una lettera diretta ad
-Enrico Arcivescovo di Magonza, dannò il da colui eccitato eccidio degli
-Ebrei, lettera che s'incontra fra le sue epistole. Ciò nondimeno si
-continuarono nelle publiche prediche le veementi accuse; e varii frati
-si adoperarono valorosamente ad empire non solo le loro prediche, ma
-anche i loro libri di simili tragiche favole contro questa nazione,
-favole che facilmente irritavano il volgo insensato. Fra tali favole si
-è diffusa anche questa dell'uso del sangue cristiano in varie pratiche
-di religione o superstizione ebraica, e potrebbe ben essere che a ciò
-avesse dato occasione una sentenza dei dottori ebrei (spiegata da Elia
-levita nel suo Tisbì) la quale dice che niuno potesse sedere in
-Tribunale, vale a dire coprire onorevole carica se non avesse _damim_
-(la quale parola suona _sangue_ ed anche _denaro_ e qui è da intendersi
-nel senso di denaro).
-
-L'epoca della favola ci è resa nota e chiara da Papa Gregorio IX, il
-quale, dopo scrupolose indagini intorno alle accuse che venivano date
-agli Ebrei, volendo impedire che si versasse il loro sangue, mandò
-fuori, nel 1235, una bolla pontificia, nella quale dichiara gli Ebrei
-immuni da questo e da altri delitti di cui venivano incolpati, e si
-lagna che tali accuse provengano dall'avarizia dei loro autori i quali
-agognano ai beni degli Ebrei, ed abusano della religione cristiana per
-palliare il proprio desiderio di arricchire; le quali cose egli ripete
-ancora in una bolla dell'anno seguente, come pure in un'altra diretta a
-San Luigi Re di Francia. Egli fu imitato, nell'anno 1247, dal Papa
-Innocenzo IV, in un'epistola agli Arcivescovi d'Alemagna, in cui
-esplicitamente rigetta come una falsità che gli Ebrei uccidano fanciulli
-cristiani e facciano uso del loro sangue.
-
-E così pure gl'imperatori romani, incominciando dal decreto, intorno a
-ciò promulgato dall'imperatore Federico III, hanno riconosciuto gli
-ebrei innocenti rapporto a questa accusa; lo che apparisce dal
-formulario dei privilegi ad essi confermati, come da quelli che sogliono
-essere accordati dagli imperatori quando vengono eletti, come può
-vedersi presso Linneo, tomo I, addit. _ad 1, 3, c._ (355).
-
-Con eguali pubblici attestati furono gli Ebrei difesi da quest'accusa da
-Galeazzo e Bona Sforza Duchi di Milano, da Pietro Mocenigo, Doge di
-Venezia, e da altri grandi principi i quali facilmente si citerebbero,
-se ciò non ci portasse troppo in lungo.
-
-Se poi nell'esame storico di questa cosa cerchiamo i giudizi d'uomini
-celebri intorno a questo fatto, troviamo che Pietro di Blois, nel libro
-_Contra perfid. Jud._, c. 8, dà chiaramente a divedere com'egli teneva
-la cosa per dubbiosa. Il dottor Martino Lutero nella parte undecima
-dell'antico Testamento, fol. 323, ha già da lungo tempo rigettata questa
-favola, che cioè gli Ebrei abbiano bisogno del sangue di un Cristiano,
-qual menzogna e follia. Lo stesso fece anche Horembek nei prolegomeni
-del suo libro _De convertendis Judaeis_, ed il professore, peritissimo
-nelle cose giudaiche, Wagenseil nel suo _Infundibulo_, _pag._ 99, ed in
-una apposita confutazione dell'opinione che gli Ebrei abbiano bisogno
-del sangue di un Cristiano, si è dichiarato contro questa calunnia. La
-rigettò anche di recente il celebre Basnage nel settimo libro della sua
-storia degli Ebrei. E ciò prescindendo da quanto hanno scritto a propria
-difesa contro questa falsa accusa in particolare Abarbanel nel suo
-_Ezechiello_, 36, 13; l'Ebreo Cardoso nel suo libro in lingua spagnuola
-“_Los Excell.: decima calunnia de los Hebr._ pagina 412”; Isacco Vira
-nel _“Vindice sanguinis”_ e gli Ebrei di Metz in uno scritto pubblicato
-a Parigi nel 1670 col titolo: _Factum servant de réponse au livre
-intitulé: Abrégé du procès fait aux Juifs de Metz._
-
-Dacchè esiste la religione di Cristo, abbiamo veduto molte migliaia di
-Ebrei che l'hanno abbracciata, e fra questi neppure uno ha potuto
-deporre una testimonianza degna di fede in conferma di questa favola. Al
-contrario, il profondo dotto Cristiano Gerson, passato al Cristianesimo
-con onore sincero, ha combattuto questa favola, nella prefazione del suo
-Talmud degli Ebrei. Con lui è d'accordo il noto Pfeffercorn nel _Spec.
-adhort. Jud._ parte II, dove egli fa una buona distinzione, dicendo che
-potrebbe ben essere che si sieno trovati degli Ebrei e che oggidì pure
-se ne trovino, che spinti da collera, odio e vendetta, uccidano
-segretamente un fanciullo Cristiano, nella stessa guisa che in mezzo a
-tutte le nazioni non può evitarsi qualche bricconeria; ma sostiene non
-potersi dare che ciò avvenga per aver essi bisogno del sangue di un
-Cristiano.
-
-E il di sopra citato signor Wagenseil nella suaccennata confutazione, p.
-163, attesta in nome della verità di Dio e del padre di Nostro Signore
-Gesù Cristo che fra tanti Ebrei battezzati che egli ha praticati, non ne
-ha trovato uno che confessasse che i suoi connazionali adoperassero in
-certi casi il sangue d'un Cristiano, per quanto egli intorno a ciò
-gl'interrogasse tutti accuratamente.
-
-Noi potremmo a tutto ciò aggiungere la testimonianza di Tommaso, che
-viene ritenuto per un Ebreo convertito al Cristianesimo, il quale
-interrogato sopra questa cosa da Alfonso Re di Spagna, la negò,
-adducendo ragioni dedotte dalle leggi giudaiche, le quali non permettono
-ad un Ebreo simile uso del sangue, come puossi diffusamente riscontrare
-nel _Scevet Jehudà_, fol. 6, col. 2, ed anche nel _Giudaismo svelato da
-Eisenmenger_, tom. II, cap. III, pag. 226. Veramente gli annali della
-Chiesa dopo il tredicesimo secolo abbondano di diversi esempi di tali
-omicidii commessi dagli Ebrei, e fra questi molti furono raccolti da
-Genebrando nel quarto libro della sua _Chronor._, e dall'autore del
-libro intitolato: _Quanto sia difficile a convertire il cuore di un
-Ebreo._
-
-Ma in ciò tre cose sono da rimarcarsi:
-
-1. Che le circostanze della maggior parte di queste storie sono talmente
-contraddicenti l'una all'altra, e con tali differenze sono raccontate
-dai diversi autori, che fra se stesse si distruggono, come nota il
-celebre Wagenseil.
-
-2. La maggior parte di queste storie rimontano ai tempi dell'ignoranza e
-della credulità, e si rendono assai sospette mediante gli strani
-miracoli, dai quali sono accompagnate, ed è quindi da prendersi bene in
-considerazione quello che osserva Eisenmenger, (del resto dichiarato
-nemico dei Giudei), il quale dopo aver riportato alcuni esempi di tal
-fatto, dice: _Non si odono ora più in Germania di consimili crudeli
-fatti_ (_l. c._, pag. 221); senza dubbio perchè la Germania dopo di
-esser divenuta più colta, ha perduta quella troppa credulità a simili
-fandonie, come pure ad altre, le quali ci fecero cauti anche verso di
-questa.
-
-3. Finalmente devesi in riguardo a queste storie, avere in
-considerazione la distinzione fatta da Pffeffercorn che, dato anche che
-il più di esse sieno vere, che cioè alcuni Ebrei abbiano versato il
-sangue di cristiani o de' loro fanciulli, in nessuna guisa però non può
-ciò essere avvenuto per cagione che essi abbisognassero di quel sangue
-per la loro religione o per superstizione.
-
-II. Ma dalle prove storiche della nullità di questa accusa, passiamo a
-quelle che la calunnia per se stessa ci offre, d'onde apertamente si
-vede, quanto incerti sieno stati gli autori della medesima, in quanto
-essi non hanno saputo a che cosa attribuire la necessità in cui sieno
-gli Ebrei di provvedersi di questo sangue.
-
-Perocchè gli uni dicono: 1) gli Ebrei hanno bisogno del sangue dei
-Cristiani per non puzzare; altri: 2) per le loro focacce e il loro vino
-della pasqua; alcuni: 3) per arrestare il sangue della circoncisione;
-altri: 4) per ungere le mani dei sacerdoti quando danno la benedizione;
-altri: 5) per la benedizione degli sposi; taluni: 6) per ungere i loro
-morti, ai quali in pari tempo si grida all'orecchio: Se Gesù è il vero
-Messia, possa il sangue di questo innocente cristiano morto sperando nel
-suo Salvatore, procurarti la vita eterna; altri ancora: 7) per
-facilitare il parto; alcuni: 8) per curare malattie occulte; ed altri
-ancora: 9) per preparare un certo filtro. In tutte queste supposizioni
-non è soltanto la discrepanza che cade sotto gli occhi, ma anche la
-nullità delle medesime. Poichè in quanto alla prima non è provato che
-gli Ebrei mandino un odore particolare diverso dagli altri uomini, nè
-che quello si possa cangiare con del sangue, il quale nè fluido, nè
-secco tramanda alcun odore. La 2, 3, 4 e 5 supposizione sono del tutto
-assurde, poichè il sangue umano contaminerebbe quelle sacre operazioni.
-La sesta supposizione, cioè l'unzione dei morenti, è del tutto contraria
-alla fede degli Ebrei, i quali non potrebbero mai considerare come
-espiatorio il sangue di un fanciullo ucciso, e molto meno in vista del
-sangue di Cristo. La settima supposizione, di farne uso nei parti
-difficili, ci viene per semplice ragguaglio di un Ebreo rinnegato di
-nome Brenzen, il quale, spinto da ignoranza e malignità, sparse molte
-altre manifeste favole. 8) Non si sanno indicare le malattie occulte ed
-incurabili degli Ebrei, per le quali deve servire il sangue di un
-Cristiano, e non hanno altro fondamento se non che in un libercolo molto
-frivolo, di cui corre voce che vi sia la descrizione delle malattie
-particolari a ciascuna tribù, mentre è pur noto che la distinzione delle
-tribù d'Israele è già da lungo tempo andata perduta. 9) Secondo anche
-l'opinione di quelli che ancora credono ai filtri non può alcun altro
-sangue servire per formarne una bevanda che ispiri amore, tranne quello
-della persona verso cui si vuoi destare l'affetto, e non si può
-comprendere qual amore gli Ebrei vogliono far nascere col sangue dei
-bambini cristiani; laonde in tutte queste asserzioni risultano
-l'inverisimiglianza e la nullità.
-
-III. Se veniamo ora ai principii ed alle leggi fondamentali della fede
-degli Ebrei, troviamo che questa non può in verun modo tollerare l'uso
-del sangue di fanciulli uccisi, e conseguentemente l'uccisione di essi.
-È principalmente noto con qual rigore gli Ebrei osservano la legge dei
-cibi puri ed immondi, e quanto debbano essere rilassati prima di
-mangiare, per esempio, la carne di porco. Or dunque il sangue
-principalmente, e tanto più il sangue umano, è fra i cibi vietati.
-_Lev._ 17. Così fra i comandi di Mosè che sono in alta riverenza presso
-gli Ebrei, sta la proibizione del sangue. _Gen._ 9, v. 4, nè può alcun
-Ebreo fruirne nè per cibo, nè per medicina. Non si può fare a meno di
-ripetere qui le parole di Tommaso al re Alfonso tolte dall'ebraico
-_Scevet Jehudà_: Ecco noi abbiamo veduto che un Ebreo non mangia sangue
-di tutto ciò che ha vita, anzi riguardano come proibito il bere il
-sangue dei pesci, dei quali i Talmudisti pure dicono che non merita il
-nome di sangue, perchè l'Ebreo non vi è abituato, sebbene egli veda che
-molti popoli ne mangiano; e quanto più orrore deve destare nell'Ebreo il
-sangue umano, del quale egli non ha veduto che alcun altro uomo faccia
-uso! Il re può accertarsi della cosa anche da questo che se un Ebreo
-mangiando fegato (od altra, cosa dura a masticare) gli venga sangue dai
-denti o dalle gengive, non continua a mangiarne se prima non l'ha
-nettato. È cosa nota che l'uomo ha in abborrimento il sangue de' suoi
-simili, assai più che il proprio sangue, perchè non vi è abituato. Anzi
-è da essi con tanta cura evitato il mangiar sangue, che essi, dietro i
-dettami del Talmud, non mangiano nemmeno un uovo in cui si mostri una
-piccola vena rossa di sangue, nè una bestia se fosse uccisa da un
-uccello di rapina, od altrimenti non sia stata scannata a dovere, per
-timore che non siavi rimasto alcun che di sangue. E non solamente è loro
-proibito mangiare il sangue, ma anche il toccare il sangue di un uomo
-morto, ed è riguardato come la più grande impurità. Noi troviamo su di
-ciò la legge nel _Num._ 19, secondo la quale il toccare tutto ciò che
-proviene da un corpo morto rende immondi, per il che eglino stessi non
-conservano il sangue dei loro martiri se mai sia spruzzato, ma lo
-lavano, raschiano, sotterrano. E con quanta esattezza non conservano
-essi la legge della purità, specialmente nelle loro solennità e sacre
-cerimonie, fra le quali primeggiano la Pasqua e la Circoncisione, e
-quanto assurda non è la supposizione che nelle medesime si servano del
-sangue di un Cristiano! Che se finalmente si volesse supporre che gli
-Ebrei non sieno spinti ad uccidere dei fanciulli da un bisogno della
-loro religione o superstizione, nè per alcuno degli usi fin qui addotti,
-ma bensì da quello stesso odio verso i Cristiani e la loro fede, pel
-quale essi per far onta a questa fede mettono in croce o martorizzano
-fino alla morte i fanciulli cristiani come ne vengono allegate alle
-varie storie, la quistione verrebbe a cangiarsi da quello che fu in
-principio proposto; ma per altro rimane tuttavia da ponderare che mentre
-simili barbarie non sono agli Ebrei comandate nè insinuate, e ch'essi
-non possono sperare alcun vantaggio, ma al contrario quel solletico
-ch'essi potrebbero risentire dall'onta recata con tali tragedie alla
-religione cristiana, sarebbe ben lungi dal compensare il pericolo, le
-sventure, l'odio, la persecuzione che avrebbero a temerne per la loro
-propria religione, non è credibile che volessero intraprendere tali
-orribili azioni, cui si oppongono la ragione e l'umanità.
-
-E qui non puossi far a meno di convenire coll'intelligente Basnage nel
-succitato luogo, ove dice: È da temersi, che anche queste pretese
-crocefissioni di fanciulli cristiani non sieno state generalmente altro
-che pretesti per aizzare sovrani e popoli contro gli Ebrei: e più
-avanti, simili storie gli sembrano molto sospette, perchè sempre
-congiunte a manifesta crudeltà ed ingiustizia per parte dei cristiani, i
-quali invece di punire quelli soltanto che in seguito ad una sufficiente
-investigazione giuridica fossero trovati colpevoli, formavano un
-processo tumultuario, e innocenti e rei erano tratti a morte, purchè
-fossero ebrei; che in ogni tempo simili sollevazioni del popolo rendono
-la cosa incerta, perchè suole dietro una vaga diceria ammutinarsi ed
-essere causa dell'esecuzione, prima che siasi fatto campo ad un'ordinata
-investigazione. A conferma di ciò non possiamo a meno di riportare dagli
-annali di Bzovio ciò ch'è accaduto di simile in Praga nell'anno 1395.
-
-Erasi sparsa voce che dagli Ebrei fosse stato flagellato e crocefisso un
-fanciullo cristiano, ed il popolo era per questo nel più grande
-inasprimento; e siccome temevasi che aspettando il ritorno del re
-Venceslao, che era assente, potesse egli ponderare la cosa ed
-investigare, specialmente essendosi egli esternato che in mezzo all'ira
-si deve ricordarsi della clemenza, così senza attendere la di lui
-presenza si fece un gran massacro, uccidendo quanti Ebrei si
-incontravano, senza alcuna distinzione e considerazione se fossero rei
-od innocenti.
-
-Quando da alcuni Ebrei fossero pur commesse tali iniquità non si
-dovrebbero almeno attribuire all'universalità dei Giudei, in riflesso
-che non sono commesse in forza dei principii della loro religione, e
-soltanto come gli altri delitti dovrebbero esserne puniti gli autori,
-senza ulteriori conseguenze.
-
-Il Dio della verità e della giustizia faccia che in ogni luogo venga ad
-ognuno fatta giustizia, senza distinzione di persone, e giudichi poi con
-clemenza i giudici della terra.
-
-Questo nostro teologico attestato e parere è da noi rilasciato in forma
-autentica, munito del sigillo della nostra facoltà teologica.
-
-Dato a Lipsia nell'8 maggio 1714.
-
- (L. S.) Decano Seniore, nonchè gli altri dottori e professori
- della facoltà teologica presso l'Università di Lipsia.
-
- Visto, concorda col suo autentico e vero originale in ogni
- punto e clausola.
-
- (L. S.) Tanto certifico io sottoscritto. In fede. Giovanni
- Sigismondo Tellemann, pubblico notaio per autorità imp.
-
-(355) Così il testo; ma più correttamente Limneo (_Limnaeus_), nome col
-quale era conosciuto Giovanni Wirn pubblicista e storico tedesco, nato a
-Jena nel 1592, morto nel 1663. Fra le varie sue opere ricordiamo: _Juris
-publici imperii romano-germanici_, lib. IX. (Strasburgo, 1629–1632, 3
-vol. in-4º), cui son da aggiungersi i 2 volumi di supplemento qui citati
-col titolo: _Additiones_ (1650–1660), e che costituiscono il primo
-trattato completo sulla costituzione dell'impero.
-
- C. G.
-
-
-
-
- XI.
-
- Lettera dell'Em. Card. Corsini.
-
-
- A Monsignor NUNZIO APOSTOLICO di Polonia.
- _Varsavia._
-
-“Molt'Illustre e Rev^mo Sig^r come fratello: — Il renditore a V. S.
-della presente sarà l'Ebreo Giacobbe Selech di nazione Polacco, quello
-appunto, che fin dall'anno 1758, vivendo ancora il Sommo Pontefice
-Benedetto XIV, si portò in Roma per umilissimamente implorare in nome
-della nazione Ebrea di codeste parti caritatevole protezione dalla S.
-Sede a riparo degli intollerabili aggravi, che, nelle facoltà e nelle
-persone rappresentò soffrire dai Cristiani la medesima nazione
-frequentemente incolpata d'omicidii, _sulla mal fondata persuasione del
-volgo, ch'essa, meschii sangue umano, e specialmente cristiano
-nell'impasto dell'azzime_. Il regnante Sommo Pontefice Clemente XIII ha
-già fatto di questo ricorso diligente disamina, appigliandosi ancora a
-quelle provvidenze che sono convenienti al merito del medesimo, e che
-per altra parte giugneranno _segretamente_ a di Lei notizia. Frattanto
-però ha espressamente ordinato S. S. che debba scriversi a V. S. e se le
-faccia palese essere Sua intenzione ch'Ella comparta al medesimo
-Giacobbe ogni più efficace e proficua assistenza, affinchè nel
-ripatriare non soffra il medesimo alcuna vessazione e molestia di
-_chicchessia, e da quelli massimamente che V. S. potesse credere contro
-di lui male animati per il ricorso portato al Trono apostolico_. In
-veduta pertanto del Sovrano Pontificio comando apparterrassi alla
-sperimentata di Lei prudenza l'adoperare i mezzi conducenti alla di lui
-esecuzione, prevenire chi si deve e compartire all'Esibitore di questa
-aiuto tale, onde conosca coll'effetto dover egli alla clemenza e pietà
-di nostro S.^re la propria sicurezza e durevole tranquillità. Con che le
-auguro da Dio felicità”.
-
- Roma, 9 febbraio 1760.
-
- _Come Fratello aff.^mo_
- F.^o A. Card. CORSINI.
-
-
-
-
- XII. *
-
- Legge ungherese dell'anno 1791.
-
-
-Art. 38. Per guarentire la sicurezza di questa nazione (l'ebraica)
-spesso turbata da questo erroneo pregiudizio, la R. Luogotenenza ha
-ordinato a tutti i Comitati di darsi premura per sradicare dagli animi
-del popolo, _anche_ il pregiudizio che gli Ebrei usino, nei loro riti,
-vittime umane, impiegando tutti i mezzi migliori e più adatti alle
-condizioni locali e giovandosi anche, se fosse necessario, dell'opera
-dei sacerdoti. Bisogna persuadere e convincere il popolo che questo
-orribile delitto è contrario alle leggi ebraiche ed agli scritti dei
-profeti, ripugnante soprattutto a tutto il vecchio testamento sul quale
-ha base principale la religione ebraica e contrario eziandio ai precetti
-delle altre religioni. Per conseguenza se da qualsiasi Ebreo venisse
-commesso un assassinio, anche se risultasse che il delitto fu commesso
-per animosità religiosa, non si avrebbe nessuna maggior ragione di
-incolpare l'intera nazione ebraica, di quello che non si avrebbe di
-incolpare la cristianità se simile delitto fosse commesso da un
-Cristiano.
-
-
-
-
- XIII.
-
- Una fanciulla smarrita a Mantova e poi trovata.
-
-
-Anche a Mantova, nel 1824, si era preteso che gli Ebrei avessero ucciso
-una ragazza per usarne il sangue nei loro riti. I seguenti documenti
-varranno a mostrare non tanto la falsità della accusa, quanto il
-giudizio che di quelle accuse recavano, in tempi non certamente
-favorevoli agli Ebrei, l'autorità politica e l'ecclesiastica.
- I. R. Delegazione di Mantova.
-
-
- AVVISO.
-
-
-Da alcuni giorni si è destata qualche inquietudine in questa città.
-
-Lo smarrimento di una fanciulla, che dappoi si rinvenne, diede occasione
-alla malevolenza d'immaginare dei fatti i più assurdi e calunniosi in
-odio degli Israeliti, alcuno dei quali soffrì anche delle ingiurie ed
-offese personali; i colpevoli sono stati all'istante arrestati.
-
-Qualche apparato maggiore di forza che si è trovato di spiegare in
-questo incontro richiamò la curiosità del popolo, il quale verso sera si
-affolla intorno alle pattuglie; inceppandone il movimento. Ciò diede già
-causa a degli inconvenienti, la repressione dei quali è tanto più
-importante in una fortezza.
-
-A prevenirli quindi si ricordano le seguenti sanzioni penali:
-
- (_Omissis_)
-
-Dall'Imp. R. Delegazione Provinciale.
-
-Mantova, 12 giugno 1824.
-
- Il Consigliere di Governo Imp. R. Delegato Provinciale
- Marchese BENZONI.
-
- Dalla Tipografia Provinciale di L. Caranenti.
-
-S. E. Ill^ma e Rev^ma Mons. Vescovo di Mantova, con lettera pastorale
-dello stesso giorno, plaudiva ai provvedimenti presi in questa
-circostanza dall'Autorità politica ed alle ragioni che li avevano
-inspirati.
-
-
-
-
- XIV. *
-
- Il predicatore di corte canonico Giovanni Emanuele Veith.
-
-
-L'_Illustrirtes Wiener Extrablatt_ recava nel suo numero 153 del 5
-giugno 1882 la seguente notizia:
-
-“Nell'anno 1840 quando gli animi erano eccitati, come lo sono adesso in
-Ungheria, il celebre canonico e predicatore della cattedrale di S.
-Stefano, dott. Emanuele Veith, che per il suo zelo religioso era tenuto
-in altissima considerazione dal principe Arcivescovo di Vienna, Milde,
-reputò necessario calmare gli animi eccitati. Ricorrendo la solennità
-dell'Ascensione, l'applaudito predicatore, dinanzi a migliaia di devoti
-cristiani pronunciò alla fine del suo discorso le seguenti notevoli
-parole: _Voi tutti sapete, o devoti miei ascoltatori, e lo apprendano
-coloro che non lo sapessero, come io nascessi ebreo e per effetto della
-Divina Grazia divenissi cristiano, come servissi a questa mia
-convinzione nelle missioni cristiane, e come in ogni occasione dessi
-testimonianza alla verità ed obbedendo alla mia vocazione sinceramente
-pastorale, offrissi, per quanto sapevo ed in tutta coscienza,
-consolazione e speranza ai fedeli cristiani._ E l'eccellente uomo,
-impugnato il Crocifisso, continuò con voce commossa: _E così qui dinanzi
-a voi, ed al cospetto del mondo intero giuro in nome di Dio e della
-Santissima Trinità che tutti adoriamo, che la perfida bugia sparsa con
-perfida astuzia, che gli Ebrei nella solennità delle loro feste pasquali
-adoperino il sangue di un Cristiano, è sacrilega calunnia; giuro che
-niente di ciò si trova nè nel Vecchio Testamento nè negli scritti del
-Talmud che conosco_ _profondamente ed ho attentamente studiati. Così Dio
-mi aiuti e mi sia indulgente nell'ultima mia ora_”.
-
-Il sig. dottor L. A. FRANKL cavaliere di Hochwarth, segretario della
-Comunità israelitica di Vienna, per accertarsi dell'esattezza di questa
-notizia, si recò dal professore dottor Giovanni Veith, fratello
-superstite del fu canonico Veith, per ottenere da lui maggiori
-informazioni. In conseguenza gli venne rilasciata la seguente
-dichiarazione:
-
-“A richiesta del sig. L. A. Frankl dichiaro esser vero quanto fu detto
-nell'_Illustrirtes Extrablatt_ del 5 giugno e cioè che il fu mio
-fratello canonico Giovanni Emanuele Veith si pronunciò alla fine di una
-predica sull'inesattezza della fiaba che gli Ebrei adoperino pei loro
-riti pasquali il sangue di un fanciullo cristiano e dichiaro che mi
-rammento ciò essermi stato detto da mio fratello.
-
- “Prof. VEITH m. p.”
-
-N. 15536.
-
-Colla presente dichiaro che il signor dottor medico Giovanni Veith, a me
-personalmente cognito, dimorante in Vienna ha sottoscritto di suo
-proprio pugno la firma qui sopra esistente (356).
-
- Vienna, 17 giugno 1882.
-
- FRANCESCO KRISCHKER, m. p.
-
- _L. S._ nominato sostituto dell'I. R. Notaio dottor Adolfo Faber
- con decreto dell'I. R. Tribunale di Vienna, 18 aprile
- 1882, n. 25074.
-
-(356) L'originale di quest'atto trovasi nell'Archivio della Comunità
-Israelitica di Vienna.
-
-
-
-
- XV. *
-
- Dichiarazione del Professore Molitor.
-
-
-Nel terzo volume della mia _Philosophie der Geschichte_ (Münster,
-Heisinger, 1839) avrei avuto l'occasione più adatta di esprimermi
-scientificamente sulla falsa imputazione adossata agli Ebrei di far
-colpevole uso di sangue, ma non me ne occupai, perchè ritenni che
-quest'accusa, la di cui falsità tanto spesso fu provata, fosse troppo
-avventata perchè valesse la pena di occuparsene, fosse pure per
-confutarla. Avendomi però il signor L. H. Loewenstein, autore del
-_Damascia_, istantemente invitato di esprimere pubblicamente, per onore
-della verità, la mia convinzione su questo importante soggetto, che pur
-troppo ha costato negli ultimissimi tempi tante vittime sanguinose, così
-non esito un solo momento a dichiarare la mia convinzione più
-coscienziosa.
-
-“Ho fatto, degli scritti dei Rabbini e dei cabalisti, oggetto di uno
-studio di lunghi anni, e posso lusingarmi di conoscere abbastanza bene
-tanto la parte casuistica come la mistica dell'ebraismo, e mai mi si è
-presentato, nè negli scritti dei talmudisti, nè in quelli dei cabalisti,
-nè in qualunque siasi scritto ebraico, il più lontano motivo di credere
-a quella sciocca incolpazione lanciata contro l'ebraismo; nè ho mai
-scoperto la più lontana traccia di una simile tradizione sanguinaria fra
-gli Ebrei, benchè abbia studiato per lungo tempo le tradizioni ebraiche.
-
-“Per quanto conosco delle leggi ebraiche è affatto impossibile che una
-tale vergognosa prescrizione possa essere stata introdotta
-nell'ebraismo, senza distruggere prima affatto la legge mosaica e quella
-del Talmud. Poichè il Pentateuco proibisce assolutamente e severamente
-in più luoghi l'uso di ogni sangue, ed il Talmud, secondo la sua
-abitudine, spinge questo divieto mosaico fino alle conseguenze più
-estreme, come è provato nello scritto _Damascia_, capitolo VIII, pagine
-363–368.
-
-“Io non voglio negare l'esistenza di qualche stupido individuo ebreo,
-che abbia adoperato sangue umano a scopi magici, ma devo affermare
-assolutamente, che la magia nera è assolutamente proibita nell'ebraismo,
-e che nella Bibbia, nel Talmud e nella Kaballah non mi è noto nessun
-passo che potesse giustificare tali delitti. Se adunque singoli Ebrei
-commettessero tali delitti, essi agirebbero contro la loro legge, come
-agirebbero contro la propria i Cristiani, se li commettessero.
-
-“L'incolpazione, che gli Ebrei facciano uso di sangue cristiano nelle
-loro cerimonie religiose, è un'idea che ha origine dal medio evo, e
-dimostra una totale ignoranza dell'ebraismo e dei suoi usi mentre
-ricorda una simile incolpazione, che una volta fu lanciata dai Pagani ai
-Cristiani, cioè che questi facessero sacrifici umani.
-
-“In tutti i tempi però s'innalzarono nella cristianità potenti voci
-contro questo pregiudizio basato su di una crassa ignoranza.
-
-“Specialmente i papi Gregorio IX (1235) ed Innocenzo IV (1287), hanno
-espressamente proibito nelle loro bolle, di perseguitare gli Ebrei per
-questa favolosa incolpazione.
-
-“Anche il papa Sisto IV si dichiara energicamente contro la calunnia
-mossa agli Ebrei, e dopo l'istruzione fatta sulla morte di San Simoncino
-da Trento, che si pretese fosse stato ucciso dagli Ebrei per scopo
-religioso, proibì lo si santificasse ed ordinò non si molestassero più
-gli Ebrei di Trento. (Purtroppo se ne avevan già bruciati molti). Il
-doge di Venezia, Pietro Mocenigo in un decreto del 22 aprile 1475, ed
-uno Sforza duca di Milano dichiararono innocenti gli Ebrei di questo
-inventato delitto. Così dichiarò anche l'imperatore Federigo III e dopo
-lui molti Imperatori romani.
-
-“Il _Wagenseil_ tanto versato e pratico negli scritti degli Ebrei nel
-suo _Unwidersprechlichen Widerlegung_, e l'ex-ebreo e poi sacerdote
-cattolico _Sonnenfels_ nel suo _Jüdischen Bluteckel_ provarono a fondo e
-incontestabilmente la nullità e la piena falsità della incolpazione.
-
-“Lutero, che non era certo amico degli Ebrei, dichiara (parte XI, foglio
-323 ed. Altemb.) questa incolpazione bugiarda e pazza. A questa
-dichiarazione si unisce anche Basnage nella sua _Histoire des juifs_
-(parte VII, cap. XI).
-
-“A questi e ad altri attestati più antichi devesi aggiungere l'esteso
-parere della _Facoltà teologica di Lipsia_ dell'8 maggio 1714, ed in
-questi ultimi tempi:
-
-“a) _Il predicatore di corte a Vienna Veit._ Questo pio sacerdote, ebreo
-battezzato, _prestò dal pulpito, col crocifisso in mano, un solenne e
-sacro giuramento che nell'incolpazione verso gli Ebrei non vi era una
-parola di vero_.
-
-“b) _Il vescovo Dräseke_ in una dichiarazione (accompagnata da un obolo
-per gl'infelici) nella _Allgem. Zeitung des Judenthums_.
-
-“c) _G. H. di Schubert_, nella sua dichiarazione nella _Allgem. Zeitung_
-del 30 aprile 1840. (_Damascia_, pag. 54, 55).
-
-“d) Il missionario, e già ebreo _Giorgio Wildon Pieritz_, sostenne
-quanto a questo riguardo è affermato nel giuramento di purificazione del
-_Rabbino Manasse ben Israel_, il cui testo leggesi nello scritto
-“_Damascia_” (pag. 237).
-
-“e) Il _D. Augusto Neander_ in Berlino, già ebreo, fece la stessa
-dichiarazione nella _Berliner Zeitung_, ed aiutò inoltre nel suo lavoro
-l'autore della _Damascia_ (Damascia, pag. 104).
-
-“f) Lo stesso fece anche il predicatore e missionario _William Ayerst_,
-A. M. (Dam. stesso) che nel suo scritto al Dott. Neander ne lodò
-l'impresa chiamandolo un “_Laudable endeavours_.”
-
-“g) Uno dei più caldi ed intelligenti confutatori di questa assurda
-accusa fu in tempi recentissimi l'altrettanto zelante e costante
-avversario della religione ebraica Alessandro M. Caul, D. D., il quale
-dimostra nel suo “_Reasons for believing_ ecc. ecc.”, dedicato alla
-Regina d'Inghilterra, nella maniera la più irrefragabile come stiano in
-contraddizione assoluta i sacrifici umani e lo spargimento di sangue,
-con le dottrine fondamentali dell'Ebraismo. In questo scritto trovasi
-anche una dichiarazione, _firmata da trentacinque Ebrei convertiti al
-Cristianesimo_, che dice che l'incolpazione è “una miserabile e
-diabolica bugia” (_a foul and Satanic falsehood_).
-
-“h) Alle fatiche del D^r. M. Caul per la verità e giustizia si associò
-recentissimamente anche il dotto e intelligente sindaco, dottore in
-teologia _Federigo di Meyer_ in una dichiarazione, depositata nelle mani
-del signor L. H. Loewenstein, perchè venisse pubblicata.
-
-“Dopo così numerosi e chiari argomenti, dopo tante ed importanti voci,
-non mi resta altro a fare che di _associarmi assolutamente alla
-dichiarazione del signor predicatore di Corte Weit e di inalzare con
-pura coscienza, senza inganno e ritegno le mani all'Onnipotente e di
-dichiarare e giurare solennemente che io non sono mai venuto a sapere,
-nè a voce nè in iscritto, o per altra via cosa alcuna che potesse
-servire di giustificazione all'incolpazione, che gli Ebrei si servano di
-sangue umano per qualunque cerimonia religiosa_; anzi mi consta che agli
-Ebrei è proibito dalla loro legge nel modo più severo qualunque uso di
-sangue, e che essi proteggono da ogni contatto, col sangue in special
-modo, la pasta del _Maza_ (azimo) perchè con tal contatto la _Maza_
-cesserebbe di poter essere mangiata secondo le leggi, giacchè il
-contatto del sangue la fa divenire _Chamez_ (impura).
-
-“Questa dichiarazione l'ho data perchè richiesto, _chiamando testimonio
-l'Altissimo, il Dio della verità e dell'amore e l'affermo e la sostengo,
-per la pura e genuina verità del mio sapere e della mia convinzione_.
-
-“Voglia preservare Iddio i cuori di tutti i Cristiani da questa odiosa
-incolpazione.
-
- _(Firm.)_ L'autore dello scritto: “Filosofia
- della storia, o sopra la tradizione nel Vecchio
- Testamento e la sua relazione alla Chiesa del
- Nuovo Testamento.”
-
- “Prof. MOLITOR”.
-
-Si dichiara _previa collatione, sub fide notariali_, che la suddetta
-copia concorda col suo originale.
-
-Francoforte sul Meno, 14 maggio 1841.
-
- _(L. S.) Fir._ D^r. GIOVANNI JACOB GLÖCKNER
- Notaio della libera città di Francoforte.
-
-
-
-
- XVI. *
-
- Consigliere aulico Prof. Dott. G. H. von Schubert (357).
-
-
-Altrettanto dobbiamo trovar naturale, che l'improvvisa scomparsa del
-Priore dei Francescani, o, come altri dicono, dei Cappuccini, di Damasco
-faccia impressione per la tragica natura del fatto, quale venne riferito
-da molti giornali, altrettanto ci riesce incomprensibile che sia stata
-fra noi, Cristiani del secolo XIX, accettata e discussa una fiaba
-medioevale barbara ed insensata, posta in giro dai Turchi, sul modo con
-cui quegli scomparve; per essere cioè stato assassinato dagli Ebrei. Lo
-scrittore di queste righe, nella sua qualità di viaggiatore cristiano,
-ebbe occasione di conoscere a fondo gli Ebrei dell'Oriente e può
-asserire colla maggiore convinzione che quella strana ed atroce
-invenzione è in aperta contraddizione non soltanto coi sentimenti degli
-Ebrei dell'Oriente, ma con quelli di tutti gli Ebrei in generale, coi
-loro antichissimi usi, e coi loro riti religiosi osservati con
-scrupulosa severità. Per ciò siffatte dicerie dovranno essere poste fra
-le bugie anche nel caso che la tortura turca strappasse delle
-confessioni alle sue vittime fosse pure in dieci diversi luoghi, ed
-anche nel caso che dieci diversi corrispondenti troppo creduli, si
-facessero a ripetere tale voce per averla udita da altri. Infine chi
-scrive non può fare a meno di dubitare assaissimo, e ciò fino a prova in
-contrario, che quell'assassinio sia stato commesso da Ebrei.
-
-(357) _Allgemeine Zeitung_, 30 aprile 1840.
-
-
-
-
- XVII. *
-
- Narrazione del Reverendo M. Pieritz (358).
-
-
-Allorchè noi, cioè la Missione di Gerusalemme alla quale ho l'onore di
-appartenere, udimmo, come gli Ebrei di Damasco soffrissero per effetto
-della stessa calunnia, tante volte, e specialmente nel XIII secolo
-lanciata contro di voi, come già lo era stata contro i Cristiani dai
-Pagani nei primi tre secoli, fu risolto dalla nostra Missione e
-specialmente dal nostro reverendissimo signor Sopraintendente, che io
-dovessi subito recarmi a Damasco per dimostrare, coll'aiuto dei Consoli
-europei, come la vostra religione ben lungi dall'ordinare l'assassinio e
-l'uso del sangue ne formi espresso e severo divieto, e per ripetere in
-mio proprio nome lo spaventevole giuramento del vostro celebre Menasse
-Ben Israel.
-
-Non possiamo da questa distanza decidere se gli Ebrei abbiano o meno
-commesso un assassinio, ma vogliamo in ogni caso evitare che di questo
-delitto si faccia colpa all'intera nazione.
-
-Mi si destinò a tale Missione perchè, nato ebreo e versatissimo nelle
-discipline rabbiniche, senza essere in nessun modo amico o difensore del
-Rabbinato, ero specialmente designato per testimoniare su tale
-argomento.
-
-Non voglio descrivere ciò che provai, quando fui a Damasco. Vidi che
-tutta l'accusa contro gli Ebrei era una cosa artificiale, e che loro si
-negava ogni onesto e giusto modo di difesa, mentre si impiegavano i più
-crudeli supplizi per estorcere loro false confessioni della colpa.
-
-(358) Estratto dal suo scritto agli Ebrei di Alessandria. (Vedi _Zeitung
-des Judenthums, 1840, n. 31_).
-
-
-
-
- XVIII.
-
- Traduzione del Firmano accordato da S. M. imperiale il Sultano
- Abd-el-Medijd agli Israeliti del suo impero.
-
-
-_Sulla domanda di Sir_ MOSES MONTEFIORE, _membro della Società Reale_,
-_ed a lui consegnato a Costantinopoli, da Sua Eccellenza_
-RESCHID-PASCIÀ, _ministro degli affari esteri della Porta Ottomana_,
-_l'_11 _Hesvan_ 5601, 13 _del mese di Ramazan_ 1256, _corrispondente al_
-7 _novembre_ 1840.
-
-Firmano indirizzato al Capo della Giustizia a Costantinopoli, in testa
-del quale Sua Maestà Imperiale ha scritto di sua propria mano le parole
-seguenti: “_Si eseguiscano gli ordini contenuti nel presente Firmano._”
-
-Un antico pregiudizio esisteva contro gli Ebrei. Gli ignoranti credevano
-che gli Ebrei avessero l'uso di fare dei sacrifizi umani per impiegare
-il sangue nelle solennità della loro pasqua.
-
-In conseguenza di questa opinione, gli Ebrei di Damasco e di Rodi
-(sudditi del nostro impero) vennero perseguitati da altre nazioni. Le
-calunnie inventate contro questi Ebrei, e le vessazioni alle quali
-vennero esposti, pervennero sino al nostro trono imperiale.
-
-Non ha gran tempo che taluni Ebrei, abitanti nell'isola di Rodi, vennero
-tradotti a Costantinopoli, dove furono messi in istato di accusa e
-giudicati in conformità della nuova legislazione. La falsità delle
-accuse che loro si movevano venne completamente provata. Tutto quanto
-l'equità e la giustizia esigevano venne fatto per loro.
-
-In oltre i libri religiosi degli Ebrei vennero sottoposti all'esame di
-uomini istruiti, assai versati nella loro letteratura teologica. Il
-risultato di questo esame dimostrò essere estremamente vietato agli
-Ebrei di fare uso non soltanto di sangue umano, ma persino di sangue
-d'animali. Necessaria conseguenza di questa proibizione è, che le accuse
-portate contro loro ed il loro culto non sono che pure calunnie.
-
-Per questi motivi, e per l'affezione che portiamo a tutti i nostri
-sudditi, non possiamo permettere che la nazione ebraica (la cui
-innocenza nell'appostole delitto venne già riconosciuta) sia vessata e
-tormentata a proposito di accuse che non hanno nessun fondamento di
-verità. Ma vogliamo che conforme allo _Hatti-scerif_ (359) promulgato a
-Gulhanè, la nazione ebraica posseda gli stessi vantaggi e goda degli
-stessi privilegi accordati alle altre nazioni sottoposte alla nostra
-autorità.
-
-La nazione ebraica sarà protetta e difesa.
-
-In conseguenza di questo divisamento nostro abbiam dato gli ordini i più
-positivi perchè gli Ebrei residenti in tutte le parti del nostro impero
-sieno d'ora innanzi protetti al pari di tutti gli altri sudditi della
-Sublime Porta, perchè nessuno possa in verun modo molestarli se non per
-giusta cagione, nè nello esercizio della loro religione, nè in quanto
-concerne la loro sicurezza e tranquillità.
-
-In conseguenza, il presente firmano rivestito in testa della nostra
-firma, ed emanato dalla nostra Cancelleria imperiale, venne rilasciato
-alla nazione ebrea.
-
-Così, dopo aver preso cognizione del presente firmano, voi, capo della
-magistratura, avrete gran cura di conformarvi strettamente a quanto esso
-dispone, e per impedire che in avvenire nulla si faccia in
-contraddizione di quanto esso dispone, lo farete registrare negli
-archivi del Tribunale. Lo rimetterete in seguito alla nazione
-israelitica, e veglierete scrupolosamente all'esecuzione dei Nostri
-ordini e della Nostra volontà sovrana.
-
-Dato a Costantinopoli, il 12 Ramazan 1256 (6 novembre 1840).
-
-(359) _Hatti-scerif_ dicesi in Turchia un'Ordinanza sovrana che porta un
-segno fatto di propria mano dal Sovrano. È parola persiana, formata da
-due parole arabe _Khatt_ (linea, scrittura) e _scerif_ (illustre).
-_Hatt-humaiun_, anche dal persiano _kumaiun_ (reale), ha lo stesso
-significato.
-
-
-
-
- XIX.
-
- L'ultimo processo italiano sul preteso uso del sangue cristiano nei
- riti ebraici.
-
-
-Benchè assai, nel corso del presente lavoro, ci siamo diffusi a
-confutare questa grossolana calunnia, ci sembra non inopportuna cosa
-consacrare qualche pagina all'ultimo processo cui l'oscena accusa dette
-luogo in Italia; processo omai dimenticato, benchè ancora gli attori
-siano vivi, e tanto più importante nel nostro assunto, in quanto che si
-svolse il 29 settembre 1857 dinanzi all'I. R. Tribunale provinciale di
-Rovigo, in un'epoca cioè, che non volgeva, nella Monarchia Austriaca,
-troppo favorevole agli Ebrei.
-
-L'imputata era una tal Giuditta Castilliero, contadina dei Masi presso
-Badia Polesine; l'accusa quella di calunnia a danno dell'israelita sig.
-Caliman Ravenna, mediante falsa imputazione di restrizione della libertà
-personale e dissanguamento.
-
-Ecco come erano andati i fatti. Una bella domenica l'imputata, ragazza
-dai costumi leggieri anzichè no, dopo aver ascoltata la messa in Badia
-sparisce, e per quattro o cinque giorni la famiglia non ha più contezza
-dei fatti suoi.
-
-Quattro o cinque giorni dopo la Giuditta Castilliero riappare, pallida e
-disfatta, in casa di una sua zia: alla piegatura d'ambe le braccia, sul
-dorso delle due mani, alla regione d'ambo i polsi la poveretta portava
-le traccie visibilissime di sei salassi, praticatile da mano, che i
-periti ebbero poi a dichiarare espertissima in quell'arte di dissanguare
-il prossimo, allora tanto cara ai figli d'Esculapio.
-
-Chi aveva conciato la poveretta in quel modo?
-
-Ecco ciò che essa narrò alla famiglia prima, all'autorità giudiziaria
-poi:
-
-Appena escita di chiesa s'era recata in una bottega di ferramenta tenuta
-in Badia dal sig. Caliman Ravenna per acquistarvi delle forcelle.
-Trovato chiuso il negozio, fece per entrare dalla porta di casa, da cui
-per comunicazione interna si accedeva anche alla bottega, ma il
-proprietario stesso, il quale era in pari tempo esattore dei tributi
-erariali, la sorprese, l'afferrò e la cacciò in una camera a pian
-terreno, dove la chiuse a chiave.
-
-La notte la Castilliero venne tolta dal suo carcere improvvisato,
-cacciata in una carrozza dove già si trovava una signora, e via.
-
-Ommetto le peripezie del viaggio; dopo molto tempo la carrozza giunge in
-una città ed entra nel cortile di una casa; là la poveretta è tolta di
-carrozza ed introdotta in una camera ove sta giacente un'altra ragazza a
-metà dissanguata. Dopo molte e molte ore, durante le quali le due
-giovani non erano state visitate che da un domestico che aveva loro
-recato da mangiare, ecco entrare nella camera tre uomini, un vecchio e
-due giovani, afferrare la giovane Castilliero, praticarle i sei salassi
-sopra descritti, raccoglierne e pesarne il sangue e poi escire,
-lasciando la Castilliero sempre prigione, assieme alla compagna. Come il
-domestico si movesse a pietà delle due prigioniere, e nonchè agevolarla,
-loro proponesse la fuga, come questa si effettuasse, e la Castilliero e
-la sua compagna escissero dalla casa, teatro di così esecrabile mistero,
-io non dirò.
-
-Basti il sapere che una volta fuor di gabbia, la giovane e misteriosa
-compagna di sventura della Castilliero si ricusa di seguirla, sicchè
-questa prosegue sola la fuga. Oltrepassa la soglia della città, trova un
-carrettiere compassionevole che la riceve sul carro, che le dice come la
-città da cui proveniva fosse Verona e che la conduce a Legnago, da dove
-poi fa ritorno a Badia.
-
-È facile comprendere come quest'accusa nella quale trovavasi coinvolto
-uno dei principali negozianti del luogo, commovesse la piccola terra di
-Badia.
-
-Il signor Ravenna fu arrestato, più forse per sottrarlo al furore
-popolare che lo voleva morto, che perchè la stolida accusa trovasse
-credenza nell'Autorità; ed il processo cominciò.
-
-Dal processo apparvero molte e stranissime cose:
-
-1. Che nella camera della casa Ravenna dove la Castilliero pretendeva
-essere stata prigione, e nelle ore appunto della presunta prigionia,
-erano entrate almeno mezza dozzina di persone tutte cristiane, e quindi
-non sospette di complicità col Ravenna in un reato che avrebbe avuto
-scopo rituale.
-
-2. Che nell'ora notturna in cui la misteriosa carrozza sarebbe uscita
-dalla casa Ravenna, nessun rumore di ruotabile aveva turbati i sonni dei
-pacifici abitanti di Badia.
-
-4. Che invece la Castilliero era stata vista, proprio quella domenica,
-camminar sola e perfettamente libera alla volta di Legnago.
-
-5. Che nei giorni in cui sarebbe avvenuto il romanzesco fatto, la
-Castilliero si trovava a Legnago, dove si era allogata come domestica
-presso i signori Ferragù, dalla cui casa era poi fuggita, portando seco
-quanto aveva potuto rubare ai padroni, per tornarsene a Badia a narrare
-la sua storiella.
-
-6. Che le più minuziose ricerche fatte in tutto il Veneto dalle autorità
-non avevano fatto trovar traccia della misteriosa fanciulla, compagna
-alla Castilliero nella cattività e nella fuga.
-
-Di fronte a siffatte risultanze processuali, il signor Ravenna fu
-scarcerato e un processo per calunnia e per furto domestico fu iniziato
-contro la Castilliero.
-
-Costei confessò la calunnia, confessò il furto, ma quando le fu
-dimostrato che essa contadina ed analfabeta non avrebbe saputo inventare
-la favoletta, che essa non avrebbe potuto da sola farsi le ferite
-prodotte dai pretesi salassi, che infine non essendo mai stata a Verona
-ed avendo descritta con sufficiente esattezza quella città, qualcuno
-doveva a ciò averla addottrinata, essa si confuse, si contraddisse,
-inventò alcune favole, una più assurda dell'altra, ma non volle mai
-nominare i proprii complici.
-
-In seguito a questo dibattimento l'I. R. Tribunale provinciale di Rovigo
-pronunciava la seguente
-
-
- *Sentenza.*
-
-In forza del potere conferitogli da S. M. Apostolica.
-
-L'i. r. Tribunale provinciale in Rovigo, in esito al dibattimento
-tenutosi nei giorni 29, 30 settembre e 1º ottobre 1856, coll'intervento
-del presidente Felice dottor Saccenti e dei consiglieri Gio. Battista
-Ranzanici, Giuseppe Cavazzani, Gio. Battista Munari, Francesco Provasi,
-quali giudici nella causa penale pei crimini di calunnia e furto in
-confronto dell'arrestata Giuditta Castilliero di Lorenzo, nativa di
-Barucchella, abitante ai Masi, dell'età d'anni 23, villica, nubile,
-difesa dall'avvocato Antonio dott. Farsetti;
-
-Veduto il conchiuso 29 luglio anno corrente, N. 1424, col quale Giuditta
-Castilliero fu posta in istato d'accusa, come legalmente indiziata dei
-crimini di calunnia e di furto contemplati dai §§ 209, 171, 176 II, _b_,
-del Codice penale;
-
-Udite le conclusioni e proposte dell'i. r. Procuratore di Stato Gio.
-Battista consigliere Meraviglia, e le deduzioni dell'avvocato Alessandro
-dott. Cervesato patrocinatore di Caliman Ravenna per quanto concerne le
-ragioni di diritto privato, nonchè le deduzioni dell'avvocato Antonio
-dottore Farsetti difensore ufficioso dell'accusata Castilliero;
-
-Sentita anche l'accusata medesima che ultima ebbe la parola;
-
-Osservato che Giuditta Castilliero ha incolpato Caliman Ravenna di un
-crimine, e precisamente di pubblica violenza a termini del § 93 Codice
-penale, avendo giuratamente deposto alla Pretura di Badia e raccontato a
-più persone che il detto Ravenna nella mattina della domenica 17 giugno
-1855 fra le ore 10 e le 11 la avea tratta nel suo locale terreno ad uso
-esattoria, e colà lasciata chiusa, sola, senza cibo ed assistenza,
-all'oscuro, fino alle prime ore antimeridiane del dì successivo, nella
-qual ora la fece escire, e la collocò in un calesse, ove fu poi tradotta
-in una città che avrebbe poi inteso essere Verona, e le furono praticati
-dei tagli come di salassi con effusione di sangue ai polsi al dorso
-delle mani, ed alle braccia;
-
-Osservato che contro Caliman Ravenna per questa incolpazione datagli
-dalla Castilliero, fu proceduto a giudiziali indagini, ed al personale
-di lui arresto, che ebbe la durata di 16 giorni;
-
-Osservato che, data la falsità di detta incolpazione, sorge pel sopra
-esposto a carico di Giuditta Castilliero il crimine di calunnia definito
-al § 209, Codice penale;
-
-Osservato che tale falsità risulta manifestamente stabilita:
-
-_a_) per la confessione della stessa prevenuta Castilliero, la quale
-ritrattò pienamente l'accusa da lei data al Ravenna, e la riversò
-dapprima sopra uno sconosciuto signore, poscia sopra ignoto carrettiere,
-dal quale sarebbe stata sedotta a deporre quanto realmente depose a
-carico del Ravenna;
-
-_b_) per le deposizioni delli Brusemini, Vanzetti, Brancaleoni, Gabussi
-impiegati nella esattoria di Alessandro Levi, condotta da Caliman
-Ravenna, i quali attestano la loro presenza in quel locale, ed escludono
-quella della Castilliero nella mattina della domenica 17 giugno 1855
-fino dopo le ore 11; confermate tali deposizioni da quelle non dissimili
-di Luigi Dolcemini, Chiara Margutti, Maria Zanella, Giovanni Parisutti;
-
-_c_) pel deposto di Antonio Fadin, che due volte ricevette in quella
-domenica nelle ore pomeridiane in detta esattoria da Caliman Ravenna del
-danaro per conto del dispensiere signor Spech ed esclude che ivi si
-trovasse alcuna estranea persona;
-
-_d_) pel deposto di Felice Mantovani e Filomena Chinaglia che assicurano
-di aver veduta la Castilliero quella domenica a ore 11 circa
-antimeridiane dirigersi da Badia verso l'ospitale d'onde si procede per
-la Bova del Zecchino verso Villabona, indi Legnago;
-
-_e_) pel deposto di Celeste Tosetto ed Antonio Rizzi, che in ora più
-tarda la videro passare per la detta Bova, e dirigersi verso Villabona;
-
-_f_) pel deposto di Maria Massari, Marianna Turcatto, Giovanni Ferragù,
-Teresa De Stefani-Ferragù, Carolina e Marianna Ferragù, Natalina Scapin,
-e Gaetano Fantoni, i quali attestano dell'arrivo in Legnago della
-Castilliero nel pomeriggio della ripetuta domenica, e dell'essersi ella
-colà trattenuta al servizio della famiglia Ferragù fino alla mattina del
-lunedì 25 giugno 1855;
-
-Ritenuto che la pravità della intenzione è inseparabile dalla falsità
-dell'accusa, non potendosi ignorare le funeste conseguenze che derivar
-ne poteano;
-
-Osservato che quanto all'altro crimine di furto, del quale è pure
-aggravata la Giuditta Castilliero, la prova della sussistenza e della
-criminosità, trattandosi di furto commesso da donna di servizio a danno
-del padrone sopra effetti di un importo eccedente i cinque fiorini,
-sorge dalle deposizioni del derubato Giovanni Ferragù e suoi famigliari,
-e la prova di reità desumesi dalla confessione della Castilliero avente
-tutti i requisiti di legge, e dal possesso delle cose rubate;
-
-Visto quanto alla pena i §§ 34, 210, 178, Cod. pen. e
-
-Ritenuto concorrere gli estremi delle lettere _a_, _b_, del citato §
-210, quindi stare a carico della prevenuta le aggravanti dell'aver
-commesso due crimini di specie diverse, dell'aver perpetrato il crimine
-di calunnia con duplice aggravamento di singolare malizia, e di grave
-pericolo, l'averlo sostenuto con giuramento, mentre la favoriscono la
-precedente condotta incensurabile, l'età poco al di sopra dei 20 anni,
-la patita seduzione;
-
- Ha giudicato:
-
-Essere Giuditta Castilliero di Lorenzo, dell'età d'anni 23, nativa di
-Barucchella, abitante ai Masi, villica, nubile, colpevole dei crimini di
-calunnia, e furto previsti dai §§ 209, 171, 176 II, _b_, Cod. pen.: e
-come tale viene condannata giusta i §§ 34, 210, 178, alla pena del
-carcere duro per anni 6, ed al pagamento delle spese processuali a senso
-del § 331, e colle riserve del § 343, del Reg. di proc. penale; ommesso
-di pronunciare sul risarcimento del danno a Caliman Ravenna, avendo il
-medesimo rinunciato all'azione civile verso l'accusata Giuditta
-Castilliero; restituiti a Giovanni Ferragù gli effetti in presentazione
-al medesimo rubati.
-
-Contro questa sentenza la Castilliero ricorreva in Appello, non — vi si
-badi — per ottenere di essere prosciolta dall'accusa di calunnia, ma
-soltanto per conseguire una mitigazione di pena. Il risultato
-dell'appello non le fu troppo favorevole siccome emerge dalla seguente
-sentenza:
-
- TRIBUNALE D'APPELLO VENETO
- (_Sessione del 5 novembre 1856_).
-
-Avendo la Giuditta Castilliero interposto ricorso non già contro la
-condanna, ma semplicemente per ottenere una mitigazione della pena, il
-Tribunale d'appello nella sessione suindicata,
-
-Preso in esame il ricorso per mitigazione di pena interposto
-dall'arrestata Giuditta Castilliero, nativa di Barucchella, abitante ai
-Masi, d'anni 23, villica, nubile, contro la sentenza 1º ottobre p. p.,
-n. 4247 dell'I. R. Tribunale provinciale in Rovigo, che siccome
-colpevole dei crimini di calunnia e di furto, la condannò alla pena del
-duro carcere per anni 6 e negli accessorii di legge;
-
-Visti gli atti processuali;
-
-Vista la sentenza reclamata;
-
-Sentito il signor Procuratore superiore;
-
-Ritenuto che la inquisita Castilliero non ricorre che per ottenere
-mitigazione di pena;
-
-Osservato che la pena da infliggersi all'inquisita pel crimine di
-calunnia era estendibile anche fino a 10 anni di carcere duro, a tenore
-del § 210, Codice penale, in vista massime della spiegata singolare
-malizia;
-
-Osservato che il crimine stesso si presenta pur aggravato dalle
-circostanze del pericolo cui fu esposto l'incolpato Ravenna, e dalle
-altre tristissime conseguenze che ne derivarono o che potevano
-derivarne;
-
-Osservato che l'inquisita confermò il calunnioso suo deposto persino
-anche col giuramento;
-
-Ritenuto che la medesima si presenta colpevole altresì del crimine di
-furto;
-
-Ritenuta per conseguenza immeritevole l'inquisita stessa di ogni
-mitigazione di pena;
-
-Respinto il ricorso,
-
-Dichiarava
-
-Di confermare la sentenza 1º ottobre p. p., n. 4247, dell'I. R.
-Tribunale provinciale in Rovigo.
-
-Il resoconto sommario che abbiam dato di questo processo non sarebbe
-però completo se non lo facessimo seguire da una importante lettera che
-il dott. Alessandro Cervesato, di Rovigo, l'avvocato cui il signor
-Caliman Ravenna, costituitosi parte civile, aveva incaricato di
-sostenere le sue ragioni contro la sua calunniatrice, indirizzava
-all'_Eco dei Tribunali_ di Venezia.
-
-Eccola tal quale:
-
- _Signor Redattore!_
-
-Chiudeasi in quest'oggi il pubblico dibattimento nel confronto della
-giovine Giuditta Castilliero e questo r. Tribunale dovette condannarla
-per crimine di calunnia a sei anni di carcere duro, sebbene assistita da
-circostanze attenuanti e meglio ancora da quelle simpatie che durante il
-dibattimento avea saputo, a fronte delle più sinistre prevenzioni,
-destare in suo favore colla pacatezza del contegno, colle misurate
-parole, colle accorte risposte e con tale un'apparenza d'innocente
-candore da rendere il più singolare contrasto colla scaltrita malizia
-della quale seppe usare, e con felice successo, dal principio alla fine
-per fuorviare le più accurate investigazioni.
-
-Ma se indipendentemente dalle ritrattazioni della Castilliero e la mercè
-delle più irrecusabili testimonianze, risultava a luce meridiana
-comprovata la piena innocenza del mio cliente Caliman Ravenna, rimaneasi
-spiacevolmente delusa la pubblica aspettazione sul punto cardinale di un
-così interessante processo.
-
-Nessuno può dubitare che la favola dalla Castilliero spacciata in odio
-del signor Ravenna sia stata la fedele parodia di quella antica calunnia
-che in tempi d'intolleranza e di barbarie venne scagliata contro i figli
-d'Israele, e la quale, sebbene percossa dai fulmini del Vaticano,
-compulsata dagli editti de' principi, e smascherata da cento formali
-processi, non ha però, mai cessato di riapparire a quando a quando, e
-sempre o quasi sempre prodromo infausto ed esca di sociali
-perturbamenti.
-
-Dove adunque potea la povera villica ed ignorante attignere
-quell'assurda fola? Chi le apprese a vestirla con tanta sembianza di
-vero e con sì minute ed abbaglianti descrizioni di persone, di luoghi,
-di oggetti da essa indubbiamente non mai veduti ed ignorati? Chi per
-acquistarle fede maggiore le ha praticate quelle varie incisioni alle
-braccia, ai polsi, alle mani a modo da imitare i più perfetti salassi?
-Chi la indusse a propalarla, a deporla in giudizio, a confermarla con
-suo giuramento? Per quale scopo ve la indusse, se il signor Ravenna non
-aveala tampoco mai veduta, s'egli non saprebbe indicare un suo personale
-nemico, se in Badia, ove soggiorna da ben diciott'anni, ha sempre goduto
-di una intera fiducia e della più conclamata generale estimazione? Chi
-potea finalmente inspirarle tanta forza di spirito, tanta pertinacia di
-volontà, e tanta annegazione di sè medesima, nel tenerne occulto
-l'autore morale, resistendo ad ogni maniera di legittime coartazioni e
-sfidando, sarei per dire, colla indomata rassegnazione di un martire la
-vindice spada della giustizia?...
-
-In tali incognite si racchiude il mistero del dramma; dramma tenebroso e
-che nessuna luce ha ricevuto da un processo, avvegnachè condotto con sì
-circospetto e paziente amore del vero.
-
-Quale patrocinatore del danneggiato signor Ravenna, ammonito di dovermi
-attenere a quanto fosse di mestieri per la giustificazione delle sue
-ragioni di privato diritto, io mi trovai collocato in assai difficile
-condizione; perchè da un canto il signor Ravenna non volea a patto
-nessuno associarsi all'accusa nemmanco coll'apparenza di coltivare basse
-ed illusorie vedute di materiale interesse; e perchè dall'altro canto io
-non potea spiegare quella più ampia difesa che reclamata quasi era
-dall'onore di lui e di tutti gl'Israeliti sì crudelmente intaccati da
-quella falsa imputazione, non che dalla viva rimembranza del corso
-pericolo da parte del volgo contro essi esasperato; e ciò nella speranza
-che sì solenne giustificazione avesse potuto farla una volta per sempre
-finita con un pregiudizio assurdo, immorale e cotanto vituperoso ad
-un'êra della più progredita civiltà com'è la nostra.
-
-Ella, o signore, conosce assai meglio di me che nessun rito rabbinico ha
-mai permesso l'uso del sangue, e che anzi gli Ebrei ne hanno in ogni
-tempo provato tale un abborrimento da tenersene contaminati al solo
-toccarlo. È notorio che, ben lungi dal cibarsene, respingono essi con
-orrore le carni degli animali non isgozzati giusta la prescrizione della
-loro legge, per la tema appunto che una qualche stilla di sangue ne sia
-rimasta nei visceri o tra le fibre; ond'è che nessun altro popolo ha mai
-come l'ebreo servito a rigore di lettera il precetto che Dio tramandava
-per la bocca di Mosè — non verserete sangue; non vi ciberete di sangue;
-il contravventore perisca. —
-
-Non potrebbe sospettarsi tampoco che quella pratica feroce sia un avanzo
-di vetuste superstizioni redate dagli Ebrei ne' loro contatti co'
-gentili cui fossero abituali i riti di sangue, e che sia sorta dal
-supposto lor odio contro i seguaci di Cristo, mentre depongono in
-contrario le storie ed i formali processi in più occasioni istituiti.
-
-Ci narra Tertulliano che nei primi tempi di Nostra Chiesa e duranti le
-persecuzioni ordinate dagl'Imperatori contro i Cristiani, veniano questi
-accusati di immolare vittime umane, di beverne il sangue, di mangiarne
-le carni e che quell'ignominiosa incolpazione fu per ben tre secoli
-l'incentivo di persecuzioni ognora più crudeli. Ma nella storia di quei
-tristissimi giorni non abbiamo pur cenno che altrettanto siasi detto o
-sospettato degli Ebrei, sebbene all'imperversare di quella grande
-rivoluzione religioso-morale dovessero trovarsi in massimo grado
-inaspriti gli animi, e più facili e sicure le vie della calunnia.
-
-Ella sa pure, o signore, assai meglio di me che, soltanto nel secolo
-XIII apparve per la prima volta l'accusa che gli Ebrei in date loro
-solennità versassero il sangue di un innocente Cristiano quale simbolo
-di espiazione, o ne usassero quale filtro portentoso. Ma se gli Ebrei
-non hanno infierito contro i Cristiani quando più vivi ed operosi erano
-gli odii, e quando deboli e percossi i Cristiani dalle ricorrenti
-persecuzioni avrebbero potuto farlo impunemente, come ammettere in buona
-logica che sieno stati osi di adottare quella pratica inumana, allorchè
-di fronte al Cristianesimo per tutto trionfante avrebbero posta in
-compromesso quell'unica protezione sociale che loro era rimasta in una
-legge di tolleranza? — Mirando alla coincidenza degli avvenimenti ed
-all'agitazione religioso-sociale a que' giorni inferita dal bando della
-crociata per cui pareva che tutto Occidente dovesse, a modo d'immensa
-valanga, rovesciarsi sopra Oriente, saremmo indotti a sospettare che un
-qualche fanatico od un qualche ambizioso, a parodia di quel gigantesco
-movimento siasi pensato di bandire una specie di crociata anche contro
-gli Ebrei; e nel fatto ebbe la storia a registrare il nome di un certo
-Rodolfo uomo di gran seguito in Lamagna, il quale pel primo appunto
-avrebbe tentato in Colonia, Spira, Magonza e Strasburgo di levare la
-croce contro gli Ebrei. Senonchè Gregorio IX, durante il suo
-pontificato, con tre Bolle ha proclamata l'innocenza del popolo ebreo,
-condannando quell'insensata calunnia. Lo stesso Pontefice con suo Breve
-ne ammoniva i principi cristiani perchè si stessero a buona guardia e
-non vi prestassero fede. Anche i papi Innocenzo IV ed Alessandro VII
-fecero altrettanto e dottori della Chiesa e santi insigni presero le
-difese del calunniato Israele. S. Bernardo tra gli altri scrivendo ad
-Enrico arcivescovo di Magonza protestava contro il diffondersi di quella
-vergognosa calunnia e ne deplorava le funeste conseguenze.
-
-È notabile il fatto che tale diceria non sia mai sorta nella Spagna,
-mentre tutti sanno che in nessun altro paese di Europa furono gli Ebrei
-sì duramente perseguitati come ai tempi di Ferdinando ed Isabella in
-quella contrada.
-
-Anche i principi secolari se ne occuparono seriamente, e forti delle
-decisioni pontificie vollero con formali processure quella calunnia
-sventare e punire. Abbiamo i bandi dei duchi di Milano e di Mantova,
-abbiamo gli editti imperiali di Federico III, di Carlo V, di
-Massimiliano II, abbiamo le decisioni dei senati di Casale e di Venezia;
-documenti tutti che comprovano la malvagità di quella calunnia per non
-dire delle molte sentenze proferite in casi particolari da giudici
-imparziali e competenti e che sono tuttora negli archivi nostri e
-forestieri. — E qua cade in acconcio rammentare il voto che sopra
-ricerca del Re di Polonia veniva pronunciato dalla Facoltà teologica di
-Lipsia nell'anno 1714; voto che, ridondante di dottrina e di erudizione,
-respinge fin anche il sospetto che con quella pratica brutale siansi mai
-disonorati gli Ebrei. Io son dell'avviso, che ov'Ella, signore, ne
-facesse dono a' suoi molti associati in appendice al processo che sta
-pubblicando colle stampe, non solo presterebbe un ottimo servigio alla
-verità, ma recherebbe ben anche un raggio di luce a quelle parti del
-processo che non emersero a sufficienza chiarite.
-
-S'io avessi potuto su questo terreno allargare la difesa, avrei forse
-conseguito il vantaggio di paralizzare più compiutamente ogni sinistra
-prevenzione e di rettificare qualche torta idea nei menoveggenti a
-maggiore presidio e conforto di una casta sociale per molti rispetti
-onorevole e per illustri notabilità benemerente.
-
-Sarà forse credibile appena dai lontani che in un secolo di tanto senno,
-di tanta tolleranza e di tanta umanità siasi agitato, e qui tra noi, un
-processo di quella fatta: tra noi, che governati da sapientissime
-istituzioni, tolto ogni privilegio di classe e di stirpe, siamo tutti
-uguali in faccia alle leggi e quasi altrettanti figli di una sola
-famiglia. — Giova sperare però che le Autorità competenti non vorranno
-desistere da ulteriori indagini, mentr'è nell'interesse del pubblico
-ordine e della pubblica sicurezza che l'occulto motore della Castilliero
-venga scoperto.
-
-Eccole, o mio buon signore, i poveri cenni che le ho promessi quasi a
-compimento della difesa del signor Ravenna, sarò ben lieto se si
-compiacerà di usarne a suo grado.
-
- _Suo dev. servitore_
-
- ALLESSANDRO dott. CERVESATO.
-
-A questa dotta lettera dell'egregio avv. Cervesato, il direttore
-dell'_Eco dei Tribunali_ che era, piace il ricordarlo, quel valoroso
-pubblicista e fervido cattolico che oggi dirige la _Gazzetta di
-Venezia_, Paride Zajotti, faceva seguire queste considerazioni sue:
-
-Compiuto il resoconto del dibattimento, col pubblicare l'appendice
-fattavi dal chiarissimo avv. Cervesato, coi due importantissimi
-documenti (360) che ne formano per così dire necessario supplimento,
-resterebbe che ancor noi scendessimo nell'arringo, come, con soverchia
-fiducia, avevamo promesso nell'imprendere questa pubblicazione.
-
-Ma, obbligati a rimanere entro quella ristretta cerchia che chiamasi la
-questione legale, non potremmo estenderci a quelle considerazioni e
-dimostrazioni, che sono suggerite e richieste dalla questione sociale,
-di cui questo processo non è che un passaggiero fenomeno, senza correre
-grave pericolo o di entrare in un campo a noi straniero, o di nuocere
-alla cosa stessa, parlando con un riserbo incompatibile colla fermezza
-delle nostre convinzioni.
-
-Perciò crediamo più savio partito il tacere, e lasciar parlare per noi
-l'eloquenza dei fatti, accertati con tutto il rigore delle forme
-processuali e con quella scrupolosa esattezza, di cui tu testimonio
-chiunque assistette allo svolgersi di questo dibattimento.
-
-I fatti parlano da sè. Ed è fatto incontrastabile che il primo racconto
-della Castilliero fu provato falso nel modo più luminoso che si potesse.
-Diciamo nel modo più luminoso, perchè, lasciando da parte la manifesta
-sua inverisimiglianza, la falsità ne fu dimostrata oggettivamente e
-subbiettivamente.
-
-Oggettivamente per mezzo di tutti quei testimoni, i quali coabitando col
-Ravenna, e dovendo necessariamente aver avuto qualche sentore del fatto,
-se qualche cosa di somigliante fosse colà avvenuto, esclusero ad una
-voce qualunque circostanza che potesse avervi anche remota allusione; e
-per mezzo principalmente della deposizione di Antonio Fadin, che fu nel
-locale stesso in cui la Castilliero voleva essere stata rinchiusa, e
-nelle ore in cui doveva essa pure esservi stata; deposizione suffragata
-e da dichiarazioni d'altri testimoni e dalle corrispondenti annotazioni,
-fatte, a caso vergine, nei registri dell'Ufficio postale.
-
-Subbiettivamente, per quella serie sterminata di testimoni tutti
-concordi, benchè appartenenti a varie condizioni della società ed a
-differenti paesi, i quali con tanta precisione ci attestarono la
-presenza della Castilliero, ora qua ed ora là, appunto nei varii giorni,
-in cui secondo il primo suo esame essa voleva essere stata in quella
-fantastica fortezza, in cui si entra e da cui si esce, di giorno e di
-notte, in carrozza chiusa senza incontrare una guardia di polizia o di
-finanza che chiegga conto dei misteriosi passeggieri. E fu savissimo
-intendimento del Tribunale quello di citare al dibattimento tutti quei
-testimoni, benchè deponessero su circostanze affatto secondarie, dopo
-tanta luce di prove, affinchè il numero stesso delle persone, la loro
-qualità di Cristiani, la franchezza di tante svariate deposizioni, ma
-tutte coincidenti nell'argomento che interessava, valesse a persuadere i
-più testerecci.
-
-Dopo tutto questo, che cosa importa se la Castilliero, a cui il parlare
-a nulla personalmente avrebbe giovato, dacchè il fatto rimaneva in ogni
-modo ed in ogni caso una calunnia, si chiuse in un inviolabile silenzio,
-e volle farla da romanzesca eroina, dicendo — nessuno fuorchè lei sapere
-come la cosa fosse stata — oppure calcolò sui frutti del suo silenzio?
-Che cosa occorre di più, oltre la prova che il fatto era una menzogna?
-La spiegazione delle cause, che indussero la Castilliero, e pongasi
-anche, la condanna dei correi, non avrebbero nè provato maggiormente la
-falsità dell'accusa, nè persuaso nemmeno uno solo di quelli che credono
-a tutto, fuorchè a quanto fu provato in questo processo.
-
-Anzi, la specialità delle circostanze che accompagnarono questo caso, ci
-dà una notevole guida per giudicare di altri fatti consimili in addietro
-processati, specialmente nei tempi in cui dominava in tutto il suo
-rigore il sistema inquisitorio. Secondo la massima parte delle leggi,
-ne' secoli scorsi la deposizione del danneggiato, appoggiata ad una
-prova qualsiasi del fatto in genere, bastava per applicare all'imputato
-la tortura; ora qui si aveva la deposizione della danneggiata, che
-esclusa l'inverosimiglianza del fatto per se stessa, era improntata di
-tutti i caratteri della veridicità; si aveva una specie di prova del
-fatto in genere nella sparizione, nei primi momenti inesplicabile
-dell'odierna imputata, e nelle tracce della scalfitura alle mani ed alle
-braccia; ora se fossero stati altri tempi ed il signor Ravenna fosse
-stato messo sull'eculeo, noi vorremmo fortemente dubitare che, frammezzo
-agli strazi della tortura e col progressivo accrescersi del martirio,
-egli non avesse, come gli Ebrei di Damasco, tutto affermato pur di
-sottrarsi agli spasimi.
-
-E quale argomento per la sussistenza del fatto, qual prova si avrebbe
-potuto dedurre dalla sua condanna? Questa conclusione, a cui è pur forza
-di venire, fa che, per noi, questo processo, in cui sulle prime le
-stesse Autorità furono tratte in inganno dal racconto della Castilliero
-(tanto da ordinare l'arresto del Ravenna), assuma un'importanza storica
-immensa.
-
-Per chi volesse di più, basti il fatto che in questo processo, il
-Presidente del dibattimento non reputava nemmeno meritevole di
-discussione la questione in massima, ed il Pubblico Ministero
-qualificava l'oggetto dell'accusa della Castilliero quale pregiudizio
-del volgo.
-
- PARIDE ZAJOTTI.
-
-(360) Di questi due documenti uno, e cioè il _Parere della Facoltà
-teologica di Lipsia_, 8 maggio 1714, fu da noi pubblicato fra i presenti
-documenti; il secondo che è una dichiarazione del _R. Procuratore
-generale prussiano di Aquisgrana_, pubblichiamo qui appresso.
-
-
-
-
- XX.
-
- Dichiarazione del R. Procuratore generale prussiano di Aquisgrana.
-
-
- (_Stadt-Aachener Zeitung, N. 82_).
-
-Un caso, testè avvenuto nel mio circondario d'Ufficio, e che destò gran
-chiasso e porse argomento a diversi articoli di giornale, m'induce a
-pubblicare la seguente _notificazione ufficiosa_.
-
-Il 6 corrente una donna fece in Jülich a quel funzionario della polizia
-giudiziaria la denunzia che la sua figliuolina novenne, da lei mandata
-il mattino a Broich verso le sette, per mendicarvi un po' di pane, era
-stata assalita per via da un Ebreo e maltrattata nel modo più orribile.
-La ragazza, _colla massima consonanza con un suo fratellino di sei
-anni_, che l'avea accompagnata, depose in ripetuti esami, apparentemente
-nella massima commozione di animo, che quando fu dietro la contrada di
-Broich, le venne incontro l'Ebreo di Broich, si siedette, l'afferrò
-improvvisamente, se la pose sui ginocchi, e poscia, dopo aver estratto
-un coltello ed averle alzate le gonne, le diede un colpo al bassoventre.
-
-Ed in realtà quelle parti del corpo, ove, secondo l'attestazione della
-ragazza, sarebbe stato dato il colpo, erano lorde di sangue.
-
-Poco dopo aperta l'investigazione di polizia, condotta con molta
-diligenza ed avvedutezza, la ragazza, asserentesi maltrattata, vide una
-coppia di Ebrei che passavano pel mercato di Jülich, e facendo mostra
-d'essere quasi fuori di se stessa, gridò: “Questo è colui che m'ha
-ferita!”
-
-Gli Ebrei furono tosto arrestati, e nel confronto coi ragazzi furono
-riconosciuti da questi colla massima precisione per gli autori del
-fatto.
-
-La donna ebrea, della quale originariamente non era stato fatto alcun
-cenno, secondo una nuova dichiarazione della ragazza, le avrebbe coperto
-il viso, sicchè non potè gridar bene. Nel corso degli ulteriori esami,
-quei ragazzi deposero altresì che alle loro grida era accorso un
-vecchio, il quale era stato ammazzato dall'Ebreo col suo coltello, e che
-gli Ebrei aveano presa la fuga soltanto all'avvicinarsi di altre
-persone.
-
-Giuntimi gli atti, feci avviare un'istruzione giudiziale, al quale scopo
-un giudice istruttore ed un procuratore di Stato si recarono il 12
-corrente a Jülich.
-
-Il risultato dell'istruzione assunta fu il seguente:
-
-“Una ispezione personale, assunta con tutta esattezza da un impiegato
-medico giudiziario, coll'intervento anche di un altro medico, sul corpo
-della ragazza asserentesi ferita, non lasciò scoprire nè una ferita, nè
-una tumefazione, nè una infiammazione delle parti che secondo la sua
-dichiarazione sarebbero state lese.
-
-“Gli Ebrei arrestati erano forniti di passaporti in piena regola; essi
-sostennero di non essere stati in Broich, o sulla via, che da Broich
-conduce a Jülich, ma di avere dormito nella notte dal 5 al 6 corrente in
-Aldenhoven (in direzione affatto diversa di Jülich) e di essersi di là
-diretti a Jülich per la strada postale.
-
-“Tutto ciò fu confermato pienamente dalla deposizione delle gente
-(cristiana) presso cui volevano avere pernottato e di due gendarmi, i
-quali nella mattina del 6 aveano scortato degli arrestati da Jülich ad
-Aldenhoven e per via incontrarono i coniugi ebrei, che provenivano nella
-direzione di Aldenhoven. Un confronto dei diversi tempi dimostra che gli
-imputati, al momento dell'attentato loro addebitato, si trovavan
-distanti dal luogo, ove esso sarebbe stato commesso, per lo meno un'ora,
-ma con somma verosimiglianza, più ore.
-
-“L'uomo, che i ragazzi indicavano essere stato ammazzato dall'Ebreo, fu
-rinvenuto facilmente. Egli non aveva alcuna lesione e dichiarò di avere
-incontrato quei due fanciulli sul luogo dell'asserito maltrattamento,
-ove piangendo si lagnarono con lui di quanto dicevano essere loro
-accaduto; egli però, al pari delle altre persone indicate dai ragazzi,
-assicurò di non avere assolutamente veduto in quel luogo alcuna persona
-sospetta.”
-
-
-
-
- XXI.
-
- Ignazio von Döllinger.
-
-
-Da un discorso tenuto nella solenne seduta dell'Accademia delle scienze
-a Monaco, il 25 luglio 1881, dal presidente Ignazio von Döllinger, ed
-intitolato, _Gli Ebrei in Europa_, togliamo il seguente brano che
-chiaramente dimostra quale concetto abbia il dotto teologo tedesco sulle
-accuse che si muovono agli Ebrei:
-
-. . . . . . Abituati ad immaginarsi che ogni Ebreo fosse il nemico
-nato ed il debitore dei Cristiani, i popoli ritenevano gli Ebrei, in
-un'epoca in cui si prestava fede volentieri anzi con avidità a cose
-crudeli e soprannaturali, capaci di qualunque delitto, anche
-dell'inverosimile ed impossibile. Dopo il 12º secolo corse la fola che
-gli Ebrei abbisognassero di sangue Cristiano, gli uni dicevano per la
-loro festa Pasquale, gli altri, come rimedio contro un segreto male
-ereditario; perciò furono accusati di uccidere ogni anno un ragazzo.
-Inoltre si diceva ch'essi crocifiggevano ogni anno un Cristiano per
-oltraggiare il Salvatore.
-
-Se si rinveniva in qualche luogo un cadavere con traccie di violenza, un
-bambino morto, l'assassino doveva essere stato un Ebreo, e si poneva
-alla tortura finchè confessava. Seguivano allora crudelissimi supplizi
-ed in parecchi casi una strage in massa dell'intera popolazione ebrea
-della città e della campagna. Non c'era neanche idea d'una regolare
-procedura giudiziaria. I giudici e le Autorità stesse tremavano dinnanzi
-all'ira del popolo imbestialito; poichè c'era la convinzione che si
-potessero attendere le più infami azioni da un ebreo. Talvolta era anche
-un'immagine di Cristo che un ebreo avrebbe trafitta con un coltello o
-mutilata, ciò che era il segnale d'una strage. Dopo il 1200 si
-aggiunsero le voci di ostie oltraggiate e miracolosamente sanguinanti.
-Da Parigi, dove era accaduto il primo caso, la nuova fiaba si diffuse
-nei paesi vicini, ben presto si volle possedere anche altrove una tale
-reliquia, e sembrò che gli Ebrei, presi da demonìaco delirio, credessero
-e non credessero ad un dogma della Chiesa e contemporaneamente
-desiderassero una morte tormentosa tanto spesso essi cadevano vittime di
-questi delitti immaginarii.
-
-A Londra gli Ebrei furono uccisi perchè volevano incendiare la grande
-città.
-
-La gran peste che desolò e spopolò nel 1348 tutta l'Europa fu subito
-attribuita soltanto agli Ebrei. Il fatto che quel popolo intelligente e
-che conduceva vita regolare n'era colpito molto meno dei Cristiani,
-cambiò la supposizione in certezza. Essi avevano avvelenato dappertutto
-in seguito ad una cospirazione, i pozzi e le sorgenti, e perfino i
-fiumi. In una città si volle aver rinvenuto realmente del veleno in un
-pozzo. Posti alla tortura, alcuni Ebrei confessavano il delitto. Scoppiò
-allora una tale esplosione di fanatismo, di bramosìa di vendetta e di
-volgare avidità, quale l'Europa non aveva mai veduto prima, nè vide mai
-dopo. Le vittime in alcune città, si contarono a migliaia. Molti
-prevennero il furor popolare suicidandosi. Invano il Papa Clemente VI
-dichiarò in due bolle gli Ebrei innocenti. Coloro che si salvarono con
-una rapida fuga trovarono un asilo soltanto nella lontana Lituania.
-
-
-
-
- XXII. *
-
- Professore dott. Nöldecke di Strasburgo.
-
-
-È assolutamente deplorevole che oggi ancora debba esser necessario di
-respingere sul serio l'accusa che l'ignoranza e la malvagità muovono
-agli Ebrei di far uso nelle loro solennità di sangue umano e
-specialmente cristiano. Non soltanto quest'accusa manca di ogni
-fondamento, ma tale barbarie ripugna a tutti i principii del Giudaismo,
-sicchè gli Ebrei che avessero commesso un tale misfatto dovrebbero
-essere assolutamente esclusi dalla Comunità religiosa.
-
-Coloro che credono e divulgano tali fiabe, dovrebbero sapere che
-siffatte accuse di misteriosi sagrifizi umani, di uso rituale di sangue
-umano, e di altre simili mostruosità si facevano già in Oriente in tempi
-antichi ad altre sêtte religiose per ragione di odio confessionale, o
-per cupidigia di nefando lucro.
-
-Cristiani lanciarono tali accuse verso sêtte cristiane, e dagli scritti
-sacri dei Mandei (cristiani di San Giovanni) si ricava una orrenda
-descrizione dei misfatti che i Cristiani in generale commettevano per
-celebrare la S. Comunione.
-
-Colui che afferma gli Ebrei adoperare sangue cristiano per una solennità
-rituale si pone al livello degli orientali più abbrutiti dall'odio di
-religione e dalla superstizione.
-
-Herren Alb (Foresta Nera), 20 agosto 1882.
-
- Dott. Th. NÖLDECKE
- Prof. ordinario nell'Università
- _Imperatore Guglielmo_ in Strasburgo.
-
-
-
-
- XXIII. *
-
- Professore Dott. A. Merx di Heidelberg.
-
-
-Essendosi in questi ultimi mesi ripetutamente parlato in diversi luoghi
-e segnatamente a Dresda ed a Berlino dell'uso che si farebbe dagli Ebrei
-del sangue cristiano per festeggiare la Pasqua (Pessach) e tale voce
-essendo stata diffusa per agitare le plebi ignoranti, venni invitato a
-dichiarare se un tale delitto, designato col nome di _assassinio
-rituale_, sia prescritto dalle leggi della religione ebraica. Dichiaro
-perciò:
-
-1. La legge ebraica proibisce l'assassinio in generale e assolutamente:
-“Il sangue di colui che spanderà il sangue dell'uomo sarà sparso
-dall'uomo” (_Gen._, IX, 6) “Non uccidere” (_Es._, XX, 13).
-
-2. La legge ebraica proibisce l'uso del sangue in generale ed
-assolutamente: “Chiunque ne mangerà (sangue) sia sterminato” (_Lev._,
-XVII, 14). Questo precetto è la principale ragione del rito con cui gli
-Ebrei uccidono gli animali allo scopo di sbarazzare completamente la
-carne dal sangue. Da ciò risulta assolutamente falso che gli Ebrei
-adoperino sangue per preparare la loro focaccia di Pasqua, in caso
-contrario il precetto generale dovrebbe essere annullato da un precetto
-speciale.
-
-3. Nella legge sulla festa di (_Pessach_) Pasqua (_Es._, XII, 13) non si
-trova tale precetto speciale e non può trovarvisi, giacchè allorquando
-fu data questa legge non esistevano fanciulli cristiani; ma al contrario
-non era permesso uccidere, come pretende la vieta calunnia, nè
-fanciulli, nè adulti di altra religione. Nell'intiera legge non vi è
-neppure una parola sulla uccisione di uomini.
-
-4. Nella legislazione della Bibbia non è prescritto per la festa di
-Pasqua l'uso del sangue di fanciulli cristiani. Nessuno potè trovare un
-solo passo, il quale provi che l'assassinio rituale sia prescritto.
-
-5. In seguito a ciò l'affermazione, sorta del resto dopo il XV secolo,
-che gli Ebrei adoperino sangue cristiano per la loro festa di Pasqua,
-risulta non vera, e non può appoggiarsi a nessun testo della legge
-ebraica. Quello che la ripete senza addurne prove, ciò che del resto gli
-riescirebbe assai difficile, e quello che in riunioni pubbliche pretende
-dimostrare che è basata su fatti, deve essere condannato come un
-miserabile calunniatore, col quale si deve adoperare il Codice penale.
-
-San Remo, 10 ottobre 1882.
-
- D. A. MERX.
-
- Professore di Esegesi del Vecchio Testamento
- nell'Università di Heidelberg.
-
-
-
-
- XXIV. *
-
- Prof. dott. Carlo Bernardo Stade di Giessen.
-
-
-Colui che afferma gli Ebrei adoperare sangue cristiano per una solennità
-rituale, dà saggio di ignorare assolutamente la storia ed il carattere
-della religione ebraica.
-
-In qualsiasi modo sia per finire il processo di Tisza Eszlar è fin d'ora
-sicuro che non potrà mai venir invocato nè contro la religione ebraica,
-nè contro l'indole degli Ebrei, i fatti di cui sono accusati i macellai
-di quel paese, essendo ripugnanti all'indole degli Ebrei, e detestati
-dalla religione ebraica.
-
-Giessen, 10 ottobre 1882.
-
- Dott. CARLO BERNARDO STADE,
- Professore ordinario.
-
-
-
-
- XXV. *
-
- Facoltà teologica dell'Università di Amsterdam.
-
-
-La facoltà teologica di Amsterdam è riconoscente ai Rabbini che,
-adunatisi in Buda Pest il 5 luglio di questo anno, (1882), deliberarono
-di invitarla a dare il suo parere sopra una vecchia accusa che ora viene
-nuovamente scagliata contro gli Ebrei.
-
-Essa si crede perciò obbligata di far pubblica la sua disapprovazione
-contro la diffusione di una asserzione altrettanto infondata quanto
-pericolosa, ed unendosi al giudizio di tutti gli uomini competenti in
-siffatta materia, si dichiara profondamente convinta, che in nessuno dei
-libri religiosi degli Ebrei si contenga la prescrizione di adoperare,
-per iscopi rituali, sangue umano ottenuto da un assassinio.
-
- La Facoltà teologica dell'Università di Amsterdam,
- P. D. CHANTEPIE DE LA SAUSSAYE, _praes._
- J. G. D. MARTINS, _cancelliere_.
-
-
-
-
- XXVI. *
-
- Professore Dott. Carlo Siegfried di Jena.
-
-
-Chiunque ha voglia di aprire la Bibbia può convincersi che l'accusa che
-gli Ebrei adoperino sangue cristiano non è che una invenzione di
-malvagi, accolta soltanto dagli imbecilli, poichè nei cinque libri di
-Mosè nulla è più severamente vietato agli Ebrei dell'uso del sangue.
-(_Genesi_, IX, 4. — _Levitico_, VII, 26, 27. — _Deut._, XII, 16, ed
-altri).
-
-Siffatta accusa, spessissimo ripetuta dall'odio di religione e di razza,
-non venne in nessunissimo caso provata; anzi coloro che sostennero le
-polemiche più accanite contro il Giudaismo, o, non appena cominciarono a
-conoscere gli usi ebraici, lasciarono cadere l'accusa, o, come dice
-Wagenseil, riconobbero l'impossibilità di sostenerla.
-
-Ogni nuova ripetizione di tale accusa dimostra una imbecillità ed una
-impertinenza grandissime e costituisce una vergogna pei popoli cristiani
-che la permettono, una vergogna pei giornali cristiani che ne rimangono
-spettatori, o mal celano dietro frasi pietose i loro istinti di Caino.
-
-
-
-
- XXVII. *
-
- Professore Francesco Delitzch.
-
-
-Nella questione di sangue venuta nuovamente a galla in seguito al fatto
-di Tisza-Eszlar ho dato già due attestati che saranno arrivati in
-Ungheria da Colonia e da Berlino; però non voglio lasciar senza risposta
-anche il di lei invito giacchè una triplice corda si rompe meno
-facilmente.
-
-In quei due pareri ho minuziosamente provato il fatto, che nei due
-Talmud non soltanto non si trova nessuna prescrizione, che ordini o
-raccomandi l'uso rituale di sangue umano non ebraico, ma che anche nella
-legge rituale non si può scoprire assolutamente nessun appoggio per
-questa insinuazione. _Essa è una pura immaginazione, un'idea senza
-fondamento, un parto dell'ignoranza, dell'astio e della menzogna._
-
-La _Civiltà Cattolica_ dell'anno 1881, pag. 731 infinocchia ai suoi
-lettori, che l'uso del sangue sia una tradizione segreta, che non esiste
-che a voce e precisamente quale segreto ereditario fra i discreti e
-fidati. _Questo è un nuovo tentativo di salvare la causa ormai perduta
-dell'accusa_, volendo far credere che quello non si può provare quale
-_Halaca_ (precetto scritto) sia un _Minhag_ (uso) conosciuto solamente
-dagli iniziati. _Ma anche questo tentativo è un peccato contro il
-comandamento: “Non dire falsa testimonianza contro il tuo prossimo.”_
-
-In causa della mia relazione colla missione degli _Ebrei ho fatto
-conoscenza da 50 anni con un certo numero di proseliti, ma posso
-assicurare dinanzi a Dio, che nessuno sapeva qualche cosa di quell'uso
-assassino_. — _Tutti dichiararono unanimi una pura invenzione
-l'incolpazione di sangue._
-
-La pacificazione della Sinagoga colla Chiesa è stata sempre la mèta
-principale dei miei desiderii. Tanto più antipatico mi riesce ogni
-tentativo di aumentare l'abisso esistente per mezzo dell'odio di razza
-antisemitico, ed il vantaggio che gli antisemiti vorrebbero trarre per
-la loro causa dalla sorte tuttora ignota di Esther Solymossy, il di cui
-assassino, se essa fu assassinata, sarà non solamente dal punto di vista
-cristiano, _ma anche dal punto di vista ebraico, un mostro che offende
-il nome di Dio_.
-
-Se ella vuole pubblicare questa mia testimonianza, sarò lieto se gioverà
-a domare la furia scatenata dell'odio che si fa arma di una bugia.
-
- Lipsia, 13 ottobre 1882.
-
- Devotissimo suo
- Professore FRANCESCO DELITZSCH.
-
-
-
-
- XXVIII. *
-
- Lettera di S. E. Ill^ma e Rev^ma Monsignor Giorgio Kopp
- vescovo cattolico di Fulda
- al Rabbino provinciale della stessa città Dott. Chaan.
-
-
- Fulda, 4 novembre, 1882.
-
- Pregiatissimo signor Dottore,
-
-Assecondando il di lei desiderio, non esito a ripeterle in iscritto la
-dichiarazione che già varie volte le ho fatto, doversi ritenere una
-maligna bugia la supposizione, che gli Ebrei abbiano mai usato sangue
-cristiano per iscopi rituali: tale supposizione non si può provare nè
-con la religione ebraica, nè con la storia, sicchè devesi respingere
-ogni accusa di questo genere su qualunque base fosse fondata.
-
-Con perfetta stima, ecc.
-
- KOPP. Vescovo di Fulda.
-
-
-
-
- XXIX. *
-
- Ernesto Renan (361).
-
-
- Parigi, 16 novembre 1882.
-
-Fra tutte le calunnie, generate dall'odio e dal fanatismo, la più
-assurda è certamente quella per cui si incolpano gli Ebrei di commettere
-assassinii allo scopo di aver modo di compiere riti sanguinosi. Uno dei
-tratti più caratteristici della religione ebraica è la proibizione del
-sangue quale nutrimento dell'uomo. Questa precauzione che era in altri
-tempi assai adatta ad inspirare il rispetto della vita, venne osservata
-dal Giudaismo con tutta coscienza, anche quando i tempi e le condizioni
-della civiltà ne rendevano assai penosa l'osservanza, ed ora si pretende
-che il pio ebreo, che morrebbe di fame e affronterebbe il martirio
-piuttosto che inghiottire un pezzetto di carne non del tutto monda di
-sangue, si nutrisse proprio di sangue in un'agape religiosa! È questa
-una orribile sciocchezza. Sono convintissimo che non uno dei racconti
-che parlano di pasti pasquali con sangue ha base reale; se un tal
-delitto fosse stato commesso, direi che il miserabile che ne fu autore
-ha violato tutti i precetti dell'Ebraismo; ma io vado più in là e non
-credo che simile delitto sia mai stato commesso. L'immaginazione umana
-non è molto fertile nell'inventare calunnie. La fiaba di pasti
-misteriosi conditi con sangue umano fu sempre artificio tratto in campo
-per combattere coloro che un cieco pregiudizio voleva rovinare. Questa
-stessa calunnia fu in altri tempi occasione a deplorabili persecuzioni
-contro i Cristiani. Eppure è ben certo che la Sacra Cena dei Cristiani
-non venne mai insozzata da tale misfatto. Altrettanto innocenti sono
-certamente le pasque ebraiche. Sarebbe degno della cristianità impedire
-che da questa miserabile bugia, per la quale in altri tempi ebbero tanto
-a soffrire i Cristiani, si traesse profitto contro altri.
-
-(361) _Neue Freie Presse_, 24 dicembre 1882.
-
-
-
-
- XXX.
-
- Discorso dell'Em. Cardinale E. O. Manning
- Arcivescovo di Westminster.
-
-
-Abbiamo detto che gli avversari sistematici degli Ebrei non devono
-cercarsi nel partito che comunemente si designa col nome di clericale;
-il seguente discorso pronunciato dall'Em.^mo Cardinale Manning (362), in
-un _meeting_ tenuto a Londra per protestare contro i maltrattamenti cui
-son fatti segno gli Ebrei della Russia, è la più eloquente conferma
-delle parole nostre.
-
- _Mylord, Signore e Signori,_
-
-Ho spesso dovuto proporre mozioni in assemblee simili a questa, ma non
-ricordo di averne mai proposto alcuna con una convinzione più perfetta
-della mia ragione, e con un più completo assenso della mia coscienza.
-Prima di continuare sarà forse miglior consiglio leggervi questa mia
-mozione. Essa è così concepita:
-
-“Questa Assemblea, pur riconoscendo di non aver nè diritto, nè desiderio
-di ingerirsi negli affari interni di un altro paese, e pur desiderando
-che le relazioni le più amichevoli tra l'Inghilterra e la Russia vengan
-continuate, crede suo debito manifestare l'avviso, che le leggi della
-Russia che risguardano gli Ebrei, tendono ad avvilirli agli occhi della
-popolazione cristiana, e ad esporre gli Ebrei russi ai furori di una
-ignoranza fanatica.”
-
-Io non ho bisogno di dirvi che noi non siamo qui adunati per uno scopo
-politico. Se vi fosse la menoma traccia di politica, io non sarei qui. È
-perchè io credo che noi siamo ben al disopra delle passioni e delle
-lotte politiche, che noi siamo nella serena regione delle simpatie e
-della giustizia umana che oggi io mi trovo qui. Posso anche dichiarare
-che nulla è più lontano dalle mie intenzioni — sono convinto che voi
-siete del mio avviso — che di far cosa che fosse come una infrazione a
-quelle leggi di pace, d'ordine e di mutuo rispetto che uniscono le
-nazioni fra di loro o di tentare d'intervenire o d'ingerirsi nella
-legislazione interna della Russia (_applausi_). Io sono anche costretto
-a dichiarare che partecipo di tutto cuore ai sentimenti di venerazione
-espressi dal nobile Conte [di Shaftesbury] verso la Famiglia Imperiale
-di Russia. Non si può aver osservato quella famiglia durante questi
-ultimi anni, non si può pensare alla posizione dell'Imperatore attuale
-senza provare una profonda simpatia che ci impedisce ogni intenzione di
-usare una sola parola che possa ferire l'animo dello Czar (_applausi_).
-Io posso adunque dichiarare in modo assoluto che non una delle mie
-parole — e credo poter parlare in nome di voi tutti — si scosterà
-intenzionalmente dalla venerazione dovuta ad una persona gravata d'una
-responsabilità così pesante come quella che è toccata in sorte
-all'Imperatore di Russia. Di più posso dire, pur non volendo toccare
-alla questione della legislazione interna della Russia, che esistono
-leggi più forti di tutta la legislazione russa, leggi che sono
-egualmente imperative a Londra, a Pietroburgo ed a Mosca, — le leggi
-della umanità, della natura e di Dio, che sono il fondamento di tutte le
-altre leggi; e se in una legislazione qualsiasi esse sono poste in non
-cale, tutte le nazioni dell'Europa cristiana, tutta la comunione degli
-uomini civili e cristiani, avranno all'istante il diritto di protestare
-apertamente contro di essa (_applausi_).
-
-Ed ora bisogna che io tocchi un argomento che, lo confesso, mi ha recato
-molto dolore. Noi abbiamo tutti seguito durante un anno ciò che in
-Germania si chiama il movimento antisemitico. Io provo, guardandolo, due
-sentimenti: prima un sentimento d'orrore, perchè tende a rovesciare i
-fondamenti della vita sociale, poi un sentimento grandissimo di paura,
-perchè può tendere ad eccitare ancora l'odio che ha già fatto esplosione
-in Russia e che potrebbe estendersi maggiormente. Ho letto con molto
-dispiacere un elaboratissimo articolo, pieno, non vi ha dubbio, di
-osservazioni esatte, scritto in Prussia e pubblicato nel _Nineteenth
-Century_, in cui si descrivono le animosità sociali, le gelosie e le
-rivalità che dominano ora in quel paese. Leggendo questo articolo, il
-mio primo sentimento fu il dolore di vedere che il potere e la forza
-dell'Antico Testamento, sieno nel Ducato di Brandeburgo così superiori
-al Nuovo. Io sono afflitto vedendo che una società imbevuta di
-razionalismo non abbia abbastanza cristiana dottrina, cristiano potere,
-cristiano carattere e cristiana virtù, per rendere impossibile che il
-popolo ebreo per quanto sia colto, raffinato, laborioso ed energico,
-faccia tremare la società cristiana di quel grande Regno. Ho letto, del
-pari con dolore, le narrazioni sulla condizione degli Ebrei russi e le
-accuse di cui sono l'oggetto. Se vi accenno prego i miei amici israeliti
-che mi ascoltano di credere che le respingo con incredulità e disgusto.
-Leggo che la causa degli avvenimenti in Russia, è che gli Ebrei fanno
-dei mestieri infami, che sono usurai, immorali, demoralizzatori e non so
-che altro ancora. Leggendo quelle accuse io mi chiedevo: l'oltraggio è
-forse un rimedio? Si potranno forse guarire con l'oltraggio,
-l'assassinio, le abbominazioni di ogni specie? Non imitano essi quelli
-che dovrebbero insegnar loro una morale più alta? E dato pur fosse vero,
-locchè non credo, che essi fossero in queste condizioni, non gravitano
-forse su di loro leggi deplorevoli? Vi ha cosa che maggiormente
-avvilisca gli uomini che il precludere alla loro energia, alla loro
-intelligenza, alla loro industria, tutte le carriere onorevoli della
-vita (_applausi_). Vi ha cosa che maggiormente degradi od irriti l'uomo
-che il dirgli: “voi non potete andar oltre questo limite — voi non
-potete accostarvi a più di quindici miglia da questo confine; — voi non
-potete dimorare in questa città — voi siete costretto a dimorare in
-questa provincia?” (_applausi_). Non so se vi sia qualcuno che possa
-credere che tutta la popolazione non sia colpita in fondo all'anima da
-tali leggi, e se è possibile il renderla peggiore questo è certamente il
-modo di riescirvi. Si fanno questi rimproveri agli Israeliti russi.
-Perchè non si fanno anche agli Israeliti tedeschi? Gli autori del
-movimento antisemitico confessano essi stessi che gli Israeliti in
-Germania sono superiori ai loro concittadini (_applausi_). Perchè simili
-accuse non si muovono contro gli Israeliti francesi? (_applausi_). Vi ha
-una carriera di utilità pubblica, una via di onore civile o militare
-nella quale gli Israeliti non abbiano camminato a fianco dei loro
-concittadini? Se queste accuse si fanno agli Israeliti della Russia, chi
-vorrebbe farle a quelli d'Inghilterra? (_vivi applausi_). Per
-rettitudine, coltura, generosità, carità, per tutte le grazie e per
-tutte le virtù insomma che abbelliscono l'umanità, dove si troveranno,
-io lo domando, esempi più brillanti, più pieni della vera grandezza
-umana, che in questo ramo della razza ebraica? (_Applausi immensi._ Una
-voce grida: _Grazie!_).
-
-Ed ora ci si dice che non devesi prestar fede alle narrazioni di quelle
-atrocità. Io domando se nei giornali del continente si stampassero
-lunghe e particolareggiate narrazioni di omicidii, di rapine e di altre
-atrocità commesse nelle parti le più frequentate di Londra, se si
-asserisse che il Lord Maire vi ha assistito, che la polizia è rimasta
-inoperosa, che le guardie della Torre hanno fatto causa comune colla
-folla, voi o Mylord [il Lord Mayor di Londra, che presiedeva
-all'adunanza], ringraziereste, credo, chiunque vi fornisse occasione di
-smentire simili racconti. Ebbene io dico che noi, con quanto facciamo,
-rendiamo un gran servigio alle Autorità ed al Ministero russo, e credo
-che ciò sarà una consolazione pel gran principe che regna su quel vasto
-impero (_applausi_). Ma supponiamo un istante che queste cose siano
-vere — ed io non appoggio la mia ipotesi della credibilità di quei fatti
-su quanto ne stamparono il _Times_ o la _Pall Mall Gazette_ che se ne è
-resa garante. — Io ne ho delle prove in mano (_applausi_). Donde le
-traggo? Da un documento ufficiale del Ministro dell'Interno, il generale
-Ignatieff. Nella mozione che io vi ho presentato si parla delle leggi
-della Russia rispetto ai sudditi Ebrei. Io non pretendo esser giurista
-nel diritto inglese ed ancor meno nel diritto russo; io non pretendo
-decidere ciò che siano su questo punto le leggi della Russia, e non
-saprei che dire su questa mozione, se non avessi in mano un rescritto di
-una grande importanza. Spero che non lo si dirà falso. Queste orribili
-atrocità durarono i mesi di maggio, giugno e luglio. In agosto comparve
-questo documento. Comincia coll'affliggersi e col desolarsi, ma di che?
-Delle atrocità forse che furono commesse contro gli Ebrei, sudditi dello
-Czar? Oh no! ma bensì _della triste condizione dei Cristiani nelle
-provincie meridionali_. Poi dice che la principale causa di questi
-_movimenti e tumulti_, come li chiama, ai quali _la nazione russa era
-sino ad ora rimasta straniera_, è una causa commerciale; continua
-dicendo che la condotta degli Ebrei provocò delle proteste da parte del
-popolo il quale _manifestò la sua indignazione_; ed in che modo? lo si
-crederebbe? colla violenza ed il saccheggio. Infine il Ministro
-dell'Interno ci dice che _il paese è esposto a dei segreti intrighi, che
-sono, come è noto, la vera causa dell'agitazione_. Se la forma di questo
-documento è calma, la rettorica e le insinuazioni vi sono incendiarie,
-ed io duro fatica a comprendere come il popolo Russo, avuto questo
-rescritto nelle mani, non siasi trovato incoraggiato a continuare nelle
-sue violenze (_applausi_). Il documento continua e dice: “_Abbiamo
-nominato una Commissione per eseguire un'inchiesta..._” su che? Prima di
-tutto “_sui mestieri esercitati dagli Ebrei che arrecano nocumento agli
-abitanti delle rispettive località;_” in secondo luogo — prego
-l'Assemblea di volerlo ben notare — “_sulle cause che impediscono
-l'applicazione delle leggi esistenti, che restringono i diritti degli
-Ebrei di comperare e condurre terre, di darsi al commercio dei liquori
-ed all'usura;_” in terzo luogo “_sulle modificazioni da introdursi in
-queste leggi perchè gli Ebrei non possano più eluderle, e sull'esame
-delle nuove leggi che sarebbero necessarie per metter fine alla loro
-perniciosa condotta._” Finalmente oltre le risposte a tali questioni
-dovevansi riunire notizie: 1º sull'usura esercitata dagli Ebrei nei loro
-affari coi Cristiani, nelle città, borghi e villaggi; 2º sul numero
-delle osterie; 3º sul numero delle persone attualmente al servizio degli
-Ebrei; 4º sull'estensione dei loro terreni ed infine sul numero degli
-agricoltori ebrei. Ecco dunque le leggi russe concernenti gli Ebrei
-dell'Impero. Io vorrei chiedere qual rimedio sia possibile per una
-popolazione sottoposta ad un simile regime. Forse nell'accrescimento
-delle penalità? o nella incapacità di possedere terreni? o nella
-proibizione di mandare i giovinetti israeliti negli stabilimenti
-d'istruzione superiore? Tutto ciò venne fatto. Ma io credo che il
-rimedio sia in questi due provvedimenti: primo, l'applicazione formale
-della legge cristiana in tutta la sua intierezza. Non è con simili leggi
-che i Cristiani hanno guadagnato il mondo ed acquistato il regolare
-potere di amministrare la giustizia fra gli uomini, e non sarà che con
-leggi diverse che il gran potere imperiale della Russia riunirà la
-popolazione dell'impero ai suoi sudditi israeliti (_applausi_). L'altro
-rimedio è la condanna severa e rigorosa di tutti i malfattori, unita
-alla concessione, del paro ferma, di tutti i diritti che la legge
-naturale e divina accorda ad ogni uomo. Ciò è necessario per proteggere
-la vita e le persone, la loro sicurezza ed i loro beni, ciò costituisce
-la libertà umana, tutto ciò — e nulla di meno — è necessario per
-prevenire i mali di cui si lagna il Ministro dell'Interno.
-
-Voi avete parlato, o Mylord, con gran fiducia dei risultati che vi
-attendete da questo _meeting_. Non facciamoci soverchie illusioni. Se ci
-immaginiamo che esso ponga fine alla questione, sicchè dopo potremo
-tacere, temo che l'effetto non sarà quale lo desideriamo. Ma non
-scoraggiamoci neppur troppo. Son d'avviso che in tutta l'Inghilterra,
-posso dire in tutta la Gran Brettagna, questa Assemblea troverà eco
-(_applausi_). Manchester e Birmingham hanno già cominciato e dovunque si
-parla inglese, si saprà ciò che oggi fu qui detto con tanta eloquenza.
-Io credo che in questo momento un simile _meeting_ sia adunato a New
-York (_applausi_). Ciò che qui si dice verrà tradotto in tutte le lingue
-d'Europa, e la voce di quanto abbiam fatto varcherà anche i confini
-della Russia. Nè si potrà trattenerla, più di quanto si possa trattenere
-la luce e l'aria in qualsivoglia parte del mondo dove sianvi sentimenti
-umani, le dichiarazioni fatte qui ed altrove troveranno un'eco che
-contribuirà a por fine a queste orribili atrocità.
-
-Non ho più che una parola a dire. Ho tentato di trattare questa
-questione con un modo giusto e calmo. Ho parlato della importanza di una
-giustizia politica eguale per tutti, arrossirei di terminare senza dire
-una parola di quanto deve risvegliare fortemente le simpatie cristiane.
-Vi ha un libro, che è proprietà comune della razza di Israello e di noi
-Cristiani. Questo libro ci stringe in un vincolo comune, ed in quel
-libro io leggo che il popolo di Israello è il più antico popolo del
-mondo. La Russia, l'Austria, l'Inghilterra non datano che da ieri in
-confronto di questo popolo imperituro che — con una inesauribile
-vitalità, con tradizioni immutabili, colla sua fede in Dio e nelle leggi
-di Dio, disperso su tutto il globo, passando a traverso il fuoco senza
-bruciarsi, trascinato nel fango senza insozzarsi — è ancora qui in mezzo
-a noi, come un testimonio ed un avvertimento. Noi abbiamo con lui un
-patto di fraternità. Il nuovo Testamento ha nel vecchio la sua base. Gli
-Ebrei accettano la metà delle credenze per cui noi daremmo volentieri la
-vita. Confessiamo adunque che essi sono uniti a noi in una simpatia
-comune. Io leggo in quel libro queste parole: “Io sono infiammato da un
-gran corruccio contro le nazioni possenti e ricche, perchè io era un po'
-irritato contro Israele ed essi aumentarono la sua afflizione.” Ciò vuol
-dire: “Il mio popolo era disperso; ha sofferto disgrazie inaudite ed
-inconcepibili, e le nazioni che erano potenti, che erano ricche e che
-avevano il potere, lo hanno colpito ed hanno aumentato l'afflizione di
-cui già soffriva.” Io spero non vi sia in tutta Inghilterra una persona
-che si dica civile e cristiana che possa avere il cuore di accrescere
-con una sola parola le sofferenze di questo popolo così grande, così
-antico e così afflitto, ma spero che coi nostri sforzi, colla nostra
-parola, colla nostra preghiera, faremo quanto è in noi per diminuire, se
-è possibile, quelle atrocità od almeno per non associarvisi mai. (_Lungo
-scoppio di applausi_).
-
-(362) L'Eminentissimo Manning figurava coi principali personaggi della
-Chiesa Anglicana e col fior fiore della Società londinese fra i
-promotori del _Meeting_.
-
-
-
-
- XXXI.
-
- Il giornale SION e l'opinione di un Archimandrita greco.
-
-
-Col titolo di _Sion_ si pubblica da circa quattro anni in Atene, in
-lingua greca, un importante periodico ebdomadario, il quale si occupa
-particolarmente di Sacra letteratura, di religione e di scienza biblica.
-Ne è Direttore il rev. Archimandrita D. Latta, cui, ci si assicura,
-attende un alto posto nell'episcopato greco-scismatico.
-
-Nel numero 29 giugno (v. s.) 1883 questo giornale conteneva un
-ammirabile articolo ispirato a vero sentimento di religione e di carità,
-dove dopo aver posto a nudo le inique trame che dettero origine al
-mostruoso processo di Tisza Eslar, passa a dimostrare, quanto sieno
-ingiuste le persecuzioni di cui in ogni tempo furono vittime gli
-Israeliti e specialmente quelle occasionate dal preteso uso del sangue
-cristiano nella celebrazione del loro rito pasquale.
-
-“Questa, scrive il succitato giornale, è una grossolana menzogna, una
-mera calunnia. Infatti sono molti secoli che di quando in quando si
-sparge la voce che gli Ebrei commettono un tale atto, e quindi si
-sollevano torbidi, si agitano le popolazioni, si consumano massacri ed
-uccisioni di Ebrei; ma dopo alcun tempo, succeduta la calma, si prova
-che tutto non fu altro che menzogna, e la tragica rappresentazione
-termina col solito vocabolo turco _Giaglis_ (errore).”
-
-Ci è impossibile riprodurre l'intiero articolo, che consta di ben cinque
-compatte colonne, ne daremo quindi soltanto un altro brano:
-
-“La _Sion_ compie un dovere cristiano esortando i Cristiani tanto Greci,
-quanto Rumeni, Russi ed Ungheresi ed in generale i Cristiani di
-qualunque nazione, a cessare da queste odiose calunnie contro gli Ebrei.
-Fu già epoca in cui gli stessi Cristiani trovavansi presso i Romani in
-una condizione di avvilimento simile a quella in cui si trovano oggi gli
-Ebrei rimpetto ai Cristiani! Sapete che cosa fecero a quell'epoca gli
-idolatri per isterminare i Cristiani? Calunniarono questi presso
-l'imperatore Antonino, di scannare uomini, mangiarne le carni e berne il
-sangue nelle loro cene. Ed appoggiarono la loro calunnia sulla voce
-sparsa che i Cristiani raccogliendosi per adorare il loro Dio fanno
-sacrifizi e mangiano del corpo e del sangue del loro liberatore Gesù
-Cristo.
-
-“Intorno a quell'ingiusta calunnia che valse ad eccitare l'ira
-dell'Imperatore contro i Cristiani, e che costò un numero considerevole
-di Martiri, San Giustino, filosofo e martire, scrisse un'apologia
-all'Imperatore, nella quale prova l'insussistenza di questi pretesi
-sagrifizi umani che a carico dei Cristiani furono denunziati. A
-quest'apologia dell'insigne filosofo cristiano, noi rimandiamo chiunque
-desiderasse conoscere i particolari della ignominiosa accusa. Ma se gli
-idolatri agivano in tal guisa contro i Cristiani d'allora, è forse
-lecito a noi Cristiani, la generazione eletta, il reale sacerdozio, la
-gente santa a cui fu commesso di predicare la virtù di Colui che ci
-chiamò dalle tenebre alla sua meravigliosa luce, è forse lecito a noi
-ordire tratto tratto simili calunnie, e promuovere scene sanguinose,
-agitazioni sociali a danno di una nazione, la quale sopportò
-coraggiosamente ogni male per mantenersi fedele alle sacre sue
-tradizioni? — E andando più avanti diremo: Lice a noi di sollevarci
-contro una nazione che fu l'origine della nostra redenzione, che per
-secoli faticò, pregò, sacrificò per far discendere Iddio
-all'uomo . . . . . ”
-
-In seguito a questo articolo il Rabbino Maggiore di Corfù, un dotto e
-valente nostro compatriota, il prof. Levi, avendo indirizzato al Rev.
-Latta alcune parole di gratitudine, ne ebbe in risposta la seguente
-lettera che riproduciamo, traducendola, da un supplemento del giornale
-israelitico, _Il Mosè_, che vede la luce in Corfù:
-
-“Reverendissimo signor Gran Rabbino Levi,
-
-“Abbiamo letto con animo grato e con soddisfazione la lettera del 4
-luglio che ci indirizzaste da Corfù, ed abbiamo rese grazie a Dio per il
-progresso, che, mercè il divino aiuto, ha fatto in questi giorni di luce
-e di civiltà, il vero spirito di religione.
-
-“Vi siamo cordialmente grati per i sentimenti nobili ed amorosi che,
-obbedendo all'impulso del cuore, avete manifestato verso di noi, perchè
-abbiamo scritto un articolo contro le calunnie, notoriamente false, ed
-assolutamente infondate che vengono diffuse nel mondo cristiano contro
-la nazione israelitica. Noi, reverendissimo signore, scrivendo in quella
-guisa non facemmo, sappiatelo, che servire da umili sacerdoti la
-cristiana religione. La storia della umanità chiaramente prova che
-molteplici superstizioni secolari, errate credenze, false e bugiarde
-tradizioni, hanno tanto influito sullo spirito dell'umanità da ridurla
-per molti secoli bassa e cieca serva di principii falsi e dannosi. Ma il
-nostro Gesù Cristo ha giustamente proclamato primo e fondamentale scopo
-della sua venuta in terra, esser la liberazione dell'umanità da questa
-servitù, liberazione che ha conseguita infondendoci la coscienza della
-verità. E conoscerete la verità e la verità vi francherà. (_S. Giov._,
-VIII, 32).
-
-“Ogni superstizione, ogni falsa tradizione, ogni fallace credenza è
-assolutamente nemica della verità cristiana e tende, per conseguenza, a
-distruggere il grande scopo che il Cristianesimo si propone di
-raggiungere in questo mondo.
-
-“È perciò, reverendissimo, che noi, che siamo nelle file dei sacerdoti
-della religione, abbiamo il dovere di lottare con tutte le nostre forze
-ed a prezzo di qualunque sagrifizio contro la menzogna e di procurare il
-trionfo della verità. Ora abbiamo sempre affermato colla parola e colla
-penna e sempre affermeremo, sino a che avremo vita, esser menzogna,
-infame, vergognosa menzogna, atta soltanto a dissolvere i vincoli della
-sociale convivenza quella che si diffonde nella Cristianità, e cioè che
-gli Ebrei uccidano i figli dei Cristiani per raccoglierne il sangue.
-
-“Vi dichiariamo infine, reverendissimo, che è per noi cagione di vivo e
-costante dolore il vedere come coll'imperdonabile pretesto di apparenti
-differenze religiose, si tenti di promuovere dissidii fra due nazioni
-che si resero egualmente benemerite della umanità, l'una l'ebraica,
-pregando in Gerusalemme per far discendere Iddio nell'uomo, l'altra la
-greca, filosofando in Atene per rialzare l'uomo sino a Dio.
-
-“Ci è grato per altro di constatare come, in questi ultimi anni, tali
-ingiustificabili dissidi sieno divenuti rarissimi e tendano quasi a
-scomparire.
-
-“Non ci è dato intendere come la fondamentale differenza religiosa che
-ci separa, e che, come è noto, consiste in ciò soltanto che voi
-Israeliti proclamate non esser ancora venuto il Messia, possa impedire
-agli uomini delle due nazioni di vivere d'amore e d'accordo fra loro in
-qualunque paese si trovino. Questa concordia sembra a noi tanto più
-necessaria che Dio stesso ha detto agli Israeliti: “Voi mi sarete un
-tesoro riposto d'infra tutti i popoli . . . . . e mi sarete un Reame
-sacerdotale e una gente santa.” (_Es._, XIX, 5, 6), mentre poi lo stesso
-Dio comparso nel mondo sotto spoglie umane disse a noi Cristiani: “Ma
-voi siete la generazione eletta, il real sacerdozio, la gente santa, il
-popolo d'acquisto” (I. _Pietro_ II. 9).
-
-“Facciam voto infine di tutto cuore, reverendissimo, e speriamo lo
-facciate voi pure che Ebrei e Cristiani, compreso il vero spirito della
-loro religione, abbandonino per sempre gli imperdonabili odii e
-rifuggano, con ogni maggior studio, da dar causa a queste lotte, dissidi
-o differenze religiose vivendo reciprocamente d'amore e d'accordo,
-siccome conviene sopratutto oggi a popoli che pretendono far parte del
-civile consorzio.
-
-“E con questo amorevole sentimento vi abbracciamo, reverendissimo, e
-confidando che i nostri desiderii si realizzino vi confermiamo i
-sentimenti della nostra considerazione.
-
-“Atene, 11 luglio 1883.
-
- “L'Archimandrita
- “DIONISIO LATTA.”
-
-
-
-
- XXXII.
-
-
- La questione semitica in Russia
- esposta dal principe Demidoff di San Donato.
-
-Crediamo non inopportuno dar luogo, fra' documenti, alla seguente
-memoria del principe Demidoff, sulla questione semitica in Russia.
-
-“Il movimento popolare antisemitico verificatosi in questi ultimi tempi,
-sotto diverse forme e con notevole insistenza, ha di nuovo messo sul
-tappeto la così detta questione semitica.
-
-“La nomina di un presidente della Commissione incaricata dell'esame di
-un così grave argomento, fa sperare che la questione sia per avviarsi
-verso una soluzione regolare, soluzione che dovrà essere tradotta in
-atto con lo allontanamento di tutte le condizioni anormali in cui si
-aggira l'esistenza degli Israeliti, sia sotto il punto di vista
-politico, sia sotto l'aspetto sociale. Il che costituisce appunto il
-nodo della questione medesima.
-
-“Uno dei caratteri essenziali e distintivi della situazione fatta in
-Russia alla popolazione israelitica è l'impossibilità in cui si trovano
-i sudditi appartenenti alla religione ebraica di trasportare liberamente
-il proprio domicilio al di là dei confini assegnati per la loro dimora.
-In virtù di questa legge restrittiva, la quasi totalità del contingente
-israelitico, che ascende a circa tre milioni di abitanti, si concentra
-nei Governi del Nord e del Sud-Ovest. E la forzata agglomerazione sopra
-un territorio relativamente ristretto, nonchè la concorrenza per
-procacciarsi i mezzi di esistenza, derivata da questa agglomerazione
-medesima, mettono gli abitanti israeliti in critica quanto penosa
-condizione, obbligandoli in certo modo a transigere sulla scelta dei
-mezzi che possono assicurare la loro sussistenza.
-
-“Ognuno conosce la miseria, talvolta straziante, che stringe la
-grandissima maggioranza degli Ebrei russi; ed è appunto da questa
-miseria che provengono, come conseguenza naturale, quei fenomeni
-economici mostruosi, che indignano il mondo civile, quali lo sfruttare
-con ogni mezzo la popolazione indigena, l'usura e molti altri frutti
-riprovevoli ed odiosi dei costumi israelitici.
-
-“Qualunque provvedimento repressivo riescirà sempre inefficace a
-sradicare questi mali, i quali non possono essere soppressi che col
-mezzo di una non interrotta e coordinata sequela di riforme sostanziali
-nella esistenza degli sfruttatori, non che in quella degli sfruttati. La
-diffusione della istruzione, l'impianto del credito rurale, la
-diminuzione delle imposte e dei balzelli di ogni specie, e nello stesso
-tempo l'abolizione di quelle leggi antiquate, restrittive e
-convenzionali, che vietano agli Ebrei la libertà di azione per
-procacciarsi i mezzi di esistenza, ecco dove bisogna cercare il rimedio
-ai mali deplorati, con fondata speranza di guarigione.
-
-“Il solo fatto di permettere agli Israeliti, di eleggere il loro
-domicilio dove meglio loro talenta, basterebbe a rendere più regolari i
-rapporti anormali fra Ebrei e Cristiani, nei Governi del nord e
-sud-ovest, inquantochè ciò sarebbe come il lasciare libera l'azione a
-quella fondamentale legge economica, conosciuta sotto il nome di legge
-della domanda e della offerta. Tanto più che questa specie di domicilio
-coatto imposto agli Israeliti non vieta che, in tutto il rimanente del
-territorio russo, l'usuraio indigeno e nazionale, conosciuto sotto il
-nome di _Kulak_, cioè _pugno_, e che non ha nulla da invidiare
-all'usuraio ebreo, non compia liberamente le sue alte gesta, quando gli
-se ne presenta l'occasione.
-
-“I provvedimenti che saranno messi in opera onde garantire il contadino
-da tutte le forme che riveste l'usura, devono essere di tal genere da
-condurre seco l'abolizione di questo flagello.
-
-“Ma la questione che esaminiamo ha un altro lato non meno grave e
-deplorevole.
-
-“Quell'indeterminato sentimento di odio e di disprezzo contro
-gl'Israeliti che si osserva nel popolo russo, è senza dubbio motivato da
-quel pregiudizio, tramandato di generazione in generazione, e di secolo
-in secolo, che si basa sulla differenza della religione, e che al giorno
-d'oggi, più che mai, ha perduto qualunque ragione di essere.
-
-“E se devesi rimpiangere che nessuno cerchi di sradicare questi
-pregiudizi, diffondendo nel popolo una razionale spiegazione delle
-leggende e dei fatti storici, molto più è da deplorarsi che si voglia
-mantenere questo stato di latente ostilità per mezzo della ineguaglianza
-civile, che mette gli israeliti in una condizione inferiore a quella di
-tutti gli altri cittadini dello Stato. Da ogni parte si innalzano
-mormorii contro lo spirito di corpo e la solidarietà degli Israeliti,
-contro il loro isolamento dal resto della nazione, contro il loro
-cocciuto dogmatismo religioso, che li allontana dal consorzio umano,
-ecc. Ma non è egli anche da chiedersi se possa essere altrimenti, dal
-momento che si mantengono tutte le condizioni anormali che accompagnano
-la loro esistenza?
-
-“E questo isolamento degli Ebrei non potrà cessare che se la nostra
-legislazione si occuperà seriamente di metterli in posizione meno
-umiliante di fronte a noi, sopprimendo qualunque restrizione ai loro
-diritti di cittadini; altrimenti non solo l'odio contro gl'Israeliti non
-verrà sopito, ma dovrà forzatamente scoppiare sempre con crescente
-violenza.
-
-“L'unificazione reale di tanti e così variati elementi che compongono la
-popolazione russa, non è possibile se non a patto di vedere istaurato un
-sistema di grande libertà civile e di assoluta eguaglianza nei diritti e
-nei doveri di ogni cittadino. È soltanto per mezzo di questi due potenti
-motivi e livellatori della vita pubblica, che si potranno cancellare le
-differenze di razza e di religione, differenze che non hanno nessuna
-significazione per lo Stato; è soltanto con tali fattori che si potrà
-creare la solidarietà dei pubblici interessi, nonchè l'unione effettiva
-di tutta una vasta contrada.
-
-“E siccome in questo processo di assimilazione di popoli diversi, la
-nazionalità che avrà la supremazia sarà sempre quella che si troverà
-essere la più forte e per il numero e per il grado del suo sviluppo
-morale, così è da ritenersi per certo che la russificazione effettiva,
-non quella apparente, di tutti gli abitanti dell'Impero, non potrà aver
-luogo che quando la Russia saprà atteggiarsi di fronte agl'Israeliti
-come messaggera di principii nuovi, differenti da quelli che furon loro
-creati dalla loro esistenza antecedente all'epoca in cui essi furono
-totalmente allontanati dalla vita pubblica del paese.
-
-“Ecco cosa osserva Macaulay, a proposito della elargizione dei diritti
-politici e civili agli Israeliti in Inghilterra:
-
-“— Quando la società gode del benessere nella vita, un contratto
-naturale ed inevitabile fa nascere spontaneo il sentimento del
-patriottismo nella mente dei cittadini, i quali sanno com'essi devono e
-il benessere e i piaceri dell'esistenza al luogo che li unisce in un
-compatto sodalizio. Ma sotto un Governo dispotico e partigiano questa
-fusione di idee non può avere il significato che avrebbe avuto con un
-miglior ordine di cose. Gli uomini sono costretti a cercare nel seno del
-loro partito quella protezione ch'essi avrebbero dovuto trovare nelle
-leggi del paese loro; questo ha per conseguenza logica e necessaria di
-far rivolgere verso il partito quei sentimenti che dovrebbero essere
-dedicati alla patria.”
-
-“Noi, in Russia, abbiamo cura di sequestrare gl'israeliti dal rimanente
-della popolazione, e poi ci meravigliamo se scorgiamo nei primi una
-riluttanza spiccata contro ogni tentativo di assimilazione o di unione.
-La causa della scissura e dell'odio è dunque in noi medesimi, ed è dal
-nostro seno che bisogna estirparla.
-
-“Se il Governo non vuole riconoscere gli Israeliti quali cittadini
-proprii ad esercitare tutti i diritti accordati agli altri, e se egli li
-subisce solamente come un male inevitabile non vi è da aspettarsi, da
-parte di questi paria, sentimenti diversi da quelli ch'essi nutrono per
-noi.
-
-“In un caso analogo al nostro possiamo prendere esempio dalla Francia,
-la quale ci prova come in certe date condizioni gli Ebrei possono
-divenire, quanto altri mai, membri utilissimi della nazione e del
-Governo. Essi stanno alla popolazione totale di Parigi nella proporzione
-di 3 per 100; eppure la questione israelitica è totalmente sconosciuta
-colà.
-
-“Ci rimarrebbe adesso da trattare un altro punto di vista
-dell'argomento, quello cioè delle stolide accuse lanciate agli
-Israeliti, cominciando dalle false interpretazioni con cui si snaturano
-i libri del loro culto, e terminando coll'addebito che vien loro fatto
-di servirsi del sangue cristiano per compiere alcuni loro riti
-religiosi; ma nessuna di queste insulsaggini merita di essere presa in
-esame e sottoposta alla critica, perciò noi le mettiamo senz'altro da
-parte prendendo piuttosto in considerazione altre accuse, le quali
-sembrano a prima vista, non prive di qualche fondamento.
-
-“Si dice per esempio che gl'Israeliti sono incapaci di sopportare
-qualunque lavoro fisico in generale, ed in ispecial modo quello della
-coltivazione delle terre; che in qualunque località essi si trovino i
-loro cespiti di guadagno saranno sempre ricavati dal mestiere di
-rivenditore, di usuraio, di mezzano, e che per conseguenza, accordando
-loro il diritto di muoversi liberamente, si mettono a portata della loro
-capacità, quei distretti ove essi potranno andare a stabilirsi. In
-queste accuse un solo punto è vero, ed è quello che afferma l'attitudine
-speciale degli israeliti alla mercatura di ogni genere; e
-quest'attitudine ch'è infatti una particolarità tipica della razza
-israelitica, la si deve a circostanze che esistono da migliaia di anni.
-Ma però non bisogna neppure dimenticare che una parte assai
-considerevole della popolazione israelitica si occupa di ogni specie di
-mestieri, senza eccettuare i più faticosi ed i più penosi, come a mo' di
-esempio, quelli del maniscalco, del fabbro ed altri simili. Ed è altresì
-accertato che in diverse località gl'Israeliti si dedicano anche alla
-agricoltura; così nel Governo di Kiew, oltre 10,000 Ebrei di ambo i
-sessi sono impiegati nella coltura della terra. Secondo i calcoli della
-decima revisione fatta nel governo di Vilna, apparisce che sopra 61,645
-israeliti, 2966 erano agricoltori; nel Caucaso una buona parte di operai
-agricoli è di razza israelitica; anche nel Libano vi sono più di 100
-famiglie delle quali nove decimi lavorano la terra.
-
-“In molte altre località si riscontrano agricoltori israeliti, ma noi
-reputiamo che gli esempi fino a qui addotti bastino a provare che la
-razza israelitica non è poi tanto refrattaria al lavoro della terra,
-quanto comunemente si sostiene.
-
-“E questo fatto è tanto più degno di nota, inquantochè, eccezione fatta
-dalle colonie sperimentali fondate da Araktcheff, le quali ebbero ad
-abortire, nessuno incoraggiamento ed appoggio è mai stato accordato a
-questi tentativi, non solo, ma è provato che ogni sforzo di questo
-genere ha sempre incontrato difficoltà insuperabili nei regolamenti
-legislativi. Basterà citare a conferma dell'asserzione il testo della
-ben conosciuta legge del 1864, con cui _viene proibito agli Ebrei di
-comperar terre dai privati nei governi di Vilna e di Kovno, mentre
-s'inibiva ai proprietari russi di vendere, affittare od ipotecare agli
-Ebrei le loro terre_.
-
-“Nell'anno 1881 questa legge fu estesa con un articolo addizionale a
-tutta la popolazione israelitica a cui si vietava la compra e l'affitto
-di terre in tutto il territorio dell'Ovest. Ciò non di meno, com'è stato
-detto sopra, la parte predominante della popolazione israelitica
-costituisce la classe dei mezzani e rivenditori di prodotti delle
-industrie locali. E se la mediazione rappresenta una delle funzioni
-vitali nella esistenza economica delle nazioni finchè si mantiene nei
-limiti necessari, essa diventa una calamità quando nella quantità vi è
-eccedenza a questi limiti.
-
-“In ultima analisi è appunto sopra questa circostanza che noi dobbiamo
-rivolgere la nostra attenzione. Ognuno deve sapere che in ogni località,
-ove siano praticati l'industria ed il commercio rurali, esiste _una
-proporzione matematica fra il numero dei produttori ed il numero dei
-distributori_.
-
-“Eccezione fatta dalle condizioni della produzione locale, vi sono altre
-cause da cui dipendono le proporzioni sopra indicate. Tali sono il grado
-di densità della popolazione, i mezzi di trasporto, ed infine tutta una
-serie di altri fattori, i quali si trovano in rapporto col mercato
-locale; ma nei governi del nord e del sud-ovest della Russia, le regole
-di detta proporzione sono assolutamente infrante. Ed è in conseguenza di
-questa sproporzione che si verifica un eccedente considerevole di forze
-improduttrici, che escono dai limiti menzionati, ed il cui mantenimento
-è un penoso aggravio pei produttori. È in queste circostanze che devonsi
-cercare le cause dei tumulti avvenuti in questi ultimi tempi.
-
-“Accordando agl'Israeliti un'assoluta eguaglianza nei diritti civili ed
-il concorso di stabilire le loro dimore nei _governi della grande
-Russia_, si otterrebbe senza dubbio alcuno per i nostri confini il
-voluto equilibrio fra i due motori fondamentali della nostra economia
-locale. In pari tempo, fissandosi colà ove è maggiormente sentita la
-mancanza dei mediatori per lo scambio dei prodotti, è evidente che una
-parte della popolazione israelitica riempirebbe in breve tempo questa
-grande lacuna.
-
-“In questa guisa, sopprimendo le condizioni dannose che obbligano
-gl'Israeliti ad abitare certe date località, si trasformerebbe un
-elemento nocivo in un fattore utile alla nostra esistenza politica.
-
-“Nominato membro della Commissione instituita onde esaminare la
-questione israelitica, ho creduto mio dovere di fare immantinente noto
-alla Commissione stessa il mio modo di vedere a questo proposito.”
-
-
-
-
- INDICE
-
-
- Introduzione pag. 3
- Costituiscono gli Ebrei una razza speciale? ” 23
- Il Talmud ” 41
- Attitudini economiche dell'Ebreo ” 97
- Dell'uso del sangue cristiano nei riti ebraici ” 137
- Di varie pubblicazioni antisemitiche ” 223
- _a)_ Lettera al sig. Direttore della _Civiltà Cattolica_ ” ivi
- _b)_ _G. B. Borelli_ — La questione semitica e la sua
- possibile soluzione ” 241
- _c)_ _L'Antisémitique_ (giornale) Montdidier ” 243
- _d)_ _Osman Bey_ — Gli Ebrei alla conquista del mondo ” 248
- _e)_ Dell'uso del sangue cristiano nei riti ebraici ” 264
- Documenti ” 273
- 1. La leggenda di Dama ” ivi
- 2. Lettera patente dell'imperatore Federico III ” 276
- 3. Lettera del Doge di Venezia, Pietro Mocenigo, al podestà
- e capitano di Padova ” 278
- 4. Bona e G. Galeazzo M. Sforza ” 280
- 5. Massimiliano II ” 295
- 6. Martino Lutero ” 299
- 7. Stefano Re di Polonia ” 300
- 8. Sentenza a favore di Giuseppe Ebreo Veronese ” 303
- 9. Giovanni Cristoforo Wagenseil ” 305
- 10. Parere della facoltà teologica di Lipsia ” 308
- 11. Lettera del cardinal Corsini a monsignor Nunzio
- Apostolico di Polonia ” 318
- 12. Legge ungherese dell'anno 1791 ” 320
- 13. Una fanciulla smarrita a Mantova e poi trovata ” 321
- 14. Il predicatore di corte canonico Giovanni Emanuele Veit ” 323
- 15. Dichiarazione del prof. Molitor ” 325
- 16. Consigliere aulico prof. dott. H. von Schubert ” 329
- 17. Narrazione del reverendo M. Pieritz ” 330
- 18. Firmano del sultano; 1840 ” 331
- 19. Processo di Badia ” 333
- 20. Dichiarazione del R. Procuratore Generale di Aquisgrana ” 349
- 21. Ignazio Von Döllinger ” 352
- 22. Professore dott. Nöldecke di Strasburgo ” 354
- 23. Professore dott. A. Merx di Heidelberg ” 355
- 24. Professore dott. Carlo Bernardo Stade di Giessen ” 357
- 25. Facoltà teologica dell'Università di Amsterdam ” 358
- 26. Professore dott. Carlo Siegfried di Jena ” 359
- 27. Professore Francesco Delitzch; 1882 ” 360
- 28. Lettera di Mons. Kopp, vescovo di Fulda ” 362
- 29. Ernesto Renan ” 363
- 30. Discorso dell'Em. Card. Manning ” 365
- 31. Il giornale _Sion_ e l'opinione di un archimandrita greco ” 373
- 32. La questione semitica in Russia, esposta dal principe
- Demidoff di S. Donato ” 377
-
-
-
-
- Nota di trascrizione
-
-
-L'ortografia originale è stata preservata fedelmente. Sono state
-mantenute tutte le varianti (o gli errori) nei nomi incontrati: per
-esempio Judei/Judaei/Judæi; Mosè/Moisè; Bartholoccius/Bartolocius;
-Crémieux/Cremieux; Esslar/Eszlar; Cosri/cozri/Cosari; Kosut per Lajos
-Kossuth; Montefiori per Moses Montefiore; Krabano Mauro per Hrabanus
-Maurus; Pfefferckorn/Pfeffercorn/Pffeffercorn per Johannes Pfefferkorn.
-
-Le trascrizioni dall'ebraico sono pure varie e mutevoli, come in
-Mezià/Metzià/Mezhià, ABOT di Rabbi Natan/HAVOD DERIBI NADAN/AVOT DE R.
-NATHAN/HAVOD DERIBI NATAN. In generale, la lettera ebraica ת è
-alternativamente trascritta con _d_ o con _t_.
-
-Sono stati mantenuti gli errori bibliografici del testo: ad esempio, il
-titolo corretto del libro citato a nota 1 di p. 41 è: _The history of
-Christianity: from the birth of Christ to the abolition of paganism in
-the Roman Empire_ by _Rev. H. H. Milman_; in nota a p. 61 DAVIDE, _Ganz
-Tzemach David._ sta per il _Tzemach David_ di David Gans; il curatore
-degli _Annali del Principato Ecclesiastico di Trento_ citati in nota 1 a
-p. 147 è Tommaso (non Francerco) Gar; il titolo del saggio sulla storia
-della chiesa russa citato nella _Revue des deux mondes_ è Istoriia
-Rousskoï tserkvy.
-
-La trascrizione dei documenti antichi è stata riportata tal quale, non
-essendo possibile risalire agli originali. Sono stati mantenuti accenti
-dubbi, come il "Fuerunt vocatì" di p. 285. Non si è tentato di
-differenziare le lettere _u_ e _v_ secondo l'uso moderno nei documenti
-IV. (9º), V. e VIII.
-
-I seguenti refusi, indubbi, sono stati corretti:
-
- • p. 31, l. 7: Nè il legistatore → Nè il legislatore
- • p. 69, l. 4: nella sua _Historia ecclesiastica_ come nel concilio, →
- nella sua _Historia ecclesiastica_, come nel concilio
- • p. 73, l. 18: vittoria, qual era → vittoria, qual'era
- • p. 77, nota 1: _Nedanim_ → _Nedarim_
- • p. 78, nota 2 BEEESCID RABBÀ → BERESCID RABBÀ
- • p. 88, nota 2: MISCNÀ → MISCHNÀ
- • p. 117, nota 2: _Reflexions d'un Milord_ → _Réflexions d'un Milord_
- • p. 117, nota 3: _Révue des Etudes Juives_ → _Revue des Etudes
- Juives_
- • p. 158, nota 1, l. 21: _Johannes Chrysostomus uad die Kirche_ →
- _Johannes Chrysostomus und die Kirche_.
- • p. 158, nota 1, l. 23: _Geschichte des Christenthums und der
- christlichen Lebens_ → _Geschichte des Christenthums und des
- christlichen Lebens_
- • p. 159, seguito nota prec., l. 5: _Pflangung und Leitung_ →
- _Pflanzung und Leitung_
- • p. 194, l. 13–14: On ne negligea pas de s'en servir, et plus d'un
- Parisien bavard alla réflechir → On ne négligea pas de s'en servir,
- et plus d'un Parisien bavard alla réfléchir
- • p. 199, nota 1, l. 24: un enfant nouveau-nè, l'enfant d'une fille
- non marièe → un enfant nouveau-né, l'enfant d'une fille non mariée
- • p. 199, nota 1, l. 27: chez les payens → chez les païens
- • p. 201, l. 12: Arséne Houssaye → Arsène Houssaye
- • p. 205, l. 22–23: per vendicarsi de loro parenti → per vendicarsi
- dei loro parenti
- • p. 238, l. 10: _generaziene_ di Gesù → _generazione_ di Gesù
- • p. 256, l. 9: libricciatolo → libricciattolo
- • p. 271, l. 12: von christichen Seite → von christlicher Seite
- • p. 301, l. 5: comperandolo dai Cristianì → comperandolo dai
- Cristiani
- • p. 305, titolo: XI. → IX.
- • p. 317, l. 8: in ogni pnnto e clausola → in ogni punto e clausola
- • p. 327, l. 6–7: dell l'8 → dell'8
- • p. 328, l. 18: qualunque us di sangue → qualunque uso di sangue
- • p. 337, l. 2: in istato d accusa → in istato d'accusa
- • p. 376, l. 8: in questi ultimi, → in questi ultimi
- • p. 377, l. 2: La questioae → La questione
- • p. 377, l. 20: i sudditi appartenenenti → i sudditi appartenenti
- • p. 386, l. 9: prof. dott. H. von Scubert → prof. dott. H. von
- Schubert
- • p. 386, l. 21: Professore dott. Carlo Siegfreid → Professore dott.
- Carlo Siegfried
-
-Sono stati aggiunti accenti tonici mancanti sui termini greci, in
-originale Ρήτραι, Κρατησιμαχος, δευτερωσις.
-
-Punti e virgole mancanti o sovrabbondanti nelle abbreviazioni, nei
-titoli, nelle citazioni bibliografiche e nelle firme dei documenti, come
-pure virgolette mancanti o superflue, punti invece di segni ordinali nei
-titoli delle _Varie pubblicazioni antisemitiche_, sono stati tacitamente
-corretti.
-
-
-
-
-
-End of the Project Gutenberg EBook of Pro Judaeis, by Corrado Guidetti
-
-*** END OF THIS PROJECT GUTENBERG EBOOK PRO JUDAEIS ***
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-things that you can do with most Project Gutenberg-tm electronic works
-even without complying with the full terms of this agreement. See
-paragraph 1.C below. There are a lot of things you can do with Project
-Gutenberg-tm electronic works if you follow the terms of this agreement
-and help preserve free future access to Project Gutenberg-tm electronic
-works. See paragraph 1.E below.
-
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-or PGLAF), owns a compilation copyright in the collection of Project
-Gutenberg-tm electronic works. Nearly all the individual works in the
-collection are in the public domain in the United States. If an
-individual work is in the public domain in the United States and you are
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+*** START OF THE PROJECT GUTENBERG EBOOK 45807 *** + + AVVISO + + +Chiunque avesse notizie o documenti sopra le questioni discusse nel +presente volume, farà cosa grata indirizzandoli al sig. Dottore Corrado +Guidetti presso la tipografia Roux e Favale. + + + + + CORRADO GUIDETTI + DOTTORE IN LETTERE + —————————————————————————————————————————————————— + + PRO JUDÆIS + RIFLESSIONI E DOCUMENTI + + Das Aergste weiss die Welt von mir und ich + Kann sagen ich bin besser als mein Ruf. + + SCHILLER, _Maria Stuarda_. + + TORINO + TIPOGRAFIA ROUX e FAVALE + 1884. + + + —————————— + _Diritto di riproduzione e traduzione riservato_ + —————————— + + + + + INTRODUZIONE + + +Chi consideri superficialmente i fenomeni sociali, non può non essere +colpito dal risvegliarsi in molti Stati d'Europa di una agitazione più o +meno sorda contro gli Ebrei. + +A primo aspetto, sembrerebbe che il soffio vigoroso della prima +rivoluzione francese avesse dovuto far sparire ogni distinzione fra +cittadini, basata sul semplice fatto della fede professata. + +Sembrerebbe che il diritto di adorare Dio secondo la propria credenza, +fosse uno dei più saldi, dei più indiscutibili portati della moderna +civiltà. + +Sembrerebbe, sopratutto, oltraggio alla umana ragione dover invocare +dagli scrittori discorrenti degli Ebrei, che applichino loro +quell'elementare principio di equità da Carlo V, Re di Francia, nel XIV +secolo sancito con apposita legge: non doversi l'intiera nazione ebrea +tener responsabile delle colpe di ogni singolo ebreo. + +Eppure, non è così. + +Non soltanto nell'Oriente di Europa, dove la questione si complica e si +innesta ad altre di svariata natura, si sveglia un movimento contro gli +Ebrei; ma da questo movimento non vanno immuni i paesi più civili +d'Europa. + +In Germania, la terra classica della persecuzione contro gli Ebrei, come +sin dal diciassettesimo secolo avvertiva Basnage (1), si bandisce una +crociata contro di loro, ed a capo del movimento stanno un ateo, +dichiarato e riconosciuto, il signor Henrici (2), ed un ministro +protestante, il dott. Stöcker, predicatore di Corte a Berlino. + +In Francia lo stesso movimento si accentua ed è già abbastanza vivo per +darsi il lusso di un organo speciale, l'_Antisémitique_, che vede la +luce in Montdidier, ed al quale ci sarà pur forza consacrare più innanzi +qualche parola, benchè ci sia noto che l'opera insensata dei redattori +di quel giornale non giova che ad ammassare sulle loro teste il generale +disprezzo. + +Ed anche nella nostra Italia, dove, dal 1848 sino alla completa +unificazione della penisola, gli Ebrei sembrarono identificarsi col +resto della popolazione, colla quale avevano avuti comuni i patimenti +della oppressione ed i pericoli delle congiure e delle battaglie, oggi +non manca chi soffi nel fuoco, e libelli di propaganda antisemitica +vanno spargendosi a piene mani nelle campagne. + +Se la guerra contro gli Ebrei avesse a ragione la differenza di fede; se +a capo di questo movimento fossero i Papi, i Vescovi, la Chiesa in una +parola; se agli Ebrei di oggi giorno si volesse far scontare la colpa +dei loro antenati, la pertinace convinzione con la quale, malgrado +persecuzioni d'ogni sorta, mantennero intatta la loro fede, noi non +avremmo che a constatare una nuova manifestazione di quel fanatismo di +cui tutti i secoli e tutte le credenze hanno dato numerosi esempî. + +Le persecuzioni per ragione di fede non ci sorpresero mai. E se, mossi +da quello spirito di carità che è nel cuore di ogni uomo, quando l'alito +delle passioni non lo spegne, guardiamo inorriditi alle fiamme dei +roghi, li accenda, come in Ispagna, un domenicano fanatico, o, come in +Ginevra, il bieco Calvino, al nostro orrore non si mesce sorpresa. + +La fede è il più nobile patrimonio dell'uomo, e per ciò appunto i suoi +eccessi generano il fanatismo più pericoloso. I più atroci delitti hanno +sovente origine dalla esagerazione delle più elevate passioni. + +Ma sì, che i moderni antisemiti pensano proprio a tutto ciò! L'idea di +vendicare il Dio crocifisso è tanto lungi da loro, quanto lo era dalle +orde fanatiche che nell'XI secolo trucidarono gli Ebrei di Worms, che +affermavansi discendenti da una colonia giudaica, migrata da Palestina +ben prima della nascita di N. S. G. Cristo, e quindi ad ogni modo non +responsabili di quella morte, neppure se le colpe degli avi s'avessero a +vendicare sui tardi nepoti. + +Guardiamoli in viso questi persecutori degli Ebrei, questi individui, +scarsi di numero e ricchi di audacia, che senza aver tampoco la scusa +del fanatismo religioso, vogliono ricondurci ai più tristi tempi del +medio evo; squarciamo il velo sotto cui si asconde questo movimento, +decorato del pomposo nome di _antisemitismo_, e vedremo che sotto di +esso si cela una nuova faccia di quel mostro che vuole avvolgere il +mondo nelle sue spire, e che, per usare una parola, oggi abusata, +chiamerò radicalismo (3). + +L'ebreo è ricco, od almeno lo si crede tale — se lo sia, e perchè lo +sia, vedremo nel corso di queste pagine — ma è creduto tale, e per ciò +soltanto gli si muove guerra. + +La sua ricchezza è e fu sempre il suo delitto. + +L'industria, la coesione, la ricchezza degli Ebrei ebbero sempre il +triste privilegio di eccitare l'invidia e il malvolere. I Faraoni eran +gelosi di loro sin da quando i figli di Israele cominciarono ad +arricchire nella terra di Gessen, e gli idalghi ed i priori della Spagna +cattolica furono gelosi a loro volta, allorquando un Ebreo divenne +ministro delle finanze del Re Alfonso. + +Ed oggi ancora i persecutori degli Ebrei appartengono a quel partito, +che potrebbe a buon dritto chiamarsi il partito dell'invidia. + +Cerchiamo oggi gli agitatori delle passioni antisemitiche in quei paesi, +dove l'ignoranza dei più permette loro di mostrarsi a viso aperto, in +Ungheria per esempio, e li vedremo sedere in Parlamento sui banchi della +estrema sinistra (4). + +In Francia, non son sei o sette anni, si combatteva dai radicali la +elezione a consigliere generale di un membro della famiglia Rothschild, +trattandolo da clericale!! Oggi che l'antisemitismo va facendo +progressi, lo si combatterebbe perchè ebreo! + +Clericale od ebreo, è tutt'uno per coloro che mirano a scuotere la +società dalle sue basi, a distruggere la famiglia, la proprietà, la +religione. + +E non è soltanto la ricchezza, vera o creduta tale, degli Ebrei che li +designa ai colpi dei loro avversarî. + +L'ebreo, in qualsivoglia paese del mondo civile lo si consideri, è +essenzialmente liberale. — Mi sia concesso avvalorare questa mia +affermazione colle parole di uno dei più illustri scrittori del nostro +secolo, di Ernesto Rénan (5): + +“Il giudaismo, scrisse il professore francese, che ha tanto giovato per +lo passato, gioverà anche in avvenire. Esso servirà la vera causa, la +causa del liberalismo, dello spirito moderno. Ogni ebreo è liberale. Lo +è per natura. I nemici del giudaismo, al contrario, guardateli da +vicino, e vedrete che sono generalmente i nemici dello spirito +moderno” (6). + +In queste poche parole è mirabilmente riassunta la questione. + +Sì; l'ebreo è liberale, essenzialmente liberale. Dalla sua lunga +persecuzione, dalle sue secolari tribolazioni, esso ha imparato una cosa +sola: ad odiare non i persecutori, ma la persecuzione, ad amare di vivo +affetto la libertà, ma la libertà vera, quella che come sole +fulgentissimo riluce per tutti gli uomini, qualunque sia la loro +opinione, qualunque l'abito che vestano. + +E di questo spirito del giudaismo la letteratura, la storia offron prove +a bizzeffe. Ne addurremo soltanto due: + +Uno dei più illustri fra gli scrittori ebrei, il più illustre forse dopo +il Maimonide, Abarbanello (7), che alla teoria dell'uomo di studî +congiungeva la pratica dell'uomo di Stato, ci lasciò nei suoi +_Commentarî_ delle dissertazioni di pubblico giure degnissime di studio. +In queste egli esamina le diverse forme di governo e dà la preferenza +alla forma repubblicana, od almeno alla monarchia temperata (notisi che +Abarbanello scriveva nel XV secolo!). Esaminando in seguito quale sia il +dovere dei sudditi, anche sotto un re malvagio e tiranno, insegna che il +popolo non ha nè il potere, nè il diritto di ribellarsi, +“contrariamente, dice egli, all'opinione dei saggi cristiani che +scrissero di questo argomento” (8). + +Nè si creda che le teorie del dotto ebreo non siano seguite da coloro +che professano la religione mosaica. La rivoluzione francese fu per gli +Ebrei un'êra di redenzione; essa soltanto ha spezzato i ceppi in cui da +diciotto secoli gemeva la nazione ebraica; essa prima, dallo stato +vilissimo in cui vivevano, li ha elevati a dignità di uomini, di +cittadini. Nessuna meraviglia adunque che gli Ebrei favorissero quella +rivoluzione e ne sposassero con ardore i principî. Pure il filosofo +della storia non deve dimenticare che non un ebreo — non uno — si trova +fra gli uomini che bruttarono coi loro eccessi quella rivoluzione, non +uno fra i sicarî del 93 e fra coloro che colle più efferate licenze +coprirono di obbrobrio il sacro nome di libertà (9). + +E ciò, ripetiamolo, perchè l'ebreo è assolutamente liberale, nel buono, +nel vero senso della parola. + +Il radicalismo, invece, è essenzialmente nemico del liberalismo, perchè +è essenzialmente persecutore. E questa è una nuova ragione dell'odio che +il radicalismo nutre contro gli Ebrei. + +Esso, che prova sempre il bisogno di nuove vittime, che oggi espelle i +RR. Padri della Compagnia di Gesù, che domani perseguita altri pel solo +fatto che nacquero da illustre prosapia, non può non esser nemico dello +Ebreo, il quale vuole per sè la libertà come la vuole per gli altri, e +combatte per essenza, per indole, per interesse, tutte le distinzioni +basate sulla nascita, sulla fede. + +Ecco perchè, con mostruoso connubio, _Culturkampf_ ed antisemitismo +poterono nascere quasi ad un tempo e sulla stessa terra (10). + +E qui ci si para spontanea dinanzi un'obbiezione. + +Ci si dirà. Voi dipingete i radicali come i più feroci nemici degli +Ebrei; eppure noi tutti conosciamo radicali notissimi che sono ben lungi +dal partecipare a quest'odio, e vediamo invece assaliti tutto giorno gli +Ebrei da giornali e da uomini del partito che è notoriamente il più +avverso al radicalismo. + +L'obbiezione è giusta, giustissima; ma è giusta solo per quanto +risguarda gli uomini, non per quanto risguarda il partito. + +Spieghiamo il nostro concetto. + +Se è vero che tutto si può pretendere dall'uomo fuorchè la logica, è +anche più vero che è specialmente nella politica che la logica si va +facendo ogni giorno più rara. + +Tutto giorno udiamo uomini vantarsi conservatori, liberali, radicali, e +raramente li vediamo informare tutte le loro azioni ai principi di cui +si dicono seguaci. + +Nei paesi specialmente, come l'Italia, da poco educati alla vita +politica, è accaduto che uomini appartenenti ad opposte scuole politiche +si trovarono per lungo tempo affratellati da un intento comune, la +liberazione della patria. + +Questo intento comune, e l'azione comune che ne fu conseguenza, han +fatto sì che le idee degli uni esercitassero qualche influenza su quelle +degli altri, mitigassero la logica inflessibile dei principii, dessero +vita a quella specie di eccletismo politico di cui ogni giorno vediamo +prove in Italia. + +Ecco perchè, sebbene il radicalismo sia per natura il peggior nemico +degli Ebrei, i radicali italiani si separano in ciò dalla maggioranza +del partito cui appartengono. + +Se una serie di miracoli eguali a quelli, per cui l'Italia da ancella +divenne nazione, facesse domani risorgere la Polonia, l'Europa vedrebbe +uno spettacolo più singolare ancora; vedrebbe per alcun tempo i radicali +ed i clericali polacchi vivere assieme d'amore e d'accordo, tutti +assorti in un sol pensiero, la salute della patria (11). + +Ma sarebbe tregua di anni, che nella storia dei popoli sono un momento, +e i due principî opposti non tarderebbero a darsi battaglia anche nella +terra degli Jagelloni. + +La storia naturale ci insegna che animali, i quali allo stato selvaggio +sono nemici inconciliabili, possono allo stato di servitù vivere fra +loro d'accordo. + +E se ciò avviene per animali di diversa razza, come non avverrebbe per +l'uomo? + +Veniamo all'altra parte dell'obbiezione. + +È vero del pari che gli Ebrei sono oggigiorno combattuti con violenza da +taluni giornaletti di provincia, che si dicono cattolici e si vantano +rappresentanti non già di Papi o di Vescovi, dinanzi ai quali ci +inchineremmo reverenti, ma di sodalizi più o meno ignorati ed in nessun +caso autorevoli. + +Errerebbe di gran lunga chi credesse che quei giornali rappresentino lo +spirito, la parte pensante del loro partito (12). + +È comune errore il credere alla disciplina della stampa cattolica, e +l'errore è tanto comune che i fatti i più lampanti, l'opposizione +accanita, per esempio, che taluni giornali sedicenti cattolici fanno ai +Presuli delle loro diocesi, non valgono a sradicarlo. + +A provare che tutta la stampa non partecipa all'opinione dei suddetti +giornalucoli, addurrò quattro fatti quasi contemporanei. + +1º Or sono due o tre anni, in occasione delle elezioni amministrative a +Roma, l'_Unione Romana_, associazione cattolica presieduta da S. E. il +signor Duca Scipione Salviati, venne ad accordi colla Associazione +Costituzionale. Quest'ultima portava un israelita siccome candidato al +Consiglio Provinciale. + +Sarebbe stato impossibile, assurdo, pretendere che in Roma una +Associazione cattolica portasse fra i suoi candidati un non cattolico: +pure la lista fu concordata ed i giornali cattolici la sostennero, +togliendo, è vero, il nome del candidato israelita, ma sostituendolo con +una riga di punti. Se si ponga mente che ciò avveniva per una elezione +che aveva luogo su di un sol nome, si converrà, che il dichiarare +esplicitamente, che al candidato israelita non si opponeva nessuno, +equivaleva da parte dei giornali cattolici a dire: non possiamo +appoggiarlo, ma desideriamo vederlo eletto. + +2º L'organo del partito cattolico di Genova, _Il Cittadino_, fu per +molto tempo, ed è ancora, arbitro assoluto delle elezioni amministrative +di quella città, e fra i suoi candidati fu sempre almeno un israelita. + +3º La _Rassegna Nazionale_, importante rivista che vede da cinque anni +la luce in Firenze, che è l'organo della parte più liberale del partito +cattolico, ed in cui collaborano gli uomini più insigni di quel partito, +come il Cantù, lo Stoppani, ecc., ecc., pubblicava nel suo numero di +luglio u. s. una splendida difesa degli Israeliti dovuta a quel luminare +del giudaismo, che è il prof. Ad. Frank, dell'Istituto di Francia. E qui +cade in acconcio il ricordare che il signor Frank dettava, pregatone, +quel suo articolo per gli _Annales de philosophie chrétienne_ pubblicati +dal signor Roux con tanto zelo a Parigi (13). + +4º Or son pochi mesi, infine, l'_Osservatore Romano_, il solo giornale, +ricordiamolo bene, che la Corte Pontificia riconosca come suo organo, +recava nel suo N. 165 del 21 luglio 1883 una corrispondenza da +Nyiregyhaza, 16 luglio, sull'iniquo processo di Tisza Eszlar, che ha +testè disonorato l'Ungheria, corrispondenza ispirata a sentimenti così +nobili ed elevati che non sappiamo resistere al desiderio di riferirne +un brano, per istruzione di coloro che della stampa cattolica giudicano +dagli ignobili giornali di provincia cui abbiamo testè accennato: + +“Dopo l'ultima mia, che vi dava conto dell'8ª seduta, ebbe luogo una +pausa di tre giorni; quindi si continuò nell'audizione di testimonî a +carico e scarico, si aprì la discussione sul presunto trafugamento e +tentata sostituzione di cadavere, e furono uditi i periti medici +dell'università di Pest in contesto di quelli che esaminarono il +cadavere e stesero il _repertum facti_. Le varie scene a cui diedero +luogo queste diverse fasi dell'ormai sciaguratamente celebre processo +non valsero a portar miglior luce sui fatti, ma contribuirono purtroppo +a mettere in evidenza lo stato anormale dell'amministrazione della +giustizia in Ungheria, non che lo sfogo di passioni, crassa ignoranza, +corruzione, abbiezione di caratteri. + +“Ester Solymossy è scomparsa. Questo è l'unico fatto certo. + +“Fu dessa vittima d'un sacrifizio rituale? + +“Ne manca ogni prova attendibile. Non si ha per base dell'accusa che _la +denuncia d'un figlio contro del proprio padre_. + +“Accetti chi vuole una tal base; io la respingo con orrore. + +“_Onorerai il padre tuo e la madre tua!_ proclamò Iddio dall'alto del +Sinai. Chi calpesta questa legge divina, a cui fecero omaggio tutti i +popoli della terra, sanzionando nei loro codici per ogni caso e senza +eccezione alcuna il diritto dei figli di non deporre in giudizio contro +dei genitori; chi, ripeto, calpesta questa legge, non è più uomo, è un +bruto; ed i bruti non meritano fede in giudizio. + +“Ciò sia detto in risposta ai fanatici, ai dilettanti di casuistica, ed +agli stolti, _quorum infinitus est numerus_, che stimano non si possa +essere buon cattolico senza essere antisemita e giudeofobo.” + +Abbiamo trascelto a caso questi esempî, e molti ne tralasciammo dei +tanti che ci si affacciavano alla memoria; perocchè questi siano più che +sufficienti a dimostrare che lo spirito animante la stampa cattolica, +degna di questo gran nome, verso gli Ebrei non vada cercato in quei +fogliucciacci di provincia che seguono le pedate dell'_Osservatore +Cattolico_ di Milano, giornale più volte riprovato dalla Autorità +Ecclesiastica. + +E chiudiamo la lunga digressione. + +Il radicalismo, abbiam detto, combatte l'Ebreo perchè ne invidia le +pretese ricchezze (14); lo combatte, perchè vede in lui incarnati quei +principî di libertà e di tolleranza politica e religiosa, che sono +l'antitesi la più perfetta delle dottrine radicali, basate sulla +violenza ed ispirate al detto del gran satirista di Roma: _Stat pro +ratione voluntas_. + +E non senza un perchè il radicalismo ha scelto l'Ebreo a bersaglio dei +suoi strali. + +La società posa su basi solide, e i radicali, malgrado la loro buona +volontà, non riescirebbero certamente a scuoterla d'un tratto. + +Perciò volsero prima le loro armi contro la Chiesa cattolica, sicuri di +aver a compagni nella lotta molti liberali di buona fede che credevano +giovare alle idee di progresso intellettuale e sociale, combattendo la +Chiesa e privandola non soltanto di quei privilegi che contrastavano +all'ordine politico degli Stati moderni; ma ponendola eziandio fuori del +diritto comune, e violando a suo danno i più elementari principî del +giure naturale, siccome fu fatto in Francia, in Germania ed in +Isvizzera. + +Se la lotta contro la Chiesa offriva ai radicali il vantaggio di aver ad +alleati molti liberali, la lotta contro gli Ebrei assicurava loro il +concorso dei più esagerati campioni del fanatismo religioso. + +Ora un partito, che apre in America pubbliche scuole per insegnarvi ad +usufruire la dinamite per giungere al progresso sociale, non può essere +schifiltoso nella scelta dei mezzi. Dopo aver combattuto a fianco ai +liberali contro Ignazio di Loyola, esso si allea ad Arbues e a +Torquemada per combattere contro gli Ebrei, per rinnovare contro di loro +gli eccessi onde vanno disonorati nella storia i nomi di Ferdinando ed +Isabella di Spagna, di Emanuele di Portogallo e di tanti e tanti sovrani +delle età media e moderna. + +E così, applicando il vecchio precetto, tanto caro ai tiranni, _divide +et impera_, viene il radicalismo man mano sgretolando il vecchio mondo, +pronto poi, siccome disse il poeta, a cogliere i frutti del mal di +tutti. + +Questo abbiamo voluto dire per spiegare il perchè prendiamo oggi a +difendere gli Ebrei. Non ci muove interesse di casta, non spirito di +religione, ma convinzione profonda, immutabile, che in essi non si +osteggia la credenza religiosa, ma si combatte uno dei ripari della +moderna società. + +Come oggi difendiamo gli Ebrei, avremmo ieri difeso le corporazioni +religiose espulse di Francia (15), difenderemmo domani qualsivoglia +setta, corporazione o sodalizio cui si volessero negare i beneficî del +diritto comune, e questo non per uno spirito alla Don Chisciotte, ma +perchè crediamo necessario mettere in guardia la società moderna contro +gli assalti del radicalismo, il quale rinnova precisamente la tattica +riuscita tanto bene ai precursori della prima rivoluzione francese. + +Come costoro, prima di attaccare la monarchia di fronte, vennero man +mano scalzando tutti i principî su cui essa poggiava; così i radicali, +prima di assalire di fronte la società, la minano sotterra, e vellicando +stolte ed abbiette passioni, tentano inocularle l'odio per la libertà, +il disprezzo pel diritto, l'amore per le leggi di violenza partigiana, +di persecuzione ingiustificata. + +A questo lavorìo deleterio bisogna tutti si oppongano: e per opporvisi +con frutto, per combattere vittoriosamente questa santa battaglia della +civiltà e del progresso, occorre stringersi intorno al labaro dei nuovi +tempi su cui sta scritto: Libertà per tutti. + + Recoaro, agosto 1883. + + CORRADO GUIDETTI. + _Dott. in lettere._ + +(1) _Hist. des Juifs_, p. 2852. + +(2) _Rassegna Nazionale_, Firenze, 1º luglio 1883, p. 42. + +(3) Per evitare una confusione altrettanto perniciosa quanto, ai tempi +nostri, comune, quella che proviene dal non intendersi sul significato +che si annette alle parole, spieghiamo qui ciò che intendiamo per +radicalismo. + +Lungi da noi il pensiero di designare con questo nome coloro che +aspirano ad una piuttosto che ad un'altra forma di reggimento politico. + +Radicale può essere tanto il monarchico quanto il repubblicano, e sì +l'uno che l'altro possono esser liberali. Per noi la distinzione fra +liberali e radicali sta in ciò soltanto: che il liberale vuole +raggiungere i più alti ideali dell'avvenire rispettando i diritti, la +libertà, la vita di ognuno; il radicale, invece, è disposto a violare ad +ogni momento la libertà ed i diritti altrui, per conseguire il suo +intento. + +Posta così nettamente la questione, diremo subito che fra quel prototipo +leggendario di inquisitore che, dinanzi a un massacro in cui cadevano +egualmente vittime eretici e cattolici, avrebbe sclamato: _uccideteli +tutti, Dio riconoscerà i suoi_, e Barnave, il girondino, che di fronte +alle prime stragi che insozzarono la rivoluzione francese, sintetizzando +in una frase cinica e crudele i concetti del radicalismo, nella seduta +del 23 luglio 1789, chiede ironicamente dall'alto della tribuna: _Le +sang qui coule est-il donc si pur?_ non sentiamo preferenza alcuna. + +(4) Appartenevano del pari all'estrema sinistra intransigente del +Parlamento romeno quei quattro deputati che nel 1878 escogitarono una +mozione intesa ad un tempo a inorpellare l'Europa, che insisteva perchè +agli Ebrei si accordasse l'eguaglianza civile, ed a rendere a questi +impossibile o quasi il conseguirla. V. MARCO ANTONIO CANINI. _La verità +sulla questione degli Israeliti in Rumania._ Roma, Barbera, 1879. + +In Italia poi, uno dei rarissimi deputati che faccia pompa del suo +antisemitismo, e che si diverta a parlare nelle sue corrispondenze +giornalistiche di _Giornali della Sinagoga_ e di altre simili amenità da +medio evo, è quello stesso che in piena Camera dichiarò egli non +conoscere un Papa Pio IX, ma soltanto un conte Giovanni Mastai Ferretti +di _professione_ Vicario di Dio! ho nominato l'on. Petruccelli della +Gattina. Anche in Francia la questione semitica fu sollevata per la +prima volta, in questi anni, da un articolo, perfidamente abile, +intitolato: _Dieu des Juifs tu l'emportes!_ pubblicato dal noto +mangiapreti signor Francisque Sarcey, nel XIX _Siècle_ di Edmond About +nel maggio o giugno 1875. + +(5) Errerebbero a gran partito coloro che credessero il signor Rénan un +amico degli Ebrei; egli, nel suo libro sull'_Ecclesiaste_, ne ha +ultimamente schizzato un ritratto dal quale risulterebbe che essi sono +oggi quello che erano or sono quattromila anni alle falde del Sinai: gli +adoratori del vitello d'oro. E nei suoi _Souvenirs d'enfance et de +jeunesse_ parla degli Ebrei in guisa da meritarsi che il primo numero +dello _Antisémitique_ di Montdidier gli consacri una colonna di elogi. +Ciò avvertiamo non per far colpa allo scienziato francese delle sue +tendenze; ma perchè gli avversari nostri, ogni qualvolta citiamo il +Rénan, non ci rinfaccino di appoggiarci all'autorità di chi ha negata la +divinità di N. S. Gesù Cristo. Il Rénan potrà essere anticristiano fin +che si vuole, ma non certo per filosemitismo. + +(6) Ernest Rénan. _Le Judaïsme et le Christianisme._ Paris, Calmann +Levy, 1883, p. 24 e 25. + +(7) Nacque a Lisbona nel 1437; fu intendente delle finanze di Alfonso V, +re di Portogallo, di Ferdinando il Cattolico, re di Castiglia, di +Ferdinando il Bastardo, re di Napoli, di Alfonso II suo successore che +non abbandonò quando i francesi lo cacciarono dal Regno. Abarbanello si +stabilì in Italia e fu preso per arbitro in una questione commerciale +fra il Re di Portogallo e la Repubblica di Venezia. Morì a Venezia nel +1508 e fu sepolto in Padova. Veggansi per maggiori notizie: Bartolocius, +_Bibl. Rabb._; Bayle, _Dict. Crit._; Boissi, _Dissert._, p. 2; Schwab, +_Abravanel et son époque_; S. Honel, _Lien d'Israel_, 5º anno, pag. 355 +e segg.; e tutte le biografie. + +(8) I. Bedarride. _Les Juifs en France, en Italie et en Espagne._ Paris, +Michel Levy, 1861, p. 294. È appena necessario avvertire che, riferendo +l'opinione di Abarbanello, facciamo sulle ultime parole sue le più ampie +riserve. Nè S. Tommaso, nè scrittori approvati ed autorevoli, nè tanto +meno la Chiesa Cattolica si espressero nel senso della liceità di +ribellarsi o peggio di uccidere il tiranno, anzi la negarono +recisamente. + +(9) Merita a questo proposito di esser riferito il giudizio che uno dei +più dotti Rabbini del nostro secolo, il professore S. D. Luzzatto di +Padova, dava della rivoluzione francese. + +Trascriviamo un brano di una sua lettera inedita del 26 dicembre 1836 +inserita nel _Vessillo Israelitico_ di Casale, ottobre 1876, p. 325. + +“Nello scorso secolo gli spiriti della Francia, scatenandosi ad un tempo +con un diluvio di scritti religiosi e contro i Governi assoluti e contro +il Cristianesimo, produssero nelle menti quello stravolgimento, che poi +si sviluppò nella funestissima rivoluzione francese, la quale pose in +trambusto per tanti anni il mondo intero.” + +(10) Vi sono taluni ingenui che si chieggono come il principe di +Bismarck tolleri il risvegliarsi dell'antisemitismo in Germania. A +questi ingenui osserviamo che il _non cade foglia che Dio non voglia_ si +avvera anco in politica, specialmente quando il Dio si chiama: il signor +di Bismarck. Le vere dottrine di libertà sociale ed economica che furono +la gloria dei quattordici primi lustri del nostro secolo non ebbero, non +hanno nemico più mortale del cancelliere di ferro. E chi è nemico di +libertà è nemico naturale degli Ebrei. Lo stesso Bismarck in una +conversazione avuta con un diplomatico straniero, telegrafata al +_Morning Post_ nell'agosto dello scorso anno, diceva per assicurarlo +delle sue intenzioni pacifiche: “La Germania non è nelle mie mani, come +crede la gente. La Germania è nelle mani degli Ebrei, _che hanno orrore +per la guerra_ in causa dei loro interessi e delle signore che hanno +orrore della guerra per la vita dei loro mariti e dei loro figli.” _Aver +orrore della guerra_ vuol dire esser fattori di civiltà, ma vuol dire ad +un tempo esser odiati a morte dal signor di Bismarck. + +(11) Cade proprio in acconcio notar qui che lo stesso Governo russo, che +deportava in Siberia monsignor Felinsky, il venerando Arcivescovo di +Varsavia, puniva più volte colla carcere e coll'esilio il patriottismo +dell'illustre Michel B. Meisel, Rabbino di quella città. + +(12) I nostri lettori troveranno fra i documenti un discorso +dell'eminentissimo cardinale Manning, il quale ci dà la vera opinione +della parte pensante del partito cattolico sulla questione semitica. + +(13) Ci sia concessa una lieve digressione. È uno spettacolo che solleva +l'animo del pensatore quello che ci offrirono quasi contemporaneamente +gli _Annales de philosophie chrétienne_, invitando un ebreo a discutere +nelle loro colonne la questione semitica, e la _Société des Etudes +juives_ di Parigi, chiamando nel suo seno un non israelita a dissertare +“sul Giudaismo e sul Cristianesimo.” Malgrado i gufi, che tentano di +oscurare il sole, è d'uopo convenire che siamo assai lontani dai tempi +di San Luigi, Re di Francia (Cfr. _Joinville_, p. 11) quando un +cavaliere, trovandosi presente ad una di quelle discussioni che allora +frequentemente avvenivano fra sacerdoti cattolici e rabbini ebrei, sulla +prevalenza delle rispettive religioni, vedendo come gli ebrei avessero +il sopravvento nella discussione, stese morto ai suoi piedi con una +bastonata l'ultimo rabbino che aveva parlato, dicendo ai preti +cattolici, in atto di rampogna: “_Vous avez fait folie d'avoir occasioné +telle dispute d'erreur._” + +(14) Queste linee erano già scritte, allorchè ci venne fatto di leggere +nella _Revue Britannique_ (luglio 1883) un dotto articolo, tolto +dall'_Edimburgh Review_, nel quale si accenna appunto allo spirito di +odio e di persecuzione che oggi si manifesta sotto il falso nome di +liberalismo repubblicano. + +(15) Non faccia meraviglia se in questo nostro lavoro, ispirato, osiamo +vantarcene, ai principî della maggiore tolleranza, ci accada di +paragonare sovente i Gesuiti agli ebrei. Sì gli uni che gli altri furono +perseguitati da nemici, i quali, ben più che osteggiarne i principî, +miravano ad attribuirsene le ricchezze; contro gli uni come contro gli +altri si ripeterono le stesse accuse di usure, di accaparramenti, di +massime antisociali, sicchè non è raro vedere nelle opere antigesuitiche +del secolo scorso i Gesuiti paragonati agli Ebrei. Ho sott'occhi, per +esempio, i “_Lupi smascherati_, Ortignano, nell'officina di Tancredi e +Francescantonio padre e figlio Zaccheri di Strozzagriffi, MDCCLX” +libello antigesuitico, attribuito all'abate Capriata, ed a pag. 57 +(nota) trovo: “_I principi l'hanno rigettati da loro_ [i gesuiti] _e +sono omai riguardati come Giudei._” + +Che se qualcuno ci rammentasse le prediche di qualche gesuita contro gli +Ebrei, risponderemmo ricordando il _Qui gladio ferit_; e se ci si +obbiettassero certi articoli antisemitici della _Civiltà Cattolica_, +l'organo massimo della Compagnia, diremmo che ad essi la persecuzione +non ha nulla insegnato, e compiangeremmo quei perseguitati che dalle +violenze di cui furono vittima non appresero la sublime virtù della +tolleranza. + + + + + I. + + Costituiscono gli Ebrei una razza speciale? + + +La tendenza scientifica cui si inspira il nostro secolo ha voluto +trovare una formola con cui giustificare la persecuzione contro gli +Ebrei, e si disse che essi costituivano tuttora una nazione speciale, +che quindi erano da considerarsi nei diversi Stati, in cui dimoravano, +come stranieri, e per poco non si propose di equipararli agli zingari ed +ai gitani. Ricacciare gli Ebrei in Palestina è la proposta la più +moderata che esca dalle labbra degli odierni antisemiti. + +Sarebbe agevole rispondere a questa pretesa opinione scientifica con una +sola parola, dimostrando, cioè, come oggi tutte le legislazioni dei +paesi civili si affrettino a cancellare dai loro codici ogni differenza +fra cittadini e stranieri, progresso questo, in cui l'Italia fu, col suo +codice civile, vessillifera alle altre nazioni. + +Ma questa difesa respingerebbero gli Ebrei, perocchè essi si sentano +italiani in Italia, francesi in Francia (16), inglesi in nghilterra (17) +ed Ebrei soltanto nei loro tempî (18). + +Noi non abbiamo, d'altronde, ad avversarî nè filosofi, nè cristiani, nè +liberali: ognuno di questi, infatti, troverebbe, nelle proprie +convinzioni morali, religiose o scientifiche, argomenti per esserne +condotto alla pratica della più larga tolleranza. Abbiamo di fronte, +invece, quella fazione, oggi pur troppo numerosa, che vorrebbe la +legislazione sociale non inspirata a nessun principio superiore +all'uomo, e serva al più gretto utilitarismo; quella fazione che in +America, la terra classica della libertà, propone ed ottiene +provvedimenti straordinarî contro i Chinesi!! + +Vinciamo quindi la naturale ripugnanza, e facciamoci a provare come gli +Ebrei differiscano dagli altri italiani per la religione soltanto, non +per l'amore al paese, non per la razza. + +Non ricorderemo qui come ogni Ebreo di Roma abbia iscritto nel suo libro +di preghiera fra le date fauste della sua vita il 20 settembre 1870, +segnandovi persino l'ora precisa della liberazione: _dieci e mezza +antimeridiane_, come già un quarto di secolo prima vi aveva iscritto la +Pasqua del 1847, quando, per opera di Pio IX, caddero le mura e le porte +che chiudevano il ghetto (19). Ci sembra che, per dimostrare come gli +Ebrei in Italia si sentano italiani e non altro, basti, e ce ne sia di +avanzo, della nobile figura del martire di Mantova, di Giuseppe +Finzi (20)! + +Se fra gli antisemiti italiani vi ha qualcuno cui scaldi il petto amor +di patria, si faccia innanzi ed osi contestare l'italianità a quel +monumento di patriottismo che è l'on. Finzi. + +Ma ove al nome venerato del patriota lombardo noi aggiungessimo quelli +di Angelo Usigli, compagno di Ciro Menotti (21), del milanese Bachi, che +fu tra i precursori del movimento del 1848, di Daniele Manin cattolico +di religione, ma di famiglia ebrea (22), e se a questi nomi facessimo +seguire quelli dei numerosi Ebrei che accorsero volontarî sotto le +bandiere nelle diverse guerre della indipendenza (23), i nostri +avversarî ci risponderebbero sempre coll'adagio favorito dei sofisti: +_L'eccezione prova la regola_. + +Attacchiamo dunque di fronte il pregiudizio, larvato a scienza, e +mostriamo che è tanto assurdo il credere che gli Ebrei sieno oggi i +discendenti di Abramo quanto sarebbe ridicolo il sostenere che il Kedive +d'Egitto sia l'erede diretto dei Faraoni, o che nelle vene degli odierni +Romani corra il sangue dei Bruti e degli Scevola. + +Già sin da quando gli Ebrei abbandonarono l'Egitto, numerosi stranieri +si mescolarono a loro, sicchè ben può dirsi che da quel momento la razza +di Giacobbe cominci a fondersi colle altre (24). + +Nei tempi biblici i progenitori delle dodici tribù non esitarono ad +imparentarsi con altre razze non esclusa la cananea pur tanto odiata. +Mosè sposò una madianita. Fra le proavole di Davide vi ha la cananea +Tamar e la moabita Rut. Nelle vene di Ezechiello corre il sangue di Raab +la cananea, nè egli è il solo profeta d'Israello che tragga origine da +idolatri. Più tardi i proseliti non solo non furono rigettati, ma +vennero accolti senza reluttanza in grembo alla fede. Lo provano le +leggi favorevolissime ai proseliti dimoranti nella Palestina, sparse in +tutto il Pentateuco: lo provano i Gabaoniti che, entrati nell'Ebraismo +mediante l'inganno e la frode, pure vi furono più che benignamente +trattati, allorchè, per vendicare un oltraggio ad essi fatto, fu versato +sangue di Re (25): lo provano le centinaia di migliaia di proseliti di +cui si fa menzione al tempo della monarchia degli Israeliti, +specialmente all'epoca di Salomone (26): lo provano i proseliti dei +tempi di Ester (27) e quelli dei popoli trapiantati dal conquistatore +Senacheribbo in Palestina (28), non che varie conversioni individuali +abbastanza notevoli, come quella di Naaman il supremo ministro del regno +siro (29) e quelle di Ebena regina di Adiabene e di suo figlio Izak, di +cui fa cenno Giuseppe (30). Nè gli Ebrei aveano a vile di mescolare il +sangue con questi proseliti; chè anzi il loro _Talmud_ ci ha tramandato, +quasi a titolo di gloria, che i principali maestri d'Israello, come +Hillel, Rabbi Jehudà il Santo, Akiva martire della crudeltà romana, +Rabbi Meir ed altri moltissimi discendevano da proseliti, e che +proselite era Onkelos, uno dei più grandi tra i parafrasti caldei. + +Insomma, gli Ebrei di Palestina non furono, come volgarmente si crede, +un popolo segregato dal consorzio umano. Ecco come un autore non +sospetto e che, vivo, non si sarebbe mai immaginato di vedersi citato +nel secolo XIX a difesa degli Ebrei, scrive: + +“Questi ultimi Ebrei [dopo la morte di Erode] erano un miscuglio di +parecchie nazioni. Se ne erano stabiliti in tutti i paesi che _sono +sotto il sole_, siccome dice la Scrittura. Parecchi venivano ad abitare +nella Giudea, od almeno vi facevano qualche devoto viaggio per poter +offrire sacrifizi a Dio nel solo tempio in cui fosse permesso di farlo. +Oltre a ciò vi erano sempre ad ogni qual tratto dei Gentili che si +convertivano, e divenivano proseliti. Così gli Ebrei, a parlar +propriamente, non eran più un popolo solo colla stessa lingua e gli +stessi costumi, ma parecchi popoli che si riunivano in una sola +religione. Persino quelli che abitavano la Terra Santa erano un +miscuglio di diverse nazioni, di Idumei e di altri Arabi, di Egiziani, +di Fenici, di Siriaci e di Greci.” + +Fin qui il Fleury (31), ai cui Mani chiediamo umile venia se lo abbiamo +tratto a testimoniare in favore degli Ebrei, ciò che certamente egli non +avrebbe desiderato; ma non è proprio colpa nostra, se le accuse che si +muovono a questo disgraziato popolo sono tanto svariate e +contraddittorie, che quanto veniva scritto per far loro onta possa, +poche generazioni dopo, essere addotto ad argomento di difesa. + +Ma se la nazione giudaica era già dopo Erode una mescolanza di diverse +nazioni, come ci insegna il Fleury, e come ci confermano gli _Atti degli +Apostoli_: “Or in Giudea dimoravano degli uomini religiosi d'ogni +nazione di sotto il cielo” (32), non bisogna neppur credere che, dopo la +dispersione seguita alla distruzione del secondo tempio, gli Ebrei +abbian cessato di fare proseliti fra genti di schiatte diverse. + +Numerose colonie di Ebrei popolavano Roma e le altre città dell'impero. +A Roma soltanto ve v'erano 20,000 sotto Augusto, e narra Strabone che +v'erano numerosi Ebrei in quasi tutte le città d'Italia (33). E numerosi +eran pure in molti altri paesi non ancora sottoposti al giogo di Roma. +In ogni luogo, al dire di Filone, gli Ebrei esercitavano una salutare +influenza sulle credenze religiose e sui costumi; in ogni luogo avevano +stabilito sinagoghe, dove si riunivano nei giorni di sabato per pregare +e commentare la Bibbia. A queste riunioni partecipavano sovente molti +pagani, che aderivano poco a poco alle nuove dottrine udite proclamare, +e che, rigettando gli errori del politeismo, accettavano le pratiche più +essenziali del giudaismo, il riposo settimanale e l'annuo digiuno +dell'espiazione. In tutte le classi sociali del mondo romano abbondarono +i _giudaizzanti_, ben prima che sorgesse l'apostolato cristiano; sicchè +si può dire coll'Havet (34) che, se colle parole _l'avvento del +Cristianesimo_, deve intendersi la conquista del mondo greco e romano da +parte del Dio degli Ebrei, si può dire che questo avvento aveva avuto +luogo sin dai tempi di Augusto e di Tiberio, e che questa conquista era +in via di compiersi, ben prima che fosse questione di Cristo. + +Ad Alessandria di Egitto, a Roma, in Siria la propaganda giudaica fu +sempre intensa ed efficace. + +Giuseppe Flavio ci apprende come molti greci passassero in Antiochia al +Giudaismo (35). + +A Roma il proselitismo ebraico, nascosto nelle vie adiacenti al Tevere, +forse in prossimità almeno dei luoghi dove oggi ancora sorge il ghetto, +guadagnò neofiti persino nelle famiglie patrizie, salendo dallo schiavo +al liberto, dal liberto al padrone (36). + +E di questo spirito di proselitismo e della efficacia sua ci dà prova +Svetonio (37). + +L'influenza delle idee giudaiche sul paganesimo preoccupava gli spiriti: +_Victoribus victi legem dederunt_ sclama Seneca nel _De Superstitione_, +ed il poeta Rutilio geme: _Atque utinam nunquam Judaea subacta fuisset._ + +Nè il legislatore se ne mostra meno impensierito. Al tempo di Domiziano +le conversioni al giudaismo erano così frequenti che parecchie leggi +furono fatte per impedirle (38). I convertiti erano puniti di morte e +colla confisca dei loro beni, e la stessa pena colpiva coloro che erano +accusati di aver cooperato alla loro apostasia. + +Nè pare che queste leggi avessero risposto allo intento, perchè vediamo +Costantino obbligato a proibir di nuovo con severissime pene agli Ebrei +di far proseliti. + +Ma a toglier ogni dubbio sull'efficacia dello spirito di propaganda che +animava gli Ebrei nella Roma pagana, ci piace recar qui un brano di +Dione Cassio (39). “Questo paese si chiama Giudea, e Giudei i suoi +abitanti. Non conosco l'origine di questo secondo nome, ma esso si +applica ad altri uomini che, quantunque di razza diversa, hanno adottate +le istituzioni di questo popolo. E fra i Romani sonvi molta gente di tal +fatta, e quanto si fece per porvi ostacoli, non giovò che ad aumentarli, +tanto che fu forza accordar loro la libertà di vivere secondo le loro +leggi.” + +Altro modo, di cui gli Ebrei dovettero giovarsi per acquistar proseliti, +fu il possesso degli schiavi; e le numerose precauzioni, che per lunga +serie di secoli prendono le autorità spirituali e le temporali, per +impedire agli Ebrei di convertire alla loro religione gli schiavi da +essi posseduti, bastano a farci persuasi quanto zelo mettessero gli +Ebrei nel deluderle. + +Ma anche senza tener conto di questo coefficiente pure importantissimo +per l'adulterazione della razza, la storia delle età di mezzo ci porge +non infrequenti esempi di conversioni al giudaismo. + +Alla fine del IV secolo dell'èra nostra Abu-Karibba-Tabban re +dell'Yemen (40) e nel 740 Bulan re dei Kazari (41) abbracciano il +giudaismo. + +All'epoca dell'imperatore Enrico II il cappellano di un Duca Corrado, di +nome Vecelino, passò al giudaismo, locchè fece adirare al massimo grado +l'imperatore, ma non produsse altro castigo che quello di una erudita +confutazione (42). + +Un caso simile sotto Lodovico il Pio è narrato da Krabano Mauro (43). + +In Francia le conversioni al giudaismo non sono senza esempio. Parecchi +cristiani lasciarono nel IX secolo la Chiesa per abbracciare il +giudaismo, e fra questi si citava un diacono palatino a nome Putho (44), +e sino ai tempi di Filippo il Bello (XIV secolo) si segnalano +conversioni (45). + +Nel 1040 un celebre rabbino di Granata, Giuseppe Halevy, è accusato di +aver fatto proseliti alla fede mosaica in Ispagna e messo a morte (46). + +Le conversioni al giudaismo erano, nel XIII secolo ancora, tanto +frequenti da meritare che Nicolò IV, appena assunto al Pontificato, se +ne occupasse con una lettera datata da Rieti, 5 settembre 1288; lettera +che non deve aver prodotto grande effetto, se Giovanni XXII è obbligato +a promulgarne una consimile il 13 agosto 1317. + +Rainaldo ci assicura che nel XIV secolo molti fra i discepoli di +Giovanni Viclefo abbracciarono la _perfidia giudaica_. + +Il primo di agosto 1603 sulla Piazza Ribeiro in Lisbona venne bruciato +fra Diego di Assunçao, monaco francescano, che, dopo aver abbracciato il +giudaismo, andava predicando ed insegnando questo solo doversi +considerare vera religione. + +Ricorderò ancora quel Giovanni Mica, cristiano portoghese del XVI +secolo, che, fattosi ebreo, prese il nome di Giuseppe Nassi, visse in +Costantinopoli e pubblicò varie opere lodatissime (47). + +Nel secolo scorso rimase celebre in Inghilterra la conversione di lord +Giorgio Gordon (48). + +Molti altri esempî potremmo citare (49); ma crediamo che quelli da noi +portati sien più che sufficienti a provare che il Giudaismo devesi +considerare come una religione, non come una razza (50). + +Come dubitare che gran parte degli Ebrei attuali non discenda da questi +nuovi convertiti (51)? Certamente, grazie alle persecuzioni che per +lunghi secoli afflissero i credenti nella legge di Mosè, non un Ebreo si +trova oggi nel luogo di origine della propria famiglia. + +Cacciati or di qua, or di là, essi andavano concentrandosi nei paesi, +dove leggi, non più miti, ma meno crudeli permettevano loro di vivere +con una sicurezza relativa; sicchè, oggi, tanto varrebbe voler cercare i +veri discendenti dagli Ebrei di Palestina, per ricacciarli nella loro +terra, quanto il cercare in Italia i discendenti degli antichi barbari +per ricacciarli oltre Alpi. + +Ma se si volesse adottare contro gli Ebrei un provvedimento qualsiasi, +ispirato a questa pretesa differenza di razza, come a noi italiani non +si affaccierebbe alla mente la testimonianza, già da noi invocata, di +Dione Cassio e come non ci tormenterebbe il dubbio che questi pretesi +stranieri, questi abborriti semiti sieno proprio figli di quei Romani +convertiti al Giudaismo, di cui parla lo storico latino, tornati fra +noi, dopo Dio sa quali peregrinazioni, mossi da quell'amore del paese di +origine che, come un istinto, sopravvive forse in noi alla memoria? + +Nè gioverà spender molte altre parole intorno a siffatta questione di +razza, perchè, assurda dovunque, essa raggiunge fra noi l'apice della +assurdità. + +Gettiamo uno sguardo sulla storia dei secoli scorsi, e vedremo, finchè +durò la potenza di Roma, accorrere fra noi stranieri d'ogni razza e +d'ogni lingua, e quando i destini d'Italia mutarono sì che da donna +divenne ancella, vedremo gli schiavi di ieri mutarsi in predoni, correre +sulle terre nostre e devastarle. Goti, Longobardi, Normanni, Saraceni +persino si impiantano fra noi, e vi spadroneggiano, e noi osiamo oggi +parlare di razza! + +E poi cosa è la razza di fronte al grande principio del secolo nostro, +quello delle nazionalità? E caratteristica della nazionalità è la +lingua, non la religione, non l'origine. + +Per riconoscere nome e qualità di italiano a chi è nato in Italia da +genitori italiani, a chi parla la nostra lingua, sarà forse d'uopo +aprirgli le vene per riconoscere quante goccie di sangue non italiano vi +corra? + +Or via, l'Italia, che a buon dritto considera come fratelli i Valdesi +del Piemonte, i Cimbri dei Sette Comuni (52), gli Slavi del Molise, gli +Albanesi ed i Greci del Mezzodì, vorrà contestare nome e qualità di +italiani agli Ebrei, che nei tempi di schiavitù divisero la sorte degli +altri Italiani? + +Un'ultima ragione infine, e potentissima, dovrebbe spingere i moderni +antisemiti a non insistere sulla questione di razza. + +Essi, che non arrossiscono di farsi persecutori, ma che arrossirebbero +di giustificare la persecuzione colla sola causa che la renderebbe meno +odiosa, lo spirito di religione, verrebbero, ponendo innanzi tale +questione, a provocare una enorme ingiustizia. + +Non vi ha dubbio che negli scorsi secoli o per convinzione, o per +sottrarsi a persecuzioni, o per ispirito di cupidigia, milioni di Ebrei +apostatarono per abbracciare il Cristianesimo. + +Pel Cristiano che ripugna dall'Ebreo, perchè vede in lui l'ostinato +avversario della sua Fede, l'uccisore del suo Dio, l'acqua del Battesimo +lava queste colpe originali, sicchè egli a buon dritto considera eguali +a se stesso l'ebreo battezzato e i suoi discendenti. + +Ma per l'antisemita moderno, ateo e materialista, che odia nell'ebreo +non la religione, ma la razza, l'acqua del Battesimo non lava nulla; +perocchè nessun teologo ha mai asserito che il Battesimo muti un semita +in un giapeto. + +Sicchè, se il moderno antisemitismo non vuol commettere una enorme +ingiustizia, egli deve cercare, per avvolgerle nel suo odio, quelle +migliaia di famiglie cristiane che hanno nelle vene sangue di +ebreo (53). + +Il dilemma è stringente: o gettare la maschera e confessare che non si +perseguitano gli Ebrei perchè semiti, ma unicamente perchè ebrei, od +intraprendere ricerche etnografiche e genealogiche, che sarebbero appena +possibili, se ogni uomo, da Adamo in poi, si fosse iscritto in un _stud +book_, come un cavallo di puro sangue. + +Ma prevediamo sin da ora la risposta che si farà a questo dilemma. Ci si +dirà che gli Ebrei vanno perseguitati non soltanto perchè di razza +diversa, ma perchè la loro legge contribuisce a mantenere una barriera +fra essi ed i popoli fra cui vivono; perchè alla Santa massima del +Vangelo: _Amatevi scambievolmente_, l'esecrando Talmud ha sostituito +quest'altra: _Odiate quanto non è ebreo_. + +A questa obbiezione vecchia quanto la malignità umana risponderemo nel +veniente capitolo, bastandoci per ora di riferire un ultimo fatto a +prova del modo con cui gli Ebrei intendono l'amor di patria. Allorquando +nel Sinedrio dei principali rabbini di Europa, convocato a Parigi +d'ordine di Napoleone I, i delegati imperiali chiesero fin dove +giungesse, secondo gli Ebrei, il dovere dell'amor di patria, tutti i +congregati e primi fra essi i rabbini Segrè, Zingheim e Worms, ortodossi +fin nel midollo e negli insegnamenti e nella pratica della vita, si +alzarono in piedi gridando: “Fino alla morte.” + +(16) Nella predicazione [in Francia] nessun rabbino si lascierà sfuggire +l'occasione di rammentare ai suoi uditori quanto devono alla Francia che +li ha liberati dalla schiavitù (_Rassegna Naz._, loc. cit., pag. 47). +Non citiamo esempî italiani, perchè a tutti sarà accaduto di leggere nei +giornali politici le relazioni di solennità celebratesi nelle sinagoghe +in occasione di feste ed anniversarî patriottici. + +(17) Gladstone, in una sua lettera 6 ottobre 1876, indirizzata al signor +Leopoldo Gluckstein e pubblicata negli _Archives Israélites_ di Parigi, +1º novembre 1876, così si esprime: “Ho sempre ammirato il contegno degli +Israeliti inglesi nell'adempimento dei loro doveri civici.” + +(18) Una curiosa prova della assurdità dell'accusa che si muove agli +Ebrei di sentirsi estranei alla terra in cui nacquero ce la porge +l'_Antisémitique_ francese. Mentre in ogni numero scaglia questa +calunnia contro gli Ebrei, rinfaccia poi alla maggior parte degli Ebrei +francesi di esser di origine tedesca e si sforza di aizzare contro di +loro le passioni popolari, dipingendoli quasi altrettanti agenti del +governo germanico. O logica, proprio antisemitica!! + +(19) _Sei mesi in Italia_, pel dott. A. BERLINER; versione dell'abate +prof. Pietro Perreau. + +(20) Abbiamo citato a preferenza del nome di altri patrioti Ebrei quello +dell'on. Finzi, e perchè pochi possono a lui paragonarsi per inconcusso +patriottismo, e perchè rammentiamo d'aver letto nell'_Arena_ di Verona +del 10 novembre 1876 il seguente brano di una lettera che in occasione +delle elezioni generali l'illustre uomo scriveva a quel giornale. + +“Ebreo realmente, mi trovai iscritto nei registri di popolazione dove +nacqui: ma nè per religione, nè per abitudini mi sono sentito ebreo in +tutta la vita. Ho una religione anch'io vivida e pura che mi affratella +a tutta l'umanità senza distinzione d'ebrei, di cristiani, di cattolici, +di turchi, che mi è inspiratrice di nobili e delicati sentimenti, che mi +insegna il volontario sacrifizio e mi dà vigore e conforto nelle ore +perplesse della sventura.” + +Questa lettera, fatta per attirare sul capo dell'on. Finzi i fulmini +degli intolleranti di tutte le religioni, giova mirabilmente all'assunto +nostro, perchè dimostra — e ce n'era bisogno? — che il fatto di esser +nati ebrei piuttosto che cristiani o turchi non ha proprio nulla a +vedere coi sentimenti patriottici. + +(21) Angelo Usigli, nato nel 1803 a Modena, morto a Londra, nel 1875, fu +congiurato con Ciro Menotti, anzi dei pochi che collo stesso Menotti +furono nella costui casa circondati dalle truppe estensi. L'Usigli +propose di dar fuoco alla casa piuttosto che arrendersi, ma, dissentendo +i compagni, fu con loro arrestato e condannato a morte. Commutatagli la +pena in esiglio perpetuo, si rifugiò a Londra e collaborò nella Giovane +Italia. V. _Gazzetta d'Italia_, 15 aprile 1875. + +(22) L'avo di Daniele Manin era ebreo. Il comm. Pincherle lo seppe dalla +sua bocca stessa. V. _La vita ed i tempi di Daniele Manin_ per Errera e +Finzi, Venezia, 1872. Cfr. Rudolph Gottschill, _Un mois d'automne en +Italie_. + +(23) Ci limiteremo a riferire qui l'elenco degli Ebrei che fecero parte +della gloriosa schiera dei Mille; sono otto e cioè: Alpron Giacomo, da +Padova; Colombo Donato da Ceva; D'Ancona Giuseppe da Venezia; Donati +Angelo da Padova; Luzzatto Riccardo da Udine; Ravà Eugenio da Reggio +Emilia; Uziel Davide Cesare da Venezia. Calcolato a venticinque milioni +il numero degli italiani nel 1860, ed a quarantamila il numero degli +ebrei, si vedrà di leggieri quanto sproporzionatamente numeroso sia +stato il concorso degli Ebrei in quella spedizione. I nomi che precedono +abbiam desunto dal n. 21 dell'anno 1864 del _Bollettino delle nomine e +promozioni_. _Giornale Ufficiale militare_, pag. 169 e seg. + +(24) ESODO, XII, 38. + +(25) GIOSUÈ, IX, X. — II. SAM. XXI. + +(26) I. RE. + +(27) ESTER, VIII, 17. + +(28) II. RE, XVII, 24 e seg. + +(29) II. RE, V, 17, 18. + +(30) _Antiq._, l. XX, cap. 2 a 4. + +(31) _Mœurs des Israélites_, cap. V. In _Œuvres de l'abbé Fleury_, +Paris, Michel Desaiz, 1837, pag. 183, col. I. Cfr. FRANK, _De l'état +politique, religieux et moral de la Judée dans les derniers temps de sa +nationalité_. In _Vérité Israélite_, tomo II, pag. 7 e segg. + +(32) ATTI DEGLI APOSTOLI, II, 5. + +(33) Cfr. DEGUBERNATIS, _Matériaux pour servir a l'histoire des études +orientales en Italie_. + +(34) HAVET, _Le Christianisme et ses origines. L'ellénisme_, t. II, pag. +248. Cfr.: DELAUNAY, _Philon d'Alexandrie. Les écrits historiques_, pag. +123 e 124; NICOLAS, _Des doctrines des Juifs, pendant les deux siècles +antérieurs a l'êre chrétienne_, pag. 113; BEUSS, _Hist. de la Théologie +chrétienne au siècle apostolique_, v. 1, pag. 107 e 109. + +(35) Avendo condotto al loro culto un gran numero di Greci, ne fecero +una parte della loro comunità. (_De bello jud._, libro VII, cap. III, § +3). + +(36) _Les philosophes du siècle d'Auguste_ in _Revue contemporaine_. +Tomo V, prima dispensa. + +(37) _Judaeorum juventutem per speciem sacramenti in provincias +gravioris cœli distribuit, reliquos gentis ejusdem vel similia sectantes +urbe summovit._ (SVETONIO, _in Tiber._, § 36). + +(38) _Judaeus qui eum qui judaicae religionis non esset contraria +doctrina ad suam religionem traducere praesumpserit, bonorum +proscriptione damnetur, miserumque in modum puniatur._ (Leg. 7, Cod., +_de Jud._; DIONE CASSIO, _Hist. rom._; SPENCER, _In orig._, p. 33). + +(39) _Hist. rom._, XXXVIII, 17. + +(40) Oggi ancora, secondo una corrispondenza della _Presse_ di Vienna, +riferita nel n. 20 dell'_Israelit_ di Magonza dell'anno 1875, esistono +nell'Yemen più di 500 mila ebrei. + +(41) A quest'epoca, il giudaismo salì nuovamente sopra un trono regio, +sopra quello dei Cazari, popolo della Tartaria, ai quali eransi +mischiati alcuni ebrei, cristiani e mussulmani. Fu senza dubbio per +effetto del commercio crescente in quel regno, così favorevole +all'industria e situato vicino il mar Caspio, che Balan, capo dei Cazari +(o Cozari) si lasciò convertire al giudaismo. Da quell'istante un ebreo +regnò costantemente per meglio di tre secoli. (SCHWAB, _Storia degli +Ebrei_, tradotta dal prof. Pugliese. Venezia, Longo, 1870, pag. 95. +_Cfr._ AD. NEUBAUER, Relazione al Ministro ed osservazioni del sig. Munk +in _Journal Asiatique_, 1865, tomo I). + +(42) _Monumenta Histor. German. Scriptores_, VI, p. 704 e 720. + +(43) WÜRDTWEIN, _Nova subsidia diplomatica_, I, p. 125. + +(44) BEDARRIDE. Op. cit., pag. 84. + +(45) BASNAGE. Op. cit., libro VII, cap. 18. + +(46) BARTHOLOCCIUS. _Bibl. rabb._, t. III. — SALOMON BEN VIRGA, _Scevet +Jehudà_, 5 excidium. + +(47) _Cfr._ DE ROSSI, _Diz. storico degli Autori Ebrei_, Parma, 1802, a. +v. _Nassi_ e STEINSCHNEIDER, _Catalogus Libr. Hebr. in Bibl. Bodleiana_, +col. 1515. + +(48) Cfr. MACAULAY, _Speeches_, vol. 6, pag. 141, 2ª ediz. Tauchnitz. + +(49) È innegabile che nell'età moderna lo spirito di propaganda degli +Ebrei è completamente cessata. Pare che ora abbiano preso alla lettera +l'insegnamento del Talmud: _Son perniciosi i proseliti agli Israeliti +come la lebbra o come la calvizie_ (TALM. BAB., capo IV, folio 47 b. et +alibi) sicchè si può oggi asserire che la religione mosaica è la sola, +fra quelle professate nel mondo civile, che non si occupi di far +proseliti. Pure oggi ancora non mancano esempî, benchè rarissimi, di +Cristiani che abbracciano volontariamente il Giudaismo. Cooper, nelle +sue lettere sugli Stati Uniti, parla di una società di Ebrei +costituitasi nello Stato di Nuova York per provocare la conversione dei +Cristiani. Se la notizia, che non vedemmo mai confermata da altre fonti, +non è un _humbug_ americano, la fondazione di questa società è una prova +che gli Ebrei di America non si sentono, per quanto almeno concerne +l'eccentricità, estranei alla terra in cui vivono; perocchè possiamo +affermare che non vi ha in Europa oggigiorno fra gli Ebrei la più +leggiera traccia di spirito di proselitismo. + +(50) Anche il Rénan si è testè occupato di questo argomento in una +conferenza da lui tenuta il 27 gennaio 1883 al Cercle Saint-Simon ed +edita poi dal celebre editore parigino Calmann Lévy col titolo: _Le +Judaïsme comme race et comme religion._ In questa conferenza, cui +rimandiamo coloro che fossero vaghi di maggiori particolari +sull'argomento, il dotto francese, dopo aver spiegato come la scienza +delle religioni le divida in due grandi classi, _universali_ (il +buddismo, il cristianesimo, il maomettismo) e _nazionali_ o _locali_ cui +devono ascriversi tutte le altre, viene a mostrare come tutte le +religioni nazionali sieno perite e come la religione ebraica, +precorrendo per opera dei suoi profeti al Cristianesimo, abbia assunto, +col monoteismo che ne è la caratteristica la più spiccata, forma appunto +di religione universale. Gli Ebrei, che dalle loro profezie eran fatti +persuasi tutti i popoli dovere col tempo convertirsi alla loro Fede, +cercavano affrettarne la realizzazione cercando proseliti fuori della +loro nazione. E di questo spirito di propaganda del giudaismo antico +molti esempî reca il Rénan. Nessuno poi potrà dire di aver un'idea +completa dell'argomento, ove non abbia letto l'importantissimo opuscolo +del cav. Marco Mortara: _Le prosélytisme juif_. Paris, Witt. Hersheim, +1875. + +(51) È innegabile che la segregazione forzata in cui gli Ebrei vennero +tenuti fino a pochi anni addietro impedì loro sempre di confondersi +colle popolazioni in mezzo alle quali vivevano; sicchè si può asserire +con qualche certezza che esiste un tipo speciale al quale si possono +conoscere gli Ebrei. Ma questo tipo è egli il tipo semita puro? Quale +antropologo potrebbe asserirlo? Non è più ovvio il ritenere che esso sia +più che il carattere di una razza, la risultante di speciali abitudini +di vita, che si sarebbe perpetuata per eredità fisiologica? Ed infatti, +non vediamo questo stesso tipo andar man mano cancellandosi negli Ebrei, +che, vivendo nei paesi civili, finiscono coll'adottare le abitudini +delle popolazioni fra cui si trovano, mentre si mantiene inalterato in +Ungheria, in Polonia ed in tutti i paesi dove la minor civiltà delle +popolazioni e la conseguente rozzezza dell'ebreo rende difficile ogni +contatto, ogni assimilazione? + +(52) Usiamo la denominazione la più comunemente accettata, pur +conoscendone l'inesattezza, per non ingolfarci in una questione +etnografica affatto estranea al nostro argomento. + +(53) Ricordiamo che il Conte di Molé, famoso ministro francese dei tempi +di Luigi Filippo, discendeva da una ebrea, la figlia di Samuel Bernard +il banchiere di Luigi XIV, che si era battezzata per isposare il +cancelliere Molé. Nè questa dei Molé è la sola nobile famiglia europea +nelle cui vene sia frammisto qualche gocciolina di sangue giudaico; e, +per non moltiplicare gli esempi, ricorderò come da famiglia ebrea +discendesse Pier di Leone, noto antipapa del secolo XII, e come +discendesse pure da una ebrea — la figlia del celebre generale Ventura, +modenese — quel marchese di Trazignies, belga, che, spinto da fanatismo +religioso e politico, venne in Italia a combattere il movimento +nazionale nelle file dei briganti, e fatto prigioniero colle armi alla +mano, fu, da un picchetto del 43º reggimento fanteria, fucilato in +Isoletta li 11 novembre 1861. + + + + + II. + + Il Talmud + + +Tutti hanno udito menzionare, ed anche maledire, il _Talmud_, questo +libro che lo storico Milman (54) chiamava: “monumento straordinario +dell'attività umana, della intelligenza umana, e dell'umana pazzia;” +molti certamente ignorano cosa esso sia, o ne hanno nozioni assai +incomplete; e non vi sarebbe troppo da meravigliarsi se qualche +semidotto credesse ancora che il _Talmud_ fosse un uomo, siccome avvenne +a quel buon Cappuccino d'Henry de Seyne che ebbe con tutta tranquillità +a scrivere: _Ut narrat Rabbinus Talmud_. + +Cercheremo, in brevi parole, di dirne quel tanto che sarà necessario per +far chiaro ciò che dovremo dire in appresso. + +Fintanto che gli Ebrei rimasero nella Terra Promessa, la Legge scritta, +il Pentateuco, fu, per essi, solo codice religioso, morale, politico. + +Coloro che eran chiamati ad insegnarlo ed a curarne l'osservanza, ne +conoscevano ed applicavano, caso per caso, l'interpretazione +tradizionale. + +Essi erano, a sentirli, depositari di una tradizione orale trasmessa in +buona parte da Dio stesso a Moisè sul Sinai (_alachà lemoscè +Missinai_) (55), da Mosè trasmessa a Giosuè, da questo agli anziani, +dagli anziani ai profeti e dai profeti agli uomini della Grande +Sinagoga (56). + +Agli Ebrei però era allora vietato di raccogliere per iscritto tale +tradizione. Il motivo di questo divieto non è noto. Chi crede ne fosse +causa il desiderio connaturale ai popoli orientali, siccome ci mostrano +la storia dell'India e dell'Egitto, di concentrare in poche mani il +monopolio della scienza (57); chi ne cerca ragione nel timore che errori +di copisti o volontarie falsificazioni (58) producessero nuovi scismi; +chi nel desiderio di impedire che la legge tradizionale acquistasse +eguale autorità della scritta; S. D. Luzzatto (59) infine, pensa che +tale divieto provenisse dall'aver, gli antichissimi dottori, voluto che +la teoria e la pratica della religione rimanessero in buona parte +modificabili, giusta i bisogni dei tempi, ragione per cui nulla +scrissero e nulla permisero si scrivesse per non scemare ai posteri la +libertà di modificare gli insegnamenti dei predecessori (60). + +Per quanto incredibile possa ciò sembrare a' giorni nostri, non è meno +certo che questi insegnamenti passavano per tradizione orale dall'una +all'altra generazione. La memoria sviluppatissima, come è noto, presso i +popoli orientali, dovette aver parte grandissima nelle scuole +ebraiche (61). + +Caduto il secondo tempio e venutane la gran dispersione degli Ebrei, i +loro dottori compresero che ove si fosse continuato nell'antico sistema, +la tradizione avrebbe molto probabilmente finito coll'andar dispersa. + +Pensarono quindi di ridurla in iscritto, e Giuda di Tiberiade, +soprannominato il Santo, a causa della sua scienza e della purezza dei +suoi costumi, e conosciuto anche sotto il semplice nome di _Rabbì_, +quasi il maestro per antonomasia, compilò, nel primo quarto del terzo +secolo, la _Mischnà_ o seconda legge (62). + +Che egli poi la scrivesse, come afferma il Maimonide e con lui +moltissimi altri, o che invece egli si limitasse ad insegnarla ai suoi +numerosi uditori, sicchè essa si tramandasse inalterata per molte +generazioni e venisse soltanto dopo lungo tempo posta in iscritto, +siccome vogliono con S. D. Luzzatto, il Graetz e molti altri moderni, è +questione sulla quale non ci sentiamo da tanto di pronunciarci. Ciò che +è certo è che la _Mischnà_ sta al Pentateuco, come il Mitri ai Veda, la +Sunnah al Corano e che è qualche cosa di analogo alle Ῥήτραι greche, +alla _lex non scripta_ dei Romani ed alla _Common Law_ degli Inglesi. + +Nella _Mischnà_ Giuda raccolse tutti i decreti, gli statuti, le sentenze +pronunciate dai saggi, diverse massime religiose e morali, tutto ciò che +era stato adottato durante l'epoca dei profeti dai membri della grande +Sinagoga, tutte le ordinazioni del Sahnedrin e dei _tanaim_ (63), cioè +dei dottori più celebri vissuti durante i due secoli anteriori, e ne +fece un'opera divisa in sei parti principali, dette _ordini_. + +Ogni ordine è diviso in trattati (letteralmente: _contesti_), ogni +trattato in capi, ogni capo in paragrafi (detti _mischnà_, nel senso più +ristretto della parola). La prima parte od _ordine_ che dir si voglia +intitolata _delle sementi_ tratta delle leggi dell'agricoltura e delle +decime (64). Vi è premesso un trattato sulle benedizioni quotidiane e su +quelle che devonsi pronunciare in varie circostanze. La seconda parte +_delle Feste_ tratta delle cerimonie da compiersi nei giorni feriali e +solenni. La terza: _della Donna_ o del matrimonio e dei doveri della +famiglia. La quarta: _dei danni_, si occupa della indennità dovuta pei +danni che si occasionano altrui ed in generale di tutto quanto si +riferisce al giure civile ed al punitivo. Questa parte offre in +moltissimi punti una grande analogia col diritto romano (65). A questa +parte è aggiunto un trattato di morale che contiene una raccolta di +sentenze morali dei padri della Sinagoga. La quinta parte tratta _della +Santità_ e dei sacrifizi che si offrivano nel Tempio, che vi è +minutamente descritto, e contiene inoltre i precetti sui cibi. La sesta +verte _sulle purificazioni_ e sulla purità ed impurità legale. + +Lo spirito generale della _Mischnà_ trova la sua migliore espressione +nelle parole del suo stesso redattore, che servono quasi di epigrafe +alla intiera raccolta: “Siate tanto coscienziosi nell'adempimento dei +piccoli precetti quanto dei grandi perchè ignorate la ricompensa che va +annessa ad ognuno di essi. Paragonate la perdita temporale che vi +occasiona l'adempimento di una legge, colla ricompensa celeste che vi è +congiunta, ed il beneficio che risulta dalla trasgressione della legge +colla pena che deve seguirla. Per evitare il peccato abbiate sempre +presente tre cose: che al dissopra di voi vi ha un occhio che tutto +vede, un orecchio che tutto intende, e che tutte le vostre opere sono +scritte in un libro” (66). + +La _Mischnà_ ha più carattere di codice che di trattato di metafisica. +Però essa non trascura l'occasione di inculcare quegli alti principii +morali cui deve informarsi la stretta lettera della legge. +Nell'esecuzione di un fatto guarda più all'intenzione che all'atto in sè +stesso. Chi reclama un diritto, basandosi sulla lettera della legge, ma +senza tener conto del sentimento di umanità, che dovrebbe spingerlo a +non insistere nelle sue pretese, non è amato nè da Dio nè dagli uomini. +Quegli invece che spontaneamente fa buon diritto agli altrui reclami, +anche quando la legge non gliene impone l'obbligo, colui, in una parola, +che non si ferma alla _porta della giustizia_, ma che varca la linea +della misericordia, guadagna l'approvazione del saggio. “Gerusalemme, vi +è detto, non andò distrutta se non perchè in essa si giudicava col rigor +della legge” (67). Certi doveri, come, ad esempio, il rispetto ai +genitori, la carità, l'applicazione precoce allo studio, l'ospitalità, +il metter pace fra nemici traggono seco (68) la loro ricompensa in +questo mondo, ma questa non è che un interesse; la vera ricompensa, il +capitale, viene pagato nella vita futura. Nella _Mischnà_ non è parola +dell'inferno. Oltre le pene sancite dalla legge la _Mischnà_ non +minaccia ai peccatori che un solo castigo misterioso e formidabile +mandato da Dio, “lo sradicamento;” è lo sterminio (_cared_) di cui già +parla la Scrittura. Le colpe si riscattano generalmente o col +pentimento, o colla carità, o col sagrifizio e nel giorno della +espiazione; se gravissime, il pentimento giova soltanto a sospendere gli +effetti dell'ira divina, ed ove esso continui sino alla morte, questa +tutto espia. I peccati commessi contro gli uomini non sono perdonati se +la parte offesa non riceve piena riparazione, e non si dichiari +soddisfatta. La virtù la più alta consiste nello studio della legge, +siccome quello che conduce all'esercizio della virtù (69). Un bastardo +istrutto è più onorevole di un gran sacerdote che non lo sia (70). + +Esistono due redazioni della _Mischnà_, le quali non presentano per +altro notevoli differenze. + +La _Mischnà_, la quale non contiene generalmente che la decisione finale +della tradizione, secondo i pareri dei diversi dottori, fu naturalmente +argomento di note, di scolii, di discussioni, nelle due accademie +religiose di Palestina e di Babilonia. In ciascuna di queste due +accademie si fece più tardi una raccolta di queste discussioni: queste +raccolte, molto più voluminose della _Mischnà_ che serve loro di testo, +presero il nome di _Ghemarà_ o complemento. La _Mischnà_ e la _Ghemarà_ +insieme unite formano il _Talmud_ (71). + +Per conseguenza si hanno due _Talmud_; uno frutto degli studi +dell'Accademia di Palestina chiamato _Ghemarà_ di Gerusalemme, l'altro +dovuto all'Accademia di Babilonia e detto _Ghemarà_ di Babilonia. + +La _Ghemarà_ di Gerusalemme venne redatta a Tiberiade ed ultimata +probabilmente verso la fine del IV secolo dell'èra nostra, sotto la +direzione di rabbi Iochanan, detto anche _bar nappachà_, ossia, figlio +del fabbroferraio (72). Conteneva i commentarii sulle cinque prime parti +della _Mischnà_, ma quelli risguardanti la quarta parte andarono +perduti. + +Anche le altre quattro parti contengono taluni trattati incompleti. +Questa _Ghemarà_ venne negletta, negli studii delle scuole ebree del +medio evo. Essa subì la sorte delle Accademie, da cui aveva avuto +origine, e che vennero ecclissate da quelle di Babilonia. Se le edizioni +del _Talmud_ gerosolimitano sono meno buone, è perchè ancora non se ne è +scoperto un esemplare manoscritto colla cui scorta si possano +ristabilire i differenti brani mutilati dai copisti. Inoltre questo +_Talmud_ offre molta difficoltà, grazie alla lingua, in cui è scritto, +imbarbarita dalla mescolanza di molte voci greche e siriache. + +La _Ghemarà_ di Babilonia, la cui autorità prevalse fra gli Ebrei, venne +redatta, in una lingua mescolata d'ebraico e d'aramaico, nel corso del +quinto secolo, da Aschè, celebre dottore dell'Accademia di Sora (73), da +_Ravenà_ suo discepolo e terminata l'anno 500 da rabbi Jossè. Essa è +almeno quattro volte più voluminosa dell'altra, quantunque a noi non +sian giunti che i commenti a trentasei dei sessantatre trattati, di cui +si compone la _Mischnà_. Le discussioni vi sono più sviluppate, essendo +stato chiuso più tardi. Contiene, oltre alle dispute di numerose scuole +babilonesi, anche quelle di talune scuole di Palestina. + +Questa _Ghemarà_, al paro della Gerosolimitana, è composta di due parti +principali: la parte rituale, detta _Alachà_, in cui si discorre anco +dei riti che divennero impraticabili dopo la distruzione del tempio e +una parte non rituale, detta _Agadà_ che contiene narrazioni, leggende, +allegorie, proverbi, regole di vita sociale, dottrine morali e +sentenze (74). Morale, metafisica, giurisprudenza, astronomia, medicina, +tutte le scienze trovano luogo nel _Talmud_ (75). + +Le nozioni, che sopra ognuna di esse vi si leggono, sono certamente ben +lungi dal raggiungere la perfezione, ma, a traverso gli errori +moltissimi che danno a quel libro l'impronta dell'epoca in cui fu +scritto, appare che, sin da allora, esisteva presso gli Ebrei il germe +della Enciclopedia umana. E ciò è tanto vero che l'Etheridge, scrittore +certamente non favorevole al giudaismo, si lascia scappare questa +confessione: “Quando il Talmudismo come sistema religioso sarà +scomparso, il _Talmud_ non cesserà perciò di essere una preziosa miniera +di leggende divertenti e di lezioni inapprezzabili che resteranno vere +per tutti i tempi futuri” (76). + +Quanti scrissero del _Talmud_ notarono il disordine con cui è redatto. +L'_Alachà_ e l'_Agadà_ vi si incontrano promiscuamente, senza sistema nè +ordine, sicchè un illustre scrittore disse sembrar quasi che i dottori, +minacciati dalla dispersione, agissero come uomini che in un incendio +salvano tutto quanto loro viene sotto mano, lasciando ad altri la cura +di tirare più tardi il miglior partito da quanto venne sottratto alle +fiamme (77). + +Questo disordine non deve recar meraviglia. Chi non sa che, malgrado gli +sforzi di Triboniano, il Digesto abbonda in _germinationes, leges +fugitivae, errativae?_ Gli stessi famosi capitolari di Carlo Magno, o +meglio dei Re Franchi (_Capitula Regum Francorum_), non sono, se si +considerano colle idee dei nostri tempi anzichè con quelle dell'epoca in +cui vennero scritti, che una indigesta e disordinata farraggine (78). +Eppure i Capitolari son di vari secoli posteriori al _Talmud_. + +Una questione importante a risolversi sarebbe quella di conoscere, se il +disordine che tanto si lamenta nel _Talmud_, sia una ripercussione di +quello che avrebbe sistematicamente regnato nelle discussioni delle +accademie ebraiche; ma l'esame di tale questione ci porterebbe fuori del +ristretto campo di questo modestissimo libercolo, sicchè contentiamoci +di averla accennata. + +Il miscuglio però dell'_Agadà_ coll'_Alachà_ ci viene spiegato da un +aneddoto che troviamo narrato nel Talmud stesso, e che ci piace riferire +anche perchè vale a render ragione delle iperboli esagerate che spesso +si riscontrano nel Talmud, e di cui si fecero un'arme coloro che vollero +denigrarlo, senza tener presente l'aureo consiglio di Goëthe, che chi +vuole comprendere un poeta deve recarsi nel paese dove egli visse. Un +vecchio maestro, narra adunque il Talmud, accorgendosi un giorno che i +suoi scolari sonnecchiavano durante la lezione, si interruppe d'un +tratto per dire: “Vi fu una volta in Egitto una donna, che diede alla +luce seicentomila uomini.” Si può di leggieri immaginare l'effetto +prodotto da questo meraviglioso racconto. “Era, continuò tranquillamente +il maestro, Jochebed, la madre di Mosè, il quale valeva da solo i +seicento mila uomini d'arme che uscirono dall'Egitto”; e rieccitata in +tal guisa l'attenzione dell'uditorio, continuò la sua lezione. Chi +conosce l'indole immaginosa degli Orientali comprenderà come i maestri, +per tener desta l'attenzione degli uditori, dovessero spesso ricorrere a +tale sistema, mescolare la leggenda divertente e fantastica col precetto +rigido e positivo. + +L'_Agadà_ fu spesso segno a motteggi, ed è sempre o quasi sempre di essa +che si parla, allorquando si discorre di fantasticherie rabbiniche, o si +scaglia contro gli Ebrei il vecchio insulto: _Lex Judaeorum, lex +puerorum_ (79). + +Niun miglior giudice però dell'importanza che devesi annettere ad +un'opera, dello stesso autore; ora nel _Talmud_ stesso troviamo questo +giudizio che può fare apprezzare l'importanza che gli stessi rabbini +annettevano all'_Agadà_: “Colui che la trascrive non avrà la sua parte +nell'altro mondo, colui che la spiega sarà bruciato e colui che +l'ascolta non riceverà ricompensa” (80). + +Ogni popolo ha le sue leggende, ma non accade sovente di vedere i +contemporanei giudicarle coll'indipendenza d'opinione di cui dà prova +questo rabbino. + +Ed è veramente strano il vedere che, malgrado siffatta indipendenza di +giudizio, si sia potuto da taluno asserire che gli Ebrei di ogni paese +si sarebbero obbligati con patto solenne ad accettare il Talmud nella +sua integrità, a non aggiungervi ed a non togliervi una sola parola. Con +ben maggiore ragione un illustre professore tedesco scrisse: “che i +Talmud non hanno essenza dogmatica, che persino i risultati +scientifico-legali sono soltanto opinioni individuali e provvisoriamente +valevoli, che la sinagoga non li sanzionò mai, e non riconobbe mai in +essi l'autorità di decretali riconosciute e generalmente +valevoli.” (81). + +Infatti il Talmud non fu mai accettato dalla nazione, in assemblea +generale o speciale. Le sue decisioni legali, come quelle che emanavano +dalle più alte autorità teologiche del Giudaismo, formarono certamente +la base della legge religiosa, la norma di tutte le decisioni future. Ma +è probabile, per non dir certo, che egli non deve la autorità di cui +gode, che ad una causa non prevista dai suoi stessi autori. Durante le +persecuzioni contro gli Ebrei, che ebbero luogo nell'impero persiano +sotto Ysdegerd II (440 d. G. C.), Peroze e Cobade, le scuole furono +chiuse per quasi ottant'anni. Lo sviluppo permanente, continuo, della +legge che era lo spirito del Giudaismo fu violentemente interrotto; ed +il libro ottenne una autorità suprema, che era ben lungi dalla mente dei +suoi autori. + +Ma qual sia questa autorità, ce lo dice Samuel Naghid, il dottissimo +ebreo spagnuolo che fu nell'XI secolo segretario di un re di Granata, e +che è autore di una introduzione al Talmud, tenuta in tanto conto dagli +Ebrei, che forma oggidì parte integrante di tutte le edizioni del Talmud +stesso: + +“Tutto quanto si trova nel Talmud, e che non abbia rapporto con la legge +rituale dicesi _Agadà_; nè da questa devesi trarre altro insegnamento se +non quello che persuade. È da notarsi eziandio che quello che i dottori +fissarono essere dottrina rivelata a Mosè sul Sinai deve ritenersi come +legge fissa ed immutabile, mentre le deduzioni da essi fatte +coll'appoggio di commenti a testi biblici, son cose fatte a seconda +delle esigenze, delle circostanze e delle proprie idee; per cui mentre +devesi ritenere quanto in questi ultimi insegnamenti vi ha di +persuadente, il resto non è cosa su cui si abbia l'obbligo di +appoggiarsi.” Se così scrivevano gli antichi non meraviglia che con +eguale indipendenza il rabbino Hurwiz di Londra abbia scritto nella sua +opera _Hebrew Tales_: “Sono lungi dal sostenere che il Talmud sia un +libro irreprensibile, sono disposto ad ammettere che contiene molte +cose, che ogni spirito illuminato, ogni israelita pio desidererebbe non +vi fossero mai state o vi fossero, almeno, state tolte da molto +tempo.” (82). + +Se piacque dunque a taluno, dice, ben a ragione, il dottissimo +Bedarride (83) di porre a paro le prescrizioni del _Talmud_ con quelle +della legge di Mosè, questa dottrina non è mai stata ammessa dagli Ebrei +siccome articolo di fede. Nelle cerimonie del culto giudaico è il +Pentateuco che il ministro della religione presenta ai fedeli dicendo: +“Ecco la legge che portò Mosè ai figliuoli di Israello.” Se il Talmud +avesse formato un tutto colla legge di Mosè non si sarebbe mancato di +unirlo a quella in siffatte funzioni. + +“Negli articoli di fede del Maimonide, che ottennero l'approvazione di +tutti gli Ebrei, si legge: “Tutta la legge che è oggi nelle nostre mani +ci è stata trasmessa da Mosè.” Anche qui evidentemente non può trattarsi +che del solo Pentateuco. + +“Infine, in tutte le epoche, i più dotti rabbini si sono espressi +liberamente sul conto del Talmud, ciò che non avrebbero osato fare se +fosse stato parte della legge rivelata. + +“Così Judas Levy, che fiorì nell'undecimo secolo, dichiara nel _Cozri_, +che vi sono nel Talmud cose che già ai suoi tempi non si sarebbero +scritte (84). + +“Maimonide, nel _Morè hanevohim_, critica numerosi brani del Talmud, ed +allorquando taluni zelanti vollero scomunicarlo, una folla di dotti +ebrei alzò la voce per adottarne e difenderne le opinioni. + +“Così Aben Ezra, Giuseppe Albo, e gran numero di altri dottori che +meritarono il nome di sapienti, pur rendendo alle tradizioni, che si +trovano nel Talmud, il tributo di rispetto che meritano, non hanno +esitato a dichiarare che vi si contengono cose che non è possibile +ammettere.” + +Non si creda però che noi intendiamo invocare quanto siamo venuti finora +dicendo per sostenere che dal Talmud non si può desumere un sicuro +criterio per giudicare della moralità degli Ebrei. Lungi da noi siffatta +idea. + +Volemmo soltanto dire che coloro i quali asseriscono avere gli Ebrei +egualmente autorevole il Pentateuco ed il Talmud sono in grande errore, +siccome errerebbe chi asserisse che, pei Cristiani, il Vangelo e la +_Summa_ di San Tommaso hanno eguale valore. + +Certamente non mancan Cristiani che non curano o non comprendono i sacri +misteri della loro fede per correr dietro alle stupide fole di Maria +Lateau (85) come non mancano Ebrei che trascurarono quasi il Pentateuco +e le opere sublimi dei loro filosofi, dei loro pensatori per perdersi +nelle quisquilie del Talmud. + +Ma questo, ci si permetta dirlo, non prova nè contro gli Ebrei, nè +contro i Cristiani, prova soltanto, per la millesima volta, una verità +antica quanto il mondo: che ogni religione, come ogni nazione, come ogni +partito conta infinito numero di... spiriti deboli. + +Nè gli Ebrei potrebbero non aver in gran conto questo libro, che non +soltanto fu il legame che li tenne uniti, durante le secolari +persecuzioni di cui furono vittime, ma che giovò eziandio a conservare +intatta la loro fede. Nessuno infatti potrà negare che questo commento +minuziosissimo della legge fosse incontrastabilmente utile al Giudaismo, +come quello che lo preservò da quelle grandi discussioni religiose che +furono cagione di tanti scismi nelle altre credenze. Le religioni che, o +non hanno, come il Giudaismo, un codice particolareggiato, o non +obbediscono, come il Cattolicismo, all'autorità indiscutibile di un +Supremo Gerarca, sono naturalmente soggette a suddividersi in un numero +infinito di chiesuole, come avvenne del Protestantesimo, e come sarebbe +avvenuto del Giudaismo, se il Talmud non vi avesse posto riparo, a tutto +provvedendo, e realizzando, sin dal V secolo, l'ideale di moderni +filosofi: la libertà nell'unità. Sicchè, in questo senso, ben può dirsi +giusta e veritiera la parola del Talmud stesso: “Dio non ingiunse ad +Israello tante leggi e tanti precetti che per renderlo felice” (86). + +Il Talmud, ripetiamolo, è di somma autorità presso gli Ebrei, e noi, +dopo aver mostrato che essi, pur avendolo e dovendolo avere in gran +conto, apportarono nel suo studio quello spirito di libero esame, innato +nel Giudaismo e da esso reso obbligatorio (87), che permette di +sceverare il grano dal loglio, vogliamo ancora dimostrare due cose: che +il Talmud non è legge di iniquità, siccome pretendono gli stolti, ma +legge di amore, di carità, di tolleranza, e che se vi sono nel Talmud +dei passi non pochi che contraddicono ed all'intonazione generale +dell'opera, ed alla vera morale, ciò è facilmente spiegabile e +giustificabile. + +Prima per altro di entrare nello spinoso argomento, ci si conceda una +dichiarazione. La Chiesa Cattolica ha condannato a parecchie riprese il +Talmud (88). Nulla di più naturale che siffatta condanna. + +Il Talmud, codice di una fede non cristiana, deve contenere e contiene +massime, precetti, argomentazioni contrarie al Cristianesimo. Se +altrimenti fosse, gli Ebrei sarebbero Cristiani e la questione sarebbe +bella e terminata. A buon dritto adunque la Chiesa Cattolica condannava +il Talmud siccome libro pernicioso alla Fede e noi faremmo opera stolta +pretendendo scagionarlo da questo addebito. + +Ciò che vogliamo provare è che la morale del Talmud non è punto diversa, +nè sopratutto peggiore di quella che può trovarsi in qualsivoglia opera +umana scritta nelle identiche condizioni di tempi, di luoghi, di +costumi; ciò che ci preme constatare, non per artificio di polemica, ma +per omaggio alla verità è che la legge talmudica non è legge di odio +come volgarmente si crede, e che l'Ebreo non soltanto può restarvi +fedele rimanendo in pari tempo ottimo cittadino (89), ma attinge da esso +quelle virtù domestiche e sociali che sono base di ogni civile +consorzio (90). + +E questa avvertenza che qui facciamo, desideriamo che il signor lettore +applichi a tutto il contesto di questo lavoruccio. Difendendo l'Ebreo, +compiamo opera sociale, non religiosa, non sopratutto anticristiana. + +Fra le principalissime accuse che si vanno continuamente movendo al +Talmud vi è quella di eccitare l'animo degli Ebrei contro i Cristiani. + +Chi si è fatto banditore di queste accuse? Il _Talmud_, lo sanno anche i +bimbi, non venne mai sinora completamente tradotto, i numerosi estratti +che se ne hanno sono per la maggior parte opere polemiche e quindi da +accogliersi con prudente riserbo. + +I traduttori erano in generale o ebrei rinnegati (91) o feroci nemici +dell'Ebraismo da una parte, o dall'altra rabbini e dotti israeliti. Una +traduzione imparziale non abbiamo e non si avrà mai, perchè nessun +dotto, non mosso da spirito di parte o da sentimento religioso, potrebbe +accingersi all'improba e semi-inutile fatica. + +Aggiungasi a ciò che le diverse edizioni del Talmud sia per imperizia +degli amanuensi, sia per ostacoli ed impedimenti frapposti dalle censure +politiche ed ecclesiastiche, presentano notevoli differenze e varianti, +sicchè il volere ristabilire il testo primitivo sembrò sino ai giorni +nostri opera quasi impossibile (92). + +Infine lo stile del _Talmud_ è lungi dall'esser sempre piano e facile; +le iperboli vi abbondano e se vi si leggono pensieri squisitamente +gentili siccome quando per dimostrare come l'uomo sia cosmopolita dice +che “la polve con cui fu plasmato conteneva gli atomi più delicati della +polvere di tutto il mondo” (93) vi si trovano eziandio frasi +siffattamente oscure da doversi ritenere inesplicabili. Queste per +esempio: _La migliore fra le donne è una maliarda_ (94), _il miglior +medico_ (ebreo) _va all'Inferno_ (95). + +Questo linguaggio figurato che domina sovente nel Talmud, e la +confusione grandissima nella redazione di cui abbiamo tenuto parola, +furon causa che il Talmud fosse spesse volte frainteso. + +Si avverta altresì che il Talmud è in gran parte composto di discussioni +fra dottori, ognuno dei quali sostiene opposte dottrine (96). Per +mostrare quanto sia facile per avversari di mala fede snaturare il +concetto di un libro di siffatta natura addurrò un esempio. + +Nel 1879, alla Camera francese, il noto radicale Paul Bert sostenne che +un celebre teologo e casuista francese, il padre Gury, appoggiandosi +alla dottrina cattolica giustificava il furto. + +Naturalmente l'asserzione fece chiasso. Il deputato Granier di Cassagnac +padre volle andare a fondo della cosa, e cercato il passo incriminato +dal Bert trovò che il padre Gury, risolvendo un caso di coscienza, ha +proposto il seguente esempio. + +Il pastorello Titiro credendosi condannato ingiustamente dal Tribunale +ad una indennità verso il suo padrone, ha cercato di indennizzarsi con +un furto segreto. + +Il padre Gury espone dapprima la tesi di Titiro, conchiudente alla +liceità del compenso. Dopo ciò reca la soluzione teologica, decidendo +che quella compensazione è illecita, e che Titiro è obbligato alla +restituzione. Nulla di più semplice, di più retto, di più naturale. Ma +il signor Bert si era limitato a leggere dalla tribuna testualmente la +tesi di Titiro, tacendo la soluzione del teologo, ed attribuendo al +padre Gury precisamente la dottrina, che il dabben prete condannava. + +Se questo fu possibile ai giorni nostri con un libro che come quello del +padre Gury è scritto in una lingua accessibile a tutti e che è +effettivamente diffusissimo, quanto più facile non sarà falsificare +qualche brano del Talmud e fargli dire proprio il contrario di quanto +era nell'intenzione dei compilatori? + +Due esempi fra mille. + +Si pretende che nel Talmud vi sia questo precetto: “Il migliore degli +idolatri uccidilo.” Che il precetto manchi di carità e di tolleranza non +vorremmo certamente negare, e dato proprio che lo si trovasse allo stato +di precetto nel Talmud, non saremmo noi gli ultimi ad invocare i fulmini +dell'opinione pubblica contro l'empio libro. Ma esiste proprio questa +frase nel Talmud? Possiamo accertare che sì, e che essa si trova nel +_Talmud_ gerosolimitano alla fine del trattato dei Kidduscin, accanto +proprio a quella testè citata che manda i medici all'inferno, ed a molte +altre egualmente strane e bizzarre. Molte ipotesi furono messe innanzi +per spiegare questa frase, e l'illustre Zunz concluse che il passo debba +intendersi così: “Il migliore degli idolatri (parlando di un ebreo) dice +uccidilo.” Ciò che sarebbe stata semplicemente una constatazione delle +persecuzioni di cui gli Ebrei erano fatti segno da parte dei gentili, +divenne in bocca ai nemici del Giudaismo, un feroce appello +all'assassinio ed allo sterminio, fatto da quello stesso libro dove è +invece sancita la massima: “Chi alza la mano contro il prossimo, +quand'anche non lo batta, è chiamato colpevole (97).” Del resto volere +basare una conclusione qualsiasi su qualche brano staccato del Talmud +sarebbe cosa impossibile. Nessun uomo imparziale vorrà dire si debba +interpretare alla lettera un libro in cui si trovano massime come +questa: “Chiunque pronuncia una decisione al cospetto del suo maestro +merita la morte (98).” + +Un'altra accusa che si muove al _Talmud_ e che è ripetuta, con non +ammirabile unanimità, da tutti gli scrittori antisemitici a cominciare +dal Wolf nella sua _Biblioteca_ (99) e venendo giù giù fino agli ultimi +libellisti, è che il Talmud insegni agli Ebrei: “Voi, voi siete degli +uomini, ma gli altri popoli non sono tali.” Senza essere atroce come +quello di cui ci siamo testè occupati, anche quest'altro passo sarebbe +sufficientemente antisociale e ridicolo, sicchè si sarebbe non poco +sorpresi di trovarlo in quello stesso libro dove sono pur scritte queste +massime di assoluta tolleranza (100): “Un non israelita il quale si +governi dietro la legge di Dio, acquistasi merito, niente meno di un +sommo pontefice; imperciocchè la legge dice (101): L'uomo eseguendo le +mie leggi si procura la vita; nè dice già i Sacerdoti, i Leviti, gli +Israeliti, ma dice _Adam_ l'uomo.” + +“Benefica, o Signore, i buoni. I buoni è scritto e non gli Israeliti, i +buoni quindi di tutte le nazioni (102).” + +Per chiunque sia in buona fede, basta la citazione di questi passi tanto +chiari, tanto espliciti, per far comprendere che in quello che nega la +qualità di uomini ai non Israeliti deve essere incorso qualche errore di +interpretazione; e l'errore c'è, ed evidente. + +La proposizione che i non Israeliti non si chiamano uomini, si trova +effettivamente nel Talmud (103), ma, isolandola dal suo contesto, la si +riduce ad un senso che mai non ebbe nella mente di chi la dettava. Si sa +che la legge mosaica (104) colpisce di impurità per sette giorni +chiunque sia entrato in una abitazione ove si trovi un uomo morto. Ora +un talmudista, volendo alleggerire questa prescrizione, disse che la era +da ritenersi unicamente applicabile ai morti israeliti, i quali soltanto +generavano impurità col loro contatto; i morti non israeliti non +avendosi per gli effetti di siffatta legge a considerare siccome uomini. +Questa opinione, tutta individuale, a proposito di una questione affatto +bizantina, e rigettata, lo si noti, da tutti gli altri talmudisti (105), +bastò, perchè da secoli si vada ripetendo che gli Ebrei, per obbedire al +Talmud, devono considerare sè soli uomini ed avere in conto di bestie +tutti i non ebrei (106). + +Accusa altrettanto assurda e ridicola, quanto quella che si muove al +Cristianesimo di aver negata l'anima alle donne, per ciò solo che +Gregorio da Tours lasciò scritto nella sua _Historia ecclesiastica_, +come nel concilio di Macon (a. 525) un Vescovo facesse la proposta, +respinta dai suoi colleghi, non potersi la donna chiamar uomo, nè formar +essa parte del genere umano! + +Il Cristianesimo, che ha tra i suoi potissimi vanti di aver dato alla +donna la parte che le spetta nel civile consorzio, è accusato di averle +negata l'anima, il Talmudismo che eleva a massima il precetto: “Amato è +l'uomo perchè fu creato ad immagine di Dio, amore straordinario gli fu +manifestato perchè fu creato ad immagine di Dio” (107) è accusato di +aver assimilato alle bestie la quasi totalità del genere umano. + +Aberrazioni dell'odio e dell'intolleranza. Per aggiungere poi un'altra +prova della spudorata mala fede di taluni avversari degli Ebrei, e della +supina ignoranza di altri, dirò, che allorquando oggi ancora, si +vogliono citare i due passi del Talmud, dei quali siamo venuti sinora +discorrendo, si suole in entrambi tradurre la parola _goim_ che vale +idolatri o gentili, coll'altra _cristiani_, siccome fece anche poche +settimane or sono un sedicente abate Chabauty nelle colonne +dell'_Antisémitique_ (108). Dimostreremo ora che la parola _goim_ non +deve mai intendersi applicata ai Cristiani ma, prima di farlo, vogliamo +avvisare il signor Chabauty che i due passi incriminati, di cui ci siamo +venuti sinora occupando, sono scritti entrambi nella prima metà del +secondo secolo dell'èra nostra, in una epoca, cioè nella quale non si +parlava ancora nè di Cristiani, nè di Cristianesimo, ed in cui le due +religioni di Mosè e di Cristo confondevansi quasi ancora in una sola; e +sono scritti appunto da quel Simeon ben Johai che, condannato a morte +dalla tirannia pagana, si tenne per quattordici anni nascosto in una +caverna, nutrendosi di erbe e di radice. + +Se questo sapeva il signor Chabauty, traducendo _goim_ per cristiani +die' prova di impudente mala fede; se non lo sapeva, di supina +ignoranza, perocchè, lasciando anche in disparte l'osservazione, certo +non trascurabile, della poca importanza che in quell'epoca aveva il +Cristianesimo, non occorre davvero grande acume per comprendere che se +Simeon ben Johai si lasciò trasportare dall'odio, è ben naturale che i +suoi strali fossero diretti agli atroci suoi persecutori e non a coloro +che in quei tempi dividevano cogli Ebrei i dolori del martirio. + +Parrebbe quindi sprecata ogni parola per dimostrare che, egli almeno, +colla parola _goim_ non potè alludere ai Cristiani (109). + +Siccome però questa parola, che alla lettera significa _stranieri_, +viene usata nel Talmud, anche da scrittori ben più moderni che non sia +Rabbi Simeon ben Johai, e non mai in senso di benevolenza, così ci +converrà soffermarvici sopra alquanto, per dimostrare falsa e calunniosa +l'opinione di quei nemici degli Ebrei che sostennero doversi questa +parola tradurre con quella di cristiano. + +Se si ammettesse questa interpretazione sarebbe facile scavare nel +Talmud non poche massime e sentenze dove si parla del _goi_, e farsene +un'arma per dimostrare l'ebreo nemico delle popolazioni in mezzo a cui +vive. + +Sventuratamente pei sobillatori l'interpretazione che essi vorrebbero +dare alla parola _goi_ (plur. _goim_) non regge alla critica. + +Il Talmud, considerato nello spirito che lo informa, non è intollerante, +neppur verso la idolatria: “Gli stranieri fuori di Palestina non sono +idolatri, ma essi seguono semplicemente i costumi de' padri +loro.” (110), e, come corollario di questa massima, l'altra: +“L'esercizio della carità e della giustizia son le uniche condizioni che +il Giudaismo impone per l'eterna salute” (111). Tanto meno quindi esso +può essere intollerante verso i monoteisti a qualunque religione +appartengano, ed effettivamente i dottori del Talmud fanno enorme +differenza fra idolatri e monoteisti. È idolatra chiunque non rispetti i +sette precetti imposti da Dio ai figliuoli di Mosè (112): + +1. Costituirsi tribunali. + +2. Non bestemmiare. + +3. Non servire ad idoli. + +4. Non fornicare. + +5. Non versare sangue. + +6. Non rubare. + +7. Non mangiar carne strappata da un animale ancora vivente. + +Chiunque invece ottempera a questi precetti si chiama giudeo: “Chi +rinnega l'idolatria si chiama giudeo” (113). Precetto questo che +basterebbe a far chiaro qual concetto di alta tolleranza abbia il +Giudaismo per tutte le religioni monoteistiche. Basta non essere +idolatra per meritarsi quel nome di giudeo, di cui la stolta malignità +delle plebi fece una ingiuria, ma che è, naturalmente, la più grande +espressione di benevolenza che si possa trovare nel Talmud. E tanto +differenziano gli Ebrei fra idolatri e monoteisti che Maimonide, il +massimo fra i loro filosofi, potè ridurre ad assioma il principio, +essere il Cristianesimo e l'Islamismo mezzo di preparazione all'êra +messiaca. + +Da quanto si è fin qui detto parrebbe già evidente non doversi mai in +nessun caso la parola _goi_ applicare ai Cristiani, ma ne piace far più +chiara siffatta dimostrazione, esaminando la questione sotto un altro +aspetto. + +La _Mischnà_ annovera tra le feste dei _Goim_ le Calende ed i Saturnali. +Ci volle davvero nel Bustorfio singolar mala fede, per tradurre nel suo +_Lessico Talmudico_ (colonna 2043), in questa guisa le parole della +_Mischnà_. _Haec autem sunt festa Christianorum_ (!) _Calendæ, +Saturnalia, Quadragesima._ Che le Calende ed i Saturnali non siano state +mai feste cristiane sanno anche i bimbi, nè vi ha chi ignori come i +primi scrittori cristiani stigmatizzassero con santo zelo gli osceni +riti dei saturnali pagani. + +Come adunque supporre che la Mischnà abbia potuto dire essere feste dei +Cristiani quelle che notoriamente erano dai Cristiani riprovate? _Goim_, +in questo caso come sempre, non può tradursi con _Cristiani_, ma con +_Pagani_ o _Gentili_. + +Nè si obbietti che se i Saturnali o le Calende sono feste pagane, è la +Quaresima essenzialmente cristiana; poichè a questa obbiezione si +risponde che l'introduzione della parola _Quaresima_ in questo passo è +un parto della immaginazione del Bustorfio, il quale non seppe, o non +volle, trovare nella lingua greca il vocabolo misnico _Kratesein_. +Questa festa è ritenuto dai Talmudisti essere la solennizzazione +anniversaria del giorno in cui Roma ha preso l'impero e l'antico lessico +talmudico, detto _Aruch_, dice essere voce greca. La voce è accorciata +da Κρατησίμαχος vincitore in battaglia, ed indica la festa istituita in +commemorazione di qualche solenne vittoria, qual era, per es., presso i +Romani il giorno degli Idi di aprile, consecrato a Giove vincitore od +alla libertà. E ben a ragione il Perengero tradusse questo vocabolo: +_Dies_ Κρατησίμαχος, _sive memoria subjugati alicujus imperii._ + +Spiegato per tal guisa che nel passo, citato dal Bustorfio, non si parla +di alcuna festa cristiana, ma bensì di tre feste pagane, sarà d'uopo +convenire che allorquando nel _Talmud_ si incontra la parola _goim_ +converrà renderla con quelle di _gentili_, _pagani_, _idolatri_, ma non +mai con quella di _cristiani_. + +Ma, si dirà, sien pure gli idolatri quelli che il Talmud designa col +nome di _goim_, non è però men vero che egli inculca l'odio ed il +disprezzo verso di loro, ciò che è sempre contrario ai precetti di +carità e di tolleranza. + +Obbiezione questa giustissima in bocca di coloro che, conoscendo i santi +precetti del Vangelo, vorrebbero che ogni libro di ogni religione a +quelli si informasse. + +Ma il Talmud non è il Vangelo, ed errerebbe a partito chi volesse +confrontare l'uno coll'altro. Il Vangelo è, come il Pentateuco legge +rivelata, il Talmud è legge tradizionale. Nei primi è Dio che parla, nel +secondo è l'uomo, con tutte le sue debolezze, con tutti i suoi difetti. + +Ed il Talmud, non dimentichiamolo, fu composto, quando le persecuzioni, +atroci, efferate dei Romani contro gli Ebrei, imperversavano ancora. Il +Talmud è il libro di una gente oltraggiata nella sua fede, cacciata +dalla sua patria, conculcata nella sua nazionalità, libro umano e non +divino, sicchè se lascia talvolta trapelare l'odio dell'oppresso contro +l'oppressore, non si può biasimarlo, senza involgere nello stesso +biasimo ogni grido di dolore, ogni imprecazione che esca dal petto di +una nazione oltraggiata, vilipesa, martirizzata. + +Leggiamo le opere dei primi Cristiani che ebbero comuni cogli Ebrei i +patimenti e le sofferenze, e vediamo se, malgrado le massime di sublime +carità, bandite dal Vangelo, non rivelano l'odio verso il Pagano +oppressore e tiranno. + +Perdonare agli oppressori, lambire la mano che vi schiaccia, sono atti +di virtù eroica, ma appunto perchè tali sarebbe assurdo il far colpa a +chi non se ne sente capace. + +Ciò che importa notare è che la legge giudaica non fa espressa +distinzione dallo israelita al non israelita (_nochrì_) in alcuna di +quelle leggi che la giustizia e l'umanità hanno suggerite a tutti i +popoli civilizzati. Per esempio i precetti: _Non commettere omicidio_, +_non commettere adulterio_, _non rubare_, sono espressi in modo +illimitato ed assoluto; e questi misfatti sono indistintamente proibiti, +sia che si tratti di commetterli a danno di un israelita o di un non +israelita. Ciò fu chiaramente enunciato dal rabbino Eliezer figlio di +Natan, vivente in Magonza verso il 1140, e fratello ad un genero di +Rascì (114). + +Ed anche i Talmudisti, se talvolta si lasciarono sfuggire qualche +espressione di ira verso gli oppressori, non mancarono però di inculcare +il perdono delle offese, una delle più sublimi fra le virtù evangeliche. + +“Perdona a chi ti ha maltrattato, e dà a quello che a te ha rifiutato; +se tu cerchi di vendicarti lo rattristerai e ti pentirai del male che +avrai fatto. Se invece tu perdoni e ti mostri liberale, te ne +rallegrerai in ogni tempo ed in ogni momento” (115). + +Ed altrove: + +“Sii sempre pieghevole come giunco (benigno con tutti), nè essere mai +inflessibile come un cedro (inesorabile verso chi ti offese)” (116). + +E più chiaramente: + +“Coloro che umiliati da altri non ne anelano la rivincita, che +ingiuriati non hanno un pensiero di vendetta, la di cui religione è +amore di Dio, che con tacita rassegnazione soffrono le sventure di +questa vita, vengono dalla sacra scrittura designati lorchè leggiamo +(GIUDICI, v. 31): _Quelli che amano il Signore, sieno come quando il +sole esce fuori nella sua forza_” (117). + +Oppure: + +“Se offendesti il tuo prossimo ti sembri grave l'offesa; se facesti il +bene, lieve il beneficio. All'incontro se il tuo prossimo ti rese un +servizio stimalo grandissimo; se verso te si permise una ingiustizia +dimenticala come di poco momento. + +“Apprendi a soffrire paziente e perdonare le ingiurie” (118). + +Molti poi fra i precetti talmudici, che i nemici del Giudaismo +interpretarono come eccitamento all'odio verso i gentili, non erano in +fatto che precetti precauzionali intesi a guarentire la vita e gli averi +degli Ebrei, dalle popolazioni, loro infestissime, frammezzo alle quali +vivevano. + +Si leggano taluni di questi precetti e si dia torto agli Ebrei di averli +inscritti nelle loro leggi, quando si sappia, per dirne una sola, che +una legge dei Franchi Ripuarii, non abrogata che qualche secolo dopo, da +Lodovico il Pio, vietava, si procedesse contro un cristiano per +qualunque delitto, l'assassinio compreso, che avesse commesso contro un +ebreo (119)! + +“Non si fermi solo un israelita con un idolatra perchè sono sospetti di +versar sangue. — Se viene a trovarsi per via, insieme ad un idolatra che +cinga spada, se lo metta a destra; se ha il bastone in mano, se lo metta +a sinistra. — Se salgono o scendono non sia l'idolatra di sopra e +l'israelita sotto, e ad ogni modo se lo metta un po' a destra, mai poi +non gli si abbassi davanti. Se gli domanda: dove vai? quando abbia +bisogno di andare un miglio, gli dica due miglia” (120). + +Un esame particolareggiato del Talmud non è nell'indole di questo nostro +lavoro, sicchè mentre non possiamo, nell'interesse degli Ebrei, che far +voti perchè siffatto esame sia eseguito da uno scrittore veramente +imparziale, ci limiteremo a darne qui taluni brevissimi estratti per far +chiaro lo spirito che anima quello, che a buon diritto potrebbesi +chiamare, il _corpus juris_ degli Ebrei. + +Fu detto, ed a ragione, che tutte le verità del Vangelo potrebbero +riassumersi nel precetto: _Amate il vostro prossimo come voi stessi._ + +Nè il fatto che questo precetto che Rabi Akivà diceva essere il più bel +precetto della religione (121), trovisi nell'Antico Testamento (LEV. +XIX, 20), attenua il merito grandissimo del Cristianesimo che, +sostituendosi al Paganesimo, mise in pratica il precetto della +scambievole benevolenza, in scala ben più larga che non avesse fatto +prima il Giudaismo e gli diede la sanzione di un dovere religioso. Ma il +merito del Cristianesimo non deve renderci ingiusti verso gli Ebrei che +seppero mostrarsi degni del sacro deposito della legge che avevano +ricevuto da Dio. + +Infatti nel Talmud troviamo: + +“Amerai il tuo prossimo come te stesso. È questa la gran legge di tutta +la legge. Guai a chi dice: _Sono avvilito, sia avvilito anche il mio +prossimo, sono maladetto, sia maladetto anche il mio prossimo._ Pensi +costui chi avvilisce, chi maledice; egli avvilisce e maledice chi porta +in sè l'immagine divina” (122). + +Ed altrove: + +“Un pagano si presentò ad Hillel (123) e gli disse: + +“_Io sarò ebreo, ma a questo patto; voglio che tu mi insegni tutta la +legge in tanto tempo quanto posso tenermi ritto su d'un piede solo._ +Hillel sorride, accetta la prova, e incomincia in questo modo: Ama il +tuo prossimo; non fare ad altri quello che a te spiacerebbe. Ecco, amico +mio, tutta la legge. Tutte le altre prescrizioni sono una conseguenza di +queste: va e studiale” (124). + +In altro luogo due rabbini discutendo sulla base della morale, e sul +vero criterio della religione esprimono le seguenti opinioni. L'uno dice +che tutto è fondato sul precetto dell'amore del prossimo, l'altro invece +sulla unità della razza umana (125). + +Nè l'amore del prossimo, tanto filosoficamente espresso in questa ultima +massima, è, pei Talmudisti, soltanto un precetto scritto sulla carta e +non applicato. + +Ognun sa che gli odii religiosi, sempre vivi ed accaniti, lo sono tanto +più fra differenti sètte della stessa religione; e sono pur note le +dissensioni fra la scuola di Hillel e quella di Shamai, dissensioni che, +per dirla colla espressione rabbinica, d'una legge sola ne facevan due. + +Ora ecco cosa leggiamo nel Talmud a questo proposito: + +“La scuola di Shamai e la scuola di Hillel, in perpetue disputazioni +religiose l'una contro l'altra dividevano Israello in due grandi +partiti, di cui uno parteggiava pel primo e l'altro per l'altro. Una +scuola dichiarava immonde molte cose che l'altra voleva pure; quella +dichiarava illegittimi i matrimoni in certi gradi di parentela, che +questa credeva permessi. E tuttavia i due partiti e le due scuole +vivevano comodamente insieme; non si astenevano dal mangiare l'uno in +casa dell'altro, e legavano maritaggi gli uni cogli altri” (126). + +Nè questo spirito di tolleranza vien meno, allorquando si tratta di +altre religioni. Le prove che potremmo addurre sono tali e tante che ci +troviamo obbligati a scegliere. + +“La giustizia non è un retaggio particolare, non è di discendenza; solo +i sacerdoti sono sacerdoti, solo i leviti sono leviti; chi volesse +divenire o sacerdote o levita, non può: tutti che vogliono, possono +divenire giusti, anche il pagano” (127). + +Ed a confermare il precetto coll'esempio non mancano nel Talmud leggende +e racconti, nelle quali, idolatri sono rappresentati come specchio +d'ogni virtù! Si legga, a cagion d'esempio, la leggenda del pagano Damo +d'Ascalona che riferiamo fra i documenti, giovandoci della bella +traduzione datane dal Levi, e ci si dica se, in tutte le letterature +antiche, esiste una pagina dove un nemico, un infedele, sia ritratto con +così splendidi colori (128). + +Ma la tolleranza è, checchè se ne sia detto, virtù essenzialmente +giudaica, ed un sereno pensatore, anche ignorando il Talmud, dovrebbe +convenire che un popolo non avrebbe potuto sopportare per secoli e +secoli, senza trascendere a vendette e ad eccessi quella lunga serie di +persecuzioni di cui Milman ebbe a dire “che furono le più schifose e le +più continue che possano citarsi fra le nazioni al dissopra dello stato +selvaggio” (129), se non avesse trovato nella propria legge il +fondamento di ogni virtù, e non avesse succhiato col sangue il precetto +dei suoi maestri: “Scopo principale dei religiosi precetti si e +l'avvicinamento fra Israello e tutti gli esseri creati” (130). + +La carità verso i peccatori è spesso raccomandata dal Talmud. “Non +giudicate gli altri senza mettervi al loro posto.” (131). + +Ed altrove: + +“Tre cose conducono, anzi trascinano l'uomo malgrado suo al +male, — l'errore della idolatria, la passione e la povertà. + +“Meritano perciò grande compassione gl'infelici che ne sono trascinati, +ed è dovere nostro di pregare Iddio per loro” (132). + +E come moralità di uno dei tanti apologhi che formicolano nel Talmud: + +“Il giusto non deve mai provocare la punizione di Dio sul +colpevole” (133). + +Nè il Dio degli Ebrei è animato da quello spirito di crudeltà e di +intolleranza che i nemici del Giudaismo gli prestano, per poi torcere +contro gli Ebrei il noto detto che non Dio ha fatto l'uomo a sua +immagine, ma che ogni uomo si foggia un Dio ad immagine sua. Mentre i +pagani sono vinti dagli Ebrei, Dio geme e sclama: + +“Ebrei e pagani sono opera delle mie mani, potrei io annientare gli uni +per far trionfare gli altri?” (134). + +Ed altrove: + +“Il Signore così protestava a Mosè: Ebreo o gentile, uomo o donna, servo +o libero, tutti sono eguali per me; ogni buona opera è accompagnata dal +premio” (135). + +E questo principio si riscontra, ad ogni pie' sospinto, nel Talmud. + +“Giuro pel cielo e per la terra, risponde un dottore, che ebreo od +idolatra, uomo o donna, schiavo o ancella, tutti sono giudicati secondo +le loro opere e su tutti può scendere lo spirito divino” (136). + +E questo giuramento, monumento insigne di tolleranza, e quale +difficilmente si troverebbe nei codici religiosi di altre nazioni, +trovasi ripetuto nel _Tanà Devè Eliau_, libro antichissimo dei tempi +talmudici, e così autorevole presso gli Ebrei che la pietosa leggenda lo +attribuisce al profeta Elia. + +Nè, checchè siasi preteso in contrario, questo spirito di tolleranza +venne meno negli Ebrei moderni. + +Un illustre rabbino italiano del secolo XVII scrive: + +“..... E dicono i Rabbini che honorar similmente si deve ogni Vecchio, +ben che non sia Hebreo, come Cittadino del mondo di molto tempo, che ha +passato molti avenimenti et in conseguenza per esperienza saggio; da +Giobbe, cap. 12. _In antiquis est sapientia et in multo tempore +prudentia_” (137). + +Un altro italiano, S. D. Luzzatto, è autore di queste parole che noi +vorremmo seriamente meditate da coloro, che, non sappiamo per quali +satanici intenti, si sforzano a metter zizzania fra Cristiani ed Ebrei: +“Chi volesse confutarli [gli scrittori che presero a difendere il +Cristianesimo], quand'anche lo facesse per difendere il Giudaismo, +commetterebbe una immorale azione, poichè contribuirebbe ad immergere +molta parte dell'umana società nella irreligione, essendo quasi +impossibile che le nazioni nate fuori dal Giudaismo lo abbraccino... Che +se taluno poi pensasse a confutare gli apologisti del Cristianesimo +coll'idea di guarentire i suoi correligionari dalla seduzione dei loro +scritti, il suo procedere non cesserebbe di esser men che onesto, +siccome quello che nuocerebbe a milioni per giovare ad uno o due” (138). + +A queste parole di stragrande importanza, e pel valore dell'uomo che le +dettava, che fu può dirsi il maestro di tutti i Rabbini oggi viventi in +Italia, e per essere scritte in una lettera particolare, non destinata a +veder la luce, tanto che rimase inedita per ben quarant'anni, fanno +degno riscontro le seguenti del venerando M. Isidore, gran Rabbino di +Francia. + +“La Religione..... non ha che una missione, quella di raccomandare la +concordia e la giustizia e benedire gli uomini di cuore a qualunque +culto appartengano, nessuno essa eccettua ed a tutti richiede +annegazione e sincerità” (139). + +Ad un accanito nemico degli Ebrei, a Paolo Medici, autore di un libro +scritto espressamente per provocare l'odio ed il disprezzo contro gli +Ebrei (140), la verità strappa queste due preziose confessioni che +mostrano, al paro dei passi da noi citati, lo spirito di tolleranza del +Giudaismo. + +“Nella formola della confessione degli Ebrei in cui chiedono +l'assoluzione dei loro peccati è fra gli altri annoverato il seguente: +abbiamo altri in abbominazione” (141). + +Locchè ci pare provi che se gli Ebrei nutrono odio contro chicchessia, e +questo accade naturalmente anche a loro, perchè non sono migliori degli +altri uomini, la loro religione però li obbliga ad accusarsene come di +un peccato. + +E lo stesso Medici ci reca la seguente prova dello spirito di tolleranza +de' Rabbini: + +“Nel trattato Tahamit, cap. 4 (142), prescrivono i Rabbini e dicono che +se alcuno vuol digiunare, digiuni il lunedì, il martedì, il mercoledì o +il giovedì, non mai però il venerdì, il sabbato o la domenica... La +causa perchè non digiunano la Domenica, dice nello stesso luogo Rabbi +Jochanan, per amor di Cristiani” (143). + +Ogni spirito imparziale converrà, che non è possibile dar prova maggiore +di tolleranza che vietare ai seguaci di una religione di far penitenza +in un dato giorno, per ciò soltanto che, in quel giorno, i seguaci di +un'altra religione celebrano la loro festa. + +Se il _Talmud_ è, come abbiamo dimostrato, legge di tolleranza, esso, +seguendo il precetto del salmista (XXXIV, 15) “_Ritratti dal male e fa +il bene_” è anche legge di carità e si informa a quella universale pietà +ed umanità che formarono in ogni secolo la gloria degli Israeliti. I +Siri dopo una battaglia perduta, dicono al proprio Re: _noi abbiamo +udito dire che i Re della casa d'Israele sono Re benigni_ (144). I +Talmudisti dicono: “Gli Ebrei si distinguono per tre caratteri: essi, +cioè, sono pietosi, verecondi e beneficienti” (145); ed altrove: “Chi +non ha pietà non è della stirpe d'Abramo” (146). + +Ed in altro luogo: “Caratteristica dei discendenti di Abramo è la pietà +verso tutti gli esseri creati” (147). + +Ed estendendo lo spirito di beneficenza anche ai non israeliti: “Per +conservare l'unione e l'armonia che devono regnare fra tutti i membri +della famiglia umana è prescritto di nutrire i poveri idolatri al paro +dei poveri israeliti, di visitare i malati idolatri al pari dei malati +israeliti, di rendere gli estremi uffici tanto agli idolatri morti, +quanto agli israeliti” (148). + +Ed il Modena constata come questo spirito di carità fosse ancor vivo +negli Ebrei dei suoi tempi: “Hanno anco tanto per opera pia il dare +elemosina, e sovvenir ogni misero, benchè non sia Hebreo; in particolare +a quelli delle città, e luoghi dove abitano; come cosa propria della +pietà humana indifferentemente et espressamente lo raccontano i +Rabini” (149). + +Di questo spirito di carità presso gli Ebrei rende splendida +testimonianza un autore non sospetto, l'illustre De-Gerando con queste +parole: “Tanta è la forza della legislazione biblica sulla carità, che +essa ha conservato tutti i suoi effetti attraverso alle vicissitudini +che ha subito questo popolo da tanti secoli. Qualunque siano state le +sue disgrazie, fuggitivo, sparpagliato, perseguitato, non si è punto +visto i suoi figli ricorrere alla carità pubblica. Anche là dove i +diritti civili gli sono stati negati, là dove egli si trovava escluso +dai principali rami di industria e dalla facoltà di possedere degli +immobili, egli ha trovato nella comunità religiosa e morale, che unisce +tutti i membri, dei mezzi sufficienti per sovvenire a' bisogni di quelli +fra essi che non poterono sussistere coi loro proprii mezzi” (150). + +Ed oggi ancora uno dei più illustri letterati e pensatori francesi, +Maxime du Camp, in un notevole lavoro sulla carità (151) può scrivere +senza tema di essere smentito queste parole: + +“Ho molto viaggiato, e molto osservato, e non ho trovato in nessun luogo +razza più benefaciente e più soccorrevole della razza ebraica.” + +Dopo un pensatore un romanziere, ed un romanziere alla moda, Ernest +Dandet che nel suo _Jack_ scrive: + +“Quando un ebreo si mette ad esser generoso la sua carità è +inesauribile.” + +Se dal frutto si giudica l'albero, da questi concordi giudizi sarà +agevole argomentare quali sieno le dottrine giudaiche in materia di +beneficenza. Ci piace però raccogliere anche su questo argomento talune +sentenze talmudiche e non ci sarà difficile raccoglierne nelle opere di +quei dottori che avevan per massima: “Fine della sapienza, esser la +penitenza e le buone opere” (152), e che dicevano “lo stesso povero che +vive di elemosina non esser dispensato dalle opere di carità” (153), e +che insegnavano “principio della divina legge esser la carità; fine la +carità” (154). + +Ed ecco taluni precetti sull'argomento: “Tieni la tua casa a chiunque +aperta e sien i poveri tuoi famigliari” (155). — “Val più la carità che +la beneficenza” (156). — “Amare l'umanità equivale ad amar +Dio (157).” — “Quattro caratteri vi sono nella beneficenza. Chi dà +volentieri, ma non vuole che altri dia, è geloso de' meriti altrui. Chi +vuol ch'altri dieno, ma egli stesso non dà, è avaro. Chi dà del suo e +vuole ch'altri dieno, è uomo pio. Chi non dà, nè vuole ch'altri dieno, è +malvagio” (158). + +Si noti però che mentre il Talmud eccita il ricco alla beneficenza, +eccita il povero al lavoro dicendogli: “L'uomo che è mantenuto +foss'anche dal padre, fosse anche dalla madre e dai figliuoli suoi, non +prova mai l'ineffabile compiacenza di chi si mantiene colle proprie +fatiche” (159) e dipingendogli la sorte dell'uomo che vive dell'altrui +beneficenza usa queste parole che rammentano i famosi versi del nostro +Dante: + +“Quand'uno trovasi costretto a ricorrere all'altrui beneficenza, egli è +come fosse condannato a due supplizi, a quello del fuoco e a quello +dell'acqua” (160). + +E perciò il Talmud contiene consigli di previdenza così saggia, che +nessun economista moderno sdegnerebbe di firmare; questo, per esempio: +“Ti costruisci prima una casa, acquista qualche terreno, coltivalo e +quindi pensa ad ammogliarti” (161). + +Ma ogni legge sulla beneficenza sarebbe incompleta e manchevole, se non +consigliasse più il soccorso che permette all'infelice di rialzarsi, +mercè la propria attività, che la elemosina pura e semplice, che abbassa +il carattere di chi la riceve. Come non plaudire quindi a questo +precetto talmudico: “Ha maggior merito chi presta che chi dona”? (162). + +E dopo essersi dato tanto pensiero per inculcare la beneficenza, +provvedono i dottori del Talmud ad impedire, per quanto sta in loro, che +i malvagi sfruttino la beneficenza dei pii: “Chi non abbisognando di +vivere di elemosina, pur la riceve, non morrà di vecchiaia se pria non +sia stato ridotto alla stringente necessità d'implorare l'altrui +beneficenza. D'altro canto, chi oppresso dalla miseria fa ogni onorato +sforzo per non accattare il suo pane, perverrà prima di morire a nutrire +egli stesso degli sventurati co' suoi averi. È di lui che disse Geremia +(XVII, 7) _Benedetto l'uomo che si confida nel Signore e la cui +confidenza è il Signore_” (163). + +In questo stesso Talmud, tanto calunniato, si trovano, con grandissima +meraviglia, trattate e risolute questioni che nel XIX secolo preoccupano +ancora lo spirito pubblico. + +La questione della pena di morte vi è esaminata (164). + +“Se un tribunale, vi si legge, pronunzia ogni sette anni una sentenza +capitale, si ha il diritto di chiamarlo crudele. Esso merita questo +rimprovero, dice Rabi Eleazzaro, anche se pronuncia una condanna di +morte ogni settanta anni. Se noi avessimo fatto parte del gran tribunale +(aggiungono Rabbi Tarfon e Akivà), mai nessun uomo sarebbe stato +condannato a morte. + +“Questo sarebbe, dice un ultimo rabbino, causa che i delitti di sangue +si farebbero frequenti in Israello” (165). È a questo stesso Talmud, a +questo stesso libro ove sta scritto _anche al reo scegli una morte +dolce_ (166) che si è ispirato uno scrittore ebreo dell'XI secolo, Giuda +Levi, per scrivere queste parole che nessun moderno criminalista +respingerebbe. + +L'opera è in forma di dialogo tra un re _Cosri_ ed un Ebreo che +rappresenta le opinioni dell'autore: + +“_Cosri._ Le pene imposte pei reati sono forse fissate dalla legge dove +è detto: Occhio per occhio, dente per dente. Ciò che un uomo ha fatto di +male ad un altro, deve a sua volta soffrirlo? + +“_L'Ebreo._ Non è detto nello stesso luogo: Chi avrà ucciso una giumenta +la pagherà o la compenserà. Vita per vita. Chi colpirà un animale lo +prenderà e lo pagherà? + +“Questi due casi intendonsi del pagamento del prezzo, perchè ciò non +vuol dire: Se qualcheduno ha ferito il tuo cavallo, tu ferisci il suo; +ma bensì: Prendi il suo cavallo e pagati. Difatti non vi sarebbe per te +nessun vantaggio a colpire il cavallo. Così se qualcuno ti taglia la +mano, non è detto tagliagli a tua volta la mano, perchè non vi sarebbe +per te nessun vantaggio a tagliargli la mano. È inutile far notare tutto +ciò che vi sarebbe di contrario alla giustizia ed alla sana ragione in +sentenze pronunziate sulla base del principio: frattura per frattura, +ferita per ferita, cattiveria per cattiveria. Difatti come potremmo noi +misurare, graduare esattamente tali cose; uno, per caso, muore in +conseguenza d'una ferita ed un altro no. Possiamo noi essere giudici +esatti del più e del meno? Strapperemo noi un occhio tanto a chi ne ha +uno solo come a chi ne ha due? Così uno diverrebbe cieco, l'altro +soltanto monocolo. La legge dice: l'uomo sopporterà le conseguenze del +male che ha fatto” (167). + +Le dottrine giuridiche del Talmud meriterebbero, del resto, da sole, +l'onore di uno speciale volume. “Quando è, dice un dottore, che +giustizia e benevolenza s'incontrano? Allorquando due litiganti vengono +ad un accomodamento pacifico.” Legislatori che tanto prediligevano la +conciliazione, non potevano dimenticarsi di reprimere l'avidità di +coloro che, troppo spesso, spiegano dinanzi ai tribunali azioni +temerarie. “Chi esige ciò che non gli spetta, nonchè veder frustrate le +ingiuste sue richieste perde pure ciò che di fatto possiede” (168). Le +più minuziose raccomandazioni sono fatte ai giudici, perchè non si +lascino in nessun modo influenzare da nessuna delle due parti +contendenti: “Non ti costituir giudice, nè del tuo amico, nè del tuo +nemico, poichè nel primo non sapresti ravvisare la colpa, nel secondo +l'innocenza” (169). Il precetto del Levitico (XIX, 15): _Non aver +riguardo alla qualità del povero_, vi è ampiamente sviluppato, e, mentre +da un lato si impiega ogni mezzo per impedire che il giudice faccia +traboccare la bilancia della giustizia a pro del ricco, gli si +raccomanda poi di non lasciarsi vincere dalla compassione verso il +povero a scapito della giustizia. + +Si direbbe che il motto di Lessing “bisogna esser giusti anche col +diavolo,” sia il compendio delle dottrine talmudiche; e se, +sventuratamente per la magistratura francese, il famoso motto: _“La Cour +rend des arrêts et non des services”_ non venne mai pronunciato (170), i +giudici del Talmud si ispirano ad un principio di giustizia ancor più +completo: _I Tribunali non rendono servigio ai potenti e non beneficano +gl'indigenti_. Il fatto solo del resto che il legislatore abbia creduto +necessario moltiplicare i precetti per mettere in guardia i giudici +contro gli impulsi del cuore, troppo facile a favorire l'indigente a +danno del ricco ed a scapito della giustizia, mostra di qual tempra +fossero, in quei tempi, i giudici in Israello. + +Nè men bella è la disposizione talmudica che mentre eccettua talune +classi di persone dal deporre in giudizio, dispone poi che tutti +indistintamente possano esser sentiti nelle cause criminali, ma +unicamente come testi a difesa. Le stesse formalità di cui è circondata +la pena di morte, che vedemmo del resto eseguirsi assai di rado, +mostrano quanto rispetto, anco in quelle epoche di ferrea +giurisprudenza, avessero i dottori del Talmud per la vita umana. + +Prima di lasciare questo argomento ci si permetta notare un'altra +disposizione del Talmud, che mostra quanto quei dottori avessero +nettamente tracciata la distinzione tra la legge religiosa e la civile. +I Tribunali non potranno costringere chicchessia all'osservanza di un +precetto affermativo, quando la legge divina abbia sancito un premio per +l'osservanza di tale precetto. + +E, come nelle dottrine giuridiche, così anche nelle sociali, il _Talmud_ +precorreva i tempi. Nessun libro, crediamo, del medio-evo, inculca ed +esalta tanto i beneficii dell'istruzione quanto il _Talmud_. + +Se la bella massima del Salmista, che la sapienza cristiana volle sempre +sotto gli occhi degli studiosi: _Initium sapientiae timor Domini_ non è +espressamente scritta nel _Talmud_ vi è in compenso quest'altra, prova +dell'infinita tolleranza dei Talmudisti anche in materia di dottrina; +“Chiunque pronuncia qualche sapiente parola, anche se idolatra, è sempre +savio” (171). + +Frequentissime sono nel _Talmud_ massime come questa: “Chi istruisce il +compagno sarà ben accolto nel cielo. — Chi istruisce la plebe, la sua +preghiera sarà sì potente, da volgere in suo favore i divini +giudizi” (172). + +Oppure: “Chi istruisce le masse ha ugual merito di chi offre +sacrifizi” (173). + +E quest'altra, in cui all'amore dell'istruzione si congiunge il +sentimento della vera democrazia: “Curate l'istruzione dei poveri, che +da essi sorgeranno i veri cultori della scienza. Perchè ordinariamente i +dotti escono di mezzo a loro? Perchè non si creda che la scienza sia +un'eredità” (174). + +Nè l'istruzione deve essere soltanto religiosa, ma anco professionale. +“Come è dovere del padre di istruire il figlio nella religione, così +egli è obbligato a fargli apprendere una professione. Chi non fa +apprendere a suo figlio una professione è come se lo indirizzasse per la +via dell'assassinio” (175). + +E, cosa strana, pel libro di una religione che fu accusata di trascurare +la donna, non mancano nemmeno, nel _Talmud_, precetti per raccomandare +l'istruzione della donna: “Ogni uomo è obbligato ad insegnare la legge a +sua figlia” (176). + +Del resto se la parte assegnata alla donna nel mondo giudaico non è al +tutto conforme alle idee del nostro secolo, sarebbe ingiustizia il +negare che il Talmud curò con ogni mezzo di rinserrare i vincoli di +famiglia, di innalzare la dignità morale della donna. Valgano queste +massime a dimostrarlo. + +“Dicono i savii, chi ama la propria moglie come se stesso, e la onora +più che se stesso, e chi indirizza i suoi figli e le sue figlie nella +via retta, e colloca questi quando sono giunti all'età del matrimonio, +di lui è detto: e riconoscerai che è pace nella sua tenda” (177). + +“Chi ripudia la sua prima moglie, persino l'altare versa su di lui +lagrime” (178). + +“Sempre dee esser l'uomo attento di non addolorar sua moglie perchè le +sue lagrime essendo pronte, anche la pena è pronta. + +“Sempre deve essere l'uomo attento di onorare sua moglie, perchè la +benedizione non si trova in casa dell'uomo che in grazia della +moglie” (179). + +“Per merito delle donne pie furon liberati gli Ebrei dall'Egitto” (180). + +“Augusta ricompensa serba Dio alla donna. Rav diceva a Rabì Hiyà, grande +è il merito della donna, comecchè dessa sparga i primi più efficaci semi +della religiosa educazione nei teneri petti de' fanciulli, dessa +accuratamente veglia alle domestiche cose, mentre il marito s'occupa +degli affari e degli studi religiosi” (181). + +“L'uomo deve nutrirsi d'alimenti che sieno al dissotto della sua +fortuna, vestirsi come la sua fortuna gli consente, ma provvedere ai +bisogni di sua moglie e dei suoi figli al dissopra della sua fortuna, +perocchè questi ultimi dipendano da lui, egli dal Creatore +dell'Universo” (182). + +“Se la tua sposa è di bassa statura, e tu ti china per udirne il +parere” (183). + +“Ogni perdita può ripararsi, eccetto che quella della donna del nostro +cuore. Il marito non muore che per sua moglie, e la donna che per suo +marito” (184). + +Il Talmud del resto non è estraneo a nessuno di quei gentili sentimenti +dei quali la età nostra sembra reclamare il privilegio. + +Fin dal XVI secolo il già citato Modena scriveva: + +“Per effetto di pietà si guardano molto anco di non tormentare, nè +maltrattare, nè far morire crudelmente niun animale irrationale, e da +che tutte son cose create da Dio, dalle parole del Salm. 144. _Et +miserationes eius super omnia opera eius_” (185). + +Ed infatti non mancano nel Talmud precetti che sembrano articoli +staccati dal regolamento di qualche moderna società zoofila, e che +farebbero balzare dalla gioia il cuore di qualunque vecchia pulzellona +protestante di Londra e di Boston: + +“È proibito all'uomo di prendere alcun cibo, sino a che non abbia dato +da mangiare ai suoi animali” (186). + +“Il divieto di maltrattare gli animali è divieto della divina +legge” (187). + +“Deve l'uomo tenere per buon augurio, il vedere le proprie bestie +mangiare e saziarsi” (188). + +E chiudo questa, troppo lunga, serie di citazioni con questa altra, che +basta da sola a provare, il concetto dell'uguaglianza degli uomini +dinanzi a Dio non essere monopolio esclusivo di nessuna religione: + +“Presso di noi, il povero è spesso respinto mentre il ricco è ascoltato. +Ma dinanzi a Dio tutti gli uomini sono eguali; egli ascolta i ricchi ed +i poveri, le donne e gli schiavi” (189). + +Altre citazioni non faremo, perchè queste bastano a dare un'idea esatta +del _Talmud_ a quelli che non apportano nessuna idea preconcetta +nell'esame delle questioni. + +Quanto agli altri, anco se moltiplicassimo queste citazioni +all'infinito, non mancherebbero di opporci che abbiam citato i brani del +_Talmud_ che fanno onore a chi li scrisse, ed abbiamo taciuto gli altri. + +E certamente, lo abbiamo già detto, lo ripeteremo, e lo grideremmo, +occorrendo, anche sopra i muricciuoli, vi sono nel _Talmud_ dei brani +che sono lungi dal deporre in favore di coloro che li dettarono. + +Ma prima di tutto convien osservare che essi si trovano in quella parte +del _Talmud_ che dicesi _Agadà_ e che non è obbligatoria per gli +Ebrei (190). + +Ma, dato pure e non concesso, che l'_Halahà_, cioè quella parte del +_Talmud_ che racchiude le prescrizioni rituali, contenesse qualche +precetto che non fosse intieramente in armonia colle idee larghe e +liberali del secolo, ogni uomo veramente imparziale dovrebbe incolparne, +più che gli autori del _Talmud_, i tempi e le condizioni, in cui +scrissero. + +Ciò che ogni Cristiano, ogni uomo ha il diritto di conoscere, sono i +criteri coi quali gli Ebrei d'oggigiorno applicano il _Talmud_, e questi +criteri ce li dà il più illustre Rabbino italiano del nostro secolo, il +più volte citato prof. S. D. Luzzatto, di Padova. + +“Del resto qualunque proposizione e qualunque racconto, che potessero +trovarsi nel _Talmud_ o negli altri scritti talmudici, i quali fossero +in opposizione coi sentimenti di universale umanità e giustizia, +insinuati dalla natura egualmente e dalla Sacra Scrittura, debbono +riguardarsi non già come dettami della Religione, e nemmeno della +Tradizione, ma siccome sgraziati suggerimenti delle calamitose +circostanze e delle pubbliche e private vessazioni e sevizie cui gli +Ebrei andavano esposti nei secoli di barbarie” (191). + +Riassumendo tutto quanto siam venuti dicendo, concluderemo: + +1º Il complesso delle dottrine del _Talmud_ è ispirato a principii di +tolleranza, carità ed amore; + +2º Vi si riscontrano per altro dei brani, frutto di opinioni +individuali, che ripugnano ai principii moderni. + +3º Questi brani sono rigettati dagli Ebrei moderni, siccome il portato +naturale delle condizioni di altri tempi; sicchè sarebbe altrettanto +vano ed odioso far colpa ad essi di siffatte teorie, che solennemente +ripudiano, quanto far colpa alla Chiesa Cattolica di certi brani del +Molina, dell'Escobar e del Sanchez o delle espettorazioni stupide e +calunniose di quel sacerdote Rohling, di cui, sormontando il ribrezzo +che ispirano i rettili, dovremo occuparci più tardi. + +Non faccia poi meraviglia il vedere che non abbiamo parlato dell'accusa +che si muove al _Talmud_ di eccitare gli Ebrei a frodare coloro che non +professano la fede mosaica, questo argomento si connette tanto +strettamente all'altro dell'usura che assieme li verremo svolgendo nel +futuro capitolo; paghi per ora di por fine a questo, con un'ultima +citazione, che ci pare abbastanza espressiva: “Chi commette ingiustizia +verso il forestiero è come la commettesse verso Dio” (192). + +(54) _History of cristianyty from the birt of Christ to the extinction +of paganism by Dan H.H. Milmann._ + +(55) Lo stesso fatto si ripete per le tradizioni che servono di +spiegazione al Zend-Avesta e che si fanno risalire allo stesso +Zoroastro. (Cfr. SPIEGEL, _Erân_, pag. 365). Nella letteratura indiana i +nomi degli autori dei principali _Upanishads_ sono del paro sconosciuti. +“E deve essere così, nota l'illustre Max Müller, per questa sorta di +opere; perocchè contengono trattati sulle più elevate questioni, i quali +perderebbero ogni autorità se fossero presentati agli occhi del popolo +come opera dell'immaginazione di un uomo.” (_History of ancient sanskrit +literature_, ed. 2, pag. 327). + +(56) AVOD, capo I, § 1. + +(57) Questi, a nostro subordinato parere, dimenticano che il monopolio +dello studio della legge non è, e non fu mai nell'indole della religione +mosaica. Nei tempi biblici, sacerdoti e leviti non formarono mai una +casta privilegiata — _Lex major sacerdotio_ — ma costituivano la parte +più dipendente e meno provveduta di tutta la nazione: “_Tu non avrai +alcuna eredità nella terra loro e non avrai parte fra loro_” (NUM. +XVIII, 20). Moltissimi profeti e dottori non appartenevano a caste +sacerdotali o levitiche ma uscivano dalle infime classi del popolo. Nei +tempi talmudici poi, la maggior parte dei più eminenti dottori non +furono che umili artigiani: fabbricanti di tende o di sandali, +tessitori, falegnami, conciatori, fornai, cuochi. Un presidente +dell'accademia nominato in luogo di un altro, che era stato deposto per +la sua insolenza, venne trovato da coloro che si recavano ad +annunziargli la sua elezione, nero e sudicio fra i suoi mucchi di +carbone; nè di ciò potrà meravigliarsi chi sappia essere scritto nel +Talmud: “_È bella la scienza religiosa accoppiata al lavoro; congiunti +insieme salvano dal peccato. Scienza religiosa senza lavoro si perde e +mena al male._” + +(58) Gli Ebrei non sarebbero stati i soli fra i popoli orientali a +diffidare dei commentatori. È notevolissimo su di essi, questo giudizio +che ci vien proprio dalla terra classica dei commentatori: “Quello che è +troppo oscuro lo tralasciano, e ti dicono: è cosa chiara; nelle cose +chiare si perdono in infinite lungaggini, con gran paroloni, con molte +chiacchiere che non fanno al caso, causano confusione a chi li sente: +insomma tutti i commentatori imbrogliano le cose.” Così Bhojatâjâ nel +commento al Pâtanjalam yogasutram (_The yoga aphorisms_, Calcutta, 1851, +Bibl. Indica). + +(59) _Israelitischen Annalen_ del dott. JOST, anno 3º, vol. I, pag. 143 +et _alibi_. + +(60) È un fatto costante l'antipatia degli Ebrei per le leggi +codificate. Anche il Talmud, come vedremo, è ben lungi dall'aver forma +di legge; è una raccolta di discussioni e non più, sicchè si può dire +che il primo a dar forma di codice alla tradizione presso gli Ebrei, +fosse il Maimonide, che del resto fu perciò aspramente criticato da +molti ed anche ai nostri giorni da S. D. Luzzatto. (V. _Israelitischen +Annalen_ di JOST, Francoforte s. M. Anno III, 1841, pag. 21 e 22). Se un +giorno potrà stabilirsi che il divieto di scrivere la tradizione presso +gli Ebrei, proveniva dal desiderio di lasciar aperta la porta a continue +modificazioni della legge orale, senza scemarne il prestigio, sarà +curioso trovare, in tanta differenza di tempi e di costumi, presso gli +Ebrei, lo stesso sentimento che impedisce agli inglesi di codificare la +loro costituzione, sicchè mantenendosi fedeli al loro vecchio adagio +_Nolimus leges Angliae mutari_ camminano pur sempre alla testa di ogni +_vero_ progresso politico. Ed a questo proposito giovi, per completare +il parallelo, far notare che l'assioma talmudico, _la consuetudine +sradica la legge_, (TALMUD GEROSOL., _Bavà Mezià_, capo VII in +principio) è massima sempre viva in Inghilterra. + +(61) Lo stesso accade agli Indiani: una parte della loro letteratura non +fu conservata che per tradizione orale: “Non si può farsi un'idea, dice +Max Müller (_Op. cit._, pag. 501), delle potenti facoltà che acquista la +memoria in un organismo sociale tanto differente dal nostro, quanto i +_Parishad_ indiani lo sono dalle nostre Università. La forza della +memoria, quale noi la vediamo e l'intendiamo, mostra come le nozioni che +noi abbiamo dei limiti di questa facoltà siano del tutto arbitrarie. La +nostra memoria fu da tempo remotissimo sistematicamente indebolita. Oggi +ancora che i manoscritti non sono nè rari, nè cari, i giovani bramini +non apprendono i canti dei Veda, i Brâhmana ed i Sutra se non per +tradizione orale e mandandoli a memoria.” A queste osservazioni +dell'illustre professore di Oxford aggiungeremo che oggi ancora nei +paesi dove gli Ebrei studiano il Talmud non è difficile trovare +giovanetti che lo sanno quasi intieramente a memoria, sicchè possono a +prima vista trovare, in quella immensa e disordinata farraggine, il +brano che da loro si richiede; sei o sette anni or sono tutti i giornali +parlarono di un giovane ebreo di 25 anni, David Rosenfeld, di Minsk in +Russia, che non soltanto sapeva tutto il _Talmud_ a memoria e poteva +indicare in qual pagina si trovasse ogni frase che gli si accennava, ma +aveva nello stesso modo presenti alla memoria i due vasti commentarii di +quell'opera: _Rascì_ e _Tossafot_. Ciò del resto non deve far meraviglia +allorquando si pensa che nella Legge di Mosè sta scritto: “Tu li +ripeterai ai tuoi figliuoli, e ne parlerai con essi, stando in casa, +camminando per la via e coricandoti ed alzandoti.” + +(62) La _Mischnà_ venne pubblicata con una versione latina del testo e +dei commentari di Maimonide e di Bartenora ed accompagnata da note di +parecchi dotti, per opera del Surenusio in Amsterdam 1698–1703, volumi 6 +in folio. Se ne ha pure cogli stessi commenti una versione spagnuola, +Venezia, 1601, ed una tedesca ne pubblicò il Rabe in Anspach nel 1761. + +(63) _Tanà_ è verbo caldaico, corrispondente all'ebraico _Scianà_ che +vale _insegnare_, sicchè _Tanaim_ varrebbe _maestri_ come _Mischnà_ +significa _insegnamento_. + +(64) Voglia, signor lettore, notare che la legge orale di un popolo che +vedremo più tardi accusato di disprezzare i lavori della campagna, si +apre appunto con un trattato sull'agricoltura. + +(65) Nelle novelle di Giustiniano la _Mischnà_ è designata sotto il nome +di δευτέρωσις (Cfr. NOVELLA 146, 1 e SANT'AGOSTINO, _Contra adversar. +legis et prophetarum_, II, 1). Questa parola greca che significa +_seconda legge_, non traduce esattamente la parola _mischnà_. L'errore +proviene dall'avere il verbo _scianà_ due significati, _insegnare_ e +_ripetere_, e dall'avere taluni creduto che in questo secondo +significato anzichè nel primo si dovesse cercare l'origine della parola +_mischnà_. + +(66) ABOT, capo II. + +(67) BAVÀ METZIÀ, 30, 6. + +(68) PEÀ, cap. I. + +(69) CHIDUSCIM, 40, 6. + +(70) GHITTIN, cap. 5, Mischnà, 8. + +(71) Il nome di _talmud_ deriva dal verbo _lamad_ apprendere, insegnare, +quasi a dire: dottrina, insegnamento. + +(72) I professori S. D. Luzzatto e Graetz opinano, contro l'autorità del +Maimonide, che tanto la _Ghemarà_ di Gerusalemme, quanto l'altra di +Babilonia non sieno state poste in iscritto che molti anni dopo la morte +dei rispettivi compilatori. Come già osservammo a proposito della +_Mischnà_ è questione controversa assai, ed a noi basti averla +accennata. + +(73) Sora, città della Mesopotamia, posta in una regione fertilissima, +sui laghi formati dall'Eufrate, e di cui uno appunto era chiamato Sora. +Rab, detto anche Abbà Areckha, vi stabilì una scuola importante, quella +di Neardeà non potendo bastare per tutta la popolazione ebraica fra il +Tigri e l'Eufrate. V. NEUBAUER, _La Géographie et le Talmud_, Parigi, +1868, p. 343. + +(74) Heine giudicando, col suo istinto di poeta, il Talmud, che non +aveva mai letto, definisce nel _Romancero_, l'_Agadà_ un giardino, e +l'_Alachà_ una sala di scherma. + +(75) La lettura del Talmud, dice STERN (_Ueber den Talmud_, Wurzbourg, +1875, p. 21), prova che i suoi compilatori sono a giorno della scienza +contemporanea e che accolgono la verità dovunque si trovi. L'osteologia +del corpo umano è spiegata nel Talmud in un modo quasi conforme ai +portati della scienza attuale. Il Talmud spiega diverse asserzioni della +_Mischnà_ mercè proposizioni geometriche che a quell'epoca dovevano +essere note soltanto ad un piccolissimo numero di matematici. Il +calendario elaborato da' dottori del Talmud può dirsi relativamente al +tempo in cui venne compiuto, un vero capolavoro per l'abilità con cui +seppero risolvere la duplice difficoltà che si parava loro dinanzi, +evitare che alcune date feste non avessero a cadere in alcuni dati +giorni della settimana, senza incorrere nell'altro gravissimo +inconveniente di una soverchia disuguaglianza nella lunghezza degli +anni. (Cfr. S. D. LUZZATTO, _Discorsi storico-religiosi_, Padova, +Crescini, 1870, pag. 16 e 17 in nota). + +(76) _Jerusalem and Tiberias, Sora and Cordova, an Introduction to the +study of Hebrew, Literature by J. W. Etheridge M. A. Ph. D._ + +(77) J. SALVADOR. _Hist. des Institut. de Moise et du peuple Hebreu._ +Paris, Levy, 1862, tome II, p. 311. + +(78) BLANQUI, _Hist. de l'Ec. Pol._ Paris, 1860, vol. I, pagina 143. + +(79) Imparziali sempre, non negheremo che vi siano nel Talmud +sciocchezze puerili. Vi si discute quanti peli bianchi può avere una +giovenca rossa, perchè si possa chiamar rossa; se il gran sacerdote +doveva indossare prima una od altra parte dei suoi indumenti; se è +lecito di sabato uccidere una pulce od un pidocchio; quando e come si +possa mangiare un uovo fatto da una gallina in giorno festivo; ed altre +simili insanità. Ma, di grazia, coloro che a siffatte questioni legarono +il nome di _bizantine_ erano ebrei? Passiam oltre dunque ridendo, perchè +c'è di che ridere, ma ripetendo con Terenzio: _Homo sum umani nihil a me +alienum puto._ + +(80) Trattato SOFERIM. + +(81) FRANZ DELITSCH, _Gesch. der jüd. Poesie_, p. IX. + +(82) _Revue Britannique_, 1868, tomo I, pag. 424. + +(83) _Op. cit._, p. 451, nota n. 8 al cap. II. + +(84) _Cozri_, discorso III. + +(85) Non a caso, fra le stupide fole con cui si tentò, da fanatici +imbecilli, disonorare la religione di Cristo, cito questa di Maria +Lateau. Nel corso di questo lavoro dovremo occuparci di un tale +professore dell'Università di Praga che colla stessa penna con cui +sciolse anni sono un peana alla ciurmatrice belga va ora accatastando +calunnie e menzogne contro gli Ebrei; ho nominato il famigerato prof. +Rohling. + +(86) MACCOT, cap. III. + +(87) Saadia ben Josef, capo dell'Accademia di Sora, ed il più illustre +fra gli ebrei del X secolo, nella sua opera _Haemunoth Vehadeoth_ +riconosce assieme alla scrittura ed alla tradizione l'autorità della +ragione, proclama non soltanto il diritto, ma il dovere di esaminare la +credenza religiosa, e dimostra come la religione, ben lungi dall'avere a +temer la ragione, possa trovarvi un solido appoggio. MUNK _Melanges de +phil. juive_, p. 478. + +(88) Nulla, più della storia del Talmud, giova a provare come la +violenza sia impotente a combattere le idee. Il Talmud fu proibito in +epoche nelle quali il divieto della Chiesa non si limitava, come ora, ad +una platonica iscrizione nell'_Index librorum prohibitorum_. +Giustiniano, nel 553 dell'êra nostra, lo proscrive, consacrandogli una +intiera novella, la CXLVI. Il re di Francia, San Luigi, fece bruciare, +nelle vie di Parigi, 24 carrettate di scritti talmudici. A Cremona, un +monaco fanatico vantò di averne bruciato dodici mila esemplari. In un +periodo di meno di cinquanta anni, durante la ultima metà del secolo +XVI, il Talmud venne bruciato non meno di sei differenti volte e non ad +esemplari isolati, ma in massa, a carra. Giulio III pronunciò il suo +bando, contro quello che egli chiama erroneamente il _Talmud Gemaroth_, +nel 1553 e nel 1555; Paolo IV nel 1559; Pio V nel 1566; Clemente VIII +nel 1592 e nel 1599. Pio IV autorizzandone una nuova edizione stipulava +espressamente che sarebbe pubblicato col nome di Talmud. _Si tamen +prodierit sine nomine Talmud tolerari deberet._ Ai tempi di Massimiliano +imperatore, il dottissimo Reuchlin potè, soltanto dopo fierissima lotta, +ottenere che non si assecondassero i voti di un Pfefferckorn, fanatico +ebreo rinnegato, che eccitava l'imperatore a far bruciare tutti gli +esemplari di questo libro. I particolari di questa strana contesa, che +divise il mondo dotto di allora in due grandi partiti si possono leggere +nelle _Epistolae obscurorum virorum_. Fino al principio del +decimosettimo secolo la persecuzione verso i detentori di libri ebraici +era spinta al punto che una famiglia di ebrei portoghesi stabilitasi a +Londra, conserva tuttora preziosamente come una rarità ereditaria un +esemplare della scrittura, stampato in caratteri romani anzichè in +ebraici, perchè nei giorni oscuri della persecuzione bisognava ingannare +i domestici cattolici sulla natura ed il contenuto del libro. Eppure +malgrado tutto ciò le edizioni ed i manoscritti del Talmud ci pervennero +in tanta copia, che una sola descrizione bibliografica di essi ci +occuperebbe molte e molte pagine! È proprio il caso di esclamare, con +Terenziano Mauro: _Habent sua fata libelli_. + +(89) Gli Arabi, al tempo della loro dominazione in Ispagna non avevano +del Talmud il triste concetto che ne hanno molti cristiani, e ciò per +una buona ragione, che essi cioè lo conoscevano nella sua integrità, +Rabi Joseph avendone, verso la fine del X secolo, compiuta una +traduzione in arabo per ordine del califo Haschem II. Fu forse per ciò +che due secoli dopo molti fra gli Ebrei di Spagna avendo preteso negare +ogni autorità al Talmud, e la questione essendo stata portata dinanzi al +Re Alfonso VII, questi proscrisse quelli fra gli Ebrei che non volevano +osservare le leggi talmudiche. + +Il Talmud era ancora troppo noto in Ispagna perchè lo si potesse +calunniare impunemente! (Cfr. BASNAGE, _Hist. des Juifs_, libro VII, +cap. VIII, t. 4, pag. 1611; BARTOLOCCIUS, _Bibl. Rabb._, t. III; DAVIDE, +_Ganz Tzemach David._, p. 130; JOCHASSIM, p. 126). + +(90) Il celebre Alfonso de Candolle nella sua _Histoire de la science et +des savants_ così parla degli Ebrei: “Se l'Europa fosse abitata da soli +Ebrei, avremmo uno spettacolo stupendo. Non più guerre, non più leso il +sentimento morale, nè milioni d'uomini strappati alle industrie ed agli +studi. I debiti degli Stati sarebbero minimi e quasi sconosciute le +contribuzioni. Il culto fiorirebbe altamente. L'industria ed il +commercio prenderebbero sviluppo assai maggiore. Pochi delitti. La forza +non si impiegherebbe quasi mai. La ricchezza del popolo in generale si +eleverebbe immensamente, mercè un intelligente e moderato lavoro +congiunto a sana economia. Queste ricchezze servirebbero a spandere una +carità senza limiti. La potestà religiosa, i ministri del culto non +verrebbero mai a conflitto collo Stato.” + +(91) Usiamo espressamente in questo caso la parola rinnegato anzichè +quella di convertito, perocchè altrettanto ci sembrano degni di rispetto +e di venerazione coloro che, mossi da profonda convinzione, abbandonano +la fede avita per abbracciare quella che credono migliore, e si adoperan +poi con mezzi di carità a procacciare ciò che essi reputano la salvezza +morale dei loro antichi correligionari, altrettanto sentiamo disprezzo +ed esecrazione per coloro che, da qualsivoglia sentimento mossi, +scagliano calunnie contro la fede in cui sono nati ed in cui vissero i +loro genitori. Ai convertiti come i Lehmann, i Ratisbonne, i Pasquali +ogni onesto deve rispetto; ai rinnegati come il Medici, come il Padre +Alfonso Spina, rettore dell'Università di Salamanca, il quale nel +_Fortalitium fidei_ afferma — e niuno più di lui sapeva di mentire — che +gli Ebrei perdono ogni mese una certa quantità di sangue, a tutti coloro +infine dei quali il Talmud ha detto: _Tal fiata si toglie dalla foresta +un tronco per farlo manico a scure che ne abbatta tutti gli altri_ +(SANHEDRIN IV), sia condegna mercede il fico di Giuda. + +(92) Il dotto talmudista signor R. N. Rabinowitz di Monaco sta +pubblicando un lungo lavoro intitolato _Dikdukè soferim_ in cui riduce +alla vera lezione i passi del _Talmud_ di cui si hanno varianti. Questo +lavoro è il frutto del confronto da lui fatto non soltanto di infinite +edizioni del Talmud, ma di quanti mss. gli fu dato confrontare nelle +diverse biblioteche d'Europa. Il compimento di questa opera paziente è +tanto più ardentemente atteso che il Talmud è ormai reso irriconoscibile +dalle continue e spesso inintelligenti mutilazioni che vi introdussero i +censori. La stessa edizione di Basilea 1578 che è fra le antiche la più +nota e la più facile a trovarsi fu in siffatta guisa mutilata e +snaturata per opera del censore Marco Marino da Brescia, da divenire in +varii punti grottesca. Più integra, ma difficilissima a rinvenirsi, è +l'edizione che ne diede il Bamberg a Venezia (1520–3) e che è la prima, +dopo quella dei celebri Soncino, di cui non rimangono che pochi +trattati. Chi volesse farsi un'idea di ciò che era negli scorsi secoli +la censura dei libri ebraici, legga un articolo di Emanuele Deutsch, +l'eminente conservatore del _British Museum_, nella _Quarterly Rewiew_ +di ottobre 1867, ed un altro _Un curiosissimo incidente storico_ del +cav. Mortara a pag. 161 dell'_Educatore Israelita_ di Vercelli, anno +1862. + +(93) SANHEDRIN, fol. 38. + +(94) SOFERIM, fol. 15, 10. + +(95) Malgrado questo odio inesplicabile contro i medici il Talmud +contiene nozioni preziose di medicina. (Cfr. GINSBURGER, _Medicina ex +thalmudicis_; HALLER, _Bibl. medica_, lib. 2); questa scienza era da +lungo tempo praticata dagli Ebrei. Oltre i precetti di igiene che +occupano tanta parte nella legge di Mosè, l'Esodo pare accenni proprio +in vari punti (XV, 26 — XXI, 19) all'esistenza di medici. Sotto i re, +medicina e chirurgia fanno progressi. Salomone si occupa della ricerca +delle virtù delle piante, e il libro dei Re ci mostra Isaia curare e +guarire il re Ezecchia. L'uso del balsamo ed i medici son noti a Geremia +(VIII, 22): “Non vi è egli alcun balsamo in Galaad? non vi è egli alcun +medico?” E ad Ezechiele (XXX, 21): “Figliuol d'uomo, io ho rotto il +braccio di Faraone re d'Egitto; ed ecco non è stato curato applicandovi +de' medicamenti, e ponendovi delle fascie per fasciarlo e per +fortificarlo per poter tenere in mano la spada.” [Cfr. PRUNELLE, +_Discours sur l'influence de la médecine sur la renaissance des lettres_ +(nota 3, p. 92); SALVADOR, _Op. cit._, p. 264; PASQUALIGO, _Della +condizione delle mediche scienze presso il popolo Ebreo_, Piacenza, +Mancherotto, 1870]. Quanto poi gli Ebrei, malgrado lo strano anatema +talmudico, coltivassero con profitto la medicina, è a tutti noto, come +del paro è noto che nei primi secoli del Medio Evo, e prima che +venissero in fiore le scuole di Salerno e di Montpellier, che del resto +furono fondate principalmente da Ebrei, (cfr. PRUNELLE, _Op. cit._, p. +44 e 60, e AUSTRUC, _Hist. de la fac. de méd. de Montpellier_, p. 14), +essi furono quasi i soli ad esercitare l'arte salutare nel mondo allora +conosciuto. + +(96) Il Talmud stesso deplora talvolta queste discussioni interminabili +che fanno considerare la legge come due leggi, ed altrove attribuisce +queste controversie all'orgoglio dei dottori (_Archives Israélites de +France_, anno I, 1840, pag. 586–587). A parer nostro queste controversie +non sono che la conseguenza naturale dell'opinione che i rabbini +esprimono con una delle solite iperboli, dicendo che la legge ha +settanta faccie, ciò che vuol dire che ogni parola uscita dalla bocca di +Dio è suscettibile di almeno settanta interpretazioni diverse; dottrina +questa che il Santo Vescovo di Ippona accetta nelle sue confessioni; +dove dice varii e numerosi essere i sensi della Scrittura. Se poniam +mente oltre a ciò che i dottori del Talmud furono duemila e duecento +otto, c'è da meravigliare che i trentasei trattati del Talmud che +pervennero soli sino a noi, abbraccino soltanto (coi due commentarii più +importanti; il Rascì e Tossafot) 2947 fogli, ripartiti in 12 vol. in +foglio. + +(97) SANHEDRIN, fol. 58. + +(98) _Hiruvim_, fol. 63. + +(99) Tomo 2, pag. 903. + +(100) KAMÀ, fol. 38. + +(101) Si allude qui al passo del Levitico (XVIII, 5) dove è scritto: +Osservate, dico, i miei statuti e le mie leggi, le quali chiunque +metterà in opera vivrà per essi. + +(102) SIFRÀ, sez. _Acharè-Mod_ verso la fine. + +(103) JEVAMOT, 61 a. + +(104) NUMERI XIX, 14. + +(105) Veggansi TOSSAFOD, JEVAMOD, fol. 61. _Smemagheâgn_ e l'opera del +rabbino MOSÈ KUNCHYED, intitolata _Ben Jochai_, pag. 27. + +(106) Credo aver provato la falsità della accusa mossa al Talmud, ma se +qualcuno riescisse proprio a convincermi, locchè non credo, che gli +Ebrei consideravano gli altri popoli siccome bestie, risponderei che chi +è senza peccato lanci la prima pietra, certo che non potrebbero +lanciarla neppure i Cristiani. Trovo infatti nel dottissimo libro del +signor Dumont: _Justice criminelle des Duchés de Lorraine et de Bar, de +Bassigny et des Trois Evêchés_ (Nancy, 1848, 2 vol. in 8º), questa +curiosissima notizia. Dopo aver parlato delle leggi criminali contro +coloro che si rendevano colpevoli di atti di libidine contro natura +sulle bestie, soggiunge (p. 184, v. II): “Ciò che si durerà fatica a +credere è che a questa categoria di delitti venivano ascritti anche i +rapporti naturali dei due sessi cogli infedeli, come per esempio Turchi +ed Ebrei, per la ragione che la nostra santa religione LI CONSIDERA COME +BESTIE, non per natura, ma per la loro durissima malizia, la Fede +proibendo di conversare con loro ed a maggior ragione di giacere e di +conversare carnalmente con essi loro.” Si noti che mentre la frase del +Talmud rimaneva nella peggior ipotesi _telum imbelle sine ictu_, la +disposizione benignissima che ho testè riferito conduceva a questa +pratica applicazione. Siccome nel caso di bestialità, la bestia, +strumento passivo, veniva bruciata assieme al colpevole, perchè, +dicevano, bisognava annientare tutto quanto poteva rammentare un così +orribile scandalo, così un'ebrea od una mussulmana anche se +violentemente stuprata da un cristiano, doveva venir con esso bruciata! +E dire che noi Europei, con questi esempi in casa nostra, osiamo tuttodì +calunniare l'Islam e parlare di giustizia turca! + +(107) AVOD, 3, 19. + +(108) N. 3 del 16 giugno 1883. + +(109) Veggasi quanto su questo argomento scriveva tre secoli or sono il +dottore Davide de Pomis (_De Medico Ebreo_, _sectio septima_): Cfr. +LAMPRONTI, _Dizionario Rituale_ e BENEDETTO, _Apologetica_. Mantova, +1775. + +(110) HOLIN, fol. 13 b. + +(111) TALMUD PERCK HELEK, pag. 105. — TOSSAFTÀ, cap. XIII. + +(112) SANHEDRIN, 56 a. + +(113) HAGHIGÀ, 13, 1. + +(114) LUZZATTO, _Teol. morale israelitica_. Padova, Bianchi, pag. 27. + +(115) PLANTAVITIUS, _Florilegium rabbinicum_, pag. 216, n. 1428. + +(116) TALMUD, _Tahanid_, cap. 3. Chi ne avesse agio legga in _Parabole, +leggende e pensieri raccolti dai libri talmudici_ dal prof. Giuseppe +Levi, Firenze, Le Monnier, 1861, la novella di cui questa massima non è +che la morale, e legga l'intiero libro chi vuol formarsi del Talmud un +esatto concetto. + +(117) SABAT, I. + +(118) ABOT di Rabbi Natan, XLI. + +(119) Leggi Ripuarie, tit. XLVI; MONTESQUIEU, _Esprit des lois_, libro +XXX, cap. 20. + +(120) BARAIDÀ DERIBBI ISMAEL. + +(121) TALMUD JERUSALMÌ, _Nedarim_, IX. + +(122) RABOT, pag. 28, a. + +(123) Hillel fu, siccome è noto, illustre caposcuola del tempo di Erode. + +(124) TALMUD, _Trattato Sciabad_, pag. 31. Cfr. PLANTAVITIUS, _Flor._, +p. 261, n. 1393. + +(125) BERESCID RABBÀ, cap. 24, Cfr. GENESI, V, 1. + +(126) TALMUD, _Jevamot_, pag. 13. + +(127) TALMUD, _Hiruvim_, fol. 41. + +(128) Vedi fra i documenti. + +(129) _Op. cit._ + +(130) TANHUMÀ, Sez. _Scimini_. + +(131) AVOD, II. 5. + +(132) RABOT, fol. 225, a. + +(133) TALMUD, _Berahot_, fol. 2. + +(134) TALMUD, _Sanhedrin_, 98 b. Cfr., ib. 396 e _Meguillà_ 106. + +(135) JALKUT, pag. 20, 2. + +(136) JALKUT, _Jeossua_, fol. 9, 2. + +(137) LEON MODENA, RABI ebreo da Venezia. _Historia dei riti ebraici_, +Venetia, MDCLXIX. Appresso li Prodotti, p. IV e XI, 109 e 110. + +(138) Lettera inedita di S. D. LUZZATTO, Padova, 26 dicembre 1836; in +_Vessillo Israelitico_, ottobre 1876, p. 325. + +(139) Da una circolare con cui ordina le preghiere d'uso per +l'inaugurazione dei lavori parlamentari nell'anno 1876. + +(140) PAOLO MEDICI, _Riti e costumi degli Ebrei confutati_. Venezia, +Bartoli, MDCCXLVI. + +(141) MEDICI, _op. cit._, pag. 101–102. + +(142) Più esattamente _Tahanid_, 27, 2. + +(143) _Op. cit._, pag. 129. + +(144) I. RE, XX, 31. + +(145) JEVAMOD, fol. 79. + +(146) JOM TOV, fol. 32. + +(147) TALMUD _Betzà_, 32, 6. + +(148) GHITTIN, 61, a. Nello stesso trattato è raccomandato agli +israeliti di non impedire agli stranieri idolatri di prendere la loro +parte di quanto avanza dopo la mietitura e la vendemmia. Cfr. MAIMONIDE, +_De jure peregrini_, V. 12. + +(149) MODENA, _op. cit._, parte 1ª, cap. 14, pag. 33. + +(150) DE GERANDO. _Della beneficenza pubblica_, in Bibl. dell'Econ., +serie II, vol. 13, pag. 1599. + +(151) _Revue des deux Mondes_, 1º luglio 1883. + +(152) BERACHOD, 59. + +(153) GHITTIN, capo I. + +(154) SOTÀ, 14, a. + +(155) AVOT, capo I. + +(156) SMÀ, 49 b. + +(157) TALMUD SOTÀ, 14 a. + +(158) AVOT, V. + +(159) HAVOD DERIBI NADAN, cap. 31. + +(160) SOTHÀ, fol. 6. + +(161) SOTHÀ, VIII. + +(162) SCIABBAD, 39. + +(163) PEÀ V, Cfr. AVOT DE R. NATHAN, III. + +(164) Ecco sulle leggi ebraiche un non sospetto giudizio: _Patres +christiani summopere jura hebraeorum commendarunt et apud Grecos +philosophos placita juris Hebraici plurima reperire licet._ UGOLINI, +tomo X, pag. 513 e 514, ex SELDENO, _De jure naturali et gentium_, cap. +X. + +(165) MISCHNÀ MACOD, capo I, § 10. + +(166) SANHEDRIN, fol. 45, a. + +(167) GIUDA LEVI, _Cosri_. + +(168) SOTHÀ, I. + +(169) CHEDUVOD, capo XIII. + +(170) FOURNIER, _l'Esprit dans l'Histoire_, Paris, Dentu, 1852, pag. +425. + +(171) MEGHILÀ, 16, 1. + +(172) BAVÀ MEZIÀ, 85 a. + +(173) HAVOD DERIBI NATAN, capo 4. + +(174) NEDARIM, 81. + +(175) KIDDUSCIM, I. + +(176) SOTHÀ, cap. 3. — _Mischnà_ 4 al nome di _Ben Azai_. + +(177) JEVAMOD, capo V. + +(178) GHITTIN, capo IX. + +(179) BAVÀ MEZIÀ, capo 4. + +(180) SOTHÀ, II. + +(181) BERAHOT, 2. + +(182) HOLIN, VI. + +(183) BAVÀ MEZIÀ, capo IV. + +(184) SANHEDRIN, II. + +(185) _Op. cit._, parte I, capo 14, pag. 33. + +(186) GHITTIN, 62 a. + +(187) BAVÀ MAZIÀ, 118 b. + +(188) SIFRI Sez. Ekev, capo 43. + +(189) RABOD, fol. 139. + +(190) ISAAC LEVY, _Défense du Judaïsme_. Paris, Librairie +Internationale, 1867, pag. 56. + +(191) LUZZATTO, _Lezioni di teol. morale Israel._ Padova, Bianchi, 1862, +pag. 33 e 34. + +(192) HAGHIGÀ, 5. + + + + + III. + + Attitudini economiche dell'Ebreo. + + +L'Ebreo è essenzialmente commerciante ed usuraio, egli non è e non vuol +essere agricoltore, operaio; non vuol partecipare alla vita dei popoli +frammezzo a cui vive, ma si tiene accampato in mezzo ad essi pronto a +sugger loro il sangue dalle vene coi suoi raggiri commerciali. Il +_Talmud_, sempre l'esecrando Talmud, gli impone il dovere di derubare, +di spogliare il Cristiano. + +Ecco le accuse che un tempo si muovevano agli Ebrei, e che loro si +muovono ancora nei paesi meno civili. + +L'Ebreo si accaparra i più lauti impieghi, le funzioni cui sono annessi +maggiori stipendi e maggiore influenza. In Francia, in Italia, in +Germania si è reso padrone della stampa; il numero dei deputati e dei +senatori ebrei, nei paesi, ove, infrante tutte le barriere, godono della +pienezza dei loro diritti, è strabocchevole in confronto del loro esiguo +numero. + +Ecco le accuse che oggi si muovono agli Ebrei nei paesi più civili +d'Europa. + +E su questi temi si ricama a sazietà, e non mancano i belli spiriti per +far notare la mirabile duttilità di questo popolo, che sempre intento al +proprio interesse, si piega ai varii tempi, ed ai varii paesi; usuraio +nell'evo medio, ed oggi ancora in Polonia, in Ungheria, in Rumenia, +dovunque insomma le condizioni generali della società di poco +differiscono da quelle del medio evo; legislatore, pubblicista, uomo di +lettere, avvocato, in Inghilterra, in Francia, in Italia, nell'Europa +civile insomma; ma sempre, dovunque, inteso soltanto ad arricchirsi. + +Se i frizzi fossero argomenti, noi potremmo chiedere ai nostri +contraddittori quale sia l'uomo, quale il popolo, che non cerchi di +migliorare la propria condizione economica e sociale. + +Ma preferiamo argomenti più serii. + +Prima della ruina di Gerusalemme il popolo ebreo non dovette essere +estraneo a nessuna professione. Vi erano in Giudea pubblici edifizi, la +cui manutenzione esigeva la presenza di operai abili. Una nazione, che +nelle sue lunghe emigrazioni e durante la cattività, era stata in grado +di attingere, nei varî paesi dove aveva stabilito la sua dimora, l'idea +di molti e nuovi bisogni, non mancava certamente di uomini capaci di +procurarle gli oggetti che le erano necessari: non vi può quindi esser +dubbio che gli Ebrei si consacrassero nella loro patria all'esercizio +delle arti meccaniche. + +La pastorizia e l'agricoltura — le due industrie che Sully, il grande +ministro di Enrico IV, chiamava le due mammelle dello Stato — erano in +favore appo loro. Mosè, lo dice il signor de Segur, e chiunque abbia +letto la Bibbia non può negarlo, aveva fatto degli Ebrei un popolo di +agricoltori. + +Una sola industria pare non attecchisse fra gli Ebrei di Palestina: il +commercio. + +“Il popolo ebreo, dice Roscher, per ciò che riguarda le sue doti morali +non secondo ad alcuno altro popolo della terra, durante la sua +indipendenza politica, per la rigorosa disciplina però della legge +mosaica, s'era lasciato circoscrivere all'agricoltura ed alla pastorizia +con esclusione di tutte le altre parti dello sviluppo economico. +Dispregiavasi allora tanto più il commercio, in quanto che lo spirituale +contatto con vicini dediti al paganesimo era grandemente temuto” (193). +Nè poteva esser commerciante un popolo come l'ebreo dedito alla vita +campestre e siffattamente avverso ai pericoli marittimi ed alle +peregrinazioni, che, costretto per forza alla vita girovaga nelle sue +prime cattività, serba però l'amore della sua terra, vi ritorna +numeroso, e sforzato a mutar paese, preferisce all'esilio la +morte (194). + +Come va dunque che questo popolo essenzialmente agricolo, questo popolo +che, come ebbimo già occasione di notare, pone, a capo delle sue leggi +tradizionali, un trattato di legislazione agricola, questo popolo, cui +nessuna industria, tranne il commercio, era estranea, divenisse a poco a +poco esclusivamente commerciante e concentrasse per secoli la miglior +parte della sua attività in quella industria appunto da cui maggiormente +abborrivano i suoi antenati? + +A Roma, dove, come già vedemmo, gli Ebrei erano numerosissimi, essi, +vivendo sullo stesso piede dei cittadini romani, si consacravano ad ogni +genere di industria. + +Vennero i tempi delle persecuzioni, e delle numerose interdizioni +economiche di cui gli Ebrei furono vittima, e prima fra queste +interdizioni fu quella che proibiva loro l'acquisto di beni stabili. Da +qui l'impossibilità per l'ebreo agiato di consacrarsi all'agricoltura. È +vero che questo divieto di possedere beni stabili non fu sempre e +dovunque osservato con uguale rigidezza, ma anche là dove la legge +avrebbe forse permesso loro l'acquisto di qualche pezzo di terra, come +mai avrebbe potuto risolversi un ebreo a comperarlo, se sempre e +dovunque essi non erano che tollerati e continuamente minacciati di +espulsione? Chi non sa la sicurezza essere la prima condizione della +proprietà fondiaria? Tolta agli Ebrei agiati la possibilità di divenir +proprietari, ne veniva per conseguenza che gli Ebrei poveri rifuggissero +dall'agricoltura. Chi è mai quell'uomo che abbraccia spontaneamente +un'arte, un mestiere qualsiasi, quando sa già da prima che in +quell'arte, in quel mestiere, gli sarà vietato ogni progresso? Chi +entrerebbe volontario nelle milizie, quando avesse la certezza assoluta +di non divenir mai tampoco caporale? e chi vorrebbe darsi ai lavori +agricoli sapendo di non poter mai divenir proprietario del più modesto +pezzo di terra? E d'altronde l'odio cui eran fatti segno gli Ebrei +avrebbe loro permesso di trovar lavoro sui campi altrui, quando ai loro +correligionari ricchi era vietato di possederne? È almeno lecito il +dubitarne. + +E se ad essi era vietata l'agricoltura, lo era del pari l'esercizio +delle arti, delle manifatture. + +Il regime delle corporazioni di arti e mestieri, che fu la forma quasi +esclusiva dell'ordinamento del lavoro, dall'età di mezzo fino a Turgot +ed a Luigi XVI, bastava da solo a togliere agli Ebrei ogni possibilità +di esercitare qualsivoglia industria. + +Tenuto a vile, dispregiato, odiato, l'Ebreo è costretto ad abbracciare +l'unica professione che gli si lascia libera, e questa professione è +quella che fin dai tempi di Cicerone era ritenuta sordida (195): il +commercio. + +Sarà gloria dell'Ebreo aver rialzato questa professione, e se stesso con +essa, ed aver sempre lottato e reagito contro il pregiudizio castigliano +che aveva infettato l'Europa intiera: la nobiltà consistere nell'ozio. + +Ma già udiamo obbiettarci che ciò che si rimprovera agli Ebrei non è +soltanto l'abbandono dell'agricoltura e delle altre industrie, ma +specialmente l'esercizio dell'usura e la disonestà nel commercio. + +Veniamo quindi all'usura. + +Fra le molte accuse lanciate contro gli Ebrei dei tempi di Augusto a +Roma non troviamo questa di usura. + +Ma sarebbe un voler negare la luce del sole, negare che essi abbiano nei +tempi posteriori esercitato l'esosa industria. + +Sarà però opportuno intendersi subito sul significato vero di questa +brutta parola. + +“L'interesse dei capitali prestati, dice il principe degli Economisti +francesi, chiamato mal a proposito _interesse del danaro_, chiamavasi +anticamente _usura_ (fitto dell'uso, del godimento), ed era la parola +propria, poichè l'interesse è un prezzo, un fitto che si paga per avere +il godimento di un valore. Ma questa parola è diventata odiosa, essa non +desta più se non l'idea di un interesse illegale, esorbitante, talchè se +ne è a lei sostituita un'altra più onesta e meno espressiva secondo il +solito” (196). + +Allorquando noi troviamo quindi impiegata dagli storici la parola +_usura_, non dobbiamo prenderla nel senso che oggi vi si annette. + +Oggi che le leggi, informandosi ai canoni della scienza economica, +riconoscono la libertà dell'interesse, oggi che il negoziante, +l'industriale, trova facilmente, ad equo interesse, i capitali di cui +abbisogna, oggi infine che il denaro è a buon diritto considerato una +merce come qualsivoglia altra, oggi l'usuraio è quel vilissimo +trafficante che specula sulle dissipazioni della gioventù, o sui bisogni +di quegli infelici che ridotti alla estrema miseria non potrebbero +procurarsi altrimenti il denaro di cui abbisognano. + +Nei tempi andati ben diversamente procedevano le cose. + +Tutti sanno quanto odiosi si fossero resi nell'antica Roma i prestatori +di denaro. + +Bruto, Cassio, Antonio, Silla, persino il gran Pompeo ed il severo +Catone prestano ad usura e non arrossiscono di esigere interessi che +variano dal 48 al 70 per cento all'anno. + +Cicerone, governatore della Cilicia, si crede il benefattore della +provincia per aver abbassato il saggio dell'interesse al 12 % annuo, più +un diritto di commissione in caso di ritardo o di rinnovamento. + +Il Cristianesimo, venuto a bandire al mondo una parola d'amore, doveva +reagire in senso opposto. + +Da ciò negli antichi dottori della Chiesa, a cominciare da San Giovanni +Grisostomo, quella tendenza a riguardare come illecito il prestito ad +interesse, tendenza che diveniva tanto più pronunciata quanto più +l'abuso, contro cui volevasi reagire, era più frequente e radicale; e +che questo abuso si mantenesse tale nei primi secoli dell'età di mezzo, +ce lo provano i capitolari di Carlo Magno, che più di venti volte +tornano sull'argomento e non cessano di biasimare l'usura in ogni modo, +lasciando intendere che era allora colpa comune così al clero come agli +altri abitanti (197). + +San Tomaso d'Aquino, per dir d'un solo, fondandosi sul principio che le +cose fungibili, che formano la materia del prestito, non hanno guari un +uso che sia distinto dalla cosa stessa, ne conclude che vendere questo +uso esigendone un prezzo è vendere una cosa che non esiste (198), ovvero +esigere due volte il prezzo della medesima cosa, poichè la sorte +principale restituita è esattamente l'equivalente della cosa prestata, e +che non avendo niun dato valore al di là della cosa prestata, +l'interesse che se ne riceverebbe in dippiù sarebbe un prezzo +doppio (199). + +Sarebbe sfoggio di erudizione altrettanto facile quanto impertinente +riunire qui centinaia di decisioni di Concilii, di bolle pontificie, di +passi di autori i più ortodossi, che, tutti ad una voce, condannano +l'usura, designando con tal nome, non l'usura quale oggi si intende, ma +il semplice prestito ad interesse. + +Verso la metà del secolo scorso, un papa, ed un gran papa, Benedetto +XIV, esortava ancora i vescovi a dimostrare ai popoli quanto sia grave +il peccato di usura, reprimendo i discorsi di quelli che lo spacciavano +come indifferente (200). + +Non è còmpito nostro indagare quale influenza siffatto divieto +esercitasse sui progressi della ricchezza nei paesi cattolici. Sismondi, +storico ed economista valentissimo, ma alla Chiesa cattolica punto +benevolo, ne fa risultare “nel popolo assai più grande abitudine di +dissipazione, perchè l'economia non conduceva all'agiatezza, e un +capitale ammassato non era se non una occasione di più a peccare qualora +si avesse voluto farlo fruttare” (201). Non è possibile non convenire in +questo giudizio dello scrittore protestante, ma l'imparziale filosofo +della storia potrebbe esprimere il proprio rammarico che il Sismondi non +abbia tenuto conto di due cose; e cioè della reazione necessaria che il +Cristianesimo doveva portare contro i feneratori di Roma pagana, e delle +condizioni della società nell'evo medio, che rendevano assai raro il +bisogno del mutuo veramente ed economicamente utile, cioè del mutuo +contratto per dar vita a traffichi e ad industrie, e frequentissimo +invece il mutuo dannoso ed antieconomico, quello cioè contratto per far +fronte ai bisogni della vita, o peggio, della dissipazione. + +Non ci eleveremo dunque noi a giudici dell'opinione che vietava ai +cattolici di dar denaro ad interesse, paghi di far notare che siffatta +opinione, benchè in altri tempi universalmente adottata, non venne mai +ritenuta come essenzialmente legata alla Fede; e ce lo prova, +incontestabilmente, il diritto romano, che, compilato quando il +Cristianesimo già era la sola religione dell'impero, autorizza, +esplicitamente, il prestito ad interesse (202). + +Vietato ai Cristiani il dar denaro ad interesse (203), vietata agli +Ebrei ogni altra industria, era naturale, era forzato che gli Ebrei +dovessero dedicarsi tutti, o quasi tutti, all'arte feneratizia, nella +quale però ebbero predecessori e compagni i lombardi ed i caorsini. + +Nè si potrebbe negare che gli Ebrei, specialmente nell'età di mezzo, +esigessero interessi tanto esorbitanti da sembrarci oggi impossibili. + +Ma i fenomeni economici hanno questo di comune coi poemi, che non +possono essere apprezzati al loro giusto valore se non si pon mente alle +condizioni di tempo e di luogo in cui si producono. + +Poche parole di Giambattista Say ritrarranno queste condizioni meglio +che noi non potremmo fare in un intiero volume: “Quando il bisogno di +pigliare a prestanza ne faceva tollerare l'uso presso gli Ebrei, questi +erano esposti a tante umiliazioni, avarie, estorsioni, ora sotto un +pretesto, ora sotto un altro, che solo un interesse considerabile era +capace di contrappesare vilipendii e perdite tanto moltiplicate. Lettere +patenti del re Giovanni dell'anno 1360 autorizzano gli Ebrei a prestare +sopra pegno _ritirando per ciascuna lira, ossia venti soldi, quattro +denari di interesse per settimana_, il che fa più di OTTANTASEI PER +CENTO l'anno; ma nell'anno successivo quel principe, il quale non di +meno passa per uno dei più fedeli alla propria parola, di quanti ne +abbiamo avuti, fece segretamente diminuire la quantità di metallo fino +contenuto nelle medesime monete (204), talchè i prestatori non +ricevettero più in rimborso un valore eguale a quello che avevano +prestato. Basta ciò per spiegare e giustificare i grossi interessi che +essi esigevano” (205). + +Se a noi fosse lecito tessere in queste pagine la storia cruenta delle +persecuzioni di Israello, e studiare i rapporti tra questa storia e le +condizioni economiche dei varî paesi d'Europa, noi vedremmo un fenomeno +singolare. Vedremmo i feudatarî, i principi, talvolta, ma più raramente; +anche i Comuni, accordare agli Ebrei privilegi esorbitanti, facilitare +loro con ogni modo l'esercizio dell'usura, servirsene quindi come di +stromento per suggere tutto l'oro del paese e poi vessarli, +imprigionarli, martoriarli in ogni guisa, per togliere loro sino +all'ultimo obolo il denaro ammassato. I principi e i governi si valgono +degli Ebrei come di una macchina di drenaggio, e praticano verso di loro +il sistema che un ministro belga opponeva anni sono, con raro cinismo, +dall'alto della tribuna, a coloro che gli rimproveravano di permettere +che le corporazioni religiose venissero costituendosi dei patrimonî. +“Lasciatele arricchire, un giorno o l'altro una nuova legge di +incameramento farà ricadere tutti quei beni così laboriosamente +accumulati in proprietà dello Stato. _C'est une poire pour la soif._” E +gli Ebrei furono, per secoli intieri, _la poire pour la soif_ di +principi, di baroni, di Comuni. + +L'interesse che essi esigevano dagli infelici, che avevano ricorso a +loro per denaro, doveva quindi esser esorbitante; e un osservatore +imparziale può di una sola cosa meravigliarsi, che esso non fosse anche +maggiore di quello che fu. Chi ha studiato le leggi più elementari della +economia sociale, non ignora infatti che il saggio dell'interesse, come +il prezzo di ogni derrata, non dipende dalla volontà del legislatore, ma +da determinate circostanze di luogo e di fatto, alle cui conseguenze +nessuna forza umana può sottrarsi. Queste circostanze costituiscono ciò +che, nel linguaggio dei moderni uomini d'affari, si chiama la situazione +del mercato. Abbondano i capitali, l'orizzonte politico, scevro di nubi, +promette lunghi anni di pace e di tranquillità, ed il saggio +dell'interesse si riduce a bassissimo livello. Scarseggiano invece i +capitali, le condizioni politiche fanno presagire rivoluzioni o guerre, +il denaro si rimpiatta, ed il saggio dell'interesse sale, con altezza +vertiginosa, e ciò per due ragioni. E perchè il numerario obbedisce, +come ogni altra derrata, alla legge della offerta e della domanda, ed è +tanto più caro quanto più è domandato, tanto più a buon mercato quanto +più offerto; e perchè in questo contratto speciale del mutuo entra un +elemento specialissimo, che non entra in nessun altro contratto. Per +quanto rara sia una derrata, la sola legge dell'offerta e della domanda +basta a determinarne il prezzo. Nel contratto di mutuo invece, chi dà a +prestito deve tener conto della maggiore o minor probabilità cui va +incontro di non aver più restituito il capitale che dà a mutuo. Questa è +la ragione per cui, mentre oggi il saggio dell'interesse è del 3 per +cento per gli effetti di primo ordine, è del cinquanta e del sessanta +pei figli di famiglia e per gli impiegati. Questa è la ragione, per cui +chi investe i suoi denari in consolidato inglese ne ricava appena il tre +per cento, chi li investe in carte turche o spagnuole, ne ottiene, sulla +carta, il sessanta ed il settanta per cento. + +In fatto di investimento di capitali è sempre vero l'assioma di quel +banchiere: chi vuoi mangiar molto, dorme poco, e chi si contenta di +mangiar poco, dorme molto; ciò che equivale a dire che nell'arte +feneratizia è impossibile conciliare la sicurezza del capitale impiegato +col largo profitto degli interessi. + +Si giudichi, al lume di queste premesse, quale doveva essere il saggio +generale degli interessi negli scorsi secoli. La storia ci insegna come, +per lunga serie di anni, i capitali fossero così scarsi da essere impari +agli scarsissimi bisogni, e ci apprende come gli annali di Europa altro +non fossero che una serie non interrotta di guerre, di rapine, di +pestilenze, di carestie. + +Ma quasi tutto ciò non bastasse a rendere elevatissimo il saggio +generale dell'interesse nei tempi scorsi, un altro elemento vi +concorreva potentemente. + +Il fondatore della moderna scienza economica, Adamo Smith, annoverando +le ragioni che contribuiscono a rendere più o meno elevato il salario di +talune professioni, vi comprese, a grandissima ragione, la maggiore o +minore stima da cui sono circondate. + +L'asserzione dell'immortale scozzese non ha d'uopo di essere dimostrata. +_Non de solo pane vivit homo_ è verità incontestabile, ed ognuno si +acconcierà più volontieri a ricevere un più modesto salario in una +professione, che lo faccia segno alla pubblica considerazione, di quello +che riceverne uno più elevato per vedersi oggetto della generale +animaversione. + +Ora, quale era il concetto che nei tempi andati avevasi dei feneratori? +Ce lo dica il buon ministro di Luigi XVI, Turgot, l'uomo di cui fu +detto, che avrebbe salvato la monarchia in Francia, se la monarchia +avesse potuto essere allora salvata: + +“Piace prendere a prestito, ma è duro essere obbligati a restituire. La +soddisfazione che si prova nel trovare ciò di cui si ha bisogno +allorquando si è stretti dalla necessità, svanisce assieme al bisogno +appagato, che invece rinasce ben presto. Il debito resta, ed il peso se +ne fa sentire ad ogni momento sino a che siasi potuto pagarlo. Si crede +che colui che presta non dia che il suo superfluo, superfluo che è il +necessario per colui che riceve. Quantunque la giustizia rigorosa sia +intieramente a favore del prestatore che non reclama che quanto gli è +dovuto, la commiserazione, la simpatia sono sempre dal lato del +debitore. Si sente che questi restituendo sarà ridotto all'ultima +miseria, mentre il creditore può vivere anche senza ciò che gli è +dovuto. Questo sentimento si verifica anche allorquando il prestito è +puramente gratuito; a maggior ragione allorquando il prestito non fu +pattuito che contro un interesse; il debitore, che in questo caso si +tiene sgravato da ogni gratitudine, soffre con indignazione le +persecuzioni del creditore.” + +Ed ecco quindi la disistima, la antipatia universale perseguitare il +creditore, e tanto più acerbamente in quei tempi nei quali l'opinione +pubblica vede, in chi dà denaro a mutuo, uno spregiatore di ogni legge +divina ed umana. + +E questa disistima, questa pubblica antipatia costituiscono un nuovo +elemento che viene ad accrescere il saggio dell'interesse, perchè chi ne +è vittima vuole trovare un indennizzo a questa impopolarità nella +larghezza dei profitti. + +Queste erano le condizioni generali dell'industria feneratizia nei +secoli scorsi, e se l'indole del nostro lavoro non ci consente di +seguirne le differenti fasi da Carlo Magno sino alla Rivoluzione +francese, possiamo però dire che se le condizioni, che abbiamo visto +influire a mantener sempre elevatissimo il saggio dell'interesse, +aumentarono o scemarono d'intensità in diversi tempi, ed in diversi +paesi, esse sussistettero però sempre, dalla caduta dell'impero romano +sino alla rivoluzione francese. + +I lombardi, i caorsini che precedettero gli Ebrei nell'esercizio +dell'arte feneratizia (206), e che la esercitarono poi per lungo tempo +assieme ed in concorrenza con loro, non isfuggirono certamente a queste +leggi generali e le poche notizie che abbiamo sul saggio dell'interesse +da essi prelevato bastano a far chiaro come questo raggiungesse altezze +mostruose, che le leggi proibitive della usura non giovavano, +naturalmente, che ad accrescere. + +Nessuno ha mai detto che gli Ebrei esigessero un interesse maggiore di +quello che esigevano Lombardi e Caorsini (207); nè avrebbero potuto +farlo, perchè se è pur vero che l'industria feneratizia è, fra tutte, +quella in cui il fenomeno della concorrenza si esplica meno palesemente, +è anche vero, che nessuno avrebbe consentito a pagare, ad un Ebreo, un +interesse maggiore di quello che avrebbe potuto pattuire con altri. + +Eppure abbondano argomenti per dimostrare che se Ebrei e Lombardi +esigevano eguale interesse, ciò che per i secondi era lauto profitto, +diveniva interesse meno che rimuneratore per gli Ebrei. + +Ad ogni momento leggi ed editti di principi li cacciavano dai paesi dove +avevano dimora; ad ogni momento altre leggi esoneravano i Cristiani +dall'obbligo di pagare i loro debiti verso gli Ebrei; o, ciò che per +questi infelici tornava esattamente lo stesso, obbligava i debitori +cristiani a pagare al principe, al signore, le somme che loro erano +state mutuate dagli Ebrei. + +Nell'impossibilità assoluta di dare neppure un breve quadro delle +sofferenze della nazione giudaica, piglieremo a prestito dal Blanqui +poche linee, che se si riferiscono ad un sol paese e ad un solo regno, +sono però l'esatta dipintura di quanto avveniva sempre e dovunque: + +“Di tutti i Re che occuparono il trono [di Francia] durante circa due +secoli [1180–1328], non ve ne fu uno che trascurasse di dar prova della +sua potenza e della sua ortodossia con provvedimenti severi contro gli +Ebrei; ad ogni istante si vedono pubblicate ordinanze contro questi +paria del medio-evo, considerati siccome la materia imponibile per +eccellenza. Filippo Augusto ne promulgò quattro rimasti celebri: nella +prima li minaccia, nella seconda li spoglia, nella terza li scaccia, e +nella quarta proscioglie i loro debiti. Luigi VIII pubblicò del pari la +sua: soppresse ogni specie d'interesse, ed ordinò si pagassero ai +signori le somme che erano dovute agli Ebrei. Abbiamo già veduto San +Luigi non essersi mostrato meno severo con loro (208); Filippo _il +Bello_, Luigi _il Protervo_, continuarono il sistema dei loro +predecessori (209).” + +Si vede, da quanto precede, che allorquando un Ebreo si toglieva una +moneta di tasca, per darla a prestito, egli doveva calcolare che +novantanove volte sopra cento non l'avrebbe mai più riveduta. + +Ed in fatti quando i pubblici poteri non erano autori delle spogliazioni +commesse a danno degli Ebrei, i debitori trovavano un modo spiccio assai +di pagare i loro debiti. + +Si accusava un ebreo di qualsivoglia più pazza ed impossibile +scelleraggine; di aver avvelenato i pozzi, di aver diffuse le +pestilenze, di aver vituperato il Santissimo Sacramento o che so io; e +senza altra forma di processo, si dava mano alle armi, si massacravano +gli Ebrei, si spogliavano le loro case, e soprattutto si distruggevano i +titoli di credito che esistevano presso di loro. + +Fu notato, che, in certi paesi, le rivoluzioni cominciano sempre col dar +fuoco agli archivi criminali, tanto importa a certi rivoluzionari di far +sparire le traccie del loro passato, e le sommosse contro gli Ebrei si +manifestavan sempre, in tutti i tempi ed in tutti i paesi, col +distruggerne i registri ed i titoli di credito. + +Questa verità non è sfuggita agli storici ed il Roscher, l'illustre +professore dell'Università di Lipsia, l'esponeva con queste parole: +“Molte persecuzioni del più tardo medio-evo, nelle quali soprattutto si +trattava di annullare le obbligazioni di debito verso gli Ebrei, sono a +considerarsi quali crisi di credito in foggia barbarica, quale una forma +medio-evale di quelle che oggi si chiamano _rivoluzioni +socialistiche_ (210).” + +Anche il Beugnot riconosce che più d'una volta gli Ebrei vennero +massacrati, ben più come creditori che come eretici (211). + +Meno scientificamente, ma più efficacemente forse, un brioso giornale +cittadino, il _Pasquino_, definiva testè l'_antisemitismo_ altro non +essere che un _anticreditorismo_. + +Se a queste persecuzioni sistematiche, a questi massacri periodici, +aggiungiamo il fatto che, anche nei paesi dove erano meglio trattati, +gli Ebrei erano soggetti a gravissime tasse speciali, per ciò soltanto +che erano Ebrei; se poniam mente che i loro poveri essendo esclusi dalla +pubblica beneficenza, toccava ai ricchi ebrei di provvedere ai loro +bisogni, si comprenderà di leggieri che essi erano costretti a gravare +la mano sugli infelici loro debitori. + +È un circolo vizioso cui non si sfugge: le persecuzioni, i massacri +contro gli Ebrei, obbligano questi a mostrarsi più avidi, più duri coi +loro debitori; e questa avidità e questa durezza generano nuove +persecuzioni, nuovi massacri. + +Qui si presenta naturale una domanda: come mai malgrado tante e così +violente persecuzioni, malgrado il continuo timore in cui dovevano +vivere, di vedersi frustrati ad un tempo e dello sperato beneficio e del +loro stesso capitale, continuavano essi ad esercitare l'industria +feneratizia? La risposta è semplice. Davan danaro a prestito perchè non +era loro permesso di impiegare in altro modo quella parte dei loro +capitali che era esuberante ai loro commerci; perchè non potevano +acquistare o coltivar terre, nè divenir proprietari di edifizi urbani, +perchè erano, come vedemmo, sopracarichi di imposte e di spese di +beneficenza, e perchè occorreva loro spender molto denaro per soddisfare +l'avidità dei sovrani e dei principi che vendevan loro a caro prezzo il +diritto di soggiornare nei loro paesi, e quella dei cortigiani che +intercedevano per loro, presso il governo, protezione che era sempre ben +lungi dall'essere gratuita. + +Sarebbe del resto singolare contraddizione del secolo nostro, che +esalta, forse oltre il dovere, i beneficî del credito, dimenticare che +all'esercizio dell'arte feneratizia praticata dagli Ebrei, devono +ascriversi quei grandi progressi economici di cui oggi si mena tanto +vanto e che i nuovi popoli devono agli Ebrei del medio evo: + +1º L'introduzione degli _interessi del capitale_, senza cui non sarebbe +neppur pensabile uno sviluppo superiore del credito, ed anzi nemmeno +della formazione del capitale e della divisione del lavoro. Se questo +progresso era in parte soltanto una ristorazione di quanto aveva +conosciuto l'epoca, altamente incivilita, dei Greci e dei Romani, non è +così del + +2º Dell'invenzione, cioè, della cambiale, la quale è innovazione di un +valore storico mondiale, essendo quella di uno stromento che ha per il +commercio del danaro, presso a poco la stessa importanza della ferrovia +per la industria dei trasporti, e del telegrafo per lo scambio delle +notizie (212). + +Nè l'azione benefica esercitata dagli Ebrei sul progresso economico, nei +tempi più caliginosi del medio evo, si limita all'industria feneratizia; +soli, concentrando, sul commercio dell'oro e dell'argento, una +attenzione che i pregiudizi dei loro contemporanei li impedivano di +occupare altrove, prepararono la grande rivoluzione monetaria, che la +scoperta delle miniere d'America e l'impianto delle banche europee +dovevano compiere nel mondo; e quasi ciò non bastasse, ogni qual volta +le leggi non lo vietavano loro, e spesso anche malgrado il divieto delle +leggi, essi esercitavano ogni specie di commercio. + +“Allorquando la moltiplicità dei pedaggi e la tirannide dei signori +feudali rendevano impossibile ogni speculazione che non fosse quella dei +piccoli mercanti dei borghi e delle città, gli Ebrei, più arditi, più +facili a muoversi, volgevano l'animo a più vaste operazioni e lavoravano +in silenzio ad avvicinare continenti ed a riannodare i regni. Essi +evitavano le barriere ed i fortilizi, nascondendo accuratamente, sotto +miserabile apparenza, la loro reale ricchezza ed il segreto delle loro +transazioni. Andavano a cercare a grandi distanze e mettevano a portata +dei consumatori meno poveri, i prodotti poco conosciuti dei paesi i più +remoti. A forza di errare e di correre di paese in paese, avevano +acquistato una conoscenza esatta dei bisogni di tutte le piazze +commerciali; sapevano dove si doveva comperare e dove si poteva vendere: +pochi campioni ed un libriccino di note bastavano per le loro operazioni +le più importanti. Corrispondevano fra loro sotto la fede di impegni che +il loro interesse li obbligava a rispettare (213), circondati come erano +da nemici di ogni specie. Il commercio ha perduto la traccia delle +ingegnose invenzioni che furono il risultato dei loro sforzi, ma è alla +loro influenza che sono dovuti i progressi rapidi di cui la storia ci ha +segnalato il brillante fenomeno in mezzo agli orrori della notte +feudale (214).” + +Il valore economico degli Ebrei non può del resto esser revocato in +dubbio da nessuno storico imparziale; è ad esso, ad esso soltanto, che +questo popolo va debitore della sua conservazione, malgrado le atroci, +inaudite persecuzioni di cui fu vittima; senza il loro valore economico, +gli Ebrei sarebbero stati distrutti, ed il loro nome, come quello di +molte sètte del Cristianesimo, non sarebbe più che una memoria storica. + +Questo valore economico fu spesso riconosciuto dai loro stessi più +acerbi nemici, che or proscrivendoli, or richiamandoli, attestavano +l'importanza che ha la ricchezza mobiliare creata dal lavoro e +dall'industria. Egiza, re visigoto di Spagna, uno dei loro più crudeli +persecutori, mentre li bandisce dai suoi Stati, fa eccezione per quelli +della Settimania, “allo scopo, diceva, di riparare le sventure che +questa provincia aveva provato, e perchè gli Ebrei potessero +ristabilirne le finanze sia per via dei tributi che pagavano al fisco, +sia colla loro attività ed industria” (215). Luigi III e Filippo +l'Ardito dissero nelle loro lettere di richiamo agli Ebrei, nei loro +Stati, che non trovavano altro mezzo per ristabilire le decadute +finanze, che il richiamare gente propria a far fiorire il commercio e +circolare il denaro (216). + +San Pio V, uno dei pochissimi Papi che perseguitarono gli Ebrei, +dichiara, nelle sue bolle, che mantiene gli Ebrei in Ancona per non +distruggere il commercio col Levante. + +Quasi contemporaneamente il glorioso restauratore della Dinastia +Sabauda, l'eroe di San Quintino, Emanuele Filiberto, accordando con un +decreto del 1572, che è, per quei tempi, monumento insigne di +tolleranza, facoltà agli Ebrei di stabilirsi nei suoi Stati, dichiara +espressamente esservisi indotto “per commodo delli nostri sudditi et +beneficio del paese” (217). + +Altri esempi potremmo addurre, ma bastino questi, come basti l'accennare +che il declinare della grandezza spagnuola comincia positivamente dal +giorno in cui 300,000 israeliti, scuotendo dai loro calzari la polvere +della terra di Torquemada, trasportarono e sparsero sulla superficie +dell'Europa le ricchezze, l'istruzione e la industria loro. E ben lo sa +Livorno, che deve il suo porto agli Ebrei portoghesi, come Ancona che +riconosce la sua floridezza da certo dott. Fermo, ebreo, che fu il primo +ad avanzare le sue imprese per l'ampliazione di esso (218). + +Da quanto abbiamo detto finora risulta, chiaramente provato, che gli +Ebrei furono, nei secoli scorsi, altamente benemeriti del traffico e +delle industrie; è però innegabile che oggi ancora in certi paesi +d'Europa, che di civile hanno poco più che il nome, sorgono serie +lagnanze contro gli Ebrei che vengono accusati di essere i +monopolizzatori di ogni commercio. E questo avviene specialmente in +Polonia. + +In altri tempi i sovrani di quel paese reputarono sana politica +proteggere gli Ebrei, tanto che Boleslao e Casimiro, due re di quella +contrada, per difenderli contro il fanatismo religioso delle +popolazioni, affermarono in pubblici atti che la popolazione di +Gerusalemme, essendo stata sterminata dalla conquista romana, è +difficile rendere gli Ebrei moderni responsabili del sangue di Cristo. +In grazia di questa protezione gli Ebrei si accrebbero siffattamente in +quelle regioni che non è esagerazione affermare che oltre un sesto degli +Ebrei di tutto il mondo è ripartito fra la Polonia russa, la Galizia e +la Posnania. Il governo russo è troppo parco di documenti statistici, +perchè si possa conoscere con precisione qual sia la parte degli Ebrei +nel movimento economico del paese, ma non abbiamo difficoltà ad +ammettere, che essi abbiano concentrato nelle loro mani tutto il +commercio di quelle contrade, e non abbiamo difficoltà ad ammetterlo, +perchè sappiamo come i polacchi non abbiano mai avuto indole +commerciale. + +Un insigne scrittore di cose economiche scrive di loro il seguente +giudizio, che si potrà forse chiamare severo ma non certamente +immeritato. + +“L'ufficio della Polonia nella storia del Commercio è intieramente +passivo. Nessuna altra nazione in Europa si è mostrata così poco atta e +chiamata al traffico ed alle industrie. Anche ai tempi della sua +grandezza, quando confinava al Sud col Mar Nero ed al Nord col Baltico, +quando perciò riuniva le più favorevoli condizioni per l'esercizio del +Commercio internazionale, la Polonia non seppe trar alcun partito da +simili vantaggi. Non ebbe mai navigazione; non seppe neanche giovarsi +nell'interesse del suo dominio, del commercio marittimo dell'Asia che le +conquiste della Russia occidentale nel 1460 e quelle della Livonia nel +1583 avevano messo in suo potere, o per lo meno crearsi sul Baltico una +posizione uguale a quella degli altri paesi di riviera. Che cosa non +sarebbero divenuti in altre mani i porti di Riga e di Danzica come +emporio di un paese simile a quello che si estendeva dietro a loro! Col +suo mirabile sistema di corsi d'acqua, e con la varietà delle sue +naturali ricchezze, la Polonia fu ai tempi del suo splendore uno dei +paesi più felicemente collocati per isvolgere un attivo commercio. Ma la +sua deplorevole costituzione, l'amore delle conquiste, l'indole +bellicosa, il poco gusto per le arti pacifiche, per il lavoro, ridussero +i polacchi ad un ufficio molto subalterno come popolo +commerciante” (219). + +Ciò che lo Scherer scrive dei polacchi, può dirsi a buon dritto di tutta +la razza slava, ed è perciò appunto che dai paesi slavi giungono +continue lagnanze contro il monopolio degli Ebrei e dei tedeschi, +lagnanze inspirate da quel sentimento di invidia connaturale all'uomo +che suole muovere alti lamenti quando vede altri cogliere abbondanti +frutti da un albero che egli ha sdegnato. E che questo, e non altro, sia +il movente dell'agitazione vivissima che nell'Oriente d'Europa si +manifesta contro gli Ebrei, lo proclamava recentemente l'ex-dittatore +dell'Ungheria, Kossut, in una lettera da lui diretta al deputato Mezey +per combattere l'antisemitismo: + +“L'agiatezza degli Ebrei, dice Kossut, dipende dalla loro attività e dal +loro spirito di risparmio, e del regresso generale non sono colpa gli +Ebrei, ma coloro, che per gli errori antichi, non sanno rivaleggiare con +quelli. + +“Ricordo ai magiari, che tra i Cresi americani non v'ha neppure un +Ebreo, perchè l'Ebreo non può rivaleggiare con l'Americano” (220). + +Del resto anche la pretesa ricchezza degli Ebrei venne assai esagerata, +e noi, che ci siamo prefissi di avvalorare sempre le nostre parole +coll'autorità degli uomini più eminenti di tutti i tempi e di tutti i +paesi, lasciamo, anche su questo proposito, la parola ad un valentissimo +economista inglese, il Mac Culloch, e gliela lasciamo tanto più +volentieri in quanto che il brano che stiamo per riferire, riassume +maestrevolmente quanto siamo venuti finora dicendo. + +“Si è detto che gli Ebrei erano un esempio di un popolo la cui proprietà +era stata lungo tempo esposta a una serie quasi non interrotta di +assalti, e che nondimeno avevano continuato ad essere ricchi e +industriosi. Ma allorchè lo si esamini rettamente, si troverà che gli +Ebrei non fanno eccezione alla regola generale. I fortissimi pregiudizi +che si sono quasi universalmente nudriti contro di loro, ebbero per +lungo tempo l'effetto di impedir loro di acquistare nessuna proprietà in +terra, e li esclusero dal partecipare ai fondi delle istituzioni pie dei +varî paesi in cui erano sparsi. Non avendo perciò sussidi avventizi su +cui basarsi, caso che divenissero infermi o poveri, provavano un bisogno +fortissimo di risparmiare e di accumulare, ed essendo banditi +dall'agricoltura erano per necessità costretti a coltivare il commercio +e le arti. In un'età in cui la professione mercantile era guardata +generalmente come cosa sordida, e in cui per conseguenza avevano pochi +competitori, devono aver fatti grandi guadagni, sebbene questi si siano +assai esagerati. Ma era naturale che quelli che si erano indebitati +cogli Ebrei, dicessero che i loro profitti erano enormi: perchè così si +infiammavano i pregiudizi che vi erano contro di loro, e si offriva un +pretesto miserabile per defraudarli dei loro giusti diritti. Vi sono +alcuni Ebrei ricchi nella massima parte delle vaste città dell'Europa, +ma la gran maggioranza di quel popolo fu sempre ed è anche ora +poverissimo” (221). + +A queste parole del Mac Culloch ci sia permesso aggiungere due ultime +considerazioni. + +I nemici del nome giudaico, e non son pochi, se da un lato fanno colpa +agli Ebrei delle ricchezze di taluni loro correligionari, irridono poi +all'umile professione di molti dei più poveri e dei più avviliti tra +essi; quella del rivenditore di abiti e masserizie usate, del +rigattiere. + +Eppure l'economista non isdegna quell'umile mestiere, e gli riconosce la +sua larga parte di utilità economica; è il povero rigattiere che, colla +industria sua, colla sua mano d'opera, ridà un valore a quanto lo aveva +perduto, ed offre alle classi povere il mezzo di acquistare a poco +prezzo le cose più necessarie alla vita. _Le Temple_ (222) _est la +providence du peuple_, ha detto, e con ragione, un gran romanziere, che +era nello stesso tempo uno degli apostoli del socialismo: Eugenio Sue. + +Questo pei poveri; quanto ai ricchi è pur d'uopo convenire che se essi +sono tali è perchè le interdizioni di cui erano vittima nei tempi +andati, non soltanto li spingevano forzatamente verso le professioni le +più lucrative, ma li costringevano loro malgrado a tesaurizzare. + +Vietato agli Ebrei il conseguire gradi accademici, era tolto loro ogni +incentivo agli studi letterali e cavallereschi, studi, che come ognun +sa, non hanno mai arricchito nessuno. _Litterae non dant panem._ + +Vietato agli Ebrei, da numerose leggi suntuarie, l'uso di vesti fastose +ed obbligati se non dalla legge, dalla prudenza, a dissimulare sotto +sordide vesti la loro agiatezza, per non esporsi a rapine ed a violenze. + +Vietato il possedere case, il fabbricarne, e costretti a dimorare nei +sordidi ghetti, atti soltanto a far fuggire ogni idea di adornare e di +abbellire anco l'interno della propria dimora. + +Vietata ogni sontuosità nei loro tempî, nei loro cimiteri, in tutte le +pratiche di culto dove la pia munificenza dei Cristiani profondeva, +negli scorsi secoli, tesori a dovizie. + +Vietata ad essi ogni ingerenza nei pubblici affari. + +Vietato ad essi l'aver domestici cristiani, e, persino, l'aver commercio +con femmine da conio. + +Voglia il signor lettore esaminare questo breve elenco di interdizioni, +che molte e molte ne ommette per brevità, voglia compararlo col bilancio +della propria azienda domestica, e poi dovrà convenire con noi che il +popolo ebreo, obbligato a consacrarsi alle industrie che maggiormente +arricchiscono, e costretto a star lontano da quelle, che sono, per ogni +uomo civile, le maggiori cause di dispendio, avrebbe finito +coll'assorbire tutte le ricchezze del mondo, se le persecuzioni, i +massacri, le rapine non gli avessero tolto colla violenza, quanto la +violenza lo aveva costretto ad ammassare. + +Perchè gli Ebrei dovessero divenire ricchi ed usurai abbiamo veduto; i +loro nemici però non paghi di averli costretti ad esercitare un traffico +ignominioso, non paghi di rinfacciar loro come una colpa, quello che era +necessaria conseguenza della condizione ad essi creata, vennero dicendo +che il _Talmud_ non soltanto autorizza gli Ebrei ad opprimere i +Cristiani con usure, ma ne fa loro espresso obbligo, permettendo ad essi +di esercitare ogni maniera di frode verso i non Ebrei. + +Il _Talmud_, lo abbiamo detto a sazietà, non è per gli Ebrei che il +complemento della legge, e la legge dà agli Ebrei precetti ben diversi. + +Quali sieno i precetti biblici in questo argomento tutti sanno, ma a noi +piace ricordarli colle parole stesse di uno dei più accaniti nemici del +nome giudaico: + +“Secondo la legge mosaica non possono ingannare, nè defraudare alcuno, +che con essi contratti. So bene che ciò veniva espressamente loro +vietato nel Levitico al capo 19, v. 11, con queste parole: _Non +mentiemini, nec decipiat unusquisque proximum suum._ In molti altri +versi del medesimo capitolo e in più luoghi è replicato un tale +comandamento. Ed essendo egli morale, e non cerimoniale, non è cessato, +ma va in vigore, e nella prima osservanza” (223). + +Ed il Talmud che ha per scopo di spiegare la Bibbia, non di cambiarla, +non sopratutto di stabilire precetti che a quella ripugnino, conferma +questi principii di elementare onestà. + +I Talmudisti dicono: + +_a_) che non è permesso di fare altrui illusione, nemmeno ad un _Goi_, +per esempio, di fargli regalo di alcun oggetto, facendogli credere che è +di maggior valore di quello che è (224). + +Samuele ordinò al servo di accordarsi col barcajuolo che dovea +tragittarlo al di là d'un fiume. Nei patti dell'accordo eravi di dargli +a bere una bottiglia di vin puro: il domestico mescolò il vino con +acqua, nè il barcajuolo se ne accorse. Samuele seppe l'inganno, e sgridò +acerbamente il suo servo (225). + +_b_) che chi deruba il Goi è tenuto alla restituzione, e che è anzi +peggio derubare il Goi che l'Israelita, poichè ne rimane profanato il +nome di Dio (226). + +_c_) che l'Israelita pecca, ed è tenuto all'indennizzamento, qualora +nella misura, nel peso o nel calcolo faccia sopruso al non israelita, +non altrimenti che facendolo ad un israelita. Chi trafficando, sia +coll'israelita, quanto coll'idolatra, misura o pesa scarso, contraviene +ad un divino precetto ed è tenuto al risarcimento. È parimente vietato +di gabbare il Goi nel calcolo, ma devesi usare seco lui ogni esattezza, +come dice il sacro testo (_Lev._, XXV, 59), e _faccia ragione col suo +compratore_; il quale testo tratta di un non israelita da sè dipendente +(vivente cioè nella Palestina quando questa era in potere degli +Israeliti); quanto più non dovrai tal legge osservare con chi non è a te +soggetto? D'altronde la Scrittura dice (_Deut._, XXXV, 16): _Chiunque fa +tali cose, chiunque fa iniquità è in abbominazione al signore Iddio +tuo_, proposizione assoluta e senza alcuna condizione (227). + +_d_) I Gheonim (228) insegnano, allegando l'autorità del Talmud (229), +esser permesso, anzi esser dovere di far testimonianza anche innanzi ai +non israeliti (presso giudici non iniqui), anche se il frodato sia un +Goi ed il frodatore un israelita (230). + +_e_) Il celebre ed autorevole R. Mosè Couci dice: Anche quel Talmudista +che opina non essere vietato derubare il Goi, parla di un tale che abbia +fatto del male allo israelita, ed anche in questo caso la sua sentenza +non viene adottata; fuori però di questo caso anche quel Talmudista +riconosce essere vietato rubare al Goi (231). E qui giovi notare che +questo Mosè Couci o Kotzi, che fioriva nel 1230, è ben lungi dall'essere +stato, in massima, modello di tolleranza. Nelle prime edizioni delle sue +opere (232) trovansi non pochi passi anticristiani, ma il fanatismo +religioso, di cui nessuno vorrà far colpa ad un ebreo del XIII secolo, +non gli impedì però di fare il suo dovere d'onesto uomo, proclamando la +massima che abbiamo testè riferita. + +Nè del resto poteva essere altrimenti, checchè abbiano farneticato i +malevoli; la legge mosaica espressamente comanda di non molestare il +forestiero, e lo inculca con queste parole: _E non oppressare il +forestiero, perciocchè voi sapete in quale stato è l'animo del +forestiero, essendo stati forestieri nella terra d'Egitto_ (_Esodo_, +XXIII, 9). Ed altrove dopo aver detto che Dio è il Dio degli Dei, ed il +padrone dei padroni; Dio grande, potente e tremendo, ecc, aggiunge che +egli fa giustizia all'orfano ed alla vedova, ed ama il forestiero, per +somministrargli vitto e vestito; indi conchiude: _Voi dunque altresì +amate i forestieri; conciossiachè siate stati forestieri nel paese +d'Egitto_ (_Deut._, X, 17, 19). Raccomanda di non far soffrire +ingiustizia al forestiero ed all'orfano, e di non pignorare l'abito +della vedova, ed aggiunge: _E ricordati che tu sei stato schiavo in +Egitto_ (_Deut._, XXIV, 17 e 18). Ognuno sa che la memoria dei mali da +noi stessi altre volte sofferti accresce forza al naturale sentimento +della pietà dei mali altrui. + +Nè la legge scritta, nè la legge rivelata concedono dunque all'ebreo di +usar frode a pregiudizio dei gentili. + +Il Levi nella sua raccolta talmudica già più volte citata ha spigolato +nel Talmud alcune regole di commercio che giovano a mostrare come i +dottori del Talmud si preoccupassero di inspirare negli Israeliti, i più +rigorosi principî di probità commerciale: + +“È peccato far incarire i frutti — portare aumento nei prezzi correnti. + +“Oltre il sesto del valore v'ha lesione e il contratto è nullo (233). + +“Non deve il vinajo spargere nel suo negozio profumi di vini aromatici, +per far credere di tenere nel suo negozio vini squisiti. + +“Non deve il negoziante regalare dolci ai giovanetti per allettarli al +suo negozio. + +“Il vindice nel diluvio è vindice di chi non mantiene la sua parola. + +“Il capo dei ladri è quegli che defrauda nel peso e nelle misure (234). + +“Il negoziante deve ripulire i suoi pesi e i suoi vasi una volta ogni +settimana, per conservarli sempre nella giusta misura” (235). + +Ma, si dirà, ammesso pure che agli Ebrei sia vietato usar frode in +commercio, tanto col correligionario quanto col _Goi_, non potrete +negare, che la stessa Bibbia, mentre vieta loro di dar denaro ad usura +agli Ebrei, permette ad essi di darne ai _goim_. + +Ed infatti è scritto nel _Deuteronomio_ (XXIII, 19, 20) ed altrove: “Non +prestare ad usura al tuo fratello, nè danari, nè vittuaglie, nè cosa +alcuna che si presta ad usura. + +“Presta ad usura allo straniero, ma non al tuo fratello.” + +La cattiva interpretazione di questo precetto espresso e ripetuto nella +Bibbia, fu causa principalissima delle accuse mosse su questo argomento +contro gli Ebrei e della ripugnanza che ebbe il Cristianesimo contro +l'industria feneratizia. + +Per bene interpretare questo precetto, conviene in primo luogo aver +presente che la parola usura va intesa, anche in questo brano, nel senso +di interesse. Abbiamo già dimostrato, colle parole del Say, che quello +che noi ora diciamo _interesse_ dicevasi usura negli antichi tempi, ci +sia lecito aggiungere qui, che la lingua ebraica non ha la parola usura, +nel senso che oggi volgarmente le si attribuisce, sicchè ogni qualvolta +troviamo scritto nella Bibbia la parola _usura_ dobbiamo leggere +_interesse_. + +Quanto al divieto biblico di prestar ad interesse al fratello, ed alla +facoltà di prestare al forestiero, è un di quei precetti che debbono +considerarsi parti della legge civile, non della religiosa, e che, come +tale, cessarono di aver vigore colla esistenza politica della nazione +ebraica. + +Non diciamo cose nuove, ripetiamo, costretti, cose trite e ritrite. + +Questo precetto, come prescrizione di legge civile, è facilmente +spiegabile. + +L'Ebreo in Palestina non era commerciante, lo abbiamo veduto; il +commercio della contrada era in mano dei forestieri; da ciò consegue che +se l'Ebreo prendeva a prestito denaro vi era costretto dalle necessità +della vita, mentre il forestiero ne abbisognava per dar vita ai propri +traffici; da qui il divieto, altamente economico, di far pagare +interesse al primo ed il permesso, logico e naturale, di farlo pagare al +secondo, che, dal denaro mutuato, presumeva ricavar lucro e vantaggio. + +E questa nostra interpretazione è ampiamente suffragata dal versetto 25 +del capitolo XXIII dell'Esodo: + +“Quando tu presterai danari al mio popolo, al povero che è appresso a +te, non procedere inverso lui a guisa di usuraio: non imponetegli +usura.” + +Il più volte citato Luzzatto così commenta questo versetto: + +“_Al popol mio_, cioè ad Israello. _A qualche povero che è appresso a +te_, spiega l'antecedente e cioè che l'esenzione dell'interesse è +diritto solamente di chi è assolutamente povero, non del ricco che cerca +danaro per speculazione.” + +Anche il Mortara, onore di Mantova e del Rabbinato italiano, così +interpreta questo precetto (236): + +“Il prestito fatto al povero viene considerato dalla morale religiosa +come una carità e non un contratto. Essa riguarda pertanto il povero +vergognoso come un congiunto, ed impone di prestargli, e non usare verso +di esso come creditore che conceda dilazione al pagamento. È evidente +che tale obbligazione morale non può vincolare che verso i prossimi e +perciò la religione non la impone che verso i concittadini ed i +correligionari. + +“I nostri Dottori applicano il testo d'Isaja, “allora tu invocherai il +Signore ed egli ti esaudirà,” a colui che ama i suoi vicini, porta +operoso affetto a' suoi congiunti e presta una moneta al povero nel +momento del suo bisogno; e nell'esposizione del testo (salmo XV, 5): _Il +quale non dà i suoi danari ad usura_, comprendono espressamente il non +Israelita fra quelli cui si devono far prestiti, senza percepirne +interesse” (237). + +E con questo commento dei due dottissimi rabbini si accorda quello di un +eruditissimo sacerdote cristiano, l'abate M. Mastrofini, il quale +conchiuse che il precetto “riguarda le usure di ricchi Ebrei su poveri, +i quali tra loro convivono” (238). + +E più sotto, lo stesso Mastrofini, riassumendo il risultato dell'acuta +sua disamina sui varii passi del Vecchio Testamento ove è discorso +dell'usura, così conchiude: + +“La legge mosaica intorno le usure, ci rassicura ancora che non tutte le +usure sono contrarie alla legge della natura. Imperocchè Dio, per Mosè, +permise le moderate e discrete col ricco, tanto ebreo quanto +forestiero” (239). + +Questi i precetti biblici riassunti da scrittori dotati di sana critica. +Vediamo ora come i talmudisti interpretarono la legge: + +“Chi entrerà nel tuo sacro monte? dice Davide. Chi cammina sinceramente +e chi non dà il suo danaro a usura. Osserva un dottore: Chi non dà il +suo danaro a usura neppure a un Gentile” (240). + +“L'Ebreo il quale presta il suo denaro al Gentile, anzichè +all'Israelita, perchè dal primo può prendere interesse, commette +peccato” (241). + +“Chi accumula ricchezza con interesse e usura, l'accumula per chi è +benefico coi poveri. Dice Salomone.” + +“Il dottore Hunà dichiara che qui allude all'usura tolta dai Gentili. Un +altro dottore osserva che Mosè permette di dare a interesse a' Gentili. +Risponde il primo dottore, che il testo biblico ha altro senso. +Concludesi che tutto al più può l'Israelita prestare a interesse al +Gentile, tanto da guadagnarsi il vitto (242). + +“Quando il Salmista (XV, 5) encomia chi presta il suo denaro senza +percepire frutto, intende che lo faccia anche col Goi” (243). + +Ed in altro trattato: + +“Vieni e vedi, tutte le creature di Dio ritraggono (prendono a prestito) +l'una dall'altra. + +“Il giorno ritrae (prende in prestito) dalla notte, la notte dal giorno: +la luna dalle stelle, le stelle dalla luna: il sole dalla luce, la luce +dal sole: il senno dalla scienza, la scienza dal senno: la carità dalla +giustizia, la giustizia dalla carità. + +“Tutte queste creature divine ritraggono (prendono in prestito) l'una +dall'altra e sono amiche ed in pace. + +“Solo l'uomo presta al compagno e cerca di rovinarlo con l'usura e col +furto. + +“Questi usurai dicono quasi a Dio: Perchè non prendi usura de' tuoi +prestiti agli uomini? Tu inaffii la terra, tu fecondi i campi, tu +illumini, tu soffii l'alito vitale, tu conservi: chè non ti fai pagare? + +“Dice Iddio: Vedete quante cose io presto, e non prendo interesse. + +“Guai a chi prende usura: egli non vivrà. + +“Un re apre all'amico il suo regno: l'amico entra, calpesta i poveri, +uccide le vedove, distrugge, rovina, e riempie ogni cosa di frode e +iniquità. + +“Così l'usuraio a cui Iddio ha aperto il regno dei suoi tesori, porta +ovunque la sterilità e la morte (244).” + +Ed altrove: + +“Bada cecità degli usurai. Se taluno ingiuria il compagno chiamandolo +empio, l'ingiuriato arde d'ira e medita vendetta. E costoro in uno +scritto, sancito da notai e da testimoni, di propria volontà scrivono e +sottoscrivono e dichiarano..... d'avere rinnegato il Dio +d'Israele” (245). + +Chiudiamo questo troppo lungo capitolo colla citazione di un brano del +più volte ricordato Rabbino Leon Modena, il quale porrà in luce cosa +pensassero su questo argomento gli Ebrei italiani, or sono due secoli. + +“Per obbligo della Legge, così di Mosè, come a bocca, devono esser +realissimi, e non fraudar, ne ingannare alcuno, sia chi si voglia, o +Hebreo, o non Hebreo, osservando sempre, e con ogni persona, quelli +buoni modi di negotiar comandatogli in molti luoghi nella Scrittura, e +spetialmente nel Lev. c. 19, versi 11, 13, 15, 33 sino al fine. + +“E quello che hanno disseminato alcuni in voce, e in iscritto, che ogni +giorno giurano, et hanno per opera pia di ingannar, e fraudare un +Christiano, è espressa bugia, così promulgata per renderli più odiosi di +quello che sono. + +“Anzi molti rabbini hanno scritto et in particolar ne ha fatto raccolta +a longo Rabino Bachij nel libro _Cadachemah_, lettera _Ghimel Ghezelà_ +dove dice che è molto più grave peccato il fraudare uno non Hebreo, che +un Hebreo rispetto allo scandalo che si da, oltre l'opera sia in se, e +si chiama _Chillul Ascem_, che vuol dire profanare il nome di Dio, che è +de' maggiori peccati. Onde se si trova fra essi chi inganna e frauda, è +diffetto di quel particolare, che è di mala qualità, ma non che lo facci +essendole ne dalla sua legge, ne da Rabini in alcun modo permesso. + +“È ben vero che la strettezza, nella quale la captività lunga gli ha +ridotti et essendole vietato quasi per tutto il posseder terreni, e +molti altri modi di mercantar, et esercitii di riputatione et utili, si +sono molti abbassati d'animo e divenuti digeneranti della lealtà +israelitica” (246). + +Con queste parole il Modena viene a dimostrare quanto giuste sieno +queste idee di un pubblicista inglese che noi trovammo testè riferite +nella _Revue Britannique_ e colle quali ci piace dar termine a questo +capitolo: + +“Dovunque le incapacità inerenti alle qualità di ebreo sono sconosciute, +lo spirito stretto di sêtta e di tribù disparve, e lasciato a se stesso +il giudaismo, in quanto riguarda le materie religiose ed i doveri +sociali, si è sviluppato sanamente e senza usurpare sui confini altrui. +È questo ancora il miglior rimedio da opporre alla sua estensione che +noi possiamo consigliare a coloro che vedono in lui un nemico di cui +occorra sbarazzarsi ad ogni prezzo.” + +(193) _La situazione degli Ebrei nel Medio-Evo._ — _Giorn. degli +Economisti._ Padova, 1875, vol. 1, pagg. 88 e segg. + +(194) Ac si transferre sedes cogerentur, major vitae metus quam mortis. +(TACIT., _Hist._ XXI). + +(195) Ne quidquam ingenuum potest habere officina... Mercatura, si +tenuis est, sordida putanda est: sin autem magna et copiosa; multa +undique apportans, non est admodum vituperanda..... Nihil enim +proficiunt mercatores, nisi admodum mentiantur. (CICERONE, _Dei doveri_, +libro I, sez. 42). + +(196) SAY, _Trattato di Ec. pol._ in _Bibl. dell'Ec._ Serie I, vol. VI, +pag. 275. + +(197) BLANQUI, _Hist. de l'Ec. pol._, I, 153. + +(198) Questo pregiudizio contro l'interesse del denaro, che rimonta ad +Aristotile, e che ha per base la massima che il denaro, non essendo di +per se stesso fecondo, non può produrre interesse, era comune anche a +Shakespeare che, nel suo linguaggio pittoresco, definì l'interesse: _La +posterità di uno sterile metallo._ + +(199) TURGOT, _Memoria sui prestiti di denaro_ in _Bib. dell'Ec._ Vol. +I, pag. 373. + +(200) _Bull. mag._ LXVI, pag. 328 e pag. 21. + +(201) S. DE SISMONDI, _Nuovi principii d'economia politica_ in _Bibl. +dell'Econ._ Vol. VI, pag. 636. + +(202) Le Pandette fissano al quattro per cento il tasso dell'interesse +per la persona di un rango illustre, a sei per gli altri, tasso +ordinario e legale. Ciò non pertanto si permise l'interesse dell'8 per +cento ai manifattori ed ai commercianti e quello del 12 per le +assicurazioni marittime. + +(203) Gli stessi principi ecclesiastici che vietavano ai Cristiani di +dar capitali ad interesse, lo permettevano agli Ebrei; ad esempio +l'arcivescovo di Colonia, nel 1266, promise loro di non concedere ad +alcuno tranne che ad essi il contrarre prestiti fruttiferi. (ENNEN, +_Storia di Colonia_, II, 327). + +(204) Quando il re di Francia, Giovanni, per pagare i suoi debiti +adulterò la sua moneta, tutti gli ufficiali della sua zecca furono +obbligati a giurare il secreto. (V. DUCANGE, _Glossario_, parola +_Moneta_, ed. de' Benedettini). Fin qui il Say; dal canto nostro +aggiungiamo che questa adulterazione delle monete, causa principalissima +dello esorbitante tasso dell'interesse e che durò sino alla età +moderna — Carlo V verso il 1540 inondò l'Europa di una massa di cattivi +scudi d'oro di Castiglia. (BLANQUI, _Hist. de l'Ec. pol._, I, 283) — era +conseguenza delle dottrine di S. Tommaso. Il Grande Aquinate, come del +resto tutti gli uomini dei tempi suoi, aveva curiose idee in fatto di +economia politica. Egli (_De Regg. Princ._, II, 13), infatti permette +che lo Stato faccia uso, moderatamente però, del diritto di alterare le +monete _sive in mutando, sive in diminuendo pondere_. Tutti ricordano le +roventi parole con cui il nostro Dante, quasi contemporaneo +dell'Aquinate, stigmatizza Filippo il Bello, il re falso monetario, che +la dottrina di S. Tommaso aveva appreso da Egidio Colonna; il Dottor +Fondatissimo, fu infatti discepolo di Tommaso e maestro di Filippo. + +(205) SAY, _op. cit._ pag. 277. + +(206) Se l'indole di questo lavoro lo consentisse, potremmo moltiplicare +gli esempi per dimostrare che caorsini, lombardi e toscani precedettero +quasi dovunque gli Ebrei nell'esercizio dell'usura. Nell'impossibilità +di farlo qui, ci limitiamo ad un solo esempio somministratoci da +un'eccellente monografia di ANTONIO IVE (_Dei banchi feneratizi e +capitoli degli Ebrei di Pirano e dei Monti di pietà in Istria_, Rovigno, +Bontempo e C., 1881), dove a pagina 7 si legge: “Ai fiorentini +succedettero in Istria, nell'esercizio della fenerazione, verso il 1380 +circa, gli Ebrei, i quali ne ebbero, per così dire, il monopolio fino +alla metà del secolo XVII.” + +(207) Non facciamo la storia dell'usura, e dobbiamo quindi trascurare +molte e molte citazioni ad appoggio di quanto veniamo dicendo; a +mostrare però come l'industria feneratizia non fosse esercitata dai soli +Ebrei, riferiamo il seguente brano di un'ordinanza di Luigi il Protervo, +9 luglio 1315: “Et comme nous avons appris que plusieurs Italiens +étaient dans notre Royaume, lesquels exercitent marchandises et contrats +_qui ne sont pas honnêtes_, notre intention n'est pas de donner à tels +Italiens lesdites frauchises et libertés.” + +(208) San Luigi li oppresse colle leggi più intollerabili, liberò i loro +debitori, proibì ogni azione giudiziaria a vantaggio degli Ebrei, e +spinse il rigore sino a proibir loro di contrattare. (BLANQUI, _Hist. de +l'Ec. pol._, I, 186). + +(209) BLANQUI, _op. cit._, I, 223. + +(210) _Loc. cit._ + +(211) ARTHUR BEUGNOT, _Les Juifs d'Occident_, 2^me partie, pag. 35. + +(212) ROSCHER, _art. cit._ + +(213) Il Roscher (_loc. cit._) nota, assai saggiamente, che l'azione +commerciale degli Ebrei fu favorita anche dalla loro unione altrettanto +vivace quanto grandiosa, estesa attraverso tutti i regni cristiani e +maomettani. È questo un vantaggio che, in minori proporzioni, si può +segnalare anche presso altre minoranze religiose, e su cui, ad esempio, +riposano i successi mercantili degli Ugonotti in Francia e dei Quacqueri +in Inghilterra. + +(214) BLANQUI, _Hist. de l'Ec. pol._, I, 189. + +(215) D'AGUIR, _Concil. hispan._, t. II, p. 752. + +(216) _Réflexions d'un Milord_, pag. 52. + +(217) Veggasi il documento in _Revue des Etudes Juives_, anno 1882, pag. +231. + +(218) _Difesa contro gli attacchi fatti alla nazione ebrea_, ecc. Pavia, +MDCCLXXXIV, pag. 104. + +(219) SCHERER, _Storia del Commercio_ in _Biblioteca dell'Economista_, +serie II, vol. IV, pag. 712. + +(220) _Unità Cattolica_ di Torino, numero 224, del 26 settembre 1883, 1ª +ed., pag. 896. — Veggasi pure fra i documenti una importante memoria del +principe Demidoff di San Donato sulla questione semitica in Russia. + +(221) MAC CULLOCH, _Principii di Ec. pol._ in _Bibl. dell'Ec._, v. XIII, +pagine 17, 18. + +(222) Il _Temple_ era un quartiere di Parigi ove i rigattieri avevano le +loro botteghe. Oggi ancora quel quartiere, situato nei pressi del +sobborgo operaio di Sant'Antonio, è abitato dalla parte più povera degli +Ebrei di Parigi. + +(223) MEDICI, _op. cit._, cap. XII. + +(224) TALMUD BABILONESE HOLIN, fol. 84. Appoggiato a tale sentenza +l'autore del libro _Hassidim_, vivente in Francia verso il 1200, +condanna e dichiara peccatori coloro che nel salutare il non israelita +gli dicono sottovoce villanie, cui l'altro suppone esser parole +amichevoli. (_Hassidim_, § 51). + +(225) Id. id. + +(226) TOSSAFTÀ KAMÀ, cap. IV. + +(227) MAIMONIDE dietro il Talmud, trattato GHENEVÀ, capitolo 7, lez. 8. + +(228) Capi di Accademia in Persia, succeduti ai Talmudisti dal 600 al +1038 di G. C. + +(229) KAMÀ, fol. 113. + +(230) SEMACH GAON, nelle decisioni dei Gheonim, stampate a Salonico e +sotto il titolo di Sciaon Zedek, fol. 84 retro. + +(231) SAMAG, precetto negativo, 152. + +(232) Cfr. DE ROSSI, _Diz. storico degli autori Ebrei_, Parma, 1802, +vol. 2, p. 67 a. v. _Mosè di Kotzi_. + +(233) BAVÀ METZIÀ, fol. 49. + +(234) LEVI, _op. cit._, pag. 281. + +(235) I Talmudisti sembrano essersi assai preoccupati della esattezza +dei pesi e delle misure. “Il commerciante all'ingrosso ripulisca le sue +misure una volta al mese, quello al minuto una volta ogni dodici mesi. +R. Simeone, figlio di Gamliel, dice all'opposto: il bottegaio ripulisca +le sue misure due volte per settimana e netti i suoi pesi una volta per +settimana, e netti la bilancia dopo ogni pesata. R. Simeone dice, questo +intendere trattandosi di cose molli, ma di cose aride non occorre.” +(BAVÀ BADRÀ, 88 a). “Si instituiscono commissari per le misure [perchè +siano giuste] ma non per i pesi [perchè dipendono dalla concorrenza]. +Rami bar Hamà dice: si stabiliscono commissari sia per le misure, sia +per i prezzi a motivo degli ingannatori.” (_Ivi_, 890). + +“È proibito di tenere in casa misure mancanti o soverchianti..... +quest'intendesi nei paesi ove non sono bollate, ma dove sono bollate +quando non vede il bollo non prende.” (_Ivi_, 897). + +E certamente a queste massime si è inspirato il Maimonide quando facendo +suo il precetto che leggesi in _Bavà-Badrà_, 886, scrisse: “È più grave +la punizione di chi defrauda colle misure che di chi commette incesto, +perchè questo è tra lui e Dio, e quello tra lui e il prossimo” +(MAIMONIDE, _Leggi sul furto_, cap. VII, lez. 8). + +(236) MARCO MORTARA, _Compendio della religione israelitica_, Mantova, +Beretta, 1855, pag. 86. + +(237) V. TALMUD SANEDR. 76B e MACCOT 24A. + +(238) MASTROFINI, _Le usure_. Milano, Silvestri, 1841, pag. 9. Cfr. +GENOVESI, _Lezioni di economia civile_ in _Bibl. dell'Economista_, 1ª +serie, vol. III, pag. 207. Il dotto filosofo napoletano fu forse il +primo in Italia a comprendere e ad esporre nettamente il concetto +biblico del prestito ad interesse. + +(239) _Op. cit._, pag. 37. + +(240) TALMUD MAKOT, pag. 24. + +(241) JALKUT MISLÈ, fol. 144, 1. + +(242) JALKUT, fol. 295, 2. + +(243) MAKOT, fol. 24. + +(244) BAVÀ MEZHIA, fol. 71. + +(245) RABOT MISHPATIM, sez. 2, verso la metà. Nella stessa sezione molti +altri passi sono diretti a biasimare l'usura: p. e. “Vieni e vedi: +chiunque è ricco, e benefica i poveri e non prende usura, Iddio lo +considera come se avesse osservato tutti i precetti. + +“Diede ad usura, prese aumento e vivrebbe? Non vivrà.” (Ezechiele 18, +17) “dice Iddio benedetto: Chi visse d'usura in questo mondo, non vivrà +nel mondo venturo.” + +“Non gl'imporrete usura (Esodo, 22, 27) bastava _imporrai_, perchè dice: +_imporrete_? si riferisce ai testimoni, al garante, ai giudici ed allo +scrivano, perchè se non fossero questi, egli non prenderebbe nulla, e +quindi vengono puniti tutti quanti. + +“A che si assomiglia l'usura? A chi viene morso da un serpente, e non se +ne accorge, e non lo sa sino a che non lo investe (?) tutto. + +“Il _povero_ che è con te (Esodo, 22, 27) dice il santo, benedetto egli. +Non gli basta la sua miseria che tu gli prendi ancora usura?” + +(246) MODENA, op. cit., parte II, cap. V, pag. 49. + + + + + IV. + + Dell'uso del sangue cristiano nei riti ebraici + + +Oggi ancora, nell'ultimo quarto del secolo decimonono, abbiamo veduto, +in un paese che si dice civile, Ebrei accusati di aver assassinato una +fanciulla cristiana, non per scopo di lucro o di libidine, non per +vendetta, o per qualsiasi altro dei soliti moventi cui obbediscono gli +assassini, ma nell'intento di raccoglierne il sangue, sangue che si +pretende necessario agli Ebrei per l'adempimento di tenebrosi loro +riti (247). + +E mentre il processo si dibatteva in Ungheria, abbiamo veduto in Italia, +in Francia, in Germania, nei paesi insomma del continente d'Europa che +sono alla testa del movimento intellettuale, pubblicarsi giornali ed +opuscoli per sostenere che la religione ebraica impone ai suoi seguaci +l'obbligo di valersi del sangue di umane vittime per compiere non +sappiamo quali infami riti. + +Che più? un professore dell'I. R. Università di Praga, il Rohling, si è +persino procacciata una tal qual nomea, facendosi banditore della oscena +accusa; e quasi ciò non fosse bastante, il _Figaro_ di Parigi, il +giornale certamente più diffuso dell'Europa continentale, e che ha +parecchi Ebrei fra i suoi collaboratori, riproduceva, a proposito del +processo di Tisza Eszlar, nel suo numero del 15 luglio 1883, un lungo e +calunnioso articolo contro gli Ebrei, togliendolo da un infame libello +antisemitico, il _Paderboner Judenspiegel_. + +Certamente, di fronte agli scarsi accusatori, sorsero numerosi i +difensori degli Ebrei, e fra questi, solleva l'animo il poterlo dire, +non mancarono dotti ecclesiastici di tutte le confessioni cristiane. + +Certamente gli stessi Tribunali Ungheresi, con tre conformi sentenze, +proclamarono l'innocenza degli Ebrei accusati nel famoso processo di +Tisza Eszlar; ma è pur troppo nell'indole della natura umana il prestare +più facile orecchio a chi accusa che a chi difende, a chi proclama il +male che a chi lo nega, sicchè non è a meravigliarsi che uomini di buona +fede, liberali sinceri, rimangano oggi ancora dubbiosi di fronte alla +strana accusa. + +Si fa la grazia agli ebrei, che dimorano nei paesi più colti, di +ammettere che abbiano rinunziato al sanguinoso rito, ma si pretende che +esso si mantenga ancora rigoglioso in quei paesi dove il progresso della +civiltà trova refrattarii ebrei e non ebrei. + +I più benevoli arrivano ad accordare che non tutti gli Ebrei pratichino +la nefanda cerimonia, ma insinuano che può bene essere sorta in seno al +giudaismo, una setta la quale abbia imposto ai suoi seguaci l'obbligo di +versare umano sangue e di cibarsene (248). + +Insomma, mentre tutti gli onesti provano ribrezzo ad involgere nella +orrenda accusa gli Ebrei che conoscono personalmente, quelli che vivono +in continuo contatto con loro, non mancano però parecchi che vanno +cercando argomenti per persuadere a loro stessi che Ebrei di remote +contrade possono bene essere colpevoli. + +Noi che scriviamo, conosciamo in Italia fior di onesti uomini che +protesterebbero indignati se domani una simile accusa si muovesse ad un +loro conterraneo, ad un loro amico ebreo, ma che la trovano invece +naturale, naturalissima, quando viene rivolta ad un ebreo ungherese o +siriaco (249). + +Anzi abbiamo sentito taluno che pretendeva difendere gli Ebrei, non +negando la stolta calunnia, ma invocando questa singolare attenuante: +che cioè se simili accuse non si muovono più, contro gli Ebrei che +dimorano in paesi civili, egli è perchè essi rinunciano all'orribile +pratica, non appena cessano di esser fatti segno alle oppressioni di cui +furono e sono bersaglio nei tempi e nei paesi meno civili. + +Certamente, al secolo nostro, che, più spesso che non convenga, giudica +dalle apparenze, ripugna meno l'accusare di una orribile superstizione +il lurido ebreo polacco dal classico cafetano e dai ricci bisunti, od il +palestinese dal turbante e dalla turchesca zimarra, che non il +gentiluomo lindo ed azzimato che si mescola a noi, che vive della nostra +vita e che ormai può dirsi in tutto eguale agli altri suoi concittadini. + +Ma tutto ciò non è che parvenza. + +Vanto precipuo del giudaismo è, che, malgrado le differenze, dalla +civiltà e dal progresso create, fra gli Ebrei dei varii paesi, essi +mantennero sempre l'unità del loro culto, delle loro credenze; sicchè le +stesse pratiche, gli stessi riti si celebrano tanto a Parigi quanto a +Bagdad, tanto a Milano od a Boston quanto nell'ultimo villaggio della +Ungheria e della Polonia. + +Bisogna dunque ammettere che o tutti gli Ebrei, che oggi vivono fra noi, +hanno d'uopo di sangue cristiano per le loro cerimonie religiose, o che +questo bisogno non fu mai provato da nessun ebreo, in nessun tempo ed in +nessun paese. + +La religione ebraica non ha sêtte, non ha discrepanze religiose, sicchè +è forza accettare questo dilemma: o tutti innocenti o tutti colpevoli. + +E per questo noi — che scriviamo in Italia, dove, da ormai trenta anni, +non è più sorta nessuna accusa di questo genere contro gli +Ebrei — sentiamo il bisogno di insistere su questo argomento per far +chiaro che mai, in nessun luogo ed in nessun tempo, gli Ebrei +praticarono l'infame rito; perocchè se ci fosse provato che un solo +fanciullo cristiano fosse stato ucciso dagli Ebrei _per scopo +religioso_, in qualsivoglia tempo, ed in qualsivoglia paese, dovremmo +noi pei primi riconoscere che oggi ancora gli Ebrei di tutto il mondo +celebrano l'infame cerimonia. + +Eppure la storia ribocca di accuse simiglianti mosse agli Ebrei, eppure +è antichissima la asserzione che gli Ebrei sacrifichino vittime umane a +non sappiamo quali orribili superstizioni. + +Già Giuseppe Flavio confutava l'asserzione di Appione, il quale accusava +gli Ebrei d'ingrassare nel loro tempio degli stranieri fatti prigionieri +e di scannarli poi, per offrirli in olocausto a Dio (250). + +Nei secoli posteriori, specialmente a partire dal XII secolo, l'accusa +di cui ci occupiamo si venne tanto spesso ripetendo sotto diverse forme, +che gli Ebrei hanno oggi nella loro lingua una parola speciale (GNALILAD +DAM, _la calunnia del sangue_) per designare questa calunnia loro sempre +tanto fatale, parola questa che non è ignorata nemmeno da coloro fra +essi che non sanno neppure una sillaba di ebraico, e che risuona sempre +ai loro orecchi come il rintocco di una campana funebre. + +Ai tempi di Arcadio imperatore (395–408 d. G. C.) ad Imnestri, piccola +località situata tra Calcide ed Antiochia, alcuni Ebrei ubbriachi furono +accusati di aver attaccato ad una croce un fanciullo cristiano e di +averlo ucciso; ne seguì una lotta terribile. Ma questo fatto fu +giudicato da Arcadio con equità e furono puniti soltanto i veri +colpevoli (251). + +Nel 1080 gli Ebrei furono tutti banditi dalla Francia, ed i loro beni +confiscati, sotto l'accusa di avere, alla loro Pasqua, sacrificato un +ragazzino. + +Basnage ci narra (252), come — sotto il regno di Alfonso X il saggio, Re +di Castiglia e di Leon (1252–1284), — tre scellerati di Orsona, città +dell'Andalusia, gittassero un cadavere nel giardino attinente alla casa +di un ebreo ed accusassero poi questi di averlo ucciso. Questa calunnia +essendosi diffusa per la città il popolo massacrò tutti gli Ebrei che +gli caddero nelle mani. + +Parecchi cercarono un rifugio nelle case dei loro amici cristiani, ma +siccome ricorreva la Pasqua, nel qual tempo gli Ebrei non mangiano pane +lievitato, e come essi non trovavano naturalmente che di questo, nelle +case dei loro amici, poco mancò non morissero di fame, perchè +preferivano digiunare ad infrangere la prescrizione religiosa. Gli +abitanti di Palma imitarono quelli di Orsona e si dettero a perseguitare +ed uccidere gli Ebrei, sicchè questi fecero pregare i loro +correligionari di mandar deputati alla Corte per impedire un massacro +che stava per diventar generale. I persecutori tenner dietro dappresso +ai tre deputati Ebrei che erano stati all'uopo designati. Anzi essi +giunsero i primi, perocchè gli Ebrei erano stati obbligati a lasciare le +vie battute ed a nascondersi in una foresta per paura di cader nelle +mani dei loro persecutori. Giuseppe, capo della Deputazione ebrea, parlò +in nome di tutti, con tanta eloquenza che venne ammirato da tutta la +Corte. Re Alfonso assolse gli Ebrei dall'omicidio che non era mai stato +commesso. Gli accusatori insistevano perchè l'ebreo fosse messo alla +tortura, per sapere se egli aveva o meno perpetrato il reato, ma egli +potè sottrarsi alla dura prova, chiedendo ed ottenendo si aprisse la +tomba da cui era stato tratto il cadavere, per gittarlo nella sua casa. + +Simiglianti accuse si produssero in Inghilterra. Nel 1226 gli Ebrei di +Norvich furono condannati a 20,000 marche di ammenda per aver voluto +crocifiggere un fanciullo (253). Egualmente nel 1255 a Lincoln, dove +dopo un simulacro di giudizio, diciotto ebrei furono appiccati ed il +piccolo Ugo, il crocifisso, canonizzato. + +A Northampton, per delitto di crocifissione, se ne appiccarono +cinquanta, e pochi anni dopo, nel 1287, gli Ebrei furono espulsi +dall'Inghilterra, dove non ricomparvero che dopo aver ricevuto da +Cromwell l'autorizzazione di risiedere a Londra e di costruirsi una +sinagoga, di rito spagnuolo (254). + +Nel 1432 si pretese che Ebrei avessero fatto morire, lardellandolo di +colpi di stile, V. Wernher di Bacharach. + +Nel 1443 gli Ebrei di Milano, per un'accusa simile, dovettero pagare +20,000 fiorini. + +Nel 1475 tre israeliti furono accusati di aver ucciso un ragazzo a +Trento, dove la popolazione era stata prima fanatizzata dalle prediche +di Bernardino da Feltre (255), e tutti gli Ebrei furono messi alla +tortura e spogliati di tutto. + +Nel 1490, Giovanni di Passamento fu aggiunto alla lista dei santi +spagnuoli per il suo supposto martirio a Guardia. + +Nel 1506, a Venezia, un giovane israelita ungherese venne arrestato per +sospetto di voler rapire un fanciullo cristiano, ma, da saggi giudici, +riconosciuto innocente, tosto posto in libertà. + +Questo fatto ce lo narra il Sanuto nel volume sesto (256) dei suoi +diarii, e lo diamo nel suo testo originale, poichè le parole +dell'illustre storico mettono in più chiara luce e la illuminata +giustizia veneta, ed il retto e sano criterio dei nostri padri. + +“22 marzo 1506. + +“In questo zorno hessendo gran Conseio suso, achadete chel fo retenuto +un zudio hongaro, nominato Isaach, qual studiava et stava perhò in +questa terra, et venuto zoso Gran Conseio, ser Hieronimo Quirini et ser +Antonio Zustignam dotor, Avogadori, lo andono a examinar. Par chel ditto +a San Stin (257) in certa calle havesse trovato un puto di anni 2 ½ in +zercha, smarito, e lui lo tolse soto la vesta e lo voleva menar via ut +dicitur a marturizarlo como fo il bia Simon a Trento et Sebastian +Novello a Porto Bufole del 14.. (258), et visto da alcuni, tandem fu +preso detto zudio che fuziva e si buttò al aqua. Et cussì li Avogadori +fe la soa examination con interprete et formò il processo. Quello +seguirà noterò di sotto, unum che la matina in Rialto alcuni zudei dal +vulgo fonno batuti et quasi lapidati. _Ma judico nulla sia et nulla +seguirà et esser cossa falssa._” + +“24 marzo 1506. + +“In questa matina in quarantia criminal fu rilassato il zudeo retento +per cazon del puto, atento nulla erra con effecto, et cussì li Avogadori +messeno di rilassarlo e fu preso.” + +Così si vedeva e si giudicava in Venezia nel 1506! + +Verso il 1530, un ebreo, di Amasia, presso Erzerum, venne accusato +dell'assassinio di un cristiano il quale era stato bensì visto entrare +nella casa dell'ebreo, ma non era stato visto uscirne. Secondo il solito +i correligionari dell'accusato furono coinvolti nel processo. I +disgraziati vennero sottoposti alla tortura, e, sotto l'angoscia di +inenarrabili sofferenze, confessarono di aver assassinato un cristiano; +tutti furono appiccati, ed un medico, Jacob Abiob, bruciato vivo. Ma +l'accusa non era che una orribile calunnia ordita da falsi testimoni e +la prova non tardò a farsene palese: la pretesa vittima ricomparve. La +causa venne allora portata a Costantinopoli, dinanzi al Tribunale di +Solimano II, che non soltanto punì i calunniatori, ma ordinò che altre +accuse di questo genere, contro gli Ebrei, che potessero riprodursi, +dovessero portarsi dinanzi al divano di Costantinopoli, ogni altra +giurisdizione esclusa. + +Bastò questa disposizione, bastò l'idea di trovarsi dinanzi a giudici +relativamente illuminati, perchè, per ben tre secoli, la calunnia non +rialzasse più il capo negli Stati del sultano (259). + +Anche nel secolo nostro simili casi si riprodussero sovente, troppo +sovente per un secolo che ha la pretesa di essere quello dei lumi. Pur +tacendo di altri fatti, ricorderemo come a Damasco un rispettabile e +venerando cappuccino italiano, il padre Tommaso, ed un suo domestico, +scomparissero nel febbraio 1840. Un barbiere ebreo e sette mercanti +ebrei furono arrestati sotto l'imputazione di averli uccisi per compiere +un sagrifizio rituale. Il processo venne istruito in modo, che, lord +Palmerston, nella seduta della Camera dei Comuni inglesi del 22 giugno +1840, ebbe a dichiarare “esempio di barbarie e di atrocità inaudite nel +nostro secolo, e quali non potevansi aspettare in un paese che è in +relazione col mondo civile (260).” Atroci tormenti strapparono agli +sventurati accusati una specie di confessione che smentirono +energicamente dopo. Il console d'Austria, signor Merlato, tentò invano +di calmare l'emozione popolare. Una sollevazione dei cristiani siriaci +ne seguì, e, malgrado i passi fatti al Cairo, da sir Moses Montefiori e +da Cremieux, in favore dei loro correligionari, malgrado che il Vicerè +d'Egitto, Mohammed-Ali, prosciogliesse gli Ebrei da ogni accusa, il +popolaccio non fu meno convinto, e lo è ancora adesso, che il padre +Tommaso venne sacrificato in obbedienza ai riti talmudici delle feste +pasquali. + +Quasi contemporaneamente, a Rodi, sorgeva una simile accusa, sempre +contro gli Ebrei, ma, il 20 luglio 1840, il Consiglio di giustizia della +Porta, che aveva avocato a sè la trattazione dell'affare, assolse tutti +gli Ebrei dalla accusa portata contro di loro dai Greci, di essersi +impadroniti di un fanciullo greco, al solito intento di scannarlo e di +servirsi del suo sangue per la Pasqua. Nè pago di ciò, il Governo turco, +per dimostrare tutto l'orrore che gli inspiravano le inumane sevizie +usate dal pascià di Rodi contro gli Ebrei accusati, lo destituì da ogni +sua carica ed il sultano Abdul-Medjid, con un suo firmano, in data del +13 Ramazan 1256 (7 novembre 1840), che si leggerà fra i documenti, pose +in piena luce l'innocenza degli Ebrei accusati a Damasco ed a Rodi. + +Pochi anni dopo una cittaduzza italiana, Badia, in provincia di Rovigo, +vedeva svolgersi un importante processo, di cui pubblicheremo più +innanzi i documenti, processo che finì coll'assoluzione dell'ebreo +imputato e colla condanna della sua calunniatrice. + +Ricorderemo ancora un processo che ebbe luogo or sono venti anni a +Saratoff, l'ultimo, crediamo, nel quale gli Ebrei venissero, malgrado le +proteste delle autorità civili e militari, e dello stesso ministro di +giustizia, condannati, e ciò, in seguito a testimonianze di persone +peggio che equivoche e malgrado che la tortura non fosse giunta a +strappare la menoma confessione a nessuno dei pretesi rei. + +È troppo recente, e troppo presente alla memoria di tutti, un fatto +accaduto due anni or sono ad Alessandria d'Egitto, perchè vi spendiamo +sopra ulteriori parole. + +Non possiamo però resistere al desiderio di fare qualche breve +osservazione sul conto dello stranissimo processo che si svolse non ha +guari in Ungheria. A Tisza Eszlar — paese situato, è bene notarlo, nella +circoscrizione elettorale che inviò alla Tavola dei deputati il famoso +antisemita Geza-Onody, — una ragazza quindicenne, di religione +protestante, a nome Ester Solymossy, essendo sparita, gli Ebrei furono +accusati di averla assassinata per scopo rituale. Mancava ogni base +giuridica all'accusa; nelle acque del Tibisco si era persino ritrovato +un cadavere che, quantunque deformato, appariva, indubbiamente, dagli +indumenti che portava, quello della infelice scomparsa; sul cadavere non +si riscontrava nessuna lesione che potesse far sospettare se ne fosse +cavata una sola goccia di sangue; malgrado tutto ciò si voleva il +processo; ed il processo, ad eterno disonore dell'Ungheria, ebbe luogo. + +Non ce ne rammarichiamo noi; perocchè quel processo è la più fulgida +testimonianza dell'innocenza degli Ebrei, confermata da tre conformi +sentenze pronunciate, malgrado le esorbitanze di una folla briaca d'odio +e sitibonda di sangue, fanatizzata dalle mene degli antisemiti. + +Solo argomento a sostegno dell'accusa era, orribile a dirsi, la +deposizione di un ragazzo quattordicenne, Maurizio Scharf, figlio ad uno +dei principali accusati (261). Come si giungesse a costringere un figlio +a calunniare il proprio padre, ce lo dica una corrispondenza che il +_Figaro_ di Parigi riceveva da Vienna in occasione del processo. + +“Per slegare la lingua a quel Maurizio Scharf, il _Deus ex macchina_ di +quel processo, il ragazzo quattordicenne che, con accanimento singolare, +si era fatto accusatore del proprio padre, il cancelliere giudiziario +_Peczely_, quel fenomeno di magistrato che nel corso del processo si +seppe aver passato quindici anni della sua vita in galera per tentato +assassinio, ricorreva ai seguenti mezzi: gli somministrava schiaffi e +pugni in buona dose, gli anneriva il dorso con colpi del suo scudiscio +da caccia e gli minacciava di fargli finire i suoi giorni in una oscura +cella, talmente sucida _che neppure un cane_ vi accetterebbe un pezzo di +pane. Al contrario gli prometteva mari e monti nel caso in cui si +decidesse a parlare.” + +Nè diversi erano, sempre secondo la citata corrispondenza, i mezzi usati +cogli altri imputati. Ora venivano gettati in qualche cella umida e +fredda, ora si esponevano ai raggi del sole, quel sole della Pusztah che +ha i suoi quaranta gradi al _minimum_, e quando si lagnavano di aver +sete, si versavano loro nella gola torrenti d'acqua che li soffocavano. +Del resto il knut non riposava gran fatto. + +Più efficace ancora è la descrizione che, dei mezzi usati contro gli +imputati di quell'iniquo processo, ci fa un eminente scrittore francese, +il Cherbuliez — che mal si cela sotto il pseudonomo di Valbert — nella +_Revue des deux Mondes_ del 1º agosto 1883: “Il giudice +d'istruzione (262), non potendo cacciar nulla dall'imputato Vogel, dopo +avergli applicato un ceffone, chiamò i suoi sgherri, e minacciò di +bastonarlo: rispose che quanto si voleva fargli dire era falso, siccome +potevano confermare ventiquattro testimoni che desiderava si citassero. +Tre pugni fortemente appiccicatigli sulla mascella ne fecero sgorgare il +sangue; rifiutò di confessare. Gli si fece allora inghiottire tanta +acqua che fu costretto a lasciarsi cadere a terra per poterla recere; +quando l'ebbe rigettata, lo si costrinse a bere tre bicchieri di acqua +salata. Rifiutò di confessare. Gli vennero allora legate le mani dietro +il dorso, il commissario lo prese per uno dei ricci dei suoi capelli, un +altro per l'altro e tirarono così forte che i due ricci restarono loro +nelle mani. Rifiutò di confessare. Lo si spogliò, lo si fece coricare +sulla paglia minacciando di appiccarlo pei piedi. Rifiutò di confessare. +Poi lo si obbligò a correre sino ad Eszlar dinanzi al cavallo d'un +panduro. Il calore era soffocante ed egli non si reggeva più, ma ricusò +di confessare. Si finì col rinchiuderlo in una oscura cella. Vi dimorò +tre settimane e vi cadde gravemente malato sempre chiedendo, invano, che +si sentissero i suoi testimoni.” + +Dopo queste narrazioni di scrittori e di giornali autorevoli nessuno +oserà meravigliarsi se il governo ungherese, in una corrispondenza di +origine evidentemente iperofficiosa, in data 3 luglio 1883, pubblicata +nella _République française_, è obbligato a lasciarsi strappare questa +preziosa confessione: + +“Mentre l'Ungheria è governata da una legislazione eminentemente +liberale — una fra le più liberali d'Europa — la magistratura ungherese +non ha quasi subìto nessuna trasformazione, nessuna riforma, ed è +rimasta ad un dipresso tal quale era il secolo scorso”. + +Malgrado tutto ciò, malgrado l'eloquenza ed il talento grandissimo che +il Szalay, avvocato della parte civile, aveva posto al servizio di +questa iniqua causa, tre conformi sentenze posero in luce la piena +innocenza degli accusati (263). + +Nella impossibilità in cui eravamo di riferire tutti i fatti calunniosi +di questa natura addebitati agli Ebrei, siam venuti scegliendo +imparzialmente tanto fra quelli che terminarono colla condanna +dell'innocenza, come fra quelli in cui l'innocenza finì per trionfare. + +Ma, di fronte all'odiosità di questi processi, ci piace porre la +testimonianza di coloro che si adoperarono a scagionare gli Ebrei dalla +iniqua accusa. + +E tra questi vogliamo citare, fra i primi, molti ebrei che abbandonarono +la religione avita per abbracciare il cristianesimo. Si sa che in +generale coloro che abbandonano una religione od un partito ne divengono +i più fieri avversari, sicchè questi neofiti, se avessero avuto +conoscenza dell'infame rito, non avrebbero mancato di denunziarlo e, per +dovere di coscienza, sopratutto, ed anche forse un pochino per astio +verso gli antichi correligionari. Invece non uno fra essi (264) si fece +propalatore di simili accuse. L'abate Ratisbonne, i fratelli Lehmann di +Lyon, nati ed educati nella religione ebraica, e divenuti più tardi +zelantissimi sacerdoti di Cristo, non ne fecero cenno, ma anzi la +smentirono. Eisenmenger — fiero nemico degli Ebrei — nel suo _Giudaismo +svelato_ ci tiene parola di un Tommaso neofita, il quale, nell'anno +1413, interpellato da un re spagnuolo per conoscere cosa vi fosse di +vero in questa accusa, che il Vescovo di Madrid muoveva dal pergamo agli +Ebrei, ne proclamò altamente la falsità adducendo prove in contrario. Un +altro neofita, Gerolamo di Santa Fè, confessò a Papa Benedetto VIII +nulla esservi di vero in questa accusa che si vuol fare agli Ebrei. +Aloisio di Sonnenfels (265) pubblicò in Vienna un dottissimo opuscolo: +_Ripugnanza degli Ebrei contro il sangue ossia il Giudaismo accusato, +inquisito ed assolto dal preteso uso del sangue cristiano innocente_ nel +quale, con copia di irrefutabili argomenti, scagiona gli Ebrei dalla +orrenda accusa. Fra i documenti, che vanno uniti al presente libercolo, +si troverà la solenne dichiarazione fatta a Vienna dal predicatore di +Corte, Veit, nel 1840, colla quale solennemente proclamava dal pergamo +la innocenza dei suoi antichi correligionari. A questi si debbono +aggiungere, sempre tra i neofiti, il dott. Alessandro M. Caul (266) in +Londra che nella opera “_Reasons for Believing_ ecc.”, dedicata alla sua +Graziosa Sovrana, dimostra come i sacrifizi umani ed il versar sangue +stieno in aperta contraddizione coi principii fondamentali del Mosaismo. +Ed a questo libro va unita una dichiarazione firmata da 35 ebrei, +convertiti al cristianesimo, i quali, unanimemente, dichiaravano essere +l'accusa di cui ci occupiamo una vile e diabolica menzogna. Anche un +altro ebreo convertito, il dott. Augusto Neander (267) rilasciò nel 1840 +una dichiarazione contro quest'accusa e del paro il dott. Biesenthal di +Berlino (268) ed il dott. Tugendhold di Varsavia (269) hanno, nei loro +scritti dimostrato nel modo il più rigorosamente scientifico, come tale +accusa altro non sia che una orribile menzogna (270). + +A questi autori, che appartengono tutti alla categoria degli Ebrei +convertiti, convien aggiungere due scrittori tedeschi, il Wagenseil e +l'Eisenmenger, già citato, autori, il primo della _Tela ignea_ ed il +secondo del _Giudaismo svelato_, entrambi accaniti nemici degli Ebrei, +ma abbastanza onesti per non calunniare scientemente i loro avversari. + +Il primo chiama l'uso falsamente attribuito agli Ebrei del sangue +cristiano _spaventevole menzogna che ha privato degli averi e della vita +tante migliaia di persone innocenti_ (271). + +Il secondo scrive: _Da ciò puossi giudicare che in questa cosa si fa +torto agli Ebrei, particolarmente dacchè è severamente vietato nei libri +di Mosè_. + +Si noti che entrambi questi autori avean fatto profondi studi sul +Giudaismo ed avevano avuto parte alla conversione di moltissimi Ebrei. + +Un italiano, Chiarini, uno dei più feroci nemici del giudaismo, a pag. +161 della sua introvabile _Teoria del Giudaismo_, scrive: che dopo aver +fatto il più maturo esame della legge mosaica si viene necessariamente a +concludere che: 1º l'amore del prossimo vi è comandato sempre e verso +tutti; 2º che l'avversione che vi s'inspira contro i riti e i costumi +degli altri popoli non cade sopra le persone, ma non è che una cautela +che Mosè dovette usare per impedire agli Ebrei di darsi alla idolatria +alla quale erano sì inclinati; 3º che infine l'odio comandato contro i +Cananei, gli Amaleciti, ecc., fu una conseguenza necessaria del rigore +dell'antico diritto di guerra e di rappresaglia provocata contro di sè +stessi da quegli stessi popoli; odio perciò di nazione e passeggiero e +voluto soltanto per quei dati popoli designati dalla legge (272). + +Anche Giovanni Hornbeck, olandese, e non certamente amico degli Ebrei, +come lo prova il solo titolo del suo libro: _De convertendis Judæis_ +(1655), scrive a pag. 26 dei prolegomeni: + +“Bisognerebbe sapere se è vero ciò che nelle storie si legge comunemente +per irritare gli Ebrei contro i Cristiani o piuttosto questi contro +quelli, cioè, che ogni anno alla preparazione della pasqua, questi Ebrei +sacrificano barbaramente un fanciullo cristiano ch'essi hanno +furbescamente involato, e che fanno questo per deridersi della pasqua +del Cristo che si celebra in quell'epoca istessa: io non voglio nè posso +affermarlo, sapendo bene che nei tempi in cui si inventarono simili +racconti e specialmente dopo che il Tribunale dell'Inquisizione fu +stabilito dal papismo, mille di coteste fandonie vennero inventate e gli +storici di quei tempi non cessarono di pubblicarle. A dir il vero, io +non ho ancor letto alcuna relazione che mi provi esser veri quei fatti. +Tutto si fonda su delle donnicciolate popolari sempre molto incerte o +per lo meno raccolte alla meglio dalla bocca di qualche monaco +inquisitore, senza calcolare poi la cupidigia delle spie che tutto si +facevano lecito per rendersi padroni dei beni degli Ebrei e se non +padroni, almeno riscuotere buon premio del loro spionaggio. Ciò è +provato da quanto si legge nel 1º libro delle costituzioni di Sicilia, +titolo VII. L'imperatore Federico ci dice: Si vero Judaeus vel Saracenus +sit, in quibus, prout certo perpendimus, Christianorum persecutio minus +abundat ad praesens, etc., cioè: Se poi vi sia Ebreo o Saraceno, in cui +come certamente sappiamo che la persecuzione dei cristiani meno abbonda +al presente, ecc. Questo fa supporre che i Cristiani sono sempre più o +meno animati contro gli Ebrei, che se però questa volta è avvenuto per +caso che un Cristiano è stato ucciso da un Ebreo, non si è per questo in +diritto di asserire che gli Ebrei ogni anno si fanno un obbligo di +uccidere un bambino cristiano, e ciò che Tommaso Cantipratensis nel suo +II libro, capitolo 23 assicura, cioè esser noto a tutti che ogni anno ed +in ogni Provincia gli Ebrei tirano a sorte il borgo od il villaggio o la +città che deve fornir loro l'olocausto, (cristiano, s'intende, dice +lui), non è che una di quelle menzogne, di quelle calunnie, e di quelle +fandonie, di cui ha pieno il suo libro.” + +Giuseppe De Maistre, scrittore cattolico ed ortodosso se ve ne fu uno, +un omino che dava gloria ai suoi fratelli e non viveva, come altri, +della gloria che il fratello riflette, sopra di loro, Giuseppe De +Maistre, dico, ha scritto un _Trattato sui sacrifizi_ che fa seguito +alle _Serate di Pietroburgo_. Ora in quel trattato non soltanto non si +fa menzione del preteso rito di sangue addebitato agli Ebrei ma si viene +indirettamente a scagionarli con queste parole che leggonsi a pagina 368 +(Ed. di Lyon, 1836): “Una esperienza di quaranta secoli ci apprende che +dovunque il vero Dio non sarà, in forza di una esplicita rivelazione, +riconosciuto e servito, l'uomo immolerà sempre l'uomo e spesso lo +divorerà.” + +Citiamo ancora, fra i moltissimi, due sacerdoti cattolici. Il padre +Riccardo Simon dell'Oratorio, che in occasione del processo di Raphael +Levy, bruciato vivo a Metz il gennaio 1670, sotto l'accusa di aver +assassinato un fanciullo cristiano, ne scrisse una splendida +difesa (273); ed il R. P. Bonaventura du Maine dell'ordine dei Minori +Conventuali, che discorrendo, nel 1865, al Congresso Cattolico di +Malines (si noti: al _Congresso Cattolico_) dello orribile assassinio +del padre Tomaso, accaduto nel 1840 a Damasco, ebbe a dire che questo +reato “non può essere imputato che ai suoi assassini, giacchè _nessun +uomo serio_ crede più oggi che in nessun luogo di questo mondo, gli +Ebrei si credano _autorizzati dalla loro religione_ ad immolare dei +Cristiani” (274). + +Anche principi secolari e Pontefici, spesso si adoperarono a purgare gli +Ebrei dalla indegna calunnia. + +Bona e Gian Galeazzo Sforza, duca di Milano, con particolare decreto 19 +maggio 1470, che si troverà fra i documenti, non esitarono a dichiarar +l'accusa falsa e calunniosa. + +L'imperatore Carlo V, con editto del 3 aprile 1544, dannava tali +imposture e proclamava, che, in forza delle dichiarazioni papali, quanto +viene imputato agli Ebrei, necessariamente non può sussistere ed +impartiva disposizioni a tutela degli innocenti calunniati. + +Una pubblica sentenza, pronunciata in Verona, l'ultimo febbraio del +1603, proclamò l'innocenza dell'imputato Giuseppe Ebreo, all'appoggio, +più che d'altro, del divieto di Sommi Pontefici di prestar credenza a +tali accuse, la quale osservanza condusse i giudici a provare falsi e +calunniosi tutti i testimoni intervenuti nel processo. + +Nel 26 luglio dello stesso anno Vincenzo I duca di Mantova e Monferrato, +illuminato dalla pietà di Monsignor Vescovo e del Padre Inquisitore, per +levare, come si esprime, la suddetta vana e falsa voce che s'era levata +in odio agli Ebrei, proibì persino di parlarne sotto comminatoria di 200 +scudi d'ammenda commutabili, per chi non li pagasse, in pene corporali +_ad arbitrio nostro_. + +Tullio Carreto, vescovo di Casale, con pubblica sentenza, 27 luglio +1611, resa d'accordo con frà Benedetto Ruota, inquisitore generale di +Casale e d'Alba, proclamò l'innocenza di un'infelice donna israelita, +accusata dell'immaginario reato. Federico III, Massimiliano II e +Leopoldo, dietro l'esempio dei predecessori, ed appoggiandosi alle Bolle +dei Sommi Pontefici, bandirono la falsità dell'accusa, e tutelarono gli +imputati con ogni sorta di leggi e di penalità. + +E, invocando finalmente l'autorità dei Sommi Pontefici, esporremo: + +Che un Gregorio IX, sulle orme apostoliche di Calisto, Eugenio, +Alessandro, Celestino, Innocenzo, Onorio e tanti altri, pronunciò +scomunica contro gli autori e propalatori dell'iniqua calunnia, e con +particolar Breve, in data 9 settembre 1236, che comincia _Lacrimabilem +Judaeorum_, vi rese palese, anche ai Principi secolari, la pia e retta +sua intenzione (275). + +Che il pontefice massimo Innocenzo IV, con suo Breve 5 luglio 1247, +scrisse ad arcivescovi e vescovi di Francia e di Germania, ingiungendo +alle persone ecclesiastiche, ed ai principi, nobili, secolari e +cittadini di astenersi dal supporre negli Ebrei la colpa di cui +trattasi, Breve che comincia: _Archiepiscopis et episcopis per Alemaniam +constitutis. Lacrimabilem Judaeorum Alemaniæ recepimus questionem_, +ecc. (276). + +Che analoghe dichiarazioni ebbero a fare Clemente VI nel 1342, e Sisto +IV; + +Che il sommo pontefice Alessandro VII infine, nel settimo anno del suo +pontificato, con suo Breve od Editto, fu pietosamente indotto a +condannare siffatte calunnie contro gli Ebrei. + +Basterebbe davvero la concorde testimonianza di tanti autori, di tanti +principi, di tanti pontefici a ridurre al silenzio ogni uomo di buona +fede (277). + +Pure non è così; e noi che vorremmo schiacciare per sempre la testa +all'idra della calunnia, siam costretti ad abusare della cortesia e +della pazienza dei lettori ed a soffermarci troppo su di un'accusa che +Sir Robert Peel, nella seduta della Camera inglese del 22 gennaio 1841, +dichiarava indegna di ogni attenzione (278). + +Ma siamo obbligati a farlo dalla malizia, o, diremo meglio, dalla +malignità dei nemici degli Ebrei, la quale non ha limiti. + +I papi, come si è visto, hanno più volte scagionato gli Ebrei dalla +stolta calunnia. Un giornale cattolico ed onesto, l'_Unità Cattolica_ di +Torino, aveva, pochi anni or sono, ripetuta l'accusa, ignorando quanto i +Papi avevano scritto in proposito. Ma bastò che un dotto israelita +facesse avvertito il Teologo Margotti dell'errore, perchè questi nel N. +112 del 1872 della sua _Unità_ pubblicasse la seguente leale +dichiarazione: + +“Nella vigilia del giorno natalizio del nostro Santo Padre Pio IX, +vogliamo emendare un articolo sugli Ebrei pubblicato nel nostro numero +106, discorrendo dei tumulti di Smirne e del supposto sagrifizio di un +fanciullo. Ed è nostro debito il dichiarare che già _ab antico_ fu +apposta agli Ebrei QUESTA CALUNNIA, ma ne vennero purgati dai Papi +medesimi, tra i quali vogliamo annoverare principalmente Gregorio IX ed +Innocenzo IV. Noi abbiamo voluto vedere in fonte i documenti e, +consultati gli Annali del Baronio continuati dal Raynoldo, nel volume +II, a pag. 395, vi abbiamo letto le seguenti parole che tradurremo dal +latino: + +“Fu tocco Papa Innocenzo IV dalle dolorose lagnanze degli Ebrei che in +Germania ed in Francia piangevano oppressi da gravissime ingiurie e +mali. Imperocchè correndo attorno la falsa voce che essi nelle feste +pasquali si mangiassero, a guisa di sacra comunione, il cuore di un +ucciso fanciullo, questa calunnia loro si appiccò talmente, che per la +più lieve causa venivano spogliati dei beni, gettati in carcere ed anche +colpiti, senza forma alcuna di giudizio, di ingiustissima e crudelissima +morte. Per proteggerne l'innocenza e liberarli da quel feroce zelo di +Principi e popoli, il Pontefice scrisse agli Arcivescovi e Vescovi di +Germania che resistessero al furor popolare, perchè non si straziassero +in sì crudel modo gli innocenti, dovendosi colla massima prudenza +riflettere che dal sacro loro archivio ci venivano quasi i testimoni +della fede cristiana. Ecco la lettera di Innocenzo IV: “_Agli +Arcivescovi e Vescovi costituitisi per la Germania._ Abbiamo ricevuto +lagrimose lagnanze dagli Ebrei di Germania perchè non pochi Principi sì +ecclesiastici come secolari ed altri nobili potenti delle vostre città e +diocesi per rapire ed usurpare i loro beni, macchinando contro di loro +empi disegni, fingendo varii e diversi casi, non considerando +saggiamente che dalle origini loro quasi provennero le testimonianze +della fede cristiana nè che la divina scrittura tra gli altri precetti +dice: — Non ammazzare — e agli Ebrei vieta nella solennità pasquale +qualunque omicidio, falsamente li accusano che nella stessa solennità +essi si comunichino col cuore di un ucciso fanciullo, credendo di +ubbidire alla stessa legge, mentre ciò è a questa legge medesima affatto +contrario, e malignamente a quelli imputano l'uccisione di un uomo se +loro accade di scoprire in qualche luogo un cadavere. E per questa ed +altre molte finzioni incrudelendo contro di essi nè accusati, nè +confessi, nè convinti e contrariamente a' privilegi loro benignamente +concessi dall'Apostolica Sede, li spogliano, contro Dio e la giustizia, +di tutti i loro beni, e li opprimono colla fame, la prigionia, e tante +molestie e sì grandi tormenti, infliggendo loro diversi generi di pene, +e spessissimo condannandoli a turpissima morte, che gli stessi Ebrei, +trovandosi quasi sotto il dominio dei predetti Principi, nobili e +potenti, in peggiore condizione di quel che fossero i loro padri sotto +Faraone d'Egitto, sono costretti a miseramente esulare da' luoghi +abitati da essi e da' loro antecessori da tempo immemorabile: laonde, +temendo il proprio esterminio, stimarono di dover ricorrere alla +prudenza della Sede Apostolica. + +“Non volendo adunque che siano ingiustamente vessati i predetti Giudei, +la cui conversione aspetta il misericordiosissimo Iddio; credendosi per +testimonianza del Profeta, che saranno salvi i loro avanzi; mandiamo +che, mostrandosi ad essi favorevoli e benigni, qualunque delle predette +cose avete trovato essersi temerariamente tentata contro gli stessi +Ebrei dai predetti prelati, nobili e potenti, legittimamente rivocando +qualunque ordine, non permettiate che essi per l'avvenire siano +indebitamente molestati intorno alle dette ed altre simili cose. _Dato a +Lione, III nov. dell'anno V._ Questa lettera fu altresì mandata ai +prelati della Francia”. + +“Il chiarissimo professore Giuseppe Levi, direttore dell'_Educatore +Israelita_ di Vercelli, ci indicò il documento riferito più sopra; e noi +dopo averlo consultato negli annali del Baronio, continuato dal +Raynaldo, non tardammo a tradurlo e pubblicarlo. Aggiungiamo pure di non +aver saputo trovare nel Talmud nessun testo che comandi o consigli agli +Ebrei l'uccisione di bambini cristiani per celebrare la Pasqua. +Francesco Domenico Guerrazzi nel 1857 stampava nel suo _Asino_ questa +calunnia. Protestammo, scrive il professor Levi, e, dopo lungo +carteggio, convinto delle nostre ragioni, Guerrazzi disdiceva nella +seconda edizione il già detto, e ci scriveva da Genova nel 20 luglio +1857: Non mi resta che a congratularmi con voi dell'essere rimasti +soddisfatti dell'ammenda fatta, e di avermi porta occasione di +raddrizzare un errore il quale, certo contro la mia volontà, vi recava +gravame”. + +Lasciamo a parte la buona fede del Guerrazzi, che il Levi avrà avute le +sue buone ragioni per trovare soddisfacente, e confessiamo che il +contegno dell'_Unità Cattolica_ fu così onesto, così leale da +giustificare pienamente quanto noi scrivemmo a pag. 15. + +Ma, pur troppo, non tutti i giornalisti cattolici son del valore di Don +Giacomo Margotti. Un articolaio della _Civiltà Cattolica_ a pag. 234 del +vol. VII del 1881 vuole provarsi ad aggiustare il latino in bocca al +papa, e vien fuori con questo bel ragionamento che noi, più onesti +dell'articolaio suddetto, amiamo riferire per esteso prima di +rispondervi: + +“Che fra queste pratiche giudaico-talmudiche vi sia anche quella di +_comunicarsi la Pasqua col cuore di un fanciullo cristiano assassinato_ +questo noi nol crediamo: nè se ne trova a nostra notizia cenno nel +Talmud e neanche sappiamo che mai sia stato formato sopra un tale +misfatto un regolare autentico processo. Ma quanto alla legge ed alla +pratica talmudica di assassinare dei cristiani fanciulli e non fanciulli +per servirsi del loro sangue nella confezione degli azimi nelle feste +pasquali, questa è legge fondata nel Talmud, e praticata più volte dai +Giudei come consta da molti processi anche recenti (_ma, articolaio del +mio cuore, se è fondata nel Talmud, non dovrebbe constare dal Talmud +stesso, anzichè dai processi?_) secondo che fu già da molti e sarà anche +da noi colla scorta dei processi ampiamente, chiaramente ed +indubbiamente dimostrato”. + +Che sorta di ciuco sia l'articolaio della _Civiltà_ dimostreremo a luce +meridiana in una lettera indirizzata al chiarissimo direttore di quel +periodico, lettera che i nostri lettori troveranno più innanzi; ma qui +non si tratta di maggior o minor dottrina, ma bensì di spudorate +calunnie, tanto più infami, in quanto che scritte su di una imputazione +che costò già la vita a molti innocenti e scritte allorquando pendevano +processi sull'argomento, coll'evidente intento di esercitare, mercè +l'autorità del giornale che le accoglieva, una pressione sull'animo dei +giudici (279). + +Affermiamo dunque che nel brano succitato sono più le infamie, e le +menzogne scientemente scritte, di quello che non siano le parole — e lo +proviamo: + +1. Che razza di papi, e che razza di uomini, sarebbero stati Gregorio IX +ed Innocenzo IV se, sapendo che gli Ebrei avevan per obbligo di uccidere +fanciulli cristiani per compiere tenebrosi riti, avessero impiegato la +loro parola a scagionare gli Ebrei dall'accusa _di comunicarsi col cuore +di un fanciullo cristiano_? Che la religione mosaica non abbia nulla di +simile al Sacramento della Eucaristia sanno anche i bimbi; e quei papi +sarebbero stati i peggiori fra i malfattori se, arzigogolando sulle +parole, come un volgare scrittore della _Civiltà_, avessero detto ai +Cristiani: _Non è vero che gli Ebrei ammazzino i fanciulli per +comunicarsi col loro cuore_, sottointendendo, con strana restrizione +mentale, _ma li ammazzano per servirsi del loro sangue nella confezione +degli azimi_. + +Ingiuria più atroce e più insana di questa, verso la memoria di due +Sommi Pontefici, non poteva scagliarsi da nessun ebreo, da nessun ateo, +da nessun nemico della Chiesa, ed è bello, è istruttivo sopratutto, che +l'abbia scagliata un articolaio della _Civiltà Cattolica_. + +2. _Assassinare dei cristiani fanciulli e non fanciulli per servirsi del +loro sangue nella confezione degli azimi nelle feste pasquali, questa è_ +LEGGE FONDATA SUL TALMUD. + +Chi asserisce ha sempre avuto l'obbligo di provare. Noi, per esempio, +affermiamo qui anche una volta che l'odio dell'articolaio e dei pari +suoi contro il Talmud proviene da ciò: che, mentre essi desiderano la +immediata conversione degli Ebrei (V. _Civiltà Catt._, Quaderno 814, p. +487), quel libro tanto esecrato giovò specialmente a confermare gli +Ebrei nella loro fede, e, siccome lo affermiamo, lo proviamo subito, +citando le parole di un autore ultra-cattolico, il Rohrbacher (280): +“Questa raccolta di tradizioni farisaiche (il Talmud) chiosate, +predicate dai rabbini, è appunto, siccome pare, il maggior impedimento +alla conversione dei giudei”. + +L'articolaio invece, asserendo che nel Talmud è fatta agli Ebrei +prescrizione di celebrare l'orrendo rito, afferma, ma non prova, e sì +che la prova qui era tanto facile e semplice, bastava citare il trattato +ed il foglio del Talmud dove si trova imposto agli Ebrei il nefando +rito. + +Ma questo l'articolaio non potè fare per una ragione semplicissima; ed è +che frammezzo alle bellissime cose ed alle matte stranezze di cui +riboccano i dodici volumi in foglio del Talmud, non vi è una riga, +neppur una, che possa, per quanto torta e ritorta, venire in appoggio +alla bieca accusa. + +Sa invece l'articolaio cosa c'è nel Talmud? + +Legga l'articolaio, se li sa leggere, per tacer d'altri, i trattati +_Choiln_, _Keridut_, _Pesachim_, _Jebamoth_, _Zevachim_ e vi troverà ad +ogni pie' sospinto rinnovato il divieto fatto agli Ebrei dalla +Bibbia (281) di cibarsi di sangue, e non solo lo troverà rinnovato, ma +lo troverà aggravato da tutte quelle _siepi_ che, secondo il detto +talmudico, i Rabbini si sono piaciuti a porre attorno alla legge di Dio +per renderne più sicura la osservanza. E perciò non soltanto troverà +vietato l'uso del sangue di animali, ma troverà minuziose, ridicole +prescrizioni perchè i cibi sieno preparati in modo che non vi rimanga la +più piccola traccia di sangue, troverà persino fatto divieto all'ebreo +di inghiottire il boccone che ha in bocca, se per caso venisse, mentre +lo sta masticando, ad uscirgli una goccia di sangue dalle gengive, o di +sorbire un uovo nel quale si trovi una goccia di sangue. + +Rida finchè vuole l'articolaio di queste minuzie e noi rideremo con lui, +e di buon cuore; ma, vivaddio, non accusi coloro che le osservano di +pasti da antropofaghi. + +Che se poi l'articolaio fosse vago di sapere cosa pensano i padri del +Talmud dello omicidio, gli diremo che al tempo delle persecuzioni di +Trajano, raccoltisi i maestri del Giudaismo in segreto consiglio, +stabilirono: che qualunque ebreo potesse tenersi sciolto dall'obbligo di +adempiere i riti religiosi, ognora che ne potesse seguire pericolo di +morte; e che solo per sottrarsi a un atto di idolatria, all'OMICIDIO e +all'adulterio fosse cosa onorevole e giusta, spendere la propria +vita (282). + +E questa opinione è cento volte ripetuta nel Talmud dove a tacere +d'altri mille passi si legge anche il seguente: + +“Chi versa il sangue dell'uomo sarà versato il suo sangue. + +“Molti è vero, hanno le mani lorde di sangue umano, eppure muoiono +tranquillamente nel letto loro. Ma il loro sangue sarà versato nel +giorno del giudizio (283)”. + +E se ciò non basta all'articolaio, se non gli basta la dichiarazione +dell'_Unità Cattolica_ di non aver trovato nel Talmud nessun precetto +che comandi o consigli il nefando rito, ci stia a sentire; non potremo +esser brevi, e ne chiediam venia ai lettori, ma vorremmo farla finita +una buona volta con questa stolida calunnia. + +Vi è all'Università di Praga, un I. R. professore di antichità +giudaiche, che dopo essersi fatto una bella fama di cretino sostenendo i +pretesi miracoli della stigmatizzata Lateau (284), e coprendo di +contumelie i protestanti, ha pensato in occasione del processo di +Tisza-Eszlar di riconfermarla, mandando fuori parecchie sue cicalate, +intese a dimostrare come gli Ebrei facciano uso pei loro riti di sangue +cristiano. + +Queste cicalate provocarono le risa di tutti i dotti di Europa, senza +distinzione di culto; fu provato che il Rohling è un vigliacco +calunniatore, un ignorante di tre cotte, nella migliore ipotesi, un +mattoide della più bell'acqua. + +Ma tutte queste qualità che rendono il Rohling indegno di esser citato a +qualsivoglia persona seria, lo costituiscono invece la più bella, la più +luminosa autorità che possa opporsi all'articolaio della _Civiltà_. +_Similia similibus._ + +Ora questo Rohling, in una lettera, scritta il 19 giugno 1883, al famoso +deputato antisemita ungherese Geza di Onody, lettera che venne +riprodotta il 24 giugno nell'_Ungarischer Grenzbotes_ di Presburgo +scrive queste precise parole: “Avevo detto nella mia _Antwort an die +Rabbinen_ che io non avevo trovato nel Talmud — per quanto ne conosciamo +delle edizioni stampate — nessuna prova dell'assassinio ritualmente +ordinato agli Ebrei”. + +Mentre quindi l'articolaio, poco _civile_ e meno _cattolico_, con quella +sicumera che si addice alla sua ignoranza, afferma nel 1881 questa legge +di sangue fondata nel Talmud, due anni dopo, il suo degnissimo Rohling, +professore di antichità giudaiche, è costretto ad affermare che non +seppe trovare nel Talmud una riga che facesse al caso suo. + +Prevediamo però l'obbiezione che si potrebbe farci. Si potrebbe dirci +che la malafede del Rohling è uguagliata soltanto dalla sua crassa +ignoranza, sicchè nessun uomo, per poco che si rispetti, è obbligato a +prestar fede alle sue parole. + +E rispondendo così anche l'articolaio sarebbe perfettamente nel suo +diritto e nessuno saprebbe dargli torto. + +Ma cosa, risponderebbe, di grazia, alla testimonianza di due principi +della Chiesa, emessa in occasione di un recente processo e citata da un +giornale non sospetto: la _Gazzette de France_ del 2 luglio 1883? Stia a +sentire, l'articolaio: + +“In occasione del processo di Tisza-Eszlar il dottor Samassa, +arcivescovo d'Erlau, ed il cardinale Luigi Haynald, arcivescovo di +Kalocza, non esitarono a dichiarare che in NESSUNO dei libri religiosi +degli Ebrei si contenevano simili prescrizioni.” + +Ma taluno a corto di migliori argomenti, ci dirà che se non è nel Talmud +stampato, può essere in qualcuno dei manoscritti antichi. + +Rispondiamo che cataste di quei manoscritti furono sequestrate in _illo +tempore_, da preti e da frati, in tanta copia che oggi riescono +rarissimi, sicchè il solo completo che si conosca è quello della +Biblioteca Reale di Monaco. Ora questi preti e questi frati, se vi +avessero trovato la nefanda legge, avrebbero avuto l'obbligo sacrosanto +di renderla pubblica. + +Non l'hanno fatto? segno evidente che non hanno trovato niente. + +E siccome conosciamo e disprezziamo il modo di polemizzare dei nostri +avversari e non vogliamo servirci dell'arte loro di citar una riga di +uno scritto per snaturarne il concetto, così confesseremo francamente +che il Rohling, nella lettera citata, prosegue affermando di aver +trovato l'obbligo imposto agli Ebrei di far uso di sangue, in un libro +stampato nel 1868 a Gerusalemme. + +Ma, il degnissimo compare, non sa e non può citare il titolo del libro, +perchè egli non ha fatto che copiare una calunnia messa in giro da un +immondo libello antisemitico, il _Paderboner Judenspiegel_, siccome +luminosamente dimostra l'illustre Delistsch, un cristiano, professore +della facoltà di Teologia di Lipsia, nel _Pester Lloyd_ del 16 marzo +1883. + +3. L'ultima infamia che leggesi nelle poche righe dello sconcio +articolo, che ci piacque riferire, è nelle parole: _che fu già da molti +e sarà anche da noi, colla scorta dei processi, ampiamente, chiaramente +ed indubbiamente dimostrato._ + +Siccome _infinitus est numerus stultorum_, non abbiamo difficoltà ad +ammettere che molti abbiano voluto trarre da quei processi una illazione +qualsiasi. + +I processi in proposito furono molti, moltissimi anzi, e noi ne abbiamo +ricordati una buona serqua. + +Ma chiediamo, non all'articolaio, evidentemente convinto essere il medio +evo il periodo più splendido della storia dell'umanità, ma a qualunque +uomo non sia del tutto cretinizzato dal fanatismo, che valore abbiano +tutti i processi nei quali gli imputati, ed anco i testimoni se occorre, +sono assoggettati alle torture. + +Ce lo dica il Fleury, quando narra che ai servi dei primi cristiani si +estorceva coi tormenti la confessione dei pretesi infanticidii commessi +dai loro padroni. + +E se l'autorità del Fleury non basta, adduciamo quella di tale che fu ad +un tempo un Santo, ed un Pontefice, San Nicola I (858–867), e perchè non +ci si accusi di falsare le citazioni, riferiamo l'opinione di questo +Santo Pontefice tal quale come la riferisce uno scrittore, cui, è a +sperare, non si negherà fede (285): + +“Il papa S. Nicolò I, rispetto all'usanza che avevano i giudici di porre +alla tortura i sospetti di alcun delitto, dichiara non ammessa nè dalla +divina nè dalla umana legge, vale a dire dalla romana; volontaria, dice, +dovendo esser la confessione e non forzata. Per la tortura può un +innocente patir eccessivamente senza nulla confessare; e in tal caso la +è un'empietà da parte del giudice: o, vinto dal dolore, dirsi reo, +quand'anche non sia; empietà, anche allora non minore da parte del +giudice.” + +Ora, dopo avere dimostrato come un Papa del IX secolo la pensasse, in +materia di processi istruiti col mezzo della tortura, invitiamo +l'articolaio a por mente che tutti i processi, che ebbero esito fatale +per gli Ebrei, furono istruiti mercè quel mezzo, che egli probabilmente +deplora in cuor suo di non poter applicare all'autore di queste pagine. +E quasi questa infamia della tortura non bastasse a togliere ogni valore +a questi processi, è opportuno ricordare che in molti fra essi, e +specialmente nei primi, cioè in quelli che più degli altri giovarono ad +accreditare lo stolto pregiudizio contro gli Ebrei, la prova della loro +pretesa colpabilità fu ottenuta mercè il giudizio di Dio. Così avvenne, +per esempio, a Blois nel 1171. L'unico testimonio che accusava gli Ebrei +fu posto sul fiume dentro una barca ed essendo egli riescito a salvarsi, +la sua accusa venne tenuta per vera. + +Ed è sulla base di tali processi che l'articolaio vuole _ampiamente, +chiaramente, indubbiamente_ dimostrare? + +Non è difficile che, in mancanza di altri argomenti, ci si opponga +l'antichità della accusa, il numero grande delle vittime, e dei relativi +processi, l'universale diffusione della accusa; i soliti argomenti, +insomma, di tutti quelli che non ne hanno di migliori. + +Rispondiamo: + +Quale colta persona crede oggi giorno che vi sieno mai state persone +capaci di diffondere ad arte pestilenze e morbi? + +Eppure le storie riboccano di processi contro i pretesi untori; ed oggi +ancora una grave epidemia non si manifesta in un paese, senza che la +plebe non accusi questo o quello di diffondere il morbo, e nella prima +metà del nostro secolo ancora, Parigi, il cervello d'Europa, vide dei +pretesi avvelenatori uccisi a furor di plebe (286). + +Chi crede oggi alle streghe, ai commerci col demonio, a tutto quanto +farneticavano, su questi argomenti, i nostri buoni nonni? + +Eppure le storie abbondano di processi contro streghe, le quali furono, +non soltanto convinte di reati impossibili, ma persino confesse; eppure +le vecchie biblioteche sono ingombre di volumi in cui si tracciano ai +giudici le vie da seguire per giungere alla scoperta di delitti che il +progresso della umana ragione dimostrò non poter accadere; eppure non +sono tanto remoti i tempi obbrobriosi nei quali un sacerdote cattolico, +Urbano Grandier, veniva accusato di aver stregato diciassette monache di +Loudun, in cui si costringeva un'altro curato, il Gianfredi, a +confessare che aveva soffiato il diavolo nel corpo di Maddalena Lapallu +ed in cui si vide il gesuita Girard sul punto di essere condannato al +rogo, per aver gittato un sortilegio sulla Cadière. + +Se i processi contro gli untori, se quelli contro le streghe, non +bastano a farci persuasi che un uomo possa diffondere una pestilenza +senza esserne la prima vittima, che una donna possa attraversare dozzine +di leghe, a cavallo di una scopa, perchè i processi contro gli Ebrei +avranno, soli, virtù di persuaderci che essi facciano uso di sangue +cristiano nei loro riti? + +Nè maggior autorità dei processi, ha la antichità della accusa. Ciò che +forma il principale pericolo di ogni calunnia è questo appunto: che per +quanto luminosamente smentita dai fatti, e dalla ragione, essa persiste +sempre in talune menti più ottuse, sicchè, quando sembra completamente +vinta e debellata, la si vede poi ogni qual tratto rinascere più viva e +rigogliosa che mai. + +Circa all'esser stata questa accusa mossa agli Ebrei in tempi e luoghi +diversissimi, locchè può parer prova della sua veridicità, rispondiamo +subito che, in tempi ed in paesi diversissimi, si credette agli untori +ed alle streghe; che la chiromanzia ebbe seguaci fra i greci antichi e +fra i moderni francesi; che all'astrologia credettero, per tacer +d'altri, gli antichi Caldei, gli Arabi del medio evo, e gli uomini più +colti di tutti i paesi sino a pochi secoli or sono; e che oggi noi +ridiamo di tutte queste cose, e ci faremmo beffe di chiunque invocasse, +sul serio, l'argomento dell'universale diffusione che ebbero in passato +queste credenze per persuaderci della loro verità. + +La progredita civiltà dell'epoca nostra non impedisce poi che anche oggi +perdurino talune incredibili superstizioni. I montanari di Scozia +credono ancora che un tale e tal lago abbia il suo _kelpie_ e il suo +_caval d'acqua_; nel fondo di certe provincie di Francia i contadini son +lungi dal negar fede al lupo mannaro; e qui, nella nostra Italia, il +romano, per non dir d'altri, crede ancora al cattivo occhio e gli +ospedali di Napoli ricevono, ogni anno, qualche infelice martoriato da +malvagi superstiziosi, che pretendono ottenere in tal guisa i numeri del +lotto. + +Un'ultima osservazione ci rimane poi a fare circa il preteso valore dei +numerosi processi che si fecero, con esito diverso, contro gli Ebrei. + +L'articolaio stesso osserva, che man mano che un paese va incivilendosi, +i processi di questo genere divengono più rari, mentre sono tanto più +frequenti, e hanno esito peggiore per gli Ebrei, quanto più avvengono in +epoche remote ed in paesi meno civili. + +In Inghilterra, dacchè gli ebrei vi furono richiamati dal protettore +Cromwell, non ebbe più luogo nessun processo di tale natura. In Francia +non se ne ebbe nessuno, dopo la sentenza del parlamento di Metz che +dannò a morte Raphael Levi (16 giugno 1670), sentenza che è riconosciuta +da tutti come un errore giudiziario e contro cui si scagliò un venerando +ed illustre sacerdote cattolico, il padre Simon dell'Oratorio. + +In Italia l'ultimo processo, che terminasse con una condanna, risale al +1480. Vi furono bensì, varie volte dopo, dei tentati ammutinamenti +contro gli Ebrei, come a Casale Monferrato nel 1611, a Mantova nel 1824, +per pretese sparizioni di fanciulli che poi vennero trovati vivi e sani. + +Un immondo libello pubblicato l'anno scorso a Prato, libello al quale +non è certamente estranea la mano dello articolaio della _Civiltà_, col +titolo _Il sangue cristiano nei riti ebraici della moderna sinagoga_ +reca un lungo elenco di pretesi assassinii rituali commessi dagli Ebrei; +ora da quell'elenco stesso desumiamo che nel corso di questi due ultimi +secoli nessuno di questi assassinii fu commesso in Francia, Inghilterra, +Italia o Germania; tutti i segnalati hanno per teatro la Polonia, +l'Ungheria, la Russia e l'Oriente. + +Abbiamo già dimostrato che una è la religione mosaica in tutti i tempi +ed in tutti i paesi, sicchè dal fatto che simili processi divengono +impossibili nei paesi civili, non è lecito dedurre la conseguenza che +gli Ebrei di questi paesi si astengano dal compiere quello che, secondo +i loro nemici, sarebbe per essi un dovere di coscienza; ma ben piuttosto +è logico l'argomentare che il progredire della civiltà renda impossibile +nonchè il condannare neppure l'iniziare processi sopra una così stolida +accusa. E persino in Germania, la terra classica dell'antisemitismo e +dei processi inverosimili, se crediamo al seguente fatto narrato mesi +sono dai giornali, pare, o articolaio diletto, che il tempo cessi +d'esser propizio agli arrosti. + +“Sino dal 22 gennaio 1883, a Skurz, paese di due mila abitanti, nella +Prussia occidentale, presso Danzica, fu rinvenuto il cadavere mutilato +di un ragazzo di 15 anni. La voce popolare accusò del misfatto gli +Ebrei, asserendo che essi avevano assassinato il ragazzo per servirsi +del suo sangue ne' loro riti religiosi. Un ebreo, certo Josephsohn, come +sospetto dell'orribile delitto, fu subito arrestato. Malgrado _precise +deposizioni di testimoni, che dichiaravano di aver veduto ed udito +tutto_, non si poterono ottenere prove sicure contro di lui. Adesso la +direzione della polizia di Berlino ha spedito a Skurz un valente +commissario di polizia, il quale ha potuto fare la luce su lo strano +avvenimento e scoprire il vero autore dell'assassinio nella persona del +macellaio cattolico Giuseppe Behrendt. Costui, più di tutti, aveva +gridato contro gli Ebrei e con minaccie era riuscito a indurre uno de' +principali testimoni del misfatto a deporre di aver veduto sul luogo +l'ebreo Josephsohn. Il Behrendt è stato, sul momento, tratto in +arresto” (287). + +Dopo ciò, — con buona venia dell'articolaio, passiamo ad occuparci di +altro, lieti di avergli dimostrato: + +1. Che ha calunniato due papi. + +2. Che ha mentito, tirando pei piedi quel povero Talmud, che +probabilmente non conosce neppur di vista, e che c'entra in tutto ciò +quanto la _Civiltà_ ed il _Cattolicismo_ nei suoi articoli. + +3. Che i processi su cui si appoggia contano giusto altrettanto quanto +la sua scienza talmudica, e la sua critica, perocchè nessun uomo di +senno presta fede ai processi nei quali, come ebbe a dire il poeta: + + La torture interroge et la douleur répond + +a processi che giustificherebbero quasi il detto di Voltaire: “Giudizio +tanto più cristiano, quanto più sprovvisto di prove”. + +Giunti a questo punto potremmo credere di averla finita coll'increscioso +argomento, se non ci rimanesse ad indagare quali sieno le origini di +questa abbominevole calunnia, quali le ragioni per le quali potè +diffondersi ed acquistar credenza, a carico specialmente di un popolo +che avrebbe dovuto esser l'ultimo a venir fatto segno a così stolida +accusa. + +L'ingegno umano non è tanto ferace in maligne invenzioni quanto +comunemente si crede, e questa, del servirsi del sangue umano per riti +tenebrosi, non è stata rivolta contro gli Ebrei soltanto, ma contro +molte altre sette, molte altre persone. + +Ed è naturale; perocchè l'identità del sangue e della vita fu per tutta +l'antichità assioma quasi indiscusso; da cui derivò per processo +naturale l'idea che il cielo irritato contro gli uomini non potesse +placarsi che col sangue. L'ostia sanguinosa domina la religione, come la +storia, della antichità. Nella storia di Roma il sangue di Lucrezia +caccia i Tarquinii e quello di Virginia i decemviri (288). + +Siffatte idee che dominarono intiera l'antichità non poterono non +lasciar traccia nello spirito dei popoli, sicchè la superstizione che il +sangue giovi a forzare la volontà divina fu attribuita ora a questi ed +ora a quelli. + +I primi Cristiani, per non risalire ad epoche più remote, erano già +stati, con egual verità, accusati della orribile pratica. Ecco cosa dice +a questo proposito il Fleury (289); di cui ci piace riferire un lungo +brano, perchè si veda, colla scorta di un autore non sospetto, come +tutte le accuse che oggi si muovono contro gli Ebrei erano pure rivolte +contro i primi Cristiani. + +“Questo segreto dei misteri non cessava di essere un grande argomento di +calunnie contro i Cristiani (290), perchè si suole più sovente +nascondersi per fare il male che per fare il bene..... I cattolici poi +avevano degli schiavi pagani, ai quali la paura dei tormenti faceva dire +contro i loro padroni tutto ciò che volevano i loro nemici. (_Oh! Cosa +diventano dopo ciò i processi coi quali l'articolaio voleva_ ampiamente, +chiaramente, indubbiamente _dimostrare ciò che non ha mai esistito?_) +Così si diffuse la favola che i Cristiani nelle loro assemblee notturne +uccidessero un fanciullo per mangiarlo, dopo di averlo fatto arrostire, +copertolo di farina, ed aver immerso il loro pane nel suo sangue; ciò +che manifestamente traeva origine da una mala interpretazione del +mistero dell'Eucaristia. Si diceva anche che dopo il loro pasto in +comune, in cui mangiavano e bevevano con eccesso, gittavano un'offa ad +un cane che era legato al candeliere, in guisa che il cane saltellando +rovesciava il solo lume che li rischiarava, sicchè dopo col favore delle +tenebre quanti erano uomini e donne si mescolavano assieme +indifferentemente come sogliono le bestie. + +Gli Ebrei furono i principali autori di queste calunnie (291), e per +quanto assurde esse fossero, il popolo vi credeva, sicchè si era pur +costretti a giustificarsene seriamente (292). + +“Si accusavano ancora i Cristiani di esser nemici del genere umano +. . . . La carità che avevano gli uni per gli altri era una congiura +odiosa . . . Le persecuzioni stesse di cui erano vittime erano un +argomento di odio contro i Cristiani, venivano ritenuti colpevoli perchè +dovunque erano come tali trattati e dal tremendo rigore dei supplizi si +argomentava della enormità dei loro delitti; erano considerati come +gente destinata alla morte, al rogo, alle forche, e se ne componevano +loro sopranomi ingiuriosi (293). Ecco ciò che rendeva i Cristiani così +odiosi al popolo ed agli ignoranti, ecco il fondamento di quanto, +seguendo l'opinione comune, ne dicono Svetonio e Tacito. Svetonio dice +che Claudio imperatore “_cacciò da Roma gli Ebrei che istigati da +Cristo_ (294) _intrigavano senza posa_”, quasi che Gesù Cristo fosse +ancor vivo e fosse divenuto capo di parte fra gli Ebrei. Annovera fra le +buone azioni di Nerone l'aver fatto soffrire supplizi ai cristiani, +_genti_, soggiunge, _di una superstizione nuova e malefica_ (295). +Tacito (296) parlando del fuoco che Nerone fece appiccare a Roma per +divertirsi, dice che egli ne accusò _genti odiose pei loro delitti che +il popolo chiamava cristiani_ (297); poi aggiunge: _Questo nome veniva +da Cristo che Ponzio Pilato aveva fatto giustiziare, imperatore +Tiberio_. E questa perniciosa superstizione allora formatasi (298) si +rialzava di nuovo non soltanto in Giudea sorgente del male, ma anche a +Roma dove tutto quanto vi ha di nero e di infame nel mondo si riunisce e +si pratica (299). Si presero dapprima coloro che confessavano, poi +dietro le loro deposizioni una gran moltitudine fu convinta non tanto +dell'incendio quanto dell'odio verso l'uman genere. Più innanzi li +tratta da _colpevoli_, e da gente che meritavano gli ultimi esempi.” + +I pochi ed oppressi seguaci della vera Fede essendo, col progresso dei +tempi divenuti possenti e numerosi, la calunnia cessò di esercitarsi +contro di loro, ma non scomparve per questo, rimase anzi intatta e solo +mutarono le vittime, probabilmente altrettanto innocenti. + +I Luciferiani ed altri eretici ebbero a subire le conseguenze della +stessa calunnia. + +Ad essi si addebitavano tenebrose conventicole nelle quali si +calpestavano le leggi della morale e del più elementare pudore. I +bambini, nati in seguito a queste tenebrose orgie, erano solennemente +immolati pochi giorni dopo la loro nascita, il loro sangue raccolto con +cura, il loro corpo bruciato, e le ceneri mescolate col sangue +s'adoperavano a formare un pane che serviva all'eucarestia dei +settarii (300). Questa accusa fu applicata anche ai Bogomili della +Tracia ed agli Euchiti, di cui uno dei rami sembra essersi fuso coi +Templari. Essa fu egualmente posta a carico dei Templari, con una +variante però, che era per ottenere l'olio che doveva servire a +consacrare l'idolo (_Bafometto_) che avrebbero avuto luogo i sacrifizi +di bambini rimproverati ai Templarii: “Un enfant nouvel engendré d'un +Templier et d'une pucelle estoit cuit et rosti au feu et toute la +graisse ostée, et d'icelle estoit sacrée et oint leur idole (301)”. E +sempre, nell'età dimezzo sopratutto, la fantasia popolare farneticava +ora di bambini immolati, ora di bagni di sangue umano, adoperati come +rimedio d'incurabili malattie cutanee. E di questo farnetico, se ne +trovan tuttora le traccie nelle fiabe e ne' racconti tradizionali; onde +sbuca fuori di quando in quando: ed il sospetto o l'odio del volgo +attribuisce l'atto nefando, ora al tiranno esoso, ora a questo, ora a +quello. Veggasi fra le _Ducento Novelle_, di Celio Maleyuni (Venezia +1609), quella intitolata _Matrimonio di Filenia, figliuola del Re +d'Egitto_. + +E nel _Cunto de li Cunte_, il trattenimento della Giornata III, ROSELLA, +di cui ecco l'argomento: “Lo Gran turco, pe' farese no vagno de sango de +signore, fa pigliare 'no prencepe. La figlia se ne 'nnamora; e se ne +fujeno. La mamma l'arriva e le so tagliate le mano da lo Prencepe. Lo +Gran Turco ne more de crepantiglia. Ma jastemmata la figliola da la +mamma, lo Prencepe se ne scorda, ma, dopo varie astuzie, fatte da essa, +torna a memmoria de lo marito e se gaudeno contente.” + +Nè mancano monumenti che ci abbiano portato le prove di siffatta +credenza. Il sacrificio di un bambino è rappresentato infatti su certi +monumenti del medio evo, ma queste scolture portano dei segni evidenti +della dottrina gnostica delle emanazioni, che non ha nulla a che fare +cogli Ebrei (302). + +In uno dei lati d'un cofanetto trovato presso Volterra, e che fece poi +parte della collezione del duca di Blacas a Parigi, si vede raffigurato +un fanciullo colla testa e le braccia pendenti nell'abbandono della +morte: due uomini sono occupati a lavare il cadavere immerso per metà in +una vasca. L'altro lato rappresenta questo cadavere posato su di un rogo +le cui fiamme l'inviluppano. Uno degli assistenti volge la testa e se la +nasconde fra le mani con un gesto di pietà e di orrore. Su un lato +opposto del cofanetto è rappresentata la purificazione del cadavere. + +Indubbiamente queste scolture rappresentano un rito religioso nel quale +viene sacrificato un fanciullo. + +Ma a chi apparteneva quel cofanetto? Ad Ebrei certamente no. Ed a noi +basta quindi averne accennato l'esistenza per dimostrare come, questi +riti sanguinosi sian forse stati, per lo passato, praticati da sêtte che +cogli Ebrei non ebbero nulla di comune, e lasciamo ad altri il decidere +se il cofanetto di Volterra appartenesse ai Templari, ai Gnostici od a +qualsivoglia altra setta. + +Anche un papa, Innocenzo VIII, fu accusato di aver fatto rapire de' +fanciulli per sgozzarli e bagnarsi nel loro sangue (303), e la stessa +accusa fu ripetuta quasi un secolo dopo contro un re di Francia, +Francesco II, il marito della bella ed infelice Maria Stuarda, come ne +fa fede il seguente brano della _Histoire Nationale de Paris et des +Parisiens, par H. Gourdon de Genouillac_ (tom. II, 1882, pag. 3–4): + +“Il y eut un certain nombre de gens pendus, vers la fin du 1559, pour +avoir répandu une calomnie contre Catherine de Médicis et son fils; +voici le fait: Le jeune roi s'étant trouvé malade à Fontainebleau, les +médecins l'envoyèrent a Blois pour y respirer l'air natal, mais les gens +du pays, prétendirent que ce n'etait pas de la fièvre quarte, comme le +prétendaient les médecins, dont souffrait François, mais bien de la +lèpre, et on raconta que plusieurs enfants avaient disparu depuis +l'arrivée du roi, que ces enfants avaient été mis à mort pour que le roi +pût prendre des bains de sang, remède qui convenait d'autant mieux au +royal malade, que sa mère ne l'avait conçu que lorsque, d'après +l'ordonnance du premier médecin Fernel, elle s'était décidée, après dix +ans de stérilité, à ne remplir ses devoirs d'épouse que pendant +certaines époques, où d'ordinaire les femmes s'en abstiennent. Ce bruit, +habilement semé par les calvinistes, trouva vite de l'écho; des bords de +la Loire il arriva à Paris, où il fut colporté partout, et le parlement +dut sévir contre ces propagateurs; ce fut un prétexte tout trouvé pour +arrêter et envoyer à la potence le gens suspects. On ne négligea pas de +s'en servir, et plus d'un Parisien bavard alla réfléchir au Châtelet au +danger qu'on court lorsqu'on a la langue trop longue.” + +Malgrado la severa lezione, qualche secolo dopo la calunnia ricomparve +in Francia, non più contro un re, ma vaga ed indeterminata; si +accusarono delle sparizioni, pur troppo reali, di vari giovani, ora una +principessa che si dilettava di bagni di sangue, ora, naturalmente, gli +Ebrei; chi fossero i colpevoli ce lo dica il seguente brano delle +_Mémoires tirés des Archives de la Police de Paris, pour servir a +l'histoire de la morale et de la police depuis Louis XIV jusqu'à nos +jours, par I. Peuchet_ (Paris, Levavasseur, 1868, 6 vol. in-8. Tom. I, +pag. 144 e segg.): + +“Eran già varî anni, dacchè il signor de la Reynie copriva, con +soddisfazione generale, l'ufficio di luogotenente generale di polizia, +allorquando nei principali quartieri di Parigi si diffuse repentinamente +un grave panico occasionato da straordinarie sparizioni di persone. + +“Nello spazio di circa quattro mesi, ventisei giovani, il più giovane +dei quali aveva raggiunto il diciasettesimo anno, ed il più vecchio non +toccava il venticinquesimo, sparirono, lasciando le rispettive famiglie +inconsolabili per la loro perdita. Voci misteriose e contraddittorie +circolavano a questo proposito nel sobborgo Sant'Antonio, che aveva in +questa guisa perduto quattro o cinque bei giovani, figli di ebanisti e +di mercanti di vecchi mobili. Le donnicciuole pretendevano che una +principessa, la cui vita era posta in pericolo da una malattia di +fegato, lottasse contro il male tuffandosi tutti i giorni in un bagno di +sangue umano. Altri affermavano che gli Ebrei, per odio al Dio +crocefisso, crocefiggessero di quando in quando dei Cristiani. Questa +pazza opinione fortunatamente non prevalse. Ad ogni modo però Parigi era +in preda al terrore ed alla desolazione. Il duca di Gêvre ne parlò al +Re, e questi, quando il luogotenente di polizia si recò da lui, per +l'ordinaria relazione, si lagnò vivamente che si tollerasse un simile +succedersi di rapimenti che, senza dubbio, erano seguiti da morte +violenta, perchè nessuno degli scomparsi aveva mai fatto ritorno. + +“La Reynie, disperato pel malcontento espressogli dal Sovrano, se ne +fece ritorno a Parigi; appena giuntovi chiamò a sé un agente abilissimo +della sua amministrazione, certo Lecoq, di cui fino a quel giorno egli +si era non inutilmente servito in tutte le occasioni difficili. Lecoq +comparve ed il luogotenente di polizia gli manifestò il suo imbarazzo, +parlò del malcontento del Re e fece tali promesse di ricompense che +Lecoq, cedendo ad un sentimento di avidità, esclamò: + +“— Andiamo! monsignore, vedo bene che per togliervi dall'imbarazzo dovrò +rinnovare il sacrificio d'Abramo. + +“Lecoq non si spiegò maggiormente ed il signor de la Reynie, che lo +considerava come il suo migliore agente, lo congedò con un gesto col +quale gli trasmetteva i poteri più estesi. A quei tempi negli uffici di +polizia era in uso un linguaggio di cenni muti, specie di telegrafia la +cui chiave non era nota che ad un piccolo numero di iniziati. + +“Ecco il complemento indispensabile di questo singolare aneddoto. + +“Una accolta di gente, predestinata al patibolo ed alle galere, si era +costituita in associazione di malfattori. Il capo della banda procedeva +in questa guisa. Una ricca inglese, moderna Messalina, che egli aveva +reclutata nei suoi viaggi, serviva di richiamo ai giovani. Questi +infelici, dopo aver appagato le voglie di quella femmina impudica, erano +dati in preda agli assassini. Venivano uccisi e la testa separata dal +busto. Questo era venduto agli studenti di chirurgia e la testa, +probabilmente disseccata ed imbalsamata, serviva allora in Germania agli +studi di una scienza, che ebbe di poi uno strano sviluppo. Intendiamo +parlare della scienza di cui Gall e Spurzheim furono fra noi i +propagatori. + +“Il governo temette il divulgarsi di una tal serie di misfatti; furono +presi provvedimenti per la punizione pronta, severa ed occulta dei +colpevoli. Tutti furono impiccati. Anche la donna doveva essere dannata +nel capo . . . . . ma il destino dispose altrimenti” (304). + +Un altro fatto simile ebbe luogo anche a Parigi quasi nello stesso +tempo; precisamente nel maggio 1750. + +Ecco come viene narrato dal QUILLET, _Chronique de Passy_ (Tomo II, pag. +114). Anche questa volta traduciamo testualmente. + +“Un agente di polizia, nella speranza di estorcere del denaro ad una +sventurata madre gli rapì il figliuolo. Questa ne divenne furiosa; i +suoi lagni furono così amari, i suoi gemiti così strazianti che tutto il +quartiere ne fu commosso. + +“Altre madri si unirono a lei; la voce corse che quel fanciullo non era +il solo ad esser stato rapito ma che migliaia d'altri lo erano stati al +pari di lui, e che il Re, novello Erode, stava per ricominciare la +strage degli innocenti. Si giunse persino a dire che quei rapimenti +avevano per oggetto l'esecuzione di prescrizioni mediche che ordinavano +bagni di sangue umano, e del più puro, per guarire taluni gran signori +sfiniti dalla lussuria e dai disordini. + +“Queste voci sinistre, aggiunte ai gridi strazianti delle desolate +madri, infiammarono gli spiriti. Parecchi uomini si aggiunsero loro e +divennero furiosi. La sommossa ebbe principio nel sobborgo Sant'Antonio, +ma ben presto i disordini si estesero in tutti i quartieri di Parigi. +Ogni agente di polizia che cadeva in potere dei tumultuanti era messo a +brani. Il popolaccio si dirigeva al palazzo del luogotenente di polizia, +e non avrebbe tardato ad investirlo. Il luogotenente di allora, Berrier, +che si era reso odioso per la sua aria dura e il suo procedere +tirannico, fuggì. Qualcheduno dei suoi dipendenti, meno timido, fece +aprire le porte. Questo colpo ardito intimidì i più furiosi; credettero +si volesse loro tendere un agguato, e che una voragine stesse per +aprirsi sotto i loro piedi e restarono immobili. Intanto le guardie +francesi e le guardie svizzere si radunarono. Si aggiunsero loro due +compagnie di moschettieri della guardia e diversi corpi della Casa del +Re. Le orde indisciplinate dei tumultuanti furono circondate. Si mise la +mano sui più accaniti dei quali la forca fece giustizia, gli altri +fecero giudizio. + +“Qualche mese dopo venne l'epoca del viaggio che il Re faceva +annualmente a Compiègne. Per recarvisi si passava abitualmente da +Parigi. Luigi XV non volle onorare colla sua presenza una città che +aveva osato rivoltarsi, qualunque ne fosse stata la causa, e fece +costruire in tutta fretta una strada fra Versailles e Saint Denis in +modo da potersi recare al suo destino senza dover attraversare Parigi. È +questa la strada che dicesi _le chemin de la Révolte_.” + +Come si vede dalle, forse troppo numerose, citazioni che siamo venuti +facendo, basta che un bambino sparisca, perchè subito il popolo +farnetichi di bagni di sangue umano, di atroci riti religiosi, e si +ricusi, sino a che l'evidenza non venga a convincerlo, a cercarne la +spiegazione in qualche volgare delitto. Ci si consenta un'ultima +citazione per provare la strana vitalità di tale superstizione che il +volgo degli indotti e dei semi dotti, accoglie e ripete, per poco che +gli accusati, o si elevino come i Papi ed i Re che abbiamo citato, al +dissopra del comune per la loro posizione, o si circondino come i primi +Cristiani, i Luciferiani, i Templarii di quel mistero che colpisce +sempre le immaginazioni popolari. + +Una rivista mensile che si pubblica a Mosca, il _Messager russe_, in un +articolo riprodotto in giugno 1819 da diversi giornali francesi (305) ci +ha fatto conoscere gli usi di due sêtte ancora esistenti in Russia, i +_Khlysty_ e gli _Skoptsi_ (306) (_mutilati_). + +Riti sanguinari, o pretesi tali, furono denunziati allo imperatore +Alessandro in una memoria del metropolitano di Mosca. Secondo questa +memoria, di cui un giornale di Pietroburgo pubblicò dei frammenti, +quando una ragazza incompletamente mutilata concepisce, per opera di un +uomo estraneo alla setta, e mette al mondo un ragazzo di sesso +mascolino, gli _Skoptsi_, considerando questa nascita come un +avvenimento miracoloso e come una benedizione del cielo, immolano il +neonato alla mezzanotte del settimo giorno dopo la sua nascita; lo +lavano in seguito nell'acqua tiepida, avendo cura di spremere dalla sua +ferita la maggior quantità di sangue possibile. L'acqua in cui il +fanciullo è stato immerso si conserva come cosa sacra. Quanto al corpo è +deposto in un vaso pieno di zucchero polverizzato dove si giunge a +disseccarlo. È in seguito ridotto in polvere, e questa polvere entra +nella confezione dei pani consacrati che i settari tagliano a pezzi e +distribuiscono agli assistenti alla fine delle loro riunioni. È questo +ciò che essi nominano la grande comunione della carne dell'agnello, in +opposizione a quella di sangue che si fa con quella con cui la vittima +venne purificata. I giornali russi assicurano che questi fatti, +denunciati dal metropolitano di Mosca, Mgr. Platone, vennero constatati +da una inchiesta ufficiale. + +Potremmo citare altri fatti a dozzine per provare che questa accusa di +giovarsi del sangue umano pei riti tenebrosi è vecchia quanto il mondo, +ma ogni cosa ha un limite e temiamo ne abbia uno anche la pazienza dei +lettori che consentirono a seguirci sin qui, sicchè ci limiteremo a +citare un ultimo fatto quasi incredibile. Chi vorrebbe credere infatti +che un dotto letterato francese, e cattolico di nascita, se non di +convinzione, Arsène Houssaye potè, non sono ancora cinque anni, +calunniare i cattolici, di epoche a noi vicine, asserendo che sino al XV +ed al XVI secolo si massacravano dai cattolici dei bambini per +convertire in reliquie i loro ossami? + +Traduco letteralmente un brano di un articolo dell'Houssaye, sul museo +Basilewski, pubblicato nel _Gaulois_ del 24 dicembre 1879: + +“Ecco per esempio uno smalto che rappresenta il Massacro degli +Innocenti. Cosa pensereste se io vi dicessi che più di una chiesa in +Francia contiene ancora delle cripte in cui si trova il pozzo dei +sacrifizi? Si conosce così male la storia che non mi si crederà quando +affermerò che, sino al quindicesimo secolo, e fors'anche fino al +sedicesimo, vi furono il venerdì santo dei fanciulli immolati. A Caen e +a Tournus si trovarono degli ossami che fanno fede ancora di questi +sacrifizi umani — perdonatemi il sacrilegio — volevo dire inumani”. + +Provata dunque la facilità con cui simili accuse calunniose si +riprodussero sempre, e trovarono sempre credenza, qual meraviglia se +bastò qualche assassinio isolato e non ispirato certamente a scopo +religioso, perchè se ne accusassero gli Ebrei, quegli Ebrei che a +Strasburgo, nel Delfinato ed altrove, si erano, ben inteso sotto la +tortura, confessati autori della peste, sicchè fu necessaria una bolla +del papa che li scagionasse dalla strana accusa (307), quegli Ebrei che +dovevano ritenersi capaci di ogni scelleraggine (308) dacchè San +Giovanni Grisostomo (309) aveva potuto dire che “le sinagoghe erano case +di prostituzione, covili di bestie feroci, domicilio dei Demoni e che +non vi si adorava Dio, perchè non vi si adorava il figlio, e che colui +che conosce il padre conosce il figlio e che il culto che vi si rende si +termina al Demonio perchè Dio l'ha abbandonato.” + +Quando personaggi, come San Giovanni Grisostomo, coi loro scritti, +rendono siffattamente odiosa una parte della popolazione, non deve recar +meraviglia che ogni più strana accusa contro di questa trovi credenza. + +Data la facilità con cui il volgo crede sempre ad accuse di questa +natura, data l'ignoranza dei tempi, dato il fanatismo contro gli Ebrei, +eccitato dal Grisostomo, e dai troppo numerosi suoi seguaci, dobbiamo +anzi meravigliarci assaissimo se tutte le volte che furono accusati di +aver assassinato un cristiano non furono condannati, ed invece abbiamo +già veduto come, in tutti i tempi, uomini imparziali ed onesti, di tutte +le credenze, abbiano protestato contro la calunnia di cui eran vittima +gli Ebrei. + +Ma se è agevol cosa il dimostrare l'assoluta falsità della accusa mossa +agli Ebrei di giovarsi di sangue umano per scopi rituali, o +magici (310), sarebbe impossibile il dimostrare che qualche bambino +cristiano non sia caduto talvolta vittima di un assassino ebreo. + +Gli Ebrei erano nei secoli passati universalmente odiati. Quando la +Chiesa Cristiana aveva raggiunto nel mondo civile il suo ideale, l'unità +della Fede, gli Ebrei soli, razza maledetta e dispersa, restarono a +guastare la simmetria ammirabile di questa unità. + +In mezzo a popoli che, concordi, piegavano le ginocchia dinanzi al +Redentore del Mondo, restavano soli a negarlo i pochi ed avviliti +discendenti di coloro che lo avevano trascinato al disonor del Golgota. + +Qual meraviglia che perciò soltanto essi fossero oggetto della +universale esecrazione? (311) Oppressi, umiliati, fatti segno ad ogni +più orrenda persecuzione, gli Ebrei reagivano colle armi dei deboli, e +le armi dei deboli non furono mai generose. + +Da qui recrudescenza d'odio nei persecutori, e l'odio non partorì mai +amore, che si sappia. + +Chi potrebbe negare che qualche Ebreo, cacciato dalla patria, insidiato +nella sua fede, nei suoi averi, diseredato persino del culto dei propri +morti, come troppo spesso avveniva nei tempi più caliginosi del medio +evo, imbattendosi un giorno nel figlio di uno dei suoi oppressori, lo +abbia sgozzato? + +Chi rivangasse gli annali del delitto, in tutti i paesi, vi troverebbe +registrate a centinaia storie di innocenti fanciulli uccisi da +vigliacchi assassini per vendicarsi dei loro parenti. + +E quantunque le statistiche criminali di tutti i tempi e di tutti i +paesi ci provino come l'Ebreo rifugga dal sangue, vorremmo, potremmo noi +negare, che mai uno di questi assassini sia stato ebreo, una di queste +vittime cristiana? + +Certamente no; ma la stessa franchezza con cui noi, senza averne le +prove — perchè, ripetiamolo, non son prove per noi quelle estorte dalla +tortura — pure riconosciamo non impossibile che qualche fatto di questo +genere abbia potuto accadere per opera di un individuo ebreo, spinto da +un sentimento di vendetta, questa stessa nostra franchezza ci dà diritto +ad esser pienamente creduti allorquando recisamente neghiamo che gli +Ebrei abbiano per precetto religioso di valersi in certe cerimonie del +sangue di un fanciullo cristiano. + +Ammettiamo pure una di queste isolate vendette. Nessun processo ne fa +fede, perocchè agli occhi dell'odierna critica non hanno valore i +processi istituiti sotto il regime della tortura; ammettiamo pure questo +caso isolato, che ci gioverà a comprendere, a spiegarci come l'orribile +calunnia abbia potuto esser messa in giro la prima volta, ma +respingiamo, fino a che non saranno addotte prove categoriche in +argomento — e sarà impossibile addurle, perchè non esiste il +fatto — ogni accusa generica che si volesse formulare contro gli Ebrei a +tale proposito. + +Tanto varrebbe, perchè un Umiliato attentò alla vita di San Carlo +Borromeo, perchè un prete assassinò un Arcivescovo di Parigi, dire che i +frati e i preti cattolici hanno per dovere religioso di ammazzare Santi +ed Arcivescovi! + +È certo che dacchè esistono Cristiani ed Ebrei qualche ebreo avrà +ammazzato un cristiano; è probabile, probabilissimo anzi, che qualche +fanciullo cristiano sia caduto vittima di un assassino ebreo, ma non è +nè certo, nè probabile, nè possibile che l'assassino sia stato mosso da +scopo religioso a compiere il suo misfatto. + +Ciò invece che, se non è certo, è però assai possibile ed assai +probabile è che, accaduto, per chi sa qual motivo, l'eccidio di un +fanciullo cristiano ad opera di un ebreo, i nemici degli Ebrei — quelli +stessi che andavano diffondendo contro di loro le più strane ed +inverosimili accuse — si siano fatta un'arma di questo fatto isolato per +coinvolgere tutti gli Ebrei nella stessa accusa, accusa che, già lo +vedemmo, deve essere facilmente accolta dai volghi come quella che fu +spesso lanciata or contro l'uno or contro l'altro. + +Abbiamo detto però e ripetiamo che se vi era un popolo che dovesse andar +immune da questa orribile accusa era certamente il popolo ebreo. + +Abbiam veduto come la Bibbia e il Talmud in più luoghi vietino agli +Ebrei l'uso del sangue. Ma non basta, chè lo stesso Maimonide ci dice il +perchè gli Ebrei abborriscano l'uso del sangue; apriamo il suo libro +_Morè Nebuchim_, parte III al capo 46 e troveremo: “Sappi che quantunque +non vi fosse nel concetto degli idolatri cosa più immonda ed impura del +sangue, nientedimeno essi lo mangiavano, perchè stimavano che fosse il +cibo de' demoni, e che colui, che di esso sangue si alimentasse, +acquisterebbe una qualche famigliarità e stretta comunicazione con essi +demoni, sicchè questi dovessero rivelar loro il futuro, secondo crede il +volgo che essi demoni sogliono fare. Ad alcuni però tra questi idolatri, +tornava difficile mangiare il sangue, cibo per sè stesso all'umana +natura ripugnante. Questi, quando scannavano qualche animale, ne +prendevano il sangue, lo raccoglievano in qualche vaso e, sedendo +attorno a questo vaso, mangiavano la carne di esso animale. Si +persuadevano, così, che mentre essi mangiavano la carne, i demoni +mangiassero il sangue, loro prediletto cibo, e che in questo modo +potessero contrarre secoloro amicizia, famigliarità e fratellanza, +perchè tutti mangiavano ad un desco e insieme banchettavano. Credevano +inoltre che i demoni dovessero apparir loro in sogno; avvisar loro quel +tanto che dovea succedere ed esser loro di grandissimo giovamento.” Fin +qui il Maimonide. + +Anche lo Zohar, libro a cui taluni ebrei vogliono annettere molta +importanza, commentando il capo 17 del Levitico, dice queste parole, +parlando degli incantesimi e dell'arte magica esercitata dagli Egiziani: +“Quando gli Egiziani si ragunavano per fare i loro incantesimi, andavano +al campo in un monte alto assai, facevano una fossa in terra e +spargevano sangue intorno ad essa, ragunavano il rimanente del sangue in +essa fossa, offrivano i loro sacrifici agli spiriti maligni, e +contraevano famigliarmente tra loro in esso monte. Gli Ebrei i quali +erano schiavi in Egitto si accostavano a quelli, e preparavano quel +sangue e offerivano il sacrifizio, si radunavano questi spiriti maligni, +e apparivano loro in figura d'Irchi irsuti e dicevano loro quel tanto +che essi addomandavano.” + +O ammettere dunque, con San Giovanni Grisostomo, che gli Ebrei adorino +il Demonio, o riconoscere che essi non possono aver mai fatto uso di +sangue, e tanto meno di sangue umano. + +E davvero è strana la persistenza di una simile calunnia contro una +religione i cui maestri, i cui dottori predicarono dottrine +diametralmente opposte. Mosè Nachmanide che fiorì nel XII secolo in +Ispagna e che era considerato come il supremo maestro fra i Rabbini, e +chiamato per antonomasia il dottore (312), lasciò scritto nel suo libro +dei _Precetti_: “Ci è ordinato di curare la vita dei Cristiani, salvarla +con tutte le nostre forze da pericolo di morte, p. e. quando sono caduti +in acqua o sepolti sotto le macerie”. Giuda il Pio, vivente a Ratisbona +nel sec. XII nel suo _libro dei Pii_ dice: “Nel trattare coi non +Israeliti, studiati di usare la stessa onestà come cogli Ebrei: se un +Ebreo vuol uccidere un cristiano dobbiamo assister quest'ultimo; se a te +si rifugia un omicida, non gli accordare protezione, anche se fosse un +ebreo”. + +Come dunque malgrado tutto ciò l'accusa potè diffondersi ed acquistar +credenza? Ecco la domanda che molti mossero ed a cui nessuno potè dar +risposta soddisfacente. + +Chi ne cercò la causa nel racconto dell'Esodo dove è spesso menzione di +sangue (313); chi in una leggenda rabbinica notissima, secondo la quale, +Faraone Re d'Egitto trovandosi colpito dalla lebbra, si impadronì di un +gran numero di fanciulli ebrei, affine di bagnarsi nel loro sangue e di +guarire. La leggenda aggiunge che in memoria di questo sangue innocente +versato, gli Ebrei bevono vino rosso nelle cerimonie della sera di +Pasqua (314). L'illustre prof. Oort da Leida, in un discorso tenuto in +quella città in occasione del VI Congresso degli Orientalisti, vuol +trovare la causa della calunnia nella venerazione che negli antichi +tempi i primi Cristiani conservavano pel pane azzimo degli Ebrei, ed +intesse su questa ipotesi un lungo ragionamento che non arriva però a +convincerne del tutto. + +Affaccieremo noi pure una supposizione senza pretendere di aver sciolto +il problema. + +Nei primi tempi del Cristianesimo, non soltanto gli Ebrei erano in odio +ai Cristiani ortodossi, ma molte sette eterodosse professavano un odio +speciale non soltanto verso gli Ebrei, ma verso l'Antico Testamento. + +La storia delle religioni ci apprende che il principio di un Dio del +male, nemico del Dio del bene, quel principio che gli antichi Persiani +incarnavano in Ormus e in Arimane, era comune anche a molte sêtte dei +primi tempi del Cristianesimo. I Catari, i Bogomili, i Luciferiani +professavano siffatte dottrine. Per essi il Dio maligno si rivelava +nell'Antico Testamento, mentre nel Nuovo era il Dio buono che si +manifestava. + +Ecco, dicevano, perchè è scritto nel Nuovo Testamento: “Che Iddio è +luce, e che non vi sono in lui tenebre alcune” (315). Il Dio della +Genesi crea il cielo e la terra, ma “la terra era una cosa deserta e +vacua e tenebre erano sopra la faccia dell'abisso” (316), il cielo e la +terra, al paro delle tenebre, sono l'opera di Lucifero. Ecco perchè +ancora, secondo l'Antico Testamento, i figli di Dio peccano (317), +mentre nel Nuovo è detto: “Chiunque è nato da Dio non ha peccato” (318). +“Non è il Dio buono che ha parlato a Mosè, non è il Dio buono che ha +guidato il patriarca. Mosè ha ricevuto la legge da un ingannatore, egli +stesso era un mago, un ladrone” (319). + +Congiungendo questa opinione che taluni eretici avevano del Mosaismo, +coll'altra, universalmente diffusa, che il demonio gradisca i sagrifizi +umani (320), non sarà fuor di luogo il supporre che da quegli eretici +abbia potuto avere origine la prima calunnia. + +Un'altra fra le possibili origini di quest'accusa, o meglio fra le cause +che poterono contribuire a mantenerla in vigore, ed a confermarla nelle +menti volgari, ci è suggerita dall'attento esame, che abbiamo fatto, +degli atti del processo che si è svolto non ha guari a Nyiregyhaza. Fra +le infantili prescrizioni rituali degli Ebrei ve ne ha una che vieta ad +essi di toccare nella sera del venerdì e nel giorno del sabato fuoco e +lume. Siffatta prescrizione è, dai veri credenti, osservata così +strettamente che essi si fanno scrupolo di portare una lampada da un +luogo all'altro, o di rimuovere dal fuoco una pentola che bolla. Siccome +però le necessità della vita si impongono agli Ebrei come ai Cristiani, +gli agiati fra essi provveggono ai lor bisogni mercè l'opera di +domestici di altri culti; i più poveri invece vi provvedono come +possono, invocando l'aiuto di un vicino o di un passante. Servigi di +siffatta natura si richieggono più facilmente, anche per evitare il +ridicolo, a ragazzi che non a persone mature. Qual meraviglia dunque, se +come nei tempi di pestilenza basta che un individuo si accosti ad una +fontana pubblica, per essere accusato di avvelenarla, od in tempi di +assedio basta che uno si aggiri nelle camere del suo appartamento con un +lume in mano, perchè venga accusato di far segnali all'inimico (321); +qual meraviglia diciamo se sarà bastato il fatto di un ebreo che abbia +chiamato a sè un fanciullo cristiano per richiederlo d'uno dei servigi +sopra accennati, perchè l'accesa immaginazione del volgo vi ricamasse +sopra un preteso tentativo di rapimento, preludio di futuri +eccidi (322)? + +Ma senza perderci più oltre nella ricerca delle cause che potevano +concorrere a far nascere l'orrenda accusa, verremo a dire delle vere, +delle sole ragioni per cui essa persistette attraverso i secoli. + +Un illustre letterato francese, Dureau de la Malle, nella introduzione +alla sua eccellente traduzione di Tacito, ricerca le cause dei delitti +inconcepibili commessi dagli imperatori romani; e ne reca una +spiegazione che sembra assai plausibile; e cioè che quei sovrani non +avendo nè lista civile, nè demanio pubblico e dovendo pur sostenere +enormi spese, erano obbligati ad assassinare per procurarsi il denaro di +cui avevano d'uopo. E come i malfattori volgari _uccidevano per rubare_. +Questo precetto di governo informa diverse fasi della storia, e dalle +proscrizioni di Augusto, venendo giù sino agli eccidi del 1793, ne +troveremmo esempi non pochi. + +Nel medio evo i ghetti degli Ebrei avevano il non desiderato privilegio +di essere la zecca per eccellenza; quando s'aveva bisogno di denaro si +accusavano gli Ebrei di avvelenare i pozzi, le sorgenti, le +fontane — quasi che gli Ebrei non facessero uso dell'acqua, — di +oltraggiare in mille guise il Santissimo Sacramento — che non hanno +nessuna ragione di oltraggiare, non riconoscendovi essi nessun carattere +sacro — od infine di ammazzare bambini — quasi la religione professata +dalla Beata Vergine e da Nostro Signor Gesù Cristo fosse una religione +di antropofaghi. + +In quei tempi le accuse, assurde o meno, erano sempre egualmente buone. +Bastava che un facinoroso qualunque le ponesse in giro, perchè si desse +di piglio alle armi, si corresse al ghetto, e si punissero gli Ebrei col +saccheggiarne i beni. L'intiero popolo ebreo potè per secoli far sua +l'amara esclamazione del romano proscritto. “La mia villa di Alba mi ha +perduto.” + +Col progresso dei tempi si capì che era assurdo parlare di fontane +avvelenate, o di oltraggi al Santissimo Sacramento; ma l'accusa di +antropofagia rimase, come quella che oltre a colpire più facilmente le +immaginazioni della plebe, sempre avida di racconti di misteriosi +delitti, era sorretta da un altro importante fattore. + +Per ogni fanciullo che gli Ebrei erano accusati di aver ucciso, la +Chiesa cattolica acquistava un martire di più. + +E ciò che importa, e che spiega assai cose, un martire che faceva +miracoli. + +La narrazione di questi miracoli, quali ce li dà un autorevole e moderno +scrittore cattolico, Rohrbacher, è troppo interessante, perchè noi, a +costo di ripeterci, resistiamo al desiderio di metterla sotto gli occhi +dei nostri lettori. + +“L'anno 1250 gli Ebrei di Saragozza attaccarono con chiodi contro la +parete un fanciullo cristiano di sette anni, gli squarciarono, in odio +di Cristo, il costato con una lancia e lo seppellirono di notte sulla +riva. _Ma in mezzo alle tenebre il luogo era irradiato d'una splendida +luce._ Accorsivi i Cristiani, trasportarono le reliquie con gran pompa +alla chiesa principale, dove accadde un gran numero di miracoli. A +quella vista l'ebreo Mosè Albayhuzet, che aveva rapita la vittima +innocente, abbracciò il Cristianesimo. Ecco quanto riferisce lo storico +aragonese Girolamo Blanca, giusta gli Archivi della chiesa di Saragozza. + +“Nel 1255 i principali ebrei di tutta Inghilterra sì adunarono a Lincoln +per rinnovare la passion di Cristo su d'un fanciullo di otto anni per +nome Ugo. Uno faceva da preside Pilato, altri l'officio di carnefice. +Fecero soffrire al giovinetto tutti gli oltraggi che il Vangelo +riferisce aver i loro antenati fatto patire al Salvatore del mondo. Lo +batterono crudelmente colle verghe, gli conficcarono in capo una corona +di spine, lo affissero ad una croce, gli diedero a bere del fiele e +finalmente gli trafissero il costato con una lancia. + +“Tale fu il loro pasquale sacrificio che solevano immolar ogni anno, se +l'occasione lo permetteva, come confessarono dappoi. Per colmo di +scelleratezza gli strapparono le viscere per servirsene a magiche +operazioni. Nascosero profondamente sotto terra il corpo, per tema che i +Cristiani ne venissero in cognizione; ma la giustizia di Dio non lasciò +impunito questo misfatto. _La terra ogni notte rigettava il corpo della +vittima._ Gli Ebrei, avendolo così più volte sepolto, finirono col +gettarlo in un pozzo. + +“Intanto la madre del fanciullo cercava dappertutto il suo figliuolo. +Avendo saputo che era entrato nella casa d'un ebreo, vi penetra, fruga +per tutto, guarda entro il pozzo e vi scorge il corpo del figlio. Senza +dir nulla avverte il giudice; il padrone della casa viene arrestato, +confessa tutta la serie delle cose (_anche il miracolo dunque?_) e viene +attaccato alla coda di cavalli per essere squartato. Novanta ebrei sono +condotti nelle prigioni di Londra per subirvi il supplizio che meritano. +Il corpo del fanciullo cavato dal pozzo è solennemente trasportato, come +il corpo di un martire, nella Chiesa cattedrale. Il re Enrico III fa +procedere giuridicamente contro tutti gli Ebrei d'Inghilterra, affine di +distoglierli col terrore dei castighi dal commettere ancora simili +misfatti. Ecco quanto riferisce tra gli altri Matteo Paris, autore del +Paese e del Tempo. + +“Un ebreo di Germania aveva una nutrice cristiana, chiamata Agnese, la +quale insegnava alla moglie di lui le preghiere de' Cristiani. L'ebreo, +accortosene, entra in furore, va a trovar la nutrice addormentata, +l'uccide con tre colpi di pugnale nel cuore, sotto gli occhi di sua +moglie, poscia se ne va alla sinagoga. La moglie, presa da spavento, si +chiude nella propria camera. L'ebreo di ritorno non trova più il +cadavere della nutrice, e s'immagina che l'abbia trasportato la moglie; +questa non trovandolo più, pensa che l'abbia levato il marito. Nè l'uno +nè l'altra cerca più oltre. Quaranta giorni dopo passa una donna +forestiera che li saluta _affettuosamente_ (_splendido, +quell'avverbio!!_) da parte della nutrice Agnese. L'ebreo allora domanda +alla moglie: “Come avviene ch'ella viva? Non l'ho io ammazzata?” La +moglie risponde: “Egli è che il Cristo suo Signore è abbastanza possente +per risuscitare una defunta. — Ed ecco, ripigliò l'ebreo, quel ch'io ho +sempre temuto, che ella non ti faccia apostatare. — ” E tosto legolla e +la rinchiuse per due anni in una stanza. Essendo l'ebreo andato lontano, +la donna fuggì con due figlioletti ed un terzo ond'era incinta e si +rifuggì nella chiesa dove ricevette il battesimo col nome di Geltrude, +con grande allegrezza de' fedeli, che sapevano esser lei RICCHISSIMA +(_qui sta il busillis_) ed onestissima donna. Ella dimorò nella diocesi +di Colonia, dove incontrò la nutrice Agnese che portava tuttora le +cicatrici dei tre colpi di pugnale. _Essa disse ch'era stata guarita +all'istante medesimo_, e che erasi sottratta clandestinamente per non +accendere di più il furore dell'ebreo. Tutti questi fatti vennero a +cognizione di Corrado Arcivescovo di Colonia. Agnese mori l'anno 1265: +Geltrude viveva ancora quando Tommaso Cantipratese ne scrisse la storia. + +“L'anno 1271, nel borgo o villaggio di Pfortzheim, una vecchia, divenuta +famigliare cogli Ebrei, vendette loro, per esser uccisa, una figlioletta +di sette anni, che aveva perduti il padre e la madre. La distesero su +molti drappi, le posero alla bocca una sbarra, le fecero delle incisioni +a quasi tutte le giunture delle membra, ne spremettero a viva forza il +sangue ed accuratamente lo raccolsero entro pannilini. Quando dopo +questi tormenti, fu estinta, la gettarono nel vicin fiume, e vi +ammassarono sopra un mucchio di pietre. Il terzo e quarto giorno la +trovarono alcuni pescatori per un braccio levato verso il cielo. Fu +riportata nel borgo: il popolo gridava con orrore non altri, che gli +Ebrei avere commesso quel misfatto. Il margravio di Baden, che trovavasi +nelle vicinanze, vi accorse. _Tosto il corpo, levatosi a sedere, stese +le mani verso il principe_, quasi per chieder vendetta o misericordia, e +dopo mezz'ora si ricoricò cadavere. Essendo stati condotti gli Ebrei a +questo spettacolo, tutte le ferite _cominciarono a bollire ed a sparger +sangue in copia_. Il grido del popolo levavasi sino al cielo domandando +vendetta. Dietro alcuni indizi la vecchia viene arrestata e convinta, +principalmente dalla confessione della giovinetta (!!!), che rivelò +tutto. Gli Ebrei che avevano messo mano sulla giovane vittima furono +presi, arruotati ed appiccati colla vecchia: due di essi si scannarono a +vicenda fra loro. Ecco quanto riferisce Tommaso sopracitato, sulla +testimonianza di due frati predicatori, Rainieri ed Egidio, che furono a +Pfortzheim tre giorni dopo l'avvenimento.” + +Chiediamo ancora venia al lettore se lo abbiamo tediato con la +riproduzione di queste insensate leggende, ma abbiamo voluto farlo, +perchè, dalle pagine del Rohrbacher scaturisce un argomento +irresistibile a favore della assurdità dell'accusa mossa agli Ebrei. + +Fatti di questo genere non si possono scindere; non si può accettare ciò +che conviene e respingere il resto. O bisogna riconoscere che tutti i +fatti narrati dal Rohrbacher sono parto, nella migliore ipotesi, di una +malata fantasia, o bisogna credere ai cadaveri irradiati da luce +celeste, ai morti respinti dalle tombe, alle nutrici risuscitate ed a +tutte le assurdità che il buon professore della Università di Lovanio è +venuto accumulando. + +Già questi miracoli parevano sospetti fin dai secoli scorsi ad uno +scrittore protestante, il Basnage, che scriveva: + +“Nè si può tacere a discarico degli Ebrei che oltre queste ragioni se ne +hanno altre che aumentano il sospetto. Sono i miracoli che accompagnano +quasi sempre la morte del crocefisso. Non è meraviglioso che la terra +abbia tremato allorquando morì G. C., era il Signore di gloria che +veniva crocifisso. Ma le si prestano emozioni più frequenti per uomini +volgari che per Gesù Cristo. Essa respinge i cadaveri e lo fa parecchie +volte, e non può soffrire che si rinchiudano nel suo seno; ne abbiamo +visto un esempio nel fanciullo cui si erano strappate le viscere per +servirsene in operazioni magiche, cosa non meno sospetta del resto. + +“Ma ce n'è un altro più famoso in Turingia, perchè gli Ebrei, cui si fa +scegliere la vigilia di Pasqua per simili delitti, avendo ucciso un +fanciullo a nome Corrado, portano il corpo morto in diversi luoghi della +Turingia senza poterlo seppellire. + +“Sortiva sempre dalla tomba, perlocchè furono costretti di appiccarlo ad +un albero. Il delitto fu perciò rivelato, ed allora non vi fu piccolo o +grande che non si gittasse sugli Ebrei e non si insozzasse le mani nel +loro sangue. Si vide una luce sul corpo di un fanciullo a Vesel 37 anni +dopo, e di più il cadavere esalava un odore così buono che lo si +trasportò in un tempio dove operò sorprendenti prodigi, ma gli Ebrei se +la cavarono con denaro. Questa specie di racconti pieni di miracoli e +riferiti dai Leggendari avvezzi a correr dietro a simili finzioni, sono +assai sospetti” (323). + +E davvero non può non sembrar strano, che mentre Santi poterono essere +martoriati e straziati in mille guise senza che Dio, ne' suoi +imperscrutabili fini, manifestasse il suo corruccio con segni visibili +agli umani, mentre pii e dotti Presuli sopportarono atroci martirii +senza che la natura si commovesse, mentre Pier Luigi Farnese potè +infliggere l'ultimo degli oltraggi al vescovo di Fano e Sciarra Colonna +percuotere Bonifazio VIII, senza che nessun prodigio rivelasse l'ira +celeste, bastava che un ebreo fosse accusato di aver ucciso un poppante +cristiano perchè quel poppante divenisse d'un tratto un taumaturgo! + +E, cosa più strana ancora, le uniche fra le pretese vittime degli Ebrei, +che non abbiano fatto miracoli, sono quelle il cui eccidio si sarebbe +compiuto in epoche a noi vicine, benchè tra queste vi fosse il davvero +venerando padre Tommaso da Calergiano assassinato a Damasco nel +1840 (324). + +Ora, noi abbiamo tutto il rispetto per la Religione, ma crediamo che +questo rispetto non ci obblighi a confondere, cogli eterni dogmi della +Religione di Cristo, le invenzioni di pochi fanatici, che mostrano col +loro esempio quanto giustamente il Voltaire asserisca che il fanatismo +sta alla superstizione come la rabbia alla collera. + +Non vi è, e non vi può essere, nella Religione cattolica nulla che ci +costringa a riconoscere per veri, o per attendibili, i pretesi miracoli +del Beato Simoncino da Trento e di tutte le altre pretese vittime degli +Ebrei. + +Negando fede a quei miracoli, come negando fede a quelli della Salette, +di Lourdes, ed alle stimmate della Lateau, noi sappiamo di non vulnerare +nessuno dei principii fondamentali del Cattolicismo, e da questa nostra +convinzione tragghiamo argomento per affermare che, come oggi per +assicurare la prosperità di un paese attirandovi a migliaia i pellegrini +e gli illusi, si ricorre alle innocue apparizioni di Lourdes e della +Salette, si potè in altri tempi aver ricorso ai miracoli delle pretese +vittime degli Ebrei. + +Errerebbero però di gran lunga gli avversari della Chiesa se volessero, +appoggiandosi su queste nostre parole, trarne argomento per affermare +che noi accusiamo la Chiesa di calunnia. + +Spesse volte i Papi ebbero a riconoscere che ciurmerie impudenti si eran +volute gabellare per miracoli e non li riconobbero, ma li biasimarono e +ne riprovarono il culto. + +È irriverenza, è eresia l'affermare che talvolta la buona fede dei Papi +possa esser sorpresa? + +Nol crediamo, perocchè non crediamo che la Religione imponga l'obbligo +assoluto di aggiustar fede ad altri miracoli da quelli in fuori che sono +registrati nelle Sacre Carte. + +Riassumendo: + +L'accusa mossa agli Ebrei di far uso di sangue cristiano nei loro riti: + +1º Si rivela calunniosa e falsa, perchè già rivelatasi tale, quando +venne mossa ad altre religioni, ad altre credenze; + +2º È smentita dai libri sacri degli Ebrei e non ha prove in nessun libro +ebraico anche di nessun conto; + +3º È smentita da Papi, da Sovrani, da dotti di ogni tempo e di ogni +paese; + +4º È sorretta dalle risultanze processuali quando le confessioni sono +estorte colla tortura, smentita in tutti gli altri casi: + +5º È frutto della cupidigia che spingeva nel medio evo ad accusare gli +Ebrei di ogni reato per ispogliarli, e della impudenza di taluni +fabbricatori di martiri a buon mercato ed il suo rinnovarsi ai giorni +nostri altro non prova che la mancanza assoluta di scrupoli nei moderni +antisemiti. + +E crediamo che basti; fino al giorno almeno in cui il dotto articolaio +della _Civiltà Cattolica_ non avrà scoperto il famoso passo del Talmud, +che prescrive l'assassinio rituale. + +(247) Naturalmente i calunniatori non vanno tra loro d'accordo nello +spiegare l'uso che gli Ebrei farebbero di questo sangue procacciatosi a +prezzo di tanti delitti. + +L'opinione più diffusa è che se ne giovino per mescolarlo al pane azzimo +od al vino di Pasqua; ma non manca chi asserisce invece che con questo +sangue si scrivano tre bollettini magici che poi si pongono sul capo, +sulla bocca e nella mano destra delle donne prossime al parto per +agevolare l'opera della natura; altri pretende che a questo stesso scopo +le puerpere ebree tracannino addirittura sangue cristiano in quanta +maggior copia possono procurarselo; altri ancora che col sangue dei +fanciulli cristiani si componga un farmaco destinato a cicatrizzare la +ferita che si fa, circoncidendoli, ai neonati ebrei; nè mancano coloro i +quali pretendono che questo sangue si impieghi nei riti nuziali, o che +con esso si aspergano i moribondi ebrei (una sanguinosa parodia +dell'Estrema Unzione!) pronunziando queste parole: _“Se Gesù Cristo fu +il vero Messia, che questo sangue di un Cristiano, reso prezioso per +virtù del suo Salvatore, giovi ad espiazione dei tuoi peccati”_. Nella +quale ultima supposizione sono tali e tante le stranezze che non +possiamo altrimenti spiegarnela se non attribuendola ad un pazzo. + +Nell'inverno dell'anno 1756 a Jampol (Podolia — Russia Europea), +essendosi trovato il cadavere di un uomo nel fiume, gli Ebrei vennero +accusati di averlo assassinato per scopo rituale. Due Padri Gesuiti che +colà trovavansi affermarono che, nascendo gli Ebrei ciechi, per +acquistare la vista, dovevano ungere i propri occhi col sangue de' +cristiani!! + +Fu in seguito a questo fatto che l'em. A. cardinale Corsini, scriveva, +il 9 febbraio 1780, al Nunzio apostolico di Polonia la lettera, che +riferiamo fra documenti, dove, fra altre cose, è detto: “_la mal fondata +persuasione del volgo ch'ella_ (la nazione ebrea) _mischii sangue umano +e specialmente cristiano nell'impasto delle azimi_.” + +(248) L'autore di questa strana ipotesi è, sventuratamente, un italiano, +e, più sventuratamente ancora, un italiano nel quale il molto, +moltissimo ingegno non andò mai del paro con l'elevatezza del carattere, +F. D. Guerrazzi. + +Lo scrittore livornese, nella prima edizione dell'_Asino_ (Torino, +Franco, 1857, in 8º — Cap. IX, pag. 200), aveva scritto queste testuali +parole: “Questo vediamo praticato in diverse guise o cibando le vittime +umane già offerte a Dio ed accettate da lui, come, fino a tutto il 1820, +costumarono i Benderusi, o gli azzimi intinti col sangue umano, come +fecero gli Ebrei, finchè lo poterono fare”. + +Ed in nota aggiunge il Guerrazzi le seguenti parole: + +“Che questo nei tempi barbari costumassero gli Ebrei non sembra potersi +revocare in dubbio; fra i moderni scrittori ne parlano A. Mackiewitz +(_sic_) e Jacob il bibliofilo”. + +Il prof. Levi di Vercelli si prese la scesa di capo di provare +all'illustre ex-triumviro, che egli si era fatto organo di una volgare +calunnia; ciò non pertanto il Guerrazzi non si ritratta, ma, nella terza +edizione (Torino, Seb. Franco e Figli, 1859, in-16º — Cap. IX, pag. 173 +e 174), ripete tutto quanto aveva detto nella prima, compresa la +storpiatura in Mackiewitz del nome del grande poeta polacco e, quasi per +grazia, aggiunge alla nota succitata questa nuova insinuazione: + +“Diligenti ricerche ci hanno chiarito come questa inumanità non pure +consentano, ma vietino le leggi ebraiche: se qualche setta iniqua +l'abbia praticata non è sicuro (_no, on. Guerrazzi, è sicuro che_ +NESSUNA _setta del giudaismo la praticò mai_) e in ogni caso sarebbe +fantasia e ferocia di qualche uomo-belva, non punto rito di popolo”. + +(249) Se crediamo ad una corrispondenza che il _Figaro_ di Parigi +riceveva da Vienna in occasione del processo di Nyèregyhaza, questa +credenza è ancora abbastanza diffusa, persino a Vienna. Citiamo +testualmente: + +“Anche a Vienna incontrerete facilmente persone che vi dicono coll'aria +la più ingenua: Come, non lo sapete? tutti gli anni a Pasqua allorquando +gli Ebrei si accingono ad impastare i loro pani rituali detti azimi, +essi hanno l'abitudine di aromatizzare uno di questi pani col sangue di +una vergine cristiana. Questo pane, sacro fra tutti gli altri, serve a +tutto il giudaismo, e se ne distribuiscono dei pezzetti in tutta la +superficie del mondo. + +“Altri aggiungono che ogni anno la vergine viene fornita da una comunità +diversa. Si estrae a sorte, fra le varie comunità, a chi spetti il +dovere di rubare il fanciullo, di proceder alla panificazione religiosa +e di far pervenire agli ortodossi del mondo intiero una briciola della +sacrosanta focaccia, profumata secondo le regole del Pentateuco e dotata +di quel sapore particolare che si vuole prescritto dal Talmud; sicchè +ora l'incarico spetta alla comunione di Francoforte, ora a quella di +Gerusalemme, di Parigi, di Salonicco e via dicendo.” + +Se così si pensa a Vienna, qual meraviglia che in Romania, in Moldavia, +in Russia, in Polonia, la stessa credenza persista con tanta intensità +che, dice uno scrittore russo, “allo avvicinarsi della Pasqua il terrore +dei contadini non è punto simulato”? + +(250) È a notare, come bene osserva il Rohrbacher (_Storia della +Chiesa_, Torino, Marietti. Vol. I, pag. 374 e segg.), che prima del +trionfo del Cristianesimo i sacrifizi di umane vittime erano comuni a +quasi tutti i popoli barbari. Rimandando, chi fosse vago di maggiori +notizie, all'autore da noi citato, ricorderemo soltanto che, al dire di +Dione Cassio, nell'anno 708 a. u. c., l'ultimo della vita di Giulio +Cesare, e men di cinquanta anni prima della nascita di N. S., i +pontefici ed i sacerdoti di Marte sacrificarono ancora due uomini sul +Campo Marzio. Si era quindi lungi dal risentire in quei tempi l'orrore +che oggi tutti proviamo pei sacrifizi umani. Non vi era quindi nessuna +ragione al mondo perchè Giuseppe negasse recisamente l'addebito, mosso +agli Ebrei da Appione, se fosse stato vero. + +Quanto ai Cristiani essi non possono in alcun modo farsi forti contro +gli Ebrei delle parole di Appione e devono anzi negarvi ogni fede, +perocchè è evidente che, se gli Ebrei di Palestina avessero praticato +l'infame rito di cui parla Appione, N. S. G. C. avrebbe primo levata la +voce per stigmatizzare l'orrenda pratica. Il silenzio del Divin +Redentore su tale accusa è, parci, la prova più evidente della menzogna +di Appione. + +(251) Questo fatto è narrato da SCHWAB, _Storia degli Ebrei_ recata in +italiano dal Pugliese (Venezia 1870, pag. 69). Nè il Basnage, nè il +Graetz, nè altri storici da noi consultati ne fanno menzione. + +(252) BASNAGE, _Hist. des Juifs_, VII, 15, vol. 5, pag. 1771–2 Cfr. +SALOMON BEN VIRGA, _Historia Judaica_, pag. 78–92. + +(253) Questo fatto è narrato nella _Historia major_ di Matthieu Paris +(m. nel 1259) che, come recenti studi hanno provato, non fece, per tutto +quanto è anteriore al 1235, che copiare la _Cronaca_ o _Fiori di Storia_ +di Ruggiero di Wendoser, monaco benedettino al pari di Matthieu. Il +Matthieu narra che il bambino prima di essere crocifisso fu circonciso, +e questo basta a provare l'assurdità di tutto il racconto. Di fatti, una +volta circonciso, il bambino diventava ebreo, ed una volta ebreo, perchè +mai i suoi correligionari l'avrebbero immolato? + +(254) Gli Ebrei, cacciati nel 1290, da Edoardo I, dall'Inghilterra, non +vi rientrarono che sotto il protettorato di Cromwell. In questa +occasione varii libelli contro gli Ebrei vennero pubblicati allo scopo +di indurre il Lord protettore a recedere dalle benevoli disposizioni che +aveva mostrato verso di loro. Un dottissimo ebreo portoghese, Menassè +ben Israel — autore di opere lodatissime (per una delle quali _Piedra +Gloriosa o de la estatua de Nebuchadnesar_, Paolo Rembrandt non disdegnò +di eseguire quattro incisioni) che fu amico intimo dei Vossii, del +Barleo, dell'Episcopio, del Grozio, di quanti, insomma, uomini eminenti +gli furono contemporanei — mandò alla stampa un opuscolo: _Vindiciae +Judaeorum or a Letter in answer to certain questions on the nation of +the Jews_, Londra, 1756. In questo opuscolo, inteso a scagionare gli +Ebrei da varie accuse che contro loro si movevano, dimostra, con forti +argomenti, come sia calunniosa l'imputazione di cui ci occupiamo. Fa +rilevare che gli Ebrei, assai peggio trattati in Oriente che in +Occidente, dovrebbero, se avessero tale orribile rito, giovarsi del +sangue dei Mussulmani, più atroci loro nemici che non fossero i +Cristiani, mentre nessuna accusa di questo genere venne mai loro +rivolta. Infine il dottissimo uomo aggiunge: “Se quanto ho detto non +basta ancora a _scolparci_, giacchè tutto si riduce soltanto a negare, +senza produrre testimoni, mi vedo, nell'obbligo di ricorrere ad altro +mezzo di giustificazione che il Signore, benedetto eternamente, ci ha +prescritto in simili casi (_Esodo_, XXII): intendo parlare del +_Giuramento_. Io giuro dunque con tutta la sincerità del mio cuore per +il _Dio Altissimo_ che ha creato il Cielo e la Terra e che ha dato la +_Legge_ al _Popolo d'Israele_ sul monte _Sinai_, che fino ad oggi non ho +veduto infamie consimili fra il popolo d'Israele, e che essi non vi sono +obbligati a farlo nè per legge divina, nè per comando degli avi, e che +mai le hanno commesse, nè tentato commetterle, e ciò dico perchè mai ne +fui informato da chicchessia, nè lessi coteste cose in alcun rituale +ebraico. Se io mentisco in ciò, possano cadere su di me tutte le +maledizioni delle quali si parla nel _Levitico_ e nel _Deuteronomio_, e +possa io non vedere mai le benedizioni e consolazioni di Sion e non +raggiungere il Risorgimento dei Morti”. + +Per non dover ritornare su questo argomento aggiungeremo che il celebre +filosofo Mendelsohn (1729–1786), pubblicando la traduzione dell'opuscolo +di Menassè ben Israel, rinnovò per suo conto tale giuramento. + +(255) WADDING, _Annales Minorum_, XIV, pag. 132 e segg. + +A proposito di questo fatto, il più clamoroso, forse, fra quanti ne +vennero addebitati agli Ebrei, ci piace riportare quanto scriveva il +dottissimo Francerco Gar, negli Annali del Principato Ecclesiastico di +Trento, da lui annotati dall'anno 1022 al 1540, compilati sui documenti +da Francesco Felice degli Alberti, vescovo e principe, Trento 1860. + +“Noi abbiamo creduto debito nostro di riferire fedelmente ciò che +l'Annalista Alberti, canonico e poi vescovo di Trento, registrava, +intorno questa orribile tragedia, della quale dai fanatici si sarebbe +tentata la ripetizione anche ai dì nostri (_alludesi al processo di +Badia di cui parleremo più sotto_), se a tali feroci delirii non +avessero posto freno la voce della ragione e il sentimento +dell'umanità.” + +A mostrare come tutto quel processo non meriti fede, diremo soltanto +come fra le pretese confessioni estorte agli Ebrei dalla tortura siavi +anche questa, che essi nell'uccidere il fanciullo pronunziassero queste +parole: _Tolle Jesse misrà elle parichief elle passussen pegnalem_ che +avrebbero dovuto significare: “Noi facciamo morire questi della morte di +Gesù Dio dei Nazareni, che è nullità; così si perdano i nostri nemici +per sempre.” Ora, malgrado l'istituzione ordinata da Clemente V di +cattedre di lingua ebraica, questa lingua nel 1475, era ancora assai +poco conosciuta dai Cristiani, sicchè quelle parole dovettero essere +inventate a capriccio mentre è certo che non appartengono nè alla lingua +ebraica nè a nessuna delle lingue parlate nel Trentino. + +Del resto questo processo sembrò dubbio anche ai contemporanei. Quando +col pretesto del fatto di Trento alcuni predicatori vollero suscitare la +plebe a fare man bassa sugli Ebrei, anche nel territorio della +Repubblica veneta, il Doge e il Senato per reprimere lo scandalo +ordinarono ai magistrati di Padova _di trattare gli Ebrei come gli altri +sudditi, e impedire ogni violenza, perchè quell'accusa sembrava loro una +calunnia inventata ad arte per certi fini, che il Senato non voleva +indagare_. (Ordinanza del Doge Pietro Mocenigo in data 22 aprile 1475). + +(256) Già stampato per cura dei signori comm. Barozzi, comm. Berchet, +cav. prof. ab. Fulin e cav. Stefani. + +(257) _San Sten._ Ora San Stin, cioè S. Stefano confessore, detto +volgarmente S. Stefanino, per distinguerlo da S. Stefano protomartire +(V. TASSINI, _Curiosità veneziane_). + +(258) Cioè 1480. + +(259) DAMAS, _Paroles de défense par M. le D._ ZUNZ in _Archives Isr._ +Paris, vol. I, pag. 429. + +(260) Notiamo di sfuggita che il popolo ebreo fu forse l'unico +dell'antichità, cui fosse ignota la tortura che doveva poi straziare le +membra di tanti infelici israeliti, e notiamo ancora, che i signori +Montefiori e Cremieux, recatisi al Cairo nel 1840, per ottenere, da +Mohamed Alì, giustizia a favore dei loro correligionari di Damasco, dopo +averla ottenuta, non seppero far miglior uso della influenza guadagnata +sull'animo del Vicerè che di chiedergli abolisse per sempre la tortura +nei suoi Stati. (V. _Archives Isr._ Paris, vol. I, pag. 612). + +(261) Pei dilettanti di riscontri storici segnaliamo qui un altro caso +in cui gli Ebrei ebbero a soffrire per le calunnie di un figlio contro +il proprio padre. Già nell'anno 66 dopo G. C., ad Antiochia, un ebreo +snaturato avendo accusato il proprio padre e parecchi suoi +correligionari d'aver volato appiccare il fuoco alla città durante la +notte, si credette necessario alla pubblica sicurezza di uccidere gli +autori di così scellerato progetto. (BASNAGE, _Op. cit._, cap. VIII, +vol. I, pag. 229). + +(262) Anche di questo giudice istruttore, Bary, la succitata +corrispondenza del _Figaro_ ci fa un singolare ritratto. Eccolo: “Questo +signore si siede durante il pubblico dibattimento in un punto della sala +dal quale tutti i testimoni sono obbligati a passare, li intimida col +gesto, collo sguardo, e siccome gode le simpatie del Presidente, gli +avvocati non giunsero ancora a farlo espellere dalla sala.” Si noti che +la corrispondenza da cui abbiamo tolto queste notizie è, per la sua +intonazione generale, tutt'altro che favorevole agli Ebrei, che essa +accusa, fra le altre cose, di possedere _certaines capacités +d'accaparer, contre lesquelles les paysans sont presque sans défense_. + +(263) In una epoca come la nostra, nella quale si è sempre tanto +proclivi ad accusare di ogni nefanda impresa il clero cattolico, ci +piace riprodurre, e far nostre, le seguenti parole con cui si chiude un +opuscolo che abbiamo sott'occhi _Les Juifs et la Hongrie devant +l'Europe, par_ M. M. MOREL. (Paris, s. a.): “La nostra ultima +osservazione sarà per scagionare il partito cattolico ungherese da ogni +partecipazione nella persecuzione contro gli Ebrei. Questa venne +organizzata dai corifei di quel partito protestante che spinse +l'Ungheria a diventare l'avanguardia della gran Germania sul Basso +Danubio e in Oriente.” + +(264) È bensì vero che a Prato venne pubblicato mesi addietro un libello +nel quale, collo appoggio delle pretese rivelazioni di un Rabbino +moldavo, convertito all'ortodossia greca, si ribadisce contro gli Ebrei +la sconcia accusa. Dimostreremo a suo luogo la nessuna serietà di +quell'immondo libello. + +(265) L'opuscolo cui accenniamo ha tanto maggior importanza in quanto +che l'autore vi si chiarisce tutt'altro che amico dei suoi antichi +correligionari. Aloisio di Sonnenfels era figlio del primo Rabbino di +Berlino e di tutto l'Elettorato di Brandeburgo ed, indirizzato dal padre +al Rabbinato, avrebbe avuto agio di apprendere ogni segreto della +religione ebraica, se questa avesse segreti, invece nell'opuscolo +succitato egli scrive queste precise parole: “Chiamo Iddio in +testimonio, in coscienza dell'anima mia, che non vi è al mondo, nè vi è +stata, calunnia più nera di questa”. Il Sonnenfels adduce in questo suo +opuscolo un argomento che ci piace far nostro. Egli dice: “Se gli Ebrei +avessero d'uopo di sangue cristiano pei loro riti, perchè, anzichè +arrischiare la vita per procurarselo, non lo comprerebbero con un po' di +denaro dai flebotomi, negli ospitali, ecc.? Eppure non si è mai visto un +Ebreo fare di siffatti acquisti!” + +(266) Il Rev. Alessandro Mac Caul (1799–1866) non nacque ebreo, ma +protestante. Fu dottissimo ebraizzante e professore di ebraico nel R. +Collegio di Londra. Dimorò molti anni in Varsavia come capo della +missione protestante per la conversione degli Ebrei. Lo comprendiamo fra +i neofiti perchè nell'opuscolo _Reasons for believing that the Charge +lately revived against the Jewish People is a Baseless Falsehood_, +scritto da lui, in occasione del fatto di Damasco, per difendere gli +Ebrei, reca una dichiarazione di molti Ebrei convertiti a sua cura. + +(267) NEANDER (Giovanni Augusto Guglielmo), uno fra' più eminenti +scrittori di Storia Ecclesiastica di questi ultimi tempi, nacque addì 16 +genn. 1789 a Gottinga da genitori ebrei; si chiamava propriamente Davide +Mendel, ricevette dalla madre un'educazione devota, frequentò il +ginnasio ed il _Johanneum_ d'Amburgo, si fece battezzare nel 1806, nella +qual occasione cambiò nome, e studiò poi teologia ad Halle e Gottinga. +Nel 1811 diede gli esami ad Eidelberga e vi fu nominato professore di +teologia, si trasferì tuttavia quello stesso anno a Berlino, dietro +invito di quella Università; ed ivi Neander, efficacissimo propugnatore +della cosidetta “teologia pettorale”, rivestì le cariche di professore +ordinario di teologia, consigliere dell'Alto Concistoro, membro del +Concistoro della provincia di Brandeburgo e membro della R. Accademia +delle Scienze. Morì a Berlino il 14 luglio 1850. + +Fra le sue numerose opere sono da notarsi: + +_Ueber den Kaiser Julianus und sein Zeitalter_ (Lipsia, 1812; 2ª ed. +Gotha, 1867); _Der heil. Bernhard und sein Zeitalter_ (Berlino, 1813, 3ª +ed. 1865); _Genetische Entwickelung der vornehmsten gnostischen Systeme_ +(ivi, 1818); _Der heil. Johannes Chrysostomus und die Kirche in dessen +Zeitalter_ (ivi, 1821–22, 2 vol.; 3ª ed. 1849); _Denkwürdigkeiten aus +der Geschichte des Christenthums und des christlichen Lebens_ (ivi, +1822–24, 3 vol.; 4ª ed. 1866); _Antignosticus, Geist des Tertullian_ +(ivi, 1826, 2ª ed. 1849); _Allgemeine Geschichte der christlichen +Religion und Kirche_ (Amburgo 1825–52, 6 vol. in 11 sezioni; 4ª ed. +Gotha, 1863–65, 9 vol.); _Kleine Gelegenheitsschriften_ (Berlino, 1824, +3ª ed. 1829); _Geschichte der Pflanzung und Leitung der christlichen +Kirche durch die Apostel_ (ivi, 1832–33, 2 vol.; 5ª ed. 1862); _Das +Leben Jesu in seinem geschichtlichen Zusammenhang_ (ivi, 1837, 7ª ed. +1873). + +Jacobi pubblicò le sue _Wissenschaftlichen Abhandlungen_ (Berlino, 1851) +come pure la sua _Christliche Dogmengeschichte_ (ivi, 1857, 2 vol.), +Beyschlag il suo _Kommentar zu den Briefen an die Korinther_ (ivi, +1859), Messner le sue _Vorlesungen über Katholicismus und +Protestantismus_ (ivi, 1863) ed anche la sua _Geschichte der +christlichen Ethik_ (ivi, 1864). + +Una raccolta delle sue opere si è pubblicata a Gotha. Krabbe (Amburgo, +1852) e Rauh (Elberfeld, 1865) scrissero la sua vita. + +(268) BIESENTHAL Giovanni Enrico, dotto ebraizzante, nacque nel 1804, +nel ducato di Posen, da una famiglia ebrea, fece studi profondi sul +Talmud e si convertì al cristianesimo. Si stabilì a Berlino come agente +della società di Londra per la conversione fra gli Ebrei. Fra le sue +opere citeremo: _Dizionario ebraico-latino_, 1840; _Storia della chiesa +cristiana nei primi tre secoli desunta dalle fonti talmudiche_, 1851; +_Commentario su San Luca_, in ebraico talmudico, 1851; _Epistola di San +Paolo ai Romani ed agli Ebrei_, con commentario rabbinico (1853–57). +Rivide inoltre con J. C. Reichardt la versione ebraica del nuovo +testamento. + +(269) JAC. TUGENDHOLD fu censore in Varsavia e pubblicò, in ebraico ed +in polacco, un'opera (Varsavia, 1844, in-8º), che contiene una raccolta +di passi, ricavati da recenti ed antiche opere, circa il modo di +regolarsi con persone di altra credenza. Si ha pure di lui un opuscolo +(Berlino, 1858, in-8º di pag. 90) _Der alte Wahn vom Blutgebrauch der +Israeliten am Osterfest_ (che tratta appunto del preteso uso del sangue +cristiano nei riti ebraici). Giova però avvertire che questo opuscolo fu +tradotto in tedesco da uno che si dichiara amico della verità (_von +einem Freunde der Wahrheit_) ed è un estratto dell'opera in polacco di +detto Tugendhold, appellata _Obrone Israelitow_, ecc., Varsavia, 1831. + +Anche il Tugendhold nacque israelita. + +(270) Veggasi per tutto quanto è detto sopra delle negazioni opposte +alla accusa da Ebrei convertiti la _Real Enciclopedia per Bibbia e +Talmud_ del D. J. HAMBURGHER, Strelitz, 1883; parte II, a. v. +_Zurückweisung der Blutbeschuldigung_, pagina 1318–1319. + +(271) Un brano, ancor più concludente, del Wagenseil, riferiamo tra i +documenti. + +(272) _Civiltà Cattolica_. Vol. V, pag. 229. + +(273) FACTUM SERVANT DE RÉPONSE AU LIVRE INTITULÉ: _Abrégé du procès +fait aux Juifs de Metz_ (pag. 11). + +Riccardo Simon (1638–1712) fu celebre critico e scrittore di cose +religiose; la sua maggior celebrità è dovuta alla sua _Storia critica +del vecchio e del nuovo testamento_, per la quale ebbe a sostenere una +guerra atroce da parte del Bossuet. + +La difesa, che il padre Simon scrisse a favore di Raffaele Levi, fu la +prima sua pubblicazione che levasse qualche rumore. Sarebbe però +assolutamente erroneo il giudicare il Simon un giudeofilo; combattendo +la stolta accusa egli non obbediva che a quei sentimenti d'onestà +ch'eran in lui connaturali. Le seguenti parole lo provino: “Io so, egli +scriveva in tale proposito, che tale nazione ci odia mortalmente, ma noi +dobbiamo mostrarle come pratichiamo verso di lei la massima del Vangelo +che ci comanda di amare i nemici nostri”. + +(274) _Civiltà Cattolica_, XI serie, vol. 7, pag. 474. + +(275) RAYNALD, _Ann. Eccl._, tomo XIII, a. 1235, n. 20; e 1236, n. 48. + +(276) RAYNALD, _op, cit._, n. 84. + +(277) Anche il popolo talvolta rese giustizia agli Ebrei. VICTOR TISSOT +nel suo libro _Les Prussiens en Allemagne_ (Paris, Dentu) ci narra a +pag. 56: “Due lampade d'oro, sospese alla volta della Sinagoga di Worms, +ardono da sette secoli in memoria di due cristiani che si fecero +ammazzare per salvare dal furor popolare alcuni ebrei accusati di aver +mangiato dei bambini. Ancora attualmente si celebra un servizio funebre +nel giorno anniversario della loro morte.” Forse da questo tributo di +gratitudine ha origine il proverbio popolare tedesco che suona: _Ebrei +di Vorms, buona gente_. + +(278) Nella stessa seduta, l'illustre statista inglese proclamava che +gli Ebrei in tutti i paesi in cui vissero si sono sempre conciliati la +stima generale e la benevolenza dei loro simili mercè la loro condotta +ed il loro tenor di vita. + +(279) Le personalità ci ripugnano; ma vi sono casi nei quali lo +smascherare disonesti avversari diviene un dovere. E, che l'articolaio +della _Civiltà Cattolica_ sia, letterariamente almeno, disonesto, lo +prova a luce meridiana il seguente fatto. Nel quaderno del 3 marzo 1883 +l'articolaio si è messo in testa di provare (_risum teneatis_), colla +scorta delle profezie, che gli Ebrei abbiano una malattia speciale. La +sua corta intelligenza non gli ha permesso di comprendere che _le +malattie_, _le piaghe_ che Mosè minaccia agli Ebrei (_Deut._ XXVIII, 61. +Cfr. _Salmo_ XLIV, e LXXIV) sono appunto le calunnie orribili che +scrittori senza fede e senza coscienza scagliano contro di loro e le +persecuzioni atroci che ne sono conseguenza, _malattie e piaghe_ di cui +però Ezechiele (XXVI, 13–15) ha anche predetto la fine. Ciò non +comprendendo l'articolaio e volendo dimostrare che una malattia speciale +affligge gli Ebrei, è andato a scavar fuori una dotta memoria di un +medico francese, il dott. Fernando Castelain, _La circoncision est-elle +utile?_ e siccome intendeva giovarsi di questa memoria contro gli Ebrei, +impudentemente e scientemente mentendo, comincia dall'affermare che il +Castelain sia ebreo. Dopo di che, con quella buona fede che gli è +speciale, l'autore fa dire al dott. Castelain, che vi è _une maladie +très repandue chez les Juifs_, sciocchezza che l'autore, non ebreo ma +cattolico apostolico romano, non si è mai sognato di dire, avendo egli +soltanto affermato che gli Ebrei _allorchè vivevano nei loro paesi_ +(cioè venti e più secoli addietro) andavano soggetti ad una speciale +malattia, prodotta dal clima, per antivenire la quale venne loro +ordinata la circoncisione. + +Ribadiamo quindi sul viso all'articolaio l'accusa di disonestà +letteraria, e siccome egli veste un abito che non gli consente di +chiedere una di quelle riparazioni che s'usano fra gentiluomini, glie ne +offriamo una di altro genere, e lo preghiamo di dichiarare nella +_Civiltà Cattolica_ se la accetta, o meno. Depositi egli nelle mani +dell'Eminentissimo Alimonda mille lire, diecimila ne depositeremo noi. +Se il dott. Castelain è ebreo, le nostre diecimila lire andranno a +beneficio di quell'Opera pia che l'articolaio designerà, se è cristiano +designeremo noi l'Opera pia cui andranno le mille del reverendo +articolaio. Ben inteso che nel primo caso faremo ammenda onorevole e gli +chiederemo scusa di ogni nostra parola men che cortese, nel secondo ci +riserbiamo il diritto di proclamarlo, sempre e dovunque, mentitore e +calunniatore. Egli non accetterà però la scommessa perchè sa che provare +la menzogna ci sarebbe facile, ma si trincererà dietro la pretesa sua +buona fede, perchè crederà più difficile possiamo riunir prove contro di +questa. Vogliamo dargli, perciò, qui, un buon consiglio. Non invochi per +carità l'attenuante della buona fede; potrebbe pentirsene ed amaramente +pentirsene. O taccia, o dica: ho calunniato; sarà meglio per lui. + +(280) _Op. cit._, vol. III, pag. 62, col. 1. + +(281) GEN., IX, 4 e segg. — LEV., III, 17; VII, 26 e 27; XVII, 12, 14; +XIX, 26. — DEUT., XII, 16, 23–25; XV, 23. Cfr. I. SAMUELE, XIV, 32, 33 e +34. — EZECCHIELE, XXXIII, 25. — Che questi precetti biblici fossero +rigorosamente osservati dagli Ebrei ci è poi provato dagli _Atti degli +Apostoli_, XV, 28 e 29, nè poteva essere altrimenti se ricordiamo +Maimonide aver lasciato scritto non esservi vera interpretazione della +Bibbia se non quella che non si allontana dal senso naturale. Anche il +Medici, acerbo nemico del nome giudaico, conferma in due luoghi questa +ripugnanza degli Ebrei pel sangue. A pag. 72 della più volte citata sua +opera scrive: “Si astengono parimenti dal sevo di Bue, di Capra e di +Agnello e da qualsivoglia sorta di sangue, e di animale. Per non +mangiare il detto sangue, scannan la bestia con molte loro superstizioni +. . . . . Avanti di cuocere la carne la tengono per lo spazio di +un'ora nel sale acciocchè esca tutto il sangue e poscia la lavano con +diligenza.” E più innanzi a pag. 82: “Circa la proibizione del sangue è +necessario sapere che in molti luoghi della Scrittura Iddio l'ha +proibito.” + +(282) LEVI, _op. cit._, pag. 431. Cfr. TALMUD PESACHIN, fol. 35. + +(283) RABOT, fol. 290, 2. + +(284) Luisa Lateau, la famigerata stigmatizzata di Bois d'Haine nel +Belgio, la quale ogni venerdì pretendeva soffrire i dolori della +Passione di N. S. e sudava sangue dalle stimmate!! + +(285) ROHRBACHER, _Storia universale della Chiesa Cattolica_. Torino, +Marietti, 1869, vol. VI, pag. 558. + +(286) Anche nell'epidemia colerica di questo anno fatti simili si ebbero +a deplorare, non soltanto in Marsiglia, ma anche nel nostro Piemonte. +(Cfr. un carteggio da Cuneo, 31 luglio 1884, nella _Gazzetta +Piemontese_). + +(287) Lo scopo per cui si ordiscono simili infami calunnie contro gli +Ebrei è sempre un solo: il saccheggio. Chi avesse d'uopo di nuove prove +per esserne convinto legga quanto scrivevasi da Pietroburgo, 30 giugno +1884, alla _Gazzetta Piemontese_: + +“Eccovi ulteriori ragguagli sulla sommossa antisemitica che ebbe luogo +il diciannove del corrente mese nella popolosa Nijni-Novgorod. + +“Verso le otto di sera di quel giorno si sparse la voce, nel sobborgo di +Konovino, posto sulla riva sinistra dell'Oka, che gli Ebrei si erano +impossessati d'un ragazzo e lo avevano nascosto nella sinagoga. Una +folla immensa si raccolse tosto nei pressi dell'oratorio israelitico e +cominciò a gridare: _Morte agli ebrei!_ + +“La polizia del sobborgo essendo insufficiente per numero a calmare e +disperdere la folla, mandò per soccorsi in città. Questi soccorsi però, +mancando un ponte permanente sull'Oka, ritardarono ad arrivare, e la +folla, spinta da alcuni facinorosi, ebbe campo a sfogare l'ingiusta ira +contro gli Ebrei e le loro sostanze. + +“Afferrato un giovane israelita, che in quel punto passava per la via, +la plebaglia lo bastonò a sangue. La folla corse quindi alla sinagoga, +ne ruppe i vetri e le porte e la invase. Gl'israeliti addetti al +servizio del tempio, che si erano rifugiati nelle soffitte, vennero +tratti dal loro nascondiglio e battuti ancor essi. + +“Mentre tali valentie si compivano nella sinagoga, un altro centinaio di +quei furibondi invase la casa d'un israelita impresario di costruzioni. +La casa venne saccheggiata e gli abitanti assaliti a colpi di bastone e +di pietre. Sei altre case furono demolite ed alcune altre saccheggiate. + +“Nove israeliti caddero vittime di quei forsennati. Questi disgraziati +non poterono opporre alcuna resistenza, poichè a Konovino le famiglie +israelite non oltrepassano la dozzina, mentre il numero dei loro +assalitori saliva a parecchie centinaia. + +“La folla abbandonò l'inonorato campo delle sue prodezze all'arrivo +della truppa, che operò centocinquanta arresti. + +“Il procuratore generale Murawief è partito da Pietroburgo per +Nijni-Novgorod per istruire il processo. + +“Questa volta pare sul serio che il Governo intenda dare agli antisemiti +un esempio salutare. Sarebbe ora!” + +La _Wiener Abend Zeitung_ ha da Pietroburgo 2 agosto, che, chiusa +l'inchiesta preliminare per questi fatti, vennero chiamati a risponderne +109 persone, divise in 46 gruppi. Il processo avrà luogo in settembre +davanti all'autorità militare. + +(288) Anche Mosè cedette alle idee dei tempi, non senza però aver contro +di esse reagito quanto più poteva; restrinse però di assai i sacrifizi, +proibì gli umani ed ordinò che gli altri non si facessero se non nel +tempio, presago quasi che un giorno la distruzione del tempio, +trascinerebbe seco la fine di ogni effusione di sangue. + +(289) _Mœurs des Chrétiens_, cap. XIII. Lo stesso Fleury, nella sua +_Histoire Ecclésiastique_, dà prova, in questa questione, di una grande +e rara imparzialità. + +Nel libro LXXIII, cap. 40 (ed. Avignone 1777, vol. X, pag. 555) dopo +aver riferito vari fatti di questo genere, addebitati agli Ebrei nel XII +secolo, scrive: “Je ne vois point que jusque-là on ait formé contro les +Juifs de telles accusations, qui devinrent très frequentes depuis. Les +Juifs prétendent que ce sont des calomnies: mais pourquoi les chrétiens +les auroient ils avancées en ce temps plutôt qu'en un autre, s'il n'y +avoit eu quelque fondement?” Evidentemente il sostituto del buon Fénélon +scrivendo queste parole era convinto che qualche cosa di vero ci fosse +nell'accusa mossa agli Ebrei; ma egli progredisce nella sua opera e +giunto al secolo XIII si imbatte in nuovi fatti congeneri addebitati +agli Ebrei, non manca, è vero, di riferirli nel libro LXXXVIII, cap. 40 +(vol. XII, pag. 177 e segg. dell'ed. succitata) ma evidentemente pentito +di quanto aveva scritto nel volume precedente, fa seguire la narrazione +di tali fatti da questa dichiarazione: + +“Quelques auteurs disent que les Juifs commettoient ces cruautés pour +avoir du sang des chrétiens, et l'employer à des remèdes ou des +opérations magiques; mais les raisons qu'ils en rendent sont si +honteuses et si frivoles, que je ne daigne les rapporter. Au reste je ne +trouve aucun de ces faits appuyé des preuves incontestables: et il +importe peu de les verifier, si ce n'est à cause de ces prétendus +martyrs. Car l'église n'a intérêt que de convertir les Juifs et non pas +de les détruire ou les rendre odieux.” + +(290) ORIGENES _in Celsum_. + +I. TERTULLIANI, _Apologeticus_, 7. + +CLEMENS ALEXANDRINUS, _Protrept._ LIX, 9. + +GREGORIUS NAZIANZENUS, _Orationes_, 33, 532, C. + +CASTOR, _Ap. Hist._, 7. + +BARONIUS, _Annales ecclesiastici_, An. 120. n. 22, ecc. + +EPIPHANIUS, _Contra octaginta hoereses_, 26 e 27. + +IRENAEUS, I, 24. + +EUSEBII, V, _Historiae_, 1. + +JUSTINUS, _Apologia_, 50, c. + +HISTORIA _Ecclesiastica_, III, 21. + +EUSEBII, IV, _Historiae_, 7. + +ATHENAGORAS. + +JUSTINUS, 1, _Apologia_. + +MINUCIUS FELIX. + +(291) Il dottissimo Mortara in una dissertazione pubblicata nel _Mosè, +Antologia Israelitica_, di Corfù, dell'aprile 1884, col titolo _Origine +dell'accusa del cibarsi di sangue umano nelle agapi dei primi +cristiani_, scagiona gli Ebrei dall'accusa di aver diffusa questa +calunnia contro i primi cristiani. Il dotto Rabbino prova come Minuzio +Felice e Tertulliano non soltanto non abbiano attribuito agli Ebrei +l'invenzione di siffatte calunnie, ma ne abbian fatto speciale addebito +ai Romani. Appoggiandosi poi all'autorità del Renan (_Saint Paul_, p. +269 e l'_Église Chrétienne_, p. 306) prova come l'accusa potesse +facilmente sorgere da una cattiva interpretazione delle parole del +Vangelo relative al Sacramento dell'Eucarestia e fors'anche da qualche +trista pratica religiosa in uso presso sette cristiane. Locchè è +confermato anche dal Fleury che nello stesso capitolo, da cui abbiamo +tolte le nostre citazioni, scrive: “Questi sospetti erano appoggiati +dagli abbominii che i gnostici, i carpocrati ed altri eretici +commettevano nelle loro assemblee.” Proseguendo poi nella sua +dimostrazione il chiar. Mortara pone in luce come Eusebio, Atenagora ed +altri, non escluso lo stesso Giustino, attribuiscano al diavolo le +calunnie di cui eran vittima i Cristiani. Conchiude infine il chiar. +autore quella parte della sua dissertazione che concerne l'argomento +nostro, facendo risultare come nella epoca in cui sorsero quelle accuse +contro i primi Cristiani, gli Ebrei, confusi con essi, fossero coinvolti +nelle stesse persecuzioni da parte dei gentili. Locchè esclude che ne +fossero gli istigatori. Infine rileva come da un lato i gentili avessero +nelle loro storie numerosi esempi di atrocità e di incesti, sicchè +potevano agevolmente essere indotti a pensare a siffatti delitti e ad +accusarne altri, mentre gli Ebrei, cui riti siffatti furono sempre +sconosciuti, non avrebbero avuto dove attingerne l'idea. — Aggiungiamo a +queste osservazioni del chiarissimo Mortara che il Pamelio (1536–1587), +nel suo commento a Tertuliano, espressamente nota che tale accusa deriva +la sua origine dalla Cena cristiana. + +(292) TERTULLIANI, _Apologeticus_, 7, 8, 9. + +ORIGENES _contra Celsum_, VI, 293. + +(293) TERTULL., _Ap._, 50. BARON., an. 138, n. 5 _Bioeothanati. +Sarmenticii. Semaxi._ BAR. 385, N. 5. + +(294) SVETONIUS, _Claud._, n. 25. Judæos, impulsore Christo, assidue +tumultuantes Roma expulsit. + +(295) SVET., _Ner._ n. 16. Affecti suppliciis Christiani, genus hominum +superstitionis novae ac maleficae. + +(296) TACIT., 15, _Annal._ + +(297) Quos per flagitia invisos vulgus christianos appellabat. + +(298) Repressaque in praesens exitiabilis superstitio. + +(299) Quo omnia undique atrocia et pudenda confiuunt celebranturque. + +(300) GUIBERTUS NOVIGENTINUS, pag. 519, 520. ADEMARI, _Chronicon_, al +tomo X dei _Historiens des Gaules_, pag. 159. + +(301) _Grandes chroniques de France_, (édit. Paulin, Paris) Cfr. PIERRE +DU PUY, pag. 26. + +(302) Cfr. JULES LOISELEUR, _La Doctrine Secrète des Templiers_. Paris. +Durand, 1872, Libro rarissimo, come quello che non venne tirato che a +duecento soli esemplari. Quello che noi abbiamo potuto esaminare si +trova nella Biblioteca Nazionale di Firenze. + +(303) Cfr. _Diarium_ JOHANNIS BURCHARDI, pubblicato da Achille +Gennarelli, pag. 193, Firenze, 1854. + +(304) Abbiamo fedelmente tradotto il brano dell'autore da noi citato; se +in esso si riscontrano delle oscurità e delle lacune, non voglia il +cortese lettore farne colpa al traduttore, il quale può dire, con serena +coscienza, _Quod potui dedi_, convinto del resto che ciò che ha dato è +sufficiente a confortare le sue asserzioni. + +(305) Veggasi in particolare il _Temps_ del 24 giugno 1869, dove si +trovano degli estratti del rapporto di Mgr. Platone, metropolitano di +Mosca, all'imperatore Alessandro. + +(306) Gli Skoptsi, setta religiosa russa, fondata, a quanto sembra, da +Selivanoff, uno dei tanti impostori che nel secolo scorso si spacciarono +per l'imperatore Pietro III; trae la sua origine da una inesatta +interpretazione del versetto del Vangelo di s. Matteo: (XIX, 12) +“_Perciocchè vi sono degli Eunuchi i quali sono nati così dal ventre +della madre; e vi sono degli eunuchi, i quali sono stati fatti eunuchi +dagli uomini; e vi sono degli eunuchi, i quali si sono fatti eunuchi +loro stessi, per lo regno de' cieli. Chi può esser capace di queste cose +sialo._” + +Il LEROY BEAULIEU consacra a questi Skoptsi varie pagine del suo studio +_L'Empire des Tsars et les Russes_ (_Revue des Deux Mondes_, 1875, vol. +3, pag. 600 e seguenti). Egli però non fa parola di questo orribile +addebito ed anzi scrive: “Leurs réunions sont innocentes, on y chante +des chastes cantiques, et un mouton blanc ou un pain de blanche farine +(_Kalatch_) y sert à la communion.” I _Khlysty_, o _flagellanti_, sembra +abbiano avuto origine verso la metà del XVII secolo. A proposito di essi +e dei _skakonnys_, o _saltatori_, che ne sarebbero una emanazione, il +Leroy Beaulieu (_loc. cit._) scrive: “A en croire leurs adversaires +orthodoxes, des sacrifices humains et une sort de cannibalisme sacré se +seraient ainsi rencontrés chez des sectaires de la Russie moderne. Chez +les uns c'était un enfant nouveau-né, l'enfant d'une fille non mariée +qu'on égorgeait après le baptême, et dont le sang et le cœur mêlés à du +miel tenaient lieu d'eucharistie et du sang de l'agneau de Dieu (Mgr. +PHILARÈTE, _Istoria Rousskoi tserkvg_). Chez d'autres . . . . . . De +telles pratiques sanglantes . . . . . signalées il y a mille ans par les +annales de Nestor chez les païens de la Russie, se seraient retrouvées +de nos jours chez des tribus finnoises de l'empire. On est d'autant plus +tenté de croire à l'exagération ou aux fantastiques illusions des récits +de ce genre que le paysan russe est naturellement plus doux.” + +Fin qui l'illustre economista francese; dal canto nostro, senza dare in +proposito nessun giudizio, osserviamo, che la pretesa mitezza del +contadino russo ci sembra divenir ferocia sotto l'impero del misticismo +religioso cui è grandemente inclinato. Chi non ricorda infatti i delitti +di coloro che si mutilavano da sè e dei _stranniki_ (che fanno un atto +meritorio dell'assassinio di un eretico), e chi non sa i vani sforzi +della polizia per venire a capo dei _Bezpopotzi_ di Jaroslaw (che +uccidono i neonati)? + +Mentre stiamo correggendo le bozze di questo capitolo, giugno 1884, i +giornali politici ci recano la seguente notizia che infirmerebbe +alquanto l'asserto del Leroy-Beaulieu: “Telegrafano da Pietroburgo alla +_France_ essere stata scoperta in Crimea una nuova setta religiosa, +estremamente sanguinaria, il cui dogma è il culto di San Agostino e di +Sant'Elena. I credenti di simile setta si obbligano ad uccidere tutti +coloro che si rifiutassero di abbracciare la loro religione. Questi +fanatici hanno già assassinato gran numero di contadini.” + +(307) RAYNOLD ad. an. 1308. + +(308) Infinite erano le accuse assurde mosse contro gli Ebrei nel medio +evo. Il favore di cui essi godevano da parte degli Arabi infedeli era +causa di nuove persecuzioni nei paesi cristiani. Gli Ebrei del mezzodì +della Francia furono accusati di aver chiamati i Saraceni per liberarsi +dalla crudele tirannia del vescovo di Tolosa. Nell'XI secolo gli Ebrei +di Orléans sono accusati di avere eccitati i Mussulmani di Gerusalemme a +profanare il sacro sepolcro. L'accusa è assurda, ma basta a dar pretesto +a lunghe e sanguinose persecuzioni, (Cfr. DOM. BOUQUET, _Recueil des +Hist. de France_, tom. XII, pag. 240 e RODULPH. GLABR. ap. Sism., tom. +IV). Nel 1222 in Germania sono accusati di favorire le conquiste dei +Persiani e dei Tartari (Cfr. BASNAGE, _op. cit._, pag. 1862). Insomma +basta che una sciagura minacci un paese, perchè tosto se ne accusino gli +Ebrei. Non basterebbe poi lo intiero volume se volessimo riferire tutte +le strane dicerie che ebbero corso fra le plebi sul conto degli Ebrei, e +che forse oggi ancora non sono del tutto bandite dalle menti più rozze. +Vi fu chi disse che l'ebreo uscendo dall'alvo materno abbia una mano +piena di sangue; altri che ogni ebreo porti seco dalla nascita una +macchia, od una piaga, che si inciprignisce ogni mese; si farneticò che +in mano ad ogni ebreo moribondo si pongano tre pietruzze perchè entrando +in paradiso le scagli contro N. S. Gesù Cristo e si arrivò persino ad +asserire un fatto che tutti possono coi loro occhi verificare falso; +cioè che ogni qualvolta imperversa un temporale, ravvisando +nell'infuriare della natura un segno precursore della venuta del Messia, +spalanchino le finestre perchè questi possa più agevolmente entrare in +casa loro!! + +Di fronte a cosiffatte accuse diviene inutile soffermarsi su tutte le +altre che nel medio evo si rivolgevano agli Ebrei, come ad esempio di +prestare un'adorazione idolatra ai libri della Bibbia, di tosare le +monete, di bestemmiare, ecc., ecc. La falsità evidente delle une, basti +a provare la falsità delle altre. + +(309) _Adv. Jud._, Hom. 1, pag. 391; Hom. 3, pag. 439. Cfr. BASNAGE, +_Hist. des Juifs_, V, 1668. + +(310) Non mancò neppure chi, volendo scusare gli Ebrei dalla turpe +accusa, sostenne che tali omicidii di bambini sarebbero stati commessi +da Ebrei per compiere col sangue ricavatone sortilegi, magie ed altre +operazioni diaboliche. Esaminiamo dapprima se la pratica di tali +sortilegi sia conciliabile colla religione mosaica. + +Son noti a tutti i precetti della Bibbia che vietano agli Ebrei i +sortilegi e le arti magiche di qualsivoglia natura, precetti +riconfermati dal Talmud in più e più luoghi. + +E gli Ebrei si mantennero generalmente ligi a tali precetti, anche +quando i popoli fra cui vivevano erano infetti di pregiudizi di ogni +natura. + +Maimonide, il massimo fra gli scrittori ebrei, è l'autore di una lettera +ai Rabbini di Marsiglia, in cui demolisce le basi dell'astrologia +giudiziaria, lettera che fu approvata da due papi: Sisto V ed Urbano VII +(CONST. XVII. _Bullarii_ t. II). + +La ripugnanza degli Ebrei per le arti magiche ci è poi confermata dal +seguente brano del MODENA, (_op. cit._, p. V, c. II, pag. +113). . . . . .“Il dar fede ad ogni qual si sia sorte di Auguri alla +giuditiaria, tutti sortilegii, Geomantia, Chiromantia et ogni simile +divinatione hanno per grave peccato. + +Et molto più operar qualsivoglia Negromantia, Magia, Prestigii, +Theorgia, scongiuri di demoni o d'angioli, cercar responsii da morti et +ogni cosa di queste espresse e comprese dal _Deut._ XVIII, 10, 13.” + +Non ci si dica che gli Ebrei seguaci della Cabala poterono consacrarsi +alla Magia, perchè le dottrine cabalistiche, da cui non fu alieno +neppure san Gerolamo, (HIERON., _Ep._ 155, _ad Paulam Urbicam_, pag. +1307 e 1308. BASNAGE, _op. cit._, lib. III, cap. 24, pag. 1016, 1017), +non hanno niente di comune colla magia. Dopo ciò, se fosse provato che +qualche ebreo ha ucciso un fanciullo cristiano per adoperare il suo +sangue in operazioni magiche, l'autore di tale nequizia non potrebbe +considerarsi che come apostata dalla propria religione, nè più nè meno +di quello che siano a considerarsi apostati dal Cristianesimo tutti +coloro che ad arti magiche, ed a sortilegi si consacrarono. + +(311) “Depuis près de deux mille ans cette misérable Nation est eparse +sur la terre, elle en est l'excrément, la malédiction, la raclure, elle +gémit dans une longue et cruelle captivité” (JURIEU, _L'accomplissement +des Prophéties_, t. 3, 12. Rotterdam, 1690, pag. 205). + +(312) DE ROSSI, _Dizionario storico degli autori ebrei_, a. v. + +(313) VII, 17, 20; XII, 7, 22, 23. + +(314) Cfr. _Archives Israélites_, 1º marzo 1862, pag. 163 e 164, e D. H. +STREAK. Monatsbb. II (1882), pag. 221 e segg. tolto dall'EVANG. +KIRCHENZEITUNG, 12 agosto 1882. + +(315) _Prima Epistola di S. Giovanni_, I, 5. + +(316) GENESI, I, 2. + +(317) GENESI, VI, 2. + +(318) _Prima Epistola di S. Giovanni_, III, 9. + +(319) SCHMIDT, _Hist. des Cathares_, II, pag. 22, e gli _Actes de +l'inquisition de Carcassonne_, 1247, che conservansi manoscritti nella +Biblioteca Imperiale di Parigi. + +(320) Ancora in pieno secolo decimonono il Rohrbacher nella sua _Storia +della Chiesa_ (Torino, Marietti, vol. I, pag. 374) premette ad un rapido +cenno sui sacrifizi umani queste parole: + +“Satana, il Dio di questo secolo, è non solo uno spirito di superbia, +usurpatore degli onori celesti, uno spirito immondo che spinge l'uomo a +impurità d'ogni fatta; ma egli fu altresì omicida fin da principio, ed è +questo un terzo carattere dell'impero che egli ha esercitato sulla terra +sotto il nome d'idolatria.” + +Se così si ragiona ai tempi nostri, come si sarà ragionato un quindici o +sedici secoli fa? + +(321) Il fatto avvenne a Parigi durante l'assedio che quella città ebbe +a soffrire da parte dei Prussiani. + +(322) Nei tempi in cui si diffuse per le prime volte questa calunnia gli +Ebrei non erano ancora confinati nei Ghetti. + +(323) BASNAGE, _op. cit._, libro VII, cap. XI, 1679 e segg. + +(324) La Chiesa non vide mai di buon occhio la canonizzazione di +siffatti bambini. Quel Papa miracolo che fu Benedetto XIV, seccato dal +principe vescovo di Bressanone perchè canonizzasse un tal Andrea, nato a +Rinn, e che si pretendeva immolato presso Innsbruch dagli Ebrei il 9 +luglio 1462 (_si noti se il fatto fosse vero l'imprudenza e la demenza +degli Ebrei che avrebbero commesso a soli tredici anni di distanza due +delitti di questo genere a poche miglia l'uno dall'altro_) scappò fuori +colla costituzione _Beatus Andreas_ che si legge nel tomo XIX del _Bull. +Magn._, pagina 120, emanata a' 23 maggio 1755 e diretta a mons. +Benedetto Veterani promotore della fede, per dichiarare che non +conveniva canonizzare i bambini per più ragioni: 1º per la novità; 2º +per non avvilire colla frequenza le canonizzazioni; 3º perchè da questi +bambini niun esempio di virtù possono cavare i fedeli, non potendoli +essi aver dati in così tenera età. Quindi ordinò al promotore della +fede, doversi in tale maniera rispondere a chiunque domandasse la +canonizzazione di simili bambini (Cfr. MORONI, _Diz. di Erudiz. +Storico-Ecclesiastica_, vol. VII, pag. 312). + + + + + V. + + Di varie pubblicazioni antisemite. + + + + + 1º LETTERA. + + + _Al chiarissimo sig. Direttore della_ Civiltà Cattolica, + + Firenze. + +I primi capitoli di questo mio, qualsiasi, lavoro erano già licenziati +alle stampe, allorquando, ricercando nella _Civiltà Cattolica_ i +documenti che sapevo esservi stati pubblicati sul preteso uso del sangue +cristiano nei riti ebraici, mi accorsi che il _coscienzioso_ indagatore +di quei documenti li aveva fatti precedere da alcune sue articole sulle +qualità generali degli Ebrei. + +All'articolaio suo non risponderei; chè quelle articole non +meriterebbero proprio che io sprecassi attorno ad esse tempo ed +inchiostro; ma rivolgo la mia risposta alla Signoria Vostra Preclara, +perocchè quelle articole non hanno, agli occhi di ogni uomo spassionato, +altro valore, da quello infuori che ad esse deriva dall'essere state +accolte in un periodico tanto importante, quale è quello, diretto da V. +S. Chiarissima. + +Io non so quanto siavi di vero nella comune credenza, che asserisce, la +_Civiltà Cattolica_ essere l'organo di quella Compagnia, che nei secoli +scorsi ha dato all'Italia, nel Padre Lana Terzi, il divinatore delle +maggiori scoperte, per cui vada orgoglioso il secolo nostro, e che, +nell'età, nostra, ci diede quel Padre Secchi il cui nome, la cui memoria +_ut sidera fulgent_. + +Ma appartenga Ella, o meno, alla dotta Compagnia, di una cosa io sono +sicurissimo, che cioè Ella risente per essa la maggior stima, e +considera le persecuzioni delle quali fu, è, e, pur troppo, sarà, +vittima, da una parte, come una prova della malvagità dei tempi, +dall'altra, come una grazia specialissima del Signore che vuole, con +triboli e persecuzioni immeritate, sperimentare la fedeltà di quei +devoti Suoi servi. + +Ora, vorrebbe Ella dirmi, riveritissimo signor mio, qual cuore sarebbe +il suo se un giorno, aprendo qualche giornale, e non ne mancano, nemico +di quella Compagnia, le accadesse di leggervi le seguenti pagine? + +“Assurdo è il supporre che i varî popoli si siano data la voce e la +parola d'ordine, di odiare, disprezzare e perseguitare così, senza scopo +nè perchè, un _ordine_ speciale. Dunque bisogna ammettere in +quest'_ordine_ speciale una causa a _lui_ inerente, insita e quasi +connaturata, che sempre mostra i suoi effetti ed eccita sempre l'odio, +il disprezzo e la persecuzione non evitabile, nè di fatto mai evitata, +in pressochè _un secolo e mezzo_. La qual causa consiste nel suo odio +teorico e pratico contro il genere umano _non gesuita_. E la causa di +quest'odio dove si trova? Ossia, come si forma così e si educa l'indole +e la natura _gesuitica_ a quest'odio teorico e pratico contro il genere +umano? Non per fermo colla legge morale ed educazione religiosa +semplicemente _cattolica_, qual è rivelata da Dio nell'antico e _nel +nuovo_ Testamento. Resta dunque, che la _Compagnia_ _di Gesù_, si sia +foggiata una legge, una morale ed un'educazione religiosa novella e non +_cristiana_, che seco si porta in tutti i paesi dove si va ad abitare, e +che mai non ha abbandonata per tanti _anni_, ed anzi andò sempre più +perfezionando, ossia corrompendo in teoria ed in pratica, ottenendo così +da tutti i popoli e da tutti i tempi quel ricambio di odio, di disprezzo +e di persecuzione che essa ha giurato e praticato sempre contro tutti i +popoli ed in tutti i tempi. Or questo impasto di veleno, di odio, di +immoralità e di empietà che forma ora la _regola_ e la morale, se non +sempre pratica, almeno sempre certamente teorica, della _Compagnia di +Gesù_ è quello che si chiama _Monita secreta_. + +“. . . . . Del resto, sarebbero ben sciocchi i _gesuiti_ se non +negassero anche in tal caso la verità conosciuta. Ma si mostrerebbero +molto più accorti e più savî se invece di negare a parole ciò che le +loro autentiche e canoniche leggi dimostrano a chi sa leggere i loro +libri, negassero invece coi fatti quello che invece pur troppo coi fatti +certamente e notoriamente sempre confermarono e confermano ancor +presentemente. Senza i quali fatti, conformi alle loro leggi, chi +potrebbe mai spiegare quelle sì ognora rinascenti sollevazioni contro di +loro di tanti popoli? Le quali non si sono verificate mai contro nessun +altro _ordine religioso_; perchè nessun altro _ordine religioso_ vi ha +mai dato somigliante motivo. Giacchè anche qui è vero che _nihil fit +sine ratione sufficienti_. E se la _Compagnia di Gesù_ sola fra tutti +gli _Ordini religiosi_ fu sì odiata sempre, convien bene che vi sia in +lei insita una sufficiente ragione eccitante questo continuo e comune +odio contro di lei di tutte _le nazioni_. Or questa ragione sufficiente +non può trovarsi certamente nella Legge _religiosa_. È dunque, anche per +ciò solo, necessario il supporre che vi sia ora un'altra legge che la +regola e governa, ossia la sregola e la sgoverna. + +“La quale legge non è altro che i _Monita secreta_, lambiccati e +quintessenza dell'odio e della malizia antisociale ed anticristiana e +_dei gesuiti cacciati_ per divino castigo _dalle loro sedi_, e dispersi +tra le genti fino al giorno in cui riconosceranno anche essi il vero +Messia: _la libertà_. Allora avremo forse anche noi _salutem ex inimicis +nostris et de manu omnium qui oderunt nos_. La _Compagnia di Gesù_ +infatti, come fu ed è dappertutto influentissima nel male, dopo che +abbandonò la vera _dottrina di Cristo_, così sarebbe stata e sarà senza +dubbio, influentissima nel bene quando o non l'avesse abbandonata, o le +ritornasse in seno.” + +Io sono certo che leggendo siffatto ammasso di banali insolenze, non +sorrette da nessuna ragione, non confortate da nessun fatto, da quello +infuori, brutalmente vero, delle persecuzioni sofferte, Ella proverebbe +un impeto di sdegno. + +Ed avrebbe, Riverito Signor mio, non una, ma mille ragioni; perocchè +oggi chi studia le questioni sociali e storielle, sopra libri alquanto +più seri che non sieno i romanzi di Eugenio Sue, sa, con certezza, che +l'invenzione dei _Monita secreta_ è una delle più spudorate calunnie che +sieno mai uscite dalla penna di libellista settario. + +Ma sa Ella donde ho tratto le pagine surriferite contro la Compagnia di +Gesù? + +Sono nè più nè meno che quanto si legge nel volume 6º, anno 1881, pagg. +601 e 735 della sua _Civiltà_; soltanto, non per ricordare anco una +volta. a V. S. Ill.ma il noto _qui gladio ferit, gladio perit_, ma per +mero artifizio di polemica, mi son permesso di sostituire sempre e +dovunque alla parola _ebrei_ quella di _gesuiti_, alla parola _Talmud_ +quella di _Monita secreta_ (calunnia per calunnia) indicando del resto +sempre e dovunque le mie modificazioni con carattere corsivo; buona fede +questa alla quale nè i Gesuiti, nè gli Ebrei sono avvezzi da parte dei +loro avversari. + +Capisco che Ella mi dirà che ciò che si è detto dei _Monita_ è calunnia +nera, e verità invece sacrosanta quanto l'articolaio suo blatera contro +il _Talmud_; ma io le risponderò pregandola a rileggere quanto è scritto +nei precedenti capitoli e ad esaminare, con serena coscienza, se più +sian convincenti gli argomenti miei o quelli dell'articolaio suo; ma +siccome in quei capitoli io non pigliavo di fronte uno piuttosto che un +altro nemico del giudaismo, e combattevo, non il calunniatore, ma la +calunnia, così consenta che in questa mia lunga lettera io risponda a +talune delle più impudenti osservazioni dell'articolaio suo. + +Abilità miranda, malizia sopraffina od arte infernale, Riveritissimo +Signor mio, è invero quella di cui fa prova l'articolaio suo, +allorquando a pag. 4 e 5 del vol. V, pretende provare che l'Assemblea +dei notabili ebrei, prima, ed il Sinedrio da poi, convocati a Parigi dal +primo Napoleone, ingannarono la Francia ed il mondo, e facendo mostra di +amore pei Francesi e per gli uomini civili in generale, proclamarono +invece altamente il loro odio per tutti quanti non sono Ebrei. + +Riassumo l'argomentazione dell'articolaio suo. + +Egli dice: Gli Ebrei dichiararono in quelle solenni adunanze, di avere +in conto di fratelli coloro che osservano i sette precetti noachitidi. E +questo è vero. Ma, prosegue l'articolaio, fra questi precetti vi ha +quello di non mangiar carne strappata da animale vivo, e l'altro di +aborrire dal culto degli idoli. Ora nessun popolo, tranne l'ebreo, +aborre dall'uso di carni strappate da animali vivi e l'ebreo considera +idolatri i Cristiani pel culto di latria che rendono a N. S. Gesù +Cristo, pel culto di dulia che professano alla Beata Vergine. Quindi gli +Ebrei dicendo di aver in conto di fratelli coloro che osservavano i +sette precetti noachitidi, venivano, alla fin dei conti, a dire che non +avevano in conto di fratelli altro che se stessi. + +Non mi affannerò io certamente a provare che il Dio della Bibbia rivelò +a Noè ed a' suoi figli i sette precetti che i talmudisti dicono +noachitici. + +Son fole, indegne che Ella ed io ci perdiamo tempo. + +Ma vorrà Ella negarmi che quei sette precetti rappresentino il +_minimum_, per così dire, della morale? + +Che vi ha dunque di strano se gli Ebrei dicono doversi considerare +fratelli quelli soltanto che quei precetti noachitici osservano? + +Per noi, educati alle idee di moderna tolleranza, di quella tolleranza +che l'articolaio suo chiama massonica e che io dico cristiana, è infame +eccettuare, teoricamente almeno, dalla fratellanza universale il +cannibale e l'antropofago; alla S. V. Ill^ma — nel cui giornale si +tributano continui elogi alla cattolica Spagna, che non paga di aver +bruciato Mori ed Ebrei in casa sua, ha distrutto, quasi, in America, le +razze autoctone — alla S. V. Ill^ma, siffatta eccezione deve sembrar +naturale quando le sia provato che non si riferisce a' popoli cristiani +o maomettani, ma soltanto agli idolatri ed ai cannibali propriamente +detti. E questo lo proverò in poche righe, malgrado i sofismi, diremo +_rabbinici_, dell'articolaio suo. + +Cominciamo _in amoenis_, e cioè dal precetto di non mangiar carni +strappate da animali vivi. Nessuna religione, dalla giudaica in fuori, +dice l'articolaio suo, ha tale precetto siccome rivelato da Dio; sopra +il che ricorda quanto è scritto nei _Fioretti di San Francesco_ nel capo +I della vita di Fra Ginepro: “Visitando un frate infermo, domandollo: +Possoti io fare servigio alcuno? Rispose l'infermo: Molto mi sarebbe +grande consolazione uno peduccio di porco. Disse Frate Ginepro: Lascia +fare a me. E va e piglia un coltello, ed in fervore di spirito va per la +selva dov'erano certi porci a pascere, e gittossi addosso ad uno e +tagliali il piede e fugge lasciando il porco col piè troncato” violando +così — prosegue l'articolaio — un precetto noachitico e rendendo indegni +sè e il Frate infermo che mangiò il peduccio di porco, della carità +universale ebraica. + +L'articolaio ha dimenticato che il buon Fra Ginepro ha violato, non uno +ma due precetti noachitidi — tanto è vero che i precetti della legge +morale sono strettamente connessi gli uni cogli altri — ed ha violato +proprio un precetto che Dio ha dato, non soltanto a Noè, ma a Mosè sul +Sinai, che la Chiesa cattolica ha conservato fra i comandamenti di Dio, +e che i codici penali di tutti i paesi del mondo, non cannibale, hanno +accolto nelle loro ampie braccia: _Settimo_: NON RUBARE. + +Non farò io colpa a Fra Ginepro del furto commesso e della crudeltà di +cui si rese colpevole verso quel povero porco; il fervore della carità +giustifica colpe ben più gravi che non sian quelle del buon fraticello, +ma chieggo a V. S. Ill^ma di indicarmi una nazione civile, un uomo solo, +il cui senso morale non sia completamente ottuso, che consenta a +recidere un membro ad un animale vivo per cibarsene. + +Allorquando i Talmudisti scrivevano non si conosceva _morale +indipendente_; sola sorgente di ogni morale era Dio; se essi posero +sotto la salvaguardia di Dio un precetto che Dio non ha certamente +rivelato a Noè, ma che ha scolpito nel cuore di ogni uomo, vorrà Ella +farne colpa agli Ebrei? E lo potrebbe Ella, pensando con quanto +accanimento i giornali di parte sua, e forse la stessa sua _Civiltà_, +perseguitarono la vivisezione, certamente altrettanto crudele quanto +l'atto di Frà Ginepro, ma, forse, giustificata dal grande incremento che +apporta alle anatomiche discipline? + +Creda, creda pure l'articolaio, che il mondo civile intero professa il +precetto noachide di non mangiar carne strappata ad animali vivi. + +_Sed majora premunt_. Al dire degli Ebrei, i Cristiani sono idolatri, +quindi non osservano i sette precetti noachitidi e quindi sono esclusi +da quella che l'articolaio suo chiama, elegantemente, fratellanza +giudaica. + +Non uso a valermi di altre espressioni, dirò soltanto che in questa +argomentazione sono altrettante le inesattezze quante le parole. Gli +Ebrei negano la divinità di N. S. Gesù Cristo — se non la negassero, non +sarebbero Ebrei — ma ammettono e riconoscono che i Cristiani lo adorano, +non come Uomo, ma come Figlio di Dio. Potranno deplorare questo, che per +essi è un errore, ma non cadono nell'altro di non comprendere che +l'Unità di Dio, il monoteismo, è dogma anche pei Cristiani. Non adorano +certamente la Santissima Trinità, non si arrogano di spiegare ciò che è +mistero per la Religione cristiana, ma sanno che il dogma della Trinità +non esclude il monoteismo. E se il suo articolaio conoscesse almeno di +nome la Cabbala e le opere di Knorr, di Rosenroth, di Reuchlin e di +Rettangel, non ignorerebbe che nella Cabbala — che gli Ebrei, come +Ebrei, non hanno del resto in nessun conto — si trovano parecchie +allusioni favorevoli al dogma della Trinità. + +Ma senza perderci in questioni cabalistiche, lo stesso articolaio non +cita a pag. 732, vol. VI, queste parole del Maimonide? “La concezione, +colui che concepisce e chi è concepito sono in Dio tre modi di essere i +quali non costituiscono che la stessa essenza, nè formano punto una +pluralità.” + +Io non mi sento di addentrarmi nel ginepraio di una discussione +teologica o filosofica, ma parmi, che queste parole provino abbastanza +chiaramente che, nella mente del massimo filosofo e teologo ebreo, il +dogma della Trinità non è incompatibile col monoteismo. + +Parmi adunque aver dimostrata falsa ed insussistente la calunnia che il +suo articolaio addebita agli Ebrei adunati a Parigi di avere, con un +abile gioco di parole, manifestato il loro odio verso i popoli non +israeliti, facendo credere a sentimenti di fratellanza cui avrebbe +repugnato la loro religione. Ma, ad esuberanza, voglio addurre una altra +prova. + +Il suo articolaio, che a pag. 485 del vol. V enumera abbastanza +esattamente i precetti noachitidi, si accorge poi che tutta la sua +argomentazione, per provare che, a giudizio degli Ebrei, i Cristiani non +osservano quei precetti, claudica, zoppica. Ed allora cosa fa quel bravo +signore, che in parecchi luoghi del suo articolo accusa gli Ebrei di +aver falsato la Bibbia, con un tratto di mala fede, veramente rabbinica, +a pag. 99 del vol. VII, include fra i precetti noachitidi, _risum +teneatis_, la circoncisione! _Tantae molis erat_ provare che gli Ebrei +non credono che i Cristiani osservino i precetti noachitidi!! + +E passo ad un altro capo d'accusa. + +L'articolaio suo è andato ad esumare, dai libri di uno dei tanti Ebrei +rinnegati, il Drach, una vecchia, vecchissima accusa contro gli Ebrei. + +“Ancora ai nostri giorni, egli dice, un tribunale di tre Ebrei, talvolta +i meno civilizzati ed i più ignoranti del luogo, ma che dinanzi alla +sinagoga ha piena autorità, si arroga il diritto (noi gemiamo di doverlo +dire) di sciogliere i loro correligionari dai loro giuramenti, di +annullare le loro promesse ed i loro impegni più sacri, così pel +passato, come pel futuro.” Che il Drach fosse un malvagio ed un +mentitore impudente, sapevamcelo da un pezzo; che il suo articolaio non +conoscesse verbo del Talmud, se non a traverso le opere venali degli +Ebrei rinnegati, aveva avuto cura di avvertircene egli stesso con queste +parole (pag. 215, vol. VI): + +“Alle rivelazioni dei Rabbini convertiti si dee pressochè esclusivamente +quella qualunque (_assai scarsa!_) siasi cognizione in cui ora siamo +(_parli per sè, il_ dotto _articolaio, chè gli uomini di buona fede +sanno attingere ad altre, meno impure, sorgenti_) di quella perversa +legge (_il Talmud_).” Ma che nel secolo XIX toccasse rispondere, per la +millesima volta, ad un'accusa di questo genere, e che quest'accusa fosse +riferita dal giornale di una Compagnia meritamente celebre per vastità +di dottrina ed acutezza di mente, è cosa che davvero non mi sarei mai +aspettato. + +Siccome però tengo per assioma il precetto che a qualunque anche stolida +accusa convenga rispondere, così rispondo al Drach ed allo articolaio. + +Anche in questo caso si verifica il detto volgare, che non c'è fumo +senza fuoco, ma è un fuocherello ben piccolo, glielo accerto, in +paragone di quello dei roghi che bruciarono tanti poveri Ebrei ed anche, +_une fois n'est pas coutume_, il R. P. Malagrida, che io tengo per +altrettanto innocente quanto, quei poveri Ebrei. + +Mi stia dunque a sentire, Riverito Signor mio! + +È vero che una volta all'anno l'Ebreo si fa prosciogliere dalle promesse +non mantenute; ma bisogna distinguere, perchè, come Ella mi insegna: +_Qui bene distinguit, proximus est veritati_. + +Non si tratta dunque, come il Drach _rabbinicamente_ insinua, e +l'articolaio pecorescamente copia, di promesse fatte a qualsivoglia +persona o di giuramenti fatti a privati, a tribunali, a principi; si +tratta soltanto di _voti religiosi fatti a Dio e non adempiuti per cause +indipendenti dalla volontà di chi li ha fatti_ (325). + +Ora giova avvertire due cose: e cioè che se un Cattolico si trova nello +stesso caso, ricorre alla Santa Sede, che avendo ricevuto da N. S. Gesù +Cristo facoltà di sciogliere e di legare, lo proscioglie dal voto; +l'Ebreo, che non ha autorità spirituale, ricorre a tre, che chiamerei +probiviri, i quali adempiono ad un atto di carità, tranquillizzandone la +coscienza. Oltre a ciò, è a sapersi che gli Ebrei non furono mai troppo +teneri dei voti. Nell'_Ecclesiaste_ è detto: “Meglio è che tu non voti, +che se tu voti e non adempi” (v. 5) e Rabbi Meir commentando questo +versetto soggiunge: “Ma meglio assai non far nessun voto” (326). E forse +il buon Rabbi nell'emettere tale parere, aveva presente il versetto 14 +del VI dei _Numeri_, nel quale il Signore comandò che chi ha fatto un +voto e lo ha osservato, debba, tra gli altri sacrifizi, offrirne uno in +espiazione del peccato di aver fatto un voto. + +E se il suo articolaio non fosse convinto e volesse fare un atto di +giustizia inconsueto in lui, e che si riassume nel precetto _audietur et +altera pars_, legga la _Défense du Judaisme_, di Isaac Levy, ed a pag. +62 vi troverà ampiamente confutata la sciocca accusa sulla quale, per +mio conto, mi sono anche troppo dilungato. + +Un'altra accusa che trovo nel vol. VI, pag. 605, è la seguente: + +“I giudei poi non accettano la testimonianza dei non giudei; perchè non +si dee credere a chi è sospetto di delitti. E tali sono tutti i non +giudei. E perciò, anche secondo il Talmud, nessun ebreo dee porre una +sua bestia da soma, o qualsiasi altra nelle stalle dei non giudei, nè +lasciar sola con essi una loro donna, e neanche rimanere egli stesso +solo con loro, per sospetti espressi chiaramente nel Talmud; ma che +bello è il tacere (_e più bello il non accennare, in omaggio al +proverbio: non parlar di corda in casa del... padre Sanchez_). +“Sospettano dunque, gli Ebrei di tutto il genere umano non ebreo, e +credono birbanti ed infami tutti fuorchè loro: e ciò notisi bene in +forza della loro legge e per precetto religioso.” + +Sicuro; gli Ebrei ed i loro Rabbini avevano, nel secolo V in cui fu +scritto il Talmud, il gran torto di non fidarsi di chi non professava la +loro religione; ma di grazia, a che sentimento si ispiravano i Padri del +VI Concilio d'Adge e del Concilio Epaonense, vietando ai Cristiani di +non mangiare cogli Ebrei? (327). A che sentimento si inspirava papa +Benedetto XIII, per tacer d'altri, vietando agli Ebrei di formare +società coi Cristiani, di esercitare la medicina, di aver domestici +cristiani, ecc., ecc. E quei predicatori che, al dire di papa Martino +V (328), che cristianamente ne li biasima, vietavano persino ai +Cristiani di cuocere pane per gli Ebrei, obbedivano, di grazia, a che +sentimento? + +Ma Ella mi dirà che, verso l'Ebreo, empio e spregiatore di ogni legge +umana e divina, la diffidenza non è mai troppa, ma che l'Ebreo, sempre +trattato amorevolmente dagli altri popoli, aveva obbligo di avere verso +di loro la maggior confidenza. + +Le storie tutte attestano di questa amorevolezza con cui eran trattati +gli Ebrei, ma a me basta spigolare pochissimi fatti, che non sono però +fatti isolati, per mostrare quanto torto avessero gli Ebrei di diffidare +di coloro che professavano altre religioni, anche se queste imponevano +come obbligo, la carità e l'amore verso l'uman genere. + +A Beziers nella settimana santa ERA PERMESSO ai Cristiani di pigliare a +sassate gli Ebrei (329). + +Ma pigliarli a sassate non basta, e nelle Assise di Bretagna nel 1239, +si trova una disposizione che vietava di procedere contro chiunque +avesse ucciso un ebreo (330). + +E questi empi Ebrei, così ben protetti dalle leggi dei popoli fra cui +vivevano, osavano iscrivere nei loro libri religiosi, massime di +precauzione contro i loro persecutori! + +Perchè, invece, non affidarsi alla pietà di questi? Perchè non invocare, +per esempio, l'appoggio di quel buon Ugo, cappellano del visconte di +Rochechouart, di cui voglio narrarle le gesta, ad edificazione +dell'articolaio suo. + +È quasi certo che Ella sa, e che l'articolaio suo che nulla sa, ignora, +che una di quelle sante leggi del passato, di cui l'articolaio invoca +parecchie volte il ripristinamento, disponeva che gli Ebrei di Tolosa +dovessero ricevere uno schiaffo alla porta del maggior tempio, cerimonia +piissima ed edificante, che durò fino al principio del XII secolo (331). + +Ora quel buon cappellano..... ma val meglio lasci la parola ad un autore +non sospetto di soverchia benevolenza verso gli Ebrei: “Quo tempore Ugo, +capellanus Americi vicecomitis Rocacardensis, cum eodem seniore suo +Tolosæ adfuit in Pascha: et colaphum judaeo, sicut illic omnis Pascha +semper moris est, imposuit et cerebrum illico et oculos ex capite +perfido ad terram effodit. Qui judæus statim mortuus, ad synagogam +judæorum de basilica Sancti Stephani elatus, sepulturæ datus +est.” (332). + +E badi, Riverito Signor mio, che questi perfidi Ebrei avevano tanto +maggior torto di diffidare di questi mitissimi avversari, in quanto la +legge li tutelava così bene, che al piissimo cappellano Ugo non fu torto +un capello! + +Ma che vado io cercando esempi nel _tanto calunniato medio evo_ (come si +suol dire nel suo giornale), per provare il torto grandissimo che +avevano gli Ebrei di non fidarsi dei loro nemici? + +Lo stesso suo articolaio mi fornisce un argomento prezioso. È noto, +_lippis et tonsoribus_, che la Spagna, fra tutte le nazioni europee, è +quella che gode la maggior simpatia di V. S. Ill.ma e dei redattori del +suo giornale, tanto è vero che a pag. 456 del volume V la trovo chiamata +“la più cavalleresca ed anche forse la più cattolica di tutte le +nazioni.” + +Ora, il suo pio articolaio visto, che se i tempi non volgono propizi +agli arrosti, non sono neppur adatti a ristabilire la _colafizazione_ di +Tolosa, appena sente che il Governo spagnuolo si mostra disposto a +richiamare gli Ebrei, scrive queste precise parole: + +“Poco si fidano gli Ebrei dell'ospitalità spagnuola. E non hanno torto. +Tanto più che la Spagna passa ora per avere le finanze sì pubbliche e sì +private un po' ammalate. E quando gli Ebrei vi avessero seco portati i +loro milioni, non si sa se poi qualche moto antisemitico non dovesse +ricacciare gli Ebrei dalla Spagna, ritenendo i milioni. Sono cose già +accadute, e che il presente dominio liberalesco non può che rendere +sempre più facili a riaccadere.” + +Lascio a parte l'insinuazione contro il dominio liberalesco; non oppongo +l'osservazione che Ferdinando ed Isabella, che cacciarono gli Ebrei, +ebbero dalla storia un nome che, grazie a V. S. Ill.ma, ed a pochi suoi +accoliti, significa l'opposto di liberale; ma chieggo, a chiunque abbia +pratica di arguzie rabbiniche, se dalle linee che ho testè riferito, non +appare chiaro il desiderio del pio articolaio suo, che avvenga ciò +ch'egli ipocritamente finge di temere, che cioè la _cattolica_ e +_cavalleresca_ Spagna scacci _cavallerescamente_ gli Ebrei, e ne +ritenga, altrettanto _cavallerescamente_, i milioni, dato e non concesso +che milioni ci sieno? + +E quando oggi ancora, in pieno XIX secolo, esistono pie persone come +l'articolaio suddetto, come il Rohling, come il sucido falsario +dell'anonimo opuscolo di Prato, come quel rinnegato di tutte le nazioni +e di tutte le religioni che si fa chiamare Osman bey, vi è di che +meravigliarsi se gli Ebrei del V secolo avevano ricorso a qualche +provvedimento precauzionale contro i loro nemici? + +E qui giunto alla fine mi nasce, Riveritissimo Signor mio, un dubbio. + +Valeva egli la pena di discutere coll'articolaio suo che mi dà prove +luminose di dottrina, collocando Damasco in Egitto (VII, 476); facendo +di S. E. il generale Menabrea un ebreo (VII, 238), quando sanno anche i +bimbi che quell'egregio uomo di Stato fu tra i fondatori dell'_Armonia_, +ed infine mettendo, come già ebbi a rilevare, la circoncisione fra i +precetti noachidi? Ma istruire gli ignoranti è opera di carità, ed io +non rimpiangerei le mie parole se non temessi che l'articolaio in +questione, fosse fra quegli ignoranti che non vogliono essere istruiti. + +Come si fa per esempio ad ammettere la buona fede, altrimenti che +spiegandola colla crassa ignoranza, dello scrittore che a pag. 736 del +vol. VI, scrive queste parole: + +“_Polemicamente_ poi si manifesta la reazione religiosa ebraica con +quell'informe ammasso dei loro libri, tutti diretti contro quanto non è +ebreo. Più celebri fra questi, perchè più empî e più blasfematorî, sono +il _Toldos Jescou_ ossia la _generazione_ di Gesù, e il _Maase Talony_, +ossia _Storia dell'impiccato_. Ma gli Ebrei si vantano ancora di +possedere tre _Nizacchi_ ossia _Libri vittoriosi_ contro i Cristiani e +contro il Vangelo, composti l'uno dal Rabbino Matatial, l'altro dal +Rabbino Lipman, ed il terzo dal Rabbino Giuseppe Kimchi. + +“. . . . . Orribili veramente sono quei libri: ma però necessari a +conoscersi da chi vuol sapere ciò che veramente pensano dei Cristiani +gli Ebrei.” + +Apra l'articolaio il _Dizionario storico degli Autori Ebrei_, opera di +quell'eccellente sacerdote cattolico che fu il prof. De Rossi, a pag. +152 del vol. 2º, e troverà che il _Toledoth Jesù_ ed il _Maasse Jésù_ o +_taluì_ sono un libro solo con due titoli diversi, e quanto poi al farne +colpa agli Ebrei vedrà che il celebre Mendelssohn protesta “che è uno di +quei libri che nessun ebreo di buon senso legge o conosce” e che lo +stesso De Rossi conviene che “tutti i più savi e dotti Rabbini sono +talmente persuasi della sua impostura che non ne trovo veruno di tanti +che hanno scritto di controversie, e difesa la loro religione contro de' +Cristiani, che abbia osato citarlo per genuino, per antico, per +autorevole.” + +Mi è impossibile riportare intiero il capitolo del De Rossi, ma lo legga +l'articolaio, e vedrà che l'autore del libercolo è ignoto e non è neppur +provato che esso sia un ebreo; sicchè volerne far colpa all'intiera +nazione giudaica, sarebbe come dire che tutti gli Europei sono empî, +perchè in Europa fu pubblicato, se pur fu pubblicato, il _De Tribus +impostoribus_. Quanto a quelli, che in gergo romanesco-giudaico, +l'articolaio chiama _Nizzacchi_, legga il De Rossi ed all'articolo +Matatia, e non Matatial, come sproposita l'articolaio, troverà che +questo Rabbino d'incerta età e luogo, è autore di un libro polemico +_manoscritto_, noti l'articolaio _manoscritto_, contro il Vangelo, +intitolato: _Nitzachon_, o _Libro della Vittoria_. + +All'articolo _Lipman_, troverà che costui compose nel 1399 un altro +_Nitzachon_ in cui confuta gli atei, i sadducei, i caraiti, e +specialmente i Cristiani, ed esamina tutti i testi della scrittura da +loro prodotti per provare i loro dogmi; all'articolo Kimchi Giuseppe, +troverà accuratamente notati i varî titoli delle opere anticristiane di +questo dottissimo Rabbino spagnuolo del XII secolo, il quale, al pari +degli altri due scellerati Rabbini sunnominati, ha avuto il torto di +scrivere dei libri in difesa della religione che professava senza +chiederne il permesso all'articolaio suo. + +Ed il suo articolaio può rabbrividire ed inorridire e raccapricciare +quanto vuole nel ricordarli, ma deve sapere che le opere, quasi tutte +inedite, del Kimchi, per dir di questo solo, vennero ritenute dal +celebre Michaelis, dal Bruns, dall'anonimo autore delle Effemeridi di +Gotha, e da altri letterati moderni, valentissimi nella filologia +orientale e sacra, tanto utili per il progresso della medesima e di +tanto pregio e importanza, che vivamente desiderarono che venissero +ricercati con diligenza e dissotterrati e pubblicati. + +Un'ultima osservazione ed ho finito. L'articolaio suo accusa gli Ebrei +(vol. X, pag. 611) di aver sostituito al precetto biblico: “_Ama dunque +il Signore Iddio tuo_ _con tutta l'anima tua e con tutto il tuo maggior +potere_” l'altro _che Dio non si dee amare ma soltanto temere_. + +Se fossimo ancora nei tempi in cui la lingua ebraica era ignota ai +Cristiani, se i riti e i costumi degli Ebrei fossero avvolti nel più +profondo mistero, simile accusa potrebbe forse comprendersi; ma essa +riesce, oggigiorno, peggio che inesplicabile. + +Tutti sanno che gli Ebrei hanno una speciale preghiera, lo _Sceman_, che +devono ripetere almeno due volte al giorno, e che è per loro il simbolo +della loro fede, ciò che il _Credo_ è pei cattolici, sicchè tutti i +martiri ebrei, morirono collo _Sceman_ sulle labbra. + +Ora i primi versetti di questa preghiera, di questo _credo_, sono +testualmente i versetti 4–9 del libro VI del _Deuteronomio_, e quindi le +parole: _Ama dunque il Signore Iddio con tutta l'anima tua e con tutto +il tuo maggior potere_, che non sono altro che il 5º versetto del libro +citato del Deuteronomio, forman proprio parte di questa preghiera +quotidiana. + +Ma non basta; chè gli Ebrei aggiustano tanta importanza a questo +versetto, che secondo l'articolaio avrebbero invece posto in non cale, +che oggi ancora pronunziandolo “all'oggetto di concentrare la loro +attenzione sopra questa verità fondamentale della Religione, usano, +dietro l'esempio di un antico dottore della legge, coprirsi gli occhi +colla mano destra” (333). + +Come ella vede a farlo apposta l'articolaio per una delle poche volte +che ha accusato gli Ebrei, senza riprodurre calunnie trite e ritrite, ha +avuto proprio la mano felice! + +E chiedendo scusa a Lei, della lunga cicalata, depongo la penna, +pregandola di credere che è con sommo dolore che devo dar posto ad uno +scrittore della _Civiltà Cattolica_ fra un Rohling ed un Osman bey. + + Gradisca, ecc. + + CORRADO GUIDETTI + _Dottore in lettere._ + +(325) Tur Orach Chaim, cap. DCXIX. + +(326) _Chulin_, I, _a_. + +(327) _Conciliorum coll._, t. IV, pag. 1389. + +(328) Bolla, anno 1429. + +(329) _Ex Cronica Gonfredi Vosiensis_, anno 1167, Dom. Bouquet, t. XII, +p. 496. + +(330) D'ARGENTRÉ, _Histoire de Bretagne_, libro IV, capo XXIII, p. 207. + +(331) Dom. Bouquet. _His. d. Fr._, t. XII. + +(332) _Ex Chronico Ademari Cabanensis_ ad an. 1020 in _Recueil des hist. +de France_ di Dom. Bouquet, tomo X, p. 154. Cfr. MARY LAFON. _Hist. du +midi de la France_, t. II, p. 122. + +(333) MORTARA, _La religione israelitica compendiosamente esposta_, +Mantova, Beretta, 1855, pag. 40. + + + + + 2º G. B. BORELLI. + + La questione semitica e la sua possibile soluzione. + + +Un senatore del Regno, l'on. G. B. Borelli, si è occupato dell'argomento +che ci preoccupa in un opuscolo intitolato: la _Questione semitica e la +sua possibile soluzione_. Il Borelli, diciamolo subito, conviene con noi +che oggi la questione semitica è questione sociale non religiosa, e +nemico come egli si addimostra di tutte “le superstizioni religiose e di +tutte quelle modalità materiali di culto che isteriliscono ed ammorbano +il sentimento religioso” vede la soluzione della questione nei matrimoni +misti. + +Alieni siccome siamo da ogni pregiudizio religioso, non proviamo nessuna +ripugnanza per la soluzione proposta dall'on. Borelli. Gli osserviamo +però che egli manca di logica. + +Poichè egli ammette che il fanatismo religioso non entra per nulla nella +persecuzione degli Israeliti, poichè egli ammette che gli Ebrei sono +perseguitati “perchè assorbono e monopolizzano molti interessi +commerciali ed industriali e sono in via di impossessarsi della maggior +parte di essi” a che cosa crede egli di rimediare coi suoi matrimoni +misti? + +Se l'on. Borelli legge i giornali, egli vedrà che oggi il partito che +aspira al sovvertimento sociale ha messo in pratica il principio della +divisione del lavoro. + +In quei paesi dove le maggiori ricchezze sono nelle mani +dell'aristocrazia, giornalisti, indegni di questo nome, vanno +racimolando nella storia tutto quanto può servire a gittar l'onta ed il +discredito sugli eredi dei più grandi nomi storici; dove l'aristocrazia +è povera, e perciò non odiata, e l'industria potente, sono gli +industriali che si designano alle ire del popolino come sanguisughe +efferate, come sfruttatori dei loro operai, ecc., ecc. Là infine dove +gli Ebrei sono più ricchi è contro di essi che si eccitano le malvage +passioni della plebe ignorante e fanatica. + +Metta in pratica l'on. Borelli la sua panacea del matrimonio misto, vada +anche anche più in là se vuole, converta tutti gli Ebrei al +Cristianesimo, li copra magari della cocolla del cappuccino o li ascriva +al terz'Ordine di San Francesco, e la questione muterà forse nome, ma +resterà intatta. + +Se tutti i membri della famiglia Rothschild si unissero in matrimonio +con Cristiani, ciò non scemerebbe punto il numero degli invidiosi della +loro fortuna. + +E la questione sociale, come la questione semitica, è fatta di invidia. + +Ora creda pure l'on. Borelli che l'invidia non si attutisce coi +matrimoni misti. + +Ciò che occorre, ciò che è necessario, è che i perseguitati di ieri, +come i perseguitati d'oggi, come quelli di domani, tutti coloro insomma +che hanno qualche cosa da perdere, si stringano in un fascio, che tutti +concorrano a dissipare le calunnie che gli interessati vanno sobillando +or contro una casta, or contro una Corporazione religiosa, or contro i +seguaci di una credenza. + +Il pericolo che minaccia gli uni, minaccia gli altri e l'Ebreo che +ridesse delle persecuzioni che contro il clero cattolico si +organizzarono in taluni paesi, non sarebbe meno insensato del Gesuita +che plaudisse agli eccessi che i degni successori degli Unni, commettono +in Ungheria. + +Gli uni e gli altri riderebbero del trionfo dei loro nemici! + + + + + 3º L'ANTISÉMITIQUE (giornale) — _Montdidier_. + + +Abbiamo sormontato quel disgusto che ad ogni uomo onesto ispirano la +menzogna la più impudente e la calunnia la più schifosa, ed abbiamo +letto, con scrupolosa attenzione, i primi dieci numeri +dell'_Antisémitique_ che vede la luce a Montdidier collo scopo apparente +di combattere gli Ebrei, collo scopo reale di combattere le convenzioni +ferroviarie proposte dal ministero francese, e di farsi gettare nelle +fameliche fauci un'offa dal Barone di Rothschild. + +Il nostro coraggio nel leggere il giornale-libello non vogliamo sia +inutile, sicchè daremo ai lettori nostri una breve recensione +dell'immondo fogliaccio. + +A dimostrare la sciocchezza e l'ignoranza crassa dei redattori di quel +giornale, addurremo tre prove soltanto. + +Nel suo sesto numero, annoverando gli Ebrei che occuparono altissime +cariche in Europa, pone fra questi, non lo si indovinerebbe in mille, il +cardinale Antonelli! E quasi ciò non bastasse, nel numero 8, ribadisce +la strana asserzione con queste precise parole: _Le feu cardinal +Antonelli qui était juif de sang et de naissance._ + +Come meravigliarsi dopo ciò che lo stesso giornale che tratta da ebreo +un cardinale di Santa Chiesa, affermi, con sicumera tutta propria, che +gli Ebrei esalano un odore speciale? e come meravigliarsi che difetti a +tal segno di logica, da pubblicare, nel suo numero 9, una lettera d'un +tal di Hervilly, — che pare voglia farsi credere letterato e poeta — il +quale si lagna di tre scortesie ricevute dal conte di Larochefoucauld +duca di Bisaccia, uno dei capi del partito cattolico francese, dalla +duchessa di Magenta, la cui severa pietà è universalmente nota, e dalla +principessa Riccardo di Metternich e trova che la colpa è, _risum +teneatis_, degli Ebrei, che hanno bandito di Francia la cortesia +francese!! + +Parmi bastino questi tre esempi, a dimostrare che l'organo magno +dell'antisemitismo francese è redatto da idioti; uno solo basterà a +provare che è redatto da malvagi e lo trarrò dal solo articolo del +giornale in cui non sia discorso di Ebrei. + +È inserito nel numero 10 del giornale ed è tutto rivolto contro gli +inglesi. E l'immondo libellista osa proporre che — in caso di guerra tra +la Francia e l'Inghilterra — la Francia, calpestando i trattati che +seguirono la guerra di Crimea, ristabilisca le lettere di marca e, per +danneggiare la nemica potenza, si valga dell'opera infame dei corsari!! + +Davvero che vi è da arrossire di dover, nell'ultimo quarto del XIX +secolo, occuparsi di tali sanguinose aberrazioni. + +Noi toccheremo dunque di questo giornale, soltanto perchè pur troppo, +nel secolo nostro che pur si vanta illuminato, non vi ha voce, per +quanto uscita da infame luogo, che non possa produrre le sue +conseguenze. + +E ce ne occupiamo anche perchè nell'_Antisémitique_ troviamo la conferma +di parecchie fra le asserzioni che siam venuti mettendo innanzi nel +corso di questo lavoruccio. + +Abbiam detto che l'antisemitismo è una delle tante manifestazioni di +quel mostro proteiforme che è il radicalismo, e nel numero 7 +dell'_Antisémitique_ troviamo a proposito del famoso processo di Tisza +Esslar e dell'equanime contegno di quel procuratore del Re, sig. +Szeyffert, le seguenti parole: + +“Nous ne sommes pas surpris d'apprendre que tous les membres du barreau +presque tous _des démocrates et des ennemis déclarés du cléricalisme_ +sont indignés de la partialité du procureur du roi Szeyffert.” + +E quasi ciò non bastasse, l'_Antisémitique_ ci prova le strette +relazioni che passan fra esso e la Massoneria francese, e nel numero 5 +ne apprende che _les franc-maçons antijuifs sont innombrables_ (334) e +nel numero 6 che _le nombre des maçons antisémites est légion_. +Dichiarazioni queste di grandissima importanza, e perchè non +contraddette dalla Massoneria francese e perchè scritte in un paese +dove, chi ha un po' di memoria, non ha dimenticato gli aiuti che la +Massoneria, col pretesto di porsi mediatrice fra la Comune ed il Governo +di Versailles, ha prestato alla prima. + +Abbiam detto che i persecutori dei Gesuiti sono ad un tempo i +persecutori degli Ebrei e l'_Antisémitique_ ci porge, anche di questo +prove abbondanti. + +Nel num. 2 in una lettera ai suoi corrispondenti dichiara, parlando +degli Ebrei: “Noi sapremo renderli in esecrazione al mondo intiero +facendoli conoscere” e poche righe prima non ha trovato ingiuria più +grave da scagliare contro gli Ebrei di questa: _Association jésuitique_. +Notiamo, per semplice curiosità, e per mostrare più a nudo i sicari +della penna che abbiam preso a smascherare, che essi nella stessa +lettera si appropriano l'odiosa massima _il fine giustifica i mezzi_, +che attribuita, a ragione od a torto, ai Gesuiti, fu meritamente +stigmatizzata dalla coscienza di tutti gli onesti. + +Non è infatti Rodin, od il padre d'Aigrigny, e non è neppure un ebreo, +che esclama nell'articolo già citato: _Qu'importent les moyens quand le +but est loyal!_ + +Nel numero 6 per eccitare l'odio verso quella eccellente, e veramente +caritatevole Associazione che è l'_Alliance Israélite Universelle_, dice +che essa si compone _d'autant de Jésuites et de Bonapartistes que de +Juifs_ e rincara la dose nei numeri seguenti, e specialmente nell'8º, +dove, in una corrispondenza da Londra, accusa due reverendi Padri della +Compagnia di Gesù, di essersi legati in complicità con dei banchieri +ebrei per commettere, non sappiamo qual grossa frode finanziaria, a +proposito di un prestito della repubblica di Honduras!! + +Infine abbiam detto che gli antisemiti attuali, non hanno che fare colla +Chiesa cattolica e con nessuna Comunione cristiana, ed il nostro +compiacente libellista prova anche più di quello che noi avevamo +asserito. + +Esso vien pubblicando dei così detti studi sulla Bibbia, dove, +attingendo a piene mani agli scritti di Voltaire e di Pigault Lebrun, +volge in ridicolo il Libro che è egualmente sacro ai Cristiani ed agli +Ebrei, e che entrambe le Religioni hanno siccome rivelato. Una sola +linea tolta da quel lavoro basterà a darne un concetto esatto. La tolgo +dal num. 3: “_Les gens grossiers qui construisirent la Bible._” + +Nel num. 10 poi lo stesso giornale ci dà la notizia che la società dei +_Liberi Pensatori_ di Orléans ha deciso di escludere dal suo seno gli +Ebrei, per ciò soltanto che sono Ebrei. Alla grazia di quei _Liberi +Pensatori_! + +Ho dimostrato che l'_Antisémitique_ non è soltanto idiota e malvagio, ma +che è radicale, massone, persecutore dei Gesuiti, irrisore della Bibbia, +negatore di ogni religione rivelata, libero pensatore. + +Dopo ciò è difficile a spiegarsi che tre giornali cattolici abbiano +annunziato con favore il giornale-libello. + +Certamente tre in confronto di tutti i giornali cattolici che vedono la +luce in Europa, non è gran cosa e questo numero scema di importanza +ancora, quando si sappia che a comporre quel numero concorre un ridicolo +giornaluccio di Modena, e l'_Univers_ di Parigi, che non seppe mai +serbar misura in nessuna questione e che è l'organo del fanatismo il più +cieco. Addolora invece trovare fra i giornali che accolsero +favorevolmente il libello di Montdidier, l'_Ateneo_ di Torino, giornale +cattolico nel buon senso della parola, e scevro da ogni fanatismo; e +tanto più ci addolorano le parole che il giornale cittadino indirizzava +nel suo numero del 10 giugno 1883, al libello di Montdidier, in quanto +le vediamo accompagnate da una tenera ammonizioncella, che dimostra +proprio il desiderio dell'_Ateneo_ di ricondurre il figliuol prodigo +sulla buona strada. + +Mettiam pegno che il 10 giugno l'egregio e reverendo teologo Biginelli +non era in Torino, e che il saluto mandato dall'_Ateneo_ all'organo +dell'antisemitismo e della pirateria è opera dello scaccino della +parrocchia. + +(334) L'antisemitismo non sarebbe cosa nuova in massoneria se è vero, e +crediamo lo sia, quanto ci apprende la _Civiltà Cattolica_ (serie IX, +vol V, p. 107), che tuttora dura in più luoghi e segnatamente in Austria +ed in Germania, l'antica, e già comune, legge di escludere gli Ebrei +dalle loggie. + + + + + 4º OSMAN BEY. — _Gli Ebrei alla conquista del mondo_, IX Edizione + Internazionale (_sic_) italiana, _aggiuntevi Rivelazioni + sull'Alleanza Israelitica universale_. Venezia, Favaj 1883. + + +Allorquando un amico mi mandò da Venezia questo libricciattolo, +conoscevo già di nome l'autore. È un grafomane, mezzo turco e mezzo +russo, mezzo osmanli e mezzo cristiano, mezzo bey e mezzo gentiluomo, +_semibovemque virum, semivirumque bovem_. Ho perciò lungamente esitato +prima di dar luogo in questo mio lavoruccio ad una qualsiasi risposta, +ed ho esitato specialmente, perchè, pei gentiluomini non turchi, vi è +qualcheduno di più sacro della donna, del bimbo, del vecchio, del +prete — queste quattro debolezze — ed è il soldato che tollerò, +paziente, sanguinose offese. + +Dopo che un signor prof. Ottolenghi di Venezia, rispondendo a questo +signore, ha potuto scrivere impunemente queste parole: “Se osaste +ripetermi in faccia che l'Italia s'è fatta coll'oro, getterei le mie +scarpe nelle immondizie dopo aver loro fatto fare la vostra conoscenza” +pare davvero poco decoroso l'occuparsi di questo bey. + +Ma lo stesso amico che mi inviò l'opuscolo, mi previene ora che si è +trovata nel Veneto una accolta di persone, non so se più imbecilli o +maligne, per acquistare molte copie dell'opuscolo del bey e diffonderlo +a larghe mani; è dunque forza occuparsi di questo libricciattolo e lo +faremo. + +Chi è Osman bey? La sua grafomania lo ha spinto a rivelarcelo egli +stesso in un libro che col menzognero titolo: _Gli Inglesi in +Oriente_ (335), non è che la storia sua e della sua famiglia. In +quell'opuscolo il bey gitta a piene mani l'oltraggio sulla nobile figura +di suo padre, il dottor Giulio Millingen, egregio medico e pubblicista +inglese dimorante in Oriente, e su una sua stessa sorella, di cui tutta +Venezia onora la profonda pietà, l'intemerato carattere, la contessa +Evelina Millingen ne' Pisani. + +Il bey è un rinnegato di tutte le nazioni, di tutte le religioni. Nato +inglese, lo troviamo poi or turco, or russo; anglicano dapprima, poi +cattolico e conte del papa, poi musulmano, ed ora crediamo +greco-scismatico, il bey fu sin dalla sua prima infanzia il protagonista +di un dramma religioso (336). + +Adesso lo troviamo animato da un odio veemente, implacabile, contro gli +Ebrei. + +Duplice è la causa di quest'odio. + +Il povero bey ha due nobili passioni nel cuore. Detesta, esecra la sua +famiglia e la sua patria: l'Inghilterra. + +Ora, sua sorella, costretta da lui ad una lite assurda, temeraria, +affidò le sue ragioni ad un avvocato ebreo, l'illustre comm. Diena, +onore del veneto foro, che ebbe anche l'impudenza di vincerla. + +Apriti cielo; il bey impugna la sua penna e scrive, in sua favella, +queste belle parole (337). + +“Che una dama ultra-cattolica sia ridotta a farsi difendere da un +israelita, non è la minore anomalìa che abbella codesto dramma.” + +Questo per la famiglia. + +Ma non basta, che un ebreo abbia osato assumere contro di lui la difesa +di una sua sorella; egli vede “in Inghilterra il giudaismo onnipossente, +mercè la sua alleanza con la Gran Brettagna. Interessi comuni +stabilirono un cordiale accordo fra quelle due nazioni commerciali,” +egli vede, o sogna, che il giudaismo mette a disposizione +dell'Inghilterra, “l'influenza finanziaria di cui dispone ed il suo +concorso commerciale” e raccapricciando, egli inglese, scorge che, +“intanto che l'Inghilterra e la Russia si contendevano il primato sulla +Turchia, il giudaismo servì d'ausilio alla prima facendo una guerra +inesorabile alla Russia.” + +Acciecato dall'odio pel suo paese, — nobile sentimento invero — il bey +volle fulminare colla sua penna d'oca, molto d'oca, gli Ebrei che egli +crede gli alleati dell'Inghilterra e lo fece con tanto acume, con tanto +buon senso, che, dimenticando di avere scritto i brani che ho finora +citato, scrive a pag. 55, del suo povero opuscolo, queste parole: +“Quando l'Inghilterra e la Francia erano arbitre dell'Europa, il +giudaismo si basava sulle loro influenze... dopo il 1867 disertarono la +bandiera tricolore e la croce di San Giorgio.” + +Ma perdoniamo al bey queste sue contraddizioni; perdoniamogli anche la +sua ignoranza assoluta della nostra lingua che gli fa scrivere, come a +pag. 63, _questa pretesta_ per questo pretesto, o come a pag. 64, +_ciurma di intrighi_ invece di non so che; ed occupiamoci alquanto del +suo opuscolo. + +Prima però completiamo, con due citazioni dell'opuscolo stesso, il +ritratto morale dell'autore. Il bey fu militare, e pose, è lui che lo +dice, la sua nobile spada al servizio di un generale che proteggeva i +briganti (pag. 5). Fu forse al servizio di questo generale che egli +imparò la lealissima arte di polemica, di cui parla a pag. 75. “Fu +necessario che io mi recassi a Parigi per impossessarmi (leggi: +_rubare_), di trofei negli stessi uffici dell'Alleanza Israelitica.” + +Ed ora vediamo cosa ci sa dire contro gli Ebrei questo rinnegato +inglese, questo seida di un generale che protegge i briganti, questo +polemista, che va in casa altrui, ad impossessarsi di trofei. + +Avverto però che non rileverò le accuse contro gli Ebrei che il bey +ripete, se già in altra parte di questo libro io abbia avuto ad +occuparmene: + +A pag. 13 accusa l'Ebreo di mancare d'amor proprio e soggiunge: “se voi +l'insultate non ne farà caso alcuno.” Chi ha vissuto in società sa che +vi sono Cristiani ed Ebrei assai suscettibili in materia d'onore, e +Cristiani ed Ebrei privi di amor proprio: io, per esempio, conosco un +bey, che professò tutte le religioni meno l'ebraica, e che non si +risentì quando il prof. Ottolenghi lo minacciò per le stampe di +prenderlo a pedate... nel beylicato. + +Del resto questo bey ha, fra le tante sue virtù, quella di veder sempre +il fuscello che è nell'occhio dell'Ebreo e di non veder mai la trave che +è nel suo. + +Se così non fosse, come oserebbe questo bey accusare gli Ebrei di essere +insensibili ad ogni soddisfazione di amor proprio, e soltanto avidi di +denaro, ricordandosi di aver scritto a pag. 216 di un altro suo libello, +_gli Inglesi in Oriente_, queste precise parole: + +“La stampa in Londra (_dice lui_), fu unanime a riscontrarvi dei meriti, +(_in una sua opera_); questa fu la sola soddisfazione e il solo +vantaggio, a ricompensa delle mie fatiche, un centinaio di sterline +m'avrebbe meglio pagato.” + +Ebreo d'un bey! + +E se avesse meglio pensato ai casi suoi come avrebbe potuto scrivere a +pag. 41 della sua compassionevole catilinaria contro gli Ebrei queste +parole: “Gli Ebrei meriterebbero che si stigmatizzassero (_sintassi +beylicale!_) col nome di lupi sotto pelle d'agnello; perchè in fin dei +conti, tale è il nome che si deve dare a coloro che pretendono aver in +una volta due nazionalità distinte.” + +Nessun professore, ebreo o cristiano, potrebbe minacciare impunemente un +lupo di pigliarlo a pedate; l'agnello è tipo di mansuetudine; io non +farò dunque a quelle brave bestie il torto di paragonarle a chi so io; +ma, ti domando, o bey, se chi ha in una volta due nazionalità distinte +deve paragonarsi ad un lupo mascherato d'agnello, a che si deve +paragonare un bey che — avuta l'immeritata fortuna di nascere suddito +inglese — pianta un bel giorno in asso patria e religione e diventa +prima diplomatico turco, poi mussulmano, poi ufficiale turco, finchè un +bel e giorno, piantata anche la Turchia, offre prima la sua nobilissima +spada ai Candioti che non sanno che farsene, e poi la vende, per pochi +copecchi, al Governo russo? + +Per siffatte palinodie il regno animale non offre paragoni, ma la +nobiltà di carattere che le inspira è quella che si suole volgarmente +attribuire ai rettili. + +Ma questo spaccamontagne di bey ha una faccia tosta tutta sua per +asserire senza provare; si vede proprio che le sue imprese militari, al +servizio di generali che proteggevano i briganti, non gli hanno lasciato +tempo di apprendere il _quod gratis asseritur, gratis negatur_. + +A pag. 30, per esempio, egli mi caccia là l'osservazione che gli Ebrei +non hanno mai fatto grande paura ai loro conquistatori, i Romani. + +Ecco, dirò: io non sono un bey; io non ho al mio servizio tre o quattro +nazionalità diverse ed altrettante religioni, ma un po' di storia, +umilmente, l'ho studiata anch'io, e credo che nessuno mi smentirà se +dirò che, malgrado le asserzioni di tutti i bey del mondo, gli Ebrei +seppero tenere in scacco per lungo tempo dinanzi a Gerusalemme quella +potenza romana che pur faceva piegar tutto dinanzi a sè, tanto che +Tacito, — sa il bey chi è Tacito? — ebbe a scrivere: _Augebat ira quod +soli Judæi non cessissent_ (338). E lo stesso Tacito, a proposito di +quegli Ebrei, che il nostro bey taccia di vili o poco meno, dice +altrove (339) che non temevano la morte; e lo provarono del resto, in +quelle guerre, i difensori di Massada che, anzichè cedere alle armi +romane, scannarono prima le loro donne ed i loro fanciulli, poi si +uccisero scambievolmente. + +Eroismo barbaro, se vogliamo, ma di cui non sono certo capaci i bey +mercenari che servono, contro la loro patria, generali che proteggono i +briganti. + +Ma non creda il grafomane bey che noi vogliamo fargli l'onore di seguire +passo a passo la sua tantafera; come pigliar sul serio l'esposizione _ad +usum bey_ che egli fa della storia biblica? Aspetteremo ad occuparcene +che egli abbia scoperto la storia dei Filistei e quella dei Faraoni, di +cui deplora la mancanza e quando egli, dopo averla scoperta ed +illustrata, ci avrà mostrato la verità delle sue gratuite deduzioni, +allora soltanto consentiremo ad occuparcene. + +Intanto gli diciamo una cosa sola: se egli professava nel quarto d'ora +in cui scriveva, una religione — questo bey ne cambia più spesso che di +camicie — che ammette la Rivelazione, la sua raffazzonatura della storia +biblica è empia; se egli non l'ammette, empietà per empietà, leggeremo +più volontieri i libri del Voltaire che, almeno, riboccano di quello +spirito che manca completamente negli sproloqui beylicali. + +Del resto, a che occuparsi degli spropositi storici di questo +spaccamontagne cosmopolita, quando essi non son messi là che per provare +un asserto incomprensibile? + +Ciò che il bey vuoi provare è questo: + +“L'interesse costituisce un centro verso il quale convergono le +aspirazioni e le ingordigie umane; dunque il suo possesso equivale al +dominio universale.” + +Se tu, o bey, sei _maggiore_ come scrittore, compiango i briganti che tu +dovevi proteggere per ordine del tuo degno generale. + +Più ho letto quel periodo, e meno l'ho capito. C'è un _suo_ sopratutto +che non posso capire a che cosa si riferisca, e sì che bramerei saperlo, +perchè saprei allora cosa occorra possedere per ottenere, _secundum_ +bey, il dominio universale. + +Un'altra accusa, tu, o bey, fai agli Ebrei. A tuo poco illuminato +giudizio, essi hanno eretto ad assioma il principio dell'antagonismo +perpetuo fra gli uomini. Stammi a sentire, o bey. Un certo Plauto, che +nel _Miles gloriosus_ ha fatto la satira ad un bey del suo tempo, ha +lasciato scritto in un'altra sua commedia: _homo homini lupus_, e Plauto +non era ebreo, che io sappia. Un sommo pensatore francese che, anche +senza esser bey, aveva pure qualche valore, ha scritto un intiero +capitolo col titolo: _Le proufit de l'un est dommage de l'aultre_ (340), +e Montaigne non era ebreo. + +Ai tempi nostri una scienza è sorta per mostrare agli uomini che il loro +ben inteso interesse consiste nell'armonia, una scienza che, indagando +le ragioni del progressivo sviluppo dei popoli, ha posto in chiaro la +falsità degli apotemi del commediografo pagano e del pensatore francese; +e questa scienza, che è l'Economia Politica, conta fra i suoi maestri +molti, moltissimi Ebrei e nessun bey; tanto è vero che +nell'_Antisémitique_ del 27 ottobre u. s. un tal Joseph Roland, in mezzo +a molte serque di spropositi, ebbe a scrivere questa verità sacrosanta: +_La science économique est juive._ + +E già che ho nominato l'_Antisémitique_, me ne valgo per opporlo ad +un'altra tua asserzione. Non sono inglese, ma provo un certo gusto a far +combattere le bestie. + +A pagina 34 tu scrivi: “La solidarietà ebraica è tale, che se voi +toccate un ebreo, gli ebrei delle cinque parti del mondo si levano ritti +come un sol uomo.” + +Leggi, o deliziosissimo bey, un articolo pubblicato nell'_Antisémitique_ +del 26 ottobre intitolato: _Les juifs peints par eux-mêmes_, e firmato +da un tale che si dice _Ben Joudi_, e che probabilmente è tanto Ben +Joudi quanto tu sei _bey_, che finisce con queste parole: “Récompense +honnête à qui pourra me dire où reste ce bel adage: Tous les juifs se +soutiennent entre eux.” + +Mettetevi d'accordo, dirò anch'io col Giusti, e per non far al diavolo +di troppo brutti augurî, non finirò il verso. + +Del resto, o simpatico bey, tu hai un modo di argomentare tutto tuo. +Quando ti conviene mostrare che gli Ebrei dominano dovunque nella +politica, tu scrivi che Arnim è un semita, ciò che è falso; che +Castellar è un semita, ciò che è falso; che Thiers, Odilon Barrot, Jules +Simon, Léon Say, sono semiti, ciò che è falso, falsissimo, arcifalso. +Non posso provarti che tutti coloro che ho nominato sono cristiani, ma +dal momento che tu li qualifichi di semiti sta a te a darne le prove. +Pel solo Say ti dirò, che chiunque ha occupato il suo tempo altrimenti +che penetrando nelle altrui case per impadronirsi di trofei, sa che Léon +Say discende da una nobile e gloriosa famiglia di protestanti svizzeri. + +Ma per te, o bey, che consideri arte lecita di polemica l'impadronirti +di trofei, la menzogna è peccato veniale; per ciò mi limiterò a farti +odorare, col tuo beylicale naso, un'altra sola delle sozzure che tu hai +seminato nel tuo libricciattolo. + +Tu dici che Blanc, il celebre fondatore del Casino di Montecarlo, è un +ebreo. Menzogna altrettanto spudorata, quanto quella di certi giornali +che vanno insinuando esser la casa di giuoco di Montecarlo sorretta dai +Gesuiti. Blanc non fu mai ebreo; è un cristiano cattolico apostolico +romano, come potrà fartene fede tutta Parigi. E ciò dico non per far +ricadere la colpa della speculazione del Blanc su tutti i suoi +correligionari, perchè questo modo di argomentare non è lecito che ad un +bey, ma pel gusto di darti una volta di più del mentitore sfacciato. + +Un'altra sciocchezza, un'altra menzogna tu dici nel tuo libricciattolo. + +A pagina 38 tu scrivi: che fra le differenti industrie cui si dedicarono +gli Ebrei non havvene una che abbia contribuito al benessere sociale. + +Quale sia stata l'influenza economica degli Ebrei, ho dimostrato alla +gente seria, in un precedente capitolo, con argomenti serî. + +Ora voglio dimostrarlo con argomenti tratti dal tuo ridicolo libro. + +Non ti dirò che la più disonesta fra le industrie degli Ebrei è migliore +di quella dello sgherro di ogni tirannide, del sicario della penna, +dell'agente segreto del Governo russo, ma domanderò, non a te che scrivi +senza capire ciò che ti si fa scrivere, ma a chi ha un dito di buon +senso, come è conciliabile tale tua asserzione con quanto scrivi a pag. +50 “gli ebrei si dedicarono alla medicina, alla letteratura, +all'istruzione pubblica, al giornalismo.” + +Capisco che tu non debba ammettere che la medicina _contribuisca al +benessere sociale_; tu devi dirti che i medici dell'ospedale di Salerno, +che hanno salvato la tua vita, che non vale una buccia di fico, giovano +assai meno al _benessere sociale_ del veterinario che guarisce un +somarello che vale cinquanta lire; capisco che per un dotto della tua +specie letteratura, istruzione pubblica, giornalismo, sieno arti +improduttive; ma non capisco come tu non comprenda che se gli Ebrei, +come tu stesso confessi a pag. 39, _infestavano_ gli Stati italiani +quando questi erano prosperi e ricchi è perchè, checchè tu ne blateri, +gli Ebrei sono fattori di prosperità e di ricchezza e tutti gli esempi +che tu adduci in quella pagina provano contro di te: non è che gli Ebrei +calassero, come cavallette voraci, nei paesi prosperi e ricchi per +divorarli, perchè, in quei tempi di cui tu invochi il ritorno, gli Stati +non accoglievano gli Ebrei se non ne avevano bisogno, ma è che colla +loro attività e con quelle virtù che tu stesso, esagerando perchè ti fa +comodo, riconosci loro, concorrevano potentemente a creare questa +prosperità, questa ricchezza. + +E passo ad altro, scorrendo il tuo libro senz'ordine, ma come vien +viene, perchè davvero non merita di più. + +A pagina 70 tu hai l'impudenza di venirla a fare da maestro a noi +italiani e di rimproverarci, perchè nelle nostre assemblee legislative è +fatta agli Ebrei una parte troppo preponderante. + +Potrei risponderti che in Italia scegliamo i nostri deputati ed i nostri +senatori basandoci sul valore morale ed intellettuale delle persone e +senza preoccuparci della loro religione e, sopratutto senza darci il +menomo pensiero di ciò che ne pensa il più sconclusionato di tutti i +bey. + +Ma preferisco risponderti con un argomento _ad hominem_. Come tra gli +Ebrei vi sono dei bricconi, così anche tra i bey ci sono delle persone +ammodo. Ed una di queste, il comm. Paternostro-bey, fu prima deputato e +poi senatore del Regno d'Italia. Ti parrebbe logico se qualcuno +ragionasse così: in Italia non ci sono che due bey, Osman Seify bey, che +non osa portare il suo vero nome ed il suo vero titolo di Conte +Millingen, e Paternostro-bey, fior di gentiluomo, che si è sempre +chiamato così. Ora due bey sopra 28,459,451 abitanti, non hanno diritto +a nessuna rappresentanza, per ciò la presenza di un bey fra i +legislatori italiani è contraria al diritto costituzionale. + +Io non so cosa tu penseresti di chi ragionasse così, so che noi italiani +lo chiameremmo un matto. + +Un'ultima gemma però voglio rilevare nel tuo libricciattolo. A pag. 42 +tu scrivi: “Crémieux e Armand Levy, due celebrità israelitiche del +nostro tempo, hanno categoricamente dichiarato ch'essi sono fieri di +esser ebrei fino all'estremità delle unghie. Evidentemente, siccome al +di là dell'estremità delle unghie non vi è gran che, la nazionalità +francese deve trovarsi molto incomoda in simili individui.” + +Bisognava proprio che tu li insozzassi colla tua immonda bava, perchè io +pigliassi a difendere il Crémieux, che come repubblicano non mi è punto +simpatico, il Levy, che come comunardo mi è addirittura odioso; ma qui +non facciamo della politica. + +Sicchè ti ricordo che un illustre patrizio e letterato italiano, il +conte Tullio Dandolo, abbiatico di un ebreo battezzato e padre di quei +due Dandolo, il cui nome è legato alla eroica difesa di Roma nel 1849, +aveva assunto per divisa: “Prima sono cattolico e poi italiano”; e +nessuno pensò mai che in Dandolo la religione fosse ostacolo alla +nazionalità. Ma tu che hai avuto il merito di far sì che il professore +Ottolenghi potesse vantarsi di minacciare di pedate, nella tua persona, +cinque o sei religioni e cinque o sei nazionalità diverse, certe cose +non le puoi sapere. + +Ed ora prendo commiato da te perchè, pur intendendo discutere le tue +calunnie contro l'_Alliance Israélite Universelle_, non intendo di +mescolare il tuo nome a quello di cose serie; ti do per altro un ultimo +salutare consiglio: se mai il Governo russo ti sopprime il _backscich_, +va in Ungheria; fra gli eredi degli Unni potrai far fortuna: ma in +Italia abbiamo abbastanza dei matti di casa per pigliarci cura dei matti +forestieri. + +Senza rancore, bey! + + * + * * + +Nel 1860 venne fondata a Parigi l'_Alliance Israélite Universelle_ col +triplice scopo: + +1º Di lavorare dovunque per l'emancipazione e pel progresso morale degli +Israeliti; + +2º Di prestar un appoggio efficace a quanti soffrono per la loro qualità +di Israeliti; + +3º Di incoraggiare ogni pubblicazione adatta a produrre questo +risultato. + +A questa società si vanno muovendo dagli antisemiti le più atroci e +sconclusionate accuse; le si rimprovera di non aver in nessun paese +esistenza legale, di essere una società segreta, di costituire uno Stato +nello Stato, di creare fra i suoi affigliati una incompatibilità fra i +doveri di cittadino e quelli di socio; e perchè la nota allegra non +debba mancare le si rimprovera persino il suo emblema, che consiste in +una figura allegorica rappresentante il globo sormontato dalle tavole +della legge, quasichè l'Alleanza aspirasse al dominio dell'Universo. + +Non so davvero quale persona seria potrebbe far colpa ad una +associazione, di un emblema che significasse il desiderio di condurre il +mondo all'osservanza del decalogo. Cristiani ed Ebrei abbiamo tutti +egualmente sacra quella divina legge che il Redentore è venuto a +perfezionare, non a mutare, sicchè le tavole della legge prese ad +emblema altro non significano che la speranza nel trionfo della legge di +Dio senza allusione a nessuna speciale confessione. + +Ma le tavole della legge poste sopra il globo nel suggello +dell'_Alliance_, significano proprio tutto ciò o non piuttosto che quel +sodalizio, fedele al suo titolo di universale, vuole estendere la sua +azione dovunque vi sia un Ebreo da proteggere e da educare? + +Ed inteso così nel suo vero senso l'emblema e lo scopo dell'_Alliance_, +qual più severo indagatore troverà in essa qualche cosa da biasimare? + +Ogni religione ha sodalizi propri intesi a propagare la sua fede, a +difendere i suoi addetti. + +Il cattolicismo ha la sua _Société pour la propagation de la foie_, che +non va confusa colla _Propaganda fide_ di Roma; il protestantesimo ha le +sue Società bibliche e le une e le altre rendono immensi servigi alla +causa della civiltà e maggiori ne renderebbero se anzichè combattersi +tra loro consentissero ad esercitare la loro azione in paesi differenti. + +Il mosaismo, più modesto, ha la sua _Alliance_ che non si propone scopo +di propaganda, ma soltanto di difesa, di protezione, d'educazione. + +In molti e molti paesi le condizioni morali dell'Ebreo sono lungi +dall'essere prospere; per quel circolo vizioso cui abbiamo accennato +altrove, l'Ebreo dove è più umiliato e maltrattato è anche meno civile, +meno adatto a fondersi colle popolazioni tra cui vive. + +Gli Ebrei di Francia, d'Italia, d'Inghilterra, del mondo civile insomma, +potevano fare opera più nobile che costituirsi in sodalizio per +proteggere questi loro sventurati correligionari, per educarli, per +renderli migliori e preparare così quell'auspicato giorno, in cui, +compiuta dovunque l'opera d'incivilimento degli Ebrei, cadranno di +necessità le barriere che li separano dai loro concittadini? + +L'_Alliance_ che si è prefissa il generoso intento agisce alla piena +luce del sole; i suoi bollettini regolarmente pubblicati fanno fede che +i mezzi da essa impiegati sono: l'istituzione di scuole, la diffusione +di buoni libri, i soccorsi ad intraprese di colonizzazione o di +emigrazione, tutti quei mezzi insomma che condur possono allo scopo +surriferito. + +Tacciare l'_Alliance_ di società segreta è mostrare di ignorare o cosa +essa realmente sia, o cosa significhi società segreta. + +Accusarla di non aver esistenza legale in nessun paese è sciocchezza e +peggio. Italiano, scrivo in Italia e per italiani, e fra noi, tutti +sanno che nessuna società ha d'uopo di avere esistenza legale se non si +propone di acquistare beni stabili. Perchè dunque l'_Alliance_ si +esporrebbe a spese inutili per essere legalmente costituita in ente +morale quando pei suoi scopi non ha nessun bisogno di fare uso dei +diritti che da questa costituzione scaturiscono, tanto più quando è +notorio che se domani una ragione qualsiasi le imponesse di farsi +giuridicamente riconoscere, essa non incontrerebbe il più piccolo +ostacolo? + +Ma l'_Alliance_ tratta da paro a paro coi Governi, essa invia dei +_memorandum_ ai ministri che si permettono persino di risponderle, essa +crea uno Stato nello Stato. + +Ricordiamo che ai tempi di S. M. Re Carlo Alberto il Magnanimo, la +figlia di un ex-diplomatico olandese passò in Torino, malgrado la +volontà paterna, dalla religione protestante alla cattolica. + +Ciò dette luogo a proteste diplomatiche dell'Olanda non solo, ma di +tutti gli Stati protestanti. Ora è evidente che se l'Olanda in questo +caso agiva, indipendentemente anche da ogni idea religiosa, per +difendere l'autorità paterna di un suo suddito, di un suo +rappresentante, gli altri Stati protestanti non avevano nessuna veste +per intervenire nella questione, da quella infuori della loro qualità di +protestanti. + +Che meraviglia dunque se gli Ebrei che non hanno nessun Governo che li +rappresenti officialmente, pensarono di costituire un sodalizio il quale +colla sola forza della persuasione, dell'appello alla pubblica opinione, +tuteli i loro interessi religiosi? + +E chi non sa che nel secolo nostro la forza delle associazioni è tale, +che ogni sodalizio, per poco importante che sia, ha facile mezzo di far +pervenire ai Governi le proprie rimostranze. Sono Stati negli Stati, le +società geografiche e commerciali, i sodalizi operai e quegli altri +infiniti Corpi morali che non si peritano di indrizzare memorie a +Governi e Parlamenti, forti della coscienza di aver solidali nelle loro +domande tutti gli ascritti al sodalizio? + +Perchè gli Ebrei soltanto dovrebbero essere esclusi dal diritto di +associarsi per la tutela dei loro interessi religiosi quand'anche i +Governi che più combattono il così detto clericalismo, permettono le +società per gli interessi cattolici? + +Prevediamo un'obbiezione desunta dal carattere internazionale +dell'_Alliance_; ci si dirà: l'_Alliance_ ha carattere essenzialmente +internazionale, accoglie soci di ogni paese ed in ogni paese esercita la +sua azione; chi vi è ascritto, chi ne è protetto specialmente, rimane in +certa guisa suo suddito e partecipa quindi quasi di una doppia +sudditanza. + +È la stessa sciocca accusa che si muove agli ordini religiosi, sicchè +non mi meraviglierei che qualcuno parodiando la celebre frase, +pronunciata contro i Gesuiti nel _Procès de tendance_ del 1825, dicesse +che l'_Alliance est une épée dont la poignée est a Paris et la pointe +partout_. + +Questo modo di argomentare proviene da un residuo involontario di +vecchie idee che ormai hanno fatto il loro tempo. Si credette che lo +Stato avesse diritto anche sulla coscienza del cittadino; da qui gli +sforzi brutali dei Governi per conseguire l'unità della fede, +perseguitando i protestanti come in Francia ed in Ispagna, i cattolici +come in Inghilterra ed in Isvezia. + +Ammesso il principio della libertà di coscienza, si capisce che un +inglese può obbedire alla Santa Sede in tutto quanto concerne le +questioni religiose, pur rimanendo tanto buon inglese da poter essere +come Lord Ripon, vicerè delle Indie. + +Ma si noti che l'_Alliance_ non avendo altri scopi che quelli infuori +che ho accennato, non impone ai suoi soci il più piccolo dovere, tranne +quello di pagare una quota annua di sei lire; quanto alla protezione che +essa accorda a tutti gli Ebrei, sieno o non sieno ascritti al suo +sodalizio, essa non può esplicarsi che nelle forme e nei modi consentiti +dalle leggi dei diversi paesi, sicchè è tanto assurdo il voler dire che +l'_Alliance_ costituisce un pericolo per gli Stati anche i più deboli, +quanto il credere che l'Inghilterra possa veder indebolita la sua +potenza dagli scritti di un Osman bey. + +Intendiamoci però bene, l'_Alliance_ non è un pericolo per nessuno +Stato, ma essa, come tutti i sodalizi che si propongono uno scopo retto +ed onesto, ha, dietro di sè l'opinione pubblica e questa anche da sola e +senza il soccorso dell'_Alliance_ finisce per trionfare di tutto quanto +si oppone al vero progresso. + +E certamente non fu per paura dell'_Alliance_, ma per paura +dell'opinione pubblica, che Coloman Tisza, il Presidente del Consiglio +dei ministri ungheresi ebbe a dichiarare al suo collega della giustizia +che il famoso processo di _Tisza Esslar_, in cui figuravano ex-galeotti +divenuti giudici, avea reso la _Hongrie la risée de l'Europe_. + +(335) Venezia, Favaj, 1882. + +(336) Veggasi un opuscolo, omai rarissimo, di suo padre, il dottor +Millingen, _Arbitrary detention of three Protestant children_. + +(337) _Gli Inglesi in Oriente_, p. 240. + +(338) _Hist._, lib V, § 10. + +(339) § 5. + +(340) MONTAIGNE, _Essais_, lib. I, cap. 21. Nello stesso capitolo si +legge: _Il ne se faict aulcun profit qu'au dommage d'aultruy._ + + + + + 5º _Il sangue cristiano nei riti ebraici della moderna sinagoga. + Rivelazioni di Neofito ex-Rabbino, monaco greco, per la prima + volta pubblicato in Italia._ Prato, 1883. + + +Il signor lettore si tranquillizzi, chè, prendendo a pretesto +quest'opuscolo, non rientreremo nell'esame della calunnia già da noi, +forse con soverchia abbondanza, discussa in altra parte del presente +lavoro. Vogliamo soltanto spendere poche parole attorno a questo libro +per dimostrarne il nessun valore (341). + +L'opuscolo, stampato, duole il dirlo, coll'_Imprimatur_ della Curia +ecclesiastica di Prato, consta di 97 pagine; ma colla pagina 39 finisce +la parte di cui intendiamo occuparci, il resto non essendo che una copia +testuale delle articole della _Civiltà Cattolica_. + +Le prime 39 pagine dunque contengono le pretese rivelazioni di un +Rabbino moldavo convertito al cristianesimo e da lui pubblicate nel +1803. + +Secondo queste rivelazioni gli Ebrei farebbero un uso così frequente di +sangue cristiano, che, se fosse vero, avrebbero dovuto finire collo +spopolare il mondo. + +Ma di ciò, ripetiamo, non vogliamo occuparci. Vogliamo soltanto far +rilevare che il preteso Rabbino non ha mai esistito. + +Infatti si comincia dall'editore stesso, col dire che tutte le +traduzioni di questo libro sono rarissime, perchè fatte sparire +dall'_oro ebreo!_ + +Ciò sarà verissimo; ma, di grazia, perchè non cominciare dal dirci dove +fu stampata l'edizione originale che, alla fin fine, non rimonta, +secondo l'editore, che al 1803? + +Si sarebbe perduta persino la memoria della città, dove avvenne la +pubblicazione? + +Quale era il nome ebraico dell'autore? L'editore non lo sa, o sapendolo, +non lo dice. + +Quale era il suo nome da cristiano? mistero egualmente insoluto; +_Neofito_ non essendo un nome proprio ma significando soltanto un +convertito al cristianesimo. + +Ora queste pretese rivelazioni, non avendo altro valore da quello +infuori che deriva dalla affermazione dell'autore che dice di _aver +veduto_, è necessario per aggiustarvi fede, sapere il nome dell'autore +ed aver sottocchi l'originale sua deposizione. + +Invece lo stesso editore non ha mai veduto l'originale, non ne conosce +che delle traduzioni, posteriori di 30 anni alla pretesa edizione +originale, e non soltanto non sa dirci il nome dell'autore, ma non può +nemmeno farci sapere in che paese sia stata stampata l'edizione +originale. + +Non occorre davvero essere nè un Magliabecchi, nè un Muratori per +riconoscere in tutto ciò i caratteri di una delle più volgari +mistificazioni che mai siansi tentate nel mondo bibliografico. Ma quasi +ciò non bastasse il libro stesso ci porge le prove le più evidenti che +l'autore, non soltanto non era un Rabbino, ma ignorava i riti e i +costumi degli Ebrei. + +A pagina 22 il preteso Rabbino dice gli Ebrei soggetti a malattie +speciali. Oggi, nelle scuole, nei collegi, nelle caserme, nelle carceri, +negli ospedali, ebrei e cristiani sono mescolati e nessuno ebbe mai +contezza di tali malattie speciali. L'affermarne l'esistenza è prova +certa che l'autore non fu mai ebreo, ma che invece partecipava a tutti i +pregiudizii che il volgo nutre contro gli Ebrei. + +A pagina 27 afferma che “quando tra gli Ebrei si celebra il matrimonio, +si preparano i contraenti con un digiuno rigoroso per ventiquattro ore, +astenendosi perfino dall'acqua fino al tramonto del sole” e ciò pure è +falso, falsissimo, come può affermarsi da chiunque conosca i riti degli +Ebrei. + +A pagina 34 è detto “Quando io pervenni alla età di 13 anni, nella quale +gli Ebrei sogliono imporre in capo ai loro figliuoli una corona che +chiamano _corona di fortezza..._” Ed anche questo è falso. L'ebreo +compiuti i 13 anni è religiosamente maggiorenne, ma le _corone di +fortezza_ non esistono che nella mente dell'autore. + +Ho scelto per citarle tra le molte falsità addotte dall'autore quelle +soltanto che provano la sua ignoranza, non la sua mala fede, perocchè +basta la sua ignoranza dei riti ebraici a provarne che l'autore non è un +ex-Rabbino, e neppure un ex-ebreo. + +L'astio, l'interesse o qualsiasi altro motivo può spingere un neofita, +Rabbino o no, a calunniare i suoi antichi correligionarii, ma egli si +guarderà bene, a proposito di cose indifferenti, ed a tutti note dal +cadere in inesattezze che non giovano al suo scopo, ma nuocono togliendo +credito alle altre sue affermazioni. + +Ed un'altra di tali inesattezze voglio segnalare: + +L'autore ignora che gli Ebrei usano tuttora il calendario lunare. Dice +(pag. 29) che gli Ebrei piangono la distruzione del Tempio di +Gerusalemme, avvenuta per opera di Tito, il 9 luglio e (pag. 30) che +solennizzano l'anniversario del trionfo di Ester il 14 febbraio. Ora, +invece, essi celebrano il primo di questi due anniversari il 9 del mese +lunare di _ab_, ed il secondo il 14 del mese di _adar_; date che non si +riproducono mai in uno stesso giorno dell'anno solare. Le pretese +rivelazioni del Neofito essendo state, a quanto si dice, pubblicate nel +1803, abbiamo voluto verificare in qual giorno questi due anniversari +cadevano in quell'anno e nell'anno precedente ed abbiamo trovato che nel +1802 il 9 di _ab_ cadeva l'8 agosto, ed il 14 di _adar_ il 18 marzo, e +nel 1803 il primo il 28 luglio, il secondo l'8 marzo. + +Questo preteso Rabbino ignorava dunque persino il calendario ebraico! + +Da queste poche osservazioni ci sembra, a luce meridiana, provato che il +preteso Rabbino Neofito, non ha mai esistito e che le pretese sue +rivelazioni non sono che l'opera di un falsario il quale foggiò nel 1834 +la traduzione di un libro che non fu mai scritto ed il cui autore non è +mai vissuto. E credo che basti. + +(341) Veggasi quanto scrivemmo a pag. 156. + + + + + DOCUMENTI + + + + + AVVERTENZA + + +_Abbiamo raccolto sotto questa generica denominazione di documenti le +narrazioni di varii processi sul preteso uso del sangue cristiano nei +riti ebraici e le dichiarazioni di sovrani, principi e personaggi +competenti sopra siffatta calunnia, nonchè un discorso +dell'Eminentissimo Cardinale Manning, ed una memoria del principe +Demidoff sulla questione semitica in Russia, e persino una leggenda +talmudica intesa a far noto lo spirito di tolleranza cui si informarono, +generalmente, i padri del Talmud._ + +_Aggiungeremo che molti fra i documenti che seguono sono tratti da un +opuscolo pubblicato a Vienna nel 1883, col titolo:_ Die +Blutbeschuldigung gegen die Juden von christlicher Seite beurtheilt. _Al +numero d'ordine, che precede questi documenti, facciamo seguire un +asterisco._ + + + + + DOCUMENTI + + + + + I. + + La leggenda di Dama. + + +Ci piace riprodurre questa leggenda talmudica la quale giova a mostrare +come i dottori del Talmud riconoscessero che, anche nei pagani, potevano +trovarsi virtù non comuni. + +Viveva in Ascalon un pagano per nome Dama, figlio di un certo Nedina, il +quale era tutto in sul traffico di pietre preziose, e ne traeva discreti +guadagni. + +Accadde una volta ch'egli trovossi abbondantemente provvisto appunto di +quella qualità di gemme che il rito mosaico prescrive per l'efod (manto) +del sommo sacerdote di Gerusalemme; nè era tanto facile che altra +favorevole occasione gli si presentasse di venderle con profitto. + +Un giorno Dama vede entrare nella sua bottega i sapienti venerabili +d'Israello, i quali con una certa inquietudine ed ansia che di leggieri +traspariva dal loro volto, gli chieggono se per avventura tenesse ancora +nel suo negozio di quella sorta di gemme che all'efod abbisognavano. + +“Ascolta! soggiungevano i vecchi: appunto per provvedere il sacro manto +di queste gemme che ora gli mancano, ci siamo mossi noi stessi in tutta +fretta, per tema che da altri si frapponesse ritardo a compire questa +pia provvista. Se tu ne sei fornito ben puoi dirti fortunato; però che +poco c'importa del prezzo, purchè abbiamo al più tosto le gemme, e +possiamo ritornare colà ove con tant'ansia siamo aspettati.” + +Giubilava il mercante a questa notizia e a questa proposta e tutto nel +pensiero del grasso guadagno che ne avrebbe fatto, diede mano a quelle +poche pietre preziose che gli stavano davanti, e presentatele ai +sapienti d'Israello: + +“Signori! disse: osservate se queste si affanno al vostro bisogno, e +tosto che ci saremo accordati nel prezzo, io spero di potere in +sull'istante darvene quel numero che sarà nel desiderio vostro.” + +Le osservarono attentamente i saggi, e come le ebbero riscontrate eguali +a quelle che il religioso rito prescrive, “È il caso nostro, risposero; +ora parliamo del prezzo. Purchè non ci sia alcun ritardo nella +rimissione delle pietre.” + +Ma quanto al prezzo non ebbero a discorrere nè a discutere lungamente, +poichè dall'un canto eravi facile arrendevolezza a ben pagare, +dall'altro l'offerto guadagno superava di gran lunga le concette +speranze. Onde, conchiuso il contratto, “Aspettate alquanto, o signori; +in sull'istante io sarò qui di ritorno colle gemme.” + +Tutto lieto della buona giornata, va per salire in sulle stanze e +prendere dallo scrigno le riposte pietre. Lento lento però egli monta la +scala, perocchè nella stanza appunto ove stava la preziosa arca, giaceva +il vecchio padre infermiccio. Egli entra quasi in punta di piedi, e +adagio adagio si accosta al letto per dargli notizia del buon contratto, +e farsi rimettere la chiave dello scrigno che il vecchio timoroso teneva +sempre presso di sè. Ma, o sorpresa! il vecchio dorme. Da lungo tempo +non aveva più gustato riposo, ed ora era tutto immerso in dolce sopore. + +Il figlio contempla un momento con gioia quel riposo del padre; poi +pensa alla chiave, e ricorda che il vecchio soleva tenerla sotto al +capo. Lo guarda ancora amorosamente, lo fissa immobile, poi dice fra sè +stesso: — Pazienza! non si farà il contratto; ma io non disturberò il +dolce riposo del padre mio. — + +Ridiscese lento lento la scala, e “Signori; disse ai sapienti, per ora +io non posso rimettervi le gemme.” + +“Ma noi non possiamo aspettare, gli risposero tra indispettiti ed +attoniti: o sull'istante, o ci rivolgeremo altrove.” + +“Avete ragione: duole assai anche a me; ma io non posso altro.” + +I saggi d'Israello se ne andarono; ma quando si venne a sapere la +ragione del fatto, tutti lodarono il figliale rispetto di Dama. + +L'anno dopo nacque nella greggia di Dama, caso veramente raro, una +giovenca tutta rossa senza macchia alcuna quale appunto era prescritta +per un sacro rito mosaico (342). Tosto i sapienti d'Israello corsero in +casa sua per farne acquisto. + +“Signori, disse egli, io so bene che nessun prezzo mi sarebbe da voi +diniegato; ma a me basta soltanto che mi compensi della perdita che ho +fatta l'anno scorso, per non mancare del debito mio verso il padre.” + +I Rabbini meditando su tutto questo fatto, dissero: “Quanti tesori di +ricompensa non debbono aspettarsi i fedeli dalla misericordia di Dio, la +quale dà il premio delle buone opere anche a coloro che non hanno +accettata la santa legge?” (_Talmud Kiduscim_, cap. 1). + +(342) Veggasi il Pentateuco. _Numeri_, cap. XIX. + + + + + II. * + + Lettera patente dell'Imperatore Federico III + + +Noi Federigo, per grazia di Dio, Imperatore Romano, ecc. + + _Omissis_ + +. . . . . Abbiamo saputo che l'illustrissimo Margravio Carlo di Baden, +conte di Sparheim, Nostro caro cognato e principe, pigliando motivo da +contestazioni insorte fra taluni Ebrei e Cristiani, ha commesso, verso +questi primi, atroci azioni, martorizzandoli in guisa che ne morirono, +ed impadronendosi poi dei loro beni. Ora come abbiamo invitato il +predetto Margravio a non più commettere simili atti da Noi non permessi, +così invitiamo voi tutti a voler obbedire a questa Nostra Patente. Il +predetto Margravio Carlo avendo agito in siffatta guisa senza motivo, +ma, a quanto ci consta, per odio e per sospetto che essi Ebrei abbiano +fatto uso di sangue cristiano di cui hanno assoluto bisogno e che perciò +abbiano commesso dei delitti, richiamiamo la vostra attenzione su quanto +siamo per dire. I nostri santi padri, i papi, hanno fatto studiare la +cosa da dotti e da giurisperiti ed hanno dichiarato che tali misfatti +sono infondati e proibiti, ed hanno vietato vi si aggiusti fede. Ci +affrettiamo quindi a dichiarare che essi Ebrei sono, coi loro averi, +sudditi del Nostro Imperial Dominio e che perciò ci saremmo affrettati +di studiare le accuse lanciate contro di loro se veramente vi fosse +stata giustizia nel procedere del Margravio e se non vi fossero stati +altri motivi che lo indussero ad agire frettolosamente e senza farcene +rapporto. Ripetiamo pertanto in tutta la sua forza la Nostra imperiale +Volontà, che tutti si astengano da simili azioni non avendo il Margravio +avuto il diritto di agire come ha fatto, e mandino a Noi, cui tocca di +giudicarne, ogni lagnanza. E questo ordiniamo seriamente, perchè tali +ingiustizie non abbiano mai più a verificarsi, sicchè non dobbiamo più +scrivere su tale argomento. Ordiniamo, poi, sotto pena di grave ammenda, +si mettano subito in libertà gli Ebrei imprigionati e si restituiscano +loro, conformemente a questa mia lettera imperiale, i loro averi. Tanto +ordiniamo in forza dell'Imperial Nostro Diritto, e di più ordiniamo, al +predetto Margravio, di pagare subito, alla Nostra Camera Imperiale, una +multa di 100 marchi in oro fino, essendo nostra assoluta volontà, che se +egli, o qualchedun altro, si dimostrasse disobbediente ed azzardasse, +per nessuna ragione, di toccare, come già ha fatto, gli Ebrei od i loro +beni, cadrebbe tosto in disgrazia. + +Il Margravio, e tutti con lui, sono invitati a proteggere in ogni guisa +gli Ebrei del Nostro Impero, e nessuno in nessun paese, città, +villaggio, borgo o distretto, possa permettersi di toccare loro od i +loro beni se non vogliono cadere nella disgrazia nostra e dell'Impero e +se vogliono evitare un'altra volta la succitata multa. Questa è assoluta +volontà Nostra, ed eseguendola non vi mancherà la Nostra benigna grazia. + +Dato a Volkmark, suggellato col Nostro Imperiale Suggello, il venerdì +avanti il giorno di San Giovanni, dopo la nascita di Cristo 1470. Nel +31º anno del Nostro romano Regno, il 19º dell'Impero ed il 13º del Regno +Ungarico. + +(Giovanni Cristoforo Wagenseil, “_Benachrichtigungen_” ecc., pagine +168–172). + + + + + III. + + Lettera del Doge di Venezia, Pietro Mocenigo, al podestà e capitano di + Padova. + + + Rub. Pro Judeis in causa beati Simonis de Tridento. + + Cart. 14 retro. + +Petrus mocenigo dei gratia dux Venetiarum etc. Nobilibus et sapientibus +viris Antonio erizo de suo mandato potestati et Bertucio contareno +capitaneo padue et successoribus suis fidelibus dilectis salutem et +dilectionis affectum. Ad nostram pervenit notitiam quod ex causa +cuinscumque rumoris dissipati scilicet in tridento inventum fuisse +puerum necatum a Judeis illius loci molestantur et verberantur Judei +habitantes in terris et locis nostris. Et quod absurdius est facto +impetu a christianis soditis nostris aggredi illos et predari sursum +deorsum commeantes. Queritur usque adeo ut transire de loco ad locum +dubitent, ne cedantur et dispoliantur: cuius quidem temeritatis auctores +et impulsores esse dicuntur quidam predicatores et etiam ipsi zaretanì +contionem de his habentes in populo. Que res quantum nobis displiceat, +quantum molesta et ingrata sit optime intelligere pro vestra prudentia +potestis. Credimus certe rumorem ipsum de puero necato commentum esse et +artem ad quem finem (343) videant et interpretentur alii. Nos vero +volumus semper ut in terris et locis nostris Judei secure et impune +inhabitarent: et omnis vis et iniuria absit ab illis non secus quod sit +erga ceteros fideles et subditos nostros. Et si quis est qui aliter vel +presumat vel cogitet, male nos et indignationem nostram novit. Et licet +non dubitemus quod pro una circumspectione probe intelligatis ista non +convenire: et presertim hoc tempore provideritis quod provisuri quod +sitis nec in ista civitate et territorio nostro contra Judeos innovetur +quodcumque dicta de causa. Tamen volumus et vobis mandamus ut sub +severissimis penis providere debeatis, et talem operam dare quod secure +et tute inhabitare voleant: et ut sursum deorsum ire et redire Judei +omnes istic habitantes procedendo contra inobedientes et obviando ne a +predicatoribus aut aliis excitetur populus ad tales insultus, quo nihil +displicentius audire et intelligere possemus: has autem nostras literas +in actis Cancellerie vestre ad futurorum memoriam registrare faciatis. + + Datum in nostro ducali palatio + + Die XXII aprilis — Jndictione VIII, 1475. + +Copia tratta dal Registro originale della Cancelleria di Padova segnato +col N. XXVI — e chiamato _Registro Verde_. Si conserva nell'Archivio +Antico annesso al Museo Civico. + +(343) A che fine? Risponda per noi un contemporaneo e precisamente un +Sacramorus, ambasciatore milanese a Roma e Protonotario apostolico, il +quale scrivendo da Roma, a Cicco Simonetta, segretario del Duca di +Milano, in data 7 agosto 1475, vien fuori, a proposito di questo fatto, +con queste precise parole: “... èt il prefato nostro Signore manda el +vescovo de Ventimiglia a Trento per vedere et examinare questo che se +scrive, acciò che se pur sia vero, e non sia appetito de qualche +roba...” (Cfr. _Bollettino Storico della Svizzera Italiana_; anno IV: +gennaio-febbraio 1884, pag. 21). Il fine dunque si sospettava fin +d'allora, ed era quello che noi siam sempre venuti dicendo: _Appetito de +qualche roba_, come diceva quel buon Sacramorus, per non dire netto e +schietto il desiderio di derubar le vittime, calunniandole. + + C. G. + + + + + IV. + + *1479 . . . Aprile.* + + +Carteggio relativo all'arresto di alcuni Ebrei della provincia di Pavia, +falsamente imputati d'avere, nelle loro cerimonie, crocifisso un +fanciullo cristiano; e dichiarazione di provata innocenza, emessa il 28 +aprile 1479, da Bona e Giovanni Galeazzo Maria Sforza, con ordine di +liberazione e resa dei beni confiscati (344). + + + 1º + +Illustrissimi et excellentissimi principes et domini domini mej +metuendissimi. Aviso vostre excellentie qualiter noviter domino Antonino +locumtenente del Cardinale ha dextenuto uno hebreo che sta in la tera +dela Stratella per famiglo de uno Belhomo hebreo che sta in la terra de +Arena, perchè el debe haver piglato uno puto et mandato al dicto Belhomo +per fare le cerimonie deli hebrey, lo qual puto non se trova. El qual +famiglo he stato examinato, et prout posso intendere ha confessato haver +mandato esso puto al dicto Belhomo. Et intexo questo ho facto dextenire +esso Belhomo: Et aziò se possa haver il vero dal dicto Belhomo +bexognaria haver esso famiglo, et etiam la confessione per luy facta et +li altri indicij per esso domino Antonino et seu il suo potestà +assumpte, aziò etiam possa intendere li complici et participi de tal +delicto, et provvedere circha il punire similli errori, li quali non +sono da tollerare. Per la qual cossa piaqua a vostre excellentie +scrivere al dicto domino Antonino, me vogla dare nele mane cussi dicto +famiglo, come la confessione sua et altri indicij circha ciò assumpto +per intendere il vero; avisando esse vostre excellentie che più +virilmente se procedarà nante a mi che al dicto domino Antonino, perchè +etiam questo he uno officio, et vostre excellentie non debano tolerare +me sia tolta la jurisdicione, la qual cosa etiam cedarà ad utillitate de +vostre excellentie, ala qual humiliter me racomando. + + Papie, XX aprilis 1479. + +Earundem illustrissimarum et excellentissimarum dominationum, fidelis +servitor + + JOHANNES CALZAVACHA. + +_A tergo._ — Illustrissimis et excellentissimis principibus et dominis +dominis ducibus Mediolani et dominis meis metuendissimis. + + Mediolani — cito — cito. + +(344) Questi documenti, il cui originale esiste nell'Archivio di Stato +di Milano, (_Raccolta_ EBREI 1479) vedono ora la luce per la prima +volta. + + C. G. + + + 2º + +Illustrissimi signori mei. Per una mia di XX del presente avisaj vostre +signorie illustrissime dela captura di uno ebreo facta per il +locotenente del reverendissimo Cardinale di questa città, qual inculpava +uno Belhomo pur ebreo che havea havuto nele mane uno puto christiano +qual no se trova et se dubita lo habia facto morire, et pregava vostre +illustrissime signorie facesero ch'io havese li indicij e la confessione +di quelo ebreo era nelle mane di esso locotenente, aciò ch'io potese +procedere contra dicto Belhomo, qual havea et ho nele mane luj e uno +altro nominato Saya da Piasenza, quali examinandoli li ho trovati varij +et mendazi. Pur il dicto Belhomo fin a questa hora sta sula negativa, ma +invero dubito sia culpevele. Ora in questa il locotenente del +reverendissimo Cardinale m'ha presentato una littera de XXI del presente +di vostre illustrissime signorie, quale mi comandano deba vedere de +havere dicto Belhomo nele mane et consignarlo al Capitaneo de Justicia +de Milano, qual già duij dì fa, como ho scripto a prelibate vostre +illustrissime signorie ho nele mane cum il cumpagno sopranominato, et +como filiolo di ubedienza lo haveria de subito mandato ad esso +capitaneo. Ma il locotenente ante me presentase le mie littre già havea +facto intendere il tenore di queste littre a molti citadini quali di +subito fycero convocare la provisione et hanno ellecto duy cittadini che +hozi si partino per venire a vostre excellentie per obviare non si +mandano, li quali som domino Ambrosio Pizono, et frate Boniforto +Strazapata, et questa comunità m'ha facto grandissima instantia non +manda dicto Belhomo finchè li ambasciatori loro non siano venuti da +vostre excellentie, ma non seria già stato a sua richesta, ma il +locotenente del Cardinale vene in previsione et dise che ante mandare il +suo, volea venire prima lì, et così vene una a cum dicti ambasatori. +Vedendo così mi som confidato de avisare prima prelibate vostre signorie +di questo, ante lo mandi, qual tenerò in bona custodia donec vostre +illustrissime signorie mi scriverano altro. Ho mandato ad Arena a fare +fare discretione di tuti li beni del dicto Belhomo; e così ad +investigare il vero ho dati certi tracti di corda al dicto Belhomo; pur +non ha ancora voluto confessare. Ma se vostre illustrissime signorie mi +lasaranno procedere non dubito trovare il vero. Ma non farò altro finchè +vostre excellentie non me avisano di quanto habia a fare, quale ubedirò +senza rispecto alcuno, et a quelle humilmente mi ricomando. + + Papie, XXII aprilis 1479. + +Earundem illustrissimarum et excellentissimarum dominationum. + + Servitor + JOHANNES CALZAVACHA. + +_A tergo._ — Illustrissimis et excellentissimis principibus et dominis +dominis ducibus Mediolani etc, dominis meis metuendissimis etc. + + Mediolani, — cito — cito. + + + 3º + +Illustrissimi principes et excellentissimi domini domini singularissimi. +Havemo inteso vostre signorie havere scripto al magnifico domino +Comissario et Potestà di questa sua città, deba mandare in le mane del +Capitaneo dela Justitia di quella città certi ebrey qualì, ut dicitur, +hanno occixo in grandissimo vilipendio de tuta la christianità uno +fanzullo in la terra de Arena; del quale caxo tuto questo populo, maxime +li cittadini di questa città, et quanto sonno da più tanto etiam più se +ne stupisseno et fanno grande murmuracione, che quando sij vero non +sarebe allo pacto, da esser tollerato, imo speramo vostre signorie ne +debiano fare grande dimostracione. Et perchè in quella jurisdicione unde +è comisso el delicto debe anchora esser facta la punicione et sie in +Pavia. Il che etiam ultra che sii de rasone, e molto honesto poj che il +loro sangue et persone sonno taliter indebite oltragiate, essendo cossì, +havemo deliberato mandare da esse vostre signorie il spectabile doctore +domino Ambroxio Pizono advocato di questa comunità et domino frate +Guiniforto Strazapata, ambo cittadini, quali ad nostro nome exponerano +ad vostre signorie circha questo quanto da nuy hanno in comissione. +Supplicando ad quelle se degnano darli benigna audientia et piena fede +como ad nuy proprij, como speramo in le prelibate vostre signorie, ale +quale si ricomandiamo. + + Datum Papie die XXII aprilis 1479. + +Earundem dominationum vestrarum fidelissimi servitoris + + Deputati officio provixionis + comunis civitatis vestre Papie. + +_A tergo._ — Illustrissimis principibus et excellentissimis dominis +dominis ducibus Mediolani etc., Papie Anglerieque comitibus, ac Janue et +Cremone dominis dominis singularissimis. + + + 4º + +Illustrissimi principes et excellentissimi domini domini mei +singularissimi. Quest'hora per Ambroxio correro ho la secunda di vostre +excellentie data heri circha il facto deli Judei quali mandarò omnino +questa sera al Capitane dila Justicia, secundo m'è scripto per vostre +excellentie, quibus me humiliter comendo. Datum Papie die 23, hora +10^ma, aprilis 1479. + +Earumdem dominationum vestrarum, ad Deum devotus orator. + + ANTONINUS MALVICINUS de Font. + locumtenens etc. + +_A tergo._ — Illustrissimis principibus et excellentissimis dominis +dominis ducibus Mediolani, dominis meis singularissimis. + + + 5º + +Illustrissimi principes et excellentissimi domini domini mei +singularissimi. In executione dele litere de vostre signorie ho +consignato a Johanne da Napoli dicto Rosso et ali compagni suoi +provixionati de vostre signorie Belhomo judeo quale era qui destenuto, +aciò che lo debano condure lì in le mani del capitaneo de castello di +vostre signorie sempre secondo la continencia de epse lettere. A vostre +signorie mi racomando. Papie die 25 aprilis 1479. + +Illustrissimarum dominationum vestrarum + + servus + + JOANNES CALCIAVACHA, eques et doctor + commissarius et potestas ibi. + +_A tergo._ — Illustrissimis principibus et excellentissimis dominis +dominis ducibus Mediolani, Papie Anglerieque comitibus, ac Janue dominis +dominis meis singularissimis. + + + 6º + + 1479. die XXVIII aprilis de mane. + + Congregatis infrascriptis senatoribus videlicet. + Magnifico domino Sfortia Secundo. + Reverendo domino Episcopo Comensi. + + Domino Petro Francisco Vicecomite. + ” Nicodemo Tranchedino. + ” Orpheo de Richano. + ” Azone Vicecomite. + ” Cicho Symonetta. + ” Johanne Symonetta. + ” Bortholomeo Chalco } _Secretari._ + ” Johanne Jacobo Symonetta } + ” Francisco Ritio, _Cancellario_. + +Fuerunt vocatì dominus Antoninus Malvicinus vicarius reverendissimi +domini cardinalis Papientis et dominus Ambrosius Pizonus et frater +Bonifortus Strazapatta oratores Papienses, presente Turlurù puero quem +asserebant a Belhomo hebreo in Arena crucifixum. Et petentibus ipsis +oratoribus remitti hebreos detentos ob hanc causam ad potestatem Papiene +laedatur sua juridictio etc.; fuit eis responsum quod illustrissimi +principes nostri nolunt rumpere eorum jurisdicionem, sed quia huiusmodi +imputacio fuit data hebreis alias et tamen fuit inventa falsa, voluerunt +prefati principes nostri hoc intelligere, quia huiusmodi casus, si +fuisset verus, erat atrocissimus et offendebat totam christianam +religionem, ideo erat officium principis hoc ad se advocare et veritatem +intelligere; et si fuissent reperti culpabiles, fuissent etiam remissi +ad potestatem Papie ut punirentur. Et sic fuerunt dimissi dicti oratores +et ordinatum quod scribantur littere huiusmodi responsionis ad +comunitatem Papie, et, relaxerunt et liberentur omnes hebrej hac de +causa detenti, et eorum bona eis serventur et extorta restituantur. + + + 7º + + Ex Mediolano die XXVIII, aprilis 1479. + + Commissario et potestati ac duodecim provisionis + + Comunitatis Papie. + +Dilecti nostri. Sonno stati da nuj el nobile doctore messer Ambrozio +Pixono et Boniforto Strazapatta vostri ambaxatori li quali se sonno per +vostra parte gravati che havendo noi facto condure qui Belhomo et Donato +hebrei imputati de havere morto in Arena uno putto nominato Turlurù sia +lesa la jurisdicione de quella nostra città, allegando la condemnatione +et punitione deli dicti hebrei, casu quo essent culpabiles, et la +absolutione sì essent innocentes doversi fare per voi Commissario et +potestà suo judice ordinario; et per questo rechiedeveno volessimo +rimettere li dicti hebrei. Noj gli havemo facto rispondere che nostra +voluntà non fo maj, ne è, alterare ne rumpere la jurisdicione de quella +nostra fidele Comunità, immo conservarla cusì como la conserviamo a +tutti li altri nostri subditi. È ben vero che essendone venuto a notitia +quanto di sopra è dicto della imputatione che se dava alli dicti hebrei, +et considerato che quando tale cosa fosse stata vera de gravissima +atrocità tendente in generale oprobrio della christiana religione et ad +manifesta offensione della dignità nostra, ce è parso como a catholici +et christiani principi essere nostro officio, et ad noj principalmente +pertenere la investigatione et cognitione de sì horibile et detestando +delicto, et fargli quella provisione che alla observantia della fede de +Christo et al debito et honore nostro sè conveneva. Et per questo havemo +voluto havere quì li dicti hebrei, et fare investigare con diligente +examino la verità de questa cosa, con ferma dispositione che trovandosi +culpabili li dicti hebrei fossero puniti et castigati in quella nostra +città sotto voj Commissario et Potestà juxta suoi demeriti. Et cusì se +veneva ad essere satisfacto al honore nostro, alla justicia et al +desiderio de quella nostra comunità, benchè come principi et signori +haressimo possuto et possemo simili et altri errori farli punire +arbitrio nostro, dove et como ad noi paresse più conveniente, et ad più +salubre exemplo. — Hora havendo effectualmente trovato che tale +imputatione è stata falsa, et calumniosamente facta, como etiam altre +volte è accaduto, et essendosi trovato el dicto putto ghiamato Turlurù +vivo et senza lesione alcuna, conducto al cospecto nostro et veduto per +li dicti vostri ambaxatori, se siamo maravigliati non senza molestia de +questa scandalosa inventione dalla quale sonno stati per uscire +periculosi inconvenienti tra populari et gente imperita; et havemo +commandato et per tenore delle presente commandiamo che li predicti +hebrej et tutti li altri destenuti per dicta casone siano liberamente +relaxati senza offensione et danno alcuno, et alla liberatione deli +dicti hebrei non c'è parso in cosa tanto manifesta s'y conveniente +procedere per via judiciaria, ma summariamente quoniam effectus ipse +declaravit falsitatem dicte imputationis, cuius autor nullus comparuit +ad accusandum. + +De questa nostra resposta et deliberatione havemo voluto darvi aviso per +nostre littere, perchè distinctamente intendiati el tutto, et +cognosciati che non haveti casone de posservi dolere de quello havemo +facto per debito et honore nostro in questa facenda; immo doveti +referircene gratie et como fideli subditi recevere a beneficio singulare +che habiamo facto retrovare la verità de sì scandalosa imputatione. +Volemo et ve comandiamo che debiati provedere, presertim voi potestà et +comissario, che alli hebrej in quella città et sua jurisdicione non sia +facta indebita molestia nè ultragio perchè non intendemo comportarlo, +como a bocha havemo facto dire ad epsi vostri ambaxatori. + + + 8º + +Illustrissimi principes et excellentissimi domini domini mei +singularissimi. Per exeguire quelo ho in comissione per lettere de +vostre illustrissime Signorie Mediolani date sub die 28 instantis mensis +et signate Cichus, de fare restituire tute queli pigni sono tolti ali +Ebrey de Arena, quali sono retenuti pel el judice del Malleficio, +Sindici fiscali et notari et familia mia, li quali sindici judice notari +et familia li ho havuto da mi et li ho facto intendere quelo me comete +vostre illustrissime signorie sia restituite esse robe ad essi Ebrey +senza spexa alcuna; et essi me hanno resposto che sono paratissimi ad +obedire ali comandamenti de vostre illustrissime signorie, et così me +hano consignate apreso di me tute esse robe. Ma dicono che essendo loro +stati giorni sei sopra la hostaria cum cavali da victura, pare sia +honesto siano satisfacti dela loro mercede et deli cavali da victura +etiam se may non fuseno in dolo essi Ebrey, perchè questi tali officiali +quali sono andati a fare questa tale descriptione sono in bona fede hano +obedito ad quelo lì è comandato, maxime che essi Ebrey, per simile poca +spexa, son certo non serano tropo retrogradi (345). Nichilominus +exequiro sempre quelo m'è comisso per vostre illustrissime signorie le +quale pregole se degnano scrivere quelo ho ad fare, se li pare tracta +qualche composicione per così minima cosa, adciò che questi tali +officiali in li facti dela camera, quando acaderà, siano più vigilanti, +ale quale cum fede et devocione sempre me racomando. Datum Papie die +ultimo aprilis 1479. + +Earumdem dominationum vestrarum, + + Fidelissimus servitor + JOHANNES DE CALZAVACHA + ibidem Comissarius et Potestas. + +_A tergo._ — Illustrissimis principibus et excellentissimis dominis +dominis Ducisse et Duci Mediolani, Papie Anglerieque Comitibus ac Janue +et Cremone dominis, dominis suis metuendissimis etc. + +Dentur in manibus magnifici domini Cichi ducalis primi secretari +dignissimi etc. + +(345) Si noti singolare giustizia de' tempi. Gli Ebrei erano stati +riconosciuti innocenti, il fanciullo che si pretendeva ucciso da loro, +era vivo e sano, ma ciò non toglieva che ad essi non si facessero pagare +le spese del giudizio. + + + 9º (346). + +Bona, et Joannes Galeaz Maria Sforcia Vicecomites Duces Mediolani, ac +Papie Anglerieq, Comites, ac Januæ et Cremonæ domini, Parte +universitates heb.^m in dominio nostro commorantium tenoris huiusmodi +accepimus supplicationem V.^z + +Ill.^mi ac Excell.^mi Principes, Già sonno m.^ti anni che li heb.^i del +duminio uro p. uarij modi sonno statti tribulati et aflitti nelle Robbe, +et persone sue, non ostante che sempre siano statti pronti, et +uolenterosi al bene, et utile del statto uro, in modo se trouano in li +mali termini se le Ecc.^me u͠re non si degnano prouedergli, però che da +certo tempo in quà sonno perseguitatti nelle persone, et non pensando +alc.^i u͠ri offitiali quanto più è speso tanto manco gli è rimasto, +cercando per uia inderetta di molestargli nelle persone de dì in dì, et +de tempo in tempo studiando far noui inuentioni e che sij uero da dui +mesi in quà sonno acaduti l'infrascritti casi, V. g. in ualenza +trouandossi mancare un putto hebbeno suspitione contra li heb.^i di d.^a +Terra, et li fù minaciato assai, et se per Dio gratia lo putto non si +fusse trouato annegato in una foppa per certo l'incoreua mal assai. +Similiter essendo perso un putto di Monte Castillo fù imputato alli +heb.^i di d.^a Terra e poi fu trouato era caduto uia per una sua amida. +Il simile accadete a Bormio, item a pauia essendo rimasto un putto da +sera seratto fuori dal ponte di Ticino, et condotto p. un Zentilhuomo a +casa sua a' fine di restituirlo à quello de chi era, et non se trouando +così subbitto, fù suspicato et mormorato contra heb.^i et cercato in +casa sua et minaciatoli, in modo chel patrone della casa fugito per +paura, et ancora non è ritornato, et se poi non fusse ritrouato non +sariano passati senza pericoli, et molestie assai, come è accaduto a +quello della stradella, et come alias acadete à Pauia che fureno +sachegiati et fatto leuar il popolo à Rumore à risego di far nascere +qualche gran scandolo et disordine con detrim.^to et pericolo del statto +de V. I. S. delle qual cose V. S. sono assai informate le quali sono +diuulgate non solum in Lombardia ma etiamdio fuori di Lombardia, et li +imputatti al detto luoco darena p. li tormenti grandi a loro fatti in +diuersi luochi hanno confessato hauer comesso quello di che erano +inocenti, et condotti in Castello et a casa del Cap.^o di giust., p. +tutto hanno Ratificato esser uero ciò haueuono d.^o et se Dio per sua +gratia non hauesse mandato che fusse trouato sariano statti tratatti +pegio che quelli da Trento, che Dio sà sel fosse uero ò non pure sperano +che Dio ne debba fare demostratione al tempo; è p. che se poderia +desuiare qualche putto fuori del Dominio, aut per qualche altro +inderetto fine inuilupato da qualche soy emuli per disfargli gli pare +grauiss.^mo che hauendo persa la Robba debbono sobiacere à tale, è tanto +pericolo delle Robbe, è persone sue, per che à loro sarà imposibile +hauer cura ne render conto de quanti putti si perdono nelli paesi doue +habbitano. Però credono che ne uno de sanno intelleto debbia credere +tale pazzie come li fi imputato per che la legge sua e nemicha +dell'Umicidio, Item naturalm.^te cadauno sia crudele quanto si uoglia +aborisse, et hà in abominatione il sangue humano, et chel sia uero +ch'essi heb.^i non siano in dolo, si proua pm.^te effecacissime rasone, +et argomenti, così legalli come naturale, per degnis.^me autoritate, et +primo per la loro legge Moysaycha gli è prohibito l'humicidio, et in più +luochi il mangiar sangue non pur humano, mà di qualunque animale se +sia — et q.^to si osserua tra heb.^i item naturaliter cadauna creatura +humana hà in erore, et abominatione non solo lo usare mà puro lo uedere, +sangue humano, ò un corpo morto, quanto magis saria in erore ucidere uno +p. usare del sangue suo, et chi uolesse dire che questo si facesse in +dispretio di Christo, se risponde non è uero, ne uerissimile, p. che da +Christo in quà sono statti m.^ti heb.^i che sono fatti Christiani, et +Dottori Ecc.^ti di grande fama, et authoritade come S. Paolo, Nicolo de +lira, Bonaventura, et m.^ti altri che erono informatiss.^mi delli Ritti, +et consuetudine heb.^e et se hauessero saputo essere tale consuetud.^e +apud heb.^i p. certo l'haueriano manifestatta, et pupallata, et la +chiesa non gli haueria non solo concessi m.^ti priueleggi, ma non li +haueria tolerati ne toleraria, come hà fatto, et fà in tutte le +prouincie de chrestianitate, mà li haueria scaciati et perseguitatti, et +cosi li altri S.^ri temporali e spirituali, et se forse se dicesse che +questa fusse consuetudine secreta si risponde gli sonno statti heb.^i +Batezzati, per uarie prouincie di chrestianità degni di fede dalli +qualli si può dimandare, et sapere se l'è uero ò no pure non si toglia +tale informatione da trouati ne persone leggiere, ma mature, et de buono +intelleto, et sentimento, et chi dicesse forse li sono alcuni pazzi che +p. sua fantasia si mettano ad cometter tale neffando mancamento, si dice +che comuniter li pazzi sono poueri, et non sono patresfamiglias imo +sonno regiuti da altri, et se uolessero bene commettere tali mancamenti +li altri suoi non la patirebbono, si per non contrafare alle legge così +diuine come humane, etiam per non incorere in pericolo et descrimine +delle persone et robbe sue, et li pazzi non saperiano ne imaginare, ne +gouernare tale cose, ne haueria rispetto farlo secretto, ò palese, item +se questo fosse uero li sono ut ita dicant inumerabili heb.^i richi in +terre de Turchi, Morri, et Saraceni, et altri infideli, che teneno +schiaui et fameglij et poteriano hauer delli putti ad suo piacere da +fare cio che uolesseno senza tanti rispetti ne pericoli senza impaciarsi +da fare tale cose in Terra de cristiani con tanti pericoli non solum +della robba ma etiam delle persone loro, Item della destrution de +ierusalem fatta per titto uespasiano in qua che li heb.^i furono +condotti à roma non si e mai ditto ne trouato habbino fatto tale +mancam.^to et saria impossibile se lo hauessero fatto che p. qualche +modo, et in qualche tempo non fusse statto scuoperto, et desiderando de +obuiare in futurum a tale machinatione, et pericoli, et che all'auidità +d'alc.^i offitiali, et altre persone sia ripresa et estinta, et gitatta +à parte in totum, supp.^no ut is attentis si degnano V.^re S.^rie +scriuere et mandare p. sue patenti le͠re sub indignationis pena alli +suoi offitiali p.te et futuri, che à modo non s'impazzano da fare +nouitatte alc.^a occ.^ne alicuius imputationis fiende in antea contra di +supp.^ts et se pur a V. I. S. non piacesse de cosi fare, saltem si +degnino scriuere et mandare che acadendo p. disgratie alc.^e imput.^ne +fatti p. persone degne di fede contra li supp.^ti, che li uff.^li +predetti siano obligatti sub.^o mandare q.^to tale imputato qua à Milano +da V. I. S. quali habino ad rimettere la cognitione del tutto a chi li +pare et piace in la pte città, il quale sia obligato p.^mo et ante omnia +hauer denanti à se l'imputatori e testimonij quali siano degni di fede, +et omni eceptione maiores con l'imputati et li diano copia delli inditij +perchè forsi li purgariano per altra uia che per tormenti, et non +ficendo purgatti per altra uia non mettono alc.^o d'essi heb.^i alla +tortura senza partecipatione, et espresso consentimento di uno +christiano sudd.^to uro effetto per li heb.^i allo esamine ad presso à +d.^o uffitiale ad cio la cosa passa maturamente et se cosi facendo li +trouarano in dolo li faciano punire senza alc.^a rimissione, et se +sarano innocenti de sibi imputatis non siano torterati, robbati ne +malmenati, et eo casu li falsi imputatori siano poniti pena talionis, +accio loro imprendano et siano essempio ad li altri da astenerse da +false imputationi, et cosi s'obuiarà à tali è tanti inconuinienti, et se +alc.^o falera sarà punito il che hauerano per gratia singolare da V. S. +alle qualle se raccomandeno, et nelle qualle hanno sua speranza con +rasone. Cuius intelleto et considerato tenore constitoq., nobis non +nullis ec memoratis hebreis superioribus diebus fuisse indebitte +imputatos quemadmodum ec eorum etiam naratur suplicatione nec sensum +obicientis quas ex ea suplicatione nobis causas exposuerunt sed eas +admittentes ueluti a ratione non dissentientes dignum arbitramur +oportune fore prouidendum ne qua indebita afficiantur iniuria, Tenore +igitur presentium comitimus et expresse mandamus omnibus et singulis +comissarijs, et potestat. Jusdicentibus, et offitialibus nostris ac +Pheudatariores nostrorum presentibus et futuris, ut sub indignationis +nostre pena de cetero, eis oblata uel alicui eom querella seu denuntia, +uel acusatione, seu imputatione q. alicquis heb.^i seu aliquis eorum +debuerint seu debuerunt aliquem Christianum seu christianam aliquam +ocidisse uel aliqua pena afficisse ut eius biberunt sanguinem seu aliud +quicqua contra fidem Christianam, uel in eius contumelia et iniuriam +faciant uel q. in graue scelus inciderint, contra huiusmodi imputatum, +seu imputatos, seu acusatos, non procedant, sed eos legitimis prius +precedentibus indicijs saltem per duos testes omni suspitione carentes +seu sufficientia indicia que alies de Iure equiperent: inditijs duorum +testium, ut puta unius testis omni suittione carentis deponentis de uero +actu ipsius delitti duntacat personaliter detineat seu detineri faciant, +ad nos postmodum illico mittendos una cum accusatoribus, et testibus, +prouidendo deiude ne aliquis fiat tumultus, uel iniuria contra alios +hebreos uel eorum bona comittentes ex nunc officiali ad hoc p. nos +deputando, quod p.^mo et ante omnia coram se habeat huiusmodi delictti +imputatores et testes una cum imputatis indiciorunq. copia ipsis +imputatis trade͠n: ut ea purgare ualeant infra debitum terminum ipsi +imputato statuendum, que si non purgauerit id post modum faciat quid +iustitia suadebit habito apud se ad omnia facenda aliquo iurisperito uel +causidico christiano, qui bone sit fame per eum seu alios hebreos +agentes pro eo aligendo, qui intersit ecamini, et sine cuius +partecipatione et consensu ad predicta, ne aliquid predictorum facere +possit si uero falso fuerint imputati puniantur imputantes de calumnia, +et ad satisfactionem damnorum interesse et expensarum, que et quas talis +indebite imputatus proinde, passus fuerit ac fecerit et ultra contra eum +ciuiliter et criminaliter fiat quod aduersus similes de Iure fieri +debet, si uero testes conuincti fuerint de falsitate, contra eos +procedatur et puniantur secundum formam Decretorum nostrorum super hoc +disponentium ne heb.^i predicti indebite uecentur cum per ecclesiam +patiantur, Christianorum terras inhabitare pro christi redemptoris n.ri +memoria, et hec omnia aliquibus legibus decretis statutis ordinibus et +consuetudinibus in contrarium facientibus non attentis, quibus quo ad +premissa ec certa scientia, et de n.re Potestatis plenitud.^ne etiam +absolute derogamus et derogatum esse omnino uolumus in quorum +testimonium presentes fieri iussimus et registrari nostriq. sigilli +impressione muniu. Dat Mediolani die XVIIIJ. Maij MCCCCLXX nono. + +Ego Jo Antonius f. q. D. Vincentij de insullo inferiori uerone pub. et +imperiali authe notarius predicta omnia fideliter exemplaui ab alio in +carta simili ecistenti mihi esemplandum tradito, et restituto nilq. illi +addidi uel diminui ita ut mutet sensum sententiamus in aliquo in quorum +fidem me subscripsi cum signi mei tabelionatus opositione. + + S. Cichus. + + ((SIGNUM BVLLI)) + +(S T) Ego Jacobus Bagatta f. g. D.ni Bonifatij de S. Michaele ad portus +uerone pub. ueneta authe not: premissa omnia fideliter exemplaui ab alio +in carta simili in foleo magno ecistenti mihi esemplandum tradito, +statimq. postea restituto uel addito, nel dimenuto quod sensum nutet +sententiaq: in aliquo, in quorum fidem me subscripsi signaq mei +tabelionatus apposui Consuetum etc. + + [[I B M]] + +Nos Jacobus suriano Pottas et michael Priulo Capitanehus Rect.res Verone +pro ser.mo Ducali Dominio Venetiane uniuersis et singulis attestamur +suprasc.tum Dominum Jacobum Bagattam esse Notarium publicum et legalem +istins mag.ce Ciuitatis et eius publicis scripturis hic et ubiq locorum +plena fides hadibenda esse in quorum fidem et Verone ex offi.o mag.ce +cam nre fisc.a Die Iune 4.to maij 1626 Ind. nona etc. + +Alcides Cimarlinus Coa.r M.e Cam.e uerone Concordat cum suo originali +Ego fr Dominicus M.a de Bononia Not Apostolius S.ore Inq.m Verone, etc. + +(346) Il presente documento si conserva negli Archivii della Comunità +israelitica di Verona. + + + + + V. + + Massimiliano II. + + +Noi Masimilian secondo Diuina fauente clementia romanorum imperator +sempre Augusto + + omissis + +faciamo noto publicam.^te con le presenti a chiascheduno, sicome +l'Università hebraica habitante nel sacro Imperio per suoi nontij, con +scritt.^re degne di fede humilm.^te ha fatto presentar un preuilegio, +ouer imunità all'istessa uniuersità heb.^ca dato et concesso +gratiosamente dall'inuitiss.^mo Imperator Carlo Quinto felice memoria +n.ro diletto cugino, et socero, qual è del tenor è di parola in parola +come qui a basso cioè + +Noi Carlo Quinto + + omissis (347) + +“Hauendone più oltre segnificato l'uniuersità heb.^ca qualm.^te più +uolte sonno statti imputatti che per il lor bisogno sia necessario auer +sangue Christiano, et per cio per colpe, et fatti qualli debeno per essa +causa perpetrare à Christiani non è manifesto à sciente fatto ne ancora +sufficiente proue, et inditij, mà per causa di depressione, et +suspitione; ò uer à nuda delatione, ò simplice segnificatione de suoi +maleuoli contra li loro priuileggi, et antichi consueti sono +grauissimamente molestatti, tratenuti captiui, tormentatti, condenati di +uita alla morte, tolto le lor robbe et facultà, euidentem.^te non +obstante che li santiss.^mi padri n.ri li pontefici habbino fatto +dichiarat.^ne et prohibitione di credere, et ancora il q. N.^ro S.^re et +Attauo imperator fedrico preclariss.^me memorie per tali papali +declarationi specialm.^te fatto espedire seriose comess.^ne et mandati +per tutti li statti del Imperio, et specialm.^te ad alcuni di essi di +tal intento desistere, et etiamdio prouedere, et non permetter quello +anci occorendo tali casi rimetter quelli à sua Maiestà, come supremo +S.^re et giudice dell'unita heb.^ca senza alcun mezzo spetante, et +seriosam.^te hà commandato etiam contra li priuilegij, et antichi soliti +delli heb.^i grauem.^te molestatti pregionati, tormentati, di uita alla +morte, condenati, et li beni et facultà loro uiolentem.^te statti tolti +et noi per esse declarationi papale, ò dell'espeditte comissioni del +n.ro Attauo imper.^re Fedrico preso tanta informatione che quello è +imputatto alli heb.^i necessario non hà da esser. Pertanto etiam per +altre più cause mouente ordinamo et sancimo, che p. l'hauenire ne un di +qual sia grado si uoglia per tal causa prenda più ne un heb.^o ò heb.^a +et senza precedenti, et sufficiente inditij, o uer proua di Testimonij +fide degni, ò trouando in frangenti crimine non tormentatti, ne +condenati da uita alla morte, Ma occorendo tali querimonie ò imputationi +quel p.^mo rimettere, o riportare a noi, et nri sucessori Rom: +Imperatori, o Regi, come suprema superiorità in Imperio dell'Uniuersità +heb.^a et cui eupeture la risolutione, per il che statuimo, ordinamo, +sancimo, declaramo, et uolemo, dalla predetta ampia nra atta imperiale, +et di certa scienza che per l'auuenire tutti li priuileggi, ire, +libertadi, gratie, defensioni, protectioni, saluaguardie, saluicondotti, +et confermatione della prefatta uniuersità heb.^a in tutti, et cadaun +suoi punti, articoli, clausale, continentie, sententie, comprehensioni +siano totalmente roborosi, ualidi et stabilm.^te osseruati, et essequiti +in tutti i modi, come tutti et cadauno specialm.^te di parola in parola +in questa nra imperial Lra fussero descritti, et espressi, quali +etiamdio sono in q.^a sufficientem.^te compresi et espressi hauer +uolemo, Et ancora che la prefata unita heb.^a et suoi sucess.^ri +generalm.^te et specialm.^te debba hauer li soprascritti nostri di nouo +concessum Priuilegij, gratie, deffensioni, protectioni, saluaguardie, et +saluicondutti, permanere in quelli, et contra essi, ne in generale, ne +in speciale da niuno, ne per rapina, offensione personale ne reale di +beni, et facoltà loro, ne espulsione, ne ridutione, obserciatione di +scole sinaghoghe di essi, ne alias per altra uia debano esser molestatti +perturbati, et impediti, anci loro, et suoi sucessori q.^ti quietam.^te +godere et fruire posino, et debino senza impedim.^to da niuno et si e +contra inscientem.^te o importuna instantia, da noi, o nri sucessori in +imperio si statuisse è concedesse, ò si espedisse alcuna cosa in +contrario alli sopradetti, et à questo nro priuileggio parim.^te se a +quelli se facesse acordo alcuno ò altro incomparso senza nra uolonta et +assenso tutto questo contra essi non debba hauer effetto ne robore, ne +ualore, anzi tutto esser inualido infirmo, et impregiudiciale; Per che +noi tutto questo, et cadaun particolarm.^te ec nunc pro ut ex tunc, et +ec tunc pro ut ex nunc, cassamo, anulamo, irritamo, inualidamo in uirtù +di q.^ta lera sopra cio comandiamo à tutti, et qualunque Principi +ecclesiastici, et seculari, prelati, Conti, Baroni, S.^ri cauaglieri, +Nobili, Capitani, Prefetti, Prouinciali, Vicedomini, Profetti, +Locotenente, officiali, Giudici, Potestadi, Consiglieri, Cittadini, +comuni, et tutti li altri nri et del Imperio sudd. fideli, di qualunque +grado, Dignità, ò conditione, siano pnti et futuri, seriosamente con +questa littera, et uolemo che lassate totalm.^te permanere la prefatta +nra unita heb.^a in generalità et particularità, con le sopra scritte +papali declarationi, et de nri Predecessori nel imp.^rio et q.^ta nra +libertà, priuilegij, confirmatione, deffensione, protectione, +saluaguardie, et salui condotti, osseruare, defendere, et protegere, et +non contrafar, ne ad' altri permetter contrafar in modo, et in uia +niuna, cossi cara à cadauno sia la nra, et imperii indignat.^ne, et pena +graue, è ancora molta nominatiua di schiuare Marche cinquanta d'oro +puriss.^mo quale cadauno tante uolte temerariamente contrafarà, se non +uorà abstenersi, la qual per la mittà à noi, et la nra imperial cam.^a +et l'altra mittà all'Unita heb.^a ò uer alli offesi irremisibilmente +sarà aplicata senza Inganno. In fede de cio sigilato col nro imperiale +appendente segillo. + +“Datta in nra, et imperij, Cittade Spira alli 3 del mese di Aprille di +poi la nattiuità di Christo diletto S.^re 1544: Nel nro imperial gouerno +nel uigesimo quarto ò altri nri Regni nel uigesimo nono anni etc.” + +Et de più humilm.^te han pregato, et supplicato à noi, come Imp. de Rom. +che gratiosam.^te ghe uogliono renouar, confirmar et aprobar i suoi +descritti Priuileggij et immunità + + omissis (348) + +Datta nella nra ò del nro Imperio. Città d'Augusta alli 8 del mese di +marzo dopo la natiuità del nro S.^re e saluator 1566: nel nro imperial +gouerno nel quarto nel Hungaro nel Terzo, et nel Boheno nel 18 anno etc. +Masimigliano + +Vice ac Nomine R.^mi Dni Archicancell Magautini + +Ad m.^tu sac. ces. Miti propriu. + + V. Io: Bap: Weber e. Haller etc. + +_Ego Gaspar f. q._ D. Iac. Antonis de seraualle pnb: imperiali autte +not.s et V. Cancell. Mag.ce Coiatis Rob.ti attestor fidemque indubia +facio quibuscuq — Priuilegium concessa Uniuersitatti Hebraice ab +inuictissimo Cesare Carolo Quinto sub die 3 aprilis 1544: ex Ciuitate +Spire et confirmatum ab inuictissimo Cesare Masemigliano secundo ex +Ciuitate Auguste sub die 8 Martij 1566: munitum sigillo magno imperiali + + omissis + +et hoc ec suo authentico transupto e lingua germana, qua caleo in Italam +fideliter, et sincere, a suo sensu penitus non discendis uertisse, et +traduisse in omnibus pro ut sopra etc in quoru testimoniu me manu +propria subscripsi, signoq. meo actis tabelionatus solito muniui + + Ad Laudem Dei Opt.i Maximi + +Nos Carolus Rusca. I. V. D. Perginen: Roboretti, e sui districtus +pretor — omissis (349) — Roboreti die X Juni. MDCII. + +Ego Jacobus Bagatta f. q. D. Bonifatij de S. Michaele ad portas Verone +publicus Veneta Anthe Notarius (350). . . + +Nos Iacobus suriano Pottas, et Michael Priulo capitaneus Rectores Verone +(segue la legalizzazione). Verone ex uff. magn. Cam.e n.re fisc.s Die +lune 4.to maij 1626. Ind. nona. — Concordat cum suo originali ver.a F. +Fr: Dominicus M.a de Bononia Not.ro Apliu S.ne Inq.nis Verone. + +(347) Conferma i privilegi concessi agli Ebrei dai Pontefici ed +Imperatori e stabilisce varie disposizioni in loro favore. + +(348) Segue l'approvazione, la sanzione è: — la graue indegnatione n.ra +o dell'imperio, et di più sotto pena di sessanta marche — + +(349) Segue la legalizzazione. + +(350) Segue autenticazione della propria copia. + + + + + VI. * + + Martino Lutero. + + +_Tomo 5, Witt. Foglio 443._ Pregai si trattasse bene (gli ebrei) si +istruissero nella Sacra Scrittura, e così avrebbero potuto rimanere +presso di noi; ma se noi li cacciamo colla forza, li incolpiamo di avere +sparso sangue cristiano, di puzzare e _di altre simili sciocchezze_, +trattandoli come cani, qual guiderdone possiamo da essi sperare? (351). + +(351) Vedi CHRISTIANUS CERSON: “Der Jüden Talmud 1613” _Epistola +dedicatoria_ al principe Enrico Giulio, vescovo del convento di +Halberstadt, duca di Brunswick e Lüneburg; GIOVANNI CRISTOFORO +WAGENSEIL: _Benachrichtigungen_, 1705. + + + + + VII. * + + Stefano Re di Polonia + + +Noi Stefano, per grazia di Dio, Re di Polonia, _omissis_, pubblichiamo a +tutti ed a ciascuno che ne abbia bisogno. + +Giunse a noi ed alle nostre orecchie, cosa meravigliosa e da noi non +prima udita, sulla uccisione di fanciulli cristiani e precisamente sul +ratto e sulla uccisione del figlio di un certo eccellentissimo +Studsionsky nel circolo di Gostina. Siccome non soltanto si sospettano +gli Ebrei di questo misfatto, ma vengono anche apertamente accusati, +così crediamo necessario investigare e cercare premurosamente quanto +siavi di vero in quest'accusa; e tanto più ciò ci sembra necessario in +quanto simili accuse non si sollevano ora per la prima volta, essendo +per numerose testimonianze venuto a conoscenza nostra che già da lungo +tempo si è sparsa la voce aver gli Ebrei rubato ed ucciso fanciulli +cristiani ed anche comperato (per farne vilipendio) il Santissimo +Sacramento, voce che dette origine a scene deplorevoli. + +Ora avendo due gentiluomini Studsionsky portato apertamente dinanzi a +noi una simile accusa contro gli Ebrei ed avendoci mostrato un fanciullo +morto, ordinammo si procedesse a severe indagini. Siffatte indagini +furono dai nostri ufficiali condotte col maggior zelo, furono citati gli +Ebrei e da ambe le parti si addussero prove e testimonii per porre in +luce il vero; il risultato fu che non soltanto gli Ebrei non erano +colpevoli, ma che nessun sospetto poteva venir su di loro formato. Anzi +i predetti signori, saputo di essere stati tratti in errore e che nulla +si era rinvenuto a carico degli Ebrei ritirarono l'accusa. Dimostrata, +nel modo più assoluto, la loro innocenza in questo fatto, gli Ebrei si +lagnarono meco amaramente perchè da queste popolari credenze che essi +abbisognando di sangue cristiano, rapissero ed uccidessero fanciulli +cristiani, o che vilipendessero il Santissimo Sacramento comperandolo +dai Cristiani, e facendone spicciare sangue umano, non soltanto erano +derivate loro numerose persecuzioni, ma s'eran trovati spesso in +pericolo di vita, ed avevano dovuto soffrire crudelissimi martirii e +persino acerba morte. Dopo averci dimostrato, con decreti e privilegi +dei nostri antecessori, l'ingiustizia di tali pene, ci supplicarono +caldamente, per mezzo di alcuni nostri Senatori, di provvedere, in modo +definitivo, perchè non abbiano per lo stesso motivo a rinnovarsi gli +insulti, le persecuzioni ed altre ingiustizie di cui già ebbero a +soffrire. Commossi da questa preghiera, e desiderando precludere l'adito +a simili calunnie e rimuovere una causa di tumulti e di persecuzioni che +gli Ebrei ebbero spesso a soffrire per questo argomento, abbiamo +deliberato in base alla nostra ferma convinzione ed in seguito a parere +dei nostri Senatori, che nessuno osasse d'ora innanzi muovere agli +Ebrei, nel nostro Regno e nei nostri dominii, l'ingiusto rimprovero del +rapimento e dell'uccisione di fanciulli cristiani, o della compera del +Santissimo Sacramento. Ed essendo essi innocenti di entrambi questi +misfatti non devono perciò essere calunniati, nè accusati dinanzi un +giudice o qualunque altro magistrato, essendosi nel fatto dimostrato che +queste accuse non hanno base di fondamento, e che gli Ebrei non fanno +uso di sangue, nè cercano di procurarsi il Santissimo Sacramento. Perciò +chiunque si facesse lecito di ripetere tali accuse, vogliamo che, senza +riguardo a rango, venga severamente punito, come autore di grandi +disordini. Chi dunque incolpasse gli Ebrei di questi misfatti sarà +punito come calunniatore; e colui che per questi motivi portasse contro +di essi un'accusa dinanzi ad un giudice, sarà passibile della _poena +talionis_ e dannato nel capo. + +Questa nostra decisione portiamo a cognizione di ciascuno che avesse +bisogno di saperlo, e specialmente vogliamo che venghi notificato a +tutti i Woiwodi, Starosti e Sottostarosti ed in generale a tutti +impiegati, Sindaci e Consiglieri, ed ordiniamo che la Nostra Volontà sia +da essi strettamente eseguita, portata a cognizione di tutti perchè +agiscano solamente secondo la Nostra Volontà, altrimenti cadrebbe su di +loro la nostra disgrazia. + +Noi firmiamo per maggior sicurezza questo scritto e vi apponiamo il +suggello della Nostra Corona. + +Dato a Varsavia il 5 del mese di luglio dell'anno del Signore 1576 nel +secondo anno del nostro Regno. + + STEPHANUS ELECTUS REX. + + + + + VIII. + + Sentenza a favore di Giuseppe, Ebreo veronese. + + +Exemplum ab alio ex concione undecima Ill.^mi D.ni Iustiniani contareno +Verone Potestatis die ult.^o mensis februarij milesimi sexcentesimi +tertij Jndictione prima + + De + +Ioseph hebreus q. Abrahamini dictus anselmi *Accusatus a Bernardino +Bertono* calligarum resarcitore de sancto marco quia cum sero factum +esset uigilie admirabilis ascensionis D.ni anni modo lapsi non nulli +adolescentuli puerilibus iocis incumberent in curte uulgo nuncupata di +Panthei idem Joseph scienter et dolose eiusdem Bernardini paruulum +figlium hostio proprie domus assidentem ui rapuerit ac inuolutum palio +nisi fuisset impijs eius manibus ereptus in uicinam heb.^m stationem +deferre tentauerit uel ut christianam animam è gremio sacrosancta +Ecclesia matris disceptam ad iudaicam perfidiam, et perditionem +deduceret, uel ut eodem infante crudeliter necato, et sacratiss.^me +morti n.ri saluatoris illuderet et innocenti sanguine ad pessimos et +nefandos usus uteretur sicut alius factum esse quibusdam +circonforanete — historie monamentis probare conatus est ipse accusator +uel etiam ut huiusmodi facinore uindicaret amissionem figlie sue que +quide per lauacrum regenerationis ab eius prauitatis errore ad aternam +salute confugere proximis precedentibus mensibus elegerat, et ut in +processu diffuse legitur. + +Detentus et constitutus dictus Joseph negauit tantum comissise scelus et +ipsi deffensionibus intimatis tam in scriptis quam in uoce p. Exc.^m +eius aduocatum nedum suas satis legitimas deffensiones deduxit uerum +etiam demonstrauit uarijs allegatis sacre bibilie locis hebraicum ritum +a sanguinis effusione abhoreri, segnificando etiam quod uarij principis +hanc huiusce sanguinis usus famam pro uana nulla et falsa habuerunt +publicis datis priuilegijs *nempe Bona* et Ioannes Galeatius Maria +Sfortia Duces Mediolani ut constat sub die 19 maij 1479. Petrus Mocenigo +Dux Venetiarum sub die 22 aprilis 1475 (352): et denique fridericus +tertius Carolus Quintus et Maximiglianus secundus sub die octauo martii +1566; in quibus affirmatur olim à sanctissimis pontificibus prohibitum +fuisse quicquam credere de huiusmodi obiecto impio sanguinis christiani +abuso, et ex quibus omnibus tollitur omnis suspitio tam facinorosi +sceleris obiecti, Eà propter Ill.^mus Dnus Potestas una cum Ecc.^mo +consulatu antedictum Joseph relaxauit. + +(352) In un foglio sciolto unito al libretto è citata questa Ducale come +esistente — nel Registro di Padova in Bergamina sig.to con Letra M +nel'Arcivo della Cancelaria pretoria di padous a 118. + +Ego Christophorus Nicolius notarius deputatus ad conciones comunis +uerone antedictam sententiam per me scriptam et publicatam esemplaui et +in fidem manu propria scripsi et subscripsi cum meo sollitto +tabelionatus segno. + +(L T) Premissa sententia fideliter exemplata fuit per mè Cyprianum +masser.m D. Baptista figlium publicum ueneta auctoritate not.m ab alio +simili exemplo autentico sub signo et nomine contedicti q. D. +Christophori Nicolij, in quorum testimonium me propria manu subscripsi +solito tabelionatis signo apposito. + +Nos Jacobus surianus pro ser.m Ducali D.nio uenetiarum e Verone et +Districtus Potestas. Uniuersis etc. attamur suprascriptum D. Cyprianum +Masserium esse notarium publicum huius ciuitatis cuius publicis +scripturis ubique locorum plena fidis merito est adhibenda In quorum +etc. Verone die 5 Maij 1626. + + Aloysius Cinthius Coad.r Pret.s m. etc. + +Presens copia desumpta fuit ex suis proprija originalibus de uerbo ad +uerbu aliena manu mihi in fida; et collationata concordat, salua semp +megliori. + +Fr. Dumenicus M.a de Bononia eiusd' ord.e Magr et Inq.or Verone attestor +d.m f. Dom.cus Marie esse Not.mo huius S.te Inq.nis. + + + + + IX. + + Giovanni Cristoforo Wagenseil. + + +Aiutaci o Dio! Come è mai possibile scoprire la verità in mezzo a tante +schifose accuse, ognuna delle quali contraddice alle altre? Come non +capir subito che non le sono che miserabili chiacchiere, e che da bocca +cristiana mai dovrebbe esser proferita l'accusa che gli Ebrei in diverse +occasioni si servano di sangue cristiano? E meno male ancora non le +fossero che chiacchiere, ma pensare che in grazia di queste maledette +menzogne, gli Ebrei furono maltrattati e torturati, che migliaia e +migliaia ne furono messi a morte è cosa che commuoverebbe e farebbe +gridar anche le pietre. (_Benachrichtigungen_, p. 130 e seg.). + +Fu, ed è sempre, opinione fra i Cristiani, che gli Ebrei abbiano bisogno +di sangue cristiano per mischiarlo agli azimi che mangiano di Pasqua ed +al vino che bevono. Io stesso sono stato spesse volte spettatore quando +Ebree od Ebrei, (perchè fra gli Ebrei anche uomini ricchi ed a modo +sogliono aiutare a queste incombenze per far onore alla festa di Pasqua) +apparecchiavano la pasta per le azzime, vidi come l'impastavano, come +levavano la _Challa_, la bruciavano e dopo allestita la focaccia la +infornavano, ma non mi accadde mai di osservare vi mischiassero qualche +cosa che assomigliasse a sangue. + +Fra tutti gli altri oggetti ed arnesi che gli Ebrei credono sacri e di +cui si servono nelle loro funzioni posseggo anche una grande focaccia +d'azimo e posso mostrarla a chicchessia per provare che non vi si trova +la più piccola traccia di sangue. Il vino che si beve durante le feste +di Pasqua deve essere _cascher_ o purissimo, e guai se un cristiano +avesse toccato, soltanto col dito mignolo, il torchio od il tino nel +quale viene preparato, tanto meno adunque si permetterebbe vi si +mischiasse una goccia di sangue cristiano (_ibid._, p. 132 e seguenti). + +Qui non si tratta di sapere se un ebreo insultato da un fanciullo +cristiano possa averlo ucciso. Il caso può benissimo essere accaduto, +assai raramente però, se lo stesso dottissimo Grozio potè scrivere nel +5º libro del suo _De Verit. Rel. Christ._ che gli Ebrei non incorrono nè +in idolatria, nè in adulterio, nè in reati di sangue. “_Judaeos a tanto +tempore nec ad falsum Deorum cultum deflexisse ut olim nec caedibus se +contaminasse nec de adulteriis accusari_” (_ibid._, p. 149). + +A nulla valgono le stesse confessioni degli Ebrei perchè strappate loro +con torture e tormenti così terribili che essi avrebbero confessato ben +più di quanto non si pretendeva da loro. Taccio di quei malvagi +Cristiani che bene spesso volendo denunciare gli Ebrei, per avvalorare +l'accusa, uccidevano, Dio sa in che modo, i loro stessi bambini, ed i +cadaveri o mettevano segretamente nelle case degli Ebrei, o +sotterravanli nelle cantine o nei giardini loro, fatti questi pei quali +migliaia e migliaia di Ebrei non soltanto furono spogliati dei loro beni +e ridotti alla miseria, ma furono eziandio giustiziati coi più orribili +supplizi (_ibid._, p. 198). + +Malgrado accurate indagini, non mi venne fatto di trovare nessuna legge +che scagionasse gli Ebrei dall'accusa di usar sangue cristiano, +eccezione fatta per una legge di non so qual re di Polonia (353), che +trovasi in un _Codice manuscripto_ ben ordinato e conservato nella +biblioteca di Lipsia col titolo: _Promtuarii statutorum omnium et +Constitutionum Regni Poloniae_ di _Paulo Scerbicz anno_ 1590 _ad usum +domesticum_, dove nella parte 1ª, cap. 15, _De Judaeis_, leggesi: +_Judaeus caedis pueri Christiani accusatus tribus Christianis, et +totidem Judaeis convincatur: alioquin pro usu humani sanguinis non +culpetur. Deficienti vero Actori in probatione poena talionis +irrogetur (354)._ + +Volesse Dio che leggi così giuste si fossero fatte dovunque, e si avesse +spiegata maggior oculatezza allorquando gli Ebrei venivano accusati o +per calunnia o per futili indizi prima di ricorrere alla tortura ed al +supplizio per far loro confessare ciò che si voleva. Se poi talvolta fu +provato aver gli Ebrei commesso qualche misfatto, ed è inevitabile che +in un gran popolo non si trovino dei malfattori, non avviene ogni giorno +lo stesso anche fra noi Cristiani? Perchè dunque non punirli, secondo +giustizia, in ragione del delitto commesso, invece di sottoporli a pene +stravaganti, colpendo assieme colpevoli ed innocenti ed ammazzandoli +alla rinfusa? Le autorità dovrebbero pensare all'ammonizione del Re +Giosafat: “Riguardate ciò che voi fate; perciocchè voi non tenete la +ragione per un uomo, ma per lo Signore, il quale è con voi negli affari +della giustizia. — Ora dunque, sia lo spavento del Signore sopra voi; +prendete guardia al dover vostro e mettetelo ad effetto; perciocchè appo +il Signore Iddio nostro non vi è alcuna iniquità” (2 _Croniche_ XIX, 6, +7). Esse avrebbero dovuto pensare a non gravare le loro povere anime e +le loro conscienze della scomunica pronunciata da migliaia di leviti, e +confermata da un Amen di centinaia di migliaia di persone contro chi +contravviene ai precetti del _Deuteronomio_ (XXVII, 19, 25) “Maledetto +sia chi pervertisce la ragione del forestiere, dell'orfano e della +vedova. Maledetto sia chi prende presenti per far morire l'innocente” +(_ibid._, pag. 203 e segg.). + +(353) Boleslao il Pio, duca di Kalisch, nell'anno 1274. (Regnò col nome +di Boleslao V, 1227–1279). Vedi Sternberg, _Geschichte der Juden in +Polen_. + +(354) Un ebreo accusato di aver ucciso un fanciullo cristiano deve +essere convinto colla testimonianza di tre ebrei e di tre cristiani; +senza di che non potrà essere condannato per uso di sangue cristiano; se +l'accusatore non potrà in tal guisa provare la sua accusa sarà punito +colla pena del taglione. + + + + + X. * + + Parere della facoltà teologica di Lipsia dell'8 maggio 1714. + + +Dopo che certi accaduti avvenimenti esigono la soluzione del quesito “se +si possa provare e credere che gl'Israeliti, secondo le leggi della +propria religione, o per introdotte superstizioni, abbiano bisogno del +sangue d'un cristiano, e che uccidano secretamente teneri fanciulli, che +procurano di rapire” fu sopra ciò desiderato anche il nostro +coscienzioso parere in nome di S. M. il Re di Polonia e del serenissimo +principe elettore di Sassonia. + +Quindi noi, conforme il nostro umilissimo obbligo, incominciamo la +soluzione del quesito con una negativa, e di tale nostra negazione +alleghiamo le ragioni seguenti: + +I. Prima del 13º secolo dalla nascita di Cristo non si è parlato mai di +questa grave accusa addossata al popolo ebreo, nè in tempi in cui niente +si perdonava alla nazione ebrea, si saprebbe trovare conferma di ciò in +qualsiasi documento, nè degli Ebrei dell'Oriente nè dell'Occidente. +Perchè dunque dovevano gli Ebrei per così lunga epoca ommettere una +crudeltà, e tosto dopo quest'epoca averla incominciata? Perchè non +dovrebbero essi averla commessa del pari nei primordi del Cristianesimo, +che quasi s'innalzava sulla loro rovina, ed allorquando la gelosia e +l'amarezza dovevano esser maggiori? Perchè dovrebbero essi aver ommessa +questa pratica ai tempi degli imperatori pagani, allorquando con maggior +sicurezza potevano eseguirla? Perchè incominciare allora soltanto quando +maggior pericolo li attendeva sotto principi cristiani? O come avrebbero +taciuto questa cosa i Cristiani dei primi tempi, a cui tali fatti non +potevano rimanere celati, mentre essi d'altronde non sanno mai +abbastanza descrivere l'odio degli Ebrei contro di loro? + +Ma per procedere alquanto innanzi colla storia intorno a questo fatto, e +mostrar più chiaramente la sua falsità, osserviamo che intorno al 13º +secolo, l'odio contro gl'Israeliti, in Germania particolarmente, erasi +grandemente aumentato, e ciò principalmente a cagione di un certo monaco +di nome Rodolfo, il quale, secondo ogni apparenza, tratto da ambiziosa +imitazione di quelli che predicavano la crociata contro gl'infedeli in +Oriente, instigò il popolo in Colonia, Spira, Magonza e Strasburgo a una +simile crociata contro gli Ebrei, immaginandosi di acquistarsi così una +fama in Germania come San Bernardo in Francia colle crociate contro i +Maomettani; ma appunto il Santo Bernardo, in una lettera diretta ad +Enrico Arcivescovo di Magonza, dannò il da colui eccitato eccidio degli +Ebrei, lettera che s'incontra fra le sue epistole. Ciò nondimeno si +continuarono nelle publiche prediche le veementi accuse; e varii frati +si adoperarono valorosamente ad empire non solo le loro prediche, ma +anche i loro libri di simili tragiche favole contro questa nazione, +favole che facilmente irritavano il volgo insensato. Fra tali favole si +è diffusa anche questa dell'uso del sangue cristiano in varie pratiche +di religione o superstizione ebraica, e potrebbe ben essere che a ciò +avesse dato occasione una sentenza dei dottori ebrei (spiegata da Elia +levita nel suo Tisbì) la quale dice che niuno potesse sedere in +Tribunale, vale a dire coprire onorevole carica se non avesse _damim_ +(la quale parola suona _sangue_ ed anche _denaro_ e qui è da intendersi +nel senso di denaro). + +L'epoca della favola ci è resa nota e chiara da Papa Gregorio IX, il +quale, dopo scrupolose indagini intorno alle accuse che venivano date +agli Ebrei, volendo impedire che si versasse il loro sangue, mandò +fuori, nel 1235, una bolla pontificia, nella quale dichiara gli Ebrei +immuni da questo e da altri delitti di cui venivano incolpati, e si +lagna che tali accuse provengano dall'avarizia dei loro autori i quali +agognano ai beni degli Ebrei, ed abusano della religione cristiana per +palliare il proprio desiderio di arricchire; le quali cose egli ripete +ancora in una bolla dell'anno seguente, come pure in un'altra diretta a +San Luigi Re di Francia. Egli fu imitato, nell'anno 1247, dal Papa +Innocenzo IV, in un'epistola agli Arcivescovi d'Alemagna, in cui +esplicitamente rigetta come una falsità che gli Ebrei uccidano fanciulli +cristiani e facciano uso del loro sangue. + +E così pure gl'imperatori romani, incominciando dal decreto, intorno a +ciò promulgato dall'imperatore Federico III, hanno riconosciuto gli +ebrei innocenti rapporto a questa accusa; lo che apparisce dal +formulario dei privilegi ad essi confermati, come da quelli che sogliono +essere accordati dagli imperatori quando vengono eletti, come può +vedersi presso Linneo, tomo I, addit. _ad 1, 3, c._ (355). + +Con eguali pubblici attestati furono gli Ebrei difesi da quest'accusa da +Galeazzo e Bona Sforza Duchi di Milano, da Pietro Mocenigo, Doge di +Venezia, e da altri grandi principi i quali facilmente si citerebbero, +se ciò non ci portasse troppo in lungo. + +Se poi nell'esame storico di questa cosa cerchiamo i giudizi d'uomini +celebri intorno a questo fatto, troviamo che Pietro di Blois, nel libro +_Contra perfid. Jud._, c. 8, dà chiaramente a divedere com'egli teneva +la cosa per dubbiosa. Il dottor Martino Lutero nella parte undecima +dell'antico Testamento, fol. 323, ha già da lungo tempo rigettata questa +favola, che cioè gli Ebrei abbiano bisogno del sangue di un Cristiano, +qual menzogna e follia. Lo stesso fece anche Horembek nei prolegomeni +del suo libro _De convertendis Judaeis_, ed il professore, peritissimo +nelle cose giudaiche, Wagenseil nel suo _Infundibulo_, _pag._ 99, ed in +una apposita confutazione dell'opinione che gli Ebrei abbiano bisogno +del sangue di un Cristiano, si è dichiarato contro questa calunnia. La +rigettò anche di recente il celebre Basnage nel settimo libro della sua +storia degli Ebrei. E ciò prescindendo da quanto hanno scritto a propria +difesa contro questa falsa accusa in particolare Abarbanel nel suo +_Ezechiello_, 36, 13; l'Ebreo Cardoso nel suo libro in lingua spagnuola +“_Los Excell.: decima calunnia de los Hebr._ pagina 412”; Isacco Vira +nel _“Vindice sanguinis”_ e gli Ebrei di Metz in uno scritto pubblicato +a Parigi nel 1670 col titolo: _Factum servant de réponse au livre +intitulé: Abrégé du procès fait aux Juifs de Metz._ + +Dacchè esiste la religione di Cristo, abbiamo veduto molte migliaia di +Ebrei che l'hanno abbracciata, e fra questi neppure uno ha potuto +deporre una testimonianza degna di fede in conferma di questa favola. Al +contrario, il profondo dotto Cristiano Gerson, passato al Cristianesimo +con onore sincero, ha combattuto questa favola, nella prefazione del suo +Talmud degli Ebrei. Con lui è d'accordo il noto Pfeffercorn nel _Spec. +adhort. Jud._ parte II, dove egli fa una buona distinzione, dicendo che +potrebbe ben essere che si sieno trovati degli Ebrei e che oggidì pure +se ne trovino, che spinti da collera, odio e vendetta, uccidano +segretamente un fanciullo Cristiano, nella stessa guisa che in mezzo a +tutte le nazioni non può evitarsi qualche bricconeria; ma sostiene non +potersi dare che ciò avvenga per aver essi bisogno del sangue di un +Cristiano. + +E il di sopra citato signor Wagenseil nella suaccennata confutazione, p. +163, attesta in nome della verità di Dio e del padre di Nostro Signore +Gesù Cristo che fra tanti Ebrei battezzati che egli ha praticati, non ne +ha trovato uno che confessasse che i suoi connazionali adoperassero in +certi casi il sangue d'un Cristiano, per quanto egli intorno a ciò +gl'interrogasse tutti accuratamente. + +Noi potremmo a tutto ciò aggiungere la testimonianza di Tommaso, che +viene ritenuto per un Ebreo convertito al Cristianesimo, il quale +interrogato sopra questa cosa da Alfonso Re di Spagna, la negò, +adducendo ragioni dedotte dalle leggi giudaiche, le quali non permettono +ad un Ebreo simile uso del sangue, come puossi diffusamente riscontrare +nel _Scevet Jehudà_, fol. 6, col. 2, ed anche nel _Giudaismo svelato da +Eisenmenger_, tom. II, cap. III, pag. 226. Veramente gli annali della +Chiesa dopo il tredicesimo secolo abbondano di diversi esempi di tali +omicidii commessi dagli Ebrei, e fra questi molti furono raccolti da +Genebrando nel quarto libro della sua _Chronor._, e dall'autore del +libro intitolato: _Quanto sia difficile a convertire il cuore di un +Ebreo._ + +Ma in ciò tre cose sono da rimarcarsi: + +1. Che le circostanze della maggior parte di queste storie sono talmente +contraddicenti l'una all'altra, e con tali differenze sono raccontate +dai diversi autori, che fra se stesse si distruggono, come nota il +celebre Wagenseil. + +2. La maggior parte di queste storie rimontano ai tempi dell'ignoranza e +della credulità, e si rendono assai sospette mediante gli strani +miracoli, dai quali sono accompagnate, ed è quindi da prendersi bene in +considerazione quello che osserva Eisenmenger, (del resto dichiarato +nemico dei Giudei), il quale dopo aver riportato alcuni esempi di tal +fatto, dice: _Non si odono ora più in Germania di consimili crudeli +fatti_ (_l. c._, pag. 221); senza dubbio perchè la Germania dopo di +esser divenuta più colta, ha perduta quella troppa credulità a simili +fandonie, come pure ad altre, le quali ci fecero cauti anche verso di +questa. + +3. Finalmente devesi in riguardo a queste storie, avere in +considerazione la distinzione fatta da Pffeffercorn che, dato anche che +il più di esse sieno vere, che cioè alcuni Ebrei abbiano versato il +sangue di cristiani o de' loro fanciulli, in nessuna guisa però non può +ciò essere avvenuto per cagione che essi abbisognassero di quel sangue +per la loro religione o per superstizione. + +II. Ma dalle prove storiche della nullità di questa accusa, passiamo a +quelle che la calunnia per se stessa ci offre, d'onde apertamente si +vede, quanto incerti sieno stati gli autori della medesima, in quanto +essi non hanno saputo a che cosa attribuire la necessità in cui sieno +gli Ebrei di provvedersi di questo sangue. + +Perocchè gli uni dicono: 1) gli Ebrei hanno bisogno del sangue dei +Cristiani per non puzzare; altri: 2) per le loro focacce e il loro vino +della pasqua; alcuni: 3) per arrestare il sangue della circoncisione; +altri: 4) per ungere le mani dei sacerdoti quando danno la benedizione; +altri: 5) per la benedizione degli sposi; taluni: 6) per ungere i loro +morti, ai quali in pari tempo si grida all'orecchio: Se Gesù è il vero +Messia, possa il sangue di questo innocente cristiano morto sperando nel +suo Salvatore, procurarti la vita eterna; altri ancora: 7) per +facilitare il parto; alcuni: 8) per curare malattie occulte; ed altri +ancora: 9) per preparare un certo filtro. In tutte queste supposizioni +non è soltanto la discrepanza che cade sotto gli occhi, ma anche la +nullità delle medesime. Poichè in quanto alla prima non è provato che +gli Ebrei mandino un odore particolare diverso dagli altri uomini, nè +che quello si possa cangiare con del sangue, il quale nè fluido, nè +secco tramanda alcun odore. La 2, 3, 4 e 5 supposizione sono del tutto +assurde, poichè il sangue umano contaminerebbe quelle sacre operazioni. +La sesta supposizione, cioè l'unzione dei morenti, è del tutto contraria +alla fede degli Ebrei, i quali non potrebbero mai considerare come +espiatorio il sangue di un fanciullo ucciso, e molto meno in vista del +sangue di Cristo. La settima supposizione, di farne uso nei parti +difficili, ci viene per semplice ragguaglio di un Ebreo rinnegato di +nome Brenzen, il quale, spinto da ignoranza e malignità, sparse molte +altre manifeste favole. 8) Non si sanno indicare le malattie occulte ed +incurabili degli Ebrei, per le quali deve servire il sangue di un +Cristiano, e non hanno altro fondamento se non che in un libercolo molto +frivolo, di cui corre voce che vi sia la descrizione delle malattie +particolari a ciascuna tribù, mentre è pur noto che la distinzione delle +tribù d'Israele è già da lungo tempo andata perduta. 9) Secondo anche +l'opinione di quelli che ancora credono ai filtri non può alcun altro +sangue servire per formarne una bevanda che ispiri amore, tranne quello +della persona verso cui si vuoi destare l'affetto, e non si può +comprendere qual amore gli Ebrei vogliono far nascere col sangue dei +bambini cristiani; laonde in tutte queste asserzioni risultano +l'inverisimiglianza e la nullità. + +III. Se veniamo ora ai principii ed alle leggi fondamentali della fede +degli Ebrei, troviamo che questa non può in verun modo tollerare l'uso +del sangue di fanciulli uccisi, e conseguentemente l'uccisione di essi. +È principalmente noto con qual rigore gli Ebrei osservano la legge dei +cibi puri ed immondi, e quanto debbano essere rilassati prima di +mangiare, per esempio, la carne di porco. Or dunque il sangue +principalmente, e tanto più il sangue umano, è fra i cibi vietati. +_Lev._ 17. Così fra i comandi di Mosè che sono in alta riverenza presso +gli Ebrei, sta la proibizione del sangue. _Gen._ 9, v. 4, nè può alcun +Ebreo fruirne nè per cibo, nè per medicina. Non si può fare a meno di +ripetere qui le parole di Tommaso al re Alfonso tolte dall'ebraico +_Scevet Jehudà_: Ecco noi abbiamo veduto che un Ebreo non mangia sangue +di tutto ciò che ha vita, anzi riguardano come proibito il bere il +sangue dei pesci, dei quali i Talmudisti pure dicono che non merita il +nome di sangue, perchè l'Ebreo non vi è abituato, sebbene egli veda che +molti popoli ne mangiano; e quanto più orrore deve destare nell'Ebreo il +sangue umano, del quale egli non ha veduto che alcun altro uomo faccia +uso! Il re può accertarsi della cosa anche da questo che se un Ebreo +mangiando fegato (od altra, cosa dura a masticare) gli venga sangue dai +denti o dalle gengive, non continua a mangiarne se prima non l'ha +nettato. È cosa nota che l'uomo ha in abborrimento il sangue de' suoi +simili, assai più che il proprio sangue, perchè non vi è abituato. Anzi +è da essi con tanta cura evitato il mangiar sangue, che essi, dietro i +dettami del Talmud, non mangiano nemmeno un uovo in cui si mostri una +piccola vena rossa di sangue, nè una bestia se fosse uccisa da un +uccello di rapina, od altrimenti non sia stata scannata a dovere, per +timore che non siavi rimasto alcun che di sangue. E non solamente è loro +proibito mangiare il sangue, ma anche il toccare il sangue di un uomo +morto, ed è riguardato come la più grande impurità. Noi troviamo su di +ciò la legge nel _Num._ 19, secondo la quale il toccare tutto ciò che +proviene da un corpo morto rende immondi, per il che eglino stessi non +conservano il sangue dei loro martiri se mai sia spruzzato, ma lo +lavano, raschiano, sotterrano. E con quanta esattezza non conservano +essi la legge della purità, specialmente nelle loro solennità e sacre +cerimonie, fra le quali primeggiano la Pasqua e la Circoncisione, e +quanto assurda non è la supposizione che nelle medesime si servano del +sangue di un Cristiano! Che se finalmente si volesse supporre che gli +Ebrei non sieno spinti ad uccidere dei fanciulli da un bisogno della +loro religione o superstizione, nè per alcuno degli usi fin qui addotti, +ma bensì da quello stesso odio verso i Cristiani e la loro fede, pel +quale essi per far onta a questa fede mettono in croce o martorizzano +fino alla morte i fanciulli cristiani come ne vengono allegate alle +varie storie, la quistione verrebbe a cangiarsi da quello che fu in +principio proposto; ma per altro rimane tuttavia da ponderare che mentre +simili barbarie non sono agli Ebrei comandate nè insinuate, e ch'essi +non possono sperare alcun vantaggio, ma al contrario quel solletico +ch'essi potrebbero risentire dall'onta recata con tali tragedie alla +religione cristiana, sarebbe ben lungi dal compensare il pericolo, le +sventure, l'odio, la persecuzione che avrebbero a temerne per la loro +propria religione, non è credibile che volessero intraprendere tali +orribili azioni, cui si oppongono la ragione e l'umanità. + +E qui non puossi far a meno di convenire coll'intelligente Basnage nel +succitato luogo, ove dice: È da temersi, che anche queste pretese +crocefissioni di fanciulli cristiani non sieno state generalmente altro +che pretesti per aizzare sovrani e popoli contro gli Ebrei: e più +avanti, simili storie gli sembrano molto sospette, perchè sempre +congiunte a manifesta crudeltà ed ingiustizia per parte dei cristiani, i +quali invece di punire quelli soltanto che in seguito ad una sufficiente +investigazione giuridica fossero trovati colpevoli, formavano un +processo tumultuario, e innocenti e rei erano tratti a morte, purchè +fossero ebrei; che in ogni tempo simili sollevazioni del popolo rendono +la cosa incerta, perchè suole dietro una vaga diceria ammutinarsi ed +essere causa dell'esecuzione, prima che siasi fatto campo ad un'ordinata +investigazione. A conferma di ciò non possiamo a meno di riportare dagli +annali di Bzovio ciò ch'è accaduto di simile in Praga nell'anno 1395. + +Erasi sparsa voce che dagli Ebrei fosse stato flagellato e crocefisso un +fanciullo cristiano, ed il popolo era per questo nel più grande +inasprimento; e siccome temevasi che aspettando il ritorno del re +Venceslao, che era assente, potesse egli ponderare la cosa ed +investigare, specialmente essendosi egli esternato che in mezzo all'ira +si deve ricordarsi della clemenza, così senza attendere la di lui +presenza si fece un gran massacro, uccidendo quanti Ebrei si +incontravano, senza alcuna distinzione e considerazione se fossero rei +od innocenti. + +Quando da alcuni Ebrei fossero pur commesse tali iniquità non si +dovrebbero almeno attribuire all'universalità dei Giudei, in riflesso +che non sono commesse in forza dei principii della loro religione, e +soltanto come gli altri delitti dovrebbero esserne puniti gli autori, +senza ulteriori conseguenze. + +Il Dio della verità e della giustizia faccia che in ogni luogo venga ad +ognuno fatta giustizia, senza distinzione di persone, e giudichi poi con +clemenza i giudici della terra. + +Questo nostro teologico attestato e parere è da noi rilasciato in forma +autentica, munito del sigillo della nostra facoltà teologica. + +Dato a Lipsia nell'8 maggio 1714. + + (L. S.) Decano Seniore, nonchè gli altri dottori e professori + della facoltà teologica presso l'Università di Lipsia. + + Visto, concorda col suo autentico e vero originale in ogni + punto e clausola. + + (L. S.) Tanto certifico io sottoscritto. In fede. Giovanni + Sigismondo Tellemann, pubblico notaio per autorità imp. + +(355) Così il testo; ma più correttamente Limneo (_Limnaeus_), nome col +quale era conosciuto Giovanni Wirn pubblicista e storico tedesco, nato a +Jena nel 1592, morto nel 1663. Fra le varie sue opere ricordiamo: _Juris +publici imperii romano-germanici_, lib. IX. (Strasburgo, 1629–1632, 3 +vol. in-4º), cui son da aggiungersi i 2 volumi di supplemento qui citati +col titolo: _Additiones_ (1650–1660), e che costituiscono il primo +trattato completo sulla costituzione dell'impero. + + C. G. + + + + + XI. + + Lettera dell'Em. Card. Corsini. + + + A Monsignor NUNZIO APOSTOLICO di Polonia. + _Varsavia._ + +“Molt'Illustre e Rev^mo Sig^r come fratello: — Il renditore a V. S. +della presente sarà l'Ebreo Giacobbe Selech di nazione Polacco, quello +appunto, che fin dall'anno 1758, vivendo ancora il Sommo Pontefice +Benedetto XIV, si portò in Roma per umilissimamente implorare in nome +della nazione Ebrea di codeste parti caritatevole protezione dalla S. +Sede a riparo degli intollerabili aggravi, che, nelle facoltà e nelle +persone rappresentò soffrire dai Cristiani la medesima nazione +frequentemente incolpata d'omicidii, _sulla mal fondata persuasione del +volgo, ch'essa, meschii sangue umano, e specialmente cristiano +nell'impasto dell'azzime_. Il regnante Sommo Pontefice Clemente XIII ha +già fatto di questo ricorso diligente disamina, appigliandosi ancora a +quelle provvidenze che sono convenienti al merito del medesimo, e che +per altra parte giugneranno _segretamente_ a di Lei notizia. Frattanto +però ha espressamente ordinato S. S. che debba scriversi a V. S. e se le +faccia palese essere Sua intenzione ch'Ella comparta al medesimo +Giacobbe ogni più efficace e proficua assistenza, affinchè nel +ripatriare non soffra il medesimo alcuna vessazione e molestia di +_chicchessia, e da quelli massimamente che V. S. potesse credere contro +di lui male animati per il ricorso portato al Trono apostolico_. In +veduta pertanto del Sovrano Pontificio comando apparterrassi alla +sperimentata di Lei prudenza l'adoperare i mezzi conducenti alla di lui +esecuzione, prevenire chi si deve e compartire all'Esibitore di questa +aiuto tale, onde conosca coll'effetto dover egli alla clemenza e pietà +di nostro S.^re la propria sicurezza e durevole tranquillità. Con che le +auguro da Dio felicità”. + + Roma, 9 febbraio 1760. + + _Come Fratello aff.^mo_ + F.^o A. Card. CORSINI. + + + + + XII. * + + Legge ungherese dell'anno 1791. + + +Art. 38. Per guarentire la sicurezza di questa nazione (l'ebraica) +spesso turbata da questo erroneo pregiudizio, la R. Luogotenenza ha +ordinato a tutti i Comitati di darsi premura per sradicare dagli animi +del popolo, _anche_ il pregiudizio che gli Ebrei usino, nei loro riti, +vittime umane, impiegando tutti i mezzi migliori e più adatti alle +condizioni locali e giovandosi anche, se fosse necessario, dell'opera +dei sacerdoti. Bisogna persuadere e convincere il popolo che questo +orribile delitto è contrario alle leggi ebraiche ed agli scritti dei +profeti, ripugnante soprattutto a tutto il vecchio testamento sul quale +ha base principale la religione ebraica e contrario eziandio ai precetti +delle altre religioni. Per conseguenza se da qualsiasi Ebreo venisse +commesso un assassinio, anche se risultasse che il delitto fu commesso +per animosità religiosa, non si avrebbe nessuna maggior ragione di +incolpare l'intera nazione ebraica, di quello che non si avrebbe di +incolpare la cristianità se simile delitto fosse commesso da un +Cristiano. + + + + + XIII. + + Una fanciulla smarrita a Mantova e poi trovata. + + +Anche a Mantova, nel 1824, si era preteso che gli Ebrei avessero ucciso +una ragazza per usarne il sangue nei loro riti. I seguenti documenti +varranno a mostrare non tanto la falsità della accusa, quanto il +giudizio che di quelle accuse recavano, in tempi non certamente +favorevoli agli Ebrei, l'autorità politica e l'ecclesiastica. + I. R. Delegazione di Mantova. + + + AVVISO. + + +Da alcuni giorni si è destata qualche inquietudine in questa città. + +Lo smarrimento di una fanciulla, che dappoi si rinvenne, diede occasione +alla malevolenza d'immaginare dei fatti i più assurdi e calunniosi in +odio degli Israeliti, alcuno dei quali soffrì anche delle ingiurie ed +offese personali; i colpevoli sono stati all'istante arrestati. + +Qualche apparato maggiore di forza che si è trovato di spiegare in +questo incontro richiamò la curiosità del popolo, il quale verso sera si +affolla intorno alle pattuglie; inceppandone il movimento. Ciò diede già +causa a degli inconvenienti, la repressione dei quali è tanto più +importante in una fortezza. + +A prevenirli quindi si ricordano le seguenti sanzioni penali: + + (_Omissis_) + +Dall'Imp. R. Delegazione Provinciale. + +Mantova, 12 giugno 1824. + + Il Consigliere di Governo Imp. R. Delegato Provinciale + Marchese BENZONI. + + Dalla Tipografia Provinciale di L. Caranenti. + +S. E. Ill^ma e Rev^ma Mons. Vescovo di Mantova, con lettera pastorale +dello stesso giorno, plaudiva ai provvedimenti presi in questa +circostanza dall'Autorità politica ed alle ragioni che li avevano +inspirati. + + + + + XIV. * + + Il predicatore di corte canonico Giovanni Emanuele Veith. + + +L'_Illustrirtes Wiener Extrablatt_ recava nel suo numero 153 del 5 +giugno 1882 la seguente notizia: + +“Nell'anno 1840 quando gli animi erano eccitati, come lo sono adesso in +Ungheria, il celebre canonico e predicatore della cattedrale di S. +Stefano, dott. Emanuele Veith, che per il suo zelo religioso era tenuto +in altissima considerazione dal principe Arcivescovo di Vienna, Milde, +reputò necessario calmare gli animi eccitati. Ricorrendo la solennità +dell'Ascensione, l'applaudito predicatore, dinanzi a migliaia di devoti +cristiani pronunciò alla fine del suo discorso le seguenti notevoli +parole: _Voi tutti sapete, o devoti miei ascoltatori, e lo apprendano +coloro che non lo sapessero, come io nascessi ebreo e per effetto della +Divina Grazia divenissi cristiano, come servissi a questa mia +convinzione nelle missioni cristiane, e come in ogni occasione dessi +testimonianza alla verità ed obbedendo alla mia vocazione sinceramente +pastorale, offrissi, per quanto sapevo ed in tutta coscienza, +consolazione e speranza ai fedeli cristiani._ E l'eccellente uomo, +impugnato il Crocifisso, continuò con voce commossa: _E così qui dinanzi +a voi, ed al cospetto del mondo intero giuro in nome di Dio e della +Santissima Trinità che tutti adoriamo, che la perfida bugia sparsa con +perfida astuzia, che gli Ebrei nella solennità delle loro feste pasquali +adoperino il sangue di un Cristiano, è sacrilega calunnia; giuro che +niente di ciò si trova nè nel Vecchio Testamento nè negli scritti del +Talmud che conosco_ _profondamente ed ho attentamente studiati. Così Dio +mi aiuti e mi sia indulgente nell'ultima mia ora_”. + +Il sig. dottor L. A. FRANKL cavaliere di Hochwarth, segretario della +Comunità israelitica di Vienna, per accertarsi dell'esattezza di questa +notizia, si recò dal professore dottor Giovanni Veith, fratello +superstite del fu canonico Veith, per ottenere da lui maggiori +informazioni. In conseguenza gli venne rilasciata la seguente +dichiarazione: + +“A richiesta del sig. L. A. Frankl dichiaro esser vero quanto fu detto +nell'_Illustrirtes Extrablatt_ del 5 giugno e cioè che il fu mio +fratello canonico Giovanni Emanuele Veith si pronunciò alla fine di una +predica sull'inesattezza della fiaba che gli Ebrei adoperino pei loro +riti pasquali il sangue di un fanciullo cristiano e dichiaro che mi +rammento ciò essermi stato detto da mio fratello. + + “Prof. VEITH m. p.” + +N. 15536. + +Colla presente dichiaro che il signor dottor medico Giovanni Veith, a me +personalmente cognito, dimorante in Vienna ha sottoscritto di suo +proprio pugno la firma qui sopra esistente (356). + + Vienna, 17 giugno 1882. + + FRANCESCO KRISCHKER, m. p. + + _L. S._ nominato sostituto dell'I. R. Notaio dottor Adolfo Faber + con decreto dell'I. R. Tribunale di Vienna, 18 aprile + 1882, n. 25074. + +(356) L'originale di quest'atto trovasi nell'Archivio della Comunità +Israelitica di Vienna. + + + + + XV. * + + Dichiarazione del Professore Molitor. + + +Nel terzo volume della mia _Philosophie der Geschichte_ (Münster, +Heisinger, 1839) avrei avuto l'occasione più adatta di esprimermi +scientificamente sulla falsa imputazione adossata agli Ebrei di far +colpevole uso di sangue, ma non me ne occupai, perchè ritenni che +quest'accusa, la di cui falsità tanto spesso fu provata, fosse troppo +avventata perchè valesse la pena di occuparsene, fosse pure per +confutarla. Avendomi però il signor L. H. Loewenstein, autore del +_Damascia_, istantemente invitato di esprimere pubblicamente, per onore +della verità, la mia convinzione su questo importante soggetto, che pur +troppo ha costato negli ultimissimi tempi tante vittime sanguinose, così +non esito un solo momento a dichiarare la mia convinzione più +coscienziosa. + +“Ho fatto, degli scritti dei Rabbini e dei cabalisti, oggetto di uno +studio di lunghi anni, e posso lusingarmi di conoscere abbastanza bene +tanto la parte casuistica come la mistica dell'ebraismo, e mai mi si è +presentato, nè negli scritti dei talmudisti, nè in quelli dei cabalisti, +nè in qualunque siasi scritto ebraico, il più lontano motivo di credere +a quella sciocca incolpazione lanciata contro l'ebraismo; nè ho mai +scoperto la più lontana traccia di una simile tradizione sanguinaria fra +gli Ebrei, benchè abbia studiato per lungo tempo le tradizioni ebraiche. + +“Per quanto conosco delle leggi ebraiche è affatto impossibile che una +tale vergognosa prescrizione possa essere stata introdotta +nell'ebraismo, senza distruggere prima affatto la legge mosaica e quella +del Talmud. Poichè il Pentateuco proibisce assolutamente e severamente +in più luoghi l'uso di ogni sangue, ed il Talmud, secondo la sua +abitudine, spinge questo divieto mosaico fino alle conseguenze più +estreme, come è provato nello scritto _Damascia_, capitolo VIII, pagine +363–368. + +“Io non voglio negare l'esistenza di qualche stupido individuo ebreo, +che abbia adoperato sangue umano a scopi magici, ma devo affermare +assolutamente, che la magia nera è assolutamente proibita nell'ebraismo, +e che nella Bibbia, nel Talmud e nella Kaballah non mi è noto nessun +passo che potesse giustificare tali delitti. Se adunque singoli Ebrei +commettessero tali delitti, essi agirebbero contro la loro legge, come +agirebbero contro la propria i Cristiani, se li commettessero. + +“L'incolpazione, che gli Ebrei facciano uso di sangue cristiano nelle +loro cerimonie religiose, è un'idea che ha origine dal medio evo, e +dimostra una totale ignoranza dell'ebraismo e dei suoi usi mentre +ricorda una simile incolpazione, che una volta fu lanciata dai Pagani ai +Cristiani, cioè che questi facessero sacrifici umani. + +“In tutti i tempi però s'innalzarono nella cristianità potenti voci +contro questo pregiudizio basato su di una crassa ignoranza. + +“Specialmente i papi Gregorio IX (1235) ed Innocenzo IV (1287), hanno +espressamente proibito nelle loro bolle, di perseguitare gli Ebrei per +questa favolosa incolpazione. + +“Anche il papa Sisto IV si dichiara energicamente contro la calunnia +mossa agli Ebrei, e dopo l'istruzione fatta sulla morte di San Simoncino +da Trento, che si pretese fosse stato ucciso dagli Ebrei per scopo +religioso, proibì lo si santificasse ed ordinò non si molestassero più +gli Ebrei di Trento. (Purtroppo se ne avevan già bruciati molti). Il +doge di Venezia, Pietro Mocenigo in un decreto del 22 aprile 1475, ed +uno Sforza duca di Milano dichiararono innocenti gli Ebrei di questo +inventato delitto. Così dichiarò anche l'imperatore Federigo III e dopo +lui molti Imperatori romani. + +“Il _Wagenseil_ tanto versato e pratico negli scritti degli Ebrei nel +suo _Unwidersprechlichen Widerlegung_, e l'ex-ebreo e poi sacerdote +cattolico _Sonnenfels_ nel suo _Jüdischen Bluteckel_ provarono a fondo e +incontestabilmente la nullità e la piena falsità della incolpazione. + +“Lutero, che non era certo amico degli Ebrei, dichiara (parte XI, foglio +323 ed. Altemb.) questa incolpazione bugiarda e pazza. A questa +dichiarazione si unisce anche Basnage nella sua _Histoire des juifs_ +(parte VII, cap. XI). + +“A questi e ad altri attestati più antichi devesi aggiungere l'esteso +parere della _Facoltà teologica di Lipsia_ dell'8 maggio 1714, ed in +questi ultimi tempi: + +“a) _Il predicatore di corte a Vienna Veit._ Questo pio sacerdote, ebreo +battezzato, _prestò dal pulpito, col crocifisso in mano, un solenne e +sacro giuramento che nell'incolpazione verso gli Ebrei non vi era una +parola di vero_. + +“b) _Il vescovo Dräseke_ in una dichiarazione (accompagnata da un obolo +per gl'infelici) nella _Allgem. Zeitung des Judenthums_. + +“c) _G. H. di Schubert_, nella sua dichiarazione nella _Allgem. Zeitung_ +del 30 aprile 1840. (_Damascia_, pag. 54, 55). + +“d) Il missionario, e già ebreo _Giorgio Wildon Pieritz_, sostenne +quanto a questo riguardo è affermato nel giuramento di purificazione del +_Rabbino Manasse ben Israel_, il cui testo leggesi nello scritto +“_Damascia_” (pag. 237). + +“e) Il _D. Augusto Neander_ in Berlino, già ebreo, fece la stessa +dichiarazione nella _Berliner Zeitung_, ed aiutò inoltre nel suo lavoro +l'autore della _Damascia_ (Damascia, pag. 104). + +“f) Lo stesso fece anche il predicatore e missionario _William Ayerst_, +A. M. (Dam. stesso) che nel suo scritto al Dott. Neander ne lodò +l'impresa chiamandolo un “_Laudable endeavours_.” + +“g) Uno dei più caldi ed intelligenti confutatori di questa assurda +accusa fu in tempi recentissimi l'altrettanto zelante e costante +avversario della religione ebraica Alessandro M. Caul, D. D., il quale +dimostra nel suo “_Reasons for believing_ ecc. ecc.”, dedicato alla +Regina d'Inghilterra, nella maniera la più irrefragabile come stiano in +contraddizione assoluta i sacrifici umani e lo spargimento di sangue, +con le dottrine fondamentali dell'Ebraismo. In questo scritto trovasi +anche una dichiarazione, _firmata da trentacinque Ebrei convertiti al +Cristianesimo_, che dice che l'incolpazione è “una miserabile e +diabolica bugia” (_a foul and Satanic falsehood_). + +“h) Alle fatiche del D^r. M. Caul per la verità e giustizia si associò +recentissimamente anche il dotto e intelligente sindaco, dottore in +teologia _Federigo di Meyer_ in una dichiarazione, depositata nelle mani +del signor L. H. Loewenstein, perchè venisse pubblicata. + +“Dopo così numerosi e chiari argomenti, dopo tante ed importanti voci, +non mi resta altro a fare che di _associarmi assolutamente alla +dichiarazione del signor predicatore di Corte Weit e di inalzare con +pura coscienza, senza inganno e ritegno le mani all'Onnipotente e di +dichiarare e giurare solennemente che io non sono mai venuto a sapere, +nè a voce nè in iscritto, o per altra via cosa alcuna che potesse +servire di giustificazione all'incolpazione, che gli Ebrei si servano di +sangue umano per qualunque cerimonia religiosa_; anzi mi consta che agli +Ebrei è proibito dalla loro legge nel modo più severo qualunque uso di +sangue, e che essi proteggono da ogni contatto, col sangue in special +modo, la pasta del _Maza_ (azimo) perchè con tal contatto la _Maza_ +cesserebbe di poter essere mangiata secondo le leggi, giacchè il +contatto del sangue la fa divenire _Chamez_ (impura). + +“Questa dichiarazione l'ho data perchè richiesto, _chiamando testimonio +l'Altissimo, il Dio della verità e dell'amore e l'affermo e la sostengo, +per la pura e genuina verità del mio sapere e della mia convinzione_. + +“Voglia preservare Iddio i cuori di tutti i Cristiani da questa odiosa +incolpazione. + + _(Firm.)_ L'autore dello scritto: “Filosofia + della storia, o sopra la tradizione nel Vecchio + Testamento e la sua relazione alla Chiesa del + Nuovo Testamento.” + + “Prof. MOLITOR”. + +Si dichiara _previa collatione, sub fide notariali_, che la suddetta +copia concorda col suo originale. + +Francoforte sul Meno, 14 maggio 1841. + + _(L. S.) Fir._ D^r. GIOVANNI JACOB GLÖCKNER + Notaio della libera città di Francoforte. + + + + + XVI. * + + Consigliere aulico Prof. Dott. G. H. von Schubert (357). + + +Altrettanto dobbiamo trovar naturale, che l'improvvisa scomparsa del +Priore dei Francescani, o, come altri dicono, dei Cappuccini, di Damasco +faccia impressione per la tragica natura del fatto, quale venne riferito +da molti giornali, altrettanto ci riesce incomprensibile che sia stata +fra noi, Cristiani del secolo XIX, accettata e discussa una fiaba +medioevale barbara ed insensata, posta in giro dai Turchi, sul modo con +cui quegli scomparve; per essere cioè stato assassinato dagli Ebrei. Lo +scrittore di queste righe, nella sua qualità di viaggiatore cristiano, +ebbe occasione di conoscere a fondo gli Ebrei dell'Oriente e può +asserire colla maggiore convinzione che quella strana ed atroce +invenzione è in aperta contraddizione non soltanto coi sentimenti degli +Ebrei dell'Oriente, ma con quelli di tutti gli Ebrei in generale, coi +loro antichissimi usi, e coi loro riti religiosi osservati con +scrupulosa severità. Per ciò siffatte dicerie dovranno essere poste fra +le bugie anche nel caso che la tortura turca strappasse delle +confessioni alle sue vittime fosse pure in dieci diversi luoghi, ed +anche nel caso che dieci diversi corrispondenti troppo creduli, si +facessero a ripetere tale voce per averla udita da altri. Infine chi +scrive non può fare a meno di dubitare assaissimo, e ciò fino a prova in +contrario, che quell'assassinio sia stato commesso da Ebrei. + +(357) _Allgemeine Zeitung_, 30 aprile 1840. + + + + + XVII. * + + Narrazione del Reverendo M. Pieritz (358). + + +Allorchè noi, cioè la Missione di Gerusalemme alla quale ho l'onore di +appartenere, udimmo, come gli Ebrei di Damasco soffrissero per effetto +della stessa calunnia, tante volte, e specialmente nel XIII secolo +lanciata contro di voi, come già lo era stata contro i Cristiani dai +Pagani nei primi tre secoli, fu risolto dalla nostra Missione e +specialmente dal nostro reverendissimo signor Sopraintendente, che io +dovessi subito recarmi a Damasco per dimostrare, coll'aiuto dei Consoli +europei, come la vostra religione ben lungi dall'ordinare l'assassinio e +l'uso del sangue ne formi espresso e severo divieto, e per ripetere in +mio proprio nome lo spaventevole giuramento del vostro celebre Menasse +Ben Israel. + +Non possiamo da questa distanza decidere se gli Ebrei abbiano o meno +commesso un assassinio, ma vogliamo in ogni caso evitare che di questo +delitto si faccia colpa all'intera nazione. + +Mi si destinò a tale Missione perchè, nato ebreo e versatissimo nelle +discipline rabbiniche, senza essere in nessun modo amico o difensore del +Rabbinato, ero specialmente designato per testimoniare su tale +argomento. + +Non voglio descrivere ciò che provai, quando fui a Damasco. Vidi che +tutta l'accusa contro gli Ebrei era una cosa artificiale, e che loro si +negava ogni onesto e giusto modo di difesa, mentre si impiegavano i più +crudeli supplizi per estorcere loro false confessioni della colpa. + +(358) Estratto dal suo scritto agli Ebrei di Alessandria. (Vedi _Zeitung +des Judenthums, 1840, n. 31_). + + + + + XVIII. + + Traduzione del Firmano accordato da S. M. imperiale il Sultano + Abd-el-Medijd agli Israeliti del suo impero. + + +_Sulla domanda di Sir_ MOSES MONTEFIORE, _membro della Società Reale_, +_ed a lui consegnato a Costantinopoli, da Sua Eccellenza_ +RESCHID-PASCIÀ, _ministro degli affari esteri della Porta Ottomana_, +_l'_11 _Hesvan_ 5601, 13 _del mese di Ramazan_ 1256, _corrispondente al_ +7 _novembre_ 1840. + +Firmano indirizzato al Capo della Giustizia a Costantinopoli, in testa +del quale Sua Maestà Imperiale ha scritto di sua propria mano le parole +seguenti: “_Si eseguiscano gli ordini contenuti nel presente Firmano._” + +Un antico pregiudizio esisteva contro gli Ebrei. Gli ignoranti credevano +che gli Ebrei avessero l'uso di fare dei sacrifizi umani per impiegare +il sangue nelle solennità della loro pasqua. + +In conseguenza di questa opinione, gli Ebrei di Damasco e di Rodi +(sudditi del nostro impero) vennero perseguitati da altre nazioni. Le +calunnie inventate contro questi Ebrei, e le vessazioni alle quali +vennero esposti, pervennero sino al nostro trono imperiale. + +Non ha gran tempo che taluni Ebrei, abitanti nell'isola di Rodi, vennero +tradotti a Costantinopoli, dove furono messi in istato di accusa e +giudicati in conformità della nuova legislazione. La falsità delle +accuse che loro si movevano venne completamente provata. Tutto quanto +l'equità e la giustizia esigevano venne fatto per loro. + +In oltre i libri religiosi degli Ebrei vennero sottoposti all'esame di +uomini istruiti, assai versati nella loro letteratura teologica. Il +risultato di questo esame dimostrò essere estremamente vietato agli +Ebrei di fare uso non soltanto di sangue umano, ma persino di sangue +d'animali. Necessaria conseguenza di questa proibizione è, che le accuse +portate contro loro ed il loro culto non sono che pure calunnie. + +Per questi motivi, e per l'affezione che portiamo a tutti i nostri +sudditi, non possiamo permettere che la nazione ebraica (la cui +innocenza nell'appostole delitto venne già riconosciuta) sia vessata e +tormentata a proposito di accuse che non hanno nessun fondamento di +verità. Ma vogliamo che conforme allo _Hatti-scerif_ (359) promulgato a +Gulhanè, la nazione ebraica posseda gli stessi vantaggi e goda degli +stessi privilegi accordati alle altre nazioni sottoposte alla nostra +autorità. + +La nazione ebraica sarà protetta e difesa. + +In conseguenza di questo divisamento nostro abbiam dato gli ordini i più +positivi perchè gli Ebrei residenti in tutte le parti del nostro impero +sieno d'ora innanzi protetti al pari di tutti gli altri sudditi della +Sublime Porta, perchè nessuno possa in verun modo molestarli se non per +giusta cagione, nè nello esercizio della loro religione, nè in quanto +concerne la loro sicurezza e tranquillità. + +In conseguenza, il presente firmano rivestito in testa della nostra +firma, ed emanato dalla nostra Cancelleria imperiale, venne rilasciato +alla nazione ebrea. + +Così, dopo aver preso cognizione del presente firmano, voi, capo della +magistratura, avrete gran cura di conformarvi strettamente a quanto esso +dispone, e per impedire che in avvenire nulla si faccia in +contraddizione di quanto esso dispone, lo farete registrare negli +archivi del Tribunale. Lo rimetterete in seguito alla nazione +israelitica, e veglierete scrupolosamente all'esecuzione dei Nostri +ordini e della Nostra volontà sovrana. + +Dato a Costantinopoli, il 12 Ramazan 1256 (6 novembre 1840). + +(359) _Hatti-scerif_ dicesi in Turchia un'Ordinanza sovrana che porta un +segno fatto di propria mano dal Sovrano. È parola persiana, formata da +due parole arabe _Khatt_ (linea, scrittura) e _scerif_ (illustre). +_Hatt-humaiun_, anche dal persiano _kumaiun_ (reale), ha lo stesso +significato. + + + + + XIX. + + L'ultimo processo italiano sul preteso uso del sangue cristiano nei + riti ebraici. + + +Benchè assai, nel corso del presente lavoro, ci siamo diffusi a +confutare questa grossolana calunnia, ci sembra non inopportuna cosa +consacrare qualche pagina all'ultimo processo cui l'oscena accusa dette +luogo in Italia; processo omai dimenticato, benchè ancora gli attori +siano vivi, e tanto più importante nel nostro assunto, in quanto che si +svolse il 29 settembre 1857 dinanzi all'I. R. Tribunale provinciale di +Rovigo, in un'epoca cioè, che non volgeva, nella Monarchia Austriaca, +troppo favorevole agli Ebrei. + +L'imputata era una tal Giuditta Castilliero, contadina dei Masi presso +Badia Polesine; l'accusa quella di calunnia a danno dell'israelita sig. +Caliman Ravenna, mediante falsa imputazione di restrizione della libertà +personale e dissanguamento. + +Ecco come erano andati i fatti. Una bella domenica l'imputata, ragazza +dai costumi leggieri anzichè no, dopo aver ascoltata la messa in Badia +sparisce, e per quattro o cinque giorni la famiglia non ha più contezza +dei fatti suoi. + +Quattro o cinque giorni dopo la Giuditta Castilliero riappare, pallida e +disfatta, in casa di una sua zia: alla piegatura d'ambe le braccia, sul +dorso delle due mani, alla regione d'ambo i polsi la poveretta portava +le traccie visibilissime di sei salassi, praticatile da mano, che i +periti ebbero poi a dichiarare espertissima in quell'arte di dissanguare +il prossimo, allora tanto cara ai figli d'Esculapio. + +Chi aveva conciato la poveretta in quel modo? + +Ecco ciò che essa narrò alla famiglia prima, all'autorità giudiziaria +poi: + +Appena escita di chiesa s'era recata in una bottega di ferramenta tenuta +in Badia dal sig. Caliman Ravenna per acquistarvi delle forcelle. +Trovato chiuso il negozio, fece per entrare dalla porta di casa, da cui +per comunicazione interna si accedeva anche alla bottega, ma il +proprietario stesso, il quale era in pari tempo esattore dei tributi +erariali, la sorprese, l'afferrò e la cacciò in una camera a pian +terreno, dove la chiuse a chiave. + +La notte la Castilliero venne tolta dal suo carcere improvvisato, +cacciata in una carrozza dove già si trovava una signora, e via. + +Ommetto le peripezie del viaggio; dopo molto tempo la carrozza giunge in +una città ed entra nel cortile di una casa; là la poveretta è tolta di +carrozza ed introdotta in una camera ove sta giacente un'altra ragazza a +metà dissanguata. Dopo molte e molte ore, durante le quali le due +giovani non erano state visitate che da un domestico che aveva loro +recato da mangiare, ecco entrare nella camera tre uomini, un vecchio e +due giovani, afferrare la giovane Castilliero, praticarle i sei salassi +sopra descritti, raccoglierne e pesarne il sangue e poi escire, +lasciando la Castilliero sempre prigione, assieme alla compagna. Come il +domestico si movesse a pietà delle due prigioniere, e nonchè agevolarla, +loro proponesse la fuga, come questa si effettuasse, e la Castilliero e +la sua compagna escissero dalla casa, teatro di così esecrabile mistero, +io non dirò. + +Basti il sapere che una volta fuor di gabbia, la giovane e misteriosa +compagna di sventura della Castilliero si ricusa di seguirla, sicchè +questa prosegue sola la fuga. Oltrepassa la soglia della città, trova un +carrettiere compassionevole che la riceve sul carro, che le dice come la +città da cui proveniva fosse Verona e che la conduce a Legnago, da dove +poi fa ritorno a Badia. + +È facile comprendere come quest'accusa nella quale trovavasi coinvolto +uno dei principali negozianti del luogo, commovesse la piccola terra di +Badia. + +Il signor Ravenna fu arrestato, più forse per sottrarlo al furore +popolare che lo voleva morto, che perchè la stolida accusa trovasse +credenza nell'Autorità; ed il processo cominciò. + +Dal processo apparvero molte e stranissime cose: + +1. Che nella camera della casa Ravenna dove la Castilliero pretendeva +essere stata prigione, e nelle ore appunto della presunta prigionia, +erano entrate almeno mezza dozzina di persone tutte cristiane, e quindi +non sospette di complicità col Ravenna in un reato che avrebbe avuto +scopo rituale. + +2. Che nell'ora notturna in cui la misteriosa carrozza sarebbe uscita +dalla casa Ravenna, nessun rumore di ruotabile aveva turbati i sonni dei +pacifici abitanti di Badia. + +4. Che invece la Castilliero era stata vista, proprio quella domenica, +camminar sola e perfettamente libera alla volta di Legnago. + +5. Che nei giorni in cui sarebbe avvenuto il romanzesco fatto, la +Castilliero si trovava a Legnago, dove si era allogata come domestica +presso i signori Ferragù, dalla cui casa era poi fuggita, portando seco +quanto aveva potuto rubare ai padroni, per tornarsene a Badia a narrare +la sua storiella. + +6. Che le più minuziose ricerche fatte in tutto il Veneto dalle autorità +non avevano fatto trovar traccia della misteriosa fanciulla, compagna +alla Castilliero nella cattività e nella fuga. + +Di fronte a siffatte risultanze processuali, il signor Ravenna fu +scarcerato e un processo per calunnia e per furto domestico fu iniziato +contro la Castilliero. + +Costei confessò la calunnia, confessò il furto, ma quando le fu +dimostrato che essa contadina ed analfabeta non avrebbe saputo inventare +la favoletta, che essa non avrebbe potuto da sola farsi le ferite +prodotte dai pretesi salassi, che infine non essendo mai stata a Verona +ed avendo descritta con sufficiente esattezza quella città, qualcuno +doveva a ciò averla addottrinata, essa si confuse, si contraddisse, +inventò alcune favole, una più assurda dell'altra, ma non volle mai +nominare i proprii complici. + +In seguito a questo dibattimento l'I. R. Tribunale provinciale di Rovigo +pronunciava la seguente + + + *Sentenza.* + +In forza del potere conferitogli da S. M. Apostolica. + +L'i. r. Tribunale provinciale in Rovigo, in esito al dibattimento +tenutosi nei giorni 29, 30 settembre e 1º ottobre 1856, coll'intervento +del presidente Felice dottor Saccenti e dei consiglieri Gio. Battista +Ranzanici, Giuseppe Cavazzani, Gio. Battista Munari, Francesco Provasi, +quali giudici nella causa penale pei crimini di calunnia e furto in +confronto dell'arrestata Giuditta Castilliero di Lorenzo, nativa di +Barucchella, abitante ai Masi, dell'età d'anni 23, villica, nubile, +difesa dall'avvocato Antonio dott. Farsetti; + +Veduto il conchiuso 29 luglio anno corrente, N. 1424, col quale Giuditta +Castilliero fu posta in istato d'accusa, come legalmente indiziata dei +crimini di calunnia e di furto contemplati dai §§ 209, 171, 176 II, _b_, +del Codice penale; + +Udite le conclusioni e proposte dell'i. r. Procuratore di Stato Gio. +Battista consigliere Meraviglia, e le deduzioni dell'avvocato Alessandro +dott. Cervesato patrocinatore di Caliman Ravenna per quanto concerne le +ragioni di diritto privato, nonchè le deduzioni dell'avvocato Antonio +dottore Farsetti difensore ufficioso dell'accusata Castilliero; + +Sentita anche l'accusata medesima che ultima ebbe la parola; + +Osservato che Giuditta Castilliero ha incolpato Caliman Ravenna di un +crimine, e precisamente di pubblica violenza a termini del § 93 Codice +penale, avendo giuratamente deposto alla Pretura di Badia e raccontato a +più persone che il detto Ravenna nella mattina della domenica 17 giugno +1855 fra le ore 10 e le 11 la avea tratta nel suo locale terreno ad uso +esattoria, e colà lasciata chiusa, sola, senza cibo ed assistenza, +all'oscuro, fino alle prime ore antimeridiane del dì successivo, nella +qual ora la fece escire, e la collocò in un calesse, ove fu poi tradotta +in una città che avrebbe poi inteso essere Verona, e le furono praticati +dei tagli come di salassi con effusione di sangue ai polsi al dorso +delle mani, ed alle braccia; + +Osservato che contro Caliman Ravenna per questa incolpazione datagli +dalla Castilliero, fu proceduto a giudiziali indagini, ed al personale +di lui arresto, che ebbe la durata di 16 giorni; + +Osservato che, data la falsità di detta incolpazione, sorge pel sopra +esposto a carico di Giuditta Castilliero il crimine di calunnia definito +al § 209, Codice penale; + +Osservato che tale falsità risulta manifestamente stabilita: + +_a_) per la confessione della stessa prevenuta Castilliero, la quale +ritrattò pienamente l'accusa da lei data al Ravenna, e la riversò +dapprima sopra uno sconosciuto signore, poscia sopra ignoto carrettiere, +dal quale sarebbe stata sedotta a deporre quanto realmente depose a +carico del Ravenna; + +_b_) per le deposizioni delli Brusemini, Vanzetti, Brancaleoni, Gabussi +impiegati nella esattoria di Alessandro Levi, condotta da Caliman +Ravenna, i quali attestano la loro presenza in quel locale, ed escludono +quella della Castilliero nella mattina della domenica 17 giugno 1855 +fino dopo le ore 11; confermate tali deposizioni da quelle non dissimili +di Luigi Dolcemini, Chiara Margutti, Maria Zanella, Giovanni Parisutti; + +_c_) pel deposto di Antonio Fadin, che due volte ricevette in quella +domenica nelle ore pomeridiane in detta esattoria da Caliman Ravenna del +danaro per conto del dispensiere signor Spech ed esclude che ivi si +trovasse alcuna estranea persona; + +_d_) pel deposto di Felice Mantovani e Filomena Chinaglia che assicurano +di aver veduta la Castilliero quella domenica a ore 11 circa +antimeridiane dirigersi da Badia verso l'ospitale d'onde si procede per +la Bova del Zecchino verso Villabona, indi Legnago; + +_e_) pel deposto di Celeste Tosetto ed Antonio Rizzi, che in ora più +tarda la videro passare per la detta Bova, e dirigersi verso Villabona; + +_f_) pel deposto di Maria Massari, Marianna Turcatto, Giovanni Ferragù, +Teresa De Stefani-Ferragù, Carolina e Marianna Ferragù, Natalina Scapin, +e Gaetano Fantoni, i quali attestano dell'arrivo in Legnago della +Castilliero nel pomeriggio della ripetuta domenica, e dell'essersi ella +colà trattenuta al servizio della famiglia Ferragù fino alla mattina del +lunedì 25 giugno 1855; + +Ritenuto che la pravità della intenzione è inseparabile dalla falsità +dell'accusa, non potendosi ignorare le funeste conseguenze che derivar +ne poteano; + +Osservato che quanto all'altro crimine di furto, del quale è pure +aggravata la Giuditta Castilliero, la prova della sussistenza e della +criminosità, trattandosi di furto commesso da donna di servizio a danno +del padrone sopra effetti di un importo eccedente i cinque fiorini, +sorge dalle deposizioni del derubato Giovanni Ferragù e suoi famigliari, +e la prova di reità desumesi dalla confessione della Castilliero avente +tutti i requisiti di legge, e dal possesso delle cose rubate; + +Visto quanto alla pena i §§ 34, 210, 178, Cod. pen. e + +Ritenuto concorrere gli estremi delle lettere _a_, _b_, del citato § +210, quindi stare a carico della prevenuta le aggravanti dell'aver +commesso due crimini di specie diverse, dell'aver perpetrato il crimine +di calunnia con duplice aggravamento di singolare malizia, e di grave +pericolo, l'averlo sostenuto con giuramento, mentre la favoriscono la +precedente condotta incensurabile, l'età poco al di sopra dei 20 anni, +la patita seduzione; + + Ha giudicato: + +Essere Giuditta Castilliero di Lorenzo, dell'età d'anni 23, nativa di +Barucchella, abitante ai Masi, villica, nubile, colpevole dei crimini di +calunnia, e furto previsti dai §§ 209, 171, 176 II, _b_, Cod. pen.: e +come tale viene condannata giusta i §§ 34, 210, 178, alla pena del +carcere duro per anni 6, ed al pagamento delle spese processuali a senso +del § 331, e colle riserve del § 343, del Reg. di proc. penale; ommesso +di pronunciare sul risarcimento del danno a Caliman Ravenna, avendo il +medesimo rinunciato all'azione civile verso l'accusata Giuditta +Castilliero; restituiti a Giovanni Ferragù gli effetti in presentazione +al medesimo rubati. + +Contro questa sentenza la Castilliero ricorreva in Appello, non — vi si +badi — per ottenere di essere prosciolta dall'accusa di calunnia, ma +soltanto per conseguire una mitigazione di pena. Il risultato +dell'appello non le fu troppo favorevole siccome emerge dalla seguente +sentenza: + + TRIBUNALE D'APPELLO VENETO + (_Sessione del 5 novembre 1856_). + +Avendo la Giuditta Castilliero interposto ricorso non già contro la +condanna, ma semplicemente per ottenere una mitigazione della pena, il +Tribunale d'appello nella sessione suindicata, + +Preso in esame il ricorso per mitigazione di pena interposto +dall'arrestata Giuditta Castilliero, nativa di Barucchella, abitante ai +Masi, d'anni 23, villica, nubile, contro la sentenza 1º ottobre p. p., +n. 4247 dell'I. R. Tribunale provinciale in Rovigo, che siccome +colpevole dei crimini di calunnia e di furto, la condannò alla pena del +duro carcere per anni 6 e negli accessorii di legge; + +Visti gli atti processuali; + +Vista la sentenza reclamata; + +Sentito il signor Procuratore superiore; + +Ritenuto che la inquisita Castilliero non ricorre che per ottenere +mitigazione di pena; + +Osservato che la pena da infliggersi all'inquisita pel crimine di +calunnia era estendibile anche fino a 10 anni di carcere duro, a tenore +del § 210, Codice penale, in vista massime della spiegata singolare +malizia; + +Osservato che il crimine stesso si presenta pur aggravato dalle +circostanze del pericolo cui fu esposto l'incolpato Ravenna, e dalle +altre tristissime conseguenze che ne derivarono o che potevano +derivarne; + +Osservato che l'inquisita confermò il calunnioso suo deposto persino +anche col giuramento; + +Ritenuto che la medesima si presenta colpevole altresì del crimine di +furto; + +Ritenuta per conseguenza immeritevole l'inquisita stessa di ogni +mitigazione di pena; + +Respinto il ricorso, + +Dichiarava + +Di confermare la sentenza 1º ottobre p. p., n. 4247, dell'I. R. +Tribunale provinciale in Rovigo. + +Il resoconto sommario che abbiam dato di questo processo non sarebbe +però completo se non lo facessimo seguire da una importante lettera che +il dott. Alessandro Cervesato, di Rovigo, l'avvocato cui il signor +Caliman Ravenna, costituitosi parte civile, aveva incaricato di +sostenere le sue ragioni contro la sua calunniatrice, indirizzava +all'_Eco dei Tribunali_ di Venezia. + +Eccola tal quale: + + _Signor Redattore!_ + +Chiudeasi in quest'oggi il pubblico dibattimento nel confronto della +giovine Giuditta Castilliero e questo r. Tribunale dovette condannarla +per crimine di calunnia a sei anni di carcere duro, sebbene assistita da +circostanze attenuanti e meglio ancora da quelle simpatie che durante il +dibattimento avea saputo, a fronte delle più sinistre prevenzioni, +destare in suo favore colla pacatezza del contegno, colle misurate +parole, colle accorte risposte e con tale un'apparenza d'innocente +candore da rendere il più singolare contrasto colla scaltrita malizia +della quale seppe usare, e con felice successo, dal principio alla fine +per fuorviare le più accurate investigazioni. + +Ma se indipendentemente dalle ritrattazioni della Castilliero e la mercè +delle più irrecusabili testimonianze, risultava a luce meridiana +comprovata la piena innocenza del mio cliente Caliman Ravenna, rimaneasi +spiacevolmente delusa la pubblica aspettazione sul punto cardinale di un +così interessante processo. + +Nessuno può dubitare che la favola dalla Castilliero spacciata in odio +del signor Ravenna sia stata la fedele parodia di quella antica calunnia +che in tempi d'intolleranza e di barbarie venne scagliata contro i figli +d'Israele, e la quale, sebbene percossa dai fulmini del Vaticano, +compulsata dagli editti de' principi, e smascherata da cento formali +processi, non ha però, mai cessato di riapparire a quando a quando, e +sempre o quasi sempre prodromo infausto ed esca di sociali +perturbamenti. + +Dove adunque potea la povera villica ed ignorante attignere +quell'assurda fola? Chi le apprese a vestirla con tanta sembianza di +vero e con sì minute ed abbaglianti descrizioni di persone, di luoghi, +di oggetti da essa indubbiamente non mai veduti ed ignorati? Chi per +acquistarle fede maggiore le ha praticate quelle varie incisioni alle +braccia, ai polsi, alle mani a modo da imitare i più perfetti salassi? +Chi la indusse a propalarla, a deporla in giudizio, a confermarla con +suo giuramento? Per quale scopo ve la indusse, se il signor Ravenna non +aveala tampoco mai veduta, s'egli non saprebbe indicare un suo personale +nemico, se in Badia, ove soggiorna da ben diciott'anni, ha sempre goduto +di una intera fiducia e della più conclamata generale estimazione? Chi +potea finalmente inspirarle tanta forza di spirito, tanta pertinacia di +volontà, e tanta annegazione di sè medesima, nel tenerne occulto +l'autore morale, resistendo ad ogni maniera di legittime coartazioni e +sfidando, sarei per dire, colla indomata rassegnazione di un martire la +vindice spada della giustizia?... + +In tali incognite si racchiude il mistero del dramma; dramma tenebroso e +che nessuna luce ha ricevuto da un processo, avvegnachè condotto con sì +circospetto e paziente amore del vero. + +Quale patrocinatore del danneggiato signor Ravenna, ammonito di dovermi +attenere a quanto fosse di mestieri per la giustificazione delle sue +ragioni di privato diritto, io mi trovai collocato in assai difficile +condizione; perchè da un canto il signor Ravenna non volea a patto +nessuno associarsi all'accusa nemmanco coll'apparenza di coltivare basse +ed illusorie vedute di materiale interesse; e perchè dall'altro canto io +non potea spiegare quella più ampia difesa che reclamata quasi era +dall'onore di lui e di tutti gl'Israeliti sì crudelmente intaccati da +quella falsa imputazione, non che dalla viva rimembranza del corso +pericolo da parte del volgo contro essi esasperato; e ciò nella speranza +che sì solenne giustificazione avesse potuto farla una volta per sempre +finita con un pregiudizio assurdo, immorale e cotanto vituperoso ad +un'êra della più progredita civiltà com'è la nostra. + +Ella, o signore, conosce assai meglio di me che nessun rito rabbinico ha +mai permesso l'uso del sangue, e che anzi gli Ebrei ne hanno in ogni +tempo provato tale un abborrimento da tenersene contaminati al solo +toccarlo. È notorio che, ben lungi dal cibarsene, respingono essi con +orrore le carni degli animali non isgozzati giusta la prescrizione della +loro legge, per la tema appunto che una qualche stilla di sangue ne sia +rimasta nei visceri o tra le fibre; ond'è che nessun altro popolo ha mai +come l'ebreo servito a rigore di lettera il precetto che Dio tramandava +per la bocca di Mosè — non verserete sangue; non vi ciberete di sangue; +il contravventore perisca. — + +Non potrebbe sospettarsi tampoco che quella pratica feroce sia un avanzo +di vetuste superstizioni redate dagli Ebrei ne' loro contatti co' +gentili cui fossero abituali i riti di sangue, e che sia sorta dal +supposto lor odio contro i seguaci di Cristo, mentre depongono in +contrario le storie ed i formali processi in più occasioni istituiti. + +Ci narra Tertulliano che nei primi tempi di Nostra Chiesa e duranti le +persecuzioni ordinate dagl'Imperatori contro i Cristiani, veniano questi +accusati di immolare vittime umane, di beverne il sangue, di mangiarne +le carni e che quell'ignominiosa incolpazione fu per ben tre secoli +l'incentivo di persecuzioni ognora più crudeli. Ma nella storia di quei +tristissimi giorni non abbiamo pur cenno che altrettanto siasi detto o +sospettato degli Ebrei, sebbene all'imperversare di quella grande +rivoluzione religioso-morale dovessero trovarsi in massimo grado +inaspriti gli animi, e più facili e sicure le vie della calunnia. + +Ella sa pure, o signore, assai meglio di me che, soltanto nel secolo +XIII apparve per la prima volta l'accusa che gli Ebrei in date loro +solennità versassero il sangue di un innocente Cristiano quale simbolo +di espiazione, o ne usassero quale filtro portentoso. Ma se gli Ebrei +non hanno infierito contro i Cristiani quando più vivi ed operosi erano +gli odii, e quando deboli e percossi i Cristiani dalle ricorrenti +persecuzioni avrebbero potuto farlo impunemente, come ammettere in buona +logica che sieno stati osi di adottare quella pratica inumana, allorchè +di fronte al Cristianesimo per tutto trionfante avrebbero posta in +compromesso quell'unica protezione sociale che loro era rimasta in una +legge di tolleranza? — Mirando alla coincidenza degli avvenimenti ed +all'agitazione religioso-sociale a que' giorni inferita dal bando della +crociata per cui pareva che tutto Occidente dovesse, a modo d'immensa +valanga, rovesciarsi sopra Oriente, saremmo indotti a sospettare che un +qualche fanatico od un qualche ambizioso, a parodia di quel gigantesco +movimento siasi pensato di bandire una specie di crociata anche contro +gli Ebrei; e nel fatto ebbe la storia a registrare il nome di un certo +Rodolfo uomo di gran seguito in Lamagna, il quale pel primo appunto +avrebbe tentato in Colonia, Spira, Magonza e Strasburgo di levare la +croce contro gli Ebrei. Senonchè Gregorio IX, durante il suo +pontificato, con tre Bolle ha proclamata l'innocenza del popolo ebreo, +condannando quell'insensata calunnia. Lo stesso Pontefice con suo Breve +ne ammoniva i principi cristiani perchè si stessero a buona guardia e +non vi prestassero fede. Anche i papi Innocenzo IV ed Alessandro VII +fecero altrettanto e dottori della Chiesa e santi insigni presero le +difese del calunniato Israele. S. Bernardo tra gli altri scrivendo ad +Enrico arcivescovo di Magonza protestava contro il diffondersi di quella +vergognosa calunnia e ne deplorava le funeste conseguenze. + +È notabile il fatto che tale diceria non sia mai sorta nella Spagna, +mentre tutti sanno che in nessun altro paese di Europa furono gli Ebrei +sì duramente perseguitati come ai tempi di Ferdinando ed Isabella in +quella contrada. + +Anche i principi secolari se ne occuparono seriamente, e forti delle +decisioni pontificie vollero con formali processure quella calunnia +sventare e punire. Abbiamo i bandi dei duchi di Milano e di Mantova, +abbiamo gli editti imperiali di Federico III, di Carlo V, di +Massimiliano II, abbiamo le decisioni dei senati di Casale e di Venezia; +documenti tutti che comprovano la malvagità di quella calunnia per non +dire delle molte sentenze proferite in casi particolari da giudici +imparziali e competenti e che sono tuttora negli archivi nostri e +forestieri. — E qua cade in acconcio rammentare il voto che sopra +ricerca del Re di Polonia veniva pronunciato dalla Facoltà teologica di +Lipsia nell'anno 1714; voto che, ridondante di dottrina e di erudizione, +respinge fin anche il sospetto che con quella pratica brutale siansi mai +disonorati gli Ebrei. Io son dell'avviso, che ov'Ella, signore, ne +facesse dono a' suoi molti associati in appendice al processo che sta +pubblicando colle stampe, non solo presterebbe un ottimo servigio alla +verità, ma recherebbe ben anche un raggio di luce a quelle parti del +processo che non emersero a sufficienza chiarite. + +S'io avessi potuto su questo terreno allargare la difesa, avrei forse +conseguito il vantaggio di paralizzare più compiutamente ogni sinistra +prevenzione e di rettificare qualche torta idea nei menoveggenti a +maggiore presidio e conforto di una casta sociale per molti rispetti +onorevole e per illustri notabilità benemerente. + +Sarà forse credibile appena dai lontani che in un secolo di tanto senno, +di tanta tolleranza e di tanta umanità siasi agitato, e qui tra noi, un +processo di quella fatta: tra noi, che governati da sapientissime +istituzioni, tolto ogni privilegio di classe e di stirpe, siamo tutti +uguali in faccia alle leggi e quasi altrettanti figli di una sola +famiglia. — Giova sperare però che le Autorità competenti non vorranno +desistere da ulteriori indagini, mentr'è nell'interesse del pubblico +ordine e della pubblica sicurezza che l'occulto motore della Castilliero +venga scoperto. + +Eccole, o mio buon signore, i poveri cenni che le ho promessi quasi a +compimento della difesa del signor Ravenna, sarò ben lieto se si +compiacerà di usarne a suo grado. + + _Suo dev. servitore_ + + ALLESSANDRO dott. CERVESATO. + +A questa dotta lettera dell'egregio avv. Cervesato, il direttore +dell'_Eco dei Tribunali_ che era, piace il ricordarlo, quel valoroso +pubblicista e fervido cattolico che oggi dirige la _Gazzetta di +Venezia_, Paride Zajotti, faceva seguire queste considerazioni sue: + +Compiuto il resoconto del dibattimento, col pubblicare l'appendice +fattavi dal chiarissimo avv. Cervesato, coi due importantissimi +documenti (360) che ne formano per così dire necessario supplimento, +resterebbe che ancor noi scendessimo nell'arringo, come, con soverchia +fiducia, avevamo promesso nell'imprendere questa pubblicazione. + +Ma, obbligati a rimanere entro quella ristretta cerchia che chiamasi la +questione legale, non potremmo estenderci a quelle considerazioni e +dimostrazioni, che sono suggerite e richieste dalla questione sociale, +di cui questo processo non è che un passaggiero fenomeno, senza correre +grave pericolo o di entrare in un campo a noi straniero, o di nuocere +alla cosa stessa, parlando con un riserbo incompatibile colla fermezza +delle nostre convinzioni. + +Perciò crediamo più savio partito il tacere, e lasciar parlare per noi +l'eloquenza dei fatti, accertati con tutto il rigore delle forme +processuali e con quella scrupolosa esattezza, di cui tu testimonio +chiunque assistette allo svolgersi di questo dibattimento. + +I fatti parlano da sè. Ed è fatto incontrastabile che il primo racconto +della Castilliero fu provato falso nel modo più luminoso che si potesse. +Diciamo nel modo più luminoso, perchè, lasciando da parte la manifesta +sua inverisimiglianza, la falsità ne fu dimostrata oggettivamente e +subbiettivamente. + +Oggettivamente per mezzo di tutti quei testimoni, i quali coabitando col +Ravenna, e dovendo necessariamente aver avuto qualche sentore del fatto, +se qualche cosa di somigliante fosse colà avvenuto, esclusero ad una +voce qualunque circostanza che potesse avervi anche remota allusione; e +per mezzo principalmente della deposizione di Antonio Fadin, che fu nel +locale stesso in cui la Castilliero voleva essere stata rinchiusa, e +nelle ore in cui doveva essa pure esservi stata; deposizione suffragata +e da dichiarazioni d'altri testimoni e dalle corrispondenti annotazioni, +fatte, a caso vergine, nei registri dell'Ufficio postale. + +Subbiettivamente, per quella serie sterminata di testimoni tutti +concordi, benchè appartenenti a varie condizioni della società ed a +differenti paesi, i quali con tanta precisione ci attestarono la +presenza della Castilliero, ora qua ed ora là, appunto nei varii giorni, +in cui secondo il primo suo esame essa voleva essere stata in quella +fantastica fortezza, in cui si entra e da cui si esce, di giorno e di +notte, in carrozza chiusa senza incontrare una guardia di polizia o di +finanza che chiegga conto dei misteriosi passeggieri. E fu savissimo +intendimento del Tribunale quello di citare al dibattimento tutti quei +testimoni, benchè deponessero su circostanze affatto secondarie, dopo +tanta luce di prove, affinchè il numero stesso delle persone, la loro +qualità di Cristiani, la franchezza di tante svariate deposizioni, ma +tutte coincidenti nell'argomento che interessava, valesse a persuadere i +più testerecci. + +Dopo tutto questo, che cosa importa se la Castilliero, a cui il parlare +a nulla personalmente avrebbe giovato, dacchè il fatto rimaneva in ogni +modo ed in ogni caso una calunnia, si chiuse in un inviolabile silenzio, +e volle farla da romanzesca eroina, dicendo — nessuno fuorchè lei sapere +come la cosa fosse stata — oppure calcolò sui frutti del suo silenzio? +Che cosa occorre di più, oltre la prova che il fatto era una menzogna? +La spiegazione delle cause, che indussero la Castilliero, e pongasi +anche, la condanna dei correi, non avrebbero nè provato maggiormente la +falsità dell'accusa, nè persuaso nemmeno uno solo di quelli che credono +a tutto, fuorchè a quanto fu provato in questo processo. + +Anzi, la specialità delle circostanze che accompagnarono questo caso, ci +dà una notevole guida per giudicare di altri fatti consimili in addietro +processati, specialmente nei tempi in cui dominava in tutto il suo +rigore il sistema inquisitorio. Secondo la massima parte delle leggi, +ne' secoli scorsi la deposizione del danneggiato, appoggiata ad una +prova qualsiasi del fatto in genere, bastava per applicare all'imputato +la tortura; ora qui si aveva la deposizione della danneggiata, che +esclusa l'inverosimiglianza del fatto per se stessa, era improntata di +tutti i caratteri della veridicità; si aveva una specie di prova del +fatto in genere nella sparizione, nei primi momenti inesplicabile +dell'odierna imputata, e nelle tracce della scalfitura alle mani ed alle +braccia; ora se fossero stati altri tempi ed il signor Ravenna fosse +stato messo sull'eculeo, noi vorremmo fortemente dubitare che, frammezzo +agli strazi della tortura e col progressivo accrescersi del martirio, +egli non avesse, come gli Ebrei di Damasco, tutto affermato pur di +sottrarsi agli spasimi. + +E quale argomento per la sussistenza del fatto, qual prova si avrebbe +potuto dedurre dalla sua condanna? Questa conclusione, a cui è pur forza +di venire, fa che, per noi, questo processo, in cui sulle prime le +stesse Autorità furono tratte in inganno dal racconto della Castilliero +(tanto da ordinare l'arresto del Ravenna), assuma un'importanza storica +immensa. + +Per chi volesse di più, basti il fatto che in questo processo, il +Presidente del dibattimento non reputava nemmeno meritevole di +discussione la questione in massima, ed il Pubblico Ministero +qualificava l'oggetto dell'accusa della Castilliero quale pregiudizio +del volgo. + + PARIDE ZAJOTTI. + +(360) Di questi due documenti uno, e cioè il _Parere della Facoltà +teologica di Lipsia_, 8 maggio 1714, fu da noi pubblicato fra i presenti +documenti; il secondo che è una dichiarazione del _R. Procuratore +generale prussiano di Aquisgrana_, pubblichiamo qui appresso. + + + + + XX. + + Dichiarazione del R. Procuratore generale prussiano di Aquisgrana. + + + (_Stadt-Aachener Zeitung, N. 82_). + +Un caso, testè avvenuto nel mio circondario d'Ufficio, e che destò gran +chiasso e porse argomento a diversi articoli di giornale, m'induce a +pubblicare la seguente _notificazione ufficiosa_. + +Il 6 corrente una donna fece in Jülich a quel funzionario della polizia +giudiziaria la denunzia che la sua figliuolina novenne, da lei mandata +il mattino a Broich verso le sette, per mendicarvi un po' di pane, era +stata assalita per via da un Ebreo e maltrattata nel modo più orribile. +La ragazza, _colla massima consonanza con un suo fratellino di sei +anni_, che l'avea accompagnata, depose in ripetuti esami, apparentemente +nella massima commozione di animo, che quando fu dietro la contrada di +Broich, le venne incontro l'Ebreo di Broich, si siedette, l'afferrò +improvvisamente, se la pose sui ginocchi, e poscia, dopo aver estratto +un coltello ed averle alzate le gonne, le diede un colpo al bassoventre. + +Ed in realtà quelle parti del corpo, ove, secondo l'attestazione della +ragazza, sarebbe stato dato il colpo, erano lorde di sangue. + +Poco dopo aperta l'investigazione di polizia, condotta con molta +diligenza ed avvedutezza, la ragazza, asserentesi maltrattata, vide una +coppia di Ebrei che passavano pel mercato di Jülich, e facendo mostra +d'essere quasi fuori di se stessa, gridò: “Questo è colui che m'ha +ferita!” + +Gli Ebrei furono tosto arrestati, e nel confronto coi ragazzi furono +riconosciuti da questi colla massima precisione per gli autori del +fatto. + +La donna ebrea, della quale originariamente non era stato fatto alcun +cenno, secondo una nuova dichiarazione della ragazza, le avrebbe coperto +il viso, sicchè non potè gridar bene. Nel corso degli ulteriori esami, +quei ragazzi deposero altresì che alle loro grida era accorso un +vecchio, il quale era stato ammazzato dall'Ebreo col suo coltello, e che +gli Ebrei aveano presa la fuga soltanto all'avvicinarsi di altre +persone. + +Giuntimi gli atti, feci avviare un'istruzione giudiziale, al quale scopo +un giudice istruttore ed un procuratore di Stato si recarono il 12 +corrente a Jülich. + +Il risultato dell'istruzione assunta fu il seguente: + +“Una ispezione personale, assunta con tutta esattezza da un impiegato +medico giudiziario, coll'intervento anche di un altro medico, sul corpo +della ragazza asserentesi ferita, non lasciò scoprire nè una ferita, nè +una tumefazione, nè una infiammazione delle parti che secondo la sua +dichiarazione sarebbero state lese. + +“Gli Ebrei arrestati erano forniti di passaporti in piena regola; essi +sostennero di non essere stati in Broich, o sulla via, che da Broich +conduce a Jülich, ma di avere dormito nella notte dal 5 al 6 corrente in +Aldenhoven (in direzione affatto diversa di Jülich) e di essersi di là +diretti a Jülich per la strada postale. + +“Tutto ciò fu confermato pienamente dalla deposizione delle gente +(cristiana) presso cui volevano avere pernottato e di due gendarmi, i +quali nella mattina del 6 aveano scortato degli arrestati da Jülich ad +Aldenhoven e per via incontrarono i coniugi ebrei, che provenivano nella +direzione di Aldenhoven. Un confronto dei diversi tempi dimostra che gli +imputati, al momento dell'attentato loro addebitato, si trovavan +distanti dal luogo, ove esso sarebbe stato commesso, per lo meno un'ora, +ma con somma verosimiglianza, più ore. + +“L'uomo, che i ragazzi indicavano essere stato ammazzato dall'Ebreo, fu +rinvenuto facilmente. Egli non aveva alcuna lesione e dichiarò di avere +incontrato quei due fanciulli sul luogo dell'asserito maltrattamento, +ove piangendo si lagnarono con lui di quanto dicevano essere loro +accaduto; egli però, al pari delle altre persone indicate dai ragazzi, +assicurò di non avere assolutamente veduto in quel luogo alcuna persona +sospetta.” + + + + + XXI. + + Ignazio von Döllinger. + + +Da un discorso tenuto nella solenne seduta dell'Accademia delle scienze +a Monaco, il 25 luglio 1881, dal presidente Ignazio von Döllinger, ed +intitolato, _Gli Ebrei in Europa_, togliamo il seguente brano che +chiaramente dimostra quale concetto abbia il dotto teologo tedesco sulle +accuse che si muovono agli Ebrei: + +. . . . . . Abituati ad immaginarsi che ogni Ebreo fosse il nemico +nato ed il debitore dei Cristiani, i popoli ritenevano gli Ebrei, in +un'epoca in cui si prestava fede volentieri anzi con avidità a cose +crudeli e soprannaturali, capaci di qualunque delitto, anche +dell'inverosimile ed impossibile. Dopo il 12º secolo corse la fola che +gli Ebrei abbisognassero di sangue Cristiano, gli uni dicevano per la +loro festa Pasquale, gli altri, come rimedio contro un segreto male +ereditario; perciò furono accusati di uccidere ogni anno un ragazzo. +Inoltre si diceva ch'essi crocifiggevano ogni anno un Cristiano per +oltraggiare il Salvatore. + +Se si rinveniva in qualche luogo un cadavere con traccie di violenza, un +bambino morto, l'assassino doveva essere stato un Ebreo, e si poneva +alla tortura finchè confessava. Seguivano allora crudelissimi supplizi +ed in parecchi casi una strage in massa dell'intera popolazione ebrea +della città e della campagna. Non c'era neanche idea d'una regolare +procedura giudiziaria. I giudici e le Autorità stesse tremavano dinnanzi +all'ira del popolo imbestialito; poichè c'era la convinzione che si +potessero attendere le più infami azioni da un ebreo. Talvolta era anche +un'immagine di Cristo che un ebreo avrebbe trafitta con un coltello o +mutilata, ciò che era il segnale d'una strage. Dopo il 1200 si +aggiunsero le voci di ostie oltraggiate e miracolosamente sanguinanti. +Da Parigi, dove era accaduto il primo caso, la nuova fiaba si diffuse +nei paesi vicini, ben presto si volle possedere anche altrove una tale +reliquia, e sembrò che gli Ebrei, presi da demonìaco delirio, credessero +e non credessero ad un dogma della Chiesa e contemporaneamente +desiderassero una morte tormentosa tanto spesso essi cadevano vittime di +questi delitti immaginarii. + +A Londra gli Ebrei furono uccisi perchè volevano incendiare la grande +città. + +La gran peste che desolò e spopolò nel 1348 tutta l'Europa fu subito +attribuita soltanto agli Ebrei. Il fatto che quel popolo intelligente e +che conduceva vita regolare n'era colpito molto meno dei Cristiani, +cambiò la supposizione in certezza. Essi avevano avvelenato dappertutto +in seguito ad una cospirazione, i pozzi e le sorgenti, e perfino i +fiumi. In una città si volle aver rinvenuto realmente del veleno in un +pozzo. Posti alla tortura, alcuni Ebrei confessavano il delitto. Scoppiò +allora una tale esplosione di fanatismo, di bramosìa di vendetta e di +volgare avidità, quale l'Europa non aveva mai veduto prima, nè vide mai +dopo. Le vittime in alcune città, si contarono a migliaia. Molti +prevennero il furor popolare suicidandosi. Invano il Papa Clemente VI +dichiarò in due bolle gli Ebrei innocenti. Coloro che si salvarono con +una rapida fuga trovarono un asilo soltanto nella lontana Lituania. + + + + + XXII. * + + Professore dott. Nöldecke di Strasburgo. + + +È assolutamente deplorevole che oggi ancora debba esser necessario di +respingere sul serio l'accusa che l'ignoranza e la malvagità muovono +agli Ebrei di far uso nelle loro solennità di sangue umano e +specialmente cristiano. Non soltanto quest'accusa manca di ogni +fondamento, ma tale barbarie ripugna a tutti i principii del Giudaismo, +sicchè gli Ebrei che avessero commesso un tale misfatto dovrebbero +essere assolutamente esclusi dalla Comunità religiosa. + +Coloro che credono e divulgano tali fiabe, dovrebbero sapere che +siffatte accuse di misteriosi sagrifizi umani, di uso rituale di sangue +umano, e di altre simili mostruosità si facevano già in Oriente in tempi +antichi ad altre sêtte religiose per ragione di odio confessionale, o +per cupidigia di nefando lucro. + +Cristiani lanciarono tali accuse verso sêtte cristiane, e dagli scritti +sacri dei Mandei (cristiani di San Giovanni) si ricava una orrenda +descrizione dei misfatti che i Cristiani in generale commettevano per +celebrare la S. Comunione. + +Colui che afferma gli Ebrei adoperare sangue cristiano per una solennità +rituale si pone al livello degli orientali più abbrutiti dall'odio di +religione e dalla superstizione. + +Herren Alb (Foresta Nera), 20 agosto 1882. + + Dott. Th. NÖLDECKE + Prof. ordinario nell'Università + _Imperatore Guglielmo_ in Strasburgo. + + + + + XXIII. * + + Professore Dott. A. Merx di Heidelberg. + + +Essendosi in questi ultimi mesi ripetutamente parlato in diversi luoghi +e segnatamente a Dresda ed a Berlino dell'uso che si farebbe dagli Ebrei +del sangue cristiano per festeggiare la Pasqua (Pessach) e tale voce +essendo stata diffusa per agitare le plebi ignoranti, venni invitato a +dichiarare se un tale delitto, designato col nome di _assassinio +rituale_, sia prescritto dalle leggi della religione ebraica. Dichiaro +perciò: + +1. La legge ebraica proibisce l'assassinio in generale e assolutamente: +“Il sangue di colui che spanderà il sangue dell'uomo sarà sparso +dall'uomo” (_Gen._, IX, 6) “Non uccidere” (_Es._, XX, 13). + +2. La legge ebraica proibisce l'uso del sangue in generale ed +assolutamente: “Chiunque ne mangerà (sangue) sia sterminato” (_Lev._, +XVII, 14). Questo precetto è la principale ragione del rito con cui gli +Ebrei uccidono gli animali allo scopo di sbarazzare completamente la +carne dal sangue. Da ciò risulta assolutamente falso che gli Ebrei +adoperino sangue per preparare la loro focaccia di Pasqua, in caso +contrario il precetto generale dovrebbe essere annullato da un precetto +speciale. + +3. Nella legge sulla festa di (_Pessach_) Pasqua (_Es._, XII, 13) non si +trova tale precetto speciale e non può trovarvisi, giacchè allorquando +fu data questa legge non esistevano fanciulli cristiani; ma al contrario +non era permesso uccidere, come pretende la vieta calunnia, nè +fanciulli, nè adulti di altra religione. Nell'intiera legge non vi è +neppure una parola sulla uccisione di uomini. + +4. Nella legislazione della Bibbia non è prescritto per la festa di +Pasqua l'uso del sangue di fanciulli cristiani. Nessuno potè trovare un +solo passo, il quale provi che l'assassinio rituale sia prescritto. + +5. In seguito a ciò l'affermazione, sorta del resto dopo il XV secolo, +che gli Ebrei adoperino sangue cristiano per la loro festa di Pasqua, +risulta non vera, e non può appoggiarsi a nessun testo della legge +ebraica. Quello che la ripete senza addurne prove, ciò che del resto gli +riescirebbe assai difficile, e quello che in riunioni pubbliche pretende +dimostrare che è basata su fatti, deve essere condannato come un +miserabile calunniatore, col quale si deve adoperare il Codice penale. + +San Remo, 10 ottobre 1882. + + D. A. MERX. + + Professore di Esegesi del Vecchio Testamento + nell'Università di Heidelberg. + + + + + XXIV. * + + Prof. dott. Carlo Bernardo Stade di Giessen. + + +Colui che afferma gli Ebrei adoperare sangue cristiano per una solennità +rituale, dà saggio di ignorare assolutamente la storia ed il carattere +della religione ebraica. + +In qualsiasi modo sia per finire il processo di Tisza Eszlar è fin d'ora +sicuro che non potrà mai venir invocato nè contro la religione ebraica, +nè contro l'indole degli Ebrei, i fatti di cui sono accusati i macellai +di quel paese, essendo ripugnanti all'indole degli Ebrei, e detestati +dalla religione ebraica. + +Giessen, 10 ottobre 1882. + + Dott. CARLO BERNARDO STADE, + Professore ordinario. + + + + + XXV. * + + Facoltà teologica dell'Università di Amsterdam. + + +La facoltà teologica di Amsterdam è riconoscente ai Rabbini che, +adunatisi in Buda Pest il 5 luglio di questo anno, (1882), deliberarono +di invitarla a dare il suo parere sopra una vecchia accusa che ora viene +nuovamente scagliata contro gli Ebrei. + +Essa si crede perciò obbligata di far pubblica la sua disapprovazione +contro la diffusione di una asserzione altrettanto infondata quanto +pericolosa, ed unendosi al giudizio di tutti gli uomini competenti in +siffatta materia, si dichiara profondamente convinta, che in nessuno dei +libri religiosi degli Ebrei si contenga la prescrizione di adoperare, +per iscopi rituali, sangue umano ottenuto da un assassinio. + + La Facoltà teologica dell'Università di Amsterdam, + P. D. CHANTEPIE DE LA SAUSSAYE, _praes._ + J. G. D. MARTINS, _cancelliere_. + + + + + XXVI. * + + Professore Dott. Carlo Siegfried di Jena. + + +Chiunque ha voglia di aprire la Bibbia può convincersi che l'accusa che +gli Ebrei adoperino sangue cristiano non è che una invenzione di +malvagi, accolta soltanto dagli imbecilli, poichè nei cinque libri di +Mosè nulla è più severamente vietato agli Ebrei dell'uso del sangue. +(_Genesi_, IX, 4. — _Levitico_, VII, 26, 27. — _Deut._, XII, 16, ed +altri). + +Siffatta accusa, spessissimo ripetuta dall'odio di religione e di razza, +non venne in nessunissimo caso provata; anzi coloro che sostennero le +polemiche più accanite contro il Giudaismo, o, non appena cominciarono a +conoscere gli usi ebraici, lasciarono cadere l'accusa, o, come dice +Wagenseil, riconobbero l'impossibilità di sostenerla. + +Ogni nuova ripetizione di tale accusa dimostra una imbecillità ed una +impertinenza grandissime e costituisce una vergogna pei popoli cristiani +che la permettono, una vergogna pei giornali cristiani che ne rimangono +spettatori, o mal celano dietro frasi pietose i loro istinti di Caino. + + + + + XXVII. * + + Professore Francesco Delitzch. + + +Nella questione di sangue venuta nuovamente a galla in seguito al fatto +di Tisza-Eszlar ho dato già due attestati che saranno arrivati in +Ungheria da Colonia e da Berlino; però non voglio lasciar senza risposta +anche il di lei invito giacchè una triplice corda si rompe meno +facilmente. + +In quei due pareri ho minuziosamente provato il fatto, che nei due +Talmud non soltanto non si trova nessuna prescrizione, che ordini o +raccomandi l'uso rituale di sangue umano non ebraico, ma che anche nella +legge rituale non si può scoprire assolutamente nessun appoggio per +questa insinuazione. _Essa è una pura immaginazione, un'idea senza +fondamento, un parto dell'ignoranza, dell'astio e della menzogna._ + +La _Civiltà Cattolica_ dell'anno 1881, pag. 731 infinocchia ai suoi +lettori, che l'uso del sangue sia una tradizione segreta, che non esiste +che a voce e precisamente quale segreto ereditario fra i discreti e +fidati. _Questo è un nuovo tentativo di salvare la causa ormai perduta +dell'accusa_, volendo far credere che quello non si può provare quale +_Halaca_ (precetto scritto) sia un _Minhag_ (uso) conosciuto solamente +dagli iniziati. _Ma anche questo tentativo è un peccato contro il +comandamento: “Non dire falsa testimonianza contro il tuo prossimo.”_ + +In causa della mia relazione colla missione degli _Ebrei ho fatto +conoscenza da 50 anni con un certo numero di proseliti, ma posso +assicurare dinanzi a Dio, che nessuno sapeva qualche cosa di quell'uso +assassino_. — _Tutti dichiararono unanimi una pura invenzione +l'incolpazione di sangue._ + +La pacificazione della Sinagoga colla Chiesa è stata sempre la mèta +principale dei miei desiderii. Tanto più antipatico mi riesce ogni +tentativo di aumentare l'abisso esistente per mezzo dell'odio di razza +antisemitico, ed il vantaggio che gli antisemiti vorrebbero trarre per +la loro causa dalla sorte tuttora ignota di Esther Solymossy, il di cui +assassino, se essa fu assassinata, sarà non solamente dal punto di vista +cristiano, _ma anche dal punto di vista ebraico, un mostro che offende +il nome di Dio_. + +Se ella vuole pubblicare questa mia testimonianza, sarò lieto se gioverà +a domare la furia scatenata dell'odio che si fa arma di una bugia. + + Lipsia, 13 ottobre 1882. + + Devotissimo suo + Professore FRANCESCO DELITZSCH. + + + + + XXVIII. * + + Lettera di S. E. Ill^ma e Rev^ma Monsignor Giorgio Kopp + vescovo cattolico di Fulda + al Rabbino provinciale della stessa città Dott. Chaan. + + + Fulda, 4 novembre, 1882. + + Pregiatissimo signor Dottore, + +Assecondando il di lei desiderio, non esito a ripeterle in iscritto la +dichiarazione che già varie volte le ho fatto, doversi ritenere una +maligna bugia la supposizione, che gli Ebrei abbiano mai usato sangue +cristiano per iscopi rituali: tale supposizione non si può provare nè +con la religione ebraica, nè con la storia, sicchè devesi respingere +ogni accusa di questo genere su qualunque base fosse fondata. + +Con perfetta stima, ecc. + + KOPP. Vescovo di Fulda. + + + + + XXIX. * + + Ernesto Renan (361). + + + Parigi, 16 novembre 1882. + +Fra tutte le calunnie, generate dall'odio e dal fanatismo, la più +assurda è certamente quella per cui si incolpano gli Ebrei di commettere +assassinii allo scopo di aver modo di compiere riti sanguinosi. Uno dei +tratti più caratteristici della religione ebraica è la proibizione del +sangue quale nutrimento dell'uomo. Questa precauzione che era in altri +tempi assai adatta ad inspirare il rispetto della vita, venne osservata +dal Giudaismo con tutta coscienza, anche quando i tempi e le condizioni +della civiltà ne rendevano assai penosa l'osservanza, ed ora si pretende +che il pio ebreo, che morrebbe di fame e affronterebbe il martirio +piuttosto che inghiottire un pezzetto di carne non del tutto monda di +sangue, si nutrisse proprio di sangue in un'agape religiosa! È questa +una orribile sciocchezza. Sono convintissimo che non uno dei racconti +che parlano di pasti pasquali con sangue ha base reale; se un tal +delitto fosse stato commesso, direi che il miserabile che ne fu autore +ha violato tutti i precetti dell'Ebraismo; ma io vado più in là e non +credo che simile delitto sia mai stato commesso. L'immaginazione umana +non è molto fertile nell'inventare calunnie. La fiaba di pasti +misteriosi conditi con sangue umano fu sempre artificio tratto in campo +per combattere coloro che un cieco pregiudizio voleva rovinare. Questa +stessa calunnia fu in altri tempi occasione a deplorabili persecuzioni +contro i Cristiani. Eppure è ben certo che la Sacra Cena dei Cristiani +non venne mai insozzata da tale misfatto. Altrettanto innocenti sono +certamente le pasque ebraiche. Sarebbe degno della cristianità impedire +che da questa miserabile bugia, per la quale in altri tempi ebbero tanto +a soffrire i Cristiani, si traesse profitto contro altri. + +(361) _Neue Freie Presse_, 24 dicembre 1882. + + + + + XXX. + + Discorso dell'Em. Cardinale E. O. Manning + Arcivescovo di Westminster. + + +Abbiamo detto che gli avversari sistematici degli Ebrei non devono +cercarsi nel partito che comunemente si designa col nome di clericale; +il seguente discorso pronunciato dall'Em.^mo Cardinale Manning (362), in +un _meeting_ tenuto a Londra per protestare contro i maltrattamenti cui +son fatti segno gli Ebrei della Russia, è la più eloquente conferma +delle parole nostre. + + _Mylord, Signore e Signori,_ + +Ho spesso dovuto proporre mozioni in assemblee simili a questa, ma non +ricordo di averne mai proposto alcuna con una convinzione più perfetta +della mia ragione, e con un più completo assenso della mia coscienza. +Prima di continuare sarà forse miglior consiglio leggervi questa mia +mozione. Essa è così concepita: + +“Questa Assemblea, pur riconoscendo di non aver nè diritto, nè desiderio +di ingerirsi negli affari interni di un altro paese, e pur desiderando +che le relazioni le più amichevoli tra l'Inghilterra e la Russia vengan +continuate, crede suo debito manifestare l'avviso, che le leggi della +Russia che risguardano gli Ebrei, tendono ad avvilirli agli occhi della +popolazione cristiana, e ad esporre gli Ebrei russi ai furori di una +ignoranza fanatica.” + +Io non ho bisogno di dirvi che noi non siamo qui adunati per uno scopo +politico. Se vi fosse la menoma traccia di politica, io non sarei qui. È +perchè io credo che noi siamo ben al disopra delle passioni e delle +lotte politiche, che noi siamo nella serena regione delle simpatie e +della giustizia umana che oggi io mi trovo qui. Posso anche dichiarare +che nulla è più lontano dalle mie intenzioni — sono convinto che voi +siete del mio avviso — che di far cosa che fosse come una infrazione a +quelle leggi di pace, d'ordine e di mutuo rispetto che uniscono le +nazioni fra di loro o di tentare d'intervenire o d'ingerirsi nella +legislazione interna della Russia (_applausi_). Io sono anche costretto +a dichiarare che partecipo di tutto cuore ai sentimenti di venerazione +espressi dal nobile Conte [di Shaftesbury] verso la Famiglia Imperiale +di Russia. Non si può aver osservato quella famiglia durante questi +ultimi anni, non si può pensare alla posizione dell'Imperatore attuale +senza provare una profonda simpatia che ci impedisce ogni intenzione di +usare una sola parola che possa ferire l'animo dello Czar (_applausi_). +Io posso adunque dichiarare in modo assoluto che non una delle mie +parole — e credo poter parlare in nome di voi tutti — si scosterà +intenzionalmente dalla venerazione dovuta ad una persona gravata d'una +responsabilità così pesante come quella che è toccata in sorte +all'Imperatore di Russia. Di più posso dire, pur non volendo toccare +alla questione della legislazione interna della Russia, che esistono +leggi più forti di tutta la legislazione russa, leggi che sono +egualmente imperative a Londra, a Pietroburgo ed a Mosca, — le leggi +della umanità, della natura e di Dio, che sono il fondamento di tutte le +altre leggi; e se in una legislazione qualsiasi esse sono poste in non +cale, tutte le nazioni dell'Europa cristiana, tutta la comunione degli +uomini civili e cristiani, avranno all'istante il diritto di protestare +apertamente contro di essa (_applausi_). + +Ed ora bisogna che io tocchi un argomento che, lo confesso, mi ha recato +molto dolore. Noi abbiamo tutti seguito durante un anno ciò che in +Germania si chiama il movimento antisemitico. Io provo, guardandolo, due +sentimenti: prima un sentimento d'orrore, perchè tende a rovesciare i +fondamenti della vita sociale, poi un sentimento grandissimo di paura, +perchè può tendere ad eccitare ancora l'odio che ha già fatto esplosione +in Russia e che potrebbe estendersi maggiormente. Ho letto con molto +dispiacere un elaboratissimo articolo, pieno, non vi ha dubbio, di +osservazioni esatte, scritto in Prussia e pubblicato nel _Nineteenth +Century_, in cui si descrivono le animosità sociali, le gelosie e le +rivalità che dominano ora in quel paese. Leggendo questo articolo, il +mio primo sentimento fu il dolore di vedere che il potere e la forza +dell'Antico Testamento, sieno nel Ducato di Brandeburgo così superiori +al Nuovo. Io sono afflitto vedendo che una società imbevuta di +razionalismo non abbia abbastanza cristiana dottrina, cristiano potere, +cristiano carattere e cristiana virtù, per rendere impossibile che il +popolo ebreo per quanto sia colto, raffinato, laborioso ed energico, +faccia tremare la società cristiana di quel grande Regno. Ho letto, del +pari con dolore, le narrazioni sulla condizione degli Ebrei russi e le +accuse di cui sono l'oggetto. Se vi accenno prego i miei amici israeliti +che mi ascoltano di credere che le respingo con incredulità e disgusto. +Leggo che la causa degli avvenimenti in Russia, è che gli Ebrei fanno +dei mestieri infami, che sono usurai, immorali, demoralizzatori e non so +che altro ancora. Leggendo quelle accuse io mi chiedevo: l'oltraggio è +forse un rimedio? Si potranno forse guarire con l'oltraggio, +l'assassinio, le abbominazioni di ogni specie? Non imitano essi quelli +che dovrebbero insegnar loro una morale più alta? E dato pur fosse vero, +locchè non credo, che essi fossero in queste condizioni, non gravitano +forse su di loro leggi deplorevoli? Vi ha cosa che maggiormente +avvilisca gli uomini che il precludere alla loro energia, alla loro +intelligenza, alla loro industria, tutte le carriere onorevoli della +vita (_applausi_). Vi ha cosa che maggiormente degradi od irriti l'uomo +che il dirgli: “voi non potete andar oltre questo limite — voi non +potete accostarvi a più di quindici miglia da questo confine; — voi non +potete dimorare in questa città — voi siete costretto a dimorare in +questa provincia?” (_applausi_). Non so se vi sia qualcuno che possa +credere che tutta la popolazione non sia colpita in fondo all'anima da +tali leggi, e se è possibile il renderla peggiore questo è certamente il +modo di riescirvi. Si fanno questi rimproveri agli Israeliti russi. +Perchè non si fanno anche agli Israeliti tedeschi? Gli autori del +movimento antisemitico confessano essi stessi che gli Israeliti in +Germania sono superiori ai loro concittadini (_applausi_). Perchè simili +accuse non si muovono contro gli Israeliti francesi? (_applausi_). Vi ha +una carriera di utilità pubblica, una via di onore civile o militare +nella quale gli Israeliti non abbiano camminato a fianco dei loro +concittadini? Se queste accuse si fanno agli Israeliti della Russia, chi +vorrebbe farle a quelli d'Inghilterra? (_vivi applausi_). Per +rettitudine, coltura, generosità, carità, per tutte le grazie e per +tutte le virtù insomma che abbelliscono l'umanità, dove si troveranno, +io lo domando, esempi più brillanti, più pieni della vera grandezza +umana, che in questo ramo della razza ebraica? (_Applausi immensi._ Una +voce grida: _Grazie!_). + +Ed ora ci si dice che non devesi prestar fede alle narrazioni di quelle +atrocità. Io domando se nei giornali del continente si stampassero +lunghe e particolareggiate narrazioni di omicidii, di rapine e di altre +atrocità commesse nelle parti le più frequentate di Londra, se si +asserisse che il Lord Maire vi ha assistito, che la polizia è rimasta +inoperosa, che le guardie della Torre hanno fatto causa comune colla +folla, voi o Mylord [il Lord Mayor di Londra, che presiedeva +all'adunanza], ringraziereste, credo, chiunque vi fornisse occasione di +smentire simili racconti. Ebbene io dico che noi, con quanto facciamo, +rendiamo un gran servigio alle Autorità ed al Ministero russo, e credo +che ciò sarà una consolazione pel gran principe che regna su quel vasto +impero (_applausi_). Ma supponiamo un istante che queste cose siano +vere — ed io non appoggio la mia ipotesi della credibilità di quei fatti +su quanto ne stamparono il _Times_ o la _Pall Mall Gazette_ che se ne è +resa garante. — Io ne ho delle prove in mano (_applausi_). Donde le +traggo? Da un documento ufficiale del Ministro dell'Interno, il generale +Ignatieff. Nella mozione che io vi ho presentato si parla delle leggi +della Russia rispetto ai sudditi Ebrei. Io non pretendo esser giurista +nel diritto inglese ed ancor meno nel diritto russo; io non pretendo +decidere ciò che siano su questo punto le leggi della Russia, e non +saprei che dire su questa mozione, se non avessi in mano un rescritto di +una grande importanza. Spero che non lo si dirà falso. Queste orribili +atrocità durarono i mesi di maggio, giugno e luglio. In agosto comparve +questo documento. Comincia coll'affliggersi e col desolarsi, ma di che? +Delle atrocità forse che furono commesse contro gli Ebrei, sudditi dello +Czar? Oh no! ma bensì _della triste condizione dei Cristiani nelle +provincie meridionali_. Poi dice che la principale causa di questi +_movimenti e tumulti_, come li chiama, ai quali _la nazione russa era +sino ad ora rimasta straniera_, è una causa commerciale; continua +dicendo che la condotta degli Ebrei provocò delle proteste da parte del +popolo il quale _manifestò la sua indignazione_; ed in che modo? lo si +crederebbe? colla violenza ed il saccheggio. Infine il Ministro +dell'Interno ci dice che _il paese è esposto a dei segreti intrighi, che +sono, come è noto, la vera causa dell'agitazione_. Se la forma di questo +documento è calma, la rettorica e le insinuazioni vi sono incendiarie, +ed io duro fatica a comprendere come il popolo Russo, avuto questo +rescritto nelle mani, non siasi trovato incoraggiato a continuare nelle +sue violenze (_applausi_). Il documento continua e dice: “_Abbiamo +nominato una Commissione per eseguire un'inchiesta..._” su che? Prima di +tutto “_sui mestieri esercitati dagli Ebrei che arrecano nocumento agli +abitanti delle rispettive località;_” in secondo luogo — prego +l'Assemblea di volerlo ben notare — “_sulle cause che impediscono +l'applicazione delle leggi esistenti, che restringono i diritti degli +Ebrei di comperare e condurre terre, di darsi al commercio dei liquori +ed all'usura;_” in terzo luogo “_sulle modificazioni da introdursi in +queste leggi perchè gli Ebrei non possano più eluderle, e sull'esame +delle nuove leggi che sarebbero necessarie per metter fine alla loro +perniciosa condotta._” Finalmente oltre le risposte a tali questioni +dovevansi riunire notizie: 1º sull'usura esercitata dagli Ebrei nei loro +affari coi Cristiani, nelle città, borghi e villaggi; 2º sul numero +delle osterie; 3º sul numero delle persone attualmente al servizio degli +Ebrei; 4º sull'estensione dei loro terreni ed infine sul numero degli +agricoltori ebrei. Ecco dunque le leggi russe concernenti gli Ebrei +dell'Impero. Io vorrei chiedere qual rimedio sia possibile per una +popolazione sottoposta ad un simile regime. Forse nell'accrescimento +delle penalità? o nella incapacità di possedere terreni? o nella +proibizione di mandare i giovinetti israeliti negli stabilimenti +d'istruzione superiore? Tutto ciò venne fatto. Ma io credo che il +rimedio sia in questi due provvedimenti: primo, l'applicazione formale +della legge cristiana in tutta la sua intierezza. Non è con simili leggi +che i Cristiani hanno guadagnato il mondo ed acquistato il regolare +potere di amministrare la giustizia fra gli uomini, e non sarà che con +leggi diverse che il gran potere imperiale della Russia riunirà la +popolazione dell'impero ai suoi sudditi israeliti (_applausi_). L'altro +rimedio è la condanna severa e rigorosa di tutti i malfattori, unita +alla concessione, del paro ferma, di tutti i diritti che la legge +naturale e divina accorda ad ogni uomo. Ciò è necessario per proteggere +la vita e le persone, la loro sicurezza ed i loro beni, ciò costituisce +la libertà umana, tutto ciò — e nulla di meno — è necessario per +prevenire i mali di cui si lagna il Ministro dell'Interno. + +Voi avete parlato, o Mylord, con gran fiducia dei risultati che vi +attendete da questo _meeting_. Non facciamoci soverchie illusioni. Se ci +immaginiamo che esso ponga fine alla questione, sicchè dopo potremo +tacere, temo che l'effetto non sarà quale lo desideriamo. Ma non +scoraggiamoci neppur troppo. Son d'avviso che in tutta l'Inghilterra, +posso dire in tutta la Gran Brettagna, questa Assemblea troverà eco +(_applausi_). Manchester e Birmingham hanno già cominciato e dovunque si +parla inglese, si saprà ciò che oggi fu qui detto con tanta eloquenza. +Io credo che in questo momento un simile _meeting_ sia adunato a New +York (_applausi_). Ciò che qui si dice verrà tradotto in tutte le lingue +d'Europa, e la voce di quanto abbiam fatto varcherà anche i confini +della Russia. Nè si potrà trattenerla, più di quanto si possa trattenere +la luce e l'aria in qualsivoglia parte del mondo dove sianvi sentimenti +umani, le dichiarazioni fatte qui ed altrove troveranno un'eco che +contribuirà a por fine a queste orribili atrocità. + +Non ho più che una parola a dire. Ho tentato di trattare questa +questione con un modo giusto e calmo. Ho parlato della importanza di una +giustizia politica eguale per tutti, arrossirei di terminare senza dire +una parola di quanto deve risvegliare fortemente le simpatie cristiane. +Vi ha un libro, che è proprietà comune della razza di Israello e di noi +Cristiani. Questo libro ci stringe in un vincolo comune, ed in quel +libro io leggo che il popolo di Israello è il più antico popolo del +mondo. La Russia, l'Austria, l'Inghilterra non datano che da ieri in +confronto di questo popolo imperituro che — con una inesauribile +vitalità, con tradizioni immutabili, colla sua fede in Dio e nelle leggi +di Dio, disperso su tutto il globo, passando a traverso il fuoco senza +bruciarsi, trascinato nel fango senza insozzarsi — è ancora qui in mezzo +a noi, come un testimonio ed un avvertimento. Noi abbiamo con lui un +patto di fraternità. Il nuovo Testamento ha nel vecchio la sua base. Gli +Ebrei accettano la metà delle credenze per cui noi daremmo volentieri la +vita. Confessiamo adunque che essi sono uniti a noi in una simpatia +comune. Io leggo in quel libro queste parole: “Io sono infiammato da un +gran corruccio contro le nazioni possenti e ricche, perchè io era un po' +irritato contro Israele ed essi aumentarono la sua afflizione.” Ciò vuol +dire: “Il mio popolo era disperso; ha sofferto disgrazie inaudite ed +inconcepibili, e le nazioni che erano potenti, che erano ricche e che +avevano il potere, lo hanno colpito ed hanno aumentato l'afflizione di +cui già soffriva.” Io spero non vi sia in tutta Inghilterra una persona +che si dica civile e cristiana che possa avere il cuore di accrescere +con una sola parola le sofferenze di questo popolo così grande, così +antico e così afflitto, ma spero che coi nostri sforzi, colla nostra +parola, colla nostra preghiera, faremo quanto è in noi per diminuire, se +è possibile, quelle atrocità od almeno per non associarvisi mai. (_Lungo +scoppio di applausi_). + +(362) L'Eminentissimo Manning figurava coi principali personaggi della +Chiesa Anglicana e col fior fiore della Società londinese fra i +promotori del _Meeting_. + + + + + XXXI. + + Il giornale SION e l'opinione di un Archimandrita greco. + + +Col titolo di _Sion_ si pubblica da circa quattro anni in Atene, in +lingua greca, un importante periodico ebdomadario, il quale si occupa +particolarmente di Sacra letteratura, di religione e di scienza biblica. +Ne è Direttore il rev. Archimandrita D. Latta, cui, ci si assicura, +attende un alto posto nell'episcopato greco-scismatico. + +Nel numero 29 giugno (v. s.) 1883 questo giornale conteneva un +ammirabile articolo ispirato a vero sentimento di religione e di carità, +dove dopo aver posto a nudo le inique trame che dettero origine al +mostruoso processo di Tisza Eslar, passa a dimostrare, quanto sieno +ingiuste le persecuzioni di cui in ogni tempo furono vittime gli +Israeliti e specialmente quelle occasionate dal preteso uso del sangue +cristiano nella celebrazione del loro rito pasquale. + +“Questa, scrive il succitato giornale, è una grossolana menzogna, una +mera calunnia. Infatti sono molti secoli che di quando in quando si +sparge la voce che gli Ebrei commettono un tale atto, e quindi si +sollevano torbidi, si agitano le popolazioni, si consumano massacri ed +uccisioni di Ebrei; ma dopo alcun tempo, succeduta la calma, si prova +che tutto non fu altro che menzogna, e la tragica rappresentazione +termina col solito vocabolo turco _Giaglis_ (errore).” + +Ci è impossibile riprodurre l'intiero articolo, che consta di ben cinque +compatte colonne, ne daremo quindi soltanto un altro brano: + +“La _Sion_ compie un dovere cristiano esortando i Cristiani tanto Greci, +quanto Rumeni, Russi ed Ungheresi ed in generale i Cristiani di +qualunque nazione, a cessare da queste odiose calunnie contro gli Ebrei. +Fu già epoca in cui gli stessi Cristiani trovavansi presso i Romani in +una condizione di avvilimento simile a quella in cui si trovano oggi gli +Ebrei rimpetto ai Cristiani! Sapete che cosa fecero a quell'epoca gli +idolatri per isterminare i Cristiani? Calunniarono questi presso +l'imperatore Antonino, di scannare uomini, mangiarne le carni e berne il +sangue nelle loro cene. Ed appoggiarono la loro calunnia sulla voce +sparsa che i Cristiani raccogliendosi per adorare il loro Dio fanno +sacrifizi e mangiano del corpo e del sangue del loro liberatore Gesù +Cristo. + +“Intorno a quell'ingiusta calunnia che valse ad eccitare l'ira +dell'Imperatore contro i Cristiani, e che costò un numero considerevole +di Martiri, San Giustino, filosofo e martire, scrisse un'apologia +all'Imperatore, nella quale prova l'insussistenza di questi pretesi +sagrifizi umani che a carico dei Cristiani furono denunziati. A +quest'apologia dell'insigne filosofo cristiano, noi rimandiamo chiunque +desiderasse conoscere i particolari della ignominiosa accusa. Ma se gli +idolatri agivano in tal guisa contro i Cristiani d'allora, è forse +lecito a noi Cristiani, la generazione eletta, il reale sacerdozio, la +gente santa a cui fu commesso di predicare la virtù di Colui che ci +chiamò dalle tenebre alla sua meravigliosa luce, è forse lecito a noi +ordire tratto tratto simili calunnie, e promuovere scene sanguinose, +agitazioni sociali a danno di una nazione, la quale sopportò +coraggiosamente ogni male per mantenersi fedele alle sacre sue +tradizioni? — E andando più avanti diremo: Lice a noi di sollevarci +contro una nazione che fu l'origine della nostra redenzione, che per +secoli faticò, pregò, sacrificò per far discendere Iddio +all'uomo . . . . . ” + +In seguito a questo articolo il Rabbino Maggiore di Corfù, un dotto e +valente nostro compatriota, il prof. Levi, avendo indirizzato al Rev. +Latta alcune parole di gratitudine, ne ebbe in risposta la seguente +lettera che riproduciamo, traducendola, da un supplemento del giornale +israelitico, _Il Mosè_, che vede la luce in Corfù: + +“Reverendissimo signor Gran Rabbino Levi, + +“Abbiamo letto con animo grato e con soddisfazione la lettera del 4 +luglio che ci indirizzaste da Corfù, ed abbiamo rese grazie a Dio per il +progresso, che, mercè il divino aiuto, ha fatto in questi giorni di luce +e di civiltà, il vero spirito di religione. + +“Vi siamo cordialmente grati per i sentimenti nobili ed amorosi che, +obbedendo all'impulso del cuore, avete manifestato verso di noi, perchè +abbiamo scritto un articolo contro le calunnie, notoriamente false, ed +assolutamente infondate che vengono diffuse nel mondo cristiano contro +la nazione israelitica. Noi, reverendissimo signore, scrivendo in quella +guisa non facemmo, sappiatelo, che servire da umili sacerdoti la +cristiana religione. La storia della umanità chiaramente prova che +molteplici superstizioni secolari, errate credenze, false e bugiarde +tradizioni, hanno tanto influito sullo spirito dell'umanità da ridurla +per molti secoli bassa e cieca serva di principii falsi e dannosi. Ma il +nostro Gesù Cristo ha giustamente proclamato primo e fondamentale scopo +della sua venuta in terra, esser la liberazione dell'umanità da questa +servitù, liberazione che ha conseguita infondendoci la coscienza della +verità. E conoscerete la verità e la verità vi francherà. (_S. Giov._, +VIII, 32). + +“Ogni superstizione, ogni falsa tradizione, ogni fallace credenza è +assolutamente nemica della verità cristiana e tende, per conseguenza, a +distruggere il grande scopo che il Cristianesimo si propone di +raggiungere in questo mondo. + +“È perciò, reverendissimo, che noi, che siamo nelle file dei sacerdoti +della religione, abbiamo il dovere di lottare con tutte le nostre forze +ed a prezzo di qualunque sagrifizio contro la menzogna e di procurare il +trionfo della verità. Ora abbiamo sempre affermato colla parola e colla +penna e sempre affermeremo, sino a che avremo vita, esser menzogna, +infame, vergognosa menzogna, atta soltanto a dissolvere i vincoli della +sociale convivenza quella che si diffonde nella Cristianità, e cioè che +gli Ebrei uccidano i figli dei Cristiani per raccoglierne il sangue. + +“Vi dichiariamo infine, reverendissimo, che è per noi cagione di vivo e +costante dolore il vedere come coll'imperdonabile pretesto di apparenti +differenze religiose, si tenti di promuovere dissidii fra due nazioni +che si resero egualmente benemerite della umanità, l'una l'ebraica, +pregando in Gerusalemme per far discendere Iddio nell'uomo, l'altra la +greca, filosofando in Atene per rialzare l'uomo sino a Dio. + +“Ci è grato per altro di constatare come, in questi ultimi anni, tali +ingiustificabili dissidi sieno divenuti rarissimi e tendano quasi a +scomparire. + +“Non ci è dato intendere come la fondamentale differenza religiosa che +ci separa, e che, come è noto, consiste in ciò soltanto che voi +Israeliti proclamate non esser ancora venuto il Messia, possa impedire +agli uomini delle due nazioni di vivere d'amore e d'accordo fra loro in +qualunque paese si trovino. Questa concordia sembra a noi tanto più +necessaria che Dio stesso ha detto agli Israeliti: “Voi mi sarete un +tesoro riposto d'infra tutti i popoli . . . . . e mi sarete un Reame +sacerdotale e una gente santa.” (_Es._, XIX, 5, 6), mentre poi lo stesso +Dio comparso nel mondo sotto spoglie umane disse a noi Cristiani: “Ma +voi siete la generazione eletta, il real sacerdozio, la gente santa, il +popolo d'acquisto” (I. _Pietro_ II. 9). + +“Facciam voto infine di tutto cuore, reverendissimo, e speriamo lo +facciate voi pure che Ebrei e Cristiani, compreso il vero spirito della +loro religione, abbandonino per sempre gli imperdonabili odii e +rifuggano, con ogni maggior studio, da dar causa a queste lotte, dissidi +o differenze religiose vivendo reciprocamente d'amore e d'accordo, +siccome conviene sopratutto oggi a popoli che pretendono far parte del +civile consorzio. + +“E con questo amorevole sentimento vi abbracciamo, reverendissimo, e +confidando che i nostri desiderii si realizzino vi confermiamo i +sentimenti della nostra considerazione. + +“Atene, 11 luglio 1883. + + “L'Archimandrita + “DIONISIO LATTA.” + + + + + XXXII. + + + La questione semitica in Russia + esposta dal principe Demidoff di San Donato. + +Crediamo non inopportuno dar luogo, fra' documenti, alla seguente +memoria del principe Demidoff, sulla questione semitica in Russia. + +“Il movimento popolare antisemitico verificatosi in questi ultimi tempi, +sotto diverse forme e con notevole insistenza, ha di nuovo messo sul +tappeto la così detta questione semitica. + +“La nomina di un presidente della Commissione incaricata dell'esame di +un così grave argomento, fa sperare che la questione sia per avviarsi +verso una soluzione regolare, soluzione che dovrà essere tradotta in +atto con lo allontanamento di tutte le condizioni anormali in cui si +aggira l'esistenza degli Israeliti, sia sotto il punto di vista +politico, sia sotto l'aspetto sociale. Il che costituisce appunto il +nodo della questione medesima. + +“Uno dei caratteri essenziali e distintivi della situazione fatta in +Russia alla popolazione israelitica è l'impossibilità in cui si trovano +i sudditi appartenenti alla religione ebraica di trasportare liberamente +il proprio domicilio al di là dei confini assegnati per la loro dimora. +In virtù di questa legge restrittiva, la quasi totalità del contingente +israelitico, che ascende a circa tre milioni di abitanti, si concentra +nei Governi del Nord e del Sud-Ovest. E la forzata agglomerazione sopra +un territorio relativamente ristretto, nonchè la concorrenza per +procacciarsi i mezzi di esistenza, derivata da questa agglomerazione +medesima, mettono gli abitanti israeliti in critica quanto penosa +condizione, obbligandoli in certo modo a transigere sulla scelta dei +mezzi che possono assicurare la loro sussistenza. + +“Ognuno conosce la miseria, talvolta straziante, che stringe la +grandissima maggioranza degli Ebrei russi; ed è appunto da questa +miseria che provengono, come conseguenza naturale, quei fenomeni +economici mostruosi, che indignano il mondo civile, quali lo sfruttare +con ogni mezzo la popolazione indigena, l'usura e molti altri frutti +riprovevoli ed odiosi dei costumi israelitici. + +“Qualunque provvedimento repressivo riescirà sempre inefficace a +sradicare questi mali, i quali non possono essere soppressi che col +mezzo di una non interrotta e coordinata sequela di riforme sostanziali +nella esistenza degli sfruttatori, non che in quella degli sfruttati. La +diffusione della istruzione, l'impianto del credito rurale, la +diminuzione delle imposte e dei balzelli di ogni specie, e nello stesso +tempo l'abolizione di quelle leggi antiquate, restrittive e +convenzionali, che vietano agli Ebrei la libertà di azione per +procacciarsi i mezzi di esistenza, ecco dove bisogna cercare il rimedio +ai mali deplorati, con fondata speranza di guarigione. + +“Il solo fatto di permettere agli Israeliti, di eleggere il loro +domicilio dove meglio loro talenta, basterebbe a rendere più regolari i +rapporti anormali fra Ebrei e Cristiani, nei Governi del nord e +sud-ovest, inquantochè ciò sarebbe come il lasciare libera l'azione a +quella fondamentale legge economica, conosciuta sotto il nome di legge +della domanda e della offerta. Tanto più che questa specie di domicilio +coatto imposto agli Israeliti non vieta che, in tutto il rimanente del +territorio russo, l'usuraio indigeno e nazionale, conosciuto sotto il +nome di _Kulak_, cioè _pugno_, e che non ha nulla da invidiare +all'usuraio ebreo, non compia liberamente le sue alte gesta, quando gli +se ne presenta l'occasione. + +“I provvedimenti che saranno messi in opera onde garantire il contadino +da tutte le forme che riveste l'usura, devono essere di tal genere da +condurre seco l'abolizione di questo flagello. + +“Ma la questione che esaminiamo ha un altro lato non meno grave e +deplorevole. + +“Quell'indeterminato sentimento di odio e di disprezzo contro +gl'Israeliti che si osserva nel popolo russo, è senza dubbio motivato da +quel pregiudizio, tramandato di generazione in generazione, e di secolo +in secolo, che si basa sulla differenza della religione, e che al giorno +d'oggi, più che mai, ha perduto qualunque ragione di essere. + +“E se devesi rimpiangere che nessuno cerchi di sradicare questi +pregiudizi, diffondendo nel popolo una razionale spiegazione delle +leggende e dei fatti storici, molto più è da deplorarsi che si voglia +mantenere questo stato di latente ostilità per mezzo della ineguaglianza +civile, che mette gli israeliti in una condizione inferiore a quella di +tutti gli altri cittadini dello Stato. Da ogni parte si innalzano +mormorii contro lo spirito di corpo e la solidarietà degli Israeliti, +contro il loro isolamento dal resto della nazione, contro il loro +cocciuto dogmatismo religioso, che li allontana dal consorzio umano, +ecc. Ma non è egli anche da chiedersi se possa essere altrimenti, dal +momento che si mantengono tutte le condizioni anormali che accompagnano +la loro esistenza? + +“E questo isolamento degli Ebrei non potrà cessare che se la nostra +legislazione si occuperà seriamente di metterli in posizione meno +umiliante di fronte a noi, sopprimendo qualunque restrizione ai loro +diritti di cittadini; altrimenti non solo l'odio contro gl'Israeliti non +verrà sopito, ma dovrà forzatamente scoppiare sempre con crescente +violenza. + +“L'unificazione reale di tanti e così variati elementi che compongono la +popolazione russa, non è possibile se non a patto di vedere istaurato un +sistema di grande libertà civile e di assoluta eguaglianza nei diritti e +nei doveri di ogni cittadino. È soltanto per mezzo di questi due potenti +motivi e livellatori della vita pubblica, che si potranno cancellare le +differenze di razza e di religione, differenze che non hanno nessuna +significazione per lo Stato; è soltanto con tali fattori che si potrà +creare la solidarietà dei pubblici interessi, nonchè l'unione effettiva +di tutta una vasta contrada. + +“E siccome in questo processo di assimilazione di popoli diversi, la +nazionalità che avrà la supremazia sarà sempre quella che si troverà +essere la più forte e per il numero e per il grado del suo sviluppo +morale, così è da ritenersi per certo che la russificazione effettiva, +non quella apparente, di tutti gli abitanti dell'Impero, non potrà aver +luogo che quando la Russia saprà atteggiarsi di fronte agl'Israeliti +come messaggera di principii nuovi, differenti da quelli che furon loro +creati dalla loro esistenza antecedente all'epoca in cui essi furono +totalmente allontanati dalla vita pubblica del paese. + +“Ecco cosa osserva Macaulay, a proposito della elargizione dei diritti +politici e civili agli Israeliti in Inghilterra: + +“— Quando la società gode del benessere nella vita, un contratto +naturale ed inevitabile fa nascere spontaneo il sentimento del +patriottismo nella mente dei cittadini, i quali sanno com'essi devono e +il benessere e i piaceri dell'esistenza al luogo che li unisce in un +compatto sodalizio. Ma sotto un Governo dispotico e partigiano questa +fusione di idee non può avere il significato che avrebbe avuto con un +miglior ordine di cose. Gli uomini sono costretti a cercare nel seno del +loro partito quella protezione ch'essi avrebbero dovuto trovare nelle +leggi del paese loro; questo ha per conseguenza logica e necessaria di +far rivolgere verso il partito quei sentimenti che dovrebbero essere +dedicati alla patria.” + +“Noi, in Russia, abbiamo cura di sequestrare gl'israeliti dal rimanente +della popolazione, e poi ci meravigliamo se scorgiamo nei primi una +riluttanza spiccata contro ogni tentativo di assimilazione o di unione. +La causa della scissura e dell'odio è dunque in noi medesimi, ed è dal +nostro seno che bisogna estirparla. + +“Se il Governo non vuole riconoscere gli Israeliti quali cittadini +proprii ad esercitare tutti i diritti accordati agli altri, e se egli li +subisce solamente come un male inevitabile non vi è da aspettarsi, da +parte di questi paria, sentimenti diversi da quelli ch'essi nutrono per +noi. + +“In un caso analogo al nostro possiamo prendere esempio dalla Francia, +la quale ci prova come in certe date condizioni gli Ebrei possono +divenire, quanto altri mai, membri utilissimi della nazione e del +Governo. Essi stanno alla popolazione totale di Parigi nella proporzione +di 3 per 100; eppure la questione israelitica è totalmente sconosciuta +colà. + +“Ci rimarrebbe adesso da trattare un altro punto di vista +dell'argomento, quello cioè delle stolide accuse lanciate agli +Israeliti, cominciando dalle false interpretazioni con cui si snaturano +i libri del loro culto, e terminando coll'addebito che vien loro fatto +di servirsi del sangue cristiano per compiere alcuni loro riti +religiosi; ma nessuna di queste insulsaggini merita di essere presa in +esame e sottoposta alla critica, perciò noi le mettiamo senz'altro da +parte prendendo piuttosto in considerazione altre accuse, le quali +sembrano a prima vista, non prive di qualche fondamento. + +“Si dice per esempio che gl'Israeliti sono incapaci di sopportare +qualunque lavoro fisico in generale, ed in ispecial modo quello della +coltivazione delle terre; che in qualunque località essi si trovino i +loro cespiti di guadagno saranno sempre ricavati dal mestiere di +rivenditore, di usuraio, di mezzano, e che per conseguenza, accordando +loro il diritto di muoversi liberamente, si mettono a portata della loro +capacità, quei distretti ove essi potranno andare a stabilirsi. In +queste accuse un solo punto è vero, ed è quello che afferma l'attitudine +speciale degli israeliti alla mercatura di ogni genere; e +quest'attitudine ch'è infatti una particolarità tipica della razza +israelitica, la si deve a circostanze che esistono da migliaia di anni. +Ma però non bisogna neppure dimenticare che una parte assai +considerevole della popolazione israelitica si occupa di ogni specie di +mestieri, senza eccettuare i più faticosi ed i più penosi, come a mo' di +esempio, quelli del maniscalco, del fabbro ed altri simili. Ed è altresì +accertato che in diverse località gl'Israeliti si dedicano anche alla +agricoltura; così nel Governo di Kiew, oltre 10,000 Ebrei di ambo i +sessi sono impiegati nella coltura della terra. Secondo i calcoli della +decima revisione fatta nel governo di Vilna, apparisce che sopra 61,645 +israeliti, 2966 erano agricoltori; nel Caucaso una buona parte di operai +agricoli è di razza israelitica; anche nel Libano vi sono più di 100 +famiglie delle quali nove decimi lavorano la terra. + +“In molte altre località si riscontrano agricoltori israeliti, ma noi +reputiamo che gli esempi fino a qui addotti bastino a provare che la +razza israelitica non è poi tanto refrattaria al lavoro della terra, +quanto comunemente si sostiene. + +“E questo fatto è tanto più degno di nota, inquantochè, eccezione fatta +dalle colonie sperimentali fondate da Araktcheff, le quali ebbero ad +abortire, nessuno incoraggiamento ed appoggio è mai stato accordato a +questi tentativi, non solo, ma è provato che ogni sforzo di questo +genere ha sempre incontrato difficoltà insuperabili nei regolamenti +legislativi. Basterà citare a conferma dell'asserzione il testo della +ben conosciuta legge del 1864, con cui _viene proibito agli Ebrei di +comperar terre dai privati nei governi di Vilna e di Kovno, mentre +s'inibiva ai proprietari russi di vendere, affittare od ipotecare agli +Ebrei le loro terre_. + +“Nell'anno 1881 questa legge fu estesa con un articolo addizionale a +tutta la popolazione israelitica a cui si vietava la compra e l'affitto +di terre in tutto il territorio dell'Ovest. Ciò non di meno, com'è stato +detto sopra, la parte predominante della popolazione israelitica +costituisce la classe dei mezzani e rivenditori di prodotti delle +industrie locali. E se la mediazione rappresenta una delle funzioni +vitali nella esistenza economica delle nazioni finchè si mantiene nei +limiti necessari, essa diventa una calamità quando nella quantità vi è +eccedenza a questi limiti. + +“In ultima analisi è appunto sopra questa circostanza che noi dobbiamo +rivolgere la nostra attenzione. Ognuno deve sapere che in ogni località, +ove siano praticati l'industria ed il commercio rurali, esiste _una +proporzione matematica fra il numero dei produttori ed il numero dei +distributori_. + +“Eccezione fatta dalle condizioni della produzione locale, vi sono altre +cause da cui dipendono le proporzioni sopra indicate. Tali sono il grado +di densità della popolazione, i mezzi di trasporto, ed infine tutta una +serie di altri fattori, i quali si trovano in rapporto col mercato +locale; ma nei governi del nord e del sud-ovest della Russia, le regole +di detta proporzione sono assolutamente infrante. Ed è in conseguenza di +questa sproporzione che si verifica un eccedente considerevole di forze +improduttrici, che escono dai limiti menzionati, ed il cui mantenimento +è un penoso aggravio pei produttori. È in queste circostanze che devonsi +cercare le cause dei tumulti avvenuti in questi ultimi tempi. + +“Accordando agl'Israeliti un'assoluta eguaglianza nei diritti civili ed +il concorso di stabilire le loro dimore nei _governi della grande +Russia_, si otterrebbe senza dubbio alcuno per i nostri confini il +voluto equilibrio fra i due motori fondamentali della nostra economia +locale. In pari tempo, fissandosi colà ove è maggiormente sentita la +mancanza dei mediatori per lo scambio dei prodotti, è evidente che una +parte della popolazione israelitica riempirebbe in breve tempo questa +grande lacuna. + +“In questa guisa, sopprimendo le condizioni dannose che obbligano +gl'Israeliti ad abitare certe date località, si trasformerebbe un +elemento nocivo in un fattore utile alla nostra esistenza politica. + +“Nominato membro della Commissione instituita onde esaminare la +questione israelitica, ho creduto mio dovere di fare immantinente noto +alla Commissione stessa il mio modo di vedere a questo proposito.” + + + + + INDICE + + + Introduzione pag. 3 + Costituiscono gli Ebrei una razza speciale? ” 23 + Il Talmud ” 41 + Attitudini economiche dell'Ebreo ” 97 + Dell'uso del sangue cristiano nei riti ebraici ” 137 + Di varie pubblicazioni antisemitiche ” 223 + _a)_ Lettera al sig. Direttore della _Civiltà Cattolica_ ” ivi + _b)_ _G. B. Borelli_ — La questione semitica e la sua + possibile soluzione ” 241 + _c)_ _L'Antisémitique_ (giornale) Montdidier ” 243 + _d)_ _Osman Bey_ — Gli Ebrei alla conquista del mondo ” 248 + _e)_ Dell'uso del sangue cristiano nei riti ebraici ” 264 + Documenti ” 273 + 1. La leggenda di Dama ” ivi + 2. Lettera patente dell'imperatore Federico III ” 276 + 3. Lettera del Doge di Venezia, Pietro Mocenigo, al podestà + e capitano di Padova ” 278 + 4. Bona e G. Galeazzo M. Sforza ” 280 + 5. Massimiliano II ” 295 + 6. Martino Lutero ” 299 + 7. Stefano Re di Polonia ” 300 + 8. Sentenza a favore di Giuseppe Ebreo Veronese ” 303 + 9. Giovanni Cristoforo Wagenseil ” 305 + 10. Parere della facoltà teologica di Lipsia ” 308 + 11. Lettera del cardinal Corsini a monsignor Nunzio + Apostolico di Polonia ” 318 + 12. Legge ungherese dell'anno 1791 ” 320 + 13. Una fanciulla smarrita a Mantova e poi trovata ” 321 + 14. Il predicatore di corte canonico Giovanni Emanuele Veit ” 323 + 15. Dichiarazione del prof. Molitor ” 325 + 16. Consigliere aulico prof. dott. H. von Schubert ” 329 + 17. Narrazione del reverendo M. Pieritz ” 330 + 18. Firmano del sultano; 1840 ” 331 + 19. Processo di Badia ” 333 + 20. Dichiarazione del R. Procuratore Generale di Aquisgrana ” 349 + 21. Ignazio Von Döllinger ” 352 + 22. Professore dott. Nöldecke di Strasburgo ” 354 + 23. Professore dott. A. Merx di Heidelberg ” 355 + 24. Professore dott. Carlo Bernardo Stade di Giessen ” 357 + 25. Facoltà teologica dell'Università di Amsterdam ” 358 + 26. Professore dott. Carlo Siegfried di Jena ” 359 + 27. Professore Francesco Delitzch; 1882 ” 360 + 28. Lettera di Mons. Kopp, vescovo di Fulda ” 362 + 29. Ernesto Renan ” 363 + 30. Discorso dell'Em. Card. Manning ” 365 + 31. Il giornale _Sion_ e l'opinione di un archimandrita greco ” 373 + 32. La questione semitica in Russia, esposta dal principe + Demidoff di S. Donato ” 377 + + + + + Nota di trascrizione + + +L'ortografia originale è stata preservata fedelmente. Sono state +mantenute tutte le varianti (o gli errori) nei nomi incontrati: per +esempio Judei/Judaei/Judæi; Mosè/Moisè; Bartholoccius/Bartolocius; +Crémieux/Cremieux; Esslar/Eszlar; Cosri/cozri/Cosari; Kosut per Lajos +Kossuth; Montefiori per Moses Montefiore; Krabano Mauro per Hrabanus +Maurus; Pfefferckorn/Pfeffercorn/Pffeffercorn per Johannes Pfefferkorn. + +Le trascrizioni dall'ebraico sono pure varie e mutevoli, come in +Mezià/Metzià/Mezhià, ABOT di Rabbi Natan/HAVOD DERIBI NADAN/AVOT DE R. +NATHAN/HAVOD DERIBI NATAN. In generale, la lettera ebraica ת è +alternativamente trascritta con _d_ o con _t_. + +Sono stati mantenuti gli errori bibliografici del testo: ad esempio, il +titolo corretto del libro citato a nota 1 di p. 41 è: _The history of +Christianity: from the birth of Christ to the abolition of paganism in +the Roman Empire_ by _Rev. H. H. Milman_; in nota a p. 61 DAVIDE, _Ganz +Tzemach David._ sta per il _Tzemach David_ di David Gans; il curatore +degli _Annali del Principato Ecclesiastico di Trento_ citati in nota 1 a +p. 147 è Tommaso (non Francerco) Gar; il titolo del saggio sulla storia +della chiesa russa citato nella _Revue des deux mondes_ è Istoriia +Rousskoï tserkvy. + +La trascrizione dei documenti antichi è stata riportata tal quale, non +essendo possibile risalire agli originali. Sono stati mantenuti accenti +dubbi, come il "Fuerunt vocatì" di p. 285. Non si è tentato di +differenziare le lettere _u_ e _v_ secondo l'uso moderno nei documenti +IV. (9º), V. e VIII. + +I seguenti refusi, indubbi, sono stati corretti: + + • p. 31, l. 7: Nè il legistatore → Nè il legislatore + • p. 69, l. 4: nella sua _Historia ecclesiastica_ come nel concilio, → + nella sua _Historia ecclesiastica_, come nel concilio + • p. 73, l. 18: vittoria, qual era → vittoria, qual'era + • p. 77, nota 1: _Nedanim_ → _Nedarim_ + • p. 78, nota 2 BEEESCID RABBÀ → BERESCID RABBÀ + • p. 88, nota 2: MISCNÀ → MISCHNÀ + • p. 117, nota 2: _Reflexions d'un Milord_ → _Réflexions d'un Milord_ + • p. 117, nota 3: _Révue des Etudes Juives_ → _Revue des Etudes + Juives_ + • p. 158, nota 1, l. 21: _Johannes Chrysostomus uad die Kirche_ → + _Johannes Chrysostomus und die Kirche_. + • p. 158, nota 1, l. 23: _Geschichte des Christenthums und der + christlichen Lebens_ → _Geschichte des Christenthums und des + christlichen Lebens_ + • p. 159, seguito nota prec., l. 5: _Pflangung und Leitung_ → + _Pflanzung und Leitung_ + • p. 194, l. 13–14: On ne negligea pas de s'en servir, et plus d'un + Parisien bavard alla réflechir → On ne négligea pas de s'en servir, + et plus d'un Parisien bavard alla réfléchir + • p. 199, nota 1, l. 24: un enfant nouveau-nè, l'enfant d'une fille + non marièe → un enfant nouveau-né, l'enfant d'une fille non mariée + • p. 199, nota 1, l. 27: chez les payens → chez les païens + • p. 201, l. 12: Arséne Houssaye → Arsène Houssaye + • p. 205, l. 22–23: per vendicarsi de loro parenti → per vendicarsi + dei loro parenti + • p. 238, l. 10: _generaziene_ di Gesù → _generazione_ di Gesù + • p. 256, l. 9: libricciatolo → libricciattolo + • p. 271, l. 12: von christichen Seite → von christlicher Seite + • p. 301, l. 5: comperandolo dai Cristianì → comperandolo dai + Cristiani + • p. 305, titolo: XI. → IX. + • p. 317, l. 8: in ogni pnnto e clausola → in ogni punto e clausola + • p. 327, l. 6–7: dell l'8 → dell'8 + • p. 328, l. 18: qualunque us di sangue → qualunque uso di sangue + • p. 337, l. 2: in istato d accusa → in istato d'accusa + • p. 376, l. 8: in questi ultimi, → in questi ultimi + • p. 377, l. 2: La questioae → La questione + • p. 377, l. 20: i sudditi appartenenenti → i sudditi appartenenti + • p. 386, l. 9: prof. dott. H. von Scubert → prof. dott. H. von + Schubert + • p. 386, l. 21: Professore dott. Carlo Siegfreid → Professore dott. + Carlo Siegfried + +Sono stati aggiunti accenti tonici mancanti sui termini greci, in +originale Ρήτραι, Κρατησιμαχος, δευτερωσις. + +Punti e virgole mancanti o sovrabbondanti nelle abbreviazioni, nei +titoli, nelle citazioni bibliografiche e nelle firme dei documenti, come +pure virgolette mancanti o superflue, punti invece di segni ordinali nei +titoli delle _Varie pubblicazioni antisemitiche_, sono stati tacitamente +corretti. + + + + + +End of the Project Gutenberg EBook of Pro Judaeis, by Corrado Guidetti + +*** END OF THE PROJECT GUTENBERG EBOOK 45807 *** diff --git a/45807/45807-h/45807-h.htm b/45807-h/45807-h.htm index 86977cc..ab5d48d 100644 --- a/45807/45807-h/45807-h.htm +++ b/45807-h/45807-h.htm @@ -1,21270 +1,20858 @@ -<!DOCTYPE html PUBLIC "-//W3C//DTD XHTML 1.1//EN"
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-
-</head>
-<body>
-
-
-<pre>
-
-The Project Gutenberg EBook of Pro Judaeis, by Corrado Guidetti
-
-This eBook is for the use of anyone anywhere at no cost and with
-almost no restrictions whatsoever. You may copy it, give it away or
-re-use it under the terms of the Project Gutenberg License included
-with this eBook or online at www.gutenberg.org
-
-
-Title: Pro Judaeis
- Riflessioni e Documenti
-
-Author: Corrado Guidetti
-
-Release Date: May 28, 2014 [EBook #45807]
-
-Language: Italian
-
-Character set encoding: UTF-8
-
-*** START OF THIS PROJECT GUTENBERG EBOOK PRO JUDAEIS ***
-
-
-
-
-Produced by Enrico Segre and the Online Distributed
-Proofreading Team at PGDP (http://www.pgdp.net)
-
-
-
-
-
-
-</pre>
-
-
-
-<div class="avviso">
-<span class="pageno" id="page-0"></span>
-
-<h2 class="g">
-AVVISO<br/>
-<img src="images/i000.png" style="width: 4ex;" alt=""/>
-</h2>
-
-<p>
-Chiunque avesse notizie o documenti
-sopra le questioni discusse nel
-presente volume, farà cosa grata indirizzandoli
-al sig. Dottore Corrado
-Guidetti presso la tipografia Roux e
-Favale.
-</p>
-
-</div>
-
-<div class="frontespizio">
-<span class="pageno" title="1" id="page-1"></span>
-
- <p class="center gr2">CORRADO GUIDETTI</p>
- <p class="center pi2">DOTTORE IN LETTERE</p>
- <hr class="full"/>
-
- <h1>PRO JUDÆIS</h1>
-
- <p class="center gr3">RIFLESSIONI E DOCUMENTI</p>
-
-<div class="motto">
- <p class="verso" xml:lang="de">Das Aergste weiss die Welt von mir und ich</p>
- <p class="verso" xml:lang="de">Kann sagen ich bin besser als mein Ruf.</p>
- <p class="attrib"><span class="sc aut">Schiller</span>,
- <cite>Maria Stuarda</cite>.</p>
-</div>
-
-<div class="image-center">
- <img src="images/i001.png" style="width: 6ex;" alt=""/>
-</div>
-
- <p class="center gr1" style="margin-top: 3em; margin-bottom: 0em">TORINO</p>
- <p class="center">TIPOGRAFIA ROUX e FAVALE</p>
- <p class="center pi1">1884.</p>
-
-</div>
-
-
-<div class="retro">
-<span class="pageno" title="2" id="page-2"></span>
-<p class="top6em"></p>
-<hr class="corto"/>
-<p class="center pi2">
-<i>Diritto di riproduzione e traduzione riservato</i>
-</p>
-<hr class="corto"/>
-</div>
-
-<div class="chapter">
-<span class="pageno" title="3" id="page-3"></span>
-<img src="images/i003a.png" style="width: 100%" alt=""/>
-</div>
-
-<h2 class="nobreak" id="tit-0">
-<a href="#ritit-0">INTRODUZIONE</a><br/>
-<img src="images/i003b.png" style="width: 7ex; margin: 1em auto 2em;" alt=""/>
-</h2>
-
-<p>
-Chi consideri superficialmente i fenomeni sociali,
-non può non essere colpito dal risvegliarsi
-in molti Stati d'Europa di una agitazione più o
-meno sorda contro gli Ebrei.
-</p>
-
-<p>
-A primo aspetto, sembrerebbe che il soffio vigoroso
-della prima rivoluzione francese avesse dovuto
-far sparire ogni distinzione fra cittadini, basata
-sul semplice fatto della fede professata.
-</p>
-
-<p>
-Sembrerebbe che il diritto di adorare Dio secondo
-la propria credenza, fosse uno dei più saldi,
-dei più indiscutibili portati della moderna civiltà.
-</p>
-
-<p>
-Sembrerebbe, sopratutto, oltraggio alla umana
-ragione dover invocare dagli scrittori discorrenti
-degli Ebrei, che applichino loro quell'elementare
-principio di equità da Carlo V, Re di Francia,
-nel <span class="sc num">xiv</span> secolo sancito con apposita legge: non
-doversi l'intiera nazione ebrea tener responsabile
-delle colpe di ogni singolo ebreo.
-</p>
-
-<p>
-Eppure, non è così.
-</p>
-
-<div>
-<span class="pageno" title="4" id="page-4"></span>
-</div>
-
-<p>
-Non soltanto nell'Oriente di Europa, dove la
-questione si complica e si innesta ad altre di
-svariata natura, si sveglia un movimento contro
-gli Ebrei; ma da questo movimento non vanno
-immuni i paesi più civili d'Europa.
-</p>
-
-<p>
-In Germania, la terra classica della persecuzione
-contro gli Ebrei, come sin dal diciassettesimo
-secolo avvertiva
-Basnage <a id="FNa_1"></a><a href="#Fn_1" class="fna">(1)</a>,
-si bandisce una crociata
-contro di loro, ed a capo del movimento
-stanno un ateo, dichiarato e riconosciuto, il signor
-Henrici <a id="FNa_2"></a><a href="#Fn_2" class="fna">(2)</a>,
-ed un ministro protestante, il
-dott. Stöcker, predicatore di Corte a Berlino.
-</p>
-
-<p>
-In Francia lo stesso movimento si accentua ed
-è già abbastanza vivo per darsi il lusso di un organo
-speciale, l'<cite xml:lang="fr">Antisémitique</cite>, che vede la luce in
-Montdidier, ed al quale ci sarà pur forza consacrare
-più innanzi qualche parola, benchè ci sia
-noto che l'opera insensata dei redattori di quel
-giornale non giova che ad ammassare sulle loro
-teste il generale disprezzo.
-</p>
-
-<p>
-Ed anche nella nostra Italia, dove, dal 1848 sino
-alla completa unificazione della penisola, gli Ebrei
-sembrarono identificarsi col resto della popolazione,
-colla quale avevano avuti comuni i patimenti
-della oppressione ed i pericoli delle congiure
-e delle battaglie, oggi non manca chi soffi
-nel fuoco, e libelli di propaganda antisemitica
-vanno spargendosi a piene mani nelle campagne.
-</p>
-
-<div>
-<span class="pageno" title="5" id="page-5"></span>
-</div>
-
-<p>
-Se la guerra contro gli Ebrei avesse a ragione
-la differenza di fede; se a capo di questo movimento fossero
-i Papi, i Vescovi, la Chiesa in una
-parola; se agli Ebrei di oggi giorno si volesse far
-scontare la colpa dei loro antenati, la pertinace
-convinzione con la quale, malgrado persecuzioni
-d'ogni sorta, mantennero intatta la loro fede,
-noi non avremmo che a constatare una nuova manifestazione
-di quel fanatismo di cui tutti i secoli
-e tutte le credenze hanno dato numerosi esempî.
-</p>
-
-<p>
-Le persecuzioni per ragione di fede non ci sorpresero
-mai. E se, mossi da quello spirito di carità
-che è nel cuore di ogni uomo, quando l'alito
-delle passioni non lo spegne, guardiamo inorriditi
-alle fiamme dei roghi, li accenda, come in Ispagna,
-un domenicano fanatico, o, come in Ginevra, il bieco
-Calvino, al nostro orrore non si mesce sorpresa.
-</p>
-
-<p>
-La fede è il più nobile patrimonio dell'uomo, e per
-ciò appunto i suoi eccessi generano il fanatismo più
-pericoloso. I più atroci delitti hanno sovente origine
-dalla esagerazione delle più elevate passioni.
-</p>
-
-<p>
-Ma sì, che i moderni antisemiti pensano proprio
-a tutto ciò! L'idea di vendicare il Dio crocifisso
-è tanto lungi da loro, quanto lo era dalle
-orde fanatiche che nell'<span class="sc num">xi</span> secolo trucidarono gli
-Ebrei di Worms, che affermavansi discendenti da
-una colonia giudaica, migrata da Palestina ben
-prima della nascita di N. S. G. Cristo, e quindi
-ad ogni modo non responsabili di quella morte,
-neppure se le colpe degli avi s'avessero a vendicare
-sui tardi nepoti.
-</p>
-
-<div>
-<span class="pageno" title="6" id="page-6"></span>
-</div>
-
-<p>
-Guardiamoli in viso questi persecutori degli
-Ebrei, questi individui, scarsi di numero e ricchi
-di audacia, che senza aver tampoco la scusa del
-fanatismo religioso, vogliono ricondurci ai più tristi
-tempi del medio evo; squarciamo il velo sotto
-cui si asconde questo movimento, decorato del
-pomposo nome di <em>antisemitismo</em>, e vedremo che
-sotto di esso si cela una nuova faccia di quel
-mostro che vuole avvolgere il mondo nelle sue
-spire, e che, per usare una parola, oggi abusata,
-chiamerò
-radicalismo <a id="FNa_3"></a><a href="#Fn_3" class="fna">(3)</a>.
-</p>
-
-<div>
-<span class="pageno" title="7" id="page-7"></span>
-</div>
-
-<p>
-L'ebreo è ricco, od almeno lo si crede tale — se
-lo sia, e perchè lo sia, vedremo nel corso di
-queste pagine — ma è creduto tale, e per ciò soltanto
-gli si muove guerra.
-</p>
-
-<p>
-La sua ricchezza è e fu sempre il suo delitto.
-</p>
-
-<p>
-L'industria, la coesione, la ricchezza degli Ebrei
-ebbero sempre il triste privilegio di eccitare l'invidia
-e il malvolere. I Faraoni eran gelosi di loro
-sin da quando i figli di Israele cominciarono ad
-arricchire nella terra di Gessen, e gli idalghi
-ed i priori della Spagna cattolica furono gelosi a
-loro volta, allorquando un Ebreo divenne ministro
-delle finanze del Re Alfonso.
-</p>
-
-<p>
-Ed oggi ancora i persecutori degli Ebrei appartengono
-a quel partito, che potrebbe a buon
-dritto chiamarsi il partito dell'invidia.
-</p>
-
-<p>
-Cerchiamo oggi gli agitatori delle passioni antisemitiche
-in quei paesi, dove l'ignoranza dei più
-permette loro di mostrarsi a viso aperto, in Ungheria
-per esempio, e li vedremo sedere in Parlamento
-sui banchi della estrema
-sinistra <a id="FNa_4"></a><a href="#Fn_4" class="fna">(4)</a>.
-</p>
-
-<div>
-<span class="pageno" title="8" id="page-8"></span>
-</div>
-
-<p>
-In Francia, non son sei o sette anni, si combatteva
-dai radicali la elezione a consigliere generale
-di un membro della famiglia Rothschild,
-trattandolo da clericale!! Oggi che l'antisemitismo
-va facendo progressi, lo si combatterebbe perchè
-ebreo!
-</p>
-
-<p>
-Clericale od ebreo, è tutt'uno per coloro che
-mirano a scuotere la società dalle sue basi, a distruggere
-la famiglia, la proprietà, la religione.
-</p>
-
-<p>
-E non è soltanto la ricchezza, vera o creduta
-tale, degli Ebrei che li designa ai colpi dei loro
-avversarî.
-</p>
-
-<p>
-L'ebreo, in qualsivoglia paese del mondo civile
-lo si consideri, è essenzialmente liberale. — Mi
-sia concesso avvalorare questa mia affermazione
-colle parole di uno dei più illustri scrittori del
-nostro secolo, di Ernesto
-Rénan <a id="FNa_5"></a><a href="#Fn_5" class="fna">(5)</a>:
-</p>
-
-<div>
-<span class="pageno" title="9" id="page-9"></span>
-</div>
-
-<p>
-“Il giudaismo, scrisse il professore francese,
-che ha tanto giovato per lo passato, gioverà anche
-in avvenire. Esso servirà la vera causa,
-la causa del liberalismo, dello spirito moderno.
-Ogni ebreo è liberale. Lo è per natura. I nemici
-del giudaismo, al contrario, guardateli
-da vicino, e vedrete che sono generalmente i
-nemici dello spirito
-moderno” <a id="FNa_6"></a><a href="#Fn_6" class="fna">(6)</a>.
-</p>
-
-<p>
-In queste poche parole è mirabilmente riassunta
-la questione.
-</p>
-
-<p>
-Sì; l'ebreo è liberale, essenzialmente liberale.
-Dalla sua lunga persecuzione, dalle sue secolari
-tribolazioni, esso ha imparato una cosa sola: ad
-odiare non i persecutori, ma la persecuzione, ad
-amare di vivo affetto la libertà, ma la libertà vera,
-quella che come sole fulgentissimo riluce per tutti
-gli uomini, qualunque sia la loro opinione, qualunque
-l'abito che vestano.
-</p>
-
-<p>
-E di questo spirito del giudaismo la letteratura,
-la storia offron prove a bizzeffe. Ne addurremo
-soltanto due:
-</p>
-
-<p>
-Uno dei più illustri fra gli scrittori ebrei, il
-più illustre forse dopo il Maimonide,
-Abarbanello <a id="FNa_7"></a><a href="#Fn_7" class="fna">(7)</a>,
-<span class="pageno" title="10" id="page-10"></span>
-che alla teoria dell'uomo di studî congiungeva
-la pratica dell'uomo di Stato, ci lasciò
-nei suoi <cite>Commentarî</cite> delle dissertazioni di pubblico
-giure degnissime di studio. In queste egli
-esamina le diverse forme di governo e dà la preferenza
-alla forma repubblicana, od almeno alla
-monarchia temperata (notisi che Abarbanello scriveva
-nel <span class="sc num">xv</span> secolo!). Esaminando in seguito quale
-sia il dovere dei sudditi, anche sotto un re malvagio
-e tiranno, insegna che il popolo non ha nè
-il potere, nè il diritto di ribellarsi, “contrariamente,
-dice egli, all'opinione dei saggi cristiani
-che scrissero di questo
-argomento” <a id="FNa_8"></a><a href="#Fn_8" class="fna">(8)</a>.
-</p>
-
-<p>
-Nè si creda che le teorie del dotto ebreo non
-<span class="pageno" title="11" id="page-11"></span>
-siano seguite da coloro che professano la religione
-mosaica. La rivoluzione francese fu per gli Ebrei
-un'êra di redenzione; essa soltanto ha spezzato i
-ceppi in cui da diciotto secoli gemeva la nazione
-ebraica; essa prima, dallo stato vilissimo in cui
-vivevano, li ha elevati a dignità di uomini, di cittadini.
-Nessuna meraviglia adunque che gli Ebrei
-favorissero quella rivoluzione e ne sposassero con
-ardore i principî. Pure il filosofo della storia non
-deve dimenticare che non un ebreo — non uno — si
-trova fra gli uomini che bruttarono coi loro
-eccessi quella rivoluzione, non uno fra i sicarî
-del 93 e fra coloro che colle più efferate licenze
-coprirono di obbrobrio il sacro nome di
-libertà <a id="FNa_9"></a><a href="#Fn_9" class="fna">(9)</a>.
-</p>
-
-<p>
-E ciò, ripetiamolo, perchè l'ebreo è assolutamente
-liberale, nel buono, nel vero senso della
-parola.
-</p>
-
-<p>
-Il radicalismo, invece, è essenzialmente nemico
-del liberalismo, perchè è essenzialmente persecutore.
-<span class="pageno" title="12" id="page-12"></span>
-E questa è una nuova ragione dell'odio che
-il radicalismo nutre contro gli Ebrei.
-</p>
-
-<p>
-Esso, che prova sempre il bisogno di nuove vittime,
-che oggi espelle i RR. Padri della Compagnia
-di Gesù, che domani perseguita altri pel solo
-fatto che nacquero da illustre prosapia, non può
-non esser nemico dello Ebreo, il quale vuole per
-sè la libertà come la vuole per gli altri, e combatte
-per essenza, per indole, per interesse, tutte
-le distinzioni basate sulla nascita, sulla fede.
-</p>
-
-<p>
-Ecco perchè, con mostruoso connubio, <em xml:lang="de">Culturkampf</em>
-ed antisemitismo poterono nascere quasi
-ad un tempo e sulla stessa
-terra <a id="FNa_10"></a><a href="#Fn_10" class="fna">(10)</a>.
-</p>
-
-<p>
-E qui ci si para spontanea dinanzi un'obbiezione.
-</p>
-
-<div>
-<span class="pageno" title="13" id="page-13"></span>
-</div>
-
-<p>
-Ci si dirà. Voi dipingete i radicali come i più
-feroci nemici degli Ebrei; eppure noi tutti conosciamo
-radicali notissimi che sono ben lungi dal
-partecipare a quest'odio, e vediamo invece assaliti
-tutto giorno gli Ebrei da giornali e da uomini
-del partito che è notoriamente il più avverso
-al radicalismo.
-</p>
-
-<p>
-L'obbiezione è giusta, giustissima; ma è giusta
-solo per quanto risguarda gli uomini, non per
-quanto risguarda il partito.
-</p>
-
-<p>
-Spieghiamo il nostro concetto.
-</p>
-
-<p>
-Se è vero che tutto si può pretendere dall'uomo
-fuorchè la logica, è anche più vero che è specialmente
-nella politica che la logica si va facendo
-ogni giorno più rara.
-</p>
-
-<p>
-Tutto giorno udiamo uomini vantarsi conservatori,
-liberali, radicali, e raramente li vediamo informare
-tutte le loro azioni ai principi di cui si
-dicono seguaci.
-</p>
-
-<p>
-Nei paesi specialmente, come l'Italia, da poco
-educati alla vita politica, è accaduto che uomini
-appartenenti ad opposte scuole politiche si trovarono
-per lungo tempo affratellati da un intento
-comune, la liberazione della patria.
-</p>
-
-<p>
-Questo intento comune, e l'azione comune che
-ne fu conseguenza, han fatto sì che le idee degli
-uni esercitassero qualche influenza su quelle degli
-altri, mitigassero la logica inflessibile dei principii,
-dessero vita a quella specie di eccletismo
-politico di cui ogni giorno vediamo prove in Italia.
-</p>
-
-<p>
-Ecco perchè, sebbene il radicalismo sia per natura
-<span class="pageno" title="14" id="page-14"></span>
-il peggior nemico degli Ebrei, i radicali italiani si
-separano in ciò dalla maggioranza del partito cui
-appartengono.
-</p>
-
-<p>
-Se una serie di miracoli eguali a quelli, per cui
-l'Italia da ancella divenne nazione, facesse domani
-risorgere la Polonia, l'Europa vedrebbe uno spettacolo
-più singolare ancora; vedrebbe per alcun
-tempo i radicali ed i clericali polacchi vivere assieme
-d'amore e d'accordo, tutti assorti in un sol
-pensiero, la salute della
-patria <a id="FNa_11"></a><a href="#Fn_11" class="fna">(11)</a>.
-</p>
-
-<p>
-Ma sarebbe tregua di anni, che nella storia dei
-popoli sono un momento, e i due principî opposti
-non tarderebbero a darsi battaglia anche nella
-terra degli Jagelloni.
-</p>
-
-<p>
-La storia naturale ci insegna che animali, i quali
-allo stato selvaggio sono nemici inconciliabili, possono
-allo stato di servitù vivere fra loro d'accordo.
-</p>
-
-<p>
-E se ciò avviene per animali di diversa razza,
-come non avverrebbe per l'uomo?
-</p>
-
-<p>
-Veniamo all'altra parte dell'obbiezione.
-</p>
-
-<p>
-È vero del pari che gli Ebrei sono oggigiorno
-combattuti con violenza da taluni giornaletti di
-provincia, che si dicono cattolici e si vantano
-rappresentanti non già di Papi o di Vescovi, dinanzi
-ai quali ci inchineremmo reverenti, ma di
-<span class="pageno" title="15" id="page-15"></span>
-sodalizi più o meno ignorati ed in nessun caso
-autorevoli.
-</p>
-
-<p>
-Errerebbe di gran lunga chi credesse che quei
-giornali rappresentino lo spirito, la parte pensante
-del loro
-partito <a id="FNa_12"></a><a href="#Fn_12" class="fna">(12)</a>.
-</p>
-
-<p>
-È comune errore il credere alla disciplina della
-stampa cattolica, e l'errore è tanto comune che i
-fatti i più lampanti, l'opposizione accanita, per
-esempio, che taluni giornali sedicenti cattolici
-fanno ai Presuli delle loro diocesi, non valgono a
-sradicarlo.
-</p>
-
-<p>
-A provare che tutta la stampa non partecipa
-all'opinione dei suddetti giornalucoli, addurrò quattro
-fatti quasi contemporanei.
-</p>
-
-<p>
-1º Or sono due o tre anni, in occasione delle
-elezioni amministrative a Roma, l'<cite>Unione Romana</cite>,
-associazione cattolica presieduta da S. E. il signor
-Duca Scipione Salviati, venne ad accordi colla Associazione
-Costituzionale. Quest'ultima portava
-un israelita siccome candidato al Consiglio Provinciale.
-</p>
-
-<p>
-Sarebbe stato impossibile, assurdo, pretendere
-che in Roma una Associazione cattolica portasse
-fra i suoi candidati un non cattolico: pure la lista
-fu concordata ed i giornali cattolici la sostennero,
-togliendo, è vero, il nome del candidato israelita,
-<span class="pageno" title="16" id="page-16"></span>
-ma sostituendolo con una riga di punti. Se si ponga
-mente che ciò avveniva per una elezione che aveva
-luogo su di un sol nome, si converrà, che il dichiarare
-esplicitamente, che al candidato israelita non
-si opponeva nessuno, equivaleva da parte dei giornali
-cattolici a dire: non possiamo appoggiarlo, ma
-desideriamo vederlo eletto.
-</p>
-
-<p>
-2º L'organo del partito cattolico di Genova, <cite>Il
-Cittadino</cite>, fu per molto tempo, ed è ancora, arbitro
-assoluto delle elezioni amministrative di quella
-città, e fra i suoi candidati fu sempre almeno un
-israelita.
-</p>
-
-<p>
-3º La <cite>Rassegna Nazionale</cite>, importante rivista
-che vede da cinque anni la luce in Firenze, che è
-l'organo della parte più liberale del partito cattolico,
-ed in cui collaborano gli uomini più insigni di
-quel partito, come il Cantù, lo Stoppani, ecc., ecc.,
-pubblicava nel suo numero di luglio u. s. una splendida
-difesa degli Israeliti dovuta a quel luminare
-del giudaismo, che è il prof. Ad. Frank, dell'Istituto
-di Francia. E qui cade in acconcio il ricordare
-che il signor Frank dettava, pregatone, quel
-suo articolo per gli <cite xml:lang="fr">Annales de philosophie
-chrétienne</cite>
-pubblicati dal signor Roux con tanto zelo
-a Parigi <a id="FNa_13"></a><a href="#Fn_13" class="fna">(13)</a>.
-</p>
-
-<div>
-<span class="pageno" title="17" id="page-17"></span>
-</div>
-
-<p>
-4º Or son pochi mesi, infine, l'<cite>Osservatore Romano</cite>,
-il solo giornale, ricordiamolo bene, che la
-Corte Pontificia riconosca come suo organo, recava
-nel suo N. 165 del 21 luglio 1883 una corrispondenza
-da Nyiregyhaza, 16 luglio, sull'iniquo
-processo di Tisza Eszlar, che ha testè disonorato
-l'Ungheria, corrispondenza ispirata a sentimenti
-così nobili ed elevati che non sappiamo resistere
-al desiderio di riferirne un brano, per istruzione
-di coloro che della stampa cattolica giudicano
-dagli ignobili giornali di provincia cui abbiamo
-testè accennato:
-</p>
-
-<blockquote>
-<p>
-“Dopo l'ultima mia, che vi dava conto dell'8ª seduta,
-ebbe luogo una pausa di tre giorni; quindi si continuò nell'audizione
-di testimonî a carico e scarico, si aprì la discussione
-sul presunto trafugamento e tentata sostituzione di
-cadavere, e furono uditi i periti medici dell'università di Pest
-in contesto di quelli che esaminarono il cadavere e stesero
-il <em xml:lang="la">repertum facti</em>. Le varie scene a cui diedero
-luogo queste
-diverse fasi dell'ormai sciaguratamente celebre processo non
-valsero a portar miglior luce sui fatti, ma contribuirono
-<span class="pageno" title="18" id="page-18"></span>
-purtroppo a mettere in evidenza lo stato anormale dell'amministrazione
-della giustizia in Ungheria, non che lo sfogo di
-passioni, crassa ignoranza, corruzione, abbiezione di caratteri.
-</p>
-
-<p>
-“Ester Solymossy è scomparsa. Questo è l'unico fatto
-certo.
-</p>
-
-<p>
-“Fu dessa vittima d'un sacrifizio rituale?
-</p>
-
-<p>
-“Ne manca ogni prova attendibile. Non si ha per base
-dell'accusa che <em>la denuncia d'un figlio contro del proprio
-padre</em>.
-</p>
-
-<p>
-“Accetti chi vuole una tal base; io la respingo con
-orrore.
-</p>
-
-<p>
-“<em>Onorerai il padre tuo e la madre tua!</em> proclamò Iddio
-dall'alto del Sinai. Chi calpesta questa legge divina, a cui
-fecero omaggio tutti i popoli della terra, sanzionando nei
-loro codici per ogni caso e senza eccezione alcuna il diritto
-dei figli di non deporre in giudizio contro dei genitori; chi,
-ripeto, calpesta questa legge, non è più uomo, è un bruto;
-ed i bruti non meritano fede in giudizio.
-</p>
-
-<p>
-“Ciò sia detto in risposta ai fanatici, ai dilettanti di casuistica,
-ed agli stolti, <em xml:lang="la">quorum infinitus est numerus</em>, che
-stimano non si possa essere buon cattolico senza essere antisemita
-e giudeofobo.”
-</p>
-</blockquote>
-
-<p>
-Abbiamo trascelto a caso questi esempî, e molti
-ne tralasciammo dei tanti che ci si affacciavano
-alla memoria; perocchè questi siano più che sufficienti
-a dimostrare che lo spirito animante la
-stampa cattolica, degna di questo gran nome,
-verso gli Ebrei non vada cercato in quei fogliucciacci
-di provincia che seguono le pedate dell'<cite>Osservatore
-Cattolico</cite> di Milano, giornale più volte
-riprovato dalla Autorità Ecclesiastica.
-</p>
-
-<p>
-E chiudiamo la lunga digressione.
-</p>
-
-<p>
-Il radicalismo, abbiam detto, combatte l'Ebreo
-<span class="pageno" title="19" id="page-19"></span>
-perchè ne invidia le pretese
-ricchezze <a id="FNa_14"></a><a href="#Fn_14" class="fna">(14)</a>;
-lo combatte,
-perchè vede in lui incarnati quei principî
-di libertà e di tolleranza politica e religiosa, che
-sono l'antitesi la più perfetta delle dottrine radicali,
-basate sulla violenza ed ispirate al detto del
-gran satirista di Roma: <em xml:lang="la">Stat pro ratione voluntas</em>.
-</p>
-
-<p>
-E non senza un perchè il radicalismo ha scelto
-l'Ebreo a bersaglio dei suoi strali.
-</p>
-
-<p>
-La società posa su basi solide, e i radicali,
-malgrado la loro buona volontà, non riescirebbero
-certamente a scuoterla d'un tratto.
-</p>
-
-<p>
-Perciò volsero prima le loro armi contro la
-Chiesa cattolica, sicuri di aver a compagni nella
-lotta molti liberali di buona fede che credevano
-giovare alle idee di progresso intellettuale e sociale,
-combattendo la Chiesa e privandola non soltanto
-di quei privilegi che contrastavano all'ordine
-politico degli Stati moderni; ma ponendola eziandio
-fuori del diritto comune, e violando a suo danno
-i più elementari principî del giure naturale, siccome
-fu fatto in Francia, in Germania ed in
-Isvizzera.
-</p>
-
-<p>
-Se la lotta contro la Chiesa offriva ai radicali
-il vantaggio di aver ad alleati molti liberali, la
-lotta contro gli Ebrei assicurava loro il concorso
-<span class="pageno" title="20" id="page-20"></span>
-dei più esagerati campioni del fanatismo religioso.
-</p>
-
-<p>
-Ora un partito, che apre in America pubbliche
-scuole per insegnarvi ad usufruire la dinamite per
-giungere al progresso sociale, non può essere schifiltoso
-nella scelta dei mezzi. Dopo aver combattuto
-a fianco ai liberali contro Ignazio di Loyola,
-esso si allea ad Arbues e a Torquemada per combattere
-contro gli Ebrei, per rinnovare contro di
-loro gli eccessi onde vanno disonorati nella storia
-i nomi di Ferdinando ed Isabella di Spagna, di
-Emanuele di Portogallo e di tanti e tanti sovrani
-delle età media e moderna.
-</p>
-
-<p>
-E così, applicando il vecchio precetto, tanto caro
-ai tiranni, <em xml:lang="la">divide et impera</em>, viene il radicalismo
-man mano sgretolando il vecchio mondo, pronto
-poi, siccome disse il poeta, a cogliere i frutti del
-mal di tutti.
-</p>
-
-<p>
-Questo abbiamo voluto dire per spiegare il perchè
-prendiamo oggi a difendere gli Ebrei. Non
-ci muove interesse di casta, non spirito di religione,
-ma convinzione profonda, immutabile, che
-in essi non si osteggia la credenza religiosa, ma si
-combatte uno dei ripari della moderna società.
-</p>
-
-<p>
-Come oggi difendiamo gli Ebrei, avremmo ieri
-difeso le corporazioni religiose espulse di
-Francia <a id="FNa_15"></a><a href="#Fn_15" class="fna">(15)</a>,
-difenderemmo domani qualsivoglia setta,
-<span class="pageno" title="21" id="page-21"></span>
-corporazione o sodalizio cui si volessero negare
-i beneficî del diritto comune, e questo non per
-uno spirito alla Don Chisciotte, ma perchè crediamo
-necessario mettere in guardia la società
-moderna contro gli assalti del radicalismo, il quale
-rinnova precisamente la tattica riuscita tanto bene
-ai precursori della prima rivoluzione francese.
-</p>
-
-<p>
-Come costoro, prima di attaccare la monarchia
-di fronte, vennero man mano scalzando tutti i principî
-su cui essa poggiava; così i radicali, prima
-di assalire di fronte la società, la minano sotterra,
-e vellicando stolte ed abbiette passioni, tentano
-inocularle l'odio per la libertà, il disprezzo
-pel diritto, l'amore per le leggi di violenza partigiana,
-di persecuzione ingiustificata.
-</p>
-
-<div>
-<span class="pageno" title="22" id="page-22"></span>
-</div>
-
-<p>
-A questo lavorìo deleterio bisogna tutti si oppongano:
-e per opporvisi con frutto, per combattere
-vittoriosamente questa santa battaglia della civiltà
-e del progresso, occorre stringersi intorno al labaro
-dei nuovi tempi su cui sta scritto: Libertà
-per tutti.
-</p>
-
-<div class="data">
- <p>Recoaro, agosto 1883.</p>
-</div>
-
-<div class="destra">
- <div class="firma">
- <p class="center"><span class="sc g">Corrado Guidetti</span>.</p>
- <p class="center"><i>Dott. in lettere.</i></p>
- </div>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_1"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_1"><span class="label">(1)</span></a>
-<cite xml:lang="fr">Hist. des Juifs</cite>, p. 2852.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_2"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_2"><span class="label">(2)</span></a>
-<cite>Rassegna Nazionale</cite>, Firenze, 1º luglio 1883, p. 42.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_3"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_3"><span class="label">(3)</span></a>
-Per evitare una confusione altrettanto perniciosa quanto,
-ai tempi nostri, comune, quella che proviene dal non intendersi
-sul significato che si annette alle parole, spieghiamo
-qui ciò che intendiamo per radicalismo.
-</p>
-
-<p class="foot">
-Lungi da noi il pensiero di designare con questo nome
-coloro che aspirano ad una piuttosto che ad un'altra forma
-di reggimento politico.
-</p>
-
-<p class="foot">
-Radicale può essere tanto il monarchico quanto il repubblicano,
-e sì l'uno che l'altro possono esser liberali. Per noi
-la distinzione fra liberali e radicali sta in ciò soltanto: che
-il liberale vuole raggiungere i più alti ideali dell'avvenire
-rispettando i diritti, la libertà, la vita di ognuno; il radicale,
-invece, è disposto a violare ad ogni momento la libertà ed
-i diritti altrui, per conseguire il suo intento.
-</p>
-
-<p class="foot">
-Posta così nettamente la questione, diremo subito che fra
-quel prototipo leggendario di inquisitore che, dinanzi a un
-massacro in cui cadevano egualmente vittime eretici e cattolici,
-avrebbe sclamato: <i class="quo">uccideteli tutti, Dio riconoscerà i suoi</i>, e
-Barnave, il girondino, che di fronte alle prime stragi che insozzarono
-la rivoluzione francese, sintetizzando in una frase
-cinica e crudele i concetti del radicalismo, nella seduta del
-23 luglio 1789, chiede ironicamente dall'alto della tribuna:
-<i class="quo" xml:lang="fr">Le sang qui coule est-il donc si pur?</i> non
-sentiamo preferenza alcuna.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_4"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_4"><span class="label">(4)</span></a>
-Appartenevano del pari all'estrema sinistra intransigente
-del Parlamento romeno quei quattro deputati che nel
-1878 escogitarono una mozione intesa ad un tempo a inorpellare
-l'Europa, che insisteva perchè agli Ebrei si accordasse
-l'eguaglianza civile, ed a rendere a questi impossibile o quasi
-il conseguirla. V. <span class="sc aut">Marco Antonio Canini</span>.
-<cite>La verità sulla
-questione degli Israeliti in Rumania.</cite> Roma, Barbera, 1879.
-</p>
-
-<p class="foot">
-In Italia poi, uno dei rarissimi deputati che faccia pompa
-del suo antisemitismo, e che si diverta a parlare nelle sue
-corrispondenze giornalistiche di <cite>Giornali della Sinagoga</cite> e
-di altre simili amenità da medio evo, è quello stesso che in
-piena Camera dichiarò egli non conoscere un Papa Pio IX,
-ma soltanto un conte Giovanni Mastai Ferretti di <em>professione</em>
-Vicario di Dio! ho nominato l'on. Petruccelli della Gattina.
-Anche in Francia la questione semitica fu sollevata per
-la prima volta, in questi anni, da un articolo, perfidamente
-abile, intitolato: <cite xml:lang="fr">Dieu des Juifs tu l'emportes!</cite>
-pubblicato dal
-noto mangiapreti signor Francisque Sarcey, nel
-<span class="sc num">xix</span> <cite xml:lang="fr">Siècle</cite>
-di Edmond About nel maggio o giugno 1875.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_5"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_5"><span class="label">(5)</span></a>
-Errerebbero a gran partito coloro che credessero il signor
-Rénan un amico degli Ebrei; egli, nel suo libro sull'<cite>Ecclesiaste</cite>,
-ne ha ultimamente schizzato un ritratto dal quale risulterebbe
-che essi sono oggi quello che erano or sono quattromila
-anni alle falde del Sinai: gli adoratori del vitello d'oro. E
-nei suoi <cite xml:lang="fr">Souvenirs d'enfance et de jeunesse</cite>
-parla degli Ebrei in guisa da meritarsi che il primo numero dello
-<cite xml:lang="fr">Antisémitique</cite>
-di Montdidier gli consacri una colonna di elogi. Ciò
-avvertiamo non per far colpa allo scienziato francese delle
-sue tendenze; ma perchè gli avversari nostri, ogni qualvolta
-citiamo il Rénan, non ci rinfaccino di appoggiarci all'autorità
-di chi ha negata la divinità di N. S. Gesù Cristo. Il Rénan
-potrà essere anticristiano fin che si vuole, ma non certo per
-filosemitismo.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_6"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_6"><span class="label">(6)</span></a>
-Ernest Rénan. <cite xml:lang="fr">Le Judaïsme et le Christianisme.</cite> Paris,
-Calmann Levy, 1883, p. 24 e 25.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_7"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_7"><span class="label">(7)</span></a>
-Nacque a Lisbona nel 1437; fu intendente delle finanze
-di Alfonso V, re di Portogallo, di Ferdinando il Cattolico,
-re di Castiglia, di Ferdinando il Bastardo, re di Napoli, di
-Alfonso II suo successore che non abbandonò quando i francesi
-lo cacciarono dal Regno. Abarbanello si stabilì in
-Italia e fu preso per arbitro in una questione commerciale
-fra il Re di Portogallo e la Repubblica di Venezia. Morì a
-Venezia nel 1508 e fu sepolto in Padova. Veggansi per
-maggiori notizie: Bartolocius, <cite>Bibl. Rabb.</cite>; Bayle,
-<cite>Dict. Crit.</cite>;
-Boissi, <cite xml:lang="fr">Dissert.</cite>, p. 2; Schwab,
-<cite xml:lang="fr">Abravanel et son époque</cite>;
-S. Honel, <cite xml:lang="fr">Lien d'Israel</cite>, 5º anno, pag. 355 e segg.;
-e tutte le biografie.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_8"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_8"><span class="label">(8)</span></a>
-I. Bedarride. <cite xml:lang="fr">Les Juifs en France, en Italie et en
-Espagne.</cite> Paris, Michel Levy, 1861, p. 294. È appena necessario
-avvertire che, riferendo l'opinione di Abarbanello, facciamo
-sulle ultime parole sue le più ampie riserve. Nè S. Tommaso,
-nè scrittori approvati ed autorevoli, nè tanto meno la
-Chiesa Cattolica si espressero nel senso della liceità di ribellarsi
-o peggio di uccidere il tiranno, anzi la negarono recisamente.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_9"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_9"><span class="label">(9)</span></a>
-Merita a questo proposito di esser riferito il giudizio
-che uno dei più dotti Rabbini del nostro secolo, il professore
-S. D. Luzzatto di Padova, dava della rivoluzione francese.
-</p>
-
-<p class="foot">
-Trascriviamo un brano di una sua lettera inedita del 26 dicembre
-1836 inserita nel <cite>Vessillo Israelitico</cite> di Casale, ottobre
-1876, p. 325.
-</p>
-
-<p class="foot">
-“Nello scorso secolo gli spiriti della Francia, scatenandosi
-ad un tempo con un diluvio di scritti religiosi e contro i
-Governi assoluti e contro il Cristianesimo, produssero nelle
-menti quello stravolgimento, che poi si sviluppò nella funestissima
-rivoluzione francese, la quale pose in trambusto per
-tanti anni il mondo intero.”
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_10"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_10"><span class="label">(10)</span></a>
-Vi sono taluni ingenui che si chieggono come il principe
-di Bismarck tolleri il risvegliarsi dell'antisemitismo in
-Germania. A questi ingenui osserviamo che il <em>non cade
-foglia che Dio non voglia</em> si avvera anco in politica, specialmente
-quando il Dio si chiama: il signor di Bismarck. Le
-vere dottrine di libertà sociale ed economica che furono la
-gloria dei quattordici primi lustri del nostro secolo non ebbero,
-non hanno nemico più mortale del cancelliere di ferro. E chi
-è nemico di libertà è nemico naturale degli Ebrei. Lo stesso
-Bismarck in una conversazione avuta con un diplomatico straniero,
-telegrafata al <cite xml:lang="en">Morning Post</cite> nell'agosto dello scorso
-anno, diceva per assicurarlo delle sue intenzioni pacifiche:
-“La Germania non è nelle mie mani, come crede la gente.
-La Germania è nelle mani degli Ebrei, <em>che hanno orrore
-per la guerra</em> in causa dei loro interessi e delle signore che
-hanno orrore della guerra per la vita dei loro mariti e dei
-loro figli.” <em>Aver orrore della guerra</em> vuol dire esser fattori
-di civiltà, ma vuol dire ad un tempo esser odiati a morte
-dal signor di Bismarck.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_11"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_11"><span class="label">(11)</span></a>
-Cade proprio in acconcio notar qui che lo stesso Governo
-russo, che deportava in Siberia monsignor Felinsky,
-il venerando Arcivescovo di Varsavia, puniva più volte colla
-carcere e coll'esilio il patriottismo dell'illustre Michel B. Meisel,
-Rabbino di quella città.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_12"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_12"><span class="label">(12)</span></a>
-I nostri lettori troveranno fra i documenti un discorso
-dell'eminentissimo cardinale Manning, il quale ci dà la vera
-opinione della parte pensante del partito cattolico sulla questione
-semitica.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_13"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_13"><span class="label">(13)</span></a>
-Ci sia concessa una lieve digressione. È uno spettacolo
-che solleva l'animo del pensatore quello che ci offrirono
-quasi contemporaneamente gli <cite xml:lang="fr">Annales de philosophie
-chrétienne</cite>,
-invitando un ebreo a discutere nelle loro colonne la
-questione semitica, e la <cite xml:lang="fr">Société des Etudes juives</cite>
-di Parigi,
-chiamando nel suo seno un non israelita a dissertare “sul
-Giudaismo e sul Cristianesimo.” Malgrado i gufi, che tentano
-di oscurare il sole, è d'uopo convenire che siamo assai lontani
-dai tempi di San Luigi, Re di Francia (Cfr.
-<cite xml:lang="fr">Joinville</cite>, p. 11)
-quando un cavaliere, trovandosi presente ad una di quelle discussioni
-che allora frequentemente avvenivano fra sacerdoti
-cattolici e rabbini ebrei, sulla prevalenza delle rispettive religioni,
-vedendo come gli ebrei avessero il sopravvento nella
-discussione, stese morto ai suoi piedi con una bastonata l'ultimo
-rabbino che aveva parlato, dicendo ai preti cattolici, in
-atto di rampogna: “<i class="quo" xml:lang="fr">Vous avez fait folie
-d'avoir occasioné telle dispute d'erreur.</i>”
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_14"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_14"><span class="label">(14)</span></a>
-Queste linee erano già scritte, allorchè ci venne fatto
-di leggere nella <cite xml:lang="fr">Revue Britannique</cite> (luglio 1883)
-un dotto
-articolo, tolto dall'<cite xml:lang="en">Edimburgh Review</cite>, nel quale
-si accenna
-appunto allo spirito di odio e di persecuzione che oggi si
-manifesta sotto il falso nome di liberalismo repubblicano.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_15"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_15"><span class="label">(15)</span></a>
-Non faccia meraviglia se in questo nostro lavoro, ispirato,
-osiamo vantarcene, ai principî della maggiore tolleranza,
-ci accada di paragonare sovente i Gesuiti agli ebrei. Sì gli
-uni che gli altri furono perseguitati da nemici, i quali, ben
-più che osteggiarne i principî, miravano ad attribuirsene le
-ricchezze; contro gli uni come contro gli altri si ripeterono
-le stesse accuse di usure, di accaparramenti, di massime antisociali,
-sicchè non è raro vedere nelle opere antigesuitiche
-del secolo scorso i Gesuiti paragonati agli Ebrei. Ho sott'occhi,
-per esempio, i “<cite>Lupi smascherati</cite>, Ortignano, nell'officina
-di Tancredi e Francescantonio padre e figlio Zaccheri
-di Strozzagriffi, <span class="sc num">mdcclx</span>” libello antigesuitico,
-attribuito
-all'abate Capriata, ed a pag. 57 (nota) trovo: “<i class="quo">I principi
-l'hanno rigettati da loro</i> [i gesuiti] <i class="quo">e sono omai riguardati
-come Giudei.</i>”
-</p>
-
-<p class="foot">
-Che se qualcuno ci rammentasse le prediche di qualche gesuita
-contro gli Ebrei, risponderemmo ricordando il <em xml:lang="la">Qui gladio
-ferit</em>; e se ci si obbiettassero certi articoli antisemitici della
-<cite>Civiltà
-Cattolica</cite>, l'organo massimo della Compagnia, diremmo
-che ad essi la persecuzione non ha nulla insegnato, e compiangeremmo
-quei perseguitati che dalle violenze di cui furono
-vittima non appresero la sublime virtù della tolleranza.
-</p>
-</div>
-
-<div class="chapter">
-<span class="pageno" title="23" id="page-23"></span>
-<img src="images/i003a.png" style="width: 100%" alt=""/>
-</div>
-
-<h2 class="nobreak" id="tit-1">
-<a href="#ritit-1">I.</a>
-</h2>
-
-<p class="subtitle">
-Costituiscono gli Ebrei una razza speciale?
-</p>
-
-<hr class="capitolo"/>
-
-<p>
-La tendenza scientifica cui si inspira il nostro secolo
-ha voluto trovare una formola con cui giustificare la
-persecuzione contro gli Ebrei, e si disse che essi costituivano
-tuttora una nazione speciale, che quindi erano
-da considerarsi nei diversi Stati, in cui dimoravano, come
-stranieri, e per poco non si propose di equipararli agli
-zingari ed ai gitani. Ricacciare gli Ebrei in Palestina è
-la proposta la più moderata che esca dalle labbra degli
-odierni antisemiti.
-</p>
-
-<p>
-Sarebbe agevole rispondere a questa pretesa opinione
-scientifica con una sola parola, dimostrando, cioè, come
-oggi tutte le legislazioni dei paesi civili si affrettino a
-cancellare dai loro codici ogni differenza fra cittadini e
-stranieri, progresso questo, in cui l'Italia fu, col suo codice
-civile, vessillifera alle altre nazioni.
-</p>
-
-<p>
-Ma questa difesa respingerebbero gli Ebrei, perocchè
-<span class="pageno" title="24" id="page-24"></span>
-essi si sentano italiani in Italia, francesi in
-Francia <a id="FNa_16"></a><a href="#Fn_16" class="fna">(16)</a>,
-inglesi in
-nghilterra <a id="FNa_17"></a><a href="#Fn_17" class="fna">(17)</a>
-ed Ebrei soltanto nei loro
-tempî <a id="FNa_18"></a><a href="#Fn_18" class="fna">(18)</a>.
-</p>
-
-<p>
-Noi non abbiamo, d'altronde, ad avversarî nè filosofi, nè
-cristiani, nè liberali: ognuno di questi, infatti, troverebbe,
-nelle proprie convinzioni morali, religiose o scientifiche,
-argomenti per esserne condotto alla pratica della più larga
-tolleranza. Abbiamo di fronte, invece, quella fazione, oggi
-pur troppo numerosa, che vorrebbe la legislazione sociale
-non inspirata a nessun principio superiore all'uomo, e
-serva al più gretto utilitarismo; quella fazione che in
-America, la terra classica della libertà, propone ed ottiene
-provvedimenti straordinarî contro i Chinesi!!
-</p>
-
-<p>
-Vinciamo quindi la naturale ripugnanza, e facciamoci
-a provare come gli Ebrei differiscano dagli altri italiani
-<span class="pageno" title="25" id="page-25"></span>
-per la religione soltanto, non per l'amore al paese, non
-per la razza.
-</p>
-
-<p>
-Non ricorderemo qui come ogni Ebreo di Roma abbia
-iscritto nel suo libro di preghiera fra le date fauste della
-sua vita il 20 settembre 1870, segnandovi persino l'ora
-precisa della liberazione: <em>dieci e mezza antimeridiane</em>,
-come già un quarto di secolo prima vi aveva iscritto la
-Pasqua del 1847, quando, per opera di Pio IX, caddero
-le mura e le porte che chiudevano il
-ghetto <a id="FNa_19"></a><a href="#Fn_19" class="fna">(19)</a>. Ci
-sembra che, per dimostrare come gli Ebrei in Italia si
-sentano italiani e non altro, basti, e ce ne sia di avanzo,
-della nobile figura del martire di Mantova, di Giuseppe
-Finzi <a id="FNa_20"></a><a href="#Fn_20" class="fna">(20)</a>!
-</p>
-
-<p>
-Se fra gli antisemiti italiani vi ha qualcuno cui scaldi
-<span class="pageno" title="26" id="page-26"></span>
-il petto amor di patria, si faccia innanzi ed osi contestare
-l'italianità a quel monumento di patriottismo che
-è l'on. Finzi.
-</p>
-
-<p>
-Ma ove al nome venerato del patriota lombardo noi
-aggiungessimo quelli di Angelo Usigli, compagno di Ciro
-Menotti <a id="FNa_21"></a><a href="#Fn_21" class="fna">(21)</a>,
-del milanese Bachi, che fu tra i precursori
-del movimento del 1848, di Daniele Manin cattolico di
-religione, ma di famiglia
-ebrea <a id="FNa_22"></a><a href="#Fn_22" class="fna">(22)</a>,
-e se a questi nomi
-facessimo seguire quelli dei numerosi Ebrei che accorsero
-volontarî sotto le bandiere nelle diverse guerre della
-indipendenza <a id="FNa_23"></a><a href="#Fn_23" class="fna">(23)</a>,
-i nostri avversarî ci risponderebbero sempre
-<span class="pageno" title="27" id="page-27"></span>
-coll'adagio favorito dei sofisti: <em>L'eccezione prova la
-regola</em>.
-</p>
-
-<p>
-Attacchiamo dunque di fronte il pregiudizio, larvato a
-scienza, e mostriamo che è tanto assurdo il credere che
-gli Ebrei sieno oggi i discendenti di Abramo quanto sarebbe
-ridicolo il sostenere che il Kedive d'Egitto sia
-l'erede diretto dei Faraoni, o che nelle vene degli odierni
-Romani corra il sangue dei Bruti e degli Scevola.
-</p>
-
-<p>
-Già sin da quando gli Ebrei abbandonarono l'Egitto,
-numerosi stranieri si mescolarono a loro, sicchè ben può
-dirsi che da quel momento la razza di Giacobbe cominci
-a fondersi colle
-altre <a id="FNa_24"></a><a href="#Fn_24" class="fna">(24)</a>.
-</p>
-
-<p>
-Nei tempi biblici i progenitori delle dodici tribù non
-esitarono ad imparentarsi con altre razze non esclusa la
-cananea pur tanto odiata. Mosè sposò una madianita. Fra
-le proavole di Davide vi ha la cananea Tamar e la moabita
-Rut. Nelle vene di Ezechiello corre il sangue di Raab
-la cananea, nè egli è il solo profeta d'Israello che tragga
-origine da idolatri. Più tardi i proseliti non solo non furono
-rigettati, ma vennero accolti senza reluttanza in
-grembo alla fede. Lo provano le leggi favorevolissime ai
-proseliti dimoranti nella Palestina, sparse in tutto il Pentateuco:
-lo provano i Gabaoniti che, entrati nell'Ebraismo
-mediante l'inganno e la frode, pure vi furono più che
-benignamente trattati, allorchè, per vendicare un oltraggio
-ad essi fatto, fu versato sangue di
-Re <a id="FNa_25"></a><a href="#Fn_25" class="fna">(25)</a>:
-lo provano le centinaia
-di migliaia di proseliti di cui si fa menzione al tempo
-della monarchia degli Israeliti, specialmente all'epoca di
-Salomone <a id="FNa_26"></a><a href="#Fn_26" class="fna">(26)</a>:
-lo provano i proseliti dei tempi di
-Ester <a id="FNa_27"></a><a href="#Fn_27" class="fna">(27)</a>
-<span class="pageno" title="28" id="page-28"></span>
-e quelli dei popoli trapiantati dal conquistatore Senacheribbo in
-Palestina <a id="FNa_28"></a><a href="#Fn_28" class="fna">(28)</a>,
-non che varie conversioni
-individuali abbastanza notevoli, come quella di Naaman
-il supremo ministro del regno
-siro <a id="FNa_29"></a><a href="#Fn_29" class="fna">(29)</a>
-e quelle di Ebena
-regina di Adiabene e di suo figlio Izak, di cui fa cenno
-Giuseppe <a id="FNa_30"></a><a href="#Fn_30" class="fna">(30)</a>.
-Nè gli Ebrei aveano a vile di mescolare
-il sangue con questi proseliti; chè anzi il loro <cite>Talmud</cite>
-ci ha tramandato, quasi a titolo di gloria, che i principali
-maestri d'Israello, come Hillel, Rabbi Jehudà il Santo,
-Akiva martire della crudeltà romana, Rabbi Meir ed altri
-moltissimi discendevano da proseliti, e che proselite era
-Onkelos, uno dei più grandi tra i parafrasti caldei.
-</p>
-
-<p>
-Insomma, gli Ebrei di Palestina non furono, come volgarmente
-si crede, un popolo segregato dal consorzio umano.
-Ecco come un autore non sospetto e che, vivo, non si sarebbe
-mai immaginato di vedersi citato nel secolo <span class="sc num">xix</span> a
-difesa degli Ebrei, scrive:
-</p>
-
-<p>
-“Questi ultimi Ebrei [dopo la morte di Erode] erano
-un miscuglio di parecchie nazioni. Se ne erano stabiliti
-in tutti i paesi che <em>sono sotto il sole</em>, siccome dice la
-Scrittura. Parecchi venivano ad abitare nella Giudea, od
-almeno vi facevano qualche devoto viaggio per poter offrire
-sacrifizi a Dio nel solo tempio in cui fosse permesso
-di farlo. Oltre a ciò vi erano sempre ad ogni qual
-tratto dei Gentili che si convertivano, e divenivano proseliti.
-Così gli Ebrei, a parlar propriamente, non eran
-più un popolo solo colla stessa lingua e gli stessi costumi,
-ma parecchi popoli che si riunivano in una sola
-religione. Persino quelli che abitavano la Terra Santa
-<span class="pageno" title="29" id="page-29"></span>
-erano un miscuglio di diverse nazioni, di Idumei e di
-altri Arabi, di Egiziani, di Fenici, di Siriaci e di Greci.”
-</p>
-
-<p>
-Fin qui il
-Fleury <a id="FNa_31"></a><a href="#Fn_31" class="fna">(31)</a>,
-ai cui Mani chiediamo umile venia
-se lo abbiamo tratto a testimoniare in favore degli Ebrei,
-ciò che certamente egli non avrebbe desiderato; ma non è
-proprio colpa nostra, se le accuse che si muovono a questo
-disgraziato popolo sono tanto svariate e contraddittorie,
-che quanto veniva scritto per far loro onta possa, poche
-generazioni dopo, essere addotto ad argomento di difesa.
-</p>
-
-<p>
-Ma se la nazione giudaica era già dopo Erode una
-mescolanza di diverse nazioni, come ci insegna il Fleury,
-e come ci confermano gli <cite>Atti degli Apostoli</cite>: “Or in
-Giudea dimoravano degli uomini religiosi d'ogni nazione
-di sotto il
-cielo” <a id="FNa_32"></a><a href="#Fn_32" class="fna">(32)</a>,
-non bisogna neppur credere che,
-dopo la dispersione seguita alla distruzione del secondo
-tempio, gli Ebrei abbian cessato di fare proseliti fra genti
-di schiatte diverse.
-</p>
-
-<p>
-Numerose colonie di Ebrei popolavano Roma e le altre
-città dell'impero. A Roma soltanto ve v'erano 20,000
-sotto Augusto, e narra Strabone che v'erano numerosi
-Ebrei in quasi tutte le città
-d'Italia <a id="FNa_33"></a><a href="#Fn_33" class="fna">(33)</a>.
-E numerosi
-eran pure in molti altri paesi non ancora sottoposti al
-giogo di Roma. In ogni luogo, al dire di Filone, gli
-Ebrei esercitavano una salutare influenza sulle credenze
-religiose e sui costumi; in ogni luogo avevano stabilito
-sinagoghe, dove si riunivano nei giorni di sabato per
-<span class="pageno" title="30" id="page-30"></span>
-pregare e commentare la Bibbia. A queste riunioni partecipavano
-sovente molti pagani, che aderivano poco a
-poco alle nuove dottrine udite proclamare, e che, rigettando
-gli errori del politeismo, accettavano le pratiche più
-essenziali del giudaismo, il riposo settimanale e l'annuo
-digiuno dell'espiazione. In tutte le classi sociali del mondo
-romano abbondarono i <em>giudaizzanti</em>, ben prima che sorgesse
-l'apostolato cristiano; sicchè si può dire
-coll'Havet <a id="FNa_34"></a><a href="#Fn_34" class="fna">(34)</a>
-che, se colle parole <cite>l'avvento del Cristianesimo</cite>,
-deve intendersi la conquista del mondo greco e romano
-da parte del Dio degli Ebrei, si può dire che questo avvento
-aveva avuto luogo sin dai tempi di Augusto e di
-Tiberio, e che questa conquista era in via di compiersi,
-ben prima che fosse questione di Cristo.
-</p>
-
-<p>
-Ad Alessandria di Egitto, a Roma, in Siria la propaganda
-giudaica fu sempre intensa ed efficace.
-</p>
-
-<p>
-Giuseppe Flavio ci apprende come molti greci passassero
-in Antiochia al
-Giudaismo <a id="FNa_35"></a><a href="#Fn_35" class="fna">(35)</a>.
-</p>
-
-<p>
-A Roma il proselitismo ebraico, nascosto nelle vie adiacenti
-al Tevere, forse in prossimità almeno dei luoghi
-dove oggi ancora sorge il ghetto, guadagnò neofiti persino
-nelle famiglie patrizie, salendo dallo schiavo al liberto,
-dal liberto al
-padrone <a id="FNa_36"></a><a href="#Fn_36" class="fna">(36)</a>.
-</p>
-
-<div>
-<span class="pageno" title="31" id="page-31"></span>
-</div>
-
-<p>
-E di questo spirito di proselitismo e della efficacia sua
-ci dà prova
-Svetonio <a id="FNa_37"></a><a href="#Fn_37" class="fna">(37)</a>.
-</p>
-
-<p>
-L'influenza delle idee giudaiche sul paganesimo preoccupava
-gli spiriti: <i class="quo" xml:lang="la">Victoribus victi legem dederunt</i>
-sclama Seneca nel <cite xml:lang="la">De Superstitione</cite>, ed il poeta
-Rutilio geme:
-<i class="quo" xml:lang="la">Atque utinam nunquam Judaea subacta fuisset.</i>
-</p>
-
-<p>
-<a id="legislatore"></a>Nè il legislatore se ne mostra meno impensierito. Al
-tempo di Domiziano le conversioni al giudaismo erano
-così frequenti che parecchie leggi furono fatte per
-impedirle <a id="FNa_38"></a><a href="#Fn_38" class="fna">(38)</a>.
-I convertiti erano puniti di morte e colla
-confisca dei loro beni, e la stessa pena colpiva coloro che
-erano accusati di aver cooperato alla loro apostasia.
-</p>
-
-<p>
-Nè pare che queste leggi avessero risposto allo intento,
-perchè vediamo Costantino obbligato a proibir di nuovo
-con severissime pene agli Ebrei di far proseliti.
-</p>
-
-<p>
-Ma a toglier ogni dubbio sull'efficacia dello spirito di
-propaganda che animava gli Ebrei nella Roma pagana, ci
-piace recar qui un brano di Dione
-Cassio <a id="FNa_39"></a><a href="#Fn_39" class="fna">(39)</a>.
-“Questo
-paese si chiama Giudea, e Giudei i suoi abitanti. Non conosco
-l'origine di questo secondo nome, ma esso si applica
-ad altri uomini che, quantunque di razza diversa, hanno
-adottate le istituzioni di questo popolo. E fra i Romani
-sonvi molta gente di tal fatta, e quanto si fece per porvi
-ostacoli, non giovò che ad aumentarli, tanto che fu forza
-accordar loro la libertà di vivere secondo le loro leggi.”
-</p>
-
-<div>
-<span class="pageno" title="32" id="page-32"></span>
-</div>
-
-<p>
-Altro modo, di cui gli Ebrei dovettero giovarsi per
-acquistar proseliti, fu il possesso degli schiavi; e le numerose
-precauzioni, che per lunga serie di secoli prendono
-le autorità spirituali e le temporali, per impedire agli
-Ebrei di convertire alla loro religione gli schiavi da
-essi posseduti, bastano a farci persuasi quanto zelo mettessero
-gli Ebrei nel deluderle.
-</p>
-
-<p>
-Ma anche senza tener conto di questo coefficiente pure
-importantissimo per l'adulterazione della razza, la storia
-delle età di mezzo ci porge non infrequenti esempi di
-conversioni al giudaismo.
-</p>
-
-<p>
-Alla fine del <span class="sc num">iv</span> secolo dell'èra nostra
-Abu-Karibba-Tabban re
-dell'Yemen <a id="FNa_40"></a><a href="#Fn_40" class="fna">(40)</a>
-e nel 740 Bulan re dei
-Kazari <a id="FNa_41"></a><a href="#Fn_41" class="fna">(41)</a>
-abbracciano il giudaismo.
-</p>
-
-<p>
-All'epoca dell'imperatore Enrico II il cappellano di un
-Duca Corrado, di nome Vecelino, passò al giudaismo, locchè
-fece adirare al massimo grado l'imperatore, ma non
-produsse altro castigo che quello di una erudita
-confutazione <a id="FNa_42"></a><a href="#Fn_42" class="fna">(42)</a>.
-</p>
-
-<div>
-<span class="pageno" title="33" id="page-33"></span>
-</div>
-
-<p>
-Un caso simile sotto Lodovico il Pio è narrato da Krabano
-Mauro <a id="FNa_43"></a><a href="#Fn_43" class="fna">(43)</a>.
-</p>
-
-<p>
-In Francia le conversioni al giudaismo non sono senza
-esempio. Parecchi cristiani lasciarono nel <span class="sc num">ix</span>
-secolo la Chiesa per abbracciare il giudaismo, e fra questi si citava
-un diacono palatino a nome
-Putho <a id="FNa_44"></a><a href="#Fn_44" class="fna">(44)</a>,
-e sino ai tempi
-di Filippo il Bello (<span class="sc num">xiv</span> secolo) si segnalano
-conversioni <a id="FNa_45"></a><a href="#Fn_45" class="fna">(45)</a>.
-</p>
-
-<p>
-Nel 1040 un celebre rabbino di Granata, Giuseppe
-Halevy, è accusato di aver fatto proseliti alla fede mosaica
-in Ispagna e messo a
-morte <a id="FNa_46"></a><a href="#Fn_46" class="fna">(46)</a>.
-</p>
-
-<p>
-Le conversioni al giudaismo erano, nel <span class="sc num">xiii</span> secolo
-ancora, tanto frequenti da meritare che Nicolò IV,
-appena assunto al Pontificato, se ne occupasse con
-una lettera datata da Rieti, 5 settembre 1288; lettera
-che non deve aver prodotto grande effetto, se Giovanni
-XXII è obbligato a promulgarne una consimile il
-13 agosto 1317.
-</p>
-
-<p>
-Rainaldo ci assicura che nel <span class="sc num">xiv</span> secolo molti fra i
-discepoli di Giovanni Viclefo abbracciarono la <em>perfidia
-giudaica</em>.
-</p>
-
-<p>
-Il primo di agosto 1603 sulla Piazza Ribeiro in Lisbona
-venne bruciato fra Diego di Assunçao, monaco francescano,
-che, dopo aver abbracciato il giudaismo, andava
-predicando ed insegnando questo solo doversi considerare
-vera religione.
-</p>
-
-<p>
-Ricorderò ancora quel Giovanni Mica, cristiano portoghese
-del <span class="sc num">xvi</span> secolo, che, fattosi ebreo, prese il nome
-<span class="pageno" title="34" id="page-34"></span>
-di Giuseppe Nassi, visse in Costantinopoli e pubblicò
-varie opere
-lodatissime <a id="FNa_47"></a><a href="#Fn_47" class="fna">(47)</a>.
-</p>
-
-<p>
-Nel secolo scorso rimase celebre in Inghilterra la conversione
-di lord Giorgio
-Gordon <a id="FNa_48"></a><a href="#Fn_48" class="fna">(48)</a>.
-</p>
-
-<p>
-Molti altri esempî potremmo
-citare <a id="FNa_49"></a><a href="#Fn_49" class="fna">(49)</a>; ma
-crediamo
-che quelli da noi portati sien più che sufficienti a provare
-che il Giudaismo devesi considerare come una religione,
-non come una
-razza <a id="FNa_50"></a><a href="#Fn_50" class="fna">(50)</a>.
-</p>
-
-<div>
-<span class="pageno" title="35" id="page-35"></span>
-</div>
-
-<p>
-Come dubitare che gran parte degli Ebrei attuali non
-discenda da questi nuovi
-convertiti <a id="FNa_51"></a><a href="#Fn_51" class="fna">(51)</a>?
-Certamente,
-grazie alle persecuzioni che per lunghi secoli afflissero i
-credenti nella legge di Mosè, non un Ebreo si trova oggi
-nel luogo di origine della propria famiglia.
-</p>
-
-<div>
-<span class="pageno" title="36" id="page-36"></span>
-</div>
-
-<p>
-Cacciati or di qua, or di là, essi andavano concentrandosi
-nei paesi, dove leggi, non più miti, ma meno crudeli
-permettevano loro di vivere con una sicurezza relativa;
-sicchè, oggi, tanto varrebbe voler cercare i veri discendenti
-dagli Ebrei di Palestina, per ricacciarli nella loro
-terra, quanto il cercare in Italia i discendenti degli antichi
-barbari per ricacciarli oltre Alpi.
-</p>
-
-<p>
-Ma se si volesse adottare contro gli Ebrei un provvedimento
-qualsiasi, ispirato a questa pretesa differenza
-di razza, come a noi italiani non si affaccierebbe alla
-mente la testimonianza, già da noi invocata, di Dione
-Cassio e come non ci tormenterebbe il dubbio che questi
-pretesi stranieri, questi abborriti semiti sieno proprio
-figli di quei Romani convertiti al Giudaismo, di cui
-parla lo storico latino, tornati fra noi, dopo Dio sa
-quali peregrinazioni, mossi da quell'amore del paese di
-origine che, come un istinto, sopravvive forse in noi alla
-memoria?
-</p>
-
-<p>
-Nè gioverà spender molte altre parole intorno a siffatta
-questione di razza, perchè, assurda dovunque, essa
-raggiunge fra noi l'apice della assurdità.
-</p>
-
-<p>
-Gettiamo uno sguardo sulla storia dei secoli scorsi, e
-vedremo, finchè durò la potenza di Roma, accorrere fra
-noi stranieri d'ogni razza e d'ogni lingua, e quando i
-destini d'Italia mutarono sì che da donna divenne ancella,
-vedremo gli schiavi di ieri mutarsi in predoni,
-correre sulle terre nostre e devastarle. Goti, Longobardi,
-Normanni, Saraceni persino si impiantano fra noi, e vi
-spadroneggiano, e noi osiamo oggi parlare di razza!
-</p>
-
-<p>
-E poi cosa è la razza di fronte al grande principio
-del secolo nostro, quello delle nazionalità? E caratteristica
-della nazionalità è la lingua, non la religione, non
-l'origine.
-</p>
-
-<p>
-Per riconoscere nome e qualità di italiano a chi è
-<span class="pageno" title="37" id="page-37"></span>
-nato in Italia da genitori italiani, a chi parla la nostra
-lingua, sarà forse d'uopo aprirgli le vene per riconoscere
-quante goccie di sangue non italiano vi corra?
-</p>
-
-<p>
-Or via, l'Italia, che a buon dritto considera come fratelli
-i Valdesi del Piemonte, i Cimbri dei Sette
-Comuni <a id="FNa_52"></a><a href="#Fn_52" class="fna">(52)</a>,
-gli Slavi del Molise, gli Albanesi ed i Greci
-del Mezzodì, vorrà contestare nome e qualità di italiani
-agli Ebrei, che nei tempi di schiavitù divisero la sorte
-degli altri Italiani?
-</p>
-
-<p>
-Un'ultima ragione infine, e potentissima, dovrebbe spingere
-i moderni antisemiti a non insistere sulla questione
-di razza.
-</p>
-
-<p>
-Essi, che non arrossiscono di farsi persecutori, ma che
-arrossirebbero di giustificare la persecuzione colla sola
-causa che la renderebbe meno odiosa, lo spirito di religione,
-verrebbero, ponendo innanzi tale questione, a provocare
-una enorme ingiustizia.
-</p>
-
-<p>
-Non vi ha dubbio che negli scorsi secoli o per convinzione,
-o per sottrarsi a persecuzioni, o per ispirito di
-cupidigia, milioni di Ebrei apostatarono per abbracciare
-il Cristianesimo.
-</p>
-
-<p>
-Pel Cristiano che ripugna dall'Ebreo, perchè vede in
-lui l'ostinato avversario della sua Fede, l'uccisore del suo
-Dio, l'acqua del Battesimo lava queste colpe originali,
-sicchè egli a buon dritto considera eguali a se stesso
-l'ebreo battezzato e i suoi discendenti.
-</p>
-
-<p>
-Ma per l'antisemita moderno, ateo e materialista, che
-odia nell'ebreo non la religione, ma la razza, l'acqua del
-Battesimo non lava nulla; perocchè nessun teologo ha
-<span class="pageno" title="38" id="page-38"></span>
-mai asserito che il Battesimo muti un semita in un
-giapeto.
-</p>
-
-<p>
-Sicchè, se il moderno antisemitismo non vuol commettere
-una enorme ingiustizia, egli deve cercare, per avvolgerle
-nel suo odio, quelle migliaia di famiglie cristiane
-che hanno nelle vene sangue di
-ebreo <a id="FNa_53"></a><a href="#Fn_53" class="fna">(53)</a>.
-</p>
-
-<p>
-Il dilemma è stringente: o gettare la maschera e confessare
-che non si perseguitano gli Ebrei perchè semiti,
-ma unicamente perchè ebrei, od intraprendere ricerche
-etnografiche e genealogiche, che sarebbero appena possibili,
-se ogni uomo, da Adamo in poi, si fosse iscritto
-in un <em xml:lang="en">stud book</em>, come un cavallo di puro sangue.
-</p>
-
-<p>
-Ma prevediamo sin da ora la risposta che si farà a
-questo dilemma. Ci si dirà che gli Ebrei vanno perseguitati
-non soltanto perchè di razza diversa, ma perchè
-la loro legge contribuisce a mantenere una barriera fra
-essi ed i popoli fra cui vivono; perchè alla Santa massima
-del Vangelo: <i class="quo">Amatevi scambievolmente</i>, l'esecrando
-Talmud ha sostituito quest'altra: <i class="quo">Odiate quanto non è
-ebreo</i>.
-</p>
-
-<div>
-<span class="pageno" title="39" id="page-39"></span>
-</div>
-
-<p>
-A questa obbiezione vecchia quanto la malignità umana
-risponderemo nel veniente capitolo, bastandoci per ora di
-riferire un ultimo fatto a prova del modo con cui gli
-Ebrei intendono l'amor di patria. Allorquando nel Sinedrio
-dei principali rabbini di Europa, convocato a Parigi d'ordine
-di Napoleone I, i delegati imperiali chiesero fin dove
-giungesse, secondo gli Ebrei, il dovere dell'amor di patria,
-tutti i congregati e primi fra essi i rabbini Segrè, Zingheim
-e Worms, ortodossi fin nel midollo e negli insegnamenti
-e nella pratica della vita, si alzarono in piedi
-gridando: “Fino alla morte.”
-</p>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_16"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_16"><span class="label">(16)</span></a>
-Nella predicazione [in Francia] nessun rabbino si lascierà
-sfuggire l'occasione di rammentare ai suoi uditori
-quanto devono alla Francia che li ha liberati dalla schiavitù
-(<cite>Rassegna Naz.</cite>, loc. cit., pag. 47). Non citiamo esempî italiani,
-perchè a tutti sarà accaduto di leggere nei giornali politici
-le relazioni di solennità celebratesi nelle sinagoghe in occasione
-di feste ed anniversarî patriottici.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_17"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_17"><span class="label">(17)</span></a>
-Gladstone, in una sua lettera 6 ottobre 1876, indirizzata
-al signor Leopoldo Gluckstein e pubblicata negli <cite xml:lang="fr">Archives
-Israélites</cite> di Parigi, 1º novembre 1876, così si esprime:
-“Ho sempre ammirato il contegno degli Israeliti inglesi nell'adempimento
-dei loro doveri civici.”
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_18"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_18"><span class="label">(18)</span></a>
-Una curiosa prova della assurdità dell'accusa che si
-muove agli Ebrei di sentirsi estranei alla terra in cui nacquero
-ce la porge l'<cite xml:lang="fr">Antisémitique</cite> francese. Mentre in ogni
-numero scaglia questa calunnia contro gli Ebrei, rinfaccia
-poi alla maggior parte degli Ebrei francesi di esser di origine
-tedesca e si sforza di aizzare contro di loro le passioni
-popolari, dipingendoli quasi altrettanti agenti del governo
-germanico. O logica, proprio antisemitica!!
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_19"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_19"><span class="label">(19)</span></a>
-<cite>Sei mesi in Italia</cite>, pel dott.
-<span class="sc aut">A. Berliner</span>; versione dell'abate
-prof. Pietro Perreau.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_20"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_20"><span class="label">(20)</span></a>
-Abbiamo citato a preferenza del nome di altri patrioti
-Ebrei quello dell'on. Finzi, e perchè pochi possono a lui paragonarsi
-per inconcusso patriottismo, e perchè rammentiamo
-d'aver letto nell'<cite>Arena</cite> di Verona del 10 novembre 1876 il
-seguente brano di una lettera che in occasione delle elezioni
-generali l'illustre uomo scriveva a quel giornale.
-</p>
-
-<p class="foot">
-“Ebreo realmente, mi trovai iscritto nei registri di popolazione
-dove nacqui: ma nè per religione, nè per abitudini
-mi sono sentito ebreo in tutta la vita. Ho una religione
-anch'io vivida e pura che mi affratella a tutta l'umanità
-senza distinzione d'ebrei, di cristiani, di cattolici, di turchi,
-che mi è inspiratrice di nobili e delicati sentimenti, che
-mi insegna il volontario sacrifizio e mi dà vigore e conforto
-nelle ore perplesse della sventura.”
-</p>
-
-<p class="foot">
-Questa lettera, fatta per attirare sul capo dell'on. Finzi i fulmini
-degli intolleranti di tutte le religioni, giova mirabilmente
-all'assunto nostro, perchè dimostra — e ce n'era
-bisogno? — che
-il fatto di esser nati ebrei piuttosto che cristiani
-o turchi non ha proprio nulla a vedere coi sentimenti patriottici.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_21"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_21"><span class="label">(21)</span></a>
-Angelo Usigli, nato nel 1803 a Modena, morto a Londra,
-nel 1875, fu congiurato con Ciro Menotti, anzi dei pochi
-che collo stesso Menotti furono nella costui casa circondati
-dalle truppe estensi. L'Usigli propose di dar fuoco alla casa
-piuttosto che arrendersi, ma, dissentendo i compagni, fu con
-loro arrestato e condannato a morte.
-Commutatagli la pena in esiglio perpetuo, si rifugiò a
-Londra e collaborò nella Giovane Italia. V. <cite>Gazzetta d'Italia</cite>,
-15 aprile 1875.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_22"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_22"><span class="label">(22)</span></a>
-L'avo di Daniele Manin era ebreo. Il comm. Pincherle
-lo seppe dalla sua bocca stessa. V. <cite>La vita ed i tempi di
-Daniele Manin</cite> per Errera e Finzi, Venezia, 1872. Cfr. Rudolph
-Gottschill, <cite xml:lang="fr">Un mois d'automne en Italie</cite>.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_23"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_23"><span class="label">(23)</span></a>
-Ci limiteremo a riferire qui l'elenco degli Ebrei che
-fecero parte della gloriosa schiera dei Mille; sono otto e cioè:
-Alpron Giacomo, da Padova; Colombo Donato da Ceva;
-D'Ancona Giuseppe da Venezia; Donati Angelo da Padova;
-Luzzatto Riccardo da Udine; Ravà Eugenio da Reggio
-Emilia; Uziel Davide Cesare da Venezia. Calcolato a venticinque
-milioni il numero degli italiani nel 1860, ed a quarantamila
-il numero degli ebrei, si vedrà di leggieri quanto
-sproporzionatamente numeroso sia stato il concorso degli
-Ebrei in quella spedizione. I nomi che precedono abbiam desunto
-dal n. 21 dell'anno 1864 del <cite>Bollettino delle nomine e
-promozioni</cite>. <cite>Giornale Ufficiale militare</cite>, pag. 169 e seg.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_24"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_24"><span class="label">(24)</span></a>
-<cite class="sc">Esodo</cite>, <span class="sc num">xii</span>, 38.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_25"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_25"><span class="label">(25)</span></a>
-<cite class="sc">Giosuè</cite>, <span class="sc num">ix</span>,
-<span class="sc num">x</span>. — <span class="sc num">ii.</span>
-<cite class="sc">Sam.</cite> <span class="sc num">xxi</span>.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_26"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_26"><span class="label">(26)</span></a>
-<cite class="sc">I. Re</cite>.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_27"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_27"><span class="label">(27)</span></a>
-<cite class="sc">Ester</cite>, <span class="sc num">viii</span>, 17.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_28"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_28"><span class="label">(28)</span></a>
-<cite class="sc">II. Re</cite>, <span class="sc num">xvii</span>, 24 e seg.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_29"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_29"><span class="label">(29)</span></a>
-<cite class="sc">II. Re</cite>, <span class="sc num">v</span>, 17, 18.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_30"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_30"><span class="label">(30)</span></a>
-<cite xml:lang="la">Antiq.</cite>, l. <span class="sc num">xx</span>,
-cap. 2 a 4.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_31"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_31"><span class="label">(31)</span></a>
-<cite xml:lang="fr">Mœurs des Israélites</cite>, cap.
-<span class="sc num">v</span>. In <cite xml:lang="fr">Œuvres de l'abbé
-Fleury</cite>, Paris, Michel Desaiz, 1837, pag. 183, col.
-<span class="sc num">i</span>. Cfr.
-<span class="sc aut">Frank</span>, <cite xml:lang="fr">De l'état politique,
-religieux et moral de la Judée
-dans les derniers temps de sa nationalité</cite>.
-In <cite xml:lang="fr">Vérité Israélite</cite>,
-tomo <span class="sc num">ii</span>, pag. 7 e segg.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_32"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_32"><span class="label">(32)</span></a>
-<cite class="sc">Atti degli apostoli</cite>, <span class="sc num">ii</span>, 5.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_33"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_33"><span class="label">(33)</span></a>
-Cfr. <span class="sc aut">Degubernatis</span>,
-<cite xml:lang="fr">Matériaux pour servir a l'histoire
-des études orientales en Italie</cite>.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_34"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_34"><span class="label">(34)</span></a>
-<span class="sc aut">Havet</span>, <cite xml:lang="fr">Le Christianisme
-et ses origines. L'ellénisme</cite>,
-t. <span class="sc num">ii</span>, pag. 248. Cfr.:
-<span class="sc aut">Delaunay</span>,
-<cite xml:lang="fr">Philon d'Alexandrie. Les
-écrits historiques</cite>, pag. 123 e 124;
-<span class="sc aut">Nicolas</span>, <cite xml:lang="fr">Des doctrines
-des Juifs, pendant les deux siècles antérieurs a l'êre chrétienne</cite>,
-pag. 113; <span class="sc aut">Beuss</span>,
-<cite xml:lang="fr">Hist. de la Théologie chrétienne
-au siècle apostolique</cite>, v. 1, pag. 107 e 109.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_35"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_35"><span class="label">(35)</span></a>
-Avendo condotto al loro culto un gran numero di Greci,
-ne fecero una parte della loro comunità.
-(<cite xml:lang="la">De bello jud.</cite>,
-libro <span class="sc num">vii</span>, cap. <span class="sc num">iii</span>,
-§ 3).
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_36"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_36"><span class="label">(36)</span></a>
-<cite xml:lang="fr">Les philosophes du siècle d'Auguste</cite> in
-<cite xml:lang="fr">Revue contemporaine</cite>.
-Tomo <span class="sc num">v</span>, prima dispensa.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_37"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_37"><span class="label">(37)</span></a>
-<i class="quo" xml:lang="la">Judaeorum juventutem per speciem sacramenti
-in provincias
-gravioris cœli distribuit, reliquos gentis ejusdem vel
-similia sectantes urbe summovit.</i> (<span class="sc aut">Svetonio</span>,
-<cite xml:lang="la">in Tiber.</cite>, § 36).
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_38"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_38"><span class="label">(38)</span></a>
-<i class="quo" xml:lang="la">Judaeus qui eum qui judaicae religionis non esset
-contraria doctrina ad suam religionem traducere praesumpserit,
-bonorum proscriptione damnetur, miserumque in
-modum puniatur.</i> (Leg. 7, Cod., <cite xml:lang="la">de Jud.</cite>;
-<span class="sc aut">Dione Cassio</span>,
-<cite xml:lang="la">Hist. rom.</cite>; <span class="sc aut">Spencer</span>,
-<cite xml:lang="la">In orig.</cite>, p. 33).
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_39"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_39"><span class="label">(39)</span></a>
-<cite xml:lang="la">Hist. rom.</cite>, <span class="sc num">xxxviii</span>, 17.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_40"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_40"><span class="label">(40)</span></a>
-Oggi ancora, secondo una corrispondenza della <cite xml:lang="de">Presse</cite>
-di Vienna, riferita nel n. 20 dell'<cite xml:lang="de">Israelit</cite> di
-Magonza dell'anno
-1875, esistono nell'Yemen più di 500 mila ebrei.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_41"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_41"><span class="label">(41)</span></a>
-A quest'epoca, il giudaismo salì nuovamente sopra un
-trono regio, sopra quello dei Cazari, popolo della Tartaria, ai
-quali eransi mischiati alcuni ebrei, cristiani e mussulmani.
-Fu senza dubbio per effetto del commercio crescente in quel
-regno, così favorevole all'industria e situato vicino il mar
-Caspio, che Balan, capo dei Cazari (o Cozari) si lasciò convertire
-al giudaismo. Da quell'istante un ebreo regnò costantemente
-per meglio di tre secoli. (<span class="sc aut">Schwab</span>,
-<cite>Storia degli Ebrei</cite>,
-tradotta dal prof. Pugliese. Venezia, Longo, 1870, pag. 95.
-<i>Cfr.</i> <span class="sc aut">Ad. Neubauer</span>, Relazione al Ministro ed osservazioni
-del sig. Munk in <cite xml:lang="fr">Journal Asiatique</cite>, 1865,
-tomo <span class="sc num">i</span>).
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_42"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_42"><span class="label">(42)</span></a>
-<cite xml:lang="la">Monumenta Histor. German. Scriptores</cite>,
-<span class="sc num">vi</span>, p. 704 e 720.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_43"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_43"><span class="label">(43)</span></a>
-<span class="sc aut">Würdtwein</span>, <cite xml:lang="la">Nova
-subsidia diplomatica</cite>, <span class="sc num">i</span>, p. 125.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_44"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_44"><span class="label">(44)</span></a>
-<span class="sc aut">Bedarride.</span> Op. cit., pag. 84.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_45"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_45"><span class="label">(45)</span></a>
-<span class="sc aut">Basnage.</span> Op. cit., libro
-<span class="sc num">vii</span>, cap. 18.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_46"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_46"><span class="label">(46)</span></a>
-<span class="sc aut">Bartholoccius.</span> <cite>Bibl. rabb.</cite>, t.
-<span class="sc num">iii</span>. — <span class="sc aut">Salomon ben Virga</span>,
-<cite>Scevet Jehudà</cite>, 5 excidium.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_47"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_47"><span class="label">(47)</span></a>
-<i>Cfr.</i> <span class="sc aut">De Rossi</span>, <cite>Diz. storico
-degli Autori Ebrei</cite>, Parma,
-1802, a. v. <cite>Nassi</cite> e <span class="sc aut">Steinschneider</span>,
-<cite xml:lang="la">Catalogus Libr. Hebr.
-in Bibl. Bodleiana</cite>, col. 1515.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_48"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_48"><span class="label">(48)</span></a>
-Cfr. <span class="sc aut">Macaulay</span>,
-<cite xml:lang="en">Speeches</cite>, vol. 6, pag. 141, 2ª ediz.
-Tauchnitz.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_49"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_49"><span class="label">(49)</span></a>
-È innegabile che nell'età moderna lo spirito di propaganda
-degli Ebrei è completamente cessata. Pare che ora
-abbiano preso alla lettera l'insegnamento del Talmud: <i class="quo">Son
-perniciosi i proseliti agli Israeliti come la lebbra o come
-la calvizie</i> (<cite class="sc">Talm. Bab.</cite>, capo
-<span class="sc num">iv</span>, folio 47 b. et alibi) sicchè
-si può oggi asserire che la religione mosaica è la sola, fra
-quelle professate nel mondo civile, che non si occupi di far
-proseliti. Pure oggi ancora non mancano esempî, benchè rarissimi,
-di Cristiani che abbracciano volontariamente il Giudaismo.
-Cooper, nelle sue lettere sugli Stati Uniti, parla di
-una società di Ebrei costituitasi nello Stato di Nuova York
-per provocare la conversione dei Cristiani. Se la notizia, che
-non vedemmo mai confermata da altre fonti, non è un
-<em xml:lang="en">humbug</em>
-americano, la fondazione di questa società è una prova che
-gli Ebrei di America non si sentono, per quanto almeno concerne
-l'eccentricità, estranei alla terra in cui vivono; perocchè
-possiamo affermare che non vi ha in Europa oggigiorno
-fra gli Ebrei la più leggiera traccia di spirito di
-proselitismo.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_50"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_50"><span class="label">(50)</span></a>
-Anche il Rénan si è testè occupato di questo argomento
-in una conferenza da lui tenuta il 27 gennaio 1883
-al Cercle Saint-Simon ed edita poi dal celebre editore parigino
-Calmann Lévy col titolo: <cite xml:lang="fr">Le Judaïsme comme race et
-comme religion.</cite> In questa conferenza, cui rimandiamo coloro
-che fossero vaghi di maggiori particolari sull'argomento, il
-dotto francese, dopo aver spiegato come la scienza delle religioni
-le divida in due grandi classi, <em>universali</em> (il buddismo,
-il cristianesimo, il maomettismo) e <em>nazionali</em> o
-<em>locali</em> cui devono
-ascriversi tutte le altre, viene a mostrare come tutte le
-religioni nazionali sieno perite e come la religione ebraica,
-precorrendo per opera dei suoi profeti al Cristianesimo, abbia
-assunto, col monoteismo che ne è la caratteristica la più spiccata,
-forma appunto di religione universale. Gli Ebrei, che
-dalle loro profezie eran fatti persuasi tutti i popoli dovere
-col tempo convertirsi alla loro Fede, cercavano affrettarne
-la realizzazione cercando proseliti fuori della loro nazione. E
-di questo spirito di propaganda del giudaismo antico molti
-esempî reca il Rénan. Nessuno poi potrà dire di aver un'idea
-completa dell'argomento, ove non abbia letto l'importantissimo
-opuscolo del cav. Marco Mortara: <cite xml:lang="fr">Le prosélytisme
-juif</cite>. Paris, Witt. Hersheim, 1875.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_51"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_51"><span class="label">(51)</span></a>
-È innegabile che la segregazione forzata in cui gli
-Ebrei vennero tenuti fino a pochi anni addietro impedì loro
-sempre di confondersi colle popolazioni in mezzo alle quali
-vivevano; sicchè si può asserire con qualche certezza che
-esiste un tipo speciale al quale si possono conoscere gli Ebrei.
-Ma questo tipo è egli il tipo semita puro? Quale antropologo
-potrebbe asserirlo? Non è più ovvio il ritenere che esso sia più
-che il carattere di una razza, la risultante di speciali abitudini
-di vita, che si sarebbe perpetuata per eredità fisiologica?
-Ed infatti, non vediamo questo stesso tipo andar man mano
-cancellandosi negli Ebrei, che, vivendo nei paesi civili, finiscono
-coll'adottare le abitudini delle popolazioni fra cui si
-trovano, mentre si mantiene inalterato in Ungheria, in Polonia
-ed in tutti i paesi dove la minor civiltà delle popolazioni
-e la conseguente rozzezza dell'ebreo rende difficile ogni
-contatto, ogni assimilazione?
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_52"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_52"><span class="label">(52)</span></a>
-Usiamo la denominazione la più comunemente accettata,
-pur conoscendone l'inesattezza, per non ingolfarci in una
-questione etnografica affatto estranea al nostro argomento.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_53"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_53"><span class="label">(53)</span></a>
-Ricordiamo che il Conte di Molé, famoso ministro francese
-dei tempi di Luigi Filippo, discendeva da una ebrea, la
-figlia di Samuel Bernard il banchiere di Luigi XIV, che si
-era battezzata per isposare il cancelliere Molé. Nè questa dei
-Molé è la sola nobile famiglia europea nelle cui vene sia
-frammisto qualche gocciolina di sangue giudaico; e, per non
-moltiplicare gli esempi, ricorderò come da famiglia ebrea discendesse
-Pier di Leone, noto antipapa del secolo <span class="sc num">xii</span>, e come
-discendesse pure da una ebrea — la figlia del celebre generale
-Ventura, modenese — quel marchese di Trazignies, belga,
-che, spinto da fanatismo religioso e politico, venne in Italia
-a combattere il movimento nazionale nelle file dei briganti, e
-fatto prigioniero colle armi alla mano, fu, da un picchetto
-del 43º reggimento fanteria, fucilato in Isoletta li 11 novembre
-1861.
-</p>
-</div>
-
-<div class="blankpage">
-<span class="pageno" title="40" id="page-40"></span>
-</div>
-
-<div class="chapter">
-<span class="pageno" title="41" id="page-41"></span>
-<img src="images/i003a.png" style="width: 100%" alt=""/>
-</div>
-
-<h2 class="nobreak" id="tit-2">
-<a href="#ritit-2">II.</a>
-</h2>
-
-<p class="subtitle">
-Il Talmud
-</p>
-
-<hr class="breve"/>
-
-<p>
-Tutti hanno udito menzionare, ed anche maledire, il
-<cite>Talmud</cite>, questo libro che lo storico
-Milman <a id="FNa_54"></a><a href="#Fn_54" class="fna">(54)</a>
-chiamava:
-“monumento straordinario dell'attività umana, della intelligenza
-umana, e dell'umana pazzia;” molti certamente
-ignorano cosa esso sia, o ne hanno nozioni assai incomplete;
-e non vi sarebbe troppo da meravigliarsi se qualche
-semidotto credesse ancora che il <cite>Talmud</cite> fosse un
-uomo, siccome avvenne a quel buon Cappuccino d'Henry
-de Seyne che ebbe con tutta tranquillità a scrivere:
-<i class="quo" xml:lang="la">Ut narrat Rabbinus Talmud</i>.
-</p>
-
-<p>
-Cercheremo, in brevi parole, di dirne quel tanto che
-sarà necessario per far chiaro ciò che dovremo dire in
-appresso.
-</p>
-
-<div>
-<span class="pageno" title="42" id="page-42"></span>
-</div>
-
-<p>
-Fintanto che gli Ebrei rimasero nella Terra Promessa,
-la Legge scritta, il Pentateuco, fu, per essi, solo codice
-religioso, morale, politico.
-</p>
-
-<p>
-Coloro che eran chiamati ad insegnarlo ed a curarne
-l'osservanza, ne conoscevano ed applicavano, caso per
-caso, l'interpretazione tradizionale.
-</p>
-
-<p>
-Essi erano, a sentirli, depositari di una tradizione orale
-trasmessa in buona parte da Dio stesso a Moisè sul Sinai
-(<i class="quo">alachà lemoscè
-Missinai</i>) <a id="FNa_55"></a><a href="#Fn_55" class="fna">(55)</a>,
-da Mosè trasmessa a Giosuè,
-da questo agli anziani, dagli anziani ai profeti e dai
-profeti agli uomini della Grande
-Sinagoga <a id="FNa_56"></a><a href="#Fn_56" class="fna">(56)</a>.
-</p>
-
-<p>
-Agli Ebrei però era allora vietato di raccogliere per
-iscritto tale tradizione. Il motivo di questo divieto non è
-noto. Chi crede ne fosse causa il desiderio connaturale ai
-popoli orientali, siccome ci mostrano la storia dell'India e
-dell'Egitto, di concentrare in poche mani il monopolio della
-scienza <a id="FNa_57"></a><a href="#Fn_57" class="fna">(57)</a>;
-chi ne cerca ragione nel timore che errori
-<span class="pageno" title="43" id="page-43"></span>
-di copisti o volontarie
-falsificazioni <a id="FNa_58"></a><a href="#Fn_58" class="fna">(58)</a>
-producessero nuovi
-scismi; chi nel desiderio di impedire che la legge tradizionale
-acquistasse eguale autorità della scritta; S. D.
-Luzzatto <a id="FNa_59"></a><a href="#Fn_59" class="fna">(59)</a>
-infine, pensa che tale divieto provenisse dall'aver,
-gli antichissimi dottori, voluto che la teoria e
-la pratica della religione rimanessero in buona parte
-modificabili, giusta i bisogni dei tempi, ragione per cui
-nulla scrissero e nulla permisero si scrivesse per non
-scemare ai posteri la libertà di modificare gli insegnamenti
-dei
-predecessori <a id="FNa_60"></a><a href="#Fn_60" class="fna">(60)</a>.
-</p>
-
-<div>
-<span class="pageno" title="44" id="page-44"></span>
-</div>
-
-<p>
-Per quanto incredibile possa ciò sembrare a' giorni
-nostri, non è meno certo che questi insegnamenti passavano
-per tradizione orale dall'una all'altra generazione.
-La memoria sviluppatissima, come è noto, presso i popoli
-orientali, dovette aver parte grandissima nelle scuole
-ebraiche <a id="FNa_61"></a><a href="#Fn_61" class="fna">(61)</a>.
-</p>
-
-<div>
-<span class="pageno" title="45" id="page-45"></span>
-</div>
-
-<p>
-Caduto il secondo tempio e venutane la gran dispersione
-degli Ebrei, i loro dottori compresero che ove si
-fosse continuato nell'antico sistema, la tradizione avrebbe
-molto probabilmente finito coll'andar dispersa.
-</p>
-
-<p>
-Pensarono quindi di ridurla in iscritto, e Giuda di
-Tiberiade, soprannominato il Santo, a causa della sua
-scienza e della purezza dei suoi costumi, e conosciuto
-anche sotto il semplice nome di <em>Rabbì</em>, quasi il maestro
-per antonomasia, compilò, nel primo quarto del terzo secolo,
-la <cite>Mischnà</cite> o seconda
-legge <a id="FNa_62"></a><a href="#Fn_62" class="fna">(62)</a>.
-</p>
-
-<p>
-Che egli poi la scrivesse, come afferma il Maimonide
-e con lui moltissimi altri, o che invece egli si limitasse
-ad insegnarla ai suoi numerosi uditori, sicchè essa si
-tramandasse inalterata per molte generazioni e venisse
-soltanto dopo lungo tempo posta in iscritto, siccome vogliono
-con S. D. Luzzatto, il Graetz e molti altri moderni,
-<span class="pageno" title="46" id="page-46"></span>
-è questione sulla quale non ci sentiamo da tanto
-di pronunciarci. Ciò che è certo è che la <cite>Mischnà</cite> sta
-al Pentateuco, come il Mitri ai Veda, la Sunnah al Corano
-e che è qualche cosa di analogo alle
-<span xml:lang="grc" title="Rhêtrai" id="rhetrai">Ῥήτραι</span> greche,
-alla <em xml:lang="la">lex non scripta</em> dei Romani ed alla
-<em xml:lang="en">Common Law</em> degli Inglesi.
-</p>
-
-<p>
-Nella <cite>Mischnà</cite> Giuda raccolse tutti i decreti, gli statuti,
-le sentenze pronunciate dai saggi, diverse massime
-religiose e morali, tutto ciò che era stato adottato durante
-l'epoca dei profeti dai membri della grande Sinagoga, tutte
-le ordinazioni del Sahnedrin e dei
-<em>tanaim</em> <a id="FNa_63"></a><a href="#Fn_63" class="fna">(63)</a>,
-cioè dei
-dottori più celebri vissuti durante i due secoli anteriori,
-e ne fece un'opera divisa in sei parti principali, dette
-<em>ordini</em>.
-</p>
-
-<p>
-Ogni ordine è diviso in trattati (letteralmente: <em>contesti</em>),
-ogni trattato in capi, ogni capo in paragrafi (detti <em>mischnà</em>,
-nel senso più ristretto della parola). La prima parte od
-<em>ordine</em> che dir si voglia intitolata <em>delle sementi</em> tratta delle
-leggi dell'agricoltura e delle
-decime <a id="FNa_64"></a><a href="#Fn_64" class="fna">(64)</a>.
-Vi è premesso un
-trattato sulle benedizioni quotidiane e su quelle che devonsi
-pronunciare in varie circostanze. La seconda parte
-<em>delle Feste</em> tratta delle cerimonie da compiersi nei giorni
-feriali e solenni. La terza: <em>della Donna</em> o del matrimonio
-e dei doveri della famiglia. La quarta: <em>dei danni</em>, si occupa
-della indennità dovuta pei danni che si occasionano altrui
-ed in generale di tutto quanto si riferisce al giure civile
-<span class="pageno" title="47" id="page-47"></span>
-ed al punitivo. Questa parte offre in moltissimi punti una
-grande analogia col diritto
-romano <a id="FNa_65"></a><a href="#Fn_65" class="fna">(65)</a>.
-A questa parte è
-aggiunto un trattato di morale che contiene una raccolta
-di sentenze morali dei padri della Sinagoga. La quinta
-parte tratta <em>della Santità</em> e dei sacrifizi che si offrivano
-nel Tempio, che vi è minutamente descritto, e contiene
-inoltre i precetti sui cibi. La sesta verte <em>sulle purificazioni</em>
-e sulla purità ed impurità legale.
-</p>
-
-<p>
-Lo spirito generale della <cite>Mischnà</cite> trova la sua migliore
-espressione nelle parole del suo stesso redattore, che servono
-quasi di epigrafe alla intiera raccolta: “Siate tanto
-coscienziosi nell'adempimento dei piccoli precetti quanto
-dei grandi perchè ignorate la ricompensa che va annessa
-ad ognuno di essi. Paragonate la perdita temporale che
-vi occasiona l'adempimento di una legge, colla ricompensa
-celeste che vi è congiunta, ed il beneficio che risulta dalla
-trasgressione della legge colla pena che deve seguirla.
-Per evitare il peccato abbiate sempre presente tre cose:
-che al dissopra di voi vi ha un occhio che tutto vede,
-un orecchio che tutto intende, e che tutte le vostre opere
-sono scritte in un
-libro” <a id="FNa_66"></a><a href="#Fn_66" class="fna">(66)</a>.
-</p>
-
-<p>
-La <cite>Mischnà</cite> ha più carattere di codice che di trattato
-di metafisica. Però essa non trascura l'occasione di inculcare
-quegli alti principii morali cui deve informarsi la
-stretta lettera della legge. Nell'esecuzione di un fatto
-<span class="pageno" title="48" id="page-48"></span>
-guarda più all'intenzione che all'atto in sè stesso. Chi
-reclama un diritto, basandosi sulla lettera della legge, ma
-senza tener conto del sentimento di umanità, che dovrebbe
-spingerlo a non insistere nelle sue pretese, non è amato
-nè da Dio nè dagli uomini. Quegli invece che spontaneamente
-fa buon diritto agli altrui reclami, anche quando
-la legge non gliene impone l'obbligo, colui, in una parola,
-che non si ferma alla <em>porta della giustizia</em>, ma che varca
-la linea della misericordia, guadagna l'approvazione del
-saggio. “Gerusalemme, vi è detto, non andò distrutta
-se non perchè in essa si giudicava col rigor della
-legge” <a id="FNa_67"></a><a href="#Fn_67" class="fna">(67)</a>.
-Certi doveri, come, ad esempio, il rispetto
-ai genitori, la carità, l'applicazione precoce allo studio,
-l'ospitalità, il metter pace fra nemici traggono
-seco <a id="FNa_68"></a><a href="#Fn_68" class="fna">(68)</a>
-la loro ricompensa in questo mondo, ma questa non è
-che un interesse; la vera ricompensa, il capitale, viene
-pagato nella vita futura. Nella <cite>Mischnà</cite> non è parola
-dell'inferno. Oltre le pene sancite dalla legge la <cite>Mischnà</cite>
-non minaccia ai peccatori che un solo castigo misterioso
-e formidabile mandato da Dio, “lo sradicamento;” è
-lo sterminio (<em>cared</em>) di cui già parla la Scrittura. Le
-colpe si riscattano generalmente o col pentimento, o colla
-carità, o col sagrifizio e nel giorno della espiazione; se
-gravissime, il pentimento giova soltanto a sospendere
-gli effetti dell'ira divina, ed ove esso continui sino alla
-morte, questa tutto espia. I peccati commessi contro
-gli uomini non sono perdonati se la parte offesa non
-riceve piena riparazione, e non si dichiari soddisfatta.
-La virtù la più alta consiste nello studio della legge, siccome
-quello che conduce all'esercizio della
-virtù <a id="FNa_69"></a><a href="#Fn_69" class="fna">(69)</a>. Un
-<span class="pageno" title="49" id="page-49"></span>
-bastardo istrutto è più onorevole di un gran sacerdote che
-non lo
-sia <a id="FNa_70"></a><a href="#Fn_70" class="fna">(70)</a>.
-</p>
-
-<p>
-Esistono due redazioni della <cite>Mischnà</cite>, le quali non
-presentano per altro notevoli differenze.
-</p>
-
-<p>
-La <cite>Mischnà</cite>, la quale non contiene generalmente che
-la decisione finale della tradizione, secondo i pareri dei diversi
-dottori, fu naturalmente argomento di note, di scolii,
-di discussioni, nelle due accademie religiose di Palestina e
-di Babilonia. In ciascuna di queste due accademie si fece
-più tardi una raccolta di queste discussioni: queste raccolte,
-molto più voluminose della <cite>Mischnà</cite> che serve loro
-di testo, presero il nome di <cite>Ghemarà</cite> o complemento. La
-<cite>Mischnà</cite> e la <cite>Ghemarà</cite> insieme unite formano il
-<cite>Talmud</cite> <a id="FNa_71"></a><a href="#Fn_71" class="fna">(71)</a>.
-</p>
-
-<p>
-Per conseguenza si hanno due <cite>Talmud</cite>; uno frutto
-degli studi dell'Accademia di Palestina chiamato <cite>Ghemarà</cite>
-di Gerusalemme, l'altro dovuto all'Accademia di
-Babilonia e detto <cite>Ghemarà</cite> di Babilonia.
-</p>
-
-<p>
-La <cite>Ghemarà</cite> di Gerusalemme venne redatta a Tiberiade
-ed ultimata probabilmente verso la fine del <span class="sc num">iv</span>
-secolo
-dell'èra nostra, sotto la direzione di rabbi Iochanan,
-detto anche <em>bar nappachà</em>, ossia, figlio del
-fabbroferraio <a id="FNa_72"></a><a href="#Fn_72" class="fna">(72)</a>.
-Conteneva i commentarii sulle cinque prime parti della
-<cite>Mischnà</cite>, ma quelli risguardanti la quarta parte andarono
-perduti.
-</p>
-
-<div>
-<span class="pageno" title="50" id="page-50"></span>
-</div>
-
-<p>
-Anche le altre quattro parti contengono taluni trattati
-incompleti. Questa <cite>Ghemarà</cite> venne negletta, negli studii
-delle scuole ebree del medio evo. Essa subì la sorte delle
-Accademie, da cui aveva avuto origine, e che vennero
-ecclissate da quelle di Babilonia. Se le edizioni del <cite>Talmud</cite>
-gerosolimitano sono meno buone, è perchè ancora
-non se ne è scoperto un esemplare manoscritto colla cui
-scorta si possano ristabilire i differenti brani mutilati dai
-copisti. Inoltre questo <cite>Talmud</cite> offre molta difficoltà, grazie
-alla lingua, in cui è scritto, imbarbarita dalla mescolanza
-di molte voci greche e siriache.
-</p>
-
-<p>
-La <cite>Ghemarà</cite> di Babilonia, la cui autorità prevalse fra
-gli Ebrei, venne redatta, in una lingua mescolata d'ebraico
-e d'aramaico, nel corso del quinto secolo, da Aschè, celebre
-dottore dell'Accademia di
-Sora <a id="FNa_73"></a><a href="#Fn_73" class="fna">(73)</a>,
-da <em>Ravenà</em> suo
-discepolo e terminata l'anno 500 da rabbi Jossè. Essa è
-almeno quattro volte più voluminosa dell'altra, quantunque
-a noi non sian giunti che i commenti a trentasei
-dei sessantatre trattati, di cui si compone la <cite>Mischnà</cite>.
-Le discussioni vi sono più sviluppate, essendo stato chiuso
-più tardi. Contiene, oltre alle dispute di numerose scuole
-babilonesi, anche quelle di talune scuole di Palestina.
-</p>
-
-<p>
-Questa <cite>Ghemarà</cite>, al paro della Gerosolimitana, è composta
-di due parti principali: la parte rituale, detta <cite>Alachà</cite>,
-in cui si discorre anco dei riti che divennero impraticabili
-dopo la distruzione del tempio e una parte
-<span class="pageno" title="51" id="page-51"></span>
-non rituale, detta <cite>Agadà</cite> che contiene narrazioni, leggende,
-allegorie, proverbi, regole di vita sociale, dottrine
-morali e
-sentenze <a id="FNa_74"></a><a href="#Fn_74" class="fna">(74)</a>.
-Morale, metafisica, giurisprudenza,
-astronomia, medicina, tutte le scienze trovano luogo nel
-<cite>Talmud</cite> <a id="FNa_75"></a><a href="#Fn_75" class="fna">(75)</a>.
-</p>
-
-<p>
-Le nozioni, che sopra ognuna di esse vi si leggono,
-sono certamente ben lungi dal raggiungere la perfezione,
-ma, a traverso gli errori moltissimi che danno a quel libro
-l'impronta dell'epoca in cui fu scritto, appare che,
-sin da allora, esisteva presso gli Ebrei il germe della
-Enciclopedia umana. E ciò è tanto vero che l'Etheridge,
-scrittore certamente non favorevole al giudaismo, si lascia
-scappare questa confessione: “Quando il Talmudismo come
-sistema religioso sarà scomparso, il <cite>Talmud</cite> non cesserà
-perciò di essere una preziosa miniera di leggende divertenti
-<span class="pageno" title="52" id="page-52"></span>
-e di lezioni inapprezzabili che resteranno vere per
-tutti i tempi
-futuri” <a id="FNa_76"></a><a href="#Fn_76" class="fna">(76)</a>.
-</p>
-
-<p>
-Quanti scrissero del <cite>Talmud</cite> notarono il disordine con
-cui è redatto. L'<cite>Alachà</cite> e l'<cite>Agadà</cite> vi si incontrano
-promiscuamente,
-senza sistema nè ordine, sicchè un illustre
-scrittore disse sembrar quasi che i dottori, minacciati
-dalla dispersione, agissero come uomini che in un incendio
-salvano tutto quanto loro viene sotto mano, lasciando ad
-altri la cura di tirare più tardi il miglior partito da
-quanto venne sottratto alle
-fiamme <a id="FNa_77"></a><a href="#Fn_77" class="fna">(77)</a>.
-</p>
-
-<p>
-Questo disordine non deve recar meraviglia. Chi non
-sa che, malgrado gli sforzi di Triboniano, il Digesto abbonda
-in <i class="quo" xml:lang="la">germinationes, leges fugitivae, errativae?</i>
-Gli
-stessi famosi capitolari di Carlo Magno, o meglio dei Re
-Franchi (<cite xml:lang="la">Capitula Regum Francorum</cite>), non sono, se si
-considerano colle idee dei nostri tempi anzichè con quelle
-dell'epoca in cui vennero scritti, che una indigesta e disordinata
-farraggine <a id="FNa_78"></a><a href="#Fn_78" class="fna">(78)</a>.
-Eppure i Capitolari son di
-vari secoli posteriori al <cite>Talmud</cite>.
-</p>
-
-<p>
-Una questione importante a risolversi sarebbe quella
-di conoscere, se il disordine che tanto si lamenta nel
-<cite>Talmud</cite>, sia una ripercussione di quello che avrebbe
-sistematicamente regnato nelle discussioni delle accademie
-ebraiche; ma l'esame di tale questione ci porterebbe fuori
-del ristretto campo di questo modestissimo libercolo, sicchè
-contentiamoci di averla accennata.
-</p>
-
-<div>
-<span class="pageno" title="53" id="page-53"></span>
-</div>
-
-<p>
-Il miscuglio però dell'<cite>Agadà</cite> coll'<cite>Alachà</cite>
-ci viene spiegato
-da un aneddoto che troviamo narrato nel Talmud
-stesso, e che ci piace riferire anche perchè vale a render
-ragione delle iperboli esagerate che spesso si riscontrano
-nel Talmud, e di cui si fecero un'arme coloro che vollero
-denigrarlo, senza tener presente l'aureo consiglio di
-Goëthe, che chi vuole comprendere un poeta deve recarsi
-nel paese dove egli visse. Un vecchio maestro, narra
-adunque il Talmud, accorgendosi un giorno che i suoi
-scolari sonnecchiavano durante la lezione, si interruppe
-d'un tratto per dire: “Vi fu una volta in Egitto una
-donna, che diede alla luce seicentomila uomini.” Si può
-di leggieri immaginare l'effetto prodotto da questo meraviglioso
-racconto. “Era, continuò tranquillamente il
-maestro, Jochebed, la madre di Mosè, il quale valeva da
-solo i seicento mila uomini d'arme che uscirono dall'Egitto”;
-e rieccitata in tal guisa l'attenzione dell'uditorio,
-continuò la sua lezione. Chi conosce l'indole immaginosa
-degli Orientali comprenderà come i maestri, per tener
-desta l'attenzione degli uditori, dovessero spesso ricorrere
-a tale sistema, mescolare la leggenda divertente e
-fantastica col precetto rigido e positivo.
-</p>
-
-<p>
-L'<cite>Agadà</cite> fu spesso segno a motteggi, ed è sempre o
-quasi sempre di essa che si parla, allorquando si discorre
-di fantasticherie rabbiniche, o si scaglia contro gli Ebrei
-il vecchio insulto: <i class="quo" xml:lang="la">Lex Judaeorum,
-lex
-puerorum</i> <a id="FNa_79"></a><a href="#Fn_79" class="fna">(79)</a>.
-</p>
-
-<div>
-<span class="pageno" title="54" id="page-54"></span>
-</div>
-
-<p>
-Niun miglior giudice però dell'importanza che devesi annettere
-ad un'opera, dello stesso autore; ora nel <cite>Talmud</cite>
-stesso troviamo questo giudizio che può fare apprezzare
-l'importanza che gli stessi rabbini annettevano all'<cite>Agadà</cite>:
-“Colui che la trascrive non avrà la sua parte nell'altro
-mondo, colui che la spiega sarà bruciato e
-colui che l'ascolta non riceverà
-ricompensa” <a id="FNa_80"></a><a href="#Fn_80" class="fna">(80)</a>.
-</p>
-
-<p>
-Ogni popolo ha le sue leggende, ma non accade sovente
-di vedere i contemporanei giudicarle coll'indipendenza
-d'opinione di cui dà prova questo rabbino.
-</p>
-
-<p>
-Ed è veramente strano il vedere che, malgrado siffatta
-indipendenza di giudizio, si sia potuto da taluno asserire
-che gli Ebrei di ogni paese si sarebbero obbligati con
-patto solenne ad accettare il Talmud nella sua integrità,
-a non aggiungervi ed a non togliervi una sola parola.
-Con ben maggiore ragione un illustre professore tedesco
-scrisse: “che i Talmud non hanno essenza dogmatica,
-che persino i risultati scientifico-legali sono soltanto
-opinioni individuali e provvisoriamente valevoli, che la
-sinagoga non li sanzionò mai, e non riconobbe mai in
-essi l'autorità di decretali riconosciute e generalmente
-valevoli.” <a id="FNa_81"></a><a href="#Fn_81" class="fna">(81)</a>.
-</p>
-
-<p>
-Infatti il Talmud non fu mai accettato dalla nazione,
-in assemblea generale o speciale. Le sue decisioni legali,
-come quelle che emanavano dalle più alte autorità teologiche
-del Giudaismo, formarono certamente la base
-della legge religiosa, la norma di tutte le decisioni future.
-<span class="pageno" title="55" id="page-55"></span>
-Ma è probabile, per non dir certo, che egli non
-deve la autorità di cui gode, che ad una causa non prevista
-dai suoi stessi autori. Durante le persecuzioni contro
-gli Ebrei, che ebbero luogo nell'impero persiano sotto
-Ysdegerd II (440 d. G. C.), Peroze e Cobade, le scuole
-furono chiuse per quasi ottant'anni. Lo sviluppo permanente,
-continuo, della legge che era lo spirito del Giudaismo
-fu violentemente interrotto; ed il libro ottenne
-una autorità suprema, che era ben lungi dalla mente dei
-suoi autori.
-</p>
-
-<p>
-Ma qual sia questa autorità, ce lo dice Samuel Naghid,
-il dottissimo ebreo spagnuolo che fu nell'<span class="sc num">xi</span>
-secolo segretario
-di un re di Granata, e che è autore di una introduzione
-al Talmud, tenuta in tanto conto dagli Ebrei,
-che forma oggidì parte integrante di tutte le edizioni
-del Talmud stesso:
-</p>
-
-<p>
-“Tutto quanto si trova nel Talmud, e che non abbia
-rapporto con la legge rituale dicesi <cite>Agadà</cite>; nè da questa
-devesi trarre altro insegnamento se non quello che persuade.
-È da notarsi eziandio che quello che i dottori fissarono
-essere dottrina rivelata a Mosè sul Sinai deve
-ritenersi come legge fissa ed immutabile, mentre le
-deduzioni da essi fatte coll'appoggio di commenti a
-testi biblici, son cose fatte a seconda delle esigenze,
-delle circostanze e delle proprie idee; per cui mentre
-devesi ritenere quanto in questi ultimi insegnamenti
-vi ha di persuadente, il resto non è cosa su cui si
-abbia l'obbligo di appoggiarsi.” Se così scrivevano
-gli antichi non meraviglia che con eguale indipendenza
-il rabbino Hurwiz di Londra abbia scritto nella sua opera
-<cite xml:lang="en">Hebrew Tales</cite>: “Sono lungi dal sostenere che il
-Talmud sia un libro irreprensibile, sono disposto ad
-ammettere che contiene molte cose, che ogni spirito
-illuminato, ogni israelita pio desidererebbe non vi fossero
-<span class="pageno" title="56" id="page-56"></span>
-mai state o vi fossero, almeno, state tolte da molto
-tempo.” <a id="FNa_82"></a><a href="#Fn_82" class="fna">(82)</a>.
-</p>
-
-<p>
-Se piacque dunque a taluno, dice, ben a ragione, il
-dottissimo
-Bedarride <a id="FNa_83"></a><a href="#Fn_83" class="fna">(83)</a>
-di porre a paro le prescrizioni
-del <cite>Talmud</cite> con quelle della legge di Mosè, questa dottrina
-non è mai stata ammessa dagli Ebrei siccome articolo
-di fede. Nelle cerimonie del culto giudaico è il
-Pentateuco che il ministro della religione presenta ai
-fedeli dicendo: “Ecco la legge che portò Mosè ai figliuoli
-di Israello.” Se il Talmud avesse formato un
-tutto colla legge di Mosè non si sarebbe mancato di
-unirlo a quella in siffatte funzioni.
-</p>
-
-<p>
-“Negli articoli di fede del Maimonide, che ottennero
-l'approvazione di tutti gli Ebrei, si legge: “Tutta la
-legge che è oggi nelle nostre mani ci è stata trasmessa
-da Mosè.” Anche qui evidentemente non può trattarsi
-che del solo Pentateuco.
-</p>
-
-<p>
-“Infine, in tutte le epoche, i più dotti rabbini si sono
-espressi liberamente sul conto del Talmud, ciò che non
-avrebbero osato fare se fosse stato parte della legge rivelata.
-</p>
-
-<p>
-“Così Judas Levy, che fiorì nell'undecimo secolo, dichiara
-nel <cite>Cozri</cite>, che vi sono nel Talmud cose che già
-ai suoi tempi non si sarebbero
-scritte <a id="FNa_84"></a><a href="#Fn_84" class="fna">(84)</a>.
-</p>
-
-<p>
-“Maimonide, nel <cite>Morè hanevohim</cite>, critica numerosi
-brani del Talmud, ed allorquando taluni zelanti vollero
-scomunicarlo, una folla di dotti ebrei alzò la voce per
-adottarne e difenderne le opinioni.
-</p>
-
-<p>
-“Così Aben Ezra, Giuseppe Albo, e gran numero di
-altri dottori che meritarono il nome di sapienti, pur rendendo
-<span class="pageno" title="57" id="page-57"></span>
-alle tradizioni, che si trovano nel Talmud, il tributo
-di rispetto che meritano, non hanno esitato a dichiarare
-che vi si contengono cose che non è possibile
-ammettere.”
-</p>
-
-<p>
-Non si creda però che noi intendiamo invocare quanto
-siamo venuti finora dicendo per sostenere che dal Talmud
-non si può desumere un sicuro criterio per giudicare
-della moralità degli Ebrei. Lungi da noi siffatta
-idea.
-</p>
-
-<p>
-Volemmo soltanto dire che coloro i quali asseriscono
-avere gli Ebrei egualmente autorevole il Pentateuco ed
-il Talmud sono in grande errore, siccome errerebbe chi
-asserisse che, pei Cristiani, il Vangelo e la <cite xml:lang="la">Summa</cite>
-di San Tommaso hanno eguale valore.
-</p>
-
-<p>
-Certamente non mancan Cristiani che non curano o non
-comprendono i sacri misteri della loro fede per correr
-dietro alle stupide fole di Maria
-Lateau <a id="FNa_85"></a><a href="#Fn_85" class="fna">(85)</a>
-come non
-mancano Ebrei che trascurarono quasi il Pentateuco e
-le opere sublimi dei loro filosofi, dei loro pensatori per
-perdersi nelle quisquilie del Talmud.
-</p>
-
-<p>
-Ma questo, ci si permetta dirlo, non prova nè contro
-gli Ebrei, nè contro i Cristiani, prova soltanto, per la
-millesima volta, una verità antica quanto il mondo: che
-ogni religione, come ogni nazione, come ogni partito conta
-infinito numero di... spiriti deboli.
-</p>
-
-<p>
-Nè gli Ebrei potrebbero non aver in gran conto questo
-<span class="pageno" title="58" id="page-58"></span>
-libro, che non soltanto fu il legame che li tenne uniti,
-durante le secolari persecuzioni di cui furono vittime,
-ma che giovò eziandio a conservare intatta la loro fede.
-Nessuno infatti potrà negare che questo commento minuziosissimo
-della legge fosse incontrastabilmente utile al
-Giudaismo, come quello che lo preservò da quelle grandi
-discussioni religiose che furono cagione di tanti scismi
-nelle altre credenze. Le religioni che, o non hanno, come
-il Giudaismo, un codice particolareggiato, o non obbediscono,
-come il Cattolicismo, all'autorità indiscutibile di
-un Supremo Gerarca, sono naturalmente soggette a suddividersi
-in un numero infinito di chiesuole, come avvenne
-del Protestantesimo, e come sarebbe avvenuto del Giudaismo,
-se il Talmud non vi avesse posto riparo, a tutto
-provvedendo, e realizzando, sin dal V secolo, l'ideale di
-moderni filosofi: la libertà nell'unità. Sicchè, in questo
-senso, ben può dirsi giusta e veritiera la parola del Talmud
-stesso: “Dio non ingiunse ad Israello tante leggi
-e tanti precetti che per renderlo
-felice” <a id="FNa_86"></a><a href="#Fn_86" class="fna">(86)</a>.
-</p>
-
-<p>
-Il Talmud, ripetiamolo, è di somma autorità presso gli
-Ebrei, e noi, dopo aver mostrato che essi, pur avendolo e
-dovendolo avere in gran conto, apportarono nel suo studio
-quello spirito di libero esame, innato nel Giudaismo e da
-esso reso
-obbligatorio <a id="FNa_87"></a><a href="#Fn_87" class="fna">(87)</a>,
-che permette di sceverare il
-<span class="pageno" title="59" id="page-59"></span>
-grano dal loglio, vogliamo ancora dimostrare due cose:
-che il Talmud non è legge di iniquità, siccome pretendono
-gli stolti, ma legge di amore, di carità, di tolleranza, e
-che se vi sono nel Talmud dei passi non pochi che contraddicono
-ed all'intonazione generale dell'opera, ed alla
-vera morale, ciò è facilmente spiegabile e giustificabile.
-</p>
-
-<p>
-Prima per altro di entrare nello spinoso argomento, ci
-si conceda una dichiarazione. La Chiesa Cattolica ha
-condannato a parecchie riprese il
-Talmud <a id="FNa_88"></a><a href="#Fn_88" class="fna">(88)</a>.
-Nulla di più naturale che siffatta condanna.
-</p>
-
-<div>
-<span class="pageno" title="60" id="page-60"></span>
-</div>
-
-<p>
-Il Talmud, codice di una fede non cristiana, deve contenere
-e contiene massime, precetti, argomentazioni contrarie
-al Cristianesimo. Se altrimenti fosse, gli Ebrei sarebbero
-Cristiani e la questione sarebbe bella e terminata.
-A buon dritto adunque la Chiesa Cattolica condannava
-il Talmud siccome libro pernicioso alla Fede e
-noi faremmo opera stolta pretendendo scagionarlo da
-questo addebito.
-</p>
-
-<p>
-Ciò che vogliamo provare è che la morale del Talmud
-non è punto diversa, nè sopratutto peggiore di quella
-che può trovarsi in qualsivoglia opera umana scritta
-nelle identiche condizioni di tempi, di luoghi, di costumi;
-ciò che ci preme constatare, non per artificio di polemica,
-ma per omaggio alla verità è che la legge talmudica
-non è legge di odio come volgarmente si crede, e che
-l'Ebreo non soltanto può restarvi fedele rimanendo in pari
-tempo ottimo
-cittadino <a id="FNa_89"></a><a href="#Fn_89" class="fna">(89)</a>,
-ma attinge da esso quelle
-<span class="pageno" title="61" id="page-61"></span>
-virtù domestiche e sociali che sono base di ogni civile
-consorzio <a id="FNa_90"></a><a href="#Fn_90" class="fna">(90)</a>.
-</p>
-
-<p>
-E questa avvertenza che qui facciamo, desideriamo che
-il signor lettore applichi a tutto il contesto di questo
-lavoruccio. Difendendo l'Ebreo, compiamo opera sociale,
-non religiosa, non sopratutto anticristiana.
-</p>
-
-<p>
-Fra le principalissime accuse che si vanno continuamente
-movendo al Talmud vi è quella di eccitare l'animo
-degli Ebrei contro i Cristiani.
-</p>
-
-<p>
-Chi si è fatto banditore di queste accuse? Il <cite>Talmud</cite>,
-lo sanno anche i bimbi, non venne mai sinora completamente
-tradotto, i numerosi estratti che se ne hanno
-sono per la maggior parte opere polemiche e quindi da
-accogliersi con prudente riserbo.
-</p>
-
-<div>
-<span class="pageno" title="62" id="page-62"></span>
-</div>
-
-<p>
-I traduttori erano in generale o ebrei
-rinnegati <a id="FNa_91"></a><a href="#Fn_91" class="fna">(91)</a>
-o feroci nemici dell'Ebraismo da una parte, o dall'altra
-rabbini e dotti israeliti. Una traduzione imparziale non
-abbiamo e non si avrà mai, perchè nessun dotto, non
-mosso da spirito di parte o da sentimento religioso, potrebbe
-accingersi all'improba e semi-inutile fatica.
-</p>
-
-<p>
-Aggiungasi a ciò che le diverse edizioni del Talmud
-sia per imperizia degli amanuensi, sia per ostacoli ed
-impedimenti frapposti dalle censure politiche ed ecclesiastiche,
-presentano notevoli differenze e varianti, sicchè il
-volere ristabilire il testo primitivo sembrò sino ai giorni
-nostri opera quasi
-impossibile <a id="FNa_92"></a><a href="#Fn_92" class="fna">(92)</a>.
-</p>
-
-<div>
-<span class="pageno" title="63" id="page-63"></span>
-</div>
-
-<p>
-Infine lo stile del <cite>Talmud</cite> è lungi dall'esser sempre
-piano e facile; le iperboli vi abbondano e se vi si leggono
-pensieri squisitamente gentili siccome quando per
-dimostrare come l'uomo sia cosmopolita dice che “la polve
-con cui fu plasmato conteneva gli atomi più delicati della
-polvere di tutto il
-mondo” <a id="FNa_93"></a><a href="#Fn_93" class="fna">(93)</a>
-vi si trovano eziandio
-frasi siffattamente oscure da doversi ritenere inesplicabili.
-Queste per esempio: <i class="quo">La migliore fra le donne è una
-maliarda</i> <a id="FNa_94"></a><a href="#Fn_94" class="fna">(94)</a>,
-<i class="quo">il miglior medico</i> (ebreo) <i class="quo">va
-all'Inferno</i> <a id="FNa_95"></a><a href="#Fn_95" class="fna">(95)</a>.
-</p>
-
-<div>
-<span class="pageno" title="64" id="page-64"></span>
-</div>
-
-<p>
-Questo linguaggio figurato che domina sovente nel
-Talmud, e la confusione grandissima nella redazione di
-cui abbiamo tenuto parola, furon causa che il Talmud
-fosse spesse volte frainteso.
-</p>
-
-<p>
-Si avverta altresì che il Talmud è in gran parte composto
-di discussioni fra dottori, ognuno dei quali sostiene
-opposte
-dottrine <a id="FNa_96"></a><a href="#Fn_96" class="fna">(96)</a>.
-Per mostrare quanto sia facile per
-<span class="pageno" title="65" id="page-65"></span>
-avversari di mala fede snaturare il concetto di un libro
-di siffatta natura addurrò un esempio.
-</p>
-
-<p>
-Nel 1879, alla Camera francese, il noto radicale Paul
-Bert sostenne che un celebre teologo e casuista francese,
-il padre Gury, appoggiandosi alla dottrina cattolica giustificava
-il furto.
-</p>
-
-<p>
-Naturalmente l'asserzione fece chiasso. Il deputato Granier
-di Cassagnac padre volle andare a fondo della cosa,
-e cercato il passo incriminato dal Bert trovò che il padre
-Gury, risolvendo un caso di coscienza, ha proposto
-il seguente esempio.
-</p>
-
-<p>
-Il pastorello Titiro credendosi condannato ingiustamente
-dal Tribunale ad una indennità verso il suo padrone,
-ha cercato di indennizzarsi con un furto segreto.
-</p>
-
-<p>
-Il padre Gury espone dapprima la tesi di Titiro, conchiudente
-alla liceità del compenso. Dopo ciò reca la soluzione
-teologica, decidendo che quella compensazione è
-illecita, e che Titiro è obbligato alla restituzione. Nulla
-di più semplice, di più retto, di più naturale. Ma il signor
-Bert si era limitato a leggere dalla tribuna testualmente
-la tesi di Titiro, tacendo la soluzione del teologo,
-ed attribuendo al padre Gury precisamente la dottrina,
-che il dabben prete condannava.
-</p>
-
-<p>
-Se questo fu possibile ai giorni nostri con un libro
-che come quello del padre Gury è scritto in una lingua
-accessibile a tutti e che è effettivamente diffusissimo,
-quanto più facile non sarà falsificare qualche brano del Talmud
-<span class="pageno" title="66" id="page-66"></span>
-e fargli dire proprio il contrario di quanto era nell'intenzione
-dei compilatori?
-</p>
-
-<p>
-Due esempi fra mille.
-</p>
-
-<p>
-Si pretende che nel Talmud vi sia questo precetto:
-“Il migliore degli idolatri uccidilo.” Che il precetto
-manchi di carità e di tolleranza non vorremmo certamente
-negare, e dato proprio che lo si trovasse allo stato
-di precetto nel Talmud, non saremmo noi gli ultimi ad
-invocare i fulmini dell'opinione pubblica contro l'empio
-libro. Ma esiste proprio questa frase nel Talmud? Possiamo
-accertare che sì, e che essa si trova nel <cite>Talmud</cite>
-gerosolimitano alla fine del trattato dei Kidduscin, accanto
-proprio a quella testè citata che manda i medici
-all'inferno, ed a molte altre egualmente strane e bizzarre.
-Molte ipotesi furono messe innanzi per spiegare questa
-frase, e l'illustre Zunz concluse che il passo debba intendersi
-così: “Il migliore degli idolatri (parlando di un
-ebreo) dice uccidilo.” Ciò che sarebbe stata semplicemente
-una constatazione delle persecuzioni di cui gli
-Ebrei erano fatti segno da parte dei gentili, divenne in
-bocca ai nemici del Giudaismo, un feroce appello all'assassinio
-ed allo sterminio, fatto da quello stesso libro
-dove è invece sancita la massima: “Chi alza la mano
-contro il prossimo, quand'anche non lo batta, è chiamato
-colpevole <a id="FNa_97"></a><a href="#Fn_97" class="fna">(97)</a>.”
-Del resto volere basare una conclusione
-qualsiasi su qualche brano staccato del Talmud sarebbe
-cosa impossibile. Nessun uomo imparziale vorrà dire si
-debba interpretare alla lettera un libro in cui si trovano
-massime come questa: “Chiunque pronuncia una decisione
-al cospetto del suo maestro merita la
-morte <a id="FNa_98"></a><a href="#Fn_98" class="fna">(98)</a>.”
-</p>
-
-<div>
-<span class="pageno" title="67" id="page-67"></span>
-</div>
-
-<p>
-Un'altra accusa che si muove al <cite>Talmud</cite> e che è ripetuta,
-con non ammirabile unanimità, da tutti gli scrittori
-antisemitici a cominciare dal Wolf nella sua
-<cite>Biblioteca</cite> <a id="FNa_99"></a><a href="#Fn_99" class="fna">(99)</a>
-e venendo giù giù fino agli ultimi libellisti, è
-che il Talmud insegni agli Ebrei: “Voi, voi siete degli uomini,
-ma gli altri popoli non sono tali.” Senza essere
-atroce come quello di cui ci siamo testè occupati, anche
-quest'altro passo sarebbe sufficientemente antisociale e ridicolo,
-sicchè si sarebbe non poco sorpresi di trovarlo in
-quello stesso libro dove sono pur scritte queste massime
-di assoluta
-tolleranza <a id="FNa_100"></a><a href="#Fn_100" class="fna">(100)</a>:
-“Un non israelita il quale
-si governi dietro la legge di Dio, acquistasi merito,
-niente meno di un sommo pontefice; imperciocchè la
-legge
-dice <a id="FNa_101"></a><a href="#Fn_101" class="fna">(101)</a>:
-L'uomo eseguendo le mie leggi si
-procura la vita; nè dice già i Sacerdoti, i Leviti, gli
-Israeliti, ma dice <em>Adam</em> l'uomo.”
-</p>
-
-<p>
-“Benefica, o Signore, i buoni. I buoni è scritto e non
-gli Israeliti, i buoni quindi di tutte le
-nazioni <a id="FNa_102"></a><a href="#Fn_102" class="fna">(102)</a>.”
-</p>
-
-<p>
-Per chiunque sia in buona fede, basta la citazione di
-questi passi tanto chiari, tanto espliciti, per far comprendere
-che in quello che nega la qualità di uomini ai
-non Israeliti deve essere incorso qualche errore di interpretazione;
-e l'errore c'è, ed evidente.
-</p>
-
-<p>
-La proposizione che i non Israeliti non si chiamano
-uomini, si trova effettivamente nel
-Talmud <a id="FNa_103"></a><a href="#Fn_103" class="fna">(103)</a>,
-ma, isolandola
-dal suo contesto, la si riduce ad un senso che mai
-<span class="pageno" title="68" id="page-68"></span>
-non ebbe nella mente di chi la dettava. Si sa che la
-legge
-mosaica <a id="FNa_104"></a><a href="#Fn_104" class="fna">(104)</a>
-colpisce di impurità per sette giorni
-chiunque sia entrato in una abitazione ove si trovi un
-uomo morto. Ora un talmudista, volendo alleggerire questa
-prescrizione, disse che la era da ritenersi unicamente
-applicabile ai morti israeliti, i quali soltanto generavano
-impurità col loro contatto; i morti non israeliti non avendosi
-per gli effetti di siffatta legge a considerare siccome
-uomini. Questa opinione, tutta individuale, a proposito di
-una questione affatto bizantina, e rigettata, lo si noti, da
-tutti gli altri
-talmudisti <a id="FNa_105"></a><a href="#Fn_105" class="fna">(105)</a>,
-bastò, perchè da secoli si
-vada ripetendo che gli Ebrei, per obbedire al Talmud, devono
-considerare sè soli uomini ed avere in conto di
-bestie tutti i non
-ebrei <a id="FNa_106"></a><a href="#Fn_106" class="fna">(106)</a>.
-</p>
-
-<div>
-<span class="pageno" title="69" id="page-69"></span>
-</div>
-
-<p>
-Accusa altrettanto assurda e ridicola, quanto quella
-che si muove al Cristianesimo di aver negata l'anima
-alle donne, per ciò solo che Gregorio da Tours lasciò
-scritto nella sua
-<cite id="concilio" xml:lang="la">Historia ecclesiastica</cite>,
-come nel concilio
-di Macon (a. 525) un Vescovo facesse la proposta, respinta
-dai suoi colleghi, non potersi la donna chiamar
-uomo, nè formar essa parte del genere umano!
-</p>
-
-<p>
-Il Cristianesimo, che ha tra i suoi potissimi vanti di
-aver dato alla donna la parte che le spetta nel civile
-consorzio, è accusato di averle negata l'anima, il Talmudismo
-che eleva a massima il precetto: “Amato è
-l'uomo perchè fu creato ad immagine di Dio, amore
-straordinario gli fu manifestato perchè fu creato ad
-immagine di
-Dio” <a id="FNa_107"></a><a href="#Fn_107" class="fna">(107)</a>
-è accusato di aver assimilato
-alle bestie la quasi totalità del genere umano.
-</p>
-
-<p>
-Aberrazioni dell'odio e dell'intolleranza. Per aggiungere
-poi un'altra prova della spudorata mala fede di taluni
-avversari degli Ebrei, e della supina ignoranza di
-altri, dirò, che allorquando oggi ancora, si vogliono citare
-i due passi del Talmud, dei quali siamo venuti
-sinora discorrendo, si suole in entrambi tradurre la
-parola <em>goim</em> che vale idolatri o gentili, coll'altra
-<span class="pageno" title="70" id="page-70"></span>
-<em>cristiani</em>, siccome fece anche poche settimane or sono un
-sedicente abate Chabauty nelle colonne
-dell'<cite xml:lang="fr">Antisémitique</cite> <a id="FNa_108"></a><a href="#Fn_108" class="fna">(108)</a>.
-Dimostreremo ora che la parola <em>goim</em> non deve
-mai intendersi applicata ai Cristiani ma, prima di farlo,
-vogliamo avvisare il signor Chabauty che i due passi incriminati,
-di cui ci siamo venuti sinora occupando, sono
-scritti entrambi nella prima metà del secondo secolo dell'èra
-nostra, in una epoca, cioè nella quale non si parlava
-ancora nè di Cristiani, nè di Cristianesimo, ed in cui le
-due religioni di Mosè e di Cristo confondevansi quasi ancora
-in una sola; e sono scritti appunto da quel Simeon
-ben Johai che, condannato a morte dalla tirannia pagana,
-si tenne per quattordici anni nascosto in una caverna,
-nutrendosi di erbe e di radice.
-</p>
-
-<p>
-Se questo sapeva il signor Chabauty, traducendo <em>goim</em>
-per cristiani die' prova di impudente mala fede; se non
-lo sapeva, di supina ignoranza, perocchè, lasciando anche
-in disparte l'osservazione, certo non trascurabile, della
-poca importanza che in quell'epoca aveva il Cristianesimo,
-non occorre davvero grande acume per comprendere
-che se Simeon ben Johai si lasciò trasportare dall'odio,
-è ben naturale che i suoi strali fossero diretti agli atroci
-suoi persecutori e non a coloro che in quei tempi dividevano
-cogli Ebrei i dolori del martirio.
-</p>
-
-<p>
-Parrebbe quindi sprecata ogni parola per dimostrare
-che, egli almeno, colla parola <em>goim</em> non potè alludere ai
-Cristiani <a id="FNa_109"></a><a href="#Fn_109" class="fna">(109)</a>.
-</p>
-
-<p>
-Siccome però questa parola, che alla lettera significa
-<span class="pageno" title="71" id="page-71"></span>
-<em>stranieri</em>, viene usata nel Talmud, anche da scrittori ben
-più moderni che non sia Rabbi Simeon ben Johai, e
-non mai in senso di benevolenza, così ci converrà soffermarvici
-sopra alquanto, per dimostrare falsa e calunniosa
-l'opinione di quei nemici degli Ebrei che sostennero doversi
-questa parola tradurre con quella di cristiano.
-</p>
-
-<p>
-Se si ammettesse questa interpretazione sarebbe facile
-scavare nel Talmud non poche massime e sentenze dove
-si parla del <em>goi</em>, e farsene un'arma per dimostrare l'ebreo
-nemico delle popolazioni in mezzo a cui vive.
-</p>
-
-<p>
-Sventuratamente pei sobillatori l'interpretazione che
-essi vorrebbero dare alla parola <em>goi</em> (plur. <em>goim</em>) non
-regge alla critica.
-</p>
-
-<p>
-Il Talmud, considerato nello spirito che lo informa,
-non è intollerante, neppur verso la idolatria: “Gli stranieri
-fuori di Palestina non sono idolatri, ma essi seguono
-semplicemente i costumi de' padri
-loro.” <a id="FNa_110"></a><a href="#Fn_110" class="fna">(110)</a>,
-e, come corollario di questa massima, l'altra: “L'esercizio
-della carità e della giustizia son le uniche condizioni
-che il Giudaismo impone per l'eterna
-salute” <a id="FNa_111"></a><a href="#Fn_111" class="fna">(111)</a>.
-Tanto meno quindi esso può essere intollerante verso i
-monoteisti a qualunque religione appartengano, ed effettivamente
-i dottori del Talmud fanno enorme differenza
-fra idolatri e monoteisti. È idolatra chiunque non rispetti
-i sette precetti imposti da Dio ai figliuoli di
-Mosè <a id="FNa_112"></a><a href="#Fn_112" class="fna">(112)</a>:
-</p>
-
-<div>
- <p>1. Costituirsi tribunali.</p>
- <p>2. Non bestemmiare.</p>
- <p>3. Non servire ad idoli.</p>
-<span class="pageno" title="72" id="page-72"></span>
- <p>4. Non fornicare.</p>
- <p>5. Non versare sangue.</p>
- <p>6. Non rubare.</p>
- <p>7. Non mangiar carne strappata da un animale ancora
- vivente.</p>
-</div>
-
-<p>
-Chiunque invece ottempera a questi precetti si chiama
-giudeo: “Chi rinnega l'idolatria si chiama
-giudeo” <a id="FNa_113"></a><a href="#Fn_113" class="fna">(113)</a>.
-Precetto questo che basterebbe a far chiaro qual concetto
-di alta tolleranza abbia il Giudaismo per tutte le
-religioni monoteistiche. Basta non essere idolatra per meritarsi
-quel nome di giudeo, di cui la stolta malignità
-delle plebi fece una ingiuria, ma che è, naturalmente, la
-più grande espressione di benevolenza che si possa trovare
-nel Talmud. E tanto differenziano gli Ebrei fra idolatri
-e monoteisti che Maimonide, il massimo fra i loro filosofi,
-potè ridurre ad assioma il principio, essere il Cristianesimo
-e l'Islamismo mezzo di preparazione all'êra messiaca.
-</p>
-
-<p>
-Da quanto si è fin qui detto parrebbe già evidente
-non doversi mai in nessun caso la parola <em>goi</em> applicare
-ai Cristiani, ma ne piace far più chiara siffatta dimostrazione,
-esaminando la questione sotto un altro aspetto.
-</p>
-
-<p>
-La <cite>Mischnà</cite> annovera tra le feste dei <em>Goim</em> le Calende
-ed i Saturnali. Ci volle davvero nel Bustorfio singolar
-mala fede, per tradurre nel suo <cite>Lessico Talmudico</cite>
-(colonna 2043), in questa guisa le parole della <cite>Mischnà</cite>.
-<i class="quo" xml:lang="la">Haec autem sunt festa Christianorum</i> (!)
-<i class="quo" xml:lang="la">Calendæ, Saturnalia,
-Quadragesima.</i> Che le Calende ed i Saturnali
-non siano state mai feste cristiane sanno anche i bimbi,
-nè vi ha chi ignori come i primi scrittori cristiani
-stigmatizzassero con santo zelo gli osceni riti dei saturnali
-pagani.
-</p>
-
-<div>
-<span class="pageno" title="73" id="page-73"></span>
-</div>
-
-<p>
-Come adunque supporre che la Mischnà abbia potuto
-dire essere feste dei Cristiani quelle che notoriamente
-erano dai Cristiani riprovate? <em>Goim</em>, in questo caso come
-sempre, non può tradursi con <em>Cristiani</em>, ma con <em>Pagani</em>
-o <em>Gentili</em>.
-</p>
-
-<p>
-Nè si obbietti che se i Saturnali o le Calende sono
-feste pagane, è la Quaresima essenzialmente cristiana;
-poichè a questa obbiezione si risponde che l'introduzione
-della parola <em>Quaresima</em> in questo passo è un parto della
-immaginazione del Bustorfio, il quale non seppe, o non
-volle, trovare nella lingua greca il vocabolo misnico <em>Kratesein</em>.
-Questa festa è ritenuto dai Talmudisti essere la
-solennizzazione anniversaria del giorno in cui Roma
-ha preso l'impero e l'antico lessico talmudico, detto
-<em>Aruch</em>, dice essere voce greca. La voce è accorciata da
-<span xml:lang="grc" title="Kratêsimachos" id="kratesimachos">Κρατησίμαχος</span>
-vincitore in battaglia, ed indica la festa
-istituita in commemorazione di qualche solenne <a id="qualera"></a>vittoria,
-qual era, per es., presso i Romani il giorno degli Idi di
-aprile, consecrato a Giove vincitore od alla libertà. E
-ben a ragione il Perengero tradusse questo vocabolo:
-<i class="quo" xml:lang="la">Dies</i>
-<span xml:lang="grc" title="Kratêsimachos">Κρατησίμαχος</span>,
-<i class="quo" xml:lang="la">sive memoria subjugati alicujus imperii.</i>
-</p>
-
-<p>
-Spiegato per tal guisa che nel passo, citato dal Bustorfio,
-non si parla di alcuna festa cristiana, ma bensì
-di tre feste pagane, sarà d'uopo convenire che allorquando
-nel <cite>Talmud</cite> si incontra la parola <em>goim</em> converrà renderla
-con quelle di <em>gentili</em>, <em>pagani</em>, <em>idolatri</em>, ma non
-mai con quella di <em>cristiani</em>.
-</p>
-
-<p>
-Ma, si dirà, sien pure gli idolatri quelli che il Talmud
-designa col nome di <em>goim</em>, non è però men vero
-che egli inculca l'odio ed il disprezzo verso di loro, ciò
-che è sempre contrario ai precetti di carità e di tolleranza.
-</p>
-
-<p>
-Obbiezione questa giustissima in bocca di coloro che,
-<span class="pageno" title="74" id="page-74"></span>
-conoscendo i santi precetti del Vangelo, vorrebbero che
-ogni libro di ogni religione a quelli si informasse.
-</p>
-
-<p>
-Ma il Talmud non è il Vangelo, ed errerebbe a partito
-chi volesse confrontare l'uno coll'altro. Il Vangelo è,
-come il Pentateuco legge rivelata, il Talmud è legge
-tradizionale. Nei primi è Dio che parla, nel secondo è
-l'uomo, con tutte le sue debolezze, con tutti i suoi difetti.
-</p>
-
-<p>
-Ed il Talmud, non dimentichiamolo, fu composto, quando
-le persecuzioni, atroci, efferate dei Romani contro gli
-Ebrei, imperversavano ancora. Il Talmud è il libro di
-una gente oltraggiata nella sua fede, cacciata dalla sua
-patria, conculcata nella sua nazionalità, libro umano e
-non divino, sicchè se lascia talvolta trapelare l'odio dell'oppresso
-contro l'oppressore, non si può biasimarlo, senza
-involgere nello stesso biasimo ogni grido di dolore, ogni
-imprecazione che esca dal petto di una nazione oltraggiata,
-vilipesa, martirizzata.
-</p>
-
-<p>
-Leggiamo le opere dei primi Cristiani che ebbero comuni
-cogli Ebrei i patimenti e le sofferenze, e vediamo
-se, malgrado le massime di sublime carità, bandite dal
-Vangelo, non rivelano l'odio verso il Pagano oppressore
-e tiranno.
-</p>
-
-<p>
-Perdonare agli oppressori, lambire la mano che vi
-schiaccia, sono atti di virtù eroica, ma appunto perchè
-tali sarebbe assurdo il far colpa a chi non se ne sente
-capace.
-</p>
-
-<p>
-Ciò che importa notare è che la legge giudaica non fa
-espressa distinzione dallo israelita al non israelita (<em>nochrì</em>)
-in alcuna di quelle leggi che la giustizia e l'umanità hanno
-suggerite a tutti i popoli civilizzati. Per esempio i precetti:
-<em>Non commettere omicidio</em>, <em>non commettere adulterio</em>,
-<em>non rubare</em>, sono espressi in modo illimitato ed assoluto;
-e questi misfatti sono indistintamente proibiti, sia che si
-tratti di commetterli a danno di un israelita o di un
-<span class="pageno" title="75" id="page-75"></span>
-non israelita. Ciò fu chiaramente enunciato dal rabbino
-Eliezer figlio di Natan, vivente in Magonza verso il
-1140, e fratello ad un genero di
-Rascì <a id="FNa_114"></a><a href="#Fn_114" class="fna">(114)</a>.
-</p>
-
-<p>
-Ed anche i Talmudisti, se talvolta si lasciarono sfuggire
-qualche espressione di ira verso gli oppressori, non
-mancarono però di inculcare il perdono delle offese, una
-delle più sublimi fra le virtù evangeliche.
-</p>
-
-<p>
-“Perdona a chi ti ha maltrattato, e dà a quello che
-a te ha rifiutato; se tu cerchi di vendicarti lo rattristerai
-e ti pentirai del male che avrai fatto. Se invece
-tu perdoni e ti mostri liberale, te ne rallegrerai
-in ogni tempo ed in ogni
-momento” <a id="FNa_115"></a><a href="#Fn_115" class="fna">(115)</a>.
-</p>
-
-<p>
-Ed altrove:
-</p>
-
-<p>
-“Sii sempre pieghevole come giunco (benigno con
-tutti), nè essere mai inflessibile come un cedro (inesorabile
-verso chi ti
-offese)” <a id="FNa_116"></a><a href="#Fn_116" class="fna">(116)</a>.
-</p>
-
-<p>
-E più chiaramente:
-</p>
-
-<p>
-“Coloro che umiliati da altri non ne anelano la rivincita,
-che ingiuriati non hanno un pensiero di vendetta,
-la di cui religione è amore di Dio, che con tacita
-rassegnazione soffrono le sventure di questa vita, vengono
-dalla sacra scrittura designati lorchè leggiamo
-(<cite class="sc">Giudici</cite>, v. 31):
-<i class="quo">Quelli che amano il Signore, sieno
-come quando il sole esce fuori nella sua
-forza</i>” <a id="FNa_117"></a><a href="#Fn_117" class="fna">(117)</a>.
-</p>
-
-<div>
-<span class="pageno" title="76" id="page-76"></span>
-</div>
-
-<p>
-Oppure:
-</p>
-
-<p>
-“Se offendesti il tuo prossimo ti sembri grave l'offesa;
-se facesti il bene, lieve il beneficio. All'incontro se il
-tuo prossimo ti rese un servizio stimalo grandissimo;
-se verso te si permise una ingiustizia dimenticala come
-di poco momento.
-</p>
-
-<p>
-“Apprendi a soffrire paziente e perdonare le
-ingiurie” <a id="FNa_118"></a><a href="#Fn_118" class="fna">(118)</a>.
-</p>
-
-<p>
-Molti poi fra i precetti talmudici, che i nemici del Giudaismo
-interpretarono come eccitamento all'odio verso i
-gentili, non erano in fatto che precetti precauzionali intesi
-a guarentire la vita e gli averi degli Ebrei, dalle popolazioni,
-loro infestissime, frammezzo alle quali vivevano.
-</p>
-
-<p>
-Si leggano taluni di questi precetti e si dia torto agli
-Ebrei di averli inscritti nelle loro leggi, quando si sappia,
-per dirne una sola, che una legge dei Franchi Ripuarii,
-non abrogata che qualche secolo dopo, da Lodovico il Pio,
-vietava, si procedesse contro un cristiano per qualunque
-delitto, l'assassinio compreso, che avesse commesso contro
-un
-ebreo <a id="FNa_119"></a><a href="#Fn_119" class="fna">(119)</a>!
-</p>
-
-<p>
-“Non si fermi solo un israelita con un idolatra perchè
-sono sospetti di versar sangue. — Se viene a trovarsi
-per via, insieme ad un idolatra che cinga spada, se lo
-metta a destra; se ha il bastone in mano, se lo metta
-a sinistra. — Se salgono o scendono non sia l'idolatra
-di sopra e l'israelita sotto, e ad ogni modo se lo
-metta un po' a destra, mai poi non gli si abbassi davanti.
-Se gli domanda: dove vai? quando abbia bisogno
-di andare un miglio, gli dica due
-miglia” <a id="FNa_120"></a><a href="#Fn_120" class="fna">(120)</a>.
-</p>
-
-<div>
-<span class="pageno" title="77" id="page-77"></span>
-</div>
-
-<p>
-Un esame particolareggiato del Talmud non è nell'indole
-di questo nostro lavoro, sicchè mentre non possiamo,
-nell'interesse degli Ebrei, che far voti perchè siffatto
-esame sia eseguito da uno scrittore veramente imparziale,
-ci limiteremo a darne qui taluni brevissimi estratti per
-far chiaro lo spirito che anima quello, che a buon diritto
-potrebbesi chiamare, il <em xml:lang="la">corpus juris</em> degli Ebrei.
-</p>
-
-<p>
-Fu detto, ed a ragione, che tutte le verità del Vangelo
-potrebbero riassumersi nel precetto: <i class="quo">Amate il vostro prossimo
-come voi stessi.</i>
-</p>
-
-<p>
-Nè il fatto che questo precetto che Rabi Akivà diceva
-essere il più bel precetto della
-religione <a id="FNa_121"></a><a href="#Fn_121" class="fna">(121)</a>,
-trovisi nell'Antico
-Testamento (<cite class="sc">Lev.</cite>
-<span class="sc num">xix</span>, 20), attenua il merito grandissimo
-del Cristianesimo che, sostituendosi al Paganesimo,
-mise in pratica il precetto della scambievole benevolenza,
-in scala ben più larga che non avesse fatto prima il
-Giudaismo e gli diede la sanzione di un dovere religioso.
-Ma il merito del Cristianesimo non deve renderci ingiusti
-verso gli Ebrei che seppero mostrarsi degni del sacro deposito
-della legge che avevano ricevuto da Dio.
-</p>
-
-<p>
-Infatti nel Talmud troviamo:
-</p>
-
-<p>
-“Amerai il tuo prossimo come te stesso. È questa la
-gran legge di tutta la legge. Guai a chi dice: <i class="quo">Sono
-avvilito, sia avvilito anche il mio prossimo, sono maladetto,
-sia maladetto anche il mio prossimo.</i> Pensi
-costui chi avvilisce, chi maledice; egli avvilisce e maledice
-chi porta in sè l'immagine
-divina” <a id="FNa_122"></a><a href="#Fn_122" class="fna">(122)</a>.
-</p>
-
-<p>
-Ed altrove:
-</p>
-
-<p>
-“Un pagano si presentò ad
-Hillel <a id="FNa_123"></a><a href="#Fn_123" class="fna">(123)</a>
-e gli disse:
-</p>
-
-<div>
-<span class="pageno" title="78" id="page-78"></span>
-</div>
-
-<p>
-“<i class="quo">Io sarò ebreo, ma a questo patto; voglio che tu mi
-insegni tutta la legge in tanto tempo quanto posso tenermi
-ritto su d'un piede solo.</i> Hillel sorride, accetta
-la prova, e incomincia in questo modo: Ama il tuo
-prossimo; non fare ad altri quello che a te spiacerebbe.
-Ecco, amico mio, tutta la legge. Tutte le altre prescrizioni
-sono una conseguenza di queste: va e
-studiale” <a id="FNa_124"></a><a href="#Fn_124" class="fna">(124)</a>.
-</p>
-
-<p>
-In altro luogo due rabbini discutendo sulla base della
-morale, e sul vero criterio della religione esprimono le
-seguenti opinioni. L'uno dice che tutto è fondato sul
-precetto dell'amore del prossimo, l'altro invece sulla unità
-della razza
-umana <a id="FNa_125"></a><a href="#Fn_125" class="fna">(125)</a>.
-</p>
-
-<p>
-Nè l'amore del prossimo, tanto filosoficamente espresso
-in questa ultima massima, è, pei Talmudisti, soltanto un
-precetto scritto sulla carta e non applicato.
-</p>
-
-<p>
-Ognun sa che gli odii religiosi, sempre vivi ed accaniti,
-lo sono tanto più fra differenti sètte della stessa
-religione; e sono pur note le dissensioni fra la scuola di
-Hillel e quella di Shamai, dissensioni che, per dirla colla
-espressione rabbinica, d'una legge sola ne facevan due.
-</p>
-
-<p>
-Ora ecco cosa leggiamo nel Talmud a questo proposito:
-</p>
-
-<p>
-“La scuola di Shamai e la scuola di Hillel, in perpetue
-disputazioni religiose l'una contro l'altra dividevano
-Israello in due grandi partiti, di cui uno parteggiava
-pel primo e l'altro per l'altro. Una scuola
-dichiarava immonde molte cose che l'altra voleva pure;
-quella dichiarava illegittimi i matrimoni in certi gradi
-<span class="pageno" title="79" id="page-79"></span>
-di parentela, che questa credeva permessi. E tuttavia
-i due partiti e le due scuole vivevano comodamente
-insieme; non si astenevano dal mangiare l'uno in casa
-dell'altro, e legavano maritaggi gli uni cogli
-altri” <a id="FNa_126"></a><a href="#Fn_126" class="fna">(126)</a>.
-</p>
-
-<p>
-Nè questo spirito di tolleranza vien meno, allorquando
-si tratta di altre religioni. Le prove che potremmo addurre
-sono tali e tante che ci troviamo obbligati a scegliere.
-</p>
-
-<p>
-“La giustizia non è un retaggio particolare, non è
-di discendenza; solo i sacerdoti sono sacerdoti, solo i
-leviti sono leviti; chi volesse divenire o sacerdote o
-levita, non può: tutti che vogliono, possono divenire
-giusti, anche il
-pagano” <a id="FNa_127"></a><a href="#Fn_127" class="fna">(127)</a>.
-</p>
-
-<p>
-Ed a confermare il precetto coll'esempio non mancano
-nel Talmud leggende e racconti, nelle quali, idolatri sono
-rappresentati come specchio d'ogni virtù! Si legga, a cagion
-d'esempio, la leggenda del pagano Damo d'Ascalona
-che riferiamo fra i documenti, giovandoci della bella traduzione
-datane dal Levi, e ci si dica se, in tutte le letterature
-antiche, esiste una pagina dove un nemico, un infedele,
-sia ritratto con così splendidi
-colori <a id="FNa_128"></a><a href="#Fn_128" class="fna">(128)</a>.
-</p>
-
-<p>
-Ma la tolleranza è, checchè se ne sia detto, virtù essenzialmente
-giudaica, ed un sereno pensatore, anche ignorando
-il Talmud, dovrebbe convenire che un popolo non
-avrebbe potuto sopportare per secoli e secoli, senza trascendere
-a vendette e ad eccessi quella lunga serie di persecuzioni
-di cui Milman ebbe a dire “che furono le più
-schifose e le più continue che possano citarsi fra le nazioni
-al dissopra dello stato
-selvaggio” <a id="FNa_129"></a><a href="#Fn_129" class="fna">(129)</a>, se non
-<span class="pageno" title="80" id="page-80"></span>
-avesse trovato nella propria legge il fondamento di ogni
-virtù, e non avesse succhiato col sangue il precetto dei
-suoi maestri: “Scopo principale dei religiosi precetti
-si e l'avvicinamento fra Israello e tutti gli esseri
-creati” <a id="FNa_130"></a><a href="#Fn_130" class="fna">(130)</a>.
-</p>
-
-<p>
-La carità verso i peccatori è spesso raccomandata dal
-Talmud. “Non giudicate gli altri senza mettervi al loro
-posto.” <a id="FNa_131"></a><a href="#Fn_131" class="fna">(131)</a>.
-</p>
-
-<p>
-Ed altrove:
-</p>
-
-<p>
-“Tre cose conducono, anzi trascinano l'uomo malgrado
-suo al male, — l'errore della idolatria, la passione e
-la povertà.
-</p>
-
-<p>
-“Meritano perciò grande compassione gl'infelici che
-ne sono trascinati, ed è dovere nostro di pregare Iddio
-per
-loro” <a id="FNa_132"></a><a href="#Fn_132" class="fna">(132)</a>.
-</p>
-
-<p>
-E come moralità di uno dei tanti apologhi che formicolano
-nel Talmud:
-</p>
-
-<p>
-“Il giusto non deve mai provocare la punizione di
-Dio sul
-colpevole” <a id="FNa_133"></a><a href="#Fn_133" class="fna">(133)</a>.
-</p>
-
-<p>
-Nè il Dio degli Ebrei è animato da quello spirito di
-crudeltà e di intolleranza che i nemici del Giudaismo gli
-prestano, per poi torcere contro gli Ebrei il noto detto
-che non Dio ha fatto l'uomo a sua immagine, ma che
-ogni uomo si foggia un Dio ad immagine sua. Mentre
-i pagani sono vinti dagli Ebrei, Dio geme e sclama:
-</p>
-
-<p>
-“Ebrei e pagani sono opera delle mie mani, potrei io
-annientare gli uni per far trionfare gli altri?” <a id="FNa_134"></a><a href="#Fn_134" class="fna">(134)</a>.
-</p>
-
-<p>
-Ed altrove:
-</p>
-
-<div>
-<span class="pageno" title="81" id="page-81"></span>
-</div>
-
-<p>
-“Il Signore così protestava a Mosè: Ebreo o gentile,
-uomo o donna, servo o libero, tutti sono eguali
-per me; ogni buona opera è accompagnata dal
-premio” <a id="FNa_135"></a><a href="#Fn_135" class="fna">(135)</a>.
-</p>
-
-<p>
-E questo principio si riscontra, ad ogni pie' sospinto,
-nel Talmud.
-</p>
-
-<p>
-“Giuro pel cielo e per la terra, risponde un dottore,
-che ebreo od idolatra, uomo o donna, schiavo o ancella,
-tutti sono giudicati secondo le loro opere e su tutti
-può scendere lo spirito
-divino” <a id="FNa_136"></a><a href="#Fn_136" class="fna">(136)</a>.
-</p>
-
-<p>
-E questo giuramento, monumento insigne di tolleranza,
-e quale difficilmente si troverebbe nei codici religiosi di
-altre nazioni, trovasi ripetuto nel <cite>Tanà Devè Eliau</cite>, libro
-antichissimo dei tempi talmudici, e così autorevole
-presso gli Ebrei che la pietosa leggenda lo attribuisce
-al profeta Elia.
-</p>
-
-<p>
-Nè, checchè siasi preteso in contrario, questo spirito
-di tolleranza venne meno negli Ebrei moderni.
-</p>
-
-<p>
-Un illustre rabbino italiano del secolo <span class="sc num">xvii</span> scrive:
-</p>
-
-<p>
-“..... E dicono i Rabbini che honorar similmente si
-deve ogni Vecchio, ben che non sia Hebreo, come Cittadino
-del mondo di molto tempo, che ha passato molti avenimenti
-et in conseguenza per esperienza saggio; da
-Giobbe, cap. 12. <i class="quo" xml:lang="la">In antiquis est sapientia et in
-multo tempore
-prudentia</i>” <a id="FNa_137"></a><a href="#Fn_137" class="fna">(137)</a>.
-</p>
-
-<p>
-Un altro italiano, S. D. Luzzatto, è autore di queste
-parole che noi vorremmo seriamente meditate da coloro,
-che, non sappiamo per quali satanici intenti, si sforzano
-<span class="pageno" title="82" id="page-82"></span>
-a metter zizzania fra Cristiani ed Ebrei: “Chi volesse
-confutarli [gli scrittori che presero a difendere il Cristianesimo],
-quand'anche lo facesse per difendere il
-Giudaismo, commetterebbe una immorale azione, poichè
-contribuirebbe ad immergere molta parte dell'umana società
-nella irreligione, essendo quasi impossibile che le
-nazioni nate fuori dal Giudaismo lo abbraccino... Che
-se taluno poi pensasse a confutare gli apologisti del Cristianesimo
-coll'idea di guarentire i suoi correligionari
-dalla seduzione dei loro scritti, il suo procedere non
-cesserebbe di esser men che onesto, siccome quello che
-nuocerebbe a milioni per giovare ad uno o
-due” <a id="FNa_138"></a><a href="#Fn_138" class="fna">(138)</a>.
-</p>
-
-<p>
-A queste parole di stragrande importanza, e pel valore
-dell'uomo che le dettava, che fu può dirsi il maestro di
-tutti i Rabbini oggi viventi in Italia, e per essere scritte
-in una lettera particolare, non destinata a veder la luce,
-tanto che rimase inedita per ben quarant'anni, fanno degno
-riscontro le seguenti del venerando M. Isidore, gran
-Rabbino di Francia.
-</p>
-
-<p>
-“La Religione..... non ha che una missione, quella di
-raccomandare la concordia e la giustizia e benedire
-gli uomini di cuore a qualunque culto appartengano,
-nessuno essa eccettua ed a tutti richiede annegazione
-e
-sincerità” <a id="FNa_139"></a><a href="#Fn_139" class="fna">(139)</a>.
-</p>
-
-<p>
-Ad un accanito nemico degli Ebrei, a Paolo Medici, autore
-di un libro scritto espressamente per provocare l'odio
-ed il disprezzo contro gli
-Ebrei <a id="FNa_140"></a><a href="#Fn_140" class="fna">(140)</a>,
-la verità strappa
-<span class="pageno" title="83" id="page-83"></span>
-queste due preziose confessioni che mostrano, al paro dei
-passi da noi citati, lo spirito di tolleranza del Giudaismo.
-</p>
-
-<p>
-“Nella formola della confessione degli Ebrei in cui
-chiedono l'assoluzione dei loro peccati è fra gli altri
-annoverato il seguente: abbiamo altri in
-abbominazione” <a id="FNa_141"></a><a href="#Fn_141" class="fna">(141)</a>.
-</p>
-
-<p>
-Locchè ci pare provi che se gli Ebrei nutrono odio
-contro chicchessia, e questo accade naturalmente anche
-a loro, perchè non sono migliori degli altri uomini, la
-loro religione però li obbliga ad accusarsene come di un
-peccato.
-</p>
-
-<p>
-E lo stesso Medici ci reca la seguente prova dello spirito
-di tolleranza de' Rabbini:
-</p>
-
-<p>
-“Nel trattato Tahamit, cap.
-4 <a id="FNa_142"></a><a href="#Fn_142" class="fna">(142)</a>,
-prescrivono i Rabbini
-e dicono che se alcuno vuol digiunare, digiuni il
-lunedì, il martedì, il mercoledì o il giovedì, non mai però
-il venerdì, il sabbato o la domenica... La causa perchè
-non digiunano la Domenica, dice nello stesso luogo
-Rabbi Jochanan, per amor di
-Cristiani” <a id="FNa_143"></a><a href="#Fn_143" class="fna">(143)</a>.
-</p>
-
-<p>
-Ogni spirito imparziale converrà, che non è possibile
-dar prova maggiore di tolleranza che vietare ai seguaci
-di una religione di far penitenza in un dato giorno, per
-ciò soltanto che, in quel giorno, i seguaci di un'altra
-religione celebrano la loro festa.
-</p>
-
-<p>
-Se il <cite>Talmud</cite> è, come abbiamo dimostrato, legge
-di tolleranza, esso, seguendo il precetto del salmista
-(<span class="sc num">xxxiv</span>, 15) “<i class="quo">Ritratti
-dal male e fa il bene</i>” è anche
-legge di carità e si informa a quella universale pietà ed
-umanità che formarono in ogni secolo la gloria degli Israeliti.
-<span class="pageno" title="84" id="page-84"></span>
-I Siri dopo una battaglia perduta, dicono al proprio
-Re: <i class="quo">noi abbiamo udito dire che i Re della casa d'Israele
-sono Re
-benigni</i> <a id="FNa_144"></a><a href="#Fn_144" class="fna">(144)</a>.
-I Talmudisti dicono: “Gli Ebrei
-si distinguono per tre caratteri: essi, cioè, sono pietosi,
-verecondi e
-beneficienti” <a id="FNa_145"></a><a href="#Fn_145" class="fna">(145)</a>;
-ed altrove: “Chi non ha pietà non è della stirpe
-d'Abramo” <a id="FNa_146"></a><a href="#Fn_146" class="fna">(146)</a>.
-</p>
-
-<p>
-Ed in altro luogo: “Caratteristica dei discendenti di
-Abramo è la pietà verso tutti gli esseri
-creati” <a id="FNa_147"></a><a href="#Fn_147" class="fna">(147)</a>.
-</p>
-
-<p>
-Ed estendendo lo spirito di beneficenza anche ai non
-israeliti: “Per conservare l'unione e l'armonia che devono
-regnare fra tutti i membri della famiglia umana
-è prescritto di nutrire i poveri idolatri al paro dei poveri
-israeliti, di visitare i malati idolatri al pari dei
-malati israeliti, di rendere gli estremi uffici tanto agli
-idolatri morti, quanto agli
-israeliti” <a id="FNa_148"></a><a href="#Fn_148" class="fna">(148)</a>.
-</p>
-
-<p>
-Ed il Modena constata come questo spirito di carità
-fosse ancor vivo negli Ebrei dei suoi tempi: “Hanno
-anco tanto per opera pia il dare elemosina, e sovvenir
-ogni misero, benchè non sia Hebreo; in particolare a
-quelli delle città, e luoghi dove abitano; come cosa
-propria della pietà humana indifferentemente et espressamente
-lo raccontano i
-Rabini” <a id="FNa_149"></a><a href="#Fn_149" class="fna">(149)</a>.
-</p>
-
-<p>
-Di questo spirito di carità presso gli Ebrei rende splendida
-testimonianza un autore non sospetto, l'illustre De-Gerando
-<span class="pageno" title="85" id="page-85"></span>
-con queste parole: “Tanta è la forza della
-legislazione biblica sulla carità, che essa ha conservato
-tutti i suoi effetti attraverso alle vicissitudini che ha
-subito questo popolo da tanti secoli. Qualunque siano
-state le sue disgrazie, fuggitivo, sparpagliato, perseguitato,
-non si è punto visto i suoi figli ricorrere alla
-carità pubblica. Anche là dove i diritti civili gli sono
-stati negati, là dove egli si trovava escluso dai principali
-rami di industria e dalla facoltà di possedere
-degli immobili, egli ha trovato nella comunità religiosa
-e morale, che unisce tutti i membri, dei mezzi sufficienti
-per sovvenire a' bisogni di quelli fra essi che non poterono
-sussistere coi loro proprii
-mezzi” <a id="FNa_150"></a><a href="#Fn_150" class="fna">(150)</a>.
-</p>
-
-<p>
-Ed oggi ancora uno dei più illustri letterati e pensatori
-francesi, Maxime du Camp, in un notevole lavoro
-sulla
-carità <a id="FNa_151"></a><a href="#Fn_151" class="fna">(151)</a>
-può scrivere senza tema di essere smentito
-queste parole:
-</p>
-
-<p>
-“Ho molto viaggiato, e molto osservato, e non ho trovato
-in nessun luogo razza più benefaciente e più soccorrevole
-della razza ebraica.”
-</p>
-
-<p>
-Dopo un pensatore un romanziere, ed un romanziere
-alla moda, Ernest Dandet che nel suo <cite xml:lang="fr">Jack</cite> scrive:
-</p>
-
-<p>
-“Quando un ebreo si mette ad esser generoso la sua
-carità è inesauribile.”
-</p>
-
-<p>
-Se dal frutto si giudica l'albero, da questi concordi giudizi
-sarà agevole argomentare quali sieno le dottrine giudaiche
-in materia di beneficenza. Ci piace però raccogliere
-anche su questo argomento talune sentenze talmudiche e
-non ci sarà difficile raccoglierne nelle opere di quei dottori
-<span class="pageno" title="86" id="page-86"></span>
-che avevan per massima: “Fine della sapienza, esser
-la penitenza e le buone
-opere” <a id="FNa_152"></a><a href="#Fn_152" class="fna">(152)</a>,
-e che dicevano
-“lo stesso povero che vive di elemosina non esser
-dispensato dalle opere di
-carità” <a id="FNa_153"></a><a href="#Fn_153" class="fna">(153)</a>,
-e che insegnavano
-“principio della divina legge esser la carità; fine la
-carità” <a id="FNa_154"></a><a href="#Fn_154" class="fna">(154)</a>.
-</p>
-
-<p>
-Ed ecco taluni precetti sull'argomento: “Tieni la
-tua casa a chiunque aperta e sien i poveri tuoi
-famigliari” <a id="FNa_155"></a><a href="#Fn_155" class="fna">(155)</a>. — “Val
-più la carità che la
-beneficenza” <a id="FNa_156"></a><a href="#Fn_156" class="fna">(156)</a>. — “Amare
-l'umanità equivale ad amar
-Dio <a id="FNa_157"></a><a href="#Fn_157" class="fna">(157)</a>.” — “Quattro caratteri vi sono nella beneficenza.
-Chi dà volentieri, ma non vuole che altri
-dia, è geloso de' meriti altrui. Chi vuol ch'altri dieno,
-ma egli stesso non dà, è avaro. Chi dà del suo e vuole
-ch'altri dieno, è uomo pio. Chi non dà, nè vuole ch'altri
-dieno, è
-malvagio” <a id="FNa_158"></a><a href="#Fn_158" class="fna">(158)</a>.
-</p>
-
-<p>
-Si noti però che mentre il Talmud eccita il ricco alla
-beneficenza, eccita il povero al lavoro dicendogli: “L'uomo
-che è mantenuto foss'anche dal padre, fosse anche dalla
-madre e dai figliuoli suoi, non prova mai l'ineffabile
-compiacenza di chi si mantiene colle proprie
-fatiche” <a id="FNa_159"></a><a href="#Fn_159" class="fna">(159)</a>
-e dipingendogli la sorte dell'uomo che
-vive dell'altrui beneficenza usa queste parole che rammentano
-i famosi versi del nostro Dante:
-</p>
-
-<p>
-“Quand'uno trovasi costretto a ricorrere all'altrui beneficenza,
-<span class="pageno" title="87" id="page-87"></span>
-egli è come fosse condannato a due supplizi,
-a quello del fuoco e a quello
-dell'acqua” <a id="FNa_160"></a><a href="#Fn_160" class="fna">(160)</a>.
-</p>
-
-<p>
-E perciò il Talmud contiene consigli di previdenza
-così saggia, che nessun economista moderno sdegnerebbe
-di firmare; questo, per esempio: “Ti costruisci prima
-una casa, acquista qualche terreno, coltivalo e quindi
-pensa ad
-ammogliarti” <a id="FNa_161"></a><a href="#Fn_161" class="fna">(161)</a>.
-</p>
-
-<p>
-Ma ogni legge sulla beneficenza sarebbe incompleta e
-manchevole, se non consigliasse più il soccorso che permette
-all'infelice di rialzarsi, mercè la propria attività,
-che la elemosina pura e semplice, che abbassa il carattere
-di chi la riceve. Come non plaudire quindi a questo
-precetto talmudico: “Ha maggior merito chi presta
-che chi
-dona”? <a id="FNa_162"></a><a href="#Fn_162" class="fna">(162)</a>.
-</p>
-
-<p>
-E dopo essersi dato tanto pensiero per inculcare la beneficenza,
-provvedono i dottori del Talmud ad impedire, per
-quanto sta in loro, che i malvagi sfruttino la beneficenza
-dei pii: “Chi non abbisognando di vivere di elemosina,
-pur la riceve, non morrà di vecchiaia se pria non sia
-stato ridotto alla stringente necessità d'implorare l'altrui
-beneficenza. D'altro canto, chi oppresso dalla miseria
-fa ogni onorato sforzo per non accattare il suo
-pane, perverrà prima di morire a nutrire egli stesso
-degli sventurati co' suoi averi. È di lui che disse Geremia
-(<span class="sc num">xvii</span>, 7) <i class="quo">Benedetto
-l'uomo che si confida nel Signore
-e la cui confidenza è il
-Signore</i>” <a id="FNa_163"></a><a href="#Fn_163" class="fna">(163)</a>.
-</p>
-
-<p>
-In questo stesso Talmud, tanto calunniato, si trovano,
-con grandissima meraviglia, trattate e risolute questioni
-che nel <span class="sc num">xix</span> secolo preoccupano ancora
-lo spirito pubblico.
-</p>
-
-<div>
-<span class="pageno" title="88" id="page-88"></span>
-</div>
-
-<p>
-La questione della pena di morte vi è
-esaminata <a id="FNa_164"></a><a href="#Fn_164" class="fna">(164)</a>.
-</p>
-
-<p>
-“Se un tribunale, vi si legge, pronunzia ogni sette
-anni una sentenza capitale, si ha il diritto di chiamarlo
-crudele. Esso merita questo rimprovero, dice Rabi Eleazzaro,
-anche se pronuncia una condanna di morte ogni
-settanta anni. Se noi avessimo fatto parte del gran tribunale
-(aggiungono Rabbi Tarfon e Akivà), mai nessun
-uomo sarebbe stato condannato a morte.
-</p>
-
-<p>
-“Questo sarebbe, dice un ultimo rabbino, causa che i
-delitti di sangue si farebbero frequenti in
-Israello” <a id="FNa_165"></a><a href="#Fn_165" class="fna">(165)</a>.
-È a questo stesso Talmud, a questo stesso libro ove sta
-scritto <i class="quo">anche al reo scegli una morte
-dolce</i> <a id="FNa_166"></a><a href="#Fn_166" class="fna">(166)</a>
-che si
-è ispirato uno scrittore ebreo dell'<span class="sc num">xi</span> secolo,
-Giuda Levi,
-per scrivere queste parole che nessun moderno criminalista
-respingerebbe.
-</p>
-
-<p>
-L'opera è in forma di dialogo tra un re <i class="pers">Cosri</i> ed un
-Ebreo che rappresenta le opinioni dell'autore:
-</p>
-
-<p>
-“<i class="pers">Cosri.</i> Le pene imposte pei reati sono forse fissate
-dalla legge dove è detto: Occhio per occhio, dente per
-dente. Ciò che un uomo ha fatto di male ad un altro,
-deve a sua volta soffrirlo?
-</p>
-
-<p>
-“<i class="pers">L'Ebreo.</i> Non è detto nello stesso luogo: Chi avrà
-ucciso una giumenta la pagherà o la compenserà. Vita
-per vita. Chi colpirà un animale lo prenderà e lo pagherà?
-</p>
-
-<p>
-“Questi due casi intendonsi del pagamento del prezzo,
-<span class="pageno" title="89" id="page-89"></span>
-perchè ciò non vuol dire: Se qualcheduno ha ferito il
-tuo cavallo, tu ferisci il suo; ma bensì: Prendi il suo
-cavallo e pagati. Difatti non vi sarebbe per te nessun
-vantaggio a colpire il cavallo. Così se qualcuno ti taglia
-la mano, non è detto tagliagli a tua volta la mano,
-perchè non vi sarebbe per te nessun vantaggio a tagliargli
-la mano. È inutile far notare tutto ciò che vi
-sarebbe di contrario alla giustizia ed alla sana ragione
-in sentenze pronunziate sulla base del principio: frattura
-per frattura, ferita per ferita, cattiveria per cattiveria.
-Difatti come potremmo noi misurare, graduare
-esattamente tali cose; uno, per caso, muore in conseguenza
-d'una ferita ed un altro no. Possiamo noi essere
-giudici esatti del più e del meno? Strapperemo noi un
-occhio tanto a chi ne ha uno solo come a chi ne ha due?
-Così uno diverrebbe cieco, l'altro soltanto monocolo. La
-legge dice: l'uomo sopporterà le conseguenze del male
-che ha
-fatto” <a id="FNa_167"></a><a href="#Fn_167" class="fna">(167)</a>.
-</p>
-
-<p>
-Le dottrine giuridiche del Talmud meriterebbero, del
-resto, da sole, l'onore di uno speciale volume. “Quando
-è, dice un dottore, che giustizia e benevolenza s'incontrano?
-Allorquando due litiganti vengono ad un accomodamento
-pacifico.” Legislatori che tanto prediligevano
-la conciliazione, non potevano dimenticarsi di
-reprimere l'avidità di coloro che, troppo spesso, spiegano
-dinanzi ai tribunali azioni temerarie. “Chi esige ciò che
-non gli spetta, nonchè veder frustrate le ingiuste sue
-richieste perde pure ciò che di fatto
-possiede” <a id="FNa_168"></a><a href="#Fn_168" class="fna">(168)</a>.
-Le più minuziose raccomandazioni sono fatte ai giudici,
-perchè non si lascino in nessun modo influenzare da nessuna
-<span class="pageno" title="90" id="page-90"></span>
-delle due parti contendenti: “Non ti costituir giudice,
-nè del tuo amico, nè del tuo nemico, poichè nel
-primo non sapresti ravvisare la colpa, nel secondo
-l'innocenza” <a id="FNa_169"></a><a href="#Fn_169" class="fna">(169)</a>.
-Il precetto del Levitico (<span class="sc num">xix</span>, 15):
-<i class="quo">Non
-aver riguardo alla qualità del povero</i>, vi è ampiamente
-sviluppato, e, mentre da un lato si impiega ogni
-mezzo per impedire che il giudice faccia traboccare la
-bilancia della giustizia a pro del ricco, gli si raccomanda
-poi di non lasciarsi vincere dalla compassione verso il povero
-a scapito della giustizia.
-</p>
-
-<p>
-Si direbbe che il motto di Lessing “bisogna esser
-giusti anche col diavolo,” sia il compendio delle dottrine
-talmudiche; e se, sventuratamente per la magistratura
-francese, il famoso motto:
-<i class="quo" xml:lang="fr">“La Cour rend des arrêts et
-non des services”</i> non venne mai
-pronunciato <a id="FNa_170"></a><a href="#Fn_170" class="fna">(170)</a>,
-i giudici del Talmud si ispirano ad un principio di giustizia
-ancor più completo: <i class="quo">I Tribunali non rendono servigio
-ai potenti e non beneficano gl'indigenti</i>. Il fatto solo del
-resto che il legislatore abbia creduto necessario moltiplicare
-i precetti per mettere in guardia i giudici contro
-gli impulsi del cuore, troppo facile a favorire l'indigente
-a danno del ricco ed a scapito della giustizia, mostra
-di qual tempra fossero, in quei tempi, i giudici in
-Israello.
-</p>
-
-<p>
-Nè men bella è la disposizione talmudica che mentre
-eccettua talune classi di persone dal deporre in giudizio,
-dispone poi che tutti indistintamente possano esser sentiti
-nelle cause criminali, ma unicamente come testi a
-difesa. Le stesse formalità di cui è circondata la pena di
-morte, che vedemmo del resto eseguirsi assai di rado, mostrano
-<span class="pageno" title="91" id="page-91"></span>
-quanto rispetto, anco in quelle epoche di ferrea
-giurisprudenza, avessero i dottori del Talmud per la vita umana.
-</p>
-
-<p>
-Prima di lasciare questo argomento ci si permetta notare
-un'altra disposizione del Talmud, che mostra quanto
-quei dottori avessero nettamente tracciata la distinzione
-tra la legge religiosa e la civile. I Tribunali non potranno
-costringere chicchessia all'osservanza di un precetto affermativo,
-quando la legge divina abbia sancito un premio
-per l'osservanza di tale precetto.
-</p>
-
-<p>
-E, come nelle dottrine giuridiche, così anche nelle sociali,
-il <cite>Talmud</cite> precorreva i tempi. Nessun libro, crediamo, del
-medio-evo, inculca ed esalta tanto i beneficii dell'istruzione
-quanto il <cite>Talmud</cite>.
-</p>
-
-<p>
-Se la bella massima del Salmista, che la sapienza cristiana
-volle sempre sotto gli occhi degli studiosi:
-<i class="quo" xml:lang="la">Initium
-sapientiae timor Domini</i> non è espressamente scritta nel
-<cite>Talmud</cite> vi è in compenso quest'altra, prova dell'infinita
-tolleranza dei Talmudisti anche in materia di dottrina;
-“Chiunque pronuncia qualche sapiente parola, anche se
-idolatra, è sempre
-savio” <a id="FNa_171"></a><a href="#Fn_171" class="fna">(171)</a>.
-</p>
-
-<p>
-Frequentissime sono nel <cite>Talmud</cite> massime come questa:
-“Chi istruisce il compagno sarà ben accolto nel cielo. — Chi
-istruisce la plebe, la sua preghiera sarà sì potente,
-da volgere in suo favore i divini
-giudizi” <a id="FNa_172"></a><a href="#Fn_172" class="fna">(172)</a>.
-</p>
-
-<p>
-Oppure: “Chi istruisce le masse ha ugual merito di
-chi offre
-sacrifizi” <a id="FNa_173"></a><a href="#Fn_173" class="fna">(173)</a>.
-</p>
-
-<p>
-E quest'altra, in cui all'amore dell'istruzione si congiunge
-il sentimento della vera democrazia: “Curate
-l'istruzione dei poveri, che da essi sorgeranno i veri
-<span class="pageno" title="92" id="page-92"></span>
-cultori della scienza. Perchè ordinariamente i dotti escono
-di mezzo a loro? Perchè non si creda che la
-scienza sia
-un'eredità” <a id="FNa_174"></a><a href="#Fn_174" class="fna">(174)</a>.
-</p>
-
-<p>
-Nè l'istruzione deve essere soltanto religiosa, ma anco
-professionale. “Come è dovere del padre di istruire il
-figlio nella religione, così egli è obbligato a fargli apprendere
-una professione. Chi non fa apprendere a suo
-figlio una professione è come se lo indirizzasse per la via
-dell'assassinio” <a id="FNa_175"></a><a href="#Fn_175" class="fna">(175)</a>.
-</p>
-
-<p>
-E, cosa strana, pel libro di una religione che fu accusata
-di trascurare la donna, non mancano nemmeno, nel <cite>Talmud</cite>,
-precetti per raccomandare l'istruzione della donna:
-“Ogni uomo è obbligato ad insegnare la legge a sua
-figlia” <a id="FNa_176"></a><a href="#Fn_176" class="fna">(176)</a>.
-</p>
-
-<p>
-Del resto se la parte assegnata alla donna nel mondo
-giudaico non è al tutto conforme alle idee del nostro secolo,
-sarebbe ingiustizia il negare che il Talmud curò
-con ogni mezzo di rinserrare i vincoli di famiglia, di
-innalzare la dignità morale della donna. Valgano queste
-massime a dimostrarlo.
-</p>
-
-<p>
-“Dicono i savii, chi ama la propria moglie come se
-stesso, e la onora più che se stesso, e chi indirizza i
-suoi figli e le sue figlie nella via retta, e colloca questi
-quando sono giunti all'età del matrimonio, di lui è
-detto: e riconoscerai che è pace nella sua
-tenda” <a id="FNa_177"></a><a href="#Fn_177" class="fna">(177)</a>.
-</p>
-
-<p>
-“Chi ripudia la sua prima moglie, persino l'altare
-versa su di lui
-lagrime” <a id="FNa_178"></a><a href="#Fn_178" class="fna">(178)</a>.
-</p>
-
-<div>
-<span class="pageno" title="93" id="page-93"></span>
-</div>
-
-<p>
-“Sempre dee esser l'uomo attento di non addolorar sua
-moglie perchè le sue lagrime essendo pronte, anche la
-pena è pronta.
-</p>
-
-<p>
-“Sempre deve essere l'uomo attento di onorare sua
-moglie, perchè la benedizione non si trova in casa dell'uomo
-che in grazia della
-moglie” <a id="FNa_179"></a><a href="#Fn_179" class="fna">(179)</a>.
-</p>
-
-<p>
-“Per merito delle donne pie furon liberati gli Ebrei
-dall'Egitto” <a id="FNa_180"></a><a href="#Fn_180" class="fna">(180)</a>.
-</p>
-
-<p>
-“Augusta ricompensa serba Dio alla donna. Rav diceva
-a Rabì Hiyà, grande è il merito della donna,
-comecchè dessa sparga i primi più efficaci semi della
-religiosa educazione nei teneri petti de' fanciulli, dessa
-accuratamente veglia alle domestiche cose, mentre il
-marito s'occupa degli affari e degli studi
-religiosi” <a id="FNa_181"></a><a href="#Fn_181" class="fna">(181)</a>.
-</p>
-
-<p>
-“L'uomo deve nutrirsi d'alimenti che sieno al dissotto
-della sua fortuna, vestirsi come la sua fortuna gli consente,
-ma provvedere ai bisogni di sua moglie e dei
-suoi figli al dissopra della sua fortuna, perocchè questi
-ultimi dipendano da lui, egli dal Creatore dell'Universo” <a id="FNa_182"></a><a href="#Fn_182" class="fna">(182)</a>.
-</p>
-
-<p>
-“Se la tua sposa è di bassa statura, e tu ti china per
-udirne il
-parere” <a id="FNa_183"></a><a href="#Fn_183" class="fna">(183)</a>.
-</p>
-
-<p>
-“Ogni perdita può ripararsi, eccetto che quella della
-donna del nostro cuore. Il marito non muore che per
-sua moglie, e la donna che per suo
-marito” <a id="FNa_184"></a><a href="#Fn_184" class="fna">(184)</a>.
-</p>
-
-<p>
-Il Talmud del resto non è estraneo a nessuno di quei
-gentili sentimenti dei quali la età nostra sembra reclamare
-il privilegio.
-</p>
-
-<div>
-<span class="pageno" title="94" id="page-94"></span>
-</div>
-
-<p>
-Fin dal <span class="sc num">xvi</span> secolo il già citato Modena scriveva:
-</p>
-
-<p>
-“Per effetto di pietà si guardano molto anco di non
-tormentare, nè maltrattare, nè far morire crudelmente
-niun animale irrationale, e da che tutte son cose create
-da Dio, dalle parole del Salm. 144.
-<i class="quo" xml:lang="la">Et miserationes eius
-super omnia opera
-eius</i>” <a id="FNa_185"></a><a href="#Fn_185" class="fna">(185)</a>.
-</p>
-
-<p>
-Ed infatti non mancano nel Talmud precetti che sembrano
-articoli staccati dal regolamento di qualche moderna
-società zoofila, e che farebbero balzare dalla gioia
-il cuore di qualunque vecchia pulzellona protestante di
-Londra e di Boston:
-</p>
-
-<p>
-“È proibito all'uomo di prendere alcun cibo, sino a
-che non abbia dato da mangiare ai suoi
-animali” <a id="FNa_186"></a><a href="#Fn_186" class="fna">(186)</a>.
-</p>
-
-<p>
-“Il divieto di maltrattare gli animali è divieto della
-divina
-legge” <a id="FNa_187"></a><a href="#Fn_187" class="fna">(187)</a>.
-</p>
-
-<p>
-“Deve l'uomo tenere per buon augurio, il vedere le
-proprie bestie mangiare e
-saziarsi” <a id="FNa_188"></a><a href="#Fn_188" class="fna">(188)</a>.
-</p>
-
-<p>
-E chiudo questa, troppo lunga, serie di citazioni con
-questa altra, che basta da sola a provare, il concetto
-dell'uguaglianza degli uomini dinanzi a Dio non essere
-monopolio esclusivo di nessuna religione:
-</p>
-
-<p>
-“Presso di noi, il povero è spesso respinto mentre il
-ricco è ascoltato. Ma dinanzi a Dio tutti gli uomini
-sono eguali; egli ascolta i ricchi ed i poveri, le donne
-e gli
-schiavi” <a id="FNa_189"></a><a href="#Fn_189" class="fna">(189)</a>.
-</p>
-
-<p>
-Altre citazioni non faremo, perchè queste bastano a
-dare un'idea esatta del <cite>Talmud</cite> a quelli che non apportano
-nessuna idea preconcetta nell'esame delle questioni.
-</p>
-
-<div>
-<span class="pageno" title="95" id="page-95"></span>
-</div>
-
-<p>
-Quanto agli altri, anco se moltiplicassimo queste citazioni
-all'infinito, non mancherebbero di opporci che abbiam
-citato i brani del <cite>Talmud</cite> che fanno onore a chi li scrisse,
-ed abbiamo taciuto gli altri.
-</p>
-
-<p>
-E certamente, lo abbiamo già detto, lo ripeteremo, e lo
-grideremmo, occorrendo, anche sopra i muricciuoli, vi sono
-nel <cite>Talmud</cite> dei brani che sono lungi dal deporre in favore
-di coloro che li dettarono.
-</p>
-
-<p>
-Ma prima di tutto convien osservare che essi si trovano
-in quella parte del <cite>Talmud</cite> che dicesi <cite>Agadà</cite> e che non
-è obbligatoria per gli
-Ebrei <a id="FNa_190"></a><a href="#Fn_190" class="fna">(190)</a>.
-</p>
-
-<p>
-Ma, dato pure e non concesso, che l'<cite>Halahà</cite>, cioè
-quella parte del <cite>Talmud</cite> che racchiude le prescrizioni
-rituali, contenesse qualche precetto che non fosse intieramente
-in armonia colle idee larghe e liberali del secolo,
-ogni uomo veramente imparziale dovrebbe incolparne, più
-che gli autori del <cite>Talmud</cite>, i tempi e le condizioni, in
-cui scrissero.
-</p>
-
-<p>
-Ciò che ogni Cristiano, ogni uomo ha il diritto di conoscere,
-sono i criteri coi quali gli Ebrei d'oggigiorno
-applicano il <cite>Talmud</cite>, e questi criteri ce li dà il più illustre
-Rabbino italiano del nostro secolo, il più volte citato
-prof. S. D. Luzzatto, di Padova.
-</p>
-
-<p>
-“Del resto qualunque proposizione e qualunque racconto,
-che potessero trovarsi nel <cite>Talmud</cite> o negli altri
-scritti talmudici, i quali fossero in opposizione coi
-sentimenti di universale umanità e giustizia, insinuati
-dalla natura egualmente e dalla Sacra Scrittura, debbono
-riguardarsi non già come dettami della Religione,
-e nemmeno della Tradizione, ma siccome sgraziati
-suggerimenti delle calamitose circostanze e delle pubbliche
-<span class="pageno" title="96" id="page-96"></span>
-e private vessazioni e sevizie cui gli Ebrei andavano
-esposti nei secoli di
-barbarie” <a id="FNa_191"></a><a href="#Fn_191" class="fna">(191)</a>.
-</p>
-
-<p>
-Riassumendo tutto quanto siam venuti dicendo, concluderemo:
-</p>
-
-<p>
-1º Il complesso delle dottrine del <cite>Talmud</cite> è ispirato
-a principii di tolleranza, carità ed amore;
-</p>
-
-<p>
-2º Vi si riscontrano per altro dei brani, frutto di
-opinioni individuali, che ripugnano ai principii moderni.
-</p>
-
-<p>
-3º Questi brani sono rigettati dagli Ebrei moderni,
-siccome il portato naturale delle condizioni di altri tempi;
-sicchè sarebbe altrettanto vano ed odioso far colpa ad
-essi di siffatte teorie, che solennemente ripudiano, quanto
-far colpa alla Chiesa Cattolica di certi brani del Molina,
-dell'Escobar e del Sanchez o delle espettorazioni stupide
-e calunniose di quel sacerdote Rohling, di cui, sormontando
-il ribrezzo che ispirano i rettili, dovremo occuparci
-più tardi.
-</p>
-
-<p>
-Non faccia poi meraviglia il vedere che non abbiamo
-parlato dell'accusa che si muove al <cite>Talmud</cite> di eccitare
-gli Ebrei a frodare coloro che non professano la fede mosaica,
-questo argomento si connette tanto strettamente
-all'altro dell'usura che assieme li verremo svolgendo nel
-futuro capitolo; paghi per ora di por fine a questo, con
-un'ultima citazione, che ci pare abbastanza espressiva:
-“Chi commette ingiustizia verso il forestiero è come la
-commettesse verso
-Dio” <a id="FNa_192"></a><a href="#Fn_192" class="fna">(192)</a>.
-</p>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_54"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_54"><span class="label">(54)</span></a>
-<a href="#birt"><cite xml:lang="en">History of cristianyty from the birt
-of Christ to the
-extinction of paganism by Dan H.H. Milmann.</cite></a>
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_55"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_55"><span class="label">(55)</span></a>
-Lo stesso fatto si ripete per le tradizioni che servono
-di spiegazione al Zend-Avesta e che si fanno risalire allo
-stesso Zoroastro. (Cfr. <span class="sc aut">Spiegel</span>,
-<cite>Erân</cite>, pag. 365). Nella letteratura
-indiana i nomi degli autori dei principali <cite>Upanishads</cite>
-sono del paro sconosciuti. “E deve essere così, nota l'illustre
-Max Müller, per questa sorta di opere; perocchè contengono
-trattati sulle più elevate questioni, i quali perderebbero ogni
-autorità se fossero presentati agli occhi del popolo come opera
-dell'immaginazione di un uomo.” (<cite xml:lang="en">History of
-ancient sanskrit literature</cite>, ed. 2, pag. 327).
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_56"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_56"><span class="label">(56)</span></a>
-<cite class="sc">Avod</cite>, capo I, § 1.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_57"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_57"><span class="label">(57)</span></a>
-Questi, a nostro subordinato parere, dimenticano che il
-monopolio dello studio della legge non è, e non fu mai
-nell'indole della religione mosaica. Nei tempi biblici, sacerdoti
-e leviti non formarono mai una casta
-privilegiata — <em xml:lang="la">Lex
-major sacerdotio</em> — ma costituivano la parte più
-dipendente e meno provveduta di tutta la nazione: “<i class="quo">Tu
-non avrai alcuna eredità nella terra loro e non avrai parte
-fra loro</i>” (<cite class="sc">Num.</cite> <span class="sc num">xviii</span>,
-20). Moltissimi profeti e dottori non
-appartenevano a caste sacerdotali o levitiche ma uscivano
-dalle infime classi del popolo. Nei tempi talmudici poi, la
-maggior parte dei più eminenti dottori non furono che
-umili artigiani: fabbricanti di tende o di sandali, tessitori,
-falegnami, conciatori, fornai, cuochi. Un presidente dell'accademia
-nominato in luogo di un altro, che era stato deposto
-per la sua insolenza, venne trovato da coloro che si recavano
-ad annunziargli la sua elezione, nero e sudicio fra i suoi
-mucchi di carbone; nè di ciò potrà meravigliarsi chi sappia
-essere scritto nel Talmud: “<i class="quo">È bella la scienza
-religiosa accoppiata
-al lavoro; congiunti insieme salvano dal peccato.
-Scienza religiosa senza lavoro si perde e mena al male.</i>”
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_58"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_58"><span class="label">(58)</span></a>
-Gli Ebrei non sarebbero stati i soli fra i popoli orientali
-a diffidare dei commentatori. È notevolissimo su di essi,
-questo giudizio che ci vien proprio dalla terra classica dei
-commentatori: “Quello che è troppo oscuro lo tralasciano,
-e ti dicono: è cosa chiara; nelle cose chiare si perdono in infinite
-lungaggini, con gran paroloni, con molte chiacchiere che
-non fanno al caso, causano confusione a chi li sente: insomma
-tutti i commentatori imbrogliano le cose.” Così Bhojatâjâ
-nel commento al Pâtanjalam yogasutram (<cite xml:lang="en">The yoga
-aphorisms</cite>, Calcutta, 1851, Bibl. Indica).
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_59"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_59"><span class="label">(59)</span></a>
-<cite xml:lang="de">Israelitischen Annalen</cite> del dott.
-<span class="sc aut">Jost</span>, anno 3º, vol. <span class="sc num">i</span>,
-pag. 143 et <cite xml:lang="la">alibi</cite>.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_60"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_60"><span class="label">(60)</span></a>
-È un fatto costante l'antipatia degli Ebrei per le leggi
-codificate. Anche il Talmud, come vedremo, è ben lungi dall'aver
-forma di legge; è una raccolta di discussioni e non
-più, sicchè si può dire che il primo a dar forma di codice
-alla tradizione presso gli Ebrei, fosse il Maimonide, che del
-resto fu perciò aspramente criticato da molti ed anche ai nostri
-giorni da S. D. Luzzatto. (V. <cite xml:lang="de">Israelitischen Annalen</cite>
-di <span class="sc aut">Jost</span>,
-Francoforte s. M. Anno <span class="sc num">iii</span>, 1841, pag. 21 e 22).
-Se un giorno
-potrà stabilirsi che il divieto di scrivere la tradizione presso
-gli Ebrei, proveniva dal desiderio di lasciar aperta la porta a
-continue modificazioni della legge orale, senza scemarne il
-prestigio, sarà curioso trovare, in tanta differenza di tempi e
-di costumi, presso gli Ebrei, lo stesso sentimento che impedisce
-agli inglesi di codificare la loro costituzione, sicchè
-mantenendosi fedeli al loro vecchio adagio
-<i class="quo" xml:lang="la">Nolimus leges Angliae
-mutari</i> camminano pur sempre alla testa di ogni <em>vero</em>
-progresso politico. Ed a questo proposito giovi, per completare
-il parallelo, far notare che l'assioma talmudico, <i class="quo">la consuetudine
-sradica la legge</i>, (<cite class="sc">Talmud Gerosol.</cite>,
-<cite>Bavà Mezià</cite>,
-capo <span class="sc num">vii</span> in principio) è massima sempre
-viva in Inghilterra.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_61"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_61"><span class="label">(61)</span></a>
-Lo stesso accade agli Indiani: una parte della loro letteratura
-non fu conservata che per tradizione orale: “Non si
-può farsi un'idea, dice Max Müller (<cite>Op. cit.</cite>, pag. 501), delle
-potenti facoltà che acquista la memoria in un organismo sociale
-tanto differente dal nostro, quanto i <cite>Parishad</cite> indiani lo
-sono dalle nostre Università. La forza della memoria, quale
-noi la vediamo e l'intendiamo, mostra come le nozioni che
-noi abbiamo dei limiti di questa facoltà siano del tutto arbitrarie.
-La nostra memoria fu da tempo remotissimo sistematicamente
-indebolita. Oggi ancora che i manoscritti non sono
-nè rari, nè cari, i giovani bramini non apprendono i canti
-dei Veda, i Brâhmana ed i Sutra se non per tradizione orale
-e mandandoli a memoria.” A queste osservazioni dell'illustre
-professore di Oxford aggiungeremo che oggi ancora nei paesi
-dove gli Ebrei studiano il Talmud non è difficile trovare
-giovanetti che lo sanno quasi intieramente a memoria, sicchè
-possono a prima vista trovare, in quella immensa e disordinata
-farraggine, il brano che da loro si richiede; sei o sette
-anni or sono tutti i giornali parlarono di un giovane ebreo
-di 25 anni, David Rosenfeld, di Minsk in Russia, che non
-soltanto sapeva tutto il <cite>Talmud</cite> a memoria e poteva indicare
-in qual pagina si trovasse ogni frase che gli si accennava,
-ma aveva nello stesso modo presenti alla memoria i
-due vasti commentarii di quell'opera: <cite>Rascì</cite> e
-<cite>Tossafot</cite>. Ciò
-del resto non deve far meraviglia allorquando si pensa che
-nella Legge di Mosè sta scritto: “Tu li ripeterai ai tuoi figliuoli,
-e ne parlerai con essi, stando in casa, camminando
-per la via e coricandoti ed alzandoti.”
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_62"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_62"><span class="label">(62)</span></a>
-La <cite>Mischnà</cite> venne pubblicata con una versione latina
-del testo e dei commentari di Maimonide e di Bartenora ed
-accompagnata da note di parecchi dotti, per opera del Surenusio
-in Amsterdam 1698–1703, volumi 6 in folio. Se ne ha
-pure cogli stessi commenti una versione spagnuola, Venezia,
-1601, ed una tedesca ne pubblicò il Rabe in Anspach nel 1761.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_63"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_63"><span class="label">(63)</span></a>
-<em>Tanà</em> è verbo caldaico, corrispondente all'ebraico <em>Scianà</em>
-che vale <em>insegnare</em>, sicchè <em>Tanaim</em> varrebbe
-<em>maestri</em> come
-<cite>Mischnà</cite> significa <em>insegnamento</em>.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_64"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_64"><span class="label">(64)</span></a>
-Voglia, signor lettore, notare che la legge orale di un popolo
-che vedremo più tardi accusato di disprezzare i lavori
-della campagna, si apre appunto con un trattato sull'agricoltura.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_65"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_65"><span class="label">(65)</span></a>
-Nelle novelle di Giustiniano la <cite>Mischnà</cite> è designata
-sotto il nome di
-<span xml:lang="grc" title="deuterôsis" id="deuterosis">δευτέρωσις</span>
-(Cfr. <cite class="sc">Novella</cite> 146, 1 e
-<span class="sc aut">Sant'Agostino</span>,
-<cite xml:lang="la">Contra adversar. legis et prophetarum</cite>,
-<span class="sc num">ii</span>, 1). Questa
-parola greca che significa <em>seconda legge</em>, non traduce esattamente
-la parola <em>mischnà</em>. L'errore proviene dall'avere il verbo
-<em>scianà</em> due significati, <em>insegnare</em> e <em>ripetere</em>,
-e dall'avere taluni
-creduto che in questo secondo significato anzichè nel
-primo si dovesse cercare l'origine della parola <em>mischnà</em>.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_66"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_66"><span class="label">(66)</span></a>
-<cite class="sc">Abot</cite>, capo <span class="sc num">ii</span>.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_67"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_67"><span class="label">(67)</span></a>
-<cite class="sc">Bavà Metzià</cite>, 30, 6.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_68"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_68"><span class="label">(68)</span></a>
-<cite class="sc">Peà</cite>, cap. <span class="sc num">i</span>.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_69"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_69"><span class="label">(69)</span></a>
-<cite class="sc">Chiduscim</cite>, 40, 6.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_70"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_70"><span class="label">(70)</span></a>
-<cite class="sc">Ghittin</cite>, cap. 5, Mischnà, 8.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_71"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_71"><span class="label">(71)</span></a>
-Il nome di <em>talmud</em> deriva dal verbo <em>lamad</em> apprendere,
-insegnare, quasi a dire: dottrina, insegnamento.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_72"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_72"><span class="label">(72)</span></a>
-I professori S. D. Luzzatto e Graetz opinano, contro
-l'autorità del Maimonide, che tanto la <cite>Ghemarà</cite> di Gerusalemme,
-quanto l'altra di Babilonia non sieno state poste in
-iscritto che molti anni dopo la morte dei rispettivi compilatori.
-Come già osservammo a proposito della <cite>Mischnà</cite> è questione
-controversa assai, ed a noi basti averla accennata.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_73"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_73"><span class="label">(73)</span></a>
-Sora, città della Mesopotamia, posta in una regione fertilissima,
-sui laghi formati dall'Eufrate, e di cui uno appunto
-era chiamato Sora. Rab, detto anche Abbà Areckha, vi stabilì
-una scuola importante, quella di Neardeà non potendo bastare
-per tutta la popolazione ebraica fra il Tigri e l'Eufrate.
-V. <span class="sc aut">Neubauer</span>,
-<cite xml:lang="fr">La Géographie et le Talmud</cite>, Parigi, 1868,
-p. 343.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_74"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_74"><span class="label">(74)</span></a>
-Heine giudicando, col suo istinto di poeta, il Talmud,
-che non aveva mai letto, definisce nel
-<cite xml:lang="de">Romancero</cite>, l'<cite>Agadà</cite>
-un giardino, e l'<cite>Alachà</cite> una sala di scherma.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_75"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_75"><span class="label">(75)</span></a>
-La lettura del Talmud, dice <span class="sc aut">Stern</span>
-(<cite xml:lang="de">Ueber den Talmud</cite>,
-Wurzbourg, 1875, p. 21), prova che i suoi compilatori sono a
-giorno della scienza contemporanea e che accolgono la verità
-dovunque si trovi. L'osteologia del corpo umano è spiegata nel
-Talmud in un modo quasi conforme ai portati della scienza attuale.
-Il Talmud spiega diverse asserzioni della <cite>Mischnà</cite> mercè
-proposizioni geometriche che a quell'epoca dovevano essere
-note soltanto ad un piccolissimo numero di matematici. Il calendario
-elaborato da' dottori del Talmud può dirsi relativamente
-al tempo in cui venne compiuto, un vero capolavoro per
-l'abilità con cui seppero risolvere la duplice difficoltà che si parava
-loro dinanzi, evitare che alcune date feste non avessero
-a cadere in alcuni dati giorni della settimana, senza incorrere
-nell'altro gravissimo inconveniente di una soverchia disuguaglianza
-nella lunghezza degli anni. (Cfr. <span class="sc aut">S. D. Luzzatto</span>,
-<cite>Discorsi storico-religiosi</cite>, Padova, Crescini, 1870, pag. 16 e
-17 in nota).
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_76"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_76"><span class="label">(76)</span></a>
-<cite xml:lang="en">Jerusalem and Tiberias, Sora and Cordova, an
-Introduction to the study of Hebrew, Literature by J. W.
-Etheridge M. A. Ph. D.</cite>
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_77"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_77"><span class="label">(77)</span></a>
-<span class="sc aut">J. Salvador.</span> <cite xml:lang="fr">Hist.
-des Institut. de Moise et du peuple
-Hebreu.</cite> Paris, Levy, 1862, tome <span class="sc num">ii</span>, p. 311.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_78"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_78"><span class="label">(78)</span></a>
-<span class="sc aut">Blanqui</span>,
-<cite xml:lang="fr">Hist. de l'Ec. Pol.</cite> Paris, 1860,
-vol. <span class="sc num">i</span>, pagina 143.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_79"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_79"><span class="label">(79)</span></a>
-Imparziali sempre, non negheremo che vi siano nel
-Talmud sciocchezze puerili. Vi si discute quanti peli bianchi
-può avere una giovenca rossa, perchè si possa chiamar rossa;
-se il gran sacerdote doveva indossare prima una od altra
-parte dei suoi indumenti; se è lecito di sabato uccidere una
-pulce od un pidocchio; quando e come si possa mangiare un
-uovo fatto da una gallina in giorno festivo; ed altre simili
-insanità. Ma, di grazia, coloro che a siffatte questioni legarono
-il nome di <em>bizantine</em> erano ebrei? Passiam oltre dunque ridendo,
-perchè c'è di che ridere, ma ripetendo con Terenzio:
-<i class="quo" xml:lang="la">Homo sum umani nihil a me alienum puto.</i>
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_80"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_80"><span class="label">(80)</span></a>
-Trattato <cite class="sc">Soferim</cite>.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_81"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_81"><span class="label">(81)</span></a>
-<span class="sc aut">Franz Delitsch</span>,
-<cite xml:lang="de">Gesch. der jüd. Poesie</cite>,
-p. <span class="sc num">ix</span>.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_82"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_82"><span class="label">(82)</span></a>
-<cite xml:lang="fr">Revue Britannique</cite>, 1868,
-tomo <span class="sc num">i</span>, pag. 424.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_83"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_83"><span class="label">(83)</span></a>
-<cite>Op. cit.</cite>, p. 451, nota n. 8 al cap. <span class="sc num">ii</span>.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_84"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_84"><span class="label">(84)</span></a>
-<cite>Cozri</cite>, discorso <span class="sc num">iii</span>.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_85"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_85"><span class="label">(85)</span></a>
-Non a caso, fra le stupide fole con cui si tentò, da
-fanatici imbecilli, disonorare la religione di Cristo, cito questa
-di Maria Lateau. Nel corso di questo lavoro dovremo occuparci
-di un tale professore dell'Università di Praga che colla
-stessa penna con cui sciolse anni sono un peana alla ciurmatrice
-belga va ora accatastando calunnie e menzogne contro
-gli Ebrei; ho nominato il famigerato prof. Rohling.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_86"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_86"><span class="label">(86)</span></a>
-<cite class="sc">Maccot</cite>, cap. <span class="sc num">iii</span>.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_87"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_87"><span class="label">(87)</span></a>
-Saadia ben Josef, capo dell'Accademia di Sora, ed il
-più illustre fra gli ebrei del <span class="sc num">x</span> secolo,
-nella sua opera
-<cite>Haemunoth Vehadeoth</cite> riconosce assieme alla scrittura ed
-alla tradizione l'autorità della ragione, proclama non soltanto
-il diritto, ma il dovere di esaminare la credenza religiosa, e
-dimostra come la religione, ben lungi dall'avere a temer la
-ragione, possa trovarvi un solido appoggio.
-<span class="sc aut">Munk</span> <cite xml:lang="fr">Melanges de
-phil. juive</cite>, p. 478.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_88"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_88"><span class="label">(88)</span></a>
-Nulla, più della storia del Talmud, giova a provare
-come la violenza sia impotente a combattere le idee. Il
-Talmud fu proibito in epoche nelle quali il divieto della
-Chiesa non si limitava, come ora, ad una platonica iscrizione
-nell'<cite xml:lang="la">Index librorum prohibitorum</cite>.
-Giustiniano, nel 553 dell'êra
-nostra, lo proscrive, consacrandogli una intiera novella,
-la <span class="sc num">cxlvi</span>. Il re di Francia, San Luigi,
-fece bruciare, nelle vie
-di Parigi, 24 carrettate di scritti talmudici. A Cremona, un
-monaco fanatico vantò di averne bruciato dodici mila esemplari.
-In un periodo di meno di cinquanta anni, durante la
-ultima metà del secolo <span class="sc num">xvi</span>,
-il Talmud venne bruciato non
-meno di sei differenti volte e non ad esemplari isolati, ma
-in massa, a carra. Giulio III pronunciò il suo bando, contro
-quello che egli chiama erroneamente il <cite>Talmud Gemaroth</cite>,
-nel 1553 e nel 1555; Paolo IV nel 1559; Pio V nel 1566;
-Clemente VIII nel 1592 e nel 1599. Pio IV autorizzandone
-una nuova edizione stipulava espressamente che sarebbe pubblicato
-col nome di Talmud. <i class="quo" xml:lang="la">Si tamen prodierit sine nomine
-Talmud tolerari deberet.</i> Ai tempi di Massimiliano imperatore,
-il dottissimo Reuchlin potè, soltanto dopo fierissima lotta,
-ottenere che non si assecondassero i voti di un Pfefferckorn,
-fanatico ebreo rinnegato, che eccitava l'imperatore a far bruciare
-tutti gli esemplari di questo libro. I particolari di questa
-strana contesa, che divise il mondo dotto di allora in due
-grandi partiti si possono leggere nelle <cite xml:lang="la">Epistolae obscurorum
-virorum</cite>. Fino al principio del decimosettimo secolo la persecuzione
-verso i detentori di libri ebraici era spinta al punto
-che una famiglia di ebrei portoghesi stabilitasi a Londra,
-conserva tuttora preziosamente come una rarità ereditaria un
-esemplare della scrittura, stampato in caratteri romani anzichè
-in ebraici, perchè nei giorni oscuri della persecuzione
-bisognava ingannare i domestici cattolici sulla natura ed il
-contenuto del libro. Eppure malgrado tutto ciò le edizioni ed
-i manoscritti del Talmud ci pervennero in tanta copia, che
-una sola descrizione bibliografica di essi ci occuperebbe molte
-e molte pagine! È proprio il caso di esclamare, con Terenziano
-Mauro: <i class="quo" xml:lang="la">Habent sua fata libelli</i>.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_89"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_89"><span class="label">(89)</span></a>
-Gli Arabi, al tempo della loro dominazione in Ispagna
-non avevano del Talmud il triste concetto che ne hanno molti
-cristiani, e ciò per una buona ragione, che essi cioè lo conoscevano
-nella sua integrità, Rabi Joseph avendone, verso
-la fine del <span class="sc num">x</span> secolo, compiuta una
-traduzione in arabo per
-ordine del califo Haschem II. Fu forse per ciò che due secoli
-dopo molti fra gli Ebrei di Spagna avendo preteso negare
-ogni autorità al Talmud, e la questione essendo stata portata
-dinanzi al Re Alfonso VII, questi proscrisse quelli fra gli
-Ebrei che non volevano osservare le leggi talmudiche.
-</p>
-
-<p class="foot">
-Il Talmud era ancora troppo noto in Ispagna perchè lo si
-potesse calunniare impunemente! (Cfr. <span class="sc aut">Basnage</span>,
-<cite xml:lang="fr">Hist. des
-Juifs</cite>, libro <span class="sc num">vii</span>,
-cap. <span class="sc num">viii</span>, t. 4, pag. 1611;
-<span class="sc aut">Bartoloccius</span>,
-<cite>Bibl. Rabb.</cite>, t. <span class="sc num">iii</span>;
-<a href="#gans"><span class="sc aut">Davide</span>,
-<cite>Ganz Tzemach David.</cite></a>, p. 130;
-<cite class="sc">Jochassim</cite>, p. 126).
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_90"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_90"><span class="label">(90)</span></a>
-Il celebre Alfonso de Candolle nella sua <cite xml:lang="fr">Histoire de
-la science et des savants</cite> così parla degli Ebrei: “Se l'Europa
-fosse abitata da soli Ebrei, avremmo uno spettacolo
-stupendo. Non più guerre, non più leso il sentimento morale,
-nè milioni d'uomini strappati alle industrie ed agli
-studi. I debiti degli Stati sarebbero minimi e quasi sconosciute
-le contribuzioni. Il culto fiorirebbe altamente.
-L'industria ed il commercio prenderebbero sviluppo assai
-maggiore. Pochi delitti. La forza non si impiegherebbe
-quasi mai. La ricchezza del popolo in generale si eleverebbe
-immensamente, mercè un intelligente e moderato lavoro
-congiunto a sana economia. Queste ricchezze servirebbero a
-spandere una carità senza limiti. La potestà religiosa, i ministri
-del culto non verrebbero mai a conflitto collo Stato.”
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_91"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_91"><span class="label">(91)</span></a>
-Usiamo espressamente in questo caso la parola rinnegato
-anzichè quella di convertito, perocchè altrettanto ci
-sembrano degni di rispetto e di venerazione coloro che, mossi
-da profonda convinzione, abbandonano la fede avita per abbracciare
-quella che credono migliore, e si adoperan poi con
-mezzi di carità a procacciare ciò che essi reputano la salvezza
-morale dei loro antichi correligionari, altrettanto sentiamo
-disprezzo ed esecrazione per coloro che, da qualsivoglia
-sentimento mossi, scagliano calunnie contro la fede in cui
-sono nati ed in cui vissero i loro genitori. Ai convertiti come
-i Lehmann, i Ratisbonne, i Pasquali ogni onesto deve rispetto;
-ai rinnegati come il Medici, come il Padre Alfonso
-Spina, rettore dell'Università di Salamanca, il quale nel
-<cite xml:lang="la">Fortalitium fidei</cite> afferma — e
-niuno più di lui sapeva di
-mentire — che gli Ebrei perdono ogni mese una certa quantità
-di sangue, a tutti coloro infine dei quali il Talmud ha
-detto: <i class="quo">Tal fiata si toglie dalla foresta un tronco per farlo
-manico a scure che ne abbatta tutti gli altri</i>
-(<cite class="sc">Sanhedrin</cite> <span class="sc num">iv</span>),
-sia condegna mercede il fico di Giuda.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_92"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_92"><span class="label">(92)</span></a>
-Il dotto talmudista signor R. N. Rabinowitz di Monaco
-sta pubblicando un lungo lavoro intitolato <cite>Dikdukè soferim</cite>
-in cui riduce alla vera lezione i passi del <cite>Talmud</cite> di
-cui si hanno varianti. Questo lavoro è il frutto del confronto
-da lui fatto non soltanto di infinite edizioni del Talmud, ma
-di quanti mss. gli fu dato confrontare nelle diverse biblioteche
-d'Europa. Il compimento di questa opera paziente è
-tanto più ardentemente atteso che il Talmud è ormai reso
-irriconoscibile dalle continue e spesso inintelligenti mutilazioni
-che vi introdussero i censori. La stessa edizione di
-Basilea 1578 che è fra le antiche la più nota e la più facile
-a trovarsi fu in siffatta guisa mutilata e snaturata per opera
-del censore Marco Marino da Brescia, da divenire in varii
-punti grottesca. Più integra, ma difficilissima a rinvenirsi, è
-l'edizione che ne diede il Bamberg a Venezia (1520–3) e che
-è la prima, dopo quella dei celebri Soncino, di cui non rimangono
-che pochi trattati. Chi volesse farsi un'idea di ciò che
-era negli scorsi secoli la censura dei libri ebraici, legga un
-articolo di Emanuele Deutsch, l'eminente conservatore del
-<cite xml:lang="en">British Museum</cite>, nella
-<cite xml:lang="en">Quarterly Rewiew</cite> di ottobre 1867,
-ed un altro <cite>Un curiosissimo incidente storico</cite> del cav. Mortara
-a pag. 161 dell'<cite>Educatore Israelita</cite> di Vercelli, anno 1862.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_93"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_93"><span class="label">(93)</span></a>
-<cite class="sc">Sanhedrin</cite>, fol. 38.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_94"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_94"><span class="label">(94)</span></a>
-<cite class="sc">Soferim</cite>, fol. 15, 10.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_95"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_95"><span class="label">(95)</span></a>
-Malgrado questo odio inesplicabile contro i medici il
-Talmud contiene nozioni preziose di medicina.
-(Cfr. <span class="sc aut">Ginsburger</span>,
-<cite xml:lang="la">Medicina ex thalmudicis</cite>;
-<span class="sc aut">Haller</span>, <cite>Bibl. medica</cite>,
-lib. 2); questa scienza era da lungo tempo praticata dagli
-Ebrei. Oltre i precetti di igiene che occupano tanta parte
-nella legge di Mosè, l'Esodo pare accenni proprio in vari
-punti (<span class="sc num">xv</span>,
-26 — <span class="sc num">xxi</span>, 19)
-all'esistenza di medici. Sotto i re,
-medicina e chirurgia fanno progressi. Salomone si occupa della
-ricerca delle virtù delle piante, e il libro dei Re ci mostra
-Isaia curare e guarire il re Ezecchia. L'uso del balsamo ed
-i medici son noti a Geremia (<span class="sc num">viii</span>, 22):
-“Non vi è egli alcun
-balsamo in Galaad? non vi è egli alcun medico?” E ad
-Ezechiele (<span class="sc num">xxx</span>, 21): “Figliuol d'uomo,
-io ho rotto il braccio
-di Faraone re d'Egitto; ed ecco non è stato curato applicandovi
-de' medicamenti, e ponendovi delle fascie per fasciarlo e
-per fortificarlo per poter tenere in mano la spada.” [Cfr.
-<span class="sc aut">Prunelle</span>, <cite xml:lang="fr">Discours
-sur l'influence de la médecine sur la
-renaissance des lettres</cite> (nota 3, p. 92);
-<span class="sc aut">Salvador</span>, <cite>Op. cit.</cite>,
-p. 264; <span class="sc aut">Pasqualigo</span>,
-<cite>Della condizione delle mediche scienze
-presso il popolo Ebreo</cite>, Piacenza, Mancherotto, 1870]. Quanto
-poi gli Ebrei, malgrado lo strano anatema talmudico, coltivassero
-con profitto la medicina, è a tutti noto, come del paro
-è noto che nei primi secoli del Medio Evo, e prima che venissero
-in fiore le scuole di Salerno e di Montpellier, che del
-resto furono fondate principalmente da Ebrei, (cfr.
-<span class="sc aut">Prunelle</span>,
-<cite>Op. cit.</cite>, p. 44 e 60, e <span class="sc aut">Austruc</span>,
-<cite xml:lang="fr">Hist. de la fac. de méd. de
-Montpellier</cite>, p. 14), essi furono quasi i soli ad esercitare l'arte
-salutare nel mondo allora conosciuto.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_96"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_96"><span class="label">(96)</span></a>
-Il Talmud stesso deplora talvolta queste discussioni interminabili
-che fanno considerare la legge come due leggi, ed
-altrove attribuisce queste controversie all'orgoglio dei dottori
-(<cite xml:lang="fr">Archives Israélites de France</cite>, anno
-<span class="sc num">i</span>, 1840, pag. 586–587).
-A parer nostro queste controversie non sono che la conseguenza
-naturale dell'opinione che i rabbini esprimono con
-una delle solite iperboli, dicendo che la legge ha settanta
-faccie, ciò che vuol dire che ogni parola uscita dalla bocca
-di Dio è suscettibile di almeno settanta interpretazioni diverse;
-dottrina questa che il Santo Vescovo di Ippona accetta
-nelle sue confessioni; dove dice varii e numerosi essere i sensi
-della Scrittura. Se poniam mente oltre a ciò che i dottori del
-Talmud furono duemila e duecento otto, c'è da meravigliare
-che i trentasei trattati del Talmud che pervennero soli sino
-a noi, abbraccino soltanto (coi due commentarii più importanti;
-il Rascì e Tossafot) 2947 fogli, ripartiti in 12 vol. in foglio.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_97"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_97"><span class="label">(97)</span></a>
-<cite class="sc">Sanhedrin</cite>, fol. 58.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_98"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_98"><span class="label">(98)</span></a>
-<cite>Hiruvim</cite>, fol. 63.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_99"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_99"><span class="label">(99)</span></a>
-Tomo 2, pag. 903.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_100"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_100"><span class="label">(100)</span></a>
-<cite class="sc">Kamà</cite>, fol. 38.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_101"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_101"><span class="label">(101)</span></a>
-Si allude qui al passo del Levitico (<span class="sc num">xviii</span>, 5)
-dove è
-scritto: Osservate, dico, i miei statuti e le mie leggi, le
-quali chiunque metterà in opera vivrà per essi.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_102"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_102"><span class="label">(102)</span></a>
-<cite class="sc">Sifrà</cite>, sez. <cite>Acharè-Mod</cite> verso la fine.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_103"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_103"><span class="label">(103)</span></a>
-<cite class="sc">Jevamot</cite>, 61 a.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_104"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_104"><span class="label">(104)</span></a>
-<cite class="sc">Numeri</cite> <span class="sc num">xix</span>, 14.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_105"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_105"><span class="label">(105)</span></a>
-Veggansi <cite class="sc">Tossafod</cite>, <cite class="sc">Jevamod</cite>,
-fol. 61. <cite>Smemagheâgn</cite>
-e l'opera del rabbino <span class="sc aut">Mosè Kunchyed</span>, intitolata
-<cite>Ben Jochai</cite>,
-pag. 27.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_106"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_106"><span class="label">(106)</span></a>
-Credo aver provato la falsità della accusa mossa al
-Talmud, ma se qualcuno riescisse proprio a convincermi, locchè
-non credo, che gli Ebrei consideravano gli altri popoli siccome
-bestie, risponderei che chi è senza peccato lanci la prima
-pietra, certo che non potrebbero lanciarla neppure i Cristiani.
-Trovo infatti nel dottissimo libro del signor Dumont:
-<cite xml:lang="fr">Justice criminelle des Duchés de Lorraine et de Bar, de
-Bassigny et des Trois Evêchés</cite> (Nancy, 1848, 2 vol. in 8º),
-questa curiosissima notizia. Dopo aver parlato delle leggi
-criminali contro coloro che si rendevano colpevoli di atti
-di libidine contro natura sulle bestie, soggiunge (p. 184, v.
-<span class="sc num">ii</span>):
-“Ciò che si durerà fatica a credere è che a questa categoria
-di delitti venivano ascritti anche i rapporti naturali dei due
-sessi cogli infedeli, come per esempio Turchi ed Ebrei, per
-la ragione che la nostra santa religione
-<em class="sc">li considera come bestie</em>,
-non per natura, ma per la loro durissima
-malizia, la Fede proibendo di conversare con loro ed a
-maggior ragione di giacere e di conversare carnalmente
-con essi loro.” Si noti che mentre la frase del Talmud
-rimaneva nella peggior ipotesi <i class="quo" xml:lang="la">telum
-imbelle sine ictu</i>, la
-disposizione benignissima che ho testè riferito conduceva a
-questa pratica applicazione. Siccome nel caso di bestialità,
-la bestia, strumento passivo, veniva bruciata assieme al colpevole,
-perchè, dicevano, bisognava annientare tutto quanto
-poteva rammentare un così orribile scandalo, così un'ebrea od
-una mussulmana anche se violentemente stuprata da un cristiano,
-doveva venir con esso bruciata! E dire che noi Europei,
-con questi esempi in casa nostra, osiamo tuttodì calunniare
-l'Islam e parlare di giustizia turca!
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_107"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_107"><span class="label">(107)</span></a>
-<cite class="sc">Avod</cite>, 3, 19.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_108"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_108"><span class="label">(108)</span></a>
-N. 3 del 16 giugno 1883.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_109"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_109"><span class="label">(109)</span></a>
-Veggasi quanto su questo argomento scriveva tre secoli
-or sono il dottore Davide de Pomis (<cite xml:lang="la">De Medico Ebreo</cite>,
-<cite xml:lang="la">sectio septima</cite>): Cfr.
-<span class="sc aut">Lampronti</span>, <cite>Dizionario Rituale</cite>
-e <span class="sc aut">Benedetto</span>,
-<cite>Apologetica</cite>. Mantova, 1775.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_110"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_110"><span class="label">(110)</span></a>
-<cite class="sc">Holin</cite>, fol. 13 b.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_111"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_111"><span class="label">(111)</span></a>
-<cite class="sc">Talmud Perck Helek</cite>,
-pag. 105. — <cite class="sc">Tossaftà</cite>,
-cap. <span class="sc num">xiii</span>.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_112"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_112"><span class="label">(112)</span></a>
-<cite class="sc">Sanhedrin</cite>, 56 a.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_113"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_113"><span class="label">(113)</span></a>
-<cite class="sc">Haghigà</cite>, 13, 1.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_114"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_114"><span class="label">(114)</span></a>
-<span class="sc aut">Luzzatto</span>, <cite>Teol. morale israelitica</cite>.
-Padova, Bianchi,
-pag. 27.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_115"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_115"><span class="label">(115)</span></a>
-<span class="sc aut">Plantavitius</span>, <cite xml:lang="la">Florilegium
-rabbinicum</cite>, pag. 216,
-n. 1428.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_116"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_116"><span class="label">(116)</span></a>
-<cite class="sc">Talmud</cite>, <cite>Tahanid</cite>, cap. 3. Chi ne
-avesse agio legga
-in <cite>Parabole, leggende e pensieri raccolti dai libri talmudici</cite>
-dal prof. Giuseppe Levi, Firenze, Le Monnier, 1861, la novella
-di cui questa massima non è che la morale, e legga
-l'intiero libro chi vuol formarsi del Talmud un esatto concetto.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_117"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_117"><span class="label">(117)</span></a>
-<cite class="sc">Sabat</cite>, <span class="sc num">i</span>.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_118"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_118"><span class="label">(118)</span></a>
-<cite class="sc">Abot</cite> di Rabbi Natan, <span class="sc num">xli</span>.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_119"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_119"><span class="label">(119)</span></a>
-Leggi Ripuarie, tit. <span class="sc num">xlvi</span>;
-<span class="sc aut">Montesquieu</span>, <cite xml:lang="fr">Esprit des
-lois</cite>, libro <span class="sc num">xxx</span>, cap. 20.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_120"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_120"><span class="label">(120)</span></a>
-<cite class="sc">Baraidà deribbi Ismael</cite>.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_121"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_121"><span class="label">(121)</span></a>
-<cite class="sc">Talmud Jerusalmì</cite>, <cite>Nedarim</cite>,
-<span class="sc num">ix</span>.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_122"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_122"><span class="label">(122)</span></a>
-<cite class="sc">Rabot</cite>, pag. 28, a.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_123"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_123"><span class="label">(123)</span></a>
-Hillel fu, siccome è noto, illustre caposcuola del tempo
-di Erode.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_124"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_124"><span class="label">(124)</span></a>
-<cite class="sc">Talmud</cite>, <cite>Trattato Sciabad</cite>, pag. 31. Cfr.
-<span class="sc aut">Plantavitius</span>,
-<cite xml:lang="la">Flor.</cite>, p. 261, n. 1393.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_125"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_125"><span class="label">(125)</span></a>
-<cite class="sc">Berescid Rabbà</cite>, cap. 24, Cfr.
-<cite class="sc">Genesi</cite>, <span class="sc num">v</span>, 1.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_126"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_126"><span class="label">(126)</span></a>
-<cite class="sc">Talmud</cite>, <cite>Jevamot</cite>, pag. 13.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_127"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_127"><span class="label">(127)</span></a>
-<cite class="sc">Talmud</cite>, <cite>Hiruvim</cite>, fol. 41.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_128"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_128"><span class="label">(128)</span></a>
-Vedi fra i documenti.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_129"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_129"><span class="label">(129)</span></a>
-<cite>Op. cit.</cite>
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_130"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_130"><span class="label">(130)</span></a>
-<cite class="sc">Tanhumà</cite>, Sez. <cite>Scimini</cite>.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_131"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_131"><span class="label">(131)</span></a>
-<cite class="sc">Avod</cite>, <span class="sc num">ii</span>. 5.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_132"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_132"><span class="label">(132)</span></a>
-<cite class="sc">Rabot</cite>, fol. 225, a.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_133"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_133"><span class="label">(133)</span></a>
-<cite class="sc">Talmud</cite>, <cite>Berahot</cite>, fol. 2.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_134"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_134"><span class="label">(134)</span></a>
-<cite class="sc">Talmud</cite>, <cite>Sanhedrin</cite>, 98 b. Cfr.,
-ib. 396 e <cite>Meguillà</cite> 106.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_135"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_135"><span class="label">(135)</span></a>
-<cite class="sc">Jalkut</cite>, pag. 20, 2.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_136"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_136"><span class="label">(136)</span></a>
-<cite class="sc">Jalkut</cite>, <cite>Jeossua</cite>, fol. 9, 2.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_137"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_137"><span class="label">(137)</span></a>
-<span class="sc aut">Leon Modena</span>, <span class="sc aut">Rabi</span>
-ebreo da Venezia. <cite>Historia dei riti ebraici</cite>, Venetia,
-<span class="sc num">mdclxix</span>.
-Appresso li Prodotti, p. <span class="sc num">iv</span> e
-<span class="sc num">xi</span>,
-109 e 110.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_138"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_138"><span class="label">(138)</span></a>
-Lettera inedita di <span class="sc aut">S. D. Luzzatto</span>, Padova,
-26 dicembre
-1836; in <cite>Vessillo Israelitico</cite>, ottobre 1876, p. 325.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_139"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_139"><span class="label">(139)</span></a>
-Da una circolare con cui ordina le preghiere d'uso per
-l'inaugurazione dei lavori parlamentari nell'anno 1876.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_140"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_140"><span class="label">(140)</span></a>
-<span class="sc aut">Paolo Medici</span>, <cite>Riti e costumi degli
-Ebrei confutati</cite>.
-Venezia, Bartoli, <span class="sc num">mdccxlvi</span>.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_141"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_141"><span class="label">(141)</span></a>
-<span class="sc aut">Medici</span>, <cite>op. cit.</cite>, pag. 101–102.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_142"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_142"><span class="label">(142)</span></a>
-Più esattamente <cite>Tahanid</cite>, 27, 2.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_143"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_143"><span class="label">(143)</span></a>
-<cite>Op. cit.</cite>, pag. 129.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_144"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_144"><span class="label">(144)</span></a>
-<cite class="sc">I. Re</cite>, <span class="sc num">xx</span>, 31.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_145"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_145"><span class="label">(145)</span></a>
-<cite class="sc">Jevamod</cite>, fol. 79.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_146"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_146"><span class="label">(146)</span></a>
-<cite class="sc">Jom Tov</cite>, fol. 32.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_147"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_147"><span class="label">(147)</span></a>
-<cite class="sc">Talmud</cite> <cite>Betzà</cite>, 32, 6.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_148"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_148"><span class="label">(148)</span></a>
-<cite class="sc">Ghittin</cite>, 61, a. Nello stesso trattato è raccomandato
-agli israeliti di non impedire agli stranieri idolatri di prendere
-la loro parte di quanto avanza dopo la mietitura e la
-vendemmia. Cfr. <span class="sc aut">Maimonide</span>,
-<cite xml:lang="la">De jure peregrini</cite>,
-<span class="sc num">v</span>. 12.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_149"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_149"><span class="label">(149)</span></a>
-<span class="sc aut">Modena</span>, <cite>op. cit.</cite>, parte 1ª, cap. 14,
-pag. 33.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_150"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_150"><span class="label">(150)</span></a>
-<span class="sc aut">De Gerando.</span>
-<cite>Della beneficenza pubblica</cite>, in Bibl. dell'Econ.,
-serie <span class="sc num">ii</span>, vol. 13, pag. 1599.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_151"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_151"><span class="label">(151)</span></a>
-<cite xml:lang="fr">Revue des deux Mondes</cite>, 1º luglio 1883.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_152"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_152"><span class="label">(152)</span></a>
-<cite class="sc">Berachod</cite>, 59.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_153"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_153"><span class="label">(153)</span></a>
-<cite class="sc">Ghittin</cite>, capo <span class="sc num">i.</span>
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_154"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_154"><span class="label">(154)</span></a>
-<cite class="sc">Sotà</cite>, 14, a.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_155"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_155"><span class="label">(155)</span></a>
-<cite class="sc">Avot</cite>, capo <span class="sc num">i</span>.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_156"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_156"><span class="label">(156)</span></a>
-<cite class="sc">Smà</cite>, 49 b.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_157"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_157"><span class="label">(157)</span></a>
-<cite class="sc">Talmud Sotà</cite>, 14 a.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_158"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_158"><span class="label">(158)</span></a>
-<cite class="sc">Avot</cite>, <span class="sc num">v</span>.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_159"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_159"><span class="label">(159)</span></a>
-<cite class="sc">Havod Deribi Nadan</cite>, cap. 31.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_160"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_160"><span class="label">(160)</span></a>
-<cite class="sc">Sothà</cite>, fol. 6.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_161"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_161"><span class="label">(161)</span></a>
-<cite class="sc">Sothà</cite>, <span class="sc num">viii</span>.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_162"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_162"><span class="label">(162)</span></a>
-<cite class="sc">Sciabbad</cite>, 39.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_163"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_163"><span class="label">(163)</span></a>
-<cite class="sc">Peà</cite> <span class="sc num">v</span>, Cfr.
-<cite class="sc">Avot de R. Nathan</cite>, <span class="sc num">iii</span>.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_164"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_164"><span class="label">(164)</span></a>
-Ecco sulle leggi ebraiche un non sospetto giudizio:
-<i class="quo" xml:lang="la">Patres christiani summopere jura hebraeorum
-commendarunt
-et apud Grecos philosophos placita juris Hebraici
-plurima reperire licet.</i> <span class="sc aut">Ugolini</span>, tomo
-<span class="sc num">x</span>, pag. 513 e 514, ex
-<span class="sc aut">Seldeno</span>,
-<cite xml:lang="la">De jure naturali et gentium</cite>,
-cap. <span class="sc num">x</span>.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_165"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_165"><span class="label">(165)</span></a>
-<cite class="sc">Mischnà Macod</cite>, capo <span class="sc num">i</span>, § 10.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_166"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_166"><span class="label">(166)</span></a>
-<cite class="sc">Sanhedrin</cite>, fol. 45, a.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_167"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_167"><span class="label">(167)</span></a>
-<span class="sc aut">Giuda Levi</span>, <cite>Cosri</cite>.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_168"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_168"><span class="label">(168)</span></a>
-<cite class="sc">Sothà</cite>, <span class="sc num">i</span>.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_169"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_169"><span class="label">(169)</span></a>
-<cite class="sc">Cheduvod</cite>, capo <span class="sc num">xiii</span>.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_170"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_170"><span class="label">(170)</span></a>
-<span class="sc aut">Fournier</span>,
-<cite xml:lang="fr">l'Esprit dans l'Histoire</cite>, Paris, Dentu, 1852,
-pag. 425.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_171"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_171"><span class="label">(171)</span></a>
-<cite class="sc">Meghilà</cite>, 16, 1.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_172"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_172"><span class="label">(172)</span></a>
-<cite class="sc">Bavà Mezià</cite>, 85 a.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_173"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_173"><span class="label">(173)</span></a>
-<cite class="sc">Havod Deribi Natan</cite>, capo 4.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_174"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_174"><span class="label">(174)</span></a>
-<cite class="sc">Nedarim</cite>, 81.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_175"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_175"><span class="label">(175)</span></a>
-<cite class="sc">Kidduscim</cite>, <span class="sc num">i</span>.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_176"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_176"><span class="label">(176)</span></a>
-<cite class="sc">Sothà</cite>, cap. 3. — <cite>Mischnà</cite>
-4 al nome di <i>Ben Azai</i>.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_177"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_177"><span class="label">(177)</span></a>
-<cite class="sc">Jevamod</cite>, capo <span class="sc num">v</span>.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_178"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_178"><span class="label">(178)</span></a>
-<cite class="sc">Ghittin</cite>, capo <span class="sc num">ix</span>.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_179"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_179"><span class="label">(179)</span></a>
-<cite class="sc">Bavà Mezià</cite>, capo 4.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_180"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_180"><span class="label">(180)</span></a>
-<cite class="sc">Sothà</cite>, <span class="sc num">ii</span>.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_181"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_181"><span class="label">(181)</span></a>
-<cite class="sc">Berahot</cite>, 2.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_182"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_182"><span class="label">(182)</span></a>
-<cite class="sc">Holin</cite>, <span class="sc num">vi</span>.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_183"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_183"><span class="label">(183)</span></a>
-<cite class="sc">Bavà Mezià</cite>, capo <span class="sc num">iv</span>.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_184"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_184"><span class="label">(184)</span></a>
-<cite class="sc">Sanhedrin</cite>, <span class="sc num">ii</span>.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_185"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_185"><span class="label">(185)</span></a>
-<cite>Op. cit.</cite>, parte <span class="sc num">i</span>, capo 14, pag. 33.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_186"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_186"><span class="label">(186)</span></a>
-<cite class="sc">Ghittin</cite>, 62 a.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_187"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_187"><span class="label">(187)</span></a>
-<cite class="sc">Bavà Mazià</cite>, 118 b.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_188"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_188"><span class="label">(188)</span></a>
-<cite class="sc">Sifri</cite> Sez. Ekev, capo 43.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_189"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_189"><span class="label">(189)</span></a>
-<cite class="sc">Rabod</cite>, fol. 139.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_190"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_190"><span class="label">(190)</span></a>
-<span class="sc aut">Isaac Levy</span>,
-<cite xml:lang="fr">Défense du Judaïsme</cite>. Paris, Librairie
-Internationale, 1867, pag. 56.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_191"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_191"><span class="label">(191)</span></a>
-<span class="sc aut">Luzzatto</span>,
-<cite>Lezioni di teol. morale Israel.</cite> Padova,
-Bianchi, 1862, pag. 33 e 34.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_192"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_192"><span class="label">(192)</span></a>
-<cite class="sc">Haghigà</cite>, 5.
-</p>
-</div>
-
-<div class="chapter">
-<span class="pageno" title="97" id="page-97"></span>
-<img src="images/i003a.png" style="width: 100%" alt=""/>
-</div>
-
-<h2 class="nobreak" id="tit-3">
-<a href="#ritit-3">III.</a>
-</h2>
-
-<p class="subtitle">
-Attitudini economiche dell'Ebreo.
-</p>
-
-<p>
-L'Ebreo è essenzialmente commerciante ed usuraio, egli
-non è e non vuol essere agricoltore, operaio; non vuol
-partecipare alla vita dei popoli frammezzo a cui vive, ma
-si tiene accampato in mezzo ad essi pronto a sugger loro
-il sangue dalle vene coi suoi raggiri commerciali. Il <cite>Talmud</cite>,
-sempre l'esecrando Talmud, gli impone il dovere di
-derubare, di spogliare il Cristiano.
-</p>
-
-<p>
-Ecco le accuse che un tempo si muovevano agli Ebrei,
-e che loro si muovono ancora nei paesi meno civili.
-</p>
-
-<p>
-L'Ebreo si accaparra i più lauti impieghi, le funzioni
-cui sono annessi maggiori stipendi e maggiore influenza.
-In Francia, in Italia, in Germania si è reso padrone
-della stampa; il numero dei deputati e dei senatori ebrei,
-nei paesi, ove, infrante tutte le barriere, godono della pienezza
-dei loro diritti, è strabocchevole in confronto del
-loro esiguo numero.
-</p>
-
-<p>
-Ecco le accuse che oggi si muovono agli Ebrei nei
-paesi più civili d'Europa.
-</p>
-
-<p>
-E su questi temi si ricama a sazietà, e non mancano i
-belli spiriti per far notare la mirabile duttilità di questo
-<span class="pageno" title="98" id="page-98"></span>
-popolo, che sempre intento al proprio interesse, si piega
-ai varii tempi, ed ai varii paesi; usuraio nell'evo medio,
-ed oggi ancora in Polonia, in Ungheria, in Rumenia,
-dovunque insomma le condizioni generali della società
-di poco differiscono da quelle del medio evo; legislatore,
-pubblicista, uomo di lettere, avvocato, in Inghilterra, in
-Francia, in Italia, nell'Europa civile insomma; ma sempre,
-dovunque, inteso soltanto ad arricchirsi.
-</p>
-
-<p>
-Se i frizzi fossero argomenti, noi potremmo chiedere ai
-nostri contraddittori quale sia l'uomo, quale il popolo, che
-non cerchi di migliorare la propria condizione economica
-e sociale.
-</p>
-
-<p>
-Ma preferiamo argomenti più serii.
-</p>
-
-<p>
-Prima della ruina di Gerusalemme il popolo ebreo non
-dovette essere estraneo a nessuna professione. Vi erano
-in Giudea pubblici edifizi, la cui manutenzione esigeva la
-presenza di operai abili. Una nazione, che nelle sue lunghe
-emigrazioni e durante la cattività, era stata in grado
-di attingere, nei varî paesi dove aveva stabilito la sua
-dimora, l'idea di molti e nuovi bisogni, non mancava certamente
-di uomini capaci di procurarle gli oggetti che
-le erano necessari: non vi può quindi esser dubbio che gli
-Ebrei si consacrassero nella loro patria all'esercizio delle
-arti meccaniche.
-</p>
-
-<p>
-La pastorizia e l'agricoltura — le due industrie che
-Sully, il grande ministro di Enrico IV, chiamava le due
-mammelle dello Stato — erano in favore appo loro. Mosè,
-lo dice il signor de Segur, e chiunque abbia letto la
-Bibbia non può negarlo, aveva fatto degli Ebrei un popolo
-di agricoltori.
-</p>
-
-<p>
-Una sola industria pare non attecchisse fra gli Ebrei
-di Palestina: il commercio.
-</p>
-
-<p>
-“Il popolo ebreo, dice Roscher, per ciò che riguarda
-le sue doti morali non secondo ad alcuno altro popolo
-<span class="pageno" title="99" id="page-99"></span>
-della terra, durante la sua indipendenza politica, per
-la rigorosa disciplina però della legge mosaica, s'era
-lasciato circoscrivere all'agricoltura ed alla pastorizia
-con esclusione di tutte le altre parti dello sviluppo
-economico. Dispregiavasi allora tanto più il commercio,
-in quanto che lo spirituale contatto con vicini
-dediti al paganesimo era grandemente
-temuto” <a id="FNa_193"></a><a href="#Fn_193" class="fna">(193)</a>.
-Nè poteva esser commerciante un popolo come l'ebreo
-dedito alla vita campestre e siffattamente avverso ai
-pericoli marittimi ed alle peregrinazioni, che, costretto
-per forza alla vita girovaga nelle sue prime cattività,
-serba però l'amore della sua terra, vi ritorna
-numeroso, e sforzato a mutar paese, preferisce all'esilio
-la
-morte <a id="FNa_194"></a><a href="#Fn_194" class="fna">(194)</a>.
-</p>
-
-<p>
-Come va dunque che questo popolo essenzialmente agricolo,
-questo popolo che, come ebbimo già occasione di
-notare, pone, a capo delle sue leggi tradizionali, un trattato
-di legislazione agricola, questo popolo, cui nessuna
-industria, tranne il commercio, era estranea, divenisse a
-poco a poco esclusivamente commerciante e concentrasse
-per secoli la miglior parte della sua attività in quella
-industria appunto da cui maggiormente abborrivano i suoi
-antenati?
-</p>
-
-<p>
-A Roma, dove, come già vedemmo, gli Ebrei erano
-numerosissimi, essi, vivendo sullo stesso piede dei cittadini
-romani, si consacravano ad ogni genere di industria.
-</p>
-
-<p>
-Vennero i tempi delle persecuzioni, e delle numerose
-<span class="pageno" title="100" id="page-100"></span>
-interdizioni economiche di cui gli Ebrei furono vittima, e
-prima fra queste interdizioni fu quella che proibiva loro
-l'acquisto di beni stabili. Da qui l'impossibilità per l'ebreo
-agiato di consacrarsi all'agricoltura. È vero che questo
-divieto di possedere beni stabili non fu sempre e dovunque
-osservato con uguale rigidezza, ma anche là dove la
-legge avrebbe forse permesso loro l'acquisto di qualche
-pezzo di terra, come mai avrebbe potuto risolversi un ebreo
-a comperarlo, se sempre e dovunque essi non erano che
-tollerati e continuamente minacciati di espulsione? Chi non
-sa la sicurezza essere la prima condizione della proprietà
-fondiaria? Tolta agli Ebrei agiati la possibilità di divenir
-proprietari, ne veniva per conseguenza che gli Ebrei poveri
-rifuggissero dall'agricoltura. Chi è mai quell'uomo che
-abbraccia spontaneamente un'arte, un mestiere qualsiasi,
-quando sa già da prima che in quell'arte, in quel mestiere,
-gli sarà vietato ogni progresso? Chi entrerebbe volontario
-nelle milizie, quando avesse la certezza assoluta di non
-divenir mai tampoco caporale? e chi vorrebbe darsi ai
-lavori agricoli sapendo di non poter mai divenir proprietario
-del più modesto pezzo di terra? E d'altronde l'odio
-cui eran fatti segno gli Ebrei avrebbe loro permesso
-di trovar lavoro sui campi altrui, quando ai loro correligionari
-ricchi era vietato di possederne? È almeno lecito
-il dubitarne.
-</p>
-
-<p>
-E se ad essi era vietata l'agricoltura, lo era del pari
-l'esercizio delle arti, delle manifatture.
-</p>
-
-<p>
-Il regime delle corporazioni di arti e mestieri, che fu
-la forma quasi esclusiva dell'ordinamento del lavoro, dall'età
-di mezzo fino a Turgot ed a Luigi XVI, bastava
-da solo a togliere agli Ebrei ogni possibilità di esercitare
-qualsivoglia industria.
-</p>
-
-<p>
-Tenuto a vile, dispregiato, odiato, l'Ebreo è costretto
-ad abbracciare l'unica professione che gli si lascia libera,
-<span class="pageno" title="101" id="page-101"></span>
-e questa professione è quella che fin dai tempi di Cicerone
-era ritenuta
-sordida <a id="FNa_195"></a><a href="#Fn_195" class="fna">(195)</a>:
-il commercio.
-</p>
-
-<p>
-Sarà gloria dell'Ebreo aver rialzato questa professione,
-e se stesso con essa, ed aver sempre lottato e reagito
-contro il pregiudizio castigliano che aveva infettato l'Europa
-intiera: la nobiltà consistere nell'ozio.
-</p>
-
-<p>
-Ma già udiamo obbiettarci che ciò che si rimprovera
-agli Ebrei non è soltanto l'abbandono dell'agricoltura e
-delle altre industrie, ma specialmente l'esercizio dell'usura
-e la disonestà nel commercio.
-</p>
-
-<p>
-Veniamo quindi all'usura.
-</p>
-
-<p>
-Fra le molte accuse lanciate contro gli Ebrei dei tempi
-di Augusto a Roma non troviamo questa di usura.
-</p>
-
-<p>
-Ma sarebbe un voler negare la luce del sole, negare
-che essi abbiano nei tempi posteriori esercitato l'esosa
-industria.
-</p>
-
-<p>
-Sarà però opportuno intendersi subito sul significato
-vero di questa brutta parola.
-</p>
-
-<p>
-“L'interesse dei capitali prestati, dice il principe degli
-Economisti francesi, chiamato mal a proposito <em>interesse
-del danaro</em>, chiamavasi anticamente <em>usura</em> (fitto dell'uso,
-del godimento), ed era la parola propria, poichè l'interesse
-è un prezzo, un fitto che si paga per avere il godimento
-di un valore. Ma questa parola è diventata odiosa,
-essa non desta più se non l'idea di un interesse illegale,
-esorbitante, talchè se ne è a lei sostituita un'altra più
-onesta e meno espressiva secondo il
-solito” <a id="FNa_196"></a><a href="#Fn_196" class="fna">(196)</a>.
-</p>
-
-<div>
-<span class="pageno" title="102" id="page-102"></span>
-</div>
-
-<p>
-Allorquando noi troviamo quindi impiegata dagli storici
-la parola <em>usura</em>, non dobbiamo prenderla nel senso
-che oggi vi si annette.
-</p>
-
-<p>
-Oggi che le leggi, informandosi ai canoni della scienza
-economica, riconoscono la libertà dell'interesse, oggi che
-il negoziante, l'industriale, trova facilmente, ad equo interesse,
-i capitali di cui abbisogna, oggi infine che il denaro
-è a buon diritto considerato una merce come qualsivoglia
-altra, oggi l'usuraio è quel vilissimo trafficante
-che specula sulle dissipazioni della gioventù, o sui bisogni
-di quegli infelici che ridotti alla estrema miseria non potrebbero
-procurarsi altrimenti il denaro di cui abbisognano.
-</p>
-
-<p>
-Nei tempi andati ben diversamente procedevano le cose.
-</p>
-
-<p>
-Tutti sanno quanto odiosi si fossero resi nell'antica
-Roma i prestatori di denaro.
-</p>
-
-<p>
-Bruto, Cassio, Antonio, Silla, persino il gran Pompeo
-ed il severo Catone prestano ad usura e non arrossiscono
-di esigere interessi che variano dal 48 al 70 per cento
-all'anno.
-</p>
-
-<p>
-Cicerone, governatore della Cilicia, si crede il benefattore
-della provincia per aver abbassato il saggio dell'interesse
-al 12 % annuo, più un diritto di commissione
-in caso di ritardo o di rinnovamento.
-</p>
-
-<p>
-Il Cristianesimo, venuto a bandire al mondo una parola
-d'amore, doveva reagire in senso opposto.
-</p>
-
-<p>
-Da ciò negli antichi dottori della Chiesa, a cominciare
-da San Giovanni Grisostomo, quella tendenza a
-riguardare come illecito il prestito ad interesse, tendenza
-che diveniva tanto più pronunciata quanto più l'abuso,
-contro cui volevasi reagire, era più frequente e radicale;
-e che questo abuso si mantenesse tale nei primi
-secoli dell'età di mezzo, ce lo provano i capitolari di Carlo
-Magno, che più di venti volte tornano sull'argomento e
-non cessano di biasimare l'usura in ogni modo, lasciando
-<span class="pageno" title="103" id="page-103"></span>
-intendere che era allora colpa comune così al clero come
-agli altri
-abitanti <a id="FNa_197"></a><a href="#Fn_197" class="fna">(197)</a>.
-</p>
-
-<p>
-San Tomaso d'Aquino, per dir d'un solo, fondandosi sul
-principio che le cose fungibili, che formano la materia
-del prestito, non hanno guari un uso che sia distinto
-dalla cosa stessa, ne conclude che vendere questo uso
-esigendone un prezzo è vendere una cosa che non
-esiste <a id="FNa_198"></a><a href="#Fn_198" class="fna">(198)</a>,
-ovvero esigere due volte il prezzo della medesima
-cosa, poichè la sorte principale restituita è esattamente
-l'equivalente della cosa prestata, e che non
-avendo niun dato valore al di là della cosa prestata,
-l'interesse che se ne riceverebbe in dippiù sarebbe un
-prezzo
-doppio <a id="FNa_199"></a><a href="#Fn_199" class="fna">(199)</a>.
-</p>
-
-<p>
-Sarebbe sfoggio di erudizione altrettanto facile quanto
-impertinente riunire qui centinaia di decisioni di Concilii,
-di bolle pontificie, di passi di autori i più ortodossi, che,
-tutti ad una voce, condannano l'usura, designando con
-tal nome, non l'usura quale oggi si intende, ma il semplice
-prestito ad interesse.
-</p>
-
-<p>
-Verso la metà del secolo scorso, un papa, ed un gran
-papa, Benedetto XIV, esortava ancora i vescovi a dimostrare
-ai popoli quanto sia grave il peccato di usura,
-reprimendo i discorsi di quelli che lo spacciavano come
-indifferente <a id="FNa_200"></a><a href="#Fn_200" class="fna">(200)</a>.
-</p>
-
-<div>
-<span class="pageno" title="104" id="page-104"></span>
-</div>
-
-<p>
-Non è còmpito nostro indagare quale influenza siffatto
-divieto esercitasse sui progressi della ricchezza nei paesi
-cattolici. Sismondi, storico ed economista valentissimo,
-ma alla Chiesa cattolica punto benevolo, ne fa risultare
-“nel popolo assai più grande abitudine di dissipazione,
-perchè l'economia non conduceva all'agiatezza, e un
-capitale ammassato non era se non una occasione di
-più a peccare qualora si avesse voluto farlo
-fruttare” <a id="FNa_201"></a><a href="#Fn_201" class="fna">(201)</a>.
-Non è possibile non convenire in questo giudizio
-dello scrittore protestante, ma l'imparziale filosofo
-della storia potrebbe esprimere il proprio rammarico che
-il Sismondi non abbia tenuto conto di due cose; e cioè
-della reazione necessaria che il Cristianesimo doveva portare
-contro i feneratori di Roma pagana, e delle condizioni
-della società nell'evo medio, che rendevano assai
-raro il bisogno del mutuo veramente ed economicamente
-utile, cioè del mutuo contratto per dar vita a traffichi
-e ad industrie, e frequentissimo invece il mutuo dannoso
-ed antieconomico, quello cioè contratto per far fronte ai
-bisogni della vita, o peggio, della dissipazione.
-</p>
-
-<p>
-Non ci eleveremo dunque noi a giudici dell'opinione
-che vietava ai cattolici di dar denaro ad interesse, paghi
-di far notare che siffatta opinione, benchè in altri tempi
-universalmente adottata, non venne mai ritenuta come
-essenzialmente legata alla Fede; e ce lo prova, incontestabilmente,
-il diritto romano, che, compilato quando il Cristianesimo
-già era la sola religione dell'impero, autorizza,
-esplicitamente, il prestito ad
-interesse <a id="FNa_202"></a><a href="#Fn_202" class="fna">(202)</a>.
-</p>
-
-<div>
-<span class="pageno" title="105" id="page-105"></span>
-</div>
-
-<p>
-Vietato ai Cristiani il dar denaro ad
-interesse <a id="FNa_203"></a><a href="#Fn_203" class="fna">(203)</a>,
-vietata agli Ebrei ogni altra industria, era naturale, era
-forzato che gli Ebrei dovessero dedicarsi tutti, o quasi
-tutti, all'arte feneratizia, nella quale però ebbero predecessori
-e compagni i lombardi ed i caorsini.
-</p>
-
-<p>
-Nè si potrebbe negare che gli Ebrei, specialmente nell'età
-di mezzo, esigessero interessi tanto esorbitanti da
-sembrarci oggi impossibili.
-</p>
-
-<p>
-Ma i fenomeni economici hanno questo di comune coi
-poemi, che non possono essere apprezzati al loro giusto
-valore se non si pon mente alle condizioni di tempo e di
-luogo in cui si producono.
-</p>
-
-<p>
-Poche parole di Giambattista Say ritrarranno queste
-condizioni meglio che noi non potremmo fare in un intiero
-volume: “Quando il bisogno di pigliare a prestanza
-ne faceva tollerare l'uso presso gli Ebrei, questi erano
-esposti a tante umiliazioni, avarie, estorsioni, ora sotto
-un pretesto, ora sotto un altro, che solo un interesse
-considerabile era capace di contrappesare vilipendii e
-perdite tanto moltiplicate. Lettere patenti del re Giovanni
-dell'anno 1360 autorizzano gli Ebrei a prestare
-sopra pegno <i class="quo">ritirando per ciascuna lira, ossia venti
-soldi, quattro denari di interesse per settimana</i>, il che
-fa più di <em class="sc">ottantasei per cento</em> l'anno; ma nell'anno
-successivo quel principe, il quale non di meno passa
-<span class="pageno" title="106" id="page-106"></span>
-per uno dei più fedeli alla propria parola, di quanti ne
-abbiamo avuti, fece segretamente diminuire la quantità
-di metallo fino contenuto nelle medesime
-monete <a id="FNa_204"></a><a href="#Fn_204" class="fna">(204)</a>,
-talchè i prestatori non ricevettero più in rimborso un
-valore eguale a quello che avevano prestato. Basta ciò
-per spiegare e giustificare i grossi interessi che essi
-esigevano” <a id="FNa_205"></a><a href="#Fn_205" class="fna">(205)</a>.
-</p>
-
-<p>
-Se a noi fosse lecito tessere in queste pagine la storia
-cruenta delle persecuzioni di Israello, e studiare i rapporti
-tra questa storia e le condizioni economiche dei varî
-paesi d'Europa, noi vedremmo un fenomeno singolare. Vedremmo
-i feudatarî, i principi, talvolta, ma più raramente;
-anche i Comuni, accordare agli Ebrei privilegi esorbitanti,
-facilitare loro con ogni modo l'esercizio dell'usura, servirsene
-<span class="pageno" title="107" id="page-107"></span>
-quindi come di stromento per suggere tutto l'oro
-del paese e poi vessarli, imprigionarli, martoriarli in
-ogni guisa, per togliere loro sino all'ultimo obolo il denaro
-ammassato. I principi e i governi si valgono degli
-Ebrei come di una macchina di drenaggio, e praticano verso
-di loro il sistema che un ministro belga opponeva anni
-sono, con raro cinismo, dall'alto della tribuna, a coloro
-che gli rimproveravano di permettere che le corporazioni
-religiose venissero costituendosi dei patrimonî. “Lasciatele
-arricchire, un giorno o l'altro una nuova legge di incameramento
-farà ricadere tutti quei beni così laboriosamente
-accumulati in proprietà dello Stato. <i class="quo" xml:lang="fr">C'est une
-poire pour la soif.</i>” E gli Ebrei furono, per secoli
-intieri, <em xml:lang="fr">la poire pour la soif</em> di principi, di baroni, di
-Comuni.
-</p>
-
-<p>
-L'interesse che essi esigevano dagli infelici, che avevano
-ricorso a loro per denaro, doveva quindi esser esorbitante;
-e un osservatore imparziale può di una sola cosa meravigliarsi,
-che esso non fosse anche maggiore di quello
-che fu. Chi ha studiato le leggi più elementari della economia
-sociale, non ignora infatti che il saggio dell'interesse,
-come il prezzo di ogni derrata, non dipende dalla
-volontà del legislatore, ma da determinate circostanze di
-luogo e di fatto, alle cui conseguenze nessuna forza umana
-può sottrarsi. Queste circostanze costituiscono ciò
-che, nel linguaggio dei moderni uomini d'affari, si chiama
-la situazione del mercato. Abbondano i capitali, l'orizzonte
-politico, scevro di nubi, promette lunghi anni di pace e
-di tranquillità, ed il saggio dell'interesse si riduce a bassissimo
-livello. Scarseggiano invece i capitali, le condizioni
-politiche fanno presagire rivoluzioni o guerre, il
-denaro si rimpiatta, ed il saggio dell'interesse sale, con
-altezza vertiginosa, e ciò per due ragioni. E perchè il
-numerario obbedisce, come ogni altra derrata, alla legge
-<span class="pageno" title="108" id="page-108"></span>
-della offerta e della domanda, ed è tanto più caro quanto
-più è domandato, tanto più a buon mercato quanto più offerto;
-e perchè in questo contratto speciale del mutuo
-entra un elemento specialissimo, che non entra in nessun
-altro contratto. Per quanto rara sia una derrata, la sola
-legge dell'offerta e della domanda basta a determinarne
-il prezzo. Nel contratto di mutuo invece, chi dà a prestito
-deve tener conto della maggiore o minor probabilità cui
-va incontro di non aver più restituito il capitale che dà a
-mutuo. Questa è la ragione per cui, mentre oggi il saggio
-dell'interesse è del 3 per cento per gli effetti di primo
-ordine, è del cinquanta e del sessanta pei figli di famiglia
-e per gli impiegati. Questa è la ragione, per cui chi
-investe i suoi denari in consolidato inglese ne ricava appena
-il tre per cento, chi li investe in carte turche o
-spagnuole, ne ottiene, sulla carta, il sessanta ed il settanta
-per cento.
-</p>
-
-<p>
-In fatto di investimento di capitali è sempre vero l'assioma
-di quel banchiere: chi vuoi mangiar molto, dorme
-poco, e chi si contenta di mangiar poco, dorme molto;
-ciò che equivale a dire che nell'arte feneratizia è impossibile
-conciliare la sicurezza del capitale impiegato col
-largo profitto degli interessi.
-</p>
-
-<p>
-Si giudichi, al lume di queste premesse, quale doveva
-essere il saggio generale degli interessi negli scorsi secoli.
-La storia ci insegna come, per lunga serie di anni,
-i capitali fossero così scarsi da essere impari agli scarsissimi
-bisogni, e ci apprende come gli annali di Europa
-altro non fossero che una serie non interrotta di guerre,
-di rapine, di pestilenze, di carestie.
-</p>
-
-<p>
-Ma quasi tutto ciò non bastasse a rendere elevatissimo
-il saggio generale dell'interesse nei tempi scorsi, un altro
-elemento vi concorreva potentemente.
-</p>
-
-<p>
-Il fondatore della moderna scienza economica, Adamo
-<span class="pageno" title="109" id="page-109"></span>
-Smith, annoverando le ragioni che contribuiscono a rendere
-più o meno elevato il salario di talune professioni,
-vi comprese, a grandissima ragione, la maggiore o minore
-stima da cui sono circondate.
-</p>
-
-<p>
-L'asserzione dell'immortale scozzese non ha d'uopo di
-essere dimostrata. <i class="quo" xml:lang="la">Non de solo pane vivit homo</i>
-è verità
-incontestabile, ed ognuno si acconcierà più volontieri a
-ricevere un più modesto salario in una professione, che
-lo faccia segno alla pubblica considerazione, di quello che
-riceverne uno più elevato per vedersi oggetto della generale
-animaversione.
-</p>
-
-<p>
-Ora, quale era il concetto che nei tempi andati avevasi
-dei feneratori? Ce lo dica il buon ministro di Luigi XVI,
-Turgot, l'uomo di cui fu detto, che avrebbe salvato la
-monarchia in Francia, se la monarchia avesse potuto
-essere allora salvata:
-</p>
-
-<p>
-“Piace prendere a prestito, ma è duro essere obbligati
-a restituire. La soddisfazione che si prova nel
-trovare ciò di cui si ha bisogno allorquando si è stretti
-dalla necessità, svanisce assieme al bisogno appagato,
-che invece rinasce ben presto. Il debito resta, ed il
-peso se ne fa sentire ad ogni momento sino a che siasi
-potuto pagarlo. Si crede che colui che presta non dia
-che il suo superfluo, superfluo che è il necessario per
-colui che riceve. Quantunque la giustizia rigorosa sia
-intieramente a favore del prestatore che non reclama
-che quanto gli è dovuto, la commiserazione, la simpatia
-sono sempre dal lato del debitore. Si sente che questi
-restituendo sarà ridotto all'ultima miseria, mentre il
-creditore può vivere anche senza ciò che gli è dovuto.
-Questo sentimento si verifica anche allorquando il prestito
-è puramente gratuito; a maggior ragione allorquando
-il prestito non fu pattuito che contro un interesse;
-il debitore, che in questo caso si tiene sgravato
-<span class="pageno" title="110" id="page-110"></span>
-da ogni gratitudine, soffre con indignazione le persecuzioni
-del creditore.”
-</p>
-
-<p>
-Ed ecco quindi la disistima, la antipatia universale
-perseguitare il creditore, e tanto più acerbamente in quei
-tempi nei quali l'opinione pubblica vede, in chi dà denaro
-a mutuo, uno spregiatore di ogni legge divina ed umana.
-</p>
-
-<p>
-E questa disistima, questa pubblica antipatia costituiscono
-un nuovo elemento che viene ad accrescere il saggio
-dell'interesse, perchè chi ne è vittima vuole trovare un
-indennizzo a questa impopolarità nella larghezza dei
-profitti.
-</p>
-
-<p>
-Queste erano le condizioni generali dell'industria feneratizia
-nei secoli scorsi, e se l'indole del nostro lavoro
-non ci consente di seguirne le differenti fasi da Carlo
-Magno sino alla Rivoluzione francese, possiamo però dire
-che se le condizioni, che abbiamo visto influire a mantener
-sempre elevatissimo il saggio dell'interesse, aumentarono
-o scemarono d'intensità in diversi tempi, ed in diversi
-paesi, esse sussistettero però sempre, dalla caduta dell'impero
-romano sino alla rivoluzione francese.
-</p>
-
-<p>
-I lombardi, i caorsini che precedettero gli Ebrei nell'esercizio
-dell'arte
-feneratizia <a id="FNa_206"></a><a href="#Fn_206" class="fna">(206)</a>, e che la esercitarono
-poi per lungo tempo assieme ed in concorrenza con loro,
-<span class="pageno" title="111" id="page-111"></span>
-non isfuggirono certamente a queste leggi generali e le
-poche notizie che abbiamo sul saggio dell'interesse da
-essi prelevato bastano a far chiaro come questo raggiungesse
-altezze mostruose, che le leggi proibitive della
-usura non giovavano, naturalmente, che ad accrescere.
-</p>
-
-<p>
-Nessuno ha mai detto che gli Ebrei esigessero un
-interesse maggiore di quello che esigevano Lombardi e
-Caorsini <a id="FNa_207"></a><a href="#Fn_207" class="fna">(207)</a>;
-nè avrebbero potuto farlo, perchè se è pur
-vero che l'industria feneratizia è, fra tutte, quella in cui
-il fenomeno della concorrenza si esplica meno palesemente,
-è anche vero, che nessuno avrebbe consentito a pagare,
-ad un Ebreo, un interesse maggiore di quello che avrebbe
-potuto pattuire con altri.
-</p>
-
-<p>
-Eppure abbondano argomenti per dimostrare che se
-Ebrei e Lombardi esigevano eguale interesse, ciò che per
-i secondi era lauto profitto, diveniva interesse meno che
-rimuneratore per gli Ebrei.
-</p>
-
-<p>
-Ad ogni momento leggi ed editti di principi li cacciavano
-dai paesi dove avevano dimora; ad ogni momento
-altre leggi esoneravano i Cristiani dall'obbligo di pagare
-i loro debiti verso gli Ebrei; o, ciò che per questi infelici
-tornava esattamente lo stesso, obbligava i debitori cristiani
-a pagare al principe, al signore, le somme che loro
-erano state mutuate dagli Ebrei.
-</p>
-
-<div>
-<span class="pageno" title="112" id="page-112"></span>
-</div>
-
-<p>
-Nell'impossibilità assoluta di dare neppure un breve
-quadro delle sofferenze della nazione giudaica, piglieremo
-a prestito dal Blanqui poche linee, che se si riferiscono
-ad un sol paese e ad un solo regno, sono però l'esatta
-dipintura di quanto avveniva sempre e dovunque:
-</p>
-
-<p>
-“Di tutti i Re che occuparono il trono [di Francia]
-durante circa due secoli [1180–1328], non ve ne fu uno
-che trascurasse di dar prova della sua potenza e della
-sua ortodossia con provvedimenti severi contro gli
-Ebrei; ad ogni istante si vedono pubblicate ordinanze
-contro questi paria del medio-evo, considerati siccome
-la materia imponibile per eccellenza. Filippo Augusto
-ne promulgò quattro rimasti celebri: nella prima li
-minaccia, nella seconda li spoglia, nella terza li scaccia,
-e nella quarta proscioglie i loro debiti. Luigi VIII pubblicò
-del pari la sua: soppresse ogni specie d'interesse,
-ed ordinò si pagassero ai signori le somme che erano
-dovute agli Ebrei. Abbiamo già veduto San Luigi non
-essersi mostrato meno severo con
-loro <a id="FNa_208"></a><a href="#Fn_208" class="fna">(208)</a>;
-Filippo <em>il
-Bello</em>, Luigi <em>il Protervo</em>, continuarono il sistema dei
-loro
-predecessori <a id="FNa_209"></a><a href="#Fn_209" class="fna">(209)</a>.”
-</p>
-
-<p>
-Si vede, da quanto precede, che allorquando un Ebreo si
-toglieva una moneta di tasca, per darla a prestito, egli
-doveva calcolare che novantanove volte sopra cento non
-l'avrebbe mai più riveduta.
-</p>
-
-<p>
-Ed in fatti quando i pubblici poteri non erano autori
-delle spogliazioni commesse a danno degli Ebrei, i debitori
-<span class="pageno" title="113" id="page-113"></span>
-trovavano un modo spiccio assai di pagare i loro
-debiti.
-</p>
-
-<p>
-Si accusava un ebreo di qualsivoglia più pazza ed impossibile
-scelleraggine; di aver avvelenato i pozzi, di
-aver diffuse le pestilenze, di aver vituperato il Santissimo
-Sacramento o che so io; e senza altra forma di processo,
-si dava mano alle armi, si massacravano gli Ebrei, si
-spogliavano le loro case, e soprattutto si distruggevano
-i titoli di credito che esistevano presso di loro.
-</p>
-
-<p>
-Fu notato, che, in certi paesi, le rivoluzioni cominciano
-sempre col dar fuoco agli archivi criminali, tanto importa
-a certi rivoluzionari di far sparire le traccie del
-loro passato, e le sommosse contro gli Ebrei si manifestavan
-sempre, in tutti i tempi ed in tutti i paesi, col
-distruggerne i registri ed i titoli di credito.
-</p>
-
-<p>
-Questa verità non è sfuggita agli storici ed il Roscher,
-l'illustre professore dell'Università di Lipsia, l'esponeva
-con queste parole: “Molte persecuzioni del più tardo
-medio-evo, nelle quali soprattutto si trattava di annullare
-le obbligazioni di debito verso gli Ebrei, sono a
-considerarsi quali crisi di credito in foggia barbarica,
-quale una forma medio-evale di quelle che oggi si
-chiamano <em>rivoluzioni
-socialistiche</em> <a id="FNa_210"></a><a href="#Fn_210" class="fna">(210)</a>.”
-</p>
-
-<p>
-Anche il Beugnot riconosce che più d'una volta gli
-Ebrei vennero massacrati, ben più come creditori che come
-eretici <a id="FNa_211"></a><a href="#Fn_211" class="fna">(211)</a>.
-</p>
-
-<p>
-Meno scientificamente, ma più efficacemente forse, un
-brioso giornale cittadino, il <cite>Pasquino</cite>, definiva
-testè l'<em>antisemitismo</em>
-altro non essere che un <em>anticreditorismo</em>.
-</p>
-
-<div>
-<span class="pageno" title="114" id="page-114"></span>
-</div>
-
-<p>
-Se a queste persecuzioni sistematiche, a questi massacri
-periodici, aggiungiamo il fatto che, anche nei paesi dove
-erano meglio trattati, gli Ebrei erano soggetti a gravissime
-tasse speciali, per ciò soltanto che erano Ebrei; se
-poniam mente che i loro poveri essendo esclusi dalla pubblica
-beneficenza, toccava ai ricchi ebrei di provvedere ai
-loro bisogni, si comprenderà di leggieri che essi erano
-costretti a gravare la mano sugli infelici loro debitori.
-</p>
-
-<p>
-È un circolo vizioso cui non si sfugge: le persecuzioni,
-i massacri contro gli Ebrei, obbligano questi a mostrarsi
-più avidi, più duri coi loro debitori; e questa avidità e
-questa durezza generano nuove persecuzioni, nuovi massacri.
-</p>
-
-<p>
-Qui si presenta naturale una domanda: come mai malgrado
-tante e così violente persecuzioni, malgrado il continuo
-timore in cui dovevano vivere, di vedersi frustrati
-ad un tempo e dello sperato beneficio e del loro stesso
-capitale, continuavano essi ad esercitare l'industria feneratizia?
-La risposta è semplice. Davan danaro a prestito
-perchè non era loro permesso di impiegare in altro modo
-quella parte dei loro capitali che era esuberante ai loro
-commerci; perchè non potevano acquistare o coltivar terre,
-nè divenir proprietari di edifizi urbani, perchè erano,
-come vedemmo, sopracarichi di imposte e di spese di beneficenza,
-e perchè occorreva loro spender molto denaro
-per soddisfare l'avidità dei sovrani e dei principi che
-vendevan loro a caro prezzo il diritto di soggiornare nei
-loro paesi, e quella dei cortigiani che intercedevano per
-loro, presso il governo, protezione che era sempre ben
-lungi dall'essere gratuita.
-</p>
-
-<p>
-Sarebbe del resto singolare contraddizione del secolo
-nostro, che esalta, forse oltre il dovere, i beneficî del
-credito, dimenticare che all'esercizio dell'arte feneratizia
-praticata dagli Ebrei, devono ascriversi quei grandi progressi
-<span class="pageno" title="115" id="page-115"></span>
-economici di cui oggi si mena tanto vanto e che
-i nuovi popoli devono agli Ebrei del medio evo:
-</p>
-
-<p>
-1º L'introduzione degli <em>interessi del capitale</em>, senza
-cui non sarebbe neppur pensabile uno sviluppo superiore
-del credito, ed anzi nemmeno della formazione del capitale
-e della divisione del lavoro. Se questo progresso era in
-parte soltanto una ristorazione di quanto aveva conosciuto
-l'epoca, altamente incivilita, dei Greci e dei Romani,
-non è così del
-</p>
-
-<p>
-2º Dell'invenzione, cioè, della cambiale, la quale è
-innovazione di un valore storico mondiale, essendo quella
-di uno stromento che ha per il commercio del danaro,
-presso a poco la stessa importanza della ferrovia per la
-industria dei trasporti, e del telegrafo per lo scambio
-delle
-notizie <a id="FNa_212"></a><a href="#Fn_212" class="fna">(212)</a>.
-</p>
-
-<p>
-Nè l'azione benefica esercitata dagli Ebrei sul progresso
-economico, nei tempi più caliginosi del medio evo,
-si limita all'industria feneratizia; soli, concentrando, sul
-commercio dell'oro e dell'argento, una attenzione che i
-pregiudizi dei loro contemporanei li impedivano di occupare
-altrove, prepararono la grande rivoluzione monetaria,
-che la scoperta delle miniere d'America e l'impianto
-delle banche europee dovevano compiere nel mondo; e
-quasi ciò non bastasse, ogni qual volta le leggi non lo
-vietavano loro, e spesso anche malgrado il divieto delle
-leggi, essi esercitavano ogni specie di commercio.
-</p>
-
-<p>
-“Allorquando la moltiplicità dei pedaggi e la tirannide
-dei signori feudali rendevano impossibile ogni speculazione
-che non fosse quella dei piccoli mercanti dei borghi e delle
-città, gli Ebrei, più arditi, più facili a muoversi, volgevano
-l'animo a più vaste operazioni e lavoravano in silenzio
-<span class="pageno" title="116" id="page-116"></span>
-ad avvicinare continenti ed a riannodare i regni.
-Essi evitavano le barriere ed i fortilizi, nascondendo accuratamente,
-sotto miserabile apparenza, la loro reale
-ricchezza ed il segreto delle loro transazioni. Andavano
-a cercare a grandi distanze e mettevano a portata dei
-consumatori meno poveri, i prodotti poco conosciuti dei
-paesi i più remoti. A forza di errare e di correre di paese
-in paese, avevano acquistato una conoscenza esatta dei
-bisogni di tutte le piazze commerciali; sapevano dove si
-doveva comperare e dove si poteva vendere: pochi campioni
-ed un libriccino di note bastavano per le loro operazioni
-le più importanti. Corrispondevano fra loro sotto la
-fede di impegni che il loro interesse li obbligava a
-rispettare <a id="FNa_213"></a><a href="#Fn_213" class="fna">(213)</a>,
-circondati come erano da nemici di ogni
-specie. Il commercio ha perduto la traccia delle ingegnose
-invenzioni che furono il risultato dei loro sforzi,
-ma è alla loro influenza che sono dovuti i progressi rapidi
-di cui la storia ci ha segnalato il brillante fenomeno
-in mezzo agli orrori della notte
-feudale <a id="FNa_214"></a><a href="#Fn_214" class="fna">(214)</a>.”
-</p>
-
-<p>
-Il valore economico degli Ebrei non può del resto esser
-revocato in dubbio da nessuno storico imparziale; è ad esso,
-ad esso soltanto, che questo popolo va debitore della sua
-conservazione, malgrado le atroci, inaudite persecuzioni di
-cui fu vittima; senza il loro valore economico, gli Ebrei
-<span class="pageno" title="117" id="page-117"></span>
-sarebbero stati distrutti, ed il loro nome, come quello di
-molte sètte del Cristianesimo, non sarebbe più che una
-memoria storica.
-</p>
-
-<p>
-Questo valore economico fu spesso riconosciuto dai loro
-stessi più acerbi nemici, che or proscrivendoli, or richiamandoli,
-attestavano l'importanza che ha la ricchezza
-mobiliare creata dal lavoro e dall'industria. Egiza, re visigoto
-di Spagna, uno dei loro più crudeli persecutori,
-mentre li bandisce dai suoi Stati, fa eccezione per quelli
-della Settimania, “allo scopo, diceva, di riparare le
-sventure che questa provincia aveva provato, e perchè
-gli Ebrei potessero ristabilirne le finanze sia per via dei
-tributi che pagavano al fisco, sia colla loro attività ed
-industria” <a id="FNa_215"></a><a href="#Fn_215" class="fna">(215)</a>.
-Luigi III e Filippo l'Ardito dissero nelle
-loro lettere di richiamo agli Ebrei, nei loro Stati, che
-non trovavano altro mezzo per ristabilire le decadute
-finanze, che il richiamare gente propria a far fiorire il
-commercio e circolare il
-denaro <a id="FNa_216"></a><a href="#Fn_216" class="fna">(216)</a>.
-</p>
-
-<p>
-San Pio V, uno dei pochissimi Papi che perseguitarono
-gli Ebrei, dichiara, nelle sue bolle, che mantiene gli Ebrei
-in Ancona per non distruggere il commercio col Levante.
-</p>
-
-<p>
-Quasi contemporaneamente il glorioso restauratore della
-Dinastia Sabauda, l'eroe di San Quintino, Emanuele Filiberto,
-accordando con un decreto del 1572, che è, per
-quei tempi, monumento insigne di tolleranza, facoltà agli
-Ebrei di stabilirsi nei suoi Stati, dichiara espressamente
-esservisi indotto “per commodo delli nostri sudditi et
-beneficio del
-paese” <a id="FNa_217"></a><a href="#Fn_217" class="fna">(217)</a>.
-</p>
-
-<div>
-<span class="pageno" title="118" id="page-118"></span>
-</div>
-
-<p>
-Altri esempi potremmo addurre, ma bastino questi,
-come basti l'accennare che il declinare della grandezza
-spagnuola comincia positivamente dal giorno in cui
-300,000 israeliti, scuotendo dai loro calzari la polvere
-della terra di Torquemada, trasportarono e sparsero
-sulla superficie dell'Europa le ricchezze, l'istruzione e la
-industria loro. E ben lo sa Livorno, che deve il suo
-porto agli Ebrei portoghesi, come Ancona che riconosce
-la sua floridezza da certo dott. Fermo, ebreo, che fu il
-primo ad avanzare le sue imprese per l'ampliazione di
-esso <a id="FNa_218"></a><a href="#Fn_218" class="fna">(218)</a>.
-</p>
-
-<p>
-Da quanto abbiamo detto finora risulta, chiaramente
-provato, che gli Ebrei furono, nei secoli scorsi, altamente
-benemeriti del traffico e delle industrie; è però innegabile
-che oggi ancora in certi paesi d'Europa, che di civile
-hanno poco più che il nome, sorgono serie lagnanze
-contro gli Ebrei che vengono accusati di essere i monopolizzatori
-di ogni commercio. E questo avviene specialmente
-in Polonia.
-</p>
-
-<p>
-In altri tempi i sovrani di quel paese reputarono sana
-politica proteggere gli Ebrei, tanto che Boleslao e Casimiro,
-due re di quella contrada, per difenderli contro il
-fanatismo religioso delle popolazioni, affermarono in pubblici
-atti che la popolazione di Gerusalemme, essendo
-stata sterminata dalla conquista romana, è difficile rendere
-gli Ebrei moderni responsabili del sangue di Cristo.
-In grazia di questa protezione gli Ebrei si accrebbero
-siffattamente in quelle regioni che non è esagerazione
-affermare che oltre un sesto degli Ebrei di tutto il mondo
-è ripartito fra la Polonia russa, la Galizia e la Posnania.
-<span class="pageno" title="119" id="page-119"></span>
-Il governo russo è troppo parco di documenti statistici,
-perchè si possa conoscere con precisione qual sia la
-parte degli Ebrei nel movimento economico del paese,
-ma non abbiamo difficoltà ad ammettere, che essi abbiano
-concentrato nelle loro mani tutto il commercio di quelle
-contrade, e non abbiamo difficoltà ad ammetterlo, perchè
-sappiamo come i polacchi non abbiano mai avuto indole
-commerciale.
-</p>
-
-<p>
-Un insigne scrittore di cose economiche scrive di loro
-il seguente giudizio, che si potrà forse chiamare severo
-ma non certamente immeritato.
-</p>
-
-<p>
-“L'ufficio della Polonia nella storia del Commercio è
-intieramente passivo. Nessuna altra nazione in Europa
-si è mostrata così poco atta e chiamata al traffico
-ed alle industrie. Anche ai tempi della sua grandezza,
-quando confinava al Sud col Mar Nero ed al Nord col Baltico,
-quando perciò riuniva le più favorevoli condizioni
-per l'esercizio del Commercio internazionale, la Polonia
-non seppe trar alcun partito da simili vantaggi. Non
-ebbe mai navigazione; non seppe neanche giovarsi
-nell'interesse del suo dominio, del commercio marittimo
-dell'Asia che le conquiste della Russia occidentale
-nel 1460 e quelle della Livonia nel 1583 avevano
-messo in suo potere, o per lo meno crearsi sul Baltico
-una posizione uguale a quella degli altri paesi di
-riviera. Che cosa non sarebbero divenuti in altre mani
-i porti di Riga e di Danzica come emporio di un paese
-simile a quello che si estendeva dietro a loro! Col suo
-mirabile sistema di corsi d'acqua, e con la varietà delle
-sue naturali ricchezze, la Polonia fu ai tempi del suo
-splendore uno dei paesi più felicemente collocati per
-isvolgere un attivo commercio. Ma la sua deplorevole
-costituzione, l'amore delle conquiste, l'indole bellicosa,
-il poco gusto per le arti pacifiche, per il lavoro, ridussero
-<span class="pageno" title="120" id="page-120"></span>
-i polacchi ad un ufficio molto subalterno come
-popolo
-commerciante” <a id="FNa_219"></a><a href="#Fn_219" class="fna">(219)</a>.
-</p>
-
-<p>
-Ciò che lo Scherer scrive dei polacchi, può dirsi a buon
-dritto di tutta la razza slava, ed è perciò appunto che
-dai paesi slavi giungono continue lagnanze contro il monopolio
-degli Ebrei e dei tedeschi, lagnanze inspirate da
-quel sentimento di invidia connaturale all'uomo che suole
-muovere alti lamenti quando vede altri cogliere abbondanti
-frutti da un albero che egli ha sdegnato. E che
-questo, e non altro, sia il movente dell'agitazione vivissima
-che nell'Oriente d'Europa si manifesta contro gli
-Ebrei, lo proclamava recentemente l'ex-dittatore dell'Ungheria,
-Kossut, in una lettera da lui diretta al deputato
-Mezey per combattere l'antisemitismo:
-</p>
-
-<p>
-“L'agiatezza degli Ebrei, dice Kossut, dipende dalla
-loro attività e dal loro spirito di risparmio, e del
-regresso generale non sono colpa gli Ebrei, ma coloro,
-che per gli errori antichi, non sanno rivaleggiare
-con quelli.
-</p>
-
-<p>
-“Ricordo ai magiari, che tra i Cresi americani non
-v'ha neppure un Ebreo, perchè l'Ebreo non può rivaleggiare
-con
-l'Americano” <a id="FNa_220"></a><a href="#Fn_220" class="fna">(220)</a>.
-</p>
-
-<p>
-Del resto anche la pretesa ricchezza degli Ebrei venne
-assai esagerata, e noi, che ci siamo prefissi di avvalorare
-sempre le nostre parole coll'autorità degli uomini più eminenti
-di tutti i tempi e di tutti i paesi, lasciamo, anche su
-questo proposito, la parola ad un valentissimo economista
-<span class="pageno" title="121" id="page-121"></span>
-inglese, il Mac Culloch, e gliela lasciamo tanto più volentieri
-in quanto che il brano che stiamo per riferire, riassume
-maestrevolmente quanto siamo venuti finora dicendo.
-</p>
-
-<p>
-“Si è detto che gli Ebrei erano un esempio di un
-popolo la cui proprietà era stata lungo tempo esposta
-a una serie quasi non interrotta di assalti, e che nondimeno
-avevano continuato ad essere ricchi e industriosi.
-Ma allorchè lo si esamini rettamente, si troverà
-che gli Ebrei non fanno eccezione alla regola generale.
-I fortissimi pregiudizi che si sono quasi universalmente
-nudriti contro di loro, ebbero per lungo tempo
-l'effetto di impedir loro di acquistare nessuna proprietà
-in terra, e li esclusero dal partecipare ai fondi delle
-istituzioni pie dei varî paesi in cui erano sparsi. Non
-avendo perciò sussidi avventizi su cui basarsi, caso
-che divenissero infermi o poveri, provavano un bisogno
-fortissimo di risparmiare e di accumulare, ed essendo
-banditi dall'agricoltura erano per necessità costretti a
-coltivare il commercio e le arti. In un'età in cui la
-professione mercantile era guardata generalmente come
-cosa sordida, e in cui per conseguenza avevano pochi
-competitori, devono aver fatti grandi guadagni, sebbene
-questi si siano assai esagerati. Ma era naturale che
-quelli che si erano indebitati cogli Ebrei, dicessero che
-i loro profitti erano enormi: perchè così si infiammavano
-i pregiudizi che vi erano contro di loro, e si offriva
-un pretesto miserabile per defraudarli dei loro
-giusti diritti. Vi sono alcuni Ebrei ricchi nella massima
-parte delle vaste città dell'Europa, ma la gran
-maggioranza di quel popolo fu sempre ed è anche ora
-poverissimo” <a id="FNa_221"></a><a href="#Fn_221" class="fna">(221)</a>.
-</p>
-
-<div>
-<span class="pageno" title="122" id="page-122"></span>
-</div>
-
-<p>
-A queste parole del Mac Culloch ci sia permesso aggiungere
-due ultime considerazioni.
-</p>
-
-<p>
-I nemici del nome giudaico, e non son pochi, se da un
-lato fanno colpa agli Ebrei delle ricchezze di taluni loro
-correligionari, irridono poi all'umile professione di molti
-dei più poveri e dei più avviliti tra essi; quella del rivenditore
-di abiti e masserizie usate, del rigattiere.
-</p>
-
-<p>
-Eppure l'economista non isdegna quell'umile mestiere,
-e gli riconosce la sua larga parte di utilità economica;
-è il povero rigattiere che, colla industria sua, colla sua
-mano d'opera, ridà un valore a quanto lo aveva perduto,
-ed offre alle classi povere il mezzo di acquistare a poco
-prezzo le cose più necessarie alla vita. <i class="quo" xml:lang="fr">Le
-Temple</i> <a id="FNa_222"></a><a href="#Fn_222" class="fna">(222)</a>
-<i class="quo" xml:lang="fr">est la providence du peuple</i>, ha detto,
-e con ragione, un
-gran romanziere, che era nello stesso tempo uno degli
-apostoli del socialismo: Eugenio Sue.
-</p>
-
-<p>
-Questo pei poveri; quanto ai ricchi è pur d'uopo convenire
-che se essi sono tali è perchè le interdizioni di cui
-erano vittima nei tempi andati, non soltanto li spingevano
-forzatamente verso le professioni le più lucrative, ma li
-costringevano loro malgrado a tesaurizzare.
-</p>
-
-<p>
-Vietato agli Ebrei il conseguire gradi accademici, era
-tolto loro ogni incentivo agli studi letterali e cavallereschi,
-studi, che come ognun sa, non hanno mai arricchito
-nessuno. <i class="quo" xml:lang="la">Litterae non dant panem.</i>
-</p>
-
-<p>
-Vietato agli Ebrei, da numerose leggi suntuarie, l'uso
-di vesti fastose ed obbligati se non dalla legge, dalla
-prudenza, a dissimulare sotto sordide vesti la loro agiatezza,
-per non esporsi a rapine ed a violenze.
-</p>
-
-<div>
-<span class="pageno" title="123" id="page-123"></span>
-</div>
-
-<p>
-Vietato il possedere case, il fabbricarne, e costretti a
-dimorare nei sordidi ghetti, atti soltanto a far fuggire
-ogni idea di adornare e di abbellire anco l'interno della
-propria dimora.
-</p>
-
-<p>
-Vietata ogni sontuosità nei loro tempî, nei loro cimiteri,
-in tutte le pratiche di culto dove la pia munificenza
-dei Cristiani profondeva, negli scorsi secoli, tesori a dovizie.
-</p>
-
-<p>
-Vietata ad essi ogni ingerenza nei pubblici affari.
-</p>
-
-<p>
-Vietato ad essi l'aver domestici cristiani, e, persino,
-l'aver commercio con femmine da conio.
-</p>
-
-<p>
-Voglia il signor lettore esaminare questo breve elenco
-di interdizioni, che molte e molte ne ommette per brevità,
-voglia compararlo col bilancio della propria azienda domestica,
-e poi dovrà convenire con noi che il popolo ebreo,
-obbligato a consacrarsi alle industrie che maggiormente
-arricchiscono, e costretto a star lontano da quelle, che
-sono, per ogni uomo civile, le maggiori cause di dispendio,
-avrebbe finito coll'assorbire tutte le ricchezze del mondo,
-se le persecuzioni, i massacri, le rapine non gli avessero
-tolto colla violenza, quanto la violenza lo aveva costretto
-ad ammassare.
-</p>
-
-<p>
-Perchè gli Ebrei dovessero divenire ricchi ed usurai
-abbiamo veduto; i loro nemici però non paghi di averli
-costretti ad esercitare un traffico ignominioso, non paghi
-di rinfacciar loro come una colpa, quello che era necessaria
-conseguenza della condizione ad essi creata, vennero
-dicendo che il <cite>Talmud</cite> non soltanto autorizza gli Ebrei
-ad opprimere i Cristiani con usure, ma ne fa loro espresso
-obbligo, permettendo ad essi di esercitare ogni maniera
-di frode verso i non Ebrei.
-</p>
-
-<p>
-Il <cite>Talmud</cite>, lo abbiamo detto a sazietà, non è per gli
-Ebrei che il complemento della legge, e la legge dà agli
-Ebrei precetti ben diversi.
-</p>
-
-<p>
-Quali sieno i precetti biblici in questo argomento tutti
-<span class="pageno" title="124" id="page-124"></span>
-sanno, ma a noi piace ricordarli colle parole stesse di uno
-dei più accaniti nemici del nome giudaico:
-</p>
-
-<p>
-“Secondo la legge mosaica non possono ingannare, nè
-defraudare alcuno, che con essi contratti. So bene che
-ciò veniva espressamente loro vietato nel Levitico al
-capo 19, v. 11, con queste parole: <i class="quo">Non mentiemini,
-nec decipiat unusquisque proximum suum.</i> In molti
-altri versi del medesimo capitolo e in più luoghi è replicato
-un tale comandamento. Ed essendo egli morale,
-e non cerimoniale, non è cessato, ma va in vigore, e
-nella prima
-osservanza” <a id="FNa_223"></a><a href="#Fn_223" class="fna">(223)</a>.
-</p>
-
-<p>
-Ed il Talmud che ha per scopo di spiegare la Bibbia,
-non di cambiarla, non sopratutto di stabilire precetti che
-a quella ripugnino, conferma questi principii di elementare
-onestà.
-</p>
-
-<p>
-I Talmudisti dicono:
-</p>
-
-<p>
-<i>a</i>) che non è permesso di fare altrui illusione, nemmeno
-ad un <em>Goi</em>, per esempio, di fargli regalo di alcun
-oggetto, facendogli credere che è di maggior valore di
-quello che
-è <a id="FNa_224"></a><a href="#Fn_224" class="fna">(224)</a>.
-</p>
-
-<p>
-Samuele ordinò al servo di accordarsi col barcajuolo
-che dovea tragittarlo al di là d'un fiume. Nei patti dell'accordo
-eravi di dargli a bere una bottiglia di vin puro:
-il domestico mescolò il vino con acqua, nè il barcajuolo se
-ne accorse. Samuele seppe l'inganno, e sgridò acerbamente
-il suo
-servo <a id="FNa_225"></a><a href="#Fn_225" class="fna">(225)</a>.
-</p>
-
-<div>
-<span class="pageno" title="125" id="page-125"></span>
-</div>
-
-<p>
-<i>b</i>) che chi deruba il Goi è tenuto alla restituzione,
-e che è anzi peggio derubare il Goi che l'Israelita, poichè
-ne rimane profanato il nome di
-Dio <a id="FNa_226"></a><a href="#Fn_226" class="fna">(226)</a>.
-</p>
-
-<p>
-<i>c</i>) che l'Israelita pecca, ed è tenuto all'indennizzamento,
-qualora nella misura, nel peso o nel calcolo faccia
-sopruso al non israelita, non altrimenti che facendolo ad un
-israelita. Chi trafficando, sia coll'israelita, quanto coll'idolatra,
-misura o pesa scarso, contraviene ad un divino precetto
-ed è tenuto al risarcimento. È parimente vietato di gabbare il
-Goi nel calcolo, ma devesi usare seco lui ogni esattezza,
-come dice il sacro testo (<cite>Lev.</cite>, <span class="sc num">xxv</span>,
-59), e <i class="quo">faccia ragione
-col suo compratore</i>; il quale testo tratta di un non israelita
-da sè dipendente (vivente cioè nella Palestina quando
-questa era in potere degli Israeliti); quanto più non dovrai
-tal legge osservare con chi non è a te soggetto?
-D'altronde la Scrittura dice (<cite>Deut.</cite>,
-<span class="sc num">xxxv</span>, 16): <i class="quo">Chiunque
-fa tali cose, chiunque fa iniquità è in abbominazione al
-signore Iddio tuo</i>, proposizione assoluta e senza alcuna
-condizione <a id="FNa_227"></a><a href="#Fn_227" class="fna">(227)</a>.
-</p>
-
-<p>
-<i>d</i>) I
-Gheonim <a id="FNa_228"></a><a href="#Fn_228" class="fna">(228)</a>
-insegnano, allegando l'autorità del
-Talmud <a id="FNa_229"></a><a href="#Fn_229" class="fna">(229)</a>,
-esser permesso, anzi esser dovere di
-far testimonianza anche innanzi ai non israeliti (presso
-giudici non iniqui), anche se il frodato sia un Goi ed il
-frodatore un
-israelita <a id="FNa_230"></a><a href="#Fn_230" class="fna">(230)</a>.
-</p>
-
-<div>
-<span class="pageno" title="126" id="page-126"></span>
-</div>
-
-<p>
-<i>e</i>) Il celebre ed autorevole R. Mosè Couci dice: Anche
-quel Talmudista che opina non essere vietato derubare
-il Goi, parla di un tale che abbia fatto del male
-allo israelita, ed anche in questo caso la sua sentenza
-non viene adottata; fuori però di questo caso anche quel
-Talmudista riconosce essere vietato rubare al
-Goi <a id="FNa_231"></a><a href="#Fn_231" class="fna">(231)</a>.
-E qui giovi notare che questo Mosè Couci o Kotzi, che
-fioriva nel 1230, è ben lungi dall'essere stato, in massima,
-modello di tolleranza. Nelle prime edizioni delle sue
-opere <a id="FNa_232"></a><a href="#Fn_232" class="fna">(232)</a>
-trovansi non pochi passi anticristiani, ma il
-fanatismo religioso, di cui nessuno vorrà far colpa ad un
-ebreo del <span class="sc num">xiii</span> secolo, non gli impedì però
-di fare il suo
-dovere d'onesto uomo, proclamando la massima che abbiamo
-testè riferita.
-</p>
-
-<p>
-Nè del resto poteva essere altrimenti, checchè abbiano
-farneticato i malevoli; la legge mosaica espressamente comanda
-di non molestare il forestiero, e lo inculca con
-queste parole: <i class="quo">E non oppressare il forestiero, perciocchè
-voi sapete in quale stato è l'animo del forestiero, essendo
-stati forestieri nella terra d'Egitto</i> (<cite>Esodo</cite>,
-<span class="sc num">xxiii</span>, 9). Ed
-altrove dopo aver detto che Dio è il Dio degli Dei, ed
-il padrone dei padroni; Dio grande, potente e tremendo,
-ecc, aggiunge che egli fa giustizia all'orfano ed
-alla vedova, ed ama il forestiero, per somministrargli
-vitto e vestito; indi conchiude: <i class="quo">Voi dunque altresì amate
-i forestieri; conciossiachè siate stati forestieri nel
-paese d'Egitto</i> (<cite>Deut.</cite>, <span class="sc num">x</span>,
-17, 19). Raccomanda di non
-far soffrire ingiustizia al forestiero ed all'orfano, e di
-non pignorare l'abito della vedova, ed aggiunge: <i class="quo">E
-<span class="pageno" title="127" id="page-127"></span>
-ricordati che tu sei stato schiavo in Egitto</i> (<cite>Deut.</cite>,
-<span class="sc num">xxiv</span>,
-17 e 18). Ognuno sa che la memoria dei mali da noi
-stessi altre volte sofferti accresce forza al naturale sentimento
-della pietà dei mali altrui.
-</p>
-
-<p>
-Nè la legge scritta, nè la legge rivelata concedono
-dunque all'ebreo di usar frode a pregiudizio dei gentili.
-</p>
-
-<p>
-Il Levi nella sua raccolta talmudica già più volte citata
-ha spigolato nel Talmud alcune regole di commercio
-che giovano a mostrare come i dottori del Talmud si
-preoccupassero di inspirare negli Israeliti, i più rigorosi
-principî di probità commerciale:
-</p>
-
-<p>
-“È peccato far incarire i frutti — portare aumento
-nei prezzi correnti.
-</p>
-
-<p>
-“Oltre il sesto del valore v'ha lesione e il contratto
-è
-nullo <a id="FNa_233"></a><a href="#Fn_233" class="fna">(233)</a>.
-</p>
-
-<p>
-“Non deve il vinajo spargere nel suo negozio profumi
-di vini aromatici, per far credere di tenere nel
-suo negozio vini squisiti.
-</p>
-
-<p>
-“Non deve il negoziante regalare dolci ai giovanetti
-per allettarli al suo negozio.
-</p>
-
-<p>
-“Il vindice nel diluvio è vindice di chi non mantiene
-la sua parola.
-</p>
-
-<p>
-“Il capo dei ladri è quegli che defrauda nel peso e
-nelle
-misure <a id="FNa_234"></a><a href="#Fn_234" class="fna">(234)</a>.
-</p>
-
-<p>
-“Il negoziante deve ripulire i suoi pesi e i suoi vasi
-una volta ogni settimana, per conservarli sempre nella
-giusta
-misura” <a id="FNa_235"></a><a href="#Fn_235" class="fna">(235)</a>.
-</p>
-
-<div>
-<span class="pageno" title="128" id="page-128"></span>
-</div>
-
-<p>
-Ma, si dirà, ammesso pure che agli Ebrei sia vietato
-usar frode in commercio, tanto col correligionario quanto
-col <em>Goi</em>, non potrete negare, che la stessa Bibbia, mentre
-vieta loro di dar denaro ad usura agli Ebrei, permette
-ad essi di darne ai <em>goim</em>.
-</p>
-
-<p>
-Ed infatti è scritto nel <cite>Deuteronomio</cite>
-(<span class="sc num">xxiii</span>, 19, 20) ed
-altrove: “Non prestare ad usura al tuo fratello, nè danari,
-nè vittuaglie, nè cosa alcuna che si presta ad usura.
-</p>
-
-<p>
-“Presta ad usura allo straniero, ma non al tuo fratello.”
-</p>
-
-<p>
-La cattiva interpretazione di questo precetto espresso
-e ripetuto nella Bibbia, fu causa principalissima delle accuse
-mosse su questo argomento contro gli Ebrei e della
-ripugnanza che ebbe il Cristianesimo contro l'industria
-feneratizia.
-</p>
-
-<div>
-<span class="pageno" title="129" id="page-129"></span>
-</div>
-
-<p>
-Per bene interpretare questo precetto, conviene in primo
-luogo aver presente che la parola usura va intesa, anche
-in questo brano, nel senso di interesse. Abbiamo già dimostrato,
-colle parole del Say, che quello che noi ora diciamo
-<em>interesse</em> dicevasi usura negli antichi tempi, ci sia lecito
-aggiungere qui, che la lingua ebraica non ha la parola
-usura, nel senso che oggi volgarmente le si attribuisce,
-sicchè ogni qualvolta troviamo scritto nella Bibbia la parola
-<em>usura</em> dobbiamo leggere <em>interesse</em>.
-</p>
-
-<p>
-Quanto al divieto biblico di prestar ad interesse al
-fratello, ed alla facoltà di prestare al forestiero, è un di
-quei precetti che debbono considerarsi parti della legge
-civile, non della religiosa, e che, come tale, cessarono di
-aver vigore colla esistenza politica della nazione ebraica.
-</p>
-
-<p>
-Non diciamo cose nuove, ripetiamo, costretti, cose trite
-e ritrite.
-</p>
-
-<p>
-Questo precetto, come prescrizione di legge civile, è
-facilmente spiegabile.
-</p>
-
-<p>
-L'Ebreo in Palestina non era commerciante, lo abbiamo
-veduto; il commercio della contrada era in mano dei forestieri;
-da ciò consegue che se l'Ebreo prendeva a prestito
-denaro vi era costretto dalle necessità della vita,
-mentre il forestiero ne abbisognava per dar vita ai propri
-traffici; da qui il divieto, altamente economico, di far
-pagare interesse al primo ed il permesso, logico e naturale,
-di farlo pagare al secondo, che, dal denaro mutuato,
-presumeva ricavar lucro e vantaggio.
-</p>
-
-<p>
-E questa nostra interpretazione è ampiamente suffragata
-dal versetto 25 del capitolo <span class="sc num">xxiii</span> dell'Esodo:
-</p>
-
-<p>
-“Quando tu presterai danari al mio popolo, al povero
-che è appresso a te, non procedere inverso lui a guisa
-di usuraio: non imponetegli usura.”
-</p>
-
-<p>
-Il più volte citato Luzzatto così commenta questo versetto:
-</p>
-
-<div>
-<span class="pageno" title="130" id="page-130"></span>
-</div>
-
-<p>
-“<i class="quo">Al popol mio</i>, cioè ad Israello.
-<i class="quo">A qualche povero che è appresso a te</i>,
-spiega l'antecedente e cioè che
-l'esenzione dell'interesse è diritto solamente di chi è
-assolutamente povero, non del ricco che cerca danaro
-per speculazione.”
-</p>
-
-<p>
-Anche il Mortara, onore di Mantova e del Rabbinato
-italiano, così interpreta questo
-precetto <a id="FNa_236"></a><a href="#Fn_236" class="fna">(236)</a>:
-</p>
-
-<p>
-“Il prestito fatto al povero viene considerato dalla
-morale religiosa come una carità e non un contratto.
-Essa riguarda pertanto il povero vergognoso come un
-congiunto, ed impone di prestargli, e non usare verso
-di esso come creditore che conceda dilazione al pagamento.
-È evidente che tale obbligazione morale non
-può vincolare che verso i prossimi e perciò la religione
-non la impone che verso i concittadini ed i correligionari.
-</p>
-
-<p>
-“I nostri Dottori applicano il testo d'Isaja, “allora
-tu invocherai il Signore ed egli ti esaudirà,” a colui
-che ama i suoi vicini, porta operoso affetto a' suoi
-congiunti e presta una moneta al povero nel momento
-del suo bisogno; e nell'esposizione del testo
-(salmo <span class="sc num">xv</span>, 5): <i class="quo">Il quale
-non dà i suoi danari ad
-usura</i>, comprendono espressamente il non Israelita fra
-quelli cui si devono far prestiti, senza percepirne
-interesse” <a id="FNa_237"></a><a href="#Fn_237" class="fna">(237)</a>.
-</p>
-
-<p>
-E con questo commento dei due dottissimi rabbini si accorda
-quello di un eruditissimo sacerdote cristiano, l'abate
-M. Mastrofini, il quale conchiuse che il precetto “riguarda
-<span class="pageno" title="131" id="page-131"></span>
-le usure di ricchi Ebrei su poveri, i quali tra loro
-convivono” <a id="FNa_238"></a><a href="#Fn_238" class="fna">(238)</a>.
-</p>
-
-<p>
-E più sotto, lo stesso Mastrofini, riassumendo il risultato
-dell'acuta sua disamina sui varii passi del Vecchio
-Testamento ove è discorso dell'usura, così conchiude:
-</p>
-
-<p>
-“La legge mosaica intorno le usure, ci rassicura ancora
-che non tutte le usure sono contrarie alla legge
-della natura. Imperocchè Dio, per Mosè, permise le moderate
-e discrete col ricco, tanto ebreo quanto
-forestiero” <a id="FNa_239"></a><a href="#Fn_239" class="fna">(239)</a>.
-</p>
-
-<p>
-Questi i precetti biblici riassunti da scrittori dotati
-di sana critica. Vediamo ora come i talmudisti interpretarono
-la legge:
-</p>
-
-<p>
-“Chi entrerà nel tuo sacro monte? dice Davide. Chi
-cammina sinceramente e chi non dà il suo danaro a
-usura. Osserva un dottore: Chi non dà il suo danaro
-a usura neppure a un
-Gentile” <a id="FNa_240"></a><a href="#Fn_240" class="fna">(240)</a>.
-</p>
-
-<p>
-“L'Ebreo il quale presta il suo denaro al Gentile,
-anzichè all'Israelita, perchè dal primo può prendere
-interesse, commette
-peccato” <a id="FNa_241"></a><a href="#Fn_241" class="fna">(241)</a>.
-</p>
-
-<p>
-“Chi accumula ricchezza con interesse e usura, l'accumula
-per chi è benefico coi poveri. Dice Salomone.”
-</p>
-
-<p>
-“Il dottore Hunà dichiara che qui allude all'usura
-tolta dai Gentili. Un altro dottore osserva che Mosè
-permette di dare a interesse a' Gentili. Risponde il
-<span class="pageno" title="132" id="page-132"></span>
-primo dottore, che il testo biblico ha altro senso. Concludesi
-che tutto al più può l'Israelita prestare a interesse
-al Gentile, tanto da guadagnarsi il
-vitto <a id="FNa_242"></a><a href="#Fn_242" class="fna">(242)</a>.
-</p>
-
-<p>
-“Quando il Salmista (<span class="sc num">xv</span>, 5) encomia chi presta il
-suo denaro senza percepire frutto, intende che lo faccia
-anche col
-Goi” <a id="FNa_243"></a><a href="#Fn_243" class="fna">(243)</a>.
-</p>
-
-<p>
-Ed in altro trattato:
-</p>
-
-<p>
-“Vieni e vedi, tutte le creature di Dio ritraggono
-(prendono a prestito) l'una dall'altra.
-</p>
-
-<p>
-“Il giorno ritrae (prende in prestito) dalla notte, la
-notte dal giorno: la luna dalle stelle, le stelle dalla
-luna: il sole dalla luce, la luce dal sole: il senno dalla
-scienza, la scienza dal senno: la carità dalla giustizia,
-la giustizia dalla carità.
-</p>
-
-<p>
-“Tutte queste creature divine ritraggono (prendono
-in prestito) l'una dall'altra e sono amiche ed in pace.
-</p>
-
-<p>
-“Solo l'uomo presta al compagno e cerca di rovinarlo
-con l'usura e col furto.
-</p>
-
-<p>
-“Questi usurai dicono quasi a Dio: Perchè non prendi
-usura de' tuoi prestiti agli uomini? Tu inaffii la terra,
-tu fecondi i campi, tu illumini, tu soffii l'alito vitale,
-tu conservi: chè non ti fai pagare?
-</p>
-
-<p>
-“Dice Iddio: Vedete quante cose io presto, e non
-prendo interesse.
-</p>
-
-<p>
-“Guai a chi prende usura: egli non vivrà.
-</p>
-
-<p>
-“Un re apre all'amico il suo regno: l'amico entra,
-calpesta i poveri, uccide le vedove, distrugge, rovina,
-e riempie ogni cosa di frode e iniquità.
-</p>
-
-<p>
-“Così l'usuraio a cui Iddio ha aperto il regno dei
-<span class="pageno" title="133" id="page-133"></span>
-suoi tesori, porta ovunque la sterilità e la
-morte <a id="FNa_244"></a><a href="#Fn_244" class="fna">(244)</a>.”
-</p>
-
-<p>
-Ed altrove:
-</p>
-
-<p>
-“Bada cecità degli usurai. Se taluno ingiuria il compagno
-chiamandolo empio, l'ingiuriato arde d'ira e medita
-vendetta. E costoro in uno scritto, sancito da
-notai e da testimoni, di propria volontà scrivono e
-sottoscrivono e dichiarano..... d'avere rinnegato il Dio
-d'Israele” <a id="FNa_245"></a><a href="#Fn_245" class="fna">(245)</a>.
-</p>
-
-<p>
-Chiudiamo questo troppo lungo capitolo colla citazione
-di un brano del più volte ricordato Rabbino
-Leon Modena, il quale porrà in luce cosa pensassero
-su questo argomento gli Ebrei italiani, or sono due
-secoli.
-</p>
-
-<p>
-“Per obbligo della Legge, così di Mosè, come a bocca,
-devono esser realissimi, e non fraudar, ne ingannare
-<span class="pageno" title="134" id="page-134"></span>
-alcuno, sia chi si voglia, o Hebreo, o non Hebreo, osservando
-sempre, e con ogni persona, quelli buoni modi
-di negotiar comandatogli in molti luoghi nella Scrittura,
-e spetialmente nel Lev. c. 19, versi 11, 13, 15,
-33 sino al fine.
-</p>
-
-<p>
-“E quello che hanno disseminato alcuni in voce, e in
-iscritto, che ogni giorno giurano, et hanno per opera
-pia di ingannar, e fraudare un Christiano, è espressa
-bugia, così promulgata per renderli più odiosi di
-quello che sono.
-</p>
-
-<p>
-“Anzi molti rabbini hanno scritto et in particolar ne
-ha fatto raccolta a longo Rabino Bachij nel libro
-<cite>Cadachemah</cite>, lettera <cite>Ghimel Ghezelà</cite> dove dice che è
-molto più grave peccato il fraudare uno non Hebreo,
-che un Hebreo rispetto allo scandalo che si da, oltre
-l'opera sia in se, e si chiama <em>Chillul Ascem</em>, che vuol
-dire profanare il nome di Dio, che è de' maggiori
-peccati. Onde se si trova fra essi chi inganna e frauda,
-è diffetto di quel particolare, che è di mala qualità,
-ma non che lo facci essendole ne dalla sua legge, ne
-da Rabini in alcun modo permesso.
-</p>
-
-<p>
-“È ben vero che la strettezza, nella quale la captività
-lunga gli ha ridotti et essendole vietato quasi per
-tutto il posseder terreni, e molti altri modi di mercantar,
-et esercitii di riputatione et utili, si sono
-molti abbassati d'animo e divenuti digeneranti della
-lealtà
-israelitica” <a id="FNa_246"></a><a href="#Fn_246" class="fna">(246)</a>.
-</p>
-
-<p>
-Con queste parole il Modena viene a dimostrare quanto
-giuste sieno queste idee di un pubblicista inglese che noi
-trovammo testè riferite nella <cite xml:lang="fr">Revue Britannique</cite>
-e colle quali ci piace dar termine a questo capitolo:
-</p>
-
-<div>
-<span class="pageno" title="135" id="page-135"></span>
-</div>
-
-<p>
-“Dovunque le incapacità inerenti alle qualità di ebreo
-sono sconosciute, lo spirito stretto di sêtta e di tribù
-disparve, e lasciato a se stesso il giudaismo, in quanto
-riguarda le materie religiose ed i doveri sociali, si è
-sviluppato sanamente e senza usurpare sui confini altrui.
-È questo ancora il miglior rimedio da opporre alla
-sua estensione che noi possiamo consigliare a coloro
-che vedono in lui un nemico di cui occorra sbarazzarsi
-ad ogni prezzo.”
-</p>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_193"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_193"><span class="label">(193)</span></a>
-<cite>La situazione degli Ebrei nel Medio-Evo.</cite> — <cite>Giorn.
-degli Economisti.</cite> Padova, 1875, vol. 1, pagg. 88 e segg.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_194"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_194"><span class="label">(194)</span></a>
-Ac si transferre sedes cogerentur, major vitae metus
-quam mortis.
-(<span class="sc aut">Tacit.</span>, <cite xml:lang="la">Hist.</cite>
-<span class="sc num">xxi</span>).
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_195"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_195"><span class="label">(195)</span></a>
-Ne quidquam ingenuum potest habere officina... Mercatura,
-si tenuis est, sordida putanda est: sin autem magna
-et copiosa; multa undique apportans, non est admodum
-vituperanda..... Nihil enim proficiunt mercatores, nisi admodum
-mentiantur. (<span class="sc aut">Cicerone</span>, <cite>Dei doveri</cite>,
-libro <span class="sc num">i</span>, sez. 42).
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_196"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_196"><span class="label">(196)</span></a>
-<span class="sc aut">Say</span>, <cite>Trattato di Ec. pol.</cite>
-in <cite>Bibl. dell'Ec.</cite> Serie <span class="sc num">i</span>,
-vol. <span class="sc num">vi</span>, pag. 275.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_197"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_197"><span class="label">(197)</span></a>
-<span class="sc aut">Blanqui</span>,
-<cite xml:lang="fr">Hist. de l'Ec. pol.</cite>,
-<span class="sc num">i</span>, 153.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_198"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_198"><span class="label">(198)</span></a>
-Questo pregiudizio contro l'interesse del denaro, che
-rimonta ad Aristotile, e che ha per base la massima che il
-denaro, non essendo di per se stesso fecondo, non può produrre
-interesse, era comune anche a Shakespeare che, nel suo
-linguaggio pittoresco, definì l'interesse: <i class="quo">La posterità di uno
-sterile metallo.</i>
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_199"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_199"><span class="label">(199)</span></a>
-<span class="sc aut">Turgot</span>, <cite>Memoria sui prestiti di denaro</cite> in <cite>Bib. dell'Ec.</cite>
-Vol. <span class="sc num">i</span>, pag. 373.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_200"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_200"><span class="label">(200)</span></a>
-<cite xml:lang="la">Bull. mag.</cite> <span class="sc num">lxvi</span>,
-pag. 328 e pag. 21.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_201"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_201"><span class="label">(201)</span></a>
-<span class="sc aut">S. de Sismondi</span>,
-<cite>Nuovi principii d'economia politica</cite>
-in <cite>Bibl. dell'Econ.</cite> Vol. <span class="sc num">vi</span>, pag. 636.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_202"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_202"><span class="label">(202)</span></a>
-Le Pandette fissano al quattro per cento il tasso dell'interesse
-per la persona di un rango illustre, a sei per
-gli altri, tasso ordinario e legale. Ciò non pertanto si permise
-l'interesse dell'8 per cento ai manifattori ed ai commercianti
-e quello del 12 per le assicurazioni marittime.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_203"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_203"><span class="label">(203)</span></a>
-Gli stessi principi ecclesiastici che vietavano ai Cristiani
-di dar capitali ad interesse, lo permettevano agli Ebrei;
-ad esempio l'arcivescovo di Colonia, nel 1266, promise
-loro di non concedere ad alcuno tranne che ad essi il contrarre
-prestiti fruttiferi. (<span class="sc aut">Ennen</span>,
-<cite>Storia di Colonia</cite>, <span class="sc num">ii</span>, 327).
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_204"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_204"><span class="label">(204)</span></a>
-Quando il re di Francia, Giovanni, per pagare i suoi
-debiti adulterò la sua moneta, tutti gli ufficiali della sua
-zecca furono obbligati a giurare il secreto.
-(V. <span class="sc aut">Ducange</span>,
-<cite>Glossario</cite>, parola <em>Moneta</em>, ed. de' Benedettini).
-Fin qui il Say;
-dal canto nostro aggiungiamo che questa adulterazione delle
-monete, causa principalissima dello esorbitante tasso dell'interesse
-e che durò sino alla età moderna — Carlo V verso
-il 1540 inondò l'Europa di una massa di cattivi scudi d'oro
-di Castiglia. (<span class="sc aut">Blanqui</span>,
-<cite xml:lang="fr">Hist. de l'Ec. pol.</cite>,
-<span class="sc num">i</span>, 283) — era
-conseguenza delle dottrine di S. Tommaso. Il Grande Aquinate,
-come del resto tutti gli uomini dei tempi suoi, aveva
-curiose idee in fatto di economia politica. Egli
-(<cite xml:lang="la">De Regg. Princ.</cite>,
-<span class="sc num">ii</span>, 13),
-infatti permette che lo Stato faccia uso, moderatamente
-però, del diritto di alterare le monete <i class="quo" xml:lang="la">sive in
-mutando, sive in diminuendo pondere</i>. Tutti ricordano le roventi
-parole con cui il nostro Dante, quasi contemporaneo
-dell'Aquinate, stigmatizza Filippo il Bello, il re falso monetario,
-che la dottrina di S. Tommaso aveva appreso da Egidio
-Colonna; il Dottor Fondatissimo, fu infatti discepolo di
-Tommaso e maestro di Filippo.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_205"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_205"><span class="label">(205)</span></a>
-<span class="sc aut">Say</span>, <cite>op. cit.</cite> pag. 277.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_206"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_206"><span class="label">(206)</span></a>
-Se l'indole di questo lavoro lo consentisse, potremmo
-moltiplicare gli esempi per dimostrare che caorsini, lombardi
-e toscani precedettero quasi dovunque gli Ebrei nell'esercizio
-dell'usura. Nell'impossibilità di farlo qui, ci limitiamo ad un
-solo esempio somministratoci da un'eccellente monografia di
-<span class="sc aut">Antonio Ive</span> (<cite>Dei banchi feneratizi
-e capitoli degli Ebrei
-di Pirano e dei Monti di pietà in Istria</cite>, Rovigno, Bontempo
-e C., 1881), dove a pagina 7 si legge: “Ai fiorentini
-succedettero in Istria, nell'esercizio della fenerazione, verso
-il 1380 circa, gli Ebrei, i quali ne ebbero, per così dire, il
-monopolio fino alla metà del secolo <span class="sc num">xvii</span>.”
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_207"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_207"><span class="label">(207)</span></a>
-Non facciamo la storia dell'usura, e dobbiamo quindi
-trascurare molte e molte citazioni ad appoggio di quanto
-veniamo dicendo; a mostrare però come l'industria feneratizia
-non fosse esercitata dai soli Ebrei, riferiamo il seguente
-brano di un'ordinanza di Luigi il Protervo, 9 luglio 1315:
-“<span class="quo norm" xml:lang="fr">Et comme nous avons appris
-que plusieurs Italiens étaient
-dans notre Royaume, lesquels exercitent marchandises et
-contrats <i class="quo">qui ne sont pas honnêtes</i>, notre intention n'est
-pas de donner à tels Italiens lesdites frauchises et libertés</span>.”
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_208"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_208"><span class="label">(208)</span></a>
-San Luigi li oppresse colle leggi più intollerabili,
-liberò i loro debitori, proibì ogni azione giudiziaria a vantaggio
-degli Ebrei, e spinse il rigore sino a proibir loro di
-contrattare. (<span class="sc aut">Blanqui</span>,
-<cite xml:lang="fr">Hist. de l'Ec. pol.</cite>,
-<span class="sc num">i</span>, 186).
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_209"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_209"><span class="label">(209)</span></a>
-<span class="sc aut">Blanqui</span>, <cite>op. cit.</cite>,
-<span class="sc num">i</span>, 223.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_210"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_210"><span class="label">(210)</span></a>
-<cite>Loc. cit.</cite>
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_211"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_211"><span class="label">(211)</span></a>
-<span class="sc aut">Arthur Beugnot</span>,
-<cite xml:lang="fr">Les Juifs d'Occident</cite>, 2<sup>me</sup> partie,
-pag. 35.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_212"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_212"><span class="label">(212)</span></a>
-<span class="sc aut">Roscher</span>, <cite>art. cit.</cite>
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_213"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_213"><span class="label">(213)</span></a>
-Il Roscher (<cite>loc. cit.</cite>) nota, assai saggiamente, che l'azione
-commerciale degli Ebrei fu favorita anche dalla loro
-unione altrettanto vivace quanto grandiosa, estesa attraverso
-tutti i regni cristiani e maomettani. È questo un vantaggio
-che, in minori proporzioni, si può segnalare anche presso
-altre minoranze religiose, e su cui, ad esempio, riposano i
-successi mercantili degli Ugonotti in Francia e dei Quacqueri
-in Inghilterra.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_214"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_214"><span class="label">(214)</span></a>
-<span class="sc aut">Blanqui</span>,
-<cite xml:lang="fr">Hist. de l'Ec. pol.</cite>,
-<span class="sc num">i</span>, 189.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_215"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_215"><span class="label">(215)</span></a>
-<span class="sc aut">D'aguir</span>,
-<cite>Concil. hispan.</cite>, t. <span class="sc num">ii</span>, p. 752.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_216"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_216"><span class="label">(216)</span></a>
-<cite xml:lang="fr">Réflexions d'un Milord</cite>, pag. 52.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_217"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_217"><span class="label">(217)</span></a>
-Veggasi il documento in <cite xml:lang="fr">Revue des Etudes Juives</cite>,
-anno 1882, pag. 231.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_218"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_218"><span class="label">(218)</span></a>
-<cite>Difesa contro gli attacchi fatti alla nazione ebrea</cite>,
-ecc. Pavia, <span class="sc num">mdcclxxxiv</span>, pag. 104.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_219"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_219"><span class="label">(219)</span></a>
-<span class="sc aut">Scherer</span>, <cite>Storia del Commercio</cite> in
-<cite>Biblioteca dell'Economista</cite>,
-serie <span class="sc num">ii</span>, vol. <span class="sc num">iv</span>,
-pag. 712.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_220"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_220"><span class="label">(220)</span></a>
-<cite>Unità Cattolica</cite> di Torino, numero 224, del 26 settembre
-1883, 1ª ed., pag. 896. — Veggasi pure fra i documenti
-una importante <a href="#tit-43">memoria del principe Demidoff di San Donato
-sulla questione semitica in Russia</a>.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_221"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_221"><span class="label">(221)</span></a>
-<span class="sc aut">Mac Culloch</span>,
-<cite>Principii di Ec. pol.</cite> in <cite>Bibl. dell'Ec.</cite>,
-v. <span class="sc num">xiii</span>, pagine 17, 18.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_222"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_222"><span class="label">(222)</span></a>
-Il <em xml:lang="fr">Temple</em> era un quartiere di Parigi ove i rigattieri
-avevano le loro botteghe. Oggi ancora quel quartiere, situato
-nei pressi del sobborgo operaio di Sant'Antonio, è abitato
-dalla parte più povera degli Ebrei di Parigi.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_223"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_223"><span class="label">(223)</span></a>
-<span class="sc aut">Medici</span>, <cite>op. cit.</cite>,
-cap. <span class="sc num">xii</span>.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_224"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_224"><span class="label">(224)</span></a>
-<cite class="sc">Talmud Babilonese Holin</cite>, fol. 84. Appoggiato a tale
-sentenza l'autore del libro <cite>Hassidim</cite>, vivente in Francia
-verso il 1200, condanna e dichiara peccatori coloro che nel
-salutare il non israelita gli dicono sottovoce villanie, cui
-l'altro suppone esser parole amichevoli. (<cite>Hassidim</cite>, § 51).
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_225"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_225"><span class="label">(225)</span></a>
-Id. id.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_226"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_226"><span class="label">(226)</span></a>
-<cite class="sc">Tossaftà Kamà</cite>, cap. <span class="sc num">iv</span>.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_227"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_227"><span class="label">(227)</span></a>
-<span class="sc aut">Maimonide</span> dietro il Talmud, trattato
-<cite class="sc">Ghenevà</cite>, capitolo 7, lez. 8.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_228"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_228"><span class="label">(228)</span></a>
-Capi di Accademia in Persia, succeduti ai Talmudisti
-dal 600 al 1038 di G. C.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_229"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_229"><span class="label">(229)</span></a>
-<cite class="sc">Kamà</cite>, fol. 113.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_230"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_230"><span class="label">(230)</span></a>
-<cite class="sc">Semach Gaon</cite>, nelle decisioni dei Gheonim, stampate
-a Salonico e sotto il titolo di Sciaon Zedek, fol. 84 retro.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_231"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_231"><span class="label">(231)</span></a>
-<span class="sc">Samag</span>, precetto negativo, 152.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_232"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_232"><span class="label">(232)</span></a>
-Cfr. <span class="sc aut">De Rossi</span>,
-<cite>Diz. storico degli autori Ebrei</cite>, Parma,
-1802, vol. 2, p. 67 a. v. <cite>Mosè di Kotzi</cite>.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_233"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_233"><span class="label">(233)</span></a>
-<cite class="sc">Bavà Metzià</cite>, fol. 49.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_234"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_234"><span class="label">(234)</span></a>
-<span class="sc aut">Levi</span>, <cite>op. cit.</cite>, pag. 281.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_235"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_235"><span class="label">(235)</span></a>
-I Talmudisti sembrano essersi assai preoccupati della
-esattezza dei pesi e delle misure. “Il commerciante all'ingrosso
-ripulisca le sue misure una volta al mese, quello
-al minuto una volta ogni dodici mesi. R. Simeone, figlio
-di Gamliel, dice all'opposto: il bottegaio ripulisca le sue
-misure due volte per settimana e netti i suoi pesi una
-volta per settimana, e netti la bilancia dopo ogni pesata.
-R. Simeone dice, questo intendere trattandosi di cose molli,
-ma di cose aride non occorre.” (<cite class="sc">Bavà Badrà</cite>, 88 a).
-“Si instituiscono commissari per le misure [perchè siano
-giuste] ma non per i pesi [perchè dipendono dalla concorrenza].
-Rami bar Hamà dice: si stabiliscono commissari
-sia per le misure, sia per i prezzi a motivo degli ingannatori.”
-(<cite>Ivi</cite>, 890).
-</p>
-
-<p class="foot">
-“È proibito di tenere in casa misure mancanti o soverchianti.....
-quest'intendesi nei paesi ove non sono bollate, ma
-dove sono bollate quando non vede il bollo non prende.”
-(<cite>Ivi</cite>, 897).
-</p>
-
-<p class="foot">
-E certamente a queste massime si è inspirato il Maimonide
-quando facendo suo il precetto che leggesi in <cite>Bavà-Badrà</cite>,
-886, scrisse: “È più grave la punizione di chi defrauda
-colle misure che di chi commette incesto, perchè
-questo è tra lui e Dio, e quello tra lui e il prossimo”
-(<span class="sc aut">Maimonide</span>, <cite>Leggi sul furto</cite>,
-cap. <span class="sc num">vii</span>, lez. 8).
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_236"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_236"><span class="label">(236)</span></a>
-<span class="sc aut">Marco Mortara</span>,
-<cite>Compendio della religione israelitica</cite>,
-Mantova, Beretta, 1855, pag. 86.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_237"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_237"><span class="label">(237)</span></a>
-V. <cite class="sc">Talmud Sanedr.</cite> 76<span class="sc num">b</span> e
-<cite class="sc">Maccot</cite> 24<span class="sc num">a</span>.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_238"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_238"><span class="label">(238)</span></a>
-<span class="sc aut">Mastrofini</span>, <cite>Le usure</cite>. Milano,
-Silvestri, 1841, pag. 9.
-Cfr. <span class="sc aut">Genovesi</span>,
-<cite>Lezioni di economia civile</cite> in <cite>Bibl. dell'Economista</cite>,
-1ª serie, vol. <span class="sc num">iii</span>, pag. 207. Il
-dotto filosofo napoletano
-fu forse il primo in Italia a comprendere e ad esporre
-nettamente il concetto biblico del prestito ad interesse.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_239"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_239"><span class="label">(239)</span></a>
-<cite>Op. cit.</cite>, pag. 37.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_240"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_240"><span class="label">(240)</span></a>
-<cite class="sc">Talmud Makot</cite>, pag. 24.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_241"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_241"><span class="label">(241)</span></a>
-<cite class="sc">Jalkut Mislè</cite>, fol. 144, 1.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_242"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_242"><span class="label">(242)</span></a>
-<cite class="sc">Jalkut</cite>, fol. 295, 2.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_243"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_243"><span class="label">(243)</span></a>
-<cite class="sc">Makot</cite>, fol. 24.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_244"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_244"><span class="label">(244)</span></a>
-<cite class="sc">Bavà Mezhia</cite>, fol. 71.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_245"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_245"><span class="label">(245)</span></a>
-<cite class="sc">Rabot Mishpatim</cite>, sez. 2, verso la metà. Nella stessa
-sezione molti altri passi sono diretti a biasimare l'usura:
-p. e. “Vieni e vedi: chiunque è ricco, e benefica i poveri
-e non prende usura, Iddio lo considera come se avesse
-osservato tutti i precetti.
-</p>
-
-<p class="foot">
-“Diede ad usura, prese aumento e vivrebbe? Non vivrà.”
-(Ezechiele 18, 17) “dice Iddio benedetto: Chi visse d'usura
-in questo mondo, non vivrà nel mondo venturo.”
-</p>
-
-<p class="foot">
-“Non gl'imporrete usura (Esodo, 22, 27) bastava <em>imporrai</em>,
-perchè dice: <em>imporrete</em>? si riferisce ai testimoni, al garante,
-ai giudici ed allo scrivano, perchè se non fossero
-questi, egli non prenderebbe nulla, e quindi vengono puniti
-tutti quanti.
-</p>
-
-<p class="foot">
-“A che si assomiglia l'usura? A chi viene morso da un
-serpente, e non se ne accorge, e non lo sa sino a che non
-lo investe (?) tutto.
-</p>
-
-<p class="foot">
-“Il <em>povero</em> che è con te (Esodo, 22, 27) dice il santo,
-benedetto egli. Non gli basta la sua miseria che tu gli
-prendi ancora usura?”
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_246"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_246"><span class="label">(246)</span></a>
-<span class="sc aut">Modena</span>, op. cit., parte
-<span class="sc num">ii</span>,
-cap. <span class="sc num">v</span>, pag. 49.
-</p>
-</div>
-
-<div class="blankpage">
-<span class="pageno" title="136" id="page-136"></span>
-</div>
-
-
-<div class="chapter">
-<span class="pageno" title="137" id="page-137"></span>
-<img src="images/i003a.png" style="width: 100%" alt=""/>
-</div>
-
-<h2 class="nobreak" id="tit-4">
-<a href="#ritit-4">IV.</a>
-</h2>
-
-<p class="subtitle">
-Dell'uso del sangue cristiano nei riti ebraici
-</p>
-
-<p>
-Oggi ancora, nell'ultimo quarto del secolo decimonono,
-abbiamo veduto, in un paese che si dice civile, Ebrei accusati
-di aver assassinato una fanciulla cristiana, non
-per scopo di lucro o di libidine, non per vendetta, o per
-qualsiasi altro dei soliti moventi cui obbediscono gli assassini,
-ma nell'intento di raccoglierne il sangue, sangue
-che si pretende necessario agli Ebrei per l'adempimento
-di tenebrosi loro
-riti <a id="FNa_247"></a><a href="#Fn_247" class="fna">(247)</a>.
-</p>
-
-<div>
-<span class="pageno" title="138" id="page-138"></span>
-</div>
-
-<p>
-E mentre il processo si dibatteva in Ungheria, abbiamo
-veduto in Italia, in Francia, in Germania, nei
-paesi insomma del continente d'Europa che sono alla
-testa del movimento intellettuale, pubblicarsi giornali ed
-opuscoli per sostenere che la religione ebraica impone
-ai suoi seguaci l'obbligo di valersi del sangue di umane
-vittime per compiere non sappiamo quali infami riti.
-</p>
-
-<p>
-Che più? un professore dell'I. R. Università di Praga,
-il Rohling, si è persino procacciata una tal qual nomea,
-facendosi banditore della oscena accusa; e quasi ciò non
-fosse bastante, il <cite xml:lang="fr">Figaro</cite> di Parigi,
-il giornale certamente
-più diffuso dell'Europa continentale, e che ha parecchi
-Ebrei fra i suoi collaboratori, riproduceva, a
-proposito del processo di Tisza Eszlar, nel suo numero
-del 15 luglio 1883, un lungo e calunnioso articolo contro
-<span class="pageno" title="139" id="page-139"></span>
-gli Ebrei, togliendolo da un infame libello antisemitico,
-il <cite xml:lang="de">Paderboner Judenspiegel</cite>.
-</p>
-
-<p>
-Certamente, di fronte agli scarsi accusatori, sorsero numerosi
-i difensori degli Ebrei, e fra questi, solleva l'animo
-il poterlo dire, non mancarono dotti ecclesiastici di tutte
-le confessioni cristiane.
-</p>
-
-<p>
-Certamente gli stessi Tribunali Ungheresi, con tre conformi
-sentenze, proclamarono l'innocenza degli Ebrei accusati
-nel famoso processo di Tisza Eszlar; ma è pur
-troppo nell'indole della natura umana il prestare più
-facile orecchio a chi accusa che a chi difende, a chi
-proclama il male che a chi lo nega, sicchè non è a meravigliarsi
-che uomini di buona fede, liberali sinceri, rimangano
-oggi ancora dubbiosi di fronte alla strana
-accusa.
-</p>
-
-<p>
-Si fa la grazia agli ebrei, che dimorano nei paesi più
-colti, di ammettere che abbiano rinunziato al sanguinoso
-rito, ma si pretende che esso si mantenga ancora rigoglioso
-in quei paesi dove il progresso della civiltà trova
-refrattarii ebrei e non ebrei.
-</p>
-
-<p>
-I più benevoli arrivano ad accordare che non tutti
-gli Ebrei pratichino la nefanda cerimonia, ma insinuano
-che può bene essere sorta in seno al giudaismo, una
-setta la quale abbia imposto ai suoi seguaci l'obbligo di
-versare umano sangue e di
-cibarsene <a id="FNa_248"></a><a href="#Fn_248" class="fna">(248)</a>.
-</p>
-
-<div>
-<span class="pageno" title="140" id="page-140"></span>
-</div>
-
-<p>
-Insomma, mentre tutti gli onesti provano ribrezzo ad
-involgere nella orrenda accusa gli Ebrei che conoscono
-personalmente, quelli che vivono in continuo contatto con
-loro, non mancano però parecchi che vanno cercando argomenti
-per persuadere a loro stessi che Ebrei di remote
-contrade possono bene essere colpevoli.
-</p>
-
-<p>
-Noi che scriviamo, conosciamo in Italia fior di onesti
-uomini che protesterebbero indignati se domani una simile
-accusa si muovesse ad un loro conterraneo, ad un
-loro amico ebreo, ma che la trovano invece naturale,
-naturalissima, quando viene rivolta ad un ebreo ungherese
-o
-siriaco <a id="FNa_249"></a><a href="#Fn_249" class="fna">(249)</a>.
-</p>
-
-<div>
-<span class="pageno" title="141" id="page-141"></span>
-</div>
-
-<p>
-Anzi abbiamo sentito taluno che pretendeva difendere
-gli Ebrei, non negando la stolta calunnia, ma invocando
-questa singolare attenuante: che cioè se simili accuse non
-si muovono più, contro gli Ebrei che dimorano in paesi
-civili, egli è perchè essi rinunciano all'orribile pratica, non
-appena cessano di esser fatti segno alle oppressioni di cui
-furono e sono bersaglio nei tempi e nei paesi meno civili.
-</p>
-
-<p>
-Certamente, al secolo nostro, che, più spesso che non
-convenga, giudica dalle apparenze, ripugna meno l'accusare
-di una orribile superstizione il lurido ebreo polacco
-dal classico cafetano e dai ricci bisunti, od il palestinese
-<span class="pageno" title="142" id="page-142"></span>
-dal turbante e dalla turchesca zimarra, che non il gentiluomo
-lindo ed azzimato che si mescola a noi, che vive
-della nostra vita e che ormai può dirsi in tutto eguale
-agli altri suoi concittadini.
-</p>
-
-<p>
-Ma tutto ciò non è che parvenza.
-</p>
-
-<p>
-Vanto precipuo del giudaismo è, che, malgrado le differenze,
-dalla civiltà e dal progresso create, fra gli Ebrei
-dei varii paesi, essi mantennero sempre l'unità del loro
-culto, delle loro credenze; sicchè le stesse pratiche, gli
-stessi riti si celebrano tanto a Parigi quanto a Bagdad,
-tanto a Milano od a Boston quanto nell'ultimo villaggio
-della Ungheria e della Polonia.
-</p>
-
-<p>
-Bisogna dunque ammettere che o tutti gli Ebrei, che
-oggi vivono fra noi, hanno d'uopo di sangue cristiano
-per le loro cerimonie religiose, o che questo bisogno non
-fu mai provato da nessun ebreo, in nessun tempo ed in
-nessun paese.
-</p>
-
-<p>
-La religione ebraica non ha sêtte, non ha discrepanze
-religiose, sicchè è forza accettare questo dilemma: o tutti
-innocenti o tutti colpevoli.
-</p>
-
-<p>
-E per questo noi — che scriviamo in Italia, dove, da
-ormai trenta anni, non è più sorta nessuna accusa di
-questo genere contro gli Ebrei — sentiamo il bisogno di
-insistere su questo argomento per far chiaro che mai, in
-nessun luogo ed in nessun tempo, gli Ebrei praticarono
-l'infame rito; perocchè se ci fosse provato che un solo
-fanciullo cristiano fosse stato ucciso dagli Ebrei <em>per scopo
-religioso</em>, in qualsivoglia tempo, ed in qualsivoglia paese,
-dovremmo noi pei primi riconoscere che oggi ancora gli
-Ebrei di tutto il mondo celebrano l'infame cerimonia.
-</p>
-
-<p>
-Eppure la storia ribocca di accuse simiglianti mosse
-agli Ebrei, eppure è antichissima la asserzione che gli
-Ebrei sacrifichino vittime umane a non sappiamo quali
-orribili superstizioni.
-</p>
-
-<div>
-<span class="pageno" title="143" id="page-143"></span>
-</div>
-
-<p>
-Già Giuseppe Flavio confutava l'asserzione di Appione,
-il quale accusava gli Ebrei d'ingrassare nel loro tempio
-degli stranieri fatti prigionieri e di scannarli poi, per
-offrirli in olocausto a
-Dio <a id="FNa_250"></a><a href="#Fn_250" class="fna">(250)</a>.
-</p>
-
-<p>
-Nei secoli posteriori, specialmente a partire dal XII
-secolo, l'accusa di cui ci occupiamo si venne tanto spesso
-ripetendo sotto diverse forme, che gli Ebrei hanno oggi
-nella loro lingua una parola speciale (<em class="sc">gnalilad dam</em>,
-<em>la calunnia del sangue</em>) per designare questa calunnia
-loro sempre tanto fatale, parola questa che non è ignorata
-nemmeno da coloro fra essi che non sanno neppure
-una sillaba di ebraico, e che risuona sempre ai loro
-orecchi come il rintocco di una campana funebre.
-</p>
-
-<p>
-Ai tempi di Arcadio imperatore (395–408 d. G. C.)
-<span class="pageno" title="144" id="page-144"></span>
-ad Imnestri, piccola località situata tra Calcide ed Antiochia,
-alcuni Ebrei ubbriachi furono accusati di aver
-attaccato ad una croce un fanciullo cristiano e di averlo
-ucciso; ne seguì una lotta terribile. Ma questo fatto fu
-giudicato da Arcadio con equità e furono puniti soltanto
-i veri
-colpevoli <a id="FNa_251"></a><a href="#Fn_251" class="fna">(251)</a>.
-</p>
-
-<p>
-Nel 1080 gli Ebrei furono tutti banditi dalla Francia,
-ed i loro beni confiscati, sotto l'accusa di avere, alla loro
-Pasqua, sacrificato un ragazzino.
-</p>
-
-<p>
-Basnage ci
-narra <a id="FNa_252"></a><a href="#Fn_252" class="fna">(252)</a>,
-come — sotto il regno di Alfonso X
-il saggio, Re di Castiglia e di Leon (1252–1284), — tre
-scellerati di Orsona, città dell'Andalusia, gittassero un
-cadavere nel giardino attinente alla casa di un ebreo ed
-accusassero poi questi di averlo ucciso. Questa calunnia
-essendosi diffusa per la città il popolo massacrò tutti gli
-Ebrei che gli caddero nelle mani.
-</p>
-
-<p>
-Parecchi cercarono un rifugio nelle case dei loro amici
-cristiani, ma siccome ricorreva la Pasqua, nel qual tempo
-gli Ebrei non mangiano pane lievitato, e come essi non
-trovavano naturalmente che di questo, nelle case dei loro
-amici, poco mancò non morissero di fame, perchè preferivano
-digiunare ad infrangere la prescrizione religiosa.
-Gli abitanti di Palma imitarono quelli di Orsona e si
-dettero a perseguitare ed uccidere gli Ebrei, sicchè questi
-fecero pregare i loro correligionari di mandar deputati
-alla Corte per impedire un massacro che stava per diventar
-generale. I persecutori tenner dietro dappresso ai tre
-<span class="pageno" title="145" id="page-145"></span>
-deputati Ebrei che erano stati all'uopo designati. Anzi
-essi giunsero i primi, perocchè gli Ebrei erano stati obbligati
-a lasciare le vie battute ed a nascondersi in una
-foresta per paura di cader nelle mani dei loro persecutori.
-Giuseppe, capo della Deputazione ebrea, parlò in nome
-di tutti, con tanta eloquenza che venne ammirato da tutta
-la Corte. Re Alfonso assolse gli Ebrei dall'omicidio che
-non era mai stato commesso. Gli accusatori insistevano
-perchè l'ebreo fosse messo alla tortura, per sapere se egli
-aveva o meno perpetrato il reato, ma egli potè sottrarsi
-alla dura prova, chiedendo ed ottenendo si aprisse la
-tomba da cui era stato tratto il cadavere, per gittarlo
-nella sua casa.
-</p>
-
-<p>
-Simiglianti accuse si produssero in Inghilterra. Nel
-1226 gli Ebrei di Norvich furono condannati a 20,000
-marche di ammenda per aver voluto crocifiggere un
-fanciullo <a id="FNa_253"></a><a href="#Fn_253" class="fna">(253)</a>.
-Egualmente nel 1255 a Lincoln, dove dopo un
-simulacro di giudizio, diciotto ebrei furono appiccati ed il
-piccolo Ugo, il crocifisso, canonizzato.
-</p>
-
-<p>
-A Northampton, per delitto di crocifissione, se ne appiccarono
-cinquanta, e pochi anni dopo, nel 1287, gli Ebrei
-furono espulsi dall'Inghilterra, dove non ricomparvero
-che dopo aver ricevuto da Cromwell l'autorizzazione di
-<span class="pageno" title="146" id="page-146"></span>
-risiedere a Londra e di costruirsi una sinagoga, di rito
-spagnuolo <a id="FNa_254"></a><a href="#Fn_254" class="fna">(254)</a>.
-</p>
-
-<div>
-<span class="pageno" title="147" id="page-147"></span>
-</div>
-
-<p>
-Nel 1432 si pretese che Ebrei avessero fatto morire,
-lardellandolo di colpi di stile, V. Wernher di Bacharach.
-</p>
-
-<p>
-Nel 1443 gli Ebrei di Milano, per un'accusa simile,
-dovettero pagare 20,000 fiorini.
-</p>
-
-<p>
-Nel 1475 tre israeliti furono accusati di aver ucciso un
-ragazzo a Trento, dove la popolazione era stata prima fanatizzata
-dalle prediche di Bernardino da
-Feltre <a id="FNa_255"></a><a href="#Fn_255" class="fna">(255)</a>, e
-<span class="pageno" title="148" id="page-148"></span>
-tutti gli Ebrei furono messi alla tortura e spogliati di
-tutto.
-</p>
-
-<p>
-Nel 1490, Giovanni di Passamento fu aggiunto alla
-lista dei santi spagnuoli per il suo supposto martirio a
-Guardia.
-</p>
-
-<p>
-Nel 1506, a Venezia, un giovane israelita ungherese
-venne arrestato per sospetto di voler rapire un fanciullo
-cristiano, ma, da saggi giudici, riconosciuto innocente,
-tosto posto in libertà.
-</p>
-
-<p>
-Questo fatto ce lo narra il Sanuto nel volume
-sesto <a id="FNa_256"></a><a href="#Fn_256" class="fna">(256)</a>
-dei suoi diarii, e lo diamo nel suo testo originale, poichè
-le parole dell'illustre storico mettono in più chiara luce
-e la illuminata giustizia veneta, ed il retto e sano criterio
-dei nostri padri.
-</p>
-
-<p class="docutesto">
-“22 marzo 1506.
-</p>
-
-<p class="docutesto">
-“In questo zorno hessendo gran Conseio suso,
-achadete chel fo retenuto un zudio hongaro, nominato
-Isaach, qual studiava et stava perhò in questa terra,
-et venuto zoso Gran Conseio, ser Hieronimo Quirini
-<span class="pageno" title="149" id="page-149"></span>
-et ser Antonio Zustignam dotor, Avogadori, lo andono
-a examinar. Par chel ditto a San
-Stin <a id="FNa_257"></a><a href="#Fn_257" class="fna">(257)</a>
-in certa
-calle havesse trovato un puto di anni 2 ½ in zercha,
-smarito, e lui lo tolse soto la vesta e lo voleva menar
-via ut dicitur a marturizarlo como fo il bia Simon a
-Trento et Sebastian Novello a Porto Bufole del
-14.. <a id="FNa_258"></a><a href="#Fn_258" class="fna">(258)</a>,
-et visto da alcuni, tandem fu preso detto zudio che
-fuziva e si buttò al aqua. Et cussì li Avogadori fe
-la soa examination con interprete et formò il processo.
-Quello seguirà noterò di sotto, unum che la matina in
-Rialto alcuni zudei dal vulgo fonno batuti et quasi
-lapidati. <i class="quo">Ma judico nulla sia et nulla seguirà et esser
-cossa falssa.</i>”
-</p>
-
-<p class="docutesto">
-“24 marzo 1506.
-</p>
-
-<p class="docutesto">
-“In questa matina in quarantia criminal fu rilassato
-il zudeo retento per cazon del puto, atento nulla
-erra con effecto, et cussì li Avogadori messeno di rilassarlo
-e fu preso.”
-</p>
-
-<p>
-Così si vedeva e si giudicava in Venezia nel 1506!
-</p>
-
-<p>
-Verso il 1530, un ebreo, di Amasia, presso Erzerum,
-venne accusato dell'assassinio di un cristiano il quale era
-stato bensì visto entrare nella casa dell'ebreo, ma non
-era stato visto uscirne. Secondo il solito i correligionari
-dell'accusato furono coinvolti nel processo. I disgraziati
-vennero sottoposti alla tortura, e, sotto l'angoscia di inenarrabili
-sofferenze, confessarono di aver assassinato un
-cristiano; tutti furono appiccati, ed un medico, Jacob
-Abiob, bruciato vivo. Ma l'accusa non era che una
-<span class="pageno" title="150" id="page-150"></span>
-orribile calunnia ordita da falsi testimoni e la prova
-non tardò a farsene palese: la pretesa vittima ricomparve.
-La causa venne allora portata a Costantinopoli, dinanzi
-al Tribunale di Solimano II, che non soltanto punì
-i calunniatori, ma ordinò che altre accuse di questo genere,
-contro gli Ebrei, che potessero riprodursi, dovessero
-portarsi dinanzi al divano di Costantinopoli, ogni altra
-giurisdizione esclusa.
-</p>
-
-<p>
-Bastò questa disposizione, bastò l'idea di trovarsi dinanzi
-a giudici relativamente illuminati, perchè, per ben
-tre secoli, la calunnia non rialzasse più il capo negli
-Stati del
-sultano <a id="FNa_259"></a><a href="#Fn_259" class="fna">(259)</a>.
-</p>
-
-<p>
-Anche nel secolo nostro simili casi si riprodussero sovente,
-troppo sovente per un secolo che ha la pretesa di
-essere quello dei lumi. Pur tacendo di altri fatti, ricorderemo
-come a Damasco un rispettabile e venerando cappuccino
-italiano, il padre Tommaso, ed un suo domestico,
-scomparissero nel febbraio 1840. Un barbiere ebreo e
-sette mercanti ebrei furono arrestati sotto l'imputazione
-di averli uccisi per compiere un sagrifizio rituale. Il processo
-venne istruito in modo, che, lord Palmerston, nella
-seduta della Camera dei Comuni inglesi del 22 giugno
-1840, ebbe a dichiarare “esempio di barbarie e di atrocità
-inaudite nel nostro secolo, e quali non potevansi
-aspettare in un paese che è in relazione col mondo
-civile <a id="FNa_260"></a><a href="#Fn_260" class="fna">(260)</a>.”
-Atroci tormenti strapparono agli sventurati
-<span class="pageno" title="151" id="page-151"></span>
-accusati una specie di confessione che smentirono energicamente
-dopo. Il console d'Austria, signor Merlato,
-tentò invano di calmare l'emozione popolare. Una sollevazione
-dei cristiani siriaci ne seguì, e, malgrado i passi
-fatti al Cairo, da sir Moses Montefiori e da Cremieux, in
-favore dei loro correligionari, malgrado che il Vicerè
-d'Egitto, Mohammed-Ali, prosciogliesse gli Ebrei da ogni
-accusa, il popolaccio non fu meno convinto, e lo è ancora
-adesso, che il padre Tommaso venne sacrificato in obbedienza
-ai riti talmudici delle feste pasquali.
-</p>
-
-<p>
-Quasi contemporaneamente, a Rodi, sorgeva una simile
-accusa, sempre contro gli Ebrei, ma, il 20 luglio 1840, il
-Consiglio di giustizia della Porta, che aveva avocato a sè
-la trattazione dell'affare, assolse tutti gli Ebrei dalla accusa
-portata contro di loro dai Greci, di essersi impadroniti
-di un fanciullo greco, al solito intento di scannarlo
-e di servirsi del suo sangue per la Pasqua. Nè
-pago di ciò, il Governo turco, per dimostrare tutto l'orrore
-che gli inspiravano le inumane sevizie usate dal pascià
-di Rodi contro gli Ebrei accusati, lo destituì da ogni
-sua carica ed il sultano Abdul-Medjid, con un suo firmano,
-in data del 13 Ramazan 1256 (7 novembre 1840),
-che si leggerà fra i documenti, pose in piena luce l'innocenza
-degli Ebrei accusati a Damasco ed a Rodi.
-</p>
-
-<p>
-Pochi anni dopo una cittaduzza italiana, Badia, in provincia
-di Rovigo, vedeva svolgersi un importante processo,
-di cui pubblicheremo più innanzi i documenti, processo
-che finì coll'assoluzione dell'ebreo imputato e colla
-condanna della sua calunniatrice.
-</p>
-
-<div>
-<span class="pageno" title="152" id="page-152"></span>
-</div>
-
-<p>
-Ricorderemo ancora un processo che ebbe luogo or
-sono venti anni a Saratoff, l'ultimo, crediamo, nel quale
-gli Ebrei venissero, malgrado le proteste delle autorità
-civili e militari, e dello stesso ministro di giustizia, condannati,
-e ciò, in seguito a testimonianze di persone peggio
-che equivoche e malgrado che la tortura non fosse giunta
-a strappare la menoma confessione a nessuno dei pretesi
-rei.
-</p>
-
-<p>
-È troppo recente, e troppo presente alla memoria di
-tutti, un fatto accaduto due anni or sono ad Alessandria
-d'Egitto, perchè vi spendiamo sopra ulteriori parole.
-</p>
-
-<p>
-Non possiamo però resistere al desiderio di fare qualche
-breve osservazione sul conto dello stranissimo processo
-che si svolse non ha guari in Ungheria. A Tisza Eszlar — paese
-situato, è bene notarlo, nella circoscrizione elettorale
-che inviò alla Tavola dei deputati il famoso antisemita
-Geza-Onody, — una ragazza quindicenne, di religione
-protestante, a nome Ester Solymossy, essendo
-sparita, gli Ebrei furono accusati di averla assassinata
-per scopo rituale. Mancava ogni base giuridica all'accusa;
-nelle acque del Tibisco si era persino ritrovato un
-cadavere che, quantunque deformato, appariva, indubbiamente,
-dagli indumenti che portava, quello della infelice
-scomparsa; sul cadavere non si riscontrava nessuna lesione
-che potesse far sospettare se ne fosse cavata una
-sola goccia di sangue; malgrado tutto ciò si voleva il
-processo; ed il processo, ad eterno disonore dell'Ungheria,
-ebbe luogo.
-</p>
-
-<p>
-Non ce ne rammarichiamo noi; perocchè quel processo è
-la più fulgida testimonianza dell'innocenza degli Ebrei, confermata
-da tre conformi sentenze pronunciate, malgrado
-le esorbitanze di una folla briaca d'odio e sitibonda di
-sangue, fanatizzata dalle mene degli antisemiti.
-</p>
-
-<p>
-Solo argomento a sostegno dell'accusa era, orribile a
-<span class="pageno" title="153" id="page-153"></span>
-dirsi, la deposizione di un ragazzo quattordicenne, Maurizio
-Scharf, figlio ad uno dei principali
-accusati <a id="FNa_261"></a><a href="#Fn_261" class="fna">(261)</a>.
-Come si
-giungesse a costringere un figlio a calunniare il proprio
-padre, ce lo dica una corrispondenza che il <cite xml:lang="fr">Figaro</cite> di
-Parigi riceveva da Vienna in occasione del processo.
-</p>
-
-<p>
-“Per slegare la lingua a quel Maurizio Scharf, il
-<em xml:lang="la">Deus ex macchina</em> di quel processo,
-il ragazzo quattordicenne
-che, con accanimento singolare, si era fatto
-accusatore del proprio padre, il cancelliere giudiziario
-<em>Peczely</em>, quel fenomeno di magistrato che nel corso del
-processo si seppe aver passato quindici anni della sua
-vita in galera per tentato assassinio, ricorreva ai seguenti
-mezzi: gli somministrava schiaffi e pugni in
-buona dose, gli anneriva il dorso con colpi del suo
-scudiscio da caccia e gli minacciava di fargli finire
-i suoi giorni in una oscura cella, talmente sucida <em>che
-neppure un cane</em> vi accetterebbe un pezzo di pane. Al
-contrario gli prometteva mari e monti nel caso in cui
-si decidesse a parlare.”
-</p>
-
-<p>
-Nè diversi erano, sempre secondo la citata corrispondenza,
-i mezzi usati cogli altri imputati. Ora venivano
-gettati in qualche cella umida e fredda, ora si esponevano
-ai raggi del sole, quel sole della Pusztah che ha
-i suoi quaranta gradi al <em xml:lang="la">minimum</em>, e quando si lagnavano
-di aver sete, si versavano loro nella gola torrenti
-<span class="pageno" title="154" id="page-154"></span>
-d'acqua che li soffocavano. Del resto il knut non riposava
-gran fatto.
-</p>
-
-<p>
-Più efficace ancora è la descrizione che, dei mezzi usati
-contro gli imputati di quell'iniquo processo, ci fa un eminente
-scrittore francese, il Cherbuliez — che mal si cela
-sotto il pseudonomo di Valbert — nella
-<cite xml:lang="fr">Revue des deux
-Mondes</cite> del 1º agosto 1883: “Il giudice
-d'istruzione <a id="FNa_262"></a><a href="#Fn_262" class="fna">(262)</a>,
-non potendo cacciar nulla dall'imputato Vogel, dopo
-avergli applicato un ceffone, chiamò i suoi sgherri, e
-minacciò di bastonarlo: rispose che quanto si voleva
-fargli dire era falso, siccome potevano confermare ventiquattro
-testimoni che desiderava si citassero. Tre
-pugni fortemente appiccicatigli sulla mascella ne fecero
-sgorgare il sangue; rifiutò di confessare. Gli si fece allora
-inghiottire tanta acqua che fu costretto a lasciarsi
-cadere a terra per poterla recere; quando l'ebbe rigettata,
-lo si costrinse a bere tre bicchieri di acqua
-salata. Rifiutò di confessare. Gli vennero allora legate
-le mani dietro il dorso, il commissario lo prese per
-uno dei ricci dei suoi capelli, un altro per l'altro e tirarono
-così forte che i due ricci restarono loro nelle
-mani. Rifiutò di confessare. Lo si spogliò, lo si fece
-<span class="pageno" title="155" id="page-155"></span>
-coricare sulla paglia minacciando di appiccarlo pei
-piedi. Rifiutò di confessare. Poi lo si obbligò a correre
-sino ad Eszlar dinanzi al cavallo d'un panduro. Il
-calore era soffocante ed egli non si reggeva più, ma ricusò
-di confessare. Si finì col rinchiuderlo in una
-oscura cella. Vi dimorò tre settimane e vi cadde gravemente
-malato sempre chiedendo, invano, che si sentissero
-i suoi testimoni.”
-</p>
-
-<p>
-Dopo queste narrazioni di scrittori e di giornali autorevoli
-nessuno oserà meravigliarsi se il governo ungherese,
-in una corrispondenza di origine evidentemente
-iperofficiosa, in data 3 luglio 1883, pubblicata nella
-<cite xml:lang="fr">République
-française</cite>, è obbligato a lasciarsi strappare questa
-preziosa confessione:
-</p>
-
-<p>
-“Mentre l'Ungheria è governata da una legislazione
-eminentemente liberale — una fra le più liberali
-d'Europa — la
-magistratura ungherese non ha quasi subìto
-nessuna trasformazione, nessuna riforma, ed è rimasta
-ad un dipresso tal quale era il secolo scorso”.
-</p>
-
-<p>
-Malgrado tutto ciò, malgrado l'eloquenza ed il talento
-grandissimo che il Szalay, avvocato della parte civile, aveva
-posto al servizio di questa iniqua causa, tre conformi sentenze
-posero in luce la piena innocenza degli
-accusati <a id="FNa_263"></a><a href="#Fn_263" class="fna">(263)</a>.
-</p>
-
-<div>
-<span class="pageno" title="156" id="page-156"></span>
-</div>
-
-<p>
-Nella impossibilità in cui eravamo di riferire tutti i
-fatti calunniosi di questa natura addebitati agli Ebrei,
-siam venuti scegliendo imparzialmente tanto fra quelli
-che terminarono colla condanna dell'innocenza, come fra
-quelli in cui l'innocenza finì per trionfare.
-</p>
-
-<p>
-Ma, di fronte all'odiosità di questi processi, ci piace
-porre la testimonianza di coloro che si adoperarono a
-scagionare gli Ebrei dalla iniqua accusa.
-</p>
-
-<p>
-E tra questi vogliamo citare, fra i primi, molti ebrei
-che abbandonarono la religione avita per abbracciare il
-cristianesimo. Si sa che in generale coloro che abbandonano
-una religione od un partito ne divengono i più
-fieri avversari, sicchè questi neofiti, se avessero avuto
-conoscenza dell'infame rito, non avrebbero mancato di
-denunziarlo e, per dovere di coscienza, sopratutto, ed
-anche forse un pochino per astio verso gli antichi correligionari.
-Invece non uno fra
-essi <a id="FNa_264"></a><a href="#Fn_264" class="fna">(264)</a>
-si fece propalatore
-di simili accuse. L'abate Ratisbonne, i fratelli
-Lehmann di Lyon, nati ed educati nella religione ebraica,
-e divenuti più tardi zelantissimi sacerdoti di Cristo, non
-ne fecero cenno, ma anzi la smentirono. Eisenmenger — fiero
-nemico degli Ebrei — nel suo <cite>Giudaismo svelato</cite>
-ci tiene parola di un Tommaso neofita, il quale, nell'anno
-1413, interpellato da un re spagnuolo per conoscere
-cosa vi fosse di vero in questa accusa, che il Vescovo
-di Madrid muoveva dal pergamo agli Ebrei, ne proclamò
-altamente la falsità adducendo prove in contrario. Un
-<span class="pageno" title="157" id="page-157"></span>
-altro neofita, Gerolamo di Santa Fè, confessò a Papa
-Benedetto VIII nulla esservi di vero in questa accusa
-che si vuol fare agli Ebrei. Aloisio di
-Sonnenfels <a id="FNa_265"></a><a href="#Fn_265" class="fna">(265)</a>
-pubblicò in Vienna un dottissimo opuscolo: <cite>Ripugnanza
-degli Ebrei contro il sangue ossia il Giudaismo accusato,
-inquisito ed assolto dal preteso uso del sangue cristiano
-innocente</cite> nel quale, con copia di irrefutabili argomenti,
-scagiona gli Ebrei dalla orrenda accusa. Fra i documenti,
-che vanno uniti al presente libercolo, si troverà la solenne
-dichiarazione fatta a Vienna dal predicatore di
-Corte, Veit, nel 1840, colla quale solennemente proclamava
-dal pergamo la innocenza dei suoi antichi correligionari.
-A questi si debbono aggiungere, sempre tra i
-neofiti, il dott. Alessandro M.
-Caul <a id="FNa_266"></a><a href="#Fn_266" class="fna">(266)</a>
-in Londra che nella
-<span class="pageno" title="158" id="page-158"></span>
-opera “<cite xml:lang="en">Reasons for Believing</cite> ecc.”, dedicata alla sua
-Graziosa Sovrana, dimostra come i sacrifizi umani ed il
-versar sangue stieno in aperta contraddizione coi principii
-fondamentali del Mosaismo. Ed a questo libro va unita
-una dichiarazione firmata da 35 ebrei, convertiti al cristianesimo,
-i quali, unanimemente, dichiaravano essere
-l'accusa di cui ci occupiamo una vile e diabolica menzogna.
-Anche un altro ebreo convertito, il dott. Augusto
-Neander <a id="FNa_267"></a><a href="#Fn_267" class="fna">(267)</a>
-rilasciò nel 1840 una dichiarazione contro
-<span class="pageno" title="159" id="page-159"></span>
-quest'accusa e del paro il dott. Biesenthal di
-Berlino <a id="FNa_268"></a><a href="#Fn_268" class="fna">(268)</a>
-ed il dott. Tugendhold di
-Varsavia <a id="FNa_269"></a><a href="#Fn_269" class="fna">(269)</a>
-hanno, nei loro
-<span class="pageno" title="160" id="page-160"></span>
-scritti dimostrato nel modo il più rigorosamente scientifico,
-come tale accusa altro non sia che una orribile
-menzogna <a id="FNa_270"></a><a href="#Fn_270" class="fna">(270)</a>.
-</p>
-
-<p>
-A questi autori, che appartengono tutti alla categoria
-degli Ebrei convertiti, convien aggiungere due scrittori
-tedeschi, il Wagenseil e l'Eisenmenger, già citato, autori,
-il primo della <cite>Tela ignea</cite> ed il secondo del <cite>Giudaismo
-svelato</cite>, entrambi accaniti nemici degli Ebrei, ma abbastanza
-onesti per non calunniare scientemente i loro avversari.
-</p>
-
-<p>
-Il primo chiama l'uso falsamente attribuito agli Ebrei
-del sangue cristiano <i class="quo">spaventevole menzogna che ha privato
-degli averi e della vita tante migliaia di persone
-innocenti</i> <a id="FNa_271"></a><a href="#Fn_271" class="fna">(271)</a>.
-</p>
-
-<p>
-Il secondo scrive: <i class="quo">Da ciò puossi giudicare che in questa
-cosa si fa torto agli Ebrei, particolarmente dacchè
-è severamente vietato nei libri di Mosè</i>.
-</p>
-
-<p>
-Si noti che entrambi questi autori avean fatto profondi
-studi sul Giudaismo ed avevano avuto parte alla
-conversione di moltissimi Ebrei.
-</p>
-
-<p>
-Un italiano, Chiarini, uno dei più feroci nemici del
-giudaismo, a pag. 161 della sua introvabile <cite>Teoria del
-<span class="pageno" title="161" id="page-161"></span>
-Giudaismo</cite>, scrive: che dopo aver fatto il più maturo
-esame della legge mosaica si viene necessariamente a concludere
-che: 1º l'amore del prossimo vi è comandato sempre
-e verso tutti; 2º che l'avversione che vi s'inspira contro
-i riti e i costumi degli altri popoli non cade sopra le persone,
-ma non è che una cautela che Mosè dovette usare
-per impedire agli Ebrei di darsi alla idolatria alla quale
-erano sì inclinati; 3º che infine l'odio comandato contro
-i Cananei, gli Amaleciti, ecc., fu una conseguenza necessaria
-del rigore dell'antico diritto di guerra e di rappresaglia
-provocata contro di sè stessi da quegli stessi
-popoli; odio perciò di nazione e passeggiero e voluto soltanto
-per quei dati popoli designati dalla
-legge <a id="FNa_272"></a><a href="#Fn_272" class="fna">(272)</a>.
-</p>
-
-<p>
-Anche Giovanni Hornbeck, olandese, e non certamente
-amico degli Ebrei, come lo prova il solo titolo del suo
-libro: <cite xml:lang="la">De convertendis Judæis</cite> (1655),
-scrive a pag. 26
-dei prolegomeni:
-</p>
-
-<p>
-“Bisognerebbe sapere se è vero ciò che nelle storie
-si legge comunemente per irritare gli Ebrei contro i
-Cristiani o piuttosto questi contro quelli, cioè, che ogni
-anno alla preparazione della pasqua, questi Ebrei sacrificano
-barbaramente un fanciullo cristiano ch'essi
-hanno furbescamente involato, e che fanno questo per
-deridersi della pasqua del Cristo che si celebra in
-quell'epoca istessa: io non voglio nè posso affermarlo,
-sapendo bene che nei tempi in cui si inventarono simili
-racconti e specialmente dopo che il Tribunale dell'Inquisizione
-fu stabilito dal papismo, mille di coteste
-fandonie vennero inventate e gli storici di quei tempi
-non cessarono di pubblicarle. A dir il vero, io non ho
-ancor letto alcuna relazione che mi provi esser veri
-<span class="pageno" title="162" id="page-162"></span>
-quei fatti. Tutto si fonda su delle donnicciolate popolari
-sempre molto incerte o per lo meno raccolte alla meglio
-dalla bocca di qualche monaco inquisitore, senza calcolare
-poi la cupidigia delle spie che tutto si facevano
-lecito per rendersi padroni dei beni degli Ebrei e se
-non padroni, almeno riscuotere buon premio del loro
-spionaggio. Ciò è provato da quanto si legge nel 1º libro
-delle costituzioni di Sicilia, titolo <span class="sc num">vii</span>.
-L'imperatore
-Federico ci dice: Si vero Judaeus vel Saracenus sit,
-in quibus, prout certo perpendimus, Christianorum persecutio
-minus abundat ad praesens, etc., cioè: Se poi
-vi sia Ebreo o Saraceno, in cui come certamente sappiamo
-che la persecuzione dei cristiani meno abbonda
-al presente, ecc. Questo fa supporre che i Cristiani sono
-sempre più o meno animati contro gli Ebrei, che se
-però questa volta è avvenuto per caso che un Cristiano
-è stato ucciso da un Ebreo, non si è per questo in
-diritto di asserire che gli Ebrei ogni anno si fanno
-un obbligo di uccidere un bambino cristiano, e ciò che
-Tommaso Cantipratensis nel suo <span class="sc num">ii</span>
-libro, capitolo 23
-assicura, cioè esser noto a tutti che ogni anno ed in
-ogni Provincia gli Ebrei tirano a sorte il borgo od il
-villaggio o la città che deve fornir loro l'olocausto,
-(cristiano, s'intende, dice lui), non è che una di quelle
-menzogne, di quelle calunnie, e di quelle fandonie, di
-cui ha pieno il suo libro.”
-</p>
-
-<p>
-Giuseppe De Maistre, scrittore cattolico ed ortodosso
-se ve ne fu uno, un omino che dava gloria ai suoi fratelli
-e non viveva, come altri, della gloria che il fratello riflette,
-sopra di loro, Giuseppe De Maistre, dico, ha scritto
-un <cite>Trattato sui sacrifizi</cite> che fa seguito alle <cite>Serate di
-Pietroburgo</cite>. Ora in quel trattato non soltanto non si fa
-menzione del preteso rito di sangue addebitato agli Ebrei
-ma si viene indirettamente a scagionarli con queste parole
-<span class="pageno" title="163" id="page-163"></span>
-che leggonsi a pagina 368 (Ed. di Lyon, 1836):
-“Una esperienza di quaranta secoli ci apprende che
-dovunque il vero Dio non sarà, in forza di una esplicita
-rivelazione, riconosciuto e servito, l'uomo immolerà sempre
-l'uomo e spesso lo divorerà.”
-</p>
-
-<p>
-Citiamo ancora, fra i moltissimi, due sacerdoti cattolici.
-Il padre Riccardo Simon dell'Oratorio, che in occasione
-del processo di Raphael Levy, bruciato vivo a Metz il
-gennaio 1670, sotto l'accusa di aver assassinato un fanciullo
-cristiano, ne scrisse una splendida
-difesa <a id="FNa_273"></a><a href="#Fn_273" class="fna">(273)</a>;
-ed il R. P. Bonaventura du Maine dell'ordine dei Minori
-Conventuali, che discorrendo, nel 1865, al Congresso Cattolico
-di Malines (si noti: al <cite>Congresso Cattolico</cite>) dello
-orribile assassinio del padre Tomaso, accaduto nel 1840
-a Damasco, ebbe a dire che questo reato “non può essere
-imputato che ai suoi assassini, giacchè <em>nessun uomo serio</em>
-crede più oggi che in nessun luogo di questo mondo,
-<span class="pageno" title="164" id="page-164"></span>
-gli Ebrei si credano <em>autorizzati dalla loro religione</em>
-ad immolare dei
-Cristiani” <a id="FNa_274"></a><a href="#Fn_274" class="fna">(274)</a>.
-</p>
-
-<p>
-Anche principi secolari e Pontefici, spesso si adoperarono
-a purgare gli Ebrei dalla indegna calunnia.
-</p>
-
-<p>
-Bona e Gian Galeazzo Sforza, duca di Milano, con
-particolare decreto 19 maggio 1470, che si troverà fra i
-documenti, non esitarono a dichiarar l'accusa falsa e
-calunniosa.
-</p>
-
-<p>
-L'imperatore Carlo V, con editto del 3 aprile 1544,
-dannava tali imposture e proclamava, che, in forza delle
-dichiarazioni papali, quanto viene imputato agli Ebrei,
-necessariamente non può sussistere ed impartiva disposizioni
-a tutela degli innocenti calunniati.
-</p>
-
-<p>
-Una pubblica sentenza, pronunciata in Verona, l'ultimo
-febbraio del 1603, proclamò l'innocenza dell'imputato Giuseppe
-Ebreo, all'appoggio, più che d'altro, del divieto di
-Sommi Pontefici di prestar credenza a tali accuse, la
-quale osservanza condusse i giudici a provare falsi e calunniosi
-tutti i testimoni intervenuti nel processo.
-</p>
-
-<p>
-Nel 26 luglio dello stesso anno Vincenzo I duca di
-Mantova e Monferrato, illuminato dalla pietà di Monsignor
-Vescovo e del Padre Inquisitore, per levare, come si
-esprime, la suddetta vana e falsa voce che s'era levata
-in odio agli Ebrei, proibì persino di parlarne sotto comminatoria
-di 200 scudi d'ammenda commutabili, per chi
-non li pagasse, in pene corporali <em>ad arbitrio nostro</em>.
-</p>
-
-<p>
-Tullio Carreto, vescovo di Casale, con pubblica sentenza,
-27 luglio 1611, resa d'accordo con frà Benedetto
-Ruota, inquisitore generale di Casale e d'Alba, proclamò
-l'innocenza di un'infelice donna israelita, accusata dell'immaginario
-reato. Federico III, Massimiliano II e Leopoldo,
-<span class="pageno" title="165" id="page-165"></span>
-dietro l'esempio dei predecessori, ed appoggiandosi
-alle Bolle dei Sommi Pontefici, bandirono la falsità dell'accusa,
-e tutelarono gli imputati con ogni sorta di leggi
-e di penalità.
-</p>
-
-<p>
-E, invocando finalmente l'autorità dei Sommi Pontefici,
-esporremo:
-</p>
-
-<p>
-Che un Gregorio IX, sulle orme apostoliche di Calisto,
-Eugenio, Alessandro, Celestino, Innocenzo, Onorio e tanti
-altri, pronunciò scomunica contro gli autori e propalatori
-dell'iniqua calunnia, e con particolar Breve, in data 9
-settembre 1236, che comincia <cite xml:lang="la">Lacrimabilem Judaeorum</cite>,
-vi rese palese, anche ai Principi secolari, la pia e retta
-sua
-intenzione <a id="FNa_275"></a><a href="#Fn_275" class="fna">(275)</a>.
-</p>
-
-<p>
-Che il pontefice massimo Innocenzo IV, con suo Breve
-5 luglio 1247, scrisse ad arcivescovi e vescovi di Francia
-e di Germania, ingiungendo alle persone ecclesiastiche,
-ed ai principi, nobili, secolari e cittadini di astenersi dal
-supporre negli Ebrei la colpa di cui trattasi, Breve che
-comincia: <cite xml:lang="la">Archiepiscopis et episcopis per Alemaniam
-constitutis. Lacrimabilem Judaeorum Alemaniæ recepimus
-questionem</cite>,
-ecc. <a id="FNa_276"></a><a href="#Fn_276" class="fna">(276)</a>.
-</p>
-
-<p>
-Che analoghe dichiarazioni ebbero a fare Clemente VI
-nel 1342, e Sisto IV;
-</p>
-
-<p>
-Che il sommo pontefice Alessandro VII infine, nel settimo
-anno del suo pontificato, con suo Breve od Editto,
-fu pietosamente indotto a condannare siffatte calunnie
-contro gli Ebrei.
-</p>
-
-<p>
-Basterebbe davvero la concorde testimonianza di tanti
-<span class="pageno" title="166" id="page-166"></span>
-autori, di tanti principi, di tanti pontefici a ridurre al
-silenzio ogni uomo di buona
-fede <a id="FNa_277"></a><a href="#Fn_277" class="fna">(277)</a>.
-</p>
-
-<p>
-Pure non è così; e noi che vorremmo schiacciare per
-sempre la testa all'idra della calunnia, siam costretti ad
-abusare della cortesia e della pazienza dei lettori ed a
-soffermarci troppo su di un'accusa che Sir Robert Peel,
-nella seduta della Camera inglese del 22 gennaio 1841,
-dichiarava indegna di ogni
-attenzione <a id="FNa_278"></a><a href="#Fn_278" class="fna">(278)</a>.
-</p>
-
-<p>
-Ma siamo obbligati a farlo dalla malizia, o, diremo meglio,
-dalla malignità dei nemici degli Ebrei, la quale non
-ha limiti.
-</p>
-
-<p>
-I papi, come si è visto, hanno più volte scagionato gli
-Ebrei dalla stolta calunnia. Un giornale cattolico ed
-onesto, l'<cite>Unità Cattolica</cite> di Torino, aveva, pochi anni
-or sono, ripetuta l'accusa, ignorando quanto i Papi avevano
-scritto in proposito. Ma bastò che un dotto israelita
-facesse avvertito il Teologo Margotti dell'errore, perchè
-questi nel N. 112 del 1872 della sua <cite>Unità</cite> pubblicasse
-la seguente leale dichiarazione:
-</p>
-
-<p>
-“Nella vigilia del giorno natalizio del nostro Santo
-<span class="pageno" title="167" id="page-167"></span>
-Padre Pio IX, vogliamo emendare un articolo sugli
-Ebrei pubblicato nel nostro numero 106, discorrendo
-dei tumulti di Smirne e del supposto sagrifizio di un
-fanciullo. Ed è nostro debito il dichiarare che già <em xml:lang="la">ab
-antico</em> fu apposta agli Ebrei <em class="sc">questa calunnia</em>, ma
-ne vennero purgati dai Papi medesimi, tra i quali vogliamo
-annoverare principalmente Gregorio IX ed Innocenzo
-IV. Noi abbiamo voluto vedere in fonte i documenti
-e, consultati gli Annali del Baronio continuati
-dal Raynoldo, nel volume <span class="sc num">ii</span>, a pag. 395, vi abbiamo
-letto le seguenti parole che tradurremo dal latino:
-</p>
-
-<p>
-“Fu tocco Papa Innocenzo IV dalle dolorose lagnanze
-degli Ebrei che in Germania ed in Francia piangevano
-oppressi da gravissime ingiurie e mali. Imperocchè
-correndo attorno la falsa voce che essi nelle
-feste pasquali si mangiassero, a guisa di sacra comunione,
-il cuore di un ucciso fanciullo, questa calunnia
-loro si appiccò talmente, che per la più lieve causa
-venivano spogliati dei beni, gettati in carcere ed anche
-colpiti, senza forma alcuna di giudizio, di ingiustissima
-e crudelissima morte. Per proteggerne l'innocenza
-e liberarli da quel feroce zelo di Principi e
-popoli, il Pontefice scrisse agli Arcivescovi e Vescovi
-di Germania che resistessero al furor popolare, perchè
-non si straziassero in sì crudel modo gli innocenti,
-dovendosi colla massima prudenza riflettere che dal
-sacro loro archivio ci venivano quasi i testimoni della
-fede cristiana. Ecco la lettera di Innocenzo IV: “<i>Agli
-Arcivescovi e Vescovi costituitisi per la Germania.</i>
-Abbiamo ricevuto lagrimose lagnanze dagli Ebrei di
-Germania perchè non pochi Principi sì ecclesiastici
-come secolari ed altri nobili potenti delle vostre città
-e diocesi per rapire ed usurpare i loro beni, macchinando
-contro di loro empi disegni, fingendo varii e
-<span class="pageno" title="168" id="page-168"></span>
-diversi casi, non considerando saggiamente che dalle
-origini loro quasi provennero le testimonianze della
-fede cristiana nè che la divina scrittura tra gli altri
-precetti dice: — Non ammazzare — e agli Ebrei
-vieta nella solennità pasquale qualunque omicidio,
-falsamente li accusano che nella stessa solennità essi
-si comunichino col cuore di un ucciso fanciullo, credendo
-di ubbidire alla stessa legge, mentre ciò è a
-questa legge medesima affatto contrario, e malignamente
-a quelli imputano l'uccisione di un uomo se
-loro accade di scoprire in qualche luogo un cadavere.
-E per questa ed altre molte finzioni incrudelendo
-contro di essi nè accusati, nè confessi, nè convinti
-e contrariamente a' privilegi loro benignamente concessi
-dall'Apostolica Sede, li spogliano, contro Dio
-e la giustizia, di tutti i loro beni, e li opprimono colla
-fame, la prigionia, e tante molestie e sì grandi tormenti,
-infliggendo loro diversi generi di pene, e spessissimo
-condannandoli a turpissima morte, che gli
-stessi Ebrei, trovandosi quasi sotto il dominio dei predetti
-Principi, nobili e potenti, in peggiore condizione
-di quel che fossero i loro padri sotto Faraone d'Egitto,
-sono costretti a miseramente esulare da' luoghi abitati
-da essi e da' loro antecessori da tempo immemorabile:
-laonde, temendo il proprio esterminio, stimarono di
-dover ricorrere alla prudenza della Sede Apostolica.
-</p>
-
-<p>
-“Non volendo adunque che siano ingiustamente vessati
-i predetti Giudei, la cui conversione aspetta il
-misericordiosissimo Iddio; credendosi per testimonianza
-del Profeta, che saranno salvi i loro avanzi; mandiamo
-che, mostrandosi ad essi favorevoli e benigni,
-qualunque delle predette cose avete trovato essersi temerariamente
-tentata contro gli stessi Ebrei dai predetti prelati,
-nobili e potenti, legittimamente rivocando
-<span class="pageno" title="169" id="page-169"></span>
-qualunque ordine, non permettiate che essi per l'avvenire
-siano indebitamente molestati intorno alle dette
-ed altre simili cose. <i>Dato a Lione, III nov. dell'anno
-V.</i> Questa lettera fu altresì mandata ai prelati
-della Francia”.
-</p>
-
-<p>
-“Il chiarissimo professore Giuseppe Levi, direttore
-dell'<cite>Educatore Israelita</cite> di Vercelli, ci indicò il documento
-riferito più sopra; e noi dopo averlo consultato
-negli annali del Baronio, continuato dal Raynaldo, non
-tardammo a tradurlo e pubblicarlo. Aggiungiamo pure
-di non aver saputo trovare nel Talmud nessun testo
-che comandi o consigli agli Ebrei l'uccisione di bambini
-cristiani per celebrare la Pasqua. Francesco Domenico
-Guerrazzi nel 1857 stampava nel suo <cite>Asino</cite>
-questa calunnia. Protestammo, scrive il professor Levi,
-e, dopo lungo carteggio, convinto delle nostre ragioni,
-Guerrazzi disdiceva nella seconda edizione il già detto,
-e ci scriveva da Genova nel 20 luglio 1857: Non mi
-resta che a congratularmi con voi dell'essere rimasti
-soddisfatti dell'ammenda fatta, e di avermi porta occasione
-di raddrizzare un errore il quale, certo contro
-la mia volontà, vi recava gravame”.
-</p>
-
-<p>
-Lasciamo a parte la buona fede del Guerrazzi, che il
-Levi avrà avute le sue buone ragioni per trovare soddisfacente,
-e confessiamo che il contegno dell'<cite>Unità Cattolica</cite>
-fu così onesto, così leale da giustificare pienamente
-quanto noi scrivemmo a pag. 15.
-</p>
-
-<p>
-Ma, pur troppo, non tutti i giornalisti cattolici son
-del valore di Don Giacomo Margotti. Un articolaio della
-<cite>Civiltà Cattolica</cite> a pag. 234 del vol.
-<span class="sc num">vii</span> del 1881 vuole
-provarsi ad aggiustare il latino in bocca al papa, e vien
-fuori con questo bel ragionamento che noi, più onesti
-dell'articolaio suddetto, amiamo riferire per esteso prima
-di rispondervi:
-</p>
-
-<div>
-<span class="pageno" title="170" id="page-170"></span>
-</div>
-
-<p>
-“Che fra queste pratiche giudaico-talmudiche vi sia
-anche quella di <em>comunicarsi la Pasqua col cuore di
-un fanciullo cristiano assassinato</em> questo noi nol crediamo:
-nè se ne trova a nostra notizia cenno nel
-Talmud e neanche sappiamo che mai sia stato formato
-sopra un tale misfatto un regolare autentico processo.
-Ma quanto alla legge ed alla pratica talmudica di assassinare
-dei cristiani fanciulli e non fanciulli per servirsi
-del loro sangue nella confezione degli azimi nelle
-feste pasquali, questa è legge fondata nel Talmud, e
-praticata più volte dai Giudei come consta da molti
-processi anche recenti (<em>ma, articolaio del mio cuore, se è
-fondata nel Talmud, non dovrebbe constare dal Talmud
-stesso, anzichè dai processi?</em>) secondo che fu già da molti
-e sarà anche da noi colla scorta dei processi ampiamente,
-chiaramente ed indubbiamente dimostrato”.
-</p>
-
-<p>
-Che sorta di ciuco sia l'articolaio della <cite>Civiltà</cite> dimostreremo
-a luce meridiana in una lettera indirizzata al
-chiarissimo direttore di quel periodico, lettera che i nostri
-lettori troveranno più innanzi; ma qui non si tratta di
-maggior o minor dottrina, ma bensì di spudorate calunnie,
-tanto più infami, in quanto che scritte su di
-una imputazione che costò già la vita a molti innocenti
-e scritte allorquando pendevano processi sull'argomento,
-coll'evidente intento di esercitare, mercè l'autorità del
-giornale che le accoglieva, una pressione sull'animo dei
-giudici <a id="FNa_279"></a><a href="#Fn_279" class="fna">(279)</a>.
-</p>
-
-<div>
-<span class="pageno" title="171" id="page-171"></span>
-</div>
-
-<p>
-Affermiamo dunque che nel brano succitato sono più
-le infamie, e le menzogne scientemente scritte, di quello
-che non siano le parole — e lo proviamo:
-</p>
-
-<div>
-<span class="pageno" title="172" id="page-172"></span>
-</div>
-
-<p>
-1. Che razza di papi, e che razza di uomini, sarebbero
-stati Gregorio IX ed Innocenzo IV se, sapendo che
-gli Ebrei avevan per obbligo di uccidere fanciulli cristiani
-per compiere tenebrosi riti, avessero impiegato la
-loro parola a scagionare gli Ebrei dall'accusa <em>di comunicarsi
-col cuore di un fanciullo cristiano</em>? Che la religione
-mosaica non abbia nulla di simile al Sacramento
-della Eucaristia sanno anche i bimbi; e quei papi sarebbero
-stati i peggiori fra i malfattori se, arzigogolando
-sulle parole, come un volgare scrittore della <cite>Civiltà</cite>, avessero
-detto ai Cristiani: <em>Non è vero che gli Ebrei ammazzino
-i fanciulli per comunicarsi col loro cuore</em>, sottointendendo,
-con strana restrizione mentale, <em>ma li
-ammazzano per servirsi del loro sangue nella confezione
-degli azimi</em>.
-</p>
-
-<p>
-Ingiuria più atroce e più insana di questa, verso la
-memoria di due Sommi Pontefici, non poteva scagliarsi
-da nessun ebreo, da nessun ateo, da nessun nemico della
-Chiesa, ed è bello, è istruttivo sopratutto, che l'abbia
-scagliata un articolaio della <cite>Civiltà Cattolica</cite>.
-</p>
-
-<p>
-2. <i>Assassinare dei cristiani fanciulli e non fanciulli
-per servirsi del loro sangue nella confezione degli azimi
-nelle feste pasquali, questa è</i>
-<em class="sc">legge fondata sul Talmud</em>.
-</p>
-
-<p>
-Chi asserisce ha sempre avuto l'obbligo di provare.
-<span class="pageno" title="173" id="page-173"></span>
-Noi, per esempio, affermiamo qui anche una volta che
-l'odio dell'articolaio e dei pari suoi contro il Talmud proviene
-da ciò: che, mentre essi desiderano la immediata
-conversione degli Ebrei (V. <cite>Civiltà Catt.</cite>, Quaderno 814,
-p. 487), quel libro tanto esecrato giovò specialmente a
-confermare gli Ebrei nella loro fede, e, siccome lo affermiamo,
-lo proviamo subito, citando le parole di un
-autore ultra-cattolico, il
-Rohrbacher <a id="FNa_280"></a><a href="#Fn_280" class="fna">(280)</a>: “Questa raccolta
-di tradizioni farisaiche (il Talmud) chiosate, predicate
-dai rabbini, è appunto, siccome pare, il maggior impedimento
-alla conversione dei giudei”.
-</p>
-
-<p>
-L'articolaio invece, asserendo che nel Talmud è fatta
-agli Ebrei prescrizione di celebrare l'orrendo rito, afferma,
-ma non prova, e sì che la prova qui era tanto facile e
-semplice, bastava citare il trattato ed il foglio del
-Talmud dove si trova imposto agli Ebrei il nefando rito.
-</p>
-
-<p>
-Ma questo l'articolaio non potè fare per una ragione
-semplicissima; ed è che frammezzo alle bellissime cose
-ed alle matte stranezze di cui riboccano i dodici volumi
-in foglio del Talmud, non vi è una riga, neppur una,
-che possa, per quanto torta e ritorta, venire in appoggio
-alla bieca accusa.
-</p>
-
-<p>
-Sa invece l'articolaio cosa c'è nel Talmud?
-</p>
-
-<p>
-Legga l'articolaio, se li sa leggere, per tacer d'altri, i
-trattati <cite>Choiln</cite>, <cite>Keridut</cite>, <cite>Pesachim</cite>,
-<cite>Jebamoth</cite>, <cite>Zevachim</cite>
-e vi troverà ad ogni pie' sospinto rinnovato il divieto fatto
-agli Ebrei dalla
-Bibbia <a id="FNa_281"></a><a href="#Fn_281" class="fna">(281)</a>
-di cibarsi di sangue, e non solo
-<span class="pageno" title="174" id="page-174"></span>
-lo troverà rinnovato, ma lo troverà aggravato da tutte
-quelle <em>siepi</em> che, secondo il detto talmudico, i Rabbini si sono
-piaciuti a porre attorno alla legge di Dio per renderne
-più sicura la osservanza. E perciò non soltanto troverà
-vietato l'uso del sangue di animali, ma troverà minuziose,
-ridicole prescrizioni perchè i cibi sieno preparati
-in modo che non vi rimanga la più piccola traccia di
-sangue, troverà persino fatto divieto all'ebreo di inghiottire
-il boccone che ha in bocca, se per caso venisse,
-mentre lo sta masticando, ad uscirgli una goccia di
-sangue dalle gengive, o di sorbire un uovo nel quale si
-trovi una goccia di sangue.
-</p>
-
-<p>
-Rida finchè vuole l'articolaio di queste minuzie e
-noi rideremo con lui, e di buon cuore; ma, vivaddio,
-non accusi coloro che le osservano di pasti da antropofaghi.
-</p>
-
-<p>
-Che se poi l'articolaio fosse vago di sapere cosa pensano
-i padri del Talmud dello omicidio, gli diremo che
-al tempo delle persecuzioni di Trajano, raccoltisi i maestri
-<span class="pageno" title="175" id="page-175"></span>
-del Giudaismo in segreto consiglio, stabilirono: che
-qualunque ebreo potesse tenersi sciolto dall'obbligo di
-adempiere i riti religiosi, ognora che ne potesse seguire
-pericolo di morte; e che solo per sottrarsi a un atto di
-idolatria, all'<em class="sc">omicidio</em> e all'adulterio fosse cosa onorevole
-e giusta, spendere la propria
-vita <a id="FNa_282"></a><a href="#Fn_282" class="fna">(282)</a>.
-</p>
-
-<p>
-E questa opinione è cento volte ripetuta nel Talmud
-dove a tacere d'altri mille passi si legge anche il seguente:
-</p>
-
-<p>
-“Chi versa il sangue dell'uomo sarà versato il suo
-sangue.
-</p>
-
-<p>
-“Molti è vero, hanno le mani lorde di sangue umano,
-eppure muoiono tranquillamente nel letto loro. Ma il
-loro sangue sarà versato nel giorno del
-giudizio <a id="FNa_283"></a><a href="#Fn_283" class="fna">(283)</a>”.
-</p>
-
-<p>
-E se ciò non basta all'articolaio, se non gli basta la
-dichiarazione dell'<cite>Unità Cattolica</cite> di non aver trovato
-nel Talmud nessun precetto che comandi o consigli il
-nefando rito, ci stia a sentire; non potremo esser brevi,
-e ne chiediam venia ai lettori, ma vorremmo farla finita
-una buona volta con questa stolida calunnia.
-</p>
-
-<p>
-Vi è all'Università di Praga, un I. R. professore di
-antichità giudaiche, che dopo essersi fatto una bella fama
-di cretino sostenendo i pretesi miracoli della stigmatizzata
-Lateau <a id="FNa_284"></a><a href="#Fn_284" class="fna">(284)</a>,
-e coprendo di contumelie i protestanti, ha
-pensato in occasione del processo di Tisza-Eszlar di riconfermarla,
-mandando fuori parecchie sue cicalate, intese a
-<span class="pageno" title="176" id="page-176"></span>
-dimostrare come gli Ebrei facciano uso pei loro riti
-di sangue cristiano.
-</p>
-
-<p>
-Queste cicalate provocarono le risa di tutti i dotti di
-Europa, senza distinzione di culto; fu provato che il
-Rohling è un vigliacco calunniatore, un ignorante di tre
-cotte, nella migliore ipotesi, un mattoide della più bell'acqua.
-</p>
-
-<p>
-Ma tutte queste qualità che rendono il Rohling indegno
-di esser citato a qualsivoglia persona seria, lo costituiscono
-invece la più bella, la più luminosa autorità che
-possa opporsi all'articolaio della <cite>Civiltà</cite>.
-<em xml:lang="la">Similia similibus.</em>
-</p>
-
-<p>
-Ora questo Rohling, in una lettera, scritta il 19 giugno
-1883, al famoso deputato antisemita ungherese Geza
-di Onody, lettera che venne riprodotta il 24 giugno
-nell'<cite xml:lang="de">Ungarischer
-Grenzbotes</cite> di Presburgo scrive queste
-precise parole: “Avevo detto nella mia <cite xml:lang="de">Antwort an die
-Rabbinen</cite> che io non avevo trovato nel Talmud — per
-quanto ne conosciamo delle edizioni stampate — nessuna
-prova dell'assassinio ritualmente ordinato agli
-Ebrei”.
-</p>
-
-<p>
-Mentre quindi l'articolaio, poco <em>civile</em> e meno <em>cattolico</em>,
-con quella sicumera che si addice alla sua ignoranza,
-afferma nel 1881 questa legge di sangue fondata nel
-Talmud, due anni dopo, il suo degnissimo Rohling, professore
-di antichità giudaiche, è costretto ad affermare che
-non seppe trovare nel Talmud una riga che facesse al
-caso suo.
-</p>
-
-<p>
-Prevediamo però l'obbiezione che si potrebbe farci. Si
-potrebbe dirci che la malafede del Rohling è uguagliata
-soltanto dalla sua crassa ignoranza, sicchè nessun uomo,
-per poco che si rispetti, è obbligato a prestar fede alle
-sue parole.
-</p>
-
-<p>
-E rispondendo così anche l'articolaio sarebbe perfettamente
-nel suo diritto e nessuno saprebbe dargli torto.
-</p>
-
-<div>
-<span class="pageno" title="177" id="page-177"></span>
-</div>
-
-<p>
-Ma cosa, risponderebbe, di grazia, alla testimonianza
-di due principi della Chiesa, emessa in occasione di un
-recente processo e citata da un giornale non sospetto:
-la <cite xml:lang="fr">Gazzette de France</cite> del 2
-luglio 1883? Stia a sentire, l'articolaio:
-</p>
-
-<p>
-“In occasione del processo di Tisza-Eszlar il dottor
-Samassa, arcivescovo d'Erlau, ed il cardinale Luigi
-Haynald, arcivescovo di Kalocza, non esitarono a dichiarare
-che in <em class="sc">nessuno</em> dei libri religiosi degli Ebrei
-si contenevano simili prescrizioni.”
-</p>
-
-<p>
-Ma taluno a corto di migliori argomenti, ci dirà che
-se non è nel Talmud stampato, può essere in qualcuno
-dei manoscritti antichi.
-</p>
-
-<p>
-Rispondiamo che cataste di quei manoscritti furono
-sequestrate in <em xml:lang="la">illo tempore</em>, da preti
-e da frati, in tanta
-copia che oggi riescono rarissimi, sicchè il solo completo
-che si conosca è quello della Biblioteca Reale di Monaco.
-Ora questi preti e questi frati, se vi avessero trovato la
-nefanda legge, avrebbero avuto l'obbligo sacrosanto di
-renderla pubblica.
-</p>
-
-<p>
-Non l'hanno fatto? segno evidente che non hanno trovato
-niente.
-</p>
-
-<p>
-E siccome conosciamo e disprezziamo il modo di polemizzare
-dei nostri avversari e non vogliamo servirci
-dell'arte loro di citar una riga di uno scritto per snaturarne
-il concetto, così confesseremo francamente che
-il Rohling, nella lettera citata, prosegue affermando di
-aver trovato l'obbligo imposto agli Ebrei di far uso di
-sangue, in un libro stampato nel 1868 a Gerusalemme.
-</p>
-
-<p>
-Ma, il degnissimo compare, non sa e non può citare
-il titolo del libro, perchè egli non ha fatto che copiare
-una calunnia messa in giro da un immondo libello antisemitico,
-il <cite xml:lang="de">Paderboner Judenspiegel</cite>, siccome luminosamente
-dimostra l'illustre Delistsch, un cristiano, professore
-<span class="pageno" title="178" id="page-178"></span>
-della facoltà di Teologia di Lipsia, nel
-<cite xml:lang="de">Pester Lloyd</cite> del
-16 marzo 1883.
-</p>
-
-<p>
-3. L'ultima infamia che leggesi nelle poche righe dello
-sconcio articolo, che ci piacque riferire, è nelle parole:
-<i class="quo">che fu già da molti e sarà anche da noi, colla scorta
-dei processi, ampiamente, chiaramente ed indubbiamente
-dimostrato.</i>
-</p>
-
-<p>
-Siccome <em xml:lang="la">infinitus est numerus stultorum</em>, non abbiamo
-difficoltà ad ammettere che molti abbiano voluto trarre
-da quei processi una illazione qualsiasi.
-</p>
-
-<p>
-I processi in proposito furono molti, moltissimi anzi,
-e noi ne abbiamo ricordati una buona serqua.
-</p>
-
-<p>
-Ma chiediamo, non all'articolaio, evidentemente convinto
-essere il medio evo il periodo più splendido della storia
-dell'umanità, ma a qualunque uomo non sia del tutto
-cretinizzato dal fanatismo, che valore abbiano tutti i
-processi nei quali gli imputati, ed anco i testimoni se
-occorre, sono assoggettati alle torture.
-</p>
-
-<p>
-Ce lo dica il Fleury, quando narra che ai servi dei
-primi cristiani si estorceva coi tormenti la confessione
-dei pretesi infanticidii commessi dai loro padroni.
-</p>
-
-<p>
-E se l'autorità del Fleury non basta, adduciamo
-quella di tale che fu ad un tempo un Santo, ed un Pontefice,
-San Nicola I (858–867), e perchè non ci si accusi
-di falsare le citazioni, riferiamo l'opinione di questo Santo
-Pontefice tal quale come la riferisce uno scrittore, cui,
-è a sperare, non si negherà
-fede <a id="FNa_285"></a><a href="#Fn_285" class="fna">(285)</a>:
-</p>
-
-<p>
-“Il papa S. Nicolò I, rispetto all'usanza che avevano
-i giudici di porre alla tortura i sospetti di alcun delitto,
-dichiara non ammessa nè dalla divina nè dalla
-<span class="pageno" title="179" id="page-179"></span>
-umana legge, vale a dire dalla romana; volontaria,
-dice, dovendo esser la confessione e non forzata. Per
-la tortura può un innocente patir eccessivamente senza
-nulla confessare; e in tal caso la è un'empietà da parte
-del giudice: o, vinto dal dolore, dirsi reo, quand'anche
-non sia; empietà, anche allora non minore da parte
-del giudice.”
-</p>
-
-<p>
-Ora, dopo avere dimostrato come un Papa del
-<span class="sc num">ix</span> secolo
-la pensasse, in materia di processi istruiti col mezzo della
-tortura, invitiamo l'articolaio a por mente che tutti i processi,
-che ebbero esito fatale per gli Ebrei, furono istruiti
-mercè quel mezzo, che egli probabilmente deplora in cuor
-suo di non poter applicare all'autore di queste pagine. E
-quasi questa infamia della tortura non bastasse a togliere
-ogni valore a questi processi, è opportuno ricordare che
-in molti fra essi, e specialmente nei primi, cioè in quelli
-che più degli altri giovarono ad accreditare lo stolto
-pregiudizio contro gli Ebrei, la prova della loro pretesa
-colpabilità fu ottenuta mercè il giudizio di Dio. Così avvenne,
-per esempio, a Blois nel 1171. L'unico testimonio
-che accusava gli Ebrei fu posto sul fiume dentro una
-barca ed essendo egli riescito a salvarsi, la sua accusa
-venne tenuta per vera.
-</p>
-
-<p>
-Ed è sulla base di tali processi che l'articolaio vuole
-<em>ampiamente, chiaramente, indubbiamente</em> dimostrare?
-</p>
-
-<p>
-Non è difficile che, in mancanza di altri argomenti, ci si
-opponga l'antichità della accusa, il numero grande delle
-vittime, e dei relativi processi, l'universale diffusione della
-accusa; i soliti argomenti, insomma, di tutti quelli che
-non ne hanno di migliori.
-</p>
-
-<p>
-Rispondiamo:
-</p>
-
-<p>
-Quale colta persona crede oggi giorno che vi sieno
-mai state persone capaci di diffondere ad arte pestilenze
-e morbi?
-</p>
-
-<div>
-<span class="pageno" title="180" id="page-180"></span>
-</div>
-
-<p>
-Eppure le storie riboccano di processi contro i pretesi
-untori; ed oggi ancora una grave epidemia non si manifesta
-in un paese, senza che la plebe non accusi questo
-o quello di diffondere il morbo, e nella prima metà del
-nostro secolo ancora, Parigi, il cervello d'Europa, vide
-dei pretesi avvelenatori uccisi a furor di
-plebe <a id="FNa_286"></a><a href="#Fn_286" class="fna">(286)</a>.
-</p>
-
-<p>
-Chi crede oggi alle streghe, ai commerci col demonio,
-a tutto quanto farneticavano, su questi argomenti, i nostri
-buoni nonni?
-</p>
-
-<p>
-Eppure le storie abbondano di processi contro streghe,
-le quali furono, non soltanto convinte di reati impossibili,
-ma persino confesse; eppure le vecchie biblioteche sono
-ingombre di volumi in cui si tracciano ai giudici le vie
-da seguire per giungere alla scoperta di delitti che il
-progresso della umana ragione dimostrò non poter accadere;
-eppure non sono tanto remoti i tempi obbrobriosi
-nei quali un sacerdote cattolico, Urbano Grandier, veniva
-accusato di aver stregato diciassette monache di Loudun,
-in cui si costringeva un'altro curato, il Gianfredi, a confessare
-che aveva soffiato il diavolo nel corpo di Maddalena
-Lapallu ed in cui si vide il gesuita Girard sul punto
-di essere condannato al rogo, per aver gittato un sortilegio
-sulla Cadière.
-</p>
-
-<p>
-Se i processi contro gli untori, se quelli contro le streghe,
-non bastano a farci persuasi che un uomo possa diffondere
-una pestilenza senza esserne la prima vittima, che una
-donna possa attraversare dozzine di leghe, a cavallo di
-una scopa, perchè i processi contro gli Ebrei avranno,
-<span class="pageno" title="181" id="page-181"></span>
-soli, virtù di persuaderci che essi facciano uso di sangue
-cristiano nei loro riti?
-</p>
-
-<p>
-Nè maggior autorità dei processi, ha la antichità
-della accusa. Ciò che forma il principale pericolo di
-ogni calunnia è questo appunto: che per quanto luminosamente
-smentita dai fatti, e dalla ragione, essa
-persiste sempre in talune menti più ottuse, sicchè,
-quando sembra completamente vinta e debellata, la si
-vede poi ogni qual tratto rinascere più viva e rigogliosa
-che mai.
-</p>
-
-<p>
-Circa all'esser stata questa accusa mossa agli Ebrei
-in tempi e luoghi diversissimi, locchè può parer prova
-della sua veridicità, rispondiamo subito che, in tempi
-ed in paesi diversissimi, si credette agli untori ed alle
-streghe; che la chiromanzia ebbe seguaci fra i greci
-antichi e fra i moderni francesi; che all'astrologia credettero,
-per tacer d'altri, gli antichi Caldei, gli Arabi
-del medio evo, e gli uomini più colti di tutti i paesi
-sino a pochi secoli or sono; e che oggi noi ridiamo di
-tutte queste cose, e ci faremmo beffe di chiunque invocasse,
-sul serio, l'argomento dell'universale diffusione
-che ebbero in passato queste credenze per persuaderci
-della loro verità.
-</p>
-
-<p>
-La progredita civiltà dell'epoca nostra non impedisce
-poi che anche oggi perdurino talune incredibili superstizioni.
-I montanari di Scozia credono ancora che un tale
-e tal lago abbia il suo <em>kelpie</em> e il suo <em>caval d'acqua</em>; nel
-fondo di certe provincie di Francia i contadini son lungi
-dal negar fede al lupo mannaro; e qui, nella nostra Italia,
-il romano, per non dir d'altri, crede ancora al cattivo
-occhio e gli ospedali di Napoli ricevono, ogni anno, qualche
-infelice martoriato da malvagi superstiziosi, che pretendono
-ottenere in tal guisa i numeri del lotto.
-</p>
-
-<p>
-Un'ultima osservazione ci rimane poi a fare circa il
-<span class="pageno" title="182" id="page-182"></span>
-preteso valore dei numerosi processi che si fecero, con
-esito diverso, contro gli Ebrei.
-</p>
-
-<p>
-L'articolaio stesso osserva, che man mano che un paese
-va incivilendosi, i processi di questo genere divengono più
-rari, mentre sono tanto più frequenti, e hanno esito peggiore
-per gli Ebrei, quanto più avvengono in epoche
-remote ed in paesi meno civili.
-</p>
-
-<p>
-In Inghilterra, dacchè gli ebrei vi furono richiamati
-dal protettore Cromwell, non ebbe più luogo nessun processo
-di tale natura. In Francia non se ne ebbe nessuno,
-dopo la sentenza del parlamento di Metz che dannò a
-morte Raphael Levi (16 giugno 1670), sentenza che è
-riconosciuta da tutti come un errore giudiziario e contro
-cui si scagliò un venerando ed illustre sacerdote cattolico,
-il padre Simon dell'Oratorio.
-</p>
-
-<p>
-In Italia l'ultimo processo, che terminasse con una
-condanna, risale al 1480. Vi furono bensì, varie volte
-dopo, dei tentati ammutinamenti contro gli Ebrei, come
-a Casale Monferrato nel 1611, a Mantova nel 1824, per
-pretese sparizioni di fanciulli che poi vennero trovati
-vivi e sani.
-</p>
-
-<p>
-Un immondo libello pubblicato l'anno scorso a Prato,
-libello al quale non è certamente estranea la mano dello
-articolaio della <cite>Civiltà</cite>, col titolo <cite>Il sangue cristiano nei
-riti ebraici della moderna sinagoga</cite> reca un lungo elenco
-di pretesi assassinii rituali commessi dagli Ebrei; ora
-da quell'elenco stesso desumiamo che nel corso di questi
-due ultimi secoli nessuno di questi assassinii fu commesso
-in Francia, Inghilterra, Italia o Germania; tutti i segnalati
-hanno per teatro la Polonia, l'Ungheria, la Russia
-e l'Oriente.
-</p>
-
-<p>
-Abbiamo già dimostrato che una è la religione mosaica
-in tutti i tempi ed in tutti i paesi, sicchè dal fatto
-che simili processi divengono impossibili nei paesi civili,
-<span class="pageno" title="183" id="page-183"></span>
-non è lecito dedurre la conseguenza che gli Ebrei di
-questi paesi si astengano dal compiere quello che, secondo
-i loro nemici, sarebbe per essi un dovere di coscienza;
-ma ben piuttosto è logico l'argomentare che il
-progredire della civiltà renda impossibile nonchè il condannare
-neppure l'iniziare processi sopra una così stolida
-accusa. E persino in Germania, la terra classica dell'antisemitismo
-e dei processi inverosimili, se crediamo
-al seguente fatto narrato mesi sono dai giornali, pare,
-o articolaio diletto, che il tempo cessi d'esser propizio
-agli arrosti.
-</p>
-
-<p>
-“Sino dal 22 gennaio 1883, a Skurz, paese di due mila
-abitanti, nella Prussia occidentale, presso Danzica, fu
-rinvenuto il cadavere mutilato di un ragazzo di 15 anni.
-La voce popolare accusò del misfatto gli Ebrei, asserendo
-che essi avevano assassinato il ragazzo per servirsi del
-suo sangue ne' loro riti religiosi. Un ebreo, certo Josephsohn,
-come sospetto dell'orribile delitto, fu subito
-arrestato. Malgrado <em>precise deposizioni di testimoni, che
-dichiaravano di aver veduto ed udito tutto</em>, non si poterono
-ottenere prove sicure contro di lui. Adesso la
-direzione della polizia di Berlino ha spedito a Skurz
-un valente commissario di polizia, il quale ha potuto
-fare la luce su lo strano avvenimento e scoprire il
-vero autore dell'assassinio nella persona del macellaio
-cattolico Giuseppe Behrendt. Costui, più di tutti,
-aveva gridato contro gli Ebrei e con minaccie era
-riuscito a indurre uno de' principali testimoni del
-misfatto a deporre di aver veduto sul luogo l'ebreo
-Josephsohn. Il Behrendt è stato, sul momento, tratto
-in
-arresto” <a id="FNa_287"></a><a href="#Fn_287" class="fna">(287)</a>.
-</p>
-
-<div>
-<span class="pageno" title="184" id="page-184"></span>
-</div>
-
-<p>
-Dopo ciò, — con buona venia dell'articolaio, passiamo
-ad occuparci di altro, lieti di avergli dimostrato:
-</p>
-
-<p>
-1. Che ha calunniato due papi.
-</p>
-
-<div>
-<span class="pageno" title="185" id="page-185"></span>
-</div>
-
-<p>
-2. Che ha mentito, tirando pei piedi quel povero Talmud,
-che probabilmente non conosce neppur di vista, e
-che c'entra in tutto ciò quanto la <em>Civiltà</em> ed il <em>Cattolicismo</em>
-nei suoi articoli.
-</p>
-
-<p>
-3. Che i processi su cui si appoggia contano giusto
-altrettanto quanto la sua scienza talmudica, e la sua
-critica, perocchè nessun uomo di senno presta fede ai
-processi nei quali, come ebbe a dire il poeta:
-</p>
-
-<p class="verso" xml:lang="fr">La torture interroge et la douleur répond</p>
-
-<p>
-a processi che giustificherebbero quasi il detto di Voltaire:
-“Giudizio tanto più cristiano, quanto più sprovvisto di
-prove”.
-</p>
-
-<p>
-Giunti a questo punto potremmo credere di averla finita
-coll'increscioso argomento, se non ci rimanesse ad
-indagare quali sieno le origini di questa abbominevole
-calunnia, quali le ragioni per le quali potè diffondersi
-ed acquistar credenza, a carico specialmente di un popolo
-che avrebbe dovuto esser l'ultimo a venir fatto segno a
-così stolida accusa.
-</p>
-
-<p>
-L'ingegno umano non è tanto ferace in maligne invenzioni
-quanto comunemente si crede, e questa, del servirsi
-del sangue umano per riti tenebrosi, non è stata
-<span class="pageno" title="186" id="page-186"></span>
-rivolta contro gli Ebrei soltanto, ma contro molte altre
-sette, molte altre persone.
-</p>
-
-<p>
-Ed è naturale; perocchè l'identità del sangue e della
-vita fu per tutta l'antichità assioma quasi indiscusso; da
-cui derivò per processo naturale l'idea che il cielo irritato
-contro gli uomini non potesse placarsi che col sangue.
-L'ostia sanguinosa domina la religione, come la storia,
-della antichità. Nella storia di Roma il sangue di Lucrezia
-caccia i Tarquinii e quello di Virginia i
-decemviri <a id="FNa_288"></a><a href="#Fn_288" class="fna">(288)</a>.
-</p>
-
-<p>
-Siffatte idee che dominarono intiera l'antichità non poterono
-non lasciar traccia nello spirito dei popoli, sicchè
-la superstizione che il sangue giovi a forzare la volontà
-divina fu attribuita ora a questi ed ora a quelli.
-</p>
-
-<p>
-I primi Cristiani, per non risalire ad epoche più remote,
-erano già stati, con egual verità, accusati della orribile
-pratica. Ecco cosa dice a questo proposito il
-Fleury <a id="FNa_289"></a><a href="#Fn_289" class="fna">(289)</a>; di cui ci piace riferire un lungo brano, perchè
-<span class="pageno" title="187" id="page-187"></span>
-si veda, colla scorta di un autore non sospetto, come
-tutte le accuse che oggi si muovono contro gli Ebrei
-erano pure rivolte contro i primi Cristiani.
-</p>
-
-<p>
-“Questo segreto dei misteri non cessava di essere un
-grande argomento di calunnie contro i
-Cristiani <a id="FNa_290"></a><a href="#Fn_290" class="fna">(290)</a>,
-perchè si suole più sovente nascondersi per fare il
-<span class="pageno" title="188" id="page-188"></span>
-male che per fare il bene..... I cattolici poi avevano
-degli schiavi pagani, ai quali la paura dei tormenti
-faceva dire contro i loro padroni tutto ciò che volevano
-i loro nemici. (<em>Oh! Cosa diventano dopo ciò i processi
-coi quali l'articolaio voleva</em> ampiamente, chiaramente,
-indubbiamente <em>dimostrare ciò che non ha mai esistito?</em>)
-Così si diffuse la favola che i Cristiani nelle loro
-assemblee notturne uccidessero un fanciullo per mangiarlo,
-dopo di averlo fatto arrostire, copertolo di farina,
-ed aver immerso il loro pane nel suo sangue; ciò che
-manifestamente traeva origine da una mala interpretazione
-del mistero dell'Eucaristia. Si diceva anche
-che dopo il loro pasto in comune, in cui mangiavano
-e bevevano con eccesso, gittavano un'offa ad un cane
-che era legato al candeliere, in guisa che il cane saltellando
-rovesciava il solo lume che li rischiarava,
-sicchè dopo col favore delle tenebre quanti erano uomini
-e donne si mescolavano assieme indifferentemente come
-sogliono le bestie.
-</p>
-
-<p>
-Gli Ebrei furono i principali autori di queste
-calunnie <a id="FNa_291"></a><a href="#Fn_291" class="fna">(291)</a>,
-e per quanto assurde esse fossero, il popolo
-<span class="pageno" title="189" id="page-189"></span>
-vi credeva, sicchè si era pur costretti a giustificarsene
-seriamente <a id="FNa_292"></a><a href="#Fn_292" class="fna">(292)</a>.
-</p>
-
-<p>
-“Si accusavano ancora i Cristiani di esser nemici
-del genere umano . . . .
-La carità che avevano gli uni
-per gli altri era una congiura odiosa . . . Le persecuzioni
-stesse di cui erano vittime erano un argomento
-di odio contro i Cristiani, venivano ritenuti colpevoli
-perchè dovunque erano come tali trattati e dal tremendo
-rigore dei supplizi si argomentava della enormità
-dei loro delitti; erano considerati come gente destinata
-alla morte, al rogo, alle forche, e se ne
-componevano loro sopranomi
-ingiuriosi <a id="FNa_293"></a><a href="#Fn_293" class="fna">(293)</a>.
-Ecco ciò
-<span class="pageno" title="190" id="page-190"></span>
-che rendeva i Cristiani così odiosi al popolo ed agli
-ignoranti, ecco il fondamento di quanto, seguendo l'opinione
-comune, ne dicono Svetonio e Tacito. Svetonio
-dice che Claudio imperatore “<i class="quo">cacciò da Roma gli Ebrei
-che istigati da
-Cristo</i> <a id="FNa_294"></a><a href="#Fn_294" class="fna">(294)</a>
-<i class="quo">intrigavano senza posa</i>”, quasi
-che Gesù Cristo fosse ancor vivo e fosse divenuto capo
-di parte fra gli Ebrei. Annovera fra le buone azioni
-di Nerone l'aver fatto soffrire supplizi ai cristiani,
-<i class="quo">genti</i>, soggiunge, <i class="quo">di una
-superstizione nuova e
-malefica</i> <a id="FNa_295"></a><a href="#Fn_295" class="fna">(295)</a>.
-Tacito <a id="FNa_296"></a><a href="#Fn_296" class="fna">(296)</a>
-parlando del fuoco che Nerone fece
-appiccare a Roma per divertirsi, dice che egli ne accusò
-<i class="quo">genti odiose pei loro delitti che il popolo chiamava
-cristiani</i> <a id="FNa_297"></a><a href="#Fn_297" class="fna">(297)</a>;
-poi aggiunge: <i class="quo">Questo nome veniva da Cristo
-che Ponzio Pilato aveva fatto giustiziare, imperatore
-Tiberio</i>. E questa perniciosa superstizione allora
-formatasi <a id="FNa_298"></a><a href="#Fn_298" class="fna">(298)</a>
-si rialzava di nuovo non soltanto in Giudea
-sorgente del male, ma anche a Roma dove tutto quanto
-vi ha di nero e di infame nel mondo si riunisce e si
-pratica <a id="FNa_299"></a><a href="#Fn_299" class="fna">(299)</a>. Si presero dapprima coloro che confessavano,
-poi dietro le loro deposizioni una gran moltitudine
-fu convinta non tanto dell'incendio quanto dell'odio
-verso l'uman genere. Più innanzi li tratta da
-<em>colpevoli</em>, e da gente che meritavano gli ultimi esempi.”
-</p>
-
-<p>
-I pochi ed oppressi seguaci della vera Fede essendo,
-<span class="pageno" title="191" id="page-191"></span>
-col progresso dei tempi divenuti possenti e numerosi, la
-calunnia cessò di esercitarsi contro di loro, ma non
-scomparve per questo, rimase anzi intatta e solo mutarono
-le vittime, probabilmente altrettanto innocenti.
-</p>
-
-<p>
-I Luciferiani ed altri eretici ebbero a subire le conseguenze
-della stessa calunnia.
-</p>
-
-<p>
-Ad essi si addebitavano tenebrose conventicole nelle
-quali si calpestavano le leggi della morale e del più
-elementare pudore. I bambini, nati in seguito a queste
-tenebrose orgie, erano solennemente immolati pochi giorni
-dopo la loro nascita, il loro sangue raccolto con cura,
-il loro corpo bruciato, e le ceneri mescolate col sangue
-s'adoperavano a formare un pane che serviva all'eucarestia
-dei
-settarii <a id="FNa_300"></a><a href="#Fn_300" class="fna">(300)</a>.
-Questa accusa fu applicata anche
-ai Bogomili della Tracia ed agli Euchiti, di cui uno dei
-rami sembra essersi fuso coi Templari. Essa fu egualmente
-posta a carico dei Templari, con una variante
-però, che era per ottenere l'olio che doveva servire a
-consacrare l'idolo (<em>Bafometto</em>) che avrebbero avuto luogo
-i sacrifizi di bambini rimproverati ai Templarii: “Un
-enfant nouvel engendré d'un Templier et d'une pucelle
-estoit cuit et rosti au feu et toute la graisse ostée, et
-d'icelle estoit sacrée et oint leur
-idole <a id="FNa_301"></a><a href="#Fn_301" class="fna">(301)</a>”.
-E sempre,
-nell'età dimezzo sopratutto, la fantasia popolare farneticava
-ora di bambini immolati, ora di bagni di sangue umano,
-adoperati come rimedio d'incurabili malattie cutanee. E
-di questo farnetico, se ne trovan tuttora le traccie nelle
-fiabe e ne' racconti tradizionali; onde sbuca fuori di
-<span class="pageno" title="192" id="page-192"></span>
-quando in quando: ed il sospetto o l'odio del volgo attribuisce
-l'atto nefando, ora al tiranno esoso, ora a questo,
-ora a quello. Veggasi fra le <cite>Ducento Novelle</cite>, di Celio
-Maleyuni (Venezia 1609), quella intitolata <cite>Matrimonio
-di Filenia, figliuola del Re d'Egitto</cite>.
-</p>
-
-<p>
-E nel <cite>Cunto de li Cunte</cite>, il trattenimento della Giornata
-<span class="sc num">iii</span>, <span class="sc aut">Rosella</span>,
-di cui ecco l'argomento: “Lo Gran
-turco, pe' farese no vagno de sango de signore, fa
-pigliare 'no prencepe. La figlia se ne 'nnamora; e se
-ne fujeno. La mamma l'arriva e le so tagliate le mano
-da lo Prencepe. Lo Gran Turco ne more de crepantiglia.
-Ma jastemmata la figliola da la mamma, lo Prencepe
-se ne scorda, ma, dopo varie astuzie, fatte da essa,
-torna a memmoria de lo marito e se gaudeno contente.”
-</p>
-
-<p>
-Nè mancano monumenti che ci abbiano portato le prove
-di siffatta credenza. Il sacrificio di un bambino è rappresentato
-infatti su certi monumenti del medio evo, ma
-queste scolture portano dei segni evidenti della dottrina
-gnostica delle emanazioni, che non ha nulla a che fare
-cogli
-Ebrei <a id="FNa_302"></a><a href="#Fn_302" class="fna">(302)</a>.
-</p>
-
-<p>
-In uno dei lati d'un cofanetto trovato presso Volterra,
-e che fece poi parte della collezione del duca di Blacas
-a Parigi, si vede raffigurato un fanciullo colla testa e
-le braccia pendenti nell'abbandono della morte: due uomini
-sono occupati a lavare il cadavere immerso per metà
-in una vasca. L'altro lato rappresenta questo cadavere
-posato su di un rogo le cui fiamme l'inviluppano. Uno
-degli assistenti volge la testa e se la nasconde fra le
-<span class="pageno" title="193" id="page-193"></span>
-mani con un gesto di pietà e di orrore. Su un lato opposto
-del cofanetto è rappresentata la purificazione del
-cadavere.
-</p>
-
-<p>
-Indubbiamente queste scolture rappresentano un rito
-religioso nel quale viene sacrificato un fanciullo.
-</p>
-
-<p>
-Ma a chi apparteneva quel cofanetto? Ad Ebrei certamente
-no. Ed a noi basta quindi averne accennato
-l'esistenza per dimostrare come, questi riti sanguinosi
-sian forse stati, per lo passato, praticati da sêtte che
-cogli Ebrei non ebbero nulla di comune, e lasciamo ad
-altri il decidere se il cofanetto di Volterra appartenesse
-ai Templari, ai Gnostici od a qualsivoglia altra setta.
-</p>
-
-<p>
-Anche un papa, Innocenzo VIII, fu accusato di aver
-fatto rapire de' fanciulli per sgozzarli e bagnarsi nel loro
-sangue <a id="FNa_303"></a><a href="#Fn_303" class="fna">(303)</a>,
-e la stessa accusa fu ripetuta quasi un secolo
-dopo contro un re di Francia, Francesco II, il marito
-della bella ed infelice Maria Stuarda, come ne fa
-fede il seguente brano della <cite xml:lang="fr">Histoire Nationale de Paris
-et des Parisiens, par H. Gourdon de Genouillac</cite>
-(tom. <span class="sc num">ii</span>,
-1882, pag. 3–4):
-</p>
-
-<p>
-“Il y eut un certain nombre de gens pendus, vers
-la fin du 1559, pour avoir répandu une calomnie contre
-Catherine de Médicis et son fils; voici le fait: Le
-jeune roi s'étant trouvé malade à Fontainebleau, les
-médecins l'envoyèrent a Blois pour y respirer l'air
-natal, mais les gens du pays, prétendirent que ce
-n'etait pas de la fièvre quarte, comme le prétendaient
-les médecins, dont souffrait François, mais bien de la
-lèpre, et on raconta que plusieurs enfants avaient
-disparu depuis l'arrivée du roi, que ces enfants avaient
-<span class="pageno" title="194" id="page-194"></span>
-été mis à mort pour que le roi pût prendre des bains
-de sang, remède qui convenait d'autant mieux au royal
-malade, que sa mère ne l'avait conçu que lorsque,
-d'après l'ordonnance du premier médecin Fernel, elle
-s'était décidée, après dix ans de stérilité, à ne remplir
-ses devoirs d'épouse que pendant certaines époques,
-où d'ordinaire les femmes s'en abstiennent. Ce bruit,
-habilement semé par les calvinistes, trouva vite de
-l'écho; des bords de la Loire il arriva à Paris, où il
-fut colporté partout, et le parlement dut sévir contre
-ces propagateurs; ce fut un prétexte tout trouvé pour
-arrêter et envoyer à la potence le gens suspects. <a id="negligea"></a>On
-ne négligea pas de s'en servir, et plus d'un Parisien
-bavard alla réfléchir au Châtelet au danger qu'on
-court lorsqu'on a la langue trop longue.”
-</p>
-
-<p>
-Malgrado la severa lezione, qualche secolo dopo la
-calunnia ricomparve in Francia, non più contro un re,
-ma vaga ed indeterminata; si accusarono delle sparizioni,
-pur troppo reali, di vari giovani, ora una principessa che
-si dilettava di bagni di sangue, ora, naturalmente, gli
-Ebrei; chi fossero i colpevoli ce lo dica il seguente brano
-delle <cite xml:lang="fr">Mémoires tirés des Archives de la Police de Paris,
-pour servir a l'histoire de la morale et de la police depuis
-Louis XIV jusqu'à nos jours, par I. Peuchet</cite> (Paris,
-Levavasseur, 1868, 6 vol. in-8. Tom. <span class="sc num">i</span>,
-pag. 144 e segg.):
-</p>
-
-<p>
-“Eran già varî anni, dacchè il signor de la Reynie
-copriva, con soddisfazione generale, l'ufficio di luogotenente
-generale di polizia, allorquando nei principali
-quartieri di Parigi si diffuse repentinamente un grave
-panico occasionato da straordinarie sparizioni di persone.
-</p>
-
-<p>
-“Nello spazio di circa quattro mesi, ventisei giovani,
-il più giovane dei quali aveva raggiunto il diciasettesimo
-anno, ed il più vecchio non toccava il venticinquesimo,
-sparirono, lasciando le rispettive famiglie
-<span class="pageno" title="195" id="page-195"></span>
-inconsolabili per la loro perdita. Voci misteriose e
-contraddittorie circolavano a questo proposito nel sobborgo
-Sant'Antonio, che aveva in questa guisa perduto
-quattro o cinque bei giovani, figli di ebanisti e di
-mercanti di vecchi mobili. Le donnicciuole pretendevano
-che una principessa, la cui vita era posta in pericolo
-da una malattia di fegato, lottasse contro il male
-tuffandosi tutti i giorni in un bagno di sangue umano.
-Altri affermavano che gli Ebrei, per odio al Dio crocefisso,
-crocefiggessero di quando in quando dei Cristiani.
-Questa pazza opinione fortunatamente non
-prevalse. Ad ogni modo però Parigi era in preda al
-terrore ed alla desolazione. Il duca di Gêvre ne parlò
-al Re, e questi, quando il luogotenente di polizia si
-recò da lui, per l'ordinaria relazione, si lagnò vivamente
-che si tollerasse un simile succedersi di rapimenti
-che, senza dubbio, erano seguiti da morte violenta,
-perchè nessuno degli scomparsi aveva mai fatto
-ritorno.
-</p>
-
-<p>
-“La Reynie, disperato pel malcontento espressogli
-dal Sovrano, se ne fece ritorno a Parigi; appena giuntovi
-chiamò a sé un agente abilissimo della sua amministrazione,
-certo Lecoq, di cui fino a quel giorno
-egli si era non inutilmente servito in tutte le occasioni
-difficili. Lecoq comparve ed il luogotenente di polizia
-gli manifestò il suo imbarazzo, parlò del malcontento
-del Re e fece tali promesse di ricompense che Lecoq,
-cedendo ad un sentimento di avidità, esclamò:
-</p>
-
-<p>
-“— Andiamo! monsignore, vedo bene che per togliervi
-dall'imbarazzo dovrò rinnovare il sacrificio d'Abramo.
-</p>
-
-<p>
-“Lecoq non si spiegò maggiormente ed il signor de
-la Reynie, che lo considerava come il suo migliore
-agente, lo congedò con un gesto col quale gli trasmetteva
-i poteri più estesi. A quei tempi negli uffici di
-<span class="pageno" title="196" id="page-196"></span>
-polizia era in uso un linguaggio di cenni muti, specie
-di telegrafia la cui chiave non era nota che ad un
-piccolo numero di iniziati.
-</p>
-
-<p>
-“Ecco il complemento indispensabile di questo singolare
-aneddoto.
-</p>
-
-<p>
-“Una accolta di gente, predestinata al patibolo ed alle
-galere, si era costituita in associazione di malfattori.
-Il capo della banda procedeva in questa guisa. Una
-ricca inglese, moderna Messalina, che egli aveva reclutata
-nei suoi viaggi, serviva di richiamo ai giovani.
-Questi infelici, dopo aver appagato le voglie di quella
-femmina impudica, erano dati in preda agli assassini.
-Venivano uccisi e la testa separata dal busto. Questo
-era venduto agli studenti di chirurgia e la testa, probabilmente
-disseccata ed imbalsamata, serviva allora
-in Germania agli studi di una scienza, che ebbe di
-poi uno strano sviluppo. Intendiamo parlare della
-scienza di cui Gall e Spurzheim furono fra noi i
-propagatori.
-</p>
-
-<p>
-“Il governo temette il divulgarsi di una tal serie di
-misfatti; furono presi provvedimenti per la punizione
-pronta, severa ed occulta dei colpevoli. Tutti furono
-impiccati. Anche la donna doveva essere dannata nel
-capo . . . . . ma il destino dispose
-altrimenti” <a id="FNa_304"></a><a href="#Fn_304" class="fna">(304)</a>.
-</p>
-
-<p>
-Un altro fatto simile ebbe luogo anche a Parigi quasi
-nello stesso tempo; precisamente nel maggio 1750.
-</p>
-
-<p>
-Ecco come viene narrato dal <span class="sc aut">Quillet</span>,
-<cite xml:lang="fr">Chronique de
-<span class="pageno" title="197" id="page-197"></span>
-Passy</cite> (Tomo <span class="sc num">ii</span>, pag. 114).
-Anche questa volta traduciamo
-testualmente.
-</p>
-
-<p>
-“Un agente di polizia, nella speranza di estorcere
-del denaro ad una sventurata madre gli rapì il figliuolo.
-Questa ne divenne furiosa; i suoi lagni furono così
-amari, i suoi gemiti così strazianti che tutto il quartiere
-ne fu commosso.
-</p>
-
-<p>
-“Altre madri si unirono a lei; la voce corse che quel
-fanciullo non era il solo ad esser stato rapito ma che
-migliaia d'altri lo erano stati al pari di lui, e che il
-Re, novello Erode, stava per ricominciare la strage degli
-innocenti. Si giunse persino a dire che quei rapimenti
-avevano per oggetto l'esecuzione di prescrizioni mediche
-che ordinavano bagni di sangue umano, e del più puro,
-per guarire taluni gran signori sfiniti dalla lussuria e
-dai disordini.
-</p>
-
-<p>
-“Queste voci sinistre, aggiunte ai gridi strazianti
-delle desolate madri, infiammarono gli spiriti. Parecchi
-uomini si aggiunsero loro e divennero furiosi. La sommossa
-ebbe principio nel sobborgo Sant'Antonio, ma
-ben presto i disordini si estesero in tutti i quartieri
-di Parigi. Ogni agente di polizia che cadeva in potere
-dei tumultuanti era messo a brani. Il popolaccio si
-dirigeva al palazzo del luogotenente di polizia, e non
-avrebbe tardato ad investirlo. Il luogotenente di
-allora, Berrier, che si era reso odioso per la sua
-aria dura e il suo procedere tirannico, fuggì. Qualcheduno
-dei suoi dipendenti, meno timido, fece aprire
-le porte. Questo colpo ardito intimidì i più furiosi;
-credettero si volesse loro tendere un agguato, e che
-una voragine stesse per aprirsi sotto i loro piedi e
-restarono immobili. Intanto le guardie francesi e le
-guardie svizzere si radunarono. Si aggiunsero loro
-due compagnie di moschettieri della guardia e diversi
-<span class="pageno" title="198" id="page-198"></span>
-corpi della Casa del Re. Le orde indisciplinate dei tumultuanti
-furono circondate. Si mise la mano sui più
-accaniti dei quali la forca fece giustizia, gli altri
-fecero giudizio.
-</p>
-
-<p>
-“Qualche mese dopo venne l'epoca del viaggio che il
-Re faceva annualmente a Compiègne. Per recarvisi si
-passava abitualmente da Parigi. Luigi XV non volle
-onorare colla sua presenza una città che aveva osato
-rivoltarsi, qualunque ne fosse stata la causa, e fece
-costruire in tutta fretta una strada fra Versailles e
-Saint Denis in modo da potersi recare al suo destino
-senza dover attraversare Parigi. È questa la strada
-che dicesi <em xml:lang="fr">le chemin de la Révolte</em>.”
-</p>
-
-<p>
-Come si vede dalle, forse troppo numerose, citazioni che
-siamo venuti facendo, basta che un bambino sparisca,
-perchè subito il popolo farnetichi di bagni di sangue
-umano, di atroci riti religiosi, e si ricusi, sino a che
-l'evidenza non venga a convincerlo, a cercarne la spiegazione
-in qualche volgare delitto. Ci si consenta un'ultima
-citazione per provare la strana vitalità di tale
-superstizione che il volgo degli indotti e dei semi dotti,
-accoglie e ripete, per poco che gli accusati, o si elevino
-come i Papi ed i Re che abbiamo citato, al dissopra del
-comune per la loro posizione, o si circondino come i primi
-Cristiani, i Luciferiani, i Templarii di quel mistero che
-colpisce sempre le immaginazioni popolari.
-</p>
-
-<p>
-Una rivista mensile che si pubblica a Mosca, il <cite xml:lang="fr">Messager
-russe</cite>, in un articolo riprodotto in giugno 1819 da
-diversi giornali
-francesi <a id="FNa_305"></a><a href="#Fn_305" class="fna">(305)</a>
-ci ha fatto conoscere gli usi
-<span class="pageno" title="199" id="page-199"></span>
-di due sêtte ancora esistenti in Russia, i <em>Khlysty</em> e gli
-<em>Skoptsi</em> <a id="FNa_306"></a><a href="#Fn_306" class="fna">(306)</a>
-(<em>mutilati</em>).
-</p>
-
-<div>
-<span class="pageno" title="200" id="page-200"></span>
-</div>
-
-<p>
-Riti sanguinari, o pretesi tali, furono denunziati allo
-imperatore Alessandro in una memoria del metropolitano
-di Mosca. Secondo questa memoria, di cui un giornale
-di Pietroburgo pubblicò dei frammenti, quando una ragazza
-incompletamente mutilata concepisce, per opera di
-un uomo estraneo alla setta, e mette al mondo un ragazzo
-di sesso mascolino, gli <em>Skoptsi</em>, considerando questa nascita
-come un avvenimento miracoloso e come una benedizione
-del cielo, immolano il neonato alla mezzanotte
-del settimo giorno dopo la sua nascita; lo lavano in
-seguito nell'acqua tiepida, avendo cura di spremere dalla
-sua ferita la maggior quantità di sangue possibile. L'acqua
-in cui il fanciullo è stato immerso si conserva come cosa
-sacra. Quanto al corpo è deposto in un vaso pieno di
-zucchero polverizzato dove si giunge a disseccarlo. È in
-seguito ridotto in polvere, e questa polvere entra nella
-confezione dei pani consacrati che i settari tagliano a
-pezzi e distribuiscono agli assistenti alla fine delle loro
-riunioni. È questo ciò che essi nominano la grande comunione
-della carne dell'agnello, in opposizione a quella
-<span class="pageno" title="201" id="page-201"></span>
-di sangue che si fa con quella con cui la vittima venne
-purificata. I giornali russi assicurano che questi fatti,
-denunciati dal metropolitano di Mosca, Mgr. Platone,
-vennero constatati da una inchiesta ufficiale.
-</p>
-
-<p>
-Potremmo citare altri fatti a dozzine per provare che
-questa accusa di giovarsi del sangue umano pei riti tenebrosi
-è vecchia quanto il mondo, ma ogni cosa ha un
-limite e temiamo ne abbia uno anche la pazienza dei
-lettori che consentirono a seguirci sin qui, sicchè ci limiteremo
-a citare un ultimo fatto quasi incredibile. Chi
-vorrebbe credere infatti che un dotto letterato francese,
-e cattolico di nascita, se non di convinzione, <a id="Arsene"></a>Arsène
-Houssaye potè, non sono ancora cinque anni, calunniare i cattolici,
-di epoche a noi vicine, asserendo che sino al <span class="sc num">xv</span>
-ed al <span class="sc num">xvi</span> secolo si massacravano dai
-cattolici dei bambini
-per convertire in reliquie i loro ossami?
-</p>
-
-<p>
-Traduco letteralmente un brano di un articolo dell'Houssaye,
-sul museo Basilewski, pubblicato nel <cite xml:lang="fr">Gaulois</cite>
-del 24 dicembre 1879:
-</p>
-
-<p>
-“Ecco per esempio uno smalto che rappresenta il
-Massacro degli Innocenti. Cosa pensereste se io vi dicessi
-che più di una chiesa in Francia contiene ancora
-delle cripte in cui si trova il pozzo dei sacrifizi? Si
-conosce così male la storia che non mi si crederà
-quando affermerò che, sino al quindicesimo secolo, e
-fors'anche fino al sedicesimo, vi furono il venerdì santo
-dei fanciulli immolati. A Caen e a Tournus si trovarono
-degli ossami che fanno fede ancora di questi sacrifizi
-umani — perdonatemi il sacrilegio — volevo
-dire inumani”.
-</p>
-
-<p>
-Provata dunque la facilità con cui simili accuse calunniose
-si riprodussero sempre, e trovarono sempre credenza,
-qual meraviglia se bastò qualche assassinio isolato
-e non ispirato certamente a scopo religioso, perchè
-<span class="pageno" title="202" id="page-202"></span>
-se ne accusassero gli Ebrei, quegli Ebrei che a Strasburgo,
-nel Delfinato ed altrove, si erano, ben inteso sotto
-la tortura, confessati autori della peste, sicchè fu necessaria
-una bolla del papa che li scagionasse dalla strana
-accusa <a id="FNa_307"></a><a href="#Fn_307" class="fna">(307)</a>,
-quegli Ebrei che dovevano ritenersi capaci
-di ogni
-scelleraggine <a id="FNa_308"></a><a href="#Fn_308" class="fna">(308)</a>
-dacchè San Giovanni
-Grisostomo <a id="FNa_309"></a><a href="#Fn_309" class="fna">(309)</a>
-<span class="pageno" title="203" id="page-203"></span>
-aveva potuto dire che “le sinagoghe erano
-case di prostituzione, covili di bestie feroci, domicilio
-dei Demoni e che non vi si adorava Dio, perchè non
-vi si adorava il figlio, e che colui che conosce il padre
-conosce il figlio e che il culto che vi si rende si termina
-al Demonio perchè Dio l'ha abbandonato.”
-</p>
-
-<p>
-Quando personaggi, come San Giovanni Grisostomo, coi
-loro scritti, rendono siffattamente odiosa una parte della
-popolazione, non deve recar meraviglia che ogni più
-strana accusa contro di questa trovi credenza.
-</p>
-
-<p>
-Data la facilità con cui il volgo crede sempre ad accuse
-di questa natura, data l'ignoranza dei tempi, dato
-il fanatismo contro gli Ebrei, eccitato dal Grisostomo, e dai
-troppo numerosi suoi seguaci, dobbiamo anzi meravigliarci
-assaissimo se tutte le volte che furono accusati di aver
-assassinato un cristiano non furono condannati, ed invece
-abbiamo già veduto come, in tutti i tempi, uomini imparziali
-ed onesti, di tutte le credenze, abbiano protestato
-contro la calunnia di cui eran vittima gli Ebrei.
-</p>
-
-<p>
-Ma se è agevol cosa il dimostrare l'assoluta falsità
-della accusa mossa agli Ebrei di giovarsi di sangue umano
-per scopi rituali, o
-magici <a id="FNa_310"></a><a href="#Fn_310" class="fna">(310)</a>,
-sarebbe impossibile
-il dimostrare che qualche bambino cristiano non sia caduto
-talvolta vittima di un assassino ebreo.
-</p>
-
-<div>
-<span class="pageno" title="204" id="page-204"></span>
-</div>
-
-<p>
-Gli Ebrei erano nei secoli passati universalmente odiati.
-Quando la Chiesa Cristiana aveva raggiunto nel mondo
-civile il suo ideale, l'unità della Fede, gli Ebrei soli,
-<span class="pageno" title="205" id="page-205"></span>
-razza maledetta e dispersa, restarono a guastare la simmetria
-ammirabile di questa unità.
-</p>
-
-<p>
-In mezzo a popoli che, concordi, piegavano le ginocchia
-dinanzi al Redentore del Mondo, restavano soli a negarlo
-i pochi ed avviliti discendenti di coloro che lo avevano
-trascinato al disonor del Golgota.
-</p>
-
-<p>
-Qual meraviglia che perciò soltanto essi fossero oggetto
-della universale
-esecrazione? <a id="FNa_311"></a><a href="#Fn_311" class="fna">(311)</a>
-Oppressi, umiliati,
-fatti segno ad ogni più orrenda persecuzione, gli Ebrei
-reagivano colle armi dei deboli, e le armi dei deboli non
-furono mai generose.
-</p>
-
-<p>
-Da qui recrudescenza d'odio nei persecutori, e l'odio
-non partorì mai amore, che si sappia.
-</p>
-
-<p>
-Chi potrebbe negare che qualche Ebreo, cacciato dalla
-patria, insidiato nella sua fede, nei suoi averi, diseredato
-persino del culto dei propri morti, come troppo spesso
-avveniva nei tempi più caliginosi del medio evo, imbattendosi
-un giorno nel figlio di uno dei suoi oppressori,
-lo abbia sgozzato?
-</p>
-
-<p>
-Chi rivangasse gli annali del delitto, in tutti i paesi,
-vi troverebbe registrate a centinaia storie di innocenti
-fanciulli uccisi da vigliacchi assassini <a id="parenti"></a>per
-vendicarsi dei loro parenti.
-</p>
-
-<p>
-E quantunque le statistiche criminali di tutti i tempi
-e di tutti i paesi ci provino come l'Ebreo rifugga dal
-sangue, vorremmo, potremmo noi negare, che mai uno
-di questi assassini sia stato ebreo, una di queste vittime
-cristiana?
-</p>
-
-<div>
-<span class="pageno" title="206" id="page-206"></span>
-</div>
-
-<p>
-Certamente no; ma la stessa franchezza con cui noi,
-senza averne le prove — perchè, ripetiamolo, non son
-prove per noi quelle estorte dalla tortura — pure riconosciamo
-non impossibile che qualche fatto di questo genere
-abbia potuto accadere per opera di un individuo
-ebreo, spinto da un sentimento di vendetta, questa stessa
-nostra franchezza ci dà diritto ad esser pienamente creduti
-allorquando recisamente neghiamo che gli Ebrei
-abbiano per precetto religioso di valersi in certe cerimonie
-del sangue di un fanciullo cristiano.
-</p>
-
-<p>
-Ammettiamo pure una di queste isolate vendette. Nessun
-processo ne fa fede, perocchè agli occhi dell'odierna
-critica non hanno valore i processi istituiti sotto il regime
-della tortura; ammettiamo pure questo caso isolato,
-che ci gioverà a comprendere, a spiegarci come l'orribile
-calunnia abbia potuto esser messa in giro la prima volta,
-ma respingiamo, fino a che non saranno addotte prove
-categoriche in argomento — e sarà impossibile addurle,
-perchè non esiste il fatto — ogni accusa generica che
-si volesse formulare contro gli Ebrei a tale proposito.
-</p>
-
-<p>
-Tanto varrebbe, perchè un Umiliato attentò alla vita di
-San Carlo Borromeo, perchè un prete assassinò un Arcivescovo
-di Parigi, dire che i frati e i preti cattolici
-hanno per dovere religioso di ammazzare Santi ed Arcivescovi!
-</p>
-
-<p>
-È certo che dacchè esistono Cristiani ed Ebrei qualche
-ebreo avrà ammazzato un cristiano; è probabile, probabilissimo
-anzi, che qualche fanciullo cristiano sia caduto
-vittima di un assassino ebreo, ma non è nè certo, nè
-probabile, nè possibile che l'assassino sia stato mosso da
-scopo religioso a compiere il suo misfatto.
-</p>
-
-<p>
-Ciò invece che, se non è certo, è però assai possibile
-ed assai probabile è che, accaduto, per chi sa qual motivo,
-l'eccidio di un fanciullo cristiano ad opera di un
-<span class="pageno" title="207" id="page-207"></span>
-ebreo, i nemici degli Ebrei — quelli stessi che andavano
-diffondendo contro di loro le più strane ed inverosimili
-accuse — si siano fatta un'arma di questo fatto
-isolato per coinvolgere tutti gli Ebrei nella stessa accusa,
-accusa che, già lo vedemmo, deve essere facilmente
-accolta dai volghi come quella che fu spesso lanciata or
-contro l'uno or contro l'altro.
-</p>
-
-<p>
-Abbiamo detto però e ripetiamo che se vi era un popolo
-che dovesse andar immune da questa orribile accusa
-era certamente il popolo ebreo.
-</p>
-
-<p>
-Abbiam veduto come la Bibbia e il Talmud in più
-luoghi vietino agli Ebrei l'uso del sangue. Ma non basta,
-chè lo stesso Maimonide ci dice il perchè gli Ebrei abborriscano
-l'uso del sangue; apriamo il suo libro <cite>Morè
-Nebuchim</cite>, parte <span class="sc num">iii</span> al
-capo 46 e troveremo: “Sappi
-che quantunque non vi fosse nel concetto degli idolatri
-cosa più immonda ed impura del sangue, nientedimeno
-essi lo mangiavano, perchè stimavano che fosse il cibo
-de' demoni, e che colui, che di esso sangue si alimentasse,
-acquisterebbe una qualche famigliarità e stretta
-comunicazione con essi demoni, sicchè questi dovessero
-rivelar loro il futuro, secondo crede il volgo che essi
-demoni sogliono fare. Ad alcuni però tra questi idolatri,
-tornava difficile mangiare il sangue, cibo per sè
-stesso all'umana natura ripugnante. Questi, quando scannavano
-qualche animale, ne prendevano il sangue, lo
-raccoglievano in qualche vaso e, sedendo attorno a
-questo vaso, mangiavano la carne di esso animale. Si
-persuadevano, così, che mentre essi mangiavano la
-carne, i demoni mangiassero il sangue, loro prediletto
-cibo, e che in questo modo potessero contrarre secoloro
-amicizia, famigliarità e fratellanza, perchè tutti mangiavano
-ad un desco e insieme banchettavano. Credevano
-inoltre che i demoni dovessero apparir loro in
-<span class="pageno" title="208" id="page-208"></span>
-sogno; avvisar loro quel tanto che dovea succedere
-ed esser loro di grandissimo giovamento.” Fin qui il
-Maimonide.
-</p>
-
-<p>
-Anche lo Zohar, libro a cui taluni ebrei vogliono annettere
-molta importanza, commentando il capo 17 del
-Levitico, dice queste parole, parlando degli incantesimi e
-dell'arte magica esercitata dagli Egiziani: “Quando gli
-Egiziani si ragunavano per fare i loro incantesimi,
-andavano al campo in un monte alto assai, facevano
-una fossa in terra e spargevano sangue intorno ad
-essa, ragunavano il rimanente del sangue in essa fossa,
-offrivano i loro sacrifici agli spiriti maligni, e contraevano
-famigliarmente tra loro in esso monte. Gli Ebrei
-i quali erano schiavi in Egitto si accostavano a quelli,
-e preparavano quel sangue e offerivano il sacrifizio, si
-radunavano questi spiriti maligni, e apparivano loro
-in figura d'Irchi irsuti e dicevano loro quel tanto che
-essi addomandavano.”
-</p>
-
-<p>
-O ammettere dunque, con San Giovanni Grisostomo,
-che gli Ebrei adorino il Demonio, o riconoscere che essi
-non possono aver mai fatto uso di sangue, e tanto meno
-di sangue umano.
-</p>
-
-<p>
-E davvero è strana la persistenza di una simile calunnia
-contro una religione i cui maestri, i cui dottori
-predicarono dottrine diametralmente opposte. Mosè Nachmanide
-che fiorì nel <span class="sc num">xii</span> secolo in Ispagna
-e che era considerato
-come il supremo maestro fra i Rabbini, e chiamato
-per antonomasia il
-dottore <a id="FNa_312"></a><a href="#Fn_312" class="fna">(312)</a>,
-lasciò scritto nel suo
-libro dei <cite>Precetti</cite>: “Ci è ordinato di curare la vita dei
-Cristiani, salvarla con tutte le nostre forze da pericolo
-di morte, p. e. quando sono caduti in acqua o sepolti
-<span class="pageno" title="209" id="page-209"></span>
-sotto le macerie”. Giuda il Pio, vivente a Ratisbona
-nel sec. <span class="sc num">xii</span> nel suo <cite>libro dei Pii</cite>
-dice: “Nel trattare
-coi non Israeliti, studiati di usare la stessa onestà
-come cogli Ebrei: se un Ebreo vuol uccidere un cristiano
-dobbiamo assister quest'ultimo; se a te si rifugia
-un omicida, non gli accordare protezione, anche
-se fosse un ebreo”.
-</p>
-
-<p>
-Come dunque malgrado tutto ciò l'accusa potè diffondersi
-ed acquistar credenza? Ecco la domanda che molti
-mossero ed a cui nessuno potè dar risposta soddisfacente.
-</p>
-
-<p>
-Chi ne cercò la causa nel racconto dell'Esodo dove è
-spesso menzione di
-sangue <a id="FNa_313"></a><a href="#Fn_313" class="fna">(313)</a>;
-chi in una leggenda rabbinica
-notissima, secondo la quale, Faraone Re d'Egitto
-trovandosi colpito dalla lebbra, si impadronì di un gran
-numero di fanciulli ebrei, affine di bagnarsi nel loro sangue
-e di guarire. La leggenda aggiunge che in memoria
-di questo sangue innocente versato, gli Ebrei bevono
-vino rosso nelle cerimonie della sera di
-Pasqua <a id="FNa_314"></a><a href="#Fn_314" class="fna">(314)</a>.
-L'illustre prof. Oort da Leida, in un discorso tenuto in
-quella città in occasione del <span class="sc num">vi</span>
-Congresso degli Orientalisti,
-vuol trovare la causa della calunnia nella venerazione
-che negli antichi tempi i primi Cristiani conservavano
-pel pane azzimo degli Ebrei, ed intesse su questa
-ipotesi un lungo ragionamento che non arriva però a
-convincerne del tutto.
-</p>
-
-<p>
-Affaccieremo noi pure una supposizione senza pretendere
-di aver sciolto il problema.
-</p>
-
-<p>
-Nei primi tempi del Cristianesimo, non soltanto gli
-<span class="pageno" title="210" id="page-210"></span>
-Ebrei erano in odio ai Cristiani ortodossi, ma molte sette
-eterodosse professavano un odio speciale non soltanto
-verso gli Ebrei, ma verso l'Antico Testamento.
-</p>
-
-<p>
-La storia delle religioni ci apprende che il principio
-di un Dio del male, nemico del Dio del bene, quel principio
-che gli antichi Persiani incarnavano in Ormus e
-in Arimane, era comune anche a molte sêtte dei primi
-tempi del Cristianesimo. I Catari, i Bogomili, i Luciferiani
-professavano siffatte dottrine. Per essi il Dio maligno
-si rivelava nell'Antico Testamento, mentre nel
-Nuovo era il Dio buono che si manifestava.
-</p>
-
-<p>
-Ecco, dicevano, perchè è scritto nel Nuovo Testamento:
-“Che Iddio è luce, e che non vi sono in lui tenebre
-alcune” <a id="FNa_315"></a><a href="#Fn_315" class="fna">(315)</a>.
-Il Dio della Genesi crea il cielo e la terra,
-ma “la terra era una cosa deserta e vacua e tenebre
-erano sopra la faccia
-dell'abisso” <a id="FNa_316"></a><a href="#Fn_316" class="fna">(316)</a>,
-il cielo e la
-terra, al paro delle tenebre, sono l'opera di Lucifero.
-Ecco perchè ancora, secondo l'Antico Testamento, i figli
-di Dio
-peccano <a id="FNa_317"></a><a href="#Fn_317" class="fna">(317)</a>,
-mentre nel Nuovo è detto: “Chiunque
-è nato da Dio non ha
-peccato” <a id="FNa_318"></a><a href="#Fn_318" class="fna">(318)</a>.
-“Non è il Dio
-buono che ha parlato a Mosè, non è il Dio buono che
-ha guidato il patriarca. Mosè ha ricevuto la legge da
-un ingannatore, egli stesso era un mago, un
-ladrone” <a id="FNa_319"></a><a href="#Fn_319" class="fna">(319)</a>.
-</p>
-
-<p>
-Congiungendo questa opinione che taluni eretici avevano
-del Mosaismo, coll'altra, universalmente diffusa, che
-<span class="pageno" title="211" id="page-211"></span>
-il demonio gradisca i sagrifizi
-umani <a id="FNa_320"></a><a href="#Fn_320" class="fna">(320)</a>,
-non sarà fuor
-di luogo il supporre che da quegli eretici abbia potuto
-avere origine la prima calunnia.
-</p>
-
-<p>
-Un'altra fra le possibili origini di quest'accusa, o meglio
-fra le cause che poterono contribuire a mantenerla
-in vigore, ed a confermarla nelle menti volgari, ci è suggerita
-dall'attento esame, che abbiamo fatto, degli atti
-del processo che si è svolto non ha guari a Nyiregyhaza.
-Fra le infantili prescrizioni rituali degli Ebrei ve ne ha
-una che vieta ad essi di toccare nella sera del venerdì e
-nel giorno del sabato fuoco e lume. Siffatta prescrizione
-è, dai veri credenti, osservata così strettamente che essi
-si fanno scrupolo di portare una lampada da un luogo
-all'altro, o di rimuovere dal fuoco una pentola che bolla.
-Siccome però le necessità della vita si impongono agli
-Ebrei come ai Cristiani, gli agiati fra essi provveggono
-ai lor bisogni mercè l'opera di domestici di altri culti; i
-più poveri invece vi provvedono come possono, invocando
-l'aiuto di un vicino o di un passante. Servigi di siffatta
-natura si richieggono più facilmente, anche per evitare
-il ridicolo, a ragazzi che non a persone mature. Qual
-<span class="pageno" title="212" id="page-212"></span>
-meraviglia dunque, se come nei tempi di pestilenza basta
-che un individuo si accosti ad una fontana pubblica, per
-essere accusato di avvelenarla, od in tempi di assedio
-basta che uno si aggiri nelle camere del suo appartamento
-con un lume in mano, perchè venga accusato di
-far segnali
-all'inimico <a id="FNa_321"></a><a href="#Fn_321" class="fna">(321)</a>;
-qual meraviglia diciamo se
-sarà bastato il fatto di un ebreo che abbia chiamato a
-sè un fanciullo cristiano per richiederlo d'uno dei servigi
-sopra accennati, perchè l'accesa immaginazione del
-volgo vi ricamasse sopra un preteso tentativo di rapimento,
-preludio di futuri
-eccidi <a id="FNa_322"></a><a href="#Fn_322" class="fna">(322)</a>?
-</p>
-
-<p>
-Ma senza perderci più oltre nella ricerca delle cause
-che potevano concorrere a far nascere l'orrenda accusa,
-verremo a dire delle vere, delle sole ragioni per cui essa
-persistette attraverso i secoli.
-</p>
-
-<p>
-Un illustre letterato francese, Dureau de la Malle, nella
-introduzione alla sua eccellente traduzione di Tacito, ricerca
-le cause dei delitti inconcepibili commessi dagli imperatori
-romani; e ne reca una spiegazione che sembra
-assai plausibile; e cioè che quei sovrani non avendo nè
-lista civile, nè demanio pubblico e dovendo pur sostenere
-enormi spese, erano obbligati ad assassinare per procurarsi
-il denaro di cui avevano d'uopo. E come i malfattori
-volgari <em>uccidevano per rubare</em>. Questo precetto di
-governo informa diverse fasi della storia, e dalle proscrizioni
-di Augusto, venendo giù sino agli eccidi del 1793,
-ne troveremmo esempi non pochi.
-</p>
-
-<p>
-Nel medio evo i ghetti degli Ebrei avevano il non
-<span class="pageno" title="213" id="page-213"></span>
-desiderato privilegio di essere la zecca per eccellenza;
-quando s'aveva bisogno di denaro si accusavano gli Ebrei
-di avvelenare i pozzi, le sorgenti, le fontane — quasi che
-gli Ebrei non facessero uso dell'acqua, — di oltraggiare
-in mille guise il Santissimo Sacramento — che non
-hanno nessuna ragione di oltraggiare, non riconoscendovi
-essi nessun carattere sacro — od infine di ammazzare
-bambini — quasi la religione professata dalla Beata Vergine
-e da Nostro Signor Gesù Cristo fosse una religione
-di antropofaghi.
-</p>
-
-<p>
-In quei tempi le accuse, assurde o meno, erano sempre
-egualmente buone. Bastava che un facinoroso qualunque
-le ponesse in giro, perchè si desse di piglio alle armi,
-si corresse al ghetto, e si punissero gli Ebrei col saccheggiarne
-i beni. L'intiero popolo ebreo potè per secoli
-far sua l'amara esclamazione del romano proscritto. “La
-mia villa di Alba mi ha perduto.”
-</p>
-
-<p>
-Col progresso dei tempi si capì che era assurdo parlare
-di fontane avvelenate, o di oltraggi al Santissimo
-Sacramento; ma l'accusa di antropofagia rimase, come
-quella che oltre a colpire più facilmente le immaginazioni
-della plebe, sempre avida di racconti di misteriosi delitti,
-era sorretta da un altro importante fattore.
-</p>
-
-<p>
-Per ogni fanciullo che gli Ebrei erano accusati di
-aver ucciso, la Chiesa cattolica acquistava un martire
-di più.
-</p>
-
-<p>
-E ciò che importa, e che spiega assai cose, un martire
-che faceva miracoli.
-</p>
-
-<p>
-La narrazione di questi miracoli, quali ce li dà un
-autorevole e moderno scrittore cattolico, Rohrbacher, è
-troppo interessante, perchè noi, a costo di ripeterci, resistiamo
-al desiderio di metterla sotto gli occhi dei nostri
-lettori.
-</p>
-
-<p>
-“L'anno 1250 gli Ebrei di Saragozza attaccarono
-<span class="pageno" title="214" id="page-214"></span>
-con chiodi contro la parete un fanciullo cristiano di
-sette anni, gli squarciarono, in odio di Cristo, il costato
-con una lancia e lo seppellirono di notte sulla riva.
-<em>Ma in mezzo alle tenebre il luogo era irradiato d'una
-splendida luce.</em> Accorsivi i Cristiani, trasportarono le
-reliquie con gran pompa alla chiesa principale, dove
-accadde un gran numero di miracoli. A quella vista
-l'ebreo Mosè Albayhuzet, che aveva rapita la vittima
-innocente, abbracciò il Cristianesimo. Ecco quanto riferisce
-lo storico aragonese Girolamo Blanca, giusta
-gli Archivi della chiesa di Saragozza.
-</p>
-
-<p>
-“Nel 1255 i principali ebrei di tutta Inghilterra sì
-adunarono a Lincoln per rinnovare la passion di Cristo
-su d'un fanciullo di otto anni per nome Ugo. Uno faceva
-da preside Pilato, altri l'officio di carnefice. Fecero
-soffrire al giovinetto tutti gli oltraggi che il
-Vangelo riferisce aver i loro antenati fatto patire al
-Salvatore del mondo. Lo batterono crudelmente colle
-verghe, gli conficcarono in capo una corona di spine, lo
-affissero ad una croce, gli diedero a bere del fiele e
-finalmente gli trafissero il costato con una lancia.
-</p>
-
-<p>
-“Tale fu il loro pasquale sacrificio che solevano immolar
-ogni anno, se l'occasione lo permetteva, come confessarono
-dappoi. Per colmo di scelleratezza gli strapparono
-le viscere per servirsene a magiche operazioni.
-Nascosero profondamente sotto terra il corpo, per tema
-che i Cristiani ne venissero in cognizione; ma la giustizia
-di Dio non lasciò impunito questo misfatto. <em>La
-terra ogni notte rigettava il corpo della vittima.</em> Gli
-Ebrei, avendolo così più volte sepolto, finirono col gettarlo
-in un pozzo.
-</p>
-
-<p>
-“Intanto la madre del fanciullo cercava dappertutto
-il suo figliuolo. Avendo saputo che era entrato nella
-casa d'un ebreo, vi penetra, fruga per tutto, guarda
-<span class="pageno" title="215" id="page-215"></span>
-entro il pozzo e vi scorge il corpo del figlio. Senza
-dir nulla avverte il giudice; il padrone della casa
-viene arrestato, confessa tutta la serie delle cose (<em>anche
-il miracolo dunque?</em>) e viene attaccato alla coda di
-cavalli per essere squartato. Novanta ebrei sono condotti
-nelle prigioni di Londra per subirvi il supplizio
-che meritano. Il corpo del fanciullo cavato dal pozzo
-è solennemente trasportato, come il corpo di un martire,
-nella Chiesa cattedrale. Il re Enrico III fa procedere
-giuridicamente contro tutti gli Ebrei d'Inghilterra,
-affine di distoglierli col terrore dei castighi dal
-commettere ancora simili misfatti. Ecco quanto riferisce
-tra gli altri Matteo Paris, autore del Paese e del
-Tempo.
-</p>
-
-<p>
-“Un ebreo di Germania aveva una nutrice cristiana,
-chiamata Agnese, la quale insegnava alla moglie di
-lui le preghiere de' Cristiani. L'ebreo, accortosene, entra
-in furore, va a trovar la nutrice addormentata, l'uccide
-con tre colpi di pugnale nel cuore, sotto gli occhi
-di sua moglie, poscia se ne va alla sinagoga. La moglie,
-presa da spavento, si chiude nella propria camera.
-L'ebreo di ritorno non trova più il cadavere della nutrice,
-e s'immagina che l'abbia trasportato la moglie;
-questa non trovandolo più, pensa che l'abbia levato il
-marito. Nè l'uno nè l'altra cerca più oltre. Quaranta
-giorni dopo passa una donna forestiera che li saluta
-<em>affettuosamente</em> (<em>splendido, quell'avverbio!!</em>) da parte
-della nutrice Agnese. L'ebreo allora domanda alla moglie:
-“Come avviene ch'ella viva? Non l'ho io ammazzata?”
-La moglie risponde: “Egli è che il Cristo suo Signore
-è abbastanza possente per risuscitare una defunta. — Ed ecco,
-ripigliò l'ebreo, quel ch'io ho sempre temuto,
-che ella non ti faccia apostatare. — ” E tosto legolla e la
-rinchiuse per due anni in una stanza. Essendo l'ebreo
-<span class="pageno" title="216" id="page-216"></span>
-andato lontano, la donna fuggì con due figlioletti ed
-un terzo ond'era incinta e si rifuggì nella chiesa dove
-ricevette il battesimo col nome di Geltrude, con grande
-allegrezza de' fedeli, che sapevano esser lei
-<em class="sc">ricchissima</em>
-(<em>qui sta il busillis</em>) ed onestissima donna. Ella
-dimorò nella diocesi di Colonia, dove incontrò la nutrice
-Agnese che portava tuttora le cicatrici dei tre colpi
-di pugnale. <em>Essa disse ch'era stata guarita all'istante
-medesimo</em>, e che erasi sottratta clandestinamente per
-non accendere di più il furore dell'ebreo. Tutti questi
-fatti vennero a cognizione di Corrado Arcivescovo di
-Colonia. Agnese mori l'anno 1265: Geltrude viveva
-ancora quando Tommaso Cantipratese ne scrisse la
-storia.
-</p>
-
-<p>
-“L'anno 1271, nel borgo o villaggio di Pfortzheim,
-una vecchia, divenuta famigliare cogli Ebrei, vendette
-loro, per esser uccisa, una figlioletta di sette anni, che
-aveva perduti il padre e la madre. La distesero su
-molti drappi, le posero alla bocca una sbarra, le fecero
-delle incisioni a quasi tutte le giunture delle membra,
-ne spremettero a viva forza il sangue ed accuratamente
-lo raccolsero entro pannilini. Quando dopo questi tormenti,
-fu estinta, la gettarono nel vicin fiume, e vi
-ammassarono sopra un mucchio di pietre. Il terzo e
-quarto giorno la trovarono alcuni pescatori per un
-braccio levato verso il cielo. Fu riportata nel borgo:
-il popolo gridava con orrore non altri, che gli Ebrei
-avere commesso quel misfatto. Il margravio di Baden,
-che trovavasi nelle vicinanze, vi accorse. <em>Tosto il corpo,
-levatosi a sedere, stese le mani verso il principe</em>, quasi
-per chieder vendetta o misericordia, e dopo mezz'ora
-si ricoricò cadavere. Essendo stati condotti gli Ebrei a
-questo spettacolo, tutte le ferite <em>cominciarono a bollire
-ed a sparger sangue in copia</em>. Il grido del popolo levavasi
-<span class="pageno" title="217" id="page-217"></span>
-sino al cielo domandando vendetta. Dietro alcuni
-indizi la vecchia viene arrestata e convinta, principalmente
-dalla confessione della giovinetta (!!!), che rivelò
-tutto. Gli Ebrei che avevano messo mano sulla giovane
-vittima furono presi, arruotati ed appiccati colla vecchia:
-due di essi si scannarono a vicenda fra loro.
-Ecco quanto riferisce Tommaso sopracitato, sulla testimonianza
-di due frati predicatori, Rainieri ed Egidio,
-che furono a Pfortzheim tre giorni dopo l'avvenimento.”
-</p>
-
-<p>
-Chiediamo ancora venia al lettore se lo abbiamo tediato
-con la riproduzione di queste insensate leggende, ma
-abbiamo voluto farlo, perchè, dalle pagine del Rohrbacher
-scaturisce un argomento irresistibile a favore della assurdità
-dell'accusa mossa agli Ebrei.
-</p>
-
-<p>
-Fatti di questo genere non si possono scindere; non si
-può accettare ciò che conviene e respingere il resto. O bisogna
-riconoscere che tutti i fatti narrati dal Rohrbacher
-sono parto, nella migliore ipotesi, di una malata fantasia,
-o bisogna credere ai cadaveri irradiati da luce celeste, ai
-morti respinti dalle tombe, alle nutrici risuscitate ed a
-tutte le assurdità che il buon professore della Università
-di Lovanio è venuto accumulando.
-</p>
-
-<p>
-Già questi miracoli parevano sospetti fin dai secoli
-scorsi ad uno scrittore protestante, il Basnage, che scriveva:
-</p>
-
-<p>
-“Nè si può tacere a discarico degli Ebrei che oltre
-queste ragioni se ne hanno altre che aumentano il sospetto.
-Sono i miracoli che accompagnano quasi sempre
-la morte del crocefisso. Non è meraviglioso che la
-terra abbia tremato allorquando morì G. C., era il Signore
-di gloria che veniva crocifisso. Ma le si prestano
-emozioni più frequenti per uomini volgari che
-per Gesù Cristo. Essa respinge i cadaveri e lo fa parecchie
-volte, e non può soffrire che si rinchiudano
-<span class="pageno" title="218" id="page-218"></span>
-nel suo seno; ne abbiamo visto un esempio nel fanciullo
-cui si erano strappate le viscere per servirsene
-in operazioni magiche, cosa non meno sospetta del
-resto.
-</p>
-
-<p>
-“Ma ce n'è un altro più famoso in Turingia, perchè
-gli Ebrei, cui si fa scegliere la vigilia di Pasqua per
-simili delitti, avendo ucciso un fanciullo a nome Corrado,
-portano il corpo morto in diversi luoghi della
-Turingia senza poterlo seppellire.
-</p>
-
-<p>
-“Sortiva sempre dalla tomba, perlocchè furono costretti
-di appiccarlo ad un albero. Il delitto fu perciò
-rivelato, ed allora non vi fu piccolo o grande che non si
-gittasse sugli Ebrei e non si insozzasse le mani nel
-loro sangue. Si vide una luce sul corpo di un fanciullo
-a Vesel 37 anni dopo, e di più il cadavere esalava
-un odore così buono che lo si trasportò in un
-tempio dove operò sorprendenti prodigi, ma gli Ebrei
-se la cavarono con denaro. Questa specie di racconti
-pieni di miracoli e riferiti dai Leggendari avvezzi a
-correr dietro a simili finzioni, sono assai
-sospetti” <a id="FNa_323"></a><a href="#Fn_323" class="fna">(323)</a>.
-</p>
-
-<p>
-E davvero non può non sembrar strano, che mentre
-Santi poterono essere martoriati e straziati in mille guise
-senza che Dio, ne' suoi imperscrutabili fini, manifestasse il
-suo corruccio con segni visibili agli umani, mentre pii
-e dotti Presuli sopportarono atroci martirii senza che la
-natura si commovesse, mentre Pier Luigi Farnese potè
-infliggere l'ultimo degli oltraggi al vescovo di Fano e
-Sciarra Colonna percuotere Bonifazio VIII, senza che
-nessun prodigio rivelasse l'ira celeste, bastava che un
-ebreo fosse accusato di aver ucciso un poppante cristiano
-perchè quel poppante divenisse d'un tratto un taumaturgo!
-</p>
-
-<div>
-<span class="pageno" title="219" id="page-219"></span>
-</div>
-
-<p>
-E, cosa più strana ancora, le uniche fra le pretese vittime
-degli Ebrei, che non abbiano fatto miracoli, sono
-quelle il cui eccidio si sarebbe compiuto in epoche a noi
-vicine, benchè tra queste vi fosse il davvero venerando
-padre Tommaso da Calergiano assassinato a Damasco
-nel 1840 <a id="FNa_324"></a><a href="#Fn_324" class="fna">(324)</a>.
-</p>
-
-<p>
-Ora, noi abbiamo tutto il rispetto per la Religione,
-ma crediamo che questo rispetto non ci obblighi a confondere,
-cogli eterni dogmi della Religione di Cristo, le
-invenzioni di pochi fanatici, che mostrano col loro esempio
-quanto giustamente il Voltaire asserisca che il fanatismo
-sta alla superstizione come la rabbia alla collera.
-</p>
-
-<p>
-Non vi è, e non vi può essere, nella Religione cattolica
-nulla che ci costringa a riconoscere per veri, o per
-<span class="pageno" title="220" id="page-220"></span>
-attendibili, i pretesi miracoli del Beato Simoncino da Trento
-e di tutte le altre pretese vittime degli Ebrei.
-</p>
-
-<p>
-Negando fede a quei miracoli, come negando fede a
-quelli della Salette, di Lourdes, ed alle stimmate della
-Lateau, noi sappiamo di non vulnerare nessuno dei principii
-fondamentali del Cattolicismo, e da questa nostra
-convinzione tragghiamo argomento per affermare che,
-come oggi per assicurare la prosperità di un paese attirandovi
-a migliaia i pellegrini e gli illusi, si ricorre
-alle innocue apparizioni di Lourdes e della Salette, si
-potè in altri tempi aver ricorso ai miracoli delle pretese
-vittime degli Ebrei.
-</p>
-
-<p>
-Errerebbero però di gran lunga gli avversari della
-Chiesa se volessero, appoggiandosi su queste nostre parole,
-trarne argomento per affermare che noi accusiamo la
-Chiesa di calunnia.
-</p>
-
-<p>
-Spesse volte i Papi ebbero a riconoscere che ciurmerie
-impudenti si eran volute gabellare per miracoli e non li
-riconobbero, ma li biasimarono e ne riprovarono il culto.
-</p>
-
-<p>
-È irriverenza, è eresia l'affermare che talvolta la
-buona fede dei Papi possa esser sorpresa?
-</p>
-
-<p>
-Nol crediamo, perocchè non crediamo che la Religione
-imponga l'obbligo assoluto di aggiustar fede ad altri miracoli
-da quelli in fuori che sono registrati nelle Sacre Carte.
-</p>
-
-<p>
-Riassumendo:
-</p>
-
-<p>
-L'accusa mossa agli Ebrei di far uso di sangue cristiano
-nei loro riti:
-</p>
-
-<p>
-1º Si rivela calunniosa e falsa, perchè già rivelatasi
-tale, quando venne mossa ad altre religioni, ad altre
-credenze;
-</p>
-
-<p>
-2º È smentita dai libri sacri degli Ebrei e non ha
-prove in nessun libro ebraico anche di nessun conto;
-</p>
-
-<p>
-3º È smentita da Papi, da Sovrani, da dotti di ogni
-tempo e di ogni paese;
-</p>
-
-<div>
-<span class="pageno" title="221" id="page-221"></span>
-</div>
-
-<p>
-4º È sorretta dalle risultanze processuali quando le
-confessioni sono estorte colla tortura, smentita in tutti
-gli altri casi:
-</p>
-
-<p>
-5º È frutto della cupidigia che spingeva nel medio
-evo ad accusare gli Ebrei di ogni reato per ispogliarli,
-e della impudenza di taluni fabbricatori di martiri a buon
-mercato ed il suo rinnovarsi ai giorni nostri altro non
-prova che la mancanza assoluta di scrupoli nei moderni
-antisemiti.
-</p>
-
-<p>
-E crediamo che basti; fino al giorno almeno in cui il
-dotto articolaio della <cite>Civiltà Cattolica</cite> non avrà scoperto
-il famoso passo del Talmud, che prescrive l'assassinio rituale.
-</p>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_247"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_247"><span class="label">(247)</span></a>
-Naturalmente i calunniatori non vanno tra loro d'accordo
-nello spiegare l'uso che gli Ebrei farebbero di questo
-sangue procacciatosi a prezzo di tanti delitti.
-</p>
-
-<p class="foot">
-L'opinione più diffusa è che se ne giovino per mescolarlo
-al pane azzimo od al vino di Pasqua; ma non manca chi
-asserisce invece che con questo sangue si scrivano tre bollettini
-magici che poi si pongono sul capo, sulla bocca e
-nella mano destra delle donne prossime al parto per agevolare
-l'opera della natura; altri pretende che a questo stesso
-scopo le puerpere ebree tracannino addirittura sangue cristiano
-in quanta maggior copia possono procurarselo; altri
-ancora che col sangue dei fanciulli cristiani si componga un
-farmaco destinato a cicatrizzare la ferita che si fa, circoncidendoli,
-ai neonati ebrei; nè mancano coloro i quali pretendono
-che questo sangue si impieghi nei riti nuziali, o
-che con esso si aspergano i moribondi ebrei (una sanguinosa
-parodia dell'Estrema Unzione!) pronunziando queste parole:
-<i class="quo">“Se Gesù Cristo fu il vero Messia, che questo sangue di
-un Cristiano, reso prezioso per virtù del suo Salvatore,
-giovi ad espiazione dei tuoi peccati”</i>. Nella quale ultima
-supposizione sono tali e tante le stranezze che non possiamo
-altrimenti spiegarnela se non attribuendola ad un pazzo.
-</p>
-
-<p class="foot">
-Nell'inverno dell'anno 1756 a Jampol (Podolia — Russia
-Europea), essendosi trovato il cadavere di un uomo nel fiume,
-gli Ebrei vennero accusati di averlo assassinato per scopo
-rituale. Due Padri Gesuiti che colà trovavansi affermarono
-che, nascendo gli Ebrei ciechi, per acquistare la vista, dovevano
-ungere i propri occhi col sangue de' cristiani!!
-</p>
-
-<p class="foot">
-Fu in seguito a questo fatto che l'em. A. cardinale Corsini,
-scriveva, il 9 febbraio 1780, al Nunzio apostolico di
-Polonia la lettera, che riferiamo fra documenti, dove, fra altre
-cose, è detto: “<i class="quo">la mal fondata persuasione del volgo ch'ella</i>
-(la nazione ebrea) <i class="quo">mischii sangue umano e specialmente
-cristiano nell'impasto delle azimi</i>.”
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_248"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_248"><span class="label">(248)</span></a>
-L'autore di questa strana ipotesi è, sventuratamente,
-un italiano, e, più sventuratamente ancora, un italiano nel
-quale il molto, moltissimo ingegno non andò mai del paro
-con l'elevatezza del carattere, F. D. Guerrazzi.
-</p>
-
-<p class="foot">
-Lo scrittore livornese, nella prima edizione dell'<cite>Asino</cite> (Torino,
-Franco, 1857, in 8º — Cap. <span class="sc num">ix</span>, pag. 200),
-aveva scritto
-queste testuali parole: “Questo vediamo praticato in diverse
-guise o cibando le vittime umane già offerte a Dio ed
-accettate da lui, come, fino a tutto il 1820, costumarono i
-Benderusi, o gli azzimi intinti col sangue umano, come fecero
-gli Ebrei, finchè lo poterono fare”.
-</p>
-
-<p class="foot">
-Ed in nota aggiunge il Guerrazzi le seguenti parole:
-</p>
-
-<p class="foot">
-“Che questo nei tempi barbari costumassero gli Ebrei
-non sembra potersi revocare in dubbio; fra i moderni scrittori
-ne parlano A. Mackiewitz (<em xml:lang="la">sic</em>) e Jacob il bibliofilo”.
-</p>
-
-<p class="foot">
-Il prof. Levi di Vercelli si prese la scesa di capo di provare
-all'illustre ex-triumviro, che egli si era fatto organo
-di una volgare calunnia; ciò non pertanto il Guerrazzi non
-si ritratta, ma, nella terza edizione (Torino, Seb. Franco e
-Figli, 1859, in-16º — Cap. <span class="sc num">ix</span>,
-pag. 173 e 174), ripete tutto
-quanto aveva detto nella prima, compresa la storpiatura in
-Mackiewitz del nome del grande poeta polacco e, quasi per
-grazia, aggiunge alla nota succitata questa nuova insinuazione:
-</p>
-
-<p class="foot">
-“Diligenti ricerche ci hanno chiarito come questa inumanità
-non pure consentano, ma vietino le leggi ebraiche:
-se qualche setta iniqua l'abbia praticata non è sicuro (<em>no,
-on. Guerrazzi, è sicuro che</em> <em class="sc">nessuna</em>
-<em>setta del giudaismo
-la praticò mai</em>) e in ogni caso sarebbe fantasia e ferocia di
-qualche uomo-belva, non punto rito di popolo”.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_249"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_249"><span class="label">(249)</span></a>
-Se crediamo ad una corrispondenza che il <cite xml:lang="fr">Figaro</cite> di
-Parigi riceveva da Vienna in occasione del processo di
-Nyèregyhaza, questa credenza è ancora abbastanza diffusa,
-persino a Vienna. Citiamo testualmente:
-</p>
-
-<p class="foot">
-“Anche a Vienna incontrerete facilmente persone che vi
-dicono coll'aria la più ingenua: Come, non lo sapete? tutti
-gli anni a Pasqua allorquando gli Ebrei si accingono ad
-impastare i loro pani rituali detti azimi, essi hanno l'abitudine
-di aromatizzare uno di questi pani col sangue di
-una vergine cristiana. Questo pane, sacro fra tutti gli
-altri, serve a tutto il giudaismo, e se ne distribuiscono
-dei pezzetti in tutta la superficie del mondo.
-</p>
-
-<p class="foot">
-“Altri aggiungono che ogni anno la vergine viene fornita
-da una comunità diversa. Si estrae a sorte, fra le varie
-comunità, a chi spetti il dovere di rubare il fanciullo, di
-proceder alla panificazione religiosa e di far pervenire agli
-ortodossi del mondo intiero una briciola della sacrosanta
-focaccia, profumata secondo le regole del Pentateuco e dotata
-di quel sapore particolare che si vuole prescritto dal
-Talmud; sicchè ora l'incarico spetta alla comunione di
-Francoforte, ora a quella di Gerusalemme, di Parigi, di
-Salonicco e via dicendo.”
-</p>
-
-<p class="foot">
-Se così si pensa a Vienna, qual meraviglia che in Romania,
-in Moldavia, in Russia, in Polonia, la stessa credenza persista
-con tanta intensità che, dice uno scrittore russo, “allo avvicinarsi
-della Pasqua il terrore dei contadini non è punto
-simulato”?
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_250"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_250"><span class="label">(250)</span></a>
-È a notare, come bene osserva il Rohrbacher (<cite>Storia
-della Chiesa</cite>, Torino, Marietti. Vol. <span class="sc num">i</span>,
-pag. 374 e segg.), che
-prima del trionfo del Cristianesimo i sacrifizi di umane vittime
-erano comuni a quasi tutti i popoli barbari. Rimandando,
-chi fosse vago di maggiori notizie, all'autore da noi citato,
-ricorderemo soltanto che, al dire di Dione Cassio, nell'anno
-708 a. u. c., l'ultimo della vita di Giulio Cesare, e men di
-cinquanta anni prima della nascita di N. S., i pontefici ed
-i sacerdoti di Marte sacrificarono ancora due uomini sul
-Campo Marzio. Si era quindi lungi dal risentire in quei
-tempi l'orrore che oggi tutti proviamo pei sacrifizi umani.
-Non vi era quindi nessuna ragione al mondo perchè Giuseppe
-negasse recisamente l'addebito, mosso agli Ebrei da Appione,
-se fosse stato vero.
-</p>
-
-<p class="foot">
-Quanto ai Cristiani essi non possono in alcun modo farsi
-forti contro gli Ebrei delle parole di Appione e devono anzi
-negarvi ogni fede, perocchè è evidente che, se gli Ebrei di
-Palestina avessero praticato l'infame rito di cui parla Appione,
-N. S. G. C. avrebbe primo levata la voce per stigmatizzare
-l'orrenda pratica. Il silenzio del Divin Redentore su tale accusa
-è, parci, la prova più evidente della menzogna di Appione.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_251"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_251"><span class="label">(251)</span></a>
-Questo fatto è narrato da <span class="sc aut">Schwab</span>,
-<cite>Storia degli Ebrei</cite>
-recata in italiano dal Pugliese (Venezia 1870, pag. 69). Nè
-il Basnage, nè il Graetz, nè altri storici da noi consultati
-ne fanno menzione.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_252"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_252"><span class="label">(252)</span></a>
-<span class="sc aut">Basnage</span>,
-<cite xml:lang="fr">Hist. des Juifs</cite>,
-<span class="sc num">vii</span>, 15, vol. 5, pag. 1771–2
-Cfr. <span class="sc aut">Salomon ben Virga</span>,
-<cite xml:lang="la">Historia Judaica</cite>, pag. 78–92.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_253"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_253"><span class="label">(253)</span></a>
-Questo fatto è narrato nella <cite xml:lang="la">Historia major</cite>
-di Matthieu
-Paris (m. nel 1259) che, come recenti studi hanno provato,
-non fece, per tutto quanto è anteriore al 1235, che
-copiare la <cite>Cronaca</cite> o <cite>Fiori di Storia</cite>
-di Ruggiero di Wendoser,
-monaco benedettino al pari di Matthieu. Il Matthieu
-narra che il bambino prima di essere crocifisso fu circonciso,
-e questo basta a provare l'assurdità di tutto il racconto. Di
-fatti, una volta circonciso, il bambino diventava ebreo, ed una
-volta ebreo, perchè mai i suoi correligionari l'avrebbero immolato?
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_254"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_254"><span class="label">(254)</span></a>
-Gli Ebrei, cacciati nel 1290, da Edoardo I, dall'Inghilterra,
-non vi rientrarono che sotto il protettorato di Cromwell.
-In questa occasione varii libelli contro gli Ebrei vennero
-pubblicati allo scopo di indurre il Lord protettore a recedere
-dalle benevoli disposizioni che aveva mostrato verso di loro.
-Un dottissimo ebreo portoghese, Menassè ben Israel — autore
-di opere lodatissime (per una delle quali <cite>Piedra Gloriosa
-o de la estatua de Nebuchadnesar</cite>, Paolo Rembrandt non disdegnò
-di eseguire quattro incisioni) che fu amico intimo dei
-Vossii, del Barleo, dell'Episcopio, del Grozio, di quanti, insomma,
-uomini eminenti gli furono contemporanei — mandò
-alla stampa un opuscolo: <cite xml:lang="la">Vindiciae Judaeorum or a Letter in
-answer to certain questions on the nation of the Jews</cite>, Londra,
-1756. In questo opuscolo, inteso a scagionare gli Ebrei
-da varie accuse che contro loro si movevano, dimostra, con
-forti argomenti, come sia calunniosa l'imputazione di cui ci
-occupiamo. Fa rilevare che gli Ebrei, assai peggio trattati
-in Oriente che in Occidente, dovrebbero, se avessero tale orribile
-rito, giovarsi del sangue dei Mussulmani, più atroci
-loro nemici che non fossero i Cristiani, mentre nessuna accusa
-di questo genere venne mai loro rivolta. Infine il dottissimo
-uomo aggiunge: “Se quanto ho detto non basta ancora
-a <em>scolparci</em>, giacchè tutto si riduce soltanto a negare,
-senza produrre testimoni, mi vedo, nell'obbligo di ricorrere
-ad altro mezzo di giustificazione che il Signore, benedetto
-eternamente, ci ha prescritto in simili casi (<cite>Esodo</cite>,
-<span class="sc num">xxii</span>):
-intendo parlare del <cite>Giuramento</cite>. Io giuro dunque con tutta
-la sincerità del mio cuore per il <em>Dio Altissimo</em> che ha
-creato il Cielo e la Terra e che ha dato la <em>Legge</em> al <em>Popolo
-d'Israele</em> sul monte <em>Sinai</em>, che fino ad oggi non ho
-veduto infamie consimili fra il popolo d'Israele, e che essi
-non vi sono obbligati a farlo nè per legge divina, nè per
-comando degli avi, e che mai le hanno commesse, nè tentato
-commetterle, e ciò dico perchè mai ne fui informato
-da chicchessia, nè lessi coteste cose in alcun rituale ebraico.
-Se io mentisco in ciò, possano cadere su di me tutte le
-maledizioni delle quali si parla nel <cite>Levitico</cite> e nel
-<cite>Deuteronomio</cite>,
-e possa io non vedere mai le benedizioni e consolazioni
-di Sion e non raggiungere il Risorgimento dei
-Morti”.
-</p>
-
-<p class="foot">
-Per non dover ritornare su questo argomento aggiungeremo
-che il celebre filosofo Mendelsohn (1729–1786), pubblicando
-la traduzione dell'opuscolo di Menassè ben Israel, rinnovò
-per suo conto tale giuramento.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_255"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_255"><span class="label">(255)</span></a>
-<span class="sc aut">Wadding</span>,
-<cite xml:lang="la">Annales Minorum</cite>, <span class="sc num">xiv</span>,
-pag. 132 e segg.
-</p>
-
-<p class="foot">
-A proposito di questo fatto, il più clamoroso, forse, fra
-quanti ne vennero addebitati agli Ebrei, ci piace riportare
-quanto scriveva il dottissimo <a href="#francerco">Francerco Gar</a>,
-negli Annali del
-Principato Ecclesiastico di Trento, da lui annotati dall'anno
-1022 al 1540, compilati sui documenti da Francesco Felice
-degli Alberti, vescovo e principe, Trento 1860.
-</p>
-
-<p class="foot">
-“Noi abbiamo creduto debito nostro di riferire fedelmente
-ciò che l'Annalista Alberti, canonico e poi vescovo di Trento,
-registrava, intorno questa orribile tragedia, della quale dai
-fanatici si sarebbe tentata la ripetizione anche ai dì nostri
-(<em>alludesi al processo di Badia di cui parleremo più sotto</em>),
-se a tali feroci delirii non avessero posto freno la voce della
-ragione e il sentimento dell'umanità.”
-</p>
-
-<p class="foot">
-A mostrare come tutto quel processo non meriti fede, diremo
-soltanto come fra le pretese confessioni estorte agli
-Ebrei dalla tortura siavi anche questa, che essi nell'uccidere
-il fanciullo pronunziassero queste parole:
-<i class="quo" xml:lang="und">Tolle Jesse misrà
-elle parichief elle passussen pegnalem</i> che avrebbero dovuto
-significare: “Noi facciamo morire questi della morte di Gesù
-Dio dei Nazareni, che è nullità; così si perdano i nostri
-nemici per sempre.” Ora, malgrado l'istituzione ordinata
-da Clemente V di cattedre di lingua ebraica, questa lingua
-nel 1475, era ancora assai poco conosciuta dai Cristiani, sicchè
-quelle parole dovettero essere inventate a capriccio mentre
-è certo che non appartengono nè alla lingua ebraica nè a
-nessuna delle lingue parlate nel Trentino.
-</p>
-
-<p class="foot">
-Del resto questo processo sembrò dubbio anche ai contemporanei.
-Quando col pretesto del fatto di Trento alcuni predicatori
-vollero suscitare la plebe a fare man bassa sugli
-Ebrei, anche nel territorio della Repubblica veneta, il Doge e
-il Senato per reprimere lo scandalo ordinarono ai magistrati di
-Padova <i class="quo">di trattare gli Ebrei come gli altri sudditi, e impedire
-ogni violenza, perchè quell'accusa sembrava loro una
-calunnia inventata ad arte per certi fini, che il Senato non
-voleva indagare</i>. (Ordinanza del Doge Pietro Mocenigo in
-data 22 aprile 1475).
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_256"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_256"><span class="label">(256)</span></a>
-Già stampato per cura dei signori comm. Barozzi,
-comm. Berchet, cav. prof. ab. Fulin e cav. Stefani.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_257"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_257"><span class="label">(257)</span></a>
-<i>San Sten.</i> Ora San Stin, cioè S. Stefano confessore,
-detto volgarmente S. Stefanino, per distinguerlo da S. Stefano
-protomartire (V. <span class="sc aut">Tassini</span>,
-<cite>Curiosità veneziane</cite>).
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_258"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_258"><span class="label">(258)</span></a>
-Cioè 1480.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_259"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_259"><span class="label">(259)</span></a>
-<span class="sc aut">Damas</span>,
-<cite xml:lang="fr">Paroles de défense par M. le D.</cite>
-<span class="sc aut">Zunz</span> in
-<cite xml:lang="fr">Archives Isr.</cite> Paris, vol.
-<span class="sc num">i</span>, pag. 429.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_260"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_260"><span class="label">(260)</span></a>
-Notiamo di sfuggita che il popolo ebreo fu forse l'unico
-dell'antichità, cui fosse ignota la tortura che doveva poi
-straziare le membra di tanti infelici israeliti, e notiamo ancora,
-che i signori Montefiori e Cremieux, recatisi al Cairo
-nel 1840, per ottenere, da Mohamed Alì, giustizia a favore
-dei loro correligionari di Damasco, dopo averla ottenuta, non
-seppero far miglior uso della influenza guadagnata sull'animo
-del Vicerè che di chiedergli abolisse per sempre la tortura
-nei suoi Stati. (V. <cite xml:lang="fr">Archives Isr.</cite>
-Paris, vol. <span class="sc num">i</span>, pag. 612).
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_261"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_261"><span class="label">(261)</span></a>
-Pei dilettanti di riscontri storici segnaliamo qui un altro
-caso in cui gli Ebrei ebbero a soffrire per le calunnie di un
-figlio contro il proprio padre. Già nell'anno 66 dopo G. C., ad
-Antiochia, un ebreo snaturato avendo accusato il proprio padre
-e parecchi suoi correligionari d'aver volato appiccare il fuoco
-alla città durante la notte, si credette necessario alla pubblica
-sicurezza di uccidere gli autori di così scellerato progetto.
-(<span class="sc aut">Basnage</span>, <cite>Op. cit.</cite>,
-cap. <span class="sc num">viii</span>,
-vol. <span class="sc num">i</span>, pag. 229).
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_262"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_262"><span class="label">(262)</span></a>
-Anche di questo giudice istruttore, Bary, la succitata
-corrispondenza del <cite xml:lang="fr">Figaro</cite>
-ci fa un singolare ritratto. Eccolo:
-“Questo signore si siede durante il pubblico dibattimento
-in un punto della sala dal quale tutti i testimoni sono
-obbligati a passare, li intimida col gesto, collo sguardo, e
-siccome gode le simpatie del Presidente, gli avvocati non
-giunsero ancora a farlo espellere dalla sala.” Si noti che
-la corrispondenza da cui abbiamo tolto queste notizie è, per
-la sua intonazione generale, tutt'altro che favorevole agli
-Ebrei, che essa accusa, fra le altre cose, di possedere
-<i class="quo" xml:lang="fr">certaines
-capacités d'accaparer, contre lesquelles les paysans sont
-presque sans défense</i>.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_263"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_263"><span class="label">(263)</span></a>
-In una epoca come la nostra, nella quale si è sempre
-tanto proclivi ad accusare di ogni nefanda impresa il clero
-cattolico, ci piace riprodurre, e far nostre, le seguenti parole
-con cui si chiude un opuscolo che abbiamo sott'occhi <cite xml:lang="fr">Les
-Juifs et la Hongrie devant l'Europe, par</cite>
-<span class="sc aut">M. M. Morel</span>.
-(Paris, s. a.): “La nostra ultima osservazione sarà per scagionare
-il partito cattolico ungherese da ogni partecipazione
-nella persecuzione contro gli Ebrei. Questa venne
-organizzata dai corifei di quel partito protestante che
-spinse l'Ungheria a diventare l'avanguardia della gran
-Germania sul Basso Danubio e in Oriente.”
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_264"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_264"><span class="label">(264)</span></a>
-È bensì vero che a Prato venne pubblicato mesi addietro
-un libello nel quale, collo appoggio delle pretese rivelazioni
-di un Rabbino moldavo, convertito all'ortodossia
-greca, si ribadisce contro gli Ebrei la sconcia accusa. Dimostreremo
-a suo luogo la nessuna serietà di quell'immondo
-libello.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_265"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_265"><span class="label">(265)</span></a>
-L'opuscolo cui accenniamo ha tanto maggior importanza
-in quanto che l'autore vi si chiarisce tutt'altro che amico
-dei suoi antichi correligionari. Aloisio di Sonnenfels era figlio
-del primo Rabbino di Berlino e di tutto l'Elettorato di
-Brandeburgo ed, indirizzato dal padre al Rabbinato, avrebbe
-avuto agio di apprendere ogni segreto della religione ebraica,
-se questa avesse segreti, invece nell'opuscolo succitato egli
-scrive queste precise parole: “Chiamo Iddio in testimonio,
-in coscienza dell'anima mia, che non vi è al mondo, nè vi
-è stata, calunnia più nera di questa”. Il Sonnenfels adduce
-in questo suo opuscolo un argomento che ci piace far
-nostro. Egli dice: “Se gli Ebrei avessero d'uopo di sangue
-cristiano pei loro riti, perchè, anzichè arrischiare la vita per
-procurarselo, non lo comprerebbero con un po' di denaro dai
-flebotomi, negli ospitali, ecc.? Eppure non si è mai visto un
-Ebreo fare di siffatti acquisti!”
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_266"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_266"><span class="label">(266)</span></a>
-Il Rev. Alessandro Mac Caul (1799–1866) non nacque
-ebreo, ma protestante. Fu dottissimo ebraizzante e professore
-di ebraico nel R. Collegio di Londra. Dimorò molti anni in
-Varsavia come capo della missione protestante per la conversione
-degli Ebrei. Lo comprendiamo fra i neofiti perchè nell'opuscolo
-<cite xml:lang="en">Reasons for believing that the Charge lately revived
-against the Jewish People is a Baseless Falsehood</cite>,
-scritto da lui, in occasione del fatto di Damasco, per difendere
-gli Ebrei, reca una dichiarazione di molti Ebrei convertiti
-a sua cura.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_267"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_267"><span class="label">(267)</span></a>
-<span class="sc aut">Neander</span> (Giovanni Augusto Guglielmo), uno fra' più
-eminenti scrittori di Storia Ecclesiastica di questi ultimi
-tempi, nacque addì 16 genn. 1789 a Gottinga da genitori
-ebrei; si chiamava propriamente Davide Mendel, ricevette
-dalla madre un'educazione devota, frequentò il ginnasio ed
-il <cite xml:lang="de">Johanneum</cite> d'Amburgo, si fece
-battezzare nel 1806, nella
-qual occasione cambiò nome, e studiò poi teologia ad Halle
-e Gottinga. Nel 1811 diede gli esami ad Eidelberga e vi fu
-nominato professore di teologia, si trasferì tuttavia quello
-stesso anno a Berlino, dietro invito di quella Università; ed
-ivi Neander, efficacissimo propugnatore della cosidetta “teologia
-pettorale”, rivestì le cariche di professore ordinario
-di teologia, consigliere dell'Alto Concistoro, membro del Concistoro
-della provincia di Brandeburgo e membro della R. Accademia
-delle Scienze. Morì a Berlino il 14 luglio 1850.
-</p>
-
-<p class="foot">
-Fra le sue numerose opere sono da notarsi:
-</p>
-
-<p class="foot">
-<cite xml:lang="de">Ueber den Kaiser Julianus und sein Zeitalter</cite>
-(Lipsia, 1812; 2ª ed. Gotha, 1867);
-<cite xml:lang="de">Der heil. Bernhard und sein Zeitalter</cite>
-(Berlino, 1813, 3ª ed. 1865); <cite xml:lang="de">Genetische Entwickelung der
-vornehmsten gnostischen Systeme</cite> (ivi, 1818);
-<cite xml:lang="de">Der heil.
-<a id="uad"></a>Johannes
-Chrysostomus und die Kirche in dessen Zeitalter</cite>
-(ivi, 1821–22, 2 vol.; 3ª ed. 1849);
-<cite xml:lang="de">Denkwürdigkeiten aus der
-<a id="des"></a>Geschichte des Christenthums und des christlichen Lebens</cite>
-(ivi, 1822–24, 3 vol.; 4ª ed. 1866);
-<cite xml:lang="de">Antignosticus, Geist
-des Tertullian</cite> (ivi, 1826, 2ª ed. 1849);
-<cite xml:lang="de">Allgemeine Geschichte
-der christlichen Religion und Kirche</cite> (Amburgo 1825–52,
-6 vol. in 11 sezioni; 4ª ed. Gotha, 1863–65, 9 vol.);
-<cite xml:lang="de">Kleine Gelegenheitsschriften</cite>
-(Berlino, 1824, 3ª ed. 1829);
-<cite xml:lang="de">Geschichte
-der <a id="pflangung"></a>Pflanzung und Leitung der christlichen Kirche durch
-die Apostel</cite> (ivi, 1832–33, 2 vol.; 5ª ed. 1862);
-<cite xml:lang="de">Das Leben
-Jesu in seinem geschichtlichen Zusammenhang</cite> (ivi, 1837,
-7ª ed. 1873).
-</p>
-
-<p class="foot">
-Jacobi pubblicò le sue
-<cite xml:lang="de">Wissenschaftlichen Abhandlungen</cite>
-(Berlino, 1851) come pure la sua
-<cite xml:lang="de">Christliche Dogmengeschichte</cite>
-(ivi, 1857, 2 vol.), Beyschlag il suo
-<cite xml:lang="de">Kommentar zu den Briefen
-an die Korinther</cite> (ivi, 1859), Messner le sue
-<cite xml:lang="de">Vorlesungen
-über Katholicismus und Protestantismus</cite> (ivi, 1863) ed anche
-la sua <cite xml:lang="de">Geschichte der christlichen Ethik</cite> (ivi, 1864).
-</p>
-
-<p class="foot">
-Una raccolta delle sue opere si è pubblicata a Gotha.
-Krabbe (Amburgo, 1852) e Rauh (Elberfeld, 1865) scrissero
-la sua vita.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_268"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_268"><span class="label">(268)</span></a>
-<span class="sc aut">Biesenthal</span> Giovanni Enrico, dotto ebraizzante,
-nacque
-nel 1804, nel ducato di Posen, da una famiglia ebrea, fece
-studi profondi sul Talmud e si convertì al cristianesimo. Si
-stabilì a Berlino come agente della società di Londra per
-la conversione fra gli Ebrei. Fra le sue opere citeremo:
-<cite>Dizionario ebraico-latino</cite>, 1840;
-<cite>Storia della chiesa cristiana
-nei primi tre secoli desunta dalle fonti talmudiche</cite>, 1851;
-<cite>Commentario su San Luca</cite>, in ebraico talmudico, 1851;
-<cite>Epistola di San Paolo ai Romani ed agli Ebrei</cite>, con commentario
-rabbinico (1853–57). Rivide inoltre con J. C. Reichardt
-la versione ebraica del nuovo testamento.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_269"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_269"><span class="label">(269)</span></a>
-<span class="sc aut">Jac. Tugendhold</span> fu censore in Varsavia e
-pubblicò, in
-ebraico ed in polacco, un'opera (Varsavia, 1844, in-8º), che
-contiene una raccolta di passi, ricavati da recenti ed antiche
-opere, circa il modo di regolarsi con persone di altra credenza.
-Si ha pure di lui un opuscolo (Berlino, 1858, in-8º di pag. 90)
-<cite xml:lang="de">Der alte Wahn vom Blutgebrauch der Israeliten
-am Osterfest</cite>
-(che tratta appunto del preteso uso del sangue cristiano
-nei riti ebraici). Giova però avvertire che questo opuscolo
-fu tradotto in tedesco da uno che si dichiara amico della
-verità (<cite xml:lang="de">von einem Freunde der Wahrheit</cite>)
-ed è un estratto
-dell'opera in polacco di detto Tugendhold, appellata <cite xml:lang="pl">Obrone
-Israelitow</cite>, ecc., Varsavia, 1831.
-</p>
-
-<p class="foot">
-Anche il Tugendhold nacque israelita.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_270"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_270"><span class="label">(270)</span></a>
-Veggasi per tutto quanto è detto sopra delle negazioni
-opposte alla accusa da Ebrei convertiti la <cite>Real Enciclopedia
-per Bibbia e Talmud</cite> del <span class="sc aut">D. J. Hamburgher</span>,
-Strelitz, 1883;
-parte <span class="sc num">ii</span>, a. v.
-<cite xml:lang="de">Zurückweisung der Blutbeschuldigung</cite>, pagina
-1318–1319.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_271"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_271"><span class="label">(271)</span></a>
-<a href="#tit-20">Un brano</a>, ancor più concludente, del Wagenseil, riferiamo
-tra i documenti.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_272"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_272"><span class="label">(272)</span></a>
-<cite>Civiltà Cattolica</cite>. Vol. <span class="sc num">v</span>, pag. 229.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_273"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_273"><span class="label">(273)</span></a>
-<cite class="sc" xml:lang="fr">Factum servant de réponse au livre intitulé</cite>:
-<cite xml:lang="fr">Abrégé du procès fait aux Juifs de Metz</cite> (pag. 11).
-</p>
-
-<p class="foot">
-Riccardo Simon (1638–1712) fu celebre critico e scrittore
-di cose religiose; la sua maggior celebrità è dovuta alla sua
-<cite>Storia critica del vecchio e del nuovo testamento</cite>, per la
-quale ebbe a sostenere una guerra atroce da parte del
-Bossuet.
-</p>
-
-<p class="foot">
-La difesa, che il padre Simon scrisse a favore di Raffaele
-Levi, fu la prima sua pubblicazione che levasse qualche rumore.
-Sarebbe però assolutamente erroneo il giudicare il Simon un
-giudeofilo; combattendo la stolta accusa egli non obbediva
-che a quei sentimenti d'onestà ch'eran in lui connaturali. Le
-seguenti parole lo provino:
-“Io so, egli scriveva in tale proposito, che tale nazione
-ci odia mortalmente, ma noi dobbiamo mostrarle come pratichiamo
-verso di lei la massima del Vangelo che ci comanda
-di amare i nemici nostri”.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_274"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_274"><span class="label">(274)</span></a>
-<cite>Civiltà Cattolica</cite>, XI serie, vol. 7, pag. 474.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_275"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_275"><span class="label">(275)</span></a>
-<span class="sc aut">Raynald</span>, <cite>Ann. Eccl.</cite>,
-tomo <span class="sc num">xiii</span>, a. 1235, n. 20; e
-1236, n. 48.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_276"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_276"><span class="label">(276)</span></a>
-<span class="sc aut">Raynald</span>, <cite>op, cit.</cite>, n. 84.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_277"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_277"><span class="label">(277)</span></a>
-Anche il popolo talvolta rese giustizia agli Ebrei.
-<span class="sc aut">Victor Tissot</span> nel suo libro
-<cite xml:lang="fr">Les Prussiens en Allemagne</cite>
-(Paris, Dentu) ci narra a pag. 56: “Due lampade d'oro, sospese
-alla volta della Sinagoga di Worms, ardono da sette
-secoli in memoria di due cristiani che si fecero ammazzare per
-salvare dal furor popolare alcuni ebrei accusati di aver mangiato
-dei bambini. Ancora attualmente si celebra un servizio
-funebre nel giorno anniversario della loro morte.” Forse da
-questo tributo di gratitudine ha origine il proverbio popolare
-tedesco che suona: <i class="quo">Ebrei di Vorms, buona gente</i>.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_278"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_278"><span class="label">(278)</span></a>
-Nella stessa seduta, l'illustre statista inglese proclamava
-che gli Ebrei in tutti i paesi in cui vissero si sono
-sempre conciliati la stima generale e la benevolenza dei loro
-simili mercè la loro condotta ed il loro tenor di vita.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_279"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_279"><span class="label">(279)</span></a>
-Le personalità ci ripugnano; ma vi sono casi nei
-quali lo smascherare disonesti avversari diviene un dovere.
-E, che l'articolaio della <cite>Civiltà Cattolica</cite> sia, letterariamente
-almeno, disonesto, lo prova a luce meridiana il seguente
-fatto. Nel quaderno del 3 marzo 1883 l'articolaio si è messo
-in testa di provare (<em xml:lang="la">risum teneatis</em>), colla scorta delle
-profezie, che gli Ebrei abbiano una malattia speciale. La sua
-corta intelligenza non gli ha permesso di comprendere che
-<em>le malattie</em>, <em>le piaghe</em> che Mosè minaccia agli Ebrei
-(<cite>Deut.</cite>
-<span class="sc num">xxviii</span>, 61. Cfr. <cite>Salmo</cite>
-<span class="sc num">xliv</span>, e <span class="sc num">lxxiv</span>)
-sono appunto le
-calunnie orribili che scrittori senza fede e senza coscienza
-scagliano contro di loro e le persecuzioni atroci che ne sono
-conseguenza, <em>malattie e piaghe</em> di cui però Ezechiele
-(<span class="sc num">xxvi</span>,
-13–15) ha anche predetto la fine. Ciò non comprendendo l'articolaio
-e volendo dimostrare che una malattia speciale affligge
-gli Ebrei, è andato a scavar fuori una dotta memoria
-di un medico francese, il dott. Fernando Castelain,
-<cite xml:lang="fr">La circoncision
-est-elle utile?</cite> e siccome intendeva giovarsi di questa
-memoria contro gli Ebrei, impudentemente e scientemente
-mentendo, comincia dall'affermare che il Castelain sia ebreo.
-Dopo di che, con quella buona fede che gli è speciale, l'autore
-fa dire al dott. Castelain, che vi è
-<i class="quo" xml:lang="fr">une maladie très repandue
-chez les Juifs</i>, sciocchezza che l'autore, non ebreo ma cattolico
-apostolico romano, non si è mai sognato di dire, avendo
-egli soltanto affermato che gli Ebrei <i class="quo">allorchè vivevano nei
-loro paesi</i> (cioè venti e più secoli addietro) andavano soggetti
-ad una speciale malattia, prodotta dal clima, per antivenire
-la quale venne loro ordinata la circoncisione.
-</p>
-
-<p class="foot">
-Ribadiamo quindi sul viso all'articolaio l'accusa di disonestà
-letteraria, e siccome egli veste un abito che non gli
-consente di chiedere una di quelle riparazioni che s'usano
-fra gentiluomini, glie ne offriamo una di altro genere, e lo
-preghiamo di dichiarare nella <cite>Civiltà Cattolica</cite> se la accetta,
-o meno. Depositi egli nelle mani dell'Eminentissimo Alimonda
-mille lire, diecimila ne depositeremo noi. Se il dott. Castelain
-è ebreo, le nostre diecimila lire andranno a beneficio di quell'Opera
-pia che l'articolaio designerà, se è cristiano designeremo
-noi l'Opera pia cui andranno le mille del reverendo
-articolaio. Ben inteso che nel primo caso faremo ammenda
-onorevole e gli chiederemo scusa di ogni nostra parola men
-che cortese, nel secondo ci riserbiamo il diritto di proclamarlo,
-sempre e dovunque, mentitore e calunniatore. Egli non
-accetterà però la scommessa perchè sa che provare la menzogna
-ci sarebbe facile, ma si trincererà dietro la pretesa
-sua buona fede, perchè crederà più difficile possiamo riunir
-prove contro di questa. Vogliamo dargli, perciò, qui, un buon
-consiglio. Non invochi per carità l'attenuante della buona
-fede; potrebbe pentirsene ed amaramente pentirsene. O taccia,
-o dica: ho calunniato; sarà meglio per lui.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_280"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_280"><span class="label">(280)</span></a>
-<cite>Op. cit.</cite>, vol. <span class="sc num">iii</span>, pag. 62, col. 1.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_281"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_281"><span class="label">(281)</span></a>
-<cite class="sc">Gen.</cite>, <span class="sc num">ix</span>,
-4 e segg. — <cite class="sc">Lev.</cite>,
-<span class="sc num">iii</span>, 17; <span class="sc num">vii</span>, 26 e 27;
-<span class="sc num">xvii</span>, 12, 14; <span class="sc num">xix</span>,
-26. — <cite class="sc">Deut.</cite>,
-<span class="sc num">xii</span>, 16, 23–25;
-<span class="sc num">xv</span>, 23.
-Cfr. <cite class="sc">I. Samuele</cite>, <span class="sc num">xiv</span>,
-32, 33 e 34. — <cite class="sc">Ezecchiele</cite>,
-<span class="sc num">xxxiii</span>,
-25. — Che questi precetti biblici fossero rigorosamente osservati
-dagli Ebrei ci è poi provato dagli <cite>Atti degli Apostoli</cite>,
-<span class="sc num">xv</span>, 28 e 29, nè poteva essere altrimenti
-se ricordiamo
-Maimonide aver lasciato scritto non esservi vera interpretazione
-della Bibbia se non quella che non si allontana dal
-senso naturale. Anche il Medici, acerbo nemico del nome giudaico,
-conferma in due luoghi questa ripugnanza degli Ebrei
-pel sangue. A pag. 72 della più volte citata sua opera scrive:
-“Si astengono parimenti dal sevo di Bue, di Capra e di
-Agnello e da qualsivoglia sorta di sangue, e di animale.
-Per non mangiare il detto sangue, scannan la bestia con
-molte loro superstizioni . . . . .
-Avanti di cuocere la carne
-la tengono per lo spazio di un'ora nel sale acciocchè esca
-tutto il sangue e poscia la lavano con diligenza.” E più
-innanzi a pag. 82: “Circa la proibizione del sangue è necessario
-sapere che in molti luoghi della Scrittura Iddio
-l'ha proibito.”
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_282"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_282"><span class="label">(282)</span></a>
-<span class="sc aut">Levi</span>, <cite>op. cit.</cite>, pag. 431. Cfr.
-<cite class="sc">Talmud Pesachin</cite>,
-fol. 35.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_283"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_283"><span class="label">(283)</span></a>
-<cite class="sc">Rabot</cite>, fol. 290, 2.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_284"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_284"><span class="label">(284)</span></a>
-Luisa Lateau, la famigerata stigmatizzata di Bois
-d'Haine nel Belgio, la quale ogni venerdì pretendeva soffrire
-i dolori della Passione di N. S. e sudava sangue dalle stimmate!!
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_285"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_285"><span class="label">(285)</span></a>
-<span class="sc aut">Rohrbacher</span>, <cite>Storia universale della Chiesa
-Cattolica</cite>.
-Torino, Marietti, 1869, vol. <span class="sc num">vi</span>, pag. 558.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_286"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_286"><span class="label">(286)</span></a>
-Anche nell'epidemia colerica di questo anno fatti simili
-si ebbero a deplorare, non soltanto in Marsiglia, ma
-anche nel nostro Piemonte. (Cfr. un carteggio da Cuneo,
-31 luglio 1884, nella <cite>Gazzetta Piemontese</cite>).
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_287"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_287"><span class="label">(287)</span></a>
-Lo scopo per cui si ordiscono simili infami calunnie
-contro gli Ebrei è sempre un solo: il saccheggio. Chi avesse
-d'uopo di nuove prove per esserne convinto legga quanto
-scrivevasi da Pietroburgo, 30 giugno 1884, alla <cite>Gazzetta
-Piemontese</cite>:
-</p>
-
-<p class="foot">
-“Eccovi ulteriori ragguagli sulla sommossa antisemitica che
-ebbe luogo il diciannove del corrente mese nella popolosa
-Nijni-Novgorod.
-</p>
-
-<p class="foot">
-“Verso le otto di sera di quel giorno si sparse la voce,
-nel sobborgo di Konovino, posto sulla riva sinistra dell'Oka,
-che gli Ebrei si erano impossessati d'un ragazzo e
-lo avevano nascosto nella sinagoga. Una folla immensa si
-raccolse tosto nei pressi dell'oratorio israelitico e cominciò
-a gridare: <i class="quo">Morte agli ebrei!</i>
-</p>
-
-<p class="foot">
-“La polizia del sobborgo essendo insufficiente per numero
-a calmare e disperdere la folla, mandò per soccorsi in città.
-Questi soccorsi però, mancando un ponte permanente sull'Oka,
-ritardarono ad arrivare, e la folla, spinta da alcuni
-facinorosi, ebbe campo a sfogare l'ingiusta ira contro gli
-Ebrei e le loro sostanze.
-</p>
-
-<p class="foot">
-“Afferrato un giovane israelita, che in quel punto passava
-per la via, la plebaglia lo bastonò a sangue. La folla
-corse quindi alla sinagoga, ne ruppe i vetri e le porte e
-la invase. Gl'israeliti addetti al servizio del tempio, che
-si erano rifugiati nelle soffitte, vennero tratti dal loro nascondiglio
-e battuti ancor essi.
-</p>
-
-<p class="foot">
-“Mentre tali valentie si compivano nella sinagoga, un
-altro centinaio di quei furibondi invase la casa d'un israelita
-impresario di costruzioni. La casa venne saccheggiata
-e gli abitanti assaliti a colpi di bastone e di pietre. Sei
-altre case furono demolite ed alcune altre saccheggiate.
-</p>
-
-<p class="foot">
-“Nove israeliti caddero vittime di quei forsennati. Questi
-disgraziati non poterono opporre alcuna resistenza, poichè
-a Konovino le famiglie israelite non oltrepassano la dozzina,
-mentre il numero dei loro assalitori saliva a parecchie
-centinaia.
-</p>
-
-<p class="foot">
-“La folla abbandonò l'inonorato campo delle sue prodezze
-all'arrivo della truppa, che operò centocinquanta
-arresti.
-</p>
-
-<p class="foot">
-“Il procuratore generale Murawief è partito da Pietroburgo
-per Nijni-Novgorod per istruire il processo.
-</p>
-
-<p class="foot">
-“Questa volta pare sul serio che il Governo intenda dare
-agli antisemiti un esempio salutare. Sarebbe ora!”
-</p>
-
-<p class="foot">
-La <cite xml:lang="de">Wiener Abend Zeitung</cite> ha da Pietroburgo 2 agosto,
-che, chiusa l'inchiesta preliminare per questi fatti, vennero
-chiamati a risponderne 109 persone, divise in 46 gruppi. Il
-processo avrà luogo in settembre davanti all'autorità militare.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_288"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_288"><span class="label">(288)</span></a>
-Anche Mosè cedette alle idee dei tempi, non senza
-però aver contro di esse reagito quanto più poteva; restrinse
-però di assai i sacrifizi, proibì gli umani ed ordinò che gli
-altri non si facessero se non nel tempio, presago quasi che
-un giorno la distruzione del tempio, trascinerebbe seco la
-fine di ogni effusione di sangue.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_289"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_289"><span class="label">(289)</span></a>
-<cite xml:lang="fr">Mœurs des Chrétiens</cite>,
-cap. <span class="sc num">xiii</span>. Lo stesso Fleury,
-nella sua <cite xml:lang="fr">Histoire Ecclésiastique</cite>,
-dà prova, in questa questione,
-di una grande e rara imparzialità.
-</p>
-
-<p class="foot">
-Nel libro <span class="sc num">lxxiii</span>, cap. 40
-(ed. Avignone 1777, vol. <span class="sc num">x</span>,
-pag. 555) dopo aver riferito vari fatti di questo genere, addebitati
-agli Ebrei nel XII secolo, scrive: “Je ne vois point
-que jusque-là on ait formé contro les Juifs de telles accusations,
-qui devinrent très frequentes depuis. Les Juifs prétendent
-que ce sont des calomnies: mais pourquoi les chrétiens
-les auroient ils avancées en ce temps plutôt qu'en un autre,
-s'il n'y avoit eu quelque fondement?” Evidentemente il sostituto
-del buon Fénélon scrivendo queste parole era convinto
-che qualche cosa di vero ci fosse nell'accusa mossa agli
-Ebrei; ma egli progredisce nella sua opera e giunto al secolo
-<span class="sc num">xiii</span> si imbatte in nuovi fatti congeneri
-addebitati agli
-Ebrei, non manca, è vero, di riferirli nel libro
-<span class="sc num">lxxxviii</span>,
-cap. 40 (vol. <span class="sc num">xii</span>, pag. 177 e segg.
-dell'ed. succitata) ma
-evidentemente pentito di quanto aveva scritto nel volume
-precedente, fa seguire la narrazione di tali fatti da questa
-dichiarazione:
-</p>
-
-<p class="foot">
-“Quelques auteurs disent que les Juifs commettoient ces
-cruautés pour avoir du sang des chrétiens, et l'employer à
-des remèdes ou des opérations magiques; mais les raisons
-qu'ils en rendent sont si honteuses et si frivoles, que je ne
-daigne les rapporter. Au reste je ne trouve aucun de ces
-faits appuyé des preuves incontestables: et il importe peu de
-les verifier, si ce n'est à cause de ces prétendus martyrs.
-Car l'église n'a intérêt que de convertir les Juifs et non pas
-de les détruire ou les rendre odieux.”
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_290"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_290"><span class="label">(290)</span></a>
-<span class="sc aut">Origenes</span> <cite xml:lang="la">in Celsum</cite>.</p>
-<p class="foot latini"><span class="sc aut">I. Tertulliani</span>,
-<cite xml:lang="la">Apologeticus</cite>, 7.</p>
-<p class="foot latini"><span class="sc aut">Clemens Alexandrinus</span>,
-<cite xml:lang="la">Protrept.</cite> <span class="sc num">lix</span>, 9.</p>
-<p class="foot latini"><span class="sc aut">Gregorius Nazianzenus</span>,
-<cite xml:lang="la">Orationes</cite>, 33, 532, C.</p>
-<p class="foot latini"><span class="sc aut">Castor</span>,
-<cite xml:lang="la">Ap. Hist.</cite>, 7.</p>
-<p class="foot latini"><span class="sc aut">Baronius</span>,
-<cite xml:lang="la">Annales ecclesiastici</cite>, An. 120. n. 22, ecc.</p>
-<p class="foot latini"><span class="sc aut">Epiphanius</span>,
-<cite xml:lang="la">Contra octaginta hoereses</cite>, 26 e 27.</p>
-<p class="foot latini"><span class="sc aut">Irenaeus</span>,
-<span class="sc num">i</span>, 24.</p>
-<p class="foot latini"><span class="sc aut">Eusebii</span>,
-<span class="sc num">v</span>, <cite xml:lang="la">Historiae</cite>, 1.</p>
-<p class="foot latini"><span class="sc aut">Justinus</span>,
-<cite xml:lang="la">Apologia</cite>, 50, c.</p>
-<p class="foot latini"><cite class="sc">Historia</cite>
-<cite xml:lang="la">Ecclesiastica</cite>,
-<span class="sc num">iii</span>, 21.</p>
-<p class="foot latini"><span class="sc aut">Eusebii</span>,
-<span class="sc num">iv</span>, <cite xml:lang="la">Historiae</cite>, 7.</p>
-<p class="foot latini"><span class="sc aut">Athenagoras.</span></p>
-<p class="foot latini"><span class="sc aut">Justinus</span>, 1,
-<cite xml:lang="la">Apologia</cite>.</p>
-<p class="foot latini"><span class="sc aut">Minucius Felix.</span></p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_291"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_291"><span class="label">(291)</span></a>
-Il dottissimo Mortara in una dissertazione pubblicata
-nel <cite>Mosè, Antologia Israelitica</cite>, di Corfù, dell'aprile 1884,
-col titolo <cite>Origine dell'accusa del cibarsi di sangue umano
-nelle agapi dei primi cristiani</cite>, scagiona gli Ebrei dall'accusa
-di aver diffusa questa calunnia contro i primi cristiani. Il
-dotto Rabbino prova come Minuzio Felice e Tertulliano non
-soltanto non abbiano attribuito agli Ebrei l'invenzione di
-siffatte calunnie, ma ne abbian fatto speciale addebito ai
-Romani. Appoggiandosi poi all'autorità del Renan (<cite xml:lang="fr">Saint
-Paul</cite>, p. 269 e l'<cite xml:lang="fr">Église Chrétienne</cite>,
-p. 306) prova come
-l'accusa potesse facilmente sorgere da una cattiva interpretazione
-delle parole del Vangelo relative al Sacramento dell'Eucarestia
-e fors'anche da qualche trista pratica religiosa
-in uso presso sette cristiane. Locchè è confermato anche dal
-Fleury che nello stesso capitolo, da cui abbiamo tolte le
-nostre citazioni, scrive: “Questi sospetti erano appoggiati
-dagli abbominii che i gnostici, i carpocrati ed altri eretici
-commettevano nelle loro assemblee.” Proseguendo poi nella
-sua dimostrazione il chiar. Mortara pone in luce come Eusebio,
-Atenagora ed altri, non escluso lo stesso Giustino,
-attribuiscano al diavolo le calunnie di cui eran vittima i
-Cristiani. Conchiude infine il chiar. autore quella parte della
-sua dissertazione che concerne l'argomento nostro, facendo
-risultare come nella epoca in cui sorsero quelle accuse contro
-i primi Cristiani, gli Ebrei, confusi con essi, fossero coinvolti
-nelle stesse persecuzioni da parte dei gentili. Locchè esclude
-che ne fossero gli istigatori. Infine rileva come da un lato
-i gentili avessero nelle loro storie numerosi esempi di atrocità
-e di incesti, sicchè potevano agevolmente essere indotti a
-pensare a siffatti delitti e ad accusarne altri, mentre gli
-Ebrei, cui riti siffatti furono sempre sconosciuti, non avrebbero
-avuto dove attingerne l'idea. — Aggiungiamo a queste osservazioni
-del chiarissimo Mortara che il Pamelio (1536–1587),
-nel suo commento a Tertuliano, espressamente nota che tale
-accusa deriva la sua origine dalla Cena cristiana.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_292"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_292"><span class="label">(292)</span></a>
-<span class="sc aut">Tertulliani</span>,
-<cite xml:lang="la">Apologeticus</cite>, 7, 8, 9.</p>
-<p class="foot latini"><span class="sc aut">Origenes</span>
-<cite xml:lang="la">contra Celsum</cite>,
-<span class="sc num">vi</span>, 293.</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_293"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_293"><span class="label">(293)</span></a>
-<span class="sc aut">Tertull.</span>, <cite xml:lang="la">Ap.</cite>, 50.
-<span class="sc aut">Baron.</span>, an. 138, n. 5
-<i class="quo" xml:lang="la">Bioeothanati.
-Sarmenticii. Semaxi.</i> <span class="sc aut">Bar.</span> 385, N. 5.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_294"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_294"><span class="label">(294)</span></a>
-<span class="sc aut">Svetonius</span>, <cite xml:lang="la">Claud.</cite>,
-n. 25. <span class="quo norm" xml:lang="la">Judæos, impulsore
-Christo, assidue tumultuantes Roma expulsit</span>.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_295"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_295"><span class="label">(295)</span></a>
-<span class="sc aut">Svet.</span>, <cite xml:lang="la">Ner.</cite> n. 16.
-<span class="quo norm" xml:lang="la">Affecti suppliciis Christiani, genus
-hominum superstitionis novae ac maleficae</span>.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_296"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_296"><span class="label">(296)</span></a>
-<span class="sc aut">Tacit.</span>, 15, <cite xml:lang="la">Annal.</cite>
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_297"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_297"><span class="label">(297)</span></a>
-<span class="quo norm" xml:lang="la">Quos per flagitia invisos
-vulgus christianos appellabat.</span>
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_298"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_298"><span class="label">(298)</span></a>
-<span class="quo norm" xml:lang="la">Repressaque in praesens exitiabilis
-superstitio</span>.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_299"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_299"><span class="label">(299)</span></a>
-<span class="quo norm" xml:lang="la">Quo omnia undique atrocia
-et pudenda confiuunt celebranturque</span>.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_300"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_300"><span class="label">(300)</span></a>
-<span class="sc aut">Guibertus Novigentinus</span>, pag. 519, 520.
-<span class="sc aut">Ademari</span>,
-<cite xml:lang="la">Chronicon</cite>, al tomo <span class="sc num">x</span>
-dei <cite xml:lang="fr">Historiens des Gaules</cite>, pag. 159.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_301"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_301"><span class="label">(301)</span></a>
-<cite xml:lang="fr">Grandes chroniques de France</cite>, (édit. Paulin, Paris)
-Cfr. <span class="sc aut">Pierre Du Puy</span>, pag. 26.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_302"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_302"><span class="label">(302)</span></a>
-Cfr. <span class="sc aut">Jules Loiseleur</span>, <cite xml:lang="fr">La
-Doctrine Secrète des Templiers</cite>.
-Paris. Durand, 1872, Libro rarissimo, come quello che
-non venne tirato che a duecento soli esemplari. Quello che
-noi abbiamo potuto esaminare si trova nella Biblioteca Nazionale
-di Firenze.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_303"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_303"><span class="label">(303)</span></a>
-Cfr. <cite xml:lang="la">Diarium</cite>
-<span class="sc aut">Johannis Burchardi</span>, pubblicato da
-Achille Gennarelli, pag. 193, Firenze, 1854.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_304"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_304"><span class="label">(304)</span></a>
-Abbiamo fedelmente tradotto il brano dell'autore da
-noi citato; se in esso si riscontrano delle oscurità e delle
-lacune, non voglia il cortese lettore farne colpa al traduttore,
-il quale può dire, con serena coscienza,
-<i class="quo" xml:lang="la">Quod potui dedi</i>, convinto
-del resto che ciò che ha dato è sufficiente a confortare
-le sue asserzioni.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_305"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_305"><span class="label">(305)</span></a>
-Veggasi in particolare il <cite xml:lang="fr">Temps</cite> del 24 giugno 1869,
-dove si trovano degli estratti del rapporto di Mgr. Platone,
-metropolitano di Mosca, all'imperatore Alessandro.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_306"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_306"><span class="label">(306)</span></a>
-Gli Skoptsi, setta religiosa russa, fondata, a quanto
-sembra, da Selivanoff, uno dei tanti impostori che nel secolo
-scorso si spacciarono per l'imperatore Pietro III; trae la
-sua origine da una inesatta interpretazione del versetto del
-Vangelo di s. Matteo: (<span class="sc num">xix</span>, 12)
-“<i class="quo">Perciocchè vi sono degli
-Eunuchi i quali sono nati così dal ventre della madre; e
-vi sono degli eunuchi, i quali sono stati fatti eunuchi dagli
-uomini; e vi sono degli eunuchi, i quali si sono fatti eunuchi
-loro stessi, per lo regno de' cieli. Chi può esser capace
-di queste cose sialo.</i>”
-</p>
-
-<p class="foot">
-Il <span class="sc aut">Leroy Beaulieu</span> consacra a questi
-Skoptsi varie pagine
-del suo studio <cite xml:lang="fr">L'Empire des Tsars et les Russes</cite>
-(<cite xml:lang="fr">Revue
-des Deux Mondes</cite>, 1875, vol. 3, pag. 600 e seguenti). Egli
-però non fa parola di questo orribile addebito ed anzi scrive:
-<span class="quo norm" xml:lang="fr">“Leurs réunions sont innocentes,
-on y chante des chastes
-cantiques, et un mouton blanc ou un pain de blanche farine
-(<em>Kalatch</em>) y sert à la communion.”</span>
-I <em>Khlysty</em>, o <em>flagellanti</em>,
-sembra abbiano avuto origine verso la metà del
-<span class="sc num">xvii</span> secolo.
-A proposito di essi e dei <em>skakonnys</em>, o <em>saltatori</em>,
-che ne sarebbero
-una emanazione, il Leroy Beaulieu (<cite>loc. cit.</cite>) scrive:
-<span class="quo norm" xml:lang="la">“A
-en croire leurs adversaires orthodoxes, des sacrifices humains
-et une sort de cannibalisme sacré se seraient ainsi rencontrés
-chez des sectaires de la Russie moderne. Chez les uns c'était
-<a id="enfant"></a>un enfant nouveau-né, l'enfant d'une fille non mariée qu'on
-égorgeait après le baptême, et dont le sang et le cœur mêlés
-à du miel tenaient lieu d'eucharistie et du sang de l'agneau
-de Dieu (Mgr. <span class="sc aut">Philarète</span>,
-<a id="ritserkvy" href="#tserkvy"><cite>Istoria Rousskoi tserkvg</cite></a>).
-Chez d'autres . . . . . .
-De telles pratiques sanglantes . . . . .
-signalées
-il y a mille ans par les annales de Nestor <a id="payens"></a>chez les païens
-de la Russie, se seraient retrouvées de nos jours chez des
-tribus finnoises de l'empire. On est d'autant plus tenté de
-croire à l'exagération ou aux fantastiques illusions des récits
-de ce genre que le paysan russe est naturellement plus doux.”</span>
-</p>
-
-<p class="foot">
-Fin qui l'illustre economista francese; dal canto nostro,
-senza dare in proposito nessun giudizio, osserviamo, che la
-pretesa mitezza del contadino russo ci sembra divenir ferocia
-sotto l'impero del misticismo religioso cui è grandemente inclinato.
-Chi non ricorda infatti i delitti di coloro che si mutilavano
-da sè e dei <em>stranniki</em> (che fanno un atto meritorio
-dell'assassinio di un eretico), e chi non sa i vani sforzi della
-polizia per venire a capo dei <em>Bezpopotzi</em> di Jaroslaw (che
-uccidono i neonati)?
-</p>
-
-<p class="foot">
-Mentre stiamo correggendo le bozze di questo capitolo,
-giugno 1884, i giornali politici ci recano la seguente notizia
-che infirmerebbe alquanto l'asserto del Leroy-Beaulieu: “Telegrafano
-da Pietroburgo alla <cite xml:lang="fr">France</cite> essere stata scoperta in
-Crimea una nuova setta religiosa, estremamente sanguinaria,
-il cui dogma è il culto di San Agostino e di Sant'Elena. I
-credenti di simile setta si obbligano ad uccidere tutti coloro
-che si rifiutassero di abbracciare la loro religione. Questi fanatici
-hanno già assassinato gran numero di contadini.”
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_307"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_307"><span class="label">(307)</span></a>
-<span class="sc aut">Raynold</span> ad. an. 1308.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_308"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_308"><span class="label">(308)</span></a>
-Infinite erano le accuse assurde mosse contro gli Ebrei
-nel medio evo. Il favore di cui essi godevano da parte degli
-Arabi infedeli era causa di nuove persecuzioni nei paesi cristiani.
-Gli Ebrei del mezzodì della Francia furono accusati
-di aver chiamati i Saraceni per liberarsi dalla crudele tirannia
-del vescovo di Tolosa. Nell'<span class="sc num">xi</span> secolo
-gli Ebrei di Orléans sono
-accusati di avere eccitati i Mussulmani di Gerusalemme a profanare
-il sacro sepolcro. L'accusa è assurda, ma basta a dar
-pretesto a lunghe e sanguinose persecuzioni, (Cfr.
-<span class="sc aut">Dom. Bouquet</span>,
-<cite xml:lang="fr">Recueil des Hist. de France</cite>, tom.
-<span class="sc num">xii</span>, pag. 240 e
-<span class="sc aut">Rodulph. Glabr.</span> ap. Sism., tom.
-<span class="sc num">iv</span>). Nel 1222 in Germania
-sono accusati di favorire le conquiste dei Persiani e dei Tartari
-(Cfr. <span class="sc aut">Basnage</span>, <cite>op. cit.</cite>,
-pag. 1862). Insomma basta che una
-sciagura minacci un paese, perchè tosto se ne accusino gli
-Ebrei. Non basterebbe poi lo intiero volume se volessimo riferire
-tutte le strane dicerie che ebbero corso fra le plebi sul
-conto degli Ebrei, e che forse oggi ancora non sono del tutto
-bandite dalle menti più rozze. Vi fu chi disse che l'ebreo
-uscendo dall'alvo materno abbia una mano piena di sangue;
-altri che ogni ebreo porti seco dalla nascita una macchia,
-od una piaga, che si inciprignisce ogni mese; si farneticò
-che in mano ad ogni ebreo moribondo si pongano tre pietruzze
-perchè entrando in paradiso le scagli contro N. S. Gesù
-Cristo e si arrivò persino ad asserire un fatto che tutti possono
-coi loro occhi verificare falso; cioè che ogni qualvolta imperversa
-un temporale, ravvisando nell'infuriare della natura
-un segno precursore della venuta del Messia, spalanchino le
-finestre perchè questi possa più agevolmente entrare in casa
-loro!!
-</p>
-
-<p class="foot">
-Di fronte a cosiffatte accuse diviene inutile soffermarsi su
-tutte le altre che nel medio evo si rivolgevano agli Ebrei,
-come ad esempio di prestare un'adorazione idolatra ai libri
-della Bibbia, di tosare le monete, di bestemmiare, ecc., ecc.
-La falsità evidente delle une, basti a provare la falsità delle
-altre.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_309"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_309"><span class="label">(309)</span></a>
-<cite>Adv. Jud.</cite>, Hom. 1, pag. 391; Hom. 3, pag. 439. Cfr.
-<span class="sc aut">Basnage</span>, <cite xml:lang="fr">Hist. des Juifs</cite>,
-<span class="sc num">v</span>, 1668.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_310"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_310"><span class="label">(310)</span></a>
-Non mancò neppure chi, volendo scusare gli Ebrei dalla
-turpe accusa, sostenne che tali omicidii di bambini sarebbero
-stati commessi da Ebrei per compiere col sangue ricavatone
-sortilegi, magie ed altre operazioni diaboliche. Esaminiamo
-dapprima se la pratica di tali sortilegi sia conciliabile colla
-religione mosaica.
-</p>
-
-<p class="foot">
-Son noti a tutti i precetti della Bibbia che vietano agli
-Ebrei i sortilegi e le arti magiche di qualsivoglia natura,
-precetti riconfermati dal Talmud in più e più luoghi.
-</p>
-
-<p class="foot">
-E gli Ebrei si mantennero generalmente ligi a tali precetti,
-anche quando i popoli fra cui vivevano erano infetti di pregiudizi
-di ogni natura.
-</p>
-
-<p class="foot">
-Maimonide, il massimo fra gli scrittori ebrei, è l'autore di
-una lettera ai Rabbini di Marsiglia, in cui demolisce le basi
-dell'astrologia giudiziaria, lettera che fu approvata da due
-papi: Sisto V ed Urbano VII (<span class="sc aut">Const. XVII.</span>
-<cite xml:lang="la">Bullarii</cite> t. <span class="sc num">ii</span>).
-</p>
-
-<p class="foot">
-La ripugnanza degli Ebrei per le arti magiche ci è poi
-confermata dal seguente brano del <span class="sc aut">Modena</span>,
-(<cite>op. cit.</cite>, p. <span class="sc num">v</span>,
-c. <span class="sc num">ii</span>, pag.
-113). . . . . .“Il dar fede ad ogni qual si
-sia sorte
-di Auguri alla giuditiaria, tutti sortilegii, Geomantia, Chiromantia
-et ogni simile divinatione hanno per grave peccato.</p>
-
-<p class="foot">
-Et molto più operar qualsivoglia Negromantia, Magia,
-Prestigii, Theorgia, scongiuri di demoni o d'angioli, cercar
-responsii da morti et ogni cosa di queste espresse e comprese
-dal <cite>Deut.</cite> <span class="sc num">xviii</span>, 10, 13.”
-</p>
-
-<p class="foot">
-Non ci si dica che gli Ebrei seguaci della Cabala poterono
-consacrarsi alla Magia, perchè le dottrine cabalistiche, da cui
-non fu alieno neppure san Gerolamo, (<span class="sc aut">Hieron.</span>,
-<cite xml:lang="la">Ep.</cite> 155, <cite xml:lang="la">ad
-Paulam Urbicam</cite>, pag. 1307 e 1308. <span class="sc aut">Basnage</span>,
-<cite>op. cit.</cite>, lib. <span class="sc num">iii</span>,
-cap. 24, pag. 1016, 1017), non hanno niente di comune colla
-magia. Dopo ciò, se fosse provato che qualche ebreo ha ucciso
-un fanciullo cristiano per adoperare il suo sangue in operazioni
-magiche, l'autore di tale nequizia non potrebbe considerarsi
-che come apostata dalla propria religione, nè più nè
-meno di quello che siano a considerarsi apostati dal Cristianesimo
-tutti coloro che ad arti magiche, ed a sortilegi si
-consacrarono.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_311"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_311"><span class="label">(311)</span></a>
-<span class="quo norm" xml:lang="fr">“Depuis près de deux mille ans
-cette misérable Nation
-est eparse sur la terre, elle en est l'excrément, la malédiction,
-la raclure, elle gémit dans une longue et cruelle
-captivité”</span> (<span class="sc aut">Jurieu</span>,
-<cite xml:lang="fr">L'accomplissement des Prophéties</cite>,
-t. 3, 12. Rotterdam, 1690, pag. 205).
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_312"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_312"><span class="label">(312)</span></a>
-<span class="sc aut">De Rossi</span>, <cite>Dizionario storico degli
-autori ebrei</cite>, a. v.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_313"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_313"><span class="label">(313)</span></a>
-<span class="sc num">vii</span>, 17, 20; <span class="sc num">xii</span>,
-7, 22, 23.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_314"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_314"><span class="label">(314)</span></a>
-Cfr. <cite xml:lang="fr">Archives Israélites</cite>, 1º marzo 1862, pag. 163 e
-164, e <span class="sc aut">D. H. Streak.</span> Monatsbb.
-<span class="sc num">ii</span> (1882), pag. 221 e segg.
-tolto dall'<cite class="sc" xml:lang="de">Evang. Kirchenzeitung</cite>,
-12 agosto 1882.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_315"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_315"><span class="label">(315)</span></a>
-<cite>Prima Epistola di S. Giovanni</cite>, <span class="sc num">i</span>, 5.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_316"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_316"><span class="label">(316)</span></a>
-<cite class="sc">Genesi</cite>, <span class="sc num">i</span>, 2.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_317"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_317"><span class="label">(317)</span></a>
-<cite class="sc">Genesi</cite>, <span class="sc num">vi</span>, 2.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_318"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_318"><span class="label">(318)</span></a>
-<cite>Prima Epistola di S. Giovanni</cite>, <span class="sc num">iii</span>, 9.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_319"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_319"><span class="label">(319)</span></a>
-<span class="sc aut">Schmidt</span>,
-<cite xml:lang="fr">Hist. des Cathares</cite>,
-<span class="sc num">ii</span>, pag. 22, e gli <cite xml:lang="fr">Actes
-de l'inquisition de Carcassonne</cite>, 1247, che conservansi manoscritti
-nella Biblioteca Imperiale di Parigi.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_320"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_320"><span class="label">(320)</span></a>
-Ancora in pieno secolo decimonono il Rohrbacher nella
-sua <cite>Storia della Chiesa</cite> (Torino, Marietti, vol.
-<span class="sc num">i</span>, pag. 374)
-premette ad un rapido cenno sui sacrifizi umani queste
-parole:
-</p>
-
-<p class="foot">
-“Satana, il Dio di questo secolo, è non solo uno spirito di
-superbia, usurpatore degli onori celesti, uno spirito immondo
-che spinge l'uomo a impurità d'ogni fatta; ma egli fu altresì
-omicida fin da principio, ed è questo un terzo carattere
-dell'impero che egli ha esercitato sulla terra sotto il nome
-d'idolatria.”
-</p>
-
-<p class="foot">
-Se così si ragiona ai tempi nostri, come si sarà ragionato
-un quindici o sedici secoli fa?
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_321"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_321"><span class="label">(321)</span></a>
-Il fatto avvenne a Parigi durante l'assedio che quella
-città ebbe a soffrire da parte dei Prussiani.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_322"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_322"><span class="label">(322)</span></a>
-Nei tempi in cui si diffuse per le prime volte questa
-calunnia gli Ebrei non erano ancora confinati nei Ghetti.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_323"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_323"><span class="label">(323)</span></a>
-<span class="sc aut">Basnage</span>, <cite>op. cit.</cite>, libro
-<span class="sc num">vii</span>, cap. <span class="sc num">xi</span>,
-1679 e segg.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_324"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_324"><span class="label">(324)</span></a>
-La Chiesa non vide mai di buon occhio la canonizzazione
-di siffatti bambini. Quel Papa miracolo che fu Benedetto
-XIV, seccato dal principe vescovo di Bressanone
-perchè canonizzasse un tal Andrea, nato a Rinn, e che si
-pretendeva immolato presso Innsbruch dagli Ebrei il 9 luglio
-1462 (<em>si noti se il fatto fosse vero l'imprudenza e la demenza
-degli Ebrei che avrebbero commesso a soli tredici
-anni di distanza due delitti di questo genere a poche miglia
-l'uno dall'altro</em>) scappò fuori colla costituzione
-<cite xml:lang="la">Beatus
-Andreas</cite> che si legge nel tomo <span class="sc num">xix</span>
-del <cite xml:lang="la">Bull. Magn.</cite>, pagina
-120, emanata a' 23 maggio 1755 e diretta a mons. Benedetto
-Veterani promotore della fede, per dichiarare che
-non conveniva canonizzare i bambini per più ragioni: 1º per
-la novità; 2º per non avvilire colla frequenza le canonizzazioni;
-3º perchè da questi bambini niun esempio di virtù
-possono cavare i fedeli, non potendoli essi aver dati in così
-tenera età. Quindi ordinò al promotore della fede, doversi in
-tale maniera rispondere a chiunque domandasse la canonizzazione
-di simili bambini (Cfr. <span class="sc aut">Moroni</span>,
-<cite>Diz. di Erudiz. Storico-Ecclesiastica</cite>,
-vol. <span class="sc num">vii</span>, pag. 312).
-</p>
-</div>
-
-<div class="blankpage">
-<span class="pageno" title="222" id="page-222"></span>
-</div>
-
-
-<div class="chapter">
-<span class="pageno" title="223" id="page-223"></span>
-<img src="images/i003a.png" style="width: 100%" alt=""/>
-</div>
-
-<h2 class="nobreak" id="tit-5">
-<a href="#ritit-5">V.</a>
-</h2>
-
-<p class="subtitle">
-Di varie pubblicazioni antisemite.
-</p>
-
-<h3 id="tit-6">
-<a href="#ritit-6">1º <cite class="sc">Lettera</cite>.</a>
-</h3>
-
-<p class="center"><i>Al chiarissimo sig. Direttore della</i>
-Civiltà Cattolica,</p>
-<p class="destra">Firenze.</p>
-
-<p class="testa">
-I primi capitoli di questo mio, qualsiasi, lavoro erano
-già licenziati alle stampe, allorquando, ricercando nella
-<cite>Civiltà Cattolica</cite> i documenti che sapevo esservi stati
-pubblicati sul preteso uso del sangue cristiano nei riti
-ebraici, mi accorsi che il <em>coscienzioso</em> indagatore di quei
-documenti li aveva fatti precedere da alcune sue articole
-sulle qualità generali degli Ebrei.
-</p>
-
-<p>
-All'articolaio suo non risponderei; chè quelle articole non
-meriterebbero proprio che io sprecassi attorno ad esse
-tempo ed inchiostro; ma rivolgo la mia risposta alla Signoria
-Vostra Preclara, perocchè quelle articole non hanno,
-agli occhi di ogni uomo spassionato, altro valore, da quello
-infuori che ad esse deriva dall'essere state accolte in un
-periodico tanto importante, quale è quello, diretto da
-V. S. Chiarissima.
-</p>
-
-<div>
-<span class="pageno" title="224" id="page-224"></span>
-</div>
-
-<p>
-Io non so quanto siavi di vero nella comune credenza,
-che asserisce, la <cite>Civiltà Cattolica</cite> essere l'organo di quella
-Compagnia, che nei secoli scorsi ha dato all'Italia, nel
-Padre Lana Terzi, il divinatore delle maggiori scoperte,
-per cui vada orgoglioso il secolo nostro, e che, nell'età,
-nostra, ci diede quel Padre Secchi il cui nome, la cui
-memoria <i class="quo" xml:lang="la">ut sidera fulgent</i>.
-</p>
-
-<p>
-Ma appartenga Ella, o meno, alla dotta Compagnia, di
-una cosa io sono sicurissimo, che cioè Ella risente per
-essa la maggior stima, e considera le persecuzioni delle
-quali fu, è, e, pur troppo, sarà, vittima, da una parte, come
-una prova della malvagità dei tempi, dall'altra, come una
-grazia specialissima del Signore che vuole, con triboli e
-persecuzioni immeritate, sperimentare la fedeltà di quei
-devoti Suoi servi.
-</p>
-
-<p>
-Ora, vorrebbe Ella dirmi, riveritissimo signor mio,
-qual cuore sarebbe il suo se un giorno, aprendo qualche
-giornale, e non ne mancano, nemico di quella Compagnia,
-le accadesse di leggervi le seguenti pagine?
-</p>
-
-<blockquote>
-<p>
-“Assurdo è il supporre che i varî popoli si siano data la
-voce e la parola d'ordine, di odiare, disprezzare e perseguitare
-così, senza scopo nè perchè, un <em>ordine</em> speciale. Dunque
-bisogna ammettere in quest'<em>ordine</em> speciale una causa
-a <em>lui</em> inerente, insita e quasi connaturata, che sempre mostra
-i suoi effetti ed eccita sempre l'odio, il disprezzo e la
-persecuzione non evitabile, nè di fatto mai evitata, in
-pressochè <em>un secolo e mezzo</em>. La qual causa consiste nel
-suo odio teorico e pratico contro il genere umano <em>non gesuita</em>.
-E la causa di quest'odio dove si trova? Ossia, come
-si forma così e si educa l'indole e la natura <em>gesuitica</em> a
-quest'odio teorico e pratico contro il genere umano? Non
-per fermo colla legge morale ed educazione religiosa semplicemente
-<em>cattolica</em>, qual è rivelata da Dio nell'antico e
-<em>nel nuovo</em> Testamento. Resta dunque, che la <em>Compagnia</em>
-<span class="pageno" title="225" id="page-225"></span>
-<em>di Gesù</em>, si sia foggiata una legge, una morale ed un'educazione
-religiosa novella e non <em>cristiana</em>, che seco si porta
-in tutti i paesi dove si va ad abitare, e che mai non ha
-abbandonata per tanti <em>anni</em>, ed anzi andò sempre più perfezionando,
-ossia corrompendo in teoria ed in pratica, ottenendo
-così da tutti i popoli e da tutti i tempi quel ricambio
-di odio, di disprezzo e di persecuzione che essa ha
-giurato e praticato sempre contro tutti i popoli ed in tutti
-i tempi. Or questo impasto di veleno, di odio, di immoralità
-e di empietà che forma ora la <em>regola</em> e la morale, se
-non sempre pratica, almeno sempre certamente teorica,
-della <em>Compagnia di Gesù</em> è quello che si chiama
-<cite xml:lang="la">Monita secreta</cite>.
-</p>
-
-<p>
-“. . . . . Del resto,
-sarebbero ben sciocchi i <em>gesuiti</em>
-se non negassero anche in tal caso la verità conosciuta. Ma
-si mostrerebbero molto più accorti e più savî se invece di
-negare a parole ciò che le loro autentiche e canoniche leggi
-dimostrano a chi sa leggere i loro libri, negassero invece coi
-fatti quello che invece pur troppo coi fatti certamente e notoriamente
-sempre confermarono e confermano ancor presentemente.
-Senza i quali fatti, conformi alle loro leggi, chi
-potrebbe mai spiegare quelle sì ognora rinascenti sollevazioni
-contro di loro di tanti popoli? Le quali non si sono
-verificate mai contro nessun altro <em>ordine religioso</em>; perchè
-nessun altro <em>ordine religioso</em> vi ha mai dato somigliante
-motivo. Giacchè anche qui è vero che
-<i class="quo" xml:lang="la">nihil fit sine ratione
-sufficienti</i>. E se la <em>Compagnia di Gesù</em> sola fra
-tutti gli <em>Ordini religiosi</em> fu sì odiata sempre, convien
-bene che vi sia in lei insita una sufficiente ragione eccitante
-questo continuo e comune odio contro di lei di tutte
-<em>le nazioni</em>. Or questa ragione sufficiente non può trovarsi
-certamente nella Legge <em>religiosa</em>. È dunque, anche per
-ciò solo, necessario il supporre che vi sia ora un'altra legge
-che la regola e governa, ossia la sregola e la sgoverna.
-</p>
-
-<p>
-“La quale legge non è altro che i <cite xml:lang="la">Monita secreta</cite>,
-lambiccati
-e quintessenza dell'odio e della malizia antisociale
-ed anticristiana e <em>dei gesuiti cacciati</em> per divino castigo
-<span class="pageno" title="226" id="page-226"></span>
-<em>dalle loro sedi</em>, e dispersi tra le genti fino al giorno in cui
-riconosceranno anche essi il vero Messia: <em>la libertà</em>. Allora
-avremo forse anche noi
-<i class="quo" xml:lang="la">salutem ex inimicis nostris et de
-manu omnium qui oderunt nos</i>. La <em>Compagnia di Gesù</em>
-infatti, come fu ed è dappertutto influentissima nel male,
-dopo che abbandonò la vera <em>dottrina di Cristo</em>, così sarebbe
-stata e sarà senza dubbio, influentissima nel bene
-quando o non l'avesse abbandonata, o le ritornasse in
-seno.”
-</p>
-</blockquote>
-
-<p>
-Io sono certo che leggendo siffatto ammasso di banali
-insolenze, non sorrette da nessuna ragione, non confortate
-da nessun fatto, da quello infuori, brutalmente vero, delle
-persecuzioni sofferte, Ella proverebbe un impeto di sdegno.
-</p>
-
-<p>
-Ed avrebbe, Riverito Signor mio, non una, ma mille
-ragioni; perocchè oggi chi studia le questioni sociali
-e storielle, sopra libri alquanto più seri che non sieno i
-romanzi di Eugenio Sue, sa, con certezza, che l'invenzione
-dei <cite xml:lang="la">Monita secreta</cite> è una delle
-più spudorate calunnie che
-sieno mai uscite dalla penna di libellista settario.
-</p>
-
-<p>
-Ma sa Ella donde ho tratto le pagine surriferite contro
-la Compagnia di Gesù?
-</p>
-
-<p>
-Sono nè più nè meno che quanto si legge nel volume 6º,
-anno 1881, pagg. 601 e 735 della sua <cite>Civiltà</cite>; soltanto,
-non per ricordare anco una volta. a V. S. Ill.ma il noto
-<i class="quo" xml:lang="la">qui gladio ferit, gladio perit</i>,
-ma per mero artifizio
-di polemica, mi son permesso di sostituire sempre e dovunque
-alla parola <em>ebrei</em> quella di <em>gesuiti</em>, alla parola
-<cite>Talmud</cite> quella di <cite xml:lang="la">Monita secreta</cite>
-(calunnia per calunnia)
-indicando del resto sempre e dovunque le mie modificazioni
-con carattere corsivo; buona fede questa alla quale
-nè i Gesuiti, nè gli Ebrei sono avvezzi da parte dei loro
-avversari.
-</p>
-
-<p>
-Capisco che Ella mi dirà che ciò che si è detto dei
-<cite xml:lang="la">Monita</cite> è calunnia nera, e verità
-invece sacrosanta quanto
-<span class="pageno" title="227" id="page-227"></span>
-l'articolaio suo blatera contro il <cite>Talmud</cite>; ma io le risponderò
-pregandola a rileggere quanto è scritto nei precedenti
-capitoli e ad esaminare, con serena coscienza, se
-più sian convincenti gli argomenti miei o quelli dell'articolaio
-suo; ma siccome in quei capitoli io non pigliavo
-di fronte uno piuttosto che un altro nemico del
-giudaismo, e combattevo, non il calunniatore, ma la calunnia,
-così consenta che in questa mia lunga lettera io
-risponda a talune delle più impudenti osservazioni dell'articolaio
-suo.
-</p>
-
-<p>
-Abilità miranda, malizia sopraffina od arte infernale,
-Riveritissimo Signor mio, è invero quella di cui fa prova
-l'articolaio suo, allorquando a pag. 4 e 5 del vol. V, pretende
-provare che l'Assemblea dei notabili ebrei, prima,
-ed il Sinedrio da poi, convocati a Parigi dal primo Napoleone,
-ingannarono la Francia ed il mondo, e facendo
-mostra di amore pei Francesi e per gli uomini civili in
-generale, proclamarono invece altamente il loro odio per
-tutti quanti non sono Ebrei.
-</p>
-
-<p>
-Riassumo l'argomentazione dell'articolaio suo.
-</p>
-
-<p>
-Egli dice: Gli Ebrei dichiararono in quelle solenni
-adunanze, di avere in conto di fratelli coloro che osservano
-i sette precetti noachitidi. E questo è vero. Ma,
-prosegue l'articolaio, fra questi precetti vi ha quello di
-non mangiar carne strappata da animale vivo, e l'altro
-di aborrire dal culto degli idoli. Ora nessun popolo, tranne
-l'ebreo, aborre dall'uso di carni strappate da animali
-vivi e l'ebreo considera idolatri i Cristiani pel culto di
-latria che rendono a N. S. Gesù Cristo, pel culto di dulia
-che professano alla Beata Vergine. Quindi gli Ebrei dicendo
-di aver in conto di fratelli coloro che osservavano i
-sette precetti noachitidi, venivano, alla fin dei conti, a dire
-che non avevano in conto di fratelli altro che se stessi.
-</p>
-
-<p>
-Non mi affannerò io certamente a provare che il Dio
-<span class="pageno" title="228" id="page-228"></span>
-della Bibbia rivelò a Noè ed a' suoi figli i sette precetti
-che i talmudisti dicono noachitici.
-</p>
-
-<p>
-Son fole, indegne che Ella ed io ci perdiamo tempo.
-</p>
-
-<p>
-Ma vorrà Ella negarmi che quei sette precetti rappresentino
-il <em xml:lang="la">minimum</em>, per così dire, della morale?
-</p>
-
-<p>
-Che vi ha dunque di strano se gli Ebrei dicono doversi
-considerare fratelli quelli soltanto che quei precetti noachitici
-osservano?
-</p>
-
-<p>
-Per noi, educati alle idee di moderna tolleranza, di
-quella tolleranza che l'articolaio suo chiama massonica e
-che io dico cristiana, è infame eccettuare, teoricamente
-almeno, dalla fratellanza universale il cannibale e l'antropofago;
-alla S. V. Ill<sup>ma</sup> — nel cui giornale si tributano
-continui elogi alla cattolica Spagna, che non paga di aver
-bruciato Mori ed Ebrei in casa sua, ha distrutto, quasi,
-in America, le razze autoctone — alla S. V. Ill<sup>ma</sup>, siffatta
-eccezione deve sembrar naturale quando le sia provato
-che non si riferisce a' popoli cristiani o maomettani, ma
-soltanto agli idolatri ed ai cannibali propriamente detti.
-E questo lo proverò in poche righe, malgrado i sofismi,
-diremo <em>rabbinici</em>, dell'articolaio suo.
-</p>
-
-<p>
-Cominciamo <em xml:lang="la">in amoenis</em>, e cioè dal precetto di non
-mangiar carni strappate da animali vivi. Nessuna religione,
-dalla giudaica in fuori, dice l'articolaio suo, ha tale
-precetto siccome rivelato da Dio; sopra il che ricorda
-quanto è scritto nei <cite>Fioretti di San Francesco</cite> nel capo
-<span class="sc num">i</span>
-della vita di Fra Ginepro: “Visitando un frate infermo,
-domandollo: Possoti io fare servigio alcuno? Rispose
-l'infermo: Molto mi sarebbe grande consolazione uno
-peduccio di porco. Disse Frate Ginepro: Lascia fare a
-me. E va e piglia un coltello, ed in fervore di spirito
-va per la selva dov'erano certi porci a pascere, e gittossi
-addosso ad uno e tagliali il piede e fugge lasciando
-il porco col piè troncato” violando così — prosegue
-<span class="pageno" title="229" id="page-229"></span>
-l'articolaio — un precetto noachitico e rendendo
-indegni sè e il Frate infermo che mangiò il peduccio di
-porco, della carità universale ebraica.
-</p>
-
-<p>
-L'articolaio ha dimenticato che il buon Fra Ginepro ha
-violato, non uno ma due precetti noachitidi — tanto è vero
-che i precetti della legge morale sono strettamente connessi
-gli uni cogli altri — ed ha violato proprio un precetto
-che Dio ha dato, non soltanto a Noè, ma a Mosè sul Sinai,
-che la Chiesa cattolica ha conservato fra i comandamenti
-di Dio, e che i codici penali di tutti i paesi del mondo,
-non cannibale, hanno accolto nelle loro ampie braccia:
-<em>Settimo</em>: <em class="sc">Non rubare</em>.
-</p>
-
-<p>
-Non farò io colpa a Fra Ginepro del furto commesso
-e della crudeltà di cui si rese colpevole verso quel povero
-porco; il fervore della carità giustifica colpe ben più
-gravi che non sian quelle del buon fraticello, ma chieggo
-a V. S. Ill<sup>ma</sup> di indicarmi una nazione civile, un uomo
-solo, il cui senso morale non sia completamente ottuso,
-che consenta a recidere un membro ad un animale vivo
-per cibarsene.
-</p>
-
-<p>
-Allorquando i Talmudisti scrivevano non si conosceva
-<em>morale indipendente</em>; sola sorgente di ogni morale era Dio;
-se essi posero sotto la salvaguardia di Dio un precetto
-che Dio non ha certamente rivelato a Noè, ma che ha
-scolpito nel cuore di ogni uomo, vorrà Ella farne colpa
-agli Ebrei? E lo potrebbe Ella, pensando con quanto accanimento
-i giornali di parte sua, e forse la stessa sua
-<cite>Civiltà</cite>, perseguitarono la vivisezione, certamente altrettanto
-crudele quanto l'atto di Frà Ginepro, ma, forse, giustificata
-dal grande incremento che apporta alle anatomiche
-discipline?
-</p>
-
-<p>
-Creda, creda pure l'articolaio, che il mondo civile intero
-professa il precetto noachide di non mangiar carne strappata
-ad animali vivi.
-</p>
-
-<div>
-<span class="pageno" title="230" id="page-230"></span>
-</div>
-
-<p>
-<i class="quo" xml:lang="la">Sed majora premunt</i>. Al dire degli Ebrei,
-i Cristiani
-sono idolatri, quindi non osservano i sette precetti noachitidi
-e quindi sono esclusi da quella che l'articolaio
-suo chiama, elegantemente, fratellanza giudaica.
-</p>
-
-<p>
-Non uso a valermi di altre espressioni, dirò soltanto che
-in questa argomentazione sono altrettante le inesattezze
-quante le parole. Gli Ebrei negano la divinità di N. S.
-Gesù Cristo — se non la negassero, non sarebbero
-Ebrei — ma ammettono e riconoscono che i Cristiani lo adorano,
-non come Uomo, ma come Figlio di Dio. Potranno deplorare
-questo, che per essi è un errore, ma non cadono nell'altro
-di non comprendere che l'Unità di Dio, il monoteismo,
-è dogma anche pei Cristiani. Non adorano certamente
-la Santissima Trinità, non si arrogano di spiegare
-ciò che è mistero per la Religione cristiana, ma sanno che
-il dogma della Trinità non esclude il monoteismo. E se il
-suo articolaio conoscesse almeno di nome la Cabbala e le
-opere di Knorr, di Rosenroth, di Reuchlin e di Rettangel,
-non ignorerebbe che nella Cabbala — che gli Ebrei, come
-Ebrei, non hanno del resto in nessun conto — si trovano
-parecchie allusioni favorevoli al dogma della Trinità.
-</p>
-
-<p>
-Ma senza perderci in questioni cabalistiche, lo stesso
-articolaio non cita a pag. 732, vol. <span class="sc num">vi</span>,
-queste parole del
-Maimonide? “La concezione, colui che concepisce e chi
-è concepito sono in Dio tre modi di essere i quali non
-costituiscono che la stessa essenza, nè formano punto
-una pluralità.”
-</p>
-
-<p>
-Io non mi sento di addentrarmi nel ginepraio di una
-discussione teologica o filosofica, ma parmi, che queste
-parole provino abbastanza chiaramente che, nella mente
-del massimo filosofo e teologo ebreo, il dogma della Trinità
-non è incompatibile col monoteismo.
-</p>
-
-<p>
-Parmi adunque aver dimostrata falsa ed insussistente
-la calunnia che il suo articolaio addebita agli Ebrei adunati
-<span class="pageno" title="231" id="page-231"></span>
-a Parigi di avere, con un abile gioco di parole, manifestato
-il loro odio verso i popoli non israeliti, facendo
-credere a sentimenti di fratellanza cui avrebbe repugnato
-la loro religione. Ma, ad esuberanza, voglio addurre una
-altra prova.
-</p>
-
-<p>
-Il suo articolaio, che a pag. 485 del vol. <span class="sc num">v</span> enumera
-abbastanza esattamente i precetti noachitidi, si accorge
-poi che tutta la sua argomentazione, per provare che, a
-giudizio degli Ebrei, i Cristiani non osservano quei precetti,
-claudica, zoppica. Ed allora cosa fa quel bravo signore,
-che in parecchi luoghi del suo articolo accusa gli
-Ebrei di aver falsato la Bibbia, con un tratto di mala
-fede, veramente rabbinica, a pag. 99 del vol.
-<span class="sc num">vii</span>, include
-fra i precetti noachitidi, <i class="quo" xml:lang="la">risum teneatis</i>,
-la circoncisione!
-<i class="quo" xml:lang="la">Tantae molis erat</i> provare
-che gli Ebrei non credono che
-i Cristiani osservino i precetti noachitidi!!
-</p>
-
-<p>
-E passo ad un altro capo d'accusa.
-</p>
-
-<p>
-L'articolaio suo è andato ad esumare, dai libri di uno
-dei tanti Ebrei rinnegati, il Drach, una vecchia, vecchissima
-accusa contro gli Ebrei.
-</p>
-
-<p>
-“Ancora ai nostri giorni, egli dice, un tribunale di
-tre Ebrei, talvolta i meno civilizzati ed i più ignoranti
-del luogo, ma che dinanzi alla sinagoga ha piena autorità,
-si arroga il diritto (noi gemiamo di doverlo
-dire) di sciogliere i loro correligionari dai loro giuramenti,
-di annullare le loro promesse ed i loro impegni
-più sacri, così pel passato, come pel futuro.” Che il
-Drach fosse un malvagio ed un mentitore impudente,
-sapevamcelo da un pezzo; che il suo articolaio non conoscesse
-verbo del Talmud, se non a traverso le opere venali
-degli Ebrei rinnegati, aveva avuto cura di avvertircene
-egli stesso con queste parole (pag. 215, vol. <span class="sc num">vi</span>):
-</p>
-
-<p>
-“Alle rivelazioni dei Rabbini convertiti si dee pressochè
-esclusivamente quella qualunque (<em>assai scarsa!</em>)
-<span class="pageno" title="232" id="page-232"></span>
-siasi cognizione in cui ora siamo (<em>parli per sè, il</em> dotto
-<em>articolaio, chè gli uomini di buona fede sanno attingere
-ad altre, meno impure, sorgenti</em>) di quella perversa
-legge (<em>il Talmud</em>).” Ma che nel secolo <span class="sc num">xix</span>
-toccasse
-rispondere, per la millesima volta, ad un'accusa di questo
-genere, e che quest'accusa fosse riferita dal giornale di
-una Compagnia meritamente celebre per vastità di dottrina
-ed acutezza di mente, è cosa che davvero non mi
-sarei mai aspettato.
-</p>
-
-<p>
-Siccome però tengo per assioma il precetto che a qualunque
-anche stolida accusa convenga rispondere, così
-rispondo al Drach ed allo articolaio.
-</p>
-
-<p>
-Anche in questo caso si verifica il detto volgare, che
-non c'è fumo senza fuoco, ma è un fuocherello ben piccolo,
-glielo accerto, in paragone di quello dei roghi che
-bruciarono tanti poveri Ebrei ed anche,
-<i class="quo" xml:lang="fr">une fois n'est
-pas coutume</i>, il R. P. Malagrida, che io tengo per altrettanto
-innocente quanto, quei poveri Ebrei.
-</p>
-
-<p>
-Mi stia dunque a sentire, Riverito Signor mio!
-</p>
-
-<p>
-È vero che una volta all'anno l'Ebreo si fa prosciogliere
-dalle promesse non mantenute; ma bisogna distinguere,
-perchè, come Ella mi insegna: <i class="quo" xml:lang="la">Qui bene distinguit,
-proximus est veritati</i>.
-</p>
-
-<p>
-Non si tratta dunque, come il Drach <em>rabbinicamente</em>
-insinua, e l'articolaio pecorescamente copia, di promesse
-fatte a qualsivoglia persona o di giuramenti fatti a privati,
-a tribunali, a principi; si tratta soltanto di <em>voti
-religiosi fatti a Dio e non adempiuti per cause indipendenti
-dalla volontà di chi li ha
-fatti</em> <a id="FNa_325"></a><a href="#Fn_325" class="fna">(325)</a>.
-</p>
-
-<p>
-Ora giova avvertire due cose: e cioè che se un Cattolico
-si trova nello stesso caso, ricorre alla Santa Sede,
-<span class="pageno" title="233" id="page-233"></span>
-che avendo ricevuto da N. S. Gesù Cristo facoltà di sciogliere
-e di legare, lo proscioglie dal voto; l'Ebreo, che non
-ha autorità spirituale, ricorre a tre, che chiamerei probiviri,
-i quali adempiono ad un atto di carità, tranquillizzandone
-la coscienza. Oltre a ciò, è a sapersi che gli
-Ebrei non furono mai troppo teneri dei voti. Nell'<cite>Ecclesiaste</cite>
-è detto: “Meglio è che tu non voti, che se tu
-voti e non adempi” (v. 5) e Rabbi Meir commentando
-questo versetto soggiunge: “Ma meglio assai non far
-nessun
-voto” <a id="FNa_326"></a><a href="#Fn_326" class="fna">(326)</a>.
-E forse il buon Rabbi nell'emettere
-tale parere, aveva presente il versetto 14 del
-<span class="sc num">vi</span> dei
-<cite>Numeri</cite>, nel quale il Signore comandò che chi ha fatto
-un voto e lo ha osservato, debba, tra gli altri sacrifizi,
-offrirne uno in espiazione del peccato di aver fatto un
-voto.
-</p>
-
-<p>
-E se il suo articolaio non fosse convinto e volesse fare
-un atto di giustizia inconsueto in lui, e che si riassume
-nel precetto <i class="quo" xml:lang="la">audietur et altera pars</i>,
-legga la <cite xml:lang="fr">Défense
-du Judaisme</cite>, di Isaac Levy, ed a pag. 62 vi troverà
-ampiamente confutata la sciocca accusa sulla quale, per
-mio conto, mi sono anche troppo dilungato.
-</p>
-
-<p>
-Un'altra accusa che trovo nel vol. <span class="sc num">vi</span>,
-pag. 605, è la seguente:
-</p>
-
-<p>
-“I giudei poi non accettano la testimonianza dei non
-giudei; perchè non si dee credere a chi è sospetto di
-delitti. E tali sono tutti i non giudei. E perciò, anche
-secondo il Talmud, nessun ebreo dee porre una sua
-bestia da soma, o qualsiasi altra nelle stalle dei non
-giudei, nè lasciar sola con essi una loro donna, e neanche
-rimanere egli stesso solo con loro, per sospetti espressi
-chiaramente nel Talmud; ma che bello è il tacere
-<span class="pageno" title="234" id="page-234"></span>
-(<em>e più bello il non accennare, in omaggio al proverbio:
-non parlar di corda in casa del... padre Sanchez</em>).
-“Sospettano dunque, gli Ebrei di tutto il genere umano
-non ebreo, e credono birbanti ed infami tutti fuorchè
-loro: e ciò notisi bene in forza della loro legge e per
-precetto religioso.”
-</p>
-
-<p>
-Sicuro; gli Ebrei ed i loro Rabbini avevano, nel secolo
-V in cui fu scritto il Talmud, il gran torto di non
-fidarsi di chi non professava la loro religione; ma di
-grazia, a che sentimento si ispiravano i Padri del
-<span class="sc num">vi</span>
-Concilio d'Adge e del Concilio Epaonense, vietando ai
-Cristiani di non mangiare cogli
-Ebrei? <a id="FNa_327"></a><a href="#Fn_327" class="fna">(327)</a>.
-A che sentimento
-si inspirava papa Benedetto XIII, per tacer
-d'altri, vietando agli Ebrei di formare società coi Cristiani,
-di esercitare la medicina, di aver domestici cristiani,
-ecc., ecc. E quei predicatori che, al dire di papa
-Martino
-V <a id="FNa_328"></a><a href="#Fn_328" class="fna">(328)</a>,
-che cristianamente ne li biasima, vietavano
-persino ai Cristiani di cuocere pane per gli Ebrei,
-obbedivano, di grazia, a che sentimento?
-</p>
-
-<p>
-Ma Ella mi dirà che, verso l'Ebreo, empio e spregiatore
-di ogni legge umana e divina, la diffidenza non è mai
-troppa, ma che l'Ebreo, sempre trattato amorevolmente
-dagli altri popoli, aveva obbligo di avere verso di loro
-la maggior confidenza.
-</p>
-
-<p>
-Le storie tutte attestano di questa amorevolezza con
-cui eran trattati gli Ebrei, ma a me basta spigolare pochissimi
-fatti, che non sono però fatti isolati, per mostrare
-quanto torto avessero gli Ebrei di diffidare di coloro
-che professavano altre religioni, anche se queste
-<span class="pageno" title="235" id="page-235"></span>
-imponevano come obbligo, la carità e l'amore verso l'uman
-genere.
-</p>
-
-<p>
-A Beziers nella settimana santa <em class="sc">era permesso</em> ai
-Cristiani di pigliare a sassate gli
-Ebrei <a id="FNa_329"></a><a href="#Fn_329" class="fna">(329)</a>.
-</p>
-
-<p>
-Ma pigliarli a sassate non basta, e nelle Assise di
-Bretagna nel 1239, si trova una disposizione che vietava
-di procedere contro chiunque avesse ucciso un
-ebreo <a id="FNa_330"></a><a href="#Fn_330" class="fna">(330)</a>.
-</p>
-
-<p>
-E questi empi Ebrei, così ben protetti dalle leggi dei
-popoli fra cui vivevano, osavano iscrivere nei loro libri
-religiosi, massime di precauzione contro i loro persecutori!
-</p>
-
-<p>
-Perchè, invece, non affidarsi alla pietà di questi? Perchè
-non invocare, per esempio, l'appoggio di quel buon
-Ugo, cappellano del visconte di Rochechouart, di cui voglio
-narrarle le gesta, ad edificazione dell'articolaio suo.
-</p>
-
-<p>
-È quasi certo che Ella sa, e che l'articolaio suo che
-nulla sa, ignora, che una di quelle sante leggi del passato,
-di cui l'articolaio invoca parecchie volte il ripristinamento,
-disponeva che gli Ebrei di Tolosa dovessero
-ricevere uno schiaffo alla porta del maggior tempio, cerimonia
-piissima ed edificante, che durò fino al principio
-del <span class="sc num">xii</span>
-secolo <a id="FNa_331"></a><a href="#Fn_331" class="fna">(331)</a>.
-</p>
-
-<p>
-Ora quel buon cappellano..... ma val meglio lasci la
-parola ad un autore non sospetto di soverchia benevolenza
-verso gli Ebrei: “Quo tempore Ugo, capellanus
-Americi vicecomitis Rocacardensis, cum eodem seniore
-suo Tolosæ adfuit in Pascha: et colaphum judaeo, sicut
-<span class="pageno" title="236" id="page-236"></span>
-illic omnis Pascha semper moris est, imposuit et
-cerebrum illico et oculos ex capite perfido ad terram
-effodit. Qui judæus statim mortuus, ad synagogam judæorum
-de basilica Sancti Stephani elatus, sepulturæ
-datus est.” <a id="FNa_332"></a><a href="#Fn_332" class="fna">(332)</a>.
-</p>
-
-<p>
-E badi, Riverito Signor mio, che questi perfidi Ebrei
-avevano tanto maggior torto di diffidare di questi mitissimi
-avversari, in quanto la legge li tutelava così bene,
-che al piissimo cappellano Ugo non fu torto un capello!
-</p>
-
-<p>
-Ma che vado io cercando esempi nel <em>tanto calunniato
-medio evo</em> (come si suol dire nel suo giornale), per provare
-il torto grandissimo che avevano gli Ebrei di non
-fidarsi dei loro nemici?
-</p>
-
-<p>
-Lo stesso suo articolaio mi fornisce un argomento prezioso.
-È noto, <i class="quo" xml:lang="la">lippis et tonsoribus</i>,
-che la Spagna, fra
-tutte le nazioni europee, è quella che gode la maggior
-simpatia di V. S. Ill.ma e dei redattori del suo giornale,
-tanto è vero che a pag. 456 del volume <span class="sc num">v</span>
-la trovo chiamata
-“la più cavalleresca ed anche forse la più cattolica
-di tutte le nazioni.”
-</p>
-
-<p>
-Ora, il suo pio articolaio visto, che se i tempi non volgono
-propizi agli arrosti, non sono neppur adatti a ristabilire
-la <em>colafizazione</em> di Tolosa, appena sente che il
-Governo spagnuolo si mostra disposto a richiamare gli
-Ebrei, scrive queste precise parole:
-</p>
-
-<p>
-“Poco si fidano gli Ebrei dell'ospitalità spagnuola. E
-non hanno torto. Tanto più che la Spagna passa ora
-per avere le finanze sì pubbliche e sì private un po'
-ammalate. E quando gli Ebrei vi avessero seco portati
-<span class="pageno" title="237" id="page-237"></span>
-i loro milioni, non si sa se poi qualche moto antisemitico
-non dovesse ricacciare gli Ebrei dalla Spagna, ritenendo
-i milioni. Sono cose già accadute, e che il presente
-dominio liberalesco non può che rendere sempre
-più facili a riaccadere.”
-</p>
-
-<p>
-Lascio a parte l'insinuazione contro il dominio liberalesco;
-non oppongo l'osservazione che Ferdinando ed Isabella,
-che cacciarono gli Ebrei, ebbero dalla storia un nome
-che, grazie a V. S. Ill.ma, ed a pochi suoi accoliti, significa
-l'opposto di liberale; ma chieggo, a chiunque abbia
-pratica di arguzie rabbiniche, se dalle linee che ho testè
-riferito, non appare chiaro il desiderio del pio articolaio
-suo, che avvenga ciò ch'egli ipocritamente finge di temere,
-che cioè la <em>cattolica</em> e <em>cavalleresca</em> Spagna scacci
-<em>cavallerescamente</em> gli Ebrei, e ne ritenga,
-altrettanto <em>cavallerescamente</em>,
-i milioni, dato e non concesso che milioni
-ci sieno?
-</p>
-
-<p>
-E quando oggi ancora, in pieno <span class="sc num">xix</span>
-secolo, esistono pie
-persone come l'articolaio suddetto, come il Rohling, come
-il sucido falsario dell'anonimo opuscolo di Prato, come
-quel rinnegato di tutte le nazioni e di tutte le religioni
-che si fa chiamare Osman bey, vi è di che meravigliarsi
-se gli Ebrei del <span class="sc num">v</span> secolo avevano
-ricorso a qualche provvedimento
-precauzionale contro i loro nemici?
-</p>
-
-<p>
-E qui giunto alla fine mi nasce, Riveritissimo Signor
-mio, un dubbio.
-</p>
-
-<p>
-Valeva egli la pena di discutere coll'articolaio suo
-che mi dà prove luminose di dottrina, collocando Damasco
-in Egitto (<span class="sc num">vii</span>, 476); facendo di
-S. E. il generale Menabrea
-un ebreo (<span class="sc num">vii</span>, 238), quando sanno anche i bimbi
-che quell'egregio uomo di Stato fu tra i fondatori dell'<cite>Armonia</cite>,
-ed infine mettendo, come già ebbi a rilevare,
-la circoncisione fra i precetti noachidi? Ma istruire gli
-ignoranti è opera di carità, ed io non rimpiangerei le
-<span class="pageno" title="238" id="page-238"></span>
-mie parole se non temessi che l'articolaio in questione,
-fosse fra quegli ignoranti che non vogliono essere istruiti.
-</p>
-
-<p>
-Come si fa per esempio ad ammettere la buona fede,
-altrimenti che spiegandola colla crassa ignoranza, dello
-scrittore che a pag. 736 del vol. <span class="sc num">vi</span>,
-scrive queste parole:
-</p>
-
-<p>
-“<em>Polemicamente</em> poi si manifesta la reazione religiosa
-ebraica con quell'informe ammasso dei loro libri, tutti
-diretti contro quanto non è ebreo. Più celebri fra questi,
-perchè più empî e più blasfematorî, sono il <cite>Toldos
-Jescou</cite> ossia la <i id="generaziene">generazione</i> di Gesù,
-e il <cite>Maase Talony</cite>,
-ossia <cite>Storia dell'impiccato</cite>. Ma gli Ebrei si vantano
-ancora di possedere tre <cite>Nizacchi</cite> ossia
-<cite>Libri vittoriosi</cite>
-contro i Cristiani e contro il Vangelo, composti
-l'uno dal Rabbino Matatial, l'altro dal Rabbino Lipman,
-ed il terzo dal Rabbino Giuseppe Kimchi.
-</p>
-
-<p>
-“. . . . . Orribili
-veramente sono quei libri:
-ma però necessari a conoscersi da chi vuol sapere ciò
-che veramente pensano dei Cristiani gli Ebrei.”
-</p>
-
-<p>
-Apra l'articolaio il <cite>Dizionario storico degli Autori
-Ebrei</cite>, opera di quell'eccellente sacerdote cattolico che fu
-il prof. De Rossi, a pag. 152 del vol. 2º, e troverà che
-il <cite>Toledoth Jesù</cite> ed il <cite>Maasse Jésù</cite> o
-<cite>taluì</cite> sono un libro
-solo con due titoli diversi, e quanto poi al farne colpa
-agli Ebrei vedrà che il celebre Mendelssohn protesta
-“che è uno di quei libri che nessun ebreo di buon
-senso legge o conosce” e che lo stesso De Rossi conviene
-che “tutti i più savi e dotti Rabbini sono talmente
-persuasi della sua impostura che non ne trovo
-veruno di tanti che hanno scritto di controversie, e difesa
-la loro religione contro de' Cristiani, che abbia osato citarlo
-per genuino, per antico, per autorevole.”
-</p>
-
-<p>
-Mi è impossibile riportare intiero il capitolo del
-De Rossi, ma lo legga l'articolaio, e vedrà che l'autore
-del libercolo è ignoto e non è neppur provato che
-<span class="pageno" title="239" id="page-239"></span>
-esso sia un ebreo; sicchè volerne far colpa all'intiera
-nazione giudaica, sarebbe come dire che tutti gli Europei
-sono empî, perchè in Europa fu pubblicato, se pur fu
-pubblicato, il <cite xml:lang="la">De Tribus impostoribus</cite>.
-Quanto a quelli,
-che in gergo romanesco-giudaico, l'articolaio chiama <cite>Nizzacchi</cite>,
-legga il De Rossi ed all'articolo Matatia, e non
-Matatial, come sproposita l'articolaio, troverà che questo
-Rabbino d'incerta età e luogo, è autore di un libro polemico
-<em>manoscritto</em>, noti l'articolaio <em>manoscritto</em>, contro
-il Vangelo, intitolato: <cite>Nitzachon</cite>, o
-<cite>Libro della Vittoria</cite>.
-</p>
-
-<p>
-All'articolo <cite>Lipman</cite>, troverà che costui compose nel
-1399 un altro <cite>Nitzachon</cite> in cui confuta gli atei, i sadducei,
-i caraiti, e specialmente i Cristiani, ed esamina
-tutti i testi della scrittura da loro prodotti per provare
-i loro dogmi; all'articolo Kimchi Giuseppe, troverà accuratamente
-notati i varî titoli delle opere anticristiane
-di questo dottissimo Rabbino spagnuolo del
-<span class="sc num">xii</span> secolo, il
-quale, al pari degli altri due scellerati Rabbini sunnominati,
-ha avuto il torto di scrivere dei libri in difesa della
-religione che professava senza chiederne il permesso all'articolaio
-suo.
-</p>
-
-<p>
-Ed il suo articolaio può rabbrividire ed inorridire e
-raccapricciare quanto vuole nel ricordarli, ma deve sapere
-che le opere, quasi tutte inedite, del Kimchi, per
-dir di questo solo, vennero ritenute dal celebre Michaelis,
-dal Bruns, dall'anonimo autore delle Effemeridi di Gotha,
-e da altri letterati moderni, valentissimi nella filologia
-orientale e sacra, tanto utili per il progresso della medesima
-e di tanto pregio e importanza, che vivamente
-desiderarono che venissero ricercati con diligenza e dissotterrati
-e pubblicati.
-</p>
-
-<p>
-Un'ultima osservazione ed ho finito. L'articolaio suo
-accusa gli Ebrei (vol. <span class="sc num">x</span>, pag. 611)
-di aver sostituito
-al precetto biblico: “<i class="quo">Ama dunque il Signore Iddio tuo</i>
-<span class="pageno" title="240" id="page-240"></span>
-<i class="quo">con tutta l'anima tua e con tutto il tuo maggior potere</i>”
-l'altro <i class="quo">che Dio non si dee amare ma soltanto
-temere</i>.
-</p>
-
-<p>
-Se fossimo ancora nei tempi in cui la lingua ebraica
-era ignota ai Cristiani, se i riti e i costumi degli Ebrei
-fossero avvolti nel più profondo mistero, simile accusa
-potrebbe forse comprendersi; ma essa riesce, oggigiorno,
-peggio che inesplicabile.
-</p>
-
-<p>
-Tutti sanno che gli Ebrei hanno una speciale preghiera,
-lo <cite>Sceman</cite>, che devono ripetere almeno due volte
-al giorno, e che è per loro il simbolo della loro fede,
-ciò che il <cite xml:lang="la">Credo</cite> è pei cattolici,
-sicchè tutti i martiri
-ebrei, morirono collo <cite>Sceman</cite> sulle labbra.
-</p>
-
-<p>
-Ora i primi versetti di questa preghiera, di questo
-<cite xml:lang="la">credo</cite>, sono testualmente i
-versetti 4–9 del libro <span class="sc num">vi</span> del
-<cite>Deuteronomio</cite>, e quindi le parole:
-<i class="quo">Ama dunque il Signore
-Iddio con tutta l'anima tua e con tutto il tuo maggior
-potere</i>, che non sono altro che il 5º versetto del libro
-citato del Deuteronomio, forman proprio parte di questa
-preghiera quotidiana.
-</p>
-
-<p>
-Ma non basta; chè gli Ebrei aggiustano tanta importanza
-a questo versetto, che secondo l'articolaio avrebbero
-invece posto in non cale, che oggi ancora pronunziandolo
-“all'oggetto di concentrare la loro attenzione sopra questa
-verità fondamentale della Religione, usano, dietro l'esempio
-di un antico dottore della legge, coprirsi gli occhi
-colla mano
-destra” <a id="FNa_333"></a><a href="#Fn_333" class="fna">(333)</a>.
-</p>
-
-<p>
-Come ella vede a farlo apposta l'articolaio per una
-delle poche volte che ha accusato gli Ebrei, senza riprodurre
-<span class="pageno" title="241" id="page-241"></span>
-calunnie trite e ritrite, ha avuto proprio la
-mano felice!
-</p>
-
-<p>
-E chiedendo scusa a Lei, della lunga cicalata, depongo
-la penna, pregandola di credere che è con sommo dolore
-che devo dar posto ad uno scrittore della <cite>Civiltà Cattolica</cite>
-fra un Rohling ed un Osman bey.
-</p>
-
-<div class="data">
- <p>Gradisca, ecc.</p>
-</div>
-<div class="destra">
- <div class="firma">
- <p class="center"><span class="sc aut">Corrado Guidetti</span></p>
- <p class="center"><i>Dottore in lettere.</i></p>
- </div>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_325"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_325"><span class="label">(325)</span></a>
-Tur Orach Chaim, cap. <span class="sc num">dcxix</span>.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_326"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_326"><span class="label">(326)</span></a>
-<cite>Chulin</cite>, <span class="sc num">i</span>, <i>a</i>.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_327"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_327"><span class="label">(327)</span></a>
-<cite xml:lang="la">Conciliorum coll.</cite>, t.
-<span class="sc num">iv</span>, pag. 1389.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_328"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_328"><span class="label">(328)</span></a>
-Bolla, anno 1429.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_329"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_329"><span class="label">(329)</span></a>
-<cite class="norm" xml:lang="la">Ex Cronica Gonfredi Vosiensis</cite>,
-anno 1167, Dom. Bouquet,
-t. <span class="sc num">xii</span>, p. 496.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_330"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_330"><span class="label">(330)</span></a>
-<span class="sc aut">D'Argentré</span>,
-<cite class="norm" xml:lang="fr">Histoire de Bretagne</cite>,
-libro <span class="sc num">iv</span>, capo <span class="sc num">xxiii</span>,
-p. 207.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_331"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_331"><span class="label">(331)</span></a>
-Dom. Bouquet.
-<cite class="norm" xml:lang="fr">His. d. Fr.</cite>, t.
-<span class="sc num">xii</span>.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_332"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_332"><span class="label">(332)</span></a>
-<cite xml:lang="la">Ex Chronico Ademari Cabanensis</cite> ad an. 1020 in
-<cite class="norm" xml:lang="fr">Recueil des hist. de France</cite>
-di Dom. Bouquet, tomo <span class="sc num">x</span>, p. 154.
-Cfr. <span class="sc aut">Mary Lafon.</span>
-<cite class="norm" xml:lang="fr">Hist. du midi de la France</cite>, t.
-<span class="sc num">ii</span>, p. 122.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_333"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_333"><span class="label">(333)</span></a>
-<span class="sc aut">Mortara</span>,
-<cite>La religione israelitica compendiosamente
-esposta</cite>, Mantova, Beretta, 1855, pag. 40.
-</p>
-</div>
-
-<div class="section"></div>
-
-<h3 id="tit-7">
-<a href="#ritit-7">2º <span class="sc aut">G. B. Borelli.</span></a>
-</h3>
-
-<p class="subtitle">
-La questione semitica e la sua possibile soluzione.
-</p>
-
-<p>
-Un senatore del Regno, l'on. G. B. Borelli, si è occupato
-dell'argomento che ci preoccupa in un opuscolo
-intitolato: la <cite>Questione semitica e la sua possibile soluzione</cite>.
-Il Borelli, diciamolo subito, conviene con noi che
-oggi la questione semitica è questione sociale non religiosa,
-e nemico come egli si addimostra di tutte “le
-superstizioni religiose e di tutte quelle modalità materiali
-di culto che isteriliscono ed ammorbano il sentimento
-religioso” vede la soluzione della questione nei matrimoni
-misti.
-</p>
-
-<p>
-Alieni siccome siamo da ogni pregiudizio religioso, non
-proviamo nessuna ripugnanza per la soluzione proposta
-dall'on. Borelli. Gli osserviamo però che egli manca di
-logica.
-</p>
-
-<p>
-Poichè egli ammette che il fanatismo religioso non
-entra per nulla nella persecuzione degli Israeliti, poichè
-<span class="pageno" title="242" id="page-242"></span>
-egli ammette che gli Ebrei sono perseguitati “perchè
-assorbono e monopolizzano molti interessi commerciali ed
-industriali e sono in via di impossessarsi della maggior
-parte di essi” a che cosa crede egli di rimediare coi
-suoi matrimoni misti?
-</p>
-
-<p>
-Se l'on. Borelli legge i giornali, egli vedrà che oggi
-il partito che aspira al sovvertimento sociale ha messo
-in pratica il principio della divisione del lavoro.
-</p>
-
-<p>
-In quei paesi dove le maggiori ricchezze sono nelle
-mani dell'aristocrazia, giornalisti, indegni di questo nome,
-vanno racimolando nella storia tutto quanto può servire
-a gittar l'onta ed il discredito sugli eredi dei più grandi
-nomi storici; dove l'aristocrazia è povera, e perciò non
-odiata, e l'industria potente, sono gli industriali che si
-designano alle ire del popolino come sanguisughe efferate,
-come sfruttatori dei loro operai, ecc., ecc. Là infine
-dove gli Ebrei sono più ricchi è contro di essi che si eccitano
-le malvage passioni della plebe ignorante e fanatica.
-</p>
-
-<p>
-Metta in pratica l'on. Borelli la sua panacea del matrimonio
-misto, vada anche anche più in là se vuole, converta
-tutti gli Ebrei al Cristianesimo, li copra magari
-della cocolla del cappuccino o li ascriva al terz'Ordine
-di San Francesco, e la questione muterà forse nome, ma
-resterà intatta.
-</p>
-
-<p>
-Se tutti i membri della famiglia Rothschild si unissero
-in matrimonio con Cristiani, ciò non scemerebbe
-punto il numero degli invidiosi della loro fortuna.
-</p>
-
-<p>
-E la questione sociale, come la questione semitica, è
-fatta di invidia.
-</p>
-
-<p>
-Ora creda pure l'on. Borelli che l'invidia non si attutisce
-coi matrimoni misti.
-</p>
-
-<p>
-Ciò che occorre, ciò che è necessario, è che i perseguitati
-di ieri, come i perseguitati d'oggi, come quelli di
-<span class="pageno" title="243" id="page-243"></span>
-domani, tutti coloro insomma che hanno qualche cosa da
-perdere, si stringano in un fascio, che tutti concorrano
-a dissipare le calunnie che gli interessati vanno sobillando
-or contro una casta, or contro una Corporazione
-religiosa, or contro i seguaci di una credenza.
-</p>
-
-<p>
-Il pericolo che minaccia gli uni, minaccia gli altri e
-l'Ebreo che ridesse delle persecuzioni che contro il clero
-cattolico si organizzarono in taluni paesi, non sarebbe
-meno insensato del Gesuita che plaudisse agli eccessi che
-i degni successori degli Unni, commettono in Ungheria.
-</p>
-
-<p>
-Gli uni e gli altri riderebbero del trionfo dei loro nemici!
-</p>
-
-<h3 id="tit-8">
-<a href="#ritit-8">3º <cite class="sc" xml:lang="fr">L'Antisémitique</cite>
-(giornale) — <i>Montdidier</i>.</a>
-</h3>
-
-<p>
-Abbiamo sormontato quel disgusto che ad ogni uomo
-onesto ispirano la menzogna la più impudente e la calunnia
-la più schifosa, ed abbiamo letto, con scrupolosa
-attenzione, i primi dieci numeri
-dell'<cite xml:lang="fr">Antisémitique</cite> che
-vede la luce a Montdidier collo scopo apparente di combattere
-gli Ebrei, collo scopo reale di combattere le convenzioni
-ferroviarie proposte dal ministero francese, e di
-farsi gettare nelle fameliche fauci un'offa dal Barone di
-Rothschild.
-</p>
-
-<p>
-Il nostro coraggio nel leggere il giornale-libello non
-vogliamo sia inutile, sicchè daremo ai lettori nostri una
-breve recensione dell'immondo fogliaccio.
-</p>
-
-<p>
-A dimostrare la sciocchezza e l'ignoranza crassa dei
-redattori di quel giornale, addurremo tre prove soltanto.
-</p>
-
-<p>
-Nel suo sesto numero, annoverando gli Ebrei che occuparono
-altissime cariche in Europa, pone fra questi,
-<span class="pageno" title="244" id="page-244"></span>
-non lo si indovinerebbe in mille, il cardinale Antonelli!
-E quasi ciò non bastasse, nel numero 8, ribadisce la
-strana asserzione con queste precise parole:
-<i class="quo" xml:lang="fr">Le feu cardinal
-Antonelli qui était juif de sang et de naissance.</i>
-</p>
-
-<p>
-Come meravigliarsi dopo ciò che lo stesso giornale che
-tratta da ebreo un cardinale di Santa Chiesa, affermi,
-con sicumera tutta propria, che gli Ebrei esalano un odore
-speciale? e come meravigliarsi che difetti a tal segno di
-logica, da pubblicare, nel suo numero 9, una lettera d'un
-tal di Hervilly, — che pare voglia farsi credere letterato
-e poeta — il quale si lagna di tre scortesie ricevute dal
-conte di Larochefoucauld duca di Bisaccia, uno dei capi
-del partito cattolico francese, dalla duchessa di Magenta,
-la cui severa pietà è universalmente nota, e dalla principessa
-Riccardo di Metternich e trova che la colpa è,
-<i class="quo" xml:lang="la">risum teneatis</i>, degli Ebrei,
-che hanno bandito di Francia
-la cortesia francese!!
-</p>
-
-<p>
-Parmi bastino questi tre esempi, a dimostrare che l'organo
-magno dell'antisemitismo francese è redatto da
-idioti; uno solo basterà a provare che è redatto da malvagi
-e lo trarrò dal solo articolo del giornale in cui non
-sia discorso di Ebrei.
-</p>
-
-<p>
-È inserito nel numero 10 del giornale ed è tutto rivolto
-contro gli inglesi. E l'immondo libellista osa proporre
-che — in caso di guerra tra la Francia e l'Inghilterra — la
-Francia, calpestando i trattati che seguirono
-la guerra di Crimea, ristabilisca le lettere di marca e,
-per danneggiare la nemica potenza, si valga dell'opera
-infame dei corsari!!
-</p>
-
-<p>
-Davvero che vi è da arrossire di dover, nell'ultimo
-quarto del <span class="sc num">xix</span> secolo, occuparsi di tali
-sanguinose aberrazioni.
-</p>
-
-<p>
-Noi toccheremo dunque di questo giornale, soltanto
-perchè pur troppo, nel secolo nostro che pur si vanta
-<span class="pageno" title="245" id="page-245"></span>
-illuminato, non vi ha voce, per quanto uscita da infame
-luogo, che non possa produrre le sue conseguenze.
-</p>
-
-<p>
-E ce ne occupiamo anche perchè nell'<cite xml:lang="fr">Antisémitique</cite>
-troviamo la conferma di parecchie fra le asserzioni che
-siam venuti mettendo innanzi nel corso di questo lavoruccio.
-</p>
-
-<p>
-Abbiam detto che l'antisemitismo è una delle tante
-manifestazioni di quel mostro proteiforme che è il radicalismo,
-e nel numero 7 dell'<cite xml:lang="fr">Antisémitique</cite> troviamo a
-proposito del famoso processo di Tisza Esslar e dell'equanime
-contegno di quel procuratore del Re, sig. Szeyffert,
-le seguenti parole:
-</p>
-
-<p>
-“Nous ne sommes pas surpris d'apprendre que tous
-les membres du barreau presque tous <i class="quo" xml:lang="fr">des démocrates
-et des ennemis déclarés du cléricalisme</i> sont indignés
-de la partialité du procureur du roi Szeyffert.”
-</p>
-
-<p>
-E quasi ciò non bastasse, l'<cite xml:lang="fr">Antisémitique</cite> ci prova le
-strette relazioni che passan fra esso e la Massoneria
-francese, e nel numero 5 ne apprende che
-<i class="quo" xml:lang="fr">les franc-maçons antijuifs sont
-innombrables</i> <a id="FNa_334"></a><a href="#Fn_334" class="fna">(334)</a>
-e nel numero 6 che
-<i class="quo" xml:lang="fr">le nombre des maçons antisémites est légion</i>.
-Dichiarazioni queste di grandissima importanza, e perchè non
-contraddette dalla Massoneria francese e perchè scritte in
-un paese dove, chi ha un po' di memoria, non ha dimenticato
-gli aiuti che la Massoneria, col pretesto di porsi
-mediatrice fra la Comune ed il Governo di Versailles, ha
-prestato alla prima.
-</p>
-
-<p>
-Abbiam detto che i persecutori dei Gesuiti sono ad un
-<span class="pageno" title="246" id="page-246"></span>
-tempo i persecutori degli Ebrei e
-l'<cite xml:lang="fr">Antisémitique</cite> ci porge,
-anche di questo prove abbondanti.
-</p>
-
-<p>
-Nel num. 2 in una lettera ai suoi corrispondenti dichiara,
-parlando degli Ebrei: “Noi sapremo renderli in
-esecrazione al mondo intiero facendoli conoscere” e poche
-righe prima non ha trovato ingiuria più grave da scagliare
-contro gli Ebrei di questa: <em xml:lang="fr">Association jésuitique</em>.
-Notiamo, per semplice curiosità, e per mostrare più a nudo
-i sicari della penna che abbiam preso a smascherare,
-che essi nella stessa lettera si appropriano l'odiosa massima
-<i class="quo">il fine giustifica i mezzi</i>, che attribuita, a ragione
-od a torto, ai Gesuiti, fu meritamente stigmatizzata dalla
-coscienza di tutti gli onesti.
-</p>
-
-<p>
-Non è infatti Rodin, od il padre d'Aigrigny, e non è
-neppure un ebreo, che esclama nell'articolo già citato:
-<i class="quo" xml:lang="fr">Qu'importent les moyens quand le but est loyal!</i>
-</p>
-
-<p>
-Nel numero 6 per eccitare l'odio verso quella eccellente,
-e veramente caritatevole Associazione che è l'<cite xml:lang="fr">Alliance
-Israélite Universelle</cite>, dice che essa si compone
-<i class="quo" xml:lang="fr">d'autant
-de Jésuites et de Bonapartistes que de Juifs</i> e rincara
-la dose nei numeri seguenti, e specialmente nell'8º, dove,
-in una corrispondenza da Londra, accusa due reverendi
-Padri della Compagnia di Gesù, di essersi legati in complicità
-con dei banchieri ebrei per commettere, non sappiamo
-qual grossa frode finanziaria, a proposito di un
-prestito della repubblica di Honduras!!
-</p>
-
-<p>
-Infine abbiam detto che gli antisemiti attuali, non
-hanno che fare colla Chiesa cattolica e con nessuna Comunione
-cristiana, ed il nostro compiacente libellista prova
-anche più di quello che noi avevamo asserito.
-</p>
-
-<p>
-Esso vien pubblicando dei così detti studi sulla Bibbia,
-dove, attingendo a piene mani agli scritti di Voltaire
-e di Pigault Lebrun, volge in ridicolo il Libro che
-è egualmente sacro ai Cristiani ed agli Ebrei, e che entrambe
-<span class="pageno" title="247" id="page-247"></span>
-le Religioni hanno siccome rivelato. Una sola
-linea tolta da quel lavoro basterà a darne un concetto
-esatto. La tolgo dal num. 3:
-“<i class="quo" xml:lang="fr">Les gens grossiers qui
-construisirent la Bible.</i>”
-</p>
-
-<p>
-Nel num. 10 poi lo stesso giornale ci dà la notizia
-che la società dei <cite>Liberi Pensatori</cite> di Orléans ha deciso
-di escludere dal suo seno gli Ebrei, per ciò soltanto che
-sono Ebrei. Alla grazia di quei <cite>Liberi Pensatori</cite>!
-</p>
-
-<p>
-Ho dimostrato che l'<cite xml:lang="fr">Antisémitique</cite> non è
-soltanto idiota
-e malvagio, ma che è radicale, massone, persecutore dei
-Gesuiti, irrisore della Bibbia, negatore di ogni religione
-rivelata, libero pensatore.
-</p>
-
-<p>
-Dopo ciò è difficile a spiegarsi che tre giornali cattolici
-abbiano annunziato con favore il giornale-libello.
-</p>
-
-<p>
-Certamente tre in confronto di tutti i giornali cattolici
-che vedono la luce in Europa, non è gran cosa e
-questo numero scema di importanza ancora, quando si
-sappia che a comporre quel numero concorre un ridicolo
-giornaluccio di Modena, e l'<cite xml:lang="fr">Univers</cite> di Parigi,
-che non
-seppe mai serbar misura in nessuna questione e che è
-l'organo del fanatismo il più cieco. Addolora invece trovare
-fra i giornali che accolsero favorevolmente il libello
-di Montdidier, l'<cite>Ateneo</cite> di Torino, giornale cattolico nel
-buon senso della parola, e scevro da ogni fanatismo; e
-tanto più ci addolorano le parole che il giornale cittadino
-indirizzava nel suo numero del 10 giugno 1883, al
-libello di Montdidier, in quanto le vediamo accompagnate
-da una tenera ammonizioncella, che dimostra proprio il
-desiderio dell'<cite>Ateneo</cite> di ricondurre il figliuol prodigo sulla
-buona strada.
-</p>
-
-<p>
-Mettiam pegno che il 10 giugno l'egregio e reverendo
-teologo Biginelli non era in Torino, e che il saluto mandato
-dall'<cite>Ateneo</cite> all'organo dell'antisemitismo e della pirateria
-è opera dello scaccino della parrocchia.
-</p>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_334"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_334"><span class="label">(334)</span></a>
-L'antisemitismo non sarebbe cosa nuova in massoneria
-se è vero, e crediamo lo sia, quanto ci apprende la <cite>Civiltà
-Cattolica</cite> (serie <span class="sc num">ix</span>,
-vol <span class="sc num">v</span>, p. 107), che tuttora dura in più
-luoghi e segnatamente in Austria ed in Germania, l'antica,
-e già comune, legge di escludere gli Ebrei dalle loggie.
-</p>
-</div>
-
-<div class="section">
-<span class="pageno" title="248" id="page-248"></span>
-</div>
-
-<h3 class="lungo" id="tit-9">
-<a href="#ritit-9">4º
-<span class="sc aut">Osman bey</span>. — <cite>Gli
-Ebrei alla conquista del mondo</cite>,
-<span class="sc num">ix</span> Edizione Internazionale
-(<em xml:lang="la">sic</em>) italiana,
-<cite>aggiuntevi Rivelazioni
-sull'Alleanza Israelitica universale</cite>. Venezia,
-Favaj 1883.</a>
-</h3>
-
-<p>
-Allorquando un amico mi mandò da Venezia questo libricciattolo,
-conoscevo già di nome l'autore. È un grafomane,
-mezzo turco e mezzo russo, mezzo osmanli e mezzo
-cristiano, mezzo bey e mezzo gentiluomo,
-<i class="quo" xml:lang="la">semibovemque
-virum, semivirumque bovem</i>. Ho perciò lungamente esitato
-prima di dar luogo in questo mio lavoruccio ad una
-qualsiasi risposta, ed ho esitato specialmente, perchè, pei
-gentiluomini non turchi, vi è qualcheduno di più sacro
-della donna, del bimbo, del vecchio, del prete — queste
-quattro debolezze — ed è il soldato che tollerò, paziente,
-sanguinose offese.
-</p>
-
-<p>
-Dopo che un signor prof. Ottolenghi di Venezia, rispondendo
-a questo signore, ha potuto scrivere impunemente
-queste parole: “Se osaste ripetermi in faccia che
-l'Italia s'è fatta coll'oro, getterei le mie scarpe nelle
-immondizie dopo aver loro fatto fare la vostra conoscenza”
-pare davvero poco decoroso l'occuparsi di
-questo bey.
-</p>
-
-<p>
-Ma lo stesso amico che mi inviò l'opuscolo, mi previene
-ora che si è trovata nel Veneto una accolta di persone,
-non so se più imbecilli o maligne, per acquistare molte
-copie dell'opuscolo del bey e diffonderlo a larghe mani;
-è dunque forza occuparsi di questo libricciattolo e lo faremo.
-</p>
-
-<p>
-Chi è Osman bey? La sua grafomania lo ha spinto a
-rivelarcelo egli stesso in un libro che col menzognero titolo:
-<span class="pageno" title="249" id="page-249"></span>
-<cite>Gli Inglesi in
-Oriente</cite> <a id="FNa_335"></a><a href="#Fn_335" class="fna">(335)</a>,
-non è che la storia sua
-e della sua famiglia. In quell'opuscolo il bey gitta a piene
-mani l'oltraggio sulla nobile figura di suo padre, il dottor
-Giulio Millingen, egregio medico e pubblicista inglese dimorante
-in Oriente, e su una sua stessa sorella, di cui
-tutta Venezia onora la profonda pietà, l'intemerato carattere,
-la contessa Evelina Millingen ne' Pisani.
-</p>
-
-<p>
-Il bey è un rinnegato di tutte le nazioni, di tutte le
-religioni. Nato inglese, lo troviamo poi or turco, or russo;
-anglicano dapprima, poi cattolico e conte del papa, poi
-musulmano, ed ora crediamo greco-scismatico, il bey fu
-sin dalla sua prima infanzia il protagonista di un dramma
-religioso <a id="FNa_336"></a><a href="#Fn_336" class="fna">(336)</a>.
-</p>
-
-<p>
-Adesso lo troviamo animato da un odio veemente, implacabile,
-contro gli Ebrei.
-</p>
-
-<p>
-Duplice è la causa di quest'odio.
-</p>
-
-<p>
-Il povero bey ha due nobili passioni nel cuore. Detesta,
-esecra la sua famiglia e la sua patria: l'Inghilterra.
-</p>
-
-<p>
-Ora, sua sorella, costretta da lui ad una lite assurda,
-temeraria, affidò le sue ragioni ad un avvocato ebreo,
-l'illustre comm. Diena, onore del veneto foro, che ebbe
-anche l'impudenza di vincerla.
-</p>
-
-<p>
-Apriti cielo; il bey impugna la sua penna e scrive, in
-sua favella, queste belle
-parole <a id="FNa_337"></a><a href="#Fn_337" class="fna">(337)</a>.
-</p>
-
-<p>
-“Che una dama ultra-cattolica sia ridotta a farsi difendere
-da un israelita, non è la minore anomalìa che
-abbella codesto dramma.”
-</p>
-
-<div>
-<span class="pageno" title="250" id="page-250"></span>
-</div>
-
-<p>
-Questo per la famiglia.
-</p>
-
-<p>
-Ma non basta, che un ebreo abbia osato assumere
-contro di lui la difesa di una sua sorella; egli vede
-“in Inghilterra il giudaismo onnipossente, mercè la
-sua alleanza con la Gran Brettagna. Interessi comuni
-stabilirono un cordiale accordo fra quelle due nazioni
-commerciali,” egli vede, o sogna, che il giudaismo
-mette a disposizione dell'Inghilterra, “l'influenza finanziaria
-di cui dispone ed il suo concorso commerciale”
-e raccapricciando, egli inglese, scorge che, “intanto che
-l'Inghilterra e la Russia si contendevano il primato
-sulla Turchia, il giudaismo servì d'ausilio alla prima
-facendo una guerra inesorabile alla Russia.”
-</p>
-
-<p>
-Acciecato dall'odio pel suo paese, — nobile sentimento
-invero — il bey volle fulminare colla sua penna d'oca,
-molto d'oca, gli Ebrei che egli crede gli alleati dell'Inghilterra
-e lo fece con tanto acume, con tanto buon senso,
-che, dimenticando di avere scritto i brani che ho finora
-citato, scrive a pag. 55, del suo povero opuscolo, queste
-parole: “Quando l'Inghilterra e la Francia erano arbitre
-dell'Europa, il giudaismo si basava sulle loro influenze...
-dopo il 1867 disertarono la bandiera tricolore
-e la croce di San Giorgio.”
-</p>
-
-<p>
-Ma perdoniamo al bey queste sue contraddizioni; perdoniamogli
-anche la sua ignoranza assoluta della nostra
-lingua che gli fa scrivere, come a pag. 63, <em>questa pretesta</em>
-per questo pretesto, o come a pag. 64, <em>ciurma di
-intrighi</em> invece di non so che; ed occupiamoci alquanto
-del suo opuscolo.
-</p>
-
-<p>
-Prima però completiamo, con due citazioni dell'opuscolo
-stesso, il ritratto morale dell'autore. Il bey fu militare,
-e pose, è lui che lo dice, la sua nobile spada al servizio
-di un generale che proteggeva i briganti (pag. 5). Fu
-forse al servizio di questo generale che egli imparò la
-<span class="pageno" title="251" id="page-251"></span>
-lealissima arte di polemica, di cui parla a pag. 75. “Fu
-necessario che io mi recassi a Parigi per impossessarmi
-(leggi: <em>rubare</em>), di trofei negli stessi uffici dell'Alleanza
-Israelitica.”
-</p>
-
-<p>
-Ed ora vediamo cosa ci sa dire contro gli Ebrei questo
-rinnegato inglese, questo seida di un generale che protegge
-i briganti, questo polemista, che va in casa altrui,
-ad impossessarsi di trofei.
-</p>
-
-<p>
-Avverto però che non rileverò le accuse contro gli
-Ebrei che il bey ripete, se già in altra parte di questo
-libro io abbia avuto ad occuparmene:
-</p>
-
-<p>
-A pag. 13 accusa l'Ebreo di mancare d'amor proprio
-e soggiunge: “se voi l'insultate non ne farà caso alcuno.”
-Chi ha vissuto in società sa che vi sono Cristiani
-ed Ebrei assai suscettibili in materia d'onore, e Cristiani
-ed Ebrei privi di amor proprio: io, per esempio, conosco
-un bey, che professò tutte le religioni meno l'ebraica, e
-che non si risentì quando il prof. Ottolenghi lo minacciò
-per le stampe di prenderlo a pedate... nel beylicato.
-</p>
-
-<p>
-Del resto questo bey ha, fra le tante sue virtù, quella
-di veder sempre il fuscello che è nell'occhio dell'Ebreo e
-di non veder mai la trave che è nel suo.
-</p>
-
-<p>
-Se così non fosse, come oserebbe questo bey accusare
-gli Ebrei di essere insensibili ad ogni soddisfazione di
-amor proprio, e soltanto avidi di denaro, ricordandosi di
-aver scritto a pag. 216 di un altro suo libello, <cite>gli Inglesi
-in Oriente</cite>, queste precise parole:
-</p>
-
-<p>
-“La stampa in Londra (<em>dice lui</em>), fu unanime a riscontrarvi
-dei meriti, (<em>in una sua opera</em>); questa fu
-la sola soddisfazione e il solo vantaggio, a ricompensa
-delle mie fatiche, un centinaio di sterline m'avrebbe meglio
-pagato.”
-</p>
-
-<p>
-Ebreo d'un bey!
-</p>
-
-<p>
-E se avesse meglio pensato ai casi suoi come avrebbe
-<span class="pageno" title="252" id="page-252"></span>
-potuto scrivere a pag. 41 della sua compassionevole catilinaria
-contro gli Ebrei queste parole: “Gli Ebrei meriterebbero
-che si stigmatizzassero (<em>sintassi beylicale!</em>)
-col nome di lupi sotto pelle d'agnello; perchè in fin dei
-conti, tale è il nome che si deve dare a coloro che
-pretendono aver in una volta due nazionalità distinte.”
-</p>
-
-<p>
-Nessun professore, ebreo o cristiano, potrebbe minacciare
-impunemente un lupo di pigliarlo a pedate; l'agnello
-è tipo di mansuetudine; io non farò dunque a quelle brave
-bestie il torto di paragonarle a chi so io; ma, ti domando,
-o bey, se chi ha in una volta due nazionalità distinte
-deve paragonarsi ad un lupo mascherato d'agnello, a che
-si deve paragonare un bey che — avuta l'immeritata fortuna
-di nascere suddito inglese — pianta un bel giorno
-in asso patria e religione e diventa prima diplomatico
-turco, poi mussulmano, poi ufficiale turco, finchè un bel
-e giorno, piantata anche la Turchia, offre prima la sua nobilissima
-spada ai Candioti che non sanno che farsene, e
-poi la vende, per pochi copecchi, al Governo russo?
-</p>
-
-<p>
-Per siffatte palinodie il regno animale non offre paragoni,
-ma la nobiltà di carattere che le inspira è quella
-che si suole volgarmente attribuire ai rettili.
-</p>
-
-<p>
-Ma questo spaccamontagne di bey ha una faccia tosta
-tutta sua per asserire senza provare; si vede proprio che
-le sue imprese militari, al servizio di generali che proteggevano
-i briganti, non gli hanno lasciato tempo di
-apprendere il <i class="quo" xml:lang="la">quod gratis asseritur,
-gratis negatur</i>.
-</p>
-
-<p>
-A pag. 30, per esempio, egli mi caccia là l'osservazione
-che gli Ebrei non hanno mai fatto grande paura ai loro
-conquistatori, i Romani.
-</p>
-
-<p>
-Ecco, dirò: io non sono un bey; io non ho al mio servizio
-tre o quattro nazionalità diverse ed altrettante religioni,
-ma un po' di storia, umilmente, l'ho studiata anch'io,
-e credo che nessuno mi smentirà se dirò che, malgrado
-<span class="pageno" title="253" id="page-253"></span>
-le asserzioni di tutti i bey del mondo, gli Ebrei
-seppero tenere in scacco per lungo tempo dinanzi a Gerusalemme
-quella potenza romana che pur faceva piegar
-tutto dinanzi a sè, tanto che Tacito, — sa il bey chi è
-Tacito? — ebbe a scrivere:
-<i class="quo" xml:lang="la">Augebat ira quod soli Judæi non
-cessissent</i> <a id="FNa_338"></a><a href="#Fn_338" class="fna">(338)</a>.
-E lo stesso Tacito, a proposito di
-quegli Ebrei, che il nostro bey taccia di vili o poco meno,
-dice
-altrove <a id="FNa_339"></a><a href="#Fn_339" class="fna">(339)</a>
-che non temevano la morte; e lo provarono
-del resto, in quelle guerre, i difensori di Massada
-che, anzichè cedere alle armi romane, scannarono prima
-le loro donne ed i loro fanciulli, poi si uccisero scambievolmente.
-</p>
-
-<p>
-Eroismo barbaro, se vogliamo, ma di cui non sono
-certo capaci i bey mercenari che servono, contro la loro
-patria, generali che proteggono i briganti.
-</p>
-
-<p>
-Ma non creda il grafomane bey che noi vogliamo fargli
-l'onore di seguire passo a passo la sua tantafera; come
-pigliar sul serio l'esposizione <em xml:lang="la">ad usum bey</em> che egli fa
-della storia biblica? Aspetteremo ad occuparcene che egli
-abbia scoperto la storia dei Filistei e quella dei Faraoni,
-di cui deplora la mancanza e quando egli, dopo averla
-scoperta ed illustrata, ci avrà mostrato la verità delle sue
-gratuite deduzioni, allora soltanto consentiremo ad
-occuparcene.
-</p>
-
-<p>
-Intanto gli diciamo una cosa sola: se egli professava
-nel quarto d'ora in cui scriveva, una religione — questo
-bey ne cambia più spesso che di camicie — che ammette
-la Rivelazione, la sua raffazzonatura della storia biblica è
-empia; se egli non l'ammette, empietà per empietà, leggeremo
-più volontieri i libri del Voltaire che, almeno, riboccano
-<span class="pageno" title="254" id="page-254"></span>
-di quello spirito che manca completamente negli
-sproloqui beylicali.
-</p>
-
-<p>
-Del resto, a che occuparsi degli spropositi storici di
-questo spaccamontagne cosmopolita, quando essi non son
-messi là che per provare un asserto incomprensibile?
-</p>
-
-<p>
-Ciò che il bey vuoi provare è questo:
-</p>
-
-<p>
-“L'interesse costituisce un centro verso il quale convergono
-le aspirazioni e le ingordigie umane; dunque
-il suo possesso equivale al dominio universale.”
-</p>
-
-<p>
-Se tu, o bey, sei <em>maggiore</em> come scrittore, compiango
-i briganti che tu dovevi proteggere per ordine del tuo
-degno generale.
-</p>
-
-<p>
-Più ho letto quel periodo, e meno l'ho capito. C'è un
-<em>suo</em> sopratutto che non posso capire a che cosa si riferisca,
-e sì che bramerei saperlo, perchè saprei allora cosa
-occorra possedere per ottenere, <em xml:lang="la">secundum</em> bey, il dominio
-universale.
-</p>
-
-<p>
-Un'altra accusa, tu, o bey, fai agli Ebrei. A tuo poco
-illuminato giudizio, essi hanno eretto ad assioma il principio
-dell'antagonismo perpetuo fra gli uomini. Stammi a
-sentire, o bey. Un certo Plauto, che nel
-<cite xml:lang="la">Miles gloriosus</cite>
-ha fatto la satira ad un bey del suo tempo, ha lasciato
-scritto in un'altra sua commedia:
-<i class="quo" xml:lang="la">homo homini lupus</i>, e
-Plauto non era ebreo, che io sappia. Un sommo pensatore
-francese che, anche senza esser bey, aveva pure qualche
-valore, ha scritto un intiero capitolo col titolo:
-<i class="quo" xml:lang="fr">Le
-proufit de l'un est dommage de
-l'aultre</i> <a id="FNa_340"></a><a href="#Fn_340" class="fna">(340)</a>,
-e Montaigne non era ebreo.
-</p>
-
-<p>
-Ai tempi nostri una scienza è sorta per mostrare agli
-<span class="pageno" title="255" id="page-255"></span>
-uomini che il loro ben inteso interesse consiste nell'armonia,
-una scienza che, indagando le ragioni del progressivo
-sviluppo dei popoli, ha posto in chiaro la falsità degli
-apotemi del commediografo pagano e del pensatore francese;
-e questa scienza, che è l'Economia Politica, conta
-fra i suoi maestri molti, moltissimi Ebrei e nessun bey;
-tanto è vero che nell'<cite xml:lang="fr">Antisémitique</cite>
-del 27 ottobre u. s.
-un tal Joseph Roland, in mezzo a molte serque di spropositi,
-ebbe a scrivere questa verità sacrosanta:
-<i class="quo" xml:lang="fr">La science économique est juive.</i>
-</p>
-
-<p>
-E già che ho nominato l'<cite xml:lang="fr">Antisémitique</cite>, me ne valgo
-per opporlo ad un'altra tua asserzione. Non sono inglese,
-ma provo un certo gusto a far combattere le bestie.
-</p>
-
-<p>
-A pagina 34 tu scrivi: “La solidarietà ebraica è tale,
-che se voi toccate un ebreo, gli ebrei delle cinque parti
-del mondo si levano ritti come un sol uomo.”
-</p>
-
-<p>
-Leggi, o deliziosissimo bey, un articolo pubblicato
-nell'<cite xml:lang="fr">Antisémitique</cite>
-del 26 ottobre intitolato: <cite xml:lang="fr">Les juifs peints
-par eux-mêmes</cite>, e firmato da un tale che si dice <i>Ben
-Joudi</i>, e che probabilmente è tanto Ben Joudi quanto tu
-sei <em>bey</em>, che finisce con queste parole: “Récompense honnête
-à qui pourra me dire où reste ce bel adage: Tous
-les juifs se soutiennent entre eux.”
-</p>
-
-<p>
-Mettetevi d'accordo, dirò anch'io col Giusti, e per non
-far al diavolo di troppo brutti augurî, non finirò il verso.
-</p>
-
-<p>
-Del resto, o simpatico bey, tu hai un modo di argomentare
-tutto tuo. Quando ti conviene mostrare che gli
-Ebrei dominano dovunque nella politica, tu scrivi che
-Arnim è un semita, ciò che è falso; che Castellar è un
-semita, ciò che è falso; che Thiers, Odilon Barrot, Jules
-Simon, Léon Say, sono semiti, ciò che è falso, falsissimo,
-arcifalso. Non posso provarti che tutti coloro che ho nominato
-sono cristiani, ma dal momento che tu li qualifichi
-di semiti sta a te a darne le prove. Pel solo Say ti dirò,
-<span class="pageno" title="256" id="page-256"></span>
-che chiunque ha occupato il suo tempo altrimenti che penetrando
-nelle altrui case per impadronirsi di trofei, sa
-che Léon Say discende da una nobile e gloriosa famiglia
-di protestanti svizzeri.
-</p>
-
-<p>
-Ma per te, o bey, che consideri arte lecita di polemica
-l'impadronirti di trofei, la menzogna è peccato veniale;
-per ciò mi limiterò a farti odorare, col tuo beylicale naso,
-un'altra sola delle sozzure che tu hai seminato nel tuo
-<a id="libricciatolo"></a>libricciattolo.
-</p>
-
-<p>
-Tu dici che Blanc, il celebre fondatore del Casino di
-Montecarlo, è un ebreo. Menzogna altrettanto spudorata,
-quanto quella di certi giornali che vanno insinuando esser
-la casa di giuoco di Montecarlo sorretta dai Gesuiti.
-Blanc non fu mai ebreo; è un cristiano cattolico apostolico
-romano, come potrà fartene fede tutta Parigi. E ciò
-dico non per far ricadere la colpa della speculazione del
-Blanc su tutti i suoi correligionari, perchè questo modo
-di argomentare non è lecito che ad un bey, ma pel gusto
-di darti una volta di più del mentitore sfacciato.
-</p>
-
-<p>
-Un'altra sciocchezza, un'altra menzogna tu dici nel
-tuo libricciattolo.
-</p>
-
-<p>
-A pagina 38 tu scrivi: che fra le differenti industrie
-cui si dedicarono gli Ebrei non havvene una che abbia
-contribuito al benessere sociale.
-</p>
-
-<p>
-Quale sia stata l'influenza economica degli Ebrei, ho
-dimostrato alla gente seria, in un precedente capitolo, con
-argomenti serî.
-</p>
-
-<p>
-Ora voglio dimostrarlo con argomenti tratti dal tuo
-ridicolo libro.
-</p>
-
-<p>
-Non ti dirò che la più disonesta fra le industrie degli
-Ebrei è migliore di quella dello sgherro di ogni tirannide,
-del sicario della penna, dell'agente segreto del Governo
-russo, ma domanderò, non a te che scrivi senza capire
-ciò che ti si fa scrivere, ma a chi ha un dito di buon senso,
-<span class="pageno" title="257" id="page-257"></span>
-come è conciliabile tale tua asserzione con quanto scrivi
-a pag. 50 “gli ebrei si dedicarono alla medicina, alla
-letteratura, all'istruzione pubblica, al giornalismo.”
-</p>
-
-<p>
-Capisco che tu non debba ammettere che la medicina
-<em>contribuisca al benessere sociale</em>; tu devi dirti che i medici
-dell'ospedale di Salerno, che hanno salvato la tua
-vita, che non vale una buccia di fico, giovano assai meno
-al <em>benessere sociale</em> del veterinario che guarisce un somarello
-che vale cinquanta lire; capisco che per un dotto
-della tua specie letteratura, istruzione pubblica, giornalismo,
-sieno arti improduttive; ma non capisco come tu
-non comprenda che se gli Ebrei, come tu stesso confessi
-a pag. 39, <em>infestavano</em> gli Stati italiani quando questi
-erano prosperi e ricchi è perchè, checchè tu ne blateri,
-gli Ebrei sono fattori di prosperità e di ricchezza e tutti
-gli esempi che tu adduci in quella pagina provano contro
-di te: non è che gli Ebrei calassero, come cavallette
-voraci, nei paesi prosperi e ricchi per divorarli, perchè,
-in quei tempi di cui tu invochi il ritorno, gli Stati non
-accoglievano gli Ebrei se non ne avevano bisogno, ma è
-che colla loro attività e con quelle virtù che tu stesso,
-esagerando perchè ti fa comodo, riconosci loro, concorrevano
-potentemente a creare questa prosperità, questa
-ricchezza.
-</p>
-
-<p>
-E passo ad altro, scorrendo il tuo libro senz'ordine,
-ma come vien viene, perchè davvero non merita di più.
-</p>
-
-<p>
-A pagina 70 tu hai l'impudenza di venirla a fare da
-maestro a noi italiani e di rimproverarci, perchè nelle
-nostre assemblee legislative è fatta agli Ebrei una parte
-troppo preponderante.
-</p>
-
-<p>
-Potrei risponderti che in Italia scegliamo i nostri deputati
-ed i nostri senatori basandoci sul valore morale
-ed intellettuale delle persone e senza preoccuparci della
-loro religione e, sopratutto senza darci il menomo pensiero
-<span class="pageno" title="258" id="page-258"></span>
-di ciò che ne pensa il più sconclusionato di tutti
-i bey.
-</p>
-
-<p>
-Ma preferisco risponderti con un argomento <em xml:lang="la">ad hominem</em>.
-Come tra gli Ebrei vi sono dei bricconi, così anche tra
-i bey ci sono delle persone ammodo. Ed una di queste,
-il comm. Paternostro-bey, fu prima deputato e poi senatore
-del Regno d'Italia. Ti parrebbe logico se qualcuno
-ragionasse così: in Italia non ci sono che due bey, Osman
-Seify bey, che non osa portare il suo vero nome ed il
-suo vero titolo di Conte Millingen, e Paternostro-bey, fior
-di gentiluomo, che si è sempre chiamato così. Ora due
-bey sopra 28,459,451 abitanti, non hanno diritto a nessuna
-rappresentanza, per ciò la presenza di un bey fra
-i legislatori italiani è contraria al diritto costituzionale.
-</p>
-
-<p>
-Io non so cosa tu penseresti di chi ragionasse così,
-so che noi italiani lo chiameremmo un matto.
-</p>
-
-<p>
-Un'ultima gemma però voglio rilevare nel tuo libricciattolo.
-A pag. 42 tu scrivi: “Crémieux e Armand Levy,
-due celebrità israelitiche del nostro tempo, hanno categoricamente
-dichiarato ch'essi sono fieri di esser ebrei
-fino all'estremità delle unghie. Evidentemente, siccome
-al di là dell'estremità delle unghie non vi è gran
-che, la nazionalità francese deve trovarsi molto incomoda
-in simili individui.”
-</p>
-
-<p>
-Bisognava proprio che tu li insozzassi colla tua immonda
-bava, perchè io pigliassi a difendere il Crémieux,
-che come repubblicano non mi è punto simpatico, il Levy,
-che come comunardo mi è addirittura odioso; ma qui
-non facciamo della politica.
-</p>
-
-<p>
-Sicchè ti ricordo che un illustre patrizio e letterato
-italiano, il conte Tullio Dandolo, abbiatico di un ebreo battezzato
-e padre di quei due Dandolo, il cui nome è legato
-alla eroica difesa di Roma nel 1849, aveva assunto
-per divisa: “Prima sono cattolico e poi italiano”; e
-<span class="pageno" title="259" id="page-259"></span>
-nessuno pensò mai che in Dandolo la religione fosse ostacolo
-alla nazionalità. Ma tu che hai avuto il merito
-di far sì che il professore Ottolenghi potesse vantarsi
-di minacciare di pedate, nella tua persona, cinque o sei
-religioni e cinque o sei nazionalità diverse, certe cose non
-le puoi sapere.
-</p>
-
-<p>
-Ed ora prendo commiato da te perchè, pur intendendo
-discutere le tue calunnie contro
-l'<cite xml:lang="fr">Alliance Israélite Universelle</cite>,
-non intendo di mescolare il tuo nome a quello
-di cose serie; ti do per altro un ultimo salutare consiglio:
-se mai il Governo russo ti sopprime il <em>backscich</em>,
-va in Ungheria; fra gli eredi degli Unni potrai far fortuna:
-ma in Italia abbiamo abbastanza dei matti di casa
-per pigliarci cura dei matti forestieri.
-</p>
-
-<p>
-Senza rancore, bey!
-</p>
-
-<div class="thought-break">
-<p class="center">*<br/>* *</p>
-</div>
-
-<p>
-Nel 1860 venne fondata a Parigi l'<cite xml:lang="fr">Alliance Israélite
-Universelle</cite> col triplice scopo:
-</p>
-
-<p>
-1º Di lavorare dovunque per l'emancipazione e pel
-progresso morale degli Israeliti;
-</p>
-
-<p>
-2º Di prestar un appoggio efficace a quanti soffrono
-per la loro qualità di Israeliti;
-</p>
-
-<p>
-3º Di incoraggiare ogni pubblicazione adatta a produrre
-questo risultato.
-</p>
-
-<p>
-A questa società si vanno muovendo dagli antisemiti
-le più atroci e sconclusionate accuse; le si rimprovera
-di non aver in nessun paese esistenza legale, di essere
-una società segreta, di costituire uno Stato nello Stato,
-di creare fra i suoi affigliati una incompatibilità fra i
-doveri di cittadino e quelli di socio; e perchè la nota allegra
-non debba mancare le si rimprovera persino il suo
-emblema, che consiste in una figura allegorica rappresentante
-<span class="pageno" title="260" id="page-260"></span>
-il globo sormontato dalle tavole della legge, quasichè
-l'Alleanza aspirasse al dominio dell'Universo.
-</p>
-
-<p>
-Non so davvero quale persona seria potrebbe far colpa
-ad una associazione, di un emblema che significasse il desiderio
-di condurre il mondo all'osservanza del decalogo.
-Cristiani ed Ebrei abbiamo tutti egualmente sacra quella
-divina legge che il Redentore è venuto a perfezionare,
-non a mutare, sicchè le tavole della legge prese ad emblema
-altro non significano che la speranza nel trionfo
-della legge di Dio senza allusione a nessuna speciale confessione.
-</p>
-
-<p>
-Ma le tavole della legge poste sopra il globo nel suggello
-dell'<cite xml:lang="fr">Alliance</cite>, significano proprio tutto ciò o non
-piuttosto che quel sodalizio, fedele al suo titolo di universale,
-vuole estendere la sua azione dovunque vi sia un
-Ebreo da proteggere e da educare?
-</p>
-
-<p>
-Ed inteso così nel suo vero senso l'emblema e lo scopo
-dell'<cite xml:lang="fr">Alliance</cite>, qual più severo indagatore
-troverà in essa qualche cosa da biasimare?
-</p>
-
-<p>
-Ogni religione ha sodalizi propri intesi a propagare
-la sua fede, a difendere i suoi addetti.
-</p>
-
-<p>
-Il cattolicismo ha la sua <cite xml:lang="fr">Société pour la propagation
-de la foie</cite>, che non va confusa colla
-<cite xml:lang="la">Propaganda fide</cite> di
-Roma; il protestantesimo ha le sue Società bibliche e le
-une e le altre rendono immensi servigi alla causa della
-civiltà e maggiori ne renderebbero se anzichè combattersi
-tra loro consentissero ad esercitare la loro azione in
-paesi differenti.
-</p>
-
-<p>
-Il mosaismo, più modesto, ha la sua <cite xml:lang="fr">Alliance</cite> che non
-si propone scopo di propaganda, ma soltanto di difesa, di
-protezione, d'educazione.
-</p>
-
-<p>
-In molti e molti paesi le condizioni morali dell'Ebreo
-sono lungi dall'essere prospere; per quel circolo vizioso
-cui abbiamo accennato altrove, l'Ebreo dove è più umiliato
-<span class="pageno" title="261" id="page-261"></span>
-e maltrattato è anche meno civile, meno adatto a
-fondersi colle popolazioni tra cui vive.
-</p>
-
-<p>
-Gli Ebrei di Francia, d'Italia, d'Inghilterra, del mondo
-civile insomma, potevano fare opera più nobile che costituirsi
-in sodalizio per proteggere questi loro sventurati
-correligionari, per educarli, per renderli migliori e
-preparare così quell'auspicato giorno, in cui, compiuta dovunque
-l'opera d'incivilimento degli Ebrei, cadranno di
-necessità le barriere che li separano dai loro concittadini?
-</p>
-
-<p>
-L'<cite xml:lang="fr">Alliance</cite> che si è prefissa il
-generoso intento agisce
-alla piena luce del sole; i suoi bollettini regolarmente
-pubblicati fanno fede che i mezzi da essa impiegati sono:
-l'istituzione di scuole, la diffusione di buoni libri, i soccorsi
-ad intraprese di colonizzazione o di emigrazione,
-tutti quei mezzi insomma che condur possono allo scopo
-surriferito.
-</p>
-
-<p>
-Tacciare l'<cite xml:lang="fr">Alliance</cite> di società segreta è mostrare di
-ignorare o cosa essa realmente sia, o cosa significhi società
-segreta.
-</p>
-
-<p>
-Accusarla di non aver esistenza legale in nessun paese
-è sciocchezza e peggio. Italiano, scrivo in Italia e per
-italiani, e fra noi, tutti sanno che nessuna società ha
-d'uopo di avere esistenza legale se non si propone di
-acquistare beni stabili. Perchè dunque
-l'<cite xml:lang="fr">Alliance</cite> si esporrebbe
-a spese inutili per essere legalmente costituita in
-ente morale quando pei suoi scopi non ha nessun bisogno
-di fare uso dei diritti che da questa costituzione
-scaturiscono, tanto più quando è notorio che se domani
-una ragione qualsiasi le imponesse di farsi giuridicamente
-riconoscere, essa non incontrerebbe il più piccolo
-ostacolo?
-</p>
-
-<p>
-Ma l'<cite xml:lang="fr">Alliance</cite> tratta da paro a paro coi Governi, essa
-invia dei <em xml:lang="la">memorandum</em> ai ministri che si permettono
-persino di risponderle, essa crea uno Stato nello Stato.
-</p>
-
-<div>
-<span class="pageno" title="262" id="page-262"></span>
-</div>
-
-<p>
-Ricordiamo che ai tempi di S. M. Re Carlo Alberto
-il Magnanimo, la figlia di un ex-diplomatico olandese passò
-in Torino, malgrado la volontà paterna, dalla religione
-protestante alla cattolica.
-</p>
-
-<p>
-Ciò dette luogo a proteste diplomatiche dell'Olanda non
-solo, ma di tutti gli Stati protestanti. Ora è evidente
-che se l'Olanda in questo caso agiva, indipendentemente
-anche da ogni idea religiosa, per difendere l'autorità paterna
-di un suo suddito, di un suo rappresentante, gli
-altri Stati protestanti non avevano nessuna veste per
-intervenire nella questione, da quella infuori della loro
-qualità di protestanti.
-</p>
-
-<p>
-Che meraviglia dunque se gli Ebrei che non hanno
-nessun Governo che li rappresenti officialmente, pensarono
-di costituire un sodalizio il quale colla sola forza
-della persuasione, dell'appello alla pubblica opinione, tuteli
-i loro interessi religiosi?
-</p>
-
-<p>
-E chi non sa che nel secolo nostro la forza delle associazioni
-è tale, che ogni sodalizio, per poco importante
-che sia, ha facile mezzo di far pervenire ai Governi le
-proprie rimostranze. Sono Stati negli Stati, le società
-geografiche e commerciali, i sodalizi operai e quegli altri
-infiniti Corpi morali che non si peritano di indrizzare memorie
-a Governi e Parlamenti, forti della coscienza di
-aver solidali nelle loro domande tutti gli ascritti al sodalizio?
-</p>
-
-<p>
-Perchè gli Ebrei soltanto dovrebbero essere esclusi dal
-diritto di associarsi per la tutela dei loro interessi religiosi
-quand'anche i Governi che più combattono il così
-detto clericalismo, permettono le società per gli interessi
-cattolici?
-</p>
-
-<p>
-Prevediamo un'obbiezione desunta dal carattere internazionale
-dell'<cite xml:lang="fr">Alliance</cite>; ci si dirà:
-l'<cite xml:lang="fr">Alliance</cite> ha carattere
-essenzialmente internazionale, accoglie soci di ogni paese
-<span class="pageno" title="263" id="page-263"></span>
-ed in ogni paese esercita la sua azione; chi vi è ascritto,
-chi ne è protetto specialmente, rimane in certa guisa
-suo suddito e partecipa quindi quasi di una doppia sudditanza.
-</p>
-
-<p>
-È la stessa sciocca accusa che si muove agli ordini
-religiosi, sicchè non mi meraviglierei che qualcuno parodiando
-la celebre frase, pronunciata contro i Gesuiti nel
-<cite xml:lang="fr">Procès de tendance</cite> del 1825, dicesse che
-l'<i class="quo" xml:lang="fr">Alliance est
-une épée dont la poignée est a Paris et la pointe
-partout</i>.
-</p>
-
-<p>
-Questo modo di argomentare proviene da un residuo
-involontario di vecchie idee che ormai hanno fatto il loro
-tempo. Si credette che lo Stato avesse diritto anche sulla
-coscienza del cittadino; da qui gli sforzi brutali dei Governi
-per conseguire l'unità della fede, perseguitando i
-protestanti come in Francia ed in Ispagna, i cattolici
-come in Inghilterra ed in Isvezia.
-</p>
-
-<p>
-Ammesso il principio della libertà di coscienza, si capisce
-che un inglese può obbedire alla Santa Sede in
-tutto quanto concerne le questioni religiose, pur rimanendo
-tanto buon inglese da poter essere come Lord
-Ripon, vicerè delle Indie.
-</p>
-
-<p>
-Ma si noti che l'<cite xml:lang="fr">Alliance</cite> non avendo altri scopi che
-quelli infuori che ho accennato, non impone ai suoi soci
-il più piccolo dovere, tranne quello di pagare una quota
-annua di sei lire; quanto alla protezione che essa accorda
-a tutti gli Ebrei, sieno o non sieno ascritti al suo
-sodalizio, essa non può esplicarsi che nelle forme e nei
-modi consentiti dalle leggi dei diversi paesi, sicchè è
-tanto assurdo il voler dire che l'<cite xml:lang="fr">Alliance</cite>
-costituisce un
-pericolo per gli Stati anche i più deboli, quanto il credere
-che l'Inghilterra possa veder indebolita la sua potenza
-dagli scritti di un Osman bey.
-</p>
-
-<p>
-Intendiamoci però bene, l'<cite xml:lang="fr">Alliance</cite> non è un pericolo
-<span class="pageno" title="264" id="page-264"></span>
-per nessuno Stato, ma essa, come tutti i sodalizi che si
-propongono uno scopo retto ed onesto, ha, dietro di sè l'opinione
-pubblica e questa anche da sola e senza il soccorso
-dell'<cite xml:lang="fr">Alliance</cite> finisce per trionfare
-di tutto quanto si
-oppone al vero progresso.
-</p>
-
-<p>
-E certamente non fu per paura dell'<cite xml:lang="fr">Alliance</cite>, ma per
-paura dell'opinione pubblica, che Coloman Tisza, il Presidente
-del Consiglio dei ministri ungheresi ebbe a dichiarare
-al suo collega della giustizia che il famoso processo
-di <em>Tisza Esslar</em>, in cui figuravano ex-galeotti
-divenuti giudici, avea reso la
-<i class="quo" xml:lang="fr">Hongrie la risée de l'Europe</i>.
-</p>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_335"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_335"><span class="label">(335)</span></a>
-Venezia, Favaj, 1882.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_336"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_336"><span class="label">(336)</span></a>
-Veggasi un opuscolo, omai rarissimo, di suo padre, il
-dottor Millingen, <cite xml:lang="en">Arbitrary detention of three Protestant
-children</cite>.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_337"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_337"><span class="label">(337)</span></a>
-<cite>Gli Inglesi in Oriente</cite>, p. 240.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_338"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_338"><span class="label">(338)</span></a>
-<cite xml:lang="la">Hist.</cite>, lib <span class="sc num">v</span>, § 10.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_339"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_339"><span class="label">(339)</span></a>
-§ 5.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_340"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_340"><span class="label">(340)</span></a>
-<span class="sc aut">Montaigne</span>, <cite xml:lang="fr">Essais</cite>,
-lib. <span class="sc num">i</span>, cap. 21. Nello stesso capitolo
-si legge: <i class="quo" xml:lang="fr">Il ne se faict
-aulcun profit qu'au dommage d'aultruy.</i>
-</p>
-</div>
-
-<h3 class="lungo" id="tit-10">
-<a href="#ritit-10">5º <cite>Il sangue cristiano nei riti ebraici della moderna
-sinagoga. Rivelazioni di Neofito ex-Rabbino, monaco
-greco, per la prima volta pubblicato in Italia.</cite> Prato,
-1883.</a>
-</h3>
-
-<p>
-Il signor lettore si tranquillizzi, chè, prendendo a pretesto
-quest'opuscolo, non rientreremo nell'esame della calunnia
-già da noi, forse con soverchia abbondanza, discussa
-in altra parte del presente lavoro. Vogliamo soltanto
-spendere poche parole attorno a questo libro per
-dimostrarne il nessun
-valore <a id="FNa_341"></a><a href="#Fn_341" class="fna">(341)</a>.
-</p>
-
-<p>
-L'opuscolo, stampato, duole il dirlo, coll'<em xml:lang="la">Imprimatur</em>
-della Curia ecclesiastica di Prato, consta di 97 pagine;
-ma colla pagina 39 finisce la parte di cui intendiamo
-occuparci, il resto non essendo che una copia testuale
-delle articole della <cite>Civiltà Cattolica</cite>.
-</p>
-
-<div>
-<span class="pageno" title="265" id="page-265"></span>
-</div>
-
-<p>
-Le prime 39 pagine dunque contengono le pretese rivelazioni
-di un Rabbino moldavo convertito al cristianesimo
-e da lui pubblicate nel 1803.
-</p>
-
-<p>
-Secondo queste rivelazioni gli Ebrei farebbero un uso
-così frequente di sangue cristiano, che, se fosse vero,
-avrebbero dovuto finire collo spopolare il mondo.
-</p>
-
-<p>
-Ma di ciò, ripetiamo, non vogliamo occuparci. Vogliamo
-soltanto far rilevare che il preteso Rabbino non ha mai
-esistito.
-</p>
-
-<p>
-Infatti si comincia dall'editore stesso, col dire che tutte
-le traduzioni di questo libro sono rarissime, perchè fatte
-sparire dall'<em>oro ebreo!</em>
-</p>
-
-<p>
-Ciò sarà verissimo; ma, di grazia, perchè non cominciare
-dal dirci dove fu stampata l'edizione originale che,
-alla fin fine, non rimonta, secondo l'editore, che al 1803?
-</p>
-
-<p>
-Si sarebbe perduta persino la memoria della città, dove
-avvenne la pubblicazione?
-</p>
-
-<p>
-Quale era il nome ebraico dell'autore? L'editore non
-lo sa, o sapendolo, non lo dice.
-</p>
-
-<p>
-Quale era il suo nome da cristiano? mistero egualmente
-insoluto; <em>Neofito</em> non essendo un nome proprio ma
-significando soltanto un convertito al cristianesimo.
-</p>
-
-<p>
-Ora queste pretese rivelazioni, non avendo altro valore
-da quello infuori che deriva dalla affermazione dell'autore
-che dice di <em>aver veduto</em>, è necessario per aggiustarvi fede,
-sapere il nome dell'autore ed aver sottocchi l'originale
-sua deposizione.
-</p>
-
-<p>
-Invece lo stesso editore non ha mai veduto l'originale,
-non ne conosce che delle traduzioni, posteriori di
-30 anni alla pretesa edizione originale, e non soltanto
-non sa dirci il nome dell'autore, ma non può nemmeno
-farci sapere in che paese sia stata stampata l'edizione
-originale.
-</p>
-
-<p>
-Non occorre davvero essere nè un Magliabecchi, nè un
-<span class="pageno" title="266" id="page-266"></span>
-Muratori per riconoscere in tutto ciò i caratteri di una
-delle più volgari mistificazioni che mai siansi tentate nel
-mondo bibliografico. Ma quasi ciò non bastasse il libro
-stesso ci porge le prove le più evidenti che l'autore, non
-soltanto non era un Rabbino, ma ignorava i riti e i costumi
-degli Ebrei.
-</p>
-
-<p>
-A pagina 22 il preteso Rabbino dice gli Ebrei soggetti
-a malattie speciali. Oggi, nelle scuole, nei collegi, nelle
-caserme, nelle carceri, negli ospedali, ebrei e cristiani
-sono mescolati e nessuno ebbe mai contezza di tali malattie
-speciali. L'affermarne l'esistenza è prova certa che
-l'autore non fu mai ebreo, ma che invece partecipava a
-tutti i pregiudizii che il volgo nutre contro gli Ebrei.
-</p>
-
-<p>
-A pagina 27 afferma che “quando tra gli Ebrei si
-celebra il matrimonio, si preparano i contraenti con un
-digiuno rigoroso per ventiquattro ore, astenendosi perfino
-dall'acqua fino al tramonto del sole” e ciò pure è falso,
-falsissimo, come può affermarsi da chiunque conosca i riti
-degli Ebrei.
-</p>
-
-<p>
-A pagina 34 è detto “Quando io pervenni alla età
-di 13 anni, nella quale gli Ebrei sogliono imporre in
-capo ai loro figliuoli una corona che chiamano <em>corona
-di fortezza...</em>” Ed anche questo è falso. L'ebreo compiuti
-i 13 anni è religiosamente maggiorenne, ma le <em>corone
-di fortezza</em> non esistono che nella mente dell'autore.
-</p>
-
-<p>
-Ho scelto per citarle tra le molte falsità addotte dall'autore
-quelle soltanto che provano la sua ignoranza,
-non la sua mala fede, perocchè basta la sua ignoranza
-dei riti ebraici a provarne che l'autore non è un ex-Rabbino,
-e neppure un ex-ebreo.
-</p>
-
-<p>
-L'astio, l'interesse o qualsiasi altro motivo può spingere
-un neofita, Rabbino o no, a calunniare i suoi antichi
-correligionarii, ma egli si guarderà bene, a proposito di
-cose indifferenti, ed a tutti note dal cadere in inesattezze
-<span class="pageno" title="267" id="page-267"></span>
-che non giovano al suo scopo, ma nuocono togliendo
-credito alle altre sue affermazioni.
-</p>
-
-<p>
-Ed un'altra di tali inesattezze voglio segnalare:
-</p>
-
-<p>
-L'autore ignora che gli Ebrei usano tuttora il calendario
-lunare. Dice (pag. 29) che gli Ebrei piangono la
-distruzione del Tempio di Gerusalemme, avvenuta per
-opera di Tito, il 9 luglio e (pag. 30) che solennizzano
-l'anniversario del trionfo di Ester il 14 febbraio. Ora,
-invece, essi celebrano il primo di questi due anniversari
-il 9 del mese lunare di <em>ab</em>, ed il secondo il 14 del mese
-di <em>adar</em>; date che non si riproducono mai in uno stesso
-giorno dell'anno solare. Le pretese rivelazioni del Neofito
-essendo state, a quanto si dice, pubblicate nel 1803, abbiamo
-voluto verificare in qual giorno questi due anniversari
-cadevano in quell'anno e nell'anno precedente ed
-abbiamo trovato che nel 1802 il 9 di <em>ab</em> cadeva l'8 agosto,
-ed il 14 di <em>adar</em> il 18 marzo, e nel 1803 il primo
-il 28 luglio, il secondo l'8 marzo.
-</p>
-
-<p>
-Questo preteso Rabbino ignorava dunque persino il calendario
-ebraico!
-</p>
-
-<p>
-Da queste poche osservazioni ci sembra, a luce meridiana,
-provato che il preteso Rabbino Neofito, non ha mai
-esistito e che le pretese sue rivelazioni non sono che
-l'opera di un falsario il quale foggiò nel 1834 la traduzione
-di un libro che non fu mai scritto ed il cui autore
-non è mai vissuto. E credo che basti.
-</p>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_341"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_341"><span class="label">(341)</span></a>
-Veggasi quanto scrivemmo a <a href="#page-156">pag. 156</a>.
-</p>
-</div>
-
-
-<div class="blankpage">
-<span class="pageno" title="268" id="page-268"></span>
-</div>
-
-
-<div class="chapter">
-<span class="pageno" title="269" id="page-269"></span>
-</div>
-
-<h2 style="font-size: 250%; margin-top: 4em; margin-bottom: 4em;
- font-weight: normal;">
-DOCUMENTI
-</h2>
-
-<div class="blankpage" style="padding-bottom: 1em">
-<span class="pageno" title="270" id="page-270"></span>
-</div>
-
-<div class="chapter">
-<span class="pageno" title="271" id="page-271"></span>
-</div>
-
-<h2>
-AVVERTENZA
-</h2>
-
-<hr class="capitolo"/>
-
-<p>
-<i>Abbiamo raccolto sotto questa generica denominazione
-di documenti le narrazioni di varii
-processi sul preteso uso del sangue cristiano nei
-riti ebraici e le dichiarazioni di sovrani, principi
-e personaggi competenti sopra siffatta calunnia,
-nonchè un discorso dell'Eminentissimo Cardinale
-Manning, ed una memoria del principe Demidoff
-sulla questione semitica in Russia, e persino una
-leggenda talmudica intesa a far noto lo spirito
-di tolleranza cui si informarono, generalmente,
-i padri del Talmud.</i>
-</p>
-
-<p>
-<i>Aggiungeremo che molti fra i documenti che
-seguono sono tratti da un opuscolo pubblicato a
-Vienna nel 1883, col titolo:
-<cite class="norm" xml:lang="de">Die Blutbeschuldigung
-gegen die Juden von <a id="christlicher"></a>christlicher Seite
-beurtheilt</cite>.
-Al numero d'ordine, che precede questi documenti,
-facciamo seguire un asterisco.</i>
-</p>
-
-<div class="blankpage">
-<span class="pageno" title="272" id="page-272"></span>
-</div>
-
-<div class="chapter">
-<span class="pageno" title="273" id="page-273"></span>
-<img src="images/i003a.png" style="width: 100%" alt=""/>
-</div>
-
-<h2 class="nobreak" id="tit-11">
-<a href="#ritit-11"><span class="g">DOCUMENTI</span></a>
-</h2>
-
-<hr class="capitolo"/>
-
-<h3 id="tit-12">
-<a href="#ritit-12">I.</a>
-</h3>
-
-<p class="subtitle">
-La leggenda di Dama.
-</p>
-
-<p>
-Ci piace riprodurre questa leggenda talmudica la
-quale giova a mostrare come i dottori del Talmud riconoscessero
-che, anche nei pagani, potevano trovarsi
-virtù non comuni.
-</p>
-
-<blockquote>
-<p>
-Viveva in Ascalon un pagano per nome Dama, figlio di
-un certo Nedina, il quale era tutto in sul traffico di pietre
-preziose, e ne traeva discreti guadagni.
-</p>
-
-<p>Accadde una volta ch'egli trovossi abbondantemente provvisto
-appunto di quella qualità di gemme che il rito mosaico
-prescrive per l'efod (manto) del sommo sacerdote di Gerusalemme;
-nè era tanto facile che altra favorevole occasione gli
-si presentasse di venderle con profitto.
-</p>
-
-<p>Un giorno Dama vede entrare nella sua bottega i sapienti
-venerabili d'Israello, i quali con una certa inquietudine ed
-ansia che di leggieri traspariva dal loro volto, gli chieggono
-se per avventura tenesse ancora nel suo negozio di quella
-sorta di gemme che all'efod abbisognavano.
-</p>
-
-<div>
-<span class="pageno" title="274" id="page-274"></span>
-</div>
-
-<p>
-“Ascolta! soggiungevano i vecchi: appunto per provvedere
-il sacro manto di queste gemme che ora gli mancano, ci
-siamo mossi noi stessi in tutta fretta, per tema che da altri
-si frapponesse ritardo a compire questa pia provvista. Se tu
-ne sei fornito ben puoi dirti fortunato; però che poco c'importa
-del prezzo, purchè abbiamo al più tosto le gemme, e
-possiamo ritornare colà ove con tant'ansia siamo aspettati.”
-</p>
-
-<p>
-Giubilava il mercante a questa notizia e a questa proposta
-e tutto nel pensiero del grasso guadagno che ne avrebbe
-fatto, diede mano a quelle poche pietre preziose che gli stavano
-davanti, e presentatele ai sapienti d'Israello:
-</p>
-
-<p>
-“Signori! disse: osservate se queste si affanno al vostro
-bisogno, e tosto che ci saremo accordati nel prezzo, io spero
-di potere in sull'istante darvene quel numero che sarà nel
-desiderio vostro.”
-</p>
-
-<p>Le osservarono attentamente i saggi, e come le ebbero
-riscontrate eguali a quelle che il religioso rito prescrive,
-“È il caso nostro, risposero; ora parliamo del prezzo. Purchè
-non ci sia alcun ritardo nella rimissione delle pietre.”
-</p>
-
-<p>
-Ma quanto al prezzo non ebbero a discorrere nè a discutere
-lungamente, poichè dall'un canto eravi facile arrendevolezza
-a ben pagare, dall'altro l'offerto guadagno superava
-di gran lunga le concette speranze. Onde, conchiuso il contratto,
-“Aspettate alquanto, o signori; in sull'istante io
-sarò qui di ritorno colle gemme.”
-</p>
-
-<p>
-Tutto lieto della buona giornata, va per salire in sulle
-stanze e prendere dallo scrigno le riposte pietre. Lento lento
-però egli monta la scala, perocchè nella stanza appunto ove
-stava la preziosa arca, giaceva il vecchio padre infermiccio.
-Egli entra quasi in punta di piedi, e adagio adagio si accosta
-al letto per dargli notizia del buon contratto, e farsi rimettere
-la chiave dello scrigno che il vecchio timoroso teneva
-sempre presso di sè. Ma, o sorpresa! il vecchio dorme. Da
-lungo tempo non aveva più gustato riposo, ed ora era tutto
-immerso in dolce sopore.
-</p>
-
-<p>
-Il figlio contempla un momento con gioia quel riposo del
-padre; poi pensa alla chiave, e ricorda che il vecchio soleva
-<span class="pageno" title="275" id="page-275"></span>
-tenerla sotto al capo. Lo guarda ancora amorosamente, lo
-fissa immobile, poi dice fra sè stesso: — Pazienza! non si
-farà il contratto; ma io non disturberò il dolce riposo del
-padre mio. —
-</p>
-
-<p>
-Ridiscese lento lento la scala, e “Signori; disse ai sapienti,
-per ora io non posso rimettervi le gemme.”
-</p>
-
-<p>
-“Ma noi non possiamo aspettare, gli risposero tra indispettiti
-ed attoniti: o sull'istante, o ci rivolgeremo altrove.”
-</p>
-
-<p>
-“Avete ragione: duole assai anche a me; ma io non posso
-altro.”
-</p>
-
-<p>
-I saggi d'Israello se ne andarono; ma quando si venne
-a sapere la ragione del fatto, tutti lodarono il figliale rispetto
-di Dama.
-</p>
-
-<p>
-L'anno dopo nacque nella greggia di Dama, caso veramente
-raro, una giovenca tutta rossa senza macchia alcuna
-quale appunto era prescritta per un sacro rito
-mosaico <a id="FNa_342"></a><a href="#Fn_342" class="fna">(342)</a>.
-Tosto i sapienti d'Israello corsero in casa sua per farne acquisto.
-</p>
-
-<p>
-“Signori, disse egli, io so bene che nessun prezzo mi sarebbe
-da voi diniegato; ma a me basta soltanto che mi compensi
-della perdita che ho fatta l'anno scorso, per non mancare
-del debito mio verso il padre.”
-</p>
-
-<p>
-I Rabbini meditando su tutto questo fatto, dissero: “Quanti
-tesori di ricompensa non debbono aspettarsi i fedeli dalla misericordia
-di Dio, la quale dà il premio delle buone opere anche
-a coloro che non hanno accettata la santa legge?” (<cite>Talmud
-Kiduscim</cite>, cap. 1).
-</p>
-</blockquote>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_342"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_342"><span class="label">(342)</span></a>
-Veggasi il Pentateuco. <cite>Numeri</cite>, cap.
-<span class="sc num">xix</span>.
-</p>
-</div>
-
-<div class="chapter">
-<span class="pageno" title="276" id="page-276"></span>
-</div>
-
-<h3 id="tit-13" class="documento">
-<a href="#ritit-13">II. *</a>
-</h3>
-
-<p class="subtitle">
-Lettera patente dell'Imperatore Federico III
-</p>
-
-<p>
-Noi Federigo, per grazia di Dio, Imperatore Romano, ecc.
-</p>
-
- <p class="center"><i>Omissis</i></p>
-
-<p>
-. . . . . Abbiamo
-saputo che l'illustrissimo Margravio Carlo
-di Baden, conte di Sparheim, Nostro caro cognato e principe,
-pigliando motivo da contestazioni insorte fra taluni Ebrei e
-Cristiani, ha commesso, verso questi primi, atroci azioni, martorizzandoli
-in guisa che ne morirono, ed impadronendosi poi
-dei loro beni. Ora come abbiamo invitato il predetto Margravio
-a non più commettere simili atti da Noi non permessi,
-così invitiamo voi tutti a voler obbedire a questa Nostra Patente.
-Il predetto Margravio Carlo avendo agito in siffatta
-guisa senza motivo, ma, a quanto ci consta, per odio e per
-sospetto che essi Ebrei abbiano fatto uso di sangue cristiano
-di cui hanno assoluto bisogno e che perciò abbiano commesso
-dei delitti, richiamiamo la vostra attenzione su quanto siamo
-per dire. I nostri santi padri, i papi, hanno fatto studiare la cosa
-da dotti e da giurisperiti ed hanno dichiarato che tali misfatti
-sono infondati e proibiti, ed hanno vietato vi si aggiusti fede.
-Ci affrettiamo quindi a dichiarare che essi Ebrei sono, coi
-loro averi, sudditi del Nostro Imperial Dominio e che perciò
-ci saremmo affrettati di studiare le accuse lanciate contro
-di loro se veramente vi fosse stata giustizia nel procedere
-del Margravio e se non vi fossero stati altri motivi che lo indussero
-ad agire frettolosamente e senza farcene rapporto.
-Ripetiamo pertanto in tutta la sua forza la Nostra imperiale
-Volontà, che tutti si astengano da simili azioni non avendo
-<span class="pageno" title="277" id="page-277"></span>
-il Margravio avuto il diritto di agire come ha fatto, e mandino
-a Noi, cui tocca di giudicarne, ogni lagnanza. E questo
-ordiniamo seriamente, perchè tali ingiustizie non abbiano
-mai più a verificarsi, sicchè non dobbiamo più scrivere su
-tale argomento. Ordiniamo, poi, sotto pena di grave ammenda,
-si mettano subito in libertà gli Ebrei imprigionati e
-si restituiscano loro, conformemente a questa mia lettera
-imperiale, i loro averi. Tanto ordiniamo in forza dell'Imperial
-Nostro Diritto, e di più ordiniamo, al predetto Margravio,
-di pagare subito, alla Nostra Camera Imperiale, una multa
-di 100 marchi in oro fino, essendo nostra assoluta volontà,
-che se egli, o qualchedun altro, si dimostrasse disobbediente
-ed azzardasse, per nessuna ragione, di toccare, come già ha
-fatto, gli Ebrei od i loro beni, cadrebbe tosto in disgrazia.
-</p>
-
-<p>
-Il Margravio, e tutti con lui, sono invitati a proteggere
-in ogni guisa gli Ebrei del Nostro Impero, e nessuno in nessun
-paese, città, villaggio, borgo o distretto, possa permettersi
-di toccare loro od i loro beni se non vogliono cadere
-nella disgrazia nostra e dell'Impero e se vogliono evitare
-un'altra volta la succitata multa. Questa è assoluta volontà
-Nostra, ed eseguendola non vi mancherà la Nostra benigna
-grazia.
-</p>
-
-<p>
-Dato a Volkmark, suggellato col Nostro Imperiale Suggello,
-il venerdì avanti il giorno di San Giovanni, dopo la nascita
-di Cristo 1470. Nel 31º anno del Nostro romano Regno, il
-19º dell'Impero ed il 13º del Regno Ungarico.
-</p>
-
-<p class="block-quote">
-(Giovanni Cristoforo Wagenseil,
-“<cite class="norm" xml:lang="de">Benachrichtigungen</cite>” ecc., pagine
-168–172).
-</p>
-
-<div class="chapter">
-<span class="pageno" title="278" id="page-278"></span>
-</div>
-
-<h3 id="tit-14" class="documento">
-<a href="#ritit-14">III.</a>
-</h3>
-
-<p class="subtitle">
-Lettera del Doge di Venezia, Pietro Mocenigo, al podestà
-e capitano di Padova.
-</p>
-
-<p class="block-quote" xml:lang="la">
-Rub. Pro Judeis in causa beati Simonis de Tridento.
-</p>
-
- <p class="block-quote destra">Cart. 14 retro.</p>
-
-<p xml:lang="la">
-Petrus mocenigo dei gratia dux Venetiarum etc. Nobilibus
-et sapientibus viris Antonio erizo de suo mandato potestati
-et Bertucio contareno capitaneo padue et successoribus suis
-fidelibus dilectis salutem et dilectionis affectum. Ad nostram
-pervenit notitiam quod ex causa cuinscumque rumoris dissipati
-scilicet in tridento inventum fuisse puerum necatum a
-Judeis illius loci molestantur et verberantur Judei habitantes
-in terris et locis nostris. Et quod absurdius est facto impetu
-a christianis soditis nostris aggredi illos et predari sursum
-deorsum commeantes. Queritur usque adeo ut transire de
-loco ad locum dubitent, ne cedantur et dispoliantur: cuius
-quidem temeritatis auctores et impulsores esse dicuntur quidam
-predicatores et etiam ipsi zaretanì contionem de his
-habentes in populo. Que res quantum nobis displiceat, quantum
-molesta et ingrata sit optime intelligere pro vestra
-prudentia potestis. Credimus certe rumorem ipsum de puero
-necato commentum esse et artem ad quem
-finem <a id="FNa_343"></a><a href="#Fn_343" class="fna">(343)</a> videant
-<span class="pageno" title="279" id="page-279"></span>
-et interpretentur alii. Nos vero volumus semper ut in terris
-et locis nostris Judei secure et impune inhabitarent: et omnis
-vis et iniuria absit ab illis non secus quod sit erga ceteros
-fideles et subditos nostros. Et si quis est qui aliter vel presumat
-vel cogitet, male nos et indignationem nostram novit.
-Et licet non dubitemus quod pro una circumspectione probe
-intelligatis ista non convenire: et presertim hoc tempore
-provideritis quod provisuri quod sitis nec in ista civitate et
-territorio nostro contra Judeos innovetur quodcumque dicta
-de causa. Tamen volumus et vobis mandamus ut sub severissimis
-penis providere debeatis, et talem operam dare quod
-secure et tute inhabitare voleant: et ut sursum deorsum ire
-et redire Judei omnes istic habitantes procedendo contra inobedientes
-et obviando ne a predicatoribus aut aliis excitetur
-populus ad tales insultus, quo nihil displicentius audire et
-intelligere possemus: has autem nostras literas in actis Cancellerie
-vestre ad futurorum memoriam registrare faciatis.
-</p>
-
-<p xml:lang="la">
-Datum in nostro ducali palatio
-</p>
-
-<p xml:lang="la">
-Die <span class="sc num">xxii</span> aprilis — Jndictione
-<span class="sc num">viii</span>, 1475.
-</p>
-
-<p class="block-quote">
-Copia tratta dal Registro originale della Cancelleria di Padova segnato
-col N. <span class="sc num">xxvi</span> — e chiamato
-<cite>Registro Verde</cite>. Si conserva nell'Archivio
-Antico annesso al Museo Civico.
-</p>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_343"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_343"><span class="label">(343)</span></a>
-A che fine? Risponda per noi un contemporaneo e precisamente
-un Sacramorus, ambasciatore milanese a Roma e Protonotario apostolico,
-il quale scrivendo da Roma, a Cicco Simonetta, segretario del
-Duca di Milano, in data 7 agosto 1475, vien fuori, a proposito di questo
-fatto, con queste precise parole: “... èt il prefato nostro Signore
-manda el vescovo de Ventimiglia a Trento per vedere et examinare
-questo che se scrive, acciò che se pur sia vero, e non sia appetito
-de qualche roba...” (Cfr.
-<cite>Bollettino Storico della Svizzera Italiana</cite>;
-anno <span class="sc num">iv</span>: gennaio-febbraio 1884, pag. 21).
-Il fine dunque si sospettava
-fin d'allora, ed era quello che noi siam sempre venuti dicendo:
-<i class="quo">Appetito
-de qualche roba</i>, come diceva quel buon Sacramorus, per non dire
-netto e schietto il desiderio di derubar le vittime, calunniandole.
-</p>
- <p class="foot destra">C. G.</p>
-</div>
-
-<div class="chapter">
-<span class="pageno" title="280" id="page-280"></span>
-</div>
-
-<h3 id="tit-15" class="documento">
-<a href="#ritit-15">IV.</a>
-</h3>
-
-<p class="subtitle">
-<strong>1479 . . . Aprile.</strong>
-</p>
-
-<p class="subtitlelungo">
-Carteggio relativo all'arresto di alcuni Ebrei della provincia
-di Pavia, falsamente imputati d'avere, nelle loro cerimonie,
-crocifisso un fanciullo cristiano; e dichiarazione di provata
-innocenza, emessa il 28 aprile 1479, da Bona e Giovanni
-Galeazzo Maria Sforza, con ordine di liberazione e resa dei
-beni
-confiscati <a id="FNa_344"></a><a href="#Fn_344" class="fna">(344)</a>.
-</p>
-
-<h4>
-1º
-</h4>
-
-<p>
-Illustrissimi et excellentissimi principes et domini domini
-mej metuendissimi. Aviso vostre excellentie qualiter noviter
-domino Antonino locumtenente del Cardinale ha dextenuto
-uno hebreo che sta in la tera dela Stratella per famiglo de
-uno Belhomo hebreo che sta in la terra de Arena, perchè el
-debe haver piglato uno puto et mandato al dicto Belhomo
-per fare le cerimonie deli hebrey, lo qual puto non se trova.
-El qual famiglo he stato examinato, et prout posso intendere
-ha confessato haver mandato esso puto al dicto Belhomo.
-Et intexo questo ho facto dextenire esso Belhomo: Et aziò
-se possa haver il vero dal dicto Belhomo bexognaria haver esso
-famiglo, et etiam la confessione per luy facta et li altri indicij
-per esso domino Antonino et seu il suo potestà assumpte,
-<span class="pageno" title="281" id="page-281"></span>
-aziò etiam possa intendere li complici et participi de
-tal delicto, et provvedere circha il punire similli errori, li
-quali non sono da tollerare. Per la qual cossa piaqua a vostre
-excellentie scrivere al dicto domino Antonino, me vogla dare
-nele mane cussi dicto famiglo, come la confessione sua et
-altri indicij circha ciò assumpto per intendere il vero; avisando
-esse vostre excellentie che più virilmente se procedarà
-nante a mi che al dicto domino Antonino, perchè etiam questo
-he uno officio, et vostre excellentie non debano tolerare
-me sia tolta la jurisdicione, la qual cosa etiam cedarà ad
-utillitate de vostre excellentie, ala qual humiliter me racomando.
-</p>
-
-<p class="docudata" xml:lang="la">
-Papie, <span class="sc num">xx</span> aprilis 1479.
-</p>
-
-<p class="testa" xml:lang="la">
-Earundem illustrissimarum et excellentissimarum dominationum,
-fidelis servitor
-</p>
-
-<p class="destra"><span class="sc aut">Johannes Calzavacha.</span></p>
-
-<p class="atergo" xml:lang="la">
-<i>A tergo.</i> — Illustrissimis et excellentissimis principibus et
-dominis dominis ducibus Mediolani et dominis meis metuendissimis.
-</p>
-
-<p>
-Mediolani — cito — cito.
-</p>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_344"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_344"><span class="label">(344)</span></a>
-Questi documenti, il cui originale esiste nell'Archivio di Stato di
-Milano, (<cite>Raccolta</cite> <cite class="sc">Ebrei</cite> 1479)
-vedono ora la luce per la prima volta.
-</p>
-<p class="destra">C. G.</p>
-</div>
-
-
-<h4>
-2º
-</h4>
-
-<p>
-Illustrissimi signori mei. Per una mia di <span class="sc num">xx</span>
-del presente
-avisaj vostre signorie illustrissime dela captura di uno ebreo
-facta per il locotenente del reverendissimo Cardinale di questa
-città, qual inculpava uno Belhomo pur ebreo che havea
-havuto nele mane uno puto christiano qual no se trova et
-se dubita lo habia facto morire, et pregava vostre illustrissime
-signorie facesero ch'io havese li indicij e la confessione
-di quelo ebreo era nelle mane di esso locotenente, aciò ch'io
-potese procedere contra dicto Belhomo, qual havea et ho nele
-mane luj e uno altro nominato Saya da Piasenza, quali examinandoli
-li ho trovati varij et mendazi. Pur il dicto Belhomo
-fin a questa hora sta sula negativa, ma invero dubito sia
-<span class="pageno" title="282" id="page-282"></span>
-culpevele. Ora in questa il locotenente del reverendissimo
-Cardinale m'ha presentato una littera de
-<span class="sc num">xxi</span> del presente
-di vostre illustrissime signorie, quale mi comandano deba
-vedere de havere dicto Belhomo nele mane et consignarlo
-al Capitaneo de Justicia de Milano, qual già duij dì fa, como
-ho scripto a prelibate vostre illustrissime signorie ho nele
-mane cum il cumpagno sopranominato, et como filiolo di ubedienza
-lo haveria de subito mandato ad esso capitaneo. Ma
-il locotenente ante me presentase le mie littre già havea
-facto intendere il tenore di queste littre a molti citadini
-quali di subito fycero convocare la provisione et hanno ellecto
-duy cittadini che hozi si partino per venire a vostre
-excellentie per obviare non si mandano, li quali som domino
-Ambrosio Pizono, et frate Boniforto Strazapata, et questa
-comunità m'ha facto grandissima instantia non manda dicto
-Belhomo finchè li ambasciatori loro non siano venuti da vostre
-excellentie, ma non seria già stato a sua richesta, ma
-il locotenente del Cardinale vene in previsione et dise che
-ante mandare il suo, volea venire prima lì, et così vene una
-a cum dicti ambasatori. Vedendo così mi som confidato de
-avisare prima prelibate vostre signorie di questo, ante lo
-mandi, qual tenerò in bona custodia donec vostre illustrissime
-signorie mi scriverano altro. Ho mandato ad Arena a
-fare fare discretione di tuti li beni del dicto Belhomo; e
-così ad investigare il vero ho dati certi tracti di corda al
-dicto Belhomo; pur non ha ancora voluto confessare. Ma se
-vostre illustrissime signorie mi lasaranno procedere non dubito
-trovare il vero. Ma non farò altro finchè vostre excellentie
-non me avisano di quanto habia a fare, quale ubedirò
-senza rispecto alcuno, et a quelle humilmente mi ricomando.
-</p>
-
-<p class="docudata" xml:lang="la">
-Papie, <span class="sc num">xxii</span> aprilis 1479.
-</p>
-
-<p class="testa" xml:lang="la">
-Earundem illustrissimarum et excellentissimarum dominationum.
-</p>
-
-<div class="destra testa">
- <div class="firma">
- <p class="center">Servitor</p>
- <p class="center"><span class="sc aut">Johannes Calzavacha.</span></p>
- </div>
-</div>
-
-<div>
-<span class="pageno" title="283" id="page-283"></span>
-</div>
-
-<p class="atergo" xml:lang="la">
-<i>A tergo.</i> — Illustrissimis et excellentissimis principibus
-et dominis dominis ducibus Mediolani etc, dominis meis metuendissimis
-etc.
-</p>
-
-<p>
-Mediolani, — cito — cito.
-</p>
-
-<h4>
-3º
-</h4>
-
-<p>
-Illustrissimi principes et excellentissimi domini domini
-singularissimi. Havemo inteso vostre signorie havere scripto
-al magnifico domino Comissario et Potestà di questa sua
-città, deba mandare in le mane del Capitaneo dela Justitia
-di quella città certi ebrey qualì, ut dicitur, hanno occixo in
-grandissimo vilipendio de tuta la christianità uno fanzullo
-in la terra de Arena; del quale caxo tuto questo populo, maxime
-li cittadini di questa città, et quanto sonno da più
-tanto etiam più se ne stupisseno et fanno grande murmuracione,
-che quando sij vero non sarebe allo pacto, da esser
-tollerato, imo speramo vostre signorie ne debiano fare grande
-dimostracione. Et perchè in quella jurisdicione unde è comisso
-el delicto debe anchora esser facta la punicione et sie
-in Pavia. Il che etiam ultra che sii de rasone, e molto honesto
-poj che il loro sangue et persone sonno taliter indebite
-oltragiate, essendo cossì, havemo deliberato mandare da
-esse vostre signorie il spectabile doctore domino Ambroxio
-Pizono advocato di questa comunità et domino frate Guiniforto
-Strazapata, ambo cittadini, quali ad nostro nome exponerano
-ad vostre signorie circha questo quanto da nuy hanno
-in comissione. Supplicando ad quelle se degnano darli benigna
-audientia et piena fede como ad nuy proprij, como
-speramo in le prelibate vostre signorie, ale quale si ricomandiamo.
-</p>
-
-<p class="docudata" xml:lang="la">
-Datum Papie die <span class="sc num">xxii</span> aprilis 1479.
-</p>
-
-<p class="testa" xml:lang="la">
-Earundem dominationum vestrarum fidelissimi servitoris
-</p>
-
-<div class="destra testa" xml:lang="la">
-<div class="firma">
- <p class="center">Deputati officio provixionis</p>
- <p class="center">comunis civitatis vestre Papie.</p>
-</div>
-</div>
-
-<div>
-<span class="pageno" title="284" id="page-284"></span>
-</div>
-
-<p class="atergo" xml:lang="la">
-<i>A tergo.</i> — Illustrissimis principibus et excellentissimis
-dominis dominis ducibus Mediolani etc., Papie Anglerieque
-comitibus, ac Janue et Cremone dominis dominis singularissimis.
-</p>
-
-<h4>
-4º
-</h4>
-
-<p>
-Illustrissimi principes et excellentissimi domini domini mei
-singularissimi. Quest'hora per Ambroxio correro ho la secunda
-di vostre excellentie data heri circha il facto deli Judei quali
-mandarò omnino questa sera al Capitane dila Justicia, secundo
-m'è scripto per vostre excellentie, quibus me humiliter
-comendo. Datum Papie die 23, hora 10<sup>ma</sup>, aprilis 1479.
-</p>
-
-<p>
-Earumdem dominationum vestrarum, ad Deum devotus
-orator.
-</p>
-
-<div class="destra testa" xml:lang="la">
- <div class="firma">
- <p class="center"><span class="sc aut">Antoninus Malvicinus</span>
- de Font.</p>
- <p class="center">locumtenens etc.</p>
- </div>
-</div>
-
-<p class="atergo" xml:lang="la">
-<i>A tergo.</i> — Illustrissimis principibus et excellentissimis
-dominis dominis ducibus Mediolani, dominis meis singularissimis.
-</p>
-
-<h4>
-5º
-</h4>
-
-<p>
-Illustrissimi principes et excellentissimi domini domini mei
-singularissimi. In executione dele litere de vostre signorie
-ho consignato a Johanne da Napoli dicto Rosso et ali compagni
-suoi provixionati de vostre signorie Belhomo judeo
-quale era qui destenuto, aciò che lo debano condure lì in le
-mani del capitaneo de castello di vostre signorie sempre
-secondo la continencia de epse lettere. A vostre signorie
-mi racomando. Papie die 25 aprilis 1479.
-</p>
-
-<p xml:lang="la">
-Illustrissimarum dominationum vestrarum
-</p>
-
-<div class="destra testa" xml:lang="la">
- <div class="firma">
- <p class="center">servus</p>
- <p class="center testa"><span class="sc aut">Joannes Calciavacha</span>,
- eques et doctor</p>
- <p class="center">commissarius et potestas ibi.</p>
-</div>
-</div>
-
-<div>
-<span class="pageno" title="285" id="page-285"></span>
-</div>
-
-<p class="atergo" xml:lang="la">
-<i>A tergo.</i> — Illustrissimis principibus et excellentissimis
-dominis dominis ducibus Mediolani, Papie Anglerieque comitibus,
-ac Janue dominis dominis meis singularissimis.
-</p>
-
-<h4>
-6º
-</h4>
-
-<p class="center" xml:lang="la">
-1479. die <span class="sc num">xxviii</span> aprilis de mane.
-</p>
-
-<p class="center testa" xml:lang="la">Congregatis infrascriptis
- senatoribus videlicet.</p>
-<p class="center" xml:lang="la">Magnifico domino Sfortia Secundo.</p>
-<p class="center" xml:lang="la">Reverendo domino Episcopo Comensi.</p>
-
-<div class="testa presenti">
- <table summary="domini">
- <tr><td class="center domini">Domino</td>
- <td>Petro Francisco Vicecomite.</td></tr>
- <tr><td class="center domini">”</td>
- <td colspan="3">Nicodemo Tranchedino.</td></tr>
- <tr><td class="center domini">”</td>
- <td colspan="3">Orpheo de Richano.</td></tr>
- <tr><td class="center domini">”</td>
- <td colspan="3">Azone Vicecomite.</td></tr>
- <tr><td class="center domini">”</td>
- <td colspan="3">Cicho Symonetta.</td></tr>
- <tr><td class="center domini">”</td>
- <td colspan="3">Johanne Symonetta.</td></tr>
- <tr><td class="center domini">”</td><td>Bortholomeo Chalco</td>
- <td rowspan="2"><span class="graffa">}</span></td>
- <td rowspan="2"><i>Secretari.</i></td></tr>
- <tr><td class="center domini">”</td><td>Johanne Jacobo Symonetta</td></tr>
- <tr><td class="center domini">”</td><td class="destra">Francisco Ritio,</td>
- <td></td><td><i>Cancellario</i>.</td></tr>
- </table>
-</div>
-
-<p xml:lang="la">
-<a id="vocati"></a>Fuerunt vocatì dominus Antoninus Malvicinus
-vicarius reverendissimi
-domini cardinalis Papientis et dominus Ambrosius
-Pizonus et frater Bonifortus Strazapatta oratores Papienses,
-presente Turlurù puero quem asserebant a Belhomo
-hebreo in Arena crucifixum. Et petentibus ipsis oratoribus
-remitti hebreos detentos ob hanc causam ad potestatem Papiene
-laedatur sua juridictio etc.; fuit eis responsum quod illustrissimi
-principes nostri nolunt rumpere eorum jurisdicionem,
-sed quia huiusmodi imputacio fuit data hebreis alias et tamen
-fuit inventa falsa, voluerunt prefati principes nostri hoc intelligere,
-quia huiusmodi casus, si fuisset verus, erat atrocissimus
-et offendebat totam christianam religionem, ideo erat
-officium principis hoc ad se advocare et veritatem intelligere;
-et si fuissent reperti culpabiles, fuissent etiam remissi
-ad potestatem Papie ut punirentur. Et sic fuerunt dimissi
-dicti oratores et ordinatum quod scribantur littere huiusmodi
-<span class="pageno" title="286" id="page-286"></span>
-responsionis ad comunitatem Papie, et, relaxerunt et liberentur
-omnes hebrej hac de causa detenti, et eorum bona
-eis serventur et extorta restituantur.
-</p>
-
-<h4>
-7º
-</h4>
-
-
-<p class="center testa" xml:lang="la">Ex Mediolano die
-<span class="sc num">xxviii</span>, aprilis 1479.</p>
-<p class="center testa" xml:lang="la">Commissario et potestati
-ac duodecim provisionis</p>
-<p class="center testa" xml:lang="la">Comunitatis Papie.</p>
-
-<p class="testa">
-Dilecti nostri. Sonno stati da nuj el nobile doctore messer
-Ambrozio Pixono et Boniforto Strazapatta vostri ambaxatori
-li quali se sonno per vostra parte gravati che havendo noi
-facto condure qui Belhomo et Donato hebrei imputati de
-havere morto in Arena uno putto nominato Turlurù sia lesa
-la jurisdicione de quella nostra città, allegando la condemnatione
-et punitione deli dicti hebrei, casu quo essent culpabiles,
-et la absolutione sì essent innocentes doversi fare
-per voi Commissario et potestà suo judice ordinario; et per
-questo rechiedeveno volessimo rimettere li dicti hebrei. Noj gli
-havemo facto rispondere che nostra voluntà non fo maj, ne
-è, alterare ne rumpere la jurisdicione de quella nostra fidele
-Comunità, immo conservarla cusì como la conserviamo a tutti
-li altri nostri subditi. È ben vero che essendone venuto a
-notitia quanto di sopra è dicto della imputatione che se dava
-alli dicti hebrei, et considerato che quando tale cosa fosse
-stata <span style="padding-right: 14ex;">vera</span> de
-gravissima atrocità tendente in
-generale oprobrio della christiana religione et ad manifesta
-offensione della dignità nostra, ce è parso como a catholici
-et christiani principi essere nostro officio, et ad noj principalmente
-pertenere la investigatione et cognitione de sì horibile
-et detestando delicto, et fargli quella provisione che
-alla observantia della fede de Christo et al debito et honore
-nostro sè conveneva. Et per questo havemo voluto havere
-quì li dicti hebrei, et fare investigare con diligente examino
-<span class="pageno" title="287" id="page-287"></span>
-la verità de questa cosa, con ferma dispositione che trovandosi
-culpabili li dicti hebrei fossero puniti et castigati in
-quella nostra città sotto voj Commissario et Potestà juxta
-suoi demeriti. Et cusì se veneva ad essere satisfacto al honore
-nostro, alla justicia et al desiderio de quella nostra
-comunità, benchè come principi et signori haressimo possuto
-et possemo simili et altri errori farli punire arbitrio nostro,
-dove et como ad noi paresse più conveniente, et ad più salubre
-exemplo. — Hora havendo effectualmente trovato che
-tale imputatione è stata falsa, et calumniosamente facta,
-como etiam altre volte è accaduto, et essendosi trovato el
-dicto putto ghiamato Turlurù vivo et senza lesione alcuna,
-conducto al cospecto nostro et veduto per li dicti vostri ambaxatori,
-se siamo maravigliati non senza molestia de questa
-scandalosa inventione dalla quale sonno stati per uscire periculosi
-inconvenienti tra populari et gente imperita; et havemo
-commandato et per tenore delle presente commandiamo
-che li predicti hebrej et tutti li altri destenuti per dicta
-casone siano liberamente relaxati senza offensione et danno
-alcuno, et alla liberatione deli dicti hebrei non c'è parso in
-cosa tanto manifesta s'y conveniente procedere per via judiciaria,
-ma summariamente quoniam effectus ipse declaravit
-falsitatem dicte imputationis, cuius autor nullus comparuit
-ad accusandum.
-</p>
-
-<p>
-De questa nostra resposta et deliberatione havemo voluto
-darvi aviso per nostre littere, perchè distinctamente intendiati
-el tutto, et cognosciati che non haveti casone de posservi
-dolere de quello havemo facto per debito et honore
-nostro in questa facenda; immo doveti referircene gratie et
-como fideli subditi recevere a beneficio singulare che habiamo
-facto retrovare la verità de sì scandalosa imputatione. Volemo
-et ve comandiamo che debiati provedere, presertim voi
-potestà et comissario, che alli hebrej in quella città et sua
-jurisdicione non sia facta indebita molestia nè ultragio perchè
-non intendemo comportarlo, como a bocha havemo facto dire
-ad epsi vostri ambaxatori.
-</p>
-
-<div>
-<span class="pageno" title="288" id="page-288"></span>
-</div>
-
-<h4>
-8º
-</h4>
-
-<p>
-Illustrissimi principes et excellentissimi domini domini mei
-singularissimi. Per exeguire quelo ho in comissione per lettere
-de vostre illustrissime Signorie Mediolani date sub die
-28 instantis mensis et signate Cichus, de fare restituire
-tute queli pigni sono tolti ali Ebrey de Arena, quali sono
-retenuti pel el judice del Malleficio, Sindici fiscali et notari
-et familia mia, li quali sindici judice notari et familia li ho
-havuto da mi et li ho facto intendere quelo me comete vostre
-illustrissime signorie sia restituite esse robe ad essi
-Ebrey senza spexa alcuna; et essi me hanno resposto che
-sono paratissimi ad obedire ali comandamenti de vostre illustrissime
-signorie, et così me hano consignate apreso di me
-tute esse robe. Ma dicono che essendo loro stati giorni sei
-sopra la hostaria cum cavali da victura, pare sia honesto
-siano satisfacti dela loro mercede et deli cavali da victura
-etiam se may non fuseno in dolo essi Ebrey, perchè questi
-tali officiali quali sono andati a fare questa tale descriptione
-sono in bona fede hano obedito ad quelo lì è comandato,
-maxime che essi Ebrey, per simile poca spexa, son certo non
-serano tropo
-retrogradi <a id="FNa_345"></a><a href="#Fn_345" class="fna">(345)</a>.
-Nichilominus exequiro sempre
-quelo m'è comisso per vostre illustrissime signorie le quale
-pregole se degnano scrivere quelo ho ad fare, se li pare tracta
-qualche composicione per così minima cosa, adciò che questi
-tali officiali in li facti dela camera, quando acaderà, siano
-più vigilanti, ale quale cum fede et devocione sempre me
-racomando. Datum Papie die ultimo aprilis 1479.
-</p>
-
-<p xml:lang="la">
-Earumdem dominationum vestrarum,
-</p>
-
-<div class="destra" xml:lang="la">
- <div class="firma">
- <p class="center">Fidelissimus servitor</p>
- <p class="center"><span class="sc aut">Johannes de Calzavacha</span></p>
- <p class="center">ibidem Comissarius et Potestas.</p>
- </div>
-</div>
-
-<div>
-<span class="pageno" title="289" id="page-289"></span>
-</div>
-
-<p class="atergo" xml:lang="la">
-<i>A tergo.</i> — Illustrissimis principibus et excellentissimis
-dominis dominis Ducisse et Duci Mediolani, Papie Anglerieque
-Comitibus ac Janue et Cremone dominis, dominis suis metuendissimis
-etc.
-</p>
-
-<p xml:lang="la">
-Dentur in manibus magnifici domini Cichi ducalis primi
-secretari dignissimi etc.
-</p>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_345"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_345"><span class="label">(345)</span></a>
-Si noti singolare giustizia de' tempi. Gli Ebrei erano stati riconosciuti
-innocenti, il fanciullo che si pretendeva ucciso da loro, era
-vivo e sano, ma ciò non toglieva che ad essi non si facessero pagare
-le spese del giudizio.
-</p>
-</div>
-
-
-<h4>
-9º <a id="FNa_346"></a><a href="#Fn_346" class="fna">(346)</a>.
-</h4>
-
-<p xml:lang="la">
-Bona, et Joannes Galeaz Maria Sforcia Vicecomites Duces
-Mediolani, ac Papie Anglerieq, Comites, ac Januæ et Cremonæ
-domini, Parte universitates heb.<sup>m</sup> in dominio nostro commorantium
-tenoris huiusmodi accepimus supplicationem V.<sup>z</sup>
-</p>
-
-<p>
-Ill.<sup>mi</sup> ac Excell.<sup>mi</sup> Principes, Già sonno
-m.<sup>ti</sup> anni che li heb.<sup>i</sup>
-del duminio uro p. uarij modi sonno statti tribulati et aflitti
-nelle Robbe, et persone sue, non ostante che sempre siano
-statti pronti, et uolenterosi al bene, et utile del statto uro,
-in modo se trouano in li mali termini se le Ecc.<sup>me</sup> u͠re non
-si degnano prouedergli, però che da certo tempo in quà sonno
-perseguitatti nelle persone, et non pensando alc.<sup>i</sup> u͠ri offitiali
-quanto più è speso tanto manco gli è rimasto, cercando per
-uia inderetta di molestargli nelle persone de dì in dì, et de
-tempo in tempo studiando far noui inuentioni e che sij uero
-da dui mesi in quà sonno acaduti l'infrascritti casi, V. g. in
-ualenza trouandossi mancare un putto hebbeno suspitione
-contra li heb.<sup>i</sup> di d.<sup>a</sup> Terra, et li fù minaciato assai,
-et se
-per Dio gratia lo putto non si fusse trouato annegato in una
-foppa per certo l'incoreua mal assai. Similiter essendo perso
-un putto di Monte Castillo fù imputato alli heb.<sup>i</sup> di d.<sup>a</sup>
-Terra
-e poi fu trouato era caduto uia per una sua amida. Il simile
-accadete a Bormio, item a pauia essendo rimasto un putto
-da sera seratto fuori dal ponte di Ticino, et condotto p. un
-Zentilhuomo a casa sua a' fine di restituirlo à quello de chi
-<span class="pageno" title="290" id="page-290"></span>
-era, et non se trouando così subbitto, fù suspicato et mormorato
-contra heb.<sup>i</sup> et cercato in casa sua et minaciatoli, in modo
-chel patrone della casa fugito per paura, et ancora non è
-ritornato, et se poi non fusse ritrouato non sariano passati
-senza pericoli, et molestie assai, come è accaduto a quello
-della stradella, et come alias acadete à Pauia che fureno
-sachegiati et fatto leuar il popolo à Rumore à risego di far
-nascere qualche gran scandolo et disordine con detrim.<sup>to</sup> et
-pericolo del statto de V. I. S. delle qual cose V. S. sono
-assai informate le quali sono diuulgate non solum in Lombardia
-ma etiamdio fuori di Lombardia, et li imputatti al detto luoco
-darena p. li tormenti grandi a loro fatti in diuersi luochi
-hanno confessato hauer comesso quello di che erano inocenti,
-et condotti in Castello et a casa del Cap.<sup>o</sup> di giust., p. tutto
-hanno Ratificato esser uero ciò haueuono d.<sup>o</sup> et se Dio per
-sua gratia non hauesse mandato che fusse trouato sariano
-statti tratatti pegio che quelli da Trento, che Dio sà sel
-fosse uero ò non pure sperano che Dio ne debba fare demostratione
-al tempo; è p. che se poderia desuiare qualche
-putto fuori del Dominio, aut per qualche altro inderetto fine
-inuilupato da qualche soy emuli per disfargli gli pare
-grauiss.<sup>mo</sup> che hauendo persa la Robba debbono sobiacere à
-tale, è tanto pericolo delle Robbe, è persone sue, per che à
-loro sarà imposibile hauer cura ne render conto de quanti
-putti si perdono nelli paesi doue habbitano. Però credono
-che ne uno de sanno intelleto debbia credere tale pazzie
-come li fi imputato per che la legge sua e nemicha dell'Umicidio,
-Item naturalm.<sup>te</sup> cadauno sia crudele quanto si uoglia
-aborisse, et hà in abominatione il sangue humano, et chel
-sia uero ch'essi heb.<sup>i</sup> non siano in dolo, si proua pm.<sup>te</sup>
-effecacissime
-rasone, et argomenti, così legalli come naturale,
-per degnis.<sup>me</sup> autoritate, et primo per la loro legge Moysaycha
-gli è prohibito l'humicidio, et in più luochi il mangiar sangue
-non pur humano, mà di qualunque animale se sia — et q.<sup>to</sup>
-si osserua tra heb.<sup>i</sup> item naturaliter cadauna creatura humana
-hà in erore, et abominatione non solo lo usare mà puro lo
-uedere, sangue humano, ò un corpo morto, quanto magis
-<span class="pageno" title="291" id="page-291"></span>
-saria in erore ucidere uno p. usare del sangue suo, et chi
-uolesse dire che questo si facesse in dispretio di Christo, se
-risponde non è uero, ne uerissimile, p. che da Christo in quà
-sono statti m.<sup>ti</sup> heb.<sup>i</sup> che sono fatti Christiani,
-et Dottori Ecc.<sup>ti</sup>
-di grande fama, et authoritade come S. Paolo, Nicolo de lira,
-Bonaventura, et m.<sup>ti</sup> altri che erono informatiss.<sup>mi</sup>
-delli Ritti,
-et consuetudine heb.<sup>e</sup> et se hauessero saputo essere tale
-consuetud.<sup>e</sup>
-apud heb.<sup>i</sup> p. certo l'haueriano manifestatta, et pupallata,
-et la chiesa non gli haueria non solo concessi m.<sup>ti</sup>
-priueleggi, ma non li haueria tolerati ne toleraria, come hà
-fatto, et fà in tutte le prouincie de chrestianitate, mà li haueria
-scaciati et perseguitatti, et cosi li altri S.<sup>ri</sup> temporali
-e spirituali,
-et se forse se dicesse che questa fusse consuetudine
-secreta si risponde gli sonno statti heb.<sup>i</sup> Batezzati, per uarie
-prouincie di chrestianità degni di fede dalli qualli si può
-dimandare, et sapere se l'è uero ò no pure non si toglia tale
-informatione da trouati ne persone leggiere, ma mature, et
-de buono intelleto, et sentimento, et chi dicesse forse li sono
-alcuni pazzi che p. sua fantasia si mettano ad cometter tale
-neffando mancamento, si dice che comuniter li pazzi sono
-poueri, et non sono patresfamiglias imo sonno regiuti da altri,
-et se uolessero bene commettere tali mancamenti li altri suoi
-non la patirebbono, si per non contrafare alle legge così
-diuine come humane, etiam per non incorere in pericolo et
-descrimine delle persone et robbe sue, et li pazzi non saperiano
-ne imaginare, ne gouernare tale cose, ne haueria
-rispetto farlo secretto, ò palese, item se questo fosse uero li
-sono ut ita dicant inumerabili heb.<sup>i</sup> richi in terre de Turchi,
-Morri, et Saraceni, et altri infideli, che teneno schiaui et
-fameglij et poteriano hauer delli putti ad suo piacere da
-fare cio che uolesseno senza tanti rispetti ne pericoli senza
-impaciarsi da fare tale cose in Terra de cristiani con tanti
-pericoli non solum della robba ma etiam delle persone loro,
-Item della destrution de ierusalem fatta per titto uespasiano
-in qua che li heb.<sup>i</sup> furono condotti à roma non si e mai ditto
-ne trouato habbino fatto tale mancam.<sup>to</sup> et saria impossibile
-se lo hauessero fatto che p. qualche modo, et in qualche
-<span class="pageno" title="292" id="page-292"></span>
-tempo non fusse statto scuoperto, et desiderando de obuiare
-in futurum a tale machinatione, et pericoli, et che all'auidità
-d'alc.<sup>i</sup> offitiali, et altre persone sia ripresa et estinta, et
-gitatta à parte in totum, supp.<sup>no</sup> ut is attentis si degnano
-V.<sup>re</sup> S.<sup>rie</sup> scriuere et mandare p. sue patenti le͠re
-sub indignationis
-pena alli suoi offitiali p.te et futuri, che à modo
-non s'impazzano da fare nouitatte alc.<sup>a</sup> occ.<sup>ne</sup>
-alicuius imputationis
-fiende in antea contra di supp.<sup>ts</sup> et se pur a V. I. S.
-non piacesse de cosi fare, saltem si degnino scriuere et mandare
-che acadendo p. disgratie alc.<sup>e</sup> imput.<sup>ne</sup> fatti p. persone
-degne di fede contra li supp.<sup>ti</sup>, che li uff.<sup>li</sup>
-predetti siano
-obligatti sub.<sup>o</sup> mandare q.<sup>to</sup> tale imputato qua à Milano da
-V. I. S. quali habino ad rimettere la cognitione del tutto a
-chi li pare et piace in la pte città, il quale sia obligato
-p.<sup>mo</sup> et ante omnia hauer denanti à se l'imputatori e testimonij
-quali siano degni di fede, et omni eceptione maiores
-con l'imputati et li diano copia delli inditij perchè forsi li
-purgariano per altra uia che per tormenti, et non ficendo
-purgatti per altra uia non mettono alc.<sup>o</sup> d'essi heb.<sup>i</sup> alla
-tortura senza partecipatione, et espresso consentimento di
-uno christiano sudd.<sup>to</sup> uro effetto per li heb.<sup>i</sup>
-allo esamine ad
-presso à d.<sup>o</sup> uffitiale ad cio la cosa passa maturamente et se
-cosi facendo li trouarano in dolo li faciano punire senza
-alc.<sup>a</sup> rimissione, et se sarano innocenti de sibi imputatis non
-siano torterati, robbati ne malmenati, et eo casu li falsi
-imputatori siano poniti pena talionis, accio loro imprendano
-et siano essempio ad li altri da astenerse da false imputationi,
-et cosi s'obuiarà à tali è tanti inconuinienti, et se alc.<sup>o</sup> falera
-sarà punito il che hauerano per gratia singolare da V. S.
-alle qualle se raccomandeno, et nelle qualle hanno sua speranza
-con rasone. Cuius intelleto et considerato tenore constitoq.,
-nobis non nullis ec memoratis hebreis superioribus
-diebus fuisse indebitte imputatos quemadmodum ec eorum
-etiam naratur suplicatione nec sensum obicientis quas ex ea
-suplicatione nobis causas exposuerunt sed eas admittentes ueluti
-a ratione non dissentientes dignum arbitramur oportune fore
-prouidendum ne qua indebita afficiantur iniuria, Tenore igitur
-<span class="pageno" title="293" id="page-293"></span>
-presentium comitimus et expresse mandamus omnibus et singulis
-comissarijs, et potestat. Jusdicentibus, et offitialibus nostris
-ac Pheudatariores nostrorum presentibus et futuris, ut
-sub indignationis nostre pena de cetero, eis oblata uel alicui
-eom querella seu denuntia, uel acusatione, seu imputatione
-q. alicquis heb.<sup>i</sup> seu aliquis eorum debuerint seu debuerunt
-aliquem Christianum seu christianam aliquam ocidisse uel
-aliqua pena afficisse ut eius biberunt sanguinem seu aliud
-quicqua contra fidem Christianam, uel in eius contumelia et
-iniuriam faciant uel q. in graue scelus inciderint, contra
-huiusmodi imputatum, seu imputatos, seu acusatos, non procedant,
-sed eos legitimis prius precedentibus indicijs saltem
-per duos testes omni suspitione carentes seu sufficientia indicia
-que alies de Iure equiperent: inditijs duorum testium,
-ut puta unius testis omni suittione carentis deponentis de
-uero actu ipsius delitti duntacat personaliter detineat seu
-detineri faciant, ad nos postmodum illico mittendos una cum
-accusatoribus, et testibus, prouidendo deiude ne aliquis fiat
-tumultus, uel iniuria contra alios hebreos uel eorum bona
-comittentes ex nunc officiali ad hoc p. nos deputando, quod
-p.<sup>mo</sup> et ante omnia coram se habeat huiusmodi delictti imputatores
-et testes una cum imputatis indiciorunq. copia ipsis
-imputatis trade͠n: ut ea purgare ualeant infra debitum terminum
-ipsi imputato statuendum, que si non purgauerit id
-post modum faciat quid iustitia suadebit habito apud se ad
-omnia facenda aliquo iurisperito uel causidico christiano, qui
-bone sit fame per eum seu alios hebreos agentes pro eo
-aligendo, qui intersit ecamini, et sine cuius partecipatione
-et consensu ad predicta, ne aliquid predictorum facere possit
-si uero falso fuerint imputati puniantur imputantes de calumnia,
-et ad satisfactionem damnorum interesse et expensarum,
-que et quas talis indebite imputatus proinde, passus
-fuerit ac fecerit et ultra contra eum ciuiliter et criminaliter
-fiat quod aduersus similes de Iure fieri debet, si uero testes
-conuincti fuerint de falsitate, contra eos procedatur et puniantur
-secundum formam Decretorum nostrorum super hoc
-disponentium ne heb.<sup>i</sup> predicti indebite uecentur cum per
-<span class="pageno" title="294" id="page-294"></span>
-ecclesiam patiantur, Christianorum terras inhabitare pro
-christi redemptoris n.ri memoria, et hec omnia aliquibus legibus
-decretis statutis ordinibus et consuetudinibus in contrarium
-facientibus non attentis, quibus quo ad premissa ec
-certa scientia, et de n.re Potestatis plenitud.<sup>ne</sup> etiam absolute
-derogamus et derogatum esse omnino uolumus in quorum
-testimonium presentes fieri iussimus et registrari nostriq.
-sigilli impressione muniu. Dat Mediolani die
-<span class="sc num">xviiij</span>. Maij
-<span class="sc num">mcccclxx</span> nono.
-</p>
-
-<blockquote>
-<p xml:lang="la">
-Ego Jo Antonius f. q. D. Vincentij de insullo inferiori uerone pub.
-et imperiali authe notarius predicta omnia fideliter exemplaui ab alio
-in carta simili ecistenti mihi esemplandum tradito, et restituto nilq.
-illi addidi uel diminui ita ut mutet sensum sententiamus in aliquo in
-quorum fidem me subscripsi cum signi mei tabelionatus opositione.
-</p>
-
-<p class="destra"><span class="g">S. Cichus.</span></p>
-</blockquote>
-
-<div class="image-left">
- <img src="images/i294a.png" style="width: 10ex;" alt="((SIGNUM BVLLI))"/>
-</div>
-
-<blockquote>
-<p xml:lang="la">
-(S T) Ego Jacobus Bagatta f. g. D.ni Bonifatij de S. Michaele ad
-portus uerone pub. ueneta authe not: premissa omnia fideliter exemplaui
-ab alio in carta simili in foleo magno ecistenti mihi esemplandum
-tradito, statimq. postea restituto uel addito, nel dimenuto quod sensum
-nutet sententiaq: in aliquo, in quorum fidem me subscripsi signaq mei
-tabelionatus apposui Consuetum etc.
-</p>
-</blockquote>
-
-<blockquote>
-<div class="image-right ">
- <img src="images/i294b.png" style="width: 10ex;" alt="[[I B M]]"/>
-</div>
-
-<p xml:lang="la">
-Nos Jacobus suriano Pottas et michael Priulo Capitanehus Rect.res
-Verone pro ser.mo Ducali Dominio Venetiane uniuersis et singulis
-attestamur suprasc.tum Dominum Jacobum Bagattam esse Notarium
-publicum et legalem istins mag.ce Ciuitatis et eius publicis scripturis
-hic et ubiq locorum plena fides hadibenda esse in quorum fidem et
-Verone ex offi.o mag.ce cam nre fisc.a Die Iune 4.to maij 1626 Ind.
-nona etc.
-</p>
-
-<p xml:lang="la">
-Alcides Cimarlinus Coa.r M.e Cam.e uerone Concordat cum suo originali
-Ego fr Dominicus M.a de Bononia Not Apostolius S.ore Inq.m
-Verone, etc.
-</p>
-</blockquote>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_346"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_346"><span class="label">(346)</span></a>
-Il presente documento si conserva negli Archivii della Comunità
-israelitica di Verona.
-</p>
-</div>
-
-<div class="chapter">
-<span class="pageno" title="295" id="page-295"></span>
-</div>
-
-<h3 id="tit-16" class="documento">
-<a href="#ritit-16">V.</a>
-</h3>
-
-<p class="subtitle">
-Massimiliano II.
-</p>
-
-<p>
-Noi Masimilian secondo Diuina fauente clementia romanorum
-imperator sempre Augusto
-</p>
-
-<p class="center">omissis</p>
-
-<p>
-faciamo noto publicam.<sup>te</sup> con le presenti a chiascheduno, sicome
-l'Università hebraica habitante nel sacro Imperio per suoi
-nontij, con scritt.<sup>re</sup> degne di fede humilm.<sup>te</sup>
-ha fatto presentar
-un preuilegio, ouer imunità all'istessa uniuersità heb.<sup>ca</sup> dato
-et concesso gratiosamente dall'inuitiss.<sup>mo</sup> Imperator Carlo
-Quinto felice memoria n.ro diletto cugino, et socero, qual è
-del tenor è di parola in parola come qui a basso cioè
-</p>
-
-<p>
-Noi Carlo Quinto
-</p>
-
-<p class="center">omissis <a id="FNa_347"></a><a href="#Fn_347" class="fna">(347)</a></p>
-
-<p>
-“Hauendone più oltre segnificato l'uniuersità heb.<sup>ca</sup>
-qualm.<sup>te</sup>
-più uolte sonno statti imputatti che per il lor bisogno sia
-necessario auer sangue Christiano, et per cio per colpe, et
-fatti qualli debeno per essa causa perpetrare à Christiani
-non è manifesto à sciente fatto ne ancora sufficiente proue,
-et inditij, mà per causa di depressione, et suspitione; ò
-uer à nuda delatione, ò simplice segnificatione de suoi
-maleuoli contra li loro priuileggi, et antichi consueti sono
-grauissimamente molestatti, tratenuti captiui, tormentatti,
-condenati di uita alla morte, tolto le lor robbe et facultà,
-euidentem.<sup>te</sup> non obstante che li santiss.<sup>mi</sup> padri n.ri li
-pontefici habbino fatto dichiarat.<sup>ne</sup> et prohibitione di credere,
-et ancora il q. N.<sup>ro</sup> S.<sup>re</sup> et Attauo imperator fedrico
-preclariss.<sup>me</sup> memorie per tali papali declarationi
-specialm.<sup>te</sup>
-<span class="pageno" title="296" id="page-296"></span>
-fatto espedire seriose comess.<sup>ne</sup> et mandati per tutti li statti
-del Imperio, et specialm.<sup>te</sup> ad alcuni di essi di tal intento
-desistere, et etiamdio prouedere, et non permetter quello
-anci occorendo tali casi rimetter quelli à sua Maiestà, come
-supremo S.<sup>re</sup> et giudice dell'unita heb.<sup>ca</sup>
-senza alcun mezzo
-spetante, et seriosam.<sup>te</sup> hà commandato etiam contra li
-priuilegij, et antichi soliti delli heb.<sup>i</sup> grauem.<sup>te</sup>
-molestatti
-pregionati, tormentati, di uita alla morte, condenati, et li
-beni et facultà loro uiolentem.<sup>te</sup> statti tolti et noi per esse
-declarationi papale, ò dell'espeditte comissioni del n.ro
-Attauo imper.<sup>re</sup> Fedrico preso tanta informatione che quello
-è imputatto alli heb.<sup>i</sup> necessario non hà da esser. Pertanto
-etiam per altre più cause mouente ordinamo et sancimo,
-che p. l'hauenire ne un di qual sia grado si uoglia per
-tal causa prenda più ne un heb.<sup>o</sup> ò heb.<sup>a</sup> et
-senza precedenti,
-et sufficiente inditij, o uer proua di Testimonij fide
-degni, ò trouando in frangenti crimine non tormentatti,
-ne condenati da uita alla morte, Ma occorendo tali querimonie
-ò imputationi quel p.<sup>mo</sup> rimettere, o riportare a
-noi, et nri sucessori Rom: Imperatori, o Regi, come suprema
-superiorità in Imperio dell'Uniuersità heb.<sup>a</sup> et cui
-eupeture la risolutione, per il che statuimo, ordinamo, sancimo,
-declaramo, et uolemo, dalla predetta ampia nra atta
-imperiale, et di certa scienza che per l'auuenire tutti li
-priuileggi, ire, libertadi, gratie, defensioni, protectioni,
-saluaguardie, saluicondotti, et confermatione della prefatta
-uniuersità heb.<sup>a</sup> in tutti, et cadaun suoi punti, articoli,
-clausale, continentie, sententie, comprehensioni siano totalmente
-roborosi, ualidi et stabilm.<sup>te</sup> osseruati, et essequiti
-in tutti i modi, come tutti et cadauno specialm.<sup>te</sup> di parola
-in parola in questa nra imperial Lra fussero descritti, et
-espressi, quali etiamdio sono in q.<sup>a</sup> sufficientem.<sup>te</sup>
-compresi
-et espressi hauer uolemo, Et ancora che la prefata unita
-heb.<sup>a</sup> et suoi sucess.<sup>ri</sup> generalm.<sup>te</sup>
-et specialm.<sup>te</sup> debba hauer
-li soprascritti nostri di nouo concessum Priuilegij, gratie,
-deffensioni, protectioni, saluaguardie, et saluicondutti, permanere
-in quelli, et contra essi, ne in generale, ne in
-<span class="pageno" title="297" id="page-297"></span>
-speciale da niuno, ne per rapina, offensione personale ne
-reale di beni, et facoltà loro, ne espulsione, ne ridutione,
-obserciatione di scole sinaghoghe di essi, ne alias per altra
-uia debano esser molestatti perturbati, et impediti, anci
-loro, et suoi sucessori q.<sup>ti</sup> quietam.<sup>te</sup>
-godere et fruire posino,
-et debino senza impedim.<sup>to</sup> da niuno et si e contra
-inscientem.<sup>te</sup>
-o importuna instantia, da noi, o nri sucessori
-in imperio si statuisse è concedesse, ò si espedisse alcuna
-cosa in contrario alli sopradetti, et à questo nro priuileggio
-parim.<sup>te</sup> se a quelli se facesse acordo alcuno ò altro incomparso
-senza nra uolonta et assenso tutto questo contra
-essi non debba hauer effetto ne robore, ne ualore, anzi tutto
-esser inualido infirmo, et impregiudiciale; Per che noi tutto
-questo, et cadaun particolarm.<sup>te</sup> ec nunc pro ut ex tunc, et
-ec tunc pro ut ex nunc, cassamo, anulamo, irritamo, inualidamo
-in uirtù di q.<sup>ta</sup> lera sopra cio comandiamo à tutti,
-et qualunque Principi ecclesiastici, et seculari, prelati,
-Conti, Baroni, S.<sup>ri</sup> cauaglieri, Nobili, Capitani, Prefetti,
-Prouinciali, Vicedomini, Profetti, Locotenente, officiali,
-Giudici, Potestadi, Consiglieri, Cittadini, comuni, et tutti
-li altri nri et del Imperio sudd. fideli, di qualunque grado,
-Dignità, ò conditione, siano pnti et futuri, seriosamente
-con questa littera, et uolemo che lassate totalm.<sup>te</sup> permanere
-la prefatta nra unita heb.<sup>a</sup> in generalità et particularità,
-con le sopra scritte papali declarationi, et de nri
-Predecessori nel imp.<sup>rio</sup> et q.<sup>ta</sup> nra libertà,
-priuilegij, confirmatione,
-deffensione, protectione, saluaguardie, et salui
-condotti, osseruare, defendere, et protegere, et non contrafar,
-ne ad' altri permetter contrafar in modo, et in uia niuna,
-cossi cara à cadauno sia la nra, et imperii indignat.<sup>ne</sup>, et
-pena graue, è ancora molta nominatiua di schiuare Marche
-cinquanta d'oro puriss.<sup>mo</sup> quale cadauno tante uolte temerariamente
-contrafarà, se non uorà abstenersi, la qual
-per la mittà à noi, et la nra imperial cam.<sup>a</sup> et l'altra
-mittà all'Unita heb.<sup>a</sup> ò uer alli offesi irremisibilmente
-sarà aplicata senza Inganno. In fede de cio sigilato col nro
-imperiale appendente segillo.
-</p>
-
-<div>
-<span class="pageno" title="298" id="page-298"></span>
-</div>
-
-<p>
-“Datta in nra, et imperij, Cittade Spira alli 3 del mese
-di Aprille di poi la nattiuità di Christo diletto S.<sup>re</sup> 1544:
-Nel nro imperial gouerno nel uigesimo quarto ò altri nri
-Regni nel uigesimo nono anni etc.”
-</p>
-
-<p>
-Et de più humilm.<sup>te</sup> han pregato, et supplicato à noi, come
-Imp. de Rom. che gratiosam.<sup>te</sup> ghe uogliono renouar, confirmar
-et aprobar i suoi descritti Priuileggij et immunità
-</p>
-
-<p class="center">omissis <a id="FNa_348"></a><a href="#Fn_348" class="fna">(348)</a></p>
-
-<p>
-Datta nella nra ò del nro Imperio. Città d'Augusta alli 8
-del mese di marzo dopo la natiuità del nro S.<sup>re</sup> e saluator
-1566: nel nro imperial gouerno nel quarto nel Hungaro nel
-Terzo, et nel Boheno nel 18 anno etc. Masimigliano
-</p>
-
-<p xml:lang="la">
-Vice ac Nomine R.<sup>mi</sup> Dni Archicancell Magautini
-</p>
-
-<p>
-Ad m.<sup>tu</sup> sac. ces. Miti propriu.
-</p>
-
-<blockquote>
-<p class="center" style="padding-left: 8%;">V. Io: Bap: Weber e.
-<span style="padding-left: 6%">Haller etc.</span></p>
-
-<p xml:lang="la">
-<i>Ego Gaspar f. q.</i> D. Iac. Antonis de seraualle pnb: imperiali autte
-not.s et V. Cancell. Mag.ce Coiatis Rob.ti attestor fidemque indubia
-facio quibuscuq — Priuilegium concessa Uniuersitatti
-Hebraice ab inuictissimo
-Cesare Carolo Quinto sub die 3 aprilis 1544: ex Ciuitate
-Spire et confirmatum ab inuictissimo Cesare Masemigliano secundo ex
-Ciuitate Auguste sub die 8 Martij 1566: munitum sigillo magno imperiali
-</p>
-
-<p class="center testa" xml:lang="la">omissis</p>
-
-<p xml:lang="la">
-et hoc ec suo authentico transupto e lingua germana, qua caleo in
-Italam fideliter, et sincere, a suo sensu penitus non discendis uertisse,
-et traduisse in omnibus pro ut sopra etc in quoru testimoniu me manu
-propria subscripsi, signoq. meo actis tabelionatus solito muniui
-</p>
-
-<p class="center testa" xml:lang="la">Ad Laudem Dei Opt.i Maximi</p>
-
-<p xml:lang="la">
-Nos Carolus Rusca. I. V. D. Perginen: Roboretti, e sui districtus
-pretor — omissis <a id="FNa_349"></a><a href="#Fn_349" class="fna">(349)</a> — Roboreti die X Juni. MDCII.
-</p>
-
-<p xml:lang="la">
-Ego Jacobus Bagatta f. q. D. Bonifatij de S. Michaele ad portas
-Verone publicus Veneta Anthe
-Notarius <a id="FNa_350"></a><a href="#Fn_350" class="fna">(350)</a>. . .
-</p>
-
-<p xml:lang="la">
-Nos Iacobus suriano Pottas, et Michael Priulo capitaneus Rectores
-Verone (segue la legalizzazione). Verone ex uff. magn. Cam.e n.re
-fisc.s Die lune 4.to maij 1626. Ind.
-nona. — <span style="padding-left: 8ex">Concordat</span>
-cum suo
-originali ver.a F. Fr: Dominicus M.a de Bononia Not.ro Apliu S.ne
-Inq.nis Verone.
-</p>
-</blockquote>
-
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_347"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_347"><span class="label">(347)</span></a>
-Conferma i privilegi concessi agli Ebrei dai Pontefici ed Imperatori
-e stabilisce varie disposizioni in loro favore.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_348"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_348"><span class="label">(348)</span></a>
-Segue l'approvazione, la sanzione è: — la graue indegnatione
-n.ra o dell'imperio, et di più sotto pena di sessanta marche —
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_349"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_349"><span class="label">(349)</span></a>
-Segue la legalizzazione.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_350"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_350"><span class="label">(350)</span></a>
-Segue autenticazione della propria copia.
-</p>
-</div>
-
-<div class="chapter">
-<span class="pageno" title="299" id="page-299"></span>
-</div>
-
-<h3 id="tit-17" class="documento">
-<a href="#ritit-17">VI. *</a>
-</h3>
-
-<p class="subtitle">
-Martino Lutero.
-</p>
-
-<p>
-<i>Tomo 5, Witt. Foglio 443.</i> Pregai si trattasse bene (gli
-ebrei) si istruissero nella Sacra Scrittura, e così avrebbero
-potuto rimanere presso di noi; ma se noi li cacciamo colla
-forza, li incolpiamo di avere sparso sangue cristiano, di puzzare
-e <em>di altre simili sciocchezze</em>, trattandoli come cani, qual guiderdone
-possiamo da essi
-sperare? <a id="FNa_351"></a><a href="#Fn_351" class="fna">(351)</a>.
-</p>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_351"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_351"><span class="label">(351)</span></a>
-Vedi <span class="sc aut">Christianus Cerson</span>:
-“Der Jüden Talmud 1613” <cite>Epistola
-dedicatoria</cite> al principe Enrico Giulio,
-vescovo del convento di Halberstadt,
-duca di Brunswick e Lüneburg;
-<span class="sc aut">Giovanni Cristoforo Wagenseil</span>:
-<cite xml:lang="de">Benachrichtigungen</cite>, 1705.
-</p>
-</div>
-
-<div class="chapter">
-<span class="pageno" title="300" id="page-300"></span>
-</div>
-
-<h3 id="tit-18" class="documento">
-<a href="#ritit-18">VII. *</a>
-</h3>
-
-<p class="subtitle">
-Stefano Re di Polonia
-</p>
-
-<p>
-Noi Stefano, per grazia di Dio, Re di Polonia, <i>omissis</i>,
-pubblichiamo a tutti ed a ciascuno che ne abbia bisogno.
-</p>
-
-<p>
-Giunse a noi ed alle nostre orecchie, cosa meravigliosa e
-da noi non prima udita, sulla uccisione di fanciulli cristiani
-e precisamente sul ratto e sulla uccisione del figlio di un certo
-eccellentissimo Studsionsky nel circolo di Gostina. Siccome
-non soltanto si sospettano gli Ebrei di questo misfatto, ma
-vengono anche apertamente accusati, così crediamo necessario
-investigare e cercare premurosamente quanto siavi di vero
-in quest'accusa; e tanto più ciò ci sembra necessario in quanto
-simili accuse non si sollevano ora per la prima volta, essendo
-per numerose testimonianze venuto a conoscenza nostra che
-già da lungo tempo si è sparsa la voce aver gli Ebrei rubato
-ed ucciso fanciulli cristiani ed anche comperato (per
-farne vilipendio) il Santissimo Sacramento, voce che dette
-origine a scene deplorevoli.
-</p>
-
-<p>
-Ora avendo due gentiluomini Studsionsky portato apertamente
-dinanzi a noi una simile accusa contro gli Ebrei ed
-avendoci mostrato un fanciullo morto, ordinammo si procedesse
-a severe indagini. Siffatte indagini furono dai nostri
-ufficiali condotte col maggior zelo, furono citati gli Ebrei e
-da ambe le parti si addussero prove e testimonii per porre
-in luce il vero; il risultato fu che non soltanto gli Ebrei
-non erano colpevoli, ma che nessun sospetto poteva venir su
-di loro formato. Anzi i predetti signori, saputo di essere
-stati tratti in errore e che nulla si era rinvenuto a carico
-degli Ebrei ritirarono l'accusa. Dimostrata, nel modo più assoluto,
-<span class="pageno" title="301" id="page-301"></span>
-la loro innocenza in questo fatto, gli Ebrei si lagnarono
-meco amaramente perchè da queste popolari credenze
-che essi abbisognando di sangue cristiano, rapissero ed uccidessero
-fanciulli cristiani, o che vilipendessero il Santissimo
-Sacramento <a id="cristiani"></a>comperandolo dai Cristiani,
-e facendone spicciare
-sangue umano, non soltanto erano derivate loro numerose
-persecuzioni, ma s'eran trovati spesso in pericolo di vita, ed
-avevano dovuto soffrire crudelissimi martirii e persino acerba
-morte. Dopo averci dimostrato, con decreti e privilegi dei
-nostri antecessori, l'ingiustizia di tali pene, ci supplicarono
-caldamente, per mezzo di alcuni nostri Senatori, di provvedere,
-in modo definitivo, perchè non abbiano per lo stesso
-motivo a rinnovarsi gli insulti, le persecuzioni ed altre ingiustizie
-di cui già ebbero a soffrire. Commossi da questa
-preghiera, e desiderando precludere l'adito a simili calunnie
-e rimuovere una causa di tumulti e di persecuzioni che gli
-Ebrei ebbero spesso a soffrire per questo argomento, abbiamo
-deliberato in base alla nostra ferma convinzione ed in seguito
-a parere dei nostri Senatori, che nessuno osasse d'ora innanzi
-muovere agli Ebrei, nel nostro Regno e nei nostri dominii,
-l'ingiusto rimprovero del rapimento e dell'uccisione di fanciulli
-cristiani, o della compera del Santissimo Sacramento.
-Ed essendo essi innocenti di entrambi questi misfatti non devono
-perciò essere calunniati, nè accusati dinanzi un giudice
-o qualunque altro magistrato, essendosi nel fatto dimostrato
-che queste accuse non hanno base di fondamento, e che gli
-Ebrei non fanno uso di sangue, nè cercano di procurarsi il
-Santissimo Sacramento. Perciò chiunque si facesse lecito di
-ripetere tali accuse, vogliamo che, senza riguardo a rango,
-venga severamente punito, come autore di grandi disordini.
-Chi dunque incolpasse gli Ebrei di questi misfatti sarà punito
-come calunniatore; e colui che per questi motivi portasse
-contro di essi un'accusa dinanzi ad un giudice, sarà passibile
-della <em xml:lang="la">poena talionis</em> e dannato nel capo.
-</p>
-
-<p>
-Questa nostra decisione portiamo a cognizione di ciascuno
-che avesse bisogno di saperlo, e specialmente vogliamo che
-venghi notificato a tutti i Woiwodi, Starosti e Sottostarosti
-<span class="pageno" title="302" id="page-302"></span>
-ed in generale a tutti impiegati, Sindaci e Consiglieri, ed
-ordiniamo che la Nostra Volontà sia da essi strettamente
-eseguita, portata a cognizione di tutti perchè agiscano solamente
-secondo la Nostra Volontà, altrimenti cadrebbe su di
-loro la nostra disgrazia.
-</p>
-
-<p>
-Noi firmiamo per maggior sicurezza questo scritto e vi
-apponiamo il suggello della Nostra Corona.
-</p>
-
-<p>
-Dato a Varsavia il 5 del mese di luglio dell'anno del Signore
-1576 nel secondo anno del nostro Regno.
-</p>
-
-<p class="center testa"><span class="sc aut">Stephanus Electus Rex.</span></p>
-
-<div class="chapter">
-<span class="pageno" title="303" id="page-303"></span>
-</div>
-
-<h3 id="tit-19" class="documento">
-<a href="#ritit-19">VIII.</a>
-</h3>
-
-<p class="subtitle">
-Sentenza a favore di Giuseppe, Ebreo veronese.
-</p>
-
-<p xml:lang="la">
-Exemplum ab alio ex concione undecima Ill.<sup>mi</sup> D.ni Iustiniani
-contareno Verone Potestatis die ult.<sup>o</sup> mensis februarij
-milesimi sexcentesimi tertij Jndictione prima
-</p>
-
-<p class="center testa" xml:lang="la">De</p>
-
-<p class="testa" xml:lang="la">
-Ioseph hebreus q. Abrahamini dictus anselmi <strong>Accusatus a
-Bernardino Bertono</strong> calligarum resarcitore de sancto marco
-quia cum sero factum esset uigilie admirabilis ascensionis
-D.ni anni modo lapsi non nulli adolescentuli puerilibus iocis
-incumberent in curte uulgo nuncupata di Panthei idem Joseph
-scienter et dolose eiusdem Bernardini paruulum figlium hostio
-proprie domus assidentem ui rapuerit ac inuolutum palio
-nisi fuisset impijs eius manibus ereptus in uicinam heb.<sup>m</sup>
-stationem deferre tentauerit uel ut christianam animam è
-gremio sacrosancta Ecclesia matris disceptam ad iudaicam
-perfidiam, et perditionem deduceret, uel ut eodem infante
-crudeliter necato, et sacratiss.<sup>me</sup> morti n.ri saluatoris illuderet
-et innocenti sanguine ad pessimos et nefandos usus uteretur
-sicut alius factum esse quibusdam circonforanete — historie
-monamentis probare conatus est ipse accusator uel etiam ut
-huiusmodi facinore uindicaret amissionem figlie sue que quide
-per lauacrum regenerationis ab eius prauitatis errore ad
-aternam salute confugere proximis precedentibus mensibus
-elegerat, et ut in processu diffuse legitur.
-</p>
-
-<p xml:lang="la">
-Detentus et constitutus dictus Joseph negauit tantum comissise
-scelus et ipsi deffensionibus intimatis tam in scriptis
-quam in uoce p. Exc.<sup>m</sup> eius aduocatum nedum suas satis
-<span class="pageno" title="304" id="page-304"></span>
-legitimas deffensiones deduxit uerum etiam demonstrauit
-uarijs allegatis sacre bibilie locis hebraicum ritum a sanguinis
-effusione abhoreri, segnificando etiam quod uarij principis
-hanc huiusce sanguinis usus famam pro uana nulla et falsa
-habuerunt publicis datis priuilegijs <strong>nempe Bona</strong> et Ioannes
-Galeatius Maria Sfortia Duces Mediolani ut constat sub die
-19 maij 1479. Petrus Mocenigo Dux Venetiarum sub die 22
-aprilis 1475 <a id="FNa_352"></a><a href="#Fn_352" class="fna">(352)</a>:
-et denique fridericus tertius Carolus Quintus
-et Maximiglianus secundus sub die octauo martii 1566; in
-quibus affirmatur olim à sanctissimis pontificibus prohibitum
-fuisse quicquam credere de huiusmodi obiecto impio sanguinis
-christiani abuso, et ex quibus omnibus tollitur omnis suspitio
-tam facinorosi sceleris obiecti, Eà propter Ill.<sup>mus</sup> Dnus Potestas
-una cum Ecc.<sup>mo</sup> consulatu antedictum Joseph relaxauit.
-</p>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_352"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_352"><span class="label">(352)</span></a>
-In un foglio sciolto unito al libretto è citata questa Ducale come
-esistente — nel Registro di Padova in Bergamina sig.to con Letra M
-nel'Arcivo della Cancelaria pretoria di padous a 118.
-</p>
-
-<p class="foot testa" xml:lang="la">
-Ego Christophorus Nicolius notarius deputatus ad conciones comunis
-uerone antedictam sententiam per me scriptam et publicatam esemplaui
-et in fidem manu propria scripsi et subscripsi cum meo sollitto tabelionatus
-segno.
-</p>
-
-<p class="foot" xml:lang="la">
-(L T) Premissa sententia fideliter exemplata fuit per mè Cyprianum
-masser.m D. Baptista figlium publicum ueneta auctoritate not.m ab
-alio simili exemplo autentico sub signo et nomine contedicti q. D.
-Christophori Nicolij, in quorum testimonium me propria manu subscripsi
-solito tabelionatis signo apposito.
-</p>
-
-<p class="foot" xml:lang="la">
-Nos Jacobus surianus pro ser.m Ducali D.nio uenetiarum e Verone
-et Districtus Potestas. Uniuersis etc. attamur suprascriptum D. Cyprianum
-Masserium esse notarium publicum huius ciuitatis cuius publicis
-scripturis ubique locorum plena fidis merito est adhibenda In
-quorum etc. Verone die 5 Maij 1626.
-</p>
-
-<p class="foot destra" xml:lang="la">Aloysius Cinthius Coad.r Pret.s m. etc.</p>
-
-<p class="foot" xml:lang="la">
-Presens copia desumpta fuit ex suis proprija originalibus de uerbo
-ad uerbu aliena manu mihi in fida; et collationata concordat, salua
-semp megliori.
-</p>
-
-<p class="foot" xml:lang="la">
-Fr. Dumenicus M.a de Bononia eiusd' ord.e Magr et Inq.or Verone
-attestor d.m f. Dom.cus Marie esse Not.mo huius S.te Inq.nis.
-</p>
-</div>
-
-<div class="chapter">
-<span class="pageno" title="305" id="page-305"></span>
-</div>
-
-<h3 id="tit-20" class="documento">
-<a href="#ritit-20">IX.</a>
-</h3>
-
-<p class="subtitle">
-Giovanni Cristoforo Wagenseil.
-</p>
-
-<p>
-Aiutaci o Dio! Come è mai possibile scoprire la verità in
-mezzo a tante schifose accuse, ognuna delle quali contraddice
-alle altre? Come non capir subito che non le sono che
-miserabili chiacchiere, e che da bocca cristiana mai dovrebbe
-esser proferita l'accusa che gli Ebrei in diverse occasioni si
-servano di sangue cristiano? E meno male ancora non le fossero
-che chiacchiere, ma pensare che in grazia di queste
-maledette menzogne, gli Ebrei furono maltrattati e torturati,
-che migliaia e migliaia ne furono messi a morte è cosa che
-commuoverebbe e farebbe gridar anche le pietre.
-(<cite xml:lang="de">Benachrichtigungen</cite>,
-p. 130 e seg.).
-</p>
-
-<p>
-Fu, ed è sempre, opinione fra i Cristiani, che gli Ebrei
-abbiano bisogno di sangue cristiano per mischiarlo agli azimi
-che mangiano di Pasqua ed al vino che bevono. Io stesso
-sono stato spesse volte spettatore quando Ebree od Ebrei,
-(perchè fra gli Ebrei anche uomini ricchi ed a modo sogliono
-aiutare a queste incombenze per far onore alla festa di Pasqua)
-apparecchiavano la pasta per le azzime, vidi come
-l'impastavano, come levavano la <em>Challa</em>, la bruciavano e
-dopo allestita la focaccia la infornavano, ma non mi accadde
-mai di osservare vi mischiassero qualche cosa che assomigliasse
-a sangue.
-</p>
-
-<p>
-Fra tutti gli altri oggetti ed arnesi che gli Ebrei credono
-sacri e di cui si servono nelle loro funzioni posseggo anche
-una grande focaccia d'azimo e posso mostrarla a chicchessia
-per provare che non vi si trova la più piccola traccia di
-sangue. Il vino che si beve durante le feste di Pasqua deve
-<span class="pageno" title="306" id="page-306"></span>
-essere <em>cascher</em> o purissimo, e guai se un cristiano avesse
-toccato, soltanto col dito mignolo, il torchio od il tino nel
-quale viene preparato, tanto meno adunque si permetterebbe
-vi si mischiasse una goccia di sangue cristiano
-(<cite xml:lang="la">ibid.</cite>, p. 132
-e seguenti).
-</p>
-
-<p>
-Qui non si tratta di sapere se un ebreo insultato da un
-fanciullo cristiano possa averlo ucciso. Il caso può benissimo
-essere accaduto, assai raramente però, se lo stesso dottissimo
-Grozio potè scrivere nel 5º libro del suo
-<cite xml:lang="la">De Verit. Rel. Christ.</cite>
-che gli Ebrei non incorrono nè in idolatria, nè in adulterio,
-nè in reati di sangue.
-“<i class="quo" xml:lang="la">Judaeos a tanto tempore nec ad
-falsum Deorum cultum deflexisse ut olim nec caedibus se
-contaminasse nec de adulteriis accusari</i>”
-(<cite xml:lang="la">ibid.</cite>, p. 149).
-</p>
-
-<p>
-A nulla valgono le stesse confessioni degli Ebrei perchè
-strappate loro con torture e tormenti così terribili che essi
-avrebbero confessato ben più di quanto non si pretendeva da
-loro. Taccio di quei malvagi Cristiani che bene spesso volendo
-denunciare gli Ebrei, per avvalorare l'accusa, uccidevano,
-Dio sa in che modo, i loro stessi bambini, ed i cadaveri
-o mettevano segretamente nelle case degli Ebrei, o sotterravanli
-nelle cantine o nei giardini loro, fatti questi pei
-quali migliaia e migliaia di Ebrei non soltanto furono spogliati
-dei loro beni e ridotti alla miseria, ma furono eziandio
-giustiziati coi più orribili supplizi
-(<cite xml:lang="la">ibid.</cite>, p. 198).
-</p>
-
-<p>
-Malgrado accurate indagini, non mi venne fatto di trovare
-nessuna legge che scagionasse gli Ebrei dall'accusa di usar
-sangue cristiano, eccezione fatta per una legge di non so
-qual re di
-Polonia <a id="FNa_353"></a><a href="#Fn_353" class="fna">(353)</a>,
-che trovasi in un <cite xml:lang="la">Codice manuscripto</cite>
-ben ordinato e conservato nella biblioteca di Lipsia col titolo:
-<cite xml:lang="la">Promtuarii statutorum omnium et Constitutionum Regni
-Poloniae</cite> di <i>Paulo Scerbicz anno</i> 1590
-<i xml:lang="la">ad usum domesticum</i>,
-dove nella parte 1ª, cap. 15, <cite xml:lang="la">De Judaeis</cite>,
-leggesi: <i class="quo" xml:lang="la">Judaeus
-caedis pueri Christiani accusatus tribus Christianis, et
-<span class="pageno" title="307" id="page-307"></span>
-totidem Judaeis convincatur: alioquin pro usu humani sanguinis
-non culpetur. Deficienti vero Actori in probatione
-poena talionis
-irrogetur <a id="FNa_354"></a><a href="#Fn_354" class="fna">(354)</a>.</i>
-</p>
-
-<p>
-Volesse Dio che leggi così giuste si fossero fatte dovunque,
-e si avesse spiegata maggior oculatezza allorquando gli Ebrei
-venivano accusati o per calunnia o per futili indizi prima
-di ricorrere alla tortura ed al supplizio per far loro confessare
-ciò che si voleva. Se poi talvolta fu provato aver gli
-Ebrei commesso qualche misfatto, ed è inevitabile che in
-un gran popolo non si trovino dei malfattori, non avviene
-ogni giorno lo stesso anche fra noi Cristiani? Perchè dunque
-non punirli, secondo giustizia, in ragione del delitto commesso,
-invece di sottoporli a pene stravaganti, colpendo assieme
-colpevoli ed innocenti ed ammazzandoli alla rinfusa? Le autorità
-dovrebbero pensare all'ammonizione del Re Giosafat:
-“Riguardate ciò che voi fate; perciocchè voi non tenete
-la ragione per un uomo, ma per lo Signore, il quale è con
-voi negli affari della giustizia. — Ora dunque, sia lo spavento
-del Signore sopra voi; prendete guardia al dover vostro
-e mettetelo ad effetto; perciocchè appo il Signore Iddio nostro
-non vi è alcuna iniquità” (2 <cite>Croniche</cite>
-<span class="sc num">xix</span>, 6, 7). Esse
-avrebbero dovuto pensare a non gravare le loro povere anime
-e le loro conscienze della scomunica pronunciata da migliaia
-di leviti, e confermata da un Amen di centinaia di migliaia
-di persone contro chi contravviene ai precetti del <cite>Deuteronomio</cite>
-(<span class="sc num">xxvii</span>, 19, 25) “Maledetto sia chi pervertisce la
-ragione del forestiere, dell'orfano e della vedova. Maledetto
-sia chi prende presenti per far morire l'innocente”
-(<cite xml:lang="la">ibid.</cite>,
-pag. 203 e segg.).
-</p>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_353"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_353"><span class="label">(353)</span></a>
-Boleslao il Pio, duca di Kalisch, nell'anno 1274. (Regnò col nome
-di Boleslao V, 1227–1279). Vedi Sternberg,
-<cite xml:lang="de">Geschichte der Juden in Polen</cite>.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_354"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_354"><span class="label">(354)</span></a>
-Un ebreo accusato di aver ucciso un fanciullo cristiano deve
-essere convinto colla testimonianza di tre ebrei e di tre cristiani; senza
-di che non potrà essere condannato per uso di sangue cristiano; se
-l'accusatore non potrà in tal guisa provare la sua accusa sarà punito
-colla pena del taglione.
-</p>
-</div>
-
-<div class="chapter">
-<span class="pageno" title="308" id="page-308"></span>
-</div>
-
-<h3 id="tit-21" class="documento">
-<a href="#ritit-21">X. *</a>
-</h3>
-
-<p class="subtitle">
-Parere della facoltà teologica di Lipsia dell'8 maggio 1714.
-</p>
-
-<p>
-Dopo che certi accaduti avvenimenti esigono la soluzione
-del quesito “se si possa provare e credere che gl'Israeliti,
-secondo le leggi della propria religione, o per introdotte
-superstizioni, abbiano bisogno del sangue d'un cristiano, e
-che uccidano secretamente teneri fanciulli, che procurano
-di rapire” fu sopra ciò desiderato anche il nostro coscienzioso
-parere in nome di S. M. il Re di Polonia e del serenissimo
-principe elettore di Sassonia.
-</p>
-
-<p>
-Quindi noi, conforme il nostro umilissimo obbligo, incominciamo
-la soluzione del quesito con una negativa, e di tale
-nostra negazione alleghiamo le ragioni seguenti:
-</p>
-
-<p>
-I. Prima del 13º secolo dalla nascita di Cristo non si è
-parlato mai di questa grave accusa addossata al popolo ebreo,
-nè in tempi in cui niente si perdonava alla nazione ebrea,
-si saprebbe trovare conferma di ciò in qualsiasi documento,
-nè degli Ebrei dell'Oriente nè dell'Occidente. Perchè dunque
-dovevano gli Ebrei per così lunga epoca ommettere una
-crudeltà, e tosto dopo quest'epoca averla incominciata? Perchè
-non dovrebbero essi averla commessa del pari nei primordi
-del Cristianesimo, che quasi s'innalzava sulla loro rovina, ed
-allorquando la gelosia e l'amarezza dovevano esser maggiori?
-Perchè dovrebbero essi aver ommessa questa pratica ai tempi
-degli imperatori pagani, allorquando con maggior sicurezza
-potevano eseguirla? Perchè incominciare allora soltanto
-quando maggior pericolo li attendeva sotto principi cristiani?
-O come avrebbero taciuto questa cosa i Cristiani dei primi
-tempi, a cui tali fatti non potevano rimanere celati, mentre
-<span class="pageno" title="309" id="page-309"></span>
-essi d'altronde non sanno mai abbastanza descrivere l'odio
-degli Ebrei contro di loro?
-</p>
-
-<p>
-Ma per procedere alquanto innanzi colla storia intorno a
-questo fatto, e mostrar più chiaramente la sua falsità, osserviamo
-che intorno al 13º secolo, l'odio contro gl'Israeliti, in
-Germania particolarmente, erasi grandemente aumentato, e
-ciò principalmente a cagione di un certo monaco di nome
-Rodolfo, il quale, secondo ogni apparenza, tratto da ambiziosa
-imitazione di quelli che predicavano la crociata contro gl'infedeli
-in Oriente, instigò il popolo in Colonia, Spira, Magonza
-e Strasburgo a una simile crociata contro gli Ebrei, immaginandosi
-di acquistarsi così una fama in Germania come
-San Bernardo in Francia colle crociate contro i Maomettani;
-ma appunto il Santo Bernardo, in una lettera diretta ad Enrico
-Arcivescovo di Magonza, dannò il da colui eccitato eccidio
-degli Ebrei, lettera che s'incontra fra le sue epistole. Ciò
-nondimeno si continuarono nelle publiche prediche le veementi
-accuse; e varii frati si adoperarono valorosamente ad empire
-non solo le loro prediche, ma anche i loro libri di simili tragiche
-favole contro questa nazione, favole che facilmente irritavano
-il volgo insensato. Fra tali favole si è diffusa anche
-questa dell'uso del sangue cristiano in varie pratiche di
-religione o superstizione ebraica, e potrebbe ben essere che
-a ciò avesse dato occasione una sentenza dei dottori ebrei
-(spiegata da Elia levita nel suo Tisbì) la quale dice che
-niuno potesse sedere in Tribunale, vale a dire coprire onorevole
-carica se non avesse <em>damim</em> (la quale parola suona
-<em>sangue</em> ed anche <em>denaro</em> e qui è da intendersi nel senso di
-denaro).
-</p>
-
-<p>
-L'epoca della favola ci è resa nota e chiara da Papa Gregorio
-IX, il quale, dopo scrupolose indagini intorno alle accuse
-che venivano date agli Ebrei, volendo impedire che si
-versasse il loro sangue, mandò fuori, nel 1235, una bolla pontificia,
-nella quale dichiara gli Ebrei immuni da questo e
-da altri delitti di cui venivano incolpati, e si lagna che tali
-accuse provengano dall'avarizia dei loro autori i quali agognano
-ai beni degli Ebrei, ed abusano della religione cristiana
-<span class="pageno" title="310" id="page-310"></span>
-per palliare il proprio desiderio di arricchire; le quali
-cose egli ripete ancora in una bolla dell'anno seguente, come
-pure in un'altra diretta a San Luigi Re di Francia. Egli
-fu imitato, nell'anno 1247, dal Papa Innocenzo IV, in un'epistola
-agli Arcivescovi d'Alemagna, in cui esplicitamente rigetta
-come una falsità che gli Ebrei uccidano fanciulli cristiani
-e facciano uso del loro sangue.
-</p>
-
-<p>
-E così pure gl'imperatori romani, incominciando dal decreto,
-intorno a ciò promulgato dall'imperatore Federico III,
-hanno riconosciuto gli ebrei innocenti rapporto a questa accusa;
-lo che apparisce dal formulario dei privilegi ad essi
-confermati, come da quelli che sogliono essere accordati dagli
-imperatori quando vengono eletti, come può vedersi
-presso Linneo, tomo <span class="sc num">i</span>, addit. <i>ad 1, 3,
-c.</i> <a id="FNa_355"></a><a href="#Fn_355" class="fna">(355)</a>.
-</p>
-
-<p>
-Con eguali pubblici attestati furono gli Ebrei difesi da
-quest'accusa da Galeazzo e Bona Sforza Duchi di Milano, da
-Pietro Mocenigo, Doge di Venezia, e da altri grandi principi
-i quali facilmente si citerebbero, se ciò non ci portasse
-troppo in lungo.
-</p>
-
-<p>
-Se poi nell'esame storico di questa cosa cerchiamo i giudizi
-d'uomini celebri intorno a questo fatto, troviamo che
-Pietro di Blois, nel libro <cite xml:lang="la">Contra perfid. Jud.</cite>,
-c. 8, dà chiaramente
-a divedere com'egli teneva la cosa per dubbiosa. Il
-dottor Martino Lutero nella parte undecima dell'antico Testamento,
-fol. 323, ha già da lungo tempo rigettata questa
-favola, che cioè gli Ebrei abbiano bisogno del sangue
-di un Cristiano, qual menzogna e follia. Lo stesso fece
-anche Horembek nei prolegomeni del suo libro <cite xml:lang="la">De convertendis
-Judaeis</cite>, ed il professore, peritissimo nelle cose giudaiche,
-<span class="pageno" title="311" id="page-311"></span>
-Wagenseil nel suo <cite xml:lang="la">Infundibulo</cite>, <i>pag.</i> 99,
-ed in una
-apposita confutazione dell'opinione che gli Ebrei abbiano bisogno
-del sangue di un Cristiano, si è dichiarato contro questa
-calunnia. La rigettò anche di recente il celebre Basnage
-nel settimo libro della sua storia degli Ebrei. E ciò prescindendo
-da quanto hanno scritto a propria difesa contro questa
-falsa accusa in particolare Abarbanel nel suo <cite>Ezechiello</cite>,
-36, 13; l'Ebreo Cardoso nel suo libro in lingua spagnuola
-“<cite xml:lang="es">Los Excell.: decima calunnia de los Hebr.</cite>
-pagina 412”;
-Isacco Vira nel <cite xml:lang="la">“Vindice sanguinis”</cite> e
-gli Ebrei di Metz
-in uno scritto pubblicato a Parigi nel 1670 col titolo:
-<cite xml:lang="fr">Factum servant de réponse au livre intitulé: Abrégé du
-procès fait aux Juifs de Metz.</cite>
-</p>
-
-<p>
-Dacchè esiste la religione di Cristo, abbiamo veduto molte
-migliaia di Ebrei che l'hanno abbracciata, e fra questi neppure
-uno ha potuto deporre una testimonianza degna di fede
-in conferma di questa favola. Al contrario, il profondo dotto
-Cristiano Gerson, passato al Cristianesimo con onore sincero,
-ha combattuto questa favola, nella prefazione del suo Talmud
-degli Ebrei. Con lui è d'accordo il noto Pfeffercorn nel
-<cite xml:lang="la">Spec.
-adhort. Jud.</cite> parte <span class="sc num">ii</span>,
-dove egli fa una buona distinzione,
-dicendo che potrebbe ben essere che si sieno trovati degli
-Ebrei e che oggidì pure se ne trovino, che spinti da collera,
-odio e vendetta, uccidano segretamente un fanciullo Cristiano,
-nella stessa guisa che in mezzo a tutte le nazioni
-non può evitarsi qualche bricconeria; ma sostiene non potersi
-dare che ciò avvenga per aver essi bisogno del sangue di
-un Cristiano.
-</p>
-
-<p>
-E il di sopra citato signor Wagenseil nella suaccennata
-confutazione, p. 163, attesta in nome della verità di Dio e
-del padre di Nostro Signore Gesù Cristo che fra tanti Ebrei
-battezzati che egli ha praticati, non ne ha trovato uno che
-confessasse che i suoi connazionali adoperassero in certi casi
-il sangue d'un Cristiano, per quanto egli intorno a ciò gl'interrogasse
-tutti accuratamente.
-</p>
-
-<p>
-Noi potremmo a tutto ciò aggiungere la testimonianza di
-Tommaso, che viene ritenuto per un Ebreo convertito al
-<span class="pageno" title="312" id="page-312"></span>
-Cristianesimo, il quale interrogato sopra questa cosa da Alfonso
-Re di Spagna, la negò, adducendo ragioni dedotte dalle
-leggi giudaiche, le quali non permettono ad un Ebreo simile
-uso del sangue, come puossi diffusamente riscontrare
-nel <cite>Scevet Jehudà</cite>, fol. 6, col. 2, ed anche nel <cite>Giudaismo
-svelato da Eisenmenger</cite>, tom. <span class="sc num">ii</span>,
-cap. <span class="sc num">iii</span>, pag. 226. Veramente
-gli annali della Chiesa dopo il tredicesimo secolo abbondano
-di diversi esempi di tali omicidii commessi dagli
-Ebrei, e fra questi molti furono raccolti da Genebrando nel
-quarto libro della sua <cite xml:lang="la">Chronor.</cite>,
-e dall'autore del libro intitolato:
-<cite>Quanto sia difficile a convertire il cuore di un
-Ebreo.</cite>
-</p>
-
-<p>
-Ma in ciò tre cose sono da rimarcarsi:
-</p>
-
-<p class="lista testa">
-1. Che le circostanze della maggior parte di queste storie
-sono talmente contraddicenti l'una all'altra, e con tali
-differenze sono raccontate dai diversi autori, che fra se stesse
-si distruggono, come nota il celebre Wagenseil.
-</p>
-
-<p class="lista">
-2. La maggior parte di queste storie rimontano ai tempi
-dell'ignoranza e della credulità, e si rendono assai sospette
-mediante gli strani miracoli, dai quali sono accompagnate,
-ed è quindi da prendersi bene in considerazione quello che
-osserva Eisenmenger, (del resto dichiarato nemico dei Giudei),
-il quale dopo aver riportato alcuni esempi di tal fatto, dice:
-<i class="quo">Non si odono ora più in Germania di consimili crudeli
-fatti</i> (<cite>l. c.</cite>, pag. 221); senza dubbio perchè la Germania
-dopo di esser divenuta più colta, ha perduta quella troppa
-credulità a simili fandonie, come pure ad altre, le quali ci
-fecero cauti anche verso di questa.
-</p>
-
-<p class="lista">
-3. Finalmente devesi in riguardo a queste storie, avere
-in considerazione la distinzione fatta da Pffeffercorn che,
-dato anche che il più di esse sieno vere, che cioè alcuni
-Ebrei abbiano versato il sangue di cristiani o de' loro fanciulli,
-in nessuna guisa però non può ciò essere avvenuto
-per cagione che essi abbisognassero di quel sangue per la
-loro religione o per superstizione.
-</p>
-
-<div>
-<span class="pageno" title="313" id="page-313"></span>
-</div>
-
-<p class="lista testa">
-II. Ma dalle prove storiche della nullità di questa accusa,
-passiamo a quelle che la calunnia per se stessa ci
-offre, d'onde apertamente si vede, quanto incerti sieno stati
-gli autori della medesima, in quanto essi non hanno saputo a
-che cosa attribuire la necessità in cui sieno gli Ebrei di
-provvedersi di questo sangue.
-</p>
-
-<p>
-Perocchè gli uni dicono: 1) gli Ebrei hanno bisogno del
-sangue dei Cristiani per non puzzare; altri: 2) per le loro
-focacce e il loro vino della pasqua; alcuni: 3) per arrestare
-il sangue della circoncisione; altri: 4) per ungere le mani
-dei sacerdoti quando danno la benedizione; altri: 5) per la
-benedizione degli sposi; taluni: 6) per ungere i loro morti,
-ai quali in pari tempo si grida all'orecchio: Se Gesù è il
-vero Messia, possa il sangue di questo innocente cristiano
-morto sperando nel suo Salvatore, procurarti la vita eterna;
-altri ancora: 7) per facilitare il parto; alcuni: 8) per curare
-malattie occulte; ed altri ancora: 9) per preparare un certo
-filtro. In tutte queste supposizioni non è soltanto la discrepanza
-che cade sotto gli occhi, ma anche la nullità delle
-medesime. Poichè in quanto alla prima non è provato che
-gli Ebrei mandino un odore particolare diverso dagli altri
-uomini, nè che quello si possa cangiare con del sangue, il
-quale nè fluido, nè secco tramanda alcun odore. La 2, 3, 4
-e 5 supposizione sono del tutto assurde, poichè il sangue
-umano contaminerebbe quelle sacre operazioni. La sesta supposizione,
-cioè l'unzione dei morenti, è del tutto contraria
-alla fede degli Ebrei, i quali non potrebbero mai considerare
-come espiatorio il sangue di un fanciullo ucciso, e molto
-meno in vista del sangue di Cristo. La settima supposizione,
-di farne uso nei parti difficili, ci viene per semplice ragguaglio
-di un Ebreo rinnegato di nome Brenzen, il quale,
-spinto da ignoranza e malignità, sparse molte altre manifeste
-favole. 8) Non si sanno indicare le malattie occulte ed
-incurabili degli Ebrei, per le quali deve servire il sangue di
-un Cristiano, e non hanno altro fondamento se non che in
-<span class="pageno" title="314" id="page-314"></span>
-un libercolo molto frivolo, di cui corre voce che vi sia la
-descrizione delle malattie particolari a ciascuna tribù, mentre
-è pur noto che la distinzione delle tribù d'Israele è già da
-lungo tempo andata perduta. 9) Secondo anche l'opinione di
-quelli che ancora credono ai filtri non può alcun altro sangue
-servire per formarne una bevanda che ispiri amore, tranne
-quello della persona verso cui si vuoi destare l'affetto,
-e non si può comprendere qual amore gli Ebrei vogliono
-far nascere col sangue dei bambini cristiani; laonde in
-tutte queste asserzioni risultano l'inverisimiglianza e la
-nullità.
-</p>
-
-<p class="lista testa">
-III. Se veniamo ora ai principii ed alle leggi fondamentali
-della fede degli Ebrei, troviamo che questa non può
-in verun modo tollerare l'uso del sangue di fanciulli uccisi,
-e conseguentemente l'uccisione di essi. È principalmente noto
-con qual rigore gli Ebrei osservano la legge dei cibi puri
-ed immondi, e quanto debbano essere rilassati prima di
-mangiare, per esempio, la carne di porco. Or dunque il sangue
-principalmente, e tanto più il sangue umano, è fra i
-cibi vietati. <cite>Lev.</cite> 17. Così fra i comandi di Mosè che sono
-in alta riverenza presso gli Ebrei, sta la proibizione del
-sangue. <cite>Gen.</cite> 9, v. 4, nè può alcun Ebreo fruirne nè per
-cibo, nè per medicina. Non si può fare a meno di ripetere
-qui le parole di Tommaso al re Alfonso tolte dall'ebraico
-<cite>Scevet Jehudà</cite>: Ecco noi abbiamo veduto che un Ebreo non
-mangia sangue di tutto ciò che ha vita, anzi riguardano
-come proibito il bere il sangue dei pesci, dei quali i Talmudisti
-pure dicono che non merita il nome di sangue, perchè
-l'Ebreo non vi è abituato, sebbene egli veda che molti
-popoli ne mangiano; e quanto più orrore deve destare nell'Ebreo
-il sangue umano, del quale egli non ha veduto che
-alcun altro uomo faccia uso! Il re può accertarsi della cosa
-anche da questo che se un Ebreo mangiando fegato (od altra,
-cosa dura a masticare) gli venga sangue dai denti o dalle gengive,
-non continua a mangiarne se prima non l'ha nettato.
-<span class="pageno" title="315" id="page-315"></span>
-È cosa nota che l'uomo ha in abborrimento il sangue de' suoi
-simili, assai più che il proprio sangue, perchè non vi è abituato.
-Anzi è da essi con tanta cura evitato il mangiar
-sangue, che essi, dietro i dettami del Talmud, non mangiano
-nemmeno un uovo in cui si mostri una piccola vena rossa
-di sangue, nè una bestia se fosse uccisa da un uccello di
-rapina, od altrimenti non sia stata scannata a dovere, per
-timore che non siavi rimasto alcun che di sangue. E non
-solamente è loro proibito mangiare il sangue, ma anche il
-toccare il sangue di un uomo morto, ed è riguardato come
-la più grande impurità. Noi troviamo su di ciò la legge nel
-<cite>Num.</cite> 19, secondo la quale il toccare tutto ciò che proviene
-da un corpo morto rende immondi, per il che eglino stessi
-non conservano il sangue dei loro martiri se mai sia spruzzato,
-ma lo lavano, raschiano, sotterrano. E con quanta esattezza
-non conservano essi la legge della purità, specialmente
-nelle loro solennità e sacre cerimonie, fra le quali primeggiano
-la Pasqua e la Circoncisione, e quanto assurda non è
-la supposizione che nelle medesime si servano del sangue
-di un Cristiano! Che se finalmente si volesse supporre che
-gli Ebrei non sieno spinti ad uccidere dei fanciulli da un
-bisogno della loro religione o superstizione, nè per alcuno
-degli usi fin qui addotti, ma bensì da quello stesso odio
-verso i Cristiani e la loro fede, pel quale essi per far onta
-a questa fede mettono in croce o martorizzano fino alla
-morte i fanciulli cristiani come ne vengono allegate alle
-varie storie, la quistione verrebbe a cangiarsi da quello che
-fu in principio proposto; ma per altro rimane tuttavia da
-ponderare che mentre simili barbarie non sono agli Ebrei
-comandate nè insinuate, e ch'essi non possono sperare alcun
-vantaggio, ma al contrario quel solletico ch'essi potrebbero
-risentire dall'onta recata con tali tragedie alla religione
-cristiana, sarebbe ben lungi dal compensare il pericolo, le
-sventure, l'odio, la persecuzione che avrebbero a temerne
-per la loro propria religione, non è credibile che volessero
-intraprendere tali orribili azioni, cui si oppongono la ragione
-e l'umanità.
-</p>
-
-<div>
-<span class="pageno" title="316" id="page-316"></span>
-</div>
-
-<p>
-E qui non puossi far a meno di convenire coll'intelligente
-Basnage nel succitato luogo, ove dice: È da temersi,
-che anche queste pretese crocefissioni di fanciulli cristiani
-non sieno state generalmente altro che pretesti per aizzare
-sovrani e popoli contro gli Ebrei: e più avanti, simili storie
-gli sembrano molto sospette, perchè sempre congiunte a
-manifesta crudeltà ed ingiustizia per parte dei cristiani, i
-quali invece di punire quelli soltanto che in seguito ad
-una sufficiente investigazione giuridica fossero trovati colpevoli,
-formavano un processo tumultuario, e innocenti e rei
-erano tratti a morte, purchè fossero ebrei; che in ogni tempo
-simili sollevazioni del popolo rendono la cosa incerta, perchè
-suole dietro una vaga diceria ammutinarsi ed essere causa
-dell'esecuzione, prima che siasi fatto campo ad un'ordinata
-investigazione. A conferma di ciò non possiamo a meno di
-riportare dagli annali di Bzovio ciò ch'è accaduto di simile
-in Praga nell'anno 1395.
-</p>
-
-<p>
-Erasi sparsa voce che dagli Ebrei fosse stato flagellato
-e crocefisso un fanciullo cristiano, ed il popolo era per
-questo nel più grande inasprimento; e siccome temevasi
-che aspettando il ritorno del re Venceslao, che era assente,
-potesse egli ponderare la cosa ed investigare, specialmente
-essendosi egli esternato che in mezzo all'ira
-si deve ricordarsi della clemenza, così senza attendere la
-di lui presenza si fece un gran massacro, uccidendo quanti
-Ebrei si incontravano, senza alcuna distinzione e considerazione
-se fossero rei od innocenti.
-</p>
-
-<p>
-Quando da alcuni Ebrei fossero pur commesse tali iniquità
-non si dovrebbero almeno attribuire all'universalità
-dei Giudei, in riflesso che non sono commesse in forza dei
-principii della loro religione, e soltanto come gli altri delitti
-dovrebbero esserne puniti gli autori, senza ulteriori
-conseguenze.
-</p>
-
-<p>
-Il Dio della verità e della giustizia faccia che in ogni
-luogo venga ad ognuno fatta giustizia, senza distinzione di
-persone, e giudichi poi con clemenza i giudici della terra.
-</p>
-
-<p>
-Questo nostro teologico attestato e parere è da noi rilasciato
-<span class="pageno" title="317" id="page-317"></span>
-in forma autentica, munito del sigillo della nostra facoltà
-teologica.
-</p>
-
-<p class="docudata testa">
-Dato a Lipsia nell'8 maggio 1714.
-</p>
-
-<div class="docudata testa">
-<table summary="">
- <tr>
- <td class="LS">(L. S.)</td>
- <td class="docudata">Decano Seniore, nonchè gli altri dottori
- e professori della facoltà teologica presso
- l'Università di Lipsia.
- <p class="center" id="pnnto">Visto, concorda col suo autentico e vero
- originale in ogni punto e clausola.</p>
- </td>
- </tr>
-
- <tr><td class="LS">(L. S.)</td>
- <td class="docudata">Tanto certifico io sottoscritto. In
- fede. Giovanni Sigismondo Tellemann,
- pubblico notaio per autorità imp.</td>
- </tr>
-</table>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_355"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_355"><span class="label">(355)</span></a>
-Così il testo; ma più correttamente Limneo
-(<em xml:lang="la">Limnaeus</em>), nome
-col quale era conosciuto Giovanni Wirn pubblicista e storico tedesco,
-nato a Jena nel 1592, morto nel 1663. Fra le varie sue opere ricordiamo:
-<cite xml:lang="la">Juris publici imperii romano-germanici</cite>,
-lib. <span class="sc num">ix</span>. (Strasburgo,
-1629–1632, 3 vol. in-4º), cui son da aggiungersi i 2 volumi
-di supplemento
-qui citati col titolo: <cite xml:lang="la">Additiones</cite>
-(1650–1660), e che costituiscono
-il primo trattato completo sulla costituzione dell'impero.
-</p>
-
-<p class="destra">C. G.</p>
-
-</div>
-
-<div class="chapter">
-<span class="pageno" title="318" id="page-318"></span>
-</div>
-
-<h3 id="tit-22" class="documento">
-<a href="#ritit-22">XI.</a>
-</h3>
-
-<p class="subtitle">
-Lettera dell'Em. Card. Corsini.
-</p>
-
-<p class="destra testa">
-A Monsignor <span class="sc">Nunzio Apostolico</span> di Polonia.
-</p>
-
-<p class="destra" style="margin-right: 8ex"><i>Varsavia.</i></p>
-
-<p class="testa">
-“Molt'Illustre e Rev<sup>mo</sup> Sig<sup>r</sup>
-come fratello: — Il renditore
-a V. S. della presente sarà l'Ebreo Giacobbe Selech
-di nazione Polacco, quello appunto, che fin dall'anno 1758,
-vivendo ancora il Sommo Pontefice Benedetto
-<span class="sc num">xiv</span>, si portò
-in Roma per umilissimamente implorare in nome della nazione
-Ebrea di codeste parti caritatevole protezione dalla
-S. Sede a riparo degli intollerabili aggravi, che, nelle facoltà
-e nelle persone rappresentò soffrire dai Cristiani la
-medesima nazione frequentemente incolpata d'omicidii, <em>sulla
-mal fondata persuasione del volgo, ch'essa, meschii sangue
-umano, e specialmente cristiano nell'impasto dell'azzime</em>.
-Il regnante Sommo Pontefice Clemente XIII ha già
-fatto di questo ricorso diligente disamina, appigliandosi
-ancora a quelle provvidenze che sono convenienti al merito
-del medesimo, e che per altra parte giugneranno <em>segretamente</em>
-a di Lei notizia. Frattanto però ha espressamente
-ordinato S. S. che debba scriversi a V. S. e se le
-faccia palese essere Sua intenzione ch'Ella comparta al
-medesimo Giacobbe ogni più efficace e proficua assistenza,
-affinchè nel ripatriare non soffra il medesimo alcuna vessazione
-e molestia di <em>chicchessia, e da quelli massimamente
-che V. S. potesse credere contro di lui male animati
-per il ricorso portato al Trono apostolico</em>. In veduta
-<span class="pageno" title="319" id="page-319"></span>
-pertanto del Sovrano Pontificio comando apparterrassi alla
-sperimentata di Lei prudenza l'adoperare i mezzi conducenti
-alla di lui esecuzione, prevenire chi si deve e compartire
-all'Esibitore di questa aiuto tale, onde conosca
-coll'effetto dover egli alla clemenza e pietà di nostro S.<sup>re</sup>
-la propria sicurezza e durevole tranquillità. Con che le
-auguro da Dio felicità”.
-</p>
-
-<p>
-Roma, 9 febbraio 1760.
-</p>
-
-<div class="destra">
- <div class="firma">
- <p class="center"><i>Come Fratello aff.<sup>mo</sup></i></p>
- <p class="center">F.<sup>o</sup> A. Card.
- <span class="sc aut">Corsini</span>.</p>
- </div>
-</div>
-
-<div class="chapter">
-<span class="pageno" title="320" id="page-320"></span>
-</div>
-
-<h3 id="tit-23" class="documento">
-<a href="#ritit-23">XII. *</a>
-</h3>
-
-<p class="subtitle">
-Legge ungherese dell'anno 1791.
-</p>
-
-<p>
-Art. 38. Per guarentire la sicurezza di questa nazione
-(l'ebraica) spesso turbata da questo erroneo pregiudizio, la
-R. Luogotenenza ha ordinato a tutti i Comitati di darsi premura
-per sradicare dagli animi del popolo, <em>anche</em> il pregiudizio
-che gli Ebrei usino, nei loro riti, vittime umane, impiegando
-tutti i mezzi migliori e più adatti alle condizioni
-locali e giovandosi anche, se fosse necessario, dell'opera dei
-sacerdoti. Bisogna persuadere e convincere il popolo che questo
-orribile delitto è contrario alle leggi ebraiche ed agli
-scritti dei profeti, ripugnante soprattutto a tutto il vecchio
-testamento sul quale ha base principale la religione ebraica
-e contrario eziandio ai precetti delle altre religioni. Per conseguenza
-se da qualsiasi Ebreo venisse commesso un assassinio,
-anche se risultasse che il delitto fu commesso per
-animosità religiosa, non si avrebbe nessuna maggior ragione
-di incolpare l'intera nazione ebraica, di quello che non si
-avrebbe di incolpare la cristianità se simile delitto fosse
-commesso da un Cristiano.
-</p>
-
-<div class="chapter">
-<span class="pageno" title="321" id="page-321"></span>
-</div>
-
-<h3 id="tit-24" class="documento">
-<a href="#ritit-24">XIII.</a>
-</h3>
-
-<p class="subtitle">
-Una fanciulla smarrita a Mantova e poi trovata.
-</p>
-
-<p>
-Anche a Mantova, nel 1824, si era preteso che gli
-Ebrei avessero ucciso una ragazza per usarne il sangue
-nei loro riti. I seguenti documenti varranno a mostrare
-non tanto la falsità della accusa, quanto il giudizio
-che di quelle accuse recavano, in tempi non certamente
-favorevoli agli Ebrei, l'autorità politica e l'ecclesiastica.
-</p>
-
-<blockquote>
-
-<p class="subtitle">I. R. Delegazione di Mantova.</p>
-<p class="center">AVVISO.</p>
-
-<p class="testa">
-Da alcuni giorni si è destata qualche inquietudine in questa
-città.
-</p>
-
-<p>
-Lo smarrimento di una fanciulla, che dappoi si rinvenne,
-diede occasione alla malevolenza d'immaginare dei fatti i
-più assurdi e calunniosi in odio degli Israeliti, alcuno dei
-quali soffrì anche delle ingiurie ed offese personali; i colpevoli
-sono stati all'istante arrestati.
-</p>
-
-<p>
-Qualche apparato maggiore di forza che si è trovato di
-spiegare in questo incontro richiamò la curiosità del popolo,
-il quale verso sera si affolla intorno alle pattuglie; inceppandone
-il movimento. Ciò diede già causa a degli inconvenienti,
-la repressione dei quali è tanto più importante in una
-fortezza.
-</p>
-
-<div>
-<span class="pageno" title="322" id="page-322"></span>
-</div>
-
-<p>
-A prevenirli quindi si ricordano le seguenti sanzioni penali:
-</p>
-
-<p class="center testa">(<i>Omissis</i>)</p>
-
-<p class="testa">Dall'Imp. R. Delegazione Provinciale.</p>
-
-<p>Mantova, 12 giugno 1824.</p>
-
-<p class="center testa">
-Il Consigliere di Governo Imp. R. Delegato Provinciale
-</p>
-
-<p class="center">Marchese <span class="sc aut">Benzoni</span>.</p>
-<p class="docudata pi1">Dalla Tipografia Provinciale di L. Caranenti.</p>
-
-</blockquote>
-
-<p>
-S. E. Ill<sup>ma</sup> e Rev<sup>ma</sup> Mons. Vescovo di Mantova, con
-lettera pastorale dello stesso giorno, plaudiva ai provvedimenti
-presi in questa circostanza dall'Autorità politica
-ed alle ragioni che li avevano inspirati.
-</p>
-
-<div class="chapter">
-<span class="pageno" title="323" id="page-323"></span>
-</div>
-
-<h3 id="tit-25" class="documento">
-<a href="#ritit-25">XIV. *</a>
-</h3>
-
-<p class="subtitle">
-Il predicatore di corte canonico Giovanni Emanuele Veith.
-</p>
-
-<p>
-L'<cite xml:lang="de">Illustrirtes Wiener Extrablatt</cite>
-recava nel suo numero
-153 del 5 giugno 1882 la seguente notizia:
-</p>
-
-<p>
-“Nell'anno 1840 quando gli animi erano eccitati, come lo
-sono adesso in Ungheria, il celebre canonico e predicatore
-della cattedrale di S. Stefano, dott. Emanuele Veith, che
-per il suo zelo religioso era tenuto in altissima considerazione
-dal principe Arcivescovo di Vienna, Milde, reputò
-necessario calmare gli animi eccitati. Ricorrendo la
-solennità dell'Ascensione, l'applaudito predicatore, dinanzi
-a migliaia di devoti cristiani pronunciò alla fine del suo discorso
-le seguenti notevoli parole: <i class="quo">Voi tutti sapete, o devoti
-miei ascoltatori, e lo apprendano coloro che non lo
-sapessero, come io nascessi ebreo e per effetto della Divina
-Grazia divenissi cristiano, come servissi a questa mia
-convinzione nelle missioni cristiane, e come in ogni occasione
-dessi testimonianza alla verità ed obbedendo alla mia vocazione
-sinceramente pastorale, offrissi, per quanto sapevo ed
-in tutta coscienza, consolazione e speranza ai fedeli cristiani.</i>
-E l'eccellente uomo, impugnato il Crocifisso, continuò
-con voce commossa: <i class="quo">E così qui dinanzi a voi, ed al cospetto
-del mondo intero giuro in nome di Dio e della Santissima
-Trinità che tutti adoriamo, che la perfida bugia sparsa
-con perfida astuzia, che gli Ebrei nella solennità delle loro
-feste pasquali adoperino il sangue di un Cristiano, è sacrilega
-calunnia; giuro che niente di ciò si trova nè nel
-Vecchio Testamento nè negli scritti del Talmud che conosco</i>
-<span class="pageno" title="324" id="page-324"></span>
-<i class="quo">profondamente ed ho attentamente studiati. Così Dio mi
-aiuti e mi sia indulgente nell'ultima mia ora</i>”.
-</p>
-
-<p>
-Il sig. dottor <span class="sc aut">L. A. Frankl</span>
-cavaliere di Hochwarth, segretario
-della Comunità israelitica di Vienna, per accertarsi
-dell'esattezza di questa notizia, si recò dal professore dottor
-Giovanni Veith, fratello superstite del fu canonico Veith,
-per ottenere da lui maggiori informazioni. In conseguenza
-gli venne rilasciata la seguente dichiarazione:
-</p>
-
-<p>
-“A richiesta del sig. L. A. Frankl dichiaro esser vero
-quanto fu detto nell'<cite xml:lang="de">Illustrirtes Extrablatt</cite>
-del 5 giugno
-e cioè che il fu mio fratello canonico Giovanni Emanuele
-Veith si pronunciò alla fine di una predica sull'inesattezza
-della fiaba che gli Ebrei adoperino pei loro riti pasquali il
-sangue di un fanciullo cristiano e dichiaro che mi rammento
-ciò essermi stato detto da mio fratello.
-</p>
-
-<div class="destra">
- <div class="firma">
- <p>“Prof. <span class="sc aut">Veith</span>
- m. p.”</p>
- </div>
-</div>
-
-<p>
-N. 15536.
-</p>
-
-<p class="testa">
-Colla presente dichiaro che il signor dottor medico Giovanni
-Veith, a me personalmente cognito, dimorante in Vienna
-ha sottoscritto di suo proprio pugno la firma qui sopra
-esistente <a id="FNa_356"></a><a href="#Fn_356" class="fna">(356)</a>.
-</p>
-
-<p class="docudata testa">
-Vienna, 17 giugno 1882.
-</p>
-
-<div class="destra">
- <div class="firma">
- <p><span class="sc aut">Francesco Krischker</span>, m. p.</p>
- </div>
-</div>
-
-<table summary="">
- <tr>
- <td class="LS"><i>L. S.</i></td>
- <td style="text-indent: 0">nominato sostituto dell'I. R. Notaio dottor
- Adolfo Faber con decreto dell'I. R. Tribunale
- di Vienna, 18 aprile 1882, n. 25074.</td>
- </tr>
-</table>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_356"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_356"><span class="label">(356)</span></a>
-L'originale di quest'atto trovasi nell'Archivio della Comunità
-Israelitica di Vienna.
-</p>
-</div>
-
-<div class="chapter">
-<span class="pageno" title="325" id="page-325"></span>
-</div>
-
-<h3 id="tit-26" class="documento">
-<a href="#ritit-26">XV. *</a>
-</h3>
-
-<p class="subtitle">
-Dichiarazione del Professore Molitor.
-</p>
-
-<p>
-Nel terzo volume della mia <cite xml:lang="de">Philosophie der Geschichte</cite>
-(Münster, Heisinger, 1839) avrei avuto l'occasione più adatta
-di esprimermi scientificamente sulla falsa imputazione adossata
-agli Ebrei di far colpevole uso di sangue, ma non me
-ne occupai, perchè ritenni che quest'accusa, la di cui falsità
-tanto spesso fu provata, fosse troppo avventata perchè valesse
-la pena di occuparsene, fosse pure per confutarla. Avendomi
-però il signor L. H. Loewenstein, autore del
-<cite xml:lang="de">Damascia</cite>,
-istantemente invitato di esprimere pubblicamente, per onore
-della verità, la mia convinzione su questo importante soggetto,
-che pur troppo ha costato negli ultimissimi tempi
-tante vittime sanguinose, così non esito un solo momento a
-dichiarare la mia convinzione più coscienziosa.
-</p>
-
-<p>
-“Ho fatto, degli scritti dei Rabbini e dei cabalisti, oggetto
-di uno studio di lunghi anni, e posso lusingarmi di conoscere
-abbastanza bene tanto la parte casuistica come la mistica
-dell'ebraismo, e mai mi si è presentato, nè negli scritti dei
-talmudisti, nè in quelli dei cabalisti, nè in qualunque siasi
-scritto ebraico, il più lontano motivo di credere a quella
-sciocca incolpazione lanciata contro l'ebraismo; nè ho mai
-scoperto la più lontana traccia di una simile tradizione sanguinaria
-fra gli Ebrei, benchè abbia studiato per lungo tempo
-le tradizioni ebraiche.
-</p>
-
-<p>
-“Per quanto conosco delle leggi ebraiche è affatto impossibile
-che una tale vergognosa prescrizione possa essere
-stata introdotta nell'ebraismo, senza distruggere prima affatto
-la legge mosaica e quella del Talmud. Poichè il Pentateuco
-proibisce assolutamente e severamente in più luoghi l'uso di
-ogni sangue, ed il Talmud, secondo la sua abitudine, spinge
-<span class="pageno" title="326" id="page-326"></span>
-questo divieto mosaico fino alle conseguenze più estreme,
-come è provato nello scritto <cite xml:lang="de">Damascia</cite>, capitolo
-<span class="sc num">viii</span>, pagine 363–368.
-</p>
-
-<p>
-“Io non voglio negare l'esistenza di qualche stupido individuo
-ebreo, che abbia adoperato sangue umano a scopi magici,
-ma devo affermare assolutamente, che la magia nera è assolutamente
-proibita nell'ebraismo, e che nella Bibbia, nel Talmud
-e nella Kaballah non mi è noto nessun passo che potesse giustificare
-tali delitti. Se adunque singoli Ebrei commettessero
-tali delitti, essi agirebbero contro la loro legge, come agirebbero
-contro la propria i Cristiani, se li commettessero.
-</p>
-
-<p>
-“L'incolpazione, che gli Ebrei facciano uso di sangue
-cristiano nelle loro cerimonie religiose, è un'idea che ha origine
-dal medio evo, e dimostra una totale ignoranza dell'ebraismo
-e dei suoi usi mentre ricorda una simile incolpazione,
-che una volta fu lanciata dai Pagani ai Cristiani, cioè che
-questi facessero sacrifici umani.
-</p>
-
-<p>
-“In tutti i tempi però s'innalzarono nella cristianità potenti
-voci contro questo pregiudizio basato su di una crassa ignoranza.
-</p>
-
-<p>
-“Specialmente i papi Gregorio IX (1235) ed Innocenzo IV
-(1287), hanno espressamente proibito nelle loro bolle, di perseguitare
-gli Ebrei per questa favolosa incolpazione.
-</p>
-
-<p>
-“Anche il papa Sisto IV si dichiara energicamente contro
-la calunnia mossa agli Ebrei, e dopo l'istruzione fatta sulla
-morte di San Simoncino da Trento, che si pretese fosse stato
-ucciso dagli Ebrei per scopo religioso, proibì lo si santificasse
-ed ordinò non si molestassero più gli Ebrei di Trento. (Purtroppo
-se ne avevan già bruciati molti). Il doge di Venezia,
-Pietro Mocenigo in un decreto del 22 aprile 1475, ed uno
-Sforza duca di Milano dichiararono innocenti gli Ebrei di
-questo inventato delitto. Così dichiarò anche l'imperatore Federigo
-III e dopo lui molti Imperatori romani.
-</p>
-
-<p>
-“Il <em>Wagenseil</em> tanto versato e pratico negli scritti degli
-Ebrei nel suo <cite xml:lang="de">Unwidersprechlichen Widerlegung</cite>,
-e l'ex-ebreo
-e poi sacerdote cattolico <em>Sonnenfels</em> nel suo
-<cite xml:lang="de">Jüdischen
-Bluteckel</cite> provarono a fondo e incontestabilmente la nullità
-e la piena falsità della incolpazione.
-</p>
-
-<div>
-<span class="pageno" title="327" id="page-327"></span>
-</div>
-
-<p>
-“Lutero, che non era certo amico degli Ebrei, dichiara
-(parte <span class="sc num">xi</span>, foglio 323 ed. Altemb.)
-questa incolpazione bugiarda
-e pazza. A questa dichiarazione si unisce anche Basnage
-nella sua <cite xml:lang="fr">Histoire des juifs</cite>
-(parte <span class="sc num">vii</span>, cap. <span class="sc num">xi</span>).
-</p>
-
-<p>
-“A questi e ad altri attestati più antichi devesi aggiungere
-l'esteso parere della <cite>Facoltà teologica di Lipsia</cite>
-<a id="dell8"></a>dell'8 maggio 1714, ed in questi ultimi tempi:
-</p>
-
-<p class="docudata">
-“a) <em>Il predicatore di corte a Vienna Veit.</em> Questo pio
-sacerdote, ebreo battezzato, <em>prestò dal pulpito, col crocifisso
-in mano, un solenne e sacro giuramento che nell'incolpazione
-verso gli Ebrei non vi era una parola di vero</em>.
-</p>
-
-<p class="docudata">
-“b) <em>Il vescovo Dräseke</em> in una dichiarazione (accompagnata
-da un obolo per gl'infelici) nella <cite xml:lang="de">Allgem. Zeitung
-des Judenthums</cite>.
-</p>
-
-<p class="docudata">
-“c) <em>G. H. di Schubert</em>, nella sua dichiarazione nella
-<cite xml:lang="de">Allgem. Zeitung</cite> del 30 aprile 1840.
-(<cite xml:lang="de">Damascia</cite>, pag. 54, 55).
-</p>
-
-<p class="docudata">
-“d) Il missionario, e già ebreo <em>Giorgio Wildon Pieritz</em>,
-sostenne quanto a questo riguardo è affermato nel giuramento
-di purificazione del <em>Rabbino Manasse ben Israel</em>, il
-cui testo leggesi nello scritto “<cite xml:lang="de">Damascia</cite>”
-(pag. 237).
-</p>
-
-<p class="docudata">
-“e) Il <em>D. Augusto Neander</em> in Berlino, già ebreo, fece
-la stessa dichiarazione nella <cite xml:lang="de">Berliner Zeitung</cite>,
-ed aiutò inoltre
-nel suo lavoro l'autore della <cite xml:lang="de">Damascia</cite>
-(Damascia, pag. 104).
-</p>
-
-<p class="docudata">
-“f) Lo stesso fece anche il predicatore e missionario
-<em>William Ayerst</em>, A. M. (Dam. stesso) che nel suo scritto al
-Dott. Neander ne lodò l'impresa chiamandolo un
-“<i class="quo" xml:lang="en">Laudable endeavours</i>.”
-</p>
-
-<p class="docudata">
-“g) Uno dei più caldi ed intelligenti confutatori di
-questa assurda accusa fu in tempi recentissimi l'altrettanto
-zelante e costante avversario della religione ebraica Alessandro
-M. Caul, D. D., il quale dimostra nel suo “<cite xml:lang="en">Reasons
-for believing</cite> ecc. ecc.”, dedicato alla Regina d'Inghilterra,
-nella maniera la più irrefragabile come stiano in contraddizione
-assoluta i sacrifici umani e lo spargimento di sangue,
-con le dottrine fondamentali dell'Ebraismo. In questo scritto
-trovasi anche una dichiarazione, <em>firmata da trentacinque
-Ebrei convertiti al Cristianesimo</em>, che dice che l'incolpazione
-<span class="pageno" title="328" id="page-328"></span>
-è “una miserabile e diabolica bugia”
-(<i class="quo" xml:lang="en">a foul and Satanic falsehood</i>).
-</p>
-
-<p class="docudata">
-“h) Alle fatiche del D<sup>r</sup>. M. Caul per la verità e giustizia
-si associò recentissimamente anche il dotto e intelligente
-sindaco, dottore in teologia <em>Federigo di Meyer</em> in una
-dichiarazione, depositata nelle mani del signor L. H. Loewenstein,
-perchè venisse pubblicata.
-</p>
-
-<p>
-“Dopo così numerosi e chiari argomenti, dopo tante ed
-importanti voci, non mi resta altro a fare che di <em>associarmi
-assolutamente alla dichiarazione del signor predicatore di
-Corte Weit e di inalzare con pura coscienza, senza inganno
-e ritegno le mani all'Onnipotente e di dichiarare e giurare
-solennemente che io non sono mai venuto a sapere, nè a
-voce nè in iscritto, o per altra via cosa alcuna che potesse
-servire di giustificazione all'incolpazione, che gli Ebrei si
-servano di sangue umano per qualunque cerimonia religiosa</em>;
-anzi mi consta che agli Ebrei è proibito dalla loro legge
-nel modo più severo <a id="uso"></a>qualunque uso di sangue, e che essi
-proteggono da ogni contatto, col sangue in special modo, la
-pasta del <em>Maza</em> (azimo) perchè con tal contatto la <em>Maza</em>
-cesserebbe di poter essere mangiata secondo le leggi, giacchè
-il contatto del sangue la fa divenire <em>Chamez</em> (impura).
-</p>
-
-<p>
-“Questa dichiarazione l'ho data perchè richiesto, <em>chiamando
-testimonio l'Altissimo, il Dio della verità e dell'amore
-e l'affermo e la sostengo, per la pura e genuina verità
-del mio sapere e della mia convinzione</em>.
-</p>
-
-<p>
-“Voglia preservare Iddio i cuori di tutti i Cristiani da
-questa odiosa incolpazione.
-</p>
-
-<div class="destra">
- <div class="firma" style="width: 60%;">
- <p class="pi2"><i>(Firm.)</i> L'autore dello scritto: “Filosofia
- della storia, o sopra la tradizione nel Vecchio
- Testamento e la sua relazione alla Chiesa
- del Nuovo Testamento.”</p>
- <p class="center">“Prof. <span class="sc aut">Molitor</span>”.</p>
- </div>
-</div>
-
-<p>
-Si dichiara <em xml:lang="la">previa collatione, sub fide notariali</em>, che la
-suddetta copia concorda col suo originale.
-</p>
-
-<p>
-Francoforte sul Meno, 14 maggio 1841.
-</p>
-
-<div class="destra">
- <div class="firma">
- <p class="center"><i>(L. S.) Fir.</i> D<sup>r</sup>.
- <span class="sc aut">Giovanni Jacob Glöckner</span></p>
- <p class="center">Notaio della libera città di Francoforte.</p>
- </div>
-</div>
-
-<div class="chapter">
-<span class="pageno" title="329" id="page-329"></span>
-</div>
-
-<h3 id="tit-27" class="documento">
-<a href="#ritit-27">XVI. *</a>
-</h3>
-
-<p class="subtitle">
-Consigliere aulico Prof. Dott. G. H. von
-Schubert <a id="FNa_357"></a><a href="#Fn_357" class="fna">(357)</a>.
-</p>
-
-<p>
-Altrettanto dobbiamo trovar naturale, che l'improvvisa scomparsa
-del Priore dei Francescani, o, come altri dicono, dei
-Cappuccini, di Damasco faccia impressione per la tragica natura
-del fatto, quale venne riferito da molti giornali, altrettanto
-ci riesce incomprensibile che sia stata fra noi, Cristiani
-del secolo <span class="sc num">xix</span>, accettata e discussa
-una fiaba medioevale
-barbara ed insensata, posta in giro dai Turchi, sul modo con
-cui quegli scomparve; per essere cioè stato assassinato dagli
-Ebrei. Lo scrittore di queste righe, nella sua qualità di viaggiatore
-cristiano, ebbe occasione di conoscere a fondo gli
-Ebrei dell'Oriente e può asserire colla maggiore convinzione
-che quella strana ed atroce invenzione è in aperta contraddizione
-non soltanto coi sentimenti degli Ebrei dell'Oriente,
-ma con quelli di tutti gli Ebrei in generale, coi loro antichissimi
-usi, e coi loro riti religiosi osservati con scrupulosa
-severità. Per ciò siffatte dicerie dovranno essere poste fra le
-bugie anche nel caso che la tortura turca strappasse delle
-confessioni alle sue vittime fosse pure in dieci diversi luoghi,
-ed anche nel caso che dieci diversi corrispondenti troppo creduli,
-si facessero a ripetere tale voce per averla udita da
-altri. Infine chi scrive non può fare a meno di dubitare assaissimo,
-e ciò fino a prova in contrario, che quell'assassinio
-sia stato commesso da Ebrei.
-</p>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_357"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_357"><span class="label">(357)</span></a>
-<cite xml:lang="de">Allgemeine Zeitung</cite>, 30 aprile 1840.
-</p>
-</div>
-
-<div class="chapter">
-<span class="pageno" title="330" id="page-330"></span>
-</div>
-
-<h3 id="tit-28" class="documento">
-<a href="#ritit-28">XVII. *</a>
-</h3>
-
-<p class="subtitle">
-Narrazione del Reverendo M.
-Pieritz <a id="FNa_358"></a><a href="#Fn_358" class="fna">(358)</a>.
-</p>
-
-<p>
-Allorchè noi, cioè la Missione di Gerusalemme alla quale
-ho l'onore di appartenere, udimmo, come gli Ebrei di Damasco
-soffrissero per effetto della stessa calunnia, tante volte,
-e specialmente nel <span class="sc num">xiii</span> secolo lanciata
-contro di voi, come
-già lo era stata contro i Cristiani dai Pagani nei primi tre
-secoli, fu risolto dalla nostra Missione e specialmente dal
-nostro reverendissimo signor Sopraintendente, che io dovessi
-subito recarmi a Damasco per dimostrare, coll'aiuto dei Consoli
-europei, come la vostra religione ben lungi dall'ordinare
-l'assassinio e l'uso del sangue ne formi espresso e severo
-divieto, e per ripetere in mio proprio nome lo spaventevole
-giuramento del vostro celebre Menasse Ben Israel.
-</p>
-
-<p>
-Non possiamo da questa distanza decidere se gli Ebrei
-abbiano o meno commesso un assassinio, ma vogliamo in ogni
-caso evitare che di questo delitto si faccia colpa all'intera
-nazione.
-</p>
-
-<p>
-Mi si destinò a tale Missione perchè, nato ebreo e versatissimo
-nelle discipline rabbiniche, senza essere in nessun
-modo amico o difensore del Rabbinato, ero specialmente designato
-per testimoniare su tale argomento.
-</p>
-
-<p>
-Non voglio descrivere ciò che provai, quando fui a Damasco.
-Vidi che tutta l'accusa contro gli Ebrei era una cosa artificiale,
-e che loro si negava ogni onesto e giusto modo di
-difesa, mentre si impiegavano i più crudeli supplizi per
-estorcere loro false confessioni della colpa.
-</p>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_358"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_358"><span class="label">(358)</span></a>
-Estratto dal suo scritto agli Ebrei di Alessandria.
-(Vedi <cite xml:lang="de">Zeitung
-des Judenthums, 1840, n. 31</cite>).
-</p>
-</div>
-
-<div class="chapter">
-<span class="pageno" title="331" id="page-331"></span>
-</div>
-
-<h3 id="tit-29" class="documento">
-<a href="#ritit-29">XVIII.</a>
-</h3>
-
-<p class="subtitle">
-Traduzione del Firmano accordato da S. M. imperiale
-il Sultano Abd-el-Medijd agli Israeliti del suo impero.
-</p>
-
-<p>
-<i>Sulla domanda di Sir</i> <span class="sc aut">Moses Montefiore</span>,
-<i>membro della
-Società Reale</i>, <i>ed a lui consegnato a Costantinopoli, da
-Sua Eccellenza</i> <span class="sc aut">Reschid-Pascià</span>,
-<i>ministro degli affari esteri
-della Porta Ottomana</i>, <i>l'</i>11 <i>Hesvan</i> 5601, 13 <i>del mese di
-Ramazan</i> 1256, <i>corrispondente al</i> 7 <i>novembre</i> 1840.
-</p>
-
-<p>
-Firmano indirizzato al Capo della Giustizia a Costantinopoli,
-in testa del quale Sua Maestà Imperiale ha scritto di
-sua propria mano le parole seguenti: “<i class="quo">Si eseguiscano gli
-ordini contenuti nel presente Firmano.</i>”
-</p>
-
-<p>
-Un antico pregiudizio esisteva contro gli Ebrei. Gli ignoranti
-credevano che gli Ebrei avessero l'uso di fare dei sacrifizi umani
-per impiegare il sangue nelle solennità della loro pasqua.
-</p>
-
-<p>
-In conseguenza di questa opinione, gli Ebrei di Damasco
-e di Rodi (sudditi del nostro impero) vennero perseguitati
-da altre nazioni. Le calunnie inventate contro questi Ebrei,
-e le vessazioni alle quali vennero esposti, pervennero sino al
-nostro trono imperiale.
-</p>
-
-<p>
-Non ha gran tempo che taluni Ebrei, abitanti nell'isola di
-Rodi, vennero tradotti a Costantinopoli, dove furono messi
-in istato di accusa e giudicati in conformità della nuova
-legislazione. La falsità delle accuse che loro si movevano
-venne completamente provata. Tutto quanto l'equità e la
-giustizia esigevano venne fatto per loro.
-</p>
-
-<p>
-In oltre i libri religiosi degli Ebrei vennero sottoposti all'esame
-di uomini istruiti, assai versati nella loro letteratura
-teologica. Il risultato di questo esame dimostrò essere estremamente
-vietato agli Ebrei di fare uso non soltanto di sangue
-umano, ma persino di sangue d'animali. Necessaria conseguenza
-<span class="pageno" title="332" id="page-332"></span>
-di questa proibizione è, che le accuse portate contro
-loro ed il loro culto non sono che pure calunnie.
-</p>
-
-<p>
-Per questi motivi, e per l'affezione che portiamo a tutti
-i nostri sudditi, non possiamo permettere che la nazione
-ebraica (la cui innocenza nell'appostole delitto venne già riconosciuta)
-sia vessata e tormentata a proposito di accuse
-che non hanno nessun fondamento di verità. Ma vogliamo
-che conforme allo
-<cite>Hatti-scerif</cite> <a id="FNa_359"></a><a href="#Fn_359" class="fna">(359)</a>
-promulgato a Gulhanè,
-la nazione ebraica posseda gli stessi vantaggi e goda degli
-stessi privilegi accordati alle altre nazioni sottoposte alla
-nostra autorità.
-</p>
-
-<p>
-La nazione ebraica sarà protetta e difesa.
-</p>
-
-<p>
-In conseguenza di questo divisamento nostro abbiam dato
-gli ordini i più positivi perchè gli Ebrei residenti in tutte le
-parti del nostro impero sieno d'ora innanzi protetti al pari
-di tutti gli altri sudditi della Sublime Porta, perchè nessuno
-possa in verun modo molestarli se non per giusta cagione,
-nè nello esercizio della loro religione, nè in quanto concerne
-la loro sicurezza e tranquillità.
-</p>
-
-<p>
-In conseguenza, il presente firmano rivestito in testa della
-nostra firma, ed emanato dalla nostra Cancelleria imperiale,
-venne rilasciato alla nazione ebrea.
-</p>
-
-<p>
-Così, dopo aver preso cognizione del presente firmano, voi,
-capo della magistratura, avrete gran cura di conformarvi
-strettamente a quanto esso dispone, e per impedire che in
-avvenire nulla si faccia in contraddizione di quanto esso dispone,
-lo farete registrare negli archivi del Tribunale. Lo
-rimetterete in seguito alla nazione israelitica, e veglierete
-scrupolosamente all'esecuzione dei Nostri ordini e della Nostra
-volontà sovrana.
-</p>
-
-<p>
-Dato a Costantinopoli, il 12 Ramazan 1256 (6 novembre
-1840).
-</p>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_359"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_359"><span class="label">(359)</span></a>
-<cite>Hatti-scerif</cite> dicesi in Turchia un'Ordinanza sovrana che porta un
-segno fatto di propria mano dal Sovrano. È parola persiana, formata
-da due parole arabe <em>Khatt</em> (linea, scrittura) e <em>scerif</em>
-(illustre). <cite>Hatt-humaiun</cite>,
-anche dal persiano <em>kumaiun</em> (reale), ha lo stesso significato.
-</p>
-</div>
-
-<div class="chapter">
-<span class="pageno" title="333" id="page-333"></span>
-</div>
-
-<h3 id="tit-30" class="documento">
-<a href="#ritit-30">XIX.</a>
-</h3>
-
-<p class="subtitle">
-L'ultimo processo italiano sul preteso uso del sangue cristiano
-nei riti ebraici.
-</p>
-
-<p>
-Benchè assai, nel corso del presente lavoro, ci siamo
-diffusi a confutare questa grossolana calunnia, ci sembra
-non inopportuna cosa consacrare qualche pagina
-all'ultimo processo cui l'oscena accusa dette luogo in
-Italia; processo omai dimenticato, benchè ancora gli
-attori siano vivi, e tanto più importante nel nostro
-assunto, in quanto che si svolse il 29 settembre 1857
-dinanzi all'I. R. Tribunale provinciale di Rovigo, in
-un'epoca cioè, che non volgeva, nella Monarchia Austriaca,
-troppo favorevole agli Ebrei.
-</p>
-
-<p>
-L'imputata era una tal Giuditta Castilliero, contadina
-dei Masi presso Badia Polesine; l'accusa quella di
-calunnia a danno dell'israelita sig. Caliman Ravenna,
-mediante falsa imputazione di restrizione della libertà
-personale e dissanguamento.
-</p>
-
-<p>
-Ecco come erano andati i fatti. Una bella domenica
-l'imputata, ragazza dai costumi leggieri anzichè no,
-dopo aver ascoltata la messa in Badia sparisce, e per
-quattro o cinque giorni la famiglia non ha più contezza
-dei fatti suoi.
-</p>
-
-<p>
-Quattro o cinque giorni dopo la Giuditta Castilliero
-riappare, pallida e disfatta, in casa di una sua zia:
-alla piegatura d'ambe le braccia, sul dorso delle due
-mani, alla regione d'ambo i polsi la poveretta portava
-<span class="pageno" title="334" id="page-334"></span>
-le traccie visibilissime di sei salassi, praticatile da
-mano, che i periti ebbero poi a dichiarare espertissima
-in quell'arte di dissanguare il prossimo, allora tanto
-cara ai figli d'Esculapio.
-</p>
-
-<p>
-Chi aveva conciato la poveretta in quel modo?
-</p>
-
-<p>
-Ecco ciò che essa narrò alla famiglia prima, all'autorità
-giudiziaria poi:
-</p>
-
-<p>
-Appena escita di chiesa s'era recata in una bottega
-di ferramenta tenuta in Badia dal sig. Caliman Ravenna
-per acquistarvi delle forcelle. Trovato chiuso
-il negozio, fece per entrare dalla porta di casa, da
-cui per comunicazione interna si accedeva anche alla
-bottega, ma il proprietario stesso, il quale era in pari
-tempo esattore dei tributi erariali, la sorprese, l'afferrò
-e la cacciò in una camera a pian terreno, dove la
-chiuse a chiave.
-</p>
-
-<p>
-La notte la Castilliero venne tolta dal suo carcere
-improvvisato, cacciata in una carrozza dove già si
-trovava una signora, e via.
-</p>
-
-<p>
-Ommetto le peripezie del viaggio; dopo molto tempo
-la carrozza giunge in una città ed entra nel cortile di
-una casa; là la poveretta è tolta di carrozza ed introdotta
-in una camera ove sta giacente un'altra ragazza
-a metà dissanguata. Dopo molte e molte ore,
-durante le quali le due giovani non erano state
-visitate che da un domestico che aveva loro recato
-da mangiare, ecco entrare nella camera tre uomini,
-un vecchio e due giovani, afferrare la giovane
-Castilliero, praticarle i sei salassi sopra descritti, raccoglierne
-e pesarne il sangue e poi escire, lasciando
-la Castilliero sempre prigione, assieme alla compagna.
-Come il domestico si movesse a pietà delle due prigioniere,
-e nonchè agevolarla, loro proponesse la fuga,
-come questa si effettuasse, e la Castilliero e la sua
-<span class="pageno" title="335" id="page-335"></span>
-compagna escissero dalla casa, teatro di così esecrabile
-mistero, io non dirò.
-</p>
-
-<p>
-Basti il sapere che una volta fuor di gabbia, la
-giovane e misteriosa compagna di sventura della Castilliero
-si ricusa di seguirla, sicchè questa prosegue
-sola la fuga. Oltrepassa la soglia della città, trova
-un carrettiere compassionevole che la riceve sul carro,
-che le dice come la città da cui proveniva fosse Verona
-e che la conduce a Legnago, da dove poi fa ritorno
-a Badia.
-</p>
-
-<p>
-È facile comprendere come quest'accusa nella quale
-trovavasi coinvolto uno dei principali negozianti del
-luogo, commovesse la piccola terra di Badia.
-</p>
-
-<p>
-Il signor Ravenna fu arrestato, più forse per sottrarlo
-al furore popolare che lo voleva morto, che
-perchè la stolida accusa trovasse credenza nell'Autorità;
-ed il processo cominciò.
-</p>
-
-<p>
-Dal processo apparvero molte e stranissime cose:
-</p>
-
-<p class="docudata">
-1. Che nella camera della casa Ravenna dove la
-Castilliero pretendeva essere stata prigione, e nelle
-ore appunto della presunta prigionia, erano entrate
-almeno mezza dozzina di persone tutte cristiane, e
-quindi non sospette di complicità col Ravenna in un
-reato che avrebbe avuto scopo rituale.
-</p>
-
-<p class="docudata">
-2. Che nell'ora notturna in cui la misteriosa carrozza
-sarebbe uscita dalla casa Ravenna, nessun rumore
-di ruotabile aveva turbati i sonni dei pacifici
-abitanti di Badia.
-</p>
-
-<p class="docudata">
-4. Che invece la Castilliero era stata vista, proprio
-quella domenica, camminar sola e perfettamente libera
-alla volta di Legnago.
-</p>
-
-<p class="docudata">
-5. Che nei giorni in cui sarebbe avvenuto il romanzesco
-fatto, la Castilliero si trovava a Legnago,
-dove si era allogata come domestica presso i signori
-<span class="pageno" title="336" id="page-336"></span>
-Ferragù, dalla cui casa era poi fuggita, portando seco
-quanto aveva potuto rubare ai padroni, per tornarsene
-a Badia a narrare la sua storiella.
-</p>
-
-<p class="docudata">
-6. Che le più minuziose ricerche fatte in tutto il
-Veneto dalle autorità non avevano fatto trovar traccia
-della misteriosa fanciulla, compagna alla Castilliero
-nella cattività e nella fuga.
-</p>
-
-<p>
-Di fronte a siffatte risultanze processuali, il signor
-Ravenna fu scarcerato e un processo per calunnia e
-per furto domestico fu iniziato contro la Castilliero.
-</p>
-
-<p>
-Costei confessò la calunnia, confessò il furto, ma
-quando le fu dimostrato che essa contadina ed analfabeta
-non avrebbe saputo inventare la favoletta, che
-essa non avrebbe potuto da sola farsi le ferite prodotte
-dai pretesi salassi, che infine non essendo mai
-stata a Verona ed avendo descritta con sufficiente esattezza
-quella città, qualcuno doveva a ciò averla
-addottrinata, essa si confuse, si contraddisse, inventò
-alcune favole, una più assurda dell'altra, ma non volle
-mai nominare i proprii complici.
-</p>
-
-<p>
-In seguito a questo dibattimento l'I. R. Tribunale
-provinciale di Rovigo pronunciava la seguente
-</p>
-
-<blockquote>
-<p class="subtitle"><strong>Sentenza.</strong></p>
-
-<p>
-In forza del potere conferitogli da S. M. Apostolica.
-</p>
-
-<p>
-L'i. r. Tribunale provinciale in Rovigo, in esito al dibattimento
-tenutosi nei giorni 29, 30 settembre e 1º ottobre 1856,
-coll'intervento del presidente Felice dottor Saccenti e dei
-consiglieri Gio. Battista Ranzanici, Giuseppe Cavazzani,
-Gio. Battista Munari, Francesco Provasi, quali giudici nella
-causa penale pei crimini di calunnia e furto in confronto
-dell'arrestata Giuditta Castilliero di Lorenzo, nativa di Barucchella,
-abitante ai Masi, dell'età d'anni 23, villica, nubile,
-difesa dall'avvocato Antonio dott. Farsetti;
-</p>
-
-<div>
-<span class="pageno" title="337" id="page-337"></span>
-</div>
-
-<p>
-Veduto il conchiuso 29 luglio anno corrente, N. 1424, col
-quale Giuditta Castilliero fu posta <a id="daccusa"></a>in istato d'accusa, come
-legalmente indiziata dei crimini di calunnia e di furto contemplati
-dai §§ 209, 171, 176 <span class="sc num">ii</span>, <i>b</i>,
-del Codice penale;
-</p>
-
-<p>
-Udite le conclusioni e proposte dell'i. r. Procuratore di
-Stato Gio. Battista consigliere Meraviglia, e le deduzioni
-dell'avvocato Alessandro dott. Cervesato patrocinatore di Caliman
-Ravenna per quanto concerne le ragioni di diritto
-privato, nonchè le deduzioni dell'avvocato Antonio dottore
-Farsetti difensore ufficioso dell'accusata Castilliero;
-</p>
-
-<p>
-Sentita anche l'accusata medesima che ultima ebbe la parola;
-</p>
-
-<p>
-Osservato che Giuditta Castilliero ha incolpato Caliman
-Ravenna di un crimine, e precisamente di pubblica violenza
-a termini del § 93 Codice penale, avendo giuratamente deposto
-alla Pretura di Badia e raccontato a più persone che
-il detto Ravenna nella mattina della domenica 17 giugno 1855
-fra le ore 10 e le 11 la avea tratta nel suo locale terreno
-ad uso esattoria, e colà lasciata chiusa, sola, senza cibo ed
-assistenza, all'oscuro, fino alle prime ore antimeridiane del
-dì successivo, nella qual ora la fece escire, e la collocò in
-un calesse, ove fu poi tradotta in una città che avrebbe poi
-inteso essere Verona, e le furono praticati dei tagli come di
-salassi con effusione di sangue ai polsi al dorso delle mani,
-ed alle braccia;
-</p>
-
-<p>
-Osservato che contro Caliman Ravenna per questa incolpazione
-datagli dalla Castilliero, fu proceduto a giudiziali
-indagini, ed al personale di lui arresto, che ebbe la durata
-di 16 giorni;
-</p>
-
-<p>
-Osservato che, data la falsità di detta incolpazione, sorge
-pel sopra esposto a carico di Giuditta Castilliero il crimine
-di calunnia definito al § 209, Codice penale;
-</p>
-
-<p>
-Osservato che tale falsità risulta manifestamente stabilita:
-</p>
-
-<p class="docudata">
-<i>a</i>) per la confessione della stessa prevenuta Castilliero,
-la quale ritrattò pienamente l'accusa da lei data al Ravenna,
-e la riversò dapprima sopra uno sconosciuto signore, poscia
-sopra ignoto carrettiere, dal quale sarebbe stata sedotta a
-deporre quanto realmente depose a carico del Ravenna;
-</p>
-
-<div>
-<span class="pageno" title="338" id="page-338"></span>
-</div>
-
-<p class="docudata">
-<i>b</i>) per le deposizioni delli Brusemini, Vanzetti, Brancaleoni,
-Gabussi impiegati nella esattoria di Alessandro Levi,
-condotta da Caliman Ravenna, i quali attestano la loro presenza
-in quel locale, ed escludono quella della Castilliero
-nella mattina della domenica 17 giugno 1855 fino dopo le
-ore 11; confermate tali deposizioni da quelle non dissimili
-di Luigi Dolcemini, Chiara Margutti, Maria Zanella, Giovanni
-Parisutti;
-</p>
-
-<p class="docudata">
-<i>c</i>) pel deposto di Antonio Fadin, che due volte ricevette
-in quella domenica nelle ore pomeridiane in detta esattoria
-da Caliman Ravenna del danaro per conto del dispensiere
-signor Spech ed esclude che ivi si trovasse alcuna estranea
-persona;
-</p>
-
-<p class="docudata">
-<i>d</i>) pel deposto di Felice Mantovani e Filomena Chinaglia
-che assicurano di aver veduta la Castilliero quella domenica
-a ore 11 circa antimeridiane dirigersi da Badia verso l'ospitale
-d'onde si procede per la Bova del Zecchino verso Villabona,
-indi Legnago;
-</p>
-
-<p class="docudata">
-<i>e</i>) pel deposto di Celeste Tosetto ed Antonio Rizzi, che
-in ora più tarda la videro passare per la detta Bova, e dirigersi
-verso Villabona;
-</p>
-
-<p class="docudata">
-<i>f</i>) pel deposto di Maria Massari, Marianna Turcatto,
-Giovanni Ferragù, Teresa De Stefani-Ferragù, Carolina e
-Marianna Ferragù, Natalina Scapin, e Gaetano Fantoni, i quali
-attestano dell'arrivo in Legnago della Castilliero nel pomeriggio
-della ripetuta domenica, e dell'essersi ella colà trattenuta
-al servizio della famiglia Ferragù fino alla mattina
-del lunedì 25 giugno 1855;
-</p>
-
-<p>
-Ritenuto che la pravità della intenzione è inseparabile
-dalla falsità dell'accusa, non potendosi ignorare le funeste
-conseguenze che derivar ne poteano;
-</p>
-
-<p>
-Osservato che quanto all'altro crimine di furto, del quale
-è pure aggravata la Giuditta Castilliero, la prova della sussistenza
-e della criminosità, trattandosi di furto commesso
-da donna di servizio a danno del padrone sopra effetti di un
-importo eccedente i cinque fiorini, sorge dalle deposizioni
-del derubato Giovanni Ferragù e suoi famigliari, e la prova
-<span class="pageno" title="339" id="page-339"></span>
-di reità desumesi dalla confessione della Castilliero avente
-tutti i requisiti di legge, e dal possesso delle cose rubate;
-</p>
-
-<p>
-Visto quanto alla pena i §§ 34, 210, 178, Cod. pen. e
-</p>
-
-<p>
-Ritenuto concorrere gli estremi delle lettere <i>a</i>, <i>b</i>, del citato
-§ 210, quindi stare a carico della prevenuta le aggravanti
-dell'aver commesso due crimini di specie diverse,
-dell'aver perpetrato il crimine di calunnia con duplice aggravamento
-di singolare malizia, e di grave pericolo, l'averlo
-sostenuto con giuramento, mentre la favoriscono la precedente
-condotta incensurabile, l'età poco al di sopra dei 20 anni,
-la patita seduzione;
-</p>
-
-<p class="docutesto">
-Ha giudicato:
-</p>
-
-<p>
-Essere Giuditta Castilliero di Lorenzo, dell'età d'anni 23,
-nativa di Barucchella, abitante ai Masi, villica, nubile, colpevole
-dei crimini di calunnia, e furto previsti dai §§ 209,
-171, 176 <span class="sc num">ii</span>, <i>b</i>, Cod. pen.: e
-come tale viene condannata
-giusta i §§ 34, 210, 178, alla pena del carcere duro per
-anni 6, ed al pagamento delle spese processuali a senso del
-§ 331, e colle riserve del § 343, del Reg. di proc. penale;
-ommesso di pronunciare sul risarcimento del danno a Caliman
-Ravenna, avendo il medesimo rinunciato all'azione civile
-verso l'accusata Giuditta Castilliero; restituiti a Giovanni
-Ferragù gli effetti in presentazione al medesimo rubati.
-</p>
-</blockquote>
-
-<p>
-Contro questa sentenza la Castilliero ricorreva in
-Appello, non — vi si badi — per ottenere di essere
-prosciolta dall'accusa di calunnia, ma soltanto per
-conseguire una mitigazione di pena. Il risultato dell'appello
-non le fu troppo favorevole siccome emerge
-dalla seguente sentenza:
-</p>
-
-<blockquote>
-<p class="center testa gr1">TRIBUNALE D'APPELLO VENETO</p>
-<p class="center">(<cite>Sessione del 5 novembre 1856</cite>).</p>
-
-<p class="testa">
-Avendo la Giuditta Castilliero interposto ricorso non già
-contro la condanna, ma semplicemente per ottenere una
-<span class="pageno" title="340" id="page-340"></span>
-mitigazione della pena, il Tribunale d'appello nella sessione
-suindicata,
-</p>
-
-<p>
-Preso in esame il ricorso per mitigazione di pena interposto
-dall'arrestata Giuditta Castilliero, nativa di Barucchella, abitante
-ai Masi, d'anni 23, villica, nubile, contro la sentenza
-1º ottobre p. p., n. 4247 dell'I. R. Tribunale provinciale in
-Rovigo, che siccome colpevole dei crimini di calunnia e di
-furto, la condannò alla pena del duro carcere per anni 6 e
-negli accessorii di legge;
-</p>
-
-<p>
-Visti gli atti processuali;
-</p>
-
-<p>
-Vista la sentenza reclamata;
-</p>
-
-<p>
-Sentito il signor Procuratore superiore;
-</p>
-
-<p>
-Ritenuto che la inquisita Castilliero non ricorre che per
-ottenere mitigazione di pena;
-</p>
-
-<p>
-Osservato che la pena da infliggersi all'inquisita pel crimine
-di calunnia era estendibile anche fino a 10 anni di carcere
-duro, a tenore del § 210, Codice penale, in vista massime
-della spiegata singolare malizia;
-</p>
-
-<p>
-Osservato che il crimine stesso si presenta pur aggravato
-dalle circostanze del pericolo cui fu esposto l'incolpato Ravenna,
-e dalle altre tristissime conseguenze che ne derivarono
-o che potevano derivarne;
-</p>
-
-<p>
-Osservato che l'inquisita confermò il calunnioso suo deposto
-persino anche col giuramento;
-</p>
-
-<p>
-Ritenuto che la medesima si presenta colpevole altresì del
-crimine di furto;
-</p>
-
-<p>
-Ritenuta per conseguenza immeritevole l'inquisita stessa
-di ogni mitigazione di pena;
-</p>
-
-<p>
-Respinto il ricorso,
-</p>
-
-<p>
-Dichiarava
-</p>
-
-<p>
-Di confermare la sentenza 1º ottobre p. p., n. 4247, dell'I.
-R. Tribunale provinciale in Rovigo.
-</p>
-</blockquote>
-
-<p>
-Il resoconto sommario che abbiam dato di questo
-processo non sarebbe però completo se non lo facessimo
-seguire da una importante lettera che il dott. Alessandro
-Cervesato, di Rovigo, l'avvocato cui il signor
-<span class="pageno" title="341" id="page-341"></span>
-Caliman Ravenna, costituitosi parte civile, aveva incaricato
-di sostenere le sue ragioni contro la sua calunniatrice,
-indirizzava all'<cite>Eco dei Tribunali</cite> di Venezia.
-</p>
-
-<p>
-Eccola tal quale:
-</p>
-
-<p class="testa" style="margin-left: 10ex"><i>Signor Redattore!</i></p>
-
-<blockquote>
-<p>
-Chiudeasi in quest'oggi il pubblico dibattimento nel confronto
-della giovine Giuditta Castilliero e questo r. Tribunale
-dovette condannarla per crimine di calunnia a sei anni di
-carcere duro, sebbene assistita da circostanze attenuanti e
-meglio ancora da quelle simpatie che durante il dibattimento
-avea saputo, a fronte delle più sinistre prevenzioni, destare
-in suo favore colla pacatezza del contegno, colle misurate
-parole, colle accorte risposte e con tale un'apparenza d'innocente
-candore da rendere il più singolare contrasto colla
-scaltrita malizia della quale seppe usare, e con felice successo,
-dal principio alla fine per fuorviare le più accurate
-investigazioni.
-</p>
-
-<p>Ma se indipendentemente dalle ritrattazioni della Castilliero
-e la mercè delle più irrecusabili testimonianze, risultava a
-luce meridiana comprovata la piena innocenza del mio cliente
-Caliman Ravenna, rimaneasi spiacevolmente delusa la pubblica
-aspettazione sul punto cardinale di un così interessante
-processo.
-</p>
-
-<p>Nessuno può dubitare che la favola dalla Castilliero spacciata
-in odio del signor Ravenna sia stata la fedele parodia
-di quella antica calunnia che in tempi d'intolleranza e di
-barbarie venne scagliata contro i figli d'Israele, e la quale,
-sebbene percossa dai fulmini del Vaticano, compulsata dagli
-editti de' principi, e smascherata da cento formali processi,
-non ha però, mai cessato di riapparire a quando a quando,
-e sempre o quasi sempre prodromo infausto ed esca di sociali
-perturbamenti.
-</p>
-
-<p>Dove adunque potea la povera villica ed ignorante attignere
-quell'assurda fola? Chi le apprese a vestirla con tanta
-sembianza di vero e con sì minute ed abbaglianti descrizioni
-<span class="pageno" title="342" id="page-342"></span>
-di persone, di luoghi, di oggetti da essa indubbiamente non mai
-veduti ed ignorati? Chi per acquistarle fede maggiore le ha
-praticate quelle varie incisioni alle braccia, ai polsi, alle
-mani a modo da imitare i più perfetti salassi? Chi la indusse
-a propalarla, a deporla in giudizio, a confermarla con suo
-giuramento? Per quale scopo ve la indusse, se il signor Ravenna
-non aveala tampoco mai veduta, s'egli non saprebbe
-indicare un suo personale nemico, se in Badia, ove soggiorna
-da ben diciott'anni, ha sempre goduto di una intera fiducia
-e della più conclamata generale estimazione? Chi potea finalmente
-inspirarle tanta forza di spirito, tanta pertinacia
-di volontà, e tanta annegazione di sè medesima, nel tenerne
-occulto l'autore morale, resistendo ad ogni maniera di legittime
-coartazioni e sfidando, sarei per dire, colla indomata
-rassegnazione di un martire la vindice spada della giustizia?...
-</p>
-
-<p>In tali incognite si racchiude il mistero del dramma; dramma
-tenebroso e che nessuna luce ha ricevuto da un processo,
-avvegnachè condotto con sì circospetto e paziente amore del
-vero.
-</p>
-
-<p>Quale patrocinatore del danneggiato signor Ravenna, ammonito
-di dovermi attenere a quanto fosse di mestieri per
-la giustificazione delle sue ragioni di privato diritto, io
-mi trovai collocato in assai difficile condizione; perchè da
-un canto il signor Ravenna non volea a patto nessuno associarsi
-all'accusa nemmanco coll'apparenza di coltivare basse
-ed illusorie vedute di materiale interesse; e perchè dall'altro
-canto io non potea spiegare quella più ampia difesa che reclamata
-quasi era dall'onore di lui e di tutti gl'Israeliti sì
-crudelmente intaccati da quella falsa imputazione, non che
-dalla viva rimembranza del corso pericolo da parte del volgo
-contro essi esasperato; e ciò nella speranza che sì solenne
-giustificazione avesse potuto farla una volta per sempre
-finita con un pregiudizio assurdo, immorale e cotanto
-vituperoso ad un'êra della più progredita civiltà com'è la
-nostra.
-</p>
-
-<p>Ella, o signore, conosce assai meglio di me che nessun
-rito rabbinico ha mai permesso l'uso del sangue, e che anzi
-<span class="pageno" title="343" id="page-343"></span>
-gli Ebrei ne hanno in ogni tempo provato tale un abborrimento
-da tenersene contaminati al solo toccarlo. È notorio
-che, ben lungi dal cibarsene, respingono essi con orrore le
-carni degli animali non isgozzati giusta la prescrizione della
-loro legge, per la tema appunto che una qualche stilla di
-sangue ne sia rimasta nei visceri o tra le fibre; ond'è che
-nessun altro popolo ha mai come l'ebreo servito a rigore di
-lettera il precetto che Dio tramandava per la bocca di Mosè — non
-verserete sangue; non vi ciberete di sangue; il contravventore
-perisca. —
-</p>
-
-<p>Non potrebbe sospettarsi tampoco che quella pratica feroce
-sia un avanzo di vetuste superstizioni redate dagli
-Ebrei ne' loro contatti co' gentili cui fossero abituali i riti
-di sangue, e che sia sorta dal supposto lor odio contro i seguaci
-di Cristo, mentre depongono in contrario le storie ed
-i formali processi in più occasioni istituiti.
-</p>
-
-<p>Ci narra Tertulliano che nei primi tempi di Nostra Chiesa
-e duranti le persecuzioni ordinate dagl'Imperatori contro i
-Cristiani, veniano questi accusati di immolare vittime umane,
-di beverne il sangue, di mangiarne le carni e che quell'ignominiosa
-incolpazione fu per ben tre secoli l'incentivo di
-persecuzioni ognora più crudeli. Ma nella storia di quei tristissimi
-giorni non abbiamo pur cenno che altrettanto siasi
-detto o sospettato degli Ebrei, sebbene all'imperversare di
-quella grande rivoluzione religioso-morale dovessero trovarsi
-in massimo grado inaspriti gli animi, e più facili e sicure le
-vie della calunnia.
-</p>
-
-<p>Ella sa pure, o signore, assai meglio di me che, soltanto
-nel secolo <span class="sc num">xiii</span> apparve per la prima volta
-l'accusa che gli
-Ebrei in date loro solennità versassero il sangue di un innocente
-Cristiano quale simbolo di espiazione, o ne usassero
-quale filtro portentoso. Ma se gli Ebrei non hanno infierito
-contro i Cristiani quando più vivi ed operosi erano gli odii,
-e quando deboli e percossi i Cristiani dalle ricorrenti persecuzioni
-avrebbero potuto farlo impunemente, come ammettere
-in buona logica che sieno stati osi di adottare quella pratica
-inumana, allorchè di fronte al Cristianesimo per tutto
-<span class="pageno" title="344" id="page-344"></span>
-trionfante avrebbero posta in compromesso quell'unica protezione
-sociale che loro era rimasta in una legge di tolleranza? — Mirando
-alla coincidenza degli avvenimenti ed
-all'agitazione religioso-sociale a que' giorni inferita dal bando
-della crociata per cui pareva che tutto Occidente dovesse, a
-modo d'immensa valanga, rovesciarsi sopra Oriente, saremmo
-indotti a sospettare che un qualche fanatico od un qualche
-ambizioso, a parodia di quel gigantesco movimento siasi pensato
-di bandire una specie di crociata anche contro gli Ebrei;
-e nel fatto ebbe la storia a registrare il nome di un certo
-Rodolfo uomo di gran seguito in Lamagna, il quale pel primo
-appunto avrebbe tentato in Colonia, Spira, Magonza e Strasburgo
-di levare la croce contro gli Ebrei. Senonchè Gregorio
-IX, durante il suo pontificato, con tre Bolle ha proclamata
-l'innocenza del popolo ebreo, condannando quell'insensata
-calunnia. Lo stesso Pontefice con suo Breve ne ammoniva
-i principi cristiani perchè si stessero a buona guardia e non
-vi prestassero fede. Anche i papi Innocenzo IV ed Alessandro
-VII fecero altrettanto e dottori della Chiesa e santi
-insigni presero le difese del calunniato Israele. S. Bernardo
-tra gli altri scrivendo ad Enrico arcivescovo di Magonza
-protestava contro il diffondersi di quella vergognosa calunnia
-e ne deplorava le funeste conseguenze.
-</p>
-
-<p>È notabile il fatto che tale diceria non sia mai sorta nella
-Spagna, mentre tutti sanno che in nessun altro paese di Europa
-furono gli Ebrei sì duramente perseguitati come ai tempi
-di Ferdinando ed Isabella in quella contrada.
-</p>
-
-<p>Anche i principi secolari se ne occuparono seriamente, e
-forti delle decisioni pontificie vollero con formali processure
-quella calunnia sventare e punire. Abbiamo i bandi dei duchi
-di Milano e di Mantova, abbiamo gli editti imperiali di
-Federico III, di Carlo V, di Massimiliano II, abbiamo le decisioni
-dei senati di Casale e di Venezia; documenti tutti
-che comprovano la malvagità di quella calunnia per non dire
-delle molte sentenze proferite in casi particolari da giudici
-imparziali e competenti e che sono tuttora negli archivi nostri
-e forestieri. — E qua cade in acconcio rammentare il
-<span class="pageno" title="345" id="page-345"></span>
-voto che sopra ricerca del Re di Polonia veniva pronunciato
-dalla Facoltà teologica di Lipsia nell'anno 1714; voto che, ridondante
-di dottrina e di erudizione, respinge fin anche il
-sospetto che con quella pratica brutale siansi mai disonorati
-gli Ebrei. Io son dell'avviso, che ov'Ella, signore, ne facesse
-dono a' suoi molti associati in appendice al processo che sta
-pubblicando colle stampe, non solo presterebbe un ottimo servigio
-alla verità, ma recherebbe ben anche un raggio di luce
-a quelle parti del processo che non emersero a sufficienza
-chiarite.
-</p>
-
-<p>S'io avessi potuto su questo terreno allargare la difesa,
-avrei forse conseguito il vantaggio di paralizzare più compiutamente
-ogni sinistra prevenzione e di rettificare qualche
-torta idea nei menoveggenti a maggiore presidio e conforto
-di una casta sociale per molti rispetti onorevole e per illustri
-notabilità benemerente.
-</p>
-
-<p>Sarà forse credibile appena dai lontani che in un secolo
-di tanto senno, di tanta tolleranza e di tanta umanità siasi
-agitato, e qui tra noi, un processo di quella fatta: tra noi,
-che governati da sapientissime istituzioni, tolto ogni privilegio
-di classe e di stirpe, siamo tutti uguali in faccia alle
-leggi e quasi altrettanti figli di una sola famiglia. — Giova
-sperare però che le Autorità competenti non vorranno desistere
-da ulteriori indagini, mentr'è nell'interesse del pubblico
-ordine e della pubblica sicurezza che l'occulto motore
-della Castilliero venga scoperto.
-</p>
-
-<p>Eccole, o mio buon signore, i poveri cenni che le ho promessi
-quasi a compimento della difesa del signor Ravenna,
-sarò ben lieto se si compiacerà di usarne a suo grado.
-</p>
-
-<div class="destra">
- <div class="firma">
- <p class="center"><i>Suo dev. servitore</i></p>
- <p class="center testa"><span class="sc aut">Allessandro</span> dott.
- <span class="sc aut">Cervesato</span>.</p>
- </div>
-</div>
-</blockquote>
-
-<p class="testa">
-A questa dotta lettera dell'egregio avv. Cervesato,
-il direttore dell'<cite>Eco dei Tribunali</cite> che era, piace il
-ricordarlo, quel valoroso pubblicista e fervido cattolico
-<span class="pageno" title="346" id="page-346"></span>
-che oggi dirige la <cite>Gazzetta di Venezia</cite>, Paride Zajotti,
-faceva seguire queste considerazioni sue:
-</p>
-
-<blockquote>
-<p>
-Compiuto il resoconto del dibattimento, col pubblicare l'appendice
-fattavi dal chiarissimo avv. Cervesato, coi due importantissimi
-documenti <a id="FNa_360"></a><a href="#Fn_360" class="fna">(360)</a>
-che ne formano per così dire necessario
-supplimento, resterebbe che ancor noi scendessimo
-nell'arringo, come, con soverchia fiducia, avevamo promesso
-nell'imprendere questa pubblicazione.
-</p>
-
-<p>Ma, obbligati a rimanere entro quella ristretta cerchia che
-chiamasi la questione legale, non potremmo estenderci a
-quelle considerazioni e dimostrazioni, che sono suggerite e
-richieste dalla questione sociale, di cui questo processo non
-è che un passaggiero fenomeno, senza correre grave pericolo
-o di entrare in un campo a noi straniero, o di nuocere alla
-cosa stessa, parlando con un riserbo incompatibile colla fermezza
-delle nostre convinzioni.
-</p>
-
-<p>Perciò crediamo più savio partito il tacere, e lasciar parlare
-per noi l'eloquenza dei fatti, accertati con tutto il rigore
-delle forme processuali e con quella scrupolosa esattezza, di
-cui tu testimonio chiunque assistette allo svolgersi di questo
-dibattimento.
-</p>
-
-<p>I fatti parlano da sè. Ed è fatto incontrastabile che il primo
-racconto della Castilliero fu provato falso nel modo più luminoso
-che si potesse. Diciamo nel modo più luminoso, perchè,
-lasciando da parte la manifesta sua inverisimiglianza, la falsità
-ne fu dimostrata oggettivamente e subbiettivamente.
-</p>
-
-<p>Oggettivamente per mezzo di tutti quei testimoni, i quali
-coabitando col Ravenna, e dovendo necessariamente aver
-avuto qualche sentore del fatto, se qualche cosa di somigliante
-fosse colà avvenuto, esclusero ad una voce qualunque
-circostanza che potesse avervi anche remota allusione; e per
-<span class="pageno" title="347" id="page-347"></span>
-mezzo principalmente della deposizione di Antonio Fadin, che
-fu nel locale stesso in cui la Castilliero voleva essere stata
-rinchiusa, e nelle ore in cui doveva essa pure esservi stata;
-deposizione suffragata e da dichiarazioni d'altri testimoni e
-dalle corrispondenti annotazioni, fatte, a caso vergine, nei
-registri dell'Ufficio postale.
-</p>
-
-<p>Subbiettivamente, per quella serie sterminata di testimoni
-tutti concordi, benchè appartenenti a varie condizioni della
-società ed a differenti paesi, i quali con tanta precisione ci
-attestarono la presenza della Castilliero, ora qua ed ora là,
-appunto nei varii giorni, in cui secondo il primo suo esame
-essa voleva essere stata in quella fantastica fortezza, in cui
-si entra e da cui si esce, di giorno e di notte, in carrozza
-chiusa senza incontrare una guardia di polizia o di finanza
-che chiegga conto dei misteriosi passeggieri. E fu savissimo
-intendimento del Tribunale quello di citare al dibattimento
-tutti quei testimoni, benchè deponessero su circostanze affatto
-secondarie, dopo tanta luce di prove, affinchè il numero stesso
-delle persone, la loro qualità di Cristiani, la franchezza di
-tante svariate deposizioni, ma tutte coincidenti nell'argomento
-che interessava, valesse a persuadere i più testerecci.
-</p>
-
-<p>Dopo tutto questo, che cosa importa se la Castilliero, a cui
-il parlare a nulla personalmente avrebbe giovato, dacchè il
-fatto rimaneva in ogni modo ed in ogni caso una calunnia,
-si chiuse in un inviolabile silenzio, e volle farla da romanzesca
-eroina, dicendo — nessuno fuorchè lei sapere come la
-cosa fosse stata — oppure calcolò sui frutti del suo silenzio?
-Che cosa occorre di più, oltre la prova che il fatto era una
-menzogna? La spiegazione delle cause, che indussero la Castilliero,
-e pongasi anche, la condanna dei correi, non avrebbero
-nè provato maggiormente la falsità dell'accusa, nè persuaso
-nemmeno uno solo di quelli che credono a tutto, fuorchè
-a quanto fu provato in questo processo.
-</p>
-
-<p>Anzi, la specialità delle circostanze che accompagnarono
-questo caso, ci dà una notevole guida per giudicare di altri
-fatti consimili in addietro processati, specialmente nei tempi
-in cui dominava in tutto il suo rigore il sistema inquisitorio.
-<span class="pageno" title="348" id="page-348"></span>
-Secondo la massima parte delle leggi, ne' secoli scorsi la deposizione
-del danneggiato, appoggiata ad una prova qualsiasi
-del fatto in genere, bastava per applicare all'imputato la tortura;
-ora qui si aveva la deposizione della danneggiata, che
-esclusa l'inverosimiglianza del fatto per se stessa, era improntata
-di tutti i caratteri della veridicità; si aveva una specie
-di prova del fatto in genere nella sparizione, nei primi momenti
-inesplicabile dell'odierna imputata, e nelle tracce della
-scalfitura alle mani ed alle braccia; ora se fossero stati altri
-tempi ed il signor Ravenna fosse stato messo sull'eculeo, noi
-vorremmo fortemente dubitare che, frammezzo agli strazi
-della tortura e col progressivo accrescersi del martirio, egli
-non avesse, come gli Ebrei di Damasco, tutto affermato pur
-di sottrarsi agli spasimi.
-</p>
-
-<p>E quale argomento per la sussistenza del fatto, qual prova
-si avrebbe potuto dedurre dalla sua condanna? Questa conclusione,
-a cui è pur forza di venire, fa che, per noi, questo
-processo, in cui sulle prime le stesse Autorità furono tratte
-in inganno dal racconto della Castilliero (tanto da ordinare
-l'arresto del Ravenna), assuma un'importanza storica immensa.
-</p>
-
-<p>Per chi volesse di più, basti il fatto che in questo processo,
-il Presidente del dibattimento non reputava nemmeno
-meritevole di discussione la questione in massima, ed il Pubblico
-Ministero qualificava l'oggetto dell'accusa della Castilliero
-quale pregiudizio del volgo.
-</p>
-</blockquote>
-
-<div class="destra">
- <div class="firma">
- <p class="center"><span class="sc aut">Paride Zajotti.</span></p>
- </div>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_360"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_360"><span class="label">(360)</span></a>
-Di questi due documenti uno, e cioè il <a href="#tit-21"><cite>Parere della
-Facoltà teologica
-di Lipsia</cite>, 8 maggio 1714</a>, fu da noi pubblicato fra i
-presenti documenti;
-il secondo che è una <a href="#tit-31">dichiarazione del <i>R. Procuratore
-generale prussiano di Aquisgrana</i></a>, pubblichiamo qui appresso.
-</p>
-</div>
-
-<div class="chapter">
-<span class="pageno" title="349" id="page-349"></span>
-</div>
-
-<h3 id="tit-31" class="documento">
-<a href="#ritit-31">XX.</a>
-</h3>
-
-<p class="subtitle">
-Dichiarazione del R. Procuratore generale prussiano
-di Aquisgrana.
-</p>
-
-<p class="center">(<cite xml:lang="de">Stadt-Aachener Zeitung,
-N. 82</cite>).</p>
-
-<p class="testa">
-Un caso, testè avvenuto nel mio circondario d'Ufficio, e
-che destò gran chiasso e porse argomento a diversi articoli
-di giornale, m'induce a pubblicare la seguente <em>notificazione
-ufficiosa</em>.
-</p>
-
-<p>
-Il 6 corrente una donna fece in Jülich a quel funzionario
-della polizia giudiziaria la denunzia che la sua figliuolina
-novenne, da lei mandata il mattino a Broich verso le sette,
-per mendicarvi un po' di pane, era stata assalita per via da
-un Ebreo e maltrattata nel modo più orribile. La ragazza,
-<em>colla massima consonanza con un suo fratellino di sei
-anni</em>, che l'avea accompagnata, depose in ripetuti esami,
-apparentemente nella massima commozione di animo, che
-quando fu dietro la contrada di Broich, le venne incontro
-l'Ebreo di Broich, si siedette, l'afferrò improvvisamente, se
-la pose sui ginocchi, e poscia, dopo aver estratto un coltello
-ed averle alzate le gonne, le diede un colpo al bassoventre.
-</p>
-
-<p>
-Ed in realtà quelle parti del corpo, ove, secondo l'attestazione
-della ragazza, sarebbe stato dato il colpo, erano lorde
-di sangue.
-</p>
-
-<p>
-Poco dopo aperta l'investigazione di polizia, condotta con
-molta diligenza ed avvedutezza, la ragazza, asserentesi maltrattata,
-vide una coppia di Ebrei che passavano pel mercato
-di Jülich, e facendo mostra d'essere quasi fuori di se
-stessa, gridò: “Questo è colui che m'ha ferita!”
-</p>
-
-<div>
-<span class="pageno" title="350" id="page-350"></span>
-</div>
-
-<p>
-Gli Ebrei furono tosto arrestati, e nel confronto coi ragazzi
-furono riconosciuti da questi colla massima precisione
-per gli autori del fatto.
-</p>
-
-<p>
-La donna ebrea, della quale originariamente non era stato
-fatto alcun cenno, secondo una nuova dichiarazione della
-ragazza, le avrebbe coperto il viso, sicchè non potè gridar
-bene. Nel corso degli ulteriori esami, quei ragazzi deposero
-altresì che alle loro grida era accorso un vecchio, il quale
-era stato ammazzato dall'Ebreo col suo coltello, e che gli
-Ebrei aveano presa la fuga soltanto all'avvicinarsi di altre
-persone.
-</p>
-
-<p>
-Giuntimi gli atti, feci avviare un'istruzione giudiziale, al
-quale scopo un giudice istruttore ed un procuratore di Stato
-si recarono il 12 corrente a Jülich.
-</p>
-
-<p>
-Il risultato dell'istruzione assunta fu il seguente:
-</p>
-
-<p>
-“Una ispezione personale, assunta con tutta esattezza
-da un impiegato medico giudiziario, coll'intervento anche
-di un altro medico, sul corpo della ragazza asserentesi ferita,
-non lasciò scoprire nè una ferita, nè una tumefazione,
-nè una infiammazione delle parti che secondo la sua dichiarazione
-sarebbero state lese.
-</p>
-
-<p>
-“Gli Ebrei arrestati erano forniti di passaporti in piena
-regola; essi sostennero di non essere stati in Broich, o sulla
-via, che da Broich conduce a Jülich, ma di avere dormito
-nella notte dal 5 al 6 corrente in Aldenhoven (in direzione
-affatto diversa di Jülich) e di essersi di là diretti a Jülich
-per la strada postale.
-</p>
-
-<p>
-“Tutto ciò fu confermato pienamente dalla deposizione
-delle gente (cristiana) presso cui volevano avere pernottato
-e di due gendarmi, i quali nella mattina del 6 aveano scortato
-degli arrestati da Jülich ad Aldenhoven e per via incontrarono
-i coniugi ebrei, che provenivano nella direzione
-di Aldenhoven. Un confronto dei diversi tempi dimostra che
-gli imputati, al momento dell'attentato loro addebitato, si
-trovavan distanti dal luogo, ove esso sarebbe stato commesso,
-per lo meno un'ora, ma con somma verosimiglianza, più ore.
-</p>
-
-<p>
-“L'uomo, che i ragazzi indicavano essere stato ammazzato
-<span class="pageno" title="351" id="page-351"></span>
-dall'Ebreo, fu rinvenuto facilmente. Egli non aveva
-alcuna lesione e dichiarò di avere incontrato quei due fanciulli
-sul luogo dell'asserito maltrattamento, ove piangendo si
-lagnarono con lui di quanto dicevano essere loro accaduto;
-egli però, al pari delle altre persone indicate dai ragazzi,
-assicurò di non avere assolutamente veduto in quel luogo
-alcuna persona sospetta.”
-</p>
-
-<div class="chapter">
-<span class="pageno" title="352" id="page-352"></span>
-</div>
-
-<h3 id="tit-32" class="documento">
-<a href="#ritit-32">XXI.</a>
-</h3>
-
-<p class="subtitle">
-Ignazio von Döllinger.
-</p>
-
-<p>
-Da un discorso tenuto nella solenne seduta dell'Accademia
-delle scienze a Monaco, il 25 luglio 1881, dal
-presidente Ignazio von Döllinger, ed intitolato, <cite>Gli
-Ebrei in Europa</cite>, togliamo il seguente brano che chiaramente
-dimostra quale concetto abbia il dotto teologo
-tedesco sulle accuse che si muovono agli Ebrei:
-</p>
-
-<blockquote>
-<p>
-. . . . . . Abituati
-ad immaginarsi che ogni Ebreo
-fosse il nemico nato ed il debitore dei Cristiani, i popoli ritenevano
-gli Ebrei, in un'epoca in cui si prestava fede volentieri
-anzi con avidità a cose crudeli e soprannaturali, capaci
-di qualunque delitto, anche dell'inverosimile ed impossibile.
-Dopo il 12º secolo corse la fola che gli Ebrei abbisognassero
-di sangue Cristiano, gli uni dicevano per la loro festa Pasquale,
-gli altri, come rimedio contro un segreto male ereditario;
-perciò furono accusati di uccidere ogni anno un
-ragazzo. Inoltre si diceva ch'essi crocifiggevano ogni anno un
-Cristiano per oltraggiare il Salvatore.
-</p>
-
-<p>
-Se si rinveniva in qualche luogo un cadavere con traccie
-di violenza, un bambino morto, l'assassino doveva essere stato
-un Ebreo, e si poneva alla tortura finchè confessava. Seguivano
-allora crudelissimi supplizi ed in parecchi casi una strage
-in massa dell'intera popolazione ebrea della città e della
-campagna. Non c'era neanche idea d'una regolare procedura
-giudiziaria. I giudici e le Autorità stesse tremavano dinnanzi
-all'ira del popolo imbestialito; poichè c'era la convinzione che
-<span class="pageno" title="353" id="page-353"></span>
-si potessero attendere le più infami azioni da un ebreo. Talvolta
-era anche un'immagine di Cristo che un ebreo avrebbe
-trafitta con un coltello o mutilata, ciò che era il segnale
-d'una strage. Dopo il 1200 si aggiunsero le voci di ostie
-oltraggiate e miracolosamente sanguinanti. Da Parigi, dove
-era accaduto il primo caso, la nuova fiaba si diffuse nei paesi
-vicini, ben presto si volle possedere anche altrove una tale
-reliquia, e sembrò che gli Ebrei, presi da demonìaco delirio,
-credessero e non credessero ad un dogma della Chiesa e contemporaneamente
-desiderassero una morte tormentosa tanto
-spesso essi cadevano vittime di questi delitti immaginarii.
-</p>
-
-<p>
-A Londra gli Ebrei furono uccisi perchè volevano incendiare
-la grande città.
-</p>
-
-<p>
-La gran peste che desolò e spopolò nel 1348 tutta l'Europa
-fu subito attribuita soltanto agli Ebrei. Il fatto che
-quel popolo intelligente e che conduceva vita regolare n'era
-colpito molto meno dei Cristiani, cambiò la supposizione in
-certezza. Essi avevano avvelenato dappertutto in seguito ad
-una cospirazione, i pozzi e le sorgenti, e perfino i fiumi. In
-una città si volle aver rinvenuto realmente del veleno in
-un pozzo. Posti alla tortura, alcuni Ebrei confessavano il
-delitto. Scoppiò allora una tale esplosione di fanatismo, di
-bramosìa di vendetta e di volgare avidità, quale l'Europa
-non aveva mai veduto prima, nè vide mai dopo. Le vittime
-in alcune città, si contarono a migliaia. Molti prevennero
-il furor popolare suicidandosi. Invano il Papa Clemente VI
-dichiarò in due bolle gli Ebrei innocenti. Coloro che si salvarono
-con una rapida fuga trovarono un asilo soltanto nella
-lontana Lituania.
-</p>
-</blockquote>
-
-<div class="chapter">
-<span class="pageno" title="354" id="page-354"></span>
-</div>
-
-<h3 id="tit-33" class="documento">
-<a href="#ritit-33">XXII. *</a>
-</h3>
-
-<p class="subtitle">
-Professore dott. Nöldecke di Strasburgo.
-</p>
-
-<p>
-È assolutamente deplorevole che oggi ancora debba esser
-necessario di respingere sul serio l'accusa che l'ignoranza e
-la malvagità muovono agli Ebrei di far uso nelle loro solennità
-di sangue umano e specialmente cristiano. Non soltanto
-quest'accusa manca di ogni fondamento, ma tale barbarie
-ripugna a tutti i principii del Giudaismo, sicchè gli Ebrei
-che avessero commesso un tale misfatto dovrebbero essere
-assolutamente esclusi dalla Comunità religiosa.
-</p>
-
-<p>
-Coloro che credono e divulgano tali fiabe, dovrebbero sapere
-che siffatte accuse di misteriosi sagrifizi umani, di uso
-rituale di sangue umano, e di altre simili mostruosità si facevano
-già in Oriente in tempi antichi ad altre sêtte religiose
-per ragione di odio confessionale, o per cupidigia di nefando
-lucro.
-</p>
-
-<p>
-Cristiani lanciarono tali accuse verso sêtte cristiane, e dagli
-scritti sacri dei Mandei (cristiani di San Giovanni) si
-ricava una orrenda descrizione dei misfatti che i Cristiani in
-generale commettevano per celebrare la S. Comunione.
-</p>
-
-<p>
-Colui che afferma gli Ebrei adoperare sangue cristiano per
-una solennità rituale si pone al livello degli orientali più
-abbrutiti dall'odio di religione e dalla superstizione.
-</p>
-
-<p>
-Herren Alb (Foresta Nera), 20 agosto 1882.
-</p>
-
-<div class="destra">
- <div class="firma">
- <p class="center">Dott. Th. <span class="sc aut">Nöldecke</span></p>
- <p class="center">Prof. ordinario nell'Università</p>
- <p class="center"><i>Imperatore Guglielmo</i> in Strasburgo.</p>
- </div>
-</div>
-
-
-<div class="chapter">
-<span class="pageno" title="355" id="page-355"></span>
-</div>
-
-<h3 id="tit-34" class="documento">
-<a href="#ritit-34">XXIII. *</a>
-</h3>
-
-<p class="subtitle">
-Professore Dott. A. Merx di Heidelberg.
-</p>
-
-<p>
-Essendosi in questi ultimi mesi ripetutamente parlato in
-diversi luoghi e segnatamente a Dresda ed a Berlino dell'uso
-che si farebbe dagli Ebrei del sangue cristiano per festeggiare
-la Pasqua (Pessach) e tale voce essendo stata diffusa
-per agitare le plebi ignoranti, venni invitato a dichiarare se
-un tale delitto, designato col nome di <em>assassinio rituale</em>, sia
-prescritto dalle leggi della religione ebraica. Dichiaro perciò:
-</p>
-
-<p class="docudata">
-1. La legge ebraica proibisce l'assassinio in generale e
-assolutamente: “Il sangue di colui che spanderà il sangue
-dell'uomo sarà sparso dall'uomo” (<cite>Gen.</cite>,
-<span class="sc num">ix</span>, 6) “Non uccidere”
-(<cite>Es.</cite>, <span class="sc num">xx</span>, 13).
-</p>
-
-<p class="docudata">
-2. La legge ebraica proibisce l'uso del sangue in generale
-ed assolutamente: “Chiunque ne mangerà (sangue) sia
-sterminato” (<cite>Lev.</cite>, <span class="sc num">xvii</span>, 14).
-Questo precetto è la principale
-ragione del rito con cui gli Ebrei uccidono gli animali allo
-scopo di sbarazzare completamente la carne dal sangue. Da
-ciò risulta assolutamente falso che gli Ebrei adoperino sangue
-per preparare la loro focaccia di Pasqua, in caso contrario
-il precetto generale dovrebbe essere annullato da un precetto
-speciale.
-</p>
-
-<p class="docudata">
-3. Nella legge sulla festa di (<em>Pessach</em>)
-Pasqua (<cite>Es.</cite>, <span class="sc num">xii</span>,
-13) non si trova tale precetto speciale e non può trovarvisi,
-giacchè allorquando fu data questa legge non esistevano fanciulli
-cristiani; ma al contrario non era permesso uccidere,
-come pretende la vieta calunnia, nè fanciulli, nè adulti di
-altra religione. Nell'intiera legge non vi è neppure una parola
-sulla uccisione di uomini.
-</p>
-
-<div>
-<span class="pageno" title="356" id="page-356"></span>
-</div>
-
-<p class="docudata">
-4. Nella legislazione della Bibbia non è prescritto per
-la festa di Pasqua l'uso del sangue di fanciulli cristiani.
-Nessuno potè trovare un solo passo, il quale provi che l'assassinio
-rituale sia prescritto.
-</p>
-
-<p class="docudata">
-5. In seguito a ciò l'affermazione, sorta del resto dopo
-il <span class="sc num">xv</span> secolo, che gli Ebrei adoperino
-sangue cristiano per
-la loro festa di Pasqua, risulta non vera, e non può appoggiarsi
-a nessun testo della legge ebraica. Quello che la ripete
-senza addurne prove, ciò che del resto gli riescirebbe
-assai difficile, e quello che in riunioni pubbliche pretende
-dimostrare che è basata su fatti, deve essere condannato
-come un miserabile calunniatore, col quale si deve adoperare
-il Codice penale.
-</p>
-
-<p>
-San Remo, 10 ottobre 1882.
-</p>
-
-<div class="destra">
- <div class="firma">
- <p class="center"><span class="sc aut">D. A. Merx.</span></p>
- <p class="center testa">Professore di Esegesi del Vecchio Testamento</p>
- <p class="center">nell'Università di Heidelberg.</p>
- </div>
-</div>
-
-<div class="chapter">
-<span class="pageno" title="357" id="page-357"></span>
-</div>
-
-<h3 id="tit-35" class="documento">
-<a href="#ritit-35">XXIV. *</a>
-</h3>
-
-<p class="subtitle">
-Prof. dott. Carlo Bernardo Stade di Giessen.
-</p>
-
-<p>
-Colui che afferma gli Ebrei adoperare sangue cristiano per
-una solennità rituale, dà saggio di ignorare assolutamente
-la storia ed il carattere della religione ebraica.
-</p>
-
-<p>
-In qualsiasi modo sia per finire il processo di Tisza Eszlar
-è fin d'ora sicuro che non potrà mai venir invocato nè contro
-la religione ebraica, nè contro l'indole degli Ebrei, i fatti
-di cui sono accusati i macellai di quel paese, essendo ripugnanti
-all'indole degli Ebrei, e detestati dalla religione
-ebraica.
-</p>
-
-<p>
-Giessen, 10 ottobre 1882.
-</p>
-
-<div class="destra">
- <div class="firma">
- <p class="center">Dott.
- <span class="sc aut">Carlo Bernardo Stade</span>,</p>
- <p class="center">Professore ordinario.</p>
- </div>
-</div>
-
-<div class="chapter">
-<span class="pageno" title="358" id="page-358"></span>
-</div>
-
-<h3 id="tit-36" class="documento">
-<a href="#ritit-36">XXV. *</a>
-</h3>
-
-<p class="subtitle">
-Facoltà teologica dell'Università di Amsterdam.
-</p>
-
-<p>
-La facoltà teologica di Amsterdam è riconoscente ai Rabbini
-che, adunatisi in Buda Pest il 5 luglio di questo anno,
-(1882), deliberarono di invitarla a dare il suo parere sopra
-una vecchia accusa che ora viene nuovamente scagliata contro
-gli Ebrei.
-</p>
-
-<p>
-Essa si crede perciò obbligata di far pubblica la sua disapprovazione
-contro la diffusione di una asserzione altrettanto
-infondata quanto pericolosa, ed unendosi al giudizio di
-tutti gli uomini competenti in siffatta materia, si dichiara
-profondamente convinta, che in nessuno dei libri religiosi
-degli Ebrei si contenga la prescrizione di adoperare, per
-iscopi rituali, sangue umano ottenuto da un assassinio.
-</p>
-
-<div class="destra">
- <div class="firma">
- <p class="center">La Facoltà teologica dell'Università di Amsterdam,</p>
- <p class="center">
- <span class="sc aut">P. D. Chantepie de la Saussaye</span>,
- <i>praes.</i></p>
- <p class="center"><span class="sc aut">J. G. D. Martins</span>,
- <i>cancelliere</i>.</p>
- </div>
-</div>
-
-
-<div class="chapter">
-<span class="pageno" title="359" id="page-359"></span>
-</div>
-
-<h3 id="tit-37" class="documento">
-<a href="#ritit-37">XXVI. *</a>
-</h3>
-
-<p class="subtitle">
-Professore Dott. Carlo Siegfried di Jena.
-</p>
-
-<p>
-Chiunque ha voglia di aprire la Bibbia può convincersi
-che l'accusa che gli Ebrei adoperino sangue cristiano non è
-che una invenzione di malvagi, accolta soltanto dagli imbecilli,
-poichè nei cinque libri di Mosè nulla è più severamente
-vietato agli Ebrei dell'uso del sangue. (<cite>Genesi</cite>,
-<span class="sc num">ix</span>, 4. — <cite>Levitico</cite>,
-<span class="sc num">vii</span>, 26, 27. — <cite>Deut.</cite>,
-<span class="sc num">xii</span>, 16, ed altri).
-</p>
-
-<p>
-Siffatta accusa, spessissimo ripetuta dall'odio di religione
-e di razza, non venne in nessunissimo caso provata; anzi
-coloro che sostennero le polemiche più accanite contro il
-Giudaismo, o, non appena cominciarono a conoscere gli usi
-ebraici, lasciarono cadere l'accusa, o, come dice Wagenseil,
-riconobbero l'impossibilità di sostenerla.
-</p>
-
-<p>
-Ogni nuova ripetizione di tale accusa dimostra una imbecillità
-ed una impertinenza grandissime e costituisce una
-vergogna pei popoli cristiani che la permettono, una vergogna
-pei giornali cristiani che ne rimangono spettatori, o mal
-celano dietro frasi pietose i loro istinti di Caino.
-</p>
-
-<div class="chapter">
-<span class="pageno" title="360" id="page-360"></span>
-</div>
-
-<h3 id="tit-38" class="documento">
-<a href="#ritit-38">XXVII. *</a>
-</h3>
-
-<p class="subtitle">
-Professore Francesco Delitzch.
-</p>
-
-<p>
-Nella questione di sangue venuta nuovamente a galla in
-seguito al fatto di Tisza-Eszlar ho dato già due attestati
-che saranno arrivati in Ungheria da Colonia e da Berlino;
-però non voglio lasciar senza risposta anche il di lei invito
-giacchè una triplice corda si rompe meno facilmente.
-</p>
-
-<p>
-In quei due pareri ho minuziosamente provato il fatto,
-che nei due Talmud non soltanto non si trova nessuna prescrizione,
-che ordini o raccomandi l'uso rituale di sangue
-umano non ebraico, ma che anche nella legge rituale non si
-può scoprire assolutamente nessun appoggio per questa insinuazione.
-<em>Essa è una pura immaginazione, un'idea senza
-fondamento, un parto dell'ignoranza, dell'astio e della menzogna.</em>
-</p>
-
-<p>
-La <cite>Civiltà Cattolica</cite> dell'anno 1881, pag. 731 infinocchia
-ai suoi lettori, che l'uso del sangue sia una tradizione segreta,
-che non esiste che a voce e precisamente quale segreto
-ereditario fra i discreti e fidati. <em>Questo è un nuovo
-tentativo di salvare la causa ormai perduta dell'accusa</em>,
-volendo far credere che quello non si può provare quale
-<em>Halaca</em> (precetto scritto) sia un <em>Minhag</em> (uso)
-conosciuto solamente
-dagli iniziati. <em>Ma anche questo tentativo è un peccato
-contro il comandamento: “Non dire falsa testimonianza
-contro il tuo prossimo.”</em>
-</p>
-
-<p>
-In causa della mia relazione colla missione degli <em>Ebrei ho
-fatto conoscenza da 50 anni con un certo numero di proseliti,
-ma posso assicurare dinanzi a Dio, che nessuno sapeva
-qualche cosa di quell'uso assassino</em>. — <em>Tutti dichiararono
-<span class="pageno" title="361" id="page-361"></span>
-unanimi una pura invenzione l'incolpazione di
-sangue.</em>
-</p>
-
-<p>
-La pacificazione della Sinagoga colla Chiesa è stata sempre
-la mèta principale dei miei desiderii. Tanto più antipatico
-mi riesce ogni tentativo di aumentare l'abisso esistente per
-mezzo dell'odio di razza antisemitico, ed il vantaggio che
-gli antisemiti vorrebbero trarre per la loro causa dalla sorte
-tuttora ignota di Esther Solymossy, il di cui assassino, se
-essa fu assassinata, sarà non solamente dal punto di vista
-cristiano, <em>ma anche dal punto di vista ebraico, un mostro
-che offende il nome di Dio</em>.
-</p>
-
-<p>
-Se ella vuole pubblicare questa mia testimonianza, sarò
-lieto se gioverà a domare la furia scatenata dell'odio che si
-fa arma di una bugia.
-</p>
-
-<p class="docudata">Lipsia, 13 ottobre 1882.</p>
-
-<div class="destra">
- <div class="firma">
- <p class="center">Devotissimo suo</p>
- <p class="center">Professore
- <span class="sc aut">Francesco Delitzsch</span>.</p>
- </div>
-</div>
-
-<div class="chapter">
-<span class="pageno" title="362" id="page-362"></span>
-</div>
-
-<h3 id="tit-39" class="documento">
-<a href="#ritit-39">XXVIII. *</a>
-</h3>
-
-<p class="subtitle">
-Lettera di S. E. Ill<sup>ma</sup> e Rev<sup>ma</sup> Monsignor Giorgio Kopp<br/>
-vescovo cattolico di Fulda<br/>
-al Rabbino provinciale della stessa città Dott. Chaan.
-</p>
-
-<p class="destra">Fulda, 4 novembre, 1882.</p>
-
-<p class="cari">Pregiatissimo signor Dottore,</p>
-
-<p>
-Assecondando il di lei desiderio, non esito a ripeterle in
-iscritto la dichiarazione che già varie volte le ho fatto, doversi
-ritenere una maligna bugia la supposizione, che gli
-Ebrei abbiano mai usato sangue cristiano per iscopi rituali:
-tale supposizione non si può provare nè con la religione
-ebraica, nè con la storia, sicchè devesi respingere ogni accusa
-di questo genere su qualunque base fosse fondata.
-</p>
-
-<p>
-Con perfetta stima, ecc.
-</p>
-
-<div class="destra">
- <div class="firma">
- <p class="center"><span class="sc aut">Kopp</span>. Vescovo di Fulda.</p>
- </div>
-</div>
-
-<div class="chapter">
-<span class="pageno" title="363" id="page-363"></span>
-</div>
-
-<h3 id="tit-40" class="documento">
-<a href="#ritit-40">XXIX. *</a>
-</h3>
-
-<p class="subtitle">
-Ernesto
-Renan <a id="FNa_361"></a><a href="#Fn_361" class="fna">(361)</a>.
-</p>
-
- <p class="destra">Parigi, 16 novembre 1882.</p>
-
-<p>
-Fra tutte le calunnie, generate dall'odio e dal fanatismo,
-la più assurda è certamente quella per cui si incolpano gli
-Ebrei di commettere assassinii allo scopo di aver modo di
-compiere riti sanguinosi. Uno dei tratti più caratteristici
-della religione ebraica è la proibizione del sangue quale nutrimento
-dell'uomo. Questa precauzione che era in altri tempi
-assai adatta ad inspirare il rispetto della vita, venne osservata
-dal Giudaismo con tutta coscienza, anche quando i tempi
-e le condizioni della civiltà ne rendevano assai penosa l'osservanza,
-ed ora si pretende che il pio ebreo, che morrebbe
-di fame e affronterebbe il martirio piuttosto che inghiottire
-un pezzetto di carne non del tutto monda di sangue, si nutrisse
-proprio di sangue in un'agape religiosa! È questa
-una orribile sciocchezza. Sono convintissimo che non uno dei
-racconti che parlano di pasti pasquali con sangue ha base
-reale; se un tal delitto fosse stato commesso, direi che il
-miserabile che ne fu autore ha violato tutti i precetti dell'Ebraismo;
-ma io vado più in là e non credo che simile delitto
-sia mai stato commesso. L'immaginazione umana non
-è molto fertile nell'inventare calunnie. La fiaba di pasti
-misteriosi conditi con sangue umano fu sempre artificio tratto
-in campo per combattere coloro che un cieco pregiudizio
-<span class="pageno" title="364" id="page-364"></span>
-voleva rovinare. Questa stessa calunnia fu in altri tempi
-occasione a deplorabili persecuzioni contro i Cristiani. Eppure
-è ben certo che la Sacra Cena dei Cristiani non venne
-mai insozzata da tale misfatto. Altrettanto innocenti sono
-certamente le pasque ebraiche. Sarebbe degno della cristianità
-impedire che da questa miserabile bugia, per la quale
-in altri tempi ebbero tanto a soffrire i Cristiani, si traesse
-profitto contro altri.
-</p>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_361"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_361"><span class="label">(361)</span></a>
-<cite xml:lang="de">Neue Freie Presse</cite>, 24 dicembre 1882.
-</p>
-</div>
-
-<div class="chapter">
-<span class="pageno" title="365" id="page-365"></span>
-</div>
-
-<h3 id="tit-41" class="documento">
-<a href="#ritit-41">XXX.</a>
-</h3>
-
-<p class="subtitle">
-Discorso dell'Em. Cardinale E. O. Manning<br/>
-Arcivescovo di Westminster.
-</p>
-
-<p>
-Abbiamo detto che gli avversari sistematici degli
-Ebrei non devono cercarsi nel partito che comunemente
-si designa col nome di clericale; il seguente discorso
-pronunciato dall'Em.<sup>mo</sup> Cardinale
-Manning <a id="FNa_362"></a><a href="#Fn_362" class="fna">(362)</a>, in un
-<em xml:lang="en">meeting</em> tenuto a Londra per protestare contro
-i maltrattamenti
-cui son fatti segno gli Ebrei della Russia,
-è la più eloquente conferma delle parole nostre.
-</p>
-
- <p class="cari testa"><i>Mylord, Signore e Signori,</i></p>
-
-<blockquote>
-<p>
-Ho spesso dovuto proporre mozioni in assemblee simili a
-questa, ma non ricordo di averne mai proposto alcuna con
-una convinzione più perfetta della mia ragione, e con un
-più completo assenso della mia coscienza. Prima di continuare
-sarà forse miglior consiglio leggervi questa mia mozione.
-Essa è così concepita:
-</p>
-
-<p>
-“Questa Assemblea, pur riconoscendo di non aver nè diritto,
-nè desiderio di ingerirsi negli affari interni di un
-altro paese, e pur desiderando che le relazioni le più amichevoli
-tra l'Inghilterra e la Russia vengan continuate,
-<span class="pageno" title="366" id="page-366"></span>
-crede suo debito manifestare l'avviso, che le leggi della
-Russia che risguardano gli Ebrei, tendono ad avvilirli agli
-occhi della popolazione cristiana, e ad esporre gli Ebrei
-russi ai furori di una ignoranza fanatica.”
-</p>
-
-<p>
-Io non ho bisogno di dirvi che noi non siamo qui adunati
-per uno scopo politico. Se vi fosse la menoma traccia di politica,
-io non sarei qui. È perchè io credo che noi siamo ben
-al disopra delle passioni e delle lotte politiche, che noi siamo
-nella serena regione delle simpatie e della giustizia umana
-che oggi io mi trovo qui. Posso anche dichiarare che nulla
-è più lontano dalle mie intenzioni — sono convinto che voi
-siete del mio avviso — che di far cosa che fosse come una
-infrazione a quelle leggi di pace, d'ordine e di mutuo rispetto
-che uniscono le nazioni fra di loro o di tentare d'intervenire
-o d'ingerirsi nella legislazione interna della Russia (<em>applausi</em>).
-Io sono anche costretto a dichiarare che partecipo di tutto
-cuore ai sentimenti di venerazione espressi dal nobile Conte
-[di Shaftesbury] verso la Famiglia Imperiale di Russia. Non
-si può aver osservato quella famiglia durante questi ultimi
-anni, non si può pensare alla posizione dell'Imperatore attuale
-senza provare una profonda simpatia che ci impedisce
-ogni intenzione di usare una sola parola che possa ferire
-l'animo dello Czar (<em>applausi</em>). Io posso adunque dichiarare in
-modo assoluto che non una delle mie parole — e credo poter
-parlare in nome di voi tutti — si scosterà intenzionalmente
-dalla venerazione dovuta ad una persona gravata d'una responsabilità
-così pesante come quella che è toccata in sorte
-all'Imperatore di Russia. Di più posso dire, pur non volendo
-toccare alla questione della legislazione interna della Russia,
-che esistono leggi più forti di tutta la legislazione russa,
-leggi che sono egualmente imperative a Londra, a Pietroburgo
-ed a Mosca, — le leggi della umanità, della natura e di
-Dio, che sono il fondamento di tutte le altre leggi; e se in
-una legislazione qualsiasi esse sono poste in non cale, tutte
-le nazioni dell'Europa cristiana, tutta la comunione degli
-uomini civili e cristiani, avranno all'istante il diritto di protestare
-apertamente contro di essa (<em>applausi</em>).
-</p>
-
-<div>
-<span class="pageno" title="367" id="page-367"></span>
-</div>
-
-<p>
-Ed ora bisogna che io tocchi un argomento che, lo confesso,
-mi ha recato molto dolore. Noi abbiamo tutti seguito durante
-un anno ciò che in Germania si chiama il movimento antisemitico.
-Io provo, guardandolo, due sentimenti: prima un
-sentimento d'orrore, perchè tende a rovesciare i fondamenti
-della vita sociale, poi un sentimento grandissimo di paura,
-perchè può tendere ad eccitare ancora l'odio che ha già fatto
-esplosione in Russia e che potrebbe estendersi maggiormente.
-Ho letto con molto dispiacere un elaboratissimo articolo,
-pieno, non vi ha dubbio, di osservazioni esatte, scritto in
-Prussia e pubblicato nel <cite xml:lang="en">Nineteenth Century</cite>,
-in cui si descrivono
-le animosità sociali, le gelosie e le rivalità che dominano
-ora in quel paese. Leggendo questo articolo, il mio
-primo sentimento fu il dolore di vedere che il potere e la
-forza dell'Antico Testamento, sieno nel Ducato di Brandeburgo
-così superiori al Nuovo. Io sono afflitto vedendo che
-una società imbevuta di razionalismo non abbia abbastanza
-cristiana dottrina, cristiano potere, cristiano carattere e cristiana
-virtù, per rendere impossibile che il popolo ebreo per
-quanto sia colto, raffinato, laborioso ed energico, faccia tremare
-la società cristiana di quel grande Regno. Ho letto, del
-pari con dolore, le narrazioni sulla condizione degli Ebrei
-russi e le accuse di cui sono l'oggetto. Se vi accenno prego
-i miei amici israeliti che mi ascoltano di credere che le respingo
-con incredulità e disgusto. Leggo che la causa degli
-avvenimenti in Russia, è che gli Ebrei fanno dei mestieri
-infami, che sono usurai, immorali, demoralizzatori e non so
-che altro ancora. Leggendo quelle accuse io mi chiedevo:
-l'oltraggio è forse un rimedio? Si potranno forse guarire con
-l'oltraggio, l'assassinio, le abbominazioni di ogni specie? Non
-imitano essi quelli che dovrebbero insegnar loro una morale
-più alta? E dato pur fosse vero, locchè non credo, che
-essi fossero in queste condizioni, non gravitano forse su di
-loro leggi deplorevoli? Vi ha cosa che maggiormente avvilisca
-gli uomini che il precludere alla loro energia, alla loro
-intelligenza, alla loro industria, tutte le carriere onorevoli
-della vita (<em>applausi</em>). Vi ha cosa che maggiormente degradi
-<span class="pageno" title="368" id="page-368"></span>
-od irriti l'uomo che il dirgli: “voi non potete andar oltre
-questo limite — voi non potete accostarvi a più di quindici
-miglia da questo confine; — voi non potete dimorare in
-questa città — voi siete costretto a dimorare in questa provincia?”
-(<em>applausi</em>). Non so se vi sia qualcuno che possa
-credere che tutta la popolazione non sia colpita in fondo all'anima
-da tali leggi, e se è possibile il renderla peggiore
-questo è certamente il modo di riescirvi. Si fanno questi rimproveri
-agli Israeliti russi. Perchè non si fanno anche agli
-Israeliti tedeschi? Gli autori del movimento antisemitico confessano
-essi stessi che gli Israeliti in Germania sono superiori
-ai loro concittadini (<em>applausi</em>). Perchè simili accuse non
-si muovono contro gli Israeliti francesi? (<em>applausi</em>). Vi ha
-una carriera di utilità pubblica, una via di onore civile o
-militare nella quale gli Israeliti non abbiano camminato a
-fianco dei loro concittadini? Se queste accuse si fanno agli
-Israeliti della Russia, chi vorrebbe farle a quelli d'Inghilterra?
-(<em>vivi applausi</em>). Per rettitudine, coltura, generosità,
-carità, per tutte le grazie e per tutte le virtù insomma che
-abbelliscono l'umanità, dove si troveranno, io lo domando,
-esempi più brillanti, più pieni della vera grandezza umana,
-che in questo ramo della razza ebraica? (<em>Applausi immensi.</em>
-Una voce grida: <em>Grazie!</em>).
-</p>
-
-<p>
-Ed ora ci si dice che non devesi prestar fede alle narrazioni
-di quelle atrocità. Io domando se nei giornali del continente
-si stampassero lunghe e particolareggiate narrazioni di omicidii,
-di rapine e di altre atrocità commesse nelle parti le più
-frequentate di Londra, se si asserisse che il Lord Maire vi
-ha assistito, che la polizia è rimasta inoperosa, che le guardie
-della Torre hanno fatto causa comune colla folla, voi o Mylord
-[il Lord Mayor di Londra, che presiedeva all'adunanza],
-ringraziereste, credo, chiunque vi fornisse occasione di smentire
-simili racconti. Ebbene io dico che noi, con quanto facciamo,
-rendiamo un gran servigio alle Autorità ed al Ministero
-russo, e credo che ciò sarà una consolazione pel gran principe
-che regna su quel vasto impero (<em>applausi</em>). Ma supponiamo un
-istante che queste cose siano vere — ed io non appoggio la mia
-<span class="pageno" title="369" id="page-369"></span>
-ipotesi della credibilità di quei fatti su quanto ne stamparono
-il <cite xml:lang="en">Times</cite> o la
-<cite xml:lang="en">Pall Mall Gazette</cite> che se ne è
-resa garante. — Io
-ne ho delle prove in mano (<em>applausi</em>). Donde le traggo?
-Da un documento ufficiale del Ministro dell'Interno, il generale
-Ignatieff. Nella mozione che io vi ho presentato si parla delle
-leggi della Russia rispetto ai sudditi Ebrei. Io non pretendo
-esser giurista nel diritto inglese ed ancor meno nel diritto
-russo; io non pretendo decidere ciò che siano su questo punto
-le leggi della Russia, e non saprei che dire su questa mozione,
-se non avessi in mano un rescritto di una grande importanza.
-Spero che non lo si dirà falso. Queste orribili atrocità
-durarono i mesi di maggio, giugno e luglio. In agosto comparve
-questo documento. Comincia coll'affliggersi e col desolarsi,
-ma di che? Delle atrocità forse che furono commesse
-contro gli Ebrei, sudditi dello Czar? Oh no! ma bensì <em>della
-triste condizione dei Cristiani nelle provincie meridionali</em>.
-Poi dice che la principale causa di questi <em>movimenti e tumulti</em>,
-come li chiama, ai quali <em>la nazione russa era sino ad
-ora rimasta straniera</em>, è una causa commerciale; continua
-dicendo che la condotta degli Ebrei provocò delle proteste da
-parte del popolo il quale <em>manifestò la sua indignazione</em>; ed
-in che modo? lo si crederebbe? colla violenza ed il saccheggio.
-Infine il Ministro dell'Interno ci dice che <em>il paese è esposto
-a dei segreti intrighi, che sono, come è noto, la vera causa
-dell'agitazione</em>. Se la forma di questo documento è calma, la
-rettorica e le insinuazioni vi sono incendiarie, ed io duro fatica
-a comprendere come il popolo Russo, avuto questo rescritto
-nelle mani, non siasi trovato incoraggiato a continuare nelle
-sue violenze (<em>applausi</em>). Il documento continua e dice:
-“<i class="quo">Abbiamo
-nominato una Commissione per eseguire un'inchiesta...</i>”
-su che? Prima di tutto “<i class="quo">sui mestieri esercitati dagli Ebrei
-che arrecano nocumento agli abitanti delle rispettive località;</i>”
-in secondo luogo — prego l'Assemblea di volerlo ben
-notare — “<i class="quo">sulle cause che impediscono
-l'applicazione delle
-leggi esistenti, che restringono i diritti degli Ebrei di comperare
-e condurre terre, di darsi al commercio dei liquori
-ed all'usura;</i>” in terzo luogo “<i class="quo">sulle modificazioni da
-<span class="pageno" title="370" id="page-370"></span>
-introdursi in queste leggi perchè gli Ebrei non possano più
-eluderle, e sull'esame delle nuove leggi che sarebbero necessarie
-per metter fine alla loro perniciosa condotta.</i>” Finalmente
-oltre le risposte a tali questioni dovevansi riunire
-notizie: 1º sull'usura esercitata dagli Ebrei nei loro affari coi
-Cristiani, nelle città, borghi e villaggi; 2º sul numero delle
-osterie; 3º sul numero delle persone attualmente al servizio
-degli Ebrei; 4º sull'estensione dei loro terreni ed infine sul
-numero degli agricoltori ebrei. Ecco dunque le leggi russe
-concernenti gli Ebrei dell'Impero. Io vorrei chiedere qual rimedio
-sia possibile per una popolazione sottoposta ad un simile
-regime. Forse nell'accrescimento delle penalità? o nella
-incapacità di possedere terreni? o nella proibizione di mandare
-i giovinetti israeliti negli stabilimenti d'istruzione superiore?
-Tutto ciò venne fatto. Ma io credo che il rimedio sia
-in questi due provvedimenti: primo, l'applicazione formale
-della legge cristiana in tutta la sua intierezza. Non è con
-simili leggi che i Cristiani hanno guadagnato il mondo ed
-acquistato il regolare potere di amministrare la giustizia fra
-gli uomini, e non sarà che con leggi diverse che il gran
-potere imperiale della Russia riunirà la popolazione dell'impero
-ai suoi sudditi israeliti (<em>applausi</em>). L'altro rimedio è la
-condanna severa e rigorosa di tutti i malfattori, unita alla
-concessione, del paro ferma, di tutti i diritti che la legge
-naturale e divina accorda ad ogni uomo. Ciò è necessario
-per proteggere la vita e le persone, la loro sicurezza ed i loro
-beni, ciò costituisce la libertà umana, tutto ciò — e nulla di
-meno — è necessario per prevenire i mali di cui si lagna il
-Ministro dell'Interno.
-</p>
-
-<p>
-Voi avete parlato, o Mylord, con gran fiducia dei risultati
-che vi attendete da questo <em xml:lang="en">meeting</em>.
-Non facciamoci soverchie
-illusioni. Se ci immaginiamo che esso ponga fine alla questione,
-sicchè dopo potremo tacere, temo che l'effetto non sarà
-quale lo desideriamo. Ma non scoraggiamoci neppur troppo.
-Son d'avviso che in tutta l'Inghilterra, posso dire in tutta
-la Gran Brettagna, questa Assemblea troverà eco (<em>applausi</em>).
-Manchester e Birmingham hanno già cominciato e dovunque
-<span class="pageno" title="371" id="page-371"></span>
-si parla inglese, si saprà ciò che oggi fu qui detto con
-tanta eloquenza. Io credo che in questo momento un simile
-<em xml:lang="en">meeting</em> sia adunato a New York (<em>applausi</em>).
-Ciò che qui si
-dice verrà tradotto in tutte le lingue d'Europa, e la voce
-di quanto abbiam fatto varcherà anche i confini della
-Russia. Nè si potrà trattenerla, più di quanto si possa trattenere
-la luce e l'aria in qualsivoglia parte del mondo
-dove sianvi sentimenti umani, le dichiarazioni fatte qui ed
-altrove troveranno un'eco che contribuirà a por fine a queste
-orribili atrocità.
-</p>
-
-<p>
-Non ho più che una parola a dire. Ho tentato di trattare
-questa questione con un modo giusto e calmo. Ho parlato
-della importanza di una giustizia politica eguale per tutti,
-arrossirei di terminare senza dire una parola di quanto
-deve risvegliare fortemente le simpatie cristiane. Vi ha un
-libro, che è proprietà comune della razza di Israello e di
-noi Cristiani. Questo libro ci stringe in un vincolo comune,
-ed in quel libro io leggo che il popolo di Israello è il più
-antico popolo del mondo. La Russia, l'Austria, l'Inghilterra
-non datano che da ieri in confronto di questo popolo imperituro
-che — con una inesauribile vitalità, con tradizioni
-immutabili, colla sua fede in Dio e nelle leggi di Dio, disperso
-su tutto il globo, passando a traverso il fuoco senza
-bruciarsi, trascinato nel fango senza insozzarsi — è ancora
-qui in mezzo a noi, come un testimonio ed un avvertimento.
-Noi abbiamo con lui un patto di fraternità. Il nuovo Testamento
-ha nel vecchio la sua base. Gli Ebrei accettano la
-metà delle credenze per cui noi daremmo volentieri la vita.
-Confessiamo adunque che essi sono uniti a noi in una simpatia
-comune. Io leggo in quel libro queste parole: “Io sono
-infiammato da un gran corruccio contro le nazioni possenti
-e ricche, perchè io era un po' irritato contro Israele ed essi
-aumentarono la sua afflizione.” Ciò vuol dire: “Il mio popolo
-era disperso; ha sofferto disgrazie inaudite ed inconcepibili,
-e le nazioni che erano potenti, che erano ricche e che
-avevano il potere, lo hanno colpito ed hanno aumentato l'afflizione
-di cui già soffriva.” Io spero non vi sia in tutta
-<span class="pageno" title="372" id="page-372"></span>
-Inghilterra una persona che si dica civile e cristiana che possa
-avere il cuore di accrescere con una sola parola le sofferenze
-di questo popolo così grande, così antico e così afflitto, ma
-spero che coi nostri sforzi, colla nostra parola, colla nostra
-preghiera, faremo quanto è in noi per diminuire, se è possibile,
-quelle atrocità od almeno per non associarvisi mai.
-(<em>Lungo scoppio di applausi</em>).
-</p>
-</blockquote>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_362"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_362"><span class="label">(362)</span></a>
-L'Eminentissimo Manning figurava coi principali personaggi della
-Chiesa Anglicana e col fior fiore della Società londinese fra i promotori
-del <em xml:lang="en">Meeting</em>.
-</p>
-</div>
-
-<div class="chapter">
-<span class="pageno" title="373" id="page-373"></span>
-</div>
-
-<h3 id="tit-42" class="documento">
-<a href="#ritit-42">XXXI.</a>
-</h3>
-
-<p class="subtitle">
-Il giornale SION e l'opinione di un Archimandrita greco.
-</p>
-
-<p>
-Col titolo di <cite>Sion</cite> si pubblica da circa quattro anni in Atene,
-in lingua greca, un importante periodico ebdomadario, il quale
-si occupa particolarmente di Sacra letteratura, di religione
-e di scienza biblica. Ne è Direttore il rev. Archimandrita
-D. Latta, cui, ci si assicura, attende un alto posto nell'episcopato
-greco-scismatico.
-</p>
-
-<p>
-Nel numero 29 giugno (v. s.) 1883 questo giornale conteneva
-un ammirabile articolo ispirato a vero sentimento di religione
-e di carità, dove dopo aver posto a nudo le inique trame che
-dettero origine al mostruoso processo di Tisza Eslar, passa
-a dimostrare, quanto sieno ingiuste le persecuzioni di cui
-in ogni tempo furono vittime gli Israeliti e specialmente
-quelle occasionate dal preteso uso del sangue cristiano nella
-celebrazione del loro rito pasquale.
-</p>
-
-<p>
-“Questa, scrive il succitato giornale, è una grossolana
-menzogna, una mera calunnia. Infatti sono molti secoli che
-di quando in quando si sparge la voce che gli Ebrei commettono
-un tale atto, e quindi si sollevano torbidi, si agitano
-le popolazioni, si consumano massacri ed uccisioni di Ebrei;
-ma dopo alcun tempo, succeduta la calma, si prova che tutto
-non fu altro che menzogna, e la tragica rappresentazione
-termina col solito vocabolo turco <em>Giaglis</em> (errore).”
-</p>
-
-<p>
-Ci è impossibile riprodurre l'intiero articolo, che consta di
-ben cinque compatte colonne, ne daremo quindi soltanto un
-altro brano:
-</p>
-
-<p>
-“La <cite>Sion</cite> compie un dovere cristiano esortando i Cristiani
-tanto Greci, quanto Rumeni, Russi ed Ungheresi ed in
-generale i Cristiani di qualunque nazione, a cessare da
-<span class="pageno" title="374" id="page-374"></span>
-queste odiose calunnie contro gli Ebrei. Fu già epoca in
-cui gli stessi Cristiani trovavansi presso i Romani in una
-condizione di avvilimento simile a quella in cui si trovano
-oggi gli Ebrei rimpetto ai Cristiani! Sapete che cosa fecero
-a quell'epoca gli idolatri per isterminare i Cristiani?
-Calunniarono questi presso l'imperatore Antonino, di scannare
-uomini, mangiarne le carni e berne il sangue nelle
-loro cene. Ed appoggiarono la loro calunnia sulla voce
-sparsa che i Cristiani raccogliendosi per adorare il loro
-Dio fanno sacrifizi e mangiano del corpo e del sangue del
-loro liberatore Gesù Cristo.
-</p>
-
-<p>
-“Intorno a quell'ingiusta calunnia che valse ad eccitare
-l'ira dell'Imperatore contro i Cristiani, e che costò un
-numero considerevole di Martiri, San Giustino, filosofo e
-martire, scrisse un'apologia all'Imperatore, nella quale
-prova l'insussistenza di questi pretesi sagrifizi umani che
-a carico dei Cristiani furono denunziati. A quest'apologia
-dell'insigne filosofo cristiano, noi rimandiamo chiunque desiderasse
-conoscere i particolari della ignominiosa accusa.
-Ma se gli idolatri agivano in tal guisa contro i Cristiani
-d'allora, è forse lecito a noi Cristiani, la generazione eletta,
-il reale sacerdozio, la gente santa a cui fu commesso di
-predicare la virtù di Colui che ci chiamò dalle tenebre
-alla sua meravigliosa luce, è forse lecito a noi ordire tratto
-tratto simili calunnie, e promuovere scene sanguinose, agitazioni
-sociali a danno di una nazione, la quale sopportò
-coraggiosamente ogni male per mantenersi fedele alle sacre
-sue tradizioni? — E andando più avanti diremo: Lice a
-noi di sollevarci contro una nazione che fu l'origine della
-nostra redenzione, che per secoli faticò, pregò, sacrificò per
-far discendere Iddio all'uomo . . . . . ”
-</p>
-
-<p>
-In seguito a questo articolo il Rabbino Maggiore di Corfù,
-un dotto e valente nostro compatriota, il prof. Levi, avendo
-indirizzato al Rev. Latta alcune parole di gratitudine, ne ebbe
-in risposta la seguente lettera che riproduciamo, traducendola,
-da un supplemento del giornale israelitico, <cite>Il Mosè</cite>, che vede
-la luce in Corfù:
-</p>
-
-<div>
-<span class="pageno" title="375" id="page-375"></span>
-</div>
-
- <p class="docudata">“Reverendissimo signor Gran Rabbino Levi,</p>
-
-<p>
-“Abbiamo letto con animo grato e con soddisfazione la
-lettera del 4 luglio che ci indirizzaste da Corfù, ed abbiamo
-rese grazie a Dio per il progresso, che, mercè il
-divino aiuto, ha fatto in questi giorni di luce e di civiltà,
-il vero spirito di religione.
-</p>
-
-<p>
-“Vi siamo cordialmente grati per i sentimenti nobili ed
-amorosi che, obbedendo all'impulso del cuore, avete manifestato
-verso di noi, perchè abbiamo scritto un articolo
-contro le calunnie, notoriamente false, ed assolutamente
-infondate che vengono diffuse nel mondo cristiano contro la
-nazione israelitica. Noi, reverendissimo signore, scrivendo
-in quella guisa non facemmo, sappiatelo, che servire da
-umili sacerdoti la cristiana religione. La storia della umanità
-chiaramente prova che molteplici superstizioni secolari,
-errate credenze, false e bugiarde tradizioni, hanno
-tanto influito sullo spirito dell'umanità da ridurla per molti
-secoli bassa e cieca serva di principii falsi e dannosi. Ma il
-nostro Gesù Cristo ha giustamente proclamato primo e fondamentale
-scopo della sua venuta in terra, esser la liberazione
-dell'umanità da questa servitù, liberazione che ha
-conseguita infondendoci la coscienza della verità. E conoscerete
-la verità e la verità vi francherà. (<cite>S. Giov.</cite>,
-<span class="sc num">viii</span>, 32).
-</p>
-
-<p>
-“Ogni superstizione, ogni falsa tradizione, ogni fallace credenza
-è assolutamente nemica della verità cristiana e tende,
-per conseguenza, a distruggere il grande scopo che il Cristianesimo
-si propone di raggiungere in questo mondo.
-</p>
-
-<p>
-“È perciò, reverendissimo, che noi, che siamo nelle file dei
-sacerdoti della religione, abbiamo il dovere di lottare con
-tutte le nostre forze ed a prezzo di qualunque sagrifizio
-contro la menzogna e di procurare il trionfo della verità. Ora
-abbiamo sempre affermato colla parola e colla penna e sempre
-affermeremo, sino a che avremo vita, esser menzogna, infame,
-vergognosa menzogna, atta soltanto a dissolvere i vincoli
-della sociale convivenza quella che si diffonde nella Cristianità,
-e cioè che gli Ebrei uccidano i figli dei Cristiani per
-raccoglierne il sangue.
-</p>
-
-<div>
-<span class="pageno" title="376" id="page-376"></span>
-</div>
-
-<p>
-“Vi dichiariamo infine, reverendissimo, che è per noi cagione
-di vivo e costante dolore il vedere come coll'imperdonabile
-pretesto di apparenti differenze religiose, si tenti di promuovere
-dissidii fra due nazioni che si resero egualmente
-benemerite della umanità, l'una l'ebraica, pregando in Gerusalemme
-per far discendere Iddio nell'uomo, l'altra la greca,
-filosofando in Atene per rialzare l'uomo sino a Dio.
-</p>
-
-<p>
-“Ci è grato per altro di constatare come, <a id="ultimi"></a>in questi ultimi
-anni, tali ingiustificabili dissidi sieno divenuti rarissimi e
-tendano quasi a scomparire.
-</p>
-
-<p>
-“Non ci è dato intendere come la fondamentale differenza
-religiosa che ci separa, e che, come è noto, consiste in ciò
-soltanto che voi Israeliti proclamate non esser ancora venuto
-il Messia, possa impedire agli uomini delle due nazioni di
-vivere d'amore e d'accordo fra loro in qualunque paese si
-trovino. Questa concordia sembra a noi tanto più necessaria
-che Dio stesso ha detto agli Israeliti: “Voi mi sarete un
-tesoro riposto d'infra tutti i popoli . . . . .
-e mi sarete un
-Reame sacerdotale e una gente santa.” (<cite>Es.</cite>,
-<span class="sc num">xix</span>, 5, 6),
-mentre poi lo stesso Dio comparso nel mondo sotto spoglie
-umane disse a noi Cristiani: “Ma voi siete la generazione
-eletta, il real sacerdozio, la gente santa, il popolo d'acquisto”
-(<span class="sc num">i</span>. <cite>Pietro</cite>
-<span class="sc num">ii</span>. 9).
-</p>
-
-<p>
-“Facciam voto infine di tutto cuore, reverendissimo, e speriamo
-lo facciate voi pure che Ebrei e Cristiani, compreso
-il vero spirito della loro religione, abbandonino per sempre
-gli imperdonabili odii e rifuggano, con ogni maggior studio,
-da dar causa a queste lotte, dissidi o differenze religiose
-vivendo reciprocamente d'amore e d'accordo, siccome conviene
-sopratutto oggi a popoli che pretendono far parte
-del civile consorzio.
-</p>
-
-<p>
-“E con questo amorevole sentimento vi abbracciamo, reverendissimo,
-e confidando che i nostri desiderii si realizzino
-vi confermiamo i sentimenti della nostra considerazione.
-</p>
-
-<p>
-“Atene, 11 luglio 1883.
-</p>
-
-<div class="destra">
- <div class="firma">
- <p class="center">“L'Archimandrita</p>
- <p class="center">“<span class="sc aut g">Dionisio Latta</span>.”</p>
- </div>
-</div>
-
-<div class="chapter">
-<span class="pageno" title="377" id="page-377"></span>
-</div>
-
-<h3 id="tit-43" class="documento">
-<a href="#ritit-43">XXXII.</a>
-</h3>
-
-<p id="questioae" class="subtitle">
-La questione semitica in Russia<br/>
-esposta dal principe Demidoff di San Donato.
-</p>
-
-<p>
-Crediamo non inopportuno dar luogo, fra' documenti,
-alla seguente memoria del principe Demidoff, sulla
-questione semitica in Russia.
-</p>
-
-<blockquote>
-<p>
-“Il movimento popolare antisemitico verificatosi in questi
-ultimi tempi, sotto diverse forme e con notevole insistenza,
-ha di nuovo messo sul tappeto la così detta questione semitica.
-</p>
-
-<p>
-“La nomina di un presidente della Commissione incaricata
-dell'esame di un così grave argomento, fa sperare che
-la questione sia per avviarsi verso una soluzione regolare,
-soluzione che dovrà essere tradotta in atto con lo allontanamento
-di tutte le condizioni anormali in cui si aggira l'esistenza
-degli Israeliti, sia sotto il punto di vista politico,
-sia sotto l'aspetto sociale. Il che costituisce appunto il nodo
-della questione medesima.
-</p>
-
-<p>
-“Uno dei caratteri essenziali e distintivi della situazione
-fatta in Russia alla popolazione israelitica è l'impossibilità
-in cui si trovano <a id="appartenenenti"></a>i sudditi appartenenti
-alla religione ebraica
-di trasportare liberamente il proprio domicilio al di
-là dei confini assegnati per la loro dimora. In virtù di
-questa legge restrittiva, la quasi totalità del contingente
-israelitico, che ascende a circa tre milioni di abitanti, si
-concentra nei Governi del Nord e del Sud-Ovest. E la forzata
-agglomerazione sopra un territorio relativamente ristretto,
-nonchè la concorrenza per procacciarsi i mezzi di
-esistenza, derivata da questa agglomerazione medesima,
-<span class="pageno" title="378" id="page-378"></span>
-mettono gli abitanti israeliti in critica quanto penosa condizione,
-obbligandoli in certo modo a transigere sulla scelta dei
-mezzi che possono assicurare la loro sussistenza.
-</p>
-
-<p>
-“Ognuno conosce la miseria, talvolta straziante, che
-stringe la grandissima maggioranza degli Ebrei russi; ed è
-appunto da questa miseria che provengono, come conseguenza
-naturale, quei fenomeni economici mostruosi, che indignano
-il mondo civile, quali lo sfruttare con ogni mezzo la popolazione
-indigena, l'usura e molti altri frutti riprovevoli ed
-odiosi dei costumi israelitici.
-</p>
-
-<p>
-“Qualunque provvedimento repressivo riescirà sempre inefficace
-a sradicare questi mali, i quali non possono essere
-soppressi che col mezzo di una non interrotta e coordinata
-sequela di riforme sostanziali nella esistenza degli sfruttatori,
-non che in quella degli sfruttati. La diffusione della
-istruzione, l'impianto del credito rurale, la diminuzione delle
-imposte e dei balzelli di ogni specie, e nello stesso tempo
-l'abolizione di quelle leggi antiquate, restrittive e convenzionali,
-che vietano agli Ebrei la libertà di azione per procacciarsi
-i mezzi di esistenza, ecco dove bisogna cercare il
-rimedio ai mali deplorati, con fondata speranza di guarigione.
-</p>
-
-<p>
-“Il solo fatto di permettere agli Israeliti, di eleggere il
-loro domicilio dove meglio loro talenta, basterebbe a rendere
-più regolari i rapporti anormali fra Ebrei e Cristiani, nei
-Governi del nord e sud-ovest, inquantochè ciò sarebbe come
-il lasciare libera l'azione a quella fondamentale legge economica,
-conosciuta sotto il nome di legge della domanda e
-della offerta. Tanto più che questa specie di domicilio coatto
-imposto agli Israeliti non vieta che, in tutto il rimanente
-del territorio russo, l'usuraio indigeno e nazionale, conosciuto
-sotto il nome di <em>Kulak</em>, cioè <em>pugno</em>, e che non ha nulla da
-invidiare all'usuraio ebreo, non compia liberamente le sue
-alte gesta, quando gli se ne presenta l'occasione.
-</p>
-
-<p>
-“I provvedimenti che saranno messi in opera onde garantire
-il contadino da tutte le forme che riveste l'usura,
-devono essere di tal genere da condurre seco l'abolizione di
-questo flagello.
-</p>
-
-<div>
-<span class="pageno" title="379" id="page-379"></span>
-</div>
-
-<p>
-“Ma la questione che esaminiamo ha un altro lato non
-meno grave e deplorevole.
-</p>
-
-<p>
-“Quell'indeterminato sentimento di odio e di disprezzo
-contro gl'Israeliti che si osserva nel popolo russo, è senza
-dubbio motivato da quel pregiudizio, tramandato di generazione
-in generazione, e di secolo in secolo, che si basa sulla
-differenza della religione, e che al giorno d'oggi, più che
-mai, ha perduto qualunque ragione di essere.
-</p>
-
-<p>
-“E se devesi rimpiangere che nessuno cerchi di sradicare
-questi pregiudizi, diffondendo nel popolo una razionale spiegazione
-delle leggende e dei fatti storici, molto più è da
-deplorarsi che si voglia mantenere questo stato di latente
-ostilità per mezzo della ineguaglianza civile, che mette gli
-israeliti in una condizione inferiore a quella di tutti gli altri
-cittadini dello Stato. Da ogni parte si innalzano mormorii
-contro lo spirito di corpo e la solidarietà degli Israeliti, contro
-il loro isolamento dal resto della nazione, contro il loro
-cocciuto dogmatismo religioso, che li allontana dal consorzio
-umano, ecc. Ma non è egli anche da chiedersi se possa essere
-altrimenti, dal momento che si mantengono tutte le
-condizioni anormali che accompagnano la loro esistenza?
-</p>
-
-<p>
-“E questo isolamento degli Ebrei non potrà cessare che
-se la nostra legislazione si occuperà seriamente di metterli
-in posizione meno umiliante di fronte a noi, sopprimendo
-qualunque restrizione ai loro diritti di cittadini; altrimenti
-non solo l'odio contro gl'Israeliti non verrà sopito, ma dovrà
-forzatamente scoppiare sempre con crescente violenza.
-</p>
-
-<p>
-“L'unificazione reale di tanti e così variati elementi che
-compongono la popolazione russa, non è possibile se non a
-patto di vedere istaurato un sistema di grande libertà civile
-e di assoluta eguaglianza nei diritti e nei doveri di
-ogni cittadino. È soltanto per mezzo di questi due potenti
-motivi e livellatori della vita pubblica, che si potranno cancellare
-le differenze di razza e di religione, differenze che
-non hanno nessuna significazione per lo Stato; è soltanto
-con tali fattori che si potrà creare la solidarietà dei pubblici
-interessi, nonchè l'unione effettiva di tutta una vasta contrada.
-</p>
-
-<div>
-<span class="pageno" title="380" id="page-380"></span>
-</div>
-
-<p>
-“E siccome in questo processo di assimilazione di popoli
-diversi, la nazionalità che avrà la supremazia sarà sempre
-quella che si troverà essere la più forte e per il numero e
-per il grado del suo sviluppo morale, così è da ritenersi per
-certo che la russificazione effettiva, non quella apparente, di
-tutti gli abitanti dell'Impero, non potrà aver luogo che
-quando la Russia saprà atteggiarsi di fronte agl'Israeliti
-come messaggera di principii nuovi, differenti da quelli che
-furon loro creati dalla loro esistenza antecedente all'epoca in
-cui essi furono totalmente allontanati dalla vita pubblica del
-paese.
-</p>
-
-<p>
-“Ecco cosa osserva Macaulay, a proposito della elargizione
-dei diritti politici e civili agli Israeliti in Inghilterra:
-</p>
-
-<p>
-“— Quando la società gode del benessere nella vita, un
-contratto naturale ed inevitabile fa nascere spontaneo il sentimento
-del patriottismo nella mente dei cittadini, i quali
-sanno com'essi devono e il benessere e i piaceri dell'esistenza
-al luogo che li unisce in un compatto sodalizio. Ma
-sotto un Governo dispotico e partigiano questa fusione di
-idee non può avere il significato che avrebbe avuto con un
-miglior ordine di cose. Gli uomini sono costretti a cercare
-nel seno del loro partito quella protezione ch'essi avrebbero
-dovuto trovare nelle leggi del paese loro; questo ha
-per conseguenza logica e necessaria di far rivolgere verso
-il partito quei sentimenti che dovrebbero essere dedicati
-alla patria.”
-</p>
-
-<p>
-“Noi, in Russia, abbiamo cura di sequestrare gl'israeliti
-dal rimanente della popolazione, e poi ci meravigliamo se
-scorgiamo nei primi una riluttanza spiccata contro ogni tentativo
-di assimilazione o di unione. La causa della scissura
-e dell'odio è dunque in noi medesimi, ed è dal nostro seno
-che bisogna estirparla.
-</p>
-
-<p>
-“Se il Governo non vuole riconoscere gli Israeliti quali
-cittadini proprii ad esercitare tutti i diritti accordati agli
-altri, e se egli li subisce solamente come un male inevitabile
-non vi è da aspettarsi, da parte di questi paria, sentimenti
-diversi da quelli ch'essi nutrono per noi.
-</p>
-
-<div>
-<span class="pageno" title="381" id="page-381"></span>
-</div>
-
-<p>
-“In un caso analogo al nostro possiamo prendere esempio
-dalla Francia, la quale ci prova come in certe date condizioni
-gli Ebrei possono divenire, quanto altri mai, membri
-utilissimi della nazione e del Governo. Essi stanno alla popolazione
-totale di Parigi nella proporzione di 3 per 100;
-eppure la questione israelitica è totalmente sconosciuta colà.
-</p>
-
-<p>
-“Ci rimarrebbe adesso da trattare un altro punto di vista
-dell'argomento, quello cioè delle stolide accuse lanciate agli
-Israeliti, cominciando dalle false interpretazioni con cui si
-snaturano i libri del loro culto, e terminando coll'addebito
-che vien loro fatto di servirsi del sangue cristiano per compiere
-alcuni loro riti religiosi; ma nessuna di queste insulsaggini
-merita di essere presa in esame e sottoposta alla
-critica, perciò noi le mettiamo senz'altro da parte prendendo
-piuttosto in considerazione altre accuse, le quali sembrano a
-prima vista, non prive di qualche fondamento.
-</p>
-
-<p>
-“Si dice per esempio che gl'Israeliti sono incapaci di sopportare
-qualunque lavoro fisico in generale, ed in ispecial
-modo quello della coltivazione delle terre; che in qualunque
-località essi si trovino i loro cespiti di guadagno saranno
-sempre ricavati dal mestiere di rivenditore, di usuraio, di
-mezzano, e che per conseguenza, accordando loro il diritto
-di muoversi liberamente, si mettono a portata della loro capacità,
-quei distretti ove essi potranno andare a stabilirsi. In
-queste accuse un solo punto è vero, ed è quello che afferma
-l'attitudine speciale degli israeliti alla mercatura di ogni genere;
-e quest'attitudine ch'è infatti una particolarità tipica
-della razza israelitica, la si deve a circostanze che esistono
-da migliaia di anni. Ma però non bisogna neppure dimenticare
-che una parte assai considerevole della popolazione israelitica
-si occupa di ogni specie di mestieri, senza eccettuare
-i più faticosi ed i più penosi, come a mo' di esempio, quelli
-del maniscalco, del fabbro ed altri simili. Ed è altresì accertato
-che in diverse località gl'Israeliti si dedicano anche alla
-agricoltura; così nel Governo di Kiew, oltre 10,000 Ebrei di
-ambo i sessi sono impiegati nella coltura della terra. Secondo
-i calcoli della decima revisione fatta nel governo di
-<span class="pageno" title="382" id="page-382"></span>
-Vilna, apparisce che sopra 61,645 israeliti, 2966 erano agricoltori;
-nel Caucaso una buona parte di operai agricoli è di
-razza israelitica; anche nel Libano vi sono più di 100 famiglie
-delle quali nove decimi lavorano la terra.
-</p>
-
-<p>
-“In molte altre località si riscontrano agricoltori israeliti,
-ma noi reputiamo che gli esempi fino a qui addotti bastino
-a provare che la razza israelitica non è poi tanto refrattaria
-al lavoro della terra, quanto comunemente si sostiene.
-</p>
-
-<p>
-“E questo fatto è tanto più degno di nota, inquantochè,
-eccezione fatta dalle colonie sperimentali fondate da Araktcheff,
-le quali ebbero ad abortire, nessuno incoraggiamento
-ed appoggio è mai stato accordato a questi tentativi, non
-solo, ma è provato che ogni sforzo di questo genere ha sempre
-incontrato difficoltà insuperabili nei regolamenti legislativi.
-Basterà citare a conferma dell'asserzione il testo della ben
-conosciuta legge del 1864, con cui <i class="quo">viene proibito agli Ebrei
-di comperar terre dai privati nei governi di Vilna e di
-Kovno, mentre s'inibiva ai proprietari russi di vendere,
-affittare od ipotecare agli Ebrei le loro terre</i>.
-</p>
-
-<p>
-“Nell'anno 1881 questa legge fu estesa con un articolo
-addizionale a tutta la popolazione israelitica a cui si vietava
-la compra e l'affitto di terre in tutto il territorio dell'Ovest.
-Ciò non di meno, com'è stato detto sopra, la parte predominante
-della popolazione israelitica costituisce la classe dei
-mezzani e rivenditori di prodotti delle industrie locali. E se
-la mediazione rappresenta una delle funzioni vitali nella esistenza
-economica delle nazioni finchè si mantiene nei limiti
-necessari, essa diventa una calamità quando nella quantità
-vi è eccedenza a questi limiti.
-</p>
-
-<p>
-“In ultima analisi è appunto sopra questa circostanza che
-noi dobbiamo rivolgere la nostra attenzione. Ognuno deve
-sapere che in ogni località, ove siano praticati l'industria ed
-il commercio rurali, esiste <em>una proporzione matematica fra
-il numero dei produttori ed il numero dei distributori</em>.
-</p>
-
-<p>
-“Eccezione fatta dalle condizioni della produzione locale,
-vi sono altre cause da cui dipendono le proporzioni sopra
-indicate. Tali sono il grado di densità della popolazione, i
-<span class="pageno" title="383" id="page-383"></span>
-mezzi di trasporto, ed infine tutta una serie di altri fattori,
-i quali si trovano in rapporto col mercato locale; ma nei
-governi del nord e del sud-ovest della Russia, le regole di
-detta proporzione sono assolutamente infrante. Ed è in conseguenza
-di questa sproporzione che si verifica un eccedente
-considerevole di forze improduttrici, che escono dai limiti
-menzionati, ed il cui mantenimento è un penoso aggravio
-pei produttori. È in queste circostanze che devonsi cercare
-le cause dei tumulti avvenuti in questi ultimi tempi.
-</p>
-
-<p>
-“Accordando agl'Israeliti un'assoluta eguaglianza nei diritti
-civili ed il concorso di stabilire le loro dimore nei <em>governi
-della grande Russia</em>, si otterrebbe senza dubbio alcuno
-per i nostri confini il voluto equilibrio fra i due motori fondamentali
-della nostra economia locale. In pari tempo, fissandosi
-colà ove è maggiormente sentita la mancanza dei mediatori
-per lo scambio dei prodotti, è evidente che una parte
-della popolazione israelitica riempirebbe in breve tempo questa
-grande lacuna.
-</p>
-
-<p>
-“In questa guisa, sopprimendo le condizioni dannose che
-obbligano gl'Israeliti ad abitare certe date località, si trasformerebbe
-un elemento nocivo in un fattore utile alla nostra
-esistenza politica.
-</p>
-
-<p>
-“Nominato membro della Commissione instituita onde esaminare
-la questione israelitica, ho creduto mio dovere di fare
-immantinente noto alla Commissione stessa il mio modo di
-vedere a questo proposito.”
-</p>
-</blockquote>
-
-<div class="blankpage">
-<span class="pageno" title="384" id="page-384"></span>
-</div>
-
-<div class="chapter">
-<span class="pageno" title="385" id="page-385"></span>
-</div>
-
-<h2 class="g">
-INDICE<br/>
-<img src="images/i385.png" style="width: 4ex;" alt=""/>
-</h2>
-
-<table class="indice" summary="Indice">
-<tr><td id="ritit-0" class="I0" colspan="2"><a href="#tit-0">Introduzione</a></td>
- <td class="I3">pag.</td><td class="I4"><a href="#page-3">3</a></td>
-</tr>
-<tr><td id="ritit-1" class="I0" colspan="2"><a href="#tit-1">Costituiscono
- gli Ebrei una razza speciale?</a></td>
- <td class="I3">”</td><td class="I4"><a href="#page-23">23</a></td>
-</tr>
-<tr><td id="ritit-2" class="I0" colspan="2"><a href="#tit-2">Il Talmud</a></td>
- <td class="I3">”</td><td class="I4"><a href="#page-41">41</a></td>
-</tr>
-<tr><td id="ritit-3" class="I0" colspan="2"><a href="#tit-3">Attitudini
- economiche dell'Ebreo</a></td>
- <td class="I3">”</td><td class="I4"><a href="#page-97">97</a></td>
-</tr>
-<tr><td id="ritit-4" class="I0" colspan="2"><a href="#tit-4">Dell'uso
- del sangue cristiano nei riti ebraici</a></td>
- <td class="I3">”</td><td class="I4"><a href="#page-137">137</a></td>
-</tr>
-<tr><td id="ritit-5" class="I0" colspan="2"><a href="#tit-5">Di varie
- pubblicazioni antisemitiche</a></td>
- <td class="I3">”</td><td class="I4"><a href="#page-223">223</a></td>
-</tr>
-<tr><td class="I1"><a href="#tit-6"><i>a)</i></a></td>
- <td id="ritit-6" class="I2"><a href="#tit-6">Lettera al sig.
- Direttore della <cite>Civiltà Cattolica</cite></a></td>
- <td class="I3">”</td><td class="I4"><a href="#page-223">ivi</a></td>
-</tr>
-<tr><td class="I1"><a href="#tit-7"><i>b)</i></a></td>
- <td id="ritit-7" class="I2"><a href="#tit-7"><i>G. B.
- Borelli</i> — La questione semitica e la sua
- possibile soluzione</a></td>
- <td class="I3">”</td><td class="I4"><a href="#page-241">241</a></td>
-</tr>
-<tr><td class="I1"><a href="#tit-8"><i>c)</i></a></td>
- <td id="ritit-8" class="I2"><a href="#tit-8"><cite xml:lang="fr">L'Antisémitique</cite>
- (giornale) Montdidier</a></td>
- <td class="I3">”</td><td class="I4"><a href="#page-243">243</a></td>
-</tr>
-<tr><td class="I1"><a href="#tit-9"><i>d)</i></a></td>
- <td id="ritit-9" class="I2"><a href="#tit-9"><i>Osman Bey</i> — Gli
- Ebrei alla conquista del mondo</a></td>
- <td class="I3">”</td><td class="I4"><a href="#page-248">248</a></td>
-</tr>
-<tr><td class="I1"><a href="#tit-10"><i>e)</i></a></td>
- <td id="ritit-10" class="I2"><a href="#tit-10">Dell'uso del sangue
- cristiano nei riti ebraici</a></td>
- <td class="I3">”</td><td class="I4"><a href="#page-264">264</a></td>
-</tr>
-<tr><td id="ritit-11" class="I0" colspan="2"><a href="#tit-11">Documenti</a></td>
- <td class="I3">”</td><td class="I4"><a href="#page-273">273</a></td>
-</tr>
-<tr><td class="I1"><a href="#tit-12">1.</a></td>
- <td id="ritit-12" class="I2"><a href="#tit-12">La leggenda di Dama</a></td>
- <td class="I3">”</td><td class="I4"><a href="#page-273">ivi</a></td>
-</tr>
-<tr><td class="I1"><a href="#tit-13">2.</a></td>
- <td id="ritit-13" class="I2"><a href="#tit-13">Lettera patente
- dell'imperatore Federico III</a></td>
- <td class="I3">”</td><td class="I4"><a href="#page-276">276</a></td>
-</tr>
-<tr><td class="I1"><a href="#tit-14">3.</a></td>
- <td id="ritit-14" class="I2"><a href="#tit-14">Lettera del Doge di
- Venezia, Pietro Mocenigo, al podestà e capitano di Padova</a></td>
- <td class="I3">”</td><td class="I4"><a href="#page-278">278</a></td>
-</tr>
-<tr><td class="I1"><a href="#tit-15">4.</a></td>
- <td id="ritit-15" class="I2"><a href="#tit-15">Bona e G. Galeazzo
- M. Sforza</a></td>
- <td class="I3">”</td><td class="I4"><a href="#page-280">280</a></td>
-</tr>
-<tr><td class="I1"><a href="#tit-16">5.</a></td>
- <td id="ritit-16" class="I2"><a href="#tit-16">Massimiliano II</a></td>
- <td class="I3">”</td><td class="I4"><a href="#page-295">295</a></td>
-</tr>
-<tr><td class="I1"><a href="#tit-17">6.</a></td>
- <td id="ritit-17" class="I2"><a href="#tit-17">Martino Lutero</a></td>
- <td class="I3">”</td><td class="I4"><a href="#page-299">299</a></td>
-</tr>
-<tr><td class="I1"><a href="#tit-18">7.</a></td>
- <td id="ritit-18" class="I2"><a href="#tit-18">Stefano Re di Polonia</a></td>
- <td class="I3">”</td><td class="I4"><a href="#page-300">300</a></td>
-</tr>
-<tr><td class="I1"><a href="#tit-19">8.</a></td>
- <td id="ritit-19" class="I2"><a href="#tit-19">Sentenza a favore di
- Giuseppe Ebreo Veronese</a></td>
- <td class="I3">”</td><td class="I4"><a href="#page-303">303</a></td>
-</tr>
-<tr><td class="I1"><a href="#tit-20">9.</a></td>
- <td id="ritit-20" class="I2"><a href="#tit-20">Giovanni Cristoforo
- Wagenseil</a></td>
- <td class="I3">”</td><td class="I4"><a href="#page-305">305</a></td>
-</tr>
-<tr><td class="I1"><a href="#tit-21">10.</a></td>
- <td id="ritit-21" class="I2"><a href="#tit-21">Parere della facoltà
- teologica di Lipsia</a></td>
- <td class="I3">”</td><td class="I4"><a href="#page-308">308</a></td>
-</tr>
-<tr><td class="I1"><a href="#tit-22">11.</a><span class="pageno" title="386" id="page-386"></span>
-</td>
- <td id="ritit-22" class="I2"><a href="#tit-22">Lettera del cardinal
- Corsini a monsignor Nunzio Apostolico di Polonia</a></td>
- <td class="I3">”</td><td class="I4"><a href="#page-318">318</a></td>
-</tr>
-<tr><td class="I1"><a href="#tit-23">12.</a></td>
- <td id="ritit-23" class="I2"><a href="#tit-23">Legge ungherese
- dell'anno 1791</a></td>
- <td class="I3">”</td><td class="I4"><a href="#page-320">320</a></td>
-</tr>
-<tr><td class="I1"><a href="#tit-24">13.</a></td>
- <td id="ritit-24" class="I2"><a href="#tit-24">Una fanciulla smarrita
- a Mantova e poi trovata</a></td>
- <td class="I3">”</td><td class="I4"><a href="#page-321">321</a></td>
-</tr>
-<tr><td class="I1"><a href="#tit-25">14.</a></td>
- <td id="ritit-25" class="I2"><a href="#tit-25">Il predicatore di
- corte canonico Giovanni Emanuele Veit</a></td>
- <td class="I3">”</td><td class="I4"><a href="#page-323">323</a></td>
-</tr>
-<tr><td class="I1"><a href="#tit-26">15.</a></td>
- <td id="ritit-26" class="I2"><a href="#tit-26">Dichiarazione del
- prof. Molitor</a></td>
- <td class="I3">”</td><td class="I4"><a href="#page-325">325</a></td>
-</tr>
-<tr><td class="I1"><a href="#tit-27">16.</a></td>
- <td id="ritit-27" class="I2"><a href="#tit-27">Consigliere aulico prof.
- dott. H. von Schubert</a></td>
- <td class="I3">”</td><td class="I4"><a href="#page-329">329</a></td>
-</tr>
-<tr><td class="I1"><a href="#tit-28">17.</a></td>
- <td id="ritit-28" class="I2"><a href="#tit-28">Narrazione del reverendo
- M. Pieritz</a></td>
- <td class="I3">”</td><td class="I4"><a href="#page-330">330</a></td>
-</tr>
-<tr><td class="I1"><a href="#tit-29">18.</a></td>
- <td id="ritit-29" class="I2"><a href="#tit-29">Firmano del sultano;
- 1840</a></td>
- <td class="I3">”</td><td class="I4"><a href="#page-331">331</a></td>
-</tr>
-<tr><td class="I1"><a href="#tit-30">19.</a></td>
- <td id="ritit-30" class="I2"><a href="#tit-30">Processo di Badia</a></td>
- <td class="I3">”</td><td class="I4"><a href="#page-333">333</a></td>
-</tr>
-<tr><td class="I1"><a href="#tit-31">20.</a></td>
- <td id="ritit-31" class="I2"><a href="#tit-31">Dichiarazione del R.
- Procuratore Generale di Aquisgrana</a></td>
- <td class="I3">”</td><td class="I4"><a href="#page-349">349</a></td>
-</tr>
-<tr><td class="I1"><a href="#tit-32">21.</a></td>
- <td id="ritit-32" class="I2"><a href="#tit-32">Ignazio Von Döllinger</a></td>
- <td class="I3">”</td><td class="I4"><a href="#page-352">352</a></td>
-</tr>
-<tr><td class="I1"><a href="#tit-33">22.</a></td>
- <td id="ritit-33" class="I2"><a href="#tit-33">Professore dott.
- Nöldecke di Strasburgo</a></td>
- <td class="I3">”</td><td class="I4"><a href="#page-354">354</a></td>
-</tr>
-<tr><td class="I1"><a href="#tit-34">23.</a></td>
- <td id="ritit-34" class="I2"><a href="#tit-34">Professore dott.
- A. Merx di Heidelberg</a></td>
- <td class="I3">”</td><td class="I4"><a href="#page-355">355</a></td>
-</tr>
-<tr><td class="I1"><a href="#tit-35">24.</a></td>
- <td id="ritit-35" class="I2"><a href="#tit-35">Professore dott.
- Carlo Bernardo Stade di Giessen</a></td>
- <td class="I3">”</td><td class="I4"><a href="#page-357">357</a></td>
-</tr>
-<tr><td class="I1"><a href="#tit-36">25.</a></td>
- <td id="ritit-36" class="I2"><a href="#tit-36">Facoltà teologica
- dell'Università di Amsterdam</a></td>
- <td class="I3">”</td><td class="I4"><a href="#page-358">358</a></td>
-</tr>
-<tr><td class="I1"><a href="#tit-37">26.</a></td>
- <td id="ritit-37" class="I2"><a href="#tit-37">Professore dott. Carlo
- Siegfried di Jena</a></td>
- <td class="I3">”</td><td class="I4"><a href="#page-359">359</a></td>
-</tr>
-<tr><td class="I1"><a href="#tit-38">27.</a></td>
- <td id="ritit-38" class="I2"><a href="#tit-38">Professore Francesco
- Delitzch; 1882</a></td>
- <td class="I3">”</td><td class="I4"><a href="#page-360">360</a></td>
-</tr>
-<tr><td class="I1"><a href="#tit-39">28.</a></td>
- <td id="ritit-39" class="I2"><a href="#tit-39">Lettera di Mons. Kopp,
- vescovo di Fulda</a></td>
- <td class="I3">”</td><td class="I4"><a href="#page-362">362</a></td>
-</tr>
-<tr><td class="I1"><a href="#tit-40">29.</a></td>
- <td id="ritit-40" class="I2"><a href="#tit-40">Ernesto Renan</a></td>
- <td class="I3">”</td><td class="I4"><a href="#page-363">363</a></td>
-</tr>
-<tr><td class="I1"><a href="#tit-41">30.</a></td>
- <td id="ritit-41" class="I2"><a href="#tit-41">Discorso dell'Em.
- Card. Manning</a></td>
- <td class="I3">”</td><td class="I4"><a href="#page-365">365</a></td>
-</tr>
-<tr><td class="I1"><a href="#tit-42">31.</a></td>
- <td id="ritit-42" class="I2"><a href="#tit-42">Il giornale <cite>Sion</cite>
- e l'opinione di un archimandrita greco</a></td>
- <td class="I3">”</td><td class="I4"><a href="#page-373">373</a></td>
-</tr>
-<tr><td class="I1"><a href="#tit-43">32.</a></td>
- <td id="ritit-43" class="I2"><a href="#tit-43">La questione semitica
- in Russia, esposta dal principe Demidoff di S. Donato</a></td>
- <td class="I3">”</td><td class="I4"><a href="#page-377">377</a></td>
-</tr>
-</table>
-
-<div class="tn section" id="TN">
-<h2 class="nobreak">
-Nota di trascrizione
-</h2>
-
-<p>L'ortografia originale è stata preservata fedelmente. Sono state mantenute
-tutte le varianti (o gli errori) nei nomi
-incontrati: per esempio Judei/Judaei/Judæi;
-Mosè/Moisè; Bartholoccius/Bartolocius; Crémieux/Cremieux; Esslar/Eszlar;
-Cosri/cozri/Cosari; Kosut per Lajos Kossuth; Montefiori per Moses Montefiore;
-Krabano Mauro per Hrabanus Maurus; Pfefferckorn/Pfeffercorn/Pffeffercorn
-per Johannes Pfefferkorn.</p>
-<p>Le trascrizioni dall'ebraico sono pure varie e mutevoli,
-come in Mezià/Metzià/Mezhià,
-<a href="#Fn_118"><cite class="sc">Abot</cite> di Rabbi
-Natan</a>/<a href="#Fn_159"><cite class="sc">Havod Deribi Nadan</cite></a>/<a href="#Fn_163"><cite class="sc">Avot de R. Nathan</cite></a>/<a href="#Fn_173"><cite class="sc">Havod Deribi Natan</cite></a>.
-In generale, la lettera ebraica ת è
-alternativamente trascritta con <i>d</i> o con <i>t</i>.
-</p>
-
-<p>Sono stati mantenuti gli errori bibliografici del testo: ad esempio,
-il titolo corretto del libro citato a <a href="#Fn_54">nota 1 di p. 41</a> è:
-<a id="birt"></a><cite xml:lang="en">The history of Christianity: from the birth
-of Christ to the abolition of paganism in the Roman Empire</cite> by
-<i>Rev. H. H. Milman</i>; <a href="#Fn_89">in nota a p. 61</a>
-<span class="sc aut" id="gans">Davide</span>, <cite>Ganz Tzemach David.</cite>
-sta
-per il <cite>Tzemach David</cite> di <span class="aut">David Gans</span>;
-<a id="francerco"></a>il curatore degli <cite>Annali del Principato
-Ecclesiastico di Trento</cite>
-citati in <a href="#Fn_255">nota 1 a p. 147</a> è Tommaso (non
-Francerco) Gar; il titolo del saggio sulla storia della chiesa russa
-citato nella <cite xml:lang="fr">Revue des deux mondes</cite> è
-<a href="#ritserkvy" id="tserkvy">Istoriia Rousskoï tserkvy</a>.</p>
-
-<p>La trascrizione dei documenti antichi è stata riportata tal quale, non
-essendo possibile risalire agli originali. Sono stati mantenuti accenti
-dubbi, come il "<a href="#vocati">Fuerunt vocatì</a>" di p. 285.
-Non si è tentato di differenziare le lettere <i>u</i> e <i>v</i> secondo
-l'uso moderno nei documenti IV. (9º), V. e VIII.
-</p>
-
-<p>I seguenti refusi, indubbi, sono stati corretti:</p>
-
-<ul>
-<li><span class="loc">p. 31, l. 7:</span> Nè il legistatore →
- <a href="#legislatore">Nè il legislatore</a></li>
-<li><span class="loc">p. 69, l. 4:</span> nella sua <cite xml:lang="la">Historia
- ecclesiastica</cite> come nel concilio, →
- <a href="#concilio">nella sua
- <cite xml:lang="la">Historia ecclesiastica</cite>, come nel
- concilio</a></li>
-<li><span class="loc">p. 73, l. 18:</span> vittoria, qual era →
- <a href="#qualera">vittoria, qual'era</a></li>
-<li><span class="loc">p. 77, nota 1:</span> <cite>Nedanim</cite> →
- <a href="#Fn_121"><cite>Nedarim</cite></a></li>
-<li><span class="loc">p. 78, nota 2</span>
- <cite class="sc">Beeescid Rabbà</cite> →
- <a href="#Fn_125"><cite class="sc">Berescid Rabbà</cite></a></li>
-<li><span class="loc">p. 88, nota 2:</span> <cite class="sc">Miscnà</cite> →
- <a href="#Fn_165"><cite class="sc">Mischnà</cite></a></li>
-<li><span class="loc">p. 117, nota 2:</span>
- <cite xml:lang="fr">Reflexions d'un Milord</cite> →
- <a href="#Fn_216"><cite xml:lang="fr">Réflexions d'un Milord</cite></a></li>
-<li><span class="loc">p. 117, nota 3:</span>
- <cite xml:lang="fr">Révue des Etudes Juives</cite> →
- <a href="#Fn_217"><cite xml:lang="fr">Revue des Etudes Juives</cite></a></li>
-<li><span class="loc">p. 158, nota 1, l. 21:</span>
- <cite xml:lang="de">Johannes Chrysostomus uad die Kirche</cite> →
- <a href="#uad"><cite xml:lang="de">Johannes Chrysostomus
- und die Kirche</cite></a>.</li>
-<li><span class="loc">p. 158, nota 1, l. 23:</span>
- <cite xml:lang="de">Geschichte des Christenthums und der
- christlichen Lebens</cite> →
- <a href="#des"><cite xml:lang="de">Geschichte des Christenthums
- und des christlichen Lebens</cite></a></li>
-<li><span class="loc">p. 159, seguito nota prec., l. 5:</span>
- <cite xml:lang="de">Pflangung und Leitung</cite> →
- <a href="#pflangung"><cite xml:lang="de">Pflanzung und
- Leitung</cite></a></li>
-<li><span class="loc">p. 194, l. 13–14:</span> On
- ne negligea pas de s'en servir, et plus d'un Parisien
- bavard alla réflechir →
- <a href="#negligea">On ne négligea pas de s'en servir, et plus
- d'un Parisien bavard alla réfléchir</a></li>
-<li><span class="loc">p. 199, nota 1, l. 24:</span> un enfant nouveau-nè,
- l'enfant d'une fille non marièe →
- <a href="#enfant">un enfant nouveau-né, l'enfant d'une fille non
- mariée</a></li>
-<li><span class="loc">p. 199, nota 1, l. 27:</span> chez les payens →
- <a href="#payens">chez les païens</a></li>
-<li><span class="loc">p. 201, l. 12:</span> Arséne Houssaye →
- <a href="#Arsene">Arsène Houssaye</a></li>
-<li><span class="loc">p. 205, l. 22–23:</span> per vendicarsi de
- loro parenti → <a href="#parenti"> per vendicarsi dei
- loro parenti</a></li>
-<li><span class="loc">p. 238, l. 10:</span> <i>generaziene</i> di Gesù →
- <a href="#generaziene"><i>generazione</i> di Gesù</a></li>
-<li><span class="loc">p. 256, l. 9:</span> libricciatolo →
- <a href="#libricciatolo">libricciattolo</a></li>
-<li><span class="loc">p. 271, l. 12:</span> von christichen Seite →
- <a href="#christlicher">von christlicher Seite</a></li>
-<li><span class="loc">p. 301, l. 5:</span> comperandolo dai Cristianì →
- <a href="#cristiani">comperandolo dai Cristiani</a></li>
-<li><span class="loc">p. 305, titolo:</span> XI. →
- <a href="#tit-20">IX.</a></li>
-<li><span class="loc">p. 317, l. 8:</span> in ogni pnnto e clausola →
- <a href="#pnnto">in ogni punto e clausola</a></li>
-<li><span class="loc">p. 327, l. 6–7:</span> dell l'8 →
- <a href="#dell8">dell'8</a></li>
-<li><span class="loc">p. 328, l. 18:</span> qualunque us di sangue →
- <a href="#uso">qualunque uso di sangue</a></li>
-<li><span class="loc">p. 337, l. 2:</span> in istato d accusa →
- <a href="#daccusa">in istato d'accusa</a></li>
-<li><span class="loc">p. 376, l. 8:</span> in questi ultimi, →
- <a href="#ultimi">in questi ultimi</a></li>
-<li><span class="loc">p. 377, l. 2:</span> La questioae →
- <a href="#questioae">La questione</a></li>
-<li><span class="loc">p. 377, l. 20:</span> i sudditi appartenenenti →
- <a href="#appartenenenti">i sudditi appartenenti</a></li>
-<li><span class="loc">p. 386, l. 9:</span> prof. dott. H. von Scubert →
- <a href="#ritit-27">prof. dott. H. von Schubert</a></li>
-<li><span class="loc">p. 386, l. 21:</span> Professore dott. Carlo Siegfreid →
- <a href="#ritit-37">Professore dott. Carlo Siegfried</a></li>
-</ul>
-
-<p>Sono stati aggiunti accenti tonici mancanti sui termini greci,
-in originale <a href="#rhetrai">Ρήτραι</a>,
-<a href="#kratesimachos">Κρατησιμαχος</a>,
-<a href="#deuterosis">δευτερωσις</a>.</p>
-
-<p>Punti e virgole mancanti o sovrabbondanti nelle abbreviazioni, nei titoli,
-nelle citazioni bibliografiche
-e nelle firme dei documenti, come pure virgolette mancanti o superflue,
-punti invece di segni ordinali nei titoli delle <cite>Varie pubblicazioni
-antisemitiche</cite>, sono stati tacitamente
-corretti.
-</p>
-
-</div>
-
-
-
-
-
-
-
-
-<pre>
-
-
-
-
-
-End of the Project Gutenberg EBook of Pro Judaeis, by Corrado Guidetti
-
-*** END OF THIS PROJECT GUTENBERG EBOOK PRO JUDAEIS ***
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-
-1.C. The Project Gutenberg Literary Archive Foundation ("the Foundation"
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+<!DOCTYPE html PUBLIC "-//W3C//DTD XHTML 1.1//EN" + "http://www.w3.org/TR/xhtml11/DTD/xhtml11.dtd"> +<html xmlns="http://www.w3.org/1999/xhtml" xml:lang="it"> +<head> +<meta http-equiv="Content-Type" + content="text/html; charset=UTF-8"/> +<meta content="http://dpanalyzer.sourceforge.net/" name="generator"/> +<title>Pro Judæis, Riflessioni e documenti</title> +<style type="text/css"> + body { margin-left: 10%; margin-right: 10%; } + p { text-indent: 1em; + margin-top: .25em; + font-size: 100%; + text-align: justify; + margin-bottom: .25em; } + a {text-decoration: none; border-bottom: 1px dotted gray;} + a:hover { border-bottom: 1px solid; background-color: #CBCBBB;} + .center { text-indent: 0em; text-align: center;} + .g { letter-spacing: 0.2em; margin-right: -0.2em;} + .sc { font-variant: small-caps; } + em.sc, cite.sc, .norm { font-style: normal; } + /* markup "semantico" dei maiuscoletti */ + /* span.num { color: magenta; } */ /* numero romano maiuscoletto */ + /* span.aut { color: yellow; 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Dottore Corrado +Guidetti presso la tipografia Roux e +Favale. +</p> + +</div> + +<div class="frontespizio"> +<span class="pageno" title="1" id="page-1"></span> + + <p class="center gr2">CORRADO GUIDETTI</p> + <p class="center pi2">DOTTORE IN LETTERE</p> + <hr class="full"/> + + <h1>PRO JUDÆIS</h1> + + <p class="center gr3">RIFLESSIONI E DOCUMENTI</p> + +<div class="motto"> + <p class="verso" xml:lang="de">Das Aergste weiss die Welt von mir und ich</p> + <p class="verso" xml:lang="de">Kann sagen ich bin besser als mein Ruf.</p> + <p class="attrib"><span class="sc aut">Schiller</span>, + <cite>Maria Stuarda</cite>.</p> +</div> + +<div class="image-center"> + <img src="images/i001.png" style="width: 6ex;" alt=""/> +</div> + + <p class="center gr1" style="margin-top: 3em; margin-bottom: 0em">TORINO</p> + <p class="center">TIPOGRAFIA ROUX e FAVALE</p> + <p class="center pi1">1884.</p> + +</div> + + +<div class="retro"> +<span class="pageno" title="2" id="page-2"></span> +<p class="top6em"></p> +<hr class="corto"/> +<p class="center pi2"> +<i>Diritto di riproduzione e traduzione riservato</i> +</p> +<hr class="corto"/> +</div> + +<div class="chapter"> +<span class="pageno" title="3" id="page-3"></span> +<img src="images/i003a.png" style="width: 100%" alt=""/> +</div> + +<h2 class="nobreak" id="tit-0"> +<a href="#ritit-0">INTRODUZIONE</a><br/> +<img src="images/i003b.png" style="width: 7ex; margin: 1em auto 2em;" alt=""/> +</h2> + +<p> +Chi consideri superficialmente i fenomeni sociali, +non può non essere colpito dal risvegliarsi +in molti Stati d'Europa di una agitazione più o +meno sorda contro gli Ebrei. +</p> + +<p> +A primo aspetto, sembrerebbe che il soffio vigoroso +della prima rivoluzione francese avesse dovuto +far sparire ogni distinzione fra cittadini, basata +sul semplice fatto della fede professata. +</p> + +<p> +Sembrerebbe che il diritto di adorare Dio secondo +la propria credenza, fosse uno dei più saldi, +dei più indiscutibili portati della moderna civiltà. +</p> + +<p> +Sembrerebbe, sopratutto, oltraggio alla umana +ragione dover invocare dagli scrittori discorrenti +degli Ebrei, che applichino loro quell'elementare +principio di equità da Carlo V, Re di Francia, +nel <span class="sc num">xiv</span> secolo sancito con apposita legge: non +doversi l'intiera nazione ebrea tener responsabile +delle colpe di ogni singolo ebreo. +</p> + +<p> +Eppure, non è così. +</p> + +<div> +<span class="pageno" title="4" id="page-4"></span> +</div> + +<p> +Non soltanto nell'Oriente di Europa, dove la +questione si complica e si innesta ad altre di +svariata natura, si sveglia un movimento contro +gli Ebrei; ma da questo movimento non vanno +immuni i paesi più civili d'Europa. +</p> + +<p> +In Germania, la terra classica della persecuzione +contro gli Ebrei, come sin dal diciassettesimo +secolo avvertiva +Basnage <a id="FNa_1"></a><a href="#Fn_1" class="fna">(1)</a>, +si bandisce una crociata +contro di loro, ed a capo del movimento +stanno un ateo, dichiarato e riconosciuto, il signor +Henrici <a id="FNa_2"></a><a href="#Fn_2" class="fna">(2)</a>, +ed un ministro protestante, il +dott. Stöcker, predicatore di Corte a Berlino. +</p> + +<p> +In Francia lo stesso movimento si accentua ed +è già abbastanza vivo per darsi il lusso di un organo +speciale, l'<cite xml:lang="fr">Antisémitique</cite>, che vede la luce in +Montdidier, ed al quale ci sarà pur forza consacrare +più innanzi qualche parola, benchè ci sia +noto che l'opera insensata dei redattori di quel +giornale non giova che ad ammassare sulle loro +teste il generale disprezzo. +</p> + +<p> +Ed anche nella nostra Italia, dove, dal 1848 sino +alla completa unificazione della penisola, gli Ebrei +sembrarono identificarsi col resto della popolazione, +colla quale avevano avuti comuni i patimenti +della oppressione ed i pericoli delle congiure +e delle battaglie, oggi non manca chi soffi +nel fuoco, e libelli di propaganda antisemitica +vanno spargendosi a piene mani nelle campagne. +</p> + +<div> +<span class="pageno" title="5" id="page-5"></span> +</div> + +<p> +Se la guerra contro gli Ebrei avesse a ragione +la differenza di fede; se a capo di questo movimento fossero +i Papi, i Vescovi, la Chiesa in una +parola; se agli Ebrei di oggi giorno si volesse far +scontare la colpa dei loro antenati, la pertinace +convinzione con la quale, malgrado persecuzioni +d'ogni sorta, mantennero intatta la loro fede, +noi non avremmo che a constatare una nuova manifestazione +di quel fanatismo di cui tutti i secoli +e tutte le credenze hanno dato numerosi esempî. +</p> + +<p> +Le persecuzioni per ragione di fede non ci sorpresero +mai. E se, mossi da quello spirito di carità +che è nel cuore di ogni uomo, quando l'alito +delle passioni non lo spegne, guardiamo inorriditi +alle fiamme dei roghi, li accenda, come in Ispagna, +un domenicano fanatico, o, come in Ginevra, il bieco +Calvino, al nostro orrore non si mesce sorpresa. +</p> + +<p> +La fede è il più nobile patrimonio dell'uomo, e per +ciò appunto i suoi eccessi generano il fanatismo più +pericoloso. I più atroci delitti hanno sovente origine +dalla esagerazione delle più elevate passioni. +</p> + +<p> +Ma sì, che i moderni antisemiti pensano proprio +a tutto ciò! L'idea di vendicare il Dio crocifisso +è tanto lungi da loro, quanto lo era dalle +orde fanatiche che nell'<span class="sc num">xi</span> secolo trucidarono gli +Ebrei di Worms, che affermavansi discendenti da +una colonia giudaica, migrata da Palestina ben +prima della nascita di N. S. G. Cristo, e quindi +ad ogni modo non responsabili di quella morte, +neppure se le colpe degli avi s'avessero a vendicare +sui tardi nepoti. +</p> + +<div> +<span class="pageno" title="6" id="page-6"></span> +</div> + +<p> +Guardiamoli in viso questi persecutori degli +Ebrei, questi individui, scarsi di numero e ricchi +di audacia, che senza aver tampoco la scusa del +fanatismo religioso, vogliono ricondurci ai più tristi +tempi del medio evo; squarciamo il velo sotto +cui si asconde questo movimento, decorato del +pomposo nome di <em>antisemitismo</em>, e vedremo che +sotto di esso si cela una nuova faccia di quel +mostro che vuole avvolgere il mondo nelle sue +spire, e che, per usare una parola, oggi abusata, +chiamerò +radicalismo <a id="FNa_3"></a><a href="#Fn_3" class="fna">(3)</a>. +</p> + +<div> +<span class="pageno" title="7" id="page-7"></span> +</div> + +<p> +L'ebreo è ricco, od almeno lo si crede tale — se +lo sia, e perchè lo sia, vedremo nel corso di +queste pagine — ma è creduto tale, e per ciò soltanto +gli si muove guerra. +</p> + +<p> +La sua ricchezza è e fu sempre il suo delitto. +</p> + +<p> +L'industria, la coesione, la ricchezza degli Ebrei +ebbero sempre il triste privilegio di eccitare l'invidia +e il malvolere. I Faraoni eran gelosi di loro +sin da quando i figli di Israele cominciarono ad +arricchire nella terra di Gessen, e gli idalghi +ed i priori della Spagna cattolica furono gelosi a +loro volta, allorquando un Ebreo divenne ministro +delle finanze del Re Alfonso. +</p> + +<p> +Ed oggi ancora i persecutori degli Ebrei appartengono +a quel partito, che potrebbe a buon +dritto chiamarsi il partito dell'invidia. +</p> + +<p> +Cerchiamo oggi gli agitatori delle passioni antisemitiche +in quei paesi, dove l'ignoranza dei più +permette loro di mostrarsi a viso aperto, in Ungheria +per esempio, e li vedremo sedere in Parlamento +sui banchi della estrema +sinistra <a id="FNa_4"></a><a href="#Fn_4" class="fna">(4)</a>. +</p> + +<div> +<span class="pageno" title="8" id="page-8"></span> +</div> + +<p> +In Francia, non son sei o sette anni, si combatteva +dai radicali la elezione a consigliere generale +di un membro della famiglia Rothschild, +trattandolo da clericale!! Oggi che l'antisemitismo +va facendo progressi, lo si combatterebbe perchè +ebreo! +</p> + +<p> +Clericale od ebreo, è tutt'uno per coloro che +mirano a scuotere la società dalle sue basi, a distruggere +la famiglia, la proprietà, la religione. +</p> + +<p> +E non è soltanto la ricchezza, vera o creduta +tale, degli Ebrei che li designa ai colpi dei loro +avversarî. +</p> + +<p> +L'ebreo, in qualsivoglia paese del mondo civile +lo si consideri, è essenzialmente liberale. — Mi +sia concesso avvalorare questa mia affermazione +colle parole di uno dei più illustri scrittori del +nostro secolo, di Ernesto +Rénan <a id="FNa_5"></a><a href="#Fn_5" class="fna">(5)</a>: +</p> + +<div> +<span class="pageno" title="9" id="page-9"></span> +</div> + +<p> +“Il giudaismo, scrisse il professore francese, +che ha tanto giovato per lo passato, gioverà anche +in avvenire. Esso servirà la vera causa, +la causa del liberalismo, dello spirito moderno. +Ogni ebreo è liberale. Lo è per natura. I nemici +del giudaismo, al contrario, guardateli +da vicino, e vedrete che sono generalmente i +nemici dello spirito +moderno” <a id="FNa_6"></a><a href="#Fn_6" class="fna">(6)</a>. +</p> + +<p> +In queste poche parole è mirabilmente riassunta +la questione. +</p> + +<p> +Sì; l'ebreo è liberale, essenzialmente liberale. +Dalla sua lunga persecuzione, dalle sue secolari +tribolazioni, esso ha imparato una cosa sola: ad +odiare non i persecutori, ma la persecuzione, ad +amare di vivo affetto la libertà, ma la libertà vera, +quella che come sole fulgentissimo riluce per tutti +gli uomini, qualunque sia la loro opinione, qualunque +l'abito che vestano. +</p> + +<p> +E di questo spirito del giudaismo la letteratura, +la storia offron prove a bizzeffe. Ne addurremo +soltanto due: +</p> + +<p> +Uno dei più illustri fra gli scrittori ebrei, il +più illustre forse dopo il Maimonide, +Abarbanello <a id="FNa_7"></a><a href="#Fn_7" class="fna">(7)</a>, +<span class="pageno" title="10" id="page-10"></span> +che alla teoria dell'uomo di studî congiungeva +la pratica dell'uomo di Stato, ci lasciò +nei suoi <cite>Commentarî</cite> delle dissertazioni di pubblico +giure degnissime di studio. In queste egli +esamina le diverse forme di governo e dà la preferenza +alla forma repubblicana, od almeno alla +monarchia temperata (notisi che Abarbanello scriveva +nel <span class="sc num">xv</span> secolo!). Esaminando in seguito quale +sia il dovere dei sudditi, anche sotto un re malvagio +e tiranno, insegna che il popolo non ha nè +il potere, nè il diritto di ribellarsi, “contrariamente, +dice egli, all'opinione dei saggi cristiani +che scrissero di questo +argomento” <a id="FNa_8"></a><a href="#Fn_8" class="fna">(8)</a>. +</p> + +<p> +Nè si creda che le teorie del dotto ebreo non +<span class="pageno" title="11" id="page-11"></span> +siano seguite da coloro che professano la religione +mosaica. La rivoluzione francese fu per gli Ebrei +un'êra di redenzione; essa soltanto ha spezzato i +ceppi in cui da diciotto secoli gemeva la nazione +ebraica; essa prima, dallo stato vilissimo in cui +vivevano, li ha elevati a dignità di uomini, di cittadini. +Nessuna meraviglia adunque che gli Ebrei +favorissero quella rivoluzione e ne sposassero con +ardore i principî. Pure il filosofo della storia non +deve dimenticare che non un ebreo — non uno — si +trova fra gli uomini che bruttarono coi loro +eccessi quella rivoluzione, non uno fra i sicarî +del 93 e fra coloro che colle più efferate licenze +coprirono di obbrobrio il sacro nome di +libertà <a id="FNa_9"></a><a href="#Fn_9" class="fna">(9)</a>. +</p> + +<p> +E ciò, ripetiamolo, perchè l'ebreo è assolutamente +liberale, nel buono, nel vero senso della +parola. +</p> + +<p> +Il radicalismo, invece, è essenzialmente nemico +del liberalismo, perchè è essenzialmente persecutore. +<span class="pageno" title="12" id="page-12"></span> +E questa è una nuova ragione dell'odio che +il radicalismo nutre contro gli Ebrei. +</p> + +<p> +Esso, che prova sempre il bisogno di nuove vittime, +che oggi espelle i RR. Padri della Compagnia +di Gesù, che domani perseguita altri pel solo +fatto che nacquero da illustre prosapia, non può +non esser nemico dello Ebreo, il quale vuole per +sè la libertà come la vuole per gli altri, e combatte +per essenza, per indole, per interesse, tutte +le distinzioni basate sulla nascita, sulla fede. +</p> + +<p> +Ecco perchè, con mostruoso connubio, <em xml:lang="de">Culturkampf</em> +ed antisemitismo poterono nascere quasi +ad un tempo e sulla stessa +terra <a id="FNa_10"></a><a href="#Fn_10" class="fna">(10)</a>. +</p> + +<p> +E qui ci si para spontanea dinanzi un'obbiezione. +</p> + +<div> +<span class="pageno" title="13" id="page-13"></span> +</div> + +<p> +Ci si dirà. Voi dipingete i radicali come i più +feroci nemici degli Ebrei; eppure noi tutti conosciamo +radicali notissimi che sono ben lungi dal +partecipare a quest'odio, e vediamo invece assaliti +tutto giorno gli Ebrei da giornali e da uomini +del partito che è notoriamente il più avverso +al radicalismo. +</p> + +<p> +L'obbiezione è giusta, giustissima; ma è giusta +solo per quanto risguarda gli uomini, non per +quanto risguarda il partito. +</p> + +<p> +Spieghiamo il nostro concetto. +</p> + +<p> +Se è vero che tutto si può pretendere dall'uomo +fuorchè la logica, è anche più vero che è specialmente +nella politica che la logica si va facendo +ogni giorno più rara. +</p> + +<p> +Tutto giorno udiamo uomini vantarsi conservatori, +liberali, radicali, e raramente li vediamo informare +tutte le loro azioni ai principi di cui si +dicono seguaci. +</p> + +<p> +Nei paesi specialmente, come l'Italia, da poco +educati alla vita politica, è accaduto che uomini +appartenenti ad opposte scuole politiche si trovarono +per lungo tempo affratellati da un intento +comune, la liberazione della patria. +</p> + +<p> +Questo intento comune, e l'azione comune che +ne fu conseguenza, han fatto sì che le idee degli +uni esercitassero qualche influenza su quelle degli +altri, mitigassero la logica inflessibile dei principii, +dessero vita a quella specie di eccletismo +politico di cui ogni giorno vediamo prove in Italia. +</p> + +<p> +Ecco perchè, sebbene il radicalismo sia per natura +<span class="pageno" title="14" id="page-14"></span> +il peggior nemico degli Ebrei, i radicali italiani si +separano in ciò dalla maggioranza del partito cui +appartengono. +</p> + +<p> +Se una serie di miracoli eguali a quelli, per cui +l'Italia da ancella divenne nazione, facesse domani +risorgere la Polonia, l'Europa vedrebbe uno spettacolo +più singolare ancora; vedrebbe per alcun +tempo i radicali ed i clericali polacchi vivere assieme +d'amore e d'accordo, tutti assorti in un sol +pensiero, la salute della +patria <a id="FNa_11"></a><a href="#Fn_11" class="fna">(11)</a>. +</p> + +<p> +Ma sarebbe tregua di anni, che nella storia dei +popoli sono un momento, e i due principî opposti +non tarderebbero a darsi battaglia anche nella +terra degli Jagelloni. +</p> + +<p> +La storia naturale ci insegna che animali, i quali +allo stato selvaggio sono nemici inconciliabili, possono +allo stato di servitù vivere fra loro d'accordo. +</p> + +<p> +E se ciò avviene per animali di diversa razza, +come non avverrebbe per l'uomo? +</p> + +<p> +Veniamo all'altra parte dell'obbiezione. +</p> + +<p> +È vero del pari che gli Ebrei sono oggigiorno +combattuti con violenza da taluni giornaletti di +provincia, che si dicono cattolici e si vantano +rappresentanti non già di Papi o di Vescovi, dinanzi +ai quali ci inchineremmo reverenti, ma di +<span class="pageno" title="15" id="page-15"></span> +sodalizi più o meno ignorati ed in nessun caso +autorevoli. +</p> + +<p> +Errerebbe di gran lunga chi credesse che quei +giornali rappresentino lo spirito, la parte pensante +del loro +partito <a id="FNa_12"></a><a href="#Fn_12" class="fna">(12)</a>. +</p> + +<p> +È comune errore il credere alla disciplina della +stampa cattolica, e l'errore è tanto comune che i +fatti i più lampanti, l'opposizione accanita, per +esempio, che taluni giornali sedicenti cattolici +fanno ai Presuli delle loro diocesi, non valgono a +sradicarlo. +</p> + +<p> +A provare che tutta la stampa non partecipa +all'opinione dei suddetti giornalucoli, addurrò quattro +fatti quasi contemporanei. +</p> + +<p> +1º Or sono due o tre anni, in occasione delle +elezioni amministrative a Roma, l'<cite>Unione Romana</cite>, +associazione cattolica presieduta da S. E. il signor +Duca Scipione Salviati, venne ad accordi colla Associazione +Costituzionale. Quest'ultima portava +un israelita siccome candidato al Consiglio Provinciale. +</p> + +<p> +Sarebbe stato impossibile, assurdo, pretendere +che in Roma una Associazione cattolica portasse +fra i suoi candidati un non cattolico: pure la lista +fu concordata ed i giornali cattolici la sostennero, +togliendo, è vero, il nome del candidato israelita, +<span class="pageno" title="16" id="page-16"></span> +ma sostituendolo con una riga di punti. Se si ponga +mente che ciò avveniva per una elezione che aveva +luogo su di un sol nome, si converrà, che il dichiarare +esplicitamente, che al candidato israelita non +si opponeva nessuno, equivaleva da parte dei giornali +cattolici a dire: non possiamo appoggiarlo, ma +desideriamo vederlo eletto. +</p> + +<p> +2º L'organo del partito cattolico di Genova, <cite>Il +Cittadino</cite>, fu per molto tempo, ed è ancora, arbitro +assoluto delle elezioni amministrative di quella +città, e fra i suoi candidati fu sempre almeno un +israelita. +</p> + +<p> +3º La <cite>Rassegna Nazionale</cite>, importante rivista +che vede da cinque anni la luce in Firenze, che è +l'organo della parte più liberale del partito cattolico, +ed in cui collaborano gli uomini più insigni di +quel partito, come il Cantù, lo Stoppani, ecc., ecc., +pubblicava nel suo numero di luglio u. s. una splendida +difesa degli Israeliti dovuta a quel luminare +del giudaismo, che è il prof. Ad. Frank, dell'Istituto +di Francia. E qui cade in acconcio il ricordare +che il signor Frank dettava, pregatone, quel +suo articolo per gli <cite xml:lang="fr">Annales de philosophie +chrétienne</cite> +pubblicati dal signor Roux con tanto zelo +a Parigi <a id="FNa_13"></a><a href="#Fn_13" class="fna">(13)</a>. +</p> + +<div> +<span class="pageno" title="17" id="page-17"></span> +</div> + +<p> +4º Or son pochi mesi, infine, l'<cite>Osservatore Romano</cite>, +il solo giornale, ricordiamolo bene, che la +Corte Pontificia riconosca come suo organo, recava +nel suo N. 165 del 21 luglio 1883 una corrispondenza +da Nyiregyhaza, 16 luglio, sull'iniquo +processo di Tisza Eszlar, che ha testè disonorato +l'Ungheria, corrispondenza ispirata a sentimenti +così nobili ed elevati che non sappiamo resistere +al desiderio di riferirne un brano, per istruzione +di coloro che della stampa cattolica giudicano +dagli ignobili giornali di provincia cui abbiamo +testè accennato: +</p> + +<blockquote> +<p> +“Dopo l'ultima mia, che vi dava conto dell'8ª seduta, +ebbe luogo una pausa di tre giorni; quindi si continuò nell'audizione +di testimonî a carico e scarico, si aprì la discussione +sul presunto trafugamento e tentata sostituzione di +cadavere, e furono uditi i periti medici dell'università di Pest +in contesto di quelli che esaminarono il cadavere e stesero +il <em xml:lang="la">repertum facti</em>. Le varie scene a cui diedero +luogo queste +diverse fasi dell'ormai sciaguratamente celebre processo non +valsero a portar miglior luce sui fatti, ma contribuirono +<span class="pageno" title="18" id="page-18"></span> +purtroppo a mettere in evidenza lo stato anormale dell'amministrazione +della giustizia in Ungheria, non che lo sfogo di +passioni, crassa ignoranza, corruzione, abbiezione di caratteri. +</p> + +<p> +“Ester Solymossy è scomparsa. Questo è l'unico fatto +certo. +</p> + +<p> +“Fu dessa vittima d'un sacrifizio rituale? +</p> + +<p> +“Ne manca ogni prova attendibile. Non si ha per base +dell'accusa che <em>la denuncia d'un figlio contro del proprio +padre</em>. +</p> + +<p> +“Accetti chi vuole una tal base; io la respingo con +orrore. +</p> + +<p> +“<em>Onorerai il padre tuo e la madre tua!</em> proclamò Iddio +dall'alto del Sinai. Chi calpesta questa legge divina, a cui +fecero omaggio tutti i popoli della terra, sanzionando nei +loro codici per ogni caso e senza eccezione alcuna il diritto +dei figli di non deporre in giudizio contro dei genitori; chi, +ripeto, calpesta questa legge, non è più uomo, è un bruto; +ed i bruti non meritano fede in giudizio. +</p> + +<p> +“Ciò sia detto in risposta ai fanatici, ai dilettanti di casuistica, +ed agli stolti, <em xml:lang="la">quorum infinitus est numerus</em>, che +stimano non si possa essere buon cattolico senza essere antisemita +e giudeofobo.” +</p> +</blockquote> + +<p> +Abbiamo trascelto a caso questi esempî, e molti +ne tralasciammo dei tanti che ci si affacciavano +alla memoria; perocchè questi siano più che sufficienti +a dimostrare che lo spirito animante la +stampa cattolica, degna di questo gran nome, +verso gli Ebrei non vada cercato in quei fogliucciacci +di provincia che seguono le pedate dell'<cite>Osservatore +Cattolico</cite> di Milano, giornale più volte +riprovato dalla Autorità Ecclesiastica. +</p> + +<p> +E chiudiamo la lunga digressione. +</p> + +<p> +Il radicalismo, abbiam detto, combatte l'Ebreo +<span class="pageno" title="19" id="page-19"></span> +perchè ne invidia le pretese +ricchezze <a id="FNa_14"></a><a href="#Fn_14" class="fna">(14)</a>; +lo combatte, +perchè vede in lui incarnati quei principî +di libertà e di tolleranza politica e religiosa, che +sono l'antitesi la più perfetta delle dottrine radicali, +basate sulla violenza ed ispirate al detto del +gran satirista di Roma: <em xml:lang="la">Stat pro ratione voluntas</em>. +</p> + +<p> +E non senza un perchè il radicalismo ha scelto +l'Ebreo a bersaglio dei suoi strali. +</p> + +<p> +La società posa su basi solide, e i radicali, +malgrado la loro buona volontà, non riescirebbero +certamente a scuoterla d'un tratto. +</p> + +<p> +Perciò volsero prima le loro armi contro la +Chiesa cattolica, sicuri di aver a compagni nella +lotta molti liberali di buona fede che credevano +giovare alle idee di progresso intellettuale e sociale, +combattendo la Chiesa e privandola non soltanto +di quei privilegi che contrastavano all'ordine +politico degli Stati moderni; ma ponendola eziandio +fuori del diritto comune, e violando a suo danno +i più elementari principî del giure naturale, siccome +fu fatto in Francia, in Germania ed in +Isvizzera. +</p> + +<p> +Se la lotta contro la Chiesa offriva ai radicali +il vantaggio di aver ad alleati molti liberali, la +lotta contro gli Ebrei assicurava loro il concorso +<span class="pageno" title="20" id="page-20"></span> +dei più esagerati campioni del fanatismo religioso. +</p> + +<p> +Ora un partito, che apre in America pubbliche +scuole per insegnarvi ad usufruire la dinamite per +giungere al progresso sociale, non può essere schifiltoso +nella scelta dei mezzi. Dopo aver combattuto +a fianco ai liberali contro Ignazio di Loyola, +esso si allea ad Arbues e a Torquemada per combattere +contro gli Ebrei, per rinnovare contro di +loro gli eccessi onde vanno disonorati nella storia +i nomi di Ferdinando ed Isabella di Spagna, di +Emanuele di Portogallo e di tanti e tanti sovrani +delle età media e moderna. +</p> + +<p> +E così, applicando il vecchio precetto, tanto caro +ai tiranni, <em xml:lang="la">divide et impera</em>, viene il radicalismo +man mano sgretolando il vecchio mondo, pronto +poi, siccome disse il poeta, a cogliere i frutti del +mal di tutti. +</p> + +<p> +Questo abbiamo voluto dire per spiegare il perchè +prendiamo oggi a difendere gli Ebrei. Non +ci muove interesse di casta, non spirito di religione, +ma convinzione profonda, immutabile, che +in essi non si osteggia la credenza religiosa, ma si +combatte uno dei ripari della moderna società. +</p> + +<p> +Come oggi difendiamo gli Ebrei, avremmo ieri +difeso le corporazioni religiose espulse di +Francia <a id="FNa_15"></a><a href="#Fn_15" class="fna">(15)</a>, +difenderemmo domani qualsivoglia setta, +<span class="pageno" title="21" id="page-21"></span> +corporazione o sodalizio cui si volessero negare +i beneficî del diritto comune, e questo non per +uno spirito alla Don Chisciotte, ma perchè crediamo +necessario mettere in guardia la società +moderna contro gli assalti del radicalismo, il quale +rinnova precisamente la tattica riuscita tanto bene +ai precursori della prima rivoluzione francese. +</p> + +<p> +Come costoro, prima di attaccare la monarchia +di fronte, vennero man mano scalzando tutti i principî +su cui essa poggiava; così i radicali, prima +di assalire di fronte la società, la minano sotterra, +e vellicando stolte ed abbiette passioni, tentano +inocularle l'odio per la libertà, il disprezzo +pel diritto, l'amore per le leggi di violenza partigiana, +di persecuzione ingiustificata. +</p> + +<div> +<span class="pageno" title="22" id="page-22"></span> +</div> + +<p> +A questo lavorìo deleterio bisogna tutti si oppongano: +e per opporvisi con frutto, per combattere +vittoriosamente questa santa battaglia della civiltà +e del progresso, occorre stringersi intorno al labaro +dei nuovi tempi su cui sta scritto: Libertà +per tutti. +</p> + +<div class="data"> + <p>Recoaro, agosto 1883.</p> +</div> + +<div class="destra"> + <div class="firma"> + <p class="center"><span class="sc g">Corrado Guidetti</span>.</p> + <p class="center"><i>Dott. in lettere.</i></p> + </div> +</div> + +<div class="footnote"><a id="Fn_1"></a> +<p class="foot"><a href="#FNa_1"><span class="label">(1)</span></a> +<cite xml:lang="fr">Hist. des Juifs</cite>, p. 2852. +</p> +</div> + +<div class="footnote"><a id="Fn_2"></a> +<p class="foot"><a href="#FNa_2"><span class="label">(2)</span></a> +<cite>Rassegna Nazionale</cite>, Firenze, 1º luglio 1883, p. 42. +</p> +</div> + +<div class="footnote"><a id="Fn_3"></a> +<p class="foot"><a href="#FNa_3"><span class="label">(3)</span></a> +Per evitare una confusione altrettanto perniciosa quanto, +ai tempi nostri, comune, quella che proviene dal non intendersi +sul significato che si annette alle parole, spieghiamo +qui ciò che intendiamo per radicalismo. +</p> + +<p class="foot"> +Lungi da noi il pensiero di designare con questo nome +coloro che aspirano ad una piuttosto che ad un'altra forma +di reggimento politico. +</p> + +<p class="foot"> +Radicale può essere tanto il monarchico quanto il repubblicano, +e sì l'uno che l'altro possono esser liberali. Per noi +la distinzione fra liberali e radicali sta in ciò soltanto: che +il liberale vuole raggiungere i più alti ideali dell'avvenire +rispettando i diritti, la libertà, la vita di ognuno; il radicale, +invece, è disposto a violare ad ogni momento la libertà ed +i diritti altrui, per conseguire il suo intento. +</p> + +<p class="foot"> +Posta così nettamente la questione, diremo subito che fra +quel prototipo leggendario di inquisitore che, dinanzi a un +massacro in cui cadevano egualmente vittime eretici e cattolici, +avrebbe sclamato: <i class="quo">uccideteli tutti, Dio riconoscerà i suoi</i>, e +Barnave, il girondino, che di fronte alle prime stragi che insozzarono +la rivoluzione francese, sintetizzando in una frase +cinica e crudele i concetti del radicalismo, nella seduta del +23 luglio 1789, chiede ironicamente dall'alto della tribuna: +<i class="quo" xml:lang="fr">Le sang qui coule est-il donc si pur?</i> non +sentiamo preferenza alcuna. +</p> +</div> + +<div class="footnote"><a id="Fn_4"></a> +<p class="foot"><a href="#FNa_4"><span class="label">(4)</span></a> +Appartenevano del pari all'estrema sinistra intransigente +del Parlamento romeno quei quattro deputati che nel +1878 escogitarono una mozione intesa ad un tempo a inorpellare +l'Europa, che insisteva perchè agli Ebrei si accordasse +l'eguaglianza civile, ed a rendere a questi impossibile o quasi +il conseguirla. V. <span class="sc aut">Marco Antonio Canini</span>. +<cite>La verità sulla +questione degli Israeliti in Rumania.</cite> Roma, Barbera, 1879. +</p> + +<p class="foot"> +In Italia poi, uno dei rarissimi deputati che faccia pompa +del suo antisemitismo, e che si diverta a parlare nelle sue +corrispondenze giornalistiche di <cite>Giornali della Sinagoga</cite> e +di altre simili amenità da medio evo, è quello stesso che in +piena Camera dichiarò egli non conoscere un Papa Pio IX, +ma soltanto un conte Giovanni Mastai Ferretti di <em>professione</em> +Vicario di Dio! ho nominato l'on. Petruccelli della Gattina. +Anche in Francia la questione semitica fu sollevata per +la prima volta, in questi anni, da un articolo, perfidamente +abile, intitolato: <cite xml:lang="fr">Dieu des Juifs tu l'emportes!</cite> +pubblicato dal +noto mangiapreti signor Francisque Sarcey, nel +<span class="sc num">xix</span> <cite xml:lang="fr">Siècle</cite> +di Edmond About nel maggio o giugno 1875. +</p> +</div> + +<div class="footnote"><a id="Fn_5"></a> +<p class="foot"><a href="#FNa_5"><span class="label">(5)</span></a> +Errerebbero a gran partito coloro che credessero il signor +Rénan un amico degli Ebrei; egli, nel suo libro sull'<cite>Ecclesiaste</cite>, +ne ha ultimamente schizzato un ritratto dal quale risulterebbe +che essi sono oggi quello che erano or sono quattromila +anni alle falde del Sinai: gli adoratori del vitello d'oro. E +nei suoi <cite xml:lang="fr">Souvenirs d'enfance et de jeunesse</cite> +parla degli Ebrei in guisa da meritarsi che il primo numero dello +<cite xml:lang="fr">Antisémitique</cite> +di Montdidier gli consacri una colonna di elogi. Ciò +avvertiamo non per far colpa allo scienziato francese delle +sue tendenze; ma perchè gli avversari nostri, ogni qualvolta +citiamo il Rénan, non ci rinfaccino di appoggiarci all'autorità +di chi ha negata la divinità di N. S. Gesù Cristo. Il Rénan +potrà essere anticristiano fin che si vuole, ma non certo per +filosemitismo. +</p> +</div> + +<div class="footnote"><a id="Fn_6"></a> +<p class="foot"><a href="#FNa_6"><span class="label">(6)</span></a> +Ernest Rénan. <cite xml:lang="fr">Le Judaïsme et le Christianisme.</cite> Paris, +Calmann Levy, 1883, p. 24 e 25. +</p> +</div> + +<div class="footnote"><a id="Fn_7"></a> +<p class="foot"><a href="#FNa_7"><span class="label">(7)</span></a> +Nacque a Lisbona nel 1437; fu intendente delle finanze +di Alfonso V, re di Portogallo, di Ferdinando il Cattolico, +re di Castiglia, di Ferdinando il Bastardo, re di Napoli, di +Alfonso II suo successore che non abbandonò quando i francesi +lo cacciarono dal Regno. Abarbanello si stabilì in +Italia e fu preso per arbitro in una questione commerciale +fra il Re di Portogallo e la Repubblica di Venezia. Morì a +Venezia nel 1508 e fu sepolto in Padova. Veggansi per +maggiori notizie: Bartolocius, <cite>Bibl. Rabb.</cite>; Bayle, +<cite>Dict. Crit.</cite>; +Boissi, <cite xml:lang="fr">Dissert.</cite>, p. 2; Schwab, +<cite xml:lang="fr">Abravanel et son époque</cite>; +S. Honel, <cite xml:lang="fr">Lien d'Israel</cite>, 5º anno, pag. 355 e segg.; +e tutte le biografie. +</p> +</div> + +<div class="footnote"><a id="Fn_8"></a> +<p class="foot"><a href="#FNa_8"><span class="label">(8)</span></a> +I. Bedarride. <cite xml:lang="fr">Les Juifs en France, en Italie et en +Espagne.</cite> Paris, Michel Levy, 1861, p. 294. È appena necessario +avvertire che, riferendo l'opinione di Abarbanello, facciamo +sulle ultime parole sue le più ampie riserve. Nè S. Tommaso, +nè scrittori approvati ed autorevoli, nè tanto meno la +Chiesa Cattolica si espressero nel senso della liceità di ribellarsi +o peggio di uccidere il tiranno, anzi la negarono recisamente. +</p> +</div> + +<div class="footnote"><a id="Fn_9"></a> +<p class="foot"><a href="#FNa_9"><span class="label">(9)</span></a> +Merita a questo proposito di esser riferito il giudizio +che uno dei più dotti Rabbini del nostro secolo, il professore +S. D. Luzzatto di Padova, dava della rivoluzione francese. +</p> + +<p class="foot"> +Trascriviamo un brano di una sua lettera inedita del 26 dicembre +1836 inserita nel <cite>Vessillo Israelitico</cite> di Casale, ottobre +1876, p. 325. +</p> + +<p class="foot"> +“Nello scorso secolo gli spiriti della Francia, scatenandosi +ad un tempo con un diluvio di scritti religiosi e contro i +Governi assoluti e contro il Cristianesimo, produssero nelle +menti quello stravolgimento, che poi si sviluppò nella funestissima +rivoluzione francese, la quale pose in trambusto per +tanti anni il mondo intero.” +</p> +</div> + +<div class="footnote"><a id="Fn_10"></a> +<p class="foot"><a href="#FNa_10"><span class="label">(10)</span></a> +Vi sono taluni ingenui che si chieggono come il principe +di Bismarck tolleri il risvegliarsi dell'antisemitismo in +Germania. A questi ingenui osserviamo che il <em>non cade +foglia che Dio non voglia</em> si avvera anco in politica, specialmente +quando il Dio si chiama: il signor di Bismarck. Le +vere dottrine di libertà sociale ed economica che furono la +gloria dei quattordici primi lustri del nostro secolo non ebbero, +non hanno nemico più mortale del cancelliere di ferro. E chi +è nemico di libertà è nemico naturale degli Ebrei. Lo stesso +Bismarck in una conversazione avuta con un diplomatico straniero, +telegrafata al <cite xml:lang="en">Morning Post</cite> nell'agosto dello scorso +anno, diceva per assicurarlo delle sue intenzioni pacifiche: +“La Germania non è nelle mie mani, come crede la gente. +La Germania è nelle mani degli Ebrei, <em>che hanno orrore +per la guerra</em> in causa dei loro interessi e delle signore che +hanno orrore della guerra per la vita dei loro mariti e dei +loro figli.” <em>Aver orrore della guerra</em> vuol dire esser fattori +di civiltà, ma vuol dire ad un tempo esser odiati a morte +dal signor di Bismarck. +</p> +</div> + +<div class="footnote"><a id="Fn_11"></a> +<p class="foot"><a href="#FNa_11"><span class="label">(11)</span></a> +Cade proprio in acconcio notar qui che lo stesso Governo +russo, che deportava in Siberia monsignor Felinsky, +il venerando Arcivescovo di Varsavia, puniva più volte colla +carcere e coll'esilio il patriottismo dell'illustre Michel B. Meisel, +Rabbino di quella città. +</p> +</div> + +<div class="footnote"><a id="Fn_12"></a> +<p class="foot"><a href="#FNa_12"><span class="label">(12)</span></a> +I nostri lettori troveranno fra i documenti un discorso +dell'eminentissimo cardinale Manning, il quale ci dà la vera +opinione della parte pensante del partito cattolico sulla questione +semitica. +</p> +</div> + +<div class="footnote"><a id="Fn_13"></a> +<p class="foot"><a href="#FNa_13"><span class="label">(13)</span></a> +Ci sia concessa una lieve digressione. È uno spettacolo +che solleva l'animo del pensatore quello che ci offrirono +quasi contemporaneamente gli <cite xml:lang="fr">Annales de philosophie +chrétienne</cite>, +invitando un ebreo a discutere nelle loro colonne la +questione semitica, e la <cite xml:lang="fr">Société des Etudes juives</cite> +di Parigi, +chiamando nel suo seno un non israelita a dissertare “sul +Giudaismo e sul Cristianesimo.” Malgrado i gufi, che tentano +di oscurare il sole, è d'uopo convenire che siamo assai lontani +dai tempi di San Luigi, Re di Francia (Cfr. +<cite xml:lang="fr">Joinville</cite>, p. 11) +quando un cavaliere, trovandosi presente ad una di quelle discussioni +che allora frequentemente avvenivano fra sacerdoti +cattolici e rabbini ebrei, sulla prevalenza delle rispettive religioni, +vedendo come gli ebrei avessero il sopravvento nella +discussione, stese morto ai suoi piedi con una bastonata l'ultimo +rabbino che aveva parlato, dicendo ai preti cattolici, in +atto di rampogna: “<i class="quo" xml:lang="fr">Vous avez fait folie +d'avoir occasioné telle dispute d'erreur.</i>” +</p> +</div> + +<div class="footnote"><a id="Fn_14"></a> +<p class="foot"><a href="#FNa_14"><span class="label">(14)</span></a> +Queste linee erano già scritte, allorchè ci venne fatto +di leggere nella <cite xml:lang="fr">Revue Britannique</cite> (luglio 1883) +un dotto +articolo, tolto dall'<cite xml:lang="en">Edimburgh Review</cite>, nel quale +si accenna +appunto allo spirito di odio e di persecuzione che oggi si +manifesta sotto il falso nome di liberalismo repubblicano. +</p> +</div> + +<div class="footnote"><a id="Fn_15"></a> +<p class="foot"><a href="#FNa_15"><span class="label">(15)</span></a> +Non faccia meraviglia se in questo nostro lavoro, ispirato, +osiamo vantarcene, ai principî della maggiore tolleranza, +ci accada di paragonare sovente i Gesuiti agli ebrei. Sì gli +uni che gli altri furono perseguitati da nemici, i quali, ben +più che osteggiarne i principî, miravano ad attribuirsene le +ricchezze; contro gli uni come contro gli altri si ripeterono +le stesse accuse di usure, di accaparramenti, di massime antisociali, +sicchè non è raro vedere nelle opere antigesuitiche +del secolo scorso i Gesuiti paragonati agli Ebrei. Ho sott'occhi, +per esempio, i “<cite>Lupi smascherati</cite>, Ortignano, nell'officina +di Tancredi e Francescantonio padre e figlio Zaccheri +di Strozzagriffi, <span class="sc num">mdcclx</span>” libello antigesuitico, +attribuito +all'abate Capriata, ed a pag. 57 (nota) trovo: “<i class="quo">I principi +l'hanno rigettati da loro</i> [i gesuiti] <i class="quo">e sono omai riguardati +come Giudei.</i>” +</p> + +<p class="foot"> +Che se qualcuno ci rammentasse le prediche di qualche gesuita +contro gli Ebrei, risponderemmo ricordando il <em xml:lang="la">Qui gladio +ferit</em>; e se ci si obbiettassero certi articoli antisemitici della +<cite>Civiltà +Cattolica</cite>, l'organo massimo della Compagnia, diremmo +che ad essi la persecuzione non ha nulla insegnato, e compiangeremmo +quei perseguitati che dalle violenze di cui furono +vittima non appresero la sublime virtù della tolleranza. +</p> +</div> + +<div class="chapter"> +<span class="pageno" title="23" id="page-23"></span> +<img src="images/i003a.png" style="width: 100%" alt=""/> +</div> + +<h2 class="nobreak" id="tit-1"> +<a href="#ritit-1">I.</a> +</h2> + +<p class="subtitle"> +Costituiscono gli Ebrei una razza speciale? +</p> + +<hr class="capitolo"/> + +<p> +La tendenza scientifica cui si inspira il nostro secolo +ha voluto trovare una formola con cui giustificare la +persecuzione contro gli Ebrei, e si disse che essi costituivano +tuttora una nazione speciale, che quindi erano +da considerarsi nei diversi Stati, in cui dimoravano, come +stranieri, e per poco non si propose di equipararli agli +zingari ed ai gitani. Ricacciare gli Ebrei in Palestina è +la proposta la più moderata che esca dalle labbra degli +odierni antisemiti. +</p> + +<p> +Sarebbe agevole rispondere a questa pretesa opinione +scientifica con una sola parola, dimostrando, cioè, come +oggi tutte le legislazioni dei paesi civili si affrettino a +cancellare dai loro codici ogni differenza fra cittadini e +stranieri, progresso questo, in cui l'Italia fu, col suo codice +civile, vessillifera alle altre nazioni. +</p> + +<p> +Ma questa difesa respingerebbero gli Ebrei, perocchè +<span class="pageno" title="24" id="page-24"></span> +essi si sentano italiani in Italia, francesi in +Francia <a id="FNa_16"></a><a href="#Fn_16" class="fna">(16)</a>, +inglesi in +nghilterra <a id="FNa_17"></a><a href="#Fn_17" class="fna">(17)</a> +ed Ebrei soltanto nei loro +tempî <a id="FNa_18"></a><a href="#Fn_18" class="fna">(18)</a>. +</p> + +<p> +Noi non abbiamo, d'altronde, ad avversarî nè filosofi, nè +cristiani, nè liberali: ognuno di questi, infatti, troverebbe, +nelle proprie convinzioni morali, religiose o scientifiche, +argomenti per esserne condotto alla pratica della più larga +tolleranza. Abbiamo di fronte, invece, quella fazione, oggi +pur troppo numerosa, che vorrebbe la legislazione sociale +non inspirata a nessun principio superiore all'uomo, e +serva al più gretto utilitarismo; quella fazione che in +America, la terra classica della libertà, propone ed ottiene +provvedimenti straordinarî contro i Chinesi!! +</p> + +<p> +Vinciamo quindi la naturale ripugnanza, e facciamoci +a provare come gli Ebrei differiscano dagli altri italiani +<span class="pageno" title="25" id="page-25"></span> +per la religione soltanto, non per l'amore al paese, non +per la razza. +</p> + +<p> +Non ricorderemo qui come ogni Ebreo di Roma abbia +iscritto nel suo libro di preghiera fra le date fauste della +sua vita il 20 settembre 1870, segnandovi persino l'ora +precisa della liberazione: <em>dieci e mezza antimeridiane</em>, +come già un quarto di secolo prima vi aveva iscritto la +Pasqua del 1847, quando, per opera di Pio IX, caddero +le mura e le porte che chiudevano il +ghetto <a id="FNa_19"></a><a href="#Fn_19" class="fna">(19)</a>. Ci +sembra che, per dimostrare come gli Ebrei in Italia si +sentano italiani e non altro, basti, e ce ne sia di avanzo, +della nobile figura del martire di Mantova, di Giuseppe +Finzi <a id="FNa_20"></a><a href="#Fn_20" class="fna">(20)</a>! +</p> + +<p> +Se fra gli antisemiti italiani vi ha qualcuno cui scaldi +<span class="pageno" title="26" id="page-26"></span> +il petto amor di patria, si faccia innanzi ed osi contestare +l'italianità a quel monumento di patriottismo che +è l'on. Finzi. +</p> + +<p> +Ma ove al nome venerato del patriota lombardo noi +aggiungessimo quelli di Angelo Usigli, compagno di Ciro +Menotti <a id="FNa_21"></a><a href="#Fn_21" class="fna">(21)</a>, +del milanese Bachi, che fu tra i precursori +del movimento del 1848, di Daniele Manin cattolico di +religione, ma di famiglia +ebrea <a id="FNa_22"></a><a href="#Fn_22" class="fna">(22)</a>, +e se a questi nomi +facessimo seguire quelli dei numerosi Ebrei che accorsero +volontarî sotto le bandiere nelle diverse guerre della +indipendenza <a id="FNa_23"></a><a href="#Fn_23" class="fna">(23)</a>, +i nostri avversarî ci risponderebbero sempre +<span class="pageno" title="27" id="page-27"></span> +coll'adagio favorito dei sofisti: <em>L'eccezione prova la +regola</em>. +</p> + +<p> +Attacchiamo dunque di fronte il pregiudizio, larvato a +scienza, e mostriamo che è tanto assurdo il credere che +gli Ebrei sieno oggi i discendenti di Abramo quanto sarebbe +ridicolo il sostenere che il Kedive d'Egitto sia +l'erede diretto dei Faraoni, o che nelle vene degli odierni +Romani corra il sangue dei Bruti e degli Scevola. +</p> + +<p> +Già sin da quando gli Ebrei abbandonarono l'Egitto, +numerosi stranieri si mescolarono a loro, sicchè ben può +dirsi che da quel momento la razza di Giacobbe cominci +a fondersi colle +altre <a id="FNa_24"></a><a href="#Fn_24" class="fna">(24)</a>. +</p> + +<p> +Nei tempi biblici i progenitori delle dodici tribù non +esitarono ad imparentarsi con altre razze non esclusa la +cananea pur tanto odiata. Mosè sposò una madianita. Fra +le proavole di Davide vi ha la cananea Tamar e la moabita +Rut. Nelle vene di Ezechiello corre il sangue di Raab +la cananea, nè egli è il solo profeta d'Israello che tragga +origine da idolatri. Più tardi i proseliti non solo non furono +rigettati, ma vennero accolti senza reluttanza in +grembo alla fede. Lo provano le leggi favorevolissime ai +proseliti dimoranti nella Palestina, sparse in tutto il Pentateuco: +lo provano i Gabaoniti che, entrati nell'Ebraismo +mediante l'inganno e la frode, pure vi furono più che +benignamente trattati, allorchè, per vendicare un oltraggio +ad essi fatto, fu versato sangue di +Re <a id="FNa_25"></a><a href="#Fn_25" class="fna">(25)</a>: +lo provano le centinaia +di migliaia di proseliti di cui si fa menzione al tempo +della monarchia degli Israeliti, specialmente all'epoca di +Salomone <a id="FNa_26"></a><a href="#Fn_26" class="fna">(26)</a>: +lo provano i proseliti dei tempi di +Ester <a id="FNa_27"></a><a href="#Fn_27" class="fna">(27)</a> +<span class="pageno" title="28" id="page-28"></span> +e quelli dei popoli trapiantati dal conquistatore Senacheribbo in +Palestina <a id="FNa_28"></a><a href="#Fn_28" class="fna">(28)</a>, +non che varie conversioni +individuali abbastanza notevoli, come quella di Naaman +il supremo ministro del regno +siro <a id="FNa_29"></a><a href="#Fn_29" class="fna">(29)</a> +e quelle di Ebena +regina di Adiabene e di suo figlio Izak, di cui fa cenno +Giuseppe <a id="FNa_30"></a><a href="#Fn_30" class="fna">(30)</a>. +Nè gli Ebrei aveano a vile di mescolare +il sangue con questi proseliti; chè anzi il loro <cite>Talmud</cite> +ci ha tramandato, quasi a titolo di gloria, che i principali +maestri d'Israello, come Hillel, Rabbi Jehudà il Santo, +Akiva martire della crudeltà romana, Rabbi Meir ed altri +moltissimi discendevano da proseliti, e che proselite era +Onkelos, uno dei più grandi tra i parafrasti caldei. +</p> + +<p> +Insomma, gli Ebrei di Palestina non furono, come volgarmente +si crede, un popolo segregato dal consorzio umano. +Ecco come un autore non sospetto e che, vivo, non si sarebbe +mai immaginato di vedersi citato nel secolo <span class="sc num">xix</span> a +difesa degli Ebrei, scrive: +</p> + +<p> +“Questi ultimi Ebrei [dopo la morte di Erode] erano +un miscuglio di parecchie nazioni. Se ne erano stabiliti +in tutti i paesi che <em>sono sotto il sole</em>, siccome dice la +Scrittura. Parecchi venivano ad abitare nella Giudea, od +almeno vi facevano qualche devoto viaggio per poter offrire +sacrifizi a Dio nel solo tempio in cui fosse permesso +di farlo. Oltre a ciò vi erano sempre ad ogni qual +tratto dei Gentili che si convertivano, e divenivano proseliti. +Così gli Ebrei, a parlar propriamente, non eran +più un popolo solo colla stessa lingua e gli stessi costumi, +ma parecchi popoli che si riunivano in una sola +religione. Persino quelli che abitavano la Terra Santa +<span class="pageno" title="29" id="page-29"></span> +erano un miscuglio di diverse nazioni, di Idumei e di +altri Arabi, di Egiziani, di Fenici, di Siriaci e di Greci.” +</p> + +<p> +Fin qui il +Fleury <a id="FNa_31"></a><a href="#Fn_31" class="fna">(31)</a>, +ai cui Mani chiediamo umile venia +se lo abbiamo tratto a testimoniare in favore degli Ebrei, +ciò che certamente egli non avrebbe desiderato; ma non è +proprio colpa nostra, se le accuse che si muovono a questo +disgraziato popolo sono tanto svariate e contraddittorie, +che quanto veniva scritto per far loro onta possa, poche +generazioni dopo, essere addotto ad argomento di difesa. +</p> + +<p> +Ma se la nazione giudaica era già dopo Erode una +mescolanza di diverse nazioni, come ci insegna il Fleury, +e come ci confermano gli <cite>Atti degli Apostoli</cite>: “Or in +Giudea dimoravano degli uomini religiosi d'ogni nazione +di sotto il +cielo” <a id="FNa_32"></a><a href="#Fn_32" class="fna">(32)</a>, +non bisogna neppur credere che, +dopo la dispersione seguita alla distruzione del secondo +tempio, gli Ebrei abbian cessato di fare proseliti fra genti +di schiatte diverse. +</p> + +<p> +Numerose colonie di Ebrei popolavano Roma e le altre +città dell'impero. A Roma soltanto ve v'erano 20,000 +sotto Augusto, e narra Strabone che v'erano numerosi +Ebrei in quasi tutte le città +d'Italia <a id="FNa_33"></a><a href="#Fn_33" class="fna">(33)</a>. +E numerosi +eran pure in molti altri paesi non ancora sottoposti al +giogo di Roma. In ogni luogo, al dire di Filone, gli +Ebrei esercitavano una salutare influenza sulle credenze +religiose e sui costumi; in ogni luogo avevano stabilito +sinagoghe, dove si riunivano nei giorni di sabato per +<span class="pageno" title="30" id="page-30"></span> +pregare e commentare la Bibbia. A queste riunioni partecipavano +sovente molti pagani, che aderivano poco a +poco alle nuove dottrine udite proclamare, e che, rigettando +gli errori del politeismo, accettavano le pratiche più +essenziali del giudaismo, il riposo settimanale e l'annuo +digiuno dell'espiazione. In tutte le classi sociali del mondo +romano abbondarono i <em>giudaizzanti</em>, ben prima che sorgesse +l'apostolato cristiano; sicchè si può dire +coll'Havet <a id="FNa_34"></a><a href="#Fn_34" class="fna">(34)</a> +che, se colle parole <cite>l'avvento del Cristianesimo</cite>, +deve intendersi la conquista del mondo greco e romano +da parte del Dio degli Ebrei, si può dire che questo avvento +aveva avuto luogo sin dai tempi di Augusto e di +Tiberio, e che questa conquista era in via di compiersi, +ben prima che fosse questione di Cristo. +</p> + +<p> +Ad Alessandria di Egitto, a Roma, in Siria la propaganda +giudaica fu sempre intensa ed efficace. +</p> + +<p> +Giuseppe Flavio ci apprende come molti greci passassero +in Antiochia al +Giudaismo <a id="FNa_35"></a><a href="#Fn_35" class="fna">(35)</a>. +</p> + +<p> +A Roma il proselitismo ebraico, nascosto nelle vie adiacenti +al Tevere, forse in prossimità almeno dei luoghi +dove oggi ancora sorge il ghetto, guadagnò neofiti persino +nelle famiglie patrizie, salendo dallo schiavo al liberto, +dal liberto al +padrone <a id="FNa_36"></a><a href="#Fn_36" class="fna">(36)</a>. +</p> + +<div> +<span class="pageno" title="31" id="page-31"></span> +</div> + +<p> +E di questo spirito di proselitismo e della efficacia sua +ci dà prova +Svetonio <a id="FNa_37"></a><a href="#Fn_37" class="fna">(37)</a>. +</p> + +<p> +L'influenza delle idee giudaiche sul paganesimo preoccupava +gli spiriti: <i class="quo" xml:lang="la">Victoribus victi legem dederunt</i> +sclama Seneca nel <cite xml:lang="la">De Superstitione</cite>, ed il poeta +Rutilio geme: +<i class="quo" xml:lang="la">Atque utinam nunquam Judaea subacta fuisset.</i> +</p> + +<p> +<a id="legislatore"></a>Nè il legislatore se ne mostra meno impensierito. Al +tempo di Domiziano le conversioni al giudaismo erano +così frequenti che parecchie leggi furono fatte per +impedirle <a id="FNa_38"></a><a href="#Fn_38" class="fna">(38)</a>. +I convertiti erano puniti di morte e colla +confisca dei loro beni, e la stessa pena colpiva coloro che +erano accusati di aver cooperato alla loro apostasia. +</p> + +<p> +Nè pare che queste leggi avessero risposto allo intento, +perchè vediamo Costantino obbligato a proibir di nuovo +con severissime pene agli Ebrei di far proseliti. +</p> + +<p> +Ma a toglier ogni dubbio sull'efficacia dello spirito di +propaganda che animava gli Ebrei nella Roma pagana, ci +piace recar qui un brano di Dione +Cassio <a id="FNa_39"></a><a href="#Fn_39" class="fna">(39)</a>. +“Questo +paese si chiama Giudea, e Giudei i suoi abitanti. Non conosco +l'origine di questo secondo nome, ma esso si applica +ad altri uomini che, quantunque di razza diversa, hanno +adottate le istituzioni di questo popolo. E fra i Romani +sonvi molta gente di tal fatta, e quanto si fece per porvi +ostacoli, non giovò che ad aumentarli, tanto che fu forza +accordar loro la libertà di vivere secondo le loro leggi.” +</p> + +<div> +<span class="pageno" title="32" id="page-32"></span> +</div> + +<p> +Altro modo, di cui gli Ebrei dovettero giovarsi per +acquistar proseliti, fu il possesso degli schiavi; e le numerose +precauzioni, che per lunga serie di secoli prendono +le autorità spirituali e le temporali, per impedire agli +Ebrei di convertire alla loro religione gli schiavi da +essi posseduti, bastano a farci persuasi quanto zelo mettessero +gli Ebrei nel deluderle. +</p> + +<p> +Ma anche senza tener conto di questo coefficiente pure +importantissimo per l'adulterazione della razza, la storia +delle età di mezzo ci porge non infrequenti esempi di +conversioni al giudaismo. +</p> + +<p> +Alla fine del <span class="sc num">iv</span> secolo dell'èra nostra +Abu-Karibba-Tabban re +dell'Yemen <a id="FNa_40"></a><a href="#Fn_40" class="fna">(40)</a> +e nel 740 Bulan re dei +Kazari <a id="FNa_41"></a><a href="#Fn_41" class="fna">(41)</a> +abbracciano il giudaismo. +</p> + +<p> +All'epoca dell'imperatore Enrico II il cappellano di un +Duca Corrado, di nome Vecelino, passò al giudaismo, locchè +fece adirare al massimo grado l'imperatore, ma non +produsse altro castigo che quello di una erudita +confutazione <a id="FNa_42"></a><a href="#Fn_42" class="fna">(42)</a>. +</p> + +<div> +<span class="pageno" title="33" id="page-33"></span> +</div> + +<p> +Un caso simile sotto Lodovico il Pio è narrato da Krabano +Mauro <a id="FNa_43"></a><a href="#Fn_43" class="fna">(43)</a>. +</p> + +<p> +In Francia le conversioni al giudaismo non sono senza +esempio. Parecchi cristiani lasciarono nel <span class="sc num">ix</span> +secolo la Chiesa per abbracciare il giudaismo, e fra questi si citava +un diacono palatino a nome +Putho <a id="FNa_44"></a><a href="#Fn_44" class="fna">(44)</a>, +e sino ai tempi +di Filippo il Bello (<span class="sc num">xiv</span> secolo) si segnalano +conversioni <a id="FNa_45"></a><a href="#Fn_45" class="fna">(45)</a>. +</p> + +<p> +Nel 1040 un celebre rabbino di Granata, Giuseppe +Halevy, è accusato di aver fatto proseliti alla fede mosaica +in Ispagna e messo a +morte <a id="FNa_46"></a><a href="#Fn_46" class="fna">(46)</a>. +</p> + +<p> +Le conversioni al giudaismo erano, nel <span class="sc num">xiii</span> secolo +ancora, tanto frequenti da meritare che Nicolò IV, +appena assunto al Pontificato, se ne occupasse con +una lettera datata da Rieti, 5 settembre 1288; lettera +che non deve aver prodotto grande effetto, se Giovanni +XXII è obbligato a promulgarne una consimile il +13 agosto 1317. +</p> + +<p> +Rainaldo ci assicura che nel <span class="sc num">xiv</span> secolo molti fra i +discepoli di Giovanni Viclefo abbracciarono la <em>perfidia +giudaica</em>. +</p> + +<p> +Il primo di agosto 1603 sulla Piazza Ribeiro in Lisbona +venne bruciato fra Diego di Assunçao, monaco francescano, +che, dopo aver abbracciato il giudaismo, andava +predicando ed insegnando questo solo doversi considerare +vera religione. +</p> + +<p> +Ricorderò ancora quel Giovanni Mica, cristiano portoghese +del <span class="sc num">xvi</span> secolo, che, fattosi ebreo, prese il nome +<span class="pageno" title="34" id="page-34"></span> +di Giuseppe Nassi, visse in Costantinopoli e pubblicò +varie opere +lodatissime <a id="FNa_47"></a><a href="#Fn_47" class="fna">(47)</a>. +</p> + +<p> +Nel secolo scorso rimase celebre in Inghilterra la conversione +di lord Giorgio +Gordon <a id="FNa_48"></a><a href="#Fn_48" class="fna">(48)</a>. +</p> + +<p> +Molti altri esempî potremmo +citare <a id="FNa_49"></a><a href="#Fn_49" class="fna">(49)</a>; ma +crediamo +che quelli da noi portati sien più che sufficienti a provare +che il Giudaismo devesi considerare come una religione, +non come una +razza <a id="FNa_50"></a><a href="#Fn_50" class="fna">(50)</a>. +</p> + +<div> +<span class="pageno" title="35" id="page-35"></span> +</div> + +<p> +Come dubitare che gran parte degli Ebrei attuali non +discenda da questi nuovi +convertiti <a id="FNa_51"></a><a href="#Fn_51" class="fna">(51)</a>? +Certamente, +grazie alle persecuzioni che per lunghi secoli afflissero i +credenti nella legge di Mosè, non un Ebreo si trova oggi +nel luogo di origine della propria famiglia. +</p> + +<div> +<span class="pageno" title="36" id="page-36"></span> +</div> + +<p> +Cacciati or di qua, or di là, essi andavano concentrandosi +nei paesi, dove leggi, non più miti, ma meno crudeli +permettevano loro di vivere con una sicurezza relativa; +sicchè, oggi, tanto varrebbe voler cercare i veri discendenti +dagli Ebrei di Palestina, per ricacciarli nella loro +terra, quanto il cercare in Italia i discendenti degli antichi +barbari per ricacciarli oltre Alpi. +</p> + +<p> +Ma se si volesse adottare contro gli Ebrei un provvedimento +qualsiasi, ispirato a questa pretesa differenza +di razza, come a noi italiani non si affaccierebbe alla +mente la testimonianza, già da noi invocata, di Dione +Cassio e come non ci tormenterebbe il dubbio che questi +pretesi stranieri, questi abborriti semiti sieno proprio +figli di quei Romani convertiti al Giudaismo, di cui +parla lo storico latino, tornati fra noi, dopo Dio sa +quali peregrinazioni, mossi da quell'amore del paese di +origine che, come un istinto, sopravvive forse in noi alla +memoria? +</p> + +<p> +Nè gioverà spender molte altre parole intorno a siffatta +questione di razza, perchè, assurda dovunque, essa +raggiunge fra noi l'apice della assurdità. +</p> + +<p> +Gettiamo uno sguardo sulla storia dei secoli scorsi, e +vedremo, finchè durò la potenza di Roma, accorrere fra +noi stranieri d'ogni razza e d'ogni lingua, e quando i +destini d'Italia mutarono sì che da donna divenne ancella, +vedremo gli schiavi di ieri mutarsi in predoni, +correre sulle terre nostre e devastarle. Goti, Longobardi, +Normanni, Saraceni persino si impiantano fra noi, e vi +spadroneggiano, e noi osiamo oggi parlare di razza! +</p> + +<p> +E poi cosa è la razza di fronte al grande principio +del secolo nostro, quello delle nazionalità? E caratteristica +della nazionalità è la lingua, non la religione, non +l'origine. +</p> + +<p> +Per riconoscere nome e qualità di italiano a chi è +<span class="pageno" title="37" id="page-37"></span> +nato in Italia da genitori italiani, a chi parla la nostra +lingua, sarà forse d'uopo aprirgli le vene per riconoscere +quante goccie di sangue non italiano vi corra? +</p> + +<p> +Or via, l'Italia, che a buon dritto considera come fratelli +i Valdesi del Piemonte, i Cimbri dei Sette +Comuni <a id="FNa_52"></a><a href="#Fn_52" class="fna">(52)</a>, +gli Slavi del Molise, gli Albanesi ed i Greci +del Mezzodì, vorrà contestare nome e qualità di italiani +agli Ebrei, che nei tempi di schiavitù divisero la sorte +degli altri Italiani? +</p> + +<p> +Un'ultima ragione infine, e potentissima, dovrebbe spingere +i moderni antisemiti a non insistere sulla questione +di razza. +</p> + +<p> +Essi, che non arrossiscono di farsi persecutori, ma che +arrossirebbero di giustificare la persecuzione colla sola +causa che la renderebbe meno odiosa, lo spirito di religione, +verrebbero, ponendo innanzi tale questione, a provocare +una enorme ingiustizia. +</p> + +<p> +Non vi ha dubbio che negli scorsi secoli o per convinzione, +o per sottrarsi a persecuzioni, o per ispirito di +cupidigia, milioni di Ebrei apostatarono per abbracciare +il Cristianesimo. +</p> + +<p> +Pel Cristiano che ripugna dall'Ebreo, perchè vede in +lui l'ostinato avversario della sua Fede, l'uccisore del suo +Dio, l'acqua del Battesimo lava queste colpe originali, +sicchè egli a buon dritto considera eguali a se stesso +l'ebreo battezzato e i suoi discendenti. +</p> + +<p> +Ma per l'antisemita moderno, ateo e materialista, che +odia nell'ebreo non la religione, ma la razza, l'acqua del +Battesimo non lava nulla; perocchè nessun teologo ha +<span class="pageno" title="38" id="page-38"></span> +mai asserito che il Battesimo muti un semita in un +giapeto. +</p> + +<p> +Sicchè, se il moderno antisemitismo non vuol commettere +una enorme ingiustizia, egli deve cercare, per avvolgerle +nel suo odio, quelle migliaia di famiglie cristiane +che hanno nelle vene sangue di +ebreo <a id="FNa_53"></a><a href="#Fn_53" class="fna">(53)</a>. +</p> + +<p> +Il dilemma è stringente: o gettare la maschera e confessare +che non si perseguitano gli Ebrei perchè semiti, +ma unicamente perchè ebrei, od intraprendere ricerche +etnografiche e genealogiche, che sarebbero appena possibili, +se ogni uomo, da Adamo in poi, si fosse iscritto +in un <em xml:lang="en">stud book</em>, come un cavallo di puro sangue. +</p> + +<p> +Ma prevediamo sin da ora la risposta che si farà a +questo dilemma. Ci si dirà che gli Ebrei vanno perseguitati +non soltanto perchè di razza diversa, ma perchè +la loro legge contribuisce a mantenere una barriera fra +essi ed i popoli fra cui vivono; perchè alla Santa massima +del Vangelo: <i class="quo">Amatevi scambievolmente</i>, l'esecrando +Talmud ha sostituito quest'altra: <i class="quo">Odiate quanto non è +ebreo</i>. +</p> + +<div> +<span class="pageno" title="39" id="page-39"></span> +</div> + +<p> +A questa obbiezione vecchia quanto la malignità umana +risponderemo nel veniente capitolo, bastandoci per ora di +riferire un ultimo fatto a prova del modo con cui gli +Ebrei intendono l'amor di patria. Allorquando nel Sinedrio +dei principali rabbini di Europa, convocato a Parigi d'ordine +di Napoleone I, i delegati imperiali chiesero fin dove +giungesse, secondo gli Ebrei, il dovere dell'amor di patria, +tutti i congregati e primi fra essi i rabbini Segrè, Zingheim +e Worms, ortodossi fin nel midollo e negli insegnamenti +e nella pratica della vita, si alzarono in piedi +gridando: “Fino alla morte.” +</p> + +<div class="footnote"><a id="Fn_16"></a> +<p class="foot"><a href="#FNa_16"><span class="label">(16)</span></a> +Nella predicazione [in Francia] nessun rabbino si lascierà +sfuggire l'occasione di rammentare ai suoi uditori +quanto devono alla Francia che li ha liberati dalla schiavitù +(<cite>Rassegna Naz.</cite>, loc. cit., pag. 47). Non citiamo esempî italiani, +perchè a tutti sarà accaduto di leggere nei giornali politici +le relazioni di solennità celebratesi nelle sinagoghe in occasione +di feste ed anniversarî patriottici. +</p> +</div> + +<div class="footnote"><a id="Fn_17"></a> +<p class="foot"><a href="#FNa_17"><span class="label">(17)</span></a> +Gladstone, in una sua lettera 6 ottobre 1876, indirizzata +al signor Leopoldo Gluckstein e pubblicata negli <cite xml:lang="fr">Archives +Israélites</cite> di Parigi, 1º novembre 1876, così si esprime: +“Ho sempre ammirato il contegno degli Israeliti inglesi nell'adempimento +dei loro doveri civici.” +</p> +</div> + +<div class="footnote"><a id="Fn_18"></a> +<p class="foot"><a href="#FNa_18"><span class="label">(18)</span></a> +Una curiosa prova della assurdità dell'accusa che si +muove agli Ebrei di sentirsi estranei alla terra in cui nacquero +ce la porge l'<cite xml:lang="fr">Antisémitique</cite> francese. Mentre in ogni +numero scaglia questa calunnia contro gli Ebrei, rinfaccia +poi alla maggior parte degli Ebrei francesi di esser di origine +tedesca e si sforza di aizzare contro di loro le passioni +popolari, dipingendoli quasi altrettanti agenti del governo +germanico. O logica, proprio antisemitica!! +</p> +</div> + +<div class="footnote"><a id="Fn_19"></a> +<p class="foot"><a href="#FNa_19"><span class="label">(19)</span></a> +<cite>Sei mesi in Italia</cite>, pel dott. +<span class="sc aut">A. Berliner</span>; versione dell'abate +prof. Pietro Perreau. +</p> +</div> + +<div class="footnote"><a id="Fn_20"></a> +<p class="foot"><a href="#FNa_20"><span class="label">(20)</span></a> +Abbiamo citato a preferenza del nome di altri patrioti +Ebrei quello dell'on. Finzi, e perchè pochi possono a lui paragonarsi +per inconcusso patriottismo, e perchè rammentiamo +d'aver letto nell'<cite>Arena</cite> di Verona del 10 novembre 1876 il +seguente brano di una lettera che in occasione delle elezioni +generali l'illustre uomo scriveva a quel giornale. +</p> + +<p class="foot"> +“Ebreo realmente, mi trovai iscritto nei registri di popolazione +dove nacqui: ma nè per religione, nè per abitudini +mi sono sentito ebreo in tutta la vita. Ho una religione +anch'io vivida e pura che mi affratella a tutta l'umanità +senza distinzione d'ebrei, di cristiani, di cattolici, di turchi, +che mi è inspiratrice di nobili e delicati sentimenti, che +mi insegna il volontario sacrifizio e mi dà vigore e conforto +nelle ore perplesse della sventura.” +</p> + +<p class="foot"> +Questa lettera, fatta per attirare sul capo dell'on. Finzi i fulmini +degli intolleranti di tutte le religioni, giova mirabilmente +all'assunto nostro, perchè dimostra — e ce n'era +bisogno? — che +il fatto di esser nati ebrei piuttosto che cristiani +o turchi non ha proprio nulla a vedere coi sentimenti patriottici. +</p> +</div> + +<div class="footnote"><a id="Fn_21"></a> +<p class="foot"><a href="#FNa_21"><span class="label">(21)</span></a> +Angelo Usigli, nato nel 1803 a Modena, morto a Londra, +nel 1875, fu congiurato con Ciro Menotti, anzi dei pochi +che collo stesso Menotti furono nella costui casa circondati +dalle truppe estensi. L'Usigli propose di dar fuoco alla casa +piuttosto che arrendersi, ma, dissentendo i compagni, fu con +loro arrestato e condannato a morte. +Commutatagli la pena in esiglio perpetuo, si rifugiò a +Londra e collaborò nella Giovane Italia. V. <cite>Gazzetta d'Italia</cite>, +15 aprile 1875. +</p> +</div> + +<div class="footnote"><a id="Fn_22"></a> +<p class="foot"><a href="#FNa_22"><span class="label">(22)</span></a> +L'avo di Daniele Manin era ebreo. Il comm. Pincherle +lo seppe dalla sua bocca stessa. V. <cite>La vita ed i tempi di +Daniele Manin</cite> per Errera e Finzi, Venezia, 1872. Cfr. Rudolph +Gottschill, <cite xml:lang="fr">Un mois d'automne en Italie</cite>. +</p> +</div> + +<div class="footnote"><a id="Fn_23"></a> +<p class="foot"><a href="#FNa_23"><span class="label">(23)</span></a> +Ci limiteremo a riferire qui l'elenco degli Ebrei che +fecero parte della gloriosa schiera dei Mille; sono otto e cioè: +Alpron Giacomo, da Padova; Colombo Donato da Ceva; +D'Ancona Giuseppe da Venezia; Donati Angelo da Padova; +Luzzatto Riccardo da Udine; Ravà Eugenio da Reggio +Emilia; Uziel Davide Cesare da Venezia. Calcolato a venticinque +milioni il numero degli italiani nel 1860, ed a quarantamila +il numero degli ebrei, si vedrà di leggieri quanto +sproporzionatamente numeroso sia stato il concorso degli +Ebrei in quella spedizione. I nomi che precedono abbiam desunto +dal n. 21 dell'anno 1864 del <cite>Bollettino delle nomine e +promozioni</cite>. <cite>Giornale Ufficiale militare</cite>, pag. 169 e seg. +</p> +</div> + +<div class="footnote"><a id="Fn_24"></a> +<p class="foot"><a href="#FNa_24"><span class="label">(24)</span></a> +<cite class="sc">Esodo</cite>, <span class="sc num">xii</span>, 38. +</p> +</div> + +<div class="footnote"><a id="Fn_25"></a> +<p class="foot"><a href="#FNa_25"><span class="label">(25)</span></a> +<cite class="sc">Giosuè</cite>, <span class="sc num">ix</span>, +<span class="sc num">x</span>. — <span class="sc num">ii.</span> +<cite class="sc">Sam.</cite> <span class="sc num">xxi</span>. +</p> +</div> + +<div class="footnote"><a id="Fn_26"></a> +<p class="foot"><a href="#FNa_26"><span class="label">(26)</span></a> +<cite class="sc">I. Re</cite>. +</p> +</div> + +<div class="footnote"><a id="Fn_27"></a> +<p class="foot"><a href="#FNa_27"><span class="label">(27)</span></a> +<cite class="sc">Ester</cite>, <span class="sc num">viii</span>, 17. +</p> +</div> + +<div class="footnote"><a id="Fn_28"></a> +<p class="foot"><a href="#FNa_28"><span class="label">(28)</span></a> +<cite class="sc">II. Re</cite>, <span class="sc num">xvii</span>, 24 e seg. +</p> +</div> + +<div class="footnote"><a id="Fn_29"></a> +<p class="foot"><a href="#FNa_29"><span class="label">(29)</span></a> +<cite class="sc">II. Re</cite>, <span class="sc num">v</span>, 17, 18. +</p> +</div> + +<div class="footnote"><a id="Fn_30"></a> +<p class="foot"><a href="#FNa_30"><span class="label">(30)</span></a> +<cite xml:lang="la">Antiq.</cite>, l. <span class="sc num">xx</span>, +cap. 2 a 4. +</p> +</div> + +<div class="footnote"><a id="Fn_31"></a> +<p class="foot"><a href="#FNa_31"><span class="label">(31)</span></a> +<cite xml:lang="fr">Mœurs des Israélites</cite>, cap. +<span class="sc num">v</span>. In <cite xml:lang="fr">Œuvres de l'abbé +Fleury</cite>, Paris, Michel Desaiz, 1837, pag. 183, col. +<span class="sc num">i</span>. Cfr. +<span class="sc aut">Frank</span>, <cite xml:lang="fr">De l'état politique, +religieux et moral de la Judée +dans les derniers temps de sa nationalité</cite>. +In <cite xml:lang="fr">Vérité Israélite</cite>, +tomo <span class="sc num">ii</span>, pag. 7 e segg. +</p> +</div> + +<div class="footnote"><a id="Fn_32"></a> +<p class="foot"><a href="#FNa_32"><span class="label">(32)</span></a> +<cite class="sc">Atti degli apostoli</cite>, <span class="sc num">ii</span>, 5. +</p> +</div> + +<div class="footnote"><a id="Fn_33"></a> +<p class="foot"><a href="#FNa_33"><span class="label">(33)</span></a> +Cfr. <span class="sc aut">Degubernatis</span>, +<cite xml:lang="fr">Matériaux pour servir a l'histoire +des études orientales en Italie</cite>. +</p> +</div> + +<div class="footnote"><a id="Fn_34"></a> +<p class="foot"><a href="#FNa_34"><span class="label">(34)</span></a> +<span class="sc aut">Havet</span>, <cite xml:lang="fr">Le Christianisme +et ses origines. L'ellénisme</cite>, +t. <span class="sc num">ii</span>, pag. 248. Cfr.: +<span class="sc aut">Delaunay</span>, +<cite xml:lang="fr">Philon d'Alexandrie. Les +écrits historiques</cite>, pag. 123 e 124; +<span class="sc aut">Nicolas</span>, <cite xml:lang="fr">Des doctrines +des Juifs, pendant les deux siècles antérieurs a l'êre chrétienne</cite>, +pag. 113; <span class="sc aut">Beuss</span>, +<cite xml:lang="fr">Hist. de la Théologie chrétienne +au siècle apostolique</cite>, v. 1, pag. 107 e 109. +</p> +</div> + +<div class="footnote"><a id="Fn_35"></a> +<p class="foot"><a href="#FNa_35"><span class="label">(35)</span></a> +Avendo condotto al loro culto un gran numero di Greci, +ne fecero una parte della loro comunità. +(<cite xml:lang="la">De bello jud.</cite>, +libro <span class="sc num">vii</span>, cap. <span class="sc num">iii</span>, +§ 3). +</p> +</div> + +<div class="footnote"><a id="Fn_36"></a> +<p class="foot"><a href="#FNa_36"><span class="label">(36)</span></a> +<cite xml:lang="fr">Les philosophes du siècle d'Auguste</cite> in +<cite xml:lang="fr">Revue contemporaine</cite>. +Tomo <span class="sc num">v</span>, prima dispensa. +</p> +</div> + +<div class="footnote"><a id="Fn_37"></a> +<p class="foot"><a href="#FNa_37"><span class="label">(37)</span></a> +<i class="quo" xml:lang="la">Judaeorum juventutem per speciem sacramenti +in provincias +gravioris cœli distribuit, reliquos gentis ejusdem vel +similia sectantes urbe summovit.</i> (<span class="sc aut">Svetonio</span>, +<cite xml:lang="la">in Tiber.</cite>, § 36). +</p> +</div> + +<div class="footnote"><a id="Fn_38"></a> +<p class="foot"><a href="#FNa_38"><span class="label">(38)</span></a> +<i class="quo" xml:lang="la">Judaeus qui eum qui judaicae religionis non esset +contraria doctrina ad suam religionem traducere praesumpserit, +bonorum proscriptione damnetur, miserumque in +modum puniatur.</i> (Leg. 7, Cod., <cite xml:lang="la">de Jud.</cite>; +<span class="sc aut">Dione Cassio</span>, +<cite xml:lang="la">Hist. rom.</cite>; <span class="sc aut">Spencer</span>, +<cite xml:lang="la">In orig.</cite>, p. 33). +</p> +</div> + +<div class="footnote"><a id="Fn_39"></a> +<p class="foot"><a href="#FNa_39"><span class="label">(39)</span></a> +<cite xml:lang="la">Hist. rom.</cite>, <span class="sc num">xxxviii</span>, 17. +</p> +</div> + +<div class="footnote"><a id="Fn_40"></a> +<p class="foot"><a href="#FNa_40"><span class="label">(40)</span></a> +Oggi ancora, secondo una corrispondenza della <cite xml:lang="de">Presse</cite> +di Vienna, riferita nel n. 20 dell'<cite xml:lang="de">Israelit</cite> di +Magonza dell'anno +1875, esistono nell'Yemen più di 500 mila ebrei. +</p> +</div> + +<div class="footnote"><a id="Fn_41"></a> +<p class="foot"><a href="#FNa_41"><span class="label">(41)</span></a> +A quest'epoca, il giudaismo salì nuovamente sopra un +trono regio, sopra quello dei Cazari, popolo della Tartaria, ai +quali eransi mischiati alcuni ebrei, cristiani e mussulmani. +Fu senza dubbio per effetto del commercio crescente in quel +regno, così favorevole all'industria e situato vicino il mar +Caspio, che Balan, capo dei Cazari (o Cozari) si lasciò convertire +al giudaismo. Da quell'istante un ebreo regnò costantemente +per meglio di tre secoli. (<span class="sc aut">Schwab</span>, +<cite>Storia degli Ebrei</cite>, +tradotta dal prof. Pugliese. Venezia, Longo, 1870, pag. 95. +<i>Cfr.</i> <span class="sc aut">Ad. Neubauer</span>, Relazione al Ministro ed osservazioni +del sig. Munk in <cite xml:lang="fr">Journal Asiatique</cite>, 1865, +tomo <span class="sc num">i</span>). +</p> +</div> + +<div class="footnote"><a id="Fn_42"></a> +<p class="foot"><a href="#FNa_42"><span class="label">(42)</span></a> +<cite xml:lang="la">Monumenta Histor. German. Scriptores</cite>, +<span class="sc num">vi</span>, p. 704 e 720. +</p> +</div> + +<div class="footnote"><a id="Fn_43"></a> +<p class="foot"><a href="#FNa_43"><span class="label">(43)</span></a> +<span class="sc aut">Würdtwein</span>, <cite xml:lang="la">Nova +subsidia diplomatica</cite>, <span class="sc num">i</span>, p. 125. +</p> +</div> + +<div class="footnote"><a id="Fn_44"></a> +<p class="foot"><a href="#FNa_44"><span class="label">(44)</span></a> +<span class="sc aut">Bedarride.</span> Op. cit., pag. 84. +</p> +</div> + +<div class="footnote"><a id="Fn_45"></a> +<p class="foot"><a href="#FNa_45"><span class="label">(45)</span></a> +<span class="sc aut">Basnage.</span> Op. cit., libro +<span class="sc num">vii</span>, cap. 18. +</p> +</div> + +<div class="footnote"><a id="Fn_46"></a> +<p class="foot"><a href="#FNa_46"><span class="label">(46)</span></a> +<span class="sc aut">Bartholoccius.</span> <cite>Bibl. rabb.</cite>, t. +<span class="sc num">iii</span>. — <span class="sc aut">Salomon ben Virga</span>, +<cite>Scevet Jehudà</cite>, 5 excidium. +</p> +</div> + +<div class="footnote"><a id="Fn_47"></a> +<p class="foot"><a href="#FNa_47"><span class="label">(47)</span></a> +<i>Cfr.</i> <span class="sc aut">De Rossi</span>, <cite>Diz. storico +degli Autori Ebrei</cite>, Parma, +1802, a. v. <cite>Nassi</cite> e <span class="sc aut">Steinschneider</span>, +<cite xml:lang="la">Catalogus Libr. Hebr. +in Bibl. Bodleiana</cite>, col. 1515. +</p> +</div> + +<div class="footnote"><a id="Fn_48"></a> +<p class="foot"><a href="#FNa_48"><span class="label">(48)</span></a> +Cfr. <span class="sc aut">Macaulay</span>, +<cite xml:lang="en">Speeches</cite>, vol. 6, pag. 141, 2ª ediz. +Tauchnitz. +</p> +</div> + +<div class="footnote"><a id="Fn_49"></a> +<p class="foot"><a href="#FNa_49"><span class="label">(49)</span></a> +È innegabile che nell'età moderna lo spirito di propaganda +degli Ebrei è completamente cessata. Pare che ora +abbiano preso alla lettera l'insegnamento del Talmud: <i class="quo">Son +perniciosi i proseliti agli Israeliti come la lebbra o come +la calvizie</i> (<cite class="sc">Talm. Bab.</cite>, capo +<span class="sc num">iv</span>, folio 47 b. et alibi) sicchè +si può oggi asserire che la religione mosaica è la sola, fra +quelle professate nel mondo civile, che non si occupi di far +proseliti. Pure oggi ancora non mancano esempî, benchè rarissimi, +di Cristiani che abbracciano volontariamente il Giudaismo. +Cooper, nelle sue lettere sugli Stati Uniti, parla di +una società di Ebrei costituitasi nello Stato di Nuova York +per provocare la conversione dei Cristiani. Se la notizia, che +non vedemmo mai confermata da altre fonti, non è un +<em xml:lang="en">humbug</em> +americano, la fondazione di questa società è una prova che +gli Ebrei di America non si sentono, per quanto almeno concerne +l'eccentricità, estranei alla terra in cui vivono; perocchè +possiamo affermare che non vi ha in Europa oggigiorno +fra gli Ebrei la più leggiera traccia di spirito di +proselitismo. +</p> +</div> + +<div class="footnote"><a id="Fn_50"></a> +<p class="foot"><a href="#FNa_50"><span class="label">(50)</span></a> +Anche il Rénan si è testè occupato di questo argomento +in una conferenza da lui tenuta il 27 gennaio 1883 +al Cercle Saint-Simon ed edita poi dal celebre editore parigino +Calmann Lévy col titolo: <cite xml:lang="fr">Le Judaïsme comme race et +comme religion.</cite> In questa conferenza, cui rimandiamo coloro +che fossero vaghi di maggiori particolari sull'argomento, il +dotto francese, dopo aver spiegato come la scienza delle religioni +le divida in due grandi classi, <em>universali</em> (il buddismo, +il cristianesimo, il maomettismo) e <em>nazionali</em> o +<em>locali</em> cui devono +ascriversi tutte le altre, viene a mostrare come tutte le +religioni nazionali sieno perite e come la religione ebraica, +precorrendo per opera dei suoi profeti al Cristianesimo, abbia +assunto, col monoteismo che ne è la caratteristica la più spiccata, +forma appunto di religione universale. Gli Ebrei, che +dalle loro profezie eran fatti persuasi tutti i popoli dovere +col tempo convertirsi alla loro Fede, cercavano affrettarne +la realizzazione cercando proseliti fuori della loro nazione. E +di questo spirito di propaganda del giudaismo antico molti +esempî reca il Rénan. Nessuno poi potrà dire di aver un'idea +completa dell'argomento, ove non abbia letto l'importantissimo +opuscolo del cav. Marco Mortara: <cite xml:lang="fr">Le prosélytisme +juif</cite>. Paris, Witt. Hersheim, 1875. +</p> +</div> + +<div class="footnote"><a id="Fn_51"></a> +<p class="foot"><a href="#FNa_51"><span class="label">(51)</span></a> +È innegabile che la segregazione forzata in cui gli +Ebrei vennero tenuti fino a pochi anni addietro impedì loro +sempre di confondersi colle popolazioni in mezzo alle quali +vivevano; sicchè si può asserire con qualche certezza che +esiste un tipo speciale al quale si possono conoscere gli Ebrei. +Ma questo tipo è egli il tipo semita puro? Quale antropologo +potrebbe asserirlo? Non è più ovvio il ritenere che esso sia più +che il carattere di una razza, la risultante di speciali abitudini +di vita, che si sarebbe perpetuata per eredità fisiologica? +Ed infatti, non vediamo questo stesso tipo andar man mano +cancellandosi negli Ebrei, che, vivendo nei paesi civili, finiscono +coll'adottare le abitudini delle popolazioni fra cui si +trovano, mentre si mantiene inalterato in Ungheria, in Polonia +ed in tutti i paesi dove la minor civiltà delle popolazioni +e la conseguente rozzezza dell'ebreo rende difficile ogni +contatto, ogni assimilazione? +</p> +</div> + +<div class="footnote"><a id="Fn_52"></a> +<p class="foot"><a href="#FNa_52"><span class="label">(52)</span></a> +Usiamo la denominazione la più comunemente accettata, +pur conoscendone l'inesattezza, per non ingolfarci in una +questione etnografica affatto estranea al nostro argomento. +</p> +</div> + +<div class="footnote"><a id="Fn_53"></a> +<p class="foot"><a href="#FNa_53"><span class="label">(53)</span></a> +Ricordiamo che il Conte di Molé, famoso ministro francese +dei tempi di Luigi Filippo, discendeva da una ebrea, la +figlia di Samuel Bernard il banchiere di Luigi XIV, che si +era battezzata per isposare il cancelliere Molé. Nè questa dei +Molé è la sola nobile famiglia europea nelle cui vene sia +frammisto qualche gocciolina di sangue giudaico; e, per non +moltiplicare gli esempi, ricorderò come da famiglia ebrea discendesse +Pier di Leone, noto antipapa del secolo <span class="sc num">xii</span>, e come +discendesse pure da una ebrea — la figlia del celebre generale +Ventura, modenese — quel marchese di Trazignies, belga, +che, spinto da fanatismo religioso e politico, venne in Italia +a combattere il movimento nazionale nelle file dei briganti, e +fatto prigioniero colle armi alla mano, fu, da un picchetto +del 43º reggimento fanteria, fucilato in Isoletta li 11 novembre +1861. +</p> +</div> + +<div class="blankpage"> +<span class="pageno" title="40" id="page-40"></span> +</div> + +<div class="chapter"> +<span class="pageno" title="41" id="page-41"></span> +<img src="images/i003a.png" style="width: 100%" alt=""/> +</div> + +<h2 class="nobreak" id="tit-2"> +<a href="#ritit-2">II.</a> +</h2> + +<p class="subtitle"> +Il Talmud +</p> + +<hr class="breve"/> + +<p> +Tutti hanno udito menzionare, ed anche maledire, il +<cite>Talmud</cite>, questo libro che lo storico +Milman <a id="FNa_54"></a><a href="#Fn_54" class="fna">(54)</a> +chiamava: +“monumento straordinario dell'attività umana, della intelligenza +umana, e dell'umana pazzia;” molti certamente +ignorano cosa esso sia, o ne hanno nozioni assai incomplete; +e non vi sarebbe troppo da meravigliarsi se qualche +semidotto credesse ancora che il <cite>Talmud</cite> fosse un +uomo, siccome avvenne a quel buon Cappuccino d'Henry +de Seyne che ebbe con tutta tranquillità a scrivere: +<i class="quo" xml:lang="la">Ut narrat Rabbinus Talmud</i>. +</p> + +<p> +Cercheremo, in brevi parole, di dirne quel tanto che +sarà necessario per far chiaro ciò che dovremo dire in +appresso. +</p> + +<div> +<span class="pageno" title="42" id="page-42"></span> +</div> + +<p> +Fintanto che gli Ebrei rimasero nella Terra Promessa, +la Legge scritta, il Pentateuco, fu, per essi, solo codice +religioso, morale, politico. +</p> + +<p> +Coloro che eran chiamati ad insegnarlo ed a curarne +l'osservanza, ne conoscevano ed applicavano, caso per +caso, l'interpretazione tradizionale. +</p> + +<p> +Essi erano, a sentirli, depositari di una tradizione orale +trasmessa in buona parte da Dio stesso a Moisè sul Sinai +(<i class="quo">alachà lemoscè +Missinai</i>) <a id="FNa_55"></a><a href="#Fn_55" class="fna">(55)</a>, +da Mosè trasmessa a Giosuè, +da questo agli anziani, dagli anziani ai profeti e dai +profeti agli uomini della Grande +Sinagoga <a id="FNa_56"></a><a href="#Fn_56" class="fna">(56)</a>. +</p> + +<p> +Agli Ebrei però era allora vietato di raccogliere per +iscritto tale tradizione. Il motivo di questo divieto non è +noto. Chi crede ne fosse causa il desiderio connaturale ai +popoli orientali, siccome ci mostrano la storia dell'India e +dell'Egitto, di concentrare in poche mani il monopolio della +scienza <a id="FNa_57"></a><a href="#Fn_57" class="fna">(57)</a>; +chi ne cerca ragione nel timore che errori +<span class="pageno" title="43" id="page-43"></span> +di copisti o volontarie +falsificazioni <a id="FNa_58"></a><a href="#Fn_58" class="fna">(58)</a> +producessero nuovi +scismi; chi nel desiderio di impedire che la legge tradizionale +acquistasse eguale autorità della scritta; S. D. +Luzzatto <a id="FNa_59"></a><a href="#Fn_59" class="fna">(59)</a> +infine, pensa che tale divieto provenisse dall'aver, +gli antichissimi dottori, voluto che la teoria e +la pratica della religione rimanessero in buona parte +modificabili, giusta i bisogni dei tempi, ragione per cui +nulla scrissero e nulla permisero si scrivesse per non +scemare ai posteri la libertà di modificare gli insegnamenti +dei +predecessori <a id="FNa_60"></a><a href="#Fn_60" class="fna">(60)</a>. +</p> + +<div> +<span class="pageno" title="44" id="page-44"></span> +</div> + +<p> +Per quanto incredibile possa ciò sembrare a' giorni +nostri, non è meno certo che questi insegnamenti passavano +per tradizione orale dall'una all'altra generazione. +La memoria sviluppatissima, come è noto, presso i popoli +orientali, dovette aver parte grandissima nelle scuole +ebraiche <a id="FNa_61"></a><a href="#Fn_61" class="fna">(61)</a>. +</p> + +<div> +<span class="pageno" title="45" id="page-45"></span> +</div> + +<p> +Caduto il secondo tempio e venutane la gran dispersione +degli Ebrei, i loro dottori compresero che ove si +fosse continuato nell'antico sistema, la tradizione avrebbe +molto probabilmente finito coll'andar dispersa. +</p> + +<p> +Pensarono quindi di ridurla in iscritto, e Giuda di +Tiberiade, soprannominato il Santo, a causa della sua +scienza e della purezza dei suoi costumi, e conosciuto +anche sotto il semplice nome di <em>Rabbì</em>, quasi il maestro +per antonomasia, compilò, nel primo quarto del terzo secolo, +la <cite>Mischnà</cite> o seconda +legge <a id="FNa_62"></a><a href="#Fn_62" class="fna">(62)</a>. +</p> + +<p> +Che egli poi la scrivesse, come afferma il Maimonide +e con lui moltissimi altri, o che invece egli si limitasse +ad insegnarla ai suoi numerosi uditori, sicchè essa si +tramandasse inalterata per molte generazioni e venisse +soltanto dopo lungo tempo posta in iscritto, siccome vogliono +con S. D. Luzzatto, il Graetz e molti altri moderni, +<span class="pageno" title="46" id="page-46"></span> +è questione sulla quale non ci sentiamo da tanto +di pronunciarci. Ciò che è certo è che la <cite>Mischnà</cite> sta +al Pentateuco, come il Mitri ai Veda, la Sunnah al Corano +e che è qualche cosa di analogo alle +<span xml:lang="grc" title="Rhêtrai" id="rhetrai">Ῥήτραι</span> greche, +alla <em xml:lang="la">lex non scripta</em> dei Romani ed alla +<em xml:lang="en">Common Law</em> degli Inglesi. +</p> + +<p> +Nella <cite>Mischnà</cite> Giuda raccolse tutti i decreti, gli statuti, +le sentenze pronunciate dai saggi, diverse massime +religiose e morali, tutto ciò che era stato adottato durante +l'epoca dei profeti dai membri della grande Sinagoga, tutte +le ordinazioni del Sahnedrin e dei +<em>tanaim</em> <a id="FNa_63"></a><a href="#Fn_63" class="fna">(63)</a>, +cioè dei +dottori più celebri vissuti durante i due secoli anteriori, +e ne fece un'opera divisa in sei parti principali, dette +<em>ordini</em>. +</p> + +<p> +Ogni ordine è diviso in trattati (letteralmente: <em>contesti</em>), +ogni trattato in capi, ogni capo in paragrafi (detti <em>mischnà</em>, +nel senso più ristretto della parola). La prima parte od +<em>ordine</em> che dir si voglia intitolata <em>delle sementi</em> tratta delle +leggi dell'agricoltura e delle +decime <a id="FNa_64"></a><a href="#Fn_64" class="fna">(64)</a>. +Vi è premesso un +trattato sulle benedizioni quotidiane e su quelle che devonsi +pronunciare in varie circostanze. La seconda parte +<em>delle Feste</em> tratta delle cerimonie da compiersi nei giorni +feriali e solenni. La terza: <em>della Donna</em> o del matrimonio +e dei doveri della famiglia. La quarta: <em>dei danni</em>, si occupa +della indennità dovuta pei danni che si occasionano altrui +ed in generale di tutto quanto si riferisce al giure civile +<span class="pageno" title="47" id="page-47"></span> +ed al punitivo. Questa parte offre in moltissimi punti una +grande analogia col diritto +romano <a id="FNa_65"></a><a href="#Fn_65" class="fna">(65)</a>. +A questa parte è +aggiunto un trattato di morale che contiene una raccolta +di sentenze morali dei padri della Sinagoga. La quinta +parte tratta <em>della Santità</em> e dei sacrifizi che si offrivano +nel Tempio, che vi è minutamente descritto, e contiene +inoltre i precetti sui cibi. La sesta verte <em>sulle purificazioni</em> +e sulla purità ed impurità legale. +</p> + +<p> +Lo spirito generale della <cite>Mischnà</cite> trova la sua migliore +espressione nelle parole del suo stesso redattore, che servono +quasi di epigrafe alla intiera raccolta: “Siate tanto +coscienziosi nell'adempimento dei piccoli precetti quanto +dei grandi perchè ignorate la ricompensa che va annessa +ad ognuno di essi. Paragonate la perdita temporale che +vi occasiona l'adempimento di una legge, colla ricompensa +celeste che vi è congiunta, ed il beneficio che risulta dalla +trasgressione della legge colla pena che deve seguirla. +Per evitare il peccato abbiate sempre presente tre cose: +che al dissopra di voi vi ha un occhio che tutto vede, +un orecchio che tutto intende, e che tutte le vostre opere +sono scritte in un +libro” <a id="FNa_66"></a><a href="#Fn_66" class="fna">(66)</a>. +</p> + +<p> +La <cite>Mischnà</cite> ha più carattere di codice che di trattato +di metafisica. Però essa non trascura l'occasione di inculcare +quegli alti principii morali cui deve informarsi la +stretta lettera della legge. Nell'esecuzione di un fatto +<span class="pageno" title="48" id="page-48"></span> +guarda più all'intenzione che all'atto in sè stesso. Chi +reclama un diritto, basandosi sulla lettera della legge, ma +senza tener conto del sentimento di umanità, che dovrebbe +spingerlo a non insistere nelle sue pretese, non è amato +nè da Dio nè dagli uomini. Quegli invece che spontaneamente +fa buon diritto agli altrui reclami, anche quando +la legge non gliene impone l'obbligo, colui, in una parola, +che non si ferma alla <em>porta della giustizia</em>, ma che varca +la linea della misericordia, guadagna l'approvazione del +saggio. “Gerusalemme, vi è detto, non andò distrutta +se non perchè in essa si giudicava col rigor della +legge” <a id="FNa_67"></a><a href="#Fn_67" class="fna">(67)</a>. +Certi doveri, come, ad esempio, il rispetto +ai genitori, la carità, l'applicazione precoce allo studio, +l'ospitalità, il metter pace fra nemici traggono +seco <a id="FNa_68"></a><a href="#Fn_68" class="fna">(68)</a> +la loro ricompensa in questo mondo, ma questa non è +che un interesse; la vera ricompensa, il capitale, viene +pagato nella vita futura. Nella <cite>Mischnà</cite> non è parola +dell'inferno. Oltre le pene sancite dalla legge la <cite>Mischnà</cite> +non minaccia ai peccatori che un solo castigo misterioso +e formidabile mandato da Dio, “lo sradicamento;” è +lo sterminio (<em>cared</em>) di cui già parla la Scrittura. Le +colpe si riscattano generalmente o col pentimento, o colla +carità, o col sagrifizio e nel giorno della espiazione; se +gravissime, il pentimento giova soltanto a sospendere +gli effetti dell'ira divina, ed ove esso continui sino alla +morte, questa tutto espia. I peccati commessi contro +gli uomini non sono perdonati se la parte offesa non +riceve piena riparazione, e non si dichiari soddisfatta. +La virtù la più alta consiste nello studio della legge, siccome +quello che conduce all'esercizio della +virtù <a id="FNa_69"></a><a href="#Fn_69" class="fna">(69)</a>. Un +<span class="pageno" title="49" id="page-49"></span> +bastardo istrutto è più onorevole di un gran sacerdote che +non lo +sia <a id="FNa_70"></a><a href="#Fn_70" class="fna">(70)</a>. +</p> + +<p> +Esistono due redazioni della <cite>Mischnà</cite>, le quali non +presentano per altro notevoli differenze. +</p> + +<p> +La <cite>Mischnà</cite>, la quale non contiene generalmente che +la decisione finale della tradizione, secondo i pareri dei diversi +dottori, fu naturalmente argomento di note, di scolii, +di discussioni, nelle due accademie religiose di Palestina e +di Babilonia. In ciascuna di queste due accademie si fece +più tardi una raccolta di queste discussioni: queste raccolte, +molto più voluminose della <cite>Mischnà</cite> che serve loro +di testo, presero il nome di <cite>Ghemarà</cite> o complemento. La +<cite>Mischnà</cite> e la <cite>Ghemarà</cite> insieme unite formano il +<cite>Talmud</cite> <a id="FNa_71"></a><a href="#Fn_71" class="fna">(71)</a>. +</p> + +<p> +Per conseguenza si hanno due <cite>Talmud</cite>; uno frutto +degli studi dell'Accademia di Palestina chiamato <cite>Ghemarà</cite> +di Gerusalemme, l'altro dovuto all'Accademia di +Babilonia e detto <cite>Ghemarà</cite> di Babilonia. +</p> + +<p> +La <cite>Ghemarà</cite> di Gerusalemme venne redatta a Tiberiade +ed ultimata probabilmente verso la fine del <span class="sc num">iv</span> +secolo +dell'èra nostra, sotto la direzione di rabbi Iochanan, +detto anche <em>bar nappachà</em>, ossia, figlio del +fabbroferraio <a id="FNa_72"></a><a href="#Fn_72" class="fna">(72)</a>. +Conteneva i commentarii sulle cinque prime parti della +<cite>Mischnà</cite>, ma quelli risguardanti la quarta parte andarono +perduti. +</p> + +<div> +<span class="pageno" title="50" id="page-50"></span> +</div> + +<p> +Anche le altre quattro parti contengono taluni trattati +incompleti. Questa <cite>Ghemarà</cite> venne negletta, negli studii +delle scuole ebree del medio evo. Essa subì la sorte delle +Accademie, da cui aveva avuto origine, e che vennero +ecclissate da quelle di Babilonia. Se le edizioni del <cite>Talmud</cite> +gerosolimitano sono meno buone, è perchè ancora +non se ne è scoperto un esemplare manoscritto colla cui +scorta si possano ristabilire i differenti brani mutilati dai +copisti. Inoltre questo <cite>Talmud</cite> offre molta difficoltà, grazie +alla lingua, in cui è scritto, imbarbarita dalla mescolanza +di molte voci greche e siriache. +</p> + +<p> +La <cite>Ghemarà</cite> di Babilonia, la cui autorità prevalse fra +gli Ebrei, venne redatta, in una lingua mescolata d'ebraico +e d'aramaico, nel corso del quinto secolo, da Aschè, celebre +dottore dell'Accademia di +Sora <a id="FNa_73"></a><a href="#Fn_73" class="fna">(73)</a>, +da <em>Ravenà</em> suo +discepolo e terminata l'anno 500 da rabbi Jossè. Essa è +almeno quattro volte più voluminosa dell'altra, quantunque +a noi non sian giunti che i commenti a trentasei +dei sessantatre trattati, di cui si compone la <cite>Mischnà</cite>. +Le discussioni vi sono più sviluppate, essendo stato chiuso +più tardi. Contiene, oltre alle dispute di numerose scuole +babilonesi, anche quelle di talune scuole di Palestina. +</p> + +<p> +Questa <cite>Ghemarà</cite>, al paro della Gerosolimitana, è composta +di due parti principali: la parte rituale, detta <cite>Alachà</cite>, +in cui si discorre anco dei riti che divennero impraticabili +dopo la distruzione del tempio e una parte +<span class="pageno" title="51" id="page-51"></span> +non rituale, detta <cite>Agadà</cite> che contiene narrazioni, leggende, +allegorie, proverbi, regole di vita sociale, dottrine +morali e +sentenze <a id="FNa_74"></a><a href="#Fn_74" class="fna">(74)</a>. +Morale, metafisica, giurisprudenza, +astronomia, medicina, tutte le scienze trovano luogo nel +<cite>Talmud</cite> <a id="FNa_75"></a><a href="#Fn_75" class="fna">(75)</a>. +</p> + +<p> +Le nozioni, che sopra ognuna di esse vi si leggono, +sono certamente ben lungi dal raggiungere la perfezione, +ma, a traverso gli errori moltissimi che danno a quel libro +l'impronta dell'epoca in cui fu scritto, appare che, +sin da allora, esisteva presso gli Ebrei il germe della +Enciclopedia umana. E ciò è tanto vero che l'Etheridge, +scrittore certamente non favorevole al giudaismo, si lascia +scappare questa confessione: “Quando il Talmudismo come +sistema religioso sarà scomparso, il <cite>Talmud</cite> non cesserà +perciò di essere una preziosa miniera di leggende divertenti +<span class="pageno" title="52" id="page-52"></span> +e di lezioni inapprezzabili che resteranno vere per +tutti i tempi +futuri” <a id="FNa_76"></a><a href="#Fn_76" class="fna">(76)</a>. +</p> + +<p> +Quanti scrissero del <cite>Talmud</cite> notarono il disordine con +cui è redatto. L'<cite>Alachà</cite> e l'<cite>Agadà</cite> vi si incontrano +promiscuamente, +senza sistema nè ordine, sicchè un illustre +scrittore disse sembrar quasi che i dottori, minacciati +dalla dispersione, agissero come uomini che in un incendio +salvano tutto quanto loro viene sotto mano, lasciando ad +altri la cura di tirare più tardi il miglior partito da +quanto venne sottratto alle +fiamme <a id="FNa_77"></a><a href="#Fn_77" class="fna">(77)</a>. +</p> + +<p> +Questo disordine non deve recar meraviglia. Chi non +sa che, malgrado gli sforzi di Triboniano, il Digesto abbonda +in <i class="quo" xml:lang="la">germinationes, leges fugitivae, errativae?</i> +Gli +stessi famosi capitolari di Carlo Magno, o meglio dei Re +Franchi (<cite xml:lang="la">Capitula Regum Francorum</cite>), non sono, se si +considerano colle idee dei nostri tempi anzichè con quelle +dell'epoca in cui vennero scritti, che una indigesta e disordinata +farraggine <a id="FNa_78"></a><a href="#Fn_78" class="fna">(78)</a>. +Eppure i Capitolari son di +vari secoli posteriori al <cite>Talmud</cite>. +</p> + +<p> +Una questione importante a risolversi sarebbe quella +di conoscere, se il disordine che tanto si lamenta nel +<cite>Talmud</cite>, sia una ripercussione di quello che avrebbe +sistematicamente regnato nelle discussioni delle accademie +ebraiche; ma l'esame di tale questione ci porterebbe fuori +del ristretto campo di questo modestissimo libercolo, sicchè +contentiamoci di averla accennata. +</p> + +<div> +<span class="pageno" title="53" id="page-53"></span> +</div> + +<p> +Il miscuglio però dell'<cite>Agadà</cite> coll'<cite>Alachà</cite> +ci viene spiegato +da un aneddoto che troviamo narrato nel Talmud +stesso, e che ci piace riferire anche perchè vale a render +ragione delle iperboli esagerate che spesso si riscontrano +nel Talmud, e di cui si fecero un'arme coloro che vollero +denigrarlo, senza tener presente l'aureo consiglio di +Goëthe, che chi vuole comprendere un poeta deve recarsi +nel paese dove egli visse. Un vecchio maestro, narra +adunque il Talmud, accorgendosi un giorno che i suoi +scolari sonnecchiavano durante la lezione, si interruppe +d'un tratto per dire: “Vi fu una volta in Egitto una +donna, che diede alla luce seicentomila uomini.” Si può +di leggieri immaginare l'effetto prodotto da questo meraviglioso +racconto. “Era, continuò tranquillamente il +maestro, Jochebed, la madre di Mosè, il quale valeva da +solo i seicento mila uomini d'arme che uscirono dall'Egitto”; +e rieccitata in tal guisa l'attenzione dell'uditorio, +continuò la sua lezione. Chi conosce l'indole immaginosa +degli Orientali comprenderà come i maestri, per tener +desta l'attenzione degli uditori, dovessero spesso ricorrere +a tale sistema, mescolare la leggenda divertente e +fantastica col precetto rigido e positivo. +</p> + +<p> +L'<cite>Agadà</cite> fu spesso segno a motteggi, ed è sempre o +quasi sempre di essa che si parla, allorquando si discorre +di fantasticherie rabbiniche, o si scaglia contro gli Ebrei +il vecchio insulto: <i class="quo" xml:lang="la">Lex Judaeorum, +lex +puerorum</i> <a id="FNa_79"></a><a href="#Fn_79" class="fna">(79)</a>. +</p> + +<div> +<span class="pageno" title="54" id="page-54"></span> +</div> + +<p> +Niun miglior giudice però dell'importanza che devesi annettere +ad un'opera, dello stesso autore; ora nel <cite>Talmud</cite> +stesso troviamo questo giudizio che può fare apprezzare +l'importanza che gli stessi rabbini annettevano all'<cite>Agadà</cite>: +“Colui che la trascrive non avrà la sua parte nell'altro +mondo, colui che la spiega sarà bruciato e +colui che l'ascolta non riceverà +ricompensa” <a id="FNa_80"></a><a href="#Fn_80" class="fna">(80)</a>. +</p> + +<p> +Ogni popolo ha le sue leggende, ma non accade sovente +di vedere i contemporanei giudicarle coll'indipendenza +d'opinione di cui dà prova questo rabbino. +</p> + +<p> +Ed è veramente strano il vedere che, malgrado siffatta +indipendenza di giudizio, si sia potuto da taluno asserire +che gli Ebrei di ogni paese si sarebbero obbligati con +patto solenne ad accettare il Talmud nella sua integrità, +a non aggiungervi ed a non togliervi una sola parola. +Con ben maggiore ragione un illustre professore tedesco +scrisse: “che i Talmud non hanno essenza dogmatica, +che persino i risultati scientifico-legali sono soltanto +opinioni individuali e provvisoriamente valevoli, che la +sinagoga non li sanzionò mai, e non riconobbe mai in +essi l'autorità di decretali riconosciute e generalmente +valevoli.” <a id="FNa_81"></a><a href="#Fn_81" class="fna">(81)</a>. +</p> + +<p> +Infatti il Talmud non fu mai accettato dalla nazione, +in assemblea generale o speciale. Le sue decisioni legali, +come quelle che emanavano dalle più alte autorità teologiche +del Giudaismo, formarono certamente la base +della legge religiosa, la norma di tutte le decisioni future. +<span class="pageno" title="55" id="page-55"></span> +Ma è probabile, per non dir certo, che egli non +deve la autorità di cui gode, che ad una causa non prevista +dai suoi stessi autori. Durante le persecuzioni contro +gli Ebrei, che ebbero luogo nell'impero persiano sotto +Ysdegerd II (440 d. G. C.), Peroze e Cobade, le scuole +furono chiuse per quasi ottant'anni. Lo sviluppo permanente, +continuo, della legge che era lo spirito del Giudaismo +fu violentemente interrotto; ed il libro ottenne +una autorità suprema, che era ben lungi dalla mente dei +suoi autori. +</p> + +<p> +Ma qual sia questa autorità, ce lo dice Samuel Naghid, +il dottissimo ebreo spagnuolo che fu nell'<span class="sc num">xi</span> +secolo segretario +di un re di Granata, e che è autore di una introduzione +al Talmud, tenuta in tanto conto dagli Ebrei, +che forma oggidì parte integrante di tutte le edizioni +del Talmud stesso: +</p> + +<p> +“Tutto quanto si trova nel Talmud, e che non abbia +rapporto con la legge rituale dicesi <cite>Agadà</cite>; nè da questa +devesi trarre altro insegnamento se non quello che persuade. +È da notarsi eziandio che quello che i dottori fissarono +essere dottrina rivelata a Mosè sul Sinai deve +ritenersi come legge fissa ed immutabile, mentre le +deduzioni da essi fatte coll'appoggio di commenti a +testi biblici, son cose fatte a seconda delle esigenze, +delle circostanze e delle proprie idee; per cui mentre +devesi ritenere quanto in questi ultimi insegnamenti +vi ha di persuadente, il resto non è cosa su cui si +abbia l'obbligo di appoggiarsi.” Se così scrivevano +gli antichi non meraviglia che con eguale indipendenza +il rabbino Hurwiz di Londra abbia scritto nella sua opera +<cite xml:lang="en">Hebrew Tales</cite>: “Sono lungi dal sostenere che il +Talmud sia un libro irreprensibile, sono disposto ad +ammettere che contiene molte cose, che ogni spirito +illuminato, ogni israelita pio desidererebbe non vi fossero +<span class="pageno" title="56" id="page-56"></span> +mai state o vi fossero, almeno, state tolte da molto +tempo.” <a id="FNa_82"></a><a href="#Fn_82" class="fna">(82)</a>. +</p> + +<p> +Se piacque dunque a taluno, dice, ben a ragione, il +dottissimo +Bedarride <a id="FNa_83"></a><a href="#Fn_83" class="fna">(83)</a> +di porre a paro le prescrizioni +del <cite>Talmud</cite> con quelle della legge di Mosè, questa dottrina +non è mai stata ammessa dagli Ebrei siccome articolo +di fede. Nelle cerimonie del culto giudaico è il +Pentateuco che il ministro della religione presenta ai +fedeli dicendo: “Ecco la legge che portò Mosè ai figliuoli +di Israello.” Se il Talmud avesse formato un +tutto colla legge di Mosè non si sarebbe mancato di +unirlo a quella in siffatte funzioni. +</p> + +<p> +“Negli articoli di fede del Maimonide, che ottennero +l'approvazione di tutti gli Ebrei, si legge: “Tutta la +legge che è oggi nelle nostre mani ci è stata trasmessa +da Mosè.” Anche qui evidentemente non può trattarsi +che del solo Pentateuco. +</p> + +<p> +“Infine, in tutte le epoche, i più dotti rabbini si sono +espressi liberamente sul conto del Talmud, ciò che non +avrebbero osato fare se fosse stato parte della legge rivelata. +</p> + +<p> +“Così Judas Levy, che fiorì nell'undecimo secolo, dichiara +nel <cite>Cozri</cite>, che vi sono nel Talmud cose che già +ai suoi tempi non si sarebbero +scritte <a id="FNa_84"></a><a href="#Fn_84" class="fna">(84)</a>. +</p> + +<p> +“Maimonide, nel <cite>Morè hanevohim</cite>, critica numerosi +brani del Talmud, ed allorquando taluni zelanti vollero +scomunicarlo, una folla di dotti ebrei alzò la voce per +adottarne e difenderne le opinioni. +</p> + +<p> +“Così Aben Ezra, Giuseppe Albo, e gran numero di +altri dottori che meritarono il nome di sapienti, pur rendendo +<span class="pageno" title="57" id="page-57"></span> +alle tradizioni, che si trovano nel Talmud, il tributo +di rispetto che meritano, non hanno esitato a dichiarare +che vi si contengono cose che non è possibile +ammettere.” +</p> + +<p> +Non si creda però che noi intendiamo invocare quanto +siamo venuti finora dicendo per sostenere che dal Talmud +non si può desumere un sicuro criterio per giudicare +della moralità degli Ebrei. Lungi da noi siffatta +idea. +</p> + +<p> +Volemmo soltanto dire che coloro i quali asseriscono +avere gli Ebrei egualmente autorevole il Pentateuco ed +il Talmud sono in grande errore, siccome errerebbe chi +asserisse che, pei Cristiani, il Vangelo e la <cite xml:lang="la">Summa</cite> +di San Tommaso hanno eguale valore. +</p> + +<p> +Certamente non mancan Cristiani che non curano o non +comprendono i sacri misteri della loro fede per correr +dietro alle stupide fole di Maria +Lateau <a id="FNa_85"></a><a href="#Fn_85" class="fna">(85)</a> +come non +mancano Ebrei che trascurarono quasi il Pentateuco e +le opere sublimi dei loro filosofi, dei loro pensatori per +perdersi nelle quisquilie del Talmud. +</p> + +<p> +Ma questo, ci si permetta dirlo, non prova nè contro +gli Ebrei, nè contro i Cristiani, prova soltanto, per la +millesima volta, una verità antica quanto il mondo: che +ogni religione, come ogni nazione, come ogni partito conta +infinito numero di... spiriti deboli. +</p> + +<p> +Nè gli Ebrei potrebbero non aver in gran conto questo +<span class="pageno" title="58" id="page-58"></span> +libro, che non soltanto fu il legame che li tenne uniti, +durante le secolari persecuzioni di cui furono vittime, +ma che giovò eziandio a conservare intatta la loro fede. +Nessuno infatti potrà negare che questo commento minuziosissimo +della legge fosse incontrastabilmente utile al +Giudaismo, come quello che lo preservò da quelle grandi +discussioni religiose che furono cagione di tanti scismi +nelle altre credenze. Le religioni che, o non hanno, come +il Giudaismo, un codice particolareggiato, o non obbediscono, +come il Cattolicismo, all'autorità indiscutibile di +un Supremo Gerarca, sono naturalmente soggette a suddividersi +in un numero infinito di chiesuole, come avvenne +del Protestantesimo, e come sarebbe avvenuto del Giudaismo, +se il Talmud non vi avesse posto riparo, a tutto +provvedendo, e realizzando, sin dal V secolo, l'ideale di +moderni filosofi: la libertà nell'unità. Sicchè, in questo +senso, ben può dirsi giusta e veritiera la parola del Talmud +stesso: “Dio non ingiunse ad Israello tante leggi +e tanti precetti che per renderlo +felice” <a id="FNa_86"></a><a href="#Fn_86" class="fna">(86)</a>. +</p> + +<p> +Il Talmud, ripetiamolo, è di somma autorità presso gli +Ebrei, e noi, dopo aver mostrato che essi, pur avendolo e +dovendolo avere in gran conto, apportarono nel suo studio +quello spirito di libero esame, innato nel Giudaismo e da +esso reso +obbligatorio <a id="FNa_87"></a><a href="#Fn_87" class="fna">(87)</a>, +che permette di sceverare il +<span class="pageno" title="59" id="page-59"></span> +grano dal loglio, vogliamo ancora dimostrare due cose: +che il Talmud non è legge di iniquità, siccome pretendono +gli stolti, ma legge di amore, di carità, di tolleranza, e +che se vi sono nel Talmud dei passi non pochi che contraddicono +ed all'intonazione generale dell'opera, ed alla +vera morale, ciò è facilmente spiegabile e giustificabile. +</p> + +<p> +Prima per altro di entrare nello spinoso argomento, ci +si conceda una dichiarazione. La Chiesa Cattolica ha +condannato a parecchie riprese il +Talmud <a id="FNa_88"></a><a href="#Fn_88" class="fna">(88)</a>. +Nulla di più naturale che siffatta condanna. +</p> + +<div> +<span class="pageno" title="60" id="page-60"></span> +</div> + +<p> +Il Talmud, codice di una fede non cristiana, deve contenere +e contiene massime, precetti, argomentazioni contrarie +al Cristianesimo. Se altrimenti fosse, gli Ebrei sarebbero +Cristiani e la questione sarebbe bella e terminata. +A buon dritto adunque la Chiesa Cattolica condannava +il Talmud siccome libro pernicioso alla Fede e +noi faremmo opera stolta pretendendo scagionarlo da +questo addebito. +</p> + +<p> +Ciò che vogliamo provare è che la morale del Talmud +non è punto diversa, nè sopratutto peggiore di quella +che può trovarsi in qualsivoglia opera umana scritta +nelle identiche condizioni di tempi, di luoghi, di costumi; +ciò che ci preme constatare, non per artificio di polemica, +ma per omaggio alla verità è che la legge talmudica +non è legge di odio come volgarmente si crede, e che +l'Ebreo non soltanto può restarvi fedele rimanendo in pari +tempo ottimo +cittadino <a id="FNa_89"></a><a href="#Fn_89" class="fna">(89)</a>, +ma attinge da esso quelle +<span class="pageno" title="61" id="page-61"></span> +virtù domestiche e sociali che sono base di ogni civile +consorzio <a id="FNa_90"></a><a href="#Fn_90" class="fna">(90)</a>. +</p> + +<p> +E questa avvertenza che qui facciamo, desideriamo che +il signor lettore applichi a tutto il contesto di questo +lavoruccio. Difendendo l'Ebreo, compiamo opera sociale, +non religiosa, non sopratutto anticristiana. +</p> + +<p> +Fra le principalissime accuse che si vanno continuamente +movendo al Talmud vi è quella di eccitare l'animo +degli Ebrei contro i Cristiani. +</p> + +<p> +Chi si è fatto banditore di queste accuse? Il <cite>Talmud</cite>, +lo sanno anche i bimbi, non venne mai sinora completamente +tradotto, i numerosi estratti che se ne hanno +sono per la maggior parte opere polemiche e quindi da +accogliersi con prudente riserbo. +</p> + +<div> +<span class="pageno" title="62" id="page-62"></span> +</div> + +<p> +I traduttori erano in generale o ebrei +rinnegati <a id="FNa_91"></a><a href="#Fn_91" class="fna">(91)</a> +o feroci nemici dell'Ebraismo da una parte, o dall'altra +rabbini e dotti israeliti. Una traduzione imparziale non +abbiamo e non si avrà mai, perchè nessun dotto, non +mosso da spirito di parte o da sentimento religioso, potrebbe +accingersi all'improba e semi-inutile fatica. +</p> + +<p> +Aggiungasi a ciò che le diverse edizioni del Talmud +sia per imperizia degli amanuensi, sia per ostacoli ed +impedimenti frapposti dalle censure politiche ed ecclesiastiche, +presentano notevoli differenze e varianti, sicchè il +volere ristabilire il testo primitivo sembrò sino ai giorni +nostri opera quasi +impossibile <a id="FNa_92"></a><a href="#Fn_92" class="fna">(92)</a>. +</p> + +<div> +<span class="pageno" title="63" id="page-63"></span> +</div> + +<p> +Infine lo stile del <cite>Talmud</cite> è lungi dall'esser sempre +piano e facile; le iperboli vi abbondano e se vi si leggono +pensieri squisitamente gentili siccome quando per +dimostrare come l'uomo sia cosmopolita dice che “la polve +con cui fu plasmato conteneva gli atomi più delicati della +polvere di tutto il +mondo” <a id="FNa_93"></a><a href="#Fn_93" class="fna">(93)</a> +vi si trovano eziandio +frasi siffattamente oscure da doversi ritenere inesplicabili. +Queste per esempio: <i class="quo">La migliore fra le donne è una +maliarda</i> <a id="FNa_94"></a><a href="#Fn_94" class="fna">(94)</a>, +<i class="quo">il miglior medico</i> (ebreo) <i class="quo">va +all'Inferno</i> <a id="FNa_95"></a><a href="#Fn_95" class="fna">(95)</a>. +</p> + +<div> +<span class="pageno" title="64" id="page-64"></span> +</div> + +<p> +Questo linguaggio figurato che domina sovente nel +Talmud, e la confusione grandissima nella redazione di +cui abbiamo tenuto parola, furon causa che il Talmud +fosse spesse volte frainteso. +</p> + +<p> +Si avverta altresì che il Talmud è in gran parte composto +di discussioni fra dottori, ognuno dei quali sostiene +opposte +dottrine <a id="FNa_96"></a><a href="#Fn_96" class="fna">(96)</a>. +Per mostrare quanto sia facile per +<span class="pageno" title="65" id="page-65"></span> +avversari di mala fede snaturare il concetto di un libro +di siffatta natura addurrò un esempio. +</p> + +<p> +Nel 1879, alla Camera francese, il noto radicale Paul +Bert sostenne che un celebre teologo e casuista francese, +il padre Gury, appoggiandosi alla dottrina cattolica giustificava +il furto. +</p> + +<p> +Naturalmente l'asserzione fece chiasso. Il deputato Granier +di Cassagnac padre volle andare a fondo della cosa, +e cercato il passo incriminato dal Bert trovò che il padre +Gury, risolvendo un caso di coscienza, ha proposto +il seguente esempio. +</p> + +<p> +Il pastorello Titiro credendosi condannato ingiustamente +dal Tribunale ad una indennità verso il suo padrone, +ha cercato di indennizzarsi con un furto segreto. +</p> + +<p> +Il padre Gury espone dapprima la tesi di Titiro, conchiudente +alla liceità del compenso. Dopo ciò reca la soluzione +teologica, decidendo che quella compensazione è +illecita, e che Titiro è obbligato alla restituzione. Nulla +di più semplice, di più retto, di più naturale. Ma il signor +Bert si era limitato a leggere dalla tribuna testualmente +la tesi di Titiro, tacendo la soluzione del teologo, +ed attribuendo al padre Gury precisamente la dottrina, +che il dabben prete condannava. +</p> + +<p> +Se questo fu possibile ai giorni nostri con un libro +che come quello del padre Gury è scritto in una lingua +accessibile a tutti e che è effettivamente diffusissimo, +quanto più facile non sarà falsificare qualche brano del Talmud +<span class="pageno" title="66" id="page-66"></span> +e fargli dire proprio il contrario di quanto era nell'intenzione +dei compilatori? +</p> + +<p> +Due esempi fra mille. +</p> + +<p> +Si pretende che nel Talmud vi sia questo precetto: +“Il migliore degli idolatri uccidilo.” Che il precetto +manchi di carità e di tolleranza non vorremmo certamente +negare, e dato proprio che lo si trovasse allo stato +di precetto nel Talmud, non saremmo noi gli ultimi ad +invocare i fulmini dell'opinione pubblica contro l'empio +libro. Ma esiste proprio questa frase nel Talmud? Possiamo +accertare che sì, e che essa si trova nel <cite>Talmud</cite> +gerosolimitano alla fine del trattato dei Kidduscin, accanto +proprio a quella testè citata che manda i medici +all'inferno, ed a molte altre egualmente strane e bizzarre. +Molte ipotesi furono messe innanzi per spiegare questa +frase, e l'illustre Zunz concluse che il passo debba intendersi +così: “Il migliore degli idolatri (parlando di un +ebreo) dice uccidilo.” Ciò che sarebbe stata semplicemente +una constatazione delle persecuzioni di cui gli +Ebrei erano fatti segno da parte dei gentili, divenne in +bocca ai nemici del Giudaismo, un feroce appello all'assassinio +ed allo sterminio, fatto da quello stesso libro +dove è invece sancita la massima: “Chi alza la mano +contro il prossimo, quand'anche non lo batta, è chiamato +colpevole <a id="FNa_97"></a><a href="#Fn_97" class="fna">(97)</a>.” +Del resto volere basare una conclusione +qualsiasi su qualche brano staccato del Talmud sarebbe +cosa impossibile. Nessun uomo imparziale vorrà dire si +debba interpretare alla lettera un libro in cui si trovano +massime come questa: “Chiunque pronuncia una decisione +al cospetto del suo maestro merita la +morte <a id="FNa_98"></a><a href="#Fn_98" class="fna">(98)</a>.” +</p> + +<div> +<span class="pageno" title="67" id="page-67"></span> +</div> + +<p> +Un'altra accusa che si muove al <cite>Talmud</cite> e che è ripetuta, +con non ammirabile unanimità, da tutti gli scrittori +antisemitici a cominciare dal Wolf nella sua +<cite>Biblioteca</cite> <a id="FNa_99"></a><a href="#Fn_99" class="fna">(99)</a> +e venendo giù giù fino agli ultimi libellisti, è +che il Talmud insegni agli Ebrei: “Voi, voi siete degli uomini, +ma gli altri popoli non sono tali.” Senza essere +atroce come quello di cui ci siamo testè occupati, anche +quest'altro passo sarebbe sufficientemente antisociale e ridicolo, +sicchè si sarebbe non poco sorpresi di trovarlo in +quello stesso libro dove sono pur scritte queste massime +di assoluta +tolleranza <a id="FNa_100"></a><a href="#Fn_100" class="fna">(100)</a>: +“Un non israelita il quale +si governi dietro la legge di Dio, acquistasi merito, +niente meno di un sommo pontefice; imperciocchè la +legge +dice <a id="FNa_101"></a><a href="#Fn_101" class="fna">(101)</a>: +L'uomo eseguendo le mie leggi si +procura la vita; nè dice già i Sacerdoti, i Leviti, gli +Israeliti, ma dice <em>Adam</em> l'uomo.” +</p> + +<p> +“Benefica, o Signore, i buoni. I buoni è scritto e non +gli Israeliti, i buoni quindi di tutte le +nazioni <a id="FNa_102"></a><a href="#Fn_102" class="fna">(102)</a>.” +</p> + +<p> +Per chiunque sia in buona fede, basta la citazione di +questi passi tanto chiari, tanto espliciti, per far comprendere +che in quello che nega la qualità di uomini ai +non Israeliti deve essere incorso qualche errore di interpretazione; +e l'errore c'è, ed evidente. +</p> + +<p> +La proposizione che i non Israeliti non si chiamano +uomini, si trova effettivamente nel +Talmud <a id="FNa_103"></a><a href="#Fn_103" class="fna">(103)</a>, +ma, isolandola +dal suo contesto, la si riduce ad un senso che mai +<span class="pageno" title="68" id="page-68"></span> +non ebbe nella mente di chi la dettava. Si sa che la +legge +mosaica <a id="FNa_104"></a><a href="#Fn_104" class="fna">(104)</a> +colpisce di impurità per sette giorni +chiunque sia entrato in una abitazione ove si trovi un +uomo morto. Ora un talmudista, volendo alleggerire questa +prescrizione, disse che la era da ritenersi unicamente +applicabile ai morti israeliti, i quali soltanto generavano +impurità col loro contatto; i morti non israeliti non avendosi +per gli effetti di siffatta legge a considerare siccome +uomini. Questa opinione, tutta individuale, a proposito di +una questione affatto bizantina, e rigettata, lo si noti, da +tutti gli altri +talmudisti <a id="FNa_105"></a><a href="#Fn_105" class="fna">(105)</a>, +bastò, perchè da secoli si +vada ripetendo che gli Ebrei, per obbedire al Talmud, devono +considerare sè soli uomini ed avere in conto di +bestie tutti i non +ebrei <a id="FNa_106"></a><a href="#Fn_106" class="fna">(106)</a>. +</p> + +<div> +<span class="pageno" title="69" id="page-69"></span> +</div> + +<p> +Accusa altrettanto assurda e ridicola, quanto quella +che si muove al Cristianesimo di aver negata l'anima +alle donne, per ciò solo che Gregorio da Tours lasciò +scritto nella sua +<cite id="concilio" xml:lang="la">Historia ecclesiastica</cite>, +come nel concilio +di Macon (a. 525) un Vescovo facesse la proposta, respinta +dai suoi colleghi, non potersi la donna chiamar +uomo, nè formar essa parte del genere umano! +</p> + +<p> +Il Cristianesimo, che ha tra i suoi potissimi vanti di +aver dato alla donna la parte che le spetta nel civile +consorzio, è accusato di averle negata l'anima, il Talmudismo +che eleva a massima il precetto: “Amato è +l'uomo perchè fu creato ad immagine di Dio, amore +straordinario gli fu manifestato perchè fu creato ad +immagine di +Dio” <a id="FNa_107"></a><a href="#Fn_107" class="fna">(107)</a> +è accusato di aver assimilato +alle bestie la quasi totalità del genere umano. +</p> + +<p> +Aberrazioni dell'odio e dell'intolleranza. Per aggiungere +poi un'altra prova della spudorata mala fede di taluni +avversari degli Ebrei, e della supina ignoranza di +altri, dirò, che allorquando oggi ancora, si vogliono citare +i due passi del Talmud, dei quali siamo venuti +sinora discorrendo, si suole in entrambi tradurre la +parola <em>goim</em> che vale idolatri o gentili, coll'altra +<span class="pageno" title="70" id="page-70"></span> +<em>cristiani</em>, siccome fece anche poche settimane or sono un +sedicente abate Chabauty nelle colonne +dell'<cite xml:lang="fr">Antisémitique</cite> <a id="FNa_108"></a><a href="#Fn_108" class="fna">(108)</a>. +Dimostreremo ora che la parola <em>goim</em> non deve +mai intendersi applicata ai Cristiani ma, prima di farlo, +vogliamo avvisare il signor Chabauty che i due passi incriminati, +di cui ci siamo venuti sinora occupando, sono +scritti entrambi nella prima metà del secondo secolo dell'èra +nostra, in una epoca, cioè nella quale non si parlava +ancora nè di Cristiani, nè di Cristianesimo, ed in cui le +due religioni di Mosè e di Cristo confondevansi quasi ancora +in una sola; e sono scritti appunto da quel Simeon +ben Johai che, condannato a morte dalla tirannia pagana, +si tenne per quattordici anni nascosto in una caverna, +nutrendosi di erbe e di radice. +</p> + +<p> +Se questo sapeva il signor Chabauty, traducendo <em>goim</em> +per cristiani die' prova di impudente mala fede; se non +lo sapeva, di supina ignoranza, perocchè, lasciando anche +in disparte l'osservazione, certo non trascurabile, della +poca importanza che in quell'epoca aveva il Cristianesimo, +non occorre davvero grande acume per comprendere +che se Simeon ben Johai si lasciò trasportare dall'odio, +è ben naturale che i suoi strali fossero diretti agli atroci +suoi persecutori e non a coloro che in quei tempi dividevano +cogli Ebrei i dolori del martirio. +</p> + +<p> +Parrebbe quindi sprecata ogni parola per dimostrare +che, egli almeno, colla parola <em>goim</em> non potè alludere ai +Cristiani <a id="FNa_109"></a><a href="#Fn_109" class="fna">(109)</a>. +</p> + +<p> +Siccome però questa parola, che alla lettera significa +<span class="pageno" title="71" id="page-71"></span> +<em>stranieri</em>, viene usata nel Talmud, anche da scrittori ben +più moderni che non sia Rabbi Simeon ben Johai, e +non mai in senso di benevolenza, così ci converrà soffermarvici +sopra alquanto, per dimostrare falsa e calunniosa +l'opinione di quei nemici degli Ebrei che sostennero doversi +questa parola tradurre con quella di cristiano. +</p> + +<p> +Se si ammettesse questa interpretazione sarebbe facile +scavare nel Talmud non poche massime e sentenze dove +si parla del <em>goi</em>, e farsene un'arma per dimostrare l'ebreo +nemico delle popolazioni in mezzo a cui vive. +</p> + +<p> +Sventuratamente pei sobillatori l'interpretazione che +essi vorrebbero dare alla parola <em>goi</em> (plur. <em>goim</em>) non +regge alla critica. +</p> + +<p> +Il Talmud, considerato nello spirito che lo informa, +non è intollerante, neppur verso la idolatria: “Gli stranieri +fuori di Palestina non sono idolatri, ma essi seguono +semplicemente i costumi de' padri +loro.” <a id="FNa_110"></a><a href="#Fn_110" class="fna">(110)</a>, +e, come corollario di questa massima, l'altra: “L'esercizio +della carità e della giustizia son le uniche condizioni +che il Giudaismo impone per l'eterna +salute” <a id="FNa_111"></a><a href="#Fn_111" class="fna">(111)</a>. +Tanto meno quindi esso può essere intollerante verso i +monoteisti a qualunque religione appartengano, ed effettivamente +i dottori del Talmud fanno enorme differenza +fra idolatri e monoteisti. È idolatra chiunque non rispetti +i sette precetti imposti da Dio ai figliuoli di +Mosè <a id="FNa_112"></a><a href="#Fn_112" class="fna">(112)</a>: +</p> + +<div> + <p>1. Costituirsi tribunali.</p> + <p>2. Non bestemmiare.</p> + <p>3. Non servire ad idoli.</p> +<span class="pageno" title="72" id="page-72"></span> + <p>4. Non fornicare.</p> + <p>5. Non versare sangue.</p> + <p>6. Non rubare.</p> + <p>7. Non mangiar carne strappata da un animale ancora + vivente.</p> +</div> + +<p> +Chiunque invece ottempera a questi precetti si chiama +giudeo: “Chi rinnega l'idolatria si chiama +giudeo” <a id="FNa_113"></a><a href="#Fn_113" class="fna">(113)</a>. +Precetto questo che basterebbe a far chiaro qual concetto +di alta tolleranza abbia il Giudaismo per tutte le +religioni monoteistiche. Basta non essere idolatra per meritarsi +quel nome di giudeo, di cui la stolta malignità +delle plebi fece una ingiuria, ma che è, naturalmente, la +più grande espressione di benevolenza che si possa trovare +nel Talmud. E tanto differenziano gli Ebrei fra idolatri +e monoteisti che Maimonide, il massimo fra i loro filosofi, +potè ridurre ad assioma il principio, essere il Cristianesimo +e l'Islamismo mezzo di preparazione all'êra messiaca. +</p> + +<p> +Da quanto si è fin qui detto parrebbe già evidente +non doversi mai in nessun caso la parola <em>goi</em> applicare +ai Cristiani, ma ne piace far più chiara siffatta dimostrazione, +esaminando la questione sotto un altro aspetto. +</p> + +<p> +La <cite>Mischnà</cite> annovera tra le feste dei <em>Goim</em> le Calende +ed i Saturnali. Ci volle davvero nel Bustorfio singolar +mala fede, per tradurre nel suo <cite>Lessico Talmudico</cite> +(colonna 2043), in questa guisa le parole della <cite>Mischnà</cite>. +<i class="quo" xml:lang="la">Haec autem sunt festa Christianorum</i> (!) +<i class="quo" xml:lang="la">Calendæ, Saturnalia, +Quadragesima.</i> Che le Calende ed i Saturnali +non siano state mai feste cristiane sanno anche i bimbi, +nè vi ha chi ignori come i primi scrittori cristiani +stigmatizzassero con santo zelo gli osceni riti dei saturnali +pagani. +</p> + +<div> +<span class="pageno" title="73" id="page-73"></span> +</div> + +<p> +Come adunque supporre che la Mischnà abbia potuto +dire essere feste dei Cristiani quelle che notoriamente +erano dai Cristiani riprovate? <em>Goim</em>, in questo caso come +sempre, non può tradursi con <em>Cristiani</em>, ma con <em>Pagani</em> +o <em>Gentili</em>. +</p> + +<p> +Nè si obbietti che se i Saturnali o le Calende sono +feste pagane, è la Quaresima essenzialmente cristiana; +poichè a questa obbiezione si risponde che l'introduzione +della parola <em>Quaresima</em> in questo passo è un parto della +immaginazione del Bustorfio, il quale non seppe, o non +volle, trovare nella lingua greca il vocabolo misnico <em>Kratesein</em>. +Questa festa è ritenuto dai Talmudisti essere la +solennizzazione anniversaria del giorno in cui Roma +ha preso l'impero e l'antico lessico talmudico, detto +<em>Aruch</em>, dice essere voce greca. La voce è accorciata da +<span xml:lang="grc" title="Kratêsimachos" id="kratesimachos">Κρατησίμαχος</span> +vincitore in battaglia, ed indica la festa +istituita in commemorazione di qualche solenne <a id="qualera"></a>vittoria, +qual era, per es., presso i Romani il giorno degli Idi di +aprile, consecrato a Giove vincitore od alla libertà. E +ben a ragione il Perengero tradusse questo vocabolo: +<i class="quo" xml:lang="la">Dies</i> +<span xml:lang="grc" title="Kratêsimachos">Κρατησίμαχος</span>, +<i class="quo" xml:lang="la">sive memoria subjugati alicujus imperii.</i> +</p> + +<p> +Spiegato per tal guisa che nel passo, citato dal Bustorfio, +non si parla di alcuna festa cristiana, ma bensì +di tre feste pagane, sarà d'uopo convenire che allorquando +nel <cite>Talmud</cite> si incontra la parola <em>goim</em> converrà renderla +con quelle di <em>gentili</em>, <em>pagani</em>, <em>idolatri</em>, ma non +mai con quella di <em>cristiani</em>. +</p> + +<p> +Ma, si dirà, sien pure gli idolatri quelli che il Talmud +designa col nome di <em>goim</em>, non è però men vero +che egli inculca l'odio ed il disprezzo verso di loro, ciò +che è sempre contrario ai precetti di carità e di tolleranza. +</p> + +<p> +Obbiezione questa giustissima in bocca di coloro che, +<span class="pageno" title="74" id="page-74"></span> +conoscendo i santi precetti del Vangelo, vorrebbero che +ogni libro di ogni religione a quelli si informasse. +</p> + +<p> +Ma il Talmud non è il Vangelo, ed errerebbe a partito +chi volesse confrontare l'uno coll'altro. Il Vangelo è, +come il Pentateuco legge rivelata, il Talmud è legge +tradizionale. Nei primi è Dio che parla, nel secondo è +l'uomo, con tutte le sue debolezze, con tutti i suoi difetti. +</p> + +<p> +Ed il Talmud, non dimentichiamolo, fu composto, quando +le persecuzioni, atroci, efferate dei Romani contro gli +Ebrei, imperversavano ancora. Il Talmud è il libro di +una gente oltraggiata nella sua fede, cacciata dalla sua +patria, conculcata nella sua nazionalità, libro umano e +non divino, sicchè se lascia talvolta trapelare l'odio dell'oppresso +contro l'oppressore, non si può biasimarlo, senza +involgere nello stesso biasimo ogni grido di dolore, ogni +imprecazione che esca dal petto di una nazione oltraggiata, +vilipesa, martirizzata. +</p> + +<p> +Leggiamo le opere dei primi Cristiani che ebbero comuni +cogli Ebrei i patimenti e le sofferenze, e vediamo +se, malgrado le massime di sublime carità, bandite dal +Vangelo, non rivelano l'odio verso il Pagano oppressore +e tiranno. +</p> + +<p> +Perdonare agli oppressori, lambire la mano che vi +schiaccia, sono atti di virtù eroica, ma appunto perchè +tali sarebbe assurdo il far colpa a chi non se ne sente +capace. +</p> + +<p> +Ciò che importa notare è che la legge giudaica non fa +espressa distinzione dallo israelita al non israelita (<em>nochrì</em>) +in alcuna di quelle leggi che la giustizia e l'umanità hanno +suggerite a tutti i popoli civilizzati. Per esempio i precetti: +<em>Non commettere omicidio</em>, <em>non commettere adulterio</em>, +<em>non rubare</em>, sono espressi in modo illimitato ed assoluto; +e questi misfatti sono indistintamente proibiti, sia che si +tratti di commetterli a danno di un israelita o di un +<span class="pageno" title="75" id="page-75"></span> +non israelita. Ciò fu chiaramente enunciato dal rabbino +Eliezer figlio di Natan, vivente in Magonza verso il +1140, e fratello ad un genero di +Rascì <a id="FNa_114"></a><a href="#Fn_114" class="fna">(114)</a>. +</p> + +<p> +Ed anche i Talmudisti, se talvolta si lasciarono sfuggire +qualche espressione di ira verso gli oppressori, non +mancarono però di inculcare il perdono delle offese, una +delle più sublimi fra le virtù evangeliche. +</p> + +<p> +“Perdona a chi ti ha maltrattato, e dà a quello che +a te ha rifiutato; se tu cerchi di vendicarti lo rattristerai +e ti pentirai del male che avrai fatto. Se invece +tu perdoni e ti mostri liberale, te ne rallegrerai +in ogni tempo ed in ogni +momento” <a id="FNa_115"></a><a href="#Fn_115" class="fna">(115)</a>. +</p> + +<p> +Ed altrove: +</p> + +<p> +“Sii sempre pieghevole come giunco (benigno con +tutti), nè essere mai inflessibile come un cedro (inesorabile +verso chi ti +offese)” <a id="FNa_116"></a><a href="#Fn_116" class="fna">(116)</a>. +</p> + +<p> +E più chiaramente: +</p> + +<p> +“Coloro che umiliati da altri non ne anelano la rivincita, +che ingiuriati non hanno un pensiero di vendetta, +la di cui religione è amore di Dio, che con tacita +rassegnazione soffrono le sventure di questa vita, vengono +dalla sacra scrittura designati lorchè leggiamo +(<cite class="sc">Giudici</cite>, v. 31): +<i class="quo">Quelli che amano il Signore, sieno +come quando il sole esce fuori nella sua +forza</i>” <a id="FNa_117"></a><a href="#Fn_117" class="fna">(117)</a>. +</p> + +<div> +<span class="pageno" title="76" id="page-76"></span> +</div> + +<p> +Oppure: +</p> + +<p> +“Se offendesti il tuo prossimo ti sembri grave l'offesa; +se facesti il bene, lieve il beneficio. All'incontro se il +tuo prossimo ti rese un servizio stimalo grandissimo; +se verso te si permise una ingiustizia dimenticala come +di poco momento. +</p> + +<p> +“Apprendi a soffrire paziente e perdonare le +ingiurie” <a id="FNa_118"></a><a href="#Fn_118" class="fna">(118)</a>. +</p> + +<p> +Molti poi fra i precetti talmudici, che i nemici del Giudaismo +interpretarono come eccitamento all'odio verso i +gentili, non erano in fatto che precetti precauzionali intesi +a guarentire la vita e gli averi degli Ebrei, dalle popolazioni, +loro infestissime, frammezzo alle quali vivevano. +</p> + +<p> +Si leggano taluni di questi precetti e si dia torto agli +Ebrei di averli inscritti nelle loro leggi, quando si sappia, +per dirne una sola, che una legge dei Franchi Ripuarii, +non abrogata che qualche secolo dopo, da Lodovico il Pio, +vietava, si procedesse contro un cristiano per qualunque +delitto, l'assassinio compreso, che avesse commesso contro +un +ebreo <a id="FNa_119"></a><a href="#Fn_119" class="fna">(119)</a>! +</p> + +<p> +“Non si fermi solo un israelita con un idolatra perchè +sono sospetti di versar sangue. — Se viene a trovarsi +per via, insieme ad un idolatra che cinga spada, se lo +metta a destra; se ha il bastone in mano, se lo metta +a sinistra. — Se salgono o scendono non sia l'idolatra +di sopra e l'israelita sotto, e ad ogni modo se lo +metta un po' a destra, mai poi non gli si abbassi davanti. +Se gli domanda: dove vai? quando abbia bisogno +di andare un miglio, gli dica due +miglia” <a id="FNa_120"></a><a href="#Fn_120" class="fna">(120)</a>. +</p> + +<div> +<span class="pageno" title="77" id="page-77"></span> +</div> + +<p> +Un esame particolareggiato del Talmud non è nell'indole +di questo nostro lavoro, sicchè mentre non possiamo, +nell'interesse degli Ebrei, che far voti perchè siffatto +esame sia eseguito da uno scrittore veramente imparziale, +ci limiteremo a darne qui taluni brevissimi estratti per +far chiaro lo spirito che anima quello, che a buon diritto +potrebbesi chiamare, il <em xml:lang="la">corpus juris</em> degli Ebrei. +</p> + +<p> +Fu detto, ed a ragione, che tutte le verità del Vangelo +potrebbero riassumersi nel precetto: <i class="quo">Amate il vostro prossimo +come voi stessi.</i> +</p> + +<p> +Nè il fatto che questo precetto che Rabi Akivà diceva +essere il più bel precetto della +religione <a id="FNa_121"></a><a href="#Fn_121" class="fna">(121)</a>, +trovisi nell'Antico +Testamento (<cite class="sc">Lev.</cite> +<span class="sc num">xix</span>, 20), attenua il merito grandissimo +del Cristianesimo che, sostituendosi al Paganesimo, +mise in pratica il precetto della scambievole benevolenza, +in scala ben più larga che non avesse fatto prima il +Giudaismo e gli diede la sanzione di un dovere religioso. +Ma il merito del Cristianesimo non deve renderci ingiusti +verso gli Ebrei che seppero mostrarsi degni del sacro deposito +della legge che avevano ricevuto da Dio. +</p> + +<p> +Infatti nel Talmud troviamo: +</p> + +<p> +“Amerai il tuo prossimo come te stesso. È questa la +gran legge di tutta la legge. Guai a chi dice: <i class="quo">Sono +avvilito, sia avvilito anche il mio prossimo, sono maladetto, +sia maladetto anche il mio prossimo.</i> Pensi +costui chi avvilisce, chi maledice; egli avvilisce e maledice +chi porta in sè l'immagine +divina” <a id="FNa_122"></a><a href="#Fn_122" class="fna">(122)</a>. +</p> + +<p> +Ed altrove: +</p> + +<p> +“Un pagano si presentò ad +Hillel <a id="FNa_123"></a><a href="#Fn_123" class="fna">(123)</a> +e gli disse: +</p> + +<div> +<span class="pageno" title="78" id="page-78"></span> +</div> + +<p> +“<i class="quo">Io sarò ebreo, ma a questo patto; voglio che tu mi +insegni tutta la legge in tanto tempo quanto posso tenermi +ritto su d'un piede solo.</i> Hillel sorride, accetta +la prova, e incomincia in questo modo: Ama il tuo +prossimo; non fare ad altri quello che a te spiacerebbe. +Ecco, amico mio, tutta la legge. Tutte le altre prescrizioni +sono una conseguenza di queste: va e +studiale” <a id="FNa_124"></a><a href="#Fn_124" class="fna">(124)</a>. +</p> + +<p> +In altro luogo due rabbini discutendo sulla base della +morale, e sul vero criterio della religione esprimono le +seguenti opinioni. L'uno dice che tutto è fondato sul +precetto dell'amore del prossimo, l'altro invece sulla unità +della razza +umana <a id="FNa_125"></a><a href="#Fn_125" class="fna">(125)</a>. +</p> + +<p> +Nè l'amore del prossimo, tanto filosoficamente espresso +in questa ultima massima, è, pei Talmudisti, soltanto un +precetto scritto sulla carta e non applicato. +</p> + +<p> +Ognun sa che gli odii religiosi, sempre vivi ed accaniti, +lo sono tanto più fra differenti sètte della stessa +religione; e sono pur note le dissensioni fra la scuola di +Hillel e quella di Shamai, dissensioni che, per dirla colla +espressione rabbinica, d'una legge sola ne facevan due. +</p> + +<p> +Ora ecco cosa leggiamo nel Talmud a questo proposito: +</p> + +<p> +“La scuola di Shamai e la scuola di Hillel, in perpetue +disputazioni religiose l'una contro l'altra dividevano +Israello in due grandi partiti, di cui uno parteggiava +pel primo e l'altro per l'altro. Una scuola +dichiarava immonde molte cose che l'altra voleva pure; +quella dichiarava illegittimi i matrimoni in certi gradi +<span class="pageno" title="79" id="page-79"></span> +di parentela, che questa credeva permessi. E tuttavia +i due partiti e le due scuole vivevano comodamente +insieme; non si astenevano dal mangiare l'uno in casa +dell'altro, e legavano maritaggi gli uni cogli +altri” <a id="FNa_126"></a><a href="#Fn_126" class="fna">(126)</a>. +</p> + +<p> +Nè questo spirito di tolleranza vien meno, allorquando +si tratta di altre religioni. Le prove che potremmo addurre +sono tali e tante che ci troviamo obbligati a scegliere. +</p> + +<p> +“La giustizia non è un retaggio particolare, non è +di discendenza; solo i sacerdoti sono sacerdoti, solo i +leviti sono leviti; chi volesse divenire o sacerdote o +levita, non può: tutti che vogliono, possono divenire +giusti, anche il +pagano” <a id="FNa_127"></a><a href="#Fn_127" class="fna">(127)</a>. +</p> + +<p> +Ed a confermare il precetto coll'esempio non mancano +nel Talmud leggende e racconti, nelle quali, idolatri sono +rappresentati come specchio d'ogni virtù! Si legga, a cagion +d'esempio, la leggenda del pagano Damo d'Ascalona +che riferiamo fra i documenti, giovandoci della bella traduzione +datane dal Levi, e ci si dica se, in tutte le letterature +antiche, esiste una pagina dove un nemico, un infedele, +sia ritratto con così splendidi +colori <a id="FNa_128"></a><a href="#Fn_128" class="fna">(128)</a>. +</p> + +<p> +Ma la tolleranza è, checchè se ne sia detto, virtù essenzialmente +giudaica, ed un sereno pensatore, anche ignorando +il Talmud, dovrebbe convenire che un popolo non +avrebbe potuto sopportare per secoli e secoli, senza trascendere +a vendette e ad eccessi quella lunga serie di persecuzioni +di cui Milman ebbe a dire “che furono le più +schifose e le più continue che possano citarsi fra le nazioni +al dissopra dello stato +selvaggio” <a id="FNa_129"></a><a href="#Fn_129" class="fna">(129)</a>, se non +<span class="pageno" title="80" id="page-80"></span> +avesse trovato nella propria legge il fondamento di ogni +virtù, e non avesse succhiato col sangue il precetto dei +suoi maestri: “Scopo principale dei religiosi precetti +si e l'avvicinamento fra Israello e tutti gli esseri +creati” <a id="FNa_130"></a><a href="#Fn_130" class="fna">(130)</a>. +</p> + +<p> +La carità verso i peccatori è spesso raccomandata dal +Talmud. “Non giudicate gli altri senza mettervi al loro +posto.” <a id="FNa_131"></a><a href="#Fn_131" class="fna">(131)</a>. +</p> + +<p> +Ed altrove: +</p> + +<p> +“Tre cose conducono, anzi trascinano l'uomo malgrado +suo al male, — l'errore della idolatria, la passione e +la povertà. +</p> + +<p> +“Meritano perciò grande compassione gl'infelici che +ne sono trascinati, ed è dovere nostro di pregare Iddio +per +loro” <a id="FNa_132"></a><a href="#Fn_132" class="fna">(132)</a>. +</p> + +<p> +E come moralità di uno dei tanti apologhi che formicolano +nel Talmud: +</p> + +<p> +“Il giusto non deve mai provocare la punizione di +Dio sul +colpevole” <a id="FNa_133"></a><a href="#Fn_133" class="fna">(133)</a>. +</p> + +<p> +Nè il Dio degli Ebrei è animato da quello spirito di +crudeltà e di intolleranza che i nemici del Giudaismo gli +prestano, per poi torcere contro gli Ebrei il noto detto +che non Dio ha fatto l'uomo a sua immagine, ma che +ogni uomo si foggia un Dio ad immagine sua. Mentre +i pagani sono vinti dagli Ebrei, Dio geme e sclama: +</p> + +<p> +“Ebrei e pagani sono opera delle mie mani, potrei io +annientare gli uni per far trionfare gli altri?” <a id="FNa_134"></a><a href="#Fn_134" class="fna">(134)</a>. +</p> + +<p> +Ed altrove: +</p> + +<div> +<span class="pageno" title="81" id="page-81"></span> +</div> + +<p> +“Il Signore così protestava a Mosè: Ebreo o gentile, +uomo o donna, servo o libero, tutti sono eguali +per me; ogni buona opera è accompagnata dal +premio” <a id="FNa_135"></a><a href="#Fn_135" class="fna">(135)</a>. +</p> + +<p> +E questo principio si riscontra, ad ogni pie' sospinto, +nel Talmud. +</p> + +<p> +“Giuro pel cielo e per la terra, risponde un dottore, +che ebreo od idolatra, uomo o donna, schiavo o ancella, +tutti sono giudicati secondo le loro opere e su tutti +può scendere lo spirito +divino” <a id="FNa_136"></a><a href="#Fn_136" class="fna">(136)</a>. +</p> + +<p> +E questo giuramento, monumento insigne di tolleranza, +e quale difficilmente si troverebbe nei codici religiosi di +altre nazioni, trovasi ripetuto nel <cite>Tanà Devè Eliau</cite>, libro +antichissimo dei tempi talmudici, e così autorevole +presso gli Ebrei che la pietosa leggenda lo attribuisce +al profeta Elia. +</p> + +<p> +Nè, checchè siasi preteso in contrario, questo spirito +di tolleranza venne meno negli Ebrei moderni. +</p> + +<p> +Un illustre rabbino italiano del secolo <span class="sc num">xvii</span> scrive: +</p> + +<p> +“..... E dicono i Rabbini che honorar similmente si +deve ogni Vecchio, ben che non sia Hebreo, come Cittadino +del mondo di molto tempo, che ha passato molti avenimenti +et in conseguenza per esperienza saggio; da +Giobbe, cap. 12. <i class="quo" xml:lang="la">In antiquis est sapientia et in +multo tempore +prudentia</i>” <a id="FNa_137"></a><a href="#Fn_137" class="fna">(137)</a>. +</p> + +<p> +Un altro italiano, S. D. Luzzatto, è autore di queste +parole che noi vorremmo seriamente meditate da coloro, +che, non sappiamo per quali satanici intenti, si sforzano +<span class="pageno" title="82" id="page-82"></span> +a metter zizzania fra Cristiani ed Ebrei: “Chi volesse +confutarli [gli scrittori che presero a difendere il Cristianesimo], +quand'anche lo facesse per difendere il +Giudaismo, commetterebbe una immorale azione, poichè +contribuirebbe ad immergere molta parte dell'umana società +nella irreligione, essendo quasi impossibile che le +nazioni nate fuori dal Giudaismo lo abbraccino... Che +se taluno poi pensasse a confutare gli apologisti del Cristianesimo +coll'idea di guarentire i suoi correligionari +dalla seduzione dei loro scritti, il suo procedere non +cesserebbe di esser men che onesto, siccome quello che +nuocerebbe a milioni per giovare ad uno o +due” <a id="FNa_138"></a><a href="#Fn_138" class="fna">(138)</a>. +</p> + +<p> +A queste parole di stragrande importanza, e pel valore +dell'uomo che le dettava, che fu può dirsi il maestro di +tutti i Rabbini oggi viventi in Italia, e per essere scritte +in una lettera particolare, non destinata a veder la luce, +tanto che rimase inedita per ben quarant'anni, fanno degno +riscontro le seguenti del venerando M. Isidore, gran +Rabbino di Francia. +</p> + +<p> +“La Religione..... non ha che una missione, quella di +raccomandare la concordia e la giustizia e benedire +gli uomini di cuore a qualunque culto appartengano, +nessuno essa eccettua ed a tutti richiede annegazione +e +sincerità” <a id="FNa_139"></a><a href="#Fn_139" class="fna">(139)</a>. +</p> + +<p> +Ad un accanito nemico degli Ebrei, a Paolo Medici, autore +di un libro scritto espressamente per provocare l'odio +ed il disprezzo contro gli +Ebrei <a id="FNa_140"></a><a href="#Fn_140" class="fna">(140)</a>, +la verità strappa +<span class="pageno" title="83" id="page-83"></span> +queste due preziose confessioni che mostrano, al paro dei +passi da noi citati, lo spirito di tolleranza del Giudaismo. +</p> + +<p> +“Nella formola della confessione degli Ebrei in cui +chiedono l'assoluzione dei loro peccati è fra gli altri +annoverato il seguente: abbiamo altri in +abbominazione” <a id="FNa_141"></a><a href="#Fn_141" class="fna">(141)</a>. +</p> + +<p> +Locchè ci pare provi che se gli Ebrei nutrono odio +contro chicchessia, e questo accade naturalmente anche +a loro, perchè non sono migliori degli altri uomini, la +loro religione però li obbliga ad accusarsene come di un +peccato. +</p> + +<p> +E lo stesso Medici ci reca la seguente prova dello spirito +di tolleranza de' Rabbini: +</p> + +<p> +“Nel trattato Tahamit, cap. +4 <a id="FNa_142"></a><a href="#Fn_142" class="fna">(142)</a>, +prescrivono i Rabbini +e dicono che se alcuno vuol digiunare, digiuni il +lunedì, il martedì, il mercoledì o il giovedì, non mai però +il venerdì, il sabbato o la domenica... La causa perchè +non digiunano la Domenica, dice nello stesso luogo +Rabbi Jochanan, per amor di +Cristiani” <a id="FNa_143"></a><a href="#Fn_143" class="fna">(143)</a>. +</p> + +<p> +Ogni spirito imparziale converrà, che non è possibile +dar prova maggiore di tolleranza che vietare ai seguaci +di una religione di far penitenza in un dato giorno, per +ciò soltanto che, in quel giorno, i seguaci di un'altra +religione celebrano la loro festa. +</p> + +<p> +Se il <cite>Talmud</cite> è, come abbiamo dimostrato, legge +di tolleranza, esso, seguendo il precetto del salmista +(<span class="sc num">xxxiv</span>, 15) “<i class="quo">Ritratti +dal male e fa il bene</i>” è anche +legge di carità e si informa a quella universale pietà ed +umanità che formarono in ogni secolo la gloria degli Israeliti. +<span class="pageno" title="84" id="page-84"></span> +I Siri dopo una battaglia perduta, dicono al proprio +Re: <i class="quo">noi abbiamo udito dire che i Re della casa d'Israele +sono Re +benigni</i> <a id="FNa_144"></a><a href="#Fn_144" class="fna">(144)</a>. +I Talmudisti dicono: “Gli Ebrei +si distinguono per tre caratteri: essi, cioè, sono pietosi, +verecondi e +beneficienti” <a id="FNa_145"></a><a href="#Fn_145" class="fna">(145)</a>; +ed altrove: “Chi non ha pietà non è della stirpe +d'Abramo” <a id="FNa_146"></a><a href="#Fn_146" class="fna">(146)</a>. +</p> + +<p> +Ed in altro luogo: “Caratteristica dei discendenti di +Abramo è la pietà verso tutti gli esseri +creati” <a id="FNa_147"></a><a href="#Fn_147" class="fna">(147)</a>. +</p> + +<p> +Ed estendendo lo spirito di beneficenza anche ai non +israeliti: “Per conservare l'unione e l'armonia che devono +regnare fra tutti i membri della famiglia umana +è prescritto di nutrire i poveri idolatri al paro dei poveri +israeliti, di visitare i malati idolatri al pari dei +malati israeliti, di rendere gli estremi uffici tanto agli +idolatri morti, quanto agli +israeliti” <a id="FNa_148"></a><a href="#Fn_148" class="fna">(148)</a>. +</p> + +<p> +Ed il Modena constata come questo spirito di carità +fosse ancor vivo negli Ebrei dei suoi tempi: “Hanno +anco tanto per opera pia il dare elemosina, e sovvenir +ogni misero, benchè non sia Hebreo; in particolare a +quelli delle città, e luoghi dove abitano; come cosa +propria della pietà humana indifferentemente et espressamente +lo raccontano i +Rabini” <a id="FNa_149"></a><a href="#Fn_149" class="fna">(149)</a>. +</p> + +<p> +Di questo spirito di carità presso gli Ebrei rende splendida +testimonianza un autore non sospetto, l'illustre De-Gerando +<span class="pageno" title="85" id="page-85"></span> +con queste parole: “Tanta è la forza della +legislazione biblica sulla carità, che essa ha conservato +tutti i suoi effetti attraverso alle vicissitudini che ha +subito questo popolo da tanti secoli. Qualunque siano +state le sue disgrazie, fuggitivo, sparpagliato, perseguitato, +non si è punto visto i suoi figli ricorrere alla +carità pubblica. Anche là dove i diritti civili gli sono +stati negati, là dove egli si trovava escluso dai principali +rami di industria e dalla facoltà di possedere +degli immobili, egli ha trovato nella comunità religiosa +e morale, che unisce tutti i membri, dei mezzi sufficienti +per sovvenire a' bisogni di quelli fra essi che non poterono +sussistere coi loro proprii +mezzi” <a id="FNa_150"></a><a href="#Fn_150" class="fna">(150)</a>. +</p> + +<p> +Ed oggi ancora uno dei più illustri letterati e pensatori +francesi, Maxime du Camp, in un notevole lavoro +sulla +carità <a id="FNa_151"></a><a href="#Fn_151" class="fna">(151)</a> +può scrivere senza tema di essere smentito +queste parole: +</p> + +<p> +“Ho molto viaggiato, e molto osservato, e non ho trovato +in nessun luogo razza più benefaciente e più soccorrevole +della razza ebraica.” +</p> + +<p> +Dopo un pensatore un romanziere, ed un romanziere +alla moda, Ernest Dandet che nel suo <cite xml:lang="fr">Jack</cite> scrive: +</p> + +<p> +“Quando un ebreo si mette ad esser generoso la sua +carità è inesauribile.” +</p> + +<p> +Se dal frutto si giudica l'albero, da questi concordi giudizi +sarà agevole argomentare quali sieno le dottrine giudaiche +in materia di beneficenza. Ci piace però raccogliere +anche su questo argomento talune sentenze talmudiche e +non ci sarà difficile raccoglierne nelle opere di quei dottori +<span class="pageno" title="86" id="page-86"></span> +che avevan per massima: “Fine della sapienza, esser +la penitenza e le buone +opere” <a id="FNa_152"></a><a href="#Fn_152" class="fna">(152)</a>, +e che dicevano +“lo stesso povero che vive di elemosina non esser +dispensato dalle opere di +carità” <a id="FNa_153"></a><a href="#Fn_153" class="fna">(153)</a>, +e che insegnavano +“principio della divina legge esser la carità; fine la +carità” <a id="FNa_154"></a><a href="#Fn_154" class="fna">(154)</a>. +</p> + +<p> +Ed ecco taluni precetti sull'argomento: “Tieni la +tua casa a chiunque aperta e sien i poveri tuoi +famigliari” <a id="FNa_155"></a><a href="#Fn_155" class="fna">(155)</a>. — “Val +più la carità che la +beneficenza” <a id="FNa_156"></a><a href="#Fn_156" class="fna">(156)</a>. — “Amare +l'umanità equivale ad amar +Dio <a id="FNa_157"></a><a href="#Fn_157" class="fna">(157)</a>.” — “Quattro caratteri vi sono nella beneficenza. +Chi dà volentieri, ma non vuole che altri +dia, è geloso de' meriti altrui. Chi vuol ch'altri dieno, +ma egli stesso non dà, è avaro. Chi dà del suo e vuole +ch'altri dieno, è uomo pio. Chi non dà, nè vuole ch'altri +dieno, è +malvagio” <a id="FNa_158"></a><a href="#Fn_158" class="fna">(158)</a>. +</p> + +<p> +Si noti però che mentre il Talmud eccita il ricco alla +beneficenza, eccita il povero al lavoro dicendogli: “L'uomo +che è mantenuto foss'anche dal padre, fosse anche dalla +madre e dai figliuoli suoi, non prova mai l'ineffabile +compiacenza di chi si mantiene colle proprie +fatiche” <a id="FNa_159"></a><a href="#Fn_159" class="fna">(159)</a> +e dipingendogli la sorte dell'uomo che +vive dell'altrui beneficenza usa queste parole che rammentano +i famosi versi del nostro Dante: +</p> + +<p> +“Quand'uno trovasi costretto a ricorrere all'altrui beneficenza, +<span class="pageno" title="87" id="page-87"></span> +egli è come fosse condannato a due supplizi, +a quello del fuoco e a quello +dell'acqua” <a id="FNa_160"></a><a href="#Fn_160" class="fna">(160)</a>. +</p> + +<p> +E perciò il Talmud contiene consigli di previdenza +così saggia, che nessun economista moderno sdegnerebbe +di firmare; questo, per esempio: “Ti costruisci prima +una casa, acquista qualche terreno, coltivalo e quindi +pensa ad +ammogliarti” <a id="FNa_161"></a><a href="#Fn_161" class="fna">(161)</a>. +</p> + +<p> +Ma ogni legge sulla beneficenza sarebbe incompleta e +manchevole, se non consigliasse più il soccorso che permette +all'infelice di rialzarsi, mercè la propria attività, +che la elemosina pura e semplice, che abbassa il carattere +di chi la riceve. Come non plaudire quindi a questo +precetto talmudico: “Ha maggior merito chi presta +che chi +dona”? <a id="FNa_162"></a><a href="#Fn_162" class="fna">(162)</a>. +</p> + +<p> +E dopo essersi dato tanto pensiero per inculcare la beneficenza, +provvedono i dottori del Talmud ad impedire, per +quanto sta in loro, che i malvagi sfruttino la beneficenza +dei pii: “Chi non abbisognando di vivere di elemosina, +pur la riceve, non morrà di vecchiaia se pria non sia +stato ridotto alla stringente necessità d'implorare l'altrui +beneficenza. D'altro canto, chi oppresso dalla miseria +fa ogni onorato sforzo per non accattare il suo +pane, perverrà prima di morire a nutrire egli stesso +degli sventurati co' suoi averi. È di lui che disse Geremia +(<span class="sc num">xvii</span>, 7) <i class="quo">Benedetto +l'uomo che si confida nel Signore +e la cui confidenza è il +Signore</i>” <a id="FNa_163"></a><a href="#Fn_163" class="fna">(163)</a>. +</p> + +<p> +In questo stesso Talmud, tanto calunniato, si trovano, +con grandissima meraviglia, trattate e risolute questioni +che nel <span class="sc num">xix</span> secolo preoccupano ancora +lo spirito pubblico. +</p> + +<div> +<span class="pageno" title="88" id="page-88"></span> +</div> + +<p> +La questione della pena di morte vi è +esaminata <a id="FNa_164"></a><a href="#Fn_164" class="fna">(164)</a>. +</p> + +<p> +“Se un tribunale, vi si legge, pronunzia ogni sette +anni una sentenza capitale, si ha il diritto di chiamarlo +crudele. Esso merita questo rimprovero, dice Rabi Eleazzaro, +anche se pronuncia una condanna di morte ogni +settanta anni. Se noi avessimo fatto parte del gran tribunale +(aggiungono Rabbi Tarfon e Akivà), mai nessun +uomo sarebbe stato condannato a morte. +</p> + +<p> +“Questo sarebbe, dice un ultimo rabbino, causa che i +delitti di sangue si farebbero frequenti in +Israello” <a id="FNa_165"></a><a href="#Fn_165" class="fna">(165)</a>. +È a questo stesso Talmud, a questo stesso libro ove sta +scritto <i class="quo">anche al reo scegli una morte +dolce</i> <a id="FNa_166"></a><a href="#Fn_166" class="fna">(166)</a> +che si +è ispirato uno scrittore ebreo dell'<span class="sc num">xi</span> secolo, +Giuda Levi, +per scrivere queste parole che nessun moderno criminalista +respingerebbe. +</p> + +<p> +L'opera è in forma di dialogo tra un re <i class="pers">Cosri</i> ed un +Ebreo che rappresenta le opinioni dell'autore: +</p> + +<p> +“<i class="pers">Cosri.</i> Le pene imposte pei reati sono forse fissate +dalla legge dove è detto: Occhio per occhio, dente per +dente. Ciò che un uomo ha fatto di male ad un altro, +deve a sua volta soffrirlo? +</p> + +<p> +“<i class="pers">L'Ebreo.</i> Non è detto nello stesso luogo: Chi avrà +ucciso una giumenta la pagherà o la compenserà. Vita +per vita. Chi colpirà un animale lo prenderà e lo pagherà? +</p> + +<p> +“Questi due casi intendonsi del pagamento del prezzo, +<span class="pageno" title="89" id="page-89"></span> +perchè ciò non vuol dire: Se qualcheduno ha ferito il +tuo cavallo, tu ferisci il suo; ma bensì: Prendi il suo +cavallo e pagati. Difatti non vi sarebbe per te nessun +vantaggio a colpire il cavallo. Così se qualcuno ti taglia +la mano, non è detto tagliagli a tua volta la mano, +perchè non vi sarebbe per te nessun vantaggio a tagliargli +la mano. È inutile far notare tutto ciò che vi +sarebbe di contrario alla giustizia ed alla sana ragione +in sentenze pronunziate sulla base del principio: frattura +per frattura, ferita per ferita, cattiveria per cattiveria. +Difatti come potremmo noi misurare, graduare +esattamente tali cose; uno, per caso, muore in conseguenza +d'una ferita ed un altro no. Possiamo noi essere +giudici esatti del più e del meno? Strapperemo noi un +occhio tanto a chi ne ha uno solo come a chi ne ha due? +Così uno diverrebbe cieco, l'altro soltanto monocolo. La +legge dice: l'uomo sopporterà le conseguenze del male +che ha +fatto” <a id="FNa_167"></a><a href="#Fn_167" class="fna">(167)</a>. +</p> + +<p> +Le dottrine giuridiche del Talmud meriterebbero, del +resto, da sole, l'onore di uno speciale volume. “Quando +è, dice un dottore, che giustizia e benevolenza s'incontrano? +Allorquando due litiganti vengono ad un accomodamento +pacifico.” Legislatori che tanto prediligevano +la conciliazione, non potevano dimenticarsi di +reprimere l'avidità di coloro che, troppo spesso, spiegano +dinanzi ai tribunali azioni temerarie. “Chi esige ciò che +non gli spetta, nonchè veder frustrate le ingiuste sue +richieste perde pure ciò che di fatto +possiede” <a id="FNa_168"></a><a href="#Fn_168" class="fna">(168)</a>. +Le più minuziose raccomandazioni sono fatte ai giudici, +perchè non si lascino in nessun modo influenzare da nessuna +<span class="pageno" title="90" id="page-90"></span> +delle due parti contendenti: “Non ti costituir giudice, +nè del tuo amico, nè del tuo nemico, poichè nel +primo non sapresti ravvisare la colpa, nel secondo +l'innocenza” <a id="FNa_169"></a><a href="#Fn_169" class="fna">(169)</a>. +Il precetto del Levitico (<span class="sc num">xix</span>, 15): +<i class="quo">Non +aver riguardo alla qualità del povero</i>, vi è ampiamente +sviluppato, e, mentre da un lato si impiega ogni +mezzo per impedire che il giudice faccia traboccare la +bilancia della giustizia a pro del ricco, gli si raccomanda +poi di non lasciarsi vincere dalla compassione verso il povero +a scapito della giustizia. +</p> + +<p> +Si direbbe che il motto di Lessing “bisogna esser +giusti anche col diavolo,” sia il compendio delle dottrine +talmudiche; e se, sventuratamente per la magistratura +francese, il famoso motto: +<i class="quo" xml:lang="fr">“La Cour rend des arrêts et +non des services”</i> non venne mai +pronunciato <a id="FNa_170"></a><a href="#Fn_170" class="fna">(170)</a>, +i giudici del Talmud si ispirano ad un principio di giustizia +ancor più completo: <i class="quo">I Tribunali non rendono servigio +ai potenti e non beneficano gl'indigenti</i>. Il fatto solo del +resto che il legislatore abbia creduto necessario moltiplicare +i precetti per mettere in guardia i giudici contro +gli impulsi del cuore, troppo facile a favorire l'indigente +a danno del ricco ed a scapito della giustizia, mostra +di qual tempra fossero, in quei tempi, i giudici in +Israello. +</p> + +<p> +Nè men bella è la disposizione talmudica che mentre +eccettua talune classi di persone dal deporre in giudizio, +dispone poi che tutti indistintamente possano esser sentiti +nelle cause criminali, ma unicamente come testi a +difesa. Le stesse formalità di cui è circondata la pena di +morte, che vedemmo del resto eseguirsi assai di rado, mostrano +<span class="pageno" title="91" id="page-91"></span> +quanto rispetto, anco in quelle epoche di ferrea +giurisprudenza, avessero i dottori del Talmud per la vita umana. +</p> + +<p> +Prima di lasciare questo argomento ci si permetta notare +un'altra disposizione del Talmud, che mostra quanto +quei dottori avessero nettamente tracciata la distinzione +tra la legge religiosa e la civile. I Tribunali non potranno +costringere chicchessia all'osservanza di un precetto affermativo, +quando la legge divina abbia sancito un premio +per l'osservanza di tale precetto. +</p> + +<p> +E, come nelle dottrine giuridiche, così anche nelle sociali, +il <cite>Talmud</cite> precorreva i tempi. Nessun libro, crediamo, del +medio-evo, inculca ed esalta tanto i beneficii dell'istruzione +quanto il <cite>Talmud</cite>. +</p> + +<p> +Se la bella massima del Salmista, che la sapienza cristiana +volle sempre sotto gli occhi degli studiosi: +<i class="quo" xml:lang="la">Initium +sapientiae timor Domini</i> non è espressamente scritta nel +<cite>Talmud</cite> vi è in compenso quest'altra, prova dell'infinita +tolleranza dei Talmudisti anche in materia di dottrina; +“Chiunque pronuncia qualche sapiente parola, anche se +idolatra, è sempre +savio” <a id="FNa_171"></a><a href="#Fn_171" class="fna">(171)</a>. +</p> + +<p> +Frequentissime sono nel <cite>Talmud</cite> massime come questa: +“Chi istruisce il compagno sarà ben accolto nel cielo. — Chi +istruisce la plebe, la sua preghiera sarà sì potente, +da volgere in suo favore i divini +giudizi” <a id="FNa_172"></a><a href="#Fn_172" class="fna">(172)</a>. +</p> + +<p> +Oppure: “Chi istruisce le masse ha ugual merito di +chi offre +sacrifizi” <a id="FNa_173"></a><a href="#Fn_173" class="fna">(173)</a>. +</p> + +<p> +E quest'altra, in cui all'amore dell'istruzione si congiunge +il sentimento della vera democrazia: “Curate +l'istruzione dei poveri, che da essi sorgeranno i veri +<span class="pageno" title="92" id="page-92"></span> +cultori della scienza. Perchè ordinariamente i dotti escono +di mezzo a loro? Perchè non si creda che la +scienza sia +un'eredità” <a id="FNa_174"></a><a href="#Fn_174" class="fna">(174)</a>. +</p> + +<p> +Nè l'istruzione deve essere soltanto religiosa, ma anco +professionale. “Come è dovere del padre di istruire il +figlio nella religione, così egli è obbligato a fargli apprendere +una professione. Chi non fa apprendere a suo +figlio una professione è come se lo indirizzasse per la via +dell'assassinio” <a id="FNa_175"></a><a href="#Fn_175" class="fna">(175)</a>. +</p> + +<p> +E, cosa strana, pel libro di una religione che fu accusata +di trascurare la donna, non mancano nemmeno, nel <cite>Talmud</cite>, +precetti per raccomandare l'istruzione della donna: +“Ogni uomo è obbligato ad insegnare la legge a sua +figlia” <a id="FNa_176"></a><a href="#Fn_176" class="fna">(176)</a>. +</p> + +<p> +Del resto se la parte assegnata alla donna nel mondo +giudaico non è al tutto conforme alle idee del nostro secolo, +sarebbe ingiustizia il negare che il Talmud curò +con ogni mezzo di rinserrare i vincoli di famiglia, di +innalzare la dignità morale della donna. Valgano queste +massime a dimostrarlo. +</p> + +<p> +“Dicono i savii, chi ama la propria moglie come se +stesso, e la onora più che se stesso, e chi indirizza i +suoi figli e le sue figlie nella via retta, e colloca questi +quando sono giunti all'età del matrimonio, di lui è +detto: e riconoscerai che è pace nella sua +tenda” <a id="FNa_177"></a><a href="#Fn_177" class="fna">(177)</a>. +</p> + +<p> +“Chi ripudia la sua prima moglie, persino l'altare +versa su di lui +lagrime” <a id="FNa_178"></a><a href="#Fn_178" class="fna">(178)</a>. +</p> + +<div> +<span class="pageno" title="93" id="page-93"></span> +</div> + +<p> +“Sempre dee esser l'uomo attento di non addolorar sua +moglie perchè le sue lagrime essendo pronte, anche la +pena è pronta. +</p> + +<p> +“Sempre deve essere l'uomo attento di onorare sua +moglie, perchè la benedizione non si trova in casa dell'uomo +che in grazia della +moglie” <a id="FNa_179"></a><a href="#Fn_179" class="fna">(179)</a>. +</p> + +<p> +“Per merito delle donne pie furon liberati gli Ebrei +dall'Egitto” <a id="FNa_180"></a><a href="#Fn_180" class="fna">(180)</a>. +</p> + +<p> +“Augusta ricompensa serba Dio alla donna. Rav diceva +a Rabì Hiyà, grande è il merito della donna, +comecchè dessa sparga i primi più efficaci semi della +religiosa educazione nei teneri petti de' fanciulli, dessa +accuratamente veglia alle domestiche cose, mentre il +marito s'occupa degli affari e degli studi +religiosi” <a id="FNa_181"></a><a href="#Fn_181" class="fna">(181)</a>. +</p> + +<p> +“L'uomo deve nutrirsi d'alimenti che sieno al dissotto +della sua fortuna, vestirsi come la sua fortuna gli consente, +ma provvedere ai bisogni di sua moglie e dei +suoi figli al dissopra della sua fortuna, perocchè questi +ultimi dipendano da lui, egli dal Creatore dell'Universo” <a id="FNa_182"></a><a href="#Fn_182" class="fna">(182)</a>. +</p> + +<p> +“Se la tua sposa è di bassa statura, e tu ti china per +udirne il +parere” <a id="FNa_183"></a><a href="#Fn_183" class="fna">(183)</a>. +</p> + +<p> +“Ogni perdita può ripararsi, eccetto che quella della +donna del nostro cuore. Il marito non muore che per +sua moglie, e la donna che per suo +marito” <a id="FNa_184"></a><a href="#Fn_184" class="fna">(184)</a>. +</p> + +<p> +Il Talmud del resto non è estraneo a nessuno di quei +gentili sentimenti dei quali la età nostra sembra reclamare +il privilegio. +</p> + +<div> +<span class="pageno" title="94" id="page-94"></span> +</div> + +<p> +Fin dal <span class="sc num">xvi</span> secolo il già citato Modena scriveva: +</p> + +<p> +“Per effetto di pietà si guardano molto anco di non +tormentare, nè maltrattare, nè far morire crudelmente +niun animale irrationale, e da che tutte son cose create +da Dio, dalle parole del Salm. 144. +<i class="quo" xml:lang="la">Et miserationes eius +super omnia opera +eius</i>” <a id="FNa_185"></a><a href="#Fn_185" class="fna">(185)</a>. +</p> + +<p> +Ed infatti non mancano nel Talmud precetti che sembrano +articoli staccati dal regolamento di qualche moderna +società zoofila, e che farebbero balzare dalla gioia +il cuore di qualunque vecchia pulzellona protestante di +Londra e di Boston: +</p> + +<p> +“È proibito all'uomo di prendere alcun cibo, sino a +che non abbia dato da mangiare ai suoi +animali” <a id="FNa_186"></a><a href="#Fn_186" class="fna">(186)</a>. +</p> + +<p> +“Il divieto di maltrattare gli animali è divieto della +divina +legge” <a id="FNa_187"></a><a href="#Fn_187" class="fna">(187)</a>. +</p> + +<p> +“Deve l'uomo tenere per buon augurio, il vedere le +proprie bestie mangiare e +saziarsi” <a id="FNa_188"></a><a href="#Fn_188" class="fna">(188)</a>. +</p> + +<p> +E chiudo questa, troppo lunga, serie di citazioni con +questa altra, che basta da sola a provare, il concetto +dell'uguaglianza degli uomini dinanzi a Dio non essere +monopolio esclusivo di nessuna religione: +</p> + +<p> +“Presso di noi, il povero è spesso respinto mentre il +ricco è ascoltato. Ma dinanzi a Dio tutti gli uomini +sono eguali; egli ascolta i ricchi ed i poveri, le donne +e gli +schiavi” <a id="FNa_189"></a><a href="#Fn_189" class="fna">(189)</a>. +</p> + +<p> +Altre citazioni non faremo, perchè queste bastano a +dare un'idea esatta del <cite>Talmud</cite> a quelli che non apportano +nessuna idea preconcetta nell'esame delle questioni. +</p> + +<div> +<span class="pageno" title="95" id="page-95"></span> +</div> + +<p> +Quanto agli altri, anco se moltiplicassimo queste citazioni +all'infinito, non mancherebbero di opporci che abbiam +citato i brani del <cite>Talmud</cite> che fanno onore a chi li scrisse, +ed abbiamo taciuto gli altri. +</p> + +<p> +E certamente, lo abbiamo già detto, lo ripeteremo, e lo +grideremmo, occorrendo, anche sopra i muricciuoli, vi sono +nel <cite>Talmud</cite> dei brani che sono lungi dal deporre in favore +di coloro che li dettarono. +</p> + +<p> +Ma prima di tutto convien osservare che essi si trovano +in quella parte del <cite>Talmud</cite> che dicesi <cite>Agadà</cite> e che non +è obbligatoria per gli +Ebrei <a id="FNa_190"></a><a href="#Fn_190" class="fna">(190)</a>. +</p> + +<p> +Ma, dato pure e non concesso, che l'<cite>Halahà</cite>, cioè +quella parte del <cite>Talmud</cite> che racchiude le prescrizioni +rituali, contenesse qualche precetto che non fosse intieramente +in armonia colle idee larghe e liberali del secolo, +ogni uomo veramente imparziale dovrebbe incolparne, più +che gli autori del <cite>Talmud</cite>, i tempi e le condizioni, in +cui scrissero. +</p> + +<p> +Ciò che ogni Cristiano, ogni uomo ha il diritto di conoscere, +sono i criteri coi quali gli Ebrei d'oggigiorno +applicano il <cite>Talmud</cite>, e questi criteri ce li dà il più illustre +Rabbino italiano del nostro secolo, il più volte citato +prof. S. D. Luzzatto, di Padova. +</p> + +<p> +“Del resto qualunque proposizione e qualunque racconto, +che potessero trovarsi nel <cite>Talmud</cite> o negli altri +scritti talmudici, i quali fossero in opposizione coi +sentimenti di universale umanità e giustizia, insinuati +dalla natura egualmente e dalla Sacra Scrittura, debbono +riguardarsi non già come dettami della Religione, +e nemmeno della Tradizione, ma siccome sgraziati +suggerimenti delle calamitose circostanze e delle pubbliche +<span class="pageno" title="96" id="page-96"></span> +e private vessazioni e sevizie cui gli Ebrei andavano +esposti nei secoli di +barbarie” <a id="FNa_191"></a><a href="#Fn_191" class="fna">(191)</a>. +</p> + +<p> +Riassumendo tutto quanto siam venuti dicendo, concluderemo: +</p> + +<p> +1º Il complesso delle dottrine del <cite>Talmud</cite> è ispirato +a principii di tolleranza, carità ed amore; +</p> + +<p> +2º Vi si riscontrano per altro dei brani, frutto di +opinioni individuali, che ripugnano ai principii moderni. +</p> + +<p> +3º Questi brani sono rigettati dagli Ebrei moderni, +siccome il portato naturale delle condizioni di altri tempi; +sicchè sarebbe altrettanto vano ed odioso far colpa ad +essi di siffatte teorie, che solennemente ripudiano, quanto +far colpa alla Chiesa Cattolica di certi brani del Molina, +dell'Escobar e del Sanchez o delle espettorazioni stupide +e calunniose di quel sacerdote Rohling, di cui, sormontando +il ribrezzo che ispirano i rettili, dovremo occuparci +più tardi. +</p> + +<p> +Non faccia poi meraviglia il vedere che non abbiamo +parlato dell'accusa che si muove al <cite>Talmud</cite> di eccitare +gli Ebrei a frodare coloro che non professano la fede mosaica, +questo argomento si connette tanto strettamente +all'altro dell'usura che assieme li verremo svolgendo nel +futuro capitolo; paghi per ora di por fine a questo, con +un'ultima citazione, che ci pare abbastanza espressiva: +“Chi commette ingiustizia verso il forestiero è come la +commettesse verso +Dio” <a id="FNa_192"></a><a href="#Fn_192" class="fna">(192)</a>. +</p> + +<div class="footnote"><a id="Fn_54"></a> +<p class="foot"><a href="#FNa_54"><span class="label">(54)</span></a> +<a href="#birt"><cite xml:lang="en">History of cristianyty from the birt +of Christ to the +extinction of paganism by Dan H.H. Milmann.</cite></a> +</p> +</div> + +<div class="footnote"><a id="Fn_55"></a> +<p class="foot"><a href="#FNa_55"><span class="label">(55)</span></a> +Lo stesso fatto si ripete per le tradizioni che servono +di spiegazione al Zend-Avesta e che si fanno risalire allo +stesso Zoroastro. (Cfr. <span class="sc aut">Spiegel</span>, +<cite>Erân</cite>, pag. 365). Nella letteratura +indiana i nomi degli autori dei principali <cite>Upanishads</cite> +sono del paro sconosciuti. “E deve essere così, nota l'illustre +Max Müller, per questa sorta di opere; perocchè contengono +trattati sulle più elevate questioni, i quali perderebbero ogni +autorità se fossero presentati agli occhi del popolo come opera +dell'immaginazione di un uomo.” (<cite xml:lang="en">History of +ancient sanskrit literature</cite>, ed. 2, pag. 327). +</p> +</div> + +<div class="footnote"><a id="Fn_56"></a> +<p class="foot"><a href="#FNa_56"><span class="label">(56)</span></a> +<cite class="sc">Avod</cite>, capo I, § 1. +</p> +</div> + +<div class="footnote"><a id="Fn_57"></a> +<p class="foot"><a href="#FNa_57"><span class="label">(57)</span></a> +Questi, a nostro subordinato parere, dimenticano che il +monopolio dello studio della legge non è, e non fu mai +nell'indole della religione mosaica. Nei tempi biblici, sacerdoti +e leviti non formarono mai una casta +privilegiata — <em xml:lang="la">Lex +major sacerdotio</em> — ma costituivano la parte più +dipendente e meno provveduta di tutta la nazione: “<i class="quo">Tu +non avrai alcuna eredità nella terra loro e non avrai parte +fra loro</i>” (<cite class="sc">Num.</cite> <span class="sc num">xviii</span>, +20). Moltissimi profeti e dottori non +appartenevano a caste sacerdotali o levitiche ma uscivano +dalle infime classi del popolo. Nei tempi talmudici poi, la +maggior parte dei più eminenti dottori non furono che +umili artigiani: fabbricanti di tende o di sandali, tessitori, +falegnami, conciatori, fornai, cuochi. Un presidente dell'accademia +nominato in luogo di un altro, che era stato deposto +per la sua insolenza, venne trovato da coloro che si recavano +ad annunziargli la sua elezione, nero e sudicio fra i suoi +mucchi di carbone; nè di ciò potrà meravigliarsi chi sappia +essere scritto nel Talmud: “<i class="quo">È bella la scienza +religiosa accoppiata +al lavoro; congiunti insieme salvano dal peccato. +Scienza religiosa senza lavoro si perde e mena al male.</i>” +</p> +</div> + +<div class="footnote"><a id="Fn_58"></a> +<p class="foot"><a href="#FNa_58"><span class="label">(58)</span></a> +Gli Ebrei non sarebbero stati i soli fra i popoli orientali +a diffidare dei commentatori. È notevolissimo su di essi, +questo giudizio che ci vien proprio dalla terra classica dei +commentatori: “Quello che è troppo oscuro lo tralasciano, +e ti dicono: è cosa chiara; nelle cose chiare si perdono in infinite +lungaggini, con gran paroloni, con molte chiacchiere che +non fanno al caso, causano confusione a chi li sente: insomma +tutti i commentatori imbrogliano le cose.” Così Bhojatâjâ +nel commento al Pâtanjalam yogasutram (<cite xml:lang="en">The yoga +aphorisms</cite>, Calcutta, 1851, Bibl. Indica). +</p> +</div> + +<div class="footnote"><a id="Fn_59"></a> +<p class="foot"><a href="#FNa_59"><span class="label">(59)</span></a> +<cite xml:lang="de">Israelitischen Annalen</cite> del dott. +<span class="sc aut">Jost</span>, anno 3º, vol. <span class="sc num">i</span>, +pag. 143 et <cite xml:lang="la">alibi</cite>. +</p> +</div> + +<div class="footnote"><a id="Fn_60"></a> +<p class="foot"><a href="#FNa_60"><span class="label">(60)</span></a> +È un fatto costante l'antipatia degli Ebrei per le leggi +codificate. Anche il Talmud, come vedremo, è ben lungi dall'aver +forma di legge; è una raccolta di discussioni e non +più, sicchè si può dire che il primo a dar forma di codice +alla tradizione presso gli Ebrei, fosse il Maimonide, che del +resto fu perciò aspramente criticato da molti ed anche ai nostri +giorni da S. D. Luzzatto. (V. <cite xml:lang="de">Israelitischen Annalen</cite> +di <span class="sc aut">Jost</span>, +Francoforte s. M. Anno <span class="sc num">iii</span>, 1841, pag. 21 e 22). +Se un giorno +potrà stabilirsi che il divieto di scrivere la tradizione presso +gli Ebrei, proveniva dal desiderio di lasciar aperta la porta a +continue modificazioni della legge orale, senza scemarne il +prestigio, sarà curioso trovare, in tanta differenza di tempi e +di costumi, presso gli Ebrei, lo stesso sentimento che impedisce +agli inglesi di codificare la loro costituzione, sicchè +mantenendosi fedeli al loro vecchio adagio +<i class="quo" xml:lang="la">Nolimus leges Angliae +mutari</i> camminano pur sempre alla testa di ogni <em>vero</em> +progresso politico. Ed a questo proposito giovi, per completare +il parallelo, far notare che l'assioma talmudico, <i class="quo">la consuetudine +sradica la legge</i>, (<cite class="sc">Talmud Gerosol.</cite>, +<cite>Bavà Mezià</cite>, +capo <span class="sc num">vii</span> in principio) è massima sempre +viva in Inghilterra. +</p> +</div> + +<div class="footnote"><a id="Fn_61"></a> +<p class="foot"><a href="#FNa_61"><span class="label">(61)</span></a> +Lo stesso accade agli Indiani: una parte della loro letteratura +non fu conservata che per tradizione orale: “Non si +può farsi un'idea, dice Max Müller (<cite>Op. cit.</cite>, pag. 501), delle +potenti facoltà che acquista la memoria in un organismo sociale +tanto differente dal nostro, quanto i <cite>Parishad</cite> indiani lo +sono dalle nostre Università. La forza della memoria, quale +noi la vediamo e l'intendiamo, mostra come le nozioni che +noi abbiamo dei limiti di questa facoltà siano del tutto arbitrarie. +La nostra memoria fu da tempo remotissimo sistematicamente +indebolita. Oggi ancora che i manoscritti non sono +nè rari, nè cari, i giovani bramini non apprendono i canti +dei Veda, i Brâhmana ed i Sutra se non per tradizione orale +e mandandoli a memoria.” A queste osservazioni dell'illustre +professore di Oxford aggiungeremo che oggi ancora nei paesi +dove gli Ebrei studiano il Talmud non è difficile trovare +giovanetti che lo sanno quasi intieramente a memoria, sicchè +possono a prima vista trovare, in quella immensa e disordinata +farraggine, il brano che da loro si richiede; sei o sette +anni or sono tutti i giornali parlarono di un giovane ebreo +di 25 anni, David Rosenfeld, di Minsk in Russia, che non +soltanto sapeva tutto il <cite>Talmud</cite> a memoria e poteva indicare +in qual pagina si trovasse ogni frase che gli si accennava, +ma aveva nello stesso modo presenti alla memoria i +due vasti commentarii di quell'opera: <cite>Rascì</cite> e +<cite>Tossafot</cite>. Ciò +del resto non deve far meraviglia allorquando si pensa che +nella Legge di Mosè sta scritto: “Tu li ripeterai ai tuoi figliuoli, +e ne parlerai con essi, stando in casa, camminando +per la via e coricandoti ed alzandoti.” +</p> +</div> + +<div class="footnote"><a id="Fn_62"></a> +<p class="foot"><a href="#FNa_62"><span class="label">(62)</span></a> +La <cite>Mischnà</cite> venne pubblicata con una versione latina +del testo e dei commentari di Maimonide e di Bartenora ed +accompagnata da note di parecchi dotti, per opera del Surenusio +in Amsterdam 1698–1703, volumi 6 in folio. Se ne ha +pure cogli stessi commenti una versione spagnuola, Venezia, +1601, ed una tedesca ne pubblicò il Rabe in Anspach nel 1761. +</p> +</div> + +<div class="footnote"><a id="Fn_63"></a> +<p class="foot"><a href="#FNa_63"><span class="label">(63)</span></a> +<em>Tanà</em> è verbo caldaico, corrispondente all'ebraico <em>Scianà</em> +che vale <em>insegnare</em>, sicchè <em>Tanaim</em> varrebbe +<em>maestri</em> come +<cite>Mischnà</cite> significa <em>insegnamento</em>. +</p> +</div> + +<div class="footnote"><a id="Fn_64"></a> +<p class="foot"><a href="#FNa_64"><span class="label">(64)</span></a> +Voglia, signor lettore, notare che la legge orale di un popolo +che vedremo più tardi accusato di disprezzare i lavori +della campagna, si apre appunto con un trattato sull'agricoltura. +</p> +</div> + +<div class="footnote"><a id="Fn_65"></a> +<p class="foot"><a href="#FNa_65"><span class="label">(65)</span></a> +Nelle novelle di Giustiniano la <cite>Mischnà</cite> è designata +sotto il nome di +<span xml:lang="grc" title="deuterôsis" id="deuterosis">δευτέρωσις</span> +(Cfr. <cite class="sc">Novella</cite> 146, 1 e +<span class="sc aut">Sant'Agostino</span>, +<cite xml:lang="la">Contra adversar. legis et prophetarum</cite>, +<span class="sc num">ii</span>, 1). Questa +parola greca che significa <em>seconda legge</em>, non traduce esattamente +la parola <em>mischnà</em>. L'errore proviene dall'avere il verbo +<em>scianà</em> due significati, <em>insegnare</em> e <em>ripetere</em>, +e dall'avere taluni +creduto che in questo secondo significato anzichè nel +primo si dovesse cercare l'origine della parola <em>mischnà</em>. +</p> +</div> + +<div class="footnote"><a id="Fn_66"></a> +<p class="foot"><a href="#FNa_66"><span class="label">(66)</span></a> +<cite class="sc">Abot</cite>, capo <span class="sc num">ii</span>. +</p> +</div> + +<div class="footnote"><a id="Fn_67"></a> +<p class="foot"><a href="#FNa_67"><span class="label">(67)</span></a> +<cite class="sc">Bavà Metzià</cite>, 30, 6. +</p> +</div> + +<div class="footnote"><a id="Fn_68"></a> +<p class="foot"><a href="#FNa_68"><span class="label">(68)</span></a> +<cite class="sc">Peà</cite>, cap. <span class="sc num">i</span>. +</p> +</div> + +<div class="footnote"><a id="Fn_69"></a> +<p class="foot"><a href="#FNa_69"><span class="label">(69)</span></a> +<cite class="sc">Chiduscim</cite>, 40, 6. +</p> +</div> + +<div class="footnote"><a id="Fn_70"></a> +<p class="foot"><a href="#FNa_70"><span class="label">(70)</span></a> +<cite class="sc">Ghittin</cite>, cap. 5, Mischnà, 8. +</p> +</div> + +<div class="footnote"><a id="Fn_71"></a> +<p class="foot"><a href="#FNa_71"><span class="label">(71)</span></a> +Il nome di <em>talmud</em> deriva dal verbo <em>lamad</em> apprendere, +insegnare, quasi a dire: dottrina, insegnamento. +</p> +</div> + +<div class="footnote"><a id="Fn_72"></a> +<p class="foot"><a href="#FNa_72"><span class="label">(72)</span></a> +I professori S. D. Luzzatto e Graetz opinano, contro +l'autorità del Maimonide, che tanto la <cite>Ghemarà</cite> di Gerusalemme, +quanto l'altra di Babilonia non sieno state poste in +iscritto che molti anni dopo la morte dei rispettivi compilatori. +Come già osservammo a proposito della <cite>Mischnà</cite> è questione +controversa assai, ed a noi basti averla accennata. +</p> +</div> + +<div class="footnote"><a id="Fn_73"></a> +<p class="foot"><a href="#FNa_73"><span class="label">(73)</span></a> +Sora, città della Mesopotamia, posta in una regione fertilissima, +sui laghi formati dall'Eufrate, e di cui uno appunto +era chiamato Sora. Rab, detto anche Abbà Areckha, vi stabilì +una scuola importante, quella di Neardeà non potendo bastare +per tutta la popolazione ebraica fra il Tigri e l'Eufrate. +V. <span class="sc aut">Neubauer</span>, +<cite xml:lang="fr">La Géographie et le Talmud</cite>, Parigi, 1868, +p. 343. +</p> +</div> + +<div class="footnote"><a id="Fn_74"></a> +<p class="foot"><a href="#FNa_74"><span class="label">(74)</span></a> +Heine giudicando, col suo istinto di poeta, il Talmud, +che non aveva mai letto, definisce nel +<cite xml:lang="de">Romancero</cite>, l'<cite>Agadà</cite> +un giardino, e l'<cite>Alachà</cite> una sala di scherma. +</p> +</div> + +<div class="footnote"><a id="Fn_75"></a> +<p class="foot"><a href="#FNa_75"><span class="label">(75)</span></a> +La lettura del Talmud, dice <span class="sc aut">Stern</span> +(<cite xml:lang="de">Ueber den Talmud</cite>, +Wurzbourg, 1875, p. 21), prova che i suoi compilatori sono a +giorno della scienza contemporanea e che accolgono la verità +dovunque si trovi. L'osteologia del corpo umano è spiegata nel +Talmud in un modo quasi conforme ai portati della scienza attuale. +Il Talmud spiega diverse asserzioni della <cite>Mischnà</cite> mercè +proposizioni geometriche che a quell'epoca dovevano essere +note soltanto ad un piccolissimo numero di matematici. Il calendario +elaborato da' dottori del Talmud può dirsi relativamente +al tempo in cui venne compiuto, un vero capolavoro per +l'abilità con cui seppero risolvere la duplice difficoltà che si parava +loro dinanzi, evitare che alcune date feste non avessero +a cadere in alcuni dati giorni della settimana, senza incorrere +nell'altro gravissimo inconveniente di una soverchia disuguaglianza +nella lunghezza degli anni. (Cfr. <span class="sc aut">S. D. Luzzatto</span>, +<cite>Discorsi storico-religiosi</cite>, Padova, Crescini, 1870, pag. 16 e +17 in nota). +</p> +</div> + +<div class="footnote"><a id="Fn_76"></a> +<p class="foot"><a href="#FNa_76"><span class="label">(76)</span></a> +<cite xml:lang="en">Jerusalem and Tiberias, Sora and Cordova, an +Introduction to the study of Hebrew, Literature by J. W. +Etheridge M. A. Ph. D.</cite> +</p> +</div> + +<div class="footnote"><a id="Fn_77"></a> +<p class="foot"><a href="#FNa_77"><span class="label">(77)</span></a> +<span class="sc aut">J. Salvador.</span> <cite xml:lang="fr">Hist. +des Institut. de Moise et du peuple +Hebreu.</cite> Paris, Levy, 1862, tome <span class="sc num">ii</span>, p. 311. +</p> +</div> + +<div class="footnote"><a id="Fn_78"></a> +<p class="foot"><a href="#FNa_78"><span class="label">(78)</span></a> +<span class="sc aut">Blanqui</span>, +<cite xml:lang="fr">Hist. de l'Ec. Pol.</cite> Paris, 1860, +vol. <span class="sc num">i</span>, pagina 143. +</p> +</div> + +<div class="footnote"><a id="Fn_79"></a> +<p class="foot"><a href="#FNa_79"><span class="label">(79)</span></a> +Imparziali sempre, non negheremo che vi siano nel +Talmud sciocchezze puerili. Vi si discute quanti peli bianchi +può avere una giovenca rossa, perchè si possa chiamar rossa; +se il gran sacerdote doveva indossare prima una od altra +parte dei suoi indumenti; se è lecito di sabato uccidere una +pulce od un pidocchio; quando e come si possa mangiare un +uovo fatto da una gallina in giorno festivo; ed altre simili +insanità. Ma, di grazia, coloro che a siffatte questioni legarono +il nome di <em>bizantine</em> erano ebrei? Passiam oltre dunque ridendo, +perchè c'è di che ridere, ma ripetendo con Terenzio: +<i class="quo" xml:lang="la">Homo sum umani nihil a me alienum puto.</i> +</p> +</div> + +<div class="footnote"><a id="Fn_80"></a> +<p class="foot"><a href="#FNa_80"><span class="label">(80)</span></a> +Trattato <cite class="sc">Soferim</cite>. +</p> +</div> + +<div class="footnote"><a id="Fn_81"></a> +<p class="foot"><a href="#FNa_81"><span class="label">(81)</span></a> +<span class="sc aut">Franz Delitsch</span>, +<cite xml:lang="de">Gesch. der jüd. Poesie</cite>, +p. <span class="sc num">ix</span>. +</p> +</div> + +<div class="footnote"><a id="Fn_82"></a> +<p class="foot"><a href="#FNa_82"><span class="label">(82)</span></a> +<cite xml:lang="fr">Revue Britannique</cite>, 1868, +tomo <span class="sc num">i</span>, pag. 424. +</p> +</div> + +<div class="footnote"><a id="Fn_83"></a> +<p class="foot"><a href="#FNa_83"><span class="label">(83)</span></a> +<cite>Op. cit.</cite>, p. 451, nota n. 8 al cap. <span class="sc num">ii</span>. +</p> +</div> + +<div class="footnote"><a id="Fn_84"></a> +<p class="foot"><a href="#FNa_84"><span class="label">(84)</span></a> +<cite>Cozri</cite>, discorso <span class="sc num">iii</span>. +</p> +</div> + +<div class="footnote"><a id="Fn_85"></a> +<p class="foot"><a href="#FNa_85"><span class="label">(85)</span></a> +Non a caso, fra le stupide fole con cui si tentò, da +fanatici imbecilli, disonorare la religione di Cristo, cito questa +di Maria Lateau. Nel corso di questo lavoro dovremo occuparci +di un tale professore dell'Università di Praga che colla +stessa penna con cui sciolse anni sono un peana alla ciurmatrice +belga va ora accatastando calunnie e menzogne contro +gli Ebrei; ho nominato il famigerato prof. Rohling. +</p> +</div> + +<div class="footnote"><a id="Fn_86"></a> +<p class="foot"><a href="#FNa_86"><span class="label">(86)</span></a> +<cite class="sc">Maccot</cite>, cap. <span class="sc num">iii</span>. +</p> +</div> + +<div class="footnote"><a id="Fn_87"></a> +<p class="foot"><a href="#FNa_87"><span class="label">(87)</span></a> +Saadia ben Josef, capo dell'Accademia di Sora, ed il +più illustre fra gli ebrei del <span class="sc num">x</span> secolo, +nella sua opera +<cite>Haemunoth Vehadeoth</cite> riconosce assieme alla scrittura ed +alla tradizione l'autorità della ragione, proclama non soltanto +il diritto, ma il dovere di esaminare la credenza religiosa, e +dimostra come la religione, ben lungi dall'avere a temer la +ragione, possa trovarvi un solido appoggio. +<span class="sc aut">Munk</span> <cite xml:lang="fr">Melanges de +phil. juive</cite>, p. 478. +</p> +</div> + +<div class="footnote"><a id="Fn_88"></a> +<p class="foot"><a href="#FNa_88"><span class="label">(88)</span></a> +Nulla, più della storia del Talmud, giova a provare +come la violenza sia impotente a combattere le idee. Il +Talmud fu proibito in epoche nelle quali il divieto della +Chiesa non si limitava, come ora, ad una platonica iscrizione +nell'<cite xml:lang="la">Index librorum prohibitorum</cite>. +Giustiniano, nel 553 dell'êra +nostra, lo proscrive, consacrandogli una intiera novella, +la <span class="sc num">cxlvi</span>. Il re di Francia, San Luigi, +fece bruciare, nelle vie +di Parigi, 24 carrettate di scritti talmudici. A Cremona, un +monaco fanatico vantò di averne bruciato dodici mila esemplari. +In un periodo di meno di cinquanta anni, durante la +ultima metà del secolo <span class="sc num">xvi</span>, +il Talmud venne bruciato non +meno di sei differenti volte e non ad esemplari isolati, ma +in massa, a carra. Giulio III pronunciò il suo bando, contro +quello che egli chiama erroneamente il <cite>Talmud Gemaroth</cite>, +nel 1553 e nel 1555; Paolo IV nel 1559; Pio V nel 1566; +Clemente VIII nel 1592 e nel 1599. Pio IV autorizzandone +una nuova edizione stipulava espressamente che sarebbe pubblicato +col nome di Talmud. <i class="quo" xml:lang="la">Si tamen prodierit sine nomine +Talmud tolerari deberet.</i> Ai tempi di Massimiliano imperatore, +il dottissimo Reuchlin potè, soltanto dopo fierissima lotta, +ottenere che non si assecondassero i voti di un Pfefferckorn, +fanatico ebreo rinnegato, che eccitava l'imperatore a far bruciare +tutti gli esemplari di questo libro. I particolari di questa +strana contesa, che divise il mondo dotto di allora in due +grandi partiti si possono leggere nelle <cite xml:lang="la">Epistolae obscurorum +virorum</cite>. Fino al principio del decimosettimo secolo la persecuzione +verso i detentori di libri ebraici era spinta al punto +che una famiglia di ebrei portoghesi stabilitasi a Londra, +conserva tuttora preziosamente come una rarità ereditaria un +esemplare della scrittura, stampato in caratteri romani anzichè +in ebraici, perchè nei giorni oscuri della persecuzione +bisognava ingannare i domestici cattolici sulla natura ed il +contenuto del libro. Eppure malgrado tutto ciò le edizioni ed +i manoscritti del Talmud ci pervennero in tanta copia, che +una sola descrizione bibliografica di essi ci occuperebbe molte +e molte pagine! È proprio il caso di esclamare, con Terenziano +Mauro: <i class="quo" xml:lang="la">Habent sua fata libelli</i>. +</p> +</div> + +<div class="footnote"><a id="Fn_89"></a> +<p class="foot"><a href="#FNa_89"><span class="label">(89)</span></a> +Gli Arabi, al tempo della loro dominazione in Ispagna +non avevano del Talmud il triste concetto che ne hanno molti +cristiani, e ciò per una buona ragione, che essi cioè lo conoscevano +nella sua integrità, Rabi Joseph avendone, verso +la fine del <span class="sc num">x</span> secolo, compiuta una +traduzione in arabo per +ordine del califo Haschem II. Fu forse per ciò che due secoli +dopo molti fra gli Ebrei di Spagna avendo preteso negare +ogni autorità al Talmud, e la questione essendo stata portata +dinanzi al Re Alfonso VII, questi proscrisse quelli fra gli +Ebrei che non volevano osservare le leggi talmudiche. +</p> + +<p class="foot"> +Il Talmud era ancora troppo noto in Ispagna perchè lo si +potesse calunniare impunemente! (Cfr. <span class="sc aut">Basnage</span>, +<cite xml:lang="fr">Hist. des +Juifs</cite>, libro <span class="sc num">vii</span>, +cap. <span class="sc num">viii</span>, t. 4, pag. 1611; +<span class="sc aut">Bartoloccius</span>, +<cite>Bibl. Rabb.</cite>, t. <span class="sc num">iii</span>; +<a href="#gans"><span class="sc aut">Davide</span>, +<cite>Ganz Tzemach David.</cite></a>, p. 130; +<cite class="sc">Jochassim</cite>, p. 126). +</p> +</div> + +<div class="footnote"><a id="Fn_90"></a> +<p class="foot"><a href="#FNa_90"><span class="label">(90)</span></a> +Il celebre Alfonso de Candolle nella sua <cite xml:lang="fr">Histoire de +la science et des savants</cite> così parla degli Ebrei: “Se l'Europa +fosse abitata da soli Ebrei, avremmo uno spettacolo +stupendo. Non più guerre, non più leso il sentimento morale, +nè milioni d'uomini strappati alle industrie ed agli +studi. I debiti degli Stati sarebbero minimi e quasi sconosciute +le contribuzioni. Il culto fiorirebbe altamente. +L'industria ed il commercio prenderebbero sviluppo assai +maggiore. Pochi delitti. La forza non si impiegherebbe +quasi mai. La ricchezza del popolo in generale si eleverebbe +immensamente, mercè un intelligente e moderato lavoro +congiunto a sana economia. Queste ricchezze servirebbero a +spandere una carità senza limiti. La potestà religiosa, i ministri +del culto non verrebbero mai a conflitto collo Stato.” +</p> +</div> + +<div class="footnote"><a id="Fn_91"></a> +<p class="foot"><a href="#FNa_91"><span class="label">(91)</span></a> +Usiamo espressamente in questo caso la parola rinnegato +anzichè quella di convertito, perocchè altrettanto ci +sembrano degni di rispetto e di venerazione coloro che, mossi +da profonda convinzione, abbandonano la fede avita per abbracciare +quella che credono migliore, e si adoperan poi con +mezzi di carità a procacciare ciò che essi reputano la salvezza +morale dei loro antichi correligionari, altrettanto sentiamo +disprezzo ed esecrazione per coloro che, da qualsivoglia +sentimento mossi, scagliano calunnie contro la fede in cui +sono nati ed in cui vissero i loro genitori. Ai convertiti come +i Lehmann, i Ratisbonne, i Pasquali ogni onesto deve rispetto; +ai rinnegati come il Medici, come il Padre Alfonso +Spina, rettore dell'Università di Salamanca, il quale nel +<cite xml:lang="la">Fortalitium fidei</cite> afferma — e +niuno più di lui sapeva di +mentire — che gli Ebrei perdono ogni mese una certa quantità +di sangue, a tutti coloro infine dei quali il Talmud ha +detto: <i class="quo">Tal fiata si toglie dalla foresta un tronco per farlo +manico a scure che ne abbatta tutti gli altri</i> +(<cite class="sc">Sanhedrin</cite> <span class="sc num">iv</span>), +sia condegna mercede il fico di Giuda. +</p> +</div> + +<div class="footnote"><a id="Fn_92"></a> +<p class="foot"><a href="#FNa_92"><span class="label">(92)</span></a> +Il dotto talmudista signor R. N. Rabinowitz di Monaco +sta pubblicando un lungo lavoro intitolato <cite>Dikdukè soferim</cite> +in cui riduce alla vera lezione i passi del <cite>Talmud</cite> di +cui si hanno varianti. Questo lavoro è il frutto del confronto +da lui fatto non soltanto di infinite edizioni del Talmud, ma +di quanti mss. gli fu dato confrontare nelle diverse biblioteche +d'Europa. Il compimento di questa opera paziente è +tanto più ardentemente atteso che il Talmud è ormai reso +irriconoscibile dalle continue e spesso inintelligenti mutilazioni +che vi introdussero i censori. La stessa edizione di +Basilea 1578 che è fra le antiche la più nota e la più facile +a trovarsi fu in siffatta guisa mutilata e snaturata per opera +del censore Marco Marino da Brescia, da divenire in varii +punti grottesca. Più integra, ma difficilissima a rinvenirsi, è +l'edizione che ne diede il Bamberg a Venezia (1520–3) e che +è la prima, dopo quella dei celebri Soncino, di cui non rimangono +che pochi trattati. Chi volesse farsi un'idea di ciò che +era negli scorsi secoli la censura dei libri ebraici, legga un +articolo di Emanuele Deutsch, l'eminente conservatore del +<cite xml:lang="en">British Museum</cite>, nella +<cite xml:lang="en">Quarterly Rewiew</cite> di ottobre 1867, +ed un altro <cite>Un curiosissimo incidente storico</cite> del cav. Mortara +a pag. 161 dell'<cite>Educatore Israelita</cite> di Vercelli, anno 1862. +</p> +</div> + +<div class="footnote"><a id="Fn_93"></a> +<p class="foot"><a href="#FNa_93"><span class="label">(93)</span></a> +<cite class="sc">Sanhedrin</cite>, fol. 38. +</p> +</div> + +<div class="footnote"><a id="Fn_94"></a> +<p class="foot"><a href="#FNa_94"><span class="label">(94)</span></a> +<cite class="sc">Soferim</cite>, fol. 15, 10. +</p> +</div> + +<div class="footnote"><a id="Fn_95"></a> +<p class="foot"><a href="#FNa_95"><span class="label">(95)</span></a> +Malgrado questo odio inesplicabile contro i medici il +Talmud contiene nozioni preziose di medicina. +(Cfr. <span class="sc aut">Ginsburger</span>, +<cite xml:lang="la">Medicina ex thalmudicis</cite>; +<span class="sc aut">Haller</span>, <cite>Bibl. medica</cite>, +lib. 2); questa scienza era da lungo tempo praticata dagli +Ebrei. Oltre i precetti di igiene che occupano tanta parte +nella legge di Mosè, l'Esodo pare accenni proprio in vari +punti (<span class="sc num">xv</span>, +26 — <span class="sc num">xxi</span>, 19) +all'esistenza di medici. Sotto i re, +medicina e chirurgia fanno progressi. Salomone si occupa della +ricerca delle virtù delle piante, e il libro dei Re ci mostra +Isaia curare e guarire il re Ezecchia. L'uso del balsamo ed +i medici son noti a Geremia (<span class="sc num">viii</span>, 22): +“Non vi è egli alcun +balsamo in Galaad? non vi è egli alcun medico?” E ad +Ezechiele (<span class="sc num">xxx</span>, 21): “Figliuol d'uomo, +io ho rotto il braccio +di Faraone re d'Egitto; ed ecco non è stato curato applicandovi +de' medicamenti, e ponendovi delle fascie per fasciarlo e +per fortificarlo per poter tenere in mano la spada.” [Cfr. +<span class="sc aut">Prunelle</span>, <cite xml:lang="fr">Discours +sur l'influence de la médecine sur la +renaissance des lettres</cite> (nota 3, p. 92); +<span class="sc aut">Salvador</span>, <cite>Op. cit.</cite>, +p. 264; <span class="sc aut">Pasqualigo</span>, +<cite>Della condizione delle mediche scienze +presso il popolo Ebreo</cite>, Piacenza, Mancherotto, 1870]. Quanto +poi gli Ebrei, malgrado lo strano anatema talmudico, coltivassero +con profitto la medicina, è a tutti noto, come del paro +è noto che nei primi secoli del Medio Evo, e prima che venissero +in fiore le scuole di Salerno e di Montpellier, che del +resto furono fondate principalmente da Ebrei, (cfr. +<span class="sc aut">Prunelle</span>, +<cite>Op. cit.</cite>, p. 44 e 60, e <span class="sc aut">Austruc</span>, +<cite xml:lang="fr">Hist. de la fac. de méd. de +Montpellier</cite>, p. 14), essi furono quasi i soli ad esercitare l'arte +salutare nel mondo allora conosciuto. +</p> +</div> + +<div class="footnote"><a id="Fn_96"></a> +<p class="foot"><a href="#FNa_96"><span class="label">(96)</span></a> +Il Talmud stesso deplora talvolta queste discussioni interminabili +che fanno considerare la legge come due leggi, ed +altrove attribuisce queste controversie all'orgoglio dei dottori +(<cite xml:lang="fr">Archives Israélites de France</cite>, anno +<span class="sc num">i</span>, 1840, pag. 586–587). +A parer nostro queste controversie non sono che la conseguenza +naturale dell'opinione che i rabbini esprimono con +una delle solite iperboli, dicendo che la legge ha settanta +faccie, ciò che vuol dire che ogni parola uscita dalla bocca +di Dio è suscettibile di almeno settanta interpretazioni diverse; +dottrina questa che il Santo Vescovo di Ippona accetta +nelle sue confessioni; dove dice varii e numerosi essere i sensi +della Scrittura. Se poniam mente oltre a ciò che i dottori del +Talmud furono duemila e duecento otto, c'è da meravigliare +che i trentasei trattati del Talmud che pervennero soli sino +a noi, abbraccino soltanto (coi due commentarii più importanti; +il Rascì e Tossafot) 2947 fogli, ripartiti in 12 vol. in foglio. +</p> +</div> + +<div class="footnote"><a id="Fn_97"></a> +<p class="foot"><a href="#FNa_97"><span class="label">(97)</span></a> +<cite class="sc">Sanhedrin</cite>, fol. 58. +</p> +</div> + +<div class="footnote"><a id="Fn_98"></a> +<p class="foot"><a href="#FNa_98"><span class="label">(98)</span></a> +<cite>Hiruvim</cite>, fol. 63. +</p> +</div> + +<div class="footnote"><a id="Fn_99"></a> +<p class="foot"><a href="#FNa_99"><span class="label">(99)</span></a> +Tomo 2, pag. 903. +</p> +</div> + +<div class="footnote"><a id="Fn_100"></a> +<p class="foot"><a href="#FNa_100"><span class="label">(100)</span></a> +<cite class="sc">Kamà</cite>, fol. 38. +</p> +</div> + +<div class="footnote"><a id="Fn_101"></a> +<p class="foot"><a href="#FNa_101"><span class="label">(101)</span></a> +Si allude qui al passo del Levitico (<span class="sc num">xviii</span>, 5) +dove è +scritto: Osservate, dico, i miei statuti e le mie leggi, le +quali chiunque metterà in opera vivrà per essi. +</p> +</div> + +<div class="footnote"><a id="Fn_102"></a> +<p class="foot"><a href="#FNa_102"><span class="label">(102)</span></a> +<cite class="sc">Sifrà</cite>, sez. <cite>Acharè-Mod</cite> verso la fine. +</p> +</div> + +<div class="footnote"><a id="Fn_103"></a> +<p class="foot"><a href="#FNa_103"><span class="label">(103)</span></a> +<cite class="sc">Jevamot</cite>, 61 a. +</p> +</div> + +<div class="footnote"><a id="Fn_104"></a> +<p class="foot"><a href="#FNa_104"><span class="label">(104)</span></a> +<cite class="sc">Numeri</cite> <span class="sc num">xix</span>, 14. +</p> +</div> + +<div class="footnote"><a id="Fn_105"></a> +<p class="foot"><a href="#FNa_105"><span class="label">(105)</span></a> +Veggansi <cite class="sc">Tossafod</cite>, <cite class="sc">Jevamod</cite>, +fol. 61. <cite>Smemagheâgn</cite> +e l'opera del rabbino <span class="sc aut">Mosè Kunchyed</span>, intitolata +<cite>Ben Jochai</cite>, +pag. 27. +</p> +</div> + +<div class="footnote"><a id="Fn_106"></a> +<p class="foot"><a href="#FNa_106"><span class="label">(106)</span></a> +Credo aver provato la falsità della accusa mossa al +Talmud, ma se qualcuno riescisse proprio a convincermi, locchè +non credo, che gli Ebrei consideravano gli altri popoli siccome +bestie, risponderei che chi è senza peccato lanci la prima +pietra, certo che non potrebbero lanciarla neppure i Cristiani. +Trovo infatti nel dottissimo libro del signor Dumont: +<cite xml:lang="fr">Justice criminelle des Duchés de Lorraine et de Bar, de +Bassigny et des Trois Evêchés</cite> (Nancy, 1848, 2 vol. in 8º), +questa curiosissima notizia. Dopo aver parlato delle leggi +criminali contro coloro che si rendevano colpevoli di atti +di libidine contro natura sulle bestie, soggiunge (p. 184, v. +<span class="sc num">ii</span>): +“Ciò che si durerà fatica a credere è che a questa categoria +di delitti venivano ascritti anche i rapporti naturali dei due +sessi cogli infedeli, come per esempio Turchi ed Ebrei, per +la ragione che la nostra santa religione +<em class="sc">li considera come bestie</em>, +non per natura, ma per la loro durissima +malizia, la Fede proibendo di conversare con loro ed a +maggior ragione di giacere e di conversare carnalmente +con essi loro.” Si noti che mentre la frase del Talmud +rimaneva nella peggior ipotesi <i class="quo" xml:lang="la">telum +imbelle sine ictu</i>, la +disposizione benignissima che ho testè riferito conduceva a +questa pratica applicazione. Siccome nel caso di bestialità, +la bestia, strumento passivo, veniva bruciata assieme al colpevole, +perchè, dicevano, bisognava annientare tutto quanto +poteva rammentare un così orribile scandalo, così un'ebrea od +una mussulmana anche se violentemente stuprata da un cristiano, +doveva venir con esso bruciata! E dire che noi Europei, +con questi esempi in casa nostra, osiamo tuttodì calunniare +l'Islam e parlare di giustizia turca! +</p> +</div> + +<div class="footnote"><a id="Fn_107"></a> +<p class="foot"><a href="#FNa_107"><span class="label">(107)</span></a> +<cite class="sc">Avod</cite>, 3, 19. +</p> +</div> + +<div class="footnote"><a id="Fn_108"></a> +<p class="foot"><a href="#FNa_108"><span class="label">(108)</span></a> +N. 3 del 16 giugno 1883. +</p> +</div> + +<div class="footnote"><a id="Fn_109"></a> +<p class="foot"><a href="#FNa_109"><span class="label">(109)</span></a> +Veggasi quanto su questo argomento scriveva tre secoli +or sono il dottore Davide de Pomis (<cite xml:lang="la">De Medico Ebreo</cite>, +<cite xml:lang="la">sectio septima</cite>): Cfr. +<span class="sc aut">Lampronti</span>, <cite>Dizionario Rituale</cite> +e <span class="sc aut">Benedetto</span>, +<cite>Apologetica</cite>. Mantova, 1775. +</p> +</div> + +<div class="footnote"><a id="Fn_110"></a> +<p class="foot"><a href="#FNa_110"><span class="label">(110)</span></a> +<cite class="sc">Holin</cite>, fol. 13 b. +</p> +</div> + +<div class="footnote"><a id="Fn_111"></a> +<p class="foot"><a href="#FNa_111"><span class="label">(111)</span></a> +<cite class="sc">Talmud Perck Helek</cite>, +pag. 105. — <cite class="sc">Tossaftà</cite>, +cap. <span class="sc num">xiii</span>. +</p> +</div> + +<div class="footnote"><a id="Fn_112"></a> +<p class="foot"><a href="#FNa_112"><span class="label">(112)</span></a> +<cite class="sc">Sanhedrin</cite>, 56 a. +</p> +</div> + +<div class="footnote"><a id="Fn_113"></a> +<p class="foot"><a href="#FNa_113"><span class="label">(113)</span></a> +<cite class="sc">Haghigà</cite>, 13, 1. +</p> +</div> + +<div class="footnote"><a id="Fn_114"></a> +<p class="foot"><a href="#FNa_114"><span class="label">(114)</span></a> +<span class="sc aut">Luzzatto</span>, <cite>Teol. morale israelitica</cite>. +Padova, Bianchi, +pag. 27. +</p> +</div> + +<div class="footnote"><a id="Fn_115"></a> +<p class="foot"><a href="#FNa_115"><span class="label">(115)</span></a> +<span class="sc aut">Plantavitius</span>, <cite xml:lang="la">Florilegium +rabbinicum</cite>, pag. 216, +n. 1428. +</p> +</div> + +<div class="footnote"><a id="Fn_116"></a> +<p class="foot"><a href="#FNa_116"><span class="label">(116)</span></a> +<cite class="sc">Talmud</cite>, <cite>Tahanid</cite>, cap. 3. Chi ne +avesse agio legga +in <cite>Parabole, leggende e pensieri raccolti dai libri talmudici</cite> +dal prof. Giuseppe Levi, Firenze, Le Monnier, 1861, la novella +di cui questa massima non è che la morale, e legga +l'intiero libro chi vuol formarsi del Talmud un esatto concetto. +</p> +</div> + +<div class="footnote"><a id="Fn_117"></a> +<p class="foot"><a href="#FNa_117"><span class="label">(117)</span></a> +<cite class="sc">Sabat</cite>, <span class="sc num">i</span>. +</p> +</div> + +<div class="footnote"><a id="Fn_118"></a> +<p class="foot"><a href="#FNa_118"><span class="label">(118)</span></a> +<cite class="sc">Abot</cite> di Rabbi Natan, <span class="sc num">xli</span>. +</p> +</div> + +<div class="footnote"><a id="Fn_119"></a> +<p class="foot"><a href="#FNa_119"><span class="label">(119)</span></a> +Leggi Ripuarie, tit. <span class="sc num">xlvi</span>; +<span class="sc aut">Montesquieu</span>, <cite xml:lang="fr">Esprit des +lois</cite>, libro <span class="sc num">xxx</span>, cap. 20. +</p> +</div> + +<div class="footnote"><a id="Fn_120"></a> +<p class="foot"><a href="#FNa_120"><span class="label">(120)</span></a> +<cite class="sc">Baraidà deribbi Ismael</cite>. +</p> +</div> + +<div class="footnote"><a id="Fn_121"></a> +<p class="foot"><a href="#FNa_121"><span class="label">(121)</span></a> +<cite class="sc">Talmud Jerusalmì</cite>, <cite>Nedarim</cite>, +<span class="sc num">ix</span>. +</p> +</div> + +<div class="footnote"><a id="Fn_122"></a> +<p class="foot"><a href="#FNa_122"><span class="label">(122)</span></a> +<cite class="sc">Rabot</cite>, pag. 28, a. +</p> +</div> + +<div class="footnote"><a id="Fn_123"></a> +<p class="foot"><a href="#FNa_123"><span class="label">(123)</span></a> +Hillel fu, siccome è noto, illustre caposcuola del tempo +di Erode. +</p> +</div> + +<div class="footnote"><a id="Fn_124"></a> +<p class="foot"><a href="#FNa_124"><span class="label">(124)</span></a> +<cite class="sc">Talmud</cite>, <cite>Trattato Sciabad</cite>, pag. 31. Cfr. +<span class="sc aut">Plantavitius</span>, +<cite xml:lang="la">Flor.</cite>, p. 261, n. 1393. +</p> +</div> + +<div class="footnote"><a id="Fn_125"></a> +<p class="foot"><a href="#FNa_125"><span class="label">(125)</span></a> +<cite class="sc">Berescid Rabbà</cite>, cap. 24, Cfr. +<cite class="sc">Genesi</cite>, <span class="sc num">v</span>, 1. +</p> +</div> + +<div class="footnote"><a id="Fn_126"></a> +<p class="foot"><a href="#FNa_126"><span class="label">(126)</span></a> +<cite class="sc">Talmud</cite>, <cite>Jevamot</cite>, pag. 13. +</p> +</div> + +<div class="footnote"><a id="Fn_127"></a> +<p class="foot"><a href="#FNa_127"><span class="label">(127)</span></a> +<cite class="sc">Talmud</cite>, <cite>Hiruvim</cite>, fol. 41. +</p> +</div> + +<div class="footnote"><a id="Fn_128"></a> +<p class="foot"><a href="#FNa_128"><span class="label">(128)</span></a> +Vedi fra i documenti. +</p> +</div> + +<div class="footnote"><a id="Fn_129"></a> +<p class="foot"><a href="#FNa_129"><span class="label">(129)</span></a> +<cite>Op. cit.</cite> +</p> +</div> + +<div class="footnote"><a id="Fn_130"></a> +<p class="foot"><a href="#FNa_130"><span class="label">(130)</span></a> +<cite class="sc">Tanhumà</cite>, Sez. <cite>Scimini</cite>. +</p> +</div> + +<div class="footnote"><a id="Fn_131"></a> +<p class="foot"><a href="#FNa_131"><span class="label">(131)</span></a> +<cite class="sc">Avod</cite>, <span class="sc num">ii</span>. 5. +</p> +</div> + +<div class="footnote"><a id="Fn_132"></a> +<p class="foot"><a href="#FNa_132"><span class="label">(132)</span></a> +<cite class="sc">Rabot</cite>, fol. 225, a. +</p> +</div> + +<div class="footnote"><a id="Fn_133"></a> +<p class="foot"><a href="#FNa_133"><span class="label">(133)</span></a> +<cite class="sc">Talmud</cite>, <cite>Berahot</cite>, fol. 2. +</p> +</div> + +<div class="footnote"><a id="Fn_134"></a> +<p class="foot"><a href="#FNa_134"><span class="label">(134)</span></a> +<cite class="sc">Talmud</cite>, <cite>Sanhedrin</cite>, 98 b. Cfr., +ib. 396 e <cite>Meguillà</cite> 106. +</p> +</div> + +<div class="footnote"><a id="Fn_135"></a> +<p class="foot"><a href="#FNa_135"><span class="label">(135)</span></a> +<cite class="sc">Jalkut</cite>, pag. 20, 2. +</p> +</div> + +<div class="footnote"><a id="Fn_136"></a> +<p class="foot"><a href="#FNa_136"><span class="label">(136)</span></a> +<cite class="sc">Jalkut</cite>, <cite>Jeossua</cite>, fol. 9, 2. +</p> +</div> + +<div class="footnote"><a id="Fn_137"></a> +<p class="foot"><a href="#FNa_137"><span class="label">(137)</span></a> +<span class="sc aut">Leon Modena</span>, <span class="sc aut">Rabi</span> +ebreo da Venezia. <cite>Historia dei riti ebraici</cite>, Venetia, +<span class="sc num">mdclxix</span>. +Appresso li Prodotti, p. <span class="sc num">iv</span> e +<span class="sc num">xi</span>, +109 e 110. +</p> +</div> + +<div class="footnote"><a id="Fn_138"></a> +<p class="foot"><a href="#FNa_138"><span class="label">(138)</span></a> +Lettera inedita di <span class="sc aut">S. D. Luzzatto</span>, Padova, +26 dicembre +1836; in <cite>Vessillo Israelitico</cite>, ottobre 1876, p. 325. +</p> +</div> + +<div class="footnote"><a id="Fn_139"></a> +<p class="foot"><a href="#FNa_139"><span class="label">(139)</span></a> +Da una circolare con cui ordina le preghiere d'uso per +l'inaugurazione dei lavori parlamentari nell'anno 1876. +</p> +</div> + +<div class="footnote"><a id="Fn_140"></a> +<p class="foot"><a href="#FNa_140"><span class="label">(140)</span></a> +<span class="sc aut">Paolo Medici</span>, <cite>Riti e costumi degli +Ebrei confutati</cite>. +Venezia, Bartoli, <span class="sc num">mdccxlvi</span>. +</p> +</div> + +<div class="footnote"><a id="Fn_141"></a> +<p class="foot"><a href="#FNa_141"><span class="label">(141)</span></a> +<span class="sc aut">Medici</span>, <cite>op. cit.</cite>, pag. 101–102. +</p> +</div> + +<div class="footnote"><a id="Fn_142"></a> +<p class="foot"><a href="#FNa_142"><span class="label">(142)</span></a> +Più esattamente <cite>Tahanid</cite>, 27, 2. +</p> +</div> + +<div class="footnote"><a id="Fn_143"></a> +<p class="foot"><a href="#FNa_143"><span class="label">(143)</span></a> +<cite>Op. cit.</cite>, pag. 129. +</p> +</div> + +<div class="footnote"><a id="Fn_144"></a> +<p class="foot"><a href="#FNa_144"><span class="label">(144)</span></a> +<cite class="sc">I. Re</cite>, <span class="sc num">xx</span>, 31. +</p> +</div> + +<div class="footnote"><a id="Fn_145"></a> +<p class="foot"><a href="#FNa_145"><span class="label">(145)</span></a> +<cite class="sc">Jevamod</cite>, fol. 79. +</p> +</div> + +<div class="footnote"><a id="Fn_146"></a> +<p class="foot"><a href="#FNa_146"><span class="label">(146)</span></a> +<cite class="sc">Jom Tov</cite>, fol. 32. +</p> +</div> + +<div class="footnote"><a id="Fn_147"></a> +<p class="foot"><a href="#FNa_147"><span class="label">(147)</span></a> +<cite class="sc">Talmud</cite> <cite>Betzà</cite>, 32, 6. +</p> +</div> + +<div class="footnote"><a id="Fn_148"></a> +<p class="foot"><a href="#FNa_148"><span class="label">(148)</span></a> +<cite class="sc">Ghittin</cite>, 61, a. Nello stesso trattato è raccomandato +agli israeliti di non impedire agli stranieri idolatri di prendere +la loro parte di quanto avanza dopo la mietitura e la +vendemmia. Cfr. <span class="sc aut">Maimonide</span>, +<cite xml:lang="la">De jure peregrini</cite>, +<span class="sc num">v</span>. 12. +</p> +</div> + +<div class="footnote"><a id="Fn_149"></a> +<p class="foot"><a href="#FNa_149"><span class="label">(149)</span></a> +<span class="sc aut">Modena</span>, <cite>op. cit.</cite>, parte 1ª, cap. 14, +pag. 33. +</p> +</div> + +<div class="footnote"><a id="Fn_150"></a> +<p class="foot"><a href="#FNa_150"><span class="label">(150)</span></a> +<span class="sc aut">De Gerando.</span> +<cite>Della beneficenza pubblica</cite>, in Bibl. dell'Econ., +serie <span class="sc num">ii</span>, vol. 13, pag. 1599. +</p> +</div> + +<div class="footnote"><a id="Fn_151"></a> +<p class="foot"><a href="#FNa_151"><span class="label">(151)</span></a> +<cite xml:lang="fr">Revue des deux Mondes</cite>, 1º luglio 1883. +</p> +</div> + +<div class="footnote"><a id="Fn_152"></a> +<p class="foot"><a href="#FNa_152"><span class="label">(152)</span></a> +<cite class="sc">Berachod</cite>, 59. +</p> +</div> + +<div class="footnote"><a id="Fn_153"></a> +<p class="foot"><a href="#FNa_153"><span class="label">(153)</span></a> +<cite class="sc">Ghittin</cite>, capo <span class="sc num">i.</span> +</p> +</div> + +<div class="footnote"><a id="Fn_154"></a> +<p class="foot"><a href="#FNa_154"><span class="label">(154)</span></a> +<cite class="sc">Sotà</cite>, 14, a. +</p> +</div> + +<div class="footnote"><a id="Fn_155"></a> +<p class="foot"><a href="#FNa_155"><span class="label">(155)</span></a> +<cite class="sc">Avot</cite>, capo <span class="sc num">i</span>. +</p> +</div> + +<div class="footnote"><a id="Fn_156"></a> +<p class="foot"><a href="#FNa_156"><span class="label">(156)</span></a> +<cite class="sc">Smà</cite>, 49 b. +</p> +</div> + +<div class="footnote"><a id="Fn_157"></a> +<p class="foot"><a href="#FNa_157"><span class="label">(157)</span></a> +<cite class="sc">Talmud Sotà</cite>, 14 a. +</p> +</div> + +<div class="footnote"><a id="Fn_158"></a> +<p class="foot"><a href="#FNa_158"><span class="label">(158)</span></a> +<cite class="sc">Avot</cite>, <span class="sc num">v</span>. +</p> +</div> + +<div class="footnote"><a id="Fn_159"></a> +<p class="foot"><a href="#FNa_159"><span class="label">(159)</span></a> +<cite class="sc">Havod Deribi Nadan</cite>, cap. 31. +</p> +</div> + +<div class="footnote"><a id="Fn_160"></a> +<p class="foot"><a href="#FNa_160"><span class="label">(160)</span></a> +<cite class="sc">Sothà</cite>, fol. 6. +</p> +</div> + +<div class="footnote"><a id="Fn_161"></a> +<p class="foot"><a href="#FNa_161"><span class="label">(161)</span></a> +<cite class="sc">Sothà</cite>, <span class="sc num">viii</span>. +</p> +</div> + +<div class="footnote"><a id="Fn_162"></a> +<p class="foot"><a href="#FNa_162"><span class="label">(162)</span></a> +<cite class="sc">Sciabbad</cite>, 39. +</p> +</div> + +<div class="footnote"><a id="Fn_163"></a> +<p class="foot"><a href="#FNa_163"><span class="label">(163)</span></a> +<cite class="sc">Peà</cite> <span class="sc num">v</span>, Cfr. +<cite class="sc">Avot de R. Nathan</cite>, <span class="sc num">iii</span>. +</p> +</div> + +<div class="footnote"><a id="Fn_164"></a> +<p class="foot"><a href="#FNa_164"><span class="label">(164)</span></a> +Ecco sulle leggi ebraiche un non sospetto giudizio: +<i class="quo" xml:lang="la">Patres christiani summopere jura hebraeorum +commendarunt +et apud Grecos philosophos placita juris Hebraici +plurima reperire licet.</i> <span class="sc aut">Ugolini</span>, tomo +<span class="sc num">x</span>, pag. 513 e 514, ex +<span class="sc aut">Seldeno</span>, +<cite xml:lang="la">De jure naturali et gentium</cite>, +cap. <span class="sc num">x</span>. +</p> +</div> + +<div class="footnote"><a id="Fn_165"></a> +<p class="foot"><a href="#FNa_165"><span class="label">(165)</span></a> +<cite class="sc">Mischnà Macod</cite>, capo <span class="sc num">i</span>, § 10. +</p> +</div> + +<div class="footnote"><a id="Fn_166"></a> +<p class="foot"><a href="#FNa_166"><span class="label">(166)</span></a> +<cite class="sc">Sanhedrin</cite>, fol. 45, a. +</p> +</div> + +<div class="footnote"><a id="Fn_167"></a> +<p class="foot"><a href="#FNa_167"><span class="label">(167)</span></a> +<span class="sc aut">Giuda Levi</span>, <cite>Cosri</cite>. +</p> +</div> + +<div class="footnote"><a id="Fn_168"></a> +<p class="foot"><a href="#FNa_168"><span class="label">(168)</span></a> +<cite class="sc">Sothà</cite>, <span class="sc num">i</span>. +</p> +</div> + +<div class="footnote"><a id="Fn_169"></a> +<p class="foot"><a href="#FNa_169"><span class="label">(169)</span></a> +<cite class="sc">Cheduvod</cite>, capo <span class="sc num">xiii</span>. +</p> +</div> + +<div class="footnote"><a id="Fn_170"></a> +<p class="foot"><a href="#FNa_170"><span class="label">(170)</span></a> +<span class="sc aut">Fournier</span>, +<cite xml:lang="fr">l'Esprit dans l'Histoire</cite>, Paris, Dentu, 1852, +pag. 425. +</p> +</div> + +<div class="footnote"><a id="Fn_171"></a> +<p class="foot"><a href="#FNa_171"><span class="label">(171)</span></a> +<cite class="sc">Meghilà</cite>, 16, 1. +</p> +</div> + +<div class="footnote"><a id="Fn_172"></a> +<p class="foot"><a href="#FNa_172"><span class="label">(172)</span></a> +<cite class="sc">Bavà Mezià</cite>, 85 a. +</p> +</div> + +<div class="footnote"><a id="Fn_173"></a> +<p class="foot"><a href="#FNa_173"><span class="label">(173)</span></a> +<cite class="sc">Havod Deribi Natan</cite>, capo 4. +</p> +</div> + +<div class="footnote"><a id="Fn_174"></a> +<p class="foot"><a href="#FNa_174"><span class="label">(174)</span></a> +<cite class="sc">Nedarim</cite>, 81. +</p> +</div> + +<div class="footnote"><a id="Fn_175"></a> +<p class="foot"><a href="#FNa_175"><span class="label">(175)</span></a> +<cite class="sc">Kidduscim</cite>, <span class="sc num">i</span>. +</p> +</div> + +<div class="footnote"><a id="Fn_176"></a> +<p class="foot"><a href="#FNa_176"><span class="label">(176)</span></a> +<cite class="sc">Sothà</cite>, cap. 3. — <cite>Mischnà</cite> +4 al nome di <i>Ben Azai</i>. +</p> +</div> + +<div class="footnote"><a id="Fn_177"></a> +<p class="foot"><a href="#FNa_177"><span class="label">(177)</span></a> +<cite class="sc">Jevamod</cite>, capo <span class="sc num">v</span>. +</p> +</div> + +<div class="footnote"><a id="Fn_178"></a> +<p class="foot"><a href="#FNa_178"><span class="label">(178)</span></a> +<cite class="sc">Ghittin</cite>, capo <span class="sc num">ix</span>. +</p> +</div> + +<div class="footnote"><a id="Fn_179"></a> +<p class="foot"><a href="#FNa_179"><span class="label">(179)</span></a> +<cite class="sc">Bavà Mezià</cite>, capo 4. +</p> +</div> + +<div class="footnote"><a id="Fn_180"></a> +<p class="foot"><a href="#FNa_180"><span class="label">(180)</span></a> +<cite class="sc">Sothà</cite>, <span class="sc num">ii</span>. +</p> +</div> + +<div class="footnote"><a id="Fn_181"></a> +<p class="foot"><a href="#FNa_181"><span class="label">(181)</span></a> +<cite class="sc">Berahot</cite>, 2. +</p> +</div> + +<div class="footnote"><a id="Fn_182"></a> +<p class="foot"><a href="#FNa_182"><span class="label">(182)</span></a> +<cite class="sc">Holin</cite>, <span class="sc num">vi</span>. +</p> +</div> + +<div class="footnote"><a id="Fn_183"></a> +<p class="foot"><a href="#FNa_183"><span class="label">(183)</span></a> +<cite class="sc">Bavà Mezià</cite>, capo <span class="sc num">iv</span>. +</p> +</div> + +<div class="footnote"><a id="Fn_184"></a> +<p class="foot"><a href="#FNa_184"><span class="label">(184)</span></a> +<cite class="sc">Sanhedrin</cite>, <span class="sc num">ii</span>. +</p> +</div> + +<div class="footnote"><a id="Fn_185"></a> +<p class="foot"><a href="#FNa_185"><span class="label">(185)</span></a> +<cite>Op. cit.</cite>, parte <span class="sc num">i</span>, capo 14, pag. 33. +</p> +</div> + +<div class="footnote"><a id="Fn_186"></a> +<p class="foot"><a href="#FNa_186"><span class="label">(186)</span></a> +<cite class="sc">Ghittin</cite>, 62 a. +</p> +</div> + +<div class="footnote"><a id="Fn_187"></a> +<p class="foot"><a href="#FNa_187"><span class="label">(187)</span></a> +<cite class="sc">Bavà Mazià</cite>, 118 b. +</p> +</div> + +<div class="footnote"><a id="Fn_188"></a> +<p class="foot"><a href="#FNa_188"><span class="label">(188)</span></a> +<cite class="sc">Sifri</cite> Sez. Ekev, capo 43. +</p> +</div> + +<div class="footnote"><a id="Fn_189"></a> +<p class="foot"><a href="#FNa_189"><span class="label">(189)</span></a> +<cite class="sc">Rabod</cite>, fol. 139. +</p> +</div> + +<div class="footnote"><a id="Fn_190"></a> +<p class="foot"><a href="#FNa_190"><span class="label">(190)</span></a> +<span class="sc aut">Isaac Levy</span>, +<cite xml:lang="fr">Défense du Judaïsme</cite>. Paris, Librairie +Internationale, 1867, pag. 56. +</p> +</div> + +<div class="footnote"><a id="Fn_191"></a> +<p class="foot"><a href="#FNa_191"><span class="label">(191)</span></a> +<span class="sc aut">Luzzatto</span>, +<cite>Lezioni di teol. morale Israel.</cite> Padova, +Bianchi, 1862, pag. 33 e 34. +</p> +</div> + +<div class="footnote"><a id="Fn_192"></a> +<p class="foot"><a href="#FNa_192"><span class="label">(192)</span></a> +<cite class="sc">Haghigà</cite>, 5. +</p> +</div> + +<div class="chapter"> +<span class="pageno" title="97" id="page-97"></span> +<img src="images/i003a.png" style="width: 100%" alt=""/> +</div> + +<h2 class="nobreak" id="tit-3"> +<a href="#ritit-3">III.</a> +</h2> + +<p class="subtitle"> +Attitudini economiche dell'Ebreo. +</p> + +<p> +L'Ebreo è essenzialmente commerciante ed usuraio, egli +non è e non vuol essere agricoltore, operaio; non vuol +partecipare alla vita dei popoli frammezzo a cui vive, ma +si tiene accampato in mezzo ad essi pronto a sugger loro +il sangue dalle vene coi suoi raggiri commerciali. Il <cite>Talmud</cite>, +sempre l'esecrando Talmud, gli impone il dovere di +derubare, di spogliare il Cristiano. +</p> + +<p> +Ecco le accuse che un tempo si muovevano agli Ebrei, +e che loro si muovono ancora nei paesi meno civili. +</p> + +<p> +L'Ebreo si accaparra i più lauti impieghi, le funzioni +cui sono annessi maggiori stipendi e maggiore influenza. +In Francia, in Italia, in Germania si è reso padrone +della stampa; il numero dei deputati e dei senatori ebrei, +nei paesi, ove, infrante tutte le barriere, godono della pienezza +dei loro diritti, è strabocchevole in confronto del +loro esiguo numero. +</p> + +<p> +Ecco le accuse che oggi si muovono agli Ebrei nei +paesi più civili d'Europa. +</p> + +<p> +E su questi temi si ricama a sazietà, e non mancano i +belli spiriti per far notare la mirabile duttilità di questo +<span class="pageno" title="98" id="page-98"></span> +popolo, che sempre intento al proprio interesse, si piega +ai varii tempi, ed ai varii paesi; usuraio nell'evo medio, +ed oggi ancora in Polonia, in Ungheria, in Rumenia, +dovunque insomma le condizioni generali della società +di poco differiscono da quelle del medio evo; legislatore, +pubblicista, uomo di lettere, avvocato, in Inghilterra, in +Francia, in Italia, nell'Europa civile insomma; ma sempre, +dovunque, inteso soltanto ad arricchirsi. +</p> + +<p> +Se i frizzi fossero argomenti, noi potremmo chiedere ai +nostri contraddittori quale sia l'uomo, quale il popolo, che +non cerchi di migliorare la propria condizione economica +e sociale. +</p> + +<p> +Ma preferiamo argomenti più serii. +</p> + +<p> +Prima della ruina di Gerusalemme il popolo ebreo non +dovette essere estraneo a nessuna professione. Vi erano +in Giudea pubblici edifizi, la cui manutenzione esigeva la +presenza di operai abili. Una nazione, che nelle sue lunghe +emigrazioni e durante la cattività, era stata in grado +di attingere, nei varî paesi dove aveva stabilito la sua +dimora, l'idea di molti e nuovi bisogni, non mancava certamente +di uomini capaci di procurarle gli oggetti che +le erano necessari: non vi può quindi esser dubbio che gli +Ebrei si consacrassero nella loro patria all'esercizio delle +arti meccaniche. +</p> + +<p> +La pastorizia e l'agricoltura — le due industrie che +Sully, il grande ministro di Enrico IV, chiamava le due +mammelle dello Stato — erano in favore appo loro. Mosè, +lo dice il signor de Segur, e chiunque abbia letto la +Bibbia non può negarlo, aveva fatto degli Ebrei un popolo +di agricoltori. +</p> + +<p> +Una sola industria pare non attecchisse fra gli Ebrei +di Palestina: il commercio. +</p> + +<p> +“Il popolo ebreo, dice Roscher, per ciò che riguarda +le sue doti morali non secondo ad alcuno altro popolo +<span class="pageno" title="99" id="page-99"></span> +della terra, durante la sua indipendenza politica, per +la rigorosa disciplina però della legge mosaica, s'era +lasciato circoscrivere all'agricoltura ed alla pastorizia +con esclusione di tutte le altre parti dello sviluppo +economico. Dispregiavasi allora tanto più il commercio, +in quanto che lo spirituale contatto con vicini +dediti al paganesimo era grandemente +temuto” <a id="FNa_193"></a><a href="#Fn_193" class="fna">(193)</a>. +Nè poteva esser commerciante un popolo come l'ebreo +dedito alla vita campestre e siffattamente avverso ai +pericoli marittimi ed alle peregrinazioni, che, costretto +per forza alla vita girovaga nelle sue prime cattività, +serba però l'amore della sua terra, vi ritorna +numeroso, e sforzato a mutar paese, preferisce all'esilio +la +morte <a id="FNa_194"></a><a href="#Fn_194" class="fna">(194)</a>. +</p> + +<p> +Come va dunque che questo popolo essenzialmente agricolo, +questo popolo che, come ebbimo già occasione di +notare, pone, a capo delle sue leggi tradizionali, un trattato +di legislazione agricola, questo popolo, cui nessuna +industria, tranne il commercio, era estranea, divenisse a +poco a poco esclusivamente commerciante e concentrasse +per secoli la miglior parte della sua attività in quella +industria appunto da cui maggiormente abborrivano i suoi +antenati? +</p> + +<p> +A Roma, dove, come già vedemmo, gli Ebrei erano +numerosissimi, essi, vivendo sullo stesso piede dei cittadini +romani, si consacravano ad ogni genere di industria. +</p> + +<p> +Vennero i tempi delle persecuzioni, e delle numerose +<span class="pageno" title="100" id="page-100"></span> +interdizioni economiche di cui gli Ebrei furono vittima, e +prima fra queste interdizioni fu quella che proibiva loro +l'acquisto di beni stabili. Da qui l'impossibilità per l'ebreo +agiato di consacrarsi all'agricoltura. È vero che questo +divieto di possedere beni stabili non fu sempre e dovunque +osservato con uguale rigidezza, ma anche là dove la +legge avrebbe forse permesso loro l'acquisto di qualche +pezzo di terra, come mai avrebbe potuto risolversi un ebreo +a comperarlo, se sempre e dovunque essi non erano che +tollerati e continuamente minacciati di espulsione? Chi non +sa la sicurezza essere la prima condizione della proprietà +fondiaria? Tolta agli Ebrei agiati la possibilità di divenir +proprietari, ne veniva per conseguenza che gli Ebrei poveri +rifuggissero dall'agricoltura. Chi è mai quell'uomo che +abbraccia spontaneamente un'arte, un mestiere qualsiasi, +quando sa già da prima che in quell'arte, in quel mestiere, +gli sarà vietato ogni progresso? Chi entrerebbe volontario +nelle milizie, quando avesse la certezza assoluta di non +divenir mai tampoco caporale? e chi vorrebbe darsi ai +lavori agricoli sapendo di non poter mai divenir proprietario +del più modesto pezzo di terra? E d'altronde l'odio +cui eran fatti segno gli Ebrei avrebbe loro permesso +di trovar lavoro sui campi altrui, quando ai loro correligionari +ricchi era vietato di possederne? È almeno lecito +il dubitarne. +</p> + +<p> +E se ad essi era vietata l'agricoltura, lo era del pari +l'esercizio delle arti, delle manifatture. +</p> + +<p> +Il regime delle corporazioni di arti e mestieri, che fu +la forma quasi esclusiva dell'ordinamento del lavoro, dall'età +di mezzo fino a Turgot ed a Luigi XVI, bastava +da solo a togliere agli Ebrei ogni possibilità di esercitare +qualsivoglia industria. +</p> + +<p> +Tenuto a vile, dispregiato, odiato, l'Ebreo è costretto +ad abbracciare l'unica professione che gli si lascia libera, +<span class="pageno" title="101" id="page-101"></span> +e questa professione è quella che fin dai tempi di Cicerone +era ritenuta +sordida <a id="FNa_195"></a><a href="#Fn_195" class="fna">(195)</a>: +il commercio. +</p> + +<p> +Sarà gloria dell'Ebreo aver rialzato questa professione, +e se stesso con essa, ed aver sempre lottato e reagito +contro il pregiudizio castigliano che aveva infettato l'Europa +intiera: la nobiltà consistere nell'ozio. +</p> + +<p> +Ma già udiamo obbiettarci che ciò che si rimprovera +agli Ebrei non è soltanto l'abbandono dell'agricoltura e +delle altre industrie, ma specialmente l'esercizio dell'usura +e la disonestà nel commercio. +</p> + +<p> +Veniamo quindi all'usura. +</p> + +<p> +Fra le molte accuse lanciate contro gli Ebrei dei tempi +di Augusto a Roma non troviamo questa di usura. +</p> + +<p> +Ma sarebbe un voler negare la luce del sole, negare +che essi abbiano nei tempi posteriori esercitato l'esosa +industria. +</p> + +<p> +Sarà però opportuno intendersi subito sul significato +vero di questa brutta parola. +</p> + +<p> +“L'interesse dei capitali prestati, dice il principe degli +Economisti francesi, chiamato mal a proposito <em>interesse +del danaro</em>, chiamavasi anticamente <em>usura</em> (fitto dell'uso, +del godimento), ed era la parola propria, poichè l'interesse +è un prezzo, un fitto che si paga per avere il godimento +di un valore. Ma questa parola è diventata odiosa, +essa non desta più se non l'idea di un interesse illegale, +esorbitante, talchè se ne è a lei sostituita un'altra più +onesta e meno espressiva secondo il +solito” <a id="FNa_196"></a><a href="#Fn_196" class="fna">(196)</a>. +</p> + +<div> +<span class="pageno" title="102" id="page-102"></span> +</div> + +<p> +Allorquando noi troviamo quindi impiegata dagli storici +la parola <em>usura</em>, non dobbiamo prenderla nel senso +che oggi vi si annette. +</p> + +<p> +Oggi che le leggi, informandosi ai canoni della scienza +economica, riconoscono la libertà dell'interesse, oggi che +il negoziante, l'industriale, trova facilmente, ad equo interesse, +i capitali di cui abbisogna, oggi infine che il denaro +è a buon diritto considerato una merce come qualsivoglia +altra, oggi l'usuraio è quel vilissimo trafficante +che specula sulle dissipazioni della gioventù, o sui bisogni +di quegli infelici che ridotti alla estrema miseria non potrebbero +procurarsi altrimenti il denaro di cui abbisognano. +</p> + +<p> +Nei tempi andati ben diversamente procedevano le cose. +</p> + +<p> +Tutti sanno quanto odiosi si fossero resi nell'antica +Roma i prestatori di denaro. +</p> + +<p> +Bruto, Cassio, Antonio, Silla, persino il gran Pompeo +ed il severo Catone prestano ad usura e non arrossiscono +di esigere interessi che variano dal 48 al 70 per cento +all'anno. +</p> + +<p> +Cicerone, governatore della Cilicia, si crede il benefattore +della provincia per aver abbassato il saggio dell'interesse +al 12 % annuo, più un diritto di commissione +in caso di ritardo o di rinnovamento. +</p> + +<p> +Il Cristianesimo, venuto a bandire al mondo una parola +d'amore, doveva reagire in senso opposto. +</p> + +<p> +Da ciò negli antichi dottori della Chiesa, a cominciare +da San Giovanni Grisostomo, quella tendenza a +riguardare come illecito il prestito ad interesse, tendenza +che diveniva tanto più pronunciata quanto più l'abuso, +contro cui volevasi reagire, era più frequente e radicale; +e che questo abuso si mantenesse tale nei primi +secoli dell'età di mezzo, ce lo provano i capitolari di Carlo +Magno, che più di venti volte tornano sull'argomento e +non cessano di biasimare l'usura in ogni modo, lasciando +<span class="pageno" title="103" id="page-103"></span> +intendere che era allora colpa comune così al clero come +agli altri +abitanti <a id="FNa_197"></a><a href="#Fn_197" class="fna">(197)</a>. +</p> + +<p> +San Tomaso d'Aquino, per dir d'un solo, fondandosi sul +principio che le cose fungibili, che formano la materia +del prestito, non hanno guari un uso che sia distinto +dalla cosa stessa, ne conclude che vendere questo uso +esigendone un prezzo è vendere una cosa che non +esiste <a id="FNa_198"></a><a href="#Fn_198" class="fna">(198)</a>, +ovvero esigere due volte il prezzo della medesima +cosa, poichè la sorte principale restituita è esattamente +l'equivalente della cosa prestata, e che non +avendo niun dato valore al di là della cosa prestata, +l'interesse che se ne riceverebbe in dippiù sarebbe un +prezzo +doppio <a id="FNa_199"></a><a href="#Fn_199" class="fna">(199)</a>. +</p> + +<p> +Sarebbe sfoggio di erudizione altrettanto facile quanto +impertinente riunire qui centinaia di decisioni di Concilii, +di bolle pontificie, di passi di autori i più ortodossi, che, +tutti ad una voce, condannano l'usura, designando con +tal nome, non l'usura quale oggi si intende, ma il semplice +prestito ad interesse. +</p> + +<p> +Verso la metà del secolo scorso, un papa, ed un gran +papa, Benedetto XIV, esortava ancora i vescovi a dimostrare +ai popoli quanto sia grave il peccato di usura, +reprimendo i discorsi di quelli che lo spacciavano come +indifferente <a id="FNa_200"></a><a href="#Fn_200" class="fna">(200)</a>. +</p> + +<div> +<span class="pageno" title="104" id="page-104"></span> +</div> + +<p> +Non è còmpito nostro indagare quale influenza siffatto +divieto esercitasse sui progressi della ricchezza nei paesi +cattolici. Sismondi, storico ed economista valentissimo, +ma alla Chiesa cattolica punto benevolo, ne fa risultare +“nel popolo assai più grande abitudine di dissipazione, +perchè l'economia non conduceva all'agiatezza, e un +capitale ammassato non era se non una occasione di +più a peccare qualora si avesse voluto farlo +fruttare” <a id="FNa_201"></a><a href="#Fn_201" class="fna">(201)</a>. +Non è possibile non convenire in questo giudizio +dello scrittore protestante, ma l'imparziale filosofo +della storia potrebbe esprimere il proprio rammarico che +il Sismondi non abbia tenuto conto di due cose; e cioè +della reazione necessaria che il Cristianesimo doveva portare +contro i feneratori di Roma pagana, e delle condizioni +della società nell'evo medio, che rendevano assai +raro il bisogno del mutuo veramente ed economicamente +utile, cioè del mutuo contratto per dar vita a traffichi +e ad industrie, e frequentissimo invece il mutuo dannoso +ed antieconomico, quello cioè contratto per far fronte ai +bisogni della vita, o peggio, della dissipazione. +</p> + +<p> +Non ci eleveremo dunque noi a giudici dell'opinione +che vietava ai cattolici di dar denaro ad interesse, paghi +di far notare che siffatta opinione, benchè in altri tempi +universalmente adottata, non venne mai ritenuta come +essenzialmente legata alla Fede; e ce lo prova, incontestabilmente, +il diritto romano, che, compilato quando il Cristianesimo +già era la sola religione dell'impero, autorizza, +esplicitamente, il prestito ad +interesse <a id="FNa_202"></a><a href="#Fn_202" class="fna">(202)</a>. +</p> + +<div> +<span class="pageno" title="105" id="page-105"></span> +</div> + +<p> +Vietato ai Cristiani il dar denaro ad +interesse <a id="FNa_203"></a><a href="#Fn_203" class="fna">(203)</a>, +vietata agli Ebrei ogni altra industria, era naturale, era +forzato che gli Ebrei dovessero dedicarsi tutti, o quasi +tutti, all'arte feneratizia, nella quale però ebbero predecessori +e compagni i lombardi ed i caorsini. +</p> + +<p> +Nè si potrebbe negare che gli Ebrei, specialmente nell'età +di mezzo, esigessero interessi tanto esorbitanti da +sembrarci oggi impossibili. +</p> + +<p> +Ma i fenomeni economici hanno questo di comune coi +poemi, che non possono essere apprezzati al loro giusto +valore se non si pon mente alle condizioni di tempo e di +luogo in cui si producono. +</p> + +<p> +Poche parole di Giambattista Say ritrarranno queste +condizioni meglio che noi non potremmo fare in un intiero +volume: “Quando il bisogno di pigliare a prestanza +ne faceva tollerare l'uso presso gli Ebrei, questi erano +esposti a tante umiliazioni, avarie, estorsioni, ora sotto +un pretesto, ora sotto un altro, che solo un interesse +considerabile era capace di contrappesare vilipendii e +perdite tanto moltiplicate. Lettere patenti del re Giovanni +dell'anno 1360 autorizzano gli Ebrei a prestare +sopra pegno <i class="quo">ritirando per ciascuna lira, ossia venti +soldi, quattro denari di interesse per settimana</i>, il che +fa più di <em class="sc">ottantasei per cento</em> l'anno; ma nell'anno +successivo quel principe, il quale non di meno passa +<span class="pageno" title="106" id="page-106"></span> +per uno dei più fedeli alla propria parola, di quanti ne +abbiamo avuti, fece segretamente diminuire la quantità +di metallo fino contenuto nelle medesime +monete <a id="FNa_204"></a><a href="#Fn_204" class="fna">(204)</a>, +talchè i prestatori non ricevettero più in rimborso un +valore eguale a quello che avevano prestato. Basta ciò +per spiegare e giustificare i grossi interessi che essi +esigevano” <a id="FNa_205"></a><a href="#Fn_205" class="fna">(205)</a>. +</p> + +<p> +Se a noi fosse lecito tessere in queste pagine la storia +cruenta delle persecuzioni di Israello, e studiare i rapporti +tra questa storia e le condizioni economiche dei varî +paesi d'Europa, noi vedremmo un fenomeno singolare. Vedremmo +i feudatarî, i principi, talvolta, ma più raramente; +anche i Comuni, accordare agli Ebrei privilegi esorbitanti, +facilitare loro con ogni modo l'esercizio dell'usura, servirsene +<span class="pageno" title="107" id="page-107"></span> +quindi come di stromento per suggere tutto l'oro +del paese e poi vessarli, imprigionarli, martoriarli in +ogni guisa, per togliere loro sino all'ultimo obolo il denaro +ammassato. I principi e i governi si valgono degli +Ebrei come di una macchina di drenaggio, e praticano verso +di loro il sistema che un ministro belga opponeva anni +sono, con raro cinismo, dall'alto della tribuna, a coloro +che gli rimproveravano di permettere che le corporazioni +religiose venissero costituendosi dei patrimonî. “Lasciatele +arricchire, un giorno o l'altro una nuova legge di incameramento +farà ricadere tutti quei beni così laboriosamente +accumulati in proprietà dello Stato. <i class="quo" xml:lang="fr">C'est une +poire pour la soif.</i>” E gli Ebrei furono, per secoli +intieri, <em xml:lang="fr">la poire pour la soif</em> di principi, di baroni, di +Comuni. +</p> + +<p> +L'interesse che essi esigevano dagli infelici, che avevano +ricorso a loro per denaro, doveva quindi esser esorbitante; +e un osservatore imparziale può di una sola cosa meravigliarsi, +che esso non fosse anche maggiore di quello +che fu. Chi ha studiato le leggi più elementari della economia +sociale, non ignora infatti che il saggio dell'interesse, +come il prezzo di ogni derrata, non dipende dalla +volontà del legislatore, ma da determinate circostanze di +luogo e di fatto, alle cui conseguenze nessuna forza umana +può sottrarsi. Queste circostanze costituiscono ciò +che, nel linguaggio dei moderni uomini d'affari, si chiama +la situazione del mercato. Abbondano i capitali, l'orizzonte +politico, scevro di nubi, promette lunghi anni di pace e +di tranquillità, ed il saggio dell'interesse si riduce a bassissimo +livello. Scarseggiano invece i capitali, le condizioni +politiche fanno presagire rivoluzioni o guerre, il +denaro si rimpiatta, ed il saggio dell'interesse sale, con +altezza vertiginosa, e ciò per due ragioni. E perchè il +numerario obbedisce, come ogni altra derrata, alla legge +<span class="pageno" title="108" id="page-108"></span> +della offerta e della domanda, ed è tanto più caro quanto +più è domandato, tanto più a buon mercato quanto più offerto; +e perchè in questo contratto speciale del mutuo +entra un elemento specialissimo, che non entra in nessun +altro contratto. Per quanto rara sia una derrata, la sola +legge dell'offerta e della domanda basta a determinarne +il prezzo. Nel contratto di mutuo invece, chi dà a prestito +deve tener conto della maggiore o minor probabilità cui +va incontro di non aver più restituito il capitale che dà a +mutuo. Questa è la ragione per cui, mentre oggi il saggio +dell'interesse è del 3 per cento per gli effetti di primo +ordine, è del cinquanta e del sessanta pei figli di famiglia +e per gli impiegati. Questa è la ragione, per cui chi +investe i suoi denari in consolidato inglese ne ricava appena +il tre per cento, chi li investe in carte turche o +spagnuole, ne ottiene, sulla carta, il sessanta ed il settanta +per cento. +</p> + +<p> +In fatto di investimento di capitali è sempre vero l'assioma +di quel banchiere: chi vuoi mangiar molto, dorme +poco, e chi si contenta di mangiar poco, dorme molto; +ciò che equivale a dire che nell'arte feneratizia è impossibile +conciliare la sicurezza del capitale impiegato col +largo profitto degli interessi. +</p> + +<p> +Si giudichi, al lume di queste premesse, quale doveva +essere il saggio generale degli interessi negli scorsi secoli. +La storia ci insegna come, per lunga serie di anni, +i capitali fossero così scarsi da essere impari agli scarsissimi +bisogni, e ci apprende come gli annali di Europa +altro non fossero che una serie non interrotta di guerre, +di rapine, di pestilenze, di carestie. +</p> + +<p> +Ma quasi tutto ciò non bastasse a rendere elevatissimo +il saggio generale dell'interesse nei tempi scorsi, un altro +elemento vi concorreva potentemente. +</p> + +<p> +Il fondatore della moderna scienza economica, Adamo +<span class="pageno" title="109" id="page-109"></span> +Smith, annoverando le ragioni che contribuiscono a rendere +più o meno elevato il salario di talune professioni, +vi comprese, a grandissima ragione, la maggiore o minore +stima da cui sono circondate. +</p> + +<p> +L'asserzione dell'immortale scozzese non ha d'uopo di +essere dimostrata. <i class="quo" xml:lang="la">Non de solo pane vivit homo</i> +è verità +incontestabile, ed ognuno si acconcierà più volontieri a +ricevere un più modesto salario in una professione, che +lo faccia segno alla pubblica considerazione, di quello che +riceverne uno più elevato per vedersi oggetto della generale +animaversione. +</p> + +<p> +Ora, quale era il concetto che nei tempi andati avevasi +dei feneratori? Ce lo dica il buon ministro di Luigi XVI, +Turgot, l'uomo di cui fu detto, che avrebbe salvato la +monarchia in Francia, se la monarchia avesse potuto +essere allora salvata: +</p> + +<p> +“Piace prendere a prestito, ma è duro essere obbligati +a restituire. La soddisfazione che si prova nel +trovare ciò di cui si ha bisogno allorquando si è stretti +dalla necessità, svanisce assieme al bisogno appagato, +che invece rinasce ben presto. Il debito resta, ed il +peso se ne fa sentire ad ogni momento sino a che siasi +potuto pagarlo. Si crede che colui che presta non dia +che il suo superfluo, superfluo che è il necessario per +colui che riceve. Quantunque la giustizia rigorosa sia +intieramente a favore del prestatore che non reclama +che quanto gli è dovuto, la commiserazione, la simpatia +sono sempre dal lato del debitore. Si sente che questi +restituendo sarà ridotto all'ultima miseria, mentre il +creditore può vivere anche senza ciò che gli è dovuto. +Questo sentimento si verifica anche allorquando il prestito +è puramente gratuito; a maggior ragione allorquando +il prestito non fu pattuito che contro un interesse; +il debitore, che in questo caso si tiene sgravato +<span class="pageno" title="110" id="page-110"></span> +da ogni gratitudine, soffre con indignazione le persecuzioni +del creditore.” +</p> + +<p> +Ed ecco quindi la disistima, la antipatia universale +perseguitare il creditore, e tanto più acerbamente in quei +tempi nei quali l'opinione pubblica vede, in chi dà denaro +a mutuo, uno spregiatore di ogni legge divina ed umana. +</p> + +<p> +E questa disistima, questa pubblica antipatia costituiscono +un nuovo elemento che viene ad accrescere il saggio +dell'interesse, perchè chi ne è vittima vuole trovare un +indennizzo a questa impopolarità nella larghezza dei +profitti. +</p> + +<p> +Queste erano le condizioni generali dell'industria feneratizia +nei secoli scorsi, e se l'indole del nostro lavoro +non ci consente di seguirne le differenti fasi da Carlo +Magno sino alla Rivoluzione francese, possiamo però dire +che se le condizioni, che abbiamo visto influire a mantener +sempre elevatissimo il saggio dell'interesse, aumentarono +o scemarono d'intensità in diversi tempi, ed in diversi +paesi, esse sussistettero però sempre, dalla caduta dell'impero +romano sino alla rivoluzione francese. +</p> + +<p> +I lombardi, i caorsini che precedettero gli Ebrei nell'esercizio +dell'arte +feneratizia <a id="FNa_206"></a><a href="#Fn_206" class="fna">(206)</a>, e che la esercitarono +poi per lungo tempo assieme ed in concorrenza con loro, +<span class="pageno" title="111" id="page-111"></span> +non isfuggirono certamente a queste leggi generali e le +poche notizie che abbiamo sul saggio dell'interesse da +essi prelevato bastano a far chiaro come questo raggiungesse +altezze mostruose, che le leggi proibitive della +usura non giovavano, naturalmente, che ad accrescere. +</p> + +<p> +Nessuno ha mai detto che gli Ebrei esigessero un +interesse maggiore di quello che esigevano Lombardi e +Caorsini <a id="FNa_207"></a><a href="#Fn_207" class="fna">(207)</a>; +nè avrebbero potuto farlo, perchè se è pur +vero che l'industria feneratizia è, fra tutte, quella in cui +il fenomeno della concorrenza si esplica meno palesemente, +è anche vero, che nessuno avrebbe consentito a pagare, +ad un Ebreo, un interesse maggiore di quello che avrebbe +potuto pattuire con altri. +</p> + +<p> +Eppure abbondano argomenti per dimostrare che se +Ebrei e Lombardi esigevano eguale interesse, ciò che per +i secondi era lauto profitto, diveniva interesse meno che +rimuneratore per gli Ebrei. +</p> + +<p> +Ad ogni momento leggi ed editti di principi li cacciavano +dai paesi dove avevano dimora; ad ogni momento +altre leggi esoneravano i Cristiani dall'obbligo di pagare +i loro debiti verso gli Ebrei; o, ciò che per questi infelici +tornava esattamente lo stesso, obbligava i debitori cristiani +a pagare al principe, al signore, le somme che loro +erano state mutuate dagli Ebrei. +</p> + +<div> +<span class="pageno" title="112" id="page-112"></span> +</div> + +<p> +Nell'impossibilità assoluta di dare neppure un breve +quadro delle sofferenze della nazione giudaica, piglieremo +a prestito dal Blanqui poche linee, che se si riferiscono +ad un sol paese e ad un solo regno, sono però l'esatta +dipintura di quanto avveniva sempre e dovunque: +</p> + +<p> +“Di tutti i Re che occuparono il trono [di Francia] +durante circa due secoli [1180–1328], non ve ne fu uno +che trascurasse di dar prova della sua potenza e della +sua ortodossia con provvedimenti severi contro gli +Ebrei; ad ogni istante si vedono pubblicate ordinanze +contro questi paria del medio-evo, considerati siccome +la materia imponibile per eccellenza. Filippo Augusto +ne promulgò quattro rimasti celebri: nella prima li +minaccia, nella seconda li spoglia, nella terza li scaccia, +e nella quarta proscioglie i loro debiti. Luigi VIII pubblicò +del pari la sua: soppresse ogni specie d'interesse, +ed ordinò si pagassero ai signori le somme che erano +dovute agli Ebrei. Abbiamo già veduto San Luigi non +essersi mostrato meno severo con +loro <a id="FNa_208"></a><a href="#Fn_208" class="fna">(208)</a>; +Filippo <em>il +Bello</em>, Luigi <em>il Protervo</em>, continuarono il sistema dei +loro +predecessori <a id="FNa_209"></a><a href="#Fn_209" class="fna">(209)</a>.” +</p> + +<p> +Si vede, da quanto precede, che allorquando un Ebreo si +toglieva una moneta di tasca, per darla a prestito, egli +doveva calcolare che novantanove volte sopra cento non +l'avrebbe mai più riveduta. +</p> + +<p> +Ed in fatti quando i pubblici poteri non erano autori +delle spogliazioni commesse a danno degli Ebrei, i debitori +<span class="pageno" title="113" id="page-113"></span> +trovavano un modo spiccio assai di pagare i loro +debiti. +</p> + +<p> +Si accusava un ebreo di qualsivoglia più pazza ed impossibile +scelleraggine; di aver avvelenato i pozzi, di +aver diffuse le pestilenze, di aver vituperato il Santissimo +Sacramento o che so io; e senza altra forma di processo, +si dava mano alle armi, si massacravano gli Ebrei, si +spogliavano le loro case, e soprattutto si distruggevano +i titoli di credito che esistevano presso di loro. +</p> + +<p> +Fu notato, che, in certi paesi, le rivoluzioni cominciano +sempre col dar fuoco agli archivi criminali, tanto importa +a certi rivoluzionari di far sparire le traccie del +loro passato, e le sommosse contro gli Ebrei si manifestavan +sempre, in tutti i tempi ed in tutti i paesi, col +distruggerne i registri ed i titoli di credito. +</p> + +<p> +Questa verità non è sfuggita agli storici ed il Roscher, +l'illustre professore dell'Università di Lipsia, l'esponeva +con queste parole: “Molte persecuzioni del più tardo +medio-evo, nelle quali soprattutto si trattava di annullare +le obbligazioni di debito verso gli Ebrei, sono a +considerarsi quali crisi di credito in foggia barbarica, +quale una forma medio-evale di quelle che oggi si +chiamano <em>rivoluzioni +socialistiche</em> <a id="FNa_210"></a><a href="#Fn_210" class="fna">(210)</a>.” +</p> + +<p> +Anche il Beugnot riconosce che più d'una volta gli +Ebrei vennero massacrati, ben più come creditori che come +eretici <a id="FNa_211"></a><a href="#Fn_211" class="fna">(211)</a>. +</p> + +<p> +Meno scientificamente, ma più efficacemente forse, un +brioso giornale cittadino, il <cite>Pasquino</cite>, definiva +testè l'<em>antisemitismo</em> +altro non essere che un <em>anticreditorismo</em>. +</p> + +<div> +<span class="pageno" title="114" id="page-114"></span> +</div> + +<p> +Se a queste persecuzioni sistematiche, a questi massacri +periodici, aggiungiamo il fatto che, anche nei paesi dove +erano meglio trattati, gli Ebrei erano soggetti a gravissime +tasse speciali, per ciò soltanto che erano Ebrei; se +poniam mente che i loro poveri essendo esclusi dalla pubblica +beneficenza, toccava ai ricchi ebrei di provvedere ai +loro bisogni, si comprenderà di leggieri che essi erano +costretti a gravare la mano sugli infelici loro debitori. +</p> + +<p> +È un circolo vizioso cui non si sfugge: le persecuzioni, +i massacri contro gli Ebrei, obbligano questi a mostrarsi +più avidi, più duri coi loro debitori; e questa avidità e +questa durezza generano nuove persecuzioni, nuovi massacri. +</p> + +<p> +Qui si presenta naturale una domanda: come mai malgrado +tante e così violente persecuzioni, malgrado il continuo +timore in cui dovevano vivere, di vedersi frustrati +ad un tempo e dello sperato beneficio e del loro stesso +capitale, continuavano essi ad esercitare l'industria feneratizia? +La risposta è semplice. Davan danaro a prestito +perchè non era loro permesso di impiegare in altro modo +quella parte dei loro capitali che era esuberante ai loro +commerci; perchè non potevano acquistare o coltivar terre, +nè divenir proprietari di edifizi urbani, perchè erano, +come vedemmo, sopracarichi di imposte e di spese di beneficenza, +e perchè occorreva loro spender molto denaro +per soddisfare l'avidità dei sovrani e dei principi che +vendevan loro a caro prezzo il diritto di soggiornare nei +loro paesi, e quella dei cortigiani che intercedevano per +loro, presso il governo, protezione che era sempre ben +lungi dall'essere gratuita. +</p> + +<p> +Sarebbe del resto singolare contraddizione del secolo +nostro, che esalta, forse oltre il dovere, i beneficî del +credito, dimenticare che all'esercizio dell'arte feneratizia +praticata dagli Ebrei, devono ascriversi quei grandi progressi +<span class="pageno" title="115" id="page-115"></span> +economici di cui oggi si mena tanto vanto e che +i nuovi popoli devono agli Ebrei del medio evo: +</p> + +<p> +1º L'introduzione degli <em>interessi del capitale</em>, senza +cui non sarebbe neppur pensabile uno sviluppo superiore +del credito, ed anzi nemmeno della formazione del capitale +e della divisione del lavoro. Se questo progresso era in +parte soltanto una ristorazione di quanto aveva conosciuto +l'epoca, altamente incivilita, dei Greci e dei Romani, +non è così del +</p> + +<p> +2º Dell'invenzione, cioè, della cambiale, la quale è +innovazione di un valore storico mondiale, essendo quella +di uno stromento che ha per il commercio del danaro, +presso a poco la stessa importanza della ferrovia per la +industria dei trasporti, e del telegrafo per lo scambio +delle +notizie <a id="FNa_212"></a><a href="#Fn_212" class="fna">(212)</a>. +</p> + +<p> +Nè l'azione benefica esercitata dagli Ebrei sul progresso +economico, nei tempi più caliginosi del medio evo, +si limita all'industria feneratizia; soli, concentrando, sul +commercio dell'oro e dell'argento, una attenzione che i +pregiudizi dei loro contemporanei li impedivano di occupare +altrove, prepararono la grande rivoluzione monetaria, +che la scoperta delle miniere d'America e l'impianto +delle banche europee dovevano compiere nel mondo; e +quasi ciò non bastasse, ogni qual volta le leggi non lo +vietavano loro, e spesso anche malgrado il divieto delle +leggi, essi esercitavano ogni specie di commercio. +</p> + +<p> +“Allorquando la moltiplicità dei pedaggi e la tirannide +dei signori feudali rendevano impossibile ogni speculazione +che non fosse quella dei piccoli mercanti dei borghi e delle +città, gli Ebrei, più arditi, più facili a muoversi, volgevano +l'animo a più vaste operazioni e lavoravano in silenzio +<span class="pageno" title="116" id="page-116"></span> +ad avvicinare continenti ed a riannodare i regni. +Essi evitavano le barriere ed i fortilizi, nascondendo accuratamente, +sotto miserabile apparenza, la loro reale +ricchezza ed il segreto delle loro transazioni. Andavano +a cercare a grandi distanze e mettevano a portata dei +consumatori meno poveri, i prodotti poco conosciuti dei +paesi i più remoti. A forza di errare e di correre di paese +in paese, avevano acquistato una conoscenza esatta dei +bisogni di tutte le piazze commerciali; sapevano dove si +doveva comperare e dove si poteva vendere: pochi campioni +ed un libriccino di note bastavano per le loro operazioni +le più importanti. Corrispondevano fra loro sotto la +fede di impegni che il loro interesse li obbligava a +rispettare <a id="FNa_213"></a><a href="#Fn_213" class="fna">(213)</a>, +circondati come erano da nemici di ogni +specie. Il commercio ha perduto la traccia delle ingegnose +invenzioni che furono il risultato dei loro sforzi, +ma è alla loro influenza che sono dovuti i progressi rapidi +di cui la storia ci ha segnalato il brillante fenomeno +in mezzo agli orrori della notte +feudale <a id="FNa_214"></a><a href="#Fn_214" class="fna">(214)</a>.” +</p> + +<p> +Il valore economico degli Ebrei non può del resto esser +revocato in dubbio da nessuno storico imparziale; è ad esso, +ad esso soltanto, che questo popolo va debitore della sua +conservazione, malgrado le atroci, inaudite persecuzioni di +cui fu vittima; senza il loro valore economico, gli Ebrei +<span class="pageno" title="117" id="page-117"></span> +sarebbero stati distrutti, ed il loro nome, come quello di +molte sètte del Cristianesimo, non sarebbe più che una +memoria storica. +</p> + +<p> +Questo valore economico fu spesso riconosciuto dai loro +stessi più acerbi nemici, che or proscrivendoli, or richiamandoli, +attestavano l'importanza che ha la ricchezza +mobiliare creata dal lavoro e dall'industria. Egiza, re visigoto +di Spagna, uno dei loro più crudeli persecutori, +mentre li bandisce dai suoi Stati, fa eccezione per quelli +della Settimania, “allo scopo, diceva, di riparare le +sventure che questa provincia aveva provato, e perchè +gli Ebrei potessero ristabilirne le finanze sia per via dei +tributi che pagavano al fisco, sia colla loro attività ed +industria” <a id="FNa_215"></a><a href="#Fn_215" class="fna">(215)</a>. +Luigi III e Filippo l'Ardito dissero nelle +loro lettere di richiamo agli Ebrei, nei loro Stati, che +non trovavano altro mezzo per ristabilire le decadute +finanze, che il richiamare gente propria a far fiorire il +commercio e circolare il +denaro <a id="FNa_216"></a><a href="#Fn_216" class="fna">(216)</a>. +</p> + +<p> +San Pio V, uno dei pochissimi Papi che perseguitarono +gli Ebrei, dichiara, nelle sue bolle, che mantiene gli Ebrei +in Ancona per non distruggere il commercio col Levante. +</p> + +<p> +Quasi contemporaneamente il glorioso restauratore della +Dinastia Sabauda, l'eroe di San Quintino, Emanuele Filiberto, +accordando con un decreto del 1572, che è, per +quei tempi, monumento insigne di tolleranza, facoltà agli +Ebrei di stabilirsi nei suoi Stati, dichiara espressamente +esservisi indotto “per commodo delli nostri sudditi et +beneficio del +paese” <a id="FNa_217"></a><a href="#Fn_217" class="fna">(217)</a>. +</p> + +<div> +<span class="pageno" title="118" id="page-118"></span> +</div> + +<p> +Altri esempi potremmo addurre, ma bastino questi, +come basti l'accennare che il declinare della grandezza +spagnuola comincia positivamente dal giorno in cui +300,000 israeliti, scuotendo dai loro calzari la polvere +della terra di Torquemada, trasportarono e sparsero +sulla superficie dell'Europa le ricchezze, l'istruzione e la +industria loro. E ben lo sa Livorno, che deve il suo +porto agli Ebrei portoghesi, come Ancona che riconosce +la sua floridezza da certo dott. Fermo, ebreo, che fu il +primo ad avanzare le sue imprese per l'ampliazione di +esso <a id="FNa_218"></a><a href="#Fn_218" class="fna">(218)</a>. +</p> + +<p> +Da quanto abbiamo detto finora risulta, chiaramente +provato, che gli Ebrei furono, nei secoli scorsi, altamente +benemeriti del traffico e delle industrie; è però innegabile +che oggi ancora in certi paesi d'Europa, che di civile +hanno poco più che il nome, sorgono serie lagnanze +contro gli Ebrei che vengono accusati di essere i monopolizzatori +di ogni commercio. E questo avviene specialmente +in Polonia. +</p> + +<p> +In altri tempi i sovrani di quel paese reputarono sana +politica proteggere gli Ebrei, tanto che Boleslao e Casimiro, +due re di quella contrada, per difenderli contro il +fanatismo religioso delle popolazioni, affermarono in pubblici +atti che la popolazione di Gerusalemme, essendo +stata sterminata dalla conquista romana, è difficile rendere +gli Ebrei moderni responsabili del sangue di Cristo. +In grazia di questa protezione gli Ebrei si accrebbero +siffattamente in quelle regioni che non è esagerazione +affermare che oltre un sesto degli Ebrei di tutto il mondo +è ripartito fra la Polonia russa, la Galizia e la Posnania. +<span class="pageno" title="119" id="page-119"></span> +Il governo russo è troppo parco di documenti statistici, +perchè si possa conoscere con precisione qual sia la +parte degli Ebrei nel movimento economico del paese, +ma non abbiamo difficoltà ad ammettere, che essi abbiano +concentrato nelle loro mani tutto il commercio di quelle +contrade, e non abbiamo difficoltà ad ammetterlo, perchè +sappiamo come i polacchi non abbiano mai avuto indole +commerciale. +</p> + +<p> +Un insigne scrittore di cose economiche scrive di loro +il seguente giudizio, che si potrà forse chiamare severo +ma non certamente immeritato. +</p> + +<p> +“L'ufficio della Polonia nella storia del Commercio è +intieramente passivo. Nessuna altra nazione in Europa +si è mostrata così poco atta e chiamata al traffico +ed alle industrie. Anche ai tempi della sua grandezza, +quando confinava al Sud col Mar Nero ed al Nord col Baltico, +quando perciò riuniva le più favorevoli condizioni +per l'esercizio del Commercio internazionale, la Polonia +non seppe trar alcun partito da simili vantaggi. Non +ebbe mai navigazione; non seppe neanche giovarsi +nell'interesse del suo dominio, del commercio marittimo +dell'Asia che le conquiste della Russia occidentale +nel 1460 e quelle della Livonia nel 1583 avevano +messo in suo potere, o per lo meno crearsi sul Baltico +una posizione uguale a quella degli altri paesi di +riviera. Che cosa non sarebbero divenuti in altre mani +i porti di Riga e di Danzica come emporio di un paese +simile a quello che si estendeva dietro a loro! Col suo +mirabile sistema di corsi d'acqua, e con la varietà delle +sue naturali ricchezze, la Polonia fu ai tempi del suo +splendore uno dei paesi più felicemente collocati per +isvolgere un attivo commercio. Ma la sua deplorevole +costituzione, l'amore delle conquiste, l'indole bellicosa, +il poco gusto per le arti pacifiche, per il lavoro, ridussero +<span class="pageno" title="120" id="page-120"></span> +i polacchi ad un ufficio molto subalterno come +popolo +commerciante” <a id="FNa_219"></a><a href="#Fn_219" class="fna">(219)</a>. +</p> + +<p> +Ciò che lo Scherer scrive dei polacchi, può dirsi a buon +dritto di tutta la razza slava, ed è perciò appunto che +dai paesi slavi giungono continue lagnanze contro il monopolio +degli Ebrei e dei tedeschi, lagnanze inspirate da +quel sentimento di invidia connaturale all'uomo che suole +muovere alti lamenti quando vede altri cogliere abbondanti +frutti da un albero che egli ha sdegnato. E che +questo, e non altro, sia il movente dell'agitazione vivissima +che nell'Oriente d'Europa si manifesta contro gli +Ebrei, lo proclamava recentemente l'ex-dittatore dell'Ungheria, +Kossut, in una lettera da lui diretta al deputato +Mezey per combattere l'antisemitismo: +</p> + +<p> +“L'agiatezza degli Ebrei, dice Kossut, dipende dalla +loro attività e dal loro spirito di risparmio, e del +regresso generale non sono colpa gli Ebrei, ma coloro, +che per gli errori antichi, non sanno rivaleggiare +con quelli. +</p> + +<p> +“Ricordo ai magiari, che tra i Cresi americani non +v'ha neppure un Ebreo, perchè l'Ebreo non può rivaleggiare +con +l'Americano” <a id="FNa_220"></a><a href="#Fn_220" class="fna">(220)</a>. +</p> + +<p> +Del resto anche la pretesa ricchezza degli Ebrei venne +assai esagerata, e noi, che ci siamo prefissi di avvalorare +sempre le nostre parole coll'autorità degli uomini più eminenti +di tutti i tempi e di tutti i paesi, lasciamo, anche su +questo proposito, la parola ad un valentissimo economista +<span class="pageno" title="121" id="page-121"></span> +inglese, il Mac Culloch, e gliela lasciamo tanto più volentieri +in quanto che il brano che stiamo per riferire, riassume +maestrevolmente quanto siamo venuti finora dicendo. +</p> + +<p> +“Si è detto che gli Ebrei erano un esempio di un +popolo la cui proprietà era stata lungo tempo esposta +a una serie quasi non interrotta di assalti, e che nondimeno +avevano continuato ad essere ricchi e industriosi. +Ma allorchè lo si esamini rettamente, si troverà +che gli Ebrei non fanno eccezione alla regola generale. +I fortissimi pregiudizi che si sono quasi universalmente +nudriti contro di loro, ebbero per lungo tempo +l'effetto di impedir loro di acquistare nessuna proprietà +in terra, e li esclusero dal partecipare ai fondi delle +istituzioni pie dei varî paesi in cui erano sparsi. Non +avendo perciò sussidi avventizi su cui basarsi, caso +che divenissero infermi o poveri, provavano un bisogno +fortissimo di risparmiare e di accumulare, ed essendo +banditi dall'agricoltura erano per necessità costretti a +coltivare il commercio e le arti. In un'età in cui la +professione mercantile era guardata generalmente come +cosa sordida, e in cui per conseguenza avevano pochi +competitori, devono aver fatti grandi guadagni, sebbene +questi si siano assai esagerati. Ma era naturale che +quelli che si erano indebitati cogli Ebrei, dicessero che +i loro profitti erano enormi: perchè così si infiammavano +i pregiudizi che vi erano contro di loro, e si offriva +un pretesto miserabile per defraudarli dei loro +giusti diritti. Vi sono alcuni Ebrei ricchi nella massima +parte delle vaste città dell'Europa, ma la gran +maggioranza di quel popolo fu sempre ed è anche ora +poverissimo” <a id="FNa_221"></a><a href="#Fn_221" class="fna">(221)</a>. +</p> + +<div> +<span class="pageno" title="122" id="page-122"></span> +</div> + +<p> +A queste parole del Mac Culloch ci sia permesso aggiungere +due ultime considerazioni. +</p> + +<p> +I nemici del nome giudaico, e non son pochi, se da un +lato fanno colpa agli Ebrei delle ricchezze di taluni loro +correligionari, irridono poi all'umile professione di molti +dei più poveri e dei più avviliti tra essi; quella del rivenditore +di abiti e masserizie usate, del rigattiere. +</p> + +<p> +Eppure l'economista non isdegna quell'umile mestiere, +e gli riconosce la sua larga parte di utilità economica; +è il povero rigattiere che, colla industria sua, colla sua +mano d'opera, ridà un valore a quanto lo aveva perduto, +ed offre alle classi povere il mezzo di acquistare a poco +prezzo le cose più necessarie alla vita. <i class="quo" xml:lang="fr">Le +Temple</i> <a id="FNa_222"></a><a href="#Fn_222" class="fna">(222)</a> +<i class="quo" xml:lang="fr">est la providence du peuple</i>, ha detto, +e con ragione, un +gran romanziere, che era nello stesso tempo uno degli +apostoli del socialismo: Eugenio Sue. +</p> + +<p> +Questo pei poveri; quanto ai ricchi è pur d'uopo convenire +che se essi sono tali è perchè le interdizioni di cui +erano vittima nei tempi andati, non soltanto li spingevano +forzatamente verso le professioni le più lucrative, ma li +costringevano loro malgrado a tesaurizzare. +</p> + +<p> +Vietato agli Ebrei il conseguire gradi accademici, era +tolto loro ogni incentivo agli studi letterali e cavallereschi, +studi, che come ognun sa, non hanno mai arricchito +nessuno. <i class="quo" xml:lang="la">Litterae non dant panem.</i> +</p> + +<p> +Vietato agli Ebrei, da numerose leggi suntuarie, l'uso +di vesti fastose ed obbligati se non dalla legge, dalla +prudenza, a dissimulare sotto sordide vesti la loro agiatezza, +per non esporsi a rapine ed a violenze. +</p> + +<div> +<span class="pageno" title="123" id="page-123"></span> +</div> + +<p> +Vietato il possedere case, il fabbricarne, e costretti a +dimorare nei sordidi ghetti, atti soltanto a far fuggire +ogni idea di adornare e di abbellire anco l'interno della +propria dimora. +</p> + +<p> +Vietata ogni sontuosità nei loro tempî, nei loro cimiteri, +in tutte le pratiche di culto dove la pia munificenza +dei Cristiani profondeva, negli scorsi secoli, tesori a dovizie. +</p> + +<p> +Vietata ad essi ogni ingerenza nei pubblici affari. +</p> + +<p> +Vietato ad essi l'aver domestici cristiani, e, persino, +l'aver commercio con femmine da conio. +</p> + +<p> +Voglia il signor lettore esaminare questo breve elenco +di interdizioni, che molte e molte ne ommette per brevità, +voglia compararlo col bilancio della propria azienda domestica, +e poi dovrà convenire con noi che il popolo ebreo, +obbligato a consacrarsi alle industrie che maggiormente +arricchiscono, e costretto a star lontano da quelle, che +sono, per ogni uomo civile, le maggiori cause di dispendio, +avrebbe finito coll'assorbire tutte le ricchezze del mondo, +se le persecuzioni, i massacri, le rapine non gli avessero +tolto colla violenza, quanto la violenza lo aveva costretto +ad ammassare. +</p> + +<p> +Perchè gli Ebrei dovessero divenire ricchi ed usurai +abbiamo veduto; i loro nemici però non paghi di averli +costretti ad esercitare un traffico ignominioso, non paghi +di rinfacciar loro come una colpa, quello che era necessaria +conseguenza della condizione ad essi creata, vennero +dicendo che il <cite>Talmud</cite> non soltanto autorizza gli Ebrei +ad opprimere i Cristiani con usure, ma ne fa loro espresso +obbligo, permettendo ad essi di esercitare ogni maniera +di frode verso i non Ebrei. +</p> + +<p> +Il <cite>Talmud</cite>, lo abbiamo detto a sazietà, non è per gli +Ebrei che il complemento della legge, e la legge dà agli +Ebrei precetti ben diversi. +</p> + +<p> +Quali sieno i precetti biblici in questo argomento tutti +<span class="pageno" title="124" id="page-124"></span> +sanno, ma a noi piace ricordarli colle parole stesse di uno +dei più accaniti nemici del nome giudaico: +</p> + +<p> +“Secondo la legge mosaica non possono ingannare, nè +defraudare alcuno, che con essi contratti. So bene che +ciò veniva espressamente loro vietato nel Levitico al +capo 19, v. 11, con queste parole: <i class="quo">Non mentiemini, +nec decipiat unusquisque proximum suum.</i> In molti +altri versi del medesimo capitolo e in più luoghi è replicato +un tale comandamento. Ed essendo egli morale, +e non cerimoniale, non è cessato, ma va in vigore, e +nella prima +osservanza” <a id="FNa_223"></a><a href="#Fn_223" class="fna">(223)</a>. +</p> + +<p> +Ed il Talmud che ha per scopo di spiegare la Bibbia, +non di cambiarla, non sopratutto di stabilire precetti che +a quella ripugnino, conferma questi principii di elementare +onestà. +</p> + +<p> +I Talmudisti dicono: +</p> + +<p> +<i>a</i>) che non è permesso di fare altrui illusione, nemmeno +ad un <em>Goi</em>, per esempio, di fargli regalo di alcun +oggetto, facendogli credere che è di maggior valore di +quello che +è <a id="FNa_224"></a><a href="#Fn_224" class="fna">(224)</a>. +</p> + +<p> +Samuele ordinò al servo di accordarsi col barcajuolo +che dovea tragittarlo al di là d'un fiume. Nei patti dell'accordo +eravi di dargli a bere una bottiglia di vin puro: +il domestico mescolò il vino con acqua, nè il barcajuolo se +ne accorse. Samuele seppe l'inganno, e sgridò acerbamente +il suo +servo <a id="FNa_225"></a><a href="#Fn_225" class="fna">(225)</a>. +</p> + +<div> +<span class="pageno" title="125" id="page-125"></span> +</div> + +<p> +<i>b</i>) che chi deruba il Goi è tenuto alla restituzione, +e che è anzi peggio derubare il Goi che l'Israelita, poichè +ne rimane profanato il nome di +Dio <a id="FNa_226"></a><a href="#Fn_226" class="fna">(226)</a>. +</p> + +<p> +<i>c</i>) che l'Israelita pecca, ed è tenuto all'indennizzamento, +qualora nella misura, nel peso o nel calcolo faccia +sopruso al non israelita, non altrimenti che facendolo ad un +israelita. Chi trafficando, sia coll'israelita, quanto coll'idolatra, +misura o pesa scarso, contraviene ad un divino precetto +ed è tenuto al risarcimento. È parimente vietato di gabbare il +Goi nel calcolo, ma devesi usare seco lui ogni esattezza, +come dice il sacro testo (<cite>Lev.</cite>, <span class="sc num">xxv</span>, +59), e <i class="quo">faccia ragione +col suo compratore</i>; il quale testo tratta di un non israelita +da sè dipendente (vivente cioè nella Palestina quando +questa era in potere degli Israeliti); quanto più non dovrai +tal legge osservare con chi non è a te soggetto? +D'altronde la Scrittura dice (<cite>Deut.</cite>, +<span class="sc num">xxxv</span>, 16): <i class="quo">Chiunque +fa tali cose, chiunque fa iniquità è in abbominazione al +signore Iddio tuo</i>, proposizione assoluta e senza alcuna +condizione <a id="FNa_227"></a><a href="#Fn_227" class="fna">(227)</a>. +</p> + +<p> +<i>d</i>) I +Gheonim <a id="FNa_228"></a><a href="#Fn_228" class="fna">(228)</a> +insegnano, allegando l'autorità del +Talmud <a id="FNa_229"></a><a href="#Fn_229" class="fna">(229)</a>, +esser permesso, anzi esser dovere di +far testimonianza anche innanzi ai non israeliti (presso +giudici non iniqui), anche se il frodato sia un Goi ed il +frodatore un +israelita <a id="FNa_230"></a><a href="#Fn_230" class="fna">(230)</a>. +</p> + +<div> +<span class="pageno" title="126" id="page-126"></span> +</div> + +<p> +<i>e</i>) Il celebre ed autorevole R. Mosè Couci dice: Anche +quel Talmudista che opina non essere vietato derubare +il Goi, parla di un tale che abbia fatto del male +allo israelita, ed anche in questo caso la sua sentenza +non viene adottata; fuori però di questo caso anche quel +Talmudista riconosce essere vietato rubare al +Goi <a id="FNa_231"></a><a href="#Fn_231" class="fna">(231)</a>. +E qui giovi notare che questo Mosè Couci o Kotzi, che +fioriva nel 1230, è ben lungi dall'essere stato, in massima, +modello di tolleranza. Nelle prime edizioni delle sue +opere <a id="FNa_232"></a><a href="#Fn_232" class="fna">(232)</a> +trovansi non pochi passi anticristiani, ma il +fanatismo religioso, di cui nessuno vorrà far colpa ad un +ebreo del <span class="sc num">xiii</span> secolo, non gli impedì però +di fare il suo +dovere d'onesto uomo, proclamando la massima che abbiamo +testè riferita. +</p> + +<p> +Nè del resto poteva essere altrimenti, checchè abbiano +farneticato i malevoli; la legge mosaica espressamente comanda +di non molestare il forestiero, e lo inculca con +queste parole: <i class="quo">E non oppressare il forestiero, perciocchè +voi sapete in quale stato è l'animo del forestiero, essendo +stati forestieri nella terra d'Egitto</i> (<cite>Esodo</cite>, +<span class="sc num">xxiii</span>, 9). Ed +altrove dopo aver detto che Dio è il Dio degli Dei, ed +il padrone dei padroni; Dio grande, potente e tremendo, +ecc, aggiunge che egli fa giustizia all'orfano ed +alla vedova, ed ama il forestiero, per somministrargli +vitto e vestito; indi conchiude: <i class="quo">Voi dunque altresì amate +i forestieri; conciossiachè siate stati forestieri nel +paese d'Egitto</i> (<cite>Deut.</cite>, <span class="sc num">x</span>, +17, 19). Raccomanda di non +far soffrire ingiustizia al forestiero ed all'orfano, e di +non pignorare l'abito della vedova, ed aggiunge: <i class="quo">E +<span class="pageno" title="127" id="page-127"></span> +ricordati che tu sei stato schiavo in Egitto</i> (<cite>Deut.</cite>, +<span class="sc num">xxiv</span>, +17 e 18). Ognuno sa che la memoria dei mali da noi +stessi altre volte sofferti accresce forza al naturale sentimento +della pietà dei mali altrui. +</p> + +<p> +Nè la legge scritta, nè la legge rivelata concedono +dunque all'ebreo di usar frode a pregiudizio dei gentili. +</p> + +<p> +Il Levi nella sua raccolta talmudica già più volte citata +ha spigolato nel Talmud alcune regole di commercio +che giovano a mostrare come i dottori del Talmud si +preoccupassero di inspirare negli Israeliti, i più rigorosi +principî di probità commerciale: +</p> + +<p> +“È peccato far incarire i frutti — portare aumento +nei prezzi correnti. +</p> + +<p> +“Oltre il sesto del valore v'ha lesione e il contratto +è +nullo <a id="FNa_233"></a><a href="#Fn_233" class="fna">(233)</a>. +</p> + +<p> +“Non deve il vinajo spargere nel suo negozio profumi +di vini aromatici, per far credere di tenere nel +suo negozio vini squisiti. +</p> + +<p> +“Non deve il negoziante regalare dolci ai giovanetti +per allettarli al suo negozio. +</p> + +<p> +“Il vindice nel diluvio è vindice di chi non mantiene +la sua parola. +</p> + +<p> +“Il capo dei ladri è quegli che defrauda nel peso e +nelle +misure <a id="FNa_234"></a><a href="#Fn_234" class="fna">(234)</a>. +</p> + +<p> +“Il negoziante deve ripulire i suoi pesi e i suoi vasi +una volta ogni settimana, per conservarli sempre nella +giusta +misura” <a id="FNa_235"></a><a href="#Fn_235" class="fna">(235)</a>. +</p> + +<div> +<span class="pageno" title="128" id="page-128"></span> +</div> + +<p> +Ma, si dirà, ammesso pure che agli Ebrei sia vietato +usar frode in commercio, tanto col correligionario quanto +col <em>Goi</em>, non potrete negare, che la stessa Bibbia, mentre +vieta loro di dar denaro ad usura agli Ebrei, permette +ad essi di darne ai <em>goim</em>. +</p> + +<p> +Ed infatti è scritto nel <cite>Deuteronomio</cite> +(<span class="sc num">xxiii</span>, 19, 20) ed +altrove: “Non prestare ad usura al tuo fratello, nè danari, +nè vittuaglie, nè cosa alcuna che si presta ad usura. +</p> + +<p> +“Presta ad usura allo straniero, ma non al tuo fratello.” +</p> + +<p> +La cattiva interpretazione di questo precetto espresso +e ripetuto nella Bibbia, fu causa principalissima delle accuse +mosse su questo argomento contro gli Ebrei e della +ripugnanza che ebbe il Cristianesimo contro l'industria +feneratizia. +</p> + +<div> +<span class="pageno" title="129" id="page-129"></span> +</div> + +<p> +Per bene interpretare questo precetto, conviene in primo +luogo aver presente che la parola usura va intesa, anche +in questo brano, nel senso di interesse. Abbiamo già dimostrato, +colle parole del Say, che quello che noi ora diciamo +<em>interesse</em> dicevasi usura negli antichi tempi, ci sia lecito +aggiungere qui, che la lingua ebraica non ha la parola +usura, nel senso che oggi volgarmente le si attribuisce, +sicchè ogni qualvolta troviamo scritto nella Bibbia la parola +<em>usura</em> dobbiamo leggere <em>interesse</em>. +</p> + +<p> +Quanto al divieto biblico di prestar ad interesse al +fratello, ed alla facoltà di prestare al forestiero, è un di +quei precetti che debbono considerarsi parti della legge +civile, non della religiosa, e che, come tale, cessarono di +aver vigore colla esistenza politica della nazione ebraica. +</p> + +<p> +Non diciamo cose nuove, ripetiamo, costretti, cose trite +e ritrite. +</p> + +<p> +Questo precetto, come prescrizione di legge civile, è +facilmente spiegabile. +</p> + +<p> +L'Ebreo in Palestina non era commerciante, lo abbiamo +veduto; il commercio della contrada era in mano dei forestieri; +da ciò consegue che se l'Ebreo prendeva a prestito +denaro vi era costretto dalle necessità della vita, +mentre il forestiero ne abbisognava per dar vita ai propri +traffici; da qui il divieto, altamente economico, di far +pagare interesse al primo ed il permesso, logico e naturale, +di farlo pagare al secondo, che, dal denaro mutuato, +presumeva ricavar lucro e vantaggio. +</p> + +<p> +E questa nostra interpretazione è ampiamente suffragata +dal versetto 25 del capitolo <span class="sc num">xxiii</span> dell'Esodo: +</p> + +<p> +“Quando tu presterai danari al mio popolo, al povero +che è appresso a te, non procedere inverso lui a guisa +di usuraio: non imponetegli usura.” +</p> + +<p> +Il più volte citato Luzzatto così commenta questo versetto: +</p> + +<div> +<span class="pageno" title="130" id="page-130"></span> +</div> + +<p> +“<i class="quo">Al popol mio</i>, cioè ad Israello. +<i class="quo">A qualche povero che è appresso a te</i>, +spiega l'antecedente e cioè che +l'esenzione dell'interesse è diritto solamente di chi è +assolutamente povero, non del ricco che cerca danaro +per speculazione.” +</p> + +<p> +Anche il Mortara, onore di Mantova e del Rabbinato +italiano, così interpreta questo +precetto <a id="FNa_236"></a><a href="#Fn_236" class="fna">(236)</a>: +</p> + +<p> +“Il prestito fatto al povero viene considerato dalla +morale religiosa come una carità e non un contratto. +Essa riguarda pertanto il povero vergognoso come un +congiunto, ed impone di prestargli, e non usare verso +di esso come creditore che conceda dilazione al pagamento. +È evidente che tale obbligazione morale non +può vincolare che verso i prossimi e perciò la religione +non la impone che verso i concittadini ed i correligionari. +</p> + +<p> +“I nostri Dottori applicano il testo d'Isaja, “allora +tu invocherai il Signore ed egli ti esaudirà,” a colui +che ama i suoi vicini, porta operoso affetto a' suoi +congiunti e presta una moneta al povero nel momento +del suo bisogno; e nell'esposizione del testo +(salmo <span class="sc num">xv</span>, 5): <i class="quo">Il quale +non dà i suoi danari ad +usura</i>, comprendono espressamente il non Israelita fra +quelli cui si devono far prestiti, senza percepirne +interesse” <a id="FNa_237"></a><a href="#Fn_237" class="fna">(237)</a>. +</p> + +<p> +E con questo commento dei due dottissimi rabbini si accorda +quello di un eruditissimo sacerdote cristiano, l'abate +M. Mastrofini, il quale conchiuse che il precetto “riguarda +<span class="pageno" title="131" id="page-131"></span> +le usure di ricchi Ebrei su poveri, i quali tra loro +convivono” <a id="FNa_238"></a><a href="#Fn_238" class="fna">(238)</a>. +</p> + +<p> +E più sotto, lo stesso Mastrofini, riassumendo il risultato +dell'acuta sua disamina sui varii passi del Vecchio +Testamento ove è discorso dell'usura, così conchiude: +</p> + +<p> +“La legge mosaica intorno le usure, ci rassicura ancora +che non tutte le usure sono contrarie alla legge +della natura. Imperocchè Dio, per Mosè, permise le moderate +e discrete col ricco, tanto ebreo quanto +forestiero” <a id="FNa_239"></a><a href="#Fn_239" class="fna">(239)</a>. +</p> + +<p> +Questi i precetti biblici riassunti da scrittori dotati +di sana critica. Vediamo ora come i talmudisti interpretarono +la legge: +</p> + +<p> +“Chi entrerà nel tuo sacro monte? dice Davide. Chi +cammina sinceramente e chi non dà il suo danaro a +usura. Osserva un dottore: Chi non dà il suo danaro +a usura neppure a un +Gentile” <a id="FNa_240"></a><a href="#Fn_240" class="fna">(240)</a>. +</p> + +<p> +“L'Ebreo il quale presta il suo denaro al Gentile, +anzichè all'Israelita, perchè dal primo può prendere +interesse, commette +peccato” <a id="FNa_241"></a><a href="#Fn_241" class="fna">(241)</a>. +</p> + +<p> +“Chi accumula ricchezza con interesse e usura, l'accumula +per chi è benefico coi poveri. Dice Salomone.” +</p> + +<p> +“Il dottore Hunà dichiara che qui allude all'usura +tolta dai Gentili. Un altro dottore osserva che Mosè +permette di dare a interesse a' Gentili. Risponde il +<span class="pageno" title="132" id="page-132"></span> +primo dottore, che il testo biblico ha altro senso. Concludesi +che tutto al più può l'Israelita prestare a interesse +al Gentile, tanto da guadagnarsi il +vitto <a id="FNa_242"></a><a href="#Fn_242" class="fna">(242)</a>. +</p> + +<p> +“Quando il Salmista (<span class="sc num">xv</span>, 5) encomia chi presta il +suo denaro senza percepire frutto, intende che lo faccia +anche col +Goi” <a id="FNa_243"></a><a href="#Fn_243" class="fna">(243)</a>. +</p> + +<p> +Ed in altro trattato: +</p> + +<p> +“Vieni e vedi, tutte le creature di Dio ritraggono +(prendono a prestito) l'una dall'altra. +</p> + +<p> +“Il giorno ritrae (prende in prestito) dalla notte, la +notte dal giorno: la luna dalle stelle, le stelle dalla +luna: il sole dalla luce, la luce dal sole: il senno dalla +scienza, la scienza dal senno: la carità dalla giustizia, +la giustizia dalla carità. +</p> + +<p> +“Tutte queste creature divine ritraggono (prendono +in prestito) l'una dall'altra e sono amiche ed in pace. +</p> + +<p> +“Solo l'uomo presta al compagno e cerca di rovinarlo +con l'usura e col furto. +</p> + +<p> +“Questi usurai dicono quasi a Dio: Perchè non prendi +usura de' tuoi prestiti agli uomini? Tu inaffii la terra, +tu fecondi i campi, tu illumini, tu soffii l'alito vitale, +tu conservi: chè non ti fai pagare? +</p> + +<p> +“Dice Iddio: Vedete quante cose io presto, e non +prendo interesse. +</p> + +<p> +“Guai a chi prende usura: egli non vivrà. +</p> + +<p> +“Un re apre all'amico il suo regno: l'amico entra, +calpesta i poveri, uccide le vedove, distrugge, rovina, +e riempie ogni cosa di frode e iniquità. +</p> + +<p> +“Così l'usuraio a cui Iddio ha aperto il regno dei +<span class="pageno" title="133" id="page-133"></span> +suoi tesori, porta ovunque la sterilità e la +morte <a id="FNa_244"></a><a href="#Fn_244" class="fna">(244)</a>.” +</p> + +<p> +Ed altrove: +</p> + +<p> +“Bada cecità degli usurai. Se taluno ingiuria il compagno +chiamandolo empio, l'ingiuriato arde d'ira e medita +vendetta. E costoro in uno scritto, sancito da +notai e da testimoni, di propria volontà scrivono e +sottoscrivono e dichiarano..... d'avere rinnegato il Dio +d'Israele” <a id="FNa_245"></a><a href="#Fn_245" class="fna">(245)</a>. +</p> + +<p> +Chiudiamo questo troppo lungo capitolo colla citazione +di un brano del più volte ricordato Rabbino +Leon Modena, il quale porrà in luce cosa pensassero +su questo argomento gli Ebrei italiani, or sono due +secoli. +</p> + +<p> +“Per obbligo della Legge, così di Mosè, come a bocca, +devono esser realissimi, e non fraudar, ne ingannare +<span class="pageno" title="134" id="page-134"></span> +alcuno, sia chi si voglia, o Hebreo, o non Hebreo, osservando +sempre, e con ogni persona, quelli buoni modi +di negotiar comandatogli in molti luoghi nella Scrittura, +e spetialmente nel Lev. c. 19, versi 11, 13, 15, +33 sino al fine. +</p> + +<p> +“E quello che hanno disseminato alcuni in voce, e in +iscritto, che ogni giorno giurano, et hanno per opera +pia di ingannar, e fraudare un Christiano, è espressa +bugia, così promulgata per renderli più odiosi di +quello che sono. +</p> + +<p> +“Anzi molti rabbini hanno scritto et in particolar ne +ha fatto raccolta a longo Rabino Bachij nel libro +<cite>Cadachemah</cite>, lettera <cite>Ghimel Ghezelà</cite> dove dice che è +molto più grave peccato il fraudare uno non Hebreo, +che un Hebreo rispetto allo scandalo che si da, oltre +l'opera sia in se, e si chiama <em>Chillul Ascem</em>, che vuol +dire profanare il nome di Dio, che è de' maggiori +peccati. Onde se si trova fra essi chi inganna e frauda, +è diffetto di quel particolare, che è di mala qualità, +ma non che lo facci essendole ne dalla sua legge, ne +da Rabini in alcun modo permesso. +</p> + +<p> +“È ben vero che la strettezza, nella quale la captività +lunga gli ha ridotti et essendole vietato quasi per +tutto il posseder terreni, e molti altri modi di mercantar, +et esercitii di riputatione et utili, si sono +molti abbassati d'animo e divenuti digeneranti della +lealtà +israelitica” <a id="FNa_246"></a><a href="#Fn_246" class="fna">(246)</a>. +</p> + +<p> +Con queste parole il Modena viene a dimostrare quanto +giuste sieno queste idee di un pubblicista inglese che noi +trovammo testè riferite nella <cite xml:lang="fr">Revue Britannique</cite> +e colle quali ci piace dar termine a questo capitolo: +</p> + +<div> +<span class="pageno" title="135" id="page-135"></span> +</div> + +<p> +“Dovunque le incapacità inerenti alle qualità di ebreo +sono sconosciute, lo spirito stretto di sêtta e di tribù +disparve, e lasciato a se stesso il giudaismo, in quanto +riguarda le materie religiose ed i doveri sociali, si è +sviluppato sanamente e senza usurpare sui confini altrui. +È questo ancora il miglior rimedio da opporre alla +sua estensione che noi possiamo consigliare a coloro +che vedono in lui un nemico di cui occorra sbarazzarsi +ad ogni prezzo.” +</p> + +<div class="footnote"><a id="Fn_193"></a> +<p class="foot"><a href="#FNa_193"><span class="label">(193)</span></a> +<cite>La situazione degli Ebrei nel Medio-Evo.</cite> — <cite>Giorn. +degli Economisti.</cite> Padova, 1875, vol. 1, pagg. 88 e segg. +</p> +</div> + +<div class="footnote"><a id="Fn_194"></a> +<p class="foot"><a href="#FNa_194"><span class="label">(194)</span></a> +Ac si transferre sedes cogerentur, major vitae metus +quam mortis. +(<span class="sc aut">Tacit.</span>, <cite xml:lang="la">Hist.</cite> +<span class="sc num">xxi</span>). +</p> +</div> + +<div class="footnote"><a id="Fn_195"></a> +<p class="foot"><a href="#FNa_195"><span class="label">(195)</span></a> +Ne quidquam ingenuum potest habere officina... Mercatura, +si tenuis est, sordida putanda est: sin autem magna +et copiosa; multa undique apportans, non est admodum +vituperanda..... Nihil enim proficiunt mercatores, nisi admodum +mentiantur. (<span class="sc aut">Cicerone</span>, <cite>Dei doveri</cite>, +libro <span class="sc num">i</span>, sez. 42). +</p> +</div> + +<div class="footnote"><a id="Fn_196"></a> +<p class="foot"><a href="#FNa_196"><span class="label">(196)</span></a> +<span class="sc aut">Say</span>, <cite>Trattato di Ec. pol.</cite> +in <cite>Bibl. dell'Ec.</cite> Serie <span class="sc num">i</span>, +vol. <span class="sc num">vi</span>, pag. 275. +</p> +</div> + +<div class="footnote"><a id="Fn_197"></a> +<p class="foot"><a href="#FNa_197"><span class="label">(197)</span></a> +<span class="sc aut">Blanqui</span>, +<cite xml:lang="fr">Hist. de l'Ec. pol.</cite>, +<span class="sc num">i</span>, 153. +</p> +</div> + +<div class="footnote"><a id="Fn_198"></a> +<p class="foot"><a href="#FNa_198"><span class="label">(198)</span></a> +Questo pregiudizio contro l'interesse del denaro, che +rimonta ad Aristotile, e che ha per base la massima che il +denaro, non essendo di per se stesso fecondo, non può produrre +interesse, era comune anche a Shakespeare che, nel suo +linguaggio pittoresco, definì l'interesse: <i class="quo">La posterità di uno +sterile metallo.</i> +</p> +</div> + +<div class="footnote"><a id="Fn_199"></a> +<p class="foot"><a href="#FNa_199"><span class="label">(199)</span></a> +<span class="sc aut">Turgot</span>, <cite>Memoria sui prestiti di denaro</cite> in <cite>Bib. dell'Ec.</cite> +Vol. <span class="sc num">i</span>, pag. 373. +</p> +</div> + +<div class="footnote"><a id="Fn_200"></a> +<p class="foot"><a href="#FNa_200"><span class="label">(200)</span></a> +<cite xml:lang="la">Bull. mag.</cite> <span class="sc num">lxvi</span>, +pag. 328 e pag. 21. +</p> +</div> + +<div class="footnote"><a id="Fn_201"></a> +<p class="foot"><a href="#FNa_201"><span class="label">(201)</span></a> +<span class="sc aut">S. de Sismondi</span>, +<cite>Nuovi principii d'economia politica</cite> +in <cite>Bibl. dell'Econ.</cite> Vol. <span class="sc num">vi</span>, pag. 636. +</p> +</div> + +<div class="footnote"><a id="Fn_202"></a> +<p class="foot"><a href="#FNa_202"><span class="label">(202)</span></a> +Le Pandette fissano al quattro per cento il tasso dell'interesse +per la persona di un rango illustre, a sei per +gli altri, tasso ordinario e legale. Ciò non pertanto si permise +l'interesse dell'8 per cento ai manifattori ed ai commercianti +e quello del 12 per le assicurazioni marittime. +</p> +</div> + +<div class="footnote"><a id="Fn_203"></a> +<p class="foot"><a href="#FNa_203"><span class="label">(203)</span></a> +Gli stessi principi ecclesiastici che vietavano ai Cristiani +di dar capitali ad interesse, lo permettevano agli Ebrei; +ad esempio l'arcivescovo di Colonia, nel 1266, promise +loro di non concedere ad alcuno tranne che ad essi il contrarre +prestiti fruttiferi. (<span class="sc aut">Ennen</span>, +<cite>Storia di Colonia</cite>, <span class="sc num">ii</span>, 327). +</p> +</div> + +<div class="footnote"><a id="Fn_204"></a> +<p class="foot"><a href="#FNa_204"><span class="label">(204)</span></a> +Quando il re di Francia, Giovanni, per pagare i suoi +debiti adulterò la sua moneta, tutti gli ufficiali della sua +zecca furono obbligati a giurare il secreto. +(V. <span class="sc aut">Ducange</span>, +<cite>Glossario</cite>, parola <em>Moneta</em>, ed. de' Benedettini). +Fin qui il Say; +dal canto nostro aggiungiamo che questa adulterazione delle +monete, causa principalissima dello esorbitante tasso dell'interesse +e che durò sino alla età moderna — Carlo V verso +il 1540 inondò l'Europa di una massa di cattivi scudi d'oro +di Castiglia. (<span class="sc aut">Blanqui</span>, +<cite xml:lang="fr">Hist. de l'Ec. pol.</cite>, +<span class="sc num">i</span>, 283) — era +conseguenza delle dottrine di S. Tommaso. Il Grande Aquinate, +come del resto tutti gli uomini dei tempi suoi, aveva +curiose idee in fatto di economia politica. Egli +(<cite xml:lang="la">De Regg. Princ.</cite>, +<span class="sc num">ii</span>, 13), +infatti permette che lo Stato faccia uso, moderatamente +però, del diritto di alterare le monete <i class="quo" xml:lang="la">sive in +mutando, sive in diminuendo pondere</i>. Tutti ricordano le roventi +parole con cui il nostro Dante, quasi contemporaneo +dell'Aquinate, stigmatizza Filippo il Bello, il re falso monetario, +che la dottrina di S. Tommaso aveva appreso da Egidio +Colonna; il Dottor Fondatissimo, fu infatti discepolo di +Tommaso e maestro di Filippo. +</p> +</div> + +<div class="footnote"><a id="Fn_205"></a> +<p class="foot"><a href="#FNa_205"><span class="label">(205)</span></a> +<span class="sc aut">Say</span>, <cite>op. cit.</cite> pag. 277. +</p> +</div> + +<div class="footnote"><a id="Fn_206"></a> +<p class="foot"><a href="#FNa_206"><span class="label">(206)</span></a> +Se l'indole di questo lavoro lo consentisse, potremmo +moltiplicare gli esempi per dimostrare che caorsini, lombardi +e toscani precedettero quasi dovunque gli Ebrei nell'esercizio +dell'usura. Nell'impossibilità di farlo qui, ci limitiamo ad un +solo esempio somministratoci da un'eccellente monografia di +<span class="sc aut">Antonio Ive</span> (<cite>Dei banchi feneratizi +e capitoli degli Ebrei +di Pirano e dei Monti di pietà in Istria</cite>, Rovigno, Bontempo +e C., 1881), dove a pagina 7 si legge: “Ai fiorentini +succedettero in Istria, nell'esercizio della fenerazione, verso +il 1380 circa, gli Ebrei, i quali ne ebbero, per così dire, il +monopolio fino alla metà del secolo <span class="sc num">xvii</span>.” +</p> +</div> + +<div class="footnote"><a id="Fn_207"></a> +<p class="foot"><a href="#FNa_207"><span class="label">(207)</span></a> +Non facciamo la storia dell'usura, e dobbiamo quindi +trascurare molte e molte citazioni ad appoggio di quanto +veniamo dicendo; a mostrare però come l'industria feneratizia +non fosse esercitata dai soli Ebrei, riferiamo il seguente +brano di un'ordinanza di Luigi il Protervo, 9 luglio 1315: +“<span class="quo norm" xml:lang="fr">Et comme nous avons appris +que plusieurs Italiens étaient +dans notre Royaume, lesquels exercitent marchandises et +contrats <i class="quo">qui ne sont pas honnêtes</i>, notre intention n'est +pas de donner à tels Italiens lesdites frauchises et libertés</span>.” +</p> +</div> + +<div class="footnote"><a id="Fn_208"></a> +<p class="foot"><a href="#FNa_208"><span class="label">(208)</span></a> +San Luigi li oppresse colle leggi più intollerabili, +liberò i loro debitori, proibì ogni azione giudiziaria a vantaggio +degli Ebrei, e spinse il rigore sino a proibir loro di +contrattare. (<span class="sc aut">Blanqui</span>, +<cite xml:lang="fr">Hist. de l'Ec. pol.</cite>, +<span class="sc num">i</span>, 186). +</p> +</div> + +<div class="footnote"><a id="Fn_209"></a> +<p class="foot"><a href="#FNa_209"><span class="label">(209)</span></a> +<span class="sc aut">Blanqui</span>, <cite>op. cit.</cite>, +<span class="sc num">i</span>, 223. +</p> +</div> + +<div class="footnote"><a id="Fn_210"></a> +<p class="foot"><a href="#FNa_210"><span class="label">(210)</span></a> +<cite>Loc. cit.</cite> +</p> +</div> + +<div class="footnote"><a id="Fn_211"></a> +<p class="foot"><a href="#FNa_211"><span class="label">(211)</span></a> +<span class="sc aut">Arthur Beugnot</span>, +<cite xml:lang="fr">Les Juifs d'Occident</cite>, 2<sup>me</sup> partie, +pag. 35. +</p> +</div> + +<div class="footnote"><a id="Fn_212"></a> +<p class="foot"><a href="#FNa_212"><span class="label">(212)</span></a> +<span class="sc aut">Roscher</span>, <cite>art. cit.</cite> +</p> +</div> + +<div class="footnote"><a id="Fn_213"></a> +<p class="foot"><a href="#FNa_213"><span class="label">(213)</span></a> +Il Roscher (<cite>loc. cit.</cite>) nota, assai saggiamente, che l'azione +commerciale degli Ebrei fu favorita anche dalla loro +unione altrettanto vivace quanto grandiosa, estesa attraverso +tutti i regni cristiani e maomettani. È questo un vantaggio +che, in minori proporzioni, si può segnalare anche presso +altre minoranze religiose, e su cui, ad esempio, riposano i +successi mercantili degli Ugonotti in Francia e dei Quacqueri +in Inghilterra. +</p> +</div> + +<div class="footnote"><a id="Fn_214"></a> +<p class="foot"><a href="#FNa_214"><span class="label">(214)</span></a> +<span class="sc aut">Blanqui</span>, +<cite xml:lang="fr">Hist. de l'Ec. pol.</cite>, +<span class="sc num">i</span>, 189. +</p> +</div> + +<div class="footnote"><a id="Fn_215"></a> +<p class="foot"><a href="#FNa_215"><span class="label">(215)</span></a> +<span class="sc aut">D'aguir</span>, +<cite>Concil. hispan.</cite>, t. <span class="sc num">ii</span>, p. 752. +</p> +</div> + +<div class="footnote"><a id="Fn_216"></a> +<p class="foot"><a href="#FNa_216"><span class="label">(216)</span></a> +<cite xml:lang="fr">Réflexions d'un Milord</cite>, pag. 52. +</p> +</div> + +<div class="footnote"><a id="Fn_217"></a> +<p class="foot"><a href="#FNa_217"><span class="label">(217)</span></a> +Veggasi il documento in <cite xml:lang="fr">Revue des Etudes Juives</cite>, +anno 1882, pag. 231. +</p> +</div> + +<div class="footnote"><a id="Fn_218"></a> +<p class="foot"><a href="#FNa_218"><span class="label">(218)</span></a> +<cite>Difesa contro gli attacchi fatti alla nazione ebrea</cite>, +ecc. Pavia, <span class="sc num">mdcclxxxiv</span>, pag. 104. +</p> +</div> + +<div class="footnote"><a id="Fn_219"></a> +<p class="foot"><a href="#FNa_219"><span class="label">(219)</span></a> +<span class="sc aut">Scherer</span>, <cite>Storia del Commercio</cite> in +<cite>Biblioteca dell'Economista</cite>, +serie <span class="sc num">ii</span>, vol. <span class="sc num">iv</span>, +pag. 712. +</p> +</div> + +<div class="footnote"><a id="Fn_220"></a> +<p class="foot"><a href="#FNa_220"><span class="label">(220)</span></a> +<cite>Unità Cattolica</cite> di Torino, numero 224, del 26 settembre +1883, 1ª ed., pag. 896. — Veggasi pure fra i documenti +una importante <a href="#tit-43">memoria del principe Demidoff di San Donato +sulla questione semitica in Russia</a>. +</p> +</div> + +<div class="footnote"><a id="Fn_221"></a> +<p class="foot"><a href="#FNa_221"><span class="label">(221)</span></a> +<span class="sc aut">Mac Culloch</span>, +<cite>Principii di Ec. pol.</cite> in <cite>Bibl. dell'Ec.</cite>, +v. <span class="sc num">xiii</span>, pagine 17, 18. +</p> +</div> + +<div class="footnote"><a id="Fn_222"></a> +<p class="foot"><a href="#FNa_222"><span class="label">(222)</span></a> +Il <em xml:lang="fr">Temple</em> era un quartiere di Parigi ove i rigattieri +avevano le loro botteghe. Oggi ancora quel quartiere, situato +nei pressi del sobborgo operaio di Sant'Antonio, è abitato +dalla parte più povera degli Ebrei di Parigi. +</p> +</div> + +<div class="footnote"><a id="Fn_223"></a> +<p class="foot"><a href="#FNa_223"><span class="label">(223)</span></a> +<span class="sc aut">Medici</span>, <cite>op. cit.</cite>, +cap. <span class="sc num">xii</span>. +</p> +</div> + +<div class="footnote"><a id="Fn_224"></a> +<p class="foot"><a href="#FNa_224"><span class="label">(224)</span></a> +<cite class="sc">Talmud Babilonese Holin</cite>, fol. 84. Appoggiato a tale +sentenza l'autore del libro <cite>Hassidim</cite>, vivente in Francia +verso il 1200, condanna e dichiara peccatori coloro che nel +salutare il non israelita gli dicono sottovoce villanie, cui +l'altro suppone esser parole amichevoli. (<cite>Hassidim</cite>, § 51). +</p> +</div> + +<div class="footnote"><a id="Fn_225"></a> +<p class="foot"><a href="#FNa_225"><span class="label">(225)</span></a> +Id. id. +</p> +</div> + +<div class="footnote"><a id="Fn_226"></a> +<p class="foot"><a href="#FNa_226"><span class="label">(226)</span></a> +<cite class="sc">Tossaftà Kamà</cite>, cap. <span class="sc num">iv</span>. +</p> +</div> + +<div class="footnote"><a id="Fn_227"></a> +<p class="foot"><a href="#FNa_227"><span class="label">(227)</span></a> +<span class="sc aut">Maimonide</span> dietro il Talmud, trattato +<cite class="sc">Ghenevà</cite>, capitolo 7, lez. 8. +</p> +</div> + +<div class="footnote"><a id="Fn_228"></a> +<p class="foot"><a href="#FNa_228"><span class="label">(228)</span></a> +Capi di Accademia in Persia, succeduti ai Talmudisti +dal 600 al 1038 di G. C. +</p> +</div> + +<div class="footnote"><a id="Fn_229"></a> +<p class="foot"><a href="#FNa_229"><span class="label">(229)</span></a> +<cite class="sc">Kamà</cite>, fol. 113. +</p> +</div> + +<div class="footnote"><a id="Fn_230"></a> +<p class="foot"><a href="#FNa_230"><span class="label">(230)</span></a> +<cite class="sc">Semach Gaon</cite>, nelle decisioni dei Gheonim, stampate +a Salonico e sotto il titolo di Sciaon Zedek, fol. 84 retro. +</p> +</div> + +<div class="footnote"><a id="Fn_231"></a> +<p class="foot"><a href="#FNa_231"><span class="label">(231)</span></a> +<span class="sc">Samag</span>, precetto negativo, 152. +</p> +</div> + +<div class="footnote"><a id="Fn_232"></a> +<p class="foot"><a href="#FNa_232"><span class="label">(232)</span></a> +Cfr. <span class="sc aut">De Rossi</span>, +<cite>Diz. storico degli autori Ebrei</cite>, Parma, +1802, vol. 2, p. 67 a. v. <cite>Mosè di Kotzi</cite>. +</p> +</div> + +<div class="footnote"><a id="Fn_233"></a> +<p class="foot"><a href="#FNa_233"><span class="label">(233)</span></a> +<cite class="sc">Bavà Metzià</cite>, fol. 49. +</p> +</div> + +<div class="footnote"><a id="Fn_234"></a> +<p class="foot"><a href="#FNa_234"><span class="label">(234)</span></a> +<span class="sc aut">Levi</span>, <cite>op. cit.</cite>, pag. 281. +</p> +</div> + +<div class="footnote"><a id="Fn_235"></a> +<p class="foot"><a href="#FNa_235"><span class="label">(235)</span></a> +I Talmudisti sembrano essersi assai preoccupati della +esattezza dei pesi e delle misure. “Il commerciante all'ingrosso +ripulisca le sue misure una volta al mese, quello +al minuto una volta ogni dodici mesi. R. Simeone, figlio +di Gamliel, dice all'opposto: il bottegaio ripulisca le sue +misure due volte per settimana e netti i suoi pesi una +volta per settimana, e netti la bilancia dopo ogni pesata. +R. Simeone dice, questo intendere trattandosi di cose molli, +ma di cose aride non occorre.” (<cite class="sc">Bavà Badrà</cite>, 88 a). +“Si instituiscono commissari per le misure [perchè siano +giuste] ma non per i pesi [perchè dipendono dalla concorrenza]. +Rami bar Hamà dice: si stabiliscono commissari +sia per le misure, sia per i prezzi a motivo degli ingannatori.” +(<cite>Ivi</cite>, 890). +</p> + +<p class="foot"> +“È proibito di tenere in casa misure mancanti o soverchianti..... +quest'intendesi nei paesi ove non sono bollate, ma +dove sono bollate quando non vede il bollo non prende.” +(<cite>Ivi</cite>, 897). +</p> + +<p class="foot"> +E certamente a queste massime si è inspirato il Maimonide +quando facendo suo il precetto che leggesi in <cite>Bavà-Badrà</cite>, +886, scrisse: “È più grave la punizione di chi defrauda +colle misure che di chi commette incesto, perchè +questo è tra lui e Dio, e quello tra lui e il prossimo” +(<span class="sc aut">Maimonide</span>, <cite>Leggi sul furto</cite>, +cap. <span class="sc num">vii</span>, lez. 8). +</p> +</div> + +<div class="footnote"><a id="Fn_236"></a> +<p class="foot"><a href="#FNa_236"><span class="label">(236)</span></a> +<span class="sc aut">Marco Mortara</span>, +<cite>Compendio della religione israelitica</cite>, +Mantova, Beretta, 1855, pag. 86. +</p> +</div> + +<div class="footnote"><a id="Fn_237"></a> +<p class="foot"><a href="#FNa_237"><span class="label">(237)</span></a> +V. <cite class="sc">Talmud Sanedr.</cite> 76<span class="sc num">b</span> e +<cite class="sc">Maccot</cite> 24<span class="sc num">a</span>. +</p> +</div> + +<div class="footnote"><a id="Fn_238"></a> +<p class="foot"><a href="#FNa_238"><span class="label">(238)</span></a> +<span class="sc aut">Mastrofini</span>, <cite>Le usure</cite>. Milano, +Silvestri, 1841, pag. 9. +Cfr. <span class="sc aut">Genovesi</span>, +<cite>Lezioni di economia civile</cite> in <cite>Bibl. dell'Economista</cite>, +1ª serie, vol. <span class="sc num">iii</span>, pag. 207. Il +dotto filosofo napoletano +fu forse il primo in Italia a comprendere e ad esporre +nettamente il concetto biblico del prestito ad interesse. +</p> +</div> + +<div class="footnote"><a id="Fn_239"></a> +<p class="foot"><a href="#FNa_239"><span class="label">(239)</span></a> +<cite>Op. cit.</cite>, pag. 37. +</p> +</div> + +<div class="footnote"><a id="Fn_240"></a> +<p class="foot"><a href="#FNa_240"><span class="label">(240)</span></a> +<cite class="sc">Talmud Makot</cite>, pag. 24. +</p> +</div> + +<div class="footnote"><a id="Fn_241"></a> +<p class="foot"><a href="#FNa_241"><span class="label">(241)</span></a> +<cite class="sc">Jalkut Mislè</cite>, fol. 144, 1. +</p> +</div> + +<div class="footnote"><a id="Fn_242"></a> +<p class="foot"><a href="#FNa_242"><span class="label">(242)</span></a> +<cite class="sc">Jalkut</cite>, fol. 295, 2. +</p> +</div> + +<div class="footnote"><a id="Fn_243"></a> +<p class="foot"><a href="#FNa_243"><span class="label">(243)</span></a> +<cite class="sc">Makot</cite>, fol. 24. +</p> +</div> + +<div class="footnote"><a id="Fn_244"></a> +<p class="foot"><a href="#FNa_244"><span class="label">(244)</span></a> +<cite class="sc">Bavà Mezhia</cite>, fol. 71. +</p> +</div> + +<div class="footnote"><a id="Fn_245"></a> +<p class="foot"><a href="#FNa_245"><span class="label">(245)</span></a> +<cite class="sc">Rabot Mishpatim</cite>, sez. 2, verso la metà. Nella stessa +sezione molti altri passi sono diretti a biasimare l'usura: +p. e. “Vieni e vedi: chiunque è ricco, e benefica i poveri +e non prende usura, Iddio lo considera come se avesse +osservato tutti i precetti. +</p> + +<p class="foot"> +“Diede ad usura, prese aumento e vivrebbe? Non vivrà.” +(Ezechiele 18, 17) “dice Iddio benedetto: Chi visse d'usura +in questo mondo, non vivrà nel mondo venturo.” +</p> + +<p class="foot"> +“Non gl'imporrete usura (Esodo, 22, 27) bastava <em>imporrai</em>, +perchè dice: <em>imporrete</em>? si riferisce ai testimoni, al garante, +ai giudici ed allo scrivano, perchè se non fossero +questi, egli non prenderebbe nulla, e quindi vengono puniti +tutti quanti. +</p> + +<p class="foot"> +“A che si assomiglia l'usura? A chi viene morso da un +serpente, e non se ne accorge, e non lo sa sino a che non +lo investe (?) tutto. +</p> + +<p class="foot"> +“Il <em>povero</em> che è con te (Esodo, 22, 27) dice il santo, +benedetto egli. Non gli basta la sua miseria che tu gli +prendi ancora usura?” +</p> +</div> + +<div class="footnote"><a id="Fn_246"></a> +<p class="foot"><a href="#FNa_246"><span class="label">(246)</span></a> +<span class="sc aut">Modena</span>, op. cit., parte +<span class="sc num">ii</span>, +cap. <span class="sc num">v</span>, pag. 49. +</p> +</div> + +<div class="blankpage"> +<span class="pageno" title="136" id="page-136"></span> +</div> + + +<div class="chapter"> +<span class="pageno" title="137" id="page-137"></span> +<img src="images/i003a.png" style="width: 100%" alt=""/> +</div> + +<h2 class="nobreak" id="tit-4"> +<a href="#ritit-4">IV.</a> +</h2> + +<p class="subtitle"> +Dell'uso del sangue cristiano nei riti ebraici +</p> + +<p> +Oggi ancora, nell'ultimo quarto del secolo decimonono, +abbiamo veduto, in un paese che si dice civile, Ebrei accusati +di aver assassinato una fanciulla cristiana, non +per scopo di lucro o di libidine, non per vendetta, o per +qualsiasi altro dei soliti moventi cui obbediscono gli assassini, +ma nell'intento di raccoglierne il sangue, sangue +che si pretende necessario agli Ebrei per l'adempimento +di tenebrosi loro +riti <a id="FNa_247"></a><a href="#Fn_247" class="fna">(247)</a>. +</p> + +<div> +<span class="pageno" title="138" id="page-138"></span> +</div> + +<p> +E mentre il processo si dibatteva in Ungheria, abbiamo +veduto in Italia, in Francia, in Germania, nei +paesi insomma del continente d'Europa che sono alla +testa del movimento intellettuale, pubblicarsi giornali ed +opuscoli per sostenere che la religione ebraica impone +ai suoi seguaci l'obbligo di valersi del sangue di umane +vittime per compiere non sappiamo quali infami riti. +</p> + +<p> +Che più? un professore dell'I. R. Università di Praga, +il Rohling, si è persino procacciata una tal qual nomea, +facendosi banditore della oscena accusa; e quasi ciò non +fosse bastante, il <cite xml:lang="fr">Figaro</cite> di Parigi, +il giornale certamente +più diffuso dell'Europa continentale, e che ha parecchi +Ebrei fra i suoi collaboratori, riproduceva, a +proposito del processo di Tisza Eszlar, nel suo numero +del 15 luglio 1883, un lungo e calunnioso articolo contro +<span class="pageno" title="139" id="page-139"></span> +gli Ebrei, togliendolo da un infame libello antisemitico, +il <cite xml:lang="de">Paderboner Judenspiegel</cite>. +</p> + +<p> +Certamente, di fronte agli scarsi accusatori, sorsero numerosi +i difensori degli Ebrei, e fra questi, solleva l'animo +il poterlo dire, non mancarono dotti ecclesiastici di tutte +le confessioni cristiane. +</p> + +<p> +Certamente gli stessi Tribunali Ungheresi, con tre conformi +sentenze, proclamarono l'innocenza degli Ebrei accusati +nel famoso processo di Tisza Eszlar; ma è pur +troppo nell'indole della natura umana il prestare più +facile orecchio a chi accusa che a chi difende, a chi +proclama il male che a chi lo nega, sicchè non è a meravigliarsi +che uomini di buona fede, liberali sinceri, rimangano +oggi ancora dubbiosi di fronte alla strana +accusa. +</p> + +<p> +Si fa la grazia agli ebrei, che dimorano nei paesi più +colti, di ammettere che abbiano rinunziato al sanguinoso +rito, ma si pretende che esso si mantenga ancora rigoglioso +in quei paesi dove il progresso della civiltà trova +refrattarii ebrei e non ebrei. +</p> + +<p> +I più benevoli arrivano ad accordare che non tutti +gli Ebrei pratichino la nefanda cerimonia, ma insinuano +che può bene essere sorta in seno al giudaismo, una +setta la quale abbia imposto ai suoi seguaci l'obbligo di +versare umano sangue e di +cibarsene <a id="FNa_248"></a><a href="#Fn_248" class="fna">(248)</a>. +</p> + +<div> +<span class="pageno" title="140" id="page-140"></span> +</div> + +<p> +Insomma, mentre tutti gli onesti provano ribrezzo ad +involgere nella orrenda accusa gli Ebrei che conoscono +personalmente, quelli che vivono in continuo contatto con +loro, non mancano però parecchi che vanno cercando argomenti +per persuadere a loro stessi che Ebrei di remote +contrade possono bene essere colpevoli. +</p> + +<p> +Noi che scriviamo, conosciamo in Italia fior di onesti +uomini che protesterebbero indignati se domani una simile +accusa si muovesse ad un loro conterraneo, ad un +loro amico ebreo, ma che la trovano invece naturale, +naturalissima, quando viene rivolta ad un ebreo ungherese +o +siriaco <a id="FNa_249"></a><a href="#Fn_249" class="fna">(249)</a>. +</p> + +<div> +<span class="pageno" title="141" id="page-141"></span> +</div> + +<p> +Anzi abbiamo sentito taluno che pretendeva difendere +gli Ebrei, non negando la stolta calunnia, ma invocando +questa singolare attenuante: che cioè se simili accuse non +si muovono più, contro gli Ebrei che dimorano in paesi +civili, egli è perchè essi rinunciano all'orribile pratica, non +appena cessano di esser fatti segno alle oppressioni di cui +furono e sono bersaglio nei tempi e nei paesi meno civili. +</p> + +<p> +Certamente, al secolo nostro, che, più spesso che non +convenga, giudica dalle apparenze, ripugna meno l'accusare +di una orribile superstizione il lurido ebreo polacco +dal classico cafetano e dai ricci bisunti, od il palestinese +<span class="pageno" title="142" id="page-142"></span> +dal turbante e dalla turchesca zimarra, che non il gentiluomo +lindo ed azzimato che si mescola a noi, che vive +della nostra vita e che ormai può dirsi in tutto eguale +agli altri suoi concittadini. +</p> + +<p> +Ma tutto ciò non è che parvenza. +</p> + +<p> +Vanto precipuo del giudaismo è, che, malgrado le differenze, +dalla civiltà e dal progresso create, fra gli Ebrei +dei varii paesi, essi mantennero sempre l'unità del loro +culto, delle loro credenze; sicchè le stesse pratiche, gli +stessi riti si celebrano tanto a Parigi quanto a Bagdad, +tanto a Milano od a Boston quanto nell'ultimo villaggio +della Ungheria e della Polonia. +</p> + +<p> +Bisogna dunque ammettere che o tutti gli Ebrei, che +oggi vivono fra noi, hanno d'uopo di sangue cristiano +per le loro cerimonie religiose, o che questo bisogno non +fu mai provato da nessun ebreo, in nessun tempo ed in +nessun paese. +</p> + +<p> +La religione ebraica non ha sêtte, non ha discrepanze +religiose, sicchè è forza accettare questo dilemma: o tutti +innocenti o tutti colpevoli. +</p> + +<p> +E per questo noi — che scriviamo in Italia, dove, da +ormai trenta anni, non è più sorta nessuna accusa di +questo genere contro gli Ebrei — sentiamo il bisogno di +insistere su questo argomento per far chiaro che mai, in +nessun luogo ed in nessun tempo, gli Ebrei praticarono +l'infame rito; perocchè se ci fosse provato che un solo +fanciullo cristiano fosse stato ucciso dagli Ebrei <em>per scopo +religioso</em>, in qualsivoglia tempo, ed in qualsivoglia paese, +dovremmo noi pei primi riconoscere che oggi ancora gli +Ebrei di tutto il mondo celebrano l'infame cerimonia. +</p> + +<p> +Eppure la storia ribocca di accuse simiglianti mosse +agli Ebrei, eppure è antichissima la asserzione che gli +Ebrei sacrifichino vittime umane a non sappiamo quali +orribili superstizioni. +</p> + +<div> +<span class="pageno" title="143" id="page-143"></span> +</div> + +<p> +Già Giuseppe Flavio confutava l'asserzione di Appione, +il quale accusava gli Ebrei d'ingrassare nel loro tempio +degli stranieri fatti prigionieri e di scannarli poi, per +offrirli in olocausto a +Dio <a id="FNa_250"></a><a href="#Fn_250" class="fna">(250)</a>. +</p> + +<p> +Nei secoli posteriori, specialmente a partire dal XII +secolo, l'accusa di cui ci occupiamo si venne tanto spesso +ripetendo sotto diverse forme, che gli Ebrei hanno oggi +nella loro lingua una parola speciale (<em class="sc">gnalilad dam</em>, +<em>la calunnia del sangue</em>) per designare questa calunnia +loro sempre tanto fatale, parola questa che non è ignorata +nemmeno da coloro fra essi che non sanno neppure +una sillaba di ebraico, e che risuona sempre ai loro +orecchi come il rintocco di una campana funebre. +</p> + +<p> +Ai tempi di Arcadio imperatore (395–408 d. G. C.) +<span class="pageno" title="144" id="page-144"></span> +ad Imnestri, piccola località situata tra Calcide ed Antiochia, +alcuni Ebrei ubbriachi furono accusati di aver +attaccato ad una croce un fanciullo cristiano e di averlo +ucciso; ne seguì una lotta terribile. Ma questo fatto fu +giudicato da Arcadio con equità e furono puniti soltanto +i veri +colpevoli <a id="FNa_251"></a><a href="#Fn_251" class="fna">(251)</a>. +</p> + +<p> +Nel 1080 gli Ebrei furono tutti banditi dalla Francia, +ed i loro beni confiscati, sotto l'accusa di avere, alla loro +Pasqua, sacrificato un ragazzino. +</p> + +<p> +Basnage ci +narra <a id="FNa_252"></a><a href="#Fn_252" class="fna">(252)</a>, +come — sotto il regno di Alfonso X +il saggio, Re di Castiglia e di Leon (1252–1284), — tre +scellerati di Orsona, città dell'Andalusia, gittassero un +cadavere nel giardino attinente alla casa di un ebreo ed +accusassero poi questi di averlo ucciso. Questa calunnia +essendosi diffusa per la città il popolo massacrò tutti gli +Ebrei che gli caddero nelle mani. +</p> + +<p> +Parecchi cercarono un rifugio nelle case dei loro amici +cristiani, ma siccome ricorreva la Pasqua, nel qual tempo +gli Ebrei non mangiano pane lievitato, e come essi non +trovavano naturalmente che di questo, nelle case dei loro +amici, poco mancò non morissero di fame, perchè preferivano +digiunare ad infrangere la prescrizione religiosa. +Gli abitanti di Palma imitarono quelli di Orsona e si +dettero a perseguitare ed uccidere gli Ebrei, sicchè questi +fecero pregare i loro correligionari di mandar deputati +alla Corte per impedire un massacro che stava per diventar +generale. I persecutori tenner dietro dappresso ai tre +<span class="pageno" title="145" id="page-145"></span> +deputati Ebrei che erano stati all'uopo designati. Anzi +essi giunsero i primi, perocchè gli Ebrei erano stati obbligati +a lasciare le vie battute ed a nascondersi in una +foresta per paura di cader nelle mani dei loro persecutori. +Giuseppe, capo della Deputazione ebrea, parlò in nome +di tutti, con tanta eloquenza che venne ammirato da tutta +la Corte. Re Alfonso assolse gli Ebrei dall'omicidio che +non era mai stato commesso. Gli accusatori insistevano +perchè l'ebreo fosse messo alla tortura, per sapere se egli +aveva o meno perpetrato il reato, ma egli potè sottrarsi +alla dura prova, chiedendo ed ottenendo si aprisse la +tomba da cui era stato tratto il cadavere, per gittarlo +nella sua casa. +</p> + +<p> +Simiglianti accuse si produssero in Inghilterra. Nel +1226 gli Ebrei di Norvich furono condannati a 20,000 +marche di ammenda per aver voluto crocifiggere un +fanciullo <a id="FNa_253"></a><a href="#Fn_253" class="fna">(253)</a>. +Egualmente nel 1255 a Lincoln, dove dopo un +simulacro di giudizio, diciotto ebrei furono appiccati ed il +piccolo Ugo, il crocifisso, canonizzato. +</p> + +<p> +A Northampton, per delitto di crocifissione, se ne appiccarono +cinquanta, e pochi anni dopo, nel 1287, gli Ebrei +furono espulsi dall'Inghilterra, dove non ricomparvero +che dopo aver ricevuto da Cromwell l'autorizzazione di +<span class="pageno" title="146" id="page-146"></span> +risiedere a Londra e di costruirsi una sinagoga, di rito +spagnuolo <a id="FNa_254"></a><a href="#Fn_254" class="fna">(254)</a>. +</p> + +<div> +<span class="pageno" title="147" id="page-147"></span> +</div> + +<p> +Nel 1432 si pretese che Ebrei avessero fatto morire, +lardellandolo di colpi di stile, V. Wernher di Bacharach. +</p> + +<p> +Nel 1443 gli Ebrei di Milano, per un'accusa simile, +dovettero pagare 20,000 fiorini. +</p> + +<p> +Nel 1475 tre israeliti furono accusati di aver ucciso un +ragazzo a Trento, dove la popolazione era stata prima fanatizzata +dalle prediche di Bernardino da +Feltre <a id="FNa_255"></a><a href="#Fn_255" class="fna">(255)</a>, e +<span class="pageno" title="148" id="page-148"></span> +tutti gli Ebrei furono messi alla tortura e spogliati di +tutto. +</p> + +<p> +Nel 1490, Giovanni di Passamento fu aggiunto alla +lista dei santi spagnuoli per il suo supposto martirio a +Guardia. +</p> + +<p> +Nel 1506, a Venezia, un giovane israelita ungherese +venne arrestato per sospetto di voler rapire un fanciullo +cristiano, ma, da saggi giudici, riconosciuto innocente, +tosto posto in libertà. +</p> + +<p> +Questo fatto ce lo narra il Sanuto nel volume +sesto <a id="FNa_256"></a><a href="#Fn_256" class="fna">(256)</a> +dei suoi diarii, e lo diamo nel suo testo originale, poichè +le parole dell'illustre storico mettono in più chiara luce +e la illuminata giustizia veneta, ed il retto e sano criterio +dei nostri padri. +</p> + +<p class="docutesto"> +“22 marzo 1506. +</p> + +<p class="docutesto"> +“In questo zorno hessendo gran Conseio suso, +achadete chel fo retenuto un zudio hongaro, nominato +Isaach, qual studiava et stava perhò in questa terra, +et venuto zoso Gran Conseio, ser Hieronimo Quirini +<span class="pageno" title="149" id="page-149"></span> +et ser Antonio Zustignam dotor, Avogadori, lo andono +a examinar. Par chel ditto a San +Stin <a id="FNa_257"></a><a href="#Fn_257" class="fna">(257)</a> +in certa +calle havesse trovato un puto di anni 2 ½ in zercha, +smarito, e lui lo tolse soto la vesta e lo voleva menar +via ut dicitur a marturizarlo como fo il bia Simon a +Trento et Sebastian Novello a Porto Bufole del +14.. <a id="FNa_258"></a><a href="#Fn_258" class="fna">(258)</a>, +et visto da alcuni, tandem fu preso detto zudio che +fuziva e si buttò al aqua. Et cussì li Avogadori fe +la soa examination con interprete et formò il processo. +Quello seguirà noterò di sotto, unum che la matina in +Rialto alcuni zudei dal vulgo fonno batuti et quasi +lapidati. <i class="quo">Ma judico nulla sia et nulla seguirà et esser +cossa falssa.</i>” +</p> + +<p class="docutesto"> +“24 marzo 1506. +</p> + +<p class="docutesto"> +“In questa matina in quarantia criminal fu rilassato +il zudeo retento per cazon del puto, atento nulla +erra con effecto, et cussì li Avogadori messeno di rilassarlo +e fu preso.” +</p> + +<p> +Così si vedeva e si giudicava in Venezia nel 1506! +</p> + +<p> +Verso il 1530, un ebreo, di Amasia, presso Erzerum, +venne accusato dell'assassinio di un cristiano il quale era +stato bensì visto entrare nella casa dell'ebreo, ma non +era stato visto uscirne. Secondo il solito i correligionari +dell'accusato furono coinvolti nel processo. I disgraziati +vennero sottoposti alla tortura, e, sotto l'angoscia di inenarrabili +sofferenze, confessarono di aver assassinato un +cristiano; tutti furono appiccati, ed un medico, Jacob +Abiob, bruciato vivo. Ma l'accusa non era che una +<span class="pageno" title="150" id="page-150"></span> +orribile calunnia ordita da falsi testimoni e la prova +non tardò a farsene palese: la pretesa vittima ricomparve. +La causa venne allora portata a Costantinopoli, dinanzi +al Tribunale di Solimano II, che non soltanto punì +i calunniatori, ma ordinò che altre accuse di questo genere, +contro gli Ebrei, che potessero riprodursi, dovessero +portarsi dinanzi al divano di Costantinopoli, ogni altra +giurisdizione esclusa. +</p> + +<p> +Bastò questa disposizione, bastò l'idea di trovarsi dinanzi +a giudici relativamente illuminati, perchè, per ben +tre secoli, la calunnia non rialzasse più il capo negli +Stati del +sultano <a id="FNa_259"></a><a href="#Fn_259" class="fna">(259)</a>. +</p> + +<p> +Anche nel secolo nostro simili casi si riprodussero sovente, +troppo sovente per un secolo che ha la pretesa di +essere quello dei lumi. Pur tacendo di altri fatti, ricorderemo +come a Damasco un rispettabile e venerando cappuccino +italiano, il padre Tommaso, ed un suo domestico, +scomparissero nel febbraio 1840. Un barbiere ebreo e +sette mercanti ebrei furono arrestati sotto l'imputazione +di averli uccisi per compiere un sagrifizio rituale. Il processo +venne istruito in modo, che, lord Palmerston, nella +seduta della Camera dei Comuni inglesi del 22 giugno +1840, ebbe a dichiarare “esempio di barbarie e di atrocità +inaudite nel nostro secolo, e quali non potevansi +aspettare in un paese che è in relazione col mondo +civile <a id="FNa_260"></a><a href="#Fn_260" class="fna">(260)</a>.” +Atroci tormenti strapparono agli sventurati +<span class="pageno" title="151" id="page-151"></span> +accusati una specie di confessione che smentirono energicamente +dopo. Il console d'Austria, signor Merlato, +tentò invano di calmare l'emozione popolare. Una sollevazione +dei cristiani siriaci ne seguì, e, malgrado i passi +fatti al Cairo, da sir Moses Montefiori e da Cremieux, in +favore dei loro correligionari, malgrado che il Vicerè +d'Egitto, Mohammed-Ali, prosciogliesse gli Ebrei da ogni +accusa, il popolaccio non fu meno convinto, e lo è ancora +adesso, che il padre Tommaso venne sacrificato in obbedienza +ai riti talmudici delle feste pasquali. +</p> + +<p> +Quasi contemporaneamente, a Rodi, sorgeva una simile +accusa, sempre contro gli Ebrei, ma, il 20 luglio 1840, il +Consiglio di giustizia della Porta, che aveva avocato a sè +la trattazione dell'affare, assolse tutti gli Ebrei dalla accusa +portata contro di loro dai Greci, di essersi impadroniti +di un fanciullo greco, al solito intento di scannarlo +e di servirsi del suo sangue per la Pasqua. Nè +pago di ciò, il Governo turco, per dimostrare tutto l'orrore +che gli inspiravano le inumane sevizie usate dal pascià +di Rodi contro gli Ebrei accusati, lo destituì da ogni +sua carica ed il sultano Abdul-Medjid, con un suo firmano, +in data del 13 Ramazan 1256 (7 novembre 1840), +che si leggerà fra i documenti, pose in piena luce l'innocenza +degli Ebrei accusati a Damasco ed a Rodi. +</p> + +<p> +Pochi anni dopo una cittaduzza italiana, Badia, in provincia +di Rovigo, vedeva svolgersi un importante processo, +di cui pubblicheremo più innanzi i documenti, processo +che finì coll'assoluzione dell'ebreo imputato e colla +condanna della sua calunniatrice. +</p> + +<div> +<span class="pageno" title="152" id="page-152"></span> +</div> + +<p> +Ricorderemo ancora un processo che ebbe luogo or +sono venti anni a Saratoff, l'ultimo, crediamo, nel quale +gli Ebrei venissero, malgrado le proteste delle autorità +civili e militari, e dello stesso ministro di giustizia, condannati, +e ciò, in seguito a testimonianze di persone peggio +che equivoche e malgrado che la tortura non fosse giunta +a strappare la menoma confessione a nessuno dei pretesi +rei. +</p> + +<p> +È troppo recente, e troppo presente alla memoria di +tutti, un fatto accaduto due anni or sono ad Alessandria +d'Egitto, perchè vi spendiamo sopra ulteriori parole. +</p> + +<p> +Non possiamo però resistere al desiderio di fare qualche +breve osservazione sul conto dello stranissimo processo +che si svolse non ha guari in Ungheria. A Tisza Eszlar — paese +situato, è bene notarlo, nella circoscrizione elettorale +che inviò alla Tavola dei deputati il famoso antisemita +Geza-Onody, — una ragazza quindicenne, di religione +protestante, a nome Ester Solymossy, essendo +sparita, gli Ebrei furono accusati di averla assassinata +per scopo rituale. Mancava ogni base giuridica all'accusa; +nelle acque del Tibisco si era persino ritrovato un +cadavere che, quantunque deformato, appariva, indubbiamente, +dagli indumenti che portava, quello della infelice +scomparsa; sul cadavere non si riscontrava nessuna lesione +che potesse far sospettare se ne fosse cavata una +sola goccia di sangue; malgrado tutto ciò si voleva il +processo; ed il processo, ad eterno disonore dell'Ungheria, +ebbe luogo. +</p> + +<p> +Non ce ne rammarichiamo noi; perocchè quel processo è +la più fulgida testimonianza dell'innocenza degli Ebrei, confermata +da tre conformi sentenze pronunciate, malgrado +le esorbitanze di una folla briaca d'odio e sitibonda di +sangue, fanatizzata dalle mene degli antisemiti. +</p> + +<p> +Solo argomento a sostegno dell'accusa era, orribile a +<span class="pageno" title="153" id="page-153"></span> +dirsi, la deposizione di un ragazzo quattordicenne, Maurizio +Scharf, figlio ad uno dei principali +accusati <a id="FNa_261"></a><a href="#Fn_261" class="fna">(261)</a>. +Come si +giungesse a costringere un figlio a calunniare il proprio +padre, ce lo dica una corrispondenza che il <cite xml:lang="fr">Figaro</cite> di +Parigi riceveva da Vienna in occasione del processo. +</p> + +<p> +“Per slegare la lingua a quel Maurizio Scharf, il +<em xml:lang="la">Deus ex macchina</em> di quel processo, +il ragazzo quattordicenne +che, con accanimento singolare, si era fatto +accusatore del proprio padre, il cancelliere giudiziario +<em>Peczely</em>, quel fenomeno di magistrato che nel corso del +processo si seppe aver passato quindici anni della sua +vita in galera per tentato assassinio, ricorreva ai seguenti +mezzi: gli somministrava schiaffi e pugni in +buona dose, gli anneriva il dorso con colpi del suo +scudiscio da caccia e gli minacciava di fargli finire +i suoi giorni in una oscura cella, talmente sucida <em>che +neppure un cane</em> vi accetterebbe un pezzo di pane. Al +contrario gli prometteva mari e monti nel caso in cui +si decidesse a parlare.” +</p> + +<p> +Nè diversi erano, sempre secondo la citata corrispondenza, +i mezzi usati cogli altri imputati. Ora venivano +gettati in qualche cella umida e fredda, ora si esponevano +ai raggi del sole, quel sole della Pusztah che ha +i suoi quaranta gradi al <em xml:lang="la">minimum</em>, e quando si lagnavano +di aver sete, si versavano loro nella gola torrenti +<span class="pageno" title="154" id="page-154"></span> +d'acqua che li soffocavano. Del resto il knut non riposava +gran fatto. +</p> + +<p> +Più efficace ancora è la descrizione che, dei mezzi usati +contro gli imputati di quell'iniquo processo, ci fa un eminente +scrittore francese, il Cherbuliez — che mal si cela +sotto il pseudonomo di Valbert — nella +<cite xml:lang="fr">Revue des deux +Mondes</cite> del 1º agosto 1883: “Il giudice +d'istruzione <a id="FNa_262"></a><a href="#Fn_262" class="fna">(262)</a>, +non potendo cacciar nulla dall'imputato Vogel, dopo +avergli applicato un ceffone, chiamò i suoi sgherri, e +minacciò di bastonarlo: rispose che quanto si voleva +fargli dire era falso, siccome potevano confermare ventiquattro +testimoni che desiderava si citassero. Tre +pugni fortemente appiccicatigli sulla mascella ne fecero +sgorgare il sangue; rifiutò di confessare. Gli si fece allora +inghiottire tanta acqua che fu costretto a lasciarsi +cadere a terra per poterla recere; quando l'ebbe rigettata, +lo si costrinse a bere tre bicchieri di acqua +salata. Rifiutò di confessare. Gli vennero allora legate +le mani dietro il dorso, il commissario lo prese per +uno dei ricci dei suoi capelli, un altro per l'altro e tirarono +così forte che i due ricci restarono loro nelle +mani. Rifiutò di confessare. Lo si spogliò, lo si fece +<span class="pageno" title="155" id="page-155"></span> +coricare sulla paglia minacciando di appiccarlo pei +piedi. Rifiutò di confessare. Poi lo si obbligò a correre +sino ad Eszlar dinanzi al cavallo d'un panduro. Il +calore era soffocante ed egli non si reggeva più, ma ricusò +di confessare. Si finì col rinchiuderlo in una +oscura cella. Vi dimorò tre settimane e vi cadde gravemente +malato sempre chiedendo, invano, che si sentissero +i suoi testimoni.” +</p> + +<p> +Dopo queste narrazioni di scrittori e di giornali autorevoli +nessuno oserà meravigliarsi se il governo ungherese, +in una corrispondenza di origine evidentemente +iperofficiosa, in data 3 luglio 1883, pubblicata nella +<cite xml:lang="fr">République +française</cite>, è obbligato a lasciarsi strappare questa +preziosa confessione: +</p> + +<p> +“Mentre l'Ungheria è governata da una legislazione +eminentemente liberale — una fra le più liberali +d'Europa — la +magistratura ungherese non ha quasi subìto +nessuna trasformazione, nessuna riforma, ed è rimasta +ad un dipresso tal quale era il secolo scorso”. +</p> + +<p> +Malgrado tutto ciò, malgrado l'eloquenza ed il talento +grandissimo che il Szalay, avvocato della parte civile, aveva +posto al servizio di questa iniqua causa, tre conformi sentenze +posero in luce la piena innocenza degli +accusati <a id="FNa_263"></a><a href="#Fn_263" class="fna">(263)</a>. +</p> + +<div> +<span class="pageno" title="156" id="page-156"></span> +</div> + +<p> +Nella impossibilità in cui eravamo di riferire tutti i +fatti calunniosi di questa natura addebitati agli Ebrei, +siam venuti scegliendo imparzialmente tanto fra quelli +che terminarono colla condanna dell'innocenza, come fra +quelli in cui l'innocenza finì per trionfare. +</p> + +<p> +Ma, di fronte all'odiosità di questi processi, ci piace +porre la testimonianza di coloro che si adoperarono a +scagionare gli Ebrei dalla iniqua accusa. +</p> + +<p> +E tra questi vogliamo citare, fra i primi, molti ebrei +che abbandonarono la religione avita per abbracciare il +cristianesimo. Si sa che in generale coloro che abbandonano +una religione od un partito ne divengono i più +fieri avversari, sicchè questi neofiti, se avessero avuto +conoscenza dell'infame rito, non avrebbero mancato di +denunziarlo e, per dovere di coscienza, sopratutto, ed +anche forse un pochino per astio verso gli antichi correligionari. +Invece non uno fra +essi <a id="FNa_264"></a><a href="#Fn_264" class="fna">(264)</a> +si fece propalatore +di simili accuse. L'abate Ratisbonne, i fratelli +Lehmann di Lyon, nati ed educati nella religione ebraica, +e divenuti più tardi zelantissimi sacerdoti di Cristo, non +ne fecero cenno, ma anzi la smentirono. Eisenmenger — fiero +nemico degli Ebrei — nel suo <cite>Giudaismo svelato</cite> +ci tiene parola di un Tommaso neofita, il quale, nell'anno +1413, interpellato da un re spagnuolo per conoscere +cosa vi fosse di vero in questa accusa, che il Vescovo +di Madrid muoveva dal pergamo agli Ebrei, ne proclamò +altamente la falsità adducendo prove in contrario. Un +<span class="pageno" title="157" id="page-157"></span> +altro neofita, Gerolamo di Santa Fè, confessò a Papa +Benedetto VIII nulla esservi di vero in questa accusa +che si vuol fare agli Ebrei. Aloisio di +Sonnenfels <a id="FNa_265"></a><a href="#Fn_265" class="fna">(265)</a> +pubblicò in Vienna un dottissimo opuscolo: <cite>Ripugnanza +degli Ebrei contro il sangue ossia il Giudaismo accusato, +inquisito ed assolto dal preteso uso del sangue cristiano +innocente</cite> nel quale, con copia di irrefutabili argomenti, +scagiona gli Ebrei dalla orrenda accusa. Fra i documenti, +che vanno uniti al presente libercolo, si troverà la solenne +dichiarazione fatta a Vienna dal predicatore di +Corte, Veit, nel 1840, colla quale solennemente proclamava +dal pergamo la innocenza dei suoi antichi correligionari. +A questi si debbono aggiungere, sempre tra i +neofiti, il dott. Alessandro M. +Caul <a id="FNa_266"></a><a href="#Fn_266" class="fna">(266)</a> +in Londra che nella +<span class="pageno" title="158" id="page-158"></span> +opera “<cite xml:lang="en">Reasons for Believing</cite> ecc.”, dedicata alla sua +Graziosa Sovrana, dimostra come i sacrifizi umani ed il +versar sangue stieno in aperta contraddizione coi principii +fondamentali del Mosaismo. Ed a questo libro va unita +una dichiarazione firmata da 35 ebrei, convertiti al cristianesimo, +i quali, unanimemente, dichiaravano essere +l'accusa di cui ci occupiamo una vile e diabolica menzogna. +Anche un altro ebreo convertito, il dott. Augusto +Neander <a id="FNa_267"></a><a href="#Fn_267" class="fna">(267)</a> +rilasciò nel 1840 una dichiarazione contro +<span class="pageno" title="159" id="page-159"></span> +quest'accusa e del paro il dott. Biesenthal di +Berlino <a id="FNa_268"></a><a href="#Fn_268" class="fna">(268)</a> +ed il dott. Tugendhold di +Varsavia <a id="FNa_269"></a><a href="#Fn_269" class="fna">(269)</a> +hanno, nei loro +<span class="pageno" title="160" id="page-160"></span> +scritti dimostrato nel modo il più rigorosamente scientifico, +come tale accusa altro non sia che una orribile +menzogna <a id="FNa_270"></a><a href="#Fn_270" class="fna">(270)</a>. +</p> + +<p> +A questi autori, che appartengono tutti alla categoria +degli Ebrei convertiti, convien aggiungere due scrittori +tedeschi, il Wagenseil e l'Eisenmenger, già citato, autori, +il primo della <cite>Tela ignea</cite> ed il secondo del <cite>Giudaismo +svelato</cite>, entrambi accaniti nemici degli Ebrei, ma abbastanza +onesti per non calunniare scientemente i loro avversari. +</p> + +<p> +Il primo chiama l'uso falsamente attribuito agli Ebrei +del sangue cristiano <i class="quo">spaventevole menzogna che ha privato +degli averi e della vita tante migliaia di persone +innocenti</i> <a id="FNa_271"></a><a href="#Fn_271" class="fna">(271)</a>. +</p> + +<p> +Il secondo scrive: <i class="quo">Da ciò puossi giudicare che in questa +cosa si fa torto agli Ebrei, particolarmente dacchè +è severamente vietato nei libri di Mosè</i>. +</p> + +<p> +Si noti che entrambi questi autori avean fatto profondi +studi sul Giudaismo ed avevano avuto parte alla +conversione di moltissimi Ebrei. +</p> + +<p> +Un italiano, Chiarini, uno dei più feroci nemici del +giudaismo, a pag. 161 della sua introvabile <cite>Teoria del +<span class="pageno" title="161" id="page-161"></span> +Giudaismo</cite>, scrive: che dopo aver fatto il più maturo +esame della legge mosaica si viene necessariamente a concludere +che: 1º l'amore del prossimo vi è comandato sempre +e verso tutti; 2º che l'avversione che vi s'inspira contro +i riti e i costumi degli altri popoli non cade sopra le persone, +ma non è che una cautela che Mosè dovette usare +per impedire agli Ebrei di darsi alla idolatria alla quale +erano sì inclinati; 3º che infine l'odio comandato contro +i Cananei, gli Amaleciti, ecc., fu una conseguenza necessaria +del rigore dell'antico diritto di guerra e di rappresaglia +provocata contro di sè stessi da quegli stessi +popoli; odio perciò di nazione e passeggiero e voluto soltanto +per quei dati popoli designati dalla +legge <a id="FNa_272"></a><a href="#Fn_272" class="fna">(272)</a>. +</p> + +<p> +Anche Giovanni Hornbeck, olandese, e non certamente +amico degli Ebrei, come lo prova il solo titolo del suo +libro: <cite xml:lang="la">De convertendis Judæis</cite> (1655), +scrive a pag. 26 +dei prolegomeni: +</p> + +<p> +“Bisognerebbe sapere se è vero ciò che nelle storie +si legge comunemente per irritare gli Ebrei contro i +Cristiani o piuttosto questi contro quelli, cioè, che ogni +anno alla preparazione della pasqua, questi Ebrei sacrificano +barbaramente un fanciullo cristiano ch'essi +hanno furbescamente involato, e che fanno questo per +deridersi della pasqua del Cristo che si celebra in +quell'epoca istessa: io non voglio nè posso affermarlo, +sapendo bene che nei tempi in cui si inventarono simili +racconti e specialmente dopo che il Tribunale dell'Inquisizione +fu stabilito dal papismo, mille di coteste +fandonie vennero inventate e gli storici di quei tempi +non cessarono di pubblicarle. A dir il vero, io non ho +ancor letto alcuna relazione che mi provi esser veri +<span class="pageno" title="162" id="page-162"></span> +quei fatti. Tutto si fonda su delle donnicciolate popolari +sempre molto incerte o per lo meno raccolte alla meglio +dalla bocca di qualche monaco inquisitore, senza calcolare +poi la cupidigia delle spie che tutto si facevano +lecito per rendersi padroni dei beni degli Ebrei e se +non padroni, almeno riscuotere buon premio del loro +spionaggio. Ciò è provato da quanto si legge nel 1º libro +delle costituzioni di Sicilia, titolo <span class="sc num">vii</span>. +L'imperatore +Federico ci dice: Si vero Judaeus vel Saracenus sit, +in quibus, prout certo perpendimus, Christianorum persecutio +minus abundat ad praesens, etc., cioè: Se poi +vi sia Ebreo o Saraceno, in cui come certamente sappiamo +che la persecuzione dei cristiani meno abbonda +al presente, ecc. Questo fa supporre che i Cristiani sono +sempre più o meno animati contro gli Ebrei, che se +però questa volta è avvenuto per caso che un Cristiano +è stato ucciso da un Ebreo, non si è per questo in +diritto di asserire che gli Ebrei ogni anno si fanno +un obbligo di uccidere un bambino cristiano, e ciò che +Tommaso Cantipratensis nel suo <span class="sc num">ii</span> +libro, capitolo 23 +assicura, cioè esser noto a tutti che ogni anno ed in +ogni Provincia gli Ebrei tirano a sorte il borgo od il +villaggio o la città che deve fornir loro l'olocausto, +(cristiano, s'intende, dice lui), non è che una di quelle +menzogne, di quelle calunnie, e di quelle fandonie, di +cui ha pieno il suo libro.” +</p> + +<p> +Giuseppe De Maistre, scrittore cattolico ed ortodosso +se ve ne fu uno, un omino che dava gloria ai suoi fratelli +e non viveva, come altri, della gloria che il fratello riflette, +sopra di loro, Giuseppe De Maistre, dico, ha scritto +un <cite>Trattato sui sacrifizi</cite> che fa seguito alle <cite>Serate di +Pietroburgo</cite>. Ora in quel trattato non soltanto non si fa +menzione del preteso rito di sangue addebitato agli Ebrei +ma si viene indirettamente a scagionarli con queste parole +<span class="pageno" title="163" id="page-163"></span> +che leggonsi a pagina 368 (Ed. di Lyon, 1836): +“Una esperienza di quaranta secoli ci apprende che +dovunque il vero Dio non sarà, in forza di una esplicita +rivelazione, riconosciuto e servito, l'uomo immolerà sempre +l'uomo e spesso lo divorerà.” +</p> + +<p> +Citiamo ancora, fra i moltissimi, due sacerdoti cattolici. +Il padre Riccardo Simon dell'Oratorio, che in occasione +del processo di Raphael Levy, bruciato vivo a Metz il +gennaio 1670, sotto l'accusa di aver assassinato un fanciullo +cristiano, ne scrisse una splendida +difesa <a id="FNa_273"></a><a href="#Fn_273" class="fna">(273)</a>; +ed il R. P. Bonaventura du Maine dell'ordine dei Minori +Conventuali, che discorrendo, nel 1865, al Congresso Cattolico +di Malines (si noti: al <cite>Congresso Cattolico</cite>) dello +orribile assassinio del padre Tomaso, accaduto nel 1840 +a Damasco, ebbe a dire che questo reato “non può essere +imputato che ai suoi assassini, giacchè <em>nessun uomo serio</em> +crede più oggi che in nessun luogo di questo mondo, +<span class="pageno" title="164" id="page-164"></span> +gli Ebrei si credano <em>autorizzati dalla loro religione</em> +ad immolare dei +Cristiani” <a id="FNa_274"></a><a href="#Fn_274" class="fna">(274)</a>. +</p> + +<p> +Anche principi secolari e Pontefici, spesso si adoperarono +a purgare gli Ebrei dalla indegna calunnia. +</p> + +<p> +Bona e Gian Galeazzo Sforza, duca di Milano, con +particolare decreto 19 maggio 1470, che si troverà fra i +documenti, non esitarono a dichiarar l'accusa falsa e +calunniosa. +</p> + +<p> +L'imperatore Carlo V, con editto del 3 aprile 1544, +dannava tali imposture e proclamava, che, in forza delle +dichiarazioni papali, quanto viene imputato agli Ebrei, +necessariamente non può sussistere ed impartiva disposizioni +a tutela degli innocenti calunniati. +</p> + +<p> +Una pubblica sentenza, pronunciata in Verona, l'ultimo +febbraio del 1603, proclamò l'innocenza dell'imputato Giuseppe +Ebreo, all'appoggio, più che d'altro, del divieto di +Sommi Pontefici di prestar credenza a tali accuse, la +quale osservanza condusse i giudici a provare falsi e calunniosi +tutti i testimoni intervenuti nel processo. +</p> + +<p> +Nel 26 luglio dello stesso anno Vincenzo I duca di +Mantova e Monferrato, illuminato dalla pietà di Monsignor +Vescovo e del Padre Inquisitore, per levare, come si +esprime, la suddetta vana e falsa voce che s'era levata +in odio agli Ebrei, proibì persino di parlarne sotto comminatoria +di 200 scudi d'ammenda commutabili, per chi +non li pagasse, in pene corporali <em>ad arbitrio nostro</em>. +</p> + +<p> +Tullio Carreto, vescovo di Casale, con pubblica sentenza, +27 luglio 1611, resa d'accordo con frà Benedetto +Ruota, inquisitore generale di Casale e d'Alba, proclamò +l'innocenza di un'infelice donna israelita, accusata dell'immaginario +reato. Federico III, Massimiliano II e Leopoldo, +<span class="pageno" title="165" id="page-165"></span> +dietro l'esempio dei predecessori, ed appoggiandosi +alle Bolle dei Sommi Pontefici, bandirono la falsità dell'accusa, +e tutelarono gli imputati con ogni sorta di leggi +e di penalità. +</p> + +<p> +E, invocando finalmente l'autorità dei Sommi Pontefici, +esporremo: +</p> + +<p> +Che un Gregorio IX, sulle orme apostoliche di Calisto, +Eugenio, Alessandro, Celestino, Innocenzo, Onorio e tanti +altri, pronunciò scomunica contro gli autori e propalatori +dell'iniqua calunnia, e con particolar Breve, in data 9 +settembre 1236, che comincia <cite xml:lang="la">Lacrimabilem Judaeorum</cite>, +vi rese palese, anche ai Principi secolari, la pia e retta +sua +intenzione <a id="FNa_275"></a><a href="#Fn_275" class="fna">(275)</a>. +</p> + +<p> +Che il pontefice massimo Innocenzo IV, con suo Breve +5 luglio 1247, scrisse ad arcivescovi e vescovi di Francia +e di Germania, ingiungendo alle persone ecclesiastiche, +ed ai principi, nobili, secolari e cittadini di astenersi dal +supporre negli Ebrei la colpa di cui trattasi, Breve che +comincia: <cite xml:lang="la">Archiepiscopis et episcopis per Alemaniam +constitutis. Lacrimabilem Judaeorum Alemaniæ recepimus +questionem</cite>, +ecc. <a id="FNa_276"></a><a href="#Fn_276" class="fna">(276)</a>. +</p> + +<p> +Che analoghe dichiarazioni ebbero a fare Clemente VI +nel 1342, e Sisto IV; +</p> + +<p> +Che il sommo pontefice Alessandro VII infine, nel settimo +anno del suo pontificato, con suo Breve od Editto, +fu pietosamente indotto a condannare siffatte calunnie +contro gli Ebrei. +</p> + +<p> +Basterebbe davvero la concorde testimonianza di tanti +<span class="pageno" title="166" id="page-166"></span> +autori, di tanti principi, di tanti pontefici a ridurre al +silenzio ogni uomo di buona +fede <a id="FNa_277"></a><a href="#Fn_277" class="fna">(277)</a>. +</p> + +<p> +Pure non è così; e noi che vorremmo schiacciare per +sempre la testa all'idra della calunnia, siam costretti ad +abusare della cortesia e della pazienza dei lettori ed a +soffermarci troppo su di un'accusa che Sir Robert Peel, +nella seduta della Camera inglese del 22 gennaio 1841, +dichiarava indegna di ogni +attenzione <a id="FNa_278"></a><a href="#Fn_278" class="fna">(278)</a>. +</p> + +<p> +Ma siamo obbligati a farlo dalla malizia, o, diremo meglio, +dalla malignità dei nemici degli Ebrei, la quale non +ha limiti. +</p> + +<p> +I papi, come si è visto, hanno più volte scagionato gli +Ebrei dalla stolta calunnia. Un giornale cattolico ed +onesto, l'<cite>Unità Cattolica</cite> di Torino, aveva, pochi anni +or sono, ripetuta l'accusa, ignorando quanto i Papi avevano +scritto in proposito. Ma bastò che un dotto israelita +facesse avvertito il Teologo Margotti dell'errore, perchè +questi nel N. 112 del 1872 della sua <cite>Unità</cite> pubblicasse +la seguente leale dichiarazione: +</p> + +<p> +“Nella vigilia del giorno natalizio del nostro Santo +<span class="pageno" title="167" id="page-167"></span> +Padre Pio IX, vogliamo emendare un articolo sugli +Ebrei pubblicato nel nostro numero 106, discorrendo +dei tumulti di Smirne e del supposto sagrifizio di un +fanciullo. Ed è nostro debito il dichiarare che già <em xml:lang="la">ab +antico</em> fu apposta agli Ebrei <em class="sc">questa calunnia</em>, ma +ne vennero purgati dai Papi medesimi, tra i quali vogliamo +annoverare principalmente Gregorio IX ed Innocenzo +IV. Noi abbiamo voluto vedere in fonte i documenti +e, consultati gli Annali del Baronio continuati +dal Raynoldo, nel volume <span class="sc num">ii</span>, a pag. 395, vi abbiamo +letto le seguenti parole che tradurremo dal latino: +</p> + +<p> +“Fu tocco Papa Innocenzo IV dalle dolorose lagnanze +degli Ebrei che in Germania ed in Francia piangevano +oppressi da gravissime ingiurie e mali. Imperocchè +correndo attorno la falsa voce che essi nelle +feste pasquali si mangiassero, a guisa di sacra comunione, +il cuore di un ucciso fanciullo, questa calunnia +loro si appiccò talmente, che per la più lieve causa +venivano spogliati dei beni, gettati in carcere ed anche +colpiti, senza forma alcuna di giudizio, di ingiustissima +e crudelissima morte. Per proteggerne l'innocenza +e liberarli da quel feroce zelo di Principi e +popoli, il Pontefice scrisse agli Arcivescovi e Vescovi +di Germania che resistessero al furor popolare, perchè +non si straziassero in sì crudel modo gli innocenti, +dovendosi colla massima prudenza riflettere che dal +sacro loro archivio ci venivano quasi i testimoni della +fede cristiana. Ecco la lettera di Innocenzo IV: “<i>Agli +Arcivescovi e Vescovi costituitisi per la Germania.</i> +Abbiamo ricevuto lagrimose lagnanze dagli Ebrei di +Germania perchè non pochi Principi sì ecclesiastici +come secolari ed altri nobili potenti delle vostre città +e diocesi per rapire ed usurpare i loro beni, macchinando +contro di loro empi disegni, fingendo varii e +<span class="pageno" title="168" id="page-168"></span> +diversi casi, non considerando saggiamente che dalle +origini loro quasi provennero le testimonianze della +fede cristiana nè che la divina scrittura tra gli altri +precetti dice: — Non ammazzare — e agli Ebrei +vieta nella solennità pasquale qualunque omicidio, +falsamente li accusano che nella stessa solennità essi +si comunichino col cuore di un ucciso fanciullo, credendo +di ubbidire alla stessa legge, mentre ciò è a +questa legge medesima affatto contrario, e malignamente +a quelli imputano l'uccisione di un uomo se +loro accade di scoprire in qualche luogo un cadavere. +E per questa ed altre molte finzioni incrudelendo +contro di essi nè accusati, nè confessi, nè convinti +e contrariamente a' privilegi loro benignamente concessi +dall'Apostolica Sede, li spogliano, contro Dio +e la giustizia, di tutti i loro beni, e li opprimono colla +fame, la prigionia, e tante molestie e sì grandi tormenti, +infliggendo loro diversi generi di pene, e spessissimo +condannandoli a turpissima morte, che gli +stessi Ebrei, trovandosi quasi sotto il dominio dei predetti +Principi, nobili e potenti, in peggiore condizione +di quel che fossero i loro padri sotto Faraone d'Egitto, +sono costretti a miseramente esulare da' luoghi abitati +da essi e da' loro antecessori da tempo immemorabile: +laonde, temendo il proprio esterminio, stimarono di +dover ricorrere alla prudenza della Sede Apostolica. +</p> + +<p> +“Non volendo adunque che siano ingiustamente vessati +i predetti Giudei, la cui conversione aspetta il +misericordiosissimo Iddio; credendosi per testimonianza +del Profeta, che saranno salvi i loro avanzi; mandiamo +che, mostrandosi ad essi favorevoli e benigni, +qualunque delle predette cose avete trovato essersi temerariamente +tentata contro gli stessi Ebrei dai predetti prelati, +nobili e potenti, legittimamente rivocando +<span class="pageno" title="169" id="page-169"></span> +qualunque ordine, non permettiate che essi per l'avvenire +siano indebitamente molestati intorno alle dette +ed altre simili cose. <i>Dato a Lione, III nov. dell'anno +V.</i> Questa lettera fu altresì mandata ai prelati +della Francia”. +</p> + +<p> +“Il chiarissimo professore Giuseppe Levi, direttore +dell'<cite>Educatore Israelita</cite> di Vercelli, ci indicò il documento +riferito più sopra; e noi dopo averlo consultato +negli annali del Baronio, continuato dal Raynaldo, non +tardammo a tradurlo e pubblicarlo. Aggiungiamo pure +di non aver saputo trovare nel Talmud nessun testo +che comandi o consigli agli Ebrei l'uccisione di bambini +cristiani per celebrare la Pasqua. Francesco Domenico +Guerrazzi nel 1857 stampava nel suo <cite>Asino</cite> +questa calunnia. Protestammo, scrive il professor Levi, +e, dopo lungo carteggio, convinto delle nostre ragioni, +Guerrazzi disdiceva nella seconda edizione il già detto, +e ci scriveva da Genova nel 20 luglio 1857: Non mi +resta che a congratularmi con voi dell'essere rimasti +soddisfatti dell'ammenda fatta, e di avermi porta occasione +di raddrizzare un errore il quale, certo contro +la mia volontà, vi recava gravame”. +</p> + +<p> +Lasciamo a parte la buona fede del Guerrazzi, che il +Levi avrà avute le sue buone ragioni per trovare soddisfacente, +e confessiamo che il contegno dell'<cite>Unità Cattolica</cite> +fu così onesto, così leale da giustificare pienamente +quanto noi scrivemmo a pag. 15. +</p> + +<p> +Ma, pur troppo, non tutti i giornalisti cattolici son +del valore di Don Giacomo Margotti. Un articolaio della +<cite>Civiltà Cattolica</cite> a pag. 234 del vol. +<span class="sc num">vii</span> del 1881 vuole +provarsi ad aggiustare il latino in bocca al papa, e vien +fuori con questo bel ragionamento che noi, più onesti +dell'articolaio suddetto, amiamo riferire per esteso prima +di rispondervi: +</p> + +<div> +<span class="pageno" title="170" id="page-170"></span> +</div> + +<p> +“Che fra queste pratiche giudaico-talmudiche vi sia +anche quella di <em>comunicarsi la Pasqua col cuore di +un fanciullo cristiano assassinato</em> questo noi nol crediamo: +nè se ne trova a nostra notizia cenno nel +Talmud e neanche sappiamo che mai sia stato formato +sopra un tale misfatto un regolare autentico processo. +Ma quanto alla legge ed alla pratica talmudica di assassinare +dei cristiani fanciulli e non fanciulli per servirsi +del loro sangue nella confezione degli azimi nelle +feste pasquali, questa è legge fondata nel Talmud, e +praticata più volte dai Giudei come consta da molti +processi anche recenti (<em>ma, articolaio del mio cuore, se è +fondata nel Talmud, non dovrebbe constare dal Talmud +stesso, anzichè dai processi?</em>) secondo che fu già da molti +e sarà anche da noi colla scorta dei processi ampiamente, +chiaramente ed indubbiamente dimostrato”. +</p> + +<p> +Che sorta di ciuco sia l'articolaio della <cite>Civiltà</cite> dimostreremo +a luce meridiana in una lettera indirizzata al +chiarissimo direttore di quel periodico, lettera che i nostri +lettori troveranno più innanzi; ma qui non si tratta di +maggior o minor dottrina, ma bensì di spudorate calunnie, +tanto più infami, in quanto che scritte su di +una imputazione che costò già la vita a molti innocenti +e scritte allorquando pendevano processi sull'argomento, +coll'evidente intento di esercitare, mercè l'autorità del +giornale che le accoglieva, una pressione sull'animo dei +giudici <a id="FNa_279"></a><a href="#Fn_279" class="fna">(279)</a>. +</p> + +<div> +<span class="pageno" title="171" id="page-171"></span> +</div> + +<p> +Affermiamo dunque che nel brano succitato sono più +le infamie, e le menzogne scientemente scritte, di quello +che non siano le parole — e lo proviamo: +</p> + +<div> +<span class="pageno" title="172" id="page-172"></span> +</div> + +<p> +1. Che razza di papi, e che razza di uomini, sarebbero +stati Gregorio IX ed Innocenzo IV se, sapendo che +gli Ebrei avevan per obbligo di uccidere fanciulli cristiani +per compiere tenebrosi riti, avessero impiegato la +loro parola a scagionare gli Ebrei dall'accusa <em>di comunicarsi +col cuore di un fanciullo cristiano</em>? Che la religione +mosaica non abbia nulla di simile al Sacramento +della Eucaristia sanno anche i bimbi; e quei papi sarebbero +stati i peggiori fra i malfattori se, arzigogolando +sulle parole, come un volgare scrittore della <cite>Civiltà</cite>, avessero +detto ai Cristiani: <em>Non è vero che gli Ebrei ammazzino +i fanciulli per comunicarsi col loro cuore</em>, sottointendendo, +con strana restrizione mentale, <em>ma li +ammazzano per servirsi del loro sangue nella confezione +degli azimi</em>. +</p> + +<p> +Ingiuria più atroce e più insana di questa, verso la +memoria di due Sommi Pontefici, non poteva scagliarsi +da nessun ebreo, da nessun ateo, da nessun nemico della +Chiesa, ed è bello, è istruttivo sopratutto, che l'abbia +scagliata un articolaio della <cite>Civiltà Cattolica</cite>. +</p> + +<p> +2. <i>Assassinare dei cristiani fanciulli e non fanciulli +per servirsi del loro sangue nella confezione degli azimi +nelle feste pasquali, questa è</i> +<em class="sc">legge fondata sul Talmud</em>. +</p> + +<p> +Chi asserisce ha sempre avuto l'obbligo di provare. +<span class="pageno" title="173" id="page-173"></span> +Noi, per esempio, affermiamo qui anche una volta che +l'odio dell'articolaio e dei pari suoi contro il Talmud proviene +da ciò: che, mentre essi desiderano la immediata +conversione degli Ebrei (V. <cite>Civiltà Catt.</cite>, Quaderno 814, +p. 487), quel libro tanto esecrato giovò specialmente a +confermare gli Ebrei nella loro fede, e, siccome lo affermiamo, +lo proviamo subito, citando le parole di un +autore ultra-cattolico, il +Rohrbacher <a id="FNa_280"></a><a href="#Fn_280" class="fna">(280)</a>: “Questa raccolta +di tradizioni farisaiche (il Talmud) chiosate, predicate +dai rabbini, è appunto, siccome pare, il maggior impedimento +alla conversione dei giudei”. +</p> + +<p> +L'articolaio invece, asserendo che nel Talmud è fatta +agli Ebrei prescrizione di celebrare l'orrendo rito, afferma, +ma non prova, e sì che la prova qui era tanto facile e +semplice, bastava citare il trattato ed il foglio del +Talmud dove si trova imposto agli Ebrei il nefando rito. +</p> + +<p> +Ma questo l'articolaio non potè fare per una ragione +semplicissima; ed è che frammezzo alle bellissime cose +ed alle matte stranezze di cui riboccano i dodici volumi +in foglio del Talmud, non vi è una riga, neppur una, +che possa, per quanto torta e ritorta, venire in appoggio +alla bieca accusa. +</p> + +<p> +Sa invece l'articolaio cosa c'è nel Talmud? +</p> + +<p> +Legga l'articolaio, se li sa leggere, per tacer d'altri, i +trattati <cite>Choiln</cite>, <cite>Keridut</cite>, <cite>Pesachim</cite>, +<cite>Jebamoth</cite>, <cite>Zevachim</cite> +e vi troverà ad ogni pie' sospinto rinnovato il divieto fatto +agli Ebrei dalla +Bibbia <a id="FNa_281"></a><a href="#Fn_281" class="fna">(281)</a> +di cibarsi di sangue, e non solo +<span class="pageno" title="174" id="page-174"></span> +lo troverà rinnovato, ma lo troverà aggravato da tutte +quelle <em>siepi</em> che, secondo il detto talmudico, i Rabbini si sono +piaciuti a porre attorno alla legge di Dio per renderne +più sicura la osservanza. E perciò non soltanto troverà +vietato l'uso del sangue di animali, ma troverà minuziose, +ridicole prescrizioni perchè i cibi sieno preparati +in modo che non vi rimanga la più piccola traccia di +sangue, troverà persino fatto divieto all'ebreo di inghiottire +il boccone che ha in bocca, se per caso venisse, +mentre lo sta masticando, ad uscirgli una goccia di +sangue dalle gengive, o di sorbire un uovo nel quale si +trovi una goccia di sangue. +</p> + +<p> +Rida finchè vuole l'articolaio di queste minuzie e +noi rideremo con lui, e di buon cuore; ma, vivaddio, +non accusi coloro che le osservano di pasti da antropofaghi. +</p> + +<p> +Che se poi l'articolaio fosse vago di sapere cosa pensano +i padri del Talmud dello omicidio, gli diremo che +al tempo delle persecuzioni di Trajano, raccoltisi i maestri +<span class="pageno" title="175" id="page-175"></span> +del Giudaismo in segreto consiglio, stabilirono: che +qualunque ebreo potesse tenersi sciolto dall'obbligo di +adempiere i riti religiosi, ognora che ne potesse seguire +pericolo di morte; e che solo per sottrarsi a un atto di +idolatria, all'<em class="sc">omicidio</em> e all'adulterio fosse cosa onorevole +e giusta, spendere la propria +vita <a id="FNa_282"></a><a href="#Fn_282" class="fna">(282)</a>. +</p> + +<p> +E questa opinione è cento volte ripetuta nel Talmud +dove a tacere d'altri mille passi si legge anche il seguente: +</p> + +<p> +“Chi versa il sangue dell'uomo sarà versato il suo +sangue. +</p> + +<p> +“Molti è vero, hanno le mani lorde di sangue umano, +eppure muoiono tranquillamente nel letto loro. Ma il +loro sangue sarà versato nel giorno del +giudizio <a id="FNa_283"></a><a href="#Fn_283" class="fna">(283)</a>”. +</p> + +<p> +E se ciò non basta all'articolaio, se non gli basta la +dichiarazione dell'<cite>Unità Cattolica</cite> di non aver trovato +nel Talmud nessun precetto che comandi o consigli il +nefando rito, ci stia a sentire; non potremo esser brevi, +e ne chiediam venia ai lettori, ma vorremmo farla finita +una buona volta con questa stolida calunnia. +</p> + +<p> +Vi è all'Università di Praga, un I. R. professore di +antichità giudaiche, che dopo essersi fatto una bella fama +di cretino sostenendo i pretesi miracoli della stigmatizzata +Lateau <a id="FNa_284"></a><a href="#Fn_284" class="fna">(284)</a>, +e coprendo di contumelie i protestanti, ha +pensato in occasione del processo di Tisza-Eszlar di riconfermarla, +mandando fuori parecchie sue cicalate, intese a +<span class="pageno" title="176" id="page-176"></span> +dimostrare come gli Ebrei facciano uso pei loro riti +di sangue cristiano. +</p> + +<p> +Queste cicalate provocarono le risa di tutti i dotti di +Europa, senza distinzione di culto; fu provato che il +Rohling è un vigliacco calunniatore, un ignorante di tre +cotte, nella migliore ipotesi, un mattoide della più bell'acqua. +</p> + +<p> +Ma tutte queste qualità che rendono il Rohling indegno +di esser citato a qualsivoglia persona seria, lo costituiscono +invece la più bella, la più luminosa autorità che +possa opporsi all'articolaio della <cite>Civiltà</cite>. +<em xml:lang="la">Similia similibus.</em> +</p> + +<p> +Ora questo Rohling, in una lettera, scritta il 19 giugno +1883, al famoso deputato antisemita ungherese Geza +di Onody, lettera che venne riprodotta il 24 giugno +nell'<cite xml:lang="de">Ungarischer +Grenzbotes</cite> di Presburgo scrive queste +precise parole: “Avevo detto nella mia <cite xml:lang="de">Antwort an die +Rabbinen</cite> che io non avevo trovato nel Talmud — per +quanto ne conosciamo delle edizioni stampate — nessuna +prova dell'assassinio ritualmente ordinato agli +Ebrei”. +</p> + +<p> +Mentre quindi l'articolaio, poco <em>civile</em> e meno <em>cattolico</em>, +con quella sicumera che si addice alla sua ignoranza, +afferma nel 1881 questa legge di sangue fondata nel +Talmud, due anni dopo, il suo degnissimo Rohling, professore +di antichità giudaiche, è costretto ad affermare che +non seppe trovare nel Talmud una riga che facesse al +caso suo. +</p> + +<p> +Prevediamo però l'obbiezione che si potrebbe farci. Si +potrebbe dirci che la malafede del Rohling è uguagliata +soltanto dalla sua crassa ignoranza, sicchè nessun uomo, +per poco che si rispetti, è obbligato a prestar fede alle +sue parole. +</p> + +<p> +E rispondendo così anche l'articolaio sarebbe perfettamente +nel suo diritto e nessuno saprebbe dargli torto. +</p> + +<div> +<span class="pageno" title="177" id="page-177"></span> +</div> + +<p> +Ma cosa, risponderebbe, di grazia, alla testimonianza +di due principi della Chiesa, emessa in occasione di un +recente processo e citata da un giornale non sospetto: +la <cite xml:lang="fr">Gazzette de France</cite> del 2 +luglio 1883? Stia a sentire, l'articolaio: +</p> + +<p> +“In occasione del processo di Tisza-Eszlar il dottor +Samassa, arcivescovo d'Erlau, ed il cardinale Luigi +Haynald, arcivescovo di Kalocza, non esitarono a dichiarare +che in <em class="sc">nessuno</em> dei libri religiosi degli Ebrei +si contenevano simili prescrizioni.” +</p> + +<p> +Ma taluno a corto di migliori argomenti, ci dirà che +se non è nel Talmud stampato, può essere in qualcuno +dei manoscritti antichi. +</p> + +<p> +Rispondiamo che cataste di quei manoscritti furono +sequestrate in <em xml:lang="la">illo tempore</em>, da preti +e da frati, in tanta +copia che oggi riescono rarissimi, sicchè il solo completo +che si conosca è quello della Biblioteca Reale di Monaco. +Ora questi preti e questi frati, se vi avessero trovato la +nefanda legge, avrebbero avuto l'obbligo sacrosanto di +renderla pubblica. +</p> + +<p> +Non l'hanno fatto? segno evidente che non hanno trovato +niente. +</p> + +<p> +E siccome conosciamo e disprezziamo il modo di polemizzare +dei nostri avversari e non vogliamo servirci +dell'arte loro di citar una riga di uno scritto per snaturarne +il concetto, così confesseremo francamente che +il Rohling, nella lettera citata, prosegue affermando di +aver trovato l'obbligo imposto agli Ebrei di far uso di +sangue, in un libro stampato nel 1868 a Gerusalemme. +</p> + +<p> +Ma, il degnissimo compare, non sa e non può citare +il titolo del libro, perchè egli non ha fatto che copiare +una calunnia messa in giro da un immondo libello antisemitico, +il <cite xml:lang="de">Paderboner Judenspiegel</cite>, siccome luminosamente +dimostra l'illustre Delistsch, un cristiano, professore +<span class="pageno" title="178" id="page-178"></span> +della facoltà di Teologia di Lipsia, nel +<cite xml:lang="de">Pester Lloyd</cite> del +16 marzo 1883. +</p> + +<p> +3. L'ultima infamia che leggesi nelle poche righe dello +sconcio articolo, che ci piacque riferire, è nelle parole: +<i class="quo">che fu già da molti e sarà anche da noi, colla scorta +dei processi, ampiamente, chiaramente ed indubbiamente +dimostrato.</i> +</p> + +<p> +Siccome <em xml:lang="la">infinitus est numerus stultorum</em>, non abbiamo +difficoltà ad ammettere che molti abbiano voluto trarre +da quei processi una illazione qualsiasi. +</p> + +<p> +I processi in proposito furono molti, moltissimi anzi, +e noi ne abbiamo ricordati una buona serqua. +</p> + +<p> +Ma chiediamo, non all'articolaio, evidentemente convinto +essere il medio evo il periodo più splendido della storia +dell'umanità, ma a qualunque uomo non sia del tutto +cretinizzato dal fanatismo, che valore abbiano tutti i +processi nei quali gli imputati, ed anco i testimoni se +occorre, sono assoggettati alle torture. +</p> + +<p> +Ce lo dica il Fleury, quando narra che ai servi dei +primi cristiani si estorceva coi tormenti la confessione +dei pretesi infanticidii commessi dai loro padroni. +</p> + +<p> +E se l'autorità del Fleury non basta, adduciamo +quella di tale che fu ad un tempo un Santo, ed un Pontefice, +San Nicola I (858–867), e perchè non ci si accusi +di falsare le citazioni, riferiamo l'opinione di questo Santo +Pontefice tal quale come la riferisce uno scrittore, cui, +è a sperare, non si negherà +fede <a id="FNa_285"></a><a href="#Fn_285" class="fna">(285)</a>: +</p> + +<p> +“Il papa S. Nicolò I, rispetto all'usanza che avevano +i giudici di porre alla tortura i sospetti di alcun delitto, +dichiara non ammessa nè dalla divina nè dalla +<span class="pageno" title="179" id="page-179"></span> +umana legge, vale a dire dalla romana; volontaria, +dice, dovendo esser la confessione e non forzata. Per +la tortura può un innocente patir eccessivamente senza +nulla confessare; e in tal caso la è un'empietà da parte +del giudice: o, vinto dal dolore, dirsi reo, quand'anche +non sia; empietà, anche allora non minore da parte +del giudice.” +</p> + +<p> +Ora, dopo avere dimostrato come un Papa del +<span class="sc num">ix</span> secolo +la pensasse, in materia di processi istruiti col mezzo della +tortura, invitiamo l'articolaio a por mente che tutti i processi, +che ebbero esito fatale per gli Ebrei, furono istruiti +mercè quel mezzo, che egli probabilmente deplora in cuor +suo di non poter applicare all'autore di queste pagine. E +quasi questa infamia della tortura non bastasse a togliere +ogni valore a questi processi, è opportuno ricordare che +in molti fra essi, e specialmente nei primi, cioè in quelli +che più degli altri giovarono ad accreditare lo stolto +pregiudizio contro gli Ebrei, la prova della loro pretesa +colpabilità fu ottenuta mercè il giudizio di Dio. Così avvenne, +per esempio, a Blois nel 1171. L'unico testimonio +che accusava gli Ebrei fu posto sul fiume dentro una +barca ed essendo egli riescito a salvarsi, la sua accusa +venne tenuta per vera. +</p> + +<p> +Ed è sulla base di tali processi che l'articolaio vuole +<em>ampiamente, chiaramente, indubbiamente</em> dimostrare? +</p> + +<p> +Non è difficile che, in mancanza di altri argomenti, ci si +opponga l'antichità della accusa, il numero grande delle +vittime, e dei relativi processi, l'universale diffusione della +accusa; i soliti argomenti, insomma, di tutti quelli che +non ne hanno di migliori. +</p> + +<p> +Rispondiamo: +</p> + +<p> +Quale colta persona crede oggi giorno che vi sieno +mai state persone capaci di diffondere ad arte pestilenze +e morbi? +</p> + +<div> +<span class="pageno" title="180" id="page-180"></span> +</div> + +<p> +Eppure le storie riboccano di processi contro i pretesi +untori; ed oggi ancora una grave epidemia non si manifesta +in un paese, senza che la plebe non accusi questo +o quello di diffondere il morbo, e nella prima metà del +nostro secolo ancora, Parigi, il cervello d'Europa, vide +dei pretesi avvelenatori uccisi a furor di +plebe <a id="FNa_286"></a><a href="#Fn_286" class="fna">(286)</a>. +</p> + +<p> +Chi crede oggi alle streghe, ai commerci col demonio, +a tutto quanto farneticavano, su questi argomenti, i nostri +buoni nonni? +</p> + +<p> +Eppure le storie abbondano di processi contro streghe, +le quali furono, non soltanto convinte di reati impossibili, +ma persino confesse; eppure le vecchie biblioteche sono +ingombre di volumi in cui si tracciano ai giudici le vie +da seguire per giungere alla scoperta di delitti che il +progresso della umana ragione dimostrò non poter accadere; +eppure non sono tanto remoti i tempi obbrobriosi +nei quali un sacerdote cattolico, Urbano Grandier, veniva +accusato di aver stregato diciassette monache di Loudun, +in cui si costringeva un'altro curato, il Gianfredi, a confessare +che aveva soffiato il diavolo nel corpo di Maddalena +Lapallu ed in cui si vide il gesuita Girard sul punto +di essere condannato al rogo, per aver gittato un sortilegio +sulla Cadière. +</p> + +<p> +Se i processi contro gli untori, se quelli contro le streghe, +non bastano a farci persuasi che un uomo possa diffondere +una pestilenza senza esserne la prima vittima, che una +donna possa attraversare dozzine di leghe, a cavallo di +una scopa, perchè i processi contro gli Ebrei avranno, +<span class="pageno" title="181" id="page-181"></span> +soli, virtù di persuaderci che essi facciano uso di sangue +cristiano nei loro riti? +</p> + +<p> +Nè maggior autorità dei processi, ha la antichità +della accusa. Ciò che forma il principale pericolo di +ogni calunnia è questo appunto: che per quanto luminosamente +smentita dai fatti, e dalla ragione, essa +persiste sempre in talune menti più ottuse, sicchè, +quando sembra completamente vinta e debellata, la si +vede poi ogni qual tratto rinascere più viva e rigogliosa +che mai. +</p> + +<p> +Circa all'esser stata questa accusa mossa agli Ebrei +in tempi e luoghi diversissimi, locchè può parer prova +della sua veridicità, rispondiamo subito che, in tempi +ed in paesi diversissimi, si credette agli untori ed alle +streghe; che la chiromanzia ebbe seguaci fra i greci +antichi e fra i moderni francesi; che all'astrologia credettero, +per tacer d'altri, gli antichi Caldei, gli Arabi +del medio evo, e gli uomini più colti di tutti i paesi +sino a pochi secoli or sono; e che oggi noi ridiamo di +tutte queste cose, e ci faremmo beffe di chiunque invocasse, +sul serio, l'argomento dell'universale diffusione +che ebbero in passato queste credenze per persuaderci +della loro verità. +</p> + +<p> +La progredita civiltà dell'epoca nostra non impedisce +poi che anche oggi perdurino talune incredibili superstizioni. +I montanari di Scozia credono ancora che un tale +e tal lago abbia il suo <em>kelpie</em> e il suo <em>caval d'acqua</em>; nel +fondo di certe provincie di Francia i contadini son lungi +dal negar fede al lupo mannaro; e qui, nella nostra Italia, +il romano, per non dir d'altri, crede ancora al cattivo +occhio e gli ospedali di Napoli ricevono, ogni anno, qualche +infelice martoriato da malvagi superstiziosi, che pretendono +ottenere in tal guisa i numeri del lotto. +</p> + +<p> +Un'ultima osservazione ci rimane poi a fare circa il +<span class="pageno" title="182" id="page-182"></span> +preteso valore dei numerosi processi che si fecero, con +esito diverso, contro gli Ebrei. +</p> + +<p> +L'articolaio stesso osserva, che man mano che un paese +va incivilendosi, i processi di questo genere divengono più +rari, mentre sono tanto più frequenti, e hanno esito peggiore +per gli Ebrei, quanto più avvengono in epoche +remote ed in paesi meno civili. +</p> + +<p> +In Inghilterra, dacchè gli ebrei vi furono richiamati +dal protettore Cromwell, non ebbe più luogo nessun processo +di tale natura. In Francia non se ne ebbe nessuno, +dopo la sentenza del parlamento di Metz che dannò a +morte Raphael Levi (16 giugno 1670), sentenza che è +riconosciuta da tutti come un errore giudiziario e contro +cui si scagliò un venerando ed illustre sacerdote cattolico, +il padre Simon dell'Oratorio. +</p> + +<p> +In Italia l'ultimo processo, che terminasse con una +condanna, risale al 1480. Vi furono bensì, varie volte +dopo, dei tentati ammutinamenti contro gli Ebrei, come +a Casale Monferrato nel 1611, a Mantova nel 1824, per +pretese sparizioni di fanciulli che poi vennero trovati +vivi e sani. +</p> + +<p> +Un immondo libello pubblicato l'anno scorso a Prato, +libello al quale non è certamente estranea la mano dello +articolaio della <cite>Civiltà</cite>, col titolo <cite>Il sangue cristiano nei +riti ebraici della moderna sinagoga</cite> reca un lungo elenco +di pretesi assassinii rituali commessi dagli Ebrei; ora +da quell'elenco stesso desumiamo che nel corso di questi +due ultimi secoli nessuno di questi assassinii fu commesso +in Francia, Inghilterra, Italia o Germania; tutti i segnalati +hanno per teatro la Polonia, l'Ungheria, la Russia +e l'Oriente. +</p> + +<p> +Abbiamo già dimostrato che una è la religione mosaica +in tutti i tempi ed in tutti i paesi, sicchè dal fatto +che simili processi divengono impossibili nei paesi civili, +<span class="pageno" title="183" id="page-183"></span> +non è lecito dedurre la conseguenza che gli Ebrei di +questi paesi si astengano dal compiere quello che, secondo +i loro nemici, sarebbe per essi un dovere di coscienza; +ma ben piuttosto è logico l'argomentare che il +progredire della civiltà renda impossibile nonchè il condannare +neppure l'iniziare processi sopra una così stolida +accusa. E persino in Germania, la terra classica dell'antisemitismo +e dei processi inverosimili, se crediamo +al seguente fatto narrato mesi sono dai giornali, pare, +o articolaio diletto, che il tempo cessi d'esser propizio +agli arrosti. +</p> + +<p> +“Sino dal 22 gennaio 1883, a Skurz, paese di due mila +abitanti, nella Prussia occidentale, presso Danzica, fu +rinvenuto il cadavere mutilato di un ragazzo di 15 anni. +La voce popolare accusò del misfatto gli Ebrei, asserendo +che essi avevano assassinato il ragazzo per servirsi del +suo sangue ne' loro riti religiosi. Un ebreo, certo Josephsohn, +come sospetto dell'orribile delitto, fu subito +arrestato. Malgrado <em>precise deposizioni di testimoni, che +dichiaravano di aver veduto ed udito tutto</em>, non si poterono +ottenere prove sicure contro di lui. Adesso la +direzione della polizia di Berlino ha spedito a Skurz +un valente commissario di polizia, il quale ha potuto +fare la luce su lo strano avvenimento e scoprire il +vero autore dell'assassinio nella persona del macellaio +cattolico Giuseppe Behrendt. Costui, più di tutti, +aveva gridato contro gli Ebrei e con minaccie era +riuscito a indurre uno de' principali testimoni del +misfatto a deporre di aver veduto sul luogo l'ebreo +Josephsohn. Il Behrendt è stato, sul momento, tratto +in +arresto” <a id="FNa_287"></a><a href="#Fn_287" class="fna">(287)</a>. +</p> + +<div> +<span class="pageno" title="184" id="page-184"></span> +</div> + +<p> +Dopo ciò, — con buona venia dell'articolaio, passiamo +ad occuparci di altro, lieti di avergli dimostrato: +</p> + +<p> +1. Che ha calunniato due papi. +</p> + +<div> +<span class="pageno" title="185" id="page-185"></span> +</div> + +<p> +2. Che ha mentito, tirando pei piedi quel povero Talmud, +che probabilmente non conosce neppur di vista, e +che c'entra in tutto ciò quanto la <em>Civiltà</em> ed il <em>Cattolicismo</em> +nei suoi articoli. +</p> + +<p> +3. Che i processi su cui si appoggia contano giusto +altrettanto quanto la sua scienza talmudica, e la sua +critica, perocchè nessun uomo di senno presta fede ai +processi nei quali, come ebbe a dire il poeta: +</p> + +<p class="verso" xml:lang="fr">La torture interroge et la douleur répond</p> + +<p> +a processi che giustificherebbero quasi il detto di Voltaire: +“Giudizio tanto più cristiano, quanto più sprovvisto di +prove”. +</p> + +<p> +Giunti a questo punto potremmo credere di averla finita +coll'increscioso argomento, se non ci rimanesse ad +indagare quali sieno le origini di questa abbominevole +calunnia, quali le ragioni per le quali potè diffondersi +ed acquistar credenza, a carico specialmente di un popolo +che avrebbe dovuto esser l'ultimo a venir fatto segno a +così stolida accusa. +</p> + +<p> +L'ingegno umano non è tanto ferace in maligne invenzioni +quanto comunemente si crede, e questa, del servirsi +del sangue umano per riti tenebrosi, non è stata +<span class="pageno" title="186" id="page-186"></span> +rivolta contro gli Ebrei soltanto, ma contro molte altre +sette, molte altre persone. +</p> + +<p> +Ed è naturale; perocchè l'identità del sangue e della +vita fu per tutta l'antichità assioma quasi indiscusso; da +cui derivò per processo naturale l'idea che il cielo irritato +contro gli uomini non potesse placarsi che col sangue. +L'ostia sanguinosa domina la religione, come la storia, +della antichità. Nella storia di Roma il sangue di Lucrezia +caccia i Tarquinii e quello di Virginia i +decemviri <a id="FNa_288"></a><a href="#Fn_288" class="fna">(288)</a>. +</p> + +<p> +Siffatte idee che dominarono intiera l'antichità non poterono +non lasciar traccia nello spirito dei popoli, sicchè +la superstizione che il sangue giovi a forzare la volontà +divina fu attribuita ora a questi ed ora a quelli. +</p> + +<p> +I primi Cristiani, per non risalire ad epoche più remote, +erano già stati, con egual verità, accusati della orribile +pratica. Ecco cosa dice a questo proposito il +Fleury <a id="FNa_289"></a><a href="#Fn_289" class="fna">(289)</a>; di cui ci piace riferire un lungo brano, perchè +<span class="pageno" title="187" id="page-187"></span> +si veda, colla scorta di un autore non sospetto, come +tutte le accuse che oggi si muovono contro gli Ebrei +erano pure rivolte contro i primi Cristiani. +</p> + +<p> +“Questo segreto dei misteri non cessava di essere un +grande argomento di calunnie contro i +Cristiani <a id="FNa_290"></a><a href="#Fn_290" class="fna">(290)</a>, +perchè si suole più sovente nascondersi per fare il +<span class="pageno" title="188" id="page-188"></span> +male che per fare il bene..... I cattolici poi avevano +degli schiavi pagani, ai quali la paura dei tormenti +faceva dire contro i loro padroni tutto ciò che volevano +i loro nemici. (<em>Oh! Cosa diventano dopo ciò i processi +coi quali l'articolaio voleva</em> ampiamente, chiaramente, +indubbiamente <em>dimostrare ciò che non ha mai esistito?</em>) +Così si diffuse la favola che i Cristiani nelle loro +assemblee notturne uccidessero un fanciullo per mangiarlo, +dopo di averlo fatto arrostire, copertolo di farina, +ed aver immerso il loro pane nel suo sangue; ciò che +manifestamente traeva origine da una mala interpretazione +del mistero dell'Eucaristia. Si diceva anche +che dopo il loro pasto in comune, in cui mangiavano +e bevevano con eccesso, gittavano un'offa ad un cane +che era legato al candeliere, in guisa che il cane saltellando +rovesciava il solo lume che li rischiarava, +sicchè dopo col favore delle tenebre quanti erano uomini +e donne si mescolavano assieme indifferentemente come +sogliono le bestie. +</p> + +<p> +Gli Ebrei furono i principali autori di queste +calunnie <a id="FNa_291"></a><a href="#Fn_291" class="fna">(291)</a>, +e per quanto assurde esse fossero, il popolo +<span class="pageno" title="189" id="page-189"></span> +vi credeva, sicchè si era pur costretti a giustificarsene +seriamente <a id="FNa_292"></a><a href="#Fn_292" class="fna">(292)</a>. +</p> + +<p> +“Si accusavano ancora i Cristiani di esser nemici +del genere umano . . . . +La carità che avevano gli uni +per gli altri era una congiura odiosa . . . Le persecuzioni +stesse di cui erano vittime erano un argomento +di odio contro i Cristiani, venivano ritenuti colpevoli +perchè dovunque erano come tali trattati e dal tremendo +rigore dei supplizi si argomentava della enormità +dei loro delitti; erano considerati come gente destinata +alla morte, al rogo, alle forche, e se ne +componevano loro sopranomi +ingiuriosi <a id="FNa_293"></a><a href="#Fn_293" class="fna">(293)</a>. +Ecco ciò +<span class="pageno" title="190" id="page-190"></span> +che rendeva i Cristiani così odiosi al popolo ed agli +ignoranti, ecco il fondamento di quanto, seguendo l'opinione +comune, ne dicono Svetonio e Tacito. Svetonio +dice che Claudio imperatore “<i class="quo">cacciò da Roma gli Ebrei +che istigati da +Cristo</i> <a id="FNa_294"></a><a href="#Fn_294" class="fna">(294)</a> +<i class="quo">intrigavano senza posa</i>”, quasi +che Gesù Cristo fosse ancor vivo e fosse divenuto capo +di parte fra gli Ebrei. Annovera fra le buone azioni +di Nerone l'aver fatto soffrire supplizi ai cristiani, +<i class="quo">genti</i>, soggiunge, <i class="quo">di una +superstizione nuova e +malefica</i> <a id="FNa_295"></a><a href="#Fn_295" class="fna">(295)</a>. +Tacito <a id="FNa_296"></a><a href="#Fn_296" class="fna">(296)</a> +parlando del fuoco che Nerone fece +appiccare a Roma per divertirsi, dice che egli ne accusò +<i class="quo">genti odiose pei loro delitti che il popolo chiamava +cristiani</i> <a id="FNa_297"></a><a href="#Fn_297" class="fna">(297)</a>; +poi aggiunge: <i class="quo">Questo nome veniva da Cristo +che Ponzio Pilato aveva fatto giustiziare, imperatore +Tiberio</i>. E questa perniciosa superstizione allora +formatasi <a id="FNa_298"></a><a href="#Fn_298" class="fna">(298)</a> +si rialzava di nuovo non soltanto in Giudea +sorgente del male, ma anche a Roma dove tutto quanto +vi ha di nero e di infame nel mondo si riunisce e si +pratica <a id="FNa_299"></a><a href="#Fn_299" class="fna">(299)</a>. Si presero dapprima coloro che confessavano, +poi dietro le loro deposizioni una gran moltitudine +fu convinta non tanto dell'incendio quanto dell'odio +verso l'uman genere. Più innanzi li tratta da +<em>colpevoli</em>, e da gente che meritavano gli ultimi esempi.” +</p> + +<p> +I pochi ed oppressi seguaci della vera Fede essendo, +<span class="pageno" title="191" id="page-191"></span> +col progresso dei tempi divenuti possenti e numerosi, la +calunnia cessò di esercitarsi contro di loro, ma non +scomparve per questo, rimase anzi intatta e solo mutarono +le vittime, probabilmente altrettanto innocenti. +</p> + +<p> +I Luciferiani ed altri eretici ebbero a subire le conseguenze +della stessa calunnia. +</p> + +<p> +Ad essi si addebitavano tenebrose conventicole nelle +quali si calpestavano le leggi della morale e del più +elementare pudore. I bambini, nati in seguito a queste +tenebrose orgie, erano solennemente immolati pochi giorni +dopo la loro nascita, il loro sangue raccolto con cura, +il loro corpo bruciato, e le ceneri mescolate col sangue +s'adoperavano a formare un pane che serviva all'eucarestia +dei +settarii <a id="FNa_300"></a><a href="#Fn_300" class="fna">(300)</a>. +Questa accusa fu applicata anche +ai Bogomili della Tracia ed agli Euchiti, di cui uno dei +rami sembra essersi fuso coi Templari. Essa fu egualmente +posta a carico dei Templari, con una variante +però, che era per ottenere l'olio che doveva servire a +consacrare l'idolo (<em>Bafometto</em>) che avrebbero avuto luogo +i sacrifizi di bambini rimproverati ai Templarii: “Un +enfant nouvel engendré d'un Templier et d'une pucelle +estoit cuit et rosti au feu et toute la graisse ostée, et +d'icelle estoit sacrée et oint leur +idole <a id="FNa_301"></a><a href="#Fn_301" class="fna">(301)</a>”. +E sempre, +nell'età dimezzo sopratutto, la fantasia popolare farneticava +ora di bambini immolati, ora di bagni di sangue umano, +adoperati come rimedio d'incurabili malattie cutanee. E +di questo farnetico, se ne trovan tuttora le traccie nelle +fiabe e ne' racconti tradizionali; onde sbuca fuori di +<span class="pageno" title="192" id="page-192"></span> +quando in quando: ed il sospetto o l'odio del volgo attribuisce +l'atto nefando, ora al tiranno esoso, ora a questo, +ora a quello. Veggasi fra le <cite>Ducento Novelle</cite>, di Celio +Maleyuni (Venezia 1609), quella intitolata <cite>Matrimonio +di Filenia, figliuola del Re d'Egitto</cite>. +</p> + +<p> +E nel <cite>Cunto de li Cunte</cite>, il trattenimento della Giornata +<span class="sc num">iii</span>, <span class="sc aut">Rosella</span>, +di cui ecco l'argomento: “Lo Gran +turco, pe' farese no vagno de sango de signore, fa +pigliare 'no prencepe. La figlia se ne 'nnamora; e se +ne fujeno. La mamma l'arriva e le so tagliate le mano +da lo Prencepe. Lo Gran Turco ne more de crepantiglia. +Ma jastemmata la figliola da la mamma, lo Prencepe +se ne scorda, ma, dopo varie astuzie, fatte da essa, +torna a memmoria de lo marito e se gaudeno contente.” +</p> + +<p> +Nè mancano monumenti che ci abbiano portato le prove +di siffatta credenza. Il sacrificio di un bambino è rappresentato +infatti su certi monumenti del medio evo, ma +queste scolture portano dei segni evidenti della dottrina +gnostica delle emanazioni, che non ha nulla a che fare +cogli +Ebrei <a id="FNa_302"></a><a href="#Fn_302" class="fna">(302)</a>. +</p> + +<p> +In uno dei lati d'un cofanetto trovato presso Volterra, +e che fece poi parte della collezione del duca di Blacas +a Parigi, si vede raffigurato un fanciullo colla testa e +le braccia pendenti nell'abbandono della morte: due uomini +sono occupati a lavare il cadavere immerso per metà +in una vasca. L'altro lato rappresenta questo cadavere +posato su di un rogo le cui fiamme l'inviluppano. Uno +degli assistenti volge la testa e se la nasconde fra le +<span class="pageno" title="193" id="page-193"></span> +mani con un gesto di pietà e di orrore. Su un lato opposto +del cofanetto è rappresentata la purificazione del +cadavere. +</p> + +<p> +Indubbiamente queste scolture rappresentano un rito +religioso nel quale viene sacrificato un fanciullo. +</p> + +<p> +Ma a chi apparteneva quel cofanetto? Ad Ebrei certamente +no. Ed a noi basta quindi averne accennato +l'esistenza per dimostrare come, questi riti sanguinosi +sian forse stati, per lo passato, praticati da sêtte che +cogli Ebrei non ebbero nulla di comune, e lasciamo ad +altri il decidere se il cofanetto di Volterra appartenesse +ai Templari, ai Gnostici od a qualsivoglia altra setta. +</p> + +<p> +Anche un papa, Innocenzo VIII, fu accusato di aver +fatto rapire de' fanciulli per sgozzarli e bagnarsi nel loro +sangue <a id="FNa_303"></a><a href="#Fn_303" class="fna">(303)</a>, +e la stessa accusa fu ripetuta quasi un secolo +dopo contro un re di Francia, Francesco II, il marito +della bella ed infelice Maria Stuarda, come ne fa +fede il seguente brano della <cite xml:lang="fr">Histoire Nationale de Paris +et des Parisiens, par H. Gourdon de Genouillac</cite> +(tom. <span class="sc num">ii</span>, +1882, pag. 3–4): +</p> + +<p> +“Il y eut un certain nombre de gens pendus, vers +la fin du 1559, pour avoir répandu une calomnie contre +Catherine de Médicis et son fils; voici le fait: Le +jeune roi s'étant trouvé malade à Fontainebleau, les +médecins l'envoyèrent a Blois pour y respirer l'air +natal, mais les gens du pays, prétendirent que ce +n'etait pas de la fièvre quarte, comme le prétendaient +les médecins, dont souffrait François, mais bien de la +lèpre, et on raconta que plusieurs enfants avaient +disparu depuis l'arrivée du roi, que ces enfants avaient +<span class="pageno" title="194" id="page-194"></span> +été mis à mort pour que le roi pût prendre des bains +de sang, remède qui convenait d'autant mieux au royal +malade, que sa mère ne l'avait conçu que lorsque, +d'après l'ordonnance du premier médecin Fernel, elle +s'était décidée, après dix ans de stérilité, à ne remplir +ses devoirs d'épouse que pendant certaines époques, +où d'ordinaire les femmes s'en abstiennent. Ce bruit, +habilement semé par les calvinistes, trouva vite de +l'écho; des bords de la Loire il arriva à Paris, où il +fut colporté partout, et le parlement dut sévir contre +ces propagateurs; ce fut un prétexte tout trouvé pour +arrêter et envoyer à la potence le gens suspects. <a id="negligea"></a>On +ne négligea pas de s'en servir, et plus d'un Parisien +bavard alla réfléchir au Châtelet au danger qu'on +court lorsqu'on a la langue trop longue.” +</p> + +<p> +Malgrado la severa lezione, qualche secolo dopo la +calunnia ricomparve in Francia, non più contro un re, +ma vaga ed indeterminata; si accusarono delle sparizioni, +pur troppo reali, di vari giovani, ora una principessa che +si dilettava di bagni di sangue, ora, naturalmente, gli +Ebrei; chi fossero i colpevoli ce lo dica il seguente brano +delle <cite xml:lang="fr">Mémoires tirés des Archives de la Police de Paris, +pour servir a l'histoire de la morale et de la police depuis +Louis XIV jusqu'à nos jours, par I. Peuchet</cite> (Paris, +Levavasseur, 1868, 6 vol. in-8. Tom. <span class="sc num">i</span>, +pag. 144 e segg.): +</p> + +<p> +“Eran già varî anni, dacchè il signor de la Reynie +copriva, con soddisfazione generale, l'ufficio di luogotenente +generale di polizia, allorquando nei principali +quartieri di Parigi si diffuse repentinamente un grave +panico occasionato da straordinarie sparizioni di persone. +</p> + +<p> +“Nello spazio di circa quattro mesi, ventisei giovani, +il più giovane dei quali aveva raggiunto il diciasettesimo +anno, ed il più vecchio non toccava il venticinquesimo, +sparirono, lasciando le rispettive famiglie +<span class="pageno" title="195" id="page-195"></span> +inconsolabili per la loro perdita. Voci misteriose e +contraddittorie circolavano a questo proposito nel sobborgo +Sant'Antonio, che aveva in questa guisa perduto +quattro o cinque bei giovani, figli di ebanisti e di +mercanti di vecchi mobili. Le donnicciuole pretendevano +che una principessa, la cui vita era posta in pericolo +da una malattia di fegato, lottasse contro il male +tuffandosi tutti i giorni in un bagno di sangue umano. +Altri affermavano che gli Ebrei, per odio al Dio crocefisso, +crocefiggessero di quando in quando dei Cristiani. +Questa pazza opinione fortunatamente non +prevalse. Ad ogni modo però Parigi era in preda al +terrore ed alla desolazione. Il duca di Gêvre ne parlò +al Re, e questi, quando il luogotenente di polizia si +recò da lui, per l'ordinaria relazione, si lagnò vivamente +che si tollerasse un simile succedersi di rapimenti +che, senza dubbio, erano seguiti da morte violenta, +perchè nessuno degli scomparsi aveva mai fatto +ritorno. +</p> + +<p> +“La Reynie, disperato pel malcontento espressogli +dal Sovrano, se ne fece ritorno a Parigi; appena giuntovi +chiamò a sé un agente abilissimo della sua amministrazione, +certo Lecoq, di cui fino a quel giorno +egli si era non inutilmente servito in tutte le occasioni +difficili. Lecoq comparve ed il luogotenente di polizia +gli manifestò il suo imbarazzo, parlò del malcontento +del Re e fece tali promesse di ricompense che Lecoq, +cedendo ad un sentimento di avidità, esclamò: +</p> + +<p> +“— Andiamo! monsignore, vedo bene che per togliervi +dall'imbarazzo dovrò rinnovare il sacrificio d'Abramo. +</p> + +<p> +“Lecoq non si spiegò maggiormente ed il signor de +la Reynie, che lo considerava come il suo migliore +agente, lo congedò con un gesto col quale gli trasmetteva +i poteri più estesi. A quei tempi negli uffici di +<span class="pageno" title="196" id="page-196"></span> +polizia era in uso un linguaggio di cenni muti, specie +di telegrafia la cui chiave non era nota che ad un +piccolo numero di iniziati. +</p> + +<p> +“Ecco il complemento indispensabile di questo singolare +aneddoto. +</p> + +<p> +“Una accolta di gente, predestinata al patibolo ed alle +galere, si era costituita in associazione di malfattori. +Il capo della banda procedeva in questa guisa. Una +ricca inglese, moderna Messalina, che egli aveva reclutata +nei suoi viaggi, serviva di richiamo ai giovani. +Questi infelici, dopo aver appagato le voglie di quella +femmina impudica, erano dati in preda agli assassini. +Venivano uccisi e la testa separata dal busto. Questo +era venduto agli studenti di chirurgia e la testa, probabilmente +disseccata ed imbalsamata, serviva allora +in Germania agli studi di una scienza, che ebbe di +poi uno strano sviluppo. Intendiamo parlare della +scienza di cui Gall e Spurzheim furono fra noi i +propagatori. +</p> + +<p> +“Il governo temette il divulgarsi di una tal serie di +misfatti; furono presi provvedimenti per la punizione +pronta, severa ed occulta dei colpevoli. Tutti furono +impiccati. Anche la donna doveva essere dannata nel +capo . . . . . ma il destino dispose +altrimenti” <a id="FNa_304"></a><a href="#Fn_304" class="fna">(304)</a>. +</p> + +<p> +Un altro fatto simile ebbe luogo anche a Parigi quasi +nello stesso tempo; precisamente nel maggio 1750. +</p> + +<p> +Ecco come viene narrato dal <span class="sc aut">Quillet</span>, +<cite xml:lang="fr">Chronique de +<span class="pageno" title="197" id="page-197"></span> +Passy</cite> (Tomo <span class="sc num">ii</span>, pag. 114). +Anche questa volta traduciamo +testualmente. +</p> + +<p> +“Un agente di polizia, nella speranza di estorcere +del denaro ad una sventurata madre gli rapì il figliuolo. +Questa ne divenne furiosa; i suoi lagni furono così +amari, i suoi gemiti così strazianti che tutto il quartiere +ne fu commosso. +</p> + +<p> +“Altre madri si unirono a lei; la voce corse che quel +fanciullo non era il solo ad esser stato rapito ma che +migliaia d'altri lo erano stati al pari di lui, e che il +Re, novello Erode, stava per ricominciare la strage degli +innocenti. Si giunse persino a dire che quei rapimenti +avevano per oggetto l'esecuzione di prescrizioni mediche +che ordinavano bagni di sangue umano, e del più puro, +per guarire taluni gran signori sfiniti dalla lussuria e +dai disordini. +</p> + +<p> +“Queste voci sinistre, aggiunte ai gridi strazianti +delle desolate madri, infiammarono gli spiriti. Parecchi +uomini si aggiunsero loro e divennero furiosi. La sommossa +ebbe principio nel sobborgo Sant'Antonio, ma +ben presto i disordini si estesero in tutti i quartieri +di Parigi. Ogni agente di polizia che cadeva in potere +dei tumultuanti era messo a brani. Il popolaccio si +dirigeva al palazzo del luogotenente di polizia, e non +avrebbe tardato ad investirlo. Il luogotenente di +allora, Berrier, che si era reso odioso per la sua +aria dura e il suo procedere tirannico, fuggì. Qualcheduno +dei suoi dipendenti, meno timido, fece aprire +le porte. Questo colpo ardito intimidì i più furiosi; +credettero si volesse loro tendere un agguato, e che +una voragine stesse per aprirsi sotto i loro piedi e +restarono immobili. Intanto le guardie francesi e le +guardie svizzere si radunarono. Si aggiunsero loro +due compagnie di moschettieri della guardia e diversi +<span class="pageno" title="198" id="page-198"></span> +corpi della Casa del Re. Le orde indisciplinate dei tumultuanti +furono circondate. Si mise la mano sui più +accaniti dei quali la forca fece giustizia, gli altri +fecero giudizio. +</p> + +<p> +“Qualche mese dopo venne l'epoca del viaggio che il +Re faceva annualmente a Compiègne. Per recarvisi si +passava abitualmente da Parigi. Luigi XV non volle +onorare colla sua presenza una città che aveva osato +rivoltarsi, qualunque ne fosse stata la causa, e fece +costruire in tutta fretta una strada fra Versailles e +Saint Denis in modo da potersi recare al suo destino +senza dover attraversare Parigi. È questa la strada +che dicesi <em xml:lang="fr">le chemin de la Révolte</em>.” +</p> + +<p> +Come si vede dalle, forse troppo numerose, citazioni che +siamo venuti facendo, basta che un bambino sparisca, +perchè subito il popolo farnetichi di bagni di sangue +umano, di atroci riti religiosi, e si ricusi, sino a che +l'evidenza non venga a convincerlo, a cercarne la spiegazione +in qualche volgare delitto. Ci si consenta un'ultima +citazione per provare la strana vitalità di tale +superstizione che il volgo degli indotti e dei semi dotti, +accoglie e ripete, per poco che gli accusati, o si elevino +come i Papi ed i Re che abbiamo citato, al dissopra del +comune per la loro posizione, o si circondino come i primi +Cristiani, i Luciferiani, i Templarii di quel mistero che +colpisce sempre le immaginazioni popolari. +</p> + +<p> +Una rivista mensile che si pubblica a Mosca, il <cite xml:lang="fr">Messager +russe</cite>, in un articolo riprodotto in giugno 1819 da +diversi giornali +francesi <a id="FNa_305"></a><a href="#Fn_305" class="fna">(305)</a> +ci ha fatto conoscere gli usi +<span class="pageno" title="199" id="page-199"></span> +di due sêtte ancora esistenti in Russia, i <em>Khlysty</em> e gli +<em>Skoptsi</em> <a id="FNa_306"></a><a href="#Fn_306" class="fna">(306)</a> +(<em>mutilati</em>). +</p> + +<div> +<span class="pageno" title="200" id="page-200"></span> +</div> + +<p> +Riti sanguinari, o pretesi tali, furono denunziati allo +imperatore Alessandro in una memoria del metropolitano +di Mosca. Secondo questa memoria, di cui un giornale +di Pietroburgo pubblicò dei frammenti, quando una ragazza +incompletamente mutilata concepisce, per opera di +un uomo estraneo alla setta, e mette al mondo un ragazzo +di sesso mascolino, gli <em>Skoptsi</em>, considerando questa nascita +come un avvenimento miracoloso e come una benedizione +del cielo, immolano il neonato alla mezzanotte +del settimo giorno dopo la sua nascita; lo lavano in +seguito nell'acqua tiepida, avendo cura di spremere dalla +sua ferita la maggior quantità di sangue possibile. L'acqua +in cui il fanciullo è stato immerso si conserva come cosa +sacra. Quanto al corpo è deposto in un vaso pieno di +zucchero polverizzato dove si giunge a disseccarlo. È in +seguito ridotto in polvere, e questa polvere entra nella +confezione dei pani consacrati che i settari tagliano a +pezzi e distribuiscono agli assistenti alla fine delle loro +riunioni. È questo ciò che essi nominano la grande comunione +della carne dell'agnello, in opposizione a quella +<span class="pageno" title="201" id="page-201"></span> +di sangue che si fa con quella con cui la vittima venne +purificata. I giornali russi assicurano che questi fatti, +denunciati dal metropolitano di Mosca, Mgr. Platone, +vennero constatati da una inchiesta ufficiale. +</p> + +<p> +Potremmo citare altri fatti a dozzine per provare che +questa accusa di giovarsi del sangue umano pei riti tenebrosi +è vecchia quanto il mondo, ma ogni cosa ha un +limite e temiamo ne abbia uno anche la pazienza dei +lettori che consentirono a seguirci sin qui, sicchè ci limiteremo +a citare un ultimo fatto quasi incredibile. Chi +vorrebbe credere infatti che un dotto letterato francese, +e cattolico di nascita, se non di convinzione, <a id="Arsene"></a>Arsène +Houssaye potè, non sono ancora cinque anni, calunniare i cattolici, +di epoche a noi vicine, asserendo che sino al <span class="sc num">xv</span> +ed al <span class="sc num">xvi</span> secolo si massacravano dai +cattolici dei bambini +per convertire in reliquie i loro ossami? +</p> + +<p> +Traduco letteralmente un brano di un articolo dell'Houssaye, +sul museo Basilewski, pubblicato nel <cite xml:lang="fr">Gaulois</cite> +del 24 dicembre 1879: +</p> + +<p> +“Ecco per esempio uno smalto che rappresenta il +Massacro degli Innocenti. Cosa pensereste se io vi dicessi +che più di una chiesa in Francia contiene ancora +delle cripte in cui si trova il pozzo dei sacrifizi? Si +conosce così male la storia che non mi si crederà +quando affermerò che, sino al quindicesimo secolo, e +fors'anche fino al sedicesimo, vi furono il venerdì santo +dei fanciulli immolati. A Caen e a Tournus si trovarono +degli ossami che fanno fede ancora di questi sacrifizi +umani — perdonatemi il sacrilegio — volevo +dire inumani”. +</p> + +<p> +Provata dunque la facilità con cui simili accuse calunniose +si riprodussero sempre, e trovarono sempre credenza, +qual meraviglia se bastò qualche assassinio isolato +e non ispirato certamente a scopo religioso, perchè +<span class="pageno" title="202" id="page-202"></span> +se ne accusassero gli Ebrei, quegli Ebrei che a Strasburgo, +nel Delfinato ed altrove, si erano, ben inteso sotto +la tortura, confessati autori della peste, sicchè fu necessaria +una bolla del papa che li scagionasse dalla strana +accusa <a id="FNa_307"></a><a href="#Fn_307" class="fna">(307)</a>, +quegli Ebrei che dovevano ritenersi capaci +di ogni +scelleraggine <a id="FNa_308"></a><a href="#Fn_308" class="fna">(308)</a> +dacchè San Giovanni +Grisostomo <a id="FNa_309"></a><a href="#Fn_309" class="fna">(309)</a> +<span class="pageno" title="203" id="page-203"></span> +aveva potuto dire che “le sinagoghe erano +case di prostituzione, covili di bestie feroci, domicilio +dei Demoni e che non vi si adorava Dio, perchè non +vi si adorava il figlio, e che colui che conosce il padre +conosce il figlio e che il culto che vi si rende si termina +al Demonio perchè Dio l'ha abbandonato.” +</p> + +<p> +Quando personaggi, come San Giovanni Grisostomo, coi +loro scritti, rendono siffattamente odiosa una parte della +popolazione, non deve recar meraviglia che ogni più +strana accusa contro di questa trovi credenza. +</p> + +<p> +Data la facilità con cui il volgo crede sempre ad accuse +di questa natura, data l'ignoranza dei tempi, dato +il fanatismo contro gli Ebrei, eccitato dal Grisostomo, e dai +troppo numerosi suoi seguaci, dobbiamo anzi meravigliarci +assaissimo se tutte le volte che furono accusati di aver +assassinato un cristiano non furono condannati, ed invece +abbiamo già veduto come, in tutti i tempi, uomini imparziali +ed onesti, di tutte le credenze, abbiano protestato +contro la calunnia di cui eran vittima gli Ebrei. +</p> + +<p> +Ma se è agevol cosa il dimostrare l'assoluta falsità +della accusa mossa agli Ebrei di giovarsi di sangue umano +per scopi rituali, o +magici <a id="FNa_310"></a><a href="#Fn_310" class="fna">(310)</a>, +sarebbe impossibile +il dimostrare che qualche bambino cristiano non sia caduto +talvolta vittima di un assassino ebreo. +</p> + +<div> +<span class="pageno" title="204" id="page-204"></span> +</div> + +<p> +Gli Ebrei erano nei secoli passati universalmente odiati. +Quando la Chiesa Cristiana aveva raggiunto nel mondo +civile il suo ideale, l'unità della Fede, gli Ebrei soli, +<span class="pageno" title="205" id="page-205"></span> +razza maledetta e dispersa, restarono a guastare la simmetria +ammirabile di questa unità. +</p> + +<p> +In mezzo a popoli che, concordi, piegavano le ginocchia +dinanzi al Redentore del Mondo, restavano soli a negarlo +i pochi ed avviliti discendenti di coloro che lo avevano +trascinato al disonor del Golgota. +</p> + +<p> +Qual meraviglia che perciò soltanto essi fossero oggetto +della universale +esecrazione? <a id="FNa_311"></a><a href="#Fn_311" class="fna">(311)</a> +Oppressi, umiliati, +fatti segno ad ogni più orrenda persecuzione, gli Ebrei +reagivano colle armi dei deboli, e le armi dei deboli non +furono mai generose. +</p> + +<p> +Da qui recrudescenza d'odio nei persecutori, e l'odio +non partorì mai amore, che si sappia. +</p> + +<p> +Chi potrebbe negare che qualche Ebreo, cacciato dalla +patria, insidiato nella sua fede, nei suoi averi, diseredato +persino del culto dei propri morti, come troppo spesso +avveniva nei tempi più caliginosi del medio evo, imbattendosi +un giorno nel figlio di uno dei suoi oppressori, +lo abbia sgozzato? +</p> + +<p> +Chi rivangasse gli annali del delitto, in tutti i paesi, +vi troverebbe registrate a centinaia storie di innocenti +fanciulli uccisi da vigliacchi assassini <a id="parenti"></a>per +vendicarsi dei loro parenti. +</p> + +<p> +E quantunque le statistiche criminali di tutti i tempi +e di tutti i paesi ci provino come l'Ebreo rifugga dal +sangue, vorremmo, potremmo noi negare, che mai uno +di questi assassini sia stato ebreo, una di queste vittime +cristiana? +</p> + +<div> +<span class="pageno" title="206" id="page-206"></span> +</div> + +<p> +Certamente no; ma la stessa franchezza con cui noi, +senza averne le prove — perchè, ripetiamolo, non son +prove per noi quelle estorte dalla tortura — pure riconosciamo +non impossibile che qualche fatto di questo genere +abbia potuto accadere per opera di un individuo +ebreo, spinto da un sentimento di vendetta, questa stessa +nostra franchezza ci dà diritto ad esser pienamente creduti +allorquando recisamente neghiamo che gli Ebrei +abbiano per precetto religioso di valersi in certe cerimonie +del sangue di un fanciullo cristiano. +</p> + +<p> +Ammettiamo pure una di queste isolate vendette. Nessun +processo ne fa fede, perocchè agli occhi dell'odierna +critica non hanno valore i processi istituiti sotto il regime +della tortura; ammettiamo pure questo caso isolato, +che ci gioverà a comprendere, a spiegarci come l'orribile +calunnia abbia potuto esser messa in giro la prima volta, +ma respingiamo, fino a che non saranno addotte prove +categoriche in argomento — e sarà impossibile addurle, +perchè non esiste il fatto — ogni accusa generica che +si volesse formulare contro gli Ebrei a tale proposito. +</p> + +<p> +Tanto varrebbe, perchè un Umiliato attentò alla vita di +San Carlo Borromeo, perchè un prete assassinò un Arcivescovo +di Parigi, dire che i frati e i preti cattolici +hanno per dovere religioso di ammazzare Santi ed Arcivescovi! +</p> + +<p> +È certo che dacchè esistono Cristiani ed Ebrei qualche +ebreo avrà ammazzato un cristiano; è probabile, probabilissimo +anzi, che qualche fanciullo cristiano sia caduto +vittima di un assassino ebreo, ma non è nè certo, nè +probabile, nè possibile che l'assassino sia stato mosso da +scopo religioso a compiere il suo misfatto. +</p> + +<p> +Ciò invece che, se non è certo, è però assai possibile +ed assai probabile è che, accaduto, per chi sa qual motivo, +l'eccidio di un fanciullo cristiano ad opera di un +<span class="pageno" title="207" id="page-207"></span> +ebreo, i nemici degli Ebrei — quelli stessi che andavano +diffondendo contro di loro le più strane ed inverosimili +accuse — si siano fatta un'arma di questo fatto +isolato per coinvolgere tutti gli Ebrei nella stessa accusa, +accusa che, già lo vedemmo, deve essere facilmente +accolta dai volghi come quella che fu spesso lanciata or +contro l'uno or contro l'altro. +</p> + +<p> +Abbiamo detto però e ripetiamo che se vi era un popolo +che dovesse andar immune da questa orribile accusa +era certamente il popolo ebreo. +</p> + +<p> +Abbiam veduto come la Bibbia e il Talmud in più +luoghi vietino agli Ebrei l'uso del sangue. Ma non basta, +chè lo stesso Maimonide ci dice il perchè gli Ebrei abborriscano +l'uso del sangue; apriamo il suo libro <cite>Morè +Nebuchim</cite>, parte <span class="sc num">iii</span> al +capo 46 e troveremo: “Sappi +che quantunque non vi fosse nel concetto degli idolatri +cosa più immonda ed impura del sangue, nientedimeno +essi lo mangiavano, perchè stimavano che fosse il cibo +de' demoni, e che colui, che di esso sangue si alimentasse, +acquisterebbe una qualche famigliarità e stretta +comunicazione con essi demoni, sicchè questi dovessero +rivelar loro il futuro, secondo crede il volgo che essi +demoni sogliono fare. Ad alcuni però tra questi idolatri, +tornava difficile mangiare il sangue, cibo per sè +stesso all'umana natura ripugnante. Questi, quando scannavano +qualche animale, ne prendevano il sangue, lo +raccoglievano in qualche vaso e, sedendo attorno a +questo vaso, mangiavano la carne di esso animale. Si +persuadevano, così, che mentre essi mangiavano la +carne, i demoni mangiassero il sangue, loro prediletto +cibo, e che in questo modo potessero contrarre secoloro +amicizia, famigliarità e fratellanza, perchè tutti mangiavano +ad un desco e insieme banchettavano. Credevano +inoltre che i demoni dovessero apparir loro in +<span class="pageno" title="208" id="page-208"></span> +sogno; avvisar loro quel tanto che dovea succedere +ed esser loro di grandissimo giovamento.” Fin qui il +Maimonide. +</p> + +<p> +Anche lo Zohar, libro a cui taluni ebrei vogliono annettere +molta importanza, commentando il capo 17 del +Levitico, dice queste parole, parlando degli incantesimi e +dell'arte magica esercitata dagli Egiziani: “Quando gli +Egiziani si ragunavano per fare i loro incantesimi, +andavano al campo in un monte alto assai, facevano +una fossa in terra e spargevano sangue intorno ad +essa, ragunavano il rimanente del sangue in essa fossa, +offrivano i loro sacrifici agli spiriti maligni, e contraevano +famigliarmente tra loro in esso monte. Gli Ebrei +i quali erano schiavi in Egitto si accostavano a quelli, +e preparavano quel sangue e offerivano il sacrifizio, si +radunavano questi spiriti maligni, e apparivano loro +in figura d'Irchi irsuti e dicevano loro quel tanto che +essi addomandavano.” +</p> + +<p> +O ammettere dunque, con San Giovanni Grisostomo, +che gli Ebrei adorino il Demonio, o riconoscere che essi +non possono aver mai fatto uso di sangue, e tanto meno +di sangue umano. +</p> + +<p> +E davvero è strana la persistenza di una simile calunnia +contro una religione i cui maestri, i cui dottori +predicarono dottrine diametralmente opposte. Mosè Nachmanide +che fiorì nel <span class="sc num">xii</span> secolo in Ispagna +e che era considerato +come il supremo maestro fra i Rabbini, e chiamato +per antonomasia il +dottore <a id="FNa_312"></a><a href="#Fn_312" class="fna">(312)</a>, +lasciò scritto nel suo +libro dei <cite>Precetti</cite>: “Ci è ordinato di curare la vita dei +Cristiani, salvarla con tutte le nostre forze da pericolo +di morte, p. e. quando sono caduti in acqua o sepolti +<span class="pageno" title="209" id="page-209"></span> +sotto le macerie”. Giuda il Pio, vivente a Ratisbona +nel sec. <span class="sc num">xii</span> nel suo <cite>libro dei Pii</cite> +dice: “Nel trattare +coi non Israeliti, studiati di usare la stessa onestà +come cogli Ebrei: se un Ebreo vuol uccidere un cristiano +dobbiamo assister quest'ultimo; se a te si rifugia +un omicida, non gli accordare protezione, anche +se fosse un ebreo”. +</p> + +<p> +Come dunque malgrado tutto ciò l'accusa potè diffondersi +ed acquistar credenza? Ecco la domanda che molti +mossero ed a cui nessuno potè dar risposta soddisfacente. +</p> + +<p> +Chi ne cercò la causa nel racconto dell'Esodo dove è +spesso menzione di +sangue <a id="FNa_313"></a><a href="#Fn_313" class="fna">(313)</a>; +chi in una leggenda rabbinica +notissima, secondo la quale, Faraone Re d'Egitto +trovandosi colpito dalla lebbra, si impadronì di un gran +numero di fanciulli ebrei, affine di bagnarsi nel loro sangue +e di guarire. La leggenda aggiunge che in memoria +di questo sangue innocente versato, gli Ebrei bevono +vino rosso nelle cerimonie della sera di +Pasqua <a id="FNa_314"></a><a href="#Fn_314" class="fna">(314)</a>. +L'illustre prof. Oort da Leida, in un discorso tenuto in +quella città in occasione del <span class="sc num">vi</span> +Congresso degli Orientalisti, +vuol trovare la causa della calunnia nella venerazione +che negli antichi tempi i primi Cristiani conservavano +pel pane azzimo degli Ebrei, ed intesse su questa +ipotesi un lungo ragionamento che non arriva però a +convincerne del tutto. +</p> + +<p> +Affaccieremo noi pure una supposizione senza pretendere +di aver sciolto il problema. +</p> + +<p> +Nei primi tempi del Cristianesimo, non soltanto gli +<span class="pageno" title="210" id="page-210"></span> +Ebrei erano in odio ai Cristiani ortodossi, ma molte sette +eterodosse professavano un odio speciale non soltanto +verso gli Ebrei, ma verso l'Antico Testamento. +</p> + +<p> +La storia delle religioni ci apprende che il principio +di un Dio del male, nemico del Dio del bene, quel principio +che gli antichi Persiani incarnavano in Ormus e +in Arimane, era comune anche a molte sêtte dei primi +tempi del Cristianesimo. I Catari, i Bogomili, i Luciferiani +professavano siffatte dottrine. Per essi il Dio maligno +si rivelava nell'Antico Testamento, mentre nel +Nuovo era il Dio buono che si manifestava. +</p> + +<p> +Ecco, dicevano, perchè è scritto nel Nuovo Testamento: +“Che Iddio è luce, e che non vi sono in lui tenebre +alcune” <a id="FNa_315"></a><a href="#Fn_315" class="fna">(315)</a>. +Il Dio della Genesi crea il cielo e la terra, +ma “la terra era una cosa deserta e vacua e tenebre +erano sopra la faccia +dell'abisso” <a id="FNa_316"></a><a href="#Fn_316" class="fna">(316)</a>, +il cielo e la +terra, al paro delle tenebre, sono l'opera di Lucifero. +Ecco perchè ancora, secondo l'Antico Testamento, i figli +di Dio +peccano <a id="FNa_317"></a><a href="#Fn_317" class="fna">(317)</a>, +mentre nel Nuovo è detto: “Chiunque +è nato da Dio non ha +peccato” <a id="FNa_318"></a><a href="#Fn_318" class="fna">(318)</a>. +“Non è il Dio +buono che ha parlato a Mosè, non è il Dio buono che +ha guidato il patriarca. Mosè ha ricevuto la legge da +un ingannatore, egli stesso era un mago, un +ladrone” <a id="FNa_319"></a><a href="#Fn_319" class="fna">(319)</a>. +</p> + +<p> +Congiungendo questa opinione che taluni eretici avevano +del Mosaismo, coll'altra, universalmente diffusa, che +<span class="pageno" title="211" id="page-211"></span> +il demonio gradisca i sagrifizi +umani <a id="FNa_320"></a><a href="#Fn_320" class="fna">(320)</a>, +non sarà fuor +di luogo il supporre che da quegli eretici abbia potuto +avere origine la prima calunnia. +</p> + +<p> +Un'altra fra le possibili origini di quest'accusa, o meglio +fra le cause che poterono contribuire a mantenerla +in vigore, ed a confermarla nelle menti volgari, ci è suggerita +dall'attento esame, che abbiamo fatto, degli atti +del processo che si è svolto non ha guari a Nyiregyhaza. +Fra le infantili prescrizioni rituali degli Ebrei ve ne ha +una che vieta ad essi di toccare nella sera del venerdì e +nel giorno del sabato fuoco e lume. Siffatta prescrizione +è, dai veri credenti, osservata così strettamente che essi +si fanno scrupolo di portare una lampada da un luogo +all'altro, o di rimuovere dal fuoco una pentola che bolla. +Siccome però le necessità della vita si impongono agli +Ebrei come ai Cristiani, gli agiati fra essi provveggono +ai lor bisogni mercè l'opera di domestici di altri culti; i +più poveri invece vi provvedono come possono, invocando +l'aiuto di un vicino o di un passante. Servigi di siffatta +natura si richieggono più facilmente, anche per evitare +il ridicolo, a ragazzi che non a persone mature. Qual +<span class="pageno" title="212" id="page-212"></span> +meraviglia dunque, se come nei tempi di pestilenza basta +che un individuo si accosti ad una fontana pubblica, per +essere accusato di avvelenarla, od in tempi di assedio +basta che uno si aggiri nelle camere del suo appartamento +con un lume in mano, perchè venga accusato di +far segnali +all'inimico <a id="FNa_321"></a><a href="#Fn_321" class="fna">(321)</a>; +qual meraviglia diciamo se +sarà bastato il fatto di un ebreo che abbia chiamato a +sè un fanciullo cristiano per richiederlo d'uno dei servigi +sopra accennati, perchè l'accesa immaginazione del +volgo vi ricamasse sopra un preteso tentativo di rapimento, +preludio di futuri +eccidi <a id="FNa_322"></a><a href="#Fn_322" class="fna">(322)</a>? +</p> + +<p> +Ma senza perderci più oltre nella ricerca delle cause +che potevano concorrere a far nascere l'orrenda accusa, +verremo a dire delle vere, delle sole ragioni per cui essa +persistette attraverso i secoli. +</p> + +<p> +Un illustre letterato francese, Dureau de la Malle, nella +introduzione alla sua eccellente traduzione di Tacito, ricerca +le cause dei delitti inconcepibili commessi dagli imperatori +romani; e ne reca una spiegazione che sembra +assai plausibile; e cioè che quei sovrani non avendo nè +lista civile, nè demanio pubblico e dovendo pur sostenere +enormi spese, erano obbligati ad assassinare per procurarsi +il denaro di cui avevano d'uopo. E come i malfattori +volgari <em>uccidevano per rubare</em>. Questo precetto di +governo informa diverse fasi della storia, e dalle proscrizioni +di Augusto, venendo giù sino agli eccidi del 1793, +ne troveremmo esempi non pochi. +</p> + +<p> +Nel medio evo i ghetti degli Ebrei avevano il non +<span class="pageno" title="213" id="page-213"></span> +desiderato privilegio di essere la zecca per eccellenza; +quando s'aveva bisogno di denaro si accusavano gli Ebrei +di avvelenare i pozzi, le sorgenti, le fontane — quasi che +gli Ebrei non facessero uso dell'acqua, — di oltraggiare +in mille guise il Santissimo Sacramento — che non +hanno nessuna ragione di oltraggiare, non riconoscendovi +essi nessun carattere sacro — od infine di ammazzare +bambini — quasi la religione professata dalla Beata Vergine +e da Nostro Signor Gesù Cristo fosse una religione +di antropofaghi. +</p> + +<p> +In quei tempi le accuse, assurde o meno, erano sempre +egualmente buone. Bastava che un facinoroso qualunque +le ponesse in giro, perchè si desse di piglio alle armi, +si corresse al ghetto, e si punissero gli Ebrei col saccheggiarne +i beni. L'intiero popolo ebreo potè per secoli +far sua l'amara esclamazione del romano proscritto. “La +mia villa di Alba mi ha perduto.” +</p> + +<p> +Col progresso dei tempi si capì che era assurdo parlare +di fontane avvelenate, o di oltraggi al Santissimo +Sacramento; ma l'accusa di antropofagia rimase, come +quella che oltre a colpire più facilmente le immaginazioni +della plebe, sempre avida di racconti di misteriosi delitti, +era sorretta da un altro importante fattore. +</p> + +<p> +Per ogni fanciullo che gli Ebrei erano accusati di +aver ucciso, la Chiesa cattolica acquistava un martire +di più. +</p> + +<p> +E ciò che importa, e che spiega assai cose, un martire +che faceva miracoli. +</p> + +<p> +La narrazione di questi miracoli, quali ce li dà un +autorevole e moderno scrittore cattolico, Rohrbacher, è +troppo interessante, perchè noi, a costo di ripeterci, resistiamo +al desiderio di metterla sotto gli occhi dei nostri +lettori. +</p> + +<p> +“L'anno 1250 gli Ebrei di Saragozza attaccarono +<span class="pageno" title="214" id="page-214"></span> +con chiodi contro la parete un fanciullo cristiano di +sette anni, gli squarciarono, in odio di Cristo, il costato +con una lancia e lo seppellirono di notte sulla riva. +<em>Ma in mezzo alle tenebre il luogo era irradiato d'una +splendida luce.</em> Accorsivi i Cristiani, trasportarono le +reliquie con gran pompa alla chiesa principale, dove +accadde un gran numero di miracoli. A quella vista +l'ebreo Mosè Albayhuzet, che aveva rapita la vittima +innocente, abbracciò il Cristianesimo. Ecco quanto riferisce +lo storico aragonese Girolamo Blanca, giusta +gli Archivi della chiesa di Saragozza. +</p> + +<p> +“Nel 1255 i principali ebrei di tutta Inghilterra sì +adunarono a Lincoln per rinnovare la passion di Cristo +su d'un fanciullo di otto anni per nome Ugo. Uno faceva +da preside Pilato, altri l'officio di carnefice. Fecero +soffrire al giovinetto tutti gli oltraggi che il +Vangelo riferisce aver i loro antenati fatto patire al +Salvatore del mondo. Lo batterono crudelmente colle +verghe, gli conficcarono in capo una corona di spine, lo +affissero ad una croce, gli diedero a bere del fiele e +finalmente gli trafissero il costato con una lancia. +</p> + +<p> +“Tale fu il loro pasquale sacrificio che solevano immolar +ogni anno, se l'occasione lo permetteva, come confessarono +dappoi. Per colmo di scelleratezza gli strapparono +le viscere per servirsene a magiche operazioni. +Nascosero profondamente sotto terra il corpo, per tema +che i Cristiani ne venissero in cognizione; ma la giustizia +di Dio non lasciò impunito questo misfatto. <em>La +terra ogni notte rigettava il corpo della vittima.</em> Gli +Ebrei, avendolo così più volte sepolto, finirono col gettarlo +in un pozzo. +</p> + +<p> +“Intanto la madre del fanciullo cercava dappertutto +il suo figliuolo. Avendo saputo che era entrato nella +casa d'un ebreo, vi penetra, fruga per tutto, guarda +<span class="pageno" title="215" id="page-215"></span> +entro il pozzo e vi scorge il corpo del figlio. Senza +dir nulla avverte il giudice; il padrone della casa +viene arrestato, confessa tutta la serie delle cose (<em>anche +il miracolo dunque?</em>) e viene attaccato alla coda di +cavalli per essere squartato. Novanta ebrei sono condotti +nelle prigioni di Londra per subirvi il supplizio +che meritano. Il corpo del fanciullo cavato dal pozzo +è solennemente trasportato, come il corpo di un martire, +nella Chiesa cattedrale. Il re Enrico III fa procedere +giuridicamente contro tutti gli Ebrei d'Inghilterra, +affine di distoglierli col terrore dei castighi dal +commettere ancora simili misfatti. Ecco quanto riferisce +tra gli altri Matteo Paris, autore del Paese e del +Tempo. +</p> + +<p> +“Un ebreo di Germania aveva una nutrice cristiana, +chiamata Agnese, la quale insegnava alla moglie di +lui le preghiere de' Cristiani. L'ebreo, accortosene, entra +in furore, va a trovar la nutrice addormentata, l'uccide +con tre colpi di pugnale nel cuore, sotto gli occhi +di sua moglie, poscia se ne va alla sinagoga. La moglie, +presa da spavento, si chiude nella propria camera. +L'ebreo di ritorno non trova più il cadavere della nutrice, +e s'immagina che l'abbia trasportato la moglie; +questa non trovandolo più, pensa che l'abbia levato il +marito. Nè l'uno nè l'altra cerca più oltre. Quaranta +giorni dopo passa una donna forestiera che li saluta +<em>affettuosamente</em> (<em>splendido, quell'avverbio!!</em>) da parte +della nutrice Agnese. L'ebreo allora domanda alla moglie: +“Come avviene ch'ella viva? Non l'ho io ammazzata?” +La moglie risponde: “Egli è che il Cristo suo Signore +è abbastanza possente per risuscitare una defunta. — Ed ecco, +ripigliò l'ebreo, quel ch'io ho sempre temuto, +che ella non ti faccia apostatare. — ” E tosto legolla e la +rinchiuse per due anni in una stanza. Essendo l'ebreo +<span class="pageno" title="216" id="page-216"></span> +andato lontano, la donna fuggì con due figlioletti ed +un terzo ond'era incinta e si rifuggì nella chiesa dove +ricevette il battesimo col nome di Geltrude, con grande +allegrezza de' fedeli, che sapevano esser lei +<em class="sc">ricchissima</em> +(<em>qui sta il busillis</em>) ed onestissima donna. Ella +dimorò nella diocesi di Colonia, dove incontrò la nutrice +Agnese che portava tuttora le cicatrici dei tre colpi +di pugnale. <em>Essa disse ch'era stata guarita all'istante +medesimo</em>, e che erasi sottratta clandestinamente per +non accendere di più il furore dell'ebreo. Tutti questi +fatti vennero a cognizione di Corrado Arcivescovo di +Colonia. Agnese mori l'anno 1265: Geltrude viveva +ancora quando Tommaso Cantipratese ne scrisse la +storia. +</p> + +<p> +“L'anno 1271, nel borgo o villaggio di Pfortzheim, +una vecchia, divenuta famigliare cogli Ebrei, vendette +loro, per esser uccisa, una figlioletta di sette anni, che +aveva perduti il padre e la madre. La distesero su +molti drappi, le posero alla bocca una sbarra, le fecero +delle incisioni a quasi tutte le giunture delle membra, +ne spremettero a viva forza il sangue ed accuratamente +lo raccolsero entro pannilini. Quando dopo questi tormenti, +fu estinta, la gettarono nel vicin fiume, e vi +ammassarono sopra un mucchio di pietre. Il terzo e +quarto giorno la trovarono alcuni pescatori per un +braccio levato verso il cielo. Fu riportata nel borgo: +il popolo gridava con orrore non altri, che gli Ebrei +avere commesso quel misfatto. Il margravio di Baden, +che trovavasi nelle vicinanze, vi accorse. <em>Tosto il corpo, +levatosi a sedere, stese le mani verso il principe</em>, quasi +per chieder vendetta o misericordia, e dopo mezz'ora +si ricoricò cadavere. Essendo stati condotti gli Ebrei a +questo spettacolo, tutte le ferite <em>cominciarono a bollire +ed a sparger sangue in copia</em>. Il grido del popolo levavasi +<span class="pageno" title="217" id="page-217"></span> +sino al cielo domandando vendetta. Dietro alcuni +indizi la vecchia viene arrestata e convinta, principalmente +dalla confessione della giovinetta (!!!), che rivelò +tutto. Gli Ebrei che avevano messo mano sulla giovane +vittima furono presi, arruotati ed appiccati colla vecchia: +due di essi si scannarono a vicenda fra loro. +Ecco quanto riferisce Tommaso sopracitato, sulla testimonianza +di due frati predicatori, Rainieri ed Egidio, +che furono a Pfortzheim tre giorni dopo l'avvenimento.” +</p> + +<p> +Chiediamo ancora venia al lettore se lo abbiamo tediato +con la riproduzione di queste insensate leggende, ma +abbiamo voluto farlo, perchè, dalle pagine del Rohrbacher +scaturisce un argomento irresistibile a favore della assurdità +dell'accusa mossa agli Ebrei. +</p> + +<p> +Fatti di questo genere non si possono scindere; non si +può accettare ciò che conviene e respingere il resto. O bisogna +riconoscere che tutti i fatti narrati dal Rohrbacher +sono parto, nella migliore ipotesi, di una malata fantasia, +o bisogna credere ai cadaveri irradiati da luce celeste, ai +morti respinti dalle tombe, alle nutrici risuscitate ed a +tutte le assurdità che il buon professore della Università +di Lovanio è venuto accumulando. +</p> + +<p> +Già questi miracoli parevano sospetti fin dai secoli +scorsi ad uno scrittore protestante, il Basnage, che scriveva: +</p> + +<p> +“Nè si può tacere a discarico degli Ebrei che oltre +queste ragioni se ne hanno altre che aumentano il sospetto. +Sono i miracoli che accompagnano quasi sempre +la morte del crocefisso. Non è meraviglioso che la +terra abbia tremato allorquando morì G. C., era il Signore +di gloria che veniva crocifisso. Ma le si prestano +emozioni più frequenti per uomini volgari che +per Gesù Cristo. Essa respinge i cadaveri e lo fa parecchie +volte, e non può soffrire che si rinchiudano +<span class="pageno" title="218" id="page-218"></span> +nel suo seno; ne abbiamo visto un esempio nel fanciullo +cui si erano strappate le viscere per servirsene +in operazioni magiche, cosa non meno sospetta del +resto. +</p> + +<p> +“Ma ce n'è un altro più famoso in Turingia, perchè +gli Ebrei, cui si fa scegliere la vigilia di Pasqua per +simili delitti, avendo ucciso un fanciullo a nome Corrado, +portano il corpo morto in diversi luoghi della +Turingia senza poterlo seppellire. +</p> + +<p> +“Sortiva sempre dalla tomba, perlocchè furono costretti +di appiccarlo ad un albero. Il delitto fu perciò +rivelato, ed allora non vi fu piccolo o grande che non si +gittasse sugli Ebrei e non si insozzasse le mani nel +loro sangue. Si vide una luce sul corpo di un fanciullo +a Vesel 37 anni dopo, e di più il cadavere esalava +un odore così buono che lo si trasportò in un +tempio dove operò sorprendenti prodigi, ma gli Ebrei +se la cavarono con denaro. Questa specie di racconti +pieni di miracoli e riferiti dai Leggendari avvezzi a +correr dietro a simili finzioni, sono assai +sospetti” <a id="FNa_323"></a><a href="#Fn_323" class="fna">(323)</a>. +</p> + +<p> +E davvero non può non sembrar strano, che mentre +Santi poterono essere martoriati e straziati in mille guise +senza che Dio, ne' suoi imperscrutabili fini, manifestasse il +suo corruccio con segni visibili agli umani, mentre pii +e dotti Presuli sopportarono atroci martirii senza che la +natura si commovesse, mentre Pier Luigi Farnese potè +infliggere l'ultimo degli oltraggi al vescovo di Fano e +Sciarra Colonna percuotere Bonifazio VIII, senza che +nessun prodigio rivelasse l'ira celeste, bastava che un +ebreo fosse accusato di aver ucciso un poppante cristiano +perchè quel poppante divenisse d'un tratto un taumaturgo! +</p> + +<div> +<span class="pageno" title="219" id="page-219"></span> +</div> + +<p> +E, cosa più strana ancora, le uniche fra le pretese vittime +degli Ebrei, che non abbiano fatto miracoli, sono +quelle il cui eccidio si sarebbe compiuto in epoche a noi +vicine, benchè tra queste vi fosse il davvero venerando +padre Tommaso da Calergiano assassinato a Damasco +nel 1840 <a id="FNa_324"></a><a href="#Fn_324" class="fna">(324)</a>. +</p> + +<p> +Ora, noi abbiamo tutto il rispetto per la Religione, +ma crediamo che questo rispetto non ci obblighi a confondere, +cogli eterni dogmi della Religione di Cristo, le +invenzioni di pochi fanatici, che mostrano col loro esempio +quanto giustamente il Voltaire asserisca che il fanatismo +sta alla superstizione come la rabbia alla collera. +</p> + +<p> +Non vi è, e non vi può essere, nella Religione cattolica +nulla che ci costringa a riconoscere per veri, o per +<span class="pageno" title="220" id="page-220"></span> +attendibili, i pretesi miracoli del Beato Simoncino da Trento +e di tutte le altre pretese vittime degli Ebrei. +</p> + +<p> +Negando fede a quei miracoli, come negando fede a +quelli della Salette, di Lourdes, ed alle stimmate della +Lateau, noi sappiamo di non vulnerare nessuno dei principii +fondamentali del Cattolicismo, e da questa nostra +convinzione tragghiamo argomento per affermare che, +come oggi per assicurare la prosperità di un paese attirandovi +a migliaia i pellegrini e gli illusi, si ricorre +alle innocue apparizioni di Lourdes e della Salette, si +potè in altri tempi aver ricorso ai miracoli delle pretese +vittime degli Ebrei. +</p> + +<p> +Errerebbero però di gran lunga gli avversari della +Chiesa se volessero, appoggiandosi su queste nostre parole, +trarne argomento per affermare che noi accusiamo la +Chiesa di calunnia. +</p> + +<p> +Spesse volte i Papi ebbero a riconoscere che ciurmerie +impudenti si eran volute gabellare per miracoli e non li +riconobbero, ma li biasimarono e ne riprovarono il culto. +</p> + +<p> +È irriverenza, è eresia l'affermare che talvolta la +buona fede dei Papi possa esser sorpresa? +</p> + +<p> +Nol crediamo, perocchè non crediamo che la Religione +imponga l'obbligo assoluto di aggiustar fede ad altri miracoli +da quelli in fuori che sono registrati nelle Sacre Carte. +</p> + +<p> +Riassumendo: +</p> + +<p> +L'accusa mossa agli Ebrei di far uso di sangue cristiano +nei loro riti: +</p> + +<p> +1º Si rivela calunniosa e falsa, perchè già rivelatasi +tale, quando venne mossa ad altre religioni, ad altre +credenze; +</p> + +<p> +2º È smentita dai libri sacri degli Ebrei e non ha +prove in nessun libro ebraico anche di nessun conto; +</p> + +<p> +3º È smentita da Papi, da Sovrani, da dotti di ogni +tempo e di ogni paese; +</p> + +<div> +<span class="pageno" title="221" id="page-221"></span> +</div> + +<p> +4º È sorretta dalle risultanze processuali quando le +confessioni sono estorte colla tortura, smentita in tutti +gli altri casi: +</p> + +<p> +5º È frutto della cupidigia che spingeva nel medio +evo ad accusare gli Ebrei di ogni reato per ispogliarli, +e della impudenza di taluni fabbricatori di martiri a buon +mercato ed il suo rinnovarsi ai giorni nostri altro non +prova che la mancanza assoluta di scrupoli nei moderni +antisemiti. +</p> + +<p> +E crediamo che basti; fino al giorno almeno in cui il +dotto articolaio della <cite>Civiltà Cattolica</cite> non avrà scoperto +il famoso passo del Talmud, che prescrive l'assassinio rituale. +</p> + +<div class="footnote"><a id="Fn_247"></a> +<p class="foot"><a href="#FNa_247"><span class="label">(247)</span></a> +Naturalmente i calunniatori non vanno tra loro d'accordo +nello spiegare l'uso che gli Ebrei farebbero di questo +sangue procacciatosi a prezzo di tanti delitti. +</p> + +<p class="foot"> +L'opinione più diffusa è che se ne giovino per mescolarlo +al pane azzimo od al vino di Pasqua; ma non manca chi +asserisce invece che con questo sangue si scrivano tre bollettini +magici che poi si pongono sul capo, sulla bocca e +nella mano destra delle donne prossime al parto per agevolare +l'opera della natura; altri pretende che a questo stesso +scopo le puerpere ebree tracannino addirittura sangue cristiano +in quanta maggior copia possono procurarselo; altri +ancora che col sangue dei fanciulli cristiani si componga un +farmaco destinato a cicatrizzare la ferita che si fa, circoncidendoli, +ai neonati ebrei; nè mancano coloro i quali pretendono +che questo sangue si impieghi nei riti nuziali, o +che con esso si aspergano i moribondi ebrei (una sanguinosa +parodia dell'Estrema Unzione!) pronunziando queste parole: +<i class="quo">“Se Gesù Cristo fu il vero Messia, che questo sangue di +un Cristiano, reso prezioso per virtù del suo Salvatore, +giovi ad espiazione dei tuoi peccati”</i>. Nella quale ultima +supposizione sono tali e tante le stranezze che non possiamo +altrimenti spiegarnela se non attribuendola ad un pazzo. +</p> + +<p class="foot"> +Nell'inverno dell'anno 1756 a Jampol (Podolia — Russia +Europea), essendosi trovato il cadavere di un uomo nel fiume, +gli Ebrei vennero accusati di averlo assassinato per scopo +rituale. Due Padri Gesuiti che colà trovavansi affermarono +che, nascendo gli Ebrei ciechi, per acquistare la vista, dovevano +ungere i propri occhi col sangue de' cristiani!! +</p> + +<p class="foot"> +Fu in seguito a questo fatto che l'em. A. cardinale Corsini, +scriveva, il 9 febbraio 1780, al Nunzio apostolico di +Polonia la lettera, che riferiamo fra documenti, dove, fra altre +cose, è detto: “<i class="quo">la mal fondata persuasione del volgo ch'ella</i> +(la nazione ebrea) <i class="quo">mischii sangue umano e specialmente +cristiano nell'impasto delle azimi</i>.” +</p> +</div> + +<div class="footnote"><a id="Fn_248"></a> +<p class="foot"><a href="#FNa_248"><span class="label">(248)</span></a> +L'autore di questa strana ipotesi è, sventuratamente, +un italiano, e, più sventuratamente ancora, un italiano nel +quale il molto, moltissimo ingegno non andò mai del paro +con l'elevatezza del carattere, F. D. Guerrazzi. +</p> + +<p class="foot"> +Lo scrittore livornese, nella prima edizione dell'<cite>Asino</cite> (Torino, +Franco, 1857, in 8º — Cap. <span class="sc num">ix</span>, pag. 200), +aveva scritto +queste testuali parole: “Questo vediamo praticato in diverse +guise o cibando le vittime umane già offerte a Dio ed +accettate da lui, come, fino a tutto il 1820, costumarono i +Benderusi, o gli azzimi intinti col sangue umano, come fecero +gli Ebrei, finchè lo poterono fare”. +</p> + +<p class="foot"> +Ed in nota aggiunge il Guerrazzi le seguenti parole: +</p> + +<p class="foot"> +“Che questo nei tempi barbari costumassero gli Ebrei +non sembra potersi revocare in dubbio; fra i moderni scrittori +ne parlano A. Mackiewitz (<em xml:lang="la">sic</em>) e Jacob il bibliofilo”. +</p> + +<p class="foot"> +Il prof. Levi di Vercelli si prese la scesa di capo di provare +all'illustre ex-triumviro, che egli si era fatto organo +di una volgare calunnia; ciò non pertanto il Guerrazzi non +si ritratta, ma, nella terza edizione (Torino, Seb. Franco e +Figli, 1859, in-16º — Cap. <span class="sc num">ix</span>, +pag. 173 e 174), ripete tutto +quanto aveva detto nella prima, compresa la storpiatura in +Mackiewitz del nome del grande poeta polacco e, quasi per +grazia, aggiunge alla nota succitata questa nuova insinuazione: +</p> + +<p class="foot"> +“Diligenti ricerche ci hanno chiarito come questa inumanità +non pure consentano, ma vietino le leggi ebraiche: +se qualche setta iniqua l'abbia praticata non è sicuro (<em>no, +on. Guerrazzi, è sicuro che</em> <em class="sc">nessuna</em> +<em>setta del giudaismo +la praticò mai</em>) e in ogni caso sarebbe fantasia e ferocia di +qualche uomo-belva, non punto rito di popolo”. +</p> +</div> + +<div class="footnote"><a id="Fn_249"></a> +<p class="foot"><a href="#FNa_249"><span class="label">(249)</span></a> +Se crediamo ad una corrispondenza che il <cite xml:lang="fr">Figaro</cite> di +Parigi riceveva da Vienna in occasione del processo di +Nyèregyhaza, questa credenza è ancora abbastanza diffusa, +persino a Vienna. Citiamo testualmente: +</p> + +<p class="foot"> +“Anche a Vienna incontrerete facilmente persone che vi +dicono coll'aria la più ingenua: Come, non lo sapete? tutti +gli anni a Pasqua allorquando gli Ebrei si accingono ad +impastare i loro pani rituali detti azimi, essi hanno l'abitudine +di aromatizzare uno di questi pani col sangue di +una vergine cristiana. Questo pane, sacro fra tutti gli +altri, serve a tutto il giudaismo, e se ne distribuiscono +dei pezzetti in tutta la superficie del mondo. +</p> + +<p class="foot"> +“Altri aggiungono che ogni anno la vergine viene fornita +da una comunità diversa. Si estrae a sorte, fra le varie +comunità, a chi spetti il dovere di rubare il fanciullo, di +proceder alla panificazione religiosa e di far pervenire agli +ortodossi del mondo intiero una briciola della sacrosanta +focaccia, profumata secondo le regole del Pentateuco e dotata +di quel sapore particolare che si vuole prescritto dal +Talmud; sicchè ora l'incarico spetta alla comunione di +Francoforte, ora a quella di Gerusalemme, di Parigi, di +Salonicco e via dicendo.” +</p> + +<p class="foot"> +Se così si pensa a Vienna, qual meraviglia che in Romania, +in Moldavia, in Russia, in Polonia, la stessa credenza persista +con tanta intensità che, dice uno scrittore russo, “allo avvicinarsi +della Pasqua il terrore dei contadini non è punto +simulato”? +</p> +</div> + +<div class="footnote"><a id="Fn_250"></a> +<p class="foot"><a href="#FNa_250"><span class="label">(250)</span></a> +È a notare, come bene osserva il Rohrbacher (<cite>Storia +della Chiesa</cite>, Torino, Marietti. Vol. <span class="sc num">i</span>, +pag. 374 e segg.), che +prima del trionfo del Cristianesimo i sacrifizi di umane vittime +erano comuni a quasi tutti i popoli barbari. Rimandando, +chi fosse vago di maggiori notizie, all'autore da noi citato, +ricorderemo soltanto che, al dire di Dione Cassio, nell'anno +708 a. u. c., l'ultimo della vita di Giulio Cesare, e men di +cinquanta anni prima della nascita di N. S., i pontefici ed +i sacerdoti di Marte sacrificarono ancora due uomini sul +Campo Marzio. Si era quindi lungi dal risentire in quei +tempi l'orrore che oggi tutti proviamo pei sacrifizi umani. +Non vi era quindi nessuna ragione al mondo perchè Giuseppe +negasse recisamente l'addebito, mosso agli Ebrei da Appione, +se fosse stato vero. +</p> + +<p class="foot"> +Quanto ai Cristiani essi non possono in alcun modo farsi +forti contro gli Ebrei delle parole di Appione e devono anzi +negarvi ogni fede, perocchè è evidente che, se gli Ebrei di +Palestina avessero praticato l'infame rito di cui parla Appione, +N. S. G. C. avrebbe primo levata la voce per stigmatizzare +l'orrenda pratica. Il silenzio del Divin Redentore su tale accusa +è, parci, la prova più evidente della menzogna di Appione. +</p> +</div> + +<div class="footnote"><a id="Fn_251"></a> +<p class="foot"><a href="#FNa_251"><span class="label">(251)</span></a> +Questo fatto è narrato da <span class="sc aut">Schwab</span>, +<cite>Storia degli Ebrei</cite> +recata in italiano dal Pugliese (Venezia 1870, pag. 69). Nè +il Basnage, nè il Graetz, nè altri storici da noi consultati +ne fanno menzione. +</p> +</div> + +<div class="footnote"><a id="Fn_252"></a> +<p class="foot"><a href="#FNa_252"><span class="label">(252)</span></a> +<span class="sc aut">Basnage</span>, +<cite xml:lang="fr">Hist. des Juifs</cite>, +<span class="sc num">vii</span>, 15, vol. 5, pag. 1771–2 +Cfr. <span class="sc aut">Salomon ben Virga</span>, +<cite xml:lang="la">Historia Judaica</cite>, pag. 78–92. +</p> +</div> + +<div class="footnote"><a id="Fn_253"></a> +<p class="foot"><a href="#FNa_253"><span class="label">(253)</span></a> +Questo fatto è narrato nella <cite xml:lang="la">Historia major</cite> +di Matthieu +Paris (m. nel 1259) che, come recenti studi hanno provato, +non fece, per tutto quanto è anteriore al 1235, che +copiare la <cite>Cronaca</cite> o <cite>Fiori di Storia</cite> +di Ruggiero di Wendoser, +monaco benedettino al pari di Matthieu. Il Matthieu +narra che il bambino prima di essere crocifisso fu circonciso, +e questo basta a provare l'assurdità di tutto il racconto. Di +fatti, una volta circonciso, il bambino diventava ebreo, ed una +volta ebreo, perchè mai i suoi correligionari l'avrebbero immolato? +</p> +</div> + +<div class="footnote"><a id="Fn_254"></a> +<p class="foot"><a href="#FNa_254"><span class="label">(254)</span></a> +Gli Ebrei, cacciati nel 1290, da Edoardo I, dall'Inghilterra, +non vi rientrarono che sotto il protettorato di Cromwell. +In questa occasione varii libelli contro gli Ebrei vennero +pubblicati allo scopo di indurre il Lord protettore a recedere +dalle benevoli disposizioni che aveva mostrato verso di loro. +Un dottissimo ebreo portoghese, Menassè ben Israel — autore +di opere lodatissime (per una delle quali <cite>Piedra Gloriosa +o de la estatua de Nebuchadnesar</cite>, Paolo Rembrandt non disdegnò +di eseguire quattro incisioni) che fu amico intimo dei +Vossii, del Barleo, dell'Episcopio, del Grozio, di quanti, insomma, +uomini eminenti gli furono contemporanei — mandò +alla stampa un opuscolo: <cite xml:lang="la">Vindiciae Judaeorum or a Letter in +answer to certain questions on the nation of the Jews</cite>, Londra, +1756. In questo opuscolo, inteso a scagionare gli Ebrei +da varie accuse che contro loro si movevano, dimostra, con +forti argomenti, come sia calunniosa l'imputazione di cui ci +occupiamo. Fa rilevare che gli Ebrei, assai peggio trattati +in Oriente che in Occidente, dovrebbero, se avessero tale orribile +rito, giovarsi del sangue dei Mussulmani, più atroci +loro nemici che non fossero i Cristiani, mentre nessuna accusa +di questo genere venne mai loro rivolta. Infine il dottissimo +uomo aggiunge: “Se quanto ho detto non basta ancora +a <em>scolparci</em>, giacchè tutto si riduce soltanto a negare, +senza produrre testimoni, mi vedo, nell'obbligo di ricorrere +ad altro mezzo di giustificazione che il Signore, benedetto +eternamente, ci ha prescritto in simili casi (<cite>Esodo</cite>, +<span class="sc num">xxii</span>): +intendo parlare del <cite>Giuramento</cite>. Io giuro dunque con tutta +la sincerità del mio cuore per il <em>Dio Altissimo</em> che ha +creato il Cielo e la Terra e che ha dato la <em>Legge</em> al <em>Popolo +d'Israele</em> sul monte <em>Sinai</em>, che fino ad oggi non ho +veduto infamie consimili fra il popolo d'Israele, e che essi +non vi sono obbligati a farlo nè per legge divina, nè per +comando degli avi, e che mai le hanno commesse, nè tentato +commetterle, e ciò dico perchè mai ne fui informato +da chicchessia, nè lessi coteste cose in alcun rituale ebraico. +Se io mentisco in ciò, possano cadere su di me tutte le +maledizioni delle quali si parla nel <cite>Levitico</cite> e nel +<cite>Deuteronomio</cite>, +e possa io non vedere mai le benedizioni e consolazioni +di Sion e non raggiungere il Risorgimento dei +Morti”. +</p> + +<p class="foot"> +Per non dover ritornare su questo argomento aggiungeremo +che il celebre filosofo Mendelsohn (1729–1786), pubblicando +la traduzione dell'opuscolo di Menassè ben Israel, rinnovò +per suo conto tale giuramento. +</p> +</div> + +<div class="footnote"><a id="Fn_255"></a> +<p class="foot"><a href="#FNa_255"><span class="label">(255)</span></a> +<span class="sc aut">Wadding</span>, +<cite xml:lang="la">Annales Minorum</cite>, <span class="sc num">xiv</span>, +pag. 132 e segg. +</p> + +<p class="foot"> +A proposito di questo fatto, il più clamoroso, forse, fra +quanti ne vennero addebitati agli Ebrei, ci piace riportare +quanto scriveva il dottissimo <a href="#francerco">Francerco Gar</a>, +negli Annali del +Principato Ecclesiastico di Trento, da lui annotati dall'anno +1022 al 1540, compilati sui documenti da Francesco Felice +degli Alberti, vescovo e principe, Trento 1860. +</p> + +<p class="foot"> +“Noi abbiamo creduto debito nostro di riferire fedelmente +ciò che l'Annalista Alberti, canonico e poi vescovo di Trento, +registrava, intorno questa orribile tragedia, della quale dai +fanatici si sarebbe tentata la ripetizione anche ai dì nostri +(<em>alludesi al processo di Badia di cui parleremo più sotto</em>), +se a tali feroci delirii non avessero posto freno la voce della +ragione e il sentimento dell'umanità.” +</p> + +<p class="foot"> +A mostrare come tutto quel processo non meriti fede, diremo +soltanto come fra le pretese confessioni estorte agli +Ebrei dalla tortura siavi anche questa, che essi nell'uccidere +il fanciullo pronunziassero queste parole: +<i class="quo" xml:lang="und">Tolle Jesse misrà +elle parichief elle passussen pegnalem</i> che avrebbero dovuto +significare: “Noi facciamo morire questi della morte di Gesù +Dio dei Nazareni, che è nullità; così si perdano i nostri +nemici per sempre.” Ora, malgrado l'istituzione ordinata +da Clemente V di cattedre di lingua ebraica, questa lingua +nel 1475, era ancora assai poco conosciuta dai Cristiani, sicchè +quelle parole dovettero essere inventate a capriccio mentre +è certo che non appartengono nè alla lingua ebraica nè a +nessuna delle lingue parlate nel Trentino. +</p> + +<p class="foot"> +Del resto questo processo sembrò dubbio anche ai contemporanei. +Quando col pretesto del fatto di Trento alcuni predicatori +vollero suscitare la plebe a fare man bassa sugli +Ebrei, anche nel territorio della Repubblica veneta, il Doge e +il Senato per reprimere lo scandalo ordinarono ai magistrati di +Padova <i class="quo">di trattare gli Ebrei come gli altri sudditi, e impedire +ogni violenza, perchè quell'accusa sembrava loro una +calunnia inventata ad arte per certi fini, che il Senato non +voleva indagare</i>. (Ordinanza del Doge Pietro Mocenigo in +data 22 aprile 1475). +</p> +</div> + +<div class="footnote"><a id="Fn_256"></a> +<p class="foot"><a href="#FNa_256"><span class="label">(256)</span></a> +Già stampato per cura dei signori comm. Barozzi, +comm. Berchet, cav. prof. ab. Fulin e cav. Stefani. +</p> +</div> + +<div class="footnote"><a id="Fn_257"></a> +<p class="foot"><a href="#FNa_257"><span class="label">(257)</span></a> +<i>San Sten.</i> Ora San Stin, cioè S. Stefano confessore, +detto volgarmente S. Stefanino, per distinguerlo da S. Stefano +protomartire (V. <span class="sc aut">Tassini</span>, +<cite>Curiosità veneziane</cite>). +</p> +</div> + +<div class="footnote"><a id="Fn_258"></a> +<p class="foot"><a href="#FNa_258"><span class="label">(258)</span></a> +Cioè 1480. +</p> +</div> + +<div class="footnote"><a id="Fn_259"></a> +<p class="foot"><a href="#FNa_259"><span class="label">(259)</span></a> +<span class="sc aut">Damas</span>, +<cite xml:lang="fr">Paroles de défense par M. le D.</cite> +<span class="sc aut">Zunz</span> in +<cite xml:lang="fr">Archives Isr.</cite> Paris, vol. +<span class="sc num">i</span>, pag. 429. +</p> +</div> + +<div class="footnote"><a id="Fn_260"></a> +<p class="foot"><a href="#FNa_260"><span class="label">(260)</span></a> +Notiamo di sfuggita che il popolo ebreo fu forse l'unico +dell'antichità, cui fosse ignota la tortura che doveva poi +straziare le membra di tanti infelici israeliti, e notiamo ancora, +che i signori Montefiori e Cremieux, recatisi al Cairo +nel 1840, per ottenere, da Mohamed Alì, giustizia a favore +dei loro correligionari di Damasco, dopo averla ottenuta, non +seppero far miglior uso della influenza guadagnata sull'animo +del Vicerè che di chiedergli abolisse per sempre la tortura +nei suoi Stati. (V. <cite xml:lang="fr">Archives Isr.</cite> +Paris, vol. <span class="sc num">i</span>, pag. 612). +</p> +</div> + +<div class="footnote"><a id="Fn_261"></a> +<p class="foot"><a href="#FNa_261"><span class="label">(261)</span></a> +Pei dilettanti di riscontri storici segnaliamo qui un altro +caso in cui gli Ebrei ebbero a soffrire per le calunnie di un +figlio contro il proprio padre. Già nell'anno 66 dopo G. C., ad +Antiochia, un ebreo snaturato avendo accusato il proprio padre +e parecchi suoi correligionari d'aver volato appiccare il fuoco +alla città durante la notte, si credette necessario alla pubblica +sicurezza di uccidere gli autori di così scellerato progetto. +(<span class="sc aut">Basnage</span>, <cite>Op. cit.</cite>, +cap. <span class="sc num">viii</span>, +vol. <span class="sc num">i</span>, pag. 229). +</p> +</div> + +<div class="footnote"><a id="Fn_262"></a> +<p class="foot"><a href="#FNa_262"><span class="label">(262)</span></a> +Anche di questo giudice istruttore, Bary, la succitata +corrispondenza del <cite xml:lang="fr">Figaro</cite> +ci fa un singolare ritratto. Eccolo: +“Questo signore si siede durante il pubblico dibattimento +in un punto della sala dal quale tutti i testimoni sono +obbligati a passare, li intimida col gesto, collo sguardo, e +siccome gode le simpatie del Presidente, gli avvocati non +giunsero ancora a farlo espellere dalla sala.” Si noti che +la corrispondenza da cui abbiamo tolto queste notizie è, per +la sua intonazione generale, tutt'altro che favorevole agli +Ebrei, che essa accusa, fra le altre cose, di possedere +<i class="quo" xml:lang="fr">certaines +capacités d'accaparer, contre lesquelles les paysans sont +presque sans défense</i>. +</p> +</div> + +<div class="footnote"><a id="Fn_263"></a> +<p class="foot"><a href="#FNa_263"><span class="label">(263)</span></a> +In una epoca come la nostra, nella quale si è sempre +tanto proclivi ad accusare di ogni nefanda impresa il clero +cattolico, ci piace riprodurre, e far nostre, le seguenti parole +con cui si chiude un opuscolo che abbiamo sott'occhi <cite xml:lang="fr">Les +Juifs et la Hongrie devant l'Europe, par</cite> +<span class="sc aut">M. M. Morel</span>. +(Paris, s. a.): “La nostra ultima osservazione sarà per scagionare +il partito cattolico ungherese da ogni partecipazione +nella persecuzione contro gli Ebrei. Questa venne +organizzata dai corifei di quel partito protestante che +spinse l'Ungheria a diventare l'avanguardia della gran +Germania sul Basso Danubio e in Oriente.” +</p> +</div> + +<div class="footnote"><a id="Fn_264"></a> +<p class="foot"><a href="#FNa_264"><span class="label">(264)</span></a> +È bensì vero che a Prato venne pubblicato mesi addietro +un libello nel quale, collo appoggio delle pretese rivelazioni +di un Rabbino moldavo, convertito all'ortodossia +greca, si ribadisce contro gli Ebrei la sconcia accusa. Dimostreremo +a suo luogo la nessuna serietà di quell'immondo +libello. +</p> +</div> + +<div class="footnote"><a id="Fn_265"></a> +<p class="foot"><a href="#FNa_265"><span class="label">(265)</span></a> +L'opuscolo cui accenniamo ha tanto maggior importanza +in quanto che l'autore vi si chiarisce tutt'altro che amico +dei suoi antichi correligionari. Aloisio di Sonnenfels era figlio +del primo Rabbino di Berlino e di tutto l'Elettorato di +Brandeburgo ed, indirizzato dal padre al Rabbinato, avrebbe +avuto agio di apprendere ogni segreto della religione ebraica, +se questa avesse segreti, invece nell'opuscolo succitato egli +scrive queste precise parole: “Chiamo Iddio in testimonio, +in coscienza dell'anima mia, che non vi è al mondo, nè vi +è stata, calunnia più nera di questa”. Il Sonnenfels adduce +in questo suo opuscolo un argomento che ci piace far +nostro. Egli dice: “Se gli Ebrei avessero d'uopo di sangue +cristiano pei loro riti, perchè, anzichè arrischiare la vita per +procurarselo, non lo comprerebbero con un po' di denaro dai +flebotomi, negli ospitali, ecc.? Eppure non si è mai visto un +Ebreo fare di siffatti acquisti!” +</p> +</div> + +<div class="footnote"><a id="Fn_266"></a> +<p class="foot"><a href="#FNa_266"><span class="label">(266)</span></a> +Il Rev. Alessandro Mac Caul (1799–1866) non nacque +ebreo, ma protestante. Fu dottissimo ebraizzante e professore +di ebraico nel R. Collegio di Londra. Dimorò molti anni in +Varsavia come capo della missione protestante per la conversione +degli Ebrei. Lo comprendiamo fra i neofiti perchè nell'opuscolo +<cite xml:lang="en">Reasons for believing that the Charge lately revived +against the Jewish People is a Baseless Falsehood</cite>, +scritto da lui, in occasione del fatto di Damasco, per difendere +gli Ebrei, reca una dichiarazione di molti Ebrei convertiti +a sua cura. +</p> +</div> + +<div class="footnote"><a id="Fn_267"></a> +<p class="foot"><a href="#FNa_267"><span class="label">(267)</span></a> +<span class="sc aut">Neander</span> (Giovanni Augusto Guglielmo), uno fra' più +eminenti scrittori di Storia Ecclesiastica di questi ultimi +tempi, nacque addì 16 genn. 1789 a Gottinga da genitori +ebrei; si chiamava propriamente Davide Mendel, ricevette +dalla madre un'educazione devota, frequentò il ginnasio ed +il <cite xml:lang="de">Johanneum</cite> d'Amburgo, si fece +battezzare nel 1806, nella +qual occasione cambiò nome, e studiò poi teologia ad Halle +e Gottinga. Nel 1811 diede gli esami ad Eidelberga e vi fu +nominato professore di teologia, si trasferì tuttavia quello +stesso anno a Berlino, dietro invito di quella Università; ed +ivi Neander, efficacissimo propugnatore della cosidetta “teologia +pettorale”, rivestì le cariche di professore ordinario +di teologia, consigliere dell'Alto Concistoro, membro del Concistoro +della provincia di Brandeburgo e membro della R. Accademia +delle Scienze. Morì a Berlino il 14 luglio 1850. +</p> + +<p class="foot"> +Fra le sue numerose opere sono da notarsi: +</p> + +<p class="foot"> +<cite xml:lang="de">Ueber den Kaiser Julianus und sein Zeitalter</cite> +(Lipsia, 1812; 2ª ed. Gotha, 1867); +<cite xml:lang="de">Der heil. Bernhard und sein Zeitalter</cite> +(Berlino, 1813, 3ª ed. 1865); <cite xml:lang="de">Genetische Entwickelung der +vornehmsten gnostischen Systeme</cite> (ivi, 1818); +<cite xml:lang="de">Der heil. +<a id="uad"></a>Johannes +Chrysostomus und die Kirche in dessen Zeitalter</cite> +(ivi, 1821–22, 2 vol.; 3ª ed. 1849); +<cite xml:lang="de">Denkwürdigkeiten aus der +<a id="des"></a>Geschichte des Christenthums und des christlichen Lebens</cite> +(ivi, 1822–24, 3 vol.; 4ª ed. 1866); +<cite xml:lang="de">Antignosticus, Geist +des Tertullian</cite> (ivi, 1826, 2ª ed. 1849); +<cite xml:lang="de">Allgemeine Geschichte +der christlichen Religion und Kirche</cite> (Amburgo 1825–52, +6 vol. in 11 sezioni; 4ª ed. Gotha, 1863–65, 9 vol.); +<cite xml:lang="de">Kleine Gelegenheitsschriften</cite> +(Berlino, 1824, 3ª ed. 1829); +<cite xml:lang="de">Geschichte +der <a id="pflangung"></a>Pflanzung und Leitung der christlichen Kirche durch +die Apostel</cite> (ivi, 1832–33, 2 vol.; 5ª ed. 1862); +<cite xml:lang="de">Das Leben +Jesu in seinem geschichtlichen Zusammenhang</cite> (ivi, 1837, +7ª ed. 1873). +</p> + +<p class="foot"> +Jacobi pubblicò le sue +<cite xml:lang="de">Wissenschaftlichen Abhandlungen</cite> +(Berlino, 1851) come pure la sua +<cite xml:lang="de">Christliche Dogmengeschichte</cite> +(ivi, 1857, 2 vol.), Beyschlag il suo +<cite xml:lang="de">Kommentar zu den Briefen +an die Korinther</cite> (ivi, 1859), Messner le sue +<cite xml:lang="de">Vorlesungen +über Katholicismus und Protestantismus</cite> (ivi, 1863) ed anche +la sua <cite xml:lang="de">Geschichte der christlichen Ethik</cite> (ivi, 1864). +</p> + +<p class="foot"> +Una raccolta delle sue opere si è pubblicata a Gotha. +Krabbe (Amburgo, 1852) e Rauh (Elberfeld, 1865) scrissero +la sua vita. +</p> +</div> + +<div class="footnote"><a id="Fn_268"></a> +<p class="foot"><a href="#FNa_268"><span class="label">(268)</span></a> +<span class="sc aut">Biesenthal</span> Giovanni Enrico, dotto ebraizzante, +nacque +nel 1804, nel ducato di Posen, da una famiglia ebrea, fece +studi profondi sul Talmud e si convertì al cristianesimo. Si +stabilì a Berlino come agente della società di Londra per +la conversione fra gli Ebrei. Fra le sue opere citeremo: +<cite>Dizionario ebraico-latino</cite>, 1840; +<cite>Storia della chiesa cristiana +nei primi tre secoli desunta dalle fonti talmudiche</cite>, 1851; +<cite>Commentario su San Luca</cite>, in ebraico talmudico, 1851; +<cite>Epistola di San Paolo ai Romani ed agli Ebrei</cite>, con commentario +rabbinico (1853–57). Rivide inoltre con J. C. Reichardt +la versione ebraica del nuovo testamento. +</p> +</div> + +<div class="footnote"><a id="Fn_269"></a> +<p class="foot"><a href="#FNa_269"><span class="label">(269)</span></a> +<span class="sc aut">Jac. Tugendhold</span> fu censore in Varsavia e +pubblicò, in +ebraico ed in polacco, un'opera (Varsavia, 1844, in-8º), che +contiene una raccolta di passi, ricavati da recenti ed antiche +opere, circa il modo di regolarsi con persone di altra credenza. +Si ha pure di lui un opuscolo (Berlino, 1858, in-8º di pag. 90) +<cite xml:lang="de">Der alte Wahn vom Blutgebrauch der Israeliten +am Osterfest</cite> +(che tratta appunto del preteso uso del sangue cristiano +nei riti ebraici). Giova però avvertire che questo opuscolo +fu tradotto in tedesco da uno che si dichiara amico della +verità (<cite xml:lang="de">von einem Freunde der Wahrheit</cite>) +ed è un estratto +dell'opera in polacco di detto Tugendhold, appellata <cite xml:lang="pl">Obrone +Israelitow</cite>, ecc., Varsavia, 1831. +</p> + +<p class="foot"> +Anche il Tugendhold nacque israelita. +</p> +</div> + +<div class="footnote"><a id="Fn_270"></a> +<p class="foot"><a href="#FNa_270"><span class="label">(270)</span></a> +Veggasi per tutto quanto è detto sopra delle negazioni +opposte alla accusa da Ebrei convertiti la <cite>Real Enciclopedia +per Bibbia e Talmud</cite> del <span class="sc aut">D. J. Hamburgher</span>, +Strelitz, 1883; +parte <span class="sc num">ii</span>, a. v. +<cite xml:lang="de">Zurückweisung der Blutbeschuldigung</cite>, pagina +1318–1319. +</p> +</div> + +<div class="footnote"><a id="Fn_271"></a> +<p class="foot"><a href="#FNa_271"><span class="label">(271)</span></a> +<a href="#tit-20">Un brano</a>, ancor più concludente, del Wagenseil, riferiamo +tra i documenti. +</p> +</div> + +<div class="footnote"><a id="Fn_272"></a> +<p class="foot"><a href="#FNa_272"><span class="label">(272)</span></a> +<cite>Civiltà Cattolica</cite>. Vol. <span class="sc num">v</span>, pag. 229. +</p> +</div> + +<div class="footnote"><a id="Fn_273"></a> +<p class="foot"><a href="#FNa_273"><span class="label">(273)</span></a> +<cite class="sc" xml:lang="fr">Factum servant de réponse au livre intitulé</cite>: +<cite xml:lang="fr">Abrégé du procès fait aux Juifs de Metz</cite> (pag. 11). +</p> + +<p class="foot"> +Riccardo Simon (1638–1712) fu celebre critico e scrittore +di cose religiose; la sua maggior celebrità è dovuta alla sua +<cite>Storia critica del vecchio e del nuovo testamento</cite>, per la +quale ebbe a sostenere una guerra atroce da parte del +Bossuet. +</p> + +<p class="foot"> +La difesa, che il padre Simon scrisse a favore di Raffaele +Levi, fu la prima sua pubblicazione che levasse qualche rumore. +Sarebbe però assolutamente erroneo il giudicare il Simon un +giudeofilo; combattendo la stolta accusa egli non obbediva +che a quei sentimenti d'onestà ch'eran in lui connaturali. Le +seguenti parole lo provino: +“Io so, egli scriveva in tale proposito, che tale nazione +ci odia mortalmente, ma noi dobbiamo mostrarle come pratichiamo +verso di lei la massima del Vangelo che ci comanda +di amare i nemici nostri”. +</p> +</div> + +<div class="footnote"><a id="Fn_274"></a> +<p class="foot"><a href="#FNa_274"><span class="label">(274)</span></a> +<cite>Civiltà Cattolica</cite>, XI serie, vol. 7, pag. 474. +</p> +</div> + +<div class="footnote"><a id="Fn_275"></a> +<p class="foot"><a href="#FNa_275"><span class="label">(275)</span></a> +<span class="sc aut">Raynald</span>, <cite>Ann. Eccl.</cite>, +tomo <span class="sc num">xiii</span>, a. 1235, n. 20; e +1236, n. 48. +</p> +</div> + +<div class="footnote"><a id="Fn_276"></a> +<p class="foot"><a href="#FNa_276"><span class="label">(276)</span></a> +<span class="sc aut">Raynald</span>, <cite>op, cit.</cite>, n. 84. +</p> +</div> + +<div class="footnote"><a id="Fn_277"></a> +<p class="foot"><a href="#FNa_277"><span class="label">(277)</span></a> +Anche il popolo talvolta rese giustizia agli Ebrei. +<span class="sc aut">Victor Tissot</span> nel suo libro +<cite xml:lang="fr">Les Prussiens en Allemagne</cite> +(Paris, Dentu) ci narra a pag. 56: “Due lampade d'oro, sospese +alla volta della Sinagoga di Worms, ardono da sette +secoli in memoria di due cristiani che si fecero ammazzare per +salvare dal furor popolare alcuni ebrei accusati di aver mangiato +dei bambini. Ancora attualmente si celebra un servizio +funebre nel giorno anniversario della loro morte.” Forse da +questo tributo di gratitudine ha origine il proverbio popolare +tedesco che suona: <i class="quo">Ebrei di Vorms, buona gente</i>. +</p> +</div> + +<div class="footnote"><a id="Fn_278"></a> +<p class="foot"><a href="#FNa_278"><span class="label">(278)</span></a> +Nella stessa seduta, l'illustre statista inglese proclamava +che gli Ebrei in tutti i paesi in cui vissero si sono +sempre conciliati la stima generale e la benevolenza dei loro +simili mercè la loro condotta ed il loro tenor di vita. +</p> +</div> + +<div class="footnote"><a id="Fn_279"></a> +<p class="foot"><a href="#FNa_279"><span class="label">(279)</span></a> +Le personalità ci ripugnano; ma vi sono casi nei +quali lo smascherare disonesti avversari diviene un dovere. +E, che l'articolaio della <cite>Civiltà Cattolica</cite> sia, letterariamente +almeno, disonesto, lo prova a luce meridiana il seguente +fatto. Nel quaderno del 3 marzo 1883 l'articolaio si è messo +in testa di provare (<em xml:lang="la">risum teneatis</em>), colla scorta delle +profezie, che gli Ebrei abbiano una malattia speciale. La sua +corta intelligenza non gli ha permesso di comprendere che +<em>le malattie</em>, <em>le piaghe</em> che Mosè minaccia agli Ebrei +(<cite>Deut.</cite> +<span class="sc num">xxviii</span>, 61. Cfr. <cite>Salmo</cite> +<span class="sc num">xliv</span>, e <span class="sc num">lxxiv</span>) +sono appunto le +calunnie orribili che scrittori senza fede e senza coscienza +scagliano contro di loro e le persecuzioni atroci che ne sono +conseguenza, <em>malattie e piaghe</em> di cui però Ezechiele +(<span class="sc num">xxvi</span>, +13–15) ha anche predetto la fine. Ciò non comprendendo l'articolaio +e volendo dimostrare che una malattia speciale affligge +gli Ebrei, è andato a scavar fuori una dotta memoria +di un medico francese, il dott. Fernando Castelain, +<cite xml:lang="fr">La circoncision +est-elle utile?</cite> e siccome intendeva giovarsi di questa +memoria contro gli Ebrei, impudentemente e scientemente +mentendo, comincia dall'affermare che il Castelain sia ebreo. +Dopo di che, con quella buona fede che gli è speciale, l'autore +fa dire al dott. Castelain, che vi è +<i class="quo" xml:lang="fr">une maladie très repandue +chez les Juifs</i>, sciocchezza che l'autore, non ebreo ma cattolico +apostolico romano, non si è mai sognato di dire, avendo +egli soltanto affermato che gli Ebrei <i class="quo">allorchè vivevano nei +loro paesi</i> (cioè venti e più secoli addietro) andavano soggetti +ad una speciale malattia, prodotta dal clima, per antivenire +la quale venne loro ordinata la circoncisione. +</p> + +<p class="foot"> +Ribadiamo quindi sul viso all'articolaio l'accusa di disonestà +letteraria, e siccome egli veste un abito che non gli +consente di chiedere una di quelle riparazioni che s'usano +fra gentiluomini, glie ne offriamo una di altro genere, e lo +preghiamo di dichiarare nella <cite>Civiltà Cattolica</cite> se la accetta, +o meno. Depositi egli nelle mani dell'Eminentissimo Alimonda +mille lire, diecimila ne depositeremo noi. Se il dott. Castelain +è ebreo, le nostre diecimila lire andranno a beneficio di quell'Opera +pia che l'articolaio designerà, se è cristiano designeremo +noi l'Opera pia cui andranno le mille del reverendo +articolaio. Ben inteso che nel primo caso faremo ammenda +onorevole e gli chiederemo scusa di ogni nostra parola men +che cortese, nel secondo ci riserbiamo il diritto di proclamarlo, +sempre e dovunque, mentitore e calunniatore. Egli non +accetterà però la scommessa perchè sa che provare la menzogna +ci sarebbe facile, ma si trincererà dietro la pretesa +sua buona fede, perchè crederà più difficile possiamo riunir +prove contro di questa. Vogliamo dargli, perciò, qui, un buon +consiglio. Non invochi per carità l'attenuante della buona +fede; potrebbe pentirsene ed amaramente pentirsene. O taccia, +o dica: ho calunniato; sarà meglio per lui. +</p> +</div> + +<div class="footnote"><a id="Fn_280"></a> +<p class="foot"><a href="#FNa_280"><span class="label">(280)</span></a> +<cite>Op. cit.</cite>, vol. <span class="sc num">iii</span>, pag. 62, col. 1. +</p> +</div> + +<div class="footnote"><a id="Fn_281"></a> +<p class="foot"><a href="#FNa_281"><span class="label">(281)</span></a> +<cite class="sc">Gen.</cite>, <span class="sc num">ix</span>, +4 e segg. — <cite class="sc">Lev.</cite>, +<span class="sc num">iii</span>, 17; <span class="sc num">vii</span>, 26 e 27; +<span class="sc num">xvii</span>, 12, 14; <span class="sc num">xix</span>, +26. — <cite class="sc">Deut.</cite>, +<span class="sc num">xii</span>, 16, 23–25; +<span class="sc num">xv</span>, 23. +Cfr. <cite class="sc">I. Samuele</cite>, <span class="sc num">xiv</span>, +32, 33 e 34. — <cite class="sc">Ezecchiele</cite>, +<span class="sc num">xxxiii</span>, +25. — Che questi precetti biblici fossero rigorosamente osservati +dagli Ebrei ci è poi provato dagli <cite>Atti degli Apostoli</cite>, +<span class="sc num">xv</span>, 28 e 29, nè poteva essere altrimenti +se ricordiamo +Maimonide aver lasciato scritto non esservi vera interpretazione +della Bibbia se non quella che non si allontana dal +senso naturale. Anche il Medici, acerbo nemico del nome giudaico, +conferma in due luoghi questa ripugnanza degli Ebrei +pel sangue. A pag. 72 della più volte citata sua opera scrive: +“Si astengono parimenti dal sevo di Bue, di Capra e di +Agnello e da qualsivoglia sorta di sangue, e di animale. +Per non mangiare il detto sangue, scannan la bestia con +molte loro superstizioni . . . . . +Avanti di cuocere la carne +la tengono per lo spazio di un'ora nel sale acciocchè esca +tutto il sangue e poscia la lavano con diligenza.” E più +innanzi a pag. 82: “Circa la proibizione del sangue è necessario +sapere che in molti luoghi della Scrittura Iddio +l'ha proibito.” +</p> +</div> + +<div class="footnote"><a id="Fn_282"></a> +<p class="foot"><a href="#FNa_282"><span class="label">(282)</span></a> +<span class="sc aut">Levi</span>, <cite>op. cit.</cite>, pag. 431. Cfr. +<cite class="sc">Talmud Pesachin</cite>, +fol. 35. +</p> +</div> + +<div class="footnote"><a id="Fn_283"></a> +<p class="foot"><a href="#FNa_283"><span class="label">(283)</span></a> +<cite class="sc">Rabot</cite>, fol. 290, 2. +</p> +</div> + +<div class="footnote"><a id="Fn_284"></a> +<p class="foot"><a href="#FNa_284"><span class="label">(284)</span></a> +Luisa Lateau, la famigerata stigmatizzata di Bois +d'Haine nel Belgio, la quale ogni venerdì pretendeva soffrire +i dolori della Passione di N. S. e sudava sangue dalle stimmate!! +</p> +</div> + +<div class="footnote"><a id="Fn_285"></a> +<p class="foot"><a href="#FNa_285"><span class="label">(285)</span></a> +<span class="sc aut">Rohrbacher</span>, <cite>Storia universale della Chiesa +Cattolica</cite>. +Torino, Marietti, 1869, vol. <span class="sc num">vi</span>, pag. 558. +</p> +</div> + +<div class="footnote"><a id="Fn_286"></a> +<p class="foot"><a href="#FNa_286"><span class="label">(286)</span></a> +Anche nell'epidemia colerica di questo anno fatti simili +si ebbero a deplorare, non soltanto in Marsiglia, ma +anche nel nostro Piemonte. (Cfr. un carteggio da Cuneo, +31 luglio 1884, nella <cite>Gazzetta Piemontese</cite>). +</p> +</div> + +<div class="footnote"><a id="Fn_287"></a> +<p class="foot"><a href="#FNa_287"><span class="label">(287)</span></a> +Lo scopo per cui si ordiscono simili infami calunnie +contro gli Ebrei è sempre un solo: il saccheggio. Chi avesse +d'uopo di nuove prove per esserne convinto legga quanto +scrivevasi da Pietroburgo, 30 giugno 1884, alla <cite>Gazzetta +Piemontese</cite>: +</p> + +<p class="foot"> +“Eccovi ulteriori ragguagli sulla sommossa antisemitica che +ebbe luogo il diciannove del corrente mese nella popolosa +Nijni-Novgorod. +</p> + +<p class="foot"> +“Verso le otto di sera di quel giorno si sparse la voce, +nel sobborgo di Konovino, posto sulla riva sinistra dell'Oka, +che gli Ebrei si erano impossessati d'un ragazzo e +lo avevano nascosto nella sinagoga. Una folla immensa si +raccolse tosto nei pressi dell'oratorio israelitico e cominciò +a gridare: <i class="quo">Morte agli ebrei!</i> +</p> + +<p class="foot"> +“La polizia del sobborgo essendo insufficiente per numero +a calmare e disperdere la folla, mandò per soccorsi in città. +Questi soccorsi però, mancando un ponte permanente sull'Oka, +ritardarono ad arrivare, e la folla, spinta da alcuni +facinorosi, ebbe campo a sfogare l'ingiusta ira contro gli +Ebrei e le loro sostanze. +</p> + +<p class="foot"> +“Afferrato un giovane israelita, che in quel punto passava +per la via, la plebaglia lo bastonò a sangue. La folla +corse quindi alla sinagoga, ne ruppe i vetri e le porte e +la invase. Gl'israeliti addetti al servizio del tempio, che +si erano rifugiati nelle soffitte, vennero tratti dal loro nascondiglio +e battuti ancor essi. +</p> + +<p class="foot"> +“Mentre tali valentie si compivano nella sinagoga, un +altro centinaio di quei furibondi invase la casa d'un israelita +impresario di costruzioni. La casa venne saccheggiata +e gli abitanti assaliti a colpi di bastone e di pietre. Sei +altre case furono demolite ed alcune altre saccheggiate. +</p> + +<p class="foot"> +“Nove israeliti caddero vittime di quei forsennati. Questi +disgraziati non poterono opporre alcuna resistenza, poichè +a Konovino le famiglie israelite non oltrepassano la dozzina, +mentre il numero dei loro assalitori saliva a parecchie +centinaia. +</p> + +<p class="foot"> +“La folla abbandonò l'inonorato campo delle sue prodezze +all'arrivo della truppa, che operò centocinquanta +arresti. +</p> + +<p class="foot"> +“Il procuratore generale Murawief è partito da Pietroburgo +per Nijni-Novgorod per istruire il processo. +</p> + +<p class="foot"> +“Questa volta pare sul serio che il Governo intenda dare +agli antisemiti un esempio salutare. Sarebbe ora!” +</p> + +<p class="foot"> +La <cite xml:lang="de">Wiener Abend Zeitung</cite> ha da Pietroburgo 2 agosto, +che, chiusa l'inchiesta preliminare per questi fatti, vennero +chiamati a risponderne 109 persone, divise in 46 gruppi. Il +processo avrà luogo in settembre davanti all'autorità militare. +</p> +</div> + +<div class="footnote"><a id="Fn_288"></a> +<p class="foot"><a href="#FNa_288"><span class="label">(288)</span></a> +Anche Mosè cedette alle idee dei tempi, non senza +però aver contro di esse reagito quanto più poteva; restrinse +però di assai i sacrifizi, proibì gli umani ed ordinò che gli +altri non si facessero se non nel tempio, presago quasi che +un giorno la distruzione del tempio, trascinerebbe seco la +fine di ogni effusione di sangue. +</p> +</div> + +<div class="footnote"><a id="Fn_289"></a> +<p class="foot"><a href="#FNa_289"><span class="label">(289)</span></a> +<cite xml:lang="fr">Mœurs des Chrétiens</cite>, +cap. <span class="sc num">xiii</span>. Lo stesso Fleury, +nella sua <cite xml:lang="fr">Histoire Ecclésiastique</cite>, +dà prova, in questa questione, +di una grande e rara imparzialità. +</p> + +<p class="foot"> +Nel libro <span class="sc num">lxxiii</span>, cap. 40 +(ed. Avignone 1777, vol. <span class="sc num">x</span>, +pag. 555) dopo aver riferito vari fatti di questo genere, addebitati +agli Ebrei nel XII secolo, scrive: “Je ne vois point +que jusque-là on ait formé contro les Juifs de telles accusations, +qui devinrent très frequentes depuis. Les Juifs prétendent +que ce sont des calomnies: mais pourquoi les chrétiens +les auroient ils avancées en ce temps plutôt qu'en un autre, +s'il n'y avoit eu quelque fondement?” Evidentemente il sostituto +del buon Fénélon scrivendo queste parole era convinto +che qualche cosa di vero ci fosse nell'accusa mossa agli +Ebrei; ma egli progredisce nella sua opera e giunto al secolo +<span class="sc num">xiii</span> si imbatte in nuovi fatti congeneri +addebitati agli +Ebrei, non manca, è vero, di riferirli nel libro +<span class="sc num">lxxxviii</span>, +cap. 40 (vol. <span class="sc num">xii</span>, pag. 177 e segg. +dell'ed. succitata) ma +evidentemente pentito di quanto aveva scritto nel volume +precedente, fa seguire la narrazione di tali fatti da questa +dichiarazione: +</p> + +<p class="foot"> +“Quelques auteurs disent que les Juifs commettoient ces +cruautés pour avoir du sang des chrétiens, et l'employer à +des remèdes ou des opérations magiques; mais les raisons +qu'ils en rendent sont si honteuses et si frivoles, que je ne +daigne les rapporter. Au reste je ne trouve aucun de ces +faits appuyé des preuves incontestables: et il importe peu de +les verifier, si ce n'est à cause de ces prétendus martyrs. +Car l'église n'a intérêt que de convertir les Juifs et non pas +de les détruire ou les rendre odieux.” +</p> +</div> + +<div class="footnote"><a id="Fn_290"></a> +<p class="foot"><a href="#FNa_290"><span class="label">(290)</span></a> +<span class="sc aut">Origenes</span> <cite xml:lang="la">in Celsum</cite>.</p> +<p class="foot latini"><span class="sc aut">I. Tertulliani</span>, +<cite xml:lang="la">Apologeticus</cite>, 7.</p> +<p class="foot latini"><span class="sc aut">Clemens Alexandrinus</span>, +<cite xml:lang="la">Protrept.</cite> <span class="sc num">lix</span>, 9.</p> +<p class="foot latini"><span class="sc aut">Gregorius Nazianzenus</span>, +<cite xml:lang="la">Orationes</cite>, 33, 532, C.</p> +<p class="foot latini"><span class="sc aut">Castor</span>, +<cite xml:lang="la">Ap. Hist.</cite>, 7.</p> +<p class="foot latini"><span class="sc aut">Baronius</span>, +<cite xml:lang="la">Annales ecclesiastici</cite>, An. 120. n. 22, ecc.</p> +<p class="foot latini"><span class="sc aut">Epiphanius</span>, +<cite xml:lang="la">Contra octaginta hoereses</cite>, 26 e 27.</p> +<p class="foot latini"><span class="sc aut">Irenaeus</span>, +<span class="sc num">i</span>, 24.</p> +<p class="foot latini"><span class="sc aut">Eusebii</span>, +<span class="sc num">v</span>, <cite xml:lang="la">Historiae</cite>, 1.</p> +<p class="foot latini"><span class="sc aut">Justinus</span>, +<cite xml:lang="la">Apologia</cite>, 50, c.</p> +<p class="foot latini"><cite class="sc">Historia</cite> +<cite xml:lang="la">Ecclesiastica</cite>, +<span class="sc num">iii</span>, 21.</p> +<p class="foot latini"><span class="sc aut">Eusebii</span>, +<span class="sc num">iv</span>, <cite xml:lang="la">Historiae</cite>, 7.</p> +<p class="foot latini"><span class="sc aut">Athenagoras.</span></p> +<p class="foot latini"><span class="sc aut">Justinus</span>, 1, +<cite xml:lang="la">Apologia</cite>.</p> +<p class="foot latini"><span class="sc aut">Minucius Felix.</span></p> +</div> + +<div class="footnote"><a id="Fn_291"></a> +<p class="foot"><a href="#FNa_291"><span class="label">(291)</span></a> +Il dottissimo Mortara in una dissertazione pubblicata +nel <cite>Mosè, Antologia Israelitica</cite>, di Corfù, dell'aprile 1884, +col titolo <cite>Origine dell'accusa del cibarsi di sangue umano +nelle agapi dei primi cristiani</cite>, scagiona gli Ebrei dall'accusa +di aver diffusa questa calunnia contro i primi cristiani. Il +dotto Rabbino prova come Minuzio Felice e Tertulliano non +soltanto non abbiano attribuito agli Ebrei l'invenzione di +siffatte calunnie, ma ne abbian fatto speciale addebito ai +Romani. Appoggiandosi poi all'autorità del Renan (<cite xml:lang="fr">Saint +Paul</cite>, p. 269 e l'<cite xml:lang="fr">Église Chrétienne</cite>, +p. 306) prova come +l'accusa potesse facilmente sorgere da una cattiva interpretazione +delle parole del Vangelo relative al Sacramento dell'Eucarestia +e fors'anche da qualche trista pratica religiosa +in uso presso sette cristiane. Locchè è confermato anche dal +Fleury che nello stesso capitolo, da cui abbiamo tolte le +nostre citazioni, scrive: “Questi sospetti erano appoggiati +dagli abbominii che i gnostici, i carpocrati ed altri eretici +commettevano nelle loro assemblee.” Proseguendo poi nella +sua dimostrazione il chiar. Mortara pone in luce come Eusebio, +Atenagora ed altri, non escluso lo stesso Giustino, +attribuiscano al diavolo le calunnie di cui eran vittima i +Cristiani. Conchiude infine il chiar. autore quella parte della +sua dissertazione che concerne l'argomento nostro, facendo +risultare come nella epoca in cui sorsero quelle accuse contro +i primi Cristiani, gli Ebrei, confusi con essi, fossero coinvolti +nelle stesse persecuzioni da parte dei gentili. Locchè esclude +che ne fossero gli istigatori. Infine rileva come da un lato +i gentili avessero nelle loro storie numerosi esempi di atrocità +e di incesti, sicchè potevano agevolmente essere indotti a +pensare a siffatti delitti e ad accusarne altri, mentre gli +Ebrei, cui riti siffatti furono sempre sconosciuti, non avrebbero +avuto dove attingerne l'idea. — Aggiungiamo a queste osservazioni +del chiarissimo Mortara che il Pamelio (1536–1587), +nel suo commento a Tertuliano, espressamente nota che tale +accusa deriva la sua origine dalla Cena cristiana. +</p> +</div> + +<div class="footnote"><a id="Fn_292"></a> +<p class="foot"><a href="#FNa_292"><span class="label">(292)</span></a> +<span class="sc aut">Tertulliani</span>, +<cite xml:lang="la">Apologeticus</cite>, 7, 8, 9.</p> +<p class="foot latini"><span class="sc aut">Origenes</span> +<cite xml:lang="la">contra Celsum</cite>, +<span class="sc num">vi</span>, 293.</p> +</div> + +<div class="footnote"><a id="Fn_293"></a> +<p class="foot"><a href="#FNa_293"><span class="label">(293)</span></a> +<span class="sc aut">Tertull.</span>, <cite xml:lang="la">Ap.</cite>, 50. +<span class="sc aut">Baron.</span>, an. 138, n. 5 +<i class="quo" xml:lang="la">Bioeothanati. +Sarmenticii. Semaxi.</i> <span class="sc aut">Bar.</span> 385, N. 5. +</p> +</div> + +<div class="footnote"><a id="Fn_294"></a> +<p class="foot"><a href="#FNa_294"><span class="label">(294)</span></a> +<span class="sc aut">Svetonius</span>, <cite xml:lang="la">Claud.</cite>, +n. 25. <span class="quo norm" xml:lang="la">Judæos, impulsore +Christo, assidue tumultuantes Roma expulsit</span>. +</p> +</div> + +<div class="footnote"><a id="Fn_295"></a> +<p class="foot"><a href="#FNa_295"><span class="label">(295)</span></a> +<span class="sc aut">Svet.</span>, <cite xml:lang="la">Ner.</cite> n. 16. +<span class="quo norm" xml:lang="la">Affecti suppliciis Christiani, genus +hominum superstitionis novae ac maleficae</span>. +</p> +</div> + +<div class="footnote"><a id="Fn_296"></a> +<p class="foot"><a href="#FNa_296"><span class="label">(296)</span></a> +<span class="sc aut">Tacit.</span>, 15, <cite xml:lang="la">Annal.</cite> +</p> +</div> + +<div class="footnote"><a id="Fn_297"></a> +<p class="foot"><a href="#FNa_297"><span class="label">(297)</span></a> +<span class="quo norm" xml:lang="la">Quos per flagitia invisos +vulgus christianos appellabat.</span> +</p> +</div> + +<div class="footnote"><a id="Fn_298"></a> +<p class="foot"><a href="#FNa_298"><span class="label">(298)</span></a> +<span class="quo norm" xml:lang="la">Repressaque in praesens exitiabilis +superstitio</span>. +</p> +</div> + +<div class="footnote"><a id="Fn_299"></a> +<p class="foot"><a href="#FNa_299"><span class="label">(299)</span></a> +<span class="quo norm" xml:lang="la">Quo omnia undique atrocia +et pudenda confiuunt celebranturque</span>. +</p> +</div> + +<div class="footnote"><a id="Fn_300"></a> +<p class="foot"><a href="#FNa_300"><span class="label">(300)</span></a> +<span class="sc aut">Guibertus Novigentinus</span>, pag. 519, 520. +<span class="sc aut">Ademari</span>, +<cite xml:lang="la">Chronicon</cite>, al tomo <span class="sc num">x</span> +dei <cite xml:lang="fr">Historiens des Gaules</cite>, pag. 159. +</p> +</div> + +<div class="footnote"><a id="Fn_301"></a> +<p class="foot"><a href="#FNa_301"><span class="label">(301)</span></a> +<cite xml:lang="fr">Grandes chroniques de France</cite>, (édit. Paulin, Paris) +Cfr. <span class="sc aut">Pierre Du Puy</span>, pag. 26. +</p> +</div> + +<div class="footnote"><a id="Fn_302"></a> +<p class="foot"><a href="#FNa_302"><span class="label">(302)</span></a> +Cfr. <span class="sc aut">Jules Loiseleur</span>, <cite xml:lang="fr">La +Doctrine Secrète des Templiers</cite>. +Paris. Durand, 1872, Libro rarissimo, come quello che +non venne tirato che a duecento soli esemplari. Quello che +noi abbiamo potuto esaminare si trova nella Biblioteca Nazionale +di Firenze. +</p> +</div> + +<div class="footnote"><a id="Fn_303"></a> +<p class="foot"><a href="#FNa_303"><span class="label">(303)</span></a> +Cfr. <cite xml:lang="la">Diarium</cite> +<span class="sc aut">Johannis Burchardi</span>, pubblicato da +Achille Gennarelli, pag. 193, Firenze, 1854. +</p> +</div> + +<div class="footnote"><a id="Fn_304"></a> +<p class="foot"><a href="#FNa_304"><span class="label">(304)</span></a> +Abbiamo fedelmente tradotto il brano dell'autore da +noi citato; se in esso si riscontrano delle oscurità e delle +lacune, non voglia il cortese lettore farne colpa al traduttore, +il quale può dire, con serena coscienza, +<i class="quo" xml:lang="la">Quod potui dedi</i>, convinto +del resto che ciò che ha dato è sufficiente a confortare +le sue asserzioni. +</p> +</div> + +<div class="footnote"><a id="Fn_305"></a> +<p class="foot"><a href="#FNa_305"><span class="label">(305)</span></a> +Veggasi in particolare il <cite xml:lang="fr">Temps</cite> del 24 giugno 1869, +dove si trovano degli estratti del rapporto di Mgr. Platone, +metropolitano di Mosca, all'imperatore Alessandro. +</p> +</div> + +<div class="footnote"><a id="Fn_306"></a> +<p class="foot"><a href="#FNa_306"><span class="label">(306)</span></a> +Gli Skoptsi, setta religiosa russa, fondata, a quanto +sembra, da Selivanoff, uno dei tanti impostori che nel secolo +scorso si spacciarono per l'imperatore Pietro III; trae la +sua origine da una inesatta interpretazione del versetto del +Vangelo di s. Matteo: (<span class="sc num">xix</span>, 12) +“<i class="quo">Perciocchè vi sono degli +Eunuchi i quali sono nati così dal ventre della madre; e +vi sono degli eunuchi, i quali sono stati fatti eunuchi dagli +uomini; e vi sono degli eunuchi, i quali si sono fatti eunuchi +loro stessi, per lo regno de' cieli. Chi può esser capace +di queste cose sialo.</i>” +</p> + +<p class="foot"> +Il <span class="sc aut">Leroy Beaulieu</span> consacra a questi +Skoptsi varie pagine +del suo studio <cite xml:lang="fr">L'Empire des Tsars et les Russes</cite> +(<cite xml:lang="fr">Revue +des Deux Mondes</cite>, 1875, vol. 3, pag. 600 e seguenti). Egli +però non fa parola di questo orribile addebito ed anzi scrive: +<span class="quo norm" xml:lang="fr">“Leurs réunions sont innocentes, +on y chante des chastes +cantiques, et un mouton blanc ou un pain de blanche farine +(<em>Kalatch</em>) y sert à la communion.”</span> +I <em>Khlysty</em>, o <em>flagellanti</em>, +sembra abbiano avuto origine verso la metà del +<span class="sc num">xvii</span> secolo. +A proposito di essi e dei <em>skakonnys</em>, o <em>saltatori</em>, +che ne sarebbero +una emanazione, il Leroy Beaulieu (<cite>loc. cit.</cite>) scrive: +<span class="quo norm" xml:lang="la">“A +en croire leurs adversaires orthodoxes, des sacrifices humains +et une sort de cannibalisme sacré se seraient ainsi rencontrés +chez des sectaires de la Russie moderne. Chez les uns c'était +<a id="enfant"></a>un enfant nouveau-né, l'enfant d'une fille non mariée qu'on +égorgeait après le baptême, et dont le sang et le cœur mêlés +à du miel tenaient lieu d'eucharistie et du sang de l'agneau +de Dieu (Mgr. <span class="sc aut">Philarète</span>, +<a id="ritserkvy" href="#tserkvy"><cite>Istoria Rousskoi tserkvg</cite></a>). +Chez d'autres . . . . . . +De telles pratiques sanglantes . . . . . +signalées +il y a mille ans par les annales de Nestor <a id="payens"></a>chez les païens +de la Russie, se seraient retrouvées de nos jours chez des +tribus finnoises de l'empire. On est d'autant plus tenté de +croire à l'exagération ou aux fantastiques illusions des récits +de ce genre que le paysan russe est naturellement plus doux.”</span> +</p> + +<p class="foot"> +Fin qui l'illustre economista francese; dal canto nostro, +senza dare in proposito nessun giudizio, osserviamo, che la +pretesa mitezza del contadino russo ci sembra divenir ferocia +sotto l'impero del misticismo religioso cui è grandemente inclinato. +Chi non ricorda infatti i delitti di coloro che si mutilavano +da sè e dei <em>stranniki</em> (che fanno un atto meritorio +dell'assassinio di un eretico), e chi non sa i vani sforzi della +polizia per venire a capo dei <em>Bezpopotzi</em> di Jaroslaw (che +uccidono i neonati)? +</p> + +<p class="foot"> +Mentre stiamo correggendo le bozze di questo capitolo, +giugno 1884, i giornali politici ci recano la seguente notizia +che infirmerebbe alquanto l'asserto del Leroy-Beaulieu: “Telegrafano +da Pietroburgo alla <cite xml:lang="fr">France</cite> essere stata scoperta in +Crimea una nuova setta religiosa, estremamente sanguinaria, +il cui dogma è il culto di San Agostino e di Sant'Elena. I +credenti di simile setta si obbligano ad uccidere tutti coloro +che si rifiutassero di abbracciare la loro religione. Questi fanatici +hanno già assassinato gran numero di contadini.” +</p> +</div> + +<div class="footnote"><a id="Fn_307"></a> +<p class="foot"><a href="#FNa_307"><span class="label">(307)</span></a> +<span class="sc aut">Raynold</span> ad. an. 1308. +</p> +</div> + +<div class="footnote"><a id="Fn_308"></a> +<p class="foot"><a href="#FNa_308"><span class="label">(308)</span></a> +Infinite erano le accuse assurde mosse contro gli Ebrei +nel medio evo. Il favore di cui essi godevano da parte degli +Arabi infedeli era causa di nuove persecuzioni nei paesi cristiani. +Gli Ebrei del mezzodì della Francia furono accusati +di aver chiamati i Saraceni per liberarsi dalla crudele tirannia +del vescovo di Tolosa. Nell'<span class="sc num">xi</span> secolo +gli Ebrei di Orléans sono +accusati di avere eccitati i Mussulmani di Gerusalemme a profanare +il sacro sepolcro. L'accusa è assurda, ma basta a dar +pretesto a lunghe e sanguinose persecuzioni, (Cfr. +<span class="sc aut">Dom. Bouquet</span>, +<cite xml:lang="fr">Recueil des Hist. de France</cite>, tom. +<span class="sc num">xii</span>, pag. 240 e +<span class="sc aut">Rodulph. Glabr.</span> ap. Sism., tom. +<span class="sc num">iv</span>). Nel 1222 in Germania +sono accusati di favorire le conquiste dei Persiani e dei Tartari +(Cfr. <span class="sc aut">Basnage</span>, <cite>op. cit.</cite>, +pag. 1862). Insomma basta che una +sciagura minacci un paese, perchè tosto se ne accusino gli +Ebrei. Non basterebbe poi lo intiero volume se volessimo riferire +tutte le strane dicerie che ebbero corso fra le plebi sul +conto degli Ebrei, e che forse oggi ancora non sono del tutto +bandite dalle menti più rozze. Vi fu chi disse che l'ebreo +uscendo dall'alvo materno abbia una mano piena di sangue; +altri che ogni ebreo porti seco dalla nascita una macchia, +od una piaga, che si inciprignisce ogni mese; si farneticò +che in mano ad ogni ebreo moribondo si pongano tre pietruzze +perchè entrando in paradiso le scagli contro N. S. Gesù +Cristo e si arrivò persino ad asserire un fatto che tutti possono +coi loro occhi verificare falso; cioè che ogni qualvolta imperversa +un temporale, ravvisando nell'infuriare della natura +un segno precursore della venuta del Messia, spalanchino le +finestre perchè questi possa più agevolmente entrare in casa +loro!! +</p> + +<p class="foot"> +Di fronte a cosiffatte accuse diviene inutile soffermarsi su +tutte le altre che nel medio evo si rivolgevano agli Ebrei, +come ad esempio di prestare un'adorazione idolatra ai libri +della Bibbia, di tosare le monete, di bestemmiare, ecc., ecc. +La falsità evidente delle une, basti a provare la falsità delle +altre. +</p> +</div> + +<div class="footnote"><a id="Fn_309"></a> +<p class="foot"><a href="#FNa_309"><span class="label">(309)</span></a> +<cite>Adv. Jud.</cite>, Hom. 1, pag. 391; Hom. 3, pag. 439. Cfr. +<span class="sc aut">Basnage</span>, <cite xml:lang="fr">Hist. des Juifs</cite>, +<span class="sc num">v</span>, 1668. +</p> +</div> + +<div class="footnote"><a id="Fn_310"></a> +<p class="foot"><a href="#FNa_310"><span class="label">(310)</span></a> +Non mancò neppure chi, volendo scusare gli Ebrei dalla +turpe accusa, sostenne che tali omicidii di bambini sarebbero +stati commessi da Ebrei per compiere col sangue ricavatone +sortilegi, magie ed altre operazioni diaboliche. Esaminiamo +dapprima se la pratica di tali sortilegi sia conciliabile colla +religione mosaica. +</p> + +<p class="foot"> +Son noti a tutti i precetti della Bibbia che vietano agli +Ebrei i sortilegi e le arti magiche di qualsivoglia natura, +precetti riconfermati dal Talmud in più e più luoghi. +</p> + +<p class="foot"> +E gli Ebrei si mantennero generalmente ligi a tali precetti, +anche quando i popoli fra cui vivevano erano infetti di pregiudizi +di ogni natura. +</p> + +<p class="foot"> +Maimonide, il massimo fra gli scrittori ebrei, è l'autore di +una lettera ai Rabbini di Marsiglia, in cui demolisce le basi +dell'astrologia giudiziaria, lettera che fu approvata da due +papi: Sisto V ed Urbano VII (<span class="sc aut">Const. XVII.</span> +<cite xml:lang="la">Bullarii</cite> t. <span class="sc num">ii</span>). +</p> + +<p class="foot"> +La ripugnanza degli Ebrei per le arti magiche ci è poi +confermata dal seguente brano del <span class="sc aut">Modena</span>, +(<cite>op. cit.</cite>, p. <span class="sc num">v</span>, +c. <span class="sc num">ii</span>, pag. +113). . . . . .“Il dar fede ad ogni qual si +sia sorte +di Auguri alla giuditiaria, tutti sortilegii, Geomantia, Chiromantia +et ogni simile divinatione hanno per grave peccato.</p> + +<p class="foot"> +Et molto più operar qualsivoglia Negromantia, Magia, +Prestigii, Theorgia, scongiuri di demoni o d'angioli, cercar +responsii da morti et ogni cosa di queste espresse e comprese +dal <cite>Deut.</cite> <span class="sc num">xviii</span>, 10, 13.” +</p> + +<p class="foot"> +Non ci si dica che gli Ebrei seguaci della Cabala poterono +consacrarsi alla Magia, perchè le dottrine cabalistiche, da cui +non fu alieno neppure san Gerolamo, (<span class="sc aut">Hieron.</span>, +<cite xml:lang="la">Ep.</cite> 155, <cite xml:lang="la">ad +Paulam Urbicam</cite>, pag. 1307 e 1308. <span class="sc aut">Basnage</span>, +<cite>op. cit.</cite>, lib. <span class="sc num">iii</span>, +cap. 24, pag. 1016, 1017), non hanno niente di comune colla +magia. Dopo ciò, se fosse provato che qualche ebreo ha ucciso +un fanciullo cristiano per adoperare il suo sangue in operazioni +magiche, l'autore di tale nequizia non potrebbe considerarsi +che come apostata dalla propria religione, nè più nè +meno di quello che siano a considerarsi apostati dal Cristianesimo +tutti coloro che ad arti magiche, ed a sortilegi si +consacrarono. +</p> +</div> + +<div class="footnote"><a id="Fn_311"></a> +<p class="foot"><a href="#FNa_311"><span class="label">(311)</span></a> +<span class="quo norm" xml:lang="fr">“Depuis près de deux mille ans +cette misérable Nation +est eparse sur la terre, elle en est l'excrément, la malédiction, +la raclure, elle gémit dans une longue et cruelle +captivité”</span> (<span class="sc aut">Jurieu</span>, +<cite xml:lang="fr">L'accomplissement des Prophéties</cite>, +t. 3, 12. Rotterdam, 1690, pag. 205). +</p> +</div> + +<div class="footnote"><a id="Fn_312"></a> +<p class="foot"><a href="#FNa_312"><span class="label">(312)</span></a> +<span class="sc aut">De Rossi</span>, <cite>Dizionario storico degli +autori ebrei</cite>, a. v. +</p> +</div> + +<div class="footnote"><a id="Fn_313"></a> +<p class="foot"><a href="#FNa_313"><span class="label">(313)</span></a> +<span class="sc num">vii</span>, 17, 20; <span class="sc num">xii</span>, +7, 22, 23. +</p> +</div> + +<div class="footnote"><a id="Fn_314"></a> +<p class="foot"><a href="#FNa_314"><span class="label">(314)</span></a> +Cfr. <cite xml:lang="fr">Archives Israélites</cite>, 1º marzo 1862, pag. 163 e +164, e <span class="sc aut">D. H. Streak.</span> Monatsbb. +<span class="sc num">ii</span> (1882), pag. 221 e segg. +tolto dall'<cite class="sc" xml:lang="de">Evang. Kirchenzeitung</cite>, +12 agosto 1882. +</p> +</div> + +<div class="footnote"><a id="Fn_315"></a> +<p class="foot"><a href="#FNa_315"><span class="label">(315)</span></a> +<cite>Prima Epistola di S. Giovanni</cite>, <span class="sc num">i</span>, 5. +</p> +</div> + +<div class="footnote"><a id="Fn_316"></a> +<p class="foot"><a href="#FNa_316"><span class="label">(316)</span></a> +<cite class="sc">Genesi</cite>, <span class="sc num">i</span>, 2. +</p> +</div> + +<div class="footnote"><a id="Fn_317"></a> +<p class="foot"><a href="#FNa_317"><span class="label">(317)</span></a> +<cite class="sc">Genesi</cite>, <span class="sc num">vi</span>, 2. +</p> +</div> + +<div class="footnote"><a id="Fn_318"></a> +<p class="foot"><a href="#FNa_318"><span class="label">(318)</span></a> +<cite>Prima Epistola di S. Giovanni</cite>, <span class="sc num">iii</span>, 9. +</p> +</div> + +<div class="footnote"><a id="Fn_319"></a> +<p class="foot"><a href="#FNa_319"><span class="label">(319)</span></a> +<span class="sc aut">Schmidt</span>, +<cite xml:lang="fr">Hist. des Cathares</cite>, +<span class="sc num">ii</span>, pag. 22, e gli <cite xml:lang="fr">Actes +de l'inquisition de Carcassonne</cite>, 1247, che conservansi manoscritti +nella Biblioteca Imperiale di Parigi. +</p> +</div> + +<div class="footnote"><a id="Fn_320"></a> +<p class="foot"><a href="#FNa_320"><span class="label">(320)</span></a> +Ancora in pieno secolo decimonono il Rohrbacher nella +sua <cite>Storia della Chiesa</cite> (Torino, Marietti, vol. +<span class="sc num">i</span>, pag. 374) +premette ad un rapido cenno sui sacrifizi umani queste +parole: +</p> + +<p class="foot"> +“Satana, il Dio di questo secolo, è non solo uno spirito di +superbia, usurpatore degli onori celesti, uno spirito immondo +che spinge l'uomo a impurità d'ogni fatta; ma egli fu altresì +omicida fin da principio, ed è questo un terzo carattere +dell'impero che egli ha esercitato sulla terra sotto il nome +d'idolatria.” +</p> + +<p class="foot"> +Se così si ragiona ai tempi nostri, come si sarà ragionato +un quindici o sedici secoli fa? +</p> +</div> + +<div class="footnote"><a id="Fn_321"></a> +<p class="foot"><a href="#FNa_321"><span class="label">(321)</span></a> +Il fatto avvenne a Parigi durante l'assedio che quella +città ebbe a soffrire da parte dei Prussiani. +</p> +</div> + +<div class="footnote"><a id="Fn_322"></a> +<p class="foot"><a href="#FNa_322"><span class="label">(322)</span></a> +Nei tempi in cui si diffuse per le prime volte questa +calunnia gli Ebrei non erano ancora confinati nei Ghetti. +</p> +</div> + +<div class="footnote"><a id="Fn_323"></a> +<p class="foot"><a href="#FNa_323"><span class="label">(323)</span></a> +<span class="sc aut">Basnage</span>, <cite>op. cit.</cite>, libro +<span class="sc num">vii</span>, cap. <span class="sc num">xi</span>, +1679 e segg. +</p> +</div> + +<div class="footnote"><a id="Fn_324"></a> +<p class="foot"><a href="#FNa_324"><span class="label">(324)</span></a> +La Chiesa non vide mai di buon occhio la canonizzazione +di siffatti bambini. Quel Papa miracolo che fu Benedetto +XIV, seccato dal principe vescovo di Bressanone +perchè canonizzasse un tal Andrea, nato a Rinn, e che si +pretendeva immolato presso Innsbruch dagli Ebrei il 9 luglio +1462 (<em>si noti se il fatto fosse vero l'imprudenza e la demenza +degli Ebrei che avrebbero commesso a soli tredici +anni di distanza due delitti di questo genere a poche miglia +l'uno dall'altro</em>) scappò fuori colla costituzione +<cite xml:lang="la">Beatus +Andreas</cite> che si legge nel tomo <span class="sc num">xix</span> +del <cite xml:lang="la">Bull. Magn.</cite>, pagina +120, emanata a' 23 maggio 1755 e diretta a mons. Benedetto +Veterani promotore della fede, per dichiarare che +non conveniva canonizzare i bambini per più ragioni: 1º per +la novità; 2º per non avvilire colla frequenza le canonizzazioni; +3º perchè da questi bambini niun esempio di virtù +possono cavare i fedeli, non potendoli essi aver dati in così +tenera età. Quindi ordinò al promotore della fede, doversi in +tale maniera rispondere a chiunque domandasse la canonizzazione +di simili bambini (Cfr. <span class="sc aut">Moroni</span>, +<cite>Diz. di Erudiz. Storico-Ecclesiastica</cite>, +vol. <span class="sc num">vii</span>, pag. 312). +</p> +</div> + +<div class="blankpage"> +<span class="pageno" title="222" id="page-222"></span> +</div> + + +<div class="chapter"> +<span class="pageno" title="223" id="page-223"></span> +<img src="images/i003a.png" style="width: 100%" alt=""/> +</div> + +<h2 class="nobreak" id="tit-5"> +<a href="#ritit-5">V.</a> +</h2> + +<p class="subtitle"> +Di varie pubblicazioni antisemite. +</p> + +<h3 id="tit-6"> +<a href="#ritit-6">1º <cite class="sc">Lettera</cite>.</a> +</h3> + +<p class="center"><i>Al chiarissimo sig. Direttore della</i> +Civiltà Cattolica,</p> +<p class="destra">Firenze.</p> + +<p class="testa"> +I primi capitoli di questo mio, qualsiasi, lavoro erano +già licenziati alle stampe, allorquando, ricercando nella +<cite>Civiltà Cattolica</cite> i documenti che sapevo esservi stati +pubblicati sul preteso uso del sangue cristiano nei riti +ebraici, mi accorsi che il <em>coscienzioso</em> indagatore di quei +documenti li aveva fatti precedere da alcune sue articole +sulle qualità generali degli Ebrei. +</p> + +<p> +All'articolaio suo non risponderei; chè quelle articole non +meriterebbero proprio che io sprecassi attorno ad esse +tempo ed inchiostro; ma rivolgo la mia risposta alla Signoria +Vostra Preclara, perocchè quelle articole non hanno, +agli occhi di ogni uomo spassionato, altro valore, da quello +infuori che ad esse deriva dall'essere state accolte in un +periodico tanto importante, quale è quello, diretto da +V. S. Chiarissima. +</p> + +<div> +<span class="pageno" title="224" id="page-224"></span> +</div> + +<p> +Io non so quanto siavi di vero nella comune credenza, +che asserisce, la <cite>Civiltà Cattolica</cite> essere l'organo di quella +Compagnia, che nei secoli scorsi ha dato all'Italia, nel +Padre Lana Terzi, il divinatore delle maggiori scoperte, +per cui vada orgoglioso il secolo nostro, e che, nell'età, +nostra, ci diede quel Padre Secchi il cui nome, la cui +memoria <i class="quo" xml:lang="la">ut sidera fulgent</i>. +</p> + +<p> +Ma appartenga Ella, o meno, alla dotta Compagnia, di +una cosa io sono sicurissimo, che cioè Ella risente per +essa la maggior stima, e considera le persecuzioni delle +quali fu, è, e, pur troppo, sarà, vittima, da una parte, come +una prova della malvagità dei tempi, dall'altra, come una +grazia specialissima del Signore che vuole, con triboli e +persecuzioni immeritate, sperimentare la fedeltà di quei +devoti Suoi servi. +</p> + +<p> +Ora, vorrebbe Ella dirmi, riveritissimo signor mio, +qual cuore sarebbe il suo se un giorno, aprendo qualche +giornale, e non ne mancano, nemico di quella Compagnia, +le accadesse di leggervi le seguenti pagine? +</p> + +<blockquote> +<p> +“Assurdo è il supporre che i varî popoli si siano data la +voce e la parola d'ordine, di odiare, disprezzare e perseguitare +così, senza scopo nè perchè, un <em>ordine</em> speciale. Dunque +bisogna ammettere in quest'<em>ordine</em> speciale una causa +a <em>lui</em> inerente, insita e quasi connaturata, che sempre mostra +i suoi effetti ed eccita sempre l'odio, il disprezzo e la +persecuzione non evitabile, nè di fatto mai evitata, in +pressochè <em>un secolo e mezzo</em>. La qual causa consiste nel +suo odio teorico e pratico contro il genere umano <em>non gesuita</em>. +E la causa di quest'odio dove si trova? Ossia, come +si forma così e si educa l'indole e la natura <em>gesuitica</em> a +quest'odio teorico e pratico contro il genere umano? Non +per fermo colla legge morale ed educazione religiosa semplicemente +<em>cattolica</em>, qual è rivelata da Dio nell'antico e +<em>nel nuovo</em> Testamento. Resta dunque, che la <em>Compagnia</em> +<span class="pageno" title="225" id="page-225"></span> +<em>di Gesù</em>, si sia foggiata una legge, una morale ed un'educazione +religiosa novella e non <em>cristiana</em>, che seco si porta +in tutti i paesi dove si va ad abitare, e che mai non ha +abbandonata per tanti <em>anni</em>, ed anzi andò sempre più perfezionando, +ossia corrompendo in teoria ed in pratica, ottenendo +così da tutti i popoli e da tutti i tempi quel ricambio +di odio, di disprezzo e di persecuzione che essa ha +giurato e praticato sempre contro tutti i popoli ed in tutti +i tempi. Or questo impasto di veleno, di odio, di immoralità +e di empietà che forma ora la <em>regola</em> e la morale, se +non sempre pratica, almeno sempre certamente teorica, +della <em>Compagnia di Gesù</em> è quello che si chiama +<cite xml:lang="la">Monita secreta</cite>. +</p> + +<p> +“. . . . . Del resto, +sarebbero ben sciocchi i <em>gesuiti</em> +se non negassero anche in tal caso la verità conosciuta. Ma +si mostrerebbero molto più accorti e più savî se invece di +negare a parole ciò che le loro autentiche e canoniche leggi +dimostrano a chi sa leggere i loro libri, negassero invece coi +fatti quello che invece pur troppo coi fatti certamente e notoriamente +sempre confermarono e confermano ancor presentemente. +Senza i quali fatti, conformi alle loro leggi, chi +potrebbe mai spiegare quelle sì ognora rinascenti sollevazioni +contro di loro di tanti popoli? Le quali non si sono +verificate mai contro nessun altro <em>ordine religioso</em>; perchè +nessun altro <em>ordine religioso</em> vi ha mai dato somigliante +motivo. Giacchè anche qui è vero che +<i class="quo" xml:lang="la">nihil fit sine ratione +sufficienti</i>. E se la <em>Compagnia di Gesù</em> sola fra +tutti gli <em>Ordini religiosi</em> fu sì odiata sempre, convien +bene che vi sia in lei insita una sufficiente ragione eccitante +questo continuo e comune odio contro di lei di tutte +<em>le nazioni</em>. Or questa ragione sufficiente non può trovarsi +certamente nella Legge <em>religiosa</em>. È dunque, anche per +ciò solo, necessario il supporre che vi sia ora un'altra legge +che la regola e governa, ossia la sregola e la sgoverna. +</p> + +<p> +“La quale legge non è altro che i <cite xml:lang="la">Monita secreta</cite>, +lambiccati +e quintessenza dell'odio e della malizia antisociale +ed anticristiana e <em>dei gesuiti cacciati</em> per divino castigo +<span class="pageno" title="226" id="page-226"></span> +<em>dalle loro sedi</em>, e dispersi tra le genti fino al giorno in cui +riconosceranno anche essi il vero Messia: <em>la libertà</em>. Allora +avremo forse anche noi +<i class="quo" xml:lang="la">salutem ex inimicis nostris et de +manu omnium qui oderunt nos</i>. La <em>Compagnia di Gesù</em> +infatti, come fu ed è dappertutto influentissima nel male, +dopo che abbandonò la vera <em>dottrina di Cristo</em>, così sarebbe +stata e sarà senza dubbio, influentissima nel bene +quando o non l'avesse abbandonata, o le ritornasse in +seno.” +</p> +</blockquote> + +<p> +Io sono certo che leggendo siffatto ammasso di banali +insolenze, non sorrette da nessuna ragione, non confortate +da nessun fatto, da quello infuori, brutalmente vero, delle +persecuzioni sofferte, Ella proverebbe un impeto di sdegno. +</p> + +<p> +Ed avrebbe, Riverito Signor mio, non una, ma mille +ragioni; perocchè oggi chi studia le questioni sociali +e storielle, sopra libri alquanto più seri che non sieno i +romanzi di Eugenio Sue, sa, con certezza, che l'invenzione +dei <cite xml:lang="la">Monita secreta</cite> è una delle +più spudorate calunnie che +sieno mai uscite dalla penna di libellista settario. +</p> + +<p> +Ma sa Ella donde ho tratto le pagine surriferite contro +la Compagnia di Gesù? +</p> + +<p> +Sono nè più nè meno che quanto si legge nel volume 6º, +anno 1881, pagg. 601 e 735 della sua <cite>Civiltà</cite>; soltanto, +non per ricordare anco una volta. a V. S. Ill.ma il noto +<i class="quo" xml:lang="la">qui gladio ferit, gladio perit</i>, +ma per mero artifizio +di polemica, mi son permesso di sostituire sempre e dovunque +alla parola <em>ebrei</em> quella di <em>gesuiti</em>, alla parola +<cite>Talmud</cite> quella di <cite xml:lang="la">Monita secreta</cite> +(calunnia per calunnia) +indicando del resto sempre e dovunque le mie modificazioni +con carattere corsivo; buona fede questa alla quale +nè i Gesuiti, nè gli Ebrei sono avvezzi da parte dei loro +avversari. +</p> + +<p> +Capisco che Ella mi dirà che ciò che si è detto dei +<cite xml:lang="la">Monita</cite> è calunnia nera, e verità +invece sacrosanta quanto +<span class="pageno" title="227" id="page-227"></span> +l'articolaio suo blatera contro il <cite>Talmud</cite>; ma io le risponderò +pregandola a rileggere quanto è scritto nei precedenti +capitoli e ad esaminare, con serena coscienza, se +più sian convincenti gli argomenti miei o quelli dell'articolaio +suo; ma siccome in quei capitoli io non pigliavo +di fronte uno piuttosto che un altro nemico del +giudaismo, e combattevo, non il calunniatore, ma la calunnia, +così consenta che in questa mia lunga lettera io +risponda a talune delle più impudenti osservazioni dell'articolaio +suo. +</p> + +<p> +Abilità miranda, malizia sopraffina od arte infernale, +Riveritissimo Signor mio, è invero quella di cui fa prova +l'articolaio suo, allorquando a pag. 4 e 5 del vol. V, pretende +provare che l'Assemblea dei notabili ebrei, prima, +ed il Sinedrio da poi, convocati a Parigi dal primo Napoleone, +ingannarono la Francia ed il mondo, e facendo +mostra di amore pei Francesi e per gli uomini civili in +generale, proclamarono invece altamente il loro odio per +tutti quanti non sono Ebrei. +</p> + +<p> +Riassumo l'argomentazione dell'articolaio suo. +</p> + +<p> +Egli dice: Gli Ebrei dichiararono in quelle solenni +adunanze, di avere in conto di fratelli coloro che osservano +i sette precetti noachitidi. E questo è vero. Ma, +prosegue l'articolaio, fra questi precetti vi ha quello di +non mangiar carne strappata da animale vivo, e l'altro +di aborrire dal culto degli idoli. Ora nessun popolo, tranne +l'ebreo, aborre dall'uso di carni strappate da animali +vivi e l'ebreo considera idolatri i Cristiani pel culto di +latria che rendono a N. S. Gesù Cristo, pel culto di dulia +che professano alla Beata Vergine. Quindi gli Ebrei dicendo +di aver in conto di fratelli coloro che osservavano i +sette precetti noachitidi, venivano, alla fin dei conti, a dire +che non avevano in conto di fratelli altro che se stessi. +</p> + +<p> +Non mi affannerò io certamente a provare che il Dio +<span class="pageno" title="228" id="page-228"></span> +della Bibbia rivelò a Noè ed a' suoi figli i sette precetti +che i talmudisti dicono noachitici. +</p> + +<p> +Son fole, indegne che Ella ed io ci perdiamo tempo. +</p> + +<p> +Ma vorrà Ella negarmi che quei sette precetti rappresentino +il <em xml:lang="la">minimum</em>, per così dire, della morale? +</p> + +<p> +Che vi ha dunque di strano se gli Ebrei dicono doversi +considerare fratelli quelli soltanto che quei precetti noachitici +osservano? +</p> + +<p> +Per noi, educati alle idee di moderna tolleranza, di +quella tolleranza che l'articolaio suo chiama massonica e +che io dico cristiana, è infame eccettuare, teoricamente +almeno, dalla fratellanza universale il cannibale e l'antropofago; +alla S. V. Ill<sup>ma</sup> — nel cui giornale si tributano +continui elogi alla cattolica Spagna, che non paga di aver +bruciato Mori ed Ebrei in casa sua, ha distrutto, quasi, +in America, le razze autoctone — alla S. V. Ill<sup>ma</sup>, siffatta +eccezione deve sembrar naturale quando le sia provato +che non si riferisce a' popoli cristiani o maomettani, ma +soltanto agli idolatri ed ai cannibali propriamente detti. +E questo lo proverò in poche righe, malgrado i sofismi, +diremo <em>rabbinici</em>, dell'articolaio suo. +</p> + +<p> +Cominciamo <em xml:lang="la">in amoenis</em>, e cioè dal precetto di non +mangiar carni strappate da animali vivi. Nessuna religione, +dalla giudaica in fuori, dice l'articolaio suo, ha tale +precetto siccome rivelato da Dio; sopra il che ricorda +quanto è scritto nei <cite>Fioretti di San Francesco</cite> nel capo +<span class="sc num">i</span> +della vita di Fra Ginepro: “Visitando un frate infermo, +domandollo: Possoti io fare servigio alcuno? Rispose +l'infermo: Molto mi sarebbe grande consolazione uno +peduccio di porco. Disse Frate Ginepro: Lascia fare a +me. E va e piglia un coltello, ed in fervore di spirito +va per la selva dov'erano certi porci a pascere, e gittossi +addosso ad uno e tagliali il piede e fugge lasciando +il porco col piè troncato” violando così — prosegue +<span class="pageno" title="229" id="page-229"></span> +l'articolaio — un precetto noachitico e rendendo +indegni sè e il Frate infermo che mangiò il peduccio di +porco, della carità universale ebraica. +</p> + +<p> +L'articolaio ha dimenticato che il buon Fra Ginepro ha +violato, non uno ma due precetti noachitidi — tanto è vero +che i precetti della legge morale sono strettamente connessi +gli uni cogli altri — ed ha violato proprio un precetto +che Dio ha dato, non soltanto a Noè, ma a Mosè sul Sinai, +che la Chiesa cattolica ha conservato fra i comandamenti +di Dio, e che i codici penali di tutti i paesi del mondo, +non cannibale, hanno accolto nelle loro ampie braccia: +<em>Settimo</em>: <em class="sc">Non rubare</em>. +</p> + +<p> +Non farò io colpa a Fra Ginepro del furto commesso +e della crudeltà di cui si rese colpevole verso quel povero +porco; il fervore della carità giustifica colpe ben più +gravi che non sian quelle del buon fraticello, ma chieggo +a V. S. Ill<sup>ma</sup> di indicarmi una nazione civile, un uomo +solo, il cui senso morale non sia completamente ottuso, +che consenta a recidere un membro ad un animale vivo +per cibarsene. +</p> + +<p> +Allorquando i Talmudisti scrivevano non si conosceva +<em>morale indipendente</em>; sola sorgente di ogni morale era Dio; +se essi posero sotto la salvaguardia di Dio un precetto +che Dio non ha certamente rivelato a Noè, ma che ha +scolpito nel cuore di ogni uomo, vorrà Ella farne colpa +agli Ebrei? E lo potrebbe Ella, pensando con quanto accanimento +i giornali di parte sua, e forse la stessa sua +<cite>Civiltà</cite>, perseguitarono la vivisezione, certamente altrettanto +crudele quanto l'atto di Frà Ginepro, ma, forse, giustificata +dal grande incremento che apporta alle anatomiche +discipline? +</p> + +<p> +Creda, creda pure l'articolaio, che il mondo civile intero +professa il precetto noachide di non mangiar carne strappata +ad animali vivi. +</p> + +<div> +<span class="pageno" title="230" id="page-230"></span> +</div> + +<p> +<i class="quo" xml:lang="la">Sed majora premunt</i>. Al dire degli Ebrei, +i Cristiani +sono idolatri, quindi non osservano i sette precetti noachitidi +e quindi sono esclusi da quella che l'articolaio +suo chiama, elegantemente, fratellanza giudaica. +</p> + +<p> +Non uso a valermi di altre espressioni, dirò soltanto che +in questa argomentazione sono altrettante le inesattezze +quante le parole. Gli Ebrei negano la divinità di N. S. +Gesù Cristo — se non la negassero, non sarebbero +Ebrei — ma ammettono e riconoscono che i Cristiani lo adorano, +non come Uomo, ma come Figlio di Dio. Potranno deplorare +questo, che per essi è un errore, ma non cadono nell'altro +di non comprendere che l'Unità di Dio, il monoteismo, +è dogma anche pei Cristiani. Non adorano certamente +la Santissima Trinità, non si arrogano di spiegare +ciò che è mistero per la Religione cristiana, ma sanno che +il dogma della Trinità non esclude il monoteismo. E se il +suo articolaio conoscesse almeno di nome la Cabbala e le +opere di Knorr, di Rosenroth, di Reuchlin e di Rettangel, +non ignorerebbe che nella Cabbala — che gli Ebrei, come +Ebrei, non hanno del resto in nessun conto — si trovano +parecchie allusioni favorevoli al dogma della Trinità. +</p> + +<p> +Ma senza perderci in questioni cabalistiche, lo stesso +articolaio non cita a pag. 732, vol. <span class="sc num">vi</span>, +queste parole del +Maimonide? “La concezione, colui che concepisce e chi +è concepito sono in Dio tre modi di essere i quali non +costituiscono che la stessa essenza, nè formano punto +una pluralità.” +</p> + +<p> +Io non mi sento di addentrarmi nel ginepraio di una +discussione teologica o filosofica, ma parmi, che queste +parole provino abbastanza chiaramente che, nella mente +del massimo filosofo e teologo ebreo, il dogma della Trinità +non è incompatibile col monoteismo. +</p> + +<p> +Parmi adunque aver dimostrata falsa ed insussistente +la calunnia che il suo articolaio addebita agli Ebrei adunati +<span class="pageno" title="231" id="page-231"></span> +a Parigi di avere, con un abile gioco di parole, manifestato +il loro odio verso i popoli non israeliti, facendo +credere a sentimenti di fratellanza cui avrebbe repugnato +la loro religione. Ma, ad esuberanza, voglio addurre una +altra prova. +</p> + +<p> +Il suo articolaio, che a pag. 485 del vol. <span class="sc num">v</span> enumera +abbastanza esattamente i precetti noachitidi, si accorge +poi che tutta la sua argomentazione, per provare che, a +giudizio degli Ebrei, i Cristiani non osservano quei precetti, +claudica, zoppica. Ed allora cosa fa quel bravo signore, +che in parecchi luoghi del suo articolo accusa gli +Ebrei di aver falsato la Bibbia, con un tratto di mala +fede, veramente rabbinica, a pag. 99 del vol. +<span class="sc num">vii</span>, include +fra i precetti noachitidi, <i class="quo" xml:lang="la">risum teneatis</i>, +la circoncisione! +<i class="quo" xml:lang="la">Tantae molis erat</i> provare +che gli Ebrei non credono che +i Cristiani osservino i precetti noachitidi!! +</p> + +<p> +E passo ad un altro capo d'accusa. +</p> + +<p> +L'articolaio suo è andato ad esumare, dai libri di uno +dei tanti Ebrei rinnegati, il Drach, una vecchia, vecchissima +accusa contro gli Ebrei. +</p> + +<p> +“Ancora ai nostri giorni, egli dice, un tribunale di +tre Ebrei, talvolta i meno civilizzati ed i più ignoranti +del luogo, ma che dinanzi alla sinagoga ha piena autorità, +si arroga il diritto (noi gemiamo di doverlo +dire) di sciogliere i loro correligionari dai loro giuramenti, +di annullare le loro promesse ed i loro impegni +più sacri, così pel passato, come pel futuro.” Che il +Drach fosse un malvagio ed un mentitore impudente, +sapevamcelo da un pezzo; che il suo articolaio non conoscesse +verbo del Talmud, se non a traverso le opere venali +degli Ebrei rinnegati, aveva avuto cura di avvertircene +egli stesso con queste parole (pag. 215, vol. <span class="sc num">vi</span>): +</p> + +<p> +“Alle rivelazioni dei Rabbini convertiti si dee pressochè +esclusivamente quella qualunque (<em>assai scarsa!</em>) +<span class="pageno" title="232" id="page-232"></span> +siasi cognizione in cui ora siamo (<em>parli per sè, il</em> dotto +<em>articolaio, chè gli uomini di buona fede sanno attingere +ad altre, meno impure, sorgenti</em>) di quella perversa +legge (<em>il Talmud</em>).” Ma che nel secolo <span class="sc num">xix</span> +toccasse +rispondere, per la millesima volta, ad un'accusa di questo +genere, e che quest'accusa fosse riferita dal giornale di +una Compagnia meritamente celebre per vastità di dottrina +ed acutezza di mente, è cosa che davvero non mi +sarei mai aspettato. +</p> + +<p> +Siccome però tengo per assioma il precetto che a qualunque +anche stolida accusa convenga rispondere, così +rispondo al Drach ed allo articolaio. +</p> + +<p> +Anche in questo caso si verifica il detto volgare, che +non c'è fumo senza fuoco, ma è un fuocherello ben piccolo, +glielo accerto, in paragone di quello dei roghi che +bruciarono tanti poveri Ebrei ed anche, +<i class="quo" xml:lang="fr">une fois n'est +pas coutume</i>, il R. P. Malagrida, che io tengo per altrettanto +innocente quanto, quei poveri Ebrei. +</p> + +<p> +Mi stia dunque a sentire, Riverito Signor mio! +</p> + +<p> +È vero che una volta all'anno l'Ebreo si fa prosciogliere +dalle promesse non mantenute; ma bisogna distinguere, +perchè, come Ella mi insegna: <i class="quo" xml:lang="la">Qui bene distinguit, +proximus est veritati</i>. +</p> + +<p> +Non si tratta dunque, come il Drach <em>rabbinicamente</em> +insinua, e l'articolaio pecorescamente copia, di promesse +fatte a qualsivoglia persona o di giuramenti fatti a privati, +a tribunali, a principi; si tratta soltanto di <em>voti +religiosi fatti a Dio e non adempiuti per cause indipendenti +dalla volontà di chi li ha +fatti</em> <a id="FNa_325"></a><a href="#Fn_325" class="fna">(325)</a>. +</p> + +<p> +Ora giova avvertire due cose: e cioè che se un Cattolico +si trova nello stesso caso, ricorre alla Santa Sede, +<span class="pageno" title="233" id="page-233"></span> +che avendo ricevuto da N. S. Gesù Cristo facoltà di sciogliere +e di legare, lo proscioglie dal voto; l'Ebreo, che non +ha autorità spirituale, ricorre a tre, che chiamerei probiviri, +i quali adempiono ad un atto di carità, tranquillizzandone +la coscienza. Oltre a ciò, è a sapersi che gli +Ebrei non furono mai troppo teneri dei voti. Nell'<cite>Ecclesiaste</cite> +è detto: “Meglio è che tu non voti, che se tu +voti e non adempi” (v. 5) e Rabbi Meir commentando +questo versetto soggiunge: “Ma meglio assai non far +nessun +voto” <a id="FNa_326"></a><a href="#Fn_326" class="fna">(326)</a>. +E forse il buon Rabbi nell'emettere +tale parere, aveva presente il versetto 14 del +<span class="sc num">vi</span> dei +<cite>Numeri</cite>, nel quale il Signore comandò che chi ha fatto +un voto e lo ha osservato, debba, tra gli altri sacrifizi, +offrirne uno in espiazione del peccato di aver fatto un +voto. +</p> + +<p> +E se il suo articolaio non fosse convinto e volesse fare +un atto di giustizia inconsueto in lui, e che si riassume +nel precetto <i class="quo" xml:lang="la">audietur et altera pars</i>, +legga la <cite xml:lang="fr">Défense +du Judaisme</cite>, di Isaac Levy, ed a pag. 62 vi troverà +ampiamente confutata la sciocca accusa sulla quale, per +mio conto, mi sono anche troppo dilungato. +</p> + +<p> +Un'altra accusa che trovo nel vol. <span class="sc num">vi</span>, +pag. 605, è la seguente: +</p> + +<p> +“I giudei poi non accettano la testimonianza dei non +giudei; perchè non si dee credere a chi è sospetto di +delitti. E tali sono tutti i non giudei. E perciò, anche +secondo il Talmud, nessun ebreo dee porre una sua +bestia da soma, o qualsiasi altra nelle stalle dei non +giudei, nè lasciar sola con essi una loro donna, e neanche +rimanere egli stesso solo con loro, per sospetti espressi +chiaramente nel Talmud; ma che bello è il tacere +<span class="pageno" title="234" id="page-234"></span> +(<em>e più bello il non accennare, in omaggio al proverbio: +non parlar di corda in casa del... padre Sanchez</em>). +“Sospettano dunque, gli Ebrei di tutto il genere umano +non ebreo, e credono birbanti ed infami tutti fuorchè +loro: e ciò notisi bene in forza della loro legge e per +precetto religioso.” +</p> + +<p> +Sicuro; gli Ebrei ed i loro Rabbini avevano, nel secolo +V in cui fu scritto il Talmud, il gran torto di non +fidarsi di chi non professava la loro religione; ma di +grazia, a che sentimento si ispiravano i Padri del +<span class="sc num">vi</span> +Concilio d'Adge e del Concilio Epaonense, vietando ai +Cristiani di non mangiare cogli +Ebrei? <a id="FNa_327"></a><a href="#Fn_327" class="fna">(327)</a>. +A che sentimento +si inspirava papa Benedetto XIII, per tacer +d'altri, vietando agli Ebrei di formare società coi Cristiani, +di esercitare la medicina, di aver domestici cristiani, +ecc., ecc. E quei predicatori che, al dire di papa +Martino +V <a id="FNa_328"></a><a href="#Fn_328" class="fna">(328)</a>, +che cristianamente ne li biasima, vietavano +persino ai Cristiani di cuocere pane per gli Ebrei, +obbedivano, di grazia, a che sentimento? +</p> + +<p> +Ma Ella mi dirà che, verso l'Ebreo, empio e spregiatore +di ogni legge umana e divina, la diffidenza non è mai +troppa, ma che l'Ebreo, sempre trattato amorevolmente +dagli altri popoli, aveva obbligo di avere verso di loro +la maggior confidenza. +</p> + +<p> +Le storie tutte attestano di questa amorevolezza con +cui eran trattati gli Ebrei, ma a me basta spigolare pochissimi +fatti, che non sono però fatti isolati, per mostrare +quanto torto avessero gli Ebrei di diffidare di coloro +che professavano altre religioni, anche se queste +<span class="pageno" title="235" id="page-235"></span> +imponevano come obbligo, la carità e l'amore verso l'uman +genere. +</p> + +<p> +A Beziers nella settimana santa <em class="sc">era permesso</em> ai +Cristiani di pigliare a sassate gli +Ebrei <a id="FNa_329"></a><a href="#Fn_329" class="fna">(329)</a>. +</p> + +<p> +Ma pigliarli a sassate non basta, e nelle Assise di +Bretagna nel 1239, si trova una disposizione che vietava +di procedere contro chiunque avesse ucciso un +ebreo <a id="FNa_330"></a><a href="#Fn_330" class="fna">(330)</a>. +</p> + +<p> +E questi empi Ebrei, così ben protetti dalle leggi dei +popoli fra cui vivevano, osavano iscrivere nei loro libri +religiosi, massime di precauzione contro i loro persecutori! +</p> + +<p> +Perchè, invece, non affidarsi alla pietà di questi? Perchè +non invocare, per esempio, l'appoggio di quel buon +Ugo, cappellano del visconte di Rochechouart, di cui voglio +narrarle le gesta, ad edificazione dell'articolaio suo. +</p> + +<p> +È quasi certo che Ella sa, e che l'articolaio suo che +nulla sa, ignora, che una di quelle sante leggi del passato, +di cui l'articolaio invoca parecchie volte il ripristinamento, +disponeva che gli Ebrei di Tolosa dovessero +ricevere uno schiaffo alla porta del maggior tempio, cerimonia +piissima ed edificante, che durò fino al principio +del <span class="sc num">xii</span> +secolo <a id="FNa_331"></a><a href="#Fn_331" class="fna">(331)</a>. +</p> + +<p> +Ora quel buon cappellano..... ma val meglio lasci la +parola ad un autore non sospetto di soverchia benevolenza +verso gli Ebrei: “Quo tempore Ugo, capellanus +Americi vicecomitis Rocacardensis, cum eodem seniore +suo Tolosæ adfuit in Pascha: et colaphum judaeo, sicut +<span class="pageno" title="236" id="page-236"></span> +illic omnis Pascha semper moris est, imposuit et +cerebrum illico et oculos ex capite perfido ad terram +effodit. Qui judæus statim mortuus, ad synagogam judæorum +de basilica Sancti Stephani elatus, sepulturæ +datus est.” <a id="FNa_332"></a><a href="#Fn_332" class="fna">(332)</a>. +</p> + +<p> +E badi, Riverito Signor mio, che questi perfidi Ebrei +avevano tanto maggior torto di diffidare di questi mitissimi +avversari, in quanto la legge li tutelava così bene, +che al piissimo cappellano Ugo non fu torto un capello! +</p> + +<p> +Ma che vado io cercando esempi nel <em>tanto calunniato +medio evo</em> (come si suol dire nel suo giornale), per provare +il torto grandissimo che avevano gli Ebrei di non +fidarsi dei loro nemici? +</p> + +<p> +Lo stesso suo articolaio mi fornisce un argomento prezioso. +È noto, <i class="quo" xml:lang="la">lippis et tonsoribus</i>, +che la Spagna, fra +tutte le nazioni europee, è quella che gode la maggior +simpatia di V. S. Ill.ma e dei redattori del suo giornale, +tanto è vero che a pag. 456 del volume <span class="sc num">v</span> +la trovo chiamata +“la più cavalleresca ed anche forse la più cattolica +di tutte le nazioni.” +</p> + +<p> +Ora, il suo pio articolaio visto, che se i tempi non volgono +propizi agli arrosti, non sono neppur adatti a ristabilire +la <em>colafizazione</em> di Tolosa, appena sente che il +Governo spagnuolo si mostra disposto a richiamare gli +Ebrei, scrive queste precise parole: +</p> + +<p> +“Poco si fidano gli Ebrei dell'ospitalità spagnuola. E +non hanno torto. Tanto più che la Spagna passa ora +per avere le finanze sì pubbliche e sì private un po' +ammalate. E quando gli Ebrei vi avessero seco portati +<span class="pageno" title="237" id="page-237"></span> +i loro milioni, non si sa se poi qualche moto antisemitico +non dovesse ricacciare gli Ebrei dalla Spagna, ritenendo +i milioni. Sono cose già accadute, e che il presente +dominio liberalesco non può che rendere sempre +più facili a riaccadere.” +</p> + +<p> +Lascio a parte l'insinuazione contro il dominio liberalesco; +non oppongo l'osservazione che Ferdinando ed Isabella, +che cacciarono gli Ebrei, ebbero dalla storia un nome +che, grazie a V. S. Ill.ma, ed a pochi suoi accoliti, significa +l'opposto di liberale; ma chieggo, a chiunque abbia +pratica di arguzie rabbiniche, se dalle linee che ho testè +riferito, non appare chiaro il desiderio del pio articolaio +suo, che avvenga ciò ch'egli ipocritamente finge di temere, +che cioè la <em>cattolica</em> e <em>cavalleresca</em> Spagna scacci +<em>cavallerescamente</em> gli Ebrei, e ne ritenga, +altrettanto <em>cavallerescamente</em>, +i milioni, dato e non concesso che milioni +ci sieno? +</p> + +<p> +E quando oggi ancora, in pieno <span class="sc num">xix</span> +secolo, esistono pie +persone come l'articolaio suddetto, come il Rohling, come +il sucido falsario dell'anonimo opuscolo di Prato, come +quel rinnegato di tutte le nazioni e di tutte le religioni +che si fa chiamare Osman bey, vi è di che meravigliarsi +se gli Ebrei del <span class="sc num">v</span> secolo avevano +ricorso a qualche provvedimento +precauzionale contro i loro nemici? +</p> + +<p> +E qui giunto alla fine mi nasce, Riveritissimo Signor +mio, un dubbio. +</p> + +<p> +Valeva egli la pena di discutere coll'articolaio suo +che mi dà prove luminose di dottrina, collocando Damasco +in Egitto (<span class="sc num">vii</span>, 476); facendo di +S. E. il generale Menabrea +un ebreo (<span class="sc num">vii</span>, 238), quando sanno anche i bimbi +che quell'egregio uomo di Stato fu tra i fondatori dell'<cite>Armonia</cite>, +ed infine mettendo, come già ebbi a rilevare, +la circoncisione fra i precetti noachidi? Ma istruire gli +ignoranti è opera di carità, ed io non rimpiangerei le +<span class="pageno" title="238" id="page-238"></span> +mie parole se non temessi che l'articolaio in questione, +fosse fra quegli ignoranti che non vogliono essere istruiti. +</p> + +<p> +Come si fa per esempio ad ammettere la buona fede, +altrimenti che spiegandola colla crassa ignoranza, dello +scrittore che a pag. 736 del vol. <span class="sc num">vi</span>, +scrive queste parole: +</p> + +<p> +“<em>Polemicamente</em> poi si manifesta la reazione religiosa +ebraica con quell'informe ammasso dei loro libri, tutti +diretti contro quanto non è ebreo. Più celebri fra questi, +perchè più empî e più blasfematorî, sono il <cite>Toldos +Jescou</cite> ossia la <i id="generaziene">generazione</i> di Gesù, +e il <cite>Maase Talony</cite>, +ossia <cite>Storia dell'impiccato</cite>. Ma gli Ebrei si vantano +ancora di possedere tre <cite>Nizacchi</cite> ossia +<cite>Libri vittoriosi</cite> +contro i Cristiani e contro il Vangelo, composti +l'uno dal Rabbino Matatial, l'altro dal Rabbino Lipman, +ed il terzo dal Rabbino Giuseppe Kimchi. +</p> + +<p> +“. . . . . Orribili +veramente sono quei libri: +ma però necessari a conoscersi da chi vuol sapere ciò +che veramente pensano dei Cristiani gli Ebrei.” +</p> + +<p> +Apra l'articolaio il <cite>Dizionario storico degli Autori +Ebrei</cite>, opera di quell'eccellente sacerdote cattolico che fu +il prof. De Rossi, a pag. 152 del vol. 2º, e troverà che +il <cite>Toledoth Jesù</cite> ed il <cite>Maasse Jésù</cite> o +<cite>taluì</cite> sono un libro +solo con due titoli diversi, e quanto poi al farne colpa +agli Ebrei vedrà che il celebre Mendelssohn protesta +“che è uno di quei libri che nessun ebreo di buon +senso legge o conosce” e che lo stesso De Rossi conviene +che “tutti i più savi e dotti Rabbini sono talmente +persuasi della sua impostura che non ne trovo +veruno di tanti che hanno scritto di controversie, e difesa +la loro religione contro de' Cristiani, che abbia osato citarlo +per genuino, per antico, per autorevole.” +</p> + +<p> +Mi è impossibile riportare intiero il capitolo del +De Rossi, ma lo legga l'articolaio, e vedrà che l'autore +del libercolo è ignoto e non è neppur provato che +<span class="pageno" title="239" id="page-239"></span> +esso sia un ebreo; sicchè volerne far colpa all'intiera +nazione giudaica, sarebbe come dire che tutti gli Europei +sono empî, perchè in Europa fu pubblicato, se pur fu +pubblicato, il <cite xml:lang="la">De Tribus impostoribus</cite>. +Quanto a quelli, +che in gergo romanesco-giudaico, l'articolaio chiama <cite>Nizzacchi</cite>, +legga il De Rossi ed all'articolo Matatia, e non +Matatial, come sproposita l'articolaio, troverà che questo +Rabbino d'incerta età e luogo, è autore di un libro polemico +<em>manoscritto</em>, noti l'articolaio <em>manoscritto</em>, contro +il Vangelo, intitolato: <cite>Nitzachon</cite>, o +<cite>Libro della Vittoria</cite>. +</p> + +<p> +All'articolo <cite>Lipman</cite>, troverà che costui compose nel +1399 un altro <cite>Nitzachon</cite> in cui confuta gli atei, i sadducei, +i caraiti, e specialmente i Cristiani, ed esamina +tutti i testi della scrittura da loro prodotti per provare +i loro dogmi; all'articolo Kimchi Giuseppe, troverà accuratamente +notati i varî titoli delle opere anticristiane +di questo dottissimo Rabbino spagnuolo del +<span class="sc num">xii</span> secolo, il +quale, al pari degli altri due scellerati Rabbini sunnominati, +ha avuto il torto di scrivere dei libri in difesa della +religione che professava senza chiederne il permesso all'articolaio +suo. +</p> + +<p> +Ed il suo articolaio può rabbrividire ed inorridire e +raccapricciare quanto vuole nel ricordarli, ma deve sapere +che le opere, quasi tutte inedite, del Kimchi, per +dir di questo solo, vennero ritenute dal celebre Michaelis, +dal Bruns, dall'anonimo autore delle Effemeridi di Gotha, +e da altri letterati moderni, valentissimi nella filologia +orientale e sacra, tanto utili per il progresso della medesima +e di tanto pregio e importanza, che vivamente +desiderarono che venissero ricercati con diligenza e dissotterrati +e pubblicati. +</p> + +<p> +Un'ultima osservazione ed ho finito. L'articolaio suo +accusa gli Ebrei (vol. <span class="sc num">x</span>, pag. 611) +di aver sostituito +al precetto biblico: “<i class="quo">Ama dunque il Signore Iddio tuo</i> +<span class="pageno" title="240" id="page-240"></span> +<i class="quo">con tutta l'anima tua e con tutto il tuo maggior potere</i>” +l'altro <i class="quo">che Dio non si dee amare ma soltanto +temere</i>. +</p> + +<p> +Se fossimo ancora nei tempi in cui la lingua ebraica +era ignota ai Cristiani, se i riti e i costumi degli Ebrei +fossero avvolti nel più profondo mistero, simile accusa +potrebbe forse comprendersi; ma essa riesce, oggigiorno, +peggio che inesplicabile. +</p> + +<p> +Tutti sanno che gli Ebrei hanno una speciale preghiera, +lo <cite>Sceman</cite>, che devono ripetere almeno due volte +al giorno, e che è per loro il simbolo della loro fede, +ciò che il <cite xml:lang="la">Credo</cite> è pei cattolici, +sicchè tutti i martiri +ebrei, morirono collo <cite>Sceman</cite> sulle labbra. +</p> + +<p> +Ora i primi versetti di questa preghiera, di questo +<cite xml:lang="la">credo</cite>, sono testualmente i +versetti 4–9 del libro <span class="sc num">vi</span> del +<cite>Deuteronomio</cite>, e quindi le parole: +<i class="quo">Ama dunque il Signore +Iddio con tutta l'anima tua e con tutto il tuo maggior +potere</i>, che non sono altro che il 5º versetto del libro +citato del Deuteronomio, forman proprio parte di questa +preghiera quotidiana. +</p> + +<p> +Ma non basta; chè gli Ebrei aggiustano tanta importanza +a questo versetto, che secondo l'articolaio avrebbero +invece posto in non cale, che oggi ancora pronunziandolo +“all'oggetto di concentrare la loro attenzione sopra questa +verità fondamentale della Religione, usano, dietro l'esempio +di un antico dottore della legge, coprirsi gli occhi +colla mano +destra” <a id="FNa_333"></a><a href="#Fn_333" class="fna">(333)</a>. +</p> + +<p> +Come ella vede a farlo apposta l'articolaio per una +delle poche volte che ha accusato gli Ebrei, senza riprodurre +<span class="pageno" title="241" id="page-241"></span> +calunnie trite e ritrite, ha avuto proprio la +mano felice! +</p> + +<p> +E chiedendo scusa a Lei, della lunga cicalata, depongo +la penna, pregandola di credere che è con sommo dolore +che devo dar posto ad uno scrittore della <cite>Civiltà Cattolica</cite> +fra un Rohling ed un Osman bey. +</p> + +<div class="data"> + <p>Gradisca, ecc.</p> +</div> +<div class="destra"> + <div class="firma"> + <p class="center"><span class="sc aut">Corrado Guidetti</span></p> + <p class="center"><i>Dottore in lettere.</i></p> + </div> +</div> + +<div class="footnote"><a id="Fn_325"></a> +<p class="foot"><a href="#FNa_325"><span class="label">(325)</span></a> +Tur Orach Chaim, cap. <span class="sc num">dcxix</span>. +</p> +</div> + +<div class="footnote"><a id="Fn_326"></a> +<p class="foot"><a href="#FNa_326"><span class="label">(326)</span></a> +<cite>Chulin</cite>, <span class="sc num">i</span>, <i>a</i>. +</p> +</div> + +<div class="footnote"><a id="Fn_327"></a> +<p class="foot"><a href="#FNa_327"><span class="label">(327)</span></a> +<cite xml:lang="la">Conciliorum coll.</cite>, t. +<span class="sc num">iv</span>, pag. 1389. +</p> +</div> + +<div class="footnote"><a id="Fn_328"></a> +<p class="foot"><a href="#FNa_328"><span class="label">(328)</span></a> +Bolla, anno 1429. +</p> +</div> + +<div class="footnote"><a id="Fn_329"></a> +<p class="foot"><a href="#FNa_329"><span class="label">(329)</span></a> +<cite class="norm" xml:lang="la">Ex Cronica Gonfredi Vosiensis</cite>, +anno 1167, Dom. Bouquet, +t. <span class="sc num">xii</span>, p. 496. +</p> +</div> + +<div class="footnote"><a id="Fn_330"></a> +<p class="foot"><a href="#FNa_330"><span class="label">(330)</span></a> +<span class="sc aut">D'Argentré</span>, +<cite class="norm" xml:lang="fr">Histoire de Bretagne</cite>, +libro <span class="sc num">iv</span>, capo <span class="sc num">xxiii</span>, +p. 207. +</p> +</div> + +<div class="footnote"><a id="Fn_331"></a> +<p class="foot"><a href="#FNa_331"><span class="label">(331)</span></a> +Dom. Bouquet. +<cite class="norm" xml:lang="fr">His. d. Fr.</cite>, t. +<span class="sc num">xii</span>. +</p> +</div> + +<div class="footnote"><a id="Fn_332"></a> +<p class="foot"><a href="#FNa_332"><span class="label">(332)</span></a> +<cite xml:lang="la">Ex Chronico Ademari Cabanensis</cite> ad an. 1020 in +<cite class="norm" xml:lang="fr">Recueil des hist. de France</cite> +di Dom. Bouquet, tomo <span class="sc num">x</span>, p. 154. +Cfr. <span class="sc aut">Mary Lafon.</span> +<cite class="norm" xml:lang="fr">Hist. du midi de la France</cite>, t. +<span class="sc num">ii</span>, p. 122. +</p> +</div> + +<div class="footnote"><a id="Fn_333"></a> +<p class="foot"><a href="#FNa_333"><span class="label">(333)</span></a> +<span class="sc aut">Mortara</span>, +<cite>La religione israelitica compendiosamente +esposta</cite>, Mantova, Beretta, 1855, pag. 40. +</p> +</div> + +<div class="section"></div> + +<h3 id="tit-7"> +<a href="#ritit-7">2º <span class="sc aut">G. B. Borelli.</span></a> +</h3> + +<p class="subtitle"> +La questione semitica e la sua possibile soluzione. +</p> + +<p> +Un senatore del Regno, l'on. G. B. Borelli, si è occupato +dell'argomento che ci preoccupa in un opuscolo +intitolato: la <cite>Questione semitica e la sua possibile soluzione</cite>. +Il Borelli, diciamolo subito, conviene con noi che +oggi la questione semitica è questione sociale non religiosa, +e nemico come egli si addimostra di tutte “le +superstizioni religiose e di tutte quelle modalità materiali +di culto che isteriliscono ed ammorbano il sentimento +religioso” vede la soluzione della questione nei matrimoni +misti. +</p> + +<p> +Alieni siccome siamo da ogni pregiudizio religioso, non +proviamo nessuna ripugnanza per la soluzione proposta +dall'on. Borelli. Gli osserviamo però che egli manca di +logica. +</p> + +<p> +Poichè egli ammette che il fanatismo religioso non +entra per nulla nella persecuzione degli Israeliti, poichè +<span class="pageno" title="242" id="page-242"></span> +egli ammette che gli Ebrei sono perseguitati “perchè +assorbono e monopolizzano molti interessi commerciali ed +industriali e sono in via di impossessarsi della maggior +parte di essi” a che cosa crede egli di rimediare coi +suoi matrimoni misti? +</p> + +<p> +Se l'on. Borelli legge i giornali, egli vedrà che oggi +il partito che aspira al sovvertimento sociale ha messo +in pratica il principio della divisione del lavoro. +</p> + +<p> +In quei paesi dove le maggiori ricchezze sono nelle +mani dell'aristocrazia, giornalisti, indegni di questo nome, +vanno racimolando nella storia tutto quanto può servire +a gittar l'onta ed il discredito sugli eredi dei più grandi +nomi storici; dove l'aristocrazia è povera, e perciò non +odiata, e l'industria potente, sono gli industriali che si +designano alle ire del popolino come sanguisughe efferate, +come sfruttatori dei loro operai, ecc., ecc. Là infine +dove gli Ebrei sono più ricchi è contro di essi che si eccitano +le malvage passioni della plebe ignorante e fanatica. +</p> + +<p> +Metta in pratica l'on. Borelli la sua panacea del matrimonio +misto, vada anche anche più in là se vuole, converta +tutti gli Ebrei al Cristianesimo, li copra magari +della cocolla del cappuccino o li ascriva al terz'Ordine +di San Francesco, e la questione muterà forse nome, ma +resterà intatta. +</p> + +<p> +Se tutti i membri della famiglia Rothschild si unissero +in matrimonio con Cristiani, ciò non scemerebbe +punto il numero degli invidiosi della loro fortuna. +</p> + +<p> +E la questione sociale, come la questione semitica, è +fatta di invidia. +</p> + +<p> +Ora creda pure l'on. Borelli che l'invidia non si attutisce +coi matrimoni misti. +</p> + +<p> +Ciò che occorre, ciò che è necessario, è che i perseguitati +di ieri, come i perseguitati d'oggi, come quelli di +<span class="pageno" title="243" id="page-243"></span> +domani, tutti coloro insomma che hanno qualche cosa da +perdere, si stringano in un fascio, che tutti concorrano +a dissipare le calunnie che gli interessati vanno sobillando +or contro una casta, or contro una Corporazione +religiosa, or contro i seguaci di una credenza. +</p> + +<p> +Il pericolo che minaccia gli uni, minaccia gli altri e +l'Ebreo che ridesse delle persecuzioni che contro il clero +cattolico si organizzarono in taluni paesi, non sarebbe +meno insensato del Gesuita che plaudisse agli eccessi che +i degni successori degli Unni, commettono in Ungheria. +</p> + +<p> +Gli uni e gli altri riderebbero del trionfo dei loro nemici! +</p> + +<h3 id="tit-8"> +<a href="#ritit-8">3º <cite class="sc" xml:lang="fr">L'Antisémitique</cite> +(giornale) — <i>Montdidier</i>.</a> +</h3> + +<p> +Abbiamo sormontato quel disgusto che ad ogni uomo +onesto ispirano la menzogna la più impudente e la calunnia +la più schifosa, ed abbiamo letto, con scrupolosa +attenzione, i primi dieci numeri +dell'<cite xml:lang="fr">Antisémitique</cite> che +vede la luce a Montdidier collo scopo apparente di combattere +gli Ebrei, collo scopo reale di combattere le convenzioni +ferroviarie proposte dal ministero francese, e di +farsi gettare nelle fameliche fauci un'offa dal Barone di +Rothschild. +</p> + +<p> +Il nostro coraggio nel leggere il giornale-libello non +vogliamo sia inutile, sicchè daremo ai lettori nostri una +breve recensione dell'immondo fogliaccio. +</p> + +<p> +A dimostrare la sciocchezza e l'ignoranza crassa dei +redattori di quel giornale, addurremo tre prove soltanto. +</p> + +<p> +Nel suo sesto numero, annoverando gli Ebrei che occuparono +altissime cariche in Europa, pone fra questi, +<span class="pageno" title="244" id="page-244"></span> +non lo si indovinerebbe in mille, il cardinale Antonelli! +E quasi ciò non bastasse, nel numero 8, ribadisce la +strana asserzione con queste precise parole: +<i class="quo" xml:lang="fr">Le feu cardinal +Antonelli qui était juif de sang et de naissance.</i> +</p> + +<p> +Come meravigliarsi dopo ciò che lo stesso giornale che +tratta da ebreo un cardinale di Santa Chiesa, affermi, +con sicumera tutta propria, che gli Ebrei esalano un odore +speciale? e come meravigliarsi che difetti a tal segno di +logica, da pubblicare, nel suo numero 9, una lettera d'un +tal di Hervilly, — che pare voglia farsi credere letterato +e poeta — il quale si lagna di tre scortesie ricevute dal +conte di Larochefoucauld duca di Bisaccia, uno dei capi +del partito cattolico francese, dalla duchessa di Magenta, +la cui severa pietà è universalmente nota, e dalla principessa +Riccardo di Metternich e trova che la colpa è, +<i class="quo" xml:lang="la">risum teneatis</i>, degli Ebrei, +che hanno bandito di Francia +la cortesia francese!! +</p> + +<p> +Parmi bastino questi tre esempi, a dimostrare che l'organo +magno dell'antisemitismo francese è redatto da +idioti; uno solo basterà a provare che è redatto da malvagi +e lo trarrò dal solo articolo del giornale in cui non +sia discorso di Ebrei. +</p> + +<p> +È inserito nel numero 10 del giornale ed è tutto rivolto +contro gli inglesi. E l'immondo libellista osa proporre +che — in caso di guerra tra la Francia e l'Inghilterra — la +Francia, calpestando i trattati che seguirono +la guerra di Crimea, ristabilisca le lettere di marca e, +per danneggiare la nemica potenza, si valga dell'opera +infame dei corsari!! +</p> + +<p> +Davvero che vi è da arrossire di dover, nell'ultimo +quarto del <span class="sc num">xix</span> secolo, occuparsi di tali +sanguinose aberrazioni. +</p> + +<p> +Noi toccheremo dunque di questo giornale, soltanto +perchè pur troppo, nel secolo nostro che pur si vanta +<span class="pageno" title="245" id="page-245"></span> +illuminato, non vi ha voce, per quanto uscita da infame +luogo, che non possa produrre le sue conseguenze. +</p> + +<p> +E ce ne occupiamo anche perchè nell'<cite xml:lang="fr">Antisémitique</cite> +troviamo la conferma di parecchie fra le asserzioni che +siam venuti mettendo innanzi nel corso di questo lavoruccio. +</p> + +<p> +Abbiam detto che l'antisemitismo è una delle tante +manifestazioni di quel mostro proteiforme che è il radicalismo, +e nel numero 7 dell'<cite xml:lang="fr">Antisémitique</cite> troviamo a +proposito del famoso processo di Tisza Esslar e dell'equanime +contegno di quel procuratore del Re, sig. Szeyffert, +le seguenti parole: +</p> + +<p> +“Nous ne sommes pas surpris d'apprendre que tous +les membres du barreau presque tous <i class="quo" xml:lang="fr">des démocrates +et des ennemis déclarés du cléricalisme</i> sont indignés +de la partialité du procureur du roi Szeyffert.” +</p> + +<p> +E quasi ciò non bastasse, l'<cite xml:lang="fr">Antisémitique</cite> ci prova le +strette relazioni che passan fra esso e la Massoneria +francese, e nel numero 5 ne apprende che +<i class="quo" xml:lang="fr">les franc-maçons antijuifs sont +innombrables</i> <a id="FNa_334"></a><a href="#Fn_334" class="fna">(334)</a> +e nel numero 6 che +<i class="quo" xml:lang="fr">le nombre des maçons antisémites est légion</i>. +Dichiarazioni queste di grandissima importanza, e perchè non +contraddette dalla Massoneria francese e perchè scritte in +un paese dove, chi ha un po' di memoria, non ha dimenticato +gli aiuti che la Massoneria, col pretesto di porsi +mediatrice fra la Comune ed il Governo di Versailles, ha +prestato alla prima. +</p> + +<p> +Abbiam detto che i persecutori dei Gesuiti sono ad un +<span class="pageno" title="246" id="page-246"></span> +tempo i persecutori degli Ebrei e +l'<cite xml:lang="fr">Antisémitique</cite> ci porge, +anche di questo prove abbondanti. +</p> + +<p> +Nel num. 2 in una lettera ai suoi corrispondenti dichiara, +parlando degli Ebrei: “Noi sapremo renderli in +esecrazione al mondo intiero facendoli conoscere” e poche +righe prima non ha trovato ingiuria più grave da scagliare +contro gli Ebrei di questa: <em xml:lang="fr">Association jésuitique</em>. +Notiamo, per semplice curiosità, e per mostrare più a nudo +i sicari della penna che abbiam preso a smascherare, +che essi nella stessa lettera si appropriano l'odiosa massima +<i class="quo">il fine giustifica i mezzi</i>, che attribuita, a ragione +od a torto, ai Gesuiti, fu meritamente stigmatizzata dalla +coscienza di tutti gli onesti. +</p> + +<p> +Non è infatti Rodin, od il padre d'Aigrigny, e non è +neppure un ebreo, che esclama nell'articolo già citato: +<i class="quo" xml:lang="fr">Qu'importent les moyens quand le but est loyal!</i> +</p> + +<p> +Nel numero 6 per eccitare l'odio verso quella eccellente, +e veramente caritatevole Associazione che è l'<cite xml:lang="fr">Alliance +Israélite Universelle</cite>, dice che essa si compone +<i class="quo" xml:lang="fr">d'autant +de Jésuites et de Bonapartistes que de Juifs</i> e rincara +la dose nei numeri seguenti, e specialmente nell'8º, dove, +in una corrispondenza da Londra, accusa due reverendi +Padri della Compagnia di Gesù, di essersi legati in complicità +con dei banchieri ebrei per commettere, non sappiamo +qual grossa frode finanziaria, a proposito di un +prestito della repubblica di Honduras!! +</p> + +<p> +Infine abbiam detto che gli antisemiti attuali, non +hanno che fare colla Chiesa cattolica e con nessuna Comunione +cristiana, ed il nostro compiacente libellista prova +anche più di quello che noi avevamo asserito. +</p> + +<p> +Esso vien pubblicando dei così detti studi sulla Bibbia, +dove, attingendo a piene mani agli scritti di Voltaire +e di Pigault Lebrun, volge in ridicolo il Libro che +è egualmente sacro ai Cristiani ed agli Ebrei, e che entrambe +<span class="pageno" title="247" id="page-247"></span> +le Religioni hanno siccome rivelato. Una sola +linea tolta da quel lavoro basterà a darne un concetto +esatto. La tolgo dal num. 3: +“<i class="quo" xml:lang="fr">Les gens grossiers qui +construisirent la Bible.</i>” +</p> + +<p> +Nel num. 10 poi lo stesso giornale ci dà la notizia +che la società dei <cite>Liberi Pensatori</cite> di Orléans ha deciso +di escludere dal suo seno gli Ebrei, per ciò soltanto che +sono Ebrei. Alla grazia di quei <cite>Liberi Pensatori</cite>! +</p> + +<p> +Ho dimostrato che l'<cite xml:lang="fr">Antisémitique</cite> non è +soltanto idiota +e malvagio, ma che è radicale, massone, persecutore dei +Gesuiti, irrisore della Bibbia, negatore di ogni religione +rivelata, libero pensatore. +</p> + +<p> +Dopo ciò è difficile a spiegarsi che tre giornali cattolici +abbiano annunziato con favore il giornale-libello. +</p> + +<p> +Certamente tre in confronto di tutti i giornali cattolici +che vedono la luce in Europa, non è gran cosa e +questo numero scema di importanza ancora, quando si +sappia che a comporre quel numero concorre un ridicolo +giornaluccio di Modena, e l'<cite xml:lang="fr">Univers</cite> di Parigi, +che non +seppe mai serbar misura in nessuna questione e che è +l'organo del fanatismo il più cieco. Addolora invece trovare +fra i giornali che accolsero favorevolmente il libello +di Montdidier, l'<cite>Ateneo</cite> di Torino, giornale cattolico nel +buon senso della parola, e scevro da ogni fanatismo; e +tanto più ci addolorano le parole che il giornale cittadino +indirizzava nel suo numero del 10 giugno 1883, al +libello di Montdidier, in quanto le vediamo accompagnate +da una tenera ammonizioncella, che dimostra proprio il +desiderio dell'<cite>Ateneo</cite> di ricondurre il figliuol prodigo sulla +buona strada. +</p> + +<p> +Mettiam pegno che il 10 giugno l'egregio e reverendo +teologo Biginelli non era in Torino, e che il saluto mandato +dall'<cite>Ateneo</cite> all'organo dell'antisemitismo e della pirateria +è opera dello scaccino della parrocchia. +</p> + +<div class="footnote"><a id="Fn_334"></a> +<p class="foot"><a href="#FNa_334"><span class="label">(334)</span></a> +L'antisemitismo non sarebbe cosa nuova in massoneria +se è vero, e crediamo lo sia, quanto ci apprende la <cite>Civiltà +Cattolica</cite> (serie <span class="sc num">ix</span>, +vol <span class="sc num">v</span>, p. 107), che tuttora dura in più +luoghi e segnatamente in Austria ed in Germania, l'antica, +e già comune, legge di escludere gli Ebrei dalle loggie. +</p> +</div> + +<div class="section"> +<span class="pageno" title="248" id="page-248"></span> +</div> + +<h3 class="lungo" id="tit-9"> +<a href="#ritit-9">4º +<span class="sc aut">Osman bey</span>. — <cite>Gli +Ebrei alla conquista del mondo</cite>, +<span class="sc num">ix</span> Edizione Internazionale +(<em xml:lang="la">sic</em>) italiana, +<cite>aggiuntevi Rivelazioni +sull'Alleanza Israelitica universale</cite>. Venezia, +Favaj 1883.</a> +</h3> + +<p> +Allorquando un amico mi mandò da Venezia questo libricciattolo, +conoscevo già di nome l'autore. È un grafomane, +mezzo turco e mezzo russo, mezzo osmanli e mezzo +cristiano, mezzo bey e mezzo gentiluomo, +<i class="quo" xml:lang="la">semibovemque +virum, semivirumque bovem</i>. Ho perciò lungamente esitato +prima di dar luogo in questo mio lavoruccio ad una +qualsiasi risposta, ed ho esitato specialmente, perchè, pei +gentiluomini non turchi, vi è qualcheduno di più sacro +della donna, del bimbo, del vecchio, del prete — queste +quattro debolezze — ed è il soldato che tollerò, paziente, +sanguinose offese. +</p> + +<p> +Dopo che un signor prof. Ottolenghi di Venezia, rispondendo +a questo signore, ha potuto scrivere impunemente +queste parole: “Se osaste ripetermi in faccia che +l'Italia s'è fatta coll'oro, getterei le mie scarpe nelle +immondizie dopo aver loro fatto fare la vostra conoscenza” +pare davvero poco decoroso l'occuparsi di +questo bey. +</p> + +<p> +Ma lo stesso amico che mi inviò l'opuscolo, mi previene +ora che si è trovata nel Veneto una accolta di persone, +non so se più imbecilli o maligne, per acquistare molte +copie dell'opuscolo del bey e diffonderlo a larghe mani; +è dunque forza occuparsi di questo libricciattolo e lo faremo. +</p> + +<p> +Chi è Osman bey? La sua grafomania lo ha spinto a +rivelarcelo egli stesso in un libro che col menzognero titolo: +<span class="pageno" title="249" id="page-249"></span> +<cite>Gli Inglesi in +Oriente</cite> <a id="FNa_335"></a><a href="#Fn_335" class="fna">(335)</a>, +non è che la storia sua +e della sua famiglia. In quell'opuscolo il bey gitta a piene +mani l'oltraggio sulla nobile figura di suo padre, il dottor +Giulio Millingen, egregio medico e pubblicista inglese dimorante +in Oriente, e su una sua stessa sorella, di cui +tutta Venezia onora la profonda pietà, l'intemerato carattere, +la contessa Evelina Millingen ne' Pisani. +</p> + +<p> +Il bey è un rinnegato di tutte le nazioni, di tutte le +religioni. Nato inglese, lo troviamo poi or turco, or russo; +anglicano dapprima, poi cattolico e conte del papa, poi +musulmano, ed ora crediamo greco-scismatico, il bey fu +sin dalla sua prima infanzia il protagonista di un dramma +religioso <a id="FNa_336"></a><a href="#Fn_336" class="fna">(336)</a>. +</p> + +<p> +Adesso lo troviamo animato da un odio veemente, implacabile, +contro gli Ebrei. +</p> + +<p> +Duplice è la causa di quest'odio. +</p> + +<p> +Il povero bey ha due nobili passioni nel cuore. Detesta, +esecra la sua famiglia e la sua patria: l'Inghilterra. +</p> + +<p> +Ora, sua sorella, costretta da lui ad una lite assurda, +temeraria, affidò le sue ragioni ad un avvocato ebreo, +l'illustre comm. Diena, onore del veneto foro, che ebbe +anche l'impudenza di vincerla. +</p> + +<p> +Apriti cielo; il bey impugna la sua penna e scrive, in +sua favella, queste belle +parole <a id="FNa_337"></a><a href="#Fn_337" class="fna">(337)</a>. +</p> + +<p> +“Che una dama ultra-cattolica sia ridotta a farsi difendere +da un israelita, non è la minore anomalìa che +abbella codesto dramma.” +</p> + +<div> +<span class="pageno" title="250" id="page-250"></span> +</div> + +<p> +Questo per la famiglia. +</p> + +<p> +Ma non basta, che un ebreo abbia osato assumere +contro di lui la difesa di una sua sorella; egli vede +“in Inghilterra il giudaismo onnipossente, mercè la +sua alleanza con la Gran Brettagna. Interessi comuni +stabilirono un cordiale accordo fra quelle due nazioni +commerciali,” egli vede, o sogna, che il giudaismo +mette a disposizione dell'Inghilterra, “l'influenza finanziaria +di cui dispone ed il suo concorso commerciale” +e raccapricciando, egli inglese, scorge che, “intanto che +l'Inghilterra e la Russia si contendevano il primato +sulla Turchia, il giudaismo servì d'ausilio alla prima +facendo una guerra inesorabile alla Russia.” +</p> + +<p> +Acciecato dall'odio pel suo paese, — nobile sentimento +invero — il bey volle fulminare colla sua penna d'oca, +molto d'oca, gli Ebrei che egli crede gli alleati dell'Inghilterra +e lo fece con tanto acume, con tanto buon senso, +che, dimenticando di avere scritto i brani che ho finora +citato, scrive a pag. 55, del suo povero opuscolo, queste +parole: “Quando l'Inghilterra e la Francia erano arbitre +dell'Europa, il giudaismo si basava sulle loro influenze... +dopo il 1867 disertarono la bandiera tricolore +e la croce di San Giorgio.” +</p> + +<p> +Ma perdoniamo al bey queste sue contraddizioni; perdoniamogli +anche la sua ignoranza assoluta della nostra +lingua che gli fa scrivere, come a pag. 63, <em>questa pretesta</em> +per questo pretesto, o come a pag. 64, <em>ciurma di +intrighi</em> invece di non so che; ed occupiamoci alquanto +del suo opuscolo. +</p> + +<p> +Prima però completiamo, con due citazioni dell'opuscolo +stesso, il ritratto morale dell'autore. Il bey fu militare, +e pose, è lui che lo dice, la sua nobile spada al servizio +di un generale che proteggeva i briganti (pag. 5). Fu +forse al servizio di questo generale che egli imparò la +<span class="pageno" title="251" id="page-251"></span> +lealissima arte di polemica, di cui parla a pag. 75. “Fu +necessario che io mi recassi a Parigi per impossessarmi +(leggi: <em>rubare</em>), di trofei negli stessi uffici dell'Alleanza +Israelitica.” +</p> + +<p> +Ed ora vediamo cosa ci sa dire contro gli Ebrei questo +rinnegato inglese, questo seida di un generale che protegge +i briganti, questo polemista, che va in casa altrui, +ad impossessarsi di trofei. +</p> + +<p> +Avverto però che non rileverò le accuse contro gli +Ebrei che il bey ripete, se già in altra parte di questo +libro io abbia avuto ad occuparmene: +</p> + +<p> +A pag. 13 accusa l'Ebreo di mancare d'amor proprio +e soggiunge: “se voi l'insultate non ne farà caso alcuno.” +Chi ha vissuto in società sa che vi sono Cristiani +ed Ebrei assai suscettibili in materia d'onore, e Cristiani +ed Ebrei privi di amor proprio: io, per esempio, conosco +un bey, che professò tutte le religioni meno l'ebraica, e +che non si risentì quando il prof. Ottolenghi lo minacciò +per le stampe di prenderlo a pedate... nel beylicato. +</p> + +<p> +Del resto questo bey ha, fra le tante sue virtù, quella +di veder sempre il fuscello che è nell'occhio dell'Ebreo e +di non veder mai la trave che è nel suo. +</p> + +<p> +Se così non fosse, come oserebbe questo bey accusare +gli Ebrei di essere insensibili ad ogni soddisfazione di +amor proprio, e soltanto avidi di denaro, ricordandosi di +aver scritto a pag. 216 di un altro suo libello, <cite>gli Inglesi +in Oriente</cite>, queste precise parole: +</p> + +<p> +“La stampa in Londra (<em>dice lui</em>), fu unanime a riscontrarvi +dei meriti, (<em>in una sua opera</em>); questa fu +la sola soddisfazione e il solo vantaggio, a ricompensa +delle mie fatiche, un centinaio di sterline m'avrebbe meglio +pagato.” +</p> + +<p> +Ebreo d'un bey! +</p> + +<p> +E se avesse meglio pensato ai casi suoi come avrebbe +<span class="pageno" title="252" id="page-252"></span> +potuto scrivere a pag. 41 della sua compassionevole catilinaria +contro gli Ebrei queste parole: “Gli Ebrei meriterebbero +che si stigmatizzassero (<em>sintassi beylicale!</em>) +col nome di lupi sotto pelle d'agnello; perchè in fin dei +conti, tale è il nome che si deve dare a coloro che +pretendono aver in una volta due nazionalità distinte.” +</p> + +<p> +Nessun professore, ebreo o cristiano, potrebbe minacciare +impunemente un lupo di pigliarlo a pedate; l'agnello +è tipo di mansuetudine; io non farò dunque a quelle brave +bestie il torto di paragonarle a chi so io; ma, ti domando, +o bey, se chi ha in una volta due nazionalità distinte +deve paragonarsi ad un lupo mascherato d'agnello, a che +si deve paragonare un bey che — avuta l'immeritata fortuna +di nascere suddito inglese — pianta un bel giorno +in asso patria e religione e diventa prima diplomatico +turco, poi mussulmano, poi ufficiale turco, finchè un bel +e giorno, piantata anche la Turchia, offre prima la sua nobilissima +spada ai Candioti che non sanno che farsene, e +poi la vende, per pochi copecchi, al Governo russo? +</p> + +<p> +Per siffatte palinodie il regno animale non offre paragoni, +ma la nobiltà di carattere che le inspira è quella +che si suole volgarmente attribuire ai rettili. +</p> + +<p> +Ma questo spaccamontagne di bey ha una faccia tosta +tutta sua per asserire senza provare; si vede proprio che +le sue imprese militari, al servizio di generali che proteggevano +i briganti, non gli hanno lasciato tempo di +apprendere il <i class="quo" xml:lang="la">quod gratis asseritur, +gratis negatur</i>. +</p> + +<p> +A pag. 30, per esempio, egli mi caccia là l'osservazione +che gli Ebrei non hanno mai fatto grande paura ai loro +conquistatori, i Romani. +</p> + +<p> +Ecco, dirò: io non sono un bey; io non ho al mio servizio +tre o quattro nazionalità diverse ed altrettante religioni, +ma un po' di storia, umilmente, l'ho studiata anch'io, +e credo che nessuno mi smentirà se dirò che, malgrado +<span class="pageno" title="253" id="page-253"></span> +le asserzioni di tutti i bey del mondo, gli Ebrei +seppero tenere in scacco per lungo tempo dinanzi a Gerusalemme +quella potenza romana che pur faceva piegar +tutto dinanzi a sè, tanto che Tacito, — sa il bey chi è +Tacito? — ebbe a scrivere: +<i class="quo" xml:lang="la">Augebat ira quod soli Judæi non +cessissent</i> <a id="FNa_338"></a><a href="#Fn_338" class="fna">(338)</a>. +E lo stesso Tacito, a proposito di +quegli Ebrei, che il nostro bey taccia di vili o poco meno, +dice +altrove <a id="FNa_339"></a><a href="#Fn_339" class="fna">(339)</a> +che non temevano la morte; e lo provarono +del resto, in quelle guerre, i difensori di Massada +che, anzichè cedere alle armi romane, scannarono prima +le loro donne ed i loro fanciulli, poi si uccisero scambievolmente. +</p> + +<p> +Eroismo barbaro, se vogliamo, ma di cui non sono +certo capaci i bey mercenari che servono, contro la loro +patria, generali che proteggono i briganti. +</p> + +<p> +Ma non creda il grafomane bey che noi vogliamo fargli +l'onore di seguire passo a passo la sua tantafera; come +pigliar sul serio l'esposizione <em xml:lang="la">ad usum bey</em> che egli fa +della storia biblica? Aspetteremo ad occuparcene che egli +abbia scoperto la storia dei Filistei e quella dei Faraoni, +di cui deplora la mancanza e quando egli, dopo averla +scoperta ed illustrata, ci avrà mostrato la verità delle sue +gratuite deduzioni, allora soltanto consentiremo ad +occuparcene. +</p> + +<p> +Intanto gli diciamo una cosa sola: se egli professava +nel quarto d'ora in cui scriveva, una religione — questo +bey ne cambia più spesso che di camicie — che ammette +la Rivelazione, la sua raffazzonatura della storia biblica è +empia; se egli non l'ammette, empietà per empietà, leggeremo +più volontieri i libri del Voltaire che, almeno, riboccano +<span class="pageno" title="254" id="page-254"></span> +di quello spirito che manca completamente negli +sproloqui beylicali. +</p> + +<p> +Del resto, a che occuparsi degli spropositi storici di +questo spaccamontagne cosmopolita, quando essi non son +messi là che per provare un asserto incomprensibile? +</p> + +<p> +Ciò che il bey vuoi provare è questo: +</p> + +<p> +“L'interesse costituisce un centro verso il quale convergono +le aspirazioni e le ingordigie umane; dunque +il suo possesso equivale al dominio universale.” +</p> + +<p> +Se tu, o bey, sei <em>maggiore</em> come scrittore, compiango +i briganti che tu dovevi proteggere per ordine del tuo +degno generale. +</p> + +<p> +Più ho letto quel periodo, e meno l'ho capito. C'è un +<em>suo</em> sopratutto che non posso capire a che cosa si riferisca, +e sì che bramerei saperlo, perchè saprei allora cosa +occorra possedere per ottenere, <em xml:lang="la">secundum</em> bey, il dominio +universale. +</p> + +<p> +Un'altra accusa, tu, o bey, fai agli Ebrei. A tuo poco +illuminato giudizio, essi hanno eretto ad assioma il principio +dell'antagonismo perpetuo fra gli uomini. Stammi a +sentire, o bey. Un certo Plauto, che nel +<cite xml:lang="la">Miles gloriosus</cite> +ha fatto la satira ad un bey del suo tempo, ha lasciato +scritto in un'altra sua commedia: +<i class="quo" xml:lang="la">homo homini lupus</i>, e +Plauto non era ebreo, che io sappia. Un sommo pensatore +francese che, anche senza esser bey, aveva pure qualche +valore, ha scritto un intiero capitolo col titolo: +<i class="quo" xml:lang="fr">Le +proufit de l'un est dommage de +l'aultre</i> <a id="FNa_340"></a><a href="#Fn_340" class="fna">(340)</a>, +e Montaigne non era ebreo. +</p> + +<p> +Ai tempi nostri una scienza è sorta per mostrare agli +<span class="pageno" title="255" id="page-255"></span> +uomini che il loro ben inteso interesse consiste nell'armonia, +una scienza che, indagando le ragioni del progressivo +sviluppo dei popoli, ha posto in chiaro la falsità degli +apotemi del commediografo pagano e del pensatore francese; +e questa scienza, che è l'Economia Politica, conta +fra i suoi maestri molti, moltissimi Ebrei e nessun bey; +tanto è vero che nell'<cite xml:lang="fr">Antisémitique</cite> +del 27 ottobre u. s. +un tal Joseph Roland, in mezzo a molte serque di spropositi, +ebbe a scrivere questa verità sacrosanta: +<i class="quo" xml:lang="fr">La science économique est juive.</i> +</p> + +<p> +E già che ho nominato l'<cite xml:lang="fr">Antisémitique</cite>, me ne valgo +per opporlo ad un'altra tua asserzione. Non sono inglese, +ma provo un certo gusto a far combattere le bestie. +</p> + +<p> +A pagina 34 tu scrivi: “La solidarietà ebraica è tale, +che se voi toccate un ebreo, gli ebrei delle cinque parti +del mondo si levano ritti come un sol uomo.” +</p> + +<p> +Leggi, o deliziosissimo bey, un articolo pubblicato +nell'<cite xml:lang="fr">Antisémitique</cite> +del 26 ottobre intitolato: <cite xml:lang="fr">Les juifs peints +par eux-mêmes</cite>, e firmato da un tale che si dice <i>Ben +Joudi</i>, e che probabilmente è tanto Ben Joudi quanto tu +sei <em>bey</em>, che finisce con queste parole: “Récompense honnête +à qui pourra me dire où reste ce bel adage: Tous +les juifs se soutiennent entre eux.” +</p> + +<p> +Mettetevi d'accordo, dirò anch'io col Giusti, e per non +far al diavolo di troppo brutti augurî, non finirò il verso. +</p> + +<p> +Del resto, o simpatico bey, tu hai un modo di argomentare +tutto tuo. Quando ti conviene mostrare che gli +Ebrei dominano dovunque nella politica, tu scrivi che +Arnim è un semita, ciò che è falso; che Castellar è un +semita, ciò che è falso; che Thiers, Odilon Barrot, Jules +Simon, Léon Say, sono semiti, ciò che è falso, falsissimo, +arcifalso. Non posso provarti che tutti coloro che ho nominato +sono cristiani, ma dal momento che tu li qualifichi +di semiti sta a te a darne le prove. Pel solo Say ti dirò, +<span class="pageno" title="256" id="page-256"></span> +che chiunque ha occupato il suo tempo altrimenti che penetrando +nelle altrui case per impadronirsi di trofei, sa +che Léon Say discende da una nobile e gloriosa famiglia +di protestanti svizzeri. +</p> + +<p> +Ma per te, o bey, che consideri arte lecita di polemica +l'impadronirti di trofei, la menzogna è peccato veniale; +per ciò mi limiterò a farti odorare, col tuo beylicale naso, +un'altra sola delle sozzure che tu hai seminato nel tuo +<a id="libricciatolo"></a>libricciattolo. +</p> + +<p> +Tu dici che Blanc, il celebre fondatore del Casino di +Montecarlo, è un ebreo. Menzogna altrettanto spudorata, +quanto quella di certi giornali che vanno insinuando esser +la casa di giuoco di Montecarlo sorretta dai Gesuiti. +Blanc non fu mai ebreo; è un cristiano cattolico apostolico +romano, come potrà fartene fede tutta Parigi. E ciò +dico non per far ricadere la colpa della speculazione del +Blanc su tutti i suoi correligionari, perchè questo modo +di argomentare non è lecito che ad un bey, ma pel gusto +di darti una volta di più del mentitore sfacciato. +</p> + +<p> +Un'altra sciocchezza, un'altra menzogna tu dici nel +tuo libricciattolo. +</p> + +<p> +A pagina 38 tu scrivi: che fra le differenti industrie +cui si dedicarono gli Ebrei non havvene una che abbia +contribuito al benessere sociale. +</p> + +<p> +Quale sia stata l'influenza economica degli Ebrei, ho +dimostrato alla gente seria, in un precedente capitolo, con +argomenti serî. +</p> + +<p> +Ora voglio dimostrarlo con argomenti tratti dal tuo +ridicolo libro. +</p> + +<p> +Non ti dirò che la più disonesta fra le industrie degli +Ebrei è migliore di quella dello sgherro di ogni tirannide, +del sicario della penna, dell'agente segreto del Governo +russo, ma domanderò, non a te che scrivi senza capire +ciò che ti si fa scrivere, ma a chi ha un dito di buon senso, +<span class="pageno" title="257" id="page-257"></span> +come è conciliabile tale tua asserzione con quanto scrivi +a pag. 50 “gli ebrei si dedicarono alla medicina, alla +letteratura, all'istruzione pubblica, al giornalismo.” +</p> + +<p> +Capisco che tu non debba ammettere che la medicina +<em>contribuisca al benessere sociale</em>; tu devi dirti che i medici +dell'ospedale di Salerno, che hanno salvato la tua +vita, che non vale una buccia di fico, giovano assai meno +al <em>benessere sociale</em> del veterinario che guarisce un somarello +che vale cinquanta lire; capisco che per un dotto +della tua specie letteratura, istruzione pubblica, giornalismo, +sieno arti improduttive; ma non capisco come tu +non comprenda che se gli Ebrei, come tu stesso confessi +a pag. 39, <em>infestavano</em> gli Stati italiani quando questi +erano prosperi e ricchi è perchè, checchè tu ne blateri, +gli Ebrei sono fattori di prosperità e di ricchezza e tutti +gli esempi che tu adduci in quella pagina provano contro +di te: non è che gli Ebrei calassero, come cavallette +voraci, nei paesi prosperi e ricchi per divorarli, perchè, +in quei tempi di cui tu invochi il ritorno, gli Stati non +accoglievano gli Ebrei se non ne avevano bisogno, ma è +che colla loro attività e con quelle virtù che tu stesso, +esagerando perchè ti fa comodo, riconosci loro, concorrevano +potentemente a creare questa prosperità, questa +ricchezza. +</p> + +<p> +E passo ad altro, scorrendo il tuo libro senz'ordine, +ma come vien viene, perchè davvero non merita di più. +</p> + +<p> +A pagina 70 tu hai l'impudenza di venirla a fare da +maestro a noi italiani e di rimproverarci, perchè nelle +nostre assemblee legislative è fatta agli Ebrei una parte +troppo preponderante. +</p> + +<p> +Potrei risponderti che in Italia scegliamo i nostri deputati +ed i nostri senatori basandoci sul valore morale +ed intellettuale delle persone e senza preoccuparci della +loro religione e, sopratutto senza darci il menomo pensiero +<span class="pageno" title="258" id="page-258"></span> +di ciò che ne pensa il più sconclusionato di tutti +i bey. +</p> + +<p> +Ma preferisco risponderti con un argomento <em xml:lang="la">ad hominem</em>. +Come tra gli Ebrei vi sono dei bricconi, così anche tra +i bey ci sono delle persone ammodo. Ed una di queste, +il comm. Paternostro-bey, fu prima deputato e poi senatore +del Regno d'Italia. Ti parrebbe logico se qualcuno +ragionasse così: in Italia non ci sono che due bey, Osman +Seify bey, che non osa portare il suo vero nome ed il +suo vero titolo di Conte Millingen, e Paternostro-bey, fior +di gentiluomo, che si è sempre chiamato così. Ora due +bey sopra 28,459,451 abitanti, non hanno diritto a nessuna +rappresentanza, per ciò la presenza di un bey fra +i legislatori italiani è contraria al diritto costituzionale. +</p> + +<p> +Io non so cosa tu penseresti di chi ragionasse così, +so che noi italiani lo chiameremmo un matto. +</p> + +<p> +Un'ultima gemma però voglio rilevare nel tuo libricciattolo. +A pag. 42 tu scrivi: “Crémieux e Armand Levy, +due celebrità israelitiche del nostro tempo, hanno categoricamente +dichiarato ch'essi sono fieri di esser ebrei +fino all'estremità delle unghie. Evidentemente, siccome +al di là dell'estremità delle unghie non vi è gran +che, la nazionalità francese deve trovarsi molto incomoda +in simili individui.” +</p> + +<p> +Bisognava proprio che tu li insozzassi colla tua immonda +bava, perchè io pigliassi a difendere il Crémieux, +che come repubblicano non mi è punto simpatico, il Levy, +che come comunardo mi è addirittura odioso; ma qui +non facciamo della politica. +</p> + +<p> +Sicchè ti ricordo che un illustre patrizio e letterato +italiano, il conte Tullio Dandolo, abbiatico di un ebreo battezzato +e padre di quei due Dandolo, il cui nome è legato +alla eroica difesa di Roma nel 1849, aveva assunto +per divisa: “Prima sono cattolico e poi italiano”; e +<span class="pageno" title="259" id="page-259"></span> +nessuno pensò mai che in Dandolo la religione fosse ostacolo +alla nazionalità. Ma tu che hai avuto il merito +di far sì che il professore Ottolenghi potesse vantarsi +di minacciare di pedate, nella tua persona, cinque o sei +religioni e cinque o sei nazionalità diverse, certe cose non +le puoi sapere. +</p> + +<p> +Ed ora prendo commiato da te perchè, pur intendendo +discutere le tue calunnie contro +l'<cite xml:lang="fr">Alliance Israélite Universelle</cite>, +non intendo di mescolare il tuo nome a quello +di cose serie; ti do per altro un ultimo salutare consiglio: +se mai il Governo russo ti sopprime il <em>backscich</em>, +va in Ungheria; fra gli eredi degli Unni potrai far fortuna: +ma in Italia abbiamo abbastanza dei matti di casa +per pigliarci cura dei matti forestieri. +</p> + +<p> +Senza rancore, bey! +</p> + +<div class="thought-break"> +<p class="center">*<br/>* *</p> +</div> + +<p> +Nel 1860 venne fondata a Parigi l'<cite xml:lang="fr">Alliance Israélite +Universelle</cite> col triplice scopo: +</p> + +<p> +1º Di lavorare dovunque per l'emancipazione e pel +progresso morale degli Israeliti; +</p> + +<p> +2º Di prestar un appoggio efficace a quanti soffrono +per la loro qualità di Israeliti; +</p> + +<p> +3º Di incoraggiare ogni pubblicazione adatta a produrre +questo risultato. +</p> + +<p> +A questa società si vanno muovendo dagli antisemiti +le più atroci e sconclusionate accuse; le si rimprovera +di non aver in nessun paese esistenza legale, di essere +una società segreta, di costituire uno Stato nello Stato, +di creare fra i suoi affigliati una incompatibilità fra i +doveri di cittadino e quelli di socio; e perchè la nota allegra +non debba mancare le si rimprovera persino il suo +emblema, che consiste in una figura allegorica rappresentante +<span class="pageno" title="260" id="page-260"></span> +il globo sormontato dalle tavole della legge, quasichè +l'Alleanza aspirasse al dominio dell'Universo. +</p> + +<p> +Non so davvero quale persona seria potrebbe far colpa +ad una associazione, di un emblema che significasse il desiderio +di condurre il mondo all'osservanza del decalogo. +Cristiani ed Ebrei abbiamo tutti egualmente sacra quella +divina legge che il Redentore è venuto a perfezionare, +non a mutare, sicchè le tavole della legge prese ad emblema +altro non significano che la speranza nel trionfo +della legge di Dio senza allusione a nessuna speciale confessione. +</p> + +<p> +Ma le tavole della legge poste sopra il globo nel suggello +dell'<cite xml:lang="fr">Alliance</cite>, significano proprio tutto ciò o non +piuttosto che quel sodalizio, fedele al suo titolo di universale, +vuole estendere la sua azione dovunque vi sia un +Ebreo da proteggere e da educare? +</p> + +<p> +Ed inteso così nel suo vero senso l'emblema e lo scopo +dell'<cite xml:lang="fr">Alliance</cite>, qual più severo indagatore +troverà in essa qualche cosa da biasimare? +</p> + +<p> +Ogni religione ha sodalizi propri intesi a propagare +la sua fede, a difendere i suoi addetti. +</p> + +<p> +Il cattolicismo ha la sua <cite xml:lang="fr">Société pour la propagation +de la foie</cite>, che non va confusa colla +<cite xml:lang="la">Propaganda fide</cite> di +Roma; il protestantesimo ha le sue Società bibliche e le +une e le altre rendono immensi servigi alla causa della +civiltà e maggiori ne renderebbero se anzichè combattersi +tra loro consentissero ad esercitare la loro azione in +paesi differenti. +</p> + +<p> +Il mosaismo, più modesto, ha la sua <cite xml:lang="fr">Alliance</cite> che non +si propone scopo di propaganda, ma soltanto di difesa, di +protezione, d'educazione. +</p> + +<p> +In molti e molti paesi le condizioni morali dell'Ebreo +sono lungi dall'essere prospere; per quel circolo vizioso +cui abbiamo accennato altrove, l'Ebreo dove è più umiliato +<span class="pageno" title="261" id="page-261"></span> +e maltrattato è anche meno civile, meno adatto a +fondersi colle popolazioni tra cui vive. +</p> + +<p> +Gli Ebrei di Francia, d'Italia, d'Inghilterra, del mondo +civile insomma, potevano fare opera più nobile che costituirsi +in sodalizio per proteggere questi loro sventurati +correligionari, per educarli, per renderli migliori e +preparare così quell'auspicato giorno, in cui, compiuta dovunque +l'opera d'incivilimento degli Ebrei, cadranno di +necessità le barriere che li separano dai loro concittadini? +</p> + +<p> +L'<cite xml:lang="fr">Alliance</cite> che si è prefissa il +generoso intento agisce +alla piena luce del sole; i suoi bollettini regolarmente +pubblicati fanno fede che i mezzi da essa impiegati sono: +l'istituzione di scuole, la diffusione di buoni libri, i soccorsi +ad intraprese di colonizzazione o di emigrazione, +tutti quei mezzi insomma che condur possono allo scopo +surriferito. +</p> + +<p> +Tacciare l'<cite xml:lang="fr">Alliance</cite> di società segreta è mostrare di +ignorare o cosa essa realmente sia, o cosa significhi società +segreta. +</p> + +<p> +Accusarla di non aver esistenza legale in nessun paese +è sciocchezza e peggio. Italiano, scrivo in Italia e per +italiani, e fra noi, tutti sanno che nessuna società ha +d'uopo di avere esistenza legale se non si propone di +acquistare beni stabili. Perchè dunque +l'<cite xml:lang="fr">Alliance</cite> si esporrebbe +a spese inutili per essere legalmente costituita in +ente morale quando pei suoi scopi non ha nessun bisogno +di fare uso dei diritti che da questa costituzione +scaturiscono, tanto più quando è notorio che se domani +una ragione qualsiasi le imponesse di farsi giuridicamente +riconoscere, essa non incontrerebbe il più piccolo +ostacolo? +</p> + +<p> +Ma l'<cite xml:lang="fr">Alliance</cite> tratta da paro a paro coi Governi, essa +invia dei <em xml:lang="la">memorandum</em> ai ministri che si permettono +persino di risponderle, essa crea uno Stato nello Stato. +</p> + +<div> +<span class="pageno" title="262" id="page-262"></span> +</div> + +<p> +Ricordiamo che ai tempi di S. M. Re Carlo Alberto +il Magnanimo, la figlia di un ex-diplomatico olandese passò +in Torino, malgrado la volontà paterna, dalla religione +protestante alla cattolica. +</p> + +<p> +Ciò dette luogo a proteste diplomatiche dell'Olanda non +solo, ma di tutti gli Stati protestanti. Ora è evidente +che se l'Olanda in questo caso agiva, indipendentemente +anche da ogni idea religiosa, per difendere l'autorità paterna +di un suo suddito, di un suo rappresentante, gli +altri Stati protestanti non avevano nessuna veste per +intervenire nella questione, da quella infuori della loro +qualità di protestanti. +</p> + +<p> +Che meraviglia dunque se gli Ebrei che non hanno +nessun Governo che li rappresenti officialmente, pensarono +di costituire un sodalizio il quale colla sola forza +della persuasione, dell'appello alla pubblica opinione, tuteli +i loro interessi religiosi? +</p> + +<p> +E chi non sa che nel secolo nostro la forza delle associazioni +è tale, che ogni sodalizio, per poco importante +che sia, ha facile mezzo di far pervenire ai Governi le +proprie rimostranze. Sono Stati negli Stati, le società +geografiche e commerciali, i sodalizi operai e quegli altri +infiniti Corpi morali che non si peritano di indrizzare memorie +a Governi e Parlamenti, forti della coscienza di +aver solidali nelle loro domande tutti gli ascritti al sodalizio? +</p> + +<p> +Perchè gli Ebrei soltanto dovrebbero essere esclusi dal +diritto di associarsi per la tutela dei loro interessi religiosi +quand'anche i Governi che più combattono il così +detto clericalismo, permettono le società per gli interessi +cattolici? +</p> + +<p> +Prevediamo un'obbiezione desunta dal carattere internazionale +dell'<cite xml:lang="fr">Alliance</cite>; ci si dirà: +l'<cite xml:lang="fr">Alliance</cite> ha carattere +essenzialmente internazionale, accoglie soci di ogni paese +<span class="pageno" title="263" id="page-263"></span> +ed in ogni paese esercita la sua azione; chi vi è ascritto, +chi ne è protetto specialmente, rimane in certa guisa +suo suddito e partecipa quindi quasi di una doppia sudditanza. +</p> + +<p> +È la stessa sciocca accusa che si muove agli ordini +religiosi, sicchè non mi meraviglierei che qualcuno parodiando +la celebre frase, pronunciata contro i Gesuiti nel +<cite xml:lang="fr">Procès de tendance</cite> del 1825, dicesse che +l'<i class="quo" xml:lang="fr">Alliance est +une épée dont la poignée est a Paris et la pointe +partout</i>. +</p> + +<p> +Questo modo di argomentare proviene da un residuo +involontario di vecchie idee che ormai hanno fatto il loro +tempo. Si credette che lo Stato avesse diritto anche sulla +coscienza del cittadino; da qui gli sforzi brutali dei Governi +per conseguire l'unità della fede, perseguitando i +protestanti come in Francia ed in Ispagna, i cattolici +come in Inghilterra ed in Isvezia. +</p> + +<p> +Ammesso il principio della libertà di coscienza, si capisce +che un inglese può obbedire alla Santa Sede in +tutto quanto concerne le questioni religiose, pur rimanendo +tanto buon inglese da poter essere come Lord +Ripon, vicerè delle Indie. +</p> + +<p> +Ma si noti che l'<cite xml:lang="fr">Alliance</cite> non avendo altri scopi che +quelli infuori che ho accennato, non impone ai suoi soci +il più piccolo dovere, tranne quello di pagare una quota +annua di sei lire; quanto alla protezione che essa accorda +a tutti gli Ebrei, sieno o non sieno ascritti al suo +sodalizio, essa non può esplicarsi che nelle forme e nei +modi consentiti dalle leggi dei diversi paesi, sicchè è +tanto assurdo il voler dire che l'<cite xml:lang="fr">Alliance</cite> +costituisce un +pericolo per gli Stati anche i più deboli, quanto il credere +che l'Inghilterra possa veder indebolita la sua potenza +dagli scritti di un Osman bey. +</p> + +<p> +Intendiamoci però bene, l'<cite xml:lang="fr">Alliance</cite> non è un pericolo +<span class="pageno" title="264" id="page-264"></span> +per nessuno Stato, ma essa, come tutti i sodalizi che si +propongono uno scopo retto ed onesto, ha, dietro di sè l'opinione +pubblica e questa anche da sola e senza il soccorso +dell'<cite xml:lang="fr">Alliance</cite> finisce per trionfare +di tutto quanto si +oppone al vero progresso. +</p> + +<p> +E certamente non fu per paura dell'<cite xml:lang="fr">Alliance</cite>, ma per +paura dell'opinione pubblica, che Coloman Tisza, il Presidente +del Consiglio dei ministri ungheresi ebbe a dichiarare +al suo collega della giustizia che il famoso processo +di <em>Tisza Esslar</em>, in cui figuravano ex-galeotti +divenuti giudici, avea reso la +<i class="quo" xml:lang="fr">Hongrie la risée de l'Europe</i>. +</p> + +<div class="footnote"><a id="Fn_335"></a> +<p class="foot"><a href="#FNa_335"><span class="label">(335)</span></a> +Venezia, Favaj, 1882. +</p> +</div> + +<div class="footnote"><a id="Fn_336"></a> +<p class="foot"><a href="#FNa_336"><span class="label">(336)</span></a> +Veggasi un opuscolo, omai rarissimo, di suo padre, il +dottor Millingen, <cite xml:lang="en">Arbitrary detention of three Protestant +children</cite>. +</p> +</div> + +<div class="footnote"><a id="Fn_337"></a> +<p class="foot"><a href="#FNa_337"><span class="label">(337)</span></a> +<cite>Gli Inglesi in Oriente</cite>, p. 240. +</p> +</div> + +<div class="footnote"><a id="Fn_338"></a> +<p class="foot"><a href="#FNa_338"><span class="label">(338)</span></a> +<cite xml:lang="la">Hist.</cite>, lib <span class="sc num">v</span>, § 10. +</p> +</div> + +<div class="footnote"><a id="Fn_339"></a> +<p class="foot"><a href="#FNa_339"><span class="label">(339)</span></a> +§ 5. +</p> +</div> + +<div class="footnote"><a id="Fn_340"></a> +<p class="foot"><a href="#FNa_340"><span class="label">(340)</span></a> +<span class="sc aut">Montaigne</span>, <cite xml:lang="fr">Essais</cite>, +lib. <span class="sc num">i</span>, cap. 21. Nello stesso capitolo +si legge: <i class="quo" xml:lang="fr">Il ne se faict +aulcun profit qu'au dommage d'aultruy.</i> +</p> +</div> + +<h3 class="lungo" id="tit-10"> +<a href="#ritit-10">5º <cite>Il sangue cristiano nei riti ebraici della moderna +sinagoga. Rivelazioni di Neofito ex-Rabbino, monaco +greco, per la prima volta pubblicato in Italia.</cite> Prato, +1883.</a> +</h3> + +<p> +Il signor lettore si tranquillizzi, chè, prendendo a pretesto +quest'opuscolo, non rientreremo nell'esame della calunnia +già da noi, forse con soverchia abbondanza, discussa +in altra parte del presente lavoro. Vogliamo soltanto +spendere poche parole attorno a questo libro per +dimostrarne il nessun +valore <a id="FNa_341"></a><a href="#Fn_341" class="fna">(341)</a>. +</p> + +<p> +L'opuscolo, stampato, duole il dirlo, coll'<em xml:lang="la">Imprimatur</em> +della Curia ecclesiastica di Prato, consta di 97 pagine; +ma colla pagina 39 finisce la parte di cui intendiamo +occuparci, il resto non essendo che una copia testuale +delle articole della <cite>Civiltà Cattolica</cite>. +</p> + +<div> +<span class="pageno" title="265" id="page-265"></span> +</div> + +<p> +Le prime 39 pagine dunque contengono le pretese rivelazioni +di un Rabbino moldavo convertito al cristianesimo +e da lui pubblicate nel 1803. +</p> + +<p> +Secondo queste rivelazioni gli Ebrei farebbero un uso +così frequente di sangue cristiano, che, se fosse vero, +avrebbero dovuto finire collo spopolare il mondo. +</p> + +<p> +Ma di ciò, ripetiamo, non vogliamo occuparci. Vogliamo +soltanto far rilevare che il preteso Rabbino non ha mai +esistito. +</p> + +<p> +Infatti si comincia dall'editore stesso, col dire che tutte +le traduzioni di questo libro sono rarissime, perchè fatte +sparire dall'<em>oro ebreo!</em> +</p> + +<p> +Ciò sarà verissimo; ma, di grazia, perchè non cominciare +dal dirci dove fu stampata l'edizione originale che, +alla fin fine, non rimonta, secondo l'editore, che al 1803? +</p> + +<p> +Si sarebbe perduta persino la memoria della città, dove +avvenne la pubblicazione? +</p> + +<p> +Quale era il nome ebraico dell'autore? L'editore non +lo sa, o sapendolo, non lo dice. +</p> + +<p> +Quale era il suo nome da cristiano? mistero egualmente +insoluto; <em>Neofito</em> non essendo un nome proprio ma +significando soltanto un convertito al cristianesimo. +</p> + +<p> +Ora queste pretese rivelazioni, non avendo altro valore +da quello infuori che deriva dalla affermazione dell'autore +che dice di <em>aver veduto</em>, è necessario per aggiustarvi fede, +sapere il nome dell'autore ed aver sottocchi l'originale +sua deposizione. +</p> + +<p> +Invece lo stesso editore non ha mai veduto l'originale, +non ne conosce che delle traduzioni, posteriori di +30 anni alla pretesa edizione originale, e non soltanto +non sa dirci il nome dell'autore, ma non può nemmeno +farci sapere in che paese sia stata stampata l'edizione +originale. +</p> + +<p> +Non occorre davvero essere nè un Magliabecchi, nè un +<span class="pageno" title="266" id="page-266"></span> +Muratori per riconoscere in tutto ciò i caratteri di una +delle più volgari mistificazioni che mai siansi tentate nel +mondo bibliografico. Ma quasi ciò non bastasse il libro +stesso ci porge le prove le più evidenti che l'autore, non +soltanto non era un Rabbino, ma ignorava i riti e i costumi +degli Ebrei. +</p> + +<p> +A pagina 22 il preteso Rabbino dice gli Ebrei soggetti +a malattie speciali. Oggi, nelle scuole, nei collegi, nelle +caserme, nelle carceri, negli ospedali, ebrei e cristiani +sono mescolati e nessuno ebbe mai contezza di tali malattie +speciali. L'affermarne l'esistenza è prova certa che +l'autore non fu mai ebreo, ma che invece partecipava a +tutti i pregiudizii che il volgo nutre contro gli Ebrei. +</p> + +<p> +A pagina 27 afferma che “quando tra gli Ebrei si +celebra il matrimonio, si preparano i contraenti con un +digiuno rigoroso per ventiquattro ore, astenendosi perfino +dall'acqua fino al tramonto del sole” e ciò pure è falso, +falsissimo, come può affermarsi da chiunque conosca i riti +degli Ebrei. +</p> + +<p> +A pagina 34 è detto “Quando io pervenni alla età +di 13 anni, nella quale gli Ebrei sogliono imporre in +capo ai loro figliuoli una corona che chiamano <em>corona +di fortezza...</em>” Ed anche questo è falso. L'ebreo compiuti +i 13 anni è religiosamente maggiorenne, ma le <em>corone +di fortezza</em> non esistono che nella mente dell'autore. +</p> + +<p> +Ho scelto per citarle tra le molte falsità addotte dall'autore +quelle soltanto che provano la sua ignoranza, +non la sua mala fede, perocchè basta la sua ignoranza +dei riti ebraici a provarne che l'autore non è un ex-Rabbino, +e neppure un ex-ebreo. +</p> + +<p> +L'astio, l'interesse o qualsiasi altro motivo può spingere +un neofita, Rabbino o no, a calunniare i suoi antichi +correligionarii, ma egli si guarderà bene, a proposito di +cose indifferenti, ed a tutti note dal cadere in inesattezze +<span class="pageno" title="267" id="page-267"></span> +che non giovano al suo scopo, ma nuocono togliendo +credito alle altre sue affermazioni. +</p> + +<p> +Ed un'altra di tali inesattezze voglio segnalare: +</p> + +<p> +L'autore ignora che gli Ebrei usano tuttora il calendario +lunare. Dice (pag. 29) che gli Ebrei piangono la +distruzione del Tempio di Gerusalemme, avvenuta per +opera di Tito, il 9 luglio e (pag. 30) che solennizzano +l'anniversario del trionfo di Ester il 14 febbraio. Ora, +invece, essi celebrano il primo di questi due anniversari +il 9 del mese lunare di <em>ab</em>, ed il secondo il 14 del mese +di <em>adar</em>; date che non si riproducono mai in uno stesso +giorno dell'anno solare. Le pretese rivelazioni del Neofito +essendo state, a quanto si dice, pubblicate nel 1803, abbiamo +voluto verificare in qual giorno questi due anniversari +cadevano in quell'anno e nell'anno precedente ed +abbiamo trovato che nel 1802 il 9 di <em>ab</em> cadeva l'8 agosto, +ed il 14 di <em>adar</em> il 18 marzo, e nel 1803 il primo +il 28 luglio, il secondo l'8 marzo. +</p> + +<p> +Questo preteso Rabbino ignorava dunque persino il calendario +ebraico! +</p> + +<p> +Da queste poche osservazioni ci sembra, a luce meridiana, +provato che il preteso Rabbino Neofito, non ha mai +esistito e che le pretese sue rivelazioni non sono che +l'opera di un falsario il quale foggiò nel 1834 la traduzione +di un libro che non fu mai scritto ed il cui autore +non è mai vissuto. E credo che basti. +</p> + +<div class="footnote"><a id="Fn_341"></a> +<p class="foot"><a href="#FNa_341"><span class="label">(341)</span></a> +Veggasi quanto scrivemmo a <a href="#page-156">pag. 156</a>. +</p> +</div> + + +<div class="blankpage"> +<span class="pageno" title="268" id="page-268"></span> +</div> + + +<div class="chapter"> +<span class="pageno" title="269" id="page-269"></span> +</div> + +<h2 style="font-size: 250%; margin-top: 4em; margin-bottom: 4em; + font-weight: normal;"> +DOCUMENTI +</h2> + +<div class="blankpage" style="padding-bottom: 1em"> +<span class="pageno" title="270" id="page-270"></span> +</div> + +<div class="chapter"> +<span class="pageno" title="271" id="page-271"></span> +</div> + +<h2> +AVVERTENZA +</h2> + +<hr class="capitolo"/> + +<p> +<i>Abbiamo raccolto sotto questa generica denominazione +di documenti le narrazioni di varii +processi sul preteso uso del sangue cristiano nei +riti ebraici e le dichiarazioni di sovrani, principi +e personaggi competenti sopra siffatta calunnia, +nonchè un discorso dell'Eminentissimo Cardinale +Manning, ed una memoria del principe Demidoff +sulla questione semitica in Russia, e persino una +leggenda talmudica intesa a far noto lo spirito +di tolleranza cui si informarono, generalmente, +i padri del Talmud.</i> +</p> + +<p> +<i>Aggiungeremo che molti fra i documenti che +seguono sono tratti da un opuscolo pubblicato a +Vienna nel 1883, col titolo: +<cite class="norm" xml:lang="de">Die Blutbeschuldigung +gegen die Juden von <a id="christlicher"></a>christlicher Seite +beurtheilt</cite>. +Al numero d'ordine, che precede questi documenti, +facciamo seguire un asterisco.</i> +</p> + +<div class="blankpage"> +<span class="pageno" title="272" id="page-272"></span> +</div> + +<div class="chapter"> +<span class="pageno" title="273" id="page-273"></span> +<img src="images/i003a.png" style="width: 100%" alt=""/> +</div> + +<h2 class="nobreak" id="tit-11"> +<a href="#ritit-11"><span class="g">DOCUMENTI</span></a> +</h2> + +<hr class="capitolo"/> + +<h3 id="tit-12"> +<a href="#ritit-12">I.</a> +</h3> + +<p class="subtitle"> +La leggenda di Dama. +</p> + +<p> +Ci piace riprodurre questa leggenda talmudica la +quale giova a mostrare come i dottori del Talmud riconoscessero +che, anche nei pagani, potevano trovarsi +virtù non comuni. +</p> + +<blockquote> +<p> +Viveva in Ascalon un pagano per nome Dama, figlio di +un certo Nedina, il quale era tutto in sul traffico di pietre +preziose, e ne traeva discreti guadagni. +</p> + +<p>Accadde una volta ch'egli trovossi abbondantemente provvisto +appunto di quella qualità di gemme che il rito mosaico +prescrive per l'efod (manto) del sommo sacerdote di Gerusalemme; +nè era tanto facile che altra favorevole occasione gli +si presentasse di venderle con profitto. +</p> + +<p>Un giorno Dama vede entrare nella sua bottega i sapienti +venerabili d'Israello, i quali con una certa inquietudine ed +ansia che di leggieri traspariva dal loro volto, gli chieggono +se per avventura tenesse ancora nel suo negozio di quella +sorta di gemme che all'efod abbisognavano. +</p> + +<div> +<span class="pageno" title="274" id="page-274"></span> +</div> + +<p> +“Ascolta! soggiungevano i vecchi: appunto per provvedere +il sacro manto di queste gemme che ora gli mancano, ci +siamo mossi noi stessi in tutta fretta, per tema che da altri +si frapponesse ritardo a compire questa pia provvista. Se tu +ne sei fornito ben puoi dirti fortunato; però che poco c'importa +del prezzo, purchè abbiamo al più tosto le gemme, e +possiamo ritornare colà ove con tant'ansia siamo aspettati.” +</p> + +<p> +Giubilava il mercante a questa notizia e a questa proposta +e tutto nel pensiero del grasso guadagno che ne avrebbe +fatto, diede mano a quelle poche pietre preziose che gli stavano +davanti, e presentatele ai sapienti d'Israello: +</p> + +<p> +“Signori! disse: osservate se queste si affanno al vostro +bisogno, e tosto che ci saremo accordati nel prezzo, io spero +di potere in sull'istante darvene quel numero che sarà nel +desiderio vostro.” +</p> + +<p>Le osservarono attentamente i saggi, e come le ebbero +riscontrate eguali a quelle che il religioso rito prescrive, +“È il caso nostro, risposero; ora parliamo del prezzo. Purchè +non ci sia alcun ritardo nella rimissione delle pietre.” +</p> + +<p> +Ma quanto al prezzo non ebbero a discorrere nè a discutere +lungamente, poichè dall'un canto eravi facile arrendevolezza +a ben pagare, dall'altro l'offerto guadagno superava +di gran lunga le concette speranze. Onde, conchiuso il contratto, +“Aspettate alquanto, o signori; in sull'istante io +sarò qui di ritorno colle gemme.” +</p> + +<p> +Tutto lieto della buona giornata, va per salire in sulle +stanze e prendere dallo scrigno le riposte pietre. Lento lento +però egli monta la scala, perocchè nella stanza appunto ove +stava la preziosa arca, giaceva il vecchio padre infermiccio. +Egli entra quasi in punta di piedi, e adagio adagio si accosta +al letto per dargli notizia del buon contratto, e farsi rimettere +la chiave dello scrigno che il vecchio timoroso teneva +sempre presso di sè. Ma, o sorpresa! il vecchio dorme. Da +lungo tempo non aveva più gustato riposo, ed ora era tutto +immerso in dolce sopore. +</p> + +<p> +Il figlio contempla un momento con gioia quel riposo del +padre; poi pensa alla chiave, e ricorda che il vecchio soleva +<span class="pageno" title="275" id="page-275"></span> +tenerla sotto al capo. Lo guarda ancora amorosamente, lo +fissa immobile, poi dice fra sè stesso: — Pazienza! non si +farà il contratto; ma io non disturberò il dolce riposo del +padre mio. — +</p> + +<p> +Ridiscese lento lento la scala, e “Signori; disse ai sapienti, +per ora io non posso rimettervi le gemme.” +</p> + +<p> +“Ma noi non possiamo aspettare, gli risposero tra indispettiti +ed attoniti: o sull'istante, o ci rivolgeremo altrove.” +</p> + +<p> +“Avete ragione: duole assai anche a me; ma io non posso +altro.” +</p> + +<p> +I saggi d'Israello se ne andarono; ma quando si venne +a sapere la ragione del fatto, tutti lodarono il figliale rispetto +di Dama. +</p> + +<p> +L'anno dopo nacque nella greggia di Dama, caso veramente +raro, una giovenca tutta rossa senza macchia alcuna +quale appunto era prescritta per un sacro rito +mosaico <a id="FNa_342"></a><a href="#Fn_342" class="fna">(342)</a>. +Tosto i sapienti d'Israello corsero in casa sua per farne acquisto. +</p> + +<p> +“Signori, disse egli, io so bene che nessun prezzo mi sarebbe +da voi diniegato; ma a me basta soltanto che mi compensi +della perdita che ho fatta l'anno scorso, per non mancare +del debito mio verso il padre.” +</p> + +<p> +I Rabbini meditando su tutto questo fatto, dissero: “Quanti +tesori di ricompensa non debbono aspettarsi i fedeli dalla misericordia +di Dio, la quale dà il premio delle buone opere anche +a coloro che non hanno accettata la santa legge?” (<cite>Talmud +Kiduscim</cite>, cap. 1). +</p> +</blockquote> + +<div class="footnote"><a id="Fn_342"></a> +<p class="foot"><a href="#FNa_342"><span class="label">(342)</span></a> +Veggasi il Pentateuco. <cite>Numeri</cite>, cap. +<span class="sc num">xix</span>. +</p> +</div> + +<div class="chapter"> +<span class="pageno" title="276" id="page-276"></span> +</div> + +<h3 id="tit-13" class="documento"> +<a href="#ritit-13">II. *</a> +</h3> + +<p class="subtitle"> +Lettera patente dell'Imperatore Federico III +</p> + +<p> +Noi Federigo, per grazia di Dio, Imperatore Romano, ecc. +</p> + + <p class="center"><i>Omissis</i></p> + +<p> +. . . . . Abbiamo +saputo che l'illustrissimo Margravio Carlo +di Baden, conte di Sparheim, Nostro caro cognato e principe, +pigliando motivo da contestazioni insorte fra taluni Ebrei e +Cristiani, ha commesso, verso questi primi, atroci azioni, martorizzandoli +in guisa che ne morirono, ed impadronendosi poi +dei loro beni. Ora come abbiamo invitato il predetto Margravio +a non più commettere simili atti da Noi non permessi, +così invitiamo voi tutti a voler obbedire a questa Nostra Patente. +Il predetto Margravio Carlo avendo agito in siffatta +guisa senza motivo, ma, a quanto ci consta, per odio e per +sospetto che essi Ebrei abbiano fatto uso di sangue cristiano +di cui hanno assoluto bisogno e che perciò abbiano commesso +dei delitti, richiamiamo la vostra attenzione su quanto siamo +per dire. I nostri santi padri, i papi, hanno fatto studiare la cosa +da dotti e da giurisperiti ed hanno dichiarato che tali misfatti +sono infondati e proibiti, ed hanno vietato vi si aggiusti fede. +Ci affrettiamo quindi a dichiarare che essi Ebrei sono, coi +loro averi, sudditi del Nostro Imperial Dominio e che perciò +ci saremmo affrettati di studiare le accuse lanciate contro +di loro se veramente vi fosse stata giustizia nel procedere +del Margravio e se non vi fossero stati altri motivi che lo indussero +ad agire frettolosamente e senza farcene rapporto. +Ripetiamo pertanto in tutta la sua forza la Nostra imperiale +Volontà, che tutti si astengano da simili azioni non avendo +<span class="pageno" title="277" id="page-277"></span> +il Margravio avuto il diritto di agire come ha fatto, e mandino +a Noi, cui tocca di giudicarne, ogni lagnanza. E questo +ordiniamo seriamente, perchè tali ingiustizie non abbiano +mai più a verificarsi, sicchè non dobbiamo più scrivere su +tale argomento. Ordiniamo, poi, sotto pena di grave ammenda, +si mettano subito in libertà gli Ebrei imprigionati e +si restituiscano loro, conformemente a questa mia lettera +imperiale, i loro averi. Tanto ordiniamo in forza dell'Imperial +Nostro Diritto, e di più ordiniamo, al predetto Margravio, +di pagare subito, alla Nostra Camera Imperiale, una multa +di 100 marchi in oro fino, essendo nostra assoluta volontà, +che se egli, o qualchedun altro, si dimostrasse disobbediente +ed azzardasse, per nessuna ragione, di toccare, come già ha +fatto, gli Ebrei od i loro beni, cadrebbe tosto in disgrazia. +</p> + +<p> +Il Margravio, e tutti con lui, sono invitati a proteggere +in ogni guisa gli Ebrei del Nostro Impero, e nessuno in nessun +paese, città, villaggio, borgo o distretto, possa permettersi +di toccare loro od i loro beni se non vogliono cadere +nella disgrazia nostra e dell'Impero e se vogliono evitare +un'altra volta la succitata multa. Questa è assoluta volontà +Nostra, ed eseguendola non vi mancherà la Nostra benigna +grazia. +</p> + +<p> +Dato a Volkmark, suggellato col Nostro Imperiale Suggello, +il venerdì avanti il giorno di San Giovanni, dopo la nascita +di Cristo 1470. Nel 31º anno del Nostro romano Regno, il +19º dell'Impero ed il 13º del Regno Ungarico. +</p> + +<p class="block-quote"> +(Giovanni Cristoforo Wagenseil, +“<cite class="norm" xml:lang="de">Benachrichtigungen</cite>” ecc., pagine +168–172). +</p> + +<div class="chapter"> +<span class="pageno" title="278" id="page-278"></span> +</div> + +<h3 id="tit-14" class="documento"> +<a href="#ritit-14">III.</a> +</h3> + +<p class="subtitle"> +Lettera del Doge di Venezia, Pietro Mocenigo, al podestà +e capitano di Padova. +</p> + +<p class="block-quote" xml:lang="la"> +Rub. Pro Judeis in causa beati Simonis de Tridento. +</p> + + <p class="block-quote destra">Cart. 14 retro.</p> + +<p xml:lang="la"> +Petrus mocenigo dei gratia dux Venetiarum etc. Nobilibus +et sapientibus viris Antonio erizo de suo mandato potestati +et Bertucio contareno capitaneo padue et successoribus suis +fidelibus dilectis salutem et dilectionis affectum. Ad nostram +pervenit notitiam quod ex causa cuinscumque rumoris dissipati +scilicet in tridento inventum fuisse puerum necatum a +Judeis illius loci molestantur et verberantur Judei habitantes +in terris et locis nostris. Et quod absurdius est facto impetu +a christianis soditis nostris aggredi illos et predari sursum +deorsum commeantes. Queritur usque adeo ut transire de +loco ad locum dubitent, ne cedantur et dispoliantur: cuius +quidem temeritatis auctores et impulsores esse dicuntur quidam +predicatores et etiam ipsi zaretanì contionem de his +habentes in populo. Que res quantum nobis displiceat, quantum +molesta et ingrata sit optime intelligere pro vestra +prudentia potestis. Credimus certe rumorem ipsum de puero +necato commentum esse et artem ad quem +finem <a id="FNa_343"></a><a href="#Fn_343" class="fna">(343)</a> videant +<span class="pageno" title="279" id="page-279"></span> +et interpretentur alii. Nos vero volumus semper ut in terris +et locis nostris Judei secure et impune inhabitarent: et omnis +vis et iniuria absit ab illis non secus quod sit erga ceteros +fideles et subditos nostros. Et si quis est qui aliter vel presumat +vel cogitet, male nos et indignationem nostram novit. +Et licet non dubitemus quod pro una circumspectione probe +intelligatis ista non convenire: et presertim hoc tempore +provideritis quod provisuri quod sitis nec in ista civitate et +territorio nostro contra Judeos innovetur quodcumque dicta +de causa. Tamen volumus et vobis mandamus ut sub severissimis +penis providere debeatis, et talem operam dare quod +secure et tute inhabitare voleant: et ut sursum deorsum ire +et redire Judei omnes istic habitantes procedendo contra inobedientes +et obviando ne a predicatoribus aut aliis excitetur +populus ad tales insultus, quo nihil displicentius audire et +intelligere possemus: has autem nostras literas in actis Cancellerie +vestre ad futurorum memoriam registrare faciatis. +</p> + +<p xml:lang="la"> +Datum in nostro ducali palatio +</p> + +<p xml:lang="la"> +Die <span class="sc num">xxii</span> aprilis — Jndictione +<span class="sc num">viii</span>, 1475. +</p> + +<p class="block-quote"> +Copia tratta dal Registro originale della Cancelleria di Padova segnato +col N. <span class="sc num">xxvi</span> — e chiamato +<cite>Registro Verde</cite>. Si conserva nell'Archivio +Antico annesso al Museo Civico. +</p> + +<div class="footnote"><a id="Fn_343"></a> +<p class="foot"><a href="#FNa_343"><span class="label">(343)</span></a> +A che fine? Risponda per noi un contemporaneo e precisamente +un Sacramorus, ambasciatore milanese a Roma e Protonotario apostolico, +il quale scrivendo da Roma, a Cicco Simonetta, segretario del +Duca di Milano, in data 7 agosto 1475, vien fuori, a proposito di questo +fatto, con queste precise parole: “... èt il prefato nostro Signore +manda el vescovo de Ventimiglia a Trento per vedere et examinare +questo che se scrive, acciò che se pur sia vero, e non sia appetito +de qualche roba...” (Cfr. +<cite>Bollettino Storico della Svizzera Italiana</cite>; +anno <span class="sc num">iv</span>: gennaio-febbraio 1884, pag. 21). +Il fine dunque si sospettava +fin d'allora, ed era quello che noi siam sempre venuti dicendo: +<i class="quo">Appetito +de qualche roba</i>, come diceva quel buon Sacramorus, per non dire +netto e schietto il desiderio di derubar le vittime, calunniandole. +</p> + <p class="foot destra">C. G.</p> +</div> + +<div class="chapter"> +<span class="pageno" title="280" id="page-280"></span> +</div> + +<h3 id="tit-15" class="documento"> +<a href="#ritit-15">IV.</a> +</h3> + +<p class="subtitle"> +<strong>1479 . . . Aprile.</strong> +</p> + +<p class="subtitlelungo"> +Carteggio relativo all'arresto di alcuni Ebrei della provincia +di Pavia, falsamente imputati d'avere, nelle loro cerimonie, +crocifisso un fanciullo cristiano; e dichiarazione di provata +innocenza, emessa il 28 aprile 1479, da Bona e Giovanni +Galeazzo Maria Sforza, con ordine di liberazione e resa dei +beni +confiscati <a id="FNa_344"></a><a href="#Fn_344" class="fna">(344)</a>. +</p> + +<h4> +1º +</h4> + +<p> +Illustrissimi et excellentissimi principes et domini domini +mej metuendissimi. Aviso vostre excellentie qualiter noviter +domino Antonino locumtenente del Cardinale ha dextenuto +uno hebreo che sta in la tera dela Stratella per famiglo de +uno Belhomo hebreo che sta in la terra de Arena, perchè el +debe haver piglato uno puto et mandato al dicto Belhomo +per fare le cerimonie deli hebrey, lo qual puto non se trova. +El qual famiglo he stato examinato, et prout posso intendere +ha confessato haver mandato esso puto al dicto Belhomo. +Et intexo questo ho facto dextenire esso Belhomo: Et aziò +se possa haver il vero dal dicto Belhomo bexognaria haver esso +famiglo, et etiam la confessione per luy facta et li altri indicij +per esso domino Antonino et seu il suo potestà assumpte, +<span class="pageno" title="281" id="page-281"></span> +aziò etiam possa intendere li complici et participi de +tal delicto, et provvedere circha il punire similli errori, li +quali non sono da tollerare. Per la qual cossa piaqua a vostre +excellentie scrivere al dicto domino Antonino, me vogla dare +nele mane cussi dicto famiglo, come la confessione sua et +altri indicij circha ciò assumpto per intendere il vero; avisando +esse vostre excellentie che più virilmente se procedarà +nante a mi che al dicto domino Antonino, perchè etiam questo +he uno officio, et vostre excellentie non debano tolerare +me sia tolta la jurisdicione, la qual cosa etiam cedarà ad +utillitate de vostre excellentie, ala qual humiliter me racomando. +</p> + +<p class="docudata" xml:lang="la"> +Papie, <span class="sc num">xx</span> aprilis 1479. +</p> + +<p class="testa" xml:lang="la"> +Earundem illustrissimarum et excellentissimarum dominationum, +fidelis servitor +</p> + +<p class="destra"><span class="sc aut">Johannes Calzavacha.</span></p> + +<p class="atergo" xml:lang="la"> +<i>A tergo.</i> — Illustrissimis et excellentissimis principibus et +dominis dominis ducibus Mediolani et dominis meis metuendissimis. +</p> + +<p> +Mediolani — cito — cito. +</p> + +<div class="footnote"><a id="Fn_344"></a> +<p class="foot"><a href="#FNa_344"><span class="label">(344)</span></a> +Questi documenti, il cui originale esiste nell'Archivio di Stato di +Milano, (<cite>Raccolta</cite> <cite class="sc">Ebrei</cite> 1479) +vedono ora la luce per la prima volta. +</p> +<p class="destra">C. G.</p> +</div> + + +<h4> +2º +</h4> + +<p> +Illustrissimi signori mei. Per una mia di <span class="sc num">xx</span> +del presente +avisaj vostre signorie illustrissime dela captura di uno ebreo +facta per il locotenente del reverendissimo Cardinale di questa +città, qual inculpava uno Belhomo pur ebreo che havea +havuto nele mane uno puto christiano qual no se trova et +se dubita lo habia facto morire, et pregava vostre illustrissime +signorie facesero ch'io havese li indicij e la confessione +di quelo ebreo era nelle mane di esso locotenente, aciò ch'io +potese procedere contra dicto Belhomo, qual havea et ho nele +mane luj e uno altro nominato Saya da Piasenza, quali examinandoli +li ho trovati varij et mendazi. Pur il dicto Belhomo +fin a questa hora sta sula negativa, ma invero dubito sia +<span class="pageno" title="282" id="page-282"></span> +culpevele. Ora in questa il locotenente del reverendissimo +Cardinale m'ha presentato una littera de +<span class="sc num">xxi</span> del presente +di vostre illustrissime signorie, quale mi comandano deba +vedere de havere dicto Belhomo nele mane et consignarlo +al Capitaneo de Justicia de Milano, qual già duij dì fa, como +ho scripto a prelibate vostre illustrissime signorie ho nele +mane cum il cumpagno sopranominato, et como filiolo di ubedienza +lo haveria de subito mandato ad esso capitaneo. Ma +il locotenente ante me presentase le mie littre già havea +facto intendere il tenore di queste littre a molti citadini +quali di subito fycero convocare la provisione et hanno ellecto +duy cittadini che hozi si partino per venire a vostre +excellentie per obviare non si mandano, li quali som domino +Ambrosio Pizono, et frate Boniforto Strazapata, et questa +comunità m'ha facto grandissima instantia non manda dicto +Belhomo finchè li ambasciatori loro non siano venuti da vostre +excellentie, ma non seria già stato a sua richesta, ma +il locotenente del Cardinale vene in previsione et dise che +ante mandare il suo, volea venire prima lì, et così vene una +a cum dicti ambasatori. Vedendo così mi som confidato de +avisare prima prelibate vostre signorie di questo, ante lo +mandi, qual tenerò in bona custodia donec vostre illustrissime +signorie mi scriverano altro. Ho mandato ad Arena a +fare fare discretione di tuti li beni del dicto Belhomo; e +così ad investigare il vero ho dati certi tracti di corda al +dicto Belhomo; pur non ha ancora voluto confessare. Ma se +vostre illustrissime signorie mi lasaranno procedere non dubito +trovare il vero. Ma non farò altro finchè vostre excellentie +non me avisano di quanto habia a fare, quale ubedirò +senza rispecto alcuno, et a quelle humilmente mi ricomando. +</p> + +<p class="docudata" xml:lang="la"> +Papie, <span class="sc num">xxii</span> aprilis 1479. +</p> + +<p class="testa" xml:lang="la"> +Earundem illustrissimarum et excellentissimarum dominationum. +</p> + +<div class="destra testa"> + <div class="firma"> + <p class="center">Servitor</p> + <p class="center"><span class="sc aut">Johannes Calzavacha.</span></p> + </div> +</div> + +<div> +<span class="pageno" title="283" id="page-283"></span> +</div> + +<p class="atergo" xml:lang="la"> +<i>A tergo.</i> — Illustrissimis et excellentissimis principibus +et dominis dominis ducibus Mediolani etc, dominis meis metuendissimis +etc. +</p> + +<p> +Mediolani, — cito — cito. +</p> + +<h4> +3º +</h4> + +<p> +Illustrissimi principes et excellentissimi domini domini +singularissimi. Havemo inteso vostre signorie havere scripto +al magnifico domino Comissario et Potestà di questa sua +città, deba mandare in le mane del Capitaneo dela Justitia +di quella città certi ebrey qualì, ut dicitur, hanno occixo in +grandissimo vilipendio de tuta la christianità uno fanzullo +in la terra de Arena; del quale caxo tuto questo populo, maxime +li cittadini di questa città, et quanto sonno da più +tanto etiam più se ne stupisseno et fanno grande murmuracione, +che quando sij vero non sarebe allo pacto, da esser +tollerato, imo speramo vostre signorie ne debiano fare grande +dimostracione. Et perchè in quella jurisdicione unde è comisso +el delicto debe anchora esser facta la punicione et sie +in Pavia. Il che etiam ultra che sii de rasone, e molto honesto +poj che il loro sangue et persone sonno taliter indebite +oltragiate, essendo cossì, havemo deliberato mandare da +esse vostre signorie il spectabile doctore domino Ambroxio +Pizono advocato di questa comunità et domino frate Guiniforto +Strazapata, ambo cittadini, quali ad nostro nome exponerano +ad vostre signorie circha questo quanto da nuy hanno +in comissione. Supplicando ad quelle se degnano darli benigna +audientia et piena fede como ad nuy proprij, como +speramo in le prelibate vostre signorie, ale quale si ricomandiamo. +</p> + +<p class="docudata" xml:lang="la"> +Datum Papie die <span class="sc num">xxii</span> aprilis 1479. +</p> + +<p class="testa" xml:lang="la"> +Earundem dominationum vestrarum fidelissimi servitoris +</p> + +<div class="destra testa" xml:lang="la"> +<div class="firma"> + <p class="center">Deputati officio provixionis</p> + <p class="center">comunis civitatis vestre Papie.</p> +</div> +</div> + +<div> +<span class="pageno" title="284" id="page-284"></span> +</div> + +<p class="atergo" xml:lang="la"> +<i>A tergo.</i> — Illustrissimis principibus et excellentissimis +dominis dominis ducibus Mediolani etc., Papie Anglerieque +comitibus, ac Janue et Cremone dominis dominis singularissimis. +</p> + +<h4> +4º +</h4> + +<p> +Illustrissimi principes et excellentissimi domini domini mei +singularissimi. Quest'hora per Ambroxio correro ho la secunda +di vostre excellentie data heri circha il facto deli Judei quali +mandarò omnino questa sera al Capitane dila Justicia, secundo +m'è scripto per vostre excellentie, quibus me humiliter +comendo. Datum Papie die 23, hora 10<sup>ma</sup>, aprilis 1479. +</p> + +<p> +Earumdem dominationum vestrarum, ad Deum devotus +orator. +</p> + +<div class="destra testa" xml:lang="la"> + <div class="firma"> + <p class="center"><span class="sc aut">Antoninus Malvicinus</span> + de Font.</p> + <p class="center">locumtenens etc.</p> + </div> +</div> + +<p class="atergo" xml:lang="la"> +<i>A tergo.</i> — Illustrissimis principibus et excellentissimis +dominis dominis ducibus Mediolani, dominis meis singularissimis. +</p> + +<h4> +5º +</h4> + +<p> +Illustrissimi principes et excellentissimi domini domini mei +singularissimi. In executione dele litere de vostre signorie +ho consignato a Johanne da Napoli dicto Rosso et ali compagni +suoi provixionati de vostre signorie Belhomo judeo +quale era qui destenuto, aciò che lo debano condure lì in le +mani del capitaneo de castello di vostre signorie sempre +secondo la continencia de epse lettere. A vostre signorie +mi racomando. Papie die 25 aprilis 1479. +</p> + +<p xml:lang="la"> +Illustrissimarum dominationum vestrarum +</p> + +<div class="destra testa" xml:lang="la"> + <div class="firma"> + <p class="center">servus</p> + <p class="center testa"><span class="sc aut">Joannes Calciavacha</span>, + eques et doctor</p> + <p class="center">commissarius et potestas ibi.</p> +</div> +</div> + +<div> +<span class="pageno" title="285" id="page-285"></span> +</div> + +<p class="atergo" xml:lang="la"> +<i>A tergo.</i> — Illustrissimis principibus et excellentissimis +dominis dominis ducibus Mediolani, Papie Anglerieque comitibus, +ac Janue dominis dominis meis singularissimis. +</p> + +<h4> +6º +</h4> + +<p class="center" xml:lang="la"> +1479. die <span class="sc num">xxviii</span> aprilis de mane. +</p> + +<p class="center testa" xml:lang="la">Congregatis infrascriptis + senatoribus videlicet.</p> +<p class="center" xml:lang="la">Magnifico domino Sfortia Secundo.</p> +<p class="center" xml:lang="la">Reverendo domino Episcopo Comensi.</p> + +<div class="testa presenti"> + <table summary="domini"> + <tr><td class="center domini">Domino</td> + <td>Petro Francisco Vicecomite.</td></tr> + <tr><td class="center domini">”</td> + <td colspan="3">Nicodemo Tranchedino.</td></tr> + <tr><td class="center domini">”</td> + <td colspan="3">Orpheo de Richano.</td></tr> + <tr><td class="center domini">”</td> + <td colspan="3">Azone Vicecomite.</td></tr> + <tr><td class="center domini">”</td> + <td colspan="3">Cicho Symonetta.</td></tr> + <tr><td class="center domini">”</td> + <td colspan="3">Johanne Symonetta.</td></tr> + <tr><td class="center domini">”</td><td>Bortholomeo Chalco</td> + <td rowspan="2"><span class="graffa">}</span></td> + <td rowspan="2"><i>Secretari.</i></td></tr> + <tr><td class="center domini">”</td><td>Johanne Jacobo Symonetta</td></tr> + <tr><td class="center domini">”</td><td class="destra">Francisco Ritio,</td> + <td></td><td><i>Cancellario</i>.</td></tr> + </table> +</div> + +<p xml:lang="la"> +<a id="vocati"></a>Fuerunt vocatì dominus Antoninus Malvicinus +vicarius reverendissimi +domini cardinalis Papientis et dominus Ambrosius +Pizonus et frater Bonifortus Strazapatta oratores Papienses, +presente Turlurù puero quem asserebant a Belhomo +hebreo in Arena crucifixum. Et petentibus ipsis oratoribus +remitti hebreos detentos ob hanc causam ad potestatem Papiene +laedatur sua juridictio etc.; fuit eis responsum quod illustrissimi +principes nostri nolunt rumpere eorum jurisdicionem, +sed quia huiusmodi imputacio fuit data hebreis alias et tamen +fuit inventa falsa, voluerunt prefati principes nostri hoc intelligere, +quia huiusmodi casus, si fuisset verus, erat atrocissimus +et offendebat totam christianam religionem, ideo erat +officium principis hoc ad se advocare et veritatem intelligere; +et si fuissent reperti culpabiles, fuissent etiam remissi +ad potestatem Papie ut punirentur. Et sic fuerunt dimissi +dicti oratores et ordinatum quod scribantur littere huiusmodi +<span class="pageno" title="286" id="page-286"></span> +responsionis ad comunitatem Papie, et, relaxerunt et liberentur +omnes hebrej hac de causa detenti, et eorum bona +eis serventur et extorta restituantur. +</p> + +<h4> +7º +</h4> + + +<p class="center testa" xml:lang="la">Ex Mediolano die +<span class="sc num">xxviii</span>, aprilis 1479.</p> +<p class="center testa" xml:lang="la">Commissario et potestati +ac duodecim provisionis</p> +<p class="center testa" xml:lang="la">Comunitatis Papie.</p> + +<p class="testa"> +Dilecti nostri. Sonno stati da nuj el nobile doctore messer +Ambrozio Pixono et Boniforto Strazapatta vostri ambaxatori +li quali se sonno per vostra parte gravati che havendo noi +facto condure qui Belhomo et Donato hebrei imputati de +havere morto in Arena uno putto nominato Turlurù sia lesa +la jurisdicione de quella nostra città, allegando la condemnatione +et punitione deli dicti hebrei, casu quo essent culpabiles, +et la absolutione sì essent innocentes doversi fare +per voi Commissario et potestà suo judice ordinario; et per +questo rechiedeveno volessimo rimettere li dicti hebrei. Noj gli +havemo facto rispondere che nostra voluntà non fo maj, ne +è, alterare ne rumpere la jurisdicione de quella nostra fidele +Comunità, immo conservarla cusì como la conserviamo a tutti +li altri nostri subditi. È ben vero che essendone venuto a +notitia quanto di sopra è dicto della imputatione che se dava +alli dicti hebrei, et considerato che quando tale cosa fosse +stata <span style="padding-right: 14ex;">vera</span> de +gravissima atrocità tendente in +generale oprobrio della christiana religione et ad manifesta +offensione della dignità nostra, ce è parso como a catholici +et christiani principi essere nostro officio, et ad noj principalmente +pertenere la investigatione et cognitione de sì horibile +et detestando delicto, et fargli quella provisione che +alla observantia della fede de Christo et al debito et honore +nostro sè conveneva. Et per questo havemo voluto havere +quì li dicti hebrei, et fare investigare con diligente examino +<span class="pageno" title="287" id="page-287"></span> +la verità de questa cosa, con ferma dispositione che trovandosi +culpabili li dicti hebrei fossero puniti et castigati in +quella nostra città sotto voj Commissario et Potestà juxta +suoi demeriti. Et cusì se veneva ad essere satisfacto al honore +nostro, alla justicia et al desiderio de quella nostra +comunità, benchè come principi et signori haressimo possuto +et possemo simili et altri errori farli punire arbitrio nostro, +dove et como ad noi paresse più conveniente, et ad più salubre +exemplo. — Hora havendo effectualmente trovato che +tale imputatione è stata falsa, et calumniosamente facta, +como etiam altre volte è accaduto, et essendosi trovato el +dicto putto ghiamato Turlurù vivo et senza lesione alcuna, +conducto al cospecto nostro et veduto per li dicti vostri ambaxatori, +se siamo maravigliati non senza molestia de questa +scandalosa inventione dalla quale sonno stati per uscire periculosi +inconvenienti tra populari et gente imperita; et havemo +commandato et per tenore delle presente commandiamo +che li predicti hebrej et tutti li altri destenuti per dicta +casone siano liberamente relaxati senza offensione et danno +alcuno, et alla liberatione deli dicti hebrei non c'è parso in +cosa tanto manifesta s'y conveniente procedere per via judiciaria, +ma summariamente quoniam effectus ipse declaravit +falsitatem dicte imputationis, cuius autor nullus comparuit +ad accusandum. +</p> + +<p> +De questa nostra resposta et deliberatione havemo voluto +darvi aviso per nostre littere, perchè distinctamente intendiati +el tutto, et cognosciati che non haveti casone de posservi +dolere de quello havemo facto per debito et honore +nostro in questa facenda; immo doveti referircene gratie et +como fideli subditi recevere a beneficio singulare che habiamo +facto retrovare la verità de sì scandalosa imputatione. Volemo +et ve comandiamo che debiati provedere, presertim voi +potestà et comissario, che alli hebrej in quella città et sua +jurisdicione non sia facta indebita molestia nè ultragio perchè +non intendemo comportarlo, como a bocha havemo facto dire +ad epsi vostri ambaxatori. +</p> + +<div> +<span class="pageno" title="288" id="page-288"></span> +</div> + +<h4> +8º +</h4> + +<p> +Illustrissimi principes et excellentissimi domini domini mei +singularissimi. Per exeguire quelo ho in comissione per lettere +de vostre illustrissime Signorie Mediolani date sub die +28 instantis mensis et signate Cichus, de fare restituire +tute queli pigni sono tolti ali Ebrey de Arena, quali sono +retenuti pel el judice del Malleficio, Sindici fiscali et notari +et familia mia, li quali sindici judice notari et familia li ho +havuto da mi et li ho facto intendere quelo me comete vostre +illustrissime signorie sia restituite esse robe ad essi +Ebrey senza spexa alcuna; et essi me hanno resposto che +sono paratissimi ad obedire ali comandamenti de vostre illustrissime +signorie, et così me hano consignate apreso di me +tute esse robe. Ma dicono che essendo loro stati giorni sei +sopra la hostaria cum cavali da victura, pare sia honesto +siano satisfacti dela loro mercede et deli cavali da victura +etiam se may non fuseno in dolo essi Ebrey, perchè questi +tali officiali quali sono andati a fare questa tale descriptione +sono in bona fede hano obedito ad quelo lì è comandato, +maxime che essi Ebrey, per simile poca spexa, son certo non +serano tropo +retrogradi <a id="FNa_345"></a><a href="#Fn_345" class="fna">(345)</a>. +Nichilominus exequiro sempre +quelo m'è comisso per vostre illustrissime signorie le quale +pregole se degnano scrivere quelo ho ad fare, se li pare tracta +qualche composicione per così minima cosa, adciò che questi +tali officiali in li facti dela camera, quando acaderà, siano +più vigilanti, ale quale cum fede et devocione sempre me +racomando. Datum Papie die ultimo aprilis 1479. +</p> + +<p xml:lang="la"> +Earumdem dominationum vestrarum, +</p> + +<div class="destra" xml:lang="la"> + <div class="firma"> + <p class="center">Fidelissimus servitor</p> + <p class="center"><span class="sc aut">Johannes de Calzavacha</span></p> + <p class="center">ibidem Comissarius et Potestas.</p> + </div> +</div> + +<div> +<span class="pageno" title="289" id="page-289"></span> +</div> + +<p class="atergo" xml:lang="la"> +<i>A tergo.</i> — Illustrissimis principibus et excellentissimis +dominis dominis Ducisse et Duci Mediolani, Papie Anglerieque +Comitibus ac Janue et Cremone dominis, dominis suis metuendissimis +etc. +</p> + +<p xml:lang="la"> +Dentur in manibus magnifici domini Cichi ducalis primi +secretari dignissimi etc. +</p> + +<div class="footnote"><a id="Fn_345"></a> +<p class="foot"><a href="#FNa_345"><span class="label">(345)</span></a> +Si noti singolare giustizia de' tempi. Gli Ebrei erano stati riconosciuti +innocenti, il fanciullo che si pretendeva ucciso da loro, era +vivo e sano, ma ciò non toglieva che ad essi non si facessero pagare +le spese del giudizio. +</p> +</div> + + +<h4> +9º <a id="FNa_346"></a><a href="#Fn_346" class="fna">(346)</a>. +</h4> + +<p xml:lang="la"> +Bona, et Joannes Galeaz Maria Sforcia Vicecomites Duces +Mediolani, ac Papie Anglerieq, Comites, ac Januæ et Cremonæ +domini, Parte universitates heb.<sup>m</sup> in dominio nostro commorantium +tenoris huiusmodi accepimus supplicationem V.<sup>z</sup> +</p> + +<p> +Ill.<sup>mi</sup> ac Excell.<sup>mi</sup> Principes, Già sonno +m.<sup>ti</sup> anni che li heb.<sup>i</sup> +del duminio uro p. uarij modi sonno statti tribulati et aflitti +nelle Robbe, et persone sue, non ostante che sempre siano +statti pronti, et uolenterosi al bene, et utile del statto uro, +in modo se trouano in li mali termini se le Ecc.<sup>me</sup> u͠re non +si degnano prouedergli, però che da certo tempo in quà sonno +perseguitatti nelle persone, et non pensando alc.<sup>i</sup> u͠ri offitiali +quanto più è speso tanto manco gli è rimasto, cercando per +uia inderetta di molestargli nelle persone de dì in dì, et de +tempo in tempo studiando far noui inuentioni e che sij uero +da dui mesi in quà sonno acaduti l'infrascritti casi, V. g. in +ualenza trouandossi mancare un putto hebbeno suspitione +contra li heb.<sup>i</sup> di d.<sup>a</sup> Terra, et li fù minaciato assai, +et se +per Dio gratia lo putto non si fusse trouato annegato in una +foppa per certo l'incoreua mal assai. Similiter essendo perso +un putto di Monte Castillo fù imputato alli heb.<sup>i</sup> di d.<sup>a</sup> +Terra +e poi fu trouato era caduto uia per una sua amida. Il simile +accadete a Bormio, item a pauia essendo rimasto un putto +da sera seratto fuori dal ponte di Ticino, et condotto p. un +Zentilhuomo a casa sua a' fine di restituirlo à quello de chi +<span class="pageno" title="290" id="page-290"></span> +era, et non se trouando così subbitto, fù suspicato et mormorato +contra heb.<sup>i</sup> et cercato in casa sua et minaciatoli, in modo +chel patrone della casa fugito per paura, et ancora non è +ritornato, et se poi non fusse ritrouato non sariano passati +senza pericoli, et molestie assai, come è accaduto a quello +della stradella, et come alias acadete à Pauia che fureno +sachegiati et fatto leuar il popolo à Rumore à risego di far +nascere qualche gran scandolo et disordine con detrim.<sup>to</sup> et +pericolo del statto de V. I. S. delle qual cose V. S. sono +assai informate le quali sono diuulgate non solum in Lombardia +ma etiamdio fuori di Lombardia, et li imputatti al detto luoco +darena p. li tormenti grandi a loro fatti in diuersi luochi +hanno confessato hauer comesso quello di che erano inocenti, +et condotti in Castello et a casa del Cap.<sup>o</sup> di giust., p. tutto +hanno Ratificato esser uero ciò haueuono d.<sup>o</sup> et se Dio per +sua gratia non hauesse mandato che fusse trouato sariano +statti tratatti pegio che quelli da Trento, che Dio sà sel +fosse uero ò non pure sperano che Dio ne debba fare demostratione +al tempo; è p. che se poderia desuiare qualche +putto fuori del Dominio, aut per qualche altro inderetto fine +inuilupato da qualche soy emuli per disfargli gli pare +grauiss.<sup>mo</sup> che hauendo persa la Robba debbono sobiacere à +tale, è tanto pericolo delle Robbe, è persone sue, per che à +loro sarà imposibile hauer cura ne render conto de quanti +putti si perdono nelli paesi doue habbitano. Però credono +che ne uno de sanno intelleto debbia credere tale pazzie +come li fi imputato per che la legge sua e nemicha dell'Umicidio, +Item naturalm.<sup>te</sup> cadauno sia crudele quanto si uoglia +aborisse, et hà in abominatione il sangue humano, et chel +sia uero ch'essi heb.<sup>i</sup> non siano in dolo, si proua pm.<sup>te</sup> +effecacissime +rasone, et argomenti, così legalli come naturale, +per degnis.<sup>me</sup> autoritate, et primo per la loro legge Moysaycha +gli è prohibito l'humicidio, et in più luochi il mangiar sangue +non pur humano, mà di qualunque animale se sia — et q.<sup>to</sup> +si osserua tra heb.<sup>i</sup> item naturaliter cadauna creatura humana +hà in erore, et abominatione non solo lo usare mà puro lo +uedere, sangue humano, ò un corpo morto, quanto magis +<span class="pageno" title="291" id="page-291"></span> +saria in erore ucidere uno p. usare del sangue suo, et chi +uolesse dire che questo si facesse in dispretio di Christo, se +risponde non è uero, ne uerissimile, p. che da Christo in quà +sono statti m.<sup>ti</sup> heb.<sup>i</sup> che sono fatti Christiani, +et Dottori Ecc.<sup>ti</sup> +di grande fama, et authoritade come S. Paolo, Nicolo de lira, +Bonaventura, et m.<sup>ti</sup> altri che erono informatiss.<sup>mi</sup> +delli Ritti, +et consuetudine heb.<sup>e</sup> et se hauessero saputo essere tale +consuetud.<sup>e</sup> +apud heb.<sup>i</sup> p. certo l'haueriano manifestatta, et pupallata, +et la chiesa non gli haueria non solo concessi m.<sup>ti</sup> +priueleggi, ma non li haueria tolerati ne toleraria, come hà +fatto, et fà in tutte le prouincie de chrestianitate, mà li haueria +scaciati et perseguitatti, et cosi li altri S.<sup>ri</sup> temporali +e spirituali, +et se forse se dicesse che questa fusse consuetudine +secreta si risponde gli sonno statti heb.<sup>i</sup> Batezzati, per uarie +prouincie di chrestianità degni di fede dalli qualli si può +dimandare, et sapere se l'è uero ò no pure non si toglia tale +informatione da trouati ne persone leggiere, ma mature, et +de buono intelleto, et sentimento, et chi dicesse forse li sono +alcuni pazzi che p. sua fantasia si mettano ad cometter tale +neffando mancamento, si dice che comuniter li pazzi sono +poueri, et non sono patresfamiglias imo sonno regiuti da altri, +et se uolessero bene commettere tali mancamenti li altri suoi +non la patirebbono, si per non contrafare alle legge così +diuine come humane, etiam per non incorere in pericolo et +descrimine delle persone et robbe sue, et li pazzi non saperiano +ne imaginare, ne gouernare tale cose, ne haueria +rispetto farlo secretto, ò palese, item se questo fosse uero li +sono ut ita dicant inumerabili heb.<sup>i</sup> richi in terre de Turchi, +Morri, et Saraceni, et altri infideli, che teneno schiaui et +fameglij et poteriano hauer delli putti ad suo piacere da +fare cio che uolesseno senza tanti rispetti ne pericoli senza +impaciarsi da fare tale cose in Terra de cristiani con tanti +pericoli non solum della robba ma etiam delle persone loro, +Item della destrution de ierusalem fatta per titto uespasiano +in qua che li heb.<sup>i</sup> furono condotti à roma non si e mai ditto +ne trouato habbino fatto tale mancam.<sup>to</sup> et saria impossibile +se lo hauessero fatto che p. qualche modo, et in qualche +<span class="pageno" title="292" id="page-292"></span> +tempo non fusse statto scuoperto, et desiderando de obuiare +in futurum a tale machinatione, et pericoli, et che all'auidità +d'alc.<sup>i</sup> offitiali, et altre persone sia ripresa et estinta, et +gitatta à parte in totum, supp.<sup>no</sup> ut is attentis si degnano +V.<sup>re</sup> S.<sup>rie</sup> scriuere et mandare p. sue patenti le͠re +sub indignationis +pena alli suoi offitiali p.te et futuri, che à modo +non s'impazzano da fare nouitatte alc.<sup>a</sup> occ.<sup>ne</sup> +alicuius imputationis +fiende in antea contra di supp.<sup>ts</sup> et se pur a V. I. S. +non piacesse de cosi fare, saltem si degnino scriuere et mandare +che acadendo p. disgratie alc.<sup>e</sup> imput.<sup>ne</sup> fatti p. persone +degne di fede contra li supp.<sup>ti</sup>, che li uff.<sup>li</sup> +predetti siano +obligatti sub.<sup>o</sup> mandare q.<sup>to</sup> tale imputato qua à Milano da +V. I. S. quali habino ad rimettere la cognitione del tutto a +chi li pare et piace in la pte città, il quale sia obligato +p.<sup>mo</sup> et ante omnia hauer denanti à se l'imputatori e testimonij +quali siano degni di fede, et omni eceptione maiores +con l'imputati et li diano copia delli inditij perchè forsi li +purgariano per altra uia che per tormenti, et non ficendo +purgatti per altra uia non mettono alc.<sup>o</sup> d'essi heb.<sup>i</sup> alla +tortura senza partecipatione, et espresso consentimento di +uno christiano sudd.<sup>to</sup> uro effetto per li heb.<sup>i</sup> +allo esamine ad +presso à d.<sup>o</sup> uffitiale ad cio la cosa passa maturamente et se +cosi facendo li trouarano in dolo li faciano punire senza +alc.<sup>a</sup> rimissione, et se sarano innocenti de sibi imputatis non +siano torterati, robbati ne malmenati, et eo casu li falsi +imputatori siano poniti pena talionis, accio loro imprendano +et siano essempio ad li altri da astenerse da false imputationi, +et cosi s'obuiarà à tali è tanti inconuinienti, et se alc.<sup>o</sup> falera +sarà punito il che hauerano per gratia singolare da V. S. +alle qualle se raccomandeno, et nelle qualle hanno sua speranza +con rasone. Cuius intelleto et considerato tenore constitoq., +nobis non nullis ec memoratis hebreis superioribus +diebus fuisse indebitte imputatos quemadmodum ec eorum +etiam naratur suplicatione nec sensum obicientis quas ex ea +suplicatione nobis causas exposuerunt sed eas admittentes ueluti +a ratione non dissentientes dignum arbitramur oportune fore +prouidendum ne qua indebita afficiantur iniuria, Tenore igitur +<span class="pageno" title="293" id="page-293"></span> +presentium comitimus et expresse mandamus omnibus et singulis +comissarijs, et potestat. Jusdicentibus, et offitialibus nostris +ac Pheudatariores nostrorum presentibus et futuris, ut +sub indignationis nostre pena de cetero, eis oblata uel alicui +eom querella seu denuntia, uel acusatione, seu imputatione +q. alicquis heb.<sup>i</sup> seu aliquis eorum debuerint seu debuerunt +aliquem Christianum seu christianam aliquam ocidisse uel +aliqua pena afficisse ut eius biberunt sanguinem seu aliud +quicqua contra fidem Christianam, uel in eius contumelia et +iniuriam faciant uel q. in graue scelus inciderint, contra +huiusmodi imputatum, seu imputatos, seu acusatos, non procedant, +sed eos legitimis prius precedentibus indicijs saltem +per duos testes omni suspitione carentes seu sufficientia indicia +que alies de Iure equiperent: inditijs duorum testium, +ut puta unius testis omni suittione carentis deponentis de +uero actu ipsius delitti duntacat personaliter detineat seu +detineri faciant, ad nos postmodum illico mittendos una cum +accusatoribus, et testibus, prouidendo deiude ne aliquis fiat +tumultus, uel iniuria contra alios hebreos uel eorum bona +comittentes ex nunc officiali ad hoc p. nos deputando, quod +p.<sup>mo</sup> et ante omnia coram se habeat huiusmodi delictti imputatores +et testes una cum imputatis indiciorunq. copia ipsis +imputatis trade͠n: ut ea purgare ualeant infra debitum terminum +ipsi imputato statuendum, que si non purgauerit id +post modum faciat quid iustitia suadebit habito apud se ad +omnia facenda aliquo iurisperito uel causidico christiano, qui +bone sit fame per eum seu alios hebreos agentes pro eo +aligendo, qui intersit ecamini, et sine cuius partecipatione +et consensu ad predicta, ne aliquid predictorum facere possit +si uero falso fuerint imputati puniantur imputantes de calumnia, +et ad satisfactionem damnorum interesse et expensarum, +que et quas talis indebite imputatus proinde, passus +fuerit ac fecerit et ultra contra eum ciuiliter et criminaliter +fiat quod aduersus similes de Iure fieri debet, si uero testes +conuincti fuerint de falsitate, contra eos procedatur et puniantur +secundum formam Decretorum nostrorum super hoc +disponentium ne heb.<sup>i</sup> predicti indebite uecentur cum per +<span class="pageno" title="294" id="page-294"></span> +ecclesiam patiantur, Christianorum terras inhabitare pro +christi redemptoris n.ri memoria, et hec omnia aliquibus legibus +decretis statutis ordinibus et consuetudinibus in contrarium +facientibus non attentis, quibus quo ad premissa ec +certa scientia, et de n.re Potestatis plenitud.<sup>ne</sup> etiam absolute +derogamus et derogatum esse omnino uolumus in quorum +testimonium presentes fieri iussimus et registrari nostriq. +sigilli impressione muniu. Dat Mediolani die +<span class="sc num">xviiij</span>. Maij +<span class="sc num">mcccclxx</span> nono. +</p> + +<blockquote> +<p xml:lang="la"> +Ego Jo Antonius f. q. D. Vincentij de insullo inferiori uerone pub. +et imperiali authe notarius predicta omnia fideliter exemplaui ab alio +in carta simili ecistenti mihi esemplandum tradito, et restituto nilq. +illi addidi uel diminui ita ut mutet sensum sententiamus in aliquo in +quorum fidem me subscripsi cum signi mei tabelionatus opositione. +</p> + +<p class="destra"><span class="g">S. Cichus.</span></p> +</blockquote> + +<div class="image-left"> + <img src="images/i294a.png" style="width: 10ex;" alt="((SIGNUM BVLLI))"/> +</div> + +<blockquote> +<p xml:lang="la"> +(S T) Ego Jacobus Bagatta f. g. D.ni Bonifatij de S. Michaele ad +portus uerone pub. ueneta authe not: premissa omnia fideliter exemplaui +ab alio in carta simili in foleo magno ecistenti mihi esemplandum +tradito, statimq. postea restituto uel addito, nel dimenuto quod sensum +nutet sententiaq: in aliquo, in quorum fidem me subscripsi signaq mei +tabelionatus apposui Consuetum etc. +</p> +</blockquote> + +<blockquote> +<div class="image-right "> + <img src="images/i294b.png" style="width: 10ex;" alt="[[I B M]]"/> +</div> + +<p xml:lang="la"> +Nos Jacobus suriano Pottas et michael Priulo Capitanehus Rect.res +Verone pro ser.mo Ducali Dominio Venetiane uniuersis et singulis +attestamur suprasc.tum Dominum Jacobum Bagattam esse Notarium +publicum et legalem istins mag.ce Ciuitatis et eius publicis scripturis +hic et ubiq locorum plena fides hadibenda esse in quorum fidem et +Verone ex offi.o mag.ce cam nre fisc.a Die Iune 4.to maij 1626 Ind. +nona etc. +</p> + +<p xml:lang="la"> +Alcides Cimarlinus Coa.r M.e Cam.e uerone Concordat cum suo originali +Ego fr Dominicus M.a de Bononia Not Apostolius S.ore Inq.m +Verone, etc. +</p> +</blockquote> + +<div class="footnote"><a id="Fn_346"></a> +<p class="foot"><a href="#FNa_346"><span class="label">(346)</span></a> +Il presente documento si conserva negli Archivii della Comunità +israelitica di Verona. +</p> +</div> + +<div class="chapter"> +<span class="pageno" title="295" id="page-295"></span> +</div> + +<h3 id="tit-16" class="documento"> +<a href="#ritit-16">V.</a> +</h3> + +<p class="subtitle"> +Massimiliano II. +</p> + +<p> +Noi Masimilian secondo Diuina fauente clementia romanorum +imperator sempre Augusto +</p> + +<p class="center">omissis</p> + +<p> +faciamo noto publicam.<sup>te</sup> con le presenti a chiascheduno, sicome +l'Università hebraica habitante nel sacro Imperio per suoi +nontij, con scritt.<sup>re</sup> degne di fede humilm.<sup>te</sup> +ha fatto presentar +un preuilegio, ouer imunità all'istessa uniuersità heb.<sup>ca</sup> dato +et concesso gratiosamente dall'inuitiss.<sup>mo</sup> Imperator Carlo +Quinto felice memoria n.ro diletto cugino, et socero, qual è +del tenor è di parola in parola come qui a basso cioè +</p> + +<p> +Noi Carlo Quinto +</p> + +<p class="center">omissis <a id="FNa_347"></a><a href="#Fn_347" class="fna">(347)</a></p> + +<p> +“Hauendone più oltre segnificato l'uniuersità heb.<sup>ca</sup> +qualm.<sup>te</sup> +più uolte sonno statti imputatti che per il lor bisogno sia +necessario auer sangue Christiano, et per cio per colpe, et +fatti qualli debeno per essa causa perpetrare à Christiani +non è manifesto à sciente fatto ne ancora sufficiente proue, +et inditij, mà per causa di depressione, et suspitione; ò +uer à nuda delatione, ò simplice segnificatione de suoi +maleuoli contra li loro priuileggi, et antichi consueti sono +grauissimamente molestatti, tratenuti captiui, tormentatti, +condenati di uita alla morte, tolto le lor robbe et facultà, +euidentem.<sup>te</sup> non obstante che li santiss.<sup>mi</sup> padri n.ri li +pontefici habbino fatto dichiarat.<sup>ne</sup> et prohibitione di credere, +et ancora il q. N.<sup>ro</sup> S.<sup>re</sup> et Attauo imperator fedrico +preclariss.<sup>me</sup> memorie per tali papali declarationi +specialm.<sup>te</sup> +<span class="pageno" title="296" id="page-296"></span> +fatto espedire seriose comess.<sup>ne</sup> et mandati per tutti li statti +del Imperio, et specialm.<sup>te</sup> ad alcuni di essi di tal intento +desistere, et etiamdio prouedere, et non permetter quello +anci occorendo tali casi rimetter quelli à sua Maiestà, come +supremo S.<sup>re</sup> et giudice dell'unita heb.<sup>ca</sup> +senza alcun mezzo +spetante, et seriosam.<sup>te</sup> hà commandato etiam contra li +priuilegij, et antichi soliti delli heb.<sup>i</sup> grauem.<sup>te</sup> +molestatti +pregionati, tormentati, di uita alla morte, condenati, et li +beni et facultà loro uiolentem.<sup>te</sup> statti tolti et noi per esse +declarationi papale, ò dell'espeditte comissioni del n.ro +Attauo imper.<sup>re</sup> Fedrico preso tanta informatione che quello +è imputatto alli heb.<sup>i</sup> necessario non hà da esser. Pertanto +etiam per altre più cause mouente ordinamo et sancimo, +che p. l'hauenire ne un di qual sia grado si uoglia per +tal causa prenda più ne un heb.<sup>o</sup> ò heb.<sup>a</sup> et +senza precedenti, +et sufficiente inditij, o uer proua di Testimonij fide +degni, ò trouando in frangenti crimine non tormentatti, +ne condenati da uita alla morte, Ma occorendo tali querimonie +ò imputationi quel p.<sup>mo</sup> rimettere, o riportare a +noi, et nri sucessori Rom: Imperatori, o Regi, come suprema +superiorità in Imperio dell'Uniuersità heb.<sup>a</sup> et cui +eupeture la risolutione, per il che statuimo, ordinamo, sancimo, +declaramo, et uolemo, dalla predetta ampia nra atta +imperiale, et di certa scienza che per l'auuenire tutti li +priuileggi, ire, libertadi, gratie, defensioni, protectioni, +saluaguardie, saluicondotti, et confermatione della prefatta +uniuersità heb.<sup>a</sup> in tutti, et cadaun suoi punti, articoli, +clausale, continentie, sententie, comprehensioni siano totalmente +roborosi, ualidi et stabilm.<sup>te</sup> osseruati, et essequiti +in tutti i modi, come tutti et cadauno specialm.<sup>te</sup> di parola +in parola in questa nra imperial Lra fussero descritti, et +espressi, quali etiamdio sono in q.<sup>a</sup> sufficientem.<sup>te</sup> +compresi +et espressi hauer uolemo, Et ancora che la prefata unita +heb.<sup>a</sup> et suoi sucess.<sup>ri</sup> generalm.<sup>te</sup> +et specialm.<sup>te</sup> debba hauer +li soprascritti nostri di nouo concessum Priuilegij, gratie, +deffensioni, protectioni, saluaguardie, et saluicondutti, permanere +in quelli, et contra essi, ne in generale, ne in +<span class="pageno" title="297" id="page-297"></span> +speciale da niuno, ne per rapina, offensione personale ne +reale di beni, et facoltà loro, ne espulsione, ne ridutione, +obserciatione di scole sinaghoghe di essi, ne alias per altra +uia debano esser molestatti perturbati, et impediti, anci +loro, et suoi sucessori q.<sup>ti</sup> quietam.<sup>te</sup> +godere et fruire posino, +et debino senza impedim.<sup>to</sup> da niuno et si e contra +inscientem.<sup>te</sup> +o importuna instantia, da noi, o nri sucessori +in imperio si statuisse è concedesse, ò si espedisse alcuna +cosa in contrario alli sopradetti, et à questo nro priuileggio +parim.<sup>te</sup> se a quelli se facesse acordo alcuno ò altro incomparso +senza nra uolonta et assenso tutto questo contra +essi non debba hauer effetto ne robore, ne ualore, anzi tutto +esser inualido infirmo, et impregiudiciale; Per che noi tutto +questo, et cadaun particolarm.<sup>te</sup> ec nunc pro ut ex tunc, et +ec tunc pro ut ex nunc, cassamo, anulamo, irritamo, inualidamo +in uirtù di q.<sup>ta</sup> lera sopra cio comandiamo à tutti, +et qualunque Principi ecclesiastici, et seculari, prelati, +Conti, Baroni, S.<sup>ri</sup> cauaglieri, Nobili, Capitani, Prefetti, +Prouinciali, Vicedomini, Profetti, Locotenente, officiali, +Giudici, Potestadi, Consiglieri, Cittadini, comuni, et tutti +li altri nri et del Imperio sudd. fideli, di qualunque grado, +Dignità, ò conditione, siano pnti et futuri, seriosamente +con questa littera, et uolemo che lassate totalm.<sup>te</sup> permanere +la prefatta nra unita heb.<sup>a</sup> in generalità et particularità, +con le sopra scritte papali declarationi, et de nri +Predecessori nel imp.<sup>rio</sup> et q.<sup>ta</sup> nra libertà, +priuilegij, confirmatione, +deffensione, protectione, saluaguardie, et salui +condotti, osseruare, defendere, et protegere, et non contrafar, +ne ad' altri permetter contrafar in modo, et in uia niuna, +cossi cara à cadauno sia la nra, et imperii indignat.<sup>ne</sup>, et +pena graue, è ancora molta nominatiua di schiuare Marche +cinquanta d'oro puriss.<sup>mo</sup> quale cadauno tante uolte temerariamente +contrafarà, se non uorà abstenersi, la qual +per la mittà à noi, et la nra imperial cam.<sup>a</sup> et l'altra +mittà all'Unita heb.<sup>a</sup> ò uer alli offesi irremisibilmente +sarà aplicata senza Inganno. In fede de cio sigilato col nro +imperiale appendente segillo. +</p> + +<div> +<span class="pageno" title="298" id="page-298"></span> +</div> + +<p> +“Datta in nra, et imperij, Cittade Spira alli 3 del mese +di Aprille di poi la nattiuità di Christo diletto S.<sup>re</sup> 1544: +Nel nro imperial gouerno nel uigesimo quarto ò altri nri +Regni nel uigesimo nono anni etc.” +</p> + +<p> +Et de più humilm.<sup>te</sup> han pregato, et supplicato à noi, come +Imp. de Rom. che gratiosam.<sup>te</sup> ghe uogliono renouar, confirmar +et aprobar i suoi descritti Priuileggij et immunità +</p> + +<p class="center">omissis <a id="FNa_348"></a><a href="#Fn_348" class="fna">(348)</a></p> + +<p> +Datta nella nra ò del nro Imperio. Città d'Augusta alli 8 +del mese di marzo dopo la natiuità del nro S.<sup>re</sup> e saluator +1566: nel nro imperial gouerno nel quarto nel Hungaro nel +Terzo, et nel Boheno nel 18 anno etc. Masimigliano +</p> + +<p xml:lang="la"> +Vice ac Nomine R.<sup>mi</sup> Dni Archicancell Magautini +</p> + +<p> +Ad m.<sup>tu</sup> sac. ces. Miti propriu. +</p> + +<blockquote> +<p class="center" style="padding-left: 8%;">V. Io: Bap: Weber e. +<span style="padding-left: 6%">Haller etc.</span></p> + +<p xml:lang="la"> +<i>Ego Gaspar f. q.</i> D. Iac. Antonis de seraualle pnb: imperiali autte +not.s et V. Cancell. Mag.ce Coiatis Rob.ti attestor fidemque indubia +facio quibuscuq — Priuilegium concessa Uniuersitatti +Hebraice ab inuictissimo +Cesare Carolo Quinto sub die 3 aprilis 1544: ex Ciuitate +Spire et confirmatum ab inuictissimo Cesare Masemigliano secundo ex +Ciuitate Auguste sub die 8 Martij 1566: munitum sigillo magno imperiali +</p> + +<p class="center testa" xml:lang="la">omissis</p> + +<p xml:lang="la"> +et hoc ec suo authentico transupto e lingua germana, qua caleo in +Italam fideliter, et sincere, a suo sensu penitus non discendis uertisse, +et traduisse in omnibus pro ut sopra etc in quoru testimoniu me manu +propria subscripsi, signoq. meo actis tabelionatus solito muniui +</p> + +<p class="center testa" xml:lang="la">Ad Laudem Dei Opt.i Maximi</p> + +<p xml:lang="la"> +Nos Carolus Rusca. I. V. D. Perginen: Roboretti, e sui districtus +pretor — omissis <a id="FNa_349"></a><a href="#Fn_349" class="fna">(349)</a> — Roboreti die X Juni. MDCII. +</p> + +<p xml:lang="la"> +Ego Jacobus Bagatta f. q. D. Bonifatij de S. Michaele ad portas +Verone publicus Veneta Anthe +Notarius <a id="FNa_350"></a><a href="#Fn_350" class="fna">(350)</a>. . . +</p> + +<p xml:lang="la"> +Nos Iacobus suriano Pottas, et Michael Priulo capitaneus Rectores +Verone (segue la legalizzazione). Verone ex uff. magn. Cam.e n.re +fisc.s Die lune 4.to maij 1626. Ind. +nona. — <span style="padding-left: 8ex">Concordat</span> +cum suo +originali ver.a F. Fr: Dominicus M.a de Bononia Not.ro Apliu S.ne +Inq.nis Verone. +</p> +</blockquote> + + +<div class="footnote"><a id="Fn_347"></a> +<p class="foot"><a href="#FNa_347"><span class="label">(347)</span></a> +Conferma i privilegi concessi agli Ebrei dai Pontefici ed Imperatori +e stabilisce varie disposizioni in loro favore. +</p> +</div> + +<div class="footnote"><a id="Fn_348"></a> +<p class="foot"><a href="#FNa_348"><span class="label">(348)</span></a> +Segue l'approvazione, la sanzione è: — la graue indegnatione +n.ra o dell'imperio, et di più sotto pena di sessanta marche — +</p> +</div> + +<div class="footnote"><a id="Fn_349"></a> +<p class="foot"><a href="#FNa_349"><span class="label">(349)</span></a> +Segue la legalizzazione. +</p> +</div> + +<div class="footnote"><a id="Fn_350"></a> +<p class="foot"><a href="#FNa_350"><span class="label">(350)</span></a> +Segue autenticazione della propria copia. +</p> +</div> + +<div class="chapter"> +<span class="pageno" title="299" id="page-299"></span> +</div> + +<h3 id="tit-17" class="documento"> +<a href="#ritit-17">VI. *</a> +</h3> + +<p class="subtitle"> +Martino Lutero. +</p> + +<p> +<i>Tomo 5, Witt. Foglio 443.</i> Pregai si trattasse bene (gli +ebrei) si istruissero nella Sacra Scrittura, e così avrebbero +potuto rimanere presso di noi; ma se noi li cacciamo colla +forza, li incolpiamo di avere sparso sangue cristiano, di puzzare +e <em>di altre simili sciocchezze</em>, trattandoli come cani, qual guiderdone +possiamo da essi +sperare? <a id="FNa_351"></a><a href="#Fn_351" class="fna">(351)</a>. +</p> + +<div class="footnote"><a id="Fn_351"></a> +<p class="foot"><a href="#FNa_351"><span class="label">(351)</span></a> +Vedi <span class="sc aut">Christianus Cerson</span>: +“Der Jüden Talmud 1613” <cite>Epistola +dedicatoria</cite> al principe Enrico Giulio, +vescovo del convento di Halberstadt, +duca di Brunswick e Lüneburg; +<span class="sc aut">Giovanni Cristoforo Wagenseil</span>: +<cite xml:lang="de">Benachrichtigungen</cite>, 1705. +</p> +</div> + +<div class="chapter"> +<span class="pageno" title="300" id="page-300"></span> +</div> + +<h3 id="tit-18" class="documento"> +<a href="#ritit-18">VII. *</a> +</h3> + +<p class="subtitle"> +Stefano Re di Polonia +</p> + +<p> +Noi Stefano, per grazia di Dio, Re di Polonia, <i>omissis</i>, +pubblichiamo a tutti ed a ciascuno che ne abbia bisogno. +</p> + +<p> +Giunse a noi ed alle nostre orecchie, cosa meravigliosa e +da noi non prima udita, sulla uccisione di fanciulli cristiani +e precisamente sul ratto e sulla uccisione del figlio di un certo +eccellentissimo Studsionsky nel circolo di Gostina. Siccome +non soltanto si sospettano gli Ebrei di questo misfatto, ma +vengono anche apertamente accusati, così crediamo necessario +investigare e cercare premurosamente quanto siavi di vero +in quest'accusa; e tanto più ciò ci sembra necessario in quanto +simili accuse non si sollevano ora per la prima volta, essendo +per numerose testimonianze venuto a conoscenza nostra che +già da lungo tempo si è sparsa la voce aver gli Ebrei rubato +ed ucciso fanciulli cristiani ed anche comperato (per +farne vilipendio) il Santissimo Sacramento, voce che dette +origine a scene deplorevoli. +</p> + +<p> +Ora avendo due gentiluomini Studsionsky portato apertamente +dinanzi a noi una simile accusa contro gli Ebrei ed +avendoci mostrato un fanciullo morto, ordinammo si procedesse +a severe indagini. Siffatte indagini furono dai nostri +ufficiali condotte col maggior zelo, furono citati gli Ebrei e +da ambe le parti si addussero prove e testimonii per porre +in luce il vero; il risultato fu che non soltanto gli Ebrei +non erano colpevoli, ma che nessun sospetto poteva venir su +di loro formato. Anzi i predetti signori, saputo di essere +stati tratti in errore e che nulla si era rinvenuto a carico +degli Ebrei ritirarono l'accusa. Dimostrata, nel modo più assoluto, +<span class="pageno" title="301" id="page-301"></span> +la loro innocenza in questo fatto, gli Ebrei si lagnarono +meco amaramente perchè da queste popolari credenze +che essi abbisognando di sangue cristiano, rapissero ed uccidessero +fanciulli cristiani, o che vilipendessero il Santissimo +Sacramento <a id="cristiani"></a>comperandolo dai Cristiani, +e facendone spicciare +sangue umano, non soltanto erano derivate loro numerose +persecuzioni, ma s'eran trovati spesso in pericolo di vita, ed +avevano dovuto soffrire crudelissimi martirii e persino acerba +morte. Dopo averci dimostrato, con decreti e privilegi dei +nostri antecessori, l'ingiustizia di tali pene, ci supplicarono +caldamente, per mezzo di alcuni nostri Senatori, di provvedere, +in modo definitivo, perchè non abbiano per lo stesso +motivo a rinnovarsi gli insulti, le persecuzioni ed altre ingiustizie +di cui già ebbero a soffrire. Commossi da questa +preghiera, e desiderando precludere l'adito a simili calunnie +e rimuovere una causa di tumulti e di persecuzioni che gli +Ebrei ebbero spesso a soffrire per questo argomento, abbiamo +deliberato in base alla nostra ferma convinzione ed in seguito +a parere dei nostri Senatori, che nessuno osasse d'ora innanzi +muovere agli Ebrei, nel nostro Regno e nei nostri dominii, +l'ingiusto rimprovero del rapimento e dell'uccisione di fanciulli +cristiani, o della compera del Santissimo Sacramento. +Ed essendo essi innocenti di entrambi questi misfatti non devono +perciò essere calunniati, nè accusati dinanzi un giudice +o qualunque altro magistrato, essendosi nel fatto dimostrato +che queste accuse non hanno base di fondamento, e che gli +Ebrei non fanno uso di sangue, nè cercano di procurarsi il +Santissimo Sacramento. Perciò chiunque si facesse lecito di +ripetere tali accuse, vogliamo che, senza riguardo a rango, +venga severamente punito, come autore di grandi disordini. +Chi dunque incolpasse gli Ebrei di questi misfatti sarà punito +come calunniatore; e colui che per questi motivi portasse +contro di essi un'accusa dinanzi ad un giudice, sarà passibile +della <em xml:lang="la">poena talionis</em> e dannato nel capo. +</p> + +<p> +Questa nostra decisione portiamo a cognizione di ciascuno +che avesse bisogno di saperlo, e specialmente vogliamo che +venghi notificato a tutti i Woiwodi, Starosti e Sottostarosti +<span class="pageno" title="302" id="page-302"></span> +ed in generale a tutti impiegati, Sindaci e Consiglieri, ed +ordiniamo che la Nostra Volontà sia da essi strettamente +eseguita, portata a cognizione di tutti perchè agiscano solamente +secondo la Nostra Volontà, altrimenti cadrebbe su di +loro la nostra disgrazia. +</p> + +<p> +Noi firmiamo per maggior sicurezza questo scritto e vi +apponiamo il suggello della Nostra Corona. +</p> + +<p> +Dato a Varsavia il 5 del mese di luglio dell'anno del Signore +1576 nel secondo anno del nostro Regno. +</p> + +<p class="center testa"><span class="sc aut">Stephanus Electus Rex.</span></p> + +<div class="chapter"> +<span class="pageno" title="303" id="page-303"></span> +</div> + +<h3 id="tit-19" class="documento"> +<a href="#ritit-19">VIII.</a> +</h3> + +<p class="subtitle"> +Sentenza a favore di Giuseppe, Ebreo veronese. +</p> + +<p xml:lang="la"> +Exemplum ab alio ex concione undecima Ill.<sup>mi</sup> D.ni Iustiniani +contareno Verone Potestatis die ult.<sup>o</sup> mensis februarij +milesimi sexcentesimi tertij Jndictione prima +</p> + +<p class="center testa" xml:lang="la">De</p> + +<p class="testa" xml:lang="la"> +Ioseph hebreus q. Abrahamini dictus anselmi <strong>Accusatus a +Bernardino Bertono</strong> calligarum resarcitore de sancto marco +quia cum sero factum esset uigilie admirabilis ascensionis +D.ni anni modo lapsi non nulli adolescentuli puerilibus iocis +incumberent in curte uulgo nuncupata di Panthei idem Joseph +scienter et dolose eiusdem Bernardini paruulum figlium hostio +proprie domus assidentem ui rapuerit ac inuolutum palio +nisi fuisset impijs eius manibus ereptus in uicinam heb.<sup>m</sup> +stationem deferre tentauerit uel ut christianam animam è +gremio sacrosancta Ecclesia matris disceptam ad iudaicam +perfidiam, et perditionem deduceret, uel ut eodem infante +crudeliter necato, et sacratiss.<sup>me</sup> morti n.ri saluatoris illuderet +et innocenti sanguine ad pessimos et nefandos usus uteretur +sicut alius factum esse quibusdam circonforanete — historie +monamentis probare conatus est ipse accusator uel etiam ut +huiusmodi facinore uindicaret amissionem figlie sue que quide +per lauacrum regenerationis ab eius prauitatis errore ad +aternam salute confugere proximis precedentibus mensibus +elegerat, et ut in processu diffuse legitur. +</p> + +<p xml:lang="la"> +Detentus et constitutus dictus Joseph negauit tantum comissise +scelus et ipsi deffensionibus intimatis tam in scriptis +quam in uoce p. Exc.<sup>m</sup> eius aduocatum nedum suas satis +<span class="pageno" title="304" id="page-304"></span> +legitimas deffensiones deduxit uerum etiam demonstrauit +uarijs allegatis sacre bibilie locis hebraicum ritum a sanguinis +effusione abhoreri, segnificando etiam quod uarij principis +hanc huiusce sanguinis usus famam pro uana nulla et falsa +habuerunt publicis datis priuilegijs <strong>nempe Bona</strong> et Ioannes +Galeatius Maria Sfortia Duces Mediolani ut constat sub die +19 maij 1479. Petrus Mocenigo Dux Venetiarum sub die 22 +aprilis 1475 <a id="FNa_352"></a><a href="#Fn_352" class="fna">(352)</a>: +et denique fridericus tertius Carolus Quintus +et Maximiglianus secundus sub die octauo martii 1566; in +quibus affirmatur olim à sanctissimis pontificibus prohibitum +fuisse quicquam credere de huiusmodi obiecto impio sanguinis +christiani abuso, et ex quibus omnibus tollitur omnis suspitio +tam facinorosi sceleris obiecti, Eà propter Ill.<sup>mus</sup> Dnus Potestas +una cum Ecc.<sup>mo</sup> consulatu antedictum Joseph relaxauit. +</p> + +<div class="footnote"><a id="Fn_352"></a> +<p class="foot"><a href="#FNa_352"><span class="label">(352)</span></a> +In un foglio sciolto unito al libretto è citata questa Ducale come +esistente — nel Registro di Padova in Bergamina sig.to con Letra M +nel'Arcivo della Cancelaria pretoria di padous a 118. +</p> + +<p class="foot testa" xml:lang="la"> +Ego Christophorus Nicolius notarius deputatus ad conciones comunis +uerone antedictam sententiam per me scriptam et publicatam esemplaui +et in fidem manu propria scripsi et subscripsi cum meo sollitto tabelionatus +segno. +</p> + +<p class="foot" xml:lang="la"> +(L T) Premissa sententia fideliter exemplata fuit per mè Cyprianum +masser.m D. Baptista figlium publicum ueneta auctoritate not.m ab +alio simili exemplo autentico sub signo et nomine contedicti q. D. +Christophori Nicolij, in quorum testimonium me propria manu subscripsi +solito tabelionatis signo apposito. +</p> + +<p class="foot" xml:lang="la"> +Nos Jacobus surianus pro ser.m Ducali D.nio uenetiarum e Verone +et Districtus Potestas. Uniuersis etc. attamur suprascriptum D. Cyprianum +Masserium esse notarium publicum huius ciuitatis cuius publicis +scripturis ubique locorum plena fidis merito est adhibenda In +quorum etc. Verone die 5 Maij 1626. +</p> + +<p class="foot destra" xml:lang="la">Aloysius Cinthius Coad.r Pret.s m. etc.</p> + +<p class="foot" xml:lang="la"> +Presens copia desumpta fuit ex suis proprija originalibus de uerbo +ad uerbu aliena manu mihi in fida; et collationata concordat, salua +semp megliori. +</p> + +<p class="foot" xml:lang="la"> +Fr. Dumenicus M.a de Bononia eiusd' ord.e Magr et Inq.or Verone +attestor d.m f. Dom.cus Marie esse Not.mo huius S.te Inq.nis. +</p> +</div> + +<div class="chapter"> +<span class="pageno" title="305" id="page-305"></span> +</div> + +<h3 id="tit-20" class="documento"> +<a href="#ritit-20">IX.</a> +</h3> + +<p class="subtitle"> +Giovanni Cristoforo Wagenseil. +</p> + +<p> +Aiutaci o Dio! Come è mai possibile scoprire la verità in +mezzo a tante schifose accuse, ognuna delle quali contraddice +alle altre? Come non capir subito che non le sono che +miserabili chiacchiere, e che da bocca cristiana mai dovrebbe +esser proferita l'accusa che gli Ebrei in diverse occasioni si +servano di sangue cristiano? E meno male ancora non le fossero +che chiacchiere, ma pensare che in grazia di queste +maledette menzogne, gli Ebrei furono maltrattati e torturati, +che migliaia e migliaia ne furono messi a morte è cosa che +commuoverebbe e farebbe gridar anche le pietre. +(<cite xml:lang="de">Benachrichtigungen</cite>, +p. 130 e seg.). +</p> + +<p> +Fu, ed è sempre, opinione fra i Cristiani, che gli Ebrei +abbiano bisogno di sangue cristiano per mischiarlo agli azimi +che mangiano di Pasqua ed al vino che bevono. Io stesso +sono stato spesse volte spettatore quando Ebree od Ebrei, +(perchè fra gli Ebrei anche uomini ricchi ed a modo sogliono +aiutare a queste incombenze per far onore alla festa di Pasqua) +apparecchiavano la pasta per le azzime, vidi come +l'impastavano, come levavano la <em>Challa</em>, la bruciavano e +dopo allestita la focaccia la infornavano, ma non mi accadde +mai di osservare vi mischiassero qualche cosa che assomigliasse +a sangue. +</p> + +<p> +Fra tutti gli altri oggetti ed arnesi che gli Ebrei credono +sacri e di cui si servono nelle loro funzioni posseggo anche +una grande focaccia d'azimo e posso mostrarla a chicchessia +per provare che non vi si trova la più piccola traccia di +sangue. Il vino che si beve durante le feste di Pasqua deve +<span class="pageno" title="306" id="page-306"></span> +essere <em>cascher</em> o purissimo, e guai se un cristiano avesse +toccato, soltanto col dito mignolo, il torchio od il tino nel +quale viene preparato, tanto meno adunque si permetterebbe +vi si mischiasse una goccia di sangue cristiano +(<cite xml:lang="la">ibid.</cite>, p. 132 +e seguenti). +</p> + +<p> +Qui non si tratta di sapere se un ebreo insultato da un +fanciullo cristiano possa averlo ucciso. Il caso può benissimo +essere accaduto, assai raramente però, se lo stesso dottissimo +Grozio potè scrivere nel 5º libro del suo +<cite xml:lang="la">De Verit. Rel. Christ.</cite> +che gli Ebrei non incorrono nè in idolatria, nè in adulterio, +nè in reati di sangue. +“<i class="quo" xml:lang="la">Judaeos a tanto tempore nec ad +falsum Deorum cultum deflexisse ut olim nec caedibus se +contaminasse nec de adulteriis accusari</i>” +(<cite xml:lang="la">ibid.</cite>, p. 149). +</p> + +<p> +A nulla valgono le stesse confessioni degli Ebrei perchè +strappate loro con torture e tormenti così terribili che essi +avrebbero confessato ben più di quanto non si pretendeva da +loro. Taccio di quei malvagi Cristiani che bene spesso volendo +denunciare gli Ebrei, per avvalorare l'accusa, uccidevano, +Dio sa in che modo, i loro stessi bambini, ed i cadaveri +o mettevano segretamente nelle case degli Ebrei, o sotterravanli +nelle cantine o nei giardini loro, fatti questi pei +quali migliaia e migliaia di Ebrei non soltanto furono spogliati +dei loro beni e ridotti alla miseria, ma furono eziandio +giustiziati coi più orribili supplizi +(<cite xml:lang="la">ibid.</cite>, p. 198). +</p> + +<p> +Malgrado accurate indagini, non mi venne fatto di trovare +nessuna legge che scagionasse gli Ebrei dall'accusa di usar +sangue cristiano, eccezione fatta per una legge di non so +qual re di +Polonia <a id="FNa_353"></a><a href="#Fn_353" class="fna">(353)</a>, +che trovasi in un <cite xml:lang="la">Codice manuscripto</cite> +ben ordinato e conservato nella biblioteca di Lipsia col titolo: +<cite xml:lang="la">Promtuarii statutorum omnium et Constitutionum Regni +Poloniae</cite> di <i>Paulo Scerbicz anno</i> 1590 +<i xml:lang="la">ad usum domesticum</i>, +dove nella parte 1ª, cap. 15, <cite xml:lang="la">De Judaeis</cite>, +leggesi: <i class="quo" xml:lang="la">Judaeus +caedis pueri Christiani accusatus tribus Christianis, et +<span class="pageno" title="307" id="page-307"></span> +totidem Judaeis convincatur: alioquin pro usu humani sanguinis +non culpetur. Deficienti vero Actori in probatione +poena talionis +irrogetur <a id="FNa_354"></a><a href="#Fn_354" class="fna">(354)</a>.</i> +</p> + +<p> +Volesse Dio che leggi così giuste si fossero fatte dovunque, +e si avesse spiegata maggior oculatezza allorquando gli Ebrei +venivano accusati o per calunnia o per futili indizi prima +di ricorrere alla tortura ed al supplizio per far loro confessare +ciò che si voleva. Se poi talvolta fu provato aver gli +Ebrei commesso qualche misfatto, ed è inevitabile che in +un gran popolo non si trovino dei malfattori, non avviene +ogni giorno lo stesso anche fra noi Cristiani? Perchè dunque +non punirli, secondo giustizia, in ragione del delitto commesso, +invece di sottoporli a pene stravaganti, colpendo assieme +colpevoli ed innocenti ed ammazzandoli alla rinfusa? Le autorità +dovrebbero pensare all'ammonizione del Re Giosafat: +“Riguardate ciò che voi fate; perciocchè voi non tenete +la ragione per un uomo, ma per lo Signore, il quale è con +voi negli affari della giustizia. — Ora dunque, sia lo spavento +del Signore sopra voi; prendete guardia al dover vostro +e mettetelo ad effetto; perciocchè appo il Signore Iddio nostro +non vi è alcuna iniquità” (2 <cite>Croniche</cite> +<span class="sc num">xix</span>, 6, 7). Esse +avrebbero dovuto pensare a non gravare le loro povere anime +e le loro conscienze della scomunica pronunciata da migliaia +di leviti, e confermata da un Amen di centinaia di migliaia +di persone contro chi contravviene ai precetti del <cite>Deuteronomio</cite> +(<span class="sc num">xxvii</span>, 19, 25) “Maledetto sia chi pervertisce la +ragione del forestiere, dell'orfano e della vedova. Maledetto +sia chi prende presenti per far morire l'innocente” +(<cite xml:lang="la">ibid.</cite>, +pag. 203 e segg.). +</p> + +<div class="footnote"><a id="Fn_353"></a> +<p class="foot"><a href="#FNa_353"><span class="label">(353)</span></a> +Boleslao il Pio, duca di Kalisch, nell'anno 1274. (Regnò col nome +di Boleslao V, 1227–1279). Vedi Sternberg, +<cite xml:lang="de">Geschichte der Juden in Polen</cite>. +</p> +</div> + +<div class="footnote"><a id="Fn_354"></a> +<p class="foot"><a href="#FNa_354"><span class="label">(354)</span></a> +Un ebreo accusato di aver ucciso un fanciullo cristiano deve +essere convinto colla testimonianza di tre ebrei e di tre cristiani; senza +di che non potrà essere condannato per uso di sangue cristiano; se +l'accusatore non potrà in tal guisa provare la sua accusa sarà punito +colla pena del taglione. +</p> +</div> + +<div class="chapter"> +<span class="pageno" title="308" id="page-308"></span> +</div> + +<h3 id="tit-21" class="documento"> +<a href="#ritit-21">X. *</a> +</h3> + +<p class="subtitle"> +Parere della facoltà teologica di Lipsia dell'8 maggio 1714. +</p> + +<p> +Dopo che certi accaduti avvenimenti esigono la soluzione +del quesito “se si possa provare e credere che gl'Israeliti, +secondo le leggi della propria religione, o per introdotte +superstizioni, abbiano bisogno del sangue d'un cristiano, e +che uccidano secretamente teneri fanciulli, che procurano +di rapire” fu sopra ciò desiderato anche il nostro coscienzioso +parere in nome di S. M. il Re di Polonia e del serenissimo +principe elettore di Sassonia. +</p> + +<p> +Quindi noi, conforme il nostro umilissimo obbligo, incominciamo +la soluzione del quesito con una negativa, e di tale +nostra negazione alleghiamo le ragioni seguenti: +</p> + +<p> +I. Prima del 13º secolo dalla nascita di Cristo non si è +parlato mai di questa grave accusa addossata al popolo ebreo, +nè in tempi in cui niente si perdonava alla nazione ebrea, +si saprebbe trovare conferma di ciò in qualsiasi documento, +nè degli Ebrei dell'Oriente nè dell'Occidente. Perchè dunque +dovevano gli Ebrei per così lunga epoca ommettere una +crudeltà, e tosto dopo quest'epoca averla incominciata? Perchè +non dovrebbero essi averla commessa del pari nei primordi +del Cristianesimo, che quasi s'innalzava sulla loro rovina, ed +allorquando la gelosia e l'amarezza dovevano esser maggiori? +Perchè dovrebbero essi aver ommessa questa pratica ai tempi +degli imperatori pagani, allorquando con maggior sicurezza +potevano eseguirla? Perchè incominciare allora soltanto +quando maggior pericolo li attendeva sotto principi cristiani? +O come avrebbero taciuto questa cosa i Cristiani dei primi +tempi, a cui tali fatti non potevano rimanere celati, mentre +<span class="pageno" title="309" id="page-309"></span> +essi d'altronde non sanno mai abbastanza descrivere l'odio +degli Ebrei contro di loro? +</p> + +<p> +Ma per procedere alquanto innanzi colla storia intorno a +questo fatto, e mostrar più chiaramente la sua falsità, osserviamo +che intorno al 13º secolo, l'odio contro gl'Israeliti, in +Germania particolarmente, erasi grandemente aumentato, e +ciò principalmente a cagione di un certo monaco di nome +Rodolfo, il quale, secondo ogni apparenza, tratto da ambiziosa +imitazione di quelli che predicavano la crociata contro gl'infedeli +in Oriente, instigò il popolo in Colonia, Spira, Magonza +e Strasburgo a una simile crociata contro gli Ebrei, immaginandosi +di acquistarsi così una fama in Germania come +San Bernardo in Francia colle crociate contro i Maomettani; +ma appunto il Santo Bernardo, in una lettera diretta ad Enrico +Arcivescovo di Magonza, dannò il da colui eccitato eccidio +degli Ebrei, lettera che s'incontra fra le sue epistole. Ciò +nondimeno si continuarono nelle publiche prediche le veementi +accuse; e varii frati si adoperarono valorosamente ad empire +non solo le loro prediche, ma anche i loro libri di simili tragiche +favole contro questa nazione, favole che facilmente irritavano +il volgo insensato. Fra tali favole si è diffusa anche +questa dell'uso del sangue cristiano in varie pratiche di +religione o superstizione ebraica, e potrebbe ben essere che +a ciò avesse dato occasione una sentenza dei dottori ebrei +(spiegata da Elia levita nel suo Tisbì) la quale dice che +niuno potesse sedere in Tribunale, vale a dire coprire onorevole +carica se non avesse <em>damim</em> (la quale parola suona +<em>sangue</em> ed anche <em>denaro</em> e qui è da intendersi nel senso di +denaro). +</p> + +<p> +L'epoca della favola ci è resa nota e chiara da Papa Gregorio +IX, il quale, dopo scrupolose indagini intorno alle accuse +che venivano date agli Ebrei, volendo impedire che si +versasse il loro sangue, mandò fuori, nel 1235, una bolla pontificia, +nella quale dichiara gli Ebrei immuni da questo e +da altri delitti di cui venivano incolpati, e si lagna che tali +accuse provengano dall'avarizia dei loro autori i quali agognano +ai beni degli Ebrei, ed abusano della religione cristiana +<span class="pageno" title="310" id="page-310"></span> +per palliare il proprio desiderio di arricchire; le quali +cose egli ripete ancora in una bolla dell'anno seguente, come +pure in un'altra diretta a San Luigi Re di Francia. Egli +fu imitato, nell'anno 1247, dal Papa Innocenzo IV, in un'epistola +agli Arcivescovi d'Alemagna, in cui esplicitamente rigetta +come una falsità che gli Ebrei uccidano fanciulli cristiani +e facciano uso del loro sangue. +</p> + +<p> +E così pure gl'imperatori romani, incominciando dal decreto, +intorno a ciò promulgato dall'imperatore Federico III, +hanno riconosciuto gli ebrei innocenti rapporto a questa accusa; +lo che apparisce dal formulario dei privilegi ad essi +confermati, come da quelli che sogliono essere accordati dagli +imperatori quando vengono eletti, come può vedersi +presso Linneo, tomo <span class="sc num">i</span>, addit. <i>ad 1, 3, +c.</i> <a id="FNa_355"></a><a href="#Fn_355" class="fna">(355)</a>. +</p> + +<p> +Con eguali pubblici attestati furono gli Ebrei difesi da +quest'accusa da Galeazzo e Bona Sforza Duchi di Milano, da +Pietro Mocenigo, Doge di Venezia, e da altri grandi principi +i quali facilmente si citerebbero, se ciò non ci portasse +troppo in lungo. +</p> + +<p> +Se poi nell'esame storico di questa cosa cerchiamo i giudizi +d'uomini celebri intorno a questo fatto, troviamo che +Pietro di Blois, nel libro <cite xml:lang="la">Contra perfid. Jud.</cite>, +c. 8, dà chiaramente +a divedere com'egli teneva la cosa per dubbiosa. Il +dottor Martino Lutero nella parte undecima dell'antico Testamento, +fol. 323, ha già da lungo tempo rigettata questa +favola, che cioè gli Ebrei abbiano bisogno del sangue +di un Cristiano, qual menzogna e follia. Lo stesso fece +anche Horembek nei prolegomeni del suo libro <cite xml:lang="la">De convertendis +Judaeis</cite>, ed il professore, peritissimo nelle cose giudaiche, +<span class="pageno" title="311" id="page-311"></span> +Wagenseil nel suo <cite xml:lang="la">Infundibulo</cite>, <i>pag.</i> 99, +ed in una +apposita confutazione dell'opinione che gli Ebrei abbiano bisogno +del sangue di un Cristiano, si è dichiarato contro questa +calunnia. La rigettò anche di recente il celebre Basnage +nel settimo libro della sua storia degli Ebrei. E ciò prescindendo +da quanto hanno scritto a propria difesa contro questa +falsa accusa in particolare Abarbanel nel suo <cite>Ezechiello</cite>, +36, 13; l'Ebreo Cardoso nel suo libro in lingua spagnuola +“<cite xml:lang="es">Los Excell.: decima calunnia de los Hebr.</cite> +pagina 412”; +Isacco Vira nel <cite xml:lang="la">“Vindice sanguinis”</cite> e +gli Ebrei di Metz +in uno scritto pubblicato a Parigi nel 1670 col titolo: +<cite xml:lang="fr">Factum servant de réponse au livre intitulé: Abrégé du +procès fait aux Juifs de Metz.</cite> +</p> + +<p> +Dacchè esiste la religione di Cristo, abbiamo veduto molte +migliaia di Ebrei che l'hanno abbracciata, e fra questi neppure +uno ha potuto deporre una testimonianza degna di fede +in conferma di questa favola. Al contrario, il profondo dotto +Cristiano Gerson, passato al Cristianesimo con onore sincero, +ha combattuto questa favola, nella prefazione del suo Talmud +degli Ebrei. Con lui è d'accordo il noto Pfeffercorn nel +<cite xml:lang="la">Spec. +adhort. Jud.</cite> parte <span class="sc num">ii</span>, +dove egli fa una buona distinzione, +dicendo che potrebbe ben essere che si sieno trovati degli +Ebrei e che oggidì pure se ne trovino, che spinti da collera, +odio e vendetta, uccidano segretamente un fanciullo Cristiano, +nella stessa guisa che in mezzo a tutte le nazioni +non può evitarsi qualche bricconeria; ma sostiene non potersi +dare che ciò avvenga per aver essi bisogno del sangue di +un Cristiano. +</p> + +<p> +E il di sopra citato signor Wagenseil nella suaccennata +confutazione, p. 163, attesta in nome della verità di Dio e +del padre di Nostro Signore Gesù Cristo che fra tanti Ebrei +battezzati che egli ha praticati, non ne ha trovato uno che +confessasse che i suoi connazionali adoperassero in certi casi +il sangue d'un Cristiano, per quanto egli intorno a ciò gl'interrogasse +tutti accuratamente. +</p> + +<p> +Noi potremmo a tutto ciò aggiungere la testimonianza di +Tommaso, che viene ritenuto per un Ebreo convertito al +<span class="pageno" title="312" id="page-312"></span> +Cristianesimo, il quale interrogato sopra questa cosa da Alfonso +Re di Spagna, la negò, adducendo ragioni dedotte dalle +leggi giudaiche, le quali non permettono ad un Ebreo simile +uso del sangue, come puossi diffusamente riscontrare +nel <cite>Scevet Jehudà</cite>, fol. 6, col. 2, ed anche nel <cite>Giudaismo +svelato da Eisenmenger</cite>, tom. <span class="sc num">ii</span>, +cap. <span class="sc num">iii</span>, pag. 226. Veramente +gli annali della Chiesa dopo il tredicesimo secolo abbondano +di diversi esempi di tali omicidii commessi dagli +Ebrei, e fra questi molti furono raccolti da Genebrando nel +quarto libro della sua <cite xml:lang="la">Chronor.</cite>, +e dall'autore del libro intitolato: +<cite>Quanto sia difficile a convertire il cuore di un +Ebreo.</cite> +</p> + +<p> +Ma in ciò tre cose sono da rimarcarsi: +</p> + +<p class="lista testa"> +1. Che le circostanze della maggior parte di queste storie +sono talmente contraddicenti l'una all'altra, e con tali +differenze sono raccontate dai diversi autori, che fra se stesse +si distruggono, come nota il celebre Wagenseil. +</p> + +<p class="lista"> +2. La maggior parte di queste storie rimontano ai tempi +dell'ignoranza e della credulità, e si rendono assai sospette +mediante gli strani miracoli, dai quali sono accompagnate, +ed è quindi da prendersi bene in considerazione quello che +osserva Eisenmenger, (del resto dichiarato nemico dei Giudei), +il quale dopo aver riportato alcuni esempi di tal fatto, dice: +<i class="quo">Non si odono ora più in Germania di consimili crudeli +fatti</i> (<cite>l. c.</cite>, pag. 221); senza dubbio perchè la Germania +dopo di esser divenuta più colta, ha perduta quella troppa +credulità a simili fandonie, come pure ad altre, le quali ci +fecero cauti anche verso di questa. +</p> + +<p class="lista"> +3. Finalmente devesi in riguardo a queste storie, avere +in considerazione la distinzione fatta da Pffeffercorn che, +dato anche che il più di esse sieno vere, che cioè alcuni +Ebrei abbiano versato il sangue di cristiani o de' loro fanciulli, +in nessuna guisa però non può ciò essere avvenuto +per cagione che essi abbisognassero di quel sangue per la +loro religione o per superstizione. +</p> + +<div> +<span class="pageno" title="313" id="page-313"></span> +</div> + +<p class="lista testa"> +II. Ma dalle prove storiche della nullità di questa accusa, +passiamo a quelle che la calunnia per se stessa ci +offre, d'onde apertamente si vede, quanto incerti sieno stati +gli autori della medesima, in quanto essi non hanno saputo a +che cosa attribuire la necessità in cui sieno gli Ebrei di +provvedersi di questo sangue. +</p> + +<p> +Perocchè gli uni dicono: 1) gli Ebrei hanno bisogno del +sangue dei Cristiani per non puzzare; altri: 2) per le loro +focacce e il loro vino della pasqua; alcuni: 3) per arrestare +il sangue della circoncisione; altri: 4) per ungere le mani +dei sacerdoti quando danno la benedizione; altri: 5) per la +benedizione degli sposi; taluni: 6) per ungere i loro morti, +ai quali in pari tempo si grida all'orecchio: Se Gesù è il +vero Messia, possa il sangue di questo innocente cristiano +morto sperando nel suo Salvatore, procurarti la vita eterna; +altri ancora: 7) per facilitare il parto; alcuni: 8) per curare +malattie occulte; ed altri ancora: 9) per preparare un certo +filtro. In tutte queste supposizioni non è soltanto la discrepanza +che cade sotto gli occhi, ma anche la nullità delle +medesime. Poichè in quanto alla prima non è provato che +gli Ebrei mandino un odore particolare diverso dagli altri +uomini, nè che quello si possa cangiare con del sangue, il +quale nè fluido, nè secco tramanda alcun odore. La 2, 3, 4 +e 5 supposizione sono del tutto assurde, poichè il sangue +umano contaminerebbe quelle sacre operazioni. La sesta supposizione, +cioè l'unzione dei morenti, è del tutto contraria +alla fede degli Ebrei, i quali non potrebbero mai considerare +come espiatorio il sangue di un fanciullo ucciso, e molto +meno in vista del sangue di Cristo. La settima supposizione, +di farne uso nei parti difficili, ci viene per semplice ragguaglio +di un Ebreo rinnegato di nome Brenzen, il quale, +spinto da ignoranza e malignità, sparse molte altre manifeste +favole. 8) Non si sanno indicare le malattie occulte ed +incurabili degli Ebrei, per le quali deve servire il sangue di +un Cristiano, e non hanno altro fondamento se non che in +<span class="pageno" title="314" id="page-314"></span> +un libercolo molto frivolo, di cui corre voce che vi sia la +descrizione delle malattie particolari a ciascuna tribù, mentre +è pur noto che la distinzione delle tribù d'Israele è già da +lungo tempo andata perduta. 9) Secondo anche l'opinione di +quelli che ancora credono ai filtri non può alcun altro sangue +servire per formarne una bevanda che ispiri amore, tranne +quello della persona verso cui si vuoi destare l'affetto, +e non si può comprendere qual amore gli Ebrei vogliono +far nascere col sangue dei bambini cristiani; laonde in +tutte queste asserzioni risultano l'inverisimiglianza e la +nullità. +</p> + +<p class="lista testa"> +III. Se veniamo ora ai principii ed alle leggi fondamentali +della fede degli Ebrei, troviamo che questa non può +in verun modo tollerare l'uso del sangue di fanciulli uccisi, +e conseguentemente l'uccisione di essi. È principalmente noto +con qual rigore gli Ebrei osservano la legge dei cibi puri +ed immondi, e quanto debbano essere rilassati prima di +mangiare, per esempio, la carne di porco. Or dunque il sangue +principalmente, e tanto più il sangue umano, è fra i +cibi vietati. <cite>Lev.</cite> 17. Così fra i comandi di Mosè che sono +in alta riverenza presso gli Ebrei, sta la proibizione del +sangue. <cite>Gen.</cite> 9, v. 4, nè può alcun Ebreo fruirne nè per +cibo, nè per medicina. Non si può fare a meno di ripetere +qui le parole di Tommaso al re Alfonso tolte dall'ebraico +<cite>Scevet Jehudà</cite>: Ecco noi abbiamo veduto che un Ebreo non +mangia sangue di tutto ciò che ha vita, anzi riguardano +come proibito il bere il sangue dei pesci, dei quali i Talmudisti +pure dicono che non merita il nome di sangue, perchè +l'Ebreo non vi è abituato, sebbene egli veda che molti +popoli ne mangiano; e quanto più orrore deve destare nell'Ebreo +il sangue umano, del quale egli non ha veduto che +alcun altro uomo faccia uso! Il re può accertarsi della cosa +anche da questo che se un Ebreo mangiando fegato (od altra, +cosa dura a masticare) gli venga sangue dai denti o dalle gengive, +non continua a mangiarne se prima non l'ha nettato. +<span class="pageno" title="315" id="page-315"></span> +È cosa nota che l'uomo ha in abborrimento il sangue de' suoi +simili, assai più che il proprio sangue, perchè non vi è abituato. +Anzi è da essi con tanta cura evitato il mangiar +sangue, che essi, dietro i dettami del Talmud, non mangiano +nemmeno un uovo in cui si mostri una piccola vena rossa +di sangue, nè una bestia se fosse uccisa da un uccello di +rapina, od altrimenti non sia stata scannata a dovere, per +timore che non siavi rimasto alcun che di sangue. E non +solamente è loro proibito mangiare il sangue, ma anche il +toccare il sangue di un uomo morto, ed è riguardato come +la più grande impurità. Noi troviamo su di ciò la legge nel +<cite>Num.</cite> 19, secondo la quale il toccare tutto ciò che proviene +da un corpo morto rende immondi, per il che eglino stessi +non conservano il sangue dei loro martiri se mai sia spruzzato, +ma lo lavano, raschiano, sotterrano. E con quanta esattezza +non conservano essi la legge della purità, specialmente +nelle loro solennità e sacre cerimonie, fra le quali primeggiano +la Pasqua e la Circoncisione, e quanto assurda non è +la supposizione che nelle medesime si servano del sangue +di un Cristiano! Che se finalmente si volesse supporre che +gli Ebrei non sieno spinti ad uccidere dei fanciulli da un +bisogno della loro religione o superstizione, nè per alcuno +degli usi fin qui addotti, ma bensì da quello stesso odio +verso i Cristiani e la loro fede, pel quale essi per far onta +a questa fede mettono in croce o martorizzano fino alla +morte i fanciulli cristiani come ne vengono allegate alle +varie storie, la quistione verrebbe a cangiarsi da quello che +fu in principio proposto; ma per altro rimane tuttavia da +ponderare che mentre simili barbarie non sono agli Ebrei +comandate nè insinuate, e ch'essi non possono sperare alcun +vantaggio, ma al contrario quel solletico ch'essi potrebbero +risentire dall'onta recata con tali tragedie alla religione +cristiana, sarebbe ben lungi dal compensare il pericolo, le +sventure, l'odio, la persecuzione che avrebbero a temerne +per la loro propria religione, non è credibile che volessero +intraprendere tali orribili azioni, cui si oppongono la ragione +e l'umanità. +</p> + +<div> +<span class="pageno" title="316" id="page-316"></span> +</div> + +<p> +E qui non puossi far a meno di convenire coll'intelligente +Basnage nel succitato luogo, ove dice: È da temersi, +che anche queste pretese crocefissioni di fanciulli cristiani +non sieno state generalmente altro che pretesti per aizzare +sovrani e popoli contro gli Ebrei: e più avanti, simili storie +gli sembrano molto sospette, perchè sempre congiunte a +manifesta crudeltà ed ingiustizia per parte dei cristiani, i +quali invece di punire quelli soltanto che in seguito ad +una sufficiente investigazione giuridica fossero trovati colpevoli, +formavano un processo tumultuario, e innocenti e rei +erano tratti a morte, purchè fossero ebrei; che in ogni tempo +simili sollevazioni del popolo rendono la cosa incerta, perchè +suole dietro una vaga diceria ammutinarsi ed essere causa +dell'esecuzione, prima che siasi fatto campo ad un'ordinata +investigazione. A conferma di ciò non possiamo a meno di +riportare dagli annali di Bzovio ciò ch'è accaduto di simile +in Praga nell'anno 1395. +</p> + +<p> +Erasi sparsa voce che dagli Ebrei fosse stato flagellato +e crocefisso un fanciullo cristiano, ed il popolo era per +questo nel più grande inasprimento; e siccome temevasi +che aspettando il ritorno del re Venceslao, che era assente, +potesse egli ponderare la cosa ed investigare, specialmente +essendosi egli esternato che in mezzo all'ira +si deve ricordarsi della clemenza, così senza attendere la +di lui presenza si fece un gran massacro, uccidendo quanti +Ebrei si incontravano, senza alcuna distinzione e considerazione +se fossero rei od innocenti. +</p> + +<p> +Quando da alcuni Ebrei fossero pur commesse tali iniquità +non si dovrebbero almeno attribuire all'universalità +dei Giudei, in riflesso che non sono commesse in forza dei +principii della loro religione, e soltanto come gli altri delitti +dovrebbero esserne puniti gli autori, senza ulteriori +conseguenze. +</p> + +<p> +Il Dio della verità e della giustizia faccia che in ogni +luogo venga ad ognuno fatta giustizia, senza distinzione di +persone, e giudichi poi con clemenza i giudici della terra. +</p> + +<p> +Questo nostro teologico attestato e parere è da noi rilasciato +<span class="pageno" title="317" id="page-317"></span> +in forma autentica, munito del sigillo della nostra facoltà +teologica. +</p> + +<p class="docudata testa"> +Dato a Lipsia nell'8 maggio 1714. +</p> + +<div class="docudata testa"> +<table summary=""> + <tr> + <td class="LS">(L. S.)</td> + <td class="docudata">Decano Seniore, nonchè gli altri dottori + e professori della facoltà teologica presso + l'Università di Lipsia. + <p class="center" id="pnnto">Visto, concorda col suo autentico e vero + originale in ogni punto e clausola.</p> + </td> + </tr> + + <tr><td class="LS">(L. S.)</td> + <td class="docudata">Tanto certifico io sottoscritto. In + fede. Giovanni Sigismondo Tellemann, + pubblico notaio per autorità imp.</td> + </tr> +</table> +</div> + +<div class="footnote"><a id="Fn_355"></a> +<p class="foot"><a href="#FNa_355"><span class="label">(355)</span></a> +Così il testo; ma più correttamente Limneo +(<em xml:lang="la">Limnaeus</em>), nome +col quale era conosciuto Giovanni Wirn pubblicista e storico tedesco, +nato a Jena nel 1592, morto nel 1663. Fra le varie sue opere ricordiamo: +<cite xml:lang="la">Juris publici imperii romano-germanici</cite>, +lib. <span class="sc num">ix</span>. (Strasburgo, +1629–1632, 3 vol. in-4º), cui son da aggiungersi i 2 volumi +di supplemento +qui citati col titolo: <cite xml:lang="la">Additiones</cite> +(1650–1660), e che costituiscono +il primo trattato completo sulla costituzione dell'impero. +</p> + +<p class="destra">C. G.</p> + +</div> + +<div class="chapter"> +<span class="pageno" title="318" id="page-318"></span> +</div> + +<h3 id="tit-22" class="documento"> +<a href="#ritit-22">XI.</a> +</h3> + +<p class="subtitle"> +Lettera dell'Em. Card. Corsini. +</p> + +<p class="destra testa"> +A Monsignor <span class="sc">Nunzio Apostolico</span> di Polonia. +</p> + +<p class="destra" style="margin-right: 8ex"><i>Varsavia.</i></p> + +<p class="testa"> +“Molt'Illustre e Rev<sup>mo</sup> Sig<sup>r</sup> +come fratello: — Il renditore +a V. S. della presente sarà l'Ebreo Giacobbe Selech +di nazione Polacco, quello appunto, che fin dall'anno 1758, +vivendo ancora il Sommo Pontefice Benedetto +<span class="sc num">xiv</span>, si portò +in Roma per umilissimamente implorare in nome della nazione +Ebrea di codeste parti caritatevole protezione dalla +S. Sede a riparo degli intollerabili aggravi, che, nelle facoltà +e nelle persone rappresentò soffrire dai Cristiani la +medesima nazione frequentemente incolpata d'omicidii, <em>sulla +mal fondata persuasione del volgo, ch'essa, meschii sangue +umano, e specialmente cristiano nell'impasto dell'azzime</em>. +Il regnante Sommo Pontefice Clemente XIII ha già +fatto di questo ricorso diligente disamina, appigliandosi +ancora a quelle provvidenze che sono convenienti al merito +del medesimo, e che per altra parte giugneranno <em>segretamente</em> +a di Lei notizia. Frattanto però ha espressamente +ordinato S. S. che debba scriversi a V. S. e se le +faccia palese essere Sua intenzione ch'Ella comparta al +medesimo Giacobbe ogni più efficace e proficua assistenza, +affinchè nel ripatriare non soffra il medesimo alcuna vessazione +e molestia di <em>chicchessia, e da quelli massimamente +che V. S. potesse credere contro di lui male animati +per il ricorso portato al Trono apostolico</em>. In veduta +<span class="pageno" title="319" id="page-319"></span> +pertanto del Sovrano Pontificio comando apparterrassi alla +sperimentata di Lei prudenza l'adoperare i mezzi conducenti +alla di lui esecuzione, prevenire chi si deve e compartire +all'Esibitore di questa aiuto tale, onde conosca +coll'effetto dover egli alla clemenza e pietà di nostro S.<sup>re</sup> +la propria sicurezza e durevole tranquillità. Con che le +auguro da Dio felicità”. +</p> + +<p> +Roma, 9 febbraio 1760. +</p> + +<div class="destra"> + <div class="firma"> + <p class="center"><i>Come Fratello aff.<sup>mo</sup></i></p> + <p class="center">F.<sup>o</sup> A. Card. + <span class="sc aut">Corsini</span>.</p> + </div> +</div> + +<div class="chapter"> +<span class="pageno" title="320" id="page-320"></span> +</div> + +<h3 id="tit-23" class="documento"> +<a href="#ritit-23">XII. *</a> +</h3> + +<p class="subtitle"> +Legge ungherese dell'anno 1791. +</p> + +<p> +Art. 38. Per guarentire la sicurezza di questa nazione +(l'ebraica) spesso turbata da questo erroneo pregiudizio, la +R. Luogotenenza ha ordinato a tutti i Comitati di darsi premura +per sradicare dagli animi del popolo, <em>anche</em> il pregiudizio +che gli Ebrei usino, nei loro riti, vittime umane, impiegando +tutti i mezzi migliori e più adatti alle condizioni +locali e giovandosi anche, se fosse necessario, dell'opera dei +sacerdoti. Bisogna persuadere e convincere il popolo che questo +orribile delitto è contrario alle leggi ebraiche ed agli +scritti dei profeti, ripugnante soprattutto a tutto il vecchio +testamento sul quale ha base principale la religione ebraica +e contrario eziandio ai precetti delle altre religioni. Per conseguenza +se da qualsiasi Ebreo venisse commesso un assassinio, +anche se risultasse che il delitto fu commesso per +animosità religiosa, non si avrebbe nessuna maggior ragione +di incolpare l'intera nazione ebraica, di quello che non si +avrebbe di incolpare la cristianità se simile delitto fosse +commesso da un Cristiano. +</p> + +<div class="chapter"> +<span class="pageno" title="321" id="page-321"></span> +</div> + +<h3 id="tit-24" class="documento"> +<a href="#ritit-24">XIII.</a> +</h3> + +<p class="subtitle"> +Una fanciulla smarrita a Mantova e poi trovata. +</p> + +<p> +Anche a Mantova, nel 1824, si era preteso che gli +Ebrei avessero ucciso una ragazza per usarne il sangue +nei loro riti. I seguenti documenti varranno a mostrare +non tanto la falsità della accusa, quanto il giudizio +che di quelle accuse recavano, in tempi non certamente +favorevoli agli Ebrei, l'autorità politica e l'ecclesiastica. +</p> + +<blockquote> + +<p class="subtitle">I. R. Delegazione di Mantova.</p> +<p class="center">AVVISO.</p> + +<p class="testa"> +Da alcuni giorni si è destata qualche inquietudine in questa +città. +</p> + +<p> +Lo smarrimento di una fanciulla, che dappoi si rinvenne, +diede occasione alla malevolenza d'immaginare dei fatti i +più assurdi e calunniosi in odio degli Israeliti, alcuno dei +quali soffrì anche delle ingiurie ed offese personali; i colpevoli +sono stati all'istante arrestati. +</p> + +<p> +Qualche apparato maggiore di forza che si è trovato di +spiegare in questo incontro richiamò la curiosità del popolo, +il quale verso sera si affolla intorno alle pattuglie; inceppandone +il movimento. Ciò diede già causa a degli inconvenienti, +la repressione dei quali è tanto più importante in una +fortezza. +</p> + +<div> +<span class="pageno" title="322" id="page-322"></span> +</div> + +<p> +A prevenirli quindi si ricordano le seguenti sanzioni penali: +</p> + +<p class="center testa">(<i>Omissis</i>)</p> + +<p class="testa">Dall'Imp. R. Delegazione Provinciale.</p> + +<p>Mantova, 12 giugno 1824.</p> + +<p class="center testa"> +Il Consigliere di Governo Imp. R. Delegato Provinciale +</p> + +<p class="center">Marchese <span class="sc aut">Benzoni</span>.</p> +<p class="docudata pi1">Dalla Tipografia Provinciale di L. Caranenti.</p> + +</blockquote> + +<p> +S. E. Ill<sup>ma</sup> e Rev<sup>ma</sup> Mons. Vescovo di Mantova, con +lettera pastorale dello stesso giorno, plaudiva ai provvedimenti +presi in questa circostanza dall'Autorità politica +ed alle ragioni che li avevano inspirati. +</p> + +<div class="chapter"> +<span class="pageno" title="323" id="page-323"></span> +</div> + +<h3 id="tit-25" class="documento"> +<a href="#ritit-25">XIV. *</a> +</h3> + +<p class="subtitle"> +Il predicatore di corte canonico Giovanni Emanuele Veith. +</p> + +<p> +L'<cite xml:lang="de">Illustrirtes Wiener Extrablatt</cite> +recava nel suo numero +153 del 5 giugno 1882 la seguente notizia: +</p> + +<p> +“Nell'anno 1840 quando gli animi erano eccitati, come lo +sono adesso in Ungheria, il celebre canonico e predicatore +della cattedrale di S. Stefano, dott. Emanuele Veith, che +per il suo zelo religioso era tenuto in altissima considerazione +dal principe Arcivescovo di Vienna, Milde, reputò +necessario calmare gli animi eccitati. Ricorrendo la +solennità dell'Ascensione, l'applaudito predicatore, dinanzi +a migliaia di devoti cristiani pronunciò alla fine del suo discorso +le seguenti notevoli parole: <i class="quo">Voi tutti sapete, o devoti +miei ascoltatori, e lo apprendano coloro che non lo +sapessero, come io nascessi ebreo e per effetto della Divina +Grazia divenissi cristiano, come servissi a questa mia +convinzione nelle missioni cristiane, e come in ogni occasione +dessi testimonianza alla verità ed obbedendo alla mia vocazione +sinceramente pastorale, offrissi, per quanto sapevo ed +in tutta coscienza, consolazione e speranza ai fedeli cristiani.</i> +E l'eccellente uomo, impugnato il Crocifisso, continuò +con voce commossa: <i class="quo">E così qui dinanzi a voi, ed al cospetto +del mondo intero giuro in nome di Dio e della Santissima +Trinità che tutti adoriamo, che la perfida bugia sparsa +con perfida astuzia, che gli Ebrei nella solennità delle loro +feste pasquali adoperino il sangue di un Cristiano, è sacrilega +calunnia; giuro che niente di ciò si trova nè nel +Vecchio Testamento nè negli scritti del Talmud che conosco</i> +<span class="pageno" title="324" id="page-324"></span> +<i class="quo">profondamente ed ho attentamente studiati. Così Dio mi +aiuti e mi sia indulgente nell'ultima mia ora</i>”. +</p> + +<p> +Il sig. dottor <span class="sc aut">L. A. Frankl</span> +cavaliere di Hochwarth, segretario +della Comunità israelitica di Vienna, per accertarsi +dell'esattezza di questa notizia, si recò dal professore dottor +Giovanni Veith, fratello superstite del fu canonico Veith, +per ottenere da lui maggiori informazioni. In conseguenza +gli venne rilasciata la seguente dichiarazione: +</p> + +<p> +“A richiesta del sig. L. A. Frankl dichiaro esser vero +quanto fu detto nell'<cite xml:lang="de">Illustrirtes Extrablatt</cite> +del 5 giugno +e cioè che il fu mio fratello canonico Giovanni Emanuele +Veith si pronunciò alla fine di una predica sull'inesattezza +della fiaba che gli Ebrei adoperino pei loro riti pasquali il +sangue di un fanciullo cristiano e dichiaro che mi rammento +ciò essermi stato detto da mio fratello. +</p> + +<div class="destra"> + <div class="firma"> + <p>“Prof. <span class="sc aut">Veith</span> + m. p.”</p> + </div> +</div> + +<p> +N. 15536. +</p> + +<p class="testa"> +Colla presente dichiaro che il signor dottor medico Giovanni +Veith, a me personalmente cognito, dimorante in Vienna +ha sottoscritto di suo proprio pugno la firma qui sopra +esistente <a id="FNa_356"></a><a href="#Fn_356" class="fna">(356)</a>. +</p> + +<p class="docudata testa"> +Vienna, 17 giugno 1882. +</p> + +<div class="destra"> + <div class="firma"> + <p><span class="sc aut">Francesco Krischker</span>, m. p.</p> + </div> +</div> + +<table summary=""> + <tr> + <td class="LS"><i>L. S.</i></td> + <td style="text-indent: 0">nominato sostituto dell'I. R. Notaio dottor + Adolfo Faber con decreto dell'I. R. Tribunale + di Vienna, 18 aprile 1882, n. 25074.</td> + </tr> +</table> + +<div class="footnote"><a id="Fn_356"></a> +<p class="foot"><a href="#FNa_356"><span class="label">(356)</span></a> +L'originale di quest'atto trovasi nell'Archivio della Comunità +Israelitica di Vienna. +</p> +</div> + +<div class="chapter"> +<span class="pageno" title="325" id="page-325"></span> +</div> + +<h3 id="tit-26" class="documento"> +<a href="#ritit-26">XV. *</a> +</h3> + +<p class="subtitle"> +Dichiarazione del Professore Molitor. +</p> + +<p> +Nel terzo volume della mia <cite xml:lang="de">Philosophie der Geschichte</cite> +(Münster, Heisinger, 1839) avrei avuto l'occasione più adatta +di esprimermi scientificamente sulla falsa imputazione adossata +agli Ebrei di far colpevole uso di sangue, ma non me +ne occupai, perchè ritenni che quest'accusa, la di cui falsità +tanto spesso fu provata, fosse troppo avventata perchè valesse +la pena di occuparsene, fosse pure per confutarla. Avendomi +però il signor L. H. Loewenstein, autore del +<cite xml:lang="de">Damascia</cite>, +istantemente invitato di esprimere pubblicamente, per onore +della verità, la mia convinzione su questo importante soggetto, +che pur troppo ha costato negli ultimissimi tempi +tante vittime sanguinose, così non esito un solo momento a +dichiarare la mia convinzione più coscienziosa. +</p> + +<p> +“Ho fatto, degli scritti dei Rabbini e dei cabalisti, oggetto +di uno studio di lunghi anni, e posso lusingarmi di conoscere +abbastanza bene tanto la parte casuistica come la mistica +dell'ebraismo, e mai mi si è presentato, nè negli scritti dei +talmudisti, nè in quelli dei cabalisti, nè in qualunque siasi +scritto ebraico, il più lontano motivo di credere a quella +sciocca incolpazione lanciata contro l'ebraismo; nè ho mai +scoperto la più lontana traccia di una simile tradizione sanguinaria +fra gli Ebrei, benchè abbia studiato per lungo tempo +le tradizioni ebraiche. +</p> + +<p> +“Per quanto conosco delle leggi ebraiche è affatto impossibile +che una tale vergognosa prescrizione possa essere +stata introdotta nell'ebraismo, senza distruggere prima affatto +la legge mosaica e quella del Talmud. Poichè il Pentateuco +proibisce assolutamente e severamente in più luoghi l'uso di +ogni sangue, ed il Talmud, secondo la sua abitudine, spinge +<span class="pageno" title="326" id="page-326"></span> +questo divieto mosaico fino alle conseguenze più estreme, +come è provato nello scritto <cite xml:lang="de">Damascia</cite>, capitolo +<span class="sc num">viii</span>, pagine 363–368. +</p> + +<p> +“Io non voglio negare l'esistenza di qualche stupido individuo +ebreo, che abbia adoperato sangue umano a scopi magici, +ma devo affermare assolutamente, che la magia nera è assolutamente +proibita nell'ebraismo, e che nella Bibbia, nel Talmud +e nella Kaballah non mi è noto nessun passo che potesse giustificare +tali delitti. Se adunque singoli Ebrei commettessero +tali delitti, essi agirebbero contro la loro legge, come agirebbero +contro la propria i Cristiani, se li commettessero. +</p> + +<p> +“L'incolpazione, che gli Ebrei facciano uso di sangue +cristiano nelle loro cerimonie religiose, è un'idea che ha origine +dal medio evo, e dimostra una totale ignoranza dell'ebraismo +e dei suoi usi mentre ricorda una simile incolpazione, +che una volta fu lanciata dai Pagani ai Cristiani, cioè che +questi facessero sacrifici umani. +</p> + +<p> +“In tutti i tempi però s'innalzarono nella cristianità potenti +voci contro questo pregiudizio basato su di una crassa ignoranza. +</p> + +<p> +“Specialmente i papi Gregorio IX (1235) ed Innocenzo IV +(1287), hanno espressamente proibito nelle loro bolle, di perseguitare +gli Ebrei per questa favolosa incolpazione. +</p> + +<p> +“Anche il papa Sisto IV si dichiara energicamente contro +la calunnia mossa agli Ebrei, e dopo l'istruzione fatta sulla +morte di San Simoncino da Trento, che si pretese fosse stato +ucciso dagli Ebrei per scopo religioso, proibì lo si santificasse +ed ordinò non si molestassero più gli Ebrei di Trento. (Purtroppo +se ne avevan già bruciati molti). Il doge di Venezia, +Pietro Mocenigo in un decreto del 22 aprile 1475, ed uno +Sforza duca di Milano dichiararono innocenti gli Ebrei di +questo inventato delitto. Così dichiarò anche l'imperatore Federigo +III e dopo lui molti Imperatori romani. +</p> + +<p> +“Il <em>Wagenseil</em> tanto versato e pratico negli scritti degli +Ebrei nel suo <cite xml:lang="de">Unwidersprechlichen Widerlegung</cite>, +e l'ex-ebreo +e poi sacerdote cattolico <em>Sonnenfels</em> nel suo +<cite xml:lang="de">Jüdischen +Bluteckel</cite> provarono a fondo e incontestabilmente la nullità +e la piena falsità della incolpazione. +</p> + +<div> +<span class="pageno" title="327" id="page-327"></span> +</div> + +<p> +“Lutero, che non era certo amico degli Ebrei, dichiara +(parte <span class="sc num">xi</span>, foglio 323 ed. Altemb.) +questa incolpazione bugiarda +e pazza. A questa dichiarazione si unisce anche Basnage +nella sua <cite xml:lang="fr">Histoire des juifs</cite> +(parte <span class="sc num">vii</span>, cap. <span class="sc num">xi</span>). +</p> + +<p> +“A questi e ad altri attestati più antichi devesi aggiungere +l'esteso parere della <cite>Facoltà teologica di Lipsia</cite> +<a id="dell8"></a>dell'8 maggio 1714, ed in questi ultimi tempi: +</p> + +<p class="docudata"> +“a) <em>Il predicatore di corte a Vienna Veit.</em> Questo pio +sacerdote, ebreo battezzato, <em>prestò dal pulpito, col crocifisso +in mano, un solenne e sacro giuramento che nell'incolpazione +verso gli Ebrei non vi era una parola di vero</em>. +</p> + +<p class="docudata"> +“b) <em>Il vescovo Dräseke</em> in una dichiarazione (accompagnata +da un obolo per gl'infelici) nella <cite xml:lang="de">Allgem. Zeitung +des Judenthums</cite>. +</p> + +<p class="docudata"> +“c) <em>G. H. di Schubert</em>, nella sua dichiarazione nella +<cite xml:lang="de">Allgem. Zeitung</cite> del 30 aprile 1840. +(<cite xml:lang="de">Damascia</cite>, pag. 54, 55). +</p> + +<p class="docudata"> +“d) Il missionario, e già ebreo <em>Giorgio Wildon Pieritz</em>, +sostenne quanto a questo riguardo è affermato nel giuramento +di purificazione del <em>Rabbino Manasse ben Israel</em>, il +cui testo leggesi nello scritto “<cite xml:lang="de">Damascia</cite>” +(pag. 237). +</p> + +<p class="docudata"> +“e) Il <em>D. Augusto Neander</em> in Berlino, già ebreo, fece +la stessa dichiarazione nella <cite xml:lang="de">Berliner Zeitung</cite>, +ed aiutò inoltre +nel suo lavoro l'autore della <cite xml:lang="de">Damascia</cite> +(Damascia, pag. 104). +</p> + +<p class="docudata"> +“f) Lo stesso fece anche il predicatore e missionario +<em>William Ayerst</em>, A. M. (Dam. stesso) che nel suo scritto al +Dott. Neander ne lodò l'impresa chiamandolo un +“<i class="quo" xml:lang="en">Laudable endeavours</i>.” +</p> + +<p class="docudata"> +“g) Uno dei più caldi ed intelligenti confutatori di +questa assurda accusa fu in tempi recentissimi l'altrettanto +zelante e costante avversario della religione ebraica Alessandro +M. Caul, D. D., il quale dimostra nel suo “<cite xml:lang="en">Reasons +for believing</cite> ecc. ecc.”, dedicato alla Regina d'Inghilterra, +nella maniera la più irrefragabile come stiano in contraddizione +assoluta i sacrifici umani e lo spargimento di sangue, +con le dottrine fondamentali dell'Ebraismo. In questo scritto +trovasi anche una dichiarazione, <em>firmata da trentacinque +Ebrei convertiti al Cristianesimo</em>, che dice che l'incolpazione +<span class="pageno" title="328" id="page-328"></span> +è “una miserabile e diabolica bugia” +(<i class="quo" xml:lang="en">a foul and Satanic falsehood</i>). +</p> + +<p class="docudata"> +“h) Alle fatiche del D<sup>r</sup>. M. Caul per la verità e giustizia +si associò recentissimamente anche il dotto e intelligente +sindaco, dottore in teologia <em>Federigo di Meyer</em> in una +dichiarazione, depositata nelle mani del signor L. H. Loewenstein, +perchè venisse pubblicata. +</p> + +<p> +“Dopo così numerosi e chiari argomenti, dopo tante ed +importanti voci, non mi resta altro a fare che di <em>associarmi +assolutamente alla dichiarazione del signor predicatore di +Corte Weit e di inalzare con pura coscienza, senza inganno +e ritegno le mani all'Onnipotente e di dichiarare e giurare +solennemente che io non sono mai venuto a sapere, nè a +voce nè in iscritto, o per altra via cosa alcuna che potesse +servire di giustificazione all'incolpazione, che gli Ebrei si +servano di sangue umano per qualunque cerimonia religiosa</em>; +anzi mi consta che agli Ebrei è proibito dalla loro legge +nel modo più severo <a id="uso"></a>qualunque uso di sangue, e che essi +proteggono da ogni contatto, col sangue in special modo, la +pasta del <em>Maza</em> (azimo) perchè con tal contatto la <em>Maza</em> +cesserebbe di poter essere mangiata secondo le leggi, giacchè +il contatto del sangue la fa divenire <em>Chamez</em> (impura). +</p> + +<p> +“Questa dichiarazione l'ho data perchè richiesto, <em>chiamando +testimonio l'Altissimo, il Dio della verità e dell'amore +e l'affermo e la sostengo, per la pura e genuina verità +del mio sapere e della mia convinzione</em>. +</p> + +<p> +“Voglia preservare Iddio i cuori di tutti i Cristiani da +questa odiosa incolpazione. +</p> + +<div class="destra"> + <div class="firma" style="width: 60%;"> + <p class="pi2"><i>(Firm.)</i> L'autore dello scritto: “Filosofia + della storia, o sopra la tradizione nel Vecchio + Testamento e la sua relazione alla Chiesa + del Nuovo Testamento.”</p> + <p class="center">“Prof. <span class="sc aut">Molitor</span>”.</p> + </div> +</div> + +<p> +Si dichiara <em xml:lang="la">previa collatione, sub fide notariali</em>, che la +suddetta copia concorda col suo originale. +</p> + +<p> +Francoforte sul Meno, 14 maggio 1841. +</p> + +<div class="destra"> + <div class="firma"> + <p class="center"><i>(L. S.) Fir.</i> D<sup>r</sup>. + <span class="sc aut">Giovanni Jacob Glöckner</span></p> + <p class="center">Notaio della libera città di Francoforte.</p> + </div> +</div> + +<div class="chapter"> +<span class="pageno" title="329" id="page-329"></span> +</div> + +<h3 id="tit-27" class="documento"> +<a href="#ritit-27">XVI. *</a> +</h3> + +<p class="subtitle"> +Consigliere aulico Prof. Dott. G. H. von +Schubert <a id="FNa_357"></a><a href="#Fn_357" class="fna">(357)</a>. +</p> + +<p> +Altrettanto dobbiamo trovar naturale, che l'improvvisa scomparsa +del Priore dei Francescani, o, come altri dicono, dei +Cappuccini, di Damasco faccia impressione per la tragica natura +del fatto, quale venne riferito da molti giornali, altrettanto +ci riesce incomprensibile che sia stata fra noi, Cristiani +del secolo <span class="sc num">xix</span>, accettata e discussa +una fiaba medioevale +barbara ed insensata, posta in giro dai Turchi, sul modo con +cui quegli scomparve; per essere cioè stato assassinato dagli +Ebrei. Lo scrittore di queste righe, nella sua qualità di viaggiatore +cristiano, ebbe occasione di conoscere a fondo gli +Ebrei dell'Oriente e può asserire colla maggiore convinzione +che quella strana ed atroce invenzione è in aperta contraddizione +non soltanto coi sentimenti degli Ebrei dell'Oriente, +ma con quelli di tutti gli Ebrei in generale, coi loro antichissimi +usi, e coi loro riti religiosi osservati con scrupulosa +severità. Per ciò siffatte dicerie dovranno essere poste fra le +bugie anche nel caso che la tortura turca strappasse delle +confessioni alle sue vittime fosse pure in dieci diversi luoghi, +ed anche nel caso che dieci diversi corrispondenti troppo creduli, +si facessero a ripetere tale voce per averla udita da +altri. Infine chi scrive non può fare a meno di dubitare assaissimo, +e ciò fino a prova in contrario, che quell'assassinio +sia stato commesso da Ebrei. +</p> + +<div class="footnote"><a id="Fn_357"></a> +<p class="foot"><a href="#FNa_357"><span class="label">(357)</span></a> +<cite xml:lang="de">Allgemeine Zeitung</cite>, 30 aprile 1840. +</p> +</div> + +<div class="chapter"> +<span class="pageno" title="330" id="page-330"></span> +</div> + +<h3 id="tit-28" class="documento"> +<a href="#ritit-28">XVII. *</a> +</h3> + +<p class="subtitle"> +Narrazione del Reverendo M. +Pieritz <a id="FNa_358"></a><a href="#Fn_358" class="fna">(358)</a>. +</p> + +<p> +Allorchè noi, cioè la Missione di Gerusalemme alla quale +ho l'onore di appartenere, udimmo, come gli Ebrei di Damasco +soffrissero per effetto della stessa calunnia, tante volte, +e specialmente nel <span class="sc num">xiii</span> secolo lanciata +contro di voi, come +già lo era stata contro i Cristiani dai Pagani nei primi tre +secoli, fu risolto dalla nostra Missione e specialmente dal +nostro reverendissimo signor Sopraintendente, che io dovessi +subito recarmi a Damasco per dimostrare, coll'aiuto dei Consoli +europei, come la vostra religione ben lungi dall'ordinare +l'assassinio e l'uso del sangue ne formi espresso e severo +divieto, e per ripetere in mio proprio nome lo spaventevole +giuramento del vostro celebre Menasse Ben Israel. +</p> + +<p> +Non possiamo da questa distanza decidere se gli Ebrei +abbiano o meno commesso un assassinio, ma vogliamo in ogni +caso evitare che di questo delitto si faccia colpa all'intera +nazione. +</p> + +<p> +Mi si destinò a tale Missione perchè, nato ebreo e versatissimo +nelle discipline rabbiniche, senza essere in nessun +modo amico o difensore del Rabbinato, ero specialmente designato +per testimoniare su tale argomento. +</p> + +<p> +Non voglio descrivere ciò che provai, quando fui a Damasco. +Vidi che tutta l'accusa contro gli Ebrei era una cosa artificiale, +e che loro si negava ogni onesto e giusto modo di +difesa, mentre si impiegavano i più crudeli supplizi per +estorcere loro false confessioni della colpa. +</p> + +<div class="footnote"><a id="Fn_358"></a> +<p class="foot"><a href="#FNa_358"><span class="label">(358)</span></a> +Estratto dal suo scritto agli Ebrei di Alessandria. +(Vedi <cite xml:lang="de">Zeitung +des Judenthums, 1840, n. 31</cite>). +</p> +</div> + +<div class="chapter"> +<span class="pageno" title="331" id="page-331"></span> +</div> + +<h3 id="tit-29" class="documento"> +<a href="#ritit-29">XVIII.</a> +</h3> + +<p class="subtitle"> +Traduzione del Firmano accordato da S. M. imperiale +il Sultano Abd-el-Medijd agli Israeliti del suo impero. +</p> + +<p> +<i>Sulla domanda di Sir</i> <span class="sc aut">Moses Montefiore</span>, +<i>membro della +Società Reale</i>, <i>ed a lui consegnato a Costantinopoli, da +Sua Eccellenza</i> <span class="sc aut">Reschid-Pascià</span>, +<i>ministro degli affari esteri +della Porta Ottomana</i>, <i>l'</i>11 <i>Hesvan</i> 5601, 13 <i>del mese di +Ramazan</i> 1256, <i>corrispondente al</i> 7 <i>novembre</i> 1840. +</p> + +<p> +Firmano indirizzato al Capo della Giustizia a Costantinopoli, +in testa del quale Sua Maestà Imperiale ha scritto di +sua propria mano le parole seguenti: “<i class="quo">Si eseguiscano gli +ordini contenuti nel presente Firmano.</i>” +</p> + +<p> +Un antico pregiudizio esisteva contro gli Ebrei. Gli ignoranti +credevano che gli Ebrei avessero l'uso di fare dei sacrifizi umani +per impiegare il sangue nelle solennità della loro pasqua. +</p> + +<p> +In conseguenza di questa opinione, gli Ebrei di Damasco +e di Rodi (sudditi del nostro impero) vennero perseguitati +da altre nazioni. Le calunnie inventate contro questi Ebrei, +e le vessazioni alle quali vennero esposti, pervennero sino al +nostro trono imperiale. +</p> + +<p> +Non ha gran tempo che taluni Ebrei, abitanti nell'isola di +Rodi, vennero tradotti a Costantinopoli, dove furono messi +in istato di accusa e giudicati in conformità della nuova +legislazione. La falsità delle accuse che loro si movevano +venne completamente provata. Tutto quanto l'equità e la +giustizia esigevano venne fatto per loro. +</p> + +<p> +In oltre i libri religiosi degli Ebrei vennero sottoposti all'esame +di uomini istruiti, assai versati nella loro letteratura +teologica. Il risultato di questo esame dimostrò essere estremamente +vietato agli Ebrei di fare uso non soltanto di sangue +umano, ma persino di sangue d'animali. Necessaria conseguenza +<span class="pageno" title="332" id="page-332"></span> +di questa proibizione è, che le accuse portate contro +loro ed il loro culto non sono che pure calunnie. +</p> + +<p> +Per questi motivi, e per l'affezione che portiamo a tutti +i nostri sudditi, non possiamo permettere che la nazione +ebraica (la cui innocenza nell'appostole delitto venne già riconosciuta) +sia vessata e tormentata a proposito di accuse +che non hanno nessun fondamento di verità. Ma vogliamo +che conforme allo +<cite>Hatti-scerif</cite> <a id="FNa_359"></a><a href="#Fn_359" class="fna">(359)</a> +promulgato a Gulhanè, +la nazione ebraica posseda gli stessi vantaggi e goda degli +stessi privilegi accordati alle altre nazioni sottoposte alla +nostra autorità. +</p> + +<p> +La nazione ebraica sarà protetta e difesa. +</p> + +<p> +In conseguenza di questo divisamento nostro abbiam dato +gli ordini i più positivi perchè gli Ebrei residenti in tutte le +parti del nostro impero sieno d'ora innanzi protetti al pari +di tutti gli altri sudditi della Sublime Porta, perchè nessuno +possa in verun modo molestarli se non per giusta cagione, +nè nello esercizio della loro religione, nè in quanto concerne +la loro sicurezza e tranquillità. +</p> + +<p> +In conseguenza, il presente firmano rivestito in testa della +nostra firma, ed emanato dalla nostra Cancelleria imperiale, +venne rilasciato alla nazione ebrea. +</p> + +<p> +Così, dopo aver preso cognizione del presente firmano, voi, +capo della magistratura, avrete gran cura di conformarvi +strettamente a quanto esso dispone, e per impedire che in +avvenire nulla si faccia in contraddizione di quanto esso dispone, +lo farete registrare negli archivi del Tribunale. Lo +rimetterete in seguito alla nazione israelitica, e veglierete +scrupolosamente all'esecuzione dei Nostri ordini e della Nostra +volontà sovrana. +</p> + +<p> +Dato a Costantinopoli, il 12 Ramazan 1256 (6 novembre +1840). +</p> + +<div class="footnote"><a id="Fn_359"></a> +<p class="foot"><a href="#FNa_359"><span class="label">(359)</span></a> +<cite>Hatti-scerif</cite> dicesi in Turchia un'Ordinanza sovrana che porta un +segno fatto di propria mano dal Sovrano. È parola persiana, formata +da due parole arabe <em>Khatt</em> (linea, scrittura) e <em>scerif</em> +(illustre). <cite>Hatt-humaiun</cite>, +anche dal persiano <em>kumaiun</em> (reale), ha lo stesso significato. +</p> +</div> + +<div class="chapter"> +<span class="pageno" title="333" id="page-333"></span> +</div> + +<h3 id="tit-30" class="documento"> +<a href="#ritit-30">XIX.</a> +</h3> + +<p class="subtitle"> +L'ultimo processo italiano sul preteso uso del sangue cristiano +nei riti ebraici. +</p> + +<p> +Benchè assai, nel corso del presente lavoro, ci siamo +diffusi a confutare questa grossolana calunnia, ci sembra +non inopportuna cosa consacrare qualche pagina +all'ultimo processo cui l'oscena accusa dette luogo in +Italia; processo omai dimenticato, benchè ancora gli +attori siano vivi, e tanto più importante nel nostro +assunto, in quanto che si svolse il 29 settembre 1857 +dinanzi all'I. R. Tribunale provinciale di Rovigo, in +un'epoca cioè, che non volgeva, nella Monarchia Austriaca, +troppo favorevole agli Ebrei. +</p> + +<p> +L'imputata era una tal Giuditta Castilliero, contadina +dei Masi presso Badia Polesine; l'accusa quella di +calunnia a danno dell'israelita sig. Caliman Ravenna, +mediante falsa imputazione di restrizione della libertà +personale e dissanguamento. +</p> + +<p> +Ecco come erano andati i fatti. Una bella domenica +l'imputata, ragazza dai costumi leggieri anzichè no, +dopo aver ascoltata la messa in Badia sparisce, e per +quattro o cinque giorni la famiglia non ha più contezza +dei fatti suoi. +</p> + +<p> +Quattro o cinque giorni dopo la Giuditta Castilliero +riappare, pallida e disfatta, in casa di una sua zia: +alla piegatura d'ambe le braccia, sul dorso delle due +mani, alla regione d'ambo i polsi la poveretta portava +<span class="pageno" title="334" id="page-334"></span> +le traccie visibilissime di sei salassi, praticatile da +mano, che i periti ebbero poi a dichiarare espertissima +in quell'arte di dissanguare il prossimo, allora tanto +cara ai figli d'Esculapio. +</p> + +<p> +Chi aveva conciato la poveretta in quel modo? +</p> + +<p> +Ecco ciò che essa narrò alla famiglia prima, all'autorità +giudiziaria poi: +</p> + +<p> +Appena escita di chiesa s'era recata in una bottega +di ferramenta tenuta in Badia dal sig. Caliman Ravenna +per acquistarvi delle forcelle. Trovato chiuso +il negozio, fece per entrare dalla porta di casa, da +cui per comunicazione interna si accedeva anche alla +bottega, ma il proprietario stesso, il quale era in pari +tempo esattore dei tributi erariali, la sorprese, l'afferrò +e la cacciò in una camera a pian terreno, dove la +chiuse a chiave. +</p> + +<p> +La notte la Castilliero venne tolta dal suo carcere +improvvisato, cacciata in una carrozza dove già si +trovava una signora, e via. +</p> + +<p> +Ommetto le peripezie del viaggio; dopo molto tempo +la carrozza giunge in una città ed entra nel cortile di +una casa; là la poveretta è tolta di carrozza ed introdotta +in una camera ove sta giacente un'altra ragazza +a metà dissanguata. Dopo molte e molte ore, +durante le quali le due giovani non erano state +visitate che da un domestico che aveva loro recato +da mangiare, ecco entrare nella camera tre uomini, +un vecchio e due giovani, afferrare la giovane +Castilliero, praticarle i sei salassi sopra descritti, raccoglierne +e pesarne il sangue e poi escire, lasciando +la Castilliero sempre prigione, assieme alla compagna. +Come il domestico si movesse a pietà delle due prigioniere, +e nonchè agevolarla, loro proponesse la fuga, +come questa si effettuasse, e la Castilliero e la sua +<span class="pageno" title="335" id="page-335"></span> +compagna escissero dalla casa, teatro di così esecrabile +mistero, io non dirò. +</p> + +<p> +Basti il sapere che una volta fuor di gabbia, la +giovane e misteriosa compagna di sventura della Castilliero +si ricusa di seguirla, sicchè questa prosegue +sola la fuga. Oltrepassa la soglia della città, trova +un carrettiere compassionevole che la riceve sul carro, +che le dice come la città da cui proveniva fosse Verona +e che la conduce a Legnago, da dove poi fa ritorno +a Badia. +</p> + +<p> +È facile comprendere come quest'accusa nella quale +trovavasi coinvolto uno dei principali negozianti del +luogo, commovesse la piccola terra di Badia. +</p> + +<p> +Il signor Ravenna fu arrestato, più forse per sottrarlo +al furore popolare che lo voleva morto, che +perchè la stolida accusa trovasse credenza nell'Autorità; +ed il processo cominciò. +</p> + +<p> +Dal processo apparvero molte e stranissime cose: +</p> + +<p class="docudata"> +1. Che nella camera della casa Ravenna dove la +Castilliero pretendeva essere stata prigione, e nelle +ore appunto della presunta prigionia, erano entrate +almeno mezza dozzina di persone tutte cristiane, e +quindi non sospette di complicità col Ravenna in un +reato che avrebbe avuto scopo rituale. +</p> + +<p class="docudata"> +2. Che nell'ora notturna in cui la misteriosa carrozza +sarebbe uscita dalla casa Ravenna, nessun rumore +di ruotabile aveva turbati i sonni dei pacifici +abitanti di Badia. +</p> + +<p class="docudata"> +4. Che invece la Castilliero era stata vista, proprio +quella domenica, camminar sola e perfettamente libera +alla volta di Legnago. +</p> + +<p class="docudata"> +5. Che nei giorni in cui sarebbe avvenuto il romanzesco +fatto, la Castilliero si trovava a Legnago, +dove si era allogata come domestica presso i signori +<span class="pageno" title="336" id="page-336"></span> +Ferragù, dalla cui casa era poi fuggita, portando seco +quanto aveva potuto rubare ai padroni, per tornarsene +a Badia a narrare la sua storiella. +</p> + +<p class="docudata"> +6. Che le più minuziose ricerche fatte in tutto il +Veneto dalle autorità non avevano fatto trovar traccia +della misteriosa fanciulla, compagna alla Castilliero +nella cattività e nella fuga. +</p> + +<p> +Di fronte a siffatte risultanze processuali, il signor +Ravenna fu scarcerato e un processo per calunnia e +per furto domestico fu iniziato contro la Castilliero. +</p> + +<p> +Costei confessò la calunnia, confessò il furto, ma +quando le fu dimostrato che essa contadina ed analfabeta +non avrebbe saputo inventare la favoletta, che +essa non avrebbe potuto da sola farsi le ferite prodotte +dai pretesi salassi, che infine non essendo mai +stata a Verona ed avendo descritta con sufficiente esattezza +quella città, qualcuno doveva a ciò averla +addottrinata, essa si confuse, si contraddisse, inventò +alcune favole, una più assurda dell'altra, ma non volle +mai nominare i proprii complici. +</p> + +<p> +In seguito a questo dibattimento l'I. R. Tribunale +provinciale di Rovigo pronunciava la seguente +</p> + +<blockquote> +<p class="subtitle"><strong>Sentenza.</strong></p> + +<p> +In forza del potere conferitogli da S. M. Apostolica. +</p> + +<p> +L'i. r. Tribunale provinciale in Rovigo, in esito al dibattimento +tenutosi nei giorni 29, 30 settembre e 1º ottobre 1856, +coll'intervento del presidente Felice dottor Saccenti e dei +consiglieri Gio. Battista Ranzanici, Giuseppe Cavazzani, +Gio. Battista Munari, Francesco Provasi, quali giudici nella +causa penale pei crimini di calunnia e furto in confronto +dell'arrestata Giuditta Castilliero di Lorenzo, nativa di Barucchella, +abitante ai Masi, dell'età d'anni 23, villica, nubile, +difesa dall'avvocato Antonio dott. Farsetti; +</p> + +<div> +<span class="pageno" title="337" id="page-337"></span> +</div> + +<p> +Veduto il conchiuso 29 luglio anno corrente, N. 1424, col +quale Giuditta Castilliero fu posta <a id="daccusa"></a>in istato d'accusa, come +legalmente indiziata dei crimini di calunnia e di furto contemplati +dai §§ 209, 171, 176 <span class="sc num">ii</span>, <i>b</i>, +del Codice penale; +</p> + +<p> +Udite le conclusioni e proposte dell'i. r. Procuratore di +Stato Gio. Battista consigliere Meraviglia, e le deduzioni +dell'avvocato Alessandro dott. Cervesato patrocinatore di Caliman +Ravenna per quanto concerne le ragioni di diritto +privato, nonchè le deduzioni dell'avvocato Antonio dottore +Farsetti difensore ufficioso dell'accusata Castilliero; +</p> + +<p> +Sentita anche l'accusata medesima che ultima ebbe la parola; +</p> + +<p> +Osservato che Giuditta Castilliero ha incolpato Caliman +Ravenna di un crimine, e precisamente di pubblica violenza +a termini del § 93 Codice penale, avendo giuratamente deposto +alla Pretura di Badia e raccontato a più persone che +il detto Ravenna nella mattina della domenica 17 giugno 1855 +fra le ore 10 e le 11 la avea tratta nel suo locale terreno +ad uso esattoria, e colà lasciata chiusa, sola, senza cibo ed +assistenza, all'oscuro, fino alle prime ore antimeridiane del +dì successivo, nella qual ora la fece escire, e la collocò in +un calesse, ove fu poi tradotta in una città che avrebbe poi +inteso essere Verona, e le furono praticati dei tagli come di +salassi con effusione di sangue ai polsi al dorso delle mani, +ed alle braccia; +</p> + +<p> +Osservato che contro Caliman Ravenna per questa incolpazione +datagli dalla Castilliero, fu proceduto a giudiziali +indagini, ed al personale di lui arresto, che ebbe la durata +di 16 giorni; +</p> + +<p> +Osservato che, data la falsità di detta incolpazione, sorge +pel sopra esposto a carico di Giuditta Castilliero il crimine +di calunnia definito al § 209, Codice penale; +</p> + +<p> +Osservato che tale falsità risulta manifestamente stabilita: +</p> + +<p class="docudata"> +<i>a</i>) per la confessione della stessa prevenuta Castilliero, +la quale ritrattò pienamente l'accusa da lei data al Ravenna, +e la riversò dapprima sopra uno sconosciuto signore, poscia +sopra ignoto carrettiere, dal quale sarebbe stata sedotta a +deporre quanto realmente depose a carico del Ravenna; +</p> + +<div> +<span class="pageno" title="338" id="page-338"></span> +</div> + +<p class="docudata"> +<i>b</i>) per le deposizioni delli Brusemini, Vanzetti, Brancaleoni, +Gabussi impiegati nella esattoria di Alessandro Levi, +condotta da Caliman Ravenna, i quali attestano la loro presenza +in quel locale, ed escludono quella della Castilliero +nella mattina della domenica 17 giugno 1855 fino dopo le +ore 11; confermate tali deposizioni da quelle non dissimili +di Luigi Dolcemini, Chiara Margutti, Maria Zanella, Giovanni +Parisutti; +</p> + +<p class="docudata"> +<i>c</i>) pel deposto di Antonio Fadin, che due volte ricevette +in quella domenica nelle ore pomeridiane in detta esattoria +da Caliman Ravenna del danaro per conto del dispensiere +signor Spech ed esclude che ivi si trovasse alcuna estranea +persona; +</p> + +<p class="docudata"> +<i>d</i>) pel deposto di Felice Mantovani e Filomena Chinaglia +che assicurano di aver veduta la Castilliero quella domenica +a ore 11 circa antimeridiane dirigersi da Badia verso l'ospitale +d'onde si procede per la Bova del Zecchino verso Villabona, +indi Legnago; +</p> + +<p class="docudata"> +<i>e</i>) pel deposto di Celeste Tosetto ed Antonio Rizzi, che +in ora più tarda la videro passare per la detta Bova, e dirigersi +verso Villabona; +</p> + +<p class="docudata"> +<i>f</i>) pel deposto di Maria Massari, Marianna Turcatto, +Giovanni Ferragù, Teresa De Stefani-Ferragù, Carolina e +Marianna Ferragù, Natalina Scapin, e Gaetano Fantoni, i quali +attestano dell'arrivo in Legnago della Castilliero nel pomeriggio +della ripetuta domenica, e dell'essersi ella colà trattenuta +al servizio della famiglia Ferragù fino alla mattina +del lunedì 25 giugno 1855; +</p> + +<p> +Ritenuto che la pravità della intenzione è inseparabile +dalla falsità dell'accusa, non potendosi ignorare le funeste +conseguenze che derivar ne poteano; +</p> + +<p> +Osservato che quanto all'altro crimine di furto, del quale +è pure aggravata la Giuditta Castilliero, la prova della sussistenza +e della criminosità, trattandosi di furto commesso +da donna di servizio a danno del padrone sopra effetti di un +importo eccedente i cinque fiorini, sorge dalle deposizioni +del derubato Giovanni Ferragù e suoi famigliari, e la prova +<span class="pageno" title="339" id="page-339"></span> +di reità desumesi dalla confessione della Castilliero avente +tutti i requisiti di legge, e dal possesso delle cose rubate; +</p> + +<p> +Visto quanto alla pena i §§ 34, 210, 178, Cod. pen. e +</p> + +<p> +Ritenuto concorrere gli estremi delle lettere <i>a</i>, <i>b</i>, del citato +§ 210, quindi stare a carico della prevenuta le aggravanti +dell'aver commesso due crimini di specie diverse, +dell'aver perpetrato il crimine di calunnia con duplice aggravamento +di singolare malizia, e di grave pericolo, l'averlo +sostenuto con giuramento, mentre la favoriscono la precedente +condotta incensurabile, l'età poco al di sopra dei 20 anni, +la patita seduzione; +</p> + +<p class="docutesto"> +Ha giudicato: +</p> + +<p> +Essere Giuditta Castilliero di Lorenzo, dell'età d'anni 23, +nativa di Barucchella, abitante ai Masi, villica, nubile, colpevole +dei crimini di calunnia, e furto previsti dai §§ 209, +171, 176 <span class="sc num">ii</span>, <i>b</i>, Cod. pen.: e +come tale viene condannata +giusta i §§ 34, 210, 178, alla pena del carcere duro per +anni 6, ed al pagamento delle spese processuali a senso del +§ 331, e colle riserve del § 343, del Reg. di proc. penale; +ommesso di pronunciare sul risarcimento del danno a Caliman +Ravenna, avendo il medesimo rinunciato all'azione civile +verso l'accusata Giuditta Castilliero; restituiti a Giovanni +Ferragù gli effetti in presentazione al medesimo rubati. +</p> +</blockquote> + +<p> +Contro questa sentenza la Castilliero ricorreva in +Appello, non — vi si badi — per ottenere di essere +prosciolta dall'accusa di calunnia, ma soltanto per +conseguire una mitigazione di pena. Il risultato dell'appello +non le fu troppo favorevole siccome emerge +dalla seguente sentenza: +</p> + +<blockquote> +<p class="center testa gr1">TRIBUNALE D'APPELLO VENETO</p> +<p class="center">(<cite>Sessione del 5 novembre 1856</cite>).</p> + +<p class="testa"> +Avendo la Giuditta Castilliero interposto ricorso non già +contro la condanna, ma semplicemente per ottenere una +<span class="pageno" title="340" id="page-340"></span> +mitigazione della pena, il Tribunale d'appello nella sessione +suindicata, +</p> + +<p> +Preso in esame il ricorso per mitigazione di pena interposto +dall'arrestata Giuditta Castilliero, nativa di Barucchella, abitante +ai Masi, d'anni 23, villica, nubile, contro la sentenza +1º ottobre p. p., n. 4247 dell'I. R. Tribunale provinciale in +Rovigo, che siccome colpevole dei crimini di calunnia e di +furto, la condannò alla pena del duro carcere per anni 6 e +negli accessorii di legge; +</p> + +<p> +Visti gli atti processuali; +</p> + +<p> +Vista la sentenza reclamata; +</p> + +<p> +Sentito il signor Procuratore superiore; +</p> + +<p> +Ritenuto che la inquisita Castilliero non ricorre che per +ottenere mitigazione di pena; +</p> + +<p> +Osservato che la pena da infliggersi all'inquisita pel crimine +di calunnia era estendibile anche fino a 10 anni di carcere +duro, a tenore del § 210, Codice penale, in vista massime +della spiegata singolare malizia; +</p> + +<p> +Osservato che il crimine stesso si presenta pur aggravato +dalle circostanze del pericolo cui fu esposto l'incolpato Ravenna, +e dalle altre tristissime conseguenze che ne derivarono +o che potevano derivarne; +</p> + +<p> +Osservato che l'inquisita confermò il calunnioso suo deposto +persino anche col giuramento; +</p> + +<p> +Ritenuto che la medesima si presenta colpevole altresì del +crimine di furto; +</p> + +<p> +Ritenuta per conseguenza immeritevole l'inquisita stessa +di ogni mitigazione di pena; +</p> + +<p> +Respinto il ricorso, +</p> + +<p> +Dichiarava +</p> + +<p> +Di confermare la sentenza 1º ottobre p. p., n. 4247, dell'I. +R. Tribunale provinciale in Rovigo. +</p> +</blockquote> + +<p> +Il resoconto sommario che abbiam dato di questo +processo non sarebbe però completo se non lo facessimo +seguire da una importante lettera che il dott. Alessandro +Cervesato, di Rovigo, l'avvocato cui il signor +<span class="pageno" title="341" id="page-341"></span> +Caliman Ravenna, costituitosi parte civile, aveva incaricato +di sostenere le sue ragioni contro la sua calunniatrice, +indirizzava all'<cite>Eco dei Tribunali</cite> di Venezia. +</p> + +<p> +Eccola tal quale: +</p> + +<p class="testa" style="margin-left: 10ex"><i>Signor Redattore!</i></p> + +<blockquote> +<p> +Chiudeasi in quest'oggi il pubblico dibattimento nel confronto +della giovine Giuditta Castilliero e questo r. Tribunale +dovette condannarla per crimine di calunnia a sei anni di +carcere duro, sebbene assistita da circostanze attenuanti e +meglio ancora da quelle simpatie che durante il dibattimento +avea saputo, a fronte delle più sinistre prevenzioni, destare +in suo favore colla pacatezza del contegno, colle misurate +parole, colle accorte risposte e con tale un'apparenza d'innocente +candore da rendere il più singolare contrasto colla +scaltrita malizia della quale seppe usare, e con felice successo, +dal principio alla fine per fuorviare le più accurate +investigazioni. +</p> + +<p>Ma se indipendentemente dalle ritrattazioni della Castilliero +e la mercè delle più irrecusabili testimonianze, risultava a +luce meridiana comprovata la piena innocenza del mio cliente +Caliman Ravenna, rimaneasi spiacevolmente delusa la pubblica +aspettazione sul punto cardinale di un così interessante +processo. +</p> + +<p>Nessuno può dubitare che la favola dalla Castilliero spacciata +in odio del signor Ravenna sia stata la fedele parodia +di quella antica calunnia che in tempi d'intolleranza e di +barbarie venne scagliata contro i figli d'Israele, e la quale, +sebbene percossa dai fulmini del Vaticano, compulsata dagli +editti de' principi, e smascherata da cento formali processi, +non ha però, mai cessato di riapparire a quando a quando, +e sempre o quasi sempre prodromo infausto ed esca di sociali +perturbamenti. +</p> + +<p>Dove adunque potea la povera villica ed ignorante attignere +quell'assurda fola? Chi le apprese a vestirla con tanta +sembianza di vero e con sì minute ed abbaglianti descrizioni +<span class="pageno" title="342" id="page-342"></span> +di persone, di luoghi, di oggetti da essa indubbiamente non mai +veduti ed ignorati? Chi per acquistarle fede maggiore le ha +praticate quelle varie incisioni alle braccia, ai polsi, alle +mani a modo da imitare i più perfetti salassi? Chi la indusse +a propalarla, a deporla in giudizio, a confermarla con suo +giuramento? Per quale scopo ve la indusse, se il signor Ravenna +non aveala tampoco mai veduta, s'egli non saprebbe +indicare un suo personale nemico, se in Badia, ove soggiorna +da ben diciott'anni, ha sempre goduto di una intera fiducia +e della più conclamata generale estimazione? Chi potea finalmente +inspirarle tanta forza di spirito, tanta pertinacia +di volontà, e tanta annegazione di sè medesima, nel tenerne +occulto l'autore morale, resistendo ad ogni maniera di legittime +coartazioni e sfidando, sarei per dire, colla indomata +rassegnazione di un martire la vindice spada della giustizia?... +</p> + +<p>In tali incognite si racchiude il mistero del dramma; dramma +tenebroso e che nessuna luce ha ricevuto da un processo, +avvegnachè condotto con sì circospetto e paziente amore del +vero. +</p> + +<p>Quale patrocinatore del danneggiato signor Ravenna, ammonito +di dovermi attenere a quanto fosse di mestieri per +la giustificazione delle sue ragioni di privato diritto, io +mi trovai collocato in assai difficile condizione; perchè da +un canto il signor Ravenna non volea a patto nessuno associarsi +all'accusa nemmanco coll'apparenza di coltivare basse +ed illusorie vedute di materiale interesse; e perchè dall'altro +canto io non potea spiegare quella più ampia difesa che reclamata +quasi era dall'onore di lui e di tutti gl'Israeliti sì +crudelmente intaccati da quella falsa imputazione, non che +dalla viva rimembranza del corso pericolo da parte del volgo +contro essi esasperato; e ciò nella speranza che sì solenne +giustificazione avesse potuto farla una volta per sempre +finita con un pregiudizio assurdo, immorale e cotanto +vituperoso ad un'êra della più progredita civiltà com'è la +nostra. +</p> + +<p>Ella, o signore, conosce assai meglio di me che nessun +rito rabbinico ha mai permesso l'uso del sangue, e che anzi +<span class="pageno" title="343" id="page-343"></span> +gli Ebrei ne hanno in ogni tempo provato tale un abborrimento +da tenersene contaminati al solo toccarlo. È notorio +che, ben lungi dal cibarsene, respingono essi con orrore le +carni degli animali non isgozzati giusta la prescrizione della +loro legge, per la tema appunto che una qualche stilla di +sangue ne sia rimasta nei visceri o tra le fibre; ond'è che +nessun altro popolo ha mai come l'ebreo servito a rigore di +lettera il precetto che Dio tramandava per la bocca di Mosè — non +verserete sangue; non vi ciberete di sangue; il contravventore +perisca. — +</p> + +<p>Non potrebbe sospettarsi tampoco che quella pratica feroce +sia un avanzo di vetuste superstizioni redate dagli +Ebrei ne' loro contatti co' gentili cui fossero abituali i riti +di sangue, e che sia sorta dal supposto lor odio contro i seguaci +di Cristo, mentre depongono in contrario le storie ed +i formali processi in più occasioni istituiti. +</p> + +<p>Ci narra Tertulliano che nei primi tempi di Nostra Chiesa +e duranti le persecuzioni ordinate dagl'Imperatori contro i +Cristiani, veniano questi accusati di immolare vittime umane, +di beverne il sangue, di mangiarne le carni e che quell'ignominiosa +incolpazione fu per ben tre secoli l'incentivo di +persecuzioni ognora più crudeli. Ma nella storia di quei tristissimi +giorni non abbiamo pur cenno che altrettanto siasi +detto o sospettato degli Ebrei, sebbene all'imperversare di +quella grande rivoluzione religioso-morale dovessero trovarsi +in massimo grado inaspriti gli animi, e più facili e sicure le +vie della calunnia. +</p> + +<p>Ella sa pure, o signore, assai meglio di me che, soltanto +nel secolo <span class="sc num">xiii</span> apparve per la prima volta +l'accusa che gli +Ebrei in date loro solennità versassero il sangue di un innocente +Cristiano quale simbolo di espiazione, o ne usassero +quale filtro portentoso. Ma se gli Ebrei non hanno infierito +contro i Cristiani quando più vivi ed operosi erano gli odii, +e quando deboli e percossi i Cristiani dalle ricorrenti persecuzioni +avrebbero potuto farlo impunemente, come ammettere +in buona logica che sieno stati osi di adottare quella pratica +inumana, allorchè di fronte al Cristianesimo per tutto +<span class="pageno" title="344" id="page-344"></span> +trionfante avrebbero posta in compromesso quell'unica protezione +sociale che loro era rimasta in una legge di tolleranza? — Mirando +alla coincidenza degli avvenimenti ed +all'agitazione religioso-sociale a que' giorni inferita dal bando +della crociata per cui pareva che tutto Occidente dovesse, a +modo d'immensa valanga, rovesciarsi sopra Oriente, saremmo +indotti a sospettare che un qualche fanatico od un qualche +ambizioso, a parodia di quel gigantesco movimento siasi pensato +di bandire una specie di crociata anche contro gli Ebrei; +e nel fatto ebbe la storia a registrare il nome di un certo +Rodolfo uomo di gran seguito in Lamagna, il quale pel primo +appunto avrebbe tentato in Colonia, Spira, Magonza e Strasburgo +di levare la croce contro gli Ebrei. Senonchè Gregorio +IX, durante il suo pontificato, con tre Bolle ha proclamata +l'innocenza del popolo ebreo, condannando quell'insensata +calunnia. Lo stesso Pontefice con suo Breve ne ammoniva +i principi cristiani perchè si stessero a buona guardia e non +vi prestassero fede. Anche i papi Innocenzo IV ed Alessandro +VII fecero altrettanto e dottori della Chiesa e santi +insigni presero le difese del calunniato Israele. S. Bernardo +tra gli altri scrivendo ad Enrico arcivescovo di Magonza +protestava contro il diffondersi di quella vergognosa calunnia +e ne deplorava le funeste conseguenze. +</p> + +<p>È notabile il fatto che tale diceria non sia mai sorta nella +Spagna, mentre tutti sanno che in nessun altro paese di Europa +furono gli Ebrei sì duramente perseguitati come ai tempi +di Ferdinando ed Isabella in quella contrada. +</p> + +<p>Anche i principi secolari se ne occuparono seriamente, e +forti delle decisioni pontificie vollero con formali processure +quella calunnia sventare e punire. Abbiamo i bandi dei duchi +di Milano e di Mantova, abbiamo gli editti imperiali di +Federico III, di Carlo V, di Massimiliano II, abbiamo le decisioni +dei senati di Casale e di Venezia; documenti tutti +che comprovano la malvagità di quella calunnia per non dire +delle molte sentenze proferite in casi particolari da giudici +imparziali e competenti e che sono tuttora negli archivi nostri +e forestieri. — E qua cade in acconcio rammentare il +<span class="pageno" title="345" id="page-345"></span> +voto che sopra ricerca del Re di Polonia veniva pronunciato +dalla Facoltà teologica di Lipsia nell'anno 1714; voto che, ridondante +di dottrina e di erudizione, respinge fin anche il +sospetto che con quella pratica brutale siansi mai disonorati +gli Ebrei. Io son dell'avviso, che ov'Ella, signore, ne facesse +dono a' suoi molti associati in appendice al processo che sta +pubblicando colle stampe, non solo presterebbe un ottimo servigio +alla verità, ma recherebbe ben anche un raggio di luce +a quelle parti del processo che non emersero a sufficienza +chiarite. +</p> + +<p>S'io avessi potuto su questo terreno allargare la difesa, +avrei forse conseguito il vantaggio di paralizzare più compiutamente +ogni sinistra prevenzione e di rettificare qualche +torta idea nei menoveggenti a maggiore presidio e conforto +di una casta sociale per molti rispetti onorevole e per illustri +notabilità benemerente. +</p> + +<p>Sarà forse credibile appena dai lontani che in un secolo +di tanto senno, di tanta tolleranza e di tanta umanità siasi +agitato, e qui tra noi, un processo di quella fatta: tra noi, +che governati da sapientissime istituzioni, tolto ogni privilegio +di classe e di stirpe, siamo tutti uguali in faccia alle +leggi e quasi altrettanti figli di una sola famiglia. — Giova +sperare però che le Autorità competenti non vorranno desistere +da ulteriori indagini, mentr'è nell'interesse del pubblico +ordine e della pubblica sicurezza che l'occulto motore +della Castilliero venga scoperto. +</p> + +<p>Eccole, o mio buon signore, i poveri cenni che le ho promessi +quasi a compimento della difesa del signor Ravenna, +sarò ben lieto se si compiacerà di usarne a suo grado. +</p> + +<div class="destra"> + <div class="firma"> + <p class="center"><i>Suo dev. servitore</i></p> + <p class="center testa"><span class="sc aut">Allessandro</span> dott. + <span class="sc aut">Cervesato</span>.</p> + </div> +</div> +</blockquote> + +<p class="testa"> +A questa dotta lettera dell'egregio avv. Cervesato, +il direttore dell'<cite>Eco dei Tribunali</cite> che era, piace il +ricordarlo, quel valoroso pubblicista e fervido cattolico +<span class="pageno" title="346" id="page-346"></span> +che oggi dirige la <cite>Gazzetta di Venezia</cite>, Paride Zajotti, +faceva seguire queste considerazioni sue: +</p> + +<blockquote> +<p> +Compiuto il resoconto del dibattimento, col pubblicare l'appendice +fattavi dal chiarissimo avv. Cervesato, coi due importantissimi +documenti <a id="FNa_360"></a><a href="#Fn_360" class="fna">(360)</a> +che ne formano per così dire necessario +supplimento, resterebbe che ancor noi scendessimo +nell'arringo, come, con soverchia fiducia, avevamo promesso +nell'imprendere questa pubblicazione. +</p> + +<p>Ma, obbligati a rimanere entro quella ristretta cerchia che +chiamasi la questione legale, non potremmo estenderci a +quelle considerazioni e dimostrazioni, che sono suggerite e +richieste dalla questione sociale, di cui questo processo non +è che un passaggiero fenomeno, senza correre grave pericolo +o di entrare in un campo a noi straniero, o di nuocere alla +cosa stessa, parlando con un riserbo incompatibile colla fermezza +delle nostre convinzioni. +</p> + +<p>Perciò crediamo più savio partito il tacere, e lasciar parlare +per noi l'eloquenza dei fatti, accertati con tutto il rigore +delle forme processuali e con quella scrupolosa esattezza, di +cui tu testimonio chiunque assistette allo svolgersi di questo +dibattimento. +</p> + +<p>I fatti parlano da sè. Ed è fatto incontrastabile che il primo +racconto della Castilliero fu provato falso nel modo più luminoso +che si potesse. Diciamo nel modo più luminoso, perchè, +lasciando da parte la manifesta sua inverisimiglianza, la falsità +ne fu dimostrata oggettivamente e subbiettivamente. +</p> + +<p>Oggettivamente per mezzo di tutti quei testimoni, i quali +coabitando col Ravenna, e dovendo necessariamente aver +avuto qualche sentore del fatto, se qualche cosa di somigliante +fosse colà avvenuto, esclusero ad una voce qualunque +circostanza che potesse avervi anche remota allusione; e per +<span class="pageno" title="347" id="page-347"></span> +mezzo principalmente della deposizione di Antonio Fadin, che +fu nel locale stesso in cui la Castilliero voleva essere stata +rinchiusa, e nelle ore in cui doveva essa pure esservi stata; +deposizione suffragata e da dichiarazioni d'altri testimoni e +dalle corrispondenti annotazioni, fatte, a caso vergine, nei +registri dell'Ufficio postale. +</p> + +<p>Subbiettivamente, per quella serie sterminata di testimoni +tutti concordi, benchè appartenenti a varie condizioni della +società ed a differenti paesi, i quali con tanta precisione ci +attestarono la presenza della Castilliero, ora qua ed ora là, +appunto nei varii giorni, in cui secondo il primo suo esame +essa voleva essere stata in quella fantastica fortezza, in cui +si entra e da cui si esce, di giorno e di notte, in carrozza +chiusa senza incontrare una guardia di polizia o di finanza +che chiegga conto dei misteriosi passeggieri. E fu savissimo +intendimento del Tribunale quello di citare al dibattimento +tutti quei testimoni, benchè deponessero su circostanze affatto +secondarie, dopo tanta luce di prove, affinchè il numero stesso +delle persone, la loro qualità di Cristiani, la franchezza di +tante svariate deposizioni, ma tutte coincidenti nell'argomento +che interessava, valesse a persuadere i più testerecci. +</p> + +<p>Dopo tutto questo, che cosa importa se la Castilliero, a cui +il parlare a nulla personalmente avrebbe giovato, dacchè il +fatto rimaneva in ogni modo ed in ogni caso una calunnia, +si chiuse in un inviolabile silenzio, e volle farla da romanzesca +eroina, dicendo — nessuno fuorchè lei sapere come la +cosa fosse stata — oppure calcolò sui frutti del suo silenzio? +Che cosa occorre di più, oltre la prova che il fatto era una +menzogna? La spiegazione delle cause, che indussero la Castilliero, +e pongasi anche, la condanna dei correi, non avrebbero +nè provato maggiormente la falsità dell'accusa, nè persuaso +nemmeno uno solo di quelli che credono a tutto, fuorchè +a quanto fu provato in questo processo. +</p> + +<p>Anzi, la specialità delle circostanze che accompagnarono +questo caso, ci dà una notevole guida per giudicare di altri +fatti consimili in addietro processati, specialmente nei tempi +in cui dominava in tutto il suo rigore il sistema inquisitorio. +<span class="pageno" title="348" id="page-348"></span> +Secondo la massima parte delle leggi, ne' secoli scorsi la deposizione +del danneggiato, appoggiata ad una prova qualsiasi +del fatto in genere, bastava per applicare all'imputato la tortura; +ora qui si aveva la deposizione della danneggiata, che +esclusa l'inverosimiglianza del fatto per se stessa, era improntata +di tutti i caratteri della veridicità; si aveva una specie +di prova del fatto in genere nella sparizione, nei primi momenti +inesplicabile dell'odierna imputata, e nelle tracce della +scalfitura alle mani ed alle braccia; ora se fossero stati altri +tempi ed il signor Ravenna fosse stato messo sull'eculeo, noi +vorremmo fortemente dubitare che, frammezzo agli strazi +della tortura e col progressivo accrescersi del martirio, egli +non avesse, come gli Ebrei di Damasco, tutto affermato pur +di sottrarsi agli spasimi. +</p> + +<p>E quale argomento per la sussistenza del fatto, qual prova +si avrebbe potuto dedurre dalla sua condanna? Questa conclusione, +a cui è pur forza di venire, fa che, per noi, questo +processo, in cui sulle prime le stesse Autorità furono tratte +in inganno dal racconto della Castilliero (tanto da ordinare +l'arresto del Ravenna), assuma un'importanza storica immensa. +</p> + +<p>Per chi volesse di più, basti il fatto che in questo processo, +il Presidente del dibattimento non reputava nemmeno +meritevole di discussione la questione in massima, ed il Pubblico +Ministero qualificava l'oggetto dell'accusa della Castilliero +quale pregiudizio del volgo. +</p> +</blockquote> + +<div class="destra"> + <div class="firma"> + <p class="center"><span class="sc aut">Paride Zajotti.</span></p> + </div> +</div> + +<div class="footnote"><a id="Fn_360"></a> +<p class="foot"><a href="#FNa_360"><span class="label">(360)</span></a> +Di questi due documenti uno, e cioè il <a href="#tit-21"><cite>Parere della +Facoltà teologica +di Lipsia</cite>, 8 maggio 1714</a>, fu da noi pubblicato fra i +presenti documenti; +il secondo che è una <a href="#tit-31">dichiarazione del <i>R. Procuratore +generale prussiano di Aquisgrana</i></a>, pubblichiamo qui appresso. +</p> +</div> + +<div class="chapter"> +<span class="pageno" title="349" id="page-349"></span> +</div> + +<h3 id="tit-31" class="documento"> +<a href="#ritit-31">XX.</a> +</h3> + +<p class="subtitle"> +Dichiarazione del R. Procuratore generale prussiano +di Aquisgrana. +</p> + +<p class="center">(<cite xml:lang="de">Stadt-Aachener Zeitung, +N. 82</cite>).</p> + +<p class="testa"> +Un caso, testè avvenuto nel mio circondario d'Ufficio, e +che destò gran chiasso e porse argomento a diversi articoli +di giornale, m'induce a pubblicare la seguente <em>notificazione +ufficiosa</em>. +</p> + +<p> +Il 6 corrente una donna fece in Jülich a quel funzionario +della polizia giudiziaria la denunzia che la sua figliuolina +novenne, da lei mandata il mattino a Broich verso le sette, +per mendicarvi un po' di pane, era stata assalita per via da +un Ebreo e maltrattata nel modo più orribile. La ragazza, +<em>colla massima consonanza con un suo fratellino di sei +anni</em>, che l'avea accompagnata, depose in ripetuti esami, +apparentemente nella massima commozione di animo, che +quando fu dietro la contrada di Broich, le venne incontro +l'Ebreo di Broich, si siedette, l'afferrò improvvisamente, se +la pose sui ginocchi, e poscia, dopo aver estratto un coltello +ed averle alzate le gonne, le diede un colpo al bassoventre. +</p> + +<p> +Ed in realtà quelle parti del corpo, ove, secondo l'attestazione +della ragazza, sarebbe stato dato il colpo, erano lorde +di sangue. +</p> + +<p> +Poco dopo aperta l'investigazione di polizia, condotta con +molta diligenza ed avvedutezza, la ragazza, asserentesi maltrattata, +vide una coppia di Ebrei che passavano pel mercato +di Jülich, e facendo mostra d'essere quasi fuori di se +stessa, gridò: “Questo è colui che m'ha ferita!” +</p> + +<div> +<span class="pageno" title="350" id="page-350"></span> +</div> + +<p> +Gli Ebrei furono tosto arrestati, e nel confronto coi ragazzi +furono riconosciuti da questi colla massima precisione +per gli autori del fatto. +</p> + +<p> +La donna ebrea, della quale originariamente non era stato +fatto alcun cenno, secondo una nuova dichiarazione della +ragazza, le avrebbe coperto il viso, sicchè non potè gridar +bene. Nel corso degli ulteriori esami, quei ragazzi deposero +altresì che alle loro grida era accorso un vecchio, il quale +era stato ammazzato dall'Ebreo col suo coltello, e che gli +Ebrei aveano presa la fuga soltanto all'avvicinarsi di altre +persone. +</p> + +<p> +Giuntimi gli atti, feci avviare un'istruzione giudiziale, al +quale scopo un giudice istruttore ed un procuratore di Stato +si recarono il 12 corrente a Jülich. +</p> + +<p> +Il risultato dell'istruzione assunta fu il seguente: +</p> + +<p> +“Una ispezione personale, assunta con tutta esattezza +da un impiegato medico giudiziario, coll'intervento anche +di un altro medico, sul corpo della ragazza asserentesi ferita, +non lasciò scoprire nè una ferita, nè una tumefazione, +nè una infiammazione delle parti che secondo la sua dichiarazione +sarebbero state lese. +</p> + +<p> +“Gli Ebrei arrestati erano forniti di passaporti in piena +regola; essi sostennero di non essere stati in Broich, o sulla +via, che da Broich conduce a Jülich, ma di avere dormito +nella notte dal 5 al 6 corrente in Aldenhoven (in direzione +affatto diversa di Jülich) e di essersi di là diretti a Jülich +per la strada postale. +</p> + +<p> +“Tutto ciò fu confermato pienamente dalla deposizione +delle gente (cristiana) presso cui volevano avere pernottato +e di due gendarmi, i quali nella mattina del 6 aveano scortato +degli arrestati da Jülich ad Aldenhoven e per via incontrarono +i coniugi ebrei, che provenivano nella direzione +di Aldenhoven. Un confronto dei diversi tempi dimostra che +gli imputati, al momento dell'attentato loro addebitato, si +trovavan distanti dal luogo, ove esso sarebbe stato commesso, +per lo meno un'ora, ma con somma verosimiglianza, più ore. +</p> + +<p> +“L'uomo, che i ragazzi indicavano essere stato ammazzato +<span class="pageno" title="351" id="page-351"></span> +dall'Ebreo, fu rinvenuto facilmente. Egli non aveva +alcuna lesione e dichiarò di avere incontrato quei due fanciulli +sul luogo dell'asserito maltrattamento, ove piangendo si +lagnarono con lui di quanto dicevano essere loro accaduto; +egli però, al pari delle altre persone indicate dai ragazzi, +assicurò di non avere assolutamente veduto in quel luogo +alcuna persona sospetta.” +</p> + +<div class="chapter"> +<span class="pageno" title="352" id="page-352"></span> +</div> + +<h3 id="tit-32" class="documento"> +<a href="#ritit-32">XXI.</a> +</h3> + +<p class="subtitle"> +Ignazio von Döllinger. +</p> + +<p> +Da un discorso tenuto nella solenne seduta dell'Accademia +delle scienze a Monaco, il 25 luglio 1881, dal +presidente Ignazio von Döllinger, ed intitolato, <cite>Gli +Ebrei in Europa</cite>, togliamo il seguente brano che chiaramente +dimostra quale concetto abbia il dotto teologo +tedesco sulle accuse che si muovono agli Ebrei: +</p> + +<blockquote> +<p> +. . . . . . Abituati +ad immaginarsi che ogni Ebreo +fosse il nemico nato ed il debitore dei Cristiani, i popoli ritenevano +gli Ebrei, in un'epoca in cui si prestava fede volentieri +anzi con avidità a cose crudeli e soprannaturali, capaci +di qualunque delitto, anche dell'inverosimile ed impossibile. +Dopo il 12º secolo corse la fola che gli Ebrei abbisognassero +di sangue Cristiano, gli uni dicevano per la loro festa Pasquale, +gli altri, come rimedio contro un segreto male ereditario; +perciò furono accusati di uccidere ogni anno un +ragazzo. Inoltre si diceva ch'essi crocifiggevano ogni anno un +Cristiano per oltraggiare il Salvatore. +</p> + +<p> +Se si rinveniva in qualche luogo un cadavere con traccie +di violenza, un bambino morto, l'assassino doveva essere stato +un Ebreo, e si poneva alla tortura finchè confessava. Seguivano +allora crudelissimi supplizi ed in parecchi casi una strage +in massa dell'intera popolazione ebrea della città e della +campagna. Non c'era neanche idea d'una regolare procedura +giudiziaria. I giudici e le Autorità stesse tremavano dinnanzi +all'ira del popolo imbestialito; poichè c'era la convinzione che +<span class="pageno" title="353" id="page-353"></span> +si potessero attendere le più infami azioni da un ebreo. Talvolta +era anche un'immagine di Cristo che un ebreo avrebbe +trafitta con un coltello o mutilata, ciò che era il segnale +d'una strage. Dopo il 1200 si aggiunsero le voci di ostie +oltraggiate e miracolosamente sanguinanti. Da Parigi, dove +era accaduto il primo caso, la nuova fiaba si diffuse nei paesi +vicini, ben presto si volle possedere anche altrove una tale +reliquia, e sembrò che gli Ebrei, presi da demonìaco delirio, +credessero e non credessero ad un dogma della Chiesa e contemporaneamente +desiderassero una morte tormentosa tanto +spesso essi cadevano vittime di questi delitti immaginarii. +</p> + +<p> +A Londra gli Ebrei furono uccisi perchè volevano incendiare +la grande città. +</p> + +<p> +La gran peste che desolò e spopolò nel 1348 tutta l'Europa +fu subito attribuita soltanto agli Ebrei. Il fatto che +quel popolo intelligente e che conduceva vita regolare n'era +colpito molto meno dei Cristiani, cambiò la supposizione in +certezza. Essi avevano avvelenato dappertutto in seguito ad +una cospirazione, i pozzi e le sorgenti, e perfino i fiumi. In +una città si volle aver rinvenuto realmente del veleno in +un pozzo. Posti alla tortura, alcuni Ebrei confessavano il +delitto. Scoppiò allora una tale esplosione di fanatismo, di +bramosìa di vendetta e di volgare avidità, quale l'Europa +non aveva mai veduto prima, nè vide mai dopo. Le vittime +in alcune città, si contarono a migliaia. Molti prevennero +il furor popolare suicidandosi. Invano il Papa Clemente VI +dichiarò in due bolle gli Ebrei innocenti. Coloro che si salvarono +con una rapida fuga trovarono un asilo soltanto nella +lontana Lituania. +</p> +</blockquote> + +<div class="chapter"> +<span class="pageno" title="354" id="page-354"></span> +</div> + +<h3 id="tit-33" class="documento"> +<a href="#ritit-33">XXII. *</a> +</h3> + +<p class="subtitle"> +Professore dott. Nöldecke di Strasburgo. +</p> + +<p> +È assolutamente deplorevole che oggi ancora debba esser +necessario di respingere sul serio l'accusa che l'ignoranza e +la malvagità muovono agli Ebrei di far uso nelle loro solennità +di sangue umano e specialmente cristiano. Non soltanto +quest'accusa manca di ogni fondamento, ma tale barbarie +ripugna a tutti i principii del Giudaismo, sicchè gli Ebrei +che avessero commesso un tale misfatto dovrebbero essere +assolutamente esclusi dalla Comunità religiosa. +</p> + +<p> +Coloro che credono e divulgano tali fiabe, dovrebbero sapere +che siffatte accuse di misteriosi sagrifizi umani, di uso +rituale di sangue umano, e di altre simili mostruosità si facevano +già in Oriente in tempi antichi ad altre sêtte religiose +per ragione di odio confessionale, o per cupidigia di nefando +lucro. +</p> + +<p> +Cristiani lanciarono tali accuse verso sêtte cristiane, e dagli +scritti sacri dei Mandei (cristiani di San Giovanni) si +ricava una orrenda descrizione dei misfatti che i Cristiani in +generale commettevano per celebrare la S. Comunione. +</p> + +<p> +Colui che afferma gli Ebrei adoperare sangue cristiano per +una solennità rituale si pone al livello degli orientali più +abbrutiti dall'odio di religione e dalla superstizione. +</p> + +<p> +Herren Alb (Foresta Nera), 20 agosto 1882. +</p> + +<div class="destra"> + <div class="firma"> + <p class="center">Dott. Th. <span class="sc aut">Nöldecke</span></p> + <p class="center">Prof. ordinario nell'Università</p> + <p class="center"><i>Imperatore Guglielmo</i> in Strasburgo.</p> + </div> +</div> + + +<div class="chapter"> +<span class="pageno" title="355" id="page-355"></span> +</div> + +<h3 id="tit-34" class="documento"> +<a href="#ritit-34">XXIII. *</a> +</h3> + +<p class="subtitle"> +Professore Dott. A. Merx di Heidelberg. +</p> + +<p> +Essendosi in questi ultimi mesi ripetutamente parlato in +diversi luoghi e segnatamente a Dresda ed a Berlino dell'uso +che si farebbe dagli Ebrei del sangue cristiano per festeggiare +la Pasqua (Pessach) e tale voce essendo stata diffusa +per agitare le plebi ignoranti, venni invitato a dichiarare se +un tale delitto, designato col nome di <em>assassinio rituale</em>, sia +prescritto dalle leggi della religione ebraica. Dichiaro perciò: +</p> + +<p class="docudata"> +1. La legge ebraica proibisce l'assassinio in generale e +assolutamente: “Il sangue di colui che spanderà il sangue +dell'uomo sarà sparso dall'uomo” (<cite>Gen.</cite>, +<span class="sc num">ix</span>, 6) “Non uccidere” +(<cite>Es.</cite>, <span class="sc num">xx</span>, 13). +</p> + +<p class="docudata"> +2. La legge ebraica proibisce l'uso del sangue in generale +ed assolutamente: “Chiunque ne mangerà (sangue) sia +sterminato” (<cite>Lev.</cite>, <span class="sc num">xvii</span>, 14). +Questo precetto è la principale +ragione del rito con cui gli Ebrei uccidono gli animali allo +scopo di sbarazzare completamente la carne dal sangue. Da +ciò risulta assolutamente falso che gli Ebrei adoperino sangue +per preparare la loro focaccia di Pasqua, in caso contrario +il precetto generale dovrebbe essere annullato da un precetto +speciale. +</p> + +<p class="docudata"> +3. Nella legge sulla festa di (<em>Pessach</em>) +Pasqua (<cite>Es.</cite>, <span class="sc num">xii</span>, +13) non si trova tale precetto speciale e non può trovarvisi, +giacchè allorquando fu data questa legge non esistevano fanciulli +cristiani; ma al contrario non era permesso uccidere, +come pretende la vieta calunnia, nè fanciulli, nè adulti di +altra religione. Nell'intiera legge non vi è neppure una parola +sulla uccisione di uomini. +</p> + +<div> +<span class="pageno" title="356" id="page-356"></span> +</div> + +<p class="docudata"> +4. Nella legislazione della Bibbia non è prescritto per +la festa di Pasqua l'uso del sangue di fanciulli cristiani. +Nessuno potè trovare un solo passo, il quale provi che l'assassinio +rituale sia prescritto. +</p> + +<p class="docudata"> +5. In seguito a ciò l'affermazione, sorta del resto dopo +il <span class="sc num">xv</span> secolo, che gli Ebrei adoperino +sangue cristiano per +la loro festa di Pasqua, risulta non vera, e non può appoggiarsi +a nessun testo della legge ebraica. Quello che la ripete +senza addurne prove, ciò che del resto gli riescirebbe +assai difficile, e quello che in riunioni pubbliche pretende +dimostrare che è basata su fatti, deve essere condannato +come un miserabile calunniatore, col quale si deve adoperare +il Codice penale. +</p> + +<p> +San Remo, 10 ottobre 1882. +</p> + +<div class="destra"> + <div class="firma"> + <p class="center"><span class="sc aut">D. A. Merx.</span></p> + <p class="center testa">Professore di Esegesi del Vecchio Testamento</p> + <p class="center">nell'Università di Heidelberg.</p> + </div> +</div> + +<div class="chapter"> +<span class="pageno" title="357" id="page-357"></span> +</div> + +<h3 id="tit-35" class="documento"> +<a href="#ritit-35">XXIV. *</a> +</h3> + +<p class="subtitle"> +Prof. dott. Carlo Bernardo Stade di Giessen. +</p> + +<p> +Colui che afferma gli Ebrei adoperare sangue cristiano per +una solennità rituale, dà saggio di ignorare assolutamente +la storia ed il carattere della religione ebraica. +</p> + +<p> +In qualsiasi modo sia per finire il processo di Tisza Eszlar +è fin d'ora sicuro che non potrà mai venir invocato nè contro +la religione ebraica, nè contro l'indole degli Ebrei, i fatti +di cui sono accusati i macellai di quel paese, essendo ripugnanti +all'indole degli Ebrei, e detestati dalla religione +ebraica. +</p> + +<p> +Giessen, 10 ottobre 1882. +</p> + +<div class="destra"> + <div class="firma"> + <p class="center">Dott. + <span class="sc aut">Carlo Bernardo Stade</span>,</p> + <p class="center">Professore ordinario.</p> + </div> +</div> + +<div class="chapter"> +<span class="pageno" title="358" id="page-358"></span> +</div> + +<h3 id="tit-36" class="documento"> +<a href="#ritit-36">XXV. *</a> +</h3> + +<p class="subtitle"> +Facoltà teologica dell'Università di Amsterdam. +</p> + +<p> +La facoltà teologica di Amsterdam è riconoscente ai Rabbini +che, adunatisi in Buda Pest il 5 luglio di questo anno, +(1882), deliberarono di invitarla a dare il suo parere sopra +una vecchia accusa che ora viene nuovamente scagliata contro +gli Ebrei. +</p> + +<p> +Essa si crede perciò obbligata di far pubblica la sua disapprovazione +contro la diffusione di una asserzione altrettanto +infondata quanto pericolosa, ed unendosi al giudizio di +tutti gli uomini competenti in siffatta materia, si dichiara +profondamente convinta, che in nessuno dei libri religiosi +degli Ebrei si contenga la prescrizione di adoperare, per +iscopi rituali, sangue umano ottenuto da un assassinio. +</p> + +<div class="destra"> + <div class="firma"> + <p class="center">La Facoltà teologica dell'Università di Amsterdam,</p> + <p class="center"> + <span class="sc aut">P. D. Chantepie de la Saussaye</span>, + <i>praes.</i></p> + <p class="center"><span class="sc aut">J. G. D. Martins</span>, + <i>cancelliere</i>.</p> + </div> +</div> + + +<div class="chapter"> +<span class="pageno" title="359" id="page-359"></span> +</div> + +<h3 id="tit-37" class="documento"> +<a href="#ritit-37">XXVI. *</a> +</h3> + +<p class="subtitle"> +Professore Dott. Carlo Siegfried di Jena. +</p> + +<p> +Chiunque ha voglia di aprire la Bibbia può convincersi +che l'accusa che gli Ebrei adoperino sangue cristiano non è +che una invenzione di malvagi, accolta soltanto dagli imbecilli, +poichè nei cinque libri di Mosè nulla è più severamente +vietato agli Ebrei dell'uso del sangue. (<cite>Genesi</cite>, +<span class="sc num">ix</span>, 4. — <cite>Levitico</cite>, +<span class="sc num">vii</span>, 26, 27. — <cite>Deut.</cite>, +<span class="sc num">xii</span>, 16, ed altri). +</p> + +<p> +Siffatta accusa, spessissimo ripetuta dall'odio di religione +e di razza, non venne in nessunissimo caso provata; anzi +coloro che sostennero le polemiche più accanite contro il +Giudaismo, o, non appena cominciarono a conoscere gli usi +ebraici, lasciarono cadere l'accusa, o, come dice Wagenseil, +riconobbero l'impossibilità di sostenerla. +</p> + +<p> +Ogni nuova ripetizione di tale accusa dimostra una imbecillità +ed una impertinenza grandissime e costituisce una +vergogna pei popoli cristiani che la permettono, una vergogna +pei giornali cristiani che ne rimangono spettatori, o mal +celano dietro frasi pietose i loro istinti di Caino. +</p> + +<div class="chapter"> +<span class="pageno" title="360" id="page-360"></span> +</div> + +<h3 id="tit-38" class="documento"> +<a href="#ritit-38">XXVII. *</a> +</h3> + +<p class="subtitle"> +Professore Francesco Delitzch. +</p> + +<p> +Nella questione di sangue venuta nuovamente a galla in +seguito al fatto di Tisza-Eszlar ho dato già due attestati +che saranno arrivati in Ungheria da Colonia e da Berlino; +però non voglio lasciar senza risposta anche il di lei invito +giacchè una triplice corda si rompe meno facilmente. +</p> + +<p> +In quei due pareri ho minuziosamente provato il fatto, +che nei due Talmud non soltanto non si trova nessuna prescrizione, +che ordini o raccomandi l'uso rituale di sangue +umano non ebraico, ma che anche nella legge rituale non si +può scoprire assolutamente nessun appoggio per questa insinuazione. +<em>Essa è una pura immaginazione, un'idea senza +fondamento, un parto dell'ignoranza, dell'astio e della menzogna.</em> +</p> + +<p> +La <cite>Civiltà Cattolica</cite> dell'anno 1881, pag. 731 infinocchia +ai suoi lettori, che l'uso del sangue sia una tradizione segreta, +che non esiste che a voce e precisamente quale segreto +ereditario fra i discreti e fidati. <em>Questo è un nuovo +tentativo di salvare la causa ormai perduta dell'accusa</em>, +volendo far credere che quello non si può provare quale +<em>Halaca</em> (precetto scritto) sia un <em>Minhag</em> (uso) +conosciuto solamente +dagli iniziati. <em>Ma anche questo tentativo è un peccato +contro il comandamento: “Non dire falsa testimonianza +contro il tuo prossimo.”</em> +</p> + +<p> +In causa della mia relazione colla missione degli <em>Ebrei ho +fatto conoscenza da 50 anni con un certo numero di proseliti, +ma posso assicurare dinanzi a Dio, che nessuno sapeva +qualche cosa di quell'uso assassino</em>. — <em>Tutti dichiararono +<span class="pageno" title="361" id="page-361"></span> +unanimi una pura invenzione l'incolpazione di +sangue.</em> +</p> + +<p> +La pacificazione della Sinagoga colla Chiesa è stata sempre +la mèta principale dei miei desiderii. Tanto più antipatico +mi riesce ogni tentativo di aumentare l'abisso esistente per +mezzo dell'odio di razza antisemitico, ed il vantaggio che +gli antisemiti vorrebbero trarre per la loro causa dalla sorte +tuttora ignota di Esther Solymossy, il di cui assassino, se +essa fu assassinata, sarà non solamente dal punto di vista +cristiano, <em>ma anche dal punto di vista ebraico, un mostro +che offende il nome di Dio</em>. +</p> + +<p> +Se ella vuole pubblicare questa mia testimonianza, sarò +lieto se gioverà a domare la furia scatenata dell'odio che si +fa arma di una bugia. +</p> + +<p class="docudata">Lipsia, 13 ottobre 1882.</p> + +<div class="destra"> + <div class="firma"> + <p class="center">Devotissimo suo</p> + <p class="center">Professore + <span class="sc aut">Francesco Delitzsch</span>.</p> + </div> +</div> + +<div class="chapter"> +<span class="pageno" title="362" id="page-362"></span> +</div> + +<h3 id="tit-39" class="documento"> +<a href="#ritit-39">XXVIII. *</a> +</h3> + +<p class="subtitle"> +Lettera di S. E. Ill<sup>ma</sup> e Rev<sup>ma</sup> Monsignor Giorgio Kopp<br/> +vescovo cattolico di Fulda<br/> +al Rabbino provinciale della stessa città Dott. Chaan. +</p> + +<p class="destra">Fulda, 4 novembre, 1882.</p> + +<p class="cari">Pregiatissimo signor Dottore,</p> + +<p> +Assecondando il di lei desiderio, non esito a ripeterle in +iscritto la dichiarazione che già varie volte le ho fatto, doversi +ritenere una maligna bugia la supposizione, che gli +Ebrei abbiano mai usato sangue cristiano per iscopi rituali: +tale supposizione non si può provare nè con la religione +ebraica, nè con la storia, sicchè devesi respingere ogni accusa +di questo genere su qualunque base fosse fondata. +</p> + +<p> +Con perfetta stima, ecc. +</p> + +<div class="destra"> + <div class="firma"> + <p class="center"><span class="sc aut">Kopp</span>. Vescovo di Fulda.</p> + </div> +</div> + +<div class="chapter"> +<span class="pageno" title="363" id="page-363"></span> +</div> + +<h3 id="tit-40" class="documento"> +<a href="#ritit-40">XXIX. *</a> +</h3> + +<p class="subtitle"> +Ernesto +Renan <a id="FNa_361"></a><a href="#Fn_361" class="fna">(361)</a>. +</p> + + <p class="destra">Parigi, 16 novembre 1882.</p> + +<p> +Fra tutte le calunnie, generate dall'odio e dal fanatismo, +la più assurda è certamente quella per cui si incolpano gli +Ebrei di commettere assassinii allo scopo di aver modo di +compiere riti sanguinosi. Uno dei tratti più caratteristici +della religione ebraica è la proibizione del sangue quale nutrimento +dell'uomo. Questa precauzione che era in altri tempi +assai adatta ad inspirare il rispetto della vita, venne osservata +dal Giudaismo con tutta coscienza, anche quando i tempi +e le condizioni della civiltà ne rendevano assai penosa l'osservanza, +ed ora si pretende che il pio ebreo, che morrebbe +di fame e affronterebbe il martirio piuttosto che inghiottire +un pezzetto di carne non del tutto monda di sangue, si nutrisse +proprio di sangue in un'agape religiosa! È questa +una orribile sciocchezza. Sono convintissimo che non uno dei +racconti che parlano di pasti pasquali con sangue ha base +reale; se un tal delitto fosse stato commesso, direi che il +miserabile che ne fu autore ha violato tutti i precetti dell'Ebraismo; +ma io vado più in là e non credo che simile delitto +sia mai stato commesso. L'immaginazione umana non +è molto fertile nell'inventare calunnie. La fiaba di pasti +misteriosi conditi con sangue umano fu sempre artificio tratto +in campo per combattere coloro che un cieco pregiudizio +<span class="pageno" title="364" id="page-364"></span> +voleva rovinare. Questa stessa calunnia fu in altri tempi +occasione a deplorabili persecuzioni contro i Cristiani. Eppure +è ben certo che la Sacra Cena dei Cristiani non venne +mai insozzata da tale misfatto. Altrettanto innocenti sono +certamente le pasque ebraiche. Sarebbe degno della cristianità +impedire che da questa miserabile bugia, per la quale +in altri tempi ebbero tanto a soffrire i Cristiani, si traesse +profitto contro altri. +</p> + +<div class="footnote"><a id="Fn_361"></a> +<p class="foot"><a href="#FNa_361"><span class="label">(361)</span></a> +<cite xml:lang="de">Neue Freie Presse</cite>, 24 dicembre 1882. +</p> +</div> + +<div class="chapter"> +<span class="pageno" title="365" id="page-365"></span> +</div> + +<h3 id="tit-41" class="documento"> +<a href="#ritit-41">XXX.</a> +</h3> + +<p class="subtitle"> +Discorso dell'Em. Cardinale E. O. Manning<br/> +Arcivescovo di Westminster. +</p> + +<p> +Abbiamo detto che gli avversari sistematici degli +Ebrei non devono cercarsi nel partito che comunemente +si designa col nome di clericale; il seguente discorso +pronunciato dall'Em.<sup>mo</sup> Cardinale +Manning <a id="FNa_362"></a><a href="#Fn_362" class="fna">(362)</a>, in un +<em xml:lang="en">meeting</em> tenuto a Londra per protestare contro +i maltrattamenti +cui son fatti segno gli Ebrei della Russia, +è la più eloquente conferma delle parole nostre. +</p> + + <p class="cari testa"><i>Mylord, Signore e Signori,</i></p> + +<blockquote> +<p> +Ho spesso dovuto proporre mozioni in assemblee simili a +questa, ma non ricordo di averne mai proposto alcuna con +una convinzione più perfetta della mia ragione, e con un +più completo assenso della mia coscienza. Prima di continuare +sarà forse miglior consiglio leggervi questa mia mozione. +Essa è così concepita: +</p> + +<p> +“Questa Assemblea, pur riconoscendo di non aver nè diritto, +nè desiderio di ingerirsi negli affari interni di un +altro paese, e pur desiderando che le relazioni le più amichevoli +tra l'Inghilterra e la Russia vengan continuate, +<span class="pageno" title="366" id="page-366"></span> +crede suo debito manifestare l'avviso, che le leggi della +Russia che risguardano gli Ebrei, tendono ad avvilirli agli +occhi della popolazione cristiana, e ad esporre gli Ebrei +russi ai furori di una ignoranza fanatica.” +</p> + +<p> +Io non ho bisogno di dirvi che noi non siamo qui adunati +per uno scopo politico. Se vi fosse la menoma traccia di politica, +io non sarei qui. È perchè io credo che noi siamo ben +al disopra delle passioni e delle lotte politiche, che noi siamo +nella serena regione delle simpatie e della giustizia umana +che oggi io mi trovo qui. Posso anche dichiarare che nulla +è più lontano dalle mie intenzioni — sono convinto che voi +siete del mio avviso — che di far cosa che fosse come una +infrazione a quelle leggi di pace, d'ordine e di mutuo rispetto +che uniscono le nazioni fra di loro o di tentare d'intervenire +o d'ingerirsi nella legislazione interna della Russia (<em>applausi</em>). +Io sono anche costretto a dichiarare che partecipo di tutto +cuore ai sentimenti di venerazione espressi dal nobile Conte +[di Shaftesbury] verso la Famiglia Imperiale di Russia. Non +si può aver osservato quella famiglia durante questi ultimi +anni, non si può pensare alla posizione dell'Imperatore attuale +senza provare una profonda simpatia che ci impedisce +ogni intenzione di usare una sola parola che possa ferire +l'animo dello Czar (<em>applausi</em>). Io posso adunque dichiarare in +modo assoluto che non una delle mie parole — e credo poter +parlare in nome di voi tutti — si scosterà intenzionalmente +dalla venerazione dovuta ad una persona gravata d'una responsabilità +così pesante come quella che è toccata in sorte +all'Imperatore di Russia. Di più posso dire, pur non volendo +toccare alla questione della legislazione interna della Russia, +che esistono leggi più forti di tutta la legislazione russa, +leggi che sono egualmente imperative a Londra, a Pietroburgo +ed a Mosca, — le leggi della umanità, della natura e di +Dio, che sono il fondamento di tutte le altre leggi; e se in +una legislazione qualsiasi esse sono poste in non cale, tutte +le nazioni dell'Europa cristiana, tutta la comunione degli +uomini civili e cristiani, avranno all'istante il diritto di protestare +apertamente contro di essa (<em>applausi</em>). +</p> + +<div> +<span class="pageno" title="367" id="page-367"></span> +</div> + +<p> +Ed ora bisogna che io tocchi un argomento che, lo confesso, +mi ha recato molto dolore. Noi abbiamo tutti seguito durante +un anno ciò che in Germania si chiama il movimento antisemitico. +Io provo, guardandolo, due sentimenti: prima un +sentimento d'orrore, perchè tende a rovesciare i fondamenti +della vita sociale, poi un sentimento grandissimo di paura, +perchè può tendere ad eccitare ancora l'odio che ha già fatto +esplosione in Russia e che potrebbe estendersi maggiormente. +Ho letto con molto dispiacere un elaboratissimo articolo, +pieno, non vi ha dubbio, di osservazioni esatte, scritto in +Prussia e pubblicato nel <cite xml:lang="en">Nineteenth Century</cite>, +in cui si descrivono +le animosità sociali, le gelosie e le rivalità che dominano +ora in quel paese. Leggendo questo articolo, il mio +primo sentimento fu il dolore di vedere che il potere e la +forza dell'Antico Testamento, sieno nel Ducato di Brandeburgo +così superiori al Nuovo. Io sono afflitto vedendo che +una società imbevuta di razionalismo non abbia abbastanza +cristiana dottrina, cristiano potere, cristiano carattere e cristiana +virtù, per rendere impossibile che il popolo ebreo per +quanto sia colto, raffinato, laborioso ed energico, faccia tremare +la società cristiana di quel grande Regno. Ho letto, del +pari con dolore, le narrazioni sulla condizione degli Ebrei +russi e le accuse di cui sono l'oggetto. Se vi accenno prego +i miei amici israeliti che mi ascoltano di credere che le respingo +con incredulità e disgusto. Leggo che la causa degli +avvenimenti in Russia, è che gli Ebrei fanno dei mestieri +infami, che sono usurai, immorali, demoralizzatori e non so +che altro ancora. Leggendo quelle accuse io mi chiedevo: +l'oltraggio è forse un rimedio? Si potranno forse guarire con +l'oltraggio, l'assassinio, le abbominazioni di ogni specie? Non +imitano essi quelli che dovrebbero insegnar loro una morale +più alta? E dato pur fosse vero, locchè non credo, che +essi fossero in queste condizioni, non gravitano forse su di +loro leggi deplorevoli? Vi ha cosa che maggiormente avvilisca +gli uomini che il precludere alla loro energia, alla loro +intelligenza, alla loro industria, tutte le carriere onorevoli +della vita (<em>applausi</em>). Vi ha cosa che maggiormente degradi +<span class="pageno" title="368" id="page-368"></span> +od irriti l'uomo che il dirgli: “voi non potete andar oltre +questo limite — voi non potete accostarvi a più di quindici +miglia da questo confine; — voi non potete dimorare in +questa città — voi siete costretto a dimorare in questa provincia?” +(<em>applausi</em>). Non so se vi sia qualcuno che possa +credere che tutta la popolazione non sia colpita in fondo all'anima +da tali leggi, e se è possibile il renderla peggiore +questo è certamente il modo di riescirvi. Si fanno questi rimproveri +agli Israeliti russi. Perchè non si fanno anche agli +Israeliti tedeschi? Gli autori del movimento antisemitico confessano +essi stessi che gli Israeliti in Germania sono superiori +ai loro concittadini (<em>applausi</em>). Perchè simili accuse non +si muovono contro gli Israeliti francesi? (<em>applausi</em>). Vi ha +una carriera di utilità pubblica, una via di onore civile o +militare nella quale gli Israeliti non abbiano camminato a +fianco dei loro concittadini? Se queste accuse si fanno agli +Israeliti della Russia, chi vorrebbe farle a quelli d'Inghilterra? +(<em>vivi applausi</em>). Per rettitudine, coltura, generosità, +carità, per tutte le grazie e per tutte le virtù insomma che +abbelliscono l'umanità, dove si troveranno, io lo domando, +esempi più brillanti, più pieni della vera grandezza umana, +che in questo ramo della razza ebraica? (<em>Applausi immensi.</em> +Una voce grida: <em>Grazie!</em>). +</p> + +<p> +Ed ora ci si dice che non devesi prestar fede alle narrazioni +di quelle atrocità. Io domando se nei giornali del continente +si stampassero lunghe e particolareggiate narrazioni di omicidii, +di rapine e di altre atrocità commesse nelle parti le più +frequentate di Londra, se si asserisse che il Lord Maire vi +ha assistito, che la polizia è rimasta inoperosa, che le guardie +della Torre hanno fatto causa comune colla folla, voi o Mylord +[il Lord Mayor di Londra, che presiedeva all'adunanza], +ringraziereste, credo, chiunque vi fornisse occasione di smentire +simili racconti. Ebbene io dico che noi, con quanto facciamo, +rendiamo un gran servigio alle Autorità ed al Ministero +russo, e credo che ciò sarà una consolazione pel gran principe +che regna su quel vasto impero (<em>applausi</em>). Ma supponiamo un +istante che queste cose siano vere — ed io non appoggio la mia +<span class="pageno" title="369" id="page-369"></span> +ipotesi della credibilità di quei fatti su quanto ne stamparono +il <cite xml:lang="en">Times</cite> o la +<cite xml:lang="en">Pall Mall Gazette</cite> che se ne è +resa garante. — Io +ne ho delle prove in mano (<em>applausi</em>). Donde le traggo? +Da un documento ufficiale del Ministro dell'Interno, il generale +Ignatieff. Nella mozione che io vi ho presentato si parla delle +leggi della Russia rispetto ai sudditi Ebrei. Io non pretendo +esser giurista nel diritto inglese ed ancor meno nel diritto +russo; io non pretendo decidere ciò che siano su questo punto +le leggi della Russia, e non saprei che dire su questa mozione, +se non avessi in mano un rescritto di una grande importanza. +Spero che non lo si dirà falso. Queste orribili atrocità +durarono i mesi di maggio, giugno e luglio. In agosto comparve +questo documento. Comincia coll'affliggersi e col desolarsi, +ma di che? Delle atrocità forse che furono commesse +contro gli Ebrei, sudditi dello Czar? Oh no! ma bensì <em>della +triste condizione dei Cristiani nelle provincie meridionali</em>. +Poi dice che la principale causa di questi <em>movimenti e tumulti</em>, +come li chiama, ai quali <em>la nazione russa era sino ad +ora rimasta straniera</em>, è una causa commerciale; continua +dicendo che la condotta degli Ebrei provocò delle proteste da +parte del popolo il quale <em>manifestò la sua indignazione</em>; ed +in che modo? lo si crederebbe? colla violenza ed il saccheggio. +Infine il Ministro dell'Interno ci dice che <em>il paese è esposto +a dei segreti intrighi, che sono, come è noto, la vera causa +dell'agitazione</em>. Se la forma di questo documento è calma, la +rettorica e le insinuazioni vi sono incendiarie, ed io duro fatica +a comprendere come il popolo Russo, avuto questo rescritto +nelle mani, non siasi trovato incoraggiato a continuare nelle +sue violenze (<em>applausi</em>). Il documento continua e dice: +“<i class="quo">Abbiamo +nominato una Commissione per eseguire un'inchiesta...</i>” +su che? Prima di tutto “<i class="quo">sui mestieri esercitati dagli Ebrei +che arrecano nocumento agli abitanti delle rispettive località;</i>” +in secondo luogo — prego l'Assemblea di volerlo ben +notare — “<i class="quo">sulle cause che impediscono +l'applicazione delle +leggi esistenti, che restringono i diritti degli Ebrei di comperare +e condurre terre, di darsi al commercio dei liquori +ed all'usura;</i>” in terzo luogo “<i class="quo">sulle modificazioni da +<span class="pageno" title="370" id="page-370"></span> +introdursi in queste leggi perchè gli Ebrei non possano più +eluderle, e sull'esame delle nuove leggi che sarebbero necessarie +per metter fine alla loro perniciosa condotta.</i>” Finalmente +oltre le risposte a tali questioni dovevansi riunire +notizie: 1º sull'usura esercitata dagli Ebrei nei loro affari coi +Cristiani, nelle città, borghi e villaggi; 2º sul numero delle +osterie; 3º sul numero delle persone attualmente al servizio +degli Ebrei; 4º sull'estensione dei loro terreni ed infine sul +numero degli agricoltori ebrei. Ecco dunque le leggi russe +concernenti gli Ebrei dell'Impero. Io vorrei chiedere qual rimedio +sia possibile per una popolazione sottoposta ad un simile +regime. Forse nell'accrescimento delle penalità? o nella +incapacità di possedere terreni? o nella proibizione di mandare +i giovinetti israeliti negli stabilimenti d'istruzione superiore? +Tutto ciò venne fatto. Ma io credo che il rimedio sia +in questi due provvedimenti: primo, l'applicazione formale +della legge cristiana in tutta la sua intierezza. Non è con +simili leggi che i Cristiani hanno guadagnato il mondo ed +acquistato il regolare potere di amministrare la giustizia fra +gli uomini, e non sarà che con leggi diverse che il gran +potere imperiale della Russia riunirà la popolazione dell'impero +ai suoi sudditi israeliti (<em>applausi</em>). L'altro rimedio è la +condanna severa e rigorosa di tutti i malfattori, unita alla +concessione, del paro ferma, di tutti i diritti che la legge +naturale e divina accorda ad ogni uomo. Ciò è necessario +per proteggere la vita e le persone, la loro sicurezza ed i loro +beni, ciò costituisce la libertà umana, tutto ciò — e nulla di +meno — è necessario per prevenire i mali di cui si lagna il +Ministro dell'Interno. +</p> + +<p> +Voi avete parlato, o Mylord, con gran fiducia dei risultati +che vi attendete da questo <em xml:lang="en">meeting</em>. +Non facciamoci soverchie +illusioni. Se ci immaginiamo che esso ponga fine alla questione, +sicchè dopo potremo tacere, temo che l'effetto non sarà +quale lo desideriamo. Ma non scoraggiamoci neppur troppo. +Son d'avviso che in tutta l'Inghilterra, posso dire in tutta +la Gran Brettagna, questa Assemblea troverà eco (<em>applausi</em>). +Manchester e Birmingham hanno già cominciato e dovunque +<span class="pageno" title="371" id="page-371"></span> +si parla inglese, si saprà ciò che oggi fu qui detto con +tanta eloquenza. Io credo che in questo momento un simile +<em xml:lang="en">meeting</em> sia adunato a New York (<em>applausi</em>). +Ciò che qui si +dice verrà tradotto in tutte le lingue d'Europa, e la voce +di quanto abbiam fatto varcherà anche i confini della +Russia. Nè si potrà trattenerla, più di quanto si possa trattenere +la luce e l'aria in qualsivoglia parte del mondo +dove sianvi sentimenti umani, le dichiarazioni fatte qui ed +altrove troveranno un'eco che contribuirà a por fine a queste +orribili atrocità. +</p> + +<p> +Non ho più che una parola a dire. Ho tentato di trattare +questa questione con un modo giusto e calmo. Ho parlato +della importanza di una giustizia politica eguale per tutti, +arrossirei di terminare senza dire una parola di quanto +deve risvegliare fortemente le simpatie cristiane. Vi ha un +libro, che è proprietà comune della razza di Israello e di +noi Cristiani. Questo libro ci stringe in un vincolo comune, +ed in quel libro io leggo che il popolo di Israello è il più +antico popolo del mondo. La Russia, l'Austria, l'Inghilterra +non datano che da ieri in confronto di questo popolo imperituro +che — con una inesauribile vitalità, con tradizioni +immutabili, colla sua fede in Dio e nelle leggi di Dio, disperso +su tutto il globo, passando a traverso il fuoco senza +bruciarsi, trascinato nel fango senza insozzarsi — è ancora +qui in mezzo a noi, come un testimonio ed un avvertimento. +Noi abbiamo con lui un patto di fraternità. Il nuovo Testamento +ha nel vecchio la sua base. Gli Ebrei accettano la +metà delle credenze per cui noi daremmo volentieri la vita. +Confessiamo adunque che essi sono uniti a noi in una simpatia +comune. Io leggo in quel libro queste parole: “Io sono +infiammato da un gran corruccio contro le nazioni possenti +e ricche, perchè io era un po' irritato contro Israele ed essi +aumentarono la sua afflizione.” Ciò vuol dire: “Il mio popolo +era disperso; ha sofferto disgrazie inaudite ed inconcepibili, +e le nazioni che erano potenti, che erano ricche e che +avevano il potere, lo hanno colpito ed hanno aumentato l'afflizione +di cui già soffriva.” Io spero non vi sia in tutta +<span class="pageno" title="372" id="page-372"></span> +Inghilterra una persona che si dica civile e cristiana che possa +avere il cuore di accrescere con una sola parola le sofferenze +di questo popolo così grande, così antico e così afflitto, ma +spero che coi nostri sforzi, colla nostra parola, colla nostra +preghiera, faremo quanto è in noi per diminuire, se è possibile, +quelle atrocità od almeno per non associarvisi mai. +(<em>Lungo scoppio di applausi</em>). +</p> +</blockquote> + +<div class="footnote"><a id="Fn_362"></a> +<p class="foot"><a href="#FNa_362"><span class="label">(362)</span></a> +L'Eminentissimo Manning figurava coi principali personaggi della +Chiesa Anglicana e col fior fiore della Società londinese fra i promotori +del <em xml:lang="en">Meeting</em>. +</p> +</div> + +<div class="chapter"> +<span class="pageno" title="373" id="page-373"></span> +</div> + +<h3 id="tit-42" class="documento"> +<a href="#ritit-42">XXXI.</a> +</h3> + +<p class="subtitle"> +Il giornale SION e l'opinione di un Archimandrita greco. +</p> + +<p> +Col titolo di <cite>Sion</cite> si pubblica da circa quattro anni in Atene, +in lingua greca, un importante periodico ebdomadario, il quale +si occupa particolarmente di Sacra letteratura, di religione +e di scienza biblica. Ne è Direttore il rev. Archimandrita +D. Latta, cui, ci si assicura, attende un alto posto nell'episcopato +greco-scismatico. +</p> + +<p> +Nel numero 29 giugno (v. s.) 1883 questo giornale conteneva +un ammirabile articolo ispirato a vero sentimento di religione +e di carità, dove dopo aver posto a nudo le inique trame che +dettero origine al mostruoso processo di Tisza Eslar, passa +a dimostrare, quanto sieno ingiuste le persecuzioni di cui +in ogni tempo furono vittime gli Israeliti e specialmente +quelle occasionate dal preteso uso del sangue cristiano nella +celebrazione del loro rito pasquale. +</p> + +<p> +“Questa, scrive il succitato giornale, è una grossolana +menzogna, una mera calunnia. Infatti sono molti secoli che +di quando in quando si sparge la voce che gli Ebrei commettono +un tale atto, e quindi si sollevano torbidi, si agitano +le popolazioni, si consumano massacri ed uccisioni di Ebrei; +ma dopo alcun tempo, succeduta la calma, si prova che tutto +non fu altro che menzogna, e la tragica rappresentazione +termina col solito vocabolo turco <em>Giaglis</em> (errore).” +</p> + +<p> +Ci è impossibile riprodurre l'intiero articolo, che consta di +ben cinque compatte colonne, ne daremo quindi soltanto un +altro brano: +</p> + +<p> +“La <cite>Sion</cite> compie un dovere cristiano esortando i Cristiani +tanto Greci, quanto Rumeni, Russi ed Ungheresi ed in +generale i Cristiani di qualunque nazione, a cessare da +<span class="pageno" title="374" id="page-374"></span> +queste odiose calunnie contro gli Ebrei. Fu già epoca in +cui gli stessi Cristiani trovavansi presso i Romani in una +condizione di avvilimento simile a quella in cui si trovano +oggi gli Ebrei rimpetto ai Cristiani! Sapete che cosa fecero +a quell'epoca gli idolatri per isterminare i Cristiani? +Calunniarono questi presso l'imperatore Antonino, di scannare +uomini, mangiarne le carni e berne il sangue nelle +loro cene. Ed appoggiarono la loro calunnia sulla voce +sparsa che i Cristiani raccogliendosi per adorare il loro +Dio fanno sacrifizi e mangiano del corpo e del sangue del +loro liberatore Gesù Cristo. +</p> + +<p> +“Intorno a quell'ingiusta calunnia che valse ad eccitare +l'ira dell'Imperatore contro i Cristiani, e che costò un +numero considerevole di Martiri, San Giustino, filosofo e +martire, scrisse un'apologia all'Imperatore, nella quale +prova l'insussistenza di questi pretesi sagrifizi umani che +a carico dei Cristiani furono denunziati. A quest'apologia +dell'insigne filosofo cristiano, noi rimandiamo chiunque desiderasse +conoscere i particolari della ignominiosa accusa. +Ma se gli idolatri agivano in tal guisa contro i Cristiani +d'allora, è forse lecito a noi Cristiani, la generazione eletta, +il reale sacerdozio, la gente santa a cui fu commesso di +predicare la virtù di Colui che ci chiamò dalle tenebre +alla sua meravigliosa luce, è forse lecito a noi ordire tratto +tratto simili calunnie, e promuovere scene sanguinose, agitazioni +sociali a danno di una nazione, la quale sopportò +coraggiosamente ogni male per mantenersi fedele alle sacre +sue tradizioni? — E andando più avanti diremo: Lice a +noi di sollevarci contro una nazione che fu l'origine della +nostra redenzione, che per secoli faticò, pregò, sacrificò per +far discendere Iddio all'uomo . . . . . ” +</p> + +<p> +In seguito a questo articolo il Rabbino Maggiore di Corfù, +un dotto e valente nostro compatriota, il prof. Levi, avendo +indirizzato al Rev. Latta alcune parole di gratitudine, ne ebbe +in risposta la seguente lettera che riproduciamo, traducendola, +da un supplemento del giornale israelitico, <cite>Il Mosè</cite>, che vede +la luce in Corfù: +</p> + +<div> +<span class="pageno" title="375" id="page-375"></span> +</div> + + <p class="docudata">“Reverendissimo signor Gran Rabbino Levi,</p> + +<p> +“Abbiamo letto con animo grato e con soddisfazione la +lettera del 4 luglio che ci indirizzaste da Corfù, ed abbiamo +rese grazie a Dio per il progresso, che, mercè il +divino aiuto, ha fatto in questi giorni di luce e di civiltà, +il vero spirito di religione. +</p> + +<p> +“Vi siamo cordialmente grati per i sentimenti nobili ed +amorosi che, obbedendo all'impulso del cuore, avete manifestato +verso di noi, perchè abbiamo scritto un articolo +contro le calunnie, notoriamente false, ed assolutamente +infondate che vengono diffuse nel mondo cristiano contro la +nazione israelitica. Noi, reverendissimo signore, scrivendo +in quella guisa non facemmo, sappiatelo, che servire da +umili sacerdoti la cristiana religione. La storia della umanità +chiaramente prova che molteplici superstizioni secolari, +errate credenze, false e bugiarde tradizioni, hanno +tanto influito sullo spirito dell'umanità da ridurla per molti +secoli bassa e cieca serva di principii falsi e dannosi. Ma il +nostro Gesù Cristo ha giustamente proclamato primo e fondamentale +scopo della sua venuta in terra, esser la liberazione +dell'umanità da questa servitù, liberazione che ha +conseguita infondendoci la coscienza della verità. E conoscerete +la verità e la verità vi francherà. (<cite>S. Giov.</cite>, +<span class="sc num">viii</span>, 32). +</p> + +<p> +“Ogni superstizione, ogni falsa tradizione, ogni fallace credenza +è assolutamente nemica della verità cristiana e tende, +per conseguenza, a distruggere il grande scopo che il Cristianesimo +si propone di raggiungere in questo mondo. +</p> + +<p> +“È perciò, reverendissimo, che noi, che siamo nelle file dei +sacerdoti della religione, abbiamo il dovere di lottare con +tutte le nostre forze ed a prezzo di qualunque sagrifizio +contro la menzogna e di procurare il trionfo della verità. Ora +abbiamo sempre affermato colla parola e colla penna e sempre +affermeremo, sino a che avremo vita, esser menzogna, infame, +vergognosa menzogna, atta soltanto a dissolvere i vincoli +della sociale convivenza quella che si diffonde nella Cristianità, +e cioè che gli Ebrei uccidano i figli dei Cristiani per +raccoglierne il sangue. +</p> + +<div> +<span class="pageno" title="376" id="page-376"></span> +</div> + +<p> +“Vi dichiariamo infine, reverendissimo, che è per noi cagione +di vivo e costante dolore il vedere come coll'imperdonabile +pretesto di apparenti differenze religiose, si tenti di promuovere +dissidii fra due nazioni che si resero egualmente +benemerite della umanità, l'una l'ebraica, pregando in Gerusalemme +per far discendere Iddio nell'uomo, l'altra la greca, +filosofando in Atene per rialzare l'uomo sino a Dio. +</p> + +<p> +“Ci è grato per altro di constatare come, <a id="ultimi"></a>in questi ultimi +anni, tali ingiustificabili dissidi sieno divenuti rarissimi e +tendano quasi a scomparire. +</p> + +<p> +“Non ci è dato intendere come la fondamentale differenza +religiosa che ci separa, e che, come è noto, consiste in ciò +soltanto che voi Israeliti proclamate non esser ancora venuto +il Messia, possa impedire agli uomini delle due nazioni di +vivere d'amore e d'accordo fra loro in qualunque paese si +trovino. Questa concordia sembra a noi tanto più necessaria +che Dio stesso ha detto agli Israeliti: “Voi mi sarete un +tesoro riposto d'infra tutti i popoli . . . . . +e mi sarete un +Reame sacerdotale e una gente santa.” (<cite>Es.</cite>, +<span class="sc num">xix</span>, 5, 6), +mentre poi lo stesso Dio comparso nel mondo sotto spoglie +umane disse a noi Cristiani: “Ma voi siete la generazione +eletta, il real sacerdozio, la gente santa, il popolo d'acquisto” +(<span class="sc num">i</span>. <cite>Pietro</cite> +<span class="sc num">ii</span>. 9). +</p> + +<p> +“Facciam voto infine di tutto cuore, reverendissimo, e speriamo +lo facciate voi pure che Ebrei e Cristiani, compreso +il vero spirito della loro religione, abbandonino per sempre +gli imperdonabili odii e rifuggano, con ogni maggior studio, +da dar causa a queste lotte, dissidi o differenze religiose +vivendo reciprocamente d'amore e d'accordo, siccome conviene +sopratutto oggi a popoli che pretendono far parte +del civile consorzio. +</p> + +<p> +“E con questo amorevole sentimento vi abbracciamo, reverendissimo, +e confidando che i nostri desiderii si realizzino +vi confermiamo i sentimenti della nostra considerazione. +</p> + +<p> +“Atene, 11 luglio 1883. +</p> + +<div class="destra"> + <div class="firma"> + <p class="center">“L'Archimandrita</p> + <p class="center">“<span class="sc aut g">Dionisio Latta</span>.”</p> + </div> +</div> + +<div class="chapter"> +<span class="pageno" title="377" id="page-377"></span> +</div> + +<h3 id="tit-43" class="documento"> +<a href="#ritit-43">XXXII.</a> +</h3> + +<p id="questioae" class="subtitle"> +La questione semitica in Russia<br/> +esposta dal principe Demidoff di San Donato. +</p> + +<p> +Crediamo non inopportuno dar luogo, fra' documenti, +alla seguente memoria del principe Demidoff, sulla +questione semitica in Russia. +</p> + +<blockquote> +<p> +“Il movimento popolare antisemitico verificatosi in questi +ultimi tempi, sotto diverse forme e con notevole insistenza, +ha di nuovo messo sul tappeto la così detta questione semitica. +</p> + +<p> +“La nomina di un presidente della Commissione incaricata +dell'esame di un così grave argomento, fa sperare che +la questione sia per avviarsi verso una soluzione regolare, +soluzione che dovrà essere tradotta in atto con lo allontanamento +di tutte le condizioni anormali in cui si aggira l'esistenza +degli Israeliti, sia sotto il punto di vista politico, +sia sotto l'aspetto sociale. Il che costituisce appunto il nodo +della questione medesima. +</p> + +<p> +“Uno dei caratteri essenziali e distintivi della situazione +fatta in Russia alla popolazione israelitica è l'impossibilità +in cui si trovano <a id="appartenenenti"></a>i sudditi appartenenti +alla religione ebraica +di trasportare liberamente il proprio domicilio al di +là dei confini assegnati per la loro dimora. In virtù di +questa legge restrittiva, la quasi totalità del contingente +israelitico, che ascende a circa tre milioni di abitanti, si +concentra nei Governi del Nord e del Sud-Ovest. E la forzata +agglomerazione sopra un territorio relativamente ristretto, +nonchè la concorrenza per procacciarsi i mezzi di +esistenza, derivata da questa agglomerazione medesima, +<span class="pageno" title="378" id="page-378"></span> +mettono gli abitanti israeliti in critica quanto penosa condizione, +obbligandoli in certo modo a transigere sulla scelta dei +mezzi che possono assicurare la loro sussistenza. +</p> + +<p> +“Ognuno conosce la miseria, talvolta straziante, che +stringe la grandissima maggioranza degli Ebrei russi; ed è +appunto da questa miseria che provengono, come conseguenza +naturale, quei fenomeni economici mostruosi, che indignano +il mondo civile, quali lo sfruttare con ogni mezzo la popolazione +indigena, l'usura e molti altri frutti riprovevoli ed +odiosi dei costumi israelitici. +</p> + +<p> +“Qualunque provvedimento repressivo riescirà sempre inefficace +a sradicare questi mali, i quali non possono essere +soppressi che col mezzo di una non interrotta e coordinata +sequela di riforme sostanziali nella esistenza degli sfruttatori, +non che in quella degli sfruttati. La diffusione della +istruzione, l'impianto del credito rurale, la diminuzione delle +imposte e dei balzelli di ogni specie, e nello stesso tempo +l'abolizione di quelle leggi antiquate, restrittive e convenzionali, +che vietano agli Ebrei la libertà di azione per procacciarsi +i mezzi di esistenza, ecco dove bisogna cercare il +rimedio ai mali deplorati, con fondata speranza di guarigione. +</p> + +<p> +“Il solo fatto di permettere agli Israeliti, di eleggere il +loro domicilio dove meglio loro talenta, basterebbe a rendere +più regolari i rapporti anormali fra Ebrei e Cristiani, nei +Governi del nord e sud-ovest, inquantochè ciò sarebbe come +il lasciare libera l'azione a quella fondamentale legge economica, +conosciuta sotto il nome di legge della domanda e +della offerta. Tanto più che questa specie di domicilio coatto +imposto agli Israeliti non vieta che, in tutto il rimanente +del territorio russo, l'usuraio indigeno e nazionale, conosciuto +sotto il nome di <em>Kulak</em>, cioè <em>pugno</em>, e che non ha nulla da +invidiare all'usuraio ebreo, non compia liberamente le sue +alte gesta, quando gli se ne presenta l'occasione. +</p> + +<p> +“I provvedimenti che saranno messi in opera onde garantire +il contadino da tutte le forme che riveste l'usura, +devono essere di tal genere da condurre seco l'abolizione di +questo flagello. +</p> + +<div> +<span class="pageno" title="379" id="page-379"></span> +</div> + +<p> +“Ma la questione che esaminiamo ha un altro lato non +meno grave e deplorevole. +</p> + +<p> +“Quell'indeterminato sentimento di odio e di disprezzo +contro gl'Israeliti che si osserva nel popolo russo, è senza +dubbio motivato da quel pregiudizio, tramandato di generazione +in generazione, e di secolo in secolo, che si basa sulla +differenza della religione, e che al giorno d'oggi, più che +mai, ha perduto qualunque ragione di essere. +</p> + +<p> +“E se devesi rimpiangere che nessuno cerchi di sradicare +questi pregiudizi, diffondendo nel popolo una razionale spiegazione +delle leggende e dei fatti storici, molto più è da +deplorarsi che si voglia mantenere questo stato di latente +ostilità per mezzo della ineguaglianza civile, che mette gli +israeliti in una condizione inferiore a quella di tutti gli altri +cittadini dello Stato. Da ogni parte si innalzano mormorii +contro lo spirito di corpo e la solidarietà degli Israeliti, contro +il loro isolamento dal resto della nazione, contro il loro +cocciuto dogmatismo religioso, che li allontana dal consorzio +umano, ecc. Ma non è egli anche da chiedersi se possa essere +altrimenti, dal momento che si mantengono tutte le +condizioni anormali che accompagnano la loro esistenza? +</p> + +<p> +“E questo isolamento degli Ebrei non potrà cessare che +se la nostra legislazione si occuperà seriamente di metterli +in posizione meno umiliante di fronte a noi, sopprimendo +qualunque restrizione ai loro diritti di cittadini; altrimenti +non solo l'odio contro gl'Israeliti non verrà sopito, ma dovrà +forzatamente scoppiare sempre con crescente violenza. +</p> + +<p> +“L'unificazione reale di tanti e così variati elementi che +compongono la popolazione russa, non è possibile se non a +patto di vedere istaurato un sistema di grande libertà civile +e di assoluta eguaglianza nei diritti e nei doveri di +ogni cittadino. È soltanto per mezzo di questi due potenti +motivi e livellatori della vita pubblica, che si potranno cancellare +le differenze di razza e di religione, differenze che +non hanno nessuna significazione per lo Stato; è soltanto +con tali fattori che si potrà creare la solidarietà dei pubblici +interessi, nonchè l'unione effettiva di tutta una vasta contrada. +</p> + +<div> +<span class="pageno" title="380" id="page-380"></span> +</div> + +<p> +“E siccome in questo processo di assimilazione di popoli +diversi, la nazionalità che avrà la supremazia sarà sempre +quella che si troverà essere la più forte e per il numero e +per il grado del suo sviluppo morale, così è da ritenersi per +certo che la russificazione effettiva, non quella apparente, di +tutti gli abitanti dell'Impero, non potrà aver luogo che +quando la Russia saprà atteggiarsi di fronte agl'Israeliti +come messaggera di principii nuovi, differenti da quelli che +furon loro creati dalla loro esistenza antecedente all'epoca in +cui essi furono totalmente allontanati dalla vita pubblica del +paese. +</p> + +<p> +“Ecco cosa osserva Macaulay, a proposito della elargizione +dei diritti politici e civili agli Israeliti in Inghilterra: +</p> + +<p> +“— Quando la società gode del benessere nella vita, un +contratto naturale ed inevitabile fa nascere spontaneo il sentimento +del patriottismo nella mente dei cittadini, i quali +sanno com'essi devono e il benessere e i piaceri dell'esistenza +al luogo che li unisce in un compatto sodalizio. Ma +sotto un Governo dispotico e partigiano questa fusione di +idee non può avere il significato che avrebbe avuto con un +miglior ordine di cose. Gli uomini sono costretti a cercare +nel seno del loro partito quella protezione ch'essi avrebbero +dovuto trovare nelle leggi del paese loro; questo ha +per conseguenza logica e necessaria di far rivolgere verso +il partito quei sentimenti che dovrebbero essere dedicati +alla patria.” +</p> + +<p> +“Noi, in Russia, abbiamo cura di sequestrare gl'israeliti +dal rimanente della popolazione, e poi ci meravigliamo se +scorgiamo nei primi una riluttanza spiccata contro ogni tentativo +di assimilazione o di unione. La causa della scissura +e dell'odio è dunque in noi medesimi, ed è dal nostro seno +che bisogna estirparla. +</p> + +<p> +“Se il Governo non vuole riconoscere gli Israeliti quali +cittadini proprii ad esercitare tutti i diritti accordati agli +altri, e se egli li subisce solamente come un male inevitabile +non vi è da aspettarsi, da parte di questi paria, sentimenti +diversi da quelli ch'essi nutrono per noi. +</p> + +<div> +<span class="pageno" title="381" id="page-381"></span> +</div> + +<p> +“In un caso analogo al nostro possiamo prendere esempio +dalla Francia, la quale ci prova come in certe date condizioni +gli Ebrei possono divenire, quanto altri mai, membri +utilissimi della nazione e del Governo. Essi stanno alla popolazione +totale di Parigi nella proporzione di 3 per 100; +eppure la questione israelitica è totalmente sconosciuta colà. +</p> + +<p> +“Ci rimarrebbe adesso da trattare un altro punto di vista +dell'argomento, quello cioè delle stolide accuse lanciate agli +Israeliti, cominciando dalle false interpretazioni con cui si +snaturano i libri del loro culto, e terminando coll'addebito +che vien loro fatto di servirsi del sangue cristiano per compiere +alcuni loro riti religiosi; ma nessuna di queste insulsaggini +merita di essere presa in esame e sottoposta alla +critica, perciò noi le mettiamo senz'altro da parte prendendo +piuttosto in considerazione altre accuse, le quali sembrano a +prima vista, non prive di qualche fondamento. +</p> + +<p> +“Si dice per esempio che gl'Israeliti sono incapaci di sopportare +qualunque lavoro fisico in generale, ed in ispecial +modo quello della coltivazione delle terre; che in qualunque +località essi si trovino i loro cespiti di guadagno saranno +sempre ricavati dal mestiere di rivenditore, di usuraio, di +mezzano, e che per conseguenza, accordando loro il diritto +di muoversi liberamente, si mettono a portata della loro capacità, +quei distretti ove essi potranno andare a stabilirsi. In +queste accuse un solo punto è vero, ed è quello che afferma +l'attitudine speciale degli israeliti alla mercatura di ogni genere; +e quest'attitudine ch'è infatti una particolarità tipica +della razza israelitica, la si deve a circostanze che esistono +da migliaia di anni. Ma però non bisogna neppure dimenticare +che una parte assai considerevole della popolazione israelitica +si occupa di ogni specie di mestieri, senza eccettuare +i più faticosi ed i più penosi, come a mo' di esempio, quelli +del maniscalco, del fabbro ed altri simili. Ed è altresì accertato +che in diverse località gl'Israeliti si dedicano anche alla +agricoltura; così nel Governo di Kiew, oltre 10,000 Ebrei di +ambo i sessi sono impiegati nella coltura della terra. Secondo +i calcoli della decima revisione fatta nel governo di +<span class="pageno" title="382" id="page-382"></span> +Vilna, apparisce che sopra 61,645 israeliti, 2966 erano agricoltori; +nel Caucaso una buona parte di operai agricoli è di +razza israelitica; anche nel Libano vi sono più di 100 famiglie +delle quali nove decimi lavorano la terra. +</p> + +<p> +“In molte altre località si riscontrano agricoltori israeliti, +ma noi reputiamo che gli esempi fino a qui addotti bastino +a provare che la razza israelitica non è poi tanto refrattaria +al lavoro della terra, quanto comunemente si sostiene. +</p> + +<p> +“E questo fatto è tanto più degno di nota, inquantochè, +eccezione fatta dalle colonie sperimentali fondate da Araktcheff, +le quali ebbero ad abortire, nessuno incoraggiamento +ed appoggio è mai stato accordato a questi tentativi, non +solo, ma è provato che ogni sforzo di questo genere ha sempre +incontrato difficoltà insuperabili nei regolamenti legislativi. +Basterà citare a conferma dell'asserzione il testo della ben +conosciuta legge del 1864, con cui <i class="quo">viene proibito agli Ebrei +di comperar terre dai privati nei governi di Vilna e di +Kovno, mentre s'inibiva ai proprietari russi di vendere, +affittare od ipotecare agli Ebrei le loro terre</i>. +</p> + +<p> +“Nell'anno 1881 questa legge fu estesa con un articolo +addizionale a tutta la popolazione israelitica a cui si vietava +la compra e l'affitto di terre in tutto il territorio dell'Ovest. +Ciò non di meno, com'è stato detto sopra, la parte predominante +della popolazione israelitica costituisce la classe dei +mezzani e rivenditori di prodotti delle industrie locali. E se +la mediazione rappresenta una delle funzioni vitali nella esistenza +economica delle nazioni finchè si mantiene nei limiti +necessari, essa diventa una calamità quando nella quantità +vi è eccedenza a questi limiti. +</p> + +<p> +“In ultima analisi è appunto sopra questa circostanza che +noi dobbiamo rivolgere la nostra attenzione. Ognuno deve +sapere che in ogni località, ove siano praticati l'industria ed +il commercio rurali, esiste <em>una proporzione matematica fra +il numero dei produttori ed il numero dei distributori</em>. +</p> + +<p> +“Eccezione fatta dalle condizioni della produzione locale, +vi sono altre cause da cui dipendono le proporzioni sopra +indicate. Tali sono il grado di densità della popolazione, i +<span class="pageno" title="383" id="page-383"></span> +mezzi di trasporto, ed infine tutta una serie di altri fattori, +i quali si trovano in rapporto col mercato locale; ma nei +governi del nord e del sud-ovest della Russia, le regole di +detta proporzione sono assolutamente infrante. Ed è in conseguenza +di questa sproporzione che si verifica un eccedente +considerevole di forze improduttrici, che escono dai limiti +menzionati, ed il cui mantenimento è un penoso aggravio +pei produttori. È in queste circostanze che devonsi cercare +le cause dei tumulti avvenuti in questi ultimi tempi. +</p> + +<p> +“Accordando agl'Israeliti un'assoluta eguaglianza nei diritti +civili ed il concorso di stabilire le loro dimore nei <em>governi +della grande Russia</em>, si otterrebbe senza dubbio alcuno +per i nostri confini il voluto equilibrio fra i due motori fondamentali +della nostra economia locale. In pari tempo, fissandosi +colà ove è maggiormente sentita la mancanza dei mediatori +per lo scambio dei prodotti, è evidente che una parte +della popolazione israelitica riempirebbe in breve tempo questa +grande lacuna. +</p> + +<p> +“In questa guisa, sopprimendo le condizioni dannose che +obbligano gl'Israeliti ad abitare certe date località, si trasformerebbe +un elemento nocivo in un fattore utile alla nostra +esistenza politica. +</p> + +<p> +“Nominato membro della Commissione instituita onde esaminare +la questione israelitica, ho creduto mio dovere di fare +immantinente noto alla Commissione stessa il mio modo di +vedere a questo proposito.” +</p> +</blockquote> + +<div class="blankpage"> +<span class="pageno" title="384" id="page-384"></span> +</div> + +<div class="chapter"> +<span class="pageno" title="385" id="page-385"></span> +</div> + +<h2 class="g"> +INDICE<br/> +<img src="images/i385.png" style="width: 4ex;" alt=""/> +</h2> + +<table class="indice" summary="Indice"> +<tr><td id="ritit-0" class="I0" colspan="2"><a href="#tit-0">Introduzione</a></td> + <td class="I3">pag.</td><td class="I4"><a href="#page-3">3</a></td> +</tr> +<tr><td id="ritit-1" class="I0" colspan="2"><a href="#tit-1">Costituiscono + gli Ebrei una razza speciale?</a></td> + <td class="I3">”</td><td class="I4"><a href="#page-23">23</a></td> +</tr> +<tr><td id="ritit-2" class="I0" colspan="2"><a href="#tit-2">Il Talmud</a></td> + <td class="I3">”</td><td class="I4"><a href="#page-41">41</a></td> +</tr> +<tr><td id="ritit-3" class="I0" colspan="2"><a href="#tit-3">Attitudini + economiche dell'Ebreo</a></td> + <td class="I3">”</td><td class="I4"><a href="#page-97">97</a></td> +</tr> +<tr><td id="ritit-4" class="I0" colspan="2"><a href="#tit-4">Dell'uso + del sangue cristiano nei riti ebraici</a></td> + <td class="I3">”</td><td class="I4"><a href="#page-137">137</a></td> +</tr> +<tr><td id="ritit-5" class="I0" colspan="2"><a href="#tit-5">Di varie + pubblicazioni antisemitiche</a></td> + <td class="I3">”</td><td class="I4"><a href="#page-223">223</a></td> +</tr> +<tr><td class="I1"><a href="#tit-6"><i>a)</i></a></td> + <td id="ritit-6" class="I2"><a href="#tit-6">Lettera al sig. + Direttore della <cite>Civiltà Cattolica</cite></a></td> + <td class="I3">”</td><td class="I4"><a href="#page-223">ivi</a></td> +</tr> +<tr><td class="I1"><a href="#tit-7"><i>b)</i></a></td> + <td id="ritit-7" class="I2"><a href="#tit-7"><i>G. B. + Borelli</i> — La questione semitica e la sua + possibile soluzione</a></td> + <td class="I3">”</td><td class="I4"><a href="#page-241">241</a></td> +</tr> +<tr><td class="I1"><a href="#tit-8"><i>c)</i></a></td> + <td id="ritit-8" class="I2"><a href="#tit-8"><cite xml:lang="fr">L'Antisémitique</cite> + (giornale) Montdidier</a></td> + <td class="I3">”</td><td class="I4"><a href="#page-243">243</a></td> +</tr> +<tr><td class="I1"><a href="#tit-9"><i>d)</i></a></td> + <td id="ritit-9" class="I2"><a href="#tit-9"><i>Osman Bey</i> — Gli + Ebrei alla conquista del mondo</a></td> + <td class="I3">”</td><td class="I4"><a href="#page-248">248</a></td> +</tr> +<tr><td class="I1"><a href="#tit-10"><i>e)</i></a></td> + <td id="ritit-10" class="I2"><a href="#tit-10">Dell'uso del sangue + cristiano nei riti ebraici</a></td> + <td class="I3">”</td><td class="I4"><a href="#page-264">264</a></td> +</tr> +<tr><td id="ritit-11" class="I0" colspan="2"><a href="#tit-11">Documenti</a></td> + <td class="I3">”</td><td class="I4"><a href="#page-273">273</a></td> +</tr> +<tr><td class="I1"><a href="#tit-12">1.</a></td> + <td id="ritit-12" class="I2"><a href="#tit-12">La leggenda di Dama</a></td> + <td class="I3">”</td><td class="I4"><a href="#page-273">ivi</a></td> +</tr> +<tr><td class="I1"><a href="#tit-13">2.</a></td> + <td id="ritit-13" class="I2"><a href="#tit-13">Lettera patente + dell'imperatore Federico III</a></td> + <td class="I3">”</td><td class="I4"><a href="#page-276">276</a></td> +</tr> +<tr><td class="I1"><a href="#tit-14">3.</a></td> + <td id="ritit-14" class="I2"><a href="#tit-14">Lettera del Doge di + Venezia, Pietro Mocenigo, al podestà e capitano di Padova</a></td> + <td class="I3">”</td><td class="I4"><a href="#page-278">278</a></td> +</tr> +<tr><td class="I1"><a href="#tit-15">4.</a></td> + <td id="ritit-15" class="I2"><a href="#tit-15">Bona e G. Galeazzo + M. Sforza</a></td> + <td class="I3">”</td><td class="I4"><a href="#page-280">280</a></td> +</tr> +<tr><td class="I1"><a href="#tit-16">5.</a></td> + <td id="ritit-16" class="I2"><a href="#tit-16">Massimiliano II</a></td> + <td class="I3">”</td><td class="I4"><a href="#page-295">295</a></td> +</tr> +<tr><td class="I1"><a href="#tit-17">6.</a></td> + <td id="ritit-17" class="I2"><a href="#tit-17">Martino Lutero</a></td> + <td class="I3">”</td><td class="I4"><a href="#page-299">299</a></td> +</tr> +<tr><td class="I1"><a href="#tit-18">7.</a></td> + <td id="ritit-18" class="I2"><a href="#tit-18">Stefano Re di Polonia</a></td> + <td class="I3">”</td><td class="I4"><a href="#page-300">300</a></td> +</tr> +<tr><td class="I1"><a href="#tit-19">8.</a></td> + <td id="ritit-19" class="I2"><a href="#tit-19">Sentenza a favore di + Giuseppe Ebreo Veronese</a></td> + <td class="I3">”</td><td class="I4"><a href="#page-303">303</a></td> +</tr> +<tr><td class="I1"><a href="#tit-20">9.</a></td> + <td id="ritit-20" class="I2"><a href="#tit-20">Giovanni Cristoforo + Wagenseil</a></td> + <td class="I3">”</td><td class="I4"><a href="#page-305">305</a></td> +</tr> +<tr><td class="I1"><a href="#tit-21">10.</a></td> + <td id="ritit-21" class="I2"><a href="#tit-21">Parere della facoltà + teologica di Lipsia</a></td> + <td class="I3">”</td><td class="I4"><a href="#page-308">308</a></td> +</tr> +<tr><td class="I1"><a href="#tit-22">11.</a><span class="pageno" title="386" id="page-386"></span> +</td> + <td id="ritit-22" class="I2"><a href="#tit-22">Lettera del cardinal + Corsini a monsignor Nunzio Apostolico di Polonia</a></td> + <td class="I3">”</td><td class="I4"><a href="#page-318">318</a></td> +</tr> +<tr><td class="I1"><a href="#tit-23">12.</a></td> + <td id="ritit-23" class="I2"><a href="#tit-23">Legge ungherese + dell'anno 1791</a></td> + <td class="I3">”</td><td class="I4"><a href="#page-320">320</a></td> +</tr> +<tr><td class="I1"><a href="#tit-24">13.</a></td> + <td id="ritit-24" class="I2"><a href="#tit-24">Una fanciulla smarrita + a Mantova e poi trovata</a></td> + <td class="I3">”</td><td class="I4"><a href="#page-321">321</a></td> +</tr> +<tr><td class="I1"><a href="#tit-25">14.</a></td> + <td id="ritit-25" class="I2"><a href="#tit-25">Il predicatore di + corte canonico Giovanni Emanuele Veit</a></td> + <td class="I3">”</td><td class="I4"><a href="#page-323">323</a></td> +</tr> +<tr><td class="I1"><a href="#tit-26">15.</a></td> + <td id="ritit-26" class="I2"><a href="#tit-26">Dichiarazione del + prof. Molitor</a></td> + <td class="I3">”</td><td class="I4"><a href="#page-325">325</a></td> +</tr> +<tr><td class="I1"><a href="#tit-27">16.</a></td> + <td id="ritit-27" class="I2"><a href="#tit-27">Consigliere aulico prof. + dott. H. von Schubert</a></td> + <td class="I3">”</td><td class="I4"><a href="#page-329">329</a></td> +</tr> +<tr><td class="I1"><a href="#tit-28">17.</a></td> + <td id="ritit-28" class="I2"><a href="#tit-28">Narrazione del reverendo + M. Pieritz</a></td> + <td class="I3">”</td><td class="I4"><a href="#page-330">330</a></td> +</tr> +<tr><td class="I1"><a href="#tit-29">18.</a></td> + <td id="ritit-29" class="I2"><a href="#tit-29">Firmano del sultano; + 1840</a></td> + <td class="I3">”</td><td class="I4"><a href="#page-331">331</a></td> +</tr> +<tr><td class="I1"><a href="#tit-30">19.</a></td> + <td id="ritit-30" class="I2"><a href="#tit-30">Processo di Badia</a></td> + <td class="I3">”</td><td class="I4"><a href="#page-333">333</a></td> +</tr> +<tr><td class="I1"><a href="#tit-31">20.</a></td> + <td id="ritit-31" class="I2"><a href="#tit-31">Dichiarazione del R. + Procuratore Generale di Aquisgrana</a></td> + <td class="I3">”</td><td class="I4"><a href="#page-349">349</a></td> +</tr> +<tr><td class="I1"><a href="#tit-32">21.</a></td> + <td id="ritit-32" class="I2"><a href="#tit-32">Ignazio Von Döllinger</a></td> + <td class="I3">”</td><td class="I4"><a href="#page-352">352</a></td> +</tr> +<tr><td class="I1"><a href="#tit-33">22.</a></td> + <td id="ritit-33" class="I2"><a href="#tit-33">Professore dott. + Nöldecke di Strasburgo</a></td> + <td class="I3">”</td><td class="I4"><a href="#page-354">354</a></td> +</tr> +<tr><td class="I1"><a href="#tit-34">23.</a></td> + <td id="ritit-34" class="I2"><a href="#tit-34">Professore dott. + A. Merx di Heidelberg</a></td> + <td class="I3">”</td><td class="I4"><a href="#page-355">355</a></td> +</tr> +<tr><td class="I1"><a href="#tit-35">24.</a></td> + <td id="ritit-35" class="I2"><a href="#tit-35">Professore dott. + Carlo Bernardo Stade di Giessen</a></td> + <td class="I3">”</td><td class="I4"><a href="#page-357">357</a></td> +</tr> +<tr><td class="I1"><a href="#tit-36">25.</a></td> + <td id="ritit-36" class="I2"><a href="#tit-36">Facoltà teologica + dell'Università di Amsterdam</a></td> + <td class="I3">”</td><td class="I4"><a href="#page-358">358</a></td> +</tr> +<tr><td class="I1"><a href="#tit-37">26.</a></td> + <td id="ritit-37" class="I2"><a href="#tit-37">Professore dott. Carlo + Siegfried di Jena</a></td> + <td class="I3">”</td><td class="I4"><a href="#page-359">359</a></td> +</tr> +<tr><td class="I1"><a href="#tit-38">27.</a></td> + <td id="ritit-38" class="I2"><a href="#tit-38">Professore Francesco + Delitzch; 1882</a></td> + <td class="I3">”</td><td class="I4"><a href="#page-360">360</a></td> +</tr> +<tr><td class="I1"><a href="#tit-39">28.</a></td> + <td id="ritit-39" class="I2"><a href="#tit-39">Lettera di Mons. Kopp, + vescovo di Fulda</a></td> + <td class="I3">”</td><td class="I4"><a href="#page-362">362</a></td> +</tr> +<tr><td class="I1"><a href="#tit-40">29.</a></td> + <td id="ritit-40" class="I2"><a href="#tit-40">Ernesto Renan</a></td> + <td class="I3">”</td><td class="I4"><a href="#page-363">363</a></td> +</tr> +<tr><td class="I1"><a href="#tit-41">30.</a></td> + <td id="ritit-41" class="I2"><a href="#tit-41">Discorso dell'Em. + Card. Manning</a></td> + <td class="I3">”</td><td class="I4"><a href="#page-365">365</a></td> +</tr> +<tr><td class="I1"><a href="#tit-42">31.</a></td> + <td id="ritit-42" class="I2"><a href="#tit-42">Il giornale <cite>Sion</cite> + e l'opinione di un archimandrita greco</a></td> + <td class="I3">”</td><td class="I4"><a href="#page-373">373</a></td> +</tr> +<tr><td class="I1"><a href="#tit-43">32.</a></td> + <td id="ritit-43" class="I2"><a href="#tit-43">La questione semitica + in Russia, esposta dal principe Demidoff di S. Donato</a></td> + <td class="I3">”</td><td class="I4"><a href="#page-377">377</a></td> +</tr> +</table> + +<div class="tn section" id="TN"> +<h2 class="nobreak"> +Nota di trascrizione +</h2> + +<p>L'ortografia originale è stata preservata fedelmente. Sono state mantenute +tutte le varianti (o gli errori) nei nomi +incontrati: per esempio Judei/Judaei/Judæi; +Mosè/Moisè; Bartholoccius/Bartolocius; Crémieux/Cremieux; Esslar/Eszlar; +Cosri/cozri/Cosari; Kosut per Lajos Kossuth; Montefiori per Moses Montefiore; +Krabano Mauro per Hrabanus Maurus; Pfefferckorn/Pfeffercorn/Pffeffercorn +per Johannes Pfefferkorn.</p> +<p>Le trascrizioni dall'ebraico sono pure varie e mutevoli, +come in Mezià/Metzià/Mezhià, +<a href="#Fn_118"><cite class="sc">Abot</cite> di Rabbi +Natan</a>/<a href="#Fn_159"><cite class="sc">Havod Deribi Nadan</cite></a>/<a href="#Fn_163"><cite class="sc">Avot de R. Nathan</cite></a>/<a href="#Fn_173"><cite class="sc">Havod Deribi Natan</cite></a>. +In generale, la lettera ebraica ת è +alternativamente trascritta con <i>d</i> o con <i>t</i>. +</p> + +<p>Sono stati mantenuti gli errori bibliografici del testo: ad esempio, +il titolo corretto del libro citato a <a href="#Fn_54">nota 1 di p. 41</a> è: +<a id="birt"></a><cite xml:lang="en">The history of Christianity: from the birth +of Christ to the abolition of paganism in the Roman Empire</cite> by +<i>Rev. H. H. Milman</i>; <a href="#Fn_89">in nota a p. 61</a> +<span class="sc aut" id="gans">Davide</span>, <cite>Ganz Tzemach David.</cite> +sta +per il <cite>Tzemach David</cite> di <span class="aut">David Gans</span>; +<a id="francerco"></a>il curatore degli <cite>Annali del Principato +Ecclesiastico di Trento</cite> +citati in <a href="#Fn_255">nota 1 a p. 147</a> è Tommaso (non +Francerco) Gar; il titolo del saggio sulla storia della chiesa russa +citato nella <cite xml:lang="fr">Revue des deux mondes</cite> è +<a href="#ritserkvy" id="tserkvy">Istoriia Rousskoï tserkvy</a>.</p> + +<p>La trascrizione dei documenti antichi è stata riportata tal quale, non +essendo possibile risalire agli originali. Sono stati mantenuti accenti +dubbi, come il "<a href="#vocati">Fuerunt vocatì</a>" di p. 285. +Non si è tentato di differenziare le lettere <i>u</i> e <i>v</i> secondo +l'uso moderno nei documenti IV. (9º), V. e VIII. +</p> + +<p>I seguenti refusi, indubbi, sono stati corretti:</p> + +<ul> +<li><span class="loc">p. 31, l. 7:</span> Nè il legistatore → + <a href="#legislatore">Nè il legislatore</a></li> +<li><span class="loc">p. 69, l. 4:</span> nella sua <cite xml:lang="la">Historia + ecclesiastica</cite> come nel concilio, → + <a href="#concilio">nella sua + <cite xml:lang="la">Historia ecclesiastica</cite>, come nel + concilio</a></li> +<li><span class="loc">p. 73, l. 18:</span> vittoria, qual era → + <a href="#qualera">vittoria, qual'era</a></li> +<li><span class="loc">p. 77, nota 1:</span> <cite>Nedanim</cite> → + <a href="#Fn_121"><cite>Nedarim</cite></a></li> +<li><span class="loc">p. 78, nota 2</span> + <cite class="sc">Beeescid Rabbà</cite> → + <a href="#Fn_125"><cite class="sc">Berescid Rabbà</cite></a></li> +<li><span class="loc">p. 88, nota 2:</span> <cite class="sc">Miscnà</cite> → + <a href="#Fn_165"><cite class="sc">Mischnà</cite></a></li> +<li><span class="loc">p. 117, nota 2:</span> + <cite xml:lang="fr">Reflexions d'un Milord</cite> → + <a href="#Fn_216"><cite xml:lang="fr">Réflexions d'un Milord</cite></a></li> +<li><span class="loc">p. 117, nota 3:</span> + <cite xml:lang="fr">Révue des Etudes Juives</cite> → + <a href="#Fn_217"><cite xml:lang="fr">Revue des Etudes Juives</cite></a></li> +<li><span class="loc">p. 158, nota 1, l. 21:</span> + <cite xml:lang="de">Johannes Chrysostomus uad die Kirche</cite> → + <a href="#uad"><cite xml:lang="de">Johannes Chrysostomus + und die Kirche</cite></a>.</li> +<li><span class="loc">p. 158, nota 1, l. 23:</span> + <cite xml:lang="de">Geschichte des Christenthums und der + christlichen Lebens</cite> → + <a href="#des"><cite xml:lang="de">Geschichte des Christenthums + und des christlichen Lebens</cite></a></li> +<li><span class="loc">p. 159, seguito nota prec., l. 5:</span> + <cite xml:lang="de">Pflangung und Leitung</cite> → + <a href="#pflangung"><cite xml:lang="de">Pflanzung und + Leitung</cite></a></li> +<li><span class="loc">p. 194, l. 13–14:</span> On + ne negligea pas de s'en servir, et plus d'un Parisien + bavard alla réflechir → + <a href="#negligea">On ne négligea pas de s'en servir, et plus + d'un Parisien bavard alla réfléchir</a></li> +<li><span class="loc">p. 199, nota 1, l. 24:</span> un enfant nouveau-nè, + l'enfant d'une fille non marièe → + <a href="#enfant">un enfant nouveau-né, l'enfant d'une fille non + mariée</a></li> +<li><span class="loc">p. 199, nota 1, l. 27:</span> chez les payens → + <a href="#payens">chez les païens</a></li> +<li><span class="loc">p. 201, l. 12:</span> Arséne Houssaye → + <a href="#Arsene">Arsène Houssaye</a></li> +<li><span class="loc">p. 205, l. 22–23:</span> per vendicarsi de + loro parenti → <a href="#parenti"> per vendicarsi dei + loro parenti</a></li> +<li><span class="loc">p. 238, l. 10:</span> <i>generaziene</i> di Gesù → + <a href="#generaziene"><i>generazione</i> di Gesù</a></li> +<li><span class="loc">p. 256, l. 9:</span> libricciatolo → + <a href="#libricciatolo">libricciattolo</a></li> +<li><span class="loc">p. 271, l. 12:</span> von christichen Seite → + <a href="#christlicher">von christlicher Seite</a></li> +<li><span class="loc">p. 301, l. 5:</span> comperandolo dai Cristianì → + <a href="#cristiani">comperandolo dai Cristiani</a></li> +<li><span class="loc">p. 305, titolo:</span> XI. → + <a href="#tit-20">IX.</a></li> +<li><span class="loc">p. 317, l. 8:</span> in ogni pnnto e clausola → + <a href="#pnnto">in ogni punto e clausola</a></li> +<li><span class="loc">p. 327, l. 6–7:</span> dell l'8 → + <a href="#dell8">dell'8</a></li> +<li><span class="loc">p. 328, l. 18:</span> qualunque us di sangue → + <a href="#uso">qualunque uso di sangue</a></li> +<li><span class="loc">p. 337, l. 2:</span> in istato d accusa → + <a href="#daccusa">in istato d'accusa</a></li> +<li><span class="loc">p. 376, l. 8:</span> in questi ultimi, → + <a href="#ultimi">in questi ultimi</a></li> +<li><span class="loc">p. 377, l. 2:</span> La questioae → + <a href="#questioae">La questione</a></li> +<li><span class="loc">p. 377, l. 20:</span> i sudditi appartenenenti → + <a href="#appartenenenti">i sudditi appartenenti</a></li> +<li><span class="loc">p. 386, l. 9:</span> prof. dott. H. von Scubert → + <a href="#ritit-27">prof. dott. H. von Schubert</a></li> +<li><span class="loc">p. 386, l. 21:</span> Professore dott. Carlo Siegfreid → + <a href="#ritit-37">Professore dott. Carlo Siegfried</a></li> +</ul> + +<p>Sono stati aggiunti accenti tonici mancanti sui termini greci, +in originale <a href="#rhetrai">Ρήτραι</a>, +<a href="#kratesimachos">Κρατησιμαχος</a>, +<a href="#deuterosis">δευτερωσις</a>.</p> + +<p>Punti e virgole mancanti o sovrabbondanti nelle abbreviazioni, nei titoli, +nelle citazioni bibliografiche +e nelle firme dei documenti, come pure virgolette mancanti o superflue, +punti invece di segni ordinali nei titoli delle <cite>Varie pubblicazioni +antisemitiche</cite>, sono stati tacitamente +corretti. +</p> + +</div> + +<div>*** END OF THE PROJECT GUTENBERG EBOOK 45807 ***</div> +</body> +</html> diff --git a/45807/45807-h/images/cover7.jpg b/45807-h/images/cover7.jpg Binary files differindex 343f32a..343f32a 100644 --- a/45807/45807-h/images/cover7.jpg +++ b/45807-h/images/cover7.jpg diff --git a/45807/45807-h/images/i000.png b/45807-h/images/i000.png Binary files differindex 16d8197..16d8197 100644 --- a/45807/45807-h/images/i000.png +++ b/45807-h/images/i000.png diff --git a/45807/45807-h/images/i001.png b/45807-h/images/i001.png Binary files differindex e76a9fa..e76a9fa 100644 --- a/45807/45807-h/images/i001.png +++ b/45807-h/images/i001.png diff --git a/45807/45807-h/images/i003a.png b/45807-h/images/i003a.png Binary files differindex e408268..e408268 100644 --- a/45807/45807-h/images/i003a.png +++ b/45807-h/images/i003a.png diff --git a/45807/45807-h/images/i003b.png b/45807-h/images/i003b.png Binary files differindex c096736..c096736 100644 --- a/45807/45807-h/images/i003b.png +++ b/45807-h/images/i003b.png diff --git a/45807/45807-h/images/i294a.png b/45807-h/images/i294a.png Binary files differindex 83c6f7f..83c6f7f 100644 --- a/45807/45807-h/images/i294a.png +++ b/45807-h/images/i294a.png diff --git a/45807/45807-h/images/i294b.png b/45807-h/images/i294b.png Binary files differindex 95cffea..95cffea 100644 --- a/45807/45807-h/images/i294b.png +++ b/45807-h/images/i294b.png diff --git a/45807/45807-h/images/i385.png b/45807-h/images/i385.png Binary files differindex e8b3c5c..e8b3c5c 100644 --- a/45807/45807-h/images/i385.png +++ b/45807-h/images/i385.png diff --git a/45807/45807-0.zip b/45807/45807-0.zip Binary files differdeleted file mode 100644 index 6484aaa..0000000 --- a/45807/45807-0.zip +++ /dev/null diff --git a/45807/45807-h.zip b/45807/45807-h.zip Binary files differdeleted file mode 100644 index ee2ad5a..0000000 --- a/45807/45807-h.zip +++ /dev/null |
