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-The Project Gutenberg EBook of Pro Judaeis, by Corrado Guidetti
-
-This eBook is for the use of anyone anywhere at no cost and with
-almost no restrictions whatsoever. You may copy it, give it away or
-re-use it under the terms of the Project Gutenberg License included
-with this eBook or online at www.gutenberg.org
-
-
-Title: Pro Judaeis
- Riflessioni e Documenti
-
-Author: Corrado Guidetti
-
-Release Date: May 28, 2014 [EBook #45807]
-
-Language: Italian
-
-Character set encoding: UTF-8
-
-*** START OF THIS PROJECT GUTENBERG EBOOK PRO JUDAEIS ***
-
-
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-
-Produced by Enrico Segre and the Online Distributed
-Proofreading Team at PGDP (http://www.pgdp.net)
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-
- AVVISO
-
-
-Chiunque avesse notizie o documenti sopra le questioni discusse nel
-presente volume, farà cosa grata indirizzandoli al sig. Dottore Corrado
-Guidetti presso la tipografia Roux e Favale.
-
-
-
-
- CORRADO GUIDETTI
- DOTTORE IN LETTERE
- ——————————————————————————————————————————————————
-
- PRO JUDÆIS
- RIFLESSIONI E DOCUMENTI
-
- Das Aergste weiss die Welt von mir und ich
- Kann sagen ich bin besser als mein Ruf.
-
- SCHILLER, _Maria Stuarda_.
-
- TORINO
- TIPOGRAFIA ROUX e FAVALE
- 1884.
-
-
- ——————————
- _Diritto di riproduzione e traduzione riservato_
- ——————————
-
-
-
-
- INTRODUZIONE
-
-
-Chi consideri superficialmente i fenomeni sociali, non può non essere
-colpito dal risvegliarsi in molti Stati d'Europa di una agitazione più o
-meno sorda contro gli Ebrei.
-
-A primo aspetto, sembrerebbe che il soffio vigoroso della prima
-rivoluzione francese avesse dovuto far sparire ogni distinzione fra
-cittadini, basata sul semplice fatto della fede professata.
-
-Sembrerebbe che il diritto di adorare Dio secondo la propria credenza,
-fosse uno dei più saldi, dei più indiscutibili portati della moderna
-civiltà.
-
-Sembrerebbe, sopratutto, oltraggio alla umana ragione dover invocare
-dagli scrittori discorrenti degli Ebrei, che applichino loro
-quell'elementare principio di equità da Carlo V, Re di Francia, nel XIV
-secolo sancito con apposita legge: non doversi l'intiera nazione ebrea
-tener responsabile delle colpe di ogni singolo ebreo.
-
-Eppure, non è così.
-
-Non soltanto nell'Oriente di Europa, dove la questione si complica e si
-innesta ad altre di svariata natura, si sveglia un movimento contro gli
-Ebrei; ma da questo movimento non vanno immuni i paesi più civili
-d'Europa.
-
-In Germania, la terra classica della persecuzione contro gli Ebrei, come
-sin dal diciassettesimo secolo avvertiva Basnage (1), si bandisce una
-crociata contro di loro, ed a capo del movimento stanno un ateo,
-dichiarato e riconosciuto, il signor Henrici (2), ed un ministro
-protestante, il dott. Stöcker, predicatore di Corte a Berlino.
-
-In Francia lo stesso movimento si accentua ed è già abbastanza vivo per
-darsi il lusso di un organo speciale, l'_Antisémitique_, che vede la
-luce in Montdidier, ed al quale ci sarà pur forza consacrare più innanzi
-qualche parola, benchè ci sia noto che l'opera insensata dei redattori
-di quel giornale non giova che ad ammassare sulle loro teste il generale
-disprezzo.
-
-Ed anche nella nostra Italia, dove, dal 1848 sino alla completa
-unificazione della penisola, gli Ebrei sembrarono identificarsi col
-resto della popolazione, colla quale avevano avuti comuni i patimenti
-della oppressione ed i pericoli delle congiure e delle battaglie, oggi
-non manca chi soffi nel fuoco, e libelli di propaganda antisemitica
-vanno spargendosi a piene mani nelle campagne.
-
-Se la guerra contro gli Ebrei avesse a ragione la differenza di fede; se
-a capo di questo movimento fossero i Papi, i Vescovi, la Chiesa in una
-parola; se agli Ebrei di oggi giorno si volesse far scontare la colpa
-dei loro antenati, la pertinace convinzione con la quale, malgrado
-persecuzioni d'ogni sorta, mantennero intatta la loro fede, noi non
-avremmo che a constatare una nuova manifestazione di quel fanatismo di
-cui tutti i secoli e tutte le credenze hanno dato numerosi esempî.
-
-Le persecuzioni per ragione di fede non ci sorpresero mai. E se, mossi
-da quello spirito di carità che è nel cuore di ogni uomo, quando l'alito
-delle passioni non lo spegne, guardiamo inorriditi alle fiamme dei
-roghi, li accenda, come in Ispagna, un domenicano fanatico, o, come in
-Ginevra, il bieco Calvino, al nostro orrore non si mesce sorpresa.
-
-La fede è il più nobile patrimonio dell'uomo, e per ciò appunto i suoi
-eccessi generano il fanatismo più pericoloso. I più atroci delitti hanno
-sovente origine dalla esagerazione delle più elevate passioni.
-
-Ma sì, che i moderni antisemiti pensano proprio a tutto ciò! L'idea di
-vendicare il Dio crocifisso è tanto lungi da loro, quanto lo era dalle
-orde fanatiche che nell'XI secolo trucidarono gli Ebrei di Worms, che
-affermavansi discendenti da una colonia giudaica, migrata da Palestina
-ben prima della nascita di N. S. G. Cristo, e quindi ad ogni modo non
-responsabili di quella morte, neppure se le colpe degli avi s'avessero a
-vendicare sui tardi nepoti.
-
-Guardiamoli in viso questi persecutori degli Ebrei, questi individui,
-scarsi di numero e ricchi di audacia, che senza aver tampoco la scusa
-del fanatismo religioso, vogliono ricondurci ai più tristi tempi del
-medio evo; squarciamo il velo sotto cui si asconde questo movimento,
-decorato del pomposo nome di _antisemitismo_, e vedremo che sotto di
-esso si cela una nuova faccia di quel mostro che vuole avvolgere il
-mondo nelle sue spire, e che, per usare una parola, oggi abusata,
-chiamerò radicalismo (3).
-
-L'ebreo è ricco, od almeno lo si crede tale — se lo sia, e perchè lo
-sia, vedremo nel corso di queste pagine — ma è creduto tale, e per ciò
-soltanto gli si muove guerra.
-
-La sua ricchezza è e fu sempre il suo delitto.
-
-L'industria, la coesione, la ricchezza degli Ebrei ebbero sempre il
-triste privilegio di eccitare l'invidia e il malvolere. I Faraoni eran
-gelosi di loro sin da quando i figli di Israele cominciarono ad
-arricchire nella terra di Gessen, e gli idalghi ed i priori della Spagna
-cattolica furono gelosi a loro volta, allorquando un Ebreo divenne
-ministro delle finanze del Re Alfonso.
-
-Ed oggi ancora i persecutori degli Ebrei appartengono a quel partito,
-che potrebbe a buon dritto chiamarsi il partito dell'invidia.
-
-Cerchiamo oggi gli agitatori delle passioni antisemitiche in quei paesi,
-dove l'ignoranza dei più permette loro di mostrarsi a viso aperto, in
-Ungheria per esempio, e li vedremo sedere in Parlamento sui banchi della
-estrema sinistra (4).
-
-In Francia, non son sei o sette anni, si combatteva dai radicali la
-elezione a consigliere generale di un membro della famiglia Rothschild,
-trattandolo da clericale!! Oggi che l'antisemitismo va facendo
-progressi, lo si combatterebbe perchè ebreo!
-
-Clericale od ebreo, è tutt'uno per coloro che mirano a scuotere la
-società dalle sue basi, a distruggere la famiglia, la proprietà, la
-religione.
-
-E non è soltanto la ricchezza, vera o creduta tale, degli Ebrei che li
-designa ai colpi dei loro avversarî.
-
-L'ebreo, in qualsivoglia paese del mondo civile lo si consideri, è
-essenzialmente liberale. — Mi sia concesso avvalorare questa mia
-affermazione colle parole di uno dei più illustri scrittori del nostro
-secolo, di Ernesto Rénan (5):
-
-“Il giudaismo, scrisse il professore francese, che ha tanto giovato per
-lo passato, gioverà anche in avvenire. Esso servirà la vera causa, la
-causa del liberalismo, dello spirito moderno. Ogni ebreo è liberale. Lo
-è per natura. I nemici del giudaismo, al contrario, guardateli da
-vicino, e vedrete che sono generalmente i nemici dello spirito
-moderno” (6).
-
-In queste poche parole è mirabilmente riassunta la questione.
-
-Sì; l'ebreo è liberale, essenzialmente liberale. Dalla sua lunga
-persecuzione, dalle sue secolari tribolazioni, esso ha imparato una cosa
-sola: ad odiare non i persecutori, ma la persecuzione, ad amare di vivo
-affetto la libertà, ma la libertà vera, quella che come sole
-fulgentissimo riluce per tutti gli uomini, qualunque sia la loro
-opinione, qualunque l'abito che vestano.
-
-E di questo spirito del giudaismo la letteratura, la storia offron prove
-a bizzeffe. Ne addurremo soltanto due:
-
-Uno dei più illustri fra gli scrittori ebrei, il più illustre forse dopo
-il Maimonide, Abarbanello (7), che alla teoria dell'uomo di studî
-congiungeva la pratica dell'uomo di Stato, ci lasciò nei suoi
-_Commentarî_ delle dissertazioni di pubblico giure degnissime di studio.
-In queste egli esamina le diverse forme di governo e dà la preferenza
-alla forma repubblicana, od almeno alla monarchia temperata (notisi che
-Abarbanello scriveva nel XV secolo!). Esaminando in seguito quale sia il
-dovere dei sudditi, anche sotto un re malvagio e tiranno, insegna che il
-popolo non ha nè il potere, nè il diritto di ribellarsi,
-“contrariamente, dice egli, all'opinione dei saggi cristiani che
-scrissero di questo argomento” (8).
-
-Nè si creda che le teorie del dotto ebreo non siano seguite da coloro
-che professano la religione mosaica. La rivoluzione francese fu per gli
-Ebrei un'êra di redenzione; essa soltanto ha spezzato i ceppi in cui da
-diciotto secoli gemeva la nazione ebraica; essa prima, dallo stato
-vilissimo in cui vivevano, li ha elevati a dignità di uomini, di
-cittadini. Nessuna meraviglia adunque che gli Ebrei favorissero quella
-rivoluzione e ne sposassero con ardore i principî. Pure il filosofo
-della storia non deve dimenticare che non un ebreo — non uno — si trova
-fra gli uomini che bruttarono coi loro eccessi quella rivoluzione, non
-uno fra i sicarî del 93 e fra coloro che colle più efferate licenze
-coprirono di obbrobrio il sacro nome di libertà (9).
-
-E ciò, ripetiamolo, perchè l'ebreo è assolutamente liberale, nel buono,
-nel vero senso della parola.
-
-Il radicalismo, invece, è essenzialmente nemico del liberalismo, perchè
-è essenzialmente persecutore. E questa è una nuova ragione dell'odio che
-il radicalismo nutre contro gli Ebrei.
-
-Esso, che prova sempre il bisogno di nuove vittime, che oggi espelle i
-RR. Padri della Compagnia di Gesù, che domani perseguita altri pel solo
-fatto che nacquero da illustre prosapia, non può non esser nemico dello
-Ebreo, il quale vuole per sè la libertà come la vuole per gli altri, e
-combatte per essenza, per indole, per interesse, tutte le distinzioni
-basate sulla nascita, sulla fede.
-
-Ecco perchè, con mostruoso connubio, _Culturkampf_ ed antisemitismo
-poterono nascere quasi ad un tempo e sulla stessa terra (10).
-
-E qui ci si para spontanea dinanzi un'obbiezione.
-
-Ci si dirà. Voi dipingete i radicali come i più feroci nemici degli
-Ebrei; eppure noi tutti conosciamo radicali notissimi che sono ben lungi
-dal partecipare a quest'odio, e vediamo invece assaliti tutto giorno gli
-Ebrei da giornali e da uomini del partito che è notoriamente il più
-avverso al radicalismo.
-
-L'obbiezione è giusta, giustissima; ma è giusta solo per quanto
-risguarda gli uomini, non per quanto risguarda il partito.
-
-Spieghiamo il nostro concetto.
-
-Se è vero che tutto si può pretendere dall'uomo fuorchè la logica, è
-anche più vero che è specialmente nella politica che la logica si va
-facendo ogni giorno più rara.
-
-Tutto giorno udiamo uomini vantarsi conservatori, liberali, radicali, e
-raramente li vediamo informare tutte le loro azioni ai principi di cui
-si dicono seguaci.
-
-Nei paesi specialmente, come l'Italia, da poco educati alla vita
-politica, è accaduto che uomini appartenenti ad opposte scuole politiche
-si trovarono per lungo tempo affratellati da un intento comune, la
-liberazione della patria.
-
-Questo intento comune, e l'azione comune che ne fu conseguenza, han
-fatto sì che le idee degli uni esercitassero qualche influenza su quelle
-degli altri, mitigassero la logica inflessibile dei principii, dessero
-vita a quella specie di eccletismo politico di cui ogni giorno vediamo
-prove in Italia.
-
-Ecco perchè, sebbene il radicalismo sia per natura il peggior nemico
-degli Ebrei, i radicali italiani si separano in ciò dalla maggioranza
-del partito cui appartengono.
-
-Se una serie di miracoli eguali a quelli, per cui l'Italia da ancella
-divenne nazione, facesse domani risorgere la Polonia, l'Europa vedrebbe
-uno spettacolo più singolare ancora; vedrebbe per alcun tempo i radicali
-ed i clericali polacchi vivere assieme d'amore e d'accordo, tutti
-assorti in un sol pensiero, la salute della patria (11).
-
-Ma sarebbe tregua di anni, che nella storia dei popoli sono un momento,
-e i due principî opposti non tarderebbero a darsi battaglia anche nella
-terra degli Jagelloni.
-
-La storia naturale ci insegna che animali, i quali allo stato selvaggio
-sono nemici inconciliabili, possono allo stato di servitù vivere fra
-loro d'accordo.
-
-E se ciò avviene per animali di diversa razza, come non avverrebbe per
-l'uomo?
-
-Veniamo all'altra parte dell'obbiezione.
-
-È vero del pari che gli Ebrei sono oggigiorno combattuti con violenza da
-taluni giornaletti di provincia, che si dicono cattolici e si vantano
-rappresentanti non già di Papi o di Vescovi, dinanzi ai quali ci
-inchineremmo reverenti, ma di sodalizi più o meno ignorati ed in nessun
-caso autorevoli.
-
-Errerebbe di gran lunga chi credesse che quei giornali rappresentino lo
-spirito, la parte pensante del loro partito (12).
-
-È comune errore il credere alla disciplina della stampa cattolica, e
-l'errore è tanto comune che i fatti i più lampanti, l'opposizione
-accanita, per esempio, che taluni giornali sedicenti cattolici fanno ai
-Presuli delle loro diocesi, non valgono a sradicarlo.
-
-A provare che tutta la stampa non partecipa all'opinione dei suddetti
-giornalucoli, addurrò quattro fatti quasi contemporanei.
-
-1º Or sono due o tre anni, in occasione delle elezioni amministrative a
-Roma, l'_Unione Romana_, associazione cattolica presieduta da S. E. il
-signor Duca Scipione Salviati, venne ad accordi colla Associazione
-Costituzionale. Quest'ultima portava un israelita siccome candidato al
-Consiglio Provinciale.
-
-Sarebbe stato impossibile, assurdo, pretendere che in Roma una
-Associazione cattolica portasse fra i suoi candidati un non cattolico:
-pure la lista fu concordata ed i giornali cattolici la sostennero,
-togliendo, è vero, il nome del candidato israelita, ma sostituendolo con
-una riga di punti. Se si ponga mente che ciò avveniva per una elezione
-che aveva luogo su di un sol nome, si converrà, che il dichiarare
-esplicitamente, che al candidato israelita non si opponeva nessuno,
-equivaleva da parte dei giornali cattolici a dire: non possiamo
-appoggiarlo, ma desideriamo vederlo eletto.
-
-2º L'organo del partito cattolico di Genova, _Il Cittadino_, fu per
-molto tempo, ed è ancora, arbitro assoluto delle elezioni amministrative
-di quella città, e fra i suoi candidati fu sempre almeno un israelita.
-
-3º La _Rassegna Nazionale_, importante rivista che vede da cinque anni
-la luce in Firenze, che è l'organo della parte più liberale del partito
-cattolico, ed in cui collaborano gli uomini più insigni di quel partito,
-come il Cantù, lo Stoppani, ecc., ecc., pubblicava nel suo numero di
-luglio u. s. una splendida difesa degli Israeliti dovuta a quel luminare
-del giudaismo, che è il prof. Ad. Frank, dell'Istituto di Francia. E qui
-cade in acconcio il ricordare che il signor Frank dettava, pregatone,
-quel suo articolo per gli _Annales de philosophie chrétienne_ pubblicati
-dal signor Roux con tanto zelo a Parigi (13).
-
-4º Or son pochi mesi, infine, l'_Osservatore Romano_, il solo giornale,
-ricordiamolo bene, che la Corte Pontificia riconosca come suo organo,
-recava nel suo N. 165 del 21 luglio 1883 una corrispondenza da
-Nyiregyhaza, 16 luglio, sull'iniquo processo di Tisza Eszlar, che ha
-testè disonorato l'Ungheria, corrispondenza ispirata a sentimenti così
-nobili ed elevati che non sappiamo resistere al desiderio di riferirne
-un brano, per istruzione di coloro che della stampa cattolica giudicano
-dagli ignobili giornali di provincia cui abbiamo testè accennato:
-
-“Dopo l'ultima mia, che vi dava conto dell'8ª seduta, ebbe luogo una
-pausa di tre giorni; quindi si continuò nell'audizione di testimonî a
-carico e scarico, si aprì la discussione sul presunto trafugamento e
-tentata sostituzione di cadavere, e furono uditi i periti medici
-dell'università di Pest in contesto di quelli che esaminarono il
-cadavere e stesero il _repertum facti_. Le varie scene a cui diedero
-luogo queste diverse fasi dell'ormai sciaguratamente celebre processo
-non valsero a portar miglior luce sui fatti, ma contribuirono purtroppo
-a mettere in evidenza lo stato anormale dell'amministrazione della
-giustizia in Ungheria, non che lo sfogo di passioni, crassa ignoranza,
-corruzione, abbiezione di caratteri.
-
-“Ester Solymossy è scomparsa. Questo è l'unico fatto certo.
-
-“Fu dessa vittima d'un sacrifizio rituale?
-
-“Ne manca ogni prova attendibile. Non si ha per base dell'accusa che _la
-denuncia d'un figlio contro del proprio padre_.
-
-“Accetti chi vuole una tal base; io la respingo con orrore.
-
-“_Onorerai il padre tuo e la madre tua!_ proclamò Iddio dall'alto del
-Sinai. Chi calpesta questa legge divina, a cui fecero omaggio tutti i
-popoli della terra, sanzionando nei loro codici per ogni caso e senza
-eccezione alcuna il diritto dei figli di non deporre in giudizio contro
-dei genitori; chi, ripeto, calpesta questa legge, non è più uomo, è un
-bruto; ed i bruti non meritano fede in giudizio.
-
-“Ciò sia detto in risposta ai fanatici, ai dilettanti di casuistica, ed
-agli stolti, _quorum infinitus est numerus_, che stimano non si possa
-essere buon cattolico senza essere antisemita e giudeofobo.”
-
-Abbiamo trascelto a caso questi esempî, e molti ne tralasciammo dei
-tanti che ci si affacciavano alla memoria; perocchè questi siano più che
-sufficienti a dimostrare che lo spirito animante la stampa cattolica,
-degna di questo gran nome, verso gli Ebrei non vada cercato in quei
-fogliucciacci di provincia che seguono le pedate dell'_Osservatore
-Cattolico_ di Milano, giornale più volte riprovato dalla Autorità
-Ecclesiastica.
-
-E chiudiamo la lunga digressione.
-
-Il radicalismo, abbiam detto, combatte l'Ebreo perchè ne invidia le
-pretese ricchezze (14); lo combatte, perchè vede in lui incarnati quei
-principî di libertà e di tolleranza politica e religiosa, che sono
-l'antitesi la più perfetta delle dottrine radicali, basate sulla
-violenza ed ispirate al detto del gran satirista di Roma: _Stat pro
-ratione voluntas_.
-
-E non senza un perchè il radicalismo ha scelto l'Ebreo a bersaglio dei
-suoi strali.
-
-La società posa su basi solide, e i radicali, malgrado la loro buona
-volontà, non riescirebbero certamente a scuoterla d'un tratto.
-
-Perciò volsero prima le loro armi contro la Chiesa cattolica, sicuri di
-aver a compagni nella lotta molti liberali di buona fede che credevano
-giovare alle idee di progresso intellettuale e sociale, combattendo la
-Chiesa e privandola non soltanto di quei privilegi che contrastavano
-all'ordine politico degli Stati moderni; ma ponendola eziandio fuori del
-diritto comune, e violando a suo danno i più elementari principî del
-giure naturale, siccome fu fatto in Francia, in Germania ed in
-Isvizzera.
-
-Se la lotta contro la Chiesa offriva ai radicali il vantaggio di aver ad
-alleati molti liberali, la lotta contro gli Ebrei assicurava loro il
-concorso dei più esagerati campioni del fanatismo religioso.
-
-Ora un partito, che apre in America pubbliche scuole per insegnarvi ad
-usufruire la dinamite per giungere al progresso sociale, non può essere
-schifiltoso nella scelta dei mezzi. Dopo aver combattuto a fianco ai
-liberali contro Ignazio di Loyola, esso si allea ad Arbues e a
-Torquemada per combattere contro gli Ebrei, per rinnovare contro di loro
-gli eccessi onde vanno disonorati nella storia i nomi di Ferdinando ed
-Isabella di Spagna, di Emanuele di Portogallo e di tanti e tanti sovrani
-delle età media e moderna.
-
-E così, applicando il vecchio precetto, tanto caro ai tiranni, _divide
-et impera_, viene il radicalismo man mano sgretolando il vecchio mondo,
-pronto poi, siccome disse il poeta, a cogliere i frutti del mal di
-tutti.
-
-Questo abbiamo voluto dire per spiegare il perchè prendiamo oggi a
-difendere gli Ebrei. Non ci muove interesse di casta, non spirito di
-religione, ma convinzione profonda, immutabile, che in essi non si
-osteggia la credenza religiosa, ma si combatte uno dei ripari della
-moderna società.
-
-Come oggi difendiamo gli Ebrei, avremmo ieri difeso le corporazioni
-religiose espulse di Francia (15), difenderemmo domani qualsivoglia
-setta, corporazione o sodalizio cui si volessero negare i beneficî del
-diritto comune, e questo non per uno spirito alla Don Chisciotte, ma
-perchè crediamo necessario mettere in guardia la società moderna contro
-gli assalti del radicalismo, il quale rinnova precisamente la tattica
-riuscita tanto bene ai precursori della prima rivoluzione francese.
-
-Come costoro, prima di attaccare la monarchia di fronte, vennero man
-mano scalzando tutti i principî su cui essa poggiava; così i radicali,
-prima di assalire di fronte la società, la minano sotterra, e vellicando
-stolte ed abbiette passioni, tentano inocularle l'odio per la libertà,
-il disprezzo pel diritto, l'amore per le leggi di violenza partigiana,
-di persecuzione ingiustificata.
-
-A questo lavorìo deleterio bisogna tutti si oppongano: e per opporvisi
-con frutto, per combattere vittoriosamente questa santa battaglia della
-civiltà e del progresso, occorre stringersi intorno al labaro dei nuovi
-tempi su cui sta scritto: Libertà per tutti.
-
- Recoaro, agosto 1883.
-
- CORRADO GUIDETTI.
- _Dott. in lettere._
-
-(1) _Hist. des Juifs_, p. 2852.
-
-(2) _Rassegna Nazionale_, Firenze, 1º luglio 1883, p. 42.
-
-(3) Per evitare una confusione altrettanto perniciosa quanto, ai tempi
-nostri, comune, quella che proviene dal non intendersi sul significato
-che si annette alle parole, spieghiamo qui ciò che intendiamo per
-radicalismo.
-
-Lungi da noi il pensiero di designare con questo nome coloro che
-aspirano ad una piuttosto che ad un'altra forma di reggimento politico.
-
-Radicale può essere tanto il monarchico quanto il repubblicano, e sì
-l'uno che l'altro possono esser liberali. Per noi la distinzione fra
-liberali e radicali sta in ciò soltanto: che il liberale vuole
-raggiungere i più alti ideali dell'avvenire rispettando i diritti, la
-libertà, la vita di ognuno; il radicale, invece, è disposto a violare ad
-ogni momento la libertà ed i diritti altrui, per conseguire il suo
-intento.
-
-Posta così nettamente la questione, diremo subito che fra quel prototipo
-leggendario di inquisitore che, dinanzi a un massacro in cui cadevano
-egualmente vittime eretici e cattolici, avrebbe sclamato: _uccideteli
-tutti, Dio riconoscerà i suoi_, e Barnave, il girondino, che di fronte
-alle prime stragi che insozzarono la rivoluzione francese, sintetizzando
-in una frase cinica e crudele i concetti del radicalismo, nella seduta
-del 23 luglio 1789, chiede ironicamente dall'alto della tribuna: _Le
-sang qui coule est-il donc si pur?_ non sentiamo preferenza alcuna.
-
-(4) Appartenevano del pari all'estrema sinistra intransigente del
-Parlamento romeno quei quattro deputati che nel 1878 escogitarono una
-mozione intesa ad un tempo a inorpellare l'Europa, che insisteva perchè
-agli Ebrei si accordasse l'eguaglianza civile, ed a rendere a questi
-impossibile o quasi il conseguirla. V. MARCO ANTONIO CANINI. _La verità
-sulla questione degli Israeliti in Rumania._ Roma, Barbera, 1879.
-
-In Italia poi, uno dei rarissimi deputati che faccia pompa del suo
-antisemitismo, e che si diverta a parlare nelle sue corrispondenze
-giornalistiche di _Giornali della Sinagoga_ e di altre simili amenità da
-medio evo, è quello stesso che in piena Camera dichiarò egli non
-conoscere un Papa Pio IX, ma soltanto un conte Giovanni Mastai Ferretti
-di _professione_ Vicario di Dio! ho nominato l'on. Petruccelli della
-Gattina. Anche in Francia la questione semitica fu sollevata per la
-prima volta, in questi anni, da un articolo, perfidamente abile,
-intitolato: _Dieu des Juifs tu l'emportes!_ pubblicato dal noto
-mangiapreti signor Francisque Sarcey, nel XIX _Siècle_ di Edmond About
-nel maggio o giugno 1875.
-
-(5) Errerebbero a gran partito coloro che credessero il signor Rénan un
-amico degli Ebrei; egli, nel suo libro sull'_Ecclesiaste_, ne ha
-ultimamente schizzato un ritratto dal quale risulterebbe che essi sono
-oggi quello che erano or sono quattromila anni alle falde del Sinai: gli
-adoratori del vitello d'oro. E nei suoi _Souvenirs d'enfance et de
-jeunesse_ parla degli Ebrei in guisa da meritarsi che il primo numero
-dello _Antisémitique_ di Montdidier gli consacri una colonna di elogi.
-Ciò avvertiamo non per far colpa allo scienziato francese delle sue
-tendenze; ma perchè gli avversari nostri, ogni qualvolta citiamo il
-Rénan, non ci rinfaccino di appoggiarci all'autorità di chi ha negata la
-divinità di N. S. Gesù Cristo. Il Rénan potrà essere anticristiano fin
-che si vuole, ma non certo per filosemitismo.
-
-(6) Ernest Rénan. _Le Judaïsme et le Christianisme._ Paris, Calmann
-Levy, 1883, p. 24 e 25.
-
-(7) Nacque a Lisbona nel 1437; fu intendente delle finanze di Alfonso V,
-re di Portogallo, di Ferdinando il Cattolico, re di Castiglia, di
-Ferdinando il Bastardo, re di Napoli, di Alfonso II suo successore che
-non abbandonò quando i francesi lo cacciarono dal Regno. Abarbanello si
-stabilì in Italia e fu preso per arbitro in una questione commerciale
-fra il Re di Portogallo e la Repubblica di Venezia. Morì a Venezia nel
-1508 e fu sepolto in Padova. Veggansi per maggiori notizie: Bartolocius,
-_Bibl. Rabb._; Bayle, _Dict. Crit._; Boissi, _Dissert._, p. 2; Schwab,
-_Abravanel et son époque_; S. Honel, _Lien d'Israel_, 5º anno, pag. 355
-e segg.; e tutte le biografie.
-
-(8) I. Bedarride. _Les Juifs en France, en Italie et en Espagne._ Paris,
-Michel Levy, 1861, p. 294. È appena necessario avvertire che, riferendo
-l'opinione di Abarbanello, facciamo sulle ultime parole sue le più ampie
-riserve. Nè S. Tommaso, nè scrittori approvati ed autorevoli, nè tanto
-meno la Chiesa Cattolica si espressero nel senso della liceità di
-ribellarsi o peggio di uccidere il tiranno, anzi la negarono
-recisamente.
-
-(9) Merita a questo proposito di esser riferito il giudizio che uno dei
-più dotti Rabbini del nostro secolo, il professore S. D. Luzzatto di
-Padova, dava della rivoluzione francese.
-
-Trascriviamo un brano di una sua lettera inedita del 26 dicembre 1836
-inserita nel _Vessillo Israelitico_ di Casale, ottobre 1876, p. 325.
-
-“Nello scorso secolo gli spiriti della Francia, scatenandosi ad un tempo
-con un diluvio di scritti religiosi e contro i Governi assoluti e contro
-il Cristianesimo, produssero nelle menti quello stravolgimento, che poi
-si sviluppò nella funestissima rivoluzione francese, la quale pose in
-trambusto per tanti anni il mondo intero.”
-
-(10) Vi sono taluni ingenui che si chieggono come il principe di
-Bismarck tolleri il risvegliarsi dell'antisemitismo in Germania. A
-questi ingenui osserviamo che il _non cade foglia che Dio non voglia_ si
-avvera anco in politica, specialmente quando il Dio si chiama: il signor
-di Bismarck. Le vere dottrine di libertà sociale ed economica che furono
-la gloria dei quattordici primi lustri del nostro secolo non ebbero, non
-hanno nemico più mortale del cancelliere di ferro. E chi è nemico di
-libertà è nemico naturale degli Ebrei. Lo stesso Bismarck in una
-conversazione avuta con un diplomatico straniero, telegrafata al
-_Morning Post_ nell'agosto dello scorso anno, diceva per assicurarlo
-delle sue intenzioni pacifiche: “La Germania non è nelle mie mani, come
-crede la gente. La Germania è nelle mani degli Ebrei, _che hanno orrore
-per la guerra_ in causa dei loro interessi e delle signore che hanno
-orrore della guerra per la vita dei loro mariti e dei loro figli.” _Aver
-orrore della guerra_ vuol dire esser fattori di civiltà, ma vuol dire ad
-un tempo esser odiati a morte dal signor di Bismarck.
-
-(11) Cade proprio in acconcio notar qui che lo stesso Governo russo, che
-deportava in Siberia monsignor Felinsky, il venerando Arcivescovo di
-Varsavia, puniva più volte colla carcere e coll'esilio il patriottismo
-dell'illustre Michel B. Meisel, Rabbino di quella città.
-
-(12) I nostri lettori troveranno fra i documenti un discorso
-dell'eminentissimo cardinale Manning, il quale ci dà la vera opinione
-della parte pensante del partito cattolico sulla questione semitica.
-
-(13) Ci sia concessa una lieve digressione. È uno spettacolo che solleva
-l'animo del pensatore quello che ci offrirono quasi contemporaneamente
-gli _Annales de philosophie chrétienne_, invitando un ebreo a discutere
-nelle loro colonne la questione semitica, e la _Société des Etudes
-juives_ di Parigi, chiamando nel suo seno un non israelita a dissertare
-“sul Giudaismo e sul Cristianesimo.” Malgrado i gufi, che tentano di
-oscurare il sole, è d'uopo convenire che siamo assai lontani dai tempi
-di San Luigi, Re di Francia (Cfr. _Joinville_, p. 11) quando un
-cavaliere, trovandosi presente ad una di quelle discussioni che allora
-frequentemente avvenivano fra sacerdoti cattolici e rabbini ebrei, sulla
-prevalenza delle rispettive religioni, vedendo come gli ebrei avessero
-il sopravvento nella discussione, stese morto ai suoi piedi con una
-bastonata l'ultimo rabbino che aveva parlato, dicendo ai preti
-cattolici, in atto di rampogna: “_Vous avez fait folie d'avoir occasioné
-telle dispute d'erreur._”
-
-(14) Queste linee erano già scritte, allorchè ci venne fatto di leggere
-nella _Revue Britannique_ (luglio 1883) un dotto articolo, tolto
-dall'_Edimburgh Review_, nel quale si accenna appunto allo spirito di
-odio e di persecuzione che oggi si manifesta sotto il falso nome di
-liberalismo repubblicano.
-
-(15) Non faccia meraviglia se in questo nostro lavoro, ispirato, osiamo
-vantarcene, ai principî della maggiore tolleranza, ci accada di
-paragonare sovente i Gesuiti agli ebrei. Sì gli uni che gli altri furono
-perseguitati da nemici, i quali, ben più che osteggiarne i principî,
-miravano ad attribuirsene le ricchezze; contro gli uni come contro gli
-altri si ripeterono le stesse accuse di usure, di accaparramenti, di
-massime antisociali, sicchè non è raro vedere nelle opere antigesuitiche
-del secolo scorso i Gesuiti paragonati agli Ebrei. Ho sott'occhi, per
-esempio, i “_Lupi smascherati_, Ortignano, nell'officina di Tancredi e
-Francescantonio padre e figlio Zaccheri di Strozzagriffi, MDCCLX”
-libello antigesuitico, attribuito all'abate Capriata, ed a pag. 57
-(nota) trovo: “_I principi l'hanno rigettati da loro_ [i gesuiti] _e
-sono omai riguardati come Giudei._”
-
-Che se qualcuno ci rammentasse le prediche di qualche gesuita contro gli
-Ebrei, risponderemmo ricordando il _Qui gladio ferit_; e se ci si
-obbiettassero certi articoli antisemitici della _Civiltà Cattolica_,
-l'organo massimo della Compagnia, diremmo che ad essi la persecuzione
-non ha nulla insegnato, e compiangeremmo quei perseguitati che dalle
-violenze di cui furono vittima non appresero la sublime virtù della
-tolleranza.
-
-
-
-
- I.
-
- Costituiscono gli Ebrei una razza speciale?
-
-
-La tendenza scientifica cui si inspira il nostro secolo ha voluto
-trovare una formola con cui giustificare la persecuzione contro gli
-Ebrei, e si disse che essi costituivano tuttora una nazione speciale,
-che quindi erano da considerarsi nei diversi Stati, in cui dimoravano,
-come stranieri, e per poco non si propose di equipararli agli zingari ed
-ai gitani. Ricacciare gli Ebrei in Palestina è la proposta la più
-moderata che esca dalle labbra degli odierni antisemiti.
-
-Sarebbe agevole rispondere a questa pretesa opinione scientifica con una
-sola parola, dimostrando, cioè, come oggi tutte le legislazioni dei
-paesi civili si affrettino a cancellare dai loro codici ogni differenza
-fra cittadini e stranieri, progresso questo, in cui l'Italia fu, col suo
-codice civile, vessillifera alle altre nazioni.
-
-Ma questa difesa respingerebbero gli Ebrei, perocchè essi si sentano
-italiani in Italia, francesi in Francia (16), inglesi in nghilterra (17)
-ed Ebrei soltanto nei loro tempî (18).
-
-Noi non abbiamo, d'altronde, ad avversarî nè filosofi, nè cristiani, nè
-liberali: ognuno di questi, infatti, troverebbe, nelle proprie
-convinzioni morali, religiose o scientifiche, argomenti per esserne
-condotto alla pratica della più larga tolleranza. Abbiamo di fronte,
-invece, quella fazione, oggi pur troppo numerosa, che vorrebbe la
-legislazione sociale non inspirata a nessun principio superiore
-all'uomo, e serva al più gretto utilitarismo; quella fazione che in
-America, la terra classica della libertà, propone ed ottiene
-provvedimenti straordinarî contro i Chinesi!!
-
-Vinciamo quindi la naturale ripugnanza, e facciamoci a provare come gli
-Ebrei differiscano dagli altri italiani per la religione soltanto, non
-per l'amore al paese, non per la razza.
-
-Non ricorderemo qui come ogni Ebreo di Roma abbia iscritto nel suo libro
-di preghiera fra le date fauste della sua vita il 20 settembre 1870,
-segnandovi persino l'ora precisa della liberazione: _dieci e mezza
-antimeridiane_, come già un quarto di secolo prima vi aveva iscritto la
-Pasqua del 1847, quando, per opera di Pio IX, caddero le mura e le porte
-che chiudevano il ghetto (19). Ci sembra che, per dimostrare come gli
-Ebrei in Italia si sentano italiani e non altro, basti, e ce ne sia di
-avanzo, della nobile figura del martire di Mantova, di Giuseppe
-Finzi (20)!
-
-Se fra gli antisemiti italiani vi ha qualcuno cui scaldi il petto amor
-di patria, si faccia innanzi ed osi contestare l'italianità a quel
-monumento di patriottismo che è l'on. Finzi.
-
-Ma ove al nome venerato del patriota lombardo noi aggiungessimo quelli
-di Angelo Usigli, compagno di Ciro Menotti (21), del milanese Bachi, che
-fu tra i precursori del movimento del 1848, di Daniele Manin cattolico
-di religione, ma di famiglia ebrea (22), e se a questi nomi facessimo
-seguire quelli dei numerosi Ebrei che accorsero volontarî sotto le
-bandiere nelle diverse guerre della indipendenza (23), i nostri
-avversarî ci risponderebbero sempre coll'adagio favorito dei sofisti:
-_L'eccezione prova la regola_.
-
-Attacchiamo dunque di fronte il pregiudizio, larvato a scienza, e
-mostriamo che è tanto assurdo il credere che gli Ebrei sieno oggi i
-discendenti di Abramo quanto sarebbe ridicolo il sostenere che il Kedive
-d'Egitto sia l'erede diretto dei Faraoni, o che nelle vene degli odierni
-Romani corra il sangue dei Bruti e degli Scevola.
-
-Già sin da quando gli Ebrei abbandonarono l'Egitto, numerosi stranieri
-si mescolarono a loro, sicchè ben può dirsi che da quel momento la razza
-di Giacobbe cominci a fondersi colle altre (24).
-
-Nei tempi biblici i progenitori delle dodici tribù non esitarono ad
-imparentarsi con altre razze non esclusa la cananea pur tanto odiata.
-Mosè sposò una madianita. Fra le proavole di Davide vi ha la cananea
-Tamar e la moabita Rut. Nelle vene di Ezechiello corre il sangue di Raab
-la cananea, nè egli è il solo profeta d'Israello che tragga origine da
-idolatri. Più tardi i proseliti non solo non furono rigettati, ma
-vennero accolti senza reluttanza in grembo alla fede. Lo provano le
-leggi favorevolissime ai proseliti dimoranti nella Palestina, sparse in
-tutto il Pentateuco: lo provano i Gabaoniti che, entrati nell'Ebraismo
-mediante l'inganno e la frode, pure vi furono più che benignamente
-trattati, allorchè, per vendicare un oltraggio ad essi fatto, fu versato
-sangue di Re (25): lo provano le centinaia di migliaia di proseliti di
-cui si fa menzione al tempo della monarchia degli Israeliti,
-specialmente all'epoca di Salomone (26): lo provano i proseliti dei
-tempi di Ester (27) e quelli dei popoli trapiantati dal conquistatore
-Senacheribbo in Palestina (28), non che varie conversioni individuali
-abbastanza notevoli, come quella di Naaman il supremo ministro del regno
-siro (29) e quelle di Ebena regina di Adiabene e di suo figlio Izak, di
-cui fa cenno Giuseppe (30). Nè gli Ebrei aveano a vile di mescolare il
-sangue con questi proseliti; chè anzi il loro _Talmud_ ci ha tramandato,
-quasi a titolo di gloria, che i principali maestri d'Israello, come
-Hillel, Rabbi Jehudà il Santo, Akiva martire della crudeltà romana,
-Rabbi Meir ed altri moltissimi discendevano da proseliti, e che
-proselite era Onkelos, uno dei più grandi tra i parafrasti caldei.
-
-Insomma, gli Ebrei di Palestina non furono, come volgarmente si crede,
-un popolo segregato dal consorzio umano. Ecco come un autore non
-sospetto e che, vivo, non si sarebbe mai immaginato di vedersi citato
-nel secolo XIX a difesa degli Ebrei, scrive:
-
-“Questi ultimi Ebrei [dopo la morte di Erode] erano un miscuglio di
-parecchie nazioni. Se ne erano stabiliti in tutti i paesi che _sono
-sotto il sole_, siccome dice la Scrittura. Parecchi venivano ad abitare
-nella Giudea, od almeno vi facevano qualche devoto viaggio per poter
-offrire sacrifizi a Dio nel solo tempio in cui fosse permesso di farlo.
-Oltre a ciò vi erano sempre ad ogni qual tratto dei Gentili che si
-convertivano, e divenivano proseliti. Così gli Ebrei, a parlar
-propriamente, non eran più un popolo solo colla stessa lingua e gli
-stessi costumi, ma parecchi popoli che si riunivano in una sola
-religione. Persino quelli che abitavano la Terra Santa erano un
-miscuglio di diverse nazioni, di Idumei e di altri Arabi, di Egiziani,
-di Fenici, di Siriaci e di Greci.”
-
-Fin qui il Fleury (31), ai cui Mani chiediamo umile venia se lo abbiamo
-tratto a testimoniare in favore degli Ebrei, ciò che certamente egli non
-avrebbe desiderato; ma non è proprio colpa nostra, se le accuse che si
-muovono a questo disgraziato popolo sono tanto svariate e
-contraddittorie, che quanto veniva scritto per far loro onta possa,
-poche generazioni dopo, essere addotto ad argomento di difesa.
-
-Ma se la nazione giudaica era già dopo Erode una mescolanza di diverse
-nazioni, come ci insegna il Fleury, e come ci confermano gli _Atti degli
-Apostoli_: “Or in Giudea dimoravano degli uomini religiosi d'ogni
-nazione di sotto il cielo” (32), non bisogna neppur credere che, dopo la
-dispersione seguita alla distruzione del secondo tempio, gli Ebrei
-abbian cessato di fare proseliti fra genti di schiatte diverse.
-
-Numerose colonie di Ebrei popolavano Roma e le altre città dell'impero.
-A Roma soltanto ve v'erano 20,000 sotto Augusto, e narra Strabone che
-v'erano numerosi Ebrei in quasi tutte le città d'Italia (33). E numerosi
-eran pure in molti altri paesi non ancora sottoposti al giogo di Roma.
-In ogni luogo, al dire di Filone, gli Ebrei esercitavano una salutare
-influenza sulle credenze religiose e sui costumi; in ogni luogo avevano
-stabilito sinagoghe, dove si riunivano nei giorni di sabato per pregare
-e commentare la Bibbia. A queste riunioni partecipavano sovente molti
-pagani, che aderivano poco a poco alle nuove dottrine udite proclamare,
-e che, rigettando gli errori del politeismo, accettavano le pratiche più
-essenziali del giudaismo, il riposo settimanale e l'annuo digiuno
-dell'espiazione. In tutte le classi sociali del mondo romano abbondarono
-i _giudaizzanti_, ben prima che sorgesse l'apostolato cristiano; sicchè
-si può dire coll'Havet (34) che, se colle parole _l'avvento del
-Cristianesimo_, deve intendersi la conquista del mondo greco e romano da
-parte del Dio degli Ebrei, si può dire che questo avvento aveva avuto
-luogo sin dai tempi di Augusto e di Tiberio, e che questa conquista era
-in via di compiersi, ben prima che fosse questione di Cristo.
-
-Ad Alessandria di Egitto, a Roma, in Siria la propaganda giudaica fu
-sempre intensa ed efficace.
-
-Giuseppe Flavio ci apprende come molti greci passassero in Antiochia al
-Giudaismo (35).
-
-A Roma il proselitismo ebraico, nascosto nelle vie adiacenti al Tevere,
-forse in prossimità almeno dei luoghi dove oggi ancora sorge il ghetto,
-guadagnò neofiti persino nelle famiglie patrizie, salendo dallo schiavo
-al liberto, dal liberto al padrone (36).
-
-E di questo spirito di proselitismo e della efficacia sua ci dà prova
-Svetonio (37).
-
-L'influenza delle idee giudaiche sul paganesimo preoccupava gli spiriti:
-_Victoribus victi legem dederunt_ sclama Seneca nel _De Superstitione_,
-ed il poeta Rutilio geme: _Atque utinam nunquam Judaea subacta fuisset._
-
-Nè il legislatore se ne mostra meno impensierito. Al tempo di Domiziano
-le conversioni al giudaismo erano così frequenti che parecchie leggi
-furono fatte per impedirle (38). I convertiti erano puniti di morte e
-colla confisca dei loro beni, e la stessa pena colpiva coloro che erano
-accusati di aver cooperato alla loro apostasia.
-
-Nè pare che queste leggi avessero risposto allo intento, perchè vediamo
-Costantino obbligato a proibir di nuovo con severissime pene agli Ebrei
-di far proseliti.
-
-Ma a toglier ogni dubbio sull'efficacia dello spirito di propaganda che
-animava gli Ebrei nella Roma pagana, ci piace recar qui un brano di
-Dione Cassio (39). “Questo paese si chiama Giudea, e Giudei i suoi
-abitanti. Non conosco l'origine di questo secondo nome, ma esso si
-applica ad altri uomini che, quantunque di razza diversa, hanno adottate
-le istituzioni di questo popolo. E fra i Romani sonvi molta gente di tal
-fatta, e quanto si fece per porvi ostacoli, non giovò che ad aumentarli,
-tanto che fu forza accordar loro la libertà di vivere secondo le loro
-leggi.”
-
-Altro modo, di cui gli Ebrei dovettero giovarsi per acquistar proseliti,
-fu il possesso degli schiavi; e le numerose precauzioni, che per lunga
-serie di secoli prendono le autorità spirituali e le temporali, per
-impedire agli Ebrei di convertire alla loro religione gli schiavi da
-essi posseduti, bastano a farci persuasi quanto zelo mettessero gli
-Ebrei nel deluderle.
-
-Ma anche senza tener conto di questo coefficiente pure importantissimo
-per l'adulterazione della razza, la storia delle età di mezzo ci porge
-non infrequenti esempi di conversioni al giudaismo.
-
-Alla fine del IV secolo dell'èra nostra Abu-Karibba-Tabban re
-dell'Yemen (40) e nel 740 Bulan re dei Kazari (41) abbracciano il
-giudaismo.
-
-All'epoca dell'imperatore Enrico II il cappellano di un Duca Corrado, di
-nome Vecelino, passò al giudaismo, locchè fece adirare al massimo grado
-l'imperatore, ma non produsse altro castigo che quello di una erudita
-confutazione (42).
-
-Un caso simile sotto Lodovico il Pio è narrato da Krabano Mauro (43).
-
-In Francia le conversioni al giudaismo non sono senza esempio. Parecchi
-cristiani lasciarono nel IX secolo la Chiesa per abbracciare il
-giudaismo, e fra questi si citava un diacono palatino a nome Putho (44),
-e sino ai tempi di Filippo il Bello (XIV secolo) si segnalano
-conversioni (45).
-
-Nel 1040 un celebre rabbino di Granata, Giuseppe Halevy, è accusato di
-aver fatto proseliti alla fede mosaica in Ispagna e messo a morte (46).
-
-Le conversioni al giudaismo erano, nel XIII secolo ancora, tanto
-frequenti da meritare che Nicolò IV, appena assunto al Pontificato, se
-ne occupasse con una lettera datata da Rieti, 5 settembre 1288; lettera
-che non deve aver prodotto grande effetto, se Giovanni XXII è obbligato
-a promulgarne una consimile il 13 agosto 1317.
-
-Rainaldo ci assicura che nel XIV secolo molti fra i discepoli di
-Giovanni Viclefo abbracciarono la _perfidia giudaica_.
-
-Il primo di agosto 1603 sulla Piazza Ribeiro in Lisbona venne bruciato
-fra Diego di Assunçao, monaco francescano, che, dopo aver abbracciato il
-giudaismo, andava predicando ed insegnando questo solo doversi
-considerare vera religione.
-
-Ricorderò ancora quel Giovanni Mica, cristiano portoghese del XVI
-secolo, che, fattosi ebreo, prese il nome di Giuseppe Nassi, visse in
-Costantinopoli e pubblicò varie opere lodatissime (47).
-
-Nel secolo scorso rimase celebre in Inghilterra la conversione di lord
-Giorgio Gordon (48).
-
-Molti altri esempî potremmo citare (49); ma crediamo che quelli da noi
-portati sien più che sufficienti a provare che il Giudaismo devesi
-considerare come una religione, non come una razza (50).
-
-Come dubitare che gran parte degli Ebrei attuali non discenda da questi
-nuovi convertiti (51)? Certamente, grazie alle persecuzioni che per
-lunghi secoli afflissero i credenti nella legge di Mosè, non un Ebreo si
-trova oggi nel luogo di origine della propria famiglia.
-
-Cacciati or di qua, or di là, essi andavano concentrandosi nei paesi,
-dove leggi, non più miti, ma meno crudeli permettevano loro di vivere
-con una sicurezza relativa; sicchè, oggi, tanto varrebbe voler cercare i
-veri discendenti dagli Ebrei di Palestina, per ricacciarli nella loro
-terra, quanto il cercare in Italia i discendenti degli antichi barbari
-per ricacciarli oltre Alpi.
-
-Ma se si volesse adottare contro gli Ebrei un provvedimento qualsiasi,
-ispirato a questa pretesa differenza di razza, come a noi italiani non
-si affaccierebbe alla mente la testimonianza, già da noi invocata, di
-Dione Cassio e come non ci tormenterebbe il dubbio che questi pretesi
-stranieri, questi abborriti semiti sieno proprio figli di quei Romani
-convertiti al Giudaismo, di cui parla lo storico latino, tornati fra
-noi, dopo Dio sa quali peregrinazioni, mossi da quell'amore del paese di
-origine che, come un istinto, sopravvive forse in noi alla memoria?
-
-Nè gioverà spender molte altre parole intorno a siffatta questione di
-razza, perchè, assurda dovunque, essa raggiunge fra noi l'apice della
-assurdità.
-
-Gettiamo uno sguardo sulla storia dei secoli scorsi, e vedremo, finchè
-durò la potenza di Roma, accorrere fra noi stranieri d'ogni razza e
-d'ogni lingua, e quando i destini d'Italia mutarono sì che da donna
-divenne ancella, vedremo gli schiavi di ieri mutarsi in predoni, correre
-sulle terre nostre e devastarle. Goti, Longobardi, Normanni, Saraceni
-persino si impiantano fra noi, e vi spadroneggiano, e noi osiamo oggi
-parlare di razza!
-
-E poi cosa è la razza di fronte al grande principio del secolo nostro,
-quello delle nazionalità? E caratteristica della nazionalità è la
-lingua, non la religione, non l'origine.
-
-Per riconoscere nome e qualità di italiano a chi è nato in Italia da
-genitori italiani, a chi parla la nostra lingua, sarà forse d'uopo
-aprirgli le vene per riconoscere quante goccie di sangue non italiano vi
-corra?
-
-Or via, l'Italia, che a buon dritto considera come fratelli i Valdesi
-del Piemonte, i Cimbri dei Sette Comuni (52), gli Slavi del Molise, gli
-Albanesi ed i Greci del Mezzodì, vorrà contestare nome e qualità di
-italiani agli Ebrei, che nei tempi di schiavitù divisero la sorte degli
-altri Italiani?
-
-Un'ultima ragione infine, e potentissima, dovrebbe spingere i moderni
-antisemiti a non insistere sulla questione di razza.
-
-Essi, che non arrossiscono di farsi persecutori, ma che arrossirebbero
-di giustificare la persecuzione colla sola causa che la renderebbe meno
-odiosa, lo spirito di religione, verrebbero, ponendo innanzi tale
-questione, a provocare una enorme ingiustizia.
-
-Non vi ha dubbio che negli scorsi secoli o per convinzione, o per
-sottrarsi a persecuzioni, o per ispirito di cupidigia, milioni di Ebrei
-apostatarono per abbracciare il Cristianesimo.
-
-Pel Cristiano che ripugna dall'Ebreo, perchè vede in lui l'ostinato
-avversario della sua Fede, l'uccisore del suo Dio, l'acqua del Battesimo
-lava queste colpe originali, sicchè egli a buon dritto considera eguali
-a se stesso l'ebreo battezzato e i suoi discendenti.
-
-Ma per l'antisemita moderno, ateo e materialista, che odia nell'ebreo
-non la religione, ma la razza, l'acqua del Battesimo non lava nulla;
-perocchè nessun teologo ha mai asserito che il Battesimo muti un semita
-in un giapeto.
-
-Sicchè, se il moderno antisemitismo non vuol commettere una enorme
-ingiustizia, egli deve cercare, per avvolgerle nel suo odio, quelle
-migliaia di famiglie cristiane che hanno nelle vene sangue di
-ebreo (53).
-
-Il dilemma è stringente: o gettare la maschera e confessare che non si
-perseguitano gli Ebrei perchè semiti, ma unicamente perchè ebrei, od
-intraprendere ricerche etnografiche e genealogiche, che sarebbero appena
-possibili, se ogni uomo, da Adamo in poi, si fosse iscritto in un _stud
-book_, come un cavallo di puro sangue.
-
-Ma prevediamo sin da ora la risposta che si farà a questo dilemma. Ci si
-dirà che gli Ebrei vanno perseguitati non soltanto perchè di razza
-diversa, ma perchè la loro legge contribuisce a mantenere una barriera
-fra essi ed i popoli fra cui vivono; perchè alla Santa massima del
-Vangelo: _Amatevi scambievolmente_, l'esecrando Talmud ha sostituito
-quest'altra: _Odiate quanto non è ebreo_.
-
-A questa obbiezione vecchia quanto la malignità umana risponderemo nel
-veniente capitolo, bastandoci per ora di riferire un ultimo fatto a
-prova del modo con cui gli Ebrei intendono l'amor di patria. Allorquando
-nel Sinedrio dei principali rabbini di Europa, convocato a Parigi
-d'ordine di Napoleone I, i delegati imperiali chiesero fin dove
-giungesse, secondo gli Ebrei, il dovere dell'amor di patria, tutti i
-congregati e primi fra essi i rabbini Segrè, Zingheim e Worms, ortodossi
-fin nel midollo e negli insegnamenti e nella pratica della vita, si
-alzarono in piedi gridando: “Fino alla morte.”
-
-(16) Nella predicazione [in Francia] nessun rabbino si lascierà sfuggire
-l'occasione di rammentare ai suoi uditori quanto devono alla Francia che
-li ha liberati dalla schiavitù (_Rassegna Naz._, loc. cit., pag. 47).
-Non citiamo esempî italiani, perchè a tutti sarà accaduto di leggere nei
-giornali politici le relazioni di solennità celebratesi nelle sinagoghe
-in occasione di feste ed anniversarî patriottici.
-
-(17) Gladstone, in una sua lettera 6 ottobre 1876, indirizzata al signor
-Leopoldo Gluckstein e pubblicata negli _Archives Israélites_ di Parigi,
-1º novembre 1876, così si esprime: “Ho sempre ammirato il contegno degli
-Israeliti inglesi nell'adempimento dei loro doveri civici.”
-
-(18) Una curiosa prova della assurdità dell'accusa che si muove agli
-Ebrei di sentirsi estranei alla terra in cui nacquero ce la porge
-l'_Antisémitique_ francese. Mentre in ogni numero scaglia questa
-calunnia contro gli Ebrei, rinfaccia poi alla maggior parte degli Ebrei
-francesi di esser di origine tedesca e si sforza di aizzare contro di
-loro le passioni popolari, dipingendoli quasi altrettanti agenti del
-governo germanico. O logica, proprio antisemitica!!
-
-(19) _Sei mesi in Italia_, pel dott. A. BERLINER; versione dell'abate
-prof. Pietro Perreau.
-
-(20) Abbiamo citato a preferenza del nome di altri patrioti Ebrei quello
-dell'on. Finzi, e perchè pochi possono a lui paragonarsi per inconcusso
-patriottismo, e perchè rammentiamo d'aver letto nell'_Arena_ di Verona
-del 10 novembre 1876 il seguente brano di una lettera che in occasione
-delle elezioni generali l'illustre uomo scriveva a quel giornale.
-
-“Ebreo realmente, mi trovai iscritto nei registri di popolazione dove
-nacqui: ma nè per religione, nè per abitudini mi sono sentito ebreo in
-tutta la vita. Ho una religione anch'io vivida e pura che mi affratella
-a tutta l'umanità senza distinzione d'ebrei, di cristiani, di cattolici,
-di turchi, che mi è inspiratrice di nobili e delicati sentimenti, che mi
-insegna il volontario sacrifizio e mi dà vigore e conforto nelle ore
-perplesse della sventura.”
-
-Questa lettera, fatta per attirare sul capo dell'on. Finzi i fulmini
-degli intolleranti di tutte le religioni, giova mirabilmente all'assunto
-nostro, perchè dimostra — e ce n'era bisogno? — che il fatto di esser
-nati ebrei piuttosto che cristiani o turchi non ha proprio nulla a
-vedere coi sentimenti patriottici.
-
-(21) Angelo Usigli, nato nel 1803 a Modena, morto a Londra, nel 1875, fu
-congiurato con Ciro Menotti, anzi dei pochi che collo stesso Menotti
-furono nella costui casa circondati dalle truppe estensi. L'Usigli
-propose di dar fuoco alla casa piuttosto che arrendersi, ma, dissentendo
-i compagni, fu con loro arrestato e condannato a morte. Commutatagli la
-pena in esiglio perpetuo, si rifugiò a Londra e collaborò nella Giovane
-Italia. V. _Gazzetta d'Italia_, 15 aprile 1875.
-
-(22) L'avo di Daniele Manin era ebreo. Il comm. Pincherle lo seppe dalla
-sua bocca stessa. V. _La vita ed i tempi di Daniele Manin_ per Errera e
-Finzi, Venezia, 1872. Cfr. Rudolph Gottschill, _Un mois d'automne en
-Italie_.
-
-(23) Ci limiteremo a riferire qui l'elenco degli Ebrei che fecero parte
-della gloriosa schiera dei Mille; sono otto e cioè: Alpron Giacomo, da
-Padova; Colombo Donato da Ceva; D'Ancona Giuseppe da Venezia; Donati
-Angelo da Padova; Luzzatto Riccardo da Udine; Ravà Eugenio da Reggio
-Emilia; Uziel Davide Cesare da Venezia. Calcolato a venticinque milioni
-il numero degli italiani nel 1860, ed a quarantamila il numero degli
-ebrei, si vedrà di leggieri quanto sproporzionatamente numeroso sia
-stato il concorso degli Ebrei in quella spedizione. I nomi che precedono
-abbiam desunto dal n. 21 dell'anno 1864 del _Bollettino delle nomine e
-promozioni_. _Giornale Ufficiale militare_, pag. 169 e seg.
-
-(24) ESODO, XII, 38.
-
-(25) GIOSUÈ, IX, X. — II. SAM. XXI.
-
-(26) I. RE.
-
-(27) ESTER, VIII, 17.
-
-(28) II. RE, XVII, 24 e seg.
-
-(29) II. RE, V, 17, 18.
-
-(30) _Antiq._, l. XX, cap. 2 a 4.
-
-(31) _Mœurs des Israélites_, cap. V. In _Œuvres de l'abbé Fleury_,
-Paris, Michel Desaiz, 1837, pag. 183, col. I. Cfr. FRANK, _De l'état
-politique, religieux et moral de la Judée dans les derniers temps de sa
-nationalité_. In _Vérité Israélite_, tomo II, pag. 7 e segg.
-
-(32) ATTI DEGLI APOSTOLI, II, 5.
-
-(33) Cfr. DEGUBERNATIS, _Matériaux pour servir a l'histoire des études
-orientales en Italie_.
-
-(34) HAVET, _Le Christianisme et ses origines. L'ellénisme_, t. II, pag.
-248. Cfr.: DELAUNAY, _Philon d'Alexandrie. Les écrits historiques_, pag.
-123 e 124; NICOLAS, _Des doctrines des Juifs, pendant les deux siècles
-antérieurs a l'êre chrétienne_, pag. 113; BEUSS, _Hist. de la Théologie
-chrétienne au siècle apostolique_, v. 1, pag. 107 e 109.
-
-(35) Avendo condotto al loro culto un gran numero di Greci, ne fecero
-una parte della loro comunità. (_De bello jud._, libro VII, cap. III, §
-3).
-
-(36) _Les philosophes du siècle d'Auguste_ in _Revue contemporaine_.
-Tomo V, prima dispensa.
-
-(37) _Judaeorum juventutem per speciem sacramenti in provincias
-gravioris cœli distribuit, reliquos gentis ejusdem vel similia sectantes
-urbe summovit._ (SVETONIO, _in Tiber._, § 36).
-
-(38) _Judaeus qui eum qui judaicae religionis non esset contraria
-doctrina ad suam religionem traducere praesumpserit, bonorum
-proscriptione damnetur, miserumque in modum puniatur._ (Leg. 7, Cod.,
-_de Jud._; DIONE CASSIO, _Hist. rom._; SPENCER, _In orig._, p. 33).
-
-(39) _Hist. rom._, XXXVIII, 17.
-
-(40) Oggi ancora, secondo una corrispondenza della _Presse_ di Vienna,
-riferita nel n. 20 dell'_Israelit_ di Magonza dell'anno 1875, esistono
-nell'Yemen più di 500 mila ebrei.
-
-(41) A quest'epoca, il giudaismo salì nuovamente sopra un trono regio,
-sopra quello dei Cazari, popolo della Tartaria, ai quali eransi
-mischiati alcuni ebrei, cristiani e mussulmani. Fu senza dubbio per
-effetto del commercio crescente in quel regno, così favorevole
-all'industria e situato vicino il mar Caspio, che Balan, capo dei Cazari
-(o Cozari) si lasciò convertire al giudaismo. Da quell'istante un ebreo
-regnò costantemente per meglio di tre secoli. (SCHWAB, _Storia degli
-Ebrei_, tradotta dal prof. Pugliese. Venezia, Longo, 1870, pag. 95.
-_Cfr._ AD. NEUBAUER, Relazione al Ministro ed osservazioni del sig. Munk
-in _Journal Asiatique_, 1865, tomo I).
-
-(42) _Monumenta Histor. German. Scriptores_, VI, p. 704 e 720.
-
-(43) WÜRDTWEIN, _Nova subsidia diplomatica_, I, p. 125.
-
-(44) BEDARRIDE. Op. cit., pag. 84.
-
-(45) BASNAGE. Op. cit., libro VII, cap. 18.
-
-(46) BARTHOLOCCIUS. _Bibl. rabb._, t. III. — SALOMON BEN VIRGA, _Scevet
-Jehudà_, 5 excidium.
-
-(47) _Cfr._ DE ROSSI, _Diz. storico degli Autori Ebrei_, Parma, 1802, a.
-v. _Nassi_ e STEINSCHNEIDER, _Catalogus Libr. Hebr. in Bibl. Bodleiana_,
-col. 1515.
-
-(48) Cfr. MACAULAY, _Speeches_, vol. 6, pag. 141, 2ª ediz. Tauchnitz.
-
-(49) È innegabile che nell'età moderna lo spirito di propaganda degli
-Ebrei è completamente cessata. Pare che ora abbiano preso alla lettera
-l'insegnamento del Talmud: _Son perniciosi i proseliti agli Israeliti
-come la lebbra o come la calvizie_ (TALM. BAB., capo IV, folio 47 b. et
-alibi) sicchè si può oggi asserire che la religione mosaica è la sola,
-fra quelle professate nel mondo civile, che non si occupi di far
-proseliti. Pure oggi ancora non mancano esempî, benchè rarissimi, di
-Cristiani che abbracciano volontariamente il Giudaismo. Cooper, nelle
-sue lettere sugli Stati Uniti, parla di una società di Ebrei
-costituitasi nello Stato di Nuova York per provocare la conversione dei
-Cristiani. Se la notizia, che non vedemmo mai confermata da altre fonti,
-non è un _humbug_ americano, la fondazione di questa società è una prova
-che gli Ebrei di America non si sentono, per quanto almeno concerne
-l'eccentricità, estranei alla terra in cui vivono; perocchè possiamo
-affermare che non vi ha in Europa oggigiorno fra gli Ebrei la più
-leggiera traccia di spirito di proselitismo.
-
-(50) Anche il Rénan si è testè occupato di questo argomento in una
-conferenza da lui tenuta il 27 gennaio 1883 al Cercle Saint-Simon ed
-edita poi dal celebre editore parigino Calmann Lévy col titolo: _Le
-Judaïsme comme race et comme religion._ In questa conferenza, cui
-rimandiamo coloro che fossero vaghi di maggiori particolari
-sull'argomento, il dotto francese, dopo aver spiegato come la scienza
-delle religioni le divida in due grandi classi, _universali_ (il
-buddismo, il cristianesimo, il maomettismo) e _nazionali_ o _locali_ cui
-devono ascriversi tutte le altre, viene a mostrare come tutte le
-religioni nazionali sieno perite e come la religione ebraica,
-precorrendo per opera dei suoi profeti al Cristianesimo, abbia assunto,
-col monoteismo che ne è la caratteristica la più spiccata, forma appunto
-di religione universale. Gli Ebrei, che dalle loro profezie eran fatti
-persuasi tutti i popoli dovere col tempo convertirsi alla loro Fede,
-cercavano affrettarne la realizzazione cercando proseliti fuori della
-loro nazione. E di questo spirito di propaganda del giudaismo antico
-molti esempî reca il Rénan. Nessuno poi potrà dire di aver un'idea
-completa dell'argomento, ove non abbia letto l'importantissimo opuscolo
-del cav. Marco Mortara: _Le prosélytisme juif_. Paris, Witt. Hersheim,
-1875.
-
-(51) È innegabile che la segregazione forzata in cui gli Ebrei vennero
-tenuti fino a pochi anni addietro impedì loro sempre di confondersi
-colle popolazioni in mezzo alle quali vivevano; sicchè si può asserire
-con qualche certezza che esiste un tipo speciale al quale si possono
-conoscere gli Ebrei. Ma questo tipo è egli il tipo semita puro? Quale
-antropologo potrebbe asserirlo? Non è più ovvio il ritenere che esso sia
-più che il carattere di una razza, la risultante di speciali abitudini
-di vita, che si sarebbe perpetuata per eredità fisiologica? Ed infatti,
-non vediamo questo stesso tipo andar man mano cancellandosi negli Ebrei,
-che, vivendo nei paesi civili, finiscono coll'adottare le abitudini
-delle popolazioni fra cui si trovano, mentre si mantiene inalterato in
-Ungheria, in Polonia ed in tutti i paesi dove la minor civiltà delle
-popolazioni e la conseguente rozzezza dell'ebreo rende difficile ogni
-contatto, ogni assimilazione?
-
-(52) Usiamo la denominazione la più comunemente accettata, pur
-conoscendone l'inesattezza, per non ingolfarci in una questione
-etnografica affatto estranea al nostro argomento.
-
-(53) Ricordiamo che il Conte di Molé, famoso ministro francese dei tempi
-di Luigi Filippo, discendeva da una ebrea, la figlia di Samuel Bernard
-il banchiere di Luigi XIV, che si era battezzata per isposare il
-cancelliere Molé. Nè questa dei Molé è la sola nobile famiglia europea
-nelle cui vene sia frammisto qualche gocciolina di sangue giudaico; e,
-per non moltiplicare gli esempi, ricorderò come da famiglia ebrea
-discendesse Pier di Leone, noto antipapa del secolo XII, e come
-discendesse pure da una ebrea — la figlia del celebre generale Ventura,
-modenese — quel marchese di Trazignies, belga, che, spinto da fanatismo
-religioso e politico, venne in Italia a combattere il movimento
-nazionale nelle file dei briganti, e fatto prigioniero colle armi alla
-mano, fu, da un picchetto del 43º reggimento fanteria, fucilato in
-Isoletta li 11 novembre 1861.
-
-
-
-
- II.
-
- Il Talmud
-
-
-Tutti hanno udito menzionare, ed anche maledire, il _Talmud_, questo
-libro che lo storico Milman (54) chiamava: “monumento straordinario
-dell'attività umana, della intelligenza umana, e dell'umana pazzia;”
-molti certamente ignorano cosa esso sia, o ne hanno nozioni assai
-incomplete; e non vi sarebbe troppo da meravigliarsi se qualche
-semidotto credesse ancora che il _Talmud_ fosse un uomo, siccome avvenne
-a quel buon Cappuccino d'Henry de Seyne che ebbe con tutta tranquillità
-a scrivere: _Ut narrat Rabbinus Talmud_.
-
-Cercheremo, in brevi parole, di dirne quel tanto che sarà necessario per
-far chiaro ciò che dovremo dire in appresso.
-
-Fintanto che gli Ebrei rimasero nella Terra Promessa, la Legge scritta,
-il Pentateuco, fu, per essi, solo codice religioso, morale, politico.
-
-Coloro che eran chiamati ad insegnarlo ed a curarne l'osservanza, ne
-conoscevano ed applicavano, caso per caso, l'interpretazione
-tradizionale.
-
-Essi erano, a sentirli, depositari di una tradizione orale trasmessa in
-buona parte da Dio stesso a Moisè sul Sinai (_alachà lemoscè
-Missinai_) (55), da Mosè trasmessa a Giosuè, da questo agli anziani,
-dagli anziani ai profeti e dai profeti agli uomini della Grande
-Sinagoga (56).
-
-Agli Ebrei però era allora vietato di raccogliere per iscritto tale
-tradizione. Il motivo di questo divieto non è noto. Chi crede ne fosse
-causa il desiderio connaturale ai popoli orientali, siccome ci mostrano
-la storia dell'India e dell'Egitto, di concentrare in poche mani il
-monopolio della scienza (57); chi ne cerca ragione nel timore che errori
-di copisti o volontarie falsificazioni (58) producessero nuovi scismi;
-chi nel desiderio di impedire che la legge tradizionale acquistasse
-eguale autorità della scritta; S. D. Luzzatto (59) infine, pensa che
-tale divieto provenisse dall'aver, gli antichissimi dottori, voluto che
-la teoria e la pratica della religione rimanessero in buona parte
-modificabili, giusta i bisogni dei tempi, ragione per cui nulla
-scrissero e nulla permisero si scrivesse per non scemare ai posteri la
-libertà di modificare gli insegnamenti dei predecessori (60).
-
-Per quanto incredibile possa ciò sembrare a' giorni nostri, non è meno
-certo che questi insegnamenti passavano per tradizione orale dall'una
-all'altra generazione. La memoria sviluppatissima, come è noto, presso i
-popoli orientali, dovette aver parte grandissima nelle scuole
-ebraiche (61).
-
-Caduto il secondo tempio e venutane la gran dispersione degli Ebrei, i
-loro dottori compresero che ove si fosse continuato nell'antico sistema,
-la tradizione avrebbe molto probabilmente finito coll'andar dispersa.
-
-Pensarono quindi di ridurla in iscritto, e Giuda di Tiberiade,
-soprannominato il Santo, a causa della sua scienza e della purezza dei
-suoi costumi, e conosciuto anche sotto il semplice nome di _Rabbì_,
-quasi il maestro per antonomasia, compilò, nel primo quarto del terzo
-secolo, la _Mischnà_ o seconda legge (62).
-
-Che egli poi la scrivesse, come afferma il Maimonide e con lui
-moltissimi altri, o che invece egli si limitasse ad insegnarla ai suoi
-numerosi uditori, sicchè essa si tramandasse inalterata per molte
-generazioni e venisse soltanto dopo lungo tempo posta in iscritto,
-siccome vogliono con S. D. Luzzatto, il Graetz e molti altri moderni, è
-questione sulla quale non ci sentiamo da tanto di pronunciarci. Ciò che
-è certo è che la _Mischnà_ sta al Pentateuco, come il Mitri ai Veda, la
-Sunnah al Corano e che è qualche cosa di analogo alle Ῥήτραι greche,
-alla _lex non scripta_ dei Romani ed alla _Common Law_ degli Inglesi.
-
-Nella _Mischnà_ Giuda raccolse tutti i decreti, gli statuti, le sentenze
-pronunciate dai saggi, diverse massime religiose e morali, tutto ciò che
-era stato adottato durante l'epoca dei profeti dai membri della grande
-Sinagoga, tutte le ordinazioni del Sahnedrin e dei _tanaim_ (63), cioè
-dei dottori più celebri vissuti durante i due secoli anteriori, e ne
-fece un'opera divisa in sei parti principali, dette _ordini_.
-
-Ogni ordine è diviso in trattati (letteralmente: _contesti_), ogni
-trattato in capi, ogni capo in paragrafi (detti _mischnà_, nel senso più
-ristretto della parola). La prima parte od _ordine_ che dir si voglia
-intitolata _delle sementi_ tratta delle leggi dell'agricoltura e delle
-decime (64). Vi è premesso un trattato sulle benedizioni quotidiane e su
-quelle che devonsi pronunciare in varie circostanze. La seconda parte
-_delle Feste_ tratta delle cerimonie da compiersi nei giorni feriali e
-solenni. La terza: _della Donna_ o del matrimonio e dei doveri della
-famiglia. La quarta: _dei danni_, si occupa della indennità dovuta pei
-danni che si occasionano altrui ed in generale di tutto quanto si
-riferisce al giure civile ed al punitivo. Questa parte offre in
-moltissimi punti una grande analogia col diritto romano (65). A questa
-parte è aggiunto un trattato di morale che contiene una raccolta di
-sentenze morali dei padri della Sinagoga. La quinta parte tratta _della
-Santità_ e dei sacrifizi che si offrivano nel Tempio, che vi è
-minutamente descritto, e contiene inoltre i precetti sui cibi. La sesta
-verte _sulle purificazioni_ e sulla purità ed impurità legale.
-
-Lo spirito generale della _Mischnà_ trova la sua migliore espressione
-nelle parole del suo stesso redattore, che servono quasi di epigrafe
-alla intiera raccolta: “Siate tanto coscienziosi nell'adempimento dei
-piccoli precetti quanto dei grandi perchè ignorate la ricompensa che va
-annessa ad ognuno di essi. Paragonate la perdita temporale che vi
-occasiona l'adempimento di una legge, colla ricompensa celeste che vi è
-congiunta, ed il beneficio che risulta dalla trasgressione della legge
-colla pena che deve seguirla. Per evitare il peccato abbiate sempre
-presente tre cose: che al dissopra di voi vi ha un occhio che tutto
-vede, un orecchio che tutto intende, e che tutte le vostre opere sono
-scritte in un libro” (66).
-
-La _Mischnà_ ha più carattere di codice che di trattato di metafisica.
-Però essa non trascura l'occasione di inculcare quegli alti principii
-morali cui deve informarsi la stretta lettera della legge.
-Nell'esecuzione di un fatto guarda più all'intenzione che all'atto in sè
-stesso. Chi reclama un diritto, basandosi sulla lettera della legge, ma
-senza tener conto del sentimento di umanità, che dovrebbe spingerlo a
-non insistere nelle sue pretese, non è amato nè da Dio nè dagli uomini.
-Quegli invece che spontaneamente fa buon diritto agli altrui reclami,
-anche quando la legge non gliene impone l'obbligo, colui, in una parola,
-che non si ferma alla _porta della giustizia_, ma che varca la linea
-della misericordia, guadagna l'approvazione del saggio. “Gerusalemme, vi
-è detto, non andò distrutta se non perchè in essa si giudicava col rigor
-della legge” (67). Certi doveri, come, ad esempio, il rispetto ai
-genitori, la carità, l'applicazione precoce allo studio, l'ospitalità,
-il metter pace fra nemici traggono seco (68) la loro ricompensa in
-questo mondo, ma questa non è che un interesse; la vera ricompensa, il
-capitale, viene pagato nella vita futura. Nella _Mischnà_ non è parola
-dell'inferno. Oltre le pene sancite dalla legge la _Mischnà_ non
-minaccia ai peccatori che un solo castigo misterioso e formidabile
-mandato da Dio, “lo sradicamento;” è lo sterminio (_cared_) di cui già
-parla la Scrittura. Le colpe si riscattano generalmente o col
-pentimento, o colla carità, o col sagrifizio e nel giorno della
-espiazione; se gravissime, il pentimento giova soltanto a sospendere gli
-effetti dell'ira divina, ed ove esso continui sino alla morte, questa
-tutto espia. I peccati commessi contro gli uomini non sono perdonati se
-la parte offesa non riceve piena riparazione, e non si dichiari
-soddisfatta. La virtù la più alta consiste nello studio della legge,
-siccome quello che conduce all'esercizio della virtù (69). Un bastardo
-istrutto è più onorevole di un gran sacerdote che non lo sia (70).
-
-Esistono due redazioni della _Mischnà_, le quali non presentano per
-altro notevoli differenze.
-
-La _Mischnà_, la quale non contiene generalmente che la decisione finale
-della tradizione, secondo i pareri dei diversi dottori, fu naturalmente
-argomento di note, di scolii, di discussioni, nelle due accademie
-religiose di Palestina e di Babilonia. In ciascuna di queste due
-accademie si fece più tardi una raccolta di queste discussioni: queste
-raccolte, molto più voluminose della _Mischnà_ che serve loro di testo,
-presero il nome di _Ghemarà_ o complemento. La _Mischnà_ e la _Ghemarà_
-insieme unite formano il _Talmud_ (71).
-
-Per conseguenza si hanno due _Talmud_; uno frutto degli studi
-dell'Accademia di Palestina chiamato _Ghemarà_ di Gerusalemme, l'altro
-dovuto all'Accademia di Babilonia e detto _Ghemarà_ di Babilonia.
-
-La _Ghemarà_ di Gerusalemme venne redatta a Tiberiade ed ultimata
-probabilmente verso la fine del IV secolo dell'èra nostra, sotto la
-direzione di rabbi Iochanan, detto anche _bar nappachà_, ossia, figlio
-del fabbroferraio (72). Conteneva i commentarii sulle cinque prime parti
-della _Mischnà_, ma quelli risguardanti la quarta parte andarono
-perduti.
-
-Anche le altre quattro parti contengono taluni trattati incompleti.
-Questa _Ghemarà_ venne negletta, negli studii delle scuole ebree del
-medio evo. Essa subì la sorte delle Accademie, da cui aveva avuto
-origine, e che vennero ecclissate da quelle di Babilonia. Se le edizioni
-del _Talmud_ gerosolimitano sono meno buone, è perchè ancora non se ne è
-scoperto un esemplare manoscritto colla cui scorta si possano
-ristabilire i differenti brani mutilati dai copisti. Inoltre questo
-_Talmud_ offre molta difficoltà, grazie alla lingua, in cui è scritto,
-imbarbarita dalla mescolanza di molte voci greche e siriache.
-
-La _Ghemarà_ di Babilonia, la cui autorità prevalse fra gli Ebrei, venne
-redatta, in una lingua mescolata d'ebraico e d'aramaico, nel corso del
-quinto secolo, da Aschè, celebre dottore dell'Accademia di Sora (73), da
-_Ravenà_ suo discepolo e terminata l'anno 500 da rabbi Jossè. Essa è
-almeno quattro volte più voluminosa dell'altra, quantunque a noi non
-sian giunti che i commenti a trentasei dei sessantatre trattati, di cui
-si compone la _Mischnà_. Le discussioni vi sono più sviluppate, essendo
-stato chiuso più tardi. Contiene, oltre alle dispute di numerose scuole
-babilonesi, anche quelle di talune scuole di Palestina.
-
-Questa _Ghemarà_, al paro della Gerosolimitana, è composta di due parti
-principali: la parte rituale, detta _Alachà_, in cui si discorre anco
-dei riti che divennero impraticabili dopo la distruzione del tempio e
-una parte non rituale, detta _Agadà_ che contiene narrazioni, leggende,
-allegorie, proverbi, regole di vita sociale, dottrine morali e
-sentenze (74). Morale, metafisica, giurisprudenza, astronomia, medicina,
-tutte le scienze trovano luogo nel _Talmud_ (75).
-
-Le nozioni, che sopra ognuna di esse vi si leggono, sono certamente ben
-lungi dal raggiungere la perfezione, ma, a traverso gli errori
-moltissimi che danno a quel libro l'impronta dell'epoca in cui fu
-scritto, appare che, sin da allora, esisteva presso gli Ebrei il germe
-della Enciclopedia umana. E ciò è tanto vero che l'Etheridge, scrittore
-certamente non favorevole al giudaismo, si lascia scappare questa
-confessione: “Quando il Talmudismo come sistema religioso sarà
-scomparso, il _Talmud_ non cesserà perciò di essere una preziosa miniera
-di leggende divertenti e di lezioni inapprezzabili che resteranno vere
-per tutti i tempi futuri” (76).
-
-Quanti scrissero del _Talmud_ notarono il disordine con cui è redatto.
-L'_Alachà_ e l'_Agadà_ vi si incontrano promiscuamente, senza sistema nè
-ordine, sicchè un illustre scrittore disse sembrar quasi che i dottori,
-minacciati dalla dispersione, agissero come uomini che in un incendio
-salvano tutto quanto loro viene sotto mano, lasciando ad altri la cura
-di tirare più tardi il miglior partito da quanto venne sottratto alle
-fiamme (77).
-
-Questo disordine non deve recar meraviglia. Chi non sa che, malgrado gli
-sforzi di Triboniano, il Digesto abbonda in _germinationes, leges
-fugitivae, errativae?_ Gli stessi famosi capitolari di Carlo Magno, o
-meglio dei Re Franchi (_Capitula Regum Francorum_), non sono, se si
-considerano colle idee dei nostri tempi anzichè con quelle dell'epoca in
-cui vennero scritti, che una indigesta e disordinata farraggine (78).
-Eppure i Capitolari son di vari secoli posteriori al _Talmud_.
-
-Una questione importante a risolversi sarebbe quella di conoscere, se il
-disordine che tanto si lamenta nel _Talmud_, sia una ripercussione di
-quello che avrebbe sistematicamente regnato nelle discussioni delle
-accademie ebraiche; ma l'esame di tale questione ci porterebbe fuori del
-ristretto campo di questo modestissimo libercolo, sicchè contentiamoci
-di averla accennata.
-
-Il miscuglio però dell'_Agadà_ coll'_Alachà_ ci viene spiegato da un
-aneddoto che troviamo narrato nel Talmud stesso, e che ci piace riferire
-anche perchè vale a render ragione delle iperboli esagerate che spesso
-si riscontrano nel Talmud, e di cui si fecero un'arme coloro che vollero
-denigrarlo, senza tener presente l'aureo consiglio di Goëthe, che chi
-vuole comprendere un poeta deve recarsi nel paese dove egli visse. Un
-vecchio maestro, narra adunque il Talmud, accorgendosi un giorno che i
-suoi scolari sonnecchiavano durante la lezione, si interruppe d'un
-tratto per dire: “Vi fu una volta in Egitto una donna, che diede alla
-luce seicentomila uomini.” Si può di leggieri immaginare l'effetto
-prodotto da questo meraviglioso racconto. “Era, continuò tranquillamente
-il maestro, Jochebed, la madre di Mosè, il quale valeva da solo i
-seicento mila uomini d'arme che uscirono dall'Egitto”; e rieccitata in
-tal guisa l'attenzione dell'uditorio, continuò la sua lezione. Chi
-conosce l'indole immaginosa degli Orientali comprenderà come i maestri,
-per tener desta l'attenzione degli uditori, dovessero spesso ricorrere a
-tale sistema, mescolare la leggenda divertente e fantastica col precetto
-rigido e positivo.
-
-L'_Agadà_ fu spesso segno a motteggi, ed è sempre o quasi sempre di essa
-che si parla, allorquando si discorre di fantasticherie rabbiniche, o si
-scaglia contro gli Ebrei il vecchio insulto: _Lex Judaeorum, lex
-puerorum_ (79).
-
-Niun miglior giudice però dell'importanza che devesi annettere ad
-un'opera, dello stesso autore; ora nel _Talmud_ stesso troviamo questo
-giudizio che può fare apprezzare l'importanza che gli stessi rabbini
-annettevano all'_Agadà_: “Colui che la trascrive non avrà la sua parte
-nell'altro mondo, colui che la spiega sarà bruciato e colui che
-l'ascolta non riceverà ricompensa” (80).
-
-Ogni popolo ha le sue leggende, ma non accade sovente di vedere i
-contemporanei giudicarle coll'indipendenza d'opinione di cui dà prova
-questo rabbino.
-
-Ed è veramente strano il vedere che, malgrado siffatta indipendenza di
-giudizio, si sia potuto da taluno asserire che gli Ebrei di ogni paese
-si sarebbero obbligati con patto solenne ad accettare il Talmud nella
-sua integrità, a non aggiungervi ed a non togliervi una sola parola. Con
-ben maggiore ragione un illustre professore tedesco scrisse: “che i
-Talmud non hanno essenza dogmatica, che persino i risultati
-scientifico-legali sono soltanto opinioni individuali e provvisoriamente
-valevoli, che la sinagoga non li sanzionò mai, e non riconobbe mai in
-essi l'autorità di decretali riconosciute e generalmente
-valevoli.” (81).
-
-Infatti il Talmud non fu mai accettato dalla nazione, in assemblea
-generale o speciale. Le sue decisioni legali, come quelle che emanavano
-dalle più alte autorità teologiche del Giudaismo, formarono certamente
-la base della legge religiosa, la norma di tutte le decisioni future. Ma
-è probabile, per non dir certo, che egli non deve la autorità di cui
-gode, che ad una causa non prevista dai suoi stessi autori. Durante le
-persecuzioni contro gli Ebrei, che ebbero luogo nell'impero persiano
-sotto Ysdegerd II (440 d. G. C.), Peroze e Cobade, le scuole furono
-chiuse per quasi ottant'anni. Lo sviluppo permanente, continuo, della
-legge che era lo spirito del Giudaismo fu violentemente interrotto; ed
-il libro ottenne una autorità suprema, che era ben lungi dalla mente dei
-suoi autori.
-
-Ma qual sia questa autorità, ce lo dice Samuel Naghid, il dottissimo
-ebreo spagnuolo che fu nell'XI secolo segretario di un re di Granata, e
-che è autore di una introduzione al Talmud, tenuta in tanto conto dagli
-Ebrei, che forma oggidì parte integrante di tutte le edizioni del Talmud
-stesso:
-
-“Tutto quanto si trova nel Talmud, e che non abbia rapporto con la legge
-rituale dicesi _Agadà_; nè da questa devesi trarre altro insegnamento se
-non quello che persuade. È da notarsi eziandio che quello che i dottori
-fissarono essere dottrina rivelata a Mosè sul Sinai deve ritenersi come
-legge fissa ed immutabile, mentre le deduzioni da essi fatte
-coll'appoggio di commenti a testi biblici, son cose fatte a seconda
-delle esigenze, delle circostanze e delle proprie idee; per cui mentre
-devesi ritenere quanto in questi ultimi insegnamenti vi ha di
-persuadente, il resto non è cosa su cui si abbia l'obbligo di
-appoggiarsi.” Se così scrivevano gli antichi non meraviglia che con
-eguale indipendenza il rabbino Hurwiz di Londra abbia scritto nella sua
-opera _Hebrew Tales_: “Sono lungi dal sostenere che il Talmud sia un
-libro irreprensibile, sono disposto ad ammettere che contiene molte
-cose, che ogni spirito illuminato, ogni israelita pio desidererebbe non
-vi fossero mai state o vi fossero, almeno, state tolte da molto
-tempo.” (82).
-
-Se piacque dunque a taluno, dice, ben a ragione, il dottissimo
-Bedarride (83) di porre a paro le prescrizioni del _Talmud_ con quelle
-della legge di Mosè, questa dottrina non è mai stata ammessa dagli Ebrei
-siccome articolo di fede. Nelle cerimonie del culto giudaico è il
-Pentateuco che il ministro della religione presenta ai fedeli dicendo:
-“Ecco la legge che portò Mosè ai figliuoli di Israello.” Se il Talmud
-avesse formato un tutto colla legge di Mosè non si sarebbe mancato di
-unirlo a quella in siffatte funzioni.
-
-“Negli articoli di fede del Maimonide, che ottennero l'approvazione di
-tutti gli Ebrei, si legge: “Tutta la legge che è oggi nelle nostre mani
-ci è stata trasmessa da Mosè.” Anche qui evidentemente non può trattarsi
-che del solo Pentateuco.
-
-“Infine, in tutte le epoche, i più dotti rabbini si sono espressi
-liberamente sul conto del Talmud, ciò che non avrebbero osato fare se
-fosse stato parte della legge rivelata.
-
-“Così Judas Levy, che fiorì nell'undecimo secolo, dichiara nel _Cozri_,
-che vi sono nel Talmud cose che già ai suoi tempi non si sarebbero
-scritte (84).
-
-“Maimonide, nel _Morè hanevohim_, critica numerosi brani del Talmud, ed
-allorquando taluni zelanti vollero scomunicarlo, una folla di dotti
-ebrei alzò la voce per adottarne e difenderne le opinioni.
-
-“Così Aben Ezra, Giuseppe Albo, e gran numero di altri dottori che
-meritarono il nome di sapienti, pur rendendo alle tradizioni, che si
-trovano nel Talmud, il tributo di rispetto che meritano, non hanno
-esitato a dichiarare che vi si contengono cose che non è possibile
-ammettere.”
-
-Non si creda però che noi intendiamo invocare quanto siamo venuti finora
-dicendo per sostenere che dal Talmud non si può desumere un sicuro
-criterio per giudicare della moralità degli Ebrei. Lungi da noi siffatta
-idea.
-
-Volemmo soltanto dire che coloro i quali asseriscono avere gli Ebrei
-egualmente autorevole il Pentateuco ed il Talmud sono in grande errore,
-siccome errerebbe chi asserisse che, pei Cristiani, il Vangelo e la
-_Summa_ di San Tommaso hanno eguale valore.
-
-Certamente non mancan Cristiani che non curano o non comprendono i sacri
-misteri della loro fede per correr dietro alle stupide fole di Maria
-Lateau (85) come non mancano Ebrei che trascurarono quasi il Pentateuco
-e le opere sublimi dei loro filosofi, dei loro pensatori per perdersi
-nelle quisquilie del Talmud.
-
-Ma questo, ci si permetta dirlo, non prova nè contro gli Ebrei, nè
-contro i Cristiani, prova soltanto, per la millesima volta, una verità
-antica quanto il mondo: che ogni religione, come ogni nazione, come ogni
-partito conta infinito numero di... spiriti deboli.
-
-Nè gli Ebrei potrebbero non aver in gran conto questo libro, che non
-soltanto fu il legame che li tenne uniti, durante le secolari
-persecuzioni di cui furono vittime, ma che giovò eziandio a conservare
-intatta la loro fede. Nessuno infatti potrà negare che questo commento
-minuziosissimo della legge fosse incontrastabilmente utile al Giudaismo,
-come quello che lo preservò da quelle grandi discussioni religiose che
-furono cagione di tanti scismi nelle altre credenze. Le religioni che, o
-non hanno, come il Giudaismo, un codice particolareggiato, o non
-obbediscono, come il Cattolicismo, all'autorità indiscutibile di un
-Supremo Gerarca, sono naturalmente soggette a suddividersi in un numero
-infinito di chiesuole, come avvenne del Protestantesimo, e come sarebbe
-avvenuto del Giudaismo, se il Talmud non vi avesse posto riparo, a tutto
-provvedendo, e realizzando, sin dal V secolo, l'ideale di moderni
-filosofi: la libertà nell'unità. Sicchè, in questo senso, ben può dirsi
-giusta e veritiera la parola del Talmud stesso: “Dio non ingiunse ad
-Israello tante leggi e tanti precetti che per renderlo felice” (86).
-
-Il Talmud, ripetiamolo, è di somma autorità presso gli Ebrei, e noi,
-dopo aver mostrato che essi, pur avendolo e dovendolo avere in gran
-conto, apportarono nel suo studio quello spirito di libero esame, innato
-nel Giudaismo e da esso reso obbligatorio (87), che permette di
-sceverare il grano dal loglio, vogliamo ancora dimostrare due cose: che
-il Talmud non è legge di iniquità, siccome pretendono gli stolti, ma
-legge di amore, di carità, di tolleranza, e che se vi sono nel Talmud
-dei passi non pochi che contraddicono ed all'intonazione generale
-dell'opera, ed alla vera morale, ciò è facilmente spiegabile e
-giustificabile.
-
-Prima per altro di entrare nello spinoso argomento, ci si conceda una
-dichiarazione. La Chiesa Cattolica ha condannato a parecchie riprese il
-Talmud (88). Nulla di più naturale che siffatta condanna.
-
-Il Talmud, codice di una fede non cristiana, deve contenere e contiene
-massime, precetti, argomentazioni contrarie al Cristianesimo. Se
-altrimenti fosse, gli Ebrei sarebbero Cristiani e la questione sarebbe
-bella e terminata. A buon dritto adunque la Chiesa Cattolica condannava
-il Talmud siccome libro pernicioso alla Fede e noi faremmo opera stolta
-pretendendo scagionarlo da questo addebito.
-
-Ciò che vogliamo provare è che la morale del Talmud non è punto diversa,
-nè sopratutto peggiore di quella che può trovarsi in qualsivoglia opera
-umana scritta nelle identiche condizioni di tempi, di luoghi, di
-costumi; ciò che ci preme constatare, non per artificio di polemica, ma
-per omaggio alla verità è che la legge talmudica non è legge di odio
-come volgarmente si crede, e che l'Ebreo non soltanto può restarvi
-fedele rimanendo in pari tempo ottimo cittadino (89), ma attinge da esso
-quelle virtù domestiche e sociali che sono base di ogni civile
-consorzio (90).
-
-E questa avvertenza che qui facciamo, desideriamo che il signor lettore
-applichi a tutto il contesto di questo lavoruccio. Difendendo l'Ebreo,
-compiamo opera sociale, non religiosa, non sopratutto anticristiana.
-
-Fra le principalissime accuse che si vanno continuamente movendo al
-Talmud vi è quella di eccitare l'animo degli Ebrei contro i Cristiani.
-
-Chi si è fatto banditore di queste accuse? Il _Talmud_, lo sanno anche i
-bimbi, non venne mai sinora completamente tradotto, i numerosi estratti
-che se ne hanno sono per la maggior parte opere polemiche e quindi da
-accogliersi con prudente riserbo.
-
-I traduttori erano in generale o ebrei rinnegati (91) o feroci nemici
-dell'Ebraismo da una parte, o dall'altra rabbini e dotti israeliti. Una
-traduzione imparziale non abbiamo e non si avrà mai, perchè nessun
-dotto, non mosso da spirito di parte o da sentimento religioso, potrebbe
-accingersi all'improba e semi-inutile fatica.
-
-Aggiungasi a ciò che le diverse edizioni del Talmud sia per imperizia
-degli amanuensi, sia per ostacoli ed impedimenti frapposti dalle censure
-politiche ed ecclesiastiche, presentano notevoli differenze e varianti,
-sicchè il volere ristabilire il testo primitivo sembrò sino ai giorni
-nostri opera quasi impossibile (92).
-
-Infine lo stile del _Talmud_ è lungi dall'esser sempre piano e facile;
-le iperboli vi abbondano e se vi si leggono pensieri squisitamente
-gentili siccome quando per dimostrare come l'uomo sia cosmopolita dice
-che “la polve con cui fu plasmato conteneva gli atomi più delicati della
-polvere di tutto il mondo” (93) vi si trovano eziandio frasi
-siffattamente oscure da doversi ritenere inesplicabili. Queste per
-esempio: _La migliore fra le donne è una maliarda_ (94), _il miglior
-medico_ (ebreo) _va all'Inferno_ (95).
-
-Questo linguaggio figurato che domina sovente nel Talmud, e la
-confusione grandissima nella redazione di cui abbiamo tenuto parola,
-furon causa che il Talmud fosse spesse volte frainteso.
-
-Si avverta altresì che il Talmud è in gran parte composto di discussioni
-fra dottori, ognuno dei quali sostiene opposte dottrine (96). Per
-mostrare quanto sia facile per avversari di mala fede snaturare il
-concetto di un libro di siffatta natura addurrò un esempio.
-
-Nel 1879, alla Camera francese, il noto radicale Paul Bert sostenne che
-un celebre teologo e casuista francese, il padre Gury, appoggiandosi
-alla dottrina cattolica giustificava il furto.
-
-Naturalmente l'asserzione fece chiasso. Il deputato Granier di Cassagnac
-padre volle andare a fondo della cosa, e cercato il passo incriminato
-dal Bert trovò che il padre Gury, risolvendo un caso di coscienza, ha
-proposto il seguente esempio.
-
-Il pastorello Titiro credendosi condannato ingiustamente dal Tribunale
-ad una indennità verso il suo padrone, ha cercato di indennizzarsi con
-un furto segreto.
-
-Il padre Gury espone dapprima la tesi di Titiro, conchiudente alla
-liceità del compenso. Dopo ciò reca la soluzione teologica, decidendo
-che quella compensazione è illecita, e che Titiro è obbligato alla
-restituzione. Nulla di più semplice, di più retto, di più naturale. Ma
-il signor Bert si era limitato a leggere dalla tribuna testualmente la
-tesi di Titiro, tacendo la soluzione del teologo, ed attribuendo al
-padre Gury precisamente la dottrina, che il dabben prete condannava.
-
-Se questo fu possibile ai giorni nostri con un libro che come quello del
-padre Gury è scritto in una lingua accessibile a tutti e che è
-effettivamente diffusissimo, quanto più facile non sarà falsificare
-qualche brano del Talmud e fargli dire proprio il contrario di quanto
-era nell'intenzione dei compilatori?
-
-Due esempi fra mille.
-
-Si pretende che nel Talmud vi sia questo precetto: “Il migliore degli
-idolatri uccidilo.” Che il precetto manchi di carità e di tolleranza non
-vorremmo certamente negare, e dato proprio che lo si trovasse allo stato
-di precetto nel Talmud, non saremmo noi gli ultimi ad invocare i fulmini
-dell'opinione pubblica contro l'empio libro. Ma esiste proprio questa
-frase nel Talmud? Possiamo accertare che sì, e che essa si trova nel
-_Talmud_ gerosolimitano alla fine del trattato dei Kidduscin, accanto
-proprio a quella testè citata che manda i medici all'inferno, ed a molte
-altre egualmente strane e bizzarre. Molte ipotesi furono messe innanzi
-per spiegare questa frase, e l'illustre Zunz concluse che il passo debba
-intendersi così: “Il migliore degli idolatri (parlando di un ebreo) dice
-uccidilo.” Ciò che sarebbe stata semplicemente una constatazione delle
-persecuzioni di cui gli Ebrei erano fatti segno da parte dei gentili,
-divenne in bocca ai nemici del Giudaismo, un feroce appello
-all'assassinio ed allo sterminio, fatto da quello stesso libro dove è
-invece sancita la massima: “Chi alza la mano contro il prossimo,
-quand'anche non lo batta, è chiamato colpevole (97).” Del resto volere
-basare una conclusione qualsiasi su qualche brano staccato del Talmud
-sarebbe cosa impossibile. Nessun uomo imparziale vorrà dire si debba
-interpretare alla lettera un libro in cui si trovano massime come
-questa: “Chiunque pronuncia una decisione al cospetto del suo maestro
-merita la morte (98).”
-
-Un'altra accusa che si muove al _Talmud_ e che è ripetuta, con non
-ammirabile unanimità, da tutti gli scrittori antisemitici a cominciare
-dal Wolf nella sua _Biblioteca_ (99) e venendo giù giù fino agli ultimi
-libellisti, è che il Talmud insegni agli Ebrei: “Voi, voi siete degli
-uomini, ma gli altri popoli non sono tali.” Senza essere atroce come
-quello di cui ci siamo testè occupati, anche quest'altro passo sarebbe
-sufficientemente antisociale e ridicolo, sicchè si sarebbe non poco
-sorpresi di trovarlo in quello stesso libro dove sono pur scritte queste
-massime di assoluta tolleranza (100): “Un non israelita il quale si
-governi dietro la legge di Dio, acquistasi merito, niente meno di un
-sommo pontefice; imperciocchè la legge dice (101): L'uomo eseguendo le
-mie leggi si procura la vita; nè dice già i Sacerdoti, i Leviti, gli
-Israeliti, ma dice _Adam_ l'uomo.”
-
-“Benefica, o Signore, i buoni. I buoni è scritto e non gli Israeliti, i
-buoni quindi di tutte le nazioni (102).”
-
-Per chiunque sia in buona fede, basta la citazione di questi passi tanto
-chiari, tanto espliciti, per far comprendere che in quello che nega la
-qualità di uomini ai non Israeliti deve essere incorso qualche errore di
-interpretazione; e l'errore c'è, ed evidente.
-
-La proposizione che i non Israeliti non si chiamano uomini, si trova
-effettivamente nel Talmud (103), ma, isolandola dal suo contesto, la si
-riduce ad un senso che mai non ebbe nella mente di chi la dettava. Si sa
-che la legge mosaica (104) colpisce di impurità per sette giorni
-chiunque sia entrato in una abitazione ove si trovi un uomo morto. Ora
-un talmudista, volendo alleggerire questa prescrizione, disse che la era
-da ritenersi unicamente applicabile ai morti israeliti, i quali soltanto
-generavano impurità col loro contatto; i morti non israeliti non
-avendosi per gli effetti di siffatta legge a considerare siccome uomini.
-Questa opinione, tutta individuale, a proposito di una questione affatto
-bizantina, e rigettata, lo si noti, da tutti gli altri talmudisti (105),
-bastò, perchè da secoli si vada ripetendo che gli Ebrei, per obbedire al
-Talmud, devono considerare sè soli uomini ed avere in conto di bestie
-tutti i non ebrei (106).
-
-Accusa altrettanto assurda e ridicola, quanto quella che si muove al
-Cristianesimo di aver negata l'anima alle donne, per ciò solo che
-Gregorio da Tours lasciò scritto nella sua _Historia ecclesiastica_,
-come nel concilio di Macon (a. 525) un Vescovo facesse la proposta,
-respinta dai suoi colleghi, non potersi la donna chiamar uomo, nè formar
-essa parte del genere umano!
-
-Il Cristianesimo, che ha tra i suoi potissimi vanti di aver dato alla
-donna la parte che le spetta nel civile consorzio, è accusato di averle
-negata l'anima, il Talmudismo che eleva a massima il precetto: “Amato è
-l'uomo perchè fu creato ad immagine di Dio, amore straordinario gli fu
-manifestato perchè fu creato ad immagine di Dio” (107) è accusato di
-aver assimilato alle bestie la quasi totalità del genere umano.
-
-Aberrazioni dell'odio e dell'intolleranza. Per aggiungere poi un'altra
-prova della spudorata mala fede di taluni avversari degli Ebrei, e della
-supina ignoranza di altri, dirò, che allorquando oggi ancora, si
-vogliono citare i due passi del Talmud, dei quali siamo venuti sinora
-discorrendo, si suole in entrambi tradurre la parola _goim_ che vale
-idolatri o gentili, coll'altra _cristiani_, siccome fece anche poche
-settimane or sono un sedicente abate Chabauty nelle colonne
-dell'_Antisémitique_ (108). Dimostreremo ora che la parola _goim_ non
-deve mai intendersi applicata ai Cristiani ma, prima di farlo, vogliamo
-avvisare il signor Chabauty che i due passi incriminati, di cui ci siamo
-venuti sinora occupando, sono scritti entrambi nella prima metà del
-secondo secolo dell'èra nostra, in una epoca, cioè nella quale non si
-parlava ancora nè di Cristiani, nè di Cristianesimo, ed in cui le due
-religioni di Mosè e di Cristo confondevansi quasi ancora in una sola; e
-sono scritti appunto da quel Simeon ben Johai che, condannato a morte
-dalla tirannia pagana, si tenne per quattordici anni nascosto in una
-caverna, nutrendosi di erbe e di radice.
-
-Se questo sapeva il signor Chabauty, traducendo _goim_ per cristiani
-die' prova di impudente mala fede; se non lo sapeva, di supina
-ignoranza, perocchè, lasciando anche in disparte l'osservazione, certo
-non trascurabile, della poca importanza che in quell'epoca aveva il
-Cristianesimo, non occorre davvero grande acume per comprendere che se
-Simeon ben Johai si lasciò trasportare dall'odio, è ben naturale che i
-suoi strali fossero diretti agli atroci suoi persecutori e non a coloro
-che in quei tempi dividevano cogli Ebrei i dolori del martirio.
-
-Parrebbe quindi sprecata ogni parola per dimostrare che, egli almeno,
-colla parola _goim_ non potè alludere ai Cristiani (109).
-
-Siccome però questa parola, che alla lettera significa _stranieri_,
-viene usata nel Talmud, anche da scrittori ben più moderni che non sia
-Rabbi Simeon ben Johai, e non mai in senso di benevolenza, così ci
-converrà soffermarvici sopra alquanto, per dimostrare falsa e calunniosa
-l'opinione di quei nemici degli Ebrei che sostennero doversi questa
-parola tradurre con quella di cristiano.
-
-Se si ammettesse questa interpretazione sarebbe facile scavare nel
-Talmud non poche massime e sentenze dove si parla del _goi_, e farsene
-un'arma per dimostrare l'ebreo nemico delle popolazioni in mezzo a cui
-vive.
-
-Sventuratamente pei sobillatori l'interpretazione che essi vorrebbero
-dare alla parola _goi_ (plur. _goim_) non regge alla critica.
-
-Il Talmud, considerato nello spirito che lo informa, non è intollerante,
-neppur verso la idolatria: “Gli stranieri fuori di Palestina non sono
-idolatri, ma essi seguono semplicemente i costumi de' padri
-loro.” (110), e, come corollario di questa massima, l'altra:
-“L'esercizio della carità e della giustizia son le uniche condizioni che
-il Giudaismo impone per l'eterna salute” (111). Tanto meno quindi esso
-può essere intollerante verso i monoteisti a qualunque religione
-appartengano, ed effettivamente i dottori del Talmud fanno enorme
-differenza fra idolatri e monoteisti. È idolatra chiunque non rispetti i
-sette precetti imposti da Dio ai figliuoli di Mosè (112):
-
-1. Costituirsi tribunali.
-
-2. Non bestemmiare.
-
-3. Non servire ad idoli.
-
-4. Non fornicare.
-
-5. Non versare sangue.
-
-6. Non rubare.
-
-7. Non mangiar carne strappata da un animale ancora vivente.
-
-Chiunque invece ottempera a questi precetti si chiama giudeo: “Chi
-rinnega l'idolatria si chiama giudeo” (113). Precetto questo che
-basterebbe a far chiaro qual concetto di alta tolleranza abbia il
-Giudaismo per tutte le religioni monoteistiche. Basta non essere
-idolatra per meritarsi quel nome di giudeo, di cui la stolta malignità
-delle plebi fece una ingiuria, ma che è, naturalmente, la più grande
-espressione di benevolenza che si possa trovare nel Talmud. E tanto
-differenziano gli Ebrei fra idolatri e monoteisti che Maimonide, il
-massimo fra i loro filosofi, potè ridurre ad assioma il principio,
-essere il Cristianesimo e l'Islamismo mezzo di preparazione all'êra
-messiaca.
-
-Da quanto si è fin qui detto parrebbe già evidente non doversi mai in
-nessun caso la parola _goi_ applicare ai Cristiani, ma ne piace far più
-chiara siffatta dimostrazione, esaminando la questione sotto un altro
-aspetto.
-
-La _Mischnà_ annovera tra le feste dei _Goim_ le Calende ed i Saturnali.
-Ci volle davvero nel Bustorfio singolar mala fede, per tradurre nel suo
-_Lessico Talmudico_ (colonna 2043), in questa guisa le parole della
-_Mischnà_. _Haec autem sunt festa Christianorum_ (!) _Calendæ,
-Saturnalia, Quadragesima._ Che le Calende ed i Saturnali non siano state
-mai feste cristiane sanno anche i bimbi, nè vi ha chi ignori come i
-primi scrittori cristiani stigmatizzassero con santo zelo gli osceni
-riti dei saturnali pagani.
-
-Come adunque supporre che la Mischnà abbia potuto dire essere feste dei
-Cristiani quelle che notoriamente erano dai Cristiani riprovate? _Goim_,
-in questo caso come sempre, non può tradursi con _Cristiani_, ma con
-_Pagani_ o _Gentili_.
-
-Nè si obbietti che se i Saturnali o le Calende sono feste pagane, è la
-Quaresima essenzialmente cristiana; poichè a questa obbiezione si
-risponde che l'introduzione della parola _Quaresima_ in questo passo è
-un parto della immaginazione del Bustorfio, il quale non seppe, o non
-volle, trovare nella lingua greca il vocabolo misnico _Kratesein_.
-Questa festa è ritenuto dai Talmudisti essere la solennizzazione
-anniversaria del giorno in cui Roma ha preso l'impero e l'antico lessico
-talmudico, detto _Aruch_, dice essere voce greca. La voce è accorciata
-da Κρατησίμαχος vincitore in battaglia, ed indica la festa istituita in
-commemorazione di qualche solenne vittoria, qual era, per es., presso i
-Romani il giorno degli Idi di aprile, consecrato a Giove vincitore od
-alla libertà. E ben a ragione il Perengero tradusse questo vocabolo:
-_Dies_ Κρατησίμαχος, _sive memoria subjugati alicujus imperii._
-
-Spiegato per tal guisa che nel passo, citato dal Bustorfio, non si parla
-di alcuna festa cristiana, ma bensì di tre feste pagane, sarà d'uopo
-convenire che allorquando nel _Talmud_ si incontra la parola _goim_
-converrà renderla con quelle di _gentili_, _pagani_, _idolatri_, ma non
-mai con quella di _cristiani_.
-
-Ma, si dirà, sien pure gli idolatri quelli che il Talmud designa col
-nome di _goim_, non è però men vero che egli inculca l'odio ed il
-disprezzo verso di loro, ciò che è sempre contrario ai precetti di
-carità e di tolleranza.
-
-Obbiezione questa giustissima in bocca di coloro che, conoscendo i santi
-precetti del Vangelo, vorrebbero che ogni libro di ogni religione a
-quelli si informasse.
-
-Ma il Talmud non è il Vangelo, ed errerebbe a partito chi volesse
-confrontare l'uno coll'altro. Il Vangelo è, come il Pentateuco legge
-rivelata, il Talmud è legge tradizionale. Nei primi è Dio che parla, nel
-secondo è l'uomo, con tutte le sue debolezze, con tutti i suoi difetti.
-
-Ed il Talmud, non dimentichiamolo, fu composto, quando le persecuzioni,
-atroci, efferate dei Romani contro gli Ebrei, imperversavano ancora. Il
-Talmud è il libro di una gente oltraggiata nella sua fede, cacciata
-dalla sua patria, conculcata nella sua nazionalità, libro umano e non
-divino, sicchè se lascia talvolta trapelare l'odio dell'oppresso contro
-l'oppressore, non si può biasimarlo, senza involgere nello stesso
-biasimo ogni grido di dolore, ogni imprecazione che esca dal petto di
-una nazione oltraggiata, vilipesa, martirizzata.
-
-Leggiamo le opere dei primi Cristiani che ebbero comuni cogli Ebrei i
-patimenti e le sofferenze, e vediamo se, malgrado le massime di sublime
-carità, bandite dal Vangelo, non rivelano l'odio verso il Pagano
-oppressore e tiranno.
-
-Perdonare agli oppressori, lambire la mano che vi schiaccia, sono atti
-di virtù eroica, ma appunto perchè tali sarebbe assurdo il far colpa a
-chi non se ne sente capace.
-
-Ciò che importa notare è che la legge giudaica non fa espressa
-distinzione dallo israelita al non israelita (_nochrì_) in alcuna di
-quelle leggi che la giustizia e l'umanità hanno suggerite a tutti i
-popoli civilizzati. Per esempio i precetti: _Non commettere omicidio_,
-_non commettere adulterio_, _non rubare_, sono espressi in modo
-illimitato ed assoluto; e questi misfatti sono indistintamente proibiti,
-sia che si tratti di commetterli a danno di un israelita o di un non
-israelita. Ciò fu chiaramente enunciato dal rabbino Eliezer figlio di
-Natan, vivente in Magonza verso il 1140, e fratello ad un genero di
-Rascì (114).
-
-Ed anche i Talmudisti, se talvolta si lasciarono sfuggire qualche
-espressione di ira verso gli oppressori, non mancarono però di inculcare
-il perdono delle offese, una delle più sublimi fra le virtù evangeliche.
-
-“Perdona a chi ti ha maltrattato, e dà a quello che a te ha rifiutato;
-se tu cerchi di vendicarti lo rattristerai e ti pentirai del male che
-avrai fatto. Se invece tu perdoni e ti mostri liberale, te ne
-rallegrerai in ogni tempo ed in ogni momento” (115).
-
-Ed altrove:
-
-“Sii sempre pieghevole come giunco (benigno con tutti), nè essere mai
-inflessibile come un cedro (inesorabile verso chi ti offese)” (116).
-
-E più chiaramente:
-
-“Coloro che umiliati da altri non ne anelano la rivincita, che
-ingiuriati non hanno un pensiero di vendetta, la di cui religione è
-amore di Dio, che con tacita rassegnazione soffrono le sventure di
-questa vita, vengono dalla sacra scrittura designati lorchè leggiamo
-(GIUDICI, v. 31): _Quelli che amano il Signore, sieno come quando il
-sole esce fuori nella sua forza_” (117).
-
-Oppure:
-
-“Se offendesti il tuo prossimo ti sembri grave l'offesa; se facesti il
-bene, lieve il beneficio. All'incontro se il tuo prossimo ti rese un
-servizio stimalo grandissimo; se verso te si permise una ingiustizia
-dimenticala come di poco momento.
-
-“Apprendi a soffrire paziente e perdonare le ingiurie” (118).
-
-Molti poi fra i precetti talmudici, che i nemici del Giudaismo
-interpretarono come eccitamento all'odio verso i gentili, non erano in
-fatto che precetti precauzionali intesi a guarentire la vita e gli averi
-degli Ebrei, dalle popolazioni, loro infestissime, frammezzo alle quali
-vivevano.
-
-Si leggano taluni di questi precetti e si dia torto agli Ebrei di averli
-inscritti nelle loro leggi, quando si sappia, per dirne una sola, che
-una legge dei Franchi Ripuarii, non abrogata che qualche secolo dopo, da
-Lodovico il Pio, vietava, si procedesse contro un cristiano per
-qualunque delitto, l'assassinio compreso, che avesse commesso contro un
-ebreo (119)!
-
-“Non si fermi solo un israelita con un idolatra perchè sono sospetti di
-versar sangue. — Se viene a trovarsi per via, insieme ad un idolatra che
-cinga spada, se lo metta a destra; se ha il bastone in mano, se lo metta
-a sinistra. — Se salgono o scendono non sia l'idolatra di sopra e
-l'israelita sotto, e ad ogni modo se lo metta un po' a destra, mai poi
-non gli si abbassi davanti. Se gli domanda: dove vai? quando abbia
-bisogno di andare un miglio, gli dica due miglia” (120).
-
-Un esame particolareggiato del Talmud non è nell'indole di questo nostro
-lavoro, sicchè mentre non possiamo, nell'interesse degli Ebrei, che far
-voti perchè siffatto esame sia eseguito da uno scrittore veramente
-imparziale, ci limiteremo a darne qui taluni brevissimi estratti per far
-chiaro lo spirito che anima quello, che a buon diritto potrebbesi
-chiamare, il _corpus juris_ degli Ebrei.
-
-Fu detto, ed a ragione, che tutte le verità del Vangelo potrebbero
-riassumersi nel precetto: _Amate il vostro prossimo come voi stessi._
-
-Nè il fatto che questo precetto che Rabi Akivà diceva essere il più bel
-precetto della religione (121), trovisi nell'Antico Testamento (LEV.
-XIX, 20), attenua il merito grandissimo del Cristianesimo che,
-sostituendosi al Paganesimo, mise in pratica il precetto della
-scambievole benevolenza, in scala ben più larga che non avesse fatto
-prima il Giudaismo e gli diede la sanzione di un dovere religioso. Ma il
-merito del Cristianesimo non deve renderci ingiusti verso gli Ebrei che
-seppero mostrarsi degni del sacro deposito della legge che avevano
-ricevuto da Dio.
-
-Infatti nel Talmud troviamo:
-
-“Amerai il tuo prossimo come te stesso. È questa la gran legge di tutta
-la legge. Guai a chi dice: _Sono avvilito, sia avvilito anche il mio
-prossimo, sono maladetto, sia maladetto anche il mio prossimo._ Pensi
-costui chi avvilisce, chi maledice; egli avvilisce e maledice chi porta
-in sè l'immagine divina” (122).
-
-Ed altrove:
-
-“Un pagano si presentò ad Hillel (123) e gli disse:
-
-“_Io sarò ebreo, ma a questo patto; voglio che tu mi insegni tutta la
-legge in tanto tempo quanto posso tenermi ritto su d'un piede solo._
-Hillel sorride, accetta la prova, e incomincia in questo modo: Ama il
-tuo prossimo; non fare ad altri quello che a te spiacerebbe. Ecco, amico
-mio, tutta la legge. Tutte le altre prescrizioni sono una conseguenza di
-queste: va e studiale” (124).
-
-In altro luogo due rabbini discutendo sulla base della morale, e sul
-vero criterio della religione esprimono le seguenti opinioni. L'uno dice
-che tutto è fondato sul precetto dell'amore del prossimo, l'altro invece
-sulla unità della razza umana (125).
-
-Nè l'amore del prossimo, tanto filosoficamente espresso in questa ultima
-massima, è, pei Talmudisti, soltanto un precetto scritto sulla carta e
-non applicato.
-
-Ognun sa che gli odii religiosi, sempre vivi ed accaniti, lo sono tanto
-più fra differenti sètte della stessa religione; e sono pur note le
-dissensioni fra la scuola di Hillel e quella di Shamai, dissensioni che,
-per dirla colla espressione rabbinica, d'una legge sola ne facevan due.
-
-Ora ecco cosa leggiamo nel Talmud a questo proposito:
-
-“La scuola di Shamai e la scuola di Hillel, in perpetue disputazioni
-religiose l'una contro l'altra dividevano Israello in due grandi
-partiti, di cui uno parteggiava pel primo e l'altro per l'altro. Una
-scuola dichiarava immonde molte cose che l'altra voleva pure; quella
-dichiarava illegittimi i matrimoni in certi gradi di parentela, che
-questa credeva permessi. E tuttavia i due partiti e le due scuole
-vivevano comodamente insieme; non si astenevano dal mangiare l'uno in
-casa dell'altro, e legavano maritaggi gli uni cogli altri” (126).
-
-Nè questo spirito di tolleranza vien meno, allorquando si tratta di
-altre religioni. Le prove che potremmo addurre sono tali e tante che ci
-troviamo obbligati a scegliere.
-
-“La giustizia non è un retaggio particolare, non è di discendenza; solo
-i sacerdoti sono sacerdoti, solo i leviti sono leviti; chi volesse
-divenire o sacerdote o levita, non può: tutti che vogliono, possono
-divenire giusti, anche il pagano” (127).
-
-Ed a confermare il precetto coll'esempio non mancano nel Talmud leggende
-e racconti, nelle quali, idolatri sono rappresentati come specchio
-d'ogni virtù! Si legga, a cagion d'esempio, la leggenda del pagano Damo
-d'Ascalona che riferiamo fra i documenti, giovandoci della bella
-traduzione datane dal Levi, e ci si dica se, in tutte le letterature
-antiche, esiste una pagina dove un nemico, un infedele, sia ritratto con
-così splendidi colori (128).
-
-Ma la tolleranza è, checchè se ne sia detto, virtù essenzialmente
-giudaica, ed un sereno pensatore, anche ignorando il Talmud, dovrebbe
-convenire che un popolo non avrebbe potuto sopportare per secoli e
-secoli, senza trascendere a vendette e ad eccessi quella lunga serie di
-persecuzioni di cui Milman ebbe a dire “che furono le più schifose e le
-più continue che possano citarsi fra le nazioni al dissopra dello stato
-selvaggio” (129), se non avesse trovato nella propria legge il
-fondamento di ogni virtù, e non avesse succhiato col sangue il precetto
-dei suoi maestri: “Scopo principale dei religiosi precetti si e
-l'avvicinamento fra Israello e tutti gli esseri creati” (130).
-
-La carità verso i peccatori è spesso raccomandata dal Talmud. “Non
-giudicate gli altri senza mettervi al loro posto.” (131).
-
-Ed altrove:
-
-“Tre cose conducono, anzi trascinano l'uomo malgrado suo al
-male, — l'errore della idolatria, la passione e la povertà.
-
-“Meritano perciò grande compassione gl'infelici che ne sono trascinati,
-ed è dovere nostro di pregare Iddio per loro” (132).
-
-E come moralità di uno dei tanti apologhi che formicolano nel Talmud:
-
-“Il giusto non deve mai provocare la punizione di Dio sul
-colpevole” (133).
-
-Nè il Dio degli Ebrei è animato da quello spirito di crudeltà e di
-intolleranza che i nemici del Giudaismo gli prestano, per poi torcere
-contro gli Ebrei il noto detto che non Dio ha fatto l'uomo a sua
-immagine, ma che ogni uomo si foggia un Dio ad immagine sua. Mentre i
-pagani sono vinti dagli Ebrei, Dio geme e sclama:
-
-“Ebrei e pagani sono opera delle mie mani, potrei io annientare gli uni
-per far trionfare gli altri?” (134).
-
-Ed altrove:
-
-“Il Signore così protestava a Mosè: Ebreo o gentile, uomo o donna, servo
-o libero, tutti sono eguali per me; ogni buona opera è accompagnata dal
-premio” (135).
-
-E questo principio si riscontra, ad ogni pie' sospinto, nel Talmud.
-
-“Giuro pel cielo e per la terra, risponde un dottore, che ebreo od
-idolatra, uomo o donna, schiavo o ancella, tutti sono giudicati secondo
-le loro opere e su tutti può scendere lo spirito divino” (136).
-
-E questo giuramento, monumento insigne di tolleranza, e quale
-difficilmente si troverebbe nei codici religiosi di altre nazioni,
-trovasi ripetuto nel _Tanà Devè Eliau_, libro antichissimo dei tempi
-talmudici, e così autorevole presso gli Ebrei che la pietosa leggenda lo
-attribuisce al profeta Elia.
-
-Nè, checchè siasi preteso in contrario, questo spirito di tolleranza
-venne meno negli Ebrei moderni.
-
-Un illustre rabbino italiano del secolo XVII scrive:
-
-“..... E dicono i Rabbini che honorar similmente si deve ogni Vecchio,
-ben che non sia Hebreo, come Cittadino del mondo di molto tempo, che ha
-passato molti avenimenti et in conseguenza per esperienza saggio; da
-Giobbe, cap. 12. _In antiquis est sapientia et in multo tempore
-prudentia_” (137).
-
-Un altro italiano, S. D. Luzzatto, è autore di queste parole che noi
-vorremmo seriamente meditate da coloro, che, non sappiamo per quali
-satanici intenti, si sforzano a metter zizzania fra Cristiani ed Ebrei:
-“Chi volesse confutarli [gli scrittori che presero a difendere il
-Cristianesimo], quand'anche lo facesse per difendere il Giudaismo,
-commetterebbe una immorale azione, poichè contribuirebbe ad immergere
-molta parte dell'umana società nella irreligione, essendo quasi
-impossibile che le nazioni nate fuori dal Giudaismo lo abbraccino... Che
-se taluno poi pensasse a confutare gli apologisti del Cristianesimo
-coll'idea di guarentire i suoi correligionari dalla seduzione dei loro
-scritti, il suo procedere non cesserebbe di esser men che onesto,
-siccome quello che nuocerebbe a milioni per giovare ad uno o due” (138).
-
-A queste parole di stragrande importanza, e pel valore dell'uomo che le
-dettava, che fu può dirsi il maestro di tutti i Rabbini oggi viventi in
-Italia, e per essere scritte in una lettera particolare, non destinata a
-veder la luce, tanto che rimase inedita per ben quarant'anni, fanno
-degno riscontro le seguenti del venerando M. Isidore, gran Rabbino di
-Francia.
-
-“La Religione..... non ha che una missione, quella di raccomandare la
-concordia e la giustizia e benedire gli uomini di cuore a qualunque
-culto appartengano, nessuno essa eccettua ed a tutti richiede
-annegazione e sincerità” (139).
-
-Ad un accanito nemico degli Ebrei, a Paolo Medici, autore di un libro
-scritto espressamente per provocare l'odio ed il disprezzo contro gli
-Ebrei (140), la verità strappa queste due preziose confessioni che
-mostrano, al paro dei passi da noi citati, lo spirito di tolleranza del
-Giudaismo.
-
-“Nella formola della confessione degli Ebrei in cui chiedono
-l'assoluzione dei loro peccati è fra gli altri annoverato il seguente:
-abbiamo altri in abbominazione” (141).
-
-Locchè ci pare provi che se gli Ebrei nutrono odio contro chicchessia, e
-questo accade naturalmente anche a loro, perchè non sono migliori degli
-altri uomini, la loro religione però li obbliga ad accusarsene come di
-un peccato.
-
-E lo stesso Medici ci reca la seguente prova dello spirito di tolleranza
-de' Rabbini:
-
-“Nel trattato Tahamit, cap. 4 (142), prescrivono i Rabbini e dicono che
-se alcuno vuol digiunare, digiuni il lunedì, il martedì, il mercoledì o
-il giovedì, non mai però il venerdì, il sabbato o la domenica... La
-causa perchè non digiunano la Domenica, dice nello stesso luogo Rabbi
-Jochanan, per amor di Cristiani” (143).
-
-Ogni spirito imparziale converrà, che non è possibile dar prova maggiore
-di tolleranza che vietare ai seguaci di una religione di far penitenza
-in un dato giorno, per ciò soltanto che, in quel giorno, i seguaci di
-un'altra religione celebrano la loro festa.
-
-Se il _Talmud_ è, come abbiamo dimostrato, legge di tolleranza, esso,
-seguendo il precetto del salmista (XXXIV, 15) “_Ritratti dal male e fa
-il bene_” è anche legge di carità e si informa a quella universale pietà
-ed umanità che formarono in ogni secolo la gloria degli Israeliti. I
-Siri dopo una battaglia perduta, dicono al proprio Re: _noi abbiamo
-udito dire che i Re della casa d'Israele sono Re benigni_ (144). I
-Talmudisti dicono: “Gli Ebrei si distinguono per tre caratteri: essi,
-cioè, sono pietosi, verecondi e beneficienti” (145); ed altrove: “Chi
-non ha pietà non è della stirpe d'Abramo” (146).
-
-Ed in altro luogo: “Caratteristica dei discendenti di Abramo è la pietà
-verso tutti gli esseri creati” (147).
-
-Ed estendendo lo spirito di beneficenza anche ai non israeliti: “Per
-conservare l'unione e l'armonia che devono regnare fra tutti i membri
-della famiglia umana è prescritto di nutrire i poveri idolatri al paro
-dei poveri israeliti, di visitare i malati idolatri al pari dei malati
-israeliti, di rendere gli estremi uffici tanto agli idolatri morti,
-quanto agli israeliti” (148).
-
-Ed il Modena constata come questo spirito di carità fosse ancor vivo
-negli Ebrei dei suoi tempi: “Hanno anco tanto per opera pia il dare
-elemosina, e sovvenir ogni misero, benchè non sia Hebreo; in particolare
-a quelli delle città, e luoghi dove abitano; come cosa propria della
-pietà humana indifferentemente et espressamente lo raccontano i
-Rabini” (149).
-
-Di questo spirito di carità presso gli Ebrei rende splendida
-testimonianza un autore non sospetto, l'illustre De-Gerando con queste
-parole: “Tanta è la forza della legislazione biblica sulla carità, che
-essa ha conservato tutti i suoi effetti attraverso alle vicissitudini
-che ha subito questo popolo da tanti secoli. Qualunque siano state le
-sue disgrazie, fuggitivo, sparpagliato, perseguitato, non si è punto
-visto i suoi figli ricorrere alla carità pubblica. Anche là dove i
-diritti civili gli sono stati negati, là dove egli si trovava escluso
-dai principali rami di industria e dalla facoltà di possedere degli
-immobili, egli ha trovato nella comunità religiosa e morale, che unisce
-tutti i membri, dei mezzi sufficienti per sovvenire a' bisogni di quelli
-fra essi che non poterono sussistere coi loro proprii mezzi” (150).
-
-Ed oggi ancora uno dei più illustri letterati e pensatori francesi,
-Maxime du Camp, in un notevole lavoro sulla carità (151) può scrivere
-senza tema di essere smentito queste parole:
-
-“Ho molto viaggiato, e molto osservato, e non ho trovato in nessun luogo
-razza più benefaciente e più soccorrevole della razza ebraica.”
-
-Dopo un pensatore un romanziere, ed un romanziere alla moda, Ernest
-Dandet che nel suo _Jack_ scrive:
-
-“Quando un ebreo si mette ad esser generoso la sua carità è
-inesauribile.”
-
-Se dal frutto si giudica l'albero, da questi concordi giudizi sarà
-agevole argomentare quali sieno le dottrine giudaiche in materia di
-beneficenza. Ci piace però raccogliere anche su questo argomento talune
-sentenze talmudiche e non ci sarà difficile raccoglierne nelle opere di
-quei dottori che avevan per massima: “Fine della sapienza, esser la
-penitenza e le buone opere” (152), e che dicevano “lo stesso povero che
-vive di elemosina non esser dispensato dalle opere di carità” (153), e
-che insegnavano “principio della divina legge esser la carità; fine la
-carità” (154).
-
-Ed ecco taluni precetti sull'argomento: “Tieni la tua casa a chiunque
-aperta e sien i poveri tuoi famigliari” (155). — “Val più la carità che
-la beneficenza” (156). — “Amare l'umanità equivale ad amar
-Dio (157).” — “Quattro caratteri vi sono nella beneficenza. Chi dà
-volentieri, ma non vuole che altri dia, è geloso de' meriti altrui. Chi
-vuol ch'altri dieno, ma egli stesso non dà, è avaro. Chi dà del suo e
-vuole ch'altri dieno, è uomo pio. Chi non dà, nè vuole ch'altri dieno, è
-malvagio” (158).
-
-Si noti però che mentre il Talmud eccita il ricco alla beneficenza,
-eccita il povero al lavoro dicendogli: “L'uomo che è mantenuto
-foss'anche dal padre, fosse anche dalla madre e dai figliuoli suoi, non
-prova mai l'ineffabile compiacenza di chi si mantiene colle proprie
-fatiche” (159) e dipingendogli la sorte dell'uomo che vive dell'altrui
-beneficenza usa queste parole che rammentano i famosi versi del nostro
-Dante:
-
-“Quand'uno trovasi costretto a ricorrere all'altrui beneficenza, egli è
-come fosse condannato a due supplizi, a quello del fuoco e a quello
-dell'acqua” (160).
-
-E perciò il Talmud contiene consigli di previdenza così saggia, che
-nessun economista moderno sdegnerebbe di firmare; questo, per esempio:
-“Ti costruisci prima una casa, acquista qualche terreno, coltivalo e
-quindi pensa ad ammogliarti” (161).
-
-Ma ogni legge sulla beneficenza sarebbe incompleta e manchevole, se non
-consigliasse più il soccorso che permette all'infelice di rialzarsi,
-mercè la propria attività, che la elemosina pura e semplice, che abbassa
-il carattere di chi la riceve. Come non plaudire quindi a questo
-precetto talmudico: “Ha maggior merito chi presta che chi dona”? (162).
-
-E dopo essersi dato tanto pensiero per inculcare la beneficenza,
-provvedono i dottori del Talmud ad impedire, per quanto sta in loro, che
-i malvagi sfruttino la beneficenza dei pii: “Chi non abbisognando di
-vivere di elemosina, pur la riceve, non morrà di vecchiaia se pria non
-sia stato ridotto alla stringente necessità d'implorare l'altrui
-beneficenza. D'altro canto, chi oppresso dalla miseria fa ogni onorato
-sforzo per non accattare il suo pane, perverrà prima di morire a nutrire
-egli stesso degli sventurati co' suoi averi. È di lui che disse Geremia
-(XVII, 7) _Benedetto l'uomo che si confida nel Signore e la cui
-confidenza è il Signore_” (163).
-
-In questo stesso Talmud, tanto calunniato, si trovano, con grandissima
-meraviglia, trattate e risolute questioni che nel XIX secolo preoccupano
-ancora lo spirito pubblico.
-
-La questione della pena di morte vi è esaminata (164).
-
-“Se un tribunale, vi si legge, pronunzia ogni sette anni una sentenza
-capitale, si ha il diritto di chiamarlo crudele. Esso merita questo
-rimprovero, dice Rabi Eleazzaro, anche se pronuncia una condanna di
-morte ogni settanta anni. Se noi avessimo fatto parte del gran tribunale
-(aggiungono Rabbi Tarfon e Akivà), mai nessun uomo sarebbe stato
-condannato a morte.
-
-“Questo sarebbe, dice un ultimo rabbino, causa che i delitti di sangue
-si farebbero frequenti in Israello” (165). È a questo stesso Talmud, a
-questo stesso libro ove sta scritto _anche al reo scegli una morte
-dolce_ (166) che si è ispirato uno scrittore ebreo dell'XI secolo, Giuda
-Levi, per scrivere queste parole che nessun moderno criminalista
-respingerebbe.
-
-L'opera è in forma di dialogo tra un re _Cosri_ ed un Ebreo che
-rappresenta le opinioni dell'autore:
-
-“_Cosri._ Le pene imposte pei reati sono forse fissate dalla legge dove
-è detto: Occhio per occhio, dente per dente. Ciò che un uomo ha fatto di
-male ad un altro, deve a sua volta soffrirlo?
-
-“_L'Ebreo._ Non è detto nello stesso luogo: Chi avrà ucciso una giumenta
-la pagherà o la compenserà. Vita per vita. Chi colpirà un animale lo
-prenderà e lo pagherà?
-
-“Questi due casi intendonsi del pagamento del prezzo, perchè ciò non
-vuol dire: Se qualcheduno ha ferito il tuo cavallo, tu ferisci il suo;
-ma bensì: Prendi il suo cavallo e pagati. Difatti non vi sarebbe per te
-nessun vantaggio a colpire il cavallo. Così se qualcuno ti taglia la
-mano, non è detto tagliagli a tua volta la mano, perchè non vi sarebbe
-per te nessun vantaggio a tagliargli la mano. È inutile far notare tutto
-ciò che vi sarebbe di contrario alla giustizia ed alla sana ragione in
-sentenze pronunziate sulla base del principio: frattura per frattura,
-ferita per ferita, cattiveria per cattiveria. Difatti come potremmo noi
-misurare, graduare esattamente tali cose; uno, per caso, muore in
-conseguenza d'una ferita ed un altro no. Possiamo noi essere giudici
-esatti del più e del meno? Strapperemo noi un occhio tanto a chi ne ha
-uno solo come a chi ne ha due? Così uno diverrebbe cieco, l'altro
-soltanto monocolo. La legge dice: l'uomo sopporterà le conseguenze del
-male che ha fatto” (167).
-
-Le dottrine giuridiche del Talmud meriterebbero, del resto, da sole,
-l'onore di uno speciale volume. “Quando è, dice un dottore, che
-giustizia e benevolenza s'incontrano? Allorquando due litiganti vengono
-ad un accomodamento pacifico.” Legislatori che tanto prediligevano la
-conciliazione, non potevano dimenticarsi di reprimere l'avidità di
-coloro che, troppo spesso, spiegano dinanzi ai tribunali azioni
-temerarie. “Chi esige ciò che non gli spetta, nonchè veder frustrate le
-ingiuste sue richieste perde pure ciò che di fatto possiede” (168). Le
-più minuziose raccomandazioni sono fatte ai giudici, perchè non si
-lascino in nessun modo influenzare da nessuna delle due parti
-contendenti: “Non ti costituir giudice, nè del tuo amico, nè del tuo
-nemico, poichè nel primo non sapresti ravvisare la colpa, nel secondo
-l'innocenza” (169). Il precetto del Levitico (XIX, 15): _Non aver
-riguardo alla qualità del povero_, vi è ampiamente sviluppato, e, mentre
-da un lato si impiega ogni mezzo per impedire che il giudice faccia
-traboccare la bilancia della giustizia a pro del ricco, gli si
-raccomanda poi di non lasciarsi vincere dalla compassione verso il
-povero a scapito della giustizia.
-
-Si direbbe che il motto di Lessing “bisogna esser giusti anche col
-diavolo,” sia il compendio delle dottrine talmudiche; e se,
-sventuratamente per la magistratura francese, il famoso motto: _“La Cour
-rend des arrêts et non des services”_ non venne mai pronunciato (170), i
-giudici del Talmud si ispirano ad un principio di giustizia ancor più
-completo: _I Tribunali non rendono servigio ai potenti e non beneficano
-gl'indigenti_. Il fatto solo del resto che il legislatore abbia creduto
-necessario moltiplicare i precetti per mettere in guardia i giudici
-contro gli impulsi del cuore, troppo facile a favorire l'indigente a
-danno del ricco ed a scapito della giustizia, mostra di qual tempra
-fossero, in quei tempi, i giudici in Israello.
-
-Nè men bella è la disposizione talmudica che mentre eccettua talune
-classi di persone dal deporre in giudizio, dispone poi che tutti
-indistintamente possano esser sentiti nelle cause criminali, ma
-unicamente come testi a difesa. Le stesse formalità di cui è circondata
-la pena di morte, che vedemmo del resto eseguirsi assai di rado,
-mostrano quanto rispetto, anco in quelle epoche di ferrea
-giurisprudenza, avessero i dottori del Talmud per la vita umana.
-
-Prima di lasciare questo argomento ci si permetta notare un'altra
-disposizione del Talmud, che mostra quanto quei dottori avessero
-nettamente tracciata la distinzione tra la legge religiosa e la civile.
-I Tribunali non potranno costringere chicchessia all'osservanza di un
-precetto affermativo, quando la legge divina abbia sancito un premio per
-l'osservanza di tale precetto.
-
-E, come nelle dottrine giuridiche, così anche nelle sociali, il _Talmud_
-precorreva i tempi. Nessun libro, crediamo, del medio-evo, inculca ed
-esalta tanto i beneficii dell'istruzione quanto il _Talmud_.
-
-Se la bella massima del Salmista, che la sapienza cristiana volle sempre
-sotto gli occhi degli studiosi: _Initium sapientiae timor Domini_ non è
-espressamente scritta nel _Talmud_ vi è in compenso quest'altra, prova
-dell'infinita tolleranza dei Talmudisti anche in materia di dottrina;
-“Chiunque pronuncia qualche sapiente parola, anche se idolatra, è sempre
-savio” (171).
-
-Frequentissime sono nel _Talmud_ massime come questa: “Chi istruisce il
-compagno sarà ben accolto nel cielo. — Chi istruisce la plebe, la sua
-preghiera sarà sì potente, da volgere in suo favore i divini
-giudizi” (172).
-
-Oppure: “Chi istruisce le masse ha ugual merito di chi offre
-sacrifizi” (173).
-
-E quest'altra, in cui all'amore dell'istruzione si congiunge il
-sentimento della vera democrazia: “Curate l'istruzione dei poveri, che
-da essi sorgeranno i veri cultori della scienza. Perchè ordinariamente i
-dotti escono di mezzo a loro? Perchè non si creda che la scienza sia
-un'eredità” (174).
-
-Nè l'istruzione deve essere soltanto religiosa, ma anco professionale.
-“Come è dovere del padre di istruire il figlio nella religione, così
-egli è obbligato a fargli apprendere una professione. Chi non fa
-apprendere a suo figlio una professione è come se lo indirizzasse per la
-via dell'assassinio” (175).
-
-E, cosa strana, pel libro di una religione che fu accusata di trascurare
-la donna, non mancano nemmeno, nel _Talmud_, precetti per raccomandare
-l'istruzione della donna: “Ogni uomo è obbligato ad insegnare la legge a
-sua figlia” (176).
-
-Del resto se la parte assegnata alla donna nel mondo giudaico non è al
-tutto conforme alle idee del nostro secolo, sarebbe ingiustizia il
-negare che il Talmud curò con ogni mezzo di rinserrare i vincoli di
-famiglia, di innalzare la dignità morale della donna. Valgano queste
-massime a dimostrarlo.
-
-“Dicono i savii, chi ama la propria moglie come se stesso, e la onora
-più che se stesso, e chi indirizza i suoi figli e le sue figlie nella
-via retta, e colloca questi quando sono giunti all'età del matrimonio,
-di lui è detto: e riconoscerai che è pace nella sua tenda” (177).
-
-“Chi ripudia la sua prima moglie, persino l'altare versa su di lui
-lagrime” (178).
-
-“Sempre dee esser l'uomo attento di non addolorar sua moglie perchè le
-sue lagrime essendo pronte, anche la pena è pronta.
-
-“Sempre deve essere l'uomo attento di onorare sua moglie, perchè la
-benedizione non si trova in casa dell'uomo che in grazia della
-moglie” (179).
-
-“Per merito delle donne pie furon liberati gli Ebrei dall'Egitto” (180).
-
-“Augusta ricompensa serba Dio alla donna. Rav diceva a Rabì Hiyà, grande
-è il merito della donna, comecchè dessa sparga i primi più efficaci semi
-della religiosa educazione nei teneri petti de' fanciulli, dessa
-accuratamente veglia alle domestiche cose, mentre il marito s'occupa
-degli affari e degli studi religiosi” (181).
-
-“L'uomo deve nutrirsi d'alimenti che sieno al dissotto della sua
-fortuna, vestirsi come la sua fortuna gli consente, ma provvedere ai
-bisogni di sua moglie e dei suoi figli al dissopra della sua fortuna,
-perocchè questi ultimi dipendano da lui, egli dal Creatore
-dell'Universo” (182).
-
-“Se la tua sposa è di bassa statura, e tu ti china per udirne il
-parere” (183).
-
-“Ogni perdita può ripararsi, eccetto che quella della donna del nostro
-cuore. Il marito non muore che per sua moglie, e la donna che per suo
-marito” (184).
-
-Il Talmud del resto non è estraneo a nessuno di quei gentili sentimenti
-dei quali la età nostra sembra reclamare il privilegio.
-
-Fin dal XVI secolo il già citato Modena scriveva:
-
-“Per effetto di pietà si guardano molto anco di non tormentare, nè
-maltrattare, nè far morire crudelmente niun animale irrationale, e da
-che tutte son cose create da Dio, dalle parole del Salm. 144. _Et
-miserationes eius super omnia opera eius_” (185).
-
-Ed infatti non mancano nel Talmud precetti che sembrano articoli
-staccati dal regolamento di qualche moderna società zoofila, e che
-farebbero balzare dalla gioia il cuore di qualunque vecchia pulzellona
-protestante di Londra e di Boston:
-
-“È proibito all'uomo di prendere alcun cibo, sino a che non abbia dato
-da mangiare ai suoi animali” (186).
-
-“Il divieto di maltrattare gli animali è divieto della divina
-legge” (187).
-
-“Deve l'uomo tenere per buon augurio, il vedere le proprie bestie
-mangiare e saziarsi” (188).
-
-E chiudo questa, troppo lunga, serie di citazioni con questa altra, che
-basta da sola a provare, il concetto dell'uguaglianza degli uomini
-dinanzi a Dio non essere monopolio esclusivo di nessuna religione:
-
-“Presso di noi, il povero è spesso respinto mentre il ricco è ascoltato.
-Ma dinanzi a Dio tutti gli uomini sono eguali; egli ascolta i ricchi ed
-i poveri, le donne e gli schiavi” (189).
-
-Altre citazioni non faremo, perchè queste bastano a dare un'idea esatta
-del _Talmud_ a quelli che non apportano nessuna idea preconcetta
-nell'esame delle questioni.
-
-Quanto agli altri, anco se moltiplicassimo queste citazioni
-all'infinito, non mancherebbero di opporci che abbiam citato i brani del
-_Talmud_ che fanno onore a chi li scrisse, ed abbiamo taciuto gli altri.
-
-E certamente, lo abbiamo già detto, lo ripeteremo, e lo grideremmo,
-occorrendo, anche sopra i muricciuoli, vi sono nel _Talmud_ dei brani
-che sono lungi dal deporre in favore di coloro che li dettarono.
-
-Ma prima di tutto convien osservare che essi si trovano in quella parte
-del _Talmud_ che dicesi _Agadà_ e che non è obbligatoria per gli
-Ebrei (190).
-
-Ma, dato pure e non concesso, che l'_Halahà_, cioè quella parte del
-_Talmud_ che racchiude le prescrizioni rituali, contenesse qualche
-precetto che non fosse intieramente in armonia colle idee larghe e
-liberali del secolo, ogni uomo veramente imparziale dovrebbe incolparne,
-più che gli autori del _Talmud_, i tempi e le condizioni, in cui
-scrissero.
-
-Ciò che ogni Cristiano, ogni uomo ha il diritto di conoscere, sono i
-criteri coi quali gli Ebrei d'oggigiorno applicano il _Talmud_, e questi
-criteri ce li dà il più illustre Rabbino italiano del nostro secolo, il
-più volte citato prof. S. D. Luzzatto, di Padova.
-
-“Del resto qualunque proposizione e qualunque racconto, che potessero
-trovarsi nel _Talmud_ o negli altri scritti talmudici, i quali fossero
-in opposizione coi sentimenti di universale umanità e giustizia,
-insinuati dalla natura egualmente e dalla Sacra Scrittura, debbono
-riguardarsi non già come dettami della Religione, e nemmeno della
-Tradizione, ma siccome sgraziati suggerimenti delle calamitose
-circostanze e delle pubbliche e private vessazioni e sevizie cui gli
-Ebrei andavano esposti nei secoli di barbarie” (191).
-
-Riassumendo tutto quanto siam venuti dicendo, concluderemo:
-
-1º Il complesso delle dottrine del _Talmud_ è ispirato a principii di
-tolleranza, carità ed amore;
-
-2º Vi si riscontrano per altro dei brani, frutto di opinioni
-individuali, che ripugnano ai principii moderni.
-
-3º Questi brani sono rigettati dagli Ebrei moderni, siccome il portato
-naturale delle condizioni di altri tempi; sicchè sarebbe altrettanto
-vano ed odioso far colpa ad essi di siffatte teorie, che solennemente
-ripudiano, quanto far colpa alla Chiesa Cattolica di certi brani del
-Molina, dell'Escobar e del Sanchez o delle espettorazioni stupide e
-calunniose di quel sacerdote Rohling, di cui, sormontando il ribrezzo
-che ispirano i rettili, dovremo occuparci più tardi.
-
-Non faccia poi meraviglia il vedere che non abbiamo parlato dell'accusa
-che si muove al _Talmud_ di eccitare gli Ebrei a frodare coloro che non
-professano la fede mosaica, questo argomento si connette tanto
-strettamente all'altro dell'usura che assieme li verremo svolgendo nel
-futuro capitolo; paghi per ora di por fine a questo, con un'ultima
-citazione, che ci pare abbastanza espressiva: “Chi commette ingiustizia
-verso il forestiero è come la commettesse verso Dio” (192).
-
-(54) _History of cristianyty from the birt of Christ to the extinction
-of paganism by Dan H.H. Milmann._
-
-(55) Lo stesso fatto si ripete per le tradizioni che servono di
-spiegazione al Zend-Avesta e che si fanno risalire allo stesso
-Zoroastro. (Cfr. SPIEGEL, _Erân_, pag. 365). Nella letteratura indiana i
-nomi degli autori dei principali _Upanishads_ sono del paro sconosciuti.
-“E deve essere così, nota l'illustre Max Müller, per questa sorta di
-opere; perocchè contengono trattati sulle più elevate questioni, i quali
-perderebbero ogni autorità se fossero presentati agli occhi del popolo
-come opera dell'immaginazione di un uomo.” (_History of ancient sanskrit
-literature_, ed. 2, pag. 327).
-
-(56) AVOD, capo I, § 1.
-
-(57) Questi, a nostro subordinato parere, dimenticano che il monopolio
-dello studio della legge non è, e non fu mai nell'indole della religione
-mosaica. Nei tempi biblici, sacerdoti e leviti non formarono mai una
-casta privilegiata — _Lex major sacerdotio_ — ma costituivano la parte
-più dipendente e meno provveduta di tutta la nazione: “_Tu non avrai
-alcuna eredità nella terra loro e non avrai parte fra loro_” (NUM.
-XVIII, 20). Moltissimi profeti e dottori non appartenevano a caste
-sacerdotali o levitiche ma uscivano dalle infime classi del popolo. Nei
-tempi talmudici poi, la maggior parte dei più eminenti dottori non
-furono che umili artigiani: fabbricanti di tende o di sandali,
-tessitori, falegnami, conciatori, fornai, cuochi. Un presidente
-dell'accademia nominato in luogo di un altro, che era stato deposto per
-la sua insolenza, venne trovato da coloro che si recavano ad
-annunziargli la sua elezione, nero e sudicio fra i suoi mucchi di
-carbone; nè di ciò potrà meravigliarsi chi sappia essere scritto nel
-Talmud: “_È bella la scienza religiosa accoppiata al lavoro; congiunti
-insieme salvano dal peccato. Scienza religiosa senza lavoro si perde e
-mena al male._”
-
-(58) Gli Ebrei non sarebbero stati i soli fra i popoli orientali a
-diffidare dei commentatori. È notevolissimo su di essi, questo giudizio
-che ci vien proprio dalla terra classica dei commentatori: “Quello che è
-troppo oscuro lo tralasciano, e ti dicono: è cosa chiara; nelle cose
-chiare si perdono in infinite lungaggini, con gran paroloni, con molte
-chiacchiere che non fanno al caso, causano confusione a chi li sente:
-insomma tutti i commentatori imbrogliano le cose.” Così Bhojatâjâ nel
-commento al Pâtanjalam yogasutram (_The yoga aphorisms_, Calcutta, 1851,
-Bibl. Indica).
-
-(59) _Israelitischen Annalen_ del dott. JOST, anno 3º, vol. I, pag. 143
-et _alibi_.
-
-(60) È un fatto costante l'antipatia degli Ebrei per le leggi
-codificate. Anche il Talmud, come vedremo, è ben lungi dall'aver forma
-di legge; è una raccolta di discussioni e non più, sicchè si può dire
-che il primo a dar forma di codice alla tradizione presso gli Ebrei,
-fosse il Maimonide, che del resto fu perciò aspramente criticato da
-molti ed anche ai nostri giorni da S. D. Luzzatto. (V. _Israelitischen
-Annalen_ di JOST, Francoforte s. M. Anno III, 1841, pag. 21 e 22). Se un
-giorno potrà stabilirsi che il divieto di scrivere la tradizione presso
-gli Ebrei, proveniva dal desiderio di lasciar aperta la porta a continue
-modificazioni della legge orale, senza scemarne il prestigio, sarà
-curioso trovare, in tanta differenza di tempi e di costumi, presso gli
-Ebrei, lo stesso sentimento che impedisce agli inglesi di codificare la
-loro costituzione, sicchè mantenendosi fedeli al loro vecchio adagio
-_Nolimus leges Angliae mutari_ camminano pur sempre alla testa di ogni
-_vero_ progresso politico. Ed a questo proposito giovi, per completare
-il parallelo, far notare che l'assioma talmudico, _la consuetudine
-sradica la legge_, (TALMUD GEROSOL., _Bavà Mezià_, capo VII in
-principio) è massima sempre viva in Inghilterra.
-
-(61) Lo stesso accade agli Indiani: una parte della loro letteratura non
-fu conservata che per tradizione orale: “Non si può farsi un'idea, dice
-Max Müller (_Op. cit._, pag. 501), delle potenti facoltà che acquista la
-memoria in un organismo sociale tanto differente dal nostro, quanto i
-_Parishad_ indiani lo sono dalle nostre Università. La forza della
-memoria, quale noi la vediamo e l'intendiamo, mostra come le nozioni che
-noi abbiamo dei limiti di questa facoltà siano del tutto arbitrarie. La
-nostra memoria fu da tempo remotissimo sistematicamente indebolita. Oggi
-ancora che i manoscritti non sono nè rari, nè cari, i giovani bramini
-non apprendono i canti dei Veda, i Brâhmana ed i Sutra se non per
-tradizione orale e mandandoli a memoria.” A queste osservazioni
-dell'illustre professore di Oxford aggiungeremo che oggi ancora nei
-paesi dove gli Ebrei studiano il Talmud non è difficile trovare
-giovanetti che lo sanno quasi intieramente a memoria, sicchè possono a
-prima vista trovare, in quella immensa e disordinata farraggine, il
-brano che da loro si richiede; sei o sette anni or sono tutti i giornali
-parlarono di un giovane ebreo di 25 anni, David Rosenfeld, di Minsk in
-Russia, che non soltanto sapeva tutto il _Talmud_ a memoria e poteva
-indicare in qual pagina si trovasse ogni frase che gli si accennava, ma
-aveva nello stesso modo presenti alla memoria i due vasti commentarii di
-quell'opera: _Rascì_ e _Tossafot_. Ciò del resto non deve far meraviglia
-allorquando si pensa che nella Legge di Mosè sta scritto: “Tu li
-ripeterai ai tuoi figliuoli, e ne parlerai con essi, stando in casa,
-camminando per la via e coricandoti ed alzandoti.”
-
-(62) La _Mischnà_ venne pubblicata con una versione latina del testo e
-dei commentari di Maimonide e di Bartenora ed accompagnata da note di
-parecchi dotti, per opera del Surenusio in Amsterdam 1698–1703, volumi 6
-in folio. Se ne ha pure cogli stessi commenti una versione spagnuola,
-Venezia, 1601, ed una tedesca ne pubblicò il Rabe in Anspach nel 1761.
-
-(63) _Tanà_ è verbo caldaico, corrispondente all'ebraico _Scianà_ che
-vale _insegnare_, sicchè _Tanaim_ varrebbe _maestri_ come _Mischnà_
-significa _insegnamento_.
-
-(64) Voglia, signor lettore, notare che la legge orale di un popolo che
-vedremo più tardi accusato di disprezzare i lavori della campagna, si
-apre appunto con un trattato sull'agricoltura.
-
-(65) Nelle novelle di Giustiniano la _Mischnà_ è designata sotto il nome
-di δευτέρωσις (Cfr. NOVELLA 146, 1 e SANT'AGOSTINO, _Contra adversar.
-legis et prophetarum_, II, 1). Questa parola greca che significa
-_seconda legge_, non traduce esattamente la parola _mischnà_. L'errore
-proviene dall'avere il verbo _scianà_ due significati, _insegnare_ e
-_ripetere_, e dall'avere taluni creduto che in questo secondo
-significato anzichè nel primo si dovesse cercare l'origine della parola
-_mischnà_.
-
-(66) ABOT, capo II.
-
-(67) BAVÀ METZIÀ, 30, 6.
-
-(68) PEÀ, cap. I.
-
-(69) CHIDUSCIM, 40, 6.
-
-(70) GHITTIN, cap. 5, Mischnà, 8.
-
-(71) Il nome di _talmud_ deriva dal verbo _lamad_ apprendere, insegnare,
-quasi a dire: dottrina, insegnamento.
-
-(72) I professori S. D. Luzzatto e Graetz opinano, contro l'autorità del
-Maimonide, che tanto la _Ghemarà_ di Gerusalemme, quanto l'altra di
-Babilonia non sieno state poste in iscritto che molti anni dopo la morte
-dei rispettivi compilatori. Come già osservammo a proposito della
-_Mischnà_ è questione controversa assai, ed a noi basti averla
-accennata.
-
-(73) Sora, città della Mesopotamia, posta in una regione fertilissima,
-sui laghi formati dall'Eufrate, e di cui uno appunto era chiamato Sora.
-Rab, detto anche Abbà Areckha, vi stabilì una scuola importante, quella
-di Neardeà non potendo bastare per tutta la popolazione ebraica fra il
-Tigri e l'Eufrate. V. NEUBAUER, _La Géographie et le Talmud_, Parigi,
-1868, p. 343.
-
-(74) Heine giudicando, col suo istinto di poeta, il Talmud, che non
-aveva mai letto, definisce nel _Romancero_, l'_Agadà_ un giardino, e
-l'_Alachà_ una sala di scherma.
-
-(75) La lettura del Talmud, dice STERN (_Ueber den Talmud_, Wurzbourg,
-1875, p. 21), prova che i suoi compilatori sono a giorno della scienza
-contemporanea e che accolgono la verità dovunque si trovi. L'osteologia
-del corpo umano è spiegata nel Talmud in un modo quasi conforme ai
-portati della scienza attuale. Il Talmud spiega diverse asserzioni della
-_Mischnà_ mercè proposizioni geometriche che a quell'epoca dovevano
-essere note soltanto ad un piccolissimo numero di matematici. Il
-calendario elaborato da' dottori del Talmud può dirsi relativamente al
-tempo in cui venne compiuto, un vero capolavoro per l'abilità con cui
-seppero risolvere la duplice difficoltà che si parava loro dinanzi,
-evitare che alcune date feste non avessero a cadere in alcuni dati
-giorni della settimana, senza incorrere nell'altro gravissimo
-inconveniente di una soverchia disuguaglianza nella lunghezza degli
-anni. (Cfr. S. D. LUZZATTO, _Discorsi storico-religiosi_, Padova,
-Crescini, 1870, pag. 16 e 17 in nota).
-
-(76) _Jerusalem and Tiberias, Sora and Cordova, an Introduction to the
-study of Hebrew, Literature by J. W. Etheridge M. A. Ph. D._
-
-(77) J. SALVADOR. _Hist. des Institut. de Moise et du peuple Hebreu._
-Paris, Levy, 1862, tome II, p. 311.
-
-(78) BLANQUI, _Hist. de l'Ec. Pol._ Paris, 1860, vol. I, pagina 143.
-
-(79) Imparziali sempre, non negheremo che vi siano nel Talmud
-sciocchezze puerili. Vi si discute quanti peli bianchi può avere una
-giovenca rossa, perchè si possa chiamar rossa; se il gran sacerdote
-doveva indossare prima una od altra parte dei suoi indumenti; se è
-lecito di sabato uccidere una pulce od un pidocchio; quando e come si
-possa mangiare un uovo fatto da una gallina in giorno festivo; ed altre
-simili insanità. Ma, di grazia, coloro che a siffatte questioni legarono
-il nome di _bizantine_ erano ebrei? Passiam oltre dunque ridendo, perchè
-c'è di che ridere, ma ripetendo con Terenzio: _Homo sum umani nihil a me
-alienum puto._
-
-(80) Trattato SOFERIM.
-
-(81) FRANZ DELITSCH, _Gesch. der jüd. Poesie_, p. IX.
-
-(82) _Revue Britannique_, 1868, tomo I, pag. 424.
-
-(83) _Op. cit._, p. 451, nota n. 8 al cap. II.
-
-(84) _Cozri_, discorso III.
-
-(85) Non a caso, fra le stupide fole con cui si tentò, da fanatici
-imbecilli, disonorare la religione di Cristo, cito questa di Maria
-Lateau. Nel corso di questo lavoro dovremo occuparci di un tale
-professore dell'Università di Praga che colla stessa penna con cui
-sciolse anni sono un peana alla ciurmatrice belga va ora accatastando
-calunnie e menzogne contro gli Ebrei; ho nominato il famigerato prof.
-Rohling.
-
-(86) MACCOT, cap. III.
-
-(87) Saadia ben Josef, capo dell'Accademia di Sora, ed il più illustre
-fra gli ebrei del X secolo, nella sua opera _Haemunoth Vehadeoth_
-riconosce assieme alla scrittura ed alla tradizione l'autorità della
-ragione, proclama non soltanto il diritto, ma il dovere di esaminare la
-credenza religiosa, e dimostra come la religione, ben lungi dall'avere a
-temer la ragione, possa trovarvi un solido appoggio. MUNK _Melanges de
-phil. juive_, p. 478.
-
-(88) Nulla, più della storia del Talmud, giova a provare come la
-violenza sia impotente a combattere le idee. Il Talmud fu proibito in
-epoche nelle quali il divieto della Chiesa non si limitava, come ora, ad
-una platonica iscrizione nell'_Index librorum prohibitorum_.
-Giustiniano, nel 553 dell'êra nostra, lo proscrive, consacrandogli una
-intiera novella, la CXLVI. Il re di Francia, San Luigi, fece bruciare,
-nelle vie di Parigi, 24 carrettate di scritti talmudici. A Cremona, un
-monaco fanatico vantò di averne bruciato dodici mila esemplari. In un
-periodo di meno di cinquanta anni, durante la ultima metà del secolo
-XVI, il Talmud venne bruciato non meno di sei differenti volte e non ad
-esemplari isolati, ma in massa, a carra. Giulio III pronunciò il suo
-bando, contro quello che egli chiama erroneamente il _Talmud Gemaroth_,
-nel 1553 e nel 1555; Paolo IV nel 1559; Pio V nel 1566; Clemente VIII
-nel 1592 e nel 1599. Pio IV autorizzandone una nuova edizione stipulava
-espressamente che sarebbe pubblicato col nome di Talmud. _Si tamen
-prodierit sine nomine Talmud tolerari deberet._ Ai tempi di Massimiliano
-imperatore, il dottissimo Reuchlin potè, soltanto dopo fierissima lotta,
-ottenere che non si assecondassero i voti di un Pfefferckorn, fanatico
-ebreo rinnegato, che eccitava l'imperatore a far bruciare tutti gli
-esemplari di questo libro. I particolari di questa strana contesa, che
-divise il mondo dotto di allora in due grandi partiti si possono leggere
-nelle _Epistolae obscurorum virorum_. Fino al principio del
-decimosettimo secolo la persecuzione verso i detentori di libri ebraici
-era spinta al punto che una famiglia di ebrei portoghesi stabilitasi a
-Londra, conserva tuttora preziosamente come una rarità ereditaria un
-esemplare della scrittura, stampato in caratteri romani anzichè in
-ebraici, perchè nei giorni oscuri della persecuzione bisognava ingannare
-i domestici cattolici sulla natura ed il contenuto del libro. Eppure
-malgrado tutto ciò le edizioni ed i manoscritti del Talmud ci pervennero
-in tanta copia, che una sola descrizione bibliografica di essi ci
-occuperebbe molte e molte pagine! È proprio il caso di esclamare, con
-Terenziano Mauro: _Habent sua fata libelli_.
-
-(89) Gli Arabi, al tempo della loro dominazione in Ispagna non avevano
-del Talmud il triste concetto che ne hanno molti cristiani, e ciò per
-una buona ragione, che essi cioè lo conoscevano nella sua integrità,
-Rabi Joseph avendone, verso la fine del X secolo, compiuta una
-traduzione in arabo per ordine del califo Haschem II. Fu forse per ciò
-che due secoli dopo molti fra gli Ebrei di Spagna avendo preteso negare
-ogni autorità al Talmud, e la questione essendo stata portata dinanzi al
-Re Alfonso VII, questi proscrisse quelli fra gli Ebrei che non volevano
-osservare le leggi talmudiche.
-
-Il Talmud era ancora troppo noto in Ispagna perchè lo si potesse
-calunniare impunemente! (Cfr. BASNAGE, _Hist. des Juifs_, libro VII,
-cap. VIII, t. 4, pag. 1611; BARTOLOCCIUS, _Bibl. Rabb._, t. III; DAVIDE,
-_Ganz Tzemach David._, p. 130; JOCHASSIM, p. 126).
-
-(90) Il celebre Alfonso de Candolle nella sua _Histoire de la science et
-des savants_ così parla degli Ebrei: “Se l'Europa fosse abitata da soli
-Ebrei, avremmo uno spettacolo stupendo. Non più guerre, non più leso il
-sentimento morale, nè milioni d'uomini strappati alle industrie ed agli
-studi. I debiti degli Stati sarebbero minimi e quasi sconosciute le
-contribuzioni. Il culto fiorirebbe altamente. L'industria ed il
-commercio prenderebbero sviluppo assai maggiore. Pochi delitti. La forza
-non si impiegherebbe quasi mai. La ricchezza del popolo in generale si
-eleverebbe immensamente, mercè un intelligente e moderato lavoro
-congiunto a sana economia. Queste ricchezze servirebbero a spandere una
-carità senza limiti. La potestà religiosa, i ministri del culto non
-verrebbero mai a conflitto collo Stato.”
-
-(91) Usiamo espressamente in questo caso la parola rinnegato anzichè
-quella di convertito, perocchè altrettanto ci sembrano degni di rispetto
-e di venerazione coloro che, mossi da profonda convinzione, abbandonano
-la fede avita per abbracciare quella che credono migliore, e si adoperan
-poi con mezzi di carità a procacciare ciò che essi reputano la salvezza
-morale dei loro antichi correligionari, altrettanto sentiamo disprezzo
-ed esecrazione per coloro che, da qualsivoglia sentimento mossi,
-scagliano calunnie contro la fede in cui sono nati ed in cui vissero i
-loro genitori. Ai convertiti come i Lehmann, i Ratisbonne, i Pasquali
-ogni onesto deve rispetto; ai rinnegati come il Medici, come il Padre
-Alfonso Spina, rettore dell'Università di Salamanca, il quale nel
-_Fortalitium fidei_ afferma — e niuno più di lui sapeva di mentire — che
-gli Ebrei perdono ogni mese una certa quantità di sangue, a tutti coloro
-infine dei quali il Talmud ha detto: _Tal fiata si toglie dalla foresta
-un tronco per farlo manico a scure che ne abbatta tutti gli altri_
-(SANHEDRIN IV), sia condegna mercede il fico di Giuda.
-
-(92) Il dotto talmudista signor R. N. Rabinowitz di Monaco sta
-pubblicando un lungo lavoro intitolato _Dikdukè soferim_ in cui riduce
-alla vera lezione i passi del _Talmud_ di cui si hanno varianti. Questo
-lavoro è il frutto del confronto da lui fatto non soltanto di infinite
-edizioni del Talmud, ma di quanti mss. gli fu dato confrontare nelle
-diverse biblioteche d'Europa. Il compimento di questa opera paziente è
-tanto più ardentemente atteso che il Talmud è ormai reso irriconoscibile
-dalle continue e spesso inintelligenti mutilazioni che vi introdussero i
-censori. La stessa edizione di Basilea 1578 che è fra le antiche la più
-nota e la più facile a trovarsi fu in siffatta guisa mutilata e
-snaturata per opera del censore Marco Marino da Brescia, da divenire in
-varii punti grottesca. Più integra, ma difficilissima a rinvenirsi, è
-l'edizione che ne diede il Bamberg a Venezia (1520–3) e che è la prima,
-dopo quella dei celebri Soncino, di cui non rimangono che pochi
-trattati. Chi volesse farsi un'idea di ciò che era negli scorsi secoli
-la censura dei libri ebraici, legga un articolo di Emanuele Deutsch,
-l'eminente conservatore del _British Museum_, nella _Quarterly Rewiew_
-di ottobre 1867, ed un altro _Un curiosissimo incidente storico_ del
-cav. Mortara a pag. 161 dell'_Educatore Israelita_ di Vercelli, anno
-1862.
-
-(93) SANHEDRIN, fol. 38.
-
-(94) SOFERIM, fol. 15, 10.
-
-(95) Malgrado questo odio inesplicabile contro i medici il Talmud
-contiene nozioni preziose di medicina. (Cfr. GINSBURGER, _Medicina ex
-thalmudicis_; HALLER, _Bibl. medica_, lib. 2); questa scienza era da
-lungo tempo praticata dagli Ebrei. Oltre i precetti di igiene che
-occupano tanta parte nella legge di Mosè, l'Esodo pare accenni proprio
-in vari punti (XV, 26 — XXI, 19) all'esistenza di medici. Sotto i re,
-medicina e chirurgia fanno progressi. Salomone si occupa della ricerca
-delle virtù delle piante, e il libro dei Re ci mostra Isaia curare e
-guarire il re Ezecchia. L'uso del balsamo ed i medici son noti a Geremia
-(VIII, 22): “Non vi è egli alcun balsamo in Galaad? non vi è egli alcun
-medico?” E ad Ezechiele (XXX, 21): “Figliuol d'uomo, io ho rotto il
-braccio di Faraone re d'Egitto; ed ecco non è stato curato applicandovi
-de' medicamenti, e ponendovi delle fascie per fasciarlo e per
-fortificarlo per poter tenere in mano la spada.” [Cfr. PRUNELLE,
-_Discours sur l'influence de la médecine sur la renaissance des lettres_
-(nota 3, p. 92); SALVADOR, _Op. cit._, p. 264; PASQUALIGO, _Della
-condizione delle mediche scienze presso il popolo Ebreo_, Piacenza,
-Mancherotto, 1870]. Quanto poi gli Ebrei, malgrado lo strano anatema
-talmudico, coltivassero con profitto la medicina, è a tutti noto, come
-del paro è noto che nei primi secoli del Medio Evo, e prima che
-venissero in fiore le scuole di Salerno e di Montpellier, che del resto
-furono fondate principalmente da Ebrei, (cfr. PRUNELLE, _Op. cit._, p.
-44 e 60, e AUSTRUC, _Hist. de la fac. de méd. de Montpellier_, p. 14),
-essi furono quasi i soli ad esercitare l'arte salutare nel mondo allora
-conosciuto.
-
-(96) Il Talmud stesso deplora talvolta queste discussioni interminabili
-che fanno considerare la legge come due leggi, ed altrove attribuisce
-queste controversie all'orgoglio dei dottori (_Archives Israélites de
-France_, anno I, 1840, pag. 586–587). A parer nostro queste controversie
-non sono che la conseguenza naturale dell'opinione che i rabbini
-esprimono con una delle solite iperboli, dicendo che la legge ha
-settanta faccie, ciò che vuol dire che ogni parola uscita dalla bocca di
-Dio è suscettibile di almeno settanta interpretazioni diverse; dottrina
-questa che il Santo Vescovo di Ippona accetta nelle sue confessioni;
-dove dice varii e numerosi essere i sensi della Scrittura. Se poniam
-mente oltre a ciò che i dottori del Talmud furono duemila e duecento
-otto, c'è da meravigliare che i trentasei trattati del Talmud che
-pervennero soli sino a noi, abbraccino soltanto (coi due commentarii più
-importanti; il Rascì e Tossafot) 2947 fogli, ripartiti in 12 vol. in
-foglio.
-
-(97) SANHEDRIN, fol. 58.
-
-(98) _Hiruvim_, fol. 63.
-
-(99) Tomo 2, pag. 903.
-
-(100) KAMÀ, fol. 38.
-
-(101) Si allude qui al passo del Levitico (XVIII, 5) dove è scritto:
-Osservate, dico, i miei statuti e le mie leggi, le quali chiunque
-metterà in opera vivrà per essi.
-
-(102) SIFRÀ, sez. _Acharè-Mod_ verso la fine.
-
-(103) JEVAMOT, 61 a.
-
-(104) NUMERI XIX, 14.
-
-(105) Veggansi TOSSAFOD, JEVAMOD, fol. 61. _Smemagheâgn_ e l'opera del
-rabbino MOSÈ KUNCHYED, intitolata _Ben Jochai_, pag. 27.
-
-(106) Credo aver provato la falsità della accusa mossa al Talmud, ma se
-qualcuno riescisse proprio a convincermi, locchè non credo, che gli
-Ebrei consideravano gli altri popoli siccome bestie, risponderei che chi
-è senza peccato lanci la prima pietra, certo che non potrebbero
-lanciarla neppure i Cristiani. Trovo infatti nel dottissimo libro del
-signor Dumont: _Justice criminelle des Duchés de Lorraine et de Bar, de
-Bassigny et des Trois Evêchés_ (Nancy, 1848, 2 vol. in 8º), questa
-curiosissima notizia. Dopo aver parlato delle leggi criminali contro
-coloro che si rendevano colpevoli di atti di libidine contro natura
-sulle bestie, soggiunge (p. 184, v. II): “Ciò che si durerà fatica a
-credere è che a questa categoria di delitti venivano ascritti anche i
-rapporti naturali dei due sessi cogli infedeli, come per esempio Turchi
-ed Ebrei, per la ragione che la nostra santa religione LI CONSIDERA COME
-BESTIE, non per natura, ma per la loro durissima malizia, la Fede
-proibendo di conversare con loro ed a maggior ragione di giacere e di
-conversare carnalmente con essi loro.” Si noti che mentre la frase del
-Talmud rimaneva nella peggior ipotesi _telum imbelle sine ictu_, la
-disposizione benignissima che ho testè riferito conduceva a questa
-pratica applicazione. Siccome nel caso di bestialità, la bestia,
-strumento passivo, veniva bruciata assieme al colpevole, perchè,
-dicevano, bisognava annientare tutto quanto poteva rammentare un così
-orribile scandalo, così un'ebrea od una mussulmana anche se
-violentemente stuprata da un cristiano, doveva venir con esso bruciata!
-E dire che noi Europei, con questi esempi in casa nostra, osiamo tuttodì
-calunniare l'Islam e parlare di giustizia turca!
-
-(107) AVOD, 3, 19.
-
-(108) N. 3 del 16 giugno 1883.
-
-(109) Veggasi quanto su questo argomento scriveva tre secoli or sono il
-dottore Davide de Pomis (_De Medico Ebreo_, _sectio septima_): Cfr.
-LAMPRONTI, _Dizionario Rituale_ e BENEDETTO, _Apologetica_. Mantova,
-1775.
-
-(110) HOLIN, fol. 13 b.
-
-(111) TALMUD PERCK HELEK, pag. 105. — TOSSAFTÀ, cap. XIII.
-
-(112) SANHEDRIN, 56 a.
-
-(113) HAGHIGÀ, 13, 1.
-
-(114) LUZZATTO, _Teol. morale israelitica_. Padova, Bianchi, pag. 27.
-
-(115) PLANTAVITIUS, _Florilegium rabbinicum_, pag. 216, n. 1428.
-
-(116) TALMUD, _Tahanid_, cap. 3. Chi ne avesse agio legga in _Parabole,
-leggende e pensieri raccolti dai libri talmudici_ dal prof. Giuseppe
-Levi, Firenze, Le Monnier, 1861, la novella di cui questa massima non è
-che la morale, e legga l'intiero libro chi vuol formarsi del Talmud un
-esatto concetto.
-
-(117) SABAT, I.
-
-(118) ABOT di Rabbi Natan, XLI.
-
-(119) Leggi Ripuarie, tit. XLVI; MONTESQUIEU, _Esprit des lois_, libro
-XXX, cap. 20.
-
-(120) BARAIDÀ DERIBBI ISMAEL.
-
-(121) TALMUD JERUSALMÌ, _Nedarim_, IX.
-
-(122) RABOT, pag. 28, a.
-
-(123) Hillel fu, siccome è noto, illustre caposcuola del tempo di Erode.
-
-(124) TALMUD, _Trattato Sciabad_, pag. 31. Cfr. PLANTAVITIUS, _Flor._,
-p. 261, n. 1393.
-
-(125) BERESCID RABBÀ, cap. 24, Cfr. GENESI, V, 1.
-
-(126) TALMUD, _Jevamot_, pag. 13.
-
-(127) TALMUD, _Hiruvim_, fol. 41.
-
-(128) Vedi fra i documenti.
-
-(129) _Op. cit._
-
-(130) TANHUMÀ, Sez. _Scimini_.
-
-(131) AVOD, II. 5.
-
-(132) RABOT, fol. 225, a.
-
-(133) TALMUD, _Berahot_, fol. 2.
-
-(134) TALMUD, _Sanhedrin_, 98 b. Cfr., ib. 396 e _Meguillà_ 106.
-
-(135) JALKUT, pag. 20, 2.
-
-(136) JALKUT, _Jeossua_, fol. 9, 2.
-
-(137) LEON MODENA, RABI ebreo da Venezia. _Historia dei riti ebraici_,
-Venetia, MDCLXIX. Appresso li Prodotti, p. IV e XI, 109 e 110.
-
-(138) Lettera inedita di S. D. LUZZATTO, Padova, 26 dicembre 1836; in
-_Vessillo Israelitico_, ottobre 1876, p. 325.
-
-(139) Da una circolare con cui ordina le preghiere d'uso per
-l'inaugurazione dei lavori parlamentari nell'anno 1876.
-
-(140) PAOLO MEDICI, _Riti e costumi degli Ebrei confutati_. Venezia,
-Bartoli, MDCCXLVI.
-
-(141) MEDICI, _op. cit._, pag. 101–102.
-
-(142) Più esattamente _Tahanid_, 27, 2.
-
-(143) _Op. cit._, pag. 129.
-
-(144) I. RE, XX, 31.
-
-(145) JEVAMOD, fol. 79.
-
-(146) JOM TOV, fol. 32.
-
-(147) TALMUD _Betzà_, 32, 6.
-
-(148) GHITTIN, 61, a. Nello stesso trattato è raccomandato agli
-israeliti di non impedire agli stranieri idolatri di prendere la loro
-parte di quanto avanza dopo la mietitura e la vendemmia. Cfr. MAIMONIDE,
-_De jure peregrini_, V. 12.
-
-(149) MODENA, _op. cit._, parte 1ª, cap. 14, pag. 33.
-
-(150) DE GERANDO. _Della beneficenza pubblica_, in Bibl. dell'Econ.,
-serie II, vol. 13, pag. 1599.
-
-(151) _Revue des deux Mondes_, 1º luglio 1883.
-
-(152) BERACHOD, 59.
-
-(153) GHITTIN, capo I.
-
-(154) SOTÀ, 14, a.
-
-(155) AVOT, capo I.
-
-(156) SMÀ, 49 b.
-
-(157) TALMUD SOTÀ, 14 a.
-
-(158) AVOT, V.
-
-(159) HAVOD DERIBI NADAN, cap. 31.
-
-(160) SOTHÀ, fol. 6.
-
-(161) SOTHÀ, VIII.
-
-(162) SCIABBAD, 39.
-
-(163) PEÀ V, Cfr. AVOT DE R. NATHAN, III.
-
-(164) Ecco sulle leggi ebraiche un non sospetto giudizio: _Patres
-christiani summopere jura hebraeorum commendarunt et apud Grecos
-philosophos placita juris Hebraici plurima reperire licet._ UGOLINI,
-tomo X, pag. 513 e 514, ex SELDENO, _De jure naturali et gentium_, cap.
-X.
-
-(165) MISCHNÀ MACOD, capo I, § 10.
-
-(166) SANHEDRIN, fol. 45, a.
-
-(167) GIUDA LEVI, _Cosri_.
-
-(168) SOTHÀ, I.
-
-(169) CHEDUVOD, capo XIII.
-
-(170) FOURNIER, _l'Esprit dans l'Histoire_, Paris, Dentu, 1852, pag.
-425.
-
-(171) MEGHILÀ, 16, 1.
-
-(172) BAVÀ MEZIÀ, 85 a.
-
-(173) HAVOD DERIBI NATAN, capo 4.
-
-(174) NEDARIM, 81.
-
-(175) KIDDUSCIM, I.
-
-(176) SOTHÀ, cap. 3. — _Mischnà_ 4 al nome di _Ben Azai_.
-
-(177) JEVAMOD, capo V.
-
-(178) GHITTIN, capo IX.
-
-(179) BAVÀ MEZIÀ, capo 4.
-
-(180) SOTHÀ, II.
-
-(181) BERAHOT, 2.
-
-(182) HOLIN, VI.
-
-(183) BAVÀ MEZIÀ, capo IV.
-
-(184) SANHEDRIN, II.
-
-(185) _Op. cit._, parte I, capo 14, pag. 33.
-
-(186) GHITTIN, 62 a.
-
-(187) BAVÀ MAZIÀ, 118 b.
-
-(188) SIFRI Sez. Ekev, capo 43.
-
-(189) RABOD, fol. 139.
-
-(190) ISAAC LEVY, _Défense du Judaïsme_. Paris, Librairie
-Internationale, 1867, pag. 56.
-
-(191) LUZZATTO, _Lezioni di teol. morale Israel._ Padova, Bianchi, 1862,
-pag. 33 e 34.
-
-(192) HAGHIGÀ, 5.
-
-
-
-
- III.
-
- Attitudini economiche dell'Ebreo.
-
-
-L'Ebreo è essenzialmente commerciante ed usuraio, egli non è e non vuol
-essere agricoltore, operaio; non vuol partecipare alla vita dei popoli
-frammezzo a cui vive, ma si tiene accampato in mezzo ad essi pronto a
-sugger loro il sangue dalle vene coi suoi raggiri commerciali. Il
-_Talmud_, sempre l'esecrando Talmud, gli impone il dovere di derubare,
-di spogliare il Cristiano.
-
-Ecco le accuse che un tempo si muovevano agli Ebrei, e che loro si
-muovono ancora nei paesi meno civili.
-
-L'Ebreo si accaparra i più lauti impieghi, le funzioni cui sono annessi
-maggiori stipendi e maggiore influenza. In Francia, in Italia, in
-Germania si è reso padrone della stampa; il numero dei deputati e dei
-senatori ebrei, nei paesi, ove, infrante tutte le barriere, godono della
-pienezza dei loro diritti, è strabocchevole in confronto del loro esiguo
-numero.
-
-Ecco le accuse che oggi si muovono agli Ebrei nei paesi più civili
-d'Europa.
-
-E su questi temi si ricama a sazietà, e non mancano i belli spiriti per
-far notare la mirabile duttilità di questo popolo, che sempre intento al
-proprio interesse, si piega ai varii tempi, ed ai varii paesi; usuraio
-nell'evo medio, ed oggi ancora in Polonia, in Ungheria, in Rumenia,
-dovunque insomma le condizioni generali della società di poco
-differiscono da quelle del medio evo; legislatore, pubblicista, uomo di
-lettere, avvocato, in Inghilterra, in Francia, in Italia, nell'Europa
-civile insomma; ma sempre, dovunque, inteso soltanto ad arricchirsi.
-
-Se i frizzi fossero argomenti, noi potremmo chiedere ai nostri
-contraddittori quale sia l'uomo, quale il popolo, che non cerchi di
-migliorare la propria condizione economica e sociale.
-
-Ma preferiamo argomenti più serii.
-
-Prima della ruina di Gerusalemme il popolo ebreo non dovette essere
-estraneo a nessuna professione. Vi erano in Giudea pubblici edifizi, la
-cui manutenzione esigeva la presenza di operai abili. Una nazione, che
-nelle sue lunghe emigrazioni e durante la cattività, era stata in grado
-di attingere, nei varî paesi dove aveva stabilito la sua dimora, l'idea
-di molti e nuovi bisogni, non mancava certamente di uomini capaci di
-procurarle gli oggetti che le erano necessari: non vi può quindi esser
-dubbio che gli Ebrei si consacrassero nella loro patria all'esercizio
-delle arti meccaniche.
-
-La pastorizia e l'agricoltura — le due industrie che Sully, il grande
-ministro di Enrico IV, chiamava le due mammelle dello Stato — erano in
-favore appo loro. Mosè, lo dice il signor de Segur, e chiunque abbia
-letto la Bibbia non può negarlo, aveva fatto degli Ebrei un popolo di
-agricoltori.
-
-Una sola industria pare non attecchisse fra gli Ebrei di Palestina: il
-commercio.
-
-“Il popolo ebreo, dice Roscher, per ciò che riguarda le sue doti morali
-non secondo ad alcuno altro popolo della terra, durante la sua
-indipendenza politica, per la rigorosa disciplina però della legge
-mosaica, s'era lasciato circoscrivere all'agricoltura ed alla pastorizia
-con esclusione di tutte le altre parti dello sviluppo economico.
-Dispregiavasi allora tanto più il commercio, in quanto che lo spirituale
-contatto con vicini dediti al paganesimo era grandemente temuto” (193).
-Nè poteva esser commerciante un popolo come l'ebreo dedito alla vita
-campestre e siffattamente avverso ai pericoli marittimi ed alle
-peregrinazioni, che, costretto per forza alla vita girovaga nelle sue
-prime cattività, serba però l'amore della sua terra, vi ritorna
-numeroso, e sforzato a mutar paese, preferisce all'esilio la
-morte (194).
-
-Come va dunque che questo popolo essenzialmente agricolo, questo popolo
-che, come ebbimo già occasione di notare, pone, a capo delle sue leggi
-tradizionali, un trattato di legislazione agricola, questo popolo, cui
-nessuna industria, tranne il commercio, era estranea, divenisse a poco a
-poco esclusivamente commerciante e concentrasse per secoli la miglior
-parte della sua attività in quella industria appunto da cui maggiormente
-abborrivano i suoi antenati?
-
-A Roma, dove, come già vedemmo, gli Ebrei erano numerosissimi, essi,
-vivendo sullo stesso piede dei cittadini romani, si consacravano ad ogni
-genere di industria.
-
-Vennero i tempi delle persecuzioni, e delle numerose interdizioni
-economiche di cui gli Ebrei furono vittima, e prima fra queste
-interdizioni fu quella che proibiva loro l'acquisto di beni stabili. Da
-qui l'impossibilità per l'ebreo agiato di consacrarsi all'agricoltura. È
-vero che questo divieto di possedere beni stabili non fu sempre e
-dovunque osservato con uguale rigidezza, ma anche là dove la legge
-avrebbe forse permesso loro l'acquisto di qualche pezzo di terra, come
-mai avrebbe potuto risolversi un ebreo a comperarlo, se sempre e
-dovunque essi non erano che tollerati e continuamente minacciati di
-espulsione? Chi non sa la sicurezza essere la prima condizione della
-proprietà fondiaria? Tolta agli Ebrei agiati la possibilità di divenir
-proprietari, ne veniva per conseguenza che gli Ebrei poveri rifuggissero
-dall'agricoltura. Chi è mai quell'uomo che abbraccia spontaneamente
-un'arte, un mestiere qualsiasi, quando sa già da prima che in
-quell'arte, in quel mestiere, gli sarà vietato ogni progresso? Chi
-entrerebbe volontario nelle milizie, quando avesse la certezza assoluta
-di non divenir mai tampoco caporale? e chi vorrebbe darsi ai lavori
-agricoli sapendo di non poter mai divenir proprietario del più modesto
-pezzo di terra? E d'altronde l'odio cui eran fatti segno gli Ebrei
-avrebbe loro permesso di trovar lavoro sui campi altrui, quando ai loro
-correligionari ricchi era vietato di possederne? È almeno lecito il
-dubitarne.
-
-E se ad essi era vietata l'agricoltura, lo era del pari l'esercizio
-delle arti, delle manifatture.
-
-Il regime delle corporazioni di arti e mestieri, che fu la forma quasi
-esclusiva dell'ordinamento del lavoro, dall'età di mezzo fino a Turgot
-ed a Luigi XVI, bastava da solo a togliere agli Ebrei ogni possibilità
-di esercitare qualsivoglia industria.
-
-Tenuto a vile, dispregiato, odiato, l'Ebreo è costretto ad abbracciare
-l'unica professione che gli si lascia libera, e questa professione è
-quella che fin dai tempi di Cicerone era ritenuta sordida (195): il
-commercio.
-
-Sarà gloria dell'Ebreo aver rialzato questa professione, e se stesso con
-essa, ed aver sempre lottato e reagito contro il pregiudizio castigliano
-che aveva infettato l'Europa intiera: la nobiltà consistere nell'ozio.
-
-Ma già udiamo obbiettarci che ciò che si rimprovera agli Ebrei non è
-soltanto l'abbandono dell'agricoltura e delle altre industrie, ma
-specialmente l'esercizio dell'usura e la disonestà nel commercio.
-
-Veniamo quindi all'usura.
-
-Fra le molte accuse lanciate contro gli Ebrei dei tempi di Augusto a
-Roma non troviamo questa di usura.
-
-Ma sarebbe un voler negare la luce del sole, negare che essi abbiano nei
-tempi posteriori esercitato l'esosa industria.
-
-Sarà però opportuno intendersi subito sul significato vero di questa
-brutta parola.
-
-“L'interesse dei capitali prestati, dice il principe degli Economisti
-francesi, chiamato mal a proposito _interesse del danaro_, chiamavasi
-anticamente _usura_ (fitto dell'uso, del godimento), ed era la parola
-propria, poichè l'interesse è un prezzo, un fitto che si paga per avere
-il godimento di un valore. Ma questa parola è diventata odiosa, essa non
-desta più se non l'idea di un interesse illegale, esorbitante, talchè se
-ne è a lei sostituita un'altra più onesta e meno espressiva secondo il
-solito” (196).
-
-Allorquando noi troviamo quindi impiegata dagli storici la parola
-_usura_, non dobbiamo prenderla nel senso che oggi vi si annette.
-
-Oggi che le leggi, informandosi ai canoni della scienza economica,
-riconoscono la libertà dell'interesse, oggi che il negoziante,
-l'industriale, trova facilmente, ad equo interesse, i capitali di cui
-abbisogna, oggi infine che il denaro è a buon diritto considerato una
-merce come qualsivoglia altra, oggi l'usuraio è quel vilissimo
-trafficante che specula sulle dissipazioni della gioventù, o sui bisogni
-di quegli infelici che ridotti alla estrema miseria non potrebbero
-procurarsi altrimenti il denaro di cui abbisognano.
-
-Nei tempi andati ben diversamente procedevano le cose.
-
-Tutti sanno quanto odiosi si fossero resi nell'antica Roma i prestatori
-di denaro.
-
-Bruto, Cassio, Antonio, Silla, persino il gran Pompeo ed il severo
-Catone prestano ad usura e non arrossiscono di esigere interessi che
-variano dal 48 al 70 per cento all'anno.
-
-Cicerone, governatore della Cilicia, si crede il benefattore della
-provincia per aver abbassato il saggio dell'interesse al 12 % annuo, più
-un diritto di commissione in caso di ritardo o di rinnovamento.
-
-Il Cristianesimo, venuto a bandire al mondo una parola d'amore, doveva
-reagire in senso opposto.
-
-Da ciò negli antichi dottori della Chiesa, a cominciare da San Giovanni
-Grisostomo, quella tendenza a riguardare come illecito il prestito ad
-interesse, tendenza che diveniva tanto più pronunciata quanto più
-l'abuso, contro cui volevasi reagire, era più frequente e radicale; e
-che questo abuso si mantenesse tale nei primi secoli dell'età di mezzo,
-ce lo provano i capitolari di Carlo Magno, che più di venti volte
-tornano sull'argomento e non cessano di biasimare l'usura in ogni modo,
-lasciando intendere che era allora colpa comune così al clero come agli
-altri abitanti (197).
-
-San Tomaso d'Aquino, per dir d'un solo, fondandosi sul principio che le
-cose fungibili, che formano la materia del prestito, non hanno guari un
-uso che sia distinto dalla cosa stessa, ne conclude che vendere questo
-uso esigendone un prezzo è vendere una cosa che non esiste (198), ovvero
-esigere due volte il prezzo della medesima cosa, poichè la sorte
-principale restituita è esattamente l'equivalente della cosa prestata, e
-che non avendo niun dato valore al di là della cosa prestata,
-l'interesse che se ne riceverebbe in dippiù sarebbe un prezzo
-doppio (199).
-
-Sarebbe sfoggio di erudizione altrettanto facile quanto impertinente
-riunire qui centinaia di decisioni di Concilii, di bolle pontificie, di
-passi di autori i più ortodossi, che, tutti ad una voce, condannano
-l'usura, designando con tal nome, non l'usura quale oggi si intende, ma
-il semplice prestito ad interesse.
-
-Verso la metà del secolo scorso, un papa, ed un gran papa, Benedetto
-XIV, esortava ancora i vescovi a dimostrare ai popoli quanto sia grave
-il peccato di usura, reprimendo i discorsi di quelli che lo spacciavano
-come indifferente (200).
-
-Non è còmpito nostro indagare quale influenza siffatto divieto
-esercitasse sui progressi della ricchezza nei paesi cattolici. Sismondi,
-storico ed economista valentissimo, ma alla Chiesa cattolica punto
-benevolo, ne fa risultare “nel popolo assai più grande abitudine di
-dissipazione, perchè l'economia non conduceva all'agiatezza, e un
-capitale ammassato non era se non una occasione di più a peccare qualora
-si avesse voluto farlo fruttare” (201). Non è possibile non convenire in
-questo giudizio dello scrittore protestante, ma l'imparziale filosofo
-della storia potrebbe esprimere il proprio rammarico che il Sismondi non
-abbia tenuto conto di due cose; e cioè della reazione necessaria che il
-Cristianesimo doveva portare contro i feneratori di Roma pagana, e delle
-condizioni della società nell'evo medio, che rendevano assai raro il
-bisogno del mutuo veramente ed economicamente utile, cioè del mutuo
-contratto per dar vita a traffichi e ad industrie, e frequentissimo
-invece il mutuo dannoso ed antieconomico, quello cioè contratto per far
-fronte ai bisogni della vita, o peggio, della dissipazione.
-
-Non ci eleveremo dunque noi a giudici dell'opinione che vietava ai
-cattolici di dar denaro ad interesse, paghi di far notare che siffatta
-opinione, benchè in altri tempi universalmente adottata, non venne mai
-ritenuta come essenzialmente legata alla Fede; e ce lo prova,
-incontestabilmente, il diritto romano, che, compilato quando il
-Cristianesimo già era la sola religione dell'impero, autorizza,
-esplicitamente, il prestito ad interesse (202).
-
-Vietato ai Cristiani il dar denaro ad interesse (203), vietata agli
-Ebrei ogni altra industria, era naturale, era forzato che gli Ebrei
-dovessero dedicarsi tutti, o quasi tutti, all'arte feneratizia, nella
-quale però ebbero predecessori e compagni i lombardi ed i caorsini.
-
-Nè si potrebbe negare che gli Ebrei, specialmente nell'età di mezzo,
-esigessero interessi tanto esorbitanti da sembrarci oggi impossibili.
-
-Ma i fenomeni economici hanno questo di comune coi poemi, che non
-possono essere apprezzati al loro giusto valore se non si pon mente alle
-condizioni di tempo e di luogo in cui si producono.
-
-Poche parole di Giambattista Say ritrarranno queste condizioni meglio
-che noi non potremmo fare in un intiero volume: “Quando il bisogno di
-pigliare a prestanza ne faceva tollerare l'uso presso gli Ebrei, questi
-erano esposti a tante umiliazioni, avarie, estorsioni, ora sotto un
-pretesto, ora sotto un altro, che solo un interesse considerabile era
-capace di contrappesare vilipendii e perdite tanto moltiplicate. Lettere
-patenti del re Giovanni dell'anno 1360 autorizzano gli Ebrei a prestare
-sopra pegno _ritirando per ciascuna lira, ossia venti soldi, quattro
-denari di interesse per settimana_, il che fa più di OTTANTASEI PER
-CENTO l'anno; ma nell'anno successivo quel principe, il quale non di
-meno passa per uno dei più fedeli alla propria parola, di quanti ne
-abbiamo avuti, fece segretamente diminuire la quantità di metallo fino
-contenuto nelle medesime monete (204), talchè i prestatori non
-ricevettero più in rimborso un valore eguale a quello che avevano
-prestato. Basta ciò per spiegare e giustificare i grossi interessi che
-essi esigevano” (205).
-
-Se a noi fosse lecito tessere in queste pagine la storia cruenta delle
-persecuzioni di Israello, e studiare i rapporti tra questa storia e le
-condizioni economiche dei varî paesi d'Europa, noi vedremmo un fenomeno
-singolare. Vedremmo i feudatarî, i principi, talvolta, ma più raramente;
-anche i Comuni, accordare agli Ebrei privilegi esorbitanti, facilitare
-loro con ogni modo l'esercizio dell'usura, servirsene quindi come di
-stromento per suggere tutto l'oro del paese e poi vessarli,
-imprigionarli, martoriarli in ogni guisa, per togliere loro sino
-all'ultimo obolo il denaro ammassato. I principi e i governi si valgono
-degli Ebrei come di una macchina di drenaggio, e praticano verso di loro
-il sistema che un ministro belga opponeva anni sono, con raro cinismo,
-dall'alto della tribuna, a coloro che gli rimproveravano di permettere
-che le corporazioni religiose venissero costituendosi dei patrimonî.
-“Lasciatele arricchire, un giorno o l'altro una nuova legge di
-incameramento farà ricadere tutti quei beni così laboriosamente
-accumulati in proprietà dello Stato. _C'est une poire pour la soif._” E
-gli Ebrei furono, per secoli intieri, _la poire pour la soif_ di
-principi, di baroni, di Comuni.
-
-L'interesse che essi esigevano dagli infelici, che avevano ricorso a
-loro per denaro, doveva quindi esser esorbitante; e un osservatore
-imparziale può di una sola cosa meravigliarsi, che esso non fosse anche
-maggiore di quello che fu. Chi ha studiato le leggi più elementari della
-economia sociale, non ignora infatti che il saggio dell'interesse, come
-il prezzo di ogni derrata, non dipende dalla volontà del legislatore, ma
-da determinate circostanze di luogo e di fatto, alle cui conseguenze
-nessuna forza umana può sottrarsi. Queste circostanze costituiscono ciò
-che, nel linguaggio dei moderni uomini d'affari, si chiama la situazione
-del mercato. Abbondano i capitali, l'orizzonte politico, scevro di nubi,
-promette lunghi anni di pace e di tranquillità, ed il saggio
-dell'interesse si riduce a bassissimo livello. Scarseggiano invece i
-capitali, le condizioni politiche fanno presagire rivoluzioni o guerre,
-il denaro si rimpiatta, ed il saggio dell'interesse sale, con altezza
-vertiginosa, e ciò per due ragioni. E perchè il numerario obbedisce,
-come ogni altra derrata, alla legge della offerta e della domanda, ed è
-tanto più caro quanto più è domandato, tanto più a buon mercato quanto
-più offerto; e perchè in questo contratto speciale del mutuo entra un
-elemento specialissimo, che non entra in nessun altro contratto. Per
-quanto rara sia una derrata, la sola legge dell'offerta e della domanda
-basta a determinarne il prezzo. Nel contratto di mutuo invece, chi dà a
-prestito deve tener conto della maggiore o minor probabilità cui va
-incontro di non aver più restituito il capitale che dà a mutuo. Questa è
-la ragione per cui, mentre oggi il saggio dell'interesse è del 3 per
-cento per gli effetti di primo ordine, è del cinquanta e del sessanta
-pei figli di famiglia e per gli impiegati. Questa è la ragione, per cui
-chi investe i suoi denari in consolidato inglese ne ricava appena il tre
-per cento, chi li investe in carte turche o spagnuole, ne ottiene, sulla
-carta, il sessanta ed il settanta per cento.
-
-In fatto di investimento di capitali è sempre vero l'assioma di quel
-banchiere: chi vuoi mangiar molto, dorme poco, e chi si contenta di
-mangiar poco, dorme molto; ciò che equivale a dire che nell'arte
-feneratizia è impossibile conciliare la sicurezza del capitale impiegato
-col largo profitto degli interessi.
-
-Si giudichi, al lume di queste premesse, quale doveva essere il saggio
-generale degli interessi negli scorsi secoli. La storia ci insegna come,
-per lunga serie di anni, i capitali fossero così scarsi da essere impari
-agli scarsissimi bisogni, e ci apprende come gli annali di Europa altro
-non fossero che una serie non interrotta di guerre, di rapine, di
-pestilenze, di carestie.
-
-Ma quasi tutto ciò non bastasse a rendere elevatissimo il saggio
-generale dell'interesse nei tempi scorsi, un altro elemento vi
-concorreva potentemente.
-
-Il fondatore della moderna scienza economica, Adamo Smith, annoverando
-le ragioni che contribuiscono a rendere più o meno elevato il salario di
-talune professioni, vi comprese, a grandissima ragione, la maggiore o
-minore stima da cui sono circondate.
-
-L'asserzione dell'immortale scozzese non ha d'uopo di essere dimostrata.
-_Non de solo pane vivit homo_ è verità incontestabile, ed ognuno si
-acconcierà più volontieri a ricevere un più modesto salario in una
-professione, che lo faccia segno alla pubblica considerazione, di quello
-che riceverne uno più elevato per vedersi oggetto della generale
-animaversione.
-
-Ora, quale era il concetto che nei tempi andati avevasi dei feneratori?
-Ce lo dica il buon ministro di Luigi XVI, Turgot, l'uomo di cui fu
-detto, che avrebbe salvato la monarchia in Francia, se la monarchia
-avesse potuto essere allora salvata:
-
-“Piace prendere a prestito, ma è duro essere obbligati a restituire. La
-soddisfazione che si prova nel trovare ciò di cui si ha bisogno
-allorquando si è stretti dalla necessità, svanisce assieme al bisogno
-appagato, che invece rinasce ben presto. Il debito resta, ed il peso se
-ne fa sentire ad ogni momento sino a che siasi potuto pagarlo. Si crede
-che colui che presta non dia che il suo superfluo, superfluo che è il
-necessario per colui che riceve. Quantunque la giustizia rigorosa sia
-intieramente a favore del prestatore che non reclama che quanto gli è
-dovuto, la commiserazione, la simpatia sono sempre dal lato del
-debitore. Si sente che questi restituendo sarà ridotto all'ultima
-miseria, mentre il creditore può vivere anche senza ciò che gli è
-dovuto. Questo sentimento si verifica anche allorquando il prestito è
-puramente gratuito; a maggior ragione allorquando il prestito non fu
-pattuito che contro un interesse; il debitore, che in questo caso si
-tiene sgravato da ogni gratitudine, soffre con indignazione le
-persecuzioni del creditore.”
-
-Ed ecco quindi la disistima, la antipatia universale perseguitare il
-creditore, e tanto più acerbamente in quei tempi nei quali l'opinione
-pubblica vede, in chi dà denaro a mutuo, uno spregiatore di ogni legge
-divina ed umana.
-
-E questa disistima, questa pubblica antipatia costituiscono un nuovo
-elemento che viene ad accrescere il saggio dell'interesse, perchè chi ne
-è vittima vuole trovare un indennizzo a questa impopolarità nella
-larghezza dei profitti.
-
-Queste erano le condizioni generali dell'industria feneratizia nei
-secoli scorsi, e se l'indole del nostro lavoro non ci consente di
-seguirne le differenti fasi da Carlo Magno sino alla Rivoluzione
-francese, possiamo però dire che se le condizioni, che abbiamo visto
-influire a mantener sempre elevatissimo il saggio dell'interesse,
-aumentarono o scemarono d'intensità in diversi tempi, ed in diversi
-paesi, esse sussistettero però sempre, dalla caduta dell'impero romano
-sino alla rivoluzione francese.
-
-I lombardi, i caorsini che precedettero gli Ebrei nell'esercizio
-dell'arte feneratizia (206), e che la esercitarono poi per lungo tempo
-assieme ed in concorrenza con loro, non isfuggirono certamente a queste
-leggi generali e le poche notizie che abbiamo sul saggio dell'interesse
-da essi prelevato bastano a far chiaro come questo raggiungesse altezze
-mostruose, che le leggi proibitive della usura non giovavano,
-naturalmente, che ad accrescere.
-
-Nessuno ha mai detto che gli Ebrei esigessero un interesse maggiore di
-quello che esigevano Lombardi e Caorsini (207); nè avrebbero potuto
-farlo, perchè se è pur vero che l'industria feneratizia è, fra tutte,
-quella in cui il fenomeno della concorrenza si esplica meno palesemente,
-è anche vero, che nessuno avrebbe consentito a pagare, ad un Ebreo, un
-interesse maggiore di quello che avrebbe potuto pattuire con altri.
-
-Eppure abbondano argomenti per dimostrare che se Ebrei e Lombardi
-esigevano eguale interesse, ciò che per i secondi era lauto profitto,
-diveniva interesse meno che rimuneratore per gli Ebrei.
-
-Ad ogni momento leggi ed editti di principi li cacciavano dai paesi dove
-avevano dimora; ad ogni momento altre leggi esoneravano i Cristiani
-dall'obbligo di pagare i loro debiti verso gli Ebrei; o, ciò che per
-questi infelici tornava esattamente lo stesso, obbligava i debitori
-cristiani a pagare al principe, al signore, le somme che loro erano
-state mutuate dagli Ebrei.
-
-Nell'impossibilità assoluta di dare neppure un breve quadro delle
-sofferenze della nazione giudaica, piglieremo a prestito dal Blanqui
-poche linee, che se si riferiscono ad un sol paese e ad un solo regno,
-sono però l'esatta dipintura di quanto avveniva sempre e dovunque:
-
-“Di tutti i Re che occuparono il trono [di Francia] durante circa due
-secoli [1180–1328], non ve ne fu uno che trascurasse di dar prova della
-sua potenza e della sua ortodossia con provvedimenti severi contro gli
-Ebrei; ad ogni istante si vedono pubblicate ordinanze contro questi
-paria del medio-evo, considerati siccome la materia imponibile per
-eccellenza. Filippo Augusto ne promulgò quattro rimasti celebri: nella
-prima li minaccia, nella seconda li spoglia, nella terza li scaccia, e
-nella quarta proscioglie i loro debiti. Luigi VIII pubblicò del pari la
-sua: soppresse ogni specie d'interesse, ed ordinò si pagassero ai
-signori le somme che erano dovute agli Ebrei. Abbiamo già veduto San
-Luigi non essersi mostrato meno severo con loro (208); Filippo _il
-Bello_, Luigi _il Protervo_, continuarono il sistema dei loro
-predecessori (209).”
-
-Si vede, da quanto precede, che allorquando un Ebreo si toglieva una
-moneta di tasca, per darla a prestito, egli doveva calcolare che
-novantanove volte sopra cento non l'avrebbe mai più riveduta.
-
-Ed in fatti quando i pubblici poteri non erano autori delle spogliazioni
-commesse a danno degli Ebrei, i debitori trovavano un modo spiccio assai
-di pagare i loro debiti.
-
-Si accusava un ebreo di qualsivoglia più pazza ed impossibile
-scelleraggine; di aver avvelenato i pozzi, di aver diffuse le
-pestilenze, di aver vituperato il Santissimo Sacramento o che so io; e
-senza altra forma di processo, si dava mano alle armi, si massacravano
-gli Ebrei, si spogliavano le loro case, e soprattutto si distruggevano i
-titoli di credito che esistevano presso di loro.
-
-Fu notato, che, in certi paesi, le rivoluzioni cominciano sempre col dar
-fuoco agli archivi criminali, tanto importa a certi rivoluzionari di far
-sparire le traccie del loro passato, e le sommosse contro gli Ebrei si
-manifestavan sempre, in tutti i tempi ed in tutti i paesi, col
-distruggerne i registri ed i titoli di credito.
-
-Questa verità non è sfuggita agli storici ed il Roscher, l'illustre
-professore dell'Università di Lipsia, l'esponeva con queste parole:
-“Molte persecuzioni del più tardo medio-evo, nelle quali soprattutto si
-trattava di annullare le obbligazioni di debito verso gli Ebrei, sono a
-considerarsi quali crisi di credito in foggia barbarica, quale una forma
-medio-evale di quelle che oggi si chiamano _rivoluzioni
-socialistiche_ (210).”
-
-Anche il Beugnot riconosce che più d'una volta gli Ebrei vennero
-massacrati, ben più come creditori che come eretici (211).
-
-Meno scientificamente, ma più efficacemente forse, un brioso giornale
-cittadino, il _Pasquino_, definiva testè l'_antisemitismo_ altro non
-essere che un _anticreditorismo_.
-
-Se a queste persecuzioni sistematiche, a questi massacri periodici,
-aggiungiamo il fatto che, anche nei paesi dove erano meglio trattati,
-gli Ebrei erano soggetti a gravissime tasse speciali, per ciò soltanto
-che erano Ebrei; se poniam mente che i loro poveri essendo esclusi dalla
-pubblica beneficenza, toccava ai ricchi ebrei di provvedere ai loro
-bisogni, si comprenderà di leggieri che essi erano costretti a gravare
-la mano sugli infelici loro debitori.
-
-È un circolo vizioso cui non si sfugge: le persecuzioni, i massacri
-contro gli Ebrei, obbligano questi a mostrarsi più avidi, più duri coi
-loro debitori; e questa avidità e questa durezza generano nuove
-persecuzioni, nuovi massacri.
-
-Qui si presenta naturale una domanda: come mai malgrado tante e così
-violente persecuzioni, malgrado il continuo timore in cui dovevano
-vivere, di vedersi frustrati ad un tempo e dello sperato beneficio e del
-loro stesso capitale, continuavano essi ad esercitare l'industria
-feneratizia? La risposta è semplice. Davan danaro a prestito perchè non
-era loro permesso di impiegare in altro modo quella parte dei loro
-capitali che era esuberante ai loro commerci; perchè non potevano
-acquistare o coltivar terre, nè divenir proprietari di edifizi urbani,
-perchè erano, come vedemmo, sopracarichi di imposte e di spese di
-beneficenza, e perchè occorreva loro spender molto denaro per soddisfare
-l'avidità dei sovrani e dei principi che vendevan loro a caro prezzo il
-diritto di soggiornare nei loro paesi, e quella dei cortigiani che
-intercedevano per loro, presso il governo, protezione che era sempre ben
-lungi dall'essere gratuita.
-
-Sarebbe del resto singolare contraddizione del secolo nostro, che
-esalta, forse oltre il dovere, i beneficî del credito, dimenticare che
-all'esercizio dell'arte feneratizia praticata dagli Ebrei, devono
-ascriversi quei grandi progressi economici di cui oggi si mena tanto
-vanto e che i nuovi popoli devono agli Ebrei del medio evo:
-
-1º L'introduzione degli _interessi del capitale_, senza cui non sarebbe
-neppur pensabile uno sviluppo superiore del credito, ed anzi nemmeno
-della formazione del capitale e della divisione del lavoro. Se questo
-progresso era in parte soltanto una ristorazione di quanto aveva
-conosciuto l'epoca, altamente incivilita, dei Greci e dei Romani, non è
-così del
-
-2º Dell'invenzione, cioè, della cambiale, la quale è innovazione di un
-valore storico mondiale, essendo quella di uno stromento che ha per il
-commercio del danaro, presso a poco la stessa importanza della ferrovia
-per la industria dei trasporti, e del telegrafo per lo scambio delle
-notizie (212).
-
-Nè l'azione benefica esercitata dagli Ebrei sul progresso economico, nei
-tempi più caliginosi del medio evo, si limita all'industria feneratizia;
-soli, concentrando, sul commercio dell'oro e dell'argento, una
-attenzione che i pregiudizi dei loro contemporanei li impedivano di
-occupare altrove, prepararono la grande rivoluzione monetaria, che la
-scoperta delle miniere d'America e l'impianto delle banche europee
-dovevano compiere nel mondo; e quasi ciò non bastasse, ogni qual volta
-le leggi non lo vietavano loro, e spesso anche malgrado il divieto delle
-leggi, essi esercitavano ogni specie di commercio.
-
-“Allorquando la moltiplicità dei pedaggi e la tirannide dei signori
-feudali rendevano impossibile ogni speculazione che non fosse quella dei
-piccoli mercanti dei borghi e delle città, gli Ebrei, più arditi, più
-facili a muoversi, volgevano l'animo a più vaste operazioni e lavoravano
-in silenzio ad avvicinare continenti ed a riannodare i regni. Essi
-evitavano le barriere ed i fortilizi, nascondendo accuratamente, sotto
-miserabile apparenza, la loro reale ricchezza ed il segreto delle loro
-transazioni. Andavano a cercare a grandi distanze e mettevano a portata
-dei consumatori meno poveri, i prodotti poco conosciuti dei paesi i più
-remoti. A forza di errare e di correre di paese in paese, avevano
-acquistato una conoscenza esatta dei bisogni di tutte le piazze
-commerciali; sapevano dove si doveva comperare e dove si poteva vendere:
-pochi campioni ed un libriccino di note bastavano per le loro operazioni
-le più importanti. Corrispondevano fra loro sotto la fede di impegni che
-il loro interesse li obbligava a rispettare (213), circondati come erano
-da nemici di ogni specie. Il commercio ha perduto la traccia delle
-ingegnose invenzioni che furono il risultato dei loro sforzi, ma è alla
-loro influenza che sono dovuti i progressi rapidi di cui la storia ci ha
-segnalato il brillante fenomeno in mezzo agli orrori della notte
-feudale (214).”
-
-Il valore economico degli Ebrei non può del resto esser revocato in
-dubbio da nessuno storico imparziale; è ad esso, ad esso soltanto, che
-questo popolo va debitore della sua conservazione, malgrado le atroci,
-inaudite persecuzioni di cui fu vittima; senza il loro valore economico,
-gli Ebrei sarebbero stati distrutti, ed il loro nome, come quello di
-molte sètte del Cristianesimo, non sarebbe più che una memoria storica.
-
-Questo valore economico fu spesso riconosciuto dai loro stessi più
-acerbi nemici, che or proscrivendoli, or richiamandoli, attestavano
-l'importanza che ha la ricchezza mobiliare creata dal lavoro e
-dall'industria. Egiza, re visigoto di Spagna, uno dei loro più crudeli
-persecutori, mentre li bandisce dai suoi Stati, fa eccezione per quelli
-della Settimania, “allo scopo, diceva, di riparare le sventure che
-questa provincia aveva provato, e perchè gli Ebrei potessero
-ristabilirne le finanze sia per via dei tributi che pagavano al fisco,
-sia colla loro attività ed industria” (215). Luigi III e Filippo
-l'Ardito dissero nelle loro lettere di richiamo agli Ebrei, nei loro
-Stati, che non trovavano altro mezzo per ristabilire le decadute
-finanze, che il richiamare gente propria a far fiorire il commercio e
-circolare il denaro (216).
-
-San Pio V, uno dei pochissimi Papi che perseguitarono gli Ebrei,
-dichiara, nelle sue bolle, che mantiene gli Ebrei in Ancona per non
-distruggere il commercio col Levante.
-
-Quasi contemporaneamente il glorioso restauratore della Dinastia
-Sabauda, l'eroe di San Quintino, Emanuele Filiberto, accordando con un
-decreto del 1572, che è, per quei tempi, monumento insigne di
-tolleranza, facoltà agli Ebrei di stabilirsi nei suoi Stati, dichiara
-espressamente esservisi indotto “per commodo delli nostri sudditi et
-beneficio del paese” (217).
-
-Altri esempi potremmo addurre, ma bastino questi, come basti l'accennare
-che il declinare della grandezza spagnuola comincia positivamente dal
-giorno in cui 300,000 israeliti, scuotendo dai loro calzari la polvere
-della terra di Torquemada, trasportarono e sparsero sulla superficie
-dell'Europa le ricchezze, l'istruzione e la industria loro. E ben lo sa
-Livorno, che deve il suo porto agli Ebrei portoghesi, come Ancona che
-riconosce la sua floridezza da certo dott. Fermo, ebreo, che fu il primo
-ad avanzare le sue imprese per l'ampliazione di esso (218).
-
-Da quanto abbiamo detto finora risulta, chiaramente provato, che gli
-Ebrei furono, nei secoli scorsi, altamente benemeriti del traffico e
-delle industrie; è però innegabile che oggi ancora in certi paesi
-d'Europa, che di civile hanno poco più che il nome, sorgono serie
-lagnanze contro gli Ebrei che vengono accusati di essere i
-monopolizzatori di ogni commercio. E questo avviene specialmente in
-Polonia.
-
-In altri tempi i sovrani di quel paese reputarono sana politica
-proteggere gli Ebrei, tanto che Boleslao e Casimiro, due re di quella
-contrada, per difenderli contro il fanatismo religioso delle
-popolazioni, affermarono in pubblici atti che la popolazione di
-Gerusalemme, essendo stata sterminata dalla conquista romana, è
-difficile rendere gli Ebrei moderni responsabili del sangue di Cristo.
-In grazia di questa protezione gli Ebrei si accrebbero siffattamente in
-quelle regioni che non è esagerazione affermare che oltre un sesto degli
-Ebrei di tutto il mondo è ripartito fra la Polonia russa, la Galizia e
-la Posnania. Il governo russo è troppo parco di documenti statistici,
-perchè si possa conoscere con precisione qual sia la parte degli Ebrei
-nel movimento economico del paese, ma non abbiamo difficoltà ad
-ammettere, che essi abbiano concentrato nelle loro mani tutto il
-commercio di quelle contrade, e non abbiamo difficoltà ad ammetterlo,
-perchè sappiamo come i polacchi non abbiano mai avuto indole
-commerciale.
-
-Un insigne scrittore di cose economiche scrive di loro il seguente
-giudizio, che si potrà forse chiamare severo ma non certamente
-immeritato.
-
-“L'ufficio della Polonia nella storia del Commercio è intieramente
-passivo. Nessuna altra nazione in Europa si è mostrata così poco atta e
-chiamata al traffico ed alle industrie. Anche ai tempi della sua
-grandezza, quando confinava al Sud col Mar Nero ed al Nord col Baltico,
-quando perciò riuniva le più favorevoli condizioni per l'esercizio del
-Commercio internazionale, la Polonia non seppe trar alcun partito da
-simili vantaggi. Non ebbe mai navigazione; non seppe neanche giovarsi
-nell'interesse del suo dominio, del commercio marittimo dell'Asia che le
-conquiste della Russia occidentale nel 1460 e quelle della Livonia nel
-1583 avevano messo in suo potere, o per lo meno crearsi sul Baltico una
-posizione uguale a quella degli altri paesi di riviera. Che cosa non
-sarebbero divenuti in altre mani i porti di Riga e di Danzica come
-emporio di un paese simile a quello che si estendeva dietro a loro! Col
-suo mirabile sistema di corsi d'acqua, e con la varietà delle sue
-naturali ricchezze, la Polonia fu ai tempi del suo splendore uno dei
-paesi più felicemente collocati per isvolgere un attivo commercio. Ma la
-sua deplorevole costituzione, l'amore delle conquiste, l'indole
-bellicosa, il poco gusto per le arti pacifiche, per il lavoro, ridussero
-i polacchi ad un ufficio molto subalterno come popolo
-commerciante” (219).
-
-Ciò che lo Scherer scrive dei polacchi, può dirsi a buon dritto di tutta
-la razza slava, ed è perciò appunto che dai paesi slavi giungono
-continue lagnanze contro il monopolio degli Ebrei e dei tedeschi,
-lagnanze inspirate da quel sentimento di invidia connaturale all'uomo
-che suole muovere alti lamenti quando vede altri cogliere abbondanti
-frutti da un albero che egli ha sdegnato. E che questo, e non altro, sia
-il movente dell'agitazione vivissima che nell'Oriente d'Europa si
-manifesta contro gli Ebrei, lo proclamava recentemente l'ex-dittatore
-dell'Ungheria, Kossut, in una lettera da lui diretta al deputato Mezey
-per combattere l'antisemitismo:
-
-“L'agiatezza degli Ebrei, dice Kossut, dipende dalla loro attività e dal
-loro spirito di risparmio, e del regresso generale non sono colpa gli
-Ebrei, ma coloro, che per gli errori antichi, non sanno rivaleggiare con
-quelli.
-
-“Ricordo ai magiari, che tra i Cresi americani non v'ha neppure un
-Ebreo, perchè l'Ebreo non può rivaleggiare con l'Americano” (220).
-
-Del resto anche la pretesa ricchezza degli Ebrei venne assai esagerata,
-e noi, che ci siamo prefissi di avvalorare sempre le nostre parole
-coll'autorità degli uomini più eminenti di tutti i tempi e di tutti i
-paesi, lasciamo, anche su questo proposito, la parola ad un valentissimo
-economista inglese, il Mac Culloch, e gliela lasciamo tanto più
-volentieri in quanto che il brano che stiamo per riferire, riassume
-maestrevolmente quanto siamo venuti finora dicendo.
-
-“Si è detto che gli Ebrei erano un esempio di un popolo la cui proprietà
-era stata lungo tempo esposta a una serie quasi non interrotta di
-assalti, e che nondimeno avevano continuato ad essere ricchi e
-industriosi. Ma allorchè lo si esamini rettamente, si troverà che gli
-Ebrei non fanno eccezione alla regola generale. I fortissimi pregiudizi
-che si sono quasi universalmente nudriti contro di loro, ebbero per
-lungo tempo l'effetto di impedir loro di acquistare nessuna proprietà in
-terra, e li esclusero dal partecipare ai fondi delle istituzioni pie dei
-varî paesi in cui erano sparsi. Non avendo perciò sussidi avventizi su
-cui basarsi, caso che divenissero infermi o poveri, provavano un bisogno
-fortissimo di risparmiare e di accumulare, ed essendo banditi
-dall'agricoltura erano per necessità costretti a coltivare il commercio
-e le arti. In un'età in cui la professione mercantile era guardata
-generalmente come cosa sordida, e in cui per conseguenza avevano pochi
-competitori, devono aver fatti grandi guadagni, sebbene questi si siano
-assai esagerati. Ma era naturale che quelli che si erano indebitati
-cogli Ebrei, dicessero che i loro profitti erano enormi: perchè così si
-infiammavano i pregiudizi che vi erano contro di loro, e si offriva un
-pretesto miserabile per defraudarli dei loro giusti diritti. Vi sono
-alcuni Ebrei ricchi nella massima parte delle vaste città dell'Europa,
-ma la gran maggioranza di quel popolo fu sempre ed è anche ora
-poverissimo” (221).
-
-A queste parole del Mac Culloch ci sia permesso aggiungere due ultime
-considerazioni.
-
-I nemici del nome giudaico, e non son pochi, se da un lato fanno colpa
-agli Ebrei delle ricchezze di taluni loro correligionari, irridono poi
-all'umile professione di molti dei più poveri e dei più avviliti tra
-essi; quella del rivenditore di abiti e masserizie usate, del
-rigattiere.
-
-Eppure l'economista non isdegna quell'umile mestiere, e gli riconosce la
-sua larga parte di utilità economica; è il povero rigattiere che, colla
-industria sua, colla sua mano d'opera, ridà un valore a quanto lo aveva
-perduto, ed offre alle classi povere il mezzo di acquistare a poco
-prezzo le cose più necessarie alla vita. _Le Temple_ (222) _est la
-providence du peuple_, ha detto, e con ragione, un gran romanziere, che
-era nello stesso tempo uno degli apostoli del socialismo: Eugenio Sue.
-
-Questo pei poveri; quanto ai ricchi è pur d'uopo convenire che se essi
-sono tali è perchè le interdizioni di cui erano vittima nei tempi
-andati, non soltanto li spingevano forzatamente verso le professioni le
-più lucrative, ma li costringevano loro malgrado a tesaurizzare.
-
-Vietato agli Ebrei il conseguire gradi accademici, era tolto loro ogni
-incentivo agli studi letterali e cavallereschi, studi, che come ognun
-sa, non hanno mai arricchito nessuno. _Litterae non dant panem._
-
-Vietato agli Ebrei, da numerose leggi suntuarie, l'uso di vesti fastose
-ed obbligati se non dalla legge, dalla prudenza, a dissimulare sotto
-sordide vesti la loro agiatezza, per non esporsi a rapine ed a violenze.
-
-Vietato il possedere case, il fabbricarne, e costretti a dimorare nei
-sordidi ghetti, atti soltanto a far fuggire ogni idea di adornare e di
-abbellire anco l'interno della propria dimora.
-
-Vietata ogni sontuosità nei loro tempî, nei loro cimiteri, in tutte le
-pratiche di culto dove la pia munificenza dei Cristiani profondeva,
-negli scorsi secoli, tesori a dovizie.
-
-Vietata ad essi ogni ingerenza nei pubblici affari.
-
-Vietato ad essi l'aver domestici cristiani, e, persino, l'aver commercio
-con femmine da conio.
-
-Voglia il signor lettore esaminare questo breve elenco di interdizioni,
-che molte e molte ne ommette per brevità, voglia compararlo col bilancio
-della propria azienda domestica, e poi dovrà convenire con noi che il
-popolo ebreo, obbligato a consacrarsi alle industrie che maggiormente
-arricchiscono, e costretto a star lontano da quelle, che sono, per ogni
-uomo civile, le maggiori cause di dispendio, avrebbe finito
-coll'assorbire tutte le ricchezze del mondo, se le persecuzioni, i
-massacri, le rapine non gli avessero tolto colla violenza, quanto la
-violenza lo aveva costretto ad ammassare.
-
-Perchè gli Ebrei dovessero divenire ricchi ed usurai abbiamo veduto; i
-loro nemici però non paghi di averli costretti ad esercitare un traffico
-ignominioso, non paghi di rinfacciar loro come una colpa, quello che era
-necessaria conseguenza della condizione ad essi creata, vennero dicendo
-che il _Talmud_ non soltanto autorizza gli Ebrei ad opprimere i
-Cristiani con usure, ma ne fa loro espresso obbligo, permettendo ad essi
-di esercitare ogni maniera di frode verso i non Ebrei.
-
-Il _Talmud_, lo abbiamo detto a sazietà, non è per gli Ebrei che il
-complemento della legge, e la legge dà agli Ebrei precetti ben diversi.
-
-Quali sieno i precetti biblici in questo argomento tutti sanno, ma a noi
-piace ricordarli colle parole stesse di uno dei più accaniti nemici del
-nome giudaico:
-
-“Secondo la legge mosaica non possono ingannare, nè defraudare alcuno,
-che con essi contratti. So bene che ciò veniva espressamente loro
-vietato nel Levitico al capo 19, v. 11, con queste parole: _Non
-mentiemini, nec decipiat unusquisque proximum suum._ In molti altri
-versi del medesimo capitolo e in più luoghi è replicato un tale
-comandamento. Ed essendo egli morale, e non cerimoniale, non è cessato,
-ma va in vigore, e nella prima osservanza” (223).
-
-Ed il Talmud che ha per scopo di spiegare la Bibbia, non di cambiarla,
-non sopratutto di stabilire precetti che a quella ripugnino, conferma
-questi principii di elementare onestà.
-
-I Talmudisti dicono:
-
-_a_) che non è permesso di fare altrui illusione, nemmeno ad un _Goi_,
-per esempio, di fargli regalo di alcun oggetto, facendogli credere che è
-di maggior valore di quello che è (224).
-
-Samuele ordinò al servo di accordarsi col barcajuolo che dovea
-tragittarlo al di là d'un fiume. Nei patti dell'accordo eravi di dargli
-a bere una bottiglia di vin puro: il domestico mescolò il vino con
-acqua, nè il barcajuolo se ne accorse. Samuele seppe l'inganno, e sgridò
-acerbamente il suo servo (225).
-
-_b_) che chi deruba il Goi è tenuto alla restituzione, e che è anzi
-peggio derubare il Goi che l'Israelita, poichè ne rimane profanato il
-nome di Dio (226).
-
-_c_) che l'Israelita pecca, ed è tenuto all'indennizzamento, qualora
-nella misura, nel peso o nel calcolo faccia sopruso al non israelita,
-non altrimenti che facendolo ad un israelita. Chi trafficando, sia
-coll'israelita, quanto coll'idolatra, misura o pesa scarso, contraviene
-ad un divino precetto ed è tenuto al risarcimento. È parimente vietato
-di gabbare il Goi nel calcolo, ma devesi usare seco lui ogni esattezza,
-come dice il sacro testo (_Lev._, XXV, 59), e _faccia ragione col suo
-compratore_; il quale testo tratta di un non israelita da sè dipendente
-(vivente cioè nella Palestina quando questa era in potere degli
-Israeliti); quanto più non dovrai tal legge osservare con chi non è a te
-soggetto? D'altronde la Scrittura dice (_Deut._, XXXV, 16): _Chiunque fa
-tali cose, chiunque fa iniquità è in abbominazione al signore Iddio
-tuo_, proposizione assoluta e senza alcuna condizione (227).
-
-_d_) I Gheonim (228) insegnano, allegando l'autorità del Talmud (229),
-esser permesso, anzi esser dovere di far testimonianza anche innanzi ai
-non israeliti (presso giudici non iniqui), anche se il frodato sia un
-Goi ed il frodatore un israelita (230).
-
-_e_) Il celebre ed autorevole R. Mosè Couci dice: Anche quel Talmudista
-che opina non essere vietato derubare il Goi, parla di un tale che abbia
-fatto del male allo israelita, ed anche in questo caso la sua sentenza
-non viene adottata; fuori però di questo caso anche quel Talmudista
-riconosce essere vietato rubare al Goi (231). E qui giovi notare che
-questo Mosè Couci o Kotzi, che fioriva nel 1230, è ben lungi dall'essere
-stato, in massima, modello di tolleranza. Nelle prime edizioni delle sue
-opere (232) trovansi non pochi passi anticristiani, ma il fanatismo
-religioso, di cui nessuno vorrà far colpa ad un ebreo del XIII secolo,
-non gli impedì però di fare il suo dovere d'onesto uomo, proclamando la
-massima che abbiamo testè riferita.
-
-Nè del resto poteva essere altrimenti, checchè abbiano farneticato i
-malevoli; la legge mosaica espressamente comanda di non molestare il
-forestiero, e lo inculca con queste parole: _E non oppressare il
-forestiero, perciocchè voi sapete in quale stato è l'animo del
-forestiero, essendo stati forestieri nella terra d'Egitto_ (_Esodo_,
-XXIII, 9). Ed altrove dopo aver detto che Dio è il Dio degli Dei, ed il
-padrone dei padroni; Dio grande, potente e tremendo, ecc, aggiunge che
-egli fa giustizia all'orfano ed alla vedova, ed ama il forestiero, per
-somministrargli vitto e vestito; indi conchiude: _Voi dunque altresì
-amate i forestieri; conciossiachè siate stati forestieri nel paese
-d'Egitto_ (_Deut._, X, 17, 19). Raccomanda di non far soffrire
-ingiustizia al forestiero ed all'orfano, e di non pignorare l'abito
-della vedova, ed aggiunge: _E ricordati che tu sei stato schiavo in
-Egitto_ (_Deut._, XXIV, 17 e 18). Ognuno sa che la memoria dei mali da
-noi stessi altre volte sofferti accresce forza al naturale sentimento
-della pietà dei mali altrui.
-
-Nè la legge scritta, nè la legge rivelata concedono dunque all'ebreo di
-usar frode a pregiudizio dei gentili.
-
-Il Levi nella sua raccolta talmudica già più volte citata ha spigolato
-nel Talmud alcune regole di commercio che giovano a mostrare come i
-dottori del Talmud si preoccupassero di inspirare negli Israeliti, i più
-rigorosi principî di probità commerciale:
-
-“È peccato far incarire i frutti — portare aumento nei prezzi correnti.
-
-“Oltre il sesto del valore v'ha lesione e il contratto è nullo (233).
-
-“Non deve il vinajo spargere nel suo negozio profumi di vini aromatici,
-per far credere di tenere nel suo negozio vini squisiti.
-
-“Non deve il negoziante regalare dolci ai giovanetti per allettarli al
-suo negozio.
-
-“Il vindice nel diluvio è vindice di chi non mantiene la sua parola.
-
-“Il capo dei ladri è quegli che defrauda nel peso e nelle misure (234).
-
-“Il negoziante deve ripulire i suoi pesi e i suoi vasi una volta ogni
-settimana, per conservarli sempre nella giusta misura” (235).
-
-Ma, si dirà, ammesso pure che agli Ebrei sia vietato usar frode in
-commercio, tanto col correligionario quanto col _Goi_, non potrete
-negare, che la stessa Bibbia, mentre vieta loro di dar denaro ad usura
-agli Ebrei, permette ad essi di darne ai _goim_.
-
-Ed infatti è scritto nel _Deuteronomio_ (XXIII, 19, 20) ed altrove: “Non
-prestare ad usura al tuo fratello, nè danari, nè vittuaglie, nè cosa
-alcuna che si presta ad usura.
-
-“Presta ad usura allo straniero, ma non al tuo fratello.”
-
-La cattiva interpretazione di questo precetto espresso e ripetuto nella
-Bibbia, fu causa principalissima delle accuse mosse su questo argomento
-contro gli Ebrei e della ripugnanza che ebbe il Cristianesimo contro
-l'industria feneratizia.
-
-Per bene interpretare questo precetto, conviene in primo luogo aver
-presente che la parola usura va intesa, anche in questo brano, nel senso
-di interesse. Abbiamo già dimostrato, colle parole del Say, che quello
-che noi ora diciamo _interesse_ dicevasi usura negli antichi tempi, ci
-sia lecito aggiungere qui, che la lingua ebraica non ha la parola usura,
-nel senso che oggi volgarmente le si attribuisce, sicchè ogni qualvolta
-troviamo scritto nella Bibbia la parola _usura_ dobbiamo leggere
-_interesse_.
-
-Quanto al divieto biblico di prestar ad interesse al fratello, ed alla
-facoltà di prestare al forestiero, è un di quei precetti che debbono
-considerarsi parti della legge civile, non della religiosa, e che, come
-tale, cessarono di aver vigore colla esistenza politica della nazione
-ebraica.
-
-Non diciamo cose nuove, ripetiamo, costretti, cose trite e ritrite.
-
-Questo precetto, come prescrizione di legge civile, è facilmente
-spiegabile.
-
-L'Ebreo in Palestina non era commerciante, lo abbiamo veduto; il
-commercio della contrada era in mano dei forestieri; da ciò consegue che
-se l'Ebreo prendeva a prestito denaro vi era costretto dalle necessità
-della vita, mentre il forestiero ne abbisognava per dar vita ai propri
-traffici; da qui il divieto, altamente economico, di far pagare
-interesse al primo ed il permesso, logico e naturale, di farlo pagare al
-secondo, che, dal denaro mutuato, presumeva ricavar lucro e vantaggio.
-
-E questa nostra interpretazione è ampiamente suffragata dal versetto 25
-del capitolo XXIII dell'Esodo:
-
-“Quando tu presterai danari al mio popolo, al povero che è appresso a
-te, non procedere inverso lui a guisa di usuraio: non imponetegli
-usura.”
-
-Il più volte citato Luzzatto così commenta questo versetto:
-
-“_Al popol mio_, cioè ad Israello. _A qualche povero che è appresso a
-te_, spiega l'antecedente e cioè che l'esenzione dell'interesse è
-diritto solamente di chi è assolutamente povero, non del ricco che cerca
-danaro per speculazione.”
-
-Anche il Mortara, onore di Mantova e del Rabbinato italiano, così
-interpreta questo precetto (236):
-
-“Il prestito fatto al povero viene considerato dalla morale religiosa
-come una carità e non un contratto. Essa riguarda pertanto il povero
-vergognoso come un congiunto, ed impone di prestargli, e non usare verso
-di esso come creditore che conceda dilazione al pagamento. È evidente
-che tale obbligazione morale non può vincolare che verso i prossimi e
-perciò la religione non la impone che verso i concittadini ed i
-correligionari.
-
-“I nostri Dottori applicano il testo d'Isaja, “allora tu invocherai il
-Signore ed egli ti esaudirà,” a colui che ama i suoi vicini, porta
-operoso affetto a' suoi congiunti e presta una moneta al povero nel
-momento del suo bisogno; e nell'esposizione del testo (salmo XV, 5): _Il
-quale non dà i suoi danari ad usura_, comprendono espressamente il non
-Israelita fra quelli cui si devono far prestiti, senza percepirne
-interesse” (237).
-
-E con questo commento dei due dottissimi rabbini si accorda quello di un
-eruditissimo sacerdote cristiano, l'abate M. Mastrofini, il quale
-conchiuse che il precetto “riguarda le usure di ricchi Ebrei su poveri,
-i quali tra loro convivono” (238).
-
-E più sotto, lo stesso Mastrofini, riassumendo il risultato dell'acuta
-sua disamina sui varii passi del Vecchio Testamento ove è discorso
-dell'usura, così conchiude:
-
-“La legge mosaica intorno le usure, ci rassicura ancora che non tutte le
-usure sono contrarie alla legge della natura. Imperocchè Dio, per Mosè,
-permise le moderate e discrete col ricco, tanto ebreo quanto
-forestiero” (239).
-
-Questi i precetti biblici riassunti da scrittori dotati di sana critica.
-Vediamo ora come i talmudisti interpretarono la legge:
-
-“Chi entrerà nel tuo sacro monte? dice Davide. Chi cammina sinceramente
-e chi non dà il suo danaro a usura. Osserva un dottore: Chi non dà il
-suo danaro a usura neppure a un Gentile” (240).
-
-“L'Ebreo il quale presta il suo denaro al Gentile, anzichè
-all'Israelita, perchè dal primo può prendere interesse, commette
-peccato” (241).
-
-“Chi accumula ricchezza con interesse e usura, l'accumula per chi è
-benefico coi poveri. Dice Salomone.”
-
-“Il dottore Hunà dichiara che qui allude all'usura tolta dai Gentili. Un
-altro dottore osserva che Mosè permette di dare a interesse a' Gentili.
-Risponde il primo dottore, che il testo biblico ha altro senso.
-Concludesi che tutto al più può l'Israelita prestare a interesse al
-Gentile, tanto da guadagnarsi il vitto (242).
-
-“Quando il Salmista (XV, 5) encomia chi presta il suo denaro senza
-percepire frutto, intende che lo faccia anche col Goi” (243).
-
-Ed in altro trattato:
-
-“Vieni e vedi, tutte le creature di Dio ritraggono (prendono a prestito)
-l'una dall'altra.
-
-“Il giorno ritrae (prende in prestito) dalla notte, la notte dal giorno:
-la luna dalle stelle, le stelle dalla luna: il sole dalla luce, la luce
-dal sole: il senno dalla scienza, la scienza dal senno: la carità dalla
-giustizia, la giustizia dalla carità.
-
-“Tutte queste creature divine ritraggono (prendono in prestito) l'una
-dall'altra e sono amiche ed in pace.
-
-“Solo l'uomo presta al compagno e cerca di rovinarlo con l'usura e col
-furto.
-
-“Questi usurai dicono quasi a Dio: Perchè non prendi usura de' tuoi
-prestiti agli uomini? Tu inaffii la terra, tu fecondi i campi, tu
-illumini, tu soffii l'alito vitale, tu conservi: chè non ti fai pagare?
-
-“Dice Iddio: Vedete quante cose io presto, e non prendo interesse.
-
-“Guai a chi prende usura: egli non vivrà.
-
-“Un re apre all'amico il suo regno: l'amico entra, calpesta i poveri,
-uccide le vedove, distrugge, rovina, e riempie ogni cosa di frode e
-iniquità.
-
-“Così l'usuraio a cui Iddio ha aperto il regno dei suoi tesori, porta
-ovunque la sterilità e la morte (244).”
-
-Ed altrove:
-
-“Bada cecità degli usurai. Se taluno ingiuria il compagno chiamandolo
-empio, l'ingiuriato arde d'ira e medita vendetta. E costoro in uno
-scritto, sancito da notai e da testimoni, di propria volontà scrivono e
-sottoscrivono e dichiarano..... d'avere rinnegato il Dio
-d'Israele” (245).
-
-Chiudiamo questo troppo lungo capitolo colla citazione di un brano del
-più volte ricordato Rabbino Leon Modena, il quale porrà in luce cosa
-pensassero su questo argomento gli Ebrei italiani, or sono due secoli.
-
-“Per obbligo della Legge, così di Mosè, come a bocca, devono esser
-realissimi, e non fraudar, ne ingannare alcuno, sia chi si voglia, o
-Hebreo, o non Hebreo, osservando sempre, e con ogni persona, quelli
-buoni modi di negotiar comandatogli in molti luoghi nella Scrittura, e
-spetialmente nel Lev. c. 19, versi 11, 13, 15, 33 sino al fine.
-
-“E quello che hanno disseminato alcuni in voce, e in iscritto, che ogni
-giorno giurano, et hanno per opera pia di ingannar, e fraudare un
-Christiano, è espressa bugia, così promulgata per renderli più odiosi di
-quello che sono.
-
-“Anzi molti rabbini hanno scritto et in particolar ne ha fatto raccolta
-a longo Rabino Bachij nel libro _Cadachemah_, lettera _Ghimel Ghezelà_
-dove dice che è molto più grave peccato il fraudare uno non Hebreo, che
-un Hebreo rispetto allo scandalo che si da, oltre l'opera sia in se, e
-si chiama _Chillul Ascem_, che vuol dire profanare il nome di Dio, che è
-de' maggiori peccati. Onde se si trova fra essi chi inganna e frauda, è
-diffetto di quel particolare, che è di mala qualità, ma non che lo facci
-essendole ne dalla sua legge, ne da Rabini in alcun modo permesso.
-
-“È ben vero che la strettezza, nella quale la captività lunga gli ha
-ridotti et essendole vietato quasi per tutto il posseder terreni, e
-molti altri modi di mercantar, et esercitii di riputatione et utili, si
-sono molti abbassati d'animo e divenuti digeneranti della lealtà
-israelitica” (246).
-
-Con queste parole il Modena viene a dimostrare quanto giuste sieno
-queste idee di un pubblicista inglese che noi trovammo testè riferite
-nella _Revue Britannique_ e colle quali ci piace dar termine a questo
-capitolo:
-
-“Dovunque le incapacità inerenti alle qualità di ebreo sono sconosciute,
-lo spirito stretto di sêtta e di tribù disparve, e lasciato a se stesso
-il giudaismo, in quanto riguarda le materie religiose ed i doveri
-sociali, si è sviluppato sanamente e senza usurpare sui confini altrui.
-È questo ancora il miglior rimedio da opporre alla sua estensione che
-noi possiamo consigliare a coloro che vedono in lui un nemico di cui
-occorra sbarazzarsi ad ogni prezzo.”
-
-(193) _La situazione degli Ebrei nel Medio-Evo._ — _Giorn. degli
-Economisti._ Padova, 1875, vol. 1, pagg. 88 e segg.
-
-(194) Ac si transferre sedes cogerentur, major vitae metus quam mortis.
-(TACIT., _Hist._ XXI).
-
-(195) Ne quidquam ingenuum potest habere officina... Mercatura, si
-tenuis est, sordida putanda est: sin autem magna et copiosa; multa
-undique apportans, non est admodum vituperanda..... Nihil enim
-proficiunt mercatores, nisi admodum mentiantur. (CICERONE, _Dei doveri_,
-libro I, sez. 42).
-
-(196) SAY, _Trattato di Ec. pol._ in _Bibl. dell'Ec._ Serie I, vol. VI,
-pag. 275.
-
-(197) BLANQUI, _Hist. de l'Ec. pol._, I, 153.
-
-(198) Questo pregiudizio contro l'interesse del denaro, che rimonta ad
-Aristotile, e che ha per base la massima che il denaro, non essendo di
-per se stesso fecondo, non può produrre interesse, era comune anche a
-Shakespeare che, nel suo linguaggio pittoresco, definì l'interesse: _La
-posterità di uno sterile metallo._
-
-(199) TURGOT, _Memoria sui prestiti di denaro_ in _Bib. dell'Ec._ Vol.
-I, pag. 373.
-
-(200) _Bull. mag._ LXVI, pag. 328 e pag. 21.
-
-(201) S. DE SISMONDI, _Nuovi principii d'economia politica_ in _Bibl.
-dell'Econ._ Vol. VI, pag. 636.
-
-(202) Le Pandette fissano al quattro per cento il tasso dell'interesse
-per la persona di un rango illustre, a sei per gli altri, tasso
-ordinario e legale. Ciò non pertanto si permise l'interesse dell'8 per
-cento ai manifattori ed ai commercianti e quello del 12 per le
-assicurazioni marittime.
-
-(203) Gli stessi principi ecclesiastici che vietavano ai Cristiani di
-dar capitali ad interesse, lo permettevano agli Ebrei; ad esempio
-l'arcivescovo di Colonia, nel 1266, promise loro di non concedere ad
-alcuno tranne che ad essi il contrarre prestiti fruttiferi. (ENNEN,
-_Storia di Colonia_, II, 327).
-
-(204) Quando il re di Francia, Giovanni, per pagare i suoi debiti
-adulterò la sua moneta, tutti gli ufficiali della sua zecca furono
-obbligati a giurare il secreto. (V. DUCANGE, _Glossario_, parola
-_Moneta_, ed. de' Benedettini). Fin qui il Say; dal canto nostro
-aggiungiamo che questa adulterazione delle monete, causa principalissima
-dello esorbitante tasso dell'interesse e che durò sino alla età
-moderna — Carlo V verso il 1540 inondò l'Europa di una massa di cattivi
-scudi d'oro di Castiglia. (BLANQUI, _Hist. de l'Ec. pol._, I, 283) — era
-conseguenza delle dottrine di S. Tommaso. Il Grande Aquinate, come del
-resto tutti gli uomini dei tempi suoi, aveva curiose idee in fatto di
-economia politica. Egli (_De Regg. Princ._, II, 13), infatti permette
-che lo Stato faccia uso, moderatamente però, del diritto di alterare le
-monete _sive in mutando, sive in diminuendo pondere_. Tutti ricordano le
-roventi parole con cui il nostro Dante, quasi contemporaneo
-dell'Aquinate, stigmatizza Filippo il Bello, il re falso monetario, che
-la dottrina di S. Tommaso aveva appreso da Egidio Colonna; il Dottor
-Fondatissimo, fu infatti discepolo di Tommaso e maestro di Filippo.
-
-(205) SAY, _op. cit._ pag. 277.
-
-(206) Se l'indole di questo lavoro lo consentisse, potremmo moltiplicare
-gli esempi per dimostrare che caorsini, lombardi e toscani precedettero
-quasi dovunque gli Ebrei nell'esercizio dell'usura. Nell'impossibilità
-di farlo qui, ci limitiamo ad un solo esempio somministratoci da
-un'eccellente monografia di ANTONIO IVE (_Dei banchi feneratizi e
-capitoli degli Ebrei di Pirano e dei Monti di pietà in Istria_, Rovigno,
-Bontempo e C., 1881), dove a pagina 7 si legge: “Ai fiorentini
-succedettero in Istria, nell'esercizio della fenerazione, verso il 1380
-circa, gli Ebrei, i quali ne ebbero, per così dire, il monopolio fino
-alla metà del secolo XVII.”
-
-(207) Non facciamo la storia dell'usura, e dobbiamo quindi trascurare
-molte e molte citazioni ad appoggio di quanto veniamo dicendo; a
-mostrare però come l'industria feneratizia non fosse esercitata dai soli
-Ebrei, riferiamo il seguente brano di un'ordinanza di Luigi il Protervo,
-9 luglio 1315: “Et comme nous avons appris que plusieurs Italiens
-étaient dans notre Royaume, lesquels exercitent marchandises et contrats
-_qui ne sont pas honnêtes_, notre intention n'est pas de donner à tels
-Italiens lesdites frauchises et libertés.”
-
-(208) San Luigi li oppresse colle leggi più intollerabili, liberò i loro
-debitori, proibì ogni azione giudiziaria a vantaggio degli Ebrei, e
-spinse il rigore sino a proibir loro di contrattare. (BLANQUI, _Hist. de
-l'Ec. pol._, I, 186).
-
-(209) BLANQUI, _op. cit._, I, 223.
-
-(210) _Loc. cit._
-
-(211) ARTHUR BEUGNOT, _Les Juifs d'Occident_, 2^me partie, pag. 35.
-
-(212) ROSCHER, _art. cit._
-
-(213) Il Roscher (_loc. cit._) nota, assai saggiamente, che l'azione
-commerciale degli Ebrei fu favorita anche dalla loro unione altrettanto
-vivace quanto grandiosa, estesa attraverso tutti i regni cristiani e
-maomettani. È questo un vantaggio che, in minori proporzioni, si può
-segnalare anche presso altre minoranze religiose, e su cui, ad esempio,
-riposano i successi mercantili degli Ugonotti in Francia e dei Quacqueri
-in Inghilterra.
-
-(214) BLANQUI, _Hist. de l'Ec. pol._, I, 189.
-
-(215) D'AGUIR, _Concil. hispan._, t. II, p. 752.
-
-(216) _Réflexions d'un Milord_, pag. 52.
-
-(217) Veggasi il documento in _Revue des Etudes Juives_, anno 1882, pag.
-231.
-
-(218) _Difesa contro gli attacchi fatti alla nazione ebrea_, ecc. Pavia,
-MDCCLXXXIV, pag. 104.
-
-(219) SCHERER, _Storia del Commercio_ in _Biblioteca dell'Economista_,
-serie II, vol. IV, pag. 712.
-
-(220) _Unità Cattolica_ di Torino, numero 224, del 26 settembre 1883, 1ª
-ed., pag. 896. — Veggasi pure fra i documenti una importante memoria del
-principe Demidoff di San Donato sulla questione semitica in Russia.
-
-(221) MAC CULLOCH, _Principii di Ec. pol._ in _Bibl. dell'Ec._, v. XIII,
-pagine 17, 18.
-
-(222) Il _Temple_ era un quartiere di Parigi ove i rigattieri avevano le
-loro botteghe. Oggi ancora quel quartiere, situato nei pressi del
-sobborgo operaio di Sant'Antonio, è abitato dalla parte più povera degli
-Ebrei di Parigi.
-
-(223) MEDICI, _op. cit._, cap. XII.
-
-(224) TALMUD BABILONESE HOLIN, fol. 84. Appoggiato a tale sentenza
-l'autore del libro _Hassidim_, vivente in Francia verso il 1200,
-condanna e dichiara peccatori coloro che nel salutare il non israelita
-gli dicono sottovoce villanie, cui l'altro suppone esser parole
-amichevoli. (_Hassidim_, § 51).
-
-(225) Id. id.
-
-(226) TOSSAFTÀ KAMÀ, cap. IV.
-
-(227) MAIMONIDE dietro il Talmud, trattato GHENEVÀ, capitolo 7, lez. 8.
-
-(228) Capi di Accademia in Persia, succeduti ai Talmudisti dal 600 al
-1038 di G. C.
-
-(229) KAMÀ, fol. 113.
-
-(230) SEMACH GAON, nelle decisioni dei Gheonim, stampate a Salonico e
-sotto il titolo di Sciaon Zedek, fol. 84 retro.
-
-(231) SAMAG, precetto negativo, 152.
-
-(232) Cfr. DE ROSSI, _Diz. storico degli autori Ebrei_, Parma, 1802,
-vol. 2, p. 67 a. v. _Mosè di Kotzi_.
-
-(233) BAVÀ METZIÀ, fol. 49.
-
-(234) LEVI, _op. cit._, pag. 281.
-
-(235) I Talmudisti sembrano essersi assai preoccupati della esattezza
-dei pesi e delle misure. “Il commerciante all'ingrosso ripulisca le sue
-misure una volta al mese, quello al minuto una volta ogni dodici mesi.
-R. Simeone, figlio di Gamliel, dice all'opposto: il bottegaio ripulisca
-le sue misure due volte per settimana e netti i suoi pesi una volta per
-settimana, e netti la bilancia dopo ogni pesata. R. Simeone dice, questo
-intendere trattandosi di cose molli, ma di cose aride non occorre.”
-(BAVÀ BADRÀ, 88 a). “Si instituiscono commissari per le misure [perchè
-siano giuste] ma non per i pesi [perchè dipendono dalla concorrenza].
-Rami bar Hamà dice: si stabiliscono commissari sia per le misure, sia
-per i prezzi a motivo degli ingannatori.” (_Ivi_, 890).
-
-“È proibito di tenere in casa misure mancanti o soverchianti.....
-quest'intendesi nei paesi ove non sono bollate, ma dove sono bollate
-quando non vede il bollo non prende.” (_Ivi_, 897).
-
-E certamente a queste massime si è inspirato il Maimonide quando facendo
-suo il precetto che leggesi in _Bavà-Badrà_, 886, scrisse: “È più grave
-la punizione di chi defrauda colle misure che di chi commette incesto,
-perchè questo è tra lui e Dio, e quello tra lui e il prossimo”
-(MAIMONIDE, _Leggi sul furto_, cap. VII, lez. 8).
-
-(236) MARCO MORTARA, _Compendio della religione israelitica_, Mantova,
-Beretta, 1855, pag. 86.
-
-(237) V. TALMUD SANEDR. 76B e MACCOT 24A.
-
-(238) MASTROFINI, _Le usure_. Milano, Silvestri, 1841, pag. 9. Cfr.
-GENOVESI, _Lezioni di economia civile_ in _Bibl. dell'Economista_, 1ª
-serie, vol. III, pag. 207. Il dotto filosofo napoletano fu forse il
-primo in Italia a comprendere e ad esporre nettamente il concetto
-biblico del prestito ad interesse.
-
-(239) _Op. cit._, pag. 37.
-
-(240) TALMUD MAKOT, pag. 24.
-
-(241) JALKUT MISLÈ, fol. 144, 1.
-
-(242) JALKUT, fol. 295, 2.
-
-(243) MAKOT, fol. 24.
-
-(244) BAVÀ MEZHIA, fol. 71.
-
-(245) RABOT MISHPATIM, sez. 2, verso la metà. Nella stessa sezione molti
-altri passi sono diretti a biasimare l'usura: p. e. “Vieni e vedi:
-chiunque è ricco, e benefica i poveri e non prende usura, Iddio lo
-considera come se avesse osservato tutti i precetti.
-
-“Diede ad usura, prese aumento e vivrebbe? Non vivrà.” (Ezechiele 18,
-17) “dice Iddio benedetto: Chi visse d'usura in questo mondo, non vivrà
-nel mondo venturo.”
-
-“Non gl'imporrete usura (Esodo, 22, 27) bastava _imporrai_, perchè dice:
-_imporrete_? si riferisce ai testimoni, al garante, ai giudici ed allo
-scrivano, perchè se non fossero questi, egli non prenderebbe nulla, e
-quindi vengono puniti tutti quanti.
-
-“A che si assomiglia l'usura? A chi viene morso da un serpente, e non se
-ne accorge, e non lo sa sino a che non lo investe (?) tutto.
-
-“Il _povero_ che è con te (Esodo, 22, 27) dice il santo, benedetto egli.
-Non gli basta la sua miseria che tu gli prendi ancora usura?”
-
-(246) MODENA, op. cit., parte II, cap. V, pag. 49.
-
-
-
-
- IV.
-
- Dell'uso del sangue cristiano nei riti ebraici
-
-
-Oggi ancora, nell'ultimo quarto del secolo decimonono, abbiamo veduto,
-in un paese che si dice civile, Ebrei accusati di aver assassinato una
-fanciulla cristiana, non per scopo di lucro o di libidine, non per
-vendetta, o per qualsiasi altro dei soliti moventi cui obbediscono gli
-assassini, ma nell'intento di raccoglierne il sangue, sangue che si
-pretende necessario agli Ebrei per l'adempimento di tenebrosi loro
-riti (247).
-
-E mentre il processo si dibatteva in Ungheria, abbiamo veduto in Italia,
-in Francia, in Germania, nei paesi insomma del continente d'Europa che
-sono alla testa del movimento intellettuale, pubblicarsi giornali ed
-opuscoli per sostenere che la religione ebraica impone ai suoi seguaci
-l'obbligo di valersi del sangue di umane vittime per compiere non
-sappiamo quali infami riti.
-
-Che più? un professore dell'I. R. Università di Praga, il Rohling, si è
-persino procacciata una tal qual nomea, facendosi banditore della oscena
-accusa; e quasi ciò non fosse bastante, il _Figaro_ di Parigi, il
-giornale certamente più diffuso dell'Europa continentale, e che ha
-parecchi Ebrei fra i suoi collaboratori, riproduceva, a proposito del
-processo di Tisza Eszlar, nel suo numero del 15 luglio 1883, un lungo e
-calunnioso articolo contro gli Ebrei, togliendolo da un infame libello
-antisemitico, il _Paderboner Judenspiegel_.
-
-Certamente, di fronte agli scarsi accusatori, sorsero numerosi i
-difensori degli Ebrei, e fra questi, solleva l'animo il poterlo dire,
-non mancarono dotti ecclesiastici di tutte le confessioni cristiane.
-
-Certamente gli stessi Tribunali Ungheresi, con tre conformi sentenze,
-proclamarono l'innocenza degli Ebrei accusati nel famoso processo di
-Tisza Eszlar; ma è pur troppo nell'indole della natura umana il prestare
-più facile orecchio a chi accusa che a chi difende, a chi proclama il
-male che a chi lo nega, sicchè non è a meravigliarsi che uomini di buona
-fede, liberali sinceri, rimangano oggi ancora dubbiosi di fronte alla
-strana accusa.
-
-Si fa la grazia agli ebrei, che dimorano nei paesi più colti, di
-ammettere che abbiano rinunziato al sanguinoso rito, ma si pretende che
-esso si mantenga ancora rigoglioso in quei paesi dove il progresso della
-civiltà trova refrattarii ebrei e non ebrei.
-
-I più benevoli arrivano ad accordare che non tutti gli Ebrei pratichino
-la nefanda cerimonia, ma insinuano che può bene essere sorta in seno al
-giudaismo, una setta la quale abbia imposto ai suoi seguaci l'obbligo di
-versare umano sangue e di cibarsene (248).
-
-Insomma, mentre tutti gli onesti provano ribrezzo ad involgere nella
-orrenda accusa gli Ebrei che conoscono personalmente, quelli che vivono
-in continuo contatto con loro, non mancano però parecchi che vanno
-cercando argomenti per persuadere a loro stessi che Ebrei di remote
-contrade possono bene essere colpevoli.
-
-Noi che scriviamo, conosciamo in Italia fior di onesti uomini che
-protesterebbero indignati se domani una simile accusa si muovesse ad un
-loro conterraneo, ad un loro amico ebreo, ma che la trovano invece
-naturale, naturalissima, quando viene rivolta ad un ebreo ungherese o
-siriaco (249).
-
-Anzi abbiamo sentito taluno che pretendeva difendere gli Ebrei, non
-negando la stolta calunnia, ma invocando questa singolare attenuante:
-che cioè se simili accuse non si muovono più, contro gli Ebrei che
-dimorano in paesi civili, egli è perchè essi rinunciano all'orribile
-pratica, non appena cessano di esser fatti segno alle oppressioni di cui
-furono e sono bersaglio nei tempi e nei paesi meno civili.
-
-Certamente, al secolo nostro, che, più spesso che non convenga, giudica
-dalle apparenze, ripugna meno l'accusare di una orribile superstizione
-il lurido ebreo polacco dal classico cafetano e dai ricci bisunti, od il
-palestinese dal turbante e dalla turchesca zimarra, che non il
-gentiluomo lindo ed azzimato che si mescola a noi, che vive della nostra
-vita e che ormai può dirsi in tutto eguale agli altri suoi concittadini.
-
-Ma tutto ciò non è che parvenza.
-
-Vanto precipuo del giudaismo è, che, malgrado le differenze, dalla
-civiltà e dal progresso create, fra gli Ebrei dei varii paesi, essi
-mantennero sempre l'unità del loro culto, delle loro credenze; sicchè le
-stesse pratiche, gli stessi riti si celebrano tanto a Parigi quanto a
-Bagdad, tanto a Milano od a Boston quanto nell'ultimo villaggio della
-Ungheria e della Polonia.
-
-Bisogna dunque ammettere che o tutti gli Ebrei, che oggi vivono fra noi,
-hanno d'uopo di sangue cristiano per le loro cerimonie religiose, o che
-questo bisogno non fu mai provato da nessun ebreo, in nessun tempo ed in
-nessun paese.
-
-La religione ebraica non ha sêtte, non ha discrepanze religiose, sicchè
-è forza accettare questo dilemma: o tutti innocenti o tutti colpevoli.
-
-E per questo noi — che scriviamo in Italia, dove, da ormai trenta anni,
-non è più sorta nessuna accusa di questo genere contro gli
-Ebrei — sentiamo il bisogno di insistere su questo argomento per far
-chiaro che mai, in nessun luogo ed in nessun tempo, gli Ebrei
-praticarono l'infame rito; perocchè se ci fosse provato che un solo
-fanciullo cristiano fosse stato ucciso dagli Ebrei _per scopo
-religioso_, in qualsivoglia tempo, ed in qualsivoglia paese, dovremmo
-noi pei primi riconoscere che oggi ancora gli Ebrei di tutto il mondo
-celebrano l'infame cerimonia.
-
-Eppure la storia ribocca di accuse simiglianti mosse agli Ebrei, eppure
-è antichissima la asserzione che gli Ebrei sacrifichino vittime umane a
-non sappiamo quali orribili superstizioni.
-
-Già Giuseppe Flavio confutava l'asserzione di Appione, il quale accusava
-gli Ebrei d'ingrassare nel loro tempio degli stranieri fatti prigionieri
-e di scannarli poi, per offrirli in olocausto a Dio (250).
-
-Nei secoli posteriori, specialmente a partire dal XII secolo, l'accusa
-di cui ci occupiamo si venne tanto spesso ripetendo sotto diverse forme,
-che gli Ebrei hanno oggi nella loro lingua una parola speciale (GNALILAD
-DAM, _la calunnia del sangue_) per designare questa calunnia loro sempre
-tanto fatale, parola questa che non è ignorata nemmeno da coloro fra
-essi che non sanno neppure una sillaba di ebraico, e che risuona sempre
-ai loro orecchi come il rintocco di una campana funebre.
-
-Ai tempi di Arcadio imperatore (395–408 d. G. C.) ad Imnestri, piccola
-località situata tra Calcide ed Antiochia, alcuni Ebrei ubbriachi furono
-accusati di aver attaccato ad una croce un fanciullo cristiano e di
-averlo ucciso; ne seguì una lotta terribile. Ma questo fatto fu
-giudicato da Arcadio con equità e furono puniti soltanto i veri
-colpevoli (251).
-
-Nel 1080 gli Ebrei furono tutti banditi dalla Francia, ed i loro beni
-confiscati, sotto l'accusa di avere, alla loro Pasqua, sacrificato un
-ragazzino.
-
-Basnage ci narra (252), come — sotto il regno di Alfonso X il saggio, Re
-di Castiglia e di Leon (1252–1284), — tre scellerati di Orsona, città
-dell'Andalusia, gittassero un cadavere nel giardino attinente alla casa
-di un ebreo ed accusassero poi questi di averlo ucciso. Questa calunnia
-essendosi diffusa per la città il popolo massacrò tutti gli Ebrei che
-gli caddero nelle mani.
-
-Parecchi cercarono un rifugio nelle case dei loro amici cristiani, ma
-siccome ricorreva la Pasqua, nel qual tempo gli Ebrei non mangiano pane
-lievitato, e come essi non trovavano naturalmente che di questo, nelle
-case dei loro amici, poco mancò non morissero di fame, perchè
-preferivano digiunare ad infrangere la prescrizione religiosa. Gli
-abitanti di Palma imitarono quelli di Orsona e si dettero a perseguitare
-ed uccidere gli Ebrei, sicchè questi fecero pregare i loro
-correligionari di mandar deputati alla Corte per impedire un massacro
-che stava per diventar generale. I persecutori tenner dietro dappresso
-ai tre deputati Ebrei che erano stati all'uopo designati. Anzi essi
-giunsero i primi, perocchè gli Ebrei erano stati obbligati a lasciare le
-vie battute ed a nascondersi in una foresta per paura di cader nelle
-mani dei loro persecutori. Giuseppe, capo della Deputazione ebrea, parlò
-in nome di tutti, con tanta eloquenza che venne ammirato da tutta la
-Corte. Re Alfonso assolse gli Ebrei dall'omicidio che non era mai stato
-commesso. Gli accusatori insistevano perchè l'ebreo fosse messo alla
-tortura, per sapere se egli aveva o meno perpetrato il reato, ma egli
-potè sottrarsi alla dura prova, chiedendo ed ottenendo si aprisse la
-tomba da cui era stato tratto il cadavere, per gittarlo nella sua casa.
-
-Simiglianti accuse si produssero in Inghilterra. Nel 1226 gli Ebrei di
-Norvich furono condannati a 20,000 marche di ammenda per aver voluto
-crocifiggere un fanciullo (253). Egualmente nel 1255 a Lincoln, dove
-dopo un simulacro di giudizio, diciotto ebrei furono appiccati ed il
-piccolo Ugo, il crocifisso, canonizzato.
-
-A Northampton, per delitto di crocifissione, se ne appiccarono
-cinquanta, e pochi anni dopo, nel 1287, gli Ebrei furono espulsi
-dall'Inghilterra, dove non ricomparvero che dopo aver ricevuto da
-Cromwell l'autorizzazione di risiedere a Londra e di costruirsi una
-sinagoga, di rito spagnuolo (254).
-
-Nel 1432 si pretese che Ebrei avessero fatto morire, lardellandolo di
-colpi di stile, V. Wernher di Bacharach.
-
-Nel 1443 gli Ebrei di Milano, per un'accusa simile, dovettero pagare
-20,000 fiorini.
-
-Nel 1475 tre israeliti furono accusati di aver ucciso un ragazzo a
-Trento, dove la popolazione era stata prima fanatizzata dalle prediche
-di Bernardino da Feltre (255), e tutti gli Ebrei furono messi alla
-tortura e spogliati di tutto.
-
-Nel 1490, Giovanni di Passamento fu aggiunto alla lista dei santi
-spagnuoli per il suo supposto martirio a Guardia.
-
-Nel 1506, a Venezia, un giovane israelita ungherese venne arrestato per
-sospetto di voler rapire un fanciullo cristiano, ma, da saggi giudici,
-riconosciuto innocente, tosto posto in libertà.
-
-Questo fatto ce lo narra il Sanuto nel volume sesto (256) dei suoi
-diarii, e lo diamo nel suo testo originale, poichè le parole
-dell'illustre storico mettono in più chiara luce e la illuminata
-giustizia veneta, ed il retto e sano criterio dei nostri padri.
-
-“22 marzo 1506.
-
-“In questo zorno hessendo gran Conseio suso, achadete chel fo retenuto
-un zudio hongaro, nominato Isaach, qual studiava et stava perhò in
-questa terra, et venuto zoso Gran Conseio, ser Hieronimo Quirini et ser
-Antonio Zustignam dotor, Avogadori, lo andono a examinar. Par chel ditto
-a San Stin (257) in certa calle havesse trovato un puto di anni 2 ½ in
-zercha, smarito, e lui lo tolse soto la vesta e lo voleva menar via ut
-dicitur a marturizarlo como fo il bia Simon a Trento et Sebastian
-Novello a Porto Bufole del 14.. (258), et visto da alcuni, tandem fu
-preso detto zudio che fuziva e si buttò al aqua. Et cussì li Avogadori
-fe la soa examination con interprete et formò il processo. Quello
-seguirà noterò di sotto, unum che la matina in Rialto alcuni zudei dal
-vulgo fonno batuti et quasi lapidati. _Ma judico nulla sia et nulla
-seguirà et esser cossa falssa._”
-
-“24 marzo 1506.
-
-“In questa matina in quarantia criminal fu rilassato il zudeo retento
-per cazon del puto, atento nulla erra con effecto, et cussì li Avogadori
-messeno di rilassarlo e fu preso.”
-
-Così si vedeva e si giudicava in Venezia nel 1506!
-
-Verso il 1530, un ebreo, di Amasia, presso Erzerum, venne accusato
-dell'assassinio di un cristiano il quale era stato bensì visto entrare
-nella casa dell'ebreo, ma non era stato visto uscirne. Secondo il solito
-i correligionari dell'accusato furono coinvolti nel processo. I
-disgraziati vennero sottoposti alla tortura, e, sotto l'angoscia di
-inenarrabili sofferenze, confessarono di aver assassinato un cristiano;
-tutti furono appiccati, ed un medico, Jacob Abiob, bruciato vivo. Ma
-l'accusa non era che una orribile calunnia ordita da falsi testimoni e
-la prova non tardò a farsene palese: la pretesa vittima ricomparve. La
-causa venne allora portata a Costantinopoli, dinanzi al Tribunale di
-Solimano II, che non soltanto punì i calunniatori, ma ordinò che altre
-accuse di questo genere, contro gli Ebrei, che potessero riprodursi,
-dovessero portarsi dinanzi al divano di Costantinopoli, ogni altra
-giurisdizione esclusa.
-
-Bastò questa disposizione, bastò l'idea di trovarsi dinanzi a giudici
-relativamente illuminati, perchè, per ben tre secoli, la calunnia non
-rialzasse più il capo negli Stati del sultano (259).
-
-Anche nel secolo nostro simili casi si riprodussero sovente, troppo
-sovente per un secolo che ha la pretesa di essere quello dei lumi. Pur
-tacendo di altri fatti, ricorderemo come a Damasco un rispettabile e
-venerando cappuccino italiano, il padre Tommaso, ed un suo domestico,
-scomparissero nel febbraio 1840. Un barbiere ebreo e sette mercanti
-ebrei furono arrestati sotto l'imputazione di averli uccisi per compiere
-un sagrifizio rituale. Il processo venne istruito in modo, che, lord
-Palmerston, nella seduta della Camera dei Comuni inglesi del 22 giugno
-1840, ebbe a dichiarare “esempio di barbarie e di atrocità inaudite nel
-nostro secolo, e quali non potevansi aspettare in un paese che è in
-relazione col mondo civile (260).” Atroci tormenti strapparono agli
-sventurati accusati una specie di confessione che smentirono
-energicamente dopo. Il console d'Austria, signor Merlato, tentò invano
-di calmare l'emozione popolare. Una sollevazione dei cristiani siriaci
-ne seguì, e, malgrado i passi fatti al Cairo, da sir Moses Montefiori e
-da Cremieux, in favore dei loro correligionari, malgrado che il Vicerè
-d'Egitto, Mohammed-Ali, prosciogliesse gli Ebrei da ogni accusa, il
-popolaccio non fu meno convinto, e lo è ancora adesso, che il padre
-Tommaso venne sacrificato in obbedienza ai riti talmudici delle feste
-pasquali.
-
-Quasi contemporaneamente, a Rodi, sorgeva una simile accusa, sempre
-contro gli Ebrei, ma, il 20 luglio 1840, il Consiglio di giustizia della
-Porta, che aveva avocato a sè la trattazione dell'affare, assolse tutti
-gli Ebrei dalla accusa portata contro di loro dai Greci, di essersi
-impadroniti di un fanciullo greco, al solito intento di scannarlo e di
-servirsi del suo sangue per la Pasqua. Nè pago di ciò, il Governo turco,
-per dimostrare tutto l'orrore che gli inspiravano le inumane sevizie
-usate dal pascià di Rodi contro gli Ebrei accusati, lo destituì da ogni
-sua carica ed il sultano Abdul-Medjid, con un suo firmano, in data del
-13 Ramazan 1256 (7 novembre 1840), che si leggerà fra i documenti, pose
-in piena luce l'innocenza degli Ebrei accusati a Damasco ed a Rodi.
-
-Pochi anni dopo una cittaduzza italiana, Badia, in provincia di Rovigo,
-vedeva svolgersi un importante processo, di cui pubblicheremo più
-innanzi i documenti, processo che finì coll'assoluzione dell'ebreo
-imputato e colla condanna della sua calunniatrice.
-
-Ricorderemo ancora un processo che ebbe luogo or sono venti anni a
-Saratoff, l'ultimo, crediamo, nel quale gli Ebrei venissero, malgrado le
-proteste delle autorità civili e militari, e dello stesso ministro di
-giustizia, condannati, e ciò, in seguito a testimonianze di persone
-peggio che equivoche e malgrado che la tortura non fosse giunta a
-strappare la menoma confessione a nessuno dei pretesi rei.
-
-È troppo recente, e troppo presente alla memoria di tutti, un fatto
-accaduto due anni or sono ad Alessandria d'Egitto, perchè vi spendiamo
-sopra ulteriori parole.
-
-Non possiamo però resistere al desiderio di fare qualche breve
-osservazione sul conto dello stranissimo processo che si svolse non ha
-guari in Ungheria. A Tisza Eszlar — paese situato, è bene notarlo, nella
-circoscrizione elettorale che inviò alla Tavola dei deputati il famoso
-antisemita Geza-Onody, — una ragazza quindicenne, di religione
-protestante, a nome Ester Solymossy, essendo sparita, gli Ebrei furono
-accusati di averla assassinata per scopo rituale. Mancava ogni base
-giuridica all'accusa; nelle acque del Tibisco si era persino ritrovato
-un cadavere che, quantunque deformato, appariva, indubbiamente, dagli
-indumenti che portava, quello della infelice scomparsa; sul cadavere non
-si riscontrava nessuna lesione che potesse far sospettare se ne fosse
-cavata una sola goccia di sangue; malgrado tutto ciò si voleva il
-processo; ed il processo, ad eterno disonore dell'Ungheria, ebbe luogo.
-
-Non ce ne rammarichiamo noi; perocchè quel processo è la più fulgida
-testimonianza dell'innocenza degli Ebrei, confermata da tre conformi
-sentenze pronunciate, malgrado le esorbitanze di una folla briaca d'odio
-e sitibonda di sangue, fanatizzata dalle mene degli antisemiti.
-
-Solo argomento a sostegno dell'accusa era, orribile a dirsi, la
-deposizione di un ragazzo quattordicenne, Maurizio Scharf, figlio ad uno
-dei principali accusati (261). Come si giungesse a costringere un figlio
-a calunniare il proprio padre, ce lo dica una corrispondenza che il
-_Figaro_ di Parigi riceveva da Vienna in occasione del processo.
-
-“Per slegare la lingua a quel Maurizio Scharf, il _Deus ex macchina_ di
-quel processo, il ragazzo quattordicenne che, con accanimento singolare,
-si era fatto accusatore del proprio padre, il cancelliere giudiziario
-_Peczely_, quel fenomeno di magistrato che nel corso del processo si
-seppe aver passato quindici anni della sua vita in galera per tentato
-assassinio, ricorreva ai seguenti mezzi: gli somministrava schiaffi e
-pugni in buona dose, gli anneriva il dorso con colpi del suo scudiscio
-da caccia e gli minacciava di fargli finire i suoi giorni in una oscura
-cella, talmente sucida _che neppure un cane_ vi accetterebbe un pezzo di
-pane. Al contrario gli prometteva mari e monti nel caso in cui si
-decidesse a parlare.”
-
-Nè diversi erano, sempre secondo la citata corrispondenza, i mezzi usati
-cogli altri imputati. Ora venivano gettati in qualche cella umida e
-fredda, ora si esponevano ai raggi del sole, quel sole della Pusztah che
-ha i suoi quaranta gradi al _minimum_, e quando si lagnavano di aver
-sete, si versavano loro nella gola torrenti d'acqua che li soffocavano.
-Del resto il knut non riposava gran fatto.
-
-Più efficace ancora è la descrizione che, dei mezzi usati contro gli
-imputati di quell'iniquo processo, ci fa un eminente scrittore francese,
-il Cherbuliez — che mal si cela sotto il pseudonomo di Valbert — nella
-_Revue des deux Mondes_ del 1º agosto 1883: “Il giudice
-d'istruzione (262), non potendo cacciar nulla dall'imputato Vogel, dopo
-avergli applicato un ceffone, chiamò i suoi sgherri, e minacciò di
-bastonarlo: rispose che quanto si voleva fargli dire era falso, siccome
-potevano confermare ventiquattro testimoni che desiderava si citassero.
-Tre pugni fortemente appiccicatigli sulla mascella ne fecero sgorgare il
-sangue; rifiutò di confessare. Gli si fece allora inghiottire tanta
-acqua che fu costretto a lasciarsi cadere a terra per poterla recere;
-quando l'ebbe rigettata, lo si costrinse a bere tre bicchieri di acqua
-salata. Rifiutò di confessare. Gli vennero allora legate le mani dietro
-il dorso, il commissario lo prese per uno dei ricci dei suoi capelli, un
-altro per l'altro e tirarono così forte che i due ricci restarono loro
-nelle mani. Rifiutò di confessare. Lo si spogliò, lo si fece coricare
-sulla paglia minacciando di appiccarlo pei piedi. Rifiutò di confessare.
-Poi lo si obbligò a correre sino ad Eszlar dinanzi al cavallo d'un
-panduro. Il calore era soffocante ed egli non si reggeva più, ma ricusò
-di confessare. Si finì col rinchiuderlo in una oscura cella. Vi dimorò
-tre settimane e vi cadde gravemente malato sempre chiedendo, invano, che
-si sentissero i suoi testimoni.”
-
-Dopo queste narrazioni di scrittori e di giornali autorevoli nessuno
-oserà meravigliarsi se il governo ungherese, in una corrispondenza di
-origine evidentemente iperofficiosa, in data 3 luglio 1883, pubblicata
-nella _République française_, è obbligato a lasciarsi strappare questa
-preziosa confessione:
-
-“Mentre l'Ungheria è governata da una legislazione eminentemente
-liberale — una fra le più liberali d'Europa — la magistratura ungherese
-non ha quasi subìto nessuna trasformazione, nessuna riforma, ed è
-rimasta ad un dipresso tal quale era il secolo scorso”.
-
-Malgrado tutto ciò, malgrado l'eloquenza ed il talento grandissimo che
-il Szalay, avvocato della parte civile, aveva posto al servizio di
-questa iniqua causa, tre conformi sentenze posero in luce la piena
-innocenza degli accusati (263).
-
-Nella impossibilità in cui eravamo di riferire tutti i fatti calunniosi
-di questa natura addebitati agli Ebrei, siam venuti scegliendo
-imparzialmente tanto fra quelli che terminarono colla condanna
-dell'innocenza, come fra quelli in cui l'innocenza finì per trionfare.
-
-Ma, di fronte all'odiosità di questi processi, ci piace porre la
-testimonianza di coloro che si adoperarono a scagionare gli Ebrei dalla
-iniqua accusa.
-
-E tra questi vogliamo citare, fra i primi, molti ebrei che abbandonarono
-la religione avita per abbracciare il cristianesimo. Si sa che in
-generale coloro che abbandonano una religione od un partito ne divengono
-i più fieri avversari, sicchè questi neofiti, se avessero avuto
-conoscenza dell'infame rito, non avrebbero mancato di denunziarlo e, per
-dovere di coscienza, sopratutto, ed anche forse un pochino per astio
-verso gli antichi correligionari. Invece non uno fra essi (264) si fece
-propalatore di simili accuse. L'abate Ratisbonne, i fratelli Lehmann di
-Lyon, nati ed educati nella religione ebraica, e divenuti più tardi
-zelantissimi sacerdoti di Cristo, non ne fecero cenno, ma anzi la
-smentirono. Eisenmenger — fiero nemico degli Ebrei — nel suo _Giudaismo
-svelato_ ci tiene parola di un Tommaso neofita, il quale, nell'anno
-1413, interpellato da un re spagnuolo per conoscere cosa vi fosse di
-vero in questa accusa, che il Vescovo di Madrid muoveva dal pergamo agli
-Ebrei, ne proclamò altamente la falsità adducendo prove in contrario. Un
-altro neofita, Gerolamo di Santa Fè, confessò a Papa Benedetto VIII
-nulla esservi di vero in questa accusa che si vuol fare agli Ebrei.
-Aloisio di Sonnenfels (265) pubblicò in Vienna un dottissimo opuscolo:
-_Ripugnanza degli Ebrei contro il sangue ossia il Giudaismo accusato,
-inquisito ed assolto dal preteso uso del sangue cristiano innocente_ nel
-quale, con copia di irrefutabili argomenti, scagiona gli Ebrei dalla
-orrenda accusa. Fra i documenti, che vanno uniti al presente libercolo,
-si troverà la solenne dichiarazione fatta a Vienna dal predicatore di
-Corte, Veit, nel 1840, colla quale solennemente proclamava dal pergamo
-la innocenza dei suoi antichi correligionari. A questi si debbono
-aggiungere, sempre tra i neofiti, il dott. Alessandro M. Caul (266) in
-Londra che nella opera “_Reasons for Believing_ ecc.”, dedicata alla sua
-Graziosa Sovrana, dimostra come i sacrifizi umani ed il versar sangue
-stieno in aperta contraddizione coi principii fondamentali del Mosaismo.
-Ed a questo libro va unita una dichiarazione firmata da 35 ebrei,
-convertiti al cristianesimo, i quali, unanimemente, dichiaravano essere
-l'accusa di cui ci occupiamo una vile e diabolica menzogna. Anche un
-altro ebreo convertito, il dott. Augusto Neander (267) rilasciò nel 1840
-una dichiarazione contro quest'accusa e del paro il dott. Biesenthal di
-Berlino (268) ed il dott. Tugendhold di Varsavia (269) hanno, nei loro
-scritti dimostrato nel modo il più rigorosamente scientifico, come tale
-accusa altro non sia che una orribile menzogna (270).
-
-A questi autori, che appartengono tutti alla categoria degli Ebrei
-convertiti, convien aggiungere due scrittori tedeschi, il Wagenseil e
-l'Eisenmenger, già citato, autori, il primo della _Tela ignea_ ed il
-secondo del _Giudaismo svelato_, entrambi accaniti nemici degli Ebrei,
-ma abbastanza onesti per non calunniare scientemente i loro avversari.
-
-Il primo chiama l'uso falsamente attribuito agli Ebrei del sangue
-cristiano _spaventevole menzogna che ha privato degli averi e della vita
-tante migliaia di persone innocenti_ (271).
-
-Il secondo scrive: _Da ciò puossi giudicare che in questa cosa si fa
-torto agli Ebrei, particolarmente dacchè è severamente vietato nei libri
-di Mosè_.
-
-Si noti che entrambi questi autori avean fatto profondi studi sul
-Giudaismo ed avevano avuto parte alla conversione di moltissimi Ebrei.
-
-Un italiano, Chiarini, uno dei più feroci nemici del giudaismo, a pag.
-161 della sua introvabile _Teoria del Giudaismo_, scrive: che dopo aver
-fatto il più maturo esame della legge mosaica si viene necessariamente a
-concludere che: 1º l'amore del prossimo vi è comandato sempre e verso
-tutti; 2º che l'avversione che vi s'inspira contro i riti e i costumi
-degli altri popoli non cade sopra le persone, ma non è che una cautela
-che Mosè dovette usare per impedire agli Ebrei di darsi alla idolatria
-alla quale erano sì inclinati; 3º che infine l'odio comandato contro i
-Cananei, gli Amaleciti, ecc., fu una conseguenza necessaria del rigore
-dell'antico diritto di guerra e di rappresaglia provocata contro di sè
-stessi da quegli stessi popoli; odio perciò di nazione e passeggiero e
-voluto soltanto per quei dati popoli designati dalla legge (272).
-
-Anche Giovanni Hornbeck, olandese, e non certamente amico degli Ebrei,
-come lo prova il solo titolo del suo libro: _De convertendis Judæis_
-(1655), scrive a pag. 26 dei prolegomeni:
-
-“Bisognerebbe sapere se è vero ciò che nelle storie si legge comunemente
-per irritare gli Ebrei contro i Cristiani o piuttosto questi contro
-quelli, cioè, che ogni anno alla preparazione della pasqua, questi Ebrei
-sacrificano barbaramente un fanciullo cristiano ch'essi hanno
-furbescamente involato, e che fanno questo per deridersi della pasqua
-del Cristo che si celebra in quell'epoca istessa: io non voglio nè posso
-affermarlo, sapendo bene che nei tempi in cui si inventarono simili
-racconti e specialmente dopo che il Tribunale dell'Inquisizione fu
-stabilito dal papismo, mille di coteste fandonie vennero inventate e gli
-storici di quei tempi non cessarono di pubblicarle. A dir il vero, io
-non ho ancor letto alcuna relazione che mi provi esser veri quei fatti.
-Tutto si fonda su delle donnicciolate popolari sempre molto incerte o
-per lo meno raccolte alla meglio dalla bocca di qualche monaco
-inquisitore, senza calcolare poi la cupidigia delle spie che tutto si
-facevano lecito per rendersi padroni dei beni degli Ebrei e se non
-padroni, almeno riscuotere buon premio del loro spionaggio. Ciò è
-provato da quanto si legge nel 1º libro delle costituzioni di Sicilia,
-titolo VII. L'imperatore Federico ci dice: Si vero Judaeus vel Saracenus
-sit, in quibus, prout certo perpendimus, Christianorum persecutio minus
-abundat ad praesens, etc., cioè: Se poi vi sia Ebreo o Saraceno, in cui
-come certamente sappiamo che la persecuzione dei cristiani meno abbonda
-al presente, ecc. Questo fa supporre che i Cristiani sono sempre più o
-meno animati contro gli Ebrei, che se però questa volta è avvenuto per
-caso che un Cristiano è stato ucciso da un Ebreo, non si è per questo in
-diritto di asserire che gli Ebrei ogni anno si fanno un obbligo di
-uccidere un bambino cristiano, e ciò che Tommaso Cantipratensis nel suo
-II libro, capitolo 23 assicura, cioè esser noto a tutti che ogni anno ed
-in ogni Provincia gli Ebrei tirano a sorte il borgo od il villaggio o la
-città che deve fornir loro l'olocausto, (cristiano, s'intende, dice
-lui), non è che una di quelle menzogne, di quelle calunnie, e di quelle
-fandonie, di cui ha pieno il suo libro.”
-
-Giuseppe De Maistre, scrittore cattolico ed ortodosso se ve ne fu uno,
-un omino che dava gloria ai suoi fratelli e non viveva, come altri,
-della gloria che il fratello riflette, sopra di loro, Giuseppe De
-Maistre, dico, ha scritto un _Trattato sui sacrifizi_ che fa seguito
-alle _Serate di Pietroburgo_. Ora in quel trattato non soltanto non si
-fa menzione del preteso rito di sangue addebitato agli Ebrei ma si viene
-indirettamente a scagionarli con queste parole che leggonsi a pagina 368
-(Ed. di Lyon, 1836): “Una esperienza di quaranta secoli ci apprende che
-dovunque il vero Dio non sarà, in forza di una esplicita rivelazione,
-riconosciuto e servito, l'uomo immolerà sempre l'uomo e spesso lo
-divorerà.”
-
-Citiamo ancora, fra i moltissimi, due sacerdoti cattolici. Il padre
-Riccardo Simon dell'Oratorio, che in occasione del processo di Raphael
-Levy, bruciato vivo a Metz il gennaio 1670, sotto l'accusa di aver
-assassinato un fanciullo cristiano, ne scrisse una splendida
-difesa (273); ed il R. P. Bonaventura du Maine dell'ordine dei Minori
-Conventuali, che discorrendo, nel 1865, al Congresso Cattolico di
-Malines (si noti: al _Congresso Cattolico_) dello orribile assassinio
-del padre Tomaso, accaduto nel 1840 a Damasco, ebbe a dire che questo
-reato “non può essere imputato che ai suoi assassini, giacchè _nessun
-uomo serio_ crede più oggi che in nessun luogo di questo mondo, gli
-Ebrei si credano _autorizzati dalla loro religione_ ad immolare dei
-Cristiani” (274).
-
-Anche principi secolari e Pontefici, spesso si adoperarono a purgare gli
-Ebrei dalla indegna calunnia.
-
-Bona e Gian Galeazzo Sforza, duca di Milano, con particolare decreto 19
-maggio 1470, che si troverà fra i documenti, non esitarono a dichiarar
-l'accusa falsa e calunniosa.
-
-L'imperatore Carlo V, con editto del 3 aprile 1544, dannava tali
-imposture e proclamava, che, in forza delle dichiarazioni papali, quanto
-viene imputato agli Ebrei, necessariamente non può sussistere ed
-impartiva disposizioni a tutela degli innocenti calunniati.
-
-Una pubblica sentenza, pronunciata in Verona, l'ultimo febbraio del
-1603, proclamò l'innocenza dell'imputato Giuseppe Ebreo, all'appoggio,
-più che d'altro, del divieto di Sommi Pontefici di prestar credenza a
-tali accuse, la quale osservanza condusse i giudici a provare falsi e
-calunniosi tutti i testimoni intervenuti nel processo.
-
-Nel 26 luglio dello stesso anno Vincenzo I duca di Mantova e Monferrato,
-illuminato dalla pietà di Monsignor Vescovo e del Padre Inquisitore, per
-levare, come si esprime, la suddetta vana e falsa voce che s'era levata
-in odio agli Ebrei, proibì persino di parlarne sotto comminatoria di 200
-scudi d'ammenda commutabili, per chi non li pagasse, in pene corporali
-_ad arbitrio nostro_.
-
-Tullio Carreto, vescovo di Casale, con pubblica sentenza, 27 luglio
-1611, resa d'accordo con frà Benedetto Ruota, inquisitore generale di
-Casale e d'Alba, proclamò l'innocenza di un'infelice donna israelita,
-accusata dell'immaginario reato. Federico III, Massimiliano II e
-Leopoldo, dietro l'esempio dei predecessori, ed appoggiandosi alle Bolle
-dei Sommi Pontefici, bandirono la falsità dell'accusa, e tutelarono gli
-imputati con ogni sorta di leggi e di penalità.
-
-E, invocando finalmente l'autorità dei Sommi Pontefici, esporremo:
-
-Che un Gregorio IX, sulle orme apostoliche di Calisto, Eugenio,
-Alessandro, Celestino, Innocenzo, Onorio e tanti altri, pronunciò
-scomunica contro gli autori e propalatori dell'iniqua calunnia, e con
-particolar Breve, in data 9 settembre 1236, che comincia _Lacrimabilem
-Judaeorum_, vi rese palese, anche ai Principi secolari, la pia e retta
-sua intenzione (275).
-
-Che il pontefice massimo Innocenzo IV, con suo Breve 5 luglio 1247,
-scrisse ad arcivescovi e vescovi di Francia e di Germania, ingiungendo
-alle persone ecclesiastiche, ed ai principi, nobili, secolari e
-cittadini di astenersi dal supporre negli Ebrei la colpa di cui
-trattasi, Breve che comincia: _Archiepiscopis et episcopis per Alemaniam
-constitutis. Lacrimabilem Judaeorum Alemaniæ recepimus questionem_,
-ecc. (276).
-
-Che analoghe dichiarazioni ebbero a fare Clemente VI nel 1342, e Sisto
-IV;
-
-Che il sommo pontefice Alessandro VII infine, nel settimo anno del suo
-pontificato, con suo Breve od Editto, fu pietosamente indotto a
-condannare siffatte calunnie contro gli Ebrei.
-
-Basterebbe davvero la concorde testimonianza di tanti autori, di tanti
-principi, di tanti pontefici a ridurre al silenzio ogni uomo di buona
-fede (277).
-
-Pure non è così; e noi che vorremmo schiacciare per sempre la testa
-all'idra della calunnia, siam costretti ad abusare della cortesia e
-della pazienza dei lettori ed a soffermarci troppo su di un'accusa che
-Sir Robert Peel, nella seduta della Camera inglese del 22 gennaio 1841,
-dichiarava indegna di ogni attenzione (278).
-
-Ma siamo obbligati a farlo dalla malizia, o, diremo meglio, dalla
-malignità dei nemici degli Ebrei, la quale non ha limiti.
-
-I papi, come si è visto, hanno più volte scagionato gli Ebrei dalla
-stolta calunnia. Un giornale cattolico ed onesto, l'_Unità Cattolica_ di
-Torino, aveva, pochi anni or sono, ripetuta l'accusa, ignorando quanto i
-Papi avevano scritto in proposito. Ma bastò che un dotto israelita
-facesse avvertito il Teologo Margotti dell'errore, perchè questi nel N.
-112 del 1872 della sua _Unità_ pubblicasse la seguente leale
-dichiarazione:
-
-“Nella vigilia del giorno natalizio del nostro Santo Padre Pio IX,
-vogliamo emendare un articolo sugli Ebrei pubblicato nel nostro numero
-106, discorrendo dei tumulti di Smirne e del supposto sagrifizio di un
-fanciullo. Ed è nostro debito il dichiarare che già _ab antico_ fu
-apposta agli Ebrei QUESTA CALUNNIA, ma ne vennero purgati dai Papi
-medesimi, tra i quali vogliamo annoverare principalmente Gregorio IX ed
-Innocenzo IV. Noi abbiamo voluto vedere in fonte i documenti e,
-consultati gli Annali del Baronio continuati dal Raynoldo, nel volume
-II, a pag. 395, vi abbiamo letto le seguenti parole che tradurremo dal
-latino:
-
-“Fu tocco Papa Innocenzo IV dalle dolorose lagnanze degli Ebrei che in
-Germania ed in Francia piangevano oppressi da gravissime ingiurie e
-mali. Imperocchè correndo attorno la falsa voce che essi nelle feste
-pasquali si mangiassero, a guisa di sacra comunione, il cuore di un
-ucciso fanciullo, questa calunnia loro si appiccò talmente, che per la
-più lieve causa venivano spogliati dei beni, gettati in carcere ed anche
-colpiti, senza forma alcuna di giudizio, di ingiustissima e crudelissima
-morte. Per proteggerne l'innocenza e liberarli da quel feroce zelo di
-Principi e popoli, il Pontefice scrisse agli Arcivescovi e Vescovi di
-Germania che resistessero al furor popolare, perchè non si straziassero
-in sì crudel modo gli innocenti, dovendosi colla massima prudenza
-riflettere che dal sacro loro archivio ci venivano quasi i testimoni
-della fede cristiana. Ecco la lettera di Innocenzo IV: “_Agli
-Arcivescovi e Vescovi costituitisi per la Germania._ Abbiamo ricevuto
-lagrimose lagnanze dagli Ebrei di Germania perchè non pochi Principi sì
-ecclesiastici come secolari ed altri nobili potenti delle vostre città e
-diocesi per rapire ed usurpare i loro beni, macchinando contro di loro
-empi disegni, fingendo varii e diversi casi, non considerando
-saggiamente che dalle origini loro quasi provennero le testimonianze
-della fede cristiana nè che la divina scrittura tra gli altri precetti
-dice: — Non ammazzare — e agli Ebrei vieta nella solennità pasquale
-qualunque omicidio, falsamente li accusano che nella stessa solennità
-essi si comunichino col cuore di un ucciso fanciullo, credendo di
-ubbidire alla stessa legge, mentre ciò è a questa legge medesima affatto
-contrario, e malignamente a quelli imputano l'uccisione di un uomo se
-loro accade di scoprire in qualche luogo un cadavere. E per questa ed
-altre molte finzioni incrudelendo contro di essi nè accusati, nè
-confessi, nè convinti e contrariamente a' privilegi loro benignamente
-concessi dall'Apostolica Sede, li spogliano, contro Dio e la giustizia,
-di tutti i loro beni, e li opprimono colla fame, la prigionia, e tante
-molestie e sì grandi tormenti, infliggendo loro diversi generi di pene,
-e spessissimo condannandoli a turpissima morte, che gli stessi Ebrei,
-trovandosi quasi sotto il dominio dei predetti Principi, nobili e
-potenti, in peggiore condizione di quel che fossero i loro padri sotto
-Faraone d'Egitto, sono costretti a miseramente esulare da' luoghi
-abitati da essi e da' loro antecessori da tempo immemorabile: laonde,
-temendo il proprio esterminio, stimarono di dover ricorrere alla
-prudenza della Sede Apostolica.
-
-“Non volendo adunque che siano ingiustamente vessati i predetti Giudei,
-la cui conversione aspetta il misericordiosissimo Iddio; credendosi per
-testimonianza del Profeta, che saranno salvi i loro avanzi; mandiamo
-che, mostrandosi ad essi favorevoli e benigni, qualunque delle predette
-cose avete trovato essersi temerariamente tentata contro gli stessi
-Ebrei dai predetti prelati, nobili e potenti, legittimamente rivocando
-qualunque ordine, non permettiate che essi per l'avvenire siano
-indebitamente molestati intorno alle dette ed altre simili cose. _Dato a
-Lione, III nov. dell'anno V._ Questa lettera fu altresì mandata ai
-prelati della Francia”.
-
-“Il chiarissimo professore Giuseppe Levi, direttore dell'_Educatore
-Israelita_ di Vercelli, ci indicò il documento riferito più sopra; e noi
-dopo averlo consultato negli annali del Baronio, continuato dal
-Raynaldo, non tardammo a tradurlo e pubblicarlo. Aggiungiamo pure di non
-aver saputo trovare nel Talmud nessun testo che comandi o consigli agli
-Ebrei l'uccisione di bambini cristiani per celebrare la Pasqua.
-Francesco Domenico Guerrazzi nel 1857 stampava nel suo _Asino_ questa
-calunnia. Protestammo, scrive il professor Levi, e, dopo lungo
-carteggio, convinto delle nostre ragioni, Guerrazzi disdiceva nella
-seconda edizione il già detto, e ci scriveva da Genova nel 20 luglio
-1857: Non mi resta che a congratularmi con voi dell'essere rimasti
-soddisfatti dell'ammenda fatta, e di avermi porta occasione di
-raddrizzare un errore il quale, certo contro la mia volontà, vi recava
-gravame”.
-
-Lasciamo a parte la buona fede del Guerrazzi, che il Levi avrà avute le
-sue buone ragioni per trovare soddisfacente, e confessiamo che il
-contegno dell'_Unità Cattolica_ fu così onesto, così leale da
-giustificare pienamente quanto noi scrivemmo a pag. 15.
-
-Ma, pur troppo, non tutti i giornalisti cattolici son del valore di Don
-Giacomo Margotti. Un articolaio della _Civiltà Cattolica_ a pag. 234 del
-vol. VII del 1881 vuole provarsi ad aggiustare il latino in bocca al
-papa, e vien fuori con questo bel ragionamento che noi, più onesti
-dell'articolaio suddetto, amiamo riferire per esteso prima di
-rispondervi:
-
-“Che fra queste pratiche giudaico-talmudiche vi sia anche quella di
-_comunicarsi la Pasqua col cuore di un fanciullo cristiano assassinato_
-questo noi nol crediamo: nè se ne trova a nostra notizia cenno nel
-Talmud e neanche sappiamo che mai sia stato formato sopra un tale
-misfatto un regolare autentico processo. Ma quanto alla legge ed alla
-pratica talmudica di assassinare dei cristiani fanciulli e non fanciulli
-per servirsi del loro sangue nella confezione degli azimi nelle feste
-pasquali, questa è legge fondata nel Talmud, e praticata più volte dai
-Giudei come consta da molti processi anche recenti (_ma, articolaio del
-mio cuore, se è fondata nel Talmud, non dovrebbe constare dal Talmud
-stesso, anzichè dai processi?_) secondo che fu già da molti e sarà anche
-da noi colla scorta dei processi ampiamente, chiaramente ed
-indubbiamente dimostrato”.
-
-Che sorta di ciuco sia l'articolaio della _Civiltà_ dimostreremo a luce
-meridiana in una lettera indirizzata al chiarissimo direttore di quel
-periodico, lettera che i nostri lettori troveranno più innanzi; ma qui
-non si tratta di maggior o minor dottrina, ma bensì di spudorate
-calunnie, tanto più infami, in quanto che scritte su di una imputazione
-che costò già la vita a molti innocenti e scritte allorquando pendevano
-processi sull'argomento, coll'evidente intento di esercitare, mercè
-l'autorità del giornale che le accoglieva, una pressione sull'animo dei
-giudici (279).
-
-Affermiamo dunque che nel brano succitato sono più le infamie, e le
-menzogne scientemente scritte, di quello che non siano le parole — e lo
-proviamo:
-
-1. Che razza di papi, e che razza di uomini, sarebbero stati Gregorio IX
-ed Innocenzo IV se, sapendo che gli Ebrei avevan per obbligo di uccidere
-fanciulli cristiani per compiere tenebrosi riti, avessero impiegato la
-loro parola a scagionare gli Ebrei dall'accusa _di comunicarsi col cuore
-di un fanciullo cristiano_? Che la religione mosaica non abbia nulla di
-simile al Sacramento della Eucaristia sanno anche i bimbi; e quei papi
-sarebbero stati i peggiori fra i malfattori se, arzigogolando sulle
-parole, come un volgare scrittore della _Civiltà_, avessero detto ai
-Cristiani: _Non è vero che gli Ebrei ammazzino i fanciulli per
-comunicarsi col loro cuore_, sottointendendo, con strana restrizione
-mentale, _ma li ammazzano per servirsi del loro sangue nella confezione
-degli azimi_.
-
-Ingiuria più atroce e più insana di questa, verso la memoria di due
-Sommi Pontefici, non poteva scagliarsi da nessun ebreo, da nessun ateo,
-da nessun nemico della Chiesa, ed è bello, è istruttivo sopratutto, che
-l'abbia scagliata un articolaio della _Civiltà Cattolica_.
-
-2. _Assassinare dei cristiani fanciulli e non fanciulli per servirsi del
-loro sangue nella confezione degli azimi nelle feste pasquali, questa è_
-LEGGE FONDATA SUL TALMUD.
-
-Chi asserisce ha sempre avuto l'obbligo di provare. Noi, per esempio,
-affermiamo qui anche una volta che l'odio dell'articolaio e dei pari
-suoi contro il Talmud proviene da ciò: che, mentre essi desiderano la
-immediata conversione degli Ebrei (V. _Civiltà Catt._, Quaderno 814, p.
-487), quel libro tanto esecrato giovò specialmente a confermare gli
-Ebrei nella loro fede, e, siccome lo affermiamo, lo proviamo subito,
-citando le parole di un autore ultra-cattolico, il Rohrbacher (280):
-“Questa raccolta di tradizioni farisaiche (il Talmud) chiosate,
-predicate dai rabbini, è appunto, siccome pare, il maggior impedimento
-alla conversione dei giudei”.
-
-L'articolaio invece, asserendo che nel Talmud è fatta agli Ebrei
-prescrizione di celebrare l'orrendo rito, afferma, ma non prova, e sì
-che la prova qui era tanto facile e semplice, bastava citare il trattato
-ed il foglio del Talmud dove si trova imposto agli Ebrei il nefando
-rito.
-
-Ma questo l'articolaio non potè fare per una ragione semplicissima; ed è
-che frammezzo alle bellissime cose ed alle matte stranezze di cui
-riboccano i dodici volumi in foglio del Talmud, non vi è una riga,
-neppur una, che possa, per quanto torta e ritorta, venire in appoggio
-alla bieca accusa.
-
-Sa invece l'articolaio cosa c'è nel Talmud?
-
-Legga l'articolaio, se li sa leggere, per tacer d'altri, i trattati
-_Choiln_, _Keridut_, _Pesachim_, _Jebamoth_, _Zevachim_ e vi troverà ad
-ogni pie' sospinto rinnovato il divieto fatto agli Ebrei dalla
-Bibbia (281) di cibarsi di sangue, e non solo lo troverà rinnovato, ma
-lo troverà aggravato da tutte quelle _siepi_ che, secondo il detto
-talmudico, i Rabbini si sono piaciuti a porre attorno alla legge di Dio
-per renderne più sicura la osservanza. E perciò non soltanto troverà
-vietato l'uso del sangue di animali, ma troverà minuziose, ridicole
-prescrizioni perchè i cibi sieno preparati in modo che non vi rimanga la
-più piccola traccia di sangue, troverà persino fatto divieto all'ebreo
-di inghiottire il boccone che ha in bocca, se per caso venisse, mentre
-lo sta masticando, ad uscirgli una goccia di sangue dalle gengive, o di
-sorbire un uovo nel quale si trovi una goccia di sangue.
-
-Rida finchè vuole l'articolaio di queste minuzie e noi rideremo con lui,
-e di buon cuore; ma, vivaddio, non accusi coloro che le osservano di
-pasti da antropofaghi.
-
-Che se poi l'articolaio fosse vago di sapere cosa pensano i padri del
-Talmud dello omicidio, gli diremo che al tempo delle persecuzioni di
-Trajano, raccoltisi i maestri del Giudaismo in segreto consiglio,
-stabilirono: che qualunque ebreo potesse tenersi sciolto dall'obbligo di
-adempiere i riti religiosi, ognora che ne potesse seguire pericolo di
-morte; e che solo per sottrarsi a un atto di idolatria, all'OMICIDIO e
-all'adulterio fosse cosa onorevole e giusta, spendere la propria
-vita (282).
-
-E questa opinione è cento volte ripetuta nel Talmud dove a tacere
-d'altri mille passi si legge anche il seguente:
-
-“Chi versa il sangue dell'uomo sarà versato il suo sangue.
-
-“Molti è vero, hanno le mani lorde di sangue umano, eppure muoiono
-tranquillamente nel letto loro. Ma il loro sangue sarà versato nel
-giorno del giudizio (283)”.
-
-E se ciò non basta all'articolaio, se non gli basta la dichiarazione
-dell'_Unità Cattolica_ di non aver trovato nel Talmud nessun precetto
-che comandi o consigli il nefando rito, ci stia a sentire; non potremo
-esser brevi, e ne chiediam venia ai lettori, ma vorremmo farla finita
-una buona volta con questa stolida calunnia.
-
-Vi è all'Università di Praga, un I. R. professore di antichità
-giudaiche, che dopo essersi fatto una bella fama di cretino sostenendo i
-pretesi miracoli della stigmatizzata Lateau (284), e coprendo di
-contumelie i protestanti, ha pensato in occasione del processo di
-Tisza-Eszlar di riconfermarla, mandando fuori parecchie sue cicalate,
-intese a dimostrare come gli Ebrei facciano uso pei loro riti di sangue
-cristiano.
-
-Queste cicalate provocarono le risa di tutti i dotti di Europa, senza
-distinzione di culto; fu provato che il Rohling è un vigliacco
-calunniatore, un ignorante di tre cotte, nella migliore ipotesi, un
-mattoide della più bell'acqua.
-
-Ma tutte queste qualità che rendono il Rohling indegno di esser citato a
-qualsivoglia persona seria, lo costituiscono invece la più bella, la più
-luminosa autorità che possa opporsi all'articolaio della _Civiltà_.
-_Similia similibus._
-
-Ora questo Rohling, in una lettera, scritta il 19 giugno 1883, al famoso
-deputato antisemita ungherese Geza di Onody, lettera che venne
-riprodotta il 24 giugno nell'_Ungarischer Grenzbotes_ di Presburgo
-scrive queste precise parole: “Avevo detto nella mia _Antwort an die
-Rabbinen_ che io non avevo trovato nel Talmud — per quanto ne conosciamo
-delle edizioni stampate — nessuna prova dell'assassinio ritualmente
-ordinato agli Ebrei”.
-
-Mentre quindi l'articolaio, poco _civile_ e meno _cattolico_, con quella
-sicumera che si addice alla sua ignoranza, afferma nel 1881 questa legge
-di sangue fondata nel Talmud, due anni dopo, il suo degnissimo Rohling,
-professore di antichità giudaiche, è costretto ad affermare che non
-seppe trovare nel Talmud una riga che facesse al caso suo.
-
-Prevediamo però l'obbiezione che si potrebbe farci. Si potrebbe dirci
-che la malafede del Rohling è uguagliata soltanto dalla sua crassa
-ignoranza, sicchè nessun uomo, per poco che si rispetti, è obbligato a
-prestar fede alle sue parole.
-
-E rispondendo così anche l'articolaio sarebbe perfettamente nel suo
-diritto e nessuno saprebbe dargli torto.
-
-Ma cosa, risponderebbe, di grazia, alla testimonianza di due principi
-della Chiesa, emessa in occasione di un recente processo e citata da un
-giornale non sospetto: la _Gazzette de France_ del 2 luglio 1883? Stia a
-sentire, l'articolaio:
-
-“In occasione del processo di Tisza-Eszlar il dottor Samassa,
-arcivescovo d'Erlau, ed il cardinale Luigi Haynald, arcivescovo di
-Kalocza, non esitarono a dichiarare che in NESSUNO dei libri religiosi
-degli Ebrei si contenevano simili prescrizioni.”
-
-Ma taluno a corto di migliori argomenti, ci dirà che se non è nel Talmud
-stampato, può essere in qualcuno dei manoscritti antichi.
-
-Rispondiamo che cataste di quei manoscritti furono sequestrate in _illo
-tempore_, da preti e da frati, in tanta copia che oggi riescono
-rarissimi, sicchè il solo completo che si conosca è quello della
-Biblioteca Reale di Monaco. Ora questi preti e questi frati, se vi
-avessero trovato la nefanda legge, avrebbero avuto l'obbligo sacrosanto
-di renderla pubblica.
-
-Non l'hanno fatto? segno evidente che non hanno trovato niente.
-
-E siccome conosciamo e disprezziamo il modo di polemizzare dei nostri
-avversari e non vogliamo servirci dell'arte loro di citar una riga di
-uno scritto per snaturarne il concetto, così confesseremo francamente
-che il Rohling, nella lettera citata, prosegue affermando di aver
-trovato l'obbligo imposto agli Ebrei di far uso di sangue, in un libro
-stampato nel 1868 a Gerusalemme.
-
-Ma, il degnissimo compare, non sa e non può citare il titolo del libro,
-perchè egli non ha fatto che copiare una calunnia messa in giro da un
-immondo libello antisemitico, il _Paderboner Judenspiegel_, siccome
-luminosamente dimostra l'illustre Delistsch, un cristiano, professore
-della facoltà di Teologia di Lipsia, nel _Pester Lloyd_ del 16 marzo
-1883.
-
-3. L'ultima infamia che leggesi nelle poche righe dello sconcio
-articolo, che ci piacque riferire, è nelle parole: _che fu già da molti
-e sarà anche da noi, colla scorta dei processi, ampiamente, chiaramente
-ed indubbiamente dimostrato._
-
-Siccome _infinitus est numerus stultorum_, non abbiamo difficoltà ad
-ammettere che molti abbiano voluto trarre da quei processi una illazione
-qualsiasi.
-
-I processi in proposito furono molti, moltissimi anzi, e noi ne abbiamo
-ricordati una buona serqua.
-
-Ma chiediamo, non all'articolaio, evidentemente convinto essere il medio
-evo il periodo più splendido della storia dell'umanità, ma a qualunque
-uomo non sia del tutto cretinizzato dal fanatismo, che valore abbiano
-tutti i processi nei quali gli imputati, ed anco i testimoni se occorre,
-sono assoggettati alle torture.
-
-Ce lo dica il Fleury, quando narra che ai servi dei primi cristiani si
-estorceva coi tormenti la confessione dei pretesi infanticidii commessi
-dai loro padroni.
-
-E se l'autorità del Fleury non basta, adduciamo quella di tale che fu ad
-un tempo un Santo, ed un Pontefice, San Nicola I (858–867), e perchè non
-ci si accusi di falsare le citazioni, riferiamo l'opinione di questo
-Santo Pontefice tal quale come la riferisce uno scrittore, cui, è a
-sperare, non si negherà fede (285):
-
-“Il papa S. Nicolò I, rispetto all'usanza che avevano i giudici di porre
-alla tortura i sospetti di alcun delitto, dichiara non ammessa nè dalla
-divina nè dalla umana legge, vale a dire dalla romana; volontaria, dice,
-dovendo esser la confessione e non forzata. Per la tortura può un
-innocente patir eccessivamente senza nulla confessare; e in tal caso la
-è un'empietà da parte del giudice: o, vinto dal dolore, dirsi reo,
-quand'anche non sia; empietà, anche allora non minore da parte del
-giudice.”
-
-Ora, dopo avere dimostrato come un Papa del IX secolo la pensasse, in
-materia di processi istruiti col mezzo della tortura, invitiamo
-l'articolaio a por mente che tutti i processi, che ebbero esito fatale
-per gli Ebrei, furono istruiti mercè quel mezzo, che egli probabilmente
-deplora in cuor suo di non poter applicare all'autore di queste pagine.
-E quasi questa infamia della tortura non bastasse a togliere ogni valore
-a questi processi, è opportuno ricordare che in molti fra essi, e
-specialmente nei primi, cioè in quelli che più degli altri giovarono ad
-accreditare lo stolto pregiudizio contro gli Ebrei, la prova della loro
-pretesa colpabilità fu ottenuta mercè il giudizio di Dio. Così avvenne,
-per esempio, a Blois nel 1171. L'unico testimonio che accusava gli Ebrei
-fu posto sul fiume dentro una barca ed essendo egli riescito a salvarsi,
-la sua accusa venne tenuta per vera.
-
-Ed è sulla base di tali processi che l'articolaio vuole _ampiamente,
-chiaramente, indubbiamente_ dimostrare?
-
-Non è difficile che, in mancanza di altri argomenti, ci si opponga
-l'antichità della accusa, il numero grande delle vittime, e dei relativi
-processi, l'universale diffusione della accusa; i soliti argomenti,
-insomma, di tutti quelli che non ne hanno di migliori.
-
-Rispondiamo:
-
-Quale colta persona crede oggi giorno che vi sieno mai state persone
-capaci di diffondere ad arte pestilenze e morbi?
-
-Eppure le storie riboccano di processi contro i pretesi untori; ed oggi
-ancora una grave epidemia non si manifesta in un paese, senza che la
-plebe non accusi questo o quello di diffondere il morbo, e nella prima
-metà del nostro secolo ancora, Parigi, il cervello d'Europa, vide dei
-pretesi avvelenatori uccisi a furor di plebe (286).
-
-Chi crede oggi alle streghe, ai commerci col demonio, a tutto quanto
-farneticavano, su questi argomenti, i nostri buoni nonni?
-
-Eppure le storie abbondano di processi contro streghe, le quali furono,
-non soltanto convinte di reati impossibili, ma persino confesse; eppure
-le vecchie biblioteche sono ingombre di volumi in cui si tracciano ai
-giudici le vie da seguire per giungere alla scoperta di delitti che il
-progresso della umana ragione dimostrò non poter accadere; eppure non
-sono tanto remoti i tempi obbrobriosi nei quali un sacerdote cattolico,
-Urbano Grandier, veniva accusato di aver stregato diciassette monache di
-Loudun, in cui si costringeva un'altro curato, il Gianfredi, a
-confessare che aveva soffiato il diavolo nel corpo di Maddalena Lapallu
-ed in cui si vide il gesuita Girard sul punto di essere condannato al
-rogo, per aver gittato un sortilegio sulla Cadière.
-
-Se i processi contro gli untori, se quelli contro le streghe, non
-bastano a farci persuasi che un uomo possa diffondere una pestilenza
-senza esserne la prima vittima, che una donna possa attraversare dozzine
-di leghe, a cavallo di una scopa, perchè i processi contro gli Ebrei
-avranno, soli, virtù di persuaderci che essi facciano uso di sangue
-cristiano nei loro riti?
-
-Nè maggior autorità dei processi, ha la antichità della accusa. Ciò che
-forma il principale pericolo di ogni calunnia è questo appunto: che per
-quanto luminosamente smentita dai fatti, e dalla ragione, essa persiste
-sempre in talune menti più ottuse, sicchè, quando sembra completamente
-vinta e debellata, la si vede poi ogni qual tratto rinascere più viva e
-rigogliosa che mai.
-
-Circa all'esser stata questa accusa mossa agli Ebrei in tempi e luoghi
-diversissimi, locchè può parer prova della sua veridicità, rispondiamo
-subito che, in tempi ed in paesi diversissimi, si credette agli untori
-ed alle streghe; che la chiromanzia ebbe seguaci fra i greci antichi e
-fra i moderni francesi; che all'astrologia credettero, per tacer
-d'altri, gli antichi Caldei, gli Arabi del medio evo, e gli uomini più
-colti di tutti i paesi sino a pochi secoli or sono; e che oggi noi
-ridiamo di tutte queste cose, e ci faremmo beffe di chiunque invocasse,
-sul serio, l'argomento dell'universale diffusione che ebbero in passato
-queste credenze per persuaderci della loro verità.
-
-La progredita civiltà dell'epoca nostra non impedisce poi che anche oggi
-perdurino talune incredibili superstizioni. I montanari di Scozia
-credono ancora che un tale e tal lago abbia il suo _kelpie_ e il suo
-_caval d'acqua_; nel fondo di certe provincie di Francia i contadini son
-lungi dal negar fede al lupo mannaro; e qui, nella nostra Italia, il
-romano, per non dir d'altri, crede ancora al cattivo occhio e gli
-ospedali di Napoli ricevono, ogni anno, qualche infelice martoriato da
-malvagi superstiziosi, che pretendono ottenere in tal guisa i numeri del
-lotto.
-
-Un'ultima osservazione ci rimane poi a fare circa il preteso valore dei
-numerosi processi che si fecero, con esito diverso, contro gli Ebrei.
-
-L'articolaio stesso osserva, che man mano che un paese va incivilendosi,
-i processi di questo genere divengono più rari, mentre sono tanto più
-frequenti, e hanno esito peggiore per gli Ebrei, quanto più avvengono in
-epoche remote ed in paesi meno civili.
-
-In Inghilterra, dacchè gli ebrei vi furono richiamati dal protettore
-Cromwell, non ebbe più luogo nessun processo di tale natura. In Francia
-non se ne ebbe nessuno, dopo la sentenza del parlamento di Metz che
-dannò a morte Raphael Levi (16 giugno 1670), sentenza che è riconosciuta
-da tutti come un errore giudiziario e contro cui si scagliò un venerando
-ed illustre sacerdote cattolico, il padre Simon dell'Oratorio.
-
-In Italia l'ultimo processo, che terminasse con una condanna, risale al
-1480. Vi furono bensì, varie volte dopo, dei tentati ammutinamenti
-contro gli Ebrei, come a Casale Monferrato nel 1611, a Mantova nel 1824,
-per pretese sparizioni di fanciulli che poi vennero trovati vivi e sani.
-
-Un immondo libello pubblicato l'anno scorso a Prato, libello al quale
-non è certamente estranea la mano dello articolaio della _Civiltà_, col
-titolo _Il sangue cristiano nei riti ebraici della moderna sinagoga_
-reca un lungo elenco di pretesi assassinii rituali commessi dagli Ebrei;
-ora da quell'elenco stesso desumiamo che nel corso di questi due ultimi
-secoli nessuno di questi assassinii fu commesso in Francia, Inghilterra,
-Italia o Germania; tutti i segnalati hanno per teatro la Polonia,
-l'Ungheria, la Russia e l'Oriente.
-
-Abbiamo già dimostrato che una è la religione mosaica in tutti i tempi
-ed in tutti i paesi, sicchè dal fatto che simili processi divengono
-impossibili nei paesi civili, non è lecito dedurre la conseguenza che
-gli Ebrei di questi paesi si astengano dal compiere quello che, secondo
-i loro nemici, sarebbe per essi un dovere di coscienza; ma ben piuttosto
-è logico l'argomentare che il progredire della civiltà renda impossibile
-nonchè il condannare neppure l'iniziare processi sopra una così stolida
-accusa. E persino in Germania, la terra classica dell'antisemitismo e
-dei processi inverosimili, se crediamo al seguente fatto narrato mesi
-sono dai giornali, pare, o articolaio diletto, che il tempo cessi
-d'esser propizio agli arrosti.
-
-“Sino dal 22 gennaio 1883, a Skurz, paese di due mila abitanti, nella
-Prussia occidentale, presso Danzica, fu rinvenuto il cadavere mutilato
-di un ragazzo di 15 anni. La voce popolare accusò del misfatto gli
-Ebrei, asserendo che essi avevano assassinato il ragazzo per servirsi
-del suo sangue ne' loro riti religiosi. Un ebreo, certo Josephsohn, come
-sospetto dell'orribile delitto, fu subito arrestato. Malgrado _precise
-deposizioni di testimoni, che dichiaravano di aver veduto ed udito
-tutto_, non si poterono ottenere prove sicure contro di lui. Adesso la
-direzione della polizia di Berlino ha spedito a Skurz un valente
-commissario di polizia, il quale ha potuto fare la luce su lo strano
-avvenimento e scoprire il vero autore dell'assassinio nella persona del
-macellaio cattolico Giuseppe Behrendt. Costui, più di tutti, aveva
-gridato contro gli Ebrei e con minaccie era riuscito a indurre uno de'
-principali testimoni del misfatto a deporre di aver veduto sul luogo
-l'ebreo Josephsohn. Il Behrendt è stato, sul momento, tratto in
-arresto” (287).
-
-Dopo ciò, — con buona venia dell'articolaio, passiamo ad occuparci di
-altro, lieti di avergli dimostrato:
-
-1. Che ha calunniato due papi.
-
-2. Che ha mentito, tirando pei piedi quel povero Talmud, che
-probabilmente non conosce neppur di vista, e che c'entra in tutto ciò
-quanto la _Civiltà_ ed il _Cattolicismo_ nei suoi articoli.
-
-3. Che i processi su cui si appoggia contano giusto altrettanto quanto
-la sua scienza talmudica, e la sua critica, perocchè nessun uomo di
-senno presta fede ai processi nei quali, come ebbe a dire il poeta:
-
- La torture interroge et la douleur répond
-
-a processi che giustificherebbero quasi il detto di Voltaire: “Giudizio
-tanto più cristiano, quanto più sprovvisto di prove”.
-
-Giunti a questo punto potremmo credere di averla finita coll'increscioso
-argomento, se non ci rimanesse ad indagare quali sieno le origini di
-questa abbominevole calunnia, quali le ragioni per le quali potè
-diffondersi ed acquistar credenza, a carico specialmente di un popolo
-che avrebbe dovuto esser l'ultimo a venir fatto segno a così stolida
-accusa.
-
-L'ingegno umano non è tanto ferace in maligne invenzioni quanto
-comunemente si crede, e questa, del servirsi del sangue umano per riti
-tenebrosi, non è stata rivolta contro gli Ebrei soltanto, ma contro
-molte altre sette, molte altre persone.
-
-Ed è naturale; perocchè l'identità del sangue e della vita fu per tutta
-l'antichità assioma quasi indiscusso; da cui derivò per processo
-naturale l'idea che il cielo irritato contro gli uomini non potesse
-placarsi che col sangue. L'ostia sanguinosa domina la religione, come la
-storia, della antichità. Nella storia di Roma il sangue di Lucrezia
-caccia i Tarquinii e quello di Virginia i decemviri (288).
-
-Siffatte idee che dominarono intiera l'antichità non poterono non
-lasciar traccia nello spirito dei popoli, sicchè la superstizione che il
-sangue giovi a forzare la volontà divina fu attribuita ora a questi ed
-ora a quelli.
-
-I primi Cristiani, per non risalire ad epoche più remote, erano già
-stati, con egual verità, accusati della orribile pratica. Ecco cosa dice
-a questo proposito il Fleury (289); di cui ci piace riferire un lungo
-brano, perchè si veda, colla scorta di un autore non sospetto, come
-tutte le accuse che oggi si muovono contro gli Ebrei erano pure rivolte
-contro i primi Cristiani.
-
-“Questo segreto dei misteri non cessava di essere un grande argomento di
-calunnie contro i Cristiani (290), perchè si suole più sovente
-nascondersi per fare il male che per fare il bene..... I cattolici poi
-avevano degli schiavi pagani, ai quali la paura dei tormenti faceva dire
-contro i loro padroni tutto ciò che volevano i loro nemici. (_Oh! Cosa
-diventano dopo ciò i processi coi quali l'articolaio voleva_ ampiamente,
-chiaramente, indubbiamente _dimostrare ciò che non ha mai esistito?_)
-Così si diffuse la favola che i Cristiani nelle loro assemblee notturne
-uccidessero un fanciullo per mangiarlo, dopo di averlo fatto arrostire,
-copertolo di farina, ed aver immerso il loro pane nel suo sangue; ciò
-che manifestamente traeva origine da una mala interpretazione del
-mistero dell'Eucaristia. Si diceva anche che dopo il loro pasto in
-comune, in cui mangiavano e bevevano con eccesso, gittavano un'offa ad
-un cane che era legato al candeliere, in guisa che il cane saltellando
-rovesciava il solo lume che li rischiarava, sicchè dopo col favore delle
-tenebre quanti erano uomini e donne si mescolavano assieme
-indifferentemente come sogliono le bestie.
-
-Gli Ebrei furono i principali autori di queste calunnie (291), e per
-quanto assurde esse fossero, il popolo vi credeva, sicchè si era pur
-costretti a giustificarsene seriamente (292).
-
-“Si accusavano ancora i Cristiani di esser nemici del genere umano
-.  .  .  . La carità che avevano gli uni per gli altri era una congiura
-odiosa . . . Le persecuzioni stesse di cui erano vittime erano un
-argomento di odio contro i Cristiani, venivano ritenuti colpevoli perchè
-dovunque erano come tali trattati e dal tremendo rigore dei supplizi si
-argomentava della enormità dei loro delitti; erano considerati come
-gente destinata alla morte, al rogo, alle forche, e se ne componevano
-loro sopranomi ingiuriosi (293). Ecco ciò che rendeva i Cristiani così
-odiosi al popolo ed agli ignoranti, ecco il fondamento di quanto,
-seguendo l'opinione comune, ne dicono Svetonio e Tacito. Svetonio dice
-che Claudio imperatore “_cacciò da Roma gli Ebrei che istigati da
-Cristo_ (294) _intrigavano senza posa_”, quasi che Gesù Cristo fosse
-ancor vivo e fosse divenuto capo di parte fra gli Ebrei. Annovera fra le
-buone azioni di Nerone l'aver fatto soffrire supplizi ai cristiani,
-_genti_, soggiunge, _di una superstizione nuova e malefica_ (295).
-Tacito (296) parlando del fuoco che Nerone fece appiccare a Roma per
-divertirsi, dice che egli ne accusò _genti odiose pei loro delitti che
-il popolo chiamava cristiani_ (297); poi aggiunge: _Questo nome veniva
-da Cristo che Ponzio Pilato aveva fatto giustiziare, imperatore
-Tiberio_. E questa perniciosa superstizione allora formatasi (298) si
-rialzava di nuovo non soltanto in Giudea sorgente del male, ma anche a
-Roma dove tutto quanto vi ha di nero e di infame nel mondo si riunisce e
-si pratica (299). Si presero dapprima coloro che confessavano, poi
-dietro le loro deposizioni una gran moltitudine fu convinta non tanto
-dell'incendio quanto dell'odio verso l'uman genere. Più innanzi li
-tratta da _colpevoli_, e da gente che meritavano gli ultimi esempi.”
-
-I pochi ed oppressi seguaci della vera Fede essendo, col progresso dei
-tempi divenuti possenti e numerosi, la calunnia cessò di esercitarsi
-contro di loro, ma non scomparve per questo, rimase anzi intatta e solo
-mutarono le vittime, probabilmente altrettanto innocenti.
-
-I Luciferiani ed altri eretici ebbero a subire le conseguenze della
-stessa calunnia.
-
-Ad essi si addebitavano tenebrose conventicole nelle quali si
-calpestavano le leggi della morale e del più elementare pudore. I
-bambini, nati in seguito a queste tenebrose orgie, erano solennemente
-immolati pochi giorni dopo la loro nascita, il loro sangue raccolto con
-cura, il loro corpo bruciato, e le ceneri mescolate col sangue
-s'adoperavano a formare un pane che serviva all'eucarestia dei
-settarii (300). Questa accusa fu applicata anche ai Bogomili della
-Tracia ed agli Euchiti, di cui uno dei rami sembra essersi fuso coi
-Templari. Essa fu egualmente posta a carico dei Templari, con una
-variante però, che era per ottenere l'olio che doveva servire a
-consacrare l'idolo (_Bafometto_) che avrebbero avuto luogo i sacrifizi
-di bambini rimproverati ai Templarii: “Un enfant nouvel engendré d'un
-Templier et d'une pucelle estoit cuit et rosti au feu et toute la
-graisse ostée, et d'icelle estoit sacrée et oint leur idole (301)”. E
-sempre, nell'età dimezzo sopratutto, la fantasia popolare farneticava
-ora di bambini immolati, ora di bagni di sangue umano, adoperati come
-rimedio d'incurabili malattie cutanee. E di questo farnetico, se ne
-trovan tuttora le traccie nelle fiabe e ne' racconti tradizionali; onde
-sbuca fuori di quando in quando: ed il sospetto o l'odio del volgo
-attribuisce l'atto nefando, ora al tiranno esoso, ora a questo, ora a
-quello. Veggasi fra le _Ducento Novelle_, di Celio Maleyuni (Venezia
-1609), quella intitolata _Matrimonio di Filenia, figliuola del Re
-d'Egitto_.
-
-E nel _Cunto de li Cunte_, il trattenimento della Giornata III, ROSELLA,
-di cui ecco l'argomento: “Lo Gran turco, pe' farese no vagno de sango de
-signore, fa pigliare 'no prencepe. La figlia se ne 'nnamora; e se ne
-fujeno. La mamma l'arriva e le so tagliate le mano da lo Prencepe. Lo
-Gran Turco ne more de crepantiglia. Ma jastemmata la figliola da la
-mamma, lo Prencepe se ne scorda, ma, dopo varie astuzie, fatte da essa,
-torna a memmoria de lo marito e se gaudeno contente.”
-
-Nè mancano monumenti che ci abbiano portato le prove di siffatta
-credenza. Il sacrificio di un bambino è rappresentato infatti su certi
-monumenti del medio evo, ma queste scolture portano dei segni evidenti
-della dottrina gnostica delle emanazioni, che non ha nulla a che fare
-cogli Ebrei (302).
-
-In uno dei lati d'un cofanetto trovato presso Volterra, e che fece poi
-parte della collezione del duca di Blacas a Parigi, si vede raffigurato
-un fanciullo colla testa e le braccia pendenti nell'abbandono della
-morte: due uomini sono occupati a lavare il cadavere immerso per metà in
-una vasca. L'altro lato rappresenta questo cadavere posato su di un rogo
-le cui fiamme l'inviluppano. Uno degli assistenti volge la testa e se la
-nasconde fra le mani con un gesto di pietà e di orrore. Su un lato
-opposto del cofanetto è rappresentata la purificazione del cadavere.
-
-Indubbiamente queste scolture rappresentano un rito religioso nel quale
-viene sacrificato un fanciullo.
-
-Ma a chi apparteneva quel cofanetto? Ad Ebrei certamente no. Ed a noi
-basta quindi averne accennato l'esistenza per dimostrare come, questi
-riti sanguinosi sian forse stati, per lo passato, praticati da sêtte che
-cogli Ebrei non ebbero nulla di comune, e lasciamo ad altri il decidere
-se il cofanetto di Volterra appartenesse ai Templari, ai Gnostici od a
-qualsivoglia altra setta.
-
-Anche un papa, Innocenzo VIII, fu accusato di aver fatto rapire de'
-fanciulli per sgozzarli e bagnarsi nel loro sangue (303), e la stessa
-accusa fu ripetuta quasi un secolo dopo contro un re di Francia,
-Francesco II, il marito della bella ed infelice Maria Stuarda, come ne
-fa fede il seguente brano della _Histoire Nationale de Paris et des
-Parisiens, par H. Gourdon de Genouillac_ (tom. II, 1882, pag. 3–4):
-
-“Il y eut un certain nombre de gens pendus, vers la fin du 1559, pour
-avoir répandu une calomnie contre Catherine de Médicis et son fils;
-voici le fait: Le jeune roi s'étant trouvé malade à Fontainebleau, les
-médecins l'envoyèrent a Blois pour y respirer l'air natal, mais les gens
-du pays, prétendirent que ce n'etait pas de la fièvre quarte, comme le
-prétendaient les médecins, dont souffrait François, mais bien de la
-lèpre, et on raconta que plusieurs enfants avaient disparu depuis
-l'arrivée du roi, que ces enfants avaient été mis à mort pour que le roi
-pût prendre des bains de sang, remède qui convenait d'autant mieux au
-royal malade, que sa mère ne l'avait conçu que lorsque, d'après
-l'ordonnance du premier médecin Fernel, elle s'était décidée, après dix
-ans de stérilité, à ne remplir ses devoirs d'épouse que pendant
-certaines époques, où d'ordinaire les femmes s'en abstiennent. Ce bruit,
-habilement semé par les calvinistes, trouva vite de l'écho; des bords de
-la Loire il arriva à Paris, où il fut colporté partout, et le parlement
-dut sévir contre ces propagateurs; ce fut un prétexte tout trouvé pour
-arrêter et envoyer à la potence le gens suspects. On ne négligea pas de
-s'en servir, et plus d'un Parisien bavard alla réfléchir au Châtelet au
-danger qu'on court lorsqu'on a la langue trop longue.”
-
-Malgrado la severa lezione, qualche secolo dopo la calunnia ricomparve
-in Francia, non più contro un re, ma vaga ed indeterminata; si
-accusarono delle sparizioni, pur troppo reali, di vari giovani, ora una
-principessa che si dilettava di bagni di sangue, ora, naturalmente, gli
-Ebrei; chi fossero i colpevoli ce lo dica il seguente brano delle
-_Mémoires tirés des Archives de la Police de Paris, pour servir a
-l'histoire de la morale et de la police depuis Louis XIV jusqu'à nos
-jours, par I. Peuchet_ (Paris, Levavasseur, 1868, 6 vol. in-8. Tom. I,
-pag. 144 e segg.):
-
-“Eran già varî anni, dacchè il signor de la Reynie copriva, con
-soddisfazione generale, l'ufficio di luogotenente generale di polizia,
-allorquando nei principali quartieri di Parigi si diffuse repentinamente
-un grave panico occasionato da straordinarie sparizioni di persone.
-
-“Nello spazio di circa quattro mesi, ventisei giovani, il più giovane
-dei quali aveva raggiunto il diciasettesimo anno, ed il più vecchio non
-toccava il venticinquesimo, sparirono, lasciando le rispettive famiglie
-inconsolabili per la loro perdita. Voci misteriose e contraddittorie
-circolavano a questo proposito nel sobborgo Sant'Antonio, che aveva in
-questa guisa perduto quattro o cinque bei giovani, figli di ebanisti e
-di mercanti di vecchi mobili. Le donnicciuole pretendevano che una
-principessa, la cui vita era posta in pericolo da una malattia di
-fegato, lottasse contro il male tuffandosi tutti i giorni in un bagno di
-sangue umano. Altri affermavano che gli Ebrei, per odio al Dio
-crocefisso, crocefiggessero di quando in quando dei Cristiani. Questa
-pazza opinione fortunatamente non prevalse. Ad ogni modo però Parigi era
-in preda al terrore ed alla desolazione. Il duca di Gêvre ne parlò al
-Re, e questi, quando il luogotenente di polizia si recò da lui, per
-l'ordinaria relazione, si lagnò vivamente che si tollerasse un simile
-succedersi di rapimenti che, senza dubbio, erano seguiti da morte
-violenta, perchè nessuno degli scomparsi aveva mai fatto ritorno.
-
-“La Reynie, disperato pel malcontento espressogli dal Sovrano, se ne
-fece ritorno a Parigi; appena giuntovi chiamò a sé un agente abilissimo
-della sua amministrazione, certo Lecoq, di cui fino a quel giorno egli
-si era non inutilmente servito in tutte le occasioni difficili. Lecoq
-comparve ed il luogotenente di polizia gli manifestò il suo imbarazzo,
-parlò del malcontento del Re e fece tali promesse di ricompense che
-Lecoq, cedendo ad un sentimento di avidità, esclamò:
-
-“— Andiamo! monsignore, vedo bene che per togliervi dall'imbarazzo dovrò
-rinnovare il sacrificio d'Abramo.
-
-“Lecoq non si spiegò maggiormente ed il signor de la Reynie, che lo
-considerava come il suo migliore agente, lo congedò con un gesto col
-quale gli trasmetteva i poteri più estesi. A quei tempi negli uffici di
-polizia era in uso un linguaggio di cenni muti, specie di telegrafia la
-cui chiave non era nota che ad un piccolo numero di iniziati.
-
-“Ecco il complemento indispensabile di questo singolare aneddoto.
-
-“Una accolta di gente, predestinata al patibolo ed alle galere, si era
-costituita in associazione di malfattori. Il capo della banda procedeva
-in questa guisa. Una ricca inglese, moderna Messalina, che egli aveva
-reclutata nei suoi viaggi, serviva di richiamo ai giovani. Questi
-infelici, dopo aver appagato le voglie di quella femmina impudica, erano
-dati in preda agli assassini. Venivano uccisi e la testa separata dal
-busto. Questo era venduto agli studenti di chirurgia e la testa,
-probabilmente disseccata ed imbalsamata, serviva allora in Germania agli
-studi di una scienza, che ebbe di poi uno strano sviluppo. Intendiamo
-parlare della scienza di cui Gall e Spurzheim furono fra noi i
-propagatori.
-
-“Il governo temette il divulgarsi di una tal serie di misfatti; furono
-presi provvedimenti per la punizione pronta, severa ed occulta dei
-colpevoli. Tutti furono impiccati. Anche la donna doveva essere dannata
-nel capo . . . . . ma il destino dispose altrimenti” (304).
-
-Un altro fatto simile ebbe luogo anche a Parigi quasi nello stesso
-tempo; precisamente nel maggio 1750.
-
-Ecco come viene narrato dal QUILLET, _Chronique de Passy_ (Tomo II, pag.
-114). Anche questa volta traduciamo testualmente.
-
-“Un agente di polizia, nella speranza di estorcere del denaro ad una
-sventurata madre gli rapì il figliuolo. Questa ne divenne furiosa; i
-suoi lagni furono così amari, i suoi gemiti così strazianti che tutto il
-quartiere ne fu commosso.
-
-“Altre madri si unirono a lei; la voce corse che quel fanciullo non era
-il solo ad esser stato rapito ma che migliaia d'altri lo erano stati al
-pari di lui, e che il Re, novello Erode, stava per ricominciare la
-strage degli innocenti. Si giunse persino a dire che quei rapimenti
-avevano per oggetto l'esecuzione di prescrizioni mediche che ordinavano
-bagni di sangue umano, e del più puro, per guarire taluni gran signori
-sfiniti dalla lussuria e dai disordini.
-
-“Queste voci sinistre, aggiunte ai gridi strazianti delle desolate
-madri, infiammarono gli spiriti. Parecchi uomini si aggiunsero loro e
-divennero furiosi. La sommossa ebbe principio nel sobborgo Sant'Antonio,
-ma ben presto i disordini si estesero in tutti i quartieri di Parigi.
-Ogni agente di polizia che cadeva in potere dei tumultuanti era messo a
-brani. Il popolaccio si dirigeva al palazzo del luogotenente di polizia,
-e non avrebbe tardato ad investirlo. Il luogotenente di allora, Berrier,
-che si era reso odioso per la sua aria dura e il suo procedere
-tirannico, fuggì. Qualcheduno dei suoi dipendenti, meno timido, fece
-aprire le porte. Questo colpo ardito intimidì i più furiosi; credettero
-si volesse loro tendere un agguato, e che una voragine stesse per
-aprirsi sotto i loro piedi e restarono immobili. Intanto le guardie
-francesi e le guardie svizzere si radunarono. Si aggiunsero loro due
-compagnie di moschettieri della guardia e diversi corpi della Casa del
-Re. Le orde indisciplinate dei tumultuanti furono circondate. Si mise la
-mano sui più accaniti dei quali la forca fece giustizia, gli altri
-fecero giudizio.
-
-“Qualche mese dopo venne l'epoca del viaggio che il Re faceva
-annualmente a Compiègne. Per recarvisi si passava abitualmente da
-Parigi. Luigi XV non volle onorare colla sua presenza una città che
-aveva osato rivoltarsi, qualunque ne fosse stata la causa, e fece
-costruire in tutta fretta una strada fra Versailles e Saint Denis in
-modo da potersi recare al suo destino senza dover attraversare Parigi. È
-questa la strada che dicesi _le chemin de la Révolte_.”
-
-Come si vede dalle, forse troppo numerose, citazioni che siamo venuti
-facendo, basta che un bambino sparisca, perchè subito il popolo
-farnetichi di bagni di sangue umano, di atroci riti religiosi, e si
-ricusi, sino a che l'evidenza non venga a convincerlo, a cercarne la
-spiegazione in qualche volgare delitto. Ci si consenta un'ultima
-citazione per provare la strana vitalità di tale superstizione che il
-volgo degli indotti e dei semi dotti, accoglie e ripete, per poco che
-gli accusati, o si elevino come i Papi ed i Re che abbiamo citato, al
-dissopra del comune per la loro posizione, o si circondino come i primi
-Cristiani, i Luciferiani, i Templarii di quel mistero che colpisce
-sempre le immaginazioni popolari.
-
-Una rivista mensile che si pubblica a Mosca, il _Messager russe_, in un
-articolo riprodotto in giugno 1819 da diversi giornali francesi (305) ci
-ha fatto conoscere gli usi di due sêtte ancora esistenti in Russia, i
-_Khlysty_ e gli _Skoptsi_ (306) (_mutilati_).
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-Riti sanguinari, o pretesi tali, furono denunziati allo imperatore
-Alessandro in una memoria del metropolitano di Mosca. Secondo questa
-memoria, di cui un giornale di Pietroburgo pubblicò dei frammenti,
-quando una ragazza incompletamente mutilata concepisce, per opera di un
-uomo estraneo alla setta, e mette al mondo un ragazzo di sesso
-mascolino, gli _Skoptsi_, considerando questa nascita come un
-avvenimento miracoloso e come una benedizione del cielo, immolano il
-neonato alla mezzanotte del settimo giorno dopo la sua nascita; lo
-lavano in seguito nell'acqua tiepida, avendo cura di spremere dalla sua
-ferita la maggior quantità di sangue possibile. L'acqua in cui il
-fanciullo è stato immerso si conserva come cosa sacra. Quanto al corpo è
-deposto in un vaso pieno di zucchero polverizzato dove si giunge a
-disseccarlo. È in seguito ridotto in polvere, e questa polvere entra
-nella confezione dei pani consacrati che i settari tagliano a pezzi e
-distribuiscono agli assistenti alla fine delle loro riunioni. È questo
-ciò che essi nominano la grande comunione della carne dell'agnello, in
-opposizione a quella di sangue che si fa con quella con cui la vittima
-venne purificata. I giornali russi assicurano che questi fatti,
-denunciati dal metropolitano di Mosca, Mgr. Platone, vennero constatati
-da una inchiesta ufficiale.
-
-Potremmo citare altri fatti a dozzine per provare che questa accusa di
-giovarsi del sangue umano pei riti tenebrosi è vecchia quanto il mondo,
-ma ogni cosa ha un limite e temiamo ne abbia uno anche la pazienza dei
-lettori che consentirono a seguirci sin qui, sicchè ci limiteremo a
-citare un ultimo fatto quasi incredibile. Chi vorrebbe credere infatti
-che un dotto letterato francese, e cattolico di nascita, se non di
-convinzione, Arsène Houssaye potè, non sono ancora cinque anni,
-calunniare i cattolici, di epoche a noi vicine, asserendo che sino al XV
-ed al XVI secolo si massacravano dai cattolici dei bambini per
-convertire in reliquie i loro ossami?
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-Traduco letteralmente un brano di un articolo dell'Houssaye, sul museo
-Basilewski, pubblicato nel _Gaulois_ del 24 dicembre 1879:
-
-“Ecco per esempio uno smalto che rappresenta il Massacro degli
-Innocenti. Cosa pensereste se io vi dicessi che più di una chiesa in
-Francia contiene ancora delle cripte in cui si trova il pozzo dei
-sacrifizi? Si conosce così male la storia che non mi si crederà quando
-affermerò che, sino al quindicesimo secolo, e fors'anche fino al
-sedicesimo, vi furono il venerdì santo dei fanciulli immolati. A Caen e
-a Tournus si trovarono degli ossami che fanno fede ancora di questi
-sacrifizi umani — perdonatemi il sacrilegio — volevo dire inumani”.
-
-Provata dunque la facilità con cui simili accuse calunniose si
-riprodussero sempre, e trovarono sempre credenza, qual meraviglia se
-bastò qualche assassinio isolato e non ispirato certamente a scopo
-religioso, perchè se ne accusassero gli Ebrei, quegli Ebrei che a
-Strasburgo, nel Delfinato ed altrove, si erano, ben inteso sotto la
-tortura, confessati autori della peste, sicchè fu necessaria una bolla
-del papa che li scagionasse dalla strana accusa (307), quegli Ebrei che
-dovevano ritenersi capaci di ogni scelleraggine (308) dacchè San
-Giovanni Grisostomo (309) aveva potuto dire che “le sinagoghe erano case
-di prostituzione, covili di bestie feroci, domicilio dei Demoni e che
-non vi si adorava Dio, perchè non vi si adorava il figlio, e che colui
-che conosce il padre conosce il figlio e che il culto che vi si rende si
-termina al Demonio perchè Dio l'ha abbandonato.”
-
-Quando personaggi, come San Giovanni Grisostomo, coi loro scritti,
-rendono siffattamente odiosa una parte della popolazione, non deve recar
-meraviglia che ogni più strana accusa contro di questa trovi credenza.
-
-Data la facilità con cui il volgo crede sempre ad accuse di questa
-natura, data l'ignoranza dei tempi, dato il fanatismo contro gli Ebrei,
-eccitato dal Grisostomo, e dai troppo numerosi suoi seguaci, dobbiamo
-anzi meravigliarci assaissimo se tutte le volte che furono accusati di
-aver assassinato un cristiano non furono condannati, ed invece abbiamo
-già veduto come, in tutti i tempi, uomini imparziali ed onesti, di tutte
-le credenze, abbiano protestato contro la calunnia di cui eran vittima
-gli Ebrei.
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-Ma se è agevol cosa il dimostrare l'assoluta falsità della accusa mossa
-agli Ebrei di giovarsi di sangue umano per scopi rituali, o
-magici (310), sarebbe impossibile il dimostrare che qualche bambino
-cristiano non sia caduto talvolta vittima di un assassino ebreo.
-
-Gli Ebrei erano nei secoli passati universalmente odiati. Quando la
-Chiesa Cristiana aveva raggiunto nel mondo civile il suo ideale, l'unità
-della Fede, gli Ebrei soli, razza maledetta e dispersa, restarono a
-guastare la simmetria ammirabile di questa unità.
-
-In mezzo a popoli che, concordi, piegavano le ginocchia dinanzi al
-Redentore del Mondo, restavano soli a negarlo i pochi ed avviliti
-discendenti di coloro che lo avevano trascinato al disonor del Golgota.
-
-Qual meraviglia che perciò soltanto essi fossero oggetto della
-universale esecrazione? (311) Oppressi, umiliati, fatti segno ad ogni
-più orrenda persecuzione, gli Ebrei reagivano colle armi dei deboli, e
-le armi dei deboli non furono mai generose.
-
-Da qui recrudescenza d'odio nei persecutori, e l'odio non partorì mai
-amore, che si sappia.
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-Chi potrebbe negare che qualche Ebreo, cacciato dalla patria, insidiato
-nella sua fede, nei suoi averi, diseredato persino del culto dei propri
-morti, come troppo spesso avveniva nei tempi più caliginosi del medio
-evo, imbattendosi un giorno nel figlio di uno dei suoi oppressori, lo
-abbia sgozzato?
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-Chi rivangasse gli annali del delitto, in tutti i paesi, vi troverebbe
-registrate a centinaia storie di innocenti fanciulli uccisi da
-vigliacchi assassini per vendicarsi dei loro parenti.
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-E quantunque le statistiche criminali di tutti i tempi e di tutti i
-paesi ci provino come l'Ebreo rifugga dal sangue, vorremmo, potremmo noi
-negare, che mai uno di questi assassini sia stato ebreo, una di queste
-vittime cristiana?
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-Certamente no; ma la stessa franchezza con cui noi, senza averne le
-prove — perchè, ripetiamolo, non son prove per noi quelle estorte dalla
-tortura — pure riconosciamo non impossibile che qualche fatto di questo
-genere abbia potuto accadere per opera di un individuo ebreo, spinto da
-un sentimento di vendetta, questa stessa nostra franchezza ci dà diritto
-ad esser pienamente creduti allorquando recisamente neghiamo che gli
-Ebrei abbiano per precetto religioso di valersi in certe cerimonie del
-sangue di un fanciullo cristiano.
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-Ammettiamo pure una di queste isolate vendette. Nessun processo ne fa
-fede, perocchè agli occhi dell'odierna critica non hanno valore i
-processi istituiti sotto il regime della tortura; ammettiamo pure questo
-caso isolato, che ci gioverà a comprendere, a spiegarci come l'orribile
-calunnia abbia potuto esser messa in giro la prima volta, ma
-respingiamo, fino a che non saranno addotte prove categoriche in
-argomento — e sarà impossibile addurle, perchè non esiste il
-fatto — ogni accusa generica che si volesse formulare contro gli Ebrei a
-tale proposito.
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-Tanto varrebbe, perchè un Umiliato attentò alla vita di San Carlo
-Borromeo, perchè un prete assassinò un Arcivescovo di Parigi, dire che i
-frati e i preti cattolici hanno per dovere religioso di ammazzare Santi
-ed Arcivescovi!
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-È certo che dacchè esistono Cristiani ed Ebrei qualche ebreo avrà
-ammazzato un cristiano; è probabile, probabilissimo anzi, che qualche
-fanciullo cristiano sia caduto vittima di un assassino ebreo, ma non è
-nè certo, nè probabile, nè possibile che l'assassino sia stato mosso da
-scopo religioso a compiere il suo misfatto.
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-Ciò invece che, se non è certo, è però assai possibile ed assai
-probabile è che, accaduto, per chi sa qual motivo, l'eccidio di un
-fanciullo cristiano ad opera di un ebreo, i nemici degli Ebrei — quelli
-stessi che andavano diffondendo contro di loro le più strane ed
-inverosimili accuse — si siano fatta un'arma di questo fatto isolato per
-coinvolgere tutti gli Ebrei nella stessa accusa, accusa che, già lo
-vedemmo, deve essere facilmente accolta dai volghi come quella che fu
-spesso lanciata or contro l'uno or contro l'altro.
-
-Abbiamo detto però e ripetiamo che se vi era un popolo che dovesse andar
-immune da questa orribile accusa era certamente il popolo ebreo.
-
-Abbiam veduto come la Bibbia e il Talmud in più luoghi vietino agli
-Ebrei l'uso del sangue. Ma non basta, chè lo stesso Maimonide ci dice il
-perchè gli Ebrei abborriscano l'uso del sangue; apriamo il suo libro
-_Morè Nebuchim_, parte III al capo 46 e troveremo: “Sappi che quantunque
-non vi fosse nel concetto degli idolatri cosa più immonda ed impura del
-sangue, nientedimeno essi lo mangiavano, perchè stimavano che fosse il
-cibo de' demoni, e che colui, che di esso sangue si alimentasse,
-acquisterebbe una qualche famigliarità e stretta comunicazione con essi
-demoni, sicchè questi dovessero rivelar loro il futuro, secondo crede il
-volgo che essi demoni sogliono fare. Ad alcuni però tra questi idolatri,
-tornava difficile mangiare il sangue, cibo per sè stesso all'umana
-natura ripugnante. Questi, quando scannavano qualche animale, ne
-prendevano il sangue, lo raccoglievano in qualche vaso e, sedendo
-attorno a questo vaso, mangiavano la carne di esso animale. Si
-persuadevano, così, che mentre essi mangiavano la carne, i demoni
-mangiassero il sangue, loro prediletto cibo, e che in questo modo
-potessero contrarre secoloro amicizia, famigliarità e fratellanza,
-perchè tutti mangiavano ad un desco e insieme banchettavano. Credevano
-inoltre che i demoni dovessero apparir loro in sogno; avvisar loro quel
-tanto che dovea succedere ed esser loro di grandissimo giovamento.” Fin
-qui il Maimonide.
-
-Anche lo Zohar, libro a cui taluni ebrei vogliono annettere molta
-importanza, commentando il capo 17 del Levitico, dice queste parole,
-parlando degli incantesimi e dell'arte magica esercitata dagli Egiziani:
-“Quando gli Egiziani si ragunavano per fare i loro incantesimi, andavano
-al campo in un monte alto assai, facevano una fossa in terra e
-spargevano sangue intorno ad essa, ragunavano il rimanente del sangue in
-essa fossa, offrivano i loro sacrifici agli spiriti maligni, e
-contraevano famigliarmente tra loro in esso monte. Gli Ebrei i quali
-erano schiavi in Egitto si accostavano a quelli, e preparavano quel
-sangue e offerivano il sacrifizio, si radunavano questi spiriti maligni,
-e apparivano loro in figura d'Irchi irsuti e dicevano loro quel tanto
-che essi addomandavano.”
-
-O ammettere dunque, con San Giovanni Grisostomo, che gli Ebrei adorino
-il Demonio, o riconoscere che essi non possono aver mai fatto uso di
-sangue, e tanto meno di sangue umano.
-
-E davvero è strana la persistenza di una simile calunnia contro una
-religione i cui maestri, i cui dottori predicarono dottrine
-diametralmente opposte. Mosè Nachmanide che fiorì nel XII secolo in
-Ispagna e che era considerato come il supremo maestro fra i Rabbini, e
-chiamato per antonomasia il dottore (312), lasciò scritto nel suo libro
-dei _Precetti_: “Ci è ordinato di curare la vita dei Cristiani, salvarla
-con tutte le nostre forze da pericolo di morte, p. e. quando sono caduti
-in acqua o sepolti sotto le macerie”. Giuda il Pio, vivente a Ratisbona
-nel sec. XII nel suo _libro dei Pii_ dice: “Nel trattare coi non
-Israeliti, studiati di usare la stessa onestà come cogli Ebrei: se un
-Ebreo vuol uccidere un cristiano dobbiamo assister quest'ultimo; se a te
-si rifugia un omicida, non gli accordare protezione, anche se fosse un
-ebreo”.
-
-Come dunque malgrado tutto ciò l'accusa potè diffondersi ed acquistar
-credenza? Ecco la domanda che molti mossero ed a cui nessuno potè dar
-risposta soddisfacente.
-
-Chi ne cercò la causa nel racconto dell'Esodo dove è spesso menzione di
-sangue (313); chi in una leggenda rabbinica notissima, secondo la quale,
-Faraone Re d'Egitto trovandosi colpito dalla lebbra, si impadronì di un
-gran numero di fanciulli ebrei, affine di bagnarsi nel loro sangue e di
-guarire. La leggenda aggiunge che in memoria di questo sangue innocente
-versato, gli Ebrei bevono vino rosso nelle cerimonie della sera di
-Pasqua (314). L'illustre prof. Oort da Leida, in un discorso tenuto in
-quella città in occasione del VI Congresso degli Orientalisti, vuol
-trovare la causa della calunnia nella venerazione che negli antichi
-tempi i primi Cristiani conservavano pel pane azzimo degli Ebrei, ed
-intesse su questa ipotesi un lungo ragionamento che non arriva però a
-convincerne del tutto.
-
-Affaccieremo noi pure una supposizione senza pretendere di aver sciolto
-il problema.
-
-Nei primi tempi del Cristianesimo, non soltanto gli Ebrei erano in odio
-ai Cristiani ortodossi, ma molte sette eterodosse professavano un odio
-speciale non soltanto verso gli Ebrei, ma verso l'Antico Testamento.
-
-La storia delle religioni ci apprende che il principio di un Dio del
-male, nemico del Dio del bene, quel principio che gli antichi Persiani
-incarnavano in Ormus e in Arimane, era comune anche a molte sêtte dei
-primi tempi del Cristianesimo. I Catari, i Bogomili, i Luciferiani
-professavano siffatte dottrine. Per essi il Dio maligno si rivelava
-nell'Antico Testamento, mentre nel Nuovo era il Dio buono che si
-manifestava.
-
-Ecco, dicevano, perchè è scritto nel Nuovo Testamento: “Che Iddio è
-luce, e che non vi sono in lui tenebre alcune” (315). Il Dio della
-Genesi crea il cielo e la terra, ma “la terra era una cosa deserta e
-vacua e tenebre erano sopra la faccia dell'abisso” (316), il cielo e la
-terra, al paro delle tenebre, sono l'opera di Lucifero. Ecco perchè
-ancora, secondo l'Antico Testamento, i figli di Dio peccano (317),
-mentre nel Nuovo è detto: “Chiunque è nato da Dio non ha peccato” (318).
-“Non è il Dio buono che ha parlato a Mosè, non è il Dio buono che ha
-guidato il patriarca. Mosè ha ricevuto la legge da un ingannatore, egli
-stesso era un mago, un ladrone” (319).
-
-Congiungendo questa opinione che taluni eretici avevano del Mosaismo,
-coll'altra, universalmente diffusa, che il demonio gradisca i sagrifizi
-umani (320), non sarà fuor di luogo il supporre che da quegli eretici
-abbia potuto avere origine la prima calunnia.
-
-Un'altra fra le possibili origini di quest'accusa, o meglio fra le cause
-che poterono contribuire a mantenerla in vigore, ed a confermarla nelle
-menti volgari, ci è suggerita dall'attento esame, che abbiamo fatto,
-degli atti del processo che si è svolto non ha guari a Nyiregyhaza. Fra
-le infantili prescrizioni rituali degli Ebrei ve ne ha una che vieta ad
-essi di toccare nella sera del venerdì e nel giorno del sabato fuoco e
-lume. Siffatta prescrizione è, dai veri credenti, osservata così
-strettamente che essi si fanno scrupolo di portare una lampada da un
-luogo all'altro, o di rimuovere dal fuoco una pentola che bolla. Siccome
-però le necessità della vita si impongono agli Ebrei come ai Cristiani,
-gli agiati fra essi provveggono ai lor bisogni mercè l'opera di
-domestici di altri culti; i più poveri invece vi provvedono come
-possono, invocando l'aiuto di un vicino o di un passante. Servigi di
-siffatta natura si richieggono più facilmente, anche per evitare il
-ridicolo, a ragazzi che non a persone mature. Qual meraviglia dunque, se
-come nei tempi di pestilenza basta che un individuo si accosti ad una
-fontana pubblica, per essere accusato di avvelenarla, od in tempi di
-assedio basta che uno si aggiri nelle camere del suo appartamento con un
-lume in mano, perchè venga accusato di far segnali all'inimico (321);
-qual meraviglia diciamo se sarà bastato il fatto di un ebreo che abbia
-chiamato a sè un fanciullo cristiano per richiederlo d'uno dei servigi
-sopra accennati, perchè l'accesa immaginazione del volgo vi ricamasse
-sopra un preteso tentativo di rapimento, preludio di futuri
-eccidi (322)?
-
-Ma senza perderci più oltre nella ricerca delle cause che potevano
-concorrere a far nascere l'orrenda accusa, verremo a dire delle vere,
-delle sole ragioni per cui essa persistette attraverso i secoli.
-
-Un illustre letterato francese, Dureau de la Malle, nella introduzione
-alla sua eccellente traduzione di Tacito, ricerca le cause dei delitti
-inconcepibili commessi dagli imperatori romani; e ne reca una
-spiegazione che sembra assai plausibile; e cioè che quei sovrani non
-avendo nè lista civile, nè demanio pubblico e dovendo pur sostenere
-enormi spese, erano obbligati ad assassinare per procurarsi il denaro di
-cui avevano d'uopo. E come i malfattori volgari _uccidevano per rubare_.
-Questo precetto di governo informa diverse fasi della storia, e dalle
-proscrizioni di Augusto, venendo giù sino agli eccidi del 1793, ne
-troveremmo esempi non pochi.
-
-Nel medio evo i ghetti degli Ebrei avevano il non desiderato privilegio
-di essere la zecca per eccellenza; quando s'aveva bisogno di denaro si
-accusavano gli Ebrei di avvelenare i pozzi, le sorgenti, le
-fontane — quasi che gli Ebrei non facessero uso dell'acqua, — di
-oltraggiare in mille guise il Santissimo Sacramento — che non hanno
-nessuna ragione di oltraggiare, non riconoscendovi essi nessun carattere
-sacro — od infine di ammazzare bambini — quasi la religione professata
-dalla Beata Vergine e da Nostro Signor Gesù Cristo fosse una religione
-di antropofaghi.
-
-In quei tempi le accuse, assurde o meno, erano sempre egualmente buone.
-Bastava che un facinoroso qualunque le ponesse in giro, perchè si desse
-di piglio alle armi, si corresse al ghetto, e si punissero gli Ebrei col
-saccheggiarne i beni. L'intiero popolo ebreo potè per secoli far sua
-l'amara esclamazione del romano proscritto. “La mia villa di Alba mi ha
-perduto.”
-
-Col progresso dei tempi si capì che era assurdo parlare di fontane
-avvelenate, o di oltraggi al Santissimo Sacramento; ma l'accusa di
-antropofagia rimase, come quella che oltre a colpire più facilmente le
-immaginazioni della plebe, sempre avida di racconti di misteriosi
-delitti, era sorretta da un altro importante fattore.
-
-Per ogni fanciullo che gli Ebrei erano accusati di aver ucciso, la
-Chiesa cattolica acquistava un martire di più.
-
-E ciò che importa, e che spiega assai cose, un martire che faceva
-miracoli.
-
-La narrazione di questi miracoli, quali ce li dà un autorevole e moderno
-scrittore cattolico, Rohrbacher, è troppo interessante, perchè noi, a
-costo di ripeterci, resistiamo al desiderio di metterla sotto gli occhi
-dei nostri lettori.
-
-“L'anno 1250 gli Ebrei di Saragozza attaccarono con chiodi contro la
-parete un fanciullo cristiano di sette anni, gli squarciarono, in odio
-di Cristo, il costato con una lancia e lo seppellirono di notte sulla
-riva. _Ma in mezzo alle tenebre il luogo era irradiato d'una splendida
-luce._ Accorsivi i Cristiani, trasportarono le reliquie con gran pompa
-alla chiesa principale, dove accadde un gran numero di miracoli. A
-quella vista l'ebreo Mosè Albayhuzet, che aveva rapita la vittima
-innocente, abbracciò il Cristianesimo. Ecco quanto riferisce lo storico
-aragonese Girolamo Blanca, giusta gli Archivi della chiesa di Saragozza.
-
-“Nel 1255 i principali ebrei di tutta Inghilterra sì adunarono a Lincoln
-per rinnovare la passion di Cristo su d'un fanciullo di otto anni per
-nome Ugo. Uno faceva da preside Pilato, altri l'officio di carnefice.
-Fecero soffrire al giovinetto tutti gli oltraggi che il Vangelo
-riferisce aver i loro antenati fatto patire al Salvatore del mondo. Lo
-batterono crudelmente colle verghe, gli conficcarono in capo una corona
-di spine, lo affissero ad una croce, gli diedero a bere del fiele e
-finalmente gli trafissero il costato con una lancia.
-
-“Tale fu il loro pasquale sacrificio che solevano immolar ogni anno, se
-l'occasione lo permetteva, come confessarono dappoi. Per colmo di
-scelleratezza gli strapparono le viscere per servirsene a magiche
-operazioni. Nascosero profondamente sotto terra il corpo, per tema che i
-Cristiani ne venissero in cognizione; ma la giustizia di Dio non lasciò
-impunito questo misfatto. _La terra ogni notte rigettava il corpo della
-vittima._ Gli Ebrei, avendolo così più volte sepolto, finirono col
-gettarlo in un pozzo.
-
-“Intanto la madre del fanciullo cercava dappertutto il suo figliuolo.
-Avendo saputo che era entrato nella casa d'un ebreo, vi penetra, fruga
-per tutto, guarda entro il pozzo e vi scorge il corpo del figlio. Senza
-dir nulla avverte il giudice; il padrone della casa viene arrestato,
-confessa tutta la serie delle cose (_anche il miracolo dunque?_) e viene
-attaccato alla coda di cavalli per essere squartato. Novanta ebrei sono
-condotti nelle prigioni di Londra per subirvi il supplizio che meritano.
-Il corpo del fanciullo cavato dal pozzo è solennemente trasportato, come
-il corpo di un martire, nella Chiesa cattedrale. Il re Enrico III fa
-procedere giuridicamente contro tutti gli Ebrei d'Inghilterra, affine di
-distoglierli col terrore dei castighi dal commettere ancora simili
-misfatti. Ecco quanto riferisce tra gli altri Matteo Paris, autore del
-Paese e del Tempo.
-
-“Un ebreo di Germania aveva una nutrice cristiana, chiamata Agnese, la
-quale insegnava alla moglie di lui le preghiere de' Cristiani. L'ebreo,
-accortosene, entra in furore, va a trovar la nutrice addormentata,
-l'uccide con tre colpi di pugnale nel cuore, sotto gli occhi di sua
-moglie, poscia se ne va alla sinagoga. La moglie, presa da spavento, si
-chiude nella propria camera. L'ebreo di ritorno non trova più il
-cadavere della nutrice, e s'immagina che l'abbia trasportato la moglie;
-questa non trovandolo più, pensa che l'abbia levato il marito. Nè l'uno
-nè l'altra cerca più oltre. Quaranta giorni dopo passa una donna
-forestiera che li saluta _affettuosamente_ (_splendido,
-quell'avverbio!!_) da parte della nutrice Agnese. L'ebreo allora domanda
-alla moglie: “Come avviene ch'ella viva? Non l'ho io ammazzata?” La
-moglie risponde: “Egli è che il Cristo suo Signore è abbastanza possente
-per risuscitare una defunta. — Ed ecco, ripigliò l'ebreo, quel ch'io ho
-sempre temuto, che ella non ti faccia apostatare. — ” E tosto legolla e
-la rinchiuse per due anni in una stanza. Essendo l'ebreo andato lontano,
-la donna fuggì con due figlioletti ed un terzo ond'era incinta e si
-rifuggì nella chiesa dove ricevette il battesimo col nome di Geltrude,
-con grande allegrezza de' fedeli, che sapevano esser lei RICCHISSIMA
-(_qui sta il busillis_) ed onestissima donna. Ella dimorò nella diocesi
-di Colonia, dove incontrò la nutrice Agnese che portava tuttora le
-cicatrici dei tre colpi di pugnale. _Essa disse ch'era stata guarita
-all'istante medesimo_, e che erasi sottratta clandestinamente per non
-accendere di più il furore dell'ebreo. Tutti questi fatti vennero a
-cognizione di Corrado Arcivescovo di Colonia. Agnese mori l'anno 1265:
-Geltrude viveva ancora quando Tommaso Cantipratese ne scrisse la storia.
-
-“L'anno 1271, nel borgo o villaggio di Pfortzheim, una vecchia, divenuta
-famigliare cogli Ebrei, vendette loro, per esser uccisa, una figlioletta
-di sette anni, che aveva perduti il padre e la madre. La distesero su
-molti drappi, le posero alla bocca una sbarra, le fecero delle incisioni
-a quasi tutte le giunture delle membra, ne spremettero a viva forza il
-sangue ed accuratamente lo raccolsero entro pannilini. Quando dopo
-questi tormenti, fu estinta, la gettarono nel vicin fiume, e vi
-ammassarono sopra un mucchio di pietre. Il terzo e quarto giorno la
-trovarono alcuni pescatori per un braccio levato verso il cielo. Fu
-riportata nel borgo: il popolo gridava con orrore non altri, che gli
-Ebrei avere commesso quel misfatto. Il margravio di Baden, che trovavasi
-nelle vicinanze, vi accorse. _Tosto il corpo, levatosi a sedere, stese
-le mani verso il principe_, quasi per chieder vendetta o misericordia, e
-dopo mezz'ora si ricoricò cadavere. Essendo stati condotti gli Ebrei a
-questo spettacolo, tutte le ferite _cominciarono a bollire ed a sparger
-sangue in copia_. Il grido del popolo levavasi sino al cielo domandando
-vendetta. Dietro alcuni indizi la vecchia viene arrestata e convinta,
-principalmente dalla confessione della giovinetta (!!!), che rivelò
-tutto. Gli Ebrei che avevano messo mano sulla giovane vittima furono
-presi, arruotati ed appiccati colla vecchia: due di essi si scannarono a
-vicenda fra loro. Ecco quanto riferisce Tommaso sopracitato, sulla
-testimonianza di due frati predicatori, Rainieri ed Egidio, che furono a
-Pfortzheim tre giorni dopo l'avvenimento.”
-
-Chiediamo ancora venia al lettore se lo abbiamo tediato con la
-riproduzione di queste insensate leggende, ma abbiamo voluto farlo,
-perchè, dalle pagine del Rohrbacher scaturisce un argomento
-irresistibile a favore della assurdità dell'accusa mossa agli Ebrei.
-
-Fatti di questo genere non si possono scindere; non si può accettare ciò
-che conviene e respingere il resto. O bisogna riconoscere che tutti i
-fatti narrati dal Rohrbacher sono parto, nella migliore ipotesi, di una
-malata fantasia, o bisogna credere ai cadaveri irradiati da luce
-celeste, ai morti respinti dalle tombe, alle nutrici risuscitate ed a
-tutte le assurdità che il buon professore della Università di Lovanio è
-venuto accumulando.
-
-Già questi miracoli parevano sospetti fin dai secoli scorsi ad uno
-scrittore protestante, il Basnage, che scriveva:
-
-“Nè si può tacere a discarico degli Ebrei che oltre queste ragioni se ne
-hanno altre che aumentano il sospetto. Sono i miracoli che accompagnano
-quasi sempre la morte del crocefisso. Non è meraviglioso che la terra
-abbia tremato allorquando morì G. C., era il Signore di gloria che
-veniva crocifisso. Ma le si prestano emozioni più frequenti per uomini
-volgari che per Gesù Cristo. Essa respinge i cadaveri e lo fa parecchie
-volte, e non può soffrire che si rinchiudano nel suo seno; ne abbiamo
-visto un esempio nel fanciullo cui si erano strappate le viscere per
-servirsene in operazioni magiche, cosa non meno sospetta del resto.
-
-“Ma ce n'è un altro più famoso in Turingia, perchè gli Ebrei, cui si fa
-scegliere la vigilia di Pasqua per simili delitti, avendo ucciso un
-fanciullo a nome Corrado, portano il corpo morto in diversi luoghi della
-Turingia senza poterlo seppellire.
-
-“Sortiva sempre dalla tomba, perlocchè furono costretti di appiccarlo ad
-un albero. Il delitto fu perciò rivelato, ed allora non vi fu piccolo o
-grande che non si gittasse sugli Ebrei e non si insozzasse le mani nel
-loro sangue. Si vide una luce sul corpo di un fanciullo a Vesel 37 anni
-dopo, e di più il cadavere esalava un odore così buono che lo si
-trasportò in un tempio dove operò sorprendenti prodigi, ma gli Ebrei se
-la cavarono con denaro. Questa specie di racconti pieni di miracoli e
-riferiti dai Leggendari avvezzi a correr dietro a simili finzioni, sono
-assai sospetti” (323).
-
-E davvero non può non sembrar strano, che mentre Santi poterono essere
-martoriati e straziati in mille guise senza che Dio, ne' suoi
-imperscrutabili fini, manifestasse il suo corruccio con segni visibili
-agli umani, mentre pii e dotti Presuli sopportarono atroci martirii
-senza che la natura si commovesse, mentre Pier Luigi Farnese potè
-infliggere l'ultimo degli oltraggi al vescovo di Fano e Sciarra Colonna
-percuotere Bonifazio VIII, senza che nessun prodigio rivelasse l'ira
-celeste, bastava che un ebreo fosse accusato di aver ucciso un poppante
-cristiano perchè quel poppante divenisse d'un tratto un taumaturgo!
-
-E, cosa più strana ancora, le uniche fra le pretese vittime degli Ebrei,
-che non abbiano fatto miracoli, sono quelle il cui eccidio si sarebbe
-compiuto in epoche a noi vicine, benchè tra queste vi fosse il davvero
-venerando padre Tommaso da Calergiano assassinato a Damasco nel
-1840 (324).
-
-Ora, noi abbiamo tutto il rispetto per la Religione, ma crediamo che
-questo rispetto non ci obblighi a confondere, cogli eterni dogmi della
-Religione di Cristo, le invenzioni di pochi fanatici, che mostrano col
-loro esempio quanto giustamente il Voltaire asserisca che il fanatismo
-sta alla superstizione come la rabbia alla collera.
-
-Non vi è, e non vi può essere, nella Religione cattolica nulla che ci
-costringa a riconoscere per veri, o per attendibili, i pretesi miracoli
-del Beato Simoncino da Trento e di tutte le altre pretese vittime degli
-Ebrei.
-
-Negando fede a quei miracoli, come negando fede a quelli della Salette,
-di Lourdes, ed alle stimmate della Lateau, noi sappiamo di non vulnerare
-nessuno dei principii fondamentali del Cattolicismo, e da questa nostra
-convinzione tragghiamo argomento per affermare che, come oggi per
-assicurare la prosperità di un paese attirandovi a migliaia i pellegrini
-e gli illusi, si ricorre alle innocue apparizioni di Lourdes e della
-Salette, si potè in altri tempi aver ricorso ai miracoli delle pretese
-vittime degli Ebrei.
-
-Errerebbero però di gran lunga gli avversari della Chiesa se volessero,
-appoggiandosi su queste nostre parole, trarne argomento per affermare
-che noi accusiamo la Chiesa di calunnia.
-
-Spesse volte i Papi ebbero a riconoscere che ciurmerie impudenti si eran
-volute gabellare per miracoli e non li riconobbero, ma li biasimarono e
-ne riprovarono il culto.
-
-È irriverenza, è eresia l'affermare che talvolta la buona fede dei Papi
-possa esser sorpresa?
-
-Nol crediamo, perocchè non crediamo che la Religione imponga l'obbligo
-assoluto di aggiustar fede ad altri miracoli da quelli in fuori che sono
-registrati nelle Sacre Carte.
-
-Riassumendo:
-
-L'accusa mossa agli Ebrei di far uso di sangue cristiano nei loro riti:
-
-1º Si rivela calunniosa e falsa, perchè già rivelatasi tale, quando
-venne mossa ad altre religioni, ad altre credenze;
-
-2º È smentita dai libri sacri degli Ebrei e non ha prove in nessun libro
-ebraico anche di nessun conto;
-
-3º È smentita da Papi, da Sovrani, da dotti di ogni tempo e di ogni
-paese;
-
-4º È sorretta dalle risultanze processuali quando le confessioni sono
-estorte colla tortura, smentita in tutti gli altri casi:
-
-5º È frutto della cupidigia che spingeva nel medio evo ad accusare gli
-Ebrei di ogni reato per ispogliarli, e della impudenza di taluni
-fabbricatori di martiri a buon mercato ed il suo rinnovarsi ai giorni
-nostri altro non prova che la mancanza assoluta di scrupoli nei moderni
-antisemiti.
-
-E crediamo che basti; fino al giorno almeno in cui il dotto articolaio
-della _Civiltà Cattolica_ non avrà scoperto il famoso passo del Talmud,
-che prescrive l'assassinio rituale.
-
-(247) Naturalmente i calunniatori non vanno tra loro d'accordo nello
-spiegare l'uso che gli Ebrei farebbero di questo sangue procacciatosi a
-prezzo di tanti delitti.
-
-L'opinione più diffusa è che se ne giovino per mescolarlo al pane azzimo
-od al vino di Pasqua; ma non manca chi asserisce invece che con questo
-sangue si scrivano tre bollettini magici che poi si pongono sul capo,
-sulla bocca e nella mano destra delle donne prossime al parto per
-agevolare l'opera della natura; altri pretende che a questo stesso scopo
-le puerpere ebree tracannino addirittura sangue cristiano in quanta
-maggior copia possono procurarselo; altri ancora che col sangue dei
-fanciulli cristiani si componga un farmaco destinato a cicatrizzare la
-ferita che si fa, circoncidendoli, ai neonati ebrei; nè mancano coloro i
-quali pretendono che questo sangue si impieghi nei riti nuziali, o che
-con esso si aspergano i moribondi ebrei (una sanguinosa parodia
-dell'Estrema Unzione!) pronunziando queste parole: _“Se Gesù Cristo fu
-il vero Messia, che questo sangue di un Cristiano, reso prezioso per
-virtù del suo Salvatore, giovi ad espiazione dei tuoi peccati”_. Nella
-quale ultima supposizione sono tali e tante le stranezze che non
-possiamo altrimenti spiegarnela se non attribuendola ad un pazzo.
-
-Nell'inverno dell'anno 1756 a Jampol (Podolia — Russia Europea),
-essendosi trovato il cadavere di un uomo nel fiume, gli Ebrei vennero
-accusati di averlo assassinato per scopo rituale. Due Padri Gesuiti che
-colà trovavansi affermarono che, nascendo gli Ebrei ciechi, per
-acquistare la vista, dovevano ungere i propri occhi col sangue de'
-cristiani!!
-
-Fu in seguito a questo fatto che l'em. A. cardinale Corsini, scriveva,
-il 9 febbraio 1780, al Nunzio apostolico di Polonia la lettera, che
-riferiamo fra documenti, dove, fra altre cose, è detto: “_la mal fondata
-persuasione del volgo ch'ella_ (la nazione ebrea) _mischii sangue umano
-e specialmente cristiano nell'impasto delle azimi_.”
-
-(248) L'autore di questa strana ipotesi è, sventuratamente, un italiano,
-e, più sventuratamente ancora, un italiano nel quale il molto,
-moltissimo ingegno non andò mai del paro con l'elevatezza del carattere,
-F. D. Guerrazzi.
-
-Lo scrittore livornese, nella prima edizione dell'_Asino_ (Torino,
-Franco, 1857, in 8º — Cap. IX, pag. 200), aveva scritto queste testuali
-parole: “Questo vediamo praticato in diverse guise o cibando le vittime
-umane già offerte a Dio ed accettate da lui, come, fino a tutto il 1820,
-costumarono i Benderusi, o gli azzimi intinti col sangue umano, come
-fecero gli Ebrei, finchè lo poterono fare”.
-
-Ed in nota aggiunge il Guerrazzi le seguenti parole:
-
-“Che questo nei tempi barbari costumassero gli Ebrei non sembra potersi
-revocare in dubbio; fra i moderni scrittori ne parlano A. Mackiewitz
-(_sic_) e Jacob il bibliofilo”.
-
-Il prof. Levi di Vercelli si prese la scesa di capo di provare
-all'illustre ex-triumviro, che egli si era fatto organo di una volgare
-calunnia; ciò non pertanto il Guerrazzi non si ritratta, ma, nella terza
-edizione (Torino, Seb. Franco e Figli, 1859, in-16º — Cap. IX, pag. 173
-e 174), ripete tutto quanto aveva detto nella prima, compresa la
-storpiatura in Mackiewitz del nome del grande poeta polacco e, quasi per
-grazia, aggiunge alla nota succitata questa nuova insinuazione:
-
-“Diligenti ricerche ci hanno chiarito come questa inumanità non pure
-consentano, ma vietino le leggi ebraiche: se qualche setta iniqua
-l'abbia praticata non è sicuro (_no, on. Guerrazzi, è sicuro che_
-NESSUNA _setta del giudaismo la praticò mai_) e in ogni caso sarebbe
-fantasia e ferocia di qualche uomo-belva, non punto rito di popolo”.
-
-(249) Se crediamo ad una corrispondenza che il _Figaro_ di Parigi
-riceveva da Vienna in occasione del processo di Nyèregyhaza, questa
-credenza è ancora abbastanza diffusa, persino a Vienna. Citiamo
-testualmente:
-
-“Anche a Vienna incontrerete facilmente persone che vi dicono coll'aria
-la più ingenua: Come, non lo sapete? tutti gli anni a Pasqua allorquando
-gli Ebrei si accingono ad impastare i loro pani rituali detti azimi,
-essi hanno l'abitudine di aromatizzare uno di questi pani col sangue di
-una vergine cristiana. Questo pane, sacro fra tutti gli altri, serve a
-tutto il giudaismo, e se ne distribuiscono dei pezzetti in tutta la
-superficie del mondo.
-
-“Altri aggiungono che ogni anno la vergine viene fornita da una comunità
-diversa. Si estrae a sorte, fra le varie comunità, a chi spetti il
-dovere di rubare il fanciullo, di proceder alla panificazione religiosa
-e di far pervenire agli ortodossi del mondo intiero una briciola della
-sacrosanta focaccia, profumata secondo le regole del Pentateuco e dotata
-di quel sapore particolare che si vuole prescritto dal Talmud; sicchè
-ora l'incarico spetta alla comunione di Francoforte, ora a quella di
-Gerusalemme, di Parigi, di Salonicco e via dicendo.”
-
-Se così si pensa a Vienna, qual meraviglia che in Romania, in Moldavia,
-in Russia, in Polonia, la stessa credenza persista con tanta intensità
-che, dice uno scrittore russo, “allo avvicinarsi della Pasqua il terrore
-dei contadini non è punto simulato”?
-
-(250) È a notare, come bene osserva il Rohrbacher (_Storia della
-Chiesa_, Torino, Marietti. Vol. I, pag. 374 e segg.), che prima del
-trionfo del Cristianesimo i sacrifizi di umane vittime erano comuni a
-quasi tutti i popoli barbari. Rimandando, chi fosse vago di maggiori
-notizie, all'autore da noi citato, ricorderemo soltanto che, al dire di
-Dione Cassio, nell'anno 708 a. u. c., l'ultimo della vita di Giulio
-Cesare, e men di cinquanta anni prima della nascita di N. S., i
-pontefici ed i sacerdoti di Marte sacrificarono ancora due uomini sul
-Campo Marzio. Si era quindi lungi dal risentire in quei tempi l'orrore
-che oggi tutti proviamo pei sacrifizi umani. Non vi era quindi nessuna
-ragione al mondo perchè Giuseppe negasse recisamente l'addebito, mosso
-agli Ebrei da Appione, se fosse stato vero.
-
-Quanto ai Cristiani essi non possono in alcun modo farsi forti contro
-gli Ebrei delle parole di Appione e devono anzi negarvi ogni fede,
-perocchè è evidente che, se gli Ebrei di Palestina avessero praticato
-l'infame rito di cui parla Appione, N. S. G. C. avrebbe primo levata la
-voce per stigmatizzare l'orrenda pratica. Il silenzio del Divin
-Redentore su tale accusa è, parci, la prova più evidente della menzogna
-di Appione.
-
-(251) Questo fatto è narrato da SCHWAB, _Storia degli Ebrei_ recata in
-italiano dal Pugliese (Venezia 1870, pag. 69). Nè il Basnage, nè il
-Graetz, nè altri storici da noi consultati ne fanno menzione.
-
-(252) BASNAGE, _Hist. des Juifs_, VII, 15, vol. 5, pag. 1771–2 Cfr.
-SALOMON BEN VIRGA, _Historia Judaica_, pag. 78–92.
-
-(253) Questo fatto è narrato nella _Historia major_ di Matthieu Paris
-(m. nel 1259) che, come recenti studi hanno provato, non fece, per tutto
-quanto è anteriore al 1235, che copiare la _Cronaca_ o _Fiori di Storia_
-di Ruggiero di Wendoser, monaco benedettino al pari di Matthieu. Il
-Matthieu narra che il bambino prima di essere crocifisso fu circonciso,
-e questo basta a provare l'assurdità di tutto il racconto. Di fatti, una
-volta circonciso, il bambino diventava ebreo, ed una volta ebreo, perchè
-mai i suoi correligionari l'avrebbero immolato?
-
-(254) Gli Ebrei, cacciati nel 1290, da Edoardo I, dall'Inghilterra, non
-vi rientrarono che sotto il protettorato di Cromwell. In questa
-occasione varii libelli contro gli Ebrei vennero pubblicati allo scopo
-di indurre il Lord protettore a recedere dalle benevoli disposizioni che
-aveva mostrato verso di loro. Un dottissimo ebreo portoghese, Menassè
-ben Israel — autore di opere lodatissime (per una delle quali _Piedra
-Gloriosa o de la estatua de Nebuchadnesar_, Paolo Rembrandt non disdegnò
-di eseguire quattro incisioni) che fu amico intimo dei Vossii, del
-Barleo, dell'Episcopio, del Grozio, di quanti, insomma, uomini eminenti
-gli furono contemporanei — mandò alla stampa un opuscolo: _Vindiciae
-Judaeorum or a Letter in answer to certain questions on the nation of
-the Jews_, Londra, 1756. In questo opuscolo, inteso a scagionare gli
-Ebrei da varie accuse che contro loro si movevano, dimostra, con forti
-argomenti, come sia calunniosa l'imputazione di cui ci occupiamo. Fa
-rilevare che gli Ebrei, assai peggio trattati in Oriente che in
-Occidente, dovrebbero, se avessero tale orribile rito, giovarsi del
-sangue dei Mussulmani, più atroci loro nemici che non fossero i
-Cristiani, mentre nessuna accusa di questo genere venne mai loro
-rivolta. Infine il dottissimo uomo aggiunge: “Se quanto ho detto non
-basta ancora a _scolparci_, giacchè tutto si riduce soltanto a negare,
-senza produrre testimoni, mi vedo, nell'obbligo di ricorrere ad altro
-mezzo di giustificazione che il Signore, benedetto eternamente, ci ha
-prescritto in simili casi (_Esodo_, XXII): intendo parlare del
-_Giuramento_. Io giuro dunque con tutta la sincerità del mio cuore per
-il _Dio Altissimo_ che ha creato il Cielo e la Terra e che ha dato la
-_Legge_ al _Popolo d'Israele_ sul monte _Sinai_, che fino ad oggi non ho
-veduto infamie consimili fra il popolo d'Israele, e che essi non vi sono
-obbligati a farlo nè per legge divina, nè per comando degli avi, e che
-mai le hanno commesse, nè tentato commetterle, e ciò dico perchè mai ne
-fui informato da chicchessia, nè lessi coteste cose in alcun rituale
-ebraico. Se io mentisco in ciò, possano cadere su di me tutte le
-maledizioni delle quali si parla nel _Levitico_ e nel _Deuteronomio_, e
-possa io non vedere mai le benedizioni e consolazioni di Sion e non
-raggiungere il Risorgimento dei Morti”.
-
-Per non dover ritornare su questo argomento aggiungeremo che il celebre
-filosofo Mendelsohn (1729–1786), pubblicando la traduzione dell'opuscolo
-di Menassè ben Israel, rinnovò per suo conto tale giuramento.
-
-(255) WADDING, _Annales Minorum_, XIV, pag. 132 e segg.
-
-A proposito di questo fatto, il più clamoroso, forse, fra quanti ne
-vennero addebitati agli Ebrei, ci piace riportare quanto scriveva il
-dottissimo Francerco Gar, negli Annali del Principato Ecclesiastico di
-Trento, da lui annotati dall'anno 1022 al 1540, compilati sui documenti
-da Francesco Felice degli Alberti, vescovo e principe, Trento 1860.
-
-“Noi abbiamo creduto debito nostro di riferire fedelmente ciò che
-l'Annalista Alberti, canonico e poi vescovo di Trento, registrava,
-intorno questa orribile tragedia, della quale dai fanatici si sarebbe
-tentata la ripetizione anche ai dì nostri (_alludesi al processo di
-Badia di cui parleremo più sotto_), se a tali feroci delirii non
-avessero posto freno la voce della ragione e il sentimento
-dell'umanità.”
-
-A mostrare come tutto quel processo non meriti fede, diremo soltanto
-come fra le pretese confessioni estorte agli Ebrei dalla tortura siavi
-anche questa, che essi nell'uccidere il fanciullo pronunziassero queste
-parole: _Tolle Jesse misrà elle parichief elle passussen pegnalem_ che
-avrebbero dovuto significare: “Noi facciamo morire questi della morte di
-Gesù Dio dei Nazareni, che è nullità; così si perdano i nostri nemici
-per sempre.” Ora, malgrado l'istituzione ordinata da Clemente V di
-cattedre di lingua ebraica, questa lingua nel 1475, era ancora assai
-poco conosciuta dai Cristiani, sicchè quelle parole dovettero essere
-inventate a capriccio mentre è certo che non appartengono nè alla lingua
-ebraica nè a nessuna delle lingue parlate nel Trentino.
-
-Del resto questo processo sembrò dubbio anche ai contemporanei. Quando
-col pretesto del fatto di Trento alcuni predicatori vollero suscitare la
-plebe a fare man bassa sugli Ebrei, anche nel territorio della
-Repubblica veneta, il Doge e il Senato per reprimere lo scandalo
-ordinarono ai magistrati di Padova _di trattare gli Ebrei come gli altri
-sudditi, e impedire ogni violenza, perchè quell'accusa sembrava loro una
-calunnia inventata ad arte per certi fini, che il Senato non voleva
-indagare_. (Ordinanza del Doge Pietro Mocenigo in data 22 aprile 1475).
-
-(256) Già stampato per cura dei signori comm. Barozzi, comm. Berchet,
-cav. prof. ab. Fulin e cav. Stefani.
-
-(257) _San Sten._ Ora San Stin, cioè S. Stefano confessore, detto
-volgarmente S. Stefanino, per distinguerlo da S. Stefano protomartire
-(V. TASSINI, _Curiosità veneziane_).
-
-(258) Cioè 1480.
-
-(259) DAMAS, _Paroles de défense par M. le D._ ZUNZ in _Archives Isr._
-Paris, vol. I, pag. 429.
-
-(260) Notiamo di sfuggita che il popolo ebreo fu forse l'unico
-dell'antichità, cui fosse ignota la tortura che doveva poi straziare le
-membra di tanti infelici israeliti, e notiamo ancora, che i signori
-Montefiori e Cremieux, recatisi al Cairo nel 1840, per ottenere, da
-Mohamed Alì, giustizia a favore dei loro correligionari di Damasco, dopo
-averla ottenuta, non seppero far miglior uso della influenza guadagnata
-sull'animo del Vicerè che di chiedergli abolisse per sempre la tortura
-nei suoi Stati. (V. _Archives Isr._ Paris, vol. I, pag. 612).
-
-(261) Pei dilettanti di riscontri storici segnaliamo qui un altro caso
-in cui gli Ebrei ebbero a soffrire per le calunnie di un figlio contro
-il proprio padre. Già nell'anno 66 dopo G. C., ad Antiochia, un ebreo
-snaturato avendo accusato il proprio padre e parecchi suoi
-correligionari d'aver volato appiccare il fuoco alla città durante la
-notte, si credette necessario alla pubblica sicurezza di uccidere gli
-autori di così scellerato progetto. (BASNAGE, _Op. cit._, cap. VIII,
-vol. I, pag. 229).
-
-(262) Anche di questo giudice istruttore, Bary, la succitata
-corrispondenza del _Figaro_ ci fa un singolare ritratto. Eccolo: “Questo
-signore si siede durante il pubblico dibattimento in un punto della sala
-dal quale tutti i testimoni sono obbligati a passare, li intimida col
-gesto, collo sguardo, e siccome gode le simpatie del Presidente, gli
-avvocati non giunsero ancora a farlo espellere dalla sala.” Si noti che
-la corrispondenza da cui abbiamo tolto queste notizie è, per la sua
-intonazione generale, tutt'altro che favorevole agli Ebrei, che essa
-accusa, fra le altre cose, di possedere _certaines capacités
-d'accaparer, contre lesquelles les paysans sont presque sans défense_.
-
-(263) In una epoca come la nostra, nella quale si è sempre tanto
-proclivi ad accusare di ogni nefanda impresa il clero cattolico, ci
-piace riprodurre, e far nostre, le seguenti parole con cui si chiude un
-opuscolo che abbiamo sott'occhi _Les Juifs et la Hongrie devant
-l'Europe, par_ M. M. MOREL. (Paris, s. a.): “La nostra ultima
-osservazione sarà per scagionare il partito cattolico ungherese da ogni
-partecipazione nella persecuzione contro gli Ebrei. Questa venne
-organizzata dai corifei di quel partito protestante che spinse
-l'Ungheria a diventare l'avanguardia della gran Germania sul Basso
-Danubio e in Oriente.”
-
-(264) È bensì vero che a Prato venne pubblicato mesi addietro un libello
-nel quale, collo appoggio delle pretese rivelazioni di un Rabbino
-moldavo, convertito all'ortodossia greca, si ribadisce contro gli Ebrei
-la sconcia accusa. Dimostreremo a suo luogo la nessuna serietà di
-quell'immondo libello.
-
-(265) L'opuscolo cui accenniamo ha tanto maggior importanza in quanto
-che l'autore vi si chiarisce tutt'altro che amico dei suoi antichi
-correligionari. Aloisio di Sonnenfels era figlio del primo Rabbino di
-Berlino e di tutto l'Elettorato di Brandeburgo ed, indirizzato dal padre
-al Rabbinato, avrebbe avuto agio di apprendere ogni segreto della
-religione ebraica, se questa avesse segreti, invece nell'opuscolo
-succitato egli scrive queste precise parole: “Chiamo Iddio in
-testimonio, in coscienza dell'anima mia, che non vi è al mondo, nè vi è
-stata, calunnia più nera di questa”. Il Sonnenfels adduce in questo suo
-opuscolo un argomento che ci piace far nostro. Egli dice: “Se gli Ebrei
-avessero d'uopo di sangue cristiano pei loro riti, perchè, anzichè
-arrischiare la vita per procurarselo, non lo comprerebbero con un po' di
-denaro dai flebotomi, negli ospitali, ecc.? Eppure non si è mai visto un
-Ebreo fare di siffatti acquisti!”
-
-(266) Il Rev. Alessandro Mac Caul (1799–1866) non nacque ebreo, ma
-protestante. Fu dottissimo ebraizzante e professore di ebraico nel R.
-Collegio di Londra. Dimorò molti anni in Varsavia come capo della
-missione protestante per la conversione degli Ebrei. Lo comprendiamo fra
-i neofiti perchè nell'opuscolo _Reasons for believing that the Charge
-lately revived against the Jewish People is a Baseless Falsehood_,
-scritto da lui, in occasione del fatto di Damasco, per difendere gli
-Ebrei, reca una dichiarazione di molti Ebrei convertiti a sua cura.
-
-(267) NEANDER (Giovanni Augusto Guglielmo), uno fra' più eminenti
-scrittori di Storia Ecclesiastica di questi ultimi tempi, nacque addì 16
-genn. 1789 a Gottinga da genitori ebrei; si chiamava propriamente Davide
-Mendel, ricevette dalla madre un'educazione devota, frequentò il
-ginnasio ed il _Johanneum_ d'Amburgo, si fece battezzare nel 1806, nella
-qual occasione cambiò nome, e studiò poi teologia ad Halle e Gottinga.
-Nel 1811 diede gli esami ad Eidelberga e vi fu nominato professore di
-teologia, si trasferì tuttavia quello stesso anno a Berlino, dietro
-invito di quella Università; ed ivi Neander, efficacissimo propugnatore
-della cosidetta “teologia pettorale”, rivestì le cariche di professore
-ordinario di teologia, consigliere dell'Alto Concistoro, membro del
-Concistoro della provincia di Brandeburgo e membro della R. Accademia
-delle Scienze. Morì a Berlino il 14 luglio 1850.
-
-Fra le sue numerose opere sono da notarsi:
-
-_Ueber den Kaiser Julianus und sein Zeitalter_ (Lipsia, 1812; 2ª ed.
-Gotha, 1867); _Der heil. Bernhard und sein Zeitalter_ (Berlino, 1813, 3ª
-ed. 1865); _Genetische Entwickelung der vornehmsten gnostischen Systeme_
-(ivi, 1818); _Der heil. Johannes Chrysostomus und die Kirche in dessen
-Zeitalter_ (ivi, 1821–22, 2 vol.; 3ª ed. 1849); _Denkwürdigkeiten aus
-der Geschichte des Christenthums und des christlichen Lebens_ (ivi,
-1822–24, 3 vol.; 4ª ed. 1866); _Antignosticus, Geist des Tertullian_
-(ivi, 1826, 2ª ed. 1849); _Allgemeine Geschichte der christlichen
-Religion und Kirche_ (Amburgo 1825–52, 6 vol. in 11 sezioni; 4ª ed.
-Gotha, 1863–65, 9 vol.); _Kleine Gelegenheitsschriften_ (Berlino, 1824,
-3ª ed. 1829); _Geschichte der Pflanzung und Leitung der christlichen
-Kirche durch die Apostel_ (ivi, 1832–33, 2 vol.; 5ª ed. 1862); _Das
-Leben Jesu in seinem geschichtlichen Zusammenhang_ (ivi, 1837, 7ª ed.
-1873).
-
-Jacobi pubblicò le sue _Wissenschaftlichen Abhandlungen_ (Berlino, 1851)
-come pure la sua _Christliche Dogmengeschichte_ (ivi, 1857, 2 vol.),
-Beyschlag il suo _Kommentar zu den Briefen an die Korinther_ (ivi,
-1859), Messner le sue _Vorlesungen über Katholicismus und
-Protestantismus_ (ivi, 1863) ed anche la sua _Geschichte der
-christlichen Ethik_ (ivi, 1864).
-
-Una raccolta delle sue opere si è pubblicata a Gotha. Krabbe (Amburgo,
-1852) e Rauh (Elberfeld, 1865) scrissero la sua vita.
-
-(268) BIESENTHAL Giovanni Enrico, dotto ebraizzante, nacque nel 1804,
-nel ducato di Posen, da una famiglia ebrea, fece studi profondi sul
-Talmud e si convertì al cristianesimo. Si stabilì a Berlino come agente
-della società di Londra per la conversione fra gli Ebrei. Fra le sue
-opere citeremo: _Dizionario ebraico-latino_, 1840; _Storia della chiesa
-cristiana nei primi tre secoli desunta dalle fonti talmudiche_, 1851;
-_Commentario su San Luca_, in ebraico talmudico, 1851; _Epistola di San
-Paolo ai Romani ed agli Ebrei_, con commentario rabbinico (1853–57).
-Rivide inoltre con J. C. Reichardt la versione ebraica del nuovo
-testamento.
-
-(269) JAC. TUGENDHOLD fu censore in Varsavia e pubblicò, in ebraico ed
-in polacco, un'opera (Varsavia, 1844, in-8º), che contiene una raccolta
-di passi, ricavati da recenti ed antiche opere, circa il modo di
-regolarsi con persone di altra credenza. Si ha pure di lui un opuscolo
-(Berlino, 1858, in-8º di pag. 90) _Der alte Wahn vom Blutgebrauch der
-Israeliten am Osterfest_ (che tratta appunto del preteso uso del sangue
-cristiano nei riti ebraici). Giova però avvertire che questo opuscolo fu
-tradotto in tedesco da uno che si dichiara amico della verità (_von
-einem Freunde der Wahrheit_) ed è un estratto dell'opera in polacco di
-detto Tugendhold, appellata _Obrone Israelitow_, ecc., Varsavia, 1831.
-
-Anche il Tugendhold nacque israelita.
-
-(270) Veggasi per tutto quanto è detto sopra delle negazioni opposte
-alla accusa da Ebrei convertiti la _Real Enciclopedia per Bibbia e
-Talmud_ del D. J. HAMBURGHER, Strelitz, 1883; parte II, a. v.
-_Zurückweisung der Blutbeschuldigung_, pagina 1318–1319.
-
-(271) Un brano, ancor più concludente, del Wagenseil, riferiamo tra i
-documenti.
-
-(272) _Civiltà Cattolica_. Vol. V, pag. 229.
-
-(273) FACTUM SERVANT DE RÉPONSE AU LIVRE INTITULÉ: _Abrégé du procès
-fait aux Juifs de Metz_ (pag. 11).
-
-Riccardo Simon (1638–1712) fu celebre critico e scrittore di cose
-religiose; la sua maggior celebrità è dovuta alla sua _Storia critica
-del vecchio e del nuovo testamento_, per la quale ebbe a sostenere una
-guerra atroce da parte del Bossuet.
-
-La difesa, che il padre Simon scrisse a favore di Raffaele Levi, fu la
-prima sua pubblicazione che levasse qualche rumore. Sarebbe però
-assolutamente erroneo il giudicare il Simon un giudeofilo; combattendo
-la stolta accusa egli non obbediva che a quei sentimenti d'onestà
-ch'eran in lui connaturali. Le seguenti parole lo provino: “Io so, egli
-scriveva in tale proposito, che tale nazione ci odia mortalmente, ma noi
-dobbiamo mostrarle come pratichiamo verso di lei la massima del Vangelo
-che ci comanda di amare i nemici nostri”.
-
-(274) _Civiltà Cattolica_, XI serie, vol. 7, pag. 474.
-
-(275) RAYNALD, _Ann. Eccl._, tomo XIII, a. 1235, n. 20; e 1236, n. 48.
-
-(276) RAYNALD, _op, cit._, n. 84.
-
-(277) Anche il popolo talvolta rese giustizia agli Ebrei. VICTOR TISSOT
-nel suo libro _Les Prussiens en Allemagne_ (Paris, Dentu) ci narra a
-pag. 56: “Due lampade d'oro, sospese alla volta della Sinagoga di Worms,
-ardono da sette secoli in memoria di due cristiani che si fecero
-ammazzare per salvare dal furor popolare alcuni ebrei accusati di aver
-mangiato dei bambini. Ancora attualmente si celebra un servizio funebre
-nel giorno anniversario della loro morte.” Forse da questo tributo di
-gratitudine ha origine il proverbio popolare tedesco che suona: _Ebrei
-di Vorms, buona gente_.
-
-(278) Nella stessa seduta, l'illustre statista inglese proclamava che
-gli Ebrei in tutti i paesi in cui vissero si sono sempre conciliati la
-stima generale e la benevolenza dei loro simili mercè la loro condotta
-ed il loro tenor di vita.
-
-(279) Le personalità ci ripugnano; ma vi sono casi nei quali lo
-smascherare disonesti avversari diviene un dovere. E, che l'articolaio
-della _Civiltà Cattolica_ sia, letterariamente almeno, disonesto, lo
-prova a luce meridiana il seguente fatto. Nel quaderno del 3 marzo 1883
-l'articolaio si è messo in testa di provare (_risum teneatis_), colla
-scorta delle profezie, che gli Ebrei abbiano una malattia speciale. La
-sua corta intelligenza non gli ha permesso di comprendere che _le
-malattie_, _le piaghe_ che Mosè minaccia agli Ebrei (_Deut._ XXVIII, 61.
-Cfr. _Salmo_ XLIV, e LXXIV) sono appunto le calunnie orribili che
-scrittori senza fede e senza coscienza scagliano contro di loro e le
-persecuzioni atroci che ne sono conseguenza, _malattie e piaghe_ di cui
-però Ezechiele (XXVI, 13–15) ha anche predetto la fine. Ciò non
-comprendendo l'articolaio e volendo dimostrare che una malattia speciale
-affligge gli Ebrei, è andato a scavar fuori una dotta memoria di un
-medico francese, il dott. Fernando Castelain, _La circoncision est-elle
-utile?_ e siccome intendeva giovarsi di questa memoria contro gli Ebrei,
-impudentemente e scientemente mentendo, comincia dall'affermare che il
-Castelain sia ebreo. Dopo di che, con quella buona fede che gli è
-speciale, l'autore fa dire al dott. Castelain, che vi è _une maladie
-très repandue chez les Juifs_, sciocchezza che l'autore, non ebreo ma
-cattolico apostolico romano, non si è mai sognato di dire, avendo egli
-soltanto affermato che gli Ebrei _allorchè vivevano nei loro paesi_
-(cioè venti e più secoli addietro) andavano soggetti ad una speciale
-malattia, prodotta dal clima, per antivenire la quale venne loro
-ordinata la circoncisione.
-
-Ribadiamo quindi sul viso all'articolaio l'accusa di disonestà
-letteraria, e siccome egli veste un abito che non gli consente di
-chiedere una di quelle riparazioni che s'usano fra gentiluomini, glie ne
-offriamo una di altro genere, e lo preghiamo di dichiarare nella
-_Civiltà Cattolica_ se la accetta, o meno. Depositi egli nelle mani
-dell'Eminentissimo Alimonda mille lire, diecimila ne depositeremo noi.
-Se il dott. Castelain è ebreo, le nostre diecimila lire andranno a
-beneficio di quell'Opera pia che l'articolaio designerà, se è cristiano
-designeremo noi l'Opera pia cui andranno le mille del reverendo
-articolaio. Ben inteso che nel primo caso faremo ammenda onorevole e gli
-chiederemo scusa di ogni nostra parola men che cortese, nel secondo ci
-riserbiamo il diritto di proclamarlo, sempre e dovunque, mentitore e
-calunniatore. Egli non accetterà però la scommessa perchè sa che provare
-la menzogna ci sarebbe facile, ma si trincererà dietro la pretesa sua
-buona fede, perchè crederà più difficile possiamo riunir prove contro di
-questa. Vogliamo dargli, perciò, qui, un buon consiglio. Non invochi per
-carità l'attenuante della buona fede; potrebbe pentirsene ed amaramente
-pentirsene. O taccia, o dica: ho calunniato; sarà meglio per lui.
-
-(280) _Op. cit._, vol. III, pag. 62, col. 1.
-
-(281) GEN., IX, 4 e segg. — LEV., III, 17; VII, 26 e 27; XVII, 12, 14;
-XIX, 26. — DEUT., XII, 16, 23–25; XV, 23. Cfr. I. SAMUELE, XIV, 32, 33 e
-34. — EZECCHIELE, XXXIII, 25. — Che questi precetti biblici fossero
-rigorosamente osservati dagli Ebrei ci è poi provato dagli _Atti degli
-Apostoli_, XV, 28 e 29, nè poteva essere altrimenti se ricordiamo
-Maimonide aver lasciato scritto non esservi vera interpretazione della
-Bibbia se non quella che non si allontana dal senso naturale. Anche il
-Medici, acerbo nemico del nome giudaico, conferma in due luoghi questa
-ripugnanza degli Ebrei pel sangue. A pag. 72 della più volte citata sua
-opera scrive: “Si astengono parimenti dal sevo di Bue, di Capra e di
-Agnello e da qualsivoglia sorta di sangue, e di animale. Per non
-mangiare il detto sangue, scannan la bestia con molte loro superstizioni
-.  .  .  .  . Avanti di cuocere la carne la tengono per lo spazio di
-un'ora nel sale acciocchè esca tutto il sangue e poscia la lavano con
-diligenza.” E più innanzi a pag. 82: “Circa la proibizione del sangue è
-necessario sapere che in molti luoghi della Scrittura Iddio l'ha
-proibito.”
-
-(282) LEVI, _op. cit._, pag. 431. Cfr. TALMUD PESACHIN, fol. 35.
-
-(283) RABOT, fol. 290, 2.
-
-(284) Luisa Lateau, la famigerata stigmatizzata di Bois d'Haine nel
-Belgio, la quale ogni venerdì pretendeva soffrire i dolori della
-Passione di N. S. e sudava sangue dalle stimmate!!
-
-(285) ROHRBACHER, _Storia universale della Chiesa Cattolica_. Torino,
-Marietti, 1869, vol. VI, pag. 558.
-
-(286) Anche nell'epidemia colerica di questo anno fatti simili si ebbero
-a deplorare, non soltanto in Marsiglia, ma anche nel nostro Piemonte.
-(Cfr. un carteggio da Cuneo, 31 luglio 1884, nella _Gazzetta
-Piemontese_).
-
-(287) Lo scopo per cui si ordiscono simili infami calunnie contro gli
-Ebrei è sempre un solo: il saccheggio. Chi avesse d'uopo di nuove prove
-per esserne convinto legga quanto scrivevasi da Pietroburgo, 30 giugno
-1884, alla _Gazzetta Piemontese_:
-
-“Eccovi ulteriori ragguagli sulla sommossa antisemitica che ebbe luogo
-il diciannove del corrente mese nella popolosa Nijni-Novgorod.
-
-“Verso le otto di sera di quel giorno si sparse la voce, nel sobborgo di
-Konovino, posto sulla riva sinistra dell'Oka, che gli Ebrei si erano
-impossessati d'un ragazzo e lo avevano nascosto nella sinagoga. Una
-folla immensa si raccolse tosto nei pressi dell'oratorio israelitico e
-cominciò a gridare: _Morte agli ebrei!_
-
-“La polizia del sobborgo essendo insufficiente per numero a calmare e
-disperdere la folla, mandò per soccorsi in città. Questi soccorsi però,
-mancando un ponte permanente sull'Oka, ritardarono ad arrivare, e la
-folla, spinta da alcuni facinorosi, ebbe campo a sfogare l'ingiusta ira
-contro gli Ebrei e le loro sostanze.
-
-“Afferrato un giovane israelita, che in quel punto passava per la via,
-la plebaglia lo bastonò a sangue. La folla corse quindi alla sinagoga,
-ne ruppe i vetri e le porte e la invase. Gl'israeliti addetti al
-servizio del tempio, che si erano rifugiati nelle soffitte, vennero
-tratti dal loro nascondiglio e battuti ancor essi.
-
-“Mentre tali valentie si compivano nella sinagoga, un altro centinaio di
-quei furibondi invase la casa d'un israelita impresario di costruzioni.
-La casa venne saccheggiata e gli abitanti assaliti a colpi di bastone e
-di pietre. Sei altre case furono demolite ed alcune altre saccheggiate.
-
-“Nove israeliti caddero vittime di quei forsennati. Questi disgraziati
-non poterono opporre alcuna resistenza, poichè a Konovino le famiglie
-israelite non oltrepassano la dozzina, mentre il numero dei loro
-assalitori saliva a parecchie centinaia.
-
-“La folla abbandonò l'inonorato campo delle sue prodezze all'arrivo
-della truppa, che operò centocinquanta arresti.
-
-“Il procuratore generale Murawief è partito da Pietroburgo per
-Nijni-Novgorod per istruire il processo.
-
-“Questa volta pare sul serio che il Governo intenda dare agli antisemiti
-un esempio salutare. Sarebbe ora!”
-
-La _Wiener Abend Zeitung_ ha da Pietroburgo 2 agosto, che, chiusa
-l'inchiesta preliminare per questi fatti, vennero chiamati a risponderne
-109 persone, divise in 46 gruppi. Il processo avrà luogo in settembre
-davanti all'autorità militare.
-
-(288) Anche Mosè cedette alle idee dei tempi, non senza però aver contro
-di esse reagito quanto più poteva; restrinse però di assai i sacrifizi,
-proibì gli umani ed ordinò che gli altri non si facessero se non nel
-tempio, presago quasi che un giorno la distruzione del tempio,
-trascinerebbe seco la fine di ogni effusione di sangue.
-
-(289) _Mœurs des Chrétiens_, cap. XIII. Lo stesso Fleury, nella sua
-_Histoire Ecclésiastique_, dà prova, in questa questione, di una grande
-e rara imparzialità.
-
-Nel libro LXXIII, cap. 40 (ed. Avignone 1777, vol. X, pag. 555) dopo
-aver riferito vari fatti di questo genere, addebitati agli Ebrei nel XII
-secolo, scrive: “Je ne vois point que jusque-là on ait formé contro les
-Juifs de telles accusations, qui devinrent très frequentes depuis. Les
-Juifs prétendent que ce sont des calomnies: mais pourquoi les chrétiens
-les auroient ils avancées en ce temps plutôt qu'en un autre, s'il n'y
-avoit eu quelque fondement?” Evidentemente il sostituto del buon Fénélon
-scrivendo queste parole era convinto che qualche cosa di vero ci fosse
-nell'accusa mossa agli Ebrei; ma egli progredisce nella sua opera e
-giunto al secolo XIII si imbatte in nuovi fatti congeneri addebitati
-agli Ebrei, non manca, è vero, di riferirli nel libro LXXXVIII, cap. 40
-(vol. XII, pag. 177 e segg. dell'ed. succitata) ma evidentemente pentito
-di quanto aveva scritto nel volume precedente, fa seguire la narrazione
-di tali fatti da questa dichiarazione:
-
-“Quelques auteurs disent que les Juifs commettoient ces cruautés pour
-avoir du sang des chrétiens, et l'employer à des remèdes ou des
-opérations magiques; mais les raisons qu'ils en rendent sont si
-honteuses et si frivoles, que je ne daigne les rapporter. Au reste je ne
-trouve aucun de ces faits appuyé des preuves incontestables: et il
-importe peu de les verifier, si ce n'est à cause de ces prétendus
-martyrs. Car l'église n'a intérêt que de convertir les Juifs et non pas
-de les détruire ou les rendre odieux.”
-
-(290) ORIGENES _in Celsum_.
-
-I. TERTULLIANI, _Apologeticus_, 7.
-
-CLEMENS ALEXANDRINUS, _Protrept._ LIX, 9.
-
-GREGORIUS NAZIANZENUS, _Orationes_, 33, 532, C.
-
-CASTOR, _Ap. Hist._, 7.
-
-BARONIUS, _Annales ecclesiastici_, An. 120. n. 22, ecc.
-
-EPIPHANIUS, _Contra octaginta hoereses_, 26 e 27.
-
-IRENAEUS, I, 24.
-
-EUSEBII, V, _Historiae_, 1.
-
-JUSTINUS, _Apologia_, 50, c.
-
-HISTORIA _Ecclesiastica_, III, 21.
-
-EUSEBII, IV, _Historiae_, 7.
-
-ATHENAGORAS.
-
-JUSTINUS, 1, _Apologia_.
-
-MINUCIUS FELIX.
-
-(291) Il dottissimo Mortara in una dissertazione pubblicata nel _Mosè,
-Antologia Israelitica_, di Corfù, dell'aprile 1884, col titolo _Origine
-dell'accusa del cibarsi di sangue umano nelle agapi dei primi
-cristiani_, scagiona gli Ebrei dall'accusa di aver diffusa questa
-calunnia contro i primi cristiani. Il dotto Rabbino prova come Minuzio
-Felice e Tertulliano non soltanto non abbiano attribuito agli Ebrei
-l'invenzione di siffatte calunnie, ma ne abbian fatto speciale addebito
-ai Romani. Appoggiandosi poi all'autorità del Renan (_Saint Paul_, p.
-269 e l'_Église Chrétienne_, p. 306) prova come l'accusa potesse
-facilmente sorgere da una cattiva interpretazione delle parole del
-Vangelo relative al Sacramento dell'Eucarestia e fors'anche da qualche
-trista pratica religiosa in uso presso sette cristiane. Locchè è
-confermato anche dal Fleury che nello stesso capitolo, da cui abbiamo
-tolte le nostre citazioni, scrive: “Questi sospetti erano appoggiati
-dagli abbominii che i gnostici, i carpocrati ed altri eretici
-commettevano nelle loro assemblee.” Proseguendo poi nella sua
-dimostrazione il chiar. Mortara pone in luce come Eusebio, Atenagora ed
-altri, non escluso lo stesso Giustino, attribuiscano al diavolo le
-calunnie di cui eran vittima i Cristiani. Conchiude infine il chiar.
-autore quella parte della sua dissertazione che concerne l'argomento
-nostro, facendo risultare come nella epoca in cui sorsero quelle accuse
-contro i primi Cristiani, gli Ebrei, confusi con essi, fossero coinvolti
-nelle stesse persecuzioni da parte dei gentili. Locchè esclude che ne
-fossero gli istigatori. Infine rileva come da un lato i gentili avessero
-nelle loro storie numerosi esempi di atrocità e di incesti, sicchè
-potevano agevolmente essere indotti a pensare a siffatti delitti e ad
-accusarne altri, mentre gli Ebrei, cui riti siffatti furono sempre
-sconosciuti, non avrebbero avuto dove attingerne l'idea. — Aggiungiamo a
-queste osservazioni del chiarissimo Mortara che il Pamelio (1536–1587),
-nel suo commento a Tertuliano, espressamente nota che tale accusa deriva
-la sua origine dalla Cena cristiana.
-
-(292) TERTULLIANI, _Apologeticus_, 7, 8, 9.
-
-ORIGENES _contra Celsum_, VI, 293.
-
-(293) TERTULL., _Ap._, 50. BARON., an. 138, n. 5 _Bioeothanati.
-Sarmenticii. Semaxi._ BAR. 385, N. 5.
-
-(294) SVETONIUS, _Claud._, n. 25. Judæos, impulsore Christo, assidue
-tumultuantes Roma expulsit.
-
-(295) SVET., _Ner._ n. 16. Affecti suppliciis Christiani, genus hominum
-superstitionis novae ac maleficae.
-
-(296) TACIT., 15, _Annal._
-
-(297) Quos per flagitia invisos vulgus christianos appellabat.
-
-(298) Repressaque in praesens exitiabilis superstitio.
-
-(299) Quo omnia undique atrocia et pudenda confiuunt celebranturque.
-
-(300) GUIBERTUS NOVIGENTINUS, pag. 519, 520. ADEMARI, _Chronicon_, al
-tomo X dei _Historiens des Gaules_, pag. 159.
-
-(301) _Grandes chroniques de France_, (édit. Paulin, Paris) Cfr. PIERRE
-DU PUY, pag. 26.
-
-(302) Cfr. JULES LOISELEUR, _La Doctrine Secrète des Templiers_. Paris.
-Durand, 1872, Libro rarissimo, come quello che non venne tirato che a
-duecento soli esemplari. Quello che noi abbiamo potuto esaminare si
-trova nella Biblioteca Nazionale di Firenze.
-
-(303) Cfr. _Diarium_ JOHANNIS BURCHARDI, pubblicato da Achille
-Gennarelli, pag. 193, Firenze, 1854.
-
-(304) Abbiamo fedelmente tradotto il brano dell'autore da noi citato; se
-in esso si riscontrano delle oscurità e delle lacune, non voglia il
-cortese lettore farne colpa al traduttore, il quale può dire, con serena
-coscienza, _Quod potui dedi_, convinto del resto che ciò che ha dato è
-sufficiente a confortare le sue asserzioni.
-
-(305) Veggasi in particolare il _Temps_ del 24 giugno 1869, dove si
-trovano degli estratti del rapporto di Mgr. Platone, metropolitano di
-Mosca, all'imperatore Alessandro.
-
-(306) Gli Skoptsi, setta religiosa russa, fondata, a quanto sembra, da
-Selivanoff, uno dei tanti impostori che nel secolo scorso si spacciarono
-per l'imperatore Pietro III; trae la sua origine da una inesatta
-interpretazione del versetto del Vangelo di s. Matteo: (XIX, 12)
-“_Perciocchè vi sono degli Eunuchi i quali sono nati così dal ventre
-della madre; e vi sono degli eunuchi, i quali sono stati fatti eunuchi
-dagli uomini; e vi sono degli eunuchi, i quali si sono fatti eunuchi
-loro stessi, per lo regno de' cieli. Chi può esser capace di queste cose
-sialo._”
-
-Il LEROY BEAULIEU consacra a questi Skoptsi varie pagine del suo studio
-_L'Empire des Tsars et les Russes_ (_Revue des Deux Mondes_, 1875, vol.
-3, pag. 600 e seguenti). Egli però non fa parola di questo orribile
-addebito ed anzi scrive: “Leurs réunions sont innocentes, on y chante
-des chastes cantiques, et un mouton blanc ou un pain de blanche farine
-(_Kalatch_) y sert à la communion.” I _Khlysty_, o _flagellanti_, sembra
-abbiano avuto origine verso la metà del XVII secolo. A proposito di essi
-e dei _skakonnys_, o _saltatori_, che ne sarebbero una emanazione, il
-Leroy Beaulieu (_loc. cit._) scrive: “A en croire leurs adversaires
-orthodoxes, des sacrifices humains et une sort de cannibalisme sacré se
-seraient ainsi rencontrés chez des sectaires de la Russie moderne. Chez
-les uns c'était un enfant nouveau-né, l'enfant d'une fille non mariée
-qu'on égorgeait après le baptême, et dont le sang et le cœur mêlés à du
-miel tenaient lieu d'eucharistie et du sang de l'agneau de Dieu (Mgr.
-PHILARÈTE, _Istoria Rousskoi tserkvg_). Chez d'autres . . . . . . De
-telles pratiques sanglantes . . . . . signalées il y a mille ans par les
-annales de Nestor chez les païens de la Russie, se seraient retrouvées
-de nos jours chez des tribus finnoises de l'empire. On est d'autant plus
-tenté de croire à l'exagération ou aux fantastiques illusions des récits
-de ce genre que le paysan russe est naturellement plus doux.”
-
-Fin qui l'illustre economista francese; dal canto nostro, senza dare in
-proposito nessun giudizio, osserviamo, che la pretesa mitezza del
-contadino russo ci sembra divenir ferocia sotto l'impero del misticismo
-religioso cui è grandemente inclinato. Chi non ricorda infatti i delitti
-di coloro che si mutilavano da sè e dei _stranniki_ (che fanno un atto
-meritorio dell'assassinio di un eretico), e chi non sa i vani sforzi
-della polizia per venire a capo dei _Bezpopotzi_ di Jaroslaw (che
-uccidono i neonati)?
-
-Mentre stiamo correggendo le bozze di questo capitolo, giugno 1884, i
-giornali politici ci recano la seguente notizia che infirmerebbe
-alquanto l'asserto del Leroy-Beaulieu: “Telegrafano da Pietroburgo alla
-_France_ essere stata scoperta in Crimea una nuova setta religiosa,
-estremamente sanguinaria, il cui dogma è il culto di San Agostino e di
-Sant'Elena. I credenti di simile setta si obbligano ad uccidere tutti
-coloro che si rifiutassero di abbracciare la loro religione. Questi
-fanatici hanno già assassinato gran numero di contadini.”
-
-(307) RAYNOLD ad. an. 1308.
-
-(308) Infinite erano le accuse assurde mosse contro gli Ebrei nel medio
-evo. Il favore di cui essi godevano da parte degli Arabi infedeli era
-causa di nuove persecuzioni nei paesi cristiani. Gli Ebrei del mezzodì
-della Francia furono accusati di aver chiamati i Saraceni per liberarsi
-dalla crudele tirannia del vescovo di Tolosa. Nell'XI secolo gli Ebrei
-di Orléans sono accusati di avere eccitati i Mussulmani di Gerusalemme a
-profanare il sacro sepolcro. L'accusa è assurda, ma basta a dar pretesto
-a lunghe e sanguinose persecuzioni, (Cfr. DOM. BOUQUET, _Recueil des
-Hist. de France_, tom. XII, pag. 240 e RODULPH. GLABR. ap. Sism., tom.
-IV). Nel 1222 in Germania sono accusati di favorire le conquiste dei
-Persiani e dei Tartari (Cfr. BASNAGE, _op. cit._, pag. 1862). Insomma
-basta che una sciagura minacci un paese, perchè tosto se ne accusino gli
-Ebrei. Non basterebbe poi lo intiero volume se volessimo riferire tutte
-le strane dicerie che ebbero corso fra le plebi sul conto degli Ebrei, e
-che forse oggi ancora non sono del tutto bandite dalle menti più rozze.
-Vi fu chi disse che l'ebreo uscendo dall'alvo materno abbia una mano
-piena di sangue; altri che ogni ebreo porti seco dalla nascita una
-macchia, od una piaga, che si inciprignisce ogni mese; si farneticò che
-in mano ad ogni ebreo moribondo si pongano tre pietruzze perchè entrando
-in paradiso le scagli contro N. S. Gesù Cristo e si arrivò persino ad
-asserire un fatto che tutti possono coi loro occhi verificare falso;
-cioè che ogni qualvolta imperversa un temporale, ravvisando
-nell'infuriare della natura un segno precursore della venuta del Messia,
-spalanchino le finestre perchè questi possa più agevolmente entrare in
-casa loro!!
-
-Di fronte a cosiffatte accuse diviene inutile soffermarsi su tutte le
-altre che nel medio evo si rivolgevano agli Ebrei, come ad esempio di
-prestare un'adorazione idolatra ai libri della Bibbia, di tosare le
-monete, di bestemmiare, ecc., ecc. La falsità evidente delle une, basti
-a provare la falsità delle altre.
-
-(309) _Adv. Jud._, Hom. 1, pag. 391; Hom. 3, pag. 439. Cfr. BASNAGE,
-_Hist. des Juifs_, V, 1668.
-
-(310) Non mancò neppure chi, volendo scusare gli Ebrei dalla turpe
-accusa, sostenne che tali omicidii di bambini sarebbero stati commessi
-da Ebrei per compiere col sangue ricavatone sortilegi, magie ed altre
-operazioni diaboliche. Esaminiamo dapprima se la pratica di tali
-sortilegi sia conciliabile colla religione mosaica.
-
-Son noti a tutti i precetti della Bibbia che vietano agli Ebrei i
-sortilegi e le arti magiche di qualsivoglia natura, precetti
-riconfermati dal Talmud in più e più luoghi.
-
-E gli Ebrei si mantennero generalmente ligi a tali precetti, anche
-quando i popoli fra cui vivevano erano infetti di pregiudizi di ogni
-natura.
-
-Maimonide, il massimo fra gli scrittori ebrei, è l'autore di una lettera
-ai Rabbini di Marsiglia, in cui demolisce le basi dell'astrologia
-giudiziaria, lettera che fu approvata da due papi: Sisto V ed Urbano VII
-(CONST. XVII. _Bullarii_ t. II).
-
-La ripugnanza degli Ebrei per le arti magiche ci è poi confermata dal
-seguente brano del MODENA, (_op. cit._, p. V, c. II, pag.
-113). . . . . .“Il dar fede ad ogni qual si sia sorte di Auguri alla
-giuditiaria, tutti sortilegii, Geomantia, Chiromantia et ogni simile
-divinatione hanno per grave peccato.
-
-Et molto più operar qualsivoglia Negromantia, Magia, Prestigii,
-Theorgia, scongiuri di demoni o d'angioli, cercar responsii da morti et
-ogni cosa di queste espresse e comprese dal _Deut._ XVIII, 10, 13.”
-
-Non ci si dica che gli Ebrei seguaci della Cabala poterono consacrarsi
-alla Magia, perchè le dottrine cabalistiche, da cui non fu alieno
-neppure san Gerolamo, (HIERON., _Ep._ 155, _ad Paulam Urbicam_, pag.
-1307 e 1308. BASNAGE, _op. cit._, lib. III, cap. 24, pag. 1016, 1017),
-non hanno niente di comune colla magia. Dopo ciò, se fosse provato che
-qualche ebreo ha ucciso un fanciullo cristiano per adoperare il suo
-sangue in operazioni magiche, l'autore di tale nequizia non potrebbe
-considerarsi che come apostata dalla propria religione, nè più nè meno
-di quello che siano a considerarsi apostati dal Cristianesimo tutti
-coloro che ad arti magiche, ed a sortilegi si consacrarono.
-
-(311) “Depuis près de deux mille ans cette misérable Nation est eparse
-sur la terre, elle en est l'excrément, la malédiction, la raclure, elle
-gémit dans une longue et cruelle captivité” (JURIEU, _L'accomplissement
-des Prophéties_, t. 3, 12. Rotterdam, 1690, pag. 205).
-
-(312) DE ROSSI, _Dizionario storico degli autori ebrei_, a. v.
-
-(313) VII, 17, 20; XII, 7, 22, 23.
-
-(314) Cfr. _Archives Israélites_, 1º marzo 1862, pag. 163 e 164, e D. H.
-STREAK. Monatsbb. II (1882), pag. 221 e segg. tolto dall'EVANG.
-KIRCHENZEITUNG, 12 agosto 1882.
-
-(315) _Prima Epistola di S. Giovanni_, I, 5.
-
-(316) GENESI, I, 2.
-
-(317) GENESI, VI, 2.
-
-(318) _Prima Epistola di S. Giovanni_, III, 9.
-
-(319) SCHMIDT, _Hist. des Cathares_, II, pag. 22, e gli _Actes de
-l'inquisition de Carcassonne_, 1247, che conservansi manoscritti nella
-Biblioteca Imperiale di Parigi.
-
-(320) Ancora in pieno secolo decimonono il Rohrbacher nella sua _Storia
-della Chiesa_ (Torino, Marietti, vol. I, pag. 374) premette ad un rapido
-cenno sui sacrifizi umani queste parole:
-
-“Satana, il Dio di questo secolo, è non solo uno spirito di superbia,
-usurpatore degli onori celesti, uno spirito immondo che spinge l'uomo a
-impurità d'ogni fatta; ma egli fu altresì omicida fin da principio, ed è
-questo un terzo carattere dell'impero che egli ha esercitato sulla terra
-sotto il nome d'idolatria.”
-
-Se così si ragiona ai tempi nostri, come si sarà ragionato un quindici o
-sedici secoli fa?
-
-(321) Il fatto avvenne a Parigi durante l'assedio che quella città ebbe
-a soffrire da parte dei Prussiani.
-
-(322) Nei tempi in cui si diffuse per le prime volte questa calunnia gli
-Ebrei non erano ancora confinati nei Ghetti.
-
-(323) BASNAGE, _op. cit._, libro VII, cap. XI, 1679 e segg.
-
-(324) La Chiesa non vide mai di buon occhio la canonizzazione di
-siffatti bambini. Quel Papa miracolo che fu Benedetto XIV, seccato dal
-principe vescovo di Bressanone perchè canonizzasse un tal Andrea, nato a
-Rinn, e che si pretendeva immolato presso Innsbruch dagli Ebrei il 9
-luglio 1462 (_si noti se il fatto fosse vero l'imprudenza e la demenza
-degli Ebrei che avrebbero commesso a soli tredici anni di distanza due
-delitti di questo genere a poche miglia l'uno dall'altro_) scappò fuori
-colla costituzione _Beatus Andreas_ che si legge nel tomo XIX del _Bull.
-Magn._, pagina 120, emanata a' 23 maggio 1755 e diretta a mons.
-Benedetto Veterani promotore della fede, per dichiarare che non
-conveniva canonizzare i bambini per più ragioni: 1º per la novità; 2º
-per non avvilire colla frequenza le canonizzazioni; 3º perchè da questi
-bambini niun esempio di virtù possono cavare i fedeli, non potendoli
-essi aver dati in così tenera età. Quindi ordinò al promotore della
-fede, doversi in tale maniera rispondere a chiunque domandasse la
-canonizzazione di simili bambini (Cfr. MORONI, _Diz. di Erudiz.
-Storico-Ecclesiastica_, vol. VII, pag. 312).
-
-
-
-
- V.
-
- Di varie pubblicazioni antisemite.
-
-
-
-
- 1º LETTERA.
-
-
- _Al chiarissimo sig. Direttore della_ Civiltà Cattolica,
-
- Firenze.
-
-I primi capitoli di questo mio, qualsiasi, lavoro erano già licenziati
-alle stampe, allorquando, ricercando nella _Civiltà Cattolica_ i
-documenti che sapevo esservi stati pubblicati sul preteso uso del sangue
-cristiano nei riti ebraici, mi accorsi che il _coscienzioso_ indagatore
-di quei documenti li aveva fatti precedere da alcune sue articole sulle
-qualità generali degli Ebrei.
-
-All'articolaio suo non risponderei; chè quelle articole non
-meriterebbero proprio che io sprecassi attorno ad esse tempo ed
-inchiostro; ma rivolgo la mia risposta alla Signoria Vostra Preclara,
-perocchè quelle articole non hanno, agli occhi di ogni uomo spassionato,
-altro valore, da quello infuori che ad esse deriva dall'essere state
-accolte in un periodico tanto importante, quale è quello, diretto da V.
-S. Chiarissima.
-
-Io non so quanto siavi di vero nella comune credenza, che asserisce, la
-_Civiltà Cattolica_ essere l'organo di quella Compagnia, che nei secoli
-scorsi ha dato all'Italia, nel Padre Lana Terzi, il divinatore delle
-maggiori scoperte, per cui vada orgoglioso il secolo nostro, e che,
-nell'età, nostra, ci diede quel Padre Secchi il cui nome, la cui memoria
-_ut sidera fulgent_.
-
-Ma appartenga Ella, o meno, alla dotta Compagnia, di una cosa io sono
-sicurissimo, che cioè Ella risente per essa la maggior stima, e
-considera le persecuzioni delle quali fu, è, e, pur troppo, sarà,
-vittima, da una parte, come una prova della malvagità dei tempi,
-dall'altra, come una grazia specialissima del Signore che vuole, con
-triboli e persecuzioni immeritate, sperimentare la fedeltà di quei
-devoti Suoi servi.
-
-Ora, vorrebbe Ella dirmi, riveritissimo signor mio, qual cuore sarebbe
-il suo se un giorno, aprendo qualche giornale, e non ne mancano, nemico
-di quella Compagnia, le accadesse di leggervi le seguenti pagine?
-
-“Assurdo è il supporre che i varî popoli si siano data la voce e la
-parola d'ordine, di odiare, disprezzare e perseguitare così, senza scopo
-nè perchè, un _ordine_ speciale. Dunque bisogna ammettere in
-quest'_ordine_ speciale una causa a _lui_ inerente, insita e quasi
-connaturata, che sempre mostra i suoi effetti ed eccita sempre l'odio,
-il disprezzo e la persecuzione non evitabile, nè di fatto mai evitata,
-in pressochè _un secolo e mezzo_. La qual causa consiste nel suo odio
-teorico e pratico contro il genere umano _non gesuita_. E la causa di
-quest'odio dove si trova? Ossia, come si forma così e si educa l'indole
-e la natura _gesuitica_ a quest'odio teorico e pratico contro il genere
-umano? Non per fermo colla legge morale ed educazione religiosa
-semplicemente _cattolica_, qual è rivelata da Dio nell'antico e _nel
-nuovo_ Testamento. Resta dunque, che la _Compagnia_ _di Gesù_, si sia
-foggiata una legge, una morale ed un'educazione religiosa novella e non
-_cristiana_, che seco si porta in tutti i paesi dove si va ad abitare, e
-che mai non ha abbandonata per tanti _anni_, ed anzi andò sempre più
-perfezionando, ossia corrompendo in teoria ed in pratica, ottenendo così
-da tutti i popoli e da tutti i tempi quel ricambio di odio, di disprezzo
-e di persecuzione che essa ha giurato e praticato sempre contro tutti i
-popoli ed in tutti i tempi. Or questo impasto di veleno, di odio, di
-immoralità e di empietà che forma ora la _regola_ e la morale, se non
-sempre pratica, almeno sempre certamente teorica, della _Compagnia di
-Gesù_ è quello che si chiama _Monita secreta_.
-
-“.  .  .  .  . Del resto, sarebbero ben sciocchi i _gesuiti_ se non
-negassero anche in tal caso la verità conosciuta. Ma si mostrerebbero
-molto più accorti e più savî se invece di negare a parole ciò che le
-loro autentiche e canoniche leggi dimostrano a chi sa leggere i loro
-libri, negassero invece coi fatti quello che invece pur troppo coi fatti
-certamente e notoriamente sempre confermarono e confermano ancor
-presentemente. Senza i quali fatti, conformi alle loro leggi, chi
-potrebbe mai spiegare quelle sì ognora rinascenti sollevazioni contro di
-loro di tanti popoli? Le quali non si sono verificate mai contro nessun
-altro _ordine religioso_; perchè nessun altro _ordine religioso_ vi ha
-mai dato somigliante motivo. Giacchè anche qui è vero che _nihil fit
-sine ratione sufficienti_. E se la _Compagnia di Gesù_ sola fra tutti
-gli _Ordini religiosi_ fu sì odiata sempre, convien bene che vi sia in
-lei insita una sufficiente ragione eccitante questo continuo e comune
-odio contro di lei di tutte _le nazioni_. Or questa ragione sufficiente
-non può trovarsi certamente nella Legge _religiosa_. È dunque, anche per
-ciò solo, necessario il supporre che vi sia ora un'altra legge che la
-regola e governa, ossia la sregola e la sgoverna.
-
-“La quale legge non è altro che i _Monita secreta_, lambiccati e
-quintessenza dell'odio e della malizia antisociale ed anticristiana e
-_dei gesuiti cacciati_ per divino castigo _dalle loro sedi_, e dispersi
-tra le genti fino al giorno in cui riconosceranno anche essi il vero
-Messia: _la libertà_. Allora avremo forse anche noi _salutem ex inimicis
-nostris et de manu omnium qui oderunt nos_. La _Compagnia di Gesù_
-infatti, come fu ed è dappertutto influentissima nel male, dopo che
-abbandonò la vera _dottrina di Cristo_, così sarebbe stata e sarà senza
-dubbio, influentissima nel bene quando o non l'avesse abbandonata, o le
-ritornasse in seno.”
-
-Io sono certo che leggendo siffatto ammasso di banali insolenze, non
-sorrette da nessuna ragione, non confortate da nessun fatto, da quello
-infuori, brutalmente vero, delle persecuzioni sofferte, Ella proverebbe
-un impeto di sdegno.
-
-Ed avrebbe, Riverito Signor mio, non una, ma mille ragioni; perocchè
-oggi chi studia le questioni sociali e storielle, sopra libri alquanto
-più seri che non sieno i romanzi di Eugenio Sue, sa, con certezza, che
-l'invenzione dei _Monita secreta_ è una delle più spudorate calunnie che
-sieno mai uscite dalla penna di libellista settario.
-
-Ma sa Ella donde ho tratto le pagine surriferite contro la Compagnia di
-Gesù?
-
-Sono nè più nè meno che quanto si legge nel volume 6º, anno 1881, pagg.
-601 e 735 della sua _Civiltà_; soltanto, non per ricordare anco una
-volta. a V. S. Ill.ma il noto _qui gladio ferit, gladio perit_, ma per
-mero artifizio di polemica, mi son permesso di sostituire sempre e
-dovunque alla parola _ebrei_ quella di _gesuiti_, alla parola _Talmud_
-quella di _Monita secreta_ (calunnia per calunnia) indicando del resto
-sempre e dovunque le mie modificazioni con carattere corsivo; buona fede
-questa alla quale nè i Gesuiti, nè gli Ebrei sono avvezzi da parte dei
-loro avversari.
-
-Capisco che Ella mi dirà che ciò che si è detto dei _Monita_ è calunnia
-nera, e verità invece sacrosanta quanto l'articolaio suo blatera contro
-il _Talmud_; ma io le risponderò pregandola a rileggere quanto è scritto
-nei precedenti capitoli e ad esaminare, con serena coscienza, se più
-sian convincenti gli argomenti miei o quelli dell'articolaio suo; ma
-siccome in quei capitoli io non pigliavo di fronte uno piuttosto che un
-altro nemico del giudaismo, e combattevo, non il calunniatore, ma la
-calunnia, così consenta che in questa mia lunga lettera io risponda a
-talune delle più impudenti osservazioni dell'articolaio suo.
-
-Abilità miranda, malizia sopraffina od arte infernale, Riveritissimo
-Signor mio, è invero quella di cui fa prova l'articolaio suo,
-allorquando a pag. 4 e 5 del vol. V, pretende provare che l'Assemblea
-dei notabili ebrei, prima, ed il Sinedrio da poi, convocati a Parigi dal
-primo Napoleone, ingannarono la Francia ed il mondo, e facendo mostra di
-amore pei Francesi e per gli uomini civili in generale, proclamarono
-invece altamente il loro odio per tutti quanti non sono Ebrei.
-
-Riassumo l'argomentazione dell'articolaio suo.
-
-Egli dice: Gli Ebrei dichiararono in quelle solenni adunanze, di avere
-in conto di fratelli coloro che osservano i sette precetti noachitidi. E
-questo è vero. Ma, prosegue l'articolaio, fra questi precetti vi ha
-quello di non mangiar carne strappata da animale vivo, e l'altro di
-aborrire dal culto degli idoli. Ora nessun popolo, tranne l'ebreo,
-aborre dall'uso di carni strappate da animali vivi e l'ebreo considera
-idolatri i Cristiani pel culto di latria che rendono a N. S. Gesù
-Cristo, pel culto di dulia che professano alla Beata Vergine. Quindi gli
-Ebrei dicendo di aver in conto di fratelli coloro che osservavano i
-sette precetti noachitidi, venivano, alla fin dei conti, a dire che non
-avevano in conto di fratelli altro che se stessi.
-
-Non mi affannerò io certamente a provare che il Dio della Bibbia rivelò
-a Noè ed a' suoi figli i sette precetti che i talmudisti dicono
-noachitici.
-
-Son fole, indegne che Ella ed io ci perdiamo tempo.
-
-Ma vorrà Ella negarmi che quei sette precetti rappresentino il
-_minimum_, per così dire, della morale?
-
-Che vi ha dunque di strano se gli Ebrei dicono doversi considerare
-fratelli quelli soltanto che quei precetti noachitici osservano?
-
-Per noi, educati alle idee di moderna tolleranza, di quella tolleranza
-che l'articolaio suo chiama massonica e che io dico cristiana, è infame
-eccettuare, teoricamente almeno, dalla fratellanza universale il
-cannibale e l'antropofago; alla S. V. Ill^ma — nel cui giornale si
-tributano continui elogi alla cattolica Spagna, che non paga di aver
-bruciato Mori ed Ebrei in casa sua, ha distrutto, quasi, in America, le
-razze autoctone — alla S. V. Ill^ma, siffatta eccezione deve sembrar
-naturale quando le sia provato che non si riferisce a' popoli cristiani
-o maomettani, ma soltanto agli idolatri ed ai cannibali propriamente
-detti. E questo lo proverò in poche righe, malgrado i sofismi, diremo
-_rabbinici_, dell'articolaio suo.
-
-Cominciamo _in amoenis_, e cioè dal precetto di non mangiar carni
-strappate da animali vivi. Nessuna religione, dalla giudaica in fuori,
-dice l'articolaio suo, ha tale precetto siccome rivelato da Dio; sopra
-il che ricorda quanto è scritto nei _Fioretti di San Francesco_ nel capo
-I della vita di Fra Ginepro: “Visitando un frate infermo, domandollo:
-Possoti io fare servigio alcuno? Rispose l'infermo: Molto mi sarebbe
-grande consolazione uno peduccio di porco. Disse Frate Ginepro: Lascia
-fare a me. E va e piglia un coltello, ed in fervore di spirito va per la
-selva dov'erano certi porci a pascere, e gittossi addosso ad uno e
-tagliali il piede e fugge lasciando il porco col piè troncato” violando
-così — prosegue l'articolaio — un precetto noachitico e rendendo indegni
-sè e il Frate infermo che mangiò il peduccio di porco, della carità
-universale ebraica.
-
-L'articolaio ha dimenticato che il buon Fra Ginepro ha violato, non uno
-ma due precetti noachitidi — tanto è vero che i precetti della legge
-morale sono strettamente connessi gli uni cogli altri — ed ha violato
-proprio un precetto che Dio ha dato, non soltanto a Noè, ma a Mosè sul
-Sinai, che la Chiesa cattolica ha conservato fra i comandamenti di Dio,
-e che i codici penali di tutti i paesi del mondo, non cannibale, hanno
-accolto nelle loro ampie braccia: _Settimo_: NON RUBARE.
-
-Non farò io colpa a Fra Ginepro del furto commesso e della crudeltà di
-cui si rese colpevole verso quel povero porco; il fervore della carità
-giustifica colpe ben più gravi che non sian quelle del buon fraticello,
-ma chieggo a V. S. Ill^ma di indicarmi una nazione civile, un uomo solo,
-il cui senso morale non sia completamente ottuso, che consenta a
-recidere un membro ad un animale vivo per cibarsene.
-
-Allorquando i Talmudisti scrivevano non si conosceva _morale
-indipendente_; sola sorgente di ogni morale era Dio; se essi posero
-sotto la salvaguardia di Dio un precetto che Dio non ha certamente
-rivelato a Noè, ma che ha scolpito nel cuore di ogni uomo, vorrà Ella
-farne colpa agli Ebrei? E lo potrebbe Ella, pensando con quanto
-accanimento i giornali di parte sua, e forse la stessa sua _Civiltà_,
-perseguitarono la vivisezione, certamente altrettanto crudele quanto
-l'atto di Frà Ginepro, ma, forse, giustificata dal grande incremento che
-apporta alle anatomiche discipline?
-
-Creda, creda pure l'articolaio, che il mondo civile intero professa il
-precetto noachide di non mangiar carne strappata ad animali vivi.
-
-_Sed majora premunt_. Al dire degli Ebrei, i Cristiani sono idolatri,
-quindi non osservano i sette precetti noachitidi e quindi sono esclusi
-da quella che l'articolaio suo chiama, elegantemente, fratellanza
-giudaica.
-
-Non uso a valermi di altre espressioni, dirò soltanto che in questa
-argomentazione sono altrettante le inesattezze quante le parole. Gli
-Ebrei negano la divinità di N. S. Gesù Cristo — se non la negassero, non
-sarebbero Ebrei — ma ammettono e riconoscono che i Cristiani lo adorano,
-non come Uomo, ma come Figlio di Dio. Potranno deplorare questo, che per
-essi è un errore, ma non cadono nell'altro di non comprendere che
-l'Unità di Dio, il monoteismo, è dogma anche pei Cristiani. Non adorano
-certamente la Santissima Trinità, non si arrogano di spiegare ciò che è
-mistero per la Religione cristiana, ma sanno che il dogma della Trinità
-non esclude il monoteismo. E se il suo articolaio conoscesse almeno di
-nome la Cabbala e le opere di Knorr, di Rosenroth, di Reuchlin e di
-Rettangel, non ignorerebbe che nella Cabbala — che gli Ebrei, come
-Ebrei, non hanno del resto in nessun conto — si trovano parecchie
-allusioni favorevoli al dogma della Trinità.
-
-Ma senza perderci in questioni cabalistiche, lo stesso articolaio non
-cita a pag. 732, vol. VI, queste parole del Maimonide? “La concezione,
-colui che concepisce e chi è concepito sono in Dio tre modi di essere i
-quali non costituiscono che la stessa essenza, nè formano punto una
-pluralità.”
-
-Io non mi sento di addentrarmi nel ginepraio di una discussione
-teologica o filosofica, ma parmi, che queste parole provino abbastanza
-chiaramente che, nella mente del massimo filosofo e teologo ebreo, il
-dogma della Trinità non è incompatibile col monoteismo.
-
-Parmi adunque aver dimostrata falsa ed insussistente la calunnia che il
-suo articolaio addebita agli Ebrei adunati a Parigi di avere, con un
-abile gioco di parole, manifestato il loro odio verso i popoli non
-israeliti, facendo credere a sentimenti di fratellanza cui avrebbe
-repugnato la loro religione. Ma, ad esuberanza, voglio addurre una altra
-prova.
-
-Il suo articolaio, che a pag. 485 del vol. V enumera abbastanza
-esattamente i precetti noachitidi, si accorge poi che tutta la sua
-argomentazione, per provare che, a giudizio degli Ebrei, i Cristiani non
-osservano quei precetti, claudica, zoppica. Ed allora cosa fa quel bravo
-signore, che in parecchi luoghi del suo articolo accusa gli Ebrei di
-aver falsato la Bibbia, con un tratto di mala fede, veramente rabbinica,
-a pag. 99 del vol. VII, include fra i precetti noachitidi, _risum
-teneatis_, la circoncisione! _Tantae molis erat_ provare che gli Ebrei
-non credono che i Cristiani osservino i precetti noachitidi!!
-
-E passo ad un altro capo d'accusa.
-
-L'articolaio suo è andato ad esumare, dai libri di uno dei tanti Ebrei
-rinnegati, il Drach, una vecchia, vecchissima accusa contro gli Ebrei.
-
-“Ancora ai nostri giorni, egli dice, un tribunale di tre Ebrei, talvolta
-i meno civilizzati ed i più ignoranti del luogo, ma che dinanzi alla
-sinagoga ha piena autorità, si arroga il diritto (noi gemiamo di doverlo
-dire) di sciogliere i loro correligionari dai loro giuramenti, di
-annullare le loro promesse ed i loro impegni più sacri, così pel
-passato, come pel futuro.” Che il Drach fosse un malvagio ed un
-mentitore impudente, sapevamcelo da un pezzo; che il suo articolaio non
-conoscesse verbo del Talmud, se non a traverso le opere venali degli
-Ebrei rinnegati, aveva avuto cura di avvertircene egli stesso con queste
-parole (pag. 215, vol. VI):
-
-“Alle rivelazioni dei Rabbini convertiti si dee pressochè esclusivamente
-quella qualunque (_assai scarsa!_) siasi cognizione in cui ora siamo
-(_parli per sè, il_ dotto _articolaio, chè gli uomini di buona fede
-sanno attingere ad altre, meno impure, sorgenti_) di quella perversa
-legge (_il Talmud_).” Ma che nel secolo XIX toccasse rispondere, per la
-millesima volta, ad un'accusa di questo genere, e che quest'accusa fosse
-riferita dal giornale di una Compagnia meritamente celebre per vastità
-di dottrina ed acutezza di mente, è cosa che davvero non mi sarei mai
-aspettato.
-
-Siccome però tengo per assioma il precetto che a qualunque anche stolida
-accusa convenga rispondere, così rispondo al Drach ed allo articolaio.
-
-Anche in questo caso si verifica il detto volgare, che non c'è fumo
-senza fuoco, ma è un fuocherello ben piccolo, glielo accerto, in
-paragone di quello dei roghi che bruciarono tanti poveri Ebrei ed anche,
-_une fois n'est pas coutume_, il R. P. Malagrida, che io tengo per
-altrettanto innocente quanto, quei poveri Ebrei.
-
-Mi stia dunque a sentire, Riverito Signor mio!
-
-È vero che una volta all'anno l'Ebreo si fa prosciogliere dalle promesse
-non mantenute; ma bisogna distinguere, perchè, come Ella mi insegna:
-_Qui bene distinguit, proximus est veritati_.
-
-Non si tratta dunque, come il Drach _rabbinicamente_ insinua, e
-l'articolaio pecorescamente copia, di promesse fatte a qualsivoglia
-persona o di giuramenti fatti a privati, a tribunali, a principi; si
-tratta soltanto di _voti religiosi fatti a Dio e non adempiuti per cause
-indipendenti dalla volontà di chi li ha fatti_ (325).
-
-Ora giova avvertire due cose: e cioè che se un Cattolico si trova nello
-stesso caso, ricorre alla Santa Sede, che avendo ricevuto da N. S. Gesù
-Cristo facoltà di sciogliere e di legare, lo proscioglie dal voto;
-l'Ebreo, che non ha autorità spirituale, ricorre a tre, che chiamerei
-probiviri, i quali adempiono ad un atto di carità, tranquillizzandone la
-coscienza. Oltre a ciò, è a sapersi che gli Ebrei non furono mai troppo
-teneri dei voti. Nell'_Ecclesiaste_ è detto: “Meglio è che tu non voti,
-che se tu voti e non adempi” (v. 5) e Rabbi Meir commentando questo
-versetto soggiunge: “Ma meglio assai non far nessun voto” (326). E forse
-il buon Rabbi nell'emettere tale parere, aveva presente il versetto 14
-del VI dei _Numeri_, nel quale il Signore comandò che chi ha fatto un
-voto e lo ha osservato, debba, tra gli altri sacrifizi, offrirne uno in
-espiazione del peccato di aver fatto un voto.
-
-E se il suo articolaio non fosse convinto e volesse fare un atto di
-giustizia inconsueto in lui, e che si riassume nel precetto _audietur et
-altera pars_, legga la _Défense du Judaisme_, di Isaac Levy, ed a pag.
-62 vi troverà ampiamente confutata la sciocca accusa sulla quale, per
-mio conto, mi sono anche troppo dilungato.
-
-Un'altra accusa che trovo nel vol. VI, pag. 605, è la seguente:
-
-“I giudei poi non accettano la testimonianza dei non giudei; perchè non
-si dee credere a chi è sospetto di delitti. E tali sono tutti i non
-giudei. E perciò, anche secondo il Talmud, nessun ebreo dee porre una
-sua bestia da soma, o qualsiasi altra nelle stalle dei non giudei, nè
-lasciar sola con essi una loro donna, e neanche rimanere egli stesso
-solo con loro, per sospetti espressi chiaramente nel Talmud; ma che
-bello è il tacere (_e più bello il non accennare, in omaggio al
-proverbio: non parlar di corda in casa del... padre Sanchez_).
-“Sospettano dunque, gli Ebrei di tutto il genere umano non ebreo, e
-credono birbanti ed infami tutti fuorchè loro: e ciò notisi bene in
-forza della loro legge e per precetto religioso.”
-
-Sicuro; gli Ebrei ed i loro Rabbini avevano, nel secolo V in cui fu
-scritto il Talmud, il gran torto di non fidarsi di chi non professava la
-loro religione; ma di grazia, a che sentimento si ispiravano i Padri del
-VI Concilio d'Adge e del Concilio Epaonense, vietando ai Cristiani di
-non mangiare cogli Ebrei? (327). A che sentimento si inspirava papa
-Benedetto XIII, per tacer d'altri, vietando agli Ebrei di formare
-società coi Cristiani, di esercitare la medicina, di aver domestici
-cristiani, ecc., ecc. E quei predicatori che, al dire di papa Martino
-V (328), che cristianamente ne li biasima, vietavano persino ai
-Cristiani di cuocere pane per gli Ebrei, obbedivano, di grazia, a che
-sentimento?
-
-Ma Ella mi dirà che, verso l'Ebreo, empio e spregiatore di ogni legge
-umana e divina, la diffidenza non è mai troppa, ma che l'Ebreo, sempre
-trattato amorevolmente dagli altri popoli, aveva obbligo di avere verso
-di loro la maggior confidenza.
-
-Le storie tutte attestano di questa amorevolezza con cui eran trattati
-gli Ebrei, ma a me basta spigolare pochissimi fatti, che non sono però
-fatti isolati, per mostrare quanto torto avessero gli Ebrei di diffidare
-di coloro che professavano altre religioni, anche se queste imponevano
-come obbligo, la carità e l'amore verso l'uman genere.
-
-A Beziers nella settimana santa ERA PERMESSO ai Cristiani di pigliare a
-sassate gli Ebrei (329).
-
-Ma pigliarli a sassate non basta, e nelle Assise di Bretagna nel 1239,
-si trova una disposizione che vietava di procedere contro chiunque
-avesse ucciso un ebreo (330).
-
-E questi empi Ebrei, così ben protetti dalle leggi dei popoli fra cui
-vivevano, osavano iscrivere nei loro libri religiosi, massime di
-precauzione contro i loro persecutori!
-
-Perchè, invece, non affidarsi alla pietà di questi? Perchè non invocare,
-per esempio, l'appoggio di quel buon Ugo, cappellano del visconte di
-Rochechouart, di cui voglio narrarle le gesta, ad edificazione
-dell'articolaio suo.
-
-È quasi certo che Ella sa, e che l'articolaio suo che nulla sa, ignora,
-che una di quelle sante leggi del passato, di cui l'articolaio invoca
-parecchie volte il ripristinamento, disponeva che gli Ebrei di Tolosa
-dovessero ricevere uno schiaffo alla porta del maggior tempio, cerimonia
-piissima ed edificante, che durò fino al principio del XII secolo (331).
-
-Ora quel buon cappellano..... ma val meglio lasci la parola ad un autore
-non sospetto di soverchia benevolenza verso gli Ebrei: “Quo tempore Ugo,
-capellanus Americi vicecomitis Rocacardensis, cum eodem seniore suo
-Tolosæ adfuit in Pascha: et colaphum judaeo, sicut illic omnis Pascha
-semper moris est, imposuit et cerebrum illico et oculos ex capite
-perfido ad terram effodit. Qui judæus statim mortuus, ad synagogam
-judæorum de basilica Sancti Stephani elatus, sepulturæ datus
-est.” (332).
-
-E badi, Riverito Signor mio, che questi perfidi Ebrei avevano tanto
-maggior torto di diffidare di questi mitissimi avversari, in quanto la
-legge li tutelava così bene, che al piissimo cappellano Ugo non fu torto
-un capello!
-
-Ma che vado io cercando esempi nel _tanto calunniato medio evo_ (come si
-suol dire nel suo giornale), per provare il torto grandissimo che
-avevano gli Ebrei di non fidarsi dei loro nemici?
-
-Lo stesso suo articolaio mi fornisce un argomento prezioso. È noto,
-_lippis et tonsoribus_, che la Spagna, fra tutte le nazioni europee, è
-quella che gode la maggior simpatia di V. S. Ill.ma e dei redattori del
-suo giornale, tanto è vero che a pag. 456 del volume V la trovo chiamata
-“la più cavalleresca ed anche forse la più cattolica di tutte le
-nazioni.”
-
-Ora, il suo pio articolaio visto, che se i tempi non volgono propizi
-agli arrosti, non sono neppur adatti a ristabilire la _colafizazione_ di
-Tolosa, appena sente che il Governo spagnuolo si mostra disposto a
-richiamare gli Ebrei, scrive queste precise parole:
-
-“Poco si fidano gli Ebrei dell'ospitalità spagnuola. E non hanno torto.
-Tanto più che la Spagna passa ora per avere le finanze sì pubbliche e sì
-private un po' ammalate. E quando gli Ebrei vi avessero seco portati i
-loro milioni, non si sa se poi qualche moto antisemitico non dovesse
-ricacciare gli Ebrei dalla Spagna, ritenendo i milioni. Sono cose già
-accadute, e che il presente dominio liberalesco non può che rendere
-sempre più facili a riaccadere.”
-
-Lascio a parte l'insinuazione contro il dominio liberalesco; non oppongo
-l'osservazione che Ferdinando ed Isabella, che cacciarono gli Ebrei,
-ebbero dalla storia un nome che, grazie a V. S. Ill.ma, ed a pochi suoi
-accoliti, significa l'opposto di liberale; ma chieggo, a chiunque abbia
-pratica di arguzie rabbiniche, se dalle linee che ho testè riferito, non
-appare chiaro il desiderio del pio articolaio suo, che avvenga ciò
-ch'egli ipocritamente finge di temere, che cioè la _cattolica_ e
-_cavalleresca_ Spagna scacci _cavallerescamente_ gli Ebrei, e ne
-ritenga, altrettanto _cavallerescamente_, i milioni, dato e non concesso
-che milioni ci sieno?
-
-E quando oggi ancora, in pieno XIX secolo, esistono pie persone come
-l'articolaio suddetto, come il Rohling, come il sucido falsario
-dell'anonimo opuscolo di Prato, come quel rinnegato di tutte le nazioni
-e di tutte le religioni che si fa chiamare Osman bey, vi è di che
-meravigliarsi se gli Ebrei del V secolo avevano ricorso a qualche
-provvedimento precauzionale contro i loro nemici?
-
-E qui giunto alla fine mi nasce, Riveritissimo Signor mio, un dubbio.
-
-Valeva egli la pena di discutere coll'articolaio suo che mi dà prove
-luminose di dottrina, collocando Damasco in Egitto (VII, 476); facendo
-di S. E. il generale Menabrea un ebreo (VII, 238), quando sanno anche i
-bimbi che quell'egregio uomo di Stato fu tra i fondatori dell'_Armonia_,
-ed infine mettendo, come già ebbi a rilevare, la circoncisione fra i
-precetti noachidi? Ma istruire gli ignoranti è opera di carità, ed io
-non rimpiangerei le mie parole se non temessi che l'articolaio in
-questione, fosse fra quegli ignoranti che non vogliono essere istruiti.
-
-Come si fa per esempio ad ammettere la buona fede, altrimenti che
-spiegandola colla crassa ignoranza, dello scrittore che a pag. 736 del
-vol. VI, scrive queste parole:
-
-“_Polemicamente_ poi si manifesta la reazione religiosa ebraica con
-quell'informe ammasso dei loro libri, tutti diretti contro quanto non è
-ebreo. Più celebri fra questi, perchè più empî e più blasfematorî, sono
-il _Toldos Jescou_ ossia la _generazione_ di Gesù, e il _Maase Talony_,
-ossia _Storia dell'impiccato_. Ma gli Ebrei si vantano ancora di
-possedere tre _Nizacchi_ ossia _Libri vittoriosi_ contro i Cristiani e
-contro il Vangelo, composti l'uno dal Rabbino Matatial, l'altro dal
-Rabbino Lipman, ed il terzo dal Rabbino Giuseppe Kimchi.
-
-“.  .  .  .  . Orribili veramente sono quei libri: ma però necessari a
-conoscersi da chi vuol sapere ciò che veramente pensano dei Cristiani
-gli Ebrei.”
-
-Apra l'articolaio il _Dizionario storico degli Autori Ebrei_, opera di
-quell'eccellente sacerdote cattolico che fu il prof. De Rossi, a pag.
-152 del vol. 2º, e troverà che il _Toledoth Jesù_ ed il _Maasse Jésù_ o
-_taluì_ sono un libro solo con due titoli diversi, e quanto poi al farne
-colpa agli Ebrei vedrà che il celebre Mendelssohn protesta “che è uno di
-quei libri che nessun ebreo di buon senso legge o conosce” e che lo
-stesso De Rossi conviene che “tutti i più savi e dotti Rabbini sono
-talmente persuasi della sua impostura che non ne trovo veruno di tanti
-che hanno scritto di controversie, e difesa la loro religione contro de'
-Cristiani, che abbia osato citarlo per genuino, per antico, per
-autorevole.”
-
-Mi è impossibile riportare intiero il capitolo del De Rossi, ma lo legga
-l'articolaio, e vedrà che l'autore del libercolo è ignoto e non è neppur
-provato che esso sia un ebreo; sicchè volerne far colpa all'intiera
-nazione giudaica, sarebbe come dire che tutti gli Europei sono empî,
-perchè in Europa fu pubblicato, se pur fu pubblicato, il _De Tribus
-impostoribus_. Quanto a quelli, che in gergo romanesco-giudaico,
-l'articolaio chiama _Nizzacchi_, legga il De Rossi ed all'articolo
-Matatia, e non Matatial, come sproposita l'articolaio, troverà che
-questo Rabbino d'incerta età e luogo, è autore di un libro polemico
-_manoscritto_, noti l'articolaio _manoscritto_, contro il Vangelo,
-intitolato: _Nitzachon_, o _Libro della Vittoria_.
-
-All'articolo _Lipman_, troverà che costui compose nel 1399 un altro
-_Nitzachon_ in cui confuta gli atei, i sadducei, i caraiti, e
-specialmente i Cristiani, ed esamina tutti i testi della scrittura da
-loro prodotti per provare i loro dogmi; all'articolo Kimchi Giuseppe,
-troverà accuratamente notati i varî titoli delle opere anticristiane di
-questo dottissimo Rabbino spagnuolo del XII secolo, il quale, al pari
-degli altri due scellerati Rabbini sunnominati, ha avuto il torto di
-scrivere dei libri in difesa della religione che professava senza
-chiederne il permesso all'articolaio suo.
-
-Ed il suo articolaio può rabbrividire ed inorridire e raccapricciare
-quanto vuole nel ricordarli, ma deve sapere che le opere, quasi tutte
-inedite, del Kimchi, per dir di questo solo, vennero ritenute dal
-celebre Michaelis, dal Bruns, dall'anonimo autore delle Effemeridi di
-Gotha, e da altri letterati moderni, valentissimi nella filologia
-orientale e sacra, tanto utili per il progresso della medesima e di
-tanto pregio e importanza, che vivamente desiderarono che venissero
-ricercati con diligenza e dissotterrati e pubblicati.
-
-Un'ultima osservazione ed ho finito. L'articolaio suo accusa gli Ebrei
-(vol. X, pag. 611) di aver sostituito al precetto biblico: “_Ama dunque
-il Signore Iddio tuo_ _con tutta l'anima tua e con tutto il tuo maggior
-potere_” l'altro _che Dio non si dee amare ma soltanto temere_.
-
-Se fossimo ancora nei tempi in cui la lingua ebraica era ignota ai
-Cristiani, se i riti e i costumi degli Ebrei fossero avvolti nel più
-profondo mistero, simile accusa potrebbe forse comprendersi; ma essa
-riesce, oggigiorno, peggio che inesplicabile.
-
-Tutti sanno che gli Ebrei hanno una speciale preghiera, lo _Sceman_, che
-devono ripetere almeno due volte al giorno, e che è per loro il simbolo
-della loro fede, ciò che il _Credo_ è pei cattolici, sicchè tutti i
-martiri ebrei, morirono collo _Sceman_ sulle labbra.
-
-Ora i primi versetti di questa preghiera, di questo _credo_, sono
-testualmente i versetti 4–9 del libro VI del _Deuteronomio_, e quindi le
-parole: _Ama dunque il Signore Iddio con tutta l'anima tua e con tutto
-il tuo maggior potere_, che non sono altro che il 5º versetto del libro
-citato del Deuteronomio, forman proprio parte di questa preghiera
-quotidiana.
-
-Ma non basta; chè gli Ebrei aggiustano tanta importanza a questo
-versetto, che secondo l'articolaio avrebbero invece posto in non cale,
-che oggi ancora pronunziandolo “all'oggetto di concentrare la loro
-attenzione sopra questa verità fondamentale della Religione, usano,
-dietro l'esempio di un antico dottore della legge, coprirsi gli occhi
-colla mano destra” (333).
-
-Come ella vede a farlo apposta l'articolaio per una delle poche volte
-che ha accusato gli Ebrei, senza riprodurre calunnie trite e ritrite, ha
-avuto proprio la mano felice!
-
-E chiedendo scusa a Lei, della lunga cicalata, depongo la penna,
-pregandola di credere che è con sommo dolore che devo dar posto ad uno
-scrittore della _Civiltà Cattolica_ fra un Rohling ed un Osman bey.
-
- Gradisca, ecc.
-
- CORRADO GUIDETTI
- _Dottore in lettere._
-
-(325) Tur Orach Chaim, cap. DCXIX.
-
-(326) _Chulin_, I, _a_.
-
-(327) _Conciliorum coll._, t. IV, pag. 1389.
-
-(328) Bolla, anno 1429.
-
-(329) _Ex Cronica Gonfredi Vosiensis_, anno 1167, Dom. Bouquet, t. XII,
-p. 496.
-
-(330) D'ARGENTRÉ, _Histoire de Bretagne_, libro IV, capo XXIII, p. 207.
-
-(331) Dom. Bouquet. _His. d. Fr._, t. XII.
-
-(332) _Ex Chronico Ademari Cabanensis_ ad an. 1020 in _Recueil des hist.
-de France_ di Dom. Bouquet, tomo X, p. 154. Cfr. MARY LAFON. _Hist. du
-midi de la France_, t. II, p. 122.
-
-(333) MORTARA, _La religione israelitica compendiosamente esposta_,
-Mantova, Beretta, 1855, pag. 40.
-
-
-
-
- 2º G. B. BORELLI.
-
- La questione semitica e la sua possibile soluzione.
-
-
-Un senatore del Regno, l'on. G. B. Borelli, si è occupato dell'argomento
-che ci preoccupa in un opuscolo intitolato: la _Questione semitica e la
-sua possibile soluzione_. Il Borelli, diciamolo subito, conviene con noi
-che oggi la questione semitica è questione sociale non religiosa, e
-nemico come egli si addimostra di tutte “le superstizioni religiose e di
-tutte quelle modalità materiali di culto che isteriliscono ed ammorbano
-il sentimento religioso” vede la soluzione della questione nei matrimoni
-misti.
-
-Alieni siccome siamo da ogni pregiudizio religioso, non proviamo nessuna
-ripugnanza per la soluzione proposta dall'on. Borelli. Gli osserviamo
-però che egli manca di logica.
-
-Poichè egli ammette che il fanatismo religioso non entra per nulla nella
-persecuzione degli Israeliti, poichè egli ammette che gli Ebrei sono
-perseguitati “perchè assorbono e monopolizzano molti interessi
-commerciali ed industriali e sono in via di impossessarsi della maggior
-parte di essi” a che cosa crede egli di rimediare coi suoi matrimoni
-misti?
-
-Se l'on. Borelli legge i giornali, egli vedrà che oggi il partito che
-aspira al sovvertimento sociale ha messo in pratica il principio della
-divisione del lavoro.
-
-In quei paesi dove le maggiori ricchezze sono nelle mani
-dell'aristocrazia, giornalisti, indegni di questo nome, vanno
-racimolando nella storia tutto quanto può servire a gittar l'onta ed il
-discredito sugli eredi dei più grandi nomi storici; dove l'aristocrazia
-è povera, e perciò non odiata, e l'industria potente, sono gli
-industriali che si designano alle ire del popolino come sanguisughe
-efferate, come sfruttatori dei loro operai, ecc., ecc. Là infine dove
-gli Ebrei sono più ricchi è contro di essi che si eccitano le malvage
-passioni della plebe ignorante e fanatica.
-
-Metta in pratica l'on. Borelli la sua panacea del matrimonio misto, vada
-anche anche più in là se vuole, converta tutti gli Ebrei al
-Cristianesimo, li copra magari della cocolla del cappuccino o li ascriva
-al terz'Ordine di San Francesco, e la questione muterà forse nome, ma
-resterà intatta.
-
-Se tutti i membri della famiglia Rothschild si unissero in matrimonio
-con Cristiani, ciò non scemerebbe punto il numero degli invidiosi della
-loro fortuna.
-
-E la questione sociale, come la questione semitica, è fatta di invidia.
-
-Ora creda pure l'on. Borelli che l'invidia non si attutisce coi
-matrimoni misti.
-
-Ciò che occorre, ciò che è necessario, è che i perseguitati di ieri,
-come i perseguitati d'oggi, come quelli di domani, tutti coloro insomma
-che hanno qualche cosa da perdere, si stringano in un fascio, che tutti
-concorrano a dissipare le calunnie che gli interessati vanno sobillando
-or contro una casta, or contro una Corporazione religiosa, or contro i
-seguaci di una credenza.
-
-Il pericolo che minaccia gli uni, minaccia gli altri e l'Ebreo che
-ridesse delle persecuzioni che contro il clero cattolico si
-organizzarono in taluni paesi, non sarebbe meno insensato del Gesuita
-che plaudisse agli eccessi che i degni successori degli Unni, commettono
-in Ungheria.
-
-Gli uni e gli altri riderebbero del trionfo dei loro nemici!
-
-
-
-
- 3º L'ANTISÉMITIQUE (giornale) — _Montdidier_.
-
-
-Abbiamo sormontato quel disgusto che ad ogni uomo onesto ispirano la
-menzogna la più impudente e la calunnia la più schifosa, ed abbiamo
-letto, con scrupolosa attenzione, i primi dieci numeri
-dell'_Antisémitique_ che vede la luce a Montdidier collo scopo apparente
-di combattere gli Ebrei, collo scopo reale di combattere le convenzioni
-ferroviarie proposte dal ministero francese, e di farsi gettare nelle
-fameliche fauci un'offa dal Barone di Rothschild.
-
-Il nostro coraggio nel leggere il giornale-libello non vogliamo sia
-inutile, sicchè daremo ai lettori nostri una breve recensione
-dell'immondo fogliaccio.
-
-A dimostrare la sciocchezza e l'ignoranza crassa dei redattori di quel
-giornale, addurremo tre prove soltanto.
-
-Nel suo sesto numero, annoverando gli Ebrei che occuparono altissime
-cariche in Europa, pone fra questi, non lo si indovinerebbe in mille, il
-cardinale Antonelli! E quasi ciò non bastasse, nel numero 8, ribadisce
-la strana asserzione con queste precise parole: _Le feu cardinal
-Antonelli qui était juif de sang et de naissance._
-
-Come meravigliarsi dopo ciò che lo stesso giornale che tratta da ebreo
-un cardinale di Santa Chiesa, affermi, con sicumera tutta propria, che
-gli Ebrei esalano un odore speciale? e come meravigliarsi che difetti a
-tal segno di logica, da pubblicare, nel suo numero 9, una lettera d'un
-tal di Hervilly, — che pare voglia farsi credere letterato e poeta — il
-quale si lagna di tre scortesie ricevute dal conte di Larochefoucauld
-duca di Bisaccia, uno dei capi del partito cattolico francese, dalla
-duchessa di Magenta, la cui severa pietà è universalmente nota, e dalla
-principessa Riccardo di Metternich e trova che la colpa è, _risum
-teneatis_, degli Ebrei, che hanno bandito di Francia la cortesia
-francese!!
-
-Parmi bastino questi tre esempi, a dimostrare che l'organo magno
-dell'antisemitismo francese è redatto da idioti; uno solo basterà a
-provare che è redatto da malvagi e lo trarrò dal solo articolo del
-giornale in cui non sia discorso di Ebrei.
-
-È inserito nel numero 10 del giornale ed è tutto rivolto contro gli
-inglesi. E l'immondo libellista osa proporre che — in caso di guerra tra
-la Francia e l'Inghilterra — la Francia, calpestando i trattati che
-seguirono la guerra di Crimea, ristabilisca le lettere di marca e, per
-danneggiare la nemica potenza, si valga dell'opera infame dei corsari!!
-
-Davvero che vi è da arrossire di dover, nell'ultimo quarto del XIX
-secolo, occuparsi di tali sanguinose aberrazioni.
-
-Noi toccheremo dunque di questo giornale, soltanto perchè pur troppo,
-nel secolo nostro che pur si vanta illuminato, non vi ha voce, per
-quanto uscita da infame luogo, che non possa produrre le sue
-conseguenze.
-
-E ce ne occupiamo anche perchè nell'_Antisémitique_ troviamo la conferma
-di parecchie fra le asserzioni che siam venuti mettendo innanzi nel
-corso di questo lavoruccio.
-
-Abbiam detto che l'antisemitismo è una delle tante manifestazioni di
-quel mostro proteiforme che è il radicalismo, e nel numero 7
-dell'_Antisémitique_ troviamo a proposito del famoso processo di Tisza
-Esslar e dell'equanime contegno di quel procuratore del Re, sig.
-Szeyffert, le seguenti parole:
-
-“Nous ne sommes pas surpris d'apprendre que tous les membres du barreau
-presque tous _des démocrates et des ennemis déclarés du cléricalisme_
-sont indignés de la partialité du procureur du roi Szeyffert.”
-
-E quasi ciò non bastasse, l'_Antisémitique_ ci prova le strette
-relazioni che passan fra esso e la Massoneria francese, e nel numero 5
-ne apprende che _les franc-maçons antijuifs sont innombrables_ (334) e
-nel numero 6 che _le nombre des maçons antisémites est légion_.
-Dichiarazioni queste di grandissima importanza, e perchè non
-contraddette dalla Massoneria francese e perchè scritte in un paese
-dove, chi ha un po' di memoria, non ha dimenticato gli aiuti che la
-Massoneria, col pretesto di porsi mediatrice fra la Comune ed il Governo
-di Versailles, ha prestato alla prima.
-
-Abbiam detto che i persecutori dei Gesuiti sono ad un tempo i
-persecutori degli Ebrei e l'_Antisémitique_ ci porge, anche di questo
-prove abbondanti.
-
-Nel num. 2 in una lettera ai suoi corrispondenti dichiara, parlando
-degli Ebrei: “Noi sapremo renderli in esecrazione al mondo intiero
-facendoli conoscere” e poche righe prima non ha trovato ingiuria più
-grave da scagliare contro gli Ebrei di questa: _Association jésuitique_.
-Notiamo, per semplice curiosità, e per mostrare più a nudo i sicari
-della penna che abbiam preso a smascherare, che essi nella stessa
-lettera si appropriano l'odiosa massima _il fine giustifica i mezzi_,
-che attribuita, a ragione od a torto, ai Gesuiti, fu meritamente
-stigmatizzata dalla coscienza di tutti gli onesti.
-
-Non è infatti Rodin, od il padre d'Aigrigny, e non è neppure un ebreo,
-che esclama nell'articolo già citato: _Qu'importent les moyens quand le
-but est loyal!_
-
-Nel numero 6 per eccitare l'odio verso quella eccellente, e veramente
-caritatevole Associazione che è l'_Alliance Israélite Universelle_, dice
-che essa si compone _d'autant de Jésuites et de Bonapartistes que de
-Juifs_ e rincara la dose nei numeri seguenti, e specialmente nell'8º,
-dove, in una corrispondenza da Londra, accusa due reverendi Padri della
-Compagnia di Gesù, di essersi legati in complicità con dei banchieri
-ebrei per commettere, non sappiamo qual grossa frode finanziaria, a
-proposito di un prestito della repubblica di Honduras!!
-
-Infine abbiam detto che gli antisemiti attuali, non hanno che fare colla
-Chiesa cattolica e con nessuna Comunione cristiana, ed il nostro
-compiacente libellista prova anche più di quello che noi avevamo
-asserito.
-
-Esso vien pubblicando dei così detti studi sulla Bibbia, dove,
-attingendo a piene mani agli scritti di Voltaire e di Pigault Lebrun,
-volge in ridicolo il Libro che è egualmente sacro ai Cristiani ed agli
-Ebrei, e che entrambe le Religioni hanno siccome rivelato. Una sola
-linea tolta da quel lavoro basterà a darne un concetto esatto. La tolgo
-dal num. 3: “_Les gens grossiers qui construisirent la Bible._”
-
-Nel num. 10 poi lo stesso giornale ci dà la notizia che la società dei
-_Liberi Pensatori_ di Orléans ha deciso di escludere dal suo seno gli
-Ebrei, per ciò soltanto che sono Ebrei. Alla grazia di quei _Liberi
-Pensatori_!
-
-Ho dimostrato che l'_Antisémitique_ non è soltanto idiota e malvagio, ma
-che è radicale, massone, persecutore dei Gesuiti, irrisore della Bibbia,
-negatore di ogni religione rivelata, libero pensatore.
-
-Dopo ciò è difficile a spiegarsi che tre giornali cattolici abbiano
-annunziato con favore il giornale-libello.
-
-Certamente tre in confronto di tutti i giornali cattolici che vedono la
-luce in Europa, non è gran cosa e questo numero scema di importanza
-ancora, quando si sappia che a comporre quel numero concorre un ridicolo
-giornaluccio di Modena, e l'_Univers_ di Parigi, che non seppe mai
-serbar misura in nessuna questione e che è l'organo del fanatismo il più
-cieco. Addolora invece trovare fra i giornali che accolsero
-favorevolmente il libello di Montdidier, l'_Ateneo_ di Torino, giornale
-cattolico nel buon senso della parola, e scevro da ogni fanatismo; e
-tanto più ci addolorano le parole che il giornale cittadino indirizzava
-nel suo numero del 10 giugno 1883, al libello di Montdidier, in quanto
-le vediamo accompagnate da una tenera ammonizioncella, che dimostra
-proprio il desiderio dell'_Ateneo_ di ricondurre il figliuol prodigo
-sulla buona strada.
-
-Mettiam pegno che il 10 giugno l'egregio e reverendo teologo Biginelli
-non era in Torino, e che il saluto mandato dall'_Ateneo_ all'organo
-dell'antisemitismo e della pirateria è opera dello scaccino della
-parrocchia.
-
-(334) L'antisemitismo non sarebbe cosa nuova in massoneria se è vero, e
-crediamo lo sia, quanto ci apprende la _Civiltà Cattolica_ (serie IX,
-vol V, p. 107), che tuttora dura in più luoghi e segnatamente in Austria
-ed in Germania, l'antica, e già comune, legge di escludere gli Ebrei
-dalle loggie.
-
-
-
-
- 4º OSMAN BEY. — _Gli Ebrei alla conquista del mondo_, IX Edizione
- Internazionale (_sic_) italiana, _aggiuntevi Rivelazioni
- sull'Alleanza Israelitica universale_. Venezia, Favaj 1883.
-
-
-Allorquando un amico mi mandò da Venezia questo libricciattolo,
-conoscevo già di nome l'autore. È un grafomane, mezzo turco e mezzo
-russo, mezzo osmanli e mezzo cristiano, mezzo bey e mezzo gentiluomo,
-_semibovemque virum, semivirumque bovem_. Ho perciò lungamente esitato
-prima di dar luogo in questo mio lavoruccio ad una qualsiasi risposta,
-ed ho esitato specialmente, perchè, pei gentiluomini non turchi, vi è
-qualcheduno di più sacro della donna, del bimbo, del vecchio, del
-prete — queste quattro debolezze — ed è il soldato che tollerò,
-paziente, sanguinose offese.
-
-Dopo che un signor prof. Ottolenghi di Venezia, rispondendo a questo
-signore, ha potuto scrivere impunemente queste parole: “Se osaste
-ripetermi in faccia che l'Italia s'è fatta coll'oro, getterei le mie
-scarpe nelle immondizie dopo aver loro fatto fare la vostra conoscenza”
-pare davvero poco decoroso l'occuparsi di questo bey.
-
-Ma lo stesso amico che mi inviò l'opuscolo, mi previene ora che si è
-trovata nel Veneto una accolta di persone, non so se più imbecilli o
-maligne, per acquistare molte copie dell'opuscolo del bey e diffonderlo
-a larghe mani; è dunque forza occuparsi di questo libricciattolo e lo
-faremo.
-
-Chi è Osman bey? La sua grafomania lo ha spinto a rivelarcelo egli
-stesso in un libro che col menzognero titolo: _Gli Inglesi in
-Oriente_ (335), non è che la storia sua e della sua famiglia. In
-quell'opuscolo il bey gitta a piene mani l'oltraggio sulla nobile figura
-di suo padre, il dottor Giulio Millingen, egregio medico e pubblicista
-inglese dimorante in Oriente, e su una sua stessa sorella, di cui tutta
-Venezia onora la profonda pietà, l'intemerato carattere, la contessa
-Evelina Millingen ne' Pisani.
-
-Il bey è un rinnegato di tutte le nazioni, di tutte le religioni. Nato
-inglese, lo troviamo poi or turco, or russo; anglicano dapprima, poi
-cattolico e conte del papa, poi musulmano, ed ora crediamo
-greco-scismatico, il bey fu sin dalla sua prima infanzia il protagonista
-di un dramma religioso (336).
-
-Adesso lo troviamo animato da un odio veemente, implacabile, contro gli
-Ebrei.
-
-Duplice è la causa di quest'odio.
-
-Il povero bey ha due nobili passioni nel cuore. Detesta, esecra la sua
-famiglia e la sua patria: l'Inghilterra.
-
-Ora, sua sorella, costretta da lui ad una lite assurda, temeraria,
-affidò le sue ragioni ad un avvocato ebreo, l'illustre comm. Diena,
-onore del veneto foro, che ebbe anche l'impudenza di vincerla.
-
-Apriti cielo; il bey impugna la sua penna e scrive, in sua favella,
-queste belle parole (337).
-
-“Che una dama ultra-cattolica sia ridotta a farsi difendere da un
-israelita, non è la minore anomalìa che abbella codesto dramma.”
-
-Questo per la famiglia.
-
-Ma non basta, che un ebreo abbia osato assumere contro di lui la difesa
-di una sua sorella; egli vede “in Inghilterra il giudaismo onnipossente,
-mercè la sua alleanza con la Gran Brettagna. Interessi comuni
-stabilirono un cordiale accordo fra quelle due nazioni commerciali,”
-egli vede, o sogna, che il giudaismo mette a disposizione
-dell'Inghilterra, “l'influenza finanziaria di cui dispone ed il suo
-concorso commerciale” e raccapricciando, egli inglese, scorge che,
-“intanto che l'Inghilterra e la Russia si contendevano il primato sulla
-Turchia, il giudaismo servì d'ausilio alla prima facendo una guerra
-inesorabile alla Russia.”
-
-Acciecato dall'odio pel suo paese, — nobile sentimento invero — il bey
-volle fulminare colla sua penna d'oca, molto d'oca, gli Ebrei che egli
-crede gli alleati dell'Inghilterra e lo fece con tanto acume, con tanto
-buon senso, che, dimenticando di avere scritto i brani che ho finora
-citato, scrive a pag. 55, del suo povero opuscolo, queste parole:
-“Quando l'Inghilterra e la Francia erano arbitre dell'Europa, il
-giudaismo si basava sulle loro influenze... dopo il 1867 disertarono la
-bandiera tricolore e la croce di San Giorgio.”
-
-Ma perdoniamo al bey queste sue contraddizioni; perdoniamogli anche la
-sua ignoranza assoluta della nostra lingua che gli fa scrivere, come a
-pag. 63, _questa pretesta_ per questo pretesto, o come a pag. 64,
-_ciurma di intrighi_ invece di non so che; ed occupiamoci alquanto del
-suo opuscolo.
-
-Prima però completiamo, con due citazioni dell'opuscolo stesso, il
-ritratto morale dell'autore. Il bey fu militare, e pose, è lui che lo
-dice, la sua nobile spada al servizio di un generale che proteggeva i
-briganti (pag. 5). Fu forse al servizio di questo generale che egli
-imparò la lealissima arte di polemica, di cui parla a pag. 75. “Fu
-necessario che io mi recassi a Parigi per impossessarmi (leggi:
-_rubare_), di trofei negli stessi uffici dell'Alleanza Israelitica.”
-
-Ed ora vediamo cosa ci sa dire contro gli Ebrei questo rinnegato
-inglese, questo seida di un generale che protegge i briganti, questo
-polemista, che va in casa altrui, ad impossessarsi di trofei.
-
-Avverto però che non rileverò le accuse contro gli Ebrei che il bey
-ripete, se già in altra parte di questo libro io abbia avuto ad
-occuparmene:
-
-A pag. 13 accusa l'Ebreo di mancare d'amor proprio e soggiunge: “se voi
-l'insultate non ne farà caso alcuno.” Chi ha vissuto in società sa che
-vi sono Cristiani ed Ebrei assai suscettibili in materia d'onore, e
-Cristiani ed Ebrei privi di amor proprio: io, per esempio, conosco un
-bey, che professò tutte le religioni meno l'ebraica, e che non si
-risentì quando il prof. Ottolenghi lo minacciò per le stampe di
-prenderlo a pedate... nel beylicato.
-
-Del resto questo bey ha, fra le tante sue virtù, quella di veder sempre
-il fuscello che è nell'occhio dell'Ebreo e di non veder mai la trave che
-è nel suo.
-
-Se così non fosse, come oserebbe questo bey accusare gli Ebrei di essere
-insensibili ad ogni soddisfazione di amor proprio, e soltanto avidi di
-denaro, ricordandosi di aver scritto a pag. 216 di un altro suo libello,
-_gli Inglesi in Oriente_, queste precise parole:
-
-“La stampa in Londra (_dice lui_), fu unanime a riscontrarvi dei meriti,
-(_in una sua opera_); questa fu la sola soddisfazione e il solo
-vantaggio, a ricompensa delle mie fatiche, un centinaio di sterline
-m'avrebbe meglio pagato.”
-
-Ebreo d'un bey!
-
-E se avesse meglio pensato ai casi suoi come avrebbe potuto scrivere a
-pag. 41 della sua compassionevole catilinaria contro gli Ebrei queste
-parole: “Gli Ebrei meriterebbero che si stigmatizzassero (_sintassi
-beylicale!_) col nome di lupi sotto pelle d'agnello; perchè in fin dei
-conti, tale è il nome che si deve dare a coloro che pretendono aver in
-una volta due nazionalità distinte.”
-
-Nessun professore, ebreo o cristiano, potrebbe minacciare impunemente un
-lupo di pigliarlo a pedate; l'agnello è tipo di mansuetudine; io non
-farò dunque a quelle brave bestie il torto di paragonarle a chi so io;
-ma, ti domando, o bey, se chi ha in una volta due nazionalità distinte
-deve paragonarsi ad un lupo mascherato d'agnello, a che si deve
-paragonare un bey che — avuta l'immeritata fortuna di nascere suddito
-inglese — pianta un bel giorno in asso patria e religione e diventa
-prima diplomatico turco, poi mussulmano, poi ufficiale turco, finchè un
-bel e giorno, piantata anche la Turchia, offre prima la sua nobilissima
-spada ai Candioti che non sanno che farsene, e poi la vende, per pochi
-copecchi, al Governo russo?
-
-Per siffatte palinodie il regno animale non offre paragoni, ma la
-nobiltà di carattere che le inspira è quella che si suole volgarmente
-attribuire ai rettili.
-
-Ma questo spaccamontagne di bey ha una faccia tosta tutta sua per
-asserire senza provare; si vede proprio che le sue imprese militari, al
-servizio di generali che proteggevano i briganti, non gli hanno lasciato
-tempo di apprendere il _quod gratis asseritur, gratis negatur_.
-
-A pag. 30, per esempio, egli mi caccia là l'osservazione che gli Ebrei
-non hanno mai fatto grande paura ai loro conquistatori, i Romani.
-
-Ecco, dirò: io non sono un bey; io non ho al mio servizio tre o quattro
-nazionalità diverse ed altrettante religioni, ma un po' di storia,
-umilmente, l'ho studiata anch'io, e credo che nessuno mi smentirà se
-dirò che, malgrado le asserzioni di tutti i bey del mondo, gli Ebrei
-seppero tenere in scacco per lungo tempo dinanzi a Gerusalemme quella
-potenza romana che pur faceva piegar tutto dinanzi a sè, tanto che
-Tacito, — sa il bey chi è Tacito? — ebbe a scrivere: _Augebat ira quod
-soli Judæi non cessissent_ (338). E lo stesso Tacito, a proposito di
-quegli Ebrei, che il nostro bey taccia di vili o poco meno, dice
-altrove (339) che non temevano la morte; e lo provarono del resto, in
-quelle guerre, i difensori di Massada che, anzichè cedere alle armi
-romane, scannarono prima le loro donne ed i loro fanciulli, poi si
-uccisero scambievolmente.
-
-Eroismo barbaro, se vogliamo, ma di cui non sono certo capaci i bey
-mercenari che servono, contro la loro patria, generali che proteggono i
-briganti.
-
-Ma non creda il grafomane bey che noi vogliamo fargli l'onore di seguire
-passo a passo la sua tantafera; come pigliar sul serio l'esposizione _ad
-usum bey_ che egli fa della storia biblica? Aspetteremo ad occuparcene
-che egli abbia scoperto la storia dei Filistei e quella dei Faraoni, di
-cui deplora la mancanza e quando egli, dopo averla scoperta ed
-illustrata, ci avrà mostrato la verità delle sue gratuite deduzioni,
-allora soltanto consentiremo ad occuparcene.
-
-Intanto gli diciamo una cosa sola: se egli professava nel quarto d'ora
-in cui scriveva, una religione — questo bey ne cambia più spesso che di
-camicie — che ammette la Rivelazione, la sua raffazzonatura della storia
-biblica è empia; se egli non l'ammette, empietà per empietà, leggeremo
-più volontieri i libri del Voltaire che, almeno, riboccano di quello
-spirito che manca completamente negli sproloqui beylicali.
-
-Del resto, a che occuparsi degli spropositi storici di questo
-spaccamontagne cosmopolita, quando essi non son messi là che per provare
-un asserto incomprensibile?
-
-Ciò che il bey vuoi provare è questo:
-
-“L'interesse costituisce un centro verso il quale convergono le
-aspirazioni e le ingordigie umane; dunque il suo possesso equivale al
-dominio universale.”
-
-Se tu, o bey, sei _maggiore_ come scrittore, compiango i briganti che tu
-dovevi proteggere per ordine del tuo degno generale.
-
-Più ho letto quel periodo, e meno l'ho capito. C'è un _suo_ sopratutto
-che non posso capire a che cosa si riferisca, e sì che bramerei saperlo,
-perchè saprei allora cosa occorra possedere per ottenere, _secundum_
-bey, il dominio universale.
-
-Un'altra accusa, tu, o bey, fai agli Ebrei. A tuo poco illuminato
-giudizio, essi hanno eretto ad assioma il principio dell'antagonismo
-perpetuo fra gli uomini. Stammi a sentire, o bey. Un certo Plauto, che
-nel _Miles gloriosus_ ha fatto la satira ad un bey del suo tempo, ha
-lasciato scritto in un'altra sua commedia: _homo homini lupus_, e Plauto
-non era ebreo, che io sappia. Un sommo pensatore francese che, anche
-senza esser bey, aveva pure qualche valore, ha scritto un intiero
-capitolo col titolo: _Le proufit de l'un est dommage de l'aultre_ (340),
-e Montaigne non era ebreo.
-
-Ai tempi nostri una scienza è sorta per mostrare agli uomini che il loro
-ben inteso interesse consiste nell'armonia, una scienza che, indagando
-le ragioni del progressivo sviluppo dei popoli, ha posto in chiaro la
-falsità degli apotemi del commediografo pagano e del pensatore francese;
-e questa scienza, che è l'Economia Politica, conta fra i suoi maestri
-molti, moltissimi Ebrei e nessun bey; tanto è vero che
-nell'_Antisémitique_ del 27 ottobre u. s. un tal Joseph Roland, in mezzo
-a molte serque di spropositi, ebbe a scrivere questa verità sacrosanta:
-_La science économique est juive._
-
-E già che ho nominato l'_Antisémitique_, me ne valgo per opporlo ad
-un'altra tua asserzione. Non sono inglese, ma provo un certo gusto a far
-combattere le bestie.
-
-A pagina 34 tu scrivi: “La solidarietà ebraica è tale, che se voi
-toccate un ebreo, gli ebrei delle cinque parti del mondo si levano ritti
-come un sol uomo.”
-
-Leggi, o deliziosissimo bey, un articolo pubblicato nell'_Antisémitique_
-del 26 ottobre intitolato: _Les juifs peints par eux-mêmes_, e firmato
-da un tale che si dice _Ben Joudi_, e che probabilmente è tanto Ben
-Joudi quanto tu sei _bey_, che finisce con queste parole: “Récompense
-honnête à qui pourra me dire où reste ce bel adage: Tous les juifs se
-soutiennent entre eux.”
-
-Mettetevi d'accordo, dirò anch'io col Giusti, e per non far al diavolo
-di troppo brutti augurî, non finirò il verso.
-
-Del resto, o simpatico bey, tu hai un modo di argomentare tutto tuo.
-Quando ti conviene mostrare che gli Ebrei dominano dovunque nella
-politica, tu scrivi che Arnim è un semita, ciò che è falso; che
-Castellar è un semita, ciò che è falso; che Thiers, Odilon Barrot, Jules
-Simon, Léon Say, sono semiti, ciò che è falso, falsissimo, arcifalso.
-Non posso provarti che tutti coloro che ho nominato sono cristiani, ma
-dal momento che tu li qualifichi di semiti sta a te a darne le prove.
-Pel solo Say ti dirò, che chiunque ha occupato il suo tempo altrimenti
-che penetrando nelle altrui case per impadronirsi di trofei, sa che Léon
-Say discende da una nobile e gloriosa famiglia di protestanti svizzeri.
-
-Ma per te, o bey, che consideri arte lecita di polemica l'impadronirti
-di trofei, la menzogna è peccato veniale; per ciò mi limiterò a farti
-odorare, col tuo beylicale naso, un'altra sola delle sozzure che tu hai
-seminato nel tuo libricciattolo.
-
-Tu dici che Blanc, il celebre fondatore del Casino di Montecarlo, è un
-ebreo. Menzogna altrettanto spudorata, quanto quella di certi giornali
-che vanno insinuando esser la casa di giuoco di Montecarlo sorretta dai
-Gesuiti. Blanc non fu mai ebreo; è un cristiano cattolico apostolico
-romano, come potrà fartene fede tutta Parigi. E ciò dico non per far
-ricadere la colpa della speculazione del Blanc su tutti i suoi
-correligionari, perchè questo modo di argomentare non è lecito che ad un
-bey, ma pel gusto di darti una volta di più del mentitore sfacciato.
-
-Un'altra sciocchezza, un'altra menzogna tu dici nel tuo libricciattolo.
-
-A pagina 38 tu scrivi: che fra le differenti industrie cui si dedicarono
-gli Ebrei non havvene una che abbia contribuito al benessere sociale.
-
-Quale sia stata l'influenza economica degli Ebrei, ho dimostrato alla
-gente seria, in un precedente capitolo, con argomenti serî.
-
-Ora voglio dimostrarlo con argomenti tratti dal tuo ridicolo libro.
-
-Non ti dirò che la più disonesta fra le industrie degli Ebrei è migliore
-di quella dello sgherro di ogni tirannide, del sicario della penna,
-dell'agente segreto del Governo russo, ma domanderò, non a te che scrivi
-senza capire ciò che ti si fa scrivere, ma a chi ha un dito di buon
-senso, come è conciliabile tale tua asserzione con quanto scrivi a pag.
-50 “gli ebrei si dedicarono alla medicina, alla letteratura,
-all'istruzione pubblica, al giornalismo.”
-
-Capisco che tu non debba ammettere che la medicina _contribuisca al
-benessere sociale_; tu devi dirti che i medici dell'ospedale di Salerno,
-che hanno salvato la tua vita, che non vale una buccia di fico, giovano
-assai meno al _benessere sociale_ del veterinario che guarisce un
-somarello che vale cinquanta lire; capisco che per un dotto della tua
-specie letteratura, istruzione pubblica, giornalismo, sieno arti
-improduttive; ma non capisco come tu non comprenda che se gli Ebrei,
-come tu stesso confessi a pag. 39, _infestavano_ gli Stati italiani
-quando questi erano prosperi e ricchi è perchè, checchè tu ne blateri,
-gli Ebrei sono fattori di prosperità e di ricchezza e tutti gli esempi
-che tu adduci in quella pagina provano contro di te: non è che gli Ebrei
-calassero, come cavallette voraci, nei paesi prosperi e ricchi per
-divorarli, perchè, in quei tempi di cui tu invochi il ritorno, gli Stati
-non accoglievano gli Ebrei se non ne avevano bisogno, ma è che colla
-loro attività e con quelle virtù che tu stesso, esagerando perchè ti fa
-comodo, riconosci loro, concorrevano potentemente a creare questa
-prosperità, questa ricchezza.
-
-E passo ad altro, scorrendo il tuo libro senz'ordine, ma come vien
-viene, perchè davvero non merita di più.
-
-A pagina 70 tu hai l'impudenza di venirla a fare da maestro a noi
-italiani e di rimproverarci, perchè nelle nostre assemblee legislative è
-fatta agli Ebrei una parte troppo preponderante.
-
-Potrei risponderti che in Italia scegliamo i nostri deputati ed i nostri
-senatori basandoci sul valore morale ed intellettuale delle persone e
-senza preoccuparci della loro religione e, sopratutto senza darci il
-menomo pensiero di ciò che ne pensa il più sconclusionato di tutti i
-bey.
-
-Ma preferisco risponderti con un argomento _ad hominem_. Come tra gli
-Ebrei vi sono dei bricconi, così anche tra i bey ci sono delle persone
-ammodo. Ed una di queste, il comm. Paternostro-bey, fu prima deputato e
-poi senatore del Regno d'Italia. Ti parrebbe logico se qualcuno
-ragionasse così: in Italia non ci sono che due bey, Osman Seify bey, che
-non osa portare il suo vero nome ed il suo vero titolo di Conte
-Millingen, e Paternostro-bey, fior di gentiluomo, che si è sempre
-chiamato così. Ora due bey sopra 28,459,451 abitanti, non hanno diritto
-a nessuna rappresentanza, per ciò la presenza di un bey fra i
-legislatori italiani è contraria al diritto costituzionale.
-
-Io non so cosa tu penseresti di chi ragionasse così, so che noi italiani
-lo chiameremmo un matto.
-
-Un'ultima gemma però voglio rilevare nel tuo libricciattolo. A pag. 42
-tu scrivi: “Crémieux e Armand Levy, due celebrità israelitiche del
-nostro tempo, hanno categoricamente dichiarato ch'essi sono fieri di
-esser ebrei fino all'estremità delle unghie. Evidentemente, siccome al
-di là dell'estremità delle unghie non vi è gran che, la nazionalità
-francese deve trovarsi molto incomoda in simili individui.”
-
-Bisognava proprio che tu li insozzassi colla tua immonda bava, perchè io
-pigliassi a difendere il Crémieux, che come repubblicano non mi è punto
-simpatico, il Levy, che come comunardo mi è addirittura odioso; ma qui
-non facciamo della politica.
-
-Sicchè ti ricordo che un illustre patrizio e letterato italiano, il
-conte Tullio Dandolo, abbiatico di un ebreo battezzato e padre di quei
-due Dandolo, il cui nome è legato alla eroica difesa di Roma nel 1849,
-aveva assunto per divisa: “Prima sono cattolico e poi italiano”; e
-nessuno pensò mai che in Dandolo la religione fosse ostacolo alla
-nazionalità. Ma tu che hai avuto il merito di far sì che il professore
-Ottolenghi potesse vantarsi di minacciare di pedate, nella tua persona,
-cinque o sei religioni e cinque o sei nazionalità diverse, certe cose
-non le puoi sapere.
-
-Ed ora prendo commiato da te perchè, pur intendendo discutere le tue
-calunnie contro l'_Alliance Israélite Universelle_, non intendo di
-mescolare il tuo nome a quello di cose serie; ti do per altro un ultimo
-salutare consiglio: se mai il Governo russo ti sopprime il _backscich_,
-va in Ungheria; fra gli eredi degli Unni potrai far fortuna: ma in
-Italia abbiamo abbastanza dei matti di casa per pigliarci cura dei matti
-forestieri.
-
-Senza rancore, bey!
-
- *
- * *
-
-Nel 1860 venne fondata a Parigi l'_Alliance Israélite Universelle_ col
-triplice scopo:
-
-1º Di lavorare dovunque per l'emancipazione e pel progresso morale degli
-Israeliti;
-
-2º Di prestar un appoggio efficace a quanti soffrono per la loro qualità
-di Israeliti;
-
-3º Di incoraggiare ogni pubblicazione adatta a produrre questo
-risultato.
-
-A questa società si vanno muovendo dagli antisemiti le più atroci e
-sconclusionate accuse; le si rimprovera di non aver in nessun paese
-esistenza legale, di essere una società segreta, di costituire uno Stato
-nello Stato, di creare fra i suoi affigliati una incompatibilità fra i
-doveri di cittadino e quelli di socio; e perchè la nota allegra non
-debba mancare le si rimprovera persino il suo emblema, che consiste in
-una figura allegorica rappresentante il globo sormontato dalle tavole
-della legge, quasichè l'Alleanza aspirasse al dominio dell'Universo.
-
-Non so davvero quale persona seria potrebbe far colpa ad una
-associazione, di un emblema che significasse il desiderio di condurre il
-mondo all'osservanza del decalogo. Cristiani ed Ebrei abbiamo tutti
-egualmente sacra quella divina legge che il Redentore è venuto a
-perfezionare, non a mutare, sicchè le tavole della legge prese ad
-emblema altro non significano che la speranza nel trionfo della legge di
-Dio senza allusione a nessuna speciale confessione.
-
-Ma le tavole della legge poste sopra il globo nel suggello
-dell'_Alliance_, significano proprio tutto ciò o non piuttosto che quel
-sodalizio, fedele al suo titolo di universale, vuole estendere la sua
-azione dovunque vi sia un Ebreo da proteggere e da educare?
-
-Ed inteso così nel suo vero senso l'emblema e lo scopo dell'_Alliance_,
-qual più severo indagatore troverà in essa qualche cosa da biasimare?
-
-Ogni religione ha sodalizi propri intesi a propagare la sua fede, a
-difendere i suoi addetti.
-
-Il cattolicismo ha la sua _Société pour la propagation de la foie_, che
-non va confusa colla _Propaganda fide_ di Roma; il protestantesimo ha le
-sue Società bibliche e le une e le altre rendono immensi servigi alla
-causa della civiltà e maggiori ne renderebbero se anzichè combattersi
-tra loro consentissero ad esercitare la loro azione in paesi differenti.
-
-Il mosaismo, più modesto, ha la sua _Alliance_ che non si propone scopo
-di propaganda, ma soltanto di difesa, di protezione, d'educazione.
-
-In molti e molti paesi le condizioni morali dell'Ebreo sono lungi
-dall'essere prospere; per quel circolo vizioso cui abbiamo accennato
-altrove, l'Ebreo dove è più umiliato e maltrattato è anche meno civile,
-meno adatto a fondersi colle popolazioni tra cui vive.
-
-Gli Ebrei di Francia, d'Italia, d'Inghilterra, del mondo civile insomma,
-potevano fare opera più nobile che costituirsi in sodalizio per
-proteggere questi loro sventurati correligionari, per educarli, per
-renderli migliori e preparare così quell'auspicato giorno, in cui,
-compiuta dovunque l'opera d'incivilimento degli Ebrei, cadranno di
-necessità le barriere che li separano dai loro concittadini?
-
-L'_Alliance_ che si è prefissa il generoso intento agisce alla piena
-luce del sole; i suoi bollettini regolarmente pubblicati fanno fede che
-i mezzi da essa impiegati sono: l'istituzione di scuole, la diffusione
-di buoni libri, i soccorsi ad intraprese di colonizzazione o di
-emigrazione, tutti quei mezzi insomma che condur possono allo scopo
-surriferito.
-
-Tacciare l'_Alliance_ di società segreta è mostrare di ignorare o cosa
-essa realmente sia, o cosa significhi società segreta.
-
-Accusarla di non aver esistenza legale in nessun paese è sciocchezza e
-peggio. Italiano, scrivo in Italia e per italiani, e fra noi, tutti
-sanno che nessuna società ha d'uopo di avere esistenza legale se non si
-propone di acquistare beni stabili. Perchè dunque l'_Alliance_ si
-esporrebbe a spese inutili per essere legalmente costituita in ente
-morale quando pei suoi scopi non ha nessun bisogno di fare uso dei
-diritti che da questa costituzione scaturiscono, tanto più quando è
-notorio che se domani una ragione qualsiasi le imponesse di farsi
-giuridicamente riconoscere, essa non incontrerebbe il più piccolo
-ostacolo?
-
-Ma l'_Alliance_ tratta da paro a paro coi Governi, essa invia dei
-_memorandum_ ai ministri che si permettono persino di risponderle, essa
-crea uno Stato nello Stato.
-
-Ricordiamo che ai tempi di S. M. Re Carlo Alberto il Magnanimo, la
-figlia di un ex-diplomatico olandese passò in Torino, malgrado la
-volontà paterna, dalla religione protestante alla cattolica.
-
-Ciò dette luogo a proteste diplomatiche dell'Olanda non solo, ma di
-tutti gli Stati protestanti. Ora è evidente che se l'Olanda in questo
-caso agiva, indipendentemente anche da ogni idea religiosa, per
-difendere l'autorità paterna di un suo suddito, di un suo
-rappresentante, gli altri Stati protestanti non avevano nessuna veste
-per intervenire nella questione, da quella infuori della loro qualità di
-protestanti.
-
-Che meraviglia dunque se gli Ebrei che non hanno nessun Governo che li
-rappresenti officialmente, pensarono di costituire un sodalizio il quale
-colla sola forza della persuasione, dell'appello alla pubblica opinione,
-tuteli i loro interessi religiosi?
-
-E chi non sa che nel secolo nostro la forza delle associazioni è tale,
-che ogni sodalizio, per poco importante che sia, ha facile mezzo di far
-pervenire ai Governi le proprie rimostranze. Sono Stati negli Stati, le
-società geografiche e commerciali, i sodalizi operai e quegli altri
-infiniti Corpi morali che non si peritano di indrizzare memorie a
-Governi e Parlamenti, forti della coscienza di aver solidali nelle loro
-domande tutti gli ascritti al sodalizio?
-
-Perchè gli Ebrei soltanto dovrebbero essere esclusi dal diritto di
-associarsi per la tutela dei loro interessi religiosi quand'anche i
-Governi che più combattono il così detto clericalismo, permettono le
-società per gli interessi cattolici?
-
-Prevediamo un'obbiezione desunta dal carattere internazionale
-dell'_Alliance_; ci si dirà: l'_Alliance_ ha carattere essenzialmente
-internazionale, accoglie soci di ogni paese ed in ogni paese esercita la
-sua azione; chi vi è ascritto, chi ne è protetto specialmente, rimane in
-certa guisa suo suddito e partecipa quindi quasi di una doppia
-sudditanza.
-
-È la stessa sciocca accusa che si muove agli ordini religiosi, sicchè
-non mi meraviglierei che qualcuno parodiando la celebre frase,
-pronunciata contro i Gesuiti nel _Procès de tendance_ del 1825, dicesse
-che l'_Alliance est une épée dont la poignée est a Paris et la pointe
-partout_.
-
-Questo modo di argomentare proviene da un residuo involontario di
-vecchie idee che ormai hanno fatto il loro tempo. Si credette che lo
-Stato avesse diritto anche sulla coscienza del cittadino; da qui gli
-sforzi brutali dei Governi per conseguire l'unità della fede,
-perseguitando i protestanti come in Francia ed in Ispagna, i cattolici
-come in Inghilterra ed in Isvezia.
-
-Ammesso il principio della libertà di coscienza, si capisce che un
-inglese può obbedire alla Santa Sede in tutto quanto concerne le
-questioni religiose, pur rimanendo tanto buon inglese da poter essere
-come Lord Ripon, vicerè delle Indie.
-
-Ma si noti che l'_Alliance_ non avendo altri scopi che quelli infuori
-che ho accennato, non impone ai suoi soci il più piccolo dovere, tranne
-quello di pagare una quota annua di sei lire; quanto alla protezione che
-essa accorda a tutti gli Ebrei, sieno o non sieno ascritti al suo
-sodalizio, essa non può esplicarsi che nelle forme e nei modi consentiti
-dalle leggi dei diversi paesi, sicchè è tanto assurdo il voler dire che
-l'_Alliance_ costituisce un pericolo per gli Stati anche i più deboli,
-quanto il credere che l'Inghilterra possa veder indebolita la sua
-potenza dagli scritti di un Osman bey.
-
-Intendiamoci però bene, l'_Alliance_ non è un pericolo per nessuno
-Stato, ma essa, come tutti i sodalizi che si propongono uno scopo retto
-ed onesto, ha, dietro di sè l'opinione pubblica e questa anche da sola e
-senza il soccorso dell'_Alliance_ finisce per trionfare di tutto quanto
-si oppone al vero progresso.
-
-E certamente non fu per paura dell'_Alliance_, ma per paura
-dell'opinione pubblica, che Coloman Tisza, il Presidente del Consiglio
-dei ministri ungheresi ebbe a dichiarare al suo collega della giustizia
-che il famoso processo di _Tisza Esslar_, in cui figuravano ex-galeotti
-divenuti giudici, avea reso la _Hongrie la risée de l'Europe_.
-
-(335) Venezia, Favaj, 1882.
-
-(336) Veggasi un opuscolo, omai rarissimo, di suo padre, il dottor
-Millingen, _Arbitrary detention of three Protestant children_.
-
-(337) _Gli Inglesi in Oriente_, p. 240.
-
-(338) _Hist._, lib V, § 10.
-
-(339) § 5.
-
-(340) MONTAIGNE, _Essais_, lib. I, cap. 21. Nello stesso capitolo si
-legge: _Il ne se faict aulcun profit qu'au dommage d'aultruy._
-
-
-
-
- 5º _Il sangue cristiano nei riti ebraici della moderna sinagoga.
- Rivelazioni di Neofito ex-Rabbino, monaco greco, per la prima
- volta pubblicato in Italia._ Prato, 1883.
-
-
-Il signor lettore si tranquillizzi, chè, prendendo a pretesto
-quest'opuscolo, non rientreremo nell'esame della calunnia già da noi,
-forse con soverchia abbondanza, discussa in altra parte del presente
-lavoro. Vogliamo soltanto spendere poche parole attorno a questo libro
-per dimostrarne il nessun valore (341).
-
-L'opuscolo, stampato, duole il dirlo, coll'_Imprimatur_ della Curia
-ecclesiastica di Prato, consta di 97 pagine; ma colla pagina 39 finisce
-la parte di cui intendiamo occuparci, il resto non essendo che una copia
-testuale delle articole della _Civiltà Cattolica_.
-
-Le prime 39 pagine dunque contengono le pretese rivelazioni di un
-Rabbino moldavo convertito al cristianesimo e da lui pubblicate nel
-1803.
-
-Secondo queste rivelazioni gli Ebrei farebbero un uso così frequente di
-sangue cristiano, che, se fosse vero, avrebbero dovuto finire collo
-spopolare il mondo.
-
-Ma di ciò, ripetiamo, non vogliamo occuparci. Vogliamo soltanto far
-rilevare che il preteso Rabbino non ha mai esistito.
-
-Infatti si comincia dall'editore stesso, col dire che tutte le
-traduzioni di questo libro sono rarissime, perchè fatte sparire
-dall'_oro ebreo!_
-
-Ciò sarà verissimo; ma, di grazia, perchè non cominciare dal dirci dove
-fu stampata l'edizione originale che, alla fin fine, non rimonta,
-secondo l'editore, che al 1803?
-
-Si sarebbe perduta persino la memoria della città, dove avvenne la
-pubblicazione?
-
-Quale era il nome ebraico dell'autore? L'editore non lo sa, o sapendolo,
-non lo dice.
-
-Quale era il suo nome da cristiano? mistero egualmente insoluto;
-_Neofito_ non essendo un nome proprio ma significando soltanto un
-convertito al cristianesimo.
-
-Ora queste pretese rivelazioni, non avendo altro valore da quello
-infuori che deriva dalla affermazione dell'autore che dice di _aver
-veduto_, è necessario per aggiustarvi fede, sapere il nome dell'autore
-ed aver sottocchi l'originale sua deposizione.
-
-Invece lo stesso editore non ha mai veduto l'originale, non ne conosce
-che delle traduzioni, posteriori di 30 anni alla pretesa edizione
-originale, e non soltanto non sa dirci il nome dell'autore, ma non può
-nemmeno farci sapere in che paese sia stata stampata l'edizione
-originale.
-
-Non occorre davvero essere nè un Magliabecchi, nè un Muratori per
-riconoscere in tutto ciò i caratteri di una delle più volgari
-mistificazioni che mai siansi tentate nel mondo bibliografico. Ma quasi
-ciò non bastasse il libro stesso ci porge le prove le più evidenti che
-l'autore, non soltanto non era un Rabbino, ma ignorava i riti e i
-costumi degli Ebrei.
-
-A pagina 22 il preteso Rabbino dice gli Ebrei soggetti a malattie
-speciali. Oggi, nelle scuole, nei collegi, nelle caserme, nelle carceri,
-negli ospedali, ebrei e cristiani sono mescolati e nessuno ebbe mai
-contezza di tali malattie speciali. L'affermarne l'esistenza è prova
-certa che l'autore non fu mai ebreo, ma che invece partecipava a tutti i
-pregiudizii che il volgo nutre contro gli Ebrei.
-
-A pagina 27 afferma che “quando tra gli Ebrei si celebra il matrimonio,
-si preparano i contraenti con un digiuno rigoroso per ventiquattro ore,
-astenendosi perfino dall'acqua fino al tramonto del sole” e ciò pure è
-falso, falsissimo, come può affermarsi da chiunque conosca i riti degli
-Ebrei.
-
-A pagina 34 è detto “Quando io pervenni alla età di 13 anni, nella quale
-gli Ebrei sogliono imporre in capo ai loro figliuoli una corona che
-chiamano _corona di fortezza..._” Ed anche questo è falso. L'ebreo
-compiuti i 13 anni è religiosamente maggiorenne, ma le _corone di
-fortezza_ non esistono che nella mente dell'autore.
-
-Ho scelto per citarle tra le molte falsità addotte dall'autore quelle
-soltanto che provano la sua ignoranza, non la sua mala fede, perocchè
-basta la sua ignoranza dei riti ebraici a provarne che l'autore non è un
-ex-Rabbino, e neppure un ex-ebreo.
-
-L'astio, l'interesse o qualsiasi altro motivo può spingere un neofita,
-Rabbino o no, a calunniare i suoi antichi correligionarii, ma egli si
-guarderà bene, a proposito di cose indifferenti, ed a tutti note dal
-cadere in inesattezze che non giovano al suo scopo, ma nuocono togliendo
-credito alle altre sue affermazioni.
-
-Ed un'altra di tali inesattezze voglio segnalare:
-
-L'autore ignora che gli Ebrei usano tuttora il calendario lunare. Dice
-(pag. 29) che gli Ebrei piangono la distruzione del Tempio di
-Gerusalemme, avvenuta per opera di Tito, il 9 luglio e (pag. 30) che
-solennizzano l'anniversario del trionfo di Ester il 14 febbraio. Ora,
-invece, essi celebrano il primo di questi due anniversari il 9 del mese
-lunare di _ab_, ed il secondo il 14 del mese di _adar_; date che non si
-riproducono mai in uno stesso giorno dell'anno solare. Le pretese
-rivelazioni del Neofito essendo state, a quanto si dice, pubblicate nel
-1803, abbiamo voluto verificare in qual giorno questi due anniversari
-cadevano in quell'anno e nell'anno precedente ed abbiamo trovato che nel
-1802 il 9 di _ab_ cadeva l'8 agosto, ed il 14 di _adar_ il 18 marzo, e
-nel 1803 il primo il 28 luglio, il secondo l'8 marzo.
-
-Questo preteso Rabbino ignorava dunque persino il calendario ebraico!
-
-Da queste poche osservazioni ci sembra, a luce meridiana, provato che il
-preteso Rabbino Neofito, non ha mai esistito e che le pretese sue
-rivelazioni non sono che l'opera di un falsario il quale foggiò nel 1834
-la traduzione di un libro che non fu mai scritto ed il cui autore non è
-mai vissuto. E credo che basti.
-
-(341) Veggasi quanto scrivemmo a pag. 156.
-
-
-
-
- DOCUMENTI
-
-
-
-
- AVVERTENZA
-
-
-_Abbiamo raccolto sotto questa generica denominazione di documenti le
-narrazioni di varii processi sul preteso uso del sangue cristiano nei
-riti ebraici e le dichiarazioni di sovrani, principi e personaggi
-competenti sopra siffatta calunnia, nonchè un discorso
-dell'Eminentissimo Cardinale Manning, ed una memoria del principe
-Demidoff sulla questione semitica in Russia, e persino una leggenda
-talmudica intesa a far noto lo spirito di tolleranza cui si informarono,
-generalmente, i padri del Talmud._
-
-_Aggiungeremo che molti fra i documenti che seguono sono tratti da un
-opuscolo pubblicato a Vienna nel 1883, col titolo:_ Die
-Blutbeschuldigung gegen die Juden von christlicher Seite beurtheilt. _Al
-numero d'ordine, che precede questi documenti, facciamo seguire un
-asterisco._
-
-
-
-
- DOCUMENTI
-
-
-
-
- I.
-
- La leggenda di Dama.
-
-
-Ci piace riprodurre questa leggenda talmudica la quale giova a mostrare
-come i dottori del Talmud riconoscessero che, anche nei pagani, potevano
-trovarsi virtù non comuni.
-
-Viveva in Ascalon un pagano per nome Dama, figlio di un certo Nedina, il
-quale era tutto in sul traffico di pietre preziose, e ne traeva discreti
-guadagni.
-
-Accadde una volta ch'egli trovossi abbondantemente provvisto appunto di
-quella qualità di gemme che il rito mosaico prescrive per l'efod (manto)
-del sommo sacerdote di Gerusalemme; nè era tanto facile che altra
-favorevole occasione gli si presentasse di venderle con profitto.
-
-Un giorno Dama vede entrare nella sua bottega i sapienti venerabili
-d'Israello, i quali con una certa inquietudine ed ansia che di leggieri
-traspariva dal loro volto, gli chieggono se per avventura tenesse ancora
-nel suo negozio di quella sorta di gemme che all'efod abbisognavano.
-
-“Ascolta! soggiungevano i vecchi: appunto per provvedere il sacro manto
-di queste gemme che ora gli mancano, ci siamo mossi noi stessi in tutta
-fretta, per tema che da altri si frapponesse ritardo a compire questa
-pia provvista. Se tu ne sei fornito ben puoi dirti fortunato; però che
-poco c'importa del prezzo, purchè abbiamo al più tosto le gemme, e
-possiamo ritornare colà ove con tant'ansia siamo aspettati.”
-
-Giubilava il mercante a questa notizia e a questa proposta e tutto nel
-pensiero del grasso guadagno che ne avrebbe fatto, diede mano a quelle
-poche pietre preziose che gli stavano davanti, e presentatele ai
-sapienti d'Israello:
-
-“Signori! disse: osservate se queste si affanno al vostro bisogno, e
-tosto che ci saremo accordati nel prezzo, io spero di potere in
-sull'istante darvene quel numero che sarà nel desiderio vostro.”
-
-Le osservarono attentamente i saggi, e come le ebbero riscontrate eguali
-a quelle che il religioso rito prescrive, “È il caso nostro, risposero;
-ora parliamo del prezzo. Purchè non ci sia alcun ritardo nella
-rimissione delle pietre.”
-
-Ma quanto al prezzo non ebbero a discorrere nè a discutere lungamente,
-poichè dall'un canto eravi facile arrendevolezza a ben pagare,
-dall'altro l'offerto guadagno superava di gran lunga le concette
-speranze. Onde, conchiuso il contratto, “Aspettate alquanto, o signori;
-in sull'istante io sarò qui di ritorno colle gemme.”
-
-Tutto lieto della buona giornata, va per salire in sulle stanze e
-prendere dallo scrigno le riposte pietre. Lento lento però egli monta la
-scala, perocchè nella stanza appunto ove stava la preziosa arca, giaceva
-il vecchio padre infermiccio. Egli entra quasi in punta di piedi, e
-adagio adagio si accosta al letto per dargli notizia del buon contratto,
-e farsi rimettere la chiave dello scrigno che il vecchio timoroso teneva
-sempre presso di sè. Ma, o sorpresa! il vecchio dorme. Da lungo tempo
-non aveva più gustato riposo, ed ora era tutto immerso in dolce sopore.
-
-Il figlio contempla un momento con gioia quel riposo del padre; poi
-pensa alla chiave, e ricorda che il vecchio soleva tenerla sotto al
-capo. Lo guarda ancora amorosamente, lo fissa immobile, poi dice fra sè
-stesso: — Pazienza! non si farà il contratto; ma io non disturberò il
-dolce riposo del padre mio. —
-
-Ridiscese lento lento la scala, e “Signori; disse ai sapienti, per ora
-io non posso rimettervi le gemme.”
-
-“Ma noi non possiamo aspettare, gli risposero tra indispettiti ed
-attoniti: o sull'istante, o ci rivolgeremo altrove.”
-
-“Avete ragione: duole assai anche a me; ma io non posso altro.”
-
-I saggi d'Israello se ne andarono; ma quando si venne a sapere la
-ragione del fatto, tutti lodarono il figliale rispetto di Dama.
-
-L'anno dopo nacque nella greggia di Dama, caso veramente raro, una
-giovenca tutta rossa senza macchia alcuna quale appunto era prescritta
-per un sacro rito mosaico (342). Tosto i sapienti d'Israello corsero in
-casa sua per farne acquisto.
-
-“Signori, disse egli, io so bene che nessun prezzo mi sarebbe da voi
-diniegato; ma a me basta soltanto che mi compensi della perdita che ho
-fatta l'anno scorso, per non mancare del debito mio verso il padre.”
-
-I Rabbini meditando su tutto questo fatto, dissero: “Quanti tesori di
-ricompensa non debbono aspettarsi i fedeli dalla misericordia di Dio, la
-quale dà il premio delle buone opere anche a coloro che non hanno
-accettata la santa legge?” (_Talmud Kiduscim_, cap. 1).
-
-(342) Veggasi il Pentateuco. _Numeri_, cap. XIX.
-
-
-
-
- II. *
-
- Lettera patente dell'Imperatore Federico III
-
-
-Noi Federigo, per grazia di Dio, Imperatore Romano, ecc.
-
- _Omissis_
-
-. . . . . Abbiamo saputo che l'illustrissimo Margravio Carlo di Baden,
-conte di Sparheim, Nostro caro cognato e principe, pigliando motivo da
-contestazioni insorte fra taluni Ebrei e Cristiani, ha commesso, verso
-questi primi, atroci azioni, martorizzandoli in guisa che ne morirono,
-ed impadronendosi poi dei loro beni. Ora come abbiamo invitato il
-predetto Margravio a non più commettere simili atti da Noi non permessi,
-così invitiamo voi tutti a voler obbedire a questa Nostra Patente. Il
-predetto Margravio Carlo avendo agito in siffatta guisa senza motivo,
-ma, a quanto ci consta, per odio e per sospetto che essi Ebrei abbiano
-fatto uso di sangue cristiano di cui hanno assoluto bisogno e che perciò
-abbiano commesso dei delitti, richiamiamo la vostra attenzione su quanto
-siamo per dire. I nostri santi padri, i papi, hanno fatto studiare la
-cosa da dotti e da giurisperiti ed hanno dichiarato che tali misfatti
-sono infondati e proibiti, ed hanno vietato vi si aggiusti fede. Ci
-affrettiamo quindi a dichiarare che essi Ebrei sono, coi loro averi,
-sudditi del Nostro Imperial Dominio e che perciò ci saremmo affrettati
-di studiare le accuse lanciate contro di loro se veramente vi fosse
-stata giustizia nel procedere del Margravio e se non vi fossero stati
-altri motivi che lo indussero ad agire frettolosamente e senza farcene
-rapporto. Ripetiamo pertanto in tutta la sua forza la Nostra imperiale
-Volontà, che tutti si astengano da simili azioni non avendo il Margravio
-avuto il diritto di agire come ha fatto, e mandino a Noi, cui tocca di
-giudicarne, ogni lagnanza. E questo ordiniamo seriamente, perchè tali
-ingiustizie non abbiano mai più a verificarsi, sicchè non dobbiamo più
-scrivere su tale argomento. Ordiniamo, poi, sotto pena di grave ammenda,
-si mettano subito in libertà gli Ebrei imprigionati e si restituiscano
-loro, conformemente a questa mia lettera imperiale, i loro averi. Tanto
-ordiniamo in forza dell'Imperial Nostro Diritto, e di più ordiniamo, al
-predetto Margravio, di pagare subito, alla Nostra Camera Imperiale, una
-multa di 100 marchi in oro fino, essendo nostra assoluta volontà, che se
-egli, o qualchedun altro, si dimostrasse disobbediente ed azzardasse,
-per nessuna ragione, di toccare, come già ha fatto, gli Ebrei od i loro
-beni, cadrebbe tosto in disgrazia.
-
-Il Margravio, e tutti con lui, sono invitati a proteggere in ogni guisa
-gli Ebrei del Nostro Impero, e nessuno in nessun paese, città,
-villaggio, borgo o distretto, possa permettersi di toccare loro od i
-loro beni se non vogliono cadere nella disgrazia nostra e dell'Impero e
-se vogliono evitare un'altra volta la succitata multa. Questa è assoluta
-volontà Nostra, ed eseguendola non vi mancherà la Nostra benigna grazia.
-
-Dato a Volkmark, suggellato col Nostro Imperiale Suggello, il venerdì
-avanti il giorno di San Giovanni, dopo la nascita di Cristo 1470. Nel
-31º anno del Nostro romano Regno, il 19º dell'Impero ed il 13º del Regno
-Ungarico.
-
-(Giovanni Cristoforo Wagenseil, “_Benachrichtigungen_” ecc., pagine
-168–172).
-
-
-
-
- III.
-
- Lettera del Doge di Venezia, Pietro Mocenigo, al podestà e capitano di
- Padova.
-
-
- Rub. Pro Judeis in causa beati Simonis de Tridento.
-
- Cart. 14 retro.
-
-Petrus mocenigo dei gratia dux Venetiarum etc. Nobilibus et sapientibus
-viris Antonio erizo de suo mandato potestati et Bertucio contareno
-capitaneo padue et successoribus suis fidelibus dilectis salutem et
-dilectionis affectum. Ad nostram pervenit notitiam quod ex causa
-cuinscumque rumoris dissipati scilicet in tridento inventum fuisse
-puerum necatum a Judeis illius loci molestantur et verberantur Judei
-habitantes in terris et locis nostris. Et quod absurdius est facto
-impetu a christianis soditis nostris aggredi illos et predari sursum
-deorsum commeantes. Queritur usque adeo ut transire de loco ad locum
-dubitent, ne cedantur et dispoliantur: cuius quidem temeritatis auctores
-et impulsores esse dicuntur quidam predicatores et etiam ipsi zaretanì
-contionem de his habentes in populo. Que res quantum nobis displiceat,
-quantum molesta et ingrata sit optime intelligere pro vestra prudentia
-potestis. Credimus certe rumorem ipsum de puero necato commentum esse et
-artem ad quem finem (343) videant et interpretentur alii. Nos vero
-volumus semper ut in terris et locis nostris Judei secure et impune
-inhabitarent: et omnis vis et iniuria absit ab illis non secus quod sit
-erga ceteros fideles et subditos nostros. Et si quis est qui aliter vel
-presumat vel cogitet, male nos et indignationem nostram novit. Et licet
-non dubitemus quod pro una circumspectione probe intelligatis ista non
-convenire: et presertim hoc tempore provideritis quod provisuri quod
-sitis nec in ista civitate et territorio nostro contra Judeos innovetur
-quodcumque dicta de causa. Tamen volumus et vobis mandamus ut sub
-severissimis penis providere debeatis, et talem operam dare quod secure
-et tute inhabitare voleant: et ut sursum deorsum ire et redire Judei
-omnes istic habitantes procedendo contra inobedientes et obviando ne a
-predicatoribus aut aliis excitetur populus ad tales insultus, quo nihil
-displicentius audire et intelligere possemus: has autem nostras literas
-in actis Cancellerie vestre ad futurorum memoriam registrare faciatis.
-
- Datum in nostro ducali palatio
-
- Die XXII aprilis — Jndictione VIII, 1475.
-
-Copia tratta dal Registro originale della Cancelleria di Padova segnato
-col N. XXVI — e chiamato _Registro Verde_. Si conserva nell'Archivio
-Antico annesso al Museo Civico.
-
-(343) A che fine? Risponda per noi un contemporaneo e precisamente un
-Sacramorus, ambasciatore milanese a Roma e Protonotario apostolico, il
-quale scrivendo da Roma, a Cicco Simonetta, segretario del Duca di
-Milano, in data 7 agosto 1475, vien fuori, a proposito di questo fatto,
-con queste precise parole: “... èt il prefato nostro Signore manda el
-vescovo de Ventimiglia a Trento per vedere et examinare questo che se
-scrive, acciò che se pur sia vero, e non sia appetito de qualche
-roba...” (Cfr. _Bollettino Storico della Svizzera Italiana_; anno IV:
-gennaio-febbraio 1884, pag. 21). Il fine dunque si sospettava fin
-d'allora, ed era quello che noi siam sempre venuti dicendo: _Appetito de
-qualche roba_, come diceva quel buon Sacramorus, per non dire netto e
-schietto il desiderio di derubar le vittime, calunniandole.
-
- C. G.
-
-
-
-
- IV.
-
- *1479 .  .  . Aprile.*
-
-
-Carteggio relativo all'arresto di alcuni Ebrei della provincia di Pavia,
-falsamente imputati d'avere, nelle loro cerimonie, crocifisso un
-fanciullo cristiano; e dichiarazione di provata innocenza, emessa il 28
-aprile 1479, da Bona e Giovanni Galeazzo Maria Sforza, con ordine di
-liberazione e resa dei beni confiscati (344).
-
-
- 1º
-
-Illustrissimi et excellentissimi principes et domini domini mej
-metuendissimi. Aviso vostre excellentie qualiter noviter domino Antonino
-locumtenente del Cardinale ha dextenuto uno hebreo che sta in la tera
-dela Stratella per famiglo de uno Belhomo hebreo che sta in la terra de
-Arena, perchè el debe haver piglato uno puto et mandato al dicto Belhomo
-per fare le cerimonie deli hebrey, lo qual puto non se trova. El qual
-famiglo he stato examinato, et prout posso intendere ha confessato haver
-mandato esso puto al dicto Belhomo. Et intexo questo ho facto dextenire
-esso Belhomo: Et aziò se possa haver il vero dal dicto Belhomo
-bexognaria haver esso famiglo, et etiam la confessione per luy facta et
-li altri indicij per esso domino Antonino et seu il suo potestà
-assumpte, aziò etiam possa intendere li complici et participi de tal
-delicto, et provvedere circha il punire similli errori, li quali non
-sono da tollerare. Per la qual cossa piaqua a vostre excellentie
-scrivere al dicto domino Antonino, me vogla dare nele mane cussi dicto
-famiglo, come la confessione sua et altri indicij circha ciò assumpto
-per intendere il vero; avisando esse vostre excellentie che più
-virilmente se procedarà nante a mi che al dicto domino Antonino, perchè
-etiam questo he uno officio, et vostre excellentie non debano tolerare
-me sia tolta la jurisdicione, la qual cosa etiam cedarà ad utillitate de
-vostre excellentie, ala qual humiliter me racomando.
-
- Papie, XX aprilis 1479.
-
-Earundem illustrissimarum et excellentissimarum dominationum, fidelis
-servitor
-
- JOHANNES CALZAVACHA.
-
-_A tergo._ — Illustrissimis et excellentissimis principibus et dominis
-dominis ducibus Mediolani et dominis meis metuendissimis.
-
- Mediolani — cito — cito.
-
-(344) Questi documenti, il cui originale esiste nell'Archivio di Stato
-di Milano, (_Raccolta_ EBREI 1479) vedono ora la luce per la prima
-volta.
-
- C. G.
-
-
- 2º
-
-Illustrissimi signori mei. Per una mia di XX del presente avisaj vostre
-signorie illustrissime dela captura di uno ebreo facta per il
-locotenente del reverendissimo Cardinale di questa città, qual inculpava
-uno Belhomo pur ebreo che havea havuto nele mane uno puto christiano
-qual no se trova et se dubita lo habia facto morire, et pregava vostre
-illustrissime signorie facesero ch'io havese li indicij e la confessione
-di quelo ebreo era nelle mane di esso locotenente, aciò ch'io potese
-procedere contra dicto Belhomo, qual havea et ho nele mane luj e uno
-altro nominato Saya da Piasenza, quali examinandoli li ho trovati varij
-et mendazi. Pur il dicto Belhomo fin a questa hora sta sula negativa, ma
-invero dubito sia culpevele. Ora in questa il locotenente del
-reverendissimo Cardinale m'ha presentato una littera de XXI del presente
-di vostre illustrissime signorie, quale mi comandano deba vedere de
-havere dicto Belhomo nele mane et consignarlo al Capitaneo de Justicia
-de Milano, qual già duij dì fa, como ho scripto a prelibate vostre
-illustrissime signorie ho nele mane cum il cumpagno sopranominato, et
-como filiolo di ubedienza lo haveria de subito mandato ad esso
-capitaneo. Ma il locotenente ante me presentase le mie littre già havea
-facto intendere il tenore di queste littre a molti citadini quali di
-subito fycero convocare la provisione et hanno ellecto duy cittadini che
-hozi si partino per venire a vostre excellentie per obviare non si
-mandano, li quali som domino Ambrosio Pizono, et frate Boniforto
-Strazapata, et questa comunità m'ha facto grandissima instantia non
-manda dicto Belhomo finchè li ambasciatori loro non siano venuti da
-vostre excellentie, ma non seria già stato a sua richesta, ma il
-locotenente del Cardinale vene in previsione et dise che ante mandare il
-suo, volea venire prima lì, et così vene una a cum dicti ambasatori.
-Vedendo così mi som confidato de avisare prima prelibate vostre signorie
-di questo, ante lo mandi, qual tenerò in bona custodia donec vostre
-illustrissime signorie mi scriverano altro. Ho mandato ad Arena a fare
-fare discretione di tuti li beni del dicto Belhomo; e così ad
-investigare il vero ho dati certi tracti di corda al dicto Belhomo; pur
-non ha ancora voluto confessare. Ma se vostre illustrissime signorie mi
-lasaranno procedere non dubito trovare il vero. Ma non farò altro finchè
-vostre excellentie non me avisano di quanto habia a fare, quale ubedirò
-senza rispecto alcuno, et a quelle humilmente mi ricomando.
-
- Papie, XXII aprilis 1479.
-
-Earundem illustrissimarum et excellentissimarum dominationum.
-
- Servitor
- JOHANNES CALZAVACHA.
-
-_A tergo._ — Illustrissimis et excellentissimis principibus et dominis
-dominis ducibus Mediolani etc, dominis meis metuendissimis etc.
-
- Mediolani, — cito — cito.
-
-
- 3º
-
-Illustrissimi principes et excellentissimi domini domini singularissimi.
-Havemo inteso vostre signorie havere scripto al magnifico domino
-Comissario et Potestà di questa sua città, deba mandare in le mane del
-Capitaneo dela Justitia di quella città certi ebrey qualì, ut dicitur,
-hanno occixo in grandissimo vilipendio de tuta la christianità uno
-fanzullo in la terra de Arena; del quale caxo tuto questo populo, maxime
-li cittadini di questa città, et quanto sonno da più tanto etiam più se
-ne stupisseno et fanno grande murmuracione, che quando sij vero non
-sarebe allo pacto, da esser tollerato, imo speramo vostre signorie ne
-debiano fare grande dimostracione. Et perchè in quella jurisdicione unde
-è comisso el delicto debe anchora esser facta la punicione et sie in
-Pavia. Il che etiam ultra che sii de rasone, e molto honesto poj che il
-loro sangue et persone sonno taliter indebite oltragiate, essendo cossì,
-havemo deliberato mandare da esse vostre signorie il spectabile doctore
-domino Ambroxio Pizono advocato di questa comunità et domino frate
-Guiniforto Strazapata, ambo cittadini, quali ad nostro nome exponerano
-ad vostre signorie circha questo quanto da nuy hanno in comissione.
-Supplicando ad quelle se degnano darli benigna audientia et piena fede
-como ad nuy proprij, como speramo in le prelibate vostre signorie, ale
-quale si ricomandiamo.
-
- Datum Papie die XXII aprilis 1479.
-
-Earundem dominationum vestrarum fidelissimi servitoris
-
- Deputati officio provixionis
- comunis civitatis vestre Papie.
-
-_A tergo._ — Illustrissimis principibus et excellentissimis dominis
-dominis ducibus Mediolani etc., Papie Anglerieque comitibus, ac Janue et
-Cremone dominis dominis singularissimis.
-
-
- 4º
-
-Illustrissimi principes et excellentissimi domini domini mei
-singularissimi. Quest'hora per Ambroxio correro ho la secunda di vostre
-excellentie data heri circha il facto deli Judei quali mandarò omnino
-questa sera al Capitane dila Justicia, secundo m'è scripto per vostre
-excellentie, quibus me humiliter comendo. Datum Papie die 23, hora
-10^ma, aprilis 1479.
-
-Earumdem dominationum vestrarum, ad Deum devotus orator.
-
- ANTONINUS MALVICINUS de Font.
- locumtenens etc.
-
-_A tergo._ — Illustrissimis principibus et excellentissimis dominis
-dominis ducibus Mediolani, dominis meis singularissimis.
-
-
- 5º
-
-Illustrissimi principes et excellentissimi domini domini mei
-singularissimi. In executione dele litere de vostre signorie ho
-consignato a Johanne da Napoli dicto Rosso et ali compagni suoi
-provixionati de vostre signorie Belhomo judeo quale era qui destenuto,
-aciò che lo debano condure lì in le mani del capitaneo de castello di
-vostre signorie sempre secondo la continencia de epse lettere. A vostre
-signorie mi racomando. Papie die 25 aprilis 1479.
-
-Illustrissimarum dominationum vestrarum
-
- servus
-
- JOANNES CALCIAVACHA, eques et doctor
- commissarius et potestas ibi.
-
-_A tergo._ — Illustrissimis principibus et excellentissimis dominis
-dominis ducibus Mediolani, Papie Anglerieque comitibus, ac Janue dominis
-dominis meis singularissimis.
-
-
- 6º
-
- 1479. die XXVIII aprilis de mane.
-
- Congregatis infrascriptis senatoribus videlicet.
- Magnifico domino Sfortia Secundo.
- Reverendo domino Episcopo Comensi.
-
- Domino Petro Francisco Vicecomite.
- ” Nicodemo Tranchedino.
- ” Orpheo de Richano.
- ” Azone Vicecomite.
- ” Cicho Symonetta.
- ” Johanne Symonetta.
- ” Bortholomeo Chalco } _Secretari._
- ” Johanne Jacobo Symonetta }
- ” Francisco Ritio, _Cancellario_.
-
-Fuerunt vocatì dominus Antoninus Malvicinus vicarius reverendissimi
-domini cardinalis Papientis et dominus Ambrosius Pizonus et frater
-Bonifortus Strazapatta oratores Papienses, presente Turlurù puero quem
-asserebant a Belhomo hebreo in Arena crucifixum. Et petentibus ipsis
-oratoribus remitti hebreos detentos ob hanc causam ad potestatem Papiene
-laedatur sua juridictio etc.; fuit eis responsum quod illustrissimi
-principes nostri nolunt rumpere eorum jurisdicionem, sed quia huiusmodi
-imputacio fuit data hebreis alias et tamen fuit inventa falsa, voluerunt
-prefati principes nostri hoc intelligere, quia huiusmodi casus, si
-fuisset verus, erat atrocissimus et offendebat totam christianam
-religionem, ideo erat officium principis hoc ad se advocare et veritatem
-intelligere; et si fuissent reperti culpabiles, fuissent etiam remissi
-ad potestatem Papie ut punirentur. Et sic fuerunt dimissi dicti oratores
-et ordinatum quod scribantur littere huiusmodi responsionis ad
-comunitatem Papie, et, relaxerunt et liberentur omnes hebrej hac de
-causa detenti, et eorum bona eis serventur et extorta restituantur.
-
-
- 7º
-
- Ex Mediolano die XXVIII, aprilis 1479.
-
- Commissario et potestati ac duodecim provisionis
-
- Comunitatis Papie.
-
-Dilecti nostri. Sonno stati da nuj el nobile doctore messer Ambrozio
-Pixono et Boniforto Strazapatta vostri ambaxatori li quali se sonno per
-vostra parte gravati che havendo noi facto condure qui Belhomo et Donato
-hebrei imputati de havere morto in Arena uno putto nominato Turlurù sia
-lesa la jurisdicione de quella nostra città, allegando la condemnatione
-et punitione deli dicti hebrei, casu quo essent culpabiles, et la
-absolutione sì essent innocentes doversi fare per voi Commissario et
-potestà suo judice ordinario; et per questo rechiedeveno volessimo
-rimettere li dicti hebrei. Noj gli havemo facto rispondere che nostra
-voluntà non fo maj, ne è, alterare ne rumpere la jurisdicione de quella
-nostra fidele Comunità, immo conservarla cusì como la conserviamo a
-tutti li altri nostri subditi. È ben vero che essendone venuto a notitia
-quanto di sopra è dicto della imputatione che se dava alli dicti hebrei,
-et considerato che quando tale cosa fosse stata vera de gravissima
-atrocità tendente in generale oprobrio della christiana religione et ad
-manifesta offensione della dignità nostra, ce è parso como a catholici
-et christiani principi essere nostro officio, et ad noj principalmente
-pertenere la investigatione et cognitione de sì horibile et detestando
-delicto, et fargli quella provisione che alla observantia della fede de
-Christo et al debito et honore nostro sè conveneva. Et per questo havemo
-voluto havere quì li dicti hebrei, et fare investigare con diligente
-examino la verità de questa cosa, con ferma dispositione che trovandosi
-culpabili li dicti hebrei fossero puniti et castigati in quella nostra
-città sotto voj Commissario et Potestà juxta suoi demeriti. Et cusì se
-veneva ad essere satisfacto al honore nostro, alla justicia et al
-desiderio de quella nostra comunità, benchè come principi et signori
-haressimo possuto et possemo simili et altri errori farli punire
-arbitrio nostro, dove et como ad noi paresse più conveniente, et ad più
-salubre exemplo. — Hora havendo effectualmente trovato che tale
-imputatione è stata falsa, et calumniosamente facta, como etiam altre
-volte è accaduto, et essendosi trovato el dicto putto ghiamato Turlurù
-vivo et senza lesione alcuna, conducto al cospecto nostro et veduto per
-li dicti vostri ambaxatori, se siamo maravigliati non senza molestia de
-questa scandalosa inventione dalla quale sonno stati per uscire
-periculosi inconvenienti tra populari et gente imperita; et havemo
-commandato et per tenore delle presente commandiamo che li predicti
-hebrej et tutti li altri destenuti per dicta casone siano liberamente
-relaxati senza offensione et danno alcuno, et alla liberatione deli
-dicti hebrei non c'è parso in cosa tanto manifesta s'y conveniente
-procedere per via judiciaria, ma summariamente quoniam effectus ipse
-declaravit falsitatem dicte imputationis, cuius autor nullus comparuit
-ad accusandum.
-
-De questa nostra resposta et deliberatione havemo voluto darvi aviso per
-nostre littere, perchè distinctamente intendiati el tutto, et
-cognosciati che non haveti casone de posservi dolere de quello havemo
-facto per debito et honore nostro in questa facenda; immo doveti
-referircene gratie et como fideli subditi recevere a beneficio singulare
-che habiamo facto retrovare la verità de sì scandalosa imputatione.
-Volemo et ve comandiamo che debiati provedere, presertim voi potestà et
-comissario, che alli hebrej in quella città et sua jurisdicione non sia
-facta indebita molestia nè ultragio perchè non intendemo comportarlo,
-como a bocha havemo facto dire ad epsi vostri ambaxatori.
-
-
- 8º
-
-Illustrissimi principes et excellentissimi domini domini mei
-singularissimi. Per exeguire quelo ho in comissione per lettere de
-vostre illustrissime Signorie Mediolani date sub die 28 instantis mensis
-et signate Cichus, de fare restituire tute queli pigni sono tolti ali
-Ebrey de Arena, quali sono retenuti pel el judice del Malleficio,
-Sindici fiscali et notari et familia mia, li quali sindici judice notari
-et familia li ho havuto da mi et li ho facto intendere quelo me comete
-vostre illustrissime signorie sia restituite esse robe ad essi Ebrey
-senza spexa alcuna; et essi me hanno resposto che sono paratissimi ad
-obedire ali comandamenti de vostre illustrissime signorie, et così me
-hano consignate apreso di me tute esse robe. Ma dicono che essendo loro
-stati giorni sei sopra la hostaria cum cavali da victura, pare sia
-honesto siano satisfacti dela loro mercede et deli cavali da victura
-etiam se may non fuseno in dolo essi Ebrey, perchè questi tali officiali
-quali sono andati a fare questa tale descriptione sono in bona fede hano
-obedito ad quelo lì è comandato, maxime che essi Ebrey, per simile poca
-spexa, son certo non serano tropo retrogradi (345). Nichilominus
-exequiro sempre quelo m'è comisso per vostre illustrissime signorie le
-quale pregole se degnano scrivere quelo ho ad fare, se li pare tracta
-qualche composicione per così minima cosa, adciò che questi tali
-officiali in li facti dela camera, quando acaderà, siano più vigilanti,
-ale quale cum fede et devocione sempre me racomando. Datum Papie die
-ultimo aprilis 1479.
-
-Earumdem dominationum vestrarum,
-
- Fidelissimus servitor
- JOHANNES DE CALZAVACHA
- ibidem Comissarius et Potestas.
-
-_A tergo._ — Illustrissimis principibus et excellentissimis dominis
-dominis Ducisse et Duci Mediolani, Papie Anglerieque Comitibus ac Janue
-et Cremone dominis, dominis suis metuendissimis etc.
-
-Dentur in manibus magnifici domini Cichi ducalis primi secretari
-dignissimi etc.
-
-(345) Si noti singolare giustizia de' tempi. Gli Ebrei erano stati
-riconosciuti innocenti, il fanciullo che si pretendeva ucciso da loro,
-era vivo e sano, ma ciò non toglieva che ad essi non si facessero pagare
-le spese del giudizio.
-
-
- 9º (346).
-
-Bona, et Joannes Galeaz Maria Sforcia Vicecomites Duces Mediolani, ac
-Papie Anglerieq, Comites, ac Januæ et Cremonæ domini, Parte
-universitates heb.^m in dominio nostro commorantium tenoris huiusmodi
-accepimus supplicationem V.^z
-
-Ill.^mi ac Excell.^mi Principes, Già sonno m.^ti anni che li heb.^i del
-duminio uro p. uarij modi sonno statti tribulati et aflitti nelle Robbe,
-et persone sue, non ostante che sempre siano statti pronti, et
-uolenterosi al bene, et utile del statto uro, in modo se trouano in li
-mali termini se le Ecc.^me u͠re non si degnano prouedergli, però che da
-certo tempo in quà sonno perseguitatti nelle persone, et non pensando
-alc.^i u͠ri offitiali quanto più è speso tanto manco gli è rimasto,
-cercando per uia inderetta di molestargli nelle persone de dì in dì, et
-de tempo in tempo studiando far noui inuentioni e che sij uero da dui
-mesi in quà sonno acaduti l'infrascritti casi, V. g. in ualenza
-trouandossi mancare un putto hebbeno suspitione contra li heb.^i di d.^a
-Terra, et li fù minaciato assai, et se per Dio gratia lo putto non si
-fusse trouato annegato in una foppa per certo l'incoreua mal assai.
-Similiter essendo perso un putto di Monte Castillo fù imputato alli
-heb.^i di d.^a Terra e poi fu trouato era caduto uia per una sua amida.
-Il simile accadete a Bormio, item a pauia essendo rimasto un putto da
-sera seratto fuori dal ponte di Ticino, et condotto p. un Zentilhuomo a
-casa sua a' fine di restituirlo à quello de chi era, et non se trouando
-così subbitto, fù suspicato et mormorato contra heb.^i et cercato in
-casa sua et minaciatoli, in modo chel patrone della casa fugito per
-paura, et ancora non è ritornato, et se poi non fusse ritrouato non
-sariano passati senza pericoli, et molestie assai, come è accaduto a
-quello della stradella, et come alias acadete à Pauia che fureno
-sachegiati et fatto leuar il popolo à Rumore à risego di far nascere
-qualche gran scandolo et disordine con detrim.^to et pericolo del statto
-de V. I. S. delle qual cose V. S. sono assai informate le quali sono
-diuulgate non solum in Lombardia ma etiamdio fuori di Lombardia, et li
-imputatti al detto luoco darena p. li tormenti grandi a loro fatti in
-diuersi luochi hanno confessato hauer comesso quello di che erano
-inocenti, et condotti in Castello et a casa del Cap.^o di giust., p.
-tutto hanno Ratificato esser uero ciò haueuono d.^o et se Dio per sua
-gratia non hauesse mandato che fusse trouato sariano statti tratatti
-pegio che quelli da Trento, che Dio sà sel fosse uero ò non pure sperano
-che Dio ne debba fare demostratione al tempo; è p. che se poderia
-desuiare qualche putto fuori del Dominio, aut per qualche altro
-inderetto fine inuilupato da qualche soy emuli per disfargli gli pare
-grauiss.^mo che hauendo persa la Robba debbono sobiacere à tale, è tanto
-pericolo delle Robbe, è persone sue, per che à loro sarà imposibile
-hauer cura ne render conto de quanti putti si perdono nelli paesi doue
-habbitano. Però credono che ne uno de sanno intelleto debbia credere
-tale pazzie come li fi imputato per che la legge sua e nemicha
-dell'Umicidio, Item naturalm.^te cadauno sia crudele quanto si uoglia
-aborisse, et hà in abominatione il sangue humano, et chel sia uero
-ch'essi heb.^i non siano in dolo, si proua pm.^te effecacissime rasone,
-et argomenti, così legalli come naturale, per degnis.^me autoritate, et
-primo per la loro legge Moysaycha gli è prohibito l'humicidio, et in più
-luochi il mangiar sangue non pur humano, mà di qualunque animale se
-sia — et q.^to si osserua tra heb.^i item naturaliter cadauna creatura
-humana hà in erore, et abominatione non solo lo usare mà puro lo uedere,
-sangue humano, ò un corpo morto, quanto magis saria in erore ucidere uno
-p. usare del sangue suo, et chi uolesse dire che questo si facesse in
-dispretio di Christo, se risponde non è uero, ne uerissimile, p. che da
-Christo in quà sono statti m.^ti heb.^i che sono fatti Christiani, et
-Dottori Ecc.^ti di grande fama, et authoritade come S. Paolo, Nicolo de
-lira, Bonaventura, et m.^ti altri che erono informatiss.^mi delli Ritti,
-et consuetudine heb.^e et se hauessero saputo essere tale consuetud.^e
-apud heb.^i p. certo l'haueriano manifestatta, et pupallata, et la
-chiesa non gli haueria non solo concessi m.^ti priueleggi, ma non li
-haueria tolerati ne toleraria, come hà fatto, et fà in tutte le
-prouincie de chrestianitate, mà li haueria scaciati et perseguitatti, et
-cosi li altri S.^ri temporali e spirituali, et se forse se dicesse che
-questa fusse consuetudine secreta si risponde gli sonno statti heb.^i
-Batezzati, per uarie prouincie di chrestianità degni di fede dalli
-qualli si può dimandare, et sapere se l'è uero ò no pure non si toglia
-tale informatione da trouati ne persone leggiere, ma mature, et de buono
-intelleto, et sentimento, et chi dicesse forse li sono alcuni pazzi che
-p. sua fantasia si mettano ad cometter tale neffando mancamento, si dice
-che comuniter li pazzi sono poueri, et non sono patresfamiglias imo
-sonno regiuti da altri, et se uolessero bene commettere tali mancamenti
-li altri suoi non la patirebbono, si per non contrafare alle legge così
-diuine come humane, etiam per non incorere in pericolo et descrimine
-delle persone et robbe sue, et li pazzi non saperiano ne imaginare, ne
-gouernare tale cose, ne haueria rispetto farlo secretto, ò palese, item
-se questo fosse uero li sono ut ita dicant inumerabili heb.^i richi in
-terre de Turchi, Morri, et Saraceni, et altri infideli, che teneno
-schiaui et fameglij et poteriano hauer delli putti ad suo piacere da
-fare cio che uolesseno senza tanti rispetti ne pericoli senza impaciarsi
-da fare tale cose in Terra de cristiani con tanti pericoli non solum
-della robba ma etiam delle persone loro, Item della destrution de
-ierusalem fatta per titto uespasiano in qua che li heb.^i furono
-condotti à roma non si e mai ditto ne trouato habbino fatto tale
-mancam.^to et saria impossibile se lo hauessero fatto che p. qualche
-modo, et in qualche tempo non fusse statto scuoperto, et desiderando de
-obuiare in futurum a tale machinatione, et pericoli, et che all'auidità
-d'alc.^i offitiali, et altre persone sia ripresa et estinta, et gitatta
-à parte in totum, supp.^no ut is attentis si degnano V.^re S.^rie
-scriuere et mandare p. sue patenti le͠re sub indignationis pena alli
-suoi offitiali p.te et futuri, che à modo non s'impazzano da fare
-nouitatte alc.^a occ.^ne alicuius imputationis fiende in antea contra di
-supp.^ts et se pur a V. I. S. non piacesse de cosi fare, saltem si
-degnino scriuere et mandare che acadendo p. disgratie alc.^e imput.^ne
-fatti p. persone degne di fede contra li supp.^ti, che li uff.^li
-predetti siano obligatti sub.^o mandare q.^to tale imputato qua à Milano
-da V. I. S. quali habino ad rimettere la cognitione del tutto a chi li
-pare et piace in la pte città, il quale sia obligato p.^mo et ante omnia
-hauer denanti à se l'imputatori e testimonij quali siano degni di fede,
-et omni eceptione maiores con l'imputati et li diano copia delli inditij
-perchè forsi li purgariano per altra uia che per tormenti, et non
-ficendo purgatti per altra uia non mettono alc.^o d'essi heb.^i alla
-tortura senza partecipatione, et espresso consentimento di uno
-christiano sudd.^to uro effetto per li heb.^i allo esamine ad presso à
-d.^o uffitiale ad cio la cosa passa maturamente et se cosi facendo li
-trouarano in dolo li faciano punire senza alc.^a rimissione, et se
-sarano innocenti de sibi imputatis non siano torterati, robbati ne
-malmenati, et eo casu li falsi imputatori siano poniti pena talionis,
-accio loro imprendano et siano essempio ad li altri da astenerse da
-false imputationi, et cosi s'obuiarà à tali è tanti inconuinienti, et se
-alc.^o falera sarà punito il che hauerano per gratia singolare da V. S.
-alle qualle se raccomandeno, et nelle qualle hanno sua speranza con
-rasone. Cuius intelleto et considerato tenore constitoq., nobis non
-nullis ec memoratis hebreis superioribus diebus fuisse indebitte
-imputatos quemadmodum ec eorum etiam naratur suplicatione nec sensum
-obicientis quas ex ea suplicatione nobis causas exposuerunt sed eas
-admittentes ueluti a ratione non dissentientes dignum arbitramur
-oportune fore prouidendum ne qua indebita afficiantur iniuria, Tenore
-igitur presentium comitimus et expresse mandamus omnibus et singulis
-comissarijs, et potestat. Jusdicentibus, et offitialibus nostris ac
-Pheudatariores nostrorum presentibus et futuris, ut sub indignationis
-nostre pena de cetero, eis oblata uel alicui eom querella seu denuntia,
-uel acusatione, seu imputatione q. alicquis heb.^i seu aliquis eorum
-debuerint seu debuerunt aliquem Christianum seu christianam aliquam
-ocidisse uel aliqua pena afficisse ut eius biberunt sanguinem seu aliud
-quicqua contra fidem Christianam, uel in eius contumelia et iniuriam
-faciant uel q. in graue scelus inciderint, contra huiusmodi imputatum,
-seu imputatos, seu acusatos, non procedant, sed eos legitimis prius
-precedentibus indicijs saltem per duos testes omni suspitione carentes
-seu sufficientia indicia que alies de Iure equiperent: inditijs duorum
-testium, ut puta unius testis omni suittione carentis deponentis de uero
-actu ipsius delitti duntacat personaliter detineat seu detineri faciant,
-ad nos postmodum illico mittendos una cum accusatoribus, et testibus,
-prouidendo deiude ne aliquis fiat tumultus, uel iniuria contra alios
-hebreos uel eorum bona comittentes ex nunc officiali ad hoc p. nos
-deputando, quod p.^mo et ante omnia coram se habeat huiusmodi delictti
-imputatores et testes una cum imputatis indiciorunq. copia ipsis
-imputatis trade͠n: ut ea purgare ualeant infra debitum terminum ipsi
-imputato statuendum, que si non purgauerit id post modum faciat quid
-iustitia suadebit habito apud se ad omnia facenda aliquo iurisperito uel
-causidico christiano, qui bone sit fame per eum seu alios hebreos
-agentes pro eo aligendo, qui intersit ecamini, et sine cuius
-partecipatione et consensu ad predicta, ne aliquid predictorum facere
-possit si uero falso fuerint imputati puniantur imputantes de calumnia,
-et ad satisfactionem damnorum interesse et expensarum, que et quas talis
-indebite imputatus proinde, passus fuerit ac fecerit et ultra contra eum
-ciuiliter et criminaliter fiat quod aduersus similes de Iure fieri
-debet, si uero testes conuincti fuerint de falsitate, contra eos
-procedatur et puniantur secundum formam Decretorum nostrorum super hoc
-disponentium ne heb.^i predicti indebite uecentur cum per ecclesiam
-patiantur, Christianorum terras inhabitare pro christi redemptoris n.ri
-memoria, et hec omnia aliquibus legibus decretis statutis ordinibus et
-consuetudinibus in contrarium facientibus non attentis, quibus quo ad
-premissa ec certa scientia, et de n.re Potestatis plenitud.^ne etiam
-absolute derogamus et derogatum esse omnino uolumus in quorum
-testimonium presentes fieri iussimus et registrari nostriq. sigilli
-impressione muniu. Dat Mediolani die XVIIIJ. Maij MCCCCLXX nono.
-
-Ego Jo Antonius f. q. D. Vincentij de insullo inferiori uerone pub. et
-imperiali authe notarius predicta omnia fideliter exemplaui ab alio in
-carta simili ecistenti mihi esemplandum tradito, et restituto nilq. illi
-addidi uel diminui ita ut mutet sensum sententiamus in aliquo in quorum
-fidem me subscripsi cum signi mei tabelionatus opositione.
-
- S. Cichus.
-
- ((SIGNUM BVLLI))
-
-(S T) Ego Jacobus Bagatta f. g. D.ni Bonifatij de S. Michaele ad portus
-uerone pub. ueneta authe not: premissa omnia fideliter exemplaui ab alio
-in carta simili in foleo magno ecistenti mihi esemplandum tradito,
-statimq. postea restituto uel addito, nel dimenuto quod sensum nutet
-sententiaq: in aliquo, in quorum fidem me subscripsi signaq mei
-tabelionatus apposui Consuetum etc.
-
- [[I B M]]
-
-Nos Jacobus suriano Pottas et michael Priulo Capitanehus Rect.res Verone
-pro ser.mo Ducali Dominio Venetiane uniuersis et singulis attestamur
-suprasc.tum Dominum Jacobum Bagattam esse Notarium publicum et legalem
-istins mag.ce Ciuitatis et eius publicis scripturis hic et ubiq locorum
-plena fides hadibenda esse in quorum fidem et Verone ex offi.o mag.ce
-cam nre fisc.a Die Iune 4.to maij 1626 Ind. nona etc.
-
-Alcides Cimarlinus Coa.r M.e Cam.e uerone Concordat cum suo originali
-Ego fr Dominicus M.a de Bononia Not Apostolius S.ore Inq.m Verone, etc.
-
-(346) Il presente documento si conserva negli Archivii della Comunità
-israelitica di Verona.
-
-
-
-
- V.
-
- Massimiliano II.
-
-
-Noi Masimilian secondo Diuina fauente clementia romanorum imperator
-sempre Augusto
-
- omissis
-
-faciamo noto publicam.^te con le presenti a chiascheduno, sicome
-l'Università hebraica habitante nel sacro Imperio per suoi nontij, con
-scritt.^re degne di fede humilm.^te ha fatto presentar un preuilegio,
-ouer imunità all'istessa uniuersità heb.^ca dato et concesso
-gratiosamente dall'inuitiss.^mo Imperator Carlo Quinto felice memoria
-n.ro diletto cugino, et socero, qual è del tenor è di parola in parola
-come qui a basso cioè
-
-Noi Carlo Quinto
-
- omissis (347)
-
-“Hauendone più oltre segnificato l'uniuersità heb.^ca qualm.^te più
-uolte sonno statti imputatti che per il lor bisogno sia necessario auer
-sangue Christiano, et per cio per colpe, et fatti qualli debeno per essa
-causa perpetrare à Christiani non è manifesto à sciente fatto ne ancora
-sufficiente proue, et inditij, mà per causa di depressione, et
-suspitione; ò uer à nuda delatione, ò simplice segnificatione de suoi
-maleuoli contra li loro priuileggi, et antichi consueti sono
-grauissimamente molestatti, tratenuti captiui, tormentatti, condenati di
-uita alla morte, tolto le lor robbe et facultà, euidentem.^te non
-obstante che li santiss.^mi padri n.ri li pontefici habbino fatto
-dichiarat.^ne et prohibitione di credere, et ancora il q. N.^ro S.^re et
-Attauo imperator fedrico preclariss.^me memorie per tali papali
-declarationi specialm.^te fatto espedire seriose comess.^ne et mandati
-per tutti li statti del Imperio, et specialm.^te ad alcuni di essi di
-tal intento desistere, et etiamdio prouedere, et non permetter quello
-anci occorendo tali casi rimetter quelli à sua Maiestà, come supremo
-S.^re et giudice dell'unita heb.^ca senza alcun mezzo spetante, et
-seriosam.^te hà commandato etiam contra li priuilegij, et antichi soliti
-delli heb.^i grauem.^te molestatti pregionati, tormentati, di uita alla
-morte, condenati, et li beni et facultà loro uiolentem.^te statti tolti
-et noi per esse declarationi papale, ò dell'espeditte comissioni del
-n.ro Attauo imper.^re Fedrico preso tanta informatione che quello è
-imputatto alli heb.^i necessario non hà da esser. Pertanto etiam per
-altre più cause mouente ordinamo et sancimo, che p. l'hauenire ne un di
-qual sia grado si uoglia per tal causa prenda più ne un heb.^o ò heb.^a
-et senza precedenti, et sufficiente inditij, o uer proua di Testimonij
-fide degni, ò trouando in frangenti crimine non tormentatti, ne
-condenati da uita alla morte, Ma occorendo tali querimonie ò imputationi
-quel p.^mo rimettere, o riportare a noi, et nri sucessori Rom:
-Imperatori, o Regi, come suprema superiorità in Imperio dell'Uniuersità
-heb.^a et cui eupeture la risolutione, per il che statuimo, ordinamo,
-sancimo, declaramo, et uolemo, dalla predetta ampia nra atta imperiale,
-et di certa scienza che per l'auuenire tutti li priuileggi, ire,
-libertadi, gratie, defensioni, protectioni, saluaguardie, saluicondotti,
-et confermatione della prefatta uniuersità heb.^a in tutti, et cadaun
-suoi punti, articoli, clausale, continentie, sententie, comprehensioni
-siano totalmente roborosi, ualidi et stabilm.^te osseruati, et essequiti
-in tutti i modi, come tutti et cadauno specialm.^te di parola in parola
-in questa nra imperial Lra fussero descritti, et espressi, quali
-etiamdio sono in q.^a sufficientem.^te compresi et espressi hauer
-uolemo, Et ancora che la prefata unita heb.^a et suoi sucess.^ri
-generalm.^te et specialm.^te debba hauer li soprascritti nostri di nouo
-concessum Priuilegij, gratie, deffensioni, protectioni, saluaguardie, et
-saluicondutti, permanere in quelli, et contra essi, ne in generale, ne
-in speciale da niuno, ne per rapina, offensione personale ne reale di
-beni, et facoltà loro, ne espulsione, ne ridutione, obserciatione di
-scole sinaghoghe di essi, ne alias per altra uia debano esser molestatti
-perturbati, et impediti, anci loro, et suoi sucessori q.^ti quietam.^te
-godere et fruire posino, et debino senza impedim.^to da niuno et si e
-contra inscientem.^te o importuna instantia, da noi, o nri sucessori in
-imperio si statuisse è concedesse, ò si espedisse alcuna cosa in
-contrario alli sopradetti, et à questo nro priuileggio parim.^te se a
-quelli se facesse acordo alcuno ò altro incomparso senza nra uolonta et
-assenso tutto questo contra essi non debba hauer effetto ne robore, ne
-ualore, anzi tutto esser inualido infirmo, et impregiudiciale; Per che
-noi tutto questo, et cadaun particolarm.^te ec nunc pro ut ex tunc, et
-ec tunc pro ut ex nunc, cassamo, anulamo, irritamo, inualidamo in uirtù
-di q.^ta lera sopra cio comandiamo à tutti, et qualunque Principi
-ecclesiastici, et seculari, prelati, Conti, Baroni, S.^ri cauaglieri,
-Nobili, Capitani, Prefetti, Prouinciali, Vicedomini, Profetti,
-Locotenente, officiali, Giudici, Potestadi, Consiglieri, Cittadini,
-comuni, et tutti li altri nri et del Imperio sudd. fideli, di qualunque
-grado, Dignità, ò conditione, siano pnti et futuri, seriosamente con
-questa littera, et uolemo che lassate totalm.^te permanere la prefatta
-nra unita heb.^a in generalità et particularità, con le sopra scritte
-papali declarationi, et de nri Predecessori nel imp.^rio et q.^ta nra
-libertà, priuilegij, confirmatione, deffensione, protectione,
-saluaguardie, et salui condotti, osseruare, defendere, et protegere, et
-non contrafar, ne ad' altri permetter contrafar in modo, et in uia
-niuna, cossi cara à cadauno sia la nra, et imperii indignat.^ne, et pena
-graue, è ancora molta nominatiua di schiuare Marche cinquanta d'oro
-puriss.^mo quale cadauno tante uolte temerariamente contrafarà, se non
-uorà abstenersi, la qual per la mittà à noi, et la nra imperial cam.^a
-et l'altra mittà all'Unita heb.^a ò uer alli offesi irremisibilmente
-sarà aplicata senza Inganno. In fede de cio sigilato col nro imperiale
-appendente segillo.
-
-“Datta in nra, et imperij, Cittade Spira alli 3 del mese di Aprille di
-poi la nattiuità di Christo diletto S.^re 1544: Nel nro imperial gouerno
-nel uigesimo quarto ò altri nri Regni nel uigesimo nono anni etc.”
-
-Et de più humilm.^te han pregato, et supplicato à noi, come Imp. de Rom.
-che gratiosam.^te ghe uogliono renouar, confirmar et aprobar i suoi
-descritti Priuileggij et immunità
-
- omissis (348)
-
-Datta nella nra ò del nro Imperio. Città d'Augusta alli 8 del mese di
-marzo dopo la natiuità del nro S.^re e saluator 1566: nel nro imperial
-gouerno nel quarto nel Hungaro nel Terzo, et nel Boheno nel 18 anno etc.
-Masimigliano
-
-Vice ac Nomine R.^mi Dni Archicancell Magautini
-
-Ad m.^tu sac. ces. Miti propriu.
-
- V. Io: Bap: Weber e. Haller etc.
-
-_Ego Gaspar f. q._ D. Iac. Antonis de seraualle pnb: imperiali autte
-not.s et V. Cancell. Mag.ce Coiatis Rob.ti attestor fidemque indubia
-facio quibuscuq — Priuilegium concessa Uniuersitatti Hebraice ab
-inuictissimo Cesare Carolo Quinto sub die 3 aprilis 1544: ex Ciuitate
-Spire et confirmatum ab inuictissimo Cesare Masemigliano secundo ex
-Ciuitate Auguste sub die 8 Martij 1566: munitum sigillo magno imperiali
-
- omissis
-
-et hoc ec suo authentico transupto e lingua germana, qua caleo in Italam
-fideliter, et sincere, a suo sensu penitus non discendis uertisse, et
-traduisse in omnibus pro ut sopra etc in quoru testimoniu me manu
-propria subscripsi, signoq. meo actis tabelionatus solito muniui
-
- Ad Laudem Dei Opt.i Maximi
-
-Nos Carolus Rusca. I. V. D. Perginen: Roboretti, e sui districtus
-pretor — omissis (349) — Roboreti die X Juni. MDCII.
-
-Ego Jacobus Bagatta f. q. D. Bonifatij de S. Michaele ad portas Verone
-publicus Veneta Anthe Notarius (350). . .
-
-Nos Iacobus suriano Pottas, et Michael Priulo capitaneus Rectores Verone
-(segue la legalizzazione). Verone ex uff. magn. Cam.e n.re fisc.s Die
-lune 4.to maij 1626. Ind. nona. — Concordat cum suo originali ver.a F.
-Fr: Dominicus M.a de Bononia Not.ro Apliu S.ne Inq.nis Verone.
-
-(347) Conferma i privilegi concessi agli Ebrei dai Pontefici ed
-Imperatori e stabilisce varie disposizioni in loro favore.
-
-(348) Segue l'approvazione, la sanzione è: — la graue indegnatione n.ra
-o dell'imperio, et di più sotto pena di sessanta marche —
-
-(349) Segue la legalizzazione.
-
-(350) Segue autenticazione della propria copia.
-
-
-
-
- VI. *
-
- Martino Lutero.
-
-
-_Tomo 5, Witt. Foglio 443._ Pregai si trattasse bene (gli ebrei) si
-istruissero nella Sacra Scrittura, e così avrebbero potuto rimanere
-presso di noi; ma se noi li cacciamo colla forza, li incolpiamo di avere
-sparso sangue cristiano, di puzzare e _di altre simili sciocchezze_,
-trattandoli come cani, qual guiderdone possiamo da essi sperare? (351).
-
-(351) Vedi CHRISTIANUS CERSON: “Der Jüden Talmud 1613” _Epistola
-dedicatoria_ al principe Enrico Giulio, vescovo del convento di
-Halberstadt, duca di Brunswick e Lüneburg; GIOVANNI CRISTOFORO
-WAGENSEIL: _Benachrichtigungen_, 1705.
-
-
-
-
- VII. *
-
- Stefano Re di Polonia
-
-
-Noi Stefano, per grazia di Dio, Re di Polonia, _omissis_, pubblichiamo a
-tutti ed a ciascuno che ne abbia bisogno.
-
-Giunse a noi ed alle nostre orecchie, cosa meravigliosa e da noi non
-prima udita, sulla uccisione di fanciulli cristiani e precisamente sul
-ratto e sulla uccisione del figlio di un certo eccellentissimo
-Studsionsky nel circolo di Gostina. Siccome non soltanto si sospettano
-gli Ebrei di questo misfatto, ma vengono anche apertamente accusati,
-così crediamo necessario investigare e cercare premurosamente quanto
-siavi di vero in quest'accusa; e tanto più ciò ci sembra necessario in
-quanto simili accuse non si sollevano ora per la prima volta, essendo
-per numerose testimonianze venuto a conoscenza nostra che già da lungo
-tempo si è sparsa la voce aver gli Ebrei rubato ed ucciso fanciulli
-cristiani ed anche comperato (per farne vilipendio) il Santissimo
-Sacramento, voce che dette origine a scene deplorevoli.
-
-Ora avendo due gentiluomini Studsionsky portato apertamente dinanzi a
-noi una simile accusa contro gli Ebrei ed avendoci mostrato un fanciullo
-morto, ordinammo si procedesse a severe indagini. Siffatte indagini
-furono dai nostri ufficiali condotte col maggior zelo, furono citati gli
-Ebrei e da ambe le parti si addussero prove e testimonii per porre in
-luce il vero; il risultato fu che non soltanto gli Ebrei non erano
-colpevoli, ma che nessun sospetto poteva venir su di loro formato. Anzi
-i predetti signori, saputo di essere stati tratti in errore e che nulla
-si era rinvenuto a carico degli Ebrei ritirarono l'accusa. Dimostrata,
-nel modo più assoluto, la loro innocenza in questo fatto, gli Ebrei si
-lagnarono meco amaramente perchè da queste popolari credenze che essi
-abbisognando di sangue cristiano, rapissero ed uccidessero fanciulli
-cristiani, o che vilipendessero il Santissimo Sacramento comperandolo
-dai Cristiani, e facendone spicciare sangue umano, non soltanto erano
-derivate loro numerose persecuzioni, ma s'eran trovati spesso in
-pericolo di vita, ed avevano dovuto soffrire crudelissimi martirii e
-persino acerba morte. Dopo averci dimostrato, con decreti e privilegi
-dei nostri antecessori, l'ingiustizia di tali pene, ci supplicarono
-caldamente, per mezzo di alcuni nostri Senatori, di provvedere, in modo
-definitivo, perchè non abbiano per lo stesso motivo a rinnovarsi gli
-insulti, le persecuzioni ed altre ingiustizie di cui già ebbero a
-soffrire. Commossi da questa preghiera, e desiderando precludere l'adito
-a simili calunnie e rimuovere una causa di tumulti e di persecuzioni che
-gli Ebrei ebbero spesso a soffrire per questo argomento, abbiamo
-deliberato in base alla nostra ferma convinzione ed in seguito a parere
-dei nostri Senatori, che nessuno osasse d'ora innanzi muovere agli
-Ebrei, nel nostro Regno e nei nostri dominii, l'ingiusto rimprovero del
-rapimento e dell'uccisione di fanciulli cristiani, o della compera del
-Santissimo Sacramento. Ed essendo essi innocenti di entrambi questi
-misfatti non devono perciò essere calunniati, nè accusati dinanzi un
-giudice o qualunque altro magistrato, essendosi nel fatto dimostrato che
-queste accuse non hanno base di fondamento, e che gli Ebrei non fanno
-uso di sangue, nè cercano di procurarsi il Santissimo Sacramento. Perciò
-chiunque si facesse lecito di ripetere tali accuse, vogliamo che, senza
-riguardo a rango, venga severamente punito, come autore di grandi
-disordini. Chi dunque incolpasse gli Ebrei di questi misfatti sarà
-punito come calunniatore; e colui che per questi motivi portasse contro
-di essi un'accusa dinanzi ad un giudice, sarà passibile della _poena
-talionis_ e dannato nel capo.
-
-Questa nostra decisione portiamo a cognizione di ciascuno che avesse
-bisogno di saperlo, e specialmente vogliamo che venghi notificato a
-tutti i Woiwodi, Starosti e Sottostarosti ed in generale a tutti
-impiegati, Sindaci e Consiglieri, ed ordiniamo che la Nostra Volontà sia
-da essi strettamente eseguita, portata a cognizione di tutti perchè
-agiscano solamente secondo la Nostra Volontà, altrimenti cadrebbe su di
-loro la nostra disgrazia.
-
-Noi firmiamo per maggior sicurezza questo scritto e vi apponiamo il
-suggello della Nostra Corona.
-
-Dato a Varsavia il 5 del mese di luglio dell'anno del Signore 1576 nel
-secondo anno del nostro Regno.
-
- STEPHANUS ELECTUS REX.
-
-
-
-
- VIII.
-
- Sentenza a favore di Giuseppe, Ebreo veronese.
-
-
-Exemplum ab alio ex concione undecima Ill.^mi D.ni Iustiniani contareno
-Verone Potestatis die ult.^o mensis februarij milesimi sexcentesimi
-tertij Jndictione prima
-
- De
-
-Ioseph hebreus q. Abrahamini dictus anselmi *Accusatus a Bernardino
-Bertono* calligarum resarcitore de sancto marco quia cum sero factum
-esset uigilie admirabilis ascensionis D.ni anni modo lapsi non nulli
-adolescentuli puerilibus iocis incumberent in curte uulgo nuncupata di
-Panthei idem Joseph scienter et dolose eiusdem Bernardini paruulum
-figlium hostio proprie domus assidentem ui rapuerit ac inuolutum palio
-nisi fuisset impijs eius manibus ereptus in uicinam heb.^m stationem
-deferre tentauerit uel ut christianam animam è gremio sacrosancta
-Ecclesia matris disceptam ad iudaicam perfidiam, et perditionem
-deduceret, uel ut eodem infante crudeliter necato, et sacratiss.^me
-morti n.ri saluatoris illuderet et innocenti sanguine ad pessimos et
-nefandos usus uteretur sicut alius factum esse quibusdam
-circonforanete — historie monamentis probare conatus est ipse accusator
-uel etiam ut huiusmodi facinore uindicaret amissionem figlie sue que
-quide per lauacrum regenerationis ab eius prauitatis errore ad aternam
-salute confugere proximis precedentibus mensibus elegerat, et ut in
-processu diffuse legitur.
-
-Detentus et constitutus dictus Joseph negauit tantum comissise scelus et
-ipsi deffensionibus intimatis tam in scriptis quam in uoce p. Exc.^m
-eius aduocatum nedum suas satis legitimas deffensiones deduxit uerum
-etiam demonstrauit uarijs allegatis sacre bibilie locis hebraicum ritum
-a sanguinis effusione abhoreri, segnificando etiam quod uarij principis
-hanc huiusce sanguinis usus famam pro uana nulla et falsa habuerunt
-publicis datis priuilegijs *nempe Bona* et Ioannes Galeatius Maria
-Sfortia Duces Mediolani ut constat sub die 19 maij 1479. Petrus Mocenigo
-Dux Venetiarum sub die 22 aprilis 1475 (352): et denique fridericus
-tertius Carolus Quintus et Maximiglianus secundus sub die octauo martii
-1566; in quibus affirmatur olim à sanctissimis pontificibus prohibitum
-fuisse quicquam credere de huiusmodi obiecto impio sanguinis christiani
-abuso, et ex quibus omnibus tollitur omnis suspitio tam facinorosi
-sceleris obiecti, Eà propter Ill.^mus Dnus Potestas una cum Ecc.^mo
-consulatu antedictum Joseph relaxauit.
-
-(352) In un foglio sciolto unito al libretto è citata questa Ducale come
-esistente — nel Registro di Padova in Bergamina sig.to con Letra M
-nel'Arcivo della Cancelaria pretoria di padous a 118.
-
-Ego Christophorus Nicolius notarius deputatus ad conciones comunis
-uerone antedictam sententiam per me scriptam et publicatam esemplaui et
-in fidem manu propria scripsi et subscripsi cum meo sollitto
-tabelionatus segno.
-
-(L T) Premissa sententia fideliter exemplata fuit per mè Cyprianum
-masser.m D. Baptista figlium publicum ueneta auctoritate not.m ab alio
-simili exemplo autentico sub signo et nomine contedicti q. D.
-Christophori Nicolij, in quorum testimonium me propria manu subscripsi
-solito tabelionatis signo apposito.
-
-Nos Jacobus surianus pro ser.m Ducali D.nio uenetiarum e Verone et
-Districtus Potestas. Uniuersis etc. attamur suprascriptum D. Cyprianum
-Masserium esse notarium publicum huius ciuitatis cuius publicis
-scripturis ubique locorum plena fidis merito est adhibenda In quorum
-etc. Verone die 5 Maij 1626.
-
- Aloysius Cinthius Coad.r Pret.s m. etc.
-
-Presens copia desumpta fuit ex suis proprija originalibus de uerbo ad
-uerbu aliena manu mihi in fida; et collationata concordat, salua semp
-megliori.
-
-Fr. Dumenicus M.a de Bononia eiusd' ord.e Magr et Inq.or Verone attestor
-d.m f. Dom.cus Marie esse Not.mo huius S.te Inq.nis.
-
-
-
-
- IX.
-
- Giovanni Cristoforo Wagenseil.
-
-
-Aiutaci o Dio! Come è mai possibile scoprire la verità in mezzo a tante
-schifose accuse, ognuna delle quali contraddice alle altre? Come non
-capir subito che non le sono che miserabili chiacchiere, e che da bocca
-cristiana mai dovrebbe esser proferita l'accusa che gli Ebrei in diverse
-occasioni si servano di sangue cristiano? E meno male ancora non le
-fossero che chiacchiere, ma pensare che in grazia di queste maledette
-menzogne, gli Ebrei furono maltrattati e torturati, che migliaia e
-migliaia ne furono messi a morte è cosa che commuoverebbe e farebbe
-gridar anche le pietre. (_Benachrichtigungen_, p. 130 e seg.).
-
-Fu, ed è sempre, opinione fra i Cristiani, che gli Ebrei abbiano bisogno
-di sangue cristiano per mischiarlo agli azimi che mangiano di Pasqua ed
-al vino che bevono. Io stesso sono stato spesse volte spettatore quando
-Ebree od Ebrei, (perchè fra gli Ebrei anche uomini ricchi ed a modo
-sogliono aiutare a queste incombenze per far onore alla festa di Pasqua)
-apparecchiavano la pasta per le azzime, vidi come l'impastavano, come
-levavano la _Challa_, la bruciavano e dopo allestita la focaccia la
-infornavano, ma non mi accadde mai di osservare vi mischiassero qualche
-cosa che assomigliasse a sangue.
-
-Fra tutti gli altri oggetti ed arnesi che gli Ebrei credono sacri e di
-cui si servono nelle loro funzioni posseggo anche una grande focaccia
-d'azimo e posso mostrarla a chicchessia per provare che non vi si trova
-la più piccola traccia di sangue. Il vino che si beve durante le feste
-di Pasqua deve essere _cascher_ o purissimo, e guai se un cristiano
-avesse toccato, soltanto col dito mignolo, il torchio od il tino nel
-quale viene preparato, tanto meno adunque si permetterebbe vi si
-mischiasse una goccia di sangue cristiano (_ibid._, p. 132 e seguenti).
-
-Qui non si tratta di sapere se un ebreo insultato da un fanciullo
-cristiano possa averlo ucciso. Il caso può benissimo essere accaduto,
-assai raramente però, se lo stesso dottissimo Grozio potè scrivere nel
-5º libro del suo _De Verit. Rel. Christ._ che gli Ebrei non incorrono nè
-in idolatria, nè in adulterio, nè in reati di sangue. “_Judaeos a tanto
-tempore nec ad falsum Deorum cultum deflexisse ut olim nec caedibus se
-contaminasse nec de adulteriis accusari_” (_ibid._, p. 149).
-
-A nulla valgono le stesse confessioni degli Ebrei perchè strappate loro
-con torture e tormenti così terribili che essi avrebbero confessato ben
-più di quanto non si pretendeva da loro. Taccio di quei malvagi
-Cristiani che bene spesso volendo denunciare gli Ebrei, per avvalorare
-l'accusa, uccidevano, Dio sa in che modo, i loro stessi bambini, ed i
-cadaveri o mettevano segretamente nelle case degli Ebrei, o
-sotterravanli nelle cantine o nei giardini loro, fatti questi pei quali
-migliaia e migliaia di Ebrei non soltanto furono spogliati dei loro beni
-e ridotti alla miseria, ma furono eziandio giustiziati coi più orribili
-supplizi (_ibid._, p. 198).
-
-Malgrado accurate indagini, non mi venne fatto di trovare nessuna legge
-che scagionasse gli Ebrei dall'accusa di usar sangue cristiano,
-eccezione fatta per una legge di non so qual re di Polonia (353), che
-trovasi in un _Codice manuscripto_ ben ordinato e conservato nella
-biblioteca di Lipsia col titolo: _Promtuarii statutorum omnium et
-Constitutionum Regni Poloniae_ di _Paulo Scerbicz anno_ 1590 _ad usum
-domesticum_, dove nella parte 1ª, cap. 15, _De Judaeis_, leggesi:
-_Judaeus caedis pueri Christiani accusatus tribus Christianis, et
-totidem Judaeis convincatur: alioquin pro usu humani sanguinis non
-culpetur. Deficienti vero Actori in probatione poena talionis
-irrogetur (354)._
-
-Volesse Dio che leggi così giuste si fossero fatte dovunque, e si avesse
-spiegata maggior oculatezza allorquando gli Ebrei venivano accusati o
-per calunnia o per futili indizi prima di ricorrere alla tortura ed al
-supplizio per far loro confessare ciò che si voleva. Se poi talvolta fu
-provato aver gli Ebrei commesso qualche misfatto, ed è inevitabile che
-in un gran popolo non si trovino dei malfattori, non avviene ogni giorno
-lo stesso anche fra noi Cristiani? Perchè dunque non punirli, secondo
-giustizia, in ragione del delitto commesso, invece di sottoporli a pene
-stravaganti, colpendo assieme colpevoli ed innocenti ed ammazzandoli
-alla rinfusa? Le autorità dovrebbero pensare all'ammonizione del Re
-Giosafat: “Riguardate ciò che voi fate; perciocchè voi non tenete la
-ragione per un uomo, ma per lo Signore, il quale è con voi negli affari
-della giustizia. — Ora dunque, sia lo spavento del Signore sopra voi;
-prendete guardia al dover vostro e mettetelo ad effetto; perciocchè appo
-il Signore Iddio nostro non vi è alcuna iniquità” (2 _Croniche_ XIX, 6,
-7). Esse avrebbero dovuto pensare a non gravare le loro povere anime e
-le loro conscienze della scomunica pronunciata da migliaia di leviti, e
-confermata da un Amen di centinaia di migliaia di persone contro chi
-contravviene ai precetti del _Deuteronomio_ (XXVII, 19, 25) “Maledetto
-sia chi pervertisce la ragione del forestiere, dell'orfano e della
-vedova. Maledetto sia chi prende presenti per far morire l'innocente”
-(_ibid._, pag. 203 e segg.).
-
-(353) Boleslao il Pio, duca di Kalisch, nell'anno 1274. (Regnò col nome
-di Boleslao V, 1227–1279). Vedi Sternberg, _Geschichte der Juden in
-Polen_.
-
-(354) Un ebreo accusato di aver ucciso un fanciullo cristiano deve
-essere convinto colla testimonianza di tre ebrei e di tre cristiani;
-senza di che non potrà essere condannato per uso di sangue cristiano; se
-l'accusatore non potrà in tal guisa provare la sua accusa sarà punito
-colla pena del taglione.
-
-
-
-
- X. *
-
- Parere della facoltà teologica di Lipsia dell'8 maggio 1714.
-
-
-Dopo che certi accaduti avvenimenti esigono la soluzione del quesito “se
-si possa provare e credere che gl'Israeliti, secondo le leggi della
-propria religione, o per introdotte superstizioni, abbiano bisogno del
-sangue d'un cristiano, e che uccidano secretamente teneri fanciulli, che
-procurano di rapire” fu sopra ciò desiderato anche il nostro
-coscienzioso parere in nome di S. M. il Re di Polonia e del serenissimo
-principe elettore di Sassonia.
-
-Quindi noi, conforme il nostro umilissimo obbligo, incominciamo la
-soluzione del quesito con una negativa, e di tale nostra negazione
-alleghiamo le ragioni seguenti:
-
-I. Prima del 13º secolo dalla nascita di Cristo non si è parlato mai di
-questa grave accusa addossata al popolo ebreo, nè in tempi in cui niente
-si perdonava alla nazione ebrea, si saprebbe trovare conferma di ciò in
-qualsiasi documento, nè degli Ebrei dell'Oriente nè dell'Occidente.
-Perchè dunque dovevano gli Ebrei per così lunga epoca ommettere una
-crudeltà, e tosto dopo quest'epoca averla incominciata? Perchè non
-dovrebbero essi averla commessa del pari nei primordi del Cristianesimo,
-che quasi s'innalzava sulla loro rovina, ed allorquando la gelosia e
-l'amarezza dovevano esser maggiori? Perchè dovrebbero essi aver ommessa
-questa pratica ai tempi degli imperatori pagani, allorquando con maggior
-sicurezza potevano eseguirla? Perchè incominciare allora soltanto quando
-maggior pericolo li attendeva sotto principi cristiani? O come avrebbero
-taciuto questa cosa i Cristiani dei primi tempi, a cui tali fatti non
-potevano rimanere celati, mentre essi d'altronde non sanno mai
-abbastanza descrivere l'odio degli Ebrei contro di loro?
-
-Ma per procedere alquanto innanzi colla storia intorno a questo fatto, e
-mostrar più chiaramente la sua falsità, osserviamo che intorno al 13º
-secolo, l'odio contro gl'Israeliti, in Germania particolarmente, erasi
-grandemente aumentato, e ciò principalmente a cagione di un certo monaco
-di nome Rodolfo, il quale, secondo ogni apparenza, tratto da ambiziosa
-imitazione di quelli che predicavano la crociata contro gl'infedeli in
-Oriente, instigò il popolo in Colonia, Spira, Magonza e Strasburgo a una
-simile crociata contro gli Ebrei, immaginandosi di acquistarsi così una
-fama in Germania come San Bernardo in Francia colle crociate contro i
-Maomettani; ma appunto il Santo Bernardo, in una lettera diretta ad
-Enrico Arcivescovo di Magonza, dannò il da colui eccitato eccidio degli
-Ebrei, lettera che s'incontra fra le sue epistole. Ciò nondimeno si
-continuarono nelle publiche prediche le veementi accuse; e varii frati
-si adoperarono valorosamente ad empire non solo le loro prediche, ma
-anche i loro libri di simili tragiche favole contro questa nazione,
-favole che facilmente irritavano il volgo insensato. Fra tali favole si
-è diffusa anche questa dell'uso del sangue cristiano in varie pratiche
-di religione o superstizione ebraica, e potrebbe ben essere che a ciò
-avesse dato occasione una sentenza dei dottori ebrei (spiegata da Elia
-levita nel suo Tisbì) la quale dice che niuno potesse sedere in
-Tribunale, vale a dire coprire onorevole carica se non avesse _damim_
-(la quale parola suona _sangue_ ed anche _denaro_ e qui è da intendersi
-nel senso di denaro).
-
-L'epoca della favola ci è resa nota e chiara da Papa Gregorio IX, il
-quale, dopo scrupolose indagini intorno alle accuse che venivano date
-agli Ebrei, volendo impedire che si versasse il loro sangue, mandò
-fuori, nel 1235, una bolla pontificia, nella quale dichiara gli Ebrei
-immuni da questo e da altri delitti di cui venivano incolpati, e si
-lagna che tali accuse provengano dall'avarizia dei loro autori i quali
-agognano ai beni degli Ebrei, ed abusano della religione cristiana per
-palliare il proprio desiderio di arricchire; le quali cose egli ripete
-ancora in una bolla dell'anno seguente, come pure in un'altra diretta a
-San Luigi Re di Francia. Egli fu imitato, nell'anno 1247, dal Papa
-Innocenzo IV, in un'epistola agli Arcivescovi d'Alemagna, in cui
-esplicitamente rigetta come una falsità che gli Ebrei uccidano fanciulli
-cristiani e facciano uso del loro sangue.
-
-E così pure gl'imperatori romani, incominciando dal decreto, intorno a
-ciò promulgato dall'imperatore Federico III, hanno riconosciuto gli
-ebrei innocenti rapporto a questa accusa; lo che apparisce dal
-formulario dei privilegi ad essi confermati, come da quelli che sogliono
-essere accordati dagli imperatori quando vengono eletti, come può
-vedersi presso Linneo, tomo I, addit. _ad 1, 3, c._ (355).
-
-Con eguali pubblici attestati furono gli Ebrei difesi da quest'accusa da
-Galeazzo e Bona Sforza Duchi di Milano, da Pietro Mocenigo, Doge di
-Venezia, e da altri grandi principi i quali facilmente si citerebbero,
-se ciò non ci portasse troppo in lungo.
-
-Se poi nell'esame storico di questa cosa cerchiamo i giudizi d'uomini
-celebri intorno a questo fatto, troviamo che Pietro di Blois, nel libro
-_Contra perfid. Jud._, c. 8, dà chiaramente a divedere com'egli teneva
-la cosa per dubbiosa. Il dottor Martino Lutero nella parte undecima
-dell'antico Testamento, fol. 323, ha già da lungo tempo rigettata questa
-favola, che cioè gli Ebrei abbiano bisogno del sangue di un Cristiano,
-qual menzogna e follia. Lo stesso fece anche Horembek nei prolegomeni
-del suo libro _De convertendis Judaeis_, ed il professore, peritissimo
-nelle cose giudaiche, Wagenseil nel suo _Infundibulo_, _pag._ 99, ed in
-una apposita confutazione dell'opinione che gli Ebrei abbiano bisogno
-del sangue di un Cristiano, si è dichiarato contro questa calunnia. La
-rigettò anche di recente il celebre Basnage nel settimo libro della sua
-storia degli Ebrei. E ciò prescindendo da quanto hanno scritto a propria
-difesa contro questa falsa accusa in particolare Abarbanel nel suo
-_Ezechiello_, 36, 13; l'Ebreo Cardoso nel suo libro in lingua spagnuola
-“_Los Excell.: decima calunnia de los Hebr._ pagina 412”; Isacco Vira
-nel _“Vindice sanguinis”_ e gli Ebrei di Metz in uno scritto pubblicato
-a Parigi nel 1670 col titolo: _Factum servant de réponse au livre
-intitulé: Abrégé du procès fait aux Juifs de Metz._
-
-Dacchè esiste la religione di Cristo, abbiamo veduto molte migliaia di
-Ebrei che l'hanno abbracciata, e fra questi neppure uno ha potuto
-deporre una testimonianza degna di fede in conferma di questa favola. Al
-contrario, il profondo dotto Cristiano Gerson, passato al Cristianesimo
-con onore sincero, ha combattuto questa favola, nella prefazione del suo
-Talmud degli Ebrei. Con lui è d'accordo il noto Pfeffercorn nel _Spec.
-adhort. Jud._ parte II, dove egli fa una buona distinzione, dicendo che
-potrebbe ben essere che si sieno trovati degli Ebrei e che oggidì pure
-se ne trovino, che spinti da collera, odio e vendetta, uccidano
-segretamente un fanciullo Cristiano, nella stessa guisa che in mezzo a
-tutte le nazioni non può evitarsi qualche bricconeria; ma sostiene non
-potersi dare che ciò avvenga per aver essi bisogno del sangue di un
-Cristiano.
-
-E il di sopra citato signor Wagenseil nella suaccennata confutazione, p.
-163, attesta in nome della verità di Dio e del padre di Nostro Signore
-Gesù Cristo che fra tanti Ebrei battezzati che egli ha praticati, non ne
-ha trovato uno che confessasse che i suoi connazionali adoperassero in
-certi casi il sangue d'un Cristiano, per quanto egli intorno a ciò
-gl'interrogasse tutti accuratamente.
-
-Noi potremmo a tutto ciò aggiungere la testimonianza di Tommaso, che
-viene ritenuto per un Ebreo convertito al Cristianesimo, il quale
-interrogato sopra questa cosa da Alfonso Re di Spagna, la negò,
-adducendo ragioni dedotte dalle leggi giudaiche, le quali non permettono
-ad un Ebreo simile uso del sangue, come puossi diffusamente riscontrare
-nel _Scevet Jehudà_, fol. 6, col. 2, ed anche nel _Giudaismo svelato da
-Eisenmenger_, tom. II, cap. III, pag. 226. Veramente gli annali della
-Chiesa dopo il tredicesimo secolo abbondano di diversi esempi di tali
-omicidii commessi dagli Ebrei, e fra questi molti furono raccolti da
-Genebrando nel quarto libro della sua _Chronor._, e dall'autore del
-libro intitolato: _Quanto sia difficile a convertire il cuore di un
-Ebreo._
-
-Ma in ciò tre cose sono da rimarcarsi:
-
-1. Che le circostanze della maggior parte di queste storie sono talmente
-contraddicenti l'una all'altra, e con tali differenze sono raccontate
-dai diversi autori, che fra se stesse si distruggono, come nota il
-celebre Wagenseil.
-
-2. La maggior parte di queste storie rimontano ai tempi dell'ignoranza e
-della credulità, e si rendono assai sospette mediante gli strani
-miracoli, dai quali sono accompagnate, ed è quindi da prendersi bene in
-considerazione quello che osserva Eisenmenger, (del resto dichiarato
-nemico dei Giudei), il quale dopo aver riportato alcuni esempi di tal
-fatto, dice: _Non si odono ora più in Germania di consimili crudeli
-fatti_ (_l. c._, pag. 221); senza dubbio perchè la Germania dopo di
-esser divenuta più colta, ha perduta quella troppa credulità a simili
-fandonie, come pure ad altre, le quali ci fecero cauti anche verso di
-questa.
-
-3. Finalmente devesi in riguardo a queste storie, avere in
-considerazione la distinzione fatta da Pffeffercorn che, dato anche che
-il più di esse sieno vere, che cioè alcuni Ebrei abbiano versato il
-sangue di cristiani o de' loro fanciulli, in nessuna guisa però non può
-ciò essere avvenuto per cagione che essi abbisognassero di quel sangue
-per la loro religione o per superstizione.
-
-II. Ma dalle prove storiche della nullità di questa accusa, passiamo a
-quelle che la calunnia per se stessa ci offre, d'onde apertamente si
-vede, quanto incerti sieno stati gli autori della medesima, in quanto
-essi non hanno saputo a che cosa attribuire la necessità in cui sieno
-gli Ebrei di provvedersi di questo sangue.
-
-Perocchè gli uni dicono: 1) gli Ebrei hanno bisogno del sangue dei
-Cristiani per non puzzare; altri: 2) per le loro focacce e il loro vino
-della pasqua; alcuni: 3) per arrestare il sangue della circoncisione;
-altri: 4) per ungere le mani dei sacerdoti quando danno la benedizione;
-altri: 5) per la benedizione degli sposi; taluni: 6) per ungere i loro
-morti, ai quali in pari tempo si grida all'orecchio: Se Gesù è il vero
-Messia, possa il sangue di questo innocente cristiano morto sperando nel
-suo Salvatore, procurarti la vita eterna; altri ancora: 7) per
-facilitare il parto; alcuni: 8) per curare malattie occulte; ed altri
-ancora: 9) per preparare un certo filtro. In tutte queste supposizioni
-non è soltanto la discrepanza che cade sotto gli occhi, ma anche la
-nullità delle medesime. Poichè in quanto alla prima non è provato che
-gli Ebrei mandino un odore particolare diverso dagli altri uomini, nè
-che quello si possa cangiare con del sangue, il quale nè fluido, nè
-secco tramanda alcun odore. La 2, 3, 4 e 5 supposizione sono del tutto
-assurde, poichè il sangue umano contaminerebbe quelle sacre operazioni.
-La sesta supposizione, cioè l'unzione dei morenti, è del tutto contraria
-alla fede degli Ebrei, i quali non potrebbero mai considerare come
-espiatorio il sangue di un fanciullo ucciso, e molto meno in vista del
-sangue di Cristo. La settima supposizione, di farne uso nei parti
-difficili, ci viene per semplice ragguaglio di un Ebreo rinnegato di
-nome Brenzen, il quale, spinto da ignoranza e malignità, sparse molte
-altre manifeste favole. 8) Non si sanno indicare le malattie occulte ed
-incurabili degli Ebrei, per le quali deve servire il sangue di un
-Cristiano, e non hanno altro fondamento se non che in un libercolo molto
-frivolo, di cui corre voce che vi sia la descrizione delle malattie
-particolari a ciascuna tribù, mentre è pur noto che la distinzione delle
-tribù d'Israele è già da lungo tempo andata perduta. 9) Secondo anche
-l'opinione di quelli che ancora credono ai filtri non può alcun altro
-sangue servire per formarne una bevanda che ispiri amore, tranne quello
-della persona verso cui si vuoi destare l'affetto, e non si può
-comprendere qual amore gli Ebrei vogliono far nascere col sangue dei
-bambini cristiani; laonde in tutte queste asserzioni risultano
-l'inverisimiglianza e la nullità.
-
-III. Se veniamo ora ai principii ed alle leggi fondamentali della fede
-degli Ebrei, troviamo che questa non può in verun modo tollerare l'uso
-del sangue di fanciulli uccisi, e conseguentemente l'uccisione di essi.
-È principalmente noto con qual rigore gli Ebrei osservano la legge dei
-cibi puri ed immondi, e quanto debbano essere rilassati prima di
-mangiare, per esempio, la carne di porco. Or dunque il sangue
-principalmente, e tanto più il sangue umano, è fra i cibi vietati.
-_Lev._ 17. Così fra i comandi di Mosè che sono in alta riverenza presso
-gli Ebrei, sta la proibizione del sangue. _Gen._ 9, v. 4, nè può alcun
-Ebreo fruirne nè per cibo, nè per medicina. Non si può fare a meno di
-ripetere qui le parole di Tommaso al re Alfonso tolte dall'ebraico
-_Scevet Jehudà_: Ecco noi abbiamo veduto che un Ebreo non mangia sangue
-di tutto ciò che ha vita, anzi riguardano come proibito il bere il
-sangue dei pesci, dei quali i Talmudisti pure dicono che non merita il
-nome di sangue, perchè l'Ebreo non vi è abituato, sebbene egli veda che
-molti popoli ne mangiano; e quanto più orrore deve destare nell'Ebreo il
-sangue umano, del quale egli non ha veduto che alcun altro uomo faccia
-uso! Il re può accertarsi della cosa anche da questo che se un Ebreo
-mangiando fegato (od altra, cosa dura a masticare) gli venga sangue dai
-denti o dalle gengive, non continua a mangiarne se prima non l'ha
-nettato. È cosa nota che l'uomo ha in abborrimento il sangue de' suoi
-simili, assai più che il proprio sangue, perchè non vi è abituato. Anzi
-è da essi con tanta cura evitato il mangiar sangue, che essi, dietro i
-dettami del Talmud, non mangiano nemmeno un uovo in cui si mostri una
-piccola vena rossa di sangue, nè una bestia se fosse uccisa da un
-uccello di rapina, od altrimenti non sia stata scannata a dovere, per
-timore che non siavi rimasto alcun che di sangue. E non solamente è loro
-proibito mangiare il sangue, ma anche il toccare il sangue di un uomo
-morto, ed è riguardato come la più grande impurità. Noi troviamo su di
-ciò la legge nel _Num._ 19, secondo la quale il toccare tutto ciò che
-proviene da un corpo morto rende immondi, per il che eglino stessi non
-conservano il sangue dei loro martiri se mai sia spruzzato, ma lo
-lavano, raschiano, sotterrano. E con quanta esattezza non conservano
-essi la legge della purità, specialmente nelle loro solennità e sacre
-cerimonie, fra le quali primeggiano la Pasqua e la Circoncisione, e
-quanto assurda non è la supposizione che nelle medesime si servano del
-sangue di un Cristiano! Che se finalmente si volesse supporre che gli
-Ebrei non sieno spinti ad uccidere dei fanciulli da un bisogno della
-loro religione o superstizione, nè per alcuno degli usi fin qui addotti,
-ma bensì da quello stesso odio verso i Cristiani e la loro fede, pel
-quale essi per far onta a questa fede mettono in croce o martorizzano
-fino alla morte i fanciulli cristiani come ne vengono allegate alle
-varie storie, la quistione verrebbe a cangiarsi da quello che fu in
-principio proposto; ma per altro rimane tuttavia da ponderare che mentre
-simili barbarie non sono agli Ebrei comandate nè insinuate, e ch'essi
-non possono sperare alcun vantaggio, ma al contrario quel solletico
-ch'essi potrebbero risentire dall'onta recata con tali tragedie alla
-religione cristiana, sarebbe ben lungi dal compensare il pericolo, le
-sventure, l'odio, la persecuzione che avrebbero a temerne per la loro
-propria religione, non è credibile che volessero intraprendere tali
-orribili azioni, cui si oppongono la ragione e l'umanità.
-
-E qui non puossi far a meno di convenire coll'intelligente Basnage nel
-succitato luogo, ove dice: È da temersi, che anche queste pretese
-crocefissioni di fanciulli cristiani non sieno state generalmente altro
-che pretesti per aizzare sovrani e popoli contro gli Ebrei: e più
-avanti, simili storie gli sembrano molto sospette, perchè sempre
-congiunte a manifesta crudeltà ed ingiustizia per parte dei cristiani, i
-quali invece di punire quelli soltanto che in seguito ad una sufficiente
-investigazione giuridica fossero trovati colpevoli, formavano un
-processo tumultuario, e innocenti e rei erano tratti a morte, purchè
-fossero ebrei; che in ogni tempo simili sollevazioni del popolo rendono
-la cosa incerta, perchè suole dietro una vaga diceria ammutinarsi ed
-essere causa dell'esecuzione, prima che siasi fatto campo ad un'ordinata
-investigazione. A conferma di ciò non possiamo a meno di riportare dagli
-annali di Bzovio ciò ch'è accaduto di simile in Praga nell'anno 1395.
-
-Erasi sparsa voce che dagli Ebrei fosse stato flagellato e crocefisso un
-fanciullo cristiano, ed il popolo era per questo nel più grande
-inasprimento; e siccome temevasi che aspettando il ritorno del re
-Venceslao, che era assente, potesse egli ponderare la cosa ed
-investigare, specialmente essendosi egli esternato che in mezzo all'ira
-si deve ricordarsi della clemenza, così senza attendere la di lui
-presenza si fece un gran massacro, uccidendo quanti Ebrei si
-incontravano, senza alcuna distinzione e considerazione se fossero rei
-od innocenti.
-
-Quando da alcuni Ebrei fossero pur commesse tali iniquità non si
-dovrebbero almeno attribuire all'universalità dei Giudei, in riflesso
-che non sono commesse in forza dei principii della loro religione, e
-soltanto come gli altri delitti dovrebbero esserne puniti gli autori,
-senza ulteriori conseguenze.
-
-Il Dio della verità e della giustizia faccia che in ogni luogo venga ad
-ognuno fatta giustizia, senza distinzione di persone, e giudichi poi con
-clemenza i giudici della terra.
-
-Questo nostro teologico attestato e parere è da noi rilasciato in forma
-autentica, munito del sigillo della nostra facoltà teologica.
-
-Dato a Lipsia nell'8 maggio 1714.
-
- (L. S.) Decano Seniore, nonchè gli altri dottori e professori
- della facoltà teologica presso l'Università di Lipsia.
-
- Visto, concorda col suo autentico e vero originale in ogni
- punto e clausola.
-
- (L. S.) Tanto certifico io sottoscritto. In fede. Giovanni
- Sigismondo Tellemann, pubblico notaio per autorità imp.
-
-(355) Così il testo; ma più correttamente Limneo (_Limnaeus_), nome col
-quale era conosciuto Giovanni Wirn pubblicista e storico tedesco, nato a
-Jena nel 1592, morto nel 1663. Fra le varie sue opere ricordiamo: _Juris
-publici imperii romano-germanici_, lib. IX. (Strasburgo, 1629–1632, 3
-vol. in-4º), cui son da aggiungersi i 2 volumi di supplemento qui citati
-col titolo: _Additiones_ (1650–1660), e che costituiscono il primo
-trattato completo sulla costituzione dell'impero.
-
- C. G.
-
-
-
-
- XI.
-
- Lettera dell'Em. Card. Corsini.
-
-
- A Monsignor NUNZIO APOSTOLICO di Polonia.
- _Varsavia._
-
-“Molt'Illustre e Rev^mo Sig^r come fratello: — Il renditore a V. S.
-della presente sarà l'Ebreo Giacobbe Selech di nazione Polacco, quello
-appunto, che fin dall'anno 1758, vivendo ancora il Sommo Pontefice
-Benedetto XIV, si portò in Roma per umilissimamente implorare in nome
-della nazione Ebrea di codeste parti caritatevole protezione dalla S.
-Sede a riparo degli intollerabili aggravi, che, nelle facoltà e nelle
-persone rappresentò soffrire dai Cristiani la medesima nazione
-frequentemente incolpata d'omicidii, _sulla mal fondata persuasione del
-volgo, ch'essa, meschii sangue umano, e specialmente cristiano
-nell'impasto dell'azzime_. Il regnante Sommo Pontefice Clemente XIII ha
-già fatto di questo ricorso diligente disamina, appigliandosi ancora a
-quelle provvidenze che sono convenienti al merito del medesimo, e che
-per altra parte giugneranno _segretamente_ a di Lei notizia. Frattanto
-però ha espressamente ordinato S. S. che debba scriversi a V. S. e se le
-faccia palese essere Sua intenzione ch'Ella comparta al medesimo
-Giacobbe ogni più efficace e proficua assistenza, affinchè nel
-ripatriare non soffra il medesimo alcuna vessazione e molestia di
-_chicchessia, e da quelli massimamente che V. S. potesse credere contro
-di lui male animati per il ricorso portato al Trono apostolico_. In
-veduta pertanto del Sovrano Pontificio comando apparterrassi alla
-sperimentata di Lei prudenza l'adoperare i mezzi conducenti alla di lui
-esecuzione, prevenire chi si deve e compartire all'Esibitore di questa
-aiuto tale, onde conosca coll'effetto dover egli alla clemenza e pietà
-di nostro S.^re la propria sicurezza e durevole tranquillità. Con che le
-auguro da Dio felicità”.
-
- Roma, 9 febbraio 1760.
-
- _Come Fratello aff.^mo_
- F.^o A. Card. CORSINI.
-
-
-
-
- XII. *
-
- Legge ungherese dell'anno 1791.
-
-
-Art. 38. Per guarentire la sicurezza di questa nazione (l'ebraica)
-spesso turbata da questo erroneo pregiudizio, la R. Luogotenenza ha
-ordinato a tutti i Comitati di darsi premura per sradicare dagli animi
-del popolo, _anche_ il pregiudizio che gli Ebrei usino, nei loro riti,
-vittime umane, impiegando tutti i mezzi migliori e più adatti alle
-condizioni locali e giovandosi anche, se fosse necessario, dell'opera
-dei sacerdoti. Bisogna persuadere e convincere il popolo che questo
-orribile delitto è contrario alle leggi ebraiche ed agli scritti dei
-profeti, ripugnante soprattutto a tutto il vecchio testamento sul quale
-ha base principale la religione ebraica e contrario eziandio ai precetti
-delle altre religioni. Per conseguenza se da qualsiasi Ebreo venisse
-commesso un assassinio, anche se risultasse che il delitto fu commesso
-per animosità religiosa, non si avrebbe nessuna maggior ragione di
-incolpare l'intera nazione ebraica, di quello che non si avrebbe di
-incolpare la cristianità se simile delitto fosse commesso da un
-Cristiano.
-
-
-
-
- XIII.
-
- Una fanciulla smarrita a Mantova e poi trovata.
-
-
-Anche a Mantova, nel 1824, si era preteso che gli Ebrei avessero ucciso
-una ragazza per usarne il sangue nei loro riti. I seguenti documenti
-varranno a mostrare non tanto la falsità della accusa, quanto il
-giudizio che di quelle accuse recavano, in tempi non certamente
-favorevoli agli Ebrei, l'autorità politica e l'ecclesiastica.
- I. R. Delegazione di Mantova.
-
-
- AVVISO.
-
-
-Da alcuni giorni si è destata qualche inquietudine in questa città.
-
-Lo smarrimento di una fanciulla, che dappoi si rinvenne, diede occasione
-alla malevolenza d'immaginare dei fatti i più assurdi e calunniosi in
-odio degli Israeliti, alcuno dei quali soffrì anche delle ingiurie ed
-offese personali; i colpevoli sono stati all'istante arrestati.
-
-Qualche apparato maggiore di forza che si è trovato di spiegare in
-questo incontro richiamò la curiosità del popolo, il quale verso sera si
-affolla intorno alle pattuglie; inceppandone il movimento. Ciò diede già
-causa a degli inconvenienti, la repressione dei quali è tanto più
-importante in una fortezza.
-
-A prevenirli quindi si ricordano le seguenti sanzioni penali:
-
- (_Omissis_)
-
-Dall'Imp. R. Delegazione Provinciale.
-
-Mantova, 12 giugno 1824.
-
- Il Consigliere di Governo Imp. R. Delegato Provinciale
- Marchese BENZONI.
-
- Dalla Tipografia Provinciale di L. Caranenti.
-
-S. E. Ill^ma e Rev^ma Mons. Vescovo di Mantova, con lettera pastorale
-dello stesso giorno, plaudiva ai provvedimenti presi in questa
-circostanza dall'Autorità politica ed alle ragioni che li avevano
-inspirati.
-
-
-
-
- XIV. *
-
- Il predicatore di corte canonico Giovanni Emanuele Veith.
-
-
-L'_Illustrirtes Wiener Extrablatt_ recava nel suo numero 153 del 5
-giugno 1882 la seguente notizia:
-
-“Nell'anno 1840 quando gli animi erano eccitati, come lo sono adesso in
-Ungheria, il celebre canonico e predicatore della cattedrale di S.
-Stefano, dott. Emanuele Veith, che per il suo zelo religioso era tenuto
-in altissima considerazione dal principe Arcivescovo di Vienna, Milde,
-reputò necessario calmare gli animi eccitati. Ricorrendo la solennità
-dell'Ascensione, l'applaudito predicatore, dinanzi a migliaia di devoti
-cristiani pronunciò alla fine del suo discorso le seguenti notevoli
-parole: _Voi tutti sapete, o devoti miei ascoltatori, e lo apprendano
-coloro che non lo sapessero, come io nascessi ebreo e per effetto della
-Divina Grazia divenissi cristiano, come servissi a questa mia
-convinzione nelle missioni cristiane, e come in ogni occasione dessi
-testimonianza alla verità ed obbedendo alla mia vocazione sinceramente
-pastorale, offrissi, per quanto sapevo ed in tutta coscienza,
-consolazione e speranza ai fedeli cristiani._ E l'eccellente uomo,
-impugnato il Crocifisso, continuò con voce commossa: _E così qui dinanzi
-a voi, ed al cospetto del mondo intero giuro in nome di Dio e della
-Santissima Trinità che tutti adoriamo, che la perfida bugia sparsa con
-perfida astuzia, che gli Ebrei nella solennità delle loro feste pasquali
-adoperino il sangue di un Cristiano, è sacrilega calunnia; giuro che
-niente di ciò si trova nè nel Vecchio Testamento nè negli scritti del
-Talmud che conosco_ _profondamente ed ho attentamente studiati. Così Dio
-mi aiuti e mi sia indulgente nell'ultima mia ora_”.
-
-Il sig. dottor L. A. FRANKL cavaliere di Hochwarth, segretario della
-Comunità israelitica di Vienna, per accertarsi dell'esattezza di questa
-notizia, si recò dal professore dottor Giovanni Veith, fratello
-superstite del fu canonico Veith, per ottenere da lui maggiori
-informazioni. In conseguenza gli venne rilasciata la seguente
-dichiarazione:
-
-“A richiesta del sig. L. A. Frankl dichiaro esser vero quanto fu detto
-nell'_Illustrirtes Extrablatt_ del 5 giugno e cioè che il fu mio
-fratello canonico Giovanni Emanuele Veith si pronunciò alla fine di una
-predica sull'inesattezza della fiaba che gli Ebrei adoperino pei loro
-riti pasquali il sangue di un fanciullo cristiano e dichiaro che mi
-rammento ciò essermi stato detto da mio fratello.
-
- “Prof. VEITH m. p.”
-
-N. 15536.
-
-Colla presente dichiaro che il signor dottor medico Giovanni Veith, a me
-personalmente cognito, dimorante in Vienna ha sottoscritto di suo
-proprio pugno la firma qui sopra esistente (356).
-
- Vienna, 17 giugno 1882.
-
- FRANCESCO KRISCHKER, m. p.
-
- _L. S._ nominato sostituto dell'I. R. Notaio dottor Adolfo Faber
- con decreto dell'I. R. Tribunale di Vienna, 18 aprile
- 1882, n. 25074.
-
-(356) L'originale di quest'atto trovasi nell'Archivio della Comunità
-Israelitica di Vienna.
-
-
-
-
- XV. *
-
- Dichiarazione del Professore Molitor.
-
-
-Nel terzo volume della mia _Philosophie der Geschichte_ (Münster,
-Heisinger, 1839) avrei avuto l'occasione più adatta di esprimermi
-scientificamente sulla falsa imputazione adossata agli Ebrei di far
-colpevole uso di sangue, ma non me ne occupai, perchè ritenni che
-quest'accusa, la di cui falsità tanto spesso fu provata, fosse troppo
-avventata perchè valesse la pena di occuparsene, fosse pure per
-confutarla. Avendomi però il signor L. H. Loewenstein, autore del
-_Damascia_, istantemente invitato di esprimere pubblicamente, per onore
-della verità, la mia convinzione su questo importante soggetto, che pur
-troppo ha costato negli ultimissimi tempi tante vittime sanguinose, così
-non esito un solo momento a dichiarare la mia convinzione più
-coscienziosa.
-
-“Ho fatto, degli scritti dei Rabbini e dei cabalisti, oggetto di uno
-studio di lunghi anni, e posso lusingarmi di conoscere abbastanza bene
-tanto la parte casuistica come la mistica dell'ebraismo, e mai mi si è
-presentato, nè negli scritti dei talmudisti, nè in quelli dei cabalisti,
-nè in qualunque siasi scritto ebraico, il più lontano motivo di credere
-a quella sciocca incolpazione lanciata contro l'ebraismo; nè ho mai
-scoperto la più lontana traccia di una simile tradizione sanguinaria fra
-gli Ebrei, benchè abbia studiato per lungo tempo le tradizioni ebraiche.
-
-“Per quanto conosco delle leggi ebraiche è affatto impossibile che una
-tale vergognosa prescrizione possa essere stata introdotta
-nell'ebraismo, senza distruggere prima affatto la legge mosaica e quella
-del Talmud. Poichè il Pentateuco proibisce assolutamente e severamente
-in più luoghi l'uso di ogni sangue, ed il Talmud, secondo la sua
-abitudine, spinge questo divieto mosaico fino alle conseguenze più
-estreme, come è provato nello scritto _Damascia_, capitolo VIII, pagine
-363–368.
-
-“Io non voglio negare l'esistenza di qualche stupido individuo ebreo,
-che abbia adoperato sangue umano a scopi magici, ma devo affermare
-assolutamente, che la magia nera è assolutamente proibita nell'ebraismo,
-e che nella Bibbia, nel Talmud e nella Kaballah non mi è noto nessun
-passo che potesse giustificare tali delitti. Se adunque singoli Ebrei
-commettessero tali delitti, essi agirebbero contro la loro legge, come
-agirebbero contro la propria i Cristiani, se li commettessero.
-
-“L'incolpazione, che gli Ebrei facciano uso di sangue cristiano nelle
-loro cerimonie religiose, è un'idea che ha origine dal medio evo, e
-dimostra una totale ignoranza dell'ebraismo e dei suoi usi mentre
-ricorda una simile incolpazione, che una volta fu lanciata dai Pagani ai
-Cristiani, cioè che questi facessero sacrifici umani.
-
-“In tutti i tempi però s'innalzarono nella cristianità potenti voci
-contro questo pregiudizio basato su di una crassa ignoranza.
-
-“Specialmente i papi Gregorio IX (1235) ed Innocenzo IV (1287), hanno
-espressamente proibito nelle loro bolle, di perseguitare gli Ebrei per
-questa favolosa incolpazione.
-
-“Anche il papa Sisto IV si dichiara energicamente contro la calunnia
-mossa agli Ebrei, e dopo l'istruzione fatta sulla morte di San Simoncino
-da Trento, che si pretese fosse stato ucciso dagli Ebrei per scopo
-religioso, proibì lo si santificasse ed ordinò non si molestassero più
-gli Ebrei di Trento. (Purtroppo se ne avevan già bruciati molti). Il
-doge di Venezia, Pietro Mocenigo in un decreto del 22 aprile 1475, ed
-uno Sforza duca di Milano dichiararono innocenti gli Ebrei di questo
-inventato delitto. Così dichiarò anche l'imperatore Federigo III e dopo
-lui molti Imperatori romani.
-
-“Il _Wagenseil_ tanto versato e pratico negli scritti degli Ebrei nel
-suo _Unwidersprechlichen Widerlegung_, e l'ex-ebreo e poi sacerdote
-cattolico _Sonnenfels_ nel suo _Jüdischen Bluteckel_ provarono a fondo e
-incontestabilmente la nullità e la piena falsità della incolpazione.
-
-“Lutero, che non era certo amico degli Ebrei, dichiara (parte XI, foglio
-323 ed. Altemb.) questa incolpazione bugiarda e pazza. A questa
-dichiarazione si unisce anche Basnage nella sua _Histoire des juifs_
-(parte VII, cap. XI).
-
-“A questi e ad altri attestati più antichi devesi aggiungere l'esteso
-parere della _Facoltà teologica di Lipsia_ dell'8 maggio 1714, ed in
-questi ultimi tempi:
-
-“a) _Il predicatore di corte a Vienna Veit._ Questo pio sacerdote, ebreo
-battezzato, _prestò dal pulpito, col crocifisso in mano, un solenne e
-sacro giuramento che nell'incolpazione verso gli Ebrei non vi era una
-parola di vero_.
-
-“b) _Il vescovo Dräseke_ in una dichiarazione (accompagnata da un obolo
-per gl'infelici) nella _Allgem. Zeitung des Judenthums_.
-
-“c) _G. H. di Schubert_, nella sua dichiarazione nella _Allgem. Zeitung_
-del 30 aprile 1840. (_Damascia_, pag. 54, 55).
-
-“d) Il missionario, e già ebreo _Giorgio Wildon Pieritz_, sostenne
-quanto a questo riguardo è affermato nel giuramento di purificazione del
-_Rabbino Manasse ben Israel_, il cui testo leggesi nello scritto
-“_Damascia_” (pag. 237).
-
-“e) Il _D. Augusto Neander_ in Berlino, già ebreo, fece la stessa
-dichiarazione nella _Berliner Zeitung_, ed aiutò inoltre nel suo lavoro
-l'autore della _Damascia_ (Damascia, pag. 104).
-
-“f) Lo stesso fece anche il predicatore e missionario _William Ayerst_,
-A. M. (Dam. stesso) che nel suo scritto al Dott. Neander ne lodò
-l'impresa chiamandolo un “_Laudable endeavours_.”
-
-“g) Uno dei più caldi ed intelligenti confutatori di questa assurda
-accusa fu in tempi recentissimi l'altrettanto zelante e costante
-avversario della religione ebraica Alessandro M. Caul, D. D., il quale
-dimostra nel suo “_Reasons for believing_ ecc. ecc.”, dedicato alla
-Regina d'Inghilterra, nella maniera la più irrefragabile come stiano in
-contraddizione assoluta i sacrifici umani e lo spargimento di sangue,
-con le dottrine fondamentali dell'Ebraismo. In questo scritto trovasi
-anche una dichiarazione, _firmata da trentacinque Ebrei convertiti al
-Cristianesimo_, che dice che l'incolpazione è “una miserabile e
-diabolica bugia” (_a foul and Satanic falsehood_).
-
-“h) Alle fatiche del D^r. M. Caul per la verità e giustizia si associò
-recentissimamente anche il dotto e intelligente sindaco, dottore in
-teologia _Federigo di Meyer_ in una dichiarazione, depositata nelle mani
-del signor L. H. Loewenstein, perchè venisse pubblicata.
-
-“Dopo così numerosi e chiari argomenti, dopo tante ed importanti voci,
-non mi resta altro a fare che di _associarmi assolutamente alla
-dichiarazione del signor predicatore di Corte Weit e di inalzare con
-pura coscienza, senza inganno e ritegno le mani all'Onnipotente e di
-dichiarare e giurare solennemente che io non sono mai venuto a sapere,
-nè a voce nè in iscritto, o per altra via cosa alcuna che potesse
-servire di giustificazione all'incolpazione, che gli Ebrei si servano di
-sangue umano per qualunque cerimonia religiosa_; anzi mi consta che agli
-Ebrei è proibito dalla loro legge nel modo più severo qualunque uso di
-sangue, e che essi proteggono da ogni contatto, col sangue in special
-modo, la pasta del _Maza_ (azimo) perchè con tal contatto la _Maza_
-cesserebbe di poter essere mangiata secondo le leggi, giacchè il
-contatto del sangue la fa divenire _Chamez_ (impura).
-
-“Questa dichiarazione l'ho data perchè richiesto, _chiamando testimonio
-l'Altissimo, il Dio della verità e dell'amore e l'affermo e la sostengo,
-per la pura e genuina verità del mio sapere e della mia convinzione_.
-
-“Voglia preservare Iddio i cuori di tutti i Cristiani da questa odiosa
-incolpazione.
-
- _(Firm.)_ L'autore dello scritto: “Filosofia
- della storia, o sopra la tradizione nel Vecchio
- Testamento e la sua relazione alla Chiesa del
- Nuovo Testamento.”
-
- “Prof. MOLITOR”.
-
-Si dichiara _previa collatione, sub fide notariali_, che la suddetta
-copia concorda col suo originale.
-
-Francoforte sul Meno, 14 maggio 1841.
-
- _(L. S.) Fir._ D^r. GIOVANNI JACOB GLÖCKNER
- Notaio della libera città di Francoforte.
-
-
-
-
- XVI. *
-
- Consigliere aulico Prof. Dott. G. H. von Schubert (357).
-
-
-Altrettanto dobbiamo trovar naturale, che l'improvvisa scomparsa del
-Priore dei Francescani, o, come altri dicono, dei Cappuccini, di Damasco
-faccia impressione per la tragica natura del fatto, quale venne riferito
-da molti giornali, altrettanto ci riesce incomprensibile che sia stata
-fra noi, Cristiani del secolo XIX, accettata e discussa una fiaba
-medioevale barbara ed insensata, posta in giro dai Turchi, sul modo con
-cui quegli scomparve; per essere cioè stato assassinato dagli Ebrei. Lo
-scrittore di queste righe, nella sua qualità di viaggiatore cristiano,
-ebbe occasione di conoscere a fondo gli Ebrei dell'Oriente e può
-asserire colla maggiore convinzione che quella strana ed atroce
-invenzione è in aperta contraddizione non soltanto coi sentimenti degli
-Ebrei dell'Oriente, ma con quelli di tutti gli Ebrei in generale, coi
-loro antichissimi usi, e coi loro riti religiosi osservati con
-scrupulosa severità. Per ciò siffatte dicerie dovranno essere poste fra
-le bugie anche nel caso che la tortura turca strappasse delle
-confessioni alle sue vittime fosse pure in dieci diversi luoghi, ed
-anche nel caso che dieci diversi corrispondenti troppo creduli, si
-facessero a ripetere tale voce per averla udita da altri. Infine chi
-scrive non può fare a meno di dubitare assaissimo, e ciò fino a prova in
-contrario, che quell'assassinio sia stato commesso da Ebrei.
-
-(357) _Allgemeine Zeitung_, 30 aprile 1840.
-
-
-
-
- XVII. *
-
- Narrazione del Reverendo M. Pieritz (358).
-
-
-Allorchè noi, cioè la Missione di Gerusalemme alla quale ho l'onore di
-appartenere, udimmo, come gli Ebrei di Damasco soffrissero per effetto
-della stessa calunnia, tante volte, e specialmente nel XIII secolo
-lanciata contro di voi, come già lo era stata contro i Cristiani dai
-Pagani nei primi tre secoli, fu risolto dalla nostra Missione e
-specialmente dal nostro reverendissimo signor Sopraintendente, che io
-dovessi subito recarmi a Damasco per dimostrare, coll'aiuto dei Consoli
-europei, come la vostra religione ben lungi dall'ordinare l'assassinio e
-l'uso del sangue ne formi espresso e severo divieto, e per ripetere in
-mio proprio nome lo spaventevole giuramento del vostro celebre Menasse
-Ben Israel.
-
-Non possiamo da questa distanza decidere se gli Ebrei abbiano o meno
-commesso un assassinio, ma vogliamo in ogni caso evitare che di questo
-delitto si faccia colpa all'intera nazione.
-
-Mi si destinò a tale Missione perchè, nato ebreo e versatissimo nelle
-discipline rabbiniche, senza essere in nessun modo amico o difensore del
-Rabbinato, ero specialmente designato per testimoniare su tale
-argomento.
-
-Non voglio descrivere ciò che provai, quando fui a Damasco. Vidi che
-tutta l'accusa contro gli Ebrei era una cosa artificiale, e che loro si
-negava ogni onesto e giusto modo di difesa, mentre si impiegavano i più
-crudeli supplizi per estorcere loro false confessioni della colpa.
-
-(358) Estratto dal suo scritto agli Ebrei di Alessandria. (Vedi _Zeitung
-des Judenthums, 1840, n. 31_).
-
-
-
-
- XVIII.
-
- Traduzione del Firmano accordato da S. M. imperiale il Sultano
- Abd-el-Medijd agli Israeliti del suo impero.
-
-
-_Sulla domanda di Sir_ MOSES MONTEFIORE, _membro della Società Reale_,
-_ed a lui consegnato a Costantinopoli, da Sua Eccellenza_
-RESCHID-PASCIÀ, _ministro degli affari esteri della Porta Ottomana_,
-_l'_11 _Hesvan_ 5601, 13 _del mese di Ramazan_ 1256, _corrispondente al_
-7 _novembre_ 1840.
-
-Firmano indirizzato al Capo della Giustizia a Costantinopoli, in testa
-del quale Sua Maestà Imperiale ha scritto di sua propria mano le parole
-seguenti: “_Si eseguiscano gli ordini contenuti nel presente Firmano._”
-
-Un antico pregiudizio esisteva contro gli Ebrei. Gli ignoranti credevano
-che gli Ebrei avessero l'uso di fare dei sacrifizi umani per impiegare
-il sangue nelle solennità della loro pasqua.
-
-In conseguenza di questa opinione, gli Ebrei di Damasco e di Rodi
-(sudditi del nostro impero) vennero perseguitati da altre nazioni. Le
-calunnie inventate contro questi Ebrei, e le vessazioni alle quali
-vennero esposti, pervennero sino al nostro trono imperiale.
-
-Non ha gran tempo che taluni Ebrei, abitanti nell'isola di Rodi, vennero
-tradotti a Costantinopoli, dove furono messi in istato di accusa e
-giudicati in conformità della nuova legislazione. La falsità delle
-accuse che loro si movevano venne completamente provata. Tutto quanto
-l'equità e la giustizia esigevano venne fatto per loro.
-
-In oltre i libri religiosi degli Ebrei vennero sottoposti all'esame di
-uomini istruiti, assai versati nella loro letteratura teologica. Il
-risultato di questo esame dimostrò essere estremamente vietato agli
-Ebrei di fare uso non soltanto di sangue umano, ma persino di sangue
-d'animali. Necessaria conseguenza di questa proibizione è, che le accuse
-portate contro loro ed il loro culto non sono che pure calunnie.
-
-Per questi motivi, e per l'affezione che portiamo a tutti i nostri
-sudditi, non possiamo permettere che la nazione ebraica (la cui
-innocenza nell'appostole delitto venne già riconosciuta) sia vessata e
-tormentata a proposito di accuse che non hanno nessun fondamento di
-verità. Ma vogliamo che conforme allo _Hatti-scerif_ (359) promulgato a
-Gulhanè, la nazione ebraica posseda gli stessi vantaggi e goda degli
-stessi privilegi accordati alle altre nazioni sottoposte alla nostra
-autorità.
-
-La nazione ebraica sarà protetta e difesa.
-
-In conseguenza di questo divisamento nostro abbiam dato gli ordini i più
-positivi perchè gli Ebrei residenti in tutte le parti del nostro impero
-sieno d'ora innanzi protetti al pari di tutti gli altri sudditi della
-Sublime Porta, perchè nessuno possa in verun modo molestarli se non per
-giusta cagione, nè nello esercizio della loro religione, nè in quanto
-concerne la loro sicurezza e tranquillità.
-
-In conseguenza, il presente firmano rivestito in testa della nostra
-firma, ed emanato dalla nostra Cancelleria imperiale, venne rilasciato
-alla nazione ebrea.
-
-Così, dopo aver preso cognizione del presente firmano, voi, capo della
-magistratura, avrete gran cura di conformarvi strettamente a quanto esso
-dispone, e per impedire che in avvenire nulla si faccia in
-contraddizione di quanto esso dispone, lo farete registrare negli
-archivi del Tribunale. Lo rimetterete in seguito alla nazione
-israelitica, e veglierete scrupolosamente all'esecuzione dei Nostri
-ordini e della Nostra volontà sovrana.
-
-Dato a Costantinopoli, il 12 Ramazan 1256 (6 novembre 1840).
-
-(359) _Hatti-scerif_ dicesi in Turchia un'Ordinanza sovrana che porta un
-segno fatto di propria mano dal Sovrano. È parola persiana, formata da
-due parole arabe _Khatt_ (linea, scrittura) e _scerif_ (illustre).
-_Hatt-humaiun_, anche dal persiano _kumaiun_ (reale), ha lo stesso
-significato.
-
-
-
-
- XIX.
-
- L'ultimo processo italiano sul preteso uso del sangue cristiano nei
- riti ebraici.
-
-
-Benchè assai, nel corso del presente lavoro, ci siamo diffusi a
-confutare questa grossolana calunnia, ci sembra non inopportuna cosa
-consacrare qualche pagina all'ultimo processo cui l'oscena accusa dette
-luogo in Italia; processo omai dimenticato, benchè ancora gli attori
-siano vivi, e tanto più importante nel nostro assunto, in quanto che si
-svolse il 29 settembre 1857 dinanzi all'I. R. Tribunale provinciale di
-Rovigo, in un'epoca cioè, che non volgeva, nella Monarchia Austriaca,
-troppo favorevole agli Ebrei.
-
-L'imputata era una tal Giuditta Castilliero, contadina dei Masi presso
-Badia Polesine; l'accusa quella di calunnia a danno dell'israelita sig.
-Caliman Ravenna, mediante falsa imputazione di restrizione della libertà
-personale e dissanguamento.
-
-Ecco come erano andati i fatti. Una bella domenica l'imputata, ragazza
-dai costumi leggieri anzichè no, dopo aver ascoltata la messa in Badia
-sparisce, e per quattro o cinque giorni la famiglia non ha più contezza
-dei fatti suoi.
-
-Quattro o cinque giorni dopo la Giuditta Castilliero riappare, pallida e
-disfatta, in casa di una sua zia: alla piegatura d'ambe le braccia, sul
-dorso delle due mani, alla regione d'ambo i polsi la poveretta portava
-le traccie visibilissime di sei salassi, praticatile da mano, che i
-periti ebbero poi a dichiarare espertissima in quell'arte di dissanguare
-il prossimo, allora tanto cara ai figli d'Esculapio.
-
-Chi aveva conciato la poveretta in quel modo?
-
-Ecco ciò che essa narrò alla famiglia prima, all'autorità giudiziaria
-poi:
-
-Appena escita di chiesa s'era recata in una bottega di ferramenta tenuta
-in Badia dal sig. Caliman Ravenna per acquistarvi delle forcelle.
-Trovato chiuso il negozio, fece per entrare dalla porta di casa, da cui
-per comunicazione interna si accedeva anche alla bottega, ma il
-proprietario stesso, il quale era in pari tempo esattore dei tributi
-erariali, la sorprese, l'afferrò e la cacciò in una camera a pian
-terreno, dove la chiuse a chiave.
-
-La notte la Castilliero venne tolta dal suo carcere improvvisato,
-cacciata in una carrozza dove già si trovava una signora, e via.
-
-Ommetto le peripezie del viaggio; dopo molto tempo la carrozza giunge in
-una città ed entra nel cortile di una casa; là la poveretta è tolta di
-carrozza ed introdotta in una camera ove sta giacente un'altra ragazza a
-metà dissanguata. Dopo molte e molte ore, durante le quali le due
-giovani non erano state visitate che da un domestico che aveva loro
-recato da mangiare, ecco entrare nella camera tre uomini, un vecchio e
-due giovani, afferrare la giovane Castilliero, praticarle i sei salassi
-sopra descritti, raccoglierne e pesarne il sangue e poi escire,
-lasciando la Castilliero sempre prigione, assieme alla compagna. Come il
-domestico si movesse a pietà delle due prigioniere, e nonchè agevolarla,
-loro proponesse la fuga, come questa si effettuasse, e la Castilliero e
-la sua compagna escissero dalla casa, teatro di così esecrabile mistero,
-io non dirò.
-
-Basti il sapere che una volta fuor di gabbia, la giovane e misteriosa
-compagna di sventura della Castilliero si ricusa di seguirla, sicchè
-questa prosegue sola la fuga. Oltrepassa la soglia della città, trova un
-carrettiere compassionevole che la riceve sul carro, che le dice come la
-città da cui proveniva fosse Verona e che la conduce a Legnago, da dove
-poi fa ritorno a Badia.
-
-È facile comprendere come quest'accusa nella quale trovavasi coinvolto
-uno dei principali negozianti del luogo, commovesse la piccola terra di
-Badia.
-
-Il signor Ravenna fu arrestato, più forse per sottrarlo al furore
-popolare che lo voleva morto, che perchè la stolida accusa trovasse
-credenza nell'Autorità; ed il processo cominciò.
-
-Dal processo apparvero molte e stranissime cose:
-
-1. Che nella camera della casa Ravenna dove la Castilliero pretendeva
-essere stata prigione, e nelle ore appunto della presunta prigionia,
-erano entrate almeno mezza dozzina di persone tutte cristiane, e quindi
-non sospette di complicità col Ravenna in un reato che avrebbe avuto
-scopo rituale.
-
-2. Che nell'ora notturna in cui la misteriosa carrozza sarebbe uscita
-dalla casa Ravenna, nessun rumore di ruotabile aveva turbati i sonni dei
-pacifici abitanti di Badia.
-
-4. Che invece la Castilliero era stata vista, proprio quella domenica,
-camminar sola e perfettamente libera alla volta di Legnago.
-
-5. Che nei giorni in cui sarebbe avvenuto il romanzesco fatto, la
-Castilliero si trovava a Legnago, dove si era allogata come domestica
-presso i signori Ferragù, dalla cui casa era poi fuggita, portando seco
-quanto aveva potuto rubare ai padroni, per tornarsene a Badia a narrare
-la sua storiella.
-
-6. Che le più minuziose ricerche fatte in tutto il Veneto dalle autorità
-non avevano fatto trovar traccia della misteriosa fanciulla, compagna
-alla Castilliero nella cattività e nella fuga.
-
-Di fronte a siffatte risultanze processuali, il signor Ravenna fu
-scarcerato e un processo per calunnia e per furto domestico fu iniziato
-contro la Castilliero.
-
-Costei confessò la calunnia, confessò il furto, ma quando le fu
-dimostrato che essa contadina ed analfabeta non avrebbe saputo inventare
-la favoletta, che essa non avrebbe potuto da sola farsi le ferite
-prodotte dai pretesi salassi, che infine non essendo mai stata a Verona
-ed avendo descritta con sufficiente esattezza quella città, qualcuno
-doveva a ciò averla addottrinata, essa si confuse, si contraddisse,
-inventò alcune favole, una più assurda dell'altra, ma non volle mai
-nominare i proprii complici.
-
-In seguito a questo dibattimento l'I. R. Tribunale provinciale di Rovigo
-pronunciava la seguente
-
-
- *Sentenza.*
-
-In forza del potere conferitogli da S. M. Apostolica.
-
-L'i. r. Tribunale provinciale in Rovigo, in esito al dibattimento
-tenutosi nei giorni 29, 30 settembre e 1º ottobre 1856, coll'intervento
-del presidente Felice dottor Saccenti e dei consiglieri Gio. Battista
-Ranzanici, Giuseppe Cavazzani, Gio. Battista Munari, Francesco Provasi,
-quali giudici nella causa penale pei crimini di calunnia e furto in
-confronto dell'arrestata Giuditta Castilliero di Lorenzo, nativa di
-Barucchella, abitante ai Masi, dell'età d'anni 23, villica, nubile,
-difesa dall'avvocato Antonio dott. Farsetti;
-
-Veduto il conchiuso 29 luglio anno corrente, N. 1424, col quale Giuditta
-Castilliero fu posta in istato d'accusa, come legalmente indiziata dei
-crimini di calunnia e di furto contemplati dai §§ 209, 171, 176 II, _b_,
-del Codice penale;
-
-Udite le conclusioni e proposte dell'i. r. Procuratore di Stato Gio.
-Battista consigliere Meraviglia, e le deduzioni dell'avvocato Alessandro
-dott. Cervesato patrocinatore di Caliman Ravenna per quanto concerne le
-ragioni di diritto privato, nonchè le deduzioni dell'avvocato Antonio
-dottore Farsetti difensore ufficioso dell'accusata Castilliero;
-
-Sentita anche l'accusata medesima che ultima ebbe la parola;
-
-Osservato che Giuditta Castilliero ha incolpato Caliman Ravenna di un
-crimine, e precisamente di pubblica violenza a termini del § 93 Codice
-penale, avendo giuratamente deposto alla Pretura di Badia e raccontato a
-più persone che il detto Ravenna nella mattina della domenica 17 giugno
-1855 fra le ore 10 e le 11 la avea tratta nel suo locale terreno ad uso
-esattoria, e colà lasciata chiusa, sola, senza cibo ed assistenza,
-all'oscuro, fino alle prime ore antimeridiane del dì successivo, nella
-qual ora la fece escire, e la collocò in un calesse, ove fu poi tradotta
-in una città che avrebbe poi inteso essere Verona, e le furono praticati
-dei tagli come di salassi con effusione di sangue ai polsi al dorso
-delle mani, ed alle braccia;
-
-Osservato che contro Caliman Ravenna per questa incolpazione datagli
-dalla Castilliero, fu proceduto a giudiziali indagini, ed al personale
-di lui arresto, che ebbe la durata di 16 giorni;
-
-Osservato che, data la falsità di detta incolpazione, sorge pel sopra
-esposto a carico di Giuditta Castilliero il crimine di calunnia definito
-al § 209, Codice penale;
-
-Osservato che tale falsità risulta manifestamente stabilita:
-
-_a_) per la confessione della stessa prevenuta Castilliero, la quale
-ritrattò pienamente l'accusa da lei data al Ravenna, e la riversò
-dapprima sopra uno sconosciuto signore, poscia sopra ignoto carrettiere,
-dal quale sarebbe stata sedotta a deporre quanto realmente depose a
-carico del Ravenna;
-
-_b_) per le deposizioni delli Brusemini, Vanzetti, Brancaleoni, Gabussi
-impiegati nella esattoria di Alessandro Levi, condotta da Caliman
-Ravenna, i quali attestano la loro presenza in quel locale, ed escludono
-quella della Castilliero nella mattina della domenica 17 giugno 1855
-fino dopo le ore 11; confermate tali deposizioni da quelle non dissimili
-di Luigi Dolcemini, Chiara Margutti, Maria Zanella, Giovanni Parisutti;
-
-_c_) pel deposto di Antonio Fadin, che due volte ricevette in quella
-domenica nelle ore pomeridiane in detta esattoria da Caliman Ravenna del
-danaro per conto del dispensiere signor Spech ed esclude che ivi si
-trovasse alcuna estranea persona;
-
-_d_) pel deposto di Felice Mantovani e Filomena Chinaglia che assicurano
-di aver veduta la Castilliero quella domenica a ore 11 circa
-antimeridiane dirigersi da Badia verso l'ospitale d'onde si procede per
-la Bova del Zecchino verso Villabona, indi Legnago;
-
-_e_) pel deposto di Celeste Tosetto ed Antonio Rizzi, che in ora più
-tarda la videro passare per la detta Bova, e dirigersi verso Villabona;
-
-_f_) pel deposto di Maria Massari, Marianna Turcatto, Giovanni Ferragù,
-Teresa De Stefani-Ferragù, Carolina e Marianna Ferragù, Natalina Scapin,
-e Gaetano Fantoni, i quali attestano dell'arrivo in Legnago della
-Castilliero nel pomeriggio della ripetuta domenica, e dell'essersi ella
-colà trattenuta al servizio della famiglia Ferragù fino alla mattina del
-lunedì 25 giugno 1855;
-
-Ritenuto che la pravità della intenzione è inseparabile dalla falsità
-dell'accusa, non potendosi ignorare le funeste conseguenze che derivar
-ne poteano;
-
-Osservato che quanto all'altro crimine di furto, del quale è pure
-aggravata la Giuditta Castilliero, la prova della sussistenza e della
-criminosità, trattandosi di furto commesso da donna di servizio a danno
-del padrone sopra effetti di un importo eccedente i cinque fiorini,
-sorge dalle deposizioni del derubato Giovanni Ferragù e suoi famigliari,
-e la prova di reità desumesi dalla confessione della Castilliero avente
-tutti i requisiti di legge, e dal possesso delle cose rubate;
-
-Visto quanto alla pena i §§ 34, 210, 178, Cod. pen. e
-
-Ritenuto concorrere gli estremi delle lettere _a_, _b_, del citato §
-210, quindi stare a carico della prevenuta le aggravanti dell'aver
-commesso due crimini di specie diverse, dell'aver perpetrato il crimine
-di calunnia con duplice aggravamento di singolare malizia, e di grave
-pericolo, l'averlo sostenuto con giuramento, mentre la favoriscono la
-precedente condotta incensurabile, l'età poco al di sopra dei 20 anni,
-la patita seduzione;
-
- Ha giudicato:
-
-Essere Giuditta Castilliero di Lorenzo, dell'età d'anni 23, nativa di
-Barucchella, abitante ai Masi, villica, nubile, colpevole dei crimini di
-calunnia, e furto previsti dai §§ 209, 171, 176 II, _b_, Cod. pen.: e
-come tale viene condannata giusta i §§ 34, 210, 178, alla pena del
-carcere duro per anni 6, ed al pagamento delle spese processuali a senso
-del § 331, e colle riserve del § 343, del Reg. di proc. penale; ommesso
-di pronunciare sul risarcimento del danno a Caliman Ravenna, avendo il
-medesimo rinunciato all'azione civile verso l'accusata Giuditta
-Castilliero; restituiti a Giovanni Ferragù gli effetti in presentazione
-al medesimo rubati.
-
-Contro questa sentenza la Castilliero ricorreva in Appello, non — vi si
-badi — per ottenere di essere prosciolta dall'accusa di calunnia, ma
-soltanto per conseguire una mitigazione di pena. Il risultato
-dell'appello non le fu troppo favorevole siccome emerge dalla seguente
-sentenza:
-
- TRIBUNALE D'APPELLO VENETO
- (_Sessione del 5 novembre 1856_).
-
-Avendo la Giuditta Castilliero interposto ricorso non già contro la
-condanna, ma semplicemente per ottenere una mitigazione della pena, il
-Tribunale d'appello nella sessione suindicata,
-
-Preso in esame il ricorso per mitigazione di pena interposto
-dall'arrestata Giuditta Castilliero, nativa di Barucchella, abitante ai
-Masi, d'anni 23, villica, nubile, contro la sentenza 1º ottobre p. p.,
-n. 4247 dell'I. R. Tribunale provinciale in Rovigo, che siccome
-colpevole dei crimini di calunnia e di furto, la condannò alla pena del
-duro carcere per anni 6 e negli accessorii di legge;
-
-Visti gli atti processuali;
-
-Vista la sentenza reclamata;
-
-Sentito il signor Procuratore superiore;
-
-Ritenuto che la inquisita Castilliero non ricorre che per ottenere
-mitigazione di pena;
-
-Osservato che la pena da infliggersi all'inquisita pel crimine di
-calunnia era estendibile anche fino a 10 anni di carcere duro, a tenore
-del § 210, Codice penale, in vista massime della spiegata singolare
-malizia;
-
-Osservato che il crimine stesso si presenta pur aggravato dalle
-circostanze del pericolo cui fu esposto l'incolpato Ravenna, e dalle
-altre tristissime conseguenze che ne derivarono o che potevano
-derivarne;
-
-Osservato che l'inquisita confermò il calunnioso suo deposto persino
-anche col giuramento;
-
-Ritenuto che la medesima si presenta colpevole altresì del crimine di
-furto;
-
-Ritenuta per conseguenza immeritevole l'inquisita stessa di ogni
-mitigazione di pena;
-
-Respinto il ricorso,
-
-Dichiarava
-
-Di confermare la sentenza 1º ottobre p. p., n. 4247, dell'I. R.
-Tribunale provinciale in Rovigo.
-
-Il resoconto sommario che abbiam dato di questo processo non sarebbe
-però completo se non lo facessimo seguire da una importante lettera che
-il dott. Alessandro Cervesato, di Rovigo, l'avvocato cui il signor
-Caliman Ravenna, costituitosi parte civile, aveva incaricato di
-sostenere le sue ragioni contro la sua calunniatrice, indirizzava
-all'_Eco dei Tribunali_ di Venezia.
-
-Eccola tal quale:
-
- _Signor Redattore!_
-
-Chiudeasi in quest'oggi il pubblico dibattimento nel confronto della
-giovine Giuditta Castilliero e questo r. Tribunale dovette condannarla
-per crimine di calunnia a sei anni di carcere duro, sebbene assistita da
-circostanze attenuanti e meglio ancora da quelle simpatie che durante il
-dibattimento avea saputo, a fronte delle più sinistre prevenzioni,
-destare in suo favore colla pacatezza del contegno, colle misurate
-parole, colle accorte risposte e con tale un'apparenza d'innocente
-candore da rendere il più singolare contrasto colla scaltrita malizia
-della quale seppe usare, e con felice successo, dal principio alla fine
-per fuorviare le più accurate investigazioni.
-
-Ma se indipendentemente dalle ritrattazioni della Castilliero e la mercè
-delle più irrecusabili testimonianze, risultava a luce meridiana
-comprovata la piena innocenza del mio cliente Caliman Ravenna, rimaneasi
-spiacevolmente delusa la pubblica aspettazione sul punto cardinale di un
-così interessante processo.
-
-Nessuno può dubitare che la favola dalla Castilliero spacciata in odio
-del signor Ravenna sia stata la fedele parodia di quella antica calunnia
-che in tempi d'intolleranza e di barbarie venne scagliata contro i figli
-d'Israele, e la quale, sebbene percossa dai fulmini del Vaticano,
-compulsata dagli editti de' principi, e smascherata da cento formali
-processi, non ha però, mai cessato di riapparire a quando a quando, e
-sempre o quasi sempre prodromo infausto ed esca di sociali
-perturbamenti.
-
-Dove adunque potea la povera villica ed ignorante attignere
-quell'assurda fola? Chi le apprese a vestirla con tanta sembianza di
-vero e con sì minute ed abbaglianti descrizioni di persone, di luoghi,
-di oggetti da essa indubbiamente non mai veduti ed ignorati? Chi per
-acquistarle fede maggiore le ha praticate quelle varie incisioni alle
-braccia, ai polsi, alle mani a modo da imitare i più perfetti salassi?
-Chi la indusse a propalarla, a deporla in giudizio, a confermarla con
-suo giuramento? Per quale scopo ve la indusse, se il signor Ravenna non
-aveala tampoco mai veduta, s'egli non saprebbe indicare un suo personale
-nemico, se in Badia, ove soggiorna da ben diciott'anni, ha sempre goduto
-di una intera fiducia e della più conclamata generale estimazione? Chi
-potea finalmente inspirarle tanta forza di spirito, tanta pertinacia di
-volontà, e tanta annegazione di sè medesima, nel tenerne occulto
-l'autore morale, resistendo ad ogni maniera di legittime coartazioni e
-sfidando, sarei per dire, colla indomata rassegnazione di un martire la
-vindice spada della giustizia?...
-
-In tali incognite si racchiude il mistero del dramma; dramma tenebroso e
-che nessuna luce ha ricevuto da un processo, avvegnachè condotto con sì
-circospetto e paziente amore del vero.
-
-Quale patrocinatore del danneggiato signor Ravenna, ammonito di dovermi
-attenere a quanto fosse di mestieri per la giustificazione delle sue
-ragioni di privato diritto, io mi trovai collocato in assai difficile
-condizione; perchè da un canto il signor Ravenna non volea a patto
-nessuno associarsi all'accusa nemmanco coll'apparenza di coltivare basse
-ed illusorie vedute di materiale interesse; e perchè dall'altro canto io
-non potea spiegare quella più ampia difesa che reclamata quasi era
-dall'onore di lui e di tutti gl'Israeliti sì crudelmente intaccati da
-quella falsa imputazione, non che dalla viva rimembranza del corso
-pericolo da parte del volgo contro essi esasperato; e ciò nella speranza
-che sì solenne giustificazione avesse potuto farla una volta per sempre
-finita con un pregiudizio assurdo, immorale e cotanto vituperoso ad
-un'êra della più progredita civiltà com'è la nostra.
-
-Ella, o signore, conosce assai meglio di me che nessun rito rabbinico ha
-mai permesso l'uso del sangue, e che anzi gli Ebrei ne hanno in ogni
-tempo provato tale un abborrimento da tenersene contaminati al solo
-toccarlo. È notorio che, ben lungi dal cibarsene, respingono essi con
-orrore le carni degli animali non isgozzati giusta la prescrizione della
-loro legge, per la tema appunto che una qualche stilla di sangue ne sia
-rimasta nei visceri o tra le fibre; ond'è che nessun altro popolo ha mai
-come l'ebreo servito a rigore di lettera il precetto che Dio tramandava
-per la bocca di Mosè — non verserete sangue; non vi ciberete di sangue;
-il contravventore perisca. —
-
-Non potrebbe sospettarsi tampoco che quella pratica feroce sia un avanzo
-di vetuste superstizioni redate dagli Ebrei ne' loro contatti co'
-gentili cui fossero abituali i riti di sangue, e che sia sorta dal
-supposto lor odio contro i seguaci di Cristo, mentre depongono in
-contrario le storie ed i formali processi in più occasioni istituiti.
-
-Ci narra Tertulliano che nei primi tempi di Nostra Chiesa e duranti le
-persecuzioni ordinate dagl'Imperatori contro i Cristiani, veniano questi
-accusati di immolare vittime umane, di beverne il sangue, di mangiarne
-le carni e che quell'ignominiosa incolpazione fu per ben tre secoli
-l'incentivo di persecuzioni ognora più crudeli. Ma nella storia di quei
-tristissimi giorni non abbiamo pur cenno che altrettanto siasi detto o
-sospettato degli Ebrei, sebbene all'imperversare di quella grande
-rivoluzione religioso-morale dovessero trovarsi in massimo grado
-inaspriti gli animi, e più facili e sicure le vie della calunnia.
-
-Ella sa pure, o signore, assai meglio di me che, soltanto nel secolo
-XIII apparve per la prima volta l'accusa che gli Ebrei in date loro
-solennità versassero il sangue di un innocente Cristiano quale simbolo
-di espiazione, o ne usassero quale filtro portentoso. Ma se gli Ebrei
-non hanno infierito contro i Cristiani quando più vivi ed operosi erano
-gli odii, e quando deboli e percossi i Cristiani dalle ricorrenti
-persecuzioni avrebbero potuto farlo impunemente, come ammettere in buona
-logica che sieno stati osi di adottare quella pratica inumana, allorchè
-di fronte al Cristianesimo per tutto trionfante avrebbero posta in
-compromesso quell'unica protezione sociale che loro era rimasta in una
-legge di tolleranza? — Mirando alla coincidenza degli avvenimenti ed
-all'agitazione religioso-sociale a que' giorni inferita dal bando della
-crociata per cui pareva che tutto Occidente dovesse, a modo d'immensa
-valanga, rovesciarsi sopra Oriente, saremmo indotti a sospettare che un
-qualche fanatico od un qualche ambizioso, a parodia di quel gigantesco
-movimento siasi pensato di bandire una specie di crociata anche contro
-gli Ebrei; e nel fatto ebbe la storia a registrare il nome di un certo
-Rodolfo uomo di gran seguito in Lamagna, il quale pel primo appunto
-avrebbe tentato in Colonia, Spira, Magonza e Strasburgo di levare la
-croce contro gli Ebrei. Senonchè Gregorio IX, durante il suo
-pontificato, con tre Bolle ha proclamata l'innocenza del popolo ebreo,
-condannando quell'insensata calunnia. Lo stesso Pontefice con suo Breve
-ne ammoniva i principi cristiani perchè si stessero a buona guardia e
-non vi prestassero fede. Anche i papi Innocenzo IV ed Alessandro VII
-fecero altrettanto e dottori della Chiesa e santi insigni presero le
-difese del calunniato Israele. S. Bernardo tra gli altri scrivendo ad
-Enrico arcivescovo di Magonza protestava contro il diffondersi di quella
-vergognosa calunnia e ne deplorava le funeste conseguenze.
-
-È notabile il fatto che tale diceria non sia mai sorta nella Spagna,
-mentre tutti sanno che in nessun altro paese di Europa furono gli Ebrei
-sì duramente perseguitati come ai tempi di Ferdinando ed Isabella in
-quella contrada.
-
-Anche i principi secolari se ne occuparono seriamente, e forti delle
-decisioni pontificie vollero con formali processure quella calunnia
-sventare e punire. Abbiamo i bandi dei duchi di Milano e di Mantova,
-abbiamo gli editti imperiali di Federico III, di Carlo V, di
-Massimiliano II, abbiamo le decisioni dei senati di Casale e di Venezia;
-documenti tutti che comprovano la malvagità di quella calunnia per non
-dire delle molte sentenze proferite in casi particolari da giudici
-imparziali e competenti e che sono tuttora negli archivi nostri e
-forestieri. — E qua cade in acconcio rammentare il voto che sopra
-ricerca del Re di Polonia veniva pronunciato dalla Facoltà teologica di
-Lipsia nell'anno 1714; voto che, ridondante di dottrina e di erudizione,
-respinge fin anche il sospetto che con quella pratica brutale siansi mai
-disonorati gli Ebrei. Io son dell'avviso, che ov'Ella, signore, ne
-facesse dono a' suoi molti associati in appendice al processo che sta
-pubblicando colle stampe, non solo presterebbe un ottimo servigio alla
-verità, ma recherebbe ben anche un raggio di luce a quelle parti del
-processo che non emersero a sufficienza chiarite.
-
-S'io avessi potuto su questo terreno allargare la difesa, avrei forse
-conseguito il vantaggio di paralizzare più compiutamente ogni sinistra
-prevenzione e di rettificare qualche torta idea nei menoveggenti a
-maggiore presidio e conforto di una casta sociale per molti rispetti
-onorevole e per illustri notabilità benemerente.
-
-Sarà forse credibile appena dai lontani che in un secolo di tanto senno,
-di tanta tolleranza e di tanta umanità siasi agitato, e qui tra noi, un
-processo di quella fatta: tra noi, che governati da sapientissime
-istituzioni, tolto ogni privilegio di classe e di stirpe, siamo tutti
-uguali in faccia alle leggi e quasi altrettanti figli di una sola
-famiglia. — Giova sperare però che le Autorità competenti non vorranno
-desistere da ulteriori indagini, mentr'è nell'interesse del pubblico
-ordine e della pubblica sicurezza che l'occulto motore della Castilliero
-venga scoperto.
-
-Eccole, o mio buon signore, i poveri cenni che le ho promessi quasi a
-compimento della difesa del signor Ravenna, sarò ben lieto se si
-compiacerà di usarne a suo grado.
-
- _Suo dev. servitore_
-
- ALLESSANDRO dott. CERVESATO.
-
-A questa dotta lettera dell'egregio avv. Cervesato, il direttore
-dell'_Eco dei Tribunali_ che era, piace il ricordarlo, quel valoroso
-pubblicista e fervido cattolico che oggi dirige la _Gazzetta di
-Venezia_, Paride Zajotti, faceva seguire queste considerazioni sue:
-
-Compiuto il resoconto del dibattimento, col pubblicare l'appendice
-fattavi dal chiarissimo avv. Cervesato, coi due importantissimi
-documenti (360) che ne formano per così dire necessario supplimento,
-resterebbe che ancor noi scendessimo nell'arringo, come, con soverchia
-fiducia, avevamo promesso nell'imprendere questa pubblicazione.
-
-Ma, obbligati a rimanere entro quella ristretta cerchia che chiamasi la
-questione legale, non potremmo estenderci a quelle considerazioni e
-dimostrazioni, che sono suggerite e richieste dalla questione sociale,
-di cui questo processo non è che un passaggiero fenomeno, senza correre
-grave pericolo o di entrare in un campo a noi straniero, o di nuocere
-alla cosa stessa, parlando con un riserbo incompatibile colla fermezza
-delle nostre convinzioni.
-
-Perciò crediamo più savio partito il tacere, e lasciar parlare per noi
-l'eloquenza dei fatti, accertati con tutto il rigore delle forme
-processuali e con quella scrupolosa esattezza, di cui tu testimonio
-chiunque assistette allo svolgersi di questo dibattimento.
-
-I fatti parlano da sè. Ed è fatto incontrastabile che il primo racconto
-della Castilliero fu provato falso nel modo più luminoso che si potesse.
-Diciamo nel modo più luminoso, perchè, lasciando da parte la manifesta
-sua inverisimiglianza, la falsità ne fu dimostrata oggettivamente e
-subbiettivamente.
-
-Oggettivamente per mezzo di tutti quei testimoni, i quali coabitando col
-Ravenna, e dovendo necessariamente aver avuto qualche sentore del fatto,
-se qualche cosa di somigliante fosse colà avvenuto, esclusero ad una
-voce qualunque circostanza che potesse avervi anche remota allusione; e
-per mezzo principalmente della deposizione di Antonio Fadin, che fu nel
-locale stesso in cui la Castilliero voleva essere stata rinchiusa, e
-nelle ore in cui doveva essa pure esservi stata; deposizione suffragata
-e da dichiarazioni d'altri testimoni e dalle corrispondenti annotazioni,
-fatte, a caso vergine, nei registri dell'Ufficio postale.
-
-Subbiettivamente, per quella serie sterminata di testimoni tutti
-concordi, benchè appartenenti a varie condizioni della società ed a
-differenti paesi, i quali con tanta precisione ci attestarono la
-presenza della Castilliero, ora qua ed ora là, appunto nei varii giorni,
-in cui secondo il primo suo esame essa voleva essere stata in quella
-fantastica fortezza, in cui si entra e da cui si esce, di giorno e di
-notte, in carrozza chiusa senza incontrare una guardia di polizia o di
-finanza che chiegga conto dei misteriosi passeggieri. E fu savissimo
-intendimento del Tribunale quello di citare al dibattimento tutti quei
-testimoni, benchè deponessero su circostanze affatto secondarie, dopo
-tanta luce di prove, affinchè il numero stesso delle persone, la loro
-qualità di Cristiani, la franchezza di tante svariate deposizioni, ma
-tutte coincidenti nell'argomento che interessava, valesse a persuadere i
-più testerecci.
-
-Dopo tutto questo, che cosa importa se la Castilliero, a cui il parlare
-a nulla personalmente avrebbe giovato, dacchè il fatto rimaneva in ogni
-modo ed in ogni caso una calunnia, si chiuse in un inviolabile silenzio,
-e volle farla da romanzesca eroina, dicendo — nessuno fuorchè lei sapere
-come la cosa fosse stata — oppure calcolò sui frutti del suo silenzio?
-Che cosa occorre di più, oltre la prova che il fatto era una menzogna?
-La spiegazione delle cause, che indussero la Castilliero, e pongasi
-anche, la condanna dei correi, non avrebbero nè provato maggiormente la
-falsità dell'accusa, nè persuaso nemmeno uno solo di quelli che credono
-a tutto, fuorchè a quanto fu provato in questo processo.
-
-Anzi, la specialità delle circostanze che accompagnarono questo caso, ci
-dà una notevole guida per giudicare di altri fatti consimili in addietro
-processati, specialmente nei tempi in cui dominava in tutto il suo
-rigore il sistema inquisitorio. Secondo la massima parte delle leggi,
-ne' secoli scorsi la deposizione del danneggiato, appoggiata ad una
-prova qualsiasi del fatto in genere, bastava per applicare all'imputato
-la tortura; ora qui si aveva la deposizione della danneggiata, che
-esclusa l'inverosimiglianza del fatto per se stessa, era improntata di
-tutti i caratteri della veridicità; si aveva una specie di prova del
-fatto in genere nella sparizione, nei primi momenti inesplicabile
-dell'odierna imputata, e nelle tracce della scalfitura alle mani ed alle
-braccia; ora se fossero stati altri tempi ed il signor Ravenna fosse
-stato messo sull'eculeo, noi vorremmo fortemente dubitare che, frammezzo
-agli strazi della tortura e col progressivo accrescersi del martirio,
-egli non avesse, come gli Ebrei di Damasco, tutto affermato pur di
-sottrarsi agli spasimi.
-
-E quale argomento per la sussistenza del fatto, qual prova si avrebbe
-potuto dedurre dalla sua condanna? Questa conclusione, a cui è pur forza
-di venire, fa che, per noi, questo processo, in cui sulle prime le
-stesse Autorità furono tratte in inganno dal racconto della Castilliero
-(tanto da ordinare l'arresto del Ravenna), assuma un'importanza storica
-immensa.
-
-Per chi volesse di più, basti il fatto che in questo processo, il
-Presidente del dibattimento non reputava nemmeno meritevole di
-discussione la questione in massima, ed il Pubblico Ministero
-qualificava l'oggetto dell'accusa della Castilliero quale pregiudizio
-del volgo.
-
- PARIDE ZAJOTTI.
-
-(360) Di questi due documenti uno, e cioè il _Parere della Facoltà
-teologica di Lipsia_, 8 maggio 1714, fu da noi pubblicato fra i presenti
-documenti; il secondo che è una dichiarazione del _R. Procuratore
-generale prussiano di Aquisgrana_, pubblichiamo qui appresso.
-
-
-
-
- XX.
-
- Dichiarazione del R. Procuratore generale prussiano di Aquisgrana.
-
-
- (_Stadt-Aachener Zeitung, N. 82_).
-
-Un caso, testè avvenuto nel mio circondario d'Ufficio, e che destò gran
-chiasso e porse argomento a diversi articoli di giornale, m'induce a
-pubblicare la seguente _notificazione ufficiosa_.
-
-Il 6 corrente una donna fece in Jülich a quel funzionario della polizia
-giudiziaria la denunzia che la sua figliuolina novenne, da lei mandata
-il mattino a Broich verso le sette, per mendicarvi un po' di pane, era
-stata assalita per via da un Ebreo e maltrattata nel modo più orribile.
-La ragazza, _colla massima consonanza con un suo fratellino di sei
-anni_, che l'avea accompagnata, depose in ripetuti esami, apparentemente
-nella massima commozione di animo, che quando fu dietro la contrada di
-Broich, le venne incontro l'Ebreo di Broich, si siedette, l'afferrò
-improvvisamente, se la pose sui ginocchi, e poscia, dopo aver estratto
-un coltello ed averle alzate le gonne, le diede un colpo al bassoventre.
-
-Ed in realtà quelle parti del corpo, ove, secondo l'attestazione della
-ragazza, sarebbe stato dato il colpo, erano lorde di sangue.
-
-Poco dopo aperta l'investigazione di polizia, condotta con molta
-diligenza ed avvedutezza, la ragazza, asserentesi maltrattata, vide una
-coppia di Ebrei che passavano pel mercato di Jülich, e facendo mostra
-d'essere quasi fuori di se stessa, gridò: “Questo è colui che m'ha
-ferita!”
-
-Gli Ebrei furono tosto arrestati, e nel confronto coi ragazzi furono
-riconosciuti da questi colla massima precisione per gli autori del
-fatto.
-
-La donna ebrea, della quale originariamente non era stato fatto alcun
-cenno, secondo una nuova dichiarazione della ragazza, le avrebbe coperto
-il viso, sicchè non potè gridar bene. Nel corso degli ulteriori esami,
-quei ragazzi deposero altresì che alle loro grida era accorso un
-vecchio, il quale era stato ammazzato dall'Ebreo col suo coltello, e che
-gli Ebrei aveano presa la fuga soltanto all'avvicinarsi di altre
-persone.
-
-Giuntimi gli atti, feci avviare un'istruzione giudiziale, al quale scopo
-un giudice istruttore ed un procuratore di Stato si recarono il 12
-corrente a Jülich.
-
-Il risultato dell'istruzione assunta fu il seguente:
-
-“Una ispezione personale, assunta con tutta esattezza da un impiegato
-medico giudiziario, coll'intervento anche di un altro medico, sul corpo
-della ragazza asserentesi ferita, non lasciò scoprire nè una ferita, nè
-una tumefazione, nè una infiammazione delle parti che secondo la sua
-dichiarazione sarebbero state lese.
-
-“Gli Ebrei arrestati erano forniti di passaporti in piena regola; essi
-sostennero di non essere stati in Broich, o sulla via, che da Broich
-conduce a Jülich, ma di avere dormito nella notte dal 5 al 6 corrente in
-Aldenhoven (in direzione affatto diversa di Jülich) e di essersi di là
-diretti a Jülich per la strada postale.
-
-“Tutto ciò fu confermato pienamente dalla deposizione delle gente
-(cristiana) presso cui volevano avere pernottato e di due gendarmi, i
-quali nella mattina del 6 aveano scortato degli arrestati da Jülich ad
-Aldenhoven e per via incontrarono i coniugi ebrei, che provenivano nella
-direzione di Aldenhoven. Un confronto dei diversi tempi dimostra che gli
-imputati, al momento dell'attentato loro addebitato, si trovavan
-distanti dal luogo, ove esso sarebbe stato commesso, per lo meno un'ora,
-ma con somma verosimiglianza, più ore.
-
-“L'uomo, che i ragazzi indicavano essere stato ammazzato dall'Ebreo, fu
-rinvenuto facilmente. Egli non aveva alcuna lesione e dichiarò di avere
-incontrato quei due fanciulli sul luogo dell'asserito maltrattamento,
-ove piangendo si lagnarono con lui di quanto dicevano essere loro
-accaduto; egli però, al pari delle altre persone indicate dai ragazzi,
-assicurò di non avere assolutamente veduto in quel luogo alcuna persona
-sospetta.”
-
-
-
-
- XXI.
-
- Ignazio von Döllinger.
-
-
-Da un discorso tenuto nella solenne seduta dell'Accademia delle scienze
-a Monaco, il 25 luglio 1881, dal presidente Ignazio von Döllinger, ed
-intitolato, _Gli Ebrei in Europa_, togliamo il seguente brano che
-chiaramente dimostra quale concetto abbia il dotto teologo tedesco sulle
-accuse che si muovono agli Ebrei:
-
-.  .  .  .  .  . Abituati ad immaginarsi che ogni Ebreo fosse il nemico
-nato ed il debitore dei Cristiani, i popoli ritenevano gli Ebrei, in
-un'epoca in cui si prestava fede volentieri anzi con avidità a cose
-crudeli e soprannaturali, capaci di qualunque delitto, anche
-dell'inverosimile ed impossibile. Dopo il 12º secolo corse la fola che
-gli Ebrei abbisognassero di sangue Cristiano, gli uni dicevano per la
-loro festa Pasquale, gli altri, come rimedio contro un segreto male
-ereditario; perciò furono accusati di uccidere ogni anno un ragazzo.
-Inoltre si diceva ch'essi crocifiggevano ogni anno un Cristiano per
-oltraggiare il Salvatore.
-
-Se si rinveniva in qualche luogo un cadavere con traccie di violenza, un
-bambino morto, l'assassino doveva essere stato un Ebreo, e si poneva
-alla tortura finchè confessava. Seguivano allora crudelissimi supplizi
-ed in parecchi casi una strage in massa dell'intera popolazione ebrea
-della città e della campagna. Non c'era neanche idea d'una regolare
-procedura giudiziaria. I giudici e le Autorità stesse tremavano dinnanzi
-all'ira del popolo imbestialito; poichè c'era la convinzione che si
-potessero attendere le più infami azioni da un ebreo. Talvolta era anche
-un'immagine di Cristo che un ebreo avrebbe trafitta con un coltello o
-mutilata, ciò che era il segnale d'una strage. Dopo il 1200 si
-aggiunsero le voci di ostie oltraggiate e miracolosamente sanguinanti.
-Da Parigi, dove era accaduto il primo caso, la nuova fiaba si diffuse
-nei paesi vicini, ben presto si volle possedere anche altrove una tale
-reliquia, e sembrò che gli Ebrei, presi da demonìaco delirio, credessero
-e non credessero ad un dogma della Chiesa e contemporaneamente
-desiderassero una morte tormentosa tanto spesso essi cadevano vittime di
-questi delitti immaginarii.
-
-A Londra gli Ebrei furono uccisi perchè volevano incendiare la grande
-città.
-
-La gran peste che desolò e spopolò nel 1348 tutta l'Europa fu subito
-attribuita soltanto agli Ebrei. Il fatto che quel popolo intelligente e
-che conduceva vita regolare n'era colpito molto meno dei Cristiani,
-cambiò la supposizione in certezza. Essi avevano avvelenato dappertutto
-in seguito ad una cospirazione, i pozzi e le sorgenti, e perfino i
-fiumi. In una città si volle aver rinvenuto realmente del veleno in un
-pozzo. Posti alla tortura, alcuni Ebrei confessavano il delitto. Scoppiò
-allora una tale esplosione di fanatismo, di bramosìa di vendetta e di
-volgare avidità, quale l'Europa non aveva mai veduto prima, nè vide mai
-dopo. Le vittime in alcune città, si contarono a migliaia. Molti
-prevennero il furor popolare suicidandosi. Invano il Papa Clemente VI
-dichiarò in due bolle gli Ebrei innocenti. Coloro che si salvarono con
-una rapida fuga trovarono un asilo soltanto nella lontana Lituania.
-
-
-
-
- XXII. *
-
- Professore dott. Nöldecke di Strasburgo.
-
-
-È assolutamente deplorevole che oggi ancora debba esser necessario di
-respingere sul serio l'accusa che l'ignoranza e la malvagità muovono
-agli Ebrei di far uso nelle loro solennità di sangue umano e
-specialmente cristiano. Non soltanto quest'accusa manca di ogni
-fondamento, ma tale barbarie ripugna a tutti i principii del Giudaismo,
-sicchè gli Ebrei che avessero commesso un tale misfatto dovrebbero
-essere assolutamente esclusi dalla Comunità religiosa.
-
-Coloro che credono e divulgano tali fiabe, dovrebbero sapere che
-siffatte accuse di misteriosi sagrifizi umani, di uso rituale di sangue
-umano, e di altre simili mostruosità si facevano già in Oriente in tempi
-antichi ad altre sêtte religiose per ragione di odio confessionale, o
-per cupidigia di nefando lucro.
-
-Cristiani lanciarono tali accuse verso sêtte cristiane, e dagli scritti
-sacri dei Mandei (cristiani di San Giovanni) si ricava una orrenda
-descrizione dei misfatti che i Cristiani in generale commettevano per
-celebrare la S. Comunione.
-
-Colui che afferma gli Ebrei adoperare sangue cristiano per una solennità
-rituale si pone al livello degli orientali più abbrutiti dall'odio di
-religione e dalla superstizione.
-
-Herren Alb (Foresta Nera), 20 agosto 1882.
-
- Dott. Th. NÖLDECKE
- Prof. ordinario nell'Università
- _Imperatore Guglielmo_ in Strasburgo.
-
-
-
-
- XXIII. *
-
- Professore Dott. A. Merx di Heidelberg.
-
-
-Essendosi in questi ultimi mesi ripetutamente parlato in diversi luoghi
-e segnatamente a Dresda ed a Berlino dell'uso che si farebbe dagli Ebrei
-del sangue cristiano per festeggiare la Pasqua (Pessach) e tale voce
-essendo stata diffusa per agitare le plebi ignoranti, venni invitato a
-dichiarare se un tale delitto, designato col nome di _assassinio
-rituale_, sia prescritto dalle leggi della religione ebraica. Dichiaro
-perciò:
-
-1. La legge ebraica proibisce l'assassinio in generale e assolutamente:
-“Il sangue di colui che spanderà il sangue dell'uomo sarà sparso
-dall'uomo” (_Gen._, IX, 6) “Non uccidere” (_Es._, XX, 13).
-
-2. La legge ebraica proibisce l'uso del sangue in generale ed
-assolutamente: “Chiunque ne mangerà (sangue) sia sterminato” (_Lev._,
-XVII, 14). Questo precetto è la principale ragione del rito con cui gli
-Ebrei uccidono gli animali allo scopo di sbarazzare completamente la
-carne dal sangue. Da ciò risulta assolutamente falso che gli Ebrei
-adoperino sangue per preparare la loro focaccia di Pasqua, in caso
-contrario il precetto generale dovrebbe essere annullato da un precetto
-speciale.
-
-3. Nella legge sulla festa di (_Pessach_) Pasqua (_Es._, XII, 13) non si
-trova tale precetto speciale e non può trovarvisi, giacchè allorquando
-fu data questa legge non esistevano fanciulli cristiani; ma al contrario
-non era permesso uccidere, come pretende la vieta calunnia, nè
-fanciulli, nè adulti di altra religione. Nell'intiera legge non vi è
-neppure una parola sulla uccisione di uomini.
-
-4. Nella legislazione della Bibbia non è prescritto per la festa di
-Pasqua l'uso del sangue di fanciulli cristiani. Nessuno potè trovare un
-solo passo, il quale provi che l'assassinio rituale sia prescritto.
-
-5. In seguito a ciò l'affermazione, sorta del resto dopo il XV secolo,
-che gli Ebrei adoperino sangue cristiano per la loro festa di Pasqua,
-risulta non vera, e non può appoggiarsi a nessun testo della legge
-ebraica. Quello che la ripete senza addurne prove, ciò che del resto gli
-riescirebbe assai difficile, e quello che in riunioni pubbliche pretende
-dimostrare che è basata su fatti, deve essere condannato come un
-miserabile calunniatore, col quale si deve adoperare il Codice penale.
-
-San Remo, 10 ottobre 1882.
-
- D. A. MERX.
-
- Professore di Esegesi del Vecchio Testamento
- nell'Università di Heidelberg.
-
-
-
-
- XXIV. *
-
- Prof. dott. Carlo Bernardo Stade di Giessen.
-
-
-Colui che afferma gli Ebrei adoperare sangue cristiano per una solennità
-rituale, dà saggio di ignorare assolutamente la storia ed il carattere
-della religione ebraica.
-
-In qualsiasi modo sia per finire il processo di Tisza Eszlar è fin d'ora
-sicuro che non potrà mai venir invocato nè contro la religione ebraica,
-nè contro l'indole degli Ebrei, i fatti di cui sono accusati i macellai
-di quel paese, essendo ripugnanti all'indole degli Ebrei, e detestati
-dalla religione ebraica.
-
-Giessen, 10 ottobre 1882.
-
- Dott. CARLO BERNARDO STADE,
- Professore ordinario.
-
-
-
-
- XXV. *
-
- Facoltà teologica dell'Università di Amsterdam.
-
-
-La facoltà teologica di Amsterdam è riconoscente ai Rabbini che,
-adunatisi in Buda Pest il 5 luglio di questo anno, (1882), deliberarono
-di invitarla a dare il suo parere sopra una vecchia accusa che ora viene
-nuovamente scagliata contro gli Ebrei.
-
-Essa si crede perciò obbligata di far pubblica la sua disapprovazione
-contro la diffusione di una asserzione altrettanto infondata quanto
-pericolosa, ed unendosi al giudizio di tutti gli uomini competenti in
-siffatta materia, si dichiara profondamente convinta, che in nessuno dei
-libri religiosi degli Ebrei si contenga la prescrizione di adoperare,
-per iscopi rituali, sangue umano ottenuto da un assassinio.
-
- La Facoltà teologica dell'Università di Amsterdam,
- P. D. CHANTEPIE DE LA SAUSSAYE, _praes._
- J. G. D. MARTINS, _cancelliere_.
-
-
-
-
- XXVI. *
-
- Professore Dott. Carlo Siegfried di Jena.
-
-
-Chiunque ha voglia di aprire la Bibbia può convincersi che l'accusa che
-gli Ebrei adoperino sangue cristiano non è che una invenzione di
-malvagi, accolta soltanto dagli imbecilli, poichè nei cinque libri di
-Mosè nulla è più severamente vietato agli Ebrei dell'uso del sangue.
-(_Genesi_, IX, 4. — _Levitico_, VII, 26, 27. — _Deut._, XII, 16, ed
-altri).
-
-Siffatta accusa, spessissimo ripetuta dall'odio di religione e di razza,
-non venne in nessunissimo caso provata; anzi coloro che sostennero le
-polemiche più accanite contro il Giudaismo, o, non appena cominciarono a
-conoscere gli usi ebraici, lasciarono cadere l'accusa, o, come dice
-Wagenseil, riconobbero l'impossibilità di sostenerla.
-
-Ogni nuova ripetizione di tale accusa dimostra una imbecillità ed una
-impertinenza grandissime e costituisce una vergogna pei popoli cristiani
-che la permettono, una vergogna pei giornali cristiani che ne rimangono
-spettatori, o mal celano dietro frasi pietose i loro istinti di Caino.
-
-
-
-
- XXVII. *
-
- Professore Francesco Delitzch.
-
-
-Nella questione di sangue venuta nuovamente a galla in seguito al fatto
-di Tisza-Eszlar ho dato già due attestati che saranno arrivati in
-Ungheria da Colonia e da Berlino; però non voglio lasciar senza risposta
-anche il di lei invito giacchè una triplice corda si rompe meno
-facilmente.
-
-In quei due pareri ho minuziosamente provato il fatto, che nei due
-Talmud non soltanto non si trova nessuna prescrizione, che ordini o
-raccomandi l'uso rituale di sangue umano non ebraico, ma che anche nella
-legge rituale non si può scoprire assolutamente nessun appoggio per
-questa insinuazione. _Essa è una pura immaginazione, un'idea senza
-fondamento, un parto dell'ignoranza, dell'astio e della menzogna._
-
-La _Civiltà Cattolica_ dell'anno 1881, pag. 731 infinocchia ai suoi
-lettori, che l'uso del sangue sia una tradizione segreta, che non esiste
-che a voce e precisamente quale segreto ereditario fra i discreti e
-fidati. _Questo è un nuovo tentativo di salvare la causa ormai perduta
-dell'accusa_, volendo far credere che quello non si può provare quale
-_Halaca_ (precetto scritto) sia un _Minhag_ (uso) conosciuto solamente
-dagli iniziati. _Ma anche questo tentativo è un peccato contro il
-comandamento: “Non dire falsa testimonianza contro il tuo prossimo.”_
-
-In causa della mia relazione colla missione degli _Ebrei ho fatto
-conoscenza da 50 anni con un certo numero di proseliti, ma posso
-assicurare dinanzi a Dio, che nessuno sapeva qualche cosa di quell'uso
-assassino_. — _Tutti dichiararono unanimi una pura invenzione
-l'incolpazione di sangue._
-
-La pacificazione della Sinagoga colla Chiesa è stata sempre la mèta
-principale dei miei desiderii. Tanto più antipatico mi riesce ogni
-tentativo di aumentare l'abisso esistente per mezzo dell'odio di razza
-antisemitico, ed il vantaggio che gli antisemiti vorrebbero trarre per
-la loro causa dalla sorte tuttora ignota di Esther Solymossy, il di cui
-assassino, se essa fu assassinata, sarà non solamente dal punto di vista
-cristiano, _ma anche dal punto di vista ebraico, un mostro che offende
-il nome di Dio_.
-
-Se ella vuole pubblicare questa mia testimonianza, sarò lieto se gioverà
-a domare la furia scatenata dell'odio che si fa arma di una bugia.
-
- Lipsia, 13 ottobre 1882.
-
- Devotissimo suo
- Professore FRANCESCO DELITZSCH.
-
-
-
-
- XXVIII. *
-
- Lettera di S. E. Ill^ma e Rev^ma Monsignor Giorgio Kopp
- vescovo cattolico di Fulda
- al Rabbino provinciale della stessa città Dott. Chaan.
-
-
- Fulda, 4 novembre, 1882.
-
- Pregiatissimo signor Dottore,
-
-Assecondando il di lei desiderio, non esito a ripeterle in iscritto la
-dichiarazione che già varie volte le ho fatto, doversi ritenere una
-maligna bugia la supposizione, che gli Ebrei abbiano mai usato sangue
-cristiano per iscopi rituali: tale supposizione non si può provare nè
-con la religione ebraica, nè con la storia, sicchè devesi respingere
-ogni accusa di questo genere su qualunque base fosse fondata.
-
-Con perfetta stima, ecc.
-
- KOPP. Vescovo di Fulda.
-
-
-
-
- XXIX. *
-
- Ernesto Renan (361).
-
-
- Parigi, 16 novembre 1882.
-
-Fra tutte le calunnie, generate dall'odio e dal fanatismo, la più
-assurda è certamente quella per cui si incolpano gli Ebrei di commettere
-assassinii allo scopo di aver modo di compiere riti sanguinosi. Uno dei
-tratti più caratteristici della religione ebraica è la proibizione del
-sangue quale nutrimento dell'uomo. Questa precauzione che era in altri
-tempi assai adatta ad inspirare il rispetto della vita, venne osservata
-dal Giudaismo con tutta coscienza, anche quando i tempi e le condizioni
-della civiltà ne rendevano assai penosa l'osservanza, ed ora si pretende
-che il pio ebreo, che morrebbe di fame e affronterebbe il martirio
-piuttosto che inghiottire un pezzetto di carne non del tutto monda di
-sangue, si nutrisse proprio di sangue in un'agape religiosa! È questa
-una orribile sciocchezza. Sono convintissimo che non uno dei racconti
-che parlano di pasti pasquali con sangue ha base reale; se un tal
-delitto fosse stato commesso, direi che il miserabile che ne fu autore
-ha violato tutti i precetti dell'Ebraismo; ma io vado più in là e non
-credo che simile delitto sia mai stato commesso. L'immaginazione umana
-non è molto fertile nell'inventare calunnie. La fiaba di pasti
-misteriosi conditi con sangue umano fu sempre artificio tratto in campo
-per combattere coloro che un cieco pregiudizio voleva rovinare. Questa
-stessa calunnia fu in altri tempi occasione a deplorabili persecuzioni
-contro i Cristiani. Eppure è ben certo che la Sacra Cena dei Cristiani
-non venne mai insozzata da tale misfatto. Altrettanto innocenti sono
-certamente le pasque ebraiche. Sarebbe degno della cristianità impedire
-che da questa miserabile bugia, per la quale in altri tempi ebbero tanto
-a soffrire i Cristiani, si traesse profitto contro altri.
-
-(361) _Neue Freie Presse_, 24 dicembre 1882.
-
-
-
-
- XXX.
-
- Discorso dell'Em. Cardinale E. O. Manning
- Arcivescovo di Westminster.
-
-
-Abbiamo detto che gli avversari sistematici degli Ebrei non devono
-cercarsi nel partito che comunemente si designa col nome di clericale;
-il seguente discorso pronunciato dall'Em.^mo Cardinale Manning (362), in
-un _meeting_ tenuto a Londra per protestare contro i maltrattamenti cui
-son fatti segno gli Ebrei della Russia, è la più eloquente conferma
-delle parole nostre.
-
- _Mylord, Signore e Signori,_
-
-Ho spesso dovuto proporre mozioni in assemblee simili a questa, ma non
-ricordo di averne mai proposto alcuna con una convinzione più perfetta
-della mia ragione, e con un più completo assenso della mia coscienza.
-Prima di continuare sarà forse miglior consiglio leggervi questa mia
-mozione. Essa è così concepita:
-
-“Questa Assemblea, pur riconoscendo di non aver nè diritto, nè desiderio
-di ingerirsi negli affari interni di un altro paese, e pur desiderando
-che le relazioni le più amichevoli tra l'Inghilterra e la Russia vengan
-continuate, crede suo debito manifestare l'avviso, che le leggi della
-Russia che risguardano gli Ebrei, tendono ad avvilirli agli occhi della
-popolazione cristiana, e ad esporre gli Ebrei russi ai furori di una
-ignoranza fanatica.”
-
-Io non ho bisogno di dirvi che noi non siamo qui adunati per uno scopo
-politico. Se vi fosse la menoma traccia di politica, io non sarei qui. È
-perchè io credo che noi siamo ben al disopra delle passioni e delle
-lotte politiche, che noi siamo nella serena regione delle simpatie e
-della giustizia umana che oggi io mi trovo qui. Posso anche dichiarare
-che nulla è più lontano dalle mie intenzioni — sono convinto che voi
-siete del mio avviso — che di far cosa che fosse come una infrazione a
-quelle leggi di pace, d'ordine e di mutuo rispetto che uniscono le
-nazioni fra di loro o di tentare d'intervenire o d'ingerirsi nella
-legislazione interna della Russia (_applausi_). Io sono anche costretto
-a dichiarare che partecipo di tutto cuore ai sentimenti di venerazione
-espressi dal nobile Conte [di Shaftesbury] verso la Famiglia Imperiale
-di Russia. Non si può aver osservato quella famiglia durante questi
-ultimi anni, non si può pensare alla posizione dell'Imperatore attuale
-senza provare una profonda simpatia che ci impedisce ogni intenzione di
-usare una sola parola che possa ferire l'animo dello Czar (_applausi_).
-Io posso adunque dichiarare in modo assoluto che non una delle mie
-parole — e credo poter parlare in nome di voi tutti — si scosterà
-intenzionalmente dalla venerazione dovuta ad una persona gravata d'una
-responsabilità così pesante come quella che è toccata in sorte
-all'Imperatore di Russia. Di più posso dire, pur non volendo toccare
-alla questione della legislazione interna della Russia, che esistono
-leggi più forti di tutta la legislazione russa, leggi che sono
-egualmente imperative a Londra, a Pietroburgo ed a Mosca, — le leggi
-della umanità, della natura e di Dio, che sono il fondamento di tutte le
-altre leggi; e se in una legislazione qualsiasi esse sono poste in non
-cale, tutte le nazioni dell'Europa cristiana, tutta la comunione degli
-uomini civili e cristiani, avranno all'istante il diritto di protestare
-apertamente contro di essa (_applausi_).
-
-Ed ora bisogna che io tocchi un argomento che, lo confesso, mi ha recato
-molto dolore. Noi abbiamo tutti seguito durante un anno ciò che in
-Germania si chiama il movimento antisemitico. Io provo, guardandolo, due
-sentimenti: prima un sentimento d'orrore, perchè tende a rovesciare i
-fondamenti della vita sociale, poi un sentimento grandissimo di paura,
-perchè può tendere ad eccitare ancora l'odio che ha già fatto esplosione
-in Russia e che potrebbe estendersi maggiormente. Ho letto con molto
-dispiacere un elaboratissimo articolo, pieno, non vi ha dubbio, di
-osservazioni esatte, scritto in Prussia e pubblicato nel _Nineteenth
-Century_, in cui si descrivono le animosità sociali, le gelosie e le
-rivalità che dominano ora in quel paese. Leggendo questo articolo, il
-mio primo sentimento fu il dolore di vedere che il potere e la forza
-dell'Antico Testamento, sieno nel Ducato di Brandeburgo così superiori
-al Nuovo. Io sono afflitto vedendo che una società imbevuta di
-razionalismo non abbia abbastanza cristiana dottrina, cristiano potere,
-cristiano carattere e cristiana virtù, per rendere impossibile che il
-popolo ebreo per quanto sia colto, raffinato, laborioso ed energico,
-faccia tremare la società cristiana di quel grande Regno. Ho letto, del
-pari con dolore, le narrazioni sulla condizione degli Ebrei russi e le
-accuse di cui sono l'oggetto. Se vi accenno prego i miei amici israeliti
-che mi ascoltano di credere che le respingo con incredulità e disgusto.
-Leggo che la causa degli avvenimenti in Russia, è che gli Ebrei fanno
-dei mestieri infami, che sono usurai, immorali, demoralizzatori e non so
-che altro ancora. Leggendo quelle accuse io mi chiedevo: l'oltraggio è
-forse un rimedio? Si potranno forse guarire con l'oltraggio,
-l'assassinio, le abbominazioni di ogni specie? Non imitano essi quelli
-che dovrebbero insegnar loro una morale più alta? E dato pur fosse vero,
-locchè non credo, che essi fossero in queste condizioni, non gravitano
-forse su di loro leggi deplorevoli? Vi ha cosa che maggiormente
-avvilisca gli uomini che il precludere alla loro energia, alla loro
-intelligenza, alla loro industria, tutte le carriere onorevoli della
-vita (_applausi_). Vi ha cosa che maggiormente degradi od irriti l'uomo
-che il dirgli: “voi non potete andar oltre questo limite — voi non
-potete accostarvi a più di quindici miglia da questo confine; — voi non
-potete dimorare in questa città — voi siete costretto a dimorare in
-questa provincia?” (_applausi_). Non so se vi sia qualcuno che possa
-credere che tutta la popolazione non sia colpita in fondo all'anima da
-tali leggi, e se è possibile il renderla peggiore questo è certamente il
-modo di riescirvi. Si fanno questi rimproveri agli Israeliti russi.
-Perchè non si fanno anche agli Israeliti tedeschi? Gli autori del
-movimento antisemitico confessano essi stessi che gli Israeliti in
-Germania sono superiori ai loro concittadini (_applausi_). Perchè simili
-accuse non si muovono contro gli Israeliti francesi? (_applausi_). Vi ha
-una carriera di utilità pubblica, una via di onore civile o militare
-nella quale gli Israeliti non abbiano camminato a fianco dei loro
-concittadini? Se queste accuse si fanno agli Israeliti della Russia, chi
-vorrebbe farle a quelli d'Inghilterra? (_vivi applausi_). Per
-rettitudine, coltura, generosità, carità, per tutte le grazie e per
-tutte le virtù insomma che abbelliscono l'umanità, dove si troveranno,
-io lo domando, esempi più brillanti, più pieni della vera grandezza
-umana, che in questo ramo della razza ebraica? (_Applausi immensi._ Una
-voce grida: _Grazie!_).
-
-Ed ora ci si dice che non devesi prestar fede alle narrazioni di quelle
-atrocità. Io domando se nei giornali del continente si stampassero
-lunghe e particolareggiate narrazioni di omicidii, di rapine e di altre
-atrocità commesse nelle parti le più frequentate di Londra, se si
-asserisse che il Lord Maire vi ha assistito, che la polizia è rimasta
-inoperosa, che le guardie della Torre hanno fatto causa comune colla
-folla, voi o Mylord [il Lord Mayor di Londra, che presiedeva
-all'adunanza], ringraziereste, credo, chiunque vi fornisse occasione di
-smentire simili racconti. Ebbene io dico che noi, con quanto facciamo,
-rendiamo un gran servigio alle Autorità ed al Ministero russo, e credo
-che ciò sarà una consolazione pel gran principe che regna su quel vasto
-impero (_applausi_). Ma supponiamo un istante che queste cose siano
-vere — ed io non appoggio la mia ipotesi della credibilità di quei fatti
-su quanto ne stamparono il _Times_ o la _Pall Mall Gazette_ che se ne è
-resa garante. — Io ne ho delle prove in mano (_applausi_). Donde le
-traggo? Da un documento ufficiale del Ministro dell'Interno, il generale
-Ignatieff. Nella mozione che io vi ho presentato si parla delle leggi
-della Russia rispetto ai sudditi Ebrei. Io non pretendo esser giurista
-nel diritto inglese ed ancor meno nel diritto russo; io non pretendo
-decidere ciò che siano su questo punto le leggi della Russia, e non
-saprei che dire su questa mozione, se non avessi in mano un rescritto di
-una grande importanza. Spero che non lo si dirà falso. Queste orribili
-atrocità durarono i mesi di maggio, giugno e luglio. In agosto comparve
-questo documento. Comincia coll'affliggersi e col desolarsi, ma di che?
-Delle atrocità forse che furono commesse contro gli Ebrei, sudditi dello
-Czar? Oh no! ma bensì _della triste condizione dei Cristiani nelle
-provincie meridionali_. Poi dice che la principale causa di questi
-_movimenti e tumulti_, come li chiama, ai quali _la nazione russa era
-sino ad ora rimasta straniera_, è una causa commerciale; continua
-dicendo che la condotta degli Ebrei provocò delle proteste da parte del
-popolo il quale _manifestò la sua indignazione_; ed in che modo? lo si
-crederebbe? colla violenza ed il saccheggio. Infine il Ministro
-dell'Interno ci dice che _il paese è esposto a dei segreti intrighi, che
-sono, come è noto, la vera causa dell'agitazione_. Se la forma di questo
-documento è calma, la rettorica e le insinuazioni vi sono incendiarie,
-ed io duro fatica a comprendere come il popolo Russo, avuto questo
-rescritto nelle mani, non siasi trovato incoraggiato a continuare nelle
-sue violenze (_applausi_). Il documento continua e dice: “_Abbiamo
-nominato una Commissione per eseguire un'inchiesta..._” su che? Prima di
-tutto “_sui mestieri esercitati dagli Ebrei che arrecano nocumento agli
-abitanti delle rispettive località;_” in secondo luogo — prego
-l'Assemblea di volerlo ben notare — “_sulle cause che impediscono
-l'applicazione delle leggi esistenti, che restringono i diritti degli
-Ebrei di comperare e condurre terre, di darsi al commercio dei liquori
-ed all'usura;_” in terzo luogo “_sulle modificazioni da introdursi in
-queste leggi perchè gli Ebrei non possano più eluderle, e sull'esame
-delle nuove leggi che sarebbero necessarie per metter fine alla loro
-perniciosa condotta._” Finalmente oltre le risposte a tali questioni
-dovevansi riunire notizie: 1º sull'usura esercitata dagli Ebrei nei loro
-affari coi Cristiani, nelle città, borghi e villaggi; 2º sul numero
-delle osterie; 3º sul numero delle persone attualmente al servizio degli
-Ebrei; 4º sull'estensione dei loro terreni ed infine sul numero degli
-agricoltori ebrei. Ecco dunque le leggi russe concernenti gli Ebrei
-dell'Impero. Io vorrei chiedere qual rimedio sia possibile per una
-popolazione sottoposta ad un simile regime. Forse nell'accrescimento
-delle penalità? o nella incapacità di possedere terreni? o nella
-proibizione di mandare i giovinetti israeliti negli stabilimenti
-d'istruzione superiore? Tutto ciò venne fatto. Ma io credo che il
-rimedio sia in questi due provvedimenti: primo, l'applicazione formale
-della legge cristiana in tutta la sua intierezza. Non è con simili leggi
-che i Cristiani hanno guadagnato il mondo ed acquistato il regolare
-potere di amministrare la giustizia fra gli uomini, e non sarà che con
-leggi diverse che il gran potere imperiale della Russia riunirà la
-popolazione dell'impero ai suoi sudditi israeliti (_applausi_). L'altro
-rimedio è la condanna severa e rigorosa di tutti i malfattori, unita
-alla concessione, del paro ferma, di tutti i diritti che la legge
-naturale e divina accorda ad ogni uomo. Ciò è necessario per proteggere
-la vita e le persone, la loro sicurezza ed i loro beni, ciò costituisce
-la libertà umana, tutto ciò — e nulla di meno — è necessario per
-prevenire i mali di cui si lagna il Ministro dell'Interno.
-
-Voi avete parlato, o Mylord, con gran fiducia dei risultati che vi
-attendete da questo _meeting_. Non facciamoci soverchie illusioni. Se ci
-immaginiamo che esso ponga fine alla questione, sicchè dopo potremo
-tacere, temo che l'effetto non sarà quale lo desideriamo. Ma non
-scoraggiamoci neppur troppo. Son d'avviso che in tutta l'Inghilterra,
-posso dire in tutta la Gran Brettagna, questa Assemblea troverà eco
-(_applausi_). Manchester e Birmingham hanno già cominciato e dovunque si
-parla inglese, si saprà ciò che oggi fu qui detto con tanta eloquenza.
-Io credo che in questo momento un simile _meeting_ sia adunato a New
-York (_applausi_). Ciò che qui si dice verrà tradotto in tutte le lingue
-d'Europa, e la voce di quanto abbiam fatto varcherà anche i confini
-della Russia. Nè si potrà trattenerla, più di quanto si possa trattenere
-la luce e l'aria in qualsivoglia parte del mondo dove sianvi sentimenti
-umani, le dichiarazioni fatte qui ed altrove troveranno un'eco che
-contribuirà a por fine a queste orribili atrocità.
-
-Non ho più che una parola a dire. Ho tentato di trattare questa
-questione con un modo giusto e calmo. Ho parlato della importanza di una
-giustizia politica eguale per tutti, arrossirei di terminare senza dire
-una parola di quanto deve risvegliare fortemente le simpatie cristiane.
-Vi ha un libro, che è proprietà comune della razza di Israello e di noi
-Cristiani. Questo libro ci stringe in un vincolo comune, ed in quel
-libro io leggo che il popolo di Israello è il più antico popolo del
-mondo. La Russia, l'Austria, l'Inghilterra non datano che da ieri in
-confronto di questo popolo imperituro che — con una inesauribile
-vitalità, con tradizioni immutabili, colla sua fede in Dio e nelle leggi
-di Dio, disperso su tutto il globo, passando a traverso il fuoco senza
-bruciarsi, trascinato nel fango senza insozzarsi — è ancora qui in mezzo
-a noi, come un testimonio ed un avvertimento. Noi abbiamo con lui un
-patto di fraternità. Il nuovo Testamento ha nel vecchio la sua base. Gli
-Ebrei accettano la metà delle credenze per cui noi daremmo volentieri la
-vita. Confessiamo adunque che essi sono uniti a noi in una simpatia
-comune. Io leggo in quel libro queste parole: “Io sono infiammato da un
-gran corruccio contro le nazioni possenti e ricche, perchè io era un po'
-irritato contro Israele ed essi aumentarono la sua afflizione.” Ciò vuol
-dire: “Il mio popolo era disperso; ha sofferto disgrazie inaudite ed
-inconcepibili, e le nazioni che erano potenti, che erano ricche e che
-avevano il potere, lo hanno colpito ed hanno aumentato l'afflizione di
-cui già soffriva.” Io spero non vi sia in tutta Inghilterra una persona
-che si dica civile e cristiana che possa avere il cuore di accrescere
-con una sola parola le sofferenze di questo popolo così grande, così
-antico e così afflitto, ma spero che coi nostri sforzi, colla nostra
-parola, colla nostra preghiera, faremo quanto è in noi per diminuire, se
-è possibile, quelle atrocità od almeno per non associarvisi mai. (_Lungo
-scoppio di applausi_).
-
-(362) L'Eminentissimo Manning figurava coi principali personaggi della
-Chiesa Anglicana e col fior fiore della Società londinese fra i
-promotori del _Meeting_.
-
-
-
-
- XXXI.
-
- Il giornale SION e l'opinione di un Archimandrita greco.
-
-
-Col titolo di _Sion_ si pubblica da circa quattro anni in Atene, in
-lingua greca, un importante periodico ebdomadario, il quale si occupa
-particolarmente di Sacra letteratura, di religione e di scienza biblica.
-Ne è Direttore il rev. Archimandrita D. Latta, cui, ci si assicura,
-attende un alto posto nell'episcopato greco-scismatico.
-
-Nel numero 29 giugno (v. s.) 1883 questo giornale conteneva un
-ammirabile articolo ispirato a vero sentimento di religione e di carità,
-dove dopo aver posto a nudo le inique trame che dettero origine al
-mostruoso processo di Tisza Eslar, passa a dimostrare, quanto sieno
-ingiuste le persecuzioni di cui in ogni tempo furono vittime gli
-Israeliti e specialmente quelle occasionate dal preteso uso del sangue
-cristiano nella celebrazione del loro rito pasquale.
-
-“Questa, scrive il succitato giornale, è una grossolana menzogna, una
-mera calunnia. Infatti sono molti secoli che di quando in quando si
-sparge la voce che gli Ebrei commettono un tale atto, e quindi si
-sollevano torbidi, si agitano le popolazioni, si consumano massacri ed
-uccisioni di Ebrei; ma dopo alcun tempo, succeduta la calma, si prova
-che tutto non fu altro che menzogna, e la tragica rappresentazione
-termina col solito vocabolo turco _Giaglis_ (errore).”
-
-Ci è impossibile riprodurre l'intiero articolo, che consta di ben cinque
-compatte colonne, ne daremo quindi soltanto un altro brano:
-
-“La _Sion_ compie un dovere cristiano esortando i Cristiani tanto Greci,
-quanto Rumeni, Russi ed Ungheresi ed in generale i Cristiani di
-qualunque nazione, a cessare da queste odiose calunnie contro gli Ebrei.
-Fu già epoca in cui gli stessi Cristiani trovavansi presso i Romani in
-una condizione di avvilimento simile a quella in cui si trovano oggi gli
-Ebrei rimpetto ai Cristiani! Sapete che cosa fecero a quell'epoca gli
-idolatri per isterminare i Cristiani? Calunniarono questi presso
-l'imperatore Antonino, di scannare uomini, mangiarne le carni e berne il
-sangue nelle loro cene. Ed appoggiarono la loro calunnia sulla voce
-sparsa che i Cristiani raccogliendosi per adorare il loro Dio fanno
-sacrifizi e mangiano del corpo e del sangue del loro liberatore Gesù
-Cristo.
-
-“Intorno a quell'ingiusta calunnia che valse ad eccitare l'ira
-dell'Imperatore contro i Cristiani, e che costò un numero considerevole
-di Martiri, San Giustino, filosofo e martire, scrisse un'apologia
-all'Imperatore, nella quale prova l'insussistenza di questi pretesi
-sagrifizi umani che a carico dei Cristiani furono denunziati. A
-quest'apologia dell'insigne filosofo cristiano, noi rimandiamo chiunque
-desiderasse conoscere i particolari della ignominiosa accusa. Ma se gli
-idolatri agivano in tal guisa contro i Cristiani d'allora, è forse
-lecito a noi Cristiani, la generazione eletta, il reale sacerdozio, la
-gente santa a cui fu commesso di predicare la virtù di Colui che ci
-chiamò dalle tenebre alla sua meravigliosa luce, è forse lecito a noi
-ordire tratto tratto simili calunnie, e promuovere scene sanguinose,
-agitazioni sociali a danno di una nazione, la quale sopportò
-coraggiosamente ogni male per mantenersi fedele alle sacre sue
-tradizioni? — E andando più avanti diremo: Lice a noi di sollevarci
-contro una nazione che fu l'origine della nostra redenzione, che per
-secoli faticò, pregò, sacrificò per far discendere Iddio
-all'uomo . . . . . ”
-
-In seguito a questo articolo il Rabbino Maggiore di Corfù, un dotto e
-valente nostro compatriota, il prof. Levi, avendo indirizzato al Rev.
-Latta alcune parole di gratitudine, ne ebbe in risposta la seguente
-lettera che riproduciamo, traducendola, da un supplemento del giornale
-israelitico, _Il Mosè_, che vede la luce in Corfù:
-
-“Reverendissimo signor Gran Rabbino Levi,
-
-“Abbiamo letto con animo grato e con soddisfazione la lettera del 4
-luglio che ci indirizzaste da Corfù, ed abbiamo rese grazie a Dio per il
-progresso, che, mercè il divino aiuto, ha fatto in questi giorni di luce
-e di civiltà, il vero spirito di religione.
-
-“Vi siamo cordialmente grati per i sentimenti nobili ed amorosi che,
-obbedendo all'impulso del cuore, avete manifestato verso di noi, perchè
-abbiamo scritto un articolo contro le calunnie, notoriamente false, ed
-assolutamente infondate che vengono diffuse nel mondo cristiano contro
-la nazione israelitica. Noi, reverendissimo signore, scrivendo in quella
-guisa non facemmo, sappiatelo, che servire da umili sacerdoti la
-cristiana religione. La storia della umanità chiaramente prova che
-molteplici superstizioni secolari, errate credenze, false e bugiarde
-tradizioni, hanno tanto influito sullo spirito dell'umanità da ridurla
-per molti secoli bassa e cieca serva di principii falsi e dannosi. Ma il
-nostro Gesù Cristo ha giustamente proclamato primo e fondamentale scopo
-della sua venuta in terra, esser la liberazione dell'umanità da questa
-servitù, liberazione che ha conseguita infondendoci la coscienza della
-verità. E conoscerete la verità e la verità vi francherà. (_S. Giov._,
-VIII, 32).
-
-“Ogni superstizione, ogni falsa tradizione, ogni fallace credenza è
-assolutamente nemica della verità cristiana e tende, per conseguenza, a
-distruggere il grande scopo che il Cristianesimo si propone di
-raggiungere in questo mondo.
-
-“È perciò, reverendissimo, che noi, che siamo nelle file dei sacerdoti
-della religione, abbiamo il dovere di lottare con tutte le nostre forze
-ed a prezzo di qualunque sagrifizio contro la menzogna e di procurare il
-trionfo della verità. Ora abbiamo sempre affermato colla parola e colla
-penna e sempre affermeremo, sino a che avremo vita, esser menzogna,
-infame, vergognosa menzogna, atta soltanto a dissolvere i vincoli della
-sociale convivenza quella che si diffonde nella Cristianità, e cioè che
-gli Ebrei uccidano i figli dei Cristiani per raccoglierne il sangue.
-
-“Vi dichiariamo infine, reverendissimo, che è per noi cagione di vivo e
-costante dolore il vedere come coll'imperdonabile pretesto di apparenti
-differenze religiose, si tenti di promuovere dissidii fra due nazioni
-che si resero egualmente benemerite della umanità, l'una l'ebraica,
-pregando in Gerusalemme per far discendere Iddio nell'uomo, l'altra la
-greca, filosofando in Atene per rialzare l'uomo sino a Dio.
-
-“Ci è grato per altro di constatare come, in questi ultimi anni, tali
-ingiustificabili dissidi sieno divenuti rarissimi e tendano quasi a
-scomparire.
-
-“Non ci è dato intendere come la fondamentale differenza religiosa che
-ci separa, e che, come è noto, consiste in ciò soltanto che voi
-Israeliti proclamate non esser ancora venuto il Messia, possa impedire
-agli uomini delle due nazioni di vivere d'amore e d'accordo fra loro in
-qualunque paese si trovino. Questa concordia sembra a noi tanto più
-necessaria che Dio stesso ha detto agli Israeliti: “Voi mi sarete un
-tesoro riposto d'infra tutti i popoli . . . . . e mi sarete un Reame
-sacerdotale e una gente santa.” (_Es._, XIX, 5, 6), mentre poi lo stesso
-Dio comparso nel mondo sotto spoglie umane disse a noi Cristiani: “Ma
-voi siete la generazione eletta, il real sacerdozio, la gente santa, il
-popolo d'acquisto” (I. _Pietro_ II. 9).
-
-“Facciam voto infine di tutto cuore, reverendissimo, e speriamo lo
-facciate voi pure che Ebrei e Cristiani, compreso il vero spirito della
-loro religione, abbandonino per sempre gli imperdonabili odii e
-rifuggano, con ogni maggior studio, da dar causa a queste lotte, dissidi
-o differenze religiose vivendo reciprocamente d'amore e d'accordo,
-siccome conviene sopratutto oggi a popoli che pretendono far parte del
-civile consorzio.
-
-“E con questo amorevole sentimento vi abbracciamo, reverendissimo, e
-confidando che i nostri desiderii si realizzino vi confermiamo i
-sentimenti della nostra considerazione.
-
-“Atene, 11 luglio 1883.
-
- “L'Archimandrita
- “DIONISIO LATTA.”
-
-
-
-
- XXXII.
-
-
- La questione semitica in Russia
- esposta dal principe Demidoff di San Donato.
-
-Crediamo non inopportuno dar luogo, fra' documenti, alla seguente
-memoria del principe Demidoff, sulla questione semitica in Russia.
-
-“Il movimento popolare antisemitico verificatosi in questi ultimi tempi,
-sotto diverse forme e con notevole insistenza, ha di nuovo messo sul
-tappeto la così detta questione semitica.
-
-“La nomina di un presidente della Commissione incaricata dell'esame di
-un così grave argomento, fa sperare che la questione sia per avviarsi
-verso una soluzione regolare, soluzione che dovrà essere tradotta in
-atto con lo allontanamento di tutte le condizioni anormali in cui si
-aggira l'esistenza degli Israeliti, sia sotto il punto di vista
-politico, sia sotto l'aspetto sociale. Il che costituisce appunto il
-nodo della questione medesima.
-
-“Uno dei caratteri essenziali e distintivi della situazione fatta in
-Russia alla popolazione israelitica è l'impossibilità in cui si trovano
-i sudditi appartenenti alla religione ebraica di trasportare liberamente
-il proprio domicilio al di là dei confini assegnati per la loro dimora.
-In virtù di questa legge restrittiva, la quasi totalità del contingente
-israelitico, che ascende a circa tre milioni di abitanti, si concentra
-nei Governi del Nord e del Sud-Ovest. E la forzata agglomerazione sopra
-un territorio relativamente ristretto, nonchè la concorrenza per
-procacciarsi i mezzi di esistenza, derivata da questa agglomerazione
-medesima, mettono gli abitanti israeliti in critica quanto penosa
-condizione, obbligandoli in certo modo a transigere sulla scelta dei
-mezzi che possono assicurare la loro sussistenza.
-
-“Ognuno conosce la miseria, talvolta straziante, che stringe la
-grandissima maggioranza degli Ebrei russi; ed è appunto da questa
-miseria che provengono, come conseguenza naturale, quei fenomeni
-economici mostruosi, che indignano il mondo civile, quali lo sfruttare
-con ogni mezzo la popolazione indigena, l'usura e molti altri frutti
-riprovevoli ed odiosi dei costumi israelitici.
-
-“Qualunque provvedimento repressivo riescirà sempre inefficace a
-sradicare questi mali, i quali non possono essere soppressi che col
-mezzo di una non interrotta e coordinata sequela di riforme sostanziali
-nella esistenza degli sfruttatori, non che in quella degli sfruttati. La
-diffusione della istruzione, l'impianto del credito rurale, la
-diminuzione delle imposte e dei balzelli di ogni specie, e nello stesso
-tempo l'abolizione di quelle leggi antiquate, restrittive e
-convenzionali, che vietano agli Ebrei la libertà di azione per
-procacciarsi i mezzi di esistenza, ecco dove bisogna cercare il rimedio
-ai mali deplorati, con fondata speranza di guarigione.
-
-“Il solo fatto di permettere agli Israeliti, di eleggere il loro
-domicilio dove meglio loro talenta, basterebbe a rendere più regolari i
-rapporti anormali fra Ebrei e Cristiani, nei Governi del nord e
-sud-ovest, inquantochè ciò sarebbe come il lasciare libera l'azione a
-quella fondamentale legge economica, conosciuta sotto il nome di legge
-della domanda e della offerta. Tanto più che questa specie di domicilio
-coatto imposto agli Israeliti non vieta che, in tutto il rimanente del
-territorio russo, l'usuraio indigeno e nazionale, conosciuto sotto il
-nome di _Kulak_, cioè _pugno_, e che non ha nulla da invidiare
-all'usuraio ebreo, non compia liberamente le sue alte gesta, quando gli
-se ne presenta l'occasione.
-
-“I provvedimenti che saranno messi in opera onde garantire il contadino
-da tutte le forme che riveste l'usura, devono essere di tal genere da
-condurre seco l'abolizione di questo flagello.
-
-“Ma la questione che esaminiamo ha un altro lato non meno grave e
-deplorevole.
-
-“Quell'indeterminato sentimento di odio e di disprezzo contro
-gl'Israeliti che si osserva nel popolo russo, è senza dubbio motivato da
-quel pregiudizio, tramandato di generazione in generazione, e di secolo
-in secolo, che si basa sulla differenza della religione, e che al giorno
-d'oggi, più che mai, ha perduto qualunque ragione di essere.
-
-“E se devesi rimpiangere che nessuno cerchi di sradicare questi
-pregiudizi, diffondendo nel popolo una razionale spiegazione delle
-leggende e dei fatti storici, molto più è da deplorarsi che si voglia
-mantenere questo stato di latente ostilità per mezzo della ineguaglianza
-civile, che mette gli israeliti in una condizione inferiore a quella di
-tutti gli altri cittadini dello Stato. Da ogni parte si innalzano
-mormorii contro lo spirito di corpo e la solidarietà degli Israeliti,
-contro il loro isolamento dal resto della nazione, contro il loro
-cocciuto dogmatismo religioso, che li allontana dal consorzio umano,
-ecc. Ma non è egli anche da chiedersi se possa essere altrimenti, dal
-momento che si mantengono tutte le condizioni anormali che accompagnano
-la loro esistenza?
-
-“E questo isolamento degli Ebrei non potrà cessare che se la nostra
-legislazione si occuperà seriamente di metterli in posizione meno
-umiliante di fronte a noi, sopprimendo qualunque restrizione ai loro
-diritti di cittadini; altrimenti non solo l'odio contro gl'Israeliti non
-verrà sopito, ma dovrà forzatamente scoppiare sempre con crescente
-violenza.
-
-“L'unificazione reale di tanti e così variati elementi che compongono la
-popolazione russa, non è possibile se non a patto di vedere istaurato un
-sistema di grande libertà civile e di assoluta eguaglianza nei diritti e
-nei doveri di ogni cittadino. È soltanto per mezzo di questi due potenti
-motivi e livellatori della vita pubblica, che si potranno cancellare le
-differenze di razza e di religione, differenze che non hanno nessuna
-significazione per lo Stato; è soltanto con tali fattori che si potrà
-creare la solidarietà dei pubblici interessi, nonchè l'unione effettiva
-di tutta una vasta contrada.
-
-“E siccome in questo processo di assimilazione di popoli diversi, la
-nazionalità che avrà la supremazia sarà sempre quella che si troverà
-essere la più forte e per il numero e per il grado del suo sviluppo
-morale, così è da ritenersi per certo che la russificazione effettiva,
-non quella apparente, di tutti gli abitanti dell'Impero, non potrà aver
-luogo che quando la Russia saprà atteggiarsi di fronte agl'Israeliti
-come messaggera di principii nuovi, differenti da quelli che furon loro
-creati dalla loro esistenza antecedente all'epoca in cui essi furono
-totalmente allontanati dalla vita pubblica del paese.
-
-“Ecco cosa osserva Macaulay, a proposito della elargizione dei diritti
-politici e civili agli Israeliti in Inghilterra:
-
-“— Quando la società gode del benessere nella vita, un contratto
-naturale ed inevitabile fa nascere spontaneo il sentimento del
-patriottismo nella mente dei cittadini, i quali sanno com'essi devono e
-il benessere e i piaceri dell'esistenza al luogo che li unisce in un
-compatto sodalizio. Ma sotto un Governo dispotico e partigiano questa
-fusione di idee non può avere il significato che avrebbe avuto con un
-miglior ordine di cose. Gli uomini sono costretti a cercare nel seno del
-loro partito quella protezione ch'essi avrebbero dovuto trovare nelle
-leggi del paese loro; questo ha per conseguenza logica e necessaria di
-far rivolgere verso il partito quei sentimenti che dovrebbero essere
-dedicati alla patria.”
-
-“Noi, in Russia, abbiamo cura di sequestrare gl'israeliti dal rimanente
-della popolazione, e poi ci meravigliamo se scorgiamo nei primi una
-riluttanza spiccata contro ogni tentativo di assimilazione o di unione.
-La causa della scissura e dell'odio è dunque in noi medesimi, ed è dal
-nostro seno che bisogna estirparla.
-
-“Se il Governo non vuole riconoscere gli Israeliti quali cittadini
-proprii ad esercitare tutti i diritti accordati agli altri, e se egli li
-subisce solamente come un male inevitabile non vi è da aspettarsi, da
-parte di questi paria, sentimenti diversi da quelli ch'essi nutrono per
-noi.
-
-“In un caso analogo al nostro possiamo prendere esempio dalla Francia,
-la quale ci prova come in certe date condizioni gli Ebrei possono
-divenire, quanto altri mai, membri utilissimi della nazione e del
-Governo. Essi stanno alla popolazione totale di Parigi nella proporzione
-di 3 per 100; eppure la questione israelitica è totalmente sconosciuta
-colà.
-
-“Ci rimarrebbe adesso da trattare un altro punto di vista
-dell'argomento, quello cioè delle stolide accuse lanciate agli
-Israeliti, cominciando dalle false interpretazioni con cui si snaturano
-i libri del loro culto, e terminando coll'addebito che vien loro fatto
-di servirsi del sangue cristiano per compiere alcuni loro riti
-religiosi; ma nessuna di queste insulsaggini merita di essere presa in
-esame e sottoposta alla critica, perciò noi le mettiamo senz'altro da
-parte prendendo piuttosto in considerazione altre accuse, le quali
-sembrano a prima vista, non prive di qualche fondamento.
-
-“Si dice per esempio che gl'Israeliti sono incapaci di sopportare
-qualunque lavoro fisico in generale, ed in ispecial modo quello della
-coltivazione delle terre; che in qualunque località essi si trovino i
-loro cespiti di guadagno saranno sempre ricavati dal mestiere di
-rivenditore, di usuraio, di mezzano, e che per conseguenza, accordando
-loro il diritto di muoversi liberamente, si mettono a portata della loro
-capacità, quei distretti ove essi potranno andare a stabilirsi. In
-queste accuse un solo punto è vero, ed è quello che afferma l'attitudine
-speciale degli israeliti alla mercatura di ogni genere; e
-quest'attitudine ch'è infatti una particolarità tipica della razza
-israelitica, la si deve a circostanze che esistono da migliaia di anni.
-Ma però non bisogna neppure dimenticare che una parte assai
-considerevole della popolazione israelitica si occupa di ogni specie di
-mestieri, senza eccettuare i più faticosi ed i più penosi, come a mo' di
-esempio, quelli del maniscalco, del fabbro ed altri simili. Ed è altresì
-accertato che in diverse località gl'Israeliti si dedicano anche alla
-agricoltura; così nel Governo di Kiew, oltre 10,000 Ebrei di ambo i
-sessi sono impiegati nella coltura della terra. Secondo i calcoli della
-decima revisione fatta nel governo di Vilna, apparisce che sopra 61,645
-israeliti, 2966 erano agricoltori; nel Caucaso una buona parte di operai
-agricoli è di razza israelitica; anche nel Libano vi sono più di 100
-famiglie delle quali nove decimi lavorano la terra.
-
-“In molte altre località si riscontrano agricoltori israeliti, ma noi
-reputiamo che gli esempi fino a qui addotti bastino a provare che la
-razza israelitica non è poi tanto refrattaria al lavoro della terra,
-quanto comunemente si sostiene.
-
-“E questo fatto è tanto più degno di nota, inquantochè, eccezione fatta
-dalle colonie sperimentali fondate da Araktcheff, le quali ebbero ad
-abortire, nessuno incoraggiamento ed appoggio è mai stato accordato a
-questi tentativi, non solo, ma è provato che ogni sforzo di questo
-genere ha sempre incontrato difficoltà insuperabili nei regolamenti
-legislativi. Basterà citare a conferma dell'asserzione il testo della
-ben conosciuta legge del 1864, con cui _viene proibito agli Ebrei di
-comperar terre dai privati nei governi di Vilna e di Kovno, mentre
-s'inibiva ai proprietari russi di vendere, affittare od ipotecare agli
-Ebrei le loro terre_.
-
-“Nell'anno 1881 questa legge fu estesa con un articolo addizionale a
-tutta la popolazione israelitica a cui si vietava la compra e l'affitto
-di terre in tutto il territorio dell'Ovest. Ciò non di meno, com'è stato
-detto sopra, la parte predominante della popolazione israelitica
-costituisce la classe dei mezzani e rivenditori di prodotti delle
-industrie locali. E se la mediazione rappresenta una delle funzioni
-vitali nella esistenza economica delle nazioni finchè si mantiene nei
-limiti necessari, essa diventa una calamità quando nella quantità vi è
-eccedenza a questi limiti.
-
-“In ultima analisi è appunto sopra questa circostanza che noi dobbiamo
-rivolgere la nostra attenzione. Ognuno deve sapere che in ogni località,
-ove siano praticati l'industria ed il commercio rurali, esiste _una
-proporzione matematica fra il numero dei produttori ed il numero dei
-distributori_.
-
-“Eccezione fatta dalle condizioni della produzione locale, vi sono altre
-cause da cui dipendono le proporzioni sopra indicate. Tali sono il grado
-di densità della popolazione, i mezzi di trasporto, ed infine tutta una
-serie di altri fattori, i quali si trovano in rapporto col mercato
-locale; ma nei governi del nord e del sud-ovest della Russia, le regole
-di detta proporzione sono assolutamente infrante. Ed è in conseguenza di
-questa sproporzione che si verifica un eccedente considerevole di forze
-improduttrici, che escono dai limiti menzionati, ed il cui mantenimento
-è un penoso aggravio pei produttori. È in queste circostanze che devonsi
-cercare le cause dei tumulti avvenuti in questi ultimi tempi.
-
-“Accordando agl'Israeliti un'assoluta eguaglianza nei diritti civili ed
-il concorso di stabilire le loro dimore nei _governi della grande
-Russia_, si otterrebbe senza dubbio alcuno per i nostri confini il
-voluto equilibrio fra i due motori fondamentali della nostra economia
-locale. In pari tempo, fissandosi colà ove è maggiormente sentita la
-mancanza dei mediatori per lo scambio dei prodotti, è evidente che una
-parte della popolazione israelitica riempirebbe in breve tempo questa
-grande lacuna.
-
-“In questa guisa, sopprimendo le condizioni dannose che obbligano
-gl'Israeliti ad abitare certe date località, si trasformerebbe un
-elemento nocivo in un fattore utile alla nostra esistenza politica.
-
-“Nominato membro della Commissione instituita onde esaminare la
-questione israelitica, ho creduto mio dovere di fare immantinente noto
-alla Commissione stessa il mio modo di vedere a questo proposito.”
-
-
-
-
- INDICE
-
-
- Introduzione pag. 3
- Costituiscono gli Ebrei una razza speciale? ” 23
- Il Talmud ” 41
- Attitudini economiche dell'Ebreo ” 97
- Dell'uso del sangue cristiano nei riti ebraici ” 137
- Di varie pubblicazioni antisemitiche ” 223
- _a)_ Lettera al sig. Direttore della _Civiltà Cattolica_ ” ivi
- _b)_ _G. B. Borelli_ — La questione semitica e la sua
- possibile soluzione ” 241
- _c)_ _L'Antisémitique_ (giornale) Montdidier ” 243
- _d)_ _Osman Bey_ — Gli Ebrei alla conquista del mondo ” 248
- _e)_ Dell'uso del sangue cristiano nei riti ebraici ” 264
- Documenti ” 273
- 1. La leggenda di Dama ” ivi
- 2. Lettera patente dell'imperatore Federico III ” 276
- 3. Lettera del Doge di Venezia, Pietro Mocenigo, al podestà
- e capitano di Padova ” 278
- 4. Bona e G. Galeazzo M. Sforza ” 280
- 5. Massimiliano II ” 295
- 6. Martino Lutero ” 299
- 7. Stefano Re di Polonia ” 300
- 8. Sentenza a favore di Giuseppe Ebreo Veronese ” 303
- 9. Giovanni Cristoforo Wagenseil ” 305
- 10. Parere della facoltà teologica di Lipsia ” 308
- 11. Lettera del cardinal Corsini a monsignor Nunzio
- Apostolico di Polonia ” 318
- 12. Legge ungherese dell'anno 1791 ” 320
- 13. Una fanciulla smarrita a Mantova e poi trovata ” 321
- 14. Il predicatore di corte canonico Giovanni Emanuele Veit ” 323
- 15. Dichiarazione del prof. Molitor ” 325
- 16. Consigliere aulico prof. dott. H. von Schubert ” 329
- 17. Narrazione del reverendo M. Pieritz ” 330
- 18. Firmano del sultano; 1840 ” 331
- 19. Processo di Badia ” 333
- 20. Dichiarazione del R. Procuratore Generale di Aquisgrana ” 349
- 21. Ignazio Von Döllinger ” 352
- 22. Professore dott. Nöldecke di Strasburgo ” 354
- 23. Professore dott. A. Merx di Heidelberg ” 355
- 24. Professore dott. Carlo Bernardo Stade di Giessen ” 357
- 25. Facoltà teologica dell'Università di Amsterdam ” 358
- 26. Professore dott. Carlo Siegfried di Jena ” 359
- 27. Professore Francesco Delitzch; 1882 ” 360
- 28. Lettera di Mons. Kopp, vescovo di Fulda ” 362
- 29. Ernesto Renan ” 363
- 30. Discorso dell'Em. Card. Manning ” 365
- 31. Il giornale _Sion_ e l'opinione di un archimandrita greco ” 373
- 32. La questione semitica in Russia, esposta dal principe
- Demidoff di S. Donato ” 377
-
-
-
-
- Nota di trascrizione
-
-
-L'ortografia originale è stata preservata fedelmente. Sono state
-mantenute tutte le varianti (o gli errori) nei nomi incontrati: per
-esempio Judei/Judaei/Judæi; Mosè/Moisè; Bartholoccius/Bartolocius;
-Crémieux/Cremieux; Esslar/Eszlar; Cosri/cozri/Cosari; Kosut per Lajos
-Kossuth; Montefiori per Moses Montefiore; Krabano Mauro per Hrabanus
-Maurus; Pfefferckorn/Pfeffercorn/Pffeffercorn per Johannes Pfefferkorn.
-
-Le trascrizioni dall'ebraico sono pure varie e mutevoli, come in
-Mezià/Metzià/Mezhià, ABOT di Rabbi Natan/HAVOD DERIBI NADAN/AVOT DE R.
-NATHAN/HAVOD DERIBI NATAN. In generale, la lettera ebraica ת è
-alternativamente trascritta con _d_ o con _t_.
-
-Sono stati mantenuti gli errori bibliografici del testo: ad esempio, il
-titolo corretto del libro citato a nota 1 di p. 41 è: _The history of
-Christianity: from the birth of Christ to the abolition of paganism in
-the Roman Empire_ by _Rev. H. H. Milman_; in nota a p. 61 DAVIDE, _Ganz
-Tzemach David._ sta per il _Tzemach David_ di David Gans; il curatore
-degli _Annali del Principato Ecclesiastico di Trento_ citati in nota 1 a
-p. 147 è Tommaso (non Francerco) Gar; il titolo del saggio sulla storia
-della chiesa russa citato nella _Revue des deux mondes_ è Istoriia
-Rousskoï tserkvy.
-
-La trascrizione dei documenti antichi è stata riportata tal quale, non
-essendo possibile risalire agli originali. Sono stati mantenuti accenti
-dubbi, come il "Fuerunt vocatì" di p. 285. Non si è tentato di
-differenziare le lettere _u_ e _v_ secondo l'uso moderno nei documenti
-IV. (9º), V. e VIII.
-
-I seguenti refusi, indubbi, sono stati corretti:
-
- • p. 31, l. 7: Nè il legistatore → Nè il legislatore
- • p. 69, l. 4: nella sua _Historia ecclesiastica_ come nel concilio, →
- nella sua _Historia ecclesiastica_, come nel concilio
- • p. 73, l. 18: vittoria, qual era → vittoria, qual'era
- • p. 77, nota 1: _Nedanim_ → _Nedarim_
- • p. 78, nota 2 BEEESCID RABBÀ → BERESCID RABBÀ
- • p. 88, nota 2: MISCNÀ → MISCHNÀ
- • p. 117, nota 2: _Reflexions d'un Milord_ → _Réflexions d'un Milord_
- • p. 117, nota 3: _Révue des Etudes Juives_ → _Revue des Etudes
- Juives_
- • p. 158, nota 1, l. 21: _Johannes Chrysostomus uad die Kirche_ →
- _Johannes Chrysostomus und die Kirche_.
- • p. 158, nota 1, l. 23: _Geschichte des Christenthums und der
- christlichen Lebens_ → _Geschichte des Christenthums und des
- christlichen Lebens_
- • p. 159, seguito nota prec., l. 5: _Pflangung und Leitung_ →
- _Pflanzung und Leitung_
- • p. 194, l. 13–14: On ne negligea pas de s'en servir, et plus d'un
- Parisien bavard alla réflechir → On ne négligea pas de s'en servir,
- et plus d'un Parisien bavard alla réfléchir
- • p. 199, nota 1, l. 24: un enfant nouveau-nè, l'enfant d'une fille
- non marièe → un enfant nouveau-né, l'enfant d'une fille non mariée
- • p. 199, nota 1, l. 27: chez les payens → chez les païens
- • p. 201, l. 12: Arséne Houssaye → Arsène Houssaye
- • p. 205, l. 22–23: per vendicarsi de loro parenti → per vendicarsi
- dei loro parenti
- • p. 238, l. 10: _generaziene_ di Gesù → _generazione_ di Gesù
- • p. 256, l. 9: libricciatolo → libricciattolo
- • p. 271, l. 12: von christichen Seite → von christlicher Seite
- • p. 301, l. 5: comperandolo dai Cristianì → comperandolo dai
- Cristiani
- • p. 305, titolo: XI. → IX.
- • p. 317, l. 8: in ogni pnnto e clausola → in ogni punto e clausola
- • p. 327, l. 6–7: dell l'8 → dell'8
- • p. 328, l. 18: qualunque us di sangue → qualunque uso di sangue
- • p. 337, l. 2: in istato d accusa → in istato d'accusa
- • p. 376, l. 8: in questi ultimi, → in questi ultimi
- • p. 377, l. 2: La questioae → La questione
- • p. 377, l. 20: i sudditi appartenenenti → i sudditi appartenenti
- • p. 386, l. 9: prof. dott. H. von Scubert → prof. dott. H. von
- Schubert
- • p. 386, l. 21: Professore dott. Carlo Siegfreid → Professore dott.
- Carlo Siegfried
-
-Sono stati aggiunti accenti tonici mancanti sui termini greci, in
-originale Ρήτραι, Κρατησιμαχος, δευτερωσις.
-
-Punti e virgole mancanti o sovrabbondanti nelle abbreviazioni, nei
-titoli, nelle citazioni bibliografiche e nelle firme dei documenti, come
-pure virgolette mancanti o superflue, punti invece di segni ordinali nei
-titoli delle _Varie pubblicazioni antisemitiche_, sono stati tacitamente
-corretti.
-
-
-
-
-
-End of the Project Gutenberg EBook of Pro Judaeis, by Corrado Guidetti
-
-*** END OF THIS PROJECT GUTENBERG EBOOK PRO JUDAEIS ***
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+*** START OF THE PROJECT GUTENBERG EBOOK 45807 ***
+
+ AVVISO
+
+
+Chiunque avesse notizie o documenti sopra le questioni discusse nel
+presente volume, farà cosa grata indirizzandoli al sig. Dottore Corrado
+Guidetti presso la tipografia Roux e Favale.
+
+
+
+
+ CORRADO GUIDETTI
+ DOTTORE IN LETTERE
+ ——————————————————————————————————————————————————
+
+ PRO JUDÆIS
+ RIFLESSIONI E DOCUMENTI
+
+ Das Aergste weiss die Welt von mir und ich
+ Kann sagen ich bin besser als mein Ruf.
+
+ SCHILLER, _Maria Stuarda_.
+
+ TORINO
+ TIPOGRAFIA ROUX e FAVALE
+ 1884.
+
+
+ ——————————
+ _Diritto di riproduzione e traduzione riservato_
+ ——————————
+
+
+
+
+ INTRODUZIONE
+
+
+Chi consideri superficialmente i fenomeni sociali, non può non essere
+colpito dal risvegliarsi in molti Stati d'Europa di una agitazione più o
+meno sorda contro gli Ebrei.
+
+A primo aspetto, sembrerebbe che il soffio vigoroso della prima
+rivoluzione francese avesse dovuto far sparire ogni distinzione fra
+cittadini, basata sul semplice fatto della fede professata.
+
+Sembrerebbe che il diritto di adorare Dio secondo la propria credenza,
+fosse uno dei più saldi, dei più indiscutibili portati della moderna
+civiltà.
+
+Sembrerebbe, sopratutto, oltraggio alla umana ragione dover invocare
+dagli scrittori discorrenti degli Ebrei, che applichino loro
+quell'elementare principio di equità da Carlo V, Re di Francia, nel XIV
+secolo sancito con apposita legge: non doversi l'intiera nazione ebrea
+tener responsabile delle colpe di ogni singolo ebreo.
+
+Eppure, non è così.
+
+Non soltanto nell'Oriente di Europa, dove la questione si complica e si
+innesta ad altre di svariata natura, si sveglia un movimento contro gli
+Ebrei; ma da questo movimento non vanno immuni i paesi più civili
+d'Europa.
+
+In Germania, la terra classica della persecuzione contro gli Ebrei, come
+sin dal diciassettesimo secolo avvertiva Basnage (1), si bandisce una
+crociata contro di loro, ed a capo del movimento stanno un ateo,
+dichiarato e riconosciuto, il signor Henrici (2), ed un ministro
+protestante, il dott. Stöcker, predicatore di Corte a Berlino.
+
+In Francia lo stesso movimento si accentua ed è già abbastanza vivo per
+darsi il lusso di un organo speciale, l'_Antisémitique_, che vede la
+luce in Montdidier, ed al quale ci sarà pur forza consacrare più innanzi
+qualche parola, benchè ci sia noto che l'opera insensata dei redattori
+di quel giornale non giova che ad ammassare sulle loro teste il generale
+disprezzo.
+
+Ed anche nella nostra Italia, dove, dal 1848 sino alla completa
+unificazione della penisola, gli Ebrei sembrarono identificarsi col
+resto della popolazione, colla quale avevano avuti comuni i patimenti
+della oppressione ed i pericoli delle congiure e delle battaglie, oggi
+non manca chi soffi nel fuoco, e libelli di propaganda antisemitica
+vanno spargendosi a piene mani nelle campagne.
+
+Se la guerra contro gli Ebrei avesse a ragione la differenza di fede; se
+a capo di questo movimento fossero i Papi, i Vescovi, la Chiesa in una
+parola; se agli Ebrei di oggi giorno si volesse far scontare la colpa
+dei loro antenati, la pertinace convinzione con la quale, malgrado
+persecuzioni d'ogni sorta, mantennero intatta la loro fede, noi non
+avremmo che a constatare una nuova manifestazione di quel fanatismo di
+cui tutti i secoli e tutte le credenze hanno dato numerosi esempî.
+
+Le persecuzioni per ragione di fede non ci sorpresero mai. E se, mossi
+da quello spirito di carità che è nel cuore di ogni uomo, quando l'alito
+delle passioni non lo spegne, guardiamo inorriditi alle fiamme dei
+roghi, li accenda, come in Ispagna, un domenicano fanatico, o, come in
+Ginevra, il bieco Calvino, al nostro orrore non si mesce sorpresa.
+
+La fede è il più nobile patrimonio dell'uomo, e per ciò appunto i suoi
+eccessi generano il fanatismo più pericoloso. I più atroci delitti hanno
+sovente origine dalla esagerazione delle più elevate passioni.
+
+Ma sì, che i moderni antisemiti pensano proprio a tutto ciò! L'idea di
+vendicare il Dio crocifisso è tanto lungi da loro, quanto lo era dalle
+orde fanatiche che nell'XI secolo trucidarono gli Ebrei di Worms, che
+affermavansi discendenti da una colonia giudaica, migrata da Palestina
+ben prima della nascita di N. S. G. Cristo, e quindi ad ogni modo non
+responsabili di quella morte, neppure se le colpe degli avi s'avessero a
+vendicare sui tardi nepoti.
+
+Guardiamoli in viso questi persecutori degli Ebrei, questi individui,
+scarsi di numero e ricchi di audacia, che senza aver tampoco la scusa
+del fanatismo religioso, vogliono ricondurci ai più tristi tempi del
+medio evo; squarciamo il velo sotto cui si asconde questo movimento,
+decorato del pomposo nome di _antisemitismo_, e vedremo che sotto di
+esso si cela una nuova faccia di quel mostro che vuole avvolgere il
+mondo nelle sue spire, e che, per usare una parola, oggi abusata,
+chiamerò radicalismo (3).
+
+L'ebreo è ricco, od almeno lo si crede tale — se lo sia, e perchè lo
+sia, vedremo nel corso di queste pagine — ma è creduto tale, e per ciò
+soltanto gli si muove guerra.
+
+La sua ricchezza è e fu sempre il suo delitto.
+
+L'industria, la coesione, la ricchezza degli Ebrei ebbero sempre il
+triste privilegio di eccitare l'invidia e il malvolere. I Faraoni eran
+gelosi di loro sin da quando i figli di Israele cominciarono ad
+arricchire nella terra di Gessen, e gli idalghi ed i priori della Spagna
+cattolica furono gelosi a loro volta, allorquando un Ebreo divenne
+ministro delle finanze del Re Alfonso.
+
+Ed oggi ancora i persecutori degli Ebrei appartengono a quel partito,
+che potrebbe a buon dritto chiamarsi il partito dell'invidia.
+
+Cerchiamo oggi gli agitatori delle passioni antisemitiche in quei paesi,
+dove l'ignoranza dei più permette loro di mostrarsi a viso aperto, in
+Ungheria per esempio, e li vedremo sedere in Parlamento sui banchi della
+estrema sinistra (4).
+
+In Francia, non son sei o sette anni, si combatteva dai radicali la
+elezione a consigliere generale di un membro della famiglia Rothschild,
+trattandolo da clericale!! Oggi che l'antisemitismo va facendo
+progressi, lo si combatterebbe perchè ebreo!
+
+Clericale od ebreo, è tutt'uno per coloro che mirano a scuotere la
+società dalle sue basi, a distruggere la famiglia, la proprietà, la
+religione.
+
+E non è soltanto la ricchezza, vera o creduta tale, degli Ebrei che li
+designa ai colpi dei loro avversarî.
+
+L'ebreo, in qualsivoglia paese del mondo civile lo si consideri, è
+essenzialmente liberale. — Mi sia concesso avvalorare questa mia
+affermazione colle parole di uno dei più illustri scrittori del nostro
+secolo, di Ernesto Rénan (5):
+
+“Il giudaismo, scrisse il professore francese, che ha tanto giovato per
+lo passato, gioverà anche in avvenire. Esso servirà la vera causa, la
+causa del liberalismo, dello spirito moderno. Ogni ebreo è liberale. Lo
+è per natura. I nemici del giudaismo, al contrario, guardateli da
+vicino, e vedrete che sono generalmente i nemici dello spirito
+moderno” (6).
+
+In queste poche parole è mirabilmente riassunta la questione.
+
+Sì; l'ebreo è liberale, essenzialmente liberale. Dalla sua lunga
+persecuzione, dalle sue secolari tribolazioni, esso ha imparato una cosa
+sola: ad odiare non i persecutori, ma la persecuzione, ad amare di vivo
+affetto la libertà, ma la libertà vera, quella che come sole
+fulgentissimo riluce per tutti gli uomini, qualunque sia la loro
+opinione, qualunque l'abito che vestano.
+
+E di questo spirito del giudaismo la letteratura, la storia offron prove
+a bizzeffe. Ne addurremo soltanto due:
+
+Uno dei più illustri fra gli scrittori ebrei, il più illustre forse dopo
+il Maimonide, Abarbanello (7), che alla teoria dell'uomo di studî
+congiungeva la pratica dell'uomo di Stato, ci lasciò nei suoi
+_Commentarî_ delle dissertazioni di pubblico giure degnissime di studio.
+In queste egli esamina le diverse forme di governo e dà la preferenza
+alla forma repubblicana, od almeno alla monarchia temperata (notisi che
+Abarbanello scriveva nel XV secolo!). Esaminando in seguito quale sia il
+dovere dei sudditi, anche sotto un re malvagio e tiranno, insegna che il
+popolo non ha nè il potere, nè il diritto di ribellarsi,
+“contrariamente, dice egli, all'opinione dei saggi cristiani che
+scrissero di questo argomento” (8).
+
+Nè si creda che le teorie del dotto ebreo non siano seguite da coloro
+che professano la religione mosaica. La rivoluzione francese fu per gli
+Ebrei un'êra di redenzione; essa soltanto ha spezzato i ceppi in cui da
+diciotto secoli gemeva la nazione ebraica; essa prima, dallo stato
+vilissimo in cui vivevano, li ha elevati a dignità di uomini, di
+cittadini. Nessuna meraviglia adunque che gli Ebrei favorissero quella
+rivoluzione e ne sposassero con ardore i principî. Pure il filosofo
+della storia non deve dimenticare che non un ebreo — non uno — si trova
+fra gli uomini che bruttarono coi loro eccessi quella rivoluzione, non
+uno fra i sicarî del 93 e fra coloro che colle più efferate licenze
+coprirono di obbrobrio il sacro nome di libertà (9).
+
+E ciò, ripetiamolo, perchè l'ebreo è assolutamente liberale, nel buono,
+nel vero senso della parola.
+
+Il radicalismo, invece, è essenzialmente nemico del liberalismo, perchè
+è essenzialmente persecutore. E questa è una nuova ragione dell'odio che
+il radicalismo nutre contro gli Ebrei.
+
+Esso, che prova sempre il bisogno di nuove vittime, che oggi espelle i
+RR. Padri della Compagnia di Gesù, che domani perseguita altri pel solo
+fatto che nacquero da illustre prosapia, non può non esser nemico dello
+Ebreo, il quale vuole per sè la libertà come la vuole per gli altri, e
+combatte per essenza, per indole, per interesse, tutte le distinzioni
+basate sulla nascita, sulla fede.
+
+Ecco perchè, con mostruoso connubio, _Culturkampf_ ed antisemitismo
+poterono nascere quasi ad un tempo e sulla stessa terra (10).
+
+E qui ci si para spontanea dinanzi un'obbiezione.
+
+Ci si dirà. Voi dipingete i radicali come i più feroci nemici degli
+Ebrei; eppure noi tutti conosciamo radicali notissimi che sono ben lungi
+dal partecipare a quest'odio, e vediamo invece assaliti tutto giorno gli
+Ebrei da giornali e da uomini del partito che è notoriamente il più
+avverso al radicalismo.
+
+L'obbiezione è giusta, giustissima; ma è giusta solo per quanto
+risguarda gli uomini, non per quanto risguarda il partito.
+
+Spieghiamo il nostro concetto.
+
+Se è vero che tutto si può pretendere dall'uomo fuorchè la logica, è
+anche più vero che è specialmente nella politica che la logica si va
+facendo ogni giorno più rara.
+
+Tutto giorno udiamo uomini vantarsi conservatori, liberali, radicali, e
+raramente li vediamo informare tutte le loro azioni ai principi di cui
+si dicono seguaci.
+
+Nei paesi specialmente, come l'Italia, da poco educati alla vita
+politica, è accaduto che uomini appartenenti ad opposte scuole politiche
+si trovarono per lungo tempo affratellati da un intento comune, la
+liberazione della patria.
+
+Questo intento comune, e l'azione comune che ne fu conseguenza, han
+fatto sì che le idee degli uni esercitassero qualche influenza su quelle
+degli altri, mitigassero la logica inflessibile dei principii, dessero
+vita a quella specie di eccletismo politico di cui ogni giorno vediamo
+prove in Italia.
+
+Ecco perchè, sebbene il radicalismo sia per natura il peggior nemico
+degli Ebrei, i radicali italiani si separano in ciò dalla maggioranza
+del partito cui appartengono.
+
+Se una serie di miracoli eguali a quelli, per cui l'Italia da ancella
+divenne nazione, facesse domani risorgere la Polonia, l'Europa vedrebbe
+uno spettacolo più singolare ancora; vedrebbe per alcun tempo i radicali
+ed i clericali polacchi vivere assieme d'amore e d'accordo, tutti
+assorti in un sol pensiero, la salute della patria (11).
+
+Ma sarebbe tregua di anni, che nella storia dei popoli sono un momento,
+e i due principî opposti non tarderebbero a darsi battaglia anche nella
+terra degli Jagelloni.
+
+La storia naturale ci insegna che animali, i quali allo stato selvaggio
+sono nemici inconciliabili, possono allo stato di servitù vivere fra
+loro d'accordo.
+
+E se ciò avviene per animali di diversa razza, come non avverrebbe per
+l'uomo?
+
+Veniamo all'altra parte dell'obbiezione.
+
+È vero del pari che gli Ebrei sono oggigiorno combattuti con violenza da
+taluni giornaletti di provincia, che si dicono cattolici e si vantano
+rappresentanti non già di Papi o di Vescovi, dinanzi ai quali ci
+inchineremmo reverenti, ma di sodalizi più o meno ignorati ed in nessun
+caso autorevoli.
+
+Errerebbe di gran lunga chi credesse che quei giornali rappresentino lo
+spirito, la parte pensante del loro partito (12).
+
+È comune errore il credere alla disciplina della stampa cattolica, e
+l'errore è tanto comune che i fatti i più lampanti, l'opposizione
+accanita, per esempio, che taluni giornali sedicenti cattolici fanno ai
+Presuli delle loro diocesi, non valgono a sradicarlo.
+
+A provare che tutta la stampa non partecipa all'opinione dei suddetti
+giornalucoli, addurrò quattro fatti quasi contemporanei.
+
+1º Or sono due o tre anni, in occasione delle elezioni amministrative a
+Roma, l'_Unione Romana_, associazione cattolica presieduta da S. E. il
+signor Duca Scipione Salviati, venne ad accordi colla Associazione
+Costituzionale. Quest'ultima portava un israelita siccome candidato al
+Consiglio Provinciale.
+
+Sarebbe stato impossibile, assurdo, pretendere che in Roma una
+Associazione cattolica portasse fra i suoi candidati un non cattolico:
+pure la lista fu concordata ed i giornali cattolici la sostennero,
+togliendo, è vero, il nome del candidato israelita, ma sostituendolo con
+una riga di punti. Se si ponga mente che ciò avveniva per una elezione
+che aveva luogo su di un sol nome, si converrà, che il dichiarare
+esplicitamente, che al candidato israelita non si opponeva nessuno,
+equivaleva da parte dei giornali cattolici a dire: non possiamo
+appoggiarlo, ma desideriamo vederlo eletto.
+
+2º L'organo del partito cattolico di Genova, _Il Cittadino_, fu per
+molto tempo, ed è ancora, arbitro assoluto delle elezioni amministrative
+di quella città, e fra i suoi candidati fu sempre almeno un israelita.
+
+3º La _Rassegna Nazionale_, importante rivista che vede da cinque anni
+la luce in Firenze, che è l'organo della parte più liberale del partito
+cattolico, ed in cui collaborano gli uomini più insigni di quel partito,
+come il Cantù, lo Stoppani, ecc., ecc., pubblicava nel suo numero di
+luglio u. s. una splendida difesa degli Israeliti dovuta a quel luminare
+del giudaismo, che è il prof. Ad. Frank, dell'Istituto di Francia. E qui
+cade in acconcio il ricordare che il signor Frank dettava, pregatone,
+quel suo articolo per gli _Annales de philosophie chrétienne_ pubblicati
+dal signor Roux con tanto zelo a Parigi (13).
+
+4º Or son pochi mesi, infine, l'_Osservatore Romano_, il solo giornale,
+ricordiamolo bene, che la Corte Pontificia riconosca come suo organo,
+recava nel suo N. 165 del 21 luglio 1883 una corrispondenza da
+Nyiregyhaza, 16 luglio, sull'iniquo processo di Tisza Eszlar, che ha
+testè disonorato l'Ungheria, corrispondenza ispirata a sentimenti così
+nobili ed elevati che non sappiamo resistere al desiderio di riferirne
+un brano, per istruzione di coloro che della stampa cattolica giudicano
+dagli ignobili giornali di provincia cui abbiamo testè accennato:
+
+“Dopo l'ultima mia, che vi dava conto dell'8ª seduta, ebbe luogo una
+pausa di tre giorni; quindi si continuò nell'audizione di testimonî a
+carico e scarico, si aprì la discussione sul presunto trafugamento e
+tentata sostituzione di cadavere, e furono uditi i periti medici
+dell'università di Pest in contesto di quelli che esaminarono il
+cadavere e stesero il _repertum facti_. Le varie scene a cui diedero
+luogo queste diverse fasi dell'ormai sciaguratamente celebre processo
+non valsero a portar miglior luce sui fatti, ma contribuirono purtroppo
+a mettere in evidenza lo stato anormale dell'amministrazione della
+giustizia in Ungheria, non che lo sfogo di passioni, crassa ignoranza,
+corruzione, abbiezione di caratteri.
+
+“Ester Solymossy è scomparsa. Questo è l'unico fatto certo.
+
+“Fu dessa vittima d'un sacrifizio rituale?
+
+“Ne manca ogni prova attendibile. Non si ha per base dell'accusa che _la
+denuncia d'un figlio contro del proprio padre_.
+
+“Accetti chi vuole una tal base; io la respingo con orrore.
+
+“_Onorerai il padre tuo e la madre tua!_ proclamò Iddio dall'alto del
+Sinai. Chi calpesta questa legge divina, a cui fecero omaggio tutti i
+popoli della terra, sanzionando nei loro codici per ogni caso e senza
+eccezione alcuna il diritto dei figli di non deporre in giudizio contro
+dei genitori; chi, ripeto, calpesta questa legge, non è più uomo, è un
+bruto; ed i bruti non meritano fede in giudizio.
+
+“Ciò sia detto in risposta ai fanatici, ai dilettanti di casuistica, ed
+agli stolti, _quorum infinitus est numerus_, che stimano non si possa
+essere buon cattolico senza essere antisemita e giudeofobo.”
+
+Abbiamo trascelto a caso questi esempî, e molti ne tralasciammo dei
+tanti che ci si affacciavano alla memoria; perocchè questi siano più che
+sufficienti a dimostrare che lo spirito animante la stampa cattolica,
+degna di questo gran nome, verso gli Ebrei non vada cercato in quei
+fogliucciacci di provincia che seguono le pedate dell'_Osservatore
+Cattolico_ di Milano, giornale più volte riprovato dalla Autorità
+Ecclesiastica.
+
+E chiudiamo la lunga digressione.
+
+Il radicalismo, abbiam detto, combatte l'Ebreo perchè ne invidia le
+pretese ricchezze (14); lo combatte, perchè vede in lui incarnati quei
+principî di libertà e di tolleranza politica e religiosa, che sono
+l'antitesi la più perfetta delle dottrine radicali, basate sulla
+violenza ed ispirate al detto del gran satirista di Roma: _Stat pro
+ratione voluntas_.
+
+E non senza un perchè il radicalismo ha scelto l'Ebreo a bersaglio dei
+suoi strali.
+
+La società posa su basi solide, e i radicali, malgrado la loro buona
+volontà, non riescirebbero certamente a scuoterla d'un tratto.
+
+Perciò volsero prima le loro armi contro la Chiesa cattolica, sicuri di
+aver a compagni nella lotta molti liberali di buona fede che credevano
+giovare alle idee di progresso intellettuale e sociale, combattendo la
+Chiesa e privandola non soltanto di quei privilegi che contrastavano
+all'ordine politico degli Stati moderni; ma ponendola eziandio fuori del
+diritto comune, e violando a suo danno i più elementari principî del
+giure naturale, siccome fu fatto in Francia, in Germania ed in
+Isvizzera.
+
+Se la lotta contro la Chiesa offriva ai radicali il vantaggio di aver ad
+alleati molti liberali, la lotta contro gli Ebrei assicurava loro il
+concorso dei più esagerati campioni del fanatismo religioso.
+
+Ora un partito, che apre in America pubbliche scuole per insegnarvi ad
+usufruire la dinamite per giungere al progresso sociale, non può essere
+schifiltoso nella scelta dei mezzi. Dopo aver combattuto a fianco ai
+liberali contro Ignazio di Loyola, esso si allea ad Arbues e a
+Torquemada per combattere contro gli Ebrei, per rinnovare contro di loro
+gli eccessi onde vanno disonorati nella storia i nomi di Ferdinando ed
+Isabella di Spagna, di Emanuele di Portogallo e di tanti e tanti sovrani
+delle età media e moderna.
+
+E così, applicando il vecchio precetto, tanto caro ai tiranni, _divide
+et impera_, viene il radicalismo man mano sgretolando il vecchio mondo,
+pronto poi, siccome disse il poeta, a cogliere i frutti del mal di
+tutti.
+
+Questo abbiamo voluto dire per spiegare il perchè prendiamo oggi a
+difendere gli Ebrei. Non ci muove interesse di casta, non spirito di
+religione, ma convinzione profonda, immutabile, che in essi non si
+osteggia la credenza religiosa, ma si combatte uno dei ripari della
+moderna società.
+
+Come oggi difendiamo gli Ebrei, avremmo ieri difeso le corporazioni
+religiose espulse di Francia (15), difenderemmo domani qualsivoglia
+setta, corporazione o sodalizio cui si volessero negare i beneficî del
+diritto comune, e questo non per uno spirito alla Don Chisciotte, ma
+perchè crediamo necessario mettere in guardia la società moderna contro
+gli assalti del radicalismo, il quale rinnova precisamente la tattica
+riuscita tanto bene ai precursori della prima rivoluzione francese.
+
+Come costoro, prima di attaccare la monarchia di fronte, vennero man
+mano scalzando tutti i principî su cui essa poggiava; così i radicali,
+prima di assalire di fronte la società, la minano sotterra, e vellicando
+stolte ed abbiette passioni, tentano inocularle l'odio per la libertà,
+il disprezzo pel diritto, l'amore per le leggi di violenza partigiana,
+di persecuzione ingiustificata.
+
+A questo lavorìo deleterio bisogna tutti si oppongano: e per opporvisi
+con frutto, per combattere vittoriosamente questa santa battaglia della
+civiltà e del progresso, occorre stringersi intorno al labaro dei nuovi
+tempi su cui sta scritto: Libertà per tutti.
+
+ Recoaro, agosto 1883.
+
+ CORRADO GUIDETTI.
+ _Dott. in lettere._
+
+(1) _Hist. des Juifs_, p. 2852.
+
+(2) _Rassegna Nazionale_, Firenze, 1º luglio 1883, p. 42.
+
+(3) Per evitare una confusione altrettanto perniciosa quanto, ai tempi
+nostri, comune, quella che proviene dal non intendersi sul significato
+che si annette alle parole, spieghiamo qui ciò che intendiamo per
+radicalismo.
+
+Lungi da noi il pensiero di designare con questo nome coloro che
+aspirano ad una piuttosto che ad un'altra forma di reggimento politico.
+
+Radicale può essere tanto il monarchico quanto il repubblicano, e sì
+l'uno che l'altro possono esser liberali. Per noi la distinzione fra
+liberali e radicali sta in ciò soltanto: che il liberale vuole
+raggiungere i più alti ideali dell'avvenire rispettando i diritti, la
+libertà, la vita di ognuno; il radicale, invece, è disposto a violare ad
+ogni momento la libertà ed i diritti altrui, per conseguire il suo
+intento.
+
+Posta così nettamente la questione, diremo subito che fra quel prototipo
+leggendario di inquisitore che, dinanzi a un massacro in cui cadevano
+egualmente vittime eretici e cattolici, avrebbe sclamato: _uccideteli
+tutti, Dio riconoscerà i suoi_, e Barnave, il girondino, che di fronte
+alle prime stragi che insozzarono la rivoluzione francese, sintetizzando
+in una frase cinica e crudele i concetti del radicalismo, nella seduta
+del 23 luglio 1789, chiede ironicamente dall'alto della tribuna: _Le
+sang qui coule est-il donc si pur?_ non sentiamo preferenza alcuna.
+
+(4) Appartenevano del pari all'estrema sinistra intransigente del
+Parlamento romeno quei quattro deputati che nel 1878 escogitarono una
+mozione intesa ad un tempo a inorpellare l'Europa, che insisteva perchè
+agli Ebrei si accordasse l'eguaglianza civile, ed a rendere a questi
+impossibile o quasi il conseguirla. V. MARCO ANTONIO CANINI. _La verità
+sulla questione degli Israeliti in Rumania._ Roma, Barbera, 1879.
+
+In Italia poi, uno dei rarissimi deputati che faccia pompa del suo
+antisemitismo, e che si diverta a parlare nelle sue corrispondenze
+giornalistiche di _Giornali della Sinagoga_ e di altre simili amenità da
+medio evo, è quello stesso che in piena Camera dichiarò egli non
+conoscere un Papa Pio IX, ma soltanto un conte Giovanni Mastai Ferretti
+di _professione_ Vicario di Dio! ho nominato l'on. Petruccelli della
+Gattina. Anche in Francia la questione semitica fu sollevata per la
+prima volta, in questi anni, da un articolo, perfidamente abile,
+intitolato: _Dieu des Juifs tu l'emportes!_ pubblicato dal noto
+mangiapreti signor Francisque Sarcey, nel XIX _Siècle_ di Edmond About
+nel maggio o giugno 1875.
+
+(5) Errerebbero a gran partito coloro che credessero il signor Rénan un
+amico degli Ebrei; egli, nel suo libro sull'_Ecclesiaste_, ne ha
+ultimamente schizzato un ritratto dal quale risulterebbe che essi sono
+oggi quello che erano or sono quattromila anni alle falde del Sinai: gli
+adoratori del vitello d'oro. E nei suoi _Souvenirs d'enfance et de
+jeunesse_ parla degli Ebrei in guisa da meritarsi che il primo numero
+dello _Antisémitique_ di Montdidier gli consacri una colonna di elogi.
+Ciò avvertiamo non per far colpa allo scienziato francese delle sue
+tendenze; ma perchè gli avversari nostri, ogni qualvolta citiamo il
+Rénan, non ci rinfaccino di appoggiarci all'autorità di chi ha negata la
+divinità di N. S. Gesù Cristo. Il Rénan potrà essere anticristiano fin
+che si vuole, ma non certo per filosemitismo.
+
+(6) Ernest Rénan. _Le Judaïsme et le Christianisme._ Paris, Calmann
+Levy, 1883, p. 24 e 25.
+
+(7) Nacque a Lisbona nel 1437; fu intendente delle finanze di Alfonso V,
+re di Portogallo, di Ferdinando il Cattolico, re di Castiglia, di
+Ferdinando il Bastardo, re di Napoli, di Alfonso II suo successore che
+non abbandonò quando i francesi lo cacciarono dal Regno. Abarbanello si
+stabilì in Italia e fu preso per arbitro in una questione commerciale
+fra il Re di Portogallo e la Repubblica di Venezia. Morì a Venezia nel
+1508 e fu sepolto in Padova. Veggansi per maggiori notizie: Bartolocius,
+_Bibl. Rabb._; Bayle, _Dict. Crit._; Boissi, _Dissert._, p. 2; Schwab,
+_Abravanel et son époque_; S. Honel, _Lien d'Israel_, 5º anno, pag. 355
+e segg.; e tutte le biografie.
+
+(8) I. Bedarride. _Les Juifs en France, en Italie et en Espagne._ Paris,
+Michel Levy, 1861, p. 294. È appena necessario avvertire che, riferendo
+l'opinione di Abarbanello, facciamo sulle ultime parole sue le più ampie
+riserve. Nè S. Tommaso, nè scrittori approvati ed autorevoli, nè tanto
+meno la Chiesa Cattolica si espressero nel senso della liceità di
+ribellarsi o peggio di uccidere il tiranno, anzi la negarono
+recisamente.
+
+(9) Merita a questo proposito di esser riferito il giudizio che uno dei
+più dotti Rabbini del nostro secolo, il professore S. D. Luzzatto di
+Padova, dava della rivoluzione francese.
+
+Trascriviamo un brano di una sua lettera inedita del 26 dicembre 1836
+inserita nel _Vessillo Israelitico_ di Casale, ottobre 1876, p. 325.
+
+“Nello scorso secolo gli spiriti della Francia, scatenandosi ad un tempo
+con un diluvio di scritti religiosi e contro i Governi assoluti e contro
+il Cristianesimo, produssero nelle menti quello stravolgimento, che poi
+si sviluppò nella funestissima rivoluzione francese, la quale pose in
+trambusto per tanti anni il mondo intero.”
+
+(10) Vi sono taluni ingenui che si chieggono come il principe di
+Bismarck tolleri il risvegliarsi dell'antisemitismo in Germania. A
+questi ingenui osserviamo che il _non cade foglia che Dio non voglia_ si
+avvera anco in politica, specialmente quando il Dio si chiama: il signor
+di Bismarck. Le vere dottrine di libertà sociale ed economica che furono
+la gloria dei quattordici primi lustri del nostro secolo non ebbero, non
+hanno nemico più mortale del cancelliere di ferro. E chi è nemico di
+libertà è nemico naturale degli Ebrei. Lo stesso Bismarck in una
+conversazione avuta con un diplomatico straniero, telegrafata al
+_Morning Post_ nell'agosto dello scorso anno, diceva per assicurarlo
+delle sue intenzioni pacifiche: “La Germania non è nelle mie mani, come
+crede la gente. La Germania è nelle mani degli Ebrei, _che hanno orrore
+per la guerra_ in causa dei loro interessi e delle signore che hanno
+orrore della guerra per la vita dei loro mariti e dei loro figli.” _Aver
+orrore della guerra_ vuol dire esser fattori di civiltà, ma vuol dire ad
+un tempo esser odiati a morte dal signor di Bismarck.
+
+(11) Cade proprio in acconcio notar qui che lo stesso Governo russo, che
+deportava in Siberia monsignor Felinsky, il venerando Arcivescovo di
+Varsavia, puniva più volte colla carcere e coll'esilio il patriottismo
+dell'illustre Michel B. Meisel, Rabbino di quella città.
+
+(12) I nostri lettori troveranno fra i documenti un discorso
+dell'eminentissimo cardinale Manning, il quale ci dà la vera opinione
+della parte pensante del partito cattolico sulla questione semitica.
+
+(13) Ci sia concessa una lieve digressione. È uno spettacolo che solleva
+l'animo del pensatore quello che ci offrirono quasi contemporaneamente
+gli _Annales de philosophie chrétienne_, invitando un ebreo a discutere
+nelle loro colonne la questione semitica, e la _Société des Etudes
+juives_ di Parigi, chiamando nel suo seno un non israelita a dissertare
+“sul Giudaismo e sul Cristianesimo.” Malgrado i gufi, che tentano di
+oscurare il sole, è d'uopo convenire che siamo assai lontani dai tempi
+di San Luigi, Re di Francia (Cfr. _Joinville_, p. 11) quando un
+cavaliere, trovandosi presente ad una di quelle discussioni che allora
+frequentemente avvenivano fra sacerdoti cattolici e rabbini ebrei, sulla
+prevalenza delle rispettive religioni, vedendo come gli ebrei avessero
+il sopravvento nella discussione, stese morto ai suoi piedi con una
+bastonata l'ultimo rabbino che aveva parlato, dicendo ai preti
+cattolici, in atto di rampogna: “_Vous avez fait folie d'avoir occasioné
+telle dispute d'erreur._”
+
+(14) Queste linee erano già scritte, allorchè ci venne fatto di leggere
+nella _Revue Britannique_ (luglio 1883) un dotto articolo, tolto
+dall'_Edimburgh Review_, nel quale si accenna appunto allo spirito di
+odio e di persecuzione che oggi si manifesta sotto il falso nome di
+liberalismo repubblicano.
+
+(15) Non faccia meraviglia se in questo nostro lavoro, ispirato, osiamo
+vantarcene, ai principî della maggiore tolleranza, ci accada di
+paragonare sovente i Gesuiti agli ebrei. Sì gli uni che gli altri furono
+perseguitati da nemici, i quali, ben più che osteggiarne i principî,
+miravano ad attribuirsene le ricchezze; contro gli uni come contro gli
+altri si ripeterono le stesse accuse di usure, di accaparramenti, di
+massime antisociali, sicchè non è raro vedere nelle opere antigesuitiche
+del secolo scorso i Gesuiti paragonati agli Ebrei. Ho sott'occhi, per
+esempio, i “_Lupi smascherati_, Ortignano, nell'officina di Tancredi e
+Francescantonio padre e figlio Zaccheri di Strozzagriffi, MDCCLX”
+libello antigesuitico, attribuito all'abate Capriata, ed a pag. 57
+(nota) trovo: “_I principi l'hanno rigettati da loro_ [i gesuiti] _e
+sono omai riguardati come Giudei._”
+
+Che se qualcuno ci rammentasse le prediche di qualche gesuita contro gli
+Ebrei, risponderemmo ricordando il _Qui gladio ferit_; e se ci si
+obbiettassero certi articoli antisemitici della _Civiltà Cattolica_,
+l'organo massimo della Compagnia, diremmo che ad essi la persecuzione
+non ha nulla insegnato, e compiangeremmo quei perseguitati che dalle
+violenze di cui furono vittima non appresero la sublime virtù della
+tolleranza.
+
+
+
+
+ I.
+
+ Costituiscono gli Ebrei una razza speciale?
+
+
+La tendenza scientifica cui si inspira il nostro secolo ha voluto
+trovare una formola con cui giustificare la persecuzione contro gli
+Ebrei, e si disse che essi costituivano tuttora una nazione speciale,
+che quindi erano da considerarsi nei diversi Stati, in cui dimoravano,
+come stranieri, e per poco non si propose di equipararli agli zingari ed
+ai gitani. Ricacciare gli Ebrei in Palestina è la proposta la più
+moderata che esca dalle labbra degli odierni antisemiti.
+
+Sarebbe agevole rispondere a questa pretesa opinione scientifica con una
+sola parola, dimostrando, cioè, come oggi tutte le legislazioni dei
+paesi civili si affrettino a cancellare dai loro codici ogni differenza
+fra cittadini e stranieri, progresso questo, in cui l'Italia fu, col suo
+codice civile, vessillifera alle altre nazioni.
+
+Ma questa difesa respingerebbero gli Ebrei, perocchè essi si sentano
+italiani in Italia, francesi in Francia (16), inglesi in nghilterra (17)
+ed Ebrei soltanto nei loro tempî (18).
+
+Noi non abbiamo, d'altronde, ad avversarî nè filosofi, nè cristiani, nè
+liberali: ognuno di questi, infatti, troverebbe, nelle proprie
+convinzioni morali, religiose o scientifiche, argomenti per esserne
+condotto alla pratica della più larga tolleranza. Abbiamo di fronte,
+invece, quella fazione, oggi pur troppo numerosa, che vorrebbe la
+legislazione sociale non inspirata a nessun principio superiore
+all'uomo, e serva al più gretto utilitarismo; quella fazione che in
+America, la terra classica della libertà, propone ed ottiene
+provvedimenti straordinarî contro i Chinesi!!
+
+Vinciamo quindi la naturale ripugnanza, e facciamoci a provare come gli
+Ebrei differiscano dagli altri italiani per la religione soltanto, non
+per l'amore al paese, non per la razza.
+
+Non ricorderemo qui come ogni Ebreo di Roma abbia iscritto nel suo libro
+di preghiera fra le date fauste della sua vita il 20 settembre 1870,
+segnandovi persino l'ora precisa della liberazione: _dieci e mezza
+antimeridiane_, come già un quarto di secolo prima vi aveva iscritto la
+Pasqua del 1847, quando, per opera di Pio IX, caddero le mura e le porte
+che chiudevano il ghetto (19). Ci sembra che, per dimostrare come gli
+Ebrei in Italia si sentano italiani e non altro, basti, e ce ne sia di
+avanzo, della nobile figura del martire di Mantova, di Giuseppe
+Finzi (20)!
+
+Se fra gli antisemiti italiani vi ha qualcuno cui scaldi il petto amor
+di patria, si faccia innanzi ed osi contestare l'italianità a quel
+monumento di patriottismo che è l'on. Finzi.
+
+Ma ove al nome venerato del patriota lombardo noi aggiungessimo quelli
+di Angelo Usigli, compagno di Ciro Menotti (21), del milanese Bachi, che
+fu tra i precursori del movimento del 1848, di Daniele Manin cattolico
+di religione, ma di famiglia ebrea (22), e se a questi nomi facessimo
+seguire quelli dei numerosi Ebrei che accorsero volontarî sotto le
+bandiere nelle diverse guerre della indipendenza (23), i nostri
+avversarî ci risponderebbero sempre coll'adagio favorito dei sofisti:
+_L'eccezione prova la regola_.
+
+Attacchiamo dunque di fronte il pregiudizio, larvato a scienza, e
+mostriamo che è tanto assurdo il credere che gli Ebrei sieno oggi i
+discendenti di Abramo quanto sarebbe ridicolo il sostenere che il Kedive
+d'Egitto sia l'erede diretto dei Faraoni, o che nelle vene degli odierni
+Romani corra il sangue dei Bruti e degli Scevola.
+
+Già sin da quando gli Ebrei abbandonarono l'Egitto, numerosi stranieri
+si mescolarono a loro, sicchè ben può dirsi che da quel momento la razza
+di Giacobbe cominci a fondersi colle altre (24).
+
+Nei tempi biblici i progenitori delle dodici tribù non esitarono ad
+imparentarsi con altre razze non esclusa la cananea pur tanto odiata.
+Mosè sposò una madianita. Fra le proavole di Davide vi ha la cananea
+Tamar e la moabita Rut. Nelle vene di Ezechiello corre il sangue di Raab
+la cananea, nè egli è il solo profeta d'Israello che tragga origine da
+idolatri. Più tardi i proseliti non solo non furono rigettati, ma
+vennero accolti senza reluttanza in grembo alla fede. Lo provano le
+leggi favorevolissime ai proseliti dimoranti nella Palestina, sparse in
+tutto il Pentateuco: lo provano i Gabaoniti che, entrati nell'Ebraismo
+mediante l'inganno e la frode, pure vi furono più che benignamente
+trattati, allorchè, per vendicare un oltraggio ad essi fatto, fu versato
+sangue di Re (25): lo provano le centinaia di migliaia di proseliti di
+cui si fa menzione al tempo della monarchia degli Israeliti,
+specialmente all'epoca di Salomone (26): lo provano i proseliti dei
+tempi di Ester (27) e quelli dei popoli trapiantati dal conquistatore
+Senacheribbo in Palestina (28), non che varie conversioni individuali
+abbastanza notevoli, come quella di Naaman il supremo ministro del regno
+siro (29) e quelle di Ebena regina di Adiabene e di suo figlio Izak, di
+cui fa cenno Giuseppe (30). Nè gli Ebrei aveano a vile di mescolare il
+sangue con questi proseliti; chè anzi il loro _Talmud_ ci ha tramandato,
+quasi a titolo di gloria, che i principali maestri d'Israello, come
+Hillel, Rabbi Jehudà il Santo, Akiva martire della crudeltà romana,
+Rabbi Meir ed altri moltissimi discendevano da proseliti, e che
+proselite era Onkelos, uno dei più grandi tra i parafrasti caldei.
+
+Insomma, gli Ebrei di Palestina non furono, come volgarmente si crede,
+un popolo segregato dal consorzio umano. Ecco come un autore non
+sospetto e che, vivo, non si sarebbe mai immaginato di vedersi citato
+nel secolo XIX a difesa degli Ebrei, scrive:
+
+“Questi ultimi Ebrei [dopo la morte di Erode] erano un miscuglio di
+parecchie nazioni. Se ne erano stabiliti in tutti i paesi che _sono
+sotto il sole_, siccome dice la Scrittura. Parecchi venivano ad abitare
+nella Giudea, od almeno vi facevano qualche devoto viaggio per poter
+offrire sacrifizi a Dio nel solo tempio in cui fosse permesso di farlo.
+Oltre a ciò vi erano sempre ad ogni qual tratto dei Gentili che si
+convertivano, e divenivano proseliti. Così gli Ebrei, a parlar
+propriamente, non eran più un popolo solo colla stessa lingua e gli
+stessi costumi, ma parecchi popoli che si riunivano in una sola
+religione. Persino quelli che abitavano la Terra Santa erano un
+miscuglio di diverse nazioni, di Idumei e di altri Arabi, di Egiziani,
+di Fenici, di Siriaci e di Greci.”
+
+Fin qui il Fleury (31), ai cui Mani chiediamo umile venia se lo abbiamo
+tratto a testimoniare in favore degli Ebrei, ciò che certamente egli non
+avrebbe desiderato; ma non è proprio colpa nostra, se le accuse che si
+muovono a questo disgraziato popolo sono tanto svariate e
+contraddittorie, che quanto veniva scritto per far loro onta possa,
+poche generazioni dopo, essere addotto ad argomento di difesa.
+
+Ma se la nazione giudaica era già dopo Erode una mescolanza di diverse
+nazioni, come ci insegna il Fleury, e come ci confermano gli _Atti degli
+Apostoli_: “Or in Giudea dimoravano degli uomini religiosi d'ogni
+nazione di sotto il cielo” (32), non bisogna neppur credere che, dopo la
+dispersione seguita alla distruzione del secondo tempio, gli Ebrei
+abbian cessato di fare proseliti fra genti di schiatte diverse.
+
+Numerose colonie di Ebrei popolavano Roma e le altre città dell'impero.
+A Roma soltanto ve v'erano 20,000 sotto Augusto, e narra Strabone che
+v'erano numerosi Ebrei in quasi tutte le città d'Italia (33). E numerosi
+eran pure in molti altri paesi non ancora sottoposti al giogo di Roma.
+In ogni luogo, al dire di Filone, gli Ebrei esercitavano una salutare
+influenza sulle credenze religiose e sui costumi; in ogni luogo avevano
+stabilito sinagoghe, dove si riunivano nei giorni di sabato per pregare
+e commentare la Bibbia. A queste riunioni partecipavano sovente molti
+pagani, che aderivano poco a poco alle nuove dottrine udite proclamare,
+e che, rigettando gli errori del politeismo, accettavano le pratiche più
+essenziali del giudaismo, il riposo settimanale e l'annuo digiuno
+dell'espiazione. In tutte le classi sociali del mondo romano abbondarono
+i _giudaizzanti_, ben prima che sorgesse l'apostolato cristiano; sicchè
+si può dire coll'Havet (34) che, se colle parole _l'avvento del
+Cristianesimo_, deve intendersi la conquista del mondo greco e romano da
+parte del Dio degli Ebrei, si può dire che questo avvento aveva avuto
+luogo sin dai tempi di Augusto e di Tiberio, e che questa conquista era
+in via di compiersi, ben prima che fosse questione di Cristo.
+
+Ad Alessandria di Egitto, a Roma, in Siria la propaganda giudaica fu
+sempre intensa ed efficace.
+
+Giuseppe Flavio ci apprende come molti greci passassero in Antiochia al
+Giudaismo (35).
+
+A Roma il proselitismo ebraico, nascosto nelle vie adiacenti al Tevere,
+forse in prossimità almeno dei luoghi dove oggi ancora sorge il ghetto,
+guadagnò neofiti persino nelle famiglie patrizie, salendo dallo schiavo
+al liberto, dal liberto al padrone (36).
+
+E di questo spirito di proselitismo e della efficacia sua ci dà prova
+Svetonio (37).
+
+L'influenza delle idee giudaiche sul paganesimo preoccupava gli spiriti:
+_Victoribus victi legem dederunt_ sclama Seneca nel _De Superstitione_,
+ed il poeta Rutilio geme: _Atque utinam nunquam Judaea subacta fuisset._
+
+Nè il legislatore se ne mostra meno impensierito. Al tempo di Domiziano
+le conversioni al giudaismo erano così frequenti che parecchie leggi
+furono fatte per impedirle (38). I convertiti erano puniti di morte e
+colla confisca dei loro beni, e la stessa pena colpiva coloro che erano
+accusati di aver cooperato alla loro apostasia.
+
+Nè pare che queste leggi avessero risposto allo intento, perchè vediamo
+Costantino obbligato a proibir di nuovo con severissime pene agli Ebrei
+di far proseliti.
+
+Ma a toglier ogni dubbio sull'efficacia dello spirito di propaganda che
+animava gli Ebrei nella Roma pagana, ci piace recar qui un brano di
+Dione Cassio (39). “Questo paese si chiama Giudea, e Giudei i suoi
+abitanti. Non conosco l'origine di questo secondo nome, ma esso si
+applica ad altri uomini che, quantunque di razza diversa, hanno adottate
+le istituzioni di questo popolo. E fra i Romani sonvi molta gente di tal
+fatta, e quanto si fece per porvi ostacoli, non giovò che ad aumentarli,
+tanto che fu forza accordar loro la libertà di vivere secondo le loro
+leggi.”
+
+Altro modo, di cui gli Ebrei dovettero giovarsi per acquistar proseliti,
+fu il possesso degli schiavi; e le numerose precauzioni, che per lunga
+serie di secoli prendono le autorità spirituali e le temporali, per
+impedire agli Ebrei di convertire alla loro religione gli schiavi da
+essi posseduti, bastano a farci persuasi quanto zelo mettessero gli
+Ebrei nel deluderle.
+
+Ma anche senza tener conto di questo coefficiente pure importantissimo
+per l'adulterazione della razza, la storia delle età di mezzo ci porge
+non infrequenti esempi di conversioni al giudaismo.
+
+Alla fine del IV secolo dell'èra nostra Abu-Karibba-Tabban re
+dell'Yemen (40) e nel 740 Bulan re dei Kazari (41) abbracciano il
+giudaismo.
+
+All'epoca dell'imperatore Enrico II il cappellano di un Duca Corrado, di
+nome Vecelino, passò al giudaismo, locchè fece adirare al massimo grado
+l'imperatore, ma non produsse altro castigo che quello di una erudita
+confutazione (42).
+
+Un caso simile sotto Lodovico il Pio è narrato da Krabano Mauro (43).
+
+In Francia le conversioni al giudaismo non sono senza esempio. Parecchi
+cristiani lasciarono nel IX secolo la Chiesa per abbracciare il
+giudaismo, e fra questi si citava un diacono palatino a nome Putho (44),
+e sino ai tempi di Filippo il Bello (XIV secolo) si segnalano
+conversioni (45).
+
+Nel 1040 un celebre rabbino di Granata, Giuseppe Halevy, è accusato di
+aver fatto proseliti alla fede mosaica in Ispagna e messo a morte (46).
+
+Le conversioni al giudaismo erano, nel XIII secolo ancora, tanto
+frequenti da meritare che Nicolò IV, appena assunto al Pontificato, se
+ne occupasse con una lettera datata da Rieti, 5 settembre 1288; lettera
+che non deve aver prodotto grande effetto, se Giovanni XXII è obbligato
+a promulgarne una consimile il 13 agosto 1317.
+
+Rainaldo ci assicura che nel XIV secolo molti fra i discepoli di
+Giovanni Viclefo abbracciarono la _perfidia giudaica_.
+
+Il primo di agosto 1603 sulla Piazza Ribeiro in Lisbona venne bruciato
+fra Diego di Assunçao, monaco francescano, che, dopo aver abbracciato il
+giudaismo, andava predicando ed insegnando questo solo doversi
+considerare vera religione.
+
+Ricorderò ancora quel Giovanni Mica, cristiano portoghese del XVI
+secolo, che, fattosi ebreo, prese il nome di Giuseppe Nassi, visse in
+Costantinopoli e pubblicò varie opere lodatissime (47).
+
+Nel secolo scorso rimase celebre in Inghilterra la conversione di lord
+Giorgio Gordon (48).
+
+Molti altri esempî potremmo citare (49); ma crediamo che quelli da noi
+portati sien più che sufficienti a provare che il Giudaismo devesi
+considerare come una religione, non come una razza (50).
+
+Come dubitare che gran parte degli Ebrei attuali non discenda da questi
+nuovi convertiti (51)? Certamente, grazie alle persecuzioni che per
+lunghi secoli afflissero i credenti nella legge di Mosè, non un Ebreo si
+trova oggi nel luogo di origine della propria famiglia.
+
+Cacciati or di qua, or di là, essi andavano concentrandosi nei paesi,
+dove leggi, non più miti, ma meno crudeli permettevano loro di vivere
+con una sicurezza relativa; sicchè, oggi, tanto varrebbe voler cercare i
+veri discendenti dagli Ebrei di Palestina, per ricacciarli nella loro
+terra, quanto il cercare in Italia i discendenti degli antichi barbari
+per ricacciarli oltre Alpi.
+
+Ma se si volesse adottare contro gli Ebrei un provvedimento qualsiasi,
+ispirato a questa pretesa differenza di razza, come a noi italiani non
+si affaccierebbe alla mente la testimonianza, già da noi invocata, di
+Dione Cassio e come non ci tormenterebbe il dubbio che questi pretesi
+stranieri, questi abborriti semiti sieno proprio figli di quei Romani
+convertiti al Giudaismo, di cui parla lo storico latino, tornati fra
+noi, dopo Dio sa quali peregrinazioni, mossi da quell'amore del paese di
+origine che, come un istinto, sopravvive forse in noi alla memoria?
+
+Nè gioverà spender molte altre parole intorno a siffatta questione di
+razza, perchè, assurda dovunque, essa raggiunge fra noi l'apice della
+assurdità.
+
+Gettiamo uno sguardo sulla storia dei secoli scorsi, e vedremo, finchè
+durò la potenza di Roma, accorrere fra noi stranieri d'ogni razza e
+d'ogni lingua, e quando i destini d'Italia mutarono sì che da donna
+divenne ancella, vedremo gli schiavi di ieri mutarsi in predoni, correre
+sulle terre nostre e devastarle. Goti, Longobardi, Normanni, Saraceni
+persino si impiantano fra noi, e vi spadroneggiano, e noi osiamo oggi
+parlare di razza!
+
+E poi cosa è la razza di fronte al grande principio del secolo nostro,
+quello delle nazionalità? E caratteristica della nazionalità è la
+lingua, non la religione, non l'origine.
+
+Per riconoscere nome e qualità di italiano a chi è nato in Italia da
+genitori italiani, a chi parla la nostra lingua, sarà forse d'uopo
+aprirgli le vene per riconoscere quante goccie di sangue non italiano vi
+corra?
+
+Or via, l'Italia, che a buon dritto considera come fratelli i Valdesi
+del Piemonte, i Cimbri dei Sette Comuni (52), gli Slavi del Molise, gli
+Albanesi ed i Greci del Mezzodì, vorrà contestare nome e qualità di
+italiani agli Ebrei, che nei tempi di schiavitù divisero la sorte degli
+altri Italiani?
+
+Un'ultima ragione infine, e potentissima, dovrebbe spingere i moderni
+antisemiti a non insistere sulla questione di razza.
+
+Essi, che non arrossiscono di farsi persecutori, ma che arrossirebbero
+di giustificare la persecuzione colla sola causa che la renderebbe meno
+odiosa, lo spirito di religione, verrebbero, ponendo innanzi tale
+questione, a provocare una enorme ingiustizia.
+
+Non vi ha dubbio che negli scorsi secoli o per convinzione, o per
+sottrarsi a persecuzioni, o per ispirito di cupidigia, milioni di Ebrei
+apostatarono per abbracciare il Cristianesimo.
+
+Pel Cristiano che ripugna dall'Ebreo, perchè vede in lui l'ostinato
+avversario della sua Fede, l'uccisore del suo Dio, l'acqua del Battesimo
+lava queste colpe originali, sicchè egli a buon dritto considera eguali
+a se stesso l'ebreo battezzato e i suoi discendenti.
+
+Ma per l'antisemita moderno, ateo e materialista, che odia nell'ebreo
+non la religione, ma la razza, l'acqua del Battesimo non lava nulla;
+perocchè nessun teologo ha mai asserito che il Battesimo muti un semita
+in un giapeto.
+
+Sicchè, se il moderno antisemitismo non vuol commettere una enorme
+ingiustizia, egli deve cercare, per avvolgerle nel suo odio, quelle
+migliaia di famiglie cristiane che hanno nelle vene sangue di
+ebreo (53).
+
+Il dilemma è stringente: o gettare la maschera e confessare che non si
+perseguitano gli Ebrei perchè semiti, ma unicamente perchè ebrei, od
+intraprendere ricerche etnografiche e genealogiche, che sarebbero appena
+possibili, se ogni uomo, da Adamo in poi, si fosse iscritto in un _stud
+book_, come un cavallo di puro sangue.
+
+Ma prevediamo sin da ora la risposta che si farà a questo dilemma. Ci si
+dirà che gli Ebrei vanno perseguitati non soltanto perchè di razza
+diversa, ma perchè la loro legge contribuisce a mantenere una barriera
+fra essi ed i popoli fra cui vivono; perchè alla Santa massima del
+Vangelo: _Amatevi scambievolmente_, l'esecrando Talmud ha sostituito
+quest'altra: _Odiate quanto non è ebreo_.
+
+A questa obbiezione vecchia quanto la malignità umana risponderemo nel
+veniente capitolo, bastandoci per ora di riferire un ultimo fatto a
+prova del modo con cui gli Ebrei intendono l'amor di patria. Allorquando
+nel Sinedrio dei principali rabbini di Europa, convocato a Parigi
+d'ordine di Napoleone I, i delegati imperiali chiesero fin dove
+giungesse, secondo gli Ebrei, il dovere dell'amor di patria, tutti i
+congregati e primi fra essi i rabbini Segrè, Zingheim e Worms, ortodossi
+fin nel midollo e negli insegnamenti e nella pratica della vita, si
+alzarono in piedi gridando: “Fino alla morte.”
+
+(16) Nella predicazione [in Francia] nessun rabbino si lascierà sfuggire
+l'occasione di rammentare ai suoi uditori quanto devono alla Francia che
+li ha liberati dalla schiavitù (_Rassegna Naz._, loc. cit., pag. 47).
+Non citiamo esempî italiani, perchè a tutti sarà accaduto di leggere nei
+giornali politici le relazioni di solennità celebratesi nelle sinagoghe
+in occasione di feste ed anniversarî patriottici.
+
+(17) Gladstone, in una sua lettera 6 ottobre 1876, indirizzata al signor
+Leopoldo Gluckstein e pubblicata negli _Archives Israélites_ di Parigi,
+1º novembre 1876, così si esprime: “Ho sempre ammirato il contegno degli
+Israeliti inglesi nell'adempimento dei loro doveri civici.”
+
+(18) Una curiosa prova della assurdità dell'accusa che si muove agli
+Ebrei di sentirsi estranei alla terra in cui nacquero ce la porge
+l'_Antisémitique_ francese. Mentre in ogni numero scaglia questa
+calunnia contro gli Ebrei, rinfaccia poi alla maggior parte degli Ebrei
+francesi di esser di origine tedesca e si sforza di aizzare contro di
+loro le passioni popolari, dipingendoli quasi altrettanti agenti del
+governo germanico. O logica, proprio antisemitica!!
+
+(19) _Sei mesi in Italia_, pel dott. A. BERLINER; versione dell'abate
+prof. Pietro Perreau.
+
+(20) Abbiamo citato a preferenza del nome di altri patrioti Ebrei quello
+dell'on. Finzi, e perchè pochi possono a lui paragonarsi per inconcusso
+patriottismo, e perchè rammentiamo d'aver letto nell'_Arena_ di Verona
+del 10 novembre 1876 il seguente brano di una lettera che in occasione
+delle elezioni generali l'illustre uomo scriveva a quel giornale.
+
+“Ebreo realmente, mi trovai iscritto nei registri di popolazione dove
+nacqui: ma nè per religione, nè per abitudini mi sono sentito ebreo in
+tutta la vita. Ho una religione anch'io vivida e pura che mi affratella
+a tutta l'umanità senza distinzione d'ebrei, di cristiani, di cattolici,
+di turchi, che mi è inspiratrice di nobili e delicati sentimenti, che mi
+insegna il volontario sacrifizio e mi dà vigore e conforto nelle ore
+perplesse della sventura.”
+
+Questa lettera, fatta per attirare sul capo dell'on. Finzi i fulmini
+degli intolleranti di tutte le religioni, giova mirabilmente all'assunto
+nostro, perchè dimostra — e ce n'era bisogno? — che il fatto di esser
+nati ebrei piuttosto che cristiani o turchi non ha proprio nulla a
+vedere coi sentimenti patriottici.
+
+(21) Angelo Usigli, nato nel 1803 a Modena, morto a Londra, nel 1875, fu
+congiurato con Ciro Menotti, anzi dei pochi che collo stesso Menotti
+furono nella costui casa circondati dalle truppe estensi. L'Usigli
+propose di dar fuoco alla casa piuttosto che arrendersi, ma, dissentendo
+i compagni, fu con loro arrestato e condannato a morte. Commutatagli la
+pena in esiglio perpetuo, si rifugiò a Londra e collaborò nella Giovane
+Italia. V. _Gazzetta d'Italia_, 15 aprile 1875.
+
+(22) L'avo di Daniele Manin era ebreo. Il comm. Pincherle lo seppe dalla
+sua bocca stessa. V. _La vita ed i tempi di Daniele Manin_ per Errera e
+Finzi, Venezia, 1872. Cfr. Rudolph Gottschill, _Un mois d'automne en
+Italie_.
+
+(23) Ci limiteremo a riferire qui l'elenco degli Ebrei che fecero parte
+della gloriosa schiera dei Mille; sono otto e cioè: Alpron Giacomo, da
+Padova; Colombo Donato da Ceva; D'Ancona Giuseppe da Venezia; Donati
+Angelo da Padova; Luzzatto Riccardo da Udine; Ravà Eugenio da Reggio
+Emilia; Uziel Davide Cesare da Venezia. Calcolato a venticinque milioni
+il numero degli italiani nel 1860, ed a quarantamila il numero degli
+ebrei, si vedrà di leggieri quanto sproporzionatamente numeroso sia
+stato il concorso degli Ebrei in quella spedizione. I nomi che precedono
+abbiam desunto dal n. 21 dell'anno 1864 del _Bollettino delle nomine e
+promozioni_. _Giornale Ufficiale militare_, pag. 169 e seg.
+
+(24) ESODO, XII, 38.
+
+(25) GIOSUÈ, IX, X. — II. SAM. XXI.
+
+(26) I. RE.
+
+(27) ESTER, VIII, 17.
+
+(28) II. RE, XVII, 24 e seg.
+
+(29) II. RE, V, 17, 18.
+
+(30) _Antiq._, l. XX, cap. 2 a 4.
+
+(31) _Mœurs des Israélites_, cap. V. In _Œuvres de l'abbé Fleury_,
+Paris, Michel Desaiz, 1837, pag. 183, col. I. Cfr. FRANK, _De l'état
+politique, religieux et moral de la Judée dans les derniers temps de sa
+nationalité_. In _Vérité Israélite_, tomo II, pag. 7 e segg.
+
+(32) ATTI DEGLI APOSTOLI, II, 5.
+
+(33) Cfr. DEGUBERNATIS, _Matériaux pour servir a l'histoire des études
+orientales en Italie_.
+
+(34) HAVET, _Le Christianisme et ses origines. L'ellénisme_, t. II, pag.
+248. Cfr.: DELAUNAY, _Philon d'Alexandrie. Les écrits historiques_, pag.
+123 e 124; NICOLAS, _Des doctrines des Juifs, pendant les deux siècles
+antérieurs a l'êre chrétienne_, pag. 113; BEUSS, _Hist. de la Théologie
+chrétienne au siècle apostolique_, v. 1, pag. 107 e 109.
+
+(35) Avendo condotto al loro culto un gran numero di Greci, ne fecero
+una parte della loro comunità. (_De bello jud._, libro VII, cap. III, §
+3).
+
+(36) _Les philosophes du siècle d'Auguste_ in _Revue contemporaine_.
+Tomo V, prima dispensa.
+
+(37) _Judaeorum juventutem per speciem sacramenti in provincias
+gravioris cœli distribuit, reliquos gentis ejusdem vel similia sectantes
+urbe summovit._ (SVETONIO, _in Tiber._, § 36).
+
+(38) _Judaeus qui eum qui judaicae religionis non esset contraria
+doctrina ad suam religionem traducere praesumpserit, bonorum
+proscriptione damnetur, miserumque in modum puniatur._ (Leg. 7, Cod.,
+_de Jud._; DIONE CASSIO, _Hist. rom._; SPENCER, _In orig._, p. 33).
+
+(39) _Hist. rom._, XXXVIII, 17.
+
+(40) Oggi ancora, secondo una corrispondenza della _Presse_ di Vienna,
+riferita nel n. 20 dell'_Israelit_ di Magonza dell'anno 1875, esistono
+nell'Yemen più di 500 mila ebrei.
+
+(41) A quest'epoca, il giudaismo salì nuovamente sopra un trono regio,
+sopra quello dei Cazari, popolo della Tartaria, ai quali eransi
+mischiati alcuni ebrei, cristiani e mussulmani. Fu senza dubbio per
+effetto del commercio crescente in quel regno, così favorevole
+all'industria e situato vicino il mar Caspio, che Balan, capo dei Cazari
+(o Cozari) si lasciò convertire al giudaismo. Da quell'istante un ebreo
+regnò costantemente per meglio di tre secoli. (SCHWAB, _Storia degli
+Ebrei_, tradotta dal prof. Pugliese. Venezia, Longo, 1870, pag. 95.
+_Cfr._ AD. NEUBAUER, Relazione al Ministro ed osservazioni del sig. Munk
+in _Journal Asiatique_, 1865, tomo I).
+
+(42) _Monumenta Histor. German. Scriptores_, VI, p. 704 e 720.
+
+(43) WÜRDTWEIN, _Nova subsidia diplomatica_, I, p. 125.
+
+(44) BEDARRIDE. Op. cit., pag. 84.
+
+(45) BASNAGE. Op. cit., libro VII, cap. 18.
+
+(46) BARTHOLOCCIUS. _Bibl. rabb._, t. III. — SALOMON BEN VIRGA, _Scevet
+Jehudà_, 5 excidium.
+
+(47) _Cfr._ DE ROSSI, _Diz. storico degli Autori Ebrei_, Parma, 1802, a.
+v. _Nassi_ e STEINSCHNEIDER, _Catalogus Libr. Hebr. in Bibl. Bodleiana_,
+col. 1515.
+
+(48) Cfr. MACAULAY, _Speeches_, vol. 6, pag. 141, 2ª ediz. Tauchnitz.
+
+(49) È innegabile che nell'età moderna lo spirito di propaganda degli
+Ebrei è completamente cessata. Pare che ora abbiano preso alla lettera
+l'insegnamento del Talmud: _Son perniciosi i proseliti agli Israeliti
+come la lebbra o come la calvizie_ (TALM. BAB., capo IV, folio 47 b. et
+alibi) sicchè si può oggi asserire che la religione mosaica è la sola,
+fra quelle professate nel mondo civile, che non si occupi di far
+proseliti. Pure oggi ancora non mancano esempî, benchè rarissimi, di
+Cristiani che abbracciano volontariamente il Giudaismo. Cooper, nelle
+sue lettere sugli Stati Uniti, parla di una società di Ebrei
+costituitasi nello Stato di Nuova York per provocare la conversione dei
+Cristiani. Se la notizia, che non vedemmo mai confermata da altre fonti,
+non è un _humbug_ americano, la fondazione di questa società è una prova
+che gli Ebrei di America non si sentono, per quanto almeno concerne
+l'eccentricità, estranei alla terra in cui vivono; perocchè possiamo
+affermare che non vi ha in Europa oggigiorno fra gli Ebrei la più
+leggiera traccia di spirito di proselitismo.
+
+(50) Anche il Rénan si è testè occupato di questo argomento in una
+conferenza da lui tenuta il 27 gennaio 1883 al Cercle Saint-Simon ed
+edita poi dal celebre editore parigino Calmann Lévy col titolo: _Le
+Judaïsme comme race et comme religion._ In questa conferenza, cui
+rimandiamo coloro che fossero vaghi di maggiori particolari
+sull'argomento, il dotto francese, dopo aver spiegato come la scienza
+delle religioni le divida in due grandi classi, _universali_ (il
+buddismo, il cristianesimo, il maomettismo) e _nazionali_ o _locali_ cui
+devono ascriversi tutte le altre, viene a mostrare come tutte le
+religioni nazionali sieno perite e come la religione ebraica,
+precorrendo per opera dei suoi profeti al Cristianesimo, abbia assunto,
+col monoteismo che ne è la caratteristica la più spiccata, forma appunto
+di religione universale. Gli Ebrei, che dalle loro profezie eran fatti
+persuasi tutti i popoli dovere col tempo convertirsi alla loro Fede,
+cercavano affrettarne la realizzazione cercando proseliti fuori della
+loro nazione. E di questo spirito di propaganda del giudaismo antico
+molti esempî reca il Rénan. Nessuno poi potrà dire di aver un'idea
+completa dell'argomento, ove non abbia letto l'importantissimo opuscolo
+del cav. Marco Mortara: _Le prosélytisme juif_. Paris, Witt. Hersheim,
+1875.
+
+(51) È innegabile che la segregazione forzata in cui gli Ebrei vennero
+tenuti fino a pochi anni addietro impedì loro sempre di confondersi
+colle popolazioni in mezzo alle quali vivevano; sicchè si può asserire
+con qualche certezza che esiste un tipo speciale al quale si possono
+conoscere gli Ebrei. Ma questo tipo è egli il tipo semita puro? Quale
+antropologo potrebbe asserirlo? Non è più ovvio il ritenere che esso sia
+più che il carattere di una razza, la risultante di speciali abitudini
+di vita, che si sarebbe perpetuata per eredità fisiologica? Ed infatti,
+non vediamo questo stesso tipo andar man mano cancellandosi negli Ebrei,
+che, vivendo nei paesi civili, finiscono coll'adottare le abitudini
+delle popolazioni fra cui si trovano, mentre si mantiene inalterato in
+Ungheria, in Polonia ed in tutti i paesi dove la minor civiltà delle
+popolazioni e la conseguente rozzezza dell'ebreo rende difficile ogni
+contatto, ogni assimilazione?
+
+(52) Usiamo la denominazione la più comunemente accettata, pur
+conoscendone l'inesattezza, per non ingolfarci in una questione
+etnografica affatto estranea al nostro argomento.
+
+(53) Ricordiamo che il Conte di Molé, famoso ministro francese dei tempi
+di Luigi Filippo, discendeva da una ebrea, la figlia di Samuel Bernard
+il banchiere di Luigi XIV, che si era battezzata per isposare il
+cancelliere Molé. Nè questa dei Molé è la sola nobile famiglia europea
+nelle cui vene sia frammisto qualche gocciolina di sangue giudaico; e,
+per non moltiplicare gli esempi, ricorderò come da famiglia ebrea
+discendesse Pier di Leone, noto antipapa del secolo XII, e come
+discendesse pure da una ebrea — la figlia del celebre generale Ventura,
+modenese — quel marchese di Trazignies, belga, che, spinto da fanatismo
+religioso e politico, venne in Italia a combattere il movimento
+nazionale nelle file dei briganti, e fatto prigioniero colle armi alla
+mano, fu, da un picchetto del 43º reggimento fanteria, fucilato in
+Isoletta li 11 novembre 1861.
+
+
+
+
+ II.
+
+ Il Talmud
+
+
+Tutti hanno udito menzionare, ed anche maledire, il _Talmud_, questo
+libro che lo storico Milman (54) chiamava: “monumento straordinario
+dell'attività umana, della intelligenza umana, e dell'umana pazzia;”
+molti certamente ignorano cosa esso sia, o ne hanno nozioni assai
+incomplete; e non vi sarebbe troppo da meravigliarsi se qualche
+semidotto credesse ancora che il _Talmud_ fosse un uomo, siccome avvenne
+a quel buon Cappuccino d'Henry de Seyne che ebbe con tutta tranquillità
+a scrivere: _Ut narrat Rabbinus Talmud_.
+
+Cercheremo, in brevi parole, di dirne quel tanto che sarà necessario per
+far chiaro ciò che dovremo dire in appresso.
+
+Fintanto che gli Ebrei rimasero nella Terra Promessa, la Legge scritta,
+il Pentateuco, fu, per essi, solo codice religioso, morale, politico.
+
+Coloro che eran chiamati ad insegnarlo ed a curarne l'osservanza, ne
+conoscevano ed applicavano, caso per caso, l'interpretazione
+tradizionale.
+
+Essi erano, a sentirli, depositari di una tradizione orale trasmessa in
+buona parte da Dio stesso a Moisè sul Sinai (_alachà lemoscè
+Missinai_) (55), da Mosè trasmessa a Giosuè, da questo agli anziani,
+dagli anziani ai profeti e dai profeti agli uomini della Grande
+Sinagoga (56).
+
+Agli Ebrei però era allora vietato di raccogliere per iscritto tale
+tradizione. Il motivo di questo divieto non è noto. Chi crede ne fosse
+causa il desiderio connaturale ai popoli orientali, siccome ci mostrano
+la storia dell'India e dell'Egitto, di concentrare in poche mani il
+monopolio della scienza (57); chi ne cerca ragione nel timore che errori
+di copisti o volontarie falsificazioni (58) producessero nuovi scismi;
+chi nel desiderio di impedire che la legge tradizionale acquistasse
+eguale autorità della scritta; S. D. Luzzatto (59) infine, pensa che
+tale divieto provenisse dall'aver, gli antichissimi dottori, voluto che
+la teoria e la pratica della religione rimanessero in buona parte
+modificabili, giusta i bisogni dei tempi, ragione per cui nulla
+scrissero e nulla permisero si scrivesse per non scemare ai posteri la
+libertà di modificare gli insegnamenti dei predecessori (60).
+
+Per quanto incredibile possa ciò sembrare a' giorni nostri, non è meno
+certo che questi insegnamenti passavano per tradizione orale dall'una
+all'altra generazione. La memoria sviluppatissima, come è noto, presso i
+popoli orientali, dovette aver parte grandissima nelle scuole
+ebraiche (61).
+
+Caduto il secondo tempio e venutane la gran dispersione degli Ebrei, i
+loro dottori compresero che ove si fosse continuato nell'antico sistema,
+la tradizione avrebbe molto probabilmente finito coll'andar dispersa.
+
+Pensarono quindi di ridurla in iscritto, e Giuda di Tiberiade,
+soprannominato il Santo, a causa della sua scienza e della purezza dei
+suoi costumi, e conosciuto anche sotto il semplice nome di _Rabbì_,
+quasi il maestro per antonomasia, compilò, nel primo quarto del terzo
+secolo, la _Mischnà_ o seconda legge (62).
+
+Che egli poi la scrivesse, come afferma il Maimonide e con lui
+moltissimi altri, o che invece egli si limitasse ad insegnarla ai suoi
+numerosi uditori, sicchè essa si tramandasse inalterata per molte
+generazioni e venisse soltanto dopo lungo tempo posta in iscritto,
+siccome vogliono con S. D. Luzzatto, il Graetz e molti altri moderni, è
+questione sulla quale non ci sentiamo da tanto di pronunciarci. Ciò che
+è certo è che la _Mischnà_ sta al Pentateuco, come il Mitri ai Veda, la
+Sunnah al Corano e che è qualche cosa di analogo alle Ῥήτραι greche,
+alla _lex non scripta_ dei Romani ed alla _Common Law_ degli Inglesi.
+
+Nella _Mischnà_ Giuda raccolse tutti i decreti, gli statuti, le sentenze
+pronunciate dai saggi, diverse massime religiose e morali, tutto ciò che
+era stato adottato durante l'epoca dei profeti dai membri della grande
+Sinagoga, tutte le ordinazioni del Sahnedrin e dei _tanaim_ (63), cioè
+dei dottori più celebri vissuti durante i due secoli anteriori, e ne
+fece un'opera divisa in sei parti principali, dette _ordini_.
+
+Ogni ordine è diviso in trattati (letteralmente: _contesti_), ogni
+trattato in capi, ogni capo in paragrafi (detti _mischnà_, nel senso più
+ristretto della parola). La prima parte od _ordine_ che dir si voglia
+intitolata _delle sementi_ tratta delle leggi dell'agricoltura e delle
+decime (64). Vi è premesso un trattato sulle benedizioni quotidiane e su
+quelle che devonsi pronunciare in varie circostanze. La seconda parte
+_delle Feste_ tratta delle cerimonie da compiersi nei giorni feriali e
+solenni. La terza: _della Donna_ o del matrimonio e dei doveri della
+famiglia. La quarta: _dei danni_, si occupa della indennità dovuta pei
+danni che si occasionano altrui ed in generale di tutto quanto si
+riferisce al giure civile ed al punitivo. Questa parte offre in
+moltissimi punti una grande analogia col diritto romano (65). A questa
+parte è aggiunto un trattato di morale che contiene una raccolta di
+sentenze morali dei padri della Sinagoga. La quinta parte tratta _della
+Santità_ e dei sacrifizi che si offrivano nel Tempio, che vi è
+minutamente descritto, e contiene inoltre i precetti sui cibi. La sesta
+verte _sulle purificazioni_ e sulla purità ed impurità legale.
+
+Lo spirito generale della _Mischnà_ trova la sua migliore espressione
+nelle parole del suo stesso redattore, che servono quasi di epigrafe
+alla intiera raccolta: “Siate tanto coscienziosi nell'adempimento dei
+piccoli precetti quanto dei grandi perchè ignorate la ricompensa che va
+annessa ad ognuno di essi. Paragonate la perdita temporale che vi
+occasiona l'adempimento di una legge, colla ricompensa celeste che vi è
+congiunta, ed il beneficio che risulta dalla trasgressione della legge
+colla pena che deve seguirla. Per evitare il peccato abbiate sempre
+presente tre cose: che al dissopra di voi vi ha un occhio che tutto
+vede, un orecchio che tutto intende, e che tutte le vostre opere sono
+scritte in un libro” (66).
+
+La _Mischnà_ ha più carattere di codice che di trattato di metafisica.
+Però essa non trascura l'occasione di inculcare quegli alti principii
+morali cui deve informarsi la stretta lettera della legge.
+Nell'esecuzione di un fatto guarda più all'intenzione che all'atto in sè
+stesso. Chi reclama un diritto, basandosi sulla lettera della legge, ma
+senza tener conto del sentimento di umanità, che dovrebbe spingerlo a
+non insistere nelle sue pretese, non è amato nè da Dio nè dagli uomini.
+Quegli invece che spontaneamente fa buon diritto agli altrui reclami,
+anche quando la legge non gliene impone l'obbligo, colui, in una parola,
+che non si ferma alla _porta della giustizia_, ma che varca la linea
+della misericordia, guadagna l'approvazione del saggio. “Gerusalemme, vi
+è detto, non andò distrutta se non perchè in essa si giudicava col rigor
+della legge” (67). Certi doveri, come, ad esempio, il rispetto ai
+genitori, la carità, l'applicazione precoce allo studio, l'ospitalità,
+il metter pace fra nemici traggono seco (68) la loro ricompensa in
+questo mondo, ma questa non è che un interesse; la vera ricompensa, il
+capitale, viene pagato nella vita futura. Nella _Mischnà_ non è parola
+dell'inferno. Oltre le pene sancite dalla legge la _Mischnà_ non
+minaccia ai peccatori che un solo castigo misterioso e formidabile
+mandato da Dio, “lo sradicamento;” è lo sterminio (_cared_) di cui già
+parla la Scrittura. Le colpe si riscattano generalmente o col
+pentimento, o colla carità, o col sagrifizio e nel giorno della
+espiazione; se gravissime, il pentimento giova soltanto a sospendere gli
+effetti dell'ira divina, ed ove esso continui sino alla morte, questa
+tutto espia. I peccati commessi contro gli uomini non sono perdonati se
+la parte offesa non riceve piena riparazione, e non si dichiari
+soddisfatta. La virtù la più alta consiste nello studio della legge,
+siccome quello che conduce all'esercizio della virtù (69). Un bastardo
+istrutto è più onorevole di un gran sacerdote che non lo sia (70).
+
+Esistono due redazioni della _Mischnà_, le quali non presentano per
+altro notevoli differenze.
+
+La _Mischnà_, la quale non contiene generalmente che la decisione finale
+della tradizione, secondo i pareri dei diversi dottori, fu naturalmente
+argomento di note, di scolii, di discussioni, nelle due accademie
+religiose di Palestina e di Babilonia. In ciascuna di queste due
+accademie si fece più tardi una raccolta di queste discussioni: queste
+raccolte, molto più voluminose della _Mischnà_ che serve loro di testo,
+presero il nome di _Ghemarà_ o complemento. La _Mischnà_ e la _Ghemarà_
+insieme unite formano il _Talmud_ (71).
+
+Per conseguenza si hanno due _Talmud_; uno frutto degli studi
+dell'Accademia di Palestina chiamato _Ghemarà_ di Gerusalemme, l'altro
+dovuto all'Accademia di Babilonia e detto _Ghemarà_ di Babilonia.
+
+La _Ghemarà_ di Gerusalemme venne redatta a Tiberiade ed ultimata
+probabilmente verso la fine del IV secolo dell'èra nostra, sotto la
+direzione di rabbi Iochanan, detto anche _bar nappachà_, ossia, figlio
+del fabbroferraio (72). Conteneva i commentarii sulle cinque prime parti
+della _Mischnà_, ma quelli risguardanti la quarta parte andarono
+perduti.
+
+Anche le altre quattro parti contengono taluni trattati incompleti.
+Questa _Ghemarà_ venne negletta, negli studii delle scuole ebree del
+medio evo. Essa subì la sorte delle Accademie, da cui aveva avuto
+origine, e che vennero ecclissate da quelle di Babilonia. Se le edizioni
+del _Talmud_ gerosolimitano sono meno buone, è perchè ancora non se ne è
+scoperto un esemplare manoscritto colla cui scorta si possano
+ristabilire i differenti brani mutilati dai copisti. Inoltre questo
+_Talmud_ offre molta difficoltà, grazie alla lingua, in cui è scritto,
+imbarbarita dalla mescolanza di molte voci greche e siriache.
+
+La _Ghemarà_ di Babilonia, la cui autorità prevalse fra gli Ebrei, venne
+redatta, in una lingua mescolata d'ebraico e d'aramaico, nel corso del
+quinto secolo, da Aschè, celebre dottore dell'Accademia di Sora (73), da
+_Ravenà_ suo discepolo e terminata l'anno 500 da rabbi Jossè. Essa è
+almeno quattro volte più voluminosa dell'altra, quantunque a noi non
+sian giunti che i commenti a trentasei dei sessantatre trattati, di cui
+si compone la _Mischnà_. Le discussioni vi sono più sviluppate, essendo
+stato chiuso più tardi. Contiene, oltre alle dispute di numerose scuole
+babilonesi, anche quelle di talune scuole di Palestina.
+
+Questa _Ghemarà_, al paro della Gerosolimitana, è composta di due parti
+principali: la parte rituale, detta _Alachà_, in cui si discorre anco
+dei riti che divennero impraticabili dopo la distruzione del tempio e
+una parte non rituale, detta _Agadà_ che contiene narrazioni, leggende,
+allegorie, proverbi, regole di vita sociale, dottrine morali e
+sentenze (74). Morale, metafisica, giurisprudenza, astronomia, medicina,
+tutte le scienze trovano luogo nel _Talmud_ (75).
+
+Le nozioni, che sopra ognuna di esse vi si leggono, sono certamente ben
+lungi dal raggiungere la perfezione, ma, a traverso gli errori
+moltissimi che danno a quel libro l'impronta dell'epoca in cui fu
+scritto, appare che, sin da allora, esisteva presso gli Ebrei il germe
+della Enciclopedia umana. E ciò è tanto vero che l'Etheridge, scrittore
+certamente non favorevole al giudaismo, si lascia scappare questa
+confessione: “Quando il Talmudismo come sistema religioso sarà
+scomparso, il _Talmud_ non cesserà perciò di essere una preziosa miniera
+di leggende divertenti e di lezioni inapprezzabili che resteranno vere
+per tutti i tempi futuri” (76).
+
+Quanti scrissero del _Talmud_ notarono il disordine con cui è redatto.
+L'_Alachà_ e l'_Agadà_ vi si incontrano promiscuamente, senza sistema nè
+ordine, sicchè un illustre scrittore disse sembrar quasi che i dottori,
+minacciati dalla dispersione, agissero come uomini che in un incendio
+salvano tutto quanto loro viene sotto mano, lasciando ad altri la cura
+di tirare più tardi il miglior partito da quanto venne sottratto alle
+fiamme (77).
+
+Questo disordine non deve recar meraviglia. Chi non sa che, malgrado gli
+sforzi di Triboniano, il Digesto abbonda in _germinationes, leges
+fugitivae, errativae?_ Gli stessi famosi capitolari di Carlo Magno, o
+meglio dei Re Franchi (_Capitula Regum Francorum_), non sono, se si
+considerano colle idee dei nostri tempi anzichè con quelle dell'epoca in
+cui vennero scritti, che una indigesta e disordinata farraggine (78).
+Eppure i Capitolari son di vari secoli posteriori al _Talmud_.
+
+Una questione importante a risolversi sarebbe quella di conoscere, se il
+disordine che tanto si lamenta nel _Talmud_, sia una ripercussione di
+quello che avrebbe sistematicamente regnato nelle discussioni delle
+accademie ebraiche; ma l'esame di tale questione ci porterebbe fuori del
+ristretto campo di questo modestissimo libercolo, sicchè contentiamoci
+di averla accennata.
+
+Il miscuglio però dell'_Agadà_ coll'_Alachà_ ci viene spiegato da un
+aneddoto che troviamo narrato nel Talmud stesso, e che ci piace riferire
+anche perchè vale a render ragione delle iperboli esagerate che spesso
+si riscontrano nel Talmud, e di cui si fecero un'arme coloro che vollero
+denigrarlo, senza tener presente l'aureo consiglio di Goëthe, che chi
+vuole comprendere un poeta deve recarsi nel paese dove egli visse. Un
+vecchio maestro, narra adunque il Talmud, accorgendosi un giorno che i
+suoi scolari sonnecchiavano durante la lezione, si interruppe d'un
+tratto per dire: “Vi fu una volta in Egitto una donna, che diede alla
+luce seicentomila uomini.” Si può di leggieri immaginare l'effetto
+prodotto da questo meraviglioso racconto. “Era, continuò tranquillamente
+il maestro, Jochebed, la madre di Mosè, il quale valeva da solo i
+seicento mila uomini d'arme che uscirono dall'Egitto”; e rieccitata in
+tal guisa l'attenzione dell'uditorio, continuò la sua lezione. Chi
+conosce l'indole immaginosa degli Orientali comprenderà come i maestri,
+per tener desta l'attenzione degli uditori, dovessero spesso ricorrere a
+tale sistema, mescolare la leggenda divertente e fantastica col precetto
+rigido e positivo.
+
+L'_Agadà_ fu spesso segno a motteggi, ed è sempre o quasi sempre di essa
+che si parla, allorquando si discorre di fantasticherie rabbiniche, o si
+scaglia contro gli Ebrei il vecchio insulto: _Lex Judaeorum, lex
+puerorum_ (79).
+
+Niun miglior giudice però dell'importanza che devesi annettere ad
+un'opera, dello stesso autore; ora nel _Talmud_ stesso troviamo questo
+giudizio che può fare apprezzare l'importanza che gli stessi rabbini
+annettevano all'_Agadà_: “Colui che la trascrive non avrà la sua parte
+nell'altro mondo, colui che la spiega sarà bruciato e colui che
+l'ascolta non riceverà ricompensa” (80).
+
+Ogni popolo ha le sue leggende, ma non accade sovente di vedere i
+contemporanei giudicarle coll'indipendenza d'opinione di cui dà prova
+questo rabbino.
+
+Ed è veramente strano il vedere che, malgrado siffatta indipendenza di
+giudizio, si sia potuto da taluno asserire che gli Ebrei di ogni paese
+si sarebbero obbligati con patto solenne ad accettare il Talmud nella
+sua integrità, a non aggiungervi ed a non togliervi una sola parola. Con
+ben maggiore ragione un illustre professore tedesco scrisse: “che i
+Talmud non hanno essenza dogmatica, che persino i risultati
+scientifico-legali sono soltanto opinioni individuali e provvisoriamente
+valevoli, che la sinagoga non li sanzionò mai, e non riconobbe mai in
+essi l'autorità di decretali riconosciute e generalmente
+valevoli.” (81).
+
+Infatti il Talmud non fu mai accettato dalla nazione, in assemblea
+generale o speciale. Le sue decisioni legali, come quelle che emanavano
+dalle più alte autorità teologiche del Giudaismo, formarono certamente
+la base della legge religiosa, la norma di tutte le decisioni future. Ma
+è probabile, per non dir certo, che egli non deve la autorità di cui
+gode, che ad una causa non prevista dai suoi stessi autori. Durante le
+persecuzioni contro gli Ebrei, che ebbero luogo nell'impero persiano
+sotto Ysdegerd II (440 d. G. C.), Peroze e Cobade, le scuole furono
+chiuse per quasi ottant'anni. Lo sviluppo permanente, continuo, della
+legge che era lo spirito del Giudaismo fu violentemente interrotto; ed
+il libro ottenne una autorità suprema, che era ben lungi dalla mente dei
+suoi autori.
+
+Ma qual sia questa autorità, ce lo dice Samuel Naghid, il dottissimo
+ebreo spagnuolo che fu nell'XI secolo segretario di un re di Granata, e
+che è autore di una introduzione al Talmud, tenuta in tanto conto dagli
+Ebrei, che forma oggidì parte integrante di tutte le edizioni del Talmud
+stesso:
+
+“Tutto quanto si trova nel Talmud, e che non abbia rapporto con la legge
+rituale dicesi _Agadà_; nè da questa devesi trarre altro insegnamento se
+non quello che persuade. È da notarsi eziandio che quello che i dottori
+fissarono essere dottrina rivelata a Mosè sul Sinai deve ritenersi come
+legge fissa ed immutabile, mentre le deduzioni da essi fatte
+coll'appoggio di commenti a testi biblici, son cose fatte a seconda
+delle esigenze, delle circostanze e delle proprie idee; per cui mentre
+devesi ritenere quanto in questi ultimi insegnamenti vi ha di
+persuadente, il resto non è cosa su cui si abbia l'obbligo di
+appoggiarsi.” Se così scrivevano gli antichi non meraviglia che con
+eguale indipendenza il rabbino Hurwiz di Londra abbia scritto nella sua
+opera _Hebrew Tales_: “Sono lungi dal sostenere che il Talmud sia un
+libro irreprensibile, sono disposto ad ammettere che contiene molte
+cose, che ogni spirito illuminato, ogni israelita pio desidererebbe non
+vi fossero mai state o vi fossero, almeno, state tolte da molto
+tempo.” (82).
+
+Se piacque dunque a taluno, dice, ben a ragione, il dottissimo
+Bedarride (83) di porre a paro le prescrizioni del _Talmud_ con quelle
+della legge di Mosè, questa dottrina non è mai stata ammessa dagli Ebrei
+siccome articolo di fede. Nelle cerimonie del culto giudaico è il
+Pentateuco che il ministro della religione presenta ai fedeli dicendo:
+“Ecco la legge che portò Mosè ai figliuoli di Israello.” Se il Talmud
+avesse formato un tutto colla legge di Mosè non si sarebbe mancato di
+unirlo a quella in siffatte funzioni.
+
+“Negli articoli di fede del Maimonide, che ottennero l'approvazione di
+tutti gli Ebrei, si legge: “Tutta la legge che è oggi nelle nostre mani
+ci è stata trasmessa da Mosè.” Anche qui evidentemente non può trattarsi
+che del solo Pentateuco.
+
+“Infine, in tutte le epoche, i più dotti rabbini si sono espressi
+liberamente sul conto del Talmud, ciò che non avrebbero osato fare se
+fosse stato parte della legge rivelata.
+
+“Così Judas Levy, che fiorì nell'undecimo secolo, dichiara nel _Cozri_,
+che vi sono nel Talmud cose che già ai suoi tempi non si sarebbero
+scritte (84).
+
+“Maimonide, nel _Morè hanevohim_, critica numerosi brani del Talmud, ed
+allorquando taluni zelanti vollero scomunicarlo, una folla di dotti
+ebrei alzò la voce per adottarne e difenderne le opinioni.
+
+“Così Aben Ezra, Giuseppe Albo, e gran numero di altri dottori che
+meritarono il nome di sapienti, pur rendendo alle tradizioni, che si
+trovano nel Talmud, il tributo di rispetto che meritano, non hanno
+esitato a dichiarare che vi si contengono cose che non è possibile
+ammettere.”
+
+Non si creda però che noi intendiamo invocare quanto siamo venuti finora
+dicendo per sostenere che dal Talmud non si può desumere un sicuro
+criterio per giudicare della moralità degli Ebrei. Lungi da noi siffatta
+idea.
+
+Volemmo soltanto dire che coloro i quali asseriscono avere gli Ebrei
+egualmente autorevole il Pentateuco ed il Talmud sono in grande errore,
+siccome errerebbe chi asserisse che, pei Cristiani, il Vangelo e la
+_Summa_ di San Tommaso hanno eguale valore.
+
+Certamente non mancan Cristiani che non curano o non comprendono i sacri
+misteri della loro fede per correr dietro alle stupide fole di Maria
+Lateau (85) come non mancano Ebrei che trascurarono quasi il Pentateuco
+e le opere sublimi dei loro filosofi, dei loro pensatori per perdersi
+nelle quisquilie del Talmud.
+
+Ma questo, ci si permetta dirlo, non prova nè contro gli Ebrei, nè
+contro i Cristiani, prova soltanto, per la millesima volta, una verità
+antica quanto il mondo: che ogni religione, come ogni nazione, come ogni
+partito conta infinito numero di... spiriti deboli.
+
+Nè gli Ebrei potrebbero non aver in gran conto questo libro, che non
+soltanto fu il legame che li tenne uniti, durante le secolari
+persecuzioni di cui furono vittime, ma che giovò eziandio a conservare
+intatta la loro fede. Nessuno infatti potrà negare che questo commento
+minuziosissimo della legge fosse incontrastabilmente utile al Giudaismo,
+come quello che lo preservò da quelle grandi discussioni religiose che
+furono cagione di tanti scismi nelle altre credenze. Le religioni che, o
+non hanno, come il Giudaismo, un codice particolareggiato, o non
+obbediscono, come il Cattolicismo, all'autorità indiscutibile di un
+Supremo Gerarca, sono naturalmente soggette a suddividersi in un numero
+infinito di chiesuole, come avvenne del Protestantesimo, e come sarebbe
+avvenuto del Giudaismo, se il Talmud non vi avesse posto riparo, a tutto
+provvedendo, e realizzando, sin dal V secolo, l'ideale di moderni
+filosofi: la libertà nell'unità. Sicchè, in questo senso, ben può dirsi
+giusta e veritiera la parola del Talmud stesso: “Dio non ingiunse ad
+Israello tante leggi e tanti precetti che per renderlo felice” (86).
+
+Il Talmud, ripetiamolo, è di somma autorità presso gli Ebrei, e noi,
+dopo aver mostrato che essi, pur avendolo e dovendolo avere in gran
+conto, apportarono nel suo studio quello spirito di libero esame, innato
+nel Giudaismo e da esso reso obbligatorio (87), che permette di
+sceverare il grano dal loglio, vogliamo ancora dimostrare due cose: che
+il Talmud non è legge di iniquità, siccome pretendono gli stolti, ma
+legge di amore, di carità, di tolleranza, e che se vi sono nel Talmud
+dei passi non pochi che contraddicono ed all'intonazione generale
+dell'opera, ed alla vera morale, ciò è facilmente spiegabile e
+giustificabile.
+
+Prima per altro di entrare nello spinoso argomento, ci si conceda una
+dichiarazione. La Chiesa Cattolica ha condannato a parecchie riprese il
+Talmud (88). Nulla di più naturale che siffatta condanna.
+
+Il Talmud, codice di una fede non cristiana, deve contenere e contiene
+massime, precetti, argomentazioni contrarie al Cristianesimo. Se
+altrimenti fosse, gli Ebrei sarebbero Cristiani e la questione sarebbe
+bella e terminata. A buon dritto adunque la Chiesa Cattolica condannava
+il Talmud siccome libro pernicioso alla Fede e noi faremmo opera stolta
+pretendendo scagionarlo da questo addebito.
+
+Ciò che vogliamo provare è che la morale del Talmud non è punto diversa,
+nè sopratutto peggiore di quella che può trovarsi in qualsivoglia opera
+umana scritta nelle identiche condizioni di tempi, di luoghi, di
+costumi; ciò che ci preme constatare, non per artificio di polemica, ma
+per omaggio alla verità è che la legge talmudica non è legge di odio
+come volgarmente si crede, e che l'Ebreo non soltanto può restarvi
+fedele rimanendo in pari tempo ottimo cittadino (89), ma attinge da esso
+quelle virtù domestiche e sociali che sono base di ogni civile
+consorzio (90).
+
+E questa avvertenza che qui facciamo, desideriamo che il signor lettore
+applichi a tutto il contesto di questo lavoruccio. Difendendo l'Ebreo,
+compiamo opera sociale, non religiosa, non sopratutto anticristiana.
+
+Fra le principalissime accuse che si vanno continuamente movendo al
+Talmud vi è quella di eccitare l'animo degli Ebrei contro i Cristiani.
+
+Chi si è fatto banditore di queste accuse? Il _Talmud_, lo sanno anche i
+bimbi, non venne mai sinora completamente tradotto, i numerosi estratti
+che se ne hanno sono per la maggior parte opere polemiche e quindi da
+accogliersi con prudente riserbo.
+
+I traduttori erano in generale o ebrei rinnegati (91) o feroci nemici
+dell'Ebraismo da una parte, o dall'altra rabbini e dotti israeliti. Una
+traduzione imparziale non abbiamo e non si avrà mai, perchè nessun
+dotto, non mosso da spirito di parte o da sentimento religioso, potrebbe
+accingersi all'improba e semi-inutile fatica.
+
+Aggiungasi a ciò che le diverse edizioni del Talmud sia per imperizia
+degli amanuensi, sia per ostacoli ed impedimenti frapposti dalle censure
+politiche ed ecclesiastiche, presentano notevoli differenze e varianti,
+sicchè il volere ristabilire il testo primitivo sembrò sino ai giorni
+nostri opera quasi impossibile (92).
+
+Infine lo stile del _Talmud_ è lungi dall'esser sempre piano e facile;
+le iperboli vi abbondano e se vi si leggono pensieri squisitamente
+gentili siccome quando per dimostrare come l'uomo sia cosmopolita dice
+che “la polve con cui fu plasmato conteneva gli atomi più delicati della
+polvere di tutto il mondo” (93) vi si trovano eziandio frasi
+siffattamente oscure da doversi ritenere inesplicabili. Queste per
+esempio: _La migliore fra le donne è una maliarda_ (94), _il miglior
+medico_ (ebreo) _va all'Inferno_ (95).
+
+Questo linguaggio figurato che domina sovente nel Talmud, e la
+confusione grandissima nella redazione di cui abbiamo tenuto parola,
+furon causa che il Talmud fosse spesse volte frainteso.
+
+Si avverta altresì che il Talmud è in gran parte composto di discussioni
+fra dottori, ognuno dei quali sostiene opposte dottrine (96). Per
+mostrare quanto sia facile per avversari di mala fede snaturare il
+concetto di un libro di siffatta natura addurrò un esempio.
+
+Nel 1879, alla Camera francese, il noto radicale Paul Bert sostenne che
+un celebre teologo e casuista francese, il padre Gury, appoggiandosi
+alla dottrina cattolica giustificava il furto.
+
+Naturalmente l'asserzione fece chiasso. Il deputato Granier di Cassagnac
+padre volle andare a fondo della cosa, e cercato il passo incriminato
+dal Bert trovò che il padre Gury, risolvendo un caso di coscienza, ha
+proposto il seguente esempio.
+
+Il pastorello Titiro credendosi condannato ingiustamente dal Tribunale
+ad una indennità verso il suo padrone, ha cercato di indennizzarsi con
+un furto segreto.
+
+Il padre Gury espone dapprima la tesi di Titiro, conchiudente alla
+liceità del compenso. Dopo ciò reca la soluzione teologica, decidendo
+che quella compensazione è illecita, e che Titiro è obbligato alla
+restituzione. Nulla di più semplice, di più retto, di più naturale. Ma
+il signor Bert si era limitato a leggere dalla tribuna testualmente la
+tesi di Titiro, tacendo la soluzione del teologo, ed attribuendo al
+padre Gury precisamente la dottrina, che il dabben prete condannava.
+
+Se questo fu possibile ai giorni nostri con un libro che come quello del
+padre Gury è scritto in una lingua accessibile a tutti e che è
+effettivamente diffusissimo, quanto più facile non sarà falsificare
+qualche brano del Talmud e fargli dire proprio il contrario di quanto
+era nell'intenzione dei compilatori?
+
+Due esempi fra mille.
+
+Si pretende che nel Talmud vi sia questo precetto: “Il migliore degli
+idolatri uccidilo.” Che il precetto manchi di carità e di tolleranza non
+vorremmo certamente negare, e dato proprio che lo si trovasse allo stato
+di precetto nel Talmud, non saremmo noi gli ultimi ad invocare i fulmini
+dell'opinione pubblica contro l'empio libro. Ma esiste proprio questa
+frase nel Talmud? Possiamo accertare che sì, e che essa si trova nel
+_Talmud_ gerosolimitano alla fine del trattato dei Kidduscin, accanto
+proprio a quella testè citata che manda i medici all'inferno, ed a molte
+altre egualmente strane e bizzarre. Molte ipotesi furono messe innanzi
+per spiegare questa frase, e l'illustre Zunz concluse che il passo debba
+intendersi così: “Il migliore degli idolatri (parlando di un ebreo) dice
+uccidilo.” Ciò che sarebbe stata semplicemente una constatazione delle
+persecuzioni di cui gli Ebrei erano fatti segno da parte dei gentili,
+divenne in bocca ai nemici del Giudaismo, un feroce appello
+all'assassinio ed allo sterminio, fatto da quello stesso libro dove è
+invece sancita la massima: “Chi alza la mano contro il prossimo,
+quand'anche non lo batta, è chiamato colpevole (97).” Del resto volere
+basare una conclusione qualsiasi su qualche brano staccato del Talmud
+sarebbe cosa impossibile. Nessun uomo imparziale vorrà dire si debba
+interpretare alla lettera un libro in cui si trovano massime come
+questa: “Chiunque pronuncia una decisione al cospetto del suo maestro
+merita la morte (98).”
+
+Un'altra accusa che si muove al _Talmud_ e che è ripetuta, con non
+ammirabile unanimità, da tutti gli scrittori antisemitici a cominciare
+dal Wolf nella sua _Biblioteca_ (99) e venendo giù giù fino agli ultimi
+libellisti, è che il Talmud insegni agli Ebrei: “Voi, voi siete degli
+uomini, ma gli altri popoli non sono tali.” Senza essere atroce come
+quello di cui ci siamo testè occupati, anche quest'altro passo sarebbe
+sufficientemente antisociale e ridicolo, sicchè si sarebbe non poco
+sorpresi di trovarlo in quello stesso libro dove sono pur scritte queste
+massime di assoluta tolleranza (100): “Un non israelita il quale si
+governi dietro la legge di Dio, acquistasi merito, niente meno di un
+sommo pontefice; imperciocchè la legge dice (101): L'uomo eseguendo le
+mie leggi si procura la vita; nè dice già i Sacerdoti, i Leviti, gli
+Israeliti, ma dice _Adam_ l'uomo.”
+
+“Benefica, o Signore, i buoni. I buoni è scritto e non gli Israeliti, i
+buoni quindi di tutte le nazioni (102).”
+
+Per chiunque sia in buona fede, basta la citazione di questi passi tanto
+chiari, tanto espliciti, per far comprendere che in quello che nega la
+qualità di uomini ai non Israeliti deve essere incorso qualche errore di
+interpretazione; e l'errore c'è, ed evidente.
+
+La proposizione che i non Israeliti non si chiamano uomini, si trova
+effettivamente nel Talmud (103), ma, isolandola dal suo contesto, la si
+riduce ad un senso che mai non ebbe nella mente di chi la dettava. Si sa
+che la legge mosaica (104) colpisce di impurità per sette giorni
+chiunque sia entrato in una abitazione ove si trovi un uomo morto. Ora
+un talmudista, volendo alleggerire questa prescrizione, disse che la era
+da ritenersi unicamente applicabile ai morti israeliti, i quali soltanto
+generavano impurità col loro contatto; i morti non israeliti non
+avendosi per gli effetti di siffatta legge a considerare siccome uomini.
+Questa opinione, tutta individuale, a proposito di una questione affatto
+bizantina, e rigettata, lo si noti, da tutti gli altri talmudisti (105),
+bastò, perchè da secoli si vada ripetendo che gli Ebrei, per obbedire al
+Talmud, devono considerare sè soli uomini ed avere in conto di bestie
+tutti i non ebrei (106).
+
+Accusa altrettanto assurda e ridicola, quanto quella che si muove al
+Cristianesimo di aver negata l'anima alle donne, per ciò solo che
+Gregorio da Tours lasciò scritto nella sua _Historia ecclesiastica_,
+come nel concilio di Macon (a. 525) un Vescovo facesse la proposta,
+respinta dai suoi colleghi, non potersi la donna chiamar uomo, nè formar
+essa parte del genere umano!
+
+Il Cristianesimo, che ha tra i suoi potissimi vanti di aver dato alla
+donna la parte che le spetta nel civile consorzio, è accusato di averle
+negata l'anima, il Talmudismo che eleva a massima il precetto: “Amato è
+l'uomo perchè fu creato ad immagine di Dio, amore straordinario gli fu
+manifestato perchè fu creato ad immagine di Dio” (107) è accusato di
+aver assimilato alle bestie la quasi totalità del genere umano.
+
+Aberrazioni dell'odio e dell'intolleranza. Per aggiungere poi un'altra
+prova della spudorata mala fede di taluni avversari degli Ebrei, e della
+supina ignoranza di altri, dirò, che allorquando oggi ancora, si
+vogliono citare i due passi del Talmud, dei quali siamo venuti sinora
+discorrendo, si suole in entrambi tradurre la parola _goim_ che vale
+idolatri o gentili, coll'altra _cristiani_, siccome fece anche poche
+settimane or sono un sedicente abate Chabauty nelle colonne
+dell'_Antisémitique_ (108). Dimostreremo ora che la parola _goim_ non
+deve mai intendersi applicata ai Cristiani ma, prima di farlo, vogliamo
+avvisare il signor Chabauty che i due passi incriminati, di cui ci siamo
+venuti sinora occupando, sono scritti entrambi nella prima metà del
+secondo secolo dell'èra nostra, in una epoca, cioè nella quale non si
+parlava ancora nè di Cristiani, nè di Cristianesimo, ed in cui le due
+religioni di Mosè e di Cristo confondevansi quasi ancora in una sola; e
+sono scritti appunto da quel Simeon ben Johai che, condannato a morte
+dalla tirannia pagana, si tenne per quattordici anni nascosto in una
+caverna, nutrendosi di erbe e di radice.
+
+Se questo sapeva il signor Chabauty, traducendo _goim_ per cristiani
+die' prova di impudente mala fede; se non lo sapeva, di supina
+ignoranza, perocchè, lasciando anche in disparte l'osservazione, certo
+non trascurabile, della poca importanza che in quell'epoca aveva il
+Cristianesimo, non occorre davvero grande acume per comprendere che se
+Simeon ben Johai si lasciò trasportare dall'odio, è ben naturale che i
+suoi strali fossero diretti agli atroci suoi persecutori e non a coloro
+che in quei tempi dividevano cogli Ebrei i dolori del martirio.
+
+Parrebbe quindi sprecata ogni parola per dimostrare che, egli almeno,
+colla parola _goim_ non potè alludere ai Cristiani (109).
+
+Siccome però questa parola, che alla lettera significa _stranieri_,
+viene usata nel Talmud, anche da scrittori ben più moderni che non sia
+Rabbi Simeon ben Johai, e non mai in senso di benevolenza, così ci
+converrà soffermarvici sopra alquanto, per dimostrare falsa e calunniosa
+l'opinione di quei nemici degli Ebrei che sostennero doversi questa
+parola tradurre con quella di cristiano.
+
+Se si ammettesse questa interpretazione sarebbe facile scavare nel
+Talmud non poche massime e sentenze dove si parla del _goi_, e farsene
+un'arma per dimostrare l'ebreo nemico delle popolazioni in mezzo a cui
+vive.
+
+Sventuratamente pei sobillatori l'interpretazione che essi vorrebbero
+dare alla parola _goi_ (plur. _goim_) non regge alla critica.
+
+Il Talmud, considerato nello spirito che lo informa, non è intollerante,
+neppur verso la idolatria: “Gli stranieri fuori di Palestina non sono
+idolatri, ma essi seguono semplicemente i costumi de' padri
+loro.” (110), e, come corollario di questa massima, l'altra:
+“L'esercizio della carità e della giustizia son le uniche condizioni che
+il Giudaismo impone per l'eterna salute” (111). Tanto meno quindi esso
+può essere intollerante verso i monoteisti a qualunque religione
+appartengano, ed effettivamente i dottori del Talmud fanno enorme
+differenza fra idolatri e monoteisti. È idolatra chiunque non rispetti i
+sette precetti imposti da Dio ai figliuoli di Mosè (112):
+
+1. Costituirsi tribunali.
+
+2. Non bestemmiare.
+
+3. Non servire ad idoli.
+
+4. Non fornicare.
+
+5. Non versare sangue.
+
+6. Non rubare.
+
+7. Non mangiar carne strappata da un animale ancora vivente.
+
+Chiunque invece ottempera a questi precetti si chiama giudeo: “Chi
+rinnega l'idolatria si chiama giudeo” (113). Precetto questo che
+basterebbe a far chiaro qual concetto di alta tolleranza abbia il
+Giudaismo per tutte le religioni monoteistiche. Basta non essere
+idolatra per meritarsi quel nome di giudeo, di cui la stolta malignità
+delle plebi fece una ingiuria, ma che è, naturalmente, la più grande
+espressione di benevolenza che si possa trovare nel Talmud. E tanto
+differenziano gli Ebrei fra idolatri e monoteisti che Maimonide, il
+massimo fra i loro filosofi, potè ridurre ad assioma il principio,
+essere il Cristianesimo e l'Islamismo mezzo di preparazione all'êra
+messiaca.
+
+Da quanto si è fin qui detto parrebbe già evidente non doversi mai in
+nessun caso la parola _goi_ applicare ai Cristiani, ma ne piace far più
+chiara siffatta dimostrazione, esaminando la questione sotto un altro
+aspetto.
+
+La _Mischnà_ annovera tra le feste dei _Goim_ le Calende ed i Saturnali.
+Ci volle davvero nel Bustorfio singolar mala fede, per tradurre nel suo
+_Lessico Talmudico_ (colonna 2043), in questa guisa le parole della
+_Mischnà_. _Haec autem sunt festa Christianorum_ (!) _Calendæ,
+Saturnalia, Quadragesima._ Che le Calende ed i Saturnali non siano state
+mai feste cristiane sanno anche i bimbi, nè vi ha chi ignori come i
+primi scrittori cristiani stigmatizzassero con santo zelo gli osceni
+riti dei saturnali pagani.
+
+Come adunque supporre che la Mischnà abbia potuto dire essere feste dei
+Cristiani quelle che notoriamente erano dai Cristiani riprovate? _Goim_,
+in questo caso come sempre, non può tradursi con _Cristiani_, ma con
+_Pagani_ o _Gentili_.
+
+Nè si obbietti che se i Saturnali o le Calende sono feste pagane, è la
+Quaresima essenzialmente cristiana; poichè a questa obbiezione si
+risponde che l'introduzione della parola _Quaresima_ in questo passo è
+un parto della immaginazione del Bustorfio, il quale non seppe, o non
+volle, trovare nella lingua greca il vocabolo misnico _Kratesein_.
+Questa festa è ritenuto dai Talmudisti essere la solennizzazione
+anniversaria del giorno in cui Roma ha preso l'impero e l'antico lessico
+talmudico, detto _Aruch_, dice essere voce greca. La voce è accorciata
+da Κρατησίμαχος vincitore in battaglia, ed indica la festa istituita in
+commemorazione di qualche solenne vittoria, qual era, per es., presso i
+Romani il giorno degli Idi di aprile, consecrato a Giove vincitore od
+alla libertà. E ben a ragione il Perengero tradusse questo vocabolo:
+_Dies_ Κρατησίμαχος, _sive memoria subjugati alicujus imperii._
+
+Spiegato per tal guisa che nel passo, citato dal Bustorfio, non si parla
+di alcuna festa cristiana, ma bensì di tre feste pagane, sarà d'uopo
+convenire che allorquando nel _Talmud_ si incontra la parola _goim_
+converrà renderla con quelle di _gentili_, _pagani_, _idolatri_, ma non
+mai con quella di _cristiani_.
+
+Ma, si dirà, sien pure gli idolatri quelli che il Talmud designa col
+nome di _goim_, non è però men vero che egli inculca l'odio ed il
+disprezzo verso di loro, ciò che è sempre contrario ai precetti di
+carità e di tolleranza.
+
+Obbiezione questa giustissima in bocca di coloro che, conoscendo i santi
+precetti del Vangelo, vorrebbero che ogni libro di ogni religione a
+quelli si informasse.
+
+Ma il Talmud non è il Vangelo, ed errerebbe a partito chi volesse
+confrontare l'uno coll'altro. Il Vangelo è, come il Pentateuco legge
+rivelata, il Talmud è legge tradizionale. Nei primi è Dio che parla, nel
+secondo è l'uomo, con tutte le sue debolezze, con tutti i suoi difetti.
+
+Ed il Talmud, non dimentichiamolo, fu composto, quando le persecuzioni,
+atroci, efferate dei Romani contro gli Ebrei, imperversavano ancora. Il
+Talmud è il libro di una gente oltraggiata nella sua fede, cacciata
+dalla sua patria, conculcata nella sua nazionalità, libro umano e non
+divino, sicchè se lascia talvolta trapelare l'odio dell'oppresso contro
+l'oppressore, non si può biasimarlo, senza involgere nello stesso
+biasimo ogni grido di dolore, ogni imprecazione che esca dal petto di
+una nazione oltraggiata, vilipesa, martirizzata.
+
+Leggiamo le opere dei primi Cristiani che ebbero comuni cogli Ebrei i
+patimenti e le sofferenze, e vediamo se, malgrado le massime di sublime
+carità, bandite dal Vangelo, non rivelano l'odio verso il Pagano
+oppressore e tiranno.
+
+Perdonare agli oppressori, lambire la mano che vi schiaccia, sono atti
+di virtù eroica, ma appunto perchè tali sarebbe assurdo il far colpa a
+chi non se ne sente capace.
+
+Ciò che importa notare è che la legge giudaica non fa espressa
+distinzione dallo israelita al non israelita (_nochrì_) in alcuna di
+quelle leggi che la giustizia e l'umanità hanno suggerite a tutti i
+popoli civilizzati. Per esempio i precetti: _Non commettere omicidio_,
+_non commettere adulterio_, _non rubare_, sono espressi in modo
+illimitato ed assoluto; e questi misfatti sono indistintamente proibiti,
+sia che si tratti di commetterli a danno di un israelita o di un non
+israelita. Ciò fu chiaramente enunciato dal rabbino Eliezer figlio di
+Natan, vivente in Magonza verso il 1140, e fratello ad un genero di
+Rascì (114).
+
+Ed anche i Talmudisti, se talvolta si lasciarono sfuggire qualche
+espressione di ira verso gli oppressori, non mancarono però di inculcare
+il perdono delle offese, una delle più sublimi fra le virtù evangeliche.
+
+“Perdona a chi ti ha maltrattato, e dà a quello che a te ha rifiutato;
+se tu cerchi di vendicarti lo rattristerai e ti pentirai del male che
+avrai fatto. Se invece tu perdoni e ti mostri liberale, te ne
+rallegrerai in ogni tempo ed in ogni momento” (115).
+
+Ed altrove:
+
+“Sii sempre pieghevole come giunco (benigno con tutti), nè essere mai
+inflessibile come un cedro (inesorabile verso chi ti offese)” (116).
+
+E più chiaramente:
+
+“Coloro che umiliati da altri non ne anelano la rivincita, che
+ingiuriati non hanno un pensiero di vendetta, la di cui religione è
+amore di Dio, che con tacita rassegnazione soffrono le sventure di
+questa vita, vengono dalla sacra scrittura designati lorchè leggiamo
+(GIUDICI, v. 31): _Quelli che amano il Signore, sieno come quando il
+sole esce fuori nella sua forza_” (117).
+
+Oppure:
+
+“Se offendesti il tuo prossimo ti sembri grave l'offesa; se facesti il
+bene, lieve il beneficio. All'incontro se il tuo prossimo ti rese un
+servizio stimalo grandissimo; se verso te si permise una ingiustizia
+dimenticala come di poco momento.
+
+“Apprendi a soffrire paziente e perdonare le ingiurie” (118).
+
+Molti poi fra i precetti talmudici, che i nemici del Giudaismo
+interpretarono come eccitamento all'odio verso i gentili, non erano in
+fatto che precetti precauzionali intesi a guarentire la vita e gli averi
+degli Ebrei, dalle popolazioni, loro infestissime, frammezzo alle quali
+vivevano.
+
+Si leggano taluni di questi precetti e si dia torto agli Ebrei di averli
+inscritti nelle loro leggi, quando si sappia, per dirne una sola, che
+una legge dei Franchi Ripuarii, non abrogata che qualche secolo dopo, da
+Lodovico il Pio, vietava, si procedesse contro un cristiano per
+qualunque delitto, l'assassinio compreso, che avesse commesso contro un
+ebreo (119)!
+
+“Non si fermi solo un israelita con un idolatra perchè sono sospetti di
+versar sangue. — Se viene a trovarsi per via, insieme ad un idolatra che
+cinga spada, se lo metta a destra; se ha il bastone in mano, se lo metta
+a sinistra. — Se salgono o scendono non sia l'idolatra di sopra e
+l'israelita sotto, e ad ogni modo se lo metta un po' a destra, mai poi
+non gli si abbassi davanti. Se gli domanda: dove vai? quando abbia
+bisogno di andare un miglio, gli dica due miglia” (120).
+
+Un esame particolareggiato del Talmud non è nell'indole di questo nostro
+lavoro, sicchè mentre non possiamo, nell'interesse degli Ebrei, che far
+voti perchè siffatto esame sia eseguito da uno scrittore veramente
+imparziale, ci limiteremo a darne qui taluni brevissimi estratti per far
+chiaro lo spirito che anima quello, che a buon diritto potrebbesi
+chiamare, il _corpus juris_ degli Ebrei.
+
+Fu detto, ed a ragione, che tutte le verità del Vangelo potrebbero
+riassumersi nel precetto: _Amate il vostro prossimo come voi stessi._
+
+Nè il fatto che questo precetto che Rabi Akivà diceva essere il più bel
+precetto della religione (121), trovisi nell'Antico Testamento (LEV.
+XIX, 20), attenua il merito grandissimo del Cristianesimo che,
+sostituendosi al Paganesimo, mise in pratica il precetto della
+scambievole benevolenza, in scala ben più larga che non avesse fatto
+prima il Giudaismo e gli diede la sanzione di un dovere religioso. Ma il
+merito del Cristianesimo non deve renderci ingiusti verso gli Ebrei che
+seppero mostrarsi degni del sacro deposito della legge che avevano
+ricevuto da Dio.
+
+Infatti nel Talmud troviamo:
+
+“Amerai il tuo prossimo come te stesso. È questa la gran legge di tutta
+la legge. Guai a chi dice: _Sono avvilito, sia avvilito anche il mio
+prossimo, sono maladetto, sia maladetto anche il mio prossimo._ Pensi
+costui chi avvilisce, chi maledice; egli avvilisce e maledice chi porta
+in sè l'immagine divina” (122).
+
+Ed altrove:
+
+“Un pagano si presentò ad Hillel (123) e gli disse:
+
+“_Io sarò ebreo, ma a questo patto; voglio che tu mi insegni tutta la
+legge in tanto tempo quanto posso tenermi ritto su d'un piede solo._
+Hillel sorride, accetta la prova, e incomincia in questo modo: Ama il
+tuo prossimo; non fare ad altri quello che a te spiacerebbe. Ecco, amico
+mio, tutta la legge. Tutte le altre prescrizioni sono una conseguenza di
+queste: va e studiale” (124).
+
+In altro luogo due rabbini discutendo sulla base della morale, e sul
+vero criterio della religione esprimono le seguenti opinioni. L'uno dice
+che tutto è fondato sul precetto dell'amore del prossimo, l'altro invece
+sulla unità della razza umana (125).
+
+Nè l'amore del prossimo, tanto filosoficamente espresso in questa ultima
+massima, è, pei Talmudisti, soltanto un precetto scritto sulla carta e
+non applicato.
+
+Ognun sa che gli odii religiosi, sempre vivi ed accaniti, lo sono tanto
+più fra differenti sètte della stessa religione; e sono pur note le
+dissensioni fra la scuola di Hillel e quella di Shamai, dissensioni che,
+per dirla colla espressione rabbinica, d'una legge sola ne facevan due.
+
+Ora ecco cosa leggiamo nel Talmud a questo proposito:
+
+“La scuola di Shamai e la scuola di Hillel, in perpetue disputazioni
+religiose l'una contro l'altra dividevano Israello in due grandi
+partiti, di cui uno parteggiava pel primo e l'altro per l'altro. Una
+scuola dichiarava immonde molte cose che l'altra voleva pure; quella
+dichiarava illegittimi i matrimoni in certi gradi di parentela, che
+questa credeva permessi. E tuttavia i due partiti e le due scuole
+vivevano comodamente insieme; non si astenevano dal mangiare l'uno in
+casa dell'altro, e legavano maritaggi gli uni cogli altri” (126).
+
+Nè questo spirito di tolleranza vien meno, allorquando si tratta di
+altre religioni. Le prove che potremmo addurre sono tali e tante che ci
+troviamo obbligati a scegliere.
+
+“La giustizia non è un retaggio particolare, non è di discendenza; solo
+i sacerdoti sono sacerdoti, solo i leviti sono leviti; chi volesse
+divenire o sacerdote o levita, non può: tutti che vogliono, possono
+divenire giusti, anche il pagano” (127).
+
+Ed a confermare il precetto coll'esempio non mancano nel Talmud leggende
+e racconti, nelle quali, idolatri sono rappresentati come specchio
+d'ogni virtù! Si legga, a cagion d'esempio, la leggenda del pagano Damo
+d'Ascalona che riferiamo fra i documenti, giovandoci della bella
+traduzione datane dal Levi, e ci si dica se, in tutte le letterature
+antiche, esiste una pagina dove un nemico, un infedele, sia ritratto con
+così splendidi colori (128).
+
+Ma la tolleranza è, checchè se ne sia detto, virtù essenzialmente
+giudaica, ed un sereno pensatore, anche ignorando il Talmud, dovrebbe
+convenire che un popolo non avrebbe potuto sopportare per secoli e
+secoli, senza trascendere a vendette e ad eccessi quella lunga serie di
+persecuzioni di cui Milman ebbe a dire “che furono le più schifose e le
+più continue che possano citarsi fra le nazioni al dissopra dello stato
+selvaggio” (129), se non avesse trovato nella propria legge il
+fondamento di ogni virtù, e non avesse succhiato col sangue il precetto
+dei suoi maestri: “Scopo principale dei religiosi precetti si e
+l'avvicinamento fra Israello e tutti gli esseri creati” (130).
+
+La carità verso i peccatori è spesso raccomandata dal Talmud. “Non
+giudicate gli altri senza mettervi al loro posto.” (131).
+
+Ed altrove:
+
+“Tre cose conducono, anzi trascinano l'uomo malgrado suo al
+male, — l'errore della idolatria, la passione e la povertà.
+
+“Meritano perciò grande compassione gl'infelici che ne sono trascinati,
+ed è dovere nostro di pregare Iddio per loro” (132).
+
+E come moralità di uno dei tanti apologhi che formicolano nel Talmud:
+
+“Il giusto non deve mai provocare la punizione di Dio sul
+colpevole” (133).
+
+Nè il Dio degli Ebrei è animato da quello spirito di crudeltà e di
+intolleranza che i nemici del Giudaismo gli prestano, per poi torcere
+contro gli Ebrei il noto detto che non Dio ha fatto l'uomo a sua
+immagine, ma che ogni uomo si foggia un Dio ad immagine sua. Mentre i
+pagani sono vinti dagli Ebrei, Dio geme e sclama:
+
+“Ebrei e pagani sono opera delle mie mani, potrei io annientare gli uni
+per far trionfare gli altri?” (134).
+
+Ed altrove:
+
+“Il Signore così protestava a Mosè: Ebreo o gentile, uomo o donna, servo
+o libero, tutti sono eguali per me; ogni buona opera è accompagnata dal
+premio” (135).
+
+E questo principio si riscontra, ad ogni pie' sospinto, nel Talmud.
+
+“Giuro pel cielo e per la terra, risponde un dottore, che ebreo od
+idolatra, uomo o donna, schiavo o ancella, tutti sono giudicati secondo
+le loro opere e su tutti può scendere lo spirito divino” (136).
+
+E questo giuramento, monumento insigne di tolleranza, e quale
+difficilmente si troverebbe nei codici religiosi di altre nazioni,
+trovasi ripetuto nel _Tanà Devè Eliau_, libro antichissimo dei tempi
+talmudici, e così autorevole presso gli Ebrei che la pietosa leggenda lo
+attribuisce al profeta Elia.
+
+Nè, checchè siasi preteso in contrario, questo spirito di tolleranza
+venne meno negli Ebrei moderni.
+
+Un illustre rabbino italiano del secolo XVII scrive:
+
+“..... E dicono i Rabbini che honorar similmente si deve ogni Vecchio,
+ben che non sia Hebreo, come Cittadino del mondo di molto tempo, che ha
+passato molti avenimenti et in conseguenza per esperienza saggio; da
+Giobbe, cap. 12. _In antiquis est sapientia et in multo tempore
+prudentia_” (137).
+
+Un altro italiano, S. D. Luzzatto, è autore di queste parole che noi
+vorremmo seriamente meditate da coloro, che, non sappiamo per quali
+satanici intenti, si sforzano a metter zizzania fra Cristiani ed Ebrei:
+“Chi volesse confutarli [gli scrittori che presero a difendere il
+Cristianesimo], quand'anche lo facesse per difendere il Giudaismo,
+commetterebbe una immorale azione, poichè contribuirebbe ad immergere
+molta parte dell'umana società nella irreligione, essendo quasi
+impossibile che le nazioni nate fuori dal Giudaismo lo abbraccino... Che
+se taluno poi pensasse a confutare gli apologisti del Cristianesimo
+coll'idea di guarentire i suoi correligionari dalla seduzione dei loro
+scritti, il suo procedere non cesserebbe di esser men che onesto,
+siccome quello che nuocerebbe a milioni per giovare ad uno o due” (138).
+
+A queste parole di stragrande importanza, e pel valore dell'uomo che le
+dettava, che fu può dirsi il maestro di tutti i Rabbini oggi viventi in
+Italia, e per essere scritte in una lettera particolare, non destinata a
+veder la luce, tanto che rimase inedita per ben quarant'anni, fanno
+degno riscontro le seguenti del venerando M. Isidore, gran Rabbino di
+Francia.
+
+“La Religione..... non ha che una missione, quella di raccomandare la
+concordia e la giustizia e benedire gli uomini di cuore a qualunque
+culto appartengano, nessuno essa eccettua ed a tutti richiede
+annegazione e sincerità” (139).
+
+Ad un accanito nemico degli Ebrei, a Paolo Medici, autore di un libro
+scritto espressamente per provocare l'odio ed il disprezzo contro gli
+Ebrei (140), la verità strappa queste due preziose confessioni che
+mostrano, al paro dei passi da noi citati, lo spirito di tolleranza del
+Giudaismo.
+
+“Nella formola della confessione degli Ebrei in cui chiedono
+l'assoluzione dei loro peccati è fra gli altri annoverato il seguente:
+abbiamo altri in abbominazione” (141).
+
+Locchè ci pare provi che se gli Ebrei nutrono odio contro chicchessia, e
+questo accade naturalmente anche a loro, perchè non sono migliori degli
+altri uomini, la loro religione però li obbliga ad accusarsene come di
+un peccato.
+
+E lo stesso Medici ci reca la seguente prova dello spirito di tolleranza
+de' Rabbini:
+
+“Nel trattato Tahamit, cap. 4 (142), prescrivono i Rabbini e dicono che
+se alcuno vuol digiunare, digiuni il lunedì, il martedì, il mercoledì o
+il giovedì, non mai però il venerdì, il sabbato o la domenica... La
+causa perchè non digiunano la Domenica, dice nello stesso luogo Rabbi
+Jochanan, per amor di Cristiani” (143).
+
+Ogni spirito imparziale converrà, che non è possibile dar prova maggiore
+di tolleranza che vietare ai seguaci di una religione di far penitenza
+in un dato giorno, per ciò soltanto che, in quel giorno, i seguaci di
+un'altra religione celebrano la loro festa.
+
+Se il _Talmud_ è, come abbiamo dimostrato, legge di tolleranza, esso,
+seguendo il precetto del salmista (XXXIV, 15) “_Ritratti dal male e fa
+il bene_” è anche legge di carità e si informa a quella universale pietà
+ed umanità che formarono in ogni secolo la gloria degli Israeliti. I
+Siri dopo una battaglia perduta, dicono al proprio Re: _noi abbiamo
+udito dire che i Re della casa d'Israele sono Re benigni_ (144). I
+Talmudisti dicono: “Gli Ebrei si distinguono per tre caratteri: essi,
+cioè, sono pietosi, verecondi e beneficienti” (145); ed altrove: “Chi
+non ha pietà non è della stirpe d'Abramo” (146).
+
+Ed in altro luogo: “Caratteristica dei discendenti di Abramo è la pietà
+verso tutti gli esseri creati” (147).
+
+Ed estendendo lo spirito di beneficenza anche ai non israeliti: “Per
+conservare l'unione e l'armonia che devono regnare fra tutti i membri
+della famiglia umana è prescritto di nutrire i poveri idolatri al paro
+dei poveri israeliti, di visitare i malati idolatri al pari dei malati
+israeliti, di rendere gli estremi uffici tanto agli idolatri morti,
+quanto agli israeliti” (148).
+
+Ed il Modena constata come questo spirito di carità fosse ancor vivo
+negli Ebrei dei suoi tempi: “Hanno anco tanto per opera pia il dare
+elemosina, e sovvenir ogni misero, benchè non sia Hebreo; in particolare
+a quelli delle città, e luoghi dove abitano; come cosa propria della
+pietà humana indifferentemente et espressamente lo raccontano i
+Rabini” (149).
+
+Di questo spirito di carità presso gli Ebrei rende splendida
+testimonianza un autore non sospetto, l'illustre De-Gerando con queste
+parole: “Tanta è la forza della legislazione biblica sulla carità, che
+essa ha conservato tutti i suoi effetti attraverso alle vicissitudini
+che ha subito questo popolo da tanti secoli. Qualunque siano state le
+sue disgrazie, fuggitivo, sparpagliato, perseguitato, non si è punto
+visto i suoi figli ricorrere alla carità pubblica. Anche là dove i
+diritti civili gli sono stati negati, là dove egli si trovava escluso
+dai principali rami di industria e dalla facoltà di possedere degli
+immobili, egli ha trovato nella comunità religiosa e morale, che unisce
+tutti i membri, dei mezzi sufficienti per sovvenire a' bisogni di quelli
+fra essi che non poterono sussistere coi loro proprii mezzi” (150).
+
+Ed oggi ancora uno dei più illustri letterati e pensatori francesi,
+Maxime du Camp, in un notevole lavoro sulla carità (151) può scrivere
+senza tema di essere smentito queste parole:
+
+“Ho molto viaggiato, e molto osservato, e non ho trovato in nessun luogo
+razza più benefaciente e più soccorrevole della razza ebraica.”
+
+Dopo un pensatore un romanziere, ed un romanziere alla moda, Ernest
+Dandet che nel suo _Jack_ scrive:
+
+“Quando un ebreo si mette ad esser generoso la sua carità è
+inesauribile.”
+
+Se dal frutto si giudica l'albero, da questi concordi giudizi sarà
+agevole argomentare quali sieno le dottrine giudaiche in materia di
+beneficenza. Ci piace però raccogliere anche su questo argomento talune
+sentenze talmudiche e non ci sarà difficile raccoglierne nelle opere di
+quei dottori che avevan per massima: “Fine della sapienza, esser la
+penitenza e le buone opere” (152), e che dicevano “lo stesso povero che
+vive di elemosina non esser dispensato dalle opere di carità” (153), e
+che insegnavano “principio della divina legge esser la carità; fine la
+carità” (154).
+
+Ed ecco taluni precetti sull'argomento: “Tieni la tua casa a chiunque
+aperta e sien i poveri tuoi famigliari” (155). — “Val più la carità che
+la beneficenza” (156). — “Amare l'umanità equivale ad amar
+Dio (157).” — “Quattro caratteri vi sono nella beneficenza. Chi dà
+volentieri, ma non vuole che altri dia, è geloso de' meriti altrui. Chi
+vuol ch'altri dieno, ma egli stesso non dà, è avaro. Chi dà del suo e
+vuole ch'altri dieno, è uomo pio. Chi non dà, nè vuole ch'altri dieno, è
+malvagio” (158).
+
+Si noti però che mentre il Talmud eccita il ricco alla beneficenza,
+eccita il povero al lavoro dicendogli: “L'uomo che è mantenuto
+foss'anche dal padre, fosse anche dalla madre e dai figliuoli suoi, non
+prova mai l'ineffabile compiacenza di chi si mantiene colle proprie
+fatiche” (159) e dipingendogli la sorte dell'uomo che vive dell'altrui
+beneficenza usa queste parole che rammentano i famosi versi del nostro
+Dante:
+
+“Quand'uno trovasi costretto a ricorrere all'altrui beneficenza, egli è
+come fosse condannato a due supplizi, a quello del fuoco e a quello
+dell'acqua” (160).
+
+E perciò il Talmud contiene consigli di previdenza così saggia, che
+nessun economista moderno sdegnerebbe di firmare; questo, per esempio:
+“Ti costruisci prima una casa, acquista qualche terreno, coltivalo e
+quindi pensa ad ammogliarti” (161).
+
+Ma ogni legge sulla beneficenza sarebbe incompleta e manchevole, se non
+consigliasse più il soccorso che permette all'infelice di rialzarsi,
+mercè la propria attività, che la elemosina pura e semplice, che abbassa
+il carattere di chi la riceve. Come non plaudire quindi a questo
+precetto talmudico: “Ha maggior merito chi presta che chi dona”? (162).
+
+E dopo essersi dato tanto pensiero per inculcare la beneficenza,
+provvedono i dottori del Talmud ad impedire, per quanto sta in loro, che
+i malvagi sfruttino la beneficenza dei pii: “Chi non abbisognando di
+vivere di elemosina, pur la riceve, non morrà di vecchiaia se pria non
+sia stato ridotto alla stringente necessità d'implorare l'altrui
+beneficenza. D'altro canto, chi oppresso dalla miseria fa ogni onorato
+sforzo per non accattare il suo pane, perverrà prima di morire a nutrire
+egli stesso degli sventurati co' suoi averi. È di lui che disse Geremia
+(XVII, 7) _Benedetto l'uomo che si confida nel Signore e la cui
+confidenza è il Signore_” (163).
+
+In questo stesso Talmud, tanto calunniato, si trovano, con grandissima
+meraviglia, trattate e risolute questioni che nel XIX secolo preoccupano
+ancora lo spirito pubblico.
+
+La questione della pena di morte vi è esaminata (164).
+
+“Se un tribunale, vi si legge, pronunzia ogni sette anni una sentenza
+capitale, si ha il diritto di chiamarlo crudele. Esso merita questo
+rimprovero, dice Rabi Eleazzaro, anche se pronuncia una condanna di
+morte ogni settanta anni. Se noi avessimo fatto parte del gran tribunale
+(aggiungono Rabbi Tarfon e Akivà), mai nessun uomo sarebbe stato
+condannato a morte.
+
+“Questo sarebbe, dice un ultimo rabbino, causa che i delitti di sangue
+si farebbero frequenti in Israello” (165). È a questo stesso Talmud, a
+questo stesso libro ove sta scritto _anche al reo scegli una morte
+dolce_ (166) che si è ispirato uno scrittore ebreo dell'XI secolo, Giuda
+Levi, per scrivere queste parole che nessun moderno criminalista
+respingerebbe.
+
+L'opera è in forma di dialogo tra un re _Cosri_ ed un Ebreo che
+rappresenta le opinioni dell'autore:
+
+“_Cosri._ Le pene imposte pei reati sono forse fissate dalla legge dove
+è detto: Occhio per occhio, dente per dente. Ciò che un uomo ha fatto di
+male ad un altro, deve a sua volta soffrirlo?
+
+“_L'Ebreo._ Non è detto nello stesso luogo: Chi avrà ucciso una giumenta
+la pagherà o la compenserà. Vita per vita. Chi colpirà un animale lo
+prenderà e lo pagherà?
+
+“Questi due casi intendonsi del pagamento del prezzo, perchè ciò non
+vuol dire: Se qualcheduno ha ferito il tuo cavallo, tu ferisci il suo;
+ma bensì: Prendi il suo cavallo e pagati. Difatti non vi sarebbe per te
+nessun vantaggio a colpire il cavallo. Così se qualcuno ti taglia la
+mano, non è detto tagliagli a tua volta la mano, perchè non vi sarebbe
+per te nessun vantaggio a tagliargli la mano. È inutile far notare tutto
+ciò che vi sarebbe di contrario alla giustizia ed alla sana ragione in
+sentenze pronunziate sulla base del principio: frattura per frattura,
+ferita per ferita, cattiveria per cattiveria. Difatti come potremmo noi
+misurare, graduare esattamente tali cose; uno, per caso, muore in
+conseguenza d'una ferita ed un altro no. Possiamo noi essere giudici
+esatti del più e del meno? Strapperemo noi un occhio tanto a chi ne ha
+uno solo come a chi ne ha due? Così uno diverrebbe cieco, l'altro
+soltanto monocolo. La legge dice: l'uomo sopporterà le conseguenze del
+male che ha fatto” (167).
+
+Le dottrine giuridiche del Talmud meriterebbero, del resto, da sole,
+l'onore di uno speciale volume. “Quando è, dice un dottore, che
+giustizia e benevolenza s'incontrano? Allorquando due litiganti vengono
+ad un accomodamento pacifico.” Legislatori che tanto prediligevano la
+conciliazione, non potevano dimenticarsi di reprimere l'avidità di
+coloro che, troppo spesso, spiegano dinanzi ai tribunali azioni
+temerarie. “Chi esige ciò che non gli spetta, nonchè veder frustrate le
+ingiuste sue richieste perde pure ciò che di fatto possiede” (168). Le
+più minuziose raccomandazioni sono fatte ai giudici, perchè non si
+lascino in nessun modo influenzare da nessuna delle due parti
+contendenti: “Non ti costituir giudice, nè del tuo amico, nè del tuo
+nemico, poichè nel primo non sapresti ravvisare la colpa, nel secondo
+l'innocenza” (169). Il precetto del Levitico (XIX, 15): _Non aver
+riguardo alla qualità del povero_, vi è ampiamente sviluppato, e, mentre
+da un lato si impiega ogni mezzo per impedire che il giudice faccia
+traboccare la bilancia della giustizia a pro del ricco, gli si
+raccomanda poi di non lasciarsi vincere dalla compassione verso il
+povero a scapito della giustizia.
+
+Si direbbe che il motto di Lessing “bisogna esser giusti anche col
+diavolo,” sia il compendio delle dottrine talmudiche; e se,
+sventuratamente per la magistratura francese, il famoso motto: _“La Cour
+rend des arrêts et non des services”_ non venne mai pronunciato (170), i
+giudici del Talmud si ispirano ad un principio di giustizia ancor più
+completo: _I Tribunali non rendono servigio ai potenti e non beneficano
+gl'indigenti_. Il fatto solo del resto che il legislatore abbia creduto
+necessario moltiplicare i precetti per mettere in guardia i giudici
+contro gli impulsi del cuore, troppo facile a favorire l'indigente a
+danno del ricco ed a scapito della giustizia, mostra di qual tempra
+fossero, in quei tempi, i giudici in Israello.
+
+Nè men bella è la disposizione talmudica che mentre eccettua talune
+classi di persone dal deporre in giudizio, dispone poi che tutti
+indistintamente possano esser sentiti nelle cause criminali, ma
+unicamente come testi a difesa. Le stesse formalità di cui è circondata
+la pena di morte, che vedemmo del resto eseguirsi assai di rado,
+mostrano quanto rispetto, anco in quelle epoche di ferrea
+giurisprudenza, avessero i dottori del Talmud per la vita umana.
+
+Prima di lasciare questo argomento ci si permetta notare un'altra
+disposizione del Talmud, che mostra quanto quei dottori avessero
+nettamente tracciata la distinzione tra la legge religiosa e la civile.
+I Tribunali non potranno costringere chicchessia all'osservanza di un
+precetto affermativo, quando la legge divina abbia sancito un premio per
+l'osservanza di tale precetto.
+
+E, come nelle dottrine giuridiche, così anche nelle sociali, il _Talmud_
+precorreva i tempi. Nessun libro, crediamo, del medio-evo, inculca ed
+esalta tanto i beneficii dell'istruzione quanto il _Talmud_.
+
+Se la bella massima del Salmista, che la sapienza cristiana volle sempre
+sotto gli occhi degli studiosi: _Initium sapientiae timor Domini_ non è
+espressamente scritta nel _Talmud_ vi è in compenso quest'altra, prova
+dell'infinita tolleranza dei Talmudisti anche in materia di dottrina;
+“Chiunque pronuncia qualche sapiente parola, anche se idolatra, è sempre
+savio” (171).
+
+Frequentissime sono nel _Talmud_ massime come questa: “Chi istruisce il
+compagno sarà ben accolto nel cielo. — Chi istruisce la plebe, la sua
+preghiera sarà sì potente, da volgere in suo favore i divini
+giudizi” (172).
+
+Oppure: “Chi istruisce le masse ha ugual merito di chi offre
+sacrifizi” (173).
+
+E quest'altra, in cui all'amore dell'istruzione si congiunge il
+sentimento della vera democrazia: “Curate l'istruzione dei poveri, che
+da essi sorgeranno i veri cultori della scienza. Perchè ordinariamente i
+dotti escono di mezzo a loro? Perchè non si creda che la scienza sia
+un'eredità” (174).
+
+Nè l'istruzione deve essere soltanto religiosa, ma anco professionale.
+“Come è dovere del padre di istruire il figlio nella religione, così
+egli è obbligato a fargli apprendere una professione. Chi non fa
+apprendere a suo figlio una professione è come se lo indirizzasse per la
+via dell'assassinio” (175).
+
+E, cosa strana, pel libro di una religione che fu accusata di trascurare
+la donna, non mancano nemmeno, nel _Talmud_, precetti per raccomandare
+l'istruzione della donna: “Ogni uomo è obbligato ad insegnare la legge a
+sua figlia” (176).
+
+Del resto se la parte assegnata alla donna nel mondo giudaico non è al
+tutto conforme alle idee del nostro secolo, sarebbe ingiustizia il
+negare che il Talmud curò con ogni mezzo di rinserrare i vincoli di
+famiglia, di innalzare la dignità morale della donna. Valgano queste
+massime a dimostrarlo.
+
+“Dicono i savii, chi ama la propria moglie come se stesso, e la onora
+più che se stesso, e chi indirizza i suoi figli e le sue figlie nella
+via retta, e colloca questi quando sono giunti all'età del matrimonio,
+di lui è detto: e riconoscerai che è pace nella sua tenda” (177).
+
+“Chi ripudia la sua prima moglie, persino l'altare versa su di lui
+lagrime” (178).
+
+“Sempre dee esser l'uomo attento di non addolorar sua moglie perchè le
+sue lagrime essendo pronte, anche la pena è pronta.
+
+“Sempre deve essere l'uomo attento di onorare sua moglie, perchè la
+benedizione non si trova in casa dell'uomo che in grazia della
+moglie” (179).
+
+“Per merito delle donne pie furon liberati gli Ebrei dall'Egitto” (180).
+
+“Augusta ricompensa serba Dio alla donna. Rav diceva a Rabì Hiyà, grande
+è il merito della donna, comecchè dessa sparga i primi più efficaci semi
+della religiosa educazione nei teneri petti de' fanciulli, dessa
+accuratamente veglia alle domestiche cose, mentre il marito s'occupa
+degli affari e degli studi religiosi” (181).
+
+“L'uomo deve nutrirsi d'alimenti che sieno al dissotto della sua
+fortuna, vestirsi come la sua fortuna gli consente, ma provvedere ai
+bisogni di sua moglie e dei suoi figli al dissopra della sua fortuna,
+perocchè questi ultimi dipendano da lui, egli dal Creatore
+dell'Universo” (182).
+
+“Se la tua sposa è di bassa statura, e tu ti china per udirne il
+parere” (183).
+
+“Ogni perdita può ripararsi, eccetto che quella della donna del nostro
+cuore. Il marito non muore che per sua moglie, e la donna che per suo
+marito” (184).
+
+Il Talmud del resto non è estraneo a nessuno di quei gentili sentimenti
+dei quali la età nostra sembra reclamare il privilegio.
+
+Fin dal XVI secolo il già citato Modena scriveva:
+
+“Per effetto di pietà si guardano molto anco di non tormentare, nè
+maltrattare, nè far morire crudelmente niun animale irrationale, e da
+che tutte son cose create da Dio, dalle parole del Salm. 144. _Et
+miserationes eius super omnia opera eius_” (185).
+
+Ed infatti non mancano nel Talmud precetti che sembrano articoli
+staccati dal regolamento di qualche moderna società zoofila, e che
+farebbero balzare dalla gioia il cuore di qualunque vecchia pulzellona
+protestante di Londra e di Boston:
+
+“È proibito all'uomo di prendere alcun cibo, sino a che non abbia dato
+da mangiare ai suoi animali” (186).
+
+“Il divieto di maltrattare gli animali è divieto della divina
+legge” (187).
+
+“Deve l'uomo tenere per buon augurio, il vedere le proprie bestie
+mangiare e saziarsi” (188).
+
+E chiudo questa, troppo lunga, serie di citazioni con questa altra, che
+basta da sola a provare, il concetto dell'uguaglianza degli uomini
+dinanzi a Dio non essere monopolio esclusivo di nessuna religione:
+
+“Presso di noi, il povero è spesso respinto mentre il ricco è ascoltato.
+Ma dinanzi a Dio tutti gli uomini sono eguali; egli ascolta i ricchi ed
+i poveri, le donne e gli schiavi” (189).
+
+Altre citazioni non faremo, perchè queste bastano a dare un'idea esatta
+del _Talmud_ a quelli che non apportano nessuna idea preconcetta
+nell'esame delle questioni.
+
+Quanto agli altri, anco se moltiplicassimo queste citazioni
+all'infinito, non mancherebbero di opporci che abbiam citato i brani del
+_Talmud_ che fanno onore a chi li scrisse, ed abbiamo taciuto gli altri.
+
+E certamente, lo abbiamo già detto, lo ripeteremo, e lo grideremmo,
+occorrendo, anche sopra i muricciuoli, vi sono nel _Talmud_ dei brani
+che sono lungi dal deporre in favore di coloro che li dettarono.
+
+Ma prima di tutto convien osservare che essi si trovano in quella parte
+del _Talmud_ che dicesi _Agadà_ e che non è obbligatoria per gli
+Ebrei (190).
+
+Ma, dato pure e non concesso, che l'_Halahà_, cioè quella parte del
+_Talmud_ che racchiude le prescrizioni rituali, contenesse qualche
+precetto che non fosse intieramente in armonia colle idee larghe e
+liberali del secolo, ogni uomo veramente imparziale dovrebbe incolparne,
+più che gli autori del _Talmud_, i tempi e le condizioni, in cui
+scrissero.
+
+Ciò che ogni Cristiano, ogni uomo ha il diritto di conoscere, sono i
+criteri coi quali gli Ebrei d'oggigiorno applicano il _Talmud_, e questi
+criteri ce li dà il più illustre Rabbino italiano del nostro secolo, il
+più volte citato prof. S. D. Luzzatto, di Padova.
+
+“Del resto qualunque proposizione e qualunque racconto, che potessero
+trovarsi nel _Talmud_ o negli altri scritti talmudici, i quali fossero
+in opposizione coi sentimenti di universale umanità e giustizia,
+insinuati dalla natura egualmente e dalla Sacra Scrittura, debbono
+riguardarsi non già come dettami della Religione, e nemmeno della
+Tradizione, ma siccome sgraziati suggerimenti delle calamitose
+circostanze e delle pubbliche e private vessazioni e sevizie cui gli
+Ebrei andavano esposti nei secoli di barbarie” (191).
+
+Riassumendo tutto quanto siam venuti dicendo, concluderemo:
+
+1º Il complesso delle dottrine del _Talmud_ è ispirato a principii di
+tolleranza, carità ed amore;
+
+2º Vi si riscontrano per altro dei brani, frutto di opinioni
+individuali, che ripugnano ai principii moderni.
+
+3º Questi brani sono rigettati dagli Ebrei moderni, siccome il portato
+naturale delle condizioni di altri tempi; sicchè sarebbe altrettanto
+vano ed odioso far colpa ad essi di siffatte teorie, che solennemente
+ripudiano, quanto far colpa alla Chiesa Cattolica di certi brani del
+Molina, dell'Escobar e del Sanchez o delle espettorazioni stupide e
+calunniose di quel sacerdote Rohling, di cui, sormontando il ribrezzo
+che ispirano i rettili, dovremo occuparci più tardi.
+
+Non faccia poi meraviglia il vedere che non abbiamo parlato dell'accusa
+che si muove al _Talmud_ di eccitare gli Ebrei a frodare coloro che non
+professano la fede mosaica, questo argomento si connette tanto
+strettamente all'altro dell'usura che assieme li verremo svolgendo nel
+futuro capitolo; paghi per ora di por fine a questo, con un'ultima
+citazione, che ci pare abbastanza espressiva: “Chi commette ingiustizia
+verso il forestiero è come la commettesse verso Dio” (192).
+
+(54) _History of cristianyty from the birt of Christ to the extinction
+of paganism by Dan H.H. Milmann._
+
+(55) Lo stesso fatto si ripete per le tradizioni che servono di
+spiegazione al Zend-Avesta e che si fanno risalire allo stesso
+Zoroastro. (Cfr. SPIEGEL, _Erân_, pag. 365). Nella letteratura indiana i
+nomi degli autori dei principali _Upanishads_ sono del paro sconosciuti.
+“E deve essere così, nota l'illustre Max Müller, per questa sorta di
+opere; perocchè contengono trattati sulle più elevate questioni, i quali
+perderebbero ogni autorità se fossero presentati agli occhi del popolo
+come opera dell'immaginazione di un uomo.” (_History of ancient sanskrit
+literature_, ed. 2, pag. 327).
+
+(56) AVOD, capo I, § 1.
+
+(57) Questi, a nostro subordinato parere, dimenticano che il monopolio
+dello studio della legge non è, e non fu mai nell'indole della religione
+mosaica. Nei tempi biblici, sacerdoti e leviti non formarono mai una
+casta privilegiata — _Lex major sacerdotio_ — ma costituivano la parte
+più dipendente e meno provveduta di tutta la nazione: “_Tu non avrai
+alcuna eredità nella terra loro e non avrai parte fra loro_” (NUM.
+XVIII, 20). Moltissimi profeti e dottori non appartenevano a caste
+sacerdotali o levitiche ma uscivano dalle infime classi del popolo. Nei
+tempi talmudici poi, la maggior parte dei più eminenti dottori non
+furono che umili artigiani: fabbricanti di tende o di sandali,
+tessitori, falegnami, conciatori, fornai, cuochi. Un presidente
+dell'accademia nominato in luogo di un altro, che era stato deposto per
+la sua insolenza, venne trovato da coloro che si recavano ad
+annunziargli la sua elezione, nero e sudicio fra i suoi mucchi di
+carbone; nè di ciò potrà meravigliarsi chi sappia essere scritto nel
+Talmud: “_È bella la scienza religiosa accoppiata al lavoro; congiunti
+insieme salvano dal peccato. Scienza religiosa senza lavoro si perde e
+mena al male._”
+
+(58) Gli Ebrei non sarebbero stati i soli fra i popoli orientali a
+diffidare dei commentatori. È notevolissimo su di essi, questo giudizio
+che ci vien proprio dalla terra classica dei commentatori: “Quello che è
+troppo oscuro lo tralasciano, e ti dicono: è cosa chiara; nelle cose
+chiare si perdono in infinite lungaggini, con gran paroloni, con molte
+chiacchiere che non fanno al caso, causano confusione a chi li sente:
+insomma tutti i commentatori imbrogliano le cose.” Così Bhojatâjâ nel
+commento al Pâtanjalam yogasutram (_The yoga aphorisms_, Calcutta, 1851,
+Bibl. Indica).
+
+(59) _Israelitischen Annalen_ del dott. JOST, anno 3º, vol. I, pag. 143
+et _alibi_.
+
+(60) È un fatto costante l'antipatia degli Ebrei per le leggi
+codificate. Anche il Talmud, come vedremo, è ben lungi dall'aver forma
+di legge; è una raccolta di discussioni e non più, sicchè si può dire
+che il primo a dar forma di codice alla tradizione presso gli Ebrei,
+fosse il Maimonide, che del resto fu perciò aspramente criticato da
+molti ed anche ai nostri giorni da S. D. Luzzatto. (V. _Israelitischen
+Annalen_ di JOST, Francoforte s. M. Anno III, 1841, pag. 21 e 22). Se un
+giorno potrà stabilirsi che il divieto di scrivere la tradizione presso
+gli Ebrei, proveniva dal desiderio di lasciar aperta la porta a continue
+modificazioni della legge orale, senza scemarne il prestigio, sarà
+curioso trovare, in tanta differenza di tempi e di costumi, presso gli
+Ebrei, lo stesso sentimento che impedisce agli inglesi di codificare la
+loro costituzione, sicchè mantenendosi fedeli al loro vecchio adagio
+_Nolimus leges Angliae mutari_ camminano pur sempre alla testa di ogni
+_vero_ progresso politico. Ed a questo proposito giovi, per completare
+il parallelo, far notare che l'assioma talmudico, _la consuetudine
+sradica la legge_, (TALMUD GEROSOL., _Bavà Mezià_, capo VII in
+principio) è massima sempre viva in Inghilterra.
+
+(61) Lo stesso accade agli Indiani: una parte della loro letteratura non
+fu conservata che per tradizione orale: “Non si può farsi un'idea, dice
+Max Müller (_Op. cit._, pag. 501), delle potenti facoltà che acquista la
+memoria in un organismo sociale tanto differente dal nostro, quanto i
+_Parishad_ indiani lo sono dalle nostre Università. La forza della
+memoria, quale noi la vediamo e l'intendiamo, mostra come le nozioni che
+noi abbiamo dei limiti di questa facoltà siano del tutto arbitrarie. La
+nostra memoria fu da tempo remotissimo sistematicamente indebolita. Oggi
+ancora che i manoscritti non sono nè rari, nè cari, i giovani bramini
+non apprendono i canti dei Veda, i Brâhmana ed i Sutra se non per
+tradizione orale e mandandoli a memoria.” A queste osservazioni
+dell'illustre professore di Oxford aggiungeremo che oggi ancora nei
+paesi dove gli Ebrei studiano il Talmud non è difficile trovare
+giovanetti che lo sanno quasi intieramente a memoria, sicchè possono a
+prima vista trovare, in quella immensa e disordinata farraggine, il
+brano che da loro si richiede; sei o sette anni or sono tutti i giornali
+parlarono di un giovane ebreo di 25 anni, David Rosenfeld, di Minsk in
+Russia, che non soltanto sapeva tutto il _Talmud_ a memoria e poteva
+indicare in qual pagina si trovasse ogni frase che gli si accennava, ma
+aveva nello stesso modo presenti alla memoria i due vasti commentarii di
+quell'opera: _Rascì_ e _Tossafot_. Ciò del resto non deve far meraviglia
+allorquando si pensa che nella Legge di Mosè sta scritto: “Tu li
+ripeterai ai tuoi figliuoli, e ne parlerai con essi, stando in casa,
+camminando per la via e coricandoti ed alzandoti.”
+
+(62) La _Mischnà_ venne pubblicata con una versione latina del testo e
+dei commentari di Maimonide e di Bartenora ed accompagnata da note di
+parecchi dotti, per opera del Surenusio in Amsterdam 1698–1703, volumi 6
+in folio. Se ne ha pure cogli stessi commenti una versione spagnuola,
+Venezia, 1601, ed una tedesca ne pubblicò il Rabe in Anspach nel 1761.
+
+(63) _Tanà_ è verbo caldaico, corrispondente all'ebraico _Scianà_ che
+vale _insegnare_, sicchè _Tanaim_ varrebbe _maestri_ come _Mischnà_
+significa _insegnamento_.
+
+(64) Voglia, signor lettore, notare che la legge orale di un popolo che
+vedremo più tardi accusato di disprezzare i lavori della campagna, si
+apre appunto con un trattato sull'agricoltura.
+
+(65) Nelle novelle di Giustiniano la _Mischnà_ è designata sotto il nome
+di δευτέρωσις (Cfr. NOVELLA 146, 1 e SANT'AGOSTINO, _Contra adversar.
+legis et prophetarum_, II, 1). Questa parola greca che significa
+_seconda legge_, non traduce esattamente la parola _mischnà_. L'errore
+proviene dall'avere il verbo _scianà_ due significati, _insegnare_ e
+_ripetere_, e dall'avere taluni creduto che in questo secondo
+significato anzichè nel primo si dovesse cercare l'origine della parola
+_mischnà_.
+
+(66) ABOT, capo II.
+
+(67) BAVÀ METZIÀ, 30, 6.
+
+(68) PEÀ, cap. I.
+
+(69) CHIDUSCIM, 40, 6.
+
+(70) GHITTIN, cap. 5, Mischnà, 8.
+
+(71) Il nome di _talmud_ deriva dal verbo _lamad_ apprendere, insegnare,
+quasi a dire: dottrina, insegnamento.
+
+(72) I professori S. D. Luzzatto e Graetz opinano, contro l'autorità del
+Maimonide, che tanto la _Ghemarà_ di Gerusalemme, quanto l'altra di
+Babilonia non sieno state poste in iscritto che molti anni dopo la morte
+dei rispettivi compilatori. Come già osservammo a proposito della
+_Mischnà_ è questione controversa assai, ed a noi basti averla
+accennata.
+
+(73) Sora, città della Mesopotamia, posta in una regione fertilissima,
+sui laghi formati dall'Eufrate, e di cui uno appunto era chiamato Sora.
+Rab, detto anche Abbà Areckha, vi stabilì una scuola importante, quella
+di Neardeà non potendo bastare per tutta la popolazione ebraica fra il
+Tigri e l'Eufrate. V. NEUBAUER, _La Géographie et le Talmud_, Parigi,
+1868, p. 343.
+
+(74) Heine giudicando, col suo istinto di poeta, il Talmud, che non
+aveva mai letto, definisce nel _Romancero_, l'_Agadà_ un giardino, e
+l'_Alachà_ una sala di scherma.
+
+(75) La lettura del Talmud, dice STERN (_Ueber den Talmud_, Wurzbourg,
+1875, p. 21), prova che i suoi compilatori sono a giorno della scienza
+contemporanea e che accolgono la verità dovunque si trovi. L'osteologia
+del corpo umano è spiegata nel Talmud in un modo quasi conforme ai
+portati della scienza attuale. Il Talmud spiega diverse asserzioni della
+_Mischnà_ mercè proposizioni geometriche che a quell'epoca dovevano
+essere note soltanto ad un piccolissimo numero di matematici. Il
+calendario elaborato da' dottori del Talmud può dirsi relativamente al
+tempo in cui venne compiuto, un vero capolavoro per l'abilità con cui
+seppero risolvere la duplice difficoltà che si parava loro dinanzi,
+evitare che alcune date feste non avessero a cadere in alcuni dati
+giorni della settimana, senza incorrere nell'altro gravissimo
+inconveniente di una soverchia disuguaglianza nella lunghezza degli
+anni. (Cfr. S. D. LUZZATTO, _Discorsi storico-religiosi_, Padova,
+Crescini, 1870, pag. 16 e 17 in nota).
+
+(76) _Jerusalem and Tiberias, Sora and Cordova, an Introduction to the
+study of Hebrew, Literature by J. W. Etheridge M. A. Ph. D._
+
+(77) J. SALVADOR. _Hist. des Institut. de Moise et du peuple Hebreu._
+Paris, Levy, 1862, tome II, p. 311.
+
+(78) BLANQUI, _Hist. de l'Ec. Pol._ Paris, 1860, vol. I, pagina 143.
+
+(79) Imparziali sempre, non negheremo che vi siano nel Talmud
+sciocchezze puerili. Vi si discute quanti peli bianchi può avere una
+giovenca rossa, perchè si possa chiamar rossa; se il gran sacerdote
+doveva indossare prima una od altra parte dei suoi indumenti; se è
+lecito di sabato uccidere una pulce od un pidocchio; quando e come si
+possa mangiare un uovo fatto da una gallina in giorno festivo; ed altre
+simili insanità. Ma, di grazia, coloro che a siffatte questioni legarono
+il nome di _bizantine_ erano ebrei? Passiam oltre dunque ridendo, perchè
+c'è di che ridere, ma ripetendo con Terenzio: _Homo sum umani nihil a me
+alienum puto._
+
+(80) Trattato SOFERIM.
+
+(81) FRANZ DELITSCH, _Gesch. der jüd. Poesie_, p. IX.
+
+(82) _Revue Britannique_, 1868, tomo I, pag. 424.
+
+(83) _Op. cit._, p. 451, nota n. 8 al cap. II.
+
+(84) _Cozri_, discorso III.
+
+(85) Non a caso, fra le stupide fole con cui si tentò, da fanatici
+imbecilli, disonorare la religione di Cristo, cito questa di Maria
+Lateau. Nel corso di questo lavoro dovremo occuparci di un tale
+professore dell'Università di Praga che colla stessa penna con cui
+sciolse anni sono un peana alla ciurmatrice belga va ora accatastando
+calunnie e menzogne contro gli Ebrei; ho nominato il famigerato prof.
+Rohling.
+
+(86) MACCOT, cap. III.
+
+(87) Saadia ben Josef, capo dell'Accademia di Sora, ed il più illustre
+fra gli ebrei del X secolo, nella sua opera _Haemunoth Vehadeoth_
+riconosce assieme alla scrittura ed alla tradizione l'autorità della
+ragione, proclama non soltanto il diritto, ma il dovere di esaminare la
+credenza religiosa, e dimostra come la religione, ben lungi dall'avere a
+temer la ragione, possa trovarvi un solido appoggio. MUNK _Melanges de
+phil. juive_, p. 478.
+
+(88) Nulla, più della storia del Talmud, giova a provare come la
+violenza sia impotente a combattere le idee. Il Talmud fu proibito in
+epoche nelle quali il divieto della Chiesa non si limitava, come ora, ad
+una platonica iscrizione nell'_Index librorum prohibitorum_.
+Giustiniano, nel 553 dell'êra nostra, lo proscrive, consacrandogli una
+intiera novella, la CXLVI. Il re di Francia, San Luigi, fece bruciare,
+nelle vie di Parigi, 24 carrettate di scritti talmudici. A Cremona, un
+monaco fanatico vantò di averne bruciato dodici mila esemplari. In un
+periodo di meno di cinquanta anni, durante la ultima metà del secolo
+XVI, il Talmud venne bruciato non meno di sei differenti volte e non ad
+esemplari isolati, ma in massa, a carra. Giulio III pronunciò il suo
+bando, contro quello che egli chiama erroneamente il _Talmud Gemaroth_,
+nel 1553 e nel 1555; Paolo IV nel 1559; Pio V nel 1566; Clemente VIII
+nel 1592 e nel 1599. Pio IV autorizzandone una nuova edizione stipulava
+espressamente che sarebbe pubblicato col nome di Talmud. _Si tamen
+prodierit sine nomine Talmud tolerari deberet._ Ai tempi di Massimiliano
+imperatore, il dottissimo Reuchlin potè, soltanto dopo fierissima lotta,
+ottenere che non si assecondassero i voti di un Pfefferckorn, fanatico
+ebreo rinnegato, che eccitava l'imperatore a far bruciare tutti gli
+esemplari di questo libro. I particolari di questa strana contesa, che
+divise il mondo dotto di allora in due grandi partiti si possono leggere
+nelle _Epistolae obscurorum virorum_. Fino al principio del
+decimosettimo secolo la persecuzione verso i detentori di libri ebraici
+era spinta al punto che una famiglia di ebrei portoghesi stabilitasi a
+Londra, conserva tuttora preziosamente come una rarità ereditaria un
+esemplare della scrittura, stampato in caratteri romani anzichè in
+ebraici, perchè nei giorni oscuri della persecuzione bisognava ingannare
+i domestici cattolici sulla natura ed il contenuto del libro. Eppure
+malgrado tutto ciò le edizioni ed i manoscritti del Talmud ci pervennero
+in tanta copia, che una sola descrizione bibliografica di essi ci
+occuperebbe molte e molte pagine! È proprio il caso di esclamare, con
+Terenziano Mauro: _Habent sua fata libelli_.
+
+(89) Gli Arabi, al tempo della loro dominazione in Ispagna non avevano
+del Talmud il triste concetto che ne hanno molti cristiani, e ciò per
+una buona ragione, che essi cioè lo conoscevano nella sua integrità,
+Rabi Joseph avendone, verso la fine del X secolo, compiuta una
+traduzione in arabo per ordine del califo Haschem II. Fu forse per ciò
+che due secoli dopo molti fra gli Ebrei di Spagna avendo preteso negare
+ogni autorità al Talmud, e la questione essendo stata portata dinanzi al
+Re Alfonso VII, questi proscrisse quelli fra gli Ebrei che non volevano
+osservare le leggi talmudiche.
+
+Il Talmud era ancora troppo noto in Ispagna perchè lo si potesse
+calunniare impunemente! (Cfr. BASNAGE, _Hist. des Juifs_, libro VII,
+cap. VIII, t. 4, pag. 1611; BARTOLOCCIUS, _Bibl. Rabb._, t. III; DAVIDE,
+_Ganz Tzemach David._, p. 130; JOCHASSIM, p. 126).
+
+(90) Il celebre Alfonso de Candolle nella sua _Histoire de la science et
+des savants_ così parla degli Ebrei: “Se l'Europa fosse abitata da soli
+Ebrei, avremmo uno spettacolo stupendo. Non più guerre, non più leso il
+sentimento morale, nè milioni d'uomini strappati alle industrie ed agli
+studi. I debiti degli Stati sarebbero minimi e quasi sconosciute le
+contribuzioni. Il culto fiorirebbe altamente. L'industria ed il
+commercio prenderebbero sviluppo assai maggiore. Pochi delitti. La forza
+non si impiegherebbe quasi mai. La ricchezza del popolo in generale si
+eleverebbe immensamente, mercè un intelligente e moderato lavoro
+congiunto a sana economia. Queste ricchezze servirebbero a spandere una
+carità senza limiti. La potestà religiosa, i ministri del culto non
+verrebbero mai a conflitto collo Stato.”
+
+(91) Usiamo espressamente in questo caso la parola rinnegato anzichè
+quella di convertito, perocchè altrettanto ci sembrano degni di rispetto
+e di venerazione coloro che, mossi da profonda convinzione, abbandonano
+la fede avita per abbracciare quella che credono migliore, e si adoperan
+poi con mezzi di carità a procacciare ciò che essi reputano la salvezza
+morale dei loro antichi correligionari, altrettanto sentiamo disprezzo
+ed esecrazione per coloro che, da qualsivoglia sentimento mossi,
+scagliano calunnie contro la fede in cui sono nati ed in cui vissero i
+loro genitori. Ai convertiti come i Lehmann, i Ratisbonne, i Pasquali
+ogni onesto deve rispetto; ai rinnegati come il Medici, come il Padre
+Alfonso Spina, rettore dell'Università di Salamanca, il quale nel
+_Fortalitium fidei_ afferma — e niuno più di lui sapeva di mentire — che
+gli Ebrei perdono ogni mese una certa quantità di sangue, a tutti coloro
+infine dei quali il Talmud ha detto: _Tal fiata si toglie dalla foresta
+un tronco per farlo manico a scure che ne abbatta tutti gli altri_
+(SANHEDRIN IV), sia condegna mercede il fico di Giuda.
+
+(92) Il dotto talmudista signor R. N. Rabinowitz di Monaco sta
+pubblicando un lungo lavoro intitolato _Dikdukè soferim_ in cui riduce
+alla vera lezione i passi del _Talmud_ di cui si hanno varianti. Questo
+lavoro è il frutto del confronto da lui fatto non soltanto di infinite
+edizioni del Talmud, ma di quanti mss. gli fu dato confrontare nelle
+diverse biblioteche d'Europa. Il compimento di questa opera paziente è
+tanto più ardentemente atteso che il Talmud è ormai reso irriconoscibile
+dalle continue e spesso inintelligenti mutilazioni che vi introdussero i
+censori. La stessa edizione di Basilea 1578 che è fra le antiche la più
+nota e la più facile a trovarsi fu in siffatta guisa mutilata e
+snaturata per opera del censore Marco Marino da Brescia, da divenire in
+varii punti grottesca. Più integra, ma difficilissima a rinvenirsi, è
+l'edizione che ne diede il Bamberg a Venezia (1520–3) e che è la prima,
+dopo quella dei celebri Soncino, di cui non rimangono che pochi
+trattati. Chi volesse farsi un'idea di ciò che era negli scorsi secoli
+la censura dei libri ebraici, legga un articolo di Emanuele Deutsch,
+l'eminente conservatore del _British Museum_, nella _Quarterly Rewiew_
+di ottobre 1867, ed un altro _Un curiosissimo incidente storico_ del
+cav. Mortara a pag. 161 dell'_Educatore Israelita_ di Vercelli, anno
+1862.
+
+(93) SANHEDRIN, fol. 38.
+
+(94) SOFERIM, fol. 15, 10.
+
+(95) Malgrado questo odio inesplicabile contro i medici il Talmud
+contiene nozioni preziose di medicina. (Cfr. GINSBURGER, _Medicina ex
+thalmudicis_; HALLER, _Bibl. medica_, lib. 2); questa scienza era da
+lungo tempo praticata dagli Ebrei. Oltre i precetti di igiene che
+occupano tanta parte nella legge di Mosè, l'Esodo pare accenni proprio
+in vari punti (XV, 26 — XXI, 19) all'esistenza di medici. Sotto i re,
+medicina e chirurgia fanno progressi. Salomone si occupa della ricerca
+delle virtù delle piante, e il libro dei Re ci mostra Isaia curare e
+guarire il re Ezecchia. L'uso del balsamo ed i medici son noti a Geremia
+(VIII, 22): “Non vi è egli alcun balsamo in Galaad? non vi è egli alcun
+medico?” E ad Ezechiele (XXX, 21): “Figliuol d'uomo, io ho rotto il
+braccio di Faraone re d'Egitto; ed ecco non è stato curato applicandovi
+de' medicamenti, e ponendovi delle fascie per fasciarlo e per
+fortificarlo per poter tenere in mano la spada.” [Cfr. PRUNELLE,
+_Discours sur l'influence de la médecine sur la renaissance des lettres_
+(nota 3, p. 92); SALVADOR, _Op. cit._, p. 264; PASQUALIGO, _Della
+condizione delle mediche scienze presso il popolo Ebreo_, Piacenza,
+Mancherotto, 1870]. Quanto poi gli Ebrei, malgrado lo strano anatema
+talmudico, coltivassero con profitto la medicina, è a tutti noto, come
+del paro è noto che nei primi secoli del Medio Evo, e prima che
+venissero in fiore le scuole di Salerno e di Montpellier, che del resto
+furono fondate principalmente da Ebrei, (cfr. PRUNELLE, _Op. cit._, p.
+44 e 60, e AUSTRUC, _Hist. de la fac. de méd. de Montpellier_, p. 14),
+essi furono quasi i soli ad esercitare l'arte salutare nel mondo allora
+conosciuto.
+
+(96) Il Talmud stesso deplora talvolta queste discussioni interminabili
+che fanno considerare la legge come due leggi, ed altrove attribuisce
+queste controversie all'orgoglio dei dottori (_Archives Israélites de
+France_, anno I, 1840, pag. 586–587). A parer nostro queste controversie
+non sono che la conseguenza naturale dell'opinione che i rabbini
+esprimono con una delle solite iperboli, dicendo che la legge ha
+settanta faccie, ciò che vuol dire che ogni parola uscita dalla bocca di
+Dio è suscettibile di almeno settanta interpretazioni diverse; dottrina
+questa che il Santo Vescovo di Ippona accetta nelle sue confessioni;
+dove dice varii e numerosi essere i sensi della Scrittura. Se poniam
+mente oltre a ciò che i dottori del Talmud furono duemila e duecento
+otto, c'è da meravigliare che i trentasei trattati del Talmud che
+pervennero soli sino a noi, abbraccino soltanto (coi due commentarii più
+importanti; il Rascì e Tossafot) 2947 fogli, ripartiti in 12 vol. in
+foglio.
+
+(97) SANHEDRIN, fol. 58.
+
+(98) _Hiruvim_, fol. 63.
+
+(99) Tomo 2, pag. 903.
+
+(100) KAMÀ, fol. 38.
+
+(101) Si allude qui al passo del Levitico (XVIII, 5) dove è scritto:
+Osservate, dico, i miei statuti e le mie leggi, le quali chiunque
+metterà in opera vivrà per essi.
+
+(102) SIFRÀ, sez. _Acharè-Mod_ verso la fine.
+
+(103) JEVAMOT, 61 a.
+
+(104) NUMERI XIX, 14.
+
+(105) Veggansi TOSSAFOD, JEVAMOD, fol. 61. _Smemagheâgn_ e l'opera del
+rabbino MOSÈ KUNCHYED, intitolata _Ben Jochai_, pag. 27.
+
+(106) Credo aver provato la falsità della accusa mossa al Talmud, ma se
+qualcuno riescisse proprio a convincermi, locchè non credo, che gli
+Ebrei consideravano gli altri popoli siccome bestie, risponderei che chi
+è senza peccato lanci la prima pietra, certo che non potrebbero
+lanciarla neppure i Cristiani. Trovo infatti nel dottissimo libro del
+signor Dumont: _Justice criminelle des Duchés de Lorraine et de Bar, de
+Bassigny et des Trois Evêchés_ (Nancy, 1848, 2 vol. in 8º), questa
+curiosissima notizia. Dopo aver parlato delle leggi criminali contro
+coloro che si rendevano colpevoli di atti di libidine contro natura
+sulle bestie, soggiunge (p. 184, v. II): “Ciò che si durerà fatica a
+credere è che a questa categoria di delitti venivano ascritti anche i
+rapporti naturali dei due sessi cogli infedeli, come per esempio Turchi
+ed Ebrei, per la ragione che la nostra santa religione LI CONSIDERA COME
+BESTIE, non per natura, ma per la loro durissima malizia, la Fede
+proibendo di conversare con loro ed a maggior ragione di giacere e di
+conversare carnalmente con essi loro.” Si noti che mentre la frase del
+Talmud rimaneva nella peggior ipotesi _telum imbelle sine ictu_, la
+disposizione benignissima che ho testè riferito conduceva a questa
+pratica applicazione. Siccome nel caso di bestialità, la bestia,
+strumento passivo, veniva bruciata assieme al colpevole, perchè,
+dicevano, bisognava annientare tutto quanto poteva rammentare un così
+orribile scandalo, così un'ebrea od una mussulmana anche se
+violentemente stuprata da un cristiano, doveva venir con esso bruciata!
+E dire che noi Europei, con questi esempi in casa nostra, osiamo tuttodì
+calunniare l'Islam e parlare di giustizia turca!
+
+(107) AVOD, 3, 19.
+
+(108) N. 3 del 16 giugno 1883.
+
+(109) Veggasi quanto su questo argomento scriveva tre secoli or sono il
+dottore Davide de Pomis (_De Medico Ebreo_, _sectio septima_): Cfr.
+LAMPRONTI, _Dizionario Rituale_ e BENEDETTO, _Apologetica_. Mantova,
+1775.
+
+(110) HOLIN, fol. 13 b.
+
+(111) TALMUD PERCK HELEK, pag. 105. — TOSSAFTÀ, cap. XIII.
+
+(112) SANHEDRIN, 56 a.
+
+(113) HAGHIGÀ, 13, 1.
+
+(114) LUZZATTO, _Teol. morale israelitica_. Padova, Bianchi, pag. 27.
+
+(115) PLANTAVITIUS, _Florilegium rabbinicum_, pag. 216, n. 1428.
+
+(116) TALMUD, _Tahanid_, cap. 3. Chi ne avesse agio legga in _Parabole,
+leggende e pensieri raccolti dai libri talmudici_ dal prof. Giuseppe
+Levi, Firenze, Le Monnier, 1861, la novella di cui questa massima non è
+che la morale, e legga l'intiero libro chi vuol formarsi del Talmud un
+esatto concetto.
+
+(117) SABAT, I.
+
+(118) ABOT di Rabbi Natan, XLI.
+
+(119) Leggi Ripuarie, tit. XLVI; MONTESQUIEU, _Esprit des lois_, libro
+XXX, cap. 20.
+
+(120) BARAIDÀ DERIBBI ISMAEL.
+
+(121) TALMUD JERUSALMÌ, _Nedarim_, IX.
+
+(122) RABOT, pag. 28, a.
+
+(123) Hillel fu, siccome è noto, illustre caposcuola del tempo di Erode.
+
+(124) TALMUD, _Trattato Sciabad_, pag. 31. Cfr. PLANTAVITIUS, _Flor._,
+p. 261, n. 1393.
+
+(125) BERESCID RABBÀ, cap. 24, Cfr. GENESI, V, 1.
+
+(126) TALMUD, _Jevamot_, pag. 13.
+
+(127) TALMUD, _Hiruvim_, fol. 41.
+
+(128) Vedi fra i documenti.
+
+(129) _Op. cit._
+
+(130) TANHUMÀ, Sez. _Scimini_.
+
+(131) AVOD, II. 5.
+
+(132) RABOT, fol. 225, a.
+
+(133) TALMUD, _Berahot_, fol. 2.
+
+(134) TALMUD, _Sanhedrin_, 98 b. Cfr., ib. 396 e _Meguillà_ 106.
+
+(135) JALKUT, pag. 20, 2.
+
+(136) JALKUT, _Jeossua_, fol. 9, 2.
+
+(137) LEON MODENA, RABI ebreo da Venezia. _Historia dei riti ebraici_,
+Venetia, MDCLXIX. Appresso li Prodotti, p. IV e XI, 109 e 110.
+
+(138) Lettera inedita di S. D. LUZZATTO, Padova, 26 dicembre 1836; in
+_Vessillo Israelitico_, ottobre 1876, p. 325.
+
+(139) Da una circolare con cui ordina le preghiere d'uso per
+l'inaugurazione dei lavori parlamentari nell'anno 1876.
+
+(140) PAOLO MEDICI, _Riti e costumi degli Ebrei confutati_. Venezia,
+Bartoli, MDCCXLVI.
+
+(141) MEDICI, _op. cit._, pag. 101–102.
+
+(142) Più esattamente _Tahanid_, 27, 2.
+
+(143) _Op. cit._, pag. 129.
+
+(144) I. RE, XX, 31.
+
+(145) JEVAMOD, fol. 79.
+
+(146) JOM TOV, fol. 32.
+
+(147) TALMUD _Betzà_, 32, 6.
+
+(148) GHITTIN, 61, a. Nello stesso trattato è raccomandato agli
+israeliti di non impedire agli stranieri idolatri di prendere la loro
+parte di quanto avanza dopo la mietitura e la vendemmia. Cfr. MAIMONIDE,
+_De jure peregrini_, V. 12.
+
+(149) MODENA, _op. cit._, parte 1ª, cap. 14, pag. 33.
+
+(150) DE GERANDO. _Della beneficenza pubblica_, in Bibl. dell'Econ.,
+serie II, vol. 13, pag. 1599.
+
+(151) _Revue des deux Mondes_, 1º luglio 1883.
+
+(152) BERACHOD, 59.
+
+(153) GHITTIN, capo I.
+
+(154) SOTÀ, 14, a.
+
+(155) AVOT, capo I.
+
+(156) SMÀ, 49 b.
+
+(157) TALMUD SOTÀ, 14 a.
+
+(158) AVOT, V.
+
+(159) HAVOD DERIBI NADAN, cap. 31.
+
+(160) SOTHÀ, fol. 6.
+
+(161) SOTHÀ, VIII.
+
+(162) SCIABBAD, 39.
+
+(163) PEÀ V, Cfr. AVOT DE R. NATHAN, III.
+
+(164) Ecco sulle leggi ebraiche un non sospetto giudizio: _Patres
+christiani summopere jura hebraeorum commendarunt et apud Grecos
+philosophos placita juris Hebraici plurima reperire licet._ UGOLINI,
+tomo X, pag. 513 e 514, ex SELDENO, _De jure naturali et gentium_, cap.
+X.
+
+(165) MISCHNÀ MACOD, capo I, § 10.
+
+(166) SANHEDRIN, fol. 45, a.
+
+(167) GIUDA LEVI, _Cosri_.
+
+(168) SOTHÀ, I.
+
+(169) CHEDUVOD, capo XIII.
+
+(170) FOURNIER, _l'Esprit dans l'Histoire_, Paris, Dentu, 1852, pag.
+425.
+
+(171) MEGHILÀ, 16, 1.
+
+(172) BAVÀ MEZIÀ, 85 a.
+
+(173) HAVOD DERIBI NATAN, capo 4.
+
+(174) NEDARIM, 81.
+
+(175) KIDDUSCIM, I.
+
+(176) SOTHÀ, cap. 3. — _Mischnà_ 4 al nome di _Ben Azai_.
+
+(177) JEVAMOD, capo V.
+
+(178) GHITTIN, capo IX.
+
+(179) BAVÀ MEZIÀ, capo 4.
+
+(180) SOTHÀ, II.
+
+(181) BERAHOT, 2.
+
+(182) HOLIN, VI.
+
+(183) BAVÀ MEZIÀ, capo IV.
+
+(184) SANHEDRIN, II.
+
+(185) _Op. cit._, parte I, capo 14, pag. 33.
+
+(186) GHITTIN, 62 a.
+
+(187) BAVÀ MAZIÀ, 118 b.
+
+(188) SIFRI Sez. Ekev, capo 43.
+
+(189) RABOD, fol. 139.
+
+(190) ISAAC LEVY, _Défense du Judaïsme_. Paris, Librairie
+Internationale, 1867, pag. 56.
+
+(191) LUZZATTO, _Lezioni di teol. morale Israel._ Padova, Bianchi, 1862,
+pag. 33 e 34.
+
+(192) HAGHIGÀ, 5.
+
+
+
+
+ III.
+
+ Attitudini economiche dell'Ebreo.
+
+
+L'Ebreo è essenzialmente commerciante ed usuraio, egli non è e non vuol
+essere agricoltore, operaio; non vuol partecipare alla vita dei popoli
+frammezzo a cui vive, ma si tiene accampato in mezzo ad essi pronto a
+sugger loro il sangue dalle vene coi suoi raggiri commerciali. Il
+_Talmud_, sempre l'esecrando Talmud, gli impone il dovere di derubare,
+di spogliare il Cristiano.
+
+Ecco le accuse che un tempo si muovevano agli Ebrei, e che loro si
+muovono ancora nei paesi meno civili.
+
+L'Ebreo si accaparra i più lauti impieghi, le funzioni cui sono annessi
+maggiori stipendi e maggiore influenza. In Francia, in Italia, in
+Germania si è reso padrone della stampa; il numero dei deputati e dei
+senatori ebrei, nei paesi, ove, infrante tutte le barriere, godono della
+pienezza dei loro diritti, è strabocchevole in confronto del loro esiguo
+numero.
+
+Ecco le accuse che oggi si muovono agli Ebrei nei paesi più civili
+d'Europa.
+
+E su questi temi si ricama a sazietà, e non mancano i belli spiriti per
+far notare la mirabile duttilità di questo popolo, che sempre intento al
+proprio interesse, si piega ai varii tempi, ed ai varii paesi; usuraio
+nell'evo medio, ed oggi ancora in Polonia, in Ungheria, in Rumenia,
+dovunque insomma le condizioni generali della società di poco
+differiscono da quelle del medio evo; legislatore, pubblicista, uomo di
+lettere, avvocato, in Inghilterra, in Francia, in Italia, nell'Europa
+civile insomma; ma sempre, dovunque, inteso soltanto ad arricchirsi.
+
+Se i frizzi fossero argomenti, noi potremmo chiedere ai nostri
+contraddittori quale sia l'uomo, quale il popolo, che non cerchi di
+migliorare la propria condizione economica e sociale.
+
+Ma preferiamo argomenti più serii.
+
+Prima della ruina di Gerusalemme il popolo ebreo non dovette essere
+estraneo a nessuna professione. Vi erano in Giudea pubblici edifizi, la
+cui manutenzione esigeva la presenza di operai abili. Una nazione, che
+nelle sue lunghe emigrazioni e durante la cattività, era stata in grado
+di attingere, nei varî paesi dove aveva stabilito la sua dimora, l'idea
+di molti e nuovi bisogni, non mancava certamente di uomini capaci di
+procurarle gli oggetti che le erano necessari: non vi può quindi esser
+dubbio che gli Ebrei si consacrassero nella loro patria all'esercizio
+delle arti meccaniche.
+
+La pastorizia e l'agricoltura — le due industrie che Sully, il grande
+ministro di Enrico IV, chiamava le due mammelle dello Stato — erano in
+favore appo loro. Mosè, lo dice il signor de Segur, e chiunque abbia
+letto la Bibbia non può negarlo, aveva fatto degli Ebrei un popolo di
+agricoltori.
+
+Una sola industria pare non attecchisse fra gli Ebrei di Palestina: il
+commercio.
+
+“Il popolo ebreo, dice Roscher, per ciò che riguarda le sue doti morali
+non secondo ad alcuno altro popolo della terra, durante la sua
+indipendenza politica, per la rigorosa disciplina però della legge
+mosaica, s'era lasciato circoscrivere all'agricoltura ed alla pastorizia
+con esclusione di tutte le altre parti dello sviluppo economico.
+Dispregiavasi allora tanto più il commercio, in quanto che lo spirituale
+contatto con vicini dediti al paganesimo era grandemente temuto” (193).
+Nè poteva esser commerciante un popolo come l'ebreo dedito alla vita
+campestre e siffattamente avverso ai pericoli marittimi ed alle
+peregrinazioni, che, costretto per forza alla vita girovaga nelle sue
+prime cattività, serba però l'amore della sua terra, vi ritorna
+numeroso, e sforzato a mutar paese, preferisce all'esilio la
+morte (194).
+
+Come va dunque che questo popolo essenzialmente agricolo, questo popolo
+che, come ebbimo già occasione di notare, pone, a capo delle sue leggi
+tradizionali, un trattato di legislazione agricola, questo popolo, cui
+nessuna industria, tranne il commercio, era estranea, divenisse a poco a
+poco esclusivamente commerciante e concentrasse per secoli la miglior
+parte della sua attività in quella industria appunto da cui maggiormente
+abborrivano i suoi antenati?
+
+A Roma, dove, come già vedemmo, gli Ebrei erano numerosissimi, essi,
+vivendo sullo stesso piede dei cittadini romani, si consacravano ad ogni
+genere di industria.
+
+Vennero i tempi delle persecuzioni, e delle numerose interdizioni
+economiche di cui gli Ebrei furono vittima, e prima fra queste
+interdizioni fu quella che proibiva loro l'acquisto di beni stabili. Da
+qui l'impossibilità per l'ebreo agiato di consacrarsi all'agricoltura. È
+vero che questo divieto di possedere beni stabili non fu sempre e
+dovunque osservato con uguale rigidezza, ma anche là dove la legge
+avrebbe forse permesso loro l'acquisto di qualche pezzo di terra, come
+mai avrebbe potuto risolversi un ebreo a comperarlo, se sempre e
+dovunque essi non erano che tollerati e continuamente minacciati di
+espulsione? Chi non sa la sicurezza essere la prima condizione della
+proprietà fondiaria? Tolta agli Ebrei agiati la possibilità di divenir
+proprietari, ne veniva per conseguenza che gli Ebrei poveri rifuggissero
+dall'agricoltura. Chi è mai quell'uomo che abbraccia spontaneamente
+un'arte, un mestiere qualsiasi, quando sa già da prima che in
+quell'arte, in quel mestiere, gli sarà vietato ogni progresso? Chi
+entrerebbe volontario nelle milizie, quando avesse la certezza assoluta
+di non divenir mai tampoco caporale? e chi vorrebbe darsi ai lavori
+agricoli sapendo di non poter mai divenir proprietario del più modesto
+pezzo di terra? E d'altronde l'odio cui eran fatti segno gli Ebrei
+avrebbe loro permesso di trovar lavoro sui campi altrui, quando ai loro
+correligionari ricchi era vietato di possederne? È almeno lecito il
+dubitarne.
+
+E se ad essi era vietata l'agricoltura, lo era del pari l'esercizio
+delle arti, delle manifatture.
+
+Il regime delle corporazioni di arti e mestieri, che fu la forma quasi
+esclusiva dell'ordinamento del lavoro, dall'età di mezzo fino a Turgot
+ed a Luigi XVI, bastava da solo a togliere agli Ebrei ogni possibilità
+di esercitare qualsivoglia industria.
+
+Tenuto a vile, dispregiato, odiato, l'Ebreo è costretto ad abbracciare
+l'unica professione che gli si lascia libera, e questa professione è
+quella che fin dai tempi di Cicerone era ritenuta sordida (195): il
+commercio.
+
+Sarà gloria dell'Ebreo aver rialzato questa professione, e se stesso con
+essa, ed aver sempre lottato e reagito contro il pregiudizio castigliano
+che aveva infettato l'Europa intiera: la nobiltà consistere nell'ozio.
+
+Ma già udiamo obbiettarci che ciò che si rimprovera agli Ebrei non è
+soltanto l'abbandono dell'agricoltura e delle altre industrie, ma
+specialmente l'esercizio dell'usura e la disonestà nel commercio.
+
+Veniamo quindi all'usura.
+
+Fra le molte accuse lanciate contro gli Ebrei dei tempi di Augusto a
+Roma non troviamo questa di usura.
+
+Ma sarebbe un voler negare la luce del sole, negare che essi abbiano nei
+tempi posteriori esercitato l'esosa industria.
+
+Sarà però opportuno intendersi subito sul significato vero di questa
+brutta parola.
+
+“L'interesse dei capitali prestati, dice il principe degli Economisti
+francesi, chiamato mal a proposito _interesse del danaro_, chiamavasi
+anticamente _usura_ (fitto dell'uso, del godimento), ed era la parola
+propria, poichè l'interesse è un prezzo, un fitto che si paga per avere
+il godimento di un valore. Ma questa parola è diventata odiosa, essa non
+desta più se non l'idea di un interesse illegale, esorbitante, talchè se
+ne è a lei sostituita un'altra più onesta e meno espressiva secondo il
+solito” (196).
+
+Allorquando noi troviamo quindi impiegata dagli storici la parola
+_usura_, non dobbiamo prenderla nel senso che oggi vi si annette.
+
+Oggi che le leggi, informandosi ai canoni della scienza economica,
+riconoscono la libertà dell'interesse, oggi che il negoziante,
+l'industriale, trova facilmente, ad equo interesse, i capitali di cui
+abbisogna, oggi infine che il denaro è a buon diritto considerato una
+merce come qualsivoglia altra, oggi l'usuraio è quel vilissimo
+trafficante che specula sulle dissipazioni della gioventù, o sui bisogni
+di quegli infelici che ridotti alla estrema miseria non potrebbero
+procurarsi altrimenti il denaro di cui abbisognano.
+
+Nei tempi andati ben diversamente procedevano le cose.
+
+Tutti sanno quanto odiosi si fossero resi nell'antica Roma i prestatori
+di denaro.
+
+Bruto, Cassio, Antonio, Silla, persino il gran Pompeo ed il severo
+Catone prestano ad usura e non arrossiscono di esigere interessi che
+variano dal 48 al 70 per cento all'anno.
+
+Cicerone, governatore della Cilicia, si crede il benefattore della
+provincia per aver abbassato il saggio dell'interesse al 12 % annuo, più
+un diritto di commissione in caso di ritardo o di rinnovamento.
+
+Il Cristianesimo, venuto a bandire al mondo una parola d'amore, doveva
+reagire in senso opposto.
+
+Da ciò negli antichi dottori della Chiesa, a cominciare da San Giovanni
+Grisostomo, quella tendenza a riguardare come illecito il prestito ad
+interesse, tendenza che diveniva tanto più pronunciata quanto più
+l'abuso, contro cui volevasi reagire, era più frequente e radicale; e
+che questo abuso si mantenesse tale nei primi secoli dell'età di mezzo,
+ce lo provano i capitolari di Carlo Magno, che più di venti volte
+tornano sull'argomento e non cessano di biasimare l'usura in ogni modo,
+lasciando intendere che era allora colpa comune così al clero come agli
+altri abitanti (197).
+
+San Tomaso d'Aquino, per dir d'un solo, fondandosi sul principio che le
+cose fungibili, che formano la materia del prestito, non hanno guari un
+uso che sia distinto dalla cosa stessa, ne conclude che vendere questo
+uso esigendone un prezzo è vendere una cosa che non esiste (198), ovvero
+esigere due volte il prezzo della medesima cosa, poichè la sorte
+principale restituita è esattamente l'equivalente della cosa prestata, e
+che non avendo niun dato valore al di là della cosa prestata,
+l'interesse che se ne riceverebbe in dippiù sarebbe un prezzo
+doppio (199).
+
+Sarebbe sfoggio di erudizione altrettanto facile quanto impertinente
+riunire qui centinaia di decisioni di Concilii, di bolle pontificie, di
+passi di autori i più ortodossi, che, tutti ad una voce, condannano
+l'usura, designando con tal nome, non l'usura quale oggi si intende, ma
+il semplice prestito ad interesse.
+
+Verso la metà del secolo scorso, un papa, ed un gran papa, Benedetto
+XIV, esortava ancora i vescovi a dimostrare ai popoli quanto sia grave
+il peccato di usura, reprimendo i discorsi di quelli che lo spacciavano
+come indifferente (200).
+
+Non è còmpito nostro indagare quale influenza siffatto divieto
+esercitasse sui progressi della ricchezza nei paesi cattolici. Sismondi,
+storico ed economista valentissimo, ma alla Chiesa cattolica punto
+benevolo, ne fa risultare “nel popolo assai più grande abitudine di
+dissipazione, perchè l'economia non conduceva all'agiatezza, e un
+capitale ammassato non era se non una occasione di più a peccare qualora
+si avesse voluto farlo fruttare” (201). Non è possibile non convenire in
+questo giudizio dello scrittore protestante, ma l'imparziale filosofo
+della storia potrebbe esprimere il proprio rammarico che il Sismondi non
+abbia tenuto conto di due cose; e cioè della reazione necessaria che il
+Cristianesimo doveva portare contro i feneratori di Roma pagana, e delle
+condizioni della società nell'evo medio, che rendevano assai raro il
+bisogno del mutuo veramente ed economicamente utile, cioè del mutuo
+contratto per dar vita a traffichi e ad industrie, e frequentissimo
+invece il mutuo dannoso ed antieconomico, quello cioè contratto per far
+fronte ai bisogni della vita, o peggio, della dissipazione.
+
+Non ci eleveremo dunque noi a giudici dell'opinione che vietava ai
+cattolici di dar denaro ad interesse, paghi di far notare che siffatta
+opinione, benchè in altri tempi universalmente adottata, non venne mai
+ritenuta come essenzialmente legata alla Fede; e ce lo prova,
+incontestabilmente, il diritto romano, che, compilato quando il
+Cristianesimo già era la sola religione dell'impero, autorizza,
+esplicitamente, il prestito ad interesse (202).
+
+Vietato ai Cristiani il dar denaro ad interesse (203), vietata agli
+Ebrei ogni altra industria, era naturale, era forzato che gli Ebrei
+dovessero dedicarsi tutti, o quasi tutti, all'arte feneratizia, nella
+quale però ebbero predecessori e compagni i lombardi ed i caorsini.
+
+Nè si potrebbe negare che gli Ebrei, specialmente nell'età di mezzo,
+esigessero interessi tanto esorbitanti da sembrarci oggi impossibili.
+
+Ma i fenomeni economici hanno questo di comune coi poemi, che non
+possono essere apprezzati al loro giusto valore se non si pon mente alle
+condizioni di tempo e di luogo in cui si producono.
+
+Poche parole di Giambattista Say ritrarranno queste condizioni meglio
+che noi non potremmo fare in un intiero volume: “Quando il bisogno di
+pigliare a prestanza ne faceva tollerare l'uso presso gli Ebrei, questi
+erano esposti a tante umiliazioni, avarie, estorsioni, ora sotto un
+pretesto, ora sotto un altro, che solo un interesse considerabile era
+capace di contrappesare vilipendii e perdite tanto moltiplicate. Lettere
+patenti del re Giovanni dell'anno 1360 autorizzano gli Ebrei a prestare
+sopra pegno _ritirando per ciascuna lira, ossia venti soldi, quattro
+denari di interesse per settimana_, il che fa più di OTTANTASEI PER
+CENTO l'anno; ma nell'anno successivo quel principe, il quale non di
+meno passa per uno dei più fedeli alla propria parola, di quanti ne
+abbiamo avuti, fece segretamente diminuire la quantità di metallo fino
+contenuto nelle medesime monete (204), talchè i prestatori non
+ricevettero più in rimborso un valore eguale a quello che avevano
+prestato. Basta ciò per spiegare e giustificare i grossi interessi che
+essi esigevano” (205).
+
+Se a noi fosse lecito tessere in queste pagine la storia cruenta delle
+persecuzioni di Israello, e studiare i rapporti tra questa storia e le
+condizioni economiche dei varî paesi d'Europa, noi vedremmo un fenomeno
+singolare. Vedremmo i feudatarî, i principi, talvolta, ma più raramente;
+anche i Comuni, accordare agli Ebrei privilegi esorbitanti, facilitare
+loro con ogni modo l'esercizio dell'usura, servirsene quindi come di
+stromento per suggere tutto l'oro del paese e poi vessarli,
+imprigionarli, martoriarli in ogni guisa, per togliere loro sino
+all'ultimo obolo il denaro ammassato. I principi e i governi si valgono
+degli Ebrei come di una macchina di drenaggio, e praticano verso di loro
+il sistema che un ministro belga opponeva anni sono, con raro cinismo,
+dall'alto della tribuna, a coloro che gli rimproveravano di permettere
+che le corporazioni religiose venissero costituendosi dei patrimonî.
+“Lasciatele arricchire, un giorno o l'altro una nuova legge di
+incameramento farà ricadere tutti quei beni così laboriosamente
+accumulati in proprietà dello Stato. _C'est une poire pour la soif._” E
+gli Ebrei furono, per secoli intieri, _la poire pour la soif_ di
+principi, di baroni, di Comuni.
+
+L'interesse che essi esigevano dagli infelici, che avevano ricorso a
+loro per denaro, doveva quindi esser esorbitante; e un osservatore
+imparziale può di una sola cosa meravigliarsi, che esso non fosse anche
+maggiore di quello che fu. Chi ha studiato le leggi più elementari della
+economia sociale, non ignora infatti che il saggio dell'interesse, come
+il prezzo di ogni derrata, non dipende dalla volontà del legislatore, ma
+da determinate circostanze di luogo e di fatto, alle cui conseguenze
+nessuna forza umana può sottrarsi. Queste circostanze costituiscono ciò
+che, nel linguaggio dei moderni uomini d'affari, si chiama la situazione
+del mercato. Abbondano i capitali, l'orizzonte politico, scevro di nubi,
+promette lunghi anni di pace e di tranquillità, ed il saggio
+dell'interesse si riduce a bassissimo livello. Scarseggiano invece i
+capitali, le condizioni politiche fanno presagire rivoluzioni o guerre,
+il denaro si rimpiatta, ed il saggio dell'interesse sale, con altezza
+vertiginosa, e ciò per due ragioni. E perchè il numerario obbedisce,
+come ogni altra derrata, alla legge della offerta e della domanda, ed è
+tanto più caro quanto più è domandato, tanto più a buon mercato quanto
+più offerto; e perchè in questo contratto speciale del mutuo entra un
+elemento specialissimo, che non entra in nessun altro contratto. Per
+quanto rara sia una derrata, la sola legge dell'offerta e della domanda
+basta a determinarne il prezzo. Nel contratto di mutuo invece, chi dà a
+prestito deve tener conto della maggiore o minor probabilità cui va
+incontro di non aver più restituito il capitale che dà a mutuo. Questa è
+la ragione per cui, mentre oggi il saggio dell'interesse è del 3 per
+cento per gli effetti di primo ordine, è del cinquanta e del sessanta
+pei figli di famiglia e per gli impiegati. Questa è la ragione, per cui
+chi investe i suoi denari in consolidato inglese ne ricava appena il tre
+per cento, chi li investe in carte turche o spagnuole, ne ottiene, sulla
+carta, il sessanta ed il settanta per cento.
+
+In fatto di investimento di capitali è sempre vero l'assioma di quel
+banchiere: chi vuoi mangiar molto, dorme poco, e chi si contenta di
+mangiar poco, dorme molto; ciò che equivale a dire che nell'arte
+feneratizia è impossibile conciliare la sicurezza del capitale impiegato
+col largo profitto degli interessi.
+
+Si giudichi, al lume di queste premesse, quale doveva essere il saggio
+generale degli interessi negli scorsi secoli. La storia ci insegna come,
+per lunga serie di anni, i capitali fossero così scarsi da essere impari
+agli scarsissimi bisogni, e ci apprende come gli annali di Europa altro
+non fossero che una serie non interrotta di guerre, di rapine, di
+pestilenze, di carestie.
+
+Ma quasi tutto ciò non bastasse a rendere elevatissimo il saggio
+generale dell'interesse nei tempi scorsi, un altro elemento vi
+concorreva potentemente.
+
+Il fondatore della moderna scienza economica, Adamo Smith, annoverando
+le ragioni che contribuiscono a rendere più o meno elevato il salario di
+talune professioni, vi comprese, a grandissima ragione, la maggiore o
+minore stima da cui sono circondate.
+
+L'asserzione dell'immortale scozzese non ha d'uopo di essere dimostrata.
+_Non de solo pane vivit homo_ è verità incontestabile, ed ognuno si
+acconcierà più volontieri a ricevere un più modesto salario in una
+professione, che lo faccia segno alla pubblica considerazione, di quello
+che riceverne uno più elevato per vedersi oggetto della generale
+animaversione.
+
+Ora, quale era il concetto che nei tempi andati avevasi dei feneratori?
+Ce lo dica il buon ministro di Luigi XVI, Turgot, l'uomo di cui fu
+detto, che avrebbe salvato la monarchia in Francia, se la monarchia
+avesse potuto essere allora salvata:
+
+“Piace prendere a prestito, ma è duro essere obbligati a restituire. La
+soddisfazione che si prova nel trovare ciò di cui si ha bisogno
+allorquando si è stretti dalla necessità, svanisce assieme al bisogno
+appagato, che invece rinasce ben presto. Il debito resta, ed il peso se
+ne fa sentire ad ogni momento sino a che siasi potuto pagarlo. Si crede
+che colui che presta non dia che il suo superfluo, superfluo che è il
+necessario per colui che riceve. Quantunque la giustizia rigorosa sia
+intieramente a favore del prestatore che non reclama che quanto gli è
+dovuto, la commiserazione, la simpatia sono sempre dal lato del
+debitore. Si sente che questi restituendo sarà ridotto all'ultima
+miseria, mentre il creditore può vivere anche senza ciò che gli è
+dovuto. Questo sentimento si verifica anche allorquando il prestito è
+puramente gratuito; a maggior ragione allorquando il prestito non fu
+pattuito che contro un interesse; il debitore, che in questo caso si
+tiene sgravato da ogni gratitudine, soffre con indignazione le
+persecuzioni del creditore.”
+
+Ed ecco quindi la disistima, la antipatia universale perseguitare il
+creditore, e tanto più acerbamente in quei tempi nei quali l'opinione
+pubblica vede, in chi dà denaro a mutuo, uno spregiatore di ogni legge
+divina ed umana.
+
+E questa disistima, questa pubblica antipatia costituiscono un nuovo
+elemento che viene ad accrescere il saggio dell'interesse, perchè chi ne
+è vittima vuole trovare un indennizzo a questa impopolarità nella
+larghezza dei profitti.
+
+Queste erano le condizioni generali dell'industria feneratizia nei
+secoli scorsi, e se l'indole del nostro lavoro non ci consente di
+seguirne le differenti fasi da Carlo Magno sino alla Rivoluzione
+francese, possiamo però dire che se le condizioni, che abbiamo visto
+influire a mantener sempre elevatissimo il saggio dell'interesse,
+aumentarono o scemarono d'intensità in diversi tempi, ed in diversi
+paesi, esse sussistettero però sempre, dalla caduta dell'impero romano
+sino alla rivoluzione francese.
+
+I lombardi, i caorsini che precedettero gli Ebrei nell'esercizio
+dell'arte feneratizia (206), e che la esercitarono poi per lungo tempo
+assieme ed in concorrenza con loro, non isfuggirono certamente a queste
+leggi generali e le poche notizie che abbiamo sul saggio dell'interesse
+da essi prelevato bastano a far chiaro come questo raggiungesse altezze
+mostruose, che le leggi proibitive della usura non giovavano,
+naturalmente, che ad accrescere.
+
+Nessuno ha mai detto che gli Ebrei esigessero un interesse maggiore di
+quello che esigevano Lombardi e Caorsini (207); nè avrebbero potuto
+farlo, perchè se è pur vero che l'industria feneratizia è, fra tutte,
+quella in cui il fenomeno della concorrenza si esplica meno palesemente,
+è anche vero, che nessuno avrebbe consentito a pagare, ad un Ebreo, un
+interesse maggiore di quello che avrebbe potuto pattuire con altri.
+
+Eppure abbondano argomenti per dimostrare che se Ebrei e Lombardi
+esigevano eguale interesse, ciò che per i secondi era lauto profitto,
+diveniva interesse meno che rimuneratore per gli Ebrei.
+
+Ad ogni momento leggi ed editti di principi li cacciavano dai paesi dove
+avevano dimora; ad ogni momento altre leggi esoneravano i Cristiani
+dall'obbligo di pagare i loro debiti verso gli Ebrei; o, ciò che per
+questi infelici tornava esattamente lo stesso, obbligava i debitori
+cristiani a pagare al principe, al signore, le somme che loro erano
+state mutuate dagli Ebrei.
+
+Nell'impossibilità assoluta di dare neppure un breve quadro delle
+sofferenze della nazione giudaica, piglieremo a prestito dal Blanqui
+poche linee, che se si riferiscono ad un sol paese e ad un solo regno,
+sono però l'esatta dipintura di quanto avveniva sempre e dovunque:
+
+“Di tutti i Re che occuparono il trono [di Francia] durante circa due
+secoli [1180–1328], non ve ne fu uno che trascurasse di dar prova della
+sua potenza e della sua ortodossia con provvedimenti severi contro gli
+Ebrei; ad ogni istante si vedono pubblicate ordinanze contro questi
+paria del medio-evo, considerati siccome la materia imponibile per
+eccellenza. Filippo Augusto ne promulgò quattro rimasti celebri: nella
+prima li minaccia, nella seconda li spoglia, nella terza li scaccia, e
+nella quarta proscioglie i loro debiti. Luigi VIII pubblicò del pari la
+sua: soppresse ogni specie d'interesse, ed ordinò si pagassero ai
+signori le somme che erano dovute agli Ebrei. Abbiamo già veduto San
+Luigi non essersi mostrato meno severo con loro (208); Filippo _il
+Bello_, Luigi _il Protervo_, continuarono il sistema dei loro
+predecessori (209).”
+
+Si vede, da quanto precede, che allorquando un Ebreo si toglieva una
+moneta di tasca, per darla a prestito, egli doveva calcolare che
+novantanove volte sopra cento non l'avrebbe mai più riveduta.
+
+Ed in fatti quando i pubblici poteri non erano autori delle spogliazioni
+commesse a danno degli Ebrei, i debitori trovavano un modo spiccio assai
+di pagare i loro debiti.
+
+Si accusava un ebreo di qualsivoglia più pazza ed impossibile
+scelleraggine; di aver avvelenato i pozzi, di aver diffuse le
+pestilenze, di aver vituperato il Santissimo Sacramento o che so io; e
+senza altra forma di processo, si dava mano alle armi, si massacravano
+gli Ebrei, si spogliavano le loro case, e soprattutto si distruggevano i
+titoli di credito che esistevano presso di loro.
+
+Fu notato, che, in certi paesi, le rivoluzioni cominciano sempre col dar
+fuoco agli archivi criminali, tanto importa a certi rivoluzionari di far
+sparire le traccie del loro passato, e le sommosse contro gli Ebrei si
+manifestavan sempre, in tutti i tempi ed in tutti i paesi, col
+distruggerne i registri ed i titoli di credito.
+
+Questa verità non è sfuggita agli storici ed il Roscher, l'illustre
+professore dell'Università di Lipsia, l'esponeva con queste parole:
+“Molte persecuzioni del più tardo medio-evo, nelle quali soprattutto si
+trattava di annullare le obbligazioni di debito verso gli Ebrei, sono a
+considerarsi quali crisi di credito in foggia barbarica, quale una forma
+medio-evale di quelle che oggi si chiamano _rivoluzioni
+socialistiche_ (210).”
+
+Anche il Beugnot riconosce che più d'una volta gli Ebrei vennero
+massacrati, ben più come creditori che come eretici (211).
+
+Meno scientificamente, ma più efficacemente forse, un brioso giornale
+cittadino, il _Pasquino_, definiva testè l'_antisemitismo_ altro non
+essere che un _anticreditorismo_.
+
+Se a queste persecuzioni sistematiche, a questi massacri periodici,
+aggiungiamo il fatto che, anche nei paesi dove erano meglio trattati,
+gli Ebrei erano soggetti a gravissime tasse speciali, per ciò soltanto
+che erano Ebrei; se poniam mente che i loro poveri essendo esclusi dalla
+pubblica beneficenza, toccava ai ricchi ebrei di provvedere ai loro
+bisogni, si comprenderà di leggieri che essi erano costretti a gravare
+la mano sugli infelici loro debitori.
+
+È un circolo vizioso cui non si sfugge: le persecuzioni, i massacri
+contro gli Ebrei, obbligano questi a mostrarsi più avidi, più duri coi
+loro debitori; e questa avidità e questa durezza generano nuove
+persecuzioni, nuovi massacri.
+
+Qui si presenta naturale una domanda: come mai malgrado tante e così
+violente persecuzioni, malgrado il continuo timore in cui dovevano
+vivere, di vedersi frustrati ad un tempo e dello sperato beneficio e del
+loro stesso capitale, continuavano essi ad esercitare l'industria
+feneratizia? La risposta è semplice. Davan danaro a prestito perchè non
+era loro permesso di impiegare in altro modo quella parte dei loro
+capitali che era esuberante ai loro commerci; perchè non potevano
+acquistare o coltivar terre, nè divenir proprietari di edifizi urbani,
+perchè erano, come vedemmo, sopracarichi di imposte e di spese di
+beneficenza, e perchè occorreva loro spender molto denaro per soddisfare
+l'avidità dei sovrani e dei principi che vendevan loro a caro prezzo il
+diritto di soggiornare nei loro paesi, e quella dei cortigiani che
+intercedevano per loro, presso il governo, protezione che era sempre ben
+lungi dall'essere gratuita.
+
+Sarebbe del resto singolare contraddizione del secolo nostro, che
+esalta, forse oltre il dovere, i beneficî del credito, dimenticare che
+all'esercizio dell'arte feneratizia praticata dagli Ebrei, devono
+ascriversi quei grandi progressi economici di cui oggi si mena tanto
+vanto e che i nuovi popoli devono agli Ebrei del medio evo:
+
+1º L'introduzione degli _interessi del capitale_, senza cui non sarebbe
+neppur pensabile uno sviluppo superiore del credito, ed anzi nemmeno
+della formazione del capitale e della divisione del lavoro. Se questo
+progresso era in parte soltanto una ristorazione di quanto aveva
+conosciuto l'epoca, altamente incivilita, dei Greci e dei Romani, non è
+così del
+
+2º Dell'invenzione, cioè, della cambiale, la quale è innovazione di un
+valore storico mondiale, essendo quella di uno stromento che ha per il
+commercio del danaro, presso a poco la stessa importanza della ferrovia
+per la industria dei trasporti, e del telegrafo per lo scambio delle
+notizie (212).
+
+Nè l'azione benefica esercitata dagli Ebrei sul progresso economico, nei
+tempi più caliginosi del medio evo, si limita all'industria feneratizia;
+soli, concentrando, sul commercio dell'oro e dell'argento, una
+attenzione che i pregiudizi dei loro contemporanei li impedivano di
+occupare altrove, prepararono la grande rivoluzione monetaria, che la
+scoperta delle miniere d'America e l'impianto delle banche europee
+dovevano compiere nel mondo; e quasi ciò non bastasse, ogni qual volta
+le leggi non lo vietavano loro, e spesso anche malgrado il divieto delle
+leggi, essi esercitavano ogni specie di commercio.
+
+“Allorquando la moltiplicità dei pedaggi e la tirannide dei signori
+feudali rendevano impossibile ogni speculazione che non fosse quella dei
+piccoli mercanti dei borghi e delle città, gli Ebrei, più arditi, più
+facili a muoversi, volgevano l'animo a più vaste operazioni e lavoravano
+in silenzio ad avvicinare continenti ed a riannodare i regni. Essi
+evitavano le barriere ed i fortilizi, nascondendo accuratamente, sotto
+miserabile apparenza, la loro reale ricchezza ed il segreto delle loro
+transazioni. Andavano a cercare a grandi distanze e mettevano a portata
+dei consumatori meno poveri, i prodotti poco conosciuti dei paesi i più
+remoti. A forza di errare e di correre di paese in paese, avevano
+acquistato una conoscenza esatta dei bisogni di tutte le piazze
+commerciali; sapevano dove si doveva comperare e dove si poteva vendere:
+pochi campioni ed un libriccino di note bastavano per le loro operazioni
+le più importanti. Corrispondevano fra loro sotto la fede di impegni che
+il loro interesse li obbligava a rispettare (213), circondati come erano
+da nemici di ogni specie. Il commercio ha perduto la traccia delle
+ingegnose invenzioni che furono il risultato dei loro sforzi, ma è alla
+loro influenza che sono dovuti i progressi rapidi di cui la storia ci ha
+segnalato il brillante fenomeno in mezzo agli orrori della notte
+feudale (214).”
+
+Il valore economico degli Ebrei non può del resto esser revocato in
+dubbio da nessuno storico imparziale; è ad esso, ad esso soltanto, che
+questo popolo va debitore della sua conservazione, malgrado le atroci,
+inaudite persecuzioni di cui fu vittima; senza il loro valore economico,
+gli Ebrei sarebbero stati distrutti, ed il loro nome, come quello di
+molte sètte del Cristianesimo, non sarebbe più che una memoria storica.
+
+Questo valore economico fu spesso riconosciuto dai loro stessi più
+acerbi nemici, che or proscrivendoli, or richiamandoli, attestavano
+l'importanza che ha la ricchezza mobiliare creata dal lavoro e
+dall'industria. Egiza, re visigoto di Spagna, uno dei loro più crudeli
+persecutori, mentre li bandisce dai suoi Stati, fa eccezione per quelli
+della Settimania, “allo scopo, diceva, di riparare le sventure che
+questa provincia aveva provato, e perchè gli Ebrei potessero
+ristabilirne le finanze sia per via dei tributi che pagavano al fisco,
+sia colla loro attività ed industria” (215). Luigi III e Filippo
+l'Ardito dissero nelle loro lettere di richiamo agli Ebrei, nei loro
+Stati, che non trovavano altro mezzo per ristabilire le decadute
+finanze, che il richiamare gente propria a far fiorire il commercio e
+circolare il denaro (216).
+
+San Pio V, uno dei pochissimi Papi che perseguitarono gli Ebrei,
+dichiara, nelle sue bolle, che mantiene gli Ebrei in Ancona per non
+distruggere il commercio col Levante.
+
+Quasi contemporaneamente il glorioso restauratore della Dinastia
+Sabauda, l'eroe di San Quintino, Emanuele Filiberto, accordando con un
+decreto del 1572, che è, per quei tempi, monumento insigne di
+tolleranza, facoltà agli Ebrei di stabilirsi nei suoi Stati, dichiara
+espressamente esservisi indotto “per commodo delli nostri sudditi et
+beneficio del paese” (217).
+
+Altri esempi potremmo addurre, ma bastino questi, come basti l'accennare
+che il declinare della grandezza spagnuola comincia positivamente dal
+giorno in cui 300,000 israeliti, scuotendo dai loro calzari la polvere
+della terra di Torquemada, trasportarono e sparsero sulla superficie
+dell'Europa le ricchezze, l'istruzione e la industria loro. E ben lo sa
+Livorno, che deve il suo porto agli Ebrei portoghesi, come Ancona che
+riconosce la sua floridezza da certo dott. Fermo, ebreo, che fu il primo
+ad avanzare le sue imprese per l'ampliazione di esso (218).
+
+Da quanto abbiamo detto finora risulta, chiaramente provato, che gli
+Ebrei furono, nei secoli scorsi, altamente benemeriti del traffico e
+delle industrie; è però innegabile che oggi ancora in certi paesi
+d'Europa, che di civile hanno poco più che il nome, sorgono serie
+lagnanze contro gli Ebrei che vengono accusati di essere i
+monopolizzatori di ogni commercio. E questo avviene specialmente in
+Polonia.
+
+In altri tempi i sovrani di quel paese reputarono sana politica
+proteggere gli Ebrei, tanto che Boleslao e Casimiro, due re di quella
+contrada, per difenderli contro il fanatismo religioso delle
+popolazioni, affermarono in pubblici atti che la popolazione di
+Gerusalemme, essendo stata sterminata dalla conquista romana, è
+difficile rendere gli Ebrei moderni responsabili del sangue di Cristo.
+In grazia di questa protezione gli Ebrei si accrebbero siffattamente in
+quelle regioni che non è esagerazione affermare che oltre un sesto degli
+Ebrei di tutto il mondo è ripartito fra la Polonia russa, la Galizia e
+la Posnania. Il governo russo è troppo parco di documenti statistici,
+perchè si possa conoscere con precisione qual sia la parte degli Ebrei
+nel movimento economico del paese, ma non abbiamo difficoltà ad
+ammettere, che essi abbiano concentrato nelle loro mani tutto il
+commercio di quelle contrade, e non abbiamo difficoltà ad ammetterlo,
+perchè sappiamo come i polacchi non abbiano mai avuto indole
+commerciale.
+
+Un insigne scrittore di cose economiche scrive di loro il seguente
+giudizio, che si potrà forse chiamare severo ma non certamente
+immeritato.
+
+“L'ufficio della Polonia nella storia del Commercio è intieramente
+passivo. Nessuna altra nazione in Europa si è mostrata così poco atta e
+chiamata al traffico ed alle industrie. Anche ai tempi della sua
+grandezza, quando confinava al Sud col Mar Nero ed al Nord col Baltico,
+quando perciò riuniva le più favorevoli condizioni per l'esercizio del
+Commercio internazionale, la Polonia non seppe trar alcun partito da
+simili vantaggi. Non ebbe mai navigazione; non seppe neanche giovarsi
+nell'interesse del suo dominio, del commercio marittimo dell'Asia che le
+conquiste della Russia occidentale nel 1460 e quelle della Livonia nel
+1583 avevano messo in suo potere, o per lo meno crearsi sul Baltico una
+posizione uguale a quella degli altri paesi di riviera. Che cosa non
+sarebbero divenuti in altre mani i porti di Riga e di Danzica come
+emporio di un paese simile a quello che si estendeva dietro a loro! Col
+suo mirabile sistema di corsi d'acqua, e con la varietà delle sue
+naturali ricchezze, la Polonia fu ai tempi del suo splendore uno dei
+paesi più felicemente collocati per isvolgere un attivo commercio. Ma la
+sua deplorevole costituzione, l'amore delle conquiste, l'indole
+bellicosa, il poco gusto per le arti pacifiche, per il lavoro, ridussero
+i polacchi ad un ufficio molto subalterno come popolo
+commerciante” (219).
+
+Ciò che lo Scherer scrive dei polacchi, può dirsi a buon dritto di tutta
+la razza slava, ed è perciò appunto che dai paesi slavi giungono
+continue lagnanze contro il monopolio degli Ebrei e dei tedeschi,
+lagnanze inspirate da quel sentimento di invidia connaturale all'uomo
+che suole muovere alti lamenti quando vede altri cogliere abbondanti
+frutti da un albero che egli ha sdegnato. E che questo, e non altro, sia
+il movente dell'agitazione vivissima che nell'Oriente d'Europa si
+manifesta contro gli Ebrei, lo proclamava recentemente l'ex-dittatore
+dell'Ungheria, Kossut, in una lettera da lui diretta al deputato Mezey
+per combattere l'antisemitismo:
+
+“L'agiatezza degli Ebrei, dice Kossut, dipende dalla loro attività e dal
+loro spirito di risparmio, e del regresso generale non sono colpa gli
+Ebrei, ma coloro, che per gli errori antichi, non sanno rivaleggiare con
+quelli.
+
+“Ricordo ai magiari, che tra i Cresi americani non v'ha neppure un
+Ebreo, perchè l'Ebreo non può rivaleggiare con l'Americano” (220).
+
+Del resto anche la pretesa ricchezza degli Ebrei venne assai esagerata,
+e noi, che ci siamo prefissi di avvalorare sempre le nostre parole
+coll'autorità degli uomini più eminenti di tutti i tempi e di tutti i
+paesi, lasciamo, anche su questo proposito, la parola ad un valentissimo
+economista inglese, il Mac Culloch, e gliela lasciamo tanto più
+volentieri in quanto che il brano che stiamo per riferire, riassume
+maestrevolmente quanto siamo venuti finora dicendo.
+
+“Si è detto che gli Ebrei erano un esempio di un popolo la cui proprietà
+era stata lungo tempo esposta a una serie quasi non interrotta di
+assalti, e che nondimeno avevano continuato ad essere ricchi e
+industriosi. Ma allorchè lo si esamini rettamente, si troverà che gli
+Ebrei non fanno eccezione alla regola generale. I fortissimi pregiudizi
+che si sono quasi universalmente nudriti contro di loro, ebbero per
+lungo tempo l'effetto di impedir loro di acquistare nessuna proprietà in
+terra, e li esclusero dal partecipare ai fondi delle istituzioni pie dei
+varî paesi in cui erano sparsi. Non avendo perciò sussidi avventizi su
+cui basarsi, caso che divenissero infermi o poveri, provavano un bisogno
+fortissimo di risparmiare e di accumulare, ed essendo banditi
+dall'agricoltura erano per necessità costretti a coltivare il commercio
+e le arti. In un'età in cui la professione mercantile era guardata
+generalmente come cosa sordida, e in cui per conseguenza avevano pochi
+competitori, devono aver fatti grandi guadagni, sebbene questi si siano
+assai esagerati. Ma era naturale che quelli che si erano indebitati
+cogli Ebrei, dicessero che i loro profitti erano enormi: perchè così si
+infiammavano i pregiudizi che vi erano contro di loro, e si offriva un
+pretesto miserabile per defraudarli dei loro giusti diritti. Vi sono
+alcuni Ebrei ricchi nella massima parte delle vaste città dell'Europa,
+ma la gran maggioranza di quel popolo fu sempre ed è anche ora
+poverissimo” (221).
+
+A queste parole del Mac Culloch ci sia permesso aggiungere due ultime
+considerazioni.
+
+I nemici del nome giudaico, e non son pochi, se da un lato fanno colpa
+agli Ebrei delle ricchezze di taluni loro correligionari, irridono poi
+all'umile professione di molti dei più poveri e dei più avviliti tra
+essi; quella del rivenditore di abiti e masserizie usate, del
+rigattiere.
+
+Eppure l'economista non isdegna quell'umile mestiere, e gli riconosce la
+sua larga parte di utilità economica; è il povero rigattiere che, colla
+industria sua, colla sua mano d'opera, ridà un valore a quanto lo aveva
+perduto, ed offre alle classi povere il mezzo di acquistare a poco
+prezzo le cose più necessarie alla vita. _Le Temple_ (222) _est la
+providence du peuple_, ha detto, e con ragione, un gran romanziere, che
+era nello stesso tempo uno degli apostoli del socialismo: Eugenio Sue.
+
+Questo pei poveri; quanto ai ricchi è pur d'uopo convenire che se essi
+sono tali è perchè le interdizioni di cui erano vittima nei tempi
+andati, non soltanto li spingevano forzatamente verso le professioni le
+più lucrative, ma li costringevano loro malgrado a tesaurizzare.
+
+Vietato agli Ebrei il conseguire gradi accademici, era tolto loro ogni
+incentivo agli studi letterali e cavallereschi, studi, che come ognun
+sa, non hanno mai arricchito nessuno. _Litterae non dant panem._
+
+Vietato agli Ebrei, da numerose leggi suntuarie, l'uso di vesti fastose
+ed obbligati se non dalla legge, dalla prudenza, a dissimulare sotto
+sordide vesti la loro agiatezza, per non esporsi a rapine ed a violenze.
+
+Vietato il possedere case, il fabbricarne, e costretti a dimorare nei
+sordidi ghetti, atti soltanto a far fuggire ogni idea di adornare e di
+abbellire anco l'interno della propria dimora.
+
+Vietata ogni sontuosità nei loro tempî, nei loro cimiteri, in tutte le
+pratiche di culto dove la pia munificenza dei Cristiani profondeva,
+negli scorsi secoli, tesori a dovizie.
+
+Vietata ad essi ogni ingerenza nei pubblici affari.
+
+Vietato ad essi l'aver domestici cristiani, e, persino, l'aver commercio
+con femmine da conio.
+
+Voglia il signor lettore esaminare questo breve elenco di interdizioni,
+che molte e molte ne ommette per brevità, voglia compararlo col bilancio
+della propria azienda domestica, e poi dovrà convenire con noi che il
+popolo ebreo, obbligato a consacrarsi alle industrie che maggiormente
+arricchiscono, e costretto a star lontano da quelle, che sono, per ogni
+uomo civile, le maggiori cause di dispendio, avrebbe finito
+coll'assorbire tutte le ricchezze del mondo, se le persecuzioni, i
+massacri, le rapine non gli avessero tolto colla violenza, quanto la
+violenza lo aveva costretto ad ammassare.
+
+Perchè gli Ebrei dovessero divenire ricchi ed usurai abbiamo veduto; i
+loro nemici però non paghi di averli costretti ad esercitare un traffico
+ignominioso, non paghi di rinfacciar loro come una colpa, quello che era
+necessaria conseguenza della condizione ad essi creata, vennero dicendo
+che il _Talmud_ non soltanto autorizza gli Ebrei ad opprimere i
+Cristiani con usure, ma ne fa loro espresso obbligo, permettendo ad essi
+di esercitare ogni maniera di frode verso i non Ebrei.
+
+Il _Talmud_, lo abbiamo detto a sazietà, non è per gli Ebrei che il
+complemento della legge, e la legge dà agli Ebrei precetti ben diversi.
+
+Quali sieno i precetti biblici in questo argomento tutti sanno, ma a noi
+piace ricordarli colle parole stesse di uno dei più accaniti nemici del
+nome giudaico:
+
+“Secondo la legge mosaica non possono ingannare, nè defraudare alcuno,
+che con essi contratti. So bene che ciò veniva espressamente loro
+vietato nel Levitico al capo 19, v. 11, con queste parole: _Non
+mentiemini, nec decipiat unusquisque proximum suum._ In molti altri
+versi del medesimo capitolo e in più luoghi è replicato un tale
+comandamento. Ed essendo egli morale, e non cerimoniale, non è cessato,
+ma va in vigore, e nella prima osservanza” (223).
+
+Ed il Talmud che ha per scopo di spiegare la Bibbia, non di cambiarla,
+non sopratutto di stabilire precetti che a quella ripugnino, conferma
+questi principii di elementare onestà.
+
+I Talmudisti dicono:
+
+_a_) che non è permesso di fare altrui illusione, nemmeno ad un _Goi_,
+per esempio, di fargli regalo di alcun oggetto, facendogli credere che è
+di maggior valore di quello che è (224).
+
+Samuele ordinò al servo di accordarsi col barcajuolo che dovea
+tragittarlo al di là d'un fiume. Nei patti dell'accordo eravi di dargli
+a bere una bottiglia di vin puro: il domestico mescolò il vino con
+acqua, nè il barcajuolo se ne accorse. Samuele seppe l'inganno, e sgridò
+acerbamente il suo servo (225).
+
+_b_) che chi deruba il Goi è tenuto alla restituzione, e che è anzi
+peggio derubare il Goi che l'Israelita, poichè ne rimane profanato il
+nome di Dio (226).
+
+_c_) che l'Israelita pecca, ed è tenuto all'indennizzamento, qualora
+nella misura, nel peso o nel calcolo faccia sopruso al non israelita,
+non altrimenti che facendolo ad un israelita. Chi trafficando, sia
+coll'israelita, quanto coll'idolatra, misura o pesa scarso, contraviene
+ad un divino precetto ed è tenuto al risarcimento. È parimente vietato
+di gabbare il Goi nel calcolo, ma devesi usare seco lui ogni esattezza,
+come dice il sacro testo (_Lev._, XXV, 59), e _faccia ragione col suo
+compratore_; il quale testo tratta di un non israelita da sè dipendente
+(vivente cioè nella Palestina quando questa era in potere degli
+Israeliti); quanto più non dovrai tal legge osservare con chi non è a te
+soggetto? D'altronde la Scrittura dice (_Deut._, XXXV, 16): _Chiunque fa
+tali cose, chiunque fa iniquità è in abbominazione al signore Iddio
+tuo_, proposizione assoluta e senza alcuna condizione (227).
+
+_d_) I Gheonim (228) insegnano, allegando l'autorità del Talmud (229),
+esser permesso, anzi esser dovere di far testimonianza anche innanzi ai
+non israeliti (presso giudici non iniqui), anche se il frodato sia un
+Goi ed il frodatore un israelita (230).
+
+_e_) Il celebre ed autorevole R. Mosè Couci dice: Anche quel Talmudista
+che opina non essere vietato derubare il Goi, parla di un tale che abbia
+fatto del male allo israelita, ed anche in questo caso la sua sentenza
+non viene adottata; fuori però di questo caso anche quel Talmudista
+riconosce essere vietato rubare al Goi (231). E qui giovi notare che
+questo Mosè Couci o Kotzi, che fioriva nel 1230, è ben lungi dall'essere
+stato, in massima, modello di tolleranza. Nelle prime edizioni delle sue
+opere (232) trovansi non pochi passi anticristiani, ma il fanatismo
+religioso, di cui nessuno vorrà far colpa ad un ebreo del XIII secolo,
+non gli impedì però di fare il suo dovere d'onesto uomo, proclamando la
+massima che abbiamo testè riferita.
+
+Nè del resto poteva essere altrimenti, checchè abbiano farneticato i
+malevoli; la legge mosaica espressamente comanda di non molestare il
+forestiero, e lo inculca con queste parole: _E non oppressare il
+forestiero, perciocchè voi sapete in quale stato è l'animo del
+forestiero, essendo stati forestieri nella terra d'Egitto_ (_Esodo_,
+XXIII, 9). Ed altrove dopo aver detto che Dio è il Dio degli Dei, ed il
+padrone dei padroni; Dio grande, potente e tremendo, ecc, aggiunge che
+egli fa giustizia all'orfano ed alla vedova, ed ama il forestiero, per
+somministrargli vitto e vestito; indi conchiude: _Voi dunque altresì
+amate i forestieri; conciossiachè siate stati forestieri nel paese
+d'Egitto_ (_Deut._, X, 17, 19). Raccomanda di non far soffrire
+ingiustizia al forestiero ed all'orfano, e di non pignorare l'abito
+della vedova, ed aggiunge: _E ricordati che tu sei stato schiavo in
+Egitto_ (_Deut._, XXIV, 17 e 18). Ognuno sa che la memoria dei mali da
+noi stessi altre volte sofferti accresce forza al naturale sentimento
+della pietà dei mali altrui.
+
+Nè la legge scritta, nè la legge rivelata concedono dunque all'ebreo di
+usar frode a pregiudizio dei gentili.
+
+Il Levi nella sua raccolta talmudica già più volte citata ha spigolato
+nel Talmud alcune regole di commercio che giovano a mostrare come i
+dottori del Talmud si preoccupassero di inspirare negli Israeliti, i più
+rigorosi principî di probità commerciale:
+
+“È peccato far incarire i frutti — portare aumento nei prezzi correnti.
+
+“Oltre il sesto del valore v'ha lesione e il contratto è nullo (233).
+
+“Non deve il vinajo spargere nel suo negozio profumi di vini aromatici,
+per far credere di tenere nel suo negozio vini squisiti.
+
+“Non deve il negoziante regalare dolci ai giovanetti per allettarli al
+suo negozio.
+
+“Il vindice nel diluvio è vindice di chi non mantiene la sua parola.
+
+“Il capo dei ladri è quegli che defrauda nel peso e nelle misure (234).
+
+“Il negoziante deve ripulire i suoi pesi e i suoi vasi una volta ogni
+settimana, per conservarli sempre nella giusta misura” (235).
+
+Ma, si dirà, ammesso pure che agli Ebrei sia vietato usar frode in
+commercio, tanto col correligionario quanto col _Goi_, non potrete
+negare, che la stessa Bibbia, mentre vieta loro di dar denaro ad usura
+agli Ebrei, permette ad essi di darne ai _goim_.
+
+Ed infatti è scritto nel _Deuteronomio_ (XXIII, 19, 20) ed altrove: “Non
+prestare ad usura al tuo fratello, nè danari, nè vittuaglie, nè cosa
+alcuna che si presta ad usura.
+
+“Presta ad usura allo straniero, ma non al tuo fratello.”
+
+La cattiva interpretazione di questo precetto espresso e ripetuto nella
+Bibbia, fu causa principalissima delle accuse mosse su questo argomento
+contro gli Ebrei e della ripugnanza che ebbe il Cristianesimo contro
+l'industria feneratizia.
+
+Per bene interpretare questo precetto, conviene in primo luogo aver
+presente che la parola usura va intesa, anche in questo brano, nel senso
+di interesse. Abbiamo già dimostrato, colle parole del Say, che quello
+che noi ora diciamo _interesse_ dicevasi usura negli antichi tempi, ci
+sia lecito aggiungere qui, che la lingua ebraica non ha la parola usura,
+nel senso che oggi volgarmente le si attribuisce, sicchè ogni qualvolta
+troviamo scritto nella Bibbia la parola _usura_ dobbiamo leggere
+_interesse_.
+
+Quanto al divieto biblico di prestar ad interesse al fratello, ed alla
+facoltà di prestare al forestiero, è un di quei precetti che debbono
+considerarsi parti della legge civile, non della religiosa, e che, come
+tale, cessarono di aver vigore colla esistenza politica della nazione
+ebraica.
+
+Non diciamo cose nuove, ripetiamo, costretti, cose trite e ritrite.
+
+Questo precetto, come prescrizione di legge civile, è facilmente
+spiegabile.
+
+L'Ebreo in Palestina non era commerciante, lo abbiamo veduto; il
+commercio della contrada era in mano dei forestieri; da ciò consegue che
+se l'Ebreo prendeva a prestito denaro vi era costretto dalle necessità
+della vita, mentre il forestiero ne abbisognava per dar vita ai propri
+traffici; da qui il divieto, altamente economico, di far pagare
+interesse al primo ed il permesso, logico e naturale, di farlo pagare al
+secondo, che, dal denaro mutuato, presumeva ricavar lucro e vantaggio.
+
+E questa nostra interpretazione è ampiamente suffragata dal versetto 25
+del capitolo XXIII dell'Esodo:
+
+“Quando tu presterai danari al mio popolo, al povero che è appresso a
+te, non procedere inverso lui a guisa di usuraio: non imponetegli
+usura.”
+
+Il più volte citato Luzzatto così commenta questo versetto:
+
+“_Al popol mio_, cioè ad Israello. _A qualche povero che è appresso a
+te_, spiega l'antecedente e cioè che l'esenzione dell'interesse è
+diritto solamente di chi è assolutamente povero, non del ricco che cerca
+danaro per speculazione.”
+
+Anche il Mortara, onore di Mantova e del Rabbinato italiano, così
+interpreta questo precetto (236):
+
+“Il prestito fatto al povero viene considerato dalla morale religiosa
+come una carità e non un contratto. Essa riguarda pertanto il povero
+vergognoso come un congiunto, ed impone di prestargli, e non usare verso
+di esso come creditore che conceda dilazione al pagamento. È evidente
+che tale obbligazione morale non può vincolare che verso i prossimi e
+perciò la religione non la impone che verso i concittadini ed i
+correligionari.
+
+“I nostri Dottori applicano il testo d'Isaja, “allora tu invocherai il
+Signore ed egli ti esaudirà,” a colui che ama i suoi vicini, porta
+operoso affetto a' suoi congiunti e presta una moneta al povero nel
+momento del suo bisogno; e nell'esposizione del testo (salmo XV, 5): _Il
+quale non dà i suoi danari ad usura_, comprendono espressamente il non
+Israelita fra quelli cui si devono far prestiti, senza percepirne
+interesse” (237).
+
+E con questo commento dei due dottissimi rabbini si accorda quello di un
+eruditissimo sacerdote cristiano, l'abate M. Mastrofini, il quale
+conchiuse che il precetto “riguarda le usure di ricchi Ebrei su poveri,
+i quali tra loro convivono” (238).
+
+E più sotto, lo stesso Mastrofini, riassumendo il risultato dell'acuta
+sua disamina sui varii passi del Vecchio Testamento ove è discorso
+dell'usura, così conchiude:
+
+“La legge mosaica intorno le usure, ci rassicura ancora che non tutte le
+usure sono contrarie alla legge della natura. Imperocchè Dio, per Mosè,
+permise le moderate e discrete col ricco, tanto ebreo quanto
+forestiero” (239).
+
+Questi i precetti biblici riassunti da scrittori dotati di sana critica.
+Vediamo ora come i talmudisti interpretarono la legge:
+
+“Chi entrerà nel tuo sacro monte? dice Davide. Chi cammina sinceramente
+e chi non dà il suo danaro a usura. Osserva un dottore: Chi non dà il
+suo danaro a usura neppure a un Gentile” (240).
+
+“L'Ebreo il quale presta il suo denaro al Gentile, anzichè
+all'Israelita, perchè dal primo può prendere interesse, commette
+peccato” (241).
+
+“Chi accumula ricchezza con interesse e usura, l'accumula per chi è
+benefico coi poveri. Dice Salomone.”
+
+“Il dottore Hunà dichiara che qui allude all'usura tolta dai Gentili. Un
+altro dottore osserva che Mosè permette di dare a interesse a' Gentili.
+Risponde il primo dottore, che il testo biblico ha altro senso.
+Concludesi che tutto al più può l'Israelita prestare a interesse al
+Gentile, tanto da guadagnarsi il vitto (242).
+
+“Quando il Salmista (XV, 5) encomia chi presta il suo denaro senza
+percepire frutto, intende che lo faccia anche col Goi” (243).
+
+Ed in altro trattato:
+
+“Vieni e vedi, tutte le creature di Dio ritraggono (prendono a prestito)
+l'una dall'altra.
+
+“Il giorno ritrae (prende in prestito) dalla notte, la notte dal giorno:
+la luna dalle stelle, le stelle dalla luna: il sole dalla luce, la luce
+dal sole: il senno dalla scienza, la scienza dal senno: la carità dalla
+giustizia, la giustizia dalla carità.
+
+“Tutte queste creature divine ritraggono (prendono in prestito) l'una
+dall'altra e sono amiche ed in pace.
+
+“Solo l'uomo presta al compagno e cerca di rovinarlo con l'usura e col
+furto.
+
+“Questi usurai dicono quasi a Dio: Perchè non prendi usura de' tuoi
+prestiti agli uomini? Tu inaffii la terra, tu fecondi i campi, tu
+illumini, tu soffii l'alito vitale, tu conservi: chè non ti fai pagare?
+
+“Dice Iddio: Vedete quante cose io presto, e non prendo interesse.
+
+“Guai a chi prende usura: egli non vivrà.
+
+“Un re apre all'amico il suo regno: l'amico entra, calpesta i poveri,
+uccide le vedove, distrugge, rovina, e riempie ogni cosa di frode e
+iniquità.
+
+“Così l'usuraio a cui Iddio ha aperto il regno dei suoi tesori, porta
+ovunque la sterilità e la morte (244).”
+
+Ed altrove:
+
+“Bada cecità degli usurai. Se taluno ingiuria il compagno chiamandolo
+empio, l'ingiuriato arde d'ira e medita vendetta. E costoro in uno
+scritto, sancito da notai e da testimoni, di propria volontà scrivono e
+sottoscrivono e dichiarano..... d'avere rinnegato il Dio
+d'Israele” (245).
+
+Chiudiamo questo troppo lungo capitolo colla citazione di un brano del
+più volte ricordato Rabbino Leon Modena, il quale porrà in luce cosa
+pensassero su questo argomento gli Ebrei italiani, or sono due secoli.
+
+“Per obbligo della Legge, così di Mosè, come a bocca, devono esser
+realissimi, e non fraudar, ne ingannare alcuno, sia chi si voglia, o
+Hebreo, o non Hebreo, osservando sempre, e con ogni persona, quelli
+buoni modi di negotiar comandatogli in molti luoghi nella Scrittura, e
+spetialmente nel Lev. c. 19, versi 11, 13, 15, 33 sino al fine.
+
+“E quello che hanno disseminato alcuni in voce, e in iscritto, che ogni
+giorno giurano, et hanno per opera pia di ingannar, e fraudare un
+Christiano, è espressa bugia, così promulgata per renderli più odiosi di
+quello che sono.
+
+“Anzi molti rabbini hanno scritto et in particolar ne ha fatto raccolta
+a longo Rabino Bachij nel libro _Cadachemah_, lettera _Ghimel Ghezelà_
+dove dice che è molto più grave peccato il fraudare uno non Hebreo, che
+un Hebreo rispetto allo scandalo che si da, oltre l'opera sia in se, e
+si chiama _Chillul Ascem_, che vuol dire profanare il nome di Dio, che è
+de' maggiori peccati. Onde se si trova fra essi chi inganna e frauda, è
+diffetto di quel particolare, che è di mala qualità, ma non che lo facci
+essendole ne dalla sua legge, ne da Rabini in alcun modo permesso.
+
+“È ben vero che la strettezza, nella quale la captività lunga gli ha
+ridotti et essendole vietato quasi per tutto il posseder terreni, e
+molti altri modi di mercantar, et esercitii di riputatione et utili, si
+sono molti abbassati d'animo e divenuti digeneranti della lealtà
+israelitica” (246).
+
+Con queste parole il Modena viene a dimostrare quanto giuste sieno
+queste idee di un pubblicista inglese che noi trovammo testè riferite
+nella _Revue Britannique_ e colle quali ci piace dar termine a questo
+capitolo:
+
+“Dovunque le incapacità inerenti alle qualità di ebreo sono sconosciute,
+lo spirito stretto di sêtta e di tribù disparve, e lasciato a se stesso
+il giudaismo, in quanto riguarda le materie religiose ed i doveri
+sociali, si è sviluppato sanamente e senza usurpare sui confini altrui.
+È questo ancora il miglior rimedio da opporre alla sua estensione che
+noi possiamo consigliare a coloro che vedono in lui un nemico di cui
+occorra sbarazzarsi ad ogni prezzo.”
+
+(193) _La situazione degli Ebrei nel Medio-Evo._ — _Giorn. degli
+Economisti._ Padova, 1875, vol. 1, pagg. 88 e segg.
+
+(194) Ac si transferre sedes cogerentur, major vitae metus quam mortis.
+(TACIT., _Hist._ XXI).
+
+(195) Ne quidquam ingenuum potest habere officina... Mercatura, si
+tenuis est, sordida putanda est: sin autem magna et copiosa; multa
+undique apportans, non est admodum vituperanda..... Nihil enim
+proficiunt mercatores, nisi admodum mentiantur. (CICERONE, _Dei doveri_,
+libro I, sez. 42).
+
+(196) SAY, _Trattato di Ec. pol._ in _Bibl. dell'Ec._ Serie I, vol. VI,
+pag. 275.
+
+(197) BLANQUI, _Hist. de l'Ec. pol._, I, 153.
+
+(198) Questo pregiudizio contro l'interesse del denaro, che rimonta ad
+Aristotile, e che ha per base la massima che il denaro, non essendo di
+per se stesso fecondo, non può produrre interesse, era comune anche a
+Shakespeare che, nel suo linguaggio pittoresco, definì l'interesse: _La
+posterità di uno sterile metallo._
+
+(199) TURGOT, _Memoria sui prestiti di denaro_ in _Bib. dell'Ec._ Vol.
+I, pag. 373.
+
+(200) _Bull. mag._ LXVI, pag. 328 e pag. 21.
+
+(201) S. DE SISMONDI, _Nuovi principii d'economia politica_ in _Bibl.
+dell'Econ._ Vol. VI, pag. 636.
+
+(202) Le Pandette fissano al quattro per cento il tasso dell'interesse
+per la persona di un rango illustre, a sei per gli altri, tasso
+ordinario e legale. Ciò non pertanto si permise l'interesse dell'8 per
+cento ai manifattori ed ai commercianti e quello del 12 per le
+assicurazioni marittime.
+
+(203) Gli stessi principi ecclesiastici che vietavano ai Cristiani di
+dar capitali ad interesse, lo permettevano agli Ebrei; ad esempio
+l'arcivescovo di Colonia, nel 1266, promise loro di non concedere ad
+alcuno tranne che ad essi il contrarre prestiti fruttiferi. (ENNEN,
+_Storia di Colonia_, II, 327).
+
+(204) Quando il re di Francia, Giovanni, per pagare i suoi debiti
+adulterò la sua moneta, tutti gli ufficiali della sua zecca furono
+obbligati a giurare il secreto. (V. DUCANGE, _Glossario_, parola
+_Moneta_, ed. de' Benedettini). Fin qui il Say; dal canto nostro
+aggiungiamo che questa adulterazione delle monete, causa principalissima
+dello esorbitante tasso dell'interesse e che durò sino alla età
+moderna — Carlo V verso il 1540 inondò l'Europa di una massa di cattivi
+scudi d'oro di Castiglia. (BLANQUI, _Hist. de l'Ec. pol._, I, 283) — era
+conseguenza delle dottrine di S. Tommaso. Il Grande Aquinate, come del
+resto tutti gli uomini dei tempi suoi, aveva curiose idee in fatto di
+economia politica. Egli (_De Regg. Princ._, II, 13), infatti permette
+che lo Stato faccia uso, moderatamente però, del diritto di alterare le
+monete _sive in mutando, sive in diminuendo pondere_. Tutti ricordano le
+roventi parole con cui il nostro Dante, quasi contemporaneo
+dell'Aquinate, stigmatizza Filippo il Bello, il re falso monetario, che
+la dottrina di S. Tommaso aveva appreso da Egidio Colonna; il Dottor
+Fondatissimo, fu infatti discepolo di Tommaso e maestro di Filippo.
+
+(205) SAY, _op. cit._ pag. 277.
+
+(206) Se l'indole di questo lavoro lo consentisse, potremmo moltiplicare
+gli esempi per dimostrare che caorsini, lombardi e toscani precedettero
+quasi dovunque gli Ebrei nell'esercizio dell'usura. Nell'impossibilità
+di farlo qui, ci limitiamo ad un solo esempio somministratoci da
+un'eccellente monografia di ANTONIO IVE (_Dei banchi feneratizi e
+capitoli degli Ebrei di Pirano e dei Monti di pietà in Istria_, Rovigno,
+Bontempo e C., 1881), dove a pagina 7 si legge: “Ai fiorentini
+succedettero in Istria, nell'esercizio della fenerazione, verso il 1380
+circa, gli Ebrei, i quali ne ebbero, per così dire, il monopolio fino
+alla metà del secolo XVII.”
+
+(207) Non facciamo la storia dell'usura, e dobbiamo quindi trascurare
+molte e molte citazioni ad appoggio di quanto veniamo dicendo; a
+mostrare però come l'industria feneratizia non fosse esercitata dai soli
+Ebrei, riferiamo il seguente brano di un'ordinanza di Luigi il Protervo,
+9 luglio 1315: “Et comme nous avons appris que plusieurs Italiens
+étaient dans notre Royaume, lesquels exercitent marchandises et contrats
+_qui ne sont pas honnêtes_, notre intention n'est pas de donner à tels
+Italiens lesdites frauchises et libertés.”
+
+(208) San Luigi li oppresse colle leggi più intollerabili, liberò i loro
+debitori, proibì ogni azione giudiziaria a vantaggio degli Ebrei, e
+spinse il rigore sino a proibir loro di contrattare. (BLANQUI, _Hist. de
+l'Ec. pol._, I, 186).
+
+(209) BLANQUI, _op. cit._, I, 223.
+
+(210) _Loc. cit._
+
+(211) ARTHUR BEUGNOT, _Les Juifs d'Occident_, 2^me partie, pag. 35.
+
+(212) ROSCHER, _art. cit._
+
+(213) Il Roscher (_loc. cit._) nota, assai saggiamente, che l'azione
+commerciale degli Ebrei fu favorita anche dalla loro unione altrettanto
+vivace quanto grandiosa, estesa attraverso tutti i regni cristiani e
+maomettani. È questo un vantaggio che, in minori proporzioni, si può
+segnalare anche presso altre minoranze religiose, e su cui, ad esempio,
+riposano i successi mercantili degli Ugonotti in Francia e dei Quacqueri
+in Inghilterra.
+
+(214) BLANQUI, _Hist. de l'Ec. pol._, I, 189.
+
+(215) D'AGUIR, _Concil. hispan._, t. II, p. 752.
+
+(216) _Réflexions d'un Milord_, pag. 52.
+
+(217) Veggasi il documento in _Revue des Etudes Juives_, anno 1882, pag.
+231.
+
+(218) _Difesa contro gli attacchi fatti alla nazione ebrea_, ecc. Pavia,
+MDCCLXXXIV, pag. 104.
+
+(219) SCHERER, _Storia del Commercio_ in _Biblioteca dell'Economista_,
+serie II, vol. IV, pag. 712.
+
+(220) _Unità Cattolica_ di Torino, numero 224, del 26 settembre 1883, 1ª
+ed., pag. 896. — Veggasi pure fra i documenti una importante memoria del
+principe Demidoff di San Donato sulla questione semitica in Russia.
+
+(221) MAC CULLOCH, _Principii di Ec. pol._ in _Bibl. dell'Ec._, v. XIII,
+pagine 17, 18.
+
+(222) Il _Temple_ era un quartiere di Parigi ove i rigattieri avevano le
+loro botteghe. Oggi ancora quel quartiere, situato nei pressi del
+sobborgo operaio di Sant'Antonio, è abitato dalla parte più povera degli
+Ebrei di Parigi.
+
+(223) MEDICI, _op. cit._, cap. XII.
+
+(224) TALMUD BABILONESE HOLIN, fol. 84. Appoggiato a tale sentenza
+l'autore del libro _Hassidim_, vivente in Francia verso il 1200,
+condanna e dichiara peccatori coloro che nel salutare il non israelita
+gli dicono sottovoce villanie, cui l'altro suppone esser parole
+amichevoli. (_Hassidim_, § 51).
+
+(225) Id. id.
+
+(226) TOSSAFTÀ KAMÀ, cap. IV.
+
+(227) MAIMONIDE dietro il Talmud, trattato GHENEVÀ, capitolo 7, lez. 8.
+
+(228) Capi di Accademia in Persia, succeduti ai Talmudisti dal 600 al
+1038 di G. C.
+
+(229) KAMÀ, fol. 113.
+
+(230) SEMACH GAON, nelle decisioni dei Gheonim, stampate a Salonico e
+sotto il titolo di Sciaon Zedek, fol. 84 retro.
+
+(231) SAMAG, precetto negativo, 152.
+
+(232) Cfr. DE ROSSI, _Diz. storico degli autori Ebrei_, Parma, 1802,
+vol. 2, p. 67 a. v. _Mosè di Kotzi_.
+
+(233) BAVÀ METZIÀ, fol. 49.
+
+(234) LEVI, _op. cit._, pag. 281.
+
+(235) I Talmudisti sembrano essersi assai preoccupati della esattezza
+dei pesi e delle misure. “Il commerciante all'ingrosso ripulisca le sue
+misure una volta al mese, quello al minuto una volta ogni dodici mesi.
+R. Simeone, figlio di Gamliel, dice all'opposto: il bottegaio ripulisca
+le sue misure due volte per settimana e netti i suoi pesi una volta per
+settimana, e netti la bilancia dopo ogni pesata. R. Simeone dice, questo
+intendere trattandosi di cose molli, ma di cose aride non occorre.”
+(BAVÀ BADRÀ, 88 a). “Si instituiscono commissari per le misure [perchè
+siano giuste] ma non per i pesi [perchè dipendono dalla concorrenza].
+Rami bar Hamà dice: si stabiliscono commissari sia per le misure, sia
+per i prezzi a motivo degli ingannatori.” (_Ivi_, 890).
+
+“È proibito di tenere in casa misure mancanti o soverchianti.....
+quest'intendesi nei paesi ove non sono bollate, ma dove sono bollate
+quando non vede il bollo non prende.” (_Ivi_, 897).
+
+E certamente a queste massime si è inspirato il Maimonide quando facendo
+suo il precetto che leggesi in _Bavà-Badrà_, 886, scrisse: “È più grave
+la punizione di chi defrauda colle misure che di chi commette incesto,
+perchè questo è tra lui e Dio, e quello tra lui e il prossimo”
+(MAIMONIDE, _Leggi sul furto_, cap. VII, lez. 8).
+
+(236) MARCO MORTARA, _Compendio della religione israelitica_, Mantova,
+Beretta, 1855, pag. 86.
+
+(237) V. TALMUD SANEDR. 76B e MACCOT 24A.
+
+(238) MASTROFINI, _Le usure_. Milano, Silvestri, 1841, pag. 9. Cfr.
+GENOVESI, _Lezioni di economia civile_ in _Bibl. dell'Economista_, 1ª
+serie, vol. III, pag. 207. Il dotto filosofo napoletano fu forse il
+primo in Italia a comprendere e ad esporre nettamente il concetto
+biblico del prestito ad interesse.
+
+(239) _Op. cit._, pag. 37.
+
+(240) TALMUD MAKOT, pag. 24.
+
+(241) JALKUT MISLÈ, fol. 144, 1.
+
+(242) JALKUT, fol. 295, 2.
+
+(243) MAKOT, fol. 24.
+
+(244) BAVÀ MEZHIA, fol. 71.
+
+(245) RABOT MISHPATIM, sez. 2, verso la metà. Nella stessa sezione molti
+altri passi sono diretti a biasimare l'usura: p. e. “Vieni e vedi:
+chiunque è ricco, e benefica i poveri e non prende usura, Iddio lo
+considera come se avesse osservato tutti i precetti.
+
+“Diede ad usura, prese aumento e vivrebbe? Non vivrà.” (Ezechiele 18,
+17) “dice Iddio benedetto: Chi visse d'usura in questo mondo, non vivrà
+nel mondo venturo.”
+
+“Non gl'imporrete usura (Esodo, 22, 27) bastava _imporrai_, perchè dice:
+_imporrete_? si riferisce ai testimoni, al garante, ai giudici ed allo
+scrivano, perchè se non fossero questi, egli non prenderebbe nulla, e
+quindi vengono puniti tutti quanti.
+
+“A che si assomiglia l'usura? A chi viene morso da un serpente, e non se
+ne accorge, e non lo sa sino a che non lo investe (?) tutto.
+
+“Il _povero_ che è con te (Esodo, 22, 27) dice il santo, benedetto egli.
+Non gli basta la sua miseria che tu gli prendi ancora usura?”
+
+(246) MODENA, op. cit., parte II, cap. V, pag. 49.
+
+
+
+
+ IV.
+
+ Dell'uso del sangue cristiano nei riti ebraici
+
+
+Oggi ancora, nell'ultimo quarto del secolo decimonono, abbiamo veduto,
+in un paese che si dice civile, Ebrei accusati di aver assassinato una
+fanciulla cristiana, non per scopo di lucro o di libidine, non per
+vendetta, o per qualsiasi altro dei soliti moventi cui obbediscono gli
+assassini, ma nell'intento di raccoglierne il sangue, sangue che si
+pretende necessario agli Ebrei per l'adempimento di tenebrosi loro
+riti (247).
+
+E mentre il processo si dibatteva in Ungheria, abbiamo veduto in Italia,
+in Francia, in Germania, nei paesi insomma del continente d'Europa che
+sono alla testa del movimento intellettuale, pubblicarsi giornali ed
+opuscoli per sostenere che la religione ebraica impone ai suoi seguaci
+l'obbligo di valersi del sangue di umane vittime per compiere non
+sappiamo quali infami riti.
+
+Che più? un professore dell'I. R. Università di Praga, il Rohling, si è
+persino procacciata una tal qual nomea, facendosi banditore della oscena
+accusa; e quasi ciò non fosse bastante, il _Figaro_ di Parigi, il
+giornale certamente più diffuso dell'Europa continentale, e che ha
+parecchi Ebrei fra i suoi collaboratori, riproduceva, a proposito del
+processo di Tisza Eszlar, nel suo numero del 15 luglio 1883, un lungo e
+calunnioso articolo contro gli Ebrei, togliendolo da un infame libello
+antisemitico, il _Paderboner Judenspiegel_.
+
+Certamente, di fronte agli scarsi accusatori, sorsero numerosi i
+difensori degli Ebrei, e fra questi, solleva l'animo il poterlo dire,
+non mancarono dotti ecclesiastici di tutte le confessioni cristiane.
+
+Certamente gli stessi Tribunali Ungheresi, con tre conformi sentenze,
+proclamarono l'innocenza degli Ebrei accusati nel famoso processo di
+Tisza Eszlar; ma è pur troppo nell'indole della natura umana il prestare
+più facile orecchio a chi accusa che a chi difende, a chi proclama il
+male che a chi lo nega, sicchè non è a meravigliarsi che uomini di buona
+fede, liberali sinceri, rimangano oggi ancora dubbiosi di fronte alla
+strana accusa.
+
+Si fa la grazia agli ebrei, che dimorano nei paesi più colti, di
+ammettere che abbiano rinunziato al sanguinoso rito, ma si pretende che
+esso si mantenga ancora rigoglioso in quei paesi dove il progresso della
+civiltà trova refrattarii ebrei e non ebrei.
+
+I più benevoli arrivano ad accordare che non tutti gli Ebrei pratichino
+la nefanda cerimonia, ma insinuano che può bene essere sorta in seno al
+giudaismo, una setta la quale abbia imposto ai suoi seguaci l'obbligo di
+versare umano sangue e di cibarsene (248).
+
+Insomma, mentre tutti gli onesti provano ribrezzo ad involgere nella
+orrenda accusa gli Ebrei che conoscono personalmente, quelli che vivono
+in continuo contatto con loro, non mancano però parecchi che vanno
+cercando argomenti per persuadere a loro stessi che Ebrei di remote
+contrade possono bene essere colpevoli.
+
+Noi che scriviamo, conosciamo in Italia fior di onesti uomini che
+protesterebbero indignati se domani una simile accusa si muovesse ad un
+loro conterraneo, ad un loro amico ebreo, ma che la trovano invece
+naturale, naturalissima, quando viene rivolta ad un ebreo ungherese o
+siriaco (249).
+
+Anzi abbiamo sentito taluno che pretendeva difendere gli Ebrei, non
+negando la stolta calunnia, ma invocando questa singolare attenuante:
+che cioè se simili accuse non si muovono più, contro gli Ebrei che
+dimorano in paesi civili, egli è perchè essi rinunciano all'orribile
+pratica, non appena cessano di esser fatti segno alle oppressioni di cui
+furono e sono bersaglio nei tempi e nei paesi meno civili.
+
+Certamente, al secolo nostro, che, più spesso che non convenga, giudica
+dalle apparenze, ripugna meno l'accusare di una orribile superstizione
+il lurido ebreo polacco dal classico cafetano e dai ricci bisunti, od il
+palestinese dal turbante e dalla turchesca zimarra, che non il
+gentiluomo lindo ed azzimato che si mescola a noi, che vive della nostra
+vita e che ormai può dirsi in tutto eguale agli altri suoi concittadini.
+
+Ma tutto ciò non è che parvenza.
+
+Vanto precipuo del giudaismo è, che, malgrado le differenze, dalla
+civiltà e dal progresso create, fra gli Ebrei dei varii paesi, essi
+mantennero sempre l'unità del loro culto, delle loro credenze; sicchè le
+stesse pratiche, gli stessi riti si celebrano tanto a Parigi quanto a
+Bagdad, tanto a Milano od a Boston quanto nell'ultimo villaggio della
+Ungheria e della Polonia.
+
+Bisogna dunque ammettere che o tutti gli Ebrei, che oggi vivono fra noi,
+hanno d'uopo di sangue cristiano per le loro cerimonie religiose, o che
+questo bisogno non fu mai provato da nessun ebreo, in nessun tempo ed in
+nessun paese.
+
+La religione ebraica non ha sêtte, non ha discrepanze religiose, sicchè
+è forza accettare questo dilemma: o tutti innocenti o tutti colpevoli.
+
+E per questo noi — che scriviamo in Italia, dove, da ormai trenta anni,
+non è più sorta nessuna accusa di questo genere contro gli
+Ebrei — sentiamo il bisogno di insistere su questo argomento per far
+chiaro che mai, in nessun luogo ed in nessun tempo, gli Ebrei
+praticarono l'infame rito; perocchè se ci fosse provato che un solo
+fanciullo cristiano fosse stato ucciso dagli Ebrei _per scopo
+religioso_, in qualsivoglia tempo, ed in qualsivoglia paese, dovremmo
+noi pei primi riconoscere che oggi ancora gli Ebrei di tutto il mondo
+celebrano l'infame cerimonia.
+
+Eppure la storia ribocca di accuse simiglianti mosse agli Ebrei, eppure
+è antichissima la asserzione che gli Ebrei sacrifichino vittime umane a
+non sappiamo quali orribili superstizioni.
+
+Già Giuseppe Flavio confutava l'asserzione di Appione, il quale accusava
+gli Ebrei d'ingrassare nel loro tempio degli stranieri fatti prigionieri
+e di scannarli poi, per offrirli in olocausto a Dio (250).
+
+Nei secoli posteriori, specialmente a partire dal XII secolo, l'accusa
+di cui ci occupiamo si venne tanto spesso ripetendo sotto diverse forme,
+che gli Ebrei hanno oggi nella loro lingua una parola speciale (GNALILAD
+DAM, _la calunnia del sangue_) per designare questa calunnia loro sempre
+tanto fatale, parola questa che non è ignorata nemmeno da coloro fra
+essi che non sanno neppure una sillaba di ebraico, e che risuona sempre
+ai loro orecchi come il rintocco di una campana funebre.
+
+Ai tempi di Arcadio imperatore (395–408 d. G. C.) ad Imnestri, piccola
+località situata tra Calcide ed Antiochia, alcuni Ebrei ubbriachi furono
+accusati di aver attaccato ad una croce un fanciullo cristiano e di
+averlo ucciso; ne seguì una lotta terribile. Ma questo fatto fu
+giudicato da Arcadio con equità e furono puniti soltanto i veri
+colpevoli (251).
+
+Nel 1080 gli Ebrei furono tutti banditi dalla Francia, ed i loro beni
+confiscati, sotto l'accusa di avere, alla loro Pasqua, sacrificato un
+ragazzino.
+
+Basnage ci narra (252), come — sotto il regno di Alfonso X il saggio, Re
+di Castiglia e di Leon (1252–1284), — tre scellerati di Orsona, città
+dell'Andalusia, gittassero un cadavere nel giardino attinente alla casa
+di un ebreo ed accusassero poi questi di averlo ucciso. Questa calunnia
+essendosi diffusa per la città il popolo massacrò tutti gli Ebrei che
+gli caddero nelle mani.
+
+Parecchi cercarono un rifugio nelle case dei loro amici cristiani, ma
+siccome ricorreva la Pasqua, nel qual tempo gli Ebrei non mangiano pane
+lievitato, e come essi non trovavano naturalmente che di questo, nelle
+case dei loro amici, poco mancò non morissero di fame, perchè
+preferivano digiunare ad infrangere la prescrizione religiosa. Gli
+abitanti di Palma imitarono quelli di Orsona e si dettero a perseguitare
+ed uccidere gli Ebrei, sicchè questi fecero pregare i loro
+correligionari di mandar deputati alla Corte per impedire un massacro
+che stava per diventar generale. I persecutori tenner dietro dappresso
+ai tre deputati Ebrei che erano stati all'uopo designati. Anzi essi
+giunsero i primi, perocchè gli Ebrei erano stati obbligati a lasciare le
+vie battute ed a nascondersi in una foresta per paura di cader nelle
+mani dei loro persecutori. Giuseppe, capo della Deputazione ebrea, parlò
+in nome di tutti, con tanta eloquenza che venne ammirato da tutta la
+Corte. Re Alfonso assolse gli Ebrei dall'omicidio che non era mai stato
+commesso. Gli accusatori insistevano perchè l'ebreo fosse messo alla
+tortura, per sapere se egli aveva o meno perpetrato il reato, ma egli
+potè sottrarsi alla dura prova, chiedendo ed ottenendo si aprisse la
+tomba da cui era stato tratto il cadavere, per gittarlo nella sua casa.
+
+Simiglianti accuse si produssero in Inghilterra. Nel 1226 gli Ebrei di
+Norvich furono condannati a 20,000 marche di ammenda per aver voluto
+crocifiggere un fanciullo (253). Egualmente nel 1255 a Lincoln, dove
+dopo un simulacro di giudizio, diciotto ebrei furono appiccati ed il
+piccolo Ugo, il crocifisso, canonizzato.
+
+A Northampton, per delitto di crocifissione, se ne appiccarono
+cinquanta, e pochi anni dopo, nel 1287, gli Ebrei furono espulsi
+dall'Inghilterra, dove non ricomparvero che dopo aver ricevuto da
+Cromwell l'autorizzazione di risiedere a Londra e di costruirsi una
+sinagoga, di rito spagnuolo (254).
+
+Nel 1432 si pretese che Ebrei avessero fatto morire, lardellandolo di
+colpi di stile, V. Wernher di Bacharach.
+
+Nel 1443 gli Ebrei di Milano, per un'accusa simile, dovettero pagare
+20,000 fiorini.
+
+Nel 1475 tre israeliti furono accusati di aver ucciso un ragazzo a
+Trento, dove la popolazione era stata prima fanatizzata dalle prediche
+di Bernardino da Feltre (255), e tutti gli Ebrei furono messi alla
+tortura e spogliati di tutto.
+
+Nel 1490, Giovanni di Passamento fu aggiunto alla lista dei santi
+spagnuoli per il suo supposto martirio a Guardia.
+
+Nel 1506, a Venezia, un giovane israelita ungherese venne arrestato per
+sospetto di voler rapire un fanciullo cristiano, ma, da saggi giudici,
+riconosciuto innocente, tosto posto in libertà.
+
+Questo fatto ce lo narra il Sanuto nel volume sesto (256) dei suoi
+diarii, e lo diamo nel suo testo originale, poichè le parole
+dell'illustre storico mettono in più chiara luce e la illuminata
+giustizia veneta, ed il retto e sano criterio dei nostri padri.
+
+“22 marzo 1506.
+
+“In questo zorno hessendo gran Conseio suso, achadete chel fo retenuto
+un zudio hongaro, nominato Isaach, qual studiava et stava perhò in
+questa terra, et venuto zoso Gran Conseio, ser Hieronimo Quirini et ser
+Antonio Zustignam dotor, Avogadori, lo andono a examinar. Par chel ditto
+a San Stin (257) in certa calle havesse trovato un puto di anni 2 ½ in
+zercha, smarito, e lui lo tolse soto la vesta e lo voleva menar via ut
+dicitur a marturizarlo como fo il bia Simon a Trento et Sebastian
+Novello a Porto Bufole del 14.. (258), et visto da alcuni, tandem fu
+preso detto zudio che fuziva e si buttò al aqua. Et cussì li Avogadori
+fe la soa examination con interprete et formò il processo. Quello
+seguirà noterò di sotto, unum che la matina in Rialto alcuni zudei dal
+vulgo fonno batuti et quasi lapidati. _Ma judico nulla sia et nulla
+seguirà et esser cossa falssa._”
+
+“24 marzo 1506.
+
+“In questa matina in quarantia criminal fu rilassato il zudeo retento
+per cazon del puto, atento nulla erra con effecto, et cussì li Avogadori
+messeno di rilassarlo e fu preso.”
+
+Così si vedeva e si giudicava in Venezia nel 1506!
+
+Verso il 1530, un ebreo, di Amasia, presso Erzerum, venne accusato
+dell'assassinio di un cristiano il quale era stato bensì visto entrare
+nella casa dell'ebreo, ma non era stato visto uscirne. Secondo il solito
+i correligionari dell'accusato furono coinvolti nel processo. I
+disgraziati vennero sottoposti alla tortura, e, sotto l'angoscia di
+inenarrabili sofferenze, confessarono di aver assassinato un cristiano;
+tutti furono appiccati, ed un medico, Jacob Abiob, bruciato vivo. Ma
+l'accusa non era che una orribile calunnia ordita da falsi testimoni e
+la prova non tardò a farsene palese: la pretesa vittima ricomparve. La
+causa venne allora portata a Costantinopoli, dinanzi al Tribunale di
+Solimano II, che non soltanto punì i calunniatori, ma ordinò che altre
+accuse di questo genere, contro gli Ebrei, che potessero riprodursi,
+dovessero portarsi dinanzi al divano di Costantinopoli, ogni altra
+giurisdizione esclusa.
+
+Bastò questa disposizione, bastò l'idea di trovarsi dinanzi a giudici
+relativamente illuminati, perchè, per ben tre secoli, la calunnia non
+rialzasse più il capo negli Stati del sultano (259).
+
+Anche nel secolo nostro simili casi si riprodussero sovente, troppo
+sovente per un secolo che ha la pretesa di essere quello dei lumi. Pur
+tacendo di altri fatti, ricorderemo come a Damasco un rispettabile e
+venerando cappuccino italiano, il padre Tommaso, ed un suo domestico,
+scomparissero nel febbraio 1840. Un barbiere ebreo e sette mercanti
+ebrei furono arrestati sotto l'imputazione di averli uccisi per compiere
+un sagrifizio rituale. Il processo venne istruito in modo, che, lord
+Palmerston, nella seduta della Camera dei Comuni inglesi del 22 giugno
+1840, ebbe a dichiarare “esempio di barbarie e di atrocità inaudite nel
+nostro secolo, e quali non potevansi aspettare in un paese che è in
+relazione col mondo civile (260).” Atroci tormenti strapparono agli
+sventurati accusati una specie di confessione che smentirono
+energicamente dopo. Il console d'Austria, signor Merlato, tentò invano
+di calmare l'emozione popolare. Una sollevazione dei cristiani siriaci
+ne seguì, e, malgrado i passi fatti al Cairo, da sir Moses Montefiori e
+da Cremieux, in favore dei loro correligionari, malgrado che il Vicerè
+d'Egitto, Mohammed-Ali, prosciogliesse gli Ebrei da ogni accusa, il
+popolaccio non fu meno convinto, e lo è ancora adesso, che il padre
+Tommaso venne sacrificato in obbedienza ai riti talmudici delle feste
+pasquali.
+
+Quasi contemporaneamente, a Rodi, sorgeva una simile accusa, sempre
+contro gli Ebrei, ma, il 20 luglio 1840, il Consiglio di giustizia della
+Porta, che aveva avocato a sè la trattazione dell'affare, assolse tutti
+gli Ebrei dalla accusa portata contro di loro dai Greci, di essersi
+impadroniti di un fanciullo greco, al solito intento di scannarlo e di
+servirsi del suo sangue per la Pasqua. Nè pago di ciò, il Governo turco,
+per dimostrare tutto l'orrore che gli inspiravano le inumane sevizie
+usate dal pascià di Rodi contro gli Ebrei accusati, lo destituì da ogni
+sua carica ed il sultano Abdul-Medjid, con un suo firmano, in data del
+13 Ramazan 1256 (7 novembre 1840), che si leggerà fra i documenti, pose
+in piena luce l'innocenza degli Ebrei accusati a Damasco ed a Rodi.
+
+Pochi anni dopo una cittaduzza italiana, Badia, in provincia di Rovigo,
+vedeva svolgersi un importante processo, di cui pubblicheremo più
+innanzi i documenti, processo che finì coll'assoluzione dell'ebreo
+imputato e colla condanna della sua calunniatrice.
+
+Ricorderemo ancora un processo che ebbe luogo or sono venti anni a
+Saratoff, l'ultimo, crediamo, nel quale gli Ebrei venissero, malgrado le
+proteste delle autorità civili e militari, e dello stesso ministro di
+giustizia, condannati, e ciò, in seguito a testimonianze di persone
+peggio che equivoche e malgrado che la tortura non fosse giunta a
+strappare la menoma confessione a nessuno dei pretesi rei.
+
+È troppo recente, e troppo presente alla memoria di tutti, un fatto
+accaduto due anni or sono ad Alessandria d'Egitto, perchè vi spendiamo
+sopra ulteriori parole.
+
+Non possiamo però resistere al desiderio di fare qualche breve
+osservazione sul conto dello stranissimo processo che si svolse non ha
+guari in Ungheria. A Tisza Eszlar — paese situato, è bene notarlo, nella
+circoscrizione elettorale che inviò alla Tavola dei deputati il famoso
+antisemita Geza-Onody, — una ragazza quindicenne, di religione
+protestante, a nome Ester Solymossy, essendo sparita, gli Ebrei furono
+accusati di averla assassinata per scopo rituale. Mancava ogni base
+giuridica all'accusa; nelle acque del Tibisco si era persino ritrovato
+un cadavere che, quantunque deformato, appariva, indubbiamente, dagli
+indumenti che portava, quello della infelice scomparsa; sul cadavere non
+si riscontrava nessuna lesione che potesse far sospettare se ne fosse
+cavata una sola goccia di sangue; malgrado tutto ciò si voleva il
+processo; ed il processo, ad eterno disonore dell'Ungheria, ebbe luogo.
+
+Non ce ne rammarichiamo noi; perocchè quel processo è la più fulgida
+testimonianza dell'innocenza degli Ebrei, confermata da tre conformi
+sentenze pronunciate, malgrado le esorbitanze di una folla briaca d'odio
+e sitibonda di sangue, fanatizzata dalle mene degli antisemiti.
+
+Solo argomento a sostegno dell'accusa era, orribile a dirsi, la
+deposizione di un ragazzo quattordicenne, Maurizio Scharf, figlio ad uno
+dei principali accusati (261). Come si giungesse a costringere un figlio
+a calunniare il proprio padre, ce lo dica una corrispondenza che il
+_Figaro_ di Parigi riceveva da Vienna in occasione del processo.
+
+“Per slegare la lingua a quel Maurizio Scharf, il _Deus ex macchina_ di
+quel processo, il ragazzo quattordicenne che, con accanimento singolare,
+si era fatto accusatore del proprio padre, il cancelliere giudiziario
+_Peczely_, quel fenomeno di magistrato che nel corso del processo si
+seppe aver passato quindici anni della sua vita in galera per tentato
+assassinio, ricorreva ai seguenti mezzi: gli somministrava schiaffi e
+pugni in buona dose, gli anneriva il dorso con colpi del suo scudiscio
+da caccia e gli minacciava di fargli finire i suoi giorni in una oscura
+cella, talmente sucida _che neppure un cane_ vi accetterebbe un pezzo di
+pane. Al contrario gli prometteva mari e monti nel caso in cui si
+decidesse a parlare.”
+
+Nè diversi erano, sempre secondo la citata corrispondenza, i mezzi usati
+cogli altri imputati. Ora venivano gettati in qualche cella umida e
+fredda, ora si esponevano ai raggi del sole, quel sole della Pusztah che
+ha i suoi quaranta gradi al _minimum_, e quando si lagnavano di aver
+sete, si versavano loro nella gola torrenti d'acqua che li soffocavano.
+Del resto il knut non riposava gran fatto.
+
+Più efficace ancora è la descrizione che, dei mezzi usati contro gli
+imputati di quell'iniquo processo, ci fa un eminente scrittore francese,
+il Cherbuliez — che mal si cela sotto il pseudonomo di Valbert — nella
+_Revue des deux Mondes_ del 1º agosto 1883: “Il giudice
+d'istruzione (262), non potendo cacciar nulla dall'imputato Vogel, dopo
+avergli applicato un ceffone, chiamò i suoi sgherri, e minacciò di
+bastonarlo: rispose che quanto si voleva fargli dire era falso, siccome
+potevano confermare ventiquattro testimoni che desiderava si citassero.
+Tre pugni fortemente appiccicatigli sulla mascella ne fecero sgorgare il
+sangue; rifiutò di confessare. Gli si fece allora inghiottire tanta
+acqua che fu costretto a lasciarsi cadere a terra per poterla recere;
+quando l'ebbe rigettata, lo si costrinse a bere tre bicchieri di acqua
+salata. Rifiutò di confessare. Gli vennero allora legate le mani dietro
+il dorso, il commissario lo prese per uno dei ricci dei suoi capelli, un
+altro per l'altro e tirarono così forte che i due ricci restarono loro
+nelle mani. Rifiutò di confessare. Lo si spogliò, lo si fece coricare
+sulla paglia minacciando di appiccarlo pei piedi. Rifiutò di confessare.
+Poi lo si obbligò a correre sino ad Eszlar dinanzi al cavallo d'un
+panduro. Il calore era soffocante ed egli non si reggeva più, ma ricusò
+di confessare. Si finì col rinchiuderlo in una oscura cella. Vi dimorò
+tre settimane e vi cadde gravemente malato sempre chiedendo, invano, che
+si sentissero i suoi testimoni.”
+
+Dopo queste narrazioni di scrittori e di giornali autorevoli nessuno
+oserà meravigliarsi se il governo ungherese, in una corrispondenza di
+origine evidentemente iperofficiosa, in data 3 luglio 1883, pubblicata
+nella _République française_, è obbligato a lasciarsi strappare questa
+preziosa confessione:
+
+“Mentre l'Ungheria è governata da una legislazione eminentemente
+liberale — una fra le più liberali d'Europa — la magistratura ungherese
+non ha quasi subìto nessuna trasformazione, nessuna riforma, ed è
+rimasta ad un dipresso tal quale era il secolo scorso”.
+
+Malgrado tutto ciò, malgrado l'eloquenza ed il talento grandissimo che
+il Szalay, avvocato della parte civile, aveva posto al servizio di
+questa iniqua causa, tre conformi sentenze posero in luce la piena
+innocenza degli accusati (263).
+
+Nella impossibilità in cui eravamo di riferire tutti i fatti calunniosi
+di questa natura addebitati agli Ebrei, siam venuti scegliendo
+imparzialmente tanto fra quelli che terminarono colla condanna
+dell'innocenza, come fra quelli in cui l'innocenza finì per trionfare.
+
+Ma, di fronte all'odiosità di questi processi, ci piace porre la
+testimonianza di coloro che si adoperarono a scagionare gli Ebrei dalla
+iniqua accusa.
+
+E tra questi vogliamo citare, fra i primi, molti ebrei che abbandonarono
+la religione avita per abbracciare il cristianesimo. Si sa che in
+generale coloro che abbandonano una religione od un partito ne divengono
+i più fieri avversari, sicchè questi neofiti, se avessero avuto
+conoscenza dell'infame rito, non avrebbero mancato di denunziarlo e, per
+dovere di coscienza, sopratutto, ed anche forse un pochino per astio
+verso gli antichi correligionari. Invece non uno fra essi (264) si fece
+propalatore di simili accuse. L'abate Ratisbonne, i fratelli Lehmann di
+Lyon, nati ed educati nella religione ebraica, e divenuti più tardi
+zelantissimi sacerdoti di Cristo, non ne fecero cenno, ma anzi la
+smentirono. Eisenmenger — fiero nemico degli Ebrei — nel suo _Giudaismo
+svelato_ ci tiene parola di un Tommaso neofita, il quale, nell'anno
+1413, interpellato da un re spagnuolo per conoscere cosa vi fosse di
+vero in questa accusa, che il Vescovo di Madrid muoveva dal pergamo agli
+Ebrei, ne proclamò altamente la falsità adducendo prove in contrario. Un
+altro neofita, Gerolamo di Santa Fè, confessò a Papa Benedetto VIII
+nulla esservi di vero in questa accusa che si vuol fare agli Ebrei.
+Aloisio di Sonnenfels (265) pubblicò in Vienna un dottissimo opuscolo:
+_Ripugnanza degli Ebrei contro il sangue ossia il Giudaismo accusato,
+inquisito ed assolto dal preteso uso del sangue cristiano innocente_ nel
+quale, con copia di irrefutabili argomenti, scagiona gli Ebrei dalla
+orrenda accusa. Fra i documenti, che vanno uniti al presente libercolo,
+si troverà la solenne dichiarazione fatta a Vienna dal predicatore di
+Corte, Veit, nel 1840, colla quale solennemente proclamava dal pergamo
+la innocenza dei suoi antichi correligionari. A questi si debbono
+aggiungere, sempre tra i neofiti, il dott. Alessandro M. Caul (266) in
+Londra che nella opera “_Reasons for Believing_ ecc.”, dedicata alla sua
+Graziosa Sovrana, dimostra come i sacrifizi umani ed il versar sangue
+stieno in aperta contraddizione coi principii fondamentali del Mosaismo.
+Ed a questo libro va unita una dichiarazione firmata da 35 ebrei,
+convertiti al cristianesimo, i quali, unanimemente, dichiaravano essere
+l'accusa di cui ci occupiamo una vile e diabolica menzogna. Anche un
+altro ebreo convertito, il dott. Augusto Neander (267) rilasciò nel 1840
+una dichiarazione contro quest'accusa e del paro il dott. Biesenthal di
+Berlino (268) ed il dott. Tugendhold di Varsavia (269) hanno, nei loro
+scritti dimostrato nel modo il più rigorosamente scientifico, come tale
+accusa altro non sia che una orribile menzogna (270).
+
+A questi autori, che appartengono tutti alla categoria degli Ebrei
+convertiti, convien aggiungere due scrittori tedeschi, il Wagenseil e
+l'Eisenmenger, già citato, autori, il primo della _Tela ignea_ ed il
+secondo del _Giudaismo svelato_, entrambi accaniti nemici degli Ebrei,
+ma abbastanza onesti per non calunniare scientemente i loro avversari.
+
+Il primo chiama l'uso falsamente attribuito agli Ebrei del sangue
+cristiano _spaventevole menzogna che ha privato degli averi e della vita
+tante migliaia di persone innocenti_ (271).
+
+Il secondo scrive: _Da ciò puossi giudicare che in questa cosa si fa
+torto agli Ebrei, particolarmente dacchè è severamente vietato nei libri
+di Mosè_.
+
+Si noti che entrambi questi autori avean fatto profondi studi sul
+Giudaismo ed avevano avuto parte alla conversione di moltissimi Ebrei.
+
+Un italiano, Chiarini, uno dei più feroci nemici del giudaismo, a pag.
+161 della sua introvabile _Teoria del Giudaismo_, scrive: che dopo aver
+fatto il più maturo esame della legge mosaica si viene necessariamente a
+concludere che: 1º l'amore del prossimo vi è comandato sempre e verso
+tutti; 2º che l'avversione che vi s'inspira contro i riti e i costumi
+degli altri popoli non cade sopra le persone, ma non è che una cautela
+che Mosè dovette usare per impedire agli Ebrei di darsi alla idolatria
+alla quale erano sì inclinati; 3º che infine l'odio comandato contro i
+Cananei, gli Amaleciti, ecc., fu una conseguenza necessaria del rigore
+dell'antico diritto di guerra e di rappresaglia provocata contro di sè
+stessi da quegli stessi popoli; odio perciò di nazione e passeggiero e
+voluto soltanto per quei dati popoli designati dalla legge (272).
+
+Anche Giovanni Hornbeck, olandese, e non certamente amico degli Ebrei,
+come lo prova il solo titolo del suo libro: _De convertendis Judæis_
+(1655), scrive a pag. 26 dei prolegomeni:
+
+“Bisognerebbe sapere se è vero ciò che nelle storie si legge comunemente
+per irritare gli Ebrei contro i Cristiani o piuttosto questi contro
+quelli, cioè, che ogni anno alla preparazione della pasqua, questi Ebrei
+sacrificano barbaramente un fanciullo cristiano ch'essi hanno
+furbescamente involato, e che fanno questo per deridersi della pasqua
+del Cristo che si celebra in quell'epoca istessa: io non voglio nè posso
+affermarlo, sapendo bene che nei tempi in cui si inventarono simili
+racconti e specialmente dopo che il Tribunale dell'Inquisizione fu
+stabilito dal papismo, mille di coteste fandonie vennero inventate e gli
+storici di quei tempi non cessarono di pubblicarle. A dir il vero, io
+non ho ancor letto alcuna relazione che mi provi esser veri quei fatti.
+Tutto si fonda su delle donnicciolate popolari sempre molto incerte o
+per lo meno raccolte alla meglio dalla bocca di qualche monaco
+inquisitore, senza calcolare poi la cupidigia delle spie che tutto si
+facevano lecito per rendersi padroni dei beni degli Ebrei e se non
+padroni, almeno riscuotere buon premio del loro spionaggio. Ciò è
+provato da quanto si legge nel 1º libro delle costituzioni di Sicilia,
+titolo VII. L'imperatore Federico ci dice: Si vero Judaeus vel Saracenus
+sit, in quibus, prout certo perpendimus, Christianorum persecutio minus
+abundat ad praesens, etc., cioè: Se poi vi sia Ebreo o Saraceno, in cui
+come certamente sappiamo che la persecuzione dei cristiani meno abbonda
+al presente, ecc. Questo fa supporre che i Cristiani sono sempre più o
+meno animati contro gli Ebrei, che se però questa volta è avvenuto per
+caso che un Cristiano è stato ucciso da un Ebreo, non si è per questo in
+diritto di asserire che gli Ebrei ogni anno si fanno un obbligo di
+uccidere un bambino cristiano, e ciò che Tommaso Cantipratensis nel suo
+II libro, capitolo 23 assicura, cioè esser noto a tutti che ogni anno ed
+in ogni Provincia gli Ebrei tirano a sorte il borgo od il villaggio o la
+città che deve fornir loro l'olocausto, (cristiano, s'intende, dice
+lui), non è che una di quelle menzogne, di quelle calunnie, e di quelle
+fandonie, di cui ha pieno il suo libro.”
+
+Giuseppe De Maistre, scrittore cattolico ed ortodosso se ve ne fu uno,
+un omino che dava gloria ai suoi fratelli e non viveva, come altri,
+della gloria che il fratello riflette, sopra di loro, Giuseppe De
+Maistre, dico, ha scritto un _Trattato sui sacrifizi_ che fa seguito
+alle _Serate di Pietroburgo_. Ora in quel trattato non soltanto non si
+fa menzione del preteso rito di sangue addebitato agli Ebrei ma si viene
+indirettamente a scagionarli con queste parole che leggonsi a pagina 368
+(Ed. di Lyon, 1836): “Una esperienza di quaranta secoli ci apprende che
+dovunque il vero Dio non sarà, in forza di una esplicita rivelazione,
+riconosciuto e servito, l'uomo immolerà sempre l'uomo e spesso lo
+divorerà.”
+
+Citiamo ancora, fra i moltissimi, due sacerdoti cattolici. Il padre
+Riccardo Simon dell'Oratorio, che in occasione del processo di Raphael
+Levy, bruciato vivo a Metz il gennaio 1670, sotto l'accusa di aver
+assassinato un fanciullo cristiano, ne scrisse una splendida
+difesa (273); ed il R. P. Bonaventura du Maine dell'ordine dei Minori
+Conventuali, che discorrendo, nel 1865, al Congresso Cattolico di
+Malines (si noti: al _Congresso Cattolico_) dello orribile assassinio
+del padre Tomaso, accaduto nel 1840 a Damasco, ebbe a dire che questo
+reato “non può essere imputato che ai suoi assassini, giacchè _nessun
+uomo serio_ crede più oggi che in nessun luogo di questo mondo, gli
+Ebrei si credano _autorizzati dalla loro religione_ ad immolare dei
+Cristiani” (274).
+
+Anche principi secolari e Pontefici, spesso si adoperarono a purgare gli
+Ebrei dalla indegna calunnia.
+
+Bona e Gian Galeazzo Sforza, duca di Milano, con particolare decreto 19
+maggio 1470, che si troverà fra i documenti, non esitarono a dichiarar
+l'accusa falsa e calunniosa.
+
+L'imperatore Carlo V, con editto del 3 aprile 1544, dannava tali
+imposture e proclamava, che, in forza delle dichiarazioni papali, quanto
+viene imputato agli Ebrei, necessariamente non può sussistere ed
+impartiva disposizioni a tutela degli innocenti calunniati.
+
+Una pubblica sentenza, pronunciata in Verona, l'ultimo febbraio del
+1603, proclamò l'innocenza dell'imputato Giuseppe Ebreo, all'appoggio,
+più che d'altro, del divieto di Sommi Pontefici di prestar credenza a
+tali accuse, la quale osservanza condusse i giudici a provare falsi e
+calunniosi tutti i testimoni intervenuti nel processo.
+
+Nel 26 luglio dello stesso anno Vincenzo I duca di Mantova e Monferrato,
+illuminato dalla pietà di Monsignor Vescovo e del Padre Inquisitore, per
+levare, come si esprime, la suddetta vana e falsa voce che s'era levata
+in odio agli Ebrei, proibì persino di parlarne sotto comminatoria di 200
+scudi d'ammenda commutabili, per chi non li pagasse, in pene corporali
+_ad arbitrio nostro_.
+
+Tullio Carreto, vescovo di Casale, con pubblica sentenza, 27 luglio
+1611, resa d'accordo con frà Benedetto Ruota, inquisitore generale di
+Casale e d'Alba, proclamò l'innocenza di un'infelice donna israelita,
+accusata dell'immaginario reato. Federico III, Massimiliano II e
+Leopoldo, dietro l'esempio dei predecessori, ed appoggiandosi alle Bolle
+dei Sommi Pontefici, bandirono la falsità dell'accusa, e tutelarono gli
+imputati con ogni sorta di leggi e di penalità.
+
+E, invocando finalmente l'autorità dei Sommi Pontefici, esporremo:
+
+Che un Gregorio IX, sulle orme apostoliche di Calisto, Eugenio,
+Alessandro, Celestino, Innocenzo, Onorio e tanti altri, pronunciò
+scomunica contro gli autori e propalatori dell'iniqua calunnia, e con
+particolar Breve, in data 9 settembre 1236, che comincia _Lacrimabilem
+Judaeorum_, vi rese palese, anche ai Principi secolari, la pia e retta
+sua intenzione (275).
+
+Che il pontefice massimo Innocenzo IV, con suo Breve 5 luglio 1247,
+scrisse ad arcivescovi e vescovi di Francia e di Germania, ingiungendo
+alle persone ecclesiastiche, ed ai principi, nobili, secolari e
+cittadini di astenersi dal supporre negli Ebrei la colpa di cui
+trattasi, Breve che comincia: _Archiepiscopis et episcopis per Alemaniam
+constitutis. Lacrimabilem Judaeorum Alemaniæ recepimus questionem_,
+ecc. (276).
+
+Che analoghe dichiarazioni ebbero a fare Clemente VI nel 1342, e Sisto
+IV;
+
+Che il sommo pontefice Alessandro VII infine, nel settimo anno del suo
+pontificato, con suo Breve od Editto, fu pietosamente indotto a
+condannare siffatte calunnie contro gli Ebrei.
+
+Basterebbe davvero la concorde testimonianza di tanti autori, di tanti
+principi, di tanti pontefici a ridurre al silenzio ogni uomo di buona
+fede (277).
+
+Pure non è così; e noi che vorremmo schiacciare per sempre la testa
+all'idra della calunnia, siam costretti ad abusare della cortesia e
+della pazienza dei lettori ed a soffermarci troppo su di un'accusa che
+Sir Robert Peel, nella seduta della Camera inglese del 22 gennaio 1841,
+dichiarava indegna di ogni attenzione (278).
+
+Ma siamo obbligati a farlo dalla malizia, o, diremo meglio, dalla
+malignità dei nemici degli Ebrei, la quale non ha limiti.
+
+I papi, come si è visto, hanno più volte scagionato gli Ebrei dalla
+stolta calunnia. Un giornale cattolico ed onesto, l'_Unità Cattolica_ di
+Torino, aveva, pochi anni or sono, ripetuta l'accusa, ignorando quanto i
+Papi avevano scritto in proposito. Ma bastò che un dotto israelita
+facesse avvertito il Teologo Margotti dell'errore, perchè questi nel N.
+112 del 1872 della sua _Unità_ pubblicasse la seguente leale
+dichiarazione:
+
+“Nella vigilia del giorno natalizio del nostro Santo Padre Pio IX,
+vogliamo emendare un articolo sugli Ebrei pubblicato nel nostro numero
+106, discorrendo dei tumulti di Smirne e del supposto sagrifizio di un
+fanciullo. Ed è nostro debito il dichiarare che già _ab antico_ fu
+apposta agli Ebrei QUESTA CALUNNIA, ma ne vennero purgati dai Papi
+medesimi, tra i quali vogliamo annoverare principalmente Gregorio IX ed
+Innocenzo IV. Noi abbiamo voluto vedere in fonte i documenti e,
+consultati gli Annali del Baronio continuati dal Raynoldo, nel volume
+II, a pag. 395, vi abbiamo letto le seguenti parole che tradurremo dal
+latino:
+
+“Fu tocco Papa Innocenzo IV dalle dolorose lagnanze degli Ebrei che in
+Germania ed in Francia piangevano oppressi da gravissime ingiurie e
+mali. Imperocchè correndo attorno la falsa voce che essi nelle feste
+pasquali si mangiassero, a guisa di sacra comunione, il cuore di un
+ucciso fanciullo, questa calunnia loro si appiccò talmente, che per la
+più lieve causa venivano spogliati dei beni, gettati in carcere ed anche
+colpiti, senza forma alcuna di giudizio, di ingiustissima e crudelissima
+morte. Per proteggerne l'innocenza e liberarli da quel feroce zelo di
+Principi e popoli, il Pontefice scrisse agli Arcivescovi e Vescovi di
+Germania che resistessero al furor popolare, perchè non si straziassero
+in sì crudel modo gli innocenti, dovendosi colla massima prudenza
+riflettere che dal sacro loro archivio ci venivano quasi i testimoni
+della fede cristiana. Ecco la lettera di Innocenzo IV: “_Agli
+Arcivescovi e Vescovi costituitisi per la Germania._ Abbiamo ricevuto
+lagrimose lagnanze dagli Ebrei di Germania perchè non pochi Principi sì
+ecclesiastici come secolari ed altri nobili potenti delle vostre città e
+diocesi per rapire ed usurpare i loro beni, macchinando contro di loro
+empi disegni, fingendo varii e diversi casi, non considerando
+saggiamente che dalle origini loro quasi provennero le testimonianze
+della fede cristiana nè che la divina scrittura tra gli altri precetti
+dice: — Non ammazzare — e agli Ebrei vieta nella solennità pasquale
+qualunque omicidio, falsamente li accusano che nella stessa solennità
+essi si comunichino col cuore di un ucciso fanciullo, credendo di
+ubbidire alla stessa legge, mentre ciò è a questa legge medesima affatto
+contrario, e malignamente a quelli imputano l'uccisione di un uomo se
+loro accade di scoprire in qualche luogo un cadavere. E per questa ed
+altre molte finzioni incrudelendo contro di essi nè accusati, nè
+confessi, nè convinti e contrariamente a' privilegi loro benignamente
+concessi dall'Apostolica Sede, li spogliano, contro Dio e la giustizia,
+di tutti i loro beni, e li opprimono colla fame, la prigionia, e tante
+molestie e sì grandi tormenti, infliggendo loro diversi generi di pene,
+e spessissimo condannandoli a turpissima morte, che gli stessi Ebrei,
+trovandosi quasi sotto il dominio dei predetti Principi, nobili e
+potenti, in peggiore condizione di quel che fossero i loro padri sotto
+Faraone d'Egitto, sono costretti a miseramente esulare da' luoghi
+abitati da essi e da' loro antecessori da tempo immemorabile: laonde,
+temendo il proprio esterminio, stimarono di dover ricorrere alla
+prudenza della Sede Apostolica.
+
+“Non volendo adunque che siano ingiustamente vessati i predetti Giudei,
+la cui conversione aspetta il misericordiosissimo Iddio; credendosi per
+testimonianza del Profeta, che saranno salvi i loro avanzi; mandiamo
+che, mostrandosi ad essi favorevoli e benigni, qualunque delle predette
+cose avete trovato essersi temerariamente tentata contro gli stessi
+Ebrei dai predetti prelati, nobili e potenti, legittimamente rivocando
+qualunque ordine, non permettiate che essi per l'avvenire siano
+indebitamente molestati intorno alle dette ed altre simili cose. _Dato a
+Lione, III nov. dell'anno V._ Questa lettera fu altresì mandata ai
+prelati della Francia”.
+
+“Il chiarissimo professore Giuseppe Levi, direttore dell'_Educatore
+Israelita_ di Vercelli, ci indicò il documento riferito più sopra; e noi
+dopo averlo consultato negli annali del Baronio, continuato dal
+Raynaldo, non tardammo a tradurlo e pubblicarlo. Aggiungiamo pure di non
+aver saputo trovare nel Talmud nessun testo che comandi o consigli agli
+Ebrei l'uccisione di bambini cristiani per celebrare la Pasqua.
+Francesco Domenico Guerrazzi nel 1857 stampava nel suo _Asino_ questa
+calunnia. Protestammo, scrive il professor Levi, e, dopo lungo
+carteggio, convinto delle nostre ragioni, Guerrazzi disdiceva nella
+seconda edizione il già detto, e ci scriveva da Genova nel 20 luglio
+1857: Non mi resta che a congratularmi con voi dell'essere rimasti
+soddisfatti dell'ammenda fatta, e di avermi porta occasione di
+raddrizzare un errore il quale, certo contro la mia volontà, vi recava
+gravame”.
+
+Lasciamo a parte la buona fede del Guerrazzi, che il Levi avrà avute le
+sue buone ragioni per trovare soddisfacente, e confessiamo che il
+contegno dell'_Unità Cattolica_ fu così onesto, così leale da
+giustificare pienamente quanto noi scrivemmo a pag. 15.
+
+Ma, pur troppo, non tutti i giornalisti cattolici son del valore di Don
+Giacomo Margotti. Un articolaio della _Civiltà Cattolica_ a pag. 234 del
+vol. VII del 1881 vuole provarsi ad aggiustare il latino in bocca al
+papa, e vien fuori con questo bel ragionamento che noi, più onesti
+dell'articolaio suddetto, amiamo riferire per esteso prima di
+rispondervi:
+
+“Che fra queste pratiche giudaico-talmudiche vi sia anche quella di
+_comunicarsi la Pasqua col cuore di un fanciullo cristiano assassinato_
+questo noi nol crediamo: nè se ne trova a nostra notizia cenno nel
+Talmud e neanche sappiamo che mai sia stato formato sopra un tale
+misfatto un regolare autentico processo. Ma quanto alla legge ed alla
+pratica talmudica di assassinare dei cristiani fanciulli e non fanciulli
+per servirsi del loro sangue nella confezione degli azimi nelle feste
+pasquali, questa è legge fondata nel Talmud, e praticata più volte dai
+Giudei come consta da molti processi anche recenti (_ma, articolaio del
+mio cuore, se è fondata nel Talmud, non dovrebbe constare dal Talmud
+stesso, anzichè dai processi?_) secondo che fu già da molti e sarà anche
+da noi colla scorta dei processi ampiamente, chiaramente ed
+indubbiamente dimostrato”.
+
+Che sorta di ciuco sia l'articolaio della _Civiltà_ dimostreremo a luce
+meridiana in una lettera indirizzata al chiarissimo direttore di quel
+periodico, lettera che i nostri lettori troveranno più innanzi; ma qui
+non si tratta di maggior o minor dottrina, ma bensì di spudorate
+calunnie, tanto più infami, in quanto che scritte su di una imputazione
+che costò già la vita a molti innocenti e scritte allorquando pendevano
+processi sull'argomento, coll'evidente intento di esercitare, mercè
+l'autorità del giornale che le accoglieva, una pressione sull'animo dei
+giudici (279).
+
+Affermiamo dunque che nel brano succitato sono più le infamie, e le
+menzogne scientemente scritte, di quello che non siano le parole — e lo
+proviamo:
+
+1. Che razza di papi, e che razza di uomini, sarebbero stati Gregorio IX
+ed Innocenzo IV se, sapendo che gli Ebrei avevan per obbligo di uccidere
+fanciulli cristiani per compiere tenebrosi riti, avessero impiegato la
+loro parola a scagionare gli Ebrei dall'accusa _di comunicarsi col cuore
+di un fanciullo cristiano_? Che la religione mosaica non abbia nulla di
+simile al Sacramento della Eucaristia sanno anche i bimbi; e quei papi
+sarebbero stati i peggiori fra i malfattori se, arzigogolando sulle
+parole, come un volgare scrittore della _Civiltà_, avessero detto ai
+Cristiani: _Non è vero che gli Ebrei ammazzino i fanciulli per
+comunicarsi col loro cuore_, sottointendendo, con strana restrizione
+mentale, _ma li ammazzano per servirsi del loro sangue nella confezione
+degli azimi_.
+
+Ingiuria più atroce e più insana di questa, verso la memoria di due
+Sommi Pontefici, non poteva scagliarsi da nessun ebreo, da nessun ateo,
+da nessun nemico della Chiesa, ed è bello, è istruttivo sopratutto, che
+l'abbia scagliata un articolaio della _Civiltà Cattolica_.
+
+2. _Assassinare dei cristiani fanciulli e non fanciulli per servirsi del
+loro sangue nella confezione degli azimi nelle feste pasquali, questa è_
+LEGGE FONDATA SUL TALMUD.
+
+Chi asserisce ha sempre avuto l'obbligo di provare. Noi, per esempio,
+affermiamo qui anche una volta che l'odio dell'articolaio e dei pari
+suoi contro il Talmud proviene da ciò: che, mentre essi desiderano la
+immediata conversione degli Ebrei (V. _Civiltà Catt._, Quaderno 814, p.
+487), quel libro tanto esecrato giovò specialmente a confermare gli
+Ebrei nella loro fede, e, siccome lo affermiamo, lo proviamo subito,
+citando le parole di un autore ultra-cattolico, il Rohrbacher (280):
+“Questa raccolta di tradizioni farisaiche (il Talmud) chiosate,
+predicate dai rabbini, è appunto, siccome pare, il maggior impedimento
+alla conversione dei giudei”.
+
+L'articolaio invece, asserendo che nel Talmud è fatta agli Ebrei
+prescrizione di celebrare l'orrendo rito, afferma, ma non prova, e sì
+che la prova qui era tanto facile e semplice, bastava citare il trattato
+ed il foglio del Talmud dove si trova imposto agli Ebrei il nefando
+rito.
+
+Ma questo l'articolaio non potè fare per una ragione semplicissima; ed è
+che frammezzo alle bellissime cose ed alle matte stranezze di cui
+riboccano i dodici volumi in foglio del Talmud, non vi è una riga,
+neppur una, che possa, per quanto torta e ritorta, venire in appoggio
+alla bieca accusa.
+
+Sa invece l'articolaio cosa c'è nel Talmud?
+
+Legga l'articolaio, se li sa leggere, per tacer d'altri, i trattati
+_Choiln_, _Keridut_, _Pesachim_, _Jebamoth_, _Zevachim_ e vi troverà ad
+ogni pie' sospinto rinnovato il divieto fatto agli Ebrei dalla
+Bibbia (281) di cibarsi di sangue, e non solo lo troverà rinnovato, ma
+lo troverà aggravato da tutte quelle _siepi_ che, secondo il detto
+talmudico, i Rabbini si sono piaciuti a porre attorno alla legge di Dio
+per renderne più sicura la osservanza. E perciò non soltanto troverà
+vietato l'uso del sangue di animali, ma troverà minuziose, ridicole
+prescrizioni perchè i cibi sieno preparati in modo che non vi rimanga la
+più piccola traccia di sangue, troverà persino fatto divieto all'ebreo
+di inghiottire il boccone che ha in bocca, se per caso venisse, mentre
+lo sta masticando, ad uscirgli una goccia di sangue dalle gengive, o di
+sorbire un uovo nel quale si trovi una goccia di sangue.
+
+Rida finchè vuole l'articolaio di queste minuzie e noi rideremo con lui,
+e di buon cuore; ma, vivaddio, non accusi coloro che le osservano di
+pasti da antropofaghi.
+
+Che se poi l'articolaio fosse vago di sapere cosa pensano i padri del
+Talmud dello omicidio, gli diremo che al tempo delle persecuzioni di
+Trajano, raccoltisi i maestri del Giudaismo in segreto consiglio,
+stabilirono: che qualunque ebreo potesse tenersi sciolto dall'obbligo di
+adempiere i riti religiosi, ognora che ne potesse seguire pericolo di
+morte; e che solo per sottrarsi a un atto di idolatria, all'OMICIDIO e
+all'adulterio fosse cosa onorevole e giusta, spendere la propria
+vita (282).
+
+E questa opinione è cento volte ripetuta nel Talmud dove a tacere
+d'altri mille passi si legge anche il seguente:
+
+“Chi versa il sangue dell'uomo sarà versato il suo sangue.
+
+“Molti è vero, hanno le mani lorde di sangue umano, eppure muoiono
+tranquillamente nel letto loro. Ma il loro sangue sarà versato nel
+giorno del giudizio (283)”.
+
+E se ciò non basta all'articolaio, se non gli basta la dichiarazione
+dell'_Unità Cattolica_ di non aver trovato nel Talmud nessun precetto
+che comandi o consigli il nefando rito, ci stia a sentire; non potremo
+esser brevi, e ne chiediam venia ai lettori, ma vorremmo farla finita
+una buona volta con questa stolida calunnia.
+
+Vi è all'Università di Praga, un I. R. professore di antichità
+giudaiche, che dopo essersi fatto una bella fama di cretino sostenendo i
+pretesi miracoli della stigmatizzata Lateau (284), e coprendo di
+contumelie i protestanti, ha pensato in occasione del processo di
+Tisza-Eszlar di riconfermarla, mandando fuori parecchie sue cicalate,
+intese a dimostrare come gli Ebrei facciano uso pei loro riti di sangue
+cristiano.
+
+Queste cicalate provocarono le risa di tutti i dotti di Europa, senza
+distinzione di culto; fu provato che il Rohling è un vigliacco
+calunniatore, un ignorante di tre cotte, nella migliore ipotesi, un
+mattoide della più bell'acqua.
+
+Ma tutte queste qualità che rendono il Rohling indegno di esser citato a
+qualsivoglia persona seria, lo costituiscono invece la più bella, la più
+luminosa autorità che possa opporsi all'articolaio della _Civiltà_.
+_Similia similibus._
+
+Ora questo Rohling, in una lettera, scritta il 19 giugno 1883, al famoso
+deputato antisemita ungherese Geza di Onody, lettera che venne
+riprodotta il 24 giugno nell'_Ungarischer Grenzbotes_ di Presburgo
+scrive queste precise parole: “Avevo detto nella mia _Antwort an die
+Rabbinen_ che io non avevo trovato nel Talmud — per quanto ne conosciamo
+delle edizioni stampate — nessuna prova dell'assassinio ritualmente
+ordinato agli Ebrei”.
+
+Mentre quindi l'articolaio, poco _civile_ e meno _cattolico_, con quella
+sicumera che si addice alla sua ignoranza, afferma nel 1881 questa legge
+di sangue fondata nel Talmud, due anni dopo, il suo degnissimo Rohling,
+professore di antichità giudaiche, è costretto ad affermare che non
+seppe trovare nel Talmud una riga che facesse al caso suo.
+
+Prevediamo però l'obbiezione che si potrebbe farci. Si potrebbe dirci
+che la malafede del Rohling è uguagliata soltanto dalla sua crassa
+ignoranza, sicchè nessun uomo, per poco che si rispetti, è obbligato a
+prestar fede alle sue parole.
+
+E rispondendo così anche l'articolaio sarebbe perfettamente nel suo
+diritto e nessuno saprebbe dargli torto.
+
+Ma cosa, risponderebbe, di grazia, alla testimonianza di due principi
+della Chiesa, emessa in occasione di un recente processo e citata da un
+giornale non sospetto: la _Gazzette de France_ del 2 luglio 1883? Stia a
+sentire, l'articolaio:
+
+“In occasione del processo di Tisza-Eszlar il dottor Samassa,
+arcivescovo d'Erlau, ed il cardinale Luigi Haynald, arcivescovo di
+Kalocza, non esitarono a dichiarare che in NESSUNO dei libri religiosi
+degli Ebrei si contenevano simili prescrizioni.”
+
+Ma taluno a corto di migliori argomenti, ci dirà che se non è nel Talmud
+stampato, può essere in qualcuno dei manoscritti antichi.
+
+Rispondiamo che cataste di quei manoscritti furono sequestrate in _illo
+tempore_, da preti e da frati, in tanta copia che oggi riescono
+rarissimi, sicchè il solo completo che si conosca è quello della
+Biblioteca Reale di Monaco. Ora questi preti e questi frati, se vi
+avessero trovato la nefanda legge, avrebbero avuto l'obbligo sacrosanto
+di renderla pubblica.
+
+Non l'hanno fatto? segno evidente che non hanno trovato niente.
+
+E siccome conosciamo e disprezziamo il modo di polemizzare dei nostri
+avversari e non vogliamo servirci dell'arte loro di citar una riga di
+uno scritto per snaturarne il concetto, così confesseremo francamente
+che il Rohling, nella lettera citata, prosegue affermando di aver
+trovato l'obbligo imposto agli Ebrei di far uso di sangue, in un libro
+stampato nel 1868 a Gerusalemme.
+
+Ma, il degnissimo compare, non sa e non può citare il titolo del libro,
+perchè egli non ha fatto che copiare una calunnia messa in giro da un
+immondo libello antisemitico, il _Paderboner Judenspiegel_, siccome
+luminosamente dimostra l'illustre Delistsch, un cristiano, professore
+della facoltà di Teologia di Lipsia, nel _Pester Lloyd_ del 16 marzo
+1883.
+
+3. L'ultima infamia che leggesi nelle poche righe dello sconcio
+articolo, che ci piacque riferire, è nelle parole: _che fu già da molti
+e sarà anche da noi, colla scorta dei processi, ampiamente, chiaramente
+ed indubbiamente dimostrato._
+
+Siccome _infinitus est numerus stultorum_, non abbiamo difficoltà ad
+ammettere che molti abbiano voluto trarre da quei processi una illazione
+qualsiasi.
+
+I processi in proposito furono molti, moltissimi anzi, e noi ne abbiamo
+ricordati una buona serqua.
+
+Ma chiediamo, non all'articolaio, evidentemente convinto essere il medio
+evo il periodo più splendido della storia dell'umanità, ma a qualunque
+uomo non sia del tutto cretinizzato dal fanatismo, che valore abbiano
+tutti i processi nei quali gli imputati, ed anco i testimoni se occorre,
+sono assoggettati alle torture.
+
+Ce lo dica il Fleury, quando narra che ai servi dei primi cristiani si
+estorceva coi tormenti la confessione dei pretesi infanticidii commessi
+dai loro padroni.
+
+E se l'autorità del Fleury non basta, adduciamo quella di tale che fu ad
+un tempo un Santo, ed un Pontefice, San Nicola I (858–867), e perchè non
+ci si accusi di falsare le citazioni, riferiamo l'opinione di questo
+Santo Pontefice tal quale come la riferisce uno scrittore, cui, è a
+sperare, non si negherà fede (285):
+
+“Il papa S. Nicolò I, rispetto all'usanza che avevano i giudici di porre
+alla tortura i sospetti di alcun delitto, dichiara non ammessa nè dalla
+divina nè dalla umana legge, vale a dire dalla romana; volontaria, dice,
+dovendo esser la confessione e non forzata. Per la tortura può un
+innocente patir eccessivamente senza nulla confessare; e in tal caso la
+è un'empietà da parte del giudice: o, vinto dal dolore, dirsi reo,
+quand'anche non sia; empietà, anche allora non minore da parte del
+giudice.”
+
+Ora, dopo avere dimostrato come un Papa del IX secolo la pensasse, in
+materia di processi istruiti col mezzo della tortura, invitiamo
+l'articolaio a por mente che tutti i processi, che ebbero esito fatale
+per gli Ebrei, furono istruiti mercè quel mezzo, che egli probabilmente
+deplora in cuor suo di non poter applicare all'autore di queste pagine.
+E quasi questa infamia della tortura non bastasse a togliere ogni valore
+a questi processi, è opportuno ricordare che in molti fra essi, e
+specialmente nei primi, cioè in quelli che più degli altri giovarono ad
+accreditare lo stolto pregiudizio contro gli Ebrei, la prova della loro
+pretesa colpabilità fu ottenuta mercè il giudizio di Dio. Così avvenne,
+per esempio, a Blois nel 1171. L'unico testimonio che accusava gli Ebrei
+fu posto sul fiume dentro una barca ed essendo egli riescito a salvarsi,
+la sua accusa venne tenuta per vera.
+
+Ed è sulla base di tali processi che l'articolaio vuole _ampiamente,
+chiaramente, indubbiamente_ dimostrare?
+
+Non è difficile che, in mancanza di altri argomenti, ci si opponga
+l'antichità della accusa, il numero grande delle vittime, e dei relativi
+processi, l'universale diffusione della accusa; i soliti argomenti,
+insomma, di tutti quelli che non ne hanno di migliori.
+
+Rispondiamo:
+
+Quale colta persona crede oggi giorno che vi sieno mai state persone
+capaci di diffondere ad arte pestilenze e morbi?
+
+Eppure le storie riboccano di processi contro i pretesi untori; ed oggi
+ancora una grave epidemia non si manifesta in un paese, senza che la
+plebe non accusi questo o quello di diffondere il morbo, e nella prima
+metà del nostro secolo ancora, Parigi, il cervello d'Europa, vide dei
+pretesi avvelenatori uccisi a furor di plebe (286).
+
+Chi crede oggi alle streghe, ai commerci col demonio, a tutto quanto
+farneticavano, su questi argomenti, i nostri buoni nonni?
+
+Eppure le storie abbondano di processi contro streghe, le quali furono,
+non soltanto convinte di reati impossibili, ma persino confesse; eppure
+le vecchie biblioteche sono ingombre di volumi in cui si tracciano ai
+giudici le vie da seguire per giungere alla scoperta di delitti che il
+progresso della umana ragione dimostrò non poter accadere; eppure non
+sono tanto remoti i tempi obbrobriosi nei quali un sacerdote cattolico,
+Urbano Grandier, veniva accusato di aver stregato diciassette monache di
+Loudun, in cui si costringeva un'altro curato, il Gianfredi, a
+confessare che aveva soffiato il diavolo nel corpo di Maddalena Lapallu
+ed in cui si vide il gesuita Girard sul punto di essere condannato al
+rogo, per aver gittato un sortilegio sulla Cadière.
+
+Se i processi contro gli untori, se quelli contro le streghe, non
+bastano a farci persuasi che un uomo possa diffondere una pestilenza
+senza esserne la prima vittima, che una donna possa attraversare dozzine
+di leghe, a cavallo di una scopa, perchè i processi contro gli Ebrei
+avranno, soli, virtù di persuaderci che essi facciano uso di sangue
+cristiano nei loro riti?
+
+Nè maggior autorità dei processi, ha la antichità della accusa. Ciò che
+forma il principale pericolo di ogni calunnia è questo appunto: che per
+quanto luminosamente smentita dai fatti, e dalla ragione, essa persiste
+sempre in talune menti più ottuse, sicchè, quando sembra completamente
+vinta e debellata, la si vede poi ogni qual tratto rinascere più viva e
+rigogliosa che mai.
+
+Circa all'esser stata questa accusa mossa agli Ebrei in tempi e luoghi
+diversissimi, locchè può parer prova della sua veridicità, rispondiamo
+subito che, in tempi ed in paesi diversissimi, si credette agli untori
+ed alle streghe; che la chiromanzia ebbe seguaci fra i greci antichi e
+fra i moderni francesi; che all'astrologia credettero, per tacer
+d'altri, gli antichi Caldei, gli Arabi del medio evo, e gli uomini più
+colti di tutti i paesi sino a pochi secoli or sono; e che oggi noi
+ridiamo di tutte queste cose, e ci faremmo beffe di chiunque invocasse,
+sul serio, l'argomento dell'universale diffusione che ebbero in passato
+queste credenze per persuaderci della loro verità.
+
+La progredita civiltà dell'epoca nostra non impedisce poi che anche oggi
+perdurino talune incredibili superstizioni. I montanari di Scozia
+credono ancora che un tale e tal lago abbia il suo _kelpie_ e il suo
+_caval d'acqua_; nel fondo di certe provincie di Francia i contadini son
+lungi dal negar fede al lupo mannaro; e qui, nella nostra Italia, il
+romano, per non dir d'altri, crede ancora al cattivo occhio e gli
+ospedali di Napoli ricevono, ogni anno, qualche infelice martoriato da
+malvagi superstiziosi, che pretendono ottenere in tal guisa i numeri del
+lotto.
+
+Un'ultima osservazione ci rimane poi a fare circa il preteso valore dei
+numerosi processi che si fecero, con esito diverso, contro gli Ebrei.
+
+L'articolaio stesso osserva, che man mano che un paese va incivilendosi,
+i processi di questo genere divengono più rari, mentre sono tanto più
+frequenti, e hanno esito peggiore per gli Ebrei, quanto più avvengono in
+epoche remote ed in paesi meno civili.
+
+In Inghilterra, dacchè gli ebrei vi furono richiamati dal protettore
+Cromwell, non ebbe più luogo nessun processo di tale natura. In Francia
+non se ne ebbe nessuno, dopo la sentenza del parlamento di Metz che
+dannò a morte Raphael Levi (16 giugno 1670), sentenza che è riconosciuta
+da tutti come un errore giudiziario e contro cui si scagliò un venerando
+ed illustre sacerdote cattolico, il padre Simon dell'Oratorio.
+
+In Italia l'ultimo processo, che terminasse con una condanna, risale al
+1480. Vi furono bensì, varie volte dopo, dei tentati ammutinamenti
+contro gli Ebrei, come a Casale Monferrato nel 1611, a Mantova nel 1824,
+per pretese sparizioni di fanciulli che poi vennero trovati vivi e sani.
+
+Un immondo libello pubblicato l'anno scorso a Prato, libello al quale
+non è certamente estranea la mano dello articolaio della _Civiltà_, col
+titolo _Il sangue cristiano nei riti ebraici della moderna sinagoga_
+reca un lungo elenco di pretesi assassinii rituali commessi dagli Ebrei;
+ora da quell'elenco stesso desumiamo che nel corso di questi due ultimi
+secoli nessuno di questi assassinii fu commesso in Francia, Inghilterra,
+Italia o Germania; tutti i segnalati hanno per teatro la Polonia,
+l'Ungheria, la Russia e l'Oriente.
+
+Abbiamo già dimostrato che una è la religione mosaica in tutti i tempi
+ed in tutti i paesi, sicchè dal fatto che simili processi divengono
+impossibili nei paesi civili, non è lecito dedurre la conseguenza che
+gli Ebrei di questi paesi si astengano dal compiere quello che, secondo
+i loro nemici, sarebbe per essi un dovere di coscienza; ma ben piuttosto
+è logico l'argomentare che il progredire della civiltà renda impossibile
+nonchè il condannare neppure l'iniziare processi sopra una così stolida
+accusa. E persino in Germania, la terra classica dell'antisemitismo e
+dei processi inverosimili, se crediamo al seguente fatto narrato mesi
+sono dai giornali, pare, o articolaio diletto, che il tempo cessi
+d'esser propizio agli arrosti.
+
+“Sino dal 22 gennaio 1883, a Skurz, paese di due mila abitanti, nella
+Prussia occidentale, presso Danzica, fu rinvenuto il cadavere mutilato
+di un ragazzo di 15 anni. La voce popolare accusò del misfatto gli
+Ebrei, asserendo che essi avevano assassinato il ragazzo per servirsi
+del suo sangue ne' loro riti religiosi. Un ebreo, certo Josephsohn, come
+sospetto dell'orribile delitto, fu subito arrestato. Malgrado _precise
+deposizioni di testimoni, che dichiaravano di aver veduto ed udito
+tutto_, non si poterono ottenere prove sicure contro di lui. Adesso la
+direzione della polizia di Berlino ha spedito a Skurz un valente
+commissario di polizia, il quale ha potuto fare la luce su lo strano
+avvenimento e scoprire il vero autore dell'assassinio nella persona del
+macellaio cattolico Giuseppe Behrendt. Costui, più di tutti, aveva
+gridato contro gli Ebrei e con minaccie era riuscito a indurre uno de'
+principali testimoni del misfatto a deporre di aver veduto sul luogo
+l'ebreo Josephsohn. Il Behrendt è stato, sul momento, tratto in
+arresto” (287).
+
+Dopo ciò, — con buona venia dell'articolaio, passiamo ad occuparci di
+altro, lieti di avergli dimostrato:
+
+1. Che ha calunniato due papi.
+
+2. Che ha mentito, tirando pei piedi quel povero Talmud, che
+probabilmente non conosce neppur di vista, e che c'entra in tutto ciò
+quanto la _Civiltà_ ed il _Cattolicismo_ nei suoi articoli.
+
+3. Che i processi su cui si appoggia contano giusto altrettanto quanto
+la sua scienza talmudica, e la sua critica, perocchè nessun uomo di
+senno presta fede ai processi nei quali, come ebbe a dire il poeta:
+
+ La torture interroge et la douleur répond
+
+a processi che giustificherebbero quasi il detto di Voltaire: “Giudizio
+tanto più cristiano, quanto più sprovvisto di prove”.
+
+Giunti a questo punto potremmo credere di averla finita coll'increscioso
+argomento, se non ci rimanesse ad indagare quali sieno le origini di
+questa abbominevole calunnia, quali le ragioni per le quali potè
+diffondersi ed acquistar credenza, a carico specialmente di un popolo
+che avrebbe dovuto esser l'ultimo a venir fatto segno a così stolida
+accusa.
+
+L'ingegno umano non è tanto ferace in maligne invenzioni quanto
+comunemente si crede, e questa, del servirsi del sangue umano per riti
+tenebrosi, non è stata rivolta contro gli Ebrei soltanto, ma contro
+molte altre sette, molte altre persone.
+
+Ed è naturale; perocchè l'identità del sangue e della vita fu per tutta
+l'antichità assioma quasi indiscusso; da cui derivò per processo
+naturale l'idea che il cielo irritato contro gli uomini non potesse
+placarsi che col sangue. L'ostia sanguinosa domina la religione, come la
+storia, della antichità. Nella storia di Roma il sangue di Lucrezia
+caccia i Tarquinii e quello di Virginia i decemviri (288).
+
+Siffatte idee che dominarono intiera l'antichità non poterono non
+lasciar traccia nello spirito dei popoli, sicchè la superstizione che il
+sangue giovi a forzare la volontà divina fu attribuita ora a questi ed
+ora a quelli.
+
+I primi Cristiani, per non risalire ad epoche più remote, erano già
+stati, con egual verità, accusati della orribile pratica. Ecco cosa dice
+a questo proposito il Fleury (289); di cui ci piace riferire un lungo
+brano, perchè si veda, colla scorta di un autore non sospetto, come
+tutte le accuse che oggi si muovono contro gli Ebrei erano pure rivolte
+contro i primi Cristiani.
+
+“Questo segreto dei misteri non cessava di essere un grande argomento di
+calunnie contro i Cristiani (290), perchè si suole più sovente
+nascondersi per fare il male che per fare il bene..... I cattolici poi
+avevano degli schiavi pagani, ai quali la paura dei tormenti faceva dire
+contro i loro padroni tutto ciò che volevano i loro nemici. (_Oh! Cosa
+diventano dopo ciò i processi coi quali l'articolaio voleva_ ampiamente,
+chiaramente, indubbiamente _dimostrare ciò che non ha mai esistito?_)
+Così si diffuse la favola che i Cristiani nelle loro assemblee notturne
+uccidessero un fanciullo per mangiarlo, dopo di averlo fatto arrostire,
+copertolo di farina, ed aver immerso il loro pane nel suo sangue; ciò
+che manifestamente traeva origine da una mala interpretazione del
+mistero dell'Eucaristia. Si diceva anche che dopo il loro pasto in
+comune, in cui mangiavano e bevevano con eccesso, gittavano un'offa ad
+un cane che era legato al candeliere, in guisa che il cane saltellando
+rovesciava il solo lume che li rischiarava, sicchè dopo col favore delle
+tenebre quanti erano uomini e donne si mescolavano assieme
+indifferentemente come sogliono le bestie.
+
+Gli Ebrei furono i principali autori di queste calunnie (291), e per
+quanto assurde esse fossero, il popolo vi credeva, sicchè si era pur
+costretti a giustificarsene seriamente (292).
+
+“Si accusavano ancora i Cristiani di esser nemici del genere umano
+.  .  .  . La carità che avevano gli uni per gli altri era una congiura
+odiosa . . . Le persecuzioni stesse di cui erano vittime erano un
+argomento di odio contro i Cristiani, venivano ritenuti colpevoli perchè
+dovunque erano come tali trattati e dal tremendo rigore dei supplizi si
+argomentava della enormità dei loro delitti; erano considerati come
+gente destinata alla morte, al rogo, alle forche, e se ne componevano
+loro sopranomi ingiuriosi (293). Ecco ciò che rendeva i Cristiani così
+odiosi al popolo ed agli ignoranti, ecco il fondamento di quanto,
+seguendo l'opinione comune, ne dicono Svetonio e Tacito. Svetonio dice
+che Claudio imperatore “_cacciò da Roma gli Ebrei che istigati da
+Cristo_ (294) _intrigavano senza posa_”, quasi che Gesù Cristo fosse
+ancor vivo e fosse divenuto capo di parte fra gli Ebrei. Annovera fra le
+buone azioni di Nerone l'aver fatto soffrire supplizi ai cristiani,
+_genti_, soggiunge, _di una superstizione nuova e malefica_ (295).
+Tacito (296) parlando del fuoco che Nerone fece appiccare a Roma per
+divertirsi, dice che egli ne accusò _genti odiose pei loro delitti che
+il popolo chiamava cristiani_ (297); poi aggiunge: _Questo nome veniva
+da Cristo che Ponzio Pilato aveva fatto giustiziare, imperatore
+Tiberio_. E questa perniciosa superstizione allora formatasi (298) si
+rialzava di nuovo non soltanto in Giudea sorgente del male, ma anche a
+Roma dove tutto quanto vi ha di nero e di infame nel mondo si riunisce e
+si pratica (299). Si presero dapprima coloro che confessavano, poi
+dietro le loro deposizioni una gran moltitudine fu convinta non tanto
+dell'incendio quanto dell'odio verso l'uman genere. Più innanzi li
+tratta da _colpevoli_, e da gente che meritavano gli ultimi esempi.”
+
+I pochi ed oppressi seguaci della vera Fede essendo, col progresso dei
+tempi divenuti possenti e numerosi, la calunnia cessò di esercitarsi
+contro di loro, ma non scomparve per questo, rimase anzi intatta e solo
+mutarono le vittime, probabilmente altrettanto innocenti.
+
+I Luciferiani ed altri eretici ebbero a subire le conseguenze della
+stessa calunnia.
+
+Ad essi si addebitavano tenebrose conventicole nelle quali si
+calpestavano le leggi della morale e del più elementare pudore. I
+bambini, nati in seguito a queste tenebrose orgie, erano solennemente
+immolati pochi giorni dopo la loro nascita, il loro sangue raccolto con
+cura, il loro corpo bruciato, e le ceneri mescolate col sangue
+s'adoperavano a formare un pane che serviva all'eucarestia dei
+settarii (300). Questa accusa fu applicata anche ai Bogomili della
+Tracia ed agli Euchiti, di cui uno dei rami sembra essersi fuso coi
+Templari. Essa fu egualmente posta a carico dei Templari, con una
+variante però, che era per ottenere l'olio che doveva servire a
+consacrare l'idolo (_Bafometto_) che avrebbero avuto luogo i sacrifizi
+di bambini rimproverati ai Templarii: “Un enfant nouvel engendré d'un
+Templier et d'une pucelle estoit cuit et rosti au feu et toute la
+graisse ostée, et d'icelle estoit sacrée et oint leur idole (301)”. E
+sempre, nell'età dimezzo sopratutto, la fantasia popolare farneticava
+ora di bambini immolati, ora di bagni di sangue umano, adoperati come
+rimedio d'incurabili malattie cutanee. E di questo farnetico, se ne
+trovan tuttora le traccie nelle fiabe e ne' racconti tradizionali; onde
+sbuca fuori di quando in quando: ed il sospetto o l'odio del volgo
+attribuisce l'atto nefando, ora al tiranno esoso, ora a questo, ora a
+quello. Veggasi fra le _Ducento Novelle_, di Celio Maleyuni (Venezia
+1609), quella intitolata _Matrimonio di Filenia, figliuola del Re
+d'Egitto_.
+
+E nel _Cunto de li Cunte_, il trattenimento della Giornata III, ROSELLA,
+di cui ecco l'argomento: “Lo Gran turco, pe' farese no vagno de sango de
+signore, fa pigliare 'no prencepe. La figlia se ne 'nnamora; e se ne
+fujeno. La mamma l'arriva e le so tagliate le mano da lo Prencepe. Lo
+Gran Turco ne more de crepantiglia. Ma jastemmata la figliola da la
+mamma, lo Prencepe se ne scorda, ma, dopo varie astuzie, fatte da essa,
+torna a memmoria de lo marito e se gaudeno contente.”
+
+Nè mancano monumenti che ci abbiano portato le prove di siffatta
+credenza. Il sacrificio di un bambino è rappresentato infatti su certi
+monumenti del medio evo, ma queste scolture portano dei segni evidenti
+della dottrina gnostica delle emanazioni, che non ha nulla a che fare
+cogli Ebrei (302).
+
+In uno dei lati d'un cofanetto trovato presso Volterra, e che fece poi
+parte della collezione del duca di Blacas a Parigi, si vede raffigurato
+un fanciullo colla testa e le braccia pendenti nell'abbandono della
+morte: due uomini sono occupati a lavare il cadavere immerso per metà in
+una vasca. L'altro lato rappresenta questo cadavere posato su di un rogo
+le cui fiamme l'inviluppano. Uno degli assistenti volge la testa e se la
+nasconde fra le mani con un gesto di pietà e di orrore. Su un lato
+opposto del cofanetto è rappresentata la purificazione del cadavere.
+
+Indubbiamente queste scolture rappresentano un rito religioso nel quale
+viene sacrificato un fanciullo.
+
+Ma a chi apparteneva quel cofanetto? Ad Ebrei certamente no. Ed a noi
+basta quindi averne accennato l'esistenza per dimostrare come, questi
+riti sanguinosi sian forse stati, per lo passato, praticati da sêtte che
+cogli Ebrei non ebbero nulla di comune, e lasciamo ad altri il decidere
+se il cofanetto di Volterra appartenesse ai Templari, ai Gnostici od a
+qualsivoglia altra setta.
+
+Anche un papa, Innocenzo VIII, fu accusato di aver fatto rapire de'
+fanciulli per sgozzarli e bagnarsi nel loro sangue (303), e la stessa
+accusa fu ripetuta quasi un secolo dopo contro un re di Francia,
+Francesco II, il marito della bella ed infelice Maria Stuarda, come ne
+fa fede il seguente brano della _Histoire Nationale de Paris et des
+Parisiens, par H. Gourdon de Genouillac_ (tom. II, 1882, pag. 3–4):
+
+“Il y eut un certain nombre de gens pendus, vers la fin du 1559, pour
+avoir répandu une calomnie contre Catherine de Médicis et son fils;
+voici le fait: Le jeune roi s'étant trouvé malade à Fontainebleau, les
+médecins l'envoyèrent a Blois pour y respirer l'air natal, mais les gens
+du pays, prétendirent que ce n'etait pas de la fièvre quarte, comme le
+prétendaient les médecins, dont souffrait François, mais bien de la
+lèpre, et on raconta que plusieurs enfants avaient disparu depuis
+l'arrivée du roi, que ces enfants avaient été mis à mort pour que le roi
+pût prendre des bains de sang, remède qui convenait d'autant mieux au
+royal malade, que sa mère ne l'avait conçu que lorsque, d'après
+l'ordonnance du premier médecin Fernel, elle s'était décidée, après dix
+ans de stérilité, à ne remplir ses devoirs d'épouse que pendant
+certaines époques, où d'ordinaire les femmes s'en abstiennent. Ce bruit,
+habilement semé par les calvinistes, trouva vite de l'écho; des bords de
+la Loire il arriva à Paris, où il fut colporté partout, et le parlement
+dut sévir contre ces propagateurs; ce fut un prétexte tout trouvé pour
+arrêter et envoyer à la potence le gens suspects. On ne négligea pas de
+s'en servir, et plus d'un Parisien bavard alla réfléchir au Châtelet au
+danger qu'on court lorsqu'on a la langue trop longue.”
+
+Malgrado la severa lezione, qualche secolo dopo la calunnia ricomparve
+in Francia, non più contro un re, ma vaga ed indeterminata; si
+accusarono delle sparizioni, pur troppo reali, di vari giovani, ora una
+principessa che si dilettava di bagni di sangue, ora, naturalmente, gli
+Ebrei; chi fossero i colpevoli ce lo dica il seguente brano delle
+_Mémoires tirés des Archives de la Police de Paris, pour servir a
+l'histoire de la morale et de la police depuis Louis XIV jusqu'à nos
+jours, par I. Peuchet_ (Paris, Levavasseur, 1868, 6 vol. in-8. Tom. I,
+pag. 144 e segg.):
+
+“Eran già varî anni, dacchè il signor de la Reynie copriva, con
+soddisfazione generale, l'ufficio di luogotenente generale di polizia,
+allorquando nei principali quartieri di Parigi si diffuse repentinamente
+un grave panico occasionato da straordinarie sparizioni di persone.
+
+“Nello spazio di circa quattro mesi, ventisei giovani, il più giovane
+dei quali aveva raggiunto il diciasettesimo anno, ed il più vecchio non
+toccava il venticinquesimo, sparirono, lasciando le rispettive famiglie
+inconsolabili per la loro perdita. Voci misteriose e contraddittorie
+circolavano a questo proposito nel sobborgo Sant'Antonio, che aveva in
+questa guisa perduto quattro o cinque bei giovani, figli di ebanisti e
+di mercanti di vecchi mobili. Le donnicciuole pretendevano che una
+principessa, la cui vita era posta in pericolo da una malattia di
+fegato, lottasse contro il male tuffandosi tutti i giorni in un bagno di
+sangue umano. Altri affermavano che gli Ebrei, per odio al Dio
+crocefisso, crocefiggessero di quando in quando dei Cristiani. Questa
+pazza opinione fortunatamente non prevalse. Ad ogni modo però Parigi era
+in preda al terrore ed alla desolazione. Il duca di Gêvre ne parlò al
+Re, e questi, quando il luogotenente di polizia si recò da lui, per
+l'ordinaria relazione, si lagnò vivamente che si tollerasse un simile
+succedersi di rapimenti che, senza dubbio, erano seguiti da morte
+violenta, perchè nessuno degli scomparsi aveva mai fatto ritorno.
+
+“La Reynie, disperato pel malcontento espressogli dal Sovrano, se ne
+fece ritorno a Parigi; appena giuntovi chiamò a sé un agente abilissimo
+della sua amministrazione, certo Lecoq, di cui fino a quel giorno egli
+si era non inutilmente servito in tutte le occasioni difficili. Lecoq
+comparve ed il luogotenente di polizia gli manifestò il suo imbarazzo,
+parlò del malcontento del Re e fece tali promesse di ricompense che
+Lecoq, cedendo ad un sentimento di avidità, esclamò:
+
+“— Andiamo! monsignore, vedo bene che per togliervi dall'imbarazzo dovrò
+rinnovare il sacrificio d'Abramo.
+
+“Lecoq non si spiegò maggiormente ed il signor de la Reynie, che lo
+considerava come il suo migliore agente, lo congedò con un gesto col
+quale gli trasmetteva i poteri più estesi. A quei tempi negli uffici di
+polizia era in uso un linguaggio di cenni muti, specie di telegrafia la
+cui chiave non era nota che ad un piccolo numero di iniziati.
+
+“Ecco il complemento indispensabile di questo singolare aneddoto.
+
+“Una accolta di gente, predestinata al patibolo ed alle galere, si era
+costituita in associazione di malfattori. Il capo della banda procedeva
+in questa guisa. Una ricca inglese, moderna Messalina, che egli aveva
+reclutata nei suoi viaggi, serviva di richiamo ai giovani. Questi
+infelici, dopo aver appagato le voglie di quella femmina impudica, erano
+dati in preda agli assassini. Venivano uccisi e la testa separata dal
+busto. Questo era venduto agli studenti di chirurgia e la testa,
+probabilmente disseccata ed imbalsamata, serviva allora in Germania agli
+studi di una scienza, che ebbe di poi uno strano sviluppo. Intendiamo
+parlare della scienza di cui Gall e Spurzheim furono fra noi i
+propagatori.
+
+“Il governo temette il divulgarsi di una tal serie di misfatti; furono
+presi provvedimenti per la punizione pronta, severa ed occulta dei
+colpevoli. Tutti furono impiccati. Anche la donna doveva essere dannata
+nel capo . . . . . ma il destino dispose altrimenti” (304).
+
+Un altro fatto simile ebbe luogo anche a Parigi quasi nello stesso
+tempo; precisamente nel maggio 1750.
+
+Ecco come viene narrato dal QUILLET, _Chronique de Passy_ (Tomo II, pag.
+114). Anche questa volta traduciamo testualmente.
+
+“Un agente di polizia, nella speranza di estorcere del denaro ad una
+sventurata madre gli rapì il figliuolo. Questa ne divenne furiosa; i
+suoi lagni furono così amari, i suoi gemiti così strazianti che tutto il
+quartiere ne fu commosso.
+
+“Altre madri si unirono a lei; la voce corse che quel fanciullo non era
+il solo ad esser stato rapito ma che migliaia d'altri lo erano stati al
+pari di lui, e che il Re, novello Erode, stava per ricominciare la
+strage degli innocenti. Si giunse persino a dire che quei rapimenti
+avevano per oggetto l'esecuzione di prescrizioni mediche che ordinavano
+bagni di sangue umano, e del più puro, per guarire taluni gran signori
+sfiniti dalla lussuria e dai disordini.
+
+“Queste voci sinistre, aggiunte ai gridi strazianti delle desolate
+madri, infiammarono gli spiriti. Parecchi uomini si aggiunsero loro e
+divennero furiosi. La sommossa ebbe principio nel sobborgo Sant'Antonio,
+ma ben presto i disordini si estesero in tutti i quartieri di Parigi.
+Ogni agente di polizia che cadeva in potere dei tumultuanti era messo a
+brani. Il popolaccio si dirigeva al palazzo del luogotenente di polizia,
+e non avrebbe tardato ad investirlo. Il luogotenente di allora, Berrier,
+che si era reso odioso per la sua aria dura e il suo procedere
+tirannico, fuggì. Qualcheduno dei suoi dipendenti, meno timido, fece
+aprire le porte. Questo colpo ardito intimidì i più furiosi; credettero
+si volesse loro tendere un agguato, e che una voragine stesse per
+aprirsi sotto i loro piedi e restarono immobili. Intanto le guardie
+francesi e le guardie svizzere si radunarono. Si aggiunsero loro due
+compagnie di moschettieri della guardia e diversi corpi della Casa del
+Re. Le orde indisciplinate dei tumultuanti furono circondate. Si mise la
+mano sui più accaniti dei quali la forca fece giustizia, gli altri
+fecero giudizio.
+
+“Qualche mese dopo venne l'epoca del viaggio che il Re faceva
+annualmente a Compiègne. Per recarvisi si passava abitualmente da
+Parigi. Luigi XV non volle onorare colla sua presenza una città che
+aveva osato rivoltarsi, qualunque ne fosse stata la causa, e fece
+costruire in tutta fretta una strada fra Versailles e Saint Denis in
+modo da potersi recare al suo destino senza dover attraversare Parigi. È
+questa la strada che dicesi _le chemin de la Révolte_.”
+
+Come si vede dalle, forse troppo numerose, citazioni che siamo venuti
+facendo, basta che un bambino sparisca, perchè subito il popolo
+farnetichi di bagni di sangue umano, di atroci riti religiosi, e si
+ricusi, sino a che l'evidenza non venga a convincerlo, a cercarne la
+spiegazione in qualche volgare delitto. Ci si consenta un'ultima
+citazione per provare la strana vitalità di tale superstizione che il
+volgo degli indotti e dei semi dotti, accoglie e ripete, per poco che
+gli accusati, o si elevino come i Papi ed i Re che abbiamo citato, al
+dissopra del comune per la loro posizione, o si circondino come i primi
+Cristiani, i Luciferiani, i Templarii di quel mistero che colpisce
+sempre le immaginazioni popolari.
+
+Una rivista mensile che si pubblica a Mosca, il _Messager russe_, in un
+articolo riprodotto in giugno 1819 da diversi giornali francesi (305) ci
+ha fatto conoscere gli usi di due sêtte ancora esistenti in Russia, i
+_Khlysty_ e gli _Skoptsi_ (306) (_mutilati_).
+
+Riti sanguinari, o pretesi tali, furono denunziati allo imperatore
+Alessandro in una memoria del metropolitano di Mosca. Secondo questa
+memoria, di cui un giornale di Pietroburgo pubblicò dei frammenti,
+quando una ragazza incompletamente mutilata concepisce, per opera di un
+uomo estraneo alla setta, e mette al mondo un ragazzo di sesso
+mascolino, gli _Skoptsi_, considerando questa nascita come un
+avvenimento miracoloso e come una benedizione del cielo, immolano il
+neonato alla mezzanotte del settimo giorno dopo la sua nascita; lo
+lavano in seguito nell'acqua tiepida, avendo cura di spremere dalla sua
+ferita la maggior quantità di sangue possibile. L'acqua in cui il
+fanciullo è stato immerso si conserva come cosa sacra. Quanto al corpo è
+deposto in un vaso pieno di zucchero polverizzato dove si giunge a
+disseccarlo. È in seguito ridotto in polvere, e questa polvere entra
+nella confezione dei pani consacrati che i settari tagliano a pezzi e
+distribuiscono agli assistenti alla fine delle loro riunioni. È questo
+ciò che essi nominano la grande comunione della carne dell'agnello, in
+opposizione a quella di sangue che si fa con quella con cui la vittima
+venne purificata. I giornali russi assicurano che questi fatti,
+denunciati dal metropolitano di Mosca, Mgr. Platone, vennero constatati
+da una inchiesta ufficiale.
+
+Potremmo citare altri fatti a dozzine per provare che questa accusa di
+giovarsi del sangue umano pei riti tenebrosi è vecchia quanto il mondo,
+ma ogni cosa ha un limite e temiamo ne abbia uno anche la pazienza dei
+lettori che consentirono a seguirci sin qui, sicchè ci limiteremo a
+citare un ultimo fatto quasi incredibile. Chi vorrebbe credere infatti
+che un dotto letterato francese, e cattolico di nascita, se non di
+convinzione, Arsène Houssaye potè, non sono ancora cinque anni,
+calunniare i cattolici, di epoche a noi vicine, asserendo che sino al XV
+ed al XVI secolo si massacravano dai cattolici dei bambini per
+convertire in reliquie i loro ossami?
+
+Traduco letteralmente un brano di un articolo dell'Houssaye, sul museo
+Basilewski, pubblicato nel _Gaulois_ del 24 dicembre 1879:
+
+“Ecco per esempio uno smalto che rappresenta il Massacro degli
+Innocenti. Cosa pensereste se io vi dicessi che più di una chiesa in
+Francia contiene ancora delle cripte in cui si trova il pozzo dei
+sacrifizi? Si conosce così male la storia che non mi si crederà quando
+affermerò che, sino al quindicesimo secolo, e fors'anche fino al
+sedicesimo, vi furono il venerdì santo dei fanciulli immolati. A Caen e
+a Tournus si trovarono degli ossami che fanno fede ancora di questi
+sacrifizi umani — perdonatemi il sacrilegio — volevo dire inumani”.
+
+Provata dunque la facilità con cui simili accuse calunniose si
+riprodussero sempre, e trovarono sempre credenza, qual meraviglia se
+bastò qualche assassinio isolato e non ispirato certamente a scopo
+religioso, perchè se ne accusassero gli Ebrei, quegli Ebrei che a
+Strasburgo, nel Delfinato ed altrove, si erano, ben inteso sotto la
+tortura, confessati autori della peste, sicchè fu necessaria una bolla
+del papa che li scagionasse dalla strana accusa (307), quegli Ebrei che
+dovevano ritenersi capaci di ogni scelleraggine (308) dacchè San
+Giovanni Grisostomo (309) aveva potuto dire che “le sinagoghe erano case
+di prostituzione, covili di bestie feroci, domicilio dei Demoni e che
+non vi si adorava Dio, perchè non vi si adorava il figlio, e che colui
+che conosce il padre conosce il figlio e che il culto che vi si rende si
+termina al Demonio perchè Dio l'ha abbandonato.”
+
+Quando personaggi, come San Giovanni Grisostomo, coi loro scritti,
+rendono siffattamente odiosa una parte della popolazione, non deve recar
+meraviglia che ogni più strana accusa contro di questa trovi credenza.
+
+Data la facilità con cui il volgo crede sempre ad accuse di questa
+natura, data l'ignoranza dei tempi, dato il fanatismo contro gli Ebrei,
+eccitato dal Grisostomo, e dai troppo numerosi suoi seguaci, dobbiamo
+anzi meravigliarci assaissimo se tutte le volte che furono accusati di
+aver assassinato un cristiano non furono condannati, ed invece abbiamo
+già veduto come, in tutti i tempi, uomini imparziali ed onesti, di tutte
+le credenze, abbiano protestato contro la calunnia di cui eran vittima
+gli Ebrei.
+
+Ma se è agevol cosa il dimostrare l'assoluta falsità della accusa mossa
+agli Ebrei di giovarsi di sangue umano per scopi rituali, o
+magici (310), sarebbe impossibile il dimostrare che qualche bambino
+cristiano non sia caduto talvolta vittima di un assassino ebreo.
+
+Gli Ebrei erano nei secoli passati universalmente odiati. Quando la
+Chiesa Cristiana aveva raggiunto nel mondo civile il suo ideale, l'unità
+della Fede, gli Ebrei soli, razza maledetta e dispersa, restarono a
+guastare la simmetria ammirabile di questa unità.
+
+In mezzo a popoli che, concordi, piegavano le ginocchia dinanzi al
+Redentore del Mondo, restavano soli a negarlo i pochi ed avviliti
+discendenti di coloro che lo avevano trascinato al disonor del Golgota.
+
+Qual meraviglia che perciò soltanto essi fossero oggetto della
+universale esecrazione? (311) Oppressi, umiliati, fatti segno ad ogni
+più orrenda persecuzione, gli Ebrei reagivano colle armi dei deboli, e
+le armi dei deboli non furono mai generose.
+
+Da qui recrudescenza d'odio nei persecutori, e l'odio non partorì mai
+amore, che si sappia.
+
+Chi potrebbe negare che qualche Ebreo, cacciato dalla patria, insidiato
+nella sua fede, nei suoi averi, diseredato persino del culto dei propri
+morti, come troppo spesso avveniva nei tempi più caliginosi del medio
+evo, imbattendosi un giorno nel figlio di uno dei suoi oppressori, lo
+abbia sgozzato?
+
+Chi rivangasse gli annali del delitto, in tutti i paesi, vi troverebbe
+registrate a centinaia storie di innocenti fanciulli uccisi da
+vigliacchi assassini per vendicarsi dei loro parenti.
+
+E quantunque le statistiche criminali di tutti i tempi e di tutti i
+paesi ci provino come l'Ebreo rifugga dal sangue, vorremmo, potremmo noi
+negare, che mai uno di questi assassini sia stato ebreo, una di queste
+vittime cristiana?
+
+Certamente no; ma la stessa franchezza con cui noi, senza averne le
+prove — perchè, ripetiamolo, non son prove per noi quelle estorte dalla
+tortura — pure riconosciamo non impossibile che qualche fatto di questo
+genere abbia potuto accadere per opera di un individuo ebreo, spinto da
+un sentimento di vendetta, questa stessa nostra franchezza ci dà diritto
+ad esser pienamente creduti allorquando recisamente neghiamo che gli
+Ebrei abbiano per precetto religioso di valersi in certe cerimonie del
+sangue di un fanciullo cristiano.
+
+Ammettiamo pure una di queste isolate vendette. Nessun processo ne fa
+fede, perocchè agli occhi dell'odierna critica non hanno valore i
+processi istituiti sotto il regime della tortura; ammettiamo pure questo
+caso isolato, che ci gioverà a comprendere, a spiegarci come l'orribile
+calunnia abbia potuto esser messa in giro la prima volta, ma
+respingiamo, fino a che non saranno addotte prove categoriche in
+argomento — e sarà impossibile addurle, perchè non esiste il
+fatto — ogni accusa generica che si volesse formulare contro gli Ebrei a
+tale proposito.
+
+Tanto varrebbe, perchè un Umiliato attentò alla vita di San Carlo
+Borromeo, perchè un prete assassinò un Arcivescovo di Parigi, dire che i
+frati e i preti cattolici hanno per dovere religioso di ammazzare Santi
+ed Arcivescovi!
+
+È certo che dacchè esistono Cristiani ed Ebrei qualche ebreo avrà
+ammazzato un cristiano; è probabile, probabilissimo anzi, che qualche
+fanciullo cristiano sia caduto vittima di un assassino ebreo, ma non è
+nè certo, nè probabile, nè possibile che l'assassino sia stato mosso da
+scopo religioso a compiere il suo misfatto.
+
+Ciò invece che, se non è certo, è però assai possibile ed assai
+probabile è che, accaduto, per chi sa qual motivo, l'eccidio di un
+fanciullo cristiano ad opera di un ebreo, i nemici degli Ebrei — quelli
+stessi che andavano diffondendo contro di loro le più strane ed
+inverosimili accuse — si siano fatta un'arma di questo fatto isolato per
+coinvolgere tutti gli Ebrei nella stessa accusa, accusa che, già lo
+vedemmo, deve essere facilmente accolta dai volghi come quella che fu
+spesso lanciata or contro l'uno or contro l'altro.
+
+Abbiamo detto però e ripetiamo che se vi era un popolo che dovesse andar
+immune da questa orribile accusa era certamente il popolo ebreo.
+
+Abbiam veduto come la Bibbia e il Talmud in più luoghi vietino agli
+Ebrei l'uso del sangue. Ma non basta, chè lo stesso Maimonide ci dice il
+perchè gli Ebrei abborriscano l'uso del sangue; apriamo il suo libro
+_Morè Nebuchim_, parte III al capo 46 e troveremo: “Sappi che quantunque
+non vi fosse nel concetto degli idolatri cosa più immonda ed impura del
+sangue, nientedimeno essi lo mangiavano, perchè stimavano che fosse il
+cibo de' demoni, e che colui, che di esso sangue si alimentasse,
+acquisterebbe una qualche famigliarità e stretta comunicazione con essi
+demoni, sicchè questi dovessero rivelar loro il futuro, secondo crede il
+volgo che essi demoni sogliono fare. Ad alcuni però tra questi idolatri,
+tornava difficile mangiare il sangue, cibo per sè stesso all'umana
+natura ripugnante. Questi, quando scannavano qualche animale, ne
+prendevano il sangue, lo raccoglievano in qualche vaso e, sedendo
+attorno a questo vaso, mangiavano la carne di esso animale. Si
+persuadevano, così, che mentre essi mangiavano la carne, i demoni
+mangiassero il sangue, loro prediletto cibo, e che in questo modo
+potessero contrarre secoloro amicizia, famigliarità e fratellanza,
+perchè tutti mangiavano ad un desco e insieme banchettavano. Credevano
+inoltre che i demoni dovessero apparir loro in sogno; avvisar loro quel
+tanto che dovea succedere ed esser loro di grandissimo giovamento.” Fin
+qui il Maimonide.
+
+Anche lo Zohar, libro a cui taluni ebrei vogliono annettere molta
+importanza, commentando il capo 17 del Levitico, dice queste parole,
+parlando degli incantesimi e dell'arte magica esercitata dagli Egiziani:
+“Quando gli Egiziani si ragunavano per fare i loro incantesimi, andavano
+al campo in un monte alto assai, facevano una fossa in terra e
+spargevano sangue intorno ad essa, ragunavano il rimanente del sangue in
+essa fossa, offrivano i loro sacrifici agli spiriti maligni, e
+contraevano famigliarmente tra loro in esso monte. Gli Ebrei i quali
+erano schiavi in Egitto si accostavano a quelli, e preparavano quel
+sangue e offerivano il sacrifizio, si radunavano questi spiriti maligni,
+e apparivano loro in figura d'Irchi irsuti e dicevano loro quel tanto
+che essi addomandavano.”
+
+O ammettere dunque, con San Giovanni Grisostomo, che gli Ebrei adorino
+il Demonio, o riconoscere che essi non possono aver mai fatto uso di
+sangue, e tanto meno di sangue umano.
+
+E davvero è strana la persistenza di una simile calunnia contro una
+religione i cui maestri, i cui dottori predicarono dottrine
+diametralmente opposte. Mosè Nachmanide che fiorì nel XII secolo in
+Ispagna e che era considerato come il supremo maestro fra i Rabbini, e
+chiamato per antonomasia il dottore (312), lasciò scritto nel suo libro
+dei _Precetti_: “Ci è ordinato di curare la vita dei Cristiani, salvarla
+con tutte le nostre forze da pericolo di morte, p. e. quando sono caduti
+in acqua o sepolti sotto le macerie”. Giuda il Pio, vivente a Ratisbona
+nel sec. XII nel suo _libro dei Pii_ dice: “Nel trattare coi non
+Israeliti, studiati di usare la stessa onestà come cogli Ebrei: se un
+Ebreo vuol uccidere un cristiano dobbiamo assister quest'ultimo; se a te
+si rifugia un omicida, non gli accordare protezione, anche se fosse un
+ebreo”.
+
+Come dunque malgrado tutto ciò l'accusa potè diffondersi ed acquistar
+credenza? Ecco la domanda che molti mossero ed a cui nessuno potè dar
+risposta soddisfacente.
+
+Chi ne cercò la causa nel racconto dell'Esodo dove è spesso menzione di
+sangue (313); chi in una leggenda rabbinica notissima, secondo la quale,
+Faraone Re d'Egitto trovandosi colpito dalla lebbra, si impadronì di un
+gran numero di fanciulli ebrei, affine di bagnarsi nel loro sangue e di
+guarire. La leggenda aggiunge che in memoria di questo sangue innocente
+versato, gli Ebrei bevono vino rosso nelle cerimonie della sera di
+Pasqua (314). L'illustre prof. Oort da Leida, in un discorso tenuto in
+quella città in occasione del VI Congresso degli Orientalisti, vuol
+trovare la causa della calunnia nella venerazione che negli antichi
+tempi i primi Cristiani conservavano pel pane azzimo degli Ebrei, ed
+intesse su questa ipotesi un lungo ragionamento che non arriva però a
+convincerne del tutto.
+
+Affaccieremo noi pure una supposizione senza pretendere di aver sciolto
+il problema.
+
+Nei primi tempi del Cristianesimo, non soltanto gli Ebrei erano in odio
+ai Cristiani ortodossi, ma molte sette eterodosse professavano un odio
+speciale non soltanto verso gli Ebrei, ma verso l'Antico Testamento.
+
+La storia delle religioni ci apprende che il principio di un Dio del
+male, nemico del Dio del bene, quel principio che gli antichi Persiani
+incarnavano in Ormus e in Arimane, era comune anche a molte sêtte dei
+primi tempi del Cristianesimo. I Catari, i Bogomili, i Luciferiani
+professavano siffatte dottrine. Per essi il Dio maligno si rivelava
+nell'Antico Testamento, mentre nel Nuovo era il Dio buono che si
+manifestava.
+
+Ecco, dicevano, perchè è scritto nel Nuovo Testamento: “Che Iddio è
+luce, e che non vi sono in lui tenebre alcune” (315). Il Dio della
+Genesi crea il cielo e la terra, ma “la terra era una cosa deserta e
+vacua e tenebre erano sopra la faccia dell'abisso” (316), il cielo e la
+terra, al paro delle tenebre, sono l'opera di Lucifero. Ecco perchè
+ancora, secondo l'Antico Testamento, i figli di Dio peccano (317),
+mentre nel Nuovo è detto: “Chiunque è nato da Dio non ha peccato” (318).
+“Non è il Dio buono che ha parlato a Mosè, non è il Dio buono che ha
+guidato il patriarca. Mosè ha ricevuto la legge da un ingannatore, egli
+stesso era un mago, un ladrone” (319).
+
+Congiungendo questa opinione che taluni eretici avevano del Mosaismo,
+coll'altra, universalmente diffusa, che il demonio gradisca i sagrifizi
+umani (320), non sarà fuor di luogo il supporre che da quegli eretici
+abbia potuto avere origine la prima calunnia.
+
+Un'altra fra le possibili origini di quest'accusa, o meglio fra le cause
+che poterono contribuire a mantenerla in vigore, ed a confermarla nelle
+menti volgari, ci è suggerita dall'attento esame, che abbiamo fatto,
+degli atti del processo che si è svolto non ha guari a Nyiregyhaza. Fra
+le infantili prescrizioni rituali degli Ebrei ve ne ha una che vieta ad
+essi di toccare nella sera del venerdì e nel giorno del sabato fuoco e
+lume. Siffatta prescrizione è, dai veri credenti, osservata così
+strettamente che essi si fanno scrupolo di portare una lampada da un
+luogo all'altro, o di rimuovere dal fuoco una pentola che bolla. Siccome
+però le necessità della vita si impongono agli Ebrei come ai Cristiani,
+gli agiati fra essi provveggono ai lor bisogni mercè l'opera di
+domestici di altri culti; i più poveri invece vi provvedono come
+possono, invocando l'aiuto di un vicino o di un passante. Servigi di
+siffatta natura si richieggono più facilmente, anche per evitare il
+ridicolo, a ragazzi che non a persone mature. Qual meraviglia dunque, se
+come nei tempi di pestilenza basta che un individuo si accosti ad una
+fontana pubblica, per essere accusato di avvelenarla, od in tempi di
+assedio basta che uno si aggiri nelle camere del suo appartamento con un
+lume in mano, perchè venga accusato di far segnali all'inimico (321);
+qual meraviglia diciamo se sarà bastato il fatto di un ebreo che abbia
+chiamato a sè un fanciullo cristiano per richiederlo d'uno dei servigi
+sopra accennati, perchè l'accesa immaginazione del volgo vi ricamasse
+sopra un preteso tentativo di rapimento, preludio di futuri
+eccidi (322)?
+
+Ma senza perderci più oltre nella ricerca delle cause che potevano
+concorrere a far nascere l'orrenda accusa, verremo a dire delle vere,
+delle sole ragioni per cui essa persistette attraverso i secoli.
+
+Un illustre letterato francese, Dureau de la Malle, nella introduzione
+alla sua eccellente traduzione di Tacito, ricerca le cause dei delitti
+inconcepibili commessi dagli imperatori romani; e ne reca una
+spiegazione che sembra assai plausibile; e cioè che quei sovrani non
+avendo nè lista civile, nè demanio pubblico e dovendo pur sostenere
+enormi spese, erano obbligati ad assassinare per procurarsi il denaro di
+cui avevano d'uopo. E come i malfattori volgari _uccidevano per rubare_.
+Questo precetto di governo informa diverse fasi della storia, e dalle
+proscrizioni di Augusto, venendo giù sino agli eccidi del 1793, ne
+troveremmo esempi non pochi.
+
+Nel medio evo i ghetti degli Ebrei avevano il non desiderato privilegio
+di essere la zecca per eccellenza; quando s'aveva bisogno di denaro si
+accusavano gli Ebrei di avvelenare i pozzi, le sorgenti, le
+fontane — quasi che gli Ebrei non facessero uso dell'acqua, — di
+oltraggiare in mille guise il Santissimo Sacramento — che non hanno
+nessuna ragione di oltraggiare, non riconoscendovi essi nessun carattere
+sacro — od infine di ammazzare bambini — quasi la religione professata
+dalla Beata Vergine e da Nostro Signor Gesù Cristo fosse una religione
+di antropofaghi.
+
+In quei tempi le accuse, assurde o meno, erano sempre egualmente buone.
+Bastava che un facinoroso qualunque le ponesse in giro, perchè si desse
+di piglio alle armi, si corresse al ghetto, e si punissero gli Ebrei col
+saccheggiarne i beni. L'intiero popolo ebreo potè per secoli far sua
+l'amara esclamazione del romano proscritto. “La mia villa di Alba mi ha
+perduto.”
+
+Col progresso dei tempi si capì che era assurdo parlare di fontane
+avvelenate, o di oltraggi al Santissimo Sacramento; ma l'accusa di
+antropofagia rimase, come quella che oltre a colpire più facilmente le
+immaginazioni della plebe, sempre avida di racconti di misteriosi
+delitti, era sorretta da un altro importante fattore.
+
+Per ogni fanciullo che gli Ebrei erano accusati di aver ucciso, la
+Chiesa cattolica acquistava un martire di più.
+
+E ciò che importa, e che spiega assai cose, un martire che faceva
+miracoli.
+
+La narrazione di questi miracoli, quali ce li dà un autorevole e moderno
+scrittore cattolico, Rohrbacher, è troppo interessante, perchè noi, a
+costo di ripeterci, resistiamo al desiderio di metterla sotto gli occhi
+dei nostri lettori.
+
+“L'anno 1250 gli Ebrei di Saragozza attaccarono con chiodi contro la
+parete un fanciullo cristiano di sette anni, gli squarciarono, in odio
+di Cristo, il costato con una lancia e lo seppellirono di notte sulla
+riva. _Ma in mezzo alle tenebre il luogo era irradiato d'una splendida
+luce._ Accorsivi i Cristiani, trasportarono le reliquie con gran pompa
+alla chiesa principale, dove accadde un gran numero di miracoli. A
+quella vista l'ebreo Mosè Albayhuzet, che aveva rapita la vittima
+innocente, abbracciò il Cristianesimo. Ecco quanto riferisce lo storico
+aragonese Girolamo Blanca, giusta gli Archivi della chiesa di Saragozza.
+
+“Nel 1255 i principali ebrei di tutta Inghilterra sì adunarono a Lincoln
+per rinnovare la passion di Cristo su d'un fanciullo di otto anni per
+nome Ugo. Uno faceva da preside Pilato, altri l'officio di carnefice.
+Fecero soffrire al giovinetto tutti gli oltraggi che il Vangelo
+riferisce aver i loro antenati fatto patire al Salvatore del mondo. Lo
+batterono crudelmente colle verghe, gli conficcarono in capo una corona
+di spine, lo affissero ad una croce, gli diedero a bere del fiele e
+finalmente gli trafissero il costato con una lancia.
+
+“Tale fu il loro pasquale sacrificio che solevano immolar ogni anno, se
+l'occasione lo permetteva, come confessarono dappoi. Per colmo di
+scelleratezza gli strapparono le viscere per servirsene a magiche
+operazioni. Nascosero profondamente sotto terra il corpo, per tema che i
+Cristiani ne venissero in cognizione; ma la giustizia di Dio non lasciò
+impunito questo misfatto. _La terra ogni notte rigettava il corpo della
+vittima._ Gli Ebrei, avendolo così più volte sepolto, finirono col
+gettarlo in un pozzo.
+
+“Intanto la madre del fanciullo cercava dappertutto il suo figliuolo.
+Avendo saputo che era entrato nella casa d'un ebreo, vi penetra, fruga
+per tutto, guarda entro il pozzo e vi scorge il corpo del figlio. Senza
+dir nulla avverte il giudice; il padrone della casa viene arrestato,
+confessa tutta la serie delle cose (_anche il miracolo dunque?_) e viene
+attaccato alla coda di cavalli per essere squartato. Novanta ebrei sono
+condotti nelle prigioni di Londra per subirvi il supplizio che meritano.
+Il corpo del fanciullo cavato dal pozzo è solennemente trasportato, come
+il corpo di un martire, nella Chiesa cattedrale. Il re Enrico III fa
+procedere giuridicamente contro tutti gli Ebrei d'Inghilterra, affine di
+distoglierli col terrore dei castighi dal commettere ancora simili
+misfatti. Ecco quanto riferisce tra gli altri Matteo Paris, autore del
+Paese e del Tempo.
+
+“Un ebreo di Germania aveva una nutrice cristiana, chiamata Agnese, la
+quale insegnava alla moglie di lui le preghiere de' Cristiani. L'ebreo,
+accortosene, entra in furore, va a trovar la nutrice addormentata,
+l'uccide con tre colpi di pugnale nel cuore, sotto gli occhi di sua
+moglie, poscia se ne va alla sinagoga. La moglie, presa da spavento, si
+chiude nella propria camera. L'ebreo di ritorno non trova più il
+cadavere della nutrice, e s'immagina che l'abbia trasportato la moglie;
+questa non trovandolo più, pensa che l'abbia levato il marito. Nè l'uno
+nè l'altra cerca più oltre. Quaranta giorni dopo passa una donna
+forestiera che li saluta _affettuosamente_ (_splendido,
+quell'avverbio!!_) da parte della nutrice Agnese. L'ebreo allora domanda
+alla moglie: “Come avviene ch'ella viva? Non l'ho io ammazzata?” La
+moglie risponde: “Egli è che il Cristo suo Signore è abbastanza possente
+per risuscitare una defunta. — Ed ecco, ripigliò l'ebreo, quel ch'io ho
+sempre temuto, che ella non ti faccia apostatare. — ” E tosto legolla e
+la rinchiuse per due anni in una stanza. Essendo l'ebreo andato lontano,
+la donna fuggì con due figlioletti ed un terzo ond'era incinta e si
+rifuggì nella chiesa dove ricevette il battesimo col nome di Geltrude,
+con grande allegrezza de' fedeli, che sapevano esser lei RICCHISSIMA
+(_qui sta il busillis_) ed onestissima donna. Ella dimorò nella diocesi
+di Colonia, dove incontrò la nutrice Agnese che portava tuttora le
+cicatrici dei tre colpi di pugnale. _Essa disse ch'era stata guarita
+all'istante medesimo_, e che erasi sottratta clandestinamente per non
+accendere di più il furore dell'ebreo. Tutti questi fatti vennero a
+cognizione di Corrado Arcivescovo di Colonia. Agnese mori l'anno 1265:
+Geltrude viveva ancora quando Tommaso Cantipratese ne scrisse la storia.
+
+“L'anno 1271, nel borgo o villaggio di Pfortzheim, una vecchia, divenuta
+famigliare cogli Ebrei, vendette loro, per esser uccisa, una figlioletta
+di sette anni, che aveva perduti il padre e la madre. La distesero su
+molti drappi, le posero alla bocca una sbarra, le fecero delle incisioni
+a quasi tutte le giunture delle membra, ne spremettero a viva forza il
+sangue ed accuratamente lo raccolsero entro pannilini. Quando dopo
+questi tormenti, fu estinta, la gettarono nel vicin fiume, e vi
+ammassarono sopra un mucchio di pietre. Il terzo e quarto giorno la
+trovarono alcuni pescatori per un braccio levato verso il cielo. Fu
+riportata nel borgo: il popolo gridava con orrore non altri, che gli
+Ebrei avere commesso quel misfatto. Il margravio di Baden, che trovavasi
+nelle vicinanze, vi accorse. _Tosto il corpo, levatosi a sedere, stese
+le mani verso il principe_, quasi per chieder vendetta o misericordia, e
+dopo mezz'ora si ricoricò cadavere. Essendo stati condotti gli Ebrei a
+questo spettacolo, tutte le ferite _cominciarono a bollire ed a sparger
+sangue in copia_. Il grido del popolo levavasi sino al cielo domandando
+vendetta. Dietro alcuni indizi la vecchia viene arrestata e convinta,
+principalmente dalla confessione della giovinetta (!!!), che rivelò
+tutto. Gli Ebrei che avevano messo mano sulla giovane vittima furono
+presi, arruotati ed appiccati colla vecchia: due di essi si scannarono a
+vicenda fra loro. Ecco quanto riferisce Tommaso sopracitato, sulla
+testimonianza di due frati predicatori, Rainieri ed Egidio, che furono a
+Pfortzheim tre giorni dopo l'avvenimento.”
+
+Chiediamo ancora venia al lettore se lo abbiamo tediato con la
+riproduzione di queste insensate leggende, ma abbiamo voluto farlo,
+perchè, dalle pagine del Rohrbacher scaturisce un argomento
+irresistibile a favore della assurdità dell'accusa mossa agli Ebrei.
+
+Fatti di questo genere non si possono scindere; non si può accettare ciò
+che conviene e respingere il resto. O bisogna riconoscere che tutti i
+fatti narrati dal Rohrbacher sono parto, nella migliore ipotesi, di una
+malata fantasia, o bisogna credere ai cadaveri irradiati da luce
+celeste, ai morti respinti dalle tombe, alle nutrici risuscitate ed a
+tutte le assurdità che il buon professore della Università di Lovanio è
+venuto accumulando.
+
+Già questi miracoli parevano sospetti fin dai secoli scorsi ad uno
+scrittore protestante, il Basnage, che scriveva:
+
+“Nè si può tacere a discarico degli Ebrei che oltre queste ragioni se ne
+hanno altre che aumentano il sospetto. Sono i miracoli che accompagnano
+quasi sempre la morte del crocefisso. Non è meraviglioso che la terra
+abbia tremato allorquando morì G. C., era il Signore di gloria che
+veniva crocifisso. Ma le si prestano emozioni più frequenti per uomini
+volgari che per Gesù Cristo. Essa respinge i cadaveri e lo fa parecchie
+volte, e non può soffrire che si rinchiudano nel suo seno; ne abbiamo
+visto un esempio nel fanciullo cui si erano strappate le viscere per
+servirsene in operazioni magiche, cosa non meno sospetta del resto.
+
+“Ma ce n'è un altro più famoso in Turingia, perchè gli Ebrei, cui si fa
+scegliere la vigilia di Pasqua per simili delitti, avendo ucciso un
+fanciullo a nome Corrado, portano il corpo morto in diversi luoghi della
+Turingia senza poterlo seppellire.
+
+“Sortiva sempre dalla tomba, perlocchè furono costretti di appiccarlo ad
+un albero. Il delitto fu perciò rivelato, ed allora non vi fu piccolo o
+grande che non si gittasse sugli Ebrei e non si insozzasse le mani nel
+loro sangue. Si vide una luce sul corpo di un fanciullo a Vesel 37 anni
+dopo, e di più il cadavere esalava un odore così buono che lo si
+trasportò in un tempio dove operò sorprendenti prodigi, ma gli Ebrei se
+la cavarono con denaro. Questa specie di racconti pieni di miracoli e
+riferiti dai Leggendari avvezzi a correr dietro a simili finzioni, sono
+assai sospetti” (323).
+
+E davvero non può non sembrar strano, che mentre Santi poterono essere
+martoriati e straziati in mille guise senza che Dio, ne' suoi
+imperscrutabili fini, manifestasse il suo corruccio con segni visibili
+agli umani, mentre pii e dotti Presuli sopportarono atroci martirii
+senza che la natura si commovesse, mentre Pier Luigi Farnese potè
+infliggere l'ultimo degli oltraggi al vescovo di Fano e Sciarra Colonna
+percuotere Bonifazio VIII, senza che nessun prodigio rivelasse l'ira
+celeste, bastava che un ebreo fosse accusato di aver ucciso un poppante
+cristiano perchè quel poppante divenisse d'un tratto un taumaturgo!
+
+E, cosa più strana ancora, le uniche fra le pretese vittime degli Ebrei,
+che non abbiano fatto miracoli, sono quelle il cui eccidio si sarebbe
+compiuto in epoche a noi vicine, benchè tra queste vi fosse il davvero
+venerando padre Tommaso da Calergiano assassinato a Damasco nel
+1840 (324).
+
+Ora, noi abbiamo tutto il rispetto per la Religione, ma crediamo che
+questo rispetto non ci obblighi a confondere, cogli eterni dogmi della
+Religione di Cristo, le invenzioni di pochi fanatici, che mostrano col
+loro esempio quanto giustamente il Voltaire asserisca che il fanatismo
+sta alla superstizione come la rabbia alla collera.
+
+Non vi è, e non vi può essere, nella Religione cattolica nulla che ci
+costringa a riconoscere per veri, o per attendibili, i pretesi miracoli
+del Beato Simoncino da Trento e di tutte le altre pretese vittime degli
+Ebrei.
+
+Negando fede a quei miracoli, come negando fede a quelli della Salette,
+di Lourdes, ed alle stimmate della Lateau, noi sappiamo di non vulnerare
+nessuno dei principii fondamentali del Cattolicismo, e da questa nostra
+convinzione tragghiamo argomento per affermare che, come oggi per
+assicurare la prosperità di un paese attirandovi a migliaia i pellegrini
+e gli illusi, si ricorre alle innocue apparizioni di Lourdes e della
+Salette, si potè in altri tempi aver ricorso ai miracoli delle pretese
+vittime degli Ebrei.
+
+Errerebbero però di gran lunga gli avversari della Chiesa se volessero,
+appoggiandosi su queste nostre parole, trarne argomento per affermare
+che noi accusiamo la Chiesa di calunnia.
+
+Spesse volte i Papi ebbero a riconoscere che ciurmerie impudenti si eran
+volute gabellare per miracoli e non li riconobbero, ma li biasimarono e
+ne riprovarono il culto.
+
+È irriverenza, è eresia l'affermare che talvolta la buona fede dei Papi
+possa esser sorpresa?
+
+Nol crediamo, perocchè non crediamo che la Religione imponga l'obbligo
+assoluto di aggiustar fede ad altri miracoli da quelli in fuori che sono
+registrati nelle Sacre Carte.
+
+Riassumendo:
+
+L'accusa mossa agli Ebrei di far uso di sangue cristiano nei loro riti:
+
+1º Si rivela calunniosa e falsa, perchè già rivelatasi tale, quando
+venne mossa ad altre religioni, ad altre credenze;
+
+2º È smentita dai libri sacri degli Ebrei e non ha prove in nessun libro
+ebraico anche di nessun conto;
+
+3º È smentita da Papi, da Sovrani, da dotti di ogni tempo e di ogni
+paese;
+
+4º È sorretta dalle risultanze processuali quando le confessioni sono
+estorte colla tortura, smentita in tutti gli altri casi:
+
+5º È frutto della cupidigia che spingeva nel medio evo ad accusare gli
+Ebrei di ogni reato per ispogliarli, e della impudenza di taluni
+fabbricatori di martiri a buon mercato ed il suo rinnovarsi ai giorni
+nostri altro non prova che la mancanza assoluta di scrupoli nei moderni
+antisemiti.
+
+E crediamo che basti; fino al giorno almeno in cui il dotto articolaio
+della _Civiltà Cattolica_ non avrà scoperto il famoso passo del Talmud,
+che prescrive l'assassinio rituale.
+
+(247) Naturalmente i calunniatori non vanno tra loro d'accordo nello
+spiegare l'uso che gli Ebrei farebbero di questo sangue procacciatosi a
+prezzo di tanti delitti.
+
+L'opinione più diffusa è che se ne giovino per mescolarlo al pane azzimo
+od al vino di Pasqua; ma non manca chi asserisce invece che con questo
+sangue si scrivano tre bollettini magici che poi si pongono sul capo,
+sulla bocca e nella mano destra delle donne prossime al parto per
+agevolare l'opera della natura; altri pretende che a questo stesso scopo
+le puerpere ebree tracannino addirittura sangue cristiano in quanta
+maggior copia possono procurarselo; altri ancora che col sangue dei
+fanciulli cristiani si componga un farmaco destinato a cicatrizzare la
+ferita che si fa, circoncidendoli, ai neonati ebrei; nè mancano coloro i
+quali pretendono che questo sangue si impieghi nei riti nuziali, o che
+con esso si aspergano i moribondi ebrei (una sanguinosa parodia
+dell'Estrema Unzione!) pronunziando queste parole: _“Se Gesù Cristo fu
+il vero Messia, che questo sangue di un Cristiano, reso prezioso per
+virtù del suo Salvatore, giovi ad espiazione dei tuoi peccati”_. Nella
+quale ultima supposizione sono tali e tante le stranezze che non
+possiamo altrimenti spiegarnela se non attribuendola ad un pazzo.
+
+Nell'inverno dell'anno 1756 a Jampol (Podolia — Russia Europea),
+essendosi trovato il cadavere di un uomo nel fiume, gli Ebrei vennero
+accusati di averlo assassinato per scopo rituale. Due Padri Gesuiti che
+colà trovavansi affermarono che, nascendo gli Ebrei ciechi, per
+acquistare la vista, dovevano ungere i propri occhi col sangue de'
+cristiani!!
+
+Fu in seguito a questo fatto che l'em. A. cardinale Corsini, scriveva,
+il 9 febbraio 1780, al Nunzio apostolico di Polonia la lettera, che
+riferiamo fra documenti, dove, fra altre cose, è detto: “_la mal fondata
+persuasione del volgo ch'ella_ (la nazione ebrea) _mischii sangue umano
+e specialmente cristiano nell'impasto delle azimi_.”
+
+(248) L'autore di questa strana ipotesi è, sventuratamente, un italiano,
+e, più sventuratamente ancora, un italiano nel quale il molto,
+moltissimo ingegno non andò mai del paro con l'elevatezza del carattere,
+F. D. Guerrazzi.
+
+Lo scrittore livornese, nella prima edizione dell'_Asino_ (Torino,
+Franco, 1857, in 8º — Cap. IX, pag. 200), aveva scritto queste testuali
+parole: “Questo vediamo praticato in diverse guise o cibando le vittime
+umane già offerte a Dio ed accettate da lui, come, fino a tutto il 1820,
+costumarono i Benderusi, o gli azzimi intinti col sangue umano, come
+fecero gli Ebrei, finchè lo poterono fare”.
+
+Ed in nota aggiunge il Guerrazzi le seguenti parole:
+
+“Che questo nei tempi barbari costumassero gli Ebrei non sembra potersi
+revocare in dubbio; fra i moderni scrittori ne parlano A. Mackiewitz
+(_sic_) e Jacob il bibliofilo”.
+
+Il prof. Levi di Vercelli si prese la scesa di capo di provare
+all'illustre ex-triumviro, che egli si era fatto organo di una volgare
+calunnia; ciò non pertanto il Guerrazzi non si ritratta, ma, nella terza
+edizione (Torino, Seb. Franco e Figli, 1859, in-16º — Cap. IX, pag. 173
+e 174), ripete tutto quanto aveva detto nella prima, compresa la
+storpiatura in Mackiewitz del nome del grande poeta polacco e, quasi per
+grazia, aggiunge alla nota succitata questa nuova insinuazione:
+
+“Diligenti ricerche ci hanno chiarito come questa inumanità non pure
+consentano, ma vietino le leggi ebraiche: se qualche setta iniqua
+l'abbia praticata non è sicuro (_no, on. Guerrazzi, è sicuro che_
+NESSUNA _setta del giudaismo la praticò mai_) e in ogni caso sarebbe
+fantasia e ferocia di qualche uomo-belva, non punto rito di popolo”.
+
+(249) Se crediamo ad una corrispondenza che il _Figaro_ di Parigi
+riceveva da Vienna in occasione del processo di Nyèregyhaza, questa
+credenza è ancora abbastanza diffusa, persino a Vienna. Citiamo
+testualmente:
+
+“Anche a Vienna incontrerete facilmente persone che vi dicono coll'aria
+la più ingenua: Come, non lo sapete? tutti gli anni a Pasqua allorquando
+gli Ebrei si accingono ad impastare i loro pani rituali detti azimi,
+essi hanno l'abitudine di aromatizzare uno di questi pani col sangue di
+una vergine cristiana. Questo pane, sacro fra tutti gli altri, serve a
+tutto il giudaismo, e se ne distribuiscono dei pezzetti in tutta la
+superficie del mondo.
+
+“Altri aggiungono che ogni anno la vergine viene fornita da una comunità
+diversa. Si estrae a sorte, fra le varie comunità, a chi spetti il
+dovere di rubare il fanciullo, di proceder alla panificazione religiosa
+e di far pervenire agli ortodossi del mondo intiero una briciola della
+sacrosanta focaccia, profumata secondo le regole del Pentateuco e dotata
+di quel sapore particolare che si vuole prescritto dal Talmud; sicchè
+ora l'incarico spetta alla comunione di Francoforte, ora a quella di
+Gerusalemme, di Parigi, di Salonicco e via dicendo.”
+
+Se così si pensa a Vienna, qual meraviglia che in Romania, in Moldavia,
+in Russia, in Polonia, la stessa credenza persista con tanta intensità
+che, dice uno scrittore russo, “allo avvicinarsi della Pasqua il terrore
+dei contadini non è punto simulato”?
+
+(250) È a notare, come bene osserva il Rohrbacher (_Storia della
+Chiesa_, Torino, Marietti. Vol. I, pag. 374 e segg.), che prima del
+trionfo del Cristianesimo i sacrifizi di umane vittime erano comuni a
+quasi tutti i popoli barbari. Rimandando, chi fosse vago di maggiori
+notizie, all'autore da noi citato, ricorderemo soltanto che, al dire di
+Dione Cassio, nell'anno 708 a. u. c., l'ultimo della vita di Giulio
+Cesare, e men di cinquanta anni prima della nascita di N. S., i
+pontefici ed i sacerdoti di Marte sacrificarono ancora due uomini sul
+Campo Marzio. Si era quindi lungi dal risentire in quei tempi l'orrore
+che oggi tutti proviamo pei sacrifizi umani. Non vi era quindi nessuna
+ragione al mondo perchè Giuseppe negasse recisamente l'addebito, mosso
+agli Ebrei da Appione, se fosse stato vero.
+
+Quanto ai Cristiani essi non possono in alcun modo farsi forti contro
+gli Ebrei delle parole di Appione e devono anzi negarvi ogni fede,
+perocchè è evidente che, se gli Ebrei di Palestina avessero praticato
+l'infame rito di cui parla Appione, N. S. G. C. avrebbe primo levata la
+voce per stigmatizzare l'orrenda pratica. Il silenzio del Divin
+Redentore su tale accusa è, parci, la prova più evidente della menzogna
+di Appione.
+
+(251) Questo fatto è narrato da SCHWAB, _Storia degli Ebrei_ recata in
+italiano dal Pugliese (Venezia 1870, pag. 69). Nè il Basnage, nè il
+Graetz, nè altri storici da noi consultati ne fanno menzione.
+
+(252) BASNAGE, _Hist. des Juifs_, VII, 15, vol. 5, pag. 1771–2 Cfr.
+SALOMON BEN VIRGA, _Historia Judaica_, pag. 78–92.
+
+(253) Questo fatto è narrato nella _Historia major_ di Matthieu Paris
+(m. nel 1259) che, come recenti studi hanno provato, non fece, per tutto
+quanto è anteriore al 1235, che copiare la _Cronaca_ o _Fiori di Storia_
+di Ruggiero di Wendoser, monaco benedettino al pari di Matthieu. Il
+Matthieu narra che il bambino prima di essere crocifisso fu circonciso,
+e questo basta a provare l'assurdità di tutto il racconto. Di fatti, una
+volta circonciso, il bambino diventava ebreo, ed una volta ebreo, perchè
+mai i suoi correligionari l'avrebbero immolato?
+
+(254) Gli Ebrei, cacciati nel 1290, da Edoardo I, dall'Inghilterra, non
+vi rientrarono che sotto il protettorato di Cromwell. In questa
+occasione varii libelli contro gli Ebrei vennero pubblicati allo scopo
+di indurre il Lord protettore a recedere dalle benevoli disposizioni che
+aveva mostrato verso di loro. Un dottissimo ebreo portoghese, Menassè
+ben Israel — autore di opere lodatissime (per una delle quali _Piedra
+Gloriosa o de la estatua de Nebuchadnesar_, Paolo Rembrandt non disdegnò
+di eseguire quattro incisioni) che fu amico intimo dei Vossii, del
+Barleo, dell'Episcopio, del Grozio, di quanti, insomma, uomini eminenti
+gli furono contemporanei — mandò alla stampa un opuscolo: _Vindiciae
+Judaeorum or a Letter in answer to certain questions on the nation of
+the Jews_, Londra, 1756. In questo opuscolo, inteso a scagionare gli
+Ebrei da varie accuse che contro loro si movevano, dimostra, con forti
+argomenti, come sia calunniosa l'imputazione di cui ci occupiamo. Fa
+rilevare che gli Ebrei, assai peggio trattati in Oriente che in
+Occidente, dovrebbero, se avessero tale orribile rito, giovarsi del
+sangue dei Mussulmani, più atroci loro nemici che non fossero i
+Cristiani, mentre nessuna accusa di questo genere venne mai loro
+rivolta. Infine il dottissimo uomo aggiunge: “Se quanto ho detto non
+basta ancora a _scolparci_, giacchè tutto si riduce soltanto a negare,
+senza produrre testimoni, mi vedo, nell'obbligo di ricorrere ad altro
+mezzo di giustificazione che il Signore, benedetto eternamente, ci ha
+prescritto in simili casi (_Esodo_, XXII): intendo parlare del
+_Giuramento_. Io giuro dunque con tutta la sincerità del mio cuore per
+il _Dio Altissimo_ che ha creato il Cielo e la Terra e che ha dato la
+_Legge_ al _Popolo d'Israele_ sul monte _Sinai_, che fino ad oggi non ho
+veduto infamie consimili fra il popolo d'Israele, e che essi non vi sono
+obbligati a farlo nè per legge divina, nè per comando degli avi, e che
+mai le hanno commesse, nè tentato commetterle, e ciò dico perchè mai ne
+fui informato da chicchessia, nè lessi coteste cose in alcun rituale
+ebraico. Se io mentisco in ciò, possano cadere su di me tutte le
+maledizioni delle quali si parla nel _Levitico_ e nel _Deuteronomio_, e
+possa io non vedere mai le benedizioni e consolazioni di Sion e non
+raggiungere il Risorgimento dei Morti”.
+
+Per non dover ritornare su questo argomento aggiungeremo che il celebre
+filosofo Mendelsohn (1729–1786), pubblicando la traduzione dell'opuscolo
+di Menassè ben Israel, rinnovò per suo conto tale giuramento.
+
+(255) WADDING, _Annales Minorum_, XIV, pag. 132 e segg.
+
+A proposito di questo fatto, il più clamoroso, forse, fra quanti ne
+vennero addebitati agli Ebrei, ci piace riportare quanto scriveva il
+dottissimo Francerco Gar, negli Annali del Principato Ecclesiastico di
+Trento, da lui annotati dall'anno 1022 al 1540, compilati sui documenti
+da Francesco Felice degli Alberti, vescovo e principe, Trento 1860.
+
+“Noi abbiamo creduto debito nostro di riferire fedelmente ciò che
+l'Annalista Alberti, canonico e poi vescovo di Trento, registrava,
+intorno questa orribile tragedia, della quale dai fanatici si sarebbe
+tentata la ripetizione anche ai dì nostri (_alludesi al processo di
+Badia di cui parleremo più sotto_), se a tali feroci delirii non
+avessero posto freno la voce della ragione e il sentimento
+dell'umanità.”
+
+A mostrare come tutto quel processo non meriti fede, diremo soltanto
+come fra le pretese confessioni estorte agli Ebrei dalla tortura siavi
+anche questa, che essi nell'uccidere il fanciullo pronunziassero queste
+parole: _Tolle Jesse misrà elle parichief elle passussen pegnalem_ che
+avrebbero dovuto significare: “Noi facciamo morire questi della morte di
+Gesù Dio dei Nazareni, che è nullità; così si perdano i nostri nemici
+per sempre.” Ora, malgrado l'istituzione ordinata da Clemente V di
+cattedre di lingua ebraica, questa lingua nel 1475, era ancora assai
+poco conosciuta dai Cristiani, sicchè quelle parole dovettero essere
+inventate a capriccio mentre è certo che non appartengono nè alla lingua
+ebraica nè a nessuna delle lingue parlate nel Trentino.
+
+Del resto questo processo sembrò dubbio anche ai contemporanei. Quando
+col pretesto del fatto di Trento alcuni predicatori vollero suscitare la
+plebe a fare man bassa sugli Ebrei, anche nel territorio della
+Repubblica veneta, il Doge e il Senato per reprimere lo scandalo
+ordinarono ai magistrati di Padova _di trattare gli Ebrei come gli altri
+sudditi, e impedire ogni violenza, perchè quell'accusa sembrava loro una
+calunnia inventata ad arte per certi fini, che il Senato non voleva
+indagare_. (Ordinanza del Doge Pietro Mocenigo in data 22 aprile 1475).
+
+(256) Già stampato per cura dei signori comm. Barozzi, comm. Berchet,
+cav. prof. ab. Fulin e cav. Stefani.
+
+(257) _San Sten._ Ora San Stin, cioè S. Stefano confessore, detto
+volgarmente S. Stefanino, per distinguerlo da S. Stefano protomartire
+(V. TASSINI, _Curiosità veneziane_).
+
+(258) Cioè 1480.
+
+(259) DAMAS, _Paroles de défense par M. le D._ ZUNZ in _Archives Isr._
+Paris, vol. I, pag. 429.
+
+(260) Notiamo di sfuggita che il popolo ebreo fu forse l'unico
+dell'antichità, cui fosse ignota la tortura che doveva poi straziare le
+membra di tanti infelici israeliti, e notiamo ancora, che i signori
+Montefiori e Cremieux, recatisi al Cairo nel 1840, per ottenere, da
+Mohamed Alì, giustizia a favore dei loro correligionari di Damasco, dopo
+averla ottenuta, non seppero far miglior uso della influenza guadagnata
+sull'animo del Vicerè che di chiedergli abolisse per sempre la tortura
+nei suoi Stati. (V. _Archives Isr._ Paris, vol. I, pag. 612).
+
+(261) Pei dilettanti di riscontri storici segnaliamo qui un altro caso
+in cui gli Ebrei ebbero a soffrire per le calunnie di un figlio contro
+il proprio padre. Già nell'anno 66 dopo G. C., ad Antiochia, un ebreo
+snaturato avendo accusato il proprio padre e parecchi suoi
+correligionari d'aver volato appiccare il fuoco alla città durante la
+notte, si credette necessario alla pubblica sicurezza di uccidere gli
+autori di così scellerato progetto. (BASNAGE, _Op. cit._, cap. VIII,
+vol. I, pag. 229).
+
+(262) Anche di questo giudice istruttore, Bary, la succitata
+corrispondenza del _Figaro_ ci fa un singolare ritratto. Eccolo: “Questo
+signore si siede durante il pubblico dibattimento in un punto della sala
+dal quale tutti i testimoni sono obbligati a passare, li intimida col
+gesto, collo sguardo, e siccome gode le simpatie del Presidente, gli
+avvocati non giunsero ancora a farlo espellere dalla sala.” Si noti che
+la corrispondenza da cui abbiamo tolto queste notizie è, per la sua
+intonazione generale, tutt'altro che favorevole agli Ebrei, che essa
+accusa, fra le altre cose, di possedere _certaines capacités
+d'accaparer, contre lesquelles les paysans sont presque sans défense_.
+
+(263) In una epoca come la nostra, nella quale si è sempre tanto
+proclivi ad accusare di ogni nefanda impresa il clero cattolico, ci
+piace riprodurre, e far nostre, le seguenti parole con cui si chiude un
+opuscolo che abbiamo sott'occhi _Les Juifs et la Hongrie devant
+l'Europe, par_ M. M. MOREL. (Paris, s. a.): “La nostra ultima
+osservazione sarà per scagionare il partito cattolico ungherese da ogni
+partecipazione nella persecuzione contro gli Ebrei. Questa venne
+organizzata dai corifei di quel partito protestante che spinse
+l'Ungheria a diventare l'avanguardia della gran Germania sul Basso
+Danubio e in Oriente.”
+
+(264) È bensì vero che a Prato venne pubblicato mesi addietro un libello
+nel quale, collo appoggio delle pretese rivelazioni di un Rabbino
+moldavo, convertito all'ortodossia greca, si ribadisce contro gli Ebrei
+la sconcia accusa. Dimostreremo a suo luogo la nessuna serietà di
+quell'immondo libello.
+
+(265) L'opuscolo cui accenniamo ha tanto maggior importanza in quanto
+che l'autore vi si chiarisce tutt'altro che amico dei suoi antichi
+correligionari. Aloisio di Sonnenfels era figlio del primo Rabbino di
+Berlino e di tutto l'Elettorato di Brandeburgo ed, indirizzato dal padre
+al Rabbinato, avrebbe avuto agio di apprendere ogni segreto della
+religione ebraica, se questa avesse segreti, invece nell'opuscolo
+succitato egli scrive queste precise parole: “Chiamo Iddio in
+testimonio, in coscienza dell'anima mia, che non vi è al mondo, nè vi è
+stata, calunnia più nera di questa”. Il Sonnenfels adduce in questo suo
+opuscolo un argomento che ci piace far nostro. Egli dice: “Se gli Ebrei
+avessero d'uopo di sangue cristiano pei loro riti, perchè, anzichè
+arrischiare la vita per procurarselo, non lo comprerebbero con un po' di
+denaro dai flebotomi, negli ospitali, ecc.? Eppure non si è mai visto un
+Ebreo fare di siffatti acquisti!”
+
+(266) Il Rev. Alessandro Mac Caul (1799–1866) non nacque ebreo, ma
+protestante. Fu dottissimo ebraizzante e professore di ebraico nel R.
+Collegio di Londra. Dimorò molti anni in Varsavia come capo della
+missione protestante per la conversione degli Ebrei. Lo comprendiamo fra
+i neofiti perchè nell'opuscolo _Reasons for believing that the Charge
+lately revived against the Jewish People is a Baseless Falsehood_,
+scritto da lui, in occasione del fatto di Damasco, per difendere gli
+Ebrei, reca una dichiarazione di molti Ebrei convertiti a sua cura.
+
+(267) NEANDER (Giovanni Augusto Guglielmo), uno fra' più eminenti
+scrittori di Storia Ecclesiastica di questi ultimi tempi, nacque addì 16
+genn. 1789 a Gottinga da genitori ebrei; si chiamava propriamente Davide
+Mendel, ricevette dalla madre un'educazione devota, frequentò il
+ginnasio ed il _Johanneum_ d'Amburgo, si fece battezzare nel 1806, nella
+qual occasione cambiò nome, e studiò poi teologia ad Halle e Gottinga.
+Nel 1811 diede gli esami ad Eidelberga e vi fu nominato professore di
+teologia, si trasferì tuttavia quello stesso anno a Berlino, dietro
+invito di quella Università; ed ivi Neander, efficacissimo propugnatore
+della cosidetta “teologia pettorale”, rivestì le cariche di professore
+ordinario di teologia, consigliere dell'Alto Concistoro, membro del
+Concistoro della provincia di Brandeburgo e membro della R. Accademia
+delle Scienze. Morì a Berlino il 14 luglio 1850.
+
+Fra le sue numerose opere sono da notarsi:
+
+_Ueber den Kaiser Julianus und sein Zeitalter_ (Lipsia, 1812; 2ª ed.
+Gotha, 1867); _Der heil. Bernhard und sein Zeitalter_ (Berlino, 1813, 3ª
+ed. 1865); _Genetische Entwickelung der vornehmsten gnostischen Systeme_
+(ivi, 1818); _Der heil. Johannes Chrysostomus und die Kirche in dessen
+Zeitalter_ (ivi, 1821–22, 2 vol.; 3ª ed. 1849); _Denkwürdigkeiten aus
+der Geschichte des Christenthums und des christlichen Lebens_ (ivi,
+1822–24, 3 vol.; 4ª ed. 1866); _Antignosticus, Geist des Tertullian_
+(ivi, 1826, 2ª ed. 1849); _Allgemeine Geschichte der christlichen
+Religion und Kirche_ (Amburgo 1825–52, 6 vol. in 11 sezioni; 4ª ed.
+Gotha, 1863–65, 9 vol.); _Kleine Gelegenheitsschriften_ (Berlino, 1824,
+3ª ed. 1829); _Geschichte der Pflanzung und Leitung der christlichen
+Kirche durch die Apostel_ (ivi, 1832–33, 2 vol.; 5ª ed. 1862); _Das
+Leben Jesu in seinem geschichtlichen Zusammenhang_ (ivi, 1837, 7ª ed.
+1873).
+
+Jacobi pubblicò le sue _Wissenschaftlichen Abhandlungen_ (Berlino, 1851)
+come pure la sua _Christliche Dogmengeschichte_ (ivi, 1857, 2 vol.),
+Beyschlag il suo _Kommentar zu den Briefen an die Korinther_ (ivi,
+1859), Messner le sue _Vorlesungen über Katholicismus und
+Protestantismus_ (ivi, 1863) ed anche la sua _Geschichte der
+christlichen Ethik_ (ivi, 1864).
+
+Una raccolta delle sue opere si è pubblicata a Gotha. Krabbe (Amburgo,
+1852) e Rauh (Elberfeld, 1865) scrissero la sua vita.
+
+(268) BIESENTHAL Giovanni Enrico, dotto ebraizzante, nacque nel 1804,
+nel ducato di Posen, da una famiglia ebrea, fece studi profondi sul
+Talmud e si convertì al cristianesimo. Si stabilì a Berlino come agente
+della società di Londra per la conversione fra gli Ebrei. Fra le sue
+opere citeremo: _Dizionario ebraico-latino_, 1840; _Storia della chiesa
+cristiana nei primi tre secoli desunta dalle fonti talmudiche_, 1851;
+_Commentario su San Luca_, in ebraico talmudico, 1851; _Epistola di San
+Paolo ai Romani ed agli Ebrei_, con commentario rabbinico (1853–57).
+Rivide inoltre con J. C. Reichardt la versione ebraica del nuovo
+testamento.
+
+(269) JAC. TUGENDHOLD fu censore in Varsavia e pubblicò, in ebraico ed
+in polacco, un'opera (Varsavia, 1844, in-8º), che contiene una raccolta
+di passi, ricavati da recenti ed antiche opere, circa il modo di
+regolarsi con persone di altra credenza. Si ha pure di lui un opuscolo
+(Berlino, 1858, in-8º di pag. 90) _Der alte Wahn vom Blutgebrauch der
+Israeliten am Osterfest_ (che tratta appunto del preteso uso del sangue
+cristiano nei riti ebraici). Giova però avvertire che questo opuscolo fu
+tradotto in tedesco da uno che si dichiara amico della verità (_von
+einem Freunde der Wahrheit_) ed è un estratto dell'opera in polacco di
+detto Tugendhold, appellata _Obrone Israelitow_, ecc., Varsavia, 1831.
+
+Anche il Tugendhold nacque israelita.
+
+(270) Veggasi per tutto quanto è detto sopra delle negazioni opposte
+alla accusa da Ebrei convertiti la _Real Enciclopedia per Bibbia e
+Talmud_ del D. J. HAMBURGHER, Strelitz, 1883; parte II, a. v.
+_Zurückweisung der Blutbeschuldigung_, pagina 1318–1319.
+
+(271) Un brano, ancor più concludente, del Wagenseil, riferiamo tra i
+documenti.
+
+(272) _Civiltà Cattolica_. Vol. V, pag. 229.
+
+(273) FACTUM SERVANT DE RÉPONSE AU LIVRE INTITULÉ: _Abrégé du procès
+fait aux Juifs de Metz_ (pag. 11).
+
+Riccardo Simon (1638–1712) fu celebre critico e scrittore di cose
+religiose; la sua maggior celebrità è dovuta alla sua _Storia critica
+del vecchio e del nuovo testamento_, per la quale ebbe a sostenere una
+guerra atroce da parte del Bossuet.
+
+La difesa, che il padre Simon scrisse a favore di Raffaele Levi, fu la
+prima sua pubblicazione che levasse qualche rumore. Sarebbe però
+assolutamente erroneo il giudicare il Simon un giudeofilo; combattendo
+la stolta accusa egli non obbediva che a quei sentimenti d'onestà
+ch'eran in lui connaturali. Le seguenti parole lo provino: “Io so, egli
+scriveva in tale proposito, che tale nazione ci odia mortalmente, ma noi
+dobbiamo mostrarle come pratichiamo verso di lei la massima del Vangelo
+che ci comanda di amare i nemici nostri”.
+
+(274) _Civiltà Cattolica_, XI serie, vol. 7, pag. 474.
+
+(275) RAYNALD, _Ann. Eccl._, tomo XIII, a. 1235, n. 20; e 1236, n. 48.
+
+(276) RAYNALD, _op, cit._, n. 84.
+
+(277) Anche il popolo talvolta rese giustizia agli Ebrei. VICTOR TISSOT
+nel suo libro _Les Prussiens en Allemagne_ (Paris, Dentu) ci narra a
+pag. 56: “Due lampade d'oro, sospese alla volta della Sinagoga di Worms,
+ardono da sette secoli in memoria di due cristiani che si fecero
+ammazzare per salvare dal furor popolare alcuni ebrei accusati di aver
+mangiato dei bambini. Ancora attualmente si celebra un servizio funebre
+nel giorno anniversario della loro morte.” Forse da questo tributo di
+gratitudine ha origine il proverbio popolare tedesco che suona: _Ebrei
+di Vorms, buona gente_.
+
+(278) Nella stessa seduta, l'illustre statista inglese proclamava che
+gli Ebrei in tutti i paesi in cui vissero si sono sempre conciliati la
+stima generale e la benevolenza dei loro simili mercè la loro condotta
+ed il loro tenor di vita.
+
+(279) Le personalità ci ripugnano; ma vi sono casi nei quali lo
+smascherare disonesti avversari diviene un dovere. E, che l'articolaio
+della _Civiltà Cattolica_ sia, letterariamente almeno, disonesto, lo
+prova a luce meridiana il seguente fatto. Nel quaderno del 3 marzo 1883
+l'articolaio si è messo in testa di provare (_risum teneatis_), colla
+scorta delle profezie, che gli Ebrei abbiano una malattia speciale. La
+sua corta intelligenza non gli ha permesso di comprendere che _le
+malattie_, _le piaghe_ che Mosè minaccia agli Ebrei (_Deut._ XXVIII, 61.
+Cfr. _Salmo_ XLIV, e LXXIV) sono appunto le calunnie orribili che
+scrittori senza fede e senza coscienza scagliano contro di loro e le
+persecuzioni atroci che ne sono conseguenza, _malattie e piaghe_ di cui
+però Ezechiele (XXVI, 13–15) ha anche predetto la fine. Ciò non
+comprendendo l'articolaio e volendo dimostrare che una malattia speciale
+affligge gli Ebrei, è andato a scavar fuori una dotta memoria di un
+medico francese, il dott. Fernando Castelain, _La circoncision est-elle
+utile?_ e siccome intendeva giovarsi di questa memoria contro gli Ebrei,
+impudentemente e scientemente mentendo, comincia dall'affermare che il
+Castelain sia ebreo. Dopo di che, con quella buona fede che gli è
+speciale, l'autore fa dire al dott. Castelain, che vi è _une maladie
+très repandue chez les Juifs_, sciocchezza che l'autore, non ebreo ma
+cattolico apostolico romano, non si è mai sognato di dire, avendo egli
+soltanto affermato che gli Ebrei _allorchè vivevano nei loro paesi_
+(cioè venti e più secoli addietro) andavano soggetti ad una speciale
+malattia, prodotta dal clima, per antivenire la quale venne loro
+ordinata la circoncisione.
+
+Ribadiamo quindi sul viso all'articolaio l'accusa di disonestà
+letteraria, e siccome egli veste un abito che non gli consente di
+chiedere una di quelle riparazioni che s'usano fra gentiluomini, glie ne
+offriamo una di altro genere, e lo preghiamo di dichiarare nella
+_Civiltà Cattolica_ se la accetta, o meno. Depositi egli nelle mani
+dell'Eminentissimo Alimonda mille lire, diecimila ne depositeremo noi.
+Se il dott. Castelain è ebreo, le nostre diecimila lire andranno a
+beneficio di quell'Opera pia che l'articolaio designerà, se è cristiano
+designeremo noi l'Opera pia cui andranno le mille del reverendo
+articolaio. Ben inteso che nel primo caso faremo ammenda onorevole e gli
+chiederemo scusa di ogni nostra parola men che cortese, nel secondo ci
+riserbiamo il diritto di proclamarlo, sempre e dovunque, mentitore e
+calunniatore. Egli non accetterà però la scommessa perchè sa che provare
+la menzogna ci sarebbe facile, ma si trincererà dietro la pretesa sua
+buona fede, perchè crederà più difficile possiamo riunir prove contro di
+questa. Vogliamo dargli, perciò, qui, un buon consiglio. Non invochi per
+carità l'attenuante della buona fede; potrebbe pentirsene ed amaramente
+pentirsene. O taccia, o dica: ho calunniato; sarà meglio per lui.
+
+(280) _Op. cit._, vol. III, pag. 62, col. 1.
+
+(281) GEN., IX, 4 e segg. — LEV., III, 17; VII, 26 e 27; XVII, 12, 14;
+XIX, 26. — DEUT., XII, 16, 23–25; XV, 23. Cfr. I. SAMUELE, XIV, 32, 33 e
+34. — EZECCHIELE, XXXIII, 25. — Che questi precetti biblici fossero
+rigorosamente osservati dagli Ebrei ci è poi provato dagli _Atti degli
+Apostoli_, XV, 28 e 29, nè poteva essere altrimenti se ricordiamo
+Maimonide aver lasciato scritto non esservi vera interpretazione della
+Bibbia se non quella che non si allontana dal senso naturale. Anche il
+Medici, acerbo nemico del nome giudaico, conferma in due luoghi questa
+ripugnanza degli Ebrei pel sangue. A pag. 72 della più volte citata sua
+opera scrive: “Si astengono parimenti dal sevo di Bue, di Capra e di
+Agnello e da qualsivoglia sorta di sangue, e di animale. Per non
+mangiare il detto sangue, scannan la bestia con molte loro superstizioni
+.  .  .  .  . Avanti di cuocere la carne la tengono per lo spazio di
+un'ora nel sale acciocchè esca tutto il sangue e poscia la lavano con
+diligenza.” E più innanzi a pag. 82: “Circa la proibizione del sangue è
+necessario sapere che in molti luoghi della Scrittura Iddio l'ha
+proibito.”
+
+(282) LEVI, _op. cit._, pag. 431. Cfr. TALMUD PESACHIN, fol. 35.
+
+(283) RABOT, fol. 290, 2.
+
+(284) Luisa Lateau, la famigerata stigmatizzata di Bois d'Haine nel
+Belgio, la quale ogni venerdì pretendeva soffrire i dolori della
+Passione di N. S. e sudava sangue dalle stimmate!!
+
+(285) ROHRBACHER, _Storia universale della Chiesa Cattolica_. Torino,
+Marietti, 1869, vol. VI, pag. 558.
+
+(286) Anche nell'epidemia colerica di questo anno fatti simili si ebbero
+a deplorare, non soltanto in Marsiglia, ma anche nel nostro Piemonte.
+(Cfr. un carteggio da Cuneo, 31 luglio 1884, nella _Gazzetta
+Piemontese_).
+
+(287) Lo scopo per cui si ordiscono simili infami calunnie contro gli
+Ebrei è sempre un solo: il saccheggio. Chi avesse d'uopo di nuove prove
+per esserne convinto legga quanto scrivevasi da Pietroburgo, 30 giugno
+1884, alla _Gazzetta Piemontese_:
+
+“Eccovi ulteriori ragguagli sulla sommossa antisemitica che ebbe luogo
+il diciannove del corrente mese nella popolosa Nijni-Novgorod.
+
+“Verso le otto di sera di quel giorno si sparse la voce, nel sobborgo di
+Konovino, posto sulla riva sinistra dell'Oka, che gli Ebrei si erano
+impossessati d'un ragazzo e lo avevano nascosto nella sinagoga. Una
+folla immensa si raccolse tosto nei pressi dell'oratorio israelitico e
+cominciò a gridare: _Morte agli ebrei!_
+
+“La polizia del sobborgo essendo insufficiente per numero a calmare e
+disperdere la folla, mandò per soccorsi in città. Questi soccorsi però,
+mancando un ponte permanente sull'Oka, ritardarono ad arrivare, e la
+folla, spinta da alcuni facinorosi, ebbe campo a sfogare l'ingiusta ira
+contro gli Ebrei e le loro sostanze.
+
+“Afferrato un giovane israelita, che in quel punto passava per la via,
+la plebaglia lo bastonò a sangue. La folla corse quindi alla sinagoga,
+ne ruppe i vetri e le porte e la invase. Gl'israeliti addetti al
+servizio del tempio, che si erano rifugiati nelle soffitte, vennero
+tratti dal loro nascondiglio e battuti ancor essi.
+
+“Mentre tali valentie si compivano nella sinagoga, un altro centinaio di
+quei furibondi invase la casa d'un israelita impresario di costruzioni.
+La casa venne saccheggiata e gli abitanti assaliti a colpi di bastone e
+di pietre. Sei altre case furono demolite ed alcune altre saccheggiate.
+
+“Nove israeliti caddero vittime di quei forsennati. Questi disgraziati
+non poterono opporre alcuna resistenza, poichè a Konovino le famiglie
+israelite non oltrepassano la dozzina, mentre il numero dei loro
+assalitori saliva a parecchie centinaia.
+
+“La folla abbandonò l'inonorato campo delle sue prodezze all'arrivo
+della truppa, che operò centocinquanta arresti.
+
+“Il procuratore generale Murawief è partito da Pietroburgo per
+Nijni-Novgorod per istruire il processo.
+
+“Questa volta pare sul serio che il Governo intenda dare agli antisemiti
+un esempio salutare. Sarebbe ora!”
+
+La _Wiener Abend Zeitung_ ha da Pietroburgo 2 agosto, che, chiusa
+l'inchiesta preliminare per questi fatti, vennero chiamati a risponderne
+109 persone, divise in 46 gruppi. Il processo avrà luogo in settembre
+davanti all'autorità militare.
+
+(288) Anche Mosè cedette alle idee dei tempi, non senza però aver contro
+di esse reagito quanto più poteva; restrinse però di assai i sacrifizi,
+proibì gli umani ed ordinò che gli altri non si facessero se non nel
+tempio, presago quasi che un giorno la distruzione del tempio,
+trascinerebbe seco la fine di ogni effusione di sangue.
+
+(289) _Mœurs des Chrétiens_, cap. XIII. Lo stesso Fleury, nella sua
+_Histoire Ecclésiastique_, dà prova, in questa questione, di una grande
+e rara imparzialità.
+
+Nel libro LXXIII, cap. 40 (ed. Avignone 1777, vol. X, pag. 555) dopo
+aver riferito vari fatti di questo genere, addebitati agli Ebrei nel XII
+secolo, scrive: “Je ne vois point que jusque-là on ait formé contro les
+Juifs de telles accusations, qui devinrent très frequentes depuis. Les
+Juifs prétendent que ce sont des calomnies: mais pourquoi les chrétiens
+les auroient ils avancées en ce temps plutôt qu'en un autre, s'il n'y
+avoit eu quelque fondement?” Evidentemente il sostituto del buon Fénélon
+scrivendo queste parole era convinto che qualche cosa di vero ci fosse
+nell'accusa mossa agli Ebrei; ma egli progredisce nella sua opera e
+giunto al secolo XIII si imbatte in nuovi fatti congeneri addebitati
+agli Ebrei, non manca, è vero, di riferirli nel libro LXXXVIII, cap. 40
+(vol. XII, pag. 177 e segg. dell'ed. succitata) ma evidentemente pentito
+di quanto aveva scritto nel volume precedente, fa seguire la narrazione
+di tali fatti da questa dichiarazione:
+
+“Quelques auteurs disent que les Juifs commettoient ces cruautés pour
+avoir du sang des chrétiens, et l'employer à des remèdes ou des
+opérations magiques; mais les raisons qu'ils en rendent sont si
+honteuses et si frivoles, que je ne daigne les rapporter. Au reste je ne
+trouve aucun de ces faits appuyé des preuves incontestables: et il
+importe peu de les verifier, si ce n'est à cause de ces prétendus
+martyrs. Car l'église n'a intérêt que de convertir les Juifs et non pas
+de les détruire ou les rendre odieux.”
+
+(290) ORIGENES _in Celsum_.
+
+I. TERTULLIANI, _Apologeticus_, 7.
+
+CLEMENS ALEXANDRINUS, _Protrept._ LIX, 9.
+
+GREGORIUS NAZIANZENUS, _Orationes_, 33, 532, C.
+
+CASTOR, _Ap. Hist._, 7.
+
+BARONIUS, _Annales ecclesiastici_, An. 120. n. 22, ecc.
+
+EPIPHANIUS, _Contra octaginta hoereses_, 26 e 27.
+
+IRENAEUS, I, 24.
+
+EUSEBII, V, _Historiae_, 1.
+
+JUSTINUS, _Apologia_, 50, c.
+
+HISTORIA _Ecclesiastica_, III, 21.
+
+EUSEBII, IV, _Historiae_, 7.
+
+ATHENAGORAS.
+
+JUSTINUS, 1, _Apologia_.
+
+MINUCIUS FELIX.
+
+(291) Il dottissimo Mortara in una dissertazione pubblicata nel _Mosè,
+Antologia Israelitica_, di Corfù, dell'aprile 1884, col titolo _Origine
+dell'accusa del cibarsi di sangue umano nelle agapi dei primi
+cristiani_, scagiona gli Ebrei dall'accusa di aver diffusa questa
+calunnia contro i primi cristiani. Il dotto Rabbino prova come Minuzio
+Felice e Tertulliano non soltanto non abbiano attribuito agli Ebrei
+l'invenzione di siffatte calunnie, ma ne abbian fatto speciale addebito
+ai Romani. Appoggiandosi poi all'autorità del Renan (_Saint Paul_, p.
+269 e l'_Église Chrétienne_, p. 306) prova come l'accusa potesse
+facilmente sorgere da una cattiva interpretazione delle parole del
+Vangelo relative al Sacramento dell'Eucarestia e fors'anche da qualche
+trista pratica religiosa in uso presso sette cristiane. Locchè è
+confermato anche dal Fleury che nello stesso capitolo, da cui abbiamo
+tolte le nostre citazioni, scrive: “Questi sospetti erano appoggiati
+dagli abbominii che i gnostici, i carpocrati ed altri eretici
+commettevano nelle loro assemblee.” Proseguendo poi nella sua
+dimostrazione il chiar. Mortara pone in luce come Eusebio, Atenagora ed
+altri, non escluso lo stesso Giustino, attribuiscano al diavolo le
+calunnie di cui eran vittima i Cristiani. Conchiude infine il chiar.
+autore quella parte della sua dissertazione che concerne l'argomento
+nostro, facendo risultare come nella epoca in cui sorsero quelle accuse
+contro i primi Cristiani, gli Ebrei, confusi con essi, fossero coinvolti
+nelle stesse persecuzioni da parte dei gentili. Locchè esclude che ne
+fossero gli istigatori. Infine rileva come da un lato i gentili avessero
+nelle loro storie numerosi esempi di atrocità e di incesti, sicchè
+potevano agevolmente essere indotti a pensare a siffatti delitti e ad
+accusarne altri, mentre gli Ebrei, cui riti siffatti furono sempre
+sconosciuti, non avrebbero avuto dove attingerne l'idea. — Aggiungiamo a
+queste osservazioni del chiarissimo Mortara che il Pamelio (1536–1587),
+nel suo commento a Tertuliano, espressamente nota che tale accusa deriva
+la sua origine dalla Cena cristiana.
+
+(292) TERTULLIANI, _Apologeticus_, 7, 8, 9.
+
+ORIGENES _contra Celsum_, VI, 293.
+
+(293) TERTULL., _Ap._, 50. BARON., an. 138, n. 5 _Bioeothanati.
+Sarmenticii. Semaxi._ BAR. 385, N. 5.
+
+(294) SVETONIUS, _Claud._, n. 25. Judæos, impulsore Christo, assidue
+tumultuantes Roma expulsit.
+
+(295) SVET., _Ner._ n. 16. Affecti suppliciis Christiani, genus hominum
+superstitionis novae ac maleficae.
+
+(296) TACIT., 15, _Annal._
+
+(297) Quos per flagitia invisos vulgus christianos appellabat.
+
+(298) Repressaque in praesens exitiabilis superstitio.
+
+(299) Quo omnia undique atrocia et pudenda confiuunt celebranturque.
+
+(300) GUIBERTUS NOVIGENTINUS, pag. 519, 520. ADEMARI, _Chronicon_, al
+tomo X dei _Historiens des Gaules_, pag. 159.
+
+(301) _Grandes chroniques de France_, (édit. Paulin, Paris) Cfr. PIERRE
+DU PUY, pag. 26.
+
+(302) Cfr. JULES LOISELEUR, _La Doctrine Secrète des Templiers_. Paris.
+Durand, 1872, Libro rarissimo, come quello che non venne tirato che a
+duecento soli esemplari. Quello che noi abbiamo potuto esaminare si
+trova nella Biblioteca Nazionale di Firenze.
+
+(303) Cfr. _Diarium_ JOHANNIS BURCHARDI, pubblicato da Achille
+Gennarelli, pag. 193, Firenze, 1854.
+
+(304) Abbiamo fedelmente tradotto il brano dell'autore da noi citato; se
+in esso si riscontrano delle oscurità e delle lacune, non voglia il
+cortese lettore farne colpa al traduttore, il quale può dire, con serena
+coscienza, _Quod potui dedi_, convinto del resto che ciò che ha dato è
+sufficiente a confortare le sue asserzioni.
+
+(305) Veggasi in particolare il _Temps_ del 24 giugno 1869, dove si
+trovano degli estratti del rapporto di Mgr. Platone, metropolitano di
+Mosca, all'imperatore Alessandro.
+
+(306) Gli Skoptsi, setta religiosa russa, fondata, a quanto sembra, da
+Selivanoff, uno dei tanti impostori che nel secolo scorso si spacciarono
+per l'imperatore Pietro III; trae la sua origine da una inesatta
+interpretazione del versetto del Vangelo di s. Matteo: (XIX, 12)
+“_Perciocchè vi sono degli Eunuchi i quali sono nati così dal ventre
+della madre; e vi sono degli eunuchi, i quali sono stati fatti eunuchi
+dagli uomini; e vi sono degli eunuchi, i quali si sono fatti eunuchi
+loro stessi, per lo regno de' cieli. Chi può esser capace di queste cose
+sialo._”
+
+Il LEROY BEAULIEU consacra a questi Skoptsi varie pagine del suo studio
+_L'Empire des Tsars et les Russes_ (_Revue des Deux Mondes_, 1875, vol.
+3, pag. 600 e seguenti). Egli però non fa parola di questo orribile
+addebito ed anzi scrive: “Leurs réunions sont innocentes, on y chante
+des chastes cantiques, et un mouton blanc ou un pain de blanche farine
+(_Kalatch_) y sert à la communion.” I _Khlysty_, o _flagellanti_, sembra
+abbiano avuto origine verso la metà del XVII secolo. A proposito di essi
+e dei _skakonnys_, o _saltatori_, che ne sarebbero una emanazione, il
+Leroy Beaulieu (_loc. cit._) scrive: “A en croire leurs adversaires
+orthodoxes, des sacrifices humains et une sort de cannibalisme sacré se
+seraient ainsi rencontrés chez des sectaires de la Russie moderne. Chez
+les uns c'était un enfant nouveau-né, l'enfant d'une fille non mariée
+qu'on égorgeait après le baptême, et dont le sang et le cœur mêlés à du
+miel tenaient lieu d'eucharistie et du sang de l'agneau de Dieu (Mgr.
+PHILARÈTE, _Istoria Rousskoi tserkvg_). Chez d'autres . . . . . . De
+telles pratiques sanglantes . . . . . signalées il y a mille ans par les
+annales de Nestor chez les païens de la Russie, se seraient retrouvées
+de nos jours chez des tribus finnoises de l'empire. On est d'autant plus
+tenté de croire à l'exagération ou aux fantastiques illusions des récits
+de ce genre que le paysan russe est naturellement plus doux.”
+
+Fin qui l'illustre economista francese; dal canto nostro, senza dare in
+proposito nessun giudizio, osserviamo, che la pretesa mitezza del
+contadino russo ci sembra divenir ferocia sotto l'impero del misticismo
+religioso cui è grandemente inclinato. Chi non ricorda infatti i delitti
+di coloro che si mutilavano da sè e dei _stranniki_ (che fanno un atto
+meritorio dell'assassinio di un eretico), e chi non sa i vani sforzi
+della polizia per venire a capo dei _Bezpopotzi_ di Jaroslaw (che
+uccidono i neonati)?
+
+Mentre stiamo correggendo le bozze di questo capitolo, giugno 1884, i
+giornali politici ci recano la seguente notizia che infirmerebbe
+alquanto l'asserto del Leroy-Beaulieu: “Telegrafano da Pietroburgo alla
+_France_ essere stata scoperta in Crimea una nuova setta religiosa,
+estremamente sanguinaria, il cui dogma è il culto di San Agostino e di
+Sant'Elena. I credenti di simile setta si obbligano ad uccidere tutti
+coloro che si rifiutassero di abbracciare la loro religione. Questi
+fanatici hanno già assassinato gran numero di contadini.”
+
+(307) RAYNOLD ad. an. 1308.
+
+(308) Infinite erano le accuse assurde mosse contro gli Ebrei nel medio
+evo. Il favore di cui essi godevano da parte degli Arabi infedeli era
+causa di nuove persecuzioni nei paesi cristiani. Gli Ebrei del mezzodì
+della Francia furono accusati di aver chiamati i Saraceni per liberarsi
+dalla crudele tirannia del vescovo di Tolosa. Nell'XI secolo gli Ebrei
+di Orléans sono accusati di avere eccitati i Mussulmani di Gerusalemme a
+profanare il sacro sepolcro. L'accusa è assurda, ma basta a dar pretesto
+a lunghe e sanguinose persecuzioni, (Cfr. DOM. BOUQUET, _Recueil des
+Hist. de France_, tom. XII, pag. 240 e RODULPH. GLABR. ap. Sism., tom.
+IV). Nel 1222 in Germania sono accusati di favorire le conquiste dei
+Persiani e dei Tartari (Cfr. BASNAGE, _op. cit._, pag. 1862). Insomma
+basta che una sciagura minacci un paese, perchè tosto se ne accusino gli
+Ebrei. Non basterebbe poi lo intiero volume se volessimo riferire tutte
+le strane dicerie che ebbero corso fra le plebi sul conto degli Ebrei, e
+che forse oggi ancora non sono del tutto bandite dalle menti più rozze.
+Vi fu chi disse che l'ebreo uscendo dall'alvo materno abbia una mano
+piena di sangue; altri che ogni ebreo porti seco dalla nascita una
+macchia, od una piaga, che si inciprignisce ogni mese; si farneticò che
+in mano ad ogni ebreo moribondo si pongano tre pietruzze perchè entrando
+in paradiso le scagli contro N. S. Gesù Cristo e si arrivò persino ad
+asserire un fatto che tutti possono coi loro occhi verificare falso;
+cioè che ogni qualvolta imperversa un temporale, ravvisando
+nell'infuriare della natura un segno precursore della venuta del Messia,
+spalanchino le finestre perchè questi possa più agevolmente entrare in
+casa loro!!
+
+Di fronte a cosiffatte accuse diviene inutile soffermarsi su tutte le
+altre che nel medio evo si rivolgevano agli Ebrei, come ad esempio di
+prestare un'adorazione idolatra ai libri della Bibbia, di tosare le
+monete, di bestemmiare, ecc., ecc. La falsità evidente delle une, basti
+a provare la falsità delle altre.
+
+(309) _Adv. Jud._, Hom. 1, pag. 391; Hom. 3, pag. 439. Cfr. BASNAGE,
+_Hist. des Juifs_, V, 1668.
+
+(310) Non mancò neppure chi, volendo scusare gli Ebrei dalla turpe
+accusa, sostenne che tali omicidii di bambini sarebbero stati commessi
+da Ebrei per compiere col sangue ricavatone sortilegi, magie ed altre
+operazioni diaboliche. Esaminiamo dapprima se la pratica di tali
+sortilegi sia conciliabile colla religione mosaica.
+
+Son noti a tutti i precetti della Bibbia che vietano agli Ebrei i
+sortilegi e le arti magiche di qualsivoglia natura, precetti
+riconfermati dal Talmud in più e più luoghi.
+
+E gli Ebrei si mantennero generalmente ligi a tali precetti, anche
+quando i popoli fra cui vivevano erano infetti di pregiudizi di ogni
+natura.
+
+Maimonide, il massimo fra gli scrittori ebrei, è l'autore di una lettera
+ai Rabbini di Marsiglia, in cui demolisce le basi dell'astrologia
+giudiziaria, lettera che fu approvata da due papi: Sisto V ed Urbano VII
+(CONST. XVII. _Bullarii_ t. II).
+
+La ripugnanza degli Ebrei per le arti magiche ci è poi confermata dal
+seguente brano del MODENA, (_op. cit._, p. V, c. II, pag.
+113). . . . . .“Il dar fede ad ogni qual si sia sorte di Auguri alla
+giuditiaria, tutti sortilegii, Geomantia, Chiromantia et ogni simile
+divinatione hanno per grave peccato.
+
+Et molto più operar qualsivoglia Negromantia, Magia, Prestigii,
+Theorgia, scongiuri di demoni o d'angioli, cercar responsii da morti et
+ogni cosa di queste espresse e comprese dal _Deut._ XVIII, 10, 13.”
+
+Non ci si dica che gli Ebrei seguaci della Cabala poterono consacrarsi
+alla Magia, perchè le dottrine cabalistiche, da cui non fu alieno
+neppure san Gerolamo, (HIERON., _Ep._ 155, _ad Paulam Urbicam_, pag.
+1307 e 1308. BASNAGE, _op. cit._, lib. III, cap. 24, pag. 1016, 1017),
+non hanno niente di comune colla magia. Dopo ciò, se fosse provato che
+qualche ebreo ha ucciso un fanciullo cristiano per adoperare il suo
+sangue in operazioni magiche, l'autore di tale nequizia non potrebbe
+considerarsi che come apostata dalla propria religione, nè più nè meno
+di quello che siano a considerarsi apostati dal Cristianesimo tutti
+coloro che ad arti magiche, ed a sortilegi si consacrarono.
+
+(311) “Depuis près de deux mille ans cette misérable Nation est eparse
+sur la terre, elle en est l'excrément, la malédiction, la raclure, elle
+gémit dans une longue et cruelle captivité” (JURIEU, _L'accomplissement
+des Prophéties_, t. 3, 12. Rotterdam, 1690, pag. 205).
+
+(312) DE ROSSI, _Dizionario storico degli autori ebrei_, a. v.
+
+(313) VII, 17, 20; XII, 7, 22, 23.
+
+(314) Cfr. _Archives Israélites_, 1º marzo 1862, pag. 163 e 164, e D. H.
+STREAK. Monatsbb. II (1882), pag. 221 e segg. tolto dall'EVANG.
+KIRCHENZEITUNG, 12 agosto 1882.
+
+(315) _Prima Epistola di S. Giovanni_, I, 5.
+
+(316) GENESI, I, 2.
+
+(317) GENESI, VI, 2.
+
+(318) _Prima Epistola di S. Giovanni_, III, 9.
+
+(319) SCHMIDT, _Hist. des Cathares_, II, pag. 22, e gli _Actes de
+l'inquisition de Carcassonne_, 1247, che conservansi manoscritti nella
+Biblioteca Imperiale di Parigi.
+
+(320) Ancora in pieno secolo decimonono il Rohrbacher nella sua _Storia
+della Chiesa_ (Torino, Marietti, vol. I, pag. 374) premette ad un rapido
+cenno sui sacrifizi umani queste parole:
+
+“Satana, il Dio di questo secolo, è non solo uno spirito di superbia,
+usurpatore degli onori celesti, uno spirito immondo che spinge l'uomo a
+impurità d'ogni fatta; ma egli fu altresì omicida fin da principio, ed è
+questo un terzo carattere dell'impero che egli ha esercitato sulla terra
+sotto il nome d'idolatria.”
+
+Se così si ragiona ai tempi nostri, come si sarà ragionato un quindici o
+sedici secoli fa?
+
+(321) Il fatto avvenne a Parigi durante l'assedio che quella città ebbe
+a soffrire da parte dei Prussiani.
+
+(322) Nei tempi in cui si diffuse per le prime volte questa calunnia gli
+Ebrei non erano ancora confinati nei Ghetti.
+
+(323) BASNAGE, _op. cit._, libro VII, cap. XI, 1679 e segg.
+
+(324) La Chiesa non vide mai di buon occhio la canonizzazione di
+siffatti bambini. Quel Papa miracolo che fu Benedetto XIV, seccato dal
+principe vescovo di Bressanone perchè canonizzasse un tal Andrea, nato a
+Rinn, e che si pretendeva immolato presso Innsbruch dagli Ebrei il 9
+luglio 1462 (_si noti se il fatto fosse vero l'imprudenza e la demenza
+degli Ebrei che avrebbero commesso a soli tredici anni di distanza due
+delitti di questo genere a poche miglia l'uno dall'altro_) scappò fuori
+colla costituzione _Beatus Andreas_ che si legge nel tomo XIX del _Bull.
+Magn._, pagina 120, emanata a' 23 maggio 1755 e diretta a mons.
+Benedetto Veterani promotore della fede, per dichiarare che non
+conveniva canonizzare i bambini per più ragioni: 1º per la novità; 2º
+per non avvilire colla frequenza le canonizzazioni; 3º perchè da questi
+bambini niun esempio di virtù possono cavare i fedeli, non potendoli
+essi aver dati in così tenera età. Quindi ordinò al promotore della
+fede, doversi in tale maniera rispondere a chiunque domandasse la
+canonizzazione di simili bambini (Cfr. MORONI, _Diz. di Erudiz.
+Storico-Ecclesiastica_, vol. VII, pag. 312).
+
+
+
+
+ V.
+
+ Di varie pubblicazioni antisemite.
+
+
+
+
+ 1º LETTERA.
+
+
+ _Al chiarissimo sig. Direttore della_ Civiltà Cattolica,
+
+ Firenze.
+
+I primi capitoli di questo mio, qualsiasi, lavoro erano già licenziati
+alle stampe, allorquando, ricercando nella _Civiltà Cattolica_ i
+documenti che sapevo esservi stati pubblicati sul preteso uso del sangue
+cristiano nei riti ebraici, mi accorsi che il _coscienzioso_ indagatore
+di quei documenti li aveva fatti precedere da alcune sue articole sulle
+qualità generali degli Ebrei.
+
+All'articolaio suo non risponderei; chè quelle articole non
+meriterebbero proprio che io sprecassi attorno ad esse tempo ed
+inchiostro; ma rivolgo la mia risposta alla Signoria Vostra Preclara,
+perocchè quelle articole non hanno, agli occhi di ogni uomo spassionato,
+altro valore, da quello infuori che ad esse deriva dall'essere state
+accolte in un periodico tanto importante, quale è quello, diretto da V.
+S. Chiarissima.
+
+Io non so quanto siavi di vero nella comune credenza, che asserisce, la
+_Civiltà Cattolica_ essere l'organo di quella Compagnia, che nei secoli
+scorsi ha dato all'Italia, nel Padre Lana Terzi, il divinatore delle
+maggiori scoperte, per cui vada orgoglioso il secolo nostro, e che,
+nell'età, nostra, ci diede quel Padre Secchi il cui nome, la cui memoria
+_ut sidera fulgent_.
+
+Ma appartenga Ella, o meno, alla dotta Compagnia, di una cosa io sono
+sicurissimo, che cioè Ella risente per essa la maggior stima, e
+considera le persecuzioni delle quali fu, è, e, pur troppo, sarà,
+vittima, da una parte, come una prova della malvagità dei tempi,
+dall'altra, come una grazia specialissima del Signore che vuole, con
+triboli e persecuzioni immeritate, sperimentare la fedeltà di quei
+devoti Suoi servi.
+
+Ora, vorrebbe Ella dirmi, riveritissimo signor mio, qual cuore sarebbe
+il suo se un giorno, aprendo qualche giornale, e non ne mancano, nemico
+di quella Compagnia, le accadesse di leggervi le seguenti pagine?
+
+“Assurdo è il supporre che i varî popoli si siano data la voce e la
+parola d'ordine, di odiare, disprezzare e perseguitare così, senza scopo
+nè perchè, un _ordine_ speciale. Dunque bisogna ammettere in
+quest'_ordine_ speciale una causa a _lui_ inerente, insita e quasi
+connaturata, che sempre mostra i suoi effetti ed eccita sempre l'odio,
+il disprezzo e la persecuzione non evitabile, nè di fatto mai evitata,
+in pressochè _un secolo e mezzo_. La qual causa consiste nel suo odio
+teorico e pratico contro il genere umano _non gesuita_. E la causa di
+quest'odio dove si trova? Ossia, come si forma così e si educa l'indole
+e la natura _gesuitica_ a quest'odio teorico e pratico contro il genere
+umano? Non per fermo colla legge morale ed educazione religiosa
+semplicemente _cattolica_, qual è rivelata da Dio nell'antico e _nel
+nuovo_ Testamento. Resta dunque, che la _Compagnia_ _di Gesù_, si sia
+foggiata una legge, una morale ed un'educazione religiosa novella e non
+_cristiana_, che seco si porta in tutti i paesi dove si va ad abitare, e
+che mai non ha abbandonata per tanti _anni_, ed anzi andò sempre più
+perfezionando, ossia corrompendo in teoria ed in pratica, ottenendo così
+da tutti i popoli e da tutti i tempi quel ricambio di odio, di disprezzo
+e di persecuzione che essa ha giurato e praticato sempre contro tutti i
+popoli ed in tutti i tempi. Or questo impasto di veleno, di odio, di
+immoralità e di empietà che forma ora la _regola_ e la morale, se non
+sempre pratica, almeno sempre certamente teorica, della _Compagnia di
+Gesù_ è quello che si chiama _Monita secreta_.
+
+“.  .  .  .  . Del resto, sarebbero ben sciocchi i _gesuiti_ se non
+negassero anche in tal caso la verità conosciuta. Ma si mostrerebbero
+molto più accorti e più savî se invece di negare a parole ciò che le
+loro autentiche e canoniche leggi dimostrano a chi sa leggere i loro
+libri, negassero invece coi fatti quello che invece pur troppo coi fatti
+certamente e notoriamente sempre confermarono e confermano ancor
+presentemente. Senza i quali fatti, conformi alle loro leggi, chi
+potrebbe mai spiegare quelle sì ognora rinascenti sollevazioni contro di
+loro di tanti popoli? Le quali non si sono verificate mai contro nessun
+altro _ordine religioso_; perchè nessun altro _ordine religioso_ vi ha
+mai dato somigliante motivo. Giacchè anche qui è vero che _nihil fit
+sine ratione sufficienti_. E se la _Compagnia di Gesù_ sola fra tutti
+gli _Ordini religiosi_ fu sì odiata sempre, convien bene che vi sia in
+lei insita una sufficiente ragione eccitante questo continuo e comune
+odio contro di lei di tutte _le nazioni_. Or questa ragione sufficiente
+non può trovarsi certamente nella Legge _religiosa_. È dunque, anche per
+ciò solo, necessario il supporre che vi sia ora un'altra legge che la
+regola e governa, ossia la sregola e la sgoverna.
+
+“La quale legge non è altro che i _Monita secreta_, lambiccati e
+quintessenza dell'odio e della malizia antisociale ed anticristiana e
+_dei gesuiti cacciati_ per divino castigo _dalle loro sedi_, e dispersi
+tra le genti fino al giorno in cui riconosceranno anche essi il vero
+Messia: _la libertà_. Allora avremo forse anche noi _salutem ex inimicis
+nostris et de manu omnium qui oderunt nos_. La _Compagnia di Gesù_
+infatti, come fu ed è dappertutto influentissima nel male, dopo che
+abbandonò la vera _dottrina di Cristo_, così sarebbe stata e sarà senza
+dubbio, influentissima nel bene quando o non l'avesse abbandonata, o le
+ritornasse in seno.”
+
+Io sono certo che leggendo siffatto ammasso di banali insolenze, non
+sorrette da nessuna ragione, non confortate da nessun fatto, da quello
+infuori, brutalmente vero, delle persecuzioni sofferte, Ella proverebbe
+un impeto di sdegno.
+
+Ed avrebbe, Riverito Signor mio, non una, ma mille ragioni; perocchè
+oggi chi studia le questioni sociali e storielle, sopra libri alquanto
+più seri che non sieno i romanzi di Eugenio Sue, sa, con certezza, che
+l'invenzione dei _Monita secreta_ è una delle più spudorate calunnie che
+sieno mai uscite dalla penna di libellista settario.
+
+Ma sa Ella donde ho tratto le pagine surriferite contro la Compagnia di
+Gesù?
+
+Sono nè più nè meno che quanto si legge nel volume 6º, anno 1881, pagg.
+601 e 735 della sua _Civiltà_; soltanto, non per ricordare anco una
+volta. a V. S. Ill.ma il noto _qui gladio ferit, gladio perit_, ma per
+mero artifizio di polemica, mi son permesso di sostituire sempre e
+dovunque alla parola _ebrei_ quella di _gesuiti_, alla parola _Talmud_
+quella di _Monita secreta_ (calunnia per calunnia) indicando del resto
+sempre e dovunque le mie modificazioni con carattere corsivo; buona fede
+questa alla quale nè i Gesuiti, nè gli Ebrei sono avvezzi da parte dei
+loro avversari.
+
+Capisco che Ella mi dirà che ciò che si è detto dei _Monita_ è calunnia
+nera, e verità invece sacrosanta quanto l'articolaio suo blatera contro
+il _Talmud_; ma io le risponderò pregandola a rileggere quanto è scritto
+nei precedenti capitoli e ad esaminare, con serena coscienza, se più
+sian convincenti gli argomenti miei o quelli dell'articolaio suo; ma
+siccome in quei capitoli io non pigliavo di fronte uno piuttosto che un
+altro nemico del giudaismo, e combattevo, non il calunniatore, ma la
+calunnia, così consenta che in questa mia lunga lettera io risponda a
+talune delle più impudenti osservazioni dell'articolaio suo.
+
+Abilità miranda, malizia sopraffina od arte infernale, Riveritissimo
+Signor mio, è invero quella di cui fa prova l'articolaio suo,
+allorquando a pag. 4 e 5 del vol. V, pretende provare che l'Assemblea
+dei notabili ebrei, prima, ed il Sinedrio da poi, convocati a Parigi dal
+primo Napoleone, ingannarono la Francia ed il mondo, e facendo mostra di
+amore pei Francesi e per gli uomini civili in generale, proclamarono
+invece altamente il loro odio per tutti quanti non sono Ebrei.
+
+Riassumo l'argomentazione dell'articolaio suo.
+
+Egli dice: Gli Ebrei dichiararono in quelle solenni adunanze, di avere
+in conto di fratelli coloro che osservano i sette precetti noachitidi. E
+questo è vero. Ma, prosegue l'articolaio, fra questi precetti vi ha
+quello di non mangiar carne strappata da animale vivo, e l'altro di
+aborrire dal culto degli idoli. Ora nessun popolo, tranne l'ebreo,
+aborre dall'uso di carni strappate da animali vivi e l'ebreo considera
+idolatri i Cristiani pel culto di latria che rendono a N. S. Gesù
+Cristo, pel culto di dulia che professano alla Beata Vergine. Quindi gli
+Ebrei dicendo di aver in conto di fratelli coloro che osservavano i
+sette precetti noachitidi, venivano, alla fin dei conti, a dire che non
+avevano in conto di fratelli altro che se stessi.
+
+Non mi affannerò io certamente a provare che il Dio della Bibbia rivelò
+a Noè ed a' suoi figli i sette precetti che i talmudisti dicono
+noachitici.
+
+Son fole, indegne che Ella ed io ci perdiamo tempo.
+
+Ma vorrà Ella negarmi che quei sette precetti rappresentino il
+_minimum_, per così dire, della morale?
+
+Che vi ha dunque di strano se gli Ebrei dicono doversi considerare
+fratelli quelli soltanto che quei precetti noachitici osservano?
+
+Per noi, educati alle idee di moderna tolleranza, di quella tolleranza
+che l'articolaio suo chiama massonica e che io dico cristiana, è infame
+eccettuare, teoricamente almeno, dalla fratellanza universale il
+cannibale e l'antropofago; alla S. V. Ill^ma — nel cui giornale si
+tributano continui elogi alla cattolica Spagna, che non paga di aver
+bruciato Mori ed Ebrei in casa sua, ha distrutto, quasi, in America, le
+razze autoctone — alla S. V. Ill^ma, siffatta eccezione deve sembrar
+naturale quando le sia provato che non si riferisce a' popoli cristiani
+o maomettani, ma soltanto agli idolatri ed ai cannibali propriamente
+detti. E questo lo proverò in poche righe, malgrado i sofismi, diremo
+_rabbinici_, dell'articolaio suo.
+
+Cominciamo _in amoenis_, e cioè dal precetto di non mangiar carni
+strappate da animali vivi. Nessuna religione, dalla giudaica in fuori,
+dice l'articolaio suo, ha tale precetto siccome rivelato da Dio; sopra
+il che ricorda quanto è scritto nei _Fioretti di San Francesco_ nel capo
+I della vita di Fra Ginepro: “Visitando un frate infermo, domandollo:
+Possoti io fare servigio alcuno? Rispose l'infermo: Molto mi sarebbe
+grande consolazione uno peduccio di porco. Disse Frate Ginepro: Lascia
+fare a me. E va e piglia un coltello, ed in fervore di spirito va per la
+selva dov'erano certi porci a pascere, e gittossi addosso ad uno e
+tagliali il piede e fugge lasciando il porco col piè troncato” violando
+così — prosegue l'articolaio — un precetto noachitico e rendendo indegni
+sè e il Frate infermo che mangiò il peduccio di porco, della carità
+universale ebraica.
+
+L'articolaio ha dimenticato che il buon Fra Ginepro ha violato, non uno
+ma due precetti noachitidi — tanto è vero che i precetti della legge
+morale sono strettamente connessi gli uni cogli altri — ed ha violato
+proprio un precetto che Dio ha dato, non soltanto a Noè, ma a Mosè sul
+Sinai, che la Chiesa cattolica ha conservato fra i comandamenti di Dio,
+e che i codici penali di tutti i paesi del mondo, non cannibale, hanno
+accolto nelle loro ampie braccia: _Settimo_: NON RUBARE.
+
+Non farò io colpa a Fra Ginepro del furto commesso e della crudeltà di
+cui si rese colpevole verso quel povero porco; il fervore della carità
+giustifica colpe ben più gravi che non sian quelle del buon fraticello,
+ma chieggo a V. S. Ill^ma di indicarmi una nazione civile, un uomo solo,
+il cui senso morale non sia completamente ottuso, che consenta a
+recidere un membro ad un animale vivo per cibarsene.
+
+Allorquando i Talmudisti scrivevano non si conosceva _morale
+indipendente_; sola sorgente di ogni morale era Dio; se essi posero
+sotto la salvaguardia di Dio un precetto che Dio non ha certamente
+rivelato a Noè, ma che ha scolpito nel cuore di ogni uomo, vorrà Ella
+farne colpa agli Ebrei? E lo potrebbe Ella, pensando con quanto
+accanimento i giornali di parte sua, e forse la stessa sua _Civiltà_,
+perseguitarono la vivisezione, certamente altrettanto crudele quanto
+l'atto di Frà Ginepro, ma, forse, giustificata dal grande incremento che
+apporta alle anatomiche discipline?
+
+Creda, creda pure l'articolaio, che il mondo civile intero professa il
+precetto noachide di non mangiar carne strappata ad animali vivi.
+
+_Sed majora premunt_. Al dire degli Ebrei, i Cristiani sono idolatri,
+quindi non osservano i sette precetti noachitidi e quindi sono esclusi
+da quella che l'articolaio suo chiama, elegantemente, fratellanza
+giudaica.
+
+Non uso a valermi di altre espressioni, dirò soltanto che in questa
+argomentazione sono altrettante le inesattezze quante le parole. Gli
+Ebrei negano la divinità di N. S. Gesù Cristo — se non la negassero, non
+sarebbero Ebrei — ma ammettono e riconoscono che i Cristiani lo adorano,
+non come Uomo, ma come Figlio di Dio. Potranno deplorare questo, che per
+essi è un errore, ma non cadono nell'altro di non comprendere che
+l'Unità di Dio, il monoteismo, è dogma anche pei Cristiani. Non adorano
+certamente la Santissima Trinità, non si arrogano di spiegare ciò che è
+mistero per la Religione cristiana, ma sanno che il dogma della Trinità
+non esclude il monoteismo. E se il suo articolaio conoscesse almeno di
+nome la Cabbala e le opere di Knorr, di Rosenroth, di Reuchlin e di
+Rettangel, non ignorerebbe che nella Cabbala — che gli Ebrei, come
+Ebrei, non hanno del resto in nessun conto — si trovano parecchie
+allusioni favorevoli al dogma della Trinità.
+
+Ma senza perderci in questioni cabalistiche, lo stesso articolaio non
+cita a pag. 732, vol. VI, queste parole del Maimonide? “La concezione,
+colui che concepisce e chi è concepito sono in Dio tre modi di essere i
+quali non costituiscono che la stessa essenza, nè formano punto una
+pluralità.”
+
+Io non mi sento di addentrarmi nel ginepraio di una discussione
+teologica o filosofica, ma parmi, che queste parole provino abbastanza
+chiaramente che, nella mente del massimo filosofo e teologo ebreo, il
+dogma della Trinità non è incompatibile col monoteismo.
+
+Parmi adunque aver dimostrata falsa ed insussistente la calunnia che il
+suo articolaio addebita agli Ebrei adunati a Parigi di avere, con un
+abile gioco di parole, manifestato il loro odio verso i popoli non
+israeliti, facendo credere a sentimenti di fratellanza cui avrebbe
+repugnato la loro religione. Ma, ad esuberanza, voglio addurre una altra
+prova.
+
+Il suo articolaio, che a pag. 485 del vol. V enumera abbastanza
+esattamente i precetti noachitidi, si accorge poi che tutta la sua
+argomentazione, per provare che, a giudizio degli Ebrei, i Cristiani non
+osservano quei precetti, claudica, zoppica. Ed allora cosa fa quel bravo
+signore, che in parecchi luoghi del suo articolo accusa gli Ebrei di
+aver falsato la Bibbia, con un tratto di mala fede, veramente rabbinica,
+a pag. 99 del vol. VII, include fra i precetti noachitidi, _risum
+teneatis_, la circoncisione! _Tantae molis erat_ provare che gli Ebrei
+non credono che i Cristiani osservino i precetti noachitidi!!
+
+E passo ad un altro capo d'accusa.
+
+L'articolaio suo è andato ad esumare, dai libri di uno dei tanti Ebrei
+rinnegati, il Drach, una vecchia, vecchissima accusa contro gli Ebrei.
+
+“Ancora ai nostri giorni, egli dice, un tribunale di tre Ebrei, talvolta
+i meno civilizzati ed i più ignoranti del luogo, ma che dinanzi alla
+sinagoga ha piena autorità, si arroga il diritto (noi gemiamo di doverlo
+dire) di sciogliere i loro correligionari dai loro giuramenti, di
+annullare le loro promesse ed i loro impegni più sacri, così pel
+passato, come pel futuro.” Che il Drach fosse un malvagio ed un
+mentitore impudente, sapevamcelo da un pezzo; che il suo articolaio non
+conoscesse verbo del Talmud, se non a traverso le opere venali degli
+Ebrei rinnegati, aveva avuto cura di avvertircene egli stesso con queste
+parole (pag. 215, vol. VI):
+
+“Alle rivelazioni dei Rabbini convertiti si dee pressochè esclusivamente
+quella qualunque (_assai scarsa!_) siasi cognizione in cui ora siamo
+(_parli per sè, il_ dotto _articolaio, chè gli uomini di buona fede
+sanno attingere ad altre, meno impure, sorgenti_) di quella perversa
+legge (_il Talmud_).” Ma che nel secolo XIX toccasse rispondere, per la
+millesima volta, ad un'accusa di questo genere, e che quest'accusa fosse
+riferita dal giornale di una Compagnia meritamente celebre per vastità
+di dottrina ed acutezza di mente, è cosa che davvero non mi sarei mai
+aspettato.
+
+Siccome però tengo per assioma il precetto che a qualunque anche stolida
+accusa convenga rispondere, così rispondo al Drach ed allo articolaio.
+
+Anche in questo caso si verifica il detto volgare, che non c'è fumo
+senza fuoco, ma è un fuocherello ben piccolo, glielo accerto, in
+paragone di quello dei roghi che bruciarono tanti poveri Ebrei ed anche,
+_une fois n'est pas coutume_, il R. P. Malagrida, che io tengo per
+altrettanto innocente quanto, quei poveri Ebrei.
+
+Mi stia dunque a sentire, Riverito Signor mio!
+
+È vero che una volta all'anno l'Ebreo si fa prosciogliere dalle promesse
+non mantenute; ma bisogna distinguere, perchè, come Ella mi insegna:
+_Qui bene distinguit, proximus est veritati_.
+
+Non si tratta dunque, come il Drach _rabbinicamente_ insinua, e
+l'articolaio pecorescamente copia, di promesse fatte a qualsivoglia
+persona o di giuramenti fatti a privati, a tribunali, a principi; si
+tratta soltanto di _voti religiosi fatti a Dio e non adempiuti per cause
+indipendenti dalla volontà di chi li ha fatti_ (325).
+
+Ora giova avvertire due cose: e cioè che se un Cattolico si trova nello
+stesso caso, ricorre alla Santa Sede, che avendo ricevuto da N. S. Gesù
+Cristo facoltà di sciogliere e di legare, lo proscioglie dal voto;
+l'Ebreo, che non ha autorità spirituale, ricorre a tre, che chiamerei
+probiviri, i quali adempiono ad un atto di carità, tranquillizzandone la
+coscienza. Oltre a ciò, è a sapersi che gli Ebrei non furono mai troppo
+teneri dei voti. Nell'_Ecclesiaste_ è detto: “Meglio è che tu non voti,
+che se tu voti e non adempi” (v. 5) e Rabbi Meir commentando questo
+versetto soggiunge: “Ma meglio assai non far nessun voto” (326). E forse
+il buon Rabbi nell'emettere tale parere, aveva presente il versetto 14
+del VI dei _Numeri_, nel quale il Signore comandò che chi ha fatto un
+voto e lo ha osservato, debba, tra gli altri sacrifizi, offrirne uno in
+espiazione del peccato di aver fatto un voto.
+
+E se il suo articolaio non fosse convinto e volesse fare un atto di
+giustizia inconsueto in lui, e che si riassume nel precetto _audietur et
+altera pars_, legga la _Défense du Judaisme_, di Isaac Levy, ed a pag.
+62 vi troverà ampiamente confutata la sciocca accusa sulla quale, per
+mio conto, mi sono anche troppo dilungato.
+
+Un'altra accusa che trovo nel vol. VI, pag. 605, è la seguente:
+
+“I giudei poi non accettano la testimonianza dei non giudei; perchè non
+si dee credere a chi è sospetto di delitti. E tali sono tutti i non
+giudei. E perciò, anche secondo il Talmud, nessun ebreo dee porre una
+sua bestia da soma, o qualsiasi altra nelle stalle dei non giudei, nè
+lasciar sola con essi una loro donna, e neanche rimanere egli stesso
+solo con loro, per sospetti espressi chiaramente nel Talmud; ma che
+bello è il tacere (_e più bello il non accennare, in omaggio al
+proverbio: non parlar di corda in casa del... padre Sanchez_).
+“Sospettano dunque, gli Ebrei di tutto il genere umano non ebreo, e
+credono birbanti ed infami tutti fuorchè loro: e ciò notisi bene in
+forza della loro legge e per precetto religioso.”
+
+Sicuro; gli Ebrei ed i loro Rabbini avevano, nel secolo V in cui fu
+scritto il Talmud, il gran torto di non fidarsi di chi non professava la
+loro religione; ma di grazia, a che sentimento si ispiravano i Padri del
+VI Concilio d'Adge e del Concilio Epaonense, vietando ai Cristiani di
+non mangiare cogli Ebrei? (327). A che sentimento si inspirava papa
+Benedetto XIII, per tacer d'altri, vietando agli Ebrei di formare
+società coi Cristiani, di esercitare la medicina, di aver domestici
+cristiani, ecc., ecc. E quei predicatori che, al dire di papa Martino
+V (328), che cristianamente ne li biasima, vietavano persino ai
+Cristiani di cuocere pane per gli Ebrei, obbedivano, di grazia, a che
+sentimento?
+
+Ma Ella mi dirà che, verso l'Ebreo, empio e spregiatore di ogni legge
+umana e divina, la diffidenza non è mai troppa, ma che l'Ebreo, sempre
+trattato amorevolmente dagli altri popoli, aveva obbligo di avere verso
+di loro la maggior confidenza.
+
+Le storie tutte attestano di questa amorevolezza con cui eran trattati
+gli Ebrei, ma a me basta spigolare pochissimi fatti, che non sono però
+fatti isolati, per mostrare quanto torto avessero gli Ebrei di diffidare
+di coloro che professavano altre religioni, anche se queste imponevano
+come obbligo, la carità e l'amore verso l'uman genere.
+
+A Beziers nella settimana santa ERA PERMESSO ai Cristiani di pigliare a
+sassate gli Ebrei (329).
+
+Ma pigliarli a sassate non basta, e nelle Assise di Bretagna nel 1239,
+si trova una disposizione che vietava di procedere contro chiunque
+avesse ucciso un ebreo (330).
+
+E questi empi Ebrei, così ben protetti dalle leggi dei popoli fra cui
+vivevano, osavano iscrivere nei loro libri religiosi, massime di
+precauzione contro i loro persecutori!
+
+Perchè, invece, non affidarsi alla pietà di questi? Perchè non invocare,
+per esempio, l'appoggio di quel buon Ugo, cappellano del visconte di
+Rochechouart, di cui voglio narrarle le gesta, ad edificazione
+dell'articolaio suo.
+
+È quasi certo che Ella sa, e che l'articolaio suo che nulla sa, ignora,
+che una di quelle sante leggi del passato, di cui l'articolaio invoca
+parecchie volte il ripristinamento, disponeva che gli Ebrei di Tolosa
+dovessero ricevere uno schiaffo alla porta del maggior tempio, cerimonia
+piissima ed edificante, che durò fino al principio del XII secolo (331).
+
+Ora quel buon cappellano..... ma val meglio lasci la parola ad un autore
+non sospetto di soverchia benevolenza verso gli Ebrei: “Quo tempore Ugo,
+capellanus Americi vicecomitis Rocacardensis, cum eodem seniore suo
+Tolosæ adfuit in Pascha: et colaphum judaeo, sicut illic omnis Pascha
+semper moris est, imposuit et cerebrum illico et oculos ex capite
+perfido ad terram effodit. Qui judæus statim mortuus, ad synagogam
+judæorum de basilica Sancti Stephani elatus, sepulturæ datus
+est.” (332).
+
+E badi, Riverito Signor mio, che questi perfidi Ebrei avevano tanto
+maggior torto di diffidare di questi mitissimi avversari, in quanto la
+legge li tutelava così bene, che al piissimo cappellano Ugo non fu torto
+un capello!
+
+Ma che vado io cercando esempi nel _tanto calunniato medio evo_ (come si
+suol dire nel suo giornale), per provare il torto grandissimo che
+avevano gli Ebrei di non fidarsi dei loro nemici?
+
+Lo stesso suo articolaio mi fornisce un argomento prezioso. È noto,
+_lippis et tonsoribus_, che la Spagna, fra tutte le nazioni europee, è
+quella che gode la maggior simpatia di V. S. Ill.ma e dei redattori del
+suo giornale, tanto è vero che a pag. 456 del volume V la trovo chiamata
+“la più cavalleresca ed anche forse la più cattolica di tutte le
+nazioni.”
+
+Ora, il suo pio articolaio visto, che se i tempi non volgono propizi
+agli arrosti, non sono neppur adatti a ristabilire la _colafizazione_ di
+Tolosa, appena sente che il Governo spagnuolo si mostra disposto a
+richiamare gli Ebrei, scrive queste precise parole:
+
+“Poco si fidano gli Ebrei dell'ospitalità spagnuola. E non hanno torto.
+Tanto più che la Spagna passa ora per avere le finanze sì pubbliche e sì
+private un po' ammalate. E quando gli Ebrei vi avessero seco portati i
+loro milioni, non si sa se poi qualche moto antisemitico non dovesse
+ricacciare gli Ebrei dalla Spagna, ritenendo i milioni. Sono cose già
+accadute, e che il presente dominio liberalesco non può che rendere
+sempre più facili a riaccadere.”
+
+Lascio a parte l'insinuazione contro il dominio liberalesco; non oppongo
+l'osservazione che Ferdinando ed Isabella, che cacciarono gli Ebrei,
+ebbero dalla storia un nome che, grazie a V. S. Ill.ma, ed a pochi suoi
+accoliti, significa l'opposto di liberale; ma chieggo, a chiunque abbia
+pratica di arguzie rabbiniche, se dalle linee che ho testè riferito, non
+appare chiaro il desiderio del pio articolaio suo, che avvenga ciò
+ch'egli ipocritamente finge di temere, che cioè la _cattolica_ e
+_cavalleresca_ Spagna scacci _cavallerescamente_ gli Ebrei, e ne
+ritenga, altrettanto _cavallerescamente_, i milioni, dato e non concesso
+che milioni ci sieno?
+
+E quando oggi ancora, in pieno XIX secolo, esistono pie persone come
+l'articolaio suddetto, come il Rohling, come il sucido falsario
+dell'anonimo opuscolo di Prato, come quel rinnegato di tutte le nazioni
+e di tutte le religioni che si fa chiamare Osman bey, vi è di che
+meravigliarsi se gli Ebrei del V secolo avevano ricorso a qualche
+provvedimento precauzionale contro i loro nemici?
+
+E qui giunto alla fine mi nasce, Riveritissimo Signor mio, un dubbio.
+
+Valeva egli la pena di discutere coll'articolaio suo che mi dà prove
+luminose di dottrina, collocando Damasco in Egitto (VII, 476); facendo
+di S. E. il generale Menabrea un ebreo (VII, 238), quando sanno anche i
+bimbi che quell'egregio uomo di Stato fu tra i fondatori dell'_Armonia_,
+ed infine mettendo, come già ebbi a rilevare, la circoncisione fra i
+precetti noachidi? Ma istruire gli ignoranti è opera di carità, ed io
+non rimpiangerei le mie parole se non temessi che l'articolaio in
+questione, fosse fra quegli ignoranti che non vogliono essere istruiti.
+
+Come si fa per esempio ad ammettere la buona fede, altrimenti che
+spiegandola colla crassa ignoranza, dello scrittore che a pag. 736 del
+vol. VI, scrive queste parole:
+
+“_Polemicamente_ poi si manifesta la reazione religiosa ebraica con
+quell'informe ammasso dei loro libri, tutti diretti contro quanto non è
+ebreo. Più celebri fra questi, perchè più empî e più blasfematorî, sono
+il _Toldos Jescou_ ossia la _generazione_ di Gesù, e il _Maase Talony_,
+ossia _Storia dell'impiccato_. Ma gli Ebrei si vantano ancora di
+possedere tre _Nizacchi_ ossia _Libri vittoriosi_ contro i Cristiani e
+contro il Vangelo, composti l'uno dal Rabbino Matatial, l'altro dal
+Rabbino Lipman, ed il terzo dal Rabbino Giuseppe Kimchi.
+
+“.  .  .  .  . Orribili veramente sono quei libri: ma però necessari a
+conoscersi da chi vuol sapere ciò che veramente pensano dei Cristiani
+gli Ebrei.”
+
+Apra l'articolaio il _Dizionario storico degli Autori Ebrei_, opera di
+quell'eccellente sacerdote cattolico che fu il prof. De Rossi, a pag.
+152 del vol. 2º, e troverà che il _Toledoth Jesù_ ed il _Maasse Jésù_ o
+_taluì_ sono un libro solo con due titoli diversi, e quanto poi al farne
+colpa agli Ebrei vedrà che il celebre Mendelssohn protesta “che è uno di
+quei libri che nessun ebreo di buon senso legge o conosce” e che lo
+stesso De Rossi conviene che “tutti i più savi e dotti Rabbini sono
+talmente persuasi della sua impostura che non ne trovo veruno di tanti
+che hanno scritto di controversie, e difesa la loro religione contro de'
+Cristiani, che abbia osato citarlo per genuino, per antico, per
+autorevole.”
+
+Mi è impossibile riportare intiero il capitolo del De Rossi, ma lo legga
+l'articolaio, e vedrà che l'autore del libercolo è ignoto e non è neppur
+provato che esso sia un ebreo; sicchè volerne far colpa all'intiera
+nazione giudaica, sarebbe come dire che tutti gli Europei sono empî,
+perchè in Europa fu pubblicato, se pur fu pubblicato, il _De Tribus
+impostoribus_. Quanto a quelli, che in gergo romanesco-giudaico,
+l'articolaio chiama _Nizzacchi_, legga il De Rossi ed all'articolo
+Matatia, e non Matatial, come sproposita l'articolaio, troverà che
+questo Rabbino d'incerta età e luogo, è autore di un libro polemico
+_manoscritto_, noti l'articolaio _manoscritto_, contro il Vangelo,
+intitolato: _Nitzachon_, o _Libro della Vittoria_.
+
+All'articolo _Lipman_, troverà che costui compose nel 1399 un altro
+_Nitzachon_ in cui confuta gli atei, i sadducei, i caraiti, e
+specialmente i Cristiani, ed esamina tutti i testi della scrittura da
+loro prodotti per provare i loro dogmi; all'articolo Kimchi Giuseppe,
+troverà accuratamente notati i varî titoli delle opere anticristiane di
+questo dottissimo Rabbino spagnuolo del XII secolo, il quale, al pari
+degli altri due scellerati Rabbini sunnominati, ha avuto il torto di
+scrivere dei libri in difesa della religione che professava senza
+chiederne il permesso all'articolaio suo.
+
+Ed il suo articolaio può rabbrividire ed inorridire e raccapricciare
+quanto vuole nel ricordarli, ma deve sapere che le opere, quasi tutte
+inedite, del Kimchi, per dir di questo solo, vennero ritenute dal
+celebre Michaelis, dal Bruns, dall'anonimo autore delle Effemeridi di
+Gotha, e da altri letterati moderni, valentissimi nella filologia
+orientale e sacra, tanto utili per il progresso della medesima e di
+tanto pregio e importanza, che vivamente desiderarono che venissero
+ricercati con diligenza e dissotterrati e pubblicati.
+
+Un'ultima osservazione ed ho finito. L'articolaio suo accusa gli Ebrei
+(vol. X, pag. 611) di aver sostituito al precetto biblico: “_Ama dunque
+il Signore Iddio tuo_ _con tutta l'anima tua e con tutto il tuo maggior
+potere_” l'altro _che Dio non si dee amare ma soltanto temere_.
+
+Se fossimo ancora nei tempi in cui la lingua ebraica era ignota ai
+Cristiani, se i riti e i costumi degli Ebrei fossero avvolti nel più
+profondo mistero, simile accusa potrebbe forse comprendersi; ma essa
+riesce, oggigiorno, peggio che inesplicabile.
+
+Tutti sanno che gli Ebrei hanno una speciale preghiera, lo _Sceman_, che
+devono ripetere almeno due volte al giorno, e che è per loro il simbolo
+della loro fede, ciò che il _Credo_ è pei cattolici, sicchè tutti i
+martiri ebrei, morirono collo _Sceman_ sulle labbra.
+
+Ora i primi versetti di questa preghiera, di questo _credo_, sono
+testualmente i versetti 4–9 del libro VI del _Deuteronomio_, e quindi le
+parole: _Ama dunque il Signore Iddio con tutta l'anima tua e con tutto
+il tuo maggior potere_, che non sono altro che il 5º versetto del libro
+citato del Deuteronomio, forman proprio parte di questa preghiera
+quotidiana.
+
+Ma non basta; chè gli Ebrei aggiustano tanta importanza a questo
+versetto, che secondo l'articolaio avrebbero invece posto in non cale,
+che oggi ancora pronunziandolo “all'oggetto di concentrare la loro
+attenzione sopra questa verità fondamentale della Religione, usano,
+dietro l'esempio di un antico dottore della legge, coprirsi gli occhi
+colla mano destra” (333).
+
+Come ella vede a farlo apposta l'articolaio per una delle poche volte
+che ha accusato gli Ebrei, senza riprodurre calunnie trite e ritrite, ha
+avuto proprio la mano felice!
+
+E chiedendo scusa a Lei, della lunga cicalata, depongo la penna,
+pregandola di credere che è con sommo dolore che devo dar posto ad uno
+scrittore della _Civiltà Cattolica_ fra un Rohling ed un Osman bey.
+
+ Gradisca, ecc.
+
+ CORRADO GUIDETTI
+ _Dottore in lettere._
+
+(325) Tur Orach Chaim, cap. DCXIX.
+
+(326) _Chulin_, I, _a_.
+
+(327) _Conciliorum coll._, t. IV, pag. 1389.
+
+(328) Bolla, anno 1429.
+
+(329) _Ex Cronica Gonfredi Vosiensis_, anno 1167, Dom. Bouquet, t. XII,
+p. 496.
+
+(330) D'ARGENTRÉ, _Histoire de Bretagne_, libro IV, capo XXIII, p. 207.
+
+(331) Dom. Bouquet. _His. d. Fr._, t. XII.
+
+(332) _Ex Chronico Ademari Cabanensis_ ad an. 1020 in _Recueil des hist.
+de France_ di Dom. Bouquet, tomo X, p. 154. Cfr. MARY LAFON. _Hist. du
+midi de la France_, t. II, p. 122.
+
+(333) MORTARA, _La religione israelitica compendiosamente esposta_,
+Mantova, Beretta, 1855, pag. 40.
+
+
+
+
+ 2º G. B. BORELLI.
+
+ La questione semitica e la sua possibile soluzione.
+
+
+Un senatore del Regno, l'on. G. B. Borelli, si è occupato dell'argomento
+che ci preoccupa in un opuscolo intitolato: la _Questione semitica e la
+sua possibile soluzione_. Il Borelli, diciamolo subito, conviene con noi
+che oggi la questione semitica è questione sociale non religiosa, e
+nemico come egli si addimostra di tutte “le superstizioni religiose e di
+tutte quelle modalità materiali di culto che isteriliscono ed ammorbano
+il sentimento religioso” vede la soluzione della questione nei matrimoni
+misti.
+
+Alieni siccome siamo da ogni pregiudizio religioso, non proviamo nessuna
+ripugnanza per la soluzione proposta dall'on. Borelli. Gli osserviamo
+però che egli manca di logica.
+
+Poichè egli ammette che il fanatismo religioso non entra per nulla nella
+persecuzione degli Israeliti, poichè egli ammette che gli Ebrei sono
+perseguitati “perchè assorbono e monopolizzano molti interessi
+commerciali ed industriali e sono in via di impossessarsi della maggior
+parte di essi” a che cosa crede egli di rimediare coi suoi matrimoni
+misti?
+
+Se l'on. Borelli legge i giornali, egli vedrà che oggi il partito che
+aspira al sovvertimento sociale ha messo in pratica il principio della
+divisione del lavoro.
+
+In quei paesi dove le maggiori ricchezze sono nelle mani
+dell'aristocrazia, giornalisti, indegni di questo nome, vanno
+racimolando nella storia tutto quanto può servire a gittar l'onta ed il
+discredito sugli eredi dei più grandi nomi storici; dove l'aristocrazia
+è povera, e perciò non odiata, e l'industria potente, sono gli
+industriali che si designano alle ire del popolino come sanguisughe
+efferate, come sfruttatori dei loro operai, ecc., ecc. Là infine dove
+gli Ebrei sono più ricchi è contro di essi che si eccitano le malvage
+passioni della plebe ignorante e fanatica.
+
+Metta in pratica l'on. Borelli la sua panacea del matrimonio misto, vada
+anche anche più in là se vuole, converta tutti gli Ebrei al
+Cristianesimo, li copra magari della cocolla del cappuccino o li ascriva
+al terz'Ordine di San Francesco, e la questione muterà forse nome, ma
+resterà intatta.
+
+Se tutti i membri della famiglia Rothschild si unissero in matrimonio
+con Cristiani, ciò non scemerebbe punto il numero degli invidiosi della
+loro fortuna.
+
+E la questione sociale, come la questione semitica, è fatta di invidia.
+
+Ora creda pure l'on. Borelli che l'invidia non si attutisce coi
+matrimoni misti.
+
+Ciò che occorre, ciò che è necessario, è che i perseguitati di ieri,
+come i perseguitati d'oggi, come quelli di domani, tutti coloro insomma
+che hanno qualche cosa da perdere, si stringano in un fascio, che tutti
+concorrano a dissipare le calunnie che gli interessati vanno sobillando
+or contro una casta, or contro una Corporazione religiosa, or contro i
+seguaci di una credenza.
+
+Il pericolo che minaccia gli uni, minaccia gli altri e l'Ebreo che
+ridesse delle persecuzioni che contro il clero cattolico si
+organizzarono in taluni paesi, non sarebbe meno insensato del Gesuita
+che plaudisse agli eccessi che i degni successori degli Unni, commettono
+in Ungheria.
+
+Gli uni e gli altri riderebbero del trionfo dei loro nemici!
+
+
+
+
+ 3º L'ANTISÉMITIQUE (giornale) — _Montdidier_.
+
+
+Abbiamo sormontato quel disgusto che ad ogni uomo onesto ispirano la
+menzogna la più impudente e la calunnia la più schifosa, ed abbiamo
+letto, con scrupolosa attenzione, i primi dieci numeri
+dell'_Antisémitique_ che vede la luce a Montdidier collo scopo apparente
+di combattere gli Ebrei, collo scopo reale di combattere le convenzioni
+ferroviarie proposte dal ministero francese, e di farsi gettare nelle
+fameliche fauci un'offa dal Barone di Rothschild.
+
+Il nostro coraggio nel leggere il giornale-libello non vogliamo sia
+inutile, sicchè daremo ai lettori nostri una breve recensione
+dell'immondo fogliaccio.
+
+A dimostrare la sciocchezza e l'ignoranza crassa dei redattori di quel
+giornale, addurremo tre prove soltanto.
+
+Nel suo sesto numero, annoverando gli Ebrei che occuparono altissime
+cariche in Europa, pone fra questi, non lo si indovinerebbe in mille, il
+cardinale Antonelli! E quasi ciò non bastasse, nel numero 8, ribadisce
+la strana asserzione con queste precise parole: _Le feu cardinal
+Antonelli qui était juif de sang et de naissance._
+
+Come meravigliarsi dopo ciò che lo stesso giornale che tratta da ebreo
+un cardinale di Santa Chiesa, affermi, con sicumera tutta propria, che
+gli Ebrei esalano un odore speciale? e come meravigliarsi che difetti a
+tal segno di logica, da pubblicare, nel suo numero 9, una lettera d'un
+tal di Hervilly, — che pare voglia farsi credere letterato e poeta — il
+quale si lagna di tre scortesie ricevute dal conte di Larochefoucauld
+duca di Bisaccia, uno dei capi del partito cattolico francese, dalla
+duchessa di Magenta, la cui severa pietà è universalmente nota, e dalla
+principessa Riccardo di Metternich e trova che la colpa è, _risum
+teneatis_, degli Ebrei, che hanno bandito di Francia la cortesia
+francese!!
+
+Parmi bastino questi tre esempi, a dimostrare che l'organo magno
+dell'antisemitismo francese è redatto da idioti; uno solo basterà a
+provare che è redatto da malvagi e lo trarrò dal solo articolo del
+giornale in cui non sia discorso di Ebrei.
+
+È inserito nel numero 10 del giornale ed è tutto rivolto contro gli
+inglesi. E l'immondo libellista osa proporre che — in caso di guerra tra
+la Francia e l'Inghilterra — la Francia, calpestando i trattati che
+seguirono la guerra di Crimea, ristabilisca le lettere di marca e, per
+danneggiare la nemica potenza, si valga dell'opera infame dei corsari!!
+
+Davvero che vi è da arrossire di dover, nell'ultimo quarto del XIX
+secolo, occuparsi di tali sanguinose aberrazioni.
+
+Noi toccheremo dunque di questo giornale, soltanto perchè pur troppo,
+nel secolo nostro che pur si vanta illuminato, non vi ha voce, per
+quanto uscita da infame luogo, che non possa produrre le sue
+conseguenze.
+
+E ce ne occupiamo anche perchè nell'_Antisémitique_ troviamo la conferma
+di parecchie fra le asserzioni che siam venuti mettendo innanzi nel
+corso di questo lavoruccio.
+
+Abbiam detto che l'antisemitismo è una delle tante manifestazioni di
+quel mostro proteiforme che è il radicalismo, e nel numero 7
+dell'_Antisémitique_ troviamo a proposito del famoso processo di Tisza
+Esslar e dell'equanime contegno di quel procuratore del Re, sig.
+Szeyffert, le seguenti parole:
+
+“Nous ne sommes pas surpris d'apprendre que tous les membres du barreau
+presque tous _des démocrates et des ennemis déclarés du cléricalisme_
+sont indignés de la partialité du procureur du roi Szeyffert.”
+
+E quasi ciò non bastasse, l'_Antisémitique_ ci prova le strette
+relazioni che passan fra esso e la Massoneria francese, e nel numero 5
+ne apprende che _les franc-maçons antijuifs sont innombrables_ (334) e
+nel numero 6 che _le nombre des maçons antisémites est légion_.
+Dichiarazioni queste di grandissima importanza, e perchè non
+contraddette dalla Massoneria francese e perchè scritte in un paese
+dove, chi ha un po' di memoria, non ha dimenticato gli aiuti che la
+Massoneria, col pretesto di porsi mediatrice fra la Comune ed il Governo
+di Versailles, ha prestato alla prima.
+
+Abbiam detto che i persecutori dei Gesuiti sono ad un tempo i
+persecutori degli Ebrei e l'_Antisémitique_ ci porge, anche di questo
+prove abbondanti.
+
+Nel num. 2 in una lettera ai suoi corrispondenti dichiara, parlando
+degli Ebrei: “Noi sapremo renderli in esecrazione al mondo intiero
+facendoli conoscere” e poche righe prima non ha trovato ingiuria più
+grave da scagliare contro gli Ebrei di questa: _Association jésuitique_.
+Notiamo, per semplice curiosità, e per mostrare più a nudo i sicari
+della penna che abbiam preso a smascherare, che essi nella stessa
+lettera si appropriano l'odiosa massima _il fine giustifica i mezzi_,
+che attribuita, a ragione od a torto, ai Gesuiti, fu meritamente
+stigmatizzata dalla coscienza di tutti gli onesti.
+
+Non è infatti Rodin, od il padre d'Aigrigny, e non è neppure un ebreo,
+che esclama nell'articolo già citato: _Qu'importent les moyens quand le
+but est loyal!_
+
+Nel numero 6 per eccitare l'odio verso quella eccellente, e veramente
+caritatevole Associazione che è l'_Alliance Israélite Universelle_, dice
+che essa si compone _d'autant de Jésuites et de Bonapartistes que de
+Juifs_ e rincara la dose nei numeri seguenti, e specialmente nell'8º,
+dove, in una corrispondenza da Londra, accusa due reverendi Padri della
+Compagnia di Gesù, di essersi legati in complicità con dei banchieri
+ebrei per commettere, non sappiamo qual grossa frode finanziaria, a
+proposito di un prestito della repubblica di Honduras!!
+
+Infine abbiam detto che gli antisemiti attuali, non hanno che fare colla
+Chiesa cattolica e con nessuna Comunione cristiana, ed il nostro
+compiacente libellista prova anche più di quello che noi avevamo
+asserito.
+
+Esso vien pubblicando dei così detti studi sulla Bibbia, dove,
+attingendo a piene mani agli scritti di Voltaire e di Pigault Lebrun,
+volge in ridicolo il Libro che è egualmente sacro ai Cristiani ed agli
+Ebrei, e che entrambe le Religioni hanno siccome rivelato. Una sola
+linea tolta da quel lavoro basterà a darne un concetto esatto. La tolgo
+dal num. 3: “_Les gens grossiers qui construisirent la Bible._”
+
+Nel num. 10 poi lo stesso giornale ci dà la notizia che la società dei
+_Liberi Pensatori_ di Orléans ha deciso di escludere dal suo seno gli
+Ebrei, per ciò soltanto che sono Ebrei. Alla grazia di quei _Liberi
+Pensatori_!
+
+Ho dimostrato che l'_Antisémitique_ non è soltanto idiota e malvagio, ma
+che è radicale, massone, persecutore dei Gesuiti, irrisore della Bibbia,
+negatore di ogni religione rivelata, libero pensatore.
+
+Dopo ciò è difficile a spiegarsi che tre giornali cattolici abbiano
+annunziato con favore il giornale-libello.
+
+Certamente tre in confronto di tutti i giornali cattolici che vedono la
+luce in Europa, non è gran cosa e questo numero scema di importanza
+ancora, quando si sappia che a comporre quel numero concorre un ridicolo
+giornaluccio di Modena, e l'_Univers_ di Parigi, che non seppe mai
+serbar misura in nessuna questione e che è l'organo del fanatismo il più
+cieco. Addolora invece trovare fra i giornali che accolsero
+favorevolmente il libello di Montdidier, l'_Ateneo_ di Torino, giornale
+cattolico nel buon senso della parola, e scevro da ogni fanatismo; e
+tanto più ci addolorano le parole che il giornale cittadino indirizzava
+nel suo numero del 10 giugno 1883, al libello di Montdidier, in quanto
+le vediamo accompagnate da una tenera ammonizioncella, che dimostra
+proprio il desiderio dell'_Ateneo_ di ricondurre il figliuol prodigo
+sulla buona strada.
+
+Mettiam pegno che il 10 giugno l'egregio e reverendo teologo Biginelli
+non era in Torino, e che il saluto mandato dall'_Ateneo_ all'organo
+dell'antisemitismo e della pirateria è opera dello scaccino della
+parrocchia.
+
+(334) L'antisemitismo non sarebbe cosa nuova in massoneria se è vero, e
+crediamo lo sia, quanto ci apprende la _Civiltà Cattolica_ (serie IX,
+vol V, p. 107), che tuttora dura in più luoghi e segnatamente in Austria
+ed in Germania, l'antica, e già comune, legge di escludere gli Ebrei
+dalle loggie.
+
+
+
+
+ 4º OSMAN BEY. — _Gli Ebrei alla conquista del mondo_, IX Edizione
+ Internazionale (_sic_) italiana, _aggiuntevi Rivelazioni
+ sull'Alleanza Israelitica universale_. Venezia, Favaj 1883.
+
+
+Allorquando un amico mi mandò da Venezia questo libricciattolo,
+conoscevo già di nome l'autore. È un grafomane, mezzo turco e mezzo
+russo, mezzo osmanli e mezzo cristiano, mezzo bey e mezzo gentiluomo,
+_semibovemque virum, semivirumque bovem_. Ho perciò lungamente esitato
+prima di dar luogo in questo mio lavoruccio ad una qualsiasi risposta,
+ed ho esitato specialmente, perchè, pei gentiluomini non turchi, vi è
+qualcheduno di più sacro della donna, del bimbo, del vecchio, del
+prete — queste quattro debolezze — ed è il soldato che tollerò,
+paziente, sanguinose offese.
+
+Dopo che un signor prof. Ottolenghi di Venezia, rispondendo a questo
+signore, ha potuto scrivere impunemente queste parole: “Se osaste
+ripetermi in faccia che l'Italia s'è fatta coll'oro, getterei le mie
+scarpe nelle immondizie dopo aver loro fatto fare la vostra conoscenza”
+pare davvero poco decoroso l'occuparsi di questo bey.
+
+Ma lo stesso amico che mi inviò l'opuscolo, mi previene ora che si è
+trovata nel Veneto una accolta di persone, non so se più imbecilli o
+maligne, per acquistare molte copie dell'opuscolo del bey e diffonderlo
+a larghe mani; è dunque forza occuparsi di questo libricciattolo e lo
+faremo.
+
+Chi è Osman bey? La sua grafomania lo ha spinto a rivelarcelo egli
+stesso in un libro che col menzognero titolo: _Gli Inglesi in
+Oriente_ (335), non è che la storia sua e della sua famiglia. In
+quell'opuscolo il bey gitta a piene mani l'oltraggio sulla nobile figura
+di suo padre, il dottor Giulio Millingen, egregio medico e pubblicista
+inglese dimorante in Oriente, e su una sua stessa sorella, di cui tutta
+Venezia onora la profonda pietà, l'intemerato carattere, la contessa
+Evelina Millingen ne' Pisani.
+
+Il bey è un rinnegato di tutte le nazioni, di tutte le religioni. Nato
+inglese, lo troviamo poi or turco, or russo; anglicano dapprima, poi
+cattolico e conte del papa, poi musulmano, ed ora crediamo
+greco-scismatico, il bey fu sin dalla sua prima infanzia il protagonista
+di un dramma religioso (336).
+
+Adesso lo troviamo animato da un odio veemente, implacabile, contro gli
+Ebrei.
+
+Duplice è la causa di quest'odio.
+
+Il povero bey ha due nobili passioni nel cuore. Detesta, esecra la sua
+famiglia e la sua patria: l'Inghilterra.
+
+Ora, sua sorella, costretta da lui ad una lite assurda, temeraria,
+affidò le sue ragioni ad un avvocato ebreo, l'illustre comm. Diena,
+onore del veneto foro, che ebbe anche l'impudenza di vincerla.
+
+Apriti cielo; il bey impugna la sua penna e scrive, in sua favella,
+queste belle parole (337).
+
+“Che una dama ultra-cattolica sia ridotta a farsi difendere da un
+israelita, non è la minore anomalìa che abbella codesto dramma.”
+
+Questo per la famiglia.
+
+Ma non basta, che un ebreo abbia osato assumere contro di lui la difesa
+di una sua sorella; egli vede “in Inghilterra il giudaismo onnipossente,
+mercè la sua alleanza con la Gran Brettagna. Interessi comuni
+stabilirono un cordiale accordo fra quelle due nazioni commerciali,”
+egli vede, o sogna, che il giudaismo mette a disposizione
+dell'Inghilterra, “l'influenza finanziaria di cui dispone ed il suo
+concorso commerciale” e raccapricciando, egli inglese, scorge che,
+“intanto che l'Inghilterra e la Russia si contendevano il primato sulla
+Turchia, il giudaismo servì d'ausilio alla prima facendo una guerra
+inesorabile alla Russia.”
+
+Acciecato dall'odio pel suo paese, — nobile sentimento invero — il bey
+volle fulminare colla sua penna d'oca, molto d'oca, gli Ebrei che egli
+crede gli alleati dell'Inghilterra e lo fece con tanto acume, con tanto
+buon senso, che, dimenticando di avere scritto i brani che ho finora
+citato, scrive a pag. 55, del suo povero opuscolo, queste parole:
+“Quando l'Inghilterra e la Francia erano arbitre dell'Europa, il
+giudaismo si basava sulle loro influenze... dopo il 1867 disertarono la
+bandiera tricolore e la croce di San Giorgio.”
+
+Ma perdoniamo al bey queste sue contraddizioni; perdoniamogli anche la
+sua ignoranza assoluta della nostra lingua che gli fa scrivere, come a
+pag. 63, _questa pretesta_ per questo pretesto, o come a pag. 64,
+_ciurma di intrighi_ invece di non so che; ed occupiamoci alquanto del
+suo opuscolo.
+
+Prima però completiamo, con due citazioni dell'opuscolo stesso, il
+ritratto morale dell'autore. Il bey fu militare, e pose, è lui che lo
+dice, la sua nobile spada al servizio di un generale che proteggeva i
+briganti (pag. 5). Fu forse al servizio di questo generale che egli
+imparò la lealissima arte di polemica, di cui parla a pag. 75. “Fu
+necessario che io mi recassi a Parigi per impossessarmi (leggi:
+_rubare_), di trofei negli stessi uffici dell'Alleanza Israelitica.”
+
+Ed ora vediamo cosa ci sa dire contro gli Ebrei questo rinnegato
+inglese, questo seida di un generale che protegge i briganti, questo
+polemista, che va in casa altrui, ad impossessarsi di trofei.
+
+Avverto però che non rileverò le accuse contro gli Ebrei che il bey
+ripete, se già in altra parte di questo libro io abbia avuto ad
+occuparmene:
+
+A pag. 13 accusa l'Ebreo di mancare d'amor proprio e soggiunge: “se voi
+l'insultate non ne farà caso alcuno.” Chi ha vissuto in società sa che
+vi sono Cristiani ed Ebrei assai suscettibili in materia d'onore, e
+Cristiani ed Ebrei privi di amor proprio: io, per esempio, conosco un
+bey, che professò tutte le religioni meno l'ebraica, e che non si
+risentì quando il prof. Ottolenghi lo minacciò per le stampe di
+prenderlo a pedate... nel beylicato.
+
+Del resto questo bey ha, fra le tante sue virtù, quella di veder sempre
+il fuscello che è nell'occhio dell'Ebreo e di non veder mai la trave che
+è nel suo.
+
+Se così non fosse, come oserebbe questo bey accusare gli Ebrei di essere
+insensibili ad ogni soddisfazione di amor proprio, e soltanto avidi di
+denaro, ricordandosi di aver scritto a pag. 216 di un altro suo libello,
+_gli Inglesi in Oriente_, queste precise parole:
+
+“La stampa in Londra (_dice lui_), fu unanime a riscontrarvi dei meriti,
+(_in una sua opera_); questa fu la sola soddisfazione e il solo
+vantaggio, a ricompensa delle mie fatiche, un centinaio di sterline
+m'avrebbe meglio pagato.”
+
+Ebreo d'un bey!
+
+E se avesse meglio pensato ai casi suoi come avrebbe potuto scrivere a
+pag. 41 della sua compassionevole catilinaria contro gli Ebrei queste
+parole: “Gli Ebrei meriterebbero che si stigmatizzassero (_sintassi
+beylicale!_) col nome di lupi sotto pelle d'agnello; perchè in fin dei
+conti, tale è il nome che si deve dare a coloro che pretendono aver in
+una volta due nazionalità distinte.”
+
+Nessun professore, ebreo o cristiano, potrebbe minacciare impunemente un
+lupo di pigliarlo a pedate; l'agnello è tipo di mansuetudine; io non
+farò dunque a quelle brave bestie il torto di paragonarle a chi so io;
+ma, ti domando, o bey, se chi ha in una volta due nazionalità distinte
+deve paragonarsi ad un lupo mascherato d'agnello, a che si deve
+paragonare un bey che — avuta l'immeritata fortuna di nascere suddito
+inglese — pianta un bel giorno in asso patria e religione e diventa
+prima diplomatico turco, poi mussulmano, poi ufficiale turco, finchè un
+bel e giorno, piantata anche la Turchia, offre prima la sua nobilissima
+spada ai Candioti che non sanno che farsene, e poi la vende, per pochi
+copecchi, al Governo russo?
+
+Per siffatte palinodie il regno animale non offre paragoni, ma la
+nobiltà di carattere che le inspira è quella che si suole volgarmente
+attribuire ai rettili.
+
+Ma questo spaccamontagne di bey ha una faccia tosta tutta sua per
+asserire senza provare; si vede proprio che le sue imprese militari, al
+servizio di generali che proteggevano i briganti, non gli hanno lasciato
+tempo di apprendere il _quod gratis asseritur, gratis negatur_.
+
+A pag. 30, per esempio, egli mi caccia là l'osservazione che gli Ebrei
+non hanno mai fatto grande paura ai loro conquistatori, i Romani.
+
+Ecco, dirò: io non sono un bey; io non ho al mio servizio tre o quattro
+nazionalità diverse ed altrettante religioni, ma un po' di storia,
+umilmente, l'ho studiata anch'io, e credo che nessuno mi smentirà se
+dirò che, malgrado le asserzioni di tutti i bey del mondo, gli Ebrei
+seppero tenere in scacco per lungo tempo dinanzi a Gerusalemme quella
+potenza romana che pur faceva piegar tutto dinanzi a sè, tanto che
+Tacito, — sa il bey chi è Tacito? — ebbe a scrivere: _Augebat ira quod
+soli Judæi non cessissent_ (338). E lo stesso Tacito, a proposito di
+quegli Ebrei, che il nostro bey taccia di vili o poco meno, dice
+altrove (339) che non temevano la morte; e lo provarono del resto, in
+quelle guerre, i difensori di Massada che, anzichè cedere alle armi
+romane, scannarono prima le loro donne ed i loro fanciulli, poi si
+uccisero scambievolmente.
+
+Eroismo barbaro, se vogliamo, ma di cui non sono certo capaci i bey
+mercenari che servono, contro la loro patria, generali che proteggono i
+briganti.
+
+Ma non creda il grafomane bey che noi vogliamo fargli l'onore di seguire
+passo a passo la sua tantafera; come pigliar sul serio l'esposizione _ad
+usum bey_ che egli fa della storia biblica? Aspetteremo ad occuparcene
+che egli abbia scoperto la storia dei Filistei e quella dei Faraoni, di
+cui deplora la mancanza e quando egli, dopo averla scoperta ed
+illustrata, ci avrà mostrato la verità delle sue gratuite deduzioni,
+allora soltanto consentiremo ad occuparcene.
+
+Intanto gli diciamo una cosa sola: se egli professava nel quarto d'ora
+in cui scriveva, una religione — questo bey ne cambia più spesso che di
+camicie — che ammette la Rivelazione, la sua raffazzonatura della storia
+biblica è empia; se egli non l'ammette, empietà per empietà, leggeremo
+più volontieri i libri del Voltaire che, almeno, riboccano di quello
+spirito che manca completamente negli sproloqui beylicali.
+
+Del resto, a che occuparsi degli spropositi storici di questo
+spaccamontagne cosmopolita, quando essi non son messi là che per provare
+un asserto incomprensibile?
+
+Ciò che il bey vuoi provare è questo:
+
+“L'interesse costituisce un centro verso il quale convergono le
+aspirazioni e le ingordigie umane; dunque il suo possesso equivale al
+dominio universale.”
+
+Se tu, o bey, sei _maggiore_ come scrittore, compiango i briganti che tu
+dovevi proteggere per ordine del tuo degno generale.
+
+Più ho letto quel periodo, e meno l'ho capito. C'è un _suo_ sopratutto
+che non posso capire a che cosa si riferisca, e sì che bramerei saperlo,
+perchè saprei allora cosa occorra possedere per ottenere, _secundum_
+bey, il dominio universale.
+
+Un'altra accusa, tu, o bey, fai agli Ebrei. A tuo poco illuminato
+giudizio, essi hanno eretto ad assioma il principio dell'antagonismo
+perpetuo fra gli uomini. Stammi a sentire, o bey. Un certo Plauto, che
+nel _Miles gloriosus_ ha fatto la satira ad un bey del suo tempo, ha
+lasciato scritto in un'altra sua commedia: _homo homini lupus_, e Plauto
+non era ebreo, che io sappia. Un sommo pensatore francese che, anche
+senza esser bey, aveva pure qualche valore, ha scritto un intiero
+capitolo col titolo: _Le proufit de l'un est dommage de l'aultre_ (340),
+e Montaigne non era ebreo.
+
+Ai tempi nostri una scienza è sorta per mostrare agli uomini che il loro
+ben inteso interesse consiste nell'armonia, una scienza che, indagando
+le ragioni del progressivo sviluppo dei popoli, ha posto in chiaro la
+falsità degli apotemi del commediografo pagano e del pensatore francese;
+e questa scienza, che è l'Economia Politica, conta fra i suoi maestri
+molti, moltissimi Ebrei e nessun bey; tanto è vero che
+nell'_Antisémitique_ del 27 ottobre u. s. un tal Joseph Roland, in mezzo
+a molte serque di spropositi, ebbe a scrivere questa verità sacrosanta:
+_La science économique est juive._
+
+E già che ho nominato l'_Antisémitique_, me ne valgo per opporlo ad
+un'altra tua asserzione. Non sono inglese, ma provo un certo gusto a far
+combattere le bestie.
+
+A pagina 34 tu scrivi: “La solidarietà ebraica è tale, che se voi
+toccate un ebreo, gli ebrei delle cinque parti del mondo si levano ritti
+come un sol uomo.”
+
+Leggi, o deliziosissimo bey, un articolo pubblicato nell'_Antisémitique_
+del 26 ottobre intitolato: _Les juifs peints par eux-mêmes_, e firmato
+da un tale che si dice _Ben Joudi_, e che probabilmente è tanto Ben
+Joudi quanto tu sei _bey_, che finisce con queste parole: “Récompense
+honnête à qui pourra me dire où reste ce bel adage: Tous les juifs se
+soutiennent entre eux.”
+
+Mettetevi d'accordo, dirò anch'io col Giusti, e per non far al diavolo
+di troppo brutti augurî, non finirò il verso.
+
+Del resto, o simpatico bey, tu hai un modo di argomentare tutto tuo.
+Quando ti conviene mostrare che gli Ebrei dominano dovunque nella
+politica, tu scrivi che Arnim è un semita, ciò che è falso; che
+Castellar è un semita, ciò che è falso; che Thiers, Odilon Barrot, Jules
+Simon, Léon Say, sono semiti, ciò che è falso, falsissimo, arcifalso.
+Non posso provarti che tutti coloro che ho nominato sono cristiani, ma
+dal momento che tu li qualifichi di semiti sta a te a darne le prove.
+Pel solo Say ti dirò, che chiunque ha occupato il suo tempo altrimenti
+che penetrando nelle altrui case per impadronirsi di trofei, sa che Léon
+Say discende da una nobile e gloriosa famiglia di protestanti svizzeri.
+
+Ma per te, o bey, che consideri arte lecita di polemica l'impadronirti
+di trofei, la menzogna è peccato veniale; per ciò mi limiterò a farti
+odorare, col tuo beylicale naso, un'altra sola delle sozzure che tu hai
+seminato nel tuo libricciattolo.
+
+Tu dici che Blanc, il celebre fondatore del Casino di Montecarlo, è un
+ebreo. Menzogna altrettanto spudorata, quanto quella di certi giornali
+che vanno insinuando esser la casa di giuoco di Montecarlo sorretta dai
+Gesuiti. Blanc non fu mai ebreo; è un cristiano cattolico apostolico
+romano, come potrà fartene fede tutta Parigi. E ciò dico non per far
+ricadere la colpa della speculazione del Blanc su tutti i suoi
+correligionari, perchè questo modo di argomentare non è lecito che ad un
+bey, ma pel gusto di darti una volta di più del mentitore sfacciato.
+
+Un'altra sciocchezza, un'altra menzogna tu dici nel tuo libricciattolo.
+
+A pagina 38 tu scrivi: che fra le differenti industrie cui si dedicarono
+gli Ebrei non havvene una che abbia contribuito al benessere sociale.
+
+Quale sia stata l'influenza economica degli Ebrei, ho dimostrato alla
+gente seria, in un precedente capitolo, con argomenti serî.
+
+Ora voglio dimostrarlo con argomenti tratti dal tuo ridicolo libro.
+
+Non ti dirò che la più disonesta fra le industrie degli Ebrei è migliore
+di quella dello sgherro di ogni tirannide, del sicario della penna,
+dell'agente segreto del Governo russo, ma domanderò, non a te che scrivi
+senza capire ciò che ti si fa scrivere, ma a chi ha un dito di buon
+senso, come è conciliabile tale tua asserzione con quanto scrivi a pag.
+50 “gli ebrei si dedicarono alla medicina, alla letteratura,
+all'istruzione pubblica, al giornalismo.”
+
+Capisco che tu non debba ammettere che la medicina _contribuisca al
+benessere sociale_; tu devi dirti che i medici dell'ospedale di Salerno,
+che hanno salvato la tua vita, che non vale una buccia di fico, giovano
+assai meno al _benessere sociale_ del veterinario che guarisce un
+somarello che vale cinquanta lire; capisco che per un dotto della tua
+specie letteratura, istruzione pubblica, giornalismo, sieno arti
+improduttive; ma non capisco come tu non comprenda che se gli Ebrei,
+come tu stesso confessi a pag. 39, _infestavano_ gli Stati italiani
+quando questi erano prosperi e ricchi è perchè, checchè tu ne blateri,
+gli Ebrei sono fattori di prosperità e di ricchezza e tutti gli esempi
+che tu adduci in quella pagina provano contro di te: non è che gli Ebrei
+calassero, come cavallette voraci, nei paesi prosperi e ricchi per
+divorarli, perchè, in quei tempi di cui tu invochi il ritorno, gli Stati
+non accoglievano gli Ebrei se non ne avevano bisogno, ma è che colla
+loro attività e con quelle virtù che tu stesso, esagerando perchè ti fa
+comodo, riconosci loro, concorrevano potentemente a creare questa
+prosperità, questa ricchezza.
+
+E passo ad altro, scorrendo il tuo libro senz'ordine, ma come vien
+viene, perchè davvero non merita di più.
+
+A pagina 70 tu hai l'impudenza di venirla a fare da maestro a noi
+italiani e di rimproverarci, perchè nelle nostre assemblee legislative è
+fatta agli Ebrei una parte troppo preponderante.
+
+Potrei risponderti che in Italia scegliamo i nostri deputati ed i nostri
+senatori basandoci sul valore morale ed intellettuale delle persone e
+senza preoccuparci della loro religione e, sopratutto senza darci il
+menomo pensiero di ciò che ne pensa il più sconclusionato di tutti i
+bey.
+
+Ma preferisco risponderti con un argomento _ad hominem_. Come tra gli
+Ebrei vi sono dei bricconi, così anche tra i bey ci sono delle persone
+ammodo. Ed una di queste, il comm. Paternostro-bey, fu prima deputato e
+poi senatore del Regno d'Italia. Ti parrebbe logico se qualcuno
+ragionasse così: in Italia non ci sono che due bey, Osman Seify bey, che
+non osa portare il suo vero nome ed il suo vero titolo di Conte
+Millingen, e Paternostro-bey, fior di gentiluomo, che si è sempre
+chiamato così. Ora due bey sopra 28,459,451 abitanti, non hanno diritto
+a nessuna rappresentanza, per ciò la presenza di un bey fra i
+legislatori italiani è contraria al diritto costituzionale.
+
+Io non so cosa tu penseresti di chi ragionasse così, so che noi italiani
+lo chiameremmo un matto.
+
+Un'ultima gemma però voglio rilevare nel tuo libricciattolo. A pag. 42
+tu scrivi: “Crémieux e Armand Levy, due celebrità israelitiche del
+nostro tempo, hanno categoricamente dichiarato ch'essi sono fieri di
+esser ebrei fino all'estremità delle unghie. Evidentemente, siccome al
+di là dell'estremità delle unghie non vi è gran che, la nazionalità
+francese deve trovarsi molto incomoda in simili individui.”
+
+Bisognava proprio che tu li insozzassi colla tua immonda bava, perchè io
+pigliassi a difendere il Crémieux, che come repubblicano non mi è punto
+simpatico, il Levy, che come comunardo mi è addirittura odioso; ma qui
+non facciamo della politica.
+
+Sicchè ti ricordo che un illustre patrizio e letterato italiano, il
+conte Tullio Dandolo, abbiatico di un ebreo battezzato e padre di quei
+due Dandolo, il cui nome è legato alla eroica difesa di Roma nel 1849,
+aveva assunto per divisa: “Prima sono cattolico e poi italiano”; e
+nessuno pensò mai che in Dandolo la religione fosse ostacolo alla
+nazionalità. Ma tu che hai avuto il merito di far sì che il professore
+Ottolenghi potesse vantarsi di minacciare di pedate, nella tua persona,
+cinque o sei religioni e cinque o sei nazionalità diverse, certe cose
+non le puoi sapere.
+
+Ed ora prendo commiato da te perchè, pur intendendo discutere le tue
+calunnie contro l'_Alliance Israélite Universelle_, non intendo di
+mescolare il tuo nome a quello di cose serie; ti do per altro un ultimo
+salutare consiglio: se mai il Governo russo ti sopprime il _backscich_,
+va in Ungheria; fra gli eredi degli Unni potrai far fortuna: ma in
+Italia abbiamo abbastanza dei matti di casa per pigliarci cura dei matti
+forestieri.
+
+Senza rancore, bey!
+
+ *
+ * *
+
+Nel 1860 venne fondata a Parigi l'_Alliance Israélite Universelle_ col
+triplice scopo:
+
+1º Di lavorare dovunque per l'emancipazione e pel progresso morale degli
+Israeliti;
+
+2º Di prestar un appoggio efficace a quanti soffrono per la loro qualità
+di Israeliti;
+
+3º Di incoraggiare ogni pubblicazione adatta a produrre questo
+risultato.
+
+A questa società si vanno muovendo dagli antisemiti le più atroci e
+sconclusionate accuse; le si rimprovera di non aver in nessun paese
+esistenza legale, di essere una società segreta, di costituire uno Stato
+nello Stato, di creare fra i suoi affigliati una incompatibilità fra i
+doveri di cittadino e quelli di socio; e perchè la nota allegra non
+debba mancare le si rimprovera persino il suo emblema, che consiste in
+una figura allegorica rappresentante il globo sormontato dalle tavole
+della legge, quasichè l'Alleanza aspirasse al dominio dell'Universo.
+
+Non so davvero quale persona seria potrebbe far colpa ad una
+associazione, di un emblema che significasse il desiderio di condurre il
+mondo all'osservanza del decalogo. Cristiani ed Ebrei abbiamo tutti
+egualmente sacra quella divina legge che il Redentore è venuto a
+perfezionare, non a mutare, sicchè le tavole della legge prese ad
+emblema altro non significano che la speranza nel trionfo della legge di
+Dio senza allusione a nessuna speciale confessione.
+
+Ma le tavole della legge poste sopra il globo nel suggello
+dell'_Alliance_, significano proprio tutto ciò o non piuttosto che quel
+sodalizio, fedele al suo titolo di universale, vuole estendere la sua
+azione dovunque vi sia un Ebreo da proteggere e da educare?
+
+Ed inteso così nel suo vero senso l'emblema e lo scopo dell'_Alliance_,
+qual più severo indagatore troverà in essa qualche cosa da biasimare?
+
+Ogni religione ha sodalizi propri intesi a propagare la sua fede, a
+difendere i suoi addetti.
+
+Il cattolicismo ha la sua _Société pour la propagation de la foie_, che
+non va confusa colla _Propaganda fide_ di Roma; il protestantesimo ha le
+sue Società bibliche e le une e le altre rendono immensi servigi alla
+causa della civiltà e maggiori ne renderebbero se anzichè combattersi
+tra loro consentissero ad esercitare la loro azione in paesi differenti.
+
+Il mosaismo, più modesto, ha la sua _Alliance_ che non si propone scopo
+di propaganda, ma soltanto di difesa, di protezione, d'educazione.
+
+In molti e molti paesi le condizioni morali dell'Ebreo sono lungi
+dall'essere prospere; per quel circolo vizioso cui abbiamo accennato
+altrove, l'Ebreo dove è più umiliato e maltrattato è anche meno civile,
+meno adatto a fondersi colle popolazioni tra cui vive.
+
+Gli Ebrei di Francia, d'Italia, d'Inghilterra, del mondo civile insomma,
+potevano fare opera più nobile che costituirsi in sodalizio per
+proteggere questi loro sventurati correligionari, per educarli, per
+renderli migliori e preparare così quell'auspicato giorno, in cui,
+compiuta dovunque l'opera d'incivilimento degli Ebrei, cadranno di
+necessità le barriere che li separano dai loro concittadini?
+
+L'_Alliance_ che si è prefissa il generoso intento agisce alla piena
+luce del sole; i suoi bollettini regolarmente pubblicati fanno fede che
+i mezzi da essa impiegati sono: l'istituzione di scuole, la diffusione
+di buoni libri, i soccorsi ad intraprese di colonizzazione o di
+emigrazione, tutti quei mezzi insomma che condur possono allo scopo
+surriferito.
+
+Tacciare l'_Alliance_ di società segreta è mostrare di ignorare o cosa
+essa realmente sia, o cosa significhi società segreta.
+
+Accusarla di non aver esistenza legale in nessun paese è sciocchezza e
+peggio. Italiano, scrivo in Italia e per italiani, e fra noi, tutti
+sanno che nessuna società ha d'uopo di avere esistenza legale se non si
+propone di acquistare beni stabili. Perchè dunque l'_Alliance_ si
+esporrebbe a spese inutili per essere legalmente costituita in ente
+morale quando pei suoi scopi non ha nessun bisogno di fare uso dei
+diritti che da questa costituzione scaturiscono, tanto più quando è
+notorio che se domani una ragione qualsiasi le imponesse di farsi
+giuridicamente riconoscere, essa non incontrerebbe il più piccolo
+ostacolo?
+
+Ma l'_Alliance_ tratta da paro a paro coi Governi, essa invia dei
+_memorandum_ ai ministri che si permettono persino di risponderle, essa
+crea uno Stato nello Stato.
+
+Ricordiamo che ai tempi di S. M. Re Carlo Alberto il Magnanimo, la
+figlia di un ex-diplomatico olandese passò in Torino, malgrado la
+volontà paterna, dalla religione protestante alla cattolica.
+
+Ciò dette luogo a proteste diplomatiche dell'Olanda non solo, ma di
+tutti gli Stati protestanti. Ora è evidente che se l'Olanda in questo
+caso agiva, indipendentemente anche da ogni idea religiosa, per
+difendere l'autorità paterna di un suo suddito, di un suo
+rappresentante, gli altri Stati protestanti non avevano nessuna veste
+per intervenire nella questione, da quella infuori della loro qualità di
+protestanti.
+
+Che meraviglia dunque se gli Ebrei che non hanno nessun Governo che li
+rappresenti officialmente, pensarono di costituire un sodalizio il quale
+colla sola forza della persuasione, dell'appello alla pubblica opinione,
+tuteli i loro interessi religiosi?
+
+E chi non sa che nel secolo nostro la forza delle associazioni è tale,
+che ogni sodalizio, per poco importante che sia, ha facile mezzo di far
+pervenire ai Governi le proprie rimostranze. Sono Stati negli Stati, le
+società geografiche e commerciali, i sodalizi operai e quegli altri
+infiniti Corpi morali che non si peritano di indrizzare memorie a
+Governi e Parlamenti, forti della coscienza di aver solidali nelle loro
+domande tutti gli ascritti al sodalizio?
+
+Perchè gli Ebrei soltanto dovrebbero essere esclusi dal diritto di
+associarsi per la tutela dei loro interessi religiosi quand'anche i
+Governi che più combattono il così detto clericalismo, permettono le
+società per gli interessi cattolici?
+
+Prevediamo un'obbiezione desunta dal carattere internazionale
+dell'_Alliance_; ci si dirà: l'_Alliance_ ha carattere essenzialmente
+internazionale, accoglie soci di ogni paese ed in ogni paese esercita la
+sua azione; chi vi è ascritto, chi ne è protetto specialmente, rimane in
+certa guisa suo suddito e partecipa quindi quasi di una doppia
+sudditanza.
+
+È la stessa sciocca accusa che si muove agli ordini religiosi, sicchè
+non mi meraviglierei che qualcuno parodiando la celebre frase,
+pronunciata contro i Gesuiti nel _Procès de tendance_ del 1825, dicesse
+che l'_Alliance est une épée dont la poignée est a Paris et la pointe
+partout_.
+
+Questo modo di argomentare proviene da un residuo involontario di
+vecchie idee che ormai hanno fatto il loro tempo. Si credette che lo
+Stato avesse diritto anche sulla coscienza del cittadino; da qui gli
+sforzi brutali dei Governi per conseguire l'unità della fede,
+perseguitando i protestanti come in Francia ed in Ispagna, i cattolici
+come in Inghilterra ed in Isvezia.
+
+Ammesso il principio della libertà di coscienza, si capisce che un
+inglese può obbedire alla Santa Sede in tutto quanto concerne le
+questioni religiose, pur rimanendo tanto buon inglese da poter essere
+come Lord Ripon, vicerè delle Indie.
+
+Ma si noti che l'_Alliance_ non avendo altri scopi che quelli infuori
+che ho accennato, non impone ai suoi soci il più piccolo dovere, tranne
+quello di pagare una quota annua di sei lire; quanto alla protezione che
+essa accorda a tutti gli Ebrei, sieno o non sieno ascritti al suo
+sodalizio, essa non può esplicarsi che nelle forme e nei modi consentiti
+dalle leggi dei diversi paesi, sicchè è tanto assurdo il voler dire che
+l'_Alliance_ costituisce un pericolo per gli Stati anche i più deboli,
+quanto il credere che l'Inghilterra possa veder indebolita la sua
+potenza dagli scritti di un Osman bey.
+
+Intendiamoci però bene, l'_Alliance_ non è un pericolo per nessuno
+Stato, ma essa, come tutti i sodalizi che si propongono uno scopo retto
+ed onesto, ha, dietro di sè l'opinione pubblica e questa anche da sola e
+senza il soccorso dell'_Alliance_ finisce per trionfare di tutto quanto
+si oppone al vero progresso.
+
+E certamente non fu per paura dell'_Alliance_, ma per paura
+dell'opinione pubblica, che Coloman Tisza, il Presidente del Consiglio
+dei ministri ungheresi ebbe a dichiarare al suo collega della giustizia
+che il famoso processo di _Tisza Esslar_, in cui figuravano ex-galeotti
+divenuti giudici, avea reso la _Hongrie la risée de l'Europe_.
+
+(335) Venezia, Favaj, 1882.
+
+(336) Veggasi un opuscolo, omai rarissimo, di suo padre, il dottor
+Millingen, _Arbitrary detention of three Protestant children_.
+
+(337) _Gli Inglesi in Oriente_, p. 240.
+
+(338) _Hist._, lib V, § 10.
+
+(339) § 5.
+
+(340) MONTAIGNE, _Essais_, lib. I, cap. 21. Nello stesso capitolo si
+legge: _Il ne se faict aulcun profit qu'au dommage d'aultruy._
+
+
+
+
+ 5º _Il sangue cristiano nei riti ebraici della moderna sinagoga.
+ Rivelazioni di Neofito ex-Rabbino, monaco greco, per la prima
+ volta pubblicato in Italia._ Prato, 1883.
+
+
+Il signor lettore si tranquillizzi, chè, prendendo a pretesto
+quest'opuscolo, non rientreremo nell'esame della calunnia già da noi,
+forse con soverchia abbondanza, discussa in altra parte del presente
+lavoro. Vogliamo soltanto spendere poche parole attorno a questo libro
+per dimostrarne il nessun valore (341).
+
+L'opuscolo, stampato, duole il dirlo, coll'_Imprimatur_ della Curia
+ecclesiastica di Prato, consta di 97 pagine; ma colla pagina 39 finisce
+la parte di cui intendiamo occuparci, il resto non essendo che una copia
+testuale delle articole della _Civiltà Cattolica_.
+
+Le prime 39 pagine dunque contengono le pretese rivelazioni di un
+Rabbino moldavo convertito al cristianesimo e da lui pubblicate nel
+1803.
+
+Secondo queste rivelazioni gli Ebrei farebbero un uso così frequente di
+sangue cristiano, che, se fosse vero, avrebbero dovuto finire collo
+spopolare il mondo.
+
+Ma di ciò, ripetiamo, non vogliamo occuparci. Vogliamo soltanto far
+rilevare che il preteso Rabbino non ha mai esistito.
+
+Infatti si comincia dall'editore stesso, col dire che tutte le
+traduzioni di questo libro sono rarissime, perchè fatte sparire
+dall'_oro ebreo!_
+
+Ciò sarà verissimo; ma, di grazia, perchè non cominciare dal dirci dove
+fu stampata l'edizione originale che, alla fin fine, non rimonta,
+secondo l'editore, che al 1803?
+
+Si sarebbe perduta persino la memoria della città, dove avvenne la
+pubblicazione?
+
+Quale era il nome ebraico dell'autore? L'editore non lo sa, o sapendolo,
+non lo dice.
+
+Quale era il suo nome da cristiano? mistero egualmente insoluto;
+_Neofito_ non essendo un nome proprio ma significando soltanto un
+convertito al cristianesimo.
+
+Ora queste pretese rivelazioni, non avendo altro valore da quello
+infuori che deriva dalla affermazione dell'autore che dice di _aver
+veduto_, è necessario per aggiustarvi fede, sapere il nome dell'autore
+ed aver sottocchi l'originale sua deposizione.
+
+Invece lo stesso editore non ha mai veduto l'originale, non ne conosce
+che delle traduzioni, posteriori di 30 anni alla pretesa edizione
+originale, e non soltanto non sa dirci il nome dell'autore, ma non può
+nemmeno farci sapere in che paese sia stata stampata l'edizione
+originale.
+
+Non occorre davvero essere nè un Magliabecchi, nè un Muratori per
+riconoscere in tutto ciò i caratteri di una delle più volgari
+mistificazioni che mai siansi tentate nel mondo bibliografico. Ma quasi
+ciò non bastasse il libro stesso ci porge le prove le più evidenti che
+l'autore, non soltanto non era un Rabbino, ma ignorava i riti e i
+costumi degli Ebrei.
+
+A pagina 22 il preteso Rabbino dice gli Ebrei soggetti a malattie
+speciali. Oggi, nelle scuole, nei collegi, nelle caserme, nelle carceri,
+negli ospedali, ebrei e cristiani sono mescolati e nessuno ebbe mai
+contezza di tali malattie speciali. L'affermarne l'esistenza è prova
+certa che l'autore non fu mai ebreo, ma che invece partecipava a tutti i
+pregiudizii che il volgo nutre contro gli Ebrei.
+
+A pagina 27 afferma che “quando tra gli Ebrei si celebra il matrimonio,
+si preparano i contraenti con un digiuno rigoroso per ventiquattro ore,
+astenendosi perfino dall'acqua fino al tramonto del sole” e ciò pure è
+falso, falsissimo, come può affermarsi da chiunque conosca i riti degli
+Ebrei.
+
+A pagina 34 è detto “Quando io pervenni alla età di 13 anni, nella quale
+gli Ebrei sogliono imporre in capo ai loro figliuoli una corona che
+chiamano _corona di fortezza..._” Ed anche questo è falso. L'ebreo
+compiuti i 13 anni è religiosamente maggiorenne, ma le _corone di
+fortezza_ non esistono che nella mente dell'autore.
+
+Ho scelto per citarle tra le molte falsità addotte dall'autore quelle
+soltanto che provano la sua ignoranza, non la sua mala fede, perocchè
+basta la sua ignoranza dei riti ebraici a provarne che l'autore non è un
+ex-Rabbino, e neppure un ex-ebreo.
+
+L'astio, l'interesse o qualsiasi altro motivo può spingere un neofita,
+Rabbino o no, a calunniare i suoi antichi correligionarii, ma egli si
+guarderà bene, a proposito di cose indifferenti, ed a tutti note dal
+cadere in inesattezze che non giovano al suo scopo, ma nuocono togliendo
+credito alle altre sue affermazioni.
+
+Ed un'altra di tali inesattezze voglio segnalare:
+
+L'autore ignora che gli Ebrei usano tuttora il calendario lunare. Dice
+(pag. 29) che gli Ebrei piangono la distruzione del Tempio di
+Gerusalemme, avvenuta per opera di Tito, il 9 luglio e (pag. 30) che
+solennizzano l'anniversario del trionfo di Ester il 14 febbraio. Ora,
+invece, essi celebrano il primo di questi due anniversari il 9 del mese
+lunare di _ab_, ed il secondo il 14 del mese di _adar_; date che non si
+riproducono mai in uno stesso giorno dell'anno solare. Le pretese
+rivelazioni del Neofito essendo state, a quanto si dice, pubblicate nel
+1803, abbiamo voluto verificare in qual giorno questi due anniversari
+cadevano in quell'anno e nell'anno precedente ed abbiamo trovato che nel
+1802 il 9 di _ab_ cadeva l'8 agosto, ed il 14 di _adar_ il 18 marzo, e
+nel 1803 il primo il 28 luglio, il secondo l'8 marzo.
+
+Questo preteso Rabbino ignorava dunque persino il calendario ebraico!
+
+Da queste poche osservazioni ci sembra, a luce meridiana, provato che il
+preteso Rabbino Neofito, non ha mai esistito e che le pretese sue
+rivelazioni non sono che l'opera di un falsario il quale foggiò nel 1834
+la traduzione di un libro che non fu mai scritto ed il cui autore non è
+mai vissuto. E credo che basti.
+
+(341) Veggasi quanto scrivemmo a pag. 156.
+
+
+
+
+ DOCUMENTI
+
+
+
+
+ AVVERTENZA
+
+
+_Abbiamo raccolto sotto questa generica denominazione di documenti le
+narrazioni di varii processi sul preteso uso del sangue cristiano nei
+riti ebraici e le dichiarazioni di sovrani, principi e personaggi
+competenti sopra siffatta calunnia, nonchè un discorso
+dell'Eminentissimo Cardinale Manning, ed una memoria del principe
+Demidoff sulla questione semitica in Russia, e persino una leggenda
+talmudica intesa a far noto lo spirito di tolleranza cui si informarono,
+generalmente, i padri del Talmud._
+
+_Aggiungeremo che molti fra i documenti che seguono sono tratti da un
+opuscolo pubblicato a Vienna nel 1883, col titolo:_ Die
+Blutbeschuldigung gegen die Juden von christlicher Seite beurtheilt. _Al
+numero d'ordine, che precede questi documenti, facciamo seguire un
+asterisco._
+
+
+
+
+ DOCUMENTI
+
+
+
+
+ I.
+
+ La leggenda di Dama.
+
+
+Ci piace riprodurre questa leggenda talmudica la quale giova a mostrare
+come i dottori del Talmud riconoscessero che, anche nei pagani, potevano
+trovarsi virtù non comuni.
+
+Viveva in Ascalon un pagano per nome Dama, figlio di un certo Nedina, il
+quale era tutto in sul traffico di pietre preziose, e ne traeva discreti
+guadagni.
+
+Accadde una volta ch'egli trovossi abbondantemente provvisto appunto di
+quella qualità di gemme che il rito mosaico prescrive per l'efod (manto)
+del sommo sacerdote di Gerusalemme; nè era tanto facile che altra
+favorevole occasione gli si presentasse di venderle con profitto.
+
+Un giorno Dama vede entrare nella sua bottega i sapienti venerabili
+d'Israello, i quali con una certa inquietudine ed ansia che di leggieri
+traspariva dal loro volto, gli chieggono se per avventura tenesse ancora
+nel suo negozio di quella sorta di gemme che all'efod abbisognavano.
+
+“Ascolta! soggiungevano i vecchi: appunto per provvedere il sacro manto
+di queste gemme che ora gli mancano, ci siamo mossi noi stessi in tutta
+fretta, per tema che da altri si frapponesse ritardo a compire questa
+pia provvista. Se tu ne sei fornito ben puoi dirti fortunato; però che
+poco c'importa del prezzo, purchè abbiamo al più tosto le gemme, e
+possiamo ritornare colà ove con tant'ansia siamo aspettati.”
+
+Giubilava il mercante a questa notizia e a questa proposta e tutto nel
+pensiero del grasso guadagno che ne avrebbe fatto, diede mano a quelle
+poche pietre preziose che gli stavano davanti, e presentatele ai
+sapienti d'Israello:
+
+“Signori! disse: osservate se queste si affanno al vostro bisogno, e
+tosto che ci saremo accordati nel prezzo, io spero di potere in
+sull'istante darvene quel numero che sarà nel desiderio vostro.”
+
+Le osservarono attentamente i saggi, e come le ebbero riscontrate eguali
+a quelle che il religioso rito prescrive, “È il caso nostro, risposero;
+ora parliamo del prezzo. Purchè non ci sia alcun ritardo nella
+rimissione delle pietre.”
+
+Ma quanto al prezzo non ebbero a discorrere nè a discutere lungamente,
+poichè dall'un canto eravi facile arrendevolezza a ben pagare,
+dall'altro l'offerto guadagno superava di gran lunga le concette
+speranze. Onde, conchiuso il contratto, “Aspettate alquanto, o signori;
+in sull'istante io sarò qui di ritorno colle gemme.”
+
+Tutto lieto della buona giornata, va per salire in sulle stanze e
+prendere dallo scrigno le riposte pietre. Lento lento però egli monta la
+scala, perocchè nella stanza appunto ove stava la preziosa arca, giaceva
+il vecchio padre infermiccio. Egli entra quasi in punta di piedi, e
+adagio adagio si accosta al letto per dargli notizia del buon contratto,
+e farsi rimettere la chiave dello scrigno che il vecchio timoroso teneva
+sempre presso di sè. Ma, o sorpresa! il vecchio dorme. Da lungo tempo
+non aveva più gustato riposo, ed ora era tutto immerso in dolce sopore.
+
+Il figlio contempla un momento con gioia quel riposo del padre; poi
+pensa alla chiave, e ricorda che il vecchio soleva tenerla sotto al
+capo. Lo guarda ancora amorosamente, lo fissa immobile, poi dice fra sè
+stesso: — Pazienza! non si farà il contratto; ma io non disturberò il
+dolce riposo del padre mio. —
+
+Ridiscese lento lento la scala, e “Signori; disse ai sapienti, per ora
+io non posso rimettervi le gemme.”
+
+“Ma noi non possiamo aspettare, gli risposero tra indispettiti ed
+attoniti: o sull'istante, o ci rivolgeremo altrove.”
+
+“Avete ragione: duole assai anche a me; ma io non posso altro.”
+
+I saggi d'Israello se ne andarono; ma quando si venne a sapere la
+ragione del fatto, tutti lodarono il figliale rispetto di Dama.
+
+L'anno dopo nacque nella greggia di Dama, caso veramente raro, una
+giovenca tutta rossa senza macchia alcuna quale appunto era prescritta
+per un sacro rito mosaico (342). Tosto i sapienti d'Israello corsero in
+casa sua per farne acquisto.
+
+“Signori, disse egli, io so bene che nessun prezzo mi sarebbe da voi
+diniegato; ma a me basta soltanto che mi compensi della perdita che ho
+fatta l'anno scorso, per non mancare del debito mio verso il padre.”
+
+I Rabbini meditando su tutto questo fatto, dissero: “Quanti tesori di
+ricompensa non debbono aspettarsi i fedeli dalla misericordia di Dio, la
+quale dà il premio delle buone opere anche a coloro che non hanno
+accettata la santa legge?” (_Talmud Kiduscim_, cap. 1).
+
+(342) Veggasi il Pentateuco. _Numeri_, cap. XIX.
+
+
+
+
+ II. *
+
+ Lettera patente dell'Imperatore Federico III
+
+
+Noi Federigo, per grazia di Dio, Imperatore Romano, ecc.
+
+ _Omissis_
+
+. . . . . Abbiamo saputo che l'illustrissimo Margravio Carlo di Baden,
+conte di Sparheim, Nostro caro cognato e principe, pigliando motivo da
+contestazioni insorte fra taluni Ebrei e Cristiani, ha commesso, verso
+questi primi, atroci azioni, martorizzandoli in guisa che ne morirono,
+ed impadronendosi poi dei loro beni. Ora come abbiamo invitato il
+predetto Margravio a non più commettere simili atti da Noi non permessi,
+così invitiamo voi tutti a voler obbedire a questa Nostra Patente. Il
+predetto Margravio Carlo avendo agito in siffatta guisa senza motivo,
+ma, a quanto ci consta, per odio e per sospetto che essi Ebrei abbiano
+fatto uso di sangue cristiano di cui hanno assoluto bisogno e che perciò
+abbiano commesso dei delitti, richiamiamo la vostra attenzione su quanto
+siamo per dire. I nostri santi padri, i papi, hanno fatto studiare la
+cosa da dotti e da giurisperiti ed hanno dichiarato che tali misfatti
+sono infondati e proibiti, ed hanno vietato vi si aggiusti fede. Ci
+affrettiamo quindi a dichiarare che essi Ebrei sono, coi loro averi,
+sudditi del Nostro Imperial Dominio e che perciò ci saremmo affrettati
+di studiare le accuse lanciate contro di loro se veramente vi fosse
+stata giustizia nel procedere del Margravio e se non vi fossero stati
+altri motivi che lo indussero ad agire frettolosamente e senza farcene
+rapporto. Ripetiamo pertanto in tutta la sua forza la Nostra imperiale
+Volontà, che tutti si astengano da simili azioni non avendo il Margravio
+avuto il diritto di agire come ha fatto, e mandino a Noi, cui tocca di
+giudicarne, ogni lagnanza. E questo ordiniamo seriamente, perchè tali
+ingiustizie non abbiano mai più a verificarsi, sicchè non dobbiamo più
+scrivere su tale argomento. Ordiniamo, poi, sotto pena di grave ammenda,
+si mettano subito in libertà gli Ebrei imprigionati e si restituiscano
+loro, conformemente a questa mia lettera imperiale, i loro averi. Tanto
+ordiniamo in forza dell'Imperial Nostro Diritto, e di più ordiniamo, al
+predetto Margravio, di pagare subito, alla Nostra Camera Imperiale, una
+multa di 100 marchi in oro fino, essendo nostra assoluta volontà, che se
+egli, o qualchedun altro, si dimostrasse disobbediente ed azzardasse,
+per nessuna ragione, di toccare, come già ha fatto, gli Ebrei od i loro
+beni, cadrebbe tosto in disgrazia.
+
+Il Margravio, e tutti con lui, sono invitati a proteggere in ogni guisa
+gli Ebrei del Nostro Impero, e nessuno in nessun paese, città,
+villaggio, borgo o distretto, possa permettersi di toccare loro od i
+loro beni se non vogliono cadere nella disgrazia nostra e dell'Impero e
+se vogliono evitare un'altra volta la succitata multa. Questa è assoluta
+volontà Nostra, ed eseguendola non vi mancherà la Nostra benigna grazia.
+
+Dato a Volkmark, suggellato col Nostro Imperiale Suggello, il venerdì
+avanti il giorno di San Giovanni, dopo la nascita di Cristo 1470. Nel
+31º anno del Nostro romano Regno, il 19º dell'Impero ed il 13º del Regno
+Ungarico.
+
+(Giovanni Cristoforo Wagenseil, “_Benachrichtigungen_” ecc., pagine
+168–172).
+
+
+
+
+ III.
+
+ Lettera del Doge di Venezia, Pietro Mocenigo, al podestà e capitano di
+ Padova.
+
+
+ Rub. Pro Judeis in causa beati Simonis de Tridento.
+
+ Cart. 14 retro.
+
+Petrus mocenigo dei gratia dux Venetiarum etc. Nobilibus et sapientibus
+viris Antonio erizo de suo mandato potestati et Bertucio contareno
+capitaneo padue et successoribus suis fidelibus dilectis salutem et
+dilectionis affectum. Ad nostram pervenit notitiam quod ex causa
+cuinscumque rumoris dissipati scilicet in tridento inventum fuisse
+puerum necatum a Judeis illius loci molestantur et verberantur Judei
+habitantes in terris et locis nostris. Et quod absurdius est facto
+impetu a christianis soditis nostris aggredi illos et predari sursum
+deorsum commeantes. Queritur usque adeo ut transire de loco ad locum
+dubitent, ne cedantur et dispoliantur: cuius quidem temeritatis auctores
+et impulsores esse dicuntur quidam predicatores et etiam ipsi zaretanì
+contionem de his habentes in populo. Que res quantum nobis displiceat,
+quantum molesta et ingrata sit optime intelligere pro vestra prudentia
+potestis. Credimus certe rumorem ipsum de puero necato commentum esse et
+artem ad quem finem (343) videant et interpretentur alii. Nos vero
+volumus semper ut in terris et locis nostris Judei secure et impune
+inhabitarent: et omnis vis et iniuria absit ab illis non secus quod sit
+erga ceteros fideles et subditos nostros. Et si quis est qui aliter vel
+presumat vel cogitet, male nos et indignationem nostram novit. Et licet
+non dubitemus quod pro una circumspectione probe intelligatis ista non
+convenire: et presertim hoc tempore provideritis quod provisuri quod
+sitis nec in ista civitate et territorio nostro contra Judeos innovetur
+quodcumque dicta de causa. Tamen volumus et vobis mandamus ut sub
+severissimis penis providere debeatis, et talem operam dare quod secure
+et tute inhabitare voleant: et ut sursum deorsum ire et redire Judei
+omnes istic habitantes procedendo contra inobedientes et obviando ne a
+predicatoribus aut aliis excitetur populus ad tales insultus, quo nihil
+displicentius audire et intelligere possemus: has autem nostras literas
+in actis Cancellerie vestre ad futurorum memoriam registrare faciatis.
+
+ Datum in nostro ducali palatio
+
+ Die XXII aprilis — Jndictione VIII, 1475.
+
+Copia tratta dal Registro originale della Cancelleria di Padova segnato
+col N. XXVI — e chiamato _Registro Verde_. Si conserva nell'Archivio
+Antico annesso al Museo Civico.
+
+(343) A che fine? Risponda per noi un contemporaneo e precisamente un
+Sacramorus, ambasciatore milanese a Roma e Protonotario apostolico, il
+quale scrivendo da Roma, a Cicco Simonetta, segretario del Duca di
+Milano, in data 7 agosto 1475, vien fuori, a proposito di questo fatto,
+con queste precise parole: “... èt il prefato nostro Signore manda el
+vescovo de Ventimiglia a Trento per vedere et examinare questo che se
+scrive, acciò che se pur sia vero, e non sia appetito de qualche
+roba...” (Cfr. _Bollettino Storico della Svizzera Italiana_; anno IV:
+gennaio-febbraio 1884, pag. 21). Il fine dunque si sospettava fin
+d'allora, ed era quello che noi siam sempre venuti dicendo: _Appetito de
+qualche roba_, come diceva quel buon Sacramorus, per non dire netto e
+schietto il desiderio di derubar le vittime, calunniandole.
+
+ C. G.
+
+
+
+
+ IV.
+
+ *1479 .  .  . Aprile.*
+
+
+Carteggio relativo all'arresto di alcuni Ebrei della provincia di Pavia,
+falsamente imputati d'avere, nelle loro cerimonie, crocifisso un
+fanciullo cristiano; e dichiarazione di provata innocenza, emessa il 28
+aprile 1479, da Bona e Giovanni Galeazzo Maria Sforza, con ordine di
+liberazione e resa dei beni confiscati (344).
+
+
+ 1º
+
+Illustrissimi et excellentissimi principes et domini domini mej
+metuendissimi. Aviso vostre excellentie qualiter noviter domino Antonino
+locumtenente del Cardinale ha dextenuto uno hebreo che sta in la tera
+dela Stratella per famiglo de uno Belhomo hebreo che sta in la terra de
+Arena, perchè el debe haver piglato uno puto et mandato al dicto Belhomo
+per fare le cerimonie deli hebrey, lo qual puto non se trova. El qual
+famiglo he stato examinato, et prout posso intendere ha confessato haver
+mandato esso puto al dicto Belhomo. Et intexo questo ho facto dextenire
+esso Belhomo: Et aziò se possa haver il vero dal dicto Belhomo
+bexognaria haver esso famiglo, et etiam la confessione per luy facta et
+li altri indicij per esso domino Antonino et seu il suo potestà
+assumpte, aziò etiam possa intendere li complici et participi de tal
+delicto, et provvedere circha il punire similli errori, li quali non
+sono da tollerare. Per la qual cossa piaqua a vostre excellentie
+scrivere al dicto domino Antonino, me vogla dare nele mane cussi dicto
+famiglo, come la confessione sua et altri indicij circha ciò assumpto
+per intendere il vero; avisando esse vostre excellentie che più
+virilmente se procedarà nante a mi che al dicto domino Antonino, perchè
+etiam questo he uno officio, et vostre excellentie non debano tolerare
+me sia tolta la jurisdicione, la qual cosa etiam cedarà ad utillitate de
+vostre excellentie, ala qual humiliter me racomando.
+
+ Papie, XX aprilis 1479.
+
+Earundem illustrissimarum et excellentissimarum dominationum, fidelis
+servitor
+
+ JOHANNES CALZAVACHA.
+
+_A tergo._ — Illustrissimis et excellentissimis principibus et dominis
+dominis ducibus Mediolani et dominis meis metuendissimis.
+
+ Mediolani — cito — cito.
+
+(344) Questi documenti, il cui originale esiste nell'Archivio di Stato
+di Milano, (_Raccolta_ EBREI 1479) vedono ora la luce per la prima
+volta.
+
+ C. G.
+
+
+ 2º
+
+Illustrissimi signori mei. Per una mia di XX del presente avisaj vostre
+signorie illustrissime dela captura di uno ebreo facta per il
+locotenente del reverendissimo Cardinale di questa città, qual inculpava
+uno Belhomo pur ebreo che havea havuto nele mane uno puto christiano
+qual no se trova et se dubita lo habia facto morire, et pregava vostre
+illustrissime signorie facesero ch'io havese li indicij e la confessione
+di quelo ebreo era nelle mane di esso locotenente, aciò ch'io potese
+procedere contra dicto Belhomo, qual havea et ho nele mane luj e uno
+altro nominato Saya da Piasenza, quali examinandoli li ho trovati varij
+et mendazi. Pur il dicto Belhomo fin a questa hora sta sula negativa, ma
+invero dubito sia culpevele. Ora in questa il locotenente del
+reverendissimo Cardinale m'ha presentato una littera de XXI del presente
+di vostre illustrissime signorie, quale mi comandano deba vedere de
+havere dicto Belhomo nele mane et consignarlo al Capitaneo de Justicia
+de Milano, qual già duij dì fa, como ho scripto a prelibate vostre
+illustrissime signorie ho nele mane cum il cumpagno sopranominato, et
+como filiolo di ubedienza lo haveria de subito mandato ad esso
+capitaneo. Ma il locotenente ante me presentase le mie littre già havea
+facto intendere il tenore di queste littre a molti citadini quali di
+subito fycero convocare la provisione et hanno ellecto duy cittadini che
+hozi si partino per venire a vostre excellentie per obviare non si
+mandano, li quali som domino Ambrosio Pizono, et frate Boniforto
+Strazapata, et questa comunità m'ha facto grandissima instantia non
+manda dicto Belhomo finchè li ambasciatori loro non siano venuti da
+vostre excellentie, ma non seria già stato a sua richesta, ma il
+locotenente del Cardinale vene in previsione et dise che ante mandare il
+suo, volea venire prima lì, et così vene una a cum dicti ambasatori.
+Vedendo così mi som confidato de avisare prima prelibate vostre signorie
+di questo, ante lo mandi, qual tenerò in bona custodia donec vostre
+illustrissime signorie mi scriverano altro. Ho mandato ad Arena a fare
+fare discretione di tuti li beni del dicto Belhomo; e così ad
+investigare il vero ho dati certi tracti di corda al dicto Belhomo; pur
+non ha ancora voluto confessare. Ma se vostre illustrissime signorie mi
+lasaranno procedere non dubito trovare il vero. Ma non farò altro finchè
+vostre excellentie non me avisano di quanto habia a fare, quale ubedirò
+senza rispecto alcuno, et a quelle humilmente mi ricomando.
+
+ Papie, XXII aprilis 1479.
+
+Earundem illustrissimarum et excellentissimarum dominationum.
+
+ Servitor
+ JOHANNES CALZAVACHA.
+
+_A tergo._ — Illustrissimis et excellentissimis principibus et dominis
+dominis ducibus Mediolani etc, dominis meis metuendissimis etc.
+
+ Mediolani, — cito — cito.
+
+
+ 3º
+
+Illustrissimi principes et excellentissimi domini domini singularissimi.
+Havemo inteso vostre signorie havere scripto al magnifico domino
+Comissario et Potestà di questa sua città, deba mandare in le mane del
+Capitaneo dela Justitia di quella città certi ebrey qualì, ut dicitur,
+hanno occixo in grandissimo vilipendio de tuta la christianità uno
+fanzullo in la terra de Arena; del quale caxo tuto questo populo, maxime
+li cittadini di questa città, et quanto sonno da più tanto etiam più se
+ne stupisseno et fanno grande murmuracione, che quando sij vero non
+sarebe allo pacto, da esser tollerato, imo speramo vostre signorie ne
+debiano fare grande dimostracione. Et perchè in quella jurisdicione unde
+è comisso el delicto debe anchora esser facta la punicione et sie in
+Pavia. Il che etiam ultra che sii de rasone, e molto honesto poj che il
+loro sangue et persone sonno taliter indebite oltragiate, essendo cossì,
+havemo deliberato mandare da esse vostre signorie il spectabile doctore
+domino Ambroxio Pizono advocato di questa comunità et domino frate
+Guiniforto Strazapata, ambo cittadini, quali ad nostro nome exponerano
+ad vostre signorie circha questo quanto da nuy hanno in comissione.
+Supplicando ad quelle se degnano darli benigna audientia et piena fede
+como ad nuy proprij, como speramo in le prelibate vostre signorie, ale
+quale si ricomandiamo.
+
+ Datum Papie die XXII aprilis 1479.
+
+Earundem dominationum vestrarum fidelissimi servitoris
+
+ Deputati officio provixionis
+ comunis civitatis vestre Papie.
+
+_A tergo._ — Illustrissimis principibus et excellentissimis dominis
+dominis ducibus Mediolani etc., Papie Anglerieque comitibus, ac Janue et
+Cremone dominis dominis singularissimis.
+
+
+ 4º
+
+Illustrissimi principes et excellentissimi domini domini mei
+singularissimi. Quest'hora per Ambroxio correro ho la secunda di vostre
+excellentie data heri circha il facto deli Judei quali mandarò omnino
+questa sera al Capitane dila Justicia, secundo m'è scripto per vostre
+excellentie, quibus me humiliter comendo. Datum Papie die 23, hora
+10^ma, aprilis 1479.
+
+Earumdem dominationum vestrarum, ad Deum devotus orator.
+
+ ANTONINUS MALVICINUS de Font.
+ locumtenens etc.
+
+_A tergo._ — Illustrissimis principibus et excellentissimis dominis
+dominis ducibus Mediolani, dominis meis singularissimis.
+
+
+ 5º
+
+Illustrissimi principes et excellentissimi domini domini mei
+singularissimi. In executione dele litere de vostre signorie ho
+consignato a Johanne da Napoli dicto Rosso et ali compagni suoi
+provixionati de vostre signorie Belhomo judeo quale era qui destenuto,
+aciò che lo debano condure lì in le mani del capitaneo de castello di
+vostre signorie sempre secondo la continencia de epse lettere. A vostre
+signorie mi racomando. Papie die 25 aprilis 1479.
+
+Illustrissimarum dominationum vestrarum
+
+ servus
+
+ JOANNES CALCIAVACHA, eques et doctor
+ commissarius et potestas ibi.
+
+_A tergo._ — Illustrissimis principibus et excellentissimis dominis
+dominis ducibus Mediolani, Papie Anglerieque comitibus, ac Janue dominis
+dominis meis singularissimis.
+
+
+ 6º
+
+ 1479. die XXVIII aprilis de mane.
+
+ Congregatis infrascriptis senatoribus videlicet.
+ Magnifico domino Sfortia Secundo.
+ Reverendo domino Episcopo Comensi.
+
+ Domino Petro Francisco Vicecomite.
+ ” Nicodemo Tranchedino.
+ ” Orpheo de Richano.
+ ” Azone Vicecomite.
+ ” Cicho Symonetta.
+ ” Johanne Symonetta.
+ ” Bortholomeo Chalco } _Secretari._
+ ” Johanne Jacobo Symonetta }
+ ” Francisco Ritio, _Cancellario_.
+
+Fuerunt vocatì dominus Antoninus Malvicinus vicarius reverendissimi
+domini cardinalis Papientis et dominus Ambrosius Pizonus et frater
+Bonifortus Strazapatta oratores Papienses, presente Turlurù puero quem
+asserebant a Belhomo hebreo in Arena crucifixum. Et petentibus ipsis
+oratoribus remitti hebreos detentos ob hanc causam ad potestatem Papiene
+laedatur sua juridictio etc.; fuit eis responsum quod illustrissimi
+principes nostri nolunt rumpere eorum jurisdicionem, sed quia huiusmodi
+imputacio fuit data hebreis alias et tamen fuit inventa falsa, voluerunt
+prefati principes nostri hoc intelligere, quia huiusmodi casus, si
+fuisset verus, erat atrocissimus et offendebat totam christianam
+religionem, ideo erat officium principis hoc ad se advocare et veritatem
+intelligere; et si fuissent reperti culpabiles, fuissent etiam remissi
+ad potestatem Papie ut punirentur. Et sic fuerunt dimissi dicti oratores
+et ordinatum quod scribantur littere huiusmodi responsionis ad
+comunitatem Papie, et, relaxerunt et liberentur omnes hebrej hac de
+causa detenti, et eorum bona eis serventur et extorta restituantur.
+
+
+ 7º
+
+ Ex Mediolano die XXVIII, aprilis 1479.
+
+ Commissario et potestati ac duodecim provisionis
+
+ Comunitatis Papie.
+
+Dilecti nostri. Sonno stati da nuj el nobile doctore messer Ambrozio
+Pixono et Boniforto Strazapatta vostri ambaxatori li quali se sonno per
+vostra parte gravati che havendo noi facto condure qui Belhomo et Donato
+hebrei imputati de havere morto in Arena uno putto nominato Turlurù sia
+lesa la jurisdicione de quella nostra città, allegando la condemnatione
+et punitione deli dicti hebrei, casu quo essent culpabiles, et la
+absolutione sì essent innocentes doversi fare per voi Commissario et
+potestà suo judice ordinario; et per questo rechiedeveno volessimo
+rimettere li dicti hebrei. Noj gli havemo facto rispondere che nostra
+voluntà non fo maj, ne è, alterare ne rumpere la jurisdicione de quella
+nostra fidele Comunità, immo conservarla cusì como la conserviamo a
+tutti li altri nostri subditi. È ben vero che essendone venuto a notitia
+quanto di sopra è dicto della imputatione che se dava alli dicti hebrei,
+et considerato che quando tale cosa fosse stata vera de gravissima
+atrocità tendente in generale oprobrio della christiana religione et ad
+manifesta offensione della dignità nostra, ce è parso como a catholici
+et christiani principi essere nostro officio, et ad noj principalmente
+pertenere la investigatione et cognitione de sì horibile et detestando
+delicto, et fargli quella provisione che alla observantia della fede de
+Christo et al debito et honore nostro sè conveneva. Et per questo havemo
+voluto havere quì li dicti hebrei, et fare investigare con diligente
+examino la verità de questa cosa, con ferma dispositione che trovandosi
+culpabili li dicti hebrei fossero puniti et castigati in quella nostra
+città sotto voj Commissario et Potestà juxta suoi demeriti. Et cusì se
+veneva ad essere satisfacto al honore nostro, alla justicia et al
+desiderio de quella nostra comunità, benchè come principi et signori
+haressimo possuto et possemo simili et altri errori farli punire
+arbitrio nostro, dove et como ad noi paresse più conveniente, et ad più
+salubre exemplo. — Hora havendo effectualmente trovato che tale
+imputatione è stata falsa, et calumniosamente facta, como etiam altre
+volte è accaduto, et essendosi trovato el dicto putto ghiamato Turlurù
+vivo et senza lesione alcuna, conducto al cospecto nostro et veduto per
+li dicti vostri ambaxatori, se siamo maravigliati non senza molestia de
+questa scandalosa inventione dalla quale sonno stati per uscire
+periculosi inconvenienti tra populari et gente imperita; et havemo
+commandato et per tenore delle presente commandiamo che li predicti
+hebrej et tutti li altri destenuti per dicta casone siano liberamente
+relaxati senza offensione et danno alcuno, et alla liberatione deli
+dicti hebrei non c'è parso in cosa tanto manifesta s'y conveniente
+procedere per via judiciaria, ma summariamente quoniam effectus ipse
+declaravit falsitatem dicte imputationis, cuius autor nullus comparuit
+ad accusandum.
+
+De questa nostra resposta et deliberatione havemo voluto darvi aviso per
+nostre littere, perchè distinctamente intendiati el tutto, et
+cognosciati che non haveti casone de posservi dolere de quello havemo
+facto per debito et honore nostro in questa facenda; immo doveti
+referircene gratie et como fideli subditi recevere a beneficio singulare
+che habiamo facto retrovare la verità de sì scandalosa imputatione.
+Volemo et ve comandiamo che debiati provedere, presertim voi potestà et
+comissario, che alli hebrej in quella città et sua jurisdicione non sia
+facta indebita molestia nè ultragio perchè non intendemo comportarlo,
+como a bocha havemo facto dire ad epsi vostri ambaxatori.
+
+
+ 8º
+
+Illustrissimi principes et excellentissimi domini domini mei
+singularissimi. Per exeguire quelo ho in comissione per lettere de
+vostre illustrissime Signorie Mediolani date sub die 28 instantis mensis
+et signate Cichus, de fare restituire tute queli pigni sono tolti ali
+Ebrey de Arena, quali sono retenuti pel el judice del Malleficio,
+Sindici fiscali et notari et familia mia, li quali sindici judice notari
+et familia li ho havuto da mi et li ho facto intendere quelo me comete
+vostre illustrissime signorie sia restituite esse robe ad essi Ebrey
+senza spexa alcuna; et essi me hanno resposto che sono paratissimi ad
+obedire ali comandamenti de vostre illustrissime signorie, et così me
+hano consignate apreso di me tute esse robe. Ma dicono che essendo loro
+stati giorni sei sopra la hostaria cum cavali da victura, pare sia
+honesto siano satisfacti dela loro mercede et deli cavali da victura
+etiam se may non fuseno in dolo essi Ebrey, perchè questi tali officiali
+quali sono andati a fare questa tale descriptione sono in bona fede hano
+obedito ad quelo lì è comandato, maxime che essi Ebrey, per simile poca
+spexa, son certo non serano tropo retrogradi (345). Nichilominus
+exequiro sempre quelo m'è comisso per vostre illustrissime signorie le
+quale pregole se degnano scrivere quelo ho ad fare, se li pare tracta
+qualche composicione per così minima cosa, adciò che questi tali
+officiali in li facti dela camera, quando acaderà, siano più vigilanti,
+ale quale cum fede et devocione sempre me racomando. Datum Papie die
+ultimo aprilis 1479.
+
+Earumdem dominationum vestrarum,
+
+ Fidelissimus servitor
+ JOHANNES DE CALZAVACHA
+ ibidem Comissarius et Potestas.
+
+_A tergo._ — Illustrissimis principibus et excellentissimis dominis
+dominis Ducisse et Duci Mediolani, Papie Anglerieque Comitibus ac Janue
+et Cremone dominis, dominis suis metuendissimis etc.
+
+Dentur in manibus magnifici domini Cichi ducalis primi secretari
+dignissimi etc.
+
+(345) Si noti singolare giustizia de' tempi. Gli Ebrei erano stati
+riconosciuti innocenti, il fanciullo che si pretendeva ucciso da loro,
+era vivo e sano, ma ciò non toglieva che ad essi non si facessero pagare
+le spese del giudizio.
+
+
+ 9º (346).
+
+Bona, et Joannes Galeaz Maria Sforcia Vicecomites Duces Mediolani, ac
+Papie Anglerieq, Comites, ac Januæ et Cremonæ domini, Parte
+universitates heb.^m in dominio nostro commorantium tenoris huiusmodi
+accepimus supplicationem V.^z
+
+Ill.^mi ac Excell.^mi Principes, Già sonno m.^ti anni che li heb.^i del
+duminio uro p. uarij modi sonno statti tribulati et aflitti nelle Robbe,
+et persone sue, non ostante che sempre siano statti pronti, et
+uolenterosi al bene, et utile del statto uro, in modo se trouano in li
+mali termini se le Ecc.^me u͠re non si degnano prouedergli, però che da
+certo tempo in quà sonno perseguitatti nelle persone, et non pensando
+alc.^i u͠ri offitiali quanto più è speso tanto manco gli è rimasto,
+cercando per uia inderetta di molestargli nelle persone de dì in dì, et
+de tempo in tempo studiando far noui inuentioni e che sij uero da dui
+mesi in quà sonno acaduti l'infrascritti casi, V. g. in ualenza
+trouandossi mancare un putto hebbeno suspitione contra li heb.^i di d.^a
+Terra, et li fù minaciato assai, et se per Dio gratia lo putto non si
+fusse trouato annegato in una foppa per certo l'incoreua mal assai.
+Similiter essendo perso un putto di Monte Castillo fù imputato alli
+heb.^i di d.^a Terra e poi fu trouato era caduto uia per una sua amida.
+Il simile accadete a Bormio, item a pauia essendo rimasto un putto da
+sera seratto fuori dal ponte di Ticino, et condotto p. un Zentilhuomo a
+casa sua a' fine di restituirlo à quello de chi era, et non se trouando
+così subbitto, fù suspicato et mormorato contra heb.^i et cercato in
+casa sua et minaciatoli, in modo chel patrone della casa fugito per
+paura, et ancora non è ritornato, et se poi non fusse ritrouato non
+sariano passati senza pericoli, et molestie assai, come è accaduto a
+quello della stradella, et come alias acadete à Pauia che fureno
+sachegiati et fatto leuar il popolo à Rumore à risego di far nascere
+qualche gran scandolo et disordine con detrim.^to et pericolo del statto
+de V. I. S. delle qual cose V. S. sono assai informate le quali sono
+diuulgate non solum in Lombardia ma etiamdio fuori di Lombardia, et li
+imputatti al detto luoco darena p. li tormenti grandi a loro fatti in
+diuersi luochi hanno confessato hauer comesso quello di che erano
+inocenti, et condotti in Castello et a casa del Cap.^o di giust., p.
+tutto hanno Ratificato esser uero ciò haueuono d.^o et se Dio per sua
+gratia non hauesse mandato che fusse trouato sariano statti tratatti
+pegio che quelli da Trento, che Dio sà sel fosse uero ò non pure sperano
+che Dio ne debba fare demostratione al tempo; è p. che se poderia
+desuiare qualche putto fuori del Dominio, aut per qualche altro
+inderetto fine inuilupato da qualche soy emuli per disfargli gli pare
+grauiss.^mo che hauendo persa la Robba debbono sobiacere à tale, è tanto
+pericolo delle Robbe, è persone sue, per che à loro sarà imposibile
+hauer cura ne render conto de quanti putti si perdono nelli paesi doue
+habbitano. Però credono che ne uno de sanno intelleto debbia credere
+tale pazzie come li fi imputato per che la legge sua e nemicha
+dell'Umicidio, Item naturalm.^te cadauno sia crudele quanto si uoglia
+aborisse, et hà in abominatione il sangue humano, et chel sia uero
+ch'essi heb.^i non siano in dolo, si proua pm.^te effecacissime rasone,
+et argomenti, così legalli come naturale, per degnis.^me autoritate, et
+primo per la loro legge Moysaycha gli è prohibito l'humicidio, et in più
+luochi il mangiar sangue non pur humano, mà di qualunque animale se
+sia — et q.^to si osserua tra heb.^i item naturaliter cadauna creatura
+humana hà in erore, et abominatione non solo lo usare mà puro lo uedere,
+sangue humano, ò un corpo morto, quanto magis saria in erore ucidere uno
+p. usare del sangue suo, et chi uolesse dire che questo si facesse in
+dispretio di Christo, se risponde non è uero, ne uerissimile, p. che da
+Christo in quà sono statti m.^ti heb.^i che sono fatti Christiani, et
+Dottori Ecc.^ti di grande fama, et authoritade come S. Paolo, Nicolo de
+lira, Bonaventura, et m.^ti altri che erono informatiss.^mi delli Ritti,
+et consuetudine heb.^e et se hauessero saputo essere tale consuetud.^e
+apud heb.^i p. certo l'haueriano manifestatta, et pupallata, et la
+chiesa non gli haueria non solo concessi m.^ti priueleggi, ma non li
+haueria tolerati ne toleraria, come hà fatto, et fà in tutte le
+prouincie de chrestianitate, mà li haueria scaciati et perseguitatti, et
+cosi li altri S.^ri temporali e spirituali, et se forse se dicesse che
+questa fusse consuetudine secreta si risponde gli sonno statti heb.^i
+Batezzati, per uarie prouincie di chrestianità degni di fede dalli
+qualli si può dimandare, et sapere se l'è uero ò no pure non si toglia
+tale informatione da trouati ne persone leggiere, ma mature, et de buono
+intelleto, et sentimento, et chi dicesse forse li sono alcuni pazzi che
+p. sua fantasia si mettano ad cometter tale neffando mancamento, si dice
+che comuniter li pazzi sono poueri, et non sono patresfamiglias imo
+sonno regiuti da altri, et se uolessero bene commettere tali mancamenti
+li altri suoi non la patirebbono, si per non contrafare alle legge così
+diuine come humane, etiam per non incorere in pericolo et descrimine
+delle persone et robbe sue, et li pazzi non saperiano ne imaginare, ne
+gouernare tale cose, ne haueria rispetto farlo secretto, ò palese, item
+se questo fosse uero li sono ut ita dicant inumerabili heb.^i richi in
+terre de Turchi, Morri, et Saraceni, et altri infideli, che teneno
+schiaui et fameglij et poteriano hauer delli putti ad suo piacere da
+fare cio che uolesseno senza tanti rispetti ne pericoli senza impaciarsi
+da fare tale cose in Terra de cristiani con tanti pericoli non solum
+della robba ma etiam delle persone loro, Item della destrution de
+ierusalem fatta per titto uespasiano in qua che li heb.^i furono
+condotti à roma non si e mai ditto ne trouato habbino fatto tale
+mancam.^to et saria impossibile se lo hauessero fatto che p. qualche
+modo, et in qualche tempo non fusse statto scuoperto, et desiderando de
+obuiare in futurum a tale machinatione, et pericoli, et che all'auidità
+d'alc.^i offitiali, et altre persone sia ripresa et estinta, et gitatta
+à parte in totum, supp.^no ut is attentis si degnano V.^re S.^rie
+scriuere et mandare p. sue patenti le͠re sub indignationis pena alli
+suoi offitiali p.te et futuri, che à modo non s'impazzano da fare
+nouitatte alc.^a occ.^ne alicuius imputationis fiende in antea contra di
+supp.^ts et se pur a V. I. S. non piacesse de cosi fare, saltem si
+degnino scriuere et mandare che acadendo p. disgratie alc.^e imput.^ne
+fatti p. persone degne di fede contra li supp.^ti, che li uff.^li
+predetti siano obligatti sub.^o mandare q.^to tale imputato qua à Milano
+da V. I. S. quali habino ad rimettere la cognitione del tutto a chi li
+pare et piace in la pte città, il quale sia obligato p.^mo et ante omnia
+hauer denanti à se l'imputatori e testimonij quali siano degni di fede,
+et omni eceptione maiores con l'imputati et li diano copia delli inditij
+perchè forsi li purgariano per altra uia che per tormenti, et non
+ficendo purgatti per altra uia non mettono alc.^o d'essi heb.^i alla
+tortura senza partecipatione, et espresso consentimento di uno
+christiano sudd.^to uro effetto per li heb.^i allo esamine ad presso à
+d.^o uffitiale ad cio la cosa passa maturamente et se cosi facendo li
+trouarano in dolo li faciano punire senza alc.^a rimissione, et se
+sarano innocenti de sibi imputatis non siano torterati, robbati ne
+malmenati, et eo casu li falsi imputatori siano poniti pena talionis,
+accio loro imprendano et siano essempio ad li altri da astenerse da
+false imputationi, et cosi s'obuiarà à tali è tanti inconuinienti, et se
+alc.^o falera sarà punito il che hauerano per gratia singolare da V. S.
+alle qualle se raccomandeno, et nelle qualle hanno sua speranza con
+rasone. Cuius intelleto et considerato tenore constitoq., nobis non
+nullis ec memoratis hebreis superioribus diebus fuisse indebitte
+imputatos quemadmodum ec eorum etiam naratur suplicatione nec sensum
+obicientis quas ex ea suplicatione nobis causas exposuerunt sed eas
+admittentes ueluti a ratione non dissentientes dignum arbitramur
+oportune fore prouidendum ne qua indebita afficiantur iniuria, Tenore
+igitur presentium comitimus et expresse mandamus omnibus et singulis
+comissarijs, et potestat. Jusdicentibus, et offitialibus nostris ac
+Pheudatariores nostrorum presentibus et futuris, ut sub indignationis
+nostre pena de cetero, eis oblata uel alicui eom querella seu denuntia,
+uel acusatione, seu imputatione q. alicquis heb.^i seu aliquis eorum
+debuerint seu debuerunt aliquem Christianum seu christianam aliquam
+ocidisse uel aliqua pena afficisse ut eius biberunt sanguinem seu aliud
+quicqua contra fidem Christianam, uel in eius contumelia et iniuriam
+faciant uel q. in graue scelus inciderint, contra huiusmodi imputatum,
+seu imputatos, seu acusatos, non procedant, sed eos legitimis prius
+precedentibus indicijs saltem per duos testes omni suspitione carentes
+seu sufficientia indicia que alies de Iure equiperent: inditijs duorum
+testium, ut puta unius testis omni suittione carentis deponentis de uero
+actu ipsius delitti duntacat personaliter detineat seu detineri faciant,
+ad nos postmodum illico mittendos una cum accusatoribus, et testibus,
+prouidendo deiude ne aliquis fiat tumultus, uel iniuria contra alios
+hebreos uel eorum bona comittentes ex nunc officiali ad hoc p. nos
+deputando, quod p.^mo et ante omnia coram se habeat huiusmodi delictti
+imputatores et testes una cum imputatis indiciorunq. copia ipsis
+imputatis trade͠n: ut ea purgare ualeant infra debitum terminum ipsi
+imputato statuendum, que si non purgauerit id post modum faciat quid
+iustitia suadebit habito apud se ad omnia facenda aliquo iurisperito uel
+causidico christiano, qui bone sit fame per eum seu alios hebreos
+agentes pro eo aligendo, qui intersit ecamini, et sine cuius
+partecipatione et consensu ad predicta, ne aliquid predictorum facere
+possit si uero falso fuerint imputati puniantur imputantes de calumnia,
+et ad satisfactionem damnorum interesse et expensarum, que et quas talis
+indebite imputatus proinde, passus fuerit ac fecerit et ultra contra eum
+ciuiliter et criminaliter fiat quod aduersus similes de Iure fieri
+debet, si uero testes conuincti fuerint de falsitate, contra eos
+procedatur et puniantur secundum formam Decretorum nostrorum super hoc
+disponentium ne heb.^i predicti indebite uecentur cum per ecclesiam
+patiantur, Christianorum terras inhabitare pro christi redemptoris n.ri
+memoria, et hec omnia aliquibus legibus decretis statutis ordinibus et
+consuetudinibus in contrarium facientibus non attentis, quibus quo ad
+premissa ec certa scientia, et de n.re Potestatis plenitud.^ne etiam
+absolute derogamus et derogatum esse omnino uolumus in quorum
+testimonium presentes fieri iussimus et registrari nostriq. sigilli
+impressione muniu. Dat Mediolani die XVIIIJ. Maij MCCCCLXX nono.
+
+Ego Jo Antonius f. q. D. Vincentij de insullo inferiori uerone pub. et
+imperiali authe notarius predicta omnia fideliter exemplaui ab alio in
+carta simili ecistenti mihi esemplandum tradito, et restituto nilq. illi
+addidi uel diminui ita ut mutet sensum sententiamus in aliquo in quorum
+fidem me subscripsi cum signi mei tabelionatus opositione.
+
+ S. Cichus.
+
+ ((SIGNUM BVLLI))
+
+(S T) Ego Jacobus Bagatta f. g. D.ni Bonifatij de S. Michaele ad portus
+uerone pub. ueneta authe not: premissa omnia fideliter exemplaui ab alio
+in carta simili in foleo magno ecistenti mihi esemplandum tradito,
+statimq. postea restituto uel addito, nel dimenuto quod sensum nutet
+sententiaq: in aliquo, in quorum fidem me subscripsi signaq mei
+tabelionatus apposui Consuetum etc.
+
+ [[I B M]]
+
+Nos Jacobus suriano Pottas et michael Priulo Capitanehus Rect.res Verone
+pro ser.mo Ducali Dominio Venetiane uniuersis et singulis attestamur
+suprasc.tum Dominum Jacobum Bagattam esse Notarium publicum et legalem
+istins mag.ce Ciuitatis et eius publicis scripturis hic et ubiq locorum
+plena fides hadibenda esse in quorum fidem et Verone ex offi.o mag.ce
+cam nre fisc.a Die Iune 4.to maij 1626 Ind. nona etc.
+
+Alcides Cimarlinus Coa.r M.e Cam.e uerone Concordat cum suo originali
+Ego fr Dominicus M.a de Bononia Not Apostolius S.ore Inq.m Verone, etc.
+
+(346) Il presente documento si conserva negli Archivii della Comunità
+israelitica di Verona.
+
+
+
+
+ V.
+
+ Massimiliano II.
+
+
+Noi Masimilian secondo Diuina fauente clementia romanorum imperator
+sempre Augusto
+
+ omissis
+
+faciamo noto publicam.^te con le presenti a chiascheduno, sicome
+l'Università hebraica habitante nel sacro Imperio per suoi nontij, con
+scritt.^re degne di fede humilm.^te ha fatto presentar un preuilegio,
+ouer imunità all'istessa uniuersità heb.^ca dato et concesso
+gratiosamente dall'inuitiss.^mo Imperator Carlo Quinto felice memoria
+n.ro diletto cugino, et socero, qual è del tenor è di parola in parola
+come qui a basso cioè
+
+Noi Carlo Quinto
+
+ omissis (347)
+
+“Hauendone più oltre segnificato l'uniuersità heb.^ca qualm.^te più
+uolte sonno statti imputatti che per il lor bisogno sia necessario auer
+sangue Christiano, et per cio per colpe, et fatti qualli debeno per essa
+causa perpetrare à Christiani non è manifesto à sciente fatto ne ancora
+sufficiente proue, et inditij, mà per causa di depressione, et
+suspitione; ò uer à nuda delatione, ò simplice segnificatione de suoi
+maleuoli contra li loro priuileggi, et antichi consueti sono
+grauissimamente molestatti, tratenuti captiui, tormentatti, condenati di
+uita alla morte, tolto le lor robbe et facultà, euidentem.^te non
+obstante che li santiss.^mi padri n.ri li pontefici habbino fatto
+dichiarat.^ne et prohibitione di credere, et ancora il q. N.^ro S.^re et
+Attauo imperator fedrico preclariss.^me memorie per tali papali
+declarationi specialm.^te fatto espedire seriose comess.^ne et mandati
+per tutti li statti del Imperio, et specialm.^te ad alcuni di essi di
+tal intento desistere, et etiamdio prouedere, et non permetter quello
+anci occorendo tali casi rimetter quelli à sua Maiestà, come supremo
+S.^re et giudice dell'unita heb.^ca senza alcun mezzo spetante, et
+seriosam.^te hà commandato etiam contra li priuilegij, et antichi soliti
+delli heb.^i grauem.^te molestatti pregionati, tormentati, di uita alla
+morte, condenati, et li beni et facultà loro uiolentem.^te statti tolti
+et noi per esse declarationi papale, ò dell'espeditte comissioni del
+n.ro Attauo imper.^re Fedrico preso tanta informatione che quello è
+imputatto alli heb.^i necessario non hà da esser. Pertanto etiam per
+altre più cause mouente ordinamo et sancimo, che p. l'hauenire ne un di
+qual sia grado si uoglia per tal causa prenda più ne un heb.^o ò heb.^a
+et senza precedenti, et sufficiente inditij, o uer proua di Testimonij
+fide degni, ò trouando in frangenti crimine non tormentatti, ne
+condenati da uita alla morte, Ma occorendo tali querimonie ò imputationi
+quel p.^mo rimettere, o riportare a noi, et nri sucessori Rom:
+Imperatori, o Regi, come suprema superiorità in Imperio dell'Uniuersità
+heb.^a et cui eupeture la risolutione, per il che statuimo, ordinamo,
+sancimo, declaramo, et uolemo, dalla predetta ampia nra atta imperiale,
+et di certa scienza che per l'auuenire tutti li priuileggi, ire,
+libertadi, gratie, defensioni, protectioni, saluaguardie, saluicondotti,
+et confermatione della prefatta uniuersità heb.^a in tutti, et cadaun
+suoi punti, articoli, clausale, continentie, sententie, comprehensioni
+siano totalmente roborosi, ualidi et stabilm.^te osseruati, et essequiti
+in tutti i modi, come tutti et cadauno specialm.^te di parola in parola
+in questa nra imperial Lra fussero descritti, et espressi, quali
+etiamdio sono in q.^a sufficientem.^te compresi et espressi hauer
+uolemo, Et ancora che la prefata unita heb.^a et suoi sucess.^ri
+generalm.^te et specialm.^te debba hauer li soprascritti nostri di nouo
+concessum Priuilegij, gratie, deffensioni, protectioni, saluaguardie, et
+saluicondutti, permanere in quelli, et contra essi, ne in generale, ne
+in speciale da niuno, ne per rapina, offensione personale ne reale di
+beni, et facoltà loro, ne espulsione, ne ridutione, obserciatione di
+scole sinaghoghe di essi, ne alias per altra uia debano esser molestatti
+perturbati, et impediti, anci loro, et suoi sucessori q.^ti quietam.^te
+godere et fruire posino, et debino senza impedim.^to da niuno et si e
+contra inscientem.^te o importuna instantia, da noi, o nri sucessori in
+imperio si statuisse è concedesse, ò si espedisse alcuna cosa in
+contrario alli sopradetti, et à questo nro priuileggio parim.^te se a
+quelli se facesse acordo alcuno ò altro incomparso senza nra uolonta et
+assenso tutto questo contra essi non debba hauer effetto ne robore, ne
+ualore, anzi tutto esser inualido infirmo, et impregiudiciale; Per che
+noi tutto questo, et cadaun particolarm.^te ec nunc pro ut ex tunc, et
+ec tunc pro ut ex nunc, cassamo, anulamo, irritamo, inualidamo in uirtù
+di q.^ta lera sopra cio comandiamo à tutti, et qualunque Principi
+ecclesiastici, et seculari, prelati, Conti, Baroni, S.^ri cauaglieri,
+Nobili, Capitani, Prefetti, Prouinciali, Vicedomini, Profetti,
+Locotenente, officiali, Giudici, Potestadi, Consiglieri, Cittadini,
+comuni, et tutti li altri nri et del Imperio sudd. fideli, di qualunque
+grado, Dignità, ò conditione, siano pnti et futuri, seriosamente con
+questa littera, et uolemo che lassate totalm.^te permanere la prefatta
+nra unita heb.^a in generalità et particularità, con le sopra scritte
+papali declarationi, et de nri Predecessori nel imp.^rio et q.^ta nra
+libertà, priuilegij, confirmatione, deffensione, protectione,
+saluaguardie, et salui condotti, osseruare, defendere, et protegere, et
+non contrafar, ne ad' altri permetter contrafar in modo, et in uia
+niuna, cossi cara à cadauno sia la nra, et imperii indignat.^ne, et pena
+graue, è ancora molta nominatiua di schiuare Marche cinquanta d'oro
+puriss.^mo quale cadauno tante uolte temerariamente contrafarà, se non
+uorà abstenersi, la qual per la mittà à noi, et la nra imperial cam.^a
+et l'altra mittà all'Unita heb.^a ò uer alli offesi irremisibilmente
+sarà aplicata senza Inganno. In fede de cio sigilato col nro imperiale
+appendente segillo.
+
+“Datta in nra, et imperij, Cittade Spira alli 3 del mese di Aprille di
+poi la nattiuità di Christo diletto S.^re 1544: Nel nro imperial gouerno
+nel uigesimo quarto ò altri nri Regni nel uigesimo nono anni etc.”
+
+Et de più humilm.^te han pregato, et supplicato à noi, come Imp. de Rom.
+che gratiosam.^te ghe uogliono renouar, confirmar et aprobar i suoi
+descritti Priuileggij et immunità
+
+ omissis (348)
+
+Datta nella nra ò del nro Imperio. Città d'Augusta alli 8 del mese di
+marzo dopo la natiuità del nro S.^re e saluator 1566: nel nro imperial
+gouerno nel quarto nel Hungaro nel Terzo, et nel Boheno nel 18 anno etc.
+Masimigliano
+
+Vice ac Nomine R.^mi Dni Archicancell Magautini
+
+Ad m.^tu sac. ces. Miti propriu.
+
+ V. Io: Bap: Weber e. Haller etc.
+
+_Ego Gaspar f. q._ D. Iac. Antonis de seraualle pnb: imperiali autte
+not.s et V. Cancell. Mag.ce Coiatis Rob.ti attestor fidemque indubia
+facio quibuscuq — Priuilegium concessa Uniuersitatti Hebraice ab
+inuictissimo Cesare Carolo Quinto sub die 3 aprilis 1544: ex Ciuitate
+Spire et confirmatum ab inuictissimo Cesare Masemigliano secundo ex
+Ciuitate Auguste sub die 8 Martij 1566: munitum sigillo magno imperiali
+
+ omissis
+
+et hoc ec suo authentico transupto e lingua germana, qua caleo in Italam
+fideliter, et sincere, a suo sensu penitus non discendis uertisse, et
+traduisse in omnibus pro ut sopra etc in quoru testimoniu me manu
+propria subscripsi, signoq. meo actis tabelionatus solito muniui
+
+ Ad Laudem Dei Opt.i Maximi
+
+Nos Carolus Rusca. I. V. D. Perginen: Roboretti, e sui districtus
+pretor — omissis (349) — Roboreti die X Juni. MDCII.
+
+Ego Jacobus Bagatta f. q. D. Bonifatij de S. Michaele ad portas Verone
+publicus Veneta Anthe Notarius (350). . .
+
+Nos Iacobus suriano Pottas, et Michael Priulo capitaneus Rectores Verone
+(segue la legalizzazione). Verone ex uff. magn. Cam.e n.re fisc.s Die
+lune 4.to maij 1626. Ind. nona. — Concordat cum suo originali ver.a F.
+Fr: Dominicus M.a de Bononia Not.ro Apliu S.ne Inq.nis Verone.
+
+(347) Conferma i privilegi concessi agli Ebrei dai Pontefici ed
+Imperatori e stabilisce varie disposizioni in loro favore.
+
+(348) Segue l'approvazione, la sanzione è: — la graue indegnatione n.ra
+o dell'imperio, et di più sotto pena di sessanta marche —
+
+(349) Segue la legalizzazione.
+
+(350) Segue autenticazione della propria copia.
+
+
+
+
+ VI. *
+
+ Martino Lutero.
+
+
+_Tomo 5, Witt. Foglio 443._ Pregai si trattasse bene (gli ebrei) si
+istruissero nella Sacra Scrittura, e così avrebbero potuto rimanere
+presso di noi; ma se noi li cacciamo colla forza, li incolpiamo di avere
+sparso sangue cristiano, di puzzare e _di altre simili sciocchezze_,
+trattandoli come cani, qual guiderdone possiamo da essi sperare? (351).
+
+(351) Vedi CHRISTIANUS CERSON: “Der Jüden Talmud 1613” _Epistola
+dedicatoria_ al principe Enrico Giulio, vescovo del convento di
+Halberstadt, duca di Brunswick e Lüneburg; GIOVANNI CRISTOFORO
+WAGENSEIL: _Benachrichtigungen_, 1705.
+
+
+
+
+ VII. *
+
+ Stefano Re di Polonia
+
+
+Noi Stefano, per grazia di Dio, Re di Polonia, _omissis_, pubblichiamo a
+tutti ed a ciascuno che ne abbia bisogno.
+
+Giunse a noi ed alle nostre orecchie, cosa meravigliosa e da noi non
+prima udita, sulla uccisione di fanciulli cristiani e precisamente sul
+ratto e sulla uccisione del figlio di un certo eccellentissimo
+Studsionsky nel circolo di Gostina. Siccome non soltanto si sospettano
+gli Ebrei di questo misfatto, ma vengono anche apertamente accusati,
+così crediamo necessario investigare e cercare premurosamente quanto
+siavi di vero in quest'accusa; e tanto più ciò ci sembra necessario in
+quanto simili accuse non si sollevano ora per la prima volta, essendo
+per numerose testimonianze venuto a conoscenza nostra che già da lungo
+tempo si è sparsa la voce aver gli Ebrei rubato ed ucciso fanciulli
+cristiani ed anche comperato (per farne vilipendio) il Santissimo
+Sacramento, voce che dette origine a scene deplorevoli.
+
+Ora avendo due gentiluomini Studsionsky portato apertamente dinanzi a
+noi una simile accusa contro gli Ebrei ed avendoci mostrato un fanciullo
+morto, ordinammo si procedesse a severe indagini. Siffatte indagini
+furono dai nostri ufficiali condotte col maggior zelo, furono citati gli
+Ebrei e da ambe le parti si addussero prove e testimonii per porre in
+luce il vero; il risultato fu che non soltanto gli Ebrei non erano
+colpevoli, ma che nessun sospetto poteva venir su di loro formato. Anzi
+i predetti signori, saputo di essere stati tratti in errore e che nulla
+si era rinvenuto a carico degli Ebrei ritirarono l'accusa. Dimostrata,
+nel modo più assoluto, la loro innocenza in questo fatto, gli Ebrei si
+lagnarono meco amaramente perchè da queste popolari credenze che essi
+abbisognando di sangue cristiano, rapissero ed uccidessero fanciulli
+cristiani, o che vilipendessero il Santissimo Sacramento comperandolo
+dai Cristiani, e facendone spicciare sangue umano, non soltanto erano
+derivate loro numerose persecuzioni, ma s'eran trovati spesso in
+pericolo di vita, ed avevano dovuto soffrire crudelissimi martirii e
+persino acerba morte. Dopo averci dimostrato, con decreti e privilegi
+dei nostri antecessori, l'ingiustizia di tali pene, ci supplicarono
+caldamente, per mezzo di alcuni nostri Senatori, di provvedere, in modo
+definitivo, perchè non abbiano per lo stesso motivo a rinnovarsi gli
+insulti, le persecuzioni ed altre ingiustizie di cui già ebbero a
+soffrire. Commossi da questa preghiera, e desiderando precludere l'adito
+a simili calunnie e rimuovere una causa di tumulti e di persecuzioni che
+gli Ebrei ebbero spesso a soffrire per questo argomento, abbiamo
+deliberato in base alla nostra ferma convinzione ed in seguito a parere
+dei nostri Senatori, che nessuno osasse d'ora innanzi muovere agli
+Ebrei, nel nostro Regno e nei nostri dominii, l'ingiusto rimprovero del
+rapimento e dell'uccisione di fanciulli cristiani, o della compera del
+Santissimo Sacramento. Ed essendo essi innocenti di entrambi questi
+misfatti non devono perciò essere calunniati, nè accusati dinanzi un
+giudice o qualunque altro magistrato, essendosi nel fatto dimostrato che
+queste accuse non hanno base di fondamento, e che gli Ebrei non fanno
+uso di sangue, nè cercano di procurarsi il Santissimo Sacramento. Perciò
+chiunque si facesse lecito di ripetere tali accuse, vogliamo che, senza
+riguardo a rango, venga severamente punito, come autore di grandi
+disordini. Chi dunque incolpasse gli Ebrei di questi misfatti sarà
+punito come calunniatore; e colui che per questi motivi portasse contro
+di essi un'accusa dinanzi ad un giudice, sarà passibile della _poena
+talionis_ e dannato nel capo.
+
+Questa nostra decisione portiamo a cognizione di ciascuno che avesse
+bisogno di saperlo, e specialmente vogliamo che venghi notificato a
+tutti i Woiwodi, Starosti e Sottostarosti ed in generale a tutti
+impiegati, Sindaci e Consiglieri, ed ordiniamo che la Nostra Volontà sia
+da essi strettamente eseguita, portata a cognizione di tutti perchè
+agiscano solamente secondo la Nostra Volontà, altrimenti cadrebbe su di
+loro la nostra disgrazia.
+
+Noi firmiamo per maggior sicurezza questo scritto e vi apponiamo il
+suggello della Nostra Corona.
+
+Dato a Varsavia il 5 del mese di luglio dell'anno del Signore 1576 nel
+secondo anno del nostro Regno.
+
+ STEPHANUS ELECTUS REX.
+
+
+
+
+ VIII.
+
+ Sentenza a favore di Giuseppe, Ebreo veronese.
+
+
+Exemplum ab alio ex concione undecima Ill.^mi D.ni Iustiniani contareno
+Verone Potestatis die ult.^o mensis februarij milesimi sexcentesimi
+tertij Jndictione prima
+
+ De
+
+Ioseph hebreus q. Abrahamini dictus anselmi *Accusatus a Bernardino
+Bertono* calligarum resarcitore de sancto marco quia cum sero factum
+esset uigilie admirabilis ascensionis D.ni anni modo lapsi non nulli
+adolescentuli puerilibus iocis incumberent in curte uulgo nuncupata di
+Panthei idem Joseph scienter et dolose eiusdem Bernardini paruulum
+figlium hostio proprie domus assidentem ui rapuerit ac inuolutum palio
+nisi fuisset impijs eius manibus ereptus in uicinam heb.^m stationem
+deferre tentauerit uel ut christianam animam è gremio sacrosancta
+Ecclesia matris disceptam ad iudaicam perfidiam, et perditionem
+deduceret, uel ut eodem infante crudeliter necato, et sacratiss.^me
+morti n.ri saluatoris illuderet et innocenti sanguine ad pessimos et
+nefandos usus uteretur sicut alius factum esse quibusdam
+circonforanete — historie monamentis probare conatus est ipse accusator
+uel etiam ut huiusmodi facinore uindicaret amissionem figlie sue que
+quide per lauacrum regenerationis ab eius prauitatis errore ad aternam
+salute confugere proximis precedentibus mensibus elegerat, et ut in
+processu diffuse legitur.
+
+Detentus et constitutus dictus Joseph negauit tantum comissise scelus et
+ipsi deffensionibus intimatis tam in scriptis quam in uoce p. Exc.^m
+eius aduocatum nedum suas satis legitimas deffensiones deduxit uerum
+etiam demonstrauit uarijs allegatis sacre bibilie locis hebraicum ritum
+a sanguinis effusione abhoreri, segnificando etiam quod uarij principis
+hanc huiusce sanguinis usus famam pro uana nulla et falsa habuerunt
+publicis datis priuilegijs *nempe Bona* et Ioannes Galeatius Maria
+Sfortia Duces Mediolani ut constat sub die 19 maij 1479. Petrus Mocenigo
+Dux Venetiarum sub die 22 aprilis 1475 (352): et denique fridericus
+tertius Carolus Quintus et Maximiglianus secundus sub die octauo martii
+1566; in quibus affirmatur olim à sanctissimis pontificibus prohibitum
+fuisse quicquam credere de huiusmodi obiecto impio sanguinis christiani
+abuso, et ex quibus omnibus tollitur omnis suspitio tam facinorosi
+sceleris obiecti, Eà propter Ill.^mus Dnus Potestas una cum Ecc.^mo
+consulatu antedictum Joseph relaxauit.
+
+(352) In un foglio sciolto unito al libretto è citata questa Ducale come
+esistente — nel Registro di Padova in Bergamina sig.to con Letra M
+nel'Arcivo della Cancelaria pretoria di padous a 118.
+
+Ego Christophorus Nicolius notarius deputatus ad conciones comunis
+uerone antedictam sententiam per me scriptam et publicatam esemplaui et
+in fidem manu propria scripsi et subscripsi cum meo sollitto
+tabelionatus segno.
+
+(L T) Premissa sententia fideliter exemplata fuit per mè Cyprianum
+masser.m D. Baptista figlium publicum ueneta auctoritate not.m ab alio
+simili exemplo autentico sub signo et nomine contedicti q. D.
+Christophori Nicolij, in quorum testimonium me propria manu subscripsi
+solito tabelionatis signo apposito.
+
+Nos Jacobus surianus pro ser.m Ducali D.nio uenetiarum e Verone et
+Districtus Potestas. Uniuersis etc. attamur suprascriptum D. Cyprianum
+Masserium esse notarium publicum huius ciuitatis cuius publicis
+scripturis ubique locorum plena fidis merito est adhibenda In quorum
+etc. Verone die 5 Maij 1626.
+
+ Aloysius Cinthius Coad.r Pret.s m. etc.
+
+Presens copia desumpta fuit ex suis proprija originalibus de uerbo ad
+uerbu aliena manu mihi in fida; et collationata concordat, salua semp
+megliori.
+
+Fr. Dumenicus M.a de Bononia eiusd' ord.e Magr et Inq.or Verone attestor
+d.m f. Dom.cus Marie esse Not.mo huius S.te Inq.nis.
+
+
+
+
+ IX.
+
+ Giovanni Cristoforo Wagenseil.
+
+
+Aiutaci o Dio! Come è mai possibile scoprire la verità in mezzo a tante
+schifose accuse, ognuna delle quali contraddice alle altre? Come non
+capir subito che non le sono che miserabili chiacchiere, e che da bocca
+cristiana mai dovrebbe esser proferita l'accusa che gli Ebrei in diverse
+occasioni si servano di sangue cristiano? E meno male ancora non le
+fossero che chiacchiere, ma pensare che in grazia di queste maledette
+menzogne, gli Ebrei furono maltrattati e torturati, che migliaia e
+migliaia ne furono messi a morte è cosa che commuoverebbe e farebbe
+gridar anche le pietre. (_Benachrichtigungen_, p. 130 e seg.).
+
+Fu, ed è sempre, opinione fra i Cristiani, che gli Ebrei abbiano bisogno
+di sangue cristiano per mischiarlo agli azimi che mangiano di Pasqua ed
+al vino che bevono. Io stesso sono stato spesse volte spettatore quando
+Ebree od Ebrei, (perchè fra gli Ebrei anche uomini ricchi ed a modo
+sogliono aiutare a queste incombenze per far onore alla festa di Pasqua)
+apparecchiavano la pasta per le azzime, vidi come l'impastavano, come
+levavano la _Challa_, la bruciavano e dopo allestita la focaccia la
+infornavano, ma non mi accadde mai di osservare vi mischiassero qualche
+cosa che assomigliasse a sangue.
+
+Fra tutti gli altri oggetti ed arnesi che gli Ebrei credono sacri e di
+cui si servono nelle loro funzioni posseggo anche una grande focaccia
+d'azimo e posso mostrarla a chicchessia per provare che non vi si trova
+la più piccola traccia di sangue. Il vino che si beve durante le feste
+di Pasqua deve essere _cascher_ o purissimo, e guai se un cristiano
+avesse toccato, soltanto col dito mignolo, il torchio od il tino nel
+quale viene preparato, tanto meno adunque si permetterebbe vi si
+mischiasse una goccia di sangue cristiano (_ibid._, p. 132 e seguenti).
+
+Qui non si tratta di sapere se un ebreo insultato da un fanciullo
+cristiano possa averlo ucciso. Il caso può benissimo essere accaduto,
+assai raramente però, se lo stesso dottissimo Grozio potè scrivere nel
+5º libro del suo _De Verit. Rel. Christ._ che gli Ebrei non incorrono nè
+in idolatria, nè in adulterio, nè in reati di sangue. “_Judaeos a tanto
+tempore nec ad falsum Deorum cultum deflexisse ut olim nec caedibus se
+contaminasse nec de adulteriis accusari_” (_ibid._, p. 149).
+
+A nulla valgono le stesse confessioni degli Ebrei perchè strappate loro
+con torture e tormenti così terribili che essi avrebbero confessato ben
+più di quanto non si pretendeva da loro. Taccio di quei malvagi
+Cristiani che bene spesso volendo denunciare gli Ebrei, per avvalorare
+l'accusa, uccidevano, Dio sa in che modo, i loro stessi bambini, ed i
+cadaveri o mettevano segretamente nelle case degli Ebrei, o
+sotterravanli nelle cantine o nei giardini loro, fatti questi pei quali
+migliaia e migliaia di Ebrei non soltanto furono spogliati dei loro beni
+e ridotti alla miseria, ma furono eziandio giustiziati coi più orribili
+supplizi (_ibid._, p. 198).
+
+Malgrado accurate indagini, non mi venne fatto di trovare nessuna legge
+che scagionasse gli Ebrei dall'accusa di usar sangue cristiano,
+eccezione fatta per una legge di non so qual re di Polonia (353), che
+trovasi in un _Codice manuscripto_ ben ordinato e conservato nella
+biblioteca di Lipsia col titolo: _Promtuarii statutorum omnium et
+Constitutionum Regni Poloniae_ di _Paulo Scerbicz anno_ 1590 _ad usum
+domesticum_, dove nella parte 1ª, cap. 15, _De Judaeis_, leggesi:
+_Judaeus caedis pueri Christiani accusatus tribus Christianis, et
+totidem Judaeis convincatur: alioquin pro usu humani sanguinis non
+culpetur. Deficienti vero Actori in probatione poena talionis
+irrogetur (354)._
+
+Volesse Dio che leggi così giuste si fossero fatte dovunque, e si avesse
+spiegata maggior oculatezza allorquando gli Ebrei venivano accusati o
+per calunnia o per futili indizi prima di ricorrere alla tortura ed al
+supplizio per far loro confessare ciò che si voleva. Se poi talvolta fu
+provato aver gli Ebrei commesso qualche misfatto, ed è inevitabile che
+in un gran popolo non si trovino dei malfattori, non avviene ogni giorno
+lo stesso anche fra noi Cristiani? Perchè dunque non punirli, secondo
+giustizia, in ragione del delitto commesso, invece di sottoporli a pene
+stravaganti, colpendo assieme colpevoli ed innocenti ed ammazzandoli
+alla rinfusa? Le autorità dovrebbero pensare all'ammonizione del Re
+Giosafat: “Riguardate ciò che voi fate; perciocchè voi non tenete la
+ragione per un uomo, ma per lo Signore, il quale è con voi negli affari
+della giustizia. — Ora dunque, sia lo spavento del Signore sopra voi;
+prendete guardia al dover vostro e mettetelo ad effetto; perciocchè appo
+il Signore Iddio nostro non vi è alcuna iniquità” (2 _Croniche_ XIX, 6,
+7). Esse avrebbero dovuto pensare a non gravare le loro povere anime e
+le loro conscienze della scomunica pronunciata da migliaia di leviti, e
+confermata da un Amen di centinaia di migliaia di persone contro chi
+contravviene ai precetti del _Deuteronomio_ (XXVII, 19, 25) “Maledetto
+sia chi pervertisce la ragione del forestiere, dell'orfano e della
+vedova. Maledetto sia chi prende presenti per far morire l'innocente”
+(_ibid._, pag. 203 e segg.).
+
+(353) Boleslao il Pio, duca di Kalisch, nell'anno 1274. (Regnò col nome
+di Boleslao V, 1227–1279). Vedi Sternberg, _Geschichte der Juden in
+Polen_.
+
+(354) Un ebreo accusato di aver ucciso un fanciullo cristiano deve
+essere convinto colla testimonianza di tre ebrei e di tre cristiani;
+senza di che non potrà essere condannato per uso di sangue cristiano; se
+l'accusatore non potrà in tal guisa provare la sua accusa sarà punito
+colla pena del taglione.
+
+
+
+
+ X. *
+
+ Parere della facoltà teologica di Lipsia dell'8 maggio 1714.
+
+
+Dopo che certi accaduti avvenimenti esigono la soluzione del quesito “se
+si possa provare e credere che gl'Israeliti, secondo le leggi della
+propria religione, o per introdotte superstizioni, abbiano bisogno del
+sangue d'un cristiano, e che uccidano secretamente teneri fanciulli, che
+procurano di rapire” fu sopra ciò desiderato anche il nostro
+coscienzioso parere in nome di S. M. il Re di Polonia e del serenissimo
+principe elettore di Sassonia.
+
+Quindi noi, conforme il nostro umilissimo obbligo, incominciamo la
+soluzione del quesito con una negativa, e di tale nostra negazione
+alleghiamo le ragioni seguenti:
+
+I. Prima del 13º secolo dalla nascita di Cristo non si è parlato mai di
+questa grave accusa addossata al popolo ebreo, nè in tempi in cui niente
+si perdonava alla nazione ebrea, si saprebbe trovare conferma di ciò in
+qualsiasi documento, nè degli Ebrei dell'Oriente nè dell'Occidente.
+Perchè dunque dovevano gli Ebrei per così lunga epoca ommettere una
+crudeltà, e tosto dopo quest'epoca averla incominciata? Perchè non
+dovrebbero essi averla commessa del pari nei primordi del Cristianesimo,
+che quasi s'innalzava sulla loro rovina, ed allorquando la gelosia e
+l'amarezza dovevano esser maggiori? Perchè dovrebbero essi aver ommessa
+questa pratica ai tempi degli imperatori pagani, allorquando con maggior
+sicurezza potevano eseguirla? Perchè incominciare allora soltanto quando
+maggior pericolo li attendeva sotto principi cristiani? O come avrebbero
+taciuto questa cosa i Cristiani dei primi tempi, a cui tali fatti non
+potevano rimanere celati, mentre essi d'altronde non sanno mai
+abbastanza descrivere l'odio degli Ebrei contro di loro?
+
+Ma per procedere alquanto innanzi colla storia intorno a questo fatto, e
+mostrar più chiaramente la sua falsità, osserviamo che intorno al 13º
+secolo, l'odio contro gl'Israeliti, in Germania particolarmente, erasi
+grandemente aumentato, e ciò principalmente a cagione di un certo monaco
+di nome Rodolfo, il quale, secondo ogni apparenza, tratto da ambiziosa
+imitazione di quelli che predicavano la crociata contro gl'infedeli in
+Oriente, instigò il popolo in Colonia, Spira, Magonza e Strasburgo a una
+simile crociata contro gli Ebrei, immaginandosi di acquistarsi così una
+fama in Germania come San Bernardo in Francia colle crociate contro i
+Maomettani; ma appunto il Santo Bernardo, in una lettera diretta ad
+Enrico Arcivescovo di Magonza, dannò il da colui eccitato eccidio degli
+Ebrei, lettera che s'incontra fra le sue epistole. Ciò nondimeno si
+continuarono nelle publiche prediche le veementi accuse; e varii frati
+si adoperarono valorosamente ad empire non solo le loro prediche, ma
+anche i loro libri di simili tragiche favole contro questa nazione,
+favole che facilmente irritavano il volgo insensato. Fra tali favole si
+è diffusa anche questa dell'uso del sangue cristiano in varie pratiche
+di religione o superstizione ebraica, e potrebbe ben essere che a ciò
+avesse dato occasione una sentenza dei dottori ebrei (spiegata da Elia
+levita nel suo Tisbì) la quale dice che niuno potesse sedere in
+Tribunale, vale a dire coprire onorevole carica se non avesse _damim_
+(la quale parola suona _sangue_ ed anche _denaro_ e qui è da intendersi
+nel senso di denaro).
+
+L'epoca della favola ci è resa nota e chiara da Papa Gregorio IX, il
+quale, dopo scrupolose indagini intorno alle accuse che venivano date
+agli Ebrei, volendo impedire che si versasse il loro sangue, mandò
+fuori, nel 1235, una bolla pontificia, nella quale dichiara gli Ebrei
+immuni da questo e da altri delitti di cui venivano incolpati, e si
+lagna che tali accuse provengano dall'avarizia dei loro autori i quali
+agognano ai beni degli Ebrei, ed abusano della religione cristiana per
+palliare il proprio desiderio di arricchire; le quali cose egli ripete
+ancora in una bolla dell'anno seguente, come pure in un'altra diretta a
+San Luigi Re di Francia. Egli fu imitato, nell'anno 1247, dal Papa
+Innocenzo IV, in un'epistola agli Arcivescovi d'Alemagna, in cui
+esplicitamente rigetta come una falsità che gli Ebrei uccidano fanciulli
+cristiani e facciano uso del loro sangue.
+
+E così pure gl'imperatori romani, incominciando dal decreto, intorno a
+ciò promulgato dall'imperatore Federico III, hanno riconosciuto gli
+ebrei innocenti rapporto a questa accusa; lo che apparisce dal
+formulario dei privilegi ad essi confermati, come da quelli che sogliono
+essere accordati dagli imperatori quando vengono eletti, come può
+vedersi presso Linneo, tomo I, addit. _ad 1, 3, c._ (355).
+
+Con eguali pubblici attestati furono gli Ebrei difesi da quest'accusa da
+Galeazzo e Bona Sforza Duchi di Milano, da Pietro Mocenigo, Doge di
+Venezia, e da altri grandi principi i quali facilmente si citerebbero,
+se ciò non ci portasse troppo in lungo.
+
+Se poi nell'esame storico di questa cosa cerchiamo i giudizi d'uomini
+celebri intorno a questo fatto, troviamo che Pietro di Blois, nel libro
+_Contra perfid. Jud._, c. 8, dà chiaramente a divedere com'egli teneva
+la cosa per dubbiosa. Il dottor Martino Lutero nella parte undecima
+dell'antico Testamento, fol. 323, ha già da lungo tempo rigettata questa
+favola, che cioè gli Ebrei abbiano bisogno del sangue di un Cristiano,
+qual menzogna e follia. Lo stesso fece anche Horembek nei prolegomeni
+del suo libro _De convertendis Judaeis_, ed il professore, peritissimo
+nelle cose giudaiche, Wagenseil nel suo _Infundibulo_, _pag._ 99, ed in
+una apposita confutazione dell'opinione che gli Ebrei abbiano bisogno
+del sangue di un Cristiano, si è dichiarato contro questa calunnia. La
+rigettò anche di recente il celebre Basnage nel settimo libro della sua
+storia degli Ebrei. E ciò prescindendo da quanto hanno scritto a propria
+difesa contro questa falsa accusa in particolare Abarbanel nel suo
+_Ezechiello_, 36, 13; l'Ebreo Cardoso nel suo libro in lingua spagnuola
+“_Los Excell.: decima calunnia de los Hebr._ pagina 412”; Isacco Vira
+nel _“Vindice sanguinis”_ e gli Ebrei di Metz in uno scritto pubblicato
+a Parigi nel 1670 col titolo: _Factum servant de réponse au livre
+intitulé: Abrégé du procès fait aux Juifs de Metz._
+
+Dacchè esiste la religione di Cristo, abbiamo veduto molte migliaia di
+Ebrei che l'hanno abbracciata, e fra questi neppure uno ha potuto
+deporre una testimonianza degna di fede in conferma di questa favola. Al
+contrario, il profondo dotto Cristiano Gerson, passato al Cristianesimo
+con onore sincero, ha combattuto questa favola, nella prefazione del suo
+Talmud degli Ebrei. Con lui è d'accordo il noto Pfeffercorn nel _Spec.
+adhort. Jud._ parte II, dove egli fa una buona distinzione, dicendo che
+potrebbe ben essere che si sieno trovati degli Ebrei e che oggidì pure
+se ne trovino, che spinti da collera, odio e vendetta, uccidano
+segretamente un fanciullo Cristiano, nella stessa guisa che in mezzo a
+tutte le nazioni non può evitarsi qualche bricconeria; ma sostiene non
+potersi dare che ciò avvenga per aver essi bisogno del sangue di un
+Cristiano.
+
+E il di sopra citato signor Wagenseil nella suaccennata confutazione, p.
+163, attesta in nome della verità di Dio e del padre di Nostro Signore
+Gesù Cristo che fra tanti Ebrei battezzati che egli ha praticati, non ne
+ha trovato uno che confessasse che i suoi connazionali adoperassero in
+certi casi il sangue d'un Cristiano, per quanto egli intorno a ciò
+gl'interrogasse tutti accuratamente.
+
+Noi potremmo a tutto ciò aggiungere la testimonianza di Tommaso, che
+viene ritenuto per un Ebreo convertito al Cristianesimo, il quale
+interrogato sopra questa cosa da Alfonso Re di Spagna, la negò,
+adducendo ragioni dedotte dalle leggi giudaiche, le quali non permettono
+ad un Ebreo simile uso del sangue, come puossi diffusamente riscontrare
+nel _Scevet Jehudà_, fol. 6, col. 2, ed anche nel _Giudaismo svelato da
+Eisenmenger_, tom. II, cap. III, pag. 226. Veramente gli annali della
+Chiesa dopo il tredicesimo secolo abbondano di diversi esempi di tali
+omicidii commessi dagli Ebrei, e fra questi molti furono raccolti da
+Genebrando nel quarto libro della sua _Chronor._, e dall'autore del
+libro intitolato: _Quanto sia difficile a convertire il cuore di un
+Ebreo._
+
+Ma in ciò tre cose sono da rimarcarsi:
+
+1. Che le circostanze della maggior parte di queste storie sono talmente
+contraddicenti l'una all'altra, e con tali differenze sono raccontate
+dai diversi autori, che fra se stesse si distruggono, come nota il
+celebre Wagenseil.
+
+2. La maggior parte di queste storie rimontano ai tempi dell'ignoranza e
+della credulità, e si rendono assai sospette mediante gli strani
+miracoli, dai quali sono accompagnate, ed è quindi da prendersi bene in
+considerazione quello che osserva Eisenmenger, (del resto dichiarato
+nemico dei Giudei), il quale dopo aver riportato alcuni esempi di tal
+fatto, dice: _Non si odono ora più in Germania di consimili crudeli
+fatti_ (_l. c._, pag. 221); senza dubbio perchè la Germania dopo di
+esser divenuta più colta, ha perduta quella troppa credulità a simili
+fandonie, come pure ad altre, le quali ci fecero cauti anche verso di
+questa.
+
+3. Finalmente devesi in riguardo a queste storie, avere in
+considerazione la distinzione fatta da Pffeffercorn che, dato anche che
+il più di esse sieno vere, che cioè alcuni Ebrei abbiano versato il
+sangue di cristiani o de' loro fanciulli, in nessuna guisa però non può
+ciò essere avvenuto per cagione che essi abbisognassero di quel sangue
+per la loro religione o per superstizione.
+
+II. Ma dalle prove storiche della nullità di questa accusa, passiamo a
+quelle che la calunnia per se stessa ci offre, d'onde apertamente si
+vede, quanto incerti sieno stati gli autori della medesima, in quanto
+essi non hanno saputo a che cosa attribuire la necessità in cui sieno
+gli Ebrei di provvedersi di questo sangue.
+
+Perocchè gli uni dicono: 1) gli Ebrei hanno bisogno del sangue dei
+Cristiani per non puzzare; altri: 2) per le loro focacce e il loro vino
+della pasqua; alcuni: 3) per arrestare il sangue della circoncisione;
+altri: 4) per ungere le mani dei sacerdoti quando danno la benedizione;
+altri: 5) per la benedizione degli sposi; taluni: 6) per ungere i loro
+morti, ai quali in pari tempo si grida all'orecchio: Se Gesù è il vero
+Messia, possa il sangue di questo innocente cristiano morto sperando nel
+suo Salvatore, procurarti la vita eterna; altri ancora: 7) per
+facilitare il parto; alcuni: 8) per curare malattie occulte; ed altri
+ancora: 9) per preparare un certo filtro. In tutte queste supposizioni
+non è soltanto la discrepanza che cade sotto gli occhi, ma anche la
+nullità delle medesime. Poichè in quanto alla prima non è provato che
+gli Ebrei mandino un odore particolare diverso dagli altri uomini, nè
+che quello si possa cangiare con del sangue, il quale nè fluido, nè
+secco tramanda alcun odore. La 2, 3, 4 e 5 supposizione sono del tutto
+assurde, poichè il sangue umano contaminerebbe quelle sacre operazioni.
+La sesta supposizione, cioè l'unzione dei morenti, è del tutto contraria
+alla fede degli Ebrei, i quali non potrebbero mai considerare come
+espiatorio il sangue di un fanciullo ucciso, e molto meno in vista del
+sangue di Cristo. La settima supposizione, di farne uso nei parti
+difficili, ci viene per semplice ragguaglio di un Ebreo rinnegato di
+nome Brenzen, il quale, spinto da ignoranza e malignità, sparse molte
+altre manifeste favole. 8) Non si sanno indicare le malattie occulte ed
+incurabili degli Ebrei, per le quali deve servire il sangue di un
+Cristiano, e non hanno altro fondamento se non che in un libercolo molto
+frivolo, di cui corre voce che vi sia la descrizione delle malattie
+particolari a ciascuna tribù, mentre è pur noto che la distinzione delle
+tribù d'Israele è già da lungo tempo andata perduta. 9) Secondo anche
+l'opinione di quelli che ancora credono ai filtri non può alcun altro
+sangue servire per formarne una bevanda che ispiri amore, tranne quello
+della persona verso cui si vuoi destare l'affetto, e non si può
+comprendere qual amore gli Ebrei vogliono far nascere col sangue dei
+bambini cristiani; laonde in tutte queste asserzioni risultano
+l'inverisimiglianza e la nullità.
+
+III. Se veniamo ora ai principii ed alle leggi fondamentali della fede
+degli Ebrei, troviamo che questa non può in verun modo tollerare l'uso
+del sangue di fanciulli uccisi, e conseguentemente l'uccisione di essi.
+È principalmente noto con qual rigore gli Ebrei osservano la legge dei
+cibi puri ed immondi, e quanto debbano essere rilassati prima di
+mangiare, per esempio, la carne di porco. Or dunque il sangue
+principalmente, e tanto più il sangue umano, è fra i cibi vietati.
+_Lev._ 17. Così fra i comandi di Mosè che sono in alta riverenza presso
+gli Ebrei, sta la proibizione del sangue. _Gen._ 9, v. 4, nè può alcun
+Ebreo fruirne nè per cibo, nè per medicina. Non si può fare a meno di
+ripetere qui le parole di Tommaso al re Alfonso tolte dall'ebraico
+_Scevet Jehudà_: Ecco noi abbiamo veduto che un Ebreo non mangia sangue
+di tutto ciò che ha vita, anzi riguardano come proibito il bere il
+sangue dei pesci, dei quali i Talmudisti pure dicono che non merita il
+nome di sangue, perchè l'Ebreo non vi è abituato, sebbene egli veda che
+molti popoli ne mangiano; e quanto più orrore deve destare nell'Ebreo il
+sangue umano, del quale egli non ha veduto che alcun altro uomo faccia
+uso! Il re può accertarsi della cosa anche da questo che se un Ebreo
+mangiando fegato (od altra, cosa dura a masticare) gli venga sangue dai
+denti o dalle gengive, non continua a mangiarne se prima non l'ha
+nettato. È cosa nota che l'uomo ha in abborrimento il sangue de' suoi
+simili, assai più che il proprio sangue, perchè non vi è abituato. Anzi
+è da essi con tanta cura evitato il mangiar sangue, che essi, dietro i
+dettami del Talmud, non mangiano nemmeno un uovo in cui si mostri una
+piccola vena rossa di sangue, nè una bestia se fosse uccisa da un
+uccello di rapina, od altrimenti non sia stata scannata a dovere, per
+timore che non siavi rimasto alcun che di sangue. E non solamente è loro
+proibito mangiare il sangue, ma anche il toccare il sangue di un uomo
+morto, ed è riguardato come la più grande impurità. Noi troviamo su di
+ciò la legge nel _Num._ 19, secondo la quale il toccare tutto ciò che
+proviene da un corpo morto rende immondi, per il che eglino stessi non
+conservano il sangue dei loro martiri se mai sia spruzzato, ma lo
+lavano, raschiano, sotterrano. E con quanta esattezza non conservano
+essi la legge della purità, specialmente nelle loro solennità e sacre
+cerimonie, fra le quali primeggiano la Pasqua e la Circoncisione, e
+quanto assurda non è la supposizione che nelle medesime si servano del
+sangue di un Cristiano! Che se finalmente si volesse supporre che gli
+Ebrei non sieno spinti ad uccidere dei fanciulli da un bisogno della
+loro religione o superstizione, nè per alcuno degli usi fin qui addotti,
+ma bensì da quello stesso odio verso i Cristiani e la loro fede, pel
+quale essi per far onta a questa fede mettono in croce o martorizzano
+fino alla morte i fanciulli cristiani come ne vengono allegate alle
+varie storie, la quistione verrebbe a cangiarsi da quello che fu in
+principio proposto; ma per altro rimane tuttavia da ponderare che mentre
+simili barbarie non sono agli Ebrei comandate nè insinuate, e ch'essi
+non possono sperare alcun vantaggio, ma al contrario quel solletico
+ch'essi potrebbero risentire dall'onta recata con tali tragedie alla
+religione cristiana, sarebbe ben lungi dal compensare il pericolo, le
+sventure, l'odio, la persecuzione che avrebbero a temerne per la loro
+propria religione, non è credibile che volessero intraprendere tali
+orribili azioni, cui si oppongono la ragione e l'umanità.
+
+E qui non puossi far a meno di convenire coll'intelligente Basnage nel
+succitato luogo, ove dice: È da temersi, che anche queste pretese
+crocefissioni di fanciulli cristiani non sieno state generalmente altro
+che pretesti per aizzare sovrani e popoli contro gli Ebrei: e più
+avanti, simili storie gli sembrano molto sospette, perchè sempre
+congiunte a manifesta crudeltà ed ingiustizia per parte dei cristiani, i
+quali invece di punire quelli soltanto che in seguito ad una sufficiente
+investigazione giuridica fossero trovati colpevoli, formavano un
+processo tumultuario, e innocenti e rei erano tratti a morte, purchè
+fossero ebrei; che in ogni tempo simili sollevazioni del popolo rendono
+la cosa incerta, perchè suole dietro una vaga diceria ammutinarsi ed
+essere causa dell'esecuzione, prima che siasi fatto campo ad un'ordinata
+investigazione. A conferma di ciò non possiamo a meno di riportare dagli
+annali di Bzovio ciò ch'è accaduto di simile in Praga nell'anno 1395.
+
+Erasi sparsa voce che dagli Ebrei fosse stato flagellato e crocefisso un
+fanciullo cristiano, ed il popolo era per questo nel più grande
+inasprimento; e siccome temevasi che aspettando il ritorno del re
+Venceslao, che era assente, potesse egli ponderare la cosa ed
+investigare, specialmente essendosi egli esternato che in mezzo all'ira
+si deve ricordarsi della clemenza, così senza attendere la di lui
+presenza si fece un gran massacro, uccidendo quanti Ebrei si
+incontravano, senza alcuna distinzione e considerazione se fossero rei
+od innocenti.
+
+Quando da alcuni Ebrei fossero pur commesse tali iniquità non si
+dovrebbero almeno attribuire all'universalità dei Giudei, in riflesso
+che non sono commesse in forza dei principii della loro religione, e
+soltanto come gli altri delitti dovrebbero esserne puniti gli autori,
+senza ulteriori conseguenze.
+
+Il Dio della verità e della giustizia faccia che in ogni luogo venga ad
+ognuno fatta giustizia, senza distinzione di persone, e giudichi poi con
+clemenza i giudici della terra.
+
+Questo nostro teologico attestato e parere è da noi rilasciato in forma
+autentica, munito del sigillo della nostra facoltà teologica.
+
+Dato a Lipsia nell'8 maggio 1714.
+
+ (L. S.) Decano Seniore, nonchè gli altri dottori e professori
+ della facoltà teologica presso l'Università di Lipsia.
+
+ Visto, concorda col suo autentico e vero originale in ogni
+ punto e clausola.
+
+ (L. S.) Tanto certifico io sottoscritto. In fede. Giovanni
+ Sigismondo Tellemann, pubblico notaio per autorità imp.
+
+(355) Così il testo; ma più correttamente Limneo (_Limnaeus_), nome col
+quale era conosciuto Giovanni Wirn pubblicista e storico tedesco, nato a
+Jena nel 1592, morto nel 1663. Fra le varie sue opere ricordiamo: _Juris
+publici imperii romano-germanici_, lib. IX. (Strasburgo, 1629–1632, 3
+vol. in-4º), cui son da aggiungersi i 2 volumi di supplemento qui citati
+col titolo: _Additiones_ (1650–1660), e che costituiscono il primo
+trattato completo sulla costituzione dell'impero.
+
+ C. G.
+
+
+
+
+ XI.
+
+ Lettera dell'Em. Card. Corsini.
+
+
+ A Monsignor NUNZIO APOSTOLICO di Polonia.
+ _Varsavia._
+
+“Molt'Illustre e Rev^mo Sig^r come fratello: — Il renditore a V. S.
+della presente sarà l'Ebreo Giacobbe Selech di nazione Polacco, quello
+appunto, che fin dall'anno 1758, vivendo ancora il Sommo Pontefice
+Benedetto XIV, si portò in Roma per umilissimamente implorare in nome
+della nazione Ebrea di codeste parti caritatevole protezione dalla S.
+Sede a riparo degli intollerabili aggravi, che, nelle facoltà e nelle
+persone rappresentò soffrire dai Cristiani la medesima nazione
+frequentemente incolpata d'omicidii, _sulla mal fondata persuasione del
+volgo, ch'essa, meschii sangue umano, e specialmente cristiano
+nell'impasto dell'azzime_. Il regnante Sommo Pontefice Clemente XIII ha
+già fatto di questo ricorso diligente disamina, appigliandosi ancora a
+quelle provvidenze che sono convenienti al merito del medesimo, e che
+per altra parte giugneranno _segretamente_ a di Lei notizia. Frattanto
+però ha espressamente ordinato S. S. che debba scriversi a V. S. e se le
+faccia palese essere Sua intenzione ch'Ella comparta al medesimo
+Giacobbe ogni più efficace e proficua assistenza, affinchè nel
+ripatriare non soffra il medesimo alcuna vessazione e molestia di
+_chicchessia, e da quelli massimamente che V. S. potesse credere contro
+di lui male animati per il ricorso portato al Trono apostolico_. In
+veduta pertanto del Sovrano Pontificio comando apparterrassi alla
+sperimentata di Lei prudenza l'adoperare i mezzi conducenti alla di lui
+esecuzione, prevenire chi si deve e compartire all'Esibitore di questa
+aiuto tale, onde conosca coll'effetto dover egli alla clemenza e pietà
+di nostro S.^re la propria sicurezza e durevole tranquillità. Con che le
+auguro da Dio felicità”.
+
+ Roma, 9 febbraio 1760.
+
+ _Come Fratello aff.^mo_
+ F.^o A. Card. CORSINI.
+
+
+
+
+ XII. *
+
+ Legge ungherese dell'anno 1791.
+
+
+Art. 38. Per guarentire la sicurezza di questa nazione (l'ebraica)
+spesso turbata da questo erroneo pregiudizio, la R. Luogotenenza ha
+ordinato a tutti i Comitati di darsi premura per sradicare dagli animi
+del popolo, _anche_ il pregiudizio che gli Ebrei usino, nei loro riti,
+vittime umane, impiegando tutti i mezzi migliori e più adatti alle
+condizioni locali e giovandosi anche, se fosse necessario, dell'opera
+dei sacerdoti. Bisogna persuadere e convincere il popolo che questo
+orribile delitto è contrario alle leggi ebraiche ed agli scritti dei
+profeti, ripugnante soprattutto a tutto il vecchio testamento sul quale
+ha base principale la religione ebraica e contrario eziandio ai precetti
+delle altre religioni. Per conseguenza se da qualsiasi Ebreo venisse
+commesso un assassinio, anche se risultasse che il delitto fu commesso
+per animosità religiosa, non si avrebbe nessuna maggior ragione di
+incolpare l'intera nazione ebraica, di quello che non si avrebbe di
+incolpare la cristianità se simile delitto fosse commesso da un
+Cristiano.
+
+
+
+
+ XIII.
+
+ Una fanciulla smarrita a Mantova e poi trovata.
+
+
+Anche a Mantova, nel 1824, si era preteso che gli Ebrei avessero ucciso
+una ragazza per usarne il sangue nei loro riti. I seguenti documenti
+varranno a mostrare non tanto la falsità della accusa, quanto il
+giudizio che di quelle accuse recavano, in tempi non certamente
+favorevoli agli Ebrei, l'autorità politica e l'ecclesiastica.
+ I. R. Delegazione di Mantova.
+
+
+ AVVISO.
+
+
+Da alcuni giorni si è destata qualche inquietudine in questa città.
+
+Lo smarrimento di una fanciulla, che dappoi si rinvenne, diede occasione
+alla malevolenza d'immaginare dei fatti i più assurdi e calunniosi in
+odio degli Israeliti, alcuno dei quali soffrì anche delle ingiurie ed
+offese personali; i colpevoli sono stati all'istante arrestati.
+
+Qualche apparato maggiore di forza che si è trovato di spiegare in
+questo incontro richiamò la curiosità del popolo, il quale verso sera si
+affolla intorno alle pattuglie; inceppandone il movimento. Ciò diede già
+causa a degli inconvenienti, la repressione dei quali è tanto più
+importante in una fortezza.
+
+A prevenirli quindi si ricordano le seguenti sanzioni penali:
+
+ (_Omissis_)
+
+Dall'Imp. R. Delegazione Provinciale.
+
+Mantova, 12 giugno 1824.
+
+ Il Consigliere di Governo Imp. R. Delegato Provinciale
+ Marchese BENZONI.
+
+ Dalla Tipografia Provinciale di L. Caranenti.
+
+S. E. Ill^ma e Rev^ma Mons. Vescovo di Mantova, con lettera pastorale
+dello stesso giorno, plaudiva ai provvedimenti presi in questa
+circostanza dall'Autorità politica ed alle ragioni che li avevano
+inspirati.
+
+
+
+
+ XIV. *
+
+ Il predicatore di corte canonico Giovanni Emanuele Veith.
+
+
+L'_Illustrirtes Wiener Extrablatt_ recava nel suo numero 153 del 5
+giugno 1882 la seguente notizia:
+
+“Nell'anno 1840 quando gli animi erano eccitati, come lo sono adesso in
+Ungheria, il celebre canonico e predicatore della cattedrale di S.
+Stefano, dott. Emanuele Veith, che per il suo zelo religioso era tenuto
+in altissima considerazione dal principe Arcivescovo di Vienna, Milde,
+reputò necessario calmare gli animi eccitati. Ricorrendo la solennità
+dell'Ascensione, l'applaudito predicatore, dinanzi a migliaia di devoti
+cristiani pronunciò alla fine del suo discorso le seguenti notevoli
+parole: _Voi tutti sapete, o devoti miei ascoltatori, e lo apprendano
+coloro che non lo sapessero, come io nascessi ebreo e per effetto della
+Divina Grazia divenissi cristiano, come servissi a questa mia
+convinzione nelle missioni cristiane, e come in ogni occasione dessi
+testimonianza alla verità ed obbedendo alla mia vocazione sinceramente
+pastorale, offrissi, per quanto sapevo ed in tutta coscienza,
+consolazione e speranza ai fedeli cristiani._ E l'eccellente uomo,
+impugnato il Crocifisso, continuò con voce commossa: _E così qui dinanzi
+a voi, ed al cospetto del mondo intero giuro in nome di Dio e della
+Santissima Trinità che tutti adoriamo, che la perfida bugia sparsa con
+perfida astuzia, che gli Ebrei nella solennità delle loro feste pasquali
+adoperino il sangue di un Cristiano, è sacrilega calunnia; giuro che
+niente di ciò si trova nè nel Vecchio Testamento nè negli scritti del
+Talmud che conosco_ _profondamente ed ho attentamente studiati. Così Dio
+mi aiuti e mi sia indulgente nell'ultima mia ora_”.
+
+Il sig. dottor L. A. FRANKL cavaliere di Hochwarth, segretario della
+Comunità israelitica di Vienna, per accertarsi dell'esattezza di questa
+notizia, si recò dal professore dottor Giovanni Veith, fratello
+superstite del fu canonico Veith, per ottenere da lui maggiori
+informazioni. In conseguenza gli venne rilasciata la seguente
+dichiarazione:
+
+“A richiesta del sig. L. A. Frankl dichiaro esser vero quanto fu detto
+nell'_Illustrirtes Extrablatt_ del 5 giugno e cioè che il fu mio
+fratello canonico Giovanni Emanuele Veith si pronunciò alla fine di una
+predica sull'inesattezza della fiaba che gli Ebrei adoperino pei loro
+riti pasquali il sangue di un fanciullo cristiano e dichiaro che mi
+rammento ciò essermi stato detto da mio fratello.
+
+ “Prof. VEITH m. p.”
+
+N. 15536.
+
+Colla presente dichiaro che il signor dottor medico Giovanni Veith, a me
+personalmente cognito, dimorante in Vienna ha sottoscritto di suo
+proprio pugno la firma qui sopra esistente (356).
+
+ Vienna, 17 giugno 1882.
+
+ FRANCESCO KRISCHKER, m. p.
+
+ _L. S._ nominato sostituto dell'I. R. Notaio dottor Adolfo Faber
+ con decreto dell'I. R. Tribunale di Vienna, 18 aprile
+ 1882, n. 25074.
+
+(356) L'originale di quest'atto trovasi nell'Archivio della Comunità
+Israelitica di Vienna.
+
+
+
+
+ XV. *
+
+ Dichiarazione del Professore Molitor.
+
+
+Nel terzo volume della mia _Philosophie der Geschichte_ (Münster,
+Heisinger, 1839) avrei avuto l'occasione più adatta di esprimermi
+scientificamente sulla falsa imputazione adossata agli Ebrei di far
+colpevole uso di sangue, ma non me ne occupai, perchè ritenni che
+quest'accusa, la di cui falsità tanto spesso fu provata, fosse troppo
+avventata perchè valesse la pena di occuparsene, fosse pure per
+confutarla. Avendomi però il signor L. H. Loewenstein, autore del
+_Damascia_, istantemente invitato di esprimere pubblicamente, per onore
+della verità, la mia convinzione su questo importante soggetto, che pur
+troppo ha costato negli ultimissimi tempi tante vittime sanguinose, così
+non esito un solo momento a dichiarare la mia convinzione più
+coscienziosa.
+
+“Ho fatto, degli scritti dei Rabbini e dei cabalisti, oggetto di uno
+studio di lunghi anni, e posso lusingarmi di conoscere abbastanza bene
+tanto la parte casuistica come la mistica dell'ebraismo, e mai mi si è
+presentato, nè negli scritti dei talmudisti, nè in quelli dei cabalisti,
+nè in qualunque siasi scritto ebraico, il più lontano motivo di credere
+a quella sciocca incolpazione lanciata contro l'ebraismo; nè ho mai
+scoperto la più lontana traccia di una simile tradizione sanguinaria fra
+gli Ebrei, benchè abbia studiato per lungo tempo le tradizioni ebraiche.
+
+“Per quanto conosco delle leggi ebraiche è affatto impossibile che una
+tale vergognosa prescrizione possa essere stata introdotta
+nell'ebraismo, senza distruggere prima affatto la legge mosaica e quella
+del Talmud. Poichè il Pentateuco proibisce assolutamente e severamente
+in più luoghi l'uso di ogni sangue, ed il Talmud, secondo la sua
+abitudine, spinge questo divieto mosaico fino alle conseguenze più
+estreme, come è provato nello scritto _Damascia_, capitolo VIII, pagine
+363–368.
+
+“Io non voglio negare l'esistenza di qualche stupido individuo ebreo,
+che abbia adoperato sangue umano a scopi magici, ma devo affermare
+assolutamente, che la magia nera è assolutamente proibita nell'ebraismo,
+e che nella Bibbia, nel Talmud e nella Kaballah non mi è noto nessun
+passo che potesse giustificare tali delitti. Se adunque singoli Ebrei
+commettessero tali delitti, essi agirebbero contro la loro legge, come
+agirebbero contro la propria i Cristiani, se li commettessero.
+
+“L'incolpazione, che gli Ebrei facciano uso di sangue cristiano nelle
+loro cerimonie religiose, è un'idea che ha origine dal medio evo, e
+dimostra una totale ignoranza dell'ebraismo e dei suoi usi mentre
+ricorda una simile incolpazione, che una volta fu lanciata dai Pagani ai
+Cristiani, cioè che questi facessero sacrifici umani.
+
+“In tutti i tempi però s'innalzarono nella cristianità potenti voci
+contro questo pregiudizio basato su di una crassa ignoranza.
+
+“Specialmente i papi Gregorio IX (1235) ed Innocenzo IV (1287), hanno
+espressamente proibito nelle loro bolle, di perseguitare gli Ebrei per
+questa favolosa incolpazione.
+
+“Anche il papa Sisto IV si dichiara energicamente contro la calunnia
+mossa agli Ebrei, e dopo l'istruzione fatta sulla morte di San Simoncino
+da Trento, che si pretese fosse stato ucciso dagli Ebrei per scopo
+religioso, proibì lo si santificasse ed ordinò non si molestassero più
+gli Ebrei di Trento. (Purtroppo se ne avevan già bruciati molti). Il
+doge di Venezia, Pietro Mocenigo in un decreto del 22 aprile 1475, ed
+uno Sforza duca di Milano dichiararono innocenti gli Ebrei di questo
+inventato delitto. Così dichiarò anche l'imperatore Federigo III e dopo
+lui molti Imperatori romani.
+
+“Il _Wagenseil_ tanto versato e pratico negli scritti degli Ebrei nel
+suo _Unwidersprechlichen Widerlegung_, e l'ex-ebreo e poi sacerdote
+cattolico _Sonnenfels_ nel suo _Jüdischen Bluteckel_ provarono a fondo e
+incontestabilmente la nullità e la piena falsità della incolpazione.
+
+“Lutero, che non era certo amico degli Ebrei, dichiara (parte XI, foglio
+323 ed. Altemb.) questa incolpazione bugiarda e pazza. A questa
+dichiarazione si unisce anche Basnage nella sua _Histoire des juifs_
+(parte VII, cap. XI).
+
+“A questi e ad altri attestati più antichi devesi aggiungere l'esteso
+parere della _Facoltà teologica di Lipsia_ dell'8 maggio 1714, ed in
+questi ultimi tempi:
+
+“a) _Il predicatore di corte a Vienna Veit._ Questo pio sacerdote, ebreo
+battezzato, _prestò dal pulpito, col crocifisso in mano, un solenne e
+sacro giuramento che nell'incolpazione verso gli Ebrei non vi era una
+parola di vero_.
+
+“b) _Il vescovo Dräseke_ in una dichiarazione (accompagnata da un obolo
+per gl'infelici) nella _Allgem. Zeitung des Judenthums_.
+
+“c) _G. H. di Schubert_, nella sua dichiarazione nella _Allgem. Zeitung_
+del 30 aprile 1840. (_Damascia_, pag. 54, 55).
+
+“d) Il missionario, e già ebreo _Giorgio Wildon Pieritz_, sostenne
+quanto a questo riguardo è affermato nel giuramento di purificazione del
+_Rabbino Manasse ben Israel_, il cui testo leggesi nello scritto
+“_Damascia_” (pag. 237).
+
+“e) Il _D. Augusto Neander_ in Berlino, già ebreo, fece la stessa
+dichiarazione nella _Berliner Zeitung_, ed aiutò inoltre nel suo lavoro
+l'autore della _Damascia_ (Damascia, pag. 104).
+
+“f) Lo stesso fece anche il predicatore e missionario _William Ayerst_,
+A. M. (Dam. stesso) che nel suo scritto al Dott. Neander ne lodò
+l'impresa chiamandolo un “_Laudable endeavours_.”
+
+“g) Uno dei più caldi ed intelligenti confutatori di questa assurda
+accusa fu in tempi recentissimi l'altrettanto zelante e costante
+avversario della religione ebraica Alessandro M. Caul, D. D., il quale
+dimostra nel suo “_Reasons for believing_ ecc. ecc.”, dedicato alla
+Regina d'Inghilterra, nella maniera la più irrefragabile come stiano in
+contraddizione assoluta i sacrifici umani e lo spargimento di sangue,
+con le dottrine fondamentali dell'Ebraismo. In questo scritto trovasi
+anche una dichiarazione, _firmata da trentacinque Ebrei convertiti al
+Cristianesimo_, che dice che l'incolpazione è “una miserabile e
+diabolica bugia” (_a foul and Satanic falsehood_).
+
+“h) Alle fatiche del D^r. M. Caul per la verità e giustizia si associò
+recentissimamente anche il dotto e intelligente sindaco, dottore in
+teologia _Federigo di Meyer_ in una dichiarazione, depositata nelle mani
+del signor L. H. Loewenstein, perchè venisse pubblicata.
+
+“Dopo così numerosi e chiari argomenti, dopo tante ed importanti voci,
+non mi resta altro a fare che di _associarmi assolutamente alla
+dichiarazione del signor predicatore di Corte Weit e di inalzare con
+pura coscienza, senza inganno e ritegno le mani all'Onnipotente e di
+dichiarare e giurare solennemente che io non sono mai venuto a sapere,
+nè a voce nè in iscritto, o per altra via cosa alcuna che potesse
+servire di giustificazione all'incolpazione, che gli Ebrei si servano di
+sangue umano per qualunque cerimonia religiosa_; anzi mi consta che agli
+Ebrei è proibito dalla loro legge nel modo più severo qualunque uso di
+sangue, e che essi proteggono da ogni contatto, col sangue in special
+modo, la pasta del _Maza_ (azimo) perchè con tal contatto la _Maza_
+cesserebbe di poter essere mangiata secondo le leggi, giacchè il
+contatto del sangue la fa divenire _Chamez_ (impura).
+
+“Questa dichiarazione l'ho data perchè richiesto, _chiamando testimonio
+l'Altissimo, il Dio della verità e dell'amore e l'affermo e la sostengo,
+per la pura e genuina verità del mio sapere e della mia convinzione_.
+
+“Voglia preservare Iddio i cuori di tutti i Cristiani da questa odiosa
+incolpazione.
+
+ _(Firm.)_ L'autore dello scritto: “Filosofia
+ della storia, o sopra la tradizione nel Vecchio
+ Testamento e la sua relazione alla Chiesa del
+ Nuovo Testamento.”
+
+ “Prof. MOLITOR”.
+
+Si dichiara _previa collatione, sub fide notariali_, che la suddetta
+copia concorda col suo originale.
+
+Francoforte sul Meno, 14 maggio 1841.
+
+ _(L. S.) Fir._ D^r. GIOVANNI JACOB GLÖCKNER
+ Notaio della libera città di Francoforte.
+
+
+
+
+ XVI. *
+
+ Consigliere aulico Prof. Dott. G. H. von Schubert (357).
+
+
+Altrettanto dobbiamo trovar naturale, che l'improvvisa scomparsa del
+Priore dei Francescani, o, come altri dicono, dei Cappuccini, di Damasco
+faccia impressione per la tragica natura del fatto, quale venne riferito
+da molti giornali, altrettanto ci riesce incomprensibile che sia stata
+fra noi, Cristiani del secolo XIX, accettata e discussa una fiaba
+medioevale barbara ed insensata, posta in giro dai Turchi, sul modo con
+cui quegli scomparve; per essere cioè stato assassinato dagli Ebrei. Lo
+scrittore di queste righe, nella sua qualità di viaggiatore cristiano,
+ebbe occasione di conoscere a fondo gli Ebrei dell'Oriente e può
+asserire colla maggiore convinzione che quella strana ed atroce
+invenzione è in aperta contraddizione non soltanto coi sentimenti degli
+Ebrei dell'Oriente, ma con quelli di tutti gli Ebrei in generale, coi
+loro antichissimi usi, e coi loro riti religiosi osservati con
+scrupulosa severità. Per ciò siffatte dicerie dovranno essere poste fra
+le bugie anche nel caso che la tortura turca strappasse delle
+confessioni alle sue vittime fosse pure in dieci diversi luoghi, ed
+anche nel caso che dieci diversi corrispondenti troppo creduli, si
+facessero a ripetere tale voce per averla udita da altri. Infine chi
+scrive non può fare a meno di dubitare assaissimo, e ciò fino a prova in
+contrario, che quell'assassinio sia stato commesso da Ebrei.
+
+(357) _Allgemeine Zeitung_, 30 aprile 1840.
+
+
+
+
+ XVII. *
+
+ Narrazione del Reverendo M. Pieritz (358).
+
+
+Allorchè noi, cioè la Missione di Gerusalemme alla quale ho l'onore di
+appartenere, udimmo, come gli Ebrei di Damasco soffrissero per effetto
+della stessa calunnia, tante volte, e specialmente nel XIII secolo
+lanciata contro di voi, come già lo era stata contro i Cristiani dai
+Pagani nei primi tre secoli, fu risolto dalla nostra Missione e
+specialmente dal nostro reverendissimo signor Sopraintendente, che io
+dovessi subito recarmi a Damasco per dimostrare, coll'aiuto dei Consoli
+europei, come la vostra religione ben lungi dall'ordinare l'assassinio e
+l'uso del sangue ne formi espresso e severo divieto, e per ripetere in
+mio proprio nome lo spaventevole giuramento del vostro celebre Menasse
+Ben Israel.
+
+Non possiamo da questa distanza decidere se gli Ebrei abbiano o meno
+commesso un assassinio, ma vogliamo in ogni caso evitare che di questo
+delitto si faccia colpa all'intera nazione.
+
+Mi si destinò a tale Missione perchè, nato ebreo e versatissimo nelle
+discipline rabbiniche, senza essere in nessun modo amico o difensore del
+Rabbinato, ero specialmente designato per testimoniare su tale
+argomento.
+
+Non voglio descrivere ciò che provai, quando fui a Damasco. Vidi che
+tutta l'accusa contro gli Ebrei era una cosa artificiale, e che loro si
+negava ogni onesto e giusto modo di difesa, mentre si impiegavano i più
+crudeli supplizi per estorcere loro false confessioni della colpa.
+
+(358) Estratto dal suo scritto agli Ebrei di Alessandria. (Vedi _Zeitung
+des Judenthums, 1840, n. 31_).
+
+
+
+
+ XVIII.
+
+ Traduzione del Firmano accordato da S. M. imperiale il Sultano
+ Abd-el-Medijd agli Israeliti del suo impero.
+
+
+_Sulla domanda di Sir_ MOSES MONTEFIORE, _membro della Società Reale_,
+_ed a lui consegnato a Costantinopoli, da Sua Eccellenza_
+RESCHID-PASCIÀ, _ministro degli affari esteri della Porta Ottomana_,
+_l'_11 _Hesvan_ 5601, 13 _del mese di Ramazan_ 1256, _corrispondente al_
+7 _novembre_ 1840.
+
+Firmano indirizzato al Capo della Giustizia a Costantinopoli, in testa
+del quale Sua Maestà Imperiale ha scritto di sua propria mano le parole
+seguenti: “_Si eseguiscano gli ordini contenuti nel presente Firmano._”
+
+Un antico pregiudizio esisteva contro gli Ebrei. Gli ignoranti credevano
+che gli Ebrei avessero l'uso di fare dei sacrifizi umani per impiegare
+il sangue nelle solennità della loro pasqua.
+
+In conseguenza di questa opinione, gli Ebrei di Damasco e di Rodi
+(sudditi del nostro impero) vennero perseguitati da altre nazioni. Le
+calunnie inventate contro questi Ebrei, e le vessazioni alle quali
+vennero esposti, pervennero sino al nostro trono imperiale.
+
+Non ha gran tempo che taluni Ebrei, abitanti nell'isola di Rodi, vennero
+tradotti a Costantinopoli, dove furono messi in istato di accusa e
+giudicati in conformità della nuova legislazione. La falsità delle
+accuse che loro si movevano venne completamente provata. Tutto quanto
+l'equità e la giustizia esigevano venne fatto per loro.
+
+In oltre i libri religiosi degli Ebrei vennero sottoposti all'esame di
+uomini istruiti, assai versati nella loro letteratura teologica. Il
+risultato di questo esame dimostrò essere estremamente vietato agli
+Ebrei di fare uso non soltanto di sangue umano, ma persino di sangue
+d'animali. Necessaria conseguenza di questa proibizione è, che le accuse
+portate contro loro ed il loro culto non sono che pure calunnie.
+
+Per questi motivi, e per l'affezione che portiamo a tutti i nostri
+sudditi, non possiamo permettere che la nazione ebraica (la cui
+innocenza nell'appostole delitto venne già riconosciuta) sia vessata e
+tormentata a proposito di accuse che non hanno nessun fondamento di
+verità. Ma vogliamo che conforme allo _Hatti-scerif_ (359) promulgato a
+Gulhanè, la nazione ebraica posseda gli stessi vantaggi e goda degli
+stessi privilegi accordati alle altre nazioni sottoposte alla nostra
+autorità.
+
+La nazione ebraica sarà protetta e difesa.
+
+In conseguenza di questo divisamento nostro abbiam dato gli ordini i più
+positivi perchè gli Ebrei residenti in tutte le parti del nostro impero
+sieno d'ora innanzi protetti al pari di tutti gli altri sudditi della
+Sublime Porta, perchè nessuno possa in verun modo molestarli se non per
+giusta cagione, nè nello esercizio della loro religione, nè in quanto
+concerne la loro sicurezza e tranquillità.
+
+In conseguenza, il presente firmano rivestito in testa della nostra
+firma, ed emanato dalla nostra Cancelleria imperiale, venne rilasciato
+alla nazione ebrea.
+
+Così, dopo aver preso cognizione del presente firmano, voi, capo della
+magistratura, avrete gran cura di conformarvi strettamente a quanto esso
+dispone, e per impedire che in avvenire nulla si faccia in
+contraddizione di quanto esso dispone, lo farete registrare negli
+archivi del Tribunale. Lo rimetterete in seguito alla nazione
+israelitica, e veglierete scrupolosamente all'esecuzione dei Nostri
+ordini e della Nostra volontà sovrana.
+
+Dato a Costantinopoli, il 12 Ramazan 1256 (6 novembre 1840).
+
+(359) _Hatti-scerif_ dicesi in Turchia un'Ordinanza sovrana che porta un
+segno fatto di propria mano dal Sovrano. È parola persiana, formata da
+due parole arabe _Khatt_ (linea, scrittura) e _scerif_ (illustre).
+_Hatt-humaiun_, anche dal persiano _kumaiun_ (reale), ha lo stesso
+significato.
+
+
+
+
+ XIX.
+
+ L'ultimo processo italiano sul preteso uso del sangue cristiano nei
+ riti ebraici.
+
+
+Benchè assai, nel corso del presente lavoro, ci siamo diffusi a
+confutare questa grossolana calunnia, ci sembra non inopportuna cosa
+consacrare qualche pagina all'ultimo processo cui l'oscena accusa dette
+luogo in Italia; processo omai dimenticato, benchè ancora gli attori
+siano vivi, e tanto più importante nel nostro assunto, in quanto che si
+svolse il 29 settembre 1857 dinanzi all'I. R. Tribunale provinciale di
+Rovigo, in un'epoca cioè, che non volgeva, nella Monarchia Austriaca,
+troppo favorevole agli Ebrei.
+
+L'imputata era una tal Giuditta Castilliero, contadina dei Masi presso
+Badia Polesine; l'accusa quella di calunnia a danno dell'israelita sig.
+Caliman Ravenna, mediante falsa imputazione di restrizione della libertà
+personale e dissanguamento.
+
+Ecco come erano andati i fatti. Una bella domenica l'imputata, ragazza
+dai costumi leggieri anzichè no, dopo aver ascoltata la messa in Badia
+sparisce, e per quattro o cinque giorni la famiglia non ha più contezza
+dei fatti suoi.
+
+Quattro o cinque giorni dopo la Giuditta Castilliero riappare, pallida e
+disfatta, in casa di una sua zia: alla piegatura d'ambe le braccia, sul
+dorso delle due mani, alla regione d'ambo i polsi la poveretta portava
+le traccie visibilissime di sei salassi, praticatile da mano, che i
+periti ebbero poi a dichiarare espertissima in quell'arte di dissanguare
+il prossimo, allora tanto cara ai figli d'Esculapio.
+
+Chi aveva conciato la poveretta in quel modo?
+
+Ecco ciò che essa narrò alla famiglia prima, all'autorità giudiziaria
+poi:
+
+Appena escita di chiesa s'era recata in una bottega di ferramenta tenuta
+in Badia dal sig. Caliman Ravenna per acquistarvi delle forcelle.
+Trovato chiuso il negozio, fece per entrare dalla porta di casa, da cui
+per comunicazione interna si accedeva anche alla bottega, ma il
+proprietario stesso, il quale era in pari tempo esattore dei tributi
+erariali, la sorprese, l'afferrò e la cacciò in una camera a pian
+terreno, dove la chiuse a chiave.
+
+La notte la Castilliero venne tolta dal suo carcere improvvisato,
+cacciata in una carrozza dove già si trovava una signora, e via.
+
+Ommetto le peripezie del viaggio; dopo molto tempo la carrozza giunge in
+una città ed entra nel cortile di una casa; là la poveretta è tolta di
+carrozza ed introdotta in una camera ove sta giacente un'altra ragazza a
+metà dissanguata. Dopo molte e molte ore, durante le quali le due
+giovani non erano state visitate che da un domestico che aveva loro
+recato da mangiare, ecco entrare nella camera tre uomini, un vecchio e
+due giovani, afferrare la giovane Castilliero, praticarle i sei salassi
+sopra descritti, raccoglierne e pesarne il sangue e poi escire,
+lasciando la Castilliero sempre prigione, assieme alla compagna. Come il
+domestico si movesse a pietà delle due prigioniere, e nonchè agevolarla,
+loro proponesse la fuga, come questa si effettuasse, e la Castilliero e
+la sua compagna escissero dalla casa, teatro di così esecrabile mistero,
+io non dirò.
+
+Basti il sapere che una volta fuor di gabbia, la giovane e misteriosa
+compagna di sventura della Castilliero si ricusa di seguirla, sicchè
+questa prosegue sola la fuga. Oltrepassa la soglia della città, trova un
+carrettiere compassionevole che la riceve sul carro, che le dice come la
+città da cui proveniva fosse Verona e che la conduce a Legnago, da dove
+poi fa ritorno a Badia.
+
+È facile comprendere come quest'accusa nella quale trovavasi coinvolto
+uno dei principali negozianti del luogo, commovesse la piccola terra di
+Badia.
+
+Il signor Ravenna fu arrestato, più forse per sottrarlo al furore
+popolare che lo voleva morto, che perchè la stolida accusa trovasse
+credenza nell'Autorità; ed il processo cominciò.
+
+Dal processo apparvero molte e stranissime cose:
+
+1. Che nella camera della casa Ravenna dove la Castilliero pretendeva
+essere stata prigione, e nelle ore appunto della presunta prigionia,
+erano entrate almeno mezza dozzina di persone tutte cristiane, e quindi
+non sospette di complicità col Ravenna in un reato che avrebbe avuto
+scopo rituale.
+
+2. Che nell'ora notturna in cui la misteriosa carrozza sarebbe uscita
+dalla casa Ravenna, nessun rumore di ruotabile aveva turbati i sonni dei
+pacifici abitanti di Badia.
+
+4. Che invece la Castilliero era stata vista, proprio quella domenica,
+camminar sola e perfettamente libera alla volta di Legnago.
+
+5. Che nei giorni in cui sarebbe avvenuto il romanzesco fatto, la
+Castilliero si trovava a Legnago, dove si era allogata come domestica
+presso i signori Ferragù, dalla cui casa era poi fuggita, portando seco
+quanto aveva potuto rubare ai padroni, per tornarsene a Badia a narrare
+la sua storiella.
+
+6. Che le più minuziose ricerche fatte in tutto il Veneto dalle autorità
+non avevano fatto trovar traccia della misteriosa fanciulla, compagna
+alla Castilliero nella cattività e nella fuga.
+
+Di fronte a siffatte risultanze processuali, il signor Ravenna fu
+scarcerato e un processo per calunnia e per furto domestico fu iniziato
+contro la Castilliero.
+
+Costei confessò la calunnia, confessò il furto, ma quando le fu
+dimostrato che essa contadina ed analfabeta non avrebbe saputo inventare
+la favoletta, che essa non avrebbe potuto da sola farsi le ferite
+prodotte dai pretesi salassi, che infine non essendo mai stata a Verona
+ed avendo descritta con sufficiente esattezza quella città, qualcuno
+doveva a ciò averla addottrinata, essa si confuse, si contraddisse,
+inventò alcune favole, una più assurda dell'altra, ma non volle mai
+nominare i proprii complici.
+
+In seguito a questo dibattimento l'I. R. Tribunale provinciale di Rovigo
+pronunciava la seguente
+
+
+ *Sentenza.*
+
+In forza del potere conferitogli da S. M. Apostolica.
+
+L'i. r. Tribunale provinciale in Rovigo, in esito al dibattimento
+tenutosi nei giorni 29, 30 settembre e 1º ottobre 1856, coll'intervento
+del presidente Felice dottor Saccenti e dei consiglieri Gio. Battista
+Ranzanici, Giuseppe Cavazzani, Gio. Battista Munari, Francesco Provasi,
+quali giudici nella causa penale pei crimini di calunnia e furto in
+confronto dell'arrestata Giuditta Castilliero di Lorenzo, nativa di
+Barucchella, abitante ai Masi, dell'età d'anni 23, villica, nubile,
+difesa dall'avvocato Antonio dott. Farsetti;
+
+Veduto il conchiuso 29 luglio anno corrente, N. 1424, col quale Giuditta
+Castilliero fu posta in istato d'accusa, come legalmente indiziata dei
+crimini di calunnia e di furto contemplati dai §§ 209, 171, 176 II, _b_,
+del Codice penale;
+
+Udite le conclusioni e proposte dell'i. r. Procuratore di Stato Gio.
+Battista consigliere Meraviglia, e le deduzioni dell'avvocato Alessandro
+dott. Cervesato patrocinatore di Caliman Ravenna per quanto concerne le
+ragioni di diritto privato, nonchè le deduzioni dell'avvocato Antonio
+dottore Farsetti difensore ufficioso dell'accusata Castilliero;
+
+Sentita anche l'accusata medesima che ultima ebbe la parola;
+
+Osservato che Giuditta Castilliero ha incolpato Caliman Ravenna di un
+crimine, e precisamente di pubblica violenza a termini del § 93 Codice
+penale, avendo giuratamente deposto alla Pretura di Badia e raccontato a
+più persone che il detto Ravenna nella mattina della domenica 17 giugno
+1855 fra le ore 10 e le 11 la avea tratta nel suo locale terreno ad uso
+esattoria, e colà lasciata chiusa, sola, senza cibo ed assistenza,
+all'oscuro, fino alle prime ore antimeridiane del dì successivo, nella
+qual ora la fece escire, e la collocò in un calesse, ove fu poi tradotta
+in una città che avrebbe poi inteso essere Verona, e le furono praticati
+dei tagli come di salassi con effusione di sangue ai polsi al dorso
+delle mani, ed alle braccia;
+
+Osservato che contro Caliman Ravenna per questa incolpazione datagli
+dalla Castilliero, fu proceduto a giudiziali indagini, ed al personale
+di lui arresto, che ebbe la durata di 16 giorni;
+
+Osservato che, data la falsità di detta incolpazione, sorge pel sopra
+esposto a carico di Giuditta Castilliero il crimine di calunnia definito
+al § 209, Codice penale;
+
+Osservato che tale falsità risulta manifestamente stabilita:
+
+_a_) per la confessione della stessa prevenuta Castilliero, la quale
+ritrattò pienamente l'accusa da lei data al Ravenna, e la riversò
+dapprima sopra uno sconosciuto signore, poscia sopra ignoto carrettiere,
+dal quale sarebbe stata sedotta a deporre quanto realmente depose a
+carico del Ravenna;
+
+_b_) per le deposizioni delli Brusemini, Vanzetti, Brancaleoni, Gabussi
+impiegati nella esattoria di Alessandro Levi, condotta da Caliman
+Ravenna, i quali attestano la loro presenza in quel locale, ed escludono
+quella della Castilliero nella mattina della domenica 17 giugno 1855
+fino dopo le ore 11; confermate tali deposizioni da quelle non dissimili
+di Luigi Dolcemini, Chiara Margutti, Maria Zanella, Giovanni Parisutti;
+
+_c_) pel deposto di Antonio Fadin, che due volte ricevette in quella
+domenica nelle ore pomeridiane in detta esattoria da Caliman Ravenna del
+danaro per conto del dispensiere signor Spech ed esclude che ivi si
+trovasse alcuna estranea persona;
+
+_d_) pel deposto di Felice Mantovani e Filomena Chinaglia che assicurano
+di aver veduta la Castilliero quella domenica a ore 11 circa
+antimeridiane dirigersi da Badia verso l'ospitale d'onde si procede per
+la Bova del Zecchino verso Villabona, indi Legnago;
+
+_e_) pel deposto di Celeste Tosetto ed Antonio Rizzi, che in ora più
+tarda la videro passare per la detta Bova, e dirigersi verso Villabona;
+
+_f_) pel deposto di Maria Massari, Marianna Turcatto, Giovanni Ferragù,
+Teresa De Stefani-Ferragù, Carolina e Marianna Ferragù, Natalina Scapin,
+e Gaetano Fantoni, i quali attestano dell'arrivo in Legnago della
+Castilliero nel pomeriggio della ripetuta domenica, e dell'essersi ella
+colà trattenuta al servizio della famiglia Ferragù fino alla mattina del
+lunedì 25 giugno 1855;
+
+Ritenuto che la pravità della intenzione è inseparabile dalla falsità
+dell'accusa, non potendosi ignorare le funeste conseguenze che derivar
+ne poteano;
+
+Osservato che quanto all'altro crimine di furto, del quale è pure
+aggravata la Giuditta Castilliero, la prova della sussistenza e della
+criminosità, trattandosi di furto commesso da donna di servizio a danno
+del padrone sopra effetti di un importo eccedente i cinque fiorini,
+sorge dalle deposizioni del derubato Giovanni Ferragù e suoi famigliari,
+e la prova di reità desumesi dalla confessione della Castilliero avente
+tutti i requisiti di legge, e dal possesso delle cose rubate;
+
+Visto quanto alla pena i §§ 34, 210, 178, Cod. pen. e
+
+Ritenuto concorrere gli estremi delle lettere _a_, _b_, del citato §
+210, quindi stare a carico della prevenuta le aggravanti dell'aver
+commesso due crimini di specie diverse, dell'aver perpetrato il crimine
+di calunnia con duplice aggravamento di singolare malizia, e di grave
+pericolo, l'averlo sostenuto con giuramento, mentre la favoriscono la
+precedente condotta incensurabile, l'età poco al di sopra dei 20 anni,
+la patita seduzione;
+
+ Ha giudicato:
+
+Essere Giuditta Castilliero di Lorenzo, dell'età d'anni 23, nativa di
+Barucchella, abitante ai Masi, villica, nubile, colpevole dei crimini di
+calunnia, e furto previsti dai §§ 209, 171, 176 II, _b_, Cod. pen.: e
+come tale viene condannata giusta i §§ 34, 210, 178, alla pena del
+carcere duro per anni 6, ed al pagamento delle spese processuali a senso
+del § 331, e colle riserve del § 343, del Reg. di proc. penale; ommesso
+di pronunciare sul risarcimento del danno a Caliman Ravenna, avendo il
+medesimo rinunciato all'azione civile verso l'accusata Giuditta
+Castilliero; restituiti a Giovanni Ferragù gli effetti in presentazione
+al medesimo rubati.
+
+Contro questa sentenza la Castilliero ricorreva in Appello, non — vi si
+badi — per ottenere di essere prosciolta dall'accusa di calunnia, ma
+soltanto per conseguire una mitigazione di pena. Il risultato
+dell'appello non le fu troppo favorevole siccome emerge dalla seguente
+sentenza:
+
+ TRIBUNALE D'APPELLO VENETO
+ (_Sessione del 5 novembre 1856_).
+
+Avendo la Giuditta Castilliero interposto ricorso non già contro la
+condanna, ma semplicemente per ottenere una mitigazione della pena, il
+Tribunale d'appello nella sessione suindicata,
+
+Preso in esame il ricorso per mitigazione di pena interposto
+dall'arrestata Giuditta Castilliero, nativa di Barucchella, abitante ai
+Masi, d'anni 23, villica, nubile, contro la sentenza 1º ottobre p. p.,
+n. 4247 dell'I. R. Tribunale provinciale in Rovigo, che siccome
+colpevole dei crimini di calunnia e di furto, la condannò alla pena del
+duro carcere per anni 6 e negli accessorii di legge;
+
+Visti gli atti processuali;
+
+Vista la sentenza reclamata;
+
+Sentito il signor Procuratore superiore;
+
+Ritenuto che la inquisita Castilliero non ricorre che per ottenere
+mitigazione di pena;
+
+Osservato che la pena da infliggersi all'inquisita pel crimine di
+calunnia era estendibile anche fino a 10 anni di carcere duro, a tenore
+del § 210, Codice penale, in vista massime della spiegata singolare
+malizia;
+
+Osservato che il crimine stesso si presenta pur aggravato dalle
+circostanze del pericolo cui fu esposto l'incolpato Ravenna, e dalle
+altre tristissime conseguenze che ne derivarono o che potevano
+derivarne;
+
+Osservato che l'inquisita confermò il calunnioso suo deposto persino
+anche col giuramento;
+
+Ritenuto che la medesima si presenta colpevole altresì del crimine di
+furto;
+
+Ritenuta per conseguenza immeritevole l'inquisita stessa di ogni
+mitigazione di pena;
+
+Respinto il ricorso,
+
+Dichiarava
+
+Di confermare la sentenza 1º ottobre p. p., n. 4247, dell'I. R.
+Tribunale provinciale in Rovigo.
+
+Il resoconto sommario che abbiam dato di questo processo non sarebbe
+però completo se non lo facessimo seguire da una importante lettera che
+il dott. Alessandro Cervesato, di Rovigo, l'avvocato cui il signor
+Caliman Ravenna, costituitosi parte civile, aveva incaricato di
+sostenere le sue ragioni contro la sua calunniatrice, indirizzava
+all'_Eco dei Tribunali_ di Venezia.
+
+Eccola tal quale:
+
+ _Signor Redattore!_
+
+Chiudeasi in quest'oggi il pubblico dibattimento nel confronto della
+giovine Giuditta Castilliero e questo r. Tribunale dovette condannarla
+per crimine di calunnia a sei anni di carcere duro, sebbene assistita da
+circostanze attenuanti e meglio ancora da quelle simpatie che durante il
+dibattimento avea saputo, a fronte delle più sinistre prevenzioni,
+destare in suo favore colla pacatezza del contegno, colle misurate
+parole, colle accorte risposte e con tale un'apparenza d'innocente
+candore da rendere il più singolare contrasto colla scaltrita malizia
+della quale seppe usare, e con felice successo, dal principio alla fine
+per fuorviare le più accurate investigazioni.
+
+Ma se indipendentemente dalle ritrattazioni della Castilliero e la mercè
+delle più irrecusabili testimonianze, risultava a luce meridiana
+comprovata la piena innocenza del mio cliente Caliman Ravenna, rimaneasi
+spiacevolmente delusa la pubblica aspettazione sul punto cardinale di un
+così interessante processo.
+
+Nessuno può dubitare che la favola dalla Castilliero spacciata in odio
+del signor Ravenna sia stata la fedele parodia di quella antica calunnia
+che in tempi d'intolleranza e di barbarie venne scagliata contro i figli
+d'Israele, e la quale, sebbene percossa dai fulmini del Vaticano,
+compulsata dagli editti de' principi, e smascherata da cento formali
+processi, non ha però, mai cessato di riapparire a quando a quando, e
+sempre o quasi sempre prodromo infausto ed esca di sociali
+perturbamenti.
+
+Dove adunque potea la povera villica ed ignorante attignere
+quell'assurda fola? Chi le apprese a vestirla con tanta sembianza di
+vero e con sì minute ed abbaglianti descrizioni di persone, di luoghi,
+di oggetti da essa indubbiamente non mai veduti ed ignorati? Chi per
+acquistarle fede maggiore le ha praticate quelle varie incisioni alle
+braccia, ai polsi, alle mani a modo da imitare i più perfetti salassi?
+Chi la indusse a propalarla, a deporla in giudizio, a confermarla con
+suo giuramento? Per quale scopo ve la indusse, se il signor Ravenna non
+aveala tampoco mai veduta, s'egli non saprebbe indicare un suo personale
+nemico, se in Badia, ove soggiorna da ben diciott'anni, ha sempre goduto
+di una intera fiducia e della più conclamata generale estimazione? Chi
+potea finalmente inspirarle tanta forza di spirito, tanta pertinacia di
+volontà, e tanta annegazione di sè medesima, nel tenerne occulto
+l'autore morale, resistendo ad ogni maniera di legittime coartazioni e
+sfidando, sarei per dire, colla indomata rassegnazione di un martire la
+vindice spada della giustizia?...
+
+In tali incognite si racchiude il mistero del dramma; dramma tenebroso e
+che nessuna luce ha ricevuto da un processo, avvegnachè condotto con sì
+circospetto e paziente amore del vero.
+
+Quale patrocinatore del danneggiato signor Ravenna, ammonito di dovermi
+attenere a quanto fosse di mestieri per la giustificazione delle sue
+ragioni di privato diritto, io mi trovai collocato in assai difficile
+condizione; perchè da un canto il signor Ravenna non volea a patto
+nessuno associarsi all'accusa nemmanco coll'apparenza di coltivare basse
+ed illusorie vedute di materiale interesse; e perchè dall'altro canto io
+non potea spiegare quella più ampia difesa che reclamata quasi era
+dall'onore di lui e di tutti gl'Israeliti sì crudelmente intaccati da
+quella falsa imputazione, non che dalla viva rimembranza del corso
+pericolo da parte del volgo contro essi esasperato; e ciò nella speranza
+che sì solenne giustificazione avesse potuto farla una volta per sempre
+finita con un pregiudizio assurdo, immorale e cotanto vituperoso ad
+un'êra della più progredita civiltà com'è la nostra.
+
+Ella, o signore, conosce assai meglio di me che nessun rito rabbinico ha
+mai permesso l'uso del sangue, e che anzi gli Ebrei ne hanno in ogni
+tempo provato tale un abborrimento da tenersene contaminati al solo
+toccarlo. È notorio che, ben lungi dal cibarsene, respingono essi con
+orrore le carni degli animali non isgozzati giusta la prescrizione della
+loro legge, per la tema appunto che una qualche stilla di sangue ne sia
+rimasta nei visceri o tra le fibre; ond'è che nessun altro popolo ha mai
+come l'ebreo servito a rigore di lettera il precetto che Dio tramandava
+per la bocca di Mosè — non verserete sangue; non vi ciberete di sangue;
+il contravventore perisca. —
+
+Non potrebbe sospettarsi tampoco che quella pratica feroce sia un avanzo
+di vetuste superstizioni redate dagli Ebrei ne' loro contatti co'
+gentili cui fossero abituali i riti di sangue, e che sia sorta dal
+supposto lor odio contro i seguaci di Cristo, mentre depongono in
+contrario le storie ed i formali processi in più occasioni istituiti.
+
+Ci narra Tertulliano che nei primi tempi di Nostra Chiesa e duranti le
+persecuzioni ordinate dagl'Imperatori contro i Cristiani, veniano questi
+accusati di immolare vittime umane, di beverne il sangue, di mangiarne
+le carni e che quell'ignominiosa incolpazione fu per ben tre secoli
+l'incentivo di persecuzioni ognora più crudeli. Ma nella storia di quei
+tristissimi giorni non abbiamo pur cenno che altrettanto siasi detto o
+sospettato degli Ebrei, sebbene all'imperversare di quella grande
+rivoluzione religioso-morale dovessero trovarsi in massimo grado
+inaspriti gli animi, e più facili e sicure le vie della calunnia.
+
+Ella sa pure, o signore, assai meglio di me che, soltanto nel secolo
+XIII apparve per la prima volta l'accusa che gli Ebrei in date loro
+solennità versassero il sangue di un innocente Cristiano quale simbolo
+di espiazione, o ne usassero quale filtro portentoso. Ma se gli Ebrei
+non hanno infierito contro i Cristiani quando più vivi ed operosi erano
+gli odii, e quando deboli e percossi i Cristiani dalle ricorrenti
+persecuzioni avrebbero potuto farlo impunemente, come ammettere in buona
+logica che sieno stati osi di adottare quella pratica inumana, allorchè
+di fronte al Cristianesimo per tutto trionfante avrebbero posta in
+compromesso quell'unica protezione sociale che loro era rimasta in una
+legge di tolleranza? — Mirando alla coincidenza degli avvenimenti ed
+all'agitazione religioso-sociale a que' giorni inferita dal bando della
+crociata per cui pareva che tutto Occidente dovesse, a modo d'immensa
+valanga, rovesciarsi sopra Oriente, saremmo indotti a sospettare che un
+qualche fanatico od un qualche ambizioso, a parodia di quel gigantesco
+movimento siasi pensato di bandire una specie di crociata anche contro
+gli Ebrei; e nel fatto ebbe la storia a registrare il nome di un certo
+Rodolfo uomo di gran seguito in Lamagna, il quale pel primo appunto
+avrebbe tentato in Colonia, Spira, Magonza e Strasburgo di levare la
+croce contro gli Ebrei. Senonchè Gregorio IX, durante il suo
+pontificato, con tre Bolle ha proclamata l'innocenza del popolo ebreo,
+condannando quell'insensata calunnia. Lo stesso Pontefice con suo Breve
+ne ammoniva i principi cristiani perchè si stessero a buona guardia e
+non vi prestassero fede. Anche i papi Innocenzo IV ed Alessandro VII
+fecero altrettanto e dottori della Chiesa e santi insigni presero le
+difese del calunniato Israele. S. Bernardo tra gli altri scrivendo ad
+Enrico arcivescovo di Magonza protestava contro il diffondersi di quella
+vergognosa calunnia e ne deplorava le funeste conseguenze.
+
+È notabile il fatto che tale diceria non sia mai sorta nella Spagna,
+mentre tutti sanno che in nessun altro paese di Europa furono gli Ebrei
+sì duramente perseguitati come ai tempi di Ferdinando ed Isabella in
+quella contrada.
+
+Anche i principi secolari se ne occuparono seriamente, e forti delle
+decisioni pontificie vollero con formali processure quella calunnia
+sventare e punire. Abbiamo i bandi dei duchi di Milano e di Mantova,
+abbiamo gli editti imperiali di Federico III, di Carlo V, di
+Massimiliano II, abbiamo le decisioni dei senati di Casale e di Venezia;
+documenti tutti che comprovano la malvagità di quella calunnia per non
+dire delle molte sentenze proferite in casi particolari da giudici
+imparziali e competenti e che sono tuttora negli archivi nostri e
+forestieri. — E qua cade in acconcio rammentare il voto che sopra
+ricerca del Re di Polonia veniva pronunciato dalla Facoltà teologica di
+Lipsia nell'anno 1714; voto che, ridondante di dottrina e di erudizione,
+respinge fin anche il sospetto che con quella pratica brutale siansi mai
+disonorati gli Ebrei. Io son dell'avviso, che ov'Ella, signore, ne
+facesse dono a' suoi molti associati in appendice al processo che sta
+pubblicando colle stampe, non solo presterebbe un ottimo servigio alla
+verità, ma recherebbe ben anche un raggio di luce a quelle parti del
+processo che non emersero a sufficienza chiarite.
+
+S'io avessi potuto su questo terreno allargare la difesa, avrei forse
+conseguito il vantaggio di paralizzare più compiutamente ogni sinistra
+prevenzione e di rettificare qualche torta idea nei menoveggenti a
+maggiore presidio e conforto di una casta sociale per molti rispetti
+onorevole e per illustri notabilità benemerente.
+
+Sarà forse credibile appena dai lontani che in un secolo di tanto senno,
+di tanta tolleranza e di tanta umanità siasi agitato, e qui tra noi, un
+processo di quella fatta: tra noi, che governati da sapientissime
+istituzioni, tolto ogni privilegio di classe e di stirpe, siamo tutti
+uguali in faccia alle leggi e quasi altrettanti figli di una sola
+famiglia. — Giova sperare però che le Autorità competenti non vorranno
+desistere da ulteriori indagini, mentr'è nell'interesse del pubblico
+ordine e della pubblica sicurezza che l'occulto motore della Castilliero
+venga scoperto.
+
+Eccole, o mio buon signore, i poveri cenni che le ho promessi quasi a
+compimento della difesa del signor Ravenna, sarò ben lieto se si
+compiacerà di usarne a suo grado.
+
+ _Suo dev. servitore_
+
+ ALLESSANDRO dott. CERVESATO.
+
+A questa dotta lettera dell'egregio avv. Cervesato, il direttore
+dell'_Eco dei Tribunali_ che era, piace il ricordarlo, quel valoroso
+pubblicista e fervido cattolico che oggi dirige la _Gazzetta di
+Venezia_, Paride Zajotti, faceva seguire queste considerazioni sue:
+
+Compiuto il resoconto del dibattimento, col pubblicare l'appendice
+fattavi dal chiarissimo avv. Cervesato, coi due importantissimi
+documenti (360) che ne formano per così dire necessario supplimento,
+resterebbe che ancor noi scendessimo nell'arringo, come, con soverchia
+fiducia, avevamo promesso nell'imprendere questa pubblicazione.
+
+Ma, obbligati a rimanere entro quella ristretta cerchia che chiamasi la
+questione legale, non potremmo estenderci a quelle considerazioni e
+dimostrazioni, che sono suggerite e richieste dalla questione sociale,
+di cui questo processo non è che un passaggiero fenomeno, senza correre
+grave pericolo o di entrare in un campo a noi straniero, o di nuocere
+alla cosa stessa, parlando con un riserbo incompatibile colla fermezza
+delle nostre convinzioni.
+
+Perciò crediamo più savio partito il tacere, e lasciar parlare per noi
+l'eloquenza dei fatti, accertati con tutto il rigore delle forme
+processuali e con quella scrupolosa esattezza, di cui tu testimonio
+chiunque assistette allo svolgersi di questo dibattimento.
+
+I fatti parlano da sè. Ed è fatto incontrastabile che il primo racconto
+della Castilliero fu provato falso nel modo più luminoso che si potesse.
+Diciamo nel modo più luminoso, perchè, lasciando da parte la manifesta
+sua inverisimiglianza, la falsità ne fu dimostrata oggettivamente e
+subbiettivamente.
+
+Oggettivamente per mezzo di tutti quei testimoni, i quali coabitando col
+Ravenna, e dovendo necessariamente aver avuto qualche sentore del fatto,
+se qualche cosa di somigliante fosse colà avvenuto, esclusero ad una
+voce qualunque circostanza che potesse avervi anche remota allusione; e
+per mezzo principalmente della deposizione di Antonio Fadin, che fu nel
+locale stesso in cui la Castilliero voleva essere stata rinchiusa, e
+nelle ore in cui doveva essa pure esservi stata; deposizione suffragata
+e da dichiarazioni d'altri testimoni e dalle corrispondenti annotazioni,
+fatte, a caso vergine, nei registri dell'Ufficio postale.
+
+Subbiettivamente, per quella serie sterminata di testimoni tutti
+concordi, benchè appartenenti a varie condizioni della società ed a
+differenti paesi, i quali con tanta precisione ci attestarono la
+presenza della Castilliero, ora qua ed ora là, appunto nei varii giorni,
+in cui secondo il primo suo esame essa voleva essere stata in quella
+fantastica fortezza, in cui si entra e da cui si esce, di giorno e di
+notte, in carrozza chiusa senza incontrare una guardia di polizia o di
+finanza che chiegga conto dei misteriosi passeggieri. E fu savissimo
+intendimento del Tribunale quello di citare al dibattimento tutti quei
+testimoni, benchè deponessero su circostanze affatto secondarie, dopo
+tanta luce di prove, affinchè il numero stesso delle persone, la loro
+qualità di Cristiani, la franchezza di tante svariate deposizioni, ma
+tutte coincidenti nell'argomento che interessava, valesse a persuadere i
+più testerecci.
+
+Dopo tutto questo, che cosa importa se la Castilliero, a cui il parlare
+a nulla personalmente avrebbe giovato, dacchè il fatto rimaneva in ogni
+modo ed in ogni caso una calunnia, si chiuse in un inviolabile silenzio,
+e volle farla da romanzesca eroina, dicendo — nessuno fuorchè lei sapere
+come la cosa fosse stata — oppure calcolò sui frutti del suo silenzio?
+Che cosa occorre di più, oltre la prova che il fatto era una menzogna?
+La spiegazione delle cause, che indussero la Castilliero, e pongasi
+anche, la condanna dei correi, non avrebbero nè provato maggiormente la
+falsità dell'accusa, nè persuaso nemmeno uno solo di quelli che credono
+a tutto, fuorchè a quanto fu provato in questo processo.
+
+Anzi, la specialità delle circostanze che accompagnarono questo caso, ci
+dà una notevole guida per giudicare di altri fatti consimili in addietro
+processati, specialmente nei tempi in cui dominava in tutto il suo
+rigore il sistema inquisitorio. Secondo la massima parte delle leggi,
+ne' secoli scorsi la deposizione del danneggiato, appoggiata ad una
+prova qualsiasi del fatto in genere, bastava per applicare all'imputato
+la tortura; ora qui si aveva la deposizione della danneggiata, che
+esclusa l'inverosimiglianza del fatto per se stessa, era improntata di
+tutti i caratteri della veridicità; si aveva una specie di prova del
+fatto in genere nella sparizione, nei primi momenti inesplicabile
+dell'odierna imputata, e nelle tracce della scalfitura alle mani ed alle
+braccia; ora se fossero stati altri tempi ed il signor Ravenna fosse
+stato messo sull'eculeo, noi vorremmo fortemente dubitare che, frammezzo
+agli strazi della tortura e col progressivo accrescersi del martirio,
+egli non avesse, come gli Ebrei di Damasco, tutto affermato pur di
+sottrarsi agli spasimi.
+
+E quale argomento per la sussistenza del fatto, qual prova si avrebbe
+potuto dedurre dalla sua condanna? Questa conclusione, a cui è pur forza
+di venire, fa che, per noi, questo processo, in cui sulle prime le
+stesse Autorità furono tratte in inganno dal racconto della Castilliero
+(tanto da ordinare l'arresto del Ravenna), assuma un'importanza storica
+immensa.
+
+Per chi volesse di più, basti il fatto che in questo processo, il
+Presidente del dibattimento non reputava nemmeno meritevole di
+discussione la questione in massima, ed il Pubblico Ministero
+qualificava l'oggetto dell'accusa della Castilliero quale pregiudizio
+del volgo.
+
+ PARIDE ZAJOTTI.
+
+(360) Di questi due documenti uno, e cioè il _Parere della Facoltà
+teologica di Lipsia_, 8 maggio 1714, fu da noi pubblicato fra i presenti
+documenti; il secondo che è una dichiarazione del _R. Procuratore
+generale prussiano di Aquisgrana_, pubblichiamo qui appresso.
+
+
+
+
+ XX.
+
+ Dichiarazione del R. Procuratore generale prussiano di Aquisgrana.
+
+
+ (_Stadt-Aachener Zeitung, N. 82_).
+
+Un caso, testè avvenuto nel mio circondario d'Ufficio, e che destò gran
+chiasso e porse argomento a diversi articoli di giornale, m'induce a
+pubblicare la seguente _notificazione ufficiosa_.
+
+Il 6 corrente una donna fece in Jülich a quel funzionario della polizia
+giudiziaria la denunzia che la sua figliuolina novenne, da lei mandata
+il mattino a Broich verso le sette, per mendicarvi un po' di pane, era
+stata assalita per via da un Ebreo e maltrattata nel modo più orribile.
+La ragazza, _colla massima consonanza con un suo fratellino di sei
+anni_, che l'avea accompagnata, depose in ripetuti esami, apparentemente
+nella massima commozione di animo, che quando fu dietro la contrada di
+Broich, le venne incontro l'Ebreo di Broich, si siedette, l'afferrò
+improvvisamente, se la pose sui ginocchi, e poscia, dopo aver estratto
+un coltello ed averle alzate le gonne, le diede un colpo al bassoventre.
+
+Ed in realtà quelle parti del corpo, ove, secondo l'attestazione della
+ragazza, sarebbe stato dato il colpo, erano lorde di sangue.
+
+Poco dopo aperta l'investigazione di polizia, condotta con molta
+diligenza ed avvedutezza, la ragazza, asserentesi maltrattata, vide una
+coppia di Ebrei che passavano pel mercato di Jülich, e facendo mostra
+d'essere quasi fuori di se stessa, gridò: “Questo è colui che m'ha
+ferita!”
+
+Gli Ebrei furono tosto arrestati, e nel confronto coi ragazzi furono
+riconosciuti da questi colla massima precisione per gli autori del
+fatto.
+
+La donna ebrea, della quale originariamente non era stato fatto alcun
+cenno, secondo una nuova dichiarazione della ragazza, le avrebbe coperto
+il viso, sicchè non potè gridar bene. Nel corso degli ulteriori esami,
+quei ragazzi deposero altresì che alle loro grida era accorso un
+vecchio, il quale era stato ammazzato dall'Ebreo col suo coltello, e che
+gli Ebrei aveano presa la fuga soltanto all'avvicinarsi di altre
+persone.
+
+Giuntimi gli atti, feci avviare un'istruzione giudiziale, al quale scopo
+un giudice istruttore ed un procuratore di Stato si recarono il 12
+corrente a Jülich.
+
+Il risultato dell'istruzione assunta fu il seguente:
+
+“Una ispezione personale, assunta con tutta esattezza da un impiegato
+medico giudiziario, coll'intervento anche di un altro medico, sul corpo
+della ragazza asserentesi ferita, non lasciò scoprire nè una ferita, nè
+una tumefazione, nè una infiammazione delle parti che secondo la sua
+dichiarazione sarebbero state lese.
+
+“Gli Ebrei arrestati erano forniti di passaporti in piena regola; essi
+sostennero di non essere stati in Broich, o sulla via, che da Broich
+conduce a Jülich, ma di avere dormito nella notte dal 5 al 6 corrente in
+Aldenhoven (in direzione affatto diversa di Jülich) e di essersi di là
+diretti a Jülich per la strada postale.
+
+“Tutto ciò fu confermato pienamente dalla deposizione delle gente
+(cristiana) presso cui volevano avere pernottato e di due gendarmi, i
+quali nella mattina del 6 aveano scortato degli arrestati da Jülich ad
+Aldenhoven e per via incontrarono i coniugi ebrei, che provenivano nella
+direzione di Aldenhoven. Un confronto dei diversi tempi dimostra che gli
+imputati, al momento dell'attentato loro addebitato, si trovavan
+distanti dal luogo, ove esso sarebbe stato commesso, per lo meno un'ora,
+ma con somma verosimiglianza, più ore.
+
+“L'uomo, che i ragazzi indicavano essere stato ammazzato dall'Ebreo, fu
+rinvenuto facilmente. Egli non aveva alcuna lesione e dichiarò di avere
+incontrato quei due fanciulli sul luogo dell'asserito maltrattamento,
+ove piangendo si lagnarono con lui di quanto dicevano essere loro
+accaduto; egli però, al pari delle altre persone indicate dai ragazzi,
+assicurò di non avere assolutamente veduto in quel luogo alcuna persona
+sospetta.”
+
+
+
+
+ XXI.
+
+ Ignazio von Döllinger.
+
+
+Da un discorso tenuto nella solenne seduta dell'Accademia delle scienze
+a Monaco, il 25 luglio 1881, dal presidente Ignazio von Döllinger, ed
+intitolato, _Gli Ebrei in Europa_, togliamo il seguente brano che
+chiaramente dimostra quale concetto abbia il dotto teologo tedesco sulle
+accuse che si muovono agli Ebrei:
+
+.  .  .  .  .  . Abituati ad immaginarsi che ogni Ebreo fosse il nemico
+nato ed il debitore dei Cristiani, i popoli ritenevano gli Ebrei, in
+un'epoca in cui si prestava fede volentieri anzi con avidità a cose
+crudeli e soprannaturali, capaci di qualunque delitto, anche
+dell'inverosimile ed impossibile. Dopo il 12º secolo corse la fola che
+gli Ebrei abbisognassero di sangue Cristiano, gli uni dicevano per la
+loro festa Pasquale, gli altri, come rimedio contro un segreto male
+ereditario; perciò furono accusati di uccidere ogni anno un ragazzo.
+Inoltre si diceva ch'essi crocifiggevano ogni anno un Cristiano per
+oltraggiare il Salvatore.
+
+Se si rinveniva in qualche luogo un cadavere con traccie di violenza, un
+bambino morto, l'assassino doveva essere stato un Ebreo, e si poneva
+alla tortura finchè confessava. Seguivano allora crudelissimi supplizi
+ed in parecchi casi una strage in massa dell'intera popolazione ebrea
+della città e della campagna. Non c'era neanche idea d'una regolare
+procedura giudiziaria. I giudici e le Autorità stesse tremavano dinnanzi
+all'ira del popolo imbestialito; poichè c'era la convinzione che si
+potessero attendere le più infami azioni da un ebreo. Talvolta era anche
+un'immagine di Cristo che un ebreo avrebbe trafitta con un coltello o
+mutilata, ciò che era il segnale d'una strage. Dopo il 1200 si
+aggiunsero le voci di ostie oltraggiate e miracolosamente sanguinanti.
+Da Parigi, dove era accaduto il primo caso, la nuova fiaba si diffuse
+nei paesi vicini, ben presto si volle possedere anche altrove una tale
+reliquia, e sembrò che gli Ebrei, presi da demonìaco delirio, credessero
+e non credessero ad un dogma della Chiesa e contemporaneamente
+desiderassero una morte tormentosa tanto spesso essi cadevano vittime di
+questi delitti immaginarii.
+
+A Londra gli Ebrei furono uccisi perchè volevano incendiare la grande
+città.
+
+La gran peste che desolò e spopolò nel 1348 tutta l'Europa fu subito
+attribuita soltanto agli Ebrei. Il fatto che quel popolo intelligente e
+che conduceva vita regolare n'era colpito molto meno dei Cristiani,
+cambiò la supposizione in certezza. Essi avevano avvelenato dappertutto
+in seguito ad una cospirazione, i pozzi e le sorgenti, e perfino i
+fiumi. In una città si volle aver rinvenuto realmente del veleno in un
+pozzo. Posti alla tortura, alcuni Ebrei confessavano il delitto. Scoppiò
+allora una tale esplosione di fanatismo, di bramosìa di vendetta e di
+volgare avidità, quale l'Europa non aveva mai veduto prima, nè vide mai
+dopo. Le vittime in alcune città, si contarono a migliaia. Molti
+prevennero il furor popolare suicidandosi. Invano il Papa Clemente VI
+dichiarò in due bolle gli Ebrei innocenti. Coloro che si salvarono con
+una rapida fuga trovarono un asilo soltanto nella lontana Lituania.
+
+
+
+
+ XXII. *
+
+ Professore dott. Nöldecke di Strasburgo.
+
+
+È assolutamente deplorevole che oggi ancora debba esser necessario di
+respingere sul serio l'accusa che l'ignoranza e la malvagità muovono
+agli Ebrei di far uso nelle loro solennità di sangue umano e
+specialmente cristiano. Non soltanto quest'accusa manca di ogni
+fondamento, ma tale barbarie ripugna a tutti i principii del Giudaismo,
+sicchè gli Ebrei che avessero commesso un tale misfatto dovrebbero
+essere assolutamente esclusi dalla Comunità religiosa.
+
+Coloro che credono e divulgano tali fiabe, dovrebbero sapere che
+siffatte accuse di misteriosi sagrifizi umani, di uso rituale di sangue
+umano, e di altre simili mostruosità si facevano già in Oriente in tempi
+antichi ad altre sêtte religiose per ragione di odio confessionale, o
+per cupidigia di nefando lucro.
+
+Cristiani lanciarono tali accuse verso sêtte cristiane, e dagli scritti
+sacri dei Mandei (cristiani di San Giovanni) si ricava una orrenda
+descrizione dei misfatti che i Cristiani in generale commettevano per
+celebrare la S. Comunione.
+
+Colui che afferma gli Ebrei adoperare sangue cristiano per una solennità
+rituale si pone al livello degli orientali più abbrutiti dall'odio di
+religione e dalla superstizione.
+
+Herren Alb (Foresta Nera), 20 agosto 1882.
+
+ Dott. Th. NÖLDECKE
+ Prof. ordinario nell'Università
+ _Imperatore Guglielmo_ in Strasburgo.
+
+
+
+
+ XXIII. *
+
+ Professore Dott. A. Merx di Heidelberg.
+
+
+Essendosi in questi ultimi mesi ripetutamente parlato in diversi luoghi
+e segnatamente a Dresda ed a Berlino dell'uso che si farebbe dagli Ebrei
+del sangue cristiano per festeggiare la Pasqua (Pessach) e tale voce
+essendo stata diffusa per agitare le plebi ignoranti, venni invitato a
+dichiarare se un tale delitto, designato col nome di _assassinio
+rituale_, sia prescritto dalle leggi della religione ebraica. Dichiaro
+perciò:
+
+1. La legge ebraica proibisce l'assassinio in generale e assolutamente:
+“Il sangue di colui che spanderà il sangue dell'uomo sarà sparso
+dall'uomo” (_Gen._, IX, 6) “Non uccidere” (_Es._, XX, 13).
+
+2. La legge ebraica proibisce l'uso del sangue in generale ed
+assolutamente: “Chiunque ne mangerà (sangue) sia sterminato” (_Lev._,
+XVII, 14). Questo precetto è la principale ragione del rito con cui gli
+Ebrei uccidono gli animali allo scopo di sbarazzare completamente la
+carne dal sangue. Da ciò risulta assolutamente falso che gli Ebrei
+adoperino sangue per preparare la loro focaccia di Pasqua, in caso
+contrario il precetto generale dovrebbe essere annullato da un precetto
+speciale.
+
+3. Nella legge sulla festa di (_Pessach_) Pasqua (_Es._, XII, 13) non si
+trova tale precetto speciale e non può trovarvisi, giacchè allorquando
+fu data questa legge non esistevano fanciulli cristiani; ma al contrario
+non era permesso uccidere, come pretende la vieta calunnia, nè
+fanciulli, nè adulti di altra religione. Nell'intiera legge non vi è
+neppure una parola sulla uccisione di uomini.
+
+4. Nella legislazione della Bibbia non è prescritto per la festa di
+Pasqua l'uso del sangue di fanciulli cristiani. Nessuno potè trovare un
+solo passo, il quale provi che l'assassinio rituale sia prescritto.
+
+5. In seguito a ciò l'affermazione, sorta del resto dopo il XV secolo,
+che gli Ebrei adoperino sangue cristiano per la loro festa di Pasqua,
+risulta non vera, e non può appoggiarsi a nessun testo della legge
+ebraica. Quello che la ripete senza addurne prove, ciò che del resto gli
+riescirebbe assai difficile, e quello che in riunioni pubbliche pretende
+dimostrare che è basata su fatti, deve essere condannato come un
+miserabile calunniatore, col quale si deve adoperare il Codice penale.
+
+San Remo, 10 ottobre 1882.
+
+ D. A. MERX.
+
+ Professore di Esegesi del Vecchio Testamento
+ nell'Università di Heidelberg.
+
+
+
+
+ XXIV. *
+
+ Prof. dott. Carlo Bernardo Stade di Giessen.
+
+
+Colui che afferma gli Ebrei adoperare sangue cristiano per una solennità
+rituale, dà saggio di ignorare assolutamente la storia ed il carattere
+della religione ebraica.
+
+In qualsiasi modo sia per finire il processo di Tisza Eszlar è fin d'ora
+sicuro che non potrà mai venir invocato nè contro la religione ebraica,
+nè contro l'indole degli Ebrei, i fatti di cui sono accusati i macellai
+di quel paese, essendo ripugnanti all'indole degli Ebrei, e detestati
+dalla religione ebraica.
+
+Giessen, 10 ottobre 1882.
+
+ Dott. CARLO BERNARDO STADE,
+ Professore ordinario.
+
+
+
+
+ XXV. *
+
+ Facoltà teologica dell'Università di Amsterdam.
+
+
+La facoltà teologica di Amsterdam è riconoscente ai Rabbini che,
+adunatisi in Buda Pest il 5 luglio di questo anno, (1882), deliberarono
+di invitarla a dare il suo parere sopra una vecchia accusa che ora viene
+nuovamente scagliata contro gli Ebrei.
+
+Essa si crede perciò obbligata di far pubblica la sua disapprovazione
+contro la diffusione di una asserzione altrettanto infondata quanto
+pericolosa, ed unendosi al giudizio di tutti gli uomini competenti in
+siffatta materia, si dichiara profondamente convinta, che in nessuno dei
+libri religiosi degli Ebrei si contenga la prescrizione di adoperare,
+per iscopi rituali, sangue umano ottenuto da un assassinio.
+
+ La Facoltà teologica dell'Università di Amsterdam,
+ P. D. CHANTEPIE DE LA SAUSSAYE, _praes._
+ J. G. D. MARTINS, _cancelliere_.
+
+
+
+
+ XXVI. *
+
+ Professore Dott. Carlo Siegfried di Jena.
+
+
+Chiunque ha voglia di aprire la Bibbia può convincersi che l'accusa che
+gli Ebrei adoperino sangue cristiano non è che una invenzione di
+malvagi, accolta soltanto dagli imbecilli, poichè nei cinque libri di
+Mosè nulla è più severamente vietato agli Ebrei dell'uso del sangue.
+(_Genesi_, IX, 4. — _Levitico_, VII, 26, 27. — _Deut._, XII, 16, ed
+altri).
+
+Siffatta accusa, spessissimo ripetuta dall'odio di religione e di razza,
+non venne in nessunissimo caso provata; anzi coloro che sostennero le
+polemiche più accanite contro il Giudaismo, o, non appena cominciarono a
+conoscere gli usi ebraici, lasciarono cadere l'accusa, o, come dice
+Wagenseil, riconobbero l'impossibilità di sostenerla.
+
+Ogni nuova ripetizione di tale accusa dimostra una imbecillità ed una
+impertinenza grandissime e costituisce una vergogna pei popoli cristiani
+che la permettono, una vergogna pei giornali cristiani che ne rimangono
+spettatori, o mal celano dietro frasi pietose i loro istinti di Caino.
+
+
+
+
+ XXVII. *
+
+ Professore Francesco Delitzch.
+
+
+Nella questione di sangue venuta nuovamente a galla in seguito al fatto
+di Tisza-Eszlar ho dato già due attestati che saranno arrivati in
+Ungheria da Colonia e da Berlino; però non voglio lasciar senza risposta
+anche il di lei invito giacchè una triplice corda si rompe meno
+facilmente.
+
+In quei due pareri ho minuziosamente provato il fatto, che nei due
+Talmud non soltanto non si trova nessuna prescrizione, che ordini o
+raccomandi l'uso rituale di sangue umano non ebraico, ma che anche nella
+legge rituale non si può scoprire assolutamente nessun appoggio per
+questa insinuazione. _Essa è una pura immaginazione, un'idea senza
+fondamento, un parto dell'ignoranza, dell'astio e della menzogna._
+
+La _Civiltà Cattolica_ dell'anno 1881, pag. 731 infinocchia ai suoi
+lettori, che l'uso del sangue sia una tradizione segreta, che non esiste
+che a voce e precisamente quale segreto ereditario fra i discreti e
+fidati. _Questo è un nuovo tentativo di salvare la causa ormai perduta
+dell'accusa_, volendo far credere che quello non si può provare quale
+_Halaca_ (precetto scritto) sia un _Minhag_ (uso) conosciuto solamente
+dagli iniziati. _Ma anche questo tentativo è un peccato contro il
+comandamento: “Non dire falsa testimonianza contro il tuo prossimo.”_
+
+In causa della mia relazione colla missione degli _Ebrei ho fatto
+conoscenza da 50 anni con un certo numero di proseliti, ma posso
+assicurare dinanzi a Dio, che nessuno sapeva qualche cosa di quell'uso
+assassino_. — _Tutti dichiararono unanimi una pura invenzione
+l'incolpazione di sangue._
+
+La pacificazione della Sinagoga colla Chiesa è stata sempre la mèta
+principale dei miei desiderii. Tanto più antipatico mi riesce ogni
+tentativo di aumentare l'abisso esistente per mezzo dell'odio di razza
+antisemitico, ed il vantaggio che gli antisemiti vorrebbero trarre per
+la loro causa dalla sorte tuttora ignota di Esther Solymossy, il di cui
+assassino, se essa fu assassinata, sarà non solamente dal punto di vista
+cristiano, _ma anche dal punto di vista ebraico, un mostro che offende
+il nome di Dio_.
+
+Se ella vuole pubblicare questa mia testimonianza, sarò lieto se gioverà
+a domare la furia scatenata dell'odio che si fa arma di una bugia.
+
+ Lipsia, 13 ottobre 1882.
+
+ Devotissimo suo
+ Professore FRANCESCO DELITZSCH.
+
+
+
+
+ XXVIII. *
+
+ Lettera di S. E. Ill^ma e Rev^ma Monsignor Giorgio Kopp
+ vescovo cattolico di Fulda
+ al Rabbino provinciale della stessa città Dott. Chaan.
+
+
+ Fulda, 4 novembre, 1882.
+
+ Pregiatissimo signor Dottore,
+
+Assecondando il di lei desiderio, non esito a ripeterle in iscritto la
+dichiarazione che già varie volte le ho fatto, doversi ritenere una
+maligna bugia la supposizione, che gli Ebrei abbiano mai usato sangue
+cristiano per iscopi rituali: tale supposizione non si può provare nè
+con la religione ebraica, nè con la storia, sicchè devesi respingere
+ogni accusa di questo genere su qualunque base fosse fondata.
+
+Con perfetta stima, ecc.
+
+ KOPP. Vescovo di Fulda.
+
+
+
+
+ XXIX. *
+
+ Ernesto Renan (361).
+
+
+ Parigi, 16 novembre 1882.
+
+Fra tutte le calunnie, generate dall'odio e dal fanatismo, la più
+assurda è certamente quella per cui si incolpano gli Ebrei di commettere
+assassinii allo scopo di aver modo di compiere riti sanguinosi. Uno dei
+tratti più caratteristici della religione ebraica è la proibizione del
+sangue quale nutrimento dell'uomo. Questa precauzione che era in altri
+tempi assai adatta ad inspirare il rispetto della vita, venne osservata
+dal Giudaismo con tutta coscienza, anche quando i tempi e le condizioni
+della civiltà ne rendevano assai penosa l'osservanza, ed ora si pretende
+che il pio ebreo, che morrebbe di fame e affronterebbe il martirio
+piuttosto che inghiottire un pezzetto di carne non del tutto monda di
+sangue, si nutrisse proprio di sangue in un'agape religiosa! È questa
+una orribile sciocchezza. Sono convintissimo che non uno dei racconti
+che parlano di pasti pasquali con sangue ha base reale; se un tal
+delitto fosse stato commesso, direi che il miserabile che ne fu autore
+ha violato tutti i precetti dell'Ebraismo; ma io vado più in là e non
+credo che simile delitto sia mai stato commesso. L'immaginazione umana
+non è molto fertile nell'inventare calunnie. La fiaba di pasti
+misteriosi conditi con sangue umano fu sempre artificio tratto in campo
+per combattere coloro che un cieco pregiudizio voleva rovinare. Questa
+stessa calunnia fu in altri tempi occasione a deplorabili persecuzioni
+contro i Cristiani. Eppure è ben certo che la Sacra Cena dei Cristiani
+non venne mai insozzata da tale misfatto. Altrettanto innocenti sono
+certamente le pasque ebraiche. Sarebbe degno della cristianità impedire
+che da questa miserabile bugia, per la quale in altri tempi ebbero tanto
+a soffrire i Cristiani, si traesse profitto contro altri.
+
+(361) _Neue Freie Presse_, 24 dicembre 1882.
+
+
+
+
+ XXX.
+
+ Discorso dell'Em. Cardinale E. O. Manning
+ Arcivescovo di Westminster.
+
+
+Abbiamo detto che gli avversari sistematici degli Ebrei non devono
+cercarsi nel partito che comunemente si designa col nome di clericale;
+il seguente discorso pronunciato dall'Em.^mo Cardinale Manning (362), in
+un _meeting_ tenuto a Londra per protestare contro i maltrattamenti cui
+son fatti segno gli Ebrei della Russia, è la più eloquente conferma
+delle parole nostre.
+
+ _Mylord, Signore e Signori,_
+
+Ho spesso dovuto proporre mozioni in assemblee simili a questa, ma non
+ricordo di averne mai proposto alcuna con una convinzione più perfetta
+della mia ragione, e con un più completo assenso della mia coscienza.
+Prima di continuare sarà forse miglior consiglio leggervi questa mia
+mozione. Essa è così concepita:
+
+“Questa Assemblea, pur riconoscendo di non aver nè diritto, nè desiderio
+di ingerirsi negli affari interni di un altro paese, e pur desiderando
+che le relazioni le più amichevoli tra l'Inghilterra e la Russia vengan
+continuate, crede suo debito manifestare l'avviso, che le leggi della
+Russia che risguardano gli Ebrei, tendono ad avvilirli agli occhi della
+popolazione cristiana, e ad esporre gli Ebrei russi ai furori di una
+ignoranza fanatica.”
+
+Io non ho bisogno di dirvi che noi non siamo qui adunati per uno scopo
+politico. Se vi fosse la menoma traccia di politica, io non sarei qui. È
+perchè io credo che noi siamo ben al disopra delle passioni e delle
+lotte politiche, che noi siamo nella serena regione delle simpatie e
+della giustizia umana che oggi io mi trovo qui. Posso anche dichiarare
+che nulla è più lontano dalle mie intenzioni — sono convinto che voi
+siete del mio avviso — che di far cosa che fosse come una infrazione a
+quelle leggi di pace, d'ordine e di mutuo rispetto che uniscono le
+nazioni fra di loro o di tentare d'intervenire o d'ingerirsi nella
+legislazione interna della Russia (_applausi_). Io sono anche costretto
+a dichiarare che partecipo di tutto cuore ai sentimenti di venerazione
+espressi dal nobile Conte [di Shaftesbury] verso la Famiglia Imperiale
+di Russia. Non si può aver osservato quella famiglia durante questi
+ultimi anni, non si può pensare alla posizione dell'Imperatore attuale
+senza provare una profonda simpatia che ci impedisce ogni intenzione di
+usare una sola parola che possa ferire l'animo dello Czar (_applausi_).
+Io posso adunque dichiarare in modo assoluto che non una delle mie
+parole — e credo poter parlare in nome di voi tutti — si scosterà
+intenzionalmente dalla venerazione dovuta ad una persona gravata d'una
+responsabilità così pesante come quella che è toccata in sorte
+all'Imperatore di Russia. Di più posso dire, pur non volendo toccare
+alla questione della legislazione interna della Russia, che esistono
+leggi più forti di tutta la legislazione russa, leggi che sono
+egualmente imperative a Londra, a Pietroburgo ed a Mosca, — le leggi
+della umanità, della natura e di Dio, che sono il fondamento di tutte le
+altre leggi; e se in una legislazione qualsiasi esse sono poste in non
+cale, tutte le nazioni dell'Europa cristiana, tutta la comunione degli
+uomini civili e cristiani, avranno all'istante il diritto di protestare
+apertamente contro di essa (_applausi_).
+
+Ed ora bisogna che io tocchi un argomento che, lo confesso, mi ha recato
+molto dolore. Noi abbiamo tutti seguito durante un anno ciò che in
+Germania si chiama il movimento antisemitico. Io provo, guardandolo, due
+sentimenti: prima un sentimento d'orrore, perchè tende a rovesciare i
+fondamenti della vita sociale, poi un sentimento grandissimo di paura,
+perchè può tendere ad eccitare ancora l'odio che ha già fatto esplosione
+in Russia e che potrebbe estendersi maggiormente. Ho letto con molto
+dispiacere un elaboratissimo articolo, pieno, non vi ha dubbio, di
+osservazioni esatte, scritto in Prussia e pubblicato nel _Nineteenth
+Century_, in cui si descrivono le animosità sociali, le gelosie e le
+rivalità che dominano ora in quel paese. Leggendo questo articolo, il
+mio primo sentimento fu il dolore di vedere che il potere e la forza
+dell'Antico Testamento, sieno nel Ducato di Brandeburgo così superiori
+al Nuovo. Io sono afflitto vedendo che una società imbevuta di
+razionalismo non abbia abbastanza cristiana dottrina, cristiano potere,
+cristiano carattere e cristiana virtù, per rendere impossibile che il
+popolo ebreo per quanto sia colto, raffinato, laborioso ed energico,
+faccia tremare la società cristiana di quel grande Regno. Ho letto, del
+pari con dolore, le narrazioni sulla condizione degli Ebrei russi e le
+accuse di cui sono l'oggetto. Se vi accenno prego i miei amici israeliti
+che mi ascoltano di credere che le respingo con incredulità e disgusto.
+Leggo che la causa degli avvenimenti in Russia, è che gli Ebrei fanno
+dei mestieri infami, che sono usurai, immorali, demoralizzatori e non so
+che altro ancora. Leggendo quelle accuse io mi chiedevo: l'oltraggio è
+forse un rimedio? Si potranno forse guarire con l'oltraggio,
+l'assassinio, le abbominazioni di ogni specie? Non imitano essi quelli
+che dovrebbero insegnar loro una morale più alta? E dato pur fosse vero,
+locchè non credo, che essi fossero in queste condizioni, non gravitano
+forse su di loro leggi deplorevoli? Vi ha cosa che maggiormente
+avvilisca gli uomini che il precludere alla loro energia, alla loro
+intelligenza, alla loro industria, tutte le carriere onorevoli della
+vita (_applausi_). Vi ha cosa che maggiormente degradi od irriti l'uomo
+che il dirgli: “voi non potete andar oltre questo limite — voi non
+potete accostarvi a più di quindici miglia da questo confine; — voi non
+potete dimorare in questa città — voi siete costretto a dimorare in
+questa provincia?” (_applausi_). Non so se vi sia qualcuno che possa
+credere che tutta la popolazione non sia colpita in fondo all'anima da
+tali leggi, e se è possibile il renderla peggiore questo è certamente il
+modo di riescirvi. Si fanno questi rimproveri agli Israeliti russi.
+Perchè non si fanno anche agli Israeliti tedeschi? Gli autori del
+movimento antisemitico confessano essi stessi che gli Israeliti in
+Germania sono superiori ai loro concittadini (_applausi_). Perchè simili
+accuse non si muovono contro gli Israeliti francesi? (_applausi_). Vi ha
+una carriera di utilità pubblica, una via di onore civile o militare
+nella quale gli Israeliti non abbiano camminato a fianco dei loro
+concittadini? Se queste accuse si fanno agli Israeliti della Russia, chi
+vorrebbe farle a quelli d'Inghilterra? (_vivi applausi_). Per
+rettitudine, coltura, generosità, carità, per tutte le grazie e per
+tutte le virtù insomma che abbelliscono l'umanità, dove si troveranno,
+io lo domando, esempi più brillanti, più pieni della vera grandezza
+umana, che in questo ramo della razza ebraica? (_Applausi immensi._ Una
+voce grida: _Grazie!_).
+
+Ed ora ci si dice che non devesi prestar fede alle narrazioni di quelle
+atrocità. Io domando se nei giornali del continente si stampassero
+lunghe e particolareggiate narrazioni di omicidii, di rapine e di altre
+atrocità commesse nelle parti le più frequentate di Londra, se si
+asserisse che il Lord Maire vi ha assistito, che la polizia è rimasta
+inoperosa, che le guardie della Torre hanno fatto causa comune colla
+folla, voi o Mylord [il Lord Mayor di Londra, che presiedeva
+all'adunanza], ringraziereste, credo, chiunque vi fornisse occasione di
+smentire simili racconti. Ebbene io dico che noi, con quanto facciamo,
+rendiamo un gran servigio alle Autorità ed al Ministero russo, e credo
+che ciò sarà una consolazione pel gran principe che regna su quel vasto
+impero (_applausi_). Ma supponiamo un istante che queste cose siano
+vere — ed io non appoggio la mia ipotesi della credibilità di quei fatti
+su quanto ne stamparono il _Times_ o la _Pall Mall Gazette_ che se ne è
+resa garante. — Io ne ho delle prove in mano (_applausi_). Donde le
+traggo? Da un documento ufficiale del Ministro dell'Interno, il generale
+Ignatieff. Nella mozione che io vi ho presentato si parla delle leggi
+della Russia rispetto ai sudditi Ebrei. Io non pretendo esser giurista
+nel diritto inglese ed ancor meno nel diritto russo; io non pretendo
+decidere ciò che siano su questo punto le leggi della Russia, e non
+saprei che dire su questa mozione, se non avessi in mano un rescritto di
+una grande importanza. Spero che non lo si dirà falso. Queste orribili
+atrocità durarono i mesi di maggio, giugno e luglio. In agosto comparve
+questo documento. Comincia coll'affliggersi e col desolarsi, ma di che?
+Delle atrocità forse che furono commesse contro gli Ebrei, sudditi dello
+Czar? Oh no! ma bensì _della triste condizione dei Cristiani nelle
+provincie meridionali_. Poi dice che la principale causa di questi
+_movimenti e tumulti_, come li chiama, ai quali _la nazione russa era
+sino ad ora rimasta straniera_, è una causa commerciale; continua
+dicendo che la condotta degli Ebrei provocò delle proteste da parte del
+popolo il quale _manifestò la sua indignazione_; ed in che modo? lo si
+crederebbe? colla violenza ed il saccheggio. Infine il Ministro
+dell'Interno ci dice che _il paese è esposto a dei segreti intrighi, che
+sono, come è noto, la vera causa dell'agitazione_. Se la forma di questo
+documento è calma, la rettorica e le insinuazioni vi sono incendiarie,
+ed io duro fatica a comprendere come il popolo Russo, avuto questo
+rescritto nelle mani, non siasi trovato incoraggiato a continuare nelle
+sue violenze (_applausi_). Il documento continua e dice: “_Abbiamo
+nominato una Commissione per eseguire un'inchiesta..._” su che? Prima di
+tutto “_sui mestieri esercitati dagli Ebrei che arrecano nocumento agli
+abitanti delle rispettive località;_” in secondo luogo — prego
+l'Assemblea di volerlo ben notare — “_sulle cause che impediscono
+l'applicazione delle leggi esistenti, che restringono i diritti degli
+Ebrei di comperare e condurre terre, di darsi al commercio dei liquori
+ed all'usura;_” in terzo luogo “_sulle modificazioni da introdursi in
+queste leggi perchè gli Ebrei non possano più eluderle, e sull'esame
+delle nuove leggi che sarebbero necessarie per metter fine alla loro
+perniciosa condotta._” Finalmente oltre le risposte a tali questioni
+dovevansi riunire notizie: 1º sull'usura esercitata dagli Ebrei nei loro
+affari coi Cristiani, nelle città, borghi e villaggi; 2º sul numero
+delle osterie; 3º sul numero delle persone attualmente al servizio degli
+Ebrei; 4º sull'estensione dei loro terreni ed infine sul numero degli
+agricoltori ebrei. Ecco dunque le leggi russe concernenti gli Ebrei
+dell'Impero. Io vorrei chiedere qual rimedio sia possibile per una
+popolazione sottoposta ad un simile regime. Forse nell'accrescimento
+delle penalità? o nella incapacità di possedere terreni? o nella
+proibizione di mandare i giovinetti israeliti negli stabilimenti
+d'istruzione superiore? Tutto ciò venne fatto. Ma io credo che il
+rimedio sia in questi due provvedimenti: primo, l'applicazione formale
+della legge cristiana in tutta la sua intierezza. Non è con simili leggi
+che i Cristiani hanno guadagnato il mondo ed acquistato il regolare
+potere di amministrare la giustizia fra gli uomini, e non sarà che con
+leggi diverse che il gran potere imperiale della Russia riunirà la
+popolazione dell'impero ai suoi sudditi israeliti (_applausi_). L'altro
+rimedio è la condanna severa e rigorosa di tutti i malfattori, unita
+alla concessione, del paro ferma, di tutti i diritti che la legge
+naturale e divina accorda ad ogni uomo. Ciò è necessario per proteggere
+la vita e le persone, la loro sicurezza ed i loro beni, ciò costituisce
+la libertà umana, tutto ciò — e nulla di meno — è necessario per
+prevenire i mali di cui si lagna il Ministro dell'Interno.
+
+Voi avete parlato, o Mylord, con gran fiducia dei risultati che vi
+attendete da questo _meeting_. Non facciamoci soverchie illusioni. Se ci
+immaginiamo che esso ponga fine alla questione, sicchè dopo potremo
+tacere, temo che l'effetto non sarà quale lo desideriamo. Ma non
+scoraggiamoci neppur troppo. Son d'avviso che in tutta l'Inghilterra,
+posso dire in tutta la Gran Brettagna, questa Assemblea troverà eco
+(_applausi_). Manchester e Birmingham hanno già cominciato e dovunque si
+parla inglese, si saprà ciò che oggi fu qui detto con tanta eloquenza.
+Io credo che in questo momento un simile _meeting_ sia adunato a New
+York (_applausi_). Ciò che qui si dice verrà tradotto in tutte le lingue
+d'Europa, e la voce di quanto abbiam fatto varcherà anche i confini
+della Russia. Nè si potrà trattenerla, più di quanto si possa trattenere
+la luce e l'aria in qualsivoglia parte del mondo dove sianvi sentimenti
+umani, le dichiarazioni fatte qui ed altrove troveranno un'eco che
+contribuirà a por fine a queste orribili atrocità.
+
+Non ho più che una parola a dire. Ho tentato di trattare questa
+questione con un modo giusto e calmo. Ho parlato della importanza di una
+giustizia politica eguale per tutti, arrossirei di terminare senza dire
+una parola di quanto deve risvegliare fortemente le simpatie cristiane.
+Vi ha un libro, che è proprietà comune della razza di Israello e di noi
+Cristiani. Questo libro ci stringe in un vincolo comune, ed in quel
+libro io leggo che il popolo di Israello è il più antico popolo del
+mondo. La Russia, l'Austria, l'Inghilterra non datano che da ieri in
+confronto di questo popolo imperituro che — con una inesauribile
+vitalità, con tradizioni immutabili, colla sua fede in Dio e nelle leggi
+di Dio, disperso su tutto il globo, passando a traverso il fuoco senza
+bruciarsi, trascinato nel fango senza insozzarsi — è ancora qui in mezzo
+a noi, come un testimonio ed un avvertimento. Noi abbiamo con lui un
+patto di fraternità. Il nuovo Testamento ha nel vecchio la sua base. Gli
+Ebrei accettano la metà delle credenze per cui noi daremmo volentieri la
+vita. Confessiamo adunque che essi sono uniti a noi in una simpatia
+comune. Io leggo in quel libro queste parole: “Io sono infiammato da un
+gran corruccio contro le nazioni possenti e ricche, perchè io era un po'
+irritato contro Israele ed essi aumentarono la sua afflizione.” Ciò vuol
+dire: “Il mio popolo era disperso; ha sofferto disgrazie inaudite ed
+inconcepibili, e le nazioni che erano potenti, che erano ricche e che
+avevano il potere, lo hanno colpito ed hanno aumentato l'afflizione di
+cui già soffriva.” Io spero non vi sia in tutta Inghilterra una persona
+che si dica civile e cristiana che possa avere il cuore di accrescere
+con una sola parola le sofferenze di questo popolo così grande, così
+antico e così afflitto, ma spero che coi nostri sforzi, colla nostra
+parola, colla nostra preghiera, faremo quanto è in noi per diminuire, se
+è possibile, quelle atrocità od almeno per non associarvisi mai. (_Lungo
+scoppio di applausi_).
+
+(362) L'Eminentissimo Manning figurava coi principali personaggi della
+Chiesa Anglicana e col fior fiore della Società londinese fra i
+promotori del _Meeting_.
+
+
+
+
+ XXXI.
+
+ Il giornale SION e l'opinione di un Archimandrita greco.
+
+
+Col titolo di _Sion_ si pubblica da circa quattro anni in Atene, in
+lingua greca, un importante periodico ebdomadario, il quale si occupa
+particolarmente di Sacra letteratura, di religione e di scienza biblica.
+Ne è Direttore il rev. Archimandrita D. Latta, cui, ci si assicura,
+attende un alto posto nell'episcopato greco-scismatico.
+
+Nel numero 29 giugno (v. s.) 1883 questo giornale conteneva un
+ammirabile articolo ispirato a vero sentimento di religione e di carità,
+dove dopo aver posto a nudo le inique trame che dettero origine al
+mostruoso processo di Tisza Eslar, passa a dimostrare, quanto sieno
+ingiuste le persecuzioni di cui in ogni tempo furono vittime gli
+Israeliti e specialmente quelle occasionate dal preteso uso del sangue
+cristiano nella celebrazione del loro rito pasquale.
+
+“Questa, scrive il succitato giornale, è una grossolana menzogna, una
+mera calunnia. Infatti sono molti secoli che di quando in quando si
+sparge la voce che gli Ebrei commettono un tale atto, e quindi si
+sollevano torbidi, si agitano le popolazioni, si consumano massacri ed
+uccisioni di Ebrei; ma dopo alcun tempo, succeduta la calma, si prova
+che tutto non fu altro che menzogna, e la tragica rappresentazione
+termina col solito vocabolo turco _Giaglis_ (errore).”
+
+Ci è impossibile riprodurre l'intiero articolo, che consta di ben cinque
+compatte colonne, ne daremo quindi soltanto un altro brano:
+
+“La _Sion_ compie un dovere cristiano esortando i Cristiani tanto Greci,
+quanto Rumeni, Russi ed Ungheresi ed in generale i Cristiani di
+qualunque nazione, a cessare da queste odiose calunnie contro gli Ebrei.
+Fu già epoca in cui gli stessi Cristiani trovavansi presso i Romani in
+una condizione di avvilimento simile a quella in cui si trovano oggi gli
+Ebrei rimpetto ai Cristiani! Sapete che cosa fecero a quell'epoca gli
+idolatri per isterminare i Cristiani? Calunniarono questi presso
+l'imperatore Antonino, di scannare uomini, mangiarne le carni e berne il
+sangue nelle loro cene. Ed appoggiarono la loro calunnia sulla voce
+sparsa che i Cristiani raccogliendosi per adorare il loro Dio fanno
+sacrifizi e mangiano del corpo e del sangue del loro liberatore Gesù
+Cristo.
+
+“Intorno a quell'ingiusta calunnia che valse ad eccitare l'ira
+dell'Imperatore contro i Cristiani, e che costò un numero considerevole
+di Martiri, San Giustino, filosofo e martire, scrisse un'apologia
+all'Imperatore, nella quale prova l'insussistenza di questi pretesi
+sagrifizi umani che a carico dei Cristiani furono denunziati. A
+quest'apologia dell'insigne filosofo cristiano, noi rimandiamo chiunque
+desiderasse conoscere i particolari della ignominiosa accusa. Ma se gli
+idolatri agivano in tal guisa contro i Cristiani d'allora, è forse
+lecito a noi Cristiani, la generazione eletta, il reale sacerdozio, la
+gente santa a cui fu commesso di predicare la virtù di Colui che ci
+chiamò dalle tenebre alla sua meravigliosa luce, è forse lecito a noi
+ordire tratto tratto simili calunnie, e promuovere scene sanguinose,
+agitazioni sociali a danno di una nazione, la quale sopportò
+coraggiosamente ogni male per mantenersi fedele alle sacre sue
+tradizioni? — E andando più avanti diremo: Lice a noi di sollevarci
+contro una nazione che fu l'origine della nostra redenzione, che per
+secoli faticò, pregò, sacrificò per far discendere Iddio
+all'uomo . . . . . ”
+
+In seguito a questo articolo il Rabbino Maggiore di Corfù, un dotto e
+valente nostro compatriota, il prof. Levi, avendo indirizzato al Rev.
+Latta alcune parole di gratitudine, ne ebbe in risposta la seguente
+lettera che riproduciamo, traducendola, da un supplemento del giornale
+israelitico, _Il Mosè_, che vede la luce in Corfù:
+
+“Reverendissimo signor Gran Rabbino Levi,
+
+“Abbiamo letto con animo grato e con soddisfazione la lettera del 4
+luglio che ci indirizzaste da Corfù, ed abbiamo rese grazie a Dio per il
+progresso, che, mercè il divino aiuto, ha fatto in questi giorni di luce
+e di civiltà, il vero spirito di religione.
+
+“Vi siamo cordialmente grati per i sentimenti nobili ed amorosi che,
+obbedendo all'impulso del cuore, avete manifestato verso di noi, perchè
+abbiamo scritto un articolo contro le calunnie, notoriamente false, ed
+assolutamente infondate che vengono diffuse nel mondo cristiano contro
+la nazione israelitica. Noi, reverendissimo signore, scrivendo in quella
+guisa non facemmo, sappiatelo, che servire da umili sacerdoti la
+cristiana religione. La storia della umanità chiaramente prova che
+molteplici superstizioni secolari, errate credenze, false e bugiarde
+tradizioni, hanno tanto influito sullo spirito dell'umanità da ridurla
+per molti secoli bassa e cieca serva di principii falsi e dannosi. Ma il
+nostro Gesù Cristo ha giustamente proclamato primo e fondamentale scopo
+della sua venuta in terra, esser la liberazione dell'umanità da questa
+servitù, liberazione che ha conseguita infondendoci la coscienza della
+verità. E conoscerete la verità e la verità vi francherà. (_S. Giov._,
+VIII, 32).
+
+“Ogni superstizione, ogni falsa tradizione, ogni fallace credenza è
+assolutamente nemica della verità cristiana e tende, per conseguenza, a
+distruggere il grande scopo che il Cristianesimo si propone di
+raggiungere in questo mondo.
+
+“È perciò, reverendissimo, che noi, che siamo nelle file dei sacerdoti
+della religione, abbiamo il dovere di lottare con tutte le nostre forze
+ed a prezzo di qualunque sagrifizio contro la menzogna e di procurare il
+trionfo della verità. Ora abbiamo sempre affermato colla parola e colla
+penna e sempre affermeremo, sino a che avremo vita, esser menzogna,
+infame, vergognosa menzogna, atta soltanto a dissolvere i vincoli della
+sociale convivenza quella che si diffonde nella Cristianità, e cioè che
+gli Ebrei uccidano i figli dei Cristiani per raccoglierne il sangue.
+
+“Vi dichiariamo infine, reverendissimo, che è per noi cagione di vivo e
+costante dolore il vedere come coll'imperdonabile pretesto di apparenti
+differenze religiose, si tenti di promuovere dissidii fra due nazioni
+che si resero egualmente benemerite della umanità, l'una l'ebraica,
+pregando in Gerusalemme per far discendere Iddio nell'uomo, l'altra la
+greca, filosofando in Atene per rialzare l'uomo sino a Dio.
+
+“Ci è grato per altro di constatare come, in questi ultimi anni, tali
+ingiustificabili dissidi sieno divenuti rarissimi e tendano quasi a
+scomparire.
+
+“Non ci è dato intendere come la fondamentale differenza religiosa che
+ci separa, e che, come è noto, consiste in ciò soltanto che voi
+Israeliti proclamate non esser ancora venuto il Messia, possa impedire
+agli uomini delle due nazioni di vivere d'amore e d'accordo fra loro in
+qualunque paese si trovino. Questa concordia sembra a noi tanto più
+necessaria che Dio stesso ha detto agli Israeliti: “Voi mi sarete un
+tesoro riposto d'infra tutti i popoli . . . . . e mi sarete un Reame
+sacerdotale e una gente santa.” (_Es._, XIX, 5, 6), mentre poi lo stesso
+Dio comparso nel mondo sotto spoglie umane disse a noi Cristiani: “Ma
+voi siete la generazione eletta, il real sacerdozio, la gente santa, il
+popolo d'acquisto” (I. _Pietro_ II. 9).
+
+“Facciam voto infine di tutto cuore, reverendissimo, e speriamo lo
+facciate voi pure che Ebrei e Cristiani, compreso il vero spirito della
+loro religione, abbandonino per sempre gli imperdonabili odii e
+rifuggano, con ogni maggior studio, da dar causa a queste lotte, dissidi
+o differenze religiose vivendo reciprocamente d'amore e d'accordo,
+siccome conviene sopratutto oggi a popoli che pretendono far parte del
+civile consorzio.
+
+“E con questo amorevole sentimento vi abbracciamo, reverendissimo, e
+confidando che i nostri desiderii si realizzino vi confermiamo i
+sentimenti della nostra considerazione.
+
+“Atene, 11 luglio 1883.
+
+ “L'Archimandrita
+ “DIONISIO LATTA.”
+
+
+
+
+ XXXII.
+
+
+ La questione semitica in Russia
+ esposta dal principe Demidoff di San Donato.
+
+Crediamo non inopportuno dar luogo, fra' documenti, alla seguente
+memoria del principe Demidoff, sulla questione semitica in Russia.
+
+“Il movimento popolare antisemitico verificatosi in questi ultimi tempi,
+sotto diverse forme e con notevole insistenza, ha di nuovo messo sul
+tappeto la così detta questione semitica.
+
+“La nomina di un presidente della Commissione incaricata dell'esame di
+un così grave argomento, fa sperare che la questione sia per avviarsi
+verso una soluzione regolare, soluzione che dovrà essere tradotta in
+atto con lo allontanamento di tutte le condizioni anormali in cui si
+aggira l'esistenza degli Israeliti, sia sotto il punto di vista
+politico, sia sotto l'aspetto sociale. Il che costituisce appunto il
+nodo della questione medesima.
+
+“Uno dei caratteri essenziali e distintivi della situazione fatta in
+Russia alla popolazione israelitica è l'impossibilità in cui si trovano
+i sudditi appartenenti alla religione ebraica di trasportare liberamente
+il proprio domicilio al di là dei confini assegnati per la loro dimora.
+In virtù di questa legge restrittiva, la quasi totalità del contingente
+israelitico, che ascende a circa tre milioni di abitanti, si concentra
+nei Governi del Nord e del Sud-Ovest. E la forzata agglomerazione sopra
+un territorio relativamente ristretto, nonchè la concorrenza per
+procacciarsi i mezzi di esistenza, derivata da questa agglomerazione
+medesima, mettono gli abitanti israeliti in critica quanto penosa
+condizione, obbligandoli in certo modo a transigere sulla scelta dei
+mezzi che possono assicurare la loro sussistenza.
+
+“Ognuno conosce la miseria, talvolta straziante, che stringe la
+grandissima maggioranza degli Ebrei russi; ed è appunto da questa
+miseria che provengono, come conseguenza naturale, quei fenomeni
+economici mostruosi, che indignano il mondo civile, quali lo sfruttare
+con ogni mezzo la popolazione indigena, l'usura e molti altri frutti
+riprovevoli ed odiosi dei costumi israelitici.
+
+“Qualunque provvedimento repressivo riescirà sempre inefficace a
+sradicare questi mali, i quali non possono essere soppressi che col
+mezzo di una non interrotta e coordinata sequela di riforme sostanziali
+nella esistenza degli sfruttatori, non che in quella degli sfruttati. La
+diffusione della istruzione, l'impianto del credito rurale, la
+diminuzione delle imposte e dei balzelli di ogni specie, e nello stesso
+tempo l'abolizione di quelle leggi antiquate, restrittive e
+convenzionali, che vietano agli Ebrei la libertà di azione per
+procacciarsi i mezzi di esistenza, ecco dove bisogna cercare il rimedio
+ai mali deplorati, con fondata speranza di guarigione.
+
+“Il solo fatto di permettere agli Israeliti, di eleggere il loro
+domicilio dove meglio loro talenta, basterebbe a rendere più regolari i
+rapporti anormali fra Ebrei e Cristiani, nei Governi del nord e
+sud-ovest, inquantochè ciò sarebbe come il lasciare libera l'azione a
+quella fondamentale legge economica, conosciuta sotto il nome di legge
+della domanda e della offerta. Tanto più che questa specie di domicilio
+coatto imposto agli Israeliti non vieta che, in tutto il rimanente del
+territorio russo, l'usuraio indigeno e nazionale, conosciuto sotto il
+nome di _Kulak_, cioè _pugno_, e che non ha nulla da invidiare
+all'usuraio ebreo, non compia liberamente le sue alte gesta, quando gli
+se ne presenta l'occasione.
+
+“I provvedimenti che saranno messi in opera onde garantire il contadino
+da tutte le forme che riveste l'usura, devono essere di tal genere da
+condurre seco l'abolizione di questo flagello.
+
+“Ma la questione che esaminiamo ha un altro lato non meno grave e
+deplorevole.
+
+“Quell'indeterminato sentimento di odio e di disprezzo contro
+gl'Israeliti che si osserva nel popolo russo, è senza dubbio motivato da
+quel pregiudizio, tramandato di generazione in generazione, e di secolo
+in secolo, che si basa sulla differenza della religione, e che al giorno
+d'oggi, più che mai, ha perduto qualunque ragione di essere.
+
+“E se devesi rimpiangere che nessuno cerchi di sradicare questi
+pregiudizi, diffondendo nel popolo una razionale spiegazione delle
+leggende e dei fatti storici, molto più è da deplorarsi che si voglia
+mantenere questo stato di latente ostilità per mezzo della ineguaglianza
+civile, che mette gli israeliti in una condizione inferiore a quella di
+tutti gli altri cittadini dello Stato. Da ogni parte si innalzano
+mormorii contro lo spirito di corpo e la solidarietà degli Israeliti,
+contro il loro isolamento dal resto della nazione, contro il loro
+cocciuto dogmatismo religioso, che li allontana dal consorzio umano,
+ecc. Ma non è egli anche da chiedersi se possa essere altrimenti, dal
+momento che si mantengono tutte le condizioni anormali che accompagnano
+la loro esistenza?
+
+“E questo isolamento degli Ebrei non potrà cessare che se la nostra
+legislazione si occuperà seriamente di metterli in posizione meno
+umiliante di fronte a noi, sopprimendo qualunque restrizione ai loro
+diritti di cittadini; altrimenti non solo l'odio contro gl'Israeliti non
+verrà sopito, ma dovrà forzatamente scoppiare sempre con crescente
+violenza.
+
+“L'unificazione reale di tanti e così variati elementi che compongono la
+popolazione russa, non è possibile se non a patto di vedere istaurato un
+sistema di grande libertà civile e di assoluta eguaglianza nei diritti e
+nei doveri di ogni cittadino. È soltanto per mezzo di questi due potenti
+motivi e livellatori della vita pubblica, che si potranno cancellare le
+differenze di razza e di religione, differenze che non hanno nessuna
+significazione per lo Stato; è soltanto con tali fattori che si potrà
+creare la solidarietà dei pubblici interessi, nonchè l'unione effettiva
+di tutta una vasta contrada.
+
+“E siccome in questo processo di assimilazione di popoli diversi, la
+nazionalità che avrà la supremazia sarà sempre quella che si troverà
+essere la più forte e per il numero e per il grado del suo sviluppo
+morale, così è da ritenersi per certo che la russificazione effettiva,
+non quella apparente, di tutti gli abitanti dell'Impero, non potrà aver
+luogo che quando la Russia saprà atteggiarsi di fronte agl'Israeliti
+come messaggera di principii nuovi, differenti da quelli che furon loro
+creati dalla loro esistenza antecedente all'epoca in cui essi furono
+totalmente allontanati dalla vita pubblica del paese.
+
+“Ecco cosa osserva Macaulay, a proposito della elargizione dei diritti
+politici e civili agli Israeliti in Inghilterra:
+
+“— Quando la società gode del benessere nella vita, un contratto
+naturale ed inevitabile fa nascere spontaneo il sentimento del
+patriottismo nella mente dei cittadini, i quali sanno com'essi devono e
+il benessere e i piaceri dell'esistenza al luogo che li unisce in un
+compatto sodalizio. Ma sotto un Governo dispotico e partigiano questa
+fusione di idee non può avere il significato che avrebbe avuto con un
+miglior ordine di cose. Gli uomini sono costretti a cercare nel seno del
+loro partito quella protezione ch'essi avrebbero dovuto trovare nelle
+leggi del paese loro; questo ha per conseguenza logica e necessaria di
+far rivolgere verso il partito quei sentimenti che dovrebbero essere
+dedicati alla patria.”
+
+“Noi, in Russia, abbiamo cura di sequestrare gl'israeliti dal rimanente
+della popolazione, e poi ci meravigliamo se scorgiamo nei primi una
+riluttanza spiccata contro ogni tentativo di assimilazione o di unione.
+La causa della scissura e dell'odio è dunque in noi medesimi, ed è dal
+nostro seno che bisogna estirparla.
+
+“Se il Governo non vuole riconoscere gli Israeliti quali cittadini
+proprii ad esercitare tutti i diritti accordati agli altri, e se egli li
+subisce solamente come un male inevitabile non vi è da aspettarsi, da
+parte di questi paria, sentimenti diversi da quelli ch'essi nutrono per
+noi.
+
+“In un caso analogo al nostro possiamo prendere esempio dalla Francia,
+la quale ci prova come in certe date condizioni gli Ebrei possono
+divenire, quanto altri mai, membri utilissimi della nazione e del
+Governo. Essi stanno alla popolazione totale di Parigi nella proporzione
+di 3 per 100; eppure la questione israelitica è totalmente sconosciuta
+colà.
+
+“Ci rimarrebbe adesso da trattare un altro punto di vista
+dell'argomento, quello cioè delle stolide accuse lanciate agli
+Israeliti, cominciando dalle false interpretazioni con cui si snaturano
+i libri del loro culto, e terminando coll'addebito che vien loro fatto
+di servirsi del sangue cristiano per compiere alcuni loro riti
+religiosi; ma nessuna di queste insulsaggini merita di essere presa in
+esame e sottoposta alla critica, perciò noi le mettiamo senz'altro da
+parte prendendo piuttosto in considerazione altre accuse, le quali
+sembrano a prima vista, non prive di qualche fondamento.
+
+“Si dice per esempio che gl'Israeliti sono incapaci di sopportare
+qualunque lavoro fisico in generale, ed in ispecial modo quello della
+coltivazione delle terre; che in qualunque località essi si trovino i
+loro cespiti di guadagno saranno sempre ricavati dal mestiere di
+rivenditore, di usuraio, di mezzano, e che per conseguenza, accordando
+loro il diritto di muoversi liberamente, si mettono a portata della loro
+capacità, quei distretti ove essi potranno andare a stabilirsi. In
+queste accuse un solo punto è vero, ed è quello che afferma l'attitudine
+speciale degli israeliti alla mercatura di ogni genere; e
+quest'attitudine ch'è infatti una particolarità tipica della razza
+israelitica, la si deve a circostanze che esistono da migliaia di anni.
+Ma però non bisogna neppure dimenticare che una parte assai
+considerevole della popolazione israelitica si occupa di ogni specie di
+mestieri, senza eccettuare i più faticosi ed i più penosi, come a mo' di
+esempio, quelli del maniscalco, del fabbro ed altri simili. Ed è altresì
+accertato che in diverse località gl'Israeliti si dedicano anche alla
+agricoltura; così nel Governo di Kiew, oltre 10,000 Ebrei di ambo i
+sessi sono impiegati nella coltura della terra. Secondo i calcoli della
+decima revisione fatta nel governo di Vilna, apparisce che sopra 61,645
+israeliti, 2966 erano agricoltori; nel Caucaso una buona parte di operai
+agricoli è di razza israelitica; anche nel Libano vi sono più di 100
+famiglie delle quali nove decimi lavorano la terra.
+
+“In molte altre località si riscontrano agricoltori israeliti, ma noi
+reputiamo che gli esempi fino a qui addotti bastino a provare che la
+razza israelitica non è poi tanto refrattaria al lavoro della terra,
+quanto comunemente si sostiene.
+
+“E questo fatto è tanto più degno di nota, inquantochè, eccezione fatta
+dalle colonie sperimentali fondate da Araktcheff, le quali ebbero ad
+abortire, nessuno incoraggiamento ed appoggio è mai stato accordato a
+questi tentativi, non solo, ma è provato che ogni sforzo di questo
+genere ha sempre incontrato difficoltà insuperabili nei regolamenti
+legislativi. Basterà citare a conferma dell'asserzione il testo della
+ben conosciuta legge del 1864, con cui _viene proibito agli Ebrei di
+comperar terre dai privati nei governi di Vilna e di Kovno, mentre
+s'inibiva ai proprietari russi di vendere, affittare od ipotecare agli
+Ebrei le loro terre_.
+
+“Nell'anno 1881 questa legge fu estesa con un articolo addizionale a
+tutta la popolazione israelitica a cui si vietava la compra e l'affitto
+di terre in tutto il territorio dell'Ovest. Ciò non di meno, com'è stato
+detto sopra, la parte predominante della popolazione israelitica
+costituisce la classe dei mezzani e rivenditori di prodotti delle
+industrie locali. E se la mediazione rappresenta una delle funzioni
+vitali nella esistenza economica delle nazioni finchè si mantiene nei
+limiti necessari, essa diventa una calamità quando nella quantità vi è
+eccedenza a questi limiti.
+
+“In ultima analisi è appunto sopra questa circostanza che noi dobbiamo
+rivolgere la nostra attenzione. Ognuno deve sapere che in ogni località,
+ove siano praticati l'industria ed il commercio rurali, esiste _una
+proporzione matematica fra il numero dei produttori ed il numero dei
+distributori_.
+
+“Eccezione fatta dalle condizioni della produzione locale, vi sono altre
+cause da cui dipendono le proporzioni sopra indicate. Tali sono il grado
+di densità della popolazione, i mezzi di trasporto, ed infine tutta una
+serie di altri fattori, i quali si trovano in rapporto col mercato
+locale; ma nei governi del nord e del sud-ovest della Russia, le regole
+di detta proporzione sono assolutamente infrante. Ed è in conseguenza di
+questa sproporzione che si verifica un eccedente considerevole di forze
+improduttrici, che escono dai limiti menzionati, ed il cui mantenimento
+è un penoso aggravio pei produttori. È in queste circostanze che devonsi
+cercare le cause dei tumulti avvenuti in questi ultimi tempi.
+
+“Accordando agl'Israeliti un'assoluta eguaglianza nei diritti civili ed
+il concorso di stabilire le loro dimore nei _governi della grande
+Russia_, si otterrebbe senza dubbio alcuno per i nostri confini il
+voluto equilibrio fra i due motori fondamentali della nostra economia
+locale. In pari tempo, fissandosi colà ove è maggiormente sentita la
+mancanza dei mediatori per lo scambio dei prodotti, è evidente che una
+parte della popolazione israelitica riempirebbe in breve tempo questa
+grande lacuna.
+
+“In questa guisa, sopprimendo le condizioni dannose che obbligano
+gl'Israeliti ad abitare certe date località, si trasformerebbe un
+elemento nocivo in un fattore utile alla nostra esistenza politica.
+
+“Nominato membro della Commissione instituita onde esaminare la
+questione israelitica, ho creduto mio dovere di fare immantinente noto
+alla Commissione stessa il mio modo di vedere a questo proposito.”
+
+
+
+
+ INDICE
+
+
+ Introduzione pag. 3
+ Costituiscono gli Ebrei una razza speciale? ” 23
+ Il Talmud ” 41
+ Attitudini economiche dell'Ebreo ” 97
+ Dell'uso del sangue cristiano nei riti ebraici ” 137
+ Di varie pubblicazioni antisemitiche ” 223
+ _a)_ Lettera al sig. Direttore della _Civiltà Cattolica_ ” ivi
+ _b)_ _G. B. Borelli_ — La questione semitica e la sua
+ possibile soluzione ” 241
+ _c)_ _L'Antisémitique_ (giornale) Montdidier ” 243
+ _d)_ _Osman Bey_ — Gli Ebrei alla conquista del mondo ” 248
+ _e)_ Dell'uso del sangue cristiano nei riti ebraici ” 264
+ Documenti ” 273
+ 1. La leggenda di Dama ” ivi
+ 2. Lettera patente dell'imperatore Federico III ” 276
+ 3. Lettera del Doge di Venezia, Pietro Mocenigo, al podestà
+ e capitano di Padova ” 278
+ 4. Bona e G. Galeazzo M. Sforza ” 280
+ 5. Massimiliano II ” 295
+ 6. Martino Lutero ” 299
+ 7. Stefano Re di Polonia ” 300
+ 8. Sentenza a favore di Giuseppe Ebreo Veronese ” 303
+ 9. Giovanni Cristoforo Wagenseil ” 305
+ 10. Parere della facoltà teologica di Lipsia ” 308
+ 11. Lettera del cardinal Corsini a monsignor Nunzio
+ Apostolico di Polonia ” 318
+ 12. Legge ungherese dell'anno 1791 ” 320
+ 13. Una fanciulla smarrita a Mantova e poi trovata ” 321
+ 14. Il predicatore di corte canonico Giovanni Emanuele Veit ” 323
+ 15. Dichiarazione del prof. Molitor ” 325
+ 16. Consigliere aulico prof. dott. H. von Schubert ” 329
+ 17. Narrazione del reverendo M. Pieritz ” 330
+ 18. Firmano del sultano; 1840 ” 331
+ 19. Processo di Badia ” 333
+ 20. Dichiarazione del R. Procuratore Generale di Aquisgrana ” 349
+ 21. Ignazio Von Döllinger ” 352
+ 22. Professore dott. Nöldecke di Strasburgo ” 354
+ 23. Professore dott. A. Merx di Heidelberg ” 355
+ 24. Professore dott. Carlo Bernardo Stade di Giessen ” 357
+ 25. Facoltà teologica dell'Università di Amsterdam ” 358
+ 26. Professore dott. Carlo Siegfried di Jena ” 359
+ 27. Professore Francesco Delitzch; 1882 ” 360
+ 28. Lettera di Mons. Kopp, vescovo di Fulda ” 362
+ 29. Ernesto Renan ” 363
+ 30. Discorso dell'Em. Card. Manning ” 365
+ 31. Il giornale _Sion_ e l'opinione di un archimandrita greco ” 373
+ 32. La questione semitica in Russia, esposta dal principe
+ Demidoff di S. Donato ” 377
+
+
+
+
+ Nota di trascrizione
+
+
+L'ortografia originale è stata preservata fedelmente. Sono state
+mantenute tutte le varianti (o gli errori) nei nomi incontrati: per
+esempio Judei/Judaei/Judæi; Mosè/Moisè; Bartholoccius/Bartolocius;
+Crémieux/Cremieux; Esslar/Eszlar; Cosri/cozri/Cosari; Kosut per Lajos
+Kossuth; Montefiori per Moses Montefiore; Krabano Mauro per Hrabanus
+Maurus; Pfefferckorn/Pfeffercorn/Pffeffercorn per Johannes Pfefferkorn.
+
+Le trascrizioni dall'ebraico sono pure varie e mutevoli, come in
+Mezià/Metzià/Mezhià, ABOT di Rabbi Natan/HAVOD DERIBI NADAN/AVOT DE R.
+NATHAN/HAVOD DERIBI NATAN. In generale, la lettera ebraica ת è
+alternativamente trascritta con _d_ o con _t_.
+
+Sono stati mantenuti gli errori bibliografici del testo: ad esempio, il
+titolo corretto del libro citato a nota 1 di p. 41 è: _The history of
+Christianity: from the birth of Christ to the abolition of paganism in
+the Roman Empire_ by _Rev. H. H. Milman_; in nota a p. 61 DAVIDE, _Ganz
+Tzemach David._ sta per il _Tzemach David_ di David Gans; il curatore
+degli _Annali del Principato Ecclesiastico di Trento_ citati in nota 1 a
+p. 147 è Tommaso (non Francerco) Gar; il titolo del saggio sulla storia
+della chiesa russa citato nella _Revue des deux mondes_ è Istoriia
+Rousskoï tserkvy.
+
+La trascrizione dei documenti antichi è stata riportata tal quale, non
+essendo possibile risalire agli originali. Sono stati mantenuti accenti
+dubbi, come il "Fuerunt vocatì" di p. 285. Non si è tentato di
+differenziare le lettere _u_ e _v_ secondo l'uso moderno nei documenti
+IV. (9º), V. e VIII.
+
+I seguenti refusi, indubbi, sono stati corretti:
+
+ • p. 31, l. 7: Nè il legistatore → Nè il legislatore
+ • p. 69, l. 4: nella sua _Historia ecclesiastica_ come nel concilio, →
+ nella sua _Historia ecclesiastica_, come nel concilio
+ • p. 73, l. 18: vittoria, qual era → vittoria, qual'era
+ • p. 77, nota 1: _Nedanim_ → _Nedarim_
+ • p. 78, nota 2 BEEESCID RABBÀ → BERESCID RABBÀ
+ • p. 88, nota 2: MISCNÀ → MISCHNÀ
+ • p. 117, nota 2: _Reflexions d'un Milord_ → _Réflexions d'un Milord_
+ • p. 117, nota 3: _Révue des Etudes Juives_ → _Revue des Etudes
+ Juives_
+ • p. 158, nota 1, l. 21: _Johannes Chrysostomus uad die Kirche_ →
+ _Johannes Chrysostomus und die Kirche_.
+ • p. 158, nota 1, l. 23: _Geschichte des Christenthums und der
+ christlichen Lebens_ → _Geschichte des Christenthums und des
+ christlichen Lebens_
+ • p. 159, seguito nota prec., l. 5: _Pflangung und Leitung_ →
+ _Pflanzung und Leitung_
+ • p. 194, l. 13–14: On ne negligea pas de s'en servir, et plus d'un
+ Parisien bavard alla réflechir → On ne négligea pas de s'en servir,
+ et plus d'un Parisien bavard alla réfléchir
+ • p. 199, nota 1, l. 24: un enfant nouveau-nè, l'enfant d'une fille
+ non marièe → un enfant nouveau-né, l'enfant d'une fille non mariée
+ • p. 199, nota 1, l. 27: chez les payens → chez les païens
+ • p. 201, l. 12: Arséne Houssaye → Arsène Houssaye
+ • p. 205, l. 22–23: per vendicarsi de loro parenti → per vendicarsi
+ dei loro parenti
+ • p. 238, l. 10: _generaziene_ di Gesù → _generazione_ di Gesù
+ • p. 256, l. 9: libricciatolo → libricciattolo
+ • p. 271, l. 12: von christichen Seite → von christlicher Seite
+ • p. 301, l. 5: comperandolo dai Cristianì → comperandolo dai
+ Cristiani
+ • p. 305, titolo: XI. → IX.
+ • p. 317, l. 8: in ogni pnnto e clausola → in ogni punto e clausola
+ • p. 327, l. 6–7: dell l'8 → dell'8
+ • p. 328, l. 18: qualunque us di sangue → qualunque uso di sangue
+ • p. 337, l. 2: in istato d accusa → in istato d'accusa
+ • p. 376, l. 8: in questi ultimi, → in questi ultimi
+ • p. 377, l. 2: La questioae → La questione
+ • p. 377, l. 20: i sudditi appartenenenti → i sudditi appartenenti
+ • p. 386, l. 9: prof. dott. H. von Scubert → prof. dott. H. von
+ Schubert
+ • p. 386, l. 21: Professore dott. Carlo Siegfreid → Professore dott.
+ Carlo Siegfried
+
+Sono stati aggiunti accenti tonici mancanti sui termini greci, in
+originale Ρήτραι, Κρατησιμαχος, δευτερωσις.
+
+Punti e virgole mancanti o sovrabbondanti nelle abbreviazioni, nei
+titoli, nelle citazioni bibliografiche e nelle firme dei documenti, come
+pure virgolette mancanti o superflue, punti invece di segni ordinali nei
+titoli delle _Varie pubblicazioni antisemitiche_, sono stati tacitamente
+corretti.
+
+
+
+
+
+End of the Project Gutenberg EBook of Pro Judaeis, by Corrado Guidetti
+
+*** END OF THE PROJECT GUTENBERG EBOOK 45807 ***
diff --git a/45807/45807-h/45807-h.htm b/45807-h/45807-h.htm
index 86977cc..ab5d48d 100644
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-
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-
-</head>
-<body>
-
-
-<pre>
-
-The Project Gutenberg EBook of Pro Judaeis, by Corrado Guidetti
-
-This eBook is for the use of anyone anywhere at no cost and with
-almost no restrictions whatsoever. You may copy it, give it away or
-re-use it under the terms of the Project Gutenberg License included
-with this eBook or online at www.gutenberg.org
-
-
-Title: Pro Judaeis
- Riflessioni e Documenti
-
-Author: Corrado Guidetti
-
-Release Date: May 28, 2014 [EBook #45807]
-
-Language: Italian
-
-Character set encoding: UTF-8
-
-*** START OF THIS PROJECT GUTENBERG EBOOK PRO JUDAEIS ***
-
-
-
-
-Produced by Enrico Segre and the Online Distributed
-Proofreading Team at PGDP (http://www.pgdp.net)
-
-
-
-
-
-
-</pre>
-
-
-
-<div class="avviso">
-<span class="pageno" id="page-0"></span>
-
-<h2 class="g">
-AVVISO<br/>
-<img src="images/i000.png" style="width: 4ex;" alt=""/>
-</h2>
-
-<p>
-Chiunque avesse notizie o documenti
-sopra le questioni discusse nel
-presente volume, farà cosa grata indirizzandoli
-al sig. Dottore Corrado
-Guidetti presso la tipografia Roux e
-Favale.
-</p>
-
-</div>
-
-<div class="frontespizio">
-<span class="pageno" title="1" id="page-1"></span>
-
- <p class="center gr2">CORRADO GUIDETTI</p>
- <p class="center pi2">DOTTORE IN LETTERE</p>
- <hr class="full"/>
-
- <h1>PRO JUDÆIS</h1>
-
- <p class="center gr3">RIFLESSIONI E DOCUMENTI</p>
-
-<div class="motto">
- <p class="verso" xml:lang="de">Das Aergste weiss die Welt von mir und ich</p>
- <p class="verso" xml:lang="de">Kann sagen ich bin besser als mein Ruf.</p>
- <p class="attrib"><span class="sc aut">Schiller</span>,
- <cite>Maria Stuarda</cite>.</p>
-</div>
-
-<div class="image-center">
- <img src="images/i001.png" style="width: 6ex;" alt=""/>
-</div>
-
- <p class="center gr1" style="margin-top: 3em; margin-bottom: 0em">TORINO</p>
- <p class="center">TIPOGRAFIA ROUX e FAVALE</p>
- <p class="center pi1">1884.</p>
-
-</div>
-
-
-<div class="retro">
-<span class="pageno" title="2" id="page-2"></span>
-<p class="top6em"></p>
-<hr class="corto"/>
-<p class="center pi2">
-<i>Diritto di riproduzione e traduzione riservato</i>
-</p>
-<hr class="corto"/>
-</div>
-
-<div class="chapter">
-<span class="pageno" title="3" id="page-3"></span>
-<img src="images/i003a.png" style="width: 100%" alt=""/>
-</div>
-
-<h2 class="nobreak" id="tit-0">
-<a href="#ritit-0">INTRODUZIONE</a><br/>
-<img src="images/i003b.png" style="width: 7ex; margin: 1em auto 2em;" alt=""/>
-</h2>
-
-<p>
-Chi consideri superficialmente i fenomeni sociali,
-non può non essere colpito dal risvegliarsi
-in molti Stati d'Europa di una agitazione più o
-meno sorda contro gli Ebrei.
-</p>
-
-<p>
-A primo aspetto, sembrerebbe che il soffio vigoroso
-della prima rivoluzione francese avesse dovuto
-far sparire ogni distinzione fra cittadini, basata
-sul semplice fatto della fede professata.
-</p>
-
-<p>
-Sembrerebbe che il diritto di adorare Dio secondo
-la propria credenza, fosse uno dei più saldi,
-dei più indiscutibili portati della moderna civiltà.
-</p>
-
-<p>
-Sembrerebbe, sopratutto, oltraggio alla umana
-ragione dover invocare dagli scrittori discorrenti
-degli Ebrei, che applichino loro quell'elementare
-principio di equità da Carlo V, Re di Francia,
-nel <span class="sc num">xiv</span> secolo sancito con apposita legge: non
-doversi l'intiera nazione ebrea tener responsabile
-delle colpe di ogni singolo ebreo.
-</p>
-
-<p>
-Eppure, non è così.
-</p>
-
-<div>
-<span class="pageno" title="4" id="page-4"></span>
-</div>
-
-<p>
-Non soltanto nell'Oriente di Europa, dove la
-questione si complica e si innesta ad altre di
-svariata natura, si sveglia un movimento contro
-gli Ebrei; ma da questo movimento non vanno
-immuni i paesi più civili d'Europa.
-</p>
-
-<p>
-In Germania, la terra classica della persecuzione
-contro gli Ebrei, come sin dal diciassettesimo
-secolo avvertiva
-Basnage&nbsp;<a id="FNa_1"></a><a href="#Fn_1" class="fna">(1)</a>,
-si bandisce una crociata
-contro di loro, ed a capo del movimento
-stanno un ateo, dichiarato e riconosciuto, il signor
-Henrici&nbsp;<a id="FNa_2"></a><a href="#Fn_2" class="fna">(2)</a>,
-ed un ministro protestante, il
-dott. Stöcker, predicatore di Corte a Berlino.
-</p>
-
-<p>
-In Francia lo stesso movimento si accentua ed
-è già abbastanza vivo per darsi il lusso di un organo
-speciale, l'<cite xml:lang="fr">Antisémitique</cite>, che vede la luce in
-Montdidier, ed al quale ci sarà pur forza consacrare
-più innanzi qualche parola, benchè ci sia
-noto che l'opera insensata dei redattori di quel
-giornale non giova che ad ammassare sulle loro
-teste il generale disprezzo.
-</p>
-
-<p>
-Ed anche nella nostra Italia, dove, dal 1848 sino
-alla completa unificazione della penisola, gli Ebrei
-sembrarono identificarsi col resto della popolazione,
-colla quale avevano avuti comuni i patimenti
-della oppressione ed i pericoli delle congiure
-e delle battaglie, oggi non manca chi soffi
-nel fuoco, e libelli di propaganda antisemitica
-vanno spargendosi a piene mani nelle campagne.
-</p>
-
-<div>
-<span class="pageno" title="5" id="page-5"></span>
-</div>
-
-<p>
-Se la guerra contro gli Ebrei avesse a ragione
-la differenza di fede; se a capo di questo movimento fossero
-i Papi, i Vescovi, la Chiesa in una
-parola; se agli Ebrei di oggi giorno si volesse far
-scontare la colpa dei loro antenati, la pertinace
-convinzione con la quale, malgrado persecuzioni
-d'ogni sorta, mantennero intatta la loro fede,
-noi non avremmo che a constatare una nuova manifestazione
-di quel fanatismo di cui tutti i secoli
-e tutte le credenze hanno dato numerosi esempî.
-</p>
-
-<p>
-Le persecuzioni per ragione di fede non ci sorpresero
-mai. E se, mossi da quello spirito di carità
-che è nel cuore di ogni uomo, quando l'alito
-delle passioni non lo spegne, guardiamo inorriditi
-alle fiamme dei roghi, li accenda, come in Ispagna,
-un domenicano fanatico, o, come in Ginevra, il bieco
-Calvino, al nostro orrore non si mesce sorpresa.
-</p>
-
-<p>
-La fede è il più nobile patrimonio dell'uomo, e per
-ciò appunto i suoi eccessi generano il fanatismo più
-pericoloso. I più atroci delitti hanno sovente origine
-dalla esagerazione delle più elevate passioni.
-</p>
-
-<p>
-Ma sì, che i moderni antisemiti pensano proprio
-a tutto ciò! L'idea di vendicare il Dio crocifisso
-è tanto lungi da loro, quanto lo era dalle
-orde fanatiche che nell'<span class="sc num">xi</span> secolo trucidarono gli
-Ebrei di Worms, che affermavansi discendenti da
-una colonia giudaica, migrata da Palestina ben
-prima della nascita di N. S. G. Cristo, e quindi
-ad ogni modo non responsabili di quella morte,
-neppure se le colpe degli avi s'avessero a vendicare
-sui tardi nepoti.
-</p>
-
-<div>
-<span class="pageno" title="6" id="page-6"></span>
-</div>
-
-<p>
-Guardiamoli in viso questi persecutori degli
-Ebrei, questi individui, scarsi di numero e ricchi
-di audacia, che senza aver tampoco la scusa del
-fanatismo religioso, vogliono ricondurci ai più tristi
-tempi del medio evo; squarciamo il velo sotto
-cui si asconde questo movimento, decorato del
-pomposo nome di <em>antisemitismo</em>, e vedremo che
-sotto di esso si cela una nuova faccia di quel
-mostro che vuole avvolgere il mondo nelle sue
-spire, e che, per usare una parola, oggi abusata,
-chiamerò
-radicalismo&nbsp;<a id="FNa_3"></a><a href="#Fn_3" class="fna">(3)</a>.
-</p>
-
-<div>
-<span class="pageno" title="7" id="page-7"></span>
-</div>
-
-<p>
-L'ebreo è ricco, od almeno lo si crede tale&nbsp;—&nbsp;se
-lo sia, e perchè lo sia, vedremo nel corso di
-queste pagine&nbsp;—&nbsp;ma è creduto tale, e per ciò soltanto
-gli si muove guerra.
-</p>
-
-<p>
-La sua ricchezza è e fu sempre il suo delitto.
-</p>
-
-<p>
-L'industria, la coesione, la ricchezza degli Ebrei
-ebbero sempre il triste privilegio di eccitare l'invidia
-e il malvolere. I Faraoni eran gelosi di loro
-sin da quando i figli di Israele cominciarono ad
-arricchire nella terra di Gessen, e gli idalghi
-ed i priori della Spagna cattolica furono gelosi a
-loro volta, allorquando un Ebreo divenne ministro
-delle finanze del Re Alfonso.
-</p>
-
-<p>
-Ed oggi ancora i persecutori degli Ebrei appartengono
-a quel partito, che potrebbe a buon
-dritto chiamarsi il partito dell'invidia.
-</p>
-
-<p>
-Cerchiamo oggi gli agitatori delle passioni antisemitiche
-in quei paesi, dove l'ignoranza dei più
-permette loro di mostrarsi a viso aperto, in Ungheria
-per esempio, e li vedremo sedere in Parlamento
-sui banchi della estrema
-sinistra&nbsp;<a id="FNa_4"></a><a href="#Fn_4" class="fna">(4)</a>.
-</p>
-
-<div>
-<span class="pageno" title="8" id="page-8"></span>
-</div>
-
-<p>
-In Francia, non son sei o sette anni, si combatteva
-dai radicali la elezione a consigliere generale
-di un membro della famiglia Rothschild,
-trattandolo da clericale!! Oggi che l'antisemitismo
-va facendo progressi, lo si combatterebbe perchè
-ebreo!
-</p>
-
-<p>
-Clericale od ebreo, è tutt'uno per coloro che
-mirano a scuotere la società dalle sue basi, a distruggere
-la famiglia, la proprietà, la religione.
-</p>
-
-<p>
-E non è soltanto la ricchezza, vera o creduta
-tale, degli Ebrei che li designa ai colpi dei loro
-avversarî.
-</p>
-
-<p>
-L'ebreo, in qualsivoglia paese del mondo civile
-lo si consideri, è essenzialmente liberale.&nbsp;—&nbsp;Mi
-sia concesso avvalorare questa mia affermazione
-colle parole di uno dei più illustri scrittori del
-nostro secolo, di Ernesto
-Rénan&nbsp;<a id="FNa_5"></a><a href="#Fn_5" class="fna">(5)</a>:
-</p>
-
-<div>
-<span class="pageno" title="9" id="page-9"></span>
-</div>
-
-<p>
-“Il giudaismo, scrisse il professore francese,
-che ha tanto giovato per lo passato, gioverà anche
-in avvenire. Esso servirà la vera causa,
-la causa del liberalismo, dello spirito moderno.
-Ogni ebreo è liberale. Lo è per natura. I nemici
-del giudaismo, al contrario, guardateli
-da vicino, e vedrete che sono generalmente i
-nemici dello spirito
-moderno”&nbsp;<a id="FNa_6"></a><a href="#Fn_6" class="fna">(6)</a>.
-</p>
-
-<p>
-In queste poche parole è mirabilmente riassunta
-la questione.
-</p>
-
-<p>
-Sì; l'ebreo è liberale, essenzialmente liberale.
-Dalla sua lunga persecuzione, dalle sue secolari
-tribolazioni, esso ha imparato una cosa sola: ad
-odiare non i persecutori, ma la persecuzione, ad
-amare di vivo affetto la libertà, ma la libertà vera,
-quella che come sole fulgentissimo riluce per tutti
-gli uomini, qualunque sia la loro opinione, qualunque
-l'abito che vestano.
-</p>
-
-<p>
-E di questo spirito del giudaismo la letteratura,
-la storia offron prove a bizzeffe. Ne addurremo
-soltanto due:
-</p>
-
-<p>
-Uno dei più illustri fra gli scrittori ebrei, il
-più illustre forse dopo il Maimonide,
-Abarbanello&nbsp;<a id="FNa_7"></a><a href="#Fn_7" class="fna">(7)</a>,
-<span class="pageno" title="10" id="page-10"></span>
-che alla teoria dell'uomo di studî congiungeva
-la pratica dell'uomo di Stato, ci lasciò
-nei suoi <cite>Commentarî</cite> delle dissertazioni di pubblico
-giure degnissime di studio. In queste egli
-esamina le diverse forme di governo e dà la preferenza
-alla forma repubblicana, od almeno alla
-monarchia temperata (notisi che Abarbanello scriveva
-nel <span class="sc num">xv</span> secolo!). Esaminando in seguito quale
-sia il dovere dei sudditi, anche sotto un re malvagio
-e tiranno, insegna che il popolo non ha nè
-il potere, nè il diritto di ribellarsi, “contrariamente,
-dice egli, all'opinione dei saggi cristiani
-che scrissero di questo
-argomento”&nbsp;<a id="FNa_8"></a><a href="#Fn_8" class="fna">(8)</a>.
-</p>
-
-<p>
-Nè si creda che le teorie del dotto ebreo non
-<span class="pageno" title="11" id="page-11"></span>
-siano seguite da coloro che professano la religione
-mosaica. La rivoluzione francese fu per gli Ebrei
-un'êra di redenzione; essa soltanto ha spezzato i
-ceppi in cui da diciotto secoli gemeva la nazione
-ebraica; essa prima, dallo stato vilissimo in cui
-vivevano, li ha elevati a dignità di uomini, di cittadini.
-Nessuna meraviglia adunque che gli Ebrei
-favorissero quella rivoluzione e ne sposassero con
-ardore i principî. Pure il filosofo della storia non
-deve dimenticare che non un ebreo&nbsp;—&nbsp;non uno&nbsp;—&nbsp;si
-trova fra gli uomini che bruttarono coi loro
-eccessi quella rivoluzione, non uno fra i sicarî
-del 93 e fra coloro che colle più efferate licenze
-coprirono di obbrobrio il sacro nome di
-libertà&nbsp;<a id="FNa_9"></a><a href="#Fn_9" class="fna">(9)</a>.
-</p>
-
-<p>
-E ciò, ripetiamolo, perchè l'ebreo è assolutamente
-liberale, nel buono, nel vero senso della
-parola.
-</p>
-
-<p>
-Il radicalismo, invece, è essenzialmente nemico
-del liberalismo, perchè è essenzialmente persecutore.
-<span class="pageno" title="12" id="page-12"></span>
-E questa è una nuova ragione dell'odio che
-il radicalismo nutre contro gli Ebrei.
-</p>
-
-<p>
-Esso, che prova sempre il bisogno di nuove vittime,
-che oggi espelle i RR. Padri della Compagnia
-di Gesù, che domani perseguita altri pel solo
-fatto che nacquero da illustre prosapia, non può
-non esser nemico dello Ebreo, il quale vuole per
-sè la libertà come la vuole per gli altri, e combatte
-per essenza, per indole, per interesse, tutte
-le distinzioni basate sulla nascita, sulla fede.
-</p>
-
-<p>
-Ecco perchè, con mostruoso connubio, <em xml:lang="de">Culturkampf</em>
-ed antisemitismo poterono nascere quasi
-ad un tempo e sulla stessa
-terra&nbsp;<a id="FNa_10"></a><a href="#Fn_10" class="fna">(10)</a>.
-</p>
-
-<p>
-E qui ci si para spontanea dinanzi un'obbiezione.
-</p>
-
-<div>
-<span class="pageno" title="13" id="page-13"></span>
-</div>
-
-<p>
-Ci si dirà. Voi dipingete i radicali come i più
-feroci nemici degli Ebrei; eppure noi tutti conosciamo
-radicali notissimi che sono ben lungi dal
-partecipare a quest'odio, e vediamo invece assaliti
-tutto giorno gli Ebrei da giornali e da uomini
-del partito che è notoriamente il più avverso
-al radicalismo.
-</p>
-
-<p>
-L'obbiezione è giusta, giustissima; ma è giusta
-solo per quanto risguarda gli uomini, non per
-quanto risguarda il partito.
-</p>
-
-<p>
-Spieghiamo il nostro concetto.
-</p>
-
-<p>
-Se è vero che tutto si può pretendere dall'uomo
-fuorchè la logica, è anche più vero che è specialmente
-nella politica che la logica si va facendo
-ogni giorno più rara.
-</p>
-
-<p>
-Tutto giorno udiamo uomini vantarsi conservatori,
-liberali, radicali, e raramente li vediamo informare
-tutte le loro azioni ai principi di cui si
-dicono seguaci.
-</p>
-
-<p>
-Nei paesi specialmente, come l'Italia, da poco
-educati alla vita politica, è accaduto che uomini
-appartenenti ad opposte scuole politiche si trovarono
-per lungo tempo affratellati da un intento
-comune, la liberazione della patria.
-</p>
-
-<p>
-Questo intento comune, e l'azione comune che
-ne fu conseguenza, han fatto sì che le idee degli
-uni esercitassero qualche influenza su quelle degli
-altri, mitigassero la logica inflessibile dei principii,
-dessero vita a quella specie di eccletismo
-politico di cui ogni giorno vediamo prove in Italia.
-</p>
-
-<p>
-Ecco perchè, sebbene il radicalismo sia per natura
-<span class="pageno" title="14" id="page-14"></span>
-il peggior nemico degli Ebrei, i radicali italiani si
-separano in ciò dalla maggioranza del partito cui
-appartengono.
-</p>
-
-<p>
-Se una serie di miracoli eguali a quelli, per cui
-l'Italia da ancella divenne nazione, facesse domani
-risorgere la Polonia, l'Europa vedrebbe uno spettacolo
-più singolare ancora; vedrebbe per alcun
-tempo i radicali ed i clericali polacchi vivere assieme
-d'amore e d'accordo, tutti assorti in un sol
-pensiero, la salute della
-patria&nbsp;<a id="FNa_11"></a><a href="#Fn_11" class="fna">(11)</a>.
-</p>
-
-<p>
-Ma sarebbe tregua di anni, che nella storia dei
-popoli sono un momento, e i due principî opposti
-non tarderebbero a darsi battaglia anche nella
-terra degli Jagelloni.
-</p>
-
-<p>
-La storia naturale ci insegna che animali, i quali
-allo stato selvaggio sono nemici inconciliabili, possono
-allo stato di servitù vivere fra loro d'accordo.
-</p>
-
-<p>
-E se ciò avviene per animali di diversa razza,
-come non avverrebbe per l'uomo?
-</p>
-
-<p>
-Veniamo all'altra parte dell'obbiezione.
-</p>
-
-<p>
-È vero del pari che gli Ebrei sono oggigiorno
-combattuti con violenza da taluni giornaletti di
-provincia, che si dicono cattolici e si vantano
-rappresentanti non già di Papi o di Vescovi, dinanzi
-ai quali ci inchineremmo reverenti, ma di
-<span class="pageno" title="15" id="page-15"></span>
-sodalizi più o meno ignorati ed in nessun caso
-autorevoli.
-</p>
-
-<p>
-Errerebbe di gran lunga chi credesse che quei
-giornali rappresentino lo spirito, la parte pensante
-del loro
-partito&nbsp;<a id="FNa_12"></a><a href="#Fn_12" class="fna">(12)</a>.
-</p>
-
-<p>
-È comune errore il credere alla disciplina della
-stampa cattolica, e l'errore è tanto comune che i
-fatti i più lampanti, l'opposizione accanita, per
-esempio, che taluni giornali sedicenti cattolici
-fanno ai Presuli delle loro diocesi, non valgono a
-sradicarlo.
-</p>
-
-<p>
-A provare che tutta la stampa non partecipa
-all'opinione dei suddetti giornalucoli, addurrò quattro
-fatti quasi contemporanei.
-</p>
-
-<p>
-1º Or sono due o tre anni, in occasione delle
-elezioni amministrative a Roma, l'<cite>Unione Romana</cite>,
-associazione cattolica presieduta da S. E. il signor
-Duca Scipione Salviati, venne ad accordi colla Associazione
-Costituzionale. Quest'ultima portava
-un israelita siccome candidato al Consiglio Provinciale.
-</p>
-
-<p>
-Sarebbe stato impossibile, assurdo, pretendere
-che in Roma una Associazione cattolica portasse
-fra i suoi candidati un non cattolico: pure la lista
-fu concordata ed i giornali cattolici la sostennero,
-togliendo, è vero, il nome del candidato israelita,
-<span class="pageno" title="16" id="page-16"></span>
-ma sostituendolo con una riga di punti. Se si ponga
-mente che ciò avveniva per una elezione che aveva
-luogo su di un sol nome, si converrà, che il dichiarare
-esplicitamente, che al candidato israelita non
-si opponeva nessuno, equivaleva da parte dei giornali
-cattolici a dire: non possiamo appoggiarlo, ma
-desideriamo vederlo eletto.
-</p>
-
-<p>
-2º L'organo del partito cattolico di Genova, <cite>Il
-Cittadino</cite>, fu per molto tempo, ed è ancora, arbitro
-assoluto delle elezioni amministrative di quella
-città, e fra i suoi candidati fu sempre almeno un
-israelita.
-</p>
-
-<p>
-3º La <cite>Rassegna Nazionale</cite>, importante rivista
-che vede da cinque anni la luce in Firenze, che è
-l'organo della parte più liberale del partito cattolico,
-ed in cui collaborano gli uomini più insigni di
-quel partito, come il Cantù, lo Stoppani, ecc., ecc.,
-pubblicava nel suo numero di luglio u. s. una splendida
-difesa degli Israeliti dovuta a quel luminare
-del giudaismo, che è il prof. Ad. Frank, dell'Istituto
-di Francia. E qui cade in acconcio il ricordare
-che il signor Frank dettava, pregatone, quel
-suo articolo per gli <cite xml:lang="fr">Annales de philosophie
-chrétienne</cite>
-pubblicati dal signor Roux con tanto zelo
-a Parigi&nbsp;<a id="FNa_13"></a><a href="#Fn_13" class="fna">(13)</a>.
-</p>
-
-<div>
-<span class="pageno" title="17" id="page-17"></span>
-</div>
-
-<p>
-4º Or son pochi mesi, infine, l'<cite>Osservatore Romano</cite>,
-il solo giornale, ricordiamolo bene, che la
-Corte Pontificia riconosca come suo organo, recava
-nel suo N. 165 del 21 luglio 1883 una corrispondenza
-da Nyiregyhaza, 16 luglio, sull'iniquo
-processo di Tisza Eszlar, che ha testè disonorato
-l'Ungheria, corrispondenza ispirata a sentimenti
-così nobili ed elevati che non sappiamo resistere
-al desiderio di riferirne un brano, per istruzione
-di coloro che della stampa cattolica giudicano
-dagli ignobili giornali di provincia cui abbiamo
-testè accennato:
-</p>
-
-<blockquote>
-<p>
-“Dopo l'ultima mia, che vi dava conto dell'8ª seduta,
-ebbe luogo una pausa di tre giorni; quindi si continuò nell'audizione
-di testimonî a carico e scarico, si aprì la discussione
-sul presunto trafugamento e tentata sostituzione di
-cadavere, e furono uditi i periti medici dell'università di Pest
-in contesto di quelli che esaminarono il cadavere e stesero
-il <em xml:lang="la">repertum facti</em>. Le varie scene a cui diedero
-luogo queste
-diverse fasi dell'ormai sciaguratamente celebre processo non
-valsero a portar miglior luce sui fatti, ma contribuirono
-<span class="pageno" title="18" id="page-18"></span>
-purtroppo a mettere in evidenza lo stato anormale dell'amministrazione
-della giustizia in Ungheria, non che lo sfogo di
-passioni, crassa ignoranza, corruzione, abbiezione di caratteri.
-</p>
-
-<p>
-“Ester Solymossy è scomparsa. Questo è l'unico fatto
-certo.
-</p>
-
-<p>
-“Fu dessa vittima d'un sacrifizio rituale?
-</p>
-
-<p>
-“Ne manca ogni prova attendibile. Non si ha per base
-dell'accusa che <em>la denuncia d'un figlio contro del proprio
-padre</em>.
-</p>
-
-<p>
-“Accetti chi vuole una tal base; io la respingo con
-orrore.
-</p>
-
-<p>
-“<em>Onorerai il padre tuo e la madre tua!</em> proclamò Iddio
-dall'alto del Sinai. Chi calpesta questa legge divina, a cui
-fecero omaggio tutti i popoli della terra, sanzionando nei
-loro codici per ogni caso e senza eccezione alcuna il diritto
-dei figli di non deporre in giudizio contro dei genitori; chi,
-ripeto, calpesta questa legge, non è più uomo, è un bruto;
-ed i bruti non meritano fede in giudizio.
-</p>
-
-<p>
-“Ciò sia detto in risposta ai fanatici, ai dilettanti di casuistica,
-ed agli stolti, <em xml:lang="la">quorum infinitus est numerus</em>, che
-stimano non si possa essere buon cattolico senza essere antisemita
-e giudeofobo.”
-</p>
-</blockquote>
-
-<p>
-Abbiamo trascelto a caso questi esempî, e molti
-ne tralasciammo dei tanti che ci si affacciavano
-alla memoria; perocchè questi siano più che sufficienti
-a dimostrare che lo spirito animante la
-stampa cattolica, degna di questo gran nome,
-verso gli Ebrei non vada cercato in quei fogliucciacci
-di provincia che seguono le pedate dell'<cite>Osservatore
-Cattolico</cite> di Milano, giornale più volte
-riprovato dalla Autorità Ecclesiastica.
-</p>
-
-<p>
-E chiudiamo la lunga digressione.
-</p>
-
-<p>
-Il radicalismo, abbiam detto, combatte l'Ebreo
-<span class="pageno" title="19" id="page-19"></span>
-perchè ne invidia le pretese
-ricchezze&nbsp;<a id="FNa_14"></a><a href="#Fn_14" class="fna">(14)</a>;
-lo combatte,
-perchè vede in lui incarnati quei principî
-di libertà e di tolleranza politica e religiosa, che
-sono l'antitesi la più perfetta delle dottrine radicali,
-basate sulla violenza ed ispirate al detto del
-gran satirista di Roma: <em xml:lang="la">Stat pro ratione voluntas</em>.
-</p>
-
-<p>
-E non senza un perchè il radicalismo ha scelto
-l'Ebreo a bersaglio dei suoi strali.
-</p>
-
-<p>
-La società posa su basi solide, e i radicali,
-malgrado la loro buona volontà, non riescirebbero
-certamente a scuoterla d'un tratto.
-</p>
-
-<p>
-Perciò volsero prima le loro armi contro la
-Chiesa cattolica, sicuri di aver a compagni nella
-lotta molti liberali di buona fede che credevano
-giovare alle idee di progresso intellettuale e sociale,
-combattendo la Chiesa e privandola non soltanto
-di quei privilegi che contrastavano all'ordine
-politico degli Stati moderni; ma ponendola eziandio
-fuori del diritto comune, e violando a suo danno
-i più elementari principî del giure naturale, siccome
-fu fatto in Francia, in Germania ed in
-Isvizzera.
-</p>
-
-<p>
-Se la lotta contro la Chiesa offriva ai radicali
-il vantaggio di aver ad alleati molti liberali, la
-lotta contro gli Ebrei assicurava loro il concorso
-<span class="pageno" title="20" id="page-20"></span>
-dei più esagerati campioni del fanatismo religioso.
-</p>
-
-<p>
-Ora un partito, che apre in America pubbliche
-scuole per insegnarvi ad usufruire la dinamite per
-giungere al progresso sociale, non può essere schifiltoso
-nella scelta dei mezzi. Dopo aver combattuto
-a fianco ai liberali contro Ignazio di Loyola,
-esso si allea ad Arbues e a Torquemada per combattere
-contro gli Ebrei, per rinnovare contro di
-loro gli eccessi onde vanno disonorati nella storia
-i nomi di Ferdinando ed Isabella di Spagna, di
-Emanuele di Portogallo e di tanti e tanti sovrani
-delle età media e moderna.
-</p>
-
-<p>
-E così, applicando il vecchio precetto, tanto caro
-ai tiranni, <em xml:lang="la">divide et impera</em>, viene il radicalismo
-man mano sgretolando il vecchio mondo, pronto
-poi, siccome disse il poeta, a cogliere i frutti del
-mal di tutti.
-</p>
-
-<p>
-Questo abbiamo voluto dire per spiegare il perchè
-prendiamo oggi a difendere gli Ebrei. Non
-ci muove interesse di casta, non spirito di religione,
-ma convinzione profonda, immutabile, che
-in essi non si osteggia la credenza religiosa, ma si
-combatte uno dei ripari della moderna società.
-</p>
-
-<p>
-Come oggi difendiamo gli Ebrei, avremmo ieri
-difeso le corporazioni religiose espulse di
-Francia&nbsp;<a id="FNa_15"></a><a href="#Fn_15" class="fna">(15)</a>,
-difenderemmo domani qualsivoglia setta,
-<span class="pageno" title="21" id="page-21"></span>
-corporazione o sodalizio cui si volessero negare
-i beneficî del diritto comune, e questo non per
-uno spirito alla Don Chisciotte, ma perchè crediamo
-necessario mettere in guardia la società
-moderna contro gli assalti del radicalismo, il quale
-rinnova precisamente la tattica riuscita tanto bene
-ai precursori della prima rivoluzione francese.
-</p>
-
-<p>
-Come costoro, prima di attaccare la monarchia
-di fronte, vennero man mano scalzando tutti i principî
-su cui essa poggiava; così i radicali, prima
-di assalire di fronte la società, la minano sotterra,
-e vellicando stolte ed abbiette passioni, tentano
-inocularle l'odio per la libertà, il disprezzo
-pel diritto, l'amore per le leggi di violenza partigiana,
-di persecuzione ingiustificata.
-</p>
-
-<div>
-<span class="pageno" title="22" id="page-22"></span>
-</div>
-
-<p>
-A questo lavorìo deleterio bisogna tutti si oppongano:
-e per opporvisi con frutto, per combattere
-vittoriosamente questa santa battaglia della civiltà
-e del progresso, occorre stringersi intorno al labaro
-dei nuovi tempi su cui sta scritto: Libertà
-per tutti.
-</p>
-
-<div class="data">
- <p>Recoaro, agosto 1883.</p>
-</div>
-
-<div class="destra">
- <div class="firma">
- <p class="center"><span class="sc g">Corrado Guidetti</span>.</p>
- <p class="center"><i>Dott. in lettere.</i></p>
- </div>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_1"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_1"><span class="label">(1)</span></a>
-<cite xml:lang="fr">Hist. des Juifs</cite>, p. 2852.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_2"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_2"><span class="label">(2)</span></a>
-<cite>Rassegna Nazionale</cite>, Firenze, 1º luglio 1883, p. 42.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_3"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_3"><span class="label">(3)</span></a>
-Per evitare una confusione altrettanto perniciosa quanto,
-ai tempi nostri, comune, quella che proviene dal non intendersi
-sul significato che si annette alle parole, spieghiamo
-qui ciò che intendiamo per radicalismo.
-</p>
-
-<p class="foot">
-Lungi da noi il pensiero di designare con questo nome
-coloro che aspirano ad una piuttosto che ad un'altra forma
-di reggimento politico.
-</p>
-
-<p class="foot">
-Radicale può essere tanto il monarchico quanto il repubblicano,
-e sì l'uno che l'altro possono esser liberali. Per noi
-la distinzione fra liberali e radicali sta in ciò soltanto: che
-il liberale vuole raggiungere i più alti ideali dell'avvenire
-rispettando i diritti, la libertà, la vita di ognuno; il radicale,
-invece, è disposto a violare ad ogni momento la libertà ed
-i diritti altrui, per conseguire il suo intento.
-</p>
-
-<p class="foot">
-Posta così nettamente la questione, diremo subito che fra
-quel prototipo leggendario di inquisitore che, dinanzi a un
-massacro in cui cadevano egualmente vittime eretici e cattolici,
-avrebbe sclamato: <i class="quo">uccideteli tutti, Dio riconoscerà i suoi</i>, e
-Barnave, il girondino, che di fronte alle prime stragi che insozzarono
-la rivoluzione francese, sintetizzando in una frase
-cinica e crudele i concetti del radicalismo, nella seduta del
-23 luglio 1789, chiede ironicamente dall'alto della tribuna:
-<i class="quo" xml:lang="fr">Le sang qui coule est-il donc si pur?</i> non
-sentiamo preferenza alcuna.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_4"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_4"><span class="label">(4)</span></a>
-Appartenevano del pari all'estrema sinistra intransigente
-del Parlamento romeno quei quattro deputati che nel
-1878 escogitarono una mozione intesa ad un tempo a inorpellare
-l'Europa, che insisteva perchè agli Ebrei si accordasse
-l'eguaglianza civile, ed a rendere a questi impossibile o quasi
-il conseguirla. V. <span class="sc aut">Marco Antonio Canini</span>.
-<cite>La verità sulla
-questione degli Israeliti in Rumania.</cite> Roma, Barbera, 1879.
-</p>
-
-<p class="foot">
-In Italia poi, uno dei rarissimi deputati che faccia pompa
-del suo antisemitismo, e che si diverta a parlare nelle sue
-corrispondenze giornalistiche di <cite>Giornali della Sinagoga</cite> e
-di altre simili amenità da medio evo, è quello stesso che in
-piena Camera dichiarò egli non conoscere un Papa Pio IX,
-ma soltanto un conte Giovanni Mastai Ferretti di <em>professione</em>
-Vicario di Dio! ho nominato l'on. Petruccelli della Gattina.
-Anche in Francia la questione semitica fu sollevata per
-la prima volta, in questi anni, da un articolo, perfidamente
-abile, intitolato: <cite xml:lang="fr">Dieu des Juifs tu l'emportes!</cite>
-pubblicato dal
-noto mangiapreti signor Francisque Sarcey, nel
-<span class="sc num">xix</span> <cite xml:lang="fr">Siècle</cite>
-di Edmond About nel maggio o giugno 1875.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_5"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_5"><span class="label">(5)</span></a>
-Errerebbero a gran partito coloro che credessero il signor
-Rénan un amico degli Ebrei; egli, nel suo libro sull'<cite>Ecclesiaste</cite>,
-ne ha ultimamente schizzato un ritratto dal quale risulterebbe
-che essi sono oggi quello che erano or sono quattromila
-anni alle falde del Sinai: gli adoratori del vitello d'oro. E
-nei suoi <cite xml:lang="fr">Souvenirs d'enfance et de jeunesse</cite>
-parla degli Ebrei in guisa da meritarsi che il primo numero dello
-<cite xml:lang="fr">Antisémitique</cite>
-di Montdidier gli consacri una colonna di elogi. Ciò
-avvertiamo non per far colpa allo scienziato francese delle
-sue tendenze; ma perchè gli avversari nostri, ogni qualvolta
-citiamo il Rénan, non ci rinfaccino di appoggiarci all'autorità
-di chi ha negata la divinità di N. S. Gesù Cristo. Il Rénan
-potrà essere anticristiano fin che si vuole, ma non certo per
-filosemitismo.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_6"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_6"><span class="label">(6)</span></a>
-Ernest Rénan. <cite xml:lang="fr">Le Judaïsme et le Christianisme.</cite> Paris,
-Calmann Levy, 1883, p. 24 e 25.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_7"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_7"><span class="label">(7)</span></a>
-Nacque a Lisbona nel 1437; fu intendente delle finanze
-di Alfonso V, re di Portogallo, di Ferdinando il Cattolico,
-re di Castiglia, di Ferdinando il Bastardo, re di Napoli, di
-Alfonso II suo successore che non abbandonò quando i francesi
-lo cacciarono dal Regno. Abarbanello si stabilì in
-Italia e fu preso per arbitro in una questione commerciale
-fra il Re di Portogallo e la Repubblica di Venezia. Morì a
-Venezia nel 1508 e fu sepolto in Padova. Veggansi per
-maggiori notizie: Bartolocius, <cite>Bibl. Rabb.</cite>; Bayle,
-<cite>Dict. Crit.</cite>;
-Boissi, <cite xml:lang="fr">Dissert.</cite>, p. 2; Schwab,
-<cite xml:lang="fr">Abravanel et son époque</cite>;
-S. Honel, <cite xml:lang="fr">Lien d'Israel</cite>, 5º anno, pag. 355 e segg.;
-e tutte le biografie.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_8"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_8"><span class="label">(8)</span></a>
-I. Bedarride. <cite xml:lang="fr">Les Juifs en France, en Italie et en
-Espagne.</cite> Paris, Michel Levy, 1861, p. 294. È appena necessario
-avvertire che, riferendo l'opinione di Abarbanello, facciamo
-sulle ultime parole sue le più ampie riserve. Nè S. Tommaso,
-nè scrittori approvati ed autorevoli, nè tanto meno la
-Chiesa Cattolica si espressero nel senso della liceità di ribellarsi
-o peggio di uccidere il tiranno, anzi la negarono recisamente.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_9"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_9"><span class="label">(9)</span></a>
-Merita a questo proposito di esser riferito il giudizio
-che uno dei più dotti Rabbini del nostro secolo, il professore
-S. D. Luzzatto di Padova, dava della rivoluzione francese.
-</p>
-
-<p class="foot">
-Trascriviamo un brano di una sua lettera inedita del 26 dicembre
-1836 inserita nel <cite>Vessillo Israelitico</cite> di Casale, ottobre
-1876, p. 325.
-</p>
-
-<p class="foot">
-“Nello scorso secolo gli spiriti della Francia, scatenandosi
-ad un tempo con un diluvio di scritti religiosi e contro i
-Governi assoluti e contro il Cristianesimo, produssero nelle
-menti quello stravolgimento, che poi si sviluppò nella funestissima
-rivoluzione francese, la quale pose in trambusto per
-tanti anni il mondo intero.”
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_10"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_10"><span class="label">(10)</span></a>
-Vi sono taluni ingenui che si chieggono come il principe
-di Bismarck tolleri il risvegliarsi dell'antisemitismo in
-Germania. A questi ingenui osserviamo che il <em>non cade
-foglia che Dio non voglia</em> si avvera anco in politica, specialmente
-quando il Dio si chiama: il signor di Bismarck. Le
-vere dottrine di libertà sociale ed economica che furono la
-gloria dei quattordici primi lustri del nostro secolo non ebbero,
-non hanno nemico più mortale del cancelliere di ferro. E chi
-è nemico di libertà è nemico naturale degli Ebrei. Lo stesso
-Bismarck in una conversazione avuta con un diplomatico straniero,
-telegrafata al <cite xml:lang="en">Morning Post</cite> nell'agosto dello scorso
-anno, diceva per assicurarlo delle sue intenzioni pacifiche:
-“La Germania non è nelle mie mani, come crede la gente.
-La Germania è nelle mani degli Ebrei, <em>che hanno orrore
-per la guerra</em> in causa dei loro interessi e delle signore che
-hanno orrore della guerra per la vita dei loro mariti e dei
-loro figli.” <em>Aver orrore della guerra</em> vuol dire esser fattori
-di civiltà, ma vuol dire ad un tempo esser odiati a morte
-dal signor di Bismarck.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_11"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_11"><span class="label">(11)</span></a>
-Cade proprio in acconcio notar qui che lo stesso Governo
-russo, che deportava in Siberia monsignor Felinsky,
-il venerando Arcivescovo di Varsavia, puniva più volte colla
-carcere e coll'esilio il patriottismo dell'illustre Michel B. Meisel,
-Rabbino di quella città.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_12"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_12"><span class="label">(12)</span></a>
-I nostri lettori troveranno fra i documenti un discorso
-dell'eminentissimo cardinale Manning, il quale ci dà la vera
-opinione della parte pensante del partito cattolico sulla questione
-semitica.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_13"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_13"><span class="label">(13)</span></a>
-Ci sia concessa una lieve digressione. È uno spettacolo
-che solleva l'animo del pensatore quello che ci offrirono
-quasi contemporaneamente gli <cite xml:lang="fr">Annales de philosophie
-chrétienne</cite>,
-invitando un ebreo a discutere nelle loro colonne la
-questione semitica, e la <cite xml:lang="fr">Société des Etudes juives</cite>
-di Parigi,
-chiamando nel suo seno un non israelita a dissertare “sul
-Giudaismo e sul Cristianesimo.” Malgrado i gufi, che tentano
-di oscurare il sole, è d'uopo convenire che siamo assai lontani
-dai tempi di San Luigi, Re di Francia (Cfr.
-<cite xml:lang="fr">Joinville</cite>, p. 11)
-quando un cavaliere, trovandosi presente ad una di quelle discussioni
-che allora frequentemente avvenivano fra sacerdoti
-cattolici e rabbini ebrei, sulla prevalenza delle rispettive religioni,
-vedendo come gli ebrei avessero il sopravvento nella
-discussione, stese morto ai suoi piedi con una bastonata l'ultimo
-rabbino che aveva parlato, dicendo ai preti cattolici, in
-atto di rampogna: “<i class="quo" xml:lang="fr">Vous avez fait folie
-d'avoir occasioné telle dispute d'erreur.</i>”
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_14"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_14"><span class="label">(14)</span></a>
-Queste linee erano già scritte, allorchè ci venne fatto
-di leggere nella <cite xml:lang="fr">Revue Britannique</cite> (luglio 1883)
-un dotto
-articolo, tolto dall'<cite xml:lang="en">Edimburgh Review</cite>, nel quale
-si accenna
-appunto allo spirito di odio e di persecuzione che oggi si
-manifesta sotto il falso nome di liberalismo repubblicano.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_15"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_15"><span class="label">(15)</span></a>
-Non faccia meraviglia se in questo nostro lavoro, ispirato,
-osiamo vantarcene, ai principî della maggiore tolleranza,
-ci accada di paragonare sovente i Gesuiti agli ebrei. Sì gli
-uni che gli altri furono perseguitati da nemici, i quali, ben
-più che osteggiarne i principî, miravano ad attribuirsene le
-ricchezze; contro gli uni come contro gli altri si ripeterono
-le stesse accuse di usure, di accaparramenti, di massime antisociali,
-sicchè non è raro vedere nelle opere antigesuitiche
-del secolo scorso i Gesuiti paragonati agli Ebrei. Ho sott'occhi,
-per esempio, i “<cite>Lupi smascherati</cite>, Ortignano, nell'officina
-di Tancredi e Francescantonio padre e figlio Zaccheri
-di Strozzagriffi, <span class="sc num">mdcclx</span>” libello antigesuitico,
-attribuito
-all'abate Capriata, ed a pag. 57 (nota) trovo: “<i class="quo">I principi
-l'hanno rigettati da loro</i> [i gesuiti] <i class="quo">e sono omai riguardati
-come Giudei.</i>”
-</p>
-
-<p class="foot">
-Che se qualcuno ci rammentasse le prediche di qualche gesuita
-contro gli Ebrei, risponderemmo ricordando il <em xml:lang="la">Qui gladio
-ferit</em>; e se ci si obbiettassero certi articoli antisemitici della
-<cite>Civiltà
-Cattolica</cite>, l'organo massimo della Compagnia, diremmo
-che ad essi la persecuzione non ha nulla insegnato, e compiangeremmo
-quei perseguitati che dalle violenze di cui furono
-vittima non appresero la sublime virtù della tolleranza.
-</p>
-</div>
-
-<div class="chapter">
-<span class="pageno" title="23" id="page-23"></span>
-<img src="images/i003a.png" style="width: 100%" alt=""/>
-</div>
-
-<h2 class="nobreak" id="tit-1">
-<a href="#ritit-1">I.</a>
-</h2>
-
-<p class="subtitle">
-Costituiscono gli Ebrei una razza speciale?
-</p>
-
-<hr class="capitolo"/>
-
-<p>
-La tendenza scientifica cui si inspira il nostro secolo
-ha voluto trovare una formola con cui giustificare la
-persecuzione contro gli Ebrei, e si disse che essi costituivano
-tuttora una nazione speciale, che quindi erano
-da considerarsi nei diversi Stati, in cui dimoravano, come
-stranieri, e per poco non si propose di equipararli agli
-zingari ed ai gitani. Ricacciare gli Ebrei in Palestina è
-la proposta la più moderata che esca dalle labbra degli
-odierni antisemiti.
-</p>
-
-<p>
-Sarebbe agevole rispondere a questa pretesa opinione
-scientifica con una sola parola, dimostrando, cioè, come
-oggi tutte le legislazioni dei paesi civili si affrettino a
-cancellare dai loro codici ogni differenza fra cittadini e
-stranieri, progresso questo, in cui l'Italia fu, col suo codice
-civile, vessillifera alle altre nazioni.
-</p>
-
-<p>
-Ma questa difesa respingerebbero gli Ebrei, perocchè
-<span class="pageno" title="24" id="page-24"></span>
-essi si sentano italiani in Italia, francesi in
-Francia&nbsp;<a id="FNa_16"></a><a href="#Fn_16" class="fna">(16)</a>,
-inglesi in
-nghilterra&nbsp;<a id="FNa_17"></a><a href="#Fn_17" class="fna">(17)</a>
-ed Ebrei soltanto nei loro
-tempî&nbsp;<a id="FNa_18"></a><a href="#Fn_18" class="fna">(18)</a>.
-</p>
-
-<p>
-Noi non abbiamo, d'altronde, ad avversarî nè filosofi, nè
-cristiani, nè liberali: ognuno di questi, infatti, troverebbe,
-nelle proprie convinzioni morali, religiose o scientifiche,
-argomenti per esserne condotto alla pratica della più larga
-tolleranza. Abbiamo di fronte, invece, quella fazione, oggi
-pur troppo numerosa, che vorrebbe la legislazione sociale
-non inspirata a nessun principio superiore all'uomo, e
-serva al più gretto utilitarismo; quella fazione che in
-America, la terra classica della libertà, propone ed ottiene
-provvedimenti straordinarî contro i Chinesi!!
-</p>
-
-<p>
-Vinciamo quindi la naturale ripugnanza, e facciamoci
-a provare come gli Ebrei differiscano dagli altri italiani
-<span class="pageno" title="25" id="page-25"></span>
-per la religione soltanto, non per l'amore al paese, non
-per la razza.
-</p>
-
-<p>
-Non ricorderemo qui come ogni Ebreo di Roma abbia
-iscritto nel suo libro di preghiera fra le date fauste della
-sua vita il 20 settembre 1870, segnandovi persino l'ora
-precisa della liberazione: <em>dieci e mezza antimeridiane</em>,
-come già un quarto di secolo prima vi aveva iscritto la
-Pasqua del 1847, quando, per opera di Pio IX, caddero
-le mura e le porte che chiudevano il
-ghetto&nbsp;<a id="FNa_19"></a><a href="#Fn_19" class="fna">(19)</a>. Ci
-sembra che, per dimostrare come gli Ebrei in Italia si
-sentano italiani e non altro, basti, e ce ne sia di avanzo,
-della nobile figura del martire di Mantova, di Giuseppe
-Finzi&nbsp;<a id="FNa_20"></a><a href="#Fn_20" class="fna">(20)</a>!
-</p>
-
-<p>
-Se fra gli antisemiti italiani vi ha qualcuno cui scaldi
-<span class="pageno" title="26" id="page-26"></span>
-il petto amor di patria, si faccia innanzi ed osi contestare
-l'italianità a quel monumento di patriottismo che
-è l'on. Finzi.
-</p>
-
-<p>
-Ma ove al nome venerato del patriota lombardo noi
-aggiungessimo quelli di Angelo Usigli, compagno di Ciro
-Menotti&nbsp;<a id="FNa_21"></a><a href="#Fn_21" class="fna">(21)</a>,
-del milanese Bachi, che fu tra i precursori
-del movimento del 1848, di Daniele Manin cattolico di
-religione, ma di famiglia
-ebrea&nbsp;<a id="FNa_22"></a><a href="#Fn_22" class="fna">(22)</a>,
-e se a questi nomi
-facessimo seguire quelli dei numerosi Ebrei che accorsero
-volontarî sotto le bandiere nelle diverse guerre della
-indipendenza&nbsp;<a id="FNa_23"></a><a href="#Fn_23" class="fna">(23)</a>,
-i nostri avversarî ci risponderebbero sempre
-<span class="pageno" title="27" id="page-27"></span>
-coll'adagio favorito dei sofisti: <em>L'eccezione prova la
-regola</em>.
-</p>
-
-<p>
-Attacchiamo dunque di fronte il pregiudizio, larvato a
-scienza, e mostriamo che è tanto assurdo il credere che
-gli Ebrei sieno oggi i discendenti di Abramo quanto sarebbe
-ridicolo il sostenere che il Kedive d'Egitto sia
-l'erede diretto dei Faraoni, o che nelle vene degli odierni
-Romani corra il sangue dei Bruti e degli Scevola.
-</p>
-
-<p>
-Già sin da quando gli Ebrei abbandonarono l'Egitto,
-numerosi stranieri si mescolarono a loro, sicchè ben può
-dirsi che da quel momento la razza di Giacobbe cominci
-a fondersi colle
-altre&nbsp;<a id="FNa_24"></a><a href="#Fn_24" class="fna">(24)</a>.
-</p>
-
-<p>
-Nei tempi biblici i progenitori delle dodici tribù non
-esitarono ad imparentarsi con altre razze non esclusa la
-cananea pur tanto odiata. Mosè sposò una madianita. Fra
-le proavole di Davide vi ha la cananea Tamar e la moabita
-Rut. Nelle vene di Ezechiello corre il sangue di Raab
-la cananea, nè egli è il solo profeta d'Israello che tragga
-origine da idolatri. Più tardi i proseliti non solo non furono
-rigettati, ma vennero accolti senza reluttanza in
-grembo alla fede. Lo provano le leggi favorevolissime ai
-proseliti dimoranti nella Palestina, sparse in tutto il Pentateuco:
-lo provano i Gabaoniti che, entrati nell'Ebraismo
-mediante l'inganno e la frode, pure vi furono più che
-benignamente trattati, allorchè, per vendicare un oltraggio
-ad essi fatto, fu versato sangue di
-Re&nbsp;<a id="FNa_25"></a><a href="#Fn_25" class="fna">(25)</a>:
-lo provano le centinaia
-di migliaia di proseliti di cui si fa menzione al tempo
-della monarchia degli Israeliti, specialmente all'epoca di
-Salomone&nbsp;<a id="FNa_26"></a><a href="#Fn_26" class="fna">(26)</a>:
-lo provano i proseliti dei tempi di
-Ester&nbsp;<a id="FNa_27"></a><a href="#Fn_27" class="fna">(27)</a>
-<span class="pageno" title="28" id="page-28"></span>
-e quelli dei popoli trapiantati dal conquistatore Senacheribbo in
-Palestina&nbsp;<a id="FNa_28"></a><a href="#Fn_28" class="fna">(28)</a>,
-non che varie conversioni
-individuali abbastanza notevoli, come quella di Naaman
-il supremo ministro del regno
-siro&nbsp;<a id="FNa_29"></a><a href="#Fn_29" class="fna">(29)</a>
-e quelle di Ebena
-regina di Adiabene e di suo figlio Izak, di cui fa cenno
-Giuseppe&nbsp;<a id="FNa_30"></a><a href="#Fn_30" class="fna">(30)</a>.
-Nè gli Ebrei aveano a vile di mescolare
-il sangue con questi proseliti; chè anzi il loro <cite>Talmud</cite>
-ci ha tramandato, quasi a titolo di gloria, che i principali
-maestri d'Israello, come Hillel, Rabbi Jehudà il Santo,
-Akiva martire della crudeltà romana, Rabbi Meir ed altri
-moltissimi discendevano da proseliti, e che proselite era
-Onkelos, uno dei più grandi tra i parafrasti caldei.
-</p>
-
-<p>
-Insomma, gli Ebrei di Palestina non furono, come volgarmente
-si crede, un popolo segregato dal consorzio umano.
-Ecco come un autore non sospetto e che, vivo, non si sarebbe
-mai immaginato di vedersi citato nel secolo <span class="sc num">xix</span> a
-difesa degli Ebrei, scrive:
-</p>
-
-<p>
-“Questi ultimi Ebrei [dopo la morte di Erode] erano
-un miscuglio di parecchie nazioni. Se ne erano stabiliti
-in tutti i paesi che <em>sono sotto il sole</em>, siccome dice la
-Scrittura. Parecchi venivano ad abitare nella Giudea, od
-almeno vi facevano qualche devoto viaggio per poter offrire
-sacrifizi a Dio nel solo tempio in cui fosse permesso
-di farlo. Oltre a ciò vi erano sempre ad ogni qual
-tratto dei Gentili che si convertivano, e divenivano proseliti.
-Così gli Ebrei, a parlar propriamente, non eran
-più un popolo solo colla stessa lingua e gli stessi costumi,
-ma parecchi popoli che si riunivano in una sola
-religione. Persino quelli che abitavano la Terra Santa
-<span class="pageno" title="29" id="page-29"></span>
-erano un miscuglio di diverse nazioni, di Idumei e di
-altri Arabi, di Egiziani, di Fenici, di Siriaci e di Greci.”
-</p>
-
-<p>
-Fin qui il
-Fleury&nbsp;<a id="FNa_31"></a><a href="#Fn_31" class="fna">(31)</a>,
-ai cui Mani chiediamo umile venia
-se lo abbiamo tratto a testimoniare in favore degli Ebrei,
-ciò che certamente egli non avrebbe desiderato; ma non è
-proprio colpa nostra, se le accuse che si muovono a questo
-disgraziato popolo sono tanto svariate e contraddittorie,
-che quanto veniva scritto per far loro onta possa, poche
-generazioni dopo, essere addotto ad argomento di difesa.
-</p>
-
-<p>
-Ma se la nazione giudaica era già dopo Erode una
-mescolanza di diverse nazioni, come ci insegna il Fleury,
-e come ci confermano gli <cite>Atti degli Apostoli</cite>: “Or in
-Giudea dimoravano degli uomini religiosi d'ogni nazione
-di sotto il
-cielo”&nbsp;<a id="FNa_32"></a><a href="#Fn_32" class="fna">(32)</a>,
-non bisogna neppur credere che,
-dopo la dispersione seguita alla distruzione del secondo
-tempio, gli Ebrei abbian cessato di fare proseliti fra genti
-di schiatte diverse.
-</p>
-
-<p>
-Numerose colonie di Ebrei popolavano Roma e le altre
-città dell'impero. A Roma soltanto ve v'erano 20,000
-sotto Augusto, e narra Strabone che v'erano numerosi
-Ebrei in quasi tutte le città
-d'Italia&nbsp;<a id="FNa_33"></a><a href="#Fn_33" class="fna">(33)</a>.
-E numerosi
-eran pure in molti altri paesi non ancora sottoposti al
-giogo di Roma. In ogni luogo, al dire di Filone, gli
-Ebrei esercitavano una salutare influenza sulle credenze
-religiose e sui costumi; in ogni luogo avevano stabilito
-sinagoghe, dove si riunivano nei giorni di sabato per
-<span class="pageno" title="30" id="page-30"></span>
-pregare e commentare la Bibbia. A queste riunioni partecipavano
-sovente molti pagani, che aderivano poco a
-poco alle nuove dottrine udite proclamare, e che, rigettando
-gli errori del politeismo, accettavano le pratiche più
-essenziali del giudaismo, il riposo settimanale e l'annuo
-digiuno dell'espiazione. In tutte le classi sociali del mondo
-romano abbondarono i <em>giudaizzanti</em>, ben prima che sorgesse
-l'apostolato cristiano; sicchè si può dire
-coll'Havet&nbsp;<a id="FNa_34"></a><a href="#Fn_34" class="fna">(34)</a>
-che, se colle parole <cite>l'avvento del Cristianesimo</cite>,
-deve intendersi la conquista del mondo greco e romano
-da parte del Dio degli Ebrei, si può dire che questo avvento
-aveva avuto luogo sin dai tempi di Augusto e di
-Tiberio, e che questa conquista era in via di compiersi,
-ben prima che fosse questione di Cristo.
-</p>
-
-<p>
-Ad Alessandria di Egitto, a Roma, in Siria la propaganda
-giudaica fu sempre intensa ed efficace.
-</p>
-
-<p>
-Giuseppe Flavio ci apprende come molti greci passassero
-in Antiochia al
-Giudaismo&nbsp;<a id="FNa_35"></a><a href="#Fn_35" class="fna">(35)</a>.
-</p>
-
-<p>
-A Roma il proselitismo ebraico, nascosto nelle vie adiacenti
-al Tevere, forse in prossimità almeno dei luoghi
-dove oggi ancora sorge il ghetto, guadagnò neofiti persino
-nelle famiglie patrizie, salendo dallo schiavo al liberto,
-dal liberto al
-padrone&nbsp;<a id="FNa_36"></a><a href="#Fn_36" class="fna">(36)</a>.
-</p>
-
-<div>
-<span class="pageno" title="31" id="page-31"></span>
-</div>
-
-<p>
-E di questo spirito di proselitismo e della efficacia sua
-ci dà prova
-Svetonio&nbsp;<a id="FNa_37"></a><a href="#Fn_37" class="fna">(37)</a>.
-</p>
-
-<p>
-L'influenza delle idee giudaiche sul paganesimo preoccupava
-gli spiriti: <i class="quo" xml:lang="la">Victoribus victi legem dederunt</i>
-sclama Seneca nel <cite xml:lang="la">De Superstitione</cite>, ed il poeta
-Rutilio geme:
-<i class="quo" xml:lang="la">Atque utinam nunquam Judaea subacta fuisset.</i>
-</p>
-
-<p>
-<a id="legislatore"></a>Nè il legislatore se ne mostra meno impensierito. Al
-tempo di Domiziano le conversioni al giudaismo erano
-così frequenti che parecchie leggi furono fatte per
-impedirle&nbsp;<a id="FNa_38"></a><a href="#Fn_38" class="fna">(38)</a>.
-I convertiti erano puniti di morte e colla
-confisca dei loro beni, e la stessa pena colpiva coloro che
-erano accusati di aver cooperato alla loro apostasia.
-</p>
-
-<p>
-Nè pare che queste leggi avessero risposto allo intento,
-perchè vediamo Costantino obbligato a proibir di nuovo
-con severissime pene agli Ebrei di far proseliti.
-</p>
-
-<p>
-Ma a toglier ogni dubbio sull'efficacia dello spirito di
-propaganda che animava gli Ebrei nella Roma pagana, ci
-piace recar qui un brano di Dione
-Cassio&nbsp;<a id="FNa_39"></a><a href="#Fn_39" class="fna">(39)</a>.
-“Questo
-paese si chiama Giudea, e Giudei i suoi abitanti. Non conosco
-l'origine di questo secondo nome, ma esso si applica
-ad altri uomini che, quantunque di razza diversa, hanno
-adottate le istituzioni di questo popolo. E fra i Romani
-sonvi molta gente di tal fatta, e quanto si fece per porvi
-ostacoli, non giovò che ad aumentarli, tanto che fu forza
-accordar loro la libertà di vivere secondo le loro leggi.”
-</p>
-
-<div>
-<span class="pageno" title="32" id="page-32"></span>
-</div>
-
-<p>
-Altro modo, di cui gli Ebrei dovettero giovarsi per
-acquistar proseliti, fu il possesso degli schiavi; e le numerose
-precauzioni, che per lunga serie di secoli prendono
-le autorità spirituali e le temporali, per impedire agli
-Ebrei di convertire alla loro religione gli schiavi da
-essi posseduti, bastano a farci persuasi quanto zelo mettessero
-gli Ebrei nel deluderle.
-</p>
-
-<p>
-Ma anche senza tener conto di questo coefficiente pure
-importantissimo per l'adulterazione della razza, la storia
-delle età di mezzo ci porge non infrequenti esempi di
-conversioni al giudaismo.
-</p>
-
-<p>
-Alla fine del <span class="sc num">iv</span> secolo dell'èra nostra
-Abu-Karibba-Tabban re
-dell'Yemen&nbsp;<a id="FNa_40"></a><a href="#Fn_40" class="fna">(40)</a>
-e nel 740 Bulan re dei
-Kazari&nbsp;<a id="FNa_41"></a><a href="#Fn_41" class="fna">(41)</a>
-abbracciano il giudaismo.
-</p>
-
-<p>
-All'epoca dell'imperatore Enrico II il cappellano di un
-Duca Corrado, di nome Vecelino, passò al giudaismo, locchè
-fece adirare al massimo grado l'imperatore, ma non
-produsse altro castigo che quello di una erudita
-confutazione&nbsp;<a id="FNa_42"></a><a href="#Fn_42" class="fna">(42)</a>.
-</p>
-
-<div>
-<span class="pageno" title="33" id="page-33"></span>
-</div>
-
-<p>
-Un caso simile sotto Lodovico il Pio è narrato da Krabano
-Mauro&nbsp;<a id="FNa_43"></a><a href="#Fn_43" class="fna">(43)</a>.
-</p>
-
-<p>
-In Francia le conversioni al giudaismo non sono senza
-esempio. Parecchi cristiani lasciarono nel <span class="sc num">ix</span>
-secolo la Chiesa per abbracciare il giudaismo, e fra questi si citava
-un diacono palatino a nome
-Putho&nbsp;<a id="FNa_44"></a><a href="#Fn_44" class="fna">(44)</a>,
-e sino ai tempi
-di Filippo il Bello (<span class="sc num">xiv</span> secolo) si segnalano
-conversioni&nbsp;<a id="FNa_45"></a><a href="#Fn_45" class="fna">(45)</a>.
-</p>
-
-<p>
-Nel 1040 un celebre rabbino di Granata, Giuseppe
-Halevy, è accusato di aver fatto proseliti alla fede mosaica
-in Ispagna e messo a
-morte&nbsp;<a id="FNa_46"></a><a href="#Fn_46" class="fna">(46)</a>.
-</p>
-
-<p>
-Le conversioni al giudaismo erano, nel <span class="sc num">xiii</span> secolo
-ancora, tanto frequenti da meritare che Nicolò IV,
-appena assunto al Pontificato, se ne occupasse con
-una lettera datata da Rieti, 5 settembre 1288; lettera
-che non deve aver prodotto grande effetto, se Giovanni
-XXII è obbligato a promulgarne una consimile il
-13 agosto 1317.
-</p>
-
-<p>
-Rainaldo ci assicura che nel <span class="sc num">xiv</span> secolo molti fra i
-discepoli di Giovanni Viclefo abbracciarono la <em>perfidia
-giudaica</em>.
-</p>
-
-<p>
-Il primo di agosto 1603 sulla Piazza Ribeiro in Lisbona
-venne bruciato fra Diego di Assunçao, monaco francescano,
-che, dopo aver abbracciato il giudaismo, andava
-predicando ed insegnando questo solo doversi considerare
-vera religione.
-</p>
-
-<p>
-Ricorderò ancora quel Giovanni Mica, cristiano portoghese
-del <span class="sc num">xvi</span> secolo, che, fattosi ebreo, prese il nome
-<span class="pageno" title="34" id="page-34"></span>
-di Giuseppe Nassi, visse in Costantinopoli e pubblicò
-varie opere
-lodatissime&nbsp;<a id="FNa_47"></a><a href="#Fn_47" class="fna">(47)</a>.
-</p>
-
-<p>
-Nel secolo scorso rimase celebre in Inghilterra la conversione
-di lord Giorgio
-Gordon&nbsp;<a id="FNa_48"></a><a href="#Fn_48" class="fna">(48)</a>.
-</p>
-
-<p>
-Molti altri esempî potremmo
-citare&nbsp;<a id="FNa_49"></a><a href="#Fn_49" class="fna">(49)</a>; ma
-crediamo
-che quelli da noi portati sien più che sufficienti a provare
-che il Giudaismo devesi considerare come una religione,
-non come una
-razza&nbsp;<a id="FNa_50"></a><a href="#Fn_50" class="fna">(50)</a>.
-</p>
-
-<div>
-<span class="pageno" title="35" id="page-35"></span>
-</div>
-
-<p>
-Come dubitare che gran parte degli Ebrei attuali non
-discenda da questi nuovi
-convertiti&nbsp;<a id="FNa_51"></a><a href="#Fn_51" class="fna">(51)</a>?
-Certamente,
-grazie alle persecuzioni che per lunghi secoli afflissero i
-credenti nella legge di Mosè, non un Ebreo si trova oggi
-nel luogo di origine della propria famiglia.
-</p>
-
-<div>
-<span class="pageno" title="36" id="page-36"></span>
-</div>
-
-<p>
-Cacciati or di qua, or di là, essi andavano concentrandosi
-nei paesi, dove leggi, non più miti, ma meno crudeli
-permettevano loro di vivere con una sicurezza relativa;
-sicchè, oggi, tanto varrebbe voler cercare i veri discendenti
-dagli Ebrei di Palestina, per ricacciarli nella loro
-terra, quanto il cercare in Italia i discendenti degli antichi
-barbari per ricacciarli oltre Alpi.
-</p>
-
-<p>
-Ma se si volesse adottare contro gli Ebrei un provvedimento
-qualsiasi, ispirato a questa pretesa differenza
-di razza, come a noi italiani non si affaccierebbe alla
-mente la testimonianza, già da noi invocata, di Dione
-Cassio e come non ci tormenterebbe il dubbio che questi
-pretesi stranieri, questi abborriti semiti sieno proprio
-figli di quei Romani convertiti al Giudaismo, di cui
-parla lo storico latino, tornati fra noi, dopo Dio sa
-quali peregrinazioni, mossi da quell'amore del paese di
-origine che, come un istinto, sopravvive forse in noi alla
-memoria?
-</p>
-
-<p>
-Nè gioverà spender molte altre parole intorno a siffatta
-questione di razza, perchè, assurda dovunque, essa
-raggiunge fra noi l'apice della assurdità.
-</p>
-
-<p>
-Gettiamo uno sguardo sulla storia dei secoli scorsi, e
-vedremo, finchè durò la potenza di Roma, accorrere fra
-noi stranieri d'ogni razza e d'ogni lingua, e quando i
-destini d'Italia mutarono sì che da donna divenne ancella,
-vedremo gli schiavi di ieri mutarsi in predoni,
-correre sulle terre nostre e devastarle. Goti, Longobardi,
-Normanni, Saraceni persino si impiantano fra noi, e vi
-spadroneggiano, e noi osiamo oggi parlare di razza!
-</p>
-
-<p>
-E poi cosa è la razza di fronte al grande principio
-del secolo nostro, quello delle nazionalità? E caratteristica
-della nazionalità è la lingua, non la religione, non
-l'origine.
-</p>
-
-<p>
-Per riconoscere nome e qualità di italiano a chi è
-<span class="pageno" title="37" id="page-37"></span>
-nato in Italia da genitori italiani, a chi parla la nostra
-lingua, sarà forse d'uopo aprirgli le vene per riconoscere
-quante goccie di sangue non italiano vi corra?
-</p>
-
-<p>
-Or via, l'Italia, che a buon dritto considera come fratelli
-i Valdesi del Piemonte, i Cimbri dei Sette
-Comuni&nbsp;<a id="FNa_52"></a><a href="#Fn_52" class="fna">(52)</a>,
-gli Slavi del Molise, gli Albanesi ed i Greci
-del Mezzodì, vorrà contestare nome e qualità di italiani
-agli Ebrei, che nei tempi di schiavitù divisero la sorte
-degli altri Italiani?
-</p>
-
-<p>
-Un'ultima ragione infine, e potentissima, dovrebbe spingere
-i moderni antisemiti a non insistere sulla questione
-di razza.
-</p>
-
-<p>
-Essi, che non arrossiscono di farsi persecutori, ma che
-arrossirebbero di giustificare la persecuzione colla sola
-causa che la renderebbe meno odiosa, lo spirito di religione,
-verrebbero, ponendo innanzi tale questione, a provocare
-una enorme ingiustizia.
-</p>
-
-<p>
-Non vi ha dubbio che negli scorsi secoli o per convinzione,
-o per sottrarsi a persecuzioni, o per ispirito di
-cupidigia, milioni di Ebrei apostatarono per abbracciare
-il Cristianesimo.
-</p>
-
-<p>
-Pel Cristiano che ripugna dall'Ebreo, perchè vede in
-lui l'ostinato avversario della sua Fede, l'uccisore del suo
-Dio, l'acqua del Battesimo lava queste colpe originali,
-sicchè egli a buon dritto considera eguali a se stesso
-l'ebreo battezzato e i suoi discendenti.
-</p>
-
-<p>
-Ma per l'antisemita moderno, ateo e materialista, che
-odia nell'ebreo non la religione, ma la razza, l'acqua del
-Battesimo non lava nulla; perocchè nessun teologo ha
-<span class="pageno" title="38" id="page-38"></span>
-mai asserito che il Battesimo muti un semita in un
-giapeto.
-</p>
-
-<p>
-Sicchè, se il moderno antisemitismo non vuol commettere
-una enorme ingiustizia, egli deve cercare, per avvolgerle
-nel suo odio, quelle migliaia di famiglie cristiane
-che hanno nelle vene sangue di
-ebreo&nbsp;<a id="FNa_53"></a><a href="#Fn_53" class="fna">(53)</a>.
-</p>
-
-<p>
-Il dilemma è stringente: o gettare la maschera e confessare
-che non si perseguitano gli Ebrei perchè semiti,
-ma unicamente perchè ebrei, od intraprendere ricerche
-etnografiche e genealogiche, che sarebbero appena possibili,
-se ogni uomo, da Adamo in poi, si fosse iscritto
-in un <em xml:lang="en">stud book</em>, come un cavallo di puro sangue.
-</p>
-
-<p>
-Ma prevediamo sin da ora la risposta che si farà a
-questo dilemma. Ci si dirà che gli Ebrei vanno perseguitati
-non soltanto perchè di razza diversa, ma perchè
-la loro legge contribuisce a mantenere una barriera fra
-essi ed i popoli fra cui vivono; perchè alla Santa massima
-del Vangelo: <i class="quo">Amatevi scambievolmente</i>, l'esecrando
-Talmud ha sostituito quest'altra: <i class="quo">Odiate quanto non è
-ebreo</i>.
-</p>
-
-<div>
-<span class="pageno" title="39" id="page-39"></span>
-</div>
-
-<p>
-A questa obbiezione vecchia quanto la malignità umana
-risponderemo nel veniente capitolo, bastandoci per ora di
-riferire un ultimo fatto a prova del modo con cui gli
-Ebrei intendono l'amor di patria. Allorquando nel Sinedrio
-dei principali rabbini di Europa, convocato a Parigi d'ordine
-di Napoleone I, i delegati imperiali chiesero fin dove
-giungesse, secondo gli Ebrei, il dovere dell'amor di patria,
-tutti i congregati e primi fra essi i rabbini Segrè, Zingheim
-e Worms, ortodossi fin nel midollo e negli insegnamenti
-e nella pratica della vita, si alzarono in piedi
-gridando: “Fino alla morte.”
-</p>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_16"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_16"><span class="label">(16)</span></a>
-Nella predicazione [in Francia] nessun rabbino si lascierà
-sfuggire l'occasione di rammentare ai suoi uditori
-quanto devono alla Francia che li ha liberati dalla schiavitù
-(<cite>Rassegna Naz.</cite>, loc. cit., pag. 47). Non citiamo esempî italiani,
-perchè a tutti sarà accaduto di leggere nei giornali politici
-le relazioni di solennità celebratesi nelle sinagoghe in occasione
-di feste ed anniversarî patriottici.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_17"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_17"><span class="label">(17)</span></a>
-Gladstone, in una sua lettera 6 ottobre 1876, indirizzata
-al signor Leopoldo Gluckstein e pubblicata negli <cite xml:lang="fr">Archives
-Israélites</cite> di Parigi, 1º novembre 1876, così si esprime:
-“Ho sempre ammirato il contegno degli Israeliti inglesi nell'adempimento
-dei loro doveri civici.”
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_18"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_18"><span class="label">(18)</span></a>
-Una curiosa prova della assurdità dell'accusa che si
-muove agli Ebrei di sentirsi estranei alla terra in cui nacquero
-ce la porge l'<cite xml:lang="fr">Antisémitique</cite> francese. Mentre in ogni
-numero scaglia questa calunnia contro gli Ebrei, rinfaccia
-poi alla maggior parte degli Ebrei francesi di esser di origine
-tedesca e si sforza di aizzare contro di loro le passioni
-popolari, dipingendoli quasi altrettanti agenti del governo
-germanico. O logica, proprio antisemitica!!
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_19"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_19"><span class="label">(19)</span></a>
-<cite>Sei mesi in Italia</cite>, pel dott.
-<span class="sc aut">A. Berliner</span>; versione dell'abate
-prof. Pietro Perreau.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_20"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_20"><span class="label">(20)</span></a>
-Abbiamo citato a preferenza del nome di altri patrioti
-Ebrei quello dell'on. Finzi, e perchè pochi possono a lui paragonarsi
-per inconcusso patriottismo, e perchè rammentiamo
-d'aver letto nell'<cite>Arena</cite> di Verona del 10 novembre 1876 il
-seguente brano di una lettera che in occasione delle elezioni
-generali l'illustre uomo scriveva a quel giornale.
-</p>
-
-<p class="foot">
-“Ebreo realmente, mi trovai iscritto nei registri di popolazione
-dove nacqui: ma nè per religione, nè per abitudini
-mi sono sentito ebreo in tutta la vita. Ho una religione
-anch'io vivida e pura che mi affratella a tutta l'umanità
-senza distinzione d'ebrei, di cristiani, di cattolici, di turchi,
-che mi è inspiratrice di nobili e delicati sentimenti, che
-mi insegna il volontario sacrifizio e mi dà vigore e conforto
-nelle ore perplesse della sventura.”
-</p>
-
-<p class="foot">
-Questa lettera, fatta per attirare sul capo dell'on. Finzi i fulmini
-degli intolleranti di tutte le religioni, giova mirabilmente
-all'assunto nostro, perchè dimostra&nbsp;—&nbsp;e ce n'era
-bisogno?&nbsp;—&nbsp;che
-il fatto di esser nati ebrei piuttosto che cristiani
-o turchi non ha proprio nulla a vedere coi sentimenti patriottici.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_21"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_21"><span class="label">(21)</span></a>
-Angelo Usigli, nato nel 1803 a Modena, morto a Londra,
-nel 1875, fu congiurato con Ciro Menotti, anzi dei pochi
-che collo stesso Menotti furono nella costui casa circondati
-dalle truppe estensi. L'Usigli propose di dar fuoco alla casa
-piuttosto che arrendersi, ma, dissentendo i compagni, fu con
-loro arrestato e condannato a morte.
-Commutatagli la pena in esiglio perpetuo, si rifugiò a
-Londra e collaborò nella Giovane Italia. V. <cite>Gazzetta d'Italia</cite>,
-15 aprile 1875.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_22"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_22"><span class="label">(22)</span></a>
-L'avo di Daniele Manin era ebreo. Il comm. Pincherle
-lo seppe dalla sua bocca stessa. V. <cite>La vita ed i tempi di
-Daniele Manin</cite> per Errera e Finzi, Venezia, 1872. Cfr. Rudolph
-Gottschill, <cite xml:lang="fr">Un mois d'automne en Italie</cite>.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_23"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_23"><span class="label">(23)</span></a>
-Ci limiteremo a riferire qui l'elenco degli Ebrei che
-fecero parte della gloriosa schiera dei Mille; sono otto e cioè:
-Alpron Giacomo, da Padova; Colombo Donato da Ceva;
-D'Ancona Giuseppe da Venezia; Donati Angelo da Padova;
-Luzzatto Riccardo da Udine; Ravà Eugenio da Reggio
-Emilia; Uziel Davide Cesare da Venezia. Calcolato a venticinque
-milioni il numero degli italiani nel 1860, ed a quarantamila
-il numero degli ebrei, si vedrà di leggieri quanto
-sproporzionatamente numeroso sia stato il concorso degli
-Ebrei in quella spedizione. I nomi che precedono abbiam desunto
-dal n. 21 dell'anno 1864 del <cite>Bollettino delle nomine e
-promozioni</cite>. <cite>Giornale Ufficiale militare</cite>, pag. 169 e seg.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_24"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_24"><span class="label">(24)</span></a>
-<cite class="sc">Esodo</cite>, <span class="sc num">xii</span>, 38.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_25"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_25"><span class="label">(25)</span></a>
-<cite class="sc">Giosuè</cite>, <span class="sc num">ix</span>,
-<span class="sc num">x</span>.&nbsp;—&nbsp;<span class="sc num">ii.</span>
-<cite class="sc">Sam.</cite> <span class="sc num">xxi</span>.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_26"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_26"><span class="label">(26)</span></a>
-<cite class="sc">I. Re</cite>.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_27"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_27"><span class="label">(27)</span></a>
-<cite class="sc">Ester</cite>, <span class="sc num">viii</span>, 17.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_28"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_28"><span class="label">(28)</span></a>
-<cite class="sc">II. Re</cite>, <span class="sc num">xvii</span>, 24 e seg.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_29"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_29"><span class="label">(29)</span></a>
-<cite class="sc">II. Re</cite>, <span class="sc num">v</span>, 17, 18.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_30"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_30"><span class="label">(30)</span></a>
-<cite xml:lang="la">Antiq.</cite>, l. <span class="sc num">xx</span>,
-cap. 2 a 4.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_31"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_31"><span class="label">(31)</span></a>
-<cite xml:lang="fr">Mœurs des Israélites</cite>, cap.
-<span class="sc num">v</span>. In <cite xml:lang="fr">Œuvres de l'abbé
-Fleury</cite>, Paris, Michel Desaiz, 1837, pag. 183, col.
-<span class="sc num">i</span>. Cfr.
-<span class="sc aut">Frank</span>, <cite xml:lang="fr">De l'état politique,
-religieux et moral de la Judée
-dans les derniers temps de sa nationalité</cite>.
-In <cite xml:lang="fr">Vérité Israélite</cite>,
-tomo <span class="sc num">ii</span>, pag. 7 e segg.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_32"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_32"><span class="label">(32)</span></a>
-<cite class="sc">Atti degli apostoli</cite>, <span class="sc num">ii</span>, 5.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_33"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_33"><span class="label">(33)</span></a>
-Cfr. <span class="sc aut">Degubernatis</span>,
-<cite xml:lang="fr">Matériaux pour servir a l'histoire
-des études orientales en Italie</cite>.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_34"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_34"><span class="label">(34)</span></a>
-<span class="sc aut">Havet</span>, <cite xml:lang="fr">Le Christianisme
-et ses origines. L'ellénisme</cite>,
-t. <span class="sc num">ii</span>, pag. 248. Cfr.:
-<span class="sc aut">Delaunay</span>,
-<cite xml:lang="fr">Philon d'Alexandrie. Les
-écrits historiques</cite>, pag. 123 e 124;
-<span class="sc aut">Nicolas</span>, <cite xml:lang="fr">Des doctrines
-des Juifs, pendant les deux siècles antérieurs a l'êre chrétienne</cite>,
-pag. 113; <span class="sc aut">Beuss</span>,
-<cite xml:lang="fr">Hist. de la Théologie chrétienne
-au siècle apostolique</cite>, v. 1, pag. 107 e 109.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_35"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_35"><span class="label">(35)</span></a>
-Avendo condotto al loro culto un gran numero di Greci,
-ne fecero una parte della loro comunità.
-(<cite xml:lang="la">De bello jud.</cite>,
-libro <span class="sc num">vii</span>, cap. <span class="sc num">iii</span>,
-§ 3).
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_36"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_36"><span class="label">(36)</span></a>
-<cite xml:lang="fr">Les philosophes du siècle d'Auguste</cite> in
-<cite xml:lang="fr">Revue contemporaine</cite>.
-Tomo <span class="sc num">v</span>, prima dispensa.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_37"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_37"><span class="label">(37)</span></a>
-<i class="quo" xml:lang="la">Judaeorum juventutem per speciem sacramenti
-in provincias
-gravioris cœli distribuit, reliquos gentis ejusdem vel
-similia sectantes urbe summovit.</i> (<span class="sc aut">Svetonio</span>,
-<cite xml:lang="la">in Tiber.</cite>, § 36).
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_38"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_38"><span class="label">(38)</span></a>
-<i class="quo" xml:lang="la">Judaeus qui eum qui judaicae religionis non esset
-contraria doctrina ad suam religionem traducere praesumpserit,
-bonorum proscriptione damnetur, miserumque in
-modum puniatur.</i> (Leg. 7, Cod., <cite xml:lang="la">de Jud.</cite>;
-<span class="sc aut">Dione Cassio</span>,
-<cite xml:lang="la">Hist. rom.</cite>; <span class="sc aut">Spencer</span>,
-<cite xml:lang="la">In orig.</cite>, p. 33).
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_39"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_39"><span class="label">(39)</span></a>
-<cite xml:lang="la">Hist. rom.</cite>, <span class="sc num">xxxviii</span>, 17.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_40"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_40"><span class="label">(40)</span></a>
-Oggi ancora, secondo una corrispondenza della <cite xml:lang="de">Presse</cite>
-di Vienna, riferita nel n. 20 dell'<cite xml:lang="de">Israelit</cite> di
-Magonza dell'anno
-1875, esistono nell'Yemen più di 500 mila ebrei.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_41"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_41"><span class="label">(41)</span></a>
-A quest'epoca, il giudaismo salì nuovamente sopra un
-trono regio, sopra quello dei Cazari, popolo della Tartaria, ai
-quali eransi mischiati alcuni ebrei, cristiani e mussulmani.
-Fu senza dubbio per effetto del commercio crescente in quel
-regno, così favorevole all'industria e situato vicino il mar
-Caspio, che Balan, capo dei Cazari (o Cozari) si lasciò convertire
-al giudaismo. Da quell'istante un ebreo regnò costantemente
-per meglio di tre secoli. (<span class="sc aut">Schwab</span>,
-<cite>Storia degli Ebrei</cite>,
-tradotta dal prof. Pugliese. Venezia, Longo, 1870, pag. 95.
-<i>Cfr.</i> <span class="sc aut">Ad. Neubauer</span>, Relazione al Ministro ed osservazioni
-del sig. Munk in <cite xml:lang="fr">Journal Asiatique</cite>, 1865,
-tomo <span class="sc num">i</span>).
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_42"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_42"><span class="label">(42)</span></a>
-<cite xml:lang="la">Monumenta Histor. German. Scriptores</cite>,
-<span class="sc num">vi</span>, p. 704 e 720.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_43"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_43"><span class="label">(43)</span></a>
-<span class="sc aut">Würdtwein</span>, <cite xml:lang="la">Nova
-subsidia diplomatica</cite>, <span class="sc num">i</span>, p. 125.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_44"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_44"><span class="label">(44)</span></a>
-<span class="sc aut">Bedarride.</span> Op. cit., pag. 84.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_45"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_45"><span class="label">(45)</span></a>
-<span class="sc aut">Basnage.</span> Op. cit., libro
-<span class="sc num">vii</span>, cap. 18.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_46"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_46"><span class="label">(46)</span></a>
-<span class="sc aut">Bartholoccius.</span> <cite>Bibl. rabb.</cite>, t.
-<span class="sc num">iii</span>.&nbsp;—&nbsp;<span class="sc aut">Salomon ben Virga</span>,
-<cite>Scevet Jehudà</cite>, 5 excidium.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_47"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_47"><span class="label">(47)</span></a>
-<i>Cfr.</i> <span class="sc aut">De Rossi</span>, <cite>Diz. storico
-degli Autori Ebrei</cite>, Parma,
-1802, a. v. <cite>Nassi</cite> e <span class="sc aut">Steinschneider</span>,
-<cite xml:lang="la">Catalogus Libr. Hebr.
-in Bibl. Bodleiana</cite>, col. 1515.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_48"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_48"><span class="label">(48)</span></a>
-Cfr. <span class="sc aut">Macaulay</span>,
-<cite xml:lang="en">Speeches</cite>, vol. 6, pag. 141, 2ª ediz.
-Tauchnitz.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_49"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_49"><span class="label">(49)</span></a>
-È innegabile che nell'età moderna lo spirito di propaganda
-degli Ebrei è completamente cessata. Pare che ora
-abbiano preso alla lettera l'insegnamento del Talmud: <i class="quo">Son
-perniciosi i proseliti agli Israeliti come la lebbra o come
-la calvizie</i> (<cite class="sc">Talm. Bab.</cite>, capo
-<span class="sc num">iv</span>, folio 47 b. et alibi) sicchè
-si può oggi asserire che la religione mosaica è la sola, fra
-quelle professate nel mondo civile, che non si occupi di far
-proseliti. Pure oggi ancora non mancano esempî, benchè rarissimi,
-di Cristiani che abbracciano volontariamente il Giudaismo.
-Cooper, nelle sue lettere sugli Stati Uniti, parla di
-una società di Ebrei costituitasi nello Stato di Nuova York
-per provocare la conversione dei Cristiani. Se la notizia, che
-non vedemmo mai confermata da altre fonti, non è un
-<em xml:lang="en">humbug</em>
-americano, la fondazione di questa società è una prova che
-gli Ebrei di America non si sentono, per quanto almeno concerne
-l'eccentricità, estranei alla terra in cui vivono; perocchè
-possiamo affermare che non vi ha in Europa oggigiorno
-fra gli Ebrei la più leggiera traccia di spirito di
-proselitismo.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_50"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_50"><span class="label">(50)</span></a>
-Anche il Rénan si è testè occupato di questo argomento
-in una conferenza da lui tenuta il 27 gennaio 1883
-al Cercle Saint-Simon ed edita poi dal celebre editore parigino
-Calmann Lévy col titolo: <cite xml:lang="fr">Le Judaïsme comme race et
-comme religion.</cite> In questa conferenza, cui rimandiamo coloro
-che fossero vaghi di maggiori particolari sull'argomento, il
-dotto francese, dopo aver spiegato come la scienza delle religioni
-le divida in due grandi classi, <em>universali</em> (il buddismo,
-il cristianesimo, il maomettismo) e <em>nazionali</em> o
-<em>locali</em> cui devono
-ascriversi tutte le altre, viene a mostrare come tutte le
-religioni nazionali sieno perite e come la religione ebraica,
-precorrendo per opera dei suoi profeti al Cristianesimo, abbia
-assunto, col monoteismo che ne è la caratteristica la più spiccata,
-forma appunto di religione universale. Gli Ebrei, che
-dalle loro profezie eran fatti persuasi tutti i popoli dovere
-col tempo convertirsi alla loro Fede, cercavano affrettarne
-la realizzazione cercando proseliti fuori della loro nazione. E
-di questo spirito di propaganda del giudaismo antico molti
-esempî reca il Rénan. Nessuno poi potrà dire di aver un'idea
-completa dell'argomento, ove non abbia letto l'importantissimo
-opuscolo del cav. Marco Mortara: <cite xml:lang="fr">Le prosélytisme
-juif</cite>. Paris, Witt. Hersheim, 1875.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_51"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_51"><span class="label">(51)</span></a>
-È innegabile che la segregazione forzata in cui gli
-Ebrei vennero tenuti fino a pochi anni addietro impedì loro
-sempre di confondersi colle popolazioni in mezzo alle quali
-vivevano; sicchè si può asserire con qualche certezza che
-esiste un tipo speciale al quale si possono conoscere gli Ebrei.
-Ma questo tipo è egli il tipo semita puro? Quale antropologo
-potrebbe asserirlo? Non è più ovvio il ritenere che esso sia più
-che il carattere di una razza, la risultante di speciali abitudini
-di vita, che si sarebbe perpetuata per eredità fisiologica?
-Ed infatti, non vediamo questo stesso tipo andar man mano
-cancellandosi negli Ebrei, che, vivendo nei paesi civili, finiscono
-coll'adottare le abitudini delle popolazioni fra cui si
-trovano, mentre si mantiene inalterato in Ungheria, in Polonia
-ed in tutti i paesi dove la minor civiltà delle popolazioni
-e la conseguente rozzezza dell'ebreo rende difficile ogni
-contatto, ogni assimilazione?
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_52"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_52"><span class="label">(52)</span></a>
-Usiamo la denominazione la più comunemente accettata,
-pur conoscendone l'inesattezza, per non ingolfarci in una
-questione etnografica affatto estranea al nostro argomento.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_53"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_53"><span class="label">(53)</span></a>
-Ricordiamo che il Conte di Molé, famoso ministro francese
-dei tempi di Luigi Filippo, discendeva da una ebrea, la
-figlia di Samuel Bernard il banchiere di Luigi XIV, che si
-era battezzata per isposare il cancelliere Molé. Nè questa dei
-Molé è la sola nobile famiglia europea nelle cui vene sia
-frammisto qualche gocciolina di sangue giudaico; e, per non
-moltiplicare gli esempi, ricorderò come da famiglia ebrea discendesse
-Pier di Leone, noto antipapa del secolo <span class="sc num">xii</span>, e come
-discendesse pure da una ebrea&nbsp;—&nbsp;la figlia del celebre generale
-Ventura, modenese&nbsp;—&nbsp;quel marchese di Trazignies, belga,
-che, spinto da fanatismo religioso e politico, venne in Italia
-a combattere il movimento nazionale nelle file dei briganti, e
-fatto prigioniero colle armi alla mano, fu, da un picchetto
-del 43º reggimento fanteria, fucilato in Isoletta li 11 novembre
-1861.
-</p>
-</div>
-
-<div class="blankpage">
-<span class="pageno" title="40" id="page-40"></span>
-</div>
-
-<div class="chapter">
-<span class="pageno" title="41" id="page-41"></span>
-<img src="images/i003a.png" style="width: 100%" alt=""/>
-</div>
-
-<h2 class="nobreak" id="tit-2">
-<a href="#ritit-2">II.</a>
-</h2>
-
-<p class="subtitle">
-Il Talmud
-</p>
-
-<hr class="breve"/>
-
-<p>
-Tutti hanno udito menzionare, ed anche maledire, il
-<cite>Talmud</cite>, questo libro che lo storico
-Milman&nbsp;<a id="FNa_54"></a><a href="#Fn_54" class="fna">(54)</a>
-chiamava:
-“monumento straordinario dell'attività umana, della intelligenza
-umana, e dell'umana pazzia;” molti certamente
-ignorano cosa esso sia, o ne hanno nozioni assai incomplete;
-e non vi sarebbe troppo da meravigliarsi se qualche
-semidotto credesse ancora che il <cite>Talmud</cite> fosse un
-uomo, siccome avvenne a quel buon Cappuccino d'Henry
-de Seyne che ebbe con tutta tranquillità a scrivere:
-<i class="quo" xml:lang="la">Ut narrat Rabbinus Talmud</i>.
-</p>
-
-<p>
-Cercheremo, in brevi parole, di dirne quel tanto che
-sarà necessario per far chiaro ciò che dovremo dire in
-appresso.
-</p>
-
-<div>
-<span class="pageno" title="42" id="page-42"></span>
-</div>
-
-<p>
-Fintanto che gli Ebrei rimasero nella Terra Promessa,
-la Legge scritta, il Pentateuco, fu, per essi, solo codice
-religioso, morale, politico.
-</p>
-
-<p>
-Coloro che eran chiamati ad insegnarlo ed a curarne
-l'osservanza, ne conoscevano ed applicavano, caso per
-caso, l'interpretazione tradizionale.
-</p>
-
-<p>
-Essi erano, a sentirli, depositari di una tradizione orale
-trasmessa in buona parte da Dio stesso a Moisè sul Sinai
-(<i class="quo">alachà lemoscè
-Missinai</i>)&nbsp;<a id="FNa_55"></a><a href="#Fn_55" class="fna">(55)</a>,
-da Mosè trasmessa a Giosuè,
-da questo agli anziani, dagli anziani ai profeti e dai
-profeti agli uomini della Grande
-Sinagoga&nbsp;<a id="FNa_56"></a><a href="#Fn_56" class="fna">(56)</a>.
-</p>
-
-<p>
-Agli Ebrei però era allora vietato di raccogliere per
-iscritto tale tradizione. Il motivo di questo divieto non è
-noto. Chi crede ne fosse causa il desiderio connaturale ai
-popoli orientali, siccome ci mostrano la storia dell'India e
-dell'Egitto, di concentrare in poche mani il monopolio della
-scienza&nbsp;<a id="FNa_57"></a><a href="#Fn_57" class="fna">(57)</a>;
-chi ne cerca ragione nel timore che errori
-<span class="pageno" title="43" id="page-43"></span>
-di copisti o volontarie
-falsificazioni&nbsp;<a id="FNa_58"></a><a href="#Fn_58" class="fna">(58)</a>
-producessero nuovi
-scismi; chi nel desiderio di impedire che la legge tradizionale
-acquistasse eguale autorità della scritta; S. D.
-Luzzatto&nbsp;<a id="FNa_59"></a><a href="#Fn_59" class="fna">(59)</a>
-infine, pensa che tale divieto provenisse dall'aver,
-gli antichissimi dottori, voluto che la teoria e
-la pratica della religione rimanessero in buona parte
-modificabili, giusta i bisogni dei tempi, ragione per cui
-nulla scrissero e nulla permisero si scrivesse per non
-scemare ai posteri la libertà di modificare gli insegnamenti
-dei
-predecessori&nbsp;<a id="FNa_60"></a><a href="#Fn_60" class="fna">(60)</a>.
-</p>
-
-<div>
-<span class="pageno" title="44" id="page-44"></span>
-</div>
-
-<p>
-Per quanto incredibile possa ciò sembrare a' giorni
-nostri, non è meno certo che questi insegnamenti passavano
-per tradizione orale dall'una all'altra generazione.
-La memoria sviluppatissima, come è noto, presso i popoli
-orientali, dovette aver parte grandissima nelle scuole
-ebraiche&nbsp;<a id="FNa_61"></a><a href="#Fn_61" class="fna">(61)</a>.
-</p>
-
-<div>
-<span class="pageno" title="45" id="page-45"></span>
-</div>
-
-<p>
-Caduto il secondo tempio e venutane la gran dispersione
-degli Ebrei, i loro dottori compresero che ove si
-fosse continuato nell'antico sistema, la tradizione avrebbe
-molto probabilmente finito coll'andar dispersa.
-</p>
-
-<p>
-Pensarono quindi di ridurla in iscritto, e Giuda di
-Tiberiade, soprannominato il Santo, a causa della sua
-scienza e della purezza dei suoi costumi, e conosciuto
-anche sotto il semplice nome di <em>Rabbì</em>, quasi il maestro
-per antonomasia, compilò, nel primo quarto del terzo secolo,
-la <cite>Mischnà</cite> o seconda
-legge&nbsp;<a id="FNa_62"></a><a href="#Fn_62" class="fna">(62)</a>.
-</p>
-
-<p>
-Che egli poi la scrivesse, come afferma il Maimonide
-e con lui moltissimi altri, o che invece egli si limitasse
-ad insegnarla ai suoi numerosi uditori, sicchè essa si
-tramandasse inalterata per molte generazioni e venisse
-soltanto dopo lungo tempo posta in iscritto, siccome vogliono
-con S. D. Luzzatto, il Graetz e molti altri moderni,
-<span class="pageno" title="46" id="page-46"></span>
-è questione sulla quale non ci sentiamo da tanto
-di pronunciarci. Ciò che è certo è che la <cite>Mischnà</cite> sta
-al Pentateuco, come il Mitri ai Veda, la Sunnah al Corano
-e che è qualche cosa di analogo alle
-<span xml:lang="grc" title="Rhêtrai" id="rhetrai">Ῥήτραι</span> greche,
-alla <em xml:lang="la">lex non scripta</em> dei Romani ed alla
-<em xml:lang="en">Common Law</em> degli Inglesi.
-</p>
-
-<p>
-Nella <cite>Mischnà</cite> Giuda raccolse tutti i decreti, gli statuti,
-le sentenze pronunciate dai saggi, diverse massime
-religiose e morali, tutto ciò che era stato adottato durante
-l'epoca dei profeti dai membri della grande Sinagoga, tutte
-le ordinazioni del Sahnedrin e dei
-<em>tanaim</em>&nbsp;<a id="FNa_63"></a><a href="#Fn_63" class="fna">(63)</a>,
-cioè dei
-dottori più celebri vissuti durante i due secoli anteriori,
-e ne fece un'opera divisa in sei parti principali, dette
-<em>ordini</em>.
-</p>
-
-<p>
-Ogni ordine è diviso in trattati (letteralmente: <em>contesti</em>),
-ogni trattato in capi, ogni capo in paragrafi (detti <em>mischnà</em>,
-nel senso più ristretto della parola). La prima parte od
-<em>ordine</em> che dir si voglia intitolata <em>delle sementi</em> tratta delle
-leggi dell'agricoltura e delle
-decime&nbsp;<a id="FNa_64"></a><a href="#Fn_64" class="fna">(64)</a>.
-Vi è premesso un
-trattato sulle benedizioni quotidiane e su quelle che devonsi
-pronunciare in varie circostanze. La seconda parte
-<em>delle Feste</em> tratta delle cerimonie da compiersi nei giorni
-feriali e solenni. La terza: <em>della Donna</em> o del matrimonio
-e dei doveri della famiglia. La quarta: <em>dei danni</em>, si occupa
-della indennità dovuta pei danni che si occasionano altrui
-ed in generale di tutto quanto si riferisce al giure civile
-<span class="pageno" title="47" id="page-47"></span>
-ed al punitivo. Questa parte offre in moltissimi punti una
-grande analogia col diritto
-romano&nbsp;<a id="FNa_65"></a><a href="#Fn_65" class="fna">(65)</a>.
-A questa parte è
-aggiunto un trattato di morale che contiene una raccolta
-di sentenze morali dei padri della Sinagoga. La quinta
-parte tratta <em>della Santità</em> e dei sacrifizi che si offrivano
-nel Tempio, che vi è minutamente descritto, e contiene
-inoltre i precetti sui cibi. La sesta verte <em>sulle purificazioni</em>
-e sulla purità ed impurità legale.
-</p>
-
-<p>
-Lo spirito generale della <cite>Mischnà</cite> trova la sua migliore
-espressione nelle parole del suo stesso redattore, che servono
-quasi di epigrafe alla intiera raccolta: “Siate tanto
-coscienziosi nell'adempimento dei piccoli precetti quanto
-dei grandi perchè ignorate la ricompensa che va annessa
-ad ognuno di essi. Paragonate la perdita temporale che
-vi occasiona l'adempimento di una legge, colla ricompensa
-celeste che vi è congiunta, ed il beneficio che risulta dalla
-trasgressione della legge colla pena che deve seguirla.
-Per evitare il peccato abbiate sempre presente tre cose:
-che al dissopra di voi vi ha un occhio che tutto vede,
-un orecchio che tutto intende, e che tutte le vostre opere
-sono scritte in un
-libro”&nbsp;<a id="FNa_66"></a><a href="#Fn_66" class="fna">(66)</a>.
-</p>
-
-<p>
-La <cite>Mischnà</cite> ha più carattere di codice che di trattato
-di metafisica. Però essa non trascura l'occasione di inculcare
-quegli alti principii morali cui deve informarsi la
-stretta lettera della legge. Nell'esecuzione di un fatto
-<span class="pageno" title="48" id="page-48"></span>
-guarda più all'intenzione che all'atto in sè stesso. Chi
-reclama un diritto, basandosi sulla lettera della legge, ma
-senza tener conto del sentimento di umanità, che dovrebbe
-spingerlo a non insistere nelle sue pretese, non è amato
-nè da Dio nè dagli uomini. Quegli invece che spontaneamente
-fa buon diritto agli altrui reclami, anche quando
-la legge non gliene impone l'obbligo, colui, in una parola,
-che non si ferma alla <em>porta della giustizia</em>, ma che varca
-la linea della misericordia, guadagna l'approvazione del
-saggio. “Gerusalemme, vi è detto, non andò distrutta
-se non perchè in essa si giudicava col rigor della
-legge”&nbsp;<a id="FNa_67"></a><a href="#Fn_67" class="fna">(67)</a>.
-Certi doveri, come, ad esempio, il rispetto
-ai genitori, la carità, l'applicazione precoce allo studio,
-l'ospitalità, il metter pace fra nemici traggono
-seco&nbsp;<a id="FNa_68"></a><a href="#Fn_68" class="fna">(68)</a>
-la loro ricompensa in questo mondo, ma questa non è
-che un interesse; la vera ricompensa, il capitale, viene
-pagato nella vita futura. Nella <cite>Mischnà</cite> non è parola
-dell'inferno. Oltre le pene sancite dalla legge la <cite>Mischnà</cite>
-non minaccia ai peccatori che un solo castigo misterioso
-e formidabile mandato da Dio, “lo sradicamento;” è
-lo sterminio (<em>cared</em>) di cui già parla la Scrittura. Le
-colpe si riscattano generalmente o col pentimento, o colla
-carità, o col sagrifizio e nel giorno della espiazione; se
-gravissime, il pentimento giova soltanto a sospendere
-gli effetti dell'ira divina, ed ove esso continui sino alla
-morte, questa tutto espia. I peccati commessi contro
-gli uomini non sono perdonati se la parte offesa non
-riceve piena riparazione, e non si dichiari soddisfatta.
-La virtù la più alta consiste nello studio della legge, siccome
-quello che conduce all'esercizio della
-virtù&nbsp;<a id="FNa_69"></a><a href="#Fn_69" class="fna">(69)</a>. Un
-<span class="pageno" title="49" id="page-49"></span>
-bastardo istrutto è più onorevole di un gran sacerdote che
-non lo
-sia&nbsp;<a id="FNa_70"></a><a href="#Fn_70" class="fna">(70)</a>.
-</p>
-
-<p>
-Esistono due redazioni della <cite>Mischnà</cite>, le quali non
-presentano per altro notevoli differenze.
-</p>
-
-<p>
-La <cite>Mischnà</cite>, la quale non contiene generalmente che
-la decisione finale della tradizione, secondo i pareri dei diversi
-dottori, fu naturalmente argomento di note, di scolii,
-di discussioni, nelle due accademie religiose di Palestina e
-di Babilonia. In ciascuna di queste due accademie si fece
-più tardi una raccolta di queste discussioni: queste raccolte,
-molto più voluminose della <cite>Mischnà</cite> che serve loro
-di testo, presero il nome di <cite>Ghemarà</cite> o complemento. La
-<cite>Mischnà</cite> e la <cite>Ghemarà</cite> insieme unite formano il
-<cite>Talmud</cite>&nbsp;<a id="FNa_71"></a><a href="#Fn_71" class="fna">(71)</a>.
-</p>
-
-<p>
-Per conseguenza si hanno due <cite>Talmud</cite>; uno frutto
-degli studi dell'Accademia di Palestina chiamato <cite>Ghemarà</cite>
-di Gerusalemme, l'altro dovuto all'Accademia di
-Babilonia e detto <cite>Ghemarà</cite> di Babilonia.
-</p>
-
-<p>
-La <cite>Ghemarà</cite> di Gerusalemme venne redatta a Tiberiade
-ed ultimata probabilmente verso la fine del <span class="sc num">iv</span>
-secolo
-dell'èra nostra, sotto la direzione di rabbi Iochanan,
-detto anche <em>bar nappachà</em>, ossia, figlio del
-fabbroferraio&nbsp;<a id="FNa_72"></a><a href="#Fn_72" class="fna">(72)</a>.
-Conteneva i commentarii sulle cinque prime parti della
-<cite>Mischnà</cite>, ma quelli risguardanti la quarta parte andarono
-perduti.
-</p>
-
-<div>
-<span class="pageno" title="50" id="page-50"></span>
-</div>
-
-<p>
-Anche le altre quattro parti contengono taluni trattati
-incompleti. Questa <cite>Ghemarà</cite> venne negletta, negli studii
-delle scuole ebree del medio evo. Essa subì la sorte delle
-Accademie, da cui aveva avuto origine, e che vennero
-ecclissate da quelle di Babilonia. Se le edizioni del <cite>Talmud</cite>
-gerosolimitano sono meno buone, è perchè ancora
-non se ne è scoperto un esemplare manoscritto colla cui
-scorta si possano ristabilire i differenti brani mutilati dai
-copisti. Inoltre questo <cite>Talmud</cite> offre molta difficoltà, grazie
-alla lingua, in cui è scritto, imbarbarita dalla mescolanza
-di molte voci greche e siriache.
-</p>
-
-<p>
-La <cite>Ghemarà</cite> di Babilonia, la cui autorità prevalse fra
-gli Ebrei, venne redatta, in una lingua mescolata d'ebraico
-e d'aramaico, nel corso del quinto secolo, da Aschè, celebre
-dottore dell'Accademia di
-Sora&nbsp;<a id="FNa_73"></a><a href="#Fn_73" class="fna">(73)</a>,
-da <em>Ravenà</em> suo
-discepolo e terminata l'anno 500 da rabbi Jossè. Essa è
-almeno quattro volte più voluminosa dell'altra, quantunque
-a noi non sian giunti che i commenti a trentasei
-dei sessantatre trattati, di cui si compone la <cite>Mischnà</cite>.
-Le discussioni vi sono più sviluppate, essendo stato chiuso
-più tardi. Contiene, oltre alle dispute di numerose scuole
-babilonesi, anche quelle di talune scuole di Palestina.
-</p>
-
-<p>
-Questa <cite>Ghemarà</cite>, al paro della Gerosolimitana, è composta
-di due parti principali: la parte rituale, detta <cite>Alachà</cite>,
-in cui si discorre anco dei riti che divennero impraticabili
-dopo la distruzione del tempio e una parte
-<span class="pageno" title="51" id="page-51"></span>
-non rituale, detta <cite>Agadà</cite> che contiene narrazioni, leggende,
-allegorie, proverbi, regole di vita sociale, dottrine
-morali e
-sentenze&nbsp;<a id="FNa_74"></a><a href="#Fn_74" class="fna">(74)</a>.
-Morale, metafisica, giurisprudenza,
-astronomia, medicina, tutte le scienze trovano luogo nel
-<cite>Talmud</cite>&nbsp;<a id="FNa_75"></a><a href="#Fn_75" class="fna">(75)</a>.
-</p>
-
-<p>
-Le nozioni, che sopra ognuna di esse vi si leggono,
-sono certamente ben lungi dal raggiungere la perfezione,
-ma, a traverso gli errori moltissimi che danno a quel libro
-l'impronta dell'epoca in cui fu scritto, appare che,
-sin da allora, esisteva presso gli Ebrei il germe della
-Enciclopedia umana. E ciò è tanto vero che l'Etheridge,
-scrittore certamente non favorevole al giudaismo, si lascia
-scappare questa confessione: “Quando il Talmudismo come
-sistema religioso sarà scomparso, il <cite>Talmud</cite> non cesserà
-perciò di essere una preziosa miniera di leggende divertenti
-<span class="pageno" title="52" id="page-52"></span>
-e di lezioni inapprezzabili che resteranno vere per
-tutti i tempi
-futuri”&nbsp;<a id="FNa_76"></a><a href="#Fn_76" class="fna">(76)</a>.
-</p>
-
-<p>
-Quanti scrissero del <cite>Talmud</cite> notarono il disordine con
-cui è redatto. L'<cite>Alachà</cite> e l'<cite>Agadà</cite> vi si incontrano
-promiscuamente,
-senza sistema nè ordine, sicchè un illustre
-scrittore disse sembrar quasi che i dottori, minacciati
-dalla dispersione, agissero come uomini che in un incendio
-salvano tutto quanto loro viene sotto mano, lasciando ad
-altri la cura di tirare più tardi il miglior partito da
-quanto venne sottratto alle
-fiamme&nbsp;<a id="FNa_77"></a><a href="#Fn_77" class="fna">(77)</a>.
-</p>
-
-<p>
-Questo disordine non deve recar meraviglia. Chi non
-sa che, malgrado gli sforzi di Triboniano, il Digesto abbonda
-in <i class="quo" xml:lang="la">germinationes, leges fugitivae, errativae?</i>
-Gli
-stessi famosi capitolari di Carlo Magno, o meglio dei Re
-Franchi (<cite xml:lang="la">Capitula Regum Francorum</cite>), non sono, se si
-considerano colle idee dei nostri tempi anzichè con quelle
-dell'epoca in cui vennero scritti, che una indigesta e disordinata
-farraggine&nbsp;<a id="FNa_78"></a><a href="#Fn_78" class="fna">(78)</a>.
-Eppure i Capitolari son di
-vari secoli posteriori al <cite>Talmud</cite>.
-</p>
-
-<p>
-Una questione importante a risolversi sarebbe quella
-di conoscere, se il disordine che tanto si lamenta nel
-<cite>Talmud</cite>, sia una ripercussione di quello che avrebbe
-sistematicamente regnato nelle discussioni delle accademie
-ebraiche; ma l'esame di tale questione ci porterebbe fuori
-del ristretto campo di questo modestissimo libercolo, sicchè
-contentiamoci di averla accennata.
-</p>
-
-<div>
-<span class="pageno" title="53" id="page-53"></span>
-</div>
-
-<p>
-Il miscuglio però dell'<cite>Agadà</cite> coll'<cite>Alachà</cite>
-ci viene spiegato
-da un aneddoto che troviamo narrato nel Talmud
-stesso, e che ci piace riferire anche perchè vale a render
-ragione delle iperboli esagerate che spesso si riscontrano
-nel Talmud, e di cui si fecero un'arme coloro che vollero
-denigrarlo, senza tener presente l'aureo consiglio di
-Goëthe, che chi vuole comprendere un poeta deve recarsi
-nel paese dove egli visse. Un vecchio maestro, narra
-adunque il Talmud, accorgendosi un giorno che i suoi
-scolari sonnecchiavano durante la lezione, si interruppe
-d'un tratto per dire: “Vi fu una volta in Egitto una
-donna, che diede alla luce seicentomila uomini.” Si può
-di leggieri immaginare l'effetto prodotto da questo meraviglioso
-racconto. “Era, continuò tranquillamente il
-maestro, Jochebed, la madre di Mosè, il quale valeva da
-solo i seicento mila uomini d'arme che uscirono dall'Egitto”;
-e rieccitata in tal guisa l'attenzione dell'uditorio,
-continuò la sua lezione. Chi conosce l'indole immaginosa
-degli Orientali comprenderà come i maestri, per tener
-desta l'attenzione degli uditori, dovessero spesso ricorrere
-a tale sistema, mescolare la leggenda divertente e
-fantastica col precetto rigido e positivo.
-</p>
-
-<p>
-L'<cite>Agadà</cite> fu spesso segno a motteggi, ed è sempre o
-quasi sempre di essa che si parla, allorquando si discorre
-di fantasticherie rabbiniche, o si scaglia contro gli Ebrei
-il vecchio insulto: <i class="quo" xml:lang="la">Lex Judaeorum,
-lex
-puerorum</i>&nbsp;<a id="FNa_79"></a><a href="#Fn_79" class="fna">(79)</a>.
-</p>
-
-<div>
-<span class="pageno" title="54" id="page-54"></span>
-</div>
-
-<p>
-Niun miglior giudice però dell'importanza che devesi annettere
-ad un'opera, dello stesso autore; ora nel <cite>Talmud</cite>
-stesso troviamo questo giudizio che può fare apprezzare
-l'importanza che gli stessi rabbini annettevano all'<cite>Agadà</cite>:
-“Colui che la trascrive non avrà la sua parte nell'altro
-mondo, colui che la spiega sarà bruciato e
-colui che l'ascolta non riceverà
-ricompensa”&nbsp;<a id="FNa_80"></a><a href="#Fn_80" class="fna">(80)</a>.
-</p>
-
-<p>
-Ogni popolo ha le sue leggende, ma non accade sovente
-di vedere i contemporanei giudicarle coll'indipendenza
-d'opinione di cui dà prova questo rabbino.
-</p>
-
-<p>
-Ed è veramente strano il vedere che, malgrado siffatta
-indipendenza di giudizio, si sia potuto da taluno asserire
-che gli Ebrei di ogni paese si sarebbero obbligati con
-patto solenne ad accettare il Talmud nella sua integrità,
-a non aggiungervi ed a non togliervi una sola parola.
-Con ben maggiore ragione un illustre professore tedesco
-scrisse: “che i Talmud non hanno essenza dogmatica,
-che persino i risultati scientifico-legali sono soltanto
-opinioni individuali e provvisoriamente valevoli, che la
-sinagoga non li sanzionò mai, e non riconobbe mai in
-essi l'autorità di decretali riconosciute e generalmente
-valevoli.”&nbsp;<a id="FNa_81"></a><a href="#Fn_81" class="fna">(81)</a>.
-</p>
-
-<p>
-Infatti il Talmud non fu mai accettato dalla nazione,
-in assemblea generale o speciale. Le sue decisioni legali,
-come quelle che emanavano dalle più alte autorità teologiche
-del Giudaismo, formarono certamente la base
-della legge religiosa, la norma di tutte le decisioni future.
-<span class="pageno" title="55" id="page-55"></span>
-Ma è probabile, per non dir certo, che egli non
-deve la autorità di cui gode, che ad una causa non prevista
-dai suoi stessi autori. Durante le persecuzioni contro
-gli Ebrei, che ebbero luogo nell'impero persiano sotto
-Ysdegerd II (440 d. G. C.), Peroze e Cobade, le scuole
-furono chiuse per quasi ottant'anni. Lo sviluppo permanente,
-continuo, della legge che era lo spirito del Giudaismo
-fu violentemente interrotto; ed il libro ottenne
-una autorità suprema, che era ben lungi dalla mente dei
-suoi autori.
-</p>
-
-<p>
-Ma qual sia questa autorità, ce lo dice Samuel Naghid,
-il dottissimo ebreo spagnuolo che fu nell'<span class="sc num">xi</span>
-secolo segretario
-di un re di Granata, e che è autore di una introduzione
-al Talmud, tenuta in tanto conto dagli Ebrei,
-che forma oggidì parte integrante di tutte le edizioni
-del Talmud stesso:
-</p>
-
-<p>
-“Tutto quanto si trova nel Talmud, e che non abbia
-rapporto con la legge rituale dicesi <cite>Agadà</cite>; nè da questa
-devesi trarre altro insegnamento se non quello che persuade.
-È da notarsi eziandio che quello che i dottori fissarono
-essere dottrina rivelata a Mosè sul Sinai deve
-ritenersi come legge fissa ed immutabile, mentre le
-deduzioni da essi fatte coll'appoggio di commenti a
-testi biblici, son cose fatte a seconda delle esigenze,
-delle circostanze e delle proprie idee; per cui mentre
-devesi ritenere quanto in questi ultimi insegnamenti
-vi ha di persuadente, il resto non è cosa su cui si
-abbia l'obbligo di appoggiarsi.” Se così scrivevano
-gli antichi non meraviglia che con eguale indipendenza
-il rabbino Hurwiz di Londra abbia scritto nella sua opera
-<cite xml:lang="en">Hebrew Tales</cite>: “Sono lungi dal sostenere che il
-Talmud sia un libro irreprensibile, sono disposto ad
-ammettere che contiene molte cose, che ogni spirito
-illuminato, ogni israelita pio desidererebbe non vi fossero
-<span class="pageno" title="56" id="page-56"></span>
-mai state o vi fossero, almeno, state tolte da molto
-tempo.”&nbsp;<a id="FNa_82"></a><a href="#Fn_82" class="fna">(82)</a>.
-</p>
-
-<p>
-Se piacque dunque a taluno, dice, ben a ragione, il
-dottissimo
-Bedarride&nbsp;<a id="FNa_83"></a><a href="#Fn_83" class="fna">(83)</a>
-di porre a paro le prescrizioni
-del <cite>Talmud</cite> con quelle della legge di Mosè, questa dottrina
-non è mai stata ammessa dagli Ebrei siccome articolo
-di fede. Nelle cerimonie del culto giudaico è il
-Pentateuco che il ministro della religione presenta ai
-fedeli dicendo: “Ecco la legge che portò Mosè ai figliuoli
-di Israello.” Se il Talmud avesse formato un
-tutto colla legge di Mosè non si sarebbe mancato di
-unirlo a quella in siffatte funzioni.
-</p>
-
-<p>
-“Negli articoli di fede del Maimonide, che ottennero
-l'approvazione di tutti gli Ebrei, si legge: “Tutta la
-legge che è oggi nelle nostre mani ci è stata trasmessa
-da Mosè.” Anche qui evidentemente non può trattarsi
-che del solo Pentateuco.
-</p>
-
-<p>
-“Infine, in tutte le epoche, i più dotti rabbini si sono
-espressi liberamente sul conto del Talmud, ciò che non
-avrebbero osato fare se fosse stato parte della legge rivelata.
-</p>
-
-<p>
-“Così Judas Levy, che fiorì nell'undecimo secolo, dichiara
-nel <cite>Cozri</cite>, che vi sono nel Talmud cose che già
-ai suoi tempi non si sarebbero
-scritte&nbsp;<a id="FNa_84"></a><a href="#Fn_84" class="fna">(84)</a>.
-</p>
-
-<p>
-“Maimonide, nel <cite>Morè hanevohim</cite>, critica numerosi
-brani del Talmud, ed allorquando taluni zelanti vollero
-scomunicarlo, una folla di dotti ebrei alzò la voce per
-adottarne e difenderne le opinioni.
-</p>
-
-<p>
-“Così Aben Ezra, Giuseppe Albo, e gran numero di
-altri dottori che meritarono il nome di sapienti, pur rendendo
-<span class="pageno" title="57" id="page-57"></span>
-alle tradizioni, che si trovano nel Talmud, il tributo
-di rispetto che meritano, non hanno esitato a dichiarare
-che vi si contengono cose che non è possibile
-ammettere.”
-</p>
-
-<p>
-Non si creda però che noi intendiamo invocare quanto
-siamo venuti finora dicendo per sostenere che dal Talmud
-non si può desumere un sicuro criterio per giudicare
-della moralità degli Ebrei. Lungi da noi siffatta
-idea.
-</p>
-
-<p>
-Volemmo soltanto dire che coloro i quali asseriscono
-avere gli Ebrei egualmente autorevole il Pentateuco ed
-il Talmud sono in grande errore, siccome errerebbe chi
-asserisse che, pei Cristiani, il Vangelo e la <cite xml:lang="la">Summa</cite>
-di San Tommaso hanno eguale valore.
-</p>
-
-<p>
-Certamente non mancan Cristiani che non curano o non
-comprendono i sacri misteri della loro fede per correr
-dietro alle stupide fole di Maria
-Lateau&nbsp;<a id="FNa_85"></a><a href="#Fn_85" class="fna">(85)</a>
-come non
-mancano Ebrei che trascurarono quasi il Pentateuco e
-le opere sublimi dei loro filosofi, dei loro pensatori per
-perdersi nelle quisquilie del Talmud.
-</p>
-
-<p>
-Ma questo, ci si permetta dirlo, non prova nè contro
-gli Ebrei, nè contro i Cristiani, prova soltanto, per la
-millesima volta, una verità antica quanto il mondo: che
-ogni religione, come ogni nazione, come ogni partito conta
-infinito numero di... spiriti deboli.
-</p>
-
-<p>
-Nè gli Ebrei potrebbero non aver in gran conto questo
-<span class="pageno" title="58" id="page-58"></span>
-libro, che non soltanto fu il legame che li tenne uniti,
-durante le secolari persecuzioni di cui furono vittime,
-ma che giovò eziandio a conservare intatta la loro fede.
-Nessuno infatti potrà negare che questo commento minuziosissimo
-della legge fosse incontrastabilmente utile al
-Giudaismo, come quello che lo preservò da quelle grandi
-discussioni religiose che furono cagione di tanti scismi
-nelle altre credenze. Le religioni che, o non hanno, come
-il Giudaismo, un codice particolareggiato, o non obbediscono,
-come il Cattolicismo, all'autorità indiscutibile di
-un Supremo Gerarca, sono naturalmente soggette a suddividersi
-in un numero infinito di chiesuole, come avvenne
-del Protestantesimo, e come sarebbe avvenuto del Giudaismo,
-se il Talmud non vi avesse posto riparo, a tutto
-provvedendo, e realizzando, sin dal V secolo, l'ideale di
-moderni filosofi: la libertà nell'unità. Sicchè, in questo
-senso, ben può dirsi giusta e veritiera la parola del Talmud
-stesso: “Dio non ingiunse ad Israello tante leggi
-e tanti precetti che per renderlo
-felice”&nbsp;<a id="FNa_86"></a><a href="#Fn_86" class="fna">(86)</a>.
-</p>
-
-<p>
-Il Talmud, ripetiamolo, è di somma autorità presso gli
-Ebrei, e noi, dopo aver mostrato che essi, pur avendolo e
-dovendolo avere in gran conto, apportarono nel suo studio
-quello spirito di libero esame, innato nel Giudaismo e da
-esso reso
-obbligatorio&nbsp;<a id="FNa_87"></a><a href="#Fn_87" class="fna">(87)</a>,
-che permette di sceverare il
-<span class="pageno" title="59" id="page-59"></span>
-grano dal loglio, vogliamo ancora dimostrare due cose:
-che il Talmud non è legge di iniquità, siccome pretendono
-gli stolti, ma legge di amore, di carità, di tolleranza, e
-che se vi sono nel Talmud dei passi non pochi che contraddicono
-ed all'intonazione generale dell'opera, ed alla
-vera morale, ciò è facilmente spiegabile e giustificabile.
-</p>
-
-<p>
-Prima per altro di entrare nello spinoso argomento, ci
-si conceda una dichiarazione. La Chiesa Cattolica ha
-condannato a parecchie riprese il
-Talmud&nbsp;<a id="FNa_88"></a><a href="#Fn_88" class="fna">(88)</a>.
-Nulla di più naturale che siffatta condanna.
-</p>
-
-<div>
-<span class="pageno" title="60" id="page-60"></span>
-</div>
-
-<p>
-Il Talmud, codice di una fede non cristiana, deve contenere
-e contiene massime, precetti, argomentazioni contrarie
-al Cristianesimo. Se altrimenti fosse, gli Ebrei sarebbero
-Cristiani e la questione sarebbe bella e terminata.
-A buon dritto adunque la Chiesa Cattolica condannava
-il Talmud siccome libro pernicioso alla Fede e
-noi faremmo opera stolta pretendendo scagionarlo da
-questo addebito.
-</p>
-
-<p>
-Ciò che vogliamo provare è che la morale del Talmud
-non è punto diversa, nè sopratutto peggiore di quella
-che può trovarsi in qualsivoglia opera umana scritta
-nelle identiche condizioni di tempi, di luoghi, di costumi;
-ciò che ci preme constatare, non per artificio di polemica,
-ma per omaggio alla verità è che la legge talmudica
-non è legge di odio come volgarmente si crede, e che
-l'Ebreo non soltanto può restarvi fedele rimanendo in pari
-tempo ottimo
-cittadino&nbsp;<a id="FNa_89"></a><a href="#Fn_89" class="fna">(89)</a>,
-ma attinge da esso quelle
-<span class="pageno" title="61" id="page-61"></span>
-virtù domestiche e sociali che sono base di ogni civile
-consorzio&nbsp;<a id="FNa_90"></a><a href="#Fn_90" class="fna">(90)</a>.
-</p>
-
-<p>
-E questa avvertenza che qui facciamo, desideriamo che
-il signor lettore applichi a tutto il contesto di questo
-lavoruccio. Difendendo l'Ebreo, compiamo opera sociale,
-non religiosa, non sopratutto anticristiana.
-</p>
-
-<p>
-Fra le principalissime accuse che si vanno continuamente
-movendo al Talmud vi è quella di eccitare l'animo
-degli Ebrei contro i Cristiani.
-</p>
-
-<p>
-Chi si è fatto banditore di queste accuse? Il <cite>Talmud</cite>,
-lo sanno anche i bimbi, non venne mai sinora completamente
-tradotto, i numerosi estratti che se ne hanno
-sono per la maggior parte opere polemiche e quindi da
-accogliersi con prudente riserbo.
-</p>
-
-<div>
-<span class="pageno" title="62" id="page-62"></span>
-</div>
-
-<p>
-I traduttori erano in generale o ebrei
-rinnegati&nbsp;<a id="FNa_91"></a><a href="#Fn_91" class="fna">(91)</a>
-o feroci nemici dell'Ebraismo da una parte, o dall'altra
-rabbini e dotti israeliti. Una traduzione imparziale non
-abbiamo e non si avrà mai, perchè nessun dotto, non
-mosso da spirito di parte o da sentimento religioso, potrebbe
-accingersi all'improba e semi-inutile fatica.
-</p>
-
-<p>
-Aggiungasi a ciò che le diverse edizioni del Talmud
-sia per imperizia degli amanuensi, sia per ostacoli ed
-impedimenti frapposti dalle censure politiche ed ecclesiastiche,
-presentano notevoli differenze e varianti, sicchè il
-volere ristabilire il testo primitivo sembrò sino ai giorni
-nostri opera quasi
-impossibile&nbsp;<a id="FNa_92"></a><a href="#Fn_92" class="fna">(92)</a>.
-</p>
-
-<div>
-<span class="pageno" title="63" id="page-63"></span>
-</div>
-
-<p>
-Infine lo stile del <cite>Talmud</cite> è lungi dall'esser sempre
-piano e facile; le iperboli vi abbondano e se vi si leggono
-pensieri squisitamente gentili siccome quando per
-dimostrare come l'uomo sia cosmopolita dice che “la polve
-con cui fu plasmato conteneva gli atomi più delicati della
-polvere di tutto il
-mondo”&nbsp;<a id="FNa_93"></a><a href="#Fn_93" class="fna">(93)</a>
-vi si trovano eziandio
-frasi siffattamente oscure da doversi ritenere inesplicabili.
-Queste per esempio: <i class="quo">La migliore fra le donne è una
-maliarda</i>&nbsp;<a id="FNa_94"></a><a href="#Fn_94" class="fna">(94)</a>,
-<i class="quo">il miglior medico</i> (ebreo) <i class="quo">va
-all'Inferno</i>&nbsp;<a id="FNa_95"></a><a href="#Fn_95" class="fna">(95)</a>.
-</p>
-
-<div>
-<span class="pageno" title="64" id="page-64"></span>
-</div>
-
-<p>
-Questo linguaggio figurato che domina sovente nel
-Talmud, e la confusione grandissima nella redazione di
-cui abbiamo tenuto parola, furon causa che il Talmud
-fosse spesse volte frainteso.
-</p>
-
-<p>
-Si avverta altresì che il Talmud è in gran parte composto
-di discussioni fra dottori, ognuno dei quali sostiene
-opposte
-dottrine&nbsp;<a id="FNa_96"></a><a href="#Fn_96" class="fna">(96)</a>.
-Per mostrare quanto sia facile per
-<span class="pageno" title="65" id="page-65"></span>
-avversari di mala fede snaturare il concetto di un libro
-di siffatta natura addurrò un esempio.
-</p>
-
-<p>
-Nel 1879, alla Camera francese, il noto radicale Paul
-Bert sostenne che un celebre teologo e casuista francese,
-il padre Gury, appoggiandosi alla dottrina cattolica giustificava
-il furto.
-</p>
-
-<p>
-Naturalmente l'asserzione fece chiasso. Il deputato Granier
-di Cassagnac padre volle andare a fondo della cosa,
-e cercato il passo incriminato dal Bert trovò che il padre
-Gury, risolvendo un caso di coscienza, ha proposto
-il seguente esempio.
-</p>
-
-<p>
-Il pastorello Titiro credendosi condannato ingiustamente
-dal Tribunale ad una indennità verso il suo padrone,
-ha cercato di indennizzarsi con un furto segreto.
-</p>
-
-<p>
-Il padre Gury espone dapprima la tesi di Titiro, conchiudente
-alla liceità del compenso. Dopo ciò reca la soluzione
-teologica, decidendo che quella compensazione è
-illecita, e che Titiro è obbligato alla restituzione. Nulla
-di più semplice, di più retto, di più naturale. Ma il signor
-Bert si era limitato a leggere dalla tribuna testualmente
-la tesi di Titiro, tacendo la soluzione del teologo,
-ed attribuendo al padre Gury precisamente la dottrina,
-che il dabben prete condannava.
-</p>
-
-<p>
-Se questo fu possibile ai giorni nostri con un libro
-che come quello del padre Gury è scritto in una lingua
-accessibile a tutti e che è effettivamente diffusissimo,
-quanto più facile non sarà falsificare qualche brano del Talmud
-<span class="pageno" title="66" id="page-66"></span>
-e fargli dire proprio il contrario di quanto era nell'intenzione
-dei compilatori?
-</p>
-
-<p>
-Due esempi fra mille.
-</p>
-
-<p>
-Si pretende che nel Talmud vi sia questo precetto:
-“Il migliore degli idolatri uccidilo.” Che il precetto
-manchi di carità e di tolleranza non vorremmo certamente
-negare, e dato proprio che lo si trovasse allo stato
-di precetto nel Talmud, non saremmo noi gli ultimi ad
-invocare i fulmini dell'opinione pubblica contro l'empio
-libro. Ma esiste proprio questa frase nel Talmud? Possiamo
-accertare che sì, e che essa si trova nel <cite>Talmud</cite>
-gerosolimitano alla fine del trattato dei Kidduscin, accanto
-proprio a quella testè citata che manda i medici
-all'inferno, ed a molte altre egualmente strane e bizzarre.
-Molte ipotesi furono messe innanzi per spiegare questa
-frase, e l'illustre Zunz concluse che il passo debba intendersi
-così: “Il migliore degli idolatri (parlando di un
-ebreo) dice uccidilo.” Ciò che sarebbe stata semplicemente
-una constatazione delle persecuzioni di cui gli
-Ebrei erano fatti segno da parte dei gentili, divenne in
-bocca ai nemici del Giudaismo, un feroce appello all'assassinio
-ed allo sterminio, fatto da quello stesso libro
-dove è invece sancita la massima: “Chi alza la mano
-contro il prossimo, quand'anche non lo batta, è chiamato
-colpevole&nbsp;<a id="FNa_97"></a><a href="#Fn_97" class="fna">(97)</a>.”
-Del resto volere basare una conclusione
-qualsiasi su qualche brano staccato del Talmud sarebbe
-cosa impossibile. Nessun uomo imparziale vorrà dire si
-debba interpretare alla lettera un libro in cui si trovano
-massime come questa: “Chiunque pronuncia una decisione
-al cospetto del suo maestro merita la
-morte&nbsp;<a id="FNa_98"></a><a href="#Fn_98" class="fna">(98)</a>.”
-</p>
-
-<div>
-<span class="pageno" title="67" id="page-67"></span>
-</div>
-
-<p>
-Un'altra accusa che si muove al <cite>Talmud</cite> e che è ripetuta,
-con non ammirabile unanimità, da tutti gli scrittori
-antisemitici a cominciare dal Wolf nella sua
-<cite>Biblioteca</cite>&nbsp;<a id="FNa_99"></a><a href="#Fn_99" class="fna">(99)</a>
-e venendo giù giù fino agli ultimi libellisti, è
-che il Talmud insegni agli Ebrei: “Voi, voi siete degli uomini,
-ma gli altri popoli non sono tali.” Senza essere
-atroce come quello di cui ci siamo testè occupati, anche
-quest'altro passo sarebbe sufficientemente antisociale e ridicolo,
-sicchè si sarebbe non poco sorpresi di trovarlo in
-quello stesso libro dove sono pur scritte queste massime
-di assoluta
-tolleranza&nbsp;<a id="FNa_100"></a><a href="#Fn_100" class="fna">(100)</a>:
-“Un non israelita il quale
-si governi dietro la legge di Dio, acquistasi merito,
-niente meno di un sommo pontefice; imperciocchè la
-legge
-dice&nbsp;<a id="FNa_101"></a><a href="#Fn_101" class="fna">(101)</a>:
-L'uomo eseguendo le mie leggi si
-procura la vita; nè dice già i Sacerdoti, i Leviti, gli
-Israeliti, ma dice <em>Adam</em> l'uomo.”
-</p>
-
-<p>
-“Benefica, o Signore, i buoni. I buoni è scritto e non
-gli Israeliti, i buoni quindi di tutte le
-nazioni&nbsp;<a id="FNa_102"></a><a href="#Fn_102" class="fna">(102)</a>.”
-</p>
-
-<p>
-Per chiunque sia in buona fede, basta la citazione di
-questi passi tanto chiari, tanto espliciti, per far comprendere
-che in quello che nega la qualità di uomini ai
-non Israeliti deve essere incorso qualche errore di interpretazione;
-e l'errore c'è, ed evidente.
-</p>
-
-<p>
-La proposizione che i non Israeliti non si chiamano
-uomini, si trova effettivamente nel
-Talmud&nbsp;<a id="FNa_103"></a><a href="#Fn_103" class="fna">(103)</a>,
-ma, isolandola
-dal suo contesto, la si riduce ad un senso che mai
-<span class="pageno" title="68" id="page-68"></span>
-non ebbe nella mente di chi la dettava. Si sa che la
-legge
-mosaica&nbsp;<a id="FNa_104"></a><a href="#Fn_104" class="fna">(104)</a>
-colpisce di impurità per sette giorni
-chiunque sia entrato in una abitazione ove si trovi un
-uomo morto. Ora un talmudista, volendo alleggerire questa
-prescrizione, disse che la era da ritenersi unicamente
-applicabile ai morti israeliti, i quali soltanto generavano
-impurità col loro contatto; i morti non israeliti non avendosi
-per gli effetti di siffatta legge a considerare siccome
-uomini. Questa opinione, tutta individuale, a proposito di
-una questione affatto bizantina, e rigettata, lo si noti, da
-tutti gli altri
-talmudisti&nbsp;<a id="FNa_105"></a><a href="#Fn_105" class="fna">(105)</a>,
-bastò, perchè da secoli si
-vada ripetendo che gli Ebrei, per obbedire al Talmud, devono
-considerare sè soli uomini ed avere in conto di
-bestie tutti i non
-ebrei&nbsp;<a id="FNa_106"></a><a href="#Fn_106" class="fna">(106)</a>.
-</p>
-
-<div>
-<span class="pageno" title="69" id="page-69"></span>
-</div>
-
-<p>
-Accusa altrettanto assurda e ridicola, quanto quella
-che si muove al Cristianesimo di aver negata l'anima
-alle donne, per ciò solo che Gregorio da Tours lasciò
-scritto nella sua
-<cite id="concilio" xml:lang="la">Historia ecclesiastica</cite>,
-come nel concilio
-di Macon (a. 525) un Vescovo facesse la proposta, respinta
-dai suoi colleghi, non potersi la donna chiamar
-uomo, nè formar essa parte del genere umano!
-</p>
-
-<p>
-Il Cristianesimo, che ha tra i suoi potissimi vanti di
-aver dato alla donna la parte che le spetta nel civile
-consorzio, è accusato di averle negata l'anima, il Talmudismo
-che eleva a massima il precetto: “Amato è
-l'uomo perchè fu creato ad immagine di Dio, amore
-straordinario gli fu manifestato perchè fu creato ad
-immagine di
-Dio”&nbsp;<a id="FNa_107"></a><a href="#Fn_107" class="fna">(107)</a>
-è accusato di aver assimilato
-alle bestie la quasi totalità del genere umano.
-</p>
-
-<p>
-Aberrazioni dell'odio e dell'intolleranza. Per aggiungere
-poi un'altra prova della spudorata mala fede di taluni
-avversari degli Ebrei, e della supina ignoranza di
-altri, dirò, che allorquando oggi ancora, si vogliono citare
-i due passi del Talmud, dei quali siamo venuti
-sinora discorrendo, si suole in entrambi tradurre la
-parola <em>goim</em> che vale idolatri o gentili, coll'altra
-<span class="pageno" title="70" id="page-70"></span>
-<em>cristiani</em>, siccome fece anche poche settimane or sono un
-sedicente abate Chabauty nelle colonne
-dell'<cite xml:lang="fr">Antisémitique</cite>&nbsp;<a id="FNa_108"></a><a href="#Fn_108" class="fna">(108)</a>.
-Dimostreremo ora che la parola <em>goim</em> non deve
-mai intendersi applicata ai Cristiani ma, prima di farlo,
-vogliamo avvisare il signor Chabauty che i due passi incriminati,
-di cui ci siamo venuti sinora occupando, sono
-scritti entrambi nella prima metà del secondo secolo dell'èra
-nostra, in una epoca, cioè nella quale non si parlava
-ancora nè di Cristiani, nè di Cristianesimo, ed in cui le
-due religioni di Mosè e di Cristo confondevansi quasi ancora
-in una sola; e sono scritti appunto da quel Simeon
-ben Johai che, condannato a morte dalla tirannia pagana,
-si tenne per quattordici anni nascosto in una caverna,
-nutrendosi di erbe e di radice.
-</p>
-
-<p>
-Se questo sapeva il signor Chabauty, traducendo <em>goim</em>
-per cristiani die' prova di impudente mala fede; se non
-lo sapeva, di supina ignoranza, perocchè, lasciando anche
-in disparte l'osservazione, certo non trascurabile, della
-poca importanza che in quell'epoca aveva il Cristianesimo,
-non occorre davvero grande acume per comprendere
-che se Simeon ben Johai si lasciò trasportare dall'odio,
-è ben naturale che i suoi strali fossero diretti agli atroci
-suoi persecutori e non a coloro che in quei tempi dividevano
-cogli Ebrei i dolori del martirio.
-</p>
-
-<p>
-Parrebbe quindi sprecata ogni parola per dimostrare
-che, egli almeno, colla parola <em>goim</em> non potè alludere ai
-Cristiani&nbsp;<a id="FNa_109"></a><a href="#Fn_109" class="fna">(109)</a>.
-</p>
-
-<p>
-Siccome però questa parola, che alla lettera significa
-<span class="pageno" title="71" id="page-71"></span>
-<em>stranieri</em>, viene usata nel Talmud, anche da scrittori ben
-più moderni che non sia Rabbi Simeon ben Johai, e
-non mai in senso di benevolenza, così ci converrà soffermarvici
-sopra alquanto, per dimostrare falsa e calunniosa
-l'opinione di quei nemici degli Ebrei che sostennero doversi
-questa parola tradurre con quella di cristiano.
-</p>
-
-<p>
-Se si ammettesse questa interpretazione sarebbe facile
-scavare nel Talmud non poche massime e sentenze dove
-si parla del <em>goi</em>, e farsene un'arma per dimostrare l'ebreo
-nemico delle popolazioni in mezzo a cui vive.
-</p>
-
-<p>
-Sventuratamente pei sobillatori l'interpretazione che
-essi vorrebbero dare alla parola <em>goi</em> (plur. <em>goim</em>) non
-regge alla critica.
-</p>
-
-<p>
-Il Talmud, considerato nello spirito che lo informa,
-non è intollerante, neppur verso la idolatria: “Gli stranieri
-fuori di Palestina non sono idolatri, ma essi seguono
-semplicemente i costumi de' padri
-loro.”&nbsp;<a id="FNa_110"></a><a href="#Fn_110" class="fna">(110)</a>,
-e, come corollario di questa massima, l'altra: “L'esercizio
-della carità e della giustizia son le uniche condizioni
-che il Giudaismo impone per l'eterna
-salute”&nbsp;<a id="FNa_111"></a><a href="#Fn_111" class="fna">(111)</a>.
-Tanto meno quindi esso può essere intollerante verso i
-monoteisti a qualunque religione appartengano, ed effettivamente
-i dottori del Talmud fanno enorme differenza
-fra idolatri e monoteisti. È idolatra chiunque non rispetti
-i sette precetti imposti da Dio ai figliuoli di
-Mosè&nbsp;<a id="FNa_112"></a><a href="#Fn_112" class="fna">(112)</a>:
-</p>
-
-<div>
- <p>1. Costituirsi tribunali.</p>
- <p>2. Non bestemmiare.</p>
- <p>3. Non servire ad idoli.</p>
-<span class="pageno" title="72" id="page-72"></span>
- <p>4. Non fornicare.</p>
- <p>5. Non versare sangue.</p>
- <p>6. Non rubare.</p>
- <p>7. Non mangiar carne strappata da un animale ancora
- vivente.</p>
-</div>
-
-<p>
-Chiunque invece ottempera a questi precetti si chiama
-giudeo: “Chi rinnega l'idolatria si chiama
-giudeo”&nbsp;<a id="FNa_113"></a><a href="#Fn_113" class="fna">(113)</a>.
-Precetto questo che basterebbe a far chiaro qual concetto
-di alta tolleranza abbia il Giudaismo per tutte le
-religioni monoteistiche. Basta non essere idolatra per meritarsi
-quel nome di giudeo, di cui la stolta malignità
-delle plebi fece una ingiuria, ma che è, naturalmente, la
-più grande espressione di benevolenza che si possa trovare
-nel Talmud. E tanto differenziano gli Ebrei fra idolatri
-e monoteisti che Maimonide, il massimo fra i loro filosofi,
-potè ridurre ad assioma il principio, essere il Cristianesimo
-e l'Islamismo mezzo di preparazione all'êra messiaca.
-</p>
-
-<p>
-Da quanto si è fin qui detto parrebbe già evidente
-non doversi mai in nessun caso la parola <em>goi</em> applicare
-ai Cristiani, ma ne piace far più chiara siffatta dimostrazione,
-esaminando la questione sotto un altro aspetto.
-</p>
-
-<p>
-La <cite>Mischnà</cite> annovera tra le feste dei <em>Goim</em> le Calende
-ed i Saturnali. Ci volle davvero nel Bustorfio singolar
-mala fede, per tradurre nel suo <cite>Lessico Talmudico</cite>
-(colonna 2043), in questa guisa le parole della <cite>Mischnà</cite>.
-<i class="quo" xml:lang="la">Haec autem sunt festa Christianorum</i> (!)
-<i class="quo" xml:lang="la">Calendæ, Saturnalia,
-Quadragesima.</i> Che le Calende ed i Saturnali
-non siano state mai feste cristiane sanno anche i bimbi,
-nè vi ha chi ignori come i primi scrittori cristiani
-stigmatizzassero con santo zelo gli osceni riti dei saturnali
-pagani.
-</p>
-
-<div>
-<span class="pageno" title="73" id="page-73"></span>
-</div>
-
-<p>
-Come adunque supporre che la Mischnà abbia potuto
-dire essere feste dei Cristiani quelle che notoriamente
-erano dai Cristiani riprovate? <em>Goim</em>, in questo caso come
-sempre, non può tradursi con <em>Cristiani</em>, ma con <em>Pagani</em>
-o <em>Gentili</em>.
-</p>
-
-<p>
-Nè si obbietti che se i Saturnali o le Calende sono
-feste pagane, è la Quaresima essenzialmente cristiana;
-poichè a questa obbiezione si risponde che l'introduzione
-della parola <em>Quaresima</em> in questo passo è un parto della
-immaginazione del Bustorfio, il quale non seppe, o non
-volle, trovare nella lingua greca il vocabolo misnico <em>Kratesein</em>.
-Questa festa è ritenuto dai Talmudisti essere la
-solennizzazione anniversaria del giorno in cui Roma
-ha preso l'impero e l'antico lessico talmudico, detto
-<em>Aruch</em>, dice essere voce greca. La voce è accorciata da
-<span xml:lang="grc" title="Kratêsimachos" id="kratesimachos">Κρατησίμαχος</span>
-vincitore in battaglia, ed indica la festa
-istituita in commemorazione di qualche solenne <a id="qualera"></a>vittoria,
-qual era, per es., presso i Romani il giorno degli Idi di
-aprile, consecrato a Giove vincitore od alla libertà. E
-ben a ragione il Perengero tradusse questo vocabolo:
-<i class="quo" xml:lang="la">Dies</i>
-<span xml:lang="grc" title="Kratêsimachos">Κρατησίμαχος</span>,
-<i class="quo" xml:lang="la">sive memoria subjugati alicujus imperii.</i>
-</p>
-
-<p>
-Spiegato per tal guisa che nel passo, citato dal Bustorfio,
-non si parla di alcuna festa cristiana, ma bensì
-di tre feste pagane, sarà d'uopo convenire che allorquando
-nel <cite>Talmud</cite> si incontra la parola <em>goim</em> converrà renderla
-con quelle di <em>gentili</em>, <em>pagani</em>, <em>idolatri</em>, ma non
-mai con quella di <em>cristiani</em>.
-</p>
-
-<p>
-Ma, si dirà, sien pure gli idolatri quelli che il Talmud
-designa col nome di <em>goim</em>, non è però men vero
-che egli inculca l'odio ed il disprezzo verso di loro, ciò
-che è sempre contrario ai precetti di carità e di tolleranza.
-</p>
-
-<p>
-Obbiezione questa giustissima in bocca di coloro che,
-<span class="pageno" title="74" id="page-74"></span>
-conoscendo i santi precetti del Vangelo, vorrebbero che
-ogni libro di ogni religione a quelli si informasse.
-</p>
-
-<p>
-Ma il Talmud non è il Vangelo, ed errerebbe a partito
-chi volesse confrontare l'uno coll'altro. Il Vangelo è,
-come il Pentateuco legge rivelata, il Talmud è legge
-tradizionale. Nei primi è Dio che parla, nel secondo è
-l'uomo, con tutte le sue debolezze, con tutti i suoi difetti.
-</p>
-
-<p>
-Ed il Talmud, non dimentichiamolo, fu composto, quando
-le persecuzioni, atroci, efferate dei Romani contro gli
-Ebrei, imperversavano ancora. Il Talmud è il libro di
-una gente oltraggiata nella sua fede, cacciata dalla sua
-patria, conculcata nella sua nazionalità, libro umano e
-non divino, sicchè se lascia talvolta trapelare l'odio dell'oppresso
-contro l'oppressore, non si può biasimarlo, senza
-involgere nello stesso biasimo ogni grido di dolore, ogni
-imprecazione che esca dal petto di una nazione oltraggiata,
-vilipesa, martirizzata.
-</p>
-
-<p>
-Leggiamo le opere dei primi Cristiani che ebbero comuni
-cogli Ebrei i patimenti e le sofferenze, e vediamo
-se, malgrado le massime di sublime carità, bandite dal
-Vangelo, non rivelano l'odio verso il Pagano oppressore
-e tiranno.
-</p>
-
-<p>
-Perdonare agli oppressori, lambire la mano che vi
-schiaccia, sono atti di virtù eroica, ma appunto perchè
-tali sarebbe assurdo il far colpa a chi non se ne sente
-capace.
-</p>
-
-<p>
-Ciò che importa notare è che la legge giudaica non fa
-espressa distinzione dallo israelita al non israelita (<em>nochrì</em>)
-in alcuna di quelle leggi che la giustizia e l'umanità hanno
-suggerite a tutti i popoli civilizzati. Per esempio i precetti:
-<em>Non commettere omicidio</em>, <em>non commettere adulterio</em>,
-<em>non rubare</em>, sono espressi in modo illimitato ed assoluto;
-e questi misfatti sono indistintamente proibiti, sia che si
-tratti di commetterli a danno di un israelita o di un
-<span class="pageno" title="75" id="page-75"></span>
-non israelita. Ciò fu chiaramente enunciato dal rabbino
-Eliezer figlio di Natan, vivente in Magonza verso il
-1140, e fratello ad un genero di
-Rascì&nbsp;<a id="FNa_114"></a><a href="#Fn_114" class="fna">(114)</a>.
-</p>
-
-<p>
-Ed anche i Talmudisti, se talvolta si lasciarono sfuggire
-qualche espressione di ira verso gli oppressori, non
-mancarono però di inculcare il perdono delle offese, una
-delle più sublimi fra le virtù evangeliche.
-</p>
-
-<p>
-“Perdona a chi ti ha maltrattato, e dà a quello che
-a te ha rifiutato; se tu cerchi di vendicarti lo rattristerai
-e ti pentirai del male che avrai fatto. Se invece
-tu perdoni e ti mostri liberale, te ne rallegrerai
-in ogni tempo ed in ogni
-momento”&nbsp;<a id="FNa_115"></a><a href="#Fn_115" class="fna">(115)</a>.
-</p>
-
-<p>
-Ed altrove:
-</p>
-
-<p>
-“Sii sempre pieghevole come giunco (benigno con
-tutti), nè essere mai inflessibile come un cedro (inesorabile
-verso chi ti
-offese)”&nbsp;<a id="FNa_116"></a><a href="#Fn_116" class="fna">(116)</a>.
-</p>
-
-<p>
-E più chiaramente:
-</p>
-
-<p>
-“Coloro che umiliati da altri non ne anelano la rivincita,
-che ingiuriati non hanno un pensiero di vendetta,
-la di cui religione è amore di Dio, che con tacita
-rassegnazione soffrono le sventure di questa vita, vengono
-dalla sacra scrittura designati lorchè leggiamo
-(<cite class="sc">Giudici</cite>, v. 31):
-<i class="quo">Quelli che amano il Signore, sieno
-come quando il sole esce fuori nella sua
-forza</i>”&nbsp;<a id="FNa_117"></a><a href="#Fn_117" class="fna">(117)</a>.
-</p>
-
-<div>
-<span class="pageno" title="76" id="page-76"></span>
-</div>
-
-<p>
-Oppure:
-</p>
-
-<p>
-“Se offendesti il tuo prossimo ti sembri grave l'offesa;
-se facesti il bene, lieve il beneficio. All'incontro se il
-tuo prossimo ti rese un servizio stimalo grandissimo;
-se verso te si permise una ingiustizia dimenticala come
-di poco momento.
-</p>
-
-<p>
-“Apprendi a soffrire paziente e perdonare le
-ingiurie”&nbsp;<a id="FNa_118"></a><a href="#Fn_118" class="fna">(118)</a>.
-</p>
-
-<p>
-Molti poi fra i precetti talmudici, che i nemici del Giudaismo
-interpretarono come eccitamento all'odio verso i
-gentili, non erano in fatto che precetti precauzionali intesi
-a guarentire la vita e gli averi degli Ebrei, dalle popolazioni,
-loro infestissime, frammezzo alle quali vivevano.
-</p>
-
-<p>
-Si leggano taluni di questi precetti e si dia torto agli
-Ebrei di averli inscritti nelle loro leggi, quando si sappia,
-per dirne una sola, che una legge dei Franchi Ripuarii,
-non abrogata che qualche secolo dopo, da Lodovico il Pio,
-vietava, si procedesse contro un cristiano per qualunque
-delitto, l'assassinio compreso, che avesse commesso contro
-un
-ebreo&nbsp;<a id="FNa_119"></a><a href="#Fn_119" class="fna">(119)</a>!
-</p>
-
-<p>
-“Non si fermi solo un israelita con un idolatra perchè
-sono sospetti di versar sangue.&nbsp;—&nbsp;Se viene a trovarsi
-per via, insieme ad un idolatra che cinga spada, se lo
-metta a destra; se ha il bastone in mano, se lo metta
-a sinistra.&nbsp;—&nbsp;Se salgono o scendono non sia l'idolatra
-di sopra e l'israelita sotto, e ad ogni modo se lo
-metta un po' a destra, mai poi non gli si abbassi davanti.
-Se gli domanda: dove vai? quando abbia bisogno
-di andare un miglio, gli dica due
-miglia”&nbsp;<a id="FNa_120"></a><a href="#Fn_120" class="fna">(120)</a>.
-</p>
-
-<div>
-<span class="pageno" title="77" id="page-77"></span>
-</div>
-
-<p>
-Un esame particolareggiato del Talmud non è nell'indole
-di questo nostro lavoro, sicchè mentre non possiamo,
-nell'interesse degli Ebrei, che far voti perchè siffatto
-esame sia eseguito da uno scrittore veramente imparziale,
-ci limiteremo a darne qui taluni brevissimi estratti per
-far chiaro lo spirito che anima quello, che a buon diritto
-potrebbesi chiamare, il <em xml:lang="la">corpus juris</em> degli Ebrei.
-</p>
-
-<p>
-Fu detto, ed a ragione, che tutte le verità del Vangelo
-potrebbero riassumersi nel precetto: <i class="quo">Amate il vostro prossimo
-come voi stessi.</i>
-</p>
-
-<p>
-Nè il fatto che questo precetto che Rabi Akivà diceva
-essere il più bel precetto della
-religione&nbsp;<a id="FNa_121"></a><a href="#Fn_121" class="fna">(121)</a>,
-trovisi nell'Antico
-Testamento (<cite class="sc">Lev.</cite>
-<span class="sc num">xix</span>, 20), attenua il merito grandissimo
-del Cristianesimo che, sostituendosi al Paganesimo,
-mise in pratica il precetto della scambievole benevolenza,
-in scala ben più larga che non avesse fatto prima il
-Giudaismo e gli diede la sanzione di un dovere religioso.
-Ma il merito del Cristianesimo non deve renderci ingiusti
-verso gli Ebrei che seppero mostrarsi degni del sacro deposito
-della legge che avevano ricevuto da Dio.
-</p>
-
-<p>
-Infatti nel Talmud troviamo:
-</p>
-
-<p>
-“Amerai il tuo prossimo come te stesso. È questa la
-gran legge di tutta la legge. Guai a chi dice: <i class="quo">Sono
-avvilito, sia avvilito anche il mio prossimo, sono maladetto,
-sia maladetto anche il mio prossimo.</i> Pensi
-costui chi avvilisce, chi maledice; egli avvilisce e maledice
-chi porta in sè l'immagine
-divina”&nbsp;<a id="FNa_122"></a><a href="#Fn_122" class="fna">(122)</a>.
-</p>
-
-<p>
-Ed altrove:
-</p>
-
-<p>
-“Un pagano si presentò ad
-Hillel&nbsp;<a id="FNa_123"></a><a href="#Fn_123" class="fna">(123)</a>
-e gli disse:
-</p>
-
-<div>
-<span class="pageno" title="78" id="page-78"></span>
-</div>
-
-<p>
-“<i class="quo">Io sarò ebreo, ma a questo patto; voglio che tu mi
-insegni tutta la legge in tanto tempo quanto posso tenermi
-ritto su d'un piede solo.</i> Hillel sorride, accetta
-la prova, e incomincia in questo modo: Ama il tuo
-prossimo; non fare ad altri quello che a te spiacerebbe.
-Ecco, amico mio, tutta la legge. Tutte le altre prescrizioni
-sono una conseguenza di queste: va e
-studiale”&nbsp;<a id="FNa_124"></a><a href="#Fn_124" class="fna">(124)</a>.
-</p>
-
-<p>
-In altro luogo due rabbini discutendo sulla base della
-morale, e sul vero criterio della religione esprimono le
-seguenti opinioni. L'uno dice che tutto è fondato sul
-precetto dell'amore del prossimo, l'altro invece sulla unità
-della razza
-umana&nbsp;<a id="FNa_125"></a><a href="#Fn_125" class="fna">(125)</a>.
-</p>
-
-<p>
-Nè l'amore del prossimo, tanto filosoficamente espresso
-in questa ultima massima, è, pei Talmudisti, soltanto un
-precetto scritto sulla carta e non applicato.
-</p>
-
-<p>
-Ognun sa che gli odii religiosi, sempre vivi ed accaniti,
-lo sono tanto più fra differenti sètte della stessa
-religione; e sono pur note le dissensioni fra la scuola di
-Hillel e quella di Shamai, dissensioni che, per dirla colla
-espressione rabbinica, d'una legge sola ne facevan due.
-</p>
-
-<p>
-Ora ecco cosa leggiamo nel Talmud a questo proposito:
-</p>
-
-<p>
-“La scuola di Shamai e la scuola di Hillel, in perpetue
-disputazioni religiose l'una contro l'altra dividevano
-Israello in due grandi partiti, di cui uno parteggiava
-pel primo e l'altro per l'altro. Una scuola
-dichiarava immonde molte cose che l'altra voleva pure;
-quella dichiarava illegittimi i matrimoni in certi gradi
-<span class="pageno" title="79" id="page-79"></span>
-di parentela, che questa credeva permessi. E tuttavia
-i due partiti e le due scuole vivevano comodamente
-insieme; non si astenevano dal mangiare l'uno in casa
-dell'altro, e legavano maritaggi gli uni cogli
-altri”&nbsp;<a id="FNa_126"></a><a href="#Fn_126" class="fna">(126)</a>.
-</p>
-
-<p>
-Nè questo spirito di tolleranza vien meno, allorquando
-si tratta di altre religioni. Le prove che potremmo addurre
-sono tali e tante che ci troviamo obbligati a scegliere.
-</p>
-
-<p>
-“La giustizia non è un retaggio particolare, non è
-di discendenza; solo i sacerdoti sono sacerdoti, solo i
-leviti sono leviti; chi volesse divenire o sacerdote o
-levita, non può: tutti che vogliono, possono divenire
-giusti, anche il
-pagano”&nbsp;<a id="FNa_127"></a><a href="#Fn_127" class="fna">(127)</a>.
-</p>
-
-<p>
-Ed a confermare il precetto coll'esempio non mancano
-nel Talmud leggende e racconti, nelle quali, idolatri sono
-rappresentati come specchio d'ogni virtù! Si legga, a cagion
-d'esempio, la leggenda del pagano Damo d'Ascalona
-che riferiamo fra i documenti, giovandoci della bella traduzione
-datane dal Levi, e ci si dica se, in tutte le letterature
-antiche, esiste una pagina dove un nemico, un infedele,
-sia ritratto con così splendidi
-colori&nbsp;<a id="FNa_128"></a><a href="#Fn_128" class="fna">(128)</a>.
-</p>
-
-<p>
-Ma la tolleranza è, checchè se ne sia detto, virtù essenzialmente
-giudaica, ed un sereno pensatore, anche ignorando
-il Talmud, dovrebbe convenire che un popolo non
-avrebbe potuto sopportare per secoli e secoli, senza trascendere
-a vendette e ad eccessi quella lunga serie di persecuzioni
-di cui Milman ebbe a dire “che furono le più
-schifose e le più continue che possano citarsi fra le nazioni
-al dissopra dello stato
-selvaggio”&nbsp;<a id="FNa_129"></a><a href="#Fn_129" class="fna">(129)</a>, se non
-<span class="pageno" title="80" id="page-80"></span>
-avesse trovato nella propria legge il fondamento di ogni
-virtù, e non avesse succhiato col sangue il precetto dei
-suoi maestri: “Scopo principale dei religiosi precetti
-si e l'avvicinamento fra Israello e tutti gli esseri
-creati”&nbsp;<a id="FNa_130"></a><a href="#Fn_130" class="fna">(130)</a>.
-</p>
-
-<p>
-La carità verso i peccatori è spesso raccomandata dal
-Talmud. “Non giudicate gli altri senza mettervi al loro
-posto.”&nbsp;<a id="FNa_131"></a><a href="#Fn_131" class="fna">(131)</a>.
-</p>
-
-<p>
-Ed altrove:
-</p>
-
-<p>
-“Tre cose conducono, anzi trascinano l'uomo malgrado
-suo al male,&nbsp;—&nbsp;l'errore della idolatria, la passione e
-la povertà.
-</p>
-
-<p>
-“Meritano perciò grande compassione gl'infelici che
-ne sono trascinati, ed è dovere nostro di pregare Iddio
-per
-loro”&nbsp;<a id="FNa_132"></a><a href="#Fn_132" class="fna">(132)</a>.
-</p>
-
-<p>
-E come moralità di uno dei tanti apologhi che formicolano
-nel Talmud:
-</p>
-
-<p>
-“Il giusto non deve mai provocare la punizione di
-Dio sul
-colpevole”&nbsp;<a id="FNa_133"></a><a href="#Fn_133" class="fna">(133)</a>.
-</p>
-
-<p>
-Nè il Dio degli Ebrei è animato da quello spirito di
-crudeltà e di intolleranza che i nemici del Giudaismo gli
-prestano, per poi torcere contro gli Ebrei il noto detto
-che non Dio ha fatto l'uomo a sua immagine, ma che
-ogni uomo si foggia un Dio ad immagine sua. Mentre
-i pagani sono vinti dagli Ebrei, Dio geme e sclama:
-</p>
-
-<p>
-“Ebrei e pagani sono opera delle mie mani, potrei io
-annientare gli uni per far trionfare gli altri?”&nbsp;<a id="FNa_134"></a><a href="#Fn_134" class="fna">(134)</a>.
-</p>
-
-<p>
-Ed altrove:
-</p>
-
-<div>
-<span class="pageno" title="81" id="page-81"></span>
-</div>
-
-<p>
-“Il Signore così protestava a Mosè: Ebreo o gentile,
-uomo o donna, servo o libero, tutti sono eguali
-per me; ogni buona opera è accompagnata dal
-premio”&nbsp;<a id="FNa_135"></a><a href="#Fn_135" class="fna">(135)</a>.
-</p>
-
-<p>
-E questo principio si riscontra, ad ogni pie' sospinto,
-nel Talmud.
-</p>
-
-<p>
-“Giuro pel cielo e per la terra, risponde un dottore,
-che ebreo od idolatra, uomo o donna, schiavo o ancella,
-tutti sono giudicati secondo le loro opere e su tutti
-può scendere lo spirito
-divino”&nbsp;<a id="FNa_136"></a><a href="#Fn_136" class="fna">(136)</a>.
-</p>
-
-<p>
-E questo giuramento, monumento insigne di tolleranza,
-e quale difficilmente si troverebbe nei codici religiosi di
-altre nazioni, trovasi ripetuto nel <cite>Tanà Devè Eliau</cite>, libro
-antichissimo dei tempi talmudici, e così autorevole
-presso gli Ebrei che la pietosa leggenda lo attribuisce
-al profeta Elia.
-</p>
-
-<p>
-Nè, checchè siasi preteso in contrario, questo spirito
-di tolleranza venne meno negli Ebrei moderni.
-</p>
-
-<p>
-Un illustre rabbino italiano del secolo <span class="sc num">xvii</span> scrive:
-</p>
-
-<p>
-“..... E dicono i Rabbini che honorar similmente si
-deve ogni Vecchio, ben che non sia Hebreo, come Cittadino
-del mondo di molto tempo, che ha passato molti avenimenti
-et in conseguenza per esperienza saggio; da
-Giobbe, cap. 12. <i class="quo" xml:lang="la">In antiquis est sapientia et in
-multo tempore
-prudentia</i>”&nbsp;<a id="FNa_137"></a><a href="#Fn_137" class="fna">(137)</a>.
-</p>
-
-<p>
-Un altro italiano, S. D. Luzzatto, è autore di queste
-parole che noi vorremmo seriamente meditate da coloro,
-che, non sappiamo per quali satanici intenti, si sforzano
-<span class="pageno" title="82" id="page-82"></span>
-a metter zizzania fra Cristiani ed Ebrei: “Chi volesse
-confutarli [gli scrittori che presero a difendere il Cristianesimo],
-quand'anche lo facesse per difendere il
-Giudaismo, commetterebbe una immorale azione, poichè
-contribuirebbe ad immergere molta parte dell'umana società
-nella irreligione, essendo quasi impossibile che le
-nazioni nate fuori dal Giudaismo lo abbraccino... Che
-se taluno poi pensasse a confutare gli apologisti del Cristianesimo
-coll'idea di guarentire i suoi correligionari
-dalla seduzione dei loro scritti, il suo procedere non
-cesserebbe di esser men che onesto, siccome quello che
-nuocerebbe a milioni per giovare ad uno o
-due”&nbsp;<a id="FNa_138"></a><a href="#Fn_138" class="fna">(138)</a>.
-</p>
-
-<p>
-A queste parole di stragrande importanza, e pel valore
-dell'uomo che le dettava, che fu può dirsi il maestro di
-tutti i Rabbini oggi viventi in Italia, e per essere scritte
-in una lettera particolare, non destinata a veder la luce,
-tanto che rimase inedita per ben quarant'anni, fanno degno
-riscontro le seguenti del venerando M. Isidore, gran
-Rabbino di Francia.
-</p>
-
-<p>
-“La Religione..... non ha che una missione, quella di
-raccomandare la concordia e la giustizia e benedire
-gli uomini di cuore a qualunque culto appartengano,
-nessuno essa eccettua ed a tutti richiede annegazione
-e
-sincerità”&nbsp;<a id="FNa_139"></a><a href="#Fn_139" class="fna">(139)</a>.
-</p>
-
-<p>
-Ad un accanito nemico degli Ebrei, a Paolo Medici, autore
-di un libro scritto espressamente per provocare l'odio
-ed il disprezzo contro gli
-Ebrei&nbsp;<a id="FNa_140"></a><a href="#Fn_140" class="fna">(140)</a>,
-la verità strappa
-<span class="pageno" title="83" id="page-83"></span>
-queste due preziose confessioni che mostrano, al paro dei
-passi da noi citati, lo spirito di tolleranza del Giudaismo.
-</p>
-
-<p>
-“Nella formola della confessione degli Ebrei in cui
-chiedono l'assoluzione dei loro peccati è fra gli altri
-annoverato il seguente: abbiamo altri in
-abbominazione”&nbsp;<a id="FNa_141"></a><a href="#Fn_141" class="fna">(141)</a>.
-</p>
-
-<p>
-Locchè ci pare provi che se gli Ebrei nutrono odio
-contro chicchessia, e questo accade naturalmente anche
-a loro, perchè non sono migliori degli altri uomini, la
-loro religione però li obbliga ad accusarsene come di un
-peccato.
-</p>
-
-<p>
-E lo stesso Medici ci reca la seguente prova dello spirito
-di tolleranza de' Rabbini:
-</p>
-
-<p>
-“Nel trattato Tahamit, cap.
-4&nbsp;<a id="FNa_142"></a><a href="#Fn_142" class="fna">(142)</a>,
-prescrivono i Rabbini
-e dicono che se alcuno vuol digiunare, digiuni il
-lunedì, il martedì, il mercoledì o il giovedì, non mai però
-il venerdì, il sabbato o la domenica... La causa perchè
-non digiunano la Domenica, dice nello stesso luogo
-Rabbi Jochanan, per amor di
-Cristiani”&nbsp;<a id="FNa_143"></a><a href="#Fn_143" class="fna">(143)</a>.
-</p>
-
-<p>
-Ogni spirito imparziale converrà, che non è possibile
-dar prova maggiore di tolleranza che vietare ai seguaci
-di una religione di far penitenza in un dato giorno, per
-ciò soltanto che, in quel giorno, i seguaci di un'altra
-religione celebrano la loro festa.
-</p>
-
-<p>
-Se il <cite>Talmud</cite> è, come abbiamo dimostrato, legge
-di tolleranza, esso, seguendo il precetto del salmista
-(<span class="sc num">xxxiv</span>, 15) “<i class="quo">Ritratti
-dal male e fa il bene</i>” è anche
-legge di carità e si informa a quella universale pietà ed
-umanità che formarono in ogni secolo la gloria degli Israeliti.
-<span class="pageno" title="84" id="page-84"></span>
-I Siri dopo una battaglia perduta, dicono al proprio
-Re: <i class="quo">noi abbiamo udito dire che i Re della casa d'Israele
-sono Re
-benigni</i>&nbsp;<a id="FNa_144"></a><a href="#Fn_144" class="fna">(144)</a>.
-I Talmudisti dicono: “Gli Ebrei
-si distinguono per tre caratteri: essi, cioè, sono pietosi,
-verecondi e
-beneficienti”&nbsp;<a id="FNa_145"></a><a href="#Fn_145" class="fna">(145)</a>;
-ed altrove: “Chi non ha pietà non è della stirpe
-d'Abramo”&nbsp;<a id="FNa_146"></a><a href="#Fn_146" class="fna">(146)</a>.
-</p>
-
-<p>
-Ed in altro luogo: “Caratteristica dei discendenti di
-Abramo è la pietà verso tutti gli esseri
-creati”&nbsp;<a id="FNa_147"></a><a href="#Fn_147" class="fna">(147)</a>.
-</p>
-
-<p>
-Ed estendendo lo spirito di beneficenza anche ai non
-israeliti: “Per conservare l'unione e l'armonia che devono
-regnare fra tutti i membri della famiglia umana
-è prescritto di nutrire i poveri idolatri al paro dei poveri
-israeliti, di visitare i malati idolatri al pari dei
-malati israeliti, di rendere gli estremi uffici tanto agli
-idolatri morti, quanto agli
-israeliti”&nbsp;<a id="FNa_148"></a><a href="#Fn_148" class="fna">(148)</a>.
-</p>
-
-<p>
-Ed il Modena constata come questo spirito di carità
-fosse ancor vivo negli Ebrei dei suoi tempi: “Hanno
-anco tanto per opera pia il dare elemosina, e sovvenir
-ogni misero, benchè non sia Hebreo; in particolare a
-quelli delle città, e luoghi dove abitano; come cosa
-propria della pietà humana indifferentemente et espressamente
-lo raccontano i
-Rabini”&nbsp;<a id="FNa_149"></a><a href="#Fn_149" class="fna">(149)</a>.
-</p>
-
-<p>
-Di questo spirito di carità presso gli Ebrei rende splendida
-testimonianza un autore non sospetto, l'illustre De-Gerando
-<span class="pageno" title="85" id="page-85"></span>
-con queste parole: “Tanta è la forza della
-legislazione biblica sulla carità, che essa ha conservato
-tutti i suoi effetti attraverso alle vicissitudini che ha
-subito questo popolo da tanti secoli. Qualunque siano
-state le sue disgrazie, fuggitivo, sparpagliato, perseguitato,
-non si è punto visto i suoi figli ricorrere alla
-carità pubblica. Anche là dove i diritti civili gli sono
-stati negati, là dove egli si trovava escluso dai principali
-rami di industria e dalla facoltà di possedere
-degli immobili, egli ha trovato nella comunità religiosa
-e morale, che unisce tutti i membri, dei mezzi sufficienti
-per sovvenire a' bisogni di quelli fra essi che non poterono
-sussistere coi loro proprii
-mezzi”&nbsp;<a id="FNa_150"></a><a href="#Fn_150" class="fna">(150)</a>.
-</p>
-
-<p>
-Ed oggi ancora uno dei più illustri letterati e pensatori
-francesi, Maxime du Camp, in un notevole lavoro
-sulla
-carità&nbsp;<a id="FNa_151"></a><a href="#Fn_151" class="fna">(151)</a>
-può scrivere senza tema di essere smentito
-queste parole:
-</p>
-
-<p>
-“Ho molto viaggiato, e molto osservato, e non ho trovato
-in nessun luogo razza più benefaciente e più soccorrevole
-della razza ebraica.”
-</p>
-
-<p>
-Dopo un pensatore un romanziere, ed un romanziere
-alla moda, Ernest Dandet che nel suo <cite xml:lang="fr">Jack</cite> scrive:
-</p>
-
-<p>
-“Quando un ebreo si mette ad esser generoso la sua
-carità è inesauribile.”
-</p>
-
-<p>
-Se dal frutto si giudica l'albero, da questi concordi giudizi
-sarà agevole argomentare quali sieno le dottrine giudaiche
-in materia di beneficenza. Ci piace però raccogliere
-anche su questo argomento talune sentenze talmudiche e
-non ci sarà difficile raccoglierne nelle opere di quei dottori
-<span class="pageno" title="86" id="page-86"></span>
-che avevan per massima: “Fine della sapienza, esser
-la penitenza e le buone
-opere”&nbsp;<a id="FNa_152"></a><a href="#Fn_152" class="fna">(152)</a>,
-e che dicevano
-“lo stesso povero che vive di elemosina non esser
-dispensato dalle opere di
-carità”&nbsp;<a id="FNa_153"></a><a href="#Fn_153" class="fna">(153)</a>,
-e che insegnavano
-“principio della divina legge esser la carità; fine la
-carità”&nbsp;<a id="FNa_154"></a><a href="#Fn_154" class="fna">(154)</a>.
-</p>
-
-<p>
-Ed ecco taluni precetti sull'argomento: “Tieni la
-tua casa a chiunque aperta e sien i poveri tuoi
-famigliari”&nbsp;<a id="FNa_155"></a><a href="#Fn_155" class="fna">(155)</a>.&nbsp;—&nbsp;“Val
-più la carità che la
-beneficenza”&nbsp;<a id="FNa_156"></a><a href="#Fn_156" class="fna">(156)</a>.&nbsp;—&nbsp;“Amare
-l'umanità equivale ad amar
-Dio&nbsp;<a id="FNa_157"></a><a href="#Fn_157" class="fna">(157)</a>.”&nbsp;—&nbsp;“Quattro caratteri vi sono nella beneficenza.
-Chi dà volentieri, ma non vuole che altri
-dia, è geloso de' meriti altrui. Chi vuol ch'altri dieno,
-ma egli stesso non dà, è avaro. Chi dà del suo e vuole
-ch'altri dieno, è uomo pio. Chi non dà, nè vuole ch'altri
-dieno, è
-malvagio”&nbsp;<a id="FNa_158"></a><a href="#Fn_158" class="fna">(158)</a>.
-</p>
-
-<p>
-Si noti però che mentre il Talmud eccita il ricco alla
-beneficenza, eccita il povero al lavoro dicendogli: “L'uomo
-che è mantenuto foss'anche dal padre, fosse anche dalla
-madre e dai figliuoli suoi, non prova mai l'ineffabile
-compiacenza di chi si mantiene colle proprie
-fatiche”&nbsp;<a id="FNa_159"></a><a href="#Fn_159" class="fna">(159)</a>
-e dipingendogli la sorte dell'uomo che
-vive dell'altrui beneficenza usa queste parole che rammentano
-i famosi versi del nostro Dante:
-</p>
-
-<p>
-“Quand'uno trovasi costretto a ricorrere all'altrui beneficenza,
-<span class="pageno" title="87" id="page-87"></span>
-egli è come fosse condannato a due supplizi,
-a quello del fuoco e a quello
-dell'acqua”&nbsp;<a id="FNa_160"></a><a href="#Fn_160" class="fna">(160)</a>.
-</p>
-
-<p>
-E perciò il Talmud contiene consigli di previdenza
-così saggia, che nessun economista moderno sdegnerebbe
-di firmare; questo, per esempio: “Ti costruisci prima
-una casa, acquista qualche terreno, coltivalo e quindi
-pensa ad
-ammogliarti”&nbsp;<a id="FNa_161"></a><a href="#Fn_161" class="fna">(161)</a>.
-</p>
-
-<p>
-Ma ogni legge sulla beneficenza sarebbe incompleta e
-manchevole, se non consigliasse più il soccorso che permette
-all'infelice di rialzarsi, mercè la propria attività,
-che la elemosina pura e semplice, che abbassa il carattere
-di chi la riceve. Come non plaudire quindi a questo
-precetto talmudico: “Ha maggior merito chi presta
-che chi
-dona”?&nbsp;<a id="FNa_162"></a><a href="#Fn_162" class="fna">(162)</a>.
-</p>
-
-<p>
-E dopo essersi dato tanto pensiero per inculcare la beneficenza,
-provvedono i dottori del Talmud ad impedire, per
-quanto sta in loro, che i malvagi sfruttino la beneficenza
-dei pii: “Chi non abbisognando di vivere di elemosina,
-pur la riceve, non morrà di vecchiaia se pria non sia
-stato ridotto alla stringente necessità d'implorare l'altrui
-beneficenza. D'altro canto, chi oppresso dalla miseria
-fa ogni onorato sforzo per non accattare il suo
-pane, perverrà prima di morire a nutrire egli stesso
-degli sventurati co' suoi averi. È di lui che disse Geremia
-(<span class="sc num">xvii</span>, 7) <i class="quo">Benedetto
-l'uomo che si confida nel Signore
-e la cui confidenza è il
-Signore</i>”&nbsp;<a id="FNa_163"></a><a href="#Fn_163" class="fna">(163)</a>.
-</p>
-
-<p>
-In questo stesso Talmud, tanto calunniato, si trovano,
-con grandissima meraviglia, trattate e risolute questioni
-che nel <span class="sc num">xix</span> secolo preoccupano ancora
-lo spirito pubblico.
-</p>
-
-<div>
-<span class="pageno" title="88" id="page-88"></span>
-</div>
-
-<p>
-La questione della pena di morte vi è
-esaminata&nbsp;<a id="FNa_164"></a><a href="#Fn_164" class="fna">(164)</a>.
-</p>
-
-<p>
-“Se un tribunale, vi si legge, pronunzia ogni sette
-anni una sentenza capitale, si ha il diritto di chiamarlo
-crudele. Esso merita questo rimprovero, dice Rabi Eleazzaro,
-anche se pronuncia una condanna di morte ogni
-settanta anni. Se noi avessimo fatto parte del gran tribunale
-(aggiungono Rabbi Tarfon e Akivà), mai nessun
-uomo sarebbe stato condannato a morte.
-</p>
-
-<p>
-“Questo sarebbe, dice un ultimo rabbino, causa che i
-delitti di sangue si farebbero frequenti in
-Israello”&nbsp;<a id="FNa_165"></a><a href="#Fn_165" class="fna">(165)</a>.
-È a questo stesso Talmud, a questo stesso libro ove sta
-scritto <i class="quo">anche al reo scegli una morte
-dolce</i>&nbsp;<a id="FNa_166"></a><a href="#Fn_166" class="fna">(166)</a>
-che si
-è ispirato uno scrittore ebreo dell'<span class="sc num">xi</span> secolo,
-Giuda Levi,
-per scrivere queste parole che nessun moderno criminalista
-respingerebbe.
-</p>
-
-<p>
-L'opera è in forma di dialogo tra un re <i class="pers">Cosri</i> ed un
-Ebreo che rappresenta le opinioni dell'autore:
-</p>
-
-<p>
-“<i class="pers">Cosri.</i> Le pene imposte pei reati sono forse fissate
-dalla legge dove è detto: Occhio per occhio, dente per
-dente. Ciò che un uomo ha fatto di male ad un altro,
-deve a sua volta soffrirlo?
-</p>
-
-<p>
-“<i class="pers">L'Ebreo.</i> Non è detto nello stesso luogo: Chi avrà
-ucciso una giumenta la pagherà o la compenserà. Vita
-per vita. Chi colpirà un animale lo prenderà e lo pagherà?
-</p>
-
-<p>
-“Questi due casi intendonsi del pagamento del prezzo,
-<span class="pageno" title="89" id="page-89"></span>
-perchè ciò non vuol dire: Se qualcheduno ha ferito il
-tuo cavallo, tu ferisci il suo; ma bensì: Prendi il suo
-cavallo e pagati. Difatti non vi sarebbe per te nessun
-vantaggio a colpire il cavallo. Così se qualcuno ti taglia
-la mano, non è detto tagliagli a tua volta la mano,
-perchè non vi sarebbe per te nessun vantaggio a tagliargli
-la mano. È inutile far notare tutto ciò che vi
-sarebbe di contrario alla giustizia ed alla sana ragione
-in sentenze pronunziate sulla base del principio: frattura
-per frattura, ferita per ferita, cattiveria per cattiveria.
-Difatti come potremmo noi misurare, graduare
-esattamente tali cose; uno, per caso, muore in conseguenza
-d'una ferita ed un altro no. Possiamo noi essere
-giudici esatti del più e del meno? Strapperemo noi un
-occhio tanto a chi ne ha uno solo come a chi ne ha due?
-Così uno diverrebbe cieco, l'altro soltanto monocolo. La
-legge dice: l'uomo sopporterà le conseguenze del male
-che ha
-fatto”&nbsp;<a id="FNa_167"></a><a href="#Fn_167" class="fna">(167)</a>.
-</p>
-
-<p>
-Le dottrine giuridiche del Talmud meriterebbero, del
-resto, da sole, l'onore di uno speciale volume. “Quando
-è, dice un dottore, che giustizia e benevolenza s'incontrano?
-Allorquando due litiganti vengono ad un accomodamento
-pacifico.” Legislatori che tanto prediligevano
-la conciliazione, non potevano dimenticarsi di
-reprimere l'avidità di coloro che, troppo spesso, spiegano
-dinanzi ai tribunali azioni temerarie. “Chi esige ciò che
-non gli spetta, nonchè veder frustrate le ingiuste sue
-richieste perde pure ciò che di fatto
-possiede”&nbsp;<a id="FNa_168"></a><a href="#Fn_168" class="fna">(168)</a>.
-Le più minuziose raccomandazioni sono fatte ai giudici,
-perchè non si lascino in nessun modo influenzare da nessuna
-<span class="pageno" title="90" id="page-90"></span>
-delle due parti contendenti: “Non ti costituir giudice,
-nè del tuo amico, nè del tuo nemico, poichè nel
-primo non sapresti ravvisare la colpa, nel secondo
-l'innocenza”&nbsp;<a id="FNa_169"></a><a href="#Fn_169" class="fna">(169)</a>.
-Il precetto del Levitico (<span class="sc num">xix</span>, 15):
-<i class="quo">Non
-aver riguardo alla qualità del povero</i>, vi è ampiamente
-sviluppato, e, mentre da un lato si impiega ogni
-mezzo per impedire che il giudice faccia traboccare la
-bilancia della giustizia a pro del ricco, gli si raccomanda
-poi di non lasciarsi vincere dalla compassione verso il povero
-a scapito della giustizia.
-</p>
-
-<p>
-Si direbbe che il motto di Lessing “bisogna esser
-giusti anche col diavolo,” sia il compendio delle dottrine
-talmudiche; e se, sventuratamente per la magistratura
-francese, il famoso motto:
-<i class="quo" xml:lang="fr">“La Cour rend des arrêts et
-non des services”</i> non venne mai
-pronunciato&nbsp;<a id="FNa_170"></a><a href="#Fn_170" class="fna">(170)</a>,
-i giudici del Talmud si ispirano ad un principio di giustizia
-ancor più completo: <i class="quo">I Tribunali non rendono servigio
-ai potenti e non beneficano gl'indigenti</i>. Il fatto solo del
-resto che il legislatore abbia creduto necessario moltiplicare
-i precetti per mettere in guardia i giudici contro
-gli impulsi del cuore, troppo facile a favorire l'indigente
-a danno del ricco ed a scapito della giustizia, mostra
-di qual tempra fossero, in quei tempi, i giudici in
-Israello.
-</p>
-
-<p>
-Nè men bella è la disposizione talmudica che mentre
-eccettua talune classi di persone dal deporre in giudizio,
-dispone poi che tutti indistintamente possano esser sentiti
-nelle cause criminali, ma unicamente come testi a
-difesa. Le stesse formalità di cui è circondata la pena di
-morte, che vedemmo del resto eseguirsi assai di rado, mostrano
-<span class="pageno" title="91" id="page-91"></span>
-quanto rispetto, anco in quelle epoche di ferrea
-giurisprudenza, avessero i dottori del Talmud per la vita umana.
-</p>
-
-<p>
-Prima di lasciare questo argomento ci si permetta notare
-un'altra disposizione del Talmud, che mostra quanto
-quei dottori avessero nettamente tracciata la distinzione
-tra la legge religiosa e la civile. I Tribunali non potranno
-costringere chicchessia all'osservanza di un precetto affermativo,
-quando la legge divina abbia sancito un premio
-per l'osservanza di tale precetto.
-</p>
-
-<p>
-E, come nelle dottrine giuridiche, così anche nelle sociali,
-il <cite>Talmud</cite> precorreva i tempi. Nessun libro, crediamo, del
-medio-evo, inculca ed esalta tanto i beneficii dell'istruzione
-quanto il <cite>Talmud</cite>.
-</p>
-
-<p>
-Se la bella massima del Salmista, che la sapienza cristiana
-volle sempre sotto gli occhi degli studiosi:
-<i class="quo" xml:lang="la">Initium
-sapientiae timor Domini</i> non è espressamente scritta nel
-<cite>Talmud</cite> vi è in compenso quest'altra, prova dell'infinita
-tolleranza dei Talmudisti anche in materia di dottrina;
-“Chiunque pronuncia qualche sapiente parola, anche se
-idolatra, è sempre
-savio”&nbsp;<a id="FNa_171"></a><a href="#Fn_171" class="fna">(171)</a>.
-</p>
-
-<p>
-Frequentissime sono nel <cite>Talmud</cite> massime come questa:
-“Chi istruisce il compagno sarà ben accolto nel cielo.&nbsp;—&nbsp;Chi
-istruisce la plebe, la sua preghiera sarà sì potente,
-da volgere in suo favore i divini
-giudizi”&nbsp;<a id="FNa_172"></a><a href="#Fn_172" class="fna">(172)</a>.
-</p>
-
-<p>
-Oppure: “Chi istruisce le masse ha ugual merito di
-chi offre
-sacrifizi”&nbsp;<a id="FNa_173"></a><a href="#Fn_173" class="fna">(173)</a>.
-</p>
-
-<p>
-E quest'altra, in cui all'amore dell'istruzione si congiunge
-il sentimento della vera democrazia: “Curate
-l'istruzione dei poveri, che da essi sorgeranno i veri
-<span class="pageno" title="92" id="page-92"></span>
-cultori della scienza. Perchè ordinariamente i dotti escono
-di mezzo a loro? Perchè non si creda che la
-scienza sia
-un'eredità”&nbsp;<a id="FNa_174"></a><a href="#Fn_174" class="fna">(174)</a>.
-</p>
-
-<p>
-Nè l'istruzione deve essere soltanto religiosa, ma anco
-professionale. “Come è dovere del padre di istruire il
-figlio nella religione, così egli è obbligato a fargli apprendere
-una professione. Chi non fa apprendere a suo
-figlio una professione è come se lo indirizzasse per la via
-dell'assassinio”&nbsp;<a id="FNa_175"></a><a href="#Fn_175" class="fna">(175)</a>.
-</p>
-
-<p>
-E, cosa strana, pel libro di una religione che fu accusata
-di trascurare la donna, non mancano nemmeno, nel <cite>Talmud</cite>,
-precetti per raccomandare l'istruzione della donna:
-“Ogni uomo è obbligato ad insegnare la legge a sua
-figlia”&nbsp;<a id="FNa_176"></a><a href="#Fn_176" class="fna">(176)</a>.
-</p>
-
-<p>
-Del resto se la parte assegnata alla donna nel mondo
-giudaico non è al tutto conforme alle idee del nostro secolo,
-sarebbe ingiustizia il negare che il Talmud curò
-con ogni mezzo di rinserrare i vincoli di famiglia, di
-innalzare la dignità morale della donna. Valgano queste
-massime a dimostrarlo.
-</p>
-
-<p>
-“Dicono i savii, chi ama la propria moglie come se
-stesso, e la onora più che se stesso, e chi indirizza i
-suoi figli e le sue figlie nella via retta, e colloca questi
-quando sono giunti all'età del matrimonio, di lui è
-detto: e riconoscerai che è pace nella sua
-tenda”&nbsp;<a id="FNa_177"></a><a href="#Fn_177" class="fna">(177)</a>.
-</p>
-
-<p>
-“Chi ripudia la sua prima moglie, persino l'altare
-versa su di lui
-lagrime”&nbsp;<a id="FNa_178"></a><a href="#Fn_178" class="fna">(178)</a>.
-</p>
-
-<div>
-<span class="pageno" title="93" id="page-93"></span>
-</div>
-
-<p>
-“Sempre dee esser l'uomo attento di non addolorar sua
-moglie perchè le sue lagrime essendo pronte, anche la
-pena è pronta.
-</p>
-
-<p>
-“Sempre deve essere l'uomo attento di onorare sua
-moglie, perchè la benedizione non si trova in casa dell'uomo
-che in grazia della
-moglie”&nbsp;<a id="FNa_179"></a><a href="#Fn_179" class="fna">(179)</a>.
-</p>
-
-<p>
-“Per merito delle donne pie furon liberati gli Ebrei
-dall'Egitto”&nbsp;<a id="FNa_180"></a><a href="#Fn_180" class="fna">(180)</a>.
-</p>
-
-<p>
-“Augusta ricompensa serba Dio alla donna. Rav diceva
-a Rabì Hiyà, grande è il merito della donna,
-comecchè dessa sparga i primi più efficaci semi della
-religiosa educazione nei teneri petti de' fanciulli, dessa
-accuratamente veglia alle domestiche cose, mentre il
-marito s'occupa degli affari e degli studi
-religiosi”&nbsp;<a id="FNa_181"></a><a href="#Fn_181" class="fna">(181)</a>.
-</p>
-
-<p>
-“L'uomo deve nutrirsi d'alimenti che sieno al dissotto
-della sua fortuna, vestirsi come la sua fortuna gli consente,
-ma provvedere ai bisogni di sua moglie e dei
-suoi figli al dissopra della sua fortuna, perocchè questi
-ultimi dipendano da lui, egli dal Creatore dell'Universo”&nbsp;<a id="FNa_182"></a><a href="#Fn_182" class="fna">(182)</a>.
-</p>
-
-<p>
-“Se la tua sposa è di bassa statura, e tu ti china per
-udirne il
-parere”&nbsp;<a id="FNa_183"></a><a href="#Fn_183" class="fna">(183)</a>.
-</p>
-
-<p>
-“Ogni perdita può ripararsi, eccetto che quella della
-donna del nostro cuore. Il marito non muore che per
-sua moglie, e la donna che per suo
-marito”&nbsp;<a id="FNa_184"></a><a href="#Fn_184" class="fna">(184)</a>.
-</p>
-
-<p>
-Il Talmud del resto non è estraneo a nessuno di quei
-gentili sentimenti dei quali la età nostra sembra reclamare
-il privilegio.
-</p>
-
-<div>
-<span class="pageno" title="94" id="page-94"></span>
-</div>
-
-<p>
-Fin dal <span class="sc num">xvi</span> secolo il già citato Modena scriveva:
-</p>
-
-<p>
-“Per effetto di pietà si guardano molto anco di non
-tormentare, nè maltrattare, nè far morire crudelmente
-niun animale irrationale, e da che tutte son cose create
-da Dio, dalle parole del Salm. 144.
-<i class="quo" xml:lang="la">Et miserationes eius
-super omnia opera
-eius</i>”&nbsp;<a id="FNa_185"></a><a href="#Fn_185" class="fna">(185)</a>.
-</p>
-
-<p>
-Ed infatti non mancano nel Talmud precetti che sembrano
-articoli staccati dal regolamento di qualche moderna
-società zoofila, e che farebbero balzare dalla gioia
-il cuore di qualunque vecchia pulzellona protestante di
-Londra e di Boston:
-</p>
-
-<p>
-“È proibito all'uomo di prendere alcun cibo, sino a
-che non abbia dato da mangiare ai suoi
-animali”&nbsp;<a id="FNa_186"></a><a href="#Fn_186" class="fna">(186)</a>.
-</p>
-
-<p>
-“Il divieto di maltrattare gli animali è divieto della
-divina
-legge”&nbsp;<a id="FNa_187"></a><a href="#Fn_187" class="fna">(187)</a>.
-</p>
-
-<p>
-“Deve l'uomo tenere per buon augurio, il vedere le
-proprie bestie mangiare e
-saziarsi”&nbsp;<a id="FNa_188"></a><a href="#Fn_188" class="fna">(188)</a>.
-</p>
-
-<p>
-E chiudo questa, troppo lunga, serie di citazioni con
-questa altra, che basta da sola a provare, il concetto
-dell'uguaglianza degli uomini dinanzi a Dio non essere
-monopolio esclusivo di nessuna religione:
-</p>
-
-<p>
-“Presso di noi, il povero è spesso respinto mentre il
-ricco è ascoltato. Ma dinanzi a Dio tutti gli uomini
-sono eguali; egli ascolta i ricchi ed i poveri, le donne
-e gli
-schiavi”&nbsp;<a id="FNa_189"></a><a href="#Fn_189" class="fna">(189)</a>.
-</p>
-
-<p>
-Altre citazioni non faremo, perchè queste bastano a
-dare un'idea esatta del <cite>Talmud</cite> a quelli che non apportano
-nessuna idea preconcetta nell'esame delle questioni.
-</p>
-
-<div>
-<span class="pageno" title="95" id="page-95"></span>
-</div>
-
-<p>
-Quanto agli altri, anco se moltiplicassimo queste citazioni
-all'infinito, non mancherebbero di opporci che abbiam
-citato i brani del <cite>Talmud</cite> che fanno onore a chi li scrisse,
-ed abbiamo taciuto gli altri.
-</p>
-
-<p>
-E certamente, lo abbiamo già detto, lo ripeteremo, e lo
-grideremmo, occorrendo, anche sopra i muricciuoli, vi sono
-nel <cite>Talmud</cite> dei brani che sono lungi dal deporre in favore
-di coloro che li dettarono.
-</p>
-
-<p>
-Ma prima di tutto convien osservare che essi si trovano
-in quella parte del <cite>Talmud</cite> che dicesi <cite>Agadà</cite> e che non
-è obbligatoria per gli
-Ebrei&nbsp;<a id="FNa_190"></a><a href="#Fn_190" class="fna">(190)</a>.
-</p>
-
-<p>
-Ma, dato pure e non concesso, che l'<cite>Halahà</cite>, cioè
-quella parte del <cite>Talmud</cite> che racchiude le prescrizioni
-rituali, contenesse qualche precetto che non fosse intieramente
-in armonia colle idee larghe e liberali del secolo,
-ogni uomo veramente imparziale dovrebbe incolparne, più
-che gli autori del <cite>Talmud</cite>, i tempi e le condizioni, in
-cui scrissero.
-</p>
-
-<p>
-Ciò che ogni Cristiano, ogni uomo ha il diritto di conoscere,
-sono i criteri coi quali gli Ebrei d'oggigiorno
-applicano il <cite>Talmud</cite>, e questi criteri ce li dà il più illustre
-Rabbino italiano del nostro secolo, il più volte citato
-prof. S. D. Luzzatto, di Padova.
-</p>
-
-<p>
-“Del resto qualunque proposizione e qualunque racconto,
-che potessero trovarsi nel <cite>Talmud</cite> o negli altri
-scritti talmudici, i quali fossero in opposizione coi
-sentimenti di universale umanità e giustizia, insinuati
-dalla natura egualmente e dalla Sacra Scrittura, debbono
-riguardarsi non già come dettami della Religione,
-e nemmeno della Tradizione, ma siccome sgraziati
-suggerimenti delle calamitose circostanze e delle pubbliche
-<span class="pageno" title="96" id="page-96"></span>
-e private vessazioni e sevizie cui gli Ebrei andavano
-esposti nei secoli di
-barbarie”&nbsp;<a id="FNa_191"></a><a href="#Fn_191" class="fna">(191)</a>.
-</p>
-
-<p>
-Riassumendo tutto quanto siam venuti dicendo, concluderemo:
-</p>
-
-<p>
-1º Il complesso delle dottrine del <cite>Talmud</cite> è ispirato
-a principii di tolleranza, carità ed amore;
-</p>
-
-<p>
-2º Vi si riscontrano per altro dei brani, frutto di
-opinioni individuali, che ripugnano ai principii moderni.
-</p>
-
-<p>
-3º Questi brani sono rigettati dagli Ebrei moderni,
-siccome il portato naturale delle condizioni di altri tempi;
-sicchè sarebbe altrettanto vano ed odioso far colpa ad
-essi di siffatte teorie, che solennemente ripudiano, quanto
-far colpa alla Chiesa Cattolica di certi brani del Molina,
-dell'Escobar e del Sanchez o delle espettorazioni stupide
-e calunniose di quel sacerdote Rohling, di cui, sormontando
-il ribrezzo che ispirano i rettili, dovremo occuparci
-più tardi.
-</p>
-
-<p>
-Non faccia poi meraviglia il vedere che non abbiamo
-parlato dell'accusa che si muove al <cite>Talmud</cite> di eccitare
-gli Ebrei a frodare coloro che non professano la fede mosaica,
-questo argomento si connette tanto strettamente
-all'altro dell'usura che assieme li verremo svolgendo nel
-futuro capitolo; paghi per ora di por fine a questo, con
-un'ultima citazione, che ci pare abbastanza espressiva:
-“Chi commette ingiustizia verso il forestiero è come la
-commettesse verso
-Dio”&nbsp;<a id="FNa_192"></a><a href="#Fn_192" class="fna">(192)</a>.
-</p>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_54"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_54"><span class="label">(54)</span></a>
-<a href="#birt"><cite xml:lang="en">History of cristianyty from the birt
-of Christ to the
-extinction of paganism by Dan H.H. Milmann.</cite></a>
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_55"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_55"><span class="label">(55)</span></a>
-Lo stesso fatto si ripete per le tradizioni che servono
-di spiegazione al Zend-Avesta e che si fanno risalire allo
-stesso Zoroastro. (Cfr. <span class="sc aut">Spiegel</span>,
-<cite>Erân</cite>, pag. 365). Nella letteratura
-indiana i nomi degli autori dei principali <cite>Upanishads</cite>
-sono del paro sconosciuti. “E deve essere così, nota l'illustre
-Max Müller, per questa sorta di opere; perocchè contengono
-trattati sulle più elevate questioni, i quali perderebbero ogni
-autorità se fossero presentati agli occhi del popolo come opera
-dell'immaginazione di un uomo.” (<cite xml:lang="en">History of
-ancient sanskrit literature</cite>, ed. 2, pag. 327).
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_56"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_56"><span class="label">(56)</span></a>
-<cite class="sc">Avod</cite>, capo I, § 1.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_57"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_57"><span class="label">(57)</span></a>
-Questi, a nostro subordinato parere, dimenticano che il
-monopolio dello studio della legge non è, e non fu mai
-nell'indole della religione mosaica. Nei tempi biblici, sacerdoti
-e leviti non formarono mai una casta
-privilegiata&nbsp;—&nbsp;<em xml:lang="la">Lex
-major sacerdotio</em>&nbsp;—&nbsp;ma costituivano la parte più
-dipendente e meno provveduta di tutta la nazione: “<i class="quo">Tu
-non avrai alcuna eredità nella terra loro e non avrai parte
-fra loro</i>” (<cite class="sc">Num.</cite> <span class="sc num">xviii</span>,
-20). Moltissimi profeti e dottori non
-appartenevano a caste sacerdotali o levitiche ma uscivano
-dalle infime classi del popolo. Nei tempi talmudici poi, la
-maggior parte dei più eminenti dottori non furono che
-umili artigiani: fabbricanti di tende o di sandali, tessitori,
-falegnami, conciatori, fornai, cuochi. Un presidente dell'accademia
-nominato in luogo di un altro, che era stato deposto
-per la sua insolenza, venne trovato da coloro che si recavano
-ad annunziargli la sua elezione, nero e sudicio fra i suoi
-mucchi di carbone; nè di ciò potrà meravigliarsi chi sappia
-essere scritto nel Talmud: “<i class="quo">È bella la scienza
-religiosa accoppiata
-al lavoro; congiunti insieme salvano dal peccato.
-Scienza religiosa senza lavoro si perde e mena al male.</i>”
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_58"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_58"><span class="label">(58)</span></a>
-Gli Ebrei non sarebbero stati i soli fra i popoli orientali
-a diffidare dei commentatori. È notevolissimo su di essi,
-questo giudizio che ci vien proprio dalla terra classica dei
-commentatori: “Quello che è troppo oscuro lo tralasciano,
-e ti dicono: è cosa chiara; nelle cose chiare si perdono in infinite
-lungaggini, con gran paroloni, con molte chiacchiere che
-non fanno al caso, causano confusione a chi li sente: insomma
-tutti i commentatori imbrogliano le cose.” Così Bhojatâjâ
-nel commento al Pâtanjalam yogasutram (<cite xml:lang="en">The yoga
-aphorisms</cite>, Calcutta, 1851, Bibl. Indica).
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_59"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_59"><span class="label">(59)</span></a>
-<cite xml:lang="de">Israelitischen Annalen</cite> del dott.
-<span class="sc aut">Jost</span>, anno 3º, vol. <span class="sc num">i</span>,
-pag. 143 et <cite xml:lang="la">alibi</cite>.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_60"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_60"><span class="label">(60)</span></a>
-È un fatto costante l'antipatia degli Ebrei per le leggi
-codificate. Anche il Talmud, come vedremo, è ben lungi dall'aver
-forma di legge; è una raccolta di discussioni e non
-più, sicchè si può dire che il primo a dar forma di codice
-alla tradizione presso gli Ebrei, fosse il Maimonide, che del
-resto fu perciò aspramente criticato da molti ed anche ai nostri
-giorni da S. D. Luzzatto. (V. <cite xml:lang="de">Israelitischen Annalen</cite>
-di <span class="sc aut">Jost</span>,
-Francoforte s. M. Anno <span class="sc num">iii</span>, 1841, pag. 21 e 22).
-Se un giorno
-potrà stabilirsi che il divieto di scrivere la tradizione presso
-gli Ebrei, proveniva dal desiderio di lasciar aperta la porta a
-continue modificazioni della legge orale, senza scemarne il
-prestigio, sarà curioso trovare, in tanta differenza di tempi e
-di costumi, presso gli Ebrei, lo stesso sentimento che impedisce
-agli inglesi di codificare la loro costituzione, sicchè
-mantenendosi fedeli al loro vecchio adagio
-<i class="quo" xml:lang="la">Nolimus leges Angliae
-mutari</i> camminano pur sempre alla testa di ogni <em>vero</em>
-progresso politico. Ed a questo proposito giovi, per completare
-il parallelo, far notare che l'assioma talmudico, <i class="quo">la consuetudine
-sradica la legge</i>, (<cite class="sc">Talmud Gerosol.</cite>,
-<cite>Bavà Mezià</cite>,
-capo <span class="sc num">vii</span> in principio) è massima sempre
-viva in Inghilterra.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_61"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_61"><span class="label">(61)</span></a>
-Lo stesso accade agli Indiani: una parte della loro letteratura
-non fu conservata che per tradizione orale: “Non si
-può farsi un'idea, dice Max Müller (<cite>Op. cit.</cite>, pag. 501), delle
-potenti facoltà che acquista la memoria in un organismo sociale
-tanto differente dal nostro, quanto i <cite>Parishad</cite> indiani lo
-sono dalle nostre Università. La forza della memoria, quale
-noi la vediamo e l'intendiamo, mostra come le nozioni che
-noi abbiamo dei limiti di questa facoltà siano del tutto arbitrarie.
-La nostra memoria fu da tempo remotissimo sistematicamente
-indebolita. Oggi ancora che i manoscritti non sono
-nè rari, nè cari, i giovani bramini non apprendono i canti
-dei Veda, i Brâhmana ed i Sutra se non per tradizione orale
-e mandandoli a memoria.” A queste osservazioni dell'illustre
-professore di Oxford aggiungeremo che oggi ancora nei paesi
-dove gli Ebrei studiano il Talmud non è difficile trovare
-giovanetti che lo sanno quasi intieramente a memoria, sicchè
-possono a prima vista trovare, in quella immensa e disordinata
-farraggine, il brano che da loro si richiede; sei o sette
-anni or sono tutti i giornali parlarono di un giovane ebreo
-di 25 anni, David Rosenfeld, di Minsk in Russia, che non
-soltanto sapeva tutto il <cite>Talmud</cite> a memoria e poteva indicare
-in qual pagina si trovasse ogni frase che gli si accennava,
-ma aveva nello stesso modo presenti alla memoria i
-due vasti commentarii di quell'opera: <cite>Rascì</cite> e
-<cite>Tossafot</cite>. Ciò
-del resto non deve far meraviglia allorquando si pensa che
-nella Legge di Mosè sta scritto: “Tu li ripeterai ai tuoi figliuoli,
-e ne parlerai con essi, stando in casa, camminando
-per la via e coricandoti ed alzandoti.”
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_62"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_62"><span class="label">(62)</span></a>
-La <cite>Mischnà</cite> venne pubblicata con una versione latina
-del testo e dei commentari di Maimonide e di Bartenora ed
-accompagnata da note di parecchi dotti, per opera del Surenusio
-in Amsterdam 1698&ndash;1703, volumi 6 in folio. Se ne ha
-pure cogli stessi commenti una versione spagnuola, Venezia,
-1601, ed una tedesca ne pubblicò il Rabe in Anspach nel 1761.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_63"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_63"><span class="label">(63)</span></a>
-<em>Tanà</em> è verbo caldaico, corrispondente all'ebraico <em>Scianà</em>
-che vale <em>insegnare</em>, sicchè <em>Tanaim</em> varrebbe
-<em>maestri</em> come
-<cite>Mischnà</cite> significa <em>insegnamento</em>.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_64"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_64"><span class="label">(64)</span></a>
-Voglia, signor lettore, notare che la legge orale di un popolo
-che vedremo più tardi accusato di disprezzare i lavori
-della campagna, si apre appunto con un trattato sull'agricoltura.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_65"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_65"><span class="label">(65)</span></a>
-Nelle novelle di Giustiniano la <cite>Mischnà</cite> è designata
-sotto il nome di
-<span xml:lang="grc" title="deuterôsis" id="deuterosis">δευτέρωσις</span>
-(Cfr. <cite class="sc">Novella</cite> 146, 1 e
-<span class="sc aut">Sant'Agostino</span>,
-<cite xml:lang="la">Contra adversar. legis et prophetarum</cite>,
-<span class="sc num">ii</span>, 1). Questa
-parola greca che significa <em>seconda legge</em>, non traduce esattamente
-la parola <em>mischnà</em>. L'errore proviene dall'avere il verbo
-<em>scianà</em> due significati, <em>insegnare</em> e <em>ripetere</em>,
-e dall'avere taluni
-creduto che in questo secondo significato anzichè nel
-primo si dovesse cercare l'origine della parola <em>mischnà</em>.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_66"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_66"><span class="label">(66)</span></a>
-<cite class="sc">Abot</cite>, capo <span class="sc num">ii</span>.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_67"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_67"><span class="label">(67)</span></a>
-<cite class="sc">Bavà Metzià</cite>, 30, 6.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_68"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_68"><span class="label">(68)</span></a>
-<cite class="sc">Peà</cite>, cap. <span class="sc num">i</span>.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_69"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_69"><span class="label">(69)</span></a>
-<cite class="sc">Chiduscim</cite>, 40, 6.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_70"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_70"><span class="label">(70)</span></a>
-<cite class="sc">Ghittin</cite>, cap. 5, Mischnà, 8.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_71"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_71"><span class="label">(71)</span></a>
-Il nome di <em>talmud</em> deriva dal verbo <em>lamad</em> apprendere,
-insegnare, quasi a dire: dottrina, insegnamento.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_72"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_72"><span class="label">(72)</span></a>
-I professori S. D. Luzzatto e Graetz opinano, contro
-l'autorità del Maimonide, che tanto la <cite>Ghemarà</cite> di Gerusalemme,
-quanto l'altra di Babilonia non sieno state poste in
-iscritto che molti anni dopo la morte dei rispettivi compilatori.
-Come già osservammo a proposito della <cite>Mischnà</cite> è questione
-controversa assai, ed a noi basti averla accennata.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_73"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_73"><span class="label">(73)</span></a>
-Sora, città della Mesopotamia, posta in una regione fertilissima,
-sui laghi formati dall'Eufrate, e di cui uno appunto
-era chiamato Sora. Rab, detto anche Abbà Areckha, vi stabilì
-una scuola importante, quella di Neardeà non potendo bastare
-per tutta la popolazione ebraica fra il Tigri e l'Eufrate.
-V. <span class="sc aut">Neubauer</span>,
-<cite xml:lang="fr">La Géographie et le Talmud</cite>, Parigi, 1868,
-p. 343.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_74"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_74"><span class="label">(74)</span></a>
-Heine giudicando, col suo istinto di poeta, il Talmud,
-che non aveva mai letto, definisce nel
-<cite xml:lang="de">Romancero</cite>, l'<cite>Agadà</cite>
-un giardino, e l'<cite>Alachà</cite> una sala di scherma.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_75"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_75"><span class="label">(75)</span></a>
-La lettura del Talmud, dice <span class="sc aut">Stern</span>
-(<cite xml:lang="de">Ueber den Talmud</cite>,
-Wurzbourg, 1875, p. 21), prova che i suoi compilatori sono a
-giorno della scienza contemporanea e che accolgono la verità
-dovunque si trovi. L'osteologia del corpo umano è spiegata nel
-Talmud in un modo quasi conforme ai portati della scienza attuale.
-Il Talmud spiega diverse asserzioni della <cite>Mischnà</cite> mercè
-proposizioni geometriche che a quell'epoca dovevano essere
-note soltanto ad un piccolissimo numero di matematici. Il calendario
-elaborato da' dottori del Talmud può dirsi relativamente
-al tempo in cui venne compiuto, un vero capolavoro per
-l'abilità con cui seppero risolvere la duplice difficoltà che si parava
-loro dinanzi, evitare che alcune date feste non avessero
-a cadere in alcuni dati giorni della settimana, senza incorrere
-nell'altro gravissimo inconveniente di una soverchia disuguaglianza
-nella lunghezza degli anni. (Cfr. <span class="sc aut">S. D. Luzzatto</span>,
-<cite>Discorsi storico-religiosi</cite>, Padova, Crescini, 1870, pag. 16 e
-17 in nota).
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_76"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_76"><span class="label">(76)</span></a>
-<cite xml:lang="en">Jerusalem and Tiberias, Sora and Cordova, an
-Introduction to the study of Hebrew, Literature by J. W.
-Etheridge M. A. Ph. D.</cite>
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_77"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_77"><span class="label">(77)</span></a>
-<span class="sc aut">J. Salvador.</span> <cite xml:lang="fr">Hist.
-des Institut. de Moise et du peuple
-Hebreu.</cite> Paris, Levy, 1862, tome <span class="sc num">ii</span>, p. 311.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_78"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_78"><span class="label">(78)</span></a>
-<span class="sc aut">Blanqui</span>,
-<cite xml:lang="fr">Hist. de l'Ec. Pol.</cite> Paris, 1860,
-vol. <span class="sc num">i</span>, pagina 143.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_79"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_79"><span class="label">(79)</span></a>
-Imparziali sempre, non negheremo che vi siano nel
-Talmud sciocchezze puerili. Vi si discute quanti peli bianchi
-può avere una giovenca rossa, perchè si possa chiamar rossa;
-se il gran sacerdote doveva indossare prima una od altra
-parte dei suoi indumenti; se è lecito di sabato uccidere una
-pulce od un pidocchio; quando e come si possa mangiare un
-uovo fatto da una gallina in giorno festivo; ed altre simili
-insanità. Ma, di grazia, coloro che a siffatte questioni legarono
-il nome di <em>bizantine</em> erano ebrei? Passiam oltre dunque ridendo,
-perchè c'è di che ridere, ma ripetendo con Terenzio:
-<i class="quo" xml:lang="la">Homo sum umani nihil a me alienum puto.</i>
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_80"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_80"><span class="label">(80)</span></a>
-Trattato <cite class="sc">Soferim</cite>.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_81"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_81"><span class="label">(81)</span></a>
-<span class="sc aut">Franz Delitsch</span>,
-<cite xml:lang="de">Gesch. der jüd. Poesie</cite>,
-p. <span class="sc num">ix</span>.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_82"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_82"><span class="label">(82)</span></a>
-<cite xml:lang="fr">Revue Britannique</cite>, 1868,
-tomo <span class="sc num">i</span>, pag. 424.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_83"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_83"><span class="label">(83)</span></a>
-<cite>Op. cit.</cite>, p. 451, nota n. 8 al cap. <span class="sc num">ii</span>.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_84"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_84"><span class="label">(84)</span></a>
-<cite>Cozri</cite>, discorso <span class="sc num">iii</span>.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_85"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_85"><span class="label">(85)</span></a>
-Non a caso, fra le stupide fole con cui si tentò, da
-fanatici imbecilli, disonorare la religione di Cristo, cito questa
-di Maria Lateau. Nel corso di questo lavoro dovremo occuparci
-di un tale professore dell'Università di Praga che colla
-stessa penna con cui sciolse anni sono un peana alla ciurmatrice
-belga va ora accatastando calunnie e menzogne contro
-gli Ebrei; ho nominato il famigerato prof. Rohling.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_86"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_86"><span class="label">(86)</span></a>
-<cite class="sc">Maccot</cite>, cap. <span class="sc num">iii</span>.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_87"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_87"><span class="label">(87)</span></a>
-Saadia ben Josef, capo dell'Accademia di Sora, ed il
-più illustre fra gli ebrei del <span class="sc num">x</span> secolo,
-nella sua opera
-<cite>Haemunoth Vehadeoth</cite> riconosce assieme alla scrittura ed
-alla tradizione l'autorità della ragione, proclama non soltanto
-il diritto, ma il dovere di esaminare la credenza religiosa, e
-dimostra come la religione, ben lungi dall'avere a temer la
-ragione, possa trovarvi un solido appoggio.
-<span class="sc aut">Munk</span> <cite xml:lang="fr">Melanges de
-phil. juive</cite>, p. 478.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_88"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_88"><span class="label">(88)</span></a>
-Nulla, più della storia del Talmud, giova a provare
-come la violenza sia impotente a combattere le idee. Il
-Talmud fu proibito in epoche nelle quali il divieto della
-Chiesa non si limitava, come ora, ad una platonica iscrizione
-nell'<cite xml:lang="la">Index librorum prohibitorum</cite>.
-Giustiniano, nel 553 dell'êra
-nostra, lo proscrive, consacrandogli una intiera novella,
-la <span class="sc num">cxlvi</span>. Il re di Francia, San Luigi,
-fece bruciare, nelle vie
-di Parigi, 24 carrettate di scritti talmudici. A Cremona, un
-monaco fanatico vantò di averne bruciato dodici mila esemplari.
-In un periodo di meno di cinquanta anni, durante la
-ultima metà del secolo <span class="sc num">xvi</span>,
-il Talmud venne bruciato non
-meno di sei differenti volte e non ad esemplari isolati, ma
-in massa, a carra. Giulio III pronunciò il suo bando, contro
-quello che egli chiama erroneamente il <cite>Talmud Gemaroth</cite>,
-nel 1553 e nel 1555; Paolo IV nel 1559; Pio V nel 1566;
-Clemente VIII nel 1592 e nel 1599. Pio IV autorizzandone
-una nuova edizione stipulava espressamente che sarebbe pubblicato
-col nome di Talmud. <i class="quo" xml:lang="la">Si tamen prodierit sine nomine
-Talmud tolerari deberet.</i> Ai tempi di Massimiliano imperatore,
-il dottissimo Reuchlin potè, soltanto dopo fierissima lotta,
-ottenere che non si assecondassero i voti di un Pfefferckorn,
-fanatico ebreo rinnegato, che eccitava l'imperatore a far bruciare
-tutti gli esemplari di questo libro. I particolari di questa
-strana contesa, che divise il mondo dotto di allora in due
-grandi partiti si possono leggere nelle <cite xml:lang="la">Epistolae obscurorum
-virorum</cite>. Fino al principio del decimosettimo secolo la persecuzione
-verso i detentori di libri ebraici era spinta al punto
-che una famiglia di ebrei portoghesi stabilitasi a Londra,
-conserva tuttora preziosamente come una rarità ereditaria un
-esemplare della scrittura, stampato in caratteri romani anzichè
-in ebraici, perchè nei giorni oscuri della persecuzione
-bisognava ingannare i domestici cattolici sulla natura ed il
-contenuto del libro. Eppure malgrado tutto ciò le edizioni ed
-i manoscritti del Talmud ci pervennero in tanta copia, che
-una sola descrizione bibliografica di essi ci occuperebbe molte
-e molte pagine! È proprio il caso di esclamare, con Terenziano
-Mauro: <i class="quo" xml:lang="la">Habent sua fata libelli</i>.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_89"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_89"><span class="label">(89)</span></a>
-Gli Arabi, al tempo della loro dominazione in Ispagna
-non avevano del Talmud il triste concetto che ne hanno molti
-cristiani, e ciò per una buona ragione, che essi cioè lo conoscevano
-nella sua integrità, Rabi Joseph avendone, verso
-la fine del <span class="sc num">x</span> secolo, compiuta una
-traduzione in arabo per
-ordine del califo Haschem II. Fu forse per ciò che due secoli
-dopo molti fra gli Ebrei di Spagna avendo preteso negare
-ogni autorità al Talmud, e la questione essendo stata portata
-dinanzi al Re Alfonso VII, questi proscrisse quelli fra gli
-Ebrei che non volevano osservare le leggi talmudiche.
-</p>
-
-<p class="foot">
-Il Talmud era ancora troppo noto in Ispagna perchè lo si
-potesse calunniare impunemente! (Cfr. <span class="sc aut">Basnage</span>,
-<cite xml:lang="fr">Hist. des
-Juifs</cite>, libro <span class="sc num">vii</span>,
-cap. <span class="sc num">viii</span>, t. 4, pag. 1611;
-<span class="sc aut">Bartoloccius</span>,
-<cite>Bibl. Rabb.</cite>, t. <span class="sc num">iii</span>;
-<a href="#gans"><span class="sc aut">Davide</span>,
-<cite>Ganz Tzemach David.</cite></a>, p. 130;
-<cite class="sc">Jochassim</cite>, p. 126).
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_90"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_90"><span class="label">(90)</span></a>
-Il celebre Alfonso de Candolle nella sua <cite xml:lang="fr">Histoire de
-la science et des savants</cite> così parla degli Ebrei: “Se l'Europa
-fosse abitata da soli Ebrei, avremmo uno spettacolo
-stupendo. Non più guerre, non più leso il sentimento morale,
-nè milioni d'uomini strappati alle industrie ed agli
-studi. I debiti degli Stati sarebbero minimi e quasi sconosciute
-le contribuzioni. Il culto fiorirebbe altamente.
-L'industria ed il commercio prenderebbero sviluppo assai
-maggiore. Pochi delitti. La forza non si impiegherebbe
-quasi mai. La ricchezza del popolo in generale si eleverebbe
-immensamente, mercè un intelligente e moderato lavoro
-congiunto a sana economia. Queste ricchezze servirebbero a
-spandere una carità senza limiti. La potestà religiosa, i ministri
-del culto non verrebbero mai a conflitto collo Stato.”
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_91"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_91"><span class="label">(91)</span></a>
-Usiamo espressamente in questo caso la parola rinnegato
-anzichè quella di convertito, perocchè altrettanto ci
-sembrano degni di rispetto e di venerazione coloro che, mossi
-da profonda convinzione, abbandonano la fede avita per abbracciare
-quella che credono migliore, e si adoperan poi con
-mezzi di carità a procacciare ciò che essi reputano la salvezza
-morale dei loro antichi correligionari, altrettanto sentiamo
-disprezzo ed esecrazione per coloro che, da qualsivoglia
-sentimento mossi, scagliano calunnie contro la fede in cui
-sono nati ed in cui vissero i loro genitori. Ai convertiti come
-i Lehmann, i Ratisbonne, i Pasquali ogni onesto deve rispetto;
-ai rinnegati come il Medici, come il Padre Alfonso
-Spina, rettore dell'Università di Salamanca, il quale nel
-<cite xml:lang="la">Fortalitium fidei</cite> afferma&nbsp;—&nbsp;e
-niuno più di lui sapeva di
-mentire&nbsp;—&nbsp;che gli Ebrei perdono ogni mese una certa quantità
-di sangue, a tutti coloro infine dei quali il Talmud ha
-detto: <i class="quo">Tal fiata si toglie dalla foresta un tronco per farlo
-manico a scure che ne abbatta tutti gli altri</i>
-(<cite class="sc">Sanhedrin</cite> <span class="sc num">iv</span>),
-sia condegna mercede il fico di Giuda.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_92"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_92"><span class="label">(92)</span></a>
-Il dotto talmudista signor R. N. Rabinowitz di Monaco
-sta pubblicando un lungo lavoro intitolato <cite>Dikdukè soferim</cite>
-in cui riduce alla vera lezione i passi del <cite>Talmud</cite> di
-cui si hanno varianti. Questo lavoro è il frutto del confronto
-da lui fatto non soltanto di infinite edizioni del Talmud, ma
-di quanti mss. gli fu dato confrontare nelle diverse biblioteche
-d'Europa. Il compimento di questa opera paziente è
-tanto più ardentemente atteso che il Talmud è ormai reso
-irriconoscibile dalle continue e spesso inintelligenti mutilazioni
-che vi introdussero i censori. La stessa edizione di
-Basilea 1578 che è fra le antiche la più nota e la più facile
-a trovarsi fu in siffatta guisa mutilata e snaturata per opera
-del censore Marco Marino da Brescia, da divenire in varii
-punti grottesca. Più integra, ma difficilissima a rinvenirsi, è
-l'edizione che ne diede il Bamberg a Venezia (1520&ndash;3) e che
-è la prima, dopo quella dei celebri Soncino, di cui non rimangono
-che pochi trattati. Chi volesse farsi un'idea di ciò che
-era negli scorsi secoli la censura dei libri ebraici, legga un
-articolo di Emanuele Deutsch, l'eminente conservatore del
-<cite xml:lang="en">British Museum</cite>, nella
-<cite xml:lang="en">Quarterly Rewiew</cite> di ottobre 1867,
-ed un altro <cite>Un curiosissimo incidente storico</cite> del cav. Mortara
-a pag. 161 dell'<cite>Educatore Israelita</cite> di Vercelli, anno 1862.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_93"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_93"><span class="label">(93)</span></a>
-<cite class="sc">Sanhedrin</cite>, fol. 38.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_94"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_94"><span class="label">(94)</span></a>
-<cite class="sc">Soferim</cite>, fol. 15, 10.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_95"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_95"><span class="label">(95)</span></a>
-Malgrado questo odio inesplicabile contro i medici il
-Talmud contiene nozioni preziose di medicina.
-(Cfr. <span class="sc aut">Ginsburger</span>,
-<cite xml:lang="la">Medicina ex thalmudicis</cite>;
-<span class="sc aut">Haller</span>, <cite>Bibl. medica</cite>,
-lib. 2); questa scienza era da lungo tempo praticata dagli
-Ebrei. Oltre i precetti di igiene che occupano tanta parte
-nella legge di Mosè, l'Esodo pare accenni proprio in vari
-punti (<span class="sc num">xv</span>,
-26&nbsp;—&nbsp;<span class="sc num">xxi</span>, 19)
-all'esistenza di medici. Sotto i re,
-medicina e chirurgia fanno progressi. Salomone si occupa della
-ricerca delle virtù delle piante, e il libro dei Re ci mostra
-Isaia curare e guarire il re Ezecchia. L'uso del balsamo ed
-i medici son noti a Geremia (<span class="sc num">viii</span>, 22):
-“Non vi è egli alcun
-balsamo in Galaad? non vi è egli alcun medico?” E ad
-Ezechiele (<span class="sc num">xxx</span>, 21): “Figliuol d'uomo,
-io ho rotto il braccio
-di Faraone re d'Egitto; ed ecco non è stato curato applicandovi
-de' medicamenti, e ponendovi delle fascie per fasciarlo e
-per fortificarlo per poter tenere in mano la spada.” [Cfr.
-<span class="sc aut">Prunelle</span>, <cite xml:lang="fr">Discours
-sur l'influence de la médecine sur la
-renaissance des lettres</cite> (nota 3, p. 92);
-<span class="sc aut">Salvador</span>, <cite>Op. cit.</cite>,
-p. 264; <span class="sc aut">Pasqualigo</span>,
-<cite>Della condizione delle mediche scienze
-presso il popolo Ebreo</cite>, Piacenza, Mancherotto, 1870]. Quanto
-poi gli Ebrei, malgrado lo strano anatema talmudico, coltivassero
-con profitto la medicina, è a tutti noto, come del paro
-è noto che nei primi secoli del Medio Evo, e prima che venissero
-in fiore le scuole di Salerno e di Montpellier, che del
-resto furono fondate principalmente da Ebrei, (cfr.
-<span class="sc aut">Prunelle</span>,
-<cite>Op. cit.</cite>, p. 44 e 60, e <span class="sc aut">Austruc</span>,
-<cite xml:lang="fr">Hist. de la fac. de méd. de
-Montpellier</cite>, p. 14), essi furono quasi i soli ad esercitare l'arte
-salutare nel mondo allora conosciuto.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_96"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_96"><span class="label">(96)</span></a>
-Il Talmud stesso deplora talvolta queste discussioni interminabili
-che fanno considerare la legge come due leggi, ed
-altrove attribuisce queste controversie all'orgoglio dei dottori
-(<cite xml:lang="fr">Archives Israélites de France</cite>, anno
-<span class="sc num">i</span>, 1840, pag. 586&ndash;587).
-A parer nostro queste controversie non sono che la conseguenza
-naturale dell'opinione che i rabbini esprimono con
-una delle solite iperboli, dicendo che la legge ha settanta
-faccie, ciò che vuol dire che ogni parola uscita dalla bocca
-di Dio è suscettibile di almeno settanta interpretazioni diverse;
-dottrina questa che il Santo Vescovo di Ippona accetta
-nelle sue confessioni; dove dice varii e numerosi essere i sensi
-della Scrittura. Se poniam mente oltre a ciò che i dottori del
-Talmud furono duemila e duecento otto, c'è da meravigliare
-che i trentasei trattati del Talmud che pervennero soli sino
-a noi, abbraccino soltanto (coi due commentarii più importanti;
-il Rascì e Tossafot) 2947 fogli, ripartiti in 12 vol. in foglio.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_97"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_97"><span class="label">(97)</span></a>
-<cite class="sc">Sanhedrin</cite>, fol. 58.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_98"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_98"><span class="label">(98)</span></a>
-<cite>Hiruvim</cite>, fol. 63.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_99"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_99"><span class="label">(99)</span></a>
-Tomo 2, pag. 903.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_100"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_100"><span class="label">(100)</span></a>
-<cite class="sc">Kamà</cite>, fol. 38.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_101"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_101"><span class="label">(101)</span></a>
-Si allude qui al passo del Levitico (<span class="sc num">xviii</span>, 5)
-dove è
-scritto: Osservate, dico, i miei statuti e le mie leggi, le
-quali chiunque metterà in opera vivrà per essi.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_102"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_102"><span class="label">(102)</span></a>
-<cite class="sc">Sifrà</cite>, sez. <cite>Acharè-Mod</cite> verso la fine.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_103"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_103"><span class="label">(103)</span></a>
-<cite class="sc">Jevamot</cite>, 61 a.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_104"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_104"><span class="label">(104)</span></a>
-<cite class="sc">Numeri</cite> <span class="sc num">xix</span>, 14.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_105"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_105"><span class="label">(105)</span></a>
-Veggansi <cite class="sc">Tossafod</cite>, <cite class="sc">Jevamod</cite>,
-fol. 61. <cite>Smemagheâgn</cite>
-e l'opera del rabbino <span class="sc aut">Mosè Kunchyed</span>, intitolata
-<cite>Ben Jochai</cite>,
-pag. 27.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_106"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_106"><span class="label">(106)</span></a>
-Credo aver provato la falsità della accusa mossa al
-Talmud, ma se qualcuno riescisse proprio a convincermi, locchè
-non credo, che gli Ebrei consideravano gli altri popoli siccome
-bestie, risponderei che chi è senza peccato lanci la prima
-pietra, certo che non potrebbero lanciarla neppure i Cristiani.
-Trovo infatti nel dottissimo libro del signor Dumont:
-<cite xml:lang="fr">Justice criminelle des Duchés de Lorraine et de Bar, de
-Bassigny et des Trois Evêchés</cite> (Nancy, 1848, 2 vol. in 8º),
-questa curiosissima notizia. Dopo aver parlato delle leggi
-criminali contro coloro che si rendevano colpevoli di atti
-di libidine contro natura sulle bestie, soggiunge (p. 184, v.
-<span class="sc num">ii</span>):
-“Ciò che si durerà fatica a credere è che a questa categoria
-di delitti venivano ascritti anche i rapporti naturali dei due
-sessi cogli infedeli, come per esempio Turchi ed Ebrei, per
-la ragione che la nostra santa religione
-<em class="sc">li considera come bestie</em>,
-non per natura, ma per la loro durissima
-malizia, la Fede proibendo di conversare con loro ed a
-maggior ragione di giacere e di conversare carnalmente
-con essi loro.” Si noti che mentre la frase del Talmud
-rimaneva nella peggior ipotesi <i class="quo" xml:lang="la">telum
-imbelle sine ictu</i>, la
-disposizione benignissima che ho testè riferito conduceva a
-questa pratica applicazione. Siccome nel caso di bestialità,
-la bestia, strumento passivo, veniva bruciata assieme al colpevole,
-perchè, dicevano, bisognava annientare tutto quanto
-poteva rammentare un così orribile scandalo, così un'ebrea od
-una mussulmana anche se violentemente stuprata da un cristiano,
-doveva venir con esso bruciata! E dire che noi Europei,
-con questi esempi in casa nostra, osiamo tuttodì calunniare
-l'Islam e parlare di giustizia turca!
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_107"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_107"><span class="label">(107)</span></a>
-<cite class="sc">Avod</cite>, 3, 19.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_108"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_108"><span class="label">(108)</span></a>
-N. 3 del 16 giugno 1883.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_109"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_109"><span class="label">(109)</span></a>
-Veggasi quanto su questo argomento scriveva tre secoli
-or sono il dottore Davide de Pomis (<cite xml:lang="la">De Medico Ebreo</cite>,
-<cite xml:lang="la">sectio septima</cite>): Cfr.
-<span class="sc aut">Lampronti</span>, <cite>Dizionario Rituale</cite>
-e <span class="sc aut">Benedetto</span>,
-<cite>Apologetica</cite>. Mantova, 1775.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_110"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_110"><span class="label">(110)</span></a>
-<cite class="sc">Holin</cite>, fol. 13 b.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_111"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_111"><span class="label">(111)</span></a>
-<cite class="sc">Talmud Perck Helek</cite>,
-pag. 105.&nbsp;—&nbsp;<cite class="sc">Tossaftà</cite>,
-cap. <span class="sc num">xiii</span>.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_112"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_112"><span class="label">(112)</span></a>
-<cite class="sc">Sanhedrin</cite>, 56 a.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_113"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_113"><span class="label">(113)</span></a>
-<cite class="sc">Haghigà</cite>, 13, 1.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_114"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_114"><span class="label">(114)</span></a>
-<span class="sc aut">Luzzatto</span>, <cite>Teol. morale israelitica</cite>.
-Padova, Bianchi,
-pag. 27.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_115"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_115"><span class="label">(115)</span></a>
-<span class="sc aut">Plantavitius</span>, <cite xml:lang="la">Florilegium
-rabbinicum</cite>, pag. 216,
-n. 1428.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_116"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_116"><span class="label">(116)</span></a>
-<cite class="sc">Talmud</cite>, <cite>Tahanid</cite>, cap. 3. Chi ne
-avesse agio legga
-in <cite>Parabole, leggende e pensieri raccolti dai libri talmudici</cite>
-dal prof. Giuseppe Levi, Firenze, Le Monnier, 1861, la novella
-di cui questa massima non è che la morale, e legga
-l'intiero libro chi vuol formarsi del Talmud un esatto concetto.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_117"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_117"><span class="label">(117)</span></a>
-<cite class="sc">Sabat</cite>, <span class="sc num">i</span>.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_118"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_118"><span class="label">(118)</span></a>
-<cite class="sc">Abot</cite> di Rabbi Natan, <span class="sc num">xli</span>.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_119"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_119"><span class="label">(119)</span></a>
-Leggi Ripuarie, tit. <span class="sc num">xlvi</span>;
-<span class="sc aut">Montesquieu</span>, <cite xml:lang="fr">Esprit des
-lois</cite>, libro <span class="sc num">xxx</span>, cap. 20.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_120"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_120"><span class="label">(120)</span></a>
-<cite class="sc">Baraidà deribbi Ismael</cite>.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_121"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_121"><span class="label">(121)</span></a>
-<cite class="sc">Talmud Jerusalmì</cite>, <cite>Nedarim</cite>,
-<span class="sc num">ix</span>.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_122"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_122"><span class="label">(122)</span></a>
-<cite class="sc">Rabot</cite>, pag. 28, a.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_123"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_123"><span class="label">(123)</span></a>
-Hillel fu, siccome è noto, illustre caposcuola del tempo
-di Erode.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_124"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_124"><span class="label">(124)</span></a>
-<cite class="sc">Talmud</cite>, <cite>Trattato Sciabad</cite>, pag. 31. Cfr.
-<span class="sc aut">Plantavitius</span>,
-<cite xml:lang="la">Flor.</cite>, p. 261, n. 1393.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_125"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_125"><span class="label">(125)</span></a>
-<cite class="sc">Berescid Rabbà</cite>, cap. 24, Cfr.
-<cite class="sc">Genesi</cite>, <span class="sc num">v</span>, 1.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_126"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_126"><span class="label">(126)</span></a>
-<cite class="sc">Talmud</cite>, <cite>Jevamot</cite>, pag. 13.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_127"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_127"><span class="label">(127)</span></a>
-<cite class="sc">Talmud</cite>, <cite>Hiruvim</cite>, fol. 41.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_128"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_128"><span class="label">(128)</span></a>
-Vedi fra i documenti.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_129"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_129"><span class="label">(129)</span></a>
-<cite>Op. cit.</cite>
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_130"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_130"><span class="label">(130)</span></a>
-<cite class="sc">Tanhumà</cite>, Sez. <cite>Scimini</cite>.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_131"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_131"><span class="label">(131)</span></a>
-<cite class="sc">Avod</cite>, <span class="sc num">ii</span>. 5.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_132"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_132"><span class="label">(132)</span></a>
-<cite class="sc">Rabot</cite>, fol. 225, a.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_133"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_133"><span class="label">(133)</span></a>
-<cite class="sc">Talmud</cite>, <cite>Berahot</cite>, fol. 2.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_134"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_134"><span class="label">(134)</span></a>
-<cite class="sc">Talmud</cite>, <cite>Sanhedrin</cite>, 98 b. Cfr.,
-ib. 396 e <cite>Meguillà</cite> 106.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_135"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_135"><span class="label">(135)</span></a>
-<cite class="sc">Jalkut</cite>, pag. 20, 2.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_136"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_136"><span class="label">(136)</span></a>
-<cite class="sc">Jalkut</cite>, <cite>Jeossua</cite>, fol. 9, 2.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_137"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_137"><span class="label">(137)</span></a>
-<span class="sc aut">Leon Modena</span>, <span class="sc aut">Rabi</span>
-ebreo da Venezia. <cite>Historia dei riti ebraici</cite>, Venetia,
-<span class="sc num">mdclxix</span>.
-Appresso li Prodotti, p. <span class="sc num">iv</span> e
-<span class="sc num">xi</span>,
-109 e 110.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_138"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_138"><span class="label">(138)</span></a>
-Lettera inedita di <span class="sc aut">S. D. Luzzatto</span>, Padova,
-26 dicembre
-1836; in <cite>Vessillo Israelitico</cite>, ottobre 1876, p. 325.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_139"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_139"><span class="label">(139)</span></a>
-Da una circolare con cui ordina le preghiere d'uso per
-l'inaugurazione dei lavori parlamentari nell'anno 1876.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_140"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_140"><span class="label">(140)</span></a>
-<span class="sc aut">Paolo Medici</span>, <cite>Riti e costumi degli
-Ebrei confutati</cite>.
-Venezia, Bartoli, <span class="sc num">mdccxlvi</span>.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_141"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_141"><span class="label">(141)</span></a>
-<span class="sc aut">Medici</span>, <cite>op. cit.</cite>, pag. 101&ndash;102.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_142"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_142"><span class="label">(142)</span></a>
-Più esattamente <cite>Tahanid</cite>, 27, 2.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_143"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_143"><span class="label">(143)</span></a>
-<cite>Op. cit.</cite>, pag. 129.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_144"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_144"><span class="label">(144)</span></a>
-<cite class="sc">I. Re</cite>, <span class="sc num">xx</span>, 31.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_145"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_145"><span class="label">(145)</span></a>
-<cite class="sc">Jevamod</cite>, fol. 79.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_146"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_146"><span class="label">(146)</span></a>
-<cite class="sc">Jom Tov</cite>, fol. 32.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_147"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_147"><span class="label">(147)</span></a>
-<cite class="sc">Talmud</cite> <cite>Betzà</cite>, 32, 6.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_148"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_148"><span class="label">(148)</span></a>
-<cite class="sc">Ghittin</cite>, 61, a. Nello stesso trattato è raccomandato
-agli israeliti di non impedire agli stranieri idolatri di prendere
-la loro parte di quanto avanza dopo la mietitura e la
-vendemmia. Cfr. <span class="sc aut">Maimonide</span>,
-<cite xml:lang="la">De jure peregrini</cite>,
-<span class="sc num">v</span>. 12.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_149"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_149"><span class="label">(149)</span></a>
-<span class="sc aut">Modena</span>, <cite>op. cit.</cite>, parte 1ª, cap. 14,
-pag. 33.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_150"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_150"><span class="label">(150)</span></a>
-<span class="sc aut">De Gerando.</span>
-<cite>Della beneficenza pubblica</cite>, in Bibl. dell'Econ.,
-serie <span class="sc num">ii</span>, vol. 13, pag. 1599.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_151"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_151"><span class="label">(151)</span></a>
-<cite xml:lang="fr">Revue des deux Mondes</cite>, 1º luglio 1883.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_152"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_152"><span class="label">(152)</span></a>
-<cite class="sc">Berachod</cite>, 59.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_153"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_153"><span class="label">(153)</span></a>
-<cite class="sc">Ghittin</cite>, capo <span class="sc num">i.</span>
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_154"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_154"><span class="label">(154)</span></a>
-<cite class="sc">Sotà</cite>, 14, a.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_155"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_155"><span class="label">(155)</span></a>
-<cite class="sc">Avot</cite>, capo <span class="sc num">i</span>.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_156"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_156"><span class="label">(156)</span></a>
-<cite class="sc">Smà</cite>, 49 b.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_157"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_157"><span class="label">(157)</span></a>
-<cite class="sc">Talmud Sotà</cite>, 14 a.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_158"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_158"><span class="label">(158)</span></a>
-<cite class="sc">Avot</cite>, <span class="sc num">v</span>.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_159"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_159"><span class="label">(159)</span></a>
-<cite class="sc">Havod Deribi Nadan</cite>, cap. 31.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_160"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_160"><span class="label">(160)</span></a>
-<cite class="sc">Sothà</cite>, fol. 6.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_161"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_161"><span class="label">(161)</span></a>
-<cite class="sc">Sothà</cite>, <span class="sc num">viii</span>.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_162"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_162"><span class="label">(162)</span></a>
-<cite class="sc">Sciabbad</cite>, 39.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_163"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_163"><span class="label">(163)</span></a>
-<cite class="sc">Peà</cite> <span class="sc num">v</span>, Cfr.
-<cite class="sc">Avot de R. Nathan</cite>, <span class="sc num">iii</span>.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_164"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_164"><span class="label">(164)</span></a>
-Ecco sulle leggi ebraiche un non sospetto giudizio:
-<i class="quo" xml:lang="la">Patres christiani summopere jura hebraeorum
-commendarunt
-et apud Grecos philosophos placita juris Hebraici
-plurima reperire licet.</i> <span class="sc aut">Ugolini</span>, tomo
-<span class="sc num">x</span>, pag. 513 e 514, ex
-<span class="sc aut">Seldeno</span>,
-<cite xml:lang="la">De jure naturali et gentium</cite>,
-cap. <span class="sc num">x</span>.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_165"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_165"><span class="label">(165)</span></a>
-<cite class="sc">Mischnà Macod</cite>, capo <span class="sc num">i</span>, § 10.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_166"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_166"><span class="label">(166)</span></a>
-<cite class="sc">Sanhedrin</cite>, fol. 45, a.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_167"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_167"><span class="label">(167)</span></a>
-<span class="sc aut">Giuda Levi</span>, <cite>Cosri</cite>.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_168"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_168"><span class="label">(168)</span></a>
-<cite class="sc">Sothà</cite>, <span class="sc num">i</span>.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_169"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_169"><span class="label">(169)</span></a>
-<cite class="sc">Cheduvod</cite>, capo <span class="sc num">xiii</span>.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_170"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_170"><span class="label">(170)</span></a>
-<span class="sc aut">Fournier</span>,
-<cite xml:lang="fr">l'Esprit dans l'Histoire</cite>, Paris, Dentu, 1852,
-pag. 425.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_171"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_171"><span class="label">(171)</span></a>
-<cite class="sc">Meghilà</cite>, 16, 1.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_172"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_172"><span class="label">(172)</span></a>
-<cite class="sc">Bavà Mezià</cite>, 85 a.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_173"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_173"><span class="label">(173)</span></a>
-<cite class="sc">Havod Deribi Natan</cite>, capo 4.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_174"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_174"><span class="label">(174)</span></a>
-<cite class="sc">Nedarim</cite>, 81.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_175"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_175"><span class="label">(175)</span></a>
-<cite class="sc">Kidduscim</cite>, <span class="sc num">i</span>.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_176"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_176"><span class="label">(176)</span></a>
-<cite class="sc">Sothà</cite>, cap. 3.&nbsp;—&nbsp;<cite>Mischnà</cite>
-4 al nome di <i>Ben Azai</i>.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_177"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_177"><span class="label">(177)</span></a>
-<cite class="sc">Jevamod</cite>, capo <span class="sc num">v</span>.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_178"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_178"><span class="label">(178)</span></a>
-<cite class="sc">Ghittin</cite>, capo <span class="sc num">ix</span>.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_179"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_179"><span class="label">(179)</span></a>
-<cite class="sc">Bavà Mezià</cite>, capo 4.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_180"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_180"><span class="label">(180)</span></a>
-<cite class="sc">Sothà</cite>, <span class="sc num">ii</span>.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_181"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_181"><span class="label">(181)</span></a>
-<cite class="sc">Berahot</cite>, 2.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_182"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_182"><span class="label">(182)</span></a>
-<cite class="sc">Holin</cite>, <span class="sc num">vi</span>.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_183"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_183"><span class="label">(183)</span></a>
-<cite class="sc">Bavà Mezià</cite>, capo <span class="sc num">iv</span>.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_184"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_184"><span class="label">(184)</span></a>
-<cite class="sc">Sanhedrin</cite>, <span class="sc num">ii</span>.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_185"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_185"><span class="label">(185)</span></a>
-<cite>Op. cit.</cite>, parte <span class="sc num">i</span>, capo 14, pag. 33.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_186"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_186"><span class="label">(186)</span></a>
-<cite class="sc">Ghittin</cite>, 62 a.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_187"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_187"><span class="label">(187)</span></a>
-<cite class="sc">Bavà Mazià</cite>, 118 b.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_188"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_188"><span class="label">(188)</span></a>
-<cite class="sc">Sifri</cite> Sez. Ekev, capo 43.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_189"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_189"><span class="label">(189)</span></a>
-<cite class="sc">Rabod</cite>, fol. 139.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_190"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_190"><span class="label">(190)</span></a>
-<span class="sc aut">Isaac Levy</span>,
-<cite xml:lang="fr">Défense du Judaïsme</cite>. Paris, Librairie
-Internationale, 1867, pag. 56.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_191"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_191"><span class="label">(191)</span></a>
-<span class="sc aut">Luzzatto</span>,
-<cite>Lezioni di teol. morale Israel.</cite> Padova,
-Bianchi, 1862, pag. 33 e 34.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_192"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_192"><span class="label">(192)</span></a>
-<cite class="sc">Haghigà</cite>, 5.
-</p>
-</div>
-
-<div class="chapter">
-<span class="pageno" title="97" id="page-97"></span>
-<img src="images/i003a.png" style="width: 100%" alt=""/>
-</div>
-
-<h2 class="nobreak" id="tit-3">
-<a href="#ritit-3">III.</a>
-</h2>
-
-<p class="subtitle">
-Attitudini economiche dell'Ebreo.
-</p>
-
-<p>
-L'Ebreo è essenzialmente commerciante ed usuraio, egli
-non è e non vuol essere agricoltore, operaio; non vuol
-partecipare alla vita dei popoli frammezzo a cui vive, ma
-si tiene accampato in mezzo ad essi pronto a sugger loro
-il sangue dalle vene coi suoi raggiri commerciali. Il <cite>Talmud</cite>,
-sempre l'esecrando Talmud, gli impone il dovere di
-derubare, di spogliare il Cristiano.
-</p>
-
-<p>
-Ecco le accuse che un tempo si muovevano agli Ebrei,
-e che loro si muovono ancora nei paesi meno civili.
-</p>
-
-<p>
-L'Ebreo si accaparra i più lauti impieghi, le funzioni
-cui sono annessi maggiori stipendi e maggiore influenza.
-In Francia, in Italia, in Germania si è reso padrone
-della stampa; il numero dei deputati e dei senatori ebrei,
-nei paesi, ove, infrante tutte le barriere, godono della pienezza
-dei loro diritti, è strabocchevole in confronto del
-loro esiguo numero.
-</p>
-
-<p>
-Ecco le accuse che oggi si muovono agli Ebrei nei
-paesi più civili d'Europa.
-</p>
-
-<p>
-E su questi temi si ricama a sazietà, e non mancano i
-belli spiriti per far notare la mirabile duttilità di questo
-<span class="pageno" title="98" id="page-98"></span>
-popolo, che sempre intento al proprio interesse, si piega
-ai varii tempi, ed ai varii paesi; usuraio nell'evo medio,
-ed oggi ancora in Polonia, in Ungheria, in Rumenia,
-dovunque insomma le condizioni generali della società
-di poco differiscono da quelle del medio evo; legislatore,
-pubblicista, uomo di lettere, avvocato, in Inghilterra, in
-Francia, in Italia, nell'Europa civile insomma; ma sempre,
-dovunque, inteso soltanto ad arricchirsi.
-</p>
-
-<p>
-Se i frizzi fossero argomenti, noi potremmo chiedere ai
-nostri contraddittori quale sia l'uomo, quale il popolo, che
-non cerchi di migliorare la propria condizione economica
-e sociale.
-</p>
-
-<p>
-Ma preferiamo argomenti più serii.
-</p>
-
-<p>
-Prima della ruina di Gerusalemme il popolo ebreo non
-dovette essere estraneo a nessuna professione. Vi erano
-in Giudea pubblici edifizi, la cui manutenzione esigeva la
-presenza di operai abili. Una nazione, che nelle sue lunghe
-emigrazioni e durante la cattività, era stata in grado
-di attingere, nei varî paesi dove aveva stabilito la sua
-dimora, l'idea di molti e nuovi bisogni, non mancava certamente
-di uomini capaci di procurarle gli oggetti che
-le erano necessari: non vi può quindi esser dubbio che gli
-Ebrei si consacrassero nella loro patria all'esercizio delle
-arti meccaniche.
-</p>
-
-<p>
-La pastorizia e l'agricoltura&nbsp;—&nbsp;le due industrie che
-Sully, il grande ministro di Enrico IV, chiamava le due
-mammelle dello Stato&nbsp;—&nbsp;erano in favore appo loro. Mosè,
-lo dice il signor de Segur, e chiunque abbia letto la
-Bibbia non può negarlo, aveva fatto degli Ebrei un popolo
-di agricoltori.
-</p>
-
-<p>
-Una sola industria pare non attecchisse fra gli Ebrei
-di Palestina: il commercio.
-</p>
-
-<p>
-“Il popolo ebreo, dice Roscher, per ciò che riguarda
-le sue doti morali non secondo ad alcuno altro popolo
-<span class="pageno" title="99" id="page-99"></span>
-della terra, durante la sua indipendenza politica, per
-la rigorosa disciplina però della legge mosaica, s'era
-lasciato circoscrivere all'agricoltura ed alla pastorizia
-con esclusione di tutte le altre parti dello sviluppo
-economico. Dispregiavasi allora tanto più il commercio,
-in quanto che lo spirituale contatto con vicini
-dediti al paganesimo era grandemente
-temuto”&nbsp;<a id="FNa_193"></a><a href="#Fn_193" class="fna">(193)</a>.
-Nè poteva esser commerciante un popolo come l'ebreo
-dedito alla vita campestre e siffattamente avverso ai
-pericoli marittimi ed alle peregrinazioni, che, costretto
-per forza alla vita girovaga nelle sue prime cattività,
-serba però l'amore della sua terra, vi ritorna
-numeroso, e sforzato a mutar paese, preferisce all'esilio
-la
-morte&nbsp;<a id="FNa_194"></a><a href="#Fn_194" class="fna">(194)</a>.
-</p>
-
-<p>
-Come va dunque che questo popolo essenzialmente agricolo,
-questo popolo che, come ebbimo già occasione di
-notare, pone, a capo delle sue leggi tradizionali, un trattato
-di legislazione agricola, questo popolo, cui nessuna
-industria, tranne il commercio, era estranea, divenisse a
-poco a poco esclusivamente commerciante e concentrasse
-per secoli la miglior parte della sua attività in quella
-industria appunto da cui maggiormente abborrivano i suoi
-antenati?
-</p>
-
-<p>
-A Roma, dove, come già vedemmo, gli Ebrei erano
-numerosissimi, essi, vivendo sullo stesso piede dei cittadini
-romani, si consacravano ad ogni genere di industria.
-</p>
-
-<p>
-Vennero i tempi delle persecuzioni, e delle numerose
-<span class="pageno" title="100" id="page-100"></span>
-interdizioni economiche di cui gli Ebrei furono vittima, e
-prima fra queste interdizioni fu quella che proibiva loro
-l'acquisto di beni stabili. Da qui l'impossibilità per l'ebreo
-agiato di consacrarsi all'agricoltura. È vero che questo
-divieto di possedere beni stabili non fu sempre e dovunque
-osservato con uguale rigidezza, ma anche là dove la
-legge avrebbe forse permesso loro l'acquisto di qualche
-pezzo di terra, come mai avrebbe potuto risolversi un ebreo
-a comperarlo, se sempre e dovunque essi non erano che
-tollerati e continuamente minacciati di espulsione? Chi non
-sa la sicurezza essere la prima condizione della proprietà
-fondiaria? Tolta agli Ebrei agiati la possibilità di divenir
-proprietari, ne veniva per conseguenza che gli Ebrei poveri
-rifuggissero dall'agricoltura. Chi è mai quell'uomo che
-abbraccia spontaneamente un'arte, un mestiere qualsiasi,
-quando sa già da prima che in quell'arte, in quel mestiere,
-gli sarà vietato ogni progresso? Chi entrerebbe volontario
-nelle milizie, quando avesse la certezza assoluta di non
-divenir mai tampoco caporale? e chi vorrebbe darsi ai
-lavori agricoli sapendo di non poter mai divenir proprietario
-del più modesto pezzo di terra? E d'altronde l'odio
-cui eran fatti segno gli Ebrei avrebbe loro permesso
-di trovar lavoro sui campi altrui, quando ai loro correligionari
-ricchi era vietato di possederne? È almeno lecito
-il dubitarne.
-</p>
-
-<p>
-E se ad essi era vietata l'agricoltura, lo era del pari
-l'esercizio delle arti, delle manifatture.
-</p>
-
-<p>
-Il regime delle corporazioni di arti e mestieri, che fu
-la forma quasi esclusiva dell'ordinamento del lavoro, dall'età
-di mezzo fino a Turgot ed a Luigi XVI, bastava
-da solo a togliere agli Ebrei ogni possibilità di esercitare
-qualsivoglia industria.
-</p>
-
-<p>
-Tenuto a vile, dispregiato, odiato, l'Ebreo è costretto
-ad abbracciare l'unica professione che gli si lascia libera,
-<span class="pageno" title="101" id="page-101"></span>
-e questa professione è quella che fin dai tempi di Cicerone
-era ritenuta
-sordida&nbsp;<a id="FNa_195"></a><a href="#Fn_195" class="fna">(195)</a>:
-il commercio.
-</p>
-
-<p>
-Sarà gloria dell'Ebreo aver rialzato questa professione,
-e se stesso con essa, ed aver sempre lottato e reagito
-contro il pregiudizio castigliano che aveva infettato l'Europa
-intiera: la nobiltà consistere nell'ozio.
-</p>
-
-<p>
-Ma già udiamo obbiettarci che ciò che si rimprovera
-agli Ebrei non è soltanto l'abbandono dell'agricoltura e
-delle altre industrie, ma specialmente l'esercizio dell'usura
-e la disonestà nel commercio.
-</p>
-
-<p>
-Veniamo quindi all'usura.
-</p>
-
-<p>
-Fra le molte accuse lanciate contro gli Ebrei dei tempi
-di Augusto a Roma non troviamo questa di usura.
-</p>
-
-<p>
-Ma sarebbe un voler negare la luce del sole, negare
-che essi abbiano nei tempi posteriori esercitato l'esosa
-industria.
-</p>
-
-<p>
-Sarà però opportuno intendersi subito sul significato
-vero di questa brutta parola.
-</p>
-
-<p>
-“L'interesse dei capitali prestati, dice il principe degli
-Economisti francesi, chiamato mal a proposito <em>interesse
-del danaro</em>, chiamavasi anticamente <em>usura</em> (fitto dell'uso,
-del godimento), ed era la parola propria, poichè l'interesse
-è un prezzo, un fitto che si paga per avere il godimento
-di un valore. Ma questa parola è diventata odiosa,
-essa non desta più se non l'idea di un interesse illegale,
-esorbitante, talchè se ne è a lei sostituita un'altra più
-onesta e meno espressiva secondo il
-solito”&nbsp;<a id="FNa_196"></a><a href="#Fn_196" class="fna">(196)</a>.
-</p>
-
-<div>
-<span class="pageno" title="102" id="page-102"></span>
-</div>
-
-<p>
-Allorquando noi troviamo quindi impiegata dagli storici
-la parola <em>usura</em>, non dobbiamo prenderla nel senso
-che oggi vi si annette.
-</p>
-
-<p>
-Oggi che le leggi, informandosi ai canoni della scienza
-economica, riconoscono la libertà dell'interesse, oggi che
-il negoziante, l'industriale, trova facilmente, ad equo interesse,
-i capitali di cui abbisogna, oggi infine che il denaro
-è a buon diritto considerato una merce come qualsivoglia
-altra, oggi l'usuraio è quel vilissimo trafficante
-che specula sulle dissipazioni della gioventù, o sui bisogni
-di quegli infelici che ridotti alla estrema miseria non potrebbero
-procurarsi altrimenti il denaro di cui abbisognano.
-</p>
-
-<p>
-Nei tempi andati ben diversamente procedevano le cose.
-</p>
-
-<p>
-Tutti sanno quanto odiosi si fossero resi nell'antica
-Roma i prestatori di denaro.
-</p>
-
-<p>
-Bruto, Cassio, Antonio, Silla, persino il gran Pompeo
-ed il severo Catone prestano ad usura e non arrossiscono
-di esigere interessi che variano dal 48 al 70 per cento
-all'anno.
-</p>
-
-<p>
-Cicerone, governatore della Cilicia, si crede il benefattore
-della provincia per aver abbassato il saggio dell'interesse
-al 12&nbsp;% annuo, più un diritto di commissione
-in caso di ritardo o di rinnovamento.
-</p>
-
-<p>
-Il Cristianesimo, venuto a bandire al mondo una parola
-d'amore, doveva reagire in senso opposto.
-</p>
-
-<p>
-Da ciò negli antichi dottori della Chiesa, a cominciare
-da San Giovanni Grisostomo, quella tendenza a
-riguardare come illecito il prestito ad interesse, tendenza
-che diveniva tanto più pronunciata quanto più l'abuso,
-contro cui volevasi reagire, era più frequente e radicale;
-e che questo abuso si mantenesse tale nei primi
-secoli dell'età di mezzo, ce lo provano i capitolari di Carlo
-Magno, che più di venti volte tornano sull'argomento e
-non cessano di biasimare l'usura in ogni modo, lasciando
-<span class="pageno" title="103" id="page-103"></span>
-intendere che era allora colpa comune così al clero come
-agli altri
-abitanti&nbsp;<a id="FNa_197"></a><a href="#Fn_197" class="fna">(197)</a>.
-</p>
-
-<p>
-San Tomaso d'Aquino, per dir d'un solo, fondandosi sul
-principio che le cose fungibili, che formano la materia
-del prestito, non hanno guari un uso che sia distinto
-dalla cosa stessa, ne conclude che vendere questo uso
-esigendone un prezzo è vendere una cosa che non
-esiste&nbsp;<a id="FNa_198"></a><a href="#Fn_198" class="fna">(198)</a>,
-ovvero esigere due volte il prezzo della medesima
-cosa, poichè la sorte principale restituita è esattamente
-l'equivalente della cosa prestata, e che non
-avendo niun dato valore al di là della cosa prestata,
-l'interesse che se ne riceverebbe in dippiù sarebbe un
-prezzo
-doppio&nbsp;<a id="FNa_199"></a><a href="#Fn_199" class="fna">(199)</a>.
-</p>
-
-<p>
-Sarebbe sfoggio di erudizione altrettanto facile quanto
-impertinente riunire qui centinaia di decisioni di Concilii,
-di bolle pontificie, di passi di autori i più ortodossi, che,
-tutti ad una voce, condannano l'usura, designando con
-tal nome, non l'usura quale oggi si intende, ma il semplice
-prestito ad interesse.
-</p>
-
-<p>
-Verso la metà del secolo scorso, un papa, ed un gran
-papa, Benedetto XIV, esortava ancora i vescovi a dimostrare
-ai popoli quanto sia grave il peccato di usura,
-reprimendo i discorsi di quelli che lo spacciavano come
-indifferente&nbsp;<a id="FNa_200"></a><a href="#Fn_200" class="fna">(200)</a>.
-</p>
-
-<div>
-<span class="pageno" title="104" id="page-104"></span>
-</div>
-
-<p>
-Non è còmpito nostro indagare quale influenza siffatto
-divieto esercitasse sui progressi della ricchezza nei paesi
-cattolici. Sismondi, storico ed economista valentissimo,
-ma alla Chiesa cattolica punto benevolo, ne fa risultare
-“nel popolo assai più grande abitudine di dissipazione,
-perchè l'economia non conduceva all'agiatezza, e un
-capitale ammassato non era se non una occasione di
-più a peccare qualora si avesse voluto farlo
-fruttare”&nbsp;<a id="FNa_201"></a><a href="#Fn_201" class="fna">(201)</a>.
-Non è possibile non convenire in questo giudizio
-dello scrittore protestante, ma l'imparziale filosofo
-della storia potrebbe esprimere il proprio rammarico che
-il Sismondi non abbia tenuto conto di due cose; e cioè
-della reazione necessaria che il Cristianesimo doveva portare
-contro i feneratori di Roma pagana, e delle condizioni
-della società nell'evo medio, che rendevano assai
-raro il bisogno del mutuo veramente ed economicamente
-utile, cioè del mutuo contratto per dar vita a traffichi
-e ad industrie, e frequentissimo invece il mutuo dannoso
-ed antieconomico, quello cioè contratto per far fronte ai
-bisogni della vita, o peggio, della dissipazione.
-</p>
-
-<p>
-Non ci eleveremo dunque noi a giudici dell'opinione
-che vietava ai cattolici di dar denaro ad interesse, paghi
-di far notare che siffatta opinione, benchè in altri tempi
-universalmente adottata, non venne mai ritenuta come
-essenzialmente legata alla Fede; e ce lo prova, incontestabilmente,
-il diritto romano, che, compilato quando il Cristianesimo
-già era la sola religione dell'impero, autorizza,
-esplicitamente, il prestito ad
-interesse&nbsp;<a id="FNa_202"></a><a href="#Fn_202" class="fna">(202)</a>.
-</p>
-
-<div>
-<span class="pageno" title="105" id="page-105"></span>
-</div>
-
-<p>
-Vietato ai Cristiani il dar denaro ad
-interesse&nbsp;<a id="FNa_203"></a><a href="#Fn_203" class="fna">(203)</a>,
-vietata agli Ebrei ogni altra industria, era naturale, era
-forzato che gli Ebrei dovessero dedicarsi tutti, o quasi
-tutti, all'arte feneratizia, nella quale però ebbero predecessori
-e compagni i lombardi ed i caorsini.
-</p>
-
-<p>
-Nè si potrebbe negare che gli Ebrei, specialmente nell'età
-di mezzo, esigessero interessi tanto esorbitanti da
-sembrarci oggi impossibili.
-</p>
-
-<p>
-Ma i fenomeni economici hanno questo di comune coi
-poemi, che non possono essere apprezzati al loro giusto
-valore se non si pon mente alle condizioni di tempo e di
-luogo in cui si producono.
-</p>
-
-<p>
-Poche parole di Giambattista Say ritrarranno queste
-condizioni meglio che noi non potremmo fare in un intiero
-volume: “Quando il bisogno di pigliare a prestanza
-ne faceva tollerare l'uso presso gli Ebrei, questi erano
-esposti a tante umiliazioni, avarie, estorsioni, ora sotto
-un pretesto, ora sotto un altro, che solo un interesse
-considerabile era capace di contrappesare vilipendii e
-perdite tanto moltiplicate. Lettere patenti del re Giovanni
-dell'anno 1360 autorizzano gli Ebrei a prestare
-sopra pegno <i class="quo">ritirando per ciascuna lira, ossia venti
-soldi, quattro denari di interesse per settimana</i>, il che
-fa più di <em class="sc">ottantasei per cento</em> l'anno; ma nell'anno
-successivo quel principe, il quale non di meno passa
-<span class="pageno" title="106" id="page-106"></span>
-per uno dei più fedeli alla propria parola, di quanti ne
-abbiamo avuti, fece segretamente diminuire la quantità
-di metallo fino contenuto nelle medesime
-monete&nbsp;<a id="FNa_204"></a><a href="#Fn_204" class="fna">(204)</a>,
-talchè i prestatori non ricevettero più in rimborso un
-valore eguale a quello che avevano prestato. Basta ciò
-per spiegare e giustificare i grossi interessi che essi
-esigevano”&nbsp;<a id="FNa_205"></a><a href="#Fn_205" class="fna">(205)</a>.
-</p>
-
-<p>
-Se a noi fosse lecito tessere in queste pagine la storia
-cruenta delle persecuzioni di Israello, e studiare i rapporti
-tra questa storia e le condizioni economiche dei varî
-paesi d'Europa, noi vedremmo un fenomeno singolare. Vedremmo
-i feudatarî, i principi, talvolta, ma più raramente;
-anche i Comuni, accordare agli Ebrei privilegi esorbitanti,
-facilitare loro con ogni modo l'esercizio dell'usura, servirsene
-<span class="pageno" title="107" id="page-107"></span>
-quindi come di stromento per suggere tutto l'oro
-del paese e poi vessarli, imprigionarli, martoriarli in
-ogni guisa, per togliere loro sino all'ultimo obolo il denaro
-ammassato. I principi e i governi si valgono degli
-Ebrei come di una macchina di drenaggio, e praticano verso
-di loro il sistema che un ministro belga opponeva anni
-sono, con raro cinismo, dall'alto della tribuna, a coloro
-che gli rimproveravano di permettere che le corporazioni
-religiose venissero costituendosi dei patrimonî. “Lasciatele
-arricchire, un giorno o l'altro una nuova legge di incameramento
-farà ricadere tutti quei beni così laboriosamente
-accumulati in proprietà dello Stato. <i class="quo" xml:lang="fr">C'est une
-poire pour la soif.</i>” E gli Ebrei furono, per secoli
-intieri, <em xml:lang="fr">la poire pour la soif</em> di principi, di baroni, di
-Comuni.
-</p>
-
-<p>
-L'interesse che essi esigevano dagli infelici, che avevano
-ricorso a loro per denaro, doveva quindi esser esorbitante;
-e un osservatore imparziale può di una sola cosa meravigliarsi,
-che esso non fosse anche maggiore di quello
-che fu. Chi ha studiato le leggi più elementari della economia
-sociale, non ignora infatti che il saggio dell'interesse,
-come il prezzo di ogni derrata, non dipende dalla
-volontà del legislatore, ma da determinate circostanze di
-luogo e di fatto, alle cui conseguenze nessuna forza umana
-può sottrarsi. Queste circostanze costituiscono ciò
-che, nel linguaggio dei moderni uomini d'affari, si chiama
-la situazione del mercato. Abbondano i capitali, l'orizzonte
-politico, scevro di nubi, promette lunghi anni di pace e
-di tranquillità, ed il saggio dell'interesse si riduce a bassissimo
-livello. Scarseggiano invece i capitali, le condizioni
-politiche fanno presagire rivoluzioni o guerre, il
-denaro si rimpiatta, ed il saggio dell'interesse sale, con
-altezza vertiginosa, e ciò per due ragioni. E perchè il
-numerario obbedisce, come ogni altra derrata, alla legge
-<span class="pageno" title="108" id="page-108"></span>
-della offerta e della domanda, ed è tanto più caro quanto
-più è domandato, tanto più a buon mercato quanto più offerto;
-e perchè in questo contratto speciale del mutuo
-entra un elemento specialissimo, che non entra in nessun
-altro contratto. Per quanto rara sia una derrata, la sola
-legge dell'offerta e della domanda basta a determinarne
-il prezzo. Nel contratto di mutuo invece, chi dà a prestito
-deve tener conto della maggiore o minor probabilità cui
-va incontro di non aver più restituito il capitale che dà a
-mutuo. Questa è la ragione per cui, mentre oggi il saggio
-dell'interesse è del 3 per cento per gli effetti di primo
-ordine, è del cinquanta e del sessanta pei figli di famiglia
-e per gli impiegati. Questa è la ragione, per cui chi
-investe i suoi denari in consolidato inglese ne ricava appena
-il tre per cento, chi li investe in carte turche o
-spagnuole, ne ottiene, sulla carta, il sessanta ed il settanta
-per cento.
-</p>
-
-<p>
-In fatto di investimento di capitali è sempre vero l'assioma
-di quel banchiere: chi vuoi mangiar molto, dorme
-poco, e chi si contenta di mangiar poco, dorme molto;
-ciò che equivale a dire che nell'arte feneratizia è impossibile
-conciliare la sicurezza del capitale impiegato col
-largo profitto degli interessi.
-</p>
-
-<p>
-Si giudichi, al lume di queste premesse, quale doveva
-essere il saggio generale degli interessi negli scorsi secoli.
-La storia ci insegna come, per lunga serie di anni,
-i capitali fossero così scarsi da essere impari agli scarsissimi
-bisogni, e ci apprende come gli annali di Europa
-altro non fossero che una serie non interrotta di guerre,
-di rapine, di pestilenze, di carestie.
-</p>
-
-<p>
-Ma quasi tutto ciò non bastasse a rendere elevatissimo
-il saggio generale dell'interesse nei tempi scorsi, un altro
-elemento vi concorreva potentemente.
-</p>
-
-<p>
-Il fondatore della moderna scienza economica, Adamo
-<span class="pageno" title="109" id="page-109"></span>
-Smith, annoverando le ragioni che contribuiscono a rendere
-più o meno elevato il salario di talune professioni,
-vi comprese, a grandissima ragione, la maggiore o minore
-stima da cui sono circondate.
-</p>
-
-<p>
-L'asserzione dell'immortale scozzese non ha d'uopo di
-essere dimostrata. <i class="quo" xml:lang="la">Non de solo pane vivit homo</i>
-è verità
-incontestabile, ed ognuno si acconcierà più volontieri a
-ricevere un più modesto salario in una professione, che
-lo faccia segno alla pubblica considerazione, di quello che
-riceverne uno più elevato per vedersi oggetto della generale
-animaversione.
-</p>
-
-<p>
-Ora, quale era il concetto che nei tempi andati avevasi
-dei feneratori? Ce lo dica il buon ministro di Luigi XVI,
-Turgot, l'uomo di cui fu detto, che avrebbe salvato la
-monarchia in Francia, se la monarchia avesse potuto
-essere allora salvata:
-</p>
-
-<p>
-“Piace prendere a prestito, ma è duro essere obbligati
-a restituire. La soddisfazione che si prova nel
-trovare ciò di cui si ha bisogno allorquando si è stretti
-dalla necessità, svanisce assieme al bisogno appagato,
-che invece rinasce ben presto. Il debito resta, ed il
-peso se ne fa sentire ad ogni momento sino a che siasi
-potuto pagarlo. Si crede che colui che presta non dia
-che il suo superfluo, superfluo che è il necessario per
-colui che riceve. Quantunque la giustizia rigorosa sia
-intieramente a favore del prestatore che non reclama
-che quanto gli è dovuto, la commiserazione, la simpatia
-sono sempre dal lato del debitore. Si sente che questi
-restituendo sarà ridotto all'ultima miseria, mentre il
-creditore può vivere anche senza ciò che gli è dovuto.
-Questo sentimento si verifica anche allorquando il prestito
-è puramente gratuito; a maggior ragione allorquando
-il prestito non fu pattuito che contro un interesse;
-il debitore, che in questo caso si tiene sgravato
-<span class="pageno" title="110" id="page-110"></span>
-da ogni gratitudine, soffre con indignazione le persecuzioni
-del creditore.”
-</p>
-
-<p>
-Ed ecco quindi la disistima, la antipatia universale
-perseguitare il creditore, e tanto più acerbamente in quei
-tempi nei quali l'opinione pubblica vede, in chi dà denaro
-a mutuo, uno spregiatore di ogni legge divina ed umana.
-</p>
-
-<p>
-E questa disistima, questa pubblica antipatia costituiscono
-un nuovo elemento che viene ad accrescere il saggio
-dell'interesse, perchè chi ne è vittima vuole trovare un
-indennizzo a questa impopolarità nella larghezza dei
-profitti.
-</p>
-
-<p>
-Queste erano le condizioni generali dell'industria feneratizia
-nei secoli scorsi, e se l'indole del nostro lavoro
-non ci consente di seguirne le differenti fasi da Carlo
-Magno sino alla Rivoluzione francese, possiamo però dire
-che se le condizioni, che abbiamo visto influire a mantener
-sempre elevatissimo il saggio dell'interesse, aumentarono
-o scemarono d'intensità in diversi tempi, ed in diversi
-paesi, esse sussistettero però sempre, dalla caduta dell'impero
-romano sino alla rivoluzione francese.
-</p>
-
-<p>
-I lombardi, i caorsini che precedettero gli Ebrei nell'esercizio
-dell'arte
-feneratizia&nbsp;<a id="FNa_206"></a><a href="#Fn_206" class="fna">(206)</a>, e che la esercitarono
-poi per lungo tempo assieme ed in concorrenza con loro,
-<span class="pageno" title="111" id="page-111"></span>
-non isfuggirono certamente a queste leggi generali e le
-poche notizie che abbiamo sul saggio dell'interesse da
-essi prelevato bastano a far chiaro come questo raggiungesse
-altezze mostruose, che le leggi proibitive della
-usura non giovavano, naturalmente, che ad accrescere.
-</p>
-
-<p>
-Nessuno ha mai detto che gli Ebrei esigessero un
-interesse maggiore di quello che esigevano Lombardi e
-Caorsini&nbsp;<a id="FNa_207"></a><a href="#Fn_207" class="fna">(207)</a>;
-nè avrebbero potuto farlo, perchè se è pur
-vero che l'industria feneratizia è, fra tutte, quella in cui
-il fenomeno della concorrenza si esplica meno palesemente,
-è anche vero, che nessuno avrebbe consentito a pagare,
-ad un Ebreo, un interesse maggiore di quello che avrebbe
-potuto pattuire con altri.
-</p>
-
-<p>
-Eppure abbondano argomenti per dimostrare che se
-Ebrei e Lombardi esigevano eguale interesse, ciò che per
-i secondi era lauto profitto, diveniva interesse meno che
-rimuneratore per gli Ebrei.
-</p>
-
-<p>
-Ad ogni momento leggi ed editti di principi li cacciavano
-dai paesi dove avevano dimora; ad ogni momento
-altre leggi esoneravano i Cristiani dall'obbligo di pagare
-i loro debiti verso gli Ebrei; o, ciò che per questi infelici
-tornava esattamente lo stesso, obbligava i debitori cristiani
-a pagare al principe, al signore, le somme che loro
-erano state mutuate dagli Ebrei.
-</p>
-
-<div>
-<span class="pageno" title="112" id="page-112"></span>
-</div>
-
-<p>
-Nell'impossibilità assoluta di dare neppure un breve
-quadro delle sofferenze della nazione giudaica, piglieremo
-a prestito dal Blanqui poche linee, che se si riferiscono
-ad un sol paese e ad un solo regno, sono però l'esatta
-dipintura di quanto avveniva sempre e dovunque:
-</p>
-
-<p>
-“Di tutti i Re che occuparono il trono [di Francia]
-durante circa due secoli [1180&ndash;1328], non ve ne fu uno
-che trascurasse di dar prova della sua potenza e della
-sua ortodossia con provvedimenti severi contro gli
-Ebrei; ad ogni istante si vedono pubblicate ordinanze
-contro questi paria del medio-evo, considerati siccome
-la materia imponibile per eccellenza. Filippo Augusto
-ne promulgò quattro rimasti celebri: nella prima li
-minaccia, nella seconda li spoglia, nella terza li scaccia,
-e nella quarta proscioglie i loro debiti. Luigi VIII pubblicò
-del pari la sua: soppresse ogni specie d'interesse,
-ed ordinò si pagassero ai signori le somme che erano
-dovute agli Ebrei. Abbiamo già veduto San Luigi non
-essersi mostrato meno severo con
-loro&nbsp;<a id="FNa_208"></a><a href="#Fn_208" class="fna">(208)</a>;
-Filippo <em>il
-Bello</em>, Luigi <em>il Protervo</em>, continuarono il sistema dei
-loro
-predecessori&nbsp;<a id="FNa_209"></a><a href="#Fn_209" class="fna">(209)</a>.”
-</p>
-
-<p>
-Si vede, da quanto precede, che allorquando un Ebreo si
-toglieva una moneta di tasca, per darla a prestito, egli
-doveva calcolare che novantanove volte sopra cento non
-l'avrebbe mai più riveduta.
-</p>
-
-<p>
-Ed in fatti quando i pubblici poteri non erano autori
-delle spogliazioni commesse a danno degli Ebrei, i debitori
-<span class="pageno" title="113" id="page-113"></span>
-trovavano un modo spiccio assai di pagare i loro
-debiti.
-</p>
-
-<p>
-Si accusava un ebreo di qualsivoglia più pazza ed impossibile
-scelleraggine; di aver avvelenato i pozzi, di
-aver diffuse le pestilenze, di aver vituperato il Santissimo
-Sacramento o che so io; e senza altra forma di processo,
-si dava mano alle armi, si massacravano gli Ebrei, si
-spogliavano le loro case, e soprattutto si distruggevano
-i titoli di credito che esistevano presso di loro.
-</p>
-
-<p>
-Fu notato, che, in certi paesi, le rivoluzioni cominciano
-sempre col dar fuoco agli archivi criminali, tanto importa
-a certi rivoluzionari di far sparire le traccie del
-loro passato, e le sommosse contro gli Ebrei si manifestavan
-sempre, in tutti i tempi ed in tutti i paesi, col
-distruggerne i registri ed i titoli di credito.
-</p>
-
-<p>
-Questa verità non è sfuggita agli storici ed il Roscher,
-l'illustre professore dell'Università di Lipsia, l'esponeva
-con queste parole: “Molte persecuzioni del più tardo
-medio-evo, nelle quali soprattutto si trattava di annullare
-le obbligazioni di debito verso gli Ebrei, sono a
-considerarsi quali crisi di credito in foggia barbarica,
-quale una forma medio-evale di quelle che oggi si
-chiamano <em>rivoluzioni
-socialistiche</em>&nbsp;<a id="FNa_210"></a><a href="#Fn_210" class="fna">(210)</a>.”
-</p>
-
-<p>
-Anche il Beugnot riconosce che più d'una volta gli
-Ebrei vennero massacrati, ben più come creditori che come
-eretici&nbsp;<a id="FNa_211"></a><a href="#Fn_211" class="fna">(211)</a>.
-</p>
-
-<p>
-Meno scientificamente, ma più efficacemente forse, un
-brioso giornale cittadino, il <cite>Pasquino</cite>, definiva
-testè l'<em>antisemitismo</em>
-altro non essere che un <em>anticreditorismo</em>.
-</p>
-
-<div>
-<span class="pageno" title="114" id="page-114"></span>
-</div>
-
-<p>
-Se a queste persecuzioni sistematiche, a questi massacri
-periodici, aggiungiamo il fatto che, anche nei paesi dove
-erano meglio trattati, gli Ebrei erano soggetti a gravissime
-tasse speciali, per ciò soltanto che erano Ebrei; se
-poniam mente che i loro poveri essendo esclusi dalla pubblica
-beneficenza, toccava ai ricchi ebrei di provvedere ai
-loro bisogni, si comprenderà di leggieri che essi erano
-costretti a gravare la mano sugli infelici loro debitori.
-</p>
-
-<p>
-È un circolo vizioso cui non si sfugge: le persecuzioni,
-i massacri contro gli Ebrei, obbligano questi a mostrarsi
-più avidi, più duri coi loro debitori; e questa avidità e
-questa durezza generano nuove persecuzioni, nuovi massacri.
-</p>
-
-<p>
-Qui si presenta naturale una domanda: come mai malgrado
-tante e così violente persecuzioni, malgrado il continuo
-timore in cui dovevano vivere, di vedersi frustrati
-ad un tempo e dello sperato beneficio e del loro stesso
-capitale, continuavano essi ad esercitare l'industria feneratizia?
-La risposta è semplice. Davan danaro a prestito
-perchè non era loro permesso di impiegare in altro modo
-quella parte dei loro capitali che era esuberante ai loro
-commerci; perchè non potevano acquistare o coltivar terre,
-nè divenir proprietari di edifizi urbani, perchè erano,
-come vedemmo, sopracarichi di imposte e di spese di beneficenza,
-e perchè occorreva loro spender molto denaro
-per soddisfare l'avidità dei sovrani e dei principi che
-vendevan loro a caro prezzo il diritto di soggiornare nei
-loro paesi, e quella dei cortigiani che intercedevano per
-loro, presso il governo, protezione che era sempre ben
-lungi dall'essere gratuita.
-</p>
-
-<p>
-Sarebbe del resto singolare contraddizione del secolo
-nostro, che esalta, forse oltre il dovere, i beneficî del
-credito, dimenticare che all'esercizio dell'arte feneratizia
-praticata dagli Ebrei, devono ascriversi quei grandi progressi
-<span class="pageno" title="115" id="page-115"></span>
-economici di cui oggi si mena tanto vanto e che
-i nuovi popoli devono agli Ebrei del medio evo:
-</p>
-
-<p>
-1º L'introduzione degli <em>interessi del capitale</em>, senza
-cui non sarebbe neppur pensabile uno sviluppo superiore
-del credito, ed anzi nemmeno della formazione del capitale
-e della divisione del lavoro. Se questo progresso era in
-parte soltanto una ristorazione di quanto aveva conosciuto
-l'epoca, altamente incivilita, dei Greci e dei Romani,
-non è così del
-</p>
-
-<p>
-2º Dell'invenzione, cioè, della cambiale, la quale è
-innovazione di un valore storico mondiale, essendo quella
-di uno stromento che ha per il commercio del danaro,
-presso a poco la stessa importanza della ferrovia per la
-industria dei trasporti, e del telegrafo per lo scambio
-delle
-notizie&nbsp;<a id="FNa_212"></a><a href="#Fn_212" class="fna">(212)</a>.
-</p>
-
-<p>
-Nè l'azione benefica esercitata dagli Ebrei sul progresso
-economico, nei tempi più caliginosi del medio evo,
-si limita all'industria feneratizia; soli, concentrando, sul
-commercio dell'oro e dell'argento, una attenzione che i
-pregiudizi dei loro contemporanei li impedivano di occupare
-altrove, prepararono la grande rivoluzione monetaria,
-che la scoperta delle miniere d'America e l'impianto
-delle banche europee dovevano compiere nel mondo; e
-quasi ciò non bastasse, ogni qual volta le leggi non lo
-vietavano loro, e spesso anche malgrado il divieto delle
-leggi, essi esercitavano ogni specie di commercio.
-</p>
-
-<p>
-“Allorquando la moltiplicità dei pedaggi e la tirannide
-dei signori feudali rendevano impossibile ogni speculazione
-che non fosse quella dei piccoli mercanti dei borghi e delle
-città, gli Ebrei, più arditi, più facili a muoversi, volgevano
-l'animo a più vaste operazioni e lavoravano in silenzio
-<span class="pageno" title="116" id="page-116"></span>
-ad avvicinare continenti ed a riannodare i regni.
-Essi evitavano le barriere ed i fortilizi, nascondendo accuratamente,
-sotto miserabile apparenza, la loro reale
-ricchezza ed il segreto delle loro transazioni. Andavano
-a cercare a grandi distanze e mettevano a portata dei
-consumatori meno poveri, i prodotti poco conosciuti dei
-paesi i più remoti. A forza di errare e di correre di paese
-in paese, avevano acquistato una conoscenza esatta dei
-bisogni di tutte le piazze commerciali; sapevano dove si
-doveva comperare e dove si poteva vendere: pochi campioni
-ed un libriccino di note bastavano per le loro operazioni
-le più importanti. Corrispondevano fra loro sotto la
-fede di impegni che il loro interesse li obbligava a
-rispettare&nbsp;<a id="FNa_213"></a><a href="#Fn_213" class="fna">(213)</a>,
-circondati come erano da nemici di ogni
-specie. Il commercio ha perduto la traccia delle ingegnose
-invenzioni che furono il risultato dei loro sforzi,
-ma è alla loro influenza che sono dovuti i progressi rapidi
-di cui la storia ci ha segnalato il brillante fenomeno
-in mezzo agli orrori della notte
-feudale&nbsp;<a id="FNa_214"></a><a href="#Fn_214" class="fna">(214)</a>.”
-</p>
-
-<p>
-Il valore economico degli Ebrei non può del resto esser
-revocato in dubbio da nessuno storico imparziale; è ad esso,
-ad esso soltanto, che questo popolo va debitore della sua
-conservazione, malgrado le atroci, inaudite persecuzioni di
-cui fu vittima; senza il loro valore economico, gli Ebrei
-<span class="pageno" title="117" id="page-117"></span>
-sarebbero stati distrutti, ed il loro nome, come quello di
-molte sètte del Cristianesimo, non sarebbe più che una
-memoria storica.
-</p>
-
-<p>
-Questo valore economico fu spesso riconosciuto dai loro
-stessi più acerbi nemici, che or proscrivendoli, or richiamandoli,
-attestavano l'importanza che ha la ricchezza
-mobiliare creata dal lavoro e dall'industria. Egiza, re visigoto
-di Spagna, uno dei loro più crudeli persecutori,
-mentre li bandisce dai suoi Stati, fa eccezione per quelli
-della Settimania, “allo scopo, diceva, di riparare le
-sventure che questa provincia aveva provato, e perchè
-gli Ebrei potessero ristabilirne le finanze sia per via dei
-tributi che pagavano al fisco, sia colla loro attività ed
-industria”&nbsp;<a id="FNa_215"></a><a href="#Fn_215" class="fna">(215)</a>.
-Luigi III e Filippo l'Ardito dissero nelle
-loro lettere di richiamo agli Ebrei, nei loro Stati, che
-non trovavano altro mezzo per ristabilire le decadute
-finanze, che il richiamare gente propria a far fiorire il
-commercio e circolare il
-denaro&nbsp;<a id="FNa_216"></a><a href="#Fn_216" class="fna">(216)</a>.
-</p>
-
-<p>
-San Pio V, uno dei pochissimi Papi che perseguitarono
-gli Ebrei, dichiara, nelle sue bolle, che mantiene gli Ebrei
-in Ancona per non distruggere il commercio col Levante.
-</p>
-
-<p>
-Quasi contemporaneamente il glorioso restauratore della
-Dinastia Sabauda, l'eroe di San Quintino, Emanuele Filiberto,
-accordando con un decreto del 1572, che è, per
-quei tempi, monumento insigne di tolleranza, facoltà agli
-Ebrei di stabilirsi nei suoi Stati, dichiara espressamente
-esservisi indotto “per commodo delli nostri sudditi et
-beneficio del
-paese”&nbsp;<a id="FNa_217"></a><a href="#Fn_217" class="fna">(217)</a>.
-</p>
-
-<div>
-<span class="pageno" title="118" id="page-118"></span>
-</div>
-
-<p>
-Altri esempi potremmo addurre, ma bastino questi,
-come basti l'accennare che il declinare della grandezza
-spagnuola comincia positivamente dal giorno in cui
-300,000 israeliti, scuotendo dai loro calzari la polvere
-della terra di Torquemada, trasportarono e sparsero
-sulla superficie dell'Europa le ricchezze, l'istruzione e la
-industria loro. E ben lo sa Livorno, che deve il suo
-porto agli Ebrei portoghesi, come Ancona che riconosce
-la sua floridezza da certo dott. Fermo, ebreo, che fu il
-primo ad avanzare le sue imprese per l'ampliazione di
-esso&nbsp;<a id="FNa_218"></a><a href="#Fn_218" class="fna">(218)</a>.
-</p>
-
-<p>
-Da quanto abbiamo detto finora risulta, chiaramente
-provato, che gli Ebrei furono, nei secoli scorsi, altamente
-benemeriti del traffico e delle industrie; è però innegabile
-che oggi ancora in certi paesi d'Europa, che di civile
-hanno poco più che il nome, sorgono serie lagnanze
-contro gli Ebrei che vengono accusati di essere i monopolizzatori
-di ogni commercio. E questo avviene specialmente
-in Polonia.
-</p>
-
-<p>
-In altri tempi i sovrani di quel paese reputarono sana
-politica proteggere gli Ebrei, tanto che Boleslao e Casimiro,
-due re di quella contrada, per difenderli contro il
-fanatismo religioso delle popolazioni, affermarono in pubblici
-atti che la popolazione di Gerusalemme, essendo
-stata sterminata dalla conquista romana, è difficile rendere
-gli Ebrei moderni responsabili del sangue di Cristo.
-In grazia di questa protezione gli Ebrei si accrebbero
-siffattamente in quelle regioni che non è esagerazione
-affermare che oltre un sesto degli Ebrei di tutto il mondo
-è ripartito fra la Polonia russa, la Galizia e la Posnania.
-<span class="pageno" title="119" id="page-119"></span>
-Il governo russo è troppo parco di documenti statistici,
-perchè si possa conoscere con precisione qual sia la
-parte degli Ebrei nel movimento economico del paese,
-ma non abbiamo difficoltà ad ammettere, che essi abbiano
-concentrato nelle loro mani tutto il commercio di quelle
-contrade, e non abbiamo difficoltà ad ammetterlo, perchè
-sappiamo come i polacchi non abbiano mai avuto indole
-commerciale.
-</p>
-
-<p>
-Un insigne scrittore di cose economiche scrive di loro
-il seguente giudizio, che si potrà forse chiamare severo
-ma non certamente immeritato.
-</p>
-
-<p>
-“L'ufficio della Polonia nella storia del Commercio è
-intieramente passivo. Nessuna altra nazione in Europa
-si è mostrata così poco atta e chiamata al traffico
-ed alle industrie. Anche ai tempi della sua grandezza,
-quando confinava al Sud col Mar Nero ed al Nord col Baltico,
-quando perciò riuniva le più favorevoli condizioni
-per l'esercizio del Commercio internazionale, la Polonia
-non seppe trar alcun partito da simili vantaggi. Non
-ebbe mai navigazione; non seppe neanche giovarsi
-nell'interesse del suo dominio, del commercio marittimo
-dell'Asia che le conquiste della Russia occidentale
-nel 1460 e quelle della Livonia nel 1583 avevano
-messo in suo potere, o per lo meno crearsi sul Baltico
-una posizione uguale a quella degli altri paesi di
-riviera. Che cosa non sarebbero divenuti in altre mani
-i porti di Riga e di Danzica come emporio di un paese
-simile a quello che si estendeva dietro a loro! Col suo
-mirabile sistema di corsi d'acqua, e con la varietà delle
-sue naturali ricchezze, la Polonia fu ai tempi del suo
-splendore uno dei paesi più felicemente collocati per
-isvolgere un attivo commercio. Ma la sua deplorevole
-costituzione, l'amore delle conquiste, l'indole bellicosa,
-il poco gusto per le arti pacifiche, per il lavoro, ridussero
-<span class="pageno" title="120" id="page-120"></span>
-i polacchi ad un ufficio molto subalterno come
-popolo
-commerciante”&nbsp;<a id="FNa_219"></a><a href="#Fn_219" class="fna">(219)</a>.
-</p>
-
-<p>
-Ciò che lo Scherer scrive dei polacchi, può dirsi a buon
-dritto di tutta la razza slava, ed è perciò appunto che
-dai paesi slavi giungono continue lagnanze contro il monopolio
-degli Ebrei e dei tedeschi, lagnanze inspirate da
-quel sentimento di invidia connaturale all'uomo che suole
-muovere alti lamenti quando vede altri cogliere abbondanti
-frutti da un albero che egli ha sdegnato. E che
-questo, e non altro, sia il movente dell'agitazione vivissima
-che nell'Oriente d'Europa si manifesta contro gli
-Ebrei, lo proclamava recentemente l'ex-dittatore dell'Ungheria,
-Kossut, in una lettera da lui diretta al deputato
-Mezey per combattere l'antisemitismo:
-</p>
-
-<p>
-“L'agiatezza degli Ebrei, dice Kossut, dipende dalla
-loro attività e dal loro spirito di risparmio, e del
-regresso generale non sono colpa gli Ebrei, ma coloro,
-che per gli errori antichi, non sanno rivaleggiare
-con quelli.
-</p>
-
-<p>
-“Ricordo ai magiari, che tra i Cresi americani non
-v'ha neppure un Ebreo, perchè l'Ebreo non può rivaleggiare
-con
-l'Americano”&nbsp;<a id="FNa_220"></a><a href="#Fn_220" class="fna">(220)</a>.
-</p>
-
-<p>
-Del resto anche la pretesa ricchezza degli Ebrei venne
-assai esagerata, e noi, che ci siamo prefissi di avvalorare
-sempre le nostre parole coll'autorità degli uomini più eminenti
-di tutti i tempi e di tutti i paesi, lasciamo, anche su
-questo proposito, la parola ad un valentissimo economista
-<span class="pageno" title="121" id="page-121"></span>
-inglese, il Mac Culloch, e gliela lasciamo tanto più volentieri
-in quanto che il brano che stiamo per riferire, riassume
-maestrevolmente quanto siamo venuti finora dicendo.
-</p>
-
-<p>
-“Si è detto che gli Ebrei erano un esempio di un
-popolo la cui proprietà era stata lungo tempo esposta
-a una serie quasi non interrotta di assalti, e che nondimeno
-avevano continuato ad essere ricchi e industriosi.
-Ma allorchè lo si esamini rettamente, si troverà
-che gli Ebrei non fanno eccezione alla regola generale.
-I fortissimi pregiudizi che si sono quasi universalmente
-nudriti contro di loro, ebbero per lungo tempo
-l'effetto di impedir loro di acquistare nessuna proprietà
-in terra, e li esclusero dal partecipare ai fondi delle
-istituzioni pie dei varî paesi in cui erano sparsi. Non
-avendo perciò sussidi avventizi su cui basarsi, caso
-che divenissero infermi o poveri, provavano un bisogno
-fortissimo di risparmiare e di accumulare, ed essendo
-banditi dall'agricoltura erano per necessità costretti a
-coltivare il commercio e le arti. In un'età in cui la
-professione mercantile era guardata generalmente come
-cosa sordida, e in cui per conseguenza avevano pochi
-competitori, devono aver fatti grandi guadagni, sebbene
-questi si siano assai esagerati. Ma era naturale che
-quelli che si erano indebitati cogli Ebrei, dicessero che
-i loro profitti erano enormi: perchè così si infiammavano
-i pregiudizi che vi erano contro di loro, e si offriva
-un pretesto miserabile per defraudarli dei loro
-giusti diritti. Vi sono alcuni Ebrei ricchi nella massima
-parte delle vaste città dell'Europa, ma la gran
-maggioranza di quel popolo fu sempre ed è anche ora
-poverissimo”&nbsp;<a id="FNa_221"></a><a href="#Fn_221" class="fna">(221)</a>.
-</p>
-
-<div>
-<span class="pageno" title="122" id="page-122"></span>
-</div>
-
-<p>
-A queste parole del Mac Culloch ci sia permesso aggiungere
-due ultime considerazioni.
-</p>
-
-<p>
-I nemici del nome giudaico, e non son pochi, se da un
-lato fanno colpa agli Ebrei delle ricchezze di taluni loro
-correligionari, irridono poi all'umile professione di molti
-dei più poveri e dei più avviliti tra essi; quella del rivenditore
-di abiti e masserizie usate, del rigattiere.
-</p>
-
-<p>
-Eppure l'economista non isdegna quell'umile mestiere,
-e gli riconosce la sua larga parte di utilità economica;
-è il povero rigattiere che, colla industria sua, colla sua
-mano d'opera, ridà un valore a quanto lo aveva perduto,
-ed offre alle classi povere il mezzo di acquistare a poco
-prezzo le cose più necessarie alla vita. <i class="quo" xml:lang="fr">Le
-Temple</i>&nbsp;<a id="FNa_222"></a><a href="#Fn_222" class="fna">(222)</a>
-<i class="quo" xml:lang="fr">est la providence du peuple</i>, ha detto,
-e con ragione, un
-gran romanziere, che era nello stesso tempo uno degli
-apostoli del socialismo: Eugenio Sue.
-</p>
-
-<p>
-Questo pei poveri; quanto ai ricchi è pur d'uopo convenire
-che se essi sono tali è perchè le interdizioni di cui
-erano vittima nei tempi andati, non soltanto li spingevano
-forzatamente verso le professioni le più lucrative, ma li
-costringevano loro malgrado a tesaurizzare.
-</p>
-
-<p>
-Vietato agli Ebrei il conseguire gradi accademici, era
-tolto loro ogni incentivo agli studi letterali e cavallereschi,
-studi, che come ognun sa, non hanno mai arricchito
-nessuno. <i class="quo" xml:lang="la">Litterae non dant panem.</i>
-</p>
-
-<p>
-Vietato agli Ebrei, da numerose leggi suntuarie, l'uso
-di vesti fastose ed obbligati se non dalla legge, dalla
-prudenza, a dissimulare sotto sordide vesti la loro agiatezza,
-per non esporsi a rapine ed a violenze.
-</p>
-
-<div>
-<span class="pageno" title="123" id="page-123"></span>
-</div>
-
-<p>
-Vietato il possedere case, il fabbricarne, e costretti a
-dimorare nei sordidi ghetti, atti soltanto a far fuggire
-ogni idea di adornare e di abbellire anco l'interno della
-propria dimora.
-</p>
-
-<p>
-Vietata ogni sontuosità nei loro tempî, nei loro cimiteri,
-in tutte le pratiche di culto dove la pia munificenza
-dei Cristiani profondeva, negli scorsi secoli, tesori a dovizie.
-</p>
-
-<p>
-Vietata ad essi ogni ingerenza nei pubblici affari.
-</p>
-
-<p>
-Vietato ad essi l'aver domestici cristiani, e, persino,
-l'aver commercio con femmine da conio.
-</p>
-
-<p>
-Voglia il signor lettore esaminare questo breve elenco
-di interdizioni, che molte e molte ne ommette per brevità,
-voglia compararlo col bilancio della propria azienda domestica,
-e poi dovrà convenire con noi che il popolo ebreo,
-obbligato a consacrarsi alle industrie che maggiormente
-arricchiscono, e costretto a star lontano da quelle, che
-sono, per ogni uomo civile, le maggiori cause di dispendio,
-avrebbe finito coll'assorbire tutte le ricchezze del mondo,
-se le persecuzioni, i massacri, le rapine non gli avessero
-tolto colla violenza, quanto la violenza lo aveva costretto
-ad ammassare.
-</p>
-
-<p>
-Perchè gli Ebrei dovessero divenire ricchi ed usurai
-abbiamo veduto; i loro nemici però non paghi di averli
-costretti ad esercitare un traffico ignominioso, non paghi
-di rinfacciar loro come una colpa, quello che era necessaria
-conseguenza della condizione ad essi creata, vennero
-dicendo che il <cite>Talmud</cite> non soltanto autorizza gli Ebrei
-ad opprimere i Cristiani con usure, ma ne fa loro espresso
-obbligo, permettendo ad essi di esercitare ogni maniera
-di frode verso i non Ebrei.
-</p>
-
-<p>
-Il <cite>Talmud</cite>, lo abbiamo detto a sazietà, non è per gli
-Ebrei che il complemento della legge, e la legge dà agli
-Ebrei precetti ben diversi.
-</p>
-
-<p>
-Quali sieno i precetti biblici in questo argomento tutti
-<span class="pageno" title="124" id="page-124"></span>
-sanno, ma a noi piace ricordarli colle parole stesse di uno
-dei più accaniti nemici del nome giudaico:
-</p>
-
-<p>
-“Secondo la legge mosaica non possono ingannare, nè
-defraudare alcuno, che con essi contratti. So bene che
-ciò veniva espressamente loro vietato nel Levitico al
-capo 19, v. 11, con queste parole: <i class="quo">Non mentiemini,
-nec decipiat unusquisque proximum suum.</i> In molti
-altri versi del medesimo capitolo e in più luoghi è replicato
-un tale comandamento. Ed essendo egli morale,
-e non cerimoniale, non è cessato, ma va in vigore, e
-nella prima
-osservanza”&nbsp;<a id="FNa_223"></a><a href="#Fn_223" class="fna">(223)</a>.
-</p>
-
-<p>
-Ed il Talmud che ha per scopo di spiegare la Bibbia,
-non di cambiarla, non sopratutto di stabilire precetti che
-a quella ripugnino, conferma questi principii di elementare
-onestà.
-</p>
-
-<p>
-I Talmudisti dicono:
-</p>
-
-<p>
-<i>a</i>) che non è permesso di fare altrui illusione, nemmeno
-ad un <em>Goi</em>, per esempio, di fargli regalo di alcun
-oggetto, facendogli credere che è di maggior valore di
-quello che
-è&nbsp;<a id="FNa_224"></a><a href="#Fn_224" class="fna">(224)</a>.
-</p>
-
-<p>
-Samuele ordinò al servo di accordarsi col barcajuolo
-che dovea tragittarlo al di là d'un fiume. Nei patti dell'accordo
-eravi di dargli a bere una bottiglia di vin puro:
-il domestico mescolò il vino con acqua, nè il barcajuolo se
-ne accorse. Samuele seppe l'inganno, e sgridò acerbamente
-il suo
-servo&nbsp;<a id="FNa_225"></a><a href="#Fn_225" class="fna">(225)</a>.
-</p>
-
-<div>
-<span class="pageno" title="125" id="page-125"></span>
-</div>
-
-<p>
-<i>b</i>) che chi deruba il Goi è tenuto alla restituzione,
-e che è anzi peggio derubare il Goi che l'Israelita, poichè
-ne rimane profanato il nome di
-Dio&nbsp;<a id="FNa_226"></a><a href="#Fn_226" class="fna">(226)</a>.
-</p>
-
-<p>
-<i>c</i>) che l'Israelita pecca, ed è tenuto all'indennizzamento,
-qualora nella misura, nel peso o nel calcolo faccia
-sopruso al non israelita, non altrimenti che facendolo ad un
-israelita. Chi trafficando, sia coll'israelita, quanto coll'idolatra,
-misura o pesa scarso, contraviene ad un divino precetto
-ed è tenuto al risarcimento. È parimente vietato di gabbare il
-Goi nel calcolo, ma devesi usare seco lui ogni esattezza,
-come dice il sacro testo (<cite>Lev.</cite>, <span class="sc num">xxv</span>,
-59), e <i class="quo">faccia ragione
-col suo compratore</i>; il quale testo tratta di un non israelita
-da sè dipendente (vivente cioè nella Palestina quando
-questa era in potere degli Israeliti); quanto più non dovrai
-tal legge osservare con chi non è a te soggetto?
-D'altronde la Scrittura dice (<cite>Deut.</cite>,
-<span class="sc num">xxxv</span>, 16): <i class="quo">Chiunque
-fa tali cose, chiunque fa iniquità è in abbominazione al
-signore Iddio tuo</i>, proposizione assoluta e senza alcuna
-condizione&nbsp;<a id="FNa_227"></a><a href="#Fn_227" class="fna">(227)</a>.
-</p>
-
-<p>
-<i>d</i>) I
-Gheonim&nbsp;<a id="FNa_228"></a><a href="#Fn_228" class="fna">(228)</a>
-insegnano, allegando l'autorità del
-Talmud&nbsp;<a id="FNa_229"></a><a href="#Fn_229" class="fna">(229)</a>,
-esser permesso, anzi esser dovere di
-far testimonianza anche innanzi ai non israeliti (presso
-giudici non iniqui), anche se il frodato sia un Goi ed il
-frodatore un
-israelita&nbsp;<a id="FNa_230"></a><a href="#Fn_230" class="fna">(230)</a>.
-</p>
-
-<div>
-<span class="pageno" title="126" id="page-126"></span>
-</div>
-
-<p>
-<i>e</i>) Il celebre ed autorevole R. Mosè Couci dice: Anche
-quel Talmudista che opina non essere vietato derubare
-il Goi, parla di un tale che abbia fatto del male
-allo israelita, ed anche in questo caso la sua sentenza
-non viene adottata; fuori però di questo caso anche quel
-Talmudista riconosce essere vietato rubare al
-Goi&nbsp;<a id="FNa_231"></a><a href="#Fn_231" class="fna">(231)</a>.
-E qui giovi notare che questo Mosè Couci o Kotzi, che
-fioriva nel 1230, è ben lungi dall'essere stato, in massima,
-modello di tolleranza. Nelle prime edizioni delle sue
-opere&nbsp;<a id="FNa_232"></a><a href="#Fn_232" class="fna">(232)</a>
-trovansi non pochi passi anticristiani, ma il
-fanatismo religioso, di cui nessuno vorrà far colpa ad un
-ebreo del <span class="sc num">xiii</span> secolo, non gli impedì però
-di fare il suo
-dovere d'onesto uomo, proclamando la massima che abbiamo
-testè riferita.
-</p>
-
-<p>
-Nè del resto poteva essere altrimenti, checchè abbiano
-farneticato i malevoli; la legge mosaica espressamente comanda
-di non molestare il forestiero, e lo inculca con
-queste parole: <i class="quo">E non oppressare il forestiero, perciocchè
-voi sapete in quale stato è l'animo del forestiero, essendo
-stati forestieri nella terra d'Egitto</i> (<cite>Esodo</cite>,
-<span class="sc num">xxiii</span>, 9). Ed
-altrove dopo aver detto che Dio è il Dio degli Dei, ed
-il padrone dei padroni; Dio grande, potente e tremendo,
-ecc, aggiunge che egli fa giustizia all'orfano ed
-alla vedova, ed ama il forestiero, per somministrargli
-vitto e vestito; indi conchiude: <i class="quo">Voi dunque altresì amate
-i forestieri; conciossiachè siate stati forestieri nel
-paese d'Egitto</i> (<cite>Deut.</cite>, <span class="sc num">x</span>,
-17, 19). Raccomanda di non
-far soffrire ingiustizia al forestiero ed all'orfano, e di
-non pignorare l'abito della vedova, ed aggiunge: <i class="quo">E
-<span class="pageno" title="127" id="page-127"></span>
-ricordati che tu sei stato schiavo in Egitto</i> (<cite>Deut.</cite>,
-<span class="sc num">xxiv</span>,
-17 e 18). Ognuno sa che la memoria dei mali da noi
-stessi altre volte sofferti accresce forza al naturale sentimento
-della pietà dei mali altrui.
-</p>
-
-<p>
-Nè la legge scritta, nè la legge rivelata concedono
-dunque all'ebreo di usar frode a pregiudizio dei gentili.
-</p>
-
-<p>
-Il Levi nella sua raccolta talmudica già più volte citata
-ha spigolato nel Talmud alcune regole di commercio
-che giovano a mostrare come i dottori del Talmud si
-preoccupassero di inspirare negli Israeliti, i più rigorosi
-principî di probità commerciale:
-</p>
-
-<p>
-“È peccato far incarire i frutti&nbsp;—&nbsp;portare aumento
-nei prezzi correnti.
-</p>
-
-<p>
-“Oltre il sesto del valore v'ha lesione e il contratto
-nullo&nbsp;<a id="FNa_233"></a><a href="#Fn_233" class="fna">(233)</a>.
-</p>
-
-<p>
-“Non deve il vinajo spargere nel suo negozio profumi
-di vini aromatici, per far credere di tenere nel
-suo negozio vini squisiti.
-</p>
-
-<p>
-“Non deve il negoziante regalare dolci ai giovanetti
-per allettarli al suo negozio.
-</p>
-
-<p>
-“Il vindice nel diluvio è vindice di chi non mantiene
-la sua parola.
-</p>
-
-<p>
-“Il capo dei ladri è quegli che defrauda nel peso e
-nelle
-misure&nbsp;<a id="FNa_234"></a><a href="#Fn_234" class="fna">(234)</a>.
-</p>
-
-<p>
-“Il negoziante deve ripulire i suoi pesi e i suoi vasi
-una volta ogni settimana, per conservarli sempre nella
-giusta
-misura”&nbsp;<a id="FNa_235"></a><a href="#Fn_235" class="fna">(235)</a>.
-</p>
-
-<div>
-<span class="pageno" title="128" id="page-128"></span>
-</div>
-
-<p>
-Ma, si dirà, ammesso pure che agli Ebrei sia vietato
-usar frode in commercio, tanto col correligionario quanto
-col <em>Goi</em>, non potrete negare, che la stessa Bibbia, mentre
-vieta loro di dar denaro ad usura agli Ebrei, permette
-ad essi di darne ai <em>goim</em>.
-</p>
-
-<p>
-Ed infatti è scritto nel <cite>Deuteronomio</cite>
-(<span class="sc num">xxiii</span>, 19, 20) ed
-altrove: “Non prestare ad usura al tuo fratello, nè danari,
-nè vittuaglie, nè cosa alcuna che si presta ad usura.
-</p>
-
-<p>
-“Presta ad usura allo straniero, ma non al tuo fratello.”
-</p>
-
-<p>
-La cattiva interpretazione di questo precetto espresso
-e ripetuto nella Bibbia, fu causa principalissima delle accuse
-mosse su questo argomento contro gli Ebrei e della
-ripugnanza che ebbe il Cristianesimo contro l'industria
-feneratizia.
-</p>
-
-<div>
-<span class="pageno" title="129" id="page-129"></span>
-</div>
-
-<p>
-Per bene interpretare questo precetto, conviene in primo
-luogo aver presente che la parola usura va intesa, anche
-in questo brano, nel senso di interesse. Abbiamo già dimostrato,
-colle parole del Say, che quello che noi ora diciamo
-<em>interesse</em> dicevasi usura negli antichi tempi, ci sia lecito
-aggiungere qui, che la lingua ebraica non ha la parola
-usura, nel senso che oggi volgarmente le si attribuisce,
-sicchè ogni qualvolta troviamo scritto nella Bibbia la parola
-<em>usura</em> dobbiamo leggere <em>interesse</em>.
-</p>
-
-<p>
-Quanto al divieto biblico di prestar ad interesse al
-fratello, ed alla facoltà di prestare al forestiero, è un di
-quei precetti che debbono considerarsi parti della legge
-civile, non della religiosa, e che, come tale, cessarono di
-aver vigore colla esistenza politica della nazione ebraica.
-</p>
-
-<p>
-Non diciamo cose nuove, ripetiamo, costretti, cose trite
-e ritrite.
-</p>
-
-<p>
-Questo precetto, come prescrizione di legge civile, è
-facilmente spiegabile.
-</p>
-
-<p>
-L'Ebreo in Palestina non era commerciante, lo abbiamo
-veduto; il commercio della contrada era in mano dei forestieri;
-da ciò consegue che se l'Ebreo prendeva a prestito
-denaro vi era costretto dalle necessità della vita,
-mentre il forestiero ne abbisognava per dar vita ai propri
-traffici; da qui il divieto, altamente economico, di far
-pagare interesse al primo ed il permesso, logico e naturale,
-di farlo pagare al secondo, che, dal denaro mutuato,
-presumeva ricavar lucro e vantaggio.
-</p>
-
-<p>
-E questa nostra interpretazione è ampiamente suffragata
-dal versetto 25 del capitolo <span class="sc num">xxiii</span> dell'Esodo:
-</p>
-
-<p>
-“Quando tu presterai danari al mio popolo, al povero
-che è appresso a te, non procedere inverso lui a guisa
-di usuraio: non imponetegli usura.”
-</p>
-
-<p>
-Il più volte citato Luzzatto così commenta questo versetto:
-</p>
-
-<div>
-<span class="pageno" title="130" id="page-130"></span>
-</div>
-
-<p>
-“<i class="quo">Al popol mio</i>, cioè ad Israello.
-<i class="quo">A qualche povero che è appresso a te</i>,
-spiega l'antecedente e cioè che
-l'esenzione dell'interesse è diritto solamente di chi è
-assolutamente povero, non del ricco che cerca danaro
-per speculazione.”
-</p>
-
-<p>
-Anche il Mortara, onore di Mantova e del Rabbinato
-italiano, così interpreta questo
-precetto&nbsp;<a id="FNa_236"></a><a href="#Fn_236" class="fna">(236)</a>:
-</p>
-
-<p>
-“Il prestito fatto al povero viene considerato dalla
-morale religiosa come una carità e non un contratto.
-Essa riguarda pertanto il povero vergognoso come un
-congiunto, ed impone di prestargli, e non usare verso
-di esso come creditore che conceda dilazione al pagamento.
-È evidente che tale obbligazione morale non
-può vincolare che verso i prossimi e perciò la religione
-non la impone che verso i concittadini ed i correligionari.
-</p>
-
-<p>
-“I nostri Dottori applicano il testo d'Isaja, “allora
-tu invocherai il Signore ed egli ti esaudirà,” a colui
-che ama i suoi vicini, porta operoso affetto a' suoi
-congiunti e presta una moneta al povero nel momento
-del suo bisogno; e nell'esposizione del testo
-(salmo <span class="sc num">xv</span>, 5): <i class="quo">Il quale
-non dà i suoi danari ad
-usura</i>, comprendono espressamente il non Israelita fra
-quelli cui si devono far prestiti, senza percepirne
-interesse”&nbsp;<a id="FNa_237"></a><a href="#Fn_237" class="fna">(237)</a>.
-</p>
-
-<p>
-E con questo commento dei due dottissimi rabbini si accorda
-quello di un eruditissimo sacerdote cristiano, l'abate
-M. Mastrofini, il quale conchiuse che il precetto “riguarda
-<span class="pageno" title="131" id="page-131"></span>
-le usure di ricchi Ebrei su poveri, i quali tra loro
-convivono”&nbsp;<a id="FNa_238"></a><a href="#Fn_238" class="fna">(238)</a>.
-</p>
-
-<p>
-E più sotto, lo stesso Mastrofini, riassumendo il risultato
-dell'acuta sua disamina sui varii passi del Vecchio
-Testamento ove è discorso dell'usura, così conchiude:
-</p>
-
-<p>
-“La legge mosaica intorno le usure, ci rassicura ancora
-che non tutte le usure sono contrarie alla legge
-della natura. Imperocchè Dio, per Mosè, permise le moderate
-e discrete col ricco, tanto ebreo quanto
-forestiero”&nbsp;<a id="FNa_239"></a><a href="#Fn_239" class="fna">(239)</a>.
-</p>
-
-<p>
-Questi i precetti biblici riassunti da scrittori dotati
-di sana critica. Vediamo ora come i talmudisti interpretarono
-la legge:
-</p>
-
-<p>
-“Chi entrerà nel tuo sacro monte? dice Davide. Chi
-cammina sinceramente e chi non dà il suo danaro a
-usura. Osserva un dottore: Chi non dà il suo danaro
-a usura neppure a un
-Gentile”&nbsp;<a id="FNa_240"></a><a href="#Fn_240" class="fna">(240)</a>.
-</p>
-
-<p>
-“L'Ebreo il quale presta il suo denaro al Gentile,
-anzichè all'Israelita, perchè dal primo può prendere
-interesse, commette
-peccato”&nbsp;<a id="FNa_241"></a><a href="#Fn_241" class="fna">(241)</a>.
-</p>
-
-<p>
-“Chi accumula ricchezza con interesse e usura, l'accumula
-per chi è benefico coi poveri. Dice Salomone.”
-</p>
-
-<p>
-“Il dottore Hunà dichiara che qui allude all'usura
-tolta dai Gentili. Un altro dottore osserva che Mosè
-permette di dare a interesse a' Gentili. Risponde il
-<span class="pageno" title="132" id="page-132"></span>
-primo dottore, che il testo biblico ha altro senso. Concludesi
-che tutto al più può l'Israelita prestare a interesse
-al Gentile, tanto da guadagnarsi il
-vitto&nbsp;<a id="FNa_242"></a><a href="#Fn_242" class="fna">(242)</a>.
-</p>
-
-<p>
-“Quando il Salmista (<span class="sc num">xv</span>, 5) encomia chi presta il
-suo denaro senza percepire frutto, intende che lo faccia
-anche col
-Goi”&nbsp;<a id="FNa_243"></a><a href="#Fn_243" class="fna">(243)</a>.
-</p>
-
-<p>
-Ed in altro trattato:
-</p>
-
-<p>
-“Vieni e vedi, tutte le creature di Dio ritraggono
-(prendono a prestito) l'una dall'altra.
-</p>
-
-<p>
-“Il giorno ritrae (prende in prestito) dalla notte, la
-notte dal giorno: la luna dalle stelle, le stelle dalla
-luna: il sole dalla luce, la luce dal sole: il senno dalla
-scienza, la scienza dal senno: la carità dalla giustizia,
-la giustizia dalla carità.
-</p>
-
-<p>
-“Tutte queste creature divine ritraggono (prendono
-in prestito) l'una dall'altra e sono amiche ed in pace.
-</p>
-
-<p>
-“Solo l'uomo presta al compagno e cerca di rovinarlo
-con l'usura e col furto.
-</p>
-
-<p>
-“Questi usurai dicono quasi a Dio: Perchè non prendi
-usura de' tuoi prestiti agli uomini? Tu inaffii la terra,
-tu fecondi i campi, tu illumini, tu soffii l'alito vitale,
-tu conservi: chè non ti fai pagare?
-</p>
-
-<p>
-“Dice Iddio: Vedete quante cose io presto, e non
-prendo interesse.
-</p>
-
-<p>
-“Guai a chi prende usura: egli non vivrà.
-</p>
-
-<p>
-“Un re apre all'amico il suo regno: l'amico entra,
-calpesta i poveri, uccide le vedove, distrugge, rovina,
-e riempie ogni cosa di frode e iniquità.
-</p>
-
-<p>
-“Così l'usuraio a cui Iddio ha aperto il regno dei
-<span class="pageno" title="133" id="page-133"></span>
-suoi tesori, porta ovunque la sterilità e la
-morte&nbsp;<a id="FNa_244"></a><a href="#Fn_244" class="fna">(244)</a>.”
-</p>
-
-<p>
-Ed altrove:
-</p>
-
-<p>
-“Bada cecità degli usurai. Se taluno ingiuria il compagno
-chiamandolo empio, l'ingiuriato arde d'ira e medita
-vendetta. E costoro in uno scritto, sancito da
-notai e da testimoni, di propria volontà scrivono e
-sottoscrivono e dichiarano..... d'avere rinnegato il Dio
-d'Israele”&nbsp;<a id="FNa_245"></a><a href="#Fn_245" class="fna">(245)</a>.
-</p>
-
-<p>
-Chiudiamo questo troppo lungo capitolo colla citazione
-di un brano del più volte ricordato Rabbino
-Leon Modena, il quale porrà in luce cosa pensassero
-su questo argomento gli Ebrei italiani, or sono due
-secoli.
-</p>
-
-<p>
-“Per obbligo della Legge, così di Mosè, come a bocca,
-devono esser realissimi, e non fraudar, ne ingannare
-<span class="pageno" title="134" id="page-134"></span>
-alcuno, sia chi si voglia, o Hebreo, o non Hebreo, osservando
-sempre, e con ogni persona, quelli buoni modi
-di negotiar comandatogli in molti luoghi nella Scrittura,
-e spetialmente nel Lev. c. 19, versi 11, 13, 15,
-33 sino al fine.
-</p>
-
-<p>
-“E quello che hanno disseminato alcuni in voce, e in
-iscritto, che ogni giorno giurano, et hanno per opera
-pia di ingannar, e fraudare un Christiano, è espressa
-bugia, così promulgata per renderli più odiosi di
-quello che sono.
-</p>
-
-<p>
-“Anzi molti rabbini hanno scritto et in particolar ne
-ha fatto raccolta a longo Rabino Bachij nel libro
-<cite>Cadachemah</cite>, lettera <cite>Ghimel Ghezelà</cite> dove dice che è
-molto più grave peccato il fraudare uno non Hebreo,
-che un Hebreo rispetto allo scandalo che si da, oltre
-l'opera sia in se, e si chiama <em>Chillul Ascem</em>, che vuol
-dire profanare il nome di Dio, che è de' maggiori
-peccati. Onde se si trova fra essi chi inganna e frauda,
-è diffetto di quel particolare, che è di mala qualità,
-ma non che lo facci essendole ne dalla sua legge, ne
-da Rabini in alcun modo permesso.
-</p>
-
-<p>
-“È ben vero che la strettezza, nella quale la captività
-lunga gli ha ridotti et essendole vietato quasi per
-tutto il posseder terreni, e molti altri modi di mercantar,
-et esercitii di riputatione et utili, si sono
-molti abbassati d'animo e divenuti digeneranti della
-lealtà
-israelitica”&nbsp;<a id="FNa_246"></a><a href="#Fn_246" class="fna">(246)</a>.
-</p>
-
-<p>
-Con queste parole il Modena viene a dimostrare quanto
-giuste sieno queste idee di un pubblicista inglese che noi
-trovammo testè riferite nella <cite xml:lang="fr">Revue Britannique</cite>
-e colle quali ci piace dar termine a questo capitolo:
-</p>
-
-<div>
-<span class="pageno" title="135" id="page-135"></span>
-</div>
-
-<p>
-“Dovunque le incapacità inerenti alle qualità di ebreo
-sono sconosciute, lo spirito stretto di sêtta e di tribù
-disparve, e lasciato a se stesso il giudaismo, in quanto
-riguarda le materie religiose ed i doveri sociali, si è
-sviluppato sanamente e senza usurpare sui confini altrui.
-È questo ancora il miglior rimedio da opporre alla
-sua estensione che noi possiamo consigliare a coloro
-che vedono in lui un nemico di cui occorra sbarazzarsi
-ad ogni prezzo.”
-</p>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_193"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_193"><span class="label">(193)</span></a>
-<cite>La situazione degli Ebrei nel Medio-Evo.</cite>&nbsp;—&nbsp;<cite>Giorn.
-degli Economisti.</cite> Padova, 1875, vol. 1, pagg. 88 e segg.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_194"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_194"><span class="label">(194)</span></a>
-Ac si transferre sedes cogerentur, major vitae metus
-quam mortis.
-(<span class="sc aut">Tacit.</span>, <cite xml:lang="la">Hist.</cite>
-<span class="sc num">xxi</span>).
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_195"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_195"><span class="label">(195)</span></a>
-Ne quidquam ingenuum potest habere officina... Mercatura,
-si tenuis est, sordida putanda est: sin autem magna
-et copiosa; multa undique apportans, non est admodum
-vituperanda..... Nihil enim proficiunt mercatores, nisi admodum
-mentiantur. (<span class="sc aut">Cicerone</span>, <cite>Dei doveri</cite>,
-libro <span class="sc num">i</span>, sez. 42).
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_196"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_196"><span class="label">(196)</span></a>
-<span class="sc aut">Say</span>, <cite>Trattato di Ec. pol.</cite>
-in <cite>Bibl. dell'Ec.</cite> Serie <span class="sc num">i</span>,
-vol. <span class="sc num">vi</span>, pag. 275.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_197"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_197"><span class="label">(197)</span></a>
-<span class="sc aut">Blanqui</span>,
-<cite xml:lang="fr">Hist. de l'Ec. pol.</cite>,
-<span class="sc num">i</span>, 153.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_198"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_198"><span class="label">(198)</span></a>
-Questo pregiudizio contro l'interesse del denaro, che
-rimonta ad Aristotile, e che ha per base la massima che il
-denaro, non essendo di per se stesso fecondo, non può produrre
-interesse, era comune anche a Shakespeare che, nel suo
-linguaggio pittoresco, definì l'interesse: <i class="quo">La posterità di uno
-sterile metallo.</i>
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_199"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_199"><span class="label">(199)</span></a>
-<span class="sc aut">Turgot</span>, <cite>Memoria sui prestiti di denaro</cite> in <cite>Bib. dell'Ec.</cite>
-Vol. <span class="sc num">i</span>, pag. 373.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_200"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_200"><span class="label">(200)</span></a>
-<cite xml:lang="la">Bull. mag.</cite> <span class="sc num">lxvi</span>,
-pag. 328 e pag. 21.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_201"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_201"><span class="label">(201)</span></a>
-<span class="sc aut">S. de Sismondi</span>,
-<cite>Nuovi principii d'economia politica</cite>
-in <cite>Bibl. dell'Econ.</cite> Vol. <span class="sc num">vi</span>, pag. 636.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_202"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_202"><span class="label">(202)</span></a>
-Le Pandette fissano al quattro per cento il tasso dell'interesse
-per la persona di un rango illustre, a sei per
-gli altri, tasso ordinario e legale. Ciò non pertanto si permise
-l'interesse dell'8 per cento ai manifattori ed ai commercianti
-e quello del 12 per le assicurazioni marittime.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_203"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_203"><span class="label">(203)</span></a>
-Gli stessi principi ecclesiastici che vietavano ai Cristiani
-di dar capitali ad interesse, lo permettevano agli Ebrei;
-ad esempio l'arcivescovo di Colonia, nel 1266, promise
-loro di non concedere ad alcuno tranne che ad essi il contrarre
-prestiti fruttiferi. (<span class="sc aut">Ennen</span>,
-<cite>Storia di Colonia</cite>, <span class="sc num">ii</span>, 327).
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_204"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_204"><span class="label">(204)</span></a>
-Quando il re di Francia, Giovanni, per pagare i suoi
-debiti adulterò la sua moneta, tutti gli ufficiali della sua
-zecca furono obbligati a giurare il secreto.
-(V. <span class="sc aut">Ducange</span>,
-<cite>Glossario</cite>, parola <em>Moneta</em>, ed. de' Benedettini).
-Fin qui il Say;
-dal canto nostro aggiungiamo che questa adulterazione delle
-monete, causa principalissima dello esorbitante tasso dell'interesse
-e che durò sino alla età moderna&nbsp;—&nbsp;Carlo V verso
-il 1540 inondò l'Europa di una massa di cattivi scudi d'oro
-di Castiglia. (<span class="sc aut">Blanqui</span>,
-<cite xml:lang="fr">Hist. de l'Ec. pol.</cite>,
-<span class="sc num">i</span>, 283)&nbsp;—&nbsp;era
-conseguenza delle dottrine di S. Tommaso. Il Grande Aquinate,
-come del resto tutti gli uomini dei tempi suoi, aveva
-curiose idee in fatto di economia politica. Egli
-(<cite xml:lang="la">De Regg. Princ.</cite>,
-<span class="sc num">ii</span>, 13),
-infatti permette che lo Stato faccia uso, moderatamente
-però, del diritto di alterare le monete <i class="quo" xml:lang="la">sive in
-mutando, sive in diminuendo pondere</i>. Tutti ricordano le roventi
-parole con cui il nostro Dante, quasi contemporaneo
-dell'Aquinate, stigmatizza Filippo il Bello, il re falso monetario,
-che la dottrina di S. Tommaso aveva appreso da Egidio
-Colonna; il Dottor Fondatissimo, fu infatti discepolo di
-Tommaso e maestro di Filippo.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_205"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_205"><span class="label">(205)</span></a>
-<span class="sc aut">Say</span>, <cite>op. cit.</cite> pag. 277.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_206"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_206"><span class="label">(206)</span></a>
-Se l'indole di questo lavoro lo consentisse, potremmo
-moltiplicare gli esempi per dimostrare che caorsini, lombardi
-e toscani precedettero quasi dovunque gli Ebrei nell'esercizio
-dell'usura. Nell'impossibilità di farlo qui, ci limitiamo ad un
-solo esempio somministratoci da un'eccellente monografia di
-<span class="sc aut">Antonio Ive</span> (<cite>Dei banchi feneratizi
-e capitoli degli Ebrei
-di Pirano e dei Monti di pietà in Istria</cite>, Rovigno, Bontempo
-e C., 1881), dove a pagina 7 si legge: “Ai fiorentini
-succedettero in Istria, nell'esercizio della fenerazione, verso
-il 1380 circa, gli Ebrei, i quali ne ebbero, per così dire, il
-monopolio fino alla metà del secolo <span class="sc num">xvii</span>.”
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_207"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_207"><span class="label">(207)</span></a>
-Non facciamo la storia dell'usura, e dobbiamo quindi
-trascurare molte e molte citazioni ad appoggio di quanto
-veniamo dicendo; a mostrare però come l'industria feneratizia
-non fosse esercitata dai soli Ebrei, riferiamo il seguente
-brano di un'ordinanza di Luigi il Protervo, 9 luglio 1315:
-“<span class="quo norm" xml:lang="fr">Et comme nous avons appris
-que plusieurs Italiens étaient
-dans notre Royaume, lesquels exercitent marchandises et
-contrats <i class="quo">qui ne sont pas honnêtes</i>, notre intention n'est
-pas de donner à tels Italiens lesdites frauchises et libertés</span>.”
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_208"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_208"><span class="label">(208)</span></a>
-San Luigi li oppresse colle leggi più intollerabili,
-liberò i loro debitori, proibì ogni azione giudiziaria a vantaggio
-degli Ebrei, e spinse il rigore sino a proibir loro di
-contrattare. (<span class="sc aut">Blanqui</span>,
-<cite xml:lang="fr">Hist. de l'Ec. pol.</cite>,
-<span class="sc num">i</span>, 186).
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_209"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_209"><span class="label">(209)</span></a>
-<span class="sc aut">Blanqui</span>, <cite>op. cit.</cite>,
-<span class="sc num">i</span>, 223.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_210"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_210"><span class="label">(210)</span></a>
-<cite>Loc. cit.</cite>
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_211"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_211"><span class="label">(211)</span></a>
-<span class="sc aut">Arthur Beugnot</span>,
-<cite xml:lang="fr">Les Juifs d'Occident</cite>, 2<sup>me</sup> partie,
-pag. 35.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_212"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_212"><span class="label">(212)</span></a>
-<span class="sc aut">Roscher</span>, <cite>art. cit.</cite>
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_213"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_213"><span class="label">(213)</span></a>
-Il Roscher (<cite>loc. cit.</cite>) nota, assai saggiamente, che l'azione
-commerciale degli Ebrei fu favorita anche dalla loro
-unione altrettanto vivace quanto grandiosa, estesa attraverso
-tutti i regni cristiani e maomettani. È questo un vantaggio
-che, in minori proporzioni, si può segnalare anche presso
-altre minoranze religiose, e su cui, ad esempio, riposano i
-successi mercantili degli Ugonotti in Francia e dei Quacqueri
-in Inghilterra.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_214"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_214"><span class="label">(214)</span></a>
-<span class="sc aut">Blanqui</span>,
-<cite xml:lang="fr">Hist. de l'Ec. pol.</cite>,
-<span class="sc num">i</span>, 189.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_215"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_215"><span class="label">(215)</span></a>
-<span class="sc aut">D'aguir</span>,
-<cite>Concil. hispan.</cite>, t. <span class="sc num">ii</span>, p. 752.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_216"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_216"><span class="label">(216)</span></a>
-<cite xml:lang="fr">Réflexions d'un Milord</cite>, pag. 52.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_217"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_217"><span class="label">(217)</span></a>
-Veggasi il documento in <cite xml:lang="fr">Revue des Etudes Juives</cite>,
-anno 1882, pag. 231.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_218"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_218"><span class="label">(218)</span></a>
-<cite>Difesa contro gli attacchi fatti alla nazione ebrea</cite>,
-ecc. Pavia, <span class="sc num">mdcclxxxiv</span>, pag. 104.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_219"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_219"><span class="label">(219)</span></a>
-<span class="sc aut">Scherer</span>, <cite>Storia del Commercio</cite> in
-<cite>Biblioteca dell'Economista</cite>,
-serie <span class="sc num">ii</span>, vol. <span class="sc num">iv</span>,
-pag. 712.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_220"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_220"><span class="label">(220)</span></a>
-<cite>Unità Cattolica</cite> di Torino, numero 224, del 26 settembre
-1883, 1ª ed., pag. 896.&nbsp;—&nbsp;Veggasi pure fra i documenti
-una importante <a href="#tit-43">memoria del principe Demidoff di San Donato
-sulla questione semitica in Russia</a>.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_221"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_221"><span class="label">(221)</span></a>
-<span class="sc aut">Mac Culloch</span>,
-<cite>Principii di Ec. pol.</cite> in <cite>Bibl. dell'Ec.</cite>,
-v. <span class="sc num">xiii</span>, pagine 17, 18.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_222"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_222"><span class="label">(222)</span></a>
-Il <em xml:lang="fr">Temple</em> era un quartiere di Parigi ove i rigattieri
-avevano le loro botteghe. Oggi ancora quel quartiere, situato
-nei pressi del sobborgo operaio di Sant'Antonio, è abitato
-dalla parte più povera degli Ebrei di Parigi.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_223"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_223"><span class="label">(223)</span></a>
-<span class="sc aut">Medici</span>, <cite>op. cit.</cite>,
-cap. <span class="sc num">xii</span>.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_224"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_224"><span class="label">(224)</span></a>
-<cite class="sc">Talmud Babilonese Holin</cite>, fol. 84. Appoggiato a tale
-sentenza l'autore del libro <cite>Hassidim</cite>, vivente in Francia
-verso il 1200, condanna e dichiara peccatori coloro che nel
-salutare il non israelita gli dicono sottovoce villanie, cui
-l'altro suppone esser parole amichevoli. (<cite>Hassidim</cite>, § 51).
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_225"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_225"><span class="label">(225)</span></a>
-Id. id.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_226"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_226"><span class="label">(226)</span></a>
-<cite class="sc">Tossaftà Kamà</cite>, cap. <span class="sc num">iv</span>.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_227"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_227"><span class="label">(227)</span></a>
-<span class="sc aut">Maimonide</span> dietro il Talmud, trattato
-<cite class="sc">Ghenevà</cite>, capitolo 7, lez. 8.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_228"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_228"><span class="label">(228)</span></a>
-Capi di Accademia in Persia, succeduti ai Talmudisti
-dal 600 al 1038 di G. C.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_229"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_229"><span class="label">(229)</span></a>
-<cite class="sc">Kamà</cite>, fol. 113.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_230"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_230"><span class="label">(230)</span></a>
-<cite class="sc">Semach Gaon</cite>, nelle decisioni dei Gheonim, stampate
-a Salonico e sotto il titolo di Sciaon Zedek, fol. 84 retro.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_231"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_231"><span class="label">(231)</span></a>
-<span class="sc">Samag</span>, precetto negativo, 152.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_232"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_232"><span class="label">(232)</span></a>
-Cfr. <span class="sc aut">De Rossi</span>,
-<cite>Diz. storico degli autori Ebrei</cite>, Parma,
-1802, vol. 2, p. 67 a. v. <cite>Mosè di Kotzi</cite>.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_233"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_233"><span class="label">(233)</span></a>
-<cite class="sc">Bavà Metzià</cite>, fol. 49.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_234"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_234"><span class="label">(234)</span></a>
-<span class="sc aut">Levi</span>, <cite>op. cit.</cite>, pag. 281.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_235"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_235"><span class="label">(235)</span></a>
-I Talmudisti sembrano essersi assai preoccupati della
-esattezza dei pesi e delle misure. “Il commerciante all'ingrosso
-ripulisca le sue misure una volta al mese, quello
-al minuto una volta ogni dodici mesi. R. Simeone, figlio
-di Gamliel, dice all'opposto: il bottegaio ripulisca le sue
-misure due volte per settimana e netti i suoi pesi una
-volta per settimana, e netti la bilancia dopo ogni pesata.
-R. Simeone dice, questo intendere trattandosi di cose molli,
-ma di cose aride non occorre.” (<cite class="sc">Bavà Badrà</cite>, 88 a).
-“Si instituiscono commissari per le misure [perchè siano
-giuste] ma non per i pesi [perchè dipendono dalla concorrenza].
-Rami bar Hamà dice: si stabiliscono commissari
-sia per le misure, sia per i prezzi a motivo degli ingannatori.”
-(<cite>Ivi</cite>, 890).
-</p>
-
-<p class="foot">
-“È proibito di tenere in casa misure mancanti o soverchianti.....
-quest'intendesi nei paesi ove non sono bollate, ma
-dove sono bollate quando non vede il bollo non prende.”
-(<cite>Ivi</cite>, 897).
-</p>
-
-<p class="foot">
-E certamente a queste massime si è inspirato il Maimonide
-quando facendo suo il precetto che leggesi in <cite>Bavà-Badrà</cite>,
-886, scrisse: “È più grave la punizione di chi defrauda
-colle misure che di chi commette incesto, perchè
-questo è tra lui e Dio, e quello tra lui e il prossimo”
-(<span class="sc aut">Maimonide</span>, <cite>Leggi sul furto</cite>,
-cap. <span class="sc num">vii</span>, lez. 8).
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_236"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_236"><span class="label">(236)</span></a>
-<span class="sc aut">Marco Mortara</span>,
-<cite>Compendio della religione israelitica</cite>,
-Mantova, Beretta, 1855, pag. 86.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_237"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_237"><span class="label">(237)</span></a>
-V. <cite class="sc">Talmud Sanedr.</cite> 76<span class="sc num">b</span> e
-<cite class="sc">Maccot</cite> 24<span class="sc num">a</span>.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_238"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_238"><span class="label">(238)</span></a>
-<span class="sc aut">Mastrofini</span>, <cite>Le usure</cite>. Milano,
-Silvestri, 1841, pag. 9.
-Cfr. <span class="sc aut">Genovesi</span>,
-<cite>Lezioni di economia civile</cite> in <cite>Bibl. dell'Economista</cite>,
-1ª serie, vol. <span class="sc num">iii</span>, pag. 207. Il
-dotto filosofo napoletano
-fu forse il primo in Italia a comprendere e ad esporre
-nettamente il concetto biblico del prestito ad interesse.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_239"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_239"><span class="label">(239)</span></a>
-<cite>Op. cit.</cite>, pag. 37.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_240"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_240"><span class="label">(240)</span></a>
-<cite class="sc">Talmud Makot</cite>, pag. 24.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_241"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_241"><span class="label">(241)</span></a>
-<cite class="sc">Jalkut Mislè</cite>, fol. 144, 1.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_242"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_242"><span class="label">(242)</span></a>
-<cite class="sc">Jalkut</cite>, fol. 295, 2.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_243"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_243"><span class="label">(243)</span></a>
-<cite class="sc">Makot</cite>, fol. 24.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_244"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_244"><span class="label">(244)</span></a>
-<cite class="sc">Bavà Mezhia</cite>, fol. 71.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_245"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_245"><span class="label">(245)</span></a>
-<cite class="sc">Rabot Mishpatim</cite>, sez. 2, verso la metà. Nella stessa
-sezione molti altri passi sono diretti a biasimare l'usura:
-p. e. “Vieni e vedi: chiunque è ricco, e benefica i poveri
-e non prende usura, Iddio lo considera come se avesse
-osservato tutti i precetti.
-</p>
-
-<p class="foot">
-“Diede ad usura, prese aumento e vivrebbe? Non vivrà.”
-(Ezechiele 18, 17) “dice Iddio benedetto: Chi visse d'usura
-in questo mondo, non vivrà nel mondo venturo.”
-</p>
-
-<p class="foot">
-“Non gl'imporrete usura (Esodo, 22, 27) bastava <em>imporrai</em>,
-perchè dice: <em>imporrete</em>? si riferisce ai testimoni, al garante,
-ai giudici ed allo scrivano, perchè se non fossero
-questi, egli non prenderebbe nulla, e quindi vengono puniti
-tutti quanti.
-</p>
-
-<p class="foot">
-“A che si assomiglia l'usura? A chi viene morso da un
-serpente, e non se ne accorge, e non lo sa sino a che non
-lo investe (?) tutto.
-</p>
-
-<p class="foot">
-“Il <em>povero</em> che è con te (Esodo, 22, 27) dice il santo,
-benedetto egli. Non gli basta la sua miseria che tu gli
-prendi ancora usura?”
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_246"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_246"><span class="label">(246)</span></a>
-<span class="sc aut">Modena</span>, op. cit., parte
-<span class="sc num">ii</span>,
-cap. <span class="sc num">v</span>, pag. 49.
-</p>
-</div>
-
-<div class="blankpage">
-<span class="pageno" title="136" id="page-136"></span>
-</div>
-
-
-<div class="chapter">
-<span class="pageno" title="137" id="page-137"></span>
-<img src="images/i003a.png" style="width: 100%" alt=""/>
-</div>
-
-<h2 class="nobreak" id="tit-4">
-<a href="#ritit-4">IV.</a>
-</h2>
-
-<p class="subtitle">
-Dell'uso del sangue cristiano nei riti ebraici
-</p>
-
-<p>
-Oggi ancora, nell'ultimo quarto del secolo decimonono,
-abbiamo veduto, in un paese che si dice civile, Ebrei accusati
-di aver assassinato una fanciulla cristiana, non
-per scopo di lucro o di libidine, non per vendetta, o per
-qualsiasi altro dei soliti moventi cui obbediscono gli assassini,
-ma nell'intento di raccoglierne il sangue, sangue
-che si pretende necessario agli Ebrei per l'adempimento
-di tenebrosi loro
-riti&nbsp;<a id="FNa_247"></a><a href="#Fn_247" class="fna">(247)</a>.
-</p>
-
-<div>
-<span class="pageno" title="138" id="page-138"></span>
-</div>
-
-<p>
-E mentre il processo si dibatteva in Ungheria, abbiamo
-veduto in Italia, in Francia, in Germania, nei
-paesi insomma del continente d'Europa che sono alla
-testa del movimento intellettuale, pubblicarsi giornali ed
-opuscoli per sostenere che la religione ebraica impone
-ai suoi seguaci l'obbligo di valersi del sangue di umane
-vittime per compiere non sappiamo quali infami riti.
-</p>
-
-<p>
-Che più? un professore dell'I. R. Università di Praga,
-il Rohling, si è persino procacciata una tal qual nomea,
-facendosi banditore della oscena accusa; e quasi ciò non
-fosse bastante, il <cite xml:lang="fr">Figaro</cite> di Parigi,
-il giornale certamente
-più diffuso dell'Europa continentale, e che ha parecchi
-Ebrei fra i suoi collaboratori, riproduceva, a
-proposito del processo di Tisza Eszlar, nel suo numero
-del 15 luglio 1883, un lungo e calunnioso articolo contro
-<span class="pageno" title="139" id="page-139"></span>
-gli Ebrei, togliendolo da un infame libello antisemitico,
-il <cite xml:lang="de">Paderboner Judenspiegel</cite>.
-</p>
-
-<p>
-Certamente, di fronte agli scarsi accusatori, sorsero numerosi
-i difensori degli Ebrei, e fra questi, solleva l'animo
-il poterlo dire, non mancarono dotti ecclesiastici di tutte
-le confessioni cristiane.
-</p>
-
-<p>
-Certamente gli stessi Tribunali Ungheresi, con tre conformi
-sentenze, proclamarono l'innocenza degli Ebrei accusati
-nel famoso processo di Tisza Eszlar; ma è pur
-troppo nell'indole della natura umana il prestare più
-facile orecchio a chi accusa che a chi difende, a chi
-proclama il male che a chi lo nega, sicchè non è a meravigliarsi
-che uomini di buona fede, liberali sinceri, rimangano
-oggi ancora dubbiosi di fronte alla strana
-accusa.
-</p>
-
-<p>
-Si fa la grazia agli ebrei, che dimorano nei paesi più
-colti, di ammettere che abbiano rinunziato al sanguinoso
-rito, ma si pretende che esso si mantenga ancora rigoglioso
-in quei paesi dove il progresso della civiltà trova
-refrattarii ebrei e non ebrei.
-</p>
-
-<p>
-I più benevoli arrivano ad accordare che non tutti
-gli Ebrei pratichino la nefanda cerimonia, ma insinuano
-che può bene essere sorta in seno al giudaismo, una
-setta la quale abbia imposto ai suoi seguaci l'obbligo di
-versare umano sangue e di
-cibarsene&nbsp;<a id="FNa_248"></a><a href="#Fn_248" class="fna">(248)</a>.
-</p>
-
-<div>
-<span class="pageno" title="140" id="page-140"></span>
-</div>
-
-<p>
-Insomma, mentre tutti gli onesti provano ribrezzo ad
-involgere nella orrenda accusa gli Ebrei che conoscono
-personalmente, quelli che vivono in continuo contatto con
-loro, non mancano però parecchi che vanno cercando argomenti
-per persuadere a loro stessi che Ebrei di remote
-contrade possono bene essere colpevoli.
-</p>
-
-<p>
-Noi che scriviamo, conosciamo in Italia fior di onesti
-uomini che protesterebbero indignati se domani una simile
-accusa si muovesse ad un loro conterraneo, ad un
-loro amico ebreo, ma che la trovano invece naturale,
-naturalissima, quando viene rivolta ad un ebreo ungherese
-o
-siriaco&nbsp;<a id="FNa_249"></a><a href="#Fn_249" class="fna">(249)</a>.
-</p>
-
-<div>
-<span class="pageno" title="141" id="page-141"></span>
-</div>
-
-<p>
-Anzi abbiamo sentito taluno che pretendeva difendere
-gli Ebrei, non negando la stolta calunnia, ma invocando
-questa singolare attenuante: che cioè se simili accuse non
-si muovono più, contro gli Ebrei che dimorano in paesi
-civili, egli è perchè essi rinunciano all'orribile pratica, non
-appena cessano di esser fatti segno alle oppressioni di cui
-furono e sono bersaglio nei tempi e nei paesi meno civili.
-</p>
-
-<p>
-Certamente, al secolo nostro, che, più spesso che non
-convenga, giudica dalle apparenze, ripugna meno l'accusare
-di una orribile superstizione il lurido ebreo polacco
-dal classico cafetano e dai ricci bisunti, od il palestinese
-<span class="pageno" title="142" id="page-142"></span>
-dal turbante e dalla turchesca zimarra, che non il gentiluomo
-lindo ed azzimato che si mescola a noi, che vive
-della nostra vita e che ormai può dirsi in tutto eguale
-agli altri suoi concittadini.
-</p>
-
-<p>
-Ma tutto ciò non è che parvenza.
-</p>
-
-<p>
-Vanto precipuo del giudaismo è, che, malgrado le differenze,
-dalla civiltà e dal progresso create, fra gli Ebrei
-dei varii paesi, essi mantennero sempre l'unità del loro
-culto, delle loro credenze; sicchè le stesse pratiche, gli
-stessi riti si celebrano tanto a Parigi quanto a Bagdad,
-tanto a Milano od a Boston quanto nell'ultimo villaggio
-della Ungheria e della Polonia.
-</p>
-
-<p>
-Bisogna dunque ammettere che o tutti gli Ebrei, che
-oggi vivono fra noi, hanno d'uopo di sangue cristiano
-per le loro cerimonie religiose, o che questo bisogno non
-fu mai provato da nessun ebreo, in nessun tempo ed in
-nessun paese.
-</p>
-
-<p>
-La religione ebraica non ha sêtte, non ha discrepanze
-religiose, sicchè è forza accettare questo dilemma: o tutti
-innocenti o tutti colpevoli.
-</p>
-
-<p>
-E per questo noi&nbsp;—&nbsp;che scriviamo in Italia, dove, da
-ormai trenta anni, non è più sorta nessuna accusa di
-questo genere contro gli Ebrei&nbsp;—&nbsp;sentiamo il bisogno di
-insistere su questo argomento per far chiaro che mai, in
-nessun luogo ed in nessun tempo, gli Ebrei praticarono
-l'infame rito; perocchè se ci fosse provato che un solo
-fanciullo cristiano fosse stato ucciso dagli Ebrei <em>per scopo
-religioso</em>, in qualsivoglia tempo, ed in qualsivoglia paese,
-dovremmo noi pei primi riconoscere che oggi ancora gli
-Ebrei di tutto il mondo celebrano l'infame cerimonia.
-</p>
-
-<p>
-Eppure la storia ribocca di accuse simiglianti mosse
-agli Ebrei, eppure è antichissima la asserzione che gli
-Ebrei sacrifichino vittime umane a non sappiamo quali
-orribili superstizioni.
-</p>
-
-<div>
-<span class="pageno" title="143" id="page-143"></span>
-</div>
-
-<p>
-Già Giuseppe Flavio confutava l'asserzione di Appione,
-il quale accusava gli Ebrei d'ingrassare nel loro tempio
-degli stranieri fatti prigionieri e di scannarli poi, per
-offrirli in olocausto a
-Dio&nbsp;<a id="FNa_250"></a><a href="#Fn_250" class="fna">(250)</a>.
-</p>
-
-<p>
-Nei secoli posteriori, specialmente a partire dal XII
-secolo, l'accusa di cui ci occupiamo si venne tanto spesso
-ripetendo sotto diverse forme, che gli Ebrei hanno oggi
-nella loro lingua una parola speciale (<em class="sc">gnalilad dam</em>,
-<em>la calunnia del sangue</em>) per designare questa calunnia
-loro sempre tanto fatale, parola questa che non è ignorata
-nemmeno da coloro fra essi che non sanno neppure
-una sillaba di ebraico, e che risuona sempre ai loro
-orecchi come il rintocco di una campana funebre.
-</p>
-
-<p>
-Ai tempi di Arcadio imperatore (395&ndash;408 d. G. C.)
-<span class="pageno" title="144" id="page-144"></span>
-ad Imnestri, piccola località situata tra Calcide ed Antiochia,
-alcuni Ebrei ubbriachi furono accusati di aver
-attaccato ad una croce un fanciullo cristiano e di averlo
-ucciso; ne seguì una lotta terribile. Ma questo fatto fu
-giudicato da Arcadio con equità e furono puniti soltanto
-i veri
-colpevoli&nbsp;<a id="FNa_251"></a><a href="#Fn_251" class="fna">(251)</a>.
-</p>
-
-<p>
-Nel 1080 gli Ebrei furono tutti banditi dalla Francia,
-ed i loro beni confiscati, sotto l'accusa di avere, alla loro
-Pasqua, sacrificato un ragazzino.
-</p>
-
-<p>
-Basnage ci
-narra&nbsp;<a id="FNa_252"></a><a href="#Fn_252" class="fna">(252)</a>,
-come&nbsp;—&nbsp;sotto il regno di Alfonso X
-il saggio, Re di Castiglia e di Leon (1252&ndash;1284),&nbsp;—&nbsp;tre
-scellerati di Orsona, città dell'Andalusia, gittassero un
-cadavere nel giardino attinente alla casa di un ebreo ed
-accusassero poi questi di averlo ucciso. Questa calunnia
-essendosi diffusa per la città il popolo massacrò tutti gli
-Ebrei che gli caddero nelle mani.
-</p>
-
-<p>
-Parecchi cercarono un rifugio nelle case dei loro amici
-cristiani, ma siccome ricorreva la Pasqua, nel qual tempo
-gli Ebrei non mangiano pane lievitato, e come essi non
-trovavano naturalmente che di questo, nelle case dei loro
-amici, poco mancò non morissero di fame, perchè preferivano
-digiunare ad infrangere la prescrizione religiosa.
-Gli abitanti di Palma imitarono quelli di Orsona e si
-dettero a perseguitare ed uccidere gli Ebrei, sicchè questi
-fecero pregare i loro correligionari di mandar deputati
-alla Corte per impedire un massacro che stava per diventar
-generale. I persecutori tenner dietro dappresso ai tre
-<span class="pageno" title="145" id="page-145"></span>
-deputati Ebrei che erano stati all'uopo designati. Anzi
-essi giunsero i primi, perocchè gli Ebrei erano stati obbligati
-a lasciare le vie battute ed a nascondersi in una
-foresta per paura di cader nelle mani dei loro persecutori.
-Giuseppe, capo della Deputazione ebrea, parlò in nome
-di tutti, con tanta eloquenza che venne ammirato da tutta
-la Corte. Re Alfonso assolse gli Ebrei dall'omicidio che
-non era mai stato commesso. Gli accusatori insistevano
-perchè l'ebreo fosse messo alla tortura, per sapere se egli
-aveva o meno perpetrato il reato, ma egli potè sottrarsi
-alla dura prova, chiedendo ed ottenendo si aprisse la
-tomba da cui era stato tratto il cadavere, per gittarlo
-nella sua casa.
-</p>
-
-<p>
-Simiglianti accuse si produssero in Inghilterra. Nel
-1226 gli Ebrei di Norvich furono condannati a 20,000
-marche di ammenda per aver voluto crocifiggere un
-fanciullo&nbsp;<a id="FNa_253"></a><a href="#Fn_253" class="fna">(253)</a>.
-Egualmente nel 1255 a Lincoln, dove dopo un
-simulacro di giudizio, diciotto ebrei furono appiccati ed il
-piccolo Ugo, il crocifisso, canonizzato.
-</p>
-
-<p>
-A Northampton, per delitto di crocifissione, se ne appiccarono
-cinquanta, e pochi anni dopo, nel 1287, gli Ebrei
-furono espulsi dall'Inghilterra, dove non ricomparvero
-che dopo aver ricevuto da Cromwell l'autorizzazione di
-<span class="pageno" title="146" id="page-146"></span>
-risiedere a Londra e di costruirsi una sinagoga, di rito
-spagnuolo&nbsp;<a id="FNa_254"></a><a href="#Fn_254" class="fna">(254)</a>.
-</p>
-
-<div>
-<span class="pageno" title="147" id="page-147"></span>
-</div>
-
-<p>
-Nel 1432 si pretese che Ebrei avessero fatto morire,
-lardellandolo di colpi di stile, V. Wernher di Bacharach.
-</p>
-
-<p>
-Nel 1443 gli Ebrei di Milano, per un'accusa simile,
-dovettero pagare 20,000 fiorini.
-</p>
-
-<p>
-Nel 1475 tre israeliti furono accusati di aver ucciso un
-ragazzo a Trento, dove la popolazione era stata prima fanatizzata
-dalle prediche di Bernardino da
-Feltre&nbsp;<a id="FNa_255"></a><a href="#Fn_255" class="fna">(255)</a>, e
-<span class="pageno" title="148" id="page-148"></span>
-tutti gli Ebrei furono messi alla tortura e spogliati di
-tutto.
-</p>
-
-<p>
-Nel 1490, Giovanni di Passamento fu aggiunto alla
-lista dei santi spagnuoli per il suo supposto martirio a
-Guardia.
-</p>
-
-<p>
-Nel 1506, a Venezia, un giovane israelita ungherese
-venne arrestato per sospetto di voler rapire un fanciullo
-cristiano, ma, da saggi giudici, riconosciuto innocente,
-tosto posto in libertà.
-</p>
-
-<p>
-Questo fatto ce lo narra il Sanuto nel volume
-sesto&nbsp;<a id="FNa_256"></a><a href="#Fn_256" class="fna">(256)</a>
-dei suoi diarii, e lo diamo nel suo testo originale, poichè
-le parole dell'illustre storico mettono in più chiara luce
-e la illuminata giustizia veneta, ed il retto e sano criterio
-dei nostri padri.
-</p>
-
-<p class="docutesto">
-“22 marzo 1506.
-</p>
-
-<p class="docutesto">
-“In questo zorno hessendo gran Conseio suso,
-achadete chel fo retenuto un zudio hongaro, nominato
-Isaach, qual studiava et stava perhò in questa terra,
-et venuto zoso Gran Conseio, ser Hieronimo Quirini
-<span class="pageno" title="149" id="page-149"></span>
-et ser Antonio Zustignam dotor, Avogadori, lo andono
-a examinar. Par chel ditto a San
-Stin&nbsp;<a id="FNa_257"></a><a href="#Fn_257" class="fna">(257)</a>
-in certa
-calle havesse trovato un puto di anni 2&nbsp;½ in zercha,
-smarito, e lui lo tolse soto la vesta e lo voleva menar
-via ut dicitur a marturizarlo como fo il bia Simon a
-Trento et Sebastian Novello a Porto Bufole del
-14..&nbsp;<a id="FNa_258"></a><a href="#Fn_258" class="fna">(258)</a>,
-et visto da alcuni, tandem fu preso detto zudio che
-fuziva e si buttò al aqua. Et cussì li Avogadori fe
-la soa examination con interprete et formò il processo.
-Quello seguirà noterò di sotto, unum che la matina in
-Rialto alcuni zudei dal vulgo fonno batuti et quasi
-lapidati. <i class="quo">Ma judico nulla sia et nulla seguirà et esser
-cossa falssa.</i>”
-</p>
-
-<p class="docutesto">
-“24 marzo 1506.
-</p>
-
-<p class="docutesto">
-“In questa matina in quarantia criminal fu rilassato
-il zudeo retento per cazon del puto, atento nulla
-erra con effecto, et cussì li Avogadori messeno di rilassarlo
-e fu preso.”
-</p>
-
-<p>
-Così si vedeva e si giudicava in Venezia nel 1506!
-</p>
-
-<p>
-Verso il 1530, un ebreo, di Amasia, presso Erzerum,
-venne accusato dell'assassinio di un cristiano il quale era
-stato bensì visto entrare nella casa dell'ebreo, ma non
-era stato visto uscirne. Secondo il solito i correligionari
-dell'accusato furono coinvolti nel processo. I disgraziati
-vennero sottoposti alla tortura, e, sotto l'angoscia di inenarrabili
-sofferenze, confessarono di aver assassinato un
-cristiano; tutti furono appiccati, ed un medico, Jacob
-Abiob, bruciato vivo. Ma l'accusa non era che una
-<span class="pageno" title="150" id="page-150"></span>
-orribile calunnia ordita da falsi testimoni e la prova
-non tardò a farsene palese: la pretesa vittima ricomparve.
-La causa venne allora portata a Costantinopoli, dinanzi
-al Tribunale di Solimano II, che non soltanto punì
-i calunniatori, ma ordinò che altre accuse di questo genere,
-contro gli Ebrei, che potessero riprodursi, dovessero
-portarsi dinanzi al divano di Costantinopoli, ogni altra
-giurisdizione esclusa.
-</p>
-
-<p>
-Bastò questa disposizione, bastò l'idea di trovarsi dinanzi
-a giudici relativamente illuminati, perchè, per ben
-tre secoli, la calunnia non rialzasse più il capo negli
-Stati del
-sultano&nbsp;<a id="FNa_259"></a><a href="#Fn_259" class="fna">(259)</a>.
-</p>
-
-<p>
-Anche nel secolo nostro simili casi si riprodussero sovente,
-troppo sovente per un secolo che ha la pretesa di
-essere quello dei lumi. Pur tacendo di altri fatti, ricorderemo
-come a Damasco un rispettabile e venerando cappuccino
-italiano, il padre Tommaso, ed un suo domestico,
-scomparissero nel febbraio 1840. Un barbiere ebreo e
-sette mercanti ebrei furono arrestati sotto l'imputazione
-di averli uccisi per compiere un sagrifizio rituale. Il processo
-venne istruito in modo, che, lord Palmerston, nella
-seduta della Camera dei Comuni inglesi del 22 giugno
-1840, ebbe a dichiarare “esempio di barbarie e di atrocità
-inaudite nel nostro secolo, e quali non potevansi
-aspettare in un paese che è in relazione col mondo
-civile&nbsp;<a id="FNa_260"></a><a href="#Fn_260" class="fna">(260)</a>.”
-Atroci tormenti strapparono agli sventurati
-<span class="pageno" title="151" id="page-151"></span>
-accusati una specie di confessione che smentirono energicamente
-dopo. Il console d'Austria, signor Merlato,
-tentò invano di calmare l'emozione popolare. Una sollevazione
-dei cristiani siriaci ne seguì, e, malgrado i passi
-fatti al Cairo, da sir Moses Montefiori e da Cremieux, in
-favore dei loro correligionari, malgrado che il Vicerè
-d'Egitto, Mohammed-Ali, prosciogliesse gli Ebrei da ogni
-accusa, il popolaccio non fu meno convinto, e lo è ancora
-adesso, che il padre Tommaso venne sacrificato in obbedienza
-ai riti talmudici delle feste pasquali.
-</p>
-
-<p>
-Quasi contemporaneamente, a Rodi, sorgeva una simile
-accusa, sempre contro gli Ebrei, ma, il 20 luglio 1840, il
-Consiglio di giustizia della Porta, che aveva avocato a sè
-la trattazione dell'affare, assolse tutti gli Ebrei dalla accusa
-portata contro di loro dai Greci, di essersi impadroniti
-di un fanciullo greco, al solito intento di scannarlo
-e di servirsi del suo sangue per la Pasqua. Nè
-pago di ciò, il Governo turco, per dimostrare tutto l'orrore
-che gli inspiravano le inumane sevizie usate dal pascià
-di Rodi contro gli Ebrei accusati, lo destituì da ogni
-sua carica ed il sultano Abdul-Medjid, con un suo firmano,
-in data del 13 Ramazan 1256 (7 novembre 1840),
-che si leggerà fra i documenti, pose in piena luce l'innocenza
-degli Ebrei accusati a Damasco ed a Rodi.
-</p>
-
-<p>
-Pochi anni dopo una cittaduzza italiana, Badia, in provincia
-di Rovigo, vedeva svolgersi un importante processo,
-di cui pubblicheremo più innanzi i documenti, processo
-che finì coll'assoluzione dell'ebreo imputato e colla
-condanna della sua calunniatrice.
-</p>
-
-<div>
-<span class="pageno" title="152" id="page-152"></span>
-</div>
-
-<p>
-Ricorderemo ancora un processo che ebbe luogo or
-sono venti anni a Saratoff, l'ultimo, crediamo, nel quale
-gli Ebrei venissero, malgrado le proteste delle autorità
-civili e militari, e dello stesso ministro di giustizia, condannati,
-e ciò, in seguito a testimonianze di persone peggio
-che equivoche e malgrado che la tortura non fosse giunta
-a strappare la menoma confessione a nessuno dei pretesi
-rei.
-</p>
-
-<p>
-È troppo recente, e troppo presente alla memoria di
-tutti, un fatto accaduto due anni or sono ad Alessandria
-d'Egitto, perchè vi spendiamo sopra ulteriori parole.
-</p>
-
-<p>
-Non possiamo però resistere al desiderio di fare qualche
-breve osservazione sul conto dello stranissimo processo
-che si svolse non ha guari in Ungheria. A Tisza Eszlar&nbsp;—&nbsp;paese
-situato, è bene notarlo, nella circoscrizione elettorale
-che inviò alla Tavola dei deputati il famoso antisemita
-Geza-Onody,&nbsp;—&nbsp;una ragazza quindicenne, di religione
-protestante, a nome Ester Solymossy, essendo
-sparita, gli Ebrei furono accusati di averla assassinata
-per scopo rituale. Mancava ogni base giuridica all'accusa;
-nelle acque del Tibisco si era persino ritrovato un
-cadavere che, quantunque deformato, appariva, indubbiamente,
-dagli indumenti che portava, quello della infelice
-scomparsa; sul cadavere non si riscontrava nessuna lesione
-che potesse far sospettare se ne fosse cavata una
-sola goccia di sangue; malgrado tutto ciò si voleva il
-processo; ed il processo, ad eterno disonore dell'Ungheria,
-ebbe luogo.
-</p>
-
-<p>
-Non ce ne rammarichiamo noi; perocchè quel processo è
-la più fulgida testimonianza dell'innocenza degli Ebrei, confermata
-da tre conformi sentenze pronunciate, malgrado
-le esorbitanze di una folla briaca d'odio e sitibonda di
-sangue, fanatizzata dalle mene degli antisemiti.
-</p>
-
-<p>
-Solo argomento a sostegno dell'accusa era, orribile a
-<span class="pageno" title="153" id="page-153"></span>
-dirsi, la deposizione di un ragazzo quattordicenne, Maurizio
-Scharf, figlio ad uno dei principali
-accusati&nbsp;<a id="FNa_261"></a><a href="#Fn_261" class="fna">(261)</a>.
-Come si
-giungesse a costringere un figlio a calunniare il proprio
-padre, ce lo dica una corrispondenza che il <cite xml:lang="fr">Figaro</cite> di
-Parigi riceveva da Vienna in occasione del processo.
-</p>
-
-<p>
-“Per slegare la lingua a quel Maurizio Scharf, il
-<em xml:lang="la">Deus ex macchina</em> di quel processo,
-il ragazzo quattordicenne
-che, con accanimento singolare, si era fatto
-accusatore del proprio padre, il cancelliere giudiziario
-<em>Peczely</em>, quel fenomeno di magistrato che nel corso del
-processo si seppe aver passato quindici anni della sua
-vita in galera per tentato assassinio, ricorreva ai seguenti
-mezzi: gli somministrava schiaffi e pugni in
-buona dose, gli anneriva il dorso con colpi del suo
-scudiscio da caccia e gli minacciava di fargli finire
-i suoi giorni in una oscura cella, talmente sucida <em>che
-neppure un cane</em> vi accetterebbe un pezzo di pane. Al
-contrario gli prometteva mari e monti nel caso in cui
-si decidesse a parlare.”
-</p>
-
-<p>
-Nè diversi erano, sempre secondo la citata corrispondenza,
-i mezzi usati cogli altri imputati. Ora venivano
-gettati in qualche cella umida e fredda, ora si esponevano
-ai raggi del sole, quel sole della Pusztah che ha
-i suoi quaranta gradi al <em xml:lang="la">minimum</em>, e quando si lagnavano
-di aver sete, si versavano loro nella gola torrenti
-<span class="pageno" title="154" id="page-154"></span>
-d'acqua che li soffocavano. Del resto il knut non riposava
-gran fatto.
-</p>
-
-<p>
-Più efficace ancora è la descrizione che, dei mezzi usati
-contro gli imputati di quell'iniquo processo, ci fa un eminente
-scrittore francese, il Cherbuliez&nbsp;—&nbsp;che mal si cela
-sotto il pseudonomo di Valbert&nbsp;—&nbsp;nella
-<cite xml:lang="fr">Revue des deux
-Mondes</cite> del 1º agosto 1883: “Il giudice
-d'istruzione&nbsp;<a id="FNa_262"></a><a href="#Fn_262" class="fna">(262)</a>,
-non potendo cacciar nulla dall'imputato Vogel, dopo
-avergli applicato un ceffone, chiamò i suoi sgherri, e
-minacciò di bastonarlo: rispose che quanto si voleva
-fargli dire era falso, siccome potevano confermare ventiquattro
-testimoni che desiderava si citassero. Tre
-pugni fortemente appiccicatigli sulla mascella ne fecero
-sgorgare il sangue; rifiutò di confessare. Gli si fece allora
-inghiottire tanta acqua che fu costretto a lasciarsi
-cadere a terra per poterla recere; quando l'ebbe rigettata,
-lo si costrinse a bere tre bicchieri di acqua
-salata. Rifiutò di confessare. Gli vennero allora legate
-le mani dietro il dorso, il commissario lo prese per
-uno dei ricci dei suoi capelli, un altro per l'altro e tirarono
-così forte che i due ricci restarono loro nelle
-mani. Rifiutò di confessare. Lo si spogliò, lo si fece
-<span class="pageno" title="155" id="page-155"></span>
-coricare sulla paglia minacciando di appiccarlo pei
-piedi. Rifiutò di confessare. Poi lo si obbligò a correre
-sino ad Eszlar dinanzi al cavallo d'un panduro. Il
-calore era soffocante ed egli non si reggeva più, ma ricusò
-di confessare. Si finì col rinchiuderlo in una
-oscura cella. Vi dimorò tre settimane e vi cadde gravemente
-malato sempre chiedendo, invano, che si sentissero
-i suoi testimoni.”
-</p>
-
-<p>
-Dopo queste narrazioni di scrittori e di giornali autorevoli
-nessuno oserà meravigliarsi se il governo ungherese,
-in una corrispondenza di origine evidentemente
-iperofficiosa, in data 3 luglio 1883, pubblicata nella
-<cite xml:lang="fr">République
-française</cite>, è obbligato a lasciarsi strappare questa
-preziosa confessione:
-</p>
-
-<p>
-“Mentre l'Ungheria è governata da una legislazione
-eminentemente liberale&nbsp;—&nbsp;una fra le più liberali
-d'Europa&nbsp;—&nbsp;la
-magistratura ungherese non ha quasi subìto
-nessuna trasformazione, nessuna riforma, ed è rimasta
-ad un dipresso tal quale era il secolo scorso”.
-</p>
-
-<p>
-Malgrado tutto ciò, malgrado l'eloquenza ed il talento
-grandissimo che il Szalay, avvocato della parte civile, aveva
-posto al servizio di questa iniqua causa, tre conformi sentenze
-posero in luce la piena innocenza degli
-accusati&nbsp;<a id="FNa_263"></a><a href="#Fn_263" class="fna">(263)</a>.
-</p>
-
-<div>
-<span class="pageno" title="156" id="page-156"></span>
-</div>
-
-<p>
-Nella impossibilità in cui eravamo di riferire tutti i
-fatti calunniosi di questa natura addebitati agli Ebrei,
-siam venuti scegliendo imparzialmente tanto fra quelli
-che terminarono colla condanna dell'innocenza, come fra
-quelli in cui l'innocenza finì per trionfare.
-</p>
-
-<p>
-Ma, di fronte all'odiosità di questi processi, ci piace
-porre la testimonianza di coloro che si adoperarono a
-scagionare gli Ebrei dalla iniqua accusa.
-</p>
-
-<p>
-E tra questi vogliamo citare, fra i primi, molti ebrei
-che abbandonarono la religione avita per abbracciare il
-cristianesimo. Si sa che in generale coloro che abbandonano
-una religione od un partito ne divengono i più
-fieri avversari, sicchè questi neofiti, se avessero avuto
-conoscenza dell'infame rito, non avrebbero mancato di
-denunziarlo e, per dovere di coscienza, sopratutto, ed
-anche forse un pochino per astio verso gli antichi correligionari.
-Invece non uno fra
-essi&nbsp;<a id="FNa_264"></a><a href="#Fn_264" class="fna">(264)</a>
-si fece propalatore
-di simili accuse. L'abate Ratisbonne, i fratelli
-Lehmann di Lyon, nati ed educati nella religione ebraica,
-e divenuti più tardi zelantissimi sacerdoti di Cristo, non
-ne fecero cenno, ma anzi la smentirono. Eisenmenger&nbsp;—&nbsp;fiero
-nemico degli Ebrei&nbsp;—&nbsp;nel suo <cite>Giudaismo svelato</cite>
-ci tiene parola di un Tommaso neofita, il quale, nell'anno
-1413, interpellato da un re spagnuolo per conoscere
-cosa vi fosse di vero in questa accusa, che il Vescovo
-di Madrid muoveva dal pergamo agli Ebrei, ne proclamò
-altamente la falsità adducendo prove in contrario. Un
-<span class="pageno" title="157" id="page-157"></span>
-altro neofita, Gerolamo di Santa Fè, confessò a Papa
-Benedetto VIII nulla esservi di vero in questa accusa
-che si vuol fare agli Ebrei. Aloisio di
-Sonnenfels&nbsp;<a id="FNa_265"></a><a href="#Fn_265" class="fna">(265)</a>
-pubblicò in Vienna un dottissimo opuscolo: <cite>Ripugnanza
-degli Ebrei contro il sangue ossia il Giudaismo accusato,
-inquisito ed assolto dal preteso uso del sangue cristiano
-innocente</cite> nel quale, con copia di irrefutabili argomenti,
-scagiona gli Ebrei dalla orrenda accusa. Fra i documenti,
-che vanno uniti al presente libercolo, si troverà la solenne
-dichiarazione fatta a Vienna dal predicatore di
-Corte, Veit, nel 1840, colla quale solennemente proclamava
-dal pergamo la innocenza dei suoi antichi correligionari.
-A questi si debbono aggiungere, sempre tra i
-neofiti, il dott. Alessandro M.
-Caul&nbsp;<a id="FNa_266"></a><a href="#Fn_266" class="fna">(266)</a>
-in Londra che nella
-<span class="pageno" title="158" id="page-158"></span>
-opera “<cite xml:lang="en">Reasons for Believing</cite> ecc.”, dedicata alla sua
-Graziosa Sovrana, dimostra come i sacrifizi umani ed il
-versar sangue stieno in aperta contraddizione coi principii
-fondamentali del Mosaismo. Ed a questo libro va unita
-una dichiarazione firmata da 35 ebrei, convertiti al cristianesimo,
-i quali, unanimemente, dichiaravano essere
-l'accusa di cui ci occupiamo una vile e diabolica menzogna.
-Anche un altro ebreo convertito, il dott. Augusto
-Neander&nbsp;<a id="FNa_267"></a><a href="#Fn_267" class="fna">(267)</a>
-rilasciò nel 1840 una dichiarazione contro
-<span class="pageno" title="159" id="page-159"></span>
-quest'accusa e del paro il dott. Biesenthal di
-Berlino&nbsp;<a id="FNa_268"></a><a href="#Fn_268" class="fna">(268)</a>
-ed il dott. Tugendhold di
-Varsavia&nbsp;<a id="FNa_269"></a><a href="#Fn_269" class="fna">(269)</a>
-hanno, nei loro
-<span class="pageno" title="160" id="page-160"></span>
-scritti dimostrato nel modo il più rigorosamente scientifico,
-come tale accusa altro non sia che una orribile
-menzogna&nbsp;<a id="FNa_270"></a><a href="#Fn_270" class="fna">(270)</a>.
-</p>
-
-<p>
-A questi autori, che appartengono tutti alla categoria
-degli Ebrei convertiti, convien aggiungere due scrittori
-tedeschi, il Wagenseil e l'Eisenmenger, già citato, autori,
-il primo della <cite>Tela ignea</cite> ed il secondo del <cite>Giudaismo
-svelato</cite>, entrambi accaniti nemici degli Ebrei, ma abbastanza
-onesti per non calunniare scientemente i loro avversari.
-</p>
-
-<p>
-Il primo chiama l'uso falsamente attribuito agli Ebrei
-del sangue cristiano <i class="quo">spaventevole menzogna che ha privato
-degli averi e della vita tante migliaia di persone
-innocenti</i>&nbsp;<a id="FNa_271"></a><a href="#Fn_271" class="fna">(271)</a>.
-</p>
-
-<p>
-Il secondo scrive: <i class="quo">Da ciò puossi giudicare che in questa
-cosa si fa torto agli Ebrei, particolarmente dacchè
-è severamente vietato nei libri di Mosè</i>.
-</p>
-
-<p>
-Si noti che entrambi questi autori avean fatto profondi
-studi sul Giudaismo ed avevano avuto parte alla
-conversione di moltissimi Ebrei.
-</p>
-
-<p>
-Un italiano, Chiarini, uno dei più feroci nemici del
-giudaismo, a pag. 161 della sua introvabile <cite>Teoria del
-<span class="pageno" title="161" id="page-161"></span>
-Giudaismo</cite>, scrive: che dopo aver fatto il più maturo
-esame della legge mosaica si viene necessariamente a concludere
-che: 1º l'amore del prossimo vi è comandato sempre
-e verso tutti; 2º che l'avversione che vi s'inspira contro
-i riti e i costumi degli altri popoli non cade sopra le persone,
-ma non è che una cautela che Mosè dovette usare
-per impedire agli Ebrei di darsi alla idolatria alla quale
-erano sì inclinati; 3º che infine l'odio comandato contro
-i Cananei, gli Amaleciti, ecc., fu una conseguenza necessaria
-del rigore dell'antico diritto di guerra e di rappresaglia
-provocata contro di sè stessi da quegli stessi
-popoli; odio perciò di nazione e passeggiero e voluto soltanto
-per quei dati popoli designati dalla
-legge&nbsp;<a id="FNa_272"></a><a href="#Fn_272" class="fna">(272)</a>.
-</p>
-
-<p>
-Anche Giovanni Hornbeck, olandese, e non certamente
-amico degli Ebrei, come lo prova il solo titolo del suo
-libro: <cite xml:lang="la">De convertendis Judæis</cite> (1655),
-scrive a pag. 26
-dei prolegomeni:
-</p>
-
-<p>
-“Bisognerebbe sapere se è vero ciò che nelle storie
-si legge comunemente per irritare gli Ebrei contro i
-Cristiani o piuttosto questi contro quelli, cioè, che ogni
-anno alla preparazione della pasqua, questi Ebrei sacrificano
-barbaramente un fanciullo cristiano ch'essi
-hanno furbescamente involato, e che fanno questo per
-deridersi della pasqua del Cristo che si celebra in
-quell'epoca istessa: io non voglio nè posso affermarlo,
-sapendo bene che nei tempi in cui si inventarono simili
-racconti e specialmente dopo che il Tribunale dell'Inquisizione
-fu stabilito dal papismo, mille di coteste
-fandonie vennero inventate e gli storici di quei tempi
-non cessarono di pubblicarle. A dir il vero, io non ho
-ancor letto alcuna relazione che mi provi esser veri
-<span class="pageno" title="162" id="page-162"></span>
-quei fatti. Tutto si fonda su delle donnicciolate popolari
-sempre molto incerte o per lo meno raccolte alla meglio
-dalla bocca di qualche monaco inquisitore, senza calcolare
-poi la cupidigia delle spie che tutto si facevano
-lecito per rendersi padroni dei beni degli Ebrei e se
-non padroni, almeno riscuotere buon premio del loro
-spionaggio. Ciò è provato da quanto si legge nel 1º libro
-delle costituzioni di Sicilia, titolo <span class="sc num">vii</span>.
-L'imperatore
-Federico ci dice: Si vero Judaeus vel Saracenus sit,
-in quibus, prout certo perpendimus, Christianorum persecutio
-minus abundat ad praesens, etc., cioè: Se poi
-vi sia Ebreo o Saraceno, in cui come certamente sappiamo
-che la persecuzione dei cristiani meno abbonda
-al presente, ecc. Questo fa supporre che i Cristiani sono
-sempre più o meno animati contro gli Ebrei, che se
-però questa volta è avvenuto per caso che un Cristiano
-è stato ucciso da un Ebreo, non si è per questo in
-diritto di asserire che gli Ebrei ogni anno si fanno
-un obbligo di uccidere un bambino cristiano, e ciò che
-Tommaso Cantipratensis nel suo <span class="sc num">ii</span>
-libro, capitolo 23
-assicura, cioè esser noto a tutti che ogni anno ed in
-ogni Provincia gli Ebrei tirano a sorte il borgo od il
-villaggio o la città che deve fornir loro l'olocausto,
-(cristiano, s'intende, dice lui), non è che una di quelle
-menzogne, di quelle calunnie, e di quelle fandonie, di
-cui ha pieno il suo libro.”
-</p>
-
-<p>
-Giuseppe De Maistre, scrittore cattolico ed ortodosso
-se ve ne fu uno, un omino che dava gloria ai suoi fratelli
-e non viveva, come altri, della gloria che il fratello riflette,
-sopra di loro, Giuseppe De Maistre, dico, ha scritto
-un <cite>Trattato sui sacrifizi</cite> che fa seguito alle <cite>Serate di
-Pietroburgo</cite>. Ora in quel trattato non soltanto non si fa
-menzione del preteso rito di sangue addebitato agli Ebrei
-ma si viene indirettamente a scagionarli con queste parole
-<span class="pageno" title="163" id="page-163"></span>
-che leggonsi a pagina 368 (Ed. di Lyon, 1836):
-“Una esperienza di quaranta secoli ci apprende che
-dovunque il vero Dio non sarà, in forza di una esplicita
-rivelazione, riconosciuto e servito, l'uomo immolerà sempre
-l'uomo e spesso lo divorerà.”
-</p>
-
-<p>
-Citiamo ancora, fra i moltissimi, due sacerdoti cattolici.
-Il padre Riccardo Simon dell'Oratorio, che in occasione
-del processo di Raphael Levy, bruciato vivo a Metz il
-gennaio 1670, sotto l'accusa di aver assassinato un fanciullo
-cristiano, ne scrisse una splendida
-difesa&nbsp;<a id="FNa_273"></a><a href="#Fn_273" class="fna">(273)</a>;
-ed il R. P. Bonaventura du Maine dell'ordine dei Minori
-Conventuali, che discorrendo, nel 1865, al Congresso Cattolico
-di Malines (si noti: al <cite>Congresso Cattolico</cite>) dello
-orribile assassinio del padre Tomaso, accaduto nel 1840
-a Damasco, ebbe a dire che questo reato “non può essere
-imputato che ai suoi assassini, giacchè <em>nessun uomo serio</em>
-crede più oggi che in nessun luogo di questo mondo,
-<span class="pageno" title="164" id="page-164"></span>
-gli Ebrei si credano <em>autorizzati dalla loro religione</em>
-ad immolare dei
-Cristiani”&nbsp;<a id="FNa_274"></a><a href="#Fn_274" class="fna">(274)</a>.
-</p>
-
-<p>
-Anche principi secolari e Pontefici, spesso si adoperarono
-a purgare gli Ebrei dalla indegna calunnia.
-</p>
-
-<p>
-Bona e Gian Galeazzo Sforza, duca di Milano, con
-particolare decreto 19 maggio 1470, che si troverà fra i
-documenti, non esitarono a dichiarar l'accusa falsa e
-calunniosa.
-</p>
-
-<p>
-L'imperatore Carlo V, con editto del 3 aprile 1544,
-dannava tali imposture e proclamava, che, in forza delle
-dichiarazioni papali, quanto viene imputato agli Ebrei,
-necessariamente non può sussistere ed impartiva disposizioni
-a tutela degli innocenti calunniati.
-</p>
-
-<p>
-Una pubblica sentenza, pronunciata in Verona, l'ultimo
-febbraio del 1603, proclamò l'innocenza dell'imputato Giuseppe
-Ebreo, all'appoggio, più che d'altro, del divieto di
-Sommi Pontefici di prestar credenza a tali accuse, la
-quale osservanza condusse i giudici a provare falsi e calunniosi
-tutti i testimoni intervenuti nel processo.
-</p>
-
-<p>
-Nel 26 luglio dello stesso anno Vincenzo I duca di
-Mantova e Monferrato, illuminato dalla pietà di Monsignor
-Vescovo e del Padre Inquisitore, per levare, come si
-esprime, la suddetta vana e falsa voce che s'era levata
-in odio agli Ebrei, proibì persino di parlarne sotto comminatoria
-di 200 scudi d'ammenda commutabili, per chi
-non li pagasse, in pene corporali <em>ad arbitrio nostro</em>.
-</p>
-
-<p>
-Tullio Carreto, vescovo di Casale, con pubblica sentenza,
-27 luglio 1611, resa d'accordo con frà Benedetto
-Ruota, inquisitore generale di Casale e d'Alba, proclamò
-l'innocenza di un'infelice donna israelita, accusata dell'immaginario
-reato. Federico III, Massimiliano II e Leopoldo,
-<span class="pageno" title="165" id="page-165"></span>
-dietro l'esempio dei predecessori, ed appoggiandosi
-alle Bolle dei Sommi Pontefici, bandirono la falsità dell'accusa,
-e tutelarono gli imputati con ogni sorta di leggi
-e di penalità.
-</p>
-
-<p>
-E, invocando finalmente l'autorità dei Sommi Pontefici,
-esporremo:
-</p>
-
-<p>
-Che un Gregorio IX, sulle orme apostoliche di Calisto,
-Eugenio, Alessandro, Celestino, Innocenzo, Onorio e tanti
-altri, pronunciò scomunica contro gli autori e propalatori
-dell'iniqua calunnia, e con particolar Breve, in data 9
-settembre 1236, che comincia <cite xml:lang="la">Lacrimabilem Judaeorum</cite>,
-vi rese palese, anche ai Principi secolari, la pia e retta
-sua
-intenzione&nbsp;<a id="FNa_275"></a><a href="#Fn_275" class="fna">(275)</a>.
-</p>
-
-<p>
-Che il pontefice massimo Innocenzo IV, con suo Breve
-5 luglio 1247, scrisse ad arcivescovi e vescovi di Francia
-e di Germania, ingiungendo alle persone ecclesiastiche,
-ed ai principi, nobili, secolari e cittadini di astenersi dal
-supporre negli Ebrei la colpa di cui trattasi, Breve che
-comincia: <cite xml:lang="la">Archiepiscopis et episcopis per Alemaniam
-constitutis. Lacrimabilem Judaeorum Alemaniæ recepimus
-questionem</cite>,
-ecc.&nbsp;<a id="FNa_276"></a><a href="#Fn_276" class="fna">(276)</a>.
-</p>
-
-<p>
-Che analoghe dichiarazioni ebbero a fare Clemente VI
-nel 1342, e Sisto IV;
-</p>
-
-<p>
-Che il sommo pontefice Alessandro VII infine, nel settimo
-anno del suo pontificato, con suo Breve od Editto,
-fu pietosamente indotto a condannare siffatte calunnie
-contro gli Ebrei.
-</p>
-
-<p>
-Basterebbe davvero la concorde testimonianza di tanti
-<span class="pageno" title="166" id="page-166"></span>
-autori, di tanti principi, di tanti pontefici a ridurre al
-silenzio ogni uomo di buona
-fede&nbsp;<a id="FNa_277"></a><a href="#Fn_277" class="fna">(277)</a>.
-</p>
-
-<p>
-Pure non è così; e noi che vorremmo schiacciare per
-sempre la testa all'idra della calunnia, siam costretti ad
-abusare della cortesia e della pazienza dei lettori ed a
-soffermarci troppo su di un'accusa che Sir Robert Peel,
-nella seduta della Camera inglese del 22 gennaio 1841,
-dichiarava indegna di ogni
-attenzione&nbsp;<a id="FNa_278"></a><a href="#Fn_278" class="fna">(278)</a>.
-</p>
-
-<p>
-Ma siamo obbligati a farlo dalla malizia, o, diremo meglio,
-dalla malignità dei nemici degli Ebrei, la quale non
-ha limiti.
-</p>
-
-<p>
-I papi, come si è visto, hanno più volte scagionato gli
-Ebrei dalla stolta calunnia. Un giornale cattolico ed
-onesto, l'<cite>Unità Cattolica</cite> di Torino, aveva, pochi anni
-or sono, ripetuta l'accusa, ignorando quanto i Papi avevano
-scritto in proposito. Ma bastò che un dotto israelita
-facesse avvertito il Teologo Margotti dell'errore, perchè
-questi nel N. 112 del 1872 della sua <cite>Unità</cite> pubblicasse
-la seguente leale dichiarazione:
-</p>
-
-<p>
-“Nella vigilia del giorno natalizio del nostro Santo
-<span class="pageno" title="167" id="page-167"></span>
-Padre Pio IX, vogliamo emendare un articolo sugli
-Ebrei pubblicato nel nostro numero 106, discorrendo
-dei tumulti di Smirne e del supposto sagrifizio di un
-fanciullo. Ed è nostro debito il dichiarare che già <em xml:lang="la">ab
-antico</em> fu apposta agli Ebrei <em class="sc">questa calunnia</em>, ma
-ne vennero purgati dai Papi medesimi, tra i quali vogliamo
-annoverare principalmente Gregorio IX ed Innocenzo
-IV. Noi abbiamo voluto vedere in fonte i documenti
-e, consultati gli Annali del Baronio continuati
-dal Raynoldo, nel volume <span class="sc num">ii</span>, a pag. 395, vi abbiamo
-letto le seguenti parole che tradurremo dal latino:
-</p>
-
-<p>
-“Fu tocco Papa Innocenzo IV dalle dolorose lagnanze
-degli Ebrei che in Germania ed in Francia piangevano
-oppressi da gravissime ingiurie e mali. Imperocchè
-correndo attorno la falsa voce che essi nelle
-feste pasquali si mangiassero, a guisa di sacra comunione,
-il cuore di un ucciso fanciullo, questa calunnia
-loro si appiccò talmente, che per la più lieve causa
-venivano spogliati dei beni, gettati in carcere ed anche
-colpiti, senza forma alcuna di giudizio, di ingiustissima
-e crudelissima morte. Per proteggerne l'innocenza
-e liberarli da quel feroce zelo di Principi e
-popoli, il Pontefice scrisse agli Arcivescovi e Vescovi
-di Germania che resistessero al furor popolare, perchè
-non si straziassero in sì crudel modo gli innocenti,
-dovendosi colla massima prudenza riflettere che dal
-sacro loro archivio ci venivano quasi i testimoni della
-fede cristiana. Ecco la lettera di Innocenzo IV: “<i>Agli
-Arcivescovi e Vescovi costituitisi per la Germania.</i>
-Abbiamo ricevuto lagrimose lagnanze dagli Ebrei di
-Germania perchè non pochi Principi sì ecclesiastici
-come secolari ed altri nobili potenti delle vostre città
-e diocesi per rapire ed usurpare i loro beni, macchinando
-contro di loro empi disegni, fingendo varii e
-<span class="pageno" title="168" id="page-168"></span>
-diversi casi, non considerando saggiamente che dalle
-origini loro quasi provennero le testimonianze della
-fede cristiana nè che la divina scrittura tra gli altri
-precetti dice:&nbsp;—&nbsp;Non ammazzare&nbsp;—&nbsp;e agli Ebrei
-vieta nella solennità pasquale qualunque omicidio,
-falsamente li accusano che nella stessa solennità essi
-si comunichino col cuore di un ucciso fanciullo, credendo
-di ubbidire alla stessa legge, mentre ciò è a
-questa legge medesima affatto contrario, e malignamente
-a quelli imputano l'uccisione di un uomo se
-loro accade di scoprire in qualche luogo un cadavere.
-E per questa ed altre molte finzioni incrudelendo
-contro di essi nè accusati, nè confessi, nè convinti
-e contrariamente a' privilegi loro benignamente concessi
-dall'Apostolica Sede, li spogliano, contro Dio
-e la giustizia, di tutti i loro beni, e li opprimono colla
-fame, la prigionia, e tante molestie e sì grandi tormenti,
-infliggendo loro diversi generi di pene, e spessissimo
-condannandoli a turpissima morte, che gli
-stessi Ebrei, trovandosi quasi sotto il dominio dei predetti
-Principi, nobili e potenti, in peggiore condizione
-di quel che fossero i loro padri sotto Faraone d'Egitto,
-sono costretti a miseramente esulare da' luoghi abitati
-da essi e da' loro antecessori da tempo immemorabile:
-laonde, temendo il proprio esterminio, stimarono di
-dover ricorrere alla prudenza della Sede Apostolica.
-</p>
-
-<p>
-“Non volendo adunque che siano ingiustamente vessati
-i predetti Giudei, la cui conversione aspetta il
-misericordiosissimo Iddio; credendosi per testimonianza
-del Profeta, che saranno salvi i loro avanzi; mandiamo
-che, mostrandosi ad essi favorevoli e benigni,
-qualunque delle predette cose avete trovato essersi temerariamente
-tentata contro gli stessi Ebrei dai predetti prelati,
-nobili e potenti, legittimamente rivocando
-<span class="pageno" title="169" id="page-169"></span>
-qualunque ordine, non permettiate che essi per l'avvenire
-siano indebitamente molestati intorno alle dette
-ed altre simili cose. <i>Dato a Lione, III nov. dell'anno
-V.</i> Questa lettera fu altresì mandata ai prelati
-della Francia”.
-</p>
-
-<p>
-“Il chiarissimo professore Giuseppe Levi, direttore
-dell'<cite>Educatore Israelita</cite> di Vercelli, ci indicò il documento
-riferito più sopra; e noi dopo averlo consultato
-negli annali del Baronio, continuato dal Raynaldo, non
-tardammo a tradurlo e pubblicarlo. Aggiungiamo pure
-di non aver saputo trovare nel Talmud nessun testo
-che comandi o consigli agli Ebrei l'uccisione di bambini
-cristiani per celebrare la Pasqua. Francesco Domenico
-Guerrazzi nel 1857 stampava nel suo <cite>Asino</cite>
-questa calunnia. Protestammo, scrive il professor Levi,
-e, dopo lungo carteggio, convinto delle nostre ragioni,
-Guerrazzi disdiceva nella seconda edizione il già detto,
-e ci scriveva da Genova nel 20 luglio 1857: Non mi
-resta che a congratularmi con voi dell'essere rimasti
-soddisfatti dell'ammenda fatta, e di avermi porta occasione
-di raddrizzare un errore il quale, certo contro
-la mia volontà, vi recava gravame”.
-</p>
-
-<p>
-Lasciamo a parte la buona fede del Guerrazzi, che il
-Levi avrà avute le sue buone ragioni per trovare soddisfacente,
-e confessiamo che il contegno dell'<cite>Unità Cattolica</cite>
-fu così onesto, così leale da giustificare pienamente
-quanto noi scrivemmo a pag. 15.
-</p>
-
-<p>
-Ma, pur troppo, non tutti i giornalisti cattolici son
-del valore di Don Giacomo Margotti. Un articolaio della
-<cite>Civiltà Cattolica</cite> a pag. 234 del vol.
-<span class="sc num">vii</span> del 1881 vuole
-provarsi ad aggiustare il latino in bocca al papa, e vien
-fuori con questo bel ragionamento che noi, più onesti
-dell'articolaio suddetto, amiamo riferire per esteso prima
-di rispondervi:
-</p>
-
-<div>
-<span class="pageno" title="170" id="page-170"></span>
-</div>
-
-<p>
-“Che fra queste pratiche giudaico-talmudiche vi sia
-anche quella di <em>comunicarsi la Pasqua col cuore di
-un fanciullo cristiano assassinato</em> questo noi nol crediamo:
-nè se ne trova a nostra notizia cenno nel
-Talmud e neanche sappiamo che mai sia stato formato
-sopra un tale misfatto un regolare autentico processo.
-Ma quanto alla legge ed alla pratica talmudica di assassinare
-dei cristiani fanciulli e non fanciulli per servirsi
-del loro sangue nella confezione degli azimi nelle
-feste pasquali, questa è legge fondata nel Talmud, e
-praticata più volte dai Giudei come consta da molti
-processi anche recenti (<em>ma, articolaio del mio cuore, se è
-fondata nel Talmud, non dovrebbe constare dal Talmud
-stesso, anzichè dai processi?</em>) secondo che fu già da molti
-e sarà anche da noi colla scorta dei processi ampiamente,
-chiaramente ed indubbiamente dimostrato”.
-</p>
-
-<p>
-Che sorta di ciuco sia l'articolaio della <cite>Civiltà</cite> dimostreremo
-a luce meridiana in una lettera indirizzata al
-chiarissimo direttore di quel periodico, lettera che i nostri
-lettori troveranno più innanzi; ma qui non si tratta di
-maggior o minor dottrina, ma bensì di spudorate calunnie,
-tanto più infami, in quanto che scritte su di
-una imputazione che costò già la vita a molti innocenti
-e scritte allorquando pendevano processi sull'argomento,
-coll'evidente intento di esercitare, mercè l'autorità del
-giornale che le accoglieva, una pressione sull'animo dei
-giudici&nbsp;<a id="FNa_279"></a><a href="#Fn_279" class="fna">(279)</a>.
-</p>
-
-<div>
-<span class="pageno" title="171" id="page-171"></span>
-</div>
-
-<p>
-Affermiamo dunque che nel brano succitato sono più
-le infamie, e le menzogne scientemente scritte, di quello
-che non siano le parole&nbsp;—&nbsp;e lo proviamo:
-</p>
-
-<div>
-<span class="pageno" title="172" id="page-172"></span>
-</div>
-
-<p>
-1. Che razza di papi, e che razza di uomini, sarebbero
-stati Gregorio IX ed Innocenzo IV se, sapendo che
-gli Ebrei avevan per obbligo di uccidere fanciulli cristiani
-per compiere tenebrosi riti, avessero impiegato la
-loro parola a scagionare gli Ebrei dall'accusa <em>di comunicarsi
-col cuore di un fanciullo cristiano</em>? Che la religione
-mosaica non abbia nulla di simile al Sacramento
-della Eucaristia sanno anche i bimbi; e quei papi sarebbero
-stati i peggiori fra i malfattori se, arzigogolando
-sulle parole, come un volgare scrittore della <cite>Civiltà</cite>, avessero
-detto ai Cristiani: <em>Non è vero che gli Ebrei ammazzino
-i fanciulli per comunicarsi col loro cuore</em>, sottointendendo,
-con strana restrizione mentale, <em>ma li
-ammazzano per servirsi del loro sangue nella confezione
-degli azimi</em>.
-</p>
-
-<p>
-Ingiuria più atroce e più insana di questa, verso la
-memoria di due Sommi Pontefici, non poteva scagliarsi
-da nessun ebreo, da nessun ateo, da nessun nemico della
-Chiesa, ed è bello, è istruttivo sopratutto, che l'abbia
-scagliata un articolaio della <cite>Civiltà Cattolica</cite>.
-</p>
-
-<p>
-2. <i>Assassinare dei cristiani fanciulli e non fanciulli
-per servirsi del loro sangue nella confezione degli azimi
-nelle feste pasquali, questa è</i>
-<em class="sc">legge fondata sul Talmud</em>.
-</p>
-
-<p>
-Chi asserisce ha sempre avuto l'obbligo di provare.
-<span class="pageno" title="173" id="page-173"></span>
-Noi, per esempio, affermiamo qui anche una volta che
-l'odio dell'articolaio e dei pari suoi contro il Talmud proviene
-da ciò: che, mentre essi desiderano la immediata
-conversione degli Ebrei (V. <cite>Civiltà Catt.</cite>, Quaderno 814,
-p. 487), quel libro tanto esecrato giovò specialmente a
-confermare gli Ebrei nella loro fede, e, siccome lo affermiamo,
-lo proviamo subito, citando le parole di un
-autore ultra-cattolico, il
-Rohrbacher&nbsp;<a id="FNa_280"></a><a href="#Fn_280" class="fna">(280)</a>: “Questa raccolta
-di tradizioni farisaiche (il Talmud) chiosate, predicate
-dai rabbini, è appunto, siccome pare, il maggior impedimento
-alla conversione dei giudei”.
-</p>
-
-<p>
-L'articolaio invece, asserendo che nel Talmud è fatta
-agli Ebrei prescrizione di celebrare l'orrendo rito, afferma,
-ma non prova, e sì che la prova qui era tanto facile e
-semplice, bastava citare il trattato ed il foglio del
-Talmud dove si trova imposto agli Ebrei il nefando rito.
-</p>
-
-<p>
-Ma questo l'articolaio non potè fare per una ragione
-semplicissima; ed è che frammezzo alle bellissime cose
-ed alle matte stranezze di cui riboccano i dodici volumi
-in foglio del Talmud, non vi è una riga, neppur una,
-che possa, per quanto torta e ritorta, venire in appoggio
-alla bieca accusa.
-</p>
-
-<p>
-Sa invece l'articolaio cosa c'è nel Talmud?
-</p>
-
-<p>
-Legga l'articolaio, se li sa leggere, per tacer d'altri, i
-trattati <cite>Choiln</cite>, <cite>Keridut</cite>, <cite>Pesachim</cite>,
-<cite>Jebamoth</cite>, <cite>Zevachim</cite>
-e vi troverà ad ogni pie' sospinto rinnovato il divieto fatto
-agli Ebrei dalla
-Bibbia&nbsp;<a id="FNa_281"></a><a href="#Fn_281" class="fna">(281)</a>
-di cibarsi di sangue, e non solo
-<span class="pageno" title="174" id="page-174"></span>
-lo troverà rinnovato, ma lo troverà aggravato da tutte
-quelle <em>siepi</em> che, secondo il detto talmudico, i Rabbini si sono
-piaciuti a porre attorno alla legge di Dio per renderne
-più sicura la osservanza. E perciò non soltanto troverà
-vietato l'uso del sangue di animali, ma troverà minuziose,
-ridicole prescrizioni perchè i cibi sieno preparati
-in modo che non vi rimanga la più piccola traccia di
-sangue, troverà persino fatto divieto all'ebreo di inghiottire
-il boccone che ha in bocca, se per caso venisse,
-mentre lo sta masticando, ad uscirgli una goccia di
-sangue dalle gengive, o di sorbire un uovo nel quale si
-trovi una goccia di sangue.
-</p>
-
-<p>
-Rida finchè vuole l'articolaio di queste minuzie e
-noi rideremo con lui, e di buon cuore; ma, vivaddio,
-non accusi coloro che le osservano di pasti da antropofaghi.
-</p>
-
-<p>
-Che se poi l'articolaio fosse vago di sapere cosa pensano
-i padri del Talmud dello omicidio, gli diremo che
-al tempo delle persecuzioni di Trajano, raccoltisi i maestri
-<span class="pageno" title="175" id="page-175"></span>
-del Giudaismo in segreto consiglio, stabilirono: che
-qualunque ebreo potesse tenersi sciolto dall'obbligo di
-adempiere i riti religiosi, ognora che ne potesse seguire
-pericolo di morte; e che solo per sottrarsi a un atto di
-idolatria, all'<em class="sc">omicidio</em> e all'adulterio fosse cosa onorevole
-e giusta, spendere la propria
-vita&nbsp;<a id="FNa_282"></a><a href="#Fn_282" class="fna">(282)</a>.
-</p>
-
-<p>
-E questa opinione è cento volte ripetuta nel Talmud
-dove a tacere d'altri mille passi si legge anche il seguente:
-</p>
-
-<p>
-“Chi versa il sangue dell'uomo sarà versato il suo
-sangue.
-</p>
-
-<p>
-“Molti è vero, hanno le mani lorde di sangue umano,
-eppure muoiono tranquillamente nel letto loro. Ma il
-loro sangue sarà versato nel giorno del
-giudizio&nbsp;<a id="FNa_283"></a><a href="#Fn_283" class="fna">(283)</a>”.
-</p>
-
-<p>
-E se ciò non basta all'articolaio, se non gli basta la
-dichiarazione dell'<cite>Unità Cattolica</cite> di non aver trovato
-nel Talmud nessun precetto che comandi o consigli il
-nefando rito, ci stia a sentire; non potremo esser brevi,
-e ne chiediam venia ai lettori, ma vorremmo farla finita
-una buona volta con questa stolida calunnia.
-</p>
-
-<p>
-Vi è all'Università di Praga, un I. R. professore di
-antichità giudaiche, che dopo essersi fatto una bella fama
-di cretino sostenendo i pretesi miracoli della stigmatizzata
-Lateau&nbsp;<a id="FNa_284"></a><a href="#Fn_284" class="fna">(284)</a>,
-e coprendo di contumelie i protestanti, ha
-pensato in occasione del processo di Tisza-Eszlar di riconfermarla,
-mandando fuori parecchie sue cicalate, intese a
-<span class="pageno" title="176" id="page-176"></span>
-dimostrare come gli Ebrei facciano uso pei loro riti
-di sangue cristiano.
-</p>
-
-<p>
-Queste cicalate provocarono le risa di tutti i dotti di
-Europa, senza distinzione di culto; fu provato che il
-Rohling è un vigliacco calunniatore, un ignorante di tre
-cotte, nella migliore ipotesi, un mattoide della più bell'acqua.
-</p>
-
-<p>
-Ma tutte queste qualità che rendono il Rohling indegno
-di esser citato a qualsivoglia persona seria, lo costituiscono
-invece la più bella, la più luminosa autorità che
-possa opporsi all'articolaio della <cite>Civiltà</cite>.
-<em xml:lang="la">Similia similibus.</em>
-</p>
-
-<p>
-Ora questo Rohling, in una lettera, scritta il 19 giugno
-1883, al famoso deputato antisemita ungherese Geza
-di Onody, lettera che venne riprodotta il 24 giugno
-nell'<cite xml:lang="de">Ungarischer
-Grenzbotes</cite> di Presburgo scrive queste
-precise parole: “Avevo detto nella mia <cite xml:lang="de">Antwort an die
-Rabbinen</cite> che io non avevo trovato nel Talmud&nbsp;—&nbsp;per
-quanto ne conosciamo delle edizioni stampate&nbsp;—&nbsp;nessuna
-prova dell'assassinio ritualmente ordinato agli
-Ebrei”.
-</p>
-
-<p>
-Mentre quindi l'articolaio, poco <em>civile</em> e meno <em>cattolico</em>,
-con quella sicumera che si addice alla sua ignoranza,
-afferma nel 1881 questa legge di sangue fondata nel
-Talmud, due anni dopo, il suo degnissimo Rohling, professore
-di antichità giudaiche, è costretto ad affermare che
-non seppe trovare nel Talmud una riga che facesse al
-caso suo.
-</p>
-
-<p>
-Prevediamo però l'obbiezione che si potrebbe farci. Si
-potrebbe dirci che la malafede del Rohling è uguagliata
-soltanto dalla sua crassa ignoranza, sicchè nessun uomo,
-per poco che si rispetti, è obbligato a prestar fede alle
-sue parole.
-</p>
-
-<p>
-E rispondendo così anche l'articolaio sarebbe perfettamente
-nel suo diritto e nessuno saprebbe dargli torto.
-</p>
-
-<div>
-<span class="pageno" title="177" id="page-177"></span>
-</div>
-
-<p>
-Ma cosa, risponderebbe, di grazia, alla testimonianza
-di due principi della Chiesa, emessa in occasione di un
-recente processo e citata da un giornale non sospetto:
-la <cite xml:lang="fr">Gazzette de France</cite> del 2
-luglio 1883? Stia a sentire, l'articolaio:
-</p>
-
-<p>
-“In occasione del processo di Tisza-Eszlar il dottor
-Samassa, arcivescovo d'Erlau, ed il cardinale Luigi
-Haynald, arcivescovo di Kalocza, non esitarono a dichiarare
-che in <em class="sc">nessuno</em> dei libri religiosi degli Ebrei
-si contenevano simili prescrizioni.”
-</p>
-
-<p>
-Ma taluno a corto di migliori argomenti, ci dirà che
-se non è nel Talmud stampato, può essere in qualcuno
-dei manoscritti antichi.
-</p>
-
-<p>
-Rispondiamo che cataste di quei manoscritti furono
-sequestrate in <em xml:lang="la">illo tempore</em>, da preti
-e da frati, in tanta
-copia che oggi riescono rarissimi, sicchè il solo completo
-che si conosca è quello della Biblioteca Reale di Monaco.
-Ora questi preti e questi frati, se vi avessero trovato la
-nefanda legge, avrebbero avuto l'obbligo sacrosanto di
-renderla pubblica.
-</p>
-
-<p>
-Non l'hanno fatto? segno evidente che non hanno trovato
-niente.
-</p>
-
-<p>
-E siccome conosciamo e disprezziamo il modo di polemizzare
-dei nostri avversari e non vogliamo servirci
-dell'arte loro di citar una riga di uno scritto per snaturarne
-il concetto, così confesseremo francamente che
-il Rohling, nella lettera citata, prosegue affermando di
-aver trovato l'obbligo imposto agli Ebrei di far uso di
-sangue, in un libro stampato nel 1868 a Gerusalemme.
-</p>
-
-<p>
-Ma, il degnissimo compare, non sa e non può citare
-il titolo del libro, perchè egli non ha fatto che copiare
-una calunnia messa in giro da un immondo libello antisemitico,
-il <cite xml:lang="de">Paderboner Judenspiegel</cite>, siccome luminosamente
-dimostra l'illustre Delistsch, un cristiano, professore
-<span class="pageno" title="178" id="page-178"></span>
-della facoltà di Teologia di Lipsia, nel
-<cite xml:lang="de">Pester Lloyd</cite> del
-16 marzo 1883.
-</p>
-
-<p>
-3. L'ultima infamia che leggesi nelle poche righe dello
-sconcio articolo, che ci piacque riferire, è nelle parole:
-<i class="quo">che fu già da molti e sarà anche da noi, colla scorta
-dei processi, ampiamente, chiaramente ed indubbiamente
-dimostrato.</i>
-</p>
-
-<p>
-Siccome <em xml:lang="la">infinitus est numerus stultorum</em>, non abbiamo
-difficoltà ad ammettere che molti abbiano voluto trarre
-da quei processi una illazione qualsiasi.
-</p>
-
-<p>
-I processi in proposito furono molti, moltissimi anzi,
-e noi ne abbiamo ricordati una buona serqua.
-</p>
-
-<p>
-Ma chiediamo, non all'articolaio, evidentemente convinto
-essere il medio evo il periodo più splendido della storia
-dell'umanità, ma a qualunque uomo non sia del tutto
-cretinizzato dal fanatismo, che valore abbiano tutti i
-processi nei quali gli imputati, ed anco i testimoni se
-occorre, sono assoggettati alle torture.
-</p>
-
-<p>
-Ce lo dica il Fleury, quando narra che ai servi dei
-primi cristiani si estorceva coi tormenti la confessione
-dei pretesi infanticidii commessi dai loro padroni.
-</p>
-
-<p>
-E se l'autorità del Fleury non basta, adduciamo
-quella di tale che fu ad un tempo un Santo, ed un Pontefice,
-San Nicola I (858&ndash;867), e perchè non ci si accusi
-di falsare le citazioni, riferiamo l'opinione di questo Santo
-Pontefice tal quale come la riferisce uno scrittore, cui,
-è a sperare, non si negherà
-fede&nbsp;<a id="FNa_285"></a><a href="#Fn_285" class="fna">(285)</a>:
-</p>
-
-<p>
-“Il papa S. Nicolò I, rispetto all'usanza che avevano
-i giudici di porre alla tortura i sospetti di alcun delitto,
-dichiara non ammessa nè dalla divina nè dalla
-<span class="pageno" title="179" id="page-179"></span>
-umana legge, vale a dire dalla romana; volontaria,
-dice, dovendo esser la confessione e non forzata. Per
-la tortura può un innocente patir eccessivamente senza
-nulla confessare; e in tal caso la è un'empietà da parte
-del giudice: o, vinto dal dolore, dirsi reo, quand'anche
-non sia; empietà, anche allora non minore da parte
-del giudice.”
-</p>
-
-<p>
-Ora, dopo avere dimostrato come un Papa del
-<span class="sc num">ix</span> secolo
-la pensasse, in materia di processi istruiti col mezzo della
-tortura, invitiamo l'articolaio a por mente che tutti i processi,
-che ebbero esito fatale per gli Ebrei, furono istruiti
-mercè quel mezzo, che egli probabilmente deplora in cuor
-suo di non poter applicare all'autore di queste pagine. E
-quasi questa infamia della tortura non bastasse a togliere
-ogni valore a questi processi, è opportuno ricordare che
-in molti fra essi, e specialmente nei primi, cioè in quelli
-che più degli altri giovarono ad accreditare lo stolto
-pregiudizio contro gli Ebrei, la prova della loro pretesa
-colpabilità fu ottenuta mercè il giudizio di Dio. Così avvenne,
-per esempio, a Blois nel 1171. L'unico testimonio
-che accusava gli Ebrei fu posto sul fiume dentro una
-barca ed essendo egli riescito a salvarsi, la sua accusa
-venne tenuta per vera.
-</p>
-
-<p>
-Ed è sulla base di tali processi che l'articolaio vuole
-<em>ampiamente, chiaramente, indubbiamente</em> dimostrare?
-</p>
-
-<p>
-Non è difficile che, in mancanza di altri argomenti, ci si
-opponga l'antichità della accusa, il numero grande delle
-vittime, e dei relativi processi, l'universale diffusione della
-accusa; i soliti argomenti, insomma, di tutti quelli che
-non ne hanno di migliori.
-</p>
-
-<p>
-Rispondiamo:
-</p>
-
-<p>
-Quale colta persona crede oggi giorno che vi sieno
-mai state persone capaci di diffondere ad arte pestilenze
-e morbi?
-</p>
-
-<div>
-<span class="pageno" title="180" id="page-180"></span>
-</div>
-
-<p>
-Eppure le storie riboccano di processi contro i pretesi
-untori; ed oggi ancora una grave epidemia non si manifesta
-in un paese, senza che la plebe non accusi questo
-o quello di diffondere il morbo, e nella prima metà del
-nostro secolo ancora, Parigi, il cervello d'Europa, vide
-dei pretesi avvelenatori uccisi a furor di
-plebe&nbsp;<a id="FNa_286"></a><a href="#Fn_286" class="fna">(286)</a>.
-</p>
-
-<p>
-Chi crede oggi alle streghe, ai commerci col demonio,
-a tutto quanto farneticavano, su questi argomenti, i nostri
-buoni nonni?
-</p>
-
-<p>
-Eppure le storie abbondano di processi contro streghe,
-le quali furono, non soltanto convinte di reati impossibili,
-ma persino confesse; eppure le vecchie biblioteche sono
-ingombre di volumi in cui si tracciano ai giudici le vie
-da seguire per giungere alla scoperta di delitti che il
-progresso della umana ragione dimostrò non poter accadere;
-eppure non sono tanto remoti i tempi obbrobriosi
-nei quali un sacerdote cattolico, Urbano Grandier, veniva
-accusato di aver stregato diciassette monache di Loudun,
-in cui si costringeva un'altro curato, il Gianfredi, a confessare
-che aveva soffiato il diavolo nel corpo di Maddalena
-Lapallu ed in cui si vide il gesuita Girard sul punto
-di essere condannato al rogo, per aver gittato un sortilegio
-sulla Cadière.
-</p>
-
-<p>
-Se i processi contro gli untori, se quelli contro le streghe,
-non bastano a farci persuasi che un uomo possa diffondere
-una pestilenza senza esserne la prima vittima, che una
-donna possa attraversare dozzine di leghe, a cavallo di
-una scopa, perchè i processi contro gli Ebrei avranno,
-<span class="pageno" title="181" id="page-181"></span>
-soli, virtù di persuaderci che essi facciano uso di sangue
-cristiano nei loro riti?
-</p>
-
-<p>
-Nè maggior autorità dei processi, ha la antichità
-della accusa. Ciò che forma il principale pericolo di
-ogni calunnia è questo appunto: che per quanto luminosamente
-smentita dai fatti, e dalla ragione, essa
-persiste sempre in talune menti più ottuse, sicchè,
-quando sembra completamente vinta e debellata, la si
-vede poi ogni qual tratto rinascere più viva e rigogliosa
-che mai.
-</p>
-
-<p>
-Circa all'esser stata questa accusa mossa agli Ebrei
-in tempi e luoghi diversissimi, locchè può parer prova
-della sua veridicità, rispondiamo subito che, in tempi
-ed in paesi diversissimi, si credette agli untori ed alle
-streghe; che la chiromanzia ebbe seguaci fra i greci
-antichi e fra i moderni francesi; che all'astrologia credettero,
-per tacer d'altri, gli antichi Caldei, gli Arabi
-del medio evo, e gli uomini più colti di tutti i paesi
-sino a pochi secoli or sono; e che oggi noi ridiamo di
-tutte queste cose, e ci faremmo beffe di chiunque invocasse,
-sul serio, l'argomento dell'universale diffusione
-che ebbero in passato queste credenze per persuaderci
-della loro verità.
-</p>
-
-<p>
-La progredita civiltà dell'epoca nostra non impedisce
-poi che anche oggi perdurino talune incredibili superstizioni.
-I montanari di Scozia credono ancora che un tale
-e tal lago abbia il suo <em>kelpie</em> e il suo <em>caval d'acqua</em>; nel
-fondo di certe provincie di Francia i contadini son lungi
-dal negar fede al lupo mannaro; e qui, nella nostra Italia,
-il romano, per non dir d'altri, crede ancora al cattivo
-occhio e gli ospedali di Napoli ricevono, ogni anno, qualche
-infelice martoriato da malvagi superstiziosi, che pretendono
-ottenere in tal guisa i numeri del lotto.
-</p>
-
-<p>
-Un'ultima osservazione ci rimane poi a fare circa il
-<span class="pageno" title="182" id="page-182"></span>
-preteso valore dei numerosi processi che si fecero, con
-esito diverso, contro gli Ebrei.
-</p>
-
-<p>
-L'articolaio stesso osserva, che man mano che un paese
-va incivilendosi, i processi di questo genere divengono più
-rari, mentre sono tanto più frequenti, e hanno esito peggiore
-per gli Ebrei, quanto più avvengono in epoche
-remote ed in paesi meno civili.
-</p>
-
-<p>
-In Inghilterra, dacchè gli ebrei vi furono richiamati
-dal protettore Cromwell, non ebbe più luogo nessun processo
-di tale natura. In Francia non se ne ebbe nessuno,
-dopo la sentenza del parlamento di Metz che dannò a
-morte Raphael Levi (16 giugno 1670), sentenza che è
-riconosciuta da tutti come un errore giudiziario e contro
-cui si scagliò un venerando ed illustre sacerdote cattolico,
-il padre Simon dell'Oratorio.
-</p>
-
-<p>
-In Italia l'ultimo processo, che terminasse con una
-condanna, risale al 1480. Vi furono bensì, varie volte
-dopo, dei tentati ammutinamenti contro gli Ebrei, come
-a Casale Monferrato nel 1611, a Mantova nel 1824, per
-pretese sparizioni di fanciulli che poi vennero trovati
-vivi e sani.
-</p>
-
-<p>
-Un immondo libello pubblicato l'anno scorso a Prato,
-libello al quale non è certamente estranea la mano dello
-articolaio della <cite>Civiltà</cite>, col titolo <cite>Il sangue cristiano nei
-riti ebraici della moderna sinagoga</cite> reca un lungo elenco
-di pretesi assassinii rituali commessi dagli Ebrei; ora
-da quell'elenco stesso desumiamo che nel corso di questi
-due ultimi secoli nessuno di questi assassinii fu commesso
-in Francia, Inghilterra, Italia o Germania; tutti i segnalati
-hanno per teatro la Polonia, l'Ungheria, la Russia
-e l'Oriente.
-</p>
-
-<p>
-Abbiamo già dimostrato che una è la religione mosaica
-in tutti i tempi ed in tutti i paesi, sicchè dal fatto
-che simili processi divengono impossibili nei paesi civili,
-<span class="pageno" title="183" id="page-183"></span>
-non è lecito dedurre la conseguenza che gli Ebrei di
-questi paesi si astengano dal compiere quello che, secondo
-i loro nemici, sarebbe per essi un dovere di coscienza;
-ma ben piuttosto è logico l'argomentare che il
-progredire della civiltà renda impossibile nonchè il condannare
-neppure l'iniziare processi sopra una così stolida
-accusa. E persino in Germania, la terra classica dell'antisemitismo
-e dei processi inverosimili, se crediamo
-al seguente fatto narrato mesi sono dai giornali, pare,
-o articolaio diletto, che il tempo cessi d'esser propizio
-agli arrosti.
-</p>
-
-<p>
-“Sino dal 22 gennaio 1883, a Skurz, paese di due mila
-abitanti, nella Prussia occidentale, presso Danzica, fu
-rinvenuto il cadavere mutilato di un ragazzo di 15 anni.
-La voce popolare accusò del misfatto gli Ebrei, asserendo
-che essi avevano assassinato il ragazzo per servirsi del
-suo sangue ne' loro riti religiosi. Un ebreo, certo Josephsohn,
-come sospetto dell'orribile delitto, fu subito
-arrestato. Malgrado <em>precise deposizioni di testimoni, che
-dichiaravano di aver veduto ed udito tutto</em>, non si poterono
-ottenere prove sicure contro di lui. Adesso la
-direzione della polizia di Berlino ha spedito a Skurz
-un valente commissario di polizia, il quale ha potuto
-fare la luce su lo strano avvenimento e scoprire il
-vero autore dell'assassinio nella persona del macellaio
-cattolico Giuseppe Behrendt. Costui, più di tutti,
-aveva gridato contro gli Ebrei e con minaccie era
-riuscito a indurre uno de' principali testimoni del
-misfatto a deporre di aver veduto sul luogo l'ebreo
-Josephsohn. Il Behrendt è stato, sul momento, tratto
-in
-arresto”&nbsp;<a id="FNa_287"></a><a href="#Fn_287" class="fna">(287)</a>.
-</p>
-
-<div>
-<span class="pageno" title="184" id="page-184"></span>
-</div>
-
-<p>
-Dopo ciò,&nbsp;—&nbsp;con buona venia dell'articolaio, passiamo
-ad occuparci di altro, lieti di avergli dimostrato:
-</p>
-
-<p>
-1. Che ha calunniato due papi.
-</p>
-
-<div>
-<span class="pageno" title="185" id="page-185"></span>
-</div>
-
-<p>
-2. Che ha mentito, tirando pei piedi quel povero Talmud,
-che probabilmente non conosce neppur di vista, e
-che c'entra in tutto ciò quanto la <em>Civiltà</em> ed il <em>Cattolicismo</em>
-nei suoi articoli.
-</p>
-
-<p>
-3. Che i processi su cui si appoggia contano giusto
-altrettanto quanto la sua scienza talmudica, e la sua
-critica, perocchè nessun uomo di senno presta fede ai
-processi nei quali, come ebbe a dire il poeta:
-</p>
-
-<p class="verso" xml:lang="fr">La torture interroge et la douleur répond</p>
-
-<p>
-a processi che giustificherebbero quasi il detto di Voltaire:
-“Giudizio tanto più cristiano, quanto più sprovvisto di
-prove”.
-</p>
-
-<p>
-Giunti a questo punto potremmo credere di averla finita
-coll'increscioso argomento, se non ci rimanesse ad
-indagare quali sieno le origini di questa abbominevole
-calunnia, quali le ragioni per le quali potè diffondersi
-ed acquistar credenza, a carico specialmente di un popolo
-che avrebbe dovuto esser l'ultimo a venir fatto segno a
-così stolida accusa.
-</p>
-
-<p>
-L'ingegno umano non è tanto ferace in maligne invenzioni
-quanto comunemente si crede, e questa, del servirsi
-del sangue umano per riti tenebrosi, non è stata
-<span class="pageno" title="186" id="page-186"></span>
-rivolta contro gli Ebrei soltanto, ma contro molte altre
-sette, molte altre persone.
-</p>
-
-<p>
-Ed è naturale; perocchè l'identità del sangue e della
-vita fu per tutta l'antichità assioma quasi indiscusso; da
-cui derivò per processo naturale l'idea che il cielo irritato
-contro gli uomini non potesse placarsi che col sangue.
-L'ostia sanguinosa domina la religione, come la storia,
-della antichità. Nella storia di Roma il sangue di Lucrezia
-caccia i Tarquinii e quello di Virginia i
-decemviri&nbsp;<a id="FNa_288"></a><a href="#Fn_288" class="fna">(288)</a>.
-</p>
-
-<p>
-Siffatte idee che dominarono intiera l'antichità non poterono
-non lasciar traccia nello spirito dei popoli, sicchè
-la superstizione che il sangue giovi a forzare la volontà
-divina fu attribuita ora a questi ed ora a quelli.
-</p>
-
-<p>
-I primi Cristiani, per non risalire ad epoche più remote,
-erano già stati, con egual verità, accusati della orribile
-pratica. Ecco cosa dice a questo proposito il
-Fleury&nbsp;<a id="FNa_289"></a><a href="#Fn_289" class="fna">(289)</a>; di cui ci piace riferire un lungo brano, perchè
-<span class="pageno" title="187" id="page-187"></span>
-si veda, colla scorta di un autore non sospetto, come
-tutte le accuse che oggi si muovono contro gli Ebrei
-erano pure rivolte contro i primi Cristiani.
-</p>
-
-<p>
-“Questo segreto dei misteri non cessava di essere un
-grande argomento di calunnie contro i
-Cristiani&nbsp;<a id="FNa_290"></a><a href="#Fn_290" class="fna">(290)</a>,
-perchè si suole più sovente nascondersi per fare il
-<span class="pageno" title="188" id="page-188"></span>
-male che per fare il bene..... I cattolici poi avevano
-degli schiavi pagani, ai quali la paura dei tormenti
-faceva dire contro i loro padroni tutto ciò che volevano
-i loro nemici. (<em>Oh! Cosa diventano dopo ciò i processi
-coi quali l'articolaio voleva</em> ampiamente, chiaramente,
-indubbiamente <em>dimostrare ciò che non ha mai esistito?</em>)
-Così si diffuse la favola che i Cristiani nelle loro
-assemblee notturne uccidessero un fanciullo per mangiarlo,
-dopo di averlo fatto arrostire, copertolo di farina,
-ed aver immerso il loro pane nel suo sangue; ciò che
-manifestamente traeva origine da una mala interpretazione
-del mistero dell'Eucaristia. Si diceva anche
-che dopo il loro pasto in comune, in cui mangiavano
-e bevevano con eccesso, gittavano un'offa ad un cane
-che era legato al candeliere, in guisa che il cane saltellando
-rovesciava il solo lume che li rischiarava,
-sicchè dopo col favore delle tenebre quanti erano uomini
-e donne si mescolavano assieme indifferentemente come
-sogliono le bestie.
-</p>
-
-<p>
-Gli Ebrei furono i principali autori di queste
-calunnie&nbsp;<a id="FNa_291"></a><a href="#Fn_291" class="fna">(291)</a>,
-e per quanto assurde esse fossero, il popolo
-<span class="pageno" title="189" id="page-189"></span>
-vi credeva, sicchè si era pur costretti a giustificarsene
-seriamente&nbsp;<a id="FNa_292"></a><a href="#Fn_292" class="fna">(292)</a>.
-</p>
-
-<p>
-“Si accusavano ancora i Cristiani di esser nemici
-del genere umano .&nbsp;&nbsp;.&nbsp;&nbsp;.&nbsp;&nbsp;.
-La carità che avevano gli uni
-per gli altri era una congiura odiosa&nbsp;.&nbsp;.&nbsp;. Le persecuzioni
-stesse di cui erano vittime erano un argomento
-di odio contro i Cristiani, venivano ritenuti colpevoli
-perchè dovunque erano come tali trattati e dal tremendo
-rigore dei supplizi si argomentava della enormità
-dei loro delitti; erano considerati come gente destinata
-alla morte, al rogo, alle forche, e se ne
-componevano loro sopranomi
-ingiuriosi&nbsp;<a id="FNa_293"></a><a href="#Fn_293" class="fna">(293)</a>.
-Ecco ciò
-<span class="pageno" title="190" id="page-190"></span>
-che rendeva i Cristiani così odiosi al popolo ed agli
-ignoranti, ecco il fondamento di quanto, seguendo l'opinione
-comune, ne dicono Svetonio e Tacito. Svetonio
-dice che Claudio imperatore “<i class="quo">cacciò da Roma gli Ebrei
-che istigati da
-Cristo</i>&nbsp;<a id="FNa_294"></a><a href="#Fn_294" class="fna">(294)</a>
-<i class="quo">intrigavano senza posa</i>”, quasi
-che Gesù Cristo fosse ancor vivo e fosse divenuto capo
-di parte fra gli Ebrei. Annovera fra le buone azioni
-di Nerone l'aver fatto soffrire supplizi ai cristiani,
-<i class="quo">genti</i>, soggiunge, <i class="quo">di una
-superstizione nuova e
-malefica</i>&nbsp;<a id="FNa_295"></a><a href="#Fn_295" class="fna">(295)</a>.
-Tacito&nbsp;<a id="FNa_296"></a><a href="#Fn_296" class="fna">(296)</a>
-parlando del fuoco che Nerone fece
-appiccare a Roma per divertirsi, dice che egli ne accusò
-<i class="quo">genti odiose pei loro delitti che il popolo chiamava
-cristiani</i>&nbsp;<a id="FNa_297"></a><a href="#Fn_297" class="fna">(297)</a>;
-poi aggiunge: <i class="quo">Questo nome veniva da Cristo
-che Ponzio Pilato aveva fatto giustiziare, imperatore
-Tiberio</i>. E questa perniciosa superstizione allora
-formatasi&nbsp;<a id="FNa_298"></a><a href="#Fn_298" class="fna">(298)</a>
-si rialzava di nuovo non soltanto in Giudea
-sorgente del male, ma anche a Roma dove tutto quanto
-vi ha di nero e di infame nel mondo si riunisce e si
-pratica&nbsp;<a id="FNa_299"></a><a href="#Fn_299" class="fna">(299)</a>. Si presero dapprima coloro che confessavano,
-poi dietro le loro deposizioni una gran moltitudine
-fu convinta non tanto dell'incendio quanto dell'odio
-verso l'uman genere. Più innanzi li tratta da
-<em>colpevoli</em>, e da gente che meritavano gli ultimi esempi.”
-</p>
-
-<p>
-I pochi ed oppressi seguaci della vera Fede essendo,
-<span class="pageno" title="191" id="page-191"></span>
-col progresso dei tempi divenuti possenti e numerosi, la
-calunnia cessò di esercitarsi contro di loro, ma non
-scomparve per questo, rimase anzi intatta e solo mutarono
-le vittime, probabilmente altrettanto innocenti.
-</p>
-
-<p>
-I Luciferiani ed altri eretici ebbero a subire le conseguenze
-della stessa calunnia.
-</p>
-
-<p>
-Ad essi si addebitavano tenebrose conventicole nelle
-quali si calpestavano le leggi della morale e del più
-elementare pudore. I bambini, nati in seguito a queste
-tenebrose orgie, erano solennemente immolati pochi giorni
-dopo la loro nascita, il loro sangue raccolto con cura,
-il loro corpo bruciato, e le ceneri mescolate col sangue
-s'adoperavano a formare un pane che serviva all'eucarestia
-dei
-settarii&nbsp;<a id="FNa_300"></a><a href="#Fn_300" class="fna">(300)</a>.
-Questa accusa fu applicata anche
-ai Bogomili della Tracia ed agli Euchiti, di cui uno dei
-rami sembra essersi fuso coi Templari. Essa fu egualmente
-posta a carico dei Templari, con una variante
-però, che era per ottenere l'olio che doveva servire a
-consacrare l'idolo (<em>Bafometto</em>) che avrebbero avuto luogo
-i sacrifizi di bambini rimproverati ai Templarii: “Un
-enfant nouvel engendré d'un Templier et d'une pucelle
-estoit cuit et rosti au feu et toute la graisse ostée, et
-d'icelle estoit sacrée et oint leur
-idole&nbsp;<a id="FNa_301"></a><a href="#Fn_301" class="fna">(301)</a>”.
-E sempre,
-nell'età dimezzo sopratutto, la fantasia popolare farneticava
-ora di bambini immolati, ora di bagni di sangue umano,
-adoperati come rimedio d'incurabili malattie cutanee. E
-di questo farnetico, se ne trovan tuttora le traccie nelle
-fiabe e ne' racconti tradizionali; onde sbuca fuori di
-<span class="pageno" title="192" id="page-192"></span>
-quando in quando: ed il sospetto o l'odio del volgo attribuisce
-l'atto nefando, ora al tiranno esoso, ora a questo,
-ora a quello. Veggasi fra le <cite>Ducento Novelle</cite>, di Celio
-Maleyuni (Venezia 1609), quella intitolata <cite>Matrimonio
-di Filenia, figliuola del Re d'Egitto</cite>.
-</p>
-
-<p>
-E nel <cite>Cunto de li Cunte</cite>, il trattenimento della Giornata
-<span class="sc num">iii</span>, <span class="sc aut">Rosella</span>,
-di cui ecco l'argomento: “Lo Gran
-turco, pe' farese no vagno de sango de signore, fa
-pigliare 'no prencepe. La figlia se ne 'nnamora; e se
-ne fujeno. La mamma l'arriva e le so tagliate le mano
-da lo Prencepe. Lo Gran Turco ne more de crepantiglia.
-Ma jastemmata la figliola da la mamma, lo Prencepe
-se ne scorda, ma, dopo varie astuzie, fatte da essa,
-torna a memmoria de lo marito e se gaudeno contente.”
-</p>
-
-<p>
-Nè mancano monumenti che ci abbiano portato le prove
-di siffatta credenza. Il sacrificio di un bambino è rappresentato
-infatti su certi monumenti del medio evo, ma
-queste scolture portano dei segni evidenti della dottrina
-gnostica delle emanazioni, che non ha nulla a che fare
-cogli
-Ebrei&nbsp;<a id="FNa_302"></a><a href="#Fn_302" class="fna">(302)</a>.
-</p>
-
-<p>
-In uno dei lati d'un cofanetto trovato presso Volterra,
-e che fece poi parte della collezione del duca di Blacas
-a Parigi, si vede raffigurato un fanciullo colla testa e
-le braccia pendenti nell'abbandono della morte: due uomini
-sono occupati a lavare il cadavere immerso per metà
-in una vasca. L'altro lato rappresenta questo cadavere
-posato su di un rogo le cui fiamme l'inviluppano. Uno
-degli assistenti volge la testa e se la nasconde fra le
-<span class="pageno" title="193" id="page-193"></span>
-mani con un gesto di pietà e di orrore. Su un lato opposto
-del cofanetto è rappresentata la purificazione del
-cadavere.
-</p>
-
-<p>
-Indubbiamente queste scolture rappresentano un rito
-religioso nel quale viene sacrificato un fanciullo.
-</p>
-
-<p>
-Ma a chi apparteneva quel cofanetto? Ad Ebrei certamente
-no. Ed a noi basta quindi averne accennato
-l'esistenza per dimostrare come, questi riti sanguinosi
-sian forse stati, per lo passato, praticati da sêtte che
-cogli Ebrei non ebbero nulla di comune, e lasciamo ad
-altri il decidere se il cofanetto di Volterra appartenesse
-ai Templari, ai Gnostici od a qualsivoglia altra setta.
-</p>
-
-<p>
-Anche un papa, Innocenzo VIII, fu accusato di aver
-fatto rapire de' fanciulli per sgozzarli e bagnarsi nel loro
-sangue&nbsp;<a id="FNa_303"></a><a href="#Fn_303" class="fna">(303)</a>,
-e la stessa accusa fu ripetuta quasi un secolo
-dopo contro un re di Francia, Francesco II, il marito
-della bella ed infelice Maria Stuarda, come ne fa
-fede il seguente brano della <cite xml:lang="fr">Histoire Nationale de Paris
-et des Parisiens, par H. Gourdon de Genouillac</cite>
-(tom. <span class="sc num">ii</span>,
-1882, pag. 3&ndash;4):
-</p>
-
-<p>
-“Il y eut un certain nombre de gens pendus, vers
-la fin du 1559, pour avoir répandu une calomnie contre
-Catherine de Médicis et son fils; voici le fait: Le
-jeune roi s'étant trouvé malade à Fontainebleau, les
-médecins l'envoyèrent a Blois pour y respirer l'air
-natal, mais les gens du pays, prétendirent que ce
-n'etait pas de la fièvre quarte, comme le prétendaient
-les médecins, dont souffrait François, mais bien de la
-lèpre, et on raconta que plusieurs enfants avaient
-disparu depuis l'arrivée du roi, que ces enfants avaient
-<span class="pageno" title="194" id="page-194"></span>
-été mis à mort pour que le roi pût prendre des bains
-de sang, remède qui convenait d'autant mieux au royal
-malade, que sa mère ne l'avait conçu que lorsque,
-d'après l'ordonnance du premier médecin Fernel, elle
-s'était décidée, après dix ans de stérilité, à ne remplir
-ses devoirs d'épouse que pendant certaines époques,
-où d'ordinaire les femmes s'en abstiennent. Ce bruit,
-habilement semé par les calvinistes, trouva vite de
-l'écho; des bords de la Loire il arriva à Paris, où il
-fut colporté partout, et le parlement dut sévir contre
-ces propagateurs; ce fut un prétexte tout trouvé pour
-arrêter et envoyer à la potence le gens suspects. <a id="negligea"></a>On
-ne négligea pas de s'en servir, et plus d'un Parisien
-bavard alla réfléchir au Châtelet au danger qu'on
-court lorsqu'on a la langue trop longue.”
-</p>
-
-<p>
-Malgrado la severa lezione, qualche secolo dopo la
-calunnia ricomparve in Francia, non più contro un re,
-ma vaga ed indeterminata; si accusarono delle sparizioni,
-pur troppo reali, di vari giovani, ora una principessa che
-si dilettava di bagni di sangue, ora, naturalmente, gli
-Ebrei; chi fossero i colpevoli ce lo dica il seguente brano
-delle <cite xml:lang="fr">Mémoires tirés des Archives de la Police de Paris,
-pour servir a l'histoire de la morale et de la police depuis
-Louis XIV jusqu'à nos jours, par I. Peuchet</cite> (Paris,
-Levavasseur, 1868, 6 vol. in-8. Tom. <span class="sc num">i</span>,
-pag. 144 e segg.):
-</p>
-
-<p>
-“Eran già varî anni, dacchè il signor de la Reynie
-copriva, con soddisfazione generale, l'ufficio di luogotenente
-generale di polizia, allorquando nei principali
-quartieri di Parigi si diffuse repentinamente un grave
-panico occasionato da straordinarie sparizioni di persone.
-</p>
-
-<p>
-“Nello spazio di circa quattro mesi, ventisei giovani,
-il più giovane dei quali aveva raggiunto il diciasettesimo
-anno, ed il più vecchio non toccava il venticinquesimo,
-sparirono, lasciando le rispettive famiglie
-<span class="pageno" title="195" id="page-195"></span>
-inconsolabili per la loro perdita. Voci misteriose e
-contraddittorie circolavano a questo proposito nel sobborgo
-Sant'Antonio, che aveva in questa guisa perduto
-quattro o cinque bei giovani, figli di ebanisti e di
-mercanti di vecchi mobili. Le donnicciuole pretendevano
-che una principessa, la cui vita era posta in pericolo
-da una malattia di fegato, lottasse contro il male
-tuffandosi tutti i giorni in un bagno di sangue umano.
-Altri affermavano che gli Ebrei, per odio al Dio crocefisso,
-crocefiggessero di quando in quando dei Cristiani.
-Questa pazza opinione fortunatamente non
-prevalse. Ad ogni modo però Parigi era in preda al
-terrore ed alla desolazione. Il duca di Gêvre ne parlò
-al Re, e questi, quando il luogotenente di polizia si
-recò da lui, per l'ordinaria relazione, si lagnò vivamente
-che si tollerasse un simile succedersi di rapimenti
-che, senza dubbio, erano seguiti da morte violenta,
-perchè nessuno degli scomparsi aveva mai fatto
-ritorno.
-</p>
-
-<p>
-“La Reynie, disperato pel malcontento espressogli
-dal Sovrano, se ne fece ritorno a Parigi; appena giuntovi
-chiamò a sé un agente abilissimo della sua amministrazione,
-certo Lecoq, di cui fino a quel giorno
-egli si era non inutilmente servito in tutte le occasioni
-difficili. Lecoq comparve ed il luogotenente di polizia
-gli manifestò il suo imbarazzo, parlò del malcontento
-del Re e fece tali promesse di ricompense che Lecoq,
-cedendo ad un sentimento di avidità, esclamò:
-</p>
-
-<p>
-“—&nbsp;Andiamo! monsignore, vedo bene che per togliervi
-dall'imbarazzo dovrò rinnovare il sacrificio d'Abramo.
-</p>
-
-<p>
-“Lecoq non si spiegò maggiormente ed il signor de
-la Reynie, che lo considerava come il suo migliore
-agente, lo congedò con un gesto col quale gli trasmetteva
-i poteri più estesi. A quei tempi negli uffici di
-<span class="pageno" title="196" id="page-196"></span>
-polizia era in uso un linguaggio di cenni muti, specie
-di telegrafia la cui chiave non era nota che ad un
-piccolo numero di iniziati.
-</p>
-
-<p>
-“Ecco il complemento indispensabile di questo singolare
-aneddoto.
-</p>
-
-<p>
-“Una accolta di gente, predestinata al patibolo ed alle
-galere, si era costituita in associazione di malfattori.
-Il capo della banda procedeva in questa guisa. Una
-ricca inglese, moderna Messalina, che egli aveva reclutata
-nei suoi viaggi, serviva di richiamo ai giovani.
-Questi infelici, dopo aver appagato le voglie di quella
-femmina impudica, erano dati in preda agli assassini.
-Venivano uccisi e la testa separata dal busto. Questo
-era venduto agli studenti di chirurgia e la testa, probabilmente
-disseccata ed imbalsamata, serviva allora
-in Germania agli studi di una scienza, che ebbe di
-poi uno strano sviluppo. Intendiamo parlare della
-scienza di cui Gall e Spurzheim furono fra noi i
-propagatori.
-</p>
-
-<p>
-“Il governo temette il divulgarsi di una tal serie di
-misfatti; furono presi provvedimenti per la punizione
-pronta, severa ed occulta dei colpevoli. Tutti furono
-impiccati. Anche la donna doveva essere dannata nel
-capo&nbsp;.&nbsp;.&nbsp;.&nbsp;.&nbsp;. ma il destino dispose
-altrimenti”&nbsp;<a id="FNa_304"></a><a href="#Fn_304" class="fna">(304)</a>.
-</p>
-
-<p>
-Un altro fatto simile ebbe luogo anche a Parigi quasi
-nello stesso tempo; precisamente nel maggio 1750.
-</p>
-
-<p>
-Ecco come viene narrato dal <span class="sc aut">Quillet</span>,
-<cite xml:lang="fr">Chronique de
-<span class="pageno" title="197" id="page-197"></span>
-Passy</cite> (Tomo <span class="sc num">ii</span>, pag. 114).
-Anche questa volta traduciamo
-testualmente.
-</p>
-
-<p>
-“Un agente di polizia, nella speranza di estorcere
-del denaro ad una sventurata madre gli rapì il figliuolo.
-Questa ne divenne furiosa; i suoi lagni furono così
-amari, i suoi gemiti così strazianti che tutto il quartiere
-ne fu commosso.
-</p>
-
-<p>
-“Altre madri si unirono a lei; la voce corse che quel
-fanciullo non era il solo ad esser stato rapito ma che
-migliaia d'altri lo erano stati al pari di lui, e che il
-Re, novello Erode, stava per ricominciare la strage degli
-innocenti. Si giunse persino a dire che quei rapimenti
-avevano per oggetto l'esecuzione di prescrizioni mediche
-che ordinavano bagni di sangue umano, e del più puro,
-per guarire taluni gran signori sfiniti dalla lussuria e
-dai disordini.
-</p>
-
-<p>
-“Queste voci sinistre, aggiunte ai gridi strazianti
-delle desolate madri, infiammarono gli spiriti. Parecchi
-uomini si aggiunsero loro e divennero furiosi. La sommossa
-ebbe principio nel sobborgo Sant'Antonio, ma
-ben presto i disordini si estesero in tutti i quartieri
-di Parigi. Ogni agente di polizia che cadeva in potere
-dei tumultuanti era messo a brani. Il popolaccio si
-dirigeva al palazzo del luogotenente di polizia, e non
-avrebbe tardato ad investirlo. Il luogotenente di
-allora, Berrier, che si era reso odioso per la sua
-aria dura e il suo procedere tirannico, fuggì. Qualcheduno
-dei suoi dipendenti, meno timido, fece aprire
-le porte. Questo colpo ardito intimidì i più furiosi;
-credettero si volesse loro tendere un agguato, e che
-una voragine stesse per aprirsi sotto i loro piedi e
-restarono immobili. Intanto le guardie francesi e le
-guardie svizzere si radunarono. Si aggiunsero loro
-due compagnie di moschettieri della guardia e diversi
-<span class="pageno" title="198" id="page-198"></span>
-corpi della Casa del Re. Le orde indisciplinate dei tumultuanti
-furono circondate. Si mise la mano sui più
-accaniti dei quali la forca fece giustizia, gli altri
-fecero giudizio.
-</p>
-
-<p>
-“Qualche mese dopo venne l'epoca del viaggio che il
-Re faceva annualmente a Compiègne. Per recarvisi si
-passava abitualmente da Parigi. Luigi XV non volle
-onorare colla sua presenza una città che aveva osato
-rivoltarsi, qualunque ne fosse stata la causa, e fece
-costruire in tutta fretta una strada fra Versailles e
-Saint Denis in modo da potersi recare al suo destino
-senza dover attraversare Parigi. È questa la strada
-che dicesi <em xml:lang="fr">le chemin de la Révolte</em>.”
-</p>
-
-<p>
-Come si vede dalle, forse troppo numerose, citazioni che
-siamo venuti facendo, basta che un bambino sparisca,
-perchè subito il popolo farnetichi di bagni di sangue
-umano, di atroci riti religiosi, e si ricusi, sino a che
-l'evidenza non venga a convincerlo, a cercarne la spiegazione
-in qualche volgare delitto. Ci si consenta un'ultima
-citazione per provare la strana vitalità di tale
-superstizione che il volgo degli indotti e dei semi dotti,
-accoglie e ripete, per poco che gli accusati, o si elevino
-come i Papi ed i Re che abbiamo citato, al dissopra del
-comune per la loro posizione, o si circondino come i primi
-Cristiani, i Luciferiani, i Templarii di quel mistero che
-colpisce sempre le immaginazioni popolari.
-</p>
-
-<p>
-Una rivista mensile che si pubblica a Mosca, il <cite xml:lang="fr">Messager
-russe</cite>, in un articolo riprodotto in giugno 1819 da
-diversi giornali
-francesi&nbsp;<a id="FNa_305"></a><a href="#Fn_305" class="fna">(305)</a>
-ci ha fatto conoscere gli usi
-<span class="pageno" title="199" id="page-199"></span>
-di due sêtte ancora esistenti in Russia, i <em>Khlysty</em> e gli
-<em>Skoptsi</em>&nbsp;<a id="FNa_306"></a><a href="#Fn_306" class="fna">(306)</a>
-(<em>mutilati</em>).
-</p>
-
-<div>
-<span class="pageno" title="200" id="page-200"></span>
-</div>
-
-<p>
-Riti sanguinari, o pretesi tali, furono denunziati allo
-imperatore Alessandro in una memoria del metropolitano
-di Mosca. Secondo questa memoria, di cui un giornale
-di Pietroburgo pubblicò dei frammenti, quando una ragazza
-incompletamente mutilata concepisce, per opera di
-un uomo estraneo alla setta, e mette al mondo un ragazzo
-di sesso mascolino, gli <em>Skoptsi</em>, considerando questa nascita
-come un avvenimento miracoloso e come una benedizione
-del cielo, immolano il neonato alla mezzanotte
-del settimo giorno dopo la sua nascita; lo lavano in
-seguito nell'acqua tiepida, avendo cura di spremere dalla
-sua ferita la maggior quantità di sangue possibile. L'acqua
-in cui il fanciullo è stato immerso si conserva come cosa
-sacra. Quanto al corpo è deposto in un vaso pieno di
-zucchero polverizzato dove si giunge a disseccarlo. È in
-seguito ridotto in polvere, e questa polvere entra nella
-confezione dei pani consacrati che i settari tagliano a
-pezzi e distribuiscono agli assistenti alla fine delle loro
-riunioni. È questo ciò che essi nominano la grande comunione
-della carne dell'agnello, in opposizione a quella
-<span class="pageno" title="201" id="page-201"></span>
-di sangue che si fa con quella con cui la vittima venne
-purificata. I giornali russi assicurano che questi fatti,
-denunciati dal metropolitano di Mosca, Mgr. Platone,
-vennero constatati da una inchiesta ufficiale.
-</p>
-
-<p>
-Potremmo citare altri fatti a dozzine per provare che
-questa accusa di giovarsi del sangue umano pei riti tenebrosi
-è vecchia quanto il mondo, ma ogni cosa ha un
-limite e temiamo ne abbia uno anche la pazienza dei
-lettori che consentirono a seguirci sin qui, sicchè ci limiteremo
-a citare un ultimo fatto quasi incredibile. Chi
-vorrebbe credere infatti che un dotto letterato francese,
-e cattolico di nascita, se non di convinzione, <a id="Arsene"></a>Arsène
-Houssaye potè, non sono ancora cinque anni, calunniare i cattolici,
-di epoche a noi vicine, asserendo che sino al <span class="sc num">xv</span>
-ed al <span class="sc num">xvi</span> secolo si massacravano dai
-cattolici dei bambini
-per convertire in reliquie i loro ossami?
-</p>
-
-<p>
-Traduco letteralmente un brano di un articolo dell'Houssaye,
-sul museo Basilewski, pubblicato nel <cite xml:lang="fr">Gaulois</cite>
-del 24 dicembre 1879:
-</p>
-
-<p>
-“Ecco per esempio uno smalto che rappresenta il
-Massacro degli Innocenti. Cosa pensereste se io vi dicessi
-che più di una chiesa in Francia contiene ancora
-delle cripte in cui si trova il pozzo dei sacrifizi? Si
-conosce così male la storia che non mi si crederà
-quando affermerò che, sino al quindicesimo secolo, e
-fors'anche fino al sedicesimo, vi furono il venerdì santo
-dei fanciulli immolati. A Caen e a Tournus si trovarono
-degli ossami che fanno fede ancora di questi sacrifizi
-umani&nbsp;—&nbsp;perdonatemi il sacrilegio&nbsp;—&nbsp;volevo
-dire inumani”.
-</p>
-
-<p>
-Provata dunque la facilità con cui simili accuse calunniose
-si riprodussero sempre, e trovarono sempre credenza,
-qual meraviglia se bastò qualche assassinio isolato
-e non ispirato certamente a scopo religioso, perchè
-<span class="pageno" title="202" id="page-202"></span>
-se ne accusassero gli Ebrei, quegli Ebrei che a Strasburgo,
-nel Delfinato ed altrove, si erano, ben inteso sotto
-la tortura, confessati autori della peste, sicchè fu necessaria
-una bolla del papa che li scagionasse dalla strana
-accusa&nbsp;<a id="FNa_307"></a><a href="#Fn_307" class="fna">(307)</a>,
-quegli Ebrei che dovevano ritenersi capaci
-di ogni
-scelleraggine&nbsp;<a id="FNa_308"></a><a href="#Fn_308" class="fna">(308)</a>
-dacchè San Giovanni
-Grisostomo&nbsp;<a id="FNa_309"></a><a href="#Fn_309" class="fna">(309)</a>
-<span class="pageno" title="203" id="page-203"></span>
-aveva potuto dire che “le sinagoghe erano
-case di prostituzione, covili di bestie feroci, domicilio
-dei Demoni e che non vi si adorava Dio, perchè non
-vi si adorava il figlio, e che colui che conosce il padre
-conosce il figlio e che il culto che vi si rende si termina
-al Demonio perchè Dio l'ha abbandonato.”
-</p>
-
-<p>
-Quando personaggi, come San Giovanni Grisostomo, coi
-loro scritti, rendono siffattamente odiosa una parte della
-popolazione, non deve recar meraviglia che ogni più
-strana accusa contro di questa trovi credenza.
-</p>
-
-<p>
-Data la facilità con cui il volgo crede sempre ad accuse
-di questa natura, data l'ignoranza dei tempi, dato
-il fanatismo contro gli Ebrei, eccitato dal Grisostomo, e dai
-troppo numerosi suoi seguaci, dobbiamo anzi meravigliarci
-assaissimo se tutte le volte che furono accusati di aver
-assassinato un cristiano non furono condannati, ed invece
-abbiamo già veduto come, in tutti i tempi, uomini imparziali
-ed onesti, di tutte le credenze, abbiano protestato
-contro la calunnia di cui eran vittima gli Ebrei.
-</p>
-
-<p>
-Ma se è agevol cosa il dimostrare l'assoluta falsità
-della accusa mossa agli Ebrei di giovarsi di sangue umano
-per scopi rituali, o
-magici&nbsp;<a id="FNa_310"></a><a href="#Fn_310" class="fna">(310)</a>,
-sarebbe impossibile
-il dimostrare che qualche bambino cristiano non sia caduto
-talvolta vittima di un assassino ebreo.
-</p>
-
-<div>
-<span class="pageno" title="204" id="page-204"></span>
-</div>
-
-<p>
-Gli Ebrei erano nei secoli passati universalmente odiati.
-Quando la Chiesa Cristiana aveva raggiunto nel mondo
-civile il suo ideale, l'unità della Fede, gli Ebrei soli,
-<span class="pageno" title="205" id="page-205"></span>
-razza maledetta e dispersa, restarono a guastare la simmetria
-ammirabile di questa unità.
-</p>
-
-<p>
-In mezzo a popoli che, concordi, piegavano le ginocchia
-dinanzi al Redentore del Mondo, restavano soli a negarlo
-i pochi ed avviliti discendenti di coloro che lo avevano
-trascinato al disonor del Golgota.
-</p>
-
-<p>
-Qual meraviglia che perciò soltanto essi fossero oggetto
-della universale
-esecrazione?&nbsp;<a id="FNa_311"></a><a href="#Fn_311" class="fna">(311)</a>
-Oppressi, umiliati,
-fatti segno ad ogni più orrenda persecuzione, gli Ebrei
-reagivano colle armi dei deboli, e le armi dei deboli non
-furono mai generose.
-</p>
-
-<p>
-Da qui recrudescenza d'odio nei persecutori, e l'odio
-non partorì mai amore, che si sappia.
-</p>
-
-<p>
-Chi potrebbe negare che qualche Ebreo, cacciato dalla
-patria, insidiato nella sua fede, nei suoi averi, diseredato
-persino del culto dei propri morti, come troppo spesso
-avveniva nei tempi più caliginosi del medio evo, imbattendosi
-un giorno nel figlio di uno dei suoi oppressori,
-lo abbia sgozzato?
-</p>
-
-<p>
-Chi rivangasse gli annali del delitto, in tutti i paesi,
-vi troverebbe registrate a centinaia storie di innocenti
-fanciulli uccisi da vigliacchi assassini <a id="parenti"></a>per
-vendicarsi dei loro parenti.
-</p>
-
-<p>
-E quantunque le statistiche criminali di tutti i tempi
-e di tutti i paesi ci provino come l'Ebreo rifugga dal
-sangue, vorremmo, potremmo noi negare, che mai uno
-di questi assassini sia stato ebreo, una di queste vittime
-cristiana?
-</p>
-
-<div>
-<span class="pageno" title="206" id="page-206"></span>
-</div>
-
-<p>
-Certamente no; ma la stessa franchezza con cui noi,
-senza averne le prove&nbsp;—&nbsp;perchè, ripetiamolo, non son
-prove per noi quelle estorte dalla tortura&nbsp;—&nbsp;pure riconosciamo
-non impossibile che qualche fatto di questo genere
-abbia potuto accadere per opera di un individuo
-ebreo, spinto da un sentimento di vendetta, questa stessa
-nostra franchezza ci dà diritto ad esser pienamente creduti
-allorquando recisamente neghiamo che gli Ebrei
-abbiano per precetto religioso di valersi in certe cerimonie
-del sangue di un fanciullo cristiano.
-</p>
-
-<p>
-Ammettiamo pure una di queste isolate vendette. Nessun
-processo ne fa fede, perocchè agli occhi dell'odierna
-critica non hanno valore i processi istituiti sotto il regime
-della tortura; ammettiamo pure questo caso isolato,
-che ci gioverà a comprendere, a spiegarci come l'orribile
-calunnia abbia potuto esser messa in giro la prima volta,
-ma respingiamo, fino a che non saranno addotte prove
-categoriche in argomento&nbsp;—&nbsp;e sarà impossibile addurle,
-perchè non esiste il fatto&nbsp;—&nbsp;ogni accusa generica che
-si volesse formulare contro gli Ebrei a tale proposito.
-</p>
-
-<p>
-Tanto varrebbe, perchè un Umiliato attentò alla vita di
-San Carlo Borromeo, perchè un prete assassinò un Arcivescovo
-di Parigi, dire che i frati e i preti cattolici
-hanno per dovere religioso di ammazzare Santi ed Arcivescovi!
-</p>
-
-<p>
-È certo che dacchè esistono Cristiani ed Ebrei qualche
-ebreo avrà ammazzato un cristiano; è probabile, probabilissimo
-anzi, che qualche fanciullo cristiano sia caduto
-vittima di un assassino ebreo, ma non è nè certo, nè
-probabile, nè possibile che l'assassino sia stato mosso da
-scopo religioso a compiere il suo misfatto.
-</p>
-
-<p>
-Ciò invece che, se non è certo, è però assai possibile
-ed assai probabile è che, accaduto, per chi sa qual motivo,
-l'eccidio di un fanciullo cristiano ad opera di un
-<span class="pageno" title="207" id="page-207"></span>
-ebreo, i nemici degli Ebrei&nbsp;—&nbsp;quelli stessi che andavano
-diffondendo contro di loro le più strane ed inverosimili
-accuse&nbsp;—&nbsp;si siano fatta un'arma di questo fatto
-isolato per coinvolgere tutti gli Ebrei nella stessa accusa,
-accusa che, già lo vedemmo, deve essere facilmente
-accolta dai volghi come quella che fu spesso lanciata or
-contro l'uno or contro l'altro.
-</p>
-
-<p>
-Abbiamo detto però e ripetiamo che se vi era un popolo
-che dovesse andar immune da questa orribile accusa
-era certamente il popolo ebreo.
-</p>
-
-<p>
-Abbiam veduto come la Bibbia e il Talmud in più
-luoghi vietino agli Ebrei l'uso del sangue. Ma non basta,
-chè lo stesso Maimonide ci dice il perchè gli Ebrei abborriscano
-l'uso del sangue; apriamo il suo libro <cite>Morè
-Nebuchim</cite>, parte <span class="sc num">iii</span> al
-capo 46 e troveremo: “Sappi
-che quantunque non vi fosse nel concetto degli idolatri
-cosa più immonda ed impura del sangue, nientedimeno
-essi lo mangiavano, perchè stimavano che fosse il cibo
-de' demoni, e che colui, che di esso sangue si alimentasse,
-acquisterebbe una qualche famigliarità e stretta
-comunicazione con essi demoni, sicchè questi dovessero
-rivelar loro il futuro, secondo crede il volgo che essi
-demoni sogliono fare. Ad alcuni però tra questi idolatri,
-tornava difficile mangiare il sangue, cibo per sè
-stesso all'umana natura ripugnante. Questi, quando scannavano
-qualche animale, ne prendevano il sangue, lo
-raccoglievano in qualche vaso e, sedendo attorno a
-questo vaso, mangiavano la carne di esso animale. Si
-persuadevano, così, che mentre essi mangiavano la
-carne, i demoni mangiassero il sangue, loro prediletto
-cibo, e che in questo modo potessero contrarre secoloro
-amicizia, famigliarità e fratellanza, perchè tutti mangiavano
-ad un desco e insieme banchettavano. Credevano
-inoltre che i demoni dovessero apparir loro in
-<span class="pageno" title="208" id="page-208"></span>
-sogno; avvisar loro quel tanto che dovea succedere
-ed esser loro di grandissimo giovamento.” Fin qui il
-Maimonide.
-</p>
-
-<p>
-Anche lo Zohar, libro a cui taluni ebrei vogliono annettere
-molta importanza, commentando il capo 17 del
-Levitico, dice queste parole, parlando degli incantesimi e
-dell'arte magica esercitata dagli Egiziani: “Quando gli
-Egiziani si ragunavano per fare i loro incantesimi,
-andavano al campo in un monte alto assai, facevano
-una fossa in terra e spargevano sangue intorno ad
-essa, ragunavano il rimanente del sangue in essa fossa,
-offrivano i loro sacrifici agli spiriti maligni, e contraevano
-famigliarmente tra loro in esso monte. Gli Ebrei
-i quali erano schiavi in Egitto si accostavano a quelli,
-e preparavano quel sangue e offerivano il sacrifizio, si
-radunavano questi spiriti maligni, e apparivano loro
-in figura d'Irchi irsuti e dicevano loro quel tanto che
-essi addomandavano.”
-</p>
-
-<p>
-O ammettere dunque, con San Giovanni Grisostomo,
-che gli Ebrei adorino il Demonio, o riconoscere che essi
-non possono aver mai fatto uso di sangue, e tanto meno
-di sangue umano.
-</p>
-
-<p>
-E davvero è strana la persistenza di una simile calunnia
-contro una religione i cui maestri, i cui dottori
-predicarono dottrine diametralmente opposte. Mosè Nachmanide
-che fiorì nel <span class="sc num">xii</span> secolo in Ispagna
-e che era considerato
-come il supremo maestro fra i Rabbini, e chiamato
-per antonomasia il
-dottore&nbsp;<a id="FNa_312"></a><a href="#Fn_312" class="fna">(312)</a>,
-lasciò scritto nel suo
-libro dei <cite>Precetti</cite>: “Ci è ordinato di curare la vita dei
-Cristiani, salvarla con tutte le nostre forze da pericolo
-di morte, p. e. quando sono caduti in acqua o sepolti
-<span class="pageno" title="209" id="page-209"></span>
-sotto le macerie”. Giuda il Pio, vivente a Ratisbona
-nel sec. <span class="sc num">xii</span> nel suo <cite>libro dei Pii</cite>
-dice: “Nel trattare
-coi non Israeliti, studiati di usare la stessa onestà
-come cogli Ebrei: se un Ebreo vuol uccidere un cristiano
-dobbiamo assister quest'ultimo; se a te si rifugia
-un omicida, non gli accordare protezione, anche
-se fosse un ebreo”.
-</p>
-
-<p>
-Come dunque malgrado tutto ciò l'accusa potè diffondersi
-ed acquistar credenza? Ecco la domanda che molti
-mossero ed a cui nessuno potè dar risposta soddisfacente.
-</p>
-
-<p>
-Chi ne cercò la causa nel racconto dell'Esodo dove è
-spesso menzione di
-sangue&nbsp;<a id="FNa_313"></a><a href="#Fn_313" class="fna">(313)</a>;
-chi in una leggenda rabbinica
-notissima, secondo la quale, Faraone Re d'Egitto
-trovandosi colpito dalla lebbra, si impadronì di un gran
-numero di fanciulli ebrei, affine di bagnarsi nel loro sangue
-e di guarire. La leggenda aggiunge che in memoria
-di questo sangue innocente versato, gli Ebrei bevono
-vino rosso nelle cerimonie della sera di
-Pasqua&nbsp;<a id="FNa_314"></a><a href="#Fn_314" class="fna">(314)</a>.
-L'illustre prof. Oort da Leida, in un discorso tenuto in
-quella città in occasione del <span class="sc num">vi</span>
-Congresso degli Orientalisti,
-vuol trovare la causa della calunnia nella venerazione
-che negli antichi tempi i primi Cristiani conservavano
-pel pane azzimo degli Ebrei, ed intesse su questa
-ipotesi un lungo ragionamento che non arriva però a
-convincerne del tutto.
-</p>
-
-<p>
-Affaccieremo noi pure una supposizione senza pretendere
-di aver sciolto il problema.
-</p>
-
-<p>
-Nei primi tempi del Cristianesimo, non soltanto gli
-<span class="pageno" title="210" id="page-210"></span>
-Ebrei erano in odio ai Cristiani ortodossi, ma molte sette
-eterodosse professavano un odio speciale non soltanto
-verso gli Ebrei, ma verso l'Antico Testamento.
-</p>
-
-<p>
-La storia delle religioni ci apprende che il principio
-di un Dio del male, nemico del Dio del bene, quel principio
-che gli antichi Persiani incarnavano in Ormus e
-in Arimane, era comune anche a molte sêtte dei primi
-tempi del Cristianesimo. I Catari, i Bogomili, i Luciferiani
-professavano siffatte dottrine. Per essi il Dio maligno
-si rivelava nell'Antico Testamento, mentre nel
-Nuovo era il Dio buono che si manifestava.
-</p>
-
-<p>
-Ecco, dicevano, perchè è scritto nel Nuovo Testamento:
-“Che Iddio è luce, e che non vi sono in lui tenebre
-alcune”&nbsp;<a id="FNa_315"></a><a href="#Fn_315" class="fna">(315)</a>.
-Il Dio della Genesi crea il cielo e la terra,
-ma “la terra era una cosa deserta e vacua e tenebre
-erano sopra la faccia
-dell'abisso”&nbsp;<a id="FNa_316"></a><a href="#Fn_316" class="fna">(316)</a>,
-il cielo e la
-terra, al paro delle tenebre, sono l'opera di Lucifero.
-Ecco perchè ancora, secondo l'Antico Testamento, i figli
-di Dio
-peccano&nbsp;<a id="FNa_317"></a><a href="#Fn_317" class="fna">(317)</a>,
-mentre nel Nuovo è detto: “Chiunque
-è nato da Dio non ha
-peccato”&nbsp;<a id="FNa_318"></a><a href="#Fn_318" class="fna">(318)</a>.
-“Non è il Dio
-buono che ha parlato a Mosè, non è il Dio buono che
-ha guidato il patriarca. Mosè ha ricevuto la legge da
-un ingannatore, egli stesso era un mago, un
-ladrone”&nbsp;<a id="FNa_319"></a><a href="#Fn_319" class="fna">(319)</a>.
-</p>
-
-<p>
-Congiungendo questa opinione che taluni eretici avevano
-del Mosaismo, coll'altra, universalmente diffusa, che
-<span class="pageno" title="211" id="page-211"></span>
-il demonio gradisca i sagrifizi
-umani&nbsp;<a id="FNa_320"></a><a href="#Fn_320" class="fna">(320)</a>,
-non sarà fuor
-di luogo il supporre che da quegli eretici abbia potuto
-avere origine la prima calunnia.
-</p>
-
-<p>
-Un'altra fra le possibili origini di quest'accusa, o meglio
-fra le cause che poterono contribuire a mantenerla
-in vigore, ed a confermarla nelle menti volgari, ci è suggerita
-dall'attento esame, che abbiamo fatto, degli atti
-del processo che si è svolto non ha guari a Nyiregyhaza.
-Fra le infantili prescrizioni rituali degli Ebrei ve ne ha
-una che vieta ad essi di toccare nella sera del venerdì e
-nel giorno del sabato fuoco e lume. Siffatta prescrizione
-è, dai veri credenti, osservata così strettamente che essi
-si fanno scrupolo di portare una lampada da un luogo
-all'altro, o di rimuovere dal fuoco una pentola che bolla.
-Siccome però le necessità della vita si impongono agli
-Ebrei come ai Cristiani, gli agiati fra essi provveggono
-ai lor bisogni mercè l'opera di domestici di altri culti; i
-più poveri invece vi provvedono come possono, invocando
-l'aiuto di un vicino o di un passante. Servigi di siffatta
-natura si richieggono più facilmente, anche per evitare
-il ridicolo, a ragazzi che non a persone mature. Qual
-<span class="pageno" title="212" id="page-212"></span>
-meraviglia dunque, se come nei tempi di pestilenza basta
-che un individuo si accosti ad una fontana pubblica, per
-essere accusato di avvelenarla, od in tempi di assedio
-basta che uno si aggiri nelle camere del suo appartamento
-con un lume in mano, perchè venga accusato di
-far segnali
-all'inimico&nbsp;<a id="FNa_321"></a><a href="#Fn_321" class="fna">(321)</a>;
-qual meraviglia diciamo se
-sarà bastato il fatto di un ebreo che abbia chiamato a
-sè un fanciullo cristiano per richiederlo d'uno dei servigi
-sopra accennati, perchè l'accesa immaginazione del
-volgo vi ricamasse sopra un preteso tentativo di rapimento,
-preludio di futuri
-eccidi&nbsp;<a id="FNa_322"></a><a href="#Fn_322" class="fna">(322)</a>?
-</p>
-
-<p>
-Ma senza perderci più oltre nella ricerca delle cause
-che potevano concorrere a far nascere l'orrenda accusa,
-verremo a dire delle vere, delle sole ragioni per cui essa
-persistette attraverso i secoli.
-</p>
-
-<p>
-Un illustre letterato francese, Dureau de la Malle, nella
-introduzione alla sua eccellente traduzione di Tacito, ricerca
-le cause dei delitti inconcepibili commessi dagli imperatori
-romani; e ne reca una spiegazione che sembra
-assai plausibile; e cioè che quei sovrani non avendo nè
-lista civile, nè demanio pubblico e dovendo pur sostenere
-enormi spese, erano obbligati ad assassinare per procurarsi
-il denaro di cui avevano d'uopo. E come i malfattori
-volgari <em>uccidevano per rubare</em>. Questo precetto di
-governo informa diverse fasi della storia, e dalle proscrizioni
-di Augusto, venendo giù sino agli eccidi del 1793,
-ne troveremmo esempi non pochi.
-</p>
-
-<p>
-Nel medio evo i ghetti degli Ebrei avevano il non
-<span class="pageno" title="213" id="page-213"></span>
-desiderato privilegio di essere la zecca per eccellenza;
-quando s'aveva bisogno di denaro si accusavano gli Ebrei
-di avvelenare i pozzi, le sorgenti, le fontane&nbsp;—&nbsp;quasi che
-gli Ebrei non facessero uso dell'acqua,&nbsp;—&nbsp;di oltraggiare
-in mille guise il Santissimo Sacramento&nbsp;—&nbsp;che non
-hanno nessuna ragione di oltraggiare, non riconoscendovi
-essi nessun carattere sacro&nbsp;—&nbsp;od infine di ammazzare
-bambini&nbsp;—&nbsp;quasi la religione professata dalla Beata Vergine
-e da Nostro Signor Gesù Cristo fosse una religione
-di antropofaghi.
-</p>
-
-<p>
-In quei tempi le accuse, assurde o meno, erano sempre
-egualmente buone. Bastava che un facinoroso qualunque
-le ponesse in giro, perchè si desse di piglio alle armi,
-si corresse al ghetto, e si punissero gli Ebrei col saccheggiarne
-i beni. L'intiero popolo ebreo potè per secoli
-far sua l'amara esclamazione del romano proscritto. “La
-mia villa di Alba mi ha perduto.”
-</p>
-
-<p>
-Col progresso dei tempi si capì che era assurdo parlare
-di fontane avvelenate, o di oltraggi al Santissimo
-Sacramento; ma l'accusa di antropofagia rimase, come
-quella che oltre a colpire più facilmente le immaginazioni
-della plebe, sempre avida di racconti di misteriosi delitti,
-era sorretta da un altro importante fattore.
-</p>
-
-<p>
-Per ogni fanciullo che gli Ebrei erano accusati di
-aver ucciso, la Chiesa cattolica acquistava un martire
-di più.
-</p>
-
-<p>
-E ciò che importa, e che spiega assai cose, un martire
-che faceva miracoli.
-</p>
-
-<p>
-La narrazione di questi miracoli, quali ce li dà un
-autorevole e moderno scrittore cattolico, Rohrbacher, è
-troppo interessante, perchè noi, a costo di ripeterci, resistiamo
-al desiderio di metterla sotto gli occhi dei nostri
-lettori.
-</p>
-
-<p>
-“L'anno 1250 gli Ebrei di Saragozza attaccarono
-<span class="pageno" title="214" id="page-214"></span>
-con chiodi contro la parete un fanciullo cristiano di
-sette anni, gli squarciarono, in odio di Cristo, il costato
-con una lancia e lo seppellirono di notte sulla riva.
-<em>Ma in mezzo alle tenebre il luogo era irradiato d'una
-splendida luce.</em> Accorsivi i Cristiani, trasportarono le
-reliquie con gran pompa alla chiesa principale, dove
-accadde un gran numero di miracoli. A quella vista
-l'ebreo Mosè Albayhuzet, che aveva rapita la vittima
-innocente, abbracciò il Cristianesimo. Ecco quanto riferisce
-lo storico aragonese Girolamo Blanca, giusta
-gli Archivi della chiesa di Saragozza.
-</p>
-
-<p>
-“Nel 1255 i principali ebrei di tutta Inghilterra sì
-adunarono a Lincoln per rinnovare la passion di Cristo
-su d'un fanciullo di otto anni per nome Ugo. Uno faceva
-da preside Pilato, altri l'officio di carnefice. Fecero
-soffrire al giovinetto tutti gli oltraggi che il
-Vangelo riferisce aver i loro antenati fatto patire al
-Salvatore del mondo. Lo batterono crudelmente colle
-verghe, gli conficcarono in capo una corona di spine, lo
-affissero ad una croce, gli diedero a bere del fiele e
-finalmente gli trafissero il costato con una lancia.
-</p>
-
-<p>
-“Tale fu il loro pasquale sacrificio che solevano immolar
-ogni anno, se l'occasione lo permetteva, come confessarono
-dappoi. Per colmo di scelleratezza gli strapparono
-le viscere per servirsene a magiche operazioni.
-Nascosero profondamente sotto terra il corpo, per tema
-che i Cristiani ne venissero in cognizione; ma la giustizia
-di Dio non lasciò impunito questo misfatto. <em>La
-terra ogni notte rigettava il corpo della vittima.</em> Gli
-Ebrei, avendolo così più volte sepolto, finirono col gettarlo
-in un pozzo.
-</p>
-
-<p>
-“Intanto la madre del fanciullo cercava dappertutto
-il suo figliuolo. Avendo saputo che era entrato nella
-casa d'un ebreo, vi penetra, fruga per tutto, guarda
-<span class="pageno" title="215" id="page-215"></span>
-entro il pozzo e vi scorge il corpo del figlio. Senza
-dir nulla avverte il giudice; il padrone della casa
-viene arrestato, confessa tutta la serie delle cose (<em>anche
-il miracolo dunque?</em>) e viene attaccato alla coda di
-cavalli per essere squartato. Novanta ebrei sono condotti
-nelle prigioni di Londra per subirvi il supplizio
-che meritano. Il corpo del fanciullo cavato dal pozzo
-è solennemente trasportato, come il corpo di un martire,
-nella Chiesa cattedrale. Il re Enrico III fa procedere
-giuridicamente contro tutti gli Ebrei d'Inghilterra,
-affine di distoglierli col terrore dei castighi dal
-commettere ancora simili misfatti. Ecco quanto riferisce
-tra gli altri Matteo Paris, autore del Paese e del
-Tempo.
-</p>
-
-<p>
-“Un ebreo di Germania aveva una nutrice cristiana,
-chiamata Agnese, la quale insegnava alla moglie di
-lui le preghiere de' Cristiani. L'ebreo, accortosene, entra
-in furore, va a trovar la nutrice addormentata, l'uccide
-con tre colpi di pugnale nel cuore, sotto gli occhi
-di sua moglie, poscia se ne va alla sinagoga. La moglie,
-presa da spavento, si chiude nella propria camera.
-L'ebreo di ritorno non trova più il cadavere della nutrice,
-e s'immagina che l'abbia trasportato la moglie;
-questa non trovandolo più, pensa che l'abbia levato il
-marito. Nè l'uno nè l'altra cerca più oltre. Quaranta
-giorni dopo passa una donna forestiera che li saluta
-<em>affettuosamente</em> (<em>splendido, quell'avverbio!!</em>) da parte
-della nutrice Agnese. L'ebreo allora domanda alla moglie:
-“Come avviene ch'ella viva? Non l'ho io ammazzata?”
-La moglie risponde: “Egli è che il Cristo suo Signore
-è abbastanza possente per risuscitare una defunta.&nbsp;—&nbsp;Ed ecco,
-ripigliò l'ebreo, quel ch'io ho sempre temuto,
-che ella non ti faccia apostatare.&nbsp;—&nbsp;” E tosto legolla e la
-rinchiuse per due anni in una stanza. Essendo l'ebreo
-<span class="pageno" title="216" id="page-216"></span>
-andato lontano, la donna fuggì con due figlioletti ed
-un terzo ond'era incinta e si rifuggì nella chiesa dove
-ricevette il battesimo col nome di Geltrude, con grande
-allegrezza de' fedeli, che sapevano esser lei
-<em class="sc">ricchissima</em>
-(<em>qui sta il busillis</em>) ed onestissima donna. Ella
-dimorò nella diocesi di Colonia, dove incontrò la nutrice
-Agnese che portava tuttora le cicatrici dei tre colpi
-di pugnale. <em>Essa disse ch'era stata guarita all'istante
-medesimo</em>, e che erasi sottratta clandestinamente per
-non accendere di più il furore dell'ebreo. Tutti questi
-fatti vennero a cognizione di Corrado Arcivescovo di
-Colonia. Agnese mori l'anno 1265: Geltrude viveva
-ancora quando Tommaso Cantipratese ne scrisse la
-storia.
-</p>
-
-<p>
-“L'anno 1271, nel borgo o villaggio di Pfortzheim,
-una vecchia, divenuta famigliare cogli Ebrei, vendette
-loro, per esser uccisa, una figlioletta di sette anni, che
-aveva perduti il padre e la madre. La distesero su
-molti drappi, le posero alla bocca una sbarra, le fecero
-delle incisioni a quasi tutte le giunture delle membra,
-ne spremettero a viva forza il sangue ed accuratamente
-lo raccolsero entro pannilini. Quando dopo questi tormenti,
-fu estinta, la gettarono nel vicin fiume, e vi
-ammassarono sopra un mucchio di pietre. Il terzo e
-quarto giorno la trovarono alcuni pescatori per un
-braccio levato verso il cielo. Fu riportata nel borgo:
-il popolo gridava con orrore non altri, che gli Ebrei
-avere commesso quel misfatto. Il margravio di Baden,
-che trovavasi nelle vicinanze, vi accorse. <em>Tosto il corpo,
-levatosi a sedere, stese le mani verso il principe</em>, quasi
-per chieder vendetta o misericordia, e dopo mezz'ora
-si ricoricò cadavere. Essendo stati condotti gli Ebrei a
-questo spettacolo, tutte le ferite <em>cominciarono a bollire
-ed a sparger sangue in copia</em>. Il grido del popolo levavasi
-<span class="pageno" title="217" id="page-217"></span>
-sino al cielo domandando vendetta. Dietro alcuni
-indizi la vecchia viene arrestata e convinta, principalmente
-dalla confessione della giovinetta (!!!), che rivelò
-tutto. Gli Ebrei che avevano messo mano sulla giovane
-vittima furono presi, arruotati ed appiccati colla vecchia:
-due di essi si scannarono a vicenda fra loro.
-Ecco quanto riferisce Tommaso sopracitato, sulla testimonianza
-di due frati predicatori, Rainieri ed Egidio,
-che furono a Pfortzheim tre giorni dopo l'avvenimento.”
-</p>
-
-<p>
-Chiediamo ancora venia al lettore se lo abbiamo tediato
-con la riproduzione di queste insensate leggende, ma
-abbiamo voluto farlo, perchè, dalle pagine del Rohrbacher
-scaturisce un argomento irresistibile a favore della assurdità
-dell'accusa mossa agli Ebrei.
-</p>
-
-<p>
-Fatti di questo genere non si possono scindere; non si
-può accettare ciò che conviene e respingere il resto. O bisogna
-riconoscere che tutti i fatti narrati dal Rohrbacher
-sono parto, nella migliore ipotesi, di una malata fantasia,
-o bisogna credere ai cadaveri irradiati da luce celeste, ai
-morti respinti dalle tombe, alle nutrici risuscitate ed a
-tutte le assurdità che il buon professore della Università
-di Lovanio è venuto accumulando.
-</p>
-
-<p>
-Già questi miracoli parevano sospetti fin dai secoli
-scorsi ad uno scrittore protestante, il Basnage, che scriveva:
-</p>
-
-<p>
-“Nè si può tacere a discarico degli Ebrei che oltre
-queste ragioni se ne hanno altre che aumentano il sospetto.
-Sono i miracoli che accompagnano quasi sempre
-la morte del crocefisso. Non è meraviglioso che la
-terra abbia tremato allorquando morì G. C., era il Signore
-di gloria che veniva crocifisso. Ma le si prestano
-emozioni più frequenti per uomini volgari che
-per Gesù Cristo. Essa respinge i cadaveri e lo fa parecchie
-volte, e non può soffrire che si rinchiudano
-<span class="pageno" title="218" id="page-218"></span>
-nel suo seno; ne abbiamo visto un esempio nel fanciullo
-cui si erano strappate le viscere per servirsene
-in operazioni magiche, cosa non meno sospetta del
-resto.
-</p>
-
-<p>
-“Ma ce n'è un altro più famoso in Turingia, perchè
-gli Ebrei, cui si fa scegliere la vigilia di Pasqua per
-simili delitti, avendo ucciso un fanciullo a nome Corrado,
-portano il corpo morto in diversi luoghi della
-Turingia senza poterlo seppellire.
-</p>
-
-<p>
-“Sortiva sempre dalla tomba, perlocchè furono costretti
-di appiccarlo ad un albero. Il delitto fu perciò
-rivelato, ed allora non vi fu piccolo o grande che non si
-gittasse sugli Ebrei e non si insozzasse le mani nel
-loro sangue. Si vide una luce sul corpo di un fanciullo
-a Vesel 37 anni dopo, e di più il cadavere esalava
-un odore così buono che lo si trasportò in un
-tempio dove operò sorprendenti prodigi, ma gli Ebrei
-se la cavarono con denaro. Questa specie di racconti
-pieni di miracoli e riferiti dai Leggendari avvezzi a
-correr dietro a simili finzioni, sono assai
-sospetti”&nbsp;<a id="FNa_323"></a><a href="#Fn_323" class="fna">(323)</a>.
-</p>
-
-<p>
-E davvero non può non sembrar strano, che mentre
-Santi poterono essere martoriati e straziati in mille guise
-senza che Dio, ne' suoi imperscrutabili fini, manifestasse il
-suo corruccio con segni visibili agli umani, mentre pii
-e dotti Presuli sopportarono atroci martirii senza che la
-natura si commovesse, mentre Pier Luigi Farnese potè
-infliggere l'ultimo degli oltraggi al vescovo di Fano e
-Sciarra Colonna percuotere Bonifazio VIII, senza che
-nessun prodigio rivelasse l'ira celeste, bastava che un
-ebreo fosse accusato di aver ucciso un poppante cristiano
-perchè quel poppante divenisse d'un tratto un taumaturgo!
-</p>
-
-<div>
-<span class="pageno" title="219" id="page-219"></span>
-</div>
-
-<p>
-E, cosa più strana ancora, le uniche fra le pretese vittime
-degli Ebrei, che non abbiano fatto miracoli, sono
-quelle il cui eccidio si sarebbe compiuto in epoche a noi
-vicine, benchè tra queste vi fosse il davvero venerando
-padre Tommaso da Calergiano assassinato a Damasco
-nel 1840&nbsp;<a id="FNa_324"></a><a href="#Fn_324" class="fna">(324)</a>.
-</p>
-
-<p>
-Ora, noi abbiamo tutto il rispetto per la Religione,
-ma crediamo che questo rispetto non ci obblighi a confondere,
-cogli eterni dogmi della Religione di Cristo, le
-invenzioni di pochi fanatici, che mostrano col loro esempio
-quanto giustamente il Voltaire asserisca che il fanatismo
-sta alla superstizione come la rabbia alla collera.
-</p>
-
-<p>
-Non vi è, e non vi può essere, nella Religione cattolica
-nulla che ci costringa a riconoscere per veri, o per
-<span class="pageno" title="220" id="page-220"></span>
-attendibili, i pretesi miracoli del Beato Simoncino da Trento
-e di tutte le altre pretese vittime degli Ebrei.
-</p>
-
-<p>
-Negando fede a quei miracoli, come negando fede a
-quelli della Salette, di Lourdes, ed alle stimmate della
-Lateau, noi sappiamo di non vulnerare nessuno dei principii
-fondamentali del Cattolicismo, e da questa nostra
-convinzione tragghiamo argomento per affermare che,
-come oggi per assicurare la prosperità di un paese attirandovi
-a migliaia i pellegrini e gli illusi, si ricorre
-alle innocue apparizioni di Lourdes e della Salette, si
-potè in altri tempi aver ricorso ai miracoli delle pretese
-vittime degli Ebrei.
-</p>
-
-<p>
-Errerebbero però di gran lunga gli avversari della
-Chiesa se volessero, appoggiandosi su queste nostre parole,
-trarne argomento per affermare che noi accusiamo la
-Chiesa di calunnia.
-</p>
-
-<p>
-Spesse volte i Papi ebbero a riconoscere che ciurmerie
-impudenti si eran volute gabellare per miracoli e non li
-riconobbero, ma li biasimarono e ne riprovarono il culto.
-</p>
-
-<p>
-È irriverenza, è eresia l'affermare che talvolta la
-buona fede dei Papi possa esser sorpresa?
-</p>
-
-<p>
-Nol crediamo, perocchè non crediamo che la Religione
-imponga l'obbligo assoluto di aggiustar fede ad altri miracoli
-da quelli in fuori che sono registrati nelle Sacre Carte.
-</p>
-
-<p>
-Riassumendo:
-</p>
-
-<p>
-L'accusa mossa agli Ebrei di far uso di sangue cristiano
-nei loro riti:
-</p>
-
-<p>
-1º Si rivela calunniosa e falsa, perchè già rivelatasi
-tale, quando venne mossa ad altre religioni, ad altre
-credenze;
-</p>
-
-<p>
-2º È smentita dai libri sacri degli Ebrei e non ha
-prove in nessun libro ebraico anche di nessun conto;
-</p>
-
-<p>
-3º È smentita da Papi, da Sovrani, da dotti di ogni
-tempo e di ogni paese;
-</p>
-
-<div>
-<span class="pageno" title="221" id="page-221"></span>
-</div>
-
-<p>
-4º È sorretta dalle risultanze processuali quando le
-confessioni sono estorte colla tortura, smentita in tutti
-gli altri casi:
-</p>
-
-<p>
-5º È frutto della cupidigia che spingeva nel medio
-evo ad accusare gli Ebrei di ogni reato per ispogliarli,
-e della impudenza di taluni fabbricatori di martiri a buon
-mercato ed il suo rinnovarsi ai giorni nostri altro non
-prova che la mancanza assoluta di scrupoli nei moderni
-antisemiti.
-</p>
-
-<p>
-E crediamo che basti; fino al giorno almeno in cui il
-dotto articolaio della <cite>Civiltà Cattolica</cite> non avrà scoperto
-il famoso passo del Talmud, che prescrive l'assassinio rituale.
-</p>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_247"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_247"><span class="label">(247)</span></a>
-Naturalmente i calunniatori non vanno tra loro d'accordo
-nello spiegare l'uso che gli Ebrei farebbero di questo
-sangue procacciatosi a prezzo di tanti delitti.
-</p>
-
-<p class="foot">
-L'opinione più diffusa è che se ne giovino per mescolarlo
-al pane azzimo od al vino di Pasqua; ma non manca chi
-asserisce invece che con questo sangue si scrivano tre bollettini
-magici che poi si pongono sul capo, sulla bocca e
-nella mano destra delle donne prossime al parto per agevolare
-l'opera della natura; altri pretende che a questo stesso
-scopo le puerpere ebree tracannino addirittura sangue cristiano
-in quanta maggior copia possono procurarselo; altri
-ancora che col sangue dei fanciulli cristiani si componga un
-farmaco destinato a cicatrizzare la ferita che si fa, circoncidendoli,
-ai neonati ebrei; nè mancano coloro i quali pretendono
-che questo sangue si impieghi nei riti nuziali, o
-che con esso si aspergano i moribondi ebrei (una sanguinosa
-parodia dell'Estrema Unzione!) pronunziando queste parole:
-<i class="quo">“Se Gesù Cristo fu il vero Messia, che questo sangue di
-un Cristiano, reso prezioso per virtù del suo Salvatore,
-giovi ad espiazione dei tuoi peccati”</i>. Nella quale ultima
-supposizione sono tali e tante le stranezze che non possiamo
-altrimenti spiegarnela se non attribuendola ad un pazzo.
-</p>
-
-<p class="foot">
-Nell'inverno dell'anno 1756 a Jampol (Podolia&nbsp;—&nbsp;Russia
-Europea), essendosi trovato il cadavere di un uomo nel fiume,
-gli Ebrei vennero accusati di averlo assassinato per scopo
-rituale. Due Padri Gesuiti che colà trovavansi affermarono
-che, nascendo gli Ebrei ciechi, per acquistare la vista, dovevano
-ungere i propri occhi col sangue de' cristiani!!
-</p>
-
-<p class="foot">
-Fu in seguito a questo fatto che l'em. A. cardinale Corsini,
-scriveva, il 9 febbraio 1780, al Nunzio apostolico di
-Polonia la lettera, che riferiamo fra documenti, dove, fra altre
-cose, è detto: “<i class="quo">la mal fondata persuasione del volgo ch'ella</i>
-(la nazione ebrea) <i class="quo">mischii sangue umano e specialmente
-cristiano nell'impasto delle azimi</i>.”
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_248"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_248"><span class="label">(248)</span></a>
-L'autore di questa strana ipotesi è, sventuratamente,
-un italiano, e, più sventuratamente ancora, un italiano nel
-quale il molto, moltissimo ingegno non andò mai del paro
-con l'elevatezza del carattere, F. D. Guerrazzi.
-</p>
-
-<p class="foot">
-Lo scrittore livornese, nella prima edizione dell'<cite>Asino</cite> (Torino,
-Franco, 1857, in 8º&nbsp;—&nbsp;Cap. <span class="sc num">ix</span>, pag. 200),
-aveva scritto
-queste testuali parole: “Questo vediamo praticato in diverse
-guise o cibando le vittime umane già offerte a Dio ed
-accettate da lui, come, fino a tutto il 1820, costumarono i
-Benderusi, o gli azzimi intinti col sangue umano, come fecero
-gli Ebrei, finchè lo poterono fare”.
-</p>
-
-<p class="foot">
-Ed in nota aggiunge il Guerrazzi le seguenti parole:
-</p>
-
-<p class="foot">
-“Che questo nei tempi barbari costumassero gli Ebrei
-non sembra potersi revocare in dubbio; fra i moderni scrittori
-ne parlano A. Mackiewitz (<em xml:lang="la">sic</em>) e Jacob il bibliofilo”.
-</p>
-
-<p class="foot">
-Il prof. Levi di Vercelli si prese la scesa di capo di provare
-all'illustre ex-triumviro, che egli si era fatto organo
-di una volgare calunnia; ciò non pertanto il Guerrazzi non
-si ritratta, ma, nella terza edizione (Torino, Seb. Franco e
-Figli, 1859, in-16º&nbsp;—&nbsp;Cap. <span class="sc num">ix</span>,
-pag. 173 e 174), ripete tutto
-quanto aveva detto nella prima, compresa la storpiatura in
-Mackiewitz del nome del grande poeta polacco e, quasi per
-grazia, aggiunge alla nota succitata questa nuova insinuazione:
-</p>
-
-<p class="foot">
-“Diligenti ricerche ci hanno chiarito come questa inumanità
-non pure consentano, ma vietino le leggi ebraiche:
-se qualche setta iniqua l'abbia praticata non è sicuro (<em>no,
-on. Guerrazzi, è sicuro che</em> <em class="sc">nessuna</em>
-<em>setta del giudaismo
-la praticò mai</em>) e in ogni caso sarebbe fantasia e ferocia di
-qualche uomo-belva, non punto rito di popolo”.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_249"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_249"><span class="label">(249)</span></a>
-Se crediamo ad una corrispondenza che il <cite xml:lang="fr">Figaro</cite> di
-Parigi riceveva da Vienna in occasione del processo di
-Nyèregyhaza, questa credenza è ancora abbastanza diffusa,
-persino a Vienna. Citiamo testualmente:
-</p>
-
-<p class="foot">
-“Anche a Vienna incontrerete facilmente persone che vi
-dicono coll'aria la più ingenua: Come, non lo sapete? tutti
-gli anni a Pasqua allorquando gli Ebrei si accingono ad
-impastare i loro pani rituali detti azimi, essi hanno l'abitudine
-di aromatizzare uno di questi pani col sangue di
-una vergine cristiana. Questo pane, sacro fra tutti gli
-altri, serve a tutto il giudaismo, e se ne distribuiscono
-dei pezzetti in tutta la superficie del mondo.
-</p>
-
-<p class="foot">
-“Altri aggiungono che ogni anno la vergine viene fornita
-da una comunità diversa. Si estrae a sorte, fra le varie
-comunità, a chi spetti il dovere di rubare il fanciullo, di
-proceder alla panificazione religiosa e di far pervenire agli
-ortodossi del mondo intiero una briciola della sacrosanta
-focaccia, profumata secondo le regole del Pentateuco e dotata
-di quel sapore particolare che si vuole prescritto dal
-Talmud; sicchè ora l'incarico spetta alla comunione di
-Francoforte, ora a quella di Gerusalemme, di Parigi, di
-Salonicco e via dicendo.”
-</p>
-
-<p class="foot">
-Se così si pensa a Vienna, qual meraviglia che in Romania,
-in Moldavia, in Russia, in Polonia, la stessa credenza persista
-con tanta intensità che, dice uno scrittore russo, “allo avvicinarsi
-della Pasqua il terrore dei contadini non è punto
-simulato”?
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_250"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_250"><span class="label">(250)</span></a>
-È a notare, come bene osserva il Rohrbacher (<cite>Storia
-della Chiesa</cite>, Torino, Marietti. Vol. <span class="sc num">i</span>,
-pag. 374 e segg.), che
-prima del trionfo del Cristianesimo i sacrifizi di umane vittime
-erano comuni a quasi tutti i popoli barbari. Rimandando,
-chi fosse vago di maggiori notizie, all'autore da noi citato,
-ricorderemo soltanto che, al dire di Dione Cassio, nell'anno
-708 a. u. c., l'ultimo della vita di Giulio Cesare, e men di
-cinquanta anni prima della nascita di N. S., i pontefici ed
-i sacerdoti di Marte sacrificarono ancora due uomini sul
-Campo Marzio. Si era quindi lungi dal risentire in quei
-tempi l'orrore che oggi tutti proviamo pei sacrifizi umani.
-Non vi era quindi nessuna ragione al mondo perchè Giuseppe
-negasse recisamente l'addebito, mosso agli Ebrei da Appione,
-se fosse stato vero.
-</p>
-
-<p class="foot">
-Quanto ai Cristiani essi non possono in alcun modo farsi
-forti contro gli Ebrei delle parole di Appione e devono anzi
-negarvi ogni fede, perocchè è evidente che, se gli Ebrei di
-Palestina avessero praticato l'infame rito di cui parla Appione,
-N. S. G. C. avrebbe primo levata la voce per stigmatizzare
-l'orrenda pratica. Il silenzio del Divin Redentore su tale accusa
-è, parci, la prova più evidente della menzogna di Appione.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_251"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_251"><span class="label">(251)</span></a>
-Questo fatto è narrato da <span class="sc aut">Schwab</span>,
-<cite>Storia degli Ebrei</cite>
-recata in italiano dal Pugliese (Venezia 1870, pag. 69). Nè
-il Basnage, nè il Graetz, nè altri storici da noi consultati
-ne fanno menzione.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_252"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_252"><span class="label">(252)</span></a>
-<span class="sc aut">Basnage</span>,
-<cite xml:lang="fr">Hist. des Juifs</cite>,
-<span class="sc num">vii</span>, 15, vol. 5, pag. 1771&ndash;2
-Cfr. <span class="sc aut">Salomon ben Virga</span>,
-<cite xml:lang="la">Historia Judaica</cite>, pag. 78&ndash;92.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_253"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_253"><span class="label">(253)</span></a>
-Questo fatto è narrato nella <cite xml:lang="la">Historia major</cite>
-di Matthieu
-Paris (m. nel 1259) che, come recenti studi hanno provato,
-non fece, per tutto quanto è anteriore al 1235, che
-copiare la <cite>Cronaca</cite> o <cite>Fiori di Storia</cite>
-di Ruggiero di Wendoser,
-monaco benedettino al pari di Matthieu. Il Matthieu
-narra che il bambino prima di essere crocifisso fu circonciso,
-e questo basta a provare l'assurdità di tutto il racconto. Di
-fatti, una volta circonciso, il bambino diventava ebreo, ed una
-volta ebreo, perchè mai i suoi correligionari l'avrebbero immolato?
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_254"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_254"><span class="label">(254)</span></a>
-Gli Ebrei, cacciati nel 1290, da Edoardo I, dall'Inghilterra,
-non vi rientrarono che sotto il protettorato di Cromwell.
-In questa occasione varii libelli contro gli Ebrei vennero
-pubblicati allo scopo di indurre il Lord protettore a recedere
-dalle benevoli disposizioni che aveva mostrato verso di loro.
-Un dottissimo ebreo portoghese, Menassè ben Israel&nbsp;—&nbsp;autore
-di opere lodatissime (per una delle quali <cite>Piedra Gloriosa
-o de la estatua de Nebuchadnesar</cite>, Paolo Rembrandt non disdegnò
-di eseguire quattro incisioni) che fu amico intimo dei
-Vossii, del Barleo, dell'Episcopio, del Grozio, di quanti, insomma,
-uomini eminenti gli furono contemporanei&nbsp;—&nbsp;mandò
-alla stampa un opuscolo: <cite xml:lang="la">Vindiciae Judaeorum or a Letter in
-answer to certain questions on the nation of the Jews</cite>, Londra,
-1756. In questo opuscolo, inteso a scagionare gli Ebrei
-da varie accuse che contro loro si movevano, dimostra, con
-forti argomenti, come sia calunniosa l'imputazione di cui ci
-occupiamo. Fa rilevare che gli Ebrei, assai peggio trattati
-in Oriente che in Occidente, dovrebbero, se avessero tale orribile
-rito, giovarsi del sangue dei Mussulmani, più atroci
-loro nemici che non fossero i Cristiani, mentre nessuna accusa
-di questo genere venne mai loro rivolta. Infine il dottissimo
-uomo aggiunge: “Se quanto ho detto non basta ancora
-a <em>scolparci</em>, giacchè tutto si riduce soltanto a negare,
-senza produrre testimoni, mi vedo, nell'obbligo di ricorrere
-ad altro mezzo di giustificazione che il Signore, benedetto
-eternamente, ci ha prescritto in simili casi (<cite>Esodo</cite>,
-<span class="sc num">xxii</span>):
-intendo parlare del <cite>Giuramento</cite>. Io giuro dunque con tutta
-la sincerità del mio cuore per il <em>Dio Altissimo</em> che ha
-creato il Cielo e la Terra e che ha dato la <em>Legge</em> al <em>Popolo
-d'Israele</em> sul monte <em>Sinai</em>, che fino ad oggi non ho
-veduto infamie consimili fra il popolo d'Israele, e che essi
-non vi sono obbligati a farlo nè per legge divina, nè per
-comando degli avi, e che mai le hanno commesse, nè tentato
-commetterle, e ciò dico perchè mai ne fui informato
-da chicchessia, nè lessi coteste cose in alcun rituale ebraico.
-Se io mentisco in ciò, possano cadere su di me tutte le
-maledizioni delle quali si parla nel <cite>Levitico</cite> e nel
-<cite>Deuteronomio</cite>,
-e possa io non vedere mai le benedizioni e consolazioni
-di Sion e non raggiungere il Risorgimento dei
-Morti”.
-</p>
-
-<p class="foot">
-Per non dover ritornare su questo argomento aggiungeremo
-che il celebre filosofo Mendelsohn (1729&ndash;1786), pubblicando
-la traduzione dell'opuscolo di Menassè ben Israel, rinnovò
-per suo conto tale giuramento.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_255"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_255"><span class="label">(255)</span></a>
-<span class="sc aut">Wadding</span>,
-<cite xml:lang="la">Annales Minorum</cite>, <span class="sc num">xiv</span>,
-pag. 132 e segg.
-</p>
-
-<p class="foot">
-A proposito di questo fatto, il più clamoroso, forse, fra
-quanti ne vennero addebitati agli Ebrei, ci piace riportare
-quanto scriveva il dottissimo <a href="#francerco">Francerco Gar</a>,
-negli Annali del
-Principato Ecclesiastico di Trento, da lui annotati dall'anno
-1022 al 1540, compilati sui documenti da Francesco Felice
-degli Alberti, vescovo e principe, Trento 1860.
-</p>
-
-<p class="foot">
-“Noi abbiamo creduto debito nostro di riferire fedelmente
-ciò che l'Annalista Alberti, canonico e poi vescovo di Trento,
-registrava, intorno questa orribile tragedia, della quale dai
-fanatici si sarebbe tentata la ripetizione anche ai dì nostri
-(<em>alludesi al processo di Badia di cui parleremo più sotto</em>),
-se a tali feroci delirii non avessero posto freno la voce della
-ragione e il sentimento dell'umanità.”
-</p>
-
-<p class="foot">
-A mostrare come tutto quel processo non meriti fede, diremo
-soltanto come fra le pretese confessioni estorte agli
-Ebrei dalla tortura siavi anche questa, che essi nell'uccidere
-il fanciullo pronunziassero queste parole:
-<i class="quo" xml:lang="und">Tolle Jesse misrà
-elle parichief elle passussen pegnalem</i> che avrebbero dovuto
-significare: “Noi facciamo morire questi della morte di Gesù
-Dio dei Nazareni, che è nullità; così si perdano i nostri
-nemici per sempre.” Ora, malgrado l'istituzione ordinata
-da Clemente V di cattedre di lingua ebraica, questa lingua
-nel 1475, era ancora assai poco conosciuta dai Cristiani, sicchè
-quelle parole dovettero essere inventate a capriccio mentre
-è certo che non appartengono nè alla lingua ebraica nè a
-nessuna delle lingue parlate nel Trentino.
-</p>
-
-<p class="foot">
-Del resto questo processo sembrò dubbio anche ai contemporanei.
-Quando col pretesto del fatto di Trento alcuni predicatori
-vollero suscitare la plebe a fare man bassa sugli
-Ebrei, anche nel territorio della Repubblica veneta, il Doge e
-il Senato per reprimere lo scandalo ordinarono ai magistrati di
-Padova <i class="quo">di trattare gli Ebrei come gli altri sudditi, e impedire
-ogni violenza, perchè quell'accusa sembrava loro una
-calunnia inventata ad arte per certi fini, che il Senato non
-voleva indagare</i>. (Ordinanza del Doge Pietro Mocenigo in
-data 22 aprile 1475).
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_256"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_256"><span class="label">(256)</span></a>
-Già stampato per cura dei signori comm. Barozzi,
-comm. Berchet, cav. prof. ab. Fulin e cav. Stefani.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_257"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_257"><span class="label">(257)</span></a>
-<i>San Sten.</i> Ora San Stin, cioè S. Stefano confessore,
-detto volgarmente S. Stefanino, per distinguerlo da S. Stefano
-protomartire (V. <span class="sc aut">Tassini</span>,
-<cite>Curiosità veneziane</cite>).
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_258"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_258"><span class="label">(258)</span></a>
-Cioè 1480.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_259"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_259"><span class="label">(259)</span></a>
-<span class="sc aut">Damas</span>,
-<cite xml:lang="fr">Paroles de défense par M. le D.</cite>
-<span class="sc aut">Zunz</span> in
-<cite xml:lang="fr">Archives Isr.</cite> Paris, vol.
-<span class="sc num">i</span>, pag. 429.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_260"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_260"><span class="label">(260)</span></a>
-Notiamo di sfuggita che il popolo ebreo fu forse l'unico
-dell'antichità, cui fosse ignota la tortura che doveva poi
-straziare le membra di tanti infelici israeliti, e notiamo ancora,
-che i signori Montefiori e Cremieux, recatisi al Cairo
-nel 1840, per ottenere, da Mohamed Alì, giustizia a favore
-dei loro correligionari di Damasco, dopo averla ottenuta, non
-seppero far miglior uso della influenza guadagnata sull'animo
-del Vicerè che di chiedergli abolisse per sempre la tortura
-nei suoi Stati. (V. <cite xml:lang="fr">Archives Isr.</cite>
-Paris, vol. <span class="sc num">i</span>, pag. 612).
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_261"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_261"><span class="label">(261)</span></a>
-Pei dilettanti di riscontri storici segnaliamo qui un altro
-caso in cui gli Ebrei ebbero a soffrire per le calunnie di un
-figlio contro il proprio padre. Già nell'anno 66 dopo G. C., ad
-Antiochia, un ebreo snaturato avendo accusato il proprio padre
-e parecchi suoi correligionari d'aver volato appiccare il fuoco
-alla città durante la notte, si credette necessario alla pubblica
-sicurezza di uccidere gli autori di così scellerato progetto.
-(<span class="sc aut">Basnage</span>, <cite>Op. cit.</cite>,
-cap. <span class="sc num">viii</span>,
-vol. <span class="sc num">i</span>, pag. 229).
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_262"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_262"><span class="label">(262)</span></a>
-Anche di questo giudice istruttore, Bary, la succitata
-corrispondenza del <cite xml:lang="fr">Figaro</cite>
-ci fa un singolare ritratto. Eccolo:
-“Questo signore si siede durante il pubblico dibattimento
-in un punto della sala dal quale tutti i testimoni sono
-obbligati a passare, li intimida col gesto, collo sguardo, e
-siccome gode le simpatie del Presidente, gli avvocati non
-giunsero ancora a farlo espellere dalla sala.” Si noti che
-la corrispondenza da cui abbiamo tolto queste notizie è, per
-la sua intonazione generale, tutt'altro che favorevole agli
-Ebrei, che essa accusa, fra le altre cose, di possedere
-<i class="quo" xml:lang="fr">certaines
-capacités d'accaparer, contre lesquelles les paysans sont
-presque sans défense</i>.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_263"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_263"><span class="label">(263)</span></a>
-In una epoca come la nostra, nella quale si è sempre
-tanto proclivi ad accusare di ogni nefanda impresa il clero
-cattolico, ci piace riprodurre, e far nostre, le seguenti parole
-con cui si chiude un opuscolo che abbiamo sott'occhi <cite xml:lang="fr">Les
-Juifs et la Hongrie devant l'Europe, par</cite>
-<span class="sc aut">M. M. Morel</span>.
-(Paris, s. a.): “La nostra ultima osservazione sarà per scagionare
-il partito cattolico ungherese da ogni partecipazione
-nella persecuzione contro gli Ebrei. Questa venne
-organizzata dai corifei di quel partito protestante che
-spinse l'Ungheria a diventare l'avanguardia della gran
-Germania sul Basso Danubio e in Oriente.”
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_264"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_264"><span class="label">(264)</span></a>
-È bensì vero che a Prato venne pubblicato mesi addietro
-un libello nel quale, collo appoggio delle pretese rivelazioni
-di un Rabbino moldavo, convertito all'ortodossia
-greca, si ribadisce contro gli Ebrei la sconcia accusa. Dimostreremo
-a suo luogo la nessuna serietà di quell'immondo
-libello.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_265"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_265"><span class="label">(265)</span></a>
-L'opuscolo cui accenniamo ha tanto maggior importanza
-in quanto che l'autore vi si chiarisce tutt'altro che amico
-dei suoi antichi correligionari. Aloisio di Sonnenfels era figlio
-del primo Rabbino di Berlino e di tutto l'Elettorato di
-Brandeburgo ed, indirizzato dal padre al Rabbinato, avrebbe
-avuto agio di apprendere ogni segreto della religione ebraica,
-se questa avesse segreti, invece nell'opuscolo succitato egli
-scrive queste precise parole: “Chiamo Iddio in testimonio,
-in coscienza dell'anima mia, che non vi è al mondo, nè vi
-è stata, calunnia più nera di questa”. Il Sonnenfels adduce
-in questo suo opuscolo un argomento che ci piace far
-nostro. Egli dice: “Se gli Ebrei avessero d'uopo di sangue
-cristiano pei loro riti, perchè, anzichè arrischiare la vita per
-procurarselo, non lo comprerebbero con un po' di denaro dai
-flebotomi, negli ospitali, ecc.? Eppure non si è mai visto un
-Ebreo fare di siffatti acquisti!”
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_266"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_266"><span class="label">(266)</span></a>
-Il Rev. Alessandro Mac Caul (1799&ndash;1866) non nacque
-ebreo, ma protestante. Fu dottissimo ebraizzante e professore
-di ebraico nel R. Collegio di Londra. Dimorò molti anni in
-Varsavia come capo della missione protestante per la conversione
-degli Ebrei. Lo comprendiamo fra i neofiti perchè nell'opuscolo
-<cite xml:lang="en">Reasons for believing that the Charge lately revived
-against the Jewish People is a Baseless Falsehood</cite>,
-scritto da lui, in occasione del fatto di Damasco, per difendere
-gli Ebrei, reca una dichiarazione di molti Ebrei convertiti
-a sua cura.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_267"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_267"><span class="label">(267)</span></a>
-<span class="sc aut">Neander</span> (Giovanni Augusto Guglielmo), uno fra' più
-eminenti scrittori di Storia Ecclesiastica di questi ultimi
-tempi, nacque addì 16 genn. 1789 a Gottinga da genitori
-ebrei; si chiamava propriamente Davide Mendel, ricevette
-dalla madre un'educazione devota, frequentò il ginnasio ed
-il <cite xml:lang="de">Johanneum</cite> d'Amburgo, si fece
-battezzare nel 1806, nella
-qual occasione cambiò nome, e studiò poi teologia ad Halle
-e Gottinga. Nel 1811 diede gli esami ad Eidelberga e vi fu
-nominato professore di teologia, si trasferì tuttavia quello
-stesso anno a Berlino, dietro invito di quella Università; ed
-ivi Neander, efficacissimo propugnatore della cosidetta “teologia
-pettorale”, rivestì le cariche di professore ordinario
-di teologia, consigliere dell'Alto Concistoro, membro del Concistoro
-della provincia di Brandeburgo e membro della R. Accademia
-delle Scienze. Morì a Berlino il 14 luglio 1850.
-</p>
-
-<p class="foot">
-Fra le sue numerose opere sono da notarsi:
-</p>
-
-<p class="foot">
-<cite xml:lang="de">Ueber den Kaiser Julianus und sein Zeitalter</cite>
-(Lipsia, 1812; 2ª ed. Gotha, 1867);
-<cite xml:lang="de">Der heil. Bernhard und sein Zeitalter</cite>
-(Berlino, 1813, 3ª ed. 1865); <cite xml:lang="de">Genetische Entwickelung der
-vornehmsten gnostischen Systeme</cite> (ivi, 1818);
-<cite xml:lang="de">Der heil.
-<a id="uad"></a>Johannes
-Chrysostomus und die Kirche in dessen Zeitalter</cite>
-(ivi, 1821&ndash;22, 2 vol.; 3ª ed. 1849);
-<cite xml:lang="de">Denkwürdigkeiten aus der
-<a id="des"></a>Geschichte des Christenthums und des christlichen Lebens</cite>
-(ivi, 1822&ndash;24, 3 vol.; 4ª ed. 1866);
-<cite xml:lang="de">Antignosticus, Geist
-des Tertullian</cite> (ivi, 1826, 2ª ed. 1849);
-<cite xml:lang="de">Allgemeine Geschichte
-der christlichen Religion und Kirche</cite> (Amburgo 1825&ndash;52,
-6 vol. in 11 sezioni; 4ª ed. Gotha, 1863&ndash;65, 9 vol.);
-<cite xml:lang="de">Kleine Gelegenheitsschriften</cite>
-(Berlino, 1824, 3ª ed. 1829);
-<cite xml:lang="de">Geschichte
-der <a id="pflangung"></a>Pflanzung und Leitung der christlichen Kirche durch
-die Apostel</cite> (ivi, 1832&ndash;33, 2 vol.; 5ª ed. 1862);
-<cite xml:lang="de">Das Leben
-Jesu in seinem geschichtlichen Zusammenhang</cite> (ivi, 1837,
-7ª ed. 1873).
-</p>
-
-<p class="foot">
-Jacobi pubblicò le sue
-<cite xml:lang="de">Wissenschaftlichen Abhandlungen</cite>
-(Berlino, 1851) come pure la sua
-<cite xml:lang="de">Christliche Dogmengeschichte</cite>
-(ivi, 1857, 2 vol.), Beyschlag il suo
-<cite xml:lang="de">Kommentar zu den Briefen
-an die Korinther</cite> (ivi, 1859), Messner le sue
-<cite xml:lang="de">Vorlesungen
-über Katholicismus und Protestantismus</cite> (ivi, 1863) ed anche
-la sua <cite xml:lang="de">Geschichte der christlichen Ethik</cite> (ivi, 1864).
-</p>
-
-<p class="foot">
-Una raccolta delle sue opere si è pubblicata a Gotha.
-Krabbe (Amburgo, 1852) e Rauh (Elberfeld, 1865) scrissero
-la sua vita.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_268"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_268"><span class="label">(268)</span></a>
-<span class="sc aut">Biesenthal</span> Giovanni Enrico, dotto ebraizzante,
-nacque
-nel 1804, nel ducato di Posen, da una famiglia ebrea, fece
-studi profondi sul Talmud e si convertì al cristianesimo. Si
-stabilì a Berlino come agente della società di Londra per
-la conversione fra gli Ebrei. Fra le sue opere citeremo:
-<cite>Dizionario ebraico-latino</cite>, 1840;
-<cite>Storia della chiesa cristiana
-nei primi tre secoli desunta dalle fonti talmudiche</cite>, 1851;
-<cite>Commentario su San Luca</cite>, in ebraico talmudico, 1851;
-<cite>Epistola di San Paolo ai Romani ed agli Ebrei</cite>, con commentario
-rabbinico (1853&ndash;57). Rivide inoltre con J. C. Reichardt
-la versione ebraica del nuovo testamento.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_269"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_269"><span class="label">(269)</span></a>
-<span class="sc aut">Jac. Tugendhold</span> fu censore in Varsavia e
-pubblicò, in
-ebraico ed in polacco, un'opera (Varsavia, 1844, in-8º), che
-contiene una raccolta di passi, ricavati da recenti ed antiche
-opere, circa il modo di regolarsi con persone di altra credenza.
-Si ha pure di lui un opuscolo (Berlino, 1858, in-8º di pag. 90)
-<cite xml:lang="de">Der alte Wahn vom Blutgebrauch der Israeliten
-am Osterfest</cite>
-(che tratta appunto del preteso uso del sangue cristiano
-nei riti ebraici). Giova però avvertire che questo opuscolo
-fu tradotto in tedesco da uno che si dichiara amico della
-verità (<cite xml:lang="de">von einem Freunde der Wahrheit</cite>)
-ed è un estratto
-dell'opera in polacco di detto Tugendhold, appellata <cite xml:lang="pl">Obrone
-Israelitow</cite>, ecc., Varsavia, 1831.
-</p>
-
-<p class="foot">
-Anche il Tugendhold nacque israelita.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_270"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_270"><span class="label">(270)</span></a>
-Veggasi per tutto quanto è detto sopra delle negazioni
-opposte alla accusa da Ebrei convertiti la <cite>Real Enciclopedia
-per Bibbia e Talmud</cite> del <span class="sc aut">D. J. Hamburgher</span>,
-Strelitz, 1883;
-parte <span class="sc num">ii</span>, a. v.
-<cite xml:lang="de">Zurückweisung der Blutbeschuldigung</cite>, pagina
-1318&ndash;1319.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_271"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_271"><span class="label">(271)</span></a>
-<a href="#tit-20">Un brano</a>, ancor più concludente, del Wagenseil, riferiamo
-tra i documenti.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_272"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_272"><span class="label">(272)</span></a>
-<cite>Civiltà Cattolica</cite>. Vol. <span class="sc num">v</span>, pag. 229.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_273"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_273"><span class="label">(273)</span></a>
-<cite class="sc" xml:lang="fr">Factum servant de réponse au livre intitulé</cite>:
-<cite xml:lang="fr">Abrégé du procès fait aux Juifs de Metz</cite> (pag. 11).
-</p>
-
-<p class="foot">
-Riccardo Simon (1638&ndash;1712) fu celebre critico e scrittore
-di cose religiose; la sua maggior celebrità è dovuta alla sua
-<cite>Storia critica del vecchio e del nuovo testamento</cite>, per la
-quale ebbe a sostenere una guerra atroce da parte del
-Bossuet.
-</p>
-
-<p class="foot">
-La difesa, che il padre Simon scrisse a favore di Raffaele
-Levi, fu la prima sua pubblicazione che levasse qualche rumore.
-Sarebbe però assolutamente erroneo il giudicare il Simon un
-giudeofilo; combattendo la stolta accusa egli non obbediva
-che a quei sentimenti d'onestà ch'eran in lui connaturali. Le
-seguenti parole lo provino:
-“Io so, egli scriveva in tale proposito, che tale nazione
-ci odia mortalmente, ma noi dobbiamo mostrarle come pratichiamo
-verso di lei la massima del Vangelo che ci comanda
-di amare i nemici nostri”.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_274"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_274"><span class="label">(274)</span></a>
-<cite>Civiltà Cattolica</cite>, XI serie, vol. 7, pag. 474.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_275"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_275"><span class="label">(275)</span></a>
-<span class="sc aut">Raynald</span>, <cite>Ann. Eccl.</cite>,
-tomo <span class="sc num">xiii</span>, a. 1235, n. 20; e
-1236, n. 48.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_276"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_276"><span class="label">(276)</span></a>
-<span class="sc aut">Raynald</span>, <cite>op, cit.</cite>, n. 84.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_277"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_277"><span class="label">(277)</span></a>
-Anche il popolo talvolta rese giustizia agli Ebrei.
-<span class="sc aut">Victor Tissot</span> nel suo libro
-<cite xml:lang="fr">Les Prussiens en Allemagne</cite>
-(Paris, Dentu) ci narra a pag. 56: “Due lampade d'oro, sospese
-alla volta della Sinagoga di Worms, ardono da sette
-secoli in memoria di due cristiani che si fecero ammazzare per
-salvare dal furor popolare alcuni ebrei accusati di aver mangiato
-dei bambini. Ancora attualmente si celebra un servizio
-funebre nel giorno anniversario della loro morte.” Forse da
-questo tributo di gratitudine ha origine il proverbio popolare
-tedesco che suona: <i class="quo">Ebrei di Vorms, buona gente</i>.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_278"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_278"><span class="label">(278)</span></a>
-Nella stessa seduta, l'illustre statista inglese proclamava
-che gli Ebrei in tutti i paesi in cui vissero si sono
-sempre conciliati la stima generale e la benevolenza dei loro
-simili mercè la loro condotta ed il loro tenor di vita.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_279"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_279"><span class="label">(279)</span></a>
-Le personalità ci ripugnano; ma vi sono casi nei
-quali lo smascherare disonesti avversari diviene un dovere.
-E, che l'articolaio della <cite>Civiltà Cattolica</cite> sia, letterariamente
-almeno, disonesto, lo prova a luce meridiana il seguente
-fatto. Nel quaderno del 3 marzo 1883 l'articolaio si è messo
-in testa di provare (<em xml:lang="la">risum teneatis</em>), colla scorta delle
-profezie, che gli Ebrei abbiano una malattia speciale. La sua
-corta intelligenza non gli ha permesso di comprendere che
-<em>le malattie</em>, <em>le piaghe</em> che Mosè minaccia agli Ebrei
-(<cite>Deut.</cite>
-<span class="sc num">xxviii</span>, 61. Cfr. <cite>Salmo</cite>
-<span class="sc num">xliv</span>, e <span class="sc num">lxxiv</span>)
-sono appunto le
-calunnie orribili che scrittori senza fede e senza coscienza
-scagliano contro di loro e le persecuzioni atroci che ne sono
-conseguenza, <em>malattie e piaghe</em> di cui però Ezechiele
-(<span class="sc num">xxvi</span>,
-13&ndash;15) ha anche predetto la fine. Ciò non comprendendo l'articolaio
-e volendo dimostrare che una malattia speciale affligge
-gli Ebrei, è andato a scavar fuori una dotta memoria
-di un medico francese, il dott. Fernando Castelain,
-<cite xml:lang="fr">La circoncision
-est-elle utile?</cite> e siccome intendeva giovarsi di questa
-memoria contro gli Ebrei, impudentemente e scientemente
-mentendo, comincia dall'affermare che il Castelain sia ebreo.
-Dopo di che, con quella buona fede che gli è speciale, l'autore
-fa dire al dott. Castelain, che vi è
-<i class="quo" xml:lang="fr">une maladie très repandue
-chez les Juifs</i>, sciocchezza che l'autore, non ebreo ma cattolico
-apostolico romano, non si è mai sognato di dire, avendo
-egli soltanto affermato che gli Ebrei <i class="quo">allorchè vivevano nei
-loro paesi</i> (cioè venti e più secoli addietro) andavano soggetti
-ad una speciale malattia, prodotta dal clima, per antivenire
-la quale venne loro ordinata la circoncisione.
-</p>
-
-<p class="foot">
-Ribadiamo quindi sul viso all'articolaio l'accusa di disonestà
-letteraria, e siccome egli veste un abito che non gli
-consente di chiedere una di quelle riparazioni che s'usano
-fra gentiluomini, glie ne offriamo una di altro genere, e lo
-preghiamo di dichiarare nella <cite>Civiltà Cattolica</cite> se la accetta,
-o meno. Depositi egli nelle mani dell'Eminentissimo Alimonda
-mille lire, diecimila ne depositeremo noi. Se il dott. Castelain
-è ebreo, le nostre diecimila lire andranno a beneficio di quell'Opera
-pia che l'articolaio designerà, se è cristiano designeremo
-noi l'Opera pia cui andranno le mille del reverendo
-articolaio. Ben inteso che nel primo caso faremo ammenda
-onorevole e gli chiederemo scusa di ogni nostra parola men
-che cortese, nel secondo ci riserbiamo il diritto di proclamarlo,
-sempre e dovunque, mentitore e calunniatore. Egli non
-accetterà però la scommessa perchè sa che provare la menzogna
-ci sarebbe facile, ma si trincererà dietro la pretesa
-sua buona fede, perchè crederà più difficile possiamo riunir
-prove contro di questa. Vogliamo dargli, perciò, qui, un buon
-consiglio. Non invochi per carità l'attenuante della buona
-fede; potrebbe pentirsene ed amaramente pentirsene. O taccia,
-o dica: ho calunniato; sarà meglio per lui.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_280"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_280"><span class="label">(280)</span></a>
-<cite>Op. cit.</cite>, vol. <span class="sc num">iii</span>, pag. 62, col. 1.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_281"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_281"><span class="label">(281)</span></a>
-<cite class="sc">Gen.</cite>, <span class="sc num">ix</span>,
-4 e segg.&nbsp;—&nbsp;<cite class="sc">Lev.</cite>,
-<span class="sc num">iii</span>, 17; <span class="sc num">vii</span>, 26 e 27;
-<span class="sc num">xvii</span>, 12, 14; <span class="sc num">xix</span>,
-26.&nbsp;—&nbsp;<cite class="sc">Deut.</cite>,
-<span class="sc num">xii</span>, 16, 23&ndash;25;
-<span class="sc num">xv</span>, 23.
-Cfr. <cite class="sc">I. Samuele</cite>, <span class="sc num">xiv</span>,
-32, 33 e 34.&nbsp;—&nbsp;<cite class="sc">Ezecchiele</cite>,
-<span class="sc num">xxxiii</span>,
-25.&nbsp;—&nbsp;Che questi precetti biblici fossero rigorosamente osservati
-dagli Ebrei ci è poi provato dagli <cite>Atti degli Apostoli</cite>,
-<span class="sc num">xv</span>, 28 e 29, nè poteva essere altrimenti
-se ricordiamo
-Maimonide aver lasciato scritto non esservi vera interpretazione
-della Bibbia se non quella che non si allontana dal
-senso naturale. Anche il Medici, acerbo nemico del nome giudaico,
-conferma in due luoghi questa ripugnanza degli Ebrei
-pel sangue. A pag. 72 della più volte citata sua opera scrive:
-“Si astengono parimenti dal sevo di Bue, di Capra e di
-Agnello e da qualsivoglia sorta di sangue, e di animale.
-Per non mangiare il detto sangue, scannan la bestia con
-molte loro superstizioni .&nbsp;&nbsp;.&nbsp;&nbsp;.&nbsp;&nbsp;.&nbsp;&nbsp;.
-Avanti di cuocere la carne
-la tengono per lo spazio di un'ora nel sale acciocchè esca
-tutto il sangue e poscia la lavano con diligenza.” E più
-innanzi a pag. 82: “Circa la proibizione del sangue è necessario
-sapere che in molti luoghi della Scrittura Iddio
-l'ha proibito.”
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_282"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_282"><span class="label">(282)</span></a>
-<span class="sc aut">Levi</span>, <cite>op. cit.</cite>, pag. 431. Cfr.
-<cite class="sc">Talmud Pesachin</cite>,
-fol. 35.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_283"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_283"><span class="label">(283)</span></a>
-<cite class="sc">Rabot</cite>, fol. 290, 2.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_284"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_284"><span class="label">(284)</span></a>
-Luisa Lateau, la famigerata stigmatizzata di Bois
-d'Haine nel Belgio, la quale ogni venerdì pretendeva soffrire
-i dolori della Passione di N. S. e sudava sangue dalle stimmate!!
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_285"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_285"><span class="label">(285)</span></a>
-<span class="sc aut">Rohrbacher</span>, <cite>Storia universale della Chiesa
-Cattolica</cite>.
-Torino, Marietti, 1869, vol. <span class="sc num">vi</span>, pag. 558.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_286"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_286"><span class="label">(286)</span></a>
-Anche nell'epidemia colerica di questo anno fatti simili
-si ebbero a deplorare, non soltanto in Marsiglia, ma
-anche nel nostro Piemonte. (Cfr. un carteggio da Cuneo,
-31 luglio 1884, nella <cite>Gazzetta Piemontese</cite>).
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_287"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_287"><span class="label">(287)</span></a>
-Lo scopo per cui si ordiscono simili infami calunnie
-contro gli Ebrei è sempre un solo: il saccheggio. Chi avesse
-d'uopo di nuove prove per esserne convinto legga quanto
-scrivevasi da Pietroburgo, 30 giugno 1884, alla <cite>Gazzetta
-Piemontese</cite>:
-</p>
-
-<p class="foot">
-“Eccovi ulteriori ragguagli sulla sommossa antisemitica che
-ebbe luogo il diciannove del corrente mese nella popolosa
-Nijni-Novgorod.
-</p>
-
-<p class="foot">
-“Verso le otto di sera di quel giorno si sparse la voce,
-nel sobborgo di Konovino, posto sulla riva sinistra dell'Oka,
-che gli Ebrei si erano impossessati d'un ragazzo e
-lo avevano nascosto nella sinagoga. Una folla immensa si
-raccolse tosto nei pressi dell'oratorio israelitico e cominciò
-a gridare: <i class="quo">Morte agli ebrei!</i>
-</p>
-
-<p class="foot">
-“La polizia del sobborgo essendo insufficiente per numero
-a calmare e disperdere la folla, mandò per soccorsi in città.
-Questi soccorsi però, mancando un ponte permanente sull'Oka,
-ritardarono ad arrivare, e la folla, spinta da alcuni
-facinorosi, ebbe campo a sfogare l'ingiusta ira contro gli
-Ebrei e le loro sostanze.
-</p>
-
-<p class="foot">
-“Afferrato un giovane israelita, che in quel punto passava
-per la via, la plebaglia lo bastonò a sangue. La folla
-corse quindi alla sinagoga, ne ruppe i vetri e le porte e
-la invase. Gl'israeliti addetti al servizio del tempio, che
-si erano rifugiati nelle soffitte, vennero tratti dal loro nascondiglio
-e battuti ancor essi.
-</p>
-
-<p class="foot">
-“Mentre tali valentie si compivano nella sinagoga, un
-altro centinaio di quei furibondi invase la casa d'un israelita
-impresario di costruzioni. La casa venne saccheggiata
-e gli abitanti assaliti a colpi di bastone e di pietre. Sei
-altre case furono demolite ed alcune altre saccheggiate.
-</p>
-
-<p class="foot">
-“Nove israeliti caddero vittime di quei forsennati. Questi
-disgraziati non poterono opporre alcuna resistenza, poichè
-a Konovino le famiglie israelite non oltrepassano la dozzina,
-mentre il numero dei loro assalitori saliva a parecchie
-centinaia.
-</p>
-
-<p class="foot">
-“La folla abbandonò l'inonorato campo delle sue prodezze
-all'arrivo della truppa, che operò centocinquanta
-arresti.
-</p>
-
-<p class="foot">
-“Il procuratore generale Murawief è partito da Pietroburgo
-per Nijni-Novgorod per istruire il processo.
-</p>
-
-<p class="foot">
-“Questa volta pare sul serio che il Governo intenda dare
-agli antisemiti un esempio salutare. Sarebbe ora!”
-</p>
-
-<p class="foot">
-La <cite xml:lang="de">Wiener Abend Zeitung</cite> ha da Pietroburgo 2 agosto,
-che, chiusa l'inchiesta preliminare per questi fatti, vennero
-chiamati a risponderne 109 persone, divise in 46 gruppi. Il
-processo avrà luogo in settembre davanti all'autorità militare.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_288"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_288"><span class="label">(288)</span></a>
-Anche Mosè cedette alle idee dei tempi, non senza
-però aver contro di esse reagito quanto più poteva; restrinse
-però di assai i sacrifizi, proibì gli umani ed ordinò che gli
-altri non si facessero se non nel tempio, presago quasi che
-un giorno la distruzione del tempio, trascinerebbe seco la
-fine di ogni effusione di sangue.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_289"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_289"><span class="label">(289)</span></a>
-<cite xml:lang="fr">Mœurs des Chrétiens</cite>,
-cap. <span class="sc num">xiii</span>. Lo stesso Fleury,
-nella sua <cite xml:lang="fr">Histoire Ecclésiastique</cite>,
-dà prova, in questa questione,
-di una grande e rara imparzialità.
-</p>
-
-<p class="foot">
-Nel libro <span class="sc num">lxxiii</span>, cap. 40
-(ed. Avignone 1777, vol. <span class="sc num">x</span>,
-pag. 555) dopo aver riferito vari fatti di questo genere, addebitati
-agli Ebrei nel XII secolo, scrive: “Je ne vois point
-que jusque-là on ait formé contro les Juifs de telles accusations,
-qui devinrent très frequentes depuis. Les Juifs prétendent
-que ce sont des calomnies: mais pourquoi les chrétiens
-les auroient ils avancées en ce temps plutôt qu'en un autre,
-s'il n'y avoit eu quelque fondement?” Evidentemente il sostituto
-del buon Fénélon scrivendo queste parole era convinto
-che qualche cosa di vero ci fosse nell'accusa mossa agli
-Ebrei; ma egli progredisce nella sua opera e giunto al secolo
-<span class="sc num">xiii</span> si imbatte in nuovi fatti congeneri
-addebitati agli
-Ebrei, non manca, è vero, di riferirli nel libro
-<span class="sc num">lxxxviii</span>,
-cap. 40 (vol. <span class="sc num">xii</span>, pag. 177 e segg.
-dell'ed. succitata) ma
-evidentemente pentito di quanto aveva scritto nel volume
-precedente, fa seguire la narrazione di tali fatti da questa
-dichiarazione:
-</p>
-
-<p class="foot">
-“Quelques auteurs disent que les Juifs commettoient ces
-cruautés pour avoir du sang des chrétiens, et l'employer à
-des remèdes ou des opérations magiques; mais les raisons
-qu'ils en rendent sont si honteuses et si frivoles, que je ne
-daigne les rapporter. Au reste je ne trouve aucun de ces
-faits appuyé des preuves incontestables: et il importe peu de
-les verifier, si ce n'est à cause de ces prétendus martyrs.
-Car l'église n'a intérêt que de convertir les Juifs et non pas
-de les détruire ou les rendre odieux.”
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_290"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_290"><span class="label">(290)</span></a>
-<span class="sc aut">Origenes</span> <cite xml:lang="la">in Celsum</cite>.</p>
-<p class="foot latini"><span class="sc aut">I. Tertulliani</span>,
-<cite xml:lang="la">Apologeticus</cite>, 7.</p>
-<p class="foot latini"><span class="sc aut">Clemens Alexandrinus</span>,
-<cite xml:lang="la">Protrept.</cite> <span class="sc num">lix</span>, 9.</p>
-<p class="foot latini"><span class="sc aut">Gregorius Nazianzenus</span>,
-<cite xml:lang="la">Orationes</cite>, 33, 532, C.</p>
-<p class="foot latini"><span class="sc aut">Castor</span>,
-<cite xml:lang="la">Ap. Hist.</cite>, 7.</p>
-<p class="foot latini"><span class="sc aut">Baronius</span>,
-<cite xml:lang="la">Annales ecclesiastici</cite>, An. 120. n. 22, ecc.</p>
-<p class="foot latini"><span class="sc aut">Epiphanius</span>,
-<cite xml:lang="la">Contra octaginta hoereses</cite>, 26 e 27.</p>
-<p class="foot latini"><span class="sc aut">Irenaeus</span>,
-<span class="sc num">i</span>, 24.</p>
-<p class="foot latini"><span class="sc aut">Eusebii</span>,
-<span class="sc num">v</span>, <cite xml:lang="la">Historiae</cite>, 1.</p>
-<p class="foot latini"><span class="sc aut">Justinus</span>,
-<cite xml:lang="la">Apologia</cite>, 50, c.</p>
-<p class="foot latini"><cite class="sc">Historia</cite>
-<cite xml:lang="la">Ecclesiastica</cite>,
-<span class="sc num">iii</span>, 21.</p>
-<p class="foot latini"><span class="sc aut">Eusebii</span>,
-<span class="sc num">iv</span>, <cite xml:lang="la">Historiae</cite>, 7.</p>
-<p class="foot latini"><span class="sc aut">Athenagoras.</span></p>
-<p class="foot latini"><span class="sc aut">Justinus</span>, 1,
-<cite xml:lang="la">Apologia</cite>.</p>
-<p class="foot latini"><span class="sc aut">Minucius Felix.</span></p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_291"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_291"><span class="label">(291)</span></a>
-Il dottissimo Mortara in una dissertazione pubblicata
-nel <cite>Mosè, Antologia Israelitica</cite>, di Corfù, dell'aprile 1884,
-col titolo <cite>Origine dell'accusa del cibarsi di sangue umano
-nelle agapi dei primi cristiani</cite>, scagiona gli Ebrei dall'accusa
-di aver diffusa questa calunnia contro i primi cristiani. Il
-dotto Rabbino prova come Minuzio Felice e Tertulliano non
-soltanto non abbiano attribuito agli Ebrei l'invenzione di
-siffatte calunnie, ma ne abbian fatto speciale addebito ai
-Romani. Appoggiandosi poi all'autorità del Renan (<cite xml:lang="fr">Saint
-Paul</cite>, p. 269 e l'<cite xml:lang="fr">Église Chrétienne</cite>,
-p. 306) prova come
-l'accusa potesse facilmente sorgere da una cattiva interpretazione
-delle parole del Vangelo relative al Sacramento dell'Eucarestia
-e fors'anche da qualche trista pratica religiosa
-in uso presso sette cristiane. Locchè è confermato anche dal
-Fleury che nello stesso capitolo, da cui abbiamo tolte le
-nostre citazioni, scrive: “Questi sospetti erano appoggiati
-dagli abbominii che i gnostici, i carpocrati ed altri eretici
-commettevano nelle loro assemblee.” Proseguendo poi nella
-sua dimostrazione il chiar. Mortara pone in luce come Eusebio,
-Atenagora ed altri, non escluso lo stesso Giustino,
-attribuiscano al diavolo le calunnie di cui eran vittima i
-Cristiani. Conchiude infine il chiar. autore quella parte della
-sua dissertazione che concerne l'argomento nostro, facendo
-risultare come nella epoca in cui sorsero quelle accuse contro
-i primi Cristiani, gli Ebrei, confusi con essi, fossero coinvolti
-nelle stesse persecuzioni da parte dei gentili. Locchè esclude
-che ne fossero gli istigatori. Infine rileva come da un lato
-i gentili avessero nelle loro storie numerosi esempi di atrocità
-e di incesti, sicchè potevano agevolmente essere indotti a
-pensare a siffatti delitti e ad accusarne altri, mentre gli
-Ebrei, cui riti siffatti furono sempre sconosciuti, non avrebbero
-avuto dove attingerne l'idea.&nbsp;—&nbsp;Aggiungiamo a queste osservazioni
-del chiarissimo Mortara che il Pamelio (1536&ndash;1587),
-nel suo commento a Tertuliano, espressamente nota che tale
-accusa deriva la sua origine dalla Cena cristiana.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_292"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_292"><span class="label">(292)</span></a>
-<span class="sc aut">Tertulliani</span>,
-<cite xml:lang="la">Apologeticus</cite>, 7, 8, 9.</p>
-<p class="foot latini"><span class="sc aut">Origenes</span>
-<cite xml:lang="la">contra Celsum</cite>,
-<span class="sc num">vi</span>, 293.</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_293"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_293"><span class="label">(293)</span></a>
-<span class="sc aut">Tertull.</span>, <cite xml:lang="la">Ap.</cite>, 50.
-<span class="sc aut">Baron.</span>, an. 138, n. 5
-<i class="quo" xml:lang="la">Bioeothanati.
-Sarmenticii. Semaxi.</i> <span class="sc aut">Bar.</span> 385, N. 5.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_294"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_294"><span class="label">(294)</span></a>
-<span class="sc aut">Svetonius</span>, <cite xml:lang="la">Claud.</cite>,
-n. 25. <span class="quo norm" xml:lang="la">Judæos, impulsore
-Christo, assidue tumultuantes Roma expulsit</span>.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_295"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_295"><span class="label">(295)</span></a>
-<span class="sc aut">Svet.</span>, <cite xml:lang="la">Ner.</cite> n. 16.
-<span class="quo norm" xml:lang="la">Affecti suppliciis Christiani, genus
-hominum superstitionis novae ac maleficae</span>.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_296"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_296"><span class="label">(296)</span></a>
-<span class="sc aut">Tacit.</span>, 15, <cite xml:lang="la">Annal.</cite>
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_297"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_297"><span class="label">(297)</span></a>
-<span class="quo norm" xml:lang="la">Quos per flagitia invisos
-vulgus christianos appellabat.</span>
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_298"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_298"><span class="label">(298)</span></a>
-<span class="quo norm" xml:lang="la">Repressaque in praesens exitiabilis
-superstitio</span>.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_299"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_299"><span class="label">(299)</span></a>
-<span class="quo norm" xml:lang="la">Quo omnia undique atrocia
-et pudenda confiuunt celebranturque</span>.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_300"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_300"><span class="label">(300)</span></a>
-<span class="sc aut">Guibertus Novigentinus</span>, pag. 519, 520.
-<span class="sc aut">Ademari</span>,
-<cite xml:lang="la">Chronicon</cite>, al tomo <span class="sc num">x</span>
-dei <cite xml:lang="fr">Historiens des Gaules</cite>, pag. 159.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_301"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_301"><span class="label">(301)</span></a>
-<cite xml:lang="fr">Grandes chroniques de France</cite>, (édit. Paulin, Paris)
-Cfr. <span class="sc aut">Pierre Du Puy</span>, pag. 26.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_302"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_302"><span class="label">(302)</span></a>
-Cfr. <span class="sc aut">Jules Loiseleur</span>, <cite xml:lang="fr">La
-Doctrine Secrète des Templiers</cite>.
-Paris. Durand, 1872, Libro rarissimo, come quello che
-non venne tirato che a duecento soli esemplari. Quello che
-noi abbiamo potuto esaminare si trova nella Biblioteca Nazionale
-di Firenze.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_303"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_303"><span class="label">(303)</span></a>
-Cfr. <cite xml:lang="la">Diarium</cite>
-<span class="sc aut">Johannis Burchardi</span>, pubblicato da
-Achille Gennarelli, pag. 193, Firenze, 1854.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_304"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_304"><span class="label">(304)</span></a>
-Abbiamo fedelmente tradotto il brano dell'autore da
-noi citato; se in esso si riscontrano delle oscurità e delle
-lacune, non voglia il cortese lettore farne colpa al traduttore,
-il quale può dire, con serena coscienza,
-<i class="quo" xml:lang="la">Quod potui dedi</i>, convinto
-del resto che ciò che ha dato è sufficiente a confortare
-le sue asserzioni.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_305"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_305"><span class="label">(305)</span></a>
-Veggasi in particolare il <cite xml:lang="fr">Temps</cite> del 24 giugno 1869,
-dove si trovano degli estratti del rapporto di Mgr. Platone,
-metropolitano di Mosca, all'imperatore Alessandro.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_306"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_306"><span class="label">(306)</span></a>
-Gli Skoptsi, setta religiosa russa, fondata, a quanto
-sembra, da Selivanoff, uno dei tanti impostori che nel secolo
-scorso si spacciarono per l'imperatore Pietro III; trae la
-sua origine da una inesatta interpretazione del versetto del
-Vangelo di s. Matteo: (<span class="sc num">xix</span>, 12)
-“<i class="quo">Perciocchè vi sono degli
-Eunuchi i quali sono nati così dal ventre della madre; e
-vi sono degli eunuchi, i quali sono stati fatti eunuchi dagli
-uomini; e vi sono degli eunuchi, i quali si sono fatti eunuchi
-loro stessi, per lo regno de' cieli. Chi può esser capace
-di queste cose sialo.</i>”
-</p>
-
-<p class="foot">
-Il <span class="sc aut">Leroy Beaulieu</span> consacra a questi
-Skoptsi varie pagine
-del suo studio <cite xml:lang="fr">L'Empire des Tsars et les Russes</cite>
-(<cite xml:lang="fr">Revue
-des Deux Mondes</cite>, 1875, vol. 3, pag. 600 e seguenti). Egli
-però non fa parola di questo orribile addebito ed anzi scrive:
-<span class="quo norm" xml:lang="fr">“Leurs réunions sont innocentes,
-on y chante des chastes
-cantiques, et un mouton blanc ou un pain de blanche farine
-(<em>Kalatch</em>) y sert à la communion.”</span>
-I <em>Khlysty</em>, o <em>flagellanti</em>,
-sembra abbiano avuto origine verso la metà del
-<span class="sc num">xvii</span> secolo.
-A proposito di essi e dei <em>skakonnys</em>, o <em>saltatori</em>,
-che ne sarebbero
-una emanazione, il Leroy Beaulieu (<cite>loc. cit.</cite>) scrive:
-<span class="quo norm" xml:lang="la">“A
-en croire leurs adversaires orthodoxes, des sacrifices humains
-et une sort de cannibalisme sacré se seraient ainsi rencontrés
-chez des sectaires de la Russie moderne. Chez les uns c'était
-<a id="enfant"></a>un enfant nouveau-né, l'enfant d'une fille non mariée qu'on
-égorgeait après le baptême, et dont le sang et le cœur mêlés
-à du miel tenaient lieu d'eucharistie et du sang de l'agneau
-de Dieu (Mgr. <span class="sc aut">Philarète</span>,
-<a id="ritserkvy" href="#tserkvy"><cite>Istoria Rousskoi tserkvg</cite></a>).
-Chez d'autres&nbsp;.&nbsp;.&nbsp;.&nbsp;.&nbsp;.&nbsp;.
-De telles pratiques sanglantes&nbsp;.&nbsp;.&nbsp;.&nbsp;.&nbsp;.
-signalées
-il y a mille ans par les annales de Nestor <a id="payens"></a>chez les païens
-de la Russie, se seraient retrouvées de nos jours chez des
-tribus finnoises de l'empire. On est d'autant plus tenté de
-croire à l'exagération ou aux fantastiques illusions des récits
-de ce genre que le paysan russe est naturellement plus doux.”</span>
-</p>
-
-<p class="foot">
-Fin qui l'illustre economista francese; dal canto nostro,
-senza dare in proposito nessun giudizio, osserviamo, che la
-pretesa mitezza del contadino russo ci sembra divenir ferocia
-sotto l'impero del misticismo religioso cui è grandemente inclinato.
-Chi non ricorda infatti i delitti di coloro che si mutilavano
-da sè e dei <em>stranniki</em> (che fanno un atto meritorio
-dell'assassinio di un eretico), e chi non sa i vani sforzi della
-polizia per venire a capo dei <em>Bezpopotzi</em> di Jaroslaw (che
-uccidono i neonati)?
-</p>
-
-<p class="foot">
-Mentre stiamo correggendo le bozze di questo capitolo,
-giugno 1884, i giornali politici ci recano la seguente notizia
-che infirmerebbe alquanto l'asserto del Leroy-Beaulieu: “Telegrafano
-da Pietroburgo alla <cite xml:lang="fr">France</cite> essere stata scoperta in
-Crimea una nuova setta religiosa, estremamente sanguinaria,
-il cui dogma è il culto di San Agostino e di Sant'Elena. I
-credenti di simile setta si obbligano ad uccidere tutti coloro
-che si rifiutassero di abbracciare la loro religione. Questi fanatici
-hanno già assassinato gran numero di contadini.”
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_307"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_307"><span class="label">(307)</span></a>
-<span class="sc aut">Raynold</span> ad. an. 1308.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_308"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_308"><span class="label">(308)</span></a>
-Infinite erano le accuse assurde mosse contro gli Ebrei
-nel medio evo. Il favore di cui essi godevano da parte degli
-Arabi infedeli era causa di nuove persecuzioni nei paesi cristiani.
-Gli Ebrei del mezzodì della Francia furono accusati
-di aver chiamati i Saraceni per liberarsi dalla crudele tirannia
-del vescovo di Tolosa. Nell'<span class="sc num">xi</span> secolo
-gli Ebrei di Orléans sono
-accusati di avere eccitati i Mussulmani di Gerusalemme a profanare
-il sacro sepolcro. L'accusa è assurda, ma basta a dar
-pretesto a lunghe e sanguinose persecuzioni, (Cfr.
-<span class="sc aut">Dom. Bouquet</span>,
-<cite xml:lang="fr">Recueil des Hist. de France</cite>, tom.
-<span class="sc num">xii</span>, pag. 240 e
-<span class="sc aut">Rodulph. Glabr.</span> ap. Sism., tom.
-<span class="sc num">iv</span>). Nel 1222 in Germania
-sono accusati di favorire le conquiste dei Persiani e dei Tartari
-(Cfr. <span class="sc aut">Basnage</span>, <cite>op. cit.</cite>,
-pag. 1862). Insomma basta che una
-sciagura minacci un paese, perchè tosto se ne accusino gli
-Ebrei. Non basterebbe poi lo intiero volume se volessimo riferire
-tutte le strane dicerie che ebbero corso fra le plebi sul
-conto degli Ebrei, e che forse oggi ancora non sono del tutto
-bandite dalle menti più rozze. Vi fu chi disse che l'ebreo
-uscendo dall'alvo materno abbia una mano piena di sangue;
-altri che ogni ebreo porti seco dalla nascita una macchia,
-od una piaga, che si inciprignisce ogni mese; si farneticò
-che in mano ad ogni ebreo moribondo si pongano tre pietruzze
-perchè entrando in paradiso le scagli contro N. S. Gesù
-Cristo e si arrivò persino ad asserire un fatto che tutti possono
-coi loro occhi verificare falso; cioè che ogni qualvolta imperversa
-un temporale, ravvisando nell'infuriare della natura
-un segno precursore della venuta del Messia, spalanchino le
-finestre perchè questi possa più agevolmente entrare in casa
-loro!!
-</p>
-
-<p class="foot">
-Di fronte a cosiffatte accuse diviene inutile soffermarsi su
-tutte le altre che nel medio evo si rivolgevano agli Ebrei,
-come ad esempio di prestare un'adorazione idolatra ai libri
-della Bibbia, di tosare le monete, di bestemmiare, ecc., ecc.
-La falsità evidente delle une, basti a provare la falsità delle
-altre.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_309"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_309"><span class="label">(309)</span></a>
-<cite>Adv. Jud.</cite>, Hom. 1, pag. 391; Hom. 3, pag. 439. Cfr.
-<span class="sc aut">Basnage</span>, <cite xml:lang="fr">Hist. des Juifs</cite>,
-<span class="sc num">v</span>, 1668.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_310"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_310"><span class="label">(310)</span></a>
-Non mancò neppure chi, volendo scusare gli Ebrei dalla
-turpe accusa, sostenne che tali omicidii di bambini sarebbero
-stati commessi da Ebrei per compiere col sangue ricavatone
-sortilegi, magie ed altre operazioni diaboliche. Esaminiamo
-dapprima se la pratica di tali sortilegi sia conciliabile colla
-religione mosaica.
-</p>
-
-<p class="foot">
-Son noti a tutti i precetti della Bibbia che vietano agli
-Ebrei i sortilegi e le arti magiche di qualsivoglia natura,
-precetti riconfermati dal Talmud in più e più luoghi.
-</p>
-
-<p class="foot">
-E gli Ebrei si mantennero generalmente ligi a tali precetti,
-anche quando i popoli fra cui vivevano erano infetti di pregiudizi
-di ogni natura.
-</p>
-
-<p class="foot">
-Maimonide, il massimo fra gli scrittori ebrei, è l'autore di
-una lettera ai Rabbini di Marsiglia, in cui demolisce le basi
-dell'astrologia giudiziaria, lettera che fu approvata da due
-papi: Sisto V ed Urbano VII (<span class="sc aut">Const. XVII.</span>
-<cite xml:lang="la">Bullarii</cite> t. <span class="sc num">ii</span>).
-</p>
-
-<p class="foot">
-La ripugnanza degli Ebrei per le arti magiche ci è poi
-confermata dal seguente brano del <span class="sc aut">Modena</span>,
-(<cite>op. cit.</cite>, p. <span class="sc num">v</span>,
-c. <span class="sc num">ii</span>, pag.
-113).&nbsp;.&nbsp;.&nbsp;.&nbsp;.&nbsp;.“Il dar fede ad ogni qual si
-sia sorte
-di Auguri alla giuditiaria, tutti sortilegii, Geomantia, Chiromantia
-et ogni simile divinatione hanno per grave peccato.</p>
-
-<p class="foot">
-Et molto più operar qualsivoglia Negromantia, Magia,
-Prestigii, Theorgia, scongiuri di demoni o d'angioli, cercar
-responsii da morti et ogni cosa di queste espresse e comprese
-dal <cite>Deut.</cite> <span class="sc num">xviii</span>, 10, 13.”
-</p>
-
-<p class="foot">
-Non ci si dica che gli Ebrei seguaci della Cabala poterono
-consacrarsi alla Magia, perchè le dottrine cabalistiche, da cui
-non fu alieno neppure san Gerolamo, (<span class="sc aut">Hieron.</span>,
-<cite xml:lang="la">Ep.</cite> 155, <cite xml:lang="la">ad
-Paulam Urbicam</cite>, pag. 1307 e 1308. <span class="sc aut">Basnage</span>,
-<cite>op. cit.</cite>, lib. <span class="sc num">iii</span>,
-cap. 24, pag. 1016, 1017), non hanno niente di comune colla
-magia. Dopo ciò, se fosse provato che qualche ebreo ha ucciso
-un fanciullo cristiano per adoperare il suo sangue in operazioni
-magiche, l'autore di tale nequizia non potrebbe considerarsi
-che come apostata dalla propria religione, nè più nè
-meno di quello che siano a considerarsi apostati dal Cristianesimo
-tutti coloro che ad arti magiche, ed a sortilegi si
-consacrarono.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_311"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_311"><span class="label">(311)</span></a>
-<span class="quo norm" xml:lang="fr">“Depuis près de deux mille ans
-cette misérable Nation
-est eparse sur la terre, elle en est l'excrément, la malédiction,
-la raclure, elle gémit dans une longue et cruelle
-captivité”</span> (<span class="sc aut">Jurieu</span>,
-<cite xml:lang="fr">L'accomplissement des Prophéties</cite>,
-t. 3, 12. Rotterdam, 1690, pag. 205).
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_312"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_312"><span class="label">(312)</span></a>
-<span class="sc aut">De Rossi</span>, <cite>Dizionario storico degli
-autori ebrei</cite>, a. v.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_313"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_313"><span class="label">(313)</span></a>
-<span class="sc num">vii</span>, 17, 20; <span class="sc num">xii</span>,
-7, 22, 23.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_314"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_314"><span class="label">(314)</span></a>
-Cfr. <cite xml:lang="fr">Archives Israélites</cite>, 1º marzo 1862, pag. 163 e
-164, e <span class="sc aut">D. H. Streak.</span> Monatsbb.
-<span class="sc num">ii</span> (1882), pag. 221 e segg.
-tolto dall'<cite class="sc" xml:lang="de">Evang. Kirchenzeitung</cite>,
-12 agosto 1882.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_315"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_315"><span class="label">(315)</span></a>
-<cite>Prima Epistola di S. Giovanni</cite>, <span class="sc num">i</span>, 5.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_316"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_316"><span class="label">(316)</span></a>
-<cite class="sc">Genesi</cite>, <span class="sc num">i</span>, 2.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_317"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_317"><span class="label">(317)</span></a>
-<cite class="sc">Genesi</cite>, <span class="sc num">vi</span>, 2.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_318"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_318"><span class="label">(318)</span></a>
-<cite>Prima Epistola di S. Giovanni</cite>, <span class="sc num">iii</span>, 9.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_319"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_319"><span class="label">(319)</span></a>
-<span class="sc aut">Schmidt</span>,
-<cite xml:lang="fr">Hist. des Cathares</cite>,
-<span class="sc num">ii</span>, pag. 22, e gli <cite xml:lang="fr">Actes
-de l'inquisition de Carcassonne</cite>, 1247, che conservansi manoscritti
-nella Biblioteca Imperiale di Parigi.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_320"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_320"><span class="label">(320)</span></a>
-Ancora in pieno secolo decimonono il Rohrbacher nella
-sua <cite>Storia della Chiesa</cite> (Torino, Marietti, vol.
-<span class="sc num">i</span>, pag. 374)
-premette ad un rapido cenno sui sacrifizi umani queste
-parole:
-</p>
-
-<p class="foot">
-“Satana, il Dio di questo secolo, è non solo uno spirito di
-superbia, usurpatore degli onori celesti, uno spirito immondo
-che spinge l'uomo a impurità d'ogni fatta; ma egli fu altresì
-omicida fin da principio, ed è questo un terzo carattere
-dell'impero che egli ha esercitato sulla terra sotto il nome
-d'idolatria.”
-</p>
-
-<p class="foot">
-Se così si ragiona ai tempi nostri, come si sarà ragionato
-un quindici o sedici secoli fa?
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_321"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_321"><span class="label">(321)</span></a>
-Il fatto avvenne a Parigi durante l'assedio che quella
-città ebbe a soffrire da parte dei Prussiani.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_322"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_322"><span class="label">(322)</span></a>
-Nei tempi in cui si diffuse per le prime volte questa
-calunnia gli Ebrei non erano ancora confinati nei Ghetti.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_323"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_323"><span class="label">(323)</span></a>
-<span class="sc aut">Basnage</span>, <cite>op. cit.</cite>, libro
-<span class="sc num">vii</span>, cap. <span class="sc num">xi</span>,
-1679 e segg.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_324"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_324"><span class="label">(324)</span></a>
-La Chiesa non vide mai di buon occhio la canonizzazione
-di siffatti bambini. Quel Papa miracolo che fu Benedetto
-XIV, seccato dal principe vescovo di Bressanone
-perchè canonizzasse un tal Andrea, nato a Rinn, e che si
-pretendeva immolato presso Innsbruch dagli Ebrei il 9 luglio
-1462 (<em>si noti se il fatto fosse vero l'imprudenza e la demenza
-degli Ebrei che avrebbero commesso a soli tredici
-anni di distanza due delitti di questo genere a poche miglia
-l'uno dall'altro</em>) scappò fuori colla costituzione
-<cite xml:lang="la">Beatus
-Andreas</cite> che si legge nel tomo <span class="sc num">xix</span>
-del <cite xml:lang="la">Bull. Magn.</cite>, pagina
-120, emanata a' 23 maggio 1755 e diretta a mons. Benedetto
-Veterani promotore della fede, per dichiarare che
-non conveniva canonizzare i bambini per più ragioni: 1º per
-la novità; 2º per non avvilire colla frequenza le canonizzazioni;
-3º perchè da questi bambini niun esempio di virtù
-possono cavare i fedeli, non potendoli essi aver dati in così
-tenera età. Quindi ordinò al promotore della fede, doversi in
-tale maniera rispondere a chiunque domandasse la canonizzazione
-di simili bambini (Cfr. <span class="sc aut">Moroni</span>,
-<cite>Diz. di Erudiz. Storico-Ecclesiastica</cite>,
-vol. <span class="sc num">vii</span>, pag. 312).
-</p>
-</div>
-
-<div class="blankpage">
-<span class="pageno" title="222" id="page-222"></span>
-</div>
-
-
-<div class="chapter">
-<span class="pageno" title="223" id="page-223"></span>
-<img src="images/i003a.png" style="width: 100%" alt=""/>
-</div>
-
-<h2 class="nobreak" id="tit-5">
-<a href="#ritit-5">V.</a>
-</h2>
-
-<p class="subtitle">
-Di varie pubblicazioni antisemite.
-</p>
-
-<h3 id="tit-6">
-<a href="#ritit-6">1º <cite class="sc">Lettera</cite>.</a>
-</h3>
-
-<p class="center"><i>Al chiarissimo sig. Direttore della</i>
-Civiltà Cattolica,</p>
-<p class="destra">Firenze.</p>
-
-<p class="testa">
-I primi capitoli di questo mio, qualsiasi, lavoro erano
-già licenziati alle stampe, allorquando, ricercando nella
-<cite>Civiltà Cattolica</cite> i documenti che sapevo esservi stati
-pubblicati sul preteso uso del sangue cristiano nei riti
-ebraici, mi accorsi che il <em>coscienzioso</em> indagatore di quei
-documenti li aveva fatti precedere da alcune sue articole
-sulle qualità generali degli Ebrei.
-</p>
-
-<p>
-All'articolaio suo non risponderei; chè quelle articole non
-meriterebbero proprio che io sprecassi attorno ad esse
-tempo ed inchiostro; ma rivolgo la mia risposta alla Signoria
-Vostra Preclara, perocchè quelle articole non hanno,
-agli occhi di ogni uomo spassionato, altro valore, da quello
-infuori che ad esse deriva dall'essere state accolte in un
-periodico tanto importante, quale è quello, diretto da
-V. S. Chiarissima.
-</p>
-
-<div>
-<span class="pageno" title="224" id="page-224"></span>
-</div>
-
-<p>
-Io non so quanto siavi di vero nella comune credenza,
-che asserisce, la <cite>Civiltà Cattolica</cite> essere l'organo di quella
-Compagnia, che nei secoli scorsi ha dato all'Italia, nel
-Padre Lana Terzi, il divinatore delle maggiori scoperte,
-per cui vada orgoglioso il secolo nostro, e che, nell'età,
-nostra, ci diede quel Padre Secchi il cui nome, la cui
-memoria <i class="quo" xml:lang="la">ut sidera fulgent</i>.
-</p>
-
-<p>
-Ma appartenga Ella, o meno, alla dotta Compagnia, di
-una cosa io sono sicurissimo, che cioè Ella risente per
-essa la maggior stima, e considera le persecuzioni delle
-quali fu, è, e, pur troppo, sarà, vittima, da una parte, come
-una prova della malvagità dei tempi, dall'altra, come una
-grazia specialissima del Signore che vuole, con triboli e
-persecuzioni immeritate, sperimentare la fedeltà di quei
-devoti Suoi servi.
-</p>
-
-<p>
-Ora, vorrebbe Ella dirmi, riveritissimo signor mio,
-qual cuore sarebbe il suo se un giorno, aprendo qualche
-giornale, e non ne mancano, nemico di quella Compagnia,
-le accadesse di leggervi le seguenti pagine?
-</p>
-
-<blockquote>
-<p>
-“Assurdo è il supporre che i varî popoli si siano data la
-voce e la parola d'ordine, di odiare, disprezzare e perseguitare
-così, senza scopo nè perchè, un <em>ordine</em> speciale. Dunque
-bisogna ammettere in quest'<em>ordine</em> speciale una causa
-a <em>lui</em> inerente, insita e quasi connaturata, che sempre mostra
-i suoi effetti ed eccita sempre l'odio, il disprezzo e la
-persecuzione non evitabile, nè di fatto mai evitata, in
-pressochè <em>un secolo e mezzo</em>. La qual causa consiste nel
-suo odio teorico e pratico contro il genere umano <em>non gesuita</em>.
-E la causa di quest'odio dove si trova? Ossia, come
-si forma così e si educa l'indole e la natura <em>gesuitica</em> a
-quest'odio teorico e pratico contro il genere umano? Non
-per fermo colla legge morale ed educazione religiosa semplicemente
-<em>cattolica</em>, qual è rivelata da Dio nell'antico e
-<em>nel nuovo</em> Testamento. Resta dunque, che la <em>Compagnia</em>
-<span class="pageno" title="225" id="page-225"></span>
-<em>di Gesù</em>, si sia foggiata una legge, una morale ed un'educazione
-religiosa novella e non <em>cristiana</em>, che seco si porta
-in tutti i paesi dove si va ad abitare, e che mai non ha
-abbandonata per tanti <em>anni</em>, ed anzi andò sempre più perfezionando,
-ossia corrompendo in teoria ed in pratica, ottenendo
-così da tutti i popoli e da tutti i tempi quel ricambio
-di odio, di disprezzo e di persecuzione che essa ha
-giurato e praticato sempre contro tutti i popoli ed in tutti
-i tempi. Or questo impasto di veleno, di odio, di immoralità
-e di empietà che forma ora la <em>regola</em> e la morale, se
-non sempre pratica, almeno sempre certamente teorica,
-della <em>Compagnia di Gesù</em> è quello che si chiama
-<cite xml:lang="la">Monita secreta</cite>.
-</p>
-
-<p>
-“.&nbsp;&nbsp;.&nbsp;&nbsp;.&nbsp;&nbsp;.&nbsp;&nbsp;.&nbsp;Del resto,
-sarebbero ben sciocchi i <em>gesuiti</em>
-se non negassero anche in tal caso la verità conosciuta. Ma
-si mostrerebbero molto più accorti e più savî se invece di
-negare a parole ciò che le loro autentiche e canoniche leggi
-dimostrano a chi sa leggere i loro libri, negassero invece coi
-fatti quello che invece pur troppo coi fatti certamente e notoriamente
-sempre confermarono e confermano ancor presentemente.
-Senza i quali fatti, conformi alle loro leggi, chi
-potrebbe mai spiegare quelle sì ognora rinascenti sollevazioni
-contro di loro di tanti popoli? Le quali non si sono
-verificate mai contro nessun altro <em>ordine religioso</em>; perchè
-nessun altro <em>ordine religioso</em> vi ha mai dato somigliante
-motivo. Giacchè anche qui è vero che
-<i class="quo" xml:lang="la">nihil fit sine ratione
-sufficienti</i>. E se la <em>Compagnia di Gesù</em> sola fra
-tutti gli <em>Ordini religiosi</em> fu sì odiata sempre, convien
-bene che vi sia in lei insita una sufficiente ragione eccitante
-questo continuo e comune odio contro di lei di tutte
-<em>le nazioni</em>. Or questa ragione sufficiente non può trovarsi
-certamente nella Legge <em>religiosa</em>. È dunque, anche per
-ciò solo, necessario il supporre che vi sia ora un'altra legge
-che la regola e governa, ossia la sregola e la sgoverna.
-</p>
-
-<p>
-“La quale legge non è altro che i <cite xml:lang="la">Monita secreta</cite>,
-lambiccati
-e quintessenza dell'odio e della malizia antisociale
-ed anticristiana e <em>dei gesuiti cacciati</em> per divino castigo
-<span class="pageno" title="226" id="page-226"></span>
-<em>dalle loro sedi</em>, e dispersi tra le genti fino al giorno in cui
-riconosceranno anche essi il vero Messia: <em>la libertà</em>. Allora
-avremo forse anche noi
-<i class="quo" xml:lang="la">salutem ex inimicis nostris et de
-manu omnium qui oderunt nos</i>. La <em>Compagnia di Gesù</em>
-infatti, come fu ed è dappertutto influentissima nel male,
-dopo che abbandonò la vera <em>dottrina di Cristo</em>, così sarebbe
-stata e sarà senza dubbio, influentissima nel bene
-quando o non l'avesse abbandonata, o le ritornasse in
-seno.”
-</p>
-</blockquote>
-
-<p>
-Io sono certo che leggendo siffatto ammasso di banali
-insolenze, non sorrette da nessuna ragione, non confortate
-da nessun fatto, da quello infuori, brutalmente vero, delle
-persecuzioni sofferte, Ella proverebbe un impeto di sdegno.
-</p>
-
-<p>
-Ed avrebbe, Riverito Signor mio, non una, ma mille
-ragioni; perocchè oggi chi studia le questioni sociali
-e storielle, sopra libri alquanto più seri che non sieno i
-romanzi di Eugenio Sue, sa, con certezza, che l'invenzione
-dei <cite xml:lang="la">Monita secreta</cite> è una delle
-più spudorate calunnie che
-sieno mai uscite dalla penna di libellista settario.
-</p>
-
-<p>
-Ma sa Ella donde ho tratto le pagine surriferite contro
-la Compagnia di Gesù?
-</p>
-
-<p>
-Sono nè più nè meno che quanto si legge nel volume 6º,
-anno 1881, pagg. 601 e 735 della sua <cite>Civiltà</cite>; soltanto,
-non per ricordare anco una volta. a V. S. Ill.ma il noto
-<i class="quo" xml:lang="la">qui gladio ferit, gladio perit</i>,
-ma per mero artifizio
-di polemica, mi son permesso di sostituire sempre e dovunque
-alla parola <em>ebrei</em> quella di <em>gesuiti</em>, alla parola
-<cite>Talmud</cite> quella di <cite xml:lang="la">Monita secreta</cite>
-(calunnia per calunnia)
-indicando del resto sempre e dovunque le mie modificazioni
-con carattere corsivo; buona fede questa alla quale
-nè i Gesuiti, nè gli Ebrei sono avvezzi da parte dei loro
-avversari.
-</p>
-
-<p>
-Capisco che Ella mi dirà che ciò che si è detto dei
-<cite xml:lang="la">Monita</cite> è calunnia nera, e verità
-invece sacrosanta quanto
-<span class="pageno" title="227" id="page-227"></span>
-l'articolaio suo blatera contro il <cite>Talmud</cite>; ma io le risponderò
-pregandola a rileggere quanto è scritto nei precedenti
-capitoli e ad esaminare, con serena coscienza, se
-più sian convincenti gli argomenti miei o quelli dell'articolaio
-suo; ma siccome in quei capitoli io non pigliavo
-di fronte uno piuttosto che un altro nemico del
-giudaismo, e combattevo, non il calunniatore, ma la calunnia,
-così consenta che in questa mia lunga lettera io
-risponda a talune delle più impudenti osservazioni dell'articolaio
-suo.
-</p>
-
-<p>
-Abilità miranda, malizia sopraffina od arte infernale,
-Riveritissimo Signor mio, è invero quella di cui fa prova
-l'articolaio suo, allorquando a pag. 4 e 5 del vol. V, pretende
-provare che l'Assemblea dei notabili ebrei, prima,
-ed il Sinedrio da poi, convocati a Parigi dal primo Napoleone,
-ingannarono la Francia ed il mondo, e facendo
-mostra di amore pei Francesi e per gli uomini civili in
-generale, proclamarono invece altamente il loro odio per
-tutti quanti non sono Ebrei.
-</p>
-
-<p>
-Riassumo l'argomentazione dell'articolaio suo.
-</p>
-
-<p>
-Egli dice: Gli Ebrei dichiararono in quelle solenni
-adunanze, di avere in conto di fratelli coloro che osservano
-i sette precetti noachitidi. E questo è vero. Ma,
-prosegue l'articolaio, fra questi precetti vi ha quello di
-non mangiar carne strappata da animale vivo, e l'altro
-di aborrire dal culto degli idoli. Ora nessun popolo, tranne
-l'ebreo, aborre dall'uso di carni strappate da animali
-vivi e l'ebreo considera idolatri i Cristiani pel culto di
-latria che rendono a N. S. Gesù Cristo, pel culto di dulia
-che professano alla Beata Vergine. Quindi gli Ebrei dicendo
-di aver in conto di fratelli coloro che osservavano i
-sette precetti noachitidi, venivano, alla fin dei conti, a dire
-che non avevano in conto di fratelli altro che se stessi.
-</p>
-
-<p>
-Non mi affannerò io certamente a provare che il Dio
-<span class="pageno" title="228" id="page-228"></span>
-della Bibbia rivelò a Noè ed a' suoi figli i sette precetti
-che i talmudisti dicono noachitici.
-</p>
-
-<p>
-Son fole, indegne che Ella ed io ci perdiamo tempo.
-</p>
-
-<p>
-Ma vorrà Ella negarmi che quei sette precetti rappresentino
-il <em xml:lang="la">minimum</em>, per così dire, della morale?
-</p>
-
-<p>
-Che vi ha dunque di strano se gli Ebrei dicono doversi
-considerare fratelli quelli soltanto che quei precetti noachitici
-osservano?
-</p>
-
-<p>
-Per noi, educati alle idee di moderna tolleranza, di
-quella tolleranza che l'articolaio suo chiama massonica e
-che io dico cristiana, è infame eccettuare, teoricamente
-almeno, dalla fratellanza universale il cannibale e l'antropofago;
-alla S. V. Ill<sup>ma</sup>&nbsp;—&nbsp;nel cui giornale si tributano
-continui elogi alla cattolica Spagna, che non paga di aver
-bruciato Mori ed Ebrei in casa sua, ha distrutto, quasi,
-in America, le razze autoctone&nbsp;—&nbsp;alla S. V. Ill<sup>ma</sup>, siffatta
-eccezione deve sembrar naturale quando le sia provato
-che non si riferisce a' popoli cristiani o maomettani, ma
-soltanto agli idolatri ed ai cannibali propriamente detti.
-E questo lo proverò in poche righe, malgrado i sofismi,
-diremo <em>rabbinici</em>, dell'articolaio suo.
-</p>
-
-<p>
-Cominciamo <em xml:lang="la">in amoenis</em>, e cioè dal precetto di non
-mangiar carni strappate da animali vivi. Nessuna religione,
-dalla giudaica in fuori, dice l'articolaio suo, ha tale
-precetto siccome rivelato da Dio; sopra il che ricorda
-quanto è scritto nei <cite>Fioretti di San Francesco</cite> nel capo
-<span class="sc num">i</span>
-della vita di Fra Ginepro: “Visitando un frate infermo,
-domandollo: Possoti io fare servigio alcuno? Rispose
-l'infermo: Molto mi sarebbe grande consolazione uno
-peduccio di porco. Disse Frate Ginepro: Lascia fare a
-me. E va e piglia un coltello, ed in fervore di spirito
-va per la selva dov'erano certi porci a pascere, e gittossi
-addosso ad uno e tagliali il piede e fugge lasciando
-il porco col piè troncato” violando così&nbsp;—&nbsp;prosegue
-<span class="pageno" title="229" id="page-229"></span>
-l'articolaio&nbsp;—&nbsp;un precetto noachitico e rendendo
-indegni sè e il Frate infermo che mangiò il peduccio di
-porco, della carità universale ebraica.
-</p>
-
-<p>
-L'articolaio ha dimenticato che il buon Fra Ginepro ha
-violato, non uno ma due precetti noachitidi&nbsp;—&nbsp;tanto è vero
-che i precetti della legge morale sono strettamente connessi
-gli uni cogli altri&nbsp;—&nbsp;ed ha violato proprio un precetto
-che Dio ha dato, non soltanto a Noè, ma a Mosè sul Sinai,
-che la Chiesa cattolica ha conservato fra i comandamenti
-di Dio, e che i codici penali di tutti i paesi del mondo,
-non cannibale, hanno accolto nelle loro ampie braccia:
-<em>Settimo</em>: <em class="sc">Non rubare</em>.
-</p>
-
-<p>
-Non farò io colpa a Fra Ginepro del furto commesso
-e della crudeltà di cui si rese colpevole verso quel povero
-porco; il fervore della carità giustifica colpe ben più
-gravi che non sian quelle del buon fraticello, ma chieggo
-a V. S. Ill<sup>ma</sup> di indicarmi una nazione civile, un uomo
-solo, il cui senso morale non sia completamente ottuso,
-che consenta a recidere un membro ad un animale vivo
-per cibarsene.
-</p>
-
-<p>
-Allorquando i Talmudisti scrivevano non si conosceva
-<em>morale indipendente</em>; sola sorgente di ogni morale era Dio;
-se essi posero sotto la salvaguardia di Dio un precetto
-che Dio non ha certamente rivelato a Noè, ma che ha
-scolpito nel cuore di ogni uomo, vorrà Ella farne colpa
-agli Ebrei? E lo potrebbe Ella, pensando con quanto accanimento
-i giornali di parte sua, e forse la stessa sua
-<cite>Civiltà</cite>, perseguitarono la vivisezione, certamente altrettanto
-crudele quanto l'atto di Frà Ginepro, ma, forse, giustificata
-dal grande incremento che apporta alle anatomiche
-discipline?
-</p>
-
-<p>
-Creda, creda pure l'articolaio, che il mondo civile intero
-professa il precetto noachide di non mangiar carne strappata
-ad animali vivi.
-</p>
-
-<div>
-<span class="pageno" title="230" id="page-230"></span>
-</div>
-
-<p>
-<i class="quo" xml:lang="la">Sed majora premunt</i>. Al dire degli Ebrei,
-i Cristiani
-sono idolatri, quindi non osservano i sette precetti noachitidi
-e quindi sono esclusi da quella che l'articolaio
-suo chiama, elegantemente, fratellanza giudaica.
-</p>
-
-<p>
-Non uso a valermi di altre espressioni, dirò soltanto che
-in questa argomentazione sono altrettante le inesattezze
-quante le parole. Gli Ebrei negano la divinità di N. S.
-Gesù Cristo&nbsp;—&nbsp;se non la negassero, non sarebbero
-Ebrei&nbsp;—&nbsp;ma ammettono e riconoscono che i Cristiani lo adorano,
-non come Uomo, ma come Figlio di Dio. Potranno deplorare
-questo, che per essi è un errore, ma non cadono nell'altro
-di non comprendere che l'Unità di Dio, il monoteismo,
-è dogma anche pei Cristiani. Non adorano certamente
-la Santissima Trinità, non si arrogano di spiegare
-ciò che è mistero per la Religione cristiana, ma sanno che
-il dogma della Trinità non esclude il monoteismo. E se il
-suo articolaio conoscesse almeno di nome la Cabbala e le
-opere di Knorr, di Rosenroth, di Reuchlin e di Rettangel,
-non ignorerebbe che nella Cabbala&nbsp;—&nbsp;che gli Ebrei, come
-Ebrei, non hanno del resto in nessun conto&nbsp;—&nbsp;si trovano
-parecchie allusioni favorevoli al dogma della Trinità.
-</p>
-
-<p>
-Ma senza perderci in questioni cabalistiche, lo stesso
-articolaio non cita a pag. 732, vol. <span class="sc num">vi</span>,
-queste parole del
-Maimonide? “La concezione, colui che concepisce e chi
-è concepito sono in Dio tre modi di essere i quali non
-costituiscono che la stessa essenza, nè formano punto
-una pluralità.”
-</p>
-
-<p>
-Io non mi sento di addentrarmi nel ginepraio di una
-discussione teologica o filosofica, ma parmi, che queste
-parole provino abbastanza chiaramente che, nella mente
-del massimo filosofo e teologo ebreo, il dogma della Trinità
-non è incompatibile col monoteismo.
-</p>
-
-<p>
-Parmi adunque aver dimostrata falsa ed insussistente
-la calunnia che il suo articolaio addebita agli Ebrei adunati
-<span class="pageno" title="231" id="page-231"></span>
-a Parigi di avere, con un abile gioco di parole, manifestato
-il loro odio verso i popoli non israeliti, facendo
-credere a sentimenti di fratellanza cui avrebbe repugnato
-la loro religione. Ma, ad esuberanza, voglio addurre una
-altra prova.
-</p>
-
-<p>
-Il suo articolaio, che a pag. 485 del vol. <span class="sc num">v</span> enumera
-abbastanza esattamente i precetti noachitidi, si accorge
-poi che tutta la sua argomentazione, per provare che, a
-giudizio degli Ebrei, i Cristiani non osservano quei precetti,
-claudica, zoppica. Ed allora cosa fa quel bravo signore,
-che in parecchi luoghi del suo articolo accusa gli
-Ebrei di aver falsato la Bibbia, con un tratto di mala
-fede, veramente rabbinica, a pag. 99 del vol.
-<span class="sc num">vii</span>, include
-fra i precetti noachitidi, <i class="quo" xml:lang="la">risum teneatis</i>,
-la circoncisione!
-<i class="quo" xml:lang="la">Tantae molis erat</i> provare
-che gli Ebrei non credono che
-i Cristiani osservino i precetti noachitidi!!
-</p>
-
-<p>
-E passo ad un altro capo d'accusa.
-</p>
-
-<p>
-L'articolaio suo è andato ad esumare, dai libri di uno
-dei tanti Ebrei rinnegati, il Drach, una vecchia, vecchissima
-accusa contro gli Ebrei.
-</p>
-
-<p>
-“Ancora ai nostri giorni, egli dice, un tribunale di
-tre Ebrei, talvolta i meno civilizzati ed i più ignoranti
-del luogo, ma che dinanzi alla sinagoga ha piena autorità,
-si arroga il diritto (noi gemiamo di doverlo
-dire) di sciogliere i loro correligionari dai loro giuramenti,
-di annullare le loro promesse ed i loro impegni
-più sacri, così pel passato, come pel futuro.” Che il
-Drach fosse un malvagio ed un mentitore impudente,
-sapevamcelo da un pezzo; che il suo articolaio non conoscesse
-verbo del Talmud, se non a traverso le opere venali
-degli Ebrei rinnegati, aveva avuto cura di avvertircene
-egli stesso con queste parole (pag. 215, vol. <span class="sc num">vi</span>):
-</p>
-
-<p>
-“Alle rivelazioni dei Rabbini convertiti si dee pressochè
-esclusivamente quella qualunque (<em>assai scarsa!</em>)
-<span class="pageno" title="232" id="page-232"></span>
-siasi cognizione in cui ora siamo (<em>parli per sè, il</em> dotto
-<em>articolaio, chè gli uomini di buona fede sanno attingere
-ad altre, meno impure, sorgenti</em>) di quella perversa
-legge (<em>il Talmud</em>).” Ma che nel secolo <span class="sc num">xix</span>
-toccasse
-rispondere, per la millesima volta, ad un'accusa di questo
-genere, e che quest'accusa fosse riferita dal giornale di
-una Compagnia meritamente celebre per vastità di dottrina
-ed acutezza di mente, è cosa che davvero non mi
-sarei mai aspettato.
-</p>
-
-<p>
-Siccome però tengo per assioma il precetto che a qualunque
-anche stolida accusa convenga rispondere, così
-rispondo al Drach ed allo articolaio.
-</p>
-
-<p>
-Anche in questo caso si verifica il detto volgare, che
-non c'è fumo senza fuoco, ma è un fuocherello ben piccolo,
-glielo accerto, in paragone di quello dei roghi che
-bruciarono tanti poveri Ebrei ed anche,
-<i class="quo" xml:lang="fr">une fois n'est
-pas coutume</i>, il R. P. Malagrida, che io tengo per altrettanto
-innocente quanto, quei poveri Ebrei.
-</p>
-
-<p>
-Mi stia dunque a sentire, Riverito Signor mio!
-</p>
-
-<p>
-È vero che una volta all'anno l'Ebreo si fa prosciogliere
-dalle promesse non mantenute; ma bisogna distinguere,
-perchè, come Ella mi insegna: <i class="quo" xml:lang="la">Qui bene distinguit,
-proximus est veritati</i>.
-</p>
-
-<p>
-Non si tratta dunque, come il Drach <em>rabbinicamente</em>
-insinua, e l'articolaio pecorescamente copia, di promesse
-fatte a qualsivoglia persona o di giuramenti fatti a privati,
-a tribunali, a principi; si tratta soltanto di <em>voti
-religiosi fatti a Dio e non adempiuti per cause indipendenti
-dalla volontà di chi li ha
-fatti</em>&nbsp;<a id="FNa_325"></a><a href="#Fn_325" class="fna">(325)</a>.
-</p>
-
-<p>
-Ora giova avvertire due cose: e cioè che se un Cattolico
-si trova nello stesso caso, ricorre alla Santa Sede,
-<span class="pageno" title="233" id="page-233"></span>
-che avendo ricevuto da N. S. Gesù Cristo facoltà di sciogliere
-e di legare, lo proscioglie dal voto; l'Ebreo, che non
-ha autorità spirituale, ricorre a tre, che chiamerei probiviri,
-i quali adempiono ad un atto di carità, tranquillizzandone
-la coscienza. Oltre a ciò, è a sapersi che gli
-Ebrei non furono mai troppo teneri dei voti. Nell'<cite>Ecclesiaste</cite>
-è detto: “Meglio è che tu non voti, che se tu
-voti e non adempi” (v. 5) e Rabbi Meir commentando
-questo versetto soggiunge: “Ma meglio assai non far
-nessun
-voto”&nbsp;<a id="FNa_326"></a><a href="#Fn_326" class="fna">(326)</a>.
-E forse il buon Rabbi nell'emettere
-tale parere, aveva presente il versetto 14 del
-<span class="sc num">vi</span> dei
-<cite>Numeri</cite>, nel quale il Signore comandò che chi ha fatto
-un voto e lo ha osservato, debba, tra gli altri sacrifizi,
-offrirne uno in espiazione del peccato di aver fatto un
-voto.
-</p>
-
-<p>
-E se il suo articolaio non fosse convinto e volesse fare
-un atto di giustizia inconsueto in lui, e che si riassume
-nel precetto <i class="quo" xml:lang="la">audietur et altera pars</i>,
-legga la <cite xml:lang="fr">Défense
-du Judaisme</cite>, di Isaac Levy, ed a pag. 62 vi troverà
-ampiamente confutata la sciocca accusa sulla quale, per
-mio conto, mi sono anche troppo dilungato.
-</p>
-
-<p>
-Un'altra accusa che trovo nel vol. <span class="sc num">vi</span>,
-pag. 605, è la seguente:
-</p>
-
-<p>
-“I giudei poi non accettano la testimonianza dei non
-giudei; perchè non si dee credere a chi è sospetto di
-delitti. E tali sono tutti i non giudei. E perciò, anche
-secondo il Talmud, nessun ebreo dee porre una sua
-bestia da soma, o qualsiasi altra nelle stalle dei non
-giudei, nè lasciar sola con essi una loro donna, e neanche
-rimanere egli stesso solo con loro, per sospetti espressi
-chiaramente nel Talmud; ma che bello è il tacere
-<span class="pageno" title="234" id="page-234"></span>
-(<em>e più bello il non accennare, in omaggio al proverbio:
-non parlar di corda in casa del... padre Sanchez</em>).
-“Sospettano dunque, gli Ebrei di tutto il genere umano
-non ebreo, e credono birbanti ed infami tutti fuorchè
-loro: e ciò notisi bene in forza della loro legge e per
-precetto religioso.”
-</p>
-
-<p>
-Sicuro; gli Ebrei ed i loro Rabbini avevano, nel secolo
-V in cui fu scritto il Talmud, il gran torto di non
-fidarsi di chi non professava la loro religione; ma di
-grazia, a che sentimento si ispiravano i Padri del
-<span class="sc num">vi</span>
-Concilio d'Adge e del Concilio Epaonense, vietando ai
-Cristiani di non mangiare cogli
-Ebrei?&nbsp;<a id="FNa_327"></a><a href="#Fn_327" class="fna">(327)</a>.
-A che sentimento
-si inspirava papa Benedetto XIII, per tacer
-d'altri, vietando agli Ebrei di formare società coi Cristiani,
-di esercitare la medicina, di aver domestici cristiani,
-ecc., ecc. E quei predicatori che, al dire di papa
-Martino
-V&nbsp;<a id="FNa_328"></a><a href="#Fn_328" class="fna">(328)</a>,
-che cristianamente ne li biasima, vietavano
-persino ai Cristiani di cuocere pane per gli Ebrei,
-obbedivano, di grazia, a che sentimento?
-</p>
-
-<p>
-Ma Ella mi dirà che, verso l'Ebreo, empio e spregiatore
-di ogni legge umana e divina, la diffidenza non è mai
-troppa, ma che l'Ebreo, sempre trattato amorevolmente
-dagli altri popoli, aveva obbligo di avere verso di loro
-la maggior confidenza.
-</p>
-
-<p>
-Le storie tutte attestano di questa amorevolezza con
-cui eran trattati gli Ebrei, ma a me basta spigolare pochissimi
-fatti, che non sono però fatti isolati, per mostrare
-quanto torto avessero gli Ebrei di diffidare di coloro
-che professavano altre religioni, anche se queste
-<span class="pageno" title="235" id="page-235"></span>
-imponevano come obbligo, la carità e l'amore verso l'uman
-genere.
-</p>
-
-<p>
-A Beziers nella settimana santa <em class="sc">era permesso</em> ai
-Cristiani di pigliare a sassate gli
-Ebrei&nbsp;<a id="FNa_329"></a><a href="#Fn_329" class="fna">(329)</a>.
-</p>
-
-<p>
-Ma pigliarli a sassate non basta, e nelle Assise di
-Bretagna nel 1239, si trova una disposizione che vietava
-di procedere contro chiunque avesse ucciso un
-ebreo&nbsp;<a id="FNa_330"></a><a href="#Fn_330" class="fna">(330)</a>.
-</p>
-
-<p>
-E questi empi Ebrei, così ben protetti dalle leggi dei
-popoli fra cui vivevano, osavano iscrivere nei loro libri
-religiosi, massime di precauzione contro i loro persecutori!
-</p>
-
-<p>
-Perchè, invece, non affidarsi alla pietà di questi? Perchè
-non invocare, per esempio, l'appoggio di quel buon
-Ugo, cappellano del visconte di Rochechouart, di cui voglio
-narrarle le gesta, ad edificazione dell'articolaio suo.
-</p>
-
-<p>
-È quasi certo che Ella sa, e che l'articolaio suo che
-nulla sa, ignora, che una di quelle sante leggi del passato,
-di cui l'articolaio invoca parecchie volte il ripristinamento,
-disponeva che gli Ebrei di Tolosa dovessero
-ricevere uno schiaffo alla porta del maggior tempio, cerimonia
-piissima ed edificante, che durò fino al principio
-del <span class="sc num">xii</span>
-secolo&nbsp;<a id="FNa_331"></a><a href="#Fn_331" class="fna">(331)</a>.
-</p>
-
-<p>
-Ora quel buon cappellano..... ma val meglio lasci la
-parola ad un autore non sospetto di soverchia benevolenza
-verso gli Ebrei: “Quo tempore Ugo, capellanus
-Americi vicecomitis Rocacardensis, cum eodem seniore
-suo Tolosæ adfuit in Pascha: et colaphum judaeo, sicut
-<span class="pageno" title="236" id="page-236"></span>
-illic omnis Pascha semper moris est, imposuit et
-cerebrum illico et oculos ex capite perfido ad terram
-effodit. Qui judæus statim mortuus, ad synagogam judæorum
-de basilica Sancti Stephani elatus, sepulturæ
-datus est.”&nbsp;<a id="FNa_332"></a><a href="#Fn_332" class="fna">(332)</a>.
-</p>
-
-<p>
-E badi, Riverito Signor mio, che questi perfidi Ebrei
-avevano tanto maggior torto di diffidare di questi mitissimi
-avversari, in quanto la legge li tutelava così bene,
-che al piissimo cappellano Ugo non fu torto un capello!
-</p>
-
-<p>
-Ma che vado io cercando esempi nel <em>tanto calunniato
-medio evo</em> (come si suol dire nel suo giornale), per provare
-il torto grandissimo che avevano gli Ebrei di non
-fidarsi dei loro nemici?
-</p>
-
-<p>
-Lo stesso suo articolaio mi fornisce un argomento prezioso.
-È noto, <i class="quo" xml:lang="la">lippis et tonsoribus</i>,
-che la Spagna, fra
-tutte le nazioni europee, è quella che gode la maggior
-simpatia di V. S. Ill.ma e dei redattori del suo giornale,
-tanto è vero che a pag. 456 del volume <span class="sc num">v</span>
-la trovo chiamata
-“la più cavalleresca ed anche forse la più cattolica
-di tutte le nazioni.”
-</p>
-
-<p>
-Ora, il suo pio articolaio visto, che se i tempi non volgono
-propizi agli arrosti, non sono neppur adatti a ristabilire
-la <em>colafizazione</em> di Tolosa, appena sente che il
-Governo spagnuolo si mostra disposto a richiamare gli
-Ebrei, scrive queste precise parole:
-</p>
-
-<p>
-“Poco si fidano gli Ebrei dell'ospitalità spagnuola. E
-non hanno torto. Tanto più che la Spagna passa ora
-per avere le finanze sì pubbliche e sì private un po'
-ammalate. E quando gli Ebrei vi avessero seco portati
-<span class="pageno" title="237" id="page-237"></span>
-i loro milioni, non si sa se poi qualche moto antisemitico
-non dovesse ricacciare gli Ebrei dalla Spagna, ritenendo
-i milioni. Sono cose già accadute, e che il presente
-dominio liberalesco non può che rendere sempre
-più facili a riaccadere.”
-</p>
-
-<p>
-Lascio a parte l'insinuazione contro il dominio liberalesco;
-non oppongo l'osservazione che Ferdinando ed Isabella,
-che cacciarono gli Ebrei, ebbero dalla storia un nome
-che, grazie a V. S. Ill.ma, ed a pochi suoi accoliti, significa
-l'opposto di liberale; ma chieggo, a chiunque abbia
-pratica di arguzie rabbiniche, se dalle linee che ho testè
-riferito, non appare chiaro il desiderio del pio articolaio
-suo, che avvenga ciò ch'egli ipocritamente finge di temere,
-che cioè la <em>cattolica</em> e <em>cavalleresca</em> Spagna scacci
-<em>cavallerescamente</em> gli Ebrei, e ne ritenga,
-altrettanto <em>cavallerescamente</em>,
-i milioni, dato e non concesso che milioni
-ci sieno?
-</p>
-
-<p>
-E quando oggi ancora, in pieno <span class="sc num">xix</span>
-secolo, esistono pie
-persone come l'articolaio suddetto, come il Rohling, come
-il sucido falsario dell'anonimo opuscolo di Prato, come
-quel rinnegato di tutte le nazioni e di tutte le religioni
-che si fa chiamare Osman bey, vi è di che meravigliarsi
-se gli Ebrei del <span class="sc num">v</span> secolo avevano
-ricorso a qualche provvedimento
-precauzionale contro i loro nemici?
-</p>
-
-<p>
-E qui giunto alla fine mi nasce, Riveritissimo Signor
-mio, un dubbio.
-</p>
-
-<p>
-Valeva egli la pena di discutere coll'articolaio suo
-che mi dà prove luminose di dottrina, collocando Damasco
-in Egitto (<span class="sc num">vii</span>, 476); facendo di
-S. E. il generale Menabrea
-un ebreo (<span class="sc num">vii</span>, 238), quando sanno anche i bimbi
-che quell'egregio uomo di Stato fu tra i fondatori dell'<cite>Armonia</cite>,
-ed infine mettendo, come già ebbi a rilevare,
-la circoncisione fra i precetti noachidi? Ma istruire gli
-ignoranti è opera di carità, ed io non rimpiangerei le
-<span class="pageno" title="238" id="page-238"></span>
-mie parole se non temessi che l'articolaio in questione,
-fosse fra quegli ignoranti che non vogliono essere istruiti.
-</p>
-
-<p>
-Come si fa per esempio ad ammettere la buona fede,
-altrimenti che spiegandola colla crassa ignoranza, dello
-scrittore che a pag. 736 del vol. <span class="sc num">vi</span>,
-scrive queste parole:
-</p>
-
-<p>
-“<em>Polemicamente</em> poi si manifesta la reazione religiosa
-ebraica con quell'informe ammasso dei loro libri, tutti
-diretti contro quanto non è ebreo. Più celebri fra questi,
-perchè più empî e più blasfematorî, sono il <cite>Toldos
-Jescou</cite> ossia la <i id="generaziene">generazione</i> di Gesù,
-e il <cite>Maase Talony</cite>,
-ossia <cite>Storia dell'impiccato</cite>. Ma gli Ebrei si vantano
-ancora di possedere tre <cite>Nizacchi</cite> ossia
-<cite>Libri vittoriosi</cite>
-contro i Cristiani e contro il Vangelo, composti
-l'uno dal Rabbino Matatial, l'altro dal Rabbino Lipman,
-ed il terzo dal Rabbino Giuseppe Kimchi.
-</p>
-
-<p>
-“.&nbsp;&nbsp;.&nbsp;&nbsp;.&nbsp;&nbsp;.&nbsp;&nbsp;.&nbsp;Orribili
-veramente sono quei libri:
-ma però necessari a conoscersi da chi vuol sapere ciò
-che veramente pensano dei Cristiani gli Ebrei.”
-</p>
-
-<p>
-Apra l'articolaio il <cite>Dizionario storico degli Autori
-Ebrei</cite>, opera di quell'eccellente sacerdote cattolico che fu
-il prof. De Rossi, a pag. 152 del vol. 2º, e troverà che
-il <cite>Toledoth Jesù</cite> ed il <cite>Maasse Jésù</cite> o
-<cite>taluì</cite> sono un libro
-solo con due titoli diversi, e quanto poi al farne colpa
-agli Ebrei vedrà che il celebre Mendelssohn protesta
-“che è uno di quei libri che nessun ebreo di buon
-senso legge o conosce” e che lo stesso De Rossi conviene
-che “tutti i più savi e dotti Rabbini sono talmente
-persuasi della sua impostura che non ne trovo
-veruno di tanti che hanno scritto di controversie, e difesa
-la loro religione contro de' Cristiani, che abbia osato citarlo
-per genuino, per antico, per autorevole.”
-</p>
-
-<p>
-Mi è impossibile riportare intiero il capitolo del
-De Rossi, ma lo legga l'articolaio, e vedrà che l'autore
-del libercolo è ignoto e non è neppur provato che
-<span class="pageno" title="239" id="page-239"></span>
-esso sia un ebreo; sicchè volerne far colpa all'intiera
-nazione giudaica, sarebbe come dire che tutti gli Europei
-sono empî, perchè in Europa fu pubblicato, se pur fu
-pubblicato, il <cite xml:lang="la">De Tribus impostoribus</cite>.
-Quanto a quelli,
-che in gergo romanesco-giudaico, l'articolaio chiama <cite>Nizzacchi</cite>,
-legga il De Rossi ed all'articolo Matatia, e non
-Matatial, come sproposita l'articolaio, troverà che questo
-Rabbino d'incerta età e luogo, è autore di un libro polemico
-<em>manoscritto</em>, noti l'articolaio <em>manoscritto</em>, contro
-il Vangelo, intitolato: <cite>Nitzachon</cite>, o
-<cite>Libro della Vittoria</cite>.
-</p>
-
-<p>
-All'articolo <cite>Lipman</cite>, troverà che costui compose nel
-1399 un altro <cite>Nitzachon</cite> in cui confuta gli atei, i sadducei,
-i caraiti, e specialmente i Cristiani, ed esamina
-tutti i testi della scrittura da loro prodotti per provare
-i loro dogmi; all'articolo Kimchi Giuseppe, troverà accuratamente
-notati i varî titoli delle opere anticristiane
-di questo dottissimo Rabbino spagnuolo del
-<span class="sc num">xii</span> secolo, il
-quale, al pari degli altri due scellerati Rabbini sunnominati,
-ha avuto il torto di scrivere dei libri in difesa della
-religione che professava senza chiederne il permesso all'articolaio
-suo.
-</p>
-
-<p>
-Ed il suo articolaio può rabbrividire ed inorridire e
-raccapricciare quanto vuole nel ricordarli, ma deve sapere
-che le opere, quasi tutte inedite, del Kimchi, per
-dir di questo solo, vennero ritenute dal celebre Michaelis,
-dal Bruns, dall'anonimo autore delle Effemeridi di Gotha,
-e da altri letterati moderni, valentissimi nella filologia
-orientale e sacra, tanto utili per il progresso della medesima
-e di tanto pregio e importanza, che vivamente
-desiderarono che venissero ricercati con diligenza e dissotterrati
-e pubblicati.
-</p>
-
-<p>
-Un'ultima osservazione ed ho finito. L'articolaio suo
-accusa gli Ebrei (vol. <span class="sc num">x</span>, pag. 611)
-di aver sostituito
-al precetto biblico: “<i class="quo">Ama dunque il Signore Iddio tuo</i>
-<span class="pageno" title="240" id="page-240"></span>
-<i class="quo">con tutta l'anima tua e con tutto il tuo maggior potere</i>”
-l'altro <i class="quo">che Dio non si dee amare ma soltanto
-temere</i>.
-</p>
-
-<p>
-Se fossimo ancora nei tempi in cui la lingua ebraica
-era ignota ai Cristiani, se i riti e i costumi degli Ebrei
-fossero avvolti nel più profondo mistero, simile accusa
-potrebbe forse comprendersi; ma essa riesce, oggigiorno,
-peggio che inesplicabile.
-</p>
-
-<p>
-Tutti sanno che gli Ebrei hanno una speciale preghiera,
-lo <cite>Sceman</cite>, che devono ripetere almeno due volte
-al giorno, e che è per loro il simbolo della loro fede,
-ciò che il <cite xml:lang="la">Credo</cite> è pei cattolici,
-sicchè tutti i martiri
-ebrei, morirono collo <cite>Sceman</cite> sulle labbra.
-</p>
-
-<p>
-Ora i primi versetti di questa preghiera, di questo
-<cite xml:lang="la">credo</cite>, sono testualmente i
-versetti 4&ndash;9 del libro <span class="sc num">vi</span> del
-<cite>Deuteronomio</cite>, e quindi le parole:
-<i class="quo">Ama dunque il Signore
-Iddio con tutta l'anima tua e con tutto il tuo maggior
-potere</i>, che non sono altro che il 5º versetto del libro
-citato del Deuteronomio, forman proprio parte di questa
-preghiera quotidiana.
-</p>
-
-<p>
-Ma non basta; chè gli Ebrei aggiustano tanta importanza
-a questo versetto, che secondo l'articolaio avrebbero
-invece posto in non cale, che oggi ancora pronunziandolo
-“all'oggetto di concentrare la loro attenzione sopra questa
-verità fondamentale della Religione, usano, dietro l'esempio
-di un antico dottore della legge, coprirsi gli occhi
-colla mano
-destra”&nbsp;<a id="FNa_333"></a><a href="#Fn_333" class="fna">(333)</a>.
-</p>
-
-<p>
-Come ella vede a farlo apposta l'articolaio per una
-delle poche volte che ha accusato gli Ebrei, senza riprodurre
-<span class="pageno" title="241" id="page-241"></span>
-calunnie trite e ritrite, ha avuto proprio la
-mano felice!
-</p>
-
-<p>
-E chiedendo scusa a Lei, della lunga cicalata, depongo
-la penna, pregandola di credere che è con sommo dolore
-che devo dar posto ad uno scrittore della <cite>Civiltà Cattolica</cite>
-fra un Rohling ed un Osman bey.
-</p>
-
-<div class="data">
- <p>Gradisca, ecc.</p>
-</div>
-<div class="destra">
- <div class="firma">
- <p class="center"><span class="sc aut">Corrado Guidetti</span></p>
- <p class="center"><i>Dottore in lettere.</i></p>
- </div>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_325"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_325"><span class="label">(325)</span></a>
-Tur Orach Chaim, cap. <span class="sc num">dcxix</span>.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_326"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_326"><span class="label">(326)</span></a>
-<cite>Chulin</cite>, <span class="sc num">i</span>, <i>a</i>.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_327"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_327"><span class="label">(327)</span></a>
-<cite xml:lang="la">Conciliorum coll.</cite>, t.
-<span class="sc num">iv</span>, pag. 1389.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_328"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_328"><span class="label">(328)</span></a>
-Bolla, anno 1429.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_329"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_329"><span class="label">(329)</span></a>
-<cite class="norm" xml:lang="la">Ex Cronica Gonfredi Vosiensis</cite>,
-anno 1167, Dom. Bouquet,
-t. <span class="sc num">xii</span>, p. 496.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_330"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_330"><span class="label">(330)</span></a>
-<span class="sc aut">D'Argentré</span>,
-<cite class="norm" xml:lang="fr">Histoire de Bretagne</cite>,
-libro <span class="sc num">iv</span>, capo <span class="sc num">xxiii</span>,
-p. 207.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_331"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_331"><span class="label">(331)</span></a>
-Dom. Bouquet.
-<cite class="norm" xml:lang="fr">His. d. Fr.</cite>, t.
-<span class="sc num">xii</span>.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_332"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_332"><span class="label">(332)</span></a>
-<cite xml:lang="la">Ex Chronico Ademari Cabanensis</cite> ad an. 1020 in
-<cite class="norm" xml:lang="fr">Recueil des hist. de France</cite>
-di Dom. Bouquet, tomo <span class="sc num">x</span>, p. 154.
-Cfr. <span class="sc aut">Mary Lafon.</span>
-<cite class="norm" xml:lang="fr">Hist. du midi de la France</cite>, t.
-<span class="sc num">ii</span>, p. 122.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_333"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_333"><span class="label">(333)</span></a>
-<span class="sc aut">Mortara</span>,
-<cite>La religione israelitica compendiosamente
-esposta</cite>, Mantova, Beretta, 1855, pag. 40.
-</p>
-</div>
-
-<div class="section"></div>
-
-<h3 id="tit-7">
-<a href="#ritit-7">2º <span class="sc aut">G. B. Borelli.</span></a>
-</h3>
-
-<p class="subtitle">
-La questione semitica e la sua possibile soluzione.
-</p>
-
-<p>
-Un senatore del Regno, l'on. G. B. Borelli, si è occupato
-dell'argomento che ci preoccupa in un opuscolo
-intitolato: la <cite>Questione semitica e la sua possibile soluzione</cite>.
-Il Borelli, diciamolo subito, conviene con noi che
-oggi la questione semitica è questione sociale non religiosa,
-e nemico come egli si addimostra di tutte “le
-superstizioni religiose e di tutte quelle modalità materiali
-di culto che isteriliscono ed ammorbano il sentimento
-religioso” vede la soluzione della questione nei matrimoni
-misti.
-</p>
-
-<p>
-Alieni siccome siamo da ogni pregiudizio religioso, non
-proviamo nessuna ripugnanza per la soluzione proposta
-dall'on. Borelli. Gli osserviamo però che egli manca di
-logica.
-</p>
-
-<p>
-Poichè egli ammette che il fanatismo religioso non
-entra per nulla nella persecuzione degli Israeliti, poichè
-<span class="pageno" title="242" id="page-242"></span>
-egli ammette che gli Ebrei sono perseguitati “perchè
-assorbono e monopolizzano molti interessi commerciali ed
-industriali e sono in via di impossessarsi della maggior
-parte di essi” a che cosa crede egli di rimediare coi
-suoi matrimoni misti?
-</p>
-
-<p>
-Se l'on. Borelli legge i giornali, egli vedrà che oggi
-il partito che aspira al sovvertimento sociale ha messo
-in pratica il principio della divisione del lavoro.
-</p>
-
-<p>
-In quei paesi dove le maggiori ricchezze sono nelle
-mani dell'aristocrazia, giornalisti, indegni di questo nome,
-vanno racimolando nella storia tutto quanto può servire
-a gittar l'onta ed il discredito sugli eredi dei più grandi
-nomi storici; dove l'aristocrazia è povera, e perciò non
-odiata, e l'industria potente, sono gli industriali che si
-designano alle ire del popolino come sanguisughe efferate,
-come sfruttatori dei loro operai, ecc., ecc. Là infine
-dove gli Ebrei sono più ricchi è contro di essi che si eccitano
-le malvage passioni della plebe ignorante e fanatica.
-</p>
-
-<p>
-Metta in pratica l'on. Borelli la sua panacea del matrimonio
-misto, vada anche anche più in là se vuole, converta
-tutti gli Ebrei al Cristianesimo, li copra magari
-della cocolla del cappuccino o li ascriva al terz'Ordine
-di San Francesco, e la questione muterà forse nome, ma
-resterà intatta.
-</p>
-
-<p>
-Se tutti i membri della famiglia Rothschild si unissero
-in matrimonio con Cristiani, ciò non scemerebbe
-punto il numero degli invidiosi della loro fortuna.
-</p>
-
-<p>
-E la questione sociale, come la questione semitica, è
-fatta di invidia.
-</p>
-
-<p>
-Ora creda pure l'on. Borelli che l'invidia non si attutisce
-coi matrimoni misti.
-</p>
-
-<p>
-Ciò che occorre, ciò che è necessario, è che i perseguitati
-di ieri, come i perseguitati d'oggi, come quelli di
-<span class="pageno" title="243" id="page-243"></span>
-domani, tutti coloro insomma che hanno qualche cosa da
-perdere, si stringano in un fascio, che tutti concorrano
-a dissipare le calunnie che gli interessati vanno sobillando
-or contro una casta, or contro una Corporazione
-religiosa, or contro i seguaci di una credenza.
-</p>
-
-<p>
-Il pericolo che minaccia gli uni, minaccia gli altri e
-l'Ebreo che ridesse delle persecuzioni che contro il clero
-cattolico si organizzarono in taluni paesi, non sarebbe
-meno insensato del Gesuita che plaudisse agli eccessi che
-i degni successori degli Unni, commettono in Ungheria.
-</p>
-
-<p>
-Gli uni e gli altri riderebbero del trionfo dei loro nemici!
-</p>
-
-<h3 id="tit-8">
-<a href="#ritit-8">3º <cite class="sc" xml:lang="fr">L'Antisémitique</cite>
-(giornale)&nbsp;—&nbsp;<i>Montdidier</i>.</a>
-</h3>
-
-<p>
-Abbiamo sormontato quel disgusto che ad ogni uomo
-onesto ispirano la menzogna la più impudente e la calunnia
-la più schifosa, ed abbiamo letto, con scrupolosa
-attenzione, i primi dieci numeri
-dell'<cite xml:lang="fr">Antisémitique</cite> che
-vede la luce a Montdidier collo scopo apparente di combattere
-gli Ebrei, collo scopo reale di combattere le convenzioni
-ferroviarie proposte dal ministero francese, e di
-farsi gettare nelle fameliche fauci un'offa dal Barone di
-Rothschild.
-</p>
-
-<p>
-Il nostro coraggio nel leggere il giornale-libello non
-vogliamo sia inutile, sicchè daremo ai lettori nostri una
-breve recensione dell'immondo fogliaccio.
-</p>
-
-<p>
-A dimostrare la sciocchezza e l'ignoranza crassa dei
-redattori di quel giornale, addurremo tre prove soltanto.
-</p>
-
-<p>
-Nel suo sesto numero, annoverando gli Ebrei che occuparono
-altissime cariche in Europa, pone fra questi,
-<span class="pageno" title="244" id="page-244"></span>
-non lo si indovinerebbe in mille, il cardinale Antonelli!
-E quasi ciò non bastasse, nel numero 8, ribadisce la
-strana asserzione con queste precise parole:
-<i class="quo" xml:lang="fr">Le feu cardinal
-Antonelli qui était juif de sang et de naissance.</i>
-</p>
-
-<p>
-Come meravigliarsi dopo ciò che lo stesso giornale che
-tratta da ebreo un cardinale di Santa Chiesa, affermi,
-con sicumera tutta propria, che gli Ebrei esalano un odore
-speciale? e come meravigliarsi che difetti a tal segno di
-logica, da pubblicare, nel suo numero 9, una lettera d'un
-tal di Hervilly,&nbsp;—&nbsp;che pare voglia farsi credere letterato
-e poeta&nbsp;—&nbsp;il quale si lagna di tre scortesie ricevute dal
-conte di Larochefoucauld duca di Bisaccia, uno dei capi
-del partito cattolico francese, dalla duchessa di Magenta,
-la cui severa pietà è universalmente nota, e dalla principessa
-Riccardo di Metternich e trova che la colpa è,
-<i class="quo" xml:lang="la">risum teneatis</i>, degli Ebrei,
-che hanno bandito di Francia
-la cortesia francese!!
-</p>
-
-<p>
-Parmi bastino questi tre esempi, a dimostrare che l'organo
-magno dell'antisemitismo francese è redatto da
-idioti; uno solo basterà a provare che è redatto da malvagi
-e lo trarrò dal solo articolo del giornale in cui non
-sia discorso di Ebrei.
-</p>
-
-<p>
-È inserito nel numero 10 del giornale ed è tutto rivolto
-contro gli inglesi. E l'immondo libellista osa proporre
-che&nbsp;—&nbsp;in caso di guerra tra la Francia e l'Inghilterra&nbsp;—&nbsp;la
-Francia, calpestando i trattati che seguirono
-la guerra di Crimea, ristabilisca le lettere di marca e,
-per danneggiare la nemica potenza, si valga dell'opera
-infame dei corsari!!
-</p>
-
-<p>
-Davvero che vi è da arrossire di dover, nell'ultimo
-quarto del <span class="sc num">xix</span> secolo, occuparsi di tali
-sanguinose aberrazioni.
-</p>
-
-<p>
-Noi toccheremo dunque di questo giornale, soltanto
-perchè pur troppo, nel secolo nostro che pur si vanta
-<span class="pageno" title="245" id="page-245"></span>
-illuminato, non vi ha voce, per quanto uscita da infame
-luogo, che non possa produrre le sue conseguenze.
-</p>
-
-<p>
-E ce ne occupiamo anche perchè nell'<cite xml:lang="fr">Antisémitique</cite>
-troviamo la conferma di parecchie fra le asserzioni che
-siam venuti mettendo innanzi nel corso di questo lavoruccio.
-</p>
-
-<p>
-Abbiam detto che l'antisemitismo è una delle tante
-manifestazioni di quel mostro proteiforme che è il radicalismo,
-e nel numero 7 dell'<cite xml:lang="fr">Antisémitique</cite> troviamo a
-proposito del famoso processo di Tisza Esslar e dell'equanime
-contegno di quel procuratore del Re, sig. Szeyffert,
-le seguenti parole:
-</p>
-
-<p>
-“Nous ne sommes pas surpris d'apprendre que tous
-les membres du barreau presque tous <i class="quo" xml:lang="fr">des démocrates
-et des ennemis déclarés du cléricalisme</i> sont indignés
-de la partialité du procureur du roi Szeyffert.”
-</p>
-
-<p>
-E quasi ciò non bastasse, l'<cite xml:lang="fr">Antisémitique</cite> ci prova le
-strette relazioni che passan fra esso e la Massoneria
-francese, e nel numero 5 ne apprende che
-<i class="quo" xml:lang="fr">les franc-maçons antijuifs sont
-innombrables</i>&nbsp;<a id="FNa_334"></a><a href="#Fn_334" class="fna">(334)</a>
-e nel numero 6 che
-<i class="quo" xml:lang="fr">le nombre des maçons antisémites est légion</i>.
-Dichiarazioni queste di grandissima importanza, e perchè non
-contraddette dalla Massoneria francese e perchè scritte in
-un paese dove, chi ha un po' di memoria, non ha dimenticato
-gli aiuti che la Massoneria, col pretesto di porsi
-mediatrice fra la Comune ed il Governo di Versailles, ha
-prestato alla prima.
-</p>
-
-<p>
-Abbiam detto che i persecutori dei Gesuiti sono ad un
-<span class="pageno" title="246" id="page-246"></span>
-tempo i persecutori degli Ebrei e
-l'<cite xml:lang="fr">Antisémitique</cite> ci porge,
-anche di questo prove abbondanti.
-</p>
-
-<p>
-Nel num. 2 in una lettera ai suoi corrispondenti dichiara,
-parlando degli Ebrei: “Noi sapremo renderli in
-esecrazione al mondo intiero facendoli conoscere” e poche
-righe prima non ha trovato ingiuria più grave da scagliare
-contro gli Ebrei di questa: <em xml:lang="fr">Association jésuitique</em>.
-Notiamo, per semplice curiosità, e per mostrare più a nudo
-i sicari della penna che abbiam preso a smascherare,
-che essi nella stessa lettera si appropriano l'odiosa massima
-<i class="quo">il fine giustifica i mezzi</i>, che attribuita, a ragione
-od a torto, ai Gesuiti, fu meritamente stigmatizzata dalla
-coscienza di tutti gli onesti.
-</p>
-
-<p>
-Non è infatti Rodin, od il padre d'Aigrigny, e non è
-neppure un ebreo, che esclama nell'articolo già citato:
-<i class="quo" xml:lang="fr">Qu'importent les moyens quand le but est loyal!</i>
-</p>
-
-<p>
-Nel numero 6 per eccitare l'odio verso quella eccellente,
-e veramente caritatevole Associazione che è l'<cite xml:lang="fr">Alliance
-Israélite Universelle</cite>, dice che essa si compone
-<i class="quo" xml:lang="fr">d'autant
-de Jésuites et de Bonapartistes que de Juifs</i> e rincara
-la dose nei numeri seguenti, e specialmente nell'8º, dove,
-in una corrispondenza da Londra, accusa due reverendi
-Padri della Compagnia di Gesù, di essersi legati in complicità
-con dei banchieri ebrei per commettere, non sappiamo
-qual grossa frode finanziaria, a proposito di un
-prestito della repubblica di Honduras!!
-</p>
-
-<p>
-Infine abbiam detto che gli antisemiti attuali, non
-hanno che fare colla Chiesa cattolica e con nessuna Comunione
-cristiana, ed il nostro compiacente libellista prova
-anche più di quello che noi avevamo asserito.
-</p>
-
-<p>
-Esso vien pubblicando dei così detti studi sulla Bibbia,
-dove, attingendo a piene mani agli scritti di Voltaire
-e di Pigault Lebrun, volge in ridicolo il Libro che
-è egualmente sacro ai Cristiani ed agli Ebrei, e che entrambe
-<span class="pageno" title="247" id="page-247"></span>
-le Religioni hanno siccome rivelato. Una sola
-linea tolta da quel lavoro basterà a darne un concetto
-esatto. La tolgo dal num. 3:
-“<i class="quo" xml:lang="fr">Les gens grossiers qui
-construisirent la Bible.</i>”
-</p>
-
-<p>
-Nel num. 10 poi lo stesso giornale ci dà la notizia
-che la società dei <cite>Liberi Pensatori</cite> di Orléans ha deciso
-di escludere dal suo seno gli Ebrei, per ciò soltanto che
-sono Ebrei. Alla grazia di quei <cite>Liberi Pensatori</cite>!
-</p>
-
-<p>
-Ho dimostrato che l'<cite xml:lang="fr">Antisémitique</cite> non è
-soltanto idiota
-e malvagio, ma che è radicale, massone, persecutore dei
-Gesuiti, irrisore della Bibbia, negatore di ogni religione
-rivelata, libero pensatore.
-</p>
-
-<p>
-Dopo ciò è difficile a spiegarsi che tre giornali cattolici
-abbiano annunziato con favore il giornale-libello.
-</p>
-
-<p>
-Certamente tre in confronto di tutti i giornali cattolici
-che vedono la luce in Europa, non è gran cosa e
-questo numero scema di importanza ancora, quando si
-sappia che a comporre quel numero concorre un ridicolo
-giornaluccio di Modena, e l'<cite xml:lang="fr">Univers</cite> di Parigi,
-che non
-seppe mai serbar misura in nessuna questione e che è
-l'organo del fanatismo il più cieco. Addolora invece trovare
-fra i giornali che accolsero favorevolmente il libello
-di Montdidier, l'<cite>Ateneo</cite> di Torino, giornale cattolico nel
-buon senso della parola, e scevro da ogni fanatismo; e
-tanto più ci addolorano le parole che il giornale cittadino
-indirizzava nel suo numero del 10 giugno 1883, al
-libello di Montdidier, in quanto le vediamo accompagnate
-da una tenera ammonizioncella, che dimostra proprio il
-desiderio dell'<cite>Ateneo</cite> di ricondurre il figliuol prodigo sulla
-buona strada.
-</p>
-
-<p>
-Mettiam pegno che il 10 giugno l'egregio e reverendo
-teologo Biginelli non era in Torino, e che il saluto mandato
-dall'<cite>Ateneo</cite> all'organo dell'antisemitismo e della pirateria
-è opera dello scaccino della parrocchia.
-</p>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_334"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_334"><span class="label">(334)</span></a>
-L'antisemitismo non sarebbe cosa nuova in massoneria
-se è vero, e crediamo lo sia, quanto ci apprende la <cite>Civiltà
-Cattolica</cite> (serie <span class="sc num">ix</span>,
-vol <span class="sc num">v</span>, p. 107), che tuttora dura in più
-luoghi e segnatamente in Austria ed in Germania, l'antica,
-e già comune, legge di escludere gli Ebrei dalle loggie.
-</p>
-</div>
-
-<div class="section">
-<span class="pageno" title="248" id="page-248"></span>
-</div>
-
-<h3 class="lungo" id="tit-9">
-<a href="#ritit-9">4º
-<span class="sc aut">Osman bey</span>.&nbsp;—&nbsp;<cite>Gli
-Ebrei alla conquista del mondo</cite>,
-<span class="sc num">ix</span> Edizione Internazionale
-(<em xml:lang="la">sic</em>) italiana,
-<cite>aggiuntevi Rivelazioni
-sull'Alleanza Israelitica universale</cite>. Venezia,
-Favaj 1883.</a>
-</h3>
-
-<p>
-Allorquando un amico mi mandò da Venezia questo libricciattolo,
-conoscevo già di nome l'autore. È un grafomane,
-mezzo turco e mezzo russo, mezzo osmanli e mezzo
-cristiano, mezzo bey e mezzo gentiluomo,
-<i class="quo" xml:lang="la">semibovemque
-virum, semivirumque bovem</i>. Ho perciò lungamente esitato
-prima di dar luogo in questo mio lavoruccio ad una
-qualsiasi risposta, ed ho esitato specialmente, perchè, pei
-gentiluomini non turchi, vi è qualcheduno di più sacro
-della donna, del bimbo, del vecchio, del prete&nbsp;—&nbsp;queste
-quattro debolezze&nbsp;—&nbsp;ed è il soldato che tollerò, paziente,
-sanguinose offese.
-</p>
-
-<p>
-Dopo che un signor prof. Ottolenghi di Venezia, rispondendo
-a questo signore, ha potuto scrivere impunemente
-queste parole: “Se osaste ripetermi in faccia che
-l'Italia s'è fatta coll'oro, getterei le mie scarpe nelle
-immondizie dopo aver loro fatto fare la vostra conoscenza”
-pare davvero poco decoroso l'occuparsi di
-questo bey.
-</p>
-
-<p>
-Ma lo stesso amico che mi inviò l'opuscolo, mi previene
-ora che si è trovata nel Veneto una accolta di persone,
-non so se più imbecilli o maligne, per acquistare molte
-copie dell'opuscolo del bey e diffonderlo a larghe mani;
-è dunque forza occuparsi di questo libricciattolo e lo faremo.
-</p>
-
-<p>
-Chi è Osman bey? La sua grafomania lo ha spinto a
-rivelarcelo egli stesso in un libro che col menzognero titolo:
-<span class="pageno" title="249" id="page-249"></span>
-<cite>Gli Inglesi in
-Oriente</cite>&nbsp;<a id="FNa_335"></a><a href="#Fn_335" class="fna">(335)</a>,
-non è che la storia sua
-e della sua famiglia. In quell'opuscolo il bey gitta a piene
-mani l'oltraggio sulla nobile figura di suo padre, il dottor
-Giulio Millingen, egregio medico e pubblicista inglese dimorante
-in Oriente, e su una sua stessa sorella, di cui
-tutta Venezia onora la profonda pietà, l'intemerato carattere,
-la contessa Evelina Millingen ne' Pisani.
-</p>
-
-<p>
-Il bey è un rinnegato di tutte le nazioni, di tutte le
-religioni. Nato inglese, lo troviamo poi or turco, or russo;
-anglicano dapprima, poi cattolico e conte del papa, poi
-musulmano, ed ora crediamo greco-scismatico, il bey fu
-sin dalla sua prima infanzia il protagonista di un dramma
-religioso&nbsp;<a id="FNa_336"></a><a href="#Fn_336" class="fna">(336)</a>.
-</p>
-
-<p>
-Adesso lo troviamo animato da un odio veemente, implacabile,
-contro gli Ebrei.
-</p>
-
-<p>
-Duplice è la causa di quest'odio.
-</p>
-
-<p>
-Il povero bey ha due nobili passioni nel cuore. Detesta,
-esecra la sua famiglia e la sua patria: l'Inghilterra.
-</p>
-
-<p>
-Ora, sua sorella, costretta da lui ad una lite assurda,
-temeraria, affidò le sue ragioni ad un avvocato ebreo,
-l'illustre comm. Diena, onore del veneto foro, che ebbe
-anche l'impudenza di vincerla.
-</p>
-
-<p>
-Apriti cielo; il bey impugna la sua penna e scrive, in
-sua favella, queste belle
-parole&nbsp;<a id="FNa_337"></a><a href="#Fn_337" class="fna">(337)</a>.
-</p>
-
-<p>
-“Che una dama ultra-cattolica sia ridotta a farsi difendere
-da un israelita, non è la minore anomalìa che
-abbella codesto dramma.”
-</p>
-
-<div>
-<span class="pageno" title="250" id="page-250"></span>
-</div>
-
-<p>
-Questo per la famiglia.
-</p>
-
-<p>
-Ma non basta, che un ebreo abbia osato assumere
-contro di lui la difesa di una sua sorella; egli vede
-“in Inghilterra il giudaismo onnipossente, mercè la
-sua alleanza con la Gran Brettagna. Interessi comuni
-stabilirono un cordiale accordo fra quelle due nazioni
-commerciali,” egli vede, o sogna, che il giudaismo
-mette a disposizione dell'Inghilterra, “l'influenza finanziaria
-di cui dispone ed il suo concorso commerciale”
-e raccapricciando, egli inglese, scorge che, “intanto che
-l'Inghilterra e la Russia si contendevano il primato
-sulla Turchia, il giudaismo servì d'ausilio alla prima
-facendo una guerra inesorabile alla Russia.”
-</p>
-
-<p>
-Acciecato dall'odio pel suo paese,&nbsp;—&nbsp;nobile sentimento
-invero&nbsp;—&nbsp;il bey volle fulminare colla sua penna d'oca,
-molto d'oca, gli Ebrei che egli crede gli alleati dell'Inghilterra
-e lo fece con tanto acume, con tanto buon senso,
-che, dimenticando di avere scritto i brani che ho finora
-citato, scrive a pag. 55, del suo povero opuscolo, queste
-parole: “Quando l'Inghilterra e la Francia erano arbitre
-dell'Europa, il giudaismo si basava sulle loro influenze...
-dopo il 1867 disertarono la bandiera tricolore
-e la croce di San Giorgio.”
-</p>
-
-<p>
-Ma perdoniamo al bey queste sue contraddizioni; perdoniamogli
-anche la sua ignoranza assoluta della nostra
-lingua che gli fa scrivere, come a pag. 63, <em>questa pretesta</em>
-per questo pretesto, o come a pag. 64, <em>ciurma di
-intrighi</em> invece di non so che; ed occupiamoci alquanto
-del suo opuscolo.
-</p>
-
-<p>
-Prima però completiamo, con due citazioni dell'opuscolo
-stesso, il ritratto morale dell'autore. Il bey fu militare,
-e pose, è lui che lo dice, la sua nobile spada al servizio
-di un generale che proteggeva i briganti (pag. 5). Fu
-forse al servizio di questo generale che egli imparò la
-<span class="pageno" title="251" id="page-251"></span>
-lealissima arte di polemica, di cui parla a pag. 75. “Fu
-necessario che io mi recassi a Parigi per impossessarmi
-(leggi: <em>rubare</em>), di trofei negli stessi uffici dell'Alleanza
-Israelitica.”
-</p>
-
-<p>
-Ed ora vediamo cosa ci sa dire contro gli Ebrei questo
-rinnegato inglese, questo seida di un generale che protegge
-i briganti, questo polemista, che va in casa altrui,
-ad impossessarsi di trofei.
-</p>
-
-<p>
-Avverto però che non rileverò le accuse contro gli
-Ebrei che il bey ripete, se già in altra parte di questo
-libro io abbia avuto ad occuparmene:
-</p>
-
-<p>
-A pag. 13 accusa l'Ebreo di mancare d'amor proprio
-e soggiunge: “se voi l'insultate non ne farà caso alcuno.”
-Chi ha vissuto in società sa che vi sono Cristiani
-ed Ebrei assai suscettibili in materia d'onore, e Cristiani
-ed Ebrei privi di amor proprio: io, per esempio, conosco
-un bey, che professò tutte le religioni meno l'ebraica, e
-che non si risentì quando il prof. Ottolenghi lo minacciò
-per le stampe di prenderlo a pedate... nel beylicato.
-</p>
-
-<p>
-Del resto questo bey ha, fra le tante sue virtù, quella
-di veder sempre il fuscello che è nell'occhio dell'Ebreo e
-di non veder mai la trave che è nel suo.
-</p>
-
-<p>
-Se così non fosse, come oserebbe questo bey accusare
-gli Ebrei di essere insensibili ad ogni soddisfazione di
-amor proprio, e soltanto avidi di denaro, ricordandosi di
-aver scritto a pag. 216 di un altro suo libello, <cite>gli Inglesi
-in Oriente</cite>, queste precise parole:
-</p>
-
-<p>
-“La stampa in Londra (<em>dice lui</em>), fu unanime a riscontrarvi
-dei meriti, (<em>in una sua opera</em>); questa fu
-la sola soddisfazione e il solo vantaggio, a ricompensa
-delle mie fatiche, un centinaio di sterline m'avrebbe meglio
-pagato.”
-</p>
-
-<p>
-Ebreo d'un bey!
-</p>
-
-<p>
-E se avesse meglio pensato ai casi suoi come avrebbe
-<span class="pageno" title="252" id="page-252"></span>
-potuto scrivere a pag. 41 della sua compassionevole catilinaria
-contro gli Ebrei queste parole: “Gli Ebrei meriterebbero
-che si stigmatizzassero (<em>sintassi beylicale!</em>)
-col nome di lupi sotto pelle d'agnello; perchè in fin dei
-conti, tale è il nome che si deve dare a coloro che
-pretendono aver in una volta due nazionalità distinte.”
-</p>
-
-<p>
-Nessun professore, ebreo o cristiano, potrebbe minacciare
-impunemente un lupo di pigliarlo a pedate; l'agnello
-è tipo di mansuetudine; io non farò dunque a quelle brave
-bestie il torto di paragonarle a chi so io; ma, ti domando,
-o bey, se chi ha in una volta due nazionalità distinte
-deve paragonarsi ad un lupo mascherato d'agnello, a che
-si deve paragonare un bey che&nbsp;—&nbsp;avuta l'immeritata fortuna
-di nascere suddito inglese&nbsp;—&nbsp;pianta un bel giorno
-in asso patria e religione e diventa prima diplomatico
-turco, poi mussulmano, poi ufficiale turco, finchè un bel
-e giorno, piantata anche la Turchia, offre prima la sua nobilissima
-spada ai Candioti che non sanno che farsene, e
-poi la vende, per pochi copecchi, al Governo russo?
-</p>
-
-<p>
-Per siffatte palinodie il regno animale non offre paragoni,
-ma la nobiltà di carattere che le inspira è quella
-che si suole volgarmente attribuire ai rettili.
-</p>
-
-<p>
-Ma questo spaccamontagne di bey ha una faccia tosta
-tutta sua per asserire senza provare; si vede proprio che
-le sue imprese militari, al servizio di generali che proteggevano
-i briganti, non gli hanno lasciato tempo di
-apprendere il <i class="quo" xml:lang="la">quod gratis asseritur,
-gratis negatur</i>.
-</p>
-
-<p>
-A pag. 30, per esempio, egli mi caccia là l'osservazione
-che gli Ebrei non hanno mai fatto grande paura ai loro
-conquistatori, i Romani.
-</p>
-
-<p>
-Ecco, dirò: io non sono un bey; io non ho al mio servizio
-tre o quattro nazionalità diverse ed altrettante religioni,
-ma un po' di storia, umilmente, l'ho studiata anch'io,
-e credo che nessuno mi smentirà se dirò che, malgrado
-<span class="pageno" title="253" id="page-253"></span>
-le asserzioni di tutti i bey del mondo, gli Ebrei
-seppero tenere in scacco per lungo tempo dinanzi a Gerusalemme
-quella potenza romana che pur faceva piegar
-tutto dinanzi a sè, tanto che Tacito,&nbsp;—&nbsp;sa il bey chi è
-Tacito?&nbsp;—&nbsp;ebbe a scrivere:
-<i class="quo" xml:lang="la">Augebat ira quod soli Judæi non
-cessissent</i>&nbsp;<a id="FNa_338"></a><a href="#Fn_338" class="fna">(338)</a>.
-E lo stesso Tacito, a proposito di
-quegli Ebrei, che il nostro bey taccia di vili o poco meno,
-dice
-altrove&nbsp;<a id="FNa_339"></a><a href="#Fn_339" class="fna">(339)</a>
-che non temevano la morte; e lo provarono
-del resto, in quelle guerre, i difensori di Massada
-che, anzichè cedere alle armi romane, scannarono prima
-le loro donne ed i loro fanciulli, poi si uccisero scambievolmente.
-</p>
-
-<p>
-Eroismo barbaro, se vogliamo, ma di cui non sono
-certo capaci i bey mercenari che servono, contro la loro
-patria, generali che proteggono i briganti.
-</p>
-
-<p>
-Ma non creda il grafomane bey che noi vogliamo fargli
-l'onore di seguire passo a passo la sua tantafera; come
-pigliar sul serio l'esposizione <em xml:lang="la">ad usum bey</em> che egli fa
-della storia biblica? Aspetteremo ad occuparcene che egli
-abbia scoperto la storia dei Filistei e quella dei Faraoni,
-di cui deplora la mancanza e quando egli, dopo averla
-scoperta ed illustrata, ci avrà mostrato la verità delle sue
-gratuite deduzioni, allora soltanto consentiremo ad
-occuparcene.
-</p>
-
-<p>
-Intanto gli diciamo una cosa sola: se egli professava
-nel quarto d'ora in cui scriveva, una religione&nbsp;—&nbsp;questo
-bey ne cambia più spesso che di camicie&nbsp;—&nbsp;che ammette
-la Rivelazione, la sua raffazzonatura della storia biblica è
-empia; se egli non l'ammette, empietà per empietà, leggeremo
-più volontieri i libri del Voltaire che, almeno, riboccano
-<span class="pageno" title="254" id="page-254"></span>
-di quello spirito che manca completamente negli
-sproloqui beylicali.
-</p>
-
-<p>
-Del resto, a che occuparsi degli spropositi storici di
-questo spaccamontagne cosmopolita, quando essi non son
-messi là che per provare un asserto incomprensibile?
-</p>
-
-<p>
-Ciò che il bey vuoi provare è questo:
-</p>
-
-<p>
-“L'interesse costituisce un centro verso il quale convergono
-le aspirazioni e le ingordigie umane; dunque
-il suo possesso equivale al dominio universale.”
-</p>
-
-<p>
-Se tu, o bey, sei <em>maggiore</em> come scrittore, compiango
-i briganti che tu dovevi proteggere per ordine del tuo
-degno generale.
-</p>
-
-<p>
-Più ho letto quel periodo, e meno l'ho capito. C'è un
-<em>suo</em> sopratutto che non posso capire a che cosa si riferisca,
-e sì che bramerei saperlo, perchè saprei allora cosa
-occorra possedere per ottenere, <em xml:lang="la">secundum</em> bey, il dominio
-universale.
-</p>
-
-<p>
-Un'altra accusa, tu, o bey, fai agli Ebrei. A tuo poco
-illuminato giudizio, essi hanno eretto ad assioma il principio
-dell'antagonismo perpetuo fra gli uomini. Stammi a
-sentire, o bey. Un certo Plauto, che nel
-<cite xml:lang="la">Miles gloriosus</cite>
-ha fatto la satira ad un bey del suo tempo, ha lasciato
-scritto in un'altra sua commedia:
-<i class="quo" xml:lang="la">homo homini lupus</i>, e
-Plauto non era ebreo, che io sappia. Un sommo pensatore
-francese che, anche senza esser bey, aveva pure qualche
-valore, ha scritto un intiero capitolo col titolo:
-<i class="quo" xml:lang="fr">Le
-proufit de l'un est dommage de
-l'aultre</i>&nbsp;<a id="FNa_340"></a><a href="#Fn_340" class="fna">(340)</a>,
-e Montaigne non era ebreo.
-</p>
-
-<p>
-Ai tempi nostri una scienza è sorta per mostrare agli
-<span class="pageno" title="255" id="page-255"></span>
-uomini che il loro ben inteso interesse consiste nell'armonia,
-una scienza che, indagando le ragioni del progressivo
-sviluppo dei popoli, ha posto in chiaro la falsità degli
-apotemi del commediografo pagano e del pensatore francese;
-e questa scienza, che è l'Economia Politica, conta
-fra i suoi maestri molti, moltissimi Ebrei e nessun bey;
-tanto è vero che nell'<cite xml:lang="fr">Antisémitique</cite>
-del 27 ottobre u. s.
-un tal Joseph Roland, in mezzo a molte serque di spropositi,
-ebbe a scrivere questa verità sacrosanta:
-<i class="quo" xml:lang="fr">La science économique est juive.</i>
-</p>
-
-<p>
-E già che ho nominato l'<cite xml:lang="fr">Antisémitique</cite>, me ne valgo
-per opporlo ad un'altra tua asserzione. Non sono inglese,
-ma provo un certo gusto a far combattere le bestie.
-</p>
-
-<p>
-A pagina 34 tu scrivi: “La solidarietà ebraica è tale,
-che se voi toccate un ebreo, gli ebrei delle cinque parti
-del mondo si levano ritti come un sol uomo.”
-</p>
-
-<p>
-Leggi, o deliziosissimo bey, un articolo pubblicato
-nell'<cite xml:lang="fr">Antisémitique</cite>
-del 26 ottobre intitolato: <cite xml:lang="fr">Les juifs peints
-par eux-mêmes</cite>, e firmato da un tale che si dice <i>Ben
-Joudi</i>, e che probabilmente è tanto Ben Joudi quanto tu
-sei <em>bey</em>, che finisce con queste parole: “Récompense honnête
-à qui pourra me dire où reste ce bel adage: Tous
-les juifs se soutiennent entre eux.”
-</p>
-
-<p>
-Mettetevi d'accordo, dirò anch'io col Giusti, e per non
-far al diavolo di troppo brutti augurî, non finirò il verso.
-</p>
-
-<p>
-Del resto, o simpatico bey, tu hai un modo di argomentare
-tutto tuo. Quando ti conviene mostrare che gli
-Ebrei dominano dovunque nella politica, tu scrivi che
-Arnim è un semita, ciò che è falso; che Castellar è un
-semita, ciò che è falso; che Thiers, Odilon Barrot, Jules
-Simon, Léon Say, sono semiti, ciò che è falso, falsissimo,
-arcifalso. Non posso provarti che tutti coloro che ho nominato
-sono cristiani, ma dal momento che tu li qualifichi
-di semiti sta a te a darne le prove. Pel solo Say ti dirò,
-<span class="pageno" title="256" id="page-256"></span>
-che chiunque ha occupato il suo tempo altrimenti che penetrando
-nelle altrui case per impadronirsi di trofei, sa
-che Léon Say discende da una nobile e gloriosa famiglia
-di protestanti svizzeri.
-</p>
-
-<p>
-Ma per te, o bey, che consideri arte lecita di polemica
-l'impadronirti di trofei, la menzogna è peccato veniale;
-per ciò mi limiterò a farti odorare, col tuo beylicale naso,
-un'altra sola delle sozzure che tu hai seminato nel tuo
-<a id="libricciatolo"></a>libricciattolo.
-</p>
-
-<p>
-Tu dici che Blanc, il celebre fondatore del Casino di
-Montecarlo, è un ebreo. Menzogna altrettanto spudorata,
-quanto quella di certi giornali che vanno insinuando esser
-la casa di giuoco di Montecarlo sorretta dai Gesuiti.
-Blanc non fu mai ebreo; è un cristiano cattolico apostolico
-romano, come potrà fartene fede tutta Parigi. E ciò
-dico non per far ricadere la colpa della speculazione del
-Blanc su tutti i suoi correligionari, perchè questo modo
-di argomentare non è lecito che ad un bey, ma pel gusto
-di darti una volta di più del mentitore sfacciato.
-</p>
-
-<p>
-Un'altra sciocchezza, un'altra menzogna tu dici nel
-tuo libricciattolo.
-</p>
-
-<p>
-A pagina 38 tu scrivi: che fra le differenti industrie
-cui si dedicarono gli Ebrei non havvene una che abbia
-contribuito al benessere sociale.
-</p>
-
-<p>
-Quale sia stata l'influenza economica degli Ebrei, ho
-dimostrato alla gente seria, in un precedente capitolo, con
-argomenti serî.
-</p>
-
-<p>
-Ora voglio dimostrarlo con argomenti tratti dal tuo
-ridicolo libro.
-</p>
-
-<p>
-Non ti dirò che la più disonesta fra le industrie degli
-Ebrei è migliore di quella dello sgherro di ogni tirannide,
-del sicario della penna, dell'agente segreto del Governo
-russo, ma domanderò, non a te che scrivi senza capire
-ciò che ti si fa scrivere, ma a chi ha un dito di buon senso,
-<span class="pageno" title="257" id="page-257"></span>
-come è conciliabile tale tua asserzione con quanto scrivi
-a pag. 50 “gli ebrei si dedicarono alla medicina, alla
-letteratura, all'istruzione pubblica, al giornalismo.”
-</p>
-
-<p>
-Capisco che tu non debba ammettere che la medicina
-<em>contribuisca al benessere sociale</em>; tu devi dirti che i medici
-dell'ospedale di Salerno, che hanno salvato la tua
-vita, che non vale una buccia di fico, giovano assai meno
-al <em>benessere sociale</em> del veterinario che guarisce un somarello
-che vale cinquanta lire; capisco che per un dotto
-della tua specie letteratura, istruzione pubblica, giornalismo,
-sieno arti improduttive; ma non capisco come tu
-non comprenda che se gli Ebrei, come tu stesso confessi
-a pag. 39, <em>infestavano</em> gli Stati italiani quando questi
-erano prosperi e ricchi è perchè, checchè tu ne blateri,
-gli Ebrei sono fattori di prosperità e di ricchezza e tutti
-gli esempi che tu adduci in quella pagina provano contro
-di te: non è che gli Ebrei calassero, come cavallette
-voraci, nei paesi prosperi e ricchi per divorarli, perchè,
-in quei tempi di cui tu invochi il ritorno, gli Stati non
-accoglievano gli Ebrei se non ne avevano bisogno, ma è
-che colla loro attività e con quelle virtù che tu stesso,
-esagerando perchè ti fa comodo, riconosci loro, concorrevano
-potentemente a creare questa prosperità, questa
-ricchezza.
-</p>
-
-<p>
-E passo ad altro, scorrendo il tuo libro senz'ordine,
-ma come vien viene, perchè davvero non merita di più.
-</p>
-
-<p>
-A pagina 70 tu hai l'impudenza di venirla a fare da
-maestro a noi italiani e di rimproverarci, perchè nelle
-nostre assemblee legislative è fatta agli Ebrei una parte
-troppo preponderante.
-</p>
-
-<p>
-Potrei risponderti che in Italia scegliamo i nostri deputati
-ed i nostri senatori basandoci sul valore morale
-ed intellettuale delle persone e senza preoccuparci della
-loro religione e, sopratutto senza darci il menomo pensiero
-<span class="pageno" title="258" id="page-258"></span>
-di ciò che ne pensa il più sconclusionato di tutti
-i bey.
-</p>
-
-<p>
-Ma preferisco risponderti con un argomento <em xml:lang="la">ad hominem</em>.
-Come tra gli Ebrei vi sono dei bricconi, così anche tra
-i bey ci sono delle persone ammodo. Ed una di queste,
-il comm. Paternostro-bey, fu prima deputato e poi senatore
-del Regno d'Italia. Ti parrebbe logico se qualcuno
-ragionasse così: in Italia non ci sono che due bey, Osman
-Seify bey, che non osa portare il suo vero nome ed il
-suo vero titolo di Conte Millingen, e Paternostro-bey, fior
-di gentiluomo, che si è sempre chiamato così. Ora due
-bey sopra 28,459,451 abitanti, non hanno diritto a nessuna
-rappresentanza, per ciò la presenza di un bey fra
-i legislatori italiani è contraria al diritto costituzionale.
-</p>
-
-<p>
-Io non so cosa tu penseresti di chi ragionasse così,
-so che noi italiani lo chiameremmo un matto.
-</p>
-
-<p>
-Un'ultima gemma però voglio rilevare nel tuo libricciattolo.
-A pag. 42 tu scrivi: “Crémieux e Armand Levy,
-due celebrità israelitiche del nostro tempo, hanno categoricamente
-dichiarato ch'essi sono fieri di esser ebrei
-fino all'estremità delle unghie. Evidentemente, siccome
-al di là dell'estremità delle unghie non vi è gran
-che, la nazionalità francese deve trovarsi molto incomoda
-in simili individui.”
-</p>
-
-<p>
-Bisognava proprio che tu li insozzassi colla tua immonda
-bava, perchè io pigliassi a difendere il Crémieux,
-che come repubblicano non mi è punto simpatico, il Levy,
-che come comunardo mi è addirittura odioso; ma qui
-non facciamo della politica.
-</p>
-
-<p>
-Sicchè ti ricordo che un illustre patrizio e letterato
-italiano, il conte Tullio Dandolo, abbiatico di un ebreo battezzato
-e padre di quei due Dandolo, il cui nome è legato
-alla eroica difesa di Roma nel 1849, aveva assunto
-per divisa: “Prima sono cattolico e poi italiano”; e
-<span class="pageno" title="259" id="page-259"></span>
-nessuno pensò mai che in Dandolo la religione fosse ostacolo
-alla nazionalità. Ma tu che hai avuto il merito
-di far sì che il professore Ottolenghi potesse vantarsi
-di minacciare di pedate, nella tua persona, cinque o sei
-religioni e cinque o sei nazionalità diverse, certe cose non
-le puoi sapere.
-</p>
-
-<p>
-Ed ora prendo commiato da te perchè, pur intendendo
-discutere le tue calunnie contro
-l'<cite xml:lang="fr">Alliance Israélite Universelle</cite>,
-non intendo di mescolare il tuo nome a quello
-di cose serie; ti do per altro un ultimo salutare consiglio:
-se mai il Governo russo ti sopprime il <em>backscich</em>,
-va in Ungheria; fra gli eredi degli Unni potrai far fortuna:
-ma in Italia abbiamo abbastanza dei matti di casa
-per pigliarci cura dei matti forestieri.
-</p>
-
-<p>
-Senza rancore, bey!
-</p>
-
-<div class="thought-break">
-<p class="center">*<br/>*&nbsp;*</p>
-</div>
-
-<p>
-Nel 1860 venne fondata a Parigi l'<cite xml:lang="fr">Alliance Israélite
-Universelle</cite> col triplice scopo:
-</p>
-
-<p>
-1º Di lavorare dovunque per l'emancipazione e pel
-progresso morale degli Israeliti;
-</p>
-
-<p>
-2º Di prestar un appoggio efficace a quanti soffrono
-per la loro qualità di Israeliti;
-</p>
-
-<p>
-3º Di incoraggiare ogni pubblicazione adatta a produrre
-questo risultato.
-</p>
-
-<p>
-A questa società si vanno muovendo dagli antisemiti
-le più atroci e sconclusionate accuse; le si rimprovera
-di non aver in nessun paese esistenza legale, di essere
-una società segreta, di costituire uno Stato nello Stato,
-di creare fra i suoi affigliati una incompatibilità fra i
-doveri di cittadino e quelli di socio; e perchè la nota allegra
-non debba mancare le si rimprovera persino il suo
-emblema, che consiste in una figura allegorica rappresentante
-<span class="pageno" title="260" id="page-260"></span>
-il globo sormontato dalle tavole della legge, quasichè
-l'Alleanza aspirasse al dominio dell'Universo.
-</p>
-
-<p>
-Non so davvero quale persona seria potrebbe far colpa
-ad una associazione, di un emblema che significasse il desiderio
-di condurre il mondo all'osservanza del decalogo.
-Cristiani ed Ebrei abbiamo tutti egualmente sacra quella
-divina legge che il Redentore è venuto a perfezionare,
-non a mutare, sicchè le tavole della legge prese ad emblema
-altro non significano che la speranza nel trionfo
-della legge di Dio senza allusione a nessuna speciale confessione.
-</p>
-
-<p>
-Ma le tavole della legge poste sopra il globo nel suggello
-dell'<cite xml:lang="fr">Alliance</cite>, significano proprio tutto ciò o non
-piuttosto che quel sodalizio, fedele al suo titolo di universale,
-vuole estendere la sua azione dovunque vi sia un
-Ebreo da proteggere e da educare?
-</p>
-
-<p>
-Ed inteso così nel suo vero senso l'emblema e lo scopo
-dell'<cite xml:lang="fr">Alliance</cite>, qual più severo indagatore
-troverà in essa qualche cosa da biasimare?
-</p>
-
-<p>
-Ogni religione ha sodalizi propri intesi a propagare
-la sua fede, a difendere i suoi addetti.
-</p>
-
-<p>
-Il cattolicismo ha la sua <cite xml:lang="fr">Société pour la propagation
-de la foie</cite>, che non va confusa colla
-<cite xml:lang="la">Propaganda fide</cite> di
-Roma; il protestantesimo ha le sue Società bibliche e le
-une e le altre rendono immensi servigi alla causa della
-civiltà e maggiori ne renderebbero se anzichè combattersi
-tra loro consentissero ad esercitare la loro azione in
-paesi differenti.
-</p>
-
-<p>
-Il mosaismo, più modesto, ha la sua <cite xml:lang="fr">Alliance</cite> che non
-si propone scopo di propaganda, ma soltanto di difesa, di
-protezione, d'educazione.
-</p>
-
-<p>
-In molti e molti paesi le condizioni morali dell'Ebreo
-sono lungi dall'essere prospere; per quel circolo vizioso
-cui abbiamo accennato altrove, l'Ebreo dove è più umiliato
-<span class="pageno" title="261" id="page-261"></span>
-e maltrattato è anche meno civile, meno adatto a
-fondersi colle popolazioni tra cui vive.
-</p>
-
-<p>
-Gli Ebrei di Francia, d'Italia, d'Inghilterra, del mondo
-civile insomma, potevano fare opera più nobile che costituirsi
-in sodalizio per proteggere questi loro sventurati
-correligionari, per educarli, per renderli migliori e
-preparare così quell'auspicato giorno, in cui, compiuta dovunque
-l'opera d'incivilimento degli Ebrei, cadranno di
-necessità le barriere che li separano dai loro concittadini?
-</p>
-
-<p>
-L'<cite xml:lang="fr">Alliance</cite> che si è prefissa il
-generoso intento agisce
-alla piena luce del sole; i suoi bollettini regolarmente
-pubblicati fanno fede che i mezzi da essa impiegati sono:
-l'istituzione di scuole, la diffusione di buoni libri, i soccorsi
-ad intraprese di colonizzazione o di emigrazione,
-tutti quei mezzi insomma che condur possono allo scopo
-surriferito.
-</p>
-
-<p>
-Tacciare l'<cite xml:lang="fr">Alliance</cite> di società segreta è mostrare di
-ignorare o cosa essa realmente sia, o cosa significhi società
-segreta.
-</p>
-
-<p>
-Accusarla di non aver esistenza legale in nessun paese
-è sciocchezza e peggio. Italiano, scrivo in Italia e per
-italiani, e fra noi, tutti sanno che nessuna società ha
-d'uopo di avere esistenza legale se non si propone di
-acquistare beni stabili. Perchè dunque
-l'<cite xml:lang="fr">Alliance</cite> si esporrebbe
-a spese inutili per essere legalmente costituita in
-ente morale quando pei suoi scopi non ha nessun bisogno
-di fare uso dei diritti che da questa costituzione
-scaturiscono, tanto più quando è notorio che se domani
-una ragione qualsiasi le imponesse di farsi giuridicamente
-riconoscere, essa non incontrerebbe il più piccolo
-ostacolo?
-</p>
-
-<p>
-Ma l'<cite xml:lang="fr">Alliance</cite> tratta da paro a paro coi Governi, essa
-invia dei <em xml:lang="la">memorandum</em> ai ministri che si permettono
-persino di risponderle, essa crea uno Stato nello Stato.
-</p>
-
-<div>
-<span class="pageno" title="262" id="page-262"></span>
-</div>
-
-<p>
-Ricordiamo che ai tempi di S. M. Re Carlo Alberto
-il Magnanimo, la figlia di un ex-diplomatico olandese passò
-in Torino, malgrado la volontà paterna, dalla religione
-protestante alla cattolica.
-</p>
-
-<p>
-Ciò dette luogo a proteste diplomatiche dell'Olanda non
-solo, ma di tutti gli Stati protestanti. Ora è evidente
-che se l'Olanda in questo caso agiva, indipendentemente
-anche da ogni idea religiosa, per difendere l'autorità paterna
-di un suo suddito, di un suo rappresentante, gli
-altri Stati protestanti non avevano nessuna veste per
-intervenire nella questione, da quella infuori della loro
-qualità di protestanti.
-</p>
-
-<p>
-Che meraviglia dunque se gli Ebrei che non hanno
-nessun Governo che li rappresenti officialmente, pensarono
-di costituire un sodalizio il quale colla sola forza
-della persuasione, dell'appello alla pubblica opinione, tuteli
-i loro interessi religiosi?
-</p>
-
-<p>
-E chi non sa che nel secolo nostro la forza delle associazioni
-è tale, che ogni sodalizio, per poco importante
-che sia, ha facile mezzo di far pervenire ai Governi le
-proprie rimostranze. Sono Stati negli Stati, le società
-geografiche e commerciali, i sodalizi operai e quegli altri
-infiniti Corpi morali che non si peritano di indrizzare memorie
-a Governi e Parlamenti, forti della coscienza di
-aver solidali nelle loro domande tutti gli ascritti al sodalizio?
-</p>
-
-<p>
-Perchè gli Ebrei soltanto dovrebbero essere esclusi dal
-diritto di associarsi per la tutela dei loro interessi religiosi
-quand'anche i Governi che più combattono il così
-detto clericalismo, permettono le società per gli interessi
-cattolici?
-</p>
-
-<p>
-Prevediamo un'obbiezione desunta dal carattere internazionale
-dell'<cite xml:lang="fr">Alliance</cite>; ci si dirà:
-l'<cite xml:lang="fr">Alliance</cite> ha carattere
-essenzialmente internazionale, accoglie soci di ogni paese
-<span class="pageno" title="263" id="page-263"></span>
-ed in ogni paese esercita la sua azione; chi vi è ascritto,
-chi ne è protetto specialmente, rimane in certa guisa
-suo suddito e partecipa quindi quasi di una doppia sudditanza.
-</p>
-
-<p>
-È la stessa sciocca accusa che si muove agli ordini
-religiosi, sicchè non mi meraviglierei che qualcuno parodiando
-la celebre frase, pronunciata contro i Gesuiti nel
-<cite xml:lang="fr">Procès de tendance</cite> del 1825, dicesse che
-l'<i class="quo" xml:lang="fr">Alliance est
-une épée dont la poignée est a Paris et la pointe
-partout</i>.
-</p>
-
-<p>
-Questo modo di argomentare proviene da un residuo
-involontario di vecchie idee che ormai hanno fatto il loro
-tempo. Si credette che lo Stato avesse diritto anche sulla
-coscienza del cittadino; da qui gli sforzi brutali dei Governi
-per conseguire l'unità della fede, perseguitando i
-protestanti come in Francia ed in Ispagna, i cattolici
-come in Inghilterra ed in Isvezia.
-</p>
-
-<p>
-Ammesso il principio della libertà di coscienza, si capisce
-che un inglese può obbedire alla Santa Sede in
-tutto quanto concerne le questioni religiose, pur rimanendo
-tanto buon inglese da poter essere come Lord
-Ripon, vicerè delle Indie.
-</p>
-
-<p>
-Ma si noti che l'<cite xml:lang="fr">Alliance</cite> non avendo altri scopi che
-quelli infuori che ho accennato, non impone ai suoi soci
-il più piccolo dovere, tranne quello di pagare una quota
-annua di sei lire; quanto alla protezione che essa accorda
-a tutti gli Ebrei, sieno o non sieno ascritti al suo
-sodalizio, essa non può esplicarsi che nelle forme e nei
-modi consentiti dalle leggi dei diversi paesi, sicchè è
-tanto assurdo il voler dire che l'<cite xml:lang="fr">Alliance</cite>
-costituisce un
-pericolo per gli Stati anche i più deboli, quanto il credere
-che l'Inghilterra possa veder indebolita la sua potenza
-dagli scritti di un Osman bey.
-</p>
-
-<p>
-Intendiamoci però bene, l'<cite xml:lang="fr">Alliance</cite> non è un pericolo
-<span class="pageno" title="264" id="page-264"></span>
-per nessuno Stato, ma essa, come tutti i sodalizi che si
-propongono uno scopo retto ed onesto, ha, dietro di sè l'opinione
-pubblica e questa anche da sola e senza il soccorso
-dell'<cite xml:lang="fr">Alliance</cite> finisce per trionfare
-di tutto quanto si
-oppone al vero progresso.
-</p>
-
-<p>
-E certamente non fu per paura dell'<cite xml:lang="fr">Alliance</cite>, ma per
-paura dell'opinione pubblica, che Coloman Tisza, il Presidente
-del Consiglio dei ministri ungheresi ebbe a dichiarare
-al suo collega della giustizia che il famoso processo
-di <em>Tisza Esslar</em>, in cui figuravano ex-galeotti
-divenuti giudici, avea reso la
-<i class="quo" xml:lang="fr">Hongrie la risée de l'Europe</i>.
-</p>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_335"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_335"><span class="label">(335)</span></a>
-Venezia, Favaj, 1882.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_336"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_336"><span class="label">(336)</span></a>
-Veggasi un opuscolo, omai rarissimo, di suo padre, il
-dottor Millingen, <cite xml:lang="en">Arbitrary detention of three Protestant
-children</cite>.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_337"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_337"><span class="label">(337)</span></a>
-<cite>Gli Inglesi in Oriente</cite>, p. 240.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_338"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_338"><span class="label">(338)</span></a>
-<cite xml:lang="la">Hist.</cite>, lib <span class="sc num">v</span>, § 10.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_339"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_339"><span class="label">(339)</span></a>
-§ 5.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_340"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_340"><span class="label">(340)</span></a>
-<span class="sc aut">Montaigne</span>, <cite xml:lang="fr">Essais</cite>,
-lib. <span class="sc num">i</span>, cap. 21. Nello stesso capitolo
-si legge: <i class="quo" xml:lang="fr">Il ne se faict
-aulcun profit qu'au dommage d'aultruy.</i>
-</p>
-</div>
-
-<h3 class="lungo" id="tit-10">
-<a href="#ritit-10">5º <cite>Il sangue cristiano nei riti ebraici della moderna
-sinagoga. Rivelazioni di Neofito ex-Rabbino, monaco
-greco, per la prima volta pubblicato in Italia.</cite> Prato,
-1883.</a>
-</h3>
-
-<p>
-Il signor lettore si tranquillizzi, chè, prendendo a pretesto
-quest'opuscolo, non rientreremo nell'esame della calunnia
-già da noi, forse con soverchia abbondanza, discussa
-in altra parte del presente lavoro. Vogliamo soltanto
-spendere poche parole attorno a questo libro per
-dimostrarne il nessun
-valore&nbsp;<a id="FNa_341"></a><a href="#Fn_341" class="fna">(341)</a>.
-</p>
-
-<p>
-L'opuscolo, stampato, duole il dirlo, coll'<em xml:lang="la">Imprimatur</em>
-della Curia ecclesiastica di Prato, consta di 97 pagine;
-ma colla pagina 39 finisce la parte di cui intendiamo
-occuparci, il resto non essendo che una copia testuale
-delle articole della <cite>Civiltà Cattolica</cite>.
-</p>
-
-<div>
-<span class="pageno" title="265" id="page-265"></span>
-</div>
-
-<p>
-Le prime 39 pagine dunque contengono le pretese rivelazioni
-di un Rabbino moldavo convertito al cristianesimo
-e da lui pubblicate nel 1803.
-</p>
-
-<p>
-Secondo queste rivelazioni gli Ebrei farebbero un uso
-così frequente di sangue cristiano, che, se fosse vero,
-avrebbero dovuto finire collo spopolare il mondo.
-</p>
-
-<p>
-Ma di ciò, ripetiamo, non vogliamo occuparci. Vogliamo
-soltanto far rilevare che il preteso Rabbino non ha mai
-esistito.
-</p>
-
-<p>
-Infatti si comincia dall'editore stesso, col dire che tutte
-le traduzioni di questo libro sono rarissime, perchè fatte
-sparire dall'<em>oro ebreo!</em>
-</p>
-
-<p>
-Ciò sarà verissimo; ma, di grazia, perchè non cominciare
-dal dirci dove fu stampata l'edizione originale che,
-alla fin fine, non rimonta, secondo l'editore, che al 1803?
-</p>
-
-<p>
-Si sarebbe perduta persino la memoria della città, dove
-avvenne la pubblicazione?
-</p>
-
-<p>
-Quale era il nome ebraico dell'autore? L'editore non
-lo sa, o sapendolo, non lo dice.
-</p>
-
-<p>
-Quale era il suo nome da cristiano? mistero egualmente
-insoluto; <em>Neofito</em> non essendo un nome proprio ma
-significando soltanto un convertito al cristianesimo.
-</p>
-
-<p>
-Ora queste pretese rivelazioni, non avendo altro valore
-da quello infuori che deriva dalla affermazione dell'autore
-che dice di <em>aver veduto</em>, è necessario per aggiustarvi fede,
-sapere il nome dell'autore ed aver sottocchi l'originale
-sua deposizione.
-</p>
-
-<p>
-Invece lo stesso editore non ha mai veduto l'originale,
-non ne conosce che delle traduzioni, posteriori di
-30 anni alla pretesa edizione originale, e non soltanto
-non sa dirci il nome dell'autore, ma non può nemmeno
-farci sapere in che paese sia stata stampata l'edizione
-originale.
-</p>
-
-<p>
-Non occorre davvero essere nè un Magliabecchi, nè un
-<span class="pageno" title="266" id="page-266"></span>
-Muratori per riconoscere in tutto ciò i caratteri di una
-delle più volgari mistificazioni che mai siansi tentate nel
-mondo bibliografico. Ma quasi ciò non bastasse il libro
-stesso ci porge le prove le più evidenti che l'autore, non
-soltanto non era un Rabbino, ma ignorava i riti e i costumi
-degli Ebrei.
-</p>
-
-<p>
-A pagina 22 il preteso Rabbino dice gli Ebrei soggetti
-a malattie speciali. Oggi, nelle scuole, nei collegi, nelle
-caserme, nelle carceri, negli ospedali, ebrei e cristiani
-sono mescolati e nessuno ebbe mai contezza di tali malattie
-speciali. L'affermarne l'esistenza è prova certa che
-l'autore non fu mai ebreo, ma che invece partecipava a
-tutti i pregiudizii che il volgo nutre contro gli Ebrei.
-</p>
-
-<p>
-A pagina 27 afferma che “quando tra gli Ebrei si
-celebra il matrimonio, si preparano i contraenti con un
-digiuno rigoroso per ventiquattro ore, astenendosi perfino
-dall'acqua fino al tramonto del sole” e ciò pure è falso,
-falsissimo, come può affermarsi da chiunque conosca i riti
-degli Ebrei.
-</p>
-
-<p>
-A pagina 34 è detto “Quando io pervenni alla età
-di 13 anni, nella quale gli Ebrei sogliono imporre in
-capo ai loro figliuoli una corona che chiamano <em>corona
-di fortezza...</em>” Ed anche questo è falso. L'ebreo compiuti
-i 13 anni è religiosamente maggiorenne, ma le <em>corone
-di fortezza</em> non esistono che nella mente dell'autore.
-</p>
-
-<p>
-Ho scelto per citarle tra le molte falsità addotte dall'autore
-quelle soltanto che provano la sua ignoranza,
-non la sua mala fede, perocchè basta la sua ignoranza
-dei riti ebraici a provarne che l'autore non è un ex-Rabbino,
-e neppure un ex-ebreo.
-</p>
-
-<p>
-L'astio, l'interesse o qualsiasi altro motivo può spingere
-un neofita, Rabbino o no, a calunniare i suoi antichi
-correligionarii, ma egli si guarderà bene, a proposito di
-cose indifferenti, ed a tutti note dal cadere in inesattezze
-<span class="pageno" title="267" id="page-267"></span>
-che non giovano al suo scopo, ma nuocono togliendo
-credito alle altre sue affermazioni.
-</p>
-
-<p>
-Ed un'altra di tali inesattezze voglio segnalare:
-</p>
-
-<p>
-L'autore ignora che gli Ebrei usano tuttora il calendario
-lunare. Dice (pag. 29) che gli Ebrei piangono la
-distruzione del Tempio di Gerusalemme, avvenuta per
-opera di Tito, il 9 luglio e (pag. 30) che solennizzano
-l'anniversario del trionfo di Ester il 14 febbraio. Ora,
-invece, essi celebrano il primo di questi due anniversari
-il 9 del mese lunare di <em>ab</em>, ed il secondo il 14 del mese
-di <em>adar</em>; date che non si riproducono mai in uno stesso
-giorno dell'anno solare. Le pretese rivelazioni del Neofito
-essendo state, a quanto si dice, pubblicate nel 1803, abbiamo
-voluto verificare in qual giorno questi due anniversari
-cadevano in quell'anno e nell'anno precedente ed
-abbiamo trovato che nel 1802 il 9 di <em>ab</em> cadeva l'8 agosto,
-ed il 14 di <em>adar</em> il 18 marzo, e nel 1803 il primo
-il 28 luglio, il secondo l'8 marzo.
-</p>
-
-<p>
-Questo preteso Rabbino ignorava dunque persino il calendario
-ebraico!
-</p>
-
-<p>
-Da queste poche osservazioni ci sembra, a luce meridiana,
-provato che il preteso Rabbino Neofito, non ha mai
-esistito e che le pretese sue rivelazioni non sono che
-l'opera di un falsario il quale foggiò nel 1834 la traduzione
-di un libro che non fu mai scritto ed il cui autore
-non è mai vissuto. E credo che basti.
-</p>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_341"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_341"><span class="label">(341)</span></a>
-Veggasi quanto scrivemmo a <a href="#page-156">pag. 156</a>.
-</p>
-</div>
-
-
-<div class="blankpage">
-<span class="pageno" title="268" id="page-268"></span>
-</div>
-
-
-<div class="chapter">
-<span class="pageno" title="269" id="page-269"></span>
-</div>
-
-<h2 style="font-size: 250%; margin-top: 4em; margin-bottom: 4em;
- font-weight: normal;">
-DOCUMENTI
-</h2>
-
-<div class="blankpage" style="padding-bottom: 1em">
-<span class="pageno" title="270" id="page-270"></span>
-</div>
-
-<div class="chapter">
-<span class="pageno" title="271" id="page-271"></span>
-</div>
-
-<h2>
-AVVERTENZA
-</h2>
-
-<hr class="capitolo"/>
-
-<p>
-<i>Abbiamo raccolto sotto questa generica denominazione
-di documenti le narrazioni di varii
-processi sul preteso uso del sangue cristiano nei
-riti ebraici e le dichiarazioni di sovrani, principi
-e personaggi competenti sopra siffatta calunnia,
-nonchè un discorso dell'Eminentissimo Cardinale
-Manning, ed una memoria del principe Demidoff
-sulla questione semitica in Russia, e persino una
-leggenda talmudica intesa a far noto lo spirito
-di tolleranza cui si informarono, generalmente,
-i padri del Talmud.</i>
-</p>
-
-<p>
-<i>Aggiungeremo che molti fra i documenti che
-seguono sono tratti da un opuscolo pubblicato a
-Vienna nel 1883, col titolo:
-<cite class="norm" xml:lang="de">Die Blutbeschuldigung
-gegen die Juden von <a id="christlicher"></a>christlicher Seite
-beurtheilt</cite>.
-Al numero d'ordine, che precede questi documenti,
-facciamo seguire un asterisco.</i>
-</p>
-
-<div class="blankpage">
-<span class="pageno" title="272" id="page-272"></span>
-</div>
-
-<div class="chapter">
-<span class="pageno" title="273" id="page-273"></span>
-<img src="images/i003a.png" style="width: 100%" alt=""/>
-</div>
-
-<h2 class="nobreak" id="tit-11">
-<a href="#ritit-11"><span class="g">DOCUMENTI</span></a>
-</h2>
-
-<hr class="capitolo"/>
-
-<h3 id="tit-12">
-<a href="#ritit-12">I.</a>
-</h3>
-
-<p class="subtitle">
-La leggenda di Dama.
-</p>
-
-<p>
-Ci piace riprodurre questa leggenda talmudica la
-quale giova a mostrare come i dottori del Talmud riconoscessero
-che, anche nei pagani, potevano trovarsi
-virtù non comuni.
-</p>
-
-<blockquote>
-<p>
-Viveva in Ascalon un pagano per nome Dama, figlio di
-un certo Nedina, il quale era tutto in sul traffico di pietre
-preziose, e ne traeva discreti guadagni.
-</p>
-
-<p>Accadde una volta ch'egli trovossi abbondantemente provvisto
-appunto di quella qualità di gemme che il rito mosaico
-prescrive per l'efod (manto) del sommo sacerdote di Gerusalemme;
-nè era tanto facile che altra favorevole occasione gli
-si presentasse di venderle con profitto.
-</p>
-
-<p>Un giorno Dama vede entrare nella sua bottega i sapienti
-venerabili d'Israello, i quali con una certa inquietudine ed
-ansia che di leggieri traspariva dal loro volto, gli chieggono
-se per avventura tenesse ancora nel suo negozio di quella
-sorta di gemme che all'efod abbisognavano.
-</p>
-
-<div>
-<span class="pageno" title="274" id="page-274"></span>
-</div>
-
-<p>
-“Ascolta! soggiungevano i vecchi: appunto per provvedere
-il sacro manto di queste gemme che ora gli mancano, ci
-siamo mossi noi stessi in tutta fretta, per tema che da altri
-si frapponesse ritardo a compire questa pia provvista. Se tu
-ne sei fornito ben puoi dirti fortunato; però che poco c'importa
-del prezzo, purchè abbiamo al più tosto le gemme, e
-possiamo ritornare colà ove con tant'ansia siamo aspettati.”
-</p>
-
-<p>
-Giubilava il mercante a questa notizia e a questa proposta
-e tutto nel pensiero del grasso guadagno che ne avrebbe
-fatto, diede mano a quelle poche pietre preziose che gli stavano
-davanti, e presentatele ai sapienti d'Israello:
-</p>
-
-<p>
-“Signori! disse: osservate se queste si affanno al vostro
-bisogno, e tosto che ci saremo accordati nel prezzo, io spero
-di potere in sull'istante darvene quel numero che sarà nel
-desiderio vostro.”
-</p>
-
-<p>Le osservarono attentamente i saggi, e come le ebbero
-riscontrate eguali a quelle che il religioso rito prescrive,
-“È il caso nostro, risposero; ora parliamo del prezzo. Purchè
-non ci sia alcun ritardo nella rimissione delle pietre.”
-</p>
-
-<p>
-Ma quanto al prezzo non ebbero a discorrere nè a discutere
-lungamente, poichè dall'un canto eravi facile arrendevolezza
-a ben pagare, dall'altro l'offerto guadagno superava
-di gran lunga le concette speranze. Onde, conchiuso il contratto,
-“Aspettate alquanto, o signori; in sull'istante io
-sarò qui di ritorno colle gemme.”
-</p>
-
-<p>
-Tutto lieto della buona giornata, va per salire in sulle
-stanze e prendere dallo scrigno le riposte pietre. Lento lento
-però egli monta la scala, perocchè nella stanza appunto ove
-stava la preziosa arca, giaceva il vecchio padre infermiccio.
-Egli entra quasi in punta di piedi, e adagio adagio si accosta
-al letto per dargli notizia del buon contratto, e farsi rimettere
-la chiave dello scrigno che il vecchio timoroso teneva
-sempre presso di sè. Ma, o sorpresa! il vecchio dorme. Da
-lungo tempo non aveva più gustato riposo, ed ora era tutto
-immerso in dolce sopore.
-</p>
-
-<p>
-Il figlio contempla un momento con gioia quel riposo del
-padre; poi pensa alla chiave, e ricorda che il vecchio soleva
-<span class="pageno" title="275" id="page-275"></span>
-tenerla sotto al capo. Lo guarda ancora amorosamente, lo
-fissa immobile, poi dice fra sè stesso:&nbsp;—&nbsp;Pazienza! non si
-farà il contratto; ma io non disturberò il dolce riposo del
-padre mio.&nbsp;—
-</p>
-
-<p>
-Ridiscese lento lento la scala, e “Signori; disse ai sapienti,
-per ora io non posso rimettervi le gemme.”
-</p>
-
-<p>
-“Ma noi non possiamo aspettare, gli risposero tra indispettiti
-ed attoniti: o sull'istante, o ci rivolgeremo altrove.”
-</p>
-
-<p>
-“Avete ragione: duole assai anche a me; ma io non posso
-altro.”
-</p>
-
-<p>
-I saggi d'Israello se ne andarono; ma quando si venne
-a sapere la ragione del fatto, tutti lodarono il figliale rispetto
-di Dama.
-</p>
-
-<p>
-L'anno dopo nacque nella greggia di Dama, caso veramente
-raro, una giovenca tutta rossa senza macchia alcuna
-quale appunto era prescritta per un sacro rito
-mosaico&nbsp;<a id="FNa_342"></a><a href="#Fn_342" class="fna">(342)</a>.
-Tosto i sapienti d'Israello corsero in casa sua per farne acquisto.
-</p>
-
-<p>
-“Signori, disse egli, io so bene che nessun prezzo mi sarebbe
-da voi diniegato; ma a me basta soltanto che mi compensi
-della perdita che ho fatta l'anno scorso, per non mancare
-del debito mio verso il padre.”
-</p>
-
-<p>
-I Rabbini meditando su tutto questo fatto, dissero: “Quanti
-tesori di ricompensa non debbono aspettarsi i fedeli dalla misericordia
-di Dio, la quale dà il premio delle buone opere anche
-a coloro che non hanno accettata la santa legge?” (<cite>Talmud
-Kiduscim</cite>, cap. 1).
-</p>
-</blockquote>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_342"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_342"><span class="label">(342)</span></a>
-Veggasi il Pentateuco. <cite>Numeri</cite>, cap.
-<span class="sc num">xix</span>.
-</p>
-</div>
-
-<div class="chapter">
-<span class="pageno" title="276" id="page-276"></span>
-</div>
-
-<h3 id="tit-13" class="documento">
-<a href="#ritit-13">II. *</a>
-</h3>
-
-<p class="subtitle">
-Lettera patente dell'Imperatore Federico III
-</p>
-
-<p>
-Noi Federigo, per grazia di Dio, Imperatore Romano, ecc.
-</p>
-
- <p class="center"><i>Omissis</i></p>
-
-<p>
-.&nbsp;.&nbsp;.&nbsp;.&nbsp;.&nbsp;Abbiamo
-saputo che l'illustrissimo Margravio Carlo
-di Baden, conte di Sparheim, Nostro caro cognato e principe,
-pigliando motivo da contestazioni insorte fra taluni Ebrei e
-Cristiani, ha commesso, verso questi primi, atroci azioni, martorizzandoli
-in guisa che ne morirono, ed impadronendosi poi
-dei loro beni. Ora come abbiamo invitato il predetto Margravio
-a non più commettere simili atti da Noi non permessi,
-così invitiamo voi tutti a voler obbedire a questa Nostra Patente.
-Il predetto Margravio Carlo avendo agito in siffatta
-guisa senza motivo, ma, a quanto ci consta, per odio e per
-sospetto che essi Ebrei abbiano fatto uso di sangue cristiano
-di cui hanno assoluto bisogno e che perciò abbiano commesso
-dei delitti, richiamiamo la vostra attenzione su quanto siamo
-per dire. I nostri santi padri, i papi, hanno fatto studiare la cosa
-da dotti e da giurisperiti ed hanno dichiarato che tali misfatti
-sono infondati e proibiti, ed hanno vietato vi si aggiusti fede.
-Ci affrettiamo quindi a dichiarare che essi Ebrei sono, coi
-loro averi, sudditi del Nostro Imperial Dominio e che perciò
-ci saremmo affrettati di studiare le accuse lanciate contro
-di loro se veramente vi fosse stata giustizia nel procedere
-del Margravio e se non vi fossero stati altri motivi che lo indussero
-ad agire frettolosamente e senza farcene rapporto.
-Ripetiamo pertanto in tutta la sua forza la Nostra imperiale
-Volontà, che tutti si astengano da simili azioni non avendo
-<span class="pageno" title="277" id="page-277"></span>
-il Margravio avuto il diritto di agire come ha fatto, e mandino
-a Noi, cui tocca di giudicarne, ogni lagnanza. E questo
-ordiniamo seriamente, perchè tali ingiustizie non abbiano
-mai più a verificarsi, sicchè non dobbiamo più scrivere su
-tale argomento. Ordiniamo, poi, sotto pena di grave ammenda,
-si mettano subito in libertà gli Ebrei imprigionati e
-si restituiscano loro, conformemente a questa mia lettera
-imperiale, i loro averi. Tanto ordiniamo in forza dell'Imperial
-Nostro Diritto, e di più ordiniamo, al predetto Margravio,
-di pagare subito, alla Nostra Camera Imperiale, una multa
-di 100 marchi in oro fino, essendo nostra assoluta volontà,
-che se egli, o qualchedun altro, si dimostrasse disobbediente
-ed azzardasse, per nessuna ragione, di toccare, come già ha
-fatto, gli Ebrei od i loro beni, cadrebbe tosto in disgrazia.
-</p>
-
-<p>
-Il Margravio, e tutti con lui, sono invitati a proteggere
-in ogni guisa gli Ebrei del Nostro Impero, e nessuno in nessun
-paese, città, villaggio, borgo o distretto, possa permettersi
-di toccare loro od i loro beni se non vogliono cadere
-nella disgrazia nostra e dell'Impero e se vogliono evitare
-un'altra volta la succitata multa. Questa è assoluta volontà
-Nostra, ed eseguendola non vi mancherà la Nostra benigna
-grazia.
-</p>
-
-<p>
-Dato a Volkmark, suggellato col Nostro Imperiale Suggello,
-il venerdì avanti il giorno di San Giovanni, dopo la nascita
-di Cristo 1470. Nel 31º anno del Nostro romano Regno, il
-19º dell'Impero ed il 13º del Regno Ungarico.
-</p>
-
-<p class="block-quote">
-(Giovanni Cristoforo Wagenseil,
-“<cite class="norm" xml:lang="de">Benachrichtigungen</cite>” ecc., pagine
-168&ndash;172).
-</p>
-
-<div class="chapter">
-<span class="pageno" title="278" id="page-278"></span>
-</div>
-
-<h3 id="tit-14" class="documento">
-<a href="#ritit-14">III.</a>
-</h3>
-
-<p class="subtitle">
-Lettera del Doge di Venezia, Pietro Mocenigo, al podestà
-e capitano di Padova.
-</p>
-
-<p class="block-quote" xml:lang="la">
-Rub. Pro Judeis in causa beati Simonis de Tridento.
-</p>
-
- <p class="block-quote destra">Cart. 14 retro.</p>
-
-<p xml:lang="la">
-Petrus mocenigo dei gratia dux Venetiarum etc. Nobilibus
-et sapientibus viris Antonio erizo de suo mandato potestati
-et Bertucio contareno capitaneo padue et successoribus suis
-fidelibus dilectis salutem et dilectionis affectum. Ad nostram
-pervenit notitiam quod ex causa cuinscumque rumoris dissipati
-scilicet in tridento inventum fuisse puerum necatum a
-Judeis illius loci molestantur et verberantur Judei habitantes
-in terris et locis nostris. Et quod absurdius est facto impetu
-a christianis soditis nostris aggredi illos et predari sursum
-deorsum commeantes. Queritur usque adeo ut transire de
-loco ad locum dubitent, ne cedantur et dispoliantur: cuius
-quidem temeritatis auctores et impulsores esse dicuntur quidam
-predicatores et etiam ipsi zaretanì contionem de his
-habentes in populo. Que res quantum nobis displiceat, quantum
-molesta et ingrata sit optime intelligere pro vestra
-prudentia potestis. Credimus certe rumorem ipsum de puero
-necato commentum esse et artem ad quem
-finem&nbsp;<a id="FNa_343"></a><a href="#Fn_343" class="fna">(343)</a> videant
-<span class="pageno" title="279" id="page-279"></span>
-et interpretentur alii. Nos vero volumus semper ut in terris
-et locis nostris Judei secure et impune inhabitarent: et omnis
-vis et iniuria absit ab illis non secus quod sit erga ceteros
-fideles et subditos nostros. Et si quis est qui aliter vel presumat
-vel cogitet, male nos et indignationem nostram novit.
-Et licet non dubitemus quod pro una circumspectione probe
-intelligatis ista non convenire: et presertim hoc tempore
-provideritis quod provisuri quod sitis nec in ista civitate et
-territorio nostro contra Judeos innovetur quodcumque dicta
-de causa. Tamen volumus et vobis mandamus ut sub severissimis
-penis providere debeatis, et talem operam dare quod
-secure et tute inhabitare voleant: et ut sursum deorsum ire
-et redire Judei omnes istic habitantes procedendo contra inobedientes
-et obviando ne a predicatoribus aut aliis excitetur
-populus ad tales insultus, quo nihil displicentius audire et
-intelligere possemus: has autem nostras literas in actis Cancellerie
-vestre ad futurorum memoriam registrare faciatis.
-</p>
-
-<p xml:lang="la">
-Datum in nostro ducali palatio
-</p>
-
-<p xml:lang="la">
-Die <span class="sc num">xxii</span> aprilis&nbsp;—&nbsp;Jndictione
-<span class="sc num">viii</span>, 1475.
-</p>
-
-<p class="block-quote">
-Copia tratta dal Registro originale della Cancelleria di Padova segnato
-col N. <span class="sc num">xxvi</span>&nbsp;—&nbsp;e chiamato
-<cite>Registro Verde</cite>. Si conserva nell'Archivio
-Antico annesso al Museo Civico.
-</p>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_343"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_343"><span class="label">(343)</span></a>
-A che fine? Risponda per noi un contemporaneo e precisamente
-un Sacramorus, ambasciatore milanese a Roma e Protonotario apostolico,
-il quale scrivendo da Roma, a Cicco Simonetta, segretario del
-Duca di Milano, in data 7 agosto 1475, vien fuori, a proposito di questo
-fatto, con queste precise parole: “... èt il prefato nostro Signore
-manda el vescovo de Ventimiglia a Trento per vedere et examinare
-questo che se scrive, acciò che se pur sia vero, e non sia appetito
-de qualche roba...” (Cfr.
-<cite>Bollettino Storico della Svizzera Italiana</cite>;
-anno <span class="sc num">iv</span>: gennaio-febbraio 1884, pag. 21).
-Il fine dunque si sospettava
-fin d'allora, ed era quello che noi siam sempre venuti dicendo:
-<i class="quo">Appetito
-de qualche roba</i>, come diceva quel buon Sacramorus, per non dire
-netto e schietto il desiderio di derubar le vittime, calunniandole.
-</p>
- <p class="foot destra">C. G.</p>
-</div>
-
-<div class="chapter">
-<span class="pageno" title="280" id="page-280"></span>
-</div>
-
-<h3 id="tit-15" class="documento">
-<a href="#ritit-15">IV.</a>
-</h3>
-
-<p class="subtitle">
-<strong>1479 .&nbsp;&nbsp;.&nbsp;&nbsp;. Aprile.</strong>
-</p>
-
-<p class="subtitlelungo">
-Carteggio relativo all'arresto di alcuni Ebrei della provincia
-di Pavia, falsamente imputati d'avere, nelle loro cerimonie,
-crocifisso un fanciullo cristiano; e dichiarazione di provata
-innocenza, emessa il 28 aprile 1479, da Bona e Giovanni
-Galeazzo Maria Sforza, con ordine di liberazione e resa dei
-beni
-confiscati&nbsp;<a id="FNa_344"></a><a href="#Fn_344" class="fna">(344)</a>.
-</p>
-
-<h4>
-1º
-</h4>
-
-<p>
-Illustrissimi et excellentissimi principes et domini domini
-mej metuendissimi. Aviso vostre excellentie qualiter noviter
-domino Antonino locumtenente del Cardinale ha dextenuto
-uno hebreo che sta in la tera dela Stratella per famiglo de
-uno Belhomo hebreo che sta in la terra de Arena, perchè el
-debe haver piglato uno puto et mandato al dicto Belhomo
-per fare le cerimonie deli hebrey, lo qual puto non se trova.
-El qual famiglo he stato examinato, et prout posso intendere
-ha confessato haver mandato esso puto al dicto Belhomo.
-Et intexo questo ho facto dextenire esso Belhomo: Et aziò
-se possa haver il vero dal dicto Belhomo bexognaria haver esso
-famiglo, et etiam la confessione per luy facta et li altri indicij
-per esso domino Antonino et seu il suo potestà assumpte,
-<span class="pageno" title="281" id="page-281"></span>
-aziò etiam possa intendere li complici et participi de
-tal delicto, et provvedere circha il punire similli errori, li
-quali non sono da tollerare. Per la qual cossa piaqua a vostre
-excellentie scrivere al dicto domino Antonino, me vogla dare
-nele mane cussi dicto famiglo, come la confessione sua et
-altri indicij circha ciò assumpto per intendere il vero; avisando
-esse vostre excellentie che più virilmente se procedarà
-nante a mi che al dicto domino Antonino, perchè etiam questo
-he uno officio, et vostre excellentie non debano tolerare
-me sia tolta la jurisdicione, la qual cosa etiam cedarà ad
-utillitate de vostre excellentie, ala qual humiliter me racomando.
-</p>
-
-<p class="docudata" xml:lang="la">
-Papie, <span class="sc num">xx</span> aprilis 1479.
-</p>
-
-<p class="testa" xml:lang="la">
-Earundem illustrissimarum et excellentissimarum dominationum,
-fidelis servitor
-</p>
-
-<p class="destra"><span class="sc aut">Johannes Calzavacha.</span></p>
-
-<p class="atergo" xml:lang="la">
-<i>A tergo.</i>&nbsp;—&nbsp;Illustrissimis et excellentissimis principibus et
-dominis dominis ducibus Mediolani et dominis meis metuendissimis.
-</p>
-
-<p>
-Mediolani&nbsp;—&nbsp;cito&nbsp;—&nbsp;cito.
-</p>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_344"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_344"><span class="label">(344)</span></a>
-Questi documenti, il cui originale esiste nell'Archivio di Stato di
-Milano, (<cite>Raccolta</cite> <cite class="sc">Ebrei</cite> 1479)
-vedono ora la luce per la prima volta.
-</p>
-<p class="destra">C. G.</p>
-</div>
-
-
-<h4>
-2º
-</h4>
-
-<p>
-Illustrissimi signori mei. Per una mia di <span class="sc num">xx</span>
-del presente
-avisaj vostre signorie illustrissime dela captura di uno ebreo
-facta per il locotenente del reverendissimo Cardinale di questa
-città, qual inculpava uno Belhomo pur ebreo che havea
-havuto nele mane uno puto christiano qual no se trova et
-se dubita lo habia facto morire, et pregava vostre illustrissime
-signorie facesero ch'io havese li indicij e la confessione
-di quelo ebreo era nelle mane di esso locotenente, aciò ch'io
-potese procedere contra dicto Belhomo, qual havea et ho nele
-mane luj e uno altro nominato Saya da Piasenza, quali examinandoli
-li ho trovati varij et mendazi. Pur il dicto Belhomo
-fin a questa hora sta sula negativa, ma invero dubito sia
-<span class="pageno" title="282" id="page-282"></span>
-culpevele. Ora in questa il locotenente del reverendissimo
-Cardinale m'ha presentato una littera de
-<span class="sc num">xxi</span> del presente
-di vostre illustrissime signorie, quale mi comandano deba
-vedere de havere dicto Belhomo nele mane et consignarlo
-al Capitaneo de Justicia de Milano, qual già duij dì fa, como
-ho scripto a prelibate vostre illustrissime signorie ho nele
-mane cum il cumpagno sopranominato, et como filiolo di ubedienza
-lo haveria de subito mandato ad esso capitaneo. Ma
-il locotenente ante me presentase le mie littre già havea
-facto intendere il tenore di queste littre a molti citadini
-quali di subito fycero convocare la provisione et hanno ellecto
-duy cittadini che hozi si partino per venire a vostre
-excellentie per obviare non si mandano, li quali som domino
-Ambrosio Pizono, et frate Boniforto Strazapata, et questa
-comunità m'ha facto grandissima instantia non manda dicto
-Belhomo finchè li ambasciatori loro non siano venuti da vostre
-excellentie, ma non seria già stato a sua richesta, ma
-il locotenente del Cardinale vene in previsione et dise che
-ante mandare il suo, volea venire prima lì, et così vene una
-a cum dicti ambasatori. Vedendo così mi som confidato de
-avisare prima prelibate vostre signorie di questo, ante lo
-mandi, qual tenerò in bona custodia donec vostre illustrissime
-signorie mi scriverano altro. Ho mandato ad Arena a
-fare fare discretione di tuti li beni del dicto Belhomo; e
-così ad investigare il vero ho dati certi tracti di corda al
-dicto Belhomo; pur non ha ancora voluto confessare. Ma se
-vostre illustrissime signorie mi lasaranno procedere non dubito
-trovare il vero. Ma non farò altro finchè vostre excellentie
-non me avisano di quanto habia a fare, quale ubedirò
-senza rispecto alcuno, et a quelle humilmente mi ricomando.
-</p>
-
-<p class="docudata" xml:lang="la">
-Papie, <span class="sc num">xxii</span> aprilis 1479.
-</p>
-
-<p class="testa" xml:lang="la">
-Earundem illustrissimarum et excellentissimarum dominationum.
-</p>
-
-<div class="destra testa">
- <div class="firma">
- <p class="center">Servitor</p>
- <p class="center"><span class="sc aut">Johannes Calzavacha.</span></p>
- </div>
-</div>
-
-<div>
-<span class="pageno" title="283" id="page-283"></span>
-</div>
-
-<p class="atergo" xml:lang="la">
-<i>A tergo.</i>&nbsp;—&nbsp;Illustrissimis et excellentissimis principibus
-et dominis dominis ducibus Mediolani etc, dominis meis metuendissimis
-etc.
-</p>
-
-<p>
-Mediolani,&nbsp;—&nbsp;cito&nbsp;—&nbsp;cito.
-</p>
-
-<h4>
-3º
-</h4>
-
-<p>
-Illustrissimi principes et excellentissimi domini domini
-singularissimi. Havemo inteso vostre signorie havere scripto
-al magnifico domino Comissario et Potestà di questa sua
-città, deba mandare in le mane del Capitaneo dela Justitia
-di quella città certi ebrey qualì, ut dicitur, hanno occixo in
-grandissimo vilipendio de tuta la christianità uno fanzullo
-in la terra de Arena; del quale caxo tuto questo populo, maxime
-li cittadini di questa città, et quanto sonno da più
-tanto etiam più se ne stupisseno et fanno grande murmuracione,
-che quando sij vero non sarebe allo pacto, da esser
-tollerato, imo speramo vostre signorie ne debiano fare grande
-dimostracione. Et perchè in quella jurisdicione unde è comisso
-el delicto debe anchora esser facta la punicione et sie
-in Pavia. Il che etiam ultra che sii de rasone, e molto honesto
-poj che il loro sangue et persone sonno taliter indebite
-oltragiate, essendo cossì, havemo deliberato mandare da
-esse vostre signorie il spectabile doctore domino Ambroxio
-Pizono advocato di questa comunità et domino frate Guiniforto
-Strazapata, ambo cittadini, quali ad nostro nome exponerano
-ad vostre signorie circha questo quanto da nuy hanno
-in comissione. Supplicando ad quelle se degnano darli benigna
-audientia et piena fede como ad nuy proprij, como
-speramo in le prelibate vostre signorie, ale quale si ricomandiamo.
-</p>
-
-<p class="docudata" xml:lang="la">
-Datum Papie die <span class="sc num">xxii</span> aprilis 1479.
-</p>
-
-<p class="testa" xml:lang="la">
-Earundem dominationum vestrarum fidelissimi servitoris
-</p>
-
-<div class="destra testa" xml:lang="la">
-<div class="firma">
- <p class="center">Deputati officio provixionis</p>
- <p class="center">comunis civitatis vestre Papie.</p>
-</div>
-</div>
-
-<div>
-<span class="pageno" title="284" id="page-284"></span>
-</div>
-
-<p class="atergo" xml:lang="la">
-<i>A tergo.</i>&nbsp;—&nbsp;Illustrissimis principibus et excellentissimis
-dominis dominis ducibus Mediolani etc., Papie Anglerieque
-comitibus, ac Janue et Cremone dominis dominis singularissimis.
-</p>
-
-<h4>
-4º
-</h4>
-
-<p>
-Illustrissimi principes et excellentissimi domini domini mei
-singularissimi. Quest'hora per Ambroxio correro ho la secunda
-di vostre excellentie data heri circha il facto deli Judei quali
-mandarò omnino questa sera al Capitane dila Justicia, secundo
-m'è scripto per vostre excellentie, quibus me humiliter
-comendo. Datum Papie die 23, hora 10<sup>ma</sup>, aprilis 1479.
-</p>
-
-<p>
-Earumdem dominationum vestrarum, ad Deum devotus
-orator.
-</p>
-
-<div class="destra testa" xml:lang="la">
- <div class="firma">
- <p class="center"><span class="sc aut">Antoninus Malvicinus</span>
- de Font.</p>
- <p class="center">locumtenens etc.</p>
- </div>
-</div>
-
-<p class="atergo" xml:lang="la">
-<i>A tergo.</i>&nbsp;—&nbsp;Illustrissimis principibus et excellentissimis
-dominis dominis ducibus Mediolani, dominis meis singularissimis.
-</p>
-
-<h4>
-5º
-</h4>
-
-<p>
-Illustrissimi principes et excellentissimi domini domini mei
-singularissimi. In executione dele litere de vostre signorie
-ho consignato a Johanne da Napoli dicto Rosso et ali compagni
-suoi provixionati de vostre signorie Belhomo judeo
-quale era qui destenuto, aciò che lo debano condure lì in le
-mani del capitaneo de castello di vostre signorie sempre
-secondo la continencia de epse lettere. A vostre signorie
-mi racomando. Papie die 25 aprilis 1479.
-</p>
-
-<p xml:lang="la">
-Illustrissimarum dominationum vestrarum
-</p>
-
-<div class="destra testa" xml:lang="la">
- <div class="firma">
- <p class="center">servus</p>
- <p class="center testa"><span class="sc aut">Joannes Calciavacha</span>,
- eques et doctor</p>
- <p class="center">commissarius et potestas ibi.</p>
-</div>
-</div>
-
-<div>
-<span class="pageno" title="285" id="page-285"></span>
-</div>
-
-<p class="atergo" xml:lang="la">
-<i>A tergo.</i>&nbsp;—&nbsp;Illustrissimis principibus et excellentissimis
-dominis dominis ducibus Mediolani, Papie Anglerieque comitibus,
-ac Janue dominis dominis meis singularissimis.
-</p>
-
-<h4>
-6º
-</h4>
-
-<p class="center" xml:lang="la">
-1479. die <span class="sc num">xxviii</span> aprilis de mane.
-</p>
-
-<p class="center testa" xml:lang="la">Congregatis infrascriptis
- senatoribus videlicet.</p>
-<p class="center" xml:lang="la">Magnifico domino Sfortia Secundo.</p>
-<p class="center" xml:lang="la">Reverendo domino Episcopo Comensi.</p>
-
-<div class="testa presenti">
- <table summary="domini">
- <tr><td class="center domini">Domino</td>
- <td>Petro Francisco Vicecomite.</td></tr>
- <tr><td class="center domini">”</td>
- <td colspan="3">Nicodemo Tranchedino.</td></tr>
- <tr><td class="center domini">”</td>
- <td colspan="3">Orpheo de Richano.</td></tr>
- <tr><td class="center domini">”</td>
- <td colspan="3">Azone Vicecomite.</td></tr>
- <tr><td class="center domini">”</td>
- <td colspan="3">Cicho Symonetta.</td></tr>
- <tr><td class="center domini">”</td>
- <td colspan="3">Johanne Symonetta.</td></tr>
- <tr><td class="center domini">”</td><td>Bortholomeo Chalco</td>
- <td rowspan="2"><span class="graffa">}</span></td>
- <td rowspan="2"><i>Secretari.</i></td></tr>
- <tr><td class="center domini">”</td><td>Johanne Jacobo Symonetta</td></tr>
- <tr><td class="center domini">”</td><td class="destra">Francisco Ritio,</td>
- <td></td><td><i>Cancellario</i>.</td></tr>
- </table>
-</div>
-
-<p xml:lang="la">
-<a id="vocati"></a>Fuerunt vocatì dominus Antoninus Malvicinus
-vicarius reverendissimi
-domini cardinalis Papientis et dominus Ambrosius
-Pizonus et frater Bonifortus Strazapatta oratores Papienses,
-presente Turlurù puero quem asserebant a Belhomo
-hebreo in Arena crucifixum. Et petentibus ipsis oratoribus
-remitti hebreos detentos ob hanc causam ad potestatem Papiene
-laedatur sua juridictio etc.; fuit eis responsum quod illustrissimi
-principes nostri nolunt rumpere eorum jurisdicionem,
-sed quia huiusmodi imputacio fuit data hebreis alias et tamen
-fuit inventa falsa, voluerunt prefati principes nostri hoc intelligere,
-quia huiusmodi casus, si fuisset verus, erat atrocissimus
-et offendebat totam christianam religionem, ideo erat
-officium principis hoc ad se advocare et veritatem intelligere;
-et si fuissent reperti culpabiles, fuissent etiam remissi
-ad potestatem Papie ut punirentur. Et sic fuerunt dimissi
-dicti oratores et ordinatum quod scribantur littere huiusmodi
-<span class="pageno" title="286" id="page-286"></span>
-responsionis ad comunitatem Papie, et, relaxerunt et liberentur
-omnes hebrej hac de causa detenti, et eorum bona
-eis serventur et extorta restituantur.
-</p>
-
-<h4>
-7º
-</h4>
-
-
-<p class="center testa" xml:lang="la">Ex Mediolano die
-<span class="sc num">xxviii</span>, aprilis 1479.</p>
-<p class="center testa" xml:lang="la">Commissario et potestati
-ac duodecim provisionis</p>
-<p class="center testa" xml:lang="la">Comunitatis Papie.</p>
-
-<p class="testa">
-Dilecti nostri. Sonno stati da nuj el nobile doctore messer
-Ambrozio Pixono et Boniforto Strazapatta vostri ambaxatori
-li quali se sonno per vostra parte gravati che havendo noi
-facto condure qui Belhomo et Donato hebrei imputati de
-havere morto in Arena uno putto nominato Turlurù sia lesa
-la jurisdicione de quella nostra città, allegando la condemnatione
-et punitione deli dicti hebrei, casu quo essent culpabiles,
-et la absolutione sì essent innocentes doversi fare
-per voi Commissario et potestà suo judice ordinario; et per
-questo rechiedeveno volessimo rimettere li dicti hebrei. Noj gli
-havemo facto rispondere che nostra voluntà non fo maj, ne
-è, alterare ne rumpere la jurisdicione de quella nostra fidele
-Comunità, immo conservarla cusì como la conserviamo a tutti
-li altri nostri subditi. È ben vero che essendone venuto a
-notitia quanto di sopra è dicto della imputatione che se dava
-alli dicti hebrei, et considerato che quando tale cosa fosse
-stata <span style="padding-right: 14ex;">vera</span> de
-gravissima atrocità tendente in
-generale oprobrio della christiana religione et ad manifesta
-offensione della dignità nostra, ce è parso como a catholici
-et christiani principi essere nostro officio, et ad noj principalmente
-pertenere la investigatione et cognitione de sì horibile
-et detestando delicto, et fargli quella provisione che
-alla observantia della fede de Christo et al debito et honore
-nostro sè conveneva. Et per questo havemo voluto havere
-quì li dicti hebrei, et fare investigare con diligente examino
-<span class="pageno" title="287" id="page-287"></span>
-la verità de questa cosa, con ferma dispositione che trovandosi
-culpabili li dicti hebrei fossero puniti et castigati in
-quella nostra città sotto voj Commissario et Potestà juxta
-suoi demeriti. Et cusì se veneva ad essere satisfacto al honore
-nostro, alla justicia et al desiderio de quella nostra
-comunità, benchè come principi et signori haressimo possuto
-et possemo simili et altri errori farli punire arbitrio nostro,
-dove et como ad noi paresse più conveniente, et ad più salubre
-exemplo.&nbsp;—&nbsp;Hora havendo effectualmente trovato che
-tale imputatione è stata falsa, et calumniosamente facta,
-como etiam altre volte è accaduto, et essendosi trovato el
-dicto putto ghiamato Turlurù vivo et senza lesione alcuna,
-conducto al cospecto nostro et veduto per li dicti vostri ambaxatori,
-se siamo maravigliati non senza molestia de questa
-scandalosa inventione dalla quale sonno stati per uscire periculosi
-inconvenienti tra populari et gente imperita; et havemo
-commandato et per tenore delle presente commandiamo
-che li predicti hebrej et tutti li altri destenuti per dicta
-casone siano liberamente relaxati senza offensione et danno
-alcuno, et alla liberatione deli dicti hebrei non c'è parso in
-cosa tanto manifesta s'y conveniente procedere per via judiciaria,
-ma summariamente quoniam effectus ipse declaravit
-falsitatem dicte imputationis, cuius autor nullus comparuit
-ad accusandum.
-</p>
-
-<p>
-De questa nostra resposta et deliberatione havemo voluto
-darvi aviso per nostre littere, perchè distinctamente intendiati
-el tutto, et cognosciati che non haveti casone de posservi
-dolere de quello havemo facto per debito et honore
-nostro in questa facenda; immo doveti referircene gratie et
-como fideli subditi recevere a beneficio singulare che habiamo
-facto retrovare la verità de sì scandalosa imputatione. Volemo
-et ve comandiamo che debiati provedere, presertim voi
-potestà et comissario, che alli hebrej in quella città et sua
-jurisdicione non sia facta indebita molestia nè ultragio perchè
-non intendemo comportarlo, como a bocha havemo facto dire
-ad epsi vostri ambaxatori.
-</p>
-
-<div>
-<span class="pageno" title="288" id="page-288"></span>
-</div>
-
-<h4>
-8º
-</h4>
-
-<p>
-Illustrissimi principes et excellentissimi domini domini mei
-singularissimi. Per exeguire quelo ho in comissione per lettere
-de vostre illustrissime Signorie Mediolani date sub die
-28 instantis mensis et signate Cichus, de fare restituire
-tute queli pigni sono tolti ali Ebrey de Arena, quali sono
-retenuti pel el judice del Malleficio, Sindici fiscali et notari
-et familia mia, li quali sindici judice notari et familia li ho
-havuto da mi et li ho facto intendere quelo me comete vostre
-illustrissime signorie sia restituite esse robe ad essi
-Ebrey senza spexa alcuna; et essi me hanno resposto che
-sono paratissimi ad obedire ali comandamenti de vostre illustrissime
-signorie, et così me hano consignate apreso di me
-tute esse robe. Ma dicono che essendo loro stati giorni sei
-sopra la hostaria cum cavali da victura, pare sia honesto
-siano satisfacti dela loro mercede et deli cavali da victura
-etiam se may non fuseno in dolo essi Ebrey, perchè questi
-tali officiali quali sono andati a fare questa tale descriptione
-sono in bona fede hano obedito ad quelo lì è comandato,
-maxime che essi Ebrey, per simile poca spexa, son certo non
-serano tropo
-retrogradi&nbsp;<a id="FNa_345"></a><a href="#Fn_345" class="fna">(345)</a>.
-Nichilominus exequiro sempre
-quelo m'è comisso per vostre illustrissime signorie le quale
-pregole se degnano scrivere quelo ho ad fare, se li pare tracta
-qualche composicione per così minima cosa, adciò che questi
-tali officiali in li facti dela camera, quando acaderà, siano
-più vigilanti, ale quale cum fede et devocione sempre me
-racomando. Datum Papie die ultimo aprilis 1479.
-</p>
-
-<p xml:lang="la">
-Earumdem dominationum vestrarum,
-</p>
-
-<div class="destra" xml:lang="la">
- <div class="firma">
- <p class="center">Fidelissimus servitor</p>
- <p class="center"><span class="sc aut">Johannes de Calzavacha</span></p>
- <p class="center">ibidem Comissarius et Potestas.</p>
- </div>
-</div>
-
-<div>
-<span class="pageno" title="289" id="page-289"></span>
-</div>
-
-<p class="atergo" xml:lang="la">
-<i>A tergo.</i>&nbsp;—&nbsp;Illustrissimis principibus et excellentissimis
-dominis dominis Ducisse et Duci Mediolani, Papie Anglerieque
-Comitibus ac Janue et Cremone dominis, dominis suis metuendissimis
-etc.
-</p>
-
-<p xml:lang="la">
-Dentur in manibus magnifici domini Cichi ducalis primi
-secretari dignissimi etc.
-</p>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_345"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_345"><span class="label">(345)</span></a>
-Si noti singolare giustizia de' tempi. Gli Ebrei erano stati riconosciuti
-innocenti, il fanciullo che si pretendeva ucciso da loro, era
-vivo e sano, ma ciò non toglieva che ad essi non si facessero pagare
-le spese del giudizio.
-</p>
-</div>
-
-
-<h4>
-9º&nbsp;<a id="FNa_346"></a><a href="#Fn_346" class="fna">(346)</a>.
-</h4>
-
-<p xml:lang="la">
-Bona, et Joannes Galeaz Maria Sforcia Vicecomites Duces
-Mediolani, ac Papie Anglerieq, Comites, ac Januæ et Cremonæ
-domini, Parte universitates heb.<sup>m</sup> in dominio nostro commorantium
-tenoris huiusmodi accepimus supplicationem V.<sup>z</sup>
-</p>
-
-<p>
-Ill.<sup>mi</sup> ac Excell.<sup>mi</sup> Principes, Già sonno
-m.<sup>ti</sup> anni che li heb.<sup>i</sup>
-del duminio uro p. uarij modi sonno statti tribulati et aflitti
-nelle Robbe, et persone sue, non ostante che sempre siano
-statti pronti, et uolenterosi al bene, et utile del statto uro,
-in modo se trouano in li mali termini se le Ecc.<sup>me</sup> u͠re non
-si degnano prouedergli, però che da certo tempo in quà sonno
-perseguitatti nelle persone, et non pensando alc.<sup>i</sup> u͠ri offitiali
-quanto più è speso tanto manco gli è rimasto, cercando per
-uia inderetta di molestargli nelle persone de dì in dì, et de
-tempo in tempo studiando far noui inuentioni e che sij uero
-da dui mesi in quà sonno acaduti l'infrascritti casi, V. g. in
-ualenza trouandossi mancare un putto hebbeno suspitione
-contra li heb.<sup>i</sup> di d.<sup>a</sup> Terra, et li fù minaciato assai,
-et se
-per Dio gratia lo putto non si fusse trouato annegato in una
-foppa per certo l'incoreua mal assai. Similiter essendo perso
-un putto di Monte Castillo fù imputato alli heb.<sup>i</sup> di d.<sup>a</sup>
-Terra
-e poi fu trouato era caduto uia per una sua amida. Il simile
-accadete a Bormio, item a pauia essendo rimasto un putto
-da sera seratto fuori dal ponte di Ticino, et condotto p. un
-Zentilhuomo a casa sua a' fine di restituirlo à quello de chi
-<span class="pageno" title="290" id="page-290"></span>
-era, et non se trouando così subbitto, fù suspicato et mormorato
-contra heb.<sup>i</sup> et cercato in casa sua et minaciatoli, in modo
-chel patrone della casa fugito per paura, et ancora non è
-ritornato, et se poi non fusse ritrouato non sariano passati
-senza pericoli, et molestie assai, come è accaduto a quello
-della stradella, et come alias acadete à Pauia che fureno
-sachegiati et fatto leuar il popolo à Rumore à risego di far
-nascere qualche gran scandolo et disordine con detrim.<sup>to</sup> et
-pericolo del statto de V. I. S. delle qual cose V. S. sono
-assai informate le quali sono diuulgate non solum in Lombardia
-ma etiamdio fuori di Lombardia, et li imputatti al detto luoco
-darena p. li tormenti grandi a loro fatti in diuersi luochi
-hanno confessato hauer comesso quello di che erano inocenti,
-et condotti in Castello et a casa del Cap.<sup>o</sup> di giust., p. tutto
-hanno Ratificato esser uero ciò haueuono d.<sup>o</sup> et se Dio per
-sua gratia non hauesse mandato che fusse trouato sariano
-statti tratatti pegio che quelli da Trento, che Dio sà sel
-fosse uero ò non pure sperano che Dio ne debba fare demostratione
-al tempo; è p. che se poderia desuiare qualche
-putto fuori del Dominio, aut per qualche altro inderetto fine
-inuilupato da qualche soy emuli per disfargli gli pare
-grauiss.<sup>mo</sup> che hauendo persa la Robba debbono sobiacere à
-tale, è tanto pericolo delle Robbe, è persone sue, per che à
-loro sarà imposibile hauer cura ne render conto de quanti
-putti si perdono nelli paesi doue habbitano. Però credono
-che ne uno de sanno intelleto debbia credere tale pazzie
-come li fi imputato per che la legge sua e nemicha dell'Umicidio,
-Item naturalm.<sup>te</sup> cadauno sia crudele quanto si uoglia
-aborisse, et hà in abominatione il sangue humano, et chel
-sia uero ch'essi heb.<sup>i</sup> non siano in dolo, si proua pm.<sup>te</sup>
-effecacissime
-rasone, et argomenti, così legalli come naturale,
-per degnis.<sup>me</sup> autoritate, et primo per la loro legge Moysaycha
-gli è prohibito l'humicidio, et in più luochi il mangiar sangue
-non pur humano, mà di qualunque animale se sia&nbsp;—&nbsp;et q.<sup>to</sup>
-si osserua tra heb.<sup>i</sup> item naturaliter cadauna creatura humana
-hà in erore, et abominatione non solo lo usare mà puro lo
-uedere, sangue humano, ò un corpo morto, quanto magis
-<span class="pageno" title="291" id="page-291"></span>
-saria in erore ucidere uno p. usare del sangue suo, et chi
-uolesse dire che questo si facesse in dispretio di Christo, se
-risponde non è uero, ne uerissimile, p. che da Christo in quà
-sono statti m.<sup>ti</sup> heb.<sup>i</sup> che sono fatti Christiani,
-et Dottori Ecc.<sup>ti</sup>
-di grande fama, et authoritade come S. Paolo, Nicolo de lira,
-Bonaventura, et m.<sup>ti</sup> altri che erono informatiss.<sup>mi</sup>
-delli Ritti,
-et consuetudine heb.<sup>e</sup> et se hauessero saputo essere tale
-consuetud.<sup>e</sup>
-apud heb.<sup>i</sup> p. certo l'haueriano manifestatta, et pupallata,
-et la chiesa non gli haueria non solo concessi m.<sup>ti</sup>
-priueleggi, ma non li haueria tolerati ne toleraria, come hà
-fatto, et fà in tutte le prouincie de chrestianitate, mà li haueria
-scaciati et perseguitatti, et cosi li altri S.<sup>ri</sup> temporali
-e spirituali,
-et se forse se dicesse che questa fusse consuetudine
-secreta si risponde gli sonno statti heb.<sup>i</sup> Batezzati, per uarie
-prouincie di chrestianità degni di fede dalli qualli si può
-dimandare, et sapere se l'è uero ò no pure non si toglia tale
-informatione da trouati ne persone leggiere, ma mature, et
-de buono intelleto, et sentimento, et chi dicesse forse li sono
-alcuni pazzi che p. sua fantasia si mettano ad cometter tale
-neffando mancamento, si dice che comuniter li pazzi sono
-poueri, et non sono patresfamiglias imo sonno regiuti da altri,
-et se uolessero bene commettere tali mancamenti li altri suoi
-non la patirebbono, si per non contrafare alle legge così
-diuine come humane, etiam per non incorere in pericolo et
-descrimine delle persone et robbe sue, et li pazzi non saperiano
-ne imaginare, ne gouernare tale cose, ne haueria
-rispetto farlo secretto, ò palese, item se questo fosse uero li
-sono ut ita dicant inumerabili heb.<sup>i</sup> richi in terre de Turchi,
-Morri, et Saraceni, et altri infideli, che teneno schiaui et
-fameglij et poteriano hauer delli putti ad suo piacere da
-fare cio che uolesseno senza tanti rispetti ne pericoli senza
-impaciarsi da fare tale cose in Terra de cristiani con tanti
-pericoli non solum della robba ma etiam delle persone loro,
-Item della destrution de ierusalem fatta per titto uespasiano
-in qua che li heb.<sup>i</sup> furono condotti à roma non si e mai ditto
-ne trouato habbino fatto tale mancam.<sup>to</sup> et saria impossibile
-se lo hauessero fatto che p. qualche modo, et in qualche
-<span class="pageno" title="292" id="page-292"></span>
-tempo non fusse statto scuoperto, et desiderando de obuiare
-in futurum a tale machinatione, et pericoli, et che all'auidità
-d'alc.<sup>i</sup> offitiali, et altre persone sia ripresa et estinta, et
-gitatta à parte in totum, supp.<sup>no</sup> ut is attentis si degnano
-V.<sup>re</sup> S.<sup>rie</sup> scriuere et mandare p. sue patenti le͠re
-sub indignationis
-pena alli suoi offitiali p.te et futuri, che à modo
-non s'impazzano da fare nouitatte alc.<sup>a</sup> occ.<sup>ne</sup>
-alicuius imputationis
-fiende in antea contra di supp.<sup>ts</sup> et se pur a V. I. S.
-non piacesse de cosi fare, saltem si degnino scriuere et mandare
-che acadendo p. disgratie alc.<sup>e</sup> imput.<sup>ne</sup> fatti p. persone
-degne di fede contra li supp.<sup>ti</sup>, che li uff.<sup>li</sup>
-predetti siano
-obligatti sub.<sup>o</sup> mandare q.<sup>to</sup> tale imputato qua à Milano da
-V. I. S. quali habino ad rimettere la cognitione del tutto a
-chi li pare et piace in la pte città, il quale sia obligato
-p.<sup>mo</sup> et ante omnia hauer denanti à se l'imputatori e testimonij
-quali siano degni di fede, et omni eceptione maiores
-con l'imputati et li diano copia delli inditij perchè forsi li
-purgariano per altra uia che per tormenti, et non ficendo
-purgatti per altra uia non mettono alc.<sup>o</sup> d'essi heb.<sup>i</sup> alla
-tortura senza partecipatione, et espresso consentimento di
-uno christiano sudd.<sup>to</sup> uro effetto per li heb.<sup>i</sup>
-allo esamine ad
-presso à d.<sup>o</sup> uffitiale ad cio la cosa passa maturamente et se
-cosi facendo li trouarano in dolo li faciano punire senza
-alc.<sup>a</sup> rimissione, et se sarano innocenti de sibi imputatis non
-siano torterati, robbati ne malmenati, et eo casu li falsi
-imputatori siano poniti pena talionis, accio loro imprendano
-et siano essempio ad li altri da astenerse da false imputationi,
-et cosi s'obuiarà à tali è tanti inconuinienti, et se alc.<sup>o</sup> falera
-sarà punito il che hauerano per gratia singolare da V. S.
-alle qualle se raccomandeno, et nelle qualle hanno sua speranza
-con rasone. Cuius intelleto et considerato tenore constitoq.,
-nobis non nullis ec memoratis hebreis superioribus
-diebus fuisse indebitte imputatos quemadmodum ec eorum
-etiam naratur suplicatione nec sensum obicientis quas ex ea
-suplicatione nobis causas exposuerunt sed eas admittentes ueluti
-a ratione non dissentientes dignum arbitramur oportune fore
-prouidendum ne qua indebita afficiantur iniuria, Tenore igitur
-<span class="pageno" title="293" id="page-293"></span>
-presentium comitimus et expresse mandamus omnibus et singulis
-comissarijs, et potestat. Jusdicentibus, et offitialibus nostris
-ac Pheudatariores nostrorum presentibus et futuris, ut
-sub indignationis nostre pena de cetero, eis oblata uel alicui
-eom querella seu denuntia, uel acusatione, seu imputatione
-q. alicquis heb.<sup>i</sup> seu aliquis eorum debuerint seu debuerunt
-aliquem Christianum seu christianam aliquam ocidisse uel
-aliqua pena afficisse ut eius biberunt sanguinem seu aliud
-quicqua contra fidem Christianam, uel in eius contumelia et
-iniuriam faciant uel q. in graue scelus inciderint, contra
-huiusmodi imputatum, seu imputatos, seu acusatos, non procedant,
-sed eos legitimis prius precedentibus indicijs saltem
-per duos testes omni suspitione carentes seu sufficientia indicia
-que alies de Iure equiperent: inditijs duorum testium,
-ut puta unius testis omni suittione carentis deponentis de
-uero actu ipsius delitti duntacat personaliter detineat seu
-detineri faciant, ad nos postmodum illico mittendos una cum
-accusatoribus, et testibus, prouidendo deiude ne aliquis fiat
-tumultus, uel iniuria contra alios hebreos uel eorum bona
-comittentes ex nunc officiali ad hoc p. nos deputando, quod
-p.<sup>mo</sup> et ante omnia coram se habeat huiusmodi delictti imputatores
-et testes una cum imputatis indiciorunq. copia ipsis
-imputatis trade͠n: ut ea purgare ualeant infra debitum terminum
-ipsi imputato statuendum, que si non purgauerit id
-post modum faciat quid iustitia suadebit habito apud se ad
-omnia facenda aliquo iurisperito uel causidico christiano, qui
-bone sit fame per eum seu alios hebreos agentes pro eo
-aligendo, qui intersit ecamini, et sine cuius partecipatione
-et consensu ad predicta, ne aliquid predictorum facere possit
-si uero falso fuerint imputati puniantur imputantes de calumnia,
-et ad satisfactionem damnorum interesse et expensarum,
-que et quas talis indebite imputatus proinde, passus
-fuerit ac fecerit et ultra contra eum ciuiliter et criminaliter
-fiat quod aduersus similes de Iure fieri debet, si uero testes
-conuincti fuerint de falsitate, contra eos procedatur et puniantur
-secundum formam Decretorum nostrorum super hoc
-disponentium ne heb.<sup>i</sup> predicti indebite uecentur cum per
-<span class="pageno" title="294" id="page-294"></span>
-ecclesiam patiantur, Christianorum terras inhabitare pro
-christi redemptoris n.ri memoria, et hec omnia aliquibus legibus
-decretis statutis ordinibus et consuetudinibus in contrarium
-facientibus non attentis, quibus quo ad premissa ec
-certa scientia, et de n.re Potestatis plenitud.<sup>ne</sup> etiam absolute
-derogamus et derogatum esse omnino uolumus in quorum
-testimonium presentes fieri iussimus et registrari nostriq.
-sigilli impressione muniu. Dat Mediolani die
-<span class="sc num">xviiij</span>. Maij
-<span class="sc num">mcccclxx</span> nono.
-</p>
-
-<blockquote>
-<p xml:lang="la">
-Ego Jo Antonius f. q. D. Vincentij de insullo inferiori uerone pub.
-et imperiali authe notarius predicta omnia fideliter exemplaui ab alio
-in carta simili ecistenti mihi esemplandum tradito, et restituto nilq.
-illi addidi uel diminui ita ut mutet sensum sententiamus in aliquo in
-quorum fidem me subscripsi cum signi mei tabelionatus opositione.
-</p>
-
-<p class="destra"><span class="g">S. Cichus.</span></p>
-</blockquote>
-
-<div class="image-left">
- <img src="images/i294a.png" style="width: 10ex;" alt="((SIGNUM BVLLI))"/>
-</div>
-
-<blockquote>
-<p xml:lang="la">
-(S T) Ego Jacobus Bagatta f. g. D.ni Bonifatij de S. Michaele ad
-portus uerone pub. ueneta authe not: premissa omnia fideliter exemplaui
-ab alio in carta simili in foleo magno ecistenti mihi esemplandum
-tradito, statimq. postea restituto uel addito, nel dimenuto quod sensum
-nutet sententiaq: in aliquo, in quorum fidem me subscripsi signaq mei
-tabelionatus apposui Consuetum etc.
-</p>
-</blockquote>
-
-<blockquote>
-<div class="image-right ">
- <img src="images/i294b.png" style="width: 10ex;" alt="[[I B M]]"/>
-</div>
-
-<p xml:lang="la">
-Nos Jacobus suriano Pottas et michael Priulo Capitanehus Rect.res
-Verone pro ser.mo Ducali Dominio Venetiane uniuersis et singulis
-attestamur suprasc.tum Dominum Jacobum Bagattam esse Notarium
-publicum et legalem istins mag.ce Ciuitatis et eius publicis scripturis
-hic et ubiq locorum plena fides hadibenda esse in quorum fidem et
-Verone ex offi.o mag.ce cam nre fisc.a Die Iune 4.to maij 1626 Ind.
-nona etc.
-</p>
-
-<p xml:lang="la">
-Alcides Cimarlinus Coa.r M.e Cam.e uerone Concordat cum suo originali
-Ego fr Dominicus M.a de Bononia Not Apostolius S.ore Inq.m
-Verone, etc.
-</p>
-</blockquote>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_346"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_346"><span class="label">(346)</span></a>
-Il presente documento si conserva negli Archivii della Comunità
-israelitica di Verona.
-</p>
-</div>
-
-<div class="chapter">
-<span class="pageno" title="295" id="page-295"></span>
-</div>
-
-<h3 id="tit-16" class="documento">
-<a href="#ritit-16">V.</a>
-</h3>
-
-<p class="subtitle">
-Massimiliano II.
-</p>
-
-<p>
-Noi Masimilian secondo Diuina fauente clementia romanorum
-imperator sempre Augusto
-</p>
-
-<p class="center">omissis</p>
-
-<p>
-faciamo noto publicam.<sup>te</sup> con le presenti a chiascheduno, sicome
-l'Università hebraica habitante nel sacro Imperio per suoi
-nontij, con scritt.<sup>re</sup> degne di fede humilm.<sup>te</sup>
-ha fatto presentar
-un preuilegio, ouer imunità all'istessa uniuersità heb.<sup>ca</sup> dato
-et concesso gratiosamente dall'inuitiss.<sup>mo</sup> Imperator Carlo
-Quinto felice memoria n.ro diletto cugino, et socero, qual è
-del tenor è di parola in parola come qui a basso cioè
-</p>
-
-<p>
-Noi Carlo Quinto
-</p>
-
-<p class="center">omissis&nbsp;<a id="FNa_347"></a><a href="#Fn_347" class="fna">(347)</a></p>
-
-<p>
-“Hauendone più oltre segnificato l'uniuersità heb.<sup>ca</sup>
-qualm.<sup>te</sup>
-più uolte sonno statti imputatti che per il lor bisogno sia
-necessario auer sangue Christiano, et per cio per colpe, et
-fatti qualli debeno per essa causa perpetrare à Christiani
-non è manifesto à sciente fatto ne ancora sufficiente proue,
-et inditij, mà per causa di depressione, et suspitione; ò
-uer à nuda delatione, ò simplice segnificatione de suoi
-maleuoli contra li loro priuileggi, et antichi consueti sono
-grauissimamente molestatti, tratenuti captiui, tormentatti,
-condenati di uita alla morte, tolto le lor robbe et facultà,
-euidentem.<sup>te</sup> non obstante che li santiss.<sup>mi</sup> padri n.ri li
-pontefici habbino fatto dichiarat.<sup>ne</sup> et prohibitione di credere,
-et ancora il q. N.<sup>ro</sup> S.<sup>re</sup> et Attauo imperator fedrico
-preclariss.<sup>me</sup> memorie per tali papali declarationi
-specialm.<sup>te</sup>
-<span class="pageno" title="296" id="page-296"></span>
-fatto espedire seriose comess.<sup>ne</sup> et mandati per tutti li statti
-del Imperio, et specialm.<sup>te</sup> ad alcuni di essi di tal intento
-desistere, et etiamdio prouedere, et non permetter quello
-anci occorendo tali casi rimetter quelli à sua Maiestà, come
-supremo S.<sup>re</sup> et giudice dell'unita heb.<sup>ca</sup>
-senza alcun mezzo
-spetante, et seriosam.<sup>te</sup> hà commandato etiam contra li
-priuilegij, et antichi soliti delli heb.<sup>i</sup> grauem.<sup>te</sup>
-molestatti
-pregionati, tormentati, di uita alla morte, condenati, et li
-beni et facultà loro uiolentem.<sup>te</sup> statti tolti et noi per esse
-declarationi papale, ò dell'espeditte comissioni del n.ro
-Attauo imper.<sup>re</sup> Fedrico preso tanta informatione che quello
-è imputatto alli heb.<sup>i</sup> necessario non hà da esser. Pertanto
-etiam per altre più cause mouente ordinamo et sancimo,
-che p. l'hauenire ne un di qual sia grado si uoglia per
-tal causa prenda più ne un heb.<sup>o</sup> ò heb.<sup>a</sup> et
-senza precedenti,
-et sufficiente inditij, o uer proua di Testimonij fide
-degni, ò trouando in frangenti crimine non tormentatti,
-ne condenati da uita alla morte, Ma occorendo tali querimonie
-ò imputationi quel p.<sup>mo</sup> rimettere, o riportare a
-noi, et nri sucessori Rom: Imperatori, o Regi, come suprema
-superiorità in Imperio dell'Uniuersità heb.<sup>a</sup> et cui
-eupeture la risolutione, per il che statuimo, ordinamo, sancimo,
-declaramo, et uolemo, dalla predetta ampia nra atta
-imperiale, et di certa scienza che per l'auuenire tutti li
-priuileggi, ire, libertadi, gratie, defensioni, protectioni,
-saluaguardie, saluicondotti, et confermatione della prefatta
-uniuersità heb.<sup>a</sup> in tutti, et cadaun suoi punti, articoli,
-clausale, continentie, sententie, comprehensioni siano totalmente
-roborosi, ualidi et stabilm.<sup>te</sup> osseruati, et essequiti
-in tutti i modi, come tutti et cadauno specialm.<sup>te</sup> di parola
-in parola in questa nra imperial Lra fussero descritti, et
-espressi, quali etiamdio sono in q.<sup>a</sup> sufficientem.<sup>te</sup>
-compresi
-et espressi hauer uolemo, Et ancora che la prefata unita
-heb.<sup>a</sup> et suoi sucess.<sup>ri</sup> generalm.<sup>te</sup>
-et specialm.<sup>te</sup> debba hauer
-li soprascritti nostri di nouo concessum Priuilegij, gratie,
-deffensioni, protectioni, saluaguardie, et saluicondutti, permanere
-in quelli, et contra essi, ne in generale, ne in
-<span class="pageno" title="297" id="page-297"></span>
-speciale da niuno, ne per rapina, offensione personale ne
-reale di beni, et facoltà loro, ne espulsione, ne ridutione,
-obserciatione di scole sinaghoghe di essi, ne alias per altra
-uia debano esser molestatti perturbati, et impediti, anci
-loro, et suoi sucessori q.<sup>ti</sup> quietam.<sup>te</sup>
-godere et fruire posino,
-et debino senza impedim.<sup>to</sup> da niuno et si e contra
-inscientem.<sup>te</sup>
-o importuna instantia, da noi, o nri sucessori
-in imperio si statuisse è concedesse, ò si espedisse alcuna
-cosa in contrario alli sopradetti, et à questo nro priuileggio
-parim.<sup>te</sup> se a quelli se facesse acordo alcuno ò altro incomparso
-senza nra uolonta et assenso tutto questo contra
-essi non debba hauer effetto ne robore, ne ualore, anzi tutto
-esser inualido infirmo, et impregiudiciale; Per che noi tutto
-questo, et cadaun particolarm.<sup>te</sup> ec nunc pro ut ex tunc, et
-ec tunc pro ut ex nunc, cassamo, anulamo, irritamo, inualidamo
-in uirtù di q.<sup>ta</sup> lera sopra cio comandiamo à tutti,
-et qualunque Principi ecclesiastici, et seculari, prelati,
-Conti, Baroni, S.<sup>ri</sup> cauaglieri, Nobili, Capitani, Prefetti,
-Prouinciali, Vicedomini, Profetti, Locotenente, officiali,
-Giudici, Potestadi, Consiglieri, Cittadini, comuni, et tutti
-li altri nri et del Imperio sudd. fideli, di qualunque grado,
-Dignità, ò conditione, siano pnti et futuri, seriosamente
-con questa littera, et uolemo che lassate totalm.<sup>te</sup> permanere
-la prefatta nra unita heb.<sup>a</sup> in generalità et particularità,
-con le sopra scritte papali declarationi, et de nri
-Predecessori nel imp.<sup>rio</sup> et q.<sup>ta</sup> nra libertà,
-priuilegij, confirmatione,
-deffensione, protectione, saluaguardie, et salui
-condotti, osseruare, defendere, et protegere, et non contrafar,
-ne ad' altri permetter contrafar in modo, et in uia niuna,
-cossi cara à cadauno sia la nra, et imperii indignat.<sup>ne</sup>, et
-pena graue, è ancora molta nominatiua di schiuare Marche
-cinquanta d'oro puriss.<sup>mo</sup> quale cadauno tante uolte temerariamente
-contrafarà, se non uorà abstenersi, la qual
-per la mittà à noi, et la nra imperial cam.<sup>a</sup> et l'altra
-mittà all'Unita heb.<sup>a</sup> ò uer alli offesi irremisibilmente
-sarà aplicata senza Inganno. In fede de cio sigilato col nro
-imperiale appendente segillo.
-</p>
-
-<div>
-<span class="pageno" title="298" id="page-298"></span>
-</div>
-
-<p>
-“Datta in nra, et imperij, Cittade Spira alli 3 del mese
-di Aprille di poi la nattiuità di Christo diletto S.<sup>re</sup> 1544:
-Nel nro imperial gouerno nel uigesimo quarto ò altri nri
-Regni nel uigesimo nono anni etc.”
-</p>
-
-<p>
-Et de più humilm.<sup>te</sup> han pregato, et supplicato à noi, come
-Imp. de Rom. che gratiosam.<sup>te</sup> ghe uogliono renouar, confirmar
-et aprobar i suoi descritti Priuileggij et immunità
-</p>
-
-<p class="center">omissis&nbsp;<a id="FNa_348"></a><a href="#Fn_348" class="fna">(348)</a></p>
-
-<p>
-Datta nella nra ò del nro Imperio. Città d'Augusta alli 8
-del mese di marzo dopo la natiuità del nro S.<sup>re</sup> e saluator
-1566: nel nro imperial gouerno nel quarto nel Hungaro nel
-Terzo, et nel Boheno nel 18 anno etc. Masimigliano
-</p>
-
-<p xml:lang="la">
-Vice ac Nomine R.<sup>mi</sup> Dni Archicancell Magautini
-</p>
-
-<p>
-Ad m.<sup>tu</sup> sac. ces. Miti propriu.
-</p>
-
-<blockquote>
-<p class="center" style="padding-left: 8%;">V. Io: Bap: Weber e.
-<span style="padding-left: 6%">Haller etc.</span></p>
-
-<p xml:lang="la">
-<i>Ego Gaspar f. q.</i> D. Iac. Antonis de seraualle pnb: imperiali autte
-not.s et V. Cancell. Mag.ce Coiatis Rob.ti attestor fidemque indubia
-facio quibuscuq&nbsp;—&nbsp;Priuilegium concessa Uniuersitatti
-Hebraice ab inuictissimo
-Cesare Carolo Quinto sub die 3 aprilis 1544: ex Ciuitate
-Spire et confirmatum ab inuictissimo Cesare Masemigliano secundo ex
-Ciuitate Auguste sub die 8 Martij 1566: munitum sigillo magno imperiali
-</p>
-
-<p class="center testa" xml:lang="la">omissis</p>
-
-<p xml:lang="la">
-et hoc ec suo authentico transupto e lingua germana, qua caleo in
-Italam fideliter, et sincere, a suo sensu penitus non discendis uertisse,
-et traduisse in omnibus pro ut sopra etc in quoru testimoniu me manu
-propria subscripsi, signoq. meo actis tabelionatus solito muniui
-</p>
-
-<p class="center testa" xml:lang="la">Ad Laudem Dei Opt.i Maximi</p>
-
-<p xml:lang="la">
-Nos Carolus Rusca. I. V. D. Perginen: Roboretti, e sui districtus
-pretor&nbsp;—&nbsp;omissis&nbsp;<a id="FNa_349"></a><a href="#Fn_349" class="fna">(349)</a>&nbsp;—&nbsp;Roboreti die X Juni. MDCII.
-</p>
-
-<p xml:lang="la">
-Ego Jacobus Bagatta f. q. D. Bonifatij de S. Michaele ad portas
-Verone publicus Veneta Anthe
-Notarius&nbsp;<a id="FNa_350"></a><a href="#Fn_350" class="fna">(350)</a>.&nbsp;.&nbsp;.
-</p>
-
-<p xml:lang="la">
-Nos Iacobus suriano Pottas, et Michael Priulo capitaneus Rectores
-Verone (segue la legalizzazione). Verone ex uff. magn. Cam.e n.re
-fisc.s Die lune 4.to maij 1626. Ind.
-nona.&nbsp;—&nbsp;<span style="padding-left: 8ex">Concordat</span>
-cum suo
-originali ver.a F. Fr: Dominicus M.a de Bononia Not.ro Apliu S.ne
-Inq.nis Verone.
-</p>
-</blockquote>
-
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_347"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_347"><span class="label">(347)</span></a>
-Conferma i privilegi concessi agli Ebrei dai Pontefici ed Imperatori
-e stabilisce varie disposizioni in loro favore.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_348"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_348"><span class="label">(348)</span></a>
-Segue l'approvazione, la sanzione è:&nbsp;—&nbsp;la graue indegnatione
-n.ra o dell'imperio, et di più sotto pena di sessanta marche&nbsp;—
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_349"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_349"><span class="label">(349)</span></a>
-Segue la legalizzazione.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_350"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_350"><span class="label">(350)</span></a>
-Segue autenticazione della propria copia.
-</p>
-</div>
-
-<div class="chapter">
-<span class="pageno" title="299" id="page-299"></span>
-</div>
-
-<h3 id="tit-17" class="documento">
-<a href="#ritit-17">VI. *</a>
-</h3>
-
-<p class="subtitle">
-Martino Lutero.
-</p>
-
-<p>
-<i>Tomo 5, Witt. Foglio 443.</i> Pregai si trattasse bene (gli
-ebrei) si istruissero nella Sacra Scrittura, e così avrebbero
-potuto rimanere presso di noi; ma se noi li cacciamo colla
-forza, li incolpiamo di avere sparso sangue cristiano, di puzzare
-e <em>di altre simili sciocchezze</em>, trattandoli come cani, qual guiderdone
-possiamo da essi
-sperare?&nbsp;<a id="FNa_351"></a><a href="#Fn_351" class="fna">(351)</a>.
-</p>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_351"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_351"><span class="label">(351)</span></a>
-Vedi <span class="sc aut">Christianus Cerson</span>:
-“Der Jüden Talmud 1613” <cite>Epistola
-dedicatoria</cite> al principe Enrico Giulio,
-vescovo del convento di Halberstadt,
-duca di Brunswick e Lüneburg;
-<span class="sc aut">Giovanni Cristoforo Wagenseil</span>:
-<cite xml:lang="de">Benachrichtigungen</cite>, 1705.
-</p>
-</div>
-
-<div class="chapter">
-<span class="pageno" title="300" id="page-300"></span>
-</div>
-
-<h3 id="tit-18" class="documento">
-<a href="#ritit-18">VII. *</a>
-</h3>
-
-<p class="subtitle">
-Stefano Re di Polonia
-</p>
-
-<p>
-Noi Stefano, per grazia di Dio, Re di Polonia, <i>omissis</i>,
-pubblichiamo a tutti ed a ciascuno che ne abbia bisogno.
-</p>
-
-<p>
-Giunse a noi ed alle nostre orecchie, cosa meravigliosa e
-da noi non prima udita, sulla uccisione di fanciulli cristiani
-e precisamente sul ratto e sulla uccisione del figlio di un certo
-eccellentissimo Studsionsky nel circolo di Gostina. Siccome
-non soltanto si sospettano gli Ebrei di questo misfatto, ma
-vengono anche apertamente accusati, così crediamo necessario
-investigare e cercare premurosamente quanto siavi di vero
-in quest'accusa; e tanto più ciò ci sembra necessario in quanto
-simili accuse non si sollevano ora per la prima volta, essendo
-per numerose testimonianze venuto a conoscenza nostra che
-già da lungo tempo si è sparsa la voce aver gli Ebrei rubato
-ed ucciso fanciulli cristiani ed anche comperato (per
-farne vilipendio) il Santissimo Sacramento, voce che dette
-origine a scene deplorevoli.
-</p>
-
-<p>
-Ora avendo due gentiluomini Studsionsky portato apertamente
-dinanzi a noi una simile accusa contro gli Ebrei ed
-avendoci mostrato un fanciullo morto, ordinammo si procedesse
-a severe indagini. Siffatte indagini furono dai nostri
-ufficiali condotte col maggior zelo, furono citati gli Ebrei e
-da ambe le parti si addussero prove e testimonii per porre
-in luce il vero; il risultato fu che non soltanto gli Ebrei
-non erano colpevoli, ma che nessun sospetto poteva venir su
-di loro formato. Anzi i predetti signori, saputo di essere
-stati tratti in errore e che nulla si era rinvenuto a carico
-degli Ebrei ritirarono l'accusa. Dimostrata, nel modo più assoluto,
-<span class="pageno" title="301" id="page-301"></span>
-la loro innocenza in questo fatto, gli Ebrei si lagnarono
-meco amaramente perchè da queste popolari credenze
-che essi abbisognando di sangue cristiano, rapissero ed uccidessero
-fanciulli cristiani, o che vilipendessero il Santissimo
-Sacramento <a id="cristiani"></a>comperandolo dai Cristiani,
-e facendone spicciare
-sangue umano, non soltanto erano derivate loro numerose
-persecuzioni, ma s'eran trovati spesso in pericolo di vita, ed
-avevano dovuto soffrire crudelissimi martirii e persino acerba
-morte. Dopo averci dimostrato, con decreti e privilegi dei
-nostri antecessori, l'ingiustizia di tali pene, ci supplicarono
-caldamente, per mezzo di alcuni nostri Senatori, di provvedere,
-in modo definitivo, perchè non abbiano per lo stesso
-motivo a rinnovarsi gli insulti, le persecuzioni ed altre ingiustizie
-di cui già ebbero a soffrire. Commossi da questa
-preghiera, e desiderando precludere l'adito a simili calunnie
-e rimuovere una causa di tumulti e di persecuzioni che gli
-Ebrei ebbero spesso a soffrire per questo argomento, abbiamo
-deliberato in base alla nostra ferma convinzione ed in seguito
-a parere dei nostri Senatori, che nessuno osasse d'ora innanzi
-muovere agli Ebrei, nel nostro Regno e nei nostri dominii,
-l'ingiusto rimprovero del rapimento e dell'uccisione di fanciulli
-cristiani, o della compera del Santissimo Sacramento.
-Ed essendo essi innocenti di entrambi questi misfatti non devono
-perciò essere calunniati, nè accusati dinanzi un giudice
-o qualunque altro magistrato, essendosi nel fatto dimostrato
-che queste accuse non hanno base di fondamento, e che gli
-Ebrei non fanno uso di sangue, nè cercano di procurarsi il
-Santissimo Sacramento. Perciò chiunque si facesse lecito di
-ripetere tali accuse, vogliamo che, senza riguardo a rango,
-venga severamente punito, come autore di grandi disordini.
-Chi dunque incolpasse gli Ebrei di questi misfatti sarà punito
-come calunniatore; e colui che per questi motivi portasse
-contro di essi un'accusa dinanzi ad un giudice, sarà passibile
-della <em xml:lang="la">poena talionis</em> e dannato nel capo.
-</p>
-
-<p>
-Questa nostra decisione portiamo a cognizione di ciascuno
-che avesse bisogno di saperlo, e specialmente vogliamo che
-venghi notificato a tutti i Woiwodi, Starosti e Sottostarosti
-<span class="pageno" title="302" id="page-302"></span>
-ed in generale a tutti impiegati, Sindaci e Consiglieri, ed
-ordiniamo che la Nostra Volontà sia da essi strettamente
-eseguita, portata a cognizione di tutti perchè agiscano solamente
-secondo la Nostra Volontà, altrimenti cadrebbe su di
-loro la nostra disgrazia.
-</p>
-
-<p>
-Noi firmiamo per maggior sicurezza questo scritto e vi
-apponiamo il suggello della Nostra Corona.
-</p>
-
-<p>
-Dato a Varsavia il 5 del mese di luglio dell'anno del Signore
-1576 nel secondo anno del nostro Regno.
-</p>
-
-<p class="center testa"><span class="sc aut">Stephanus Electus Rex.</span></p>
-
-<div class="chapter">
-<span class="pageno" title="303" id="page-303"></span>
-</div>
-
-<h3 id="tit-19" class="documento">
-<a href="#ritit-19">VIII.</a>
-</h3>
-
-<p class="subtitle">
-Sentenza a favore di Giuseppe, Ebreo veronese.
-</p>
-
-<p xml:lang="la">
-Exemplum ab alio ex concione undecima Ill.<sup>mi</sup> D.ni Iustiniani
-contareno Verone Potestatis die ult.<sup>o</sup> mensis februarij
-milesimi sexcentesimi tertij Jndictione prima
-</p>
-
-<p class="center testa" xml:lang="la">De</p>
-
-<p class="testa" xml:lang="la">
-Ioseph hebreus q. Abrahamini dictus anselmi <strong>Accusatus a
-Bernardino Bertono</strong> calligarum resarcitore de sancto marco
-quia cum sero factum esset uigilie admirabilis ascensionis
-D.ni anni modo lapsi non nulli adolescentuli puerilibus iocis
-incumberent in curte uulgo nuncupata di Panthei idem Joseph
-scienter et dolose eiusdem Bernardini paruulum figlium hostio
-proprie domus assidentem ui rapuerit ac inuolutum palio
-nisi fuisset impijs eius manibus ereptus in uicinam heb.<sup>m</sup>
-stationem deferre tentauerit uel ut christianam animam è
-gremio sacrosancta Ecclesia matris disceptam ad iudaicam
-perfidiam, et perditionem deduceret, uel ut eodem infante
-crudeliter necato, et sacratiss.<sup>me</sup> morti n.ri saluatoris illuderet
-et innocenti sanguine ad pessimos et nefandos usus uteretur
-sicut alius factum esse quibusdam circonforanete&nbsp;—&nbsp;historie
-monamentis probare conatus est ipse accusator uel etiam ut
-huiusmodi facinore uindicaret amissionem figlie sue que quide
-per lauacrum regenerationis ab eius prauitatis errore ad
-aternam salute confugere proximis precedentibus mensibus
-elegerat, et ut in processu diffuse legitur.
-</p>
-
-<p xml:lang="la">
-Detentus et constitutus dictus Joseph negauit tantum comissise
-scelus et ipsi deffensionibus intimatis tam in scriptis
-quam in uoce p. Exc.<sup>m</sup> eius aduocatum nedum suas satis
-<span class="pageno" title="304" id="page-304"></span>
-legitimas deffensiones deduxit uerum etiam demonstrauit
-uarijs allegatis sacre bibilie locis hebraicum ritum a sanguinis
-effusione abhoreri, segnificando etiam quod uarij principis
-hanc huiusce sanguinis usus famam pro uana nulla et falsa
-habuerunt publicis datis priuilegijs <strong>nempe Bona</strong> et Ioannes
-Galeatius Maria Sfortia Duces Mediolani ut constat sub die
-19 maij 1479. Petrus Mocenigo Dux Venetiarum sub die 22
-aprilis 1475&nbsp;<a id="FNa_352"></a><a href="#Fn_352" class="fna">(352)</a>:
-et denique fridericus tertius Carolus Quintus
-et Maximiglianus secundus sub die octauo martii 1566; in
-quibus affirmatur olim à sanctissimis pontificibus prohibitum
-fuisse quicquam credere de huiusmodi obiecto impio sanguinis
-christiani abuso, et ex quibus omnibus tollitur omnis suspitio
-tam facinorosi sceleris obiecti, Eà propter Ill.<sup>mus</sup> Dnus Potestas
-una cum Ecc.<sup>mo</sup> consulatu antedictum Joseph relaxauit.
-</p>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_352"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_352"><span class="label">(352)</span></a>
-In un foglio sciolto unito al libretto è citata questa Ducale come
-esistente&nbsp;—&nbsp;nel Registro di Padova in Bergamina sig.to con Letra M
-nel'Arcivo della Cancelaria pretoria di padous a 118.
-</p>
-
-<p class="foot testa" xml:lang="la">
-Ego Christophorus Nicolius notarius deputatus ad conciones comunis
-uerone antedictam sententiam per me scriptam et publicatam esemplaui
-et in fidem manu propria scripsi et subscripsi cum meo sollitto tabelionatus
-segno.
-</p>
-
-<p class="foot" xml:lang="la">
-(L T) Premissa sententia fideliter exemplata fuit per mè Cyprianum
-masser.m D. Baptista figlium publicum ueneta auctoritate not.m ab
-alio simili exemplo autentico sub signo et nomine contedicti q. D.
-Christophori Nicolij, in quorum testimonium me propria manu subscripsi
-solito tabelionatis signo apposito.
-</p>
-
-<p class="foot" xml:lang="la">
-Nos Jacobus surianus pro ser.m Ducali D.nio uenetiarum e Verone
-et Districtus Potestas. Uniuersis etc. attamur suprascriptum D. Cyprianum
-Masserium esse notarium publicum huius ciuitatis cuius publicis
-scripturis ubique locorum plena fidis merito est adhibenda In
-quorum etc. Verone die 5 Maij 1626.
-</p>
-
-<p class="foot destra" xml:lang="la">Aloysius Cinthius Coad.r Pret.s m. etc.</p>
-
-<p class="foot" xml:lang="la">
-Presens copia desumpta fuit ex suis proprija originalibus de uerbo
-ad uerbu aliena manu mihi in fida; et collationata concordat, salua
-semp megliori.
-</p>
-
-<p class="foot" xml:lang="la">
-Fr. Dumenicus M.a de Bononia eiusd' ord.e Magr et Inq.or Verone
-attestor d.m f. Dom.cus Marie esse Not.mo huius S.te Inq.nis.
-</p>
-</div>
-
-<div class="chapter">
-<span class="pageno" title="305" id="page-305"></span>
-</div>
-
-<h3 id="tit-20" class="documento">
-<a href="#ritit-20">IX.</a>
-</h3>
-
-<p class="subtitle">
-Giovanni Cristoforo Wagenseil.
-</p>
-
-<p>
-Aiutaci o Dio! Come è mai possibile scoprire la verità in
-mezzo a tante schifose accuse, ognuna delle quali contraddice
-alle altre? Come non capir subito che non le sono che
-miserabili chiacchiere, e che da bocca cristiana mai dovrebbe
-esser proferita l'accusa che gli Ebrei in diverse occasioni si
-servano di sangue cristiano? E meno male ancora non le fossero
-che chiacchiere, ma pensare che in grazia di queste
-maledette menzogne, gli Ebrei furono maltrattati e torturati,
-che migliaia e migliaia ne furono messi a morte è cosa che
-commuoverebbe e farebbe gridar anche le pietre.
-(<cite xml:lang="de">Benachrichtigungen</cite>,
-p. 130 e seg.).
-</p>
-
-<p>
-Fu, ed è sempre, opinione fra i Cristiani, che gli Ebrei
-abbiano bisogno di sangue cristiano per mischiarlo agli azimi
-che mangiano di Pasqua ed al vino che bevono. Io stesso
-sono stato spesse volte spettatore quando Ebree od Ebrei,
-(perchè fra gli Ebrei anche uomini ricchi ed a modo sogliono
-aiutare a queste incombenze per far onore alla festa di Pasqua)
-apparecchiavano la pasta per le azzime, vidi come
-l'impastavano, come levavano la <em>Challa</em>, la bruciavano e
-dopo allestita la focaccia la infornavano, ma non mi accadde
-mai di osservare vi mischiassero qualche cosa che assomigliasse
-a sangue.
-</p>
-
-<p>
-Fra tutti gli altri oggetti ed arnesi che gli Ebrei credono
-sacri e di cui si servono nelle loro funzioni posseggo anche
-una grande focaccia d'azimo e posso mostrarla a chicchessia
-per provare che non vi si trova la più piccola traccia di
-sangue. Il vino che si beve durante le feste di Pasqua deve
-<span class="pageno" title="306" id="page-306"></span>
-essere <em>cascher</em> o purissimo, e guai se un cristiano avesse
-toccato, soltanto col dito mignolo, il torchio od il tino nel
-quale viene preparato, tanto meno adunque si permetterebbe
-vi si mischiasse una goccia di sangue cristiano
-(<cite xml:lang="la">ibid.</cite>, p. 132
-e seguenti).
-</p>
-
-<p>
-Qui non si tratta di sapere se un ebreo insultato da un
-fanciullo cristiano possa averlo ucciso. Il caso può benissimo
-essere accaduto, assai raramente però, se lo stesso dottissimo
-Grozio potè scrivere nel 5º libro del suo
-<cite xml:lang="la">De Verit. Rel. Christ.</cite>
-che gli Ebrei non incorrono nè in idolatria, nè in adulterio,
-nè in reati di sangue.
-“<i class="quo" xml:lang="la">Judaeos a tanto tempore nec ad
-falsum Deorum cultum deflexisse ut olim nec caedibus se
-contaminasse nec de adulteriis accusari</i>”
-(<cite xml:lang="la">ibid.</cite>, p. 149).
-</p>
-
-<p>
-A nulla valgono le stesse confessioni degli Ebrei perchè
-strappate loro con torture e tormenti così terribili che essi
-avrebbero confessato ben più di quanto non si pretendeva da
-loro. Taccio di quei malvagi Cristiani che bene spesso volendo
-denunciare gli Ebrei, per avvalorare l'accusa, uccidevano,
-Dio sa in che modo, i loro stessi bambini, ed i cadaveri
-o mettevano segretamente nelle case degli Ebrei, o sotterravanli
-nelle cantine o nei giardini loro, fatti questi pei
-quali migliaia e migliaia di Ebrei non soltanto furono spogliati
-dei loro beni e ridotti alla miseria, ma furono eziandio
-giustiziati coi più orribili supplizi
-(<cite xml:lang="la">ibid.</cite>, p. 198).
-</p>
-
-<p>
-Malgrado accurate indagini, non mi venne fatto di trovare
-nessuna legge che scagionasse gli Ebrei dall'accusa di usar
-sangue cristiano, eccezione fatta per una legge di non so
-qual re di
-Polonia&nbsp;<a id="FNa_353"></a><a href="#Fn_353" class="fna">(353)</a>,
-che trovasi in un <cite xml:lang="la">Codice manuscripto</cite>
-ben ordinato e conservato nella biblioteca di Lipsia col titolo:
-<cite xml:lang="la">Promtuarii statutorum omnium et Constitutionum Regni
-Poloniae</cite> di <i>Paulo Scerbicz anno</i> 1590
-<i xml:lang="la">ad usum domesticum</i>,
-dove nella parte 1ª, cap. 15, <cite xml:lang="la">De Judaeis</cite>,
-leggesi: <i class="quo" xml:lang="la">Judaeus
-caedis pueri Christiani accusatus tribus Christianis, et
-<span class="pageno" title="307" id="page-307"></span>
-totidem Judaeis convincatur: alioquin pro usu humani sanguinis
-non culpetur. Deficienti vero Actori in probatione
-poena talionis
-irrogetur&nbsp;<a id="FNa_354"></a><a href="#Fn_354" class="fna">(354)</a>.</i>
-</p>
-
-<p>
-Volesse Dio che leggi così giuste si fossero fatte dovunque,
-e si avesse spiegata maggior oculatezza allorquando gli Ebrei
-venivano accusati o per calunnia o per futili indizi prima
-di ricorrere alla tortura ed al supplizio per far loro confessare
-ciò che si voleva. Se poi talvolta fu provato aver gli
-Ebrei commesso qualche misfatto, ed è inevitabile che in
-un gran popolo non si trovino dei malfattori, non avviene
-ogni giorno lo stesso anche fra noi Cristiani? Perchè dunque
-non punirli, secondo giustizia, in ragione del delitto commesso,
-invece di sottoporli a pene stravaganti, colpendo assieme
-colpevoli ed innocenti ed ammazzandoli alla rinfusa? Le autorità
-dovrebbero pensare all'ammonizione del Re Giosafat:
-“Riguardate ciò che voi fate; perciocchè voi non tenete
-la ragione per un uomo, ma per lo Signore, il quale è con
-voi negli affari della giustizia.&nbsp;—&nbsp;Ora dunque, sia lo spavento
-del Signore sopra voi; prendete guardia al dover vostro
-e mettetelo ad effetto; perciocchè appo il Signore Iddio nostro
-non vi è alcuna iniquità” (2 <cite>Croniche</cite>
-<span class="sc num">xix</span>, 6, 7). Esse
-avrebbero dovuto pensare a non gravare le loro povere anime
-e le loro conscienze della scomunica pronunciata da migliaia
-di leviti, e confermata da un Amen di centinaia di migliaia
-di persone contro chi contravviene ai precetti del <cite>Deuteronomio</cite>
-(<span class="sc num">xxvii</span>, 19, 25) “Maledetto sia chi pervertisce la
-ragione del forestiere, dell'orfano e della vedova. Maledetto
-sia chi prende presenti per far morire l'innocente”
-(<cite xml:lang="la">ibid.</cite>,
-pag. 203 e segg.).
-</p>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_353"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_353"><span class="label">(353)</span></a>
-Boleslao il Pio, duca di Kalisch, nell'anno 1274. (Regnò col nome
-di Boleslao V, 1227&ndash;1279). Vedi Sternberg,
-<cite xml:lang="de">Geschichte der Juden in Polen</cite>.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_354"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_354"><span class="label">(354)</span></a>
-Un ebreo accusato di aver ucciso un fanciullo cristiano deve
-essere convinto colla testimonianza di tre ebrei e di tre cristiani; senza
-di che non potrà essere condannato per uso di sangue cristiano; se
-l'accusatore non potrà in tal guisa provare la sua accusa sarà punito
-colla pena del taglione.
-</p>
-</div>
-
-<div class="chapter">
-<span class="pageno" title="308" id="page-308"></span>
-</div>
-
-<h3 id="tit-21" class="documento">
-<a href="#ritit-21">X. *</a>
-</h3>
-
-<p class="subtitle">
-Parere della facoltà teologica di Lipsia dell'8 maggio 1714.
-</p>
-
-<p>
-Dopo che certi accaduti avvenimenti esigono la soluzione
-del quesito “se si possa provare e credere che gl'Israeliti,
-secondo le leggi della propria religione, o per introdotte
-superstizioni, abbiano bisogno del sangue d'un cristiano, e
-che uccidano secretamente teneri fanciulli, che procurano
-di rapire” fu sopra ciò desiderato anche il nostro coscienzioso
-parere in nome di S. M. il Re di Polonia e del serenissimo
-principe elettore di Sassonia.
-</p>
-
-<p>
-Quindi noi, conforme il nostro umilissimo obbligo, incominciamo
-la soluzione del quesito con una negativa, e di tale
-nostra negazione alleghiamo le ragioni seguenti:
-</p>
-
-<p>
-I. Prima del 13º secolo dalla nascita di Cristo non si è
-parlato mai di questa grave accusa addossata al popolo ebreo,
-nè in tempi in cui niente si perdonava alla nazione ebrea,
-si saprebbe trovare conferma di ciò in qualsiasi documento,
-nè degli Ebrei dell'Oriente nè dell'Occidente. Perchè dunque
-dovevano gli Ebrei per così lunga epoca ommettere una
-crudeltà, e tosto dopo quest'epoca averla incominciata? Perchè
-non dovrebbero essi averla commessa del pari nei primordi
-del Cristianesimo, che quasi s'innalzava sulla loro rovina, ed
-allorquando la gelosia e l'amarezza dovevano esser maggiori?
-Perchè dovrebbero essi aver ommessa questa pratica ai tempi
-degli imperatori pagani, allorquando con maggior sicurezza
-potevano eseguirla? Perchè incominciare allora soltanto
-quando maggior pericolo li attendeva sotto principi cristiani?
-O come avrebbero taciuto questa cosa i Cristiani dei primi
-tempi, a cui tali fatti non potevano rimanere celati, mentre
-<span class="pageno" title="309" id="page-309"></span>
-essi d'altronde non sanno mai abbastanza descrivere l'odio
-degli Ebrei contro di loro?
-</p>
-
-<p>
-Ma per procedere alquanto innanzi colla storia intorno a
-questo fatto, e mostrar più chiaramente la sua falsità, osserviamo
-che intorno al 13º secolo, l'odio contro gl'Israeliti, in
-Germania particolarmente, erasi grandemente aumentato, e
-ciò principalmente a cagione di un certo monaco di nome
-Rodolfo, il quale, secondo ogni apparenza, tratto da ambiziosa
-imitazione di quelli che predicavano la crociata contro gl'infedeli
-in Oriente, instigò il popolo in Colonia, Spira, Magonza
-e Strasburgo a una simile crociata contro gli Ebrei, immaginandosi
-di acquistarsi così una fama in Germania come
-San Bernardo in Francia colle crociate contro i Maomettani;
-ma appunto il Santo Bernardo, in una lettera diretta ad Enrico
-Arcivescovo di Magonza, dannò il da colui eccitato eccidio
-degli Ebrei, lettera che s'incontra fra le sue epistole. Ciò
-nondimeno si continuarono nelle publiche prediche le veementi
-accuse; e varii frati si adoperarono valorosamente ad empire
-non solo le loro prediche, ma anche i loro libri di simili tragiche
-favole contro questa nazione, favole che facilmente irritavano
-il volgo insensato. Fra tali favole si è diffusa anche
-questa dell'uso del sangue cristiano in varie pratiche di
-religione o superstizione ebraica, e potrebbe ben essere che
-a ciò avesse dato occasione una sentenza dei dottori ebrei
-(spiegata da Elia levita nel suo Tisbì) la quale dice che
-niuno potesse sedere in Tribunale, vale a dire coprire onorevole
-carica se non avesse <em>damim</em> (la quale parola suona
-<em>sangue</em> ed anche <em>denaro</em> e qui è da intendersi nel senso di
-denaro).
-</p>
-
-<p>
-L'epoca della favola ci è resa nota e chiara da Papa Gregorio
-IX, il quale, dopo scrupolose indagini intorno alle accuse
-che venivano date agli Ebrei, volendo impedire che si
-versasse il loro sangue, mandò fuori, nel 1235, una bolla pontificia,
-nella quale dichiara gli Ebrei immuni da questo e
-da altri delitti di cui venivano incolpati, e si lagna che tali
-accuse provengano dall'avarizia dei loro autori i quali agognano
-ai beni degli Ebrei, ed abusano della religione cristiana
-<span class="pageno" title="310" id="page-310"></span>
-per palliare il proprio desiderio di arricchire; le quali
-cose egli ripete ancora in una bolla dell'anno seguente, come
-pure in un'altra diretta a San Luigi Re di Francia. Egli
-fu imitato, nell'anno 1247, dal Papa Innocenzo IV, in un'epistola
-agli Arcivescovi d'Alemagna, in cui esplicitamente rigetta
-come una falsità che gli Ebrei uccidano fanciulli cristiani
-e facciano uso del loro sangue.
-</p>
-
-<p>
-E così pure gl'imperatori romani, incominciando dal decreto,
-intorno a ciò promulgato dall'imperatore Federico III,
-hanno riconosciuto gli ebrei innocenti rapporto a questa accusa;
-lo che apparisce dal formulario dei privilegi ad essi
-confermati, come da quelli che sogliono essere accordati dagli
-imperatori quando vengono eletti, come può vedersi
-presso Linneo, tomo <span class="sc num">i</span>, addit. <i>ad 1, 3,
-c.</i>&nbsp;<a id="FNa_355"></a><a href="#Fn_355" class="fna">(355)</a>.
-</p>
-
-<p>
-Con eguali pubblici attestati furono gli Ebrei difesi da
-quest'accusa da Galeazzo e Bona Sforza Duchi di Milano, da
-Pietro Mocenigo, Doge di Venezia, e da altri grandi principi
-i quali facilmente si citerebbero, se ciò non ci portasse
-troppo in lungo.
-</p>
-
-<p>
-Se poi nell'esame storico di questa cosa cerchiamo i giudizi
-d'uomini celebri intorno a questo fatto, troviamo che
-Pietro di Blois, nel libro <cite xml:lang="la">Contra perfid. Jud.</cite>,
-c. 8, dà chiaramente
-a divedere com'egli teneva la cosa per dubbiosa. Il
-dottor Martino Lutero nella parte undecima dell'antico Testamento,
-fol. 323, ha già da lungo tempo rigettata questa
-favola, che cioè gli Ebrei abbiano bisogno del sangue
-di un Cristiano, qual menzogna e follia. Lo stesso fece
-anche Horembek nei prolegomeni del suo libro <cite xml:lang="la">De convertendis
-Judaeis</cite>, ed il professore, peritissimo nelle cose giudaiche,
-<span class="pageno" title="311" id="page-311"></span>
-Wagenseil nel suo <cite xml:lang="la">Infundibulo</cite>, <i>pag.</i> 99,
-ed in una
-apposita confutazione dell'opinione che gli Ebrei abbiano bisogno
-del sangue di un Cristiano, si è dichiarato contro questa
-calunnia. La rigettò anche di recente il celebre Basnage
-nel settimo libro della sua storia degli Ebrei. E ciò prescindendo
-da quanto hanno scritto a propria difesa contro questa
-falsa accusa in particolare Abarbanel nel suo <cite>Ezechiello</cite>,
-36, 13; l'Ebreo Cardoso nel suo libro in lingua spagnuola
-“<cite xml:lang="es">Los Excell.: decima calunnia de los Hebr.</cite>
-pagina 412”;
-Isacco Vira nel <cite xml:lang="la">“Vindice sanguinis”</cite> e
-gli Ebrei di Metz
-in uno scritto pubblicato a Parigi nel 1670 col titolo:
-<cite xml:lang="fr">Factum servant de réponse au livre intitulé: Abrégé du
-procès fait aux Juifs de Metz.</cite>
-</p>
-
-<p>
-Dacchè esiste la religione di Cristo, abbiamo veduto molte
-migliaia di Ebrei che l'hanno abbracciata, e fra questi neppure
-uno ha potuto deporre una testimonianza degna di fede
-in conferma di questa favola. Al contrario, il profondo dotto
-Cristiano Gerson, passato al Cristianesimo con onore sincero,
-ha combattuto questa favola, nella prefazione del suo Talmud
-degli Ebrei. Con lui è d'accordo il noto Pfeffercorn nel
-<cite xml:lang="la">Spec.
-adhort. Jud.</cite> parte <span class="sc num">ii</span>,
-dove egli fa una buona distinzione,
-dicendo che potrebbe ben essere che si sieno trovati degli
-Ebrei e che oggidì pure se ne trovino, che spinti da collera,
-odio e vendetta, uccidano segretamente un fanciullo Cristiano,
-nella stessa guisa che in mezzo a tutte le nazioni
-non può evitarsi qualche bricconeria; ma sostiene non potersi
-dare che ciò avvenga per aver essi bisogno del sangue di
-un Cristiano.
-</p>
-
-<p>
-E il di sopra citato signor Wagenseil nella suaccennata
-confutazione, p. 163, attesta in nome della verità di Dio e
-del padre di Nostro Signore Gesù Cristo che fra tanti Ebrei
-battezzati che egli ha praticati, non ne ha trovato uno che
-confessasse che i suoi connazionali adoperassero in certi casi
-il sangue d'un Cristiano, per quanto egli intorno a ciò gl'interrogasse
-tutti accuratamente.
-</p>
-
-<p>
-Noi potremmo a tutto ciò aggiungere la testimonianza di
-Tommaso, che viene ritenuto per un Ebreo convertito al
-<span class="pageno" title="312" id="page-312"></span>
-Cristianesimo, il quale interrogato sopra questa cosa da Alfonso
-Re di Spagna, la negò, adducendo ragioni dedotte dalle
-leggi giudaiche, le quali non permettono ad un Ebreo simile
-uso del sangue, come puossi diffusamente riscontrare
-nel <cite>Scevet Jehudà</cite>, fol. 6, col. 2, ed anche nel <cite>Giudaismo
-svelato da Eisenmenger</cite>, tom. <span class="sc num">ii</span>,
-cap. <span class="sc num">iii</span>, pag. 226. Veramente
-gli annali della Chiesa dopo il tredicesimo secolo abbondano
-di diversi esempi di tali omicidii commessi dagli
-Ebrei, e fra questi molti furono raccolti da Genebrando nel
-quarto libro della sua <cite xml:lang="la">Chronor.</cite>,
-e dall'autore del libro intitolato:
-<cite>Quanto sia difficile a convertire il cuore di un
-Ebreo.</cite>
-</p>
-
-<p>
-Ma in ciò tre cose sono da rimarcarsi:
-</p>
-
-<p class="lista testa">
-1. Che le circostanze della maggior parte di queste storie
-sono talmente contraddicenti l'una all'altra, e con tali
-differenze sono raccontate dai diversi autori, che fra se stesse
-si distruggono, come nota il celebre Wagenseil.
-</p>
-
-<p class="lista">
-2. La maggior parte di queste storie rimontano ai tempi
-dell'ignoranza e della credulità, e si rendono assai sospette
-mediante gli strani miracoli, dai quali sono accompagnate,
-ed è quindi da prendersi bene in considerazione quello che
-osserva Eisenmenger, (del resto dichiarato nemico dei Giudei),
-il quale dopo aver riportato alcuni esempi di tal fatto, dice:
-<i class="quo">Non si odono ora più in Germania di consimili crudeli
-fatti</i> (<cite>l. c.</cite>, pag. 221); senza dubbio perchè la Germania
-dopo di esser divenuta più colta, ha perduta quella troppa
-credulità a simili fandonie, come pure ad altre, le quali ci
-fecero cauti anche verso di questa.
-</p>
-
-<p class="lista">
-3. Finalmente devesi in riguardo a queste storie, avere
-in considerazione la distinzione fatta da Pffeffercorn che,
-dato anche che il più di esse sieno vere, che cioè alcuni
-Ebrei abbiano versato il sangue di cristiani o de' loro fanciulli,
-in nessuna guisa però non può ciò essere avvenuto
-per cagione che essi abbisognassero di quel sangue per la
-loro religione o per superstizione.
-</p>
-
-<div>
-<span class="pageno" title="313" id="page-313"></span>
-</div>
-
-<p class="lista testa">
-II. Ma dalle prove storiche della nullità di questa accusa,
-passiamo a quelle che la calunnia per se stessa ci
-offre, d'onde apertamente si vede, quanto incerti sieno stati
-gli autori della medesima, in quanto essi non hanno saputo a
-che cosa attribuire la necessità in cui sieno gli Ebrei di
-provvedersi di questo sangue.
-</p>
-
-<p>
-Perocchè gli uni dicono: 1) gli Ebrei hanno bisogno del
-sangue dei Cristiani per non puzzare; altri: 2) per le loro
-focacce e il loro vino della pasqua; alcuni: 3) per arrestare
-il sangue della circoncisione; altri: 4) per ungere le mani
-dei sacerdoti quando danno la benedizione; altri: 5) per la
-benedizione degli sposi; taluni: 6) per ungere i loro morti,
-ai quali in pari tempo si grida all'orecchio: Se Gesù è il
-vero Messia, possa il sangue di questo innocente cristiano
-morto sperando nel suo Salvatore, procurarti la vita eterna;
-altri ancora: 7) per facilitare il parto; alcuni: 8) per curare
-malattie occulte; ed altri ancora: 9) per preparare un certo
-filtro. In tutte queste supposizioni non è soltanto la discrepanza
-che cade sotto gli occhi, ma anche la nullità delle
-medesime. Poichè in quanto alla prima non è provato che
-gli Ebrei mandino un odore particolare diverso dagli altri
-uomini, nè che quello si possa cangiare con del sangue, il
-quale nè fluido, nè secco tramanda alcun odore. La 2, 3, 4
-e 5 supposizione sono del tutto assurde, poichè il sangue
-umano contaminerebbe quelle sacre operazioni. La sesta supposizione,
-cioè l'unzione dei morenti, è del tutto contraria
-alla fede degli Ebrei, i quali non potrebbero mai considerare
-come espiatorio il sangue di un fanciullo ucciso, e molto
-meno in vista del sangue di Cristo. La settima supposizione,
-di farne uso nei parti difficili, ci viene per semplice ragguaglio
-di un Ebreo rinnegato di nome Brenzen, il quale,
-spinto da ignoranza e malignità, sparse molte altre manifeste
-favole. 8) Non si sanno indicare le malattie occulte ed
-incurabili degli Ebrei, per le quali deve servire il sangue di
-un Cristiano, e non hanno altro fondamento se non che in
-<span class="pageno" title="314" id="page-314"></span>
-un libercolo molto frivolo, di cui corre voce che vi sia la
-descrizione delle malattie particolari a ciascuna tribù, mentre
-è pur noto che la distinzione delle tribù d'Israele è già da
-lungo tempo andata perduta. 9) Secondo anche l'opinione di
-quelli che ancora credono ai filtri non può alcun altro sangue
-servire per formarne una bevanda che ispiri amore, tranne
-quello della persona verso cui si vuoi destare l'affetto,
-e non si può comprendere qual amore gli Ebrei vogliono
-far nascere col sangue dei bambini cristiani; laonde in
-tutte queste asserzioni risultano l'inverisimiglianza e la
-nullità.
-</p>
-
-<p class="lista testa">
-III. Se veniamo ora ai principii ed alle leggi fondamentali
-della fede degli Ebrei, troviamo che questa non può
-in verun modo tollerare l'uso del sangue di fanciulli uccisi,
-e conseguentemente l'uccisione di essi. È principalmente noto
-con qual rigore gli Ebrei osservano la legge dei cibi puri
-ed immondi, e quanto debbano essere rilassati prima di
-mangiare, per esempio, la carne di porco. Or dunque il sangue
-principalmente, e tanto più il sangue umano, è fra i
-cibi vietati. <cite>Lev.</cite> 17. Così fra i comandi di Mosè che sono
-in alta riverenza presso gli Ebrei, sta la proibizione del
-sangue. <cite>Gen.</cite> 9, v. 4, nè può alcun Ebreo fruirne nè per
-cibo, nè per medicina. Non si può fare a meno di ripetere
-qui le parole di Tommaso al re Alfonso tolte dall'ebraico
-<cite>Scevet Jehudà</cite>: Ecco noi abbiamo veduto che un Ebreo non
-mangia sangue di tutto ciò che ha vita, anzi riguardano
-come proibito il bere il sangue dei pesci, dei quali i Talmudisti
-pure dicono che non merita il nome di sangue, perchè
-l'Ebreo non vi è abituato, sebbene egli veda che molti
-popoli ne mangiano; e quanto più orrore deve destare nell'Ebreo
-il sangue umano, del quale egli non ha veduto che
-alcun altro uomo faccia uso! Il re può accertarsi della cosa
-anche da questo che se un Ebreo mangiando fegato (od altra,
-cosa dura a masticare) gli venga sangue dai denti o dalle gengive,
-non continua a mangiarne se prima non l'ha nettato.
-<span class="pageno" title="315" id="page-315"></span>
-È cosa nota che l'uomo ha in abborrimento il sangue de' suoi
-simili, assai più che il proprio sangue, perchè non vi è abituato.
-Anzi è da essi con tanta cura evitato il mangiar
-sangue, che essi, dietro i dettami del Talmud, non mangiano
-nemmeno un uovo in cui si mostri una piccola vena rossa
-di sangue, nè una bestia se fosse uccisa da un uccello di
-rapina, od altrimenti non sia stata scannata a dovere, per
-timore che non siavi rimasto alcun che di sangue. E non
-solamente è loro proibito mangiare il sangue, ma anche il
-toccare il sangue di un uomo morto, ed è riguardato come
-la più grande impurità. Noi troviamo su di ciò la legge nel
-<cite>Num.</cite> 19, secondo la quale il toccare tutto ciò che proviene
-da un corpo morto rende immondi, per il che eglino stessi
-non conservano il sangue dei loro martiri se mai sia spruzzato,
-ma lo lavano, raschiano, sotterrano. E con quanta esattezza
-non conservano essi la legge della purità, specialmente
-nelle loro solennità e sacre cerimonie, fra le quali primeggiano
-la Pasqua e la Circoncisione, e quanto assurda non è
-la supposizione che nelle medesime si servano del sangue
-di un Cristiano! Che se finalmente si volesse supporre che
-gli Ebrei non sieno spinti ad uccidere dei fanciulli da un
-bisogno della loro religione o superstizione, nè per alcuno
-degli usi fin qui addotti, ma bensì da quello stesso odio
-verso i Cristiani e la loro fede, pel quale essi per far onta
-a questa fede mettono in croce o martorizzano fino alla
-morte i fanciulli cristiani come ne vengono allegate alle
-varie storie, la quistione verrebbe a cangiarsi da quello che
-fu in principio proposto; ma per altro rimane tuttavia da
-ponderare che mentre simili barbarie non sono agli Ebrei
-comandate nè insinuate, e ch'essi non possono sperare alcun
-vantaggio, ma al contrario quel solletico ch'essi potrebbero
-risentire dall'onta recata con tali tragedie alla religione
-cristiana, sarebbe ben lungi dal compensare il pericolo, le
-sventure, l'odio, la persecuzione che avrebbero a temerne
-per la loro propria religione, non è credibile che volessero
-intraprendere tali orribili azioni, cui si oppongono la ragione
-e l'umanità.
-</p>
-
-<div>
-<span class="pageno" title="316" id="page-316"></span>
-</div>
-
-<p>
-E qui non puossi far a meno di convenire coll'intelligente
-Basnage nel succitato luogo, ove dice: È da temersi,
-che anche queste pretese crocefissioni di fanciulli cristiani
-non sieno state generalmente altro che pretesti per aizzare
-sovrani e popoli contro gli Ebrei: e più avanti, simili storie
-gli sembrano molto sospette, perchè sempre congiunte a
-manifesta crudeltà ed ingiustizia per parte dei cristiani, i
-quali invece di punire quelli soltanto che in seguito ad
-una sufficiente investigazione giuridica fossero trovati colpevoli,
-formavano un processo tumultuario, e innocenti e rei
-erano tratti a morte, purchè fossero ebrei; che in ogni tempo
-simili sollevazioni del popolo rendono la cosa incerta, perchè
-suole dietro una vaga diceria ammutinarsi ed essere causa
-dell'esecuzione, prima che siasi fatto campo ad un'ordinata
-investigazione. A conferma di ciò non possiamo a meno di
-riportare dagli annali di Bzovio ciò ch'è accaduto di simile
-in Praga nell'anno 1395.
-</p>
-
-<p>
-Erasi sparsa voce che dagli Ebrei fosse stato flagellato
-e crocefisso un fanciullo cristiano, ed il popolo era per
-questo nel più grande inasprimento; e siccome temevasi
-che aspettando il ritorno del re Venceslao, che era assente,
-potesse egli ponderare la cosa ed investigare, specialmente
-essendosi egli esternato che in mezzo all'ira
-si deve ricordarsi della clemenza, così senza attendere la
-di lui presenza si fece un gran massacro, uccidendo quanti
-Ebrei si incontravano, senza alcuna distinzione e considerazione
-se fossero rei od innocenti.
-</p>
-
-<p>
-Quando da alcuni Ebrei fossero pur commesse tali iniquità
-non si dovrebbero almeno attribuire all'universalità
-dei Giudei, in riflesso che non sono commesse in forza dei
-principii della loro religione, e soltanto come gli altri delitti
-dovrebbero esserne puniti gli autori, senza ulteriori
-conseguenze.
-</p>
-
-<p>
-Il Dio della verità e della giustizia faccia che in ogni
-luogo venga ad ognuno fatta giustizia, senza distinzione di
-persone, e giudichi poi con clemenza i giudici della terra.
-</p>
-
-<p>
-Questo nostro teologico attestato e parere è da noi rilasciato
-<span class="pageno" title="317" id="page-317"></span>
-in forma autentica, munito del sigillo della nostra facoltà
-teologica.
-</p>
-
-<p class="docudata testa">
-Dato a Lipsia nell'8 maggio 1714.
-</p>
-
-<div class="docudata testa">
-<table summary="">
- <tr>
- <td class="LS">(L. S.)</td>
- <td class="docudata">Decano Seniore, nonchè gli altri dottori
- e professori della facoltà teologica presso
- l'Università di Lipsia.
- <p class="center" id="pnnto">Visto, concorda col suo autentico e vero
- originale in ogni punto e clausola.</p>
- </td>
- </tr>
-
- <tr><td class="LS">(L. S.)</td>
- <td class="docudata">Tanto certifico io sottoscritto. In
- fede. Giovanni Sigismondo Tellemann,
- pubblico notaio per autorità imp.</td>
- </tr>
-</table>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_355"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_355"><span class="label">(355)</span></a>
-Così il testo; ma più correttamente Limneo
-(<em xml:lang="la">Limnaeus</em>), nome
-col quale era conosciuto Giovanni Wirn pubblicista e storico tedesco,
-nato a Jena nel 1592, morto nel 1663. Fra le varie sue opere ricordiamo:
-<cite xml:lang="la">Juris publici imperii romano-germanici</cite>,
-lib. <span class="sc num">ix</span>. (Strasburgo,
-1629&ndash;1632, 3 vol. in-4º), cui son da aggiungersi i 2 volumi
-di supplemento
-qui citati col titolo: <cite xml:lang="la">Additiones</cite>
-(1650&ndash;1660), e che costituiscono
-il primo trattato completo sulla costituzione dell'impero.
-</p>
-
-<p class="destra">C. G.</p>
-
-</div>
-
-<div class="chapter">
-<span class="pageno" title="318" id="page-318"></span>
-</div>
-
-<h3 id="tit-22" class="documento">
-<a href="#ritit-22">XI.</a>
-</h3>
-
-<p class="subtitle">
-Lettera dell'Em. Card. Corsini.
-</p>
-
-<p class="destra testa">
-A Monsignor <span class="sc">Nunzio Apostolico</span> di Polonia.
-</p>
-
-<p class="destra" style="margin-right: 8ex"><i>Varsavia.</i></p>
-
-<p class="testa">
-“Molt'Illustre e Rev<sup>mo</sup> Sig<sup>r</sup>
-come fratello:&nbsp;—&nbsp;Il renditore
-a V. S. della presente sarà l'Ebreo Giacobbe Selech
-di nazione Polacco, quello appunto, che fin dall'anno 1758,
-vivendo ancora il Sommo Pontefice Benedetto
-<span class="sc num">xiv</span>, si portò
-in Roma per umilissimamente implorare in nome della nazione
-Ebrea di codeste parti caritatevole protezione dalla
-S. Sede a riparo degli intollerabili aggravi, che, nelle facoltà
-e nelle persone rappresentò soffrire dai Cristiani la
-medesima nazione frequentemente incolpata d'omicidii, <em>sulla
-mal fondata persuasione del volgo, ch'essa, meschii sangue
-umano, e specialmente cristiano nell'impasto dell'azzime</em>.
-Il regnante Sommo Pontefice Clemente XIII ha già
-fatto di questo ricorso diligente disamina, appigliandosi
-ancora a quelle provvidenze che sono convenienti al merito
-del medesimo, e che per altra parte giugneranno <em>segretamente</em>
-a di Lei notizia. Frattanto però ha espressamente
-ordinato S. S. che debba scriversi a V. S. e se le
-faccia palese essere Sua intenzione ch'Ella comparta al
-medesimo Giacobbe ogni più efficace e proficua assistenza,
-affinchè nel ripatriare non soffra il medesimo alcuna vessazione
-e molestia di <em>chicchessia, e da quelli massimamente
-che V. S. potesse credere contro di lui male animati
-per il ricorso portato al Trono apostolico</em>. In veduta
-<span class="pageno" title="319" id="page-319"></span>
-pertanto del Sovrano Pontificio comando apparterrassi alla
-sperimentata di Lei prudenza l'adoperare i mezzi conducenti
-alla di lui esecuzione, prevenire chi si deve e compartire
-all'Esibitore di questa aiuto tale, onde conosca
-coll'effetto dover egli alla clemenza e pietà di nostro S.<sup>re</sup>
-la propria sicurezza e durevole tranquillità. Con che le
-auguro da Dio felicità”.
-</p>
-
-<p>
-Roma, 9 febbraio 1760.
-</p>
-
-<div class="destra">
- <div class="firma">
- <p class="center"><i>Come Fratello aff.<sup>mo</sup></i></p>
- <p class="center">F.<sup>o</sup> A. Card.
- <span class="sc aut">Corsini</span>.</p>
- </div>
-</div>
-
-<div class="chapter">
-<span class="pageno" title="320" id="page-320"></span>
-</div>
-
-<h3 id="tit-23" class="documento">
-<a href="#ritit-23">XII. *</a>
-</h3>
-
-<p class="subtitle">
-Legge ungherese dell'anno 1791.
-</p>
-
-<p>
-Art. 38. Per guarentire la sicurezza di questa nazione
-(l'ebraica) spesso turbata da questo erroneo pregiudizio, la
-R. Luogotenenza ha ordinato a tutti i Comitati di darsi premura
-per sradicare dagli animi del popolo, <em>anche</em> il pregiudizio
-che gli Ebrei usino, nei loro riti, vittime umane, impiegando
-tutti i mezzi migliori e più adatti alle condizioni
-locali e giovandosi anche, se fosse necessario, dell'opera dei
-sacerdoti. Bisogna persuadere e convincere il popolo che questo
-orribile delitto è contrario alle leggi ebraiche ed agli
-scritti dei profeti, ripugnante soprattutto a tutto il vecchio
-testamento sul quale ha base principale la religione ebraica
-e contrario eziandio ai precetti delle altre religioni. Per conseguenza
-se da qualsiasi Ebreo venisse commesso un assassinio,
-anche se risultasse che il delitto fu commesso per
-animosità religiosa, non si avrebbe nessuna maggior ragione
-di incolpare l'intera nazione ebraica, di quello che non si
-avrebbe di incolpare la cristianità se simile delitto fosse
-commesso da un Cristiano.
-</p>
-
-<div class="chapter">
-<span class="pageno" title="321" id="page-321"></span>
-</div>
-
-<h3 id="tit-24" class="documento">
-<a href="#ritit-24">XIII.</a>
-</h3>
-
-<p class="subtitle">
-Una fanciulla smarrita a Mantova e poi trovata.
-</p>
-
-<p>
-Anche a Mantova, nel 1824, si era preteso che gli
-Ebrei avessero ucciso una ragazza per usarne il sangue
-nei loro riti. I seguenti documenti varranno a mostrare
-non tanto la falsità della accusa, quanto il giudizio
-che di quelle accuse recavano, in tempi non certamente
-favorevoli agli Ebrei, l'autorità politica e l'ecclesiastica.
-</p>
-
-<blockquote>
-
-<p class="subtitle">I. R. Delegazione di Mantova.</p>
-<p class="center">AVVISO.</p>
-
-<p class="testa">
-Da alcuni giorni si è destata qualche inquietudine in questa
-città.
-</p>
-
-<p>
-Lo smarrimento di una fanciulla, che dappoi si rinvenne,
-diede occasione alla malevolenza d'immaginare dei fatti i
-più assurdi e calunniosi in odio degli Israeliti, alcuno dei
-quali soffrì anche delle ingiurie ed offese personali; i colpevoli
-sono stati all'istante arrestati.
-</p>
-
-<p>
-Qualche apparato maggiore di forza che si è trovato di
-spiegare in questo incontro richiamò la curiosità del popolo,
-il quale verso sera si affolla intorno alle pattuglie; inceppandone
-il movimento. Ciò diede già causa a degli inconvenienti,
-la repressione dei quali è tanto più importante in una
-fortezza.
-</p>
-
-<div>
-<span class="pageno" title="322" id="page-322"></span>
-</div>
-
-<p>
-A prevenirli quindi si ricordano le seguenti sanzioni penali:
-</p>
-
-<p class="center testa">(<i>Omissis</i>)</p>
-
-<p class="testa">Dall'Imp. R. Delegazione Provinciale.</p>
-
-<p>Mantova, 12 giugno 1824.</p>
-
-<p class="center testa">
-Il Consigliere di Governo Imp. R. Delegato Provinciale
-</p>
-
-<p class="center">Marchese <span class="sc aut">Benzoni</span>.</p>
-<p class="docudata pi1">Dalla Tipografia Provinciale di L. Caranenti.</p>
-
-</blockquote>
-
-<p>
-S. E. Ill<sup>ma</sup> e Rev<sup>ma</sup> Mons. Vescovo di Mantova, con
-lettera pastorale dello stesso giorno, plaudiva ai provvedimenti
-presi in questa circostanza dall'Autorità politica
-ed alle ragioni che li avevano inspirati.
-</p>
-
-<div class="chapter">
-<span class="pageno" title="323" id="page-323"></span>
-</div>
-
-<h3 id="tit-25" class="documento">
-<a href="#ritit-25">XIV. *</a>
-</h3>
-
-<p class="subtitle">
-Il predicatore di corte canonico Giovanni Emanuele Veith.
-</p>
-
-<p>
-L'<cite xml:lang="de">Illustrirtes Wiener Extrablatt</cite>
-recava nel suo numero
-153 del 5 giugno 1882 la seguente notizia:
-</p>
-
-<p>
-“Nell'anno 1840 quando gli animi erano eccitati, come lo
-sono adesso in Ungheria, il celebre canonico e predicatore
-della cattedrale di S. Stefano, dott. Emanuele Veith, che
-per il suo zelo religioso era tenuto in altissima considerazione
-dal principe Arcivescovo di Vienna, Milde, reputò
-necessario calmare gli animi eccitati. Ricorrendo la
-solennità dell'Ascensione, l'applaudito predicatore, dinanzi
-a migliaia di devoti cristiani pronunciò alla fine del suo discorso
-le seguenti notevoli parole: <i class="quo">Voi tutti sapete, o devoti
-miei ascoltatori, e lo apprendano coloro che non lo
-sapessero, come io nascessi ebreo e per effetto della Divina
-Grazia divenissi cristiano, come servissi a questa mia
-convinzione nelle missioni cristiane, e come in ogni occasione
-dessi testimonianza alla verità ed obbedendo alla mia vocazione
-sinceramente pastorale, offrissi, per quanto sapevo ed
-in tutta coscienza, consolazione e speranza ai fedeli cristiani.</i>
-E l'eccellente uomo, impugnato il Crocifisso, continuò
-con voce commossa: <i class="quo">E così qui dinanzi a voi, ed al cospetto
-del mondo intero giuro in nome di Dio e della Santissima
-Trinità che tutti adoriamo, che la perfida bugia sparsa
-con perfida astuzia, che gli Ebrei nella solennità delle loro
-feste pasquali adoperino il sangue di un Cristiano, è sacrilega
-calunnia; giuro che niente di ciò si trova nè nel
-Vecchio Testamento nè negli scritti del Talmud che conosco</i>
-<span class="pageno" title="324" id="page-324"></span>
-<i class="quo">profondamente ed ho attentamente studiati. Così Dio mi
-aiuti e mi sia indulgente nell'ultima mia ora</i>”.
-</p>
-
-<p>
-Il sig. dottor <span class="sc aut">L. A. Frankl</span>
-cavaliere di Hochwarth, segretario
-della Comunità israelitica di Vienna, per accertarsi
-dell'esattezza di questa notizia, si recò dal professore dottor
-Giovanni Veith, fratello superstite del fu canonico Veith,
-per ottenere da lui maggiori informazioni. In conseguenza
-gli venne rilasciata la seguente dichiarazione:
-</p>
-
-<p>
-“A richiesta del sig. L. A. Frankl dichiaro esser vero
-quanto fu detto nell'<cite xml:lang="de">Illustrirtes Extrablatt</cite>
-del 5 giugno
-e cioè che il fu mio fratello canonico Giovanni Emanuele
-Veith si pronunciò alla fine di una predica sull'inesattezza
-della fiaba che gli Ebrei adoperino pei loro riti pasquali il
-sangue di un fanciullo cristiano e dichiaro che mi rammento
-ciò essermi stato detto da mio fratello.
-</p>
-
-<div class="destra">
- <div class="firma">
- <p>“Prof. <span class="sc aut">Veith</span>
- m. p.”</p>
- </div>
-</div>
-
-<p>
-N. 15536.
-</p>
-
-<p class="testa">
-Colla presente dichiaro che il signor dottor medico Giovanni
-Veith, a me personalmente cognito, dimorante in Vienna
-ha sottoscritto di suo proprio pugno la firma qui sopra
-esistente&nbsp;<a id="FNa_356"></a><a href="#Fn_356" class="fna">(356)</a>.
-</p>
-
-<p class="docudata testa">
-Vienna, 17 giugno 1882.
-</p>
-
-<div class="destra">
- <div class="firma">
- <p><span class="sc aut">Francesco Krischker</span>, m. p.</p>
- </div>
-</div>
-
-<table summary="">
- <tr>
- <td class="LS"><i>L. S.</i></td>
- <td style="text-indent: 0">nominato sostituto dell'I. R. Notaio dottor
- Adolfo Faber con decreto dell'I. R. Tribunale
- di Vienna, 18 aprile 1882, n. 25074.</td>
- </tr>
-</table>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_356"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_356"><span class="label">(356)</span></a>
-L'originale di quest'atto trovasi nell'Archivio della Comunità
-Israelitica di Vienna.
-</p>
-</div>
-
-<div class="chapter">
-<span class="pageno" title="325" id="page-325"></span>
-</div>
-
-<h3 id="tit-26" class="documento">
-<a href="#ritit-26">XV. *</a>
-</h3>
-
-<p class="subtitle">
-Dichiarazione del Professore Molitor.
-</p>
-
-<p>
-Nel terzo volume della mia <cite xml:lang="de">Philosophie der Geschichte</cite>
-(Münster, Heisinger, 1839) avrei avuto l'occasione più adatta
-di esprimermi scientificamente sulla falsa imputazione adossata
-agli Ebrei di far colpevole uso di sangue, ma non me
-ne occupai, perchè ritenni che quest'accusa, la di cui falsità
-tanto spesso fu provata, fosse troppo avventata perchè valesse
-la pena di occuparsene, fosse pure per confutarla. Avendomi
-però il signor L. H. Loewenstein, autore del
-<cite xml:lang="de">Damascia</cite>,
-istantemente invitato di esprimere pubblicamente, per onore
-della verità, la mia convinzione su questo importante soggetto,
-che pur troppo ha costato negli ultimissimi tempi
-tante vittime sanguinose, così non esito un solo momento a
-dichiarare la mia convinzione più coscienziosa.
-</p>
-
-<p>
-“Ho fatto, degli scritti dei Rabbini e dei cabalisti, oggetto
-di uno studio di lunghi anni, e posso lusingarmi di conoscere
-abbastanza bene tanto la parte casuistica come la mistica
-dell'ebraismo, e mai mi si è presentato, nè negli scritti dei
-talmudisti, nè in quelli dei cabalisti, nè in qualunque siasi
-scritto ebraico, il più lontano motivo di credere a quella
-sciocca incolpazione lanciata contro l'ebraismo; nè ho mai
-scoperto la più lontana traccia di una simile tradizione sanguinaria
-fra gli Ebrei, benchè abbia studiato per lungo tempo
-le tradizioni ebraiche.
-</p>
-
-<p>
-“Per quanto conosco delle leggi ebraiche è affatto impossibile
-che una tale vergognosa prescrizione possa essere
-stata introdotta nell'ebraismo, senza distruggere prima affatto
-la legge mosaica e quella del Talmud. Poichè il Pentateuco
-proibisce assolutamente e severamente in più luoghi l'uso di
-ogni sangue, ed il Talmud, secondo la sua abitudine, spinge
-<span class="pageno" title="326" id="page-326"></span>
-questo divieto mosaico fino alle conseguenze più estreme,
-come è provato nello scritto <cite xml:lang="de">Damascia</cite>, capitolo
-<span class="sc num">viii</span>, pagine 363&ndash;368.
-</p>
-
-<p>
-“Io non voglio negare l'esistenza di qualche stupido individuo
-ebreo, che abbia adoperato sangue umano a scopi magici,
-ma devo affermare assolutamente, che la magia nera è assolutamente
-proibita nell'ebraismo, e che nella Bibbia, nel Talmud
-e nella Kaballah non mi è noto nessun passo che potesse giustificare
-tali delitti. Se adunque singoli Ebrei commettessero
-tali delitti, essi agirebbero contro la loro legge, come agirebbero
-contro la propria i Cristiani, se li commettessero.
-</p>
-
-<p>
-“L'incolpazione, che gli Ebrei facciano uso di sangue
-cristiano nelle loro cerimonie religiose, è un'idea che ha origine
-dal medio evo, e dimostra una totale ignoranza dell'ebraismo
-e dei suoi usi mentre ricorda una simile incolpazione,
-che una volta fu lanciata dai Pagani ai Cristiani, cioè che
-questi facessero sacrifici umani.
-</p>
-
-<p>
-“In tutti i tempi però s'innalzarono nella cristianità potenti
-voci contro questo pregiudizio basato su di una crassa ignoranza.
-</p>
-
-<p>
-“Specialmente i papi Gregorio IX (1235) ed Innocenzo IV
-(1287), hanno espressamente proibito nelle loro bolle, di perseguitare
-gli Ebrei per questa favolosa incolpazione.
-</p>
-
-<p>
-“Anche il papa Sisto IV si dichiara energicamente contro
-la calunnia mossa agli Ebrei, e dopo l'istruzione fatta sulla
-morte di San Simoncino da Trento, che si pretese fosse stato
-ucciso dagli Ebrei per scopo religioso, proibì lo si santificasse
-ed ordinò non si molestassero più gli Ebrei di Trento. (Purtroppo
-se ne avevan già bruciati molti). Il doge di Venezia,
-Pietro Mocenigo in un decreto del 22 aprile 1475, ed uno
-Sforza duca di Milano dichiararono innocenti gli Ebrei di
-questo inventato delitto. Così dichiarò anche l'imperatore Federigo
-III e dopo lui molti Imperatori romani.
-</p>
-
-<p>
-“Il <em>Wagenseil</em> tanto versato e pratico negli scritti degli
-Ebrei nel suo <cite xml:lang="de">Unwidersprechlichen Widerlegung</cite>,
-e l'ex-ebreo
-e poi sacerdote cattolico <em>Sonnenfels</em> nel suo
-<cite xml:lang="de">Jüdischen
-Bluteckel</cite> provarono a fondo e incontestabilmente la nullità
-e la piena falsità della incolpazione.
-</p>
-
-<div>
-<span class="pageno" title="327" id="page-327"></span>
-</div>
-
-<p>
-“Lutero, che non era certo amico degli Ebrei, dichiara
-(parte <span class="sc num">xi</span>, foglio 323 ed. Altemb.)
-questa incolpazione bugiarda
-e pazza. A questa dichiarazione si unisce anche Basnage
-nella sua <cite xml:lang="fr">Histoire des juifs</cite>
-(parte <span class="sc num">vii</span>, cap. <span class="sc num">xi</span>).
-</p>
-
-<p>
-“A questi e ad altri attestati più antichi devesi aggiungere
-l'esteso parere della <cite>Facoltà teologica di Lipsia</cite>
-<a id="dell8"></a>dell'8 maggio 1714, ed in questi ultimi tempi:
-</p>
-
-<p class="docudata">
-“a) <em>Il predicatore di corte a Vienna Veit.</em> Questo pio
-sacerdote, ebreo battezzato, <em>prestò dal pulpito, col crocifisso
-in mano, un solenne e sacro giuramento che nell'incolpazione
-verso gli Ebrei non vi era una parola di vero</em>.
-</p>
-
-<p class="docudata">
-“b) <em>Il vescovo Dräseke</em> in una dichiarazione (accompagnata
-da un obolo per gl'infelici) nella <cite xml:lang="de">Allgem. Zeitung
-des Judenthums</cite>.
-</p>
-
-<p class="docudata">
-“c) <em>G. H. di Schubert</em>, nella sua dichiarazione nella
-<cite xml:lang="de">Allgem. Zeitung</cite> del 30 aprile 1840.
-(<cite xml:lang="de">Damascia</cite>, pag. 54, 55).
-</p>
-
-<p class="docudata">
-“d) Il missionario, e già ebreo <em>Giorgio Wildon Pieritz</em>,
-sostenne quanto a questo riguardo è affermato nel giuramento
-di purificazione del <em>Rabbino Manasse ben Israel</em>, il
-cui testo leggesi nello scritto “<cite xml:lang="de">Damascia</cite>”
-(pag. 237).
-</p>
-
-<p class="docudata">
-“e) Il <em>D. Augusto Neander</em> in Berlino, già ebreo, fece
-la stessa dichiarazione nella <cite xml:lang="de">Berliner Zeitung</cite>,
-ed aiutò inoltre
-nel suo lavoro l'autore della <cite xml:lang="de">Damascia</cite>
-(Damascia, pag. 104).
-</p>
-
-<p class="docudata">
-“f) Lo stesso fece anche il predicatore e missionario
-<em>William Ayerst</em>, A. M. (Dam. stesso) che nel suo scritto al
-Dott. Neander ne lodò l'impresa chiamandolo un
-“<i class="quo" xml:lang="en">Laudable endeavours</i>.”
-</p>
-
-<p class="docudata">
-“g) Uno dei più caldi ed intelligenti confutatori di
-questa assurda accusa fu in tempi recentissimi l'altrettanto
-zelante e costante avversario della religione ebraica Alessandro
-M. Caul, D. D., il quale dimostra nel suo “<cite xml:lang="en">Reasons
-for believing</cite> ecc. ecc.”, dedicato alla Regina d'Inghilterra,
-nella maniera la più irrefragabile come stiano in contraddizione
-assoluta i sacrifici umani e lo spargimento di sangue,
-con le dottrine fondamentali dell'Ebraismo. In questo scritto
-trovasi anche una dichiarazione, <em>firmata da trentacinque
-Ebrei convertiti al Cristianesimo</em>, che dice che l'incolpazione
-<span class="pageno" title="328" id="page-328"></span>
-è “una miserabile e diabolica bugia”
-(<i class="quo" xml:lang="en">a foul and Satanic falsehood</i>).
-</p>
-
-<p class="docudata">
-“h) Alle fatiche del D<sup>r</sup>. M. Caul per la verità e giustizia
-si associò recentissimamente anche il dotto e intelligente
-sindaco, dottore in teologia <em>Federigo di Meyer</em> in una
-dichiarazione, depositata nelle mani del signor L. H. Loewenstein,
-perchè venisse pubblicata.
-</p>
-
-<p>
-“Dopo così numerosi e chiari argomenti, dopo tante ed
-importanti voci, non mi resta altro a fare che di <em>associarmi
-assolutamente alla dichiarazione del signor predicatore di
-Corte Weit e di inalzare con pura coscienza, senza inganno
-e ritegno le mani all'Onnipotente e di dichiarare e giurare
-solennemente che io non sono mai venuto a sapere, nè a
-voce nè in iscritto, o per altra via cosa alcuna che potesse
-servire di giustificazione all'incolpazione, che gli Ebrei si
-servano di sangue umano per qualunque cerimonia religiosa</em>;
-anzi mi consta che agli Ebrei è proibito dalla loro legge
-nel modo più severo <a id="uso"></a>qualunque uso di sangue, e che essi
-proteggono da ogni contatto, col sangue in special modo, la
-pasta del <em>Maza</em> (azimo) perchè con tal contatto la <em>Maza</em>
-cesserebbe di poter essere mangiata secondo le leggi, giacchè
-il contatto del sangue la fa divenire <em>Chamez</em> (impura).
-</p>
-
-<p>
-“Questa dichiarazione l'ho data perchè richiesto, <em>chiamando
-testimonio l'Altissimo, il Dio della verità e dell'amore
-e l'affermo e la sostengo, per la pura e genuina verità
-del mio sapere e della mia convinzione</em>.
-</p>
-
-<p>
-“Voglia preservare Iddio i cuori di tutti i Cristiani da
-questa odiosa incolpazione.
-</p>
-
-<div class="destra">
- <div class="firma" style="width: 60%;">
- <p class="pi2"><i>(Firm.)</i> L'autore dello scritto: “Filosofia
- della storia, o sopra la tradizione nel Vecchio
- Testamento e la sua relazione alla Chiesa
- del Nuovo Testamento.”</p>
- <p class="center">“Prof. <span class="sc aut">Molitor</span>”.</p>
- </div>
-</div>
-
-<p>
-Si dichiara <em xml:lang="la">previa collatione, sub fide notariali</em>, che la
-suddetta copia concorda col suo originale.
-</p>
-
-<p>
-Francoforte sul Meno, 14 maggio 1841.
-</p>
-
-<div class="destra">
- <div class="firma">
- <p class="center"><i>(L. S.) Fir.</i> D<sup>r</sup>.
- <span class="sc aut">Giovanni Jacob Glöckner</span></p>
- <p class="center">Notaio della libera città di Francoforte.</p>
- </div>
-</div>
-
-<div class="chapter">
-<span class="pageno" title="329" id="page-329"></span>
-</div>
-
-<h3 id="tit-27" class="documento">
-<a href="#ritit-27">XVI. *</a>
-</h3>
-
-<p class="subtitle">
-Consigliere aulico Prof. Dott. G. H. von
-Schubert&nbsp;<a id="FNa_357"></a><a href="#Fn_357" class="fna">(357)</a>.
-</p>
-
-<p>
-Altrettanto dobbiamo trovar naturale, che l'improvvisa scomparsa
-del Priore dei Francescani, o, come altri dicono, dei
-Cappuccini, di Damasco faccia impressione per la tragica natura
-del fatto, quale venne riferito da molti giornali, altrettanto
-ci riesce incomprensibile che sia stata fra noi, Cristiani
-del secolo <span class="sc num">xix</span>, accettata e discussa
-una fiaba medioevale
-barbara ed insensata, posta in giro dai Turchi, sul modo con
-cui quegli scomparve; per essere cioè stato assassinato dagli
-Ebrei. Lo scrittore di queste righe, nella sua qualità di viaggiatore
-cristiano, ebbe occasione di conoscere a fondo gli
-Ebrei dell'Oriente e può asserire colla maggiore convinzione
-che quella strana ed atroce invenzione è in aperta contraddizione
-non soltanto coi sentimenti degli Ebrei dell'Oriente,
-ma con quelli di tutti gli Ebrei in generale, coi loro antichissimi
-usi, e coi loro riti religiosi osservati con scrupulosa
-severità. Per ciò siffatte dicerie dovranno essere poste fra le
-bugie anche nel caso che la tortura turca strappasse delle
-confessioni alle sue vittime fosse pure in dieci diversi luoghi,
-ed anche nel caso che dieci diversi corrispondenti troppo creduli,
-si facessero a ripetere tale voce per averla udita da
-altri. Infine chi scrive non può fare a meno di dubitare assaissimo,
-e ciò fino a prova in contrario, che quell'assassinio
-sia stato commesso da Ebrei.
-</p>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_357"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_357"><span class="label">(357)</span></a>
-<cite xml:lang="de">Allgemeine Zeitung</cite>, 30 aprile 1840.
-</p>
-</div>
-
-<div class="chapter">
-<span class="pageno" title="330" id="page-330"></span>
-</div>
-
-<h3 id="tit-28" class="documento">
-<a href="#ritit-28">XVII. *</a>
-</h3>
-
-<p class="subtitle">
-Narrazione del Reverendo M.
-Pieritz&nbsp;<a id="FNa_358"></a><a href="#Fn_358" class="fna">(358)</a>.
-</p>
-
-<p>
-Allorchè noi, cioè la Missione di Gerusalemme alla quale
-ho l'onore di appartenere, udimmo, come gli Ebrei di Damasco
-soffrissero per effetto della stessa calunnia, tante volte,
-e specialmente nel <span class="sc num">xiii</span> secolo lanciata
-contro di voi, come
-già lo era stata contro i Cristiani dai Pagani nei primi tre
-secoli, fu risolto dalla nostra Missione e specialmente dal
-nostro reverendissimo signor Sopraintendente, che io dovessi
-subito recarmi a Damasco per dimostrare, coll'aiuto dei Consoli
-europei, come la vostra religione ben lungi dall'ordinare
-l'assassinio e l'uso del sangue ne formi espresso e severo
-divieto, e per ripetere in mio proprio nome lo spaventevole
-giuramento del vostro celebre Menasse Ben Israel.
-</p>
-
-<p>
-Non possiamo da questa distanza decidere se gli Ebrei
-abbiano o meno commesso un assassinio, ma vogliamo in ogni
-caso evitare che di questo delitto si faccia colpa all'intera
-nazione.
-</p>
-
-<p>
-Mi si destinò a tale Missione perchè, nato ebreo e versatissimo
-nelle discipline rabbiniche, senza essere in nessun
-modo amico o difensore del Rabbinato, ero specialmente designato
-per testimoniare su tale argomento.
-</p>
-
-<p>
-Non voglio descrivere ciò che provai, quando fui a Damasco.
-Vidi che tutta l'accusa contro gli Ebrei era una cosa artificiale,
-e che loro si negava ogni onesto e giusto modo di
-difesa, mentre si impiegavano i più crudeli supplizi per
-estorcere loro false confessioni della colpa.
-</p>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_358"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_358"><span class="label">(358)</span></a>
-Estratto dal suo scritto agli Ebrei di Alessandria.
-(Vedi <cite xml:lang="de">Zeitung
-des Judenthums, 1840, n. 31</cite>).
-</p>
-</div>
-
-<div class="chapter">
-<span class="pageno" title="331" id="page-331"></span>
-</div>
-
-<h3 id="tit-29" class="documento">
-<a href="#ritit-29">XVIII.</a>
-</h3>
-
-<p class="subtitle">
-Traduzione del Firmano accordato da S. M. imperiale
-il Sultano Abd-el-Medijd agli Israeliti del suo impero.
-</p>
-
-<p>
-<i>Sulla domanda di Sir</i> <span class="sc aut">Moses Montefiore</span>,
-<i>membro della
-Società Reale</i>, <i>ed a lui consegnato a Costantinopoli, da
-Sua Eccellenza</i> <span class="sc aut">Reschid-Pascià</span>,
-<i>ministro degli affari esteri
-della Porta Ottomana</i>, <i>l'</i>11 <i>Hesvan</i> 5601, 13 <i>del mese di
-Ramazan</i> 1256, <i>corrispondente al</i> 7 <i>novembre</i> 1840.
-</p>
-
-<p>
-Firmano indirizzato al Capo della Giustizia a Costantinopoli,
-in testa del quale Sua Maestà Imperiale ha scritto di
-sua propria mano le parole seguenti: “<i class="quo">Si eseguiscano gli
-ordini contenuti nel presente Firmano.</i>”
-</p>
-
-<p>
-Un antico pregiudizio esisteva contro gli Ebrei. Gli ignoranti
-credevano che gli Ebrei avessero l'uso di fare dei sacrifizi umani
-per impiegare il sangue nelle solennità della loro pasqua.
-</p>
-
-<p>
-In conseguenza di questa opinione, gli Ebrei di Damasco
-e di Rodi (sudditi del nostro impero) vennero perseguitati
-da altre nazioni. Le calunnie inventate contro questi Ebrei,
-e le vessazioni alle quali vennero esposti, pervennero sino al
-nostro trono imperiale.
-</p>
-
-<p>
-Non ha gran tempo che taluni Ebrei, abitanti nell'isola di
-Rodi, vennero tradotti a Costantinopoli, dove furono messi
-in istato di accusa e giudicati in conformità della nuova
-legislazione. La falsità delle accuse che loro si movevano
-venne completamente provata. Tutto quanto l'equità e la
-giustizia esigevano venne fatto per loro.
-</p>
-
-<p>
-In oltre i libri religiosi degli Ebrei vennero sottoposti all'esame
-di uomini istruiti, assai versati nella loro letteratura
-teologica. Il risultato di questo esame dimostrò essere estremamente
-vietato agli Ebrei di fare uso non soltanto di sangue
-umano, ma persino di sangue d'animali. Necessaria conseguenza
-<span class="pageno" title="332" id="page-332"></span>
-di questa proibizione è, che le accuse portate contro
-loro ed il loro culto non sono che pure calunnie.
-</p>
-
-<p>
-Per questi motivi, e per l'affezione che portiamo a tutti
-i nostri sudditi, non possiamo permettere che la nazione
-ebraica (la cui innocenza nell'appostole delitto venne già riconosciuta)
-sia vessata e tormentata a proposito di accuse
-che non hanno nessun fondamento di verità. Ma vogliamo
-che conforme allo
-<cite>Hatti-scerif</cite>&nbsp;<a id="FNa_359"></a><a href="#Fn_359" class="fna">(359)</a>
-promulgato a Gulhanè,
-la nazione ebraica posseda gli stessi vantaggi e goda degli
-stessi privilegi accordati alle altre nazioni sottoposte alla
-nostra autorità.
-</p>
-
-<p>
-La nazione ebraica sarà protetta e difesa.
-</p>
-
-<p>
-In conseguenza di questo divisamento nostro abbiam dato
-gli ordini i più positivi perchè gli Ebrei residenti in tutte le
-parti del nostro impero sieno d'ora innanzi protetti al pari
-di tutti gli altri sudditi della Sublime Porta, perchè nessuno
-possa in verun modo molestarli se non per giusta cagione,
-nè nello esercizio della loro religione, nè in quanto concerne
-la loro sicurezza e tranquillità.
-</p>
-
-<p>
-In conseguenza, il presente firmano rivestito in testa della
-nostra firma, ed emanato dalla nostra Cancelleria imperiale,
-venne rilasciato alla nazione ebrea.
-</p>
-
-<p>
-Così, dopo aver preso cognizione del presente firmano, voi,
-capo della magistratura, avrete gran cura di conformarvi
-strettamente a quanto esso dispone, e per impedire che in
-avvenire nulla si faccia in contraddizione di quanto esso dispone,
-lo farete registrare negli archivi del Tribunale. Lo
-rimetterete in seguito alla nazione israelitica, e veglierete
-scrupolosamente all'esecuzione dei Nostri ordini e della Nostra
-volontà sovrana.
-</p>
-
-<p>
-Dato a Costantinopoli, il 12 Ramazan 1256 (6 novembre
-1840).
-</p>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_359"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_359"><span class="label">(359)</span></a>
-<cite>Hatti-scerif</cite> dicesi in Turchia un'Ordinanza sovrana che porta un
-segno fatto di propria mano dal Sovrano. È parola persiana, formata
-da due parole arabe <em>Khatt</em> (linea, scrittura) e <em>scerif</em>
-(illustre). <cite>Hatt-humaiun</cite>,
-anche dal persiano <em>kumaiun</em> (reale), ha lo stesso significato.
-</p>
-</div>
-
-<div class="chapter">
-<span class="pageno" title="333" id="page-333"></span>
-</div>
-
-<h3 id="tit-30" class="documento">
-<a href="#ritit-30">XIX.</a>
-</h3>
-
-<p class="subtitle">
-L'ultimo processo italiano sul preteso uso del sangue cristiano
-nei riti ebraici.
-</p>
-
-<p>
-Benchè assai, nel corso del presente lavoro, ci siamo
-diffusi a confutare questa grossolana calunnia, ci sembra
-non inopportuna cosa consacrare qualche pagina
-all'ultimo processo cui l'oscena accusa dette luogo in
-Italia; processo omai dimenticato, benchè ancora gli
-attori siano vivi, e tanto più importante nel nostro
-assunto, in quanto che si svolse il 29 settembre 1857
-dinanzi all'I. R. Tribunale provinciale di Rovigo, in
-un'epoca cioè, che non volgeva, nella Monarchia Austriaca,
-troppo favorevole agli Ebrei.
-</p>
-
-<p>
-L'imputata era una tal Giuditta Castilliero, contadina
-dei Masi presso Badia Polesine; l'accusa quella di
-calunnia a danno dell'israelita sig. Caliman Ravenna,
-mediante falsa imputazione di restrizione della libertà
-personale e dissanguamento.
-</p>
-
-<p>
-Ecco come erano andati i fatti. Una bella domenica
-l'imputata, ragazza dai costumi leggieri anzichè no,
-dopo aver ascoltata la messa in Badia sparisce, e per
-quattro o cinque giorni la famiglia non ha più contezza
-dei fatti suoi.
-</p>
-
-<p>
-Quattro o cinque giorni dopo la Giuditta Castilliero
-riappare, pallida e disfatta, in casa di una sua zia:
-alla piegatura d'ambe le braccia, sul dorso delle due
-mani, alla regione d'ambo i polsi la poveretta portava
-<span class="pageno" title="334" id="page-334"></span>
-le traccie visibilissime di sei salassi, praticatile da
-mano, che i periti ebbero poi a dichiarare espertissima
-in quell'arte di dissanguare il prossimo, allora tanto
-cara ai figli d'Esculapio.
-</p>
-
-<p>
-Chi aveva conciato la poveretta in quel modo?
-</p>
-
-<p>
-Ecco ciò che essa narrò alla famiglia prima, all'autorità
-giudiziaria poi:
-</p>
-
-<p>
-Appena escita di chiesa s'era recata in una bottega
-di ferramenta tenuta in Badia dal sig. Caliman Ravenna
-per acquistarvi delle forcelle. Trovato chiuso
-il negozio, fece per entrare dalla porta di casa, da
-cui per comunicazione interna si accedeva anche alla
-bottega, ma il proprietario stesso, il quale era in pari
-tempo esattore dei tributi erariali, la sorprese, l'afferrò
-e la cacciò in una camera a pian terreno, dove la
-chiuse a chiave.
-</p>
-
-<p>
-La notte la Castilliero venne tolta dal suo carcere
-improvvisato, cacciata in una carrozza dove già si
-trovava una signora, e via.
-</p>
-
-<p>
-Ommetto le peripezie del viaggio; dopo molto tempo
-la carrozza giunge in una città ed entra nel cortile di
-una casa; là la poveretta è tolta di carrozza ed introdotta
-in una camera ove sta giacente un'altra ragazza
-a metà dissanguata. Dopo molte e molte ore,
-durante le quali le due giovani non erano state
-visitate che da un domestico che aveva loro recato
-da mangiare, ecco entrare nella camera tre uomini,
-un vecchio e due giovani, afferrare la giovane
-Castilliero, praticarle i sei salassi sopra descritti, raccoglierne
-e pesarne il sangue e poi escire, lasciando
-la Castilliero sempre prigione, assieme alla compagna.
-Come il domestico si movesse a pietà delle due prigioniere,
-e nonchè agevolarla, loro proponesse la fuga,
-come questa si effettuasse, e la Castilliero e la sua
-<span class="pageno" title="335" id="page-335"></span>
-compagna escissero dalla casa, teatro di così esecrabile
-mistero, io non dirò.
-</p>
-
-<p>
-Basti il sapere che una volta fuor di gabbia, la
-giovane e misteriosa compagna di sventura della Castilliero
-si ricusa di seguirla, sicchè questa prosegue
-sola la fuga. Oltrepassa la soglia della città, trova
-un carrettiere compassionevole che la riceve sul carro,
-che le dice come la città da cui proveniva fosse Verona
-e che la conduce a Legnago, da dove poi fa ritorno
-a Badia.
-</p>
-
-<p>
-È facile comprendere come quest'accusa nella quale
-trovavasi coinvolto uno dei principali negozianti del
-luogo, commovesse la piccola terra di Badia.
-</p>
-
-<p>
-Il signor Ravenna fu arrestato, più forse per sottrarlo
-al furore popolare che lo voleva morto, che
-perchè la stolida accusa trovasse credenza nell'Autorità;
-ed il processo cominciò.
-</p>
-
-<p>
-Dal processo apparvero molte e stranissime cose:
-</p>
-
-<p class="docudata">
-1. Che nella camera della casa Ravenna dove la
-Castilliero pretendeva essere stata prigione, e nelle
-ore appunto della presunta prigionia, erano entrate
-almeno mezza dozzina di persone tutte cristiane, e
-quindi non sospette di complicità col Ravenna in un
-reato che avrebbe avuto scopo rituale.
-</p>
-
-<p class="docudata">
-2. Che nell'ora notturna in cui la misteriosa carrozza
-sarebbe uscita dalla casa Ravenna, nessun rumore
-di ruotabile aveva turbati i sonni dei pacifici
-abitanti di Badia.
-</p>
-
-<p class="docudata">
-4. Che invece la Castilliero era stata vista, proprio
-quella domenica, camminar sola e perfettamente libera
-alla volta di Legnago.
-</p>
-
-<p class="docudata">
-5. Che nei giorni in cui sarebbe avvenuto il romanzesco
-fatto, la Castilliero si trovava a Legnago,
-dove si era allogata come domestica presso i signori
-<span class="pageno" title="336" id="page-336"></span>
-Ferragù, dalla cui casa era poi fuggita, portando seco
-quanto aveva potuto rubare ai padroni, per tornarsene
-a Badia a narrare la sua storiella.
-</p>
-
-<p class="docudata">
-6. Che le più minuziose ricerche fatte in tutto il
-Veneto dalle autorità non avevano fatto trovar traccia
-della misteriosa fanciulla, compagna alla Castilliero
-nella cattività e nella fuga.
-</p>
-
-<p>
-Di fronte a siffatte risultanze processuali, il signor
-Ravenna fu scarcerato e un processo per calunnia e
-per furto domestico fu iniziato contro la Castilliero.
-</p>
-
-<p>
-Costei confessò la calunnia, confessò il furto, ma
-quando le fu dimostrato che essa contadina ed analfabeta
-non avrebbe saputo inventare la favoletta, che
-essa non avrebbe potuto da sola farsi le ferite prodotte
-dai pretesi salassi, che infine non essendo mai
-stata a Verona ed avendo descritta con sufficiente esattezza
-quella città, qualcuno doveva a ciò averla
-addottrinata, essa si confuse, si contraddisse, inventò
-alcune favole, una più assurda dell'altra, ma non volle
-mai nominare i proprii complici.
-</p>
-
-<p>
-In seguito a questo dibattimento l'I. R. Tribunale
-provinciale di Rovigo pronunciava la seguente
-</p>
-
-<blockquote>
-<p class="subtitle"><strong>Sentenza.</strong></p>
-
-<p>
-In forza del potere conferitogli da S. M. Apostolica.
-</p>
-
-<p>
-L'i. r. Tribunale provinciale in Rovigo, in esito al dibattimento
-tenutosi nei giorni 29, 30 settembre e 1º ottobre 1856,
-coll'intervento del presidente Felice dottor Saccenti e dei
-consiglieri Gio. Battista Ranzanici, Giuseppe Cavazzani,
-Gio. Battista Munari, Francesco Provasi, quali giudici nella
-causa penale pei crimini di calunnia e furto in confronto
-dell'arrestata Giuditta Castilliero di Lorenzo, nativa di Barucchella,
-abitante ai Masi, dell'età d'anni 23, villica, nubile,
-difesa dall'avvocato Antonio dott. Farsetti;
-</p>
-
-<div>
-<span class="pageno" title="337" id="page-337"></span>
-</div>
-
-<p>
-Veduto il conchiuso 29 luglio anno corrente, N. 1424, col
-quale Giuditta Castilliero fu posta <a id="daccusa"></a>in istato d'accusa, come
-legalmente indiziata dei crimini di calunnia e di furto contemplati
-dai §§ 209, 171, 176 <span class="sc num">ii</span>, <i>b</i>,
-del Codice penale;
-</p>
-
-<p>
-Udite le conclusioni e proposte dell'i. r. Procuratore di
-Stato Gio. Battista consigliere Meraviglia, e le deduzioni
-dell'avvocato Alessandro dott. Cervesato patrocinatore di Caliman
-Ravenna per quanto concerne le ragioni di diritto
-privato, nonchè le deduzioni dell'avvocato Antonio dottore
-Farsetti difensore ufficioso dell'accusata Castilliero;
-</p>
-
-<p>
-Sentita anche l'accusata medesima che ultima ebbe la parola;
-</p>
-
-<p>
-Osservato che Giuditta Castilliero ha incolpato Caliman
-Ravenna di un crimine, e precisamente di pubblica violenza
-a termini del § 93 Codice penale, avendo giuratamente deposto
-alla Pretura di Badia e raccontato a più persone che
-il detto Ravenna nella mattina della domenica 17 giugno 1855
-fra le ore 10 e le 11 la avea tratta nel suo locale terreno
-ad uso esattoria, e colà lasciata chiusa, sola, senza cibo ed
-assistenza, all'oscuro, fino alle prime ore antimeridiane del
-dì successivo, nella qual ora la fece escire, e la collocò in
-un calesse, ove fu poi tradotta in una città che avrebbe poi
-inteso essere Verona, e le furono praticati dei tagli come di
-salassi con effusione di sangue ai polsi al dorso delle mani,
-ed alle braccia;
-</p>
-
-<p>
-Osservato che contro Caliman Ravenna per questa incolpazione
-datagli dalla Castilliero, fu proceduto a giudiziali
-indagini, ed al personale di lui arresto, che ebbe la durata
-di 16 giorni;
-</p>
-
-<p>
-Osservato che, data la falsità di detta incolpazione, sorge
-pel sopra esposto a carico di Giuditta Castilliero il crimine
-di calunnia definito al § 209, Codice penale;
-</p>
-
-<p>
-Osservato che tale falsità risulta manifestamente stabilita:
-</p>
-
-<p class="docudata">
-<i>a</i>) per la confessione della stessa prevenuta Castilliero,
-la quale ritrattò pienamente l'accusa da lei data al Ravenna,
-e la riversò dapprima sopra uno sconosciuto signore, poscia
-sopra ignoto carrettiere, dal quale sarebbe stata sedotta a
-deporre quanto realmente depose a carico del Ravenna;
-</p>
-
-<div>
-<span class="pageno" title="338" id="page-338"></span>
-</div>
-
-<p class="docudata">
-<i>b</i>) per le deposizioni delli Brusemini, Vanzetti, Brancaleoni,
-Gabussi impiegati nella esattoria di Alessandro Levi,
-condotta da Caliman Ravenna, i quali attestano la loro presenza
-in quel locale, ed escludono quella della Castilliero
-nella mattina della domenica 17 giugno 1855 fino dopo le
-ore 11; confermate tali deposizioni da quelle non dissimili
-di Luigi Dolcemini, Chiara Margutti, Maria Zanella, Giovanni
-Parisutti;
-</p>
-
-<p class="docudata">
-<i>c</i>) pel deposto di Antonio Fadin, che due volte ricevette
-in quella domenica nelle ore pomeridiane in detta esattoria
-da Caliman Ravenna del danaro per conto del dispensiere
-signor Spech ed esclude che ivi si trovasse alcuna estranea
-persona;
-</p>
-
-<p class="docudata">
-<i>d</i>) pel deposto di Felice Mantovani e Filomena Chinaglia
-che assicurano di aver veduta la Castilliero quella domenica
-a ore 11 circa antimeridiane dirigersi da Badia verso l'ospitale
-d'onde si procede per la Bova del Zecchino verso Villabona,
-indi Legnago;
-</p>
-
-<p class="docudata">
-<i>e</i>) pel deposto di Celeste Tosetto ed Antonio Rizzi, che
-in ora più tarda la videro passare per la detta Bova, e dirigersi
-verso Villabona;
-</p>
-
-<p class="docudata">
-<i>f</i>) pel deposto di Maria Massari, Marianna Turcatto,
-Giovanni Ferragù, Teresa De Stefani-Ferragù, Carolina e
-Marianna Ferragù, Natalina Scapin, e Gaetano Fantoni, i quali
-attestano dell'arrivo in Legnago della Castilliero nel pomeriggio
-della ripetuta domenica, e dell'essersi ella colà trattenuta
-al servizio della famiglia Ferragù fino alla mattina
-del lunedì 25 giugno 1855;
-</p>
-
-<p>
-Ritenuto che la pravità della intenzione è inseparabile
-dalla falsità dell'accusa, non potendosi ignorare le funeste
-conseguenze che derivar ne poteano;
-</p>
-
-<p>
-Osservato che quanto all'altro crimine di furto, del quale
-è pure aggravata la Giuditta Castilliero, la prova della sussistenza
-e della criminosità, trattandosi di furto commesso
-da donna di servizio a danno del padrone sopra effetti di un
-importo eccedente i cinque fiorini, sorge dalle deposizioni
-del derubato Giovanni Ferragù e suoi famigliari, e la prova
-<span class="pageno" title="339" id="page-339"></span>
-di reità desumesi dalla confessione della Castilliero avente
-tutti i requisiti di legge, e dal possesso delle cose rubate;
-</p>
-
-<p>
-Visto quanto alla pena i §§ 34, 210, 178, Cod. pen. e
-</p>
-
-<p>
-Ritenuto concorrere gli estremi delle lettere <i>a</i>, <i>b</i>, del citato
-§ 210, quindi stare a carico della prevenuta le aggravanti
-dell'aver commesso due crimini di specie diverse,
-dell'aver perpetrato il crimine di calunnia con duplice aggravamento
-di singolare malizia, e di grave pericolo, l'averlo
-sostenuto con giuramento, mentre la favoriscono la precedente
-condotta incensurabile, l'età poco al di sopra dei 20 anni,
-la patita seduzione;
-</p>
-
-<p class="docutesto">
-Ha giudicato:
-</p>
-
-<p>
-Essere Giuditta Castilliero di Lorenzo, dell'età d'anni 23,
-nativa di Barucchella, abitante ai Masi, villica, nubile, colpevole
-dei crimini di calunnia, e furto previsti dai §§ 209,
-171, 176 <span class="sc num">ii</span>, <i>b</i>, Cod. pen.: e
-come tale viene condannata
-giusta i §§ 34, 210, 178, alla pena del carcere duro per
-anni 6, ed al pagamento delle spese processuali a senso del
-§ 331, e colle riserve del § 343, del Reg. di proc. penale;
-ommesso di pronunciare sul risarcimento del danno a Caliman
-Ravenna, avendo il medesimo rinunciato all'azione civile
-verso l'accusata Giuditta Castilliero; restituiti a Giovanni
-Ferragù gli effetti in presentazione al medesimo rubati.
-</p>
-</blockquote>
-
-<p>
-Contro questa sentenza la Castilliero ricorreva in
-Appello, non&nbsp;—&nbsp;vi si badi&nbsp;—&nbsp;per ottenere di essere
-prosciolta dall'accusa di calunnia, ma soltanto per
-conseguire una mitigazione di pena. Il risultato dell'appello
-non le fu troppo favorevole siccome emerge
-dalla seguente sentenza:
-</p>
-
-<blockquote>
-<p class="center testa gr1">TRIBUNALE D'APPELLO VENETO</p>
-<p class="center">(<cite>Sessione del 5 novembre 1856</cite>).</p>
-
-<p class="testa">
-Avendo la Giuditta Castilliero interposto ricorso non già
-contro la condanna, ma semplicemente per ottenere una
-<span class="pageno" title="340" id="page-340"></span>
-mitigazione della pena, il Tribunale d'appello nella sessione
-suindicata,
-</p>
-
-<p>
-Preso in esame il ricorso per mitigazione di pena interposto
-dall'arrestata Giuditta Castilliero, nativa di Barucchella, abitante
-ai Masi, d'anni 23, villica, nubile, contro la sentenza
-1º ottobre p. p., n. 4247 dell'I. R. Tribunale provinciale in
-Rovigo, che siccome colpevole dei crimini di calunnia e di
-furto, la condannò alla pena del duro carcere per anni 6 e
-negli accessorii di legge;
-</p>
-
-<p>
-Visti gli atti processuali;
-</p>
-
-<p>
-Vista la sentenza reclamata;
-</p>
-
-<p>
-Sentito il signor Procuratore superiore;
-</p>
-
-<p>
-Ritenuto che la inquisita Castilliero non ricorre che per
-ottenere mitigazione di pena;
-</p>
-
-<p>
-Osservato che la pena da infliggersi all'inquisita pel crimine
-di calunnia era estendibile anche fino a 10 anni di carcere
-duro, a tenore del § 210, Codice penale, in vista massime
-della spiegata singolare malizia;
-</p>
-
-<p>
-Osservato che il crimine stesso si presenta pur aggravato
-dalle circostanze del pericolo cui fu esposto l'incolpato Ravenna,
-e dalle altre tristissime conseguenze che ne derivarono
-o che potevano derivarne;
-</p>
-
-<p>
-Osservato che l'inquisita confermò il calunnioso suo deposto
-persino anche col giuramento;
-</p>
-
-<p>
-Ritenuto che la medesima si presenta colpevole altresì del
-crimine di furto;
-</p>
-
-<p>
-Ritenuta per conseguenza immeritevole l'inquisita stessa
-di ogni mitigazione di pena;
-</p>
-
-<p>
-Respinto il ricorso,
-</p>
-
-<p>
-Dichiarava
-</p>
-
-<p>
-Di confermare la sentenza 1º ottobre p. p., n. 4247, dell'I.
-R. Tribunale provinciale in Rovigo.
-</p>
-</blockquote>
-
-<p>
-Il resoconto sommario che abbiam dato di questo
-processo non sarebbe però completo se non lo facessimo
-seguire da una importante lettera che il dott. Alessandro
-Cervesato, di Rovigo, l'avvocato cui il signor
-<span class="pageno" title="341" id="page-341"></span>
-Caliman Ravenna, costituitosi parte civile, aveva incaricato
-di sostenere le sue ragioni contro la sua calunniatrice,
-indirizzava all'<cite>Eco dei Tribunali</cite> di Venezia.
-</p>
-
-<p>
-Eccola tal quale:
-</p>
-
-<p class="testa" style="margin-left: 10ex"><i>Signor Redattore!</i></p>
-
-<blockquote>
-<p>
-Chiudeasi in quest'oggi il pubblico dibattimento nel confronto
-della giovine Giuditta Castilliero e questo r. Tribunale
-dovette condannarla per crimine di calunnia a sei anni di
-carcere duro, sebbene assistita da circostanze attenuanti e
-meglio ancora da quelle simpatie che durante il dibattimento
-avea saputo, a fronte delle più sinistre prevenzioni, destare
-in suo favore colla pacatezza del contegno, colle misurate
-parole, colle accorte risposte e con tale un'apparenza d'innocente
-candore da rendere il più singolare contrasto colla
-scaltrita malizia della quale seppe usare, e con felice successo,
-dal principio alla fine per fuorviare le più accurate
-investigazioni.
-</p>
-
-<p>Ma se indipendentemente dalle ritrattazioni della Castilliero
-e la mercè delle più irrecusabili testimonianze, risultava a
-luce meridiana comprovata la piena innocenza del mio cliente
-Caliman Ravenna, rimaneasi spiacevolmente delusa la pubblica
-aspettazione sul punto cardinale di un così interessante
-processo.
-</p>
-
-<p>Nessuno può dubitare che la favola dalla Castilliero spacciata
-in odio del signor Ravenna sia stata la fedele parodia
-di quella antica calunnia che in tempi d'intolleranza e di
-barbarie venne scagliata contro i figli d'Israele, e la quale,
-sebbene percossa dai fulmini del Vaticano, compulsata dagli
-editti de' principi, e smascherata da cento formali processi,
-non ha però, mai cessato di riapparire a quando a quando,
-e sempre o quasi sempre prodromo infausto ed esca di sociali
-perturbamenti.
-</p>
-
-<p>Dove adunque potea la povera villica ed ignorante attignere
-quell'assurda fola? Chi le apprese a vestirla con tanta
-sembianza di vero e con sì minute ed abbaglianti descrizioni
-<span class="pageno" title="342" id="page-342"></span>
-di persone, di luoghi, di oggetti da essa indubbiamente non mai
-veduti ed ignorati? Chi per acquistarle fede maggiore le ha
-praticate quelle varie incisioni alle braccia, ai polsi, alle
-mani a modo da imitare i più perfetti salassi? Chi la indusse
-a propalarla, a deporla in giudizio, a confermarla con suo
-giuramento? Per quale scopo ve la indusse, se il signor Ravenna
-non aveala tampoco mai veduta, s'egli non saprebbe
-indicare un suo personale nemico, se in Badia, ove soggiorna
-da ben diciott'anni, ha sempre goduto di una intera fiducia
-e della più conclamata generale estimazione? Chi potea finalmente
-inspirarle tanta forza di spirito, tanta pertinacia
-di volontà, e tanta annegazione di sè medesima, nel tenerne
-occulto l'autore morale, resistendo ad ogni maniera di legittime
-coartazioni e sfidando, sarei per dire, colla indomata
-rassegnazione di un martire la vindice spada della giustizia?...
-</p>
-
-<p>In tali incognite si racchiude il mistero del dramma; dramma
-tenebroso e che nessuna luce ha ricevuto da un processo,
-avvegnachè condotto con sì circospetto e paziente amore del
-vero.
-</p>
-
-<p>Quale patrocinatore del danneggiato signor Ravenna, ammonito
-di dovermi attenere a quanto fosse di mestieri per
-la giustificazione delle sue ragioni di privato diritto, io
-mi trovai collocato in assai difficile condizione; perchè da
-un canto il signor Ravenna non volea a patto nessuno associarsi
-all'accusa nemmanco coll'apparenza di coltivare basse
-ed illusorie vedute di materiale interesse; e perchè dall'altro
-canto io non potea spiegare quella più ampia difesa che reclamata
-quasi era dall'onore di lui e di tutti gl'Israeliti sì
-crudelmente intaccati da quella falsa imputazione, non che
-dalla viva rimembranza del corso pericolo da parte del volgo
-contro essi esasperato; e ciò nella speranza che sì solenne
-giustificazione avesse potuto farla una volta per sempre
-finita con un pregiudizio assurdo, immorale e cotanto
-vituperoso ad un'êra della più progredita civiltà com'è la
-nostra.
-</p>
-
-<p>Ella, o signore, conosce assai meglio di me che nessun
-rito rabbinico ha mai permesso l'uso del sangue, e che anzi
-<span class="pageno" title="343" id="page-343"></span>
-gli Ebrei ne hanno in ogni tempo provato tale un abborrimento
-da tenersene contaminati al solo toccarlo. È notorio
-che, ben lungi dal cibarsene, respingono essi con orrore le
-carni degli animali non isgozzati giusta la prescrizione della
-loro legge, per la tema appunto che una qualche stilla di
-sangue ne sia rimasta nei visceri o tra le fibre; ond'è che
-nessun altro popolo ha mai come l'ebreo servito a rigore di
-lettera il precetto che Dio tramandava per la bocca di Mosè&nbsp;—&nbsp;non
-verserete sangue; non vi ciberete di sangue; il contravventore
-perisca.&nbsp;—
-</p>
-
-<p>Non potrebbe sospettarsi tampoco che quella pratica feroce
-sia un avanzo di vetuste superstizioni redate dagli
-Ebrei ne' loro contatti co' gentili cui fossero abituali i riti
-di sangue, e che sia sorta dal supposto lor odio contro i seguaci
-di Cristo, mentre depongono in contrario le storie ed
-i formali processi in più occasioni istituiti.
-</p>
-
-<p>Ci narra Tertulliano che nei primi tempi di Nostra Chiesa
-e duranti le persecuzioni ordinate dagl'Imperatori contro i
-Cristiani, veniano questi accusati di immolare vittime umane,
-di beverne il sangue, di mangiarne le carni e che quell'ignominiosa
-incolpazione fu per ben tre secoli l'incentivo di
-persecuzioni ognora più crudeli. Ma nella storia di quei tristissimi
-giorni non abbiamo pur cenno che altrettanto siasi
-detto o sospettato degli Ebrei, sebbene all'imperversare di
-quella grande rivoluzione religioso-morale dovessero trovarsi
-in massimo grado inaspriti gli animi, e più facili e sicure le
-vie della calunnia.
-</p>
-
-<p>Ella sa pure, o signore, assai meglio di me che, soltanto
-nel secolo <span class="sc num">xiii</span> apparve per la prima volta
-l'accusa che gli
-Ebrei in date loro solennità versassero il sangue di un innocente
-Cristiano quale simbolo di espiazione, o ne usassero
-quale filtro portentoso. Ma se gli Ebrei non hanno infierito
-contro i Cristiani quando più vivi ed operosi erano gli odii,
-e quando deboli e percossi i Cristiani dalle ricorrenti persecuzioni
-avrebbero potuto farlo impunemente, come ammettere
-in buona logica che sieno stati osi di adottare quella pratica
-inumana, allorchè di fronte al Cristianesimo per tutto
-<span class="pageno" title="344" id="page-344"></span>
-trionfante avrebbero posta in compromesso quell'unica protezione
-sociale che loro era rimasta in una legge di tolleranza?&nbsp;—&nbsp;Mirando
-alla coincidenza degli avvenimenti ed
-all'agitazione religioso-sociale a que' giorni inferita dal bando
-della crociata per cui pareva che tutto Occidente dovesse, a
-modo d'immensa valanga, rovesciarsi sopra Oriente, saremmo
-indotti a sospettare che un qualche fanatico od un qualche
-ambizioso, a parodia di quel gigantesco movimento siasi pensato
-di bandire una specie di crociata anche contro gli Ebrei;
-e nel fatto ebbe la storia a registrare il nome di un certo
-Rodolfo uomo di gran seguito in Lamagna, il quale pel primo
-appunto avrebbe tentato in Colonia, Spira, Magonza e Strasburgo
-di levare la croce contro gli Ebrei. Senonchè Gregorio
-IX, durante il suo pontificato, con tre Bolle ha proclamata
-l'innocenza del popolo ebreo, condannando quell'insensata
-calunnia. Lo stesso Pontefice con suo Breve ne ammoniva
-i principi cristiani perchè si stessero a buona guardia e non
-vi prestassero fede. Anche i papi Innocenzo IV ed Alessandro
-VII fecero altrettanto e dottori della Chiesa e santi
-insigni presero le difese del calunniato Israele. S. Bernardo
-tra gli altri scrivendo ad Enrico arcivescovo di Magonza
-protestava contro il diffondersi di quella vergognosa calunnia
-e ne deplorava le funeste conseguenze.
-</p>
-
-<p>È notabile il fatto che tale diceria non sia mai sorta nella
-Spagna, mentre tutti sanno che in nessun altro paese di Europa
-furono gli Ebrei sì duramente perseguitati come ai tempi
-di Ferdinando ed Isabella in quella contrada.
-</p>
-
-<p>Anche i principi secolari se ne occuparono seriamente, e
-forti delle decisioni pontificie vollero con formali processure
-quella calunnia sventare e punire. Abbiamo i bandi dei duchi
-di Milano e di Mantova, abbiamo gli editti imperiali di
-Federico III, di Carlo V, di Massimiliano II, abbiamo le decisioni
-dei senati di Casale e di Venezia; documenti tutti
-che comprovano la malvagità di quella calunnia per non dire
-delle molte sentenze proferite in casi particolari da giudici
-imparziali e competenti e che sono tuttora negli archivi nostri
-e forestieri.&nbsp;—&nbsp;E qua cade in acconcio rammentare il
-<span class="pageno" title="345" id="page-345"></span>
-voto che sopra ricerca del Re di Polonia veniva pronunciato
-dalla Facoltà teologica di Lipsia nell'anno 1714; voto che, ridondante
-di dottrina e di erudizione, respinge fin anche il
-sospetto che con quella pratica brutale siansi mai disonorati
-gli Ebrei. Io son dell'avviso, che ov'Ella, signore, ne facesse
-dono a' suoi molti associati in appendice al processo che sta
-pubblicando colle stampe, non solo presterebbe un ottimo servigio
-alla verità, ma recherebbe ben anche un raggio di luce
-a quelle parti del processo che non emersero a sufficienza
-chiarite.
-</p>
-
-<p>S'io avessi potuto su questo terreno allargare la difesa,
-avrei forse conseguito il vantaggio di paralizzare più compiutamente
-ogni sinistra prevenzione e di rettificare qualche
-torta idea nei menoveggenti a maggiore presidio e conforto
-di una casta sociale per molti rispetti onorevole e per illustri
-notabilità benemerente.
-</p>
-
-<p>Sarà forse credibile appena dai lontani che in un secolo
-di tanto senno, di tanta tolleranza e di tanta umanità siasi
-agitato, e qui tra noi, un processo di quella fatta: tra noi,
-che governati da sapientissime istituzioni, tolto ogni privilegio
-di classe e di stirpe, siamo tutti uguali in faccia alle
-leggi e quasi altrettanti figli di una sola famiglia.&nbsp;—&nbsp;Giova
-sperare però che le Autorità competenti non vorranno desistere
-da ulteriori indagini, mentr'è nell'interesse del pubblico
-ordine e della pubblica sicurezza che l'occulto motore
-della Castilliero venga scoperto.
-</p>
-
-<p>Eccole, o mio buon signore, i poveri cenni che le ho promessi
-quasi a compimento della difesa del signor Ravenna,
-sarò ben lieto se si compiacerà di usarne a suo grado.
-</p>
-
-<div class="destra">
- <div class="firma">
- <p class="center"><i>Suo dev. servitore</i></p>
- <p class="center testa"><span class="sc aut">Allessandro</span> dott.
- <span class="sc aut">Cervesato</span>.</p>
- </div>
-</div>
-</blockquote>
-
-<p class="testa">
-A questa dotta lettera dell'egregio avv. Cervesato,
-il direttore dell'<cite>Eco dei Tribunali</cite> che era, piace il
-ricordarlo, quel valoroso pubblicista e fervido cattolico
-<span class="pageno" title="346" id="page-346"></span>
-che oggi dirige la <cite>Gazzetta di Venezia</cite>, Paride Zajotti,
-faceva seguire queste considerazioni sue:
-</p>
-
-<blockquote>
-<p>
-Compiuto il resoconto del dibattimento, col pubblicare l'appendice
-fattavi dal chiarissimo avv. Cervesato, coi due importantissimi
-documenti&nbsp;<a id="FNa_360"></a><a href="#Fn_360" class="fna">(360)</a>
-che ne formano per così dire necessario
-supplimento, resterebbe che ancor noi scendessimo
-nell'arringo, come, con soverchia fiducia, avevamo promesso
-nell'imprendere questa pubblicazione.
-</p>
-
-<p>Ma, obbligati a rimanere entro quella ristretta cerchia che
-chiamasi la questione legale, non potremmo estenderci a
-quelle considerazioni e dimostrazioni, che sono suggerite e
-richieste dalla questione sociale, di cui questo processo non
-è che un passaggiero fenomeno, senza correre grave pericolo
-o di entrare in un campo a noi straniero, o di nuocere alla
-cosa stessa, parlando con un riserbo incompatibile colla fermezza
-delle nostre convinzioni.
-</p>
-
-<p>Perciò crediamo più savio partito il tacere, e lasciar parlare
-per noi l'eloquenza dei fatti, accertati con tutto il rigore
-delle forme processuali e con quella scrupolosa esattezza, di
-cui tu testimonio chiunque assistette allo svolgersi di questo
-dibattimento.
-</p>
-
-<p>I fatti parlano da sè. Ed è fatto incontrastabile che il primo
-racconto della Castilliero fu provato falso nel modo più luminoso
-che si potesse. Diciamo nel modo più luminoso, perchè,
-lasciando da parte la manifesta sua inverisimiglianza, la falsità
-ne fu dimostrata oggettivamente e subbiettivamente.
-</p>
-
-<p>Oggettivamente per mezzo di tutti quei testimoni, i quali
-coabitando col Ravenna, e dovendo necessariamente aver
-avuto qualche sentore del fatto, se qualche cosa di somigliante
-fosse colà avvenuto, esclusero ad una voce qualunque
-circostanza che potesse avervi anche remota allusione; e per
-<span class="pageno" title="347" id="page-347"></span>
-mezzo principalmente della deposizione di Antonio Fadin, che
-fu nel locale stesso in cui la Castilliero voleva essere stata
-rinchiusa, e nelle ore in cui doveva essa pure esservi stata;
-deposizione suffragata e da dichiarazioni d'altri testimoni e
-dalle corrispondenti annotazioni, fatte, a caso vergine, nei
-registri dell'Ufficio postale.
-</p>
-
-<p>Subbiettivamente, per quella serie sterminata di testimoni
-tutti concordi, benchè appartenenti a varie condizioni della
-società ed a differenti paesi, i quali con tanta precisione ci
-attestarono la presenza della Castilliero, ora qua ed ora là,
-appunto nei varii giorni, in cui secondo il primo suo esame
-essa voleva essere stata in quella fantastica fortezza, in cui
-si entra e da cui si esce, di giorno e di notte, in carrozza
-chiusa senza incontrare una guardia di polizia o di finanza
-che chiegga conto dei misteriosi passeggieri. E fu savissimo
-intendimento del Tribunale quello di citare al dibattimento
-tutti quei testimoni, benchè deponessero su circostanze affatto
-secondarie, dopo tanta luce di prove, affinchè il numero stesso
-delle persone, la loro qualità di Cristiani, la franchezza di
-tante svariate deposizioni, ma tutte coincidenti nell'argomento
-che interessava, valesse a persuadere i più testerecci.
-</p>
-
-<p>Dopo tutto questo, che cosa importa se la Castilliero, a cui
-il parlare a nulla personalmente avrebbe giovato, dacchè il
-fatto rimaneva in ogni modo ed in ogni caso una calunnia,
-si chiuse in un inviolabile silenzio, e volle farla da romanzesca
-eroina, dicendo&nbsp;—&nbsp;nessuno fuorchè lei sapere come la
-cosa fosse stata&nbsp;—&nbsp;oppure calcolò sui frutti del suo silenzio?
-Che cosa occorre di più, oltre la prova che il fatto era una
-menzogna? La spiegazione delle cause, che indussero la Castilliero,
-e pongasi anche, la condanna dei correi, non avrebbero
-nè provato maggiormente la falsità dell'accusa, nè persuaso
-nemmeno uno solo di quelli che credono a tutto, fuorchè
-a quanto fu provato in questo processo.
-</p>
-
-<p>Anzi, la specialità delle circostanze che accompagnarono
-questo caso, ci dà una notevole guida per giudicare di altri
-fatti consimili in addietro processati, specialmente nei tempi
-in cui dominava in tutto il suo rigore il sistema inquisitorio.
-<span class="pageno" title="348" id="page-348"></span>
-Secondo la massima parte delle leggi, ne' secoli scorsi la deposizione
-del danneggiato, appoggiata ad una prova qualsiasi
-del fatto in genere, bastava per applicare all'imputato la tortura;
-ora qui si aveva la deposizione della danneggiata, che
-esclusa l'inverosimiglianza del fatto per se stessa, era improntata
-di tutti i caratteri della veridicità; si aveva una specie
-di prova del fatto in genere nella sparizione, nei primi momenti
-inesplicabile dell'odierna imputata, e nelle tracce della
-scalfitura alle mani ed alle braccia; ora se fossero stati altri
-tempi ed il signor Ravenna fosse stato messo sull'eculeo, noi
-vorremmo fortemente dubitare che, frammezzo agli strazi
-della tortura e col progressivo accrescersi del martirio, egli
-non avesse, come gli Ebrei di Damasco, tutto affermato pur
-di sottrarsi agli spasimi.
-</p>
-
-<p>E quale argomento per la sussistenza del fatto, qual prova
-si avrebbe potuto dedurre dalla sua condanna? Questa conclusione,
-a cui è pur forza di venire, fa che, per noi, questo
-processo, in cui sulle prime le stesse Autorità furono tratte
-in inganno dal racconto della Castilliero (tanto da ordinare
-l'arresto del Ravenna), assuma un'importanza storica immensa.
-</p>
-
-<p>Per chi volesse di più, basti il fatto che in questo processo,
-il Presidente del dibattimento non reputava nemmeno
-meritevole di discussione la questione in massima, ed il Pubblico
-Ministero qualificava l'oggetto dell'accusa della Castilliero
-quale pregiudizio del volgo.
-</p>
-</blockquote>
-
-<div class="destra">
- <div class="firma">
- <p class="center"><span class="sc aut">Paride Zajotti.</span></p>
- </div>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_360"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_360"><span class="label">(360)</span></a>
-Di questi due documenti uno, e cioè il <a href="#tit-21"><cite>Parere della
-Facoltà teologica
-di Lipsia</cite>, 8 maggio 1714</a>, fu da noi pubblicato fra i
-presenti documenti;
-il secondo che è una <a href="#tit-31">dichiarazione del <i>R. Procuratore
-generale prussiano di Aquisgrana</i></a>, pubblichiamo qui appresso.
-</p>
-</div>
-
-<div class="chapter">
-<span class="pageno" title="349" id="page-349"></span>
-</div>
-
-<h3 id="tit-31" class="documento">
-<a href="#ritit-31">XX.</a>
-</h3>
-
-<p class="subtitle">
-Dichiarazione del R. Procuratore generale prussiano
-di Aquisgrana.
-</p>
-
-<p class="center">(<cite xml:lang="de">Stadt-Aachener Zeitung,
-N. 82</cite>).</p>
-
-<p class="testa">
-Un caso, testè avvenuto nel mio circondario d'Ufficio, e
-che destò gran chiasso e porse argomento a diversi articoli
-di giornale, m'induce a pubblicare la seguente <em>notificazione
-ufficiosa</em>.
-</p>
-
-<p>
-Il 6 corrente una donna fece in Jülich a quel funzionario
-della polizia giudiziaria la denunzia che la sua figliuolina
-novenne, da lei mandata il mattino a Broich verso le sette,
-per mendicarvi un po' di pane, era stata assalita per via da
-un Ebreo e maltrattata nel modo più orribile. La ragazza,
-<em>colla massima consonanza con un suo fratellino di sei
-anni</em>, che l'avea accompagnata, depose in ripetuti esami,
-apparentemente nella massima commozione di animo, che
-quando fu dietro la contrada di Broich, le venne incontro
-l'Ebreo di Broich, si siedette, l'afferrò improvvisamente, se
-la pose sui ginocchi, e poscia, dopo aver estratto un coltello
-ed averle alzate le gonne, le diede un colpo al bassoventre.
-</p>
-
-<p>
-Ed in realtà quelle parti del corpo, ove, secondo l'attestazione
-della ragazza, sarebbe stato dato il colpo, erano lorde
-di sangue.
-</p>
-
-<p>
-Poco dopo aperta l'investigazione di polizia, condotta con
-molta diligenza ed avvedutezza, la ragazza, asserentesi maltrattata,
-vide una coppia di Ebrei che passavano pel mercato
-di Jülich, e facendo mostra d'essere quasi fuori di se
-stessa, gridò: “Questo è colui che m'ha ferita!”
-</p>
-
-<div>
-<span class="pageno" title="350" id="page-350"></span>
-</div>
-
-<p>
-Gli Ebrei furono tosto arrestati, e nel confronto coi ragazzi
-furono riconosciuti da questi colla massima precisione
-per gli autori del fatto.
-</p>
-
-<p>
-La donna ebrea, della quale originariamente non era stato
-fatto alcun cenno, secondo una nuova dichiarazione della
-ragazza, le avrebbe coperto il viso, sicchè non potè gridar
-bene. Nel corso degli ulteriori esami, quei ragazzi deposero
-altresì che alle loro grida era accorso un vecchio, il quale
-era stato ammazzato dall'Ebreo col suo coltello, e che gli
-Ebrei aveano presa la fuga soltanto all'avvicinarsi di altre
-persone.
-</p>
-
-<p>
-Giuntimi gli atti, feci avviare un'istruzione giudiziale, al
-quale scopo un giudice istruttore ed un procuratore di Stato
-si recarono il 12 corrente a Jülich.
-</p>
-
-<p>
-Il risultato dell'istruzione assunta fu il seguente:
-</p>
-
-<p>
-“Una ispezione personale, assunta con tutta esattezza
-da un impiegato medico giudiziario, coll'intervento anche
-di un altro medico, sul corpo della ragazza asserentesi ferita,
-non lasciò scoprire nè una ferita, nè una tumefazione,
-nè una infiammazione delle parti che secondo la sua dichiarazione
-sarebbero state lese.
-</p>
-
-<p>
-“Gli Ebrei arrestati erano forniti di passaporti in piena
-regola; essi sostennero di non essere stati in Broich, o sulla
-via, che da Broich conduce a Jülich, ma di avere dormito
-nella notte dal 5 al 6 corrente in Aldenhoven (in direzione
-affatto diversa di Jülich) e di essersi di là diretti a Jülich
-per la strada postale.
-</p>
-
-<p>
-“Tutto ciò fu confermato pienamente dalla deposizione
-delle gente (cristiana) presso cui volevano avere pernottato
-e di due gendarmi, i quali nella mattina del 6 aveano scortato
-degli arrestati da Jülich ad Aldenhoven e per via incontrarono
-i coniugi ebrei, che provenivano nella direzione
-di Aldenhoven. Un confronto dei diversi tempi dimostra che
-gli imputati, al momento dell'attentato loro addebitato, si
-trovavan distanti dal luogo, ove esso sarebbe stato commesso,
-per lo meno un'ora, ma con somma verosimiglianza, più ore.
-</p>
-
-<p>
-“L'uomo, che i ragazzi indicavano essere stato ammazzato
-<span class="pageno" title="351" id="page-351"></span>
-dall'Ebreo, fu rinvenuto facilmente. Egli non aveva
-alcuna lesione e dichiarò di avere incontrato quei due fanciulli
-sul luogo dell'asserito maltrattamento, ove piangendo si
-lagnarono con lui di quanto dicevano essere loro accaduto;
-egli però, al pari delle altre persone indicate dai ragazzi,
-assicurò di non avere assolutamente veduto in quel luogo
-alcuna persona sospetta.”
-</p>
-
-<div class="chapter">
-<span class="pageno" title="352" id="page-352"></span>
-</div>
-
-<h3 id="tit-32" class="documento">
-<a href="#ritit-32">XXI.</a>
-</h3>
-
-<p class="subtitle">
-Ignazio von Döllinger.
-</p>
-
-<p>
-Da un discorso tenuto nella solenne seduta dell'Accademia
-delle scienze a Monaco, il 25 luglio 1881, dal
-presidente Ignazio von Döllinger, ed intitolato, <cite>Gli
-Ebrei in Europa</cite>, togliamo il seguente brano che chiaramente
-dimostra quale concetto abbia il dotto teologo
-tedesco sulle accuse che si muovono agli Ebrei:
-</p>
-
-<blockquote>
-<p>
-.&nbsp;&nbsp;.&nbsp;&nbsp;.&nbsp;&nbsp;.&nbsp;&nbsp;.&nbsp;&nbsp;.&nbsp;Abituati
-ad immaginarsi che ogni Ebreo
-fosse il nemico nato ed il debitore dei Cristiani, i popoli ritenevano
-gli Ebrei, in un'epoca in cui si prestava fede volentieri
-anzi con avidità a cose crudeli e soprannaturali, capaci
-di qualunque delitto, anche dell'inverosimile ed impossibile.
-Dopo il 12º secolo corse la fola che gli Ebrei abbisognassero
-di sangue Cristiano, gli uni dicevano per la loro festa Pasquale,
-gli altri, come rimedio contro un segreto male ereditario;
-perciò furono accusati di uccidere ogni anno un
-ragazzo. Inoltre si diceva ch'essi crocifiggevano ogni anno un
-Cristiano per oltraggiare il Salvatore.
-</p>
-
-<p>
-Se si rinveniva in qualche luogo un cadavere con traccie
-di violenza, un bambino morto, l'assassino doveva essere stato
-un Ebreo, e si poneva alla tortura finchè confessava. Seguivano
-allora crudelissimi supplizi ed in parecchi casi una strage
-in massa dell'intera popolazione ebrea della città e della
-campagna. Non c'era neanche idea d'una regolare procedura
-giudiziaria. I giudici e le Autorità stesse tremavano dinnanzi
-all'ira del popolo imbestialito; poichè c'era la convinzione che
-<span class="pageno" title="353" id="page-353"></span>
-si potessero attendere le più infami azioni da un ebreo. Talvolta
-era anche un'immagine di Cristo che un ebreo avrebbe
-trafitta con un coltello o mutilata, ciò che era il segnale
-d'una strage. Dopo il 1200 si aggiunsero le voci di ostie
-oltraggiate e miracolosamente sanguinanti. Da Parigi, dove
-era accaduto il primo caso, la nuova fiaba si diffuse nei paesi
-vicini, ben presto si volle possedere anche altrove una tale
-reliquia, e sembrò che gli Ebrei, presi da demonìaco delirio,
-credessero e non credessero ad un dogma della Chiesa e contemporaneamente
-desiderassero una morte tormentosa tanto
-spesso essi cadevano vittime di questi delitti immaginarii.
-</p>
-
-<p>
-A Londra gli Ebrei furono uccisi perchè volevano incendiare
-la grande città.
-</p>
-
-<p>
-La gran peste che desolò e spopolò nel 1348 tutta l'Europa
-fu subito attribuita soltanto agli Ebrei. Il fatto che
-quel popolo intelligente e che conduceva vita regolare n'era
-colpito molto meno dei Cristiani, cambiò la supposizione in
-certezza. Essi avevano avvelenato dappertutto in seguito ad
-una cospirazione, i pozzi e le sorgenti, e perfino i fiumi. In
-una città si volle aver rinvenuto realmente del veleno in
-un pozzo. Posti alla tortura, alcuni Ebrei confessavano il
-delitto. Scoppiò allora una tale esplosione di fanatismo, di
-bramosìa di vendetta e di volgare avidità, quale l'Europa
-non aveva mai veduto prima, nè vide mai dopo. Le vittime
-in alcune città, si contarono a migliaia. Molti prevennero
-il furor popolare suicidandosi. Invano il Papa Clemente VI
-dichiarò in due bolle gli Ebrei innocenti. Coloro che si salvarono
-con una rapida fuga trovarono un asilo soltanto nella
-lontana Lituania.
-</p>
-</blockquote>
-
-<div class="chapter">
-<span class="pageno" title="354" id="page-354"></span>
-</div>
-
-<h3 id="tit-33" class="documento">
-<a href="#ritit-33">XXII. *</a>
-</h3>
-
-<p class="subtitle">
-Professore dott. Nöldecke di Strasburgo.
-</p>
-
-<p>
-È assolutamente deplorevole che oggi ancora debba esser
-necessario di respingere sul serio l'accusa che l'ignoranza e
-la malvagità muovono agli Ebrei di far uso nelle loro solennità
-di sangue umano e specialmente cristiano. Non soltanto
-quest'accusa manca di ogni fondamento, ma tale barbarie
-ripugna a tutti i principii del Giudaismo, sicchè gli Ebrei
-che avessero commesso un tale misfatto dovrebbero essere
-assolutamente esclusi dalla Comunità religiosa.
-</p>
-
-<p>
-Coloro che credono e divulgano tali fiabe, dovrebbero sapere
-che siffatte accuse di misteriosi sagrifizi umani, di uso
-rituale di sangue umano, e di altre simili mostruosità si facevano
-già in Oriente in tempi antichi ad altre sêtte religiose
-per ragione di odio confessionale, o per cupidigia di nefando
-lucro.
-</p>
-
-<p>
-Cristiani lanciarono tali accuse verso sêtte cristiane, e dagli
-scritti sacri dei Mandei (cristiani di San Giovanni) si
-ricava una orrenda descrizione dei misfatti che i Cristiani in
-generale commettevano per celebrare la S. Comunione.
-</p>
-
-<p>
-Colui che afferma gli Ebrei adoperare sangue cristiano per
-una solennità rituale si pone al livello degli orientali più
-abbrutiti dall'odio di religione e dalla superstizione.
-</p>
-
-<p>
-Herren Alb (Foresta Nera), 20 agosto 1882.
-</p>
-
-<div class="destra">
- <div class="firma">
- <p class="center">Dott. Th. <span class="sc aut">Nöldecke</span></p>
- <p class="center">Prof. ordinario nell'Università</p>
- <p class="center"><i>Imperatore Guglielmo</i> in Strasburgo.</p>
- </div>
-</div>
-
-
-<div class="chapter">
-<span class="pageno" title="355" id="page-355"></span>
-</div>
-
-<h3 id="tit-34" class="documento">
-<a href="#ritit-34">XXIII. *</a>
-</h3>
-
-<p class="subtitle">
-Professore Dott. A. Merx di Heidelberg.
-</p>
-
-<p>
-Essendosi in questi ultimi mesi ripetutamente parlato in
-diversi luoghi e segnatamente a Dresda ed a Berlino dell'uso
-che si farebbe dagli Ebrei del sangue cristiano per festeggiare
-la Pasqua (Pessach) e tale voce essendo stata diffusa
-per agitare le plebi ignoranti, venni invitato a dichiarare se
-un tale delitto, designato col nome di <em>assassinio rituale</em>, sia
-prescritto dalle leggi della religione ebraica. Dichiaro perciò:
-</p>
-
-<p class="docudata">
-1. La legge ebraica proibisce l'assassinio in generale e
-assolutamente: “Il sangue di colui che spanderà il sangue
-dell'uomo sarà sparso dall'uomo” (<cite>Gen.</cite>,
-<span class="sc num">ix</span>, 6) “Non uccidere”
-(<cite>Es.</cite>, <span class="sc num">xx</span>, 13).
-</p>
-
-<p class="docudata">
-2. La legge ebraica proibisce l'uso del sangue in generale
-ed assolutamente: “Chiunque ne mangerà (sangue) sia
-sterminato” (<cite>Lev.</cite>, <span class="sc num">xvii</span>, 14).
-Questo precetto è la principale
-ragione del rito con cui gli Ebrei uccidono gli animali allo
-scopo di sbarazzare completamente la carne dal sangue. Da
-ciò risulta assolutamente falso che gli Ebrei adoperino sangue
-per preparare la loro focaccia di Pasqua, in caso contrario
-il precetto generale dovrebbe essere annullato da un precetto
-speciale.
-</p>
-
-<p class="docudata">
-3. Nella legge sulla festa di (<em>Pessach</em>)
-Pasqua (<cite>Es.</cite>, <span class="sc num">xii</span>,
-13) non si trova tale precetto speciale e non può trovarvisi,
-giacchè allorquando fu data questa legge non esistevano fanciulli
-cristiani; ma al contrario non era permesso uccidere,
-come pretende la vieta calunnia, nè fanciulli, nè adulti di
-altra religione. Nell'intiera legge non vi è neppure una parola
-sulla uccisione di uomini.
-</p>
-
-<div>
-<span class="pageno" title="356" id="page-356"></span>
-</div>
-
-<p class="docudata">
-4. Nella legislazione della Bibbia non è prescritto per
-la festa di Pasqua l'uso del sangue di fanciulli cristiani.
-Nessuno potè trovare un solo passo, il quale provi che l'assassinio
-rituale sia prescritto.
-</p>
-
-<p class="docudata">
-5. In seguito a ciò l'affermazione, sorta del resto dopo
-il <span class="sc num">xv</span> secolo, che gli Ebrei adoperino
-sangue cristiano per
-la loro festa di Pasqua, risulta non vera, e non può appoggiarsi
-a nessun testo della legge ebraica. Quello che la ripete
-senza addurne prove, ciò che del resto gli riescirebbe
-assai difficile, e quello che in riunioni pubbliche pretende
-dimostrare che è basata su fatti, deve essere condannato
-come un miserabile calunniatore, col quale si deve adoperare
-il Codice penale.
-</p>
-
-<p>
-San Remo, 10 ottobre 1882.
-</p>
-
-<div class="destra">
- <div class="firma">
- <p class="center"><span class="sc aut">D. A. Merx.</span></p>
- <p class="center testa">Professore di Esegesi del Vecchio Testamento</p>
- <p class="center">nell'Università di Heidelberg.</p>
- </div>
-</div>
-
-<div class="chapter">
-<span class="pageno" title="357" id="page-357"></span>
-</div>
-
-<h3 id="tit-35" class="documento">
-<a href="#ritit-35">XXIV. *</a>
-</h3>
-
-<p class="subtitle">
-Prof. dott. Carlo Bernardo Stade di Giessen.
-</p>
-
-<p>
-Colui che afferma gli Ebrei adoperare sangue cristiano per
-una solennità rituale, dà saggio di ignorare assolutamente
-la storia ed il carattere della religione ebraica.
-</p>
-
-<p>
-In qualsiasi modo sia per finire il processo di Tisza Eszlar
-è fin d'ora sicuro che non potrà mai venir invocato nè contro
-la religione ebraica, nè contro l'indole degli Ebrei, i fatti
-di cui sono accusati i macellai di quel paese, essendo ripugnanti
-all'indole degli Ebrei, e detestati dalla religione
-ebraica.
-</p>
-
-<p>
-Giessen, 10 ottobre 1882.
-</p>
-
-<div class="destra">
- <div class="firma">
- <p class="center">Dott.
- <span class="sc aut">Carlo Bernardo Stade</span>,</p>
- <p class="center">Professore ordinario.</p>
- </div>
-</div>
-
-<div class="chapter">
-<span class="pageno" title="358" id="page-358"></span>
-</div>
-
-<h3 id="tit-36" class="documento">
-<a href="#ritit-36">XXV. *</a>
-</h3>
-
-<p class="subtitle">
-Facoltà teologica dell'Università di Amsterdam.
-</p>
-
-<p>
-La facoltà teologica di Amsterdam è riconoscente ai Rabbini
-che, adunatisi in Buda Pest il 5 luglio di questo anno,
-(1882), deliberarono di invitarla a dare il suo parere sopra
-una vecchia accusa che ora viene nuovamente scagliata contro
-gli Ebrei.
-</p>
-
-<p>
-Essa si crede perciò obbligata di far pubblica la sua disapprovazione
-contro la diffusione di una asserzione altrettanto
-infondata quanto pericolosa, ed unendosi al giudizio di
-tutti gli uomini competenti in siffatta materia, si dichiara
-profondamente convinta, che in nessuno dei libri religiosi
-degli Ebrei si contenga la prescrizione di adoperare, per
-iscopi rituali, sangue umano ottenuto da un assassinio.
-</p>
-
-<div class="destra">
- <div class="firma">
- <p class="center">La Facoltà teologica dell'Università di Amsterdam,</p>
- <p class="center">
- <span class="sc aut">P. D. Chantepie de la Saussaye</span>,
- <i>praes.</i></p>
- <p class="center"><span class="sc aut">J. G. D. Martins</span>,
- <i>cancelliere</i>.</p>
- </div>
-</div>
-
-
-<div class="chapter">
-<span class="pageno" title="359" id="page-359"></span>
-</div>
-
-<h3 id="tit-37" class="documento">
-<a href="#ritit-37">XXVI. *</a>
-</h3>
-
-<p class="subtitle">
-Professore Dott. Carlo Siegfried di Jena.
-</p>
-
-<p>
-Chiunque ha voglia di aprire la Bibbia può convincersi
-che l'accusa che gli Ebrei adoperino sangue cristiano non è
-che una invenzione di malvagi, accolta soltanto dagli imbecilli,
-poichè nei cinque libri di Mosè nulla è più severamente
-vietato agli Ebrei dell'uso del sangue. (<cite>Genesi</cite>,
-<span class="sc num">ix</span>, 4.&nbsp;—&nbsp;<cite>Levitico</cite>,
-<span class="sc num">vii</span>, 26, 27.&nbsp;—&nbsp;<cite>Deut.</cite>,
-<span class="sc num">xii</span>, 16, ed altri).
-</p>
-
-<p>
-Siffatta accusa, spessissimo ripetuta dall'odio di religione
-e di razza, non venne in nessunissimo caso provata; anzi
-coloro che sostennero le polemiche più accanite contro il
-Giudaismo, o, non appena cominciarono a conoscere gli usi
-ebraici, lasciarono cadere l'accusa, o, come dice Wagenseil,
-riconobbero l'impossibilità di sostenerla.
-</p>
-
-<p>
-Ogni nuova ripetizione di tale accusa dimostra una imbecillità
-ed una impertinenza grandissime e costituisce una
-vergogna pei popoli cristiani che la permettono, una vergogna
-pei giornali cristiani che ne rimangono spettatori, o mal
-celano dietro frasi pietose i loro istinti di Caino.
-</p>
-
-<div class="chapter">
-<span class="pageno" title="360" id="page-360"></span>
-</div>
-
-<h3 id="tit-38" class="documento">
-<a href="#ritit-38">XXVII. *</a>
-</h3>
-
-<p class="subtitle">
-Professore Francesco Delitzch.
-</p>
-
-<p>
-Nella questione di sangue venuta nuovamente a galla in
-seguito al fatto di Tisza-Eszlar ho dato già due attestati
-che saranno arrivati in Ungheria da Colonia e da Berlino;
-però non voglio lasciar senza risposta anche il di lei invito
-giacchè una triplice corda si rompe meno facilmente.
-</p>
-
-<p>
-In quei due pareri ho minuziosamente provato il fatto,
-che nei due Talmud non soltanto non si trova nessuna prescrizione,
-che ordini o raccomandi l'uso rituale di sangue
-umano non ebraico, ma che anche nella legge rituale non si
-può scoprire assolutamente nessun appoggio per questa insinuazione.
-<em>Essa è una pura immaginazione, un'idea senza
-fondamento, un parto dell'ignoranza, dell'astio e della menzogna.</em>
-</p>
-
-<p>
-La <cite>Civiltà Cattolica</cite> dell'anno 1881, pag. 731 infinocchia
-ai suoi lettori, che l'uso del sangue sia una tradizione segreta,
-che non esiste che a voce e precisamente quale segreto
-ereditario fra i discreti e fidati. <em>Questo è un nuovo
-tentativo di salvare la causa ormai perduta dell'accusa</em>,
-volendo far credere che quello non si può provare quale
-<em>Halaca</em> (precetto scritto) sia un <em>Minhag</em> (uso)
-conosciuto solamente
-dagli iniziati. <em>Ma anche questo tentativo è un peccato
-contro il comandamento: “Non dire falsa testimonianza
-contro il tuo prossimo.”</em>
-</p>
-
-<p>
-In causa della mia relazione colla missione degli <em>Ebrei ho
-fatto conoscenza da 50 anni con un certo numero di proseliti,
-ma posso assicurare dinanzi a Dio, che nessuno sapeva
-qualche cosa di quell'uso assassino</em>.&nbsp;—&nbsp;<em>Tutti dichiararono
-<span class="pageno" title="361" id="page-361"></span>
-unanimi una pura invenzione l'incolpazione di
-sangue.</em>
-</p>
-
-<p>
-La pacificazione della Sinagoga colla Chiesa è stata sempre
-la mèta principale dei miei desiderii. Tanto più antipatico
-mi riesce ogni tentativo di aumentare l'abisso esistente per
-mezzo dell'odio di razza antisemitico, ed il vantaggio che
-gli antisemiti vorrebbero trarre per la loro causa dalla sorte
-tuttora ignota di Esther Solymossy, il di cui assassino, se
-essa fu assassinata, sarà non solamente dal punto di vista
-cristiano, <em>ma anche dal punto di vista ebraico, un mostro
-che offende il nome di Dio</em>.
-</p>
-
-<p>
-Se ella vuole pubblicare questa mia testimonianza, sarò
-lieto se gioverà a domare la furia scatenata dell'odio che si
-fa arma di una bugia.
-</p>
-
-<p class="docudata">Lipsia, 13 ottobre 1882.</p>
-
-<div class="destra">
- <div class="firma">
- <p class="center">Devotissimo suo</p>
- <p class="center">Professore
- <span class="sc aut">Francesco Delitzsch</span>.</p>
- </div>
-</div>
-
-<div class="chapter">
-<span class="pageno" title="362" id="page-362"></span>
-</div>
-
-<h3 id="tit-39" class="documento">
-<a href="#ritit-39">XXVIII. *</a>
-</h3>
-
-<p class="subtitle">
-Lettera di S. E. Ill<sup>ma</sup> e Rev<sup>ma</sup> Monsignor Giorgio Kopp<br/>
-vescovo cattolico di Fulda<br/>
-al Rabbino provinciale della stessa città Dott. Chaan.
-</p>
-
-<p class="destra">Fulda, 4 novembre, 1882.</p>
-
-<p class="cari">Pregiatissimo signor Dottore,</p>
-
-<p>
-Assecondando il di lei desiderio, non esito a ripeterle in
-iscritto la dichiarazione che già varie volte le ho fatto, doversi
-ritenere una maligna bugia la supposizione, che gli
-Ebrei abbiano mai usato sangue cristiano per iscopi rituali:
-tale supposizione non si può provare nè con la religione
-ebraica, nè con la storia, sicchè devesi respingere ogni accusa
-di questo genere su qualunque base fosse fondata.
-</p>
-
-<p>
-Con perfetta stima, ecc.
-</p>
-
-<div class="destra">
- <div class="firma">
- <p class="center"><span class="sc aut">Kopp</span>. Vescovo di Fulda.</p>
- </div>
-</div>
-
-<div class="chapter">
-<span class="pageno" title="363" id="page-363"></span>
-</div>
-
-<h3 id="tit-40" class="documento">
-<a href="#ritit-40">XXIX. *</a>
-</h3>
-
-<p class="subtitle">
-Ernesto
-Renan&nbsp;<a id="FNa_361"></a><a href="#Fn_361" class="fna">(361)</a>.
-</p>
-
- <p class="destra">Parigi, 16 novembre 1882.</p>
-
-<p>
-Fra tutte le calunnie, generate dall'odio e dal fanatismo,
-la più assurda è certamente quella per cui si incolpano gli
-Ebrei di commettere assassinii allo scopo di aver modo di
-compiere riti sanguinosi. Uno dei tratti più caratteristici
-della religione ebraica è la proibizione del sangue quale nutrimento
-dell'uomo. Questa precauzione che era in altri tempi
-assai adatta ad inspirare il rispetto della vita, venne osservata
-dal Giudaismo con tutta coscienza, anche quando i tempi
-e le condizioni della civiltà ne rendevano assai penosa l'osservanza,
-ed ora si pretende che il pio ebreo, che morrebbe
-di fame e affronterebbe il martirio piuttosto che inghiottire
-un pezzetto di carne non del tutto monda di sangue, si nutrisse
-proprio di sangue in un'agape religiosa! È questa
-una orribile sciocchezza. Sono convintissimo che non uno dei
-racconti che parlano di pasti pasquali con sangue ha base
-reale; se un tal delitto fosse stato commesso, direi che il
-miserabile che ne fu autore ha violato tutti i precetti dell'Ebraismo;
-ma io vado più in là e non credo che simile delitto
-sia mai stato commesso. L'immaginazione umana non
-è molto fertile nell'inventare calunnie. La fiaba di pasti
-misteriosi conditi con sangue umano fu sempre artificio tratto
-in campo per combattere coloro che un cieco pregiudizio
-<span class="pageno" title="364" id="page-364"></span>
-voleva rovinare. Questa stessa calunnia fu in altri tempi
-occasione a deplorabili persecuzioni contro i Cristiani. Eppure
-è ben certo che la Sacra Cena dei Cristiani non venne
-mai insozzata da tale misfatto. Altrettanto innocenti sono
-certamente le pasque ebraiche. Sarebbe degno della cristianità
-impedire che da questa miserabile bugia, per la quale
-in altri tempi ebbero tanto a soffrire i Cristiani, si traesse
-profitto contro altri.
-</p>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_361"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_361"><span class="label">(361)</span></a>
-<cite xml:lang="de">Neue Freie Presse</cite>, 24 dicembre 1882.
-</p>
-</div>
-
-<div class="chapter">
-<span class="pageno" title="365" id="page-365"></span>
-</div>
-
-<h3 id="tit-41" class="documento">
-<a href="#ritit-41">XXX.</a>
-</h3>
-
-<p class="subtitle">
-Discorso dell'Em. Cardinale E. O. Manning<br/>
-Arcivescovo di Westminster.
-</p>
-
-<p>
-Abbiamo detto che gli avversari sistematici degli
-Ebrei non devono cercarsi nel partito che comunemente
-si designa col nome di clericale; il seguente discorso
-pronunciato dall'Em.<sup>mo</sup> Cardinale
-Manning&nbsp;<a id="FNa_362"></a><a href="#Fn_362" class="fna">(362)</a>, in un
-<em xml:lang="en">meeting</em> tenuto a Londra per protestare contro
-i maltrattamenti
-cui son fatti segno gli Ebrei della Russia,
-è la più eloquente conferma delle parole nostre.
-</p>
-
- <p class="cari testa"><i>Mylord, Signore e Signori,</i></p>
-
-<blockquote>
-<p>
-Ho spesso dovuto proporre mozioni in assemblee simili a
-questa, ma non ricordo di averne mai proposto alcuna con
-una convinzione più perfetta della mia ragione, e con un
-più completo assenso della mia coscienza. Prima di continuare
-sarà forse miglior consiglio leggervi questa mia mozione.
-Essa è così concepita:
-</p>
-
-<p>
-“Questa Assemblea, pur riconoscendo di non aver nè diritto,
-nè desiderio di ingerirsi negli affari interni di un
-altro paese, e pur desiderando che le relazioni le più amichevoli
-tra l'Inghilterra e la Russia vengan continuate,
-<span class="pageno" title="366" id="page-366"></span>
-crede suo debito manifestare l'avviso, che le leggi della
-Russia che risguardano gli Ebrei, tendono ad avvilirli agli
-occhi della popolazione cristiana, e ad esporre gli Ebrei
-russi ai furori di una ignoranza fanatica.”
-</p>
-
-<p>
-Io non ho bisogno di dirvi che noi non siamo qui adunati
-per uno scopo politico. Se vi fosse la menoma traccia di politica,
-io non sarei qui. È perchè io credo che noi siamo ben
-al disopra delle passioni e delle lotte politiche, che noi siamo
-nella serena regione delle simpatie e della giustizia umana
-che oggi io mi trovo qui. Posso anche dichiarare che nulla
-è più lontano dalle mie intenzioni&nbsp;—&nbsp;sono convinto che voi
-siete del mio avviso&nbsp;—&nbsp;che di far cosa che fosse come una
-infrazione a quelle leggi di pace, d'ordine e di mutuo rispetto
-che uniscono le nazioni fra di loro o di tentare d'intervenire
-o d'ingerirsi nella legislazione interna della Russia (<em>applausi</em>).
-Io sono anche costretto a dichiarare che partecipo di tutto
-cuore ai sentimenti di venerazione espressi dal nobile Conte
-[di Shaftesbury] verso la Famiglia Imperiale di Russia. Non
-si può aver osservato quella famiglia durante questi ultimi
-anni, non si può pensare alla posizione dell'Imperatore attuale
-senza provare una profonda simpatia che ci impedisce
-ogni intenzione di usare una sola parola che possa ferire
-l'animo dello Czar (<em>applausi</em>). Io posso adunque dichiarare in
-modo assoluto che non una delle mie parole&nbsp;—&nbsp;e credo poter
-parlare in nome di voi tutti&nbsp;—&nbsp;si scosterà intenzionalmente
-dalla venerazione dovuta ad una persona gravata d'una responsabilità
-così pesante come quella che è toccata in sorte
-all'Imperatore di Russia. Di più posso dire, pur non volendo
-toccare alla questione della legislazione interna della Russia,
-che esistono leggi più forti di tutta la legislazione russa,
-leggi che sono egualmente imperative a Londra, a Pietroburgo
-ed a Mosca,&nbsp;—&nbsp;le leggi della umanità, della natura e di
-Dio, che sono il fondamento di tutte le altre leggi; e se in
-una legislazione qualsiasi esse sono poste in non cale, tutte
-le nazioni dell'Europa cristiana, tutta la comunione degli
-uomini civili e cristiani, avranno all'istante il diritto di protestare
-apertamente contro di essa (<em>applausi</em>).
-</p>
-
-<div>
-<span class="pageno" title="367" id="page-367"></span>
-</div>
-
-<p>
-Ed ora bisogna che io tocchi un argomento che, lo confesso,
-mi ha recato molto dolore. Noi abbiamo tutti seguito durante
-un anno ciò che in Germania si chiama il movimento antisemitico.
-Io provo, guardandolo, due sentimenti: prima un
-sentimento d'orrore, perchè tende a rovesciare i fondamenti
-della vita sociale, poi un sentimento grandissimo di paura,
-perchè può tendere ad eccitare ancora l'odio che ha già fatto
-esplosione in Russia e che potrebbe estendersi maggiormente.
-Ho letto con molto dispiacere un elaboratissimo articolo,
-pieno, non vi ha dubbio, di osservazioni esatte, scritto in
-Prussia e pubblicato nel <cite xml:lang="en">Nineteenth Century</cite>,
-in cui si descrivono
-le animosità sociali, le gelosie e le rivalità che dominano
-ora in quel paese. Leggendo questo articolo, il mio
-primo sentimento fu il dolore di vedere che il potere e la
-forza dell'Antico Testamento, sieno nel Ducato di Brandeburgo
-così superiori al Nuovo. Io sono afflitto vedendo che
-una società imbevuta di razionalismo non abbia abbastanza
-cristiana dottrina, cristiano potere, cristiano carattere e cristiana
-virtù, per rendere impossibile che il popolo ebreo per
-quanto sia colto, raffinato, laborioso ed energico, faccia tremare
-la società cristiana di quel grande Regno. Ho letto, del
-pari con dolore, le narrazioni sulla condizione degli Ebrei
-russi e le accuse di cui sono l'oggetto. Se vi accenno prego
-i miei amici israeliti che mi ascoltano di credere che le respingo
-con incredulità e disgusto. Leggo che la causa degli
-avvenimenti in Russia, è che gli Ebrei fanno dei mestieri
-infami, che sono usurai, immorali, demoralizzatori e non so
-che altro ancora. Leggendo quelle accuse io mi chiedevo:
-l'oltraggio è forse un rimedio? Si potranno forse guarire con
-l'oltraggio, l'assassinio, le abbominazioni di ogni specie? Non
-imitano essi quelli che dovrebbero insegnar loro una morale
-più alta? E dato pur fosse vero, locchè non credo, che
-essi fossero in queste condizioni, non gravitano forse su di
-loro leggi deplorevoli? Vi ha cosa che maggiormente avvilisca
-gli uomini che il precludere alla loro energia, alla loro
-intelligenza, alla loro industria, tutte le carriere onorevoli
-della vita (<em>applausi</em>). Vi ha cosa che maggiormente degradi
-<span class="pageno" title="368" id="page-368"></span>
-od irriti l'uomo che il dirgli: “voi non potete andar oltre
-questo limite&nbsp;—&nbsp;voi non potete accostarvi a più di quindici
-miglia da questo confine;&nbsp;—&nbsp;voi non potete dimorare in
-questa città&nbsp;—&nbsp;voi siete costretto a dimorare in questa provincia?”
-(<em>applausi</em>). Non so se vi sia qualcuno che possa
-credere che tutta la popolazione non sia colpita in fondo all'anima
-da tali leggi, e se è possibile il renderla peggiore
-questo è certamente il modo di riescirvi. Si fanno questi rimproveri
-agli Israeliti russi. Perchè non si fanno anche agli
-Israeliti tedeschi? Gli autori del movimento antisemitico confessano
-essi stessi che gli Israeliti in Germania sono superiori
-ai loro concittadini (<em>applausi</em>). Perchè simili accuse non
-si muovono contro gli Israeliti francesi? (<em>applausi</em>). Vi ha
-una carriera di utilità pubblica, una via di onore civile o
-militare nella quale gli Israeliti non abbiano camminato a
-fianco dei loro concittadini? Se queste accuse si fanno agli
-Israeliti della Russia, chi vorrebbe farle a quelli d'Inghilterra?
-(<em>vivi applausi</em>). Per rettitudine, coltura, generosità,
-carità, per tutte le grazie e per tutte le virtù insomma che
-abbelliscono l'umanità, dove si troveranno, io lo domando,
-esempi più brillanti, più pieni della vera grandezza umana,
-che in questo ramo della razza ebraica? (<em>Applausi immensi.</em>
-Una voce grida: <em>Grazie!</em>).
-</p>
-
-<p>
-Ed ora ci si dice che non devesi prestar fede alle narrazioni
-di quelle atrocità. Io domando se nei giornali del continente
-si stampassero lunghe e particolareggiate narrazioni di omicidii,
-di rapine e di altre atrocità commesse nelle parti le più
-frequentate di Londra, se si asserisse che il Lord Maire vi
-ha assistito, che la polizia è rimasta inoperosa, che le guardie
-della Torre hanno fatto causa comune colla folla, voi o Mylord
-[il Lord Mayor di Londra, che presiedeva all'adunanza],
-ringraziereste, credo, chiunque vi fornisse occasione di smentire
-simili racconti. Ebbene io dico che noi, con quanto facciamo,
-rendiamo un gran servigio alle Autorità ed al Ministero
-russo, e credo che ciò sarà una consolazione pel gran principe
-che regna su quel vasto impero (<em>applausi</em>). Ma supponiamo un
-istante che queste cose siano vere&nbsp;—&nbsp;ed io non appoggio la mia
-<span class="pageno" title="369" id="page-369"></span>
-ipotesi della credibilità di quei fatti su quanto ne stamparono
-il <cite xml:lang="en">Times</cite> o la
-<cite xml:lang="en">Pall Mall Gazette</cite> che se ne è
-resa garante.&nbsp;—&nbsp;Io
-ne ho delle prove in mano (<em>applausi</em>). Donde le traggo?
-Da un documento ufficiale del Ministro dell'Interno, il generale
-Ignatieff. Nella mozione che io vi ho presentato si parla delle
-leggi della Russia rispetto ai sudditi Ebrei. Io non pretendo
-esser giurista nel diritto inglese ed ancor meno nel diritto
-russo; io non pretendo decidere ciò che siano su questo punto
-le leggi della Russia, e non saprei che dire su questa mozione,
-se non avessi in mano un rescritto di una grande importanza.
-Spero che non lo si dirà falso. Queste orribili atrocità
-durarono i mesi di maggio, giugno e luglio. In agosto comparve
-questo documento. Comincia coll'affliggersi e col desolarsi,
-ma di che? Delle atrocità forse che furono commesse
-contro gli Ebrei, sudditi dello Czar? Oh no! ma bensì <em>della
-triste condizione dei Cristiani nelle provincie meridionali</em>.
-Poi dice che la principale causa di questi <em>movimenti e tumulti</em>,
-come li chiama, ai quali <em>la nazione russa era sino ad
-ora rimasta straniera</em>, è una causa commerciale; continua
-dicendo che la condotta degli Ebrei provocò delle proteste da
-parte del popolo il quale <em>manifestò la sua indignazione</em>; ed
-in che modo? lo si crederebbe? colla violenza ed il saccheggio.
-Infine il Ministro dell'Interno ci dice che <em>il paese è esposto
-a dei segreti intrighi, che sono, come è noto, la vera causa
-dell'agitazione</em>. Se la forma di questo documento è calma, la
-rettorica e le insinuazioni vi sono incendiarie, ed io duro fatica
-a comprendere come il popolo Russo, avuto questo rescritto
-nelle mani, non siasi trovato incoraggiato a continuare nelle
-sue violenze (<em>applausi</em>). Il documento continua e dice:
-“<i class="quo">Abbiamo
-nominato una Commissione per eseguire un'inchiesta...</i>”
-su che? Prima di tutto “<i class="quo">sui mestieri esercitati dagli Ebrei
-che arrecano nocumento agli abitanti delle rispettive località;</i>”
-in secondo luogo&nbsp;—&nbsp;prego l'Assemblea di volerlo ben
-notare&nbsp;—&nbsp;“<i class="quo">sulle cause che impediscono
-l'applicazione delle
-leggi esistenti, che restringono i diritti degli Ebrei di comperare
-e condurre terre, di darsi al commercio dei liquori
-ed all'usura;</i>” in terzo luogo “<i class="quo">sulle modificazioni da
-<span class="pageno" title="370" id="page-370"></span>
-introdursi in queste leggi perchè gli Ebrei non possano più
-eluderle, e sull'esame delle nuove leggi che sarebbero necessarie
-per metter fine alla loro perniciosa condotta.</i>” Finalmente
-oltre le risposte a tali questioni dovevansi riunire
-notizie: 1º sull'usura esercitata dagli Ebrei nei loro affari coi
-Cristiani, nelle città, borghi e villaggi; 2º sul numero delle
-osterie; 3º sul numero delle persone attualmente al servizio
-degli Ebrei; 4º sull'estensione dei loro terreni ed infine sul
-numero degli agricoltori ebrei. Ecco dunque le leggi russe
-concernenti gli Ebrei dell'Impero. Io vorrei chiedere qual rimedio
-sia possibile per una popolazione sottoposta ad un simile
-regime. Forse nell'accrescimento delle penalità? o nella
-incapacità di possedere terreni? o nella proibizione di mandare
-i giovinetti israeliti negli stabilimenti d'istruzione superiore?
-Tutto ciò venne fatto. Ma io credo che il rimedio sia
-in questi due provvedimenti: primo, l'applicazione formale
-della legge cristiana in tutta la sua intierezza. Non è con
-simili leggi che i Cristiani hanno guadagnato il mondo ed
-acquistato il regolare potere di amministrare la giustizia fra
-gli uomini, e non sarà che con leggi diverse che il gran
-potere imperiale della Russia riunirà la popolazione dell'impero
-ai suoi sudditi israeliti (<em>applausi</em>). L'altro rimedio è la
-condanna severa e rigorosa di tutti i malfattori, unita alla
-concessione, del paro ferma, di tutti i diritti che la legge
-naturale e divina accorda ad ogni uomo. Ciò è necessario
-per proteggere la vita e le persone, la loro sicurezza ed i loro
-beni, ciò costituisce la libertà umana, tutto ciò&nbsp;—&nbsp;e nulla di
-meno&nbsp;—&nbsp;è necessario per prevenire i mali di cui si lagna il
-Ministro dell'Interno.
-</p>
-
-<p>
-Voi avete parlato, o Mylord, con gran fiducia dei risultati
-che vi attendete da questo <em xml:lang="en">meeting</em>.
-Non facciamoci soverchie
-illusioni. Se ci immaginiamo che esso ponga fine alla questione,
-sicchè dopo potremo tacere, temo che l'effetto non sarà
-quale lo desideriamo. Ma non scoraggiamoci neppur troppo.
-Son d'avviso che in tutta l'Inghilterra, posso dire in tutta
-la Gran Brettagna, questa Assemblea troverà eco (<em>applausi</em>).
-Manchester e Birmingham hanno già cominciato e dovunque
-<span class="pageno" title="371" id="page-371"></span>
-si parla inglese, si saprà ciò che oggi fu qui detto con
-tanta eloquenza. Io credo che in questo momento un simile
-<em xml:lang="en">meeting</em> sia adunato a New York (<em>applausi</em>).
-Ciò che qui si
-dice verrà tradotto in tutte le lingue d'Europa, e la voce
-di quanto abbiam fatto varcherà anche i confini della
-Russia. Nè si potrà trattenerla, più di quanto si possa trattenere
-la luce e l'aria in qualsivoglia parte del mondo
-dove sianvi sentimenti umani, le dichiarazioni fatte qui ed
-altrove troveranno un'eco che contribuirà a por fine a queste
-orribili atrocità.
-</p>
-
-<p>
-Non ho più che una parola a dire. Ho tentato di trattare
-questa questione con un modo giusto e calmo. Ho parlato
-della importanza di una giustizia politica eguale per tutti,
-arrossirei di terminare senza dire una parola di quanto
-deve risvegliare fortemente le simpatie cristiane. Vi ha un
-libro, che è proprietà comune della razza di Israello e di
-noi Cristiani. Questo libro ci stringe in un vincolo comune,
-ed in quel libro io leggo che il popolo di Israello è il più
-antico popolo del mondo. La Russia, l'Austria, l'Inghilterra
-non datano che da ieri in confronto di questo popolo imperituro
-che&nbsp;—&nbsp;con una inesauribile vitalità, con tradizioni
-immutabili, colla sua fede in Dio e nelle leggi di Dio, disperso
-su tutto il globo, passando a traverso il fuoco senza
-bruciarsi, trascinato nel fango senza insozzarsi&nbsp;—&nbsp;è ancora
-qui in mezzo a noi, come un testimonio ed un avvertimento.
-Noi abbiamo con lui un patto di fraternità. Il nuovo Testamento
-ha nel vecchio la sua base. Gli Ebrei accettano la
-metà delle credenze per cui noi daremmo volentieri la vita.
-Confessiamo adunque che essi sono uniti a noi in una simpatia
-comune. Io leggo in quel libro queste parole: “Io sono
-infiammato da un gran corruccio contro le nazioni possenti
-e ricche, perchè io era un po' irritato contro Israele ed essi
-aumentarono la sua afflizione.” Ciò vuol dire: “Il mio popolo
-era disperso; ha sofferto disgrazie inaudite ed inconcepibili,
-e le nazioni che erano potenti, che erano ricche e che
-avevano il potere, lo hanno colpito ed hanno aumentato l'afflizione
-di cui già soffriva.” Io spero non vi sia in tutta
-<span class="pageno" title="372" id="page-372"></span>
-Inghilterra una persona che si dica civile e cristiana che possa
-avere il cuore di accrescere con una sola parola le sofferenze
-di questo popolo così grande, così antico e così afflitto, ma
-spero che coi nostri sforzi, colla nostra parola, colla nostra
-preghiera, faremo quanto è in noi per diminuire, se è possibile,
-quelle atrocità od almeno per non associarvisi mai.
-(<em>Lungo scoppio di applausi</em>).
-</p>
-</blockquote>
-
-<div class="footnote"><a id="Fn_362"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNa_362"><span class="label">(362)</span></a>
-L'Eminentissimo Manning figurava coi principali personaggi della
-Chiesa Anglicana e col fior fiore della Società londinese fra i promotori
-del <em xml:lang="en">Meeting</em>.
-</p>
-</div>
-
-<div class="chapter">
-<span class="pageno" title="373" id="page-373"></span>
-</div>
-
-<h3 id="tit-42" class="documento">
-<a href="#ritit-42">XXXI.</a>
-</h3>
-
-<p class="subtitle">
-Il giornale SION e l'opinione di un Archimandrita greco.
-</p>
-
-<p>
-Col titolo di <cite>Sion</cite> si pubblica da circa quattro anni in Atene,
-in lingua greca, un importante periodico ebdomadario, il quale
-si occupa particolarmente di Sacra letteratura, di religione
-e di scienza biblica. Ne è Direttore il rev. Archimandrita
-D. Latta, cui, ci si assicura, attende un alto posto nell'episcopato
-greco-scismatico.
-</p>
-
-<p>
-Nel numero 29 giugno (v. s.) 1883 questo giornale conteneva
-un ammirabile articolo ispirato a vero sentimento di religione
-e di carità, dove dopo aver posto a nudo le inique trame che
-dettero origine al mostruoso processo di Tisza Eslar, passa
-a dimostrare, quanto sieno ingiuste le persecuzioni di cui
-in ogni tempo furono vittime gli Israeliti e specialmente
-quelle occasionate dal preteso uso del sangue cristiano nella
-celebrazione del loro rito pasquale.
-</p>
-
-<p>
-“Questa, scrive il succitato giornale, è una grossolana
-menzogna, una mera calunnia. Infatti sono molti secoli che
-di quando in quando si sparge la voce che gli Ebrei commettono
-un tale atto, e quindi si sollevano torbidi, si agitano
-le popolazioni, si consumano massacri ed uccisioni di Ebrei;
-ma dopo alcun tempo, succeduta la calma, si prova che tutto
-non fu altro che menzogna, e la tragica rappresentazione
-termina col solito vocabolo turco <em>Giaglis</em> (errore).”
-</p>
-
-<p>
-Ci è impossibile riprodurre l'intiero articolo, che consta di
-ben cinque compatte colonne, ne daremo quindi soltanto un
-altro brano:
-</p>
-
-<p>
-“La <cite>Sion</cite> compie un dovere cristiano esortando i Cristiani
-tanto Greci, quanto Rumeni, Russi ed Ungheresi ed in
-generale i Cristiani di qualunque nazione, a cessare da
-<span class="pageno" title="374" id="page-374"></span>
-queste odiose calunnie contro gli Ebrei. Fu già epoca in
-cui gli stessi Cristiani trovavansi presso i Romani in una
-condizione di avvilimento simile a quella in cui si trovano
-oggi gli Ebrei rimpetto ai Cristiani! Sapete che cosa fecero
-a quell'epoca gli idolatri per isterminare i Cristiani?
-Calunniarono questi presso l'imperatore Antonino, di scannare
-uomini, mangiarne le carni e berne il sangue nelle
-loro cene. Ed appoggiarono la loro calunnia sulla voce
-sparsa che i Cristiani raccogliendosi per adorare il loro
-Dio fanno sacrifizi e mangiano del corpo e del sangue del
-loro liberatore Gesù Cristo.
-</p>
-
-<p>
-“Intorno a quell'ingiusta calunnia che valse ad eccitare
-l'ira dell'Imperatore contro i Cristiani, e che costò un
-numero considerevole di Martiri, San Giustino, filosofo e
-martire, scrisse un'apologia all'Imperatore, nella quale
-prova l'insussistenza di questi pretesi sagrifizi umani che
-a carico dei Cristiani furono denunziati. A quest'apologia
-dell'insigne filosofo cristiano, noi rimandiamo chiunque desiderasse
-conoscere i particolari della ignominiosa accusa.
-Ma se gli idolatri agivano in tal guisa contro i Cristiani
-d'allora, è forse lecito a noi Cristiani, la generazione eletta,
-il reale sacerdozio, la gente santa a cui fu commesso di
-predicare la virtù di Colui che ci chiamò dalle tenebre
-alla sua meravigliosa luce, è forse lecito a noi ordire tratto
-tratto simili calunnie, e promuovere scene sanguinose, agitazioni
-sociali a danno di una nazione, la quale sopportò
-coraggiosamente ogni male per mantenersi fedele alle sacre
-sue tradizioni?&nbsp;—&nbsp;E andando più avanti diremo: Lice a
-noi di sollevarci contro una nazione che fu l'origine della
-nostra redenzione, che per secoli faticò, pregò, sacrificò per
-far discendere Iddio all'uomo&nbsp;.&nbsp;.&nbsp;.&nbsp;.&nbsp;.&nbsp;”
-</p>
-
-<p>
-In seguito a questo articolo il Rabbino Maggiore di Corfù,
-un dotto e valente nostro compatriota, il prof. Levi, avendo
-indirizzato al Rev. Latta alcune parole di gratitudine, ne ebbe
-in risposta la seguente lettera che riproduciamo, traducendola,
-da un supplemento del giornale israelitico, <cite>Il Mosè</cite>, che vede
-la luce in Corfù:
-</p>
-
-<div>
-<span class="pageno" title="375" id="page-375"></span>
-</div>
-
- <p class="docudata">“Reverendissimo signor Gran Rabbino Levi,</p>
-
-<p>
-“Abbiamo letto con animo grato e con soddisfazione la
-lettera del 4 luglio che ci indirizzaste da Corfù, ed abbiamo
-rese grazie a Dio per il progresso, che, mercè il
-divino aiuto, ha fatto in questi giorni di luce e di civiltà,
-il vero spirito di religione.
-</p>
-
-<p>
-“Vi siamo cordialmente grati per i sentimenti nobili ed
-amorosi che, obbedendo all'impulso del cuore, avete manifestato
-verso di noi, perchè abbiamo scritto un articolo
-contro le calunnie, notoriamente false, ed assolutamente
-infondate che vengono diffuse nel mondo cristiano contro la
-nazione israelitica. Noi, reverendissimo signore, scrivendo
-in quella guisa non facemmo, sappiatelo, che servire da
-umili sacerdoti la cristiana religione. La storia della umanità
-chiaramente prova che molteplici superstizioni secolari,
-errate credenze, false e bugiarde tradizioni, hanno
-tanto influito sullo spirito dell'umanità da ridurla per molti
-secoli bassa e cieca serva di principii falsi e dannosi. Ma il
-nostro Gesù Cristo ha giustamente proclamato primo e fondamentale
-scopo della sua venuta in terra, esser la liberazione
-dell'umanità da questa servitù, liberazione che ha
-conseguita infondendoci la coscienza della verità. E conoscerete
-la verità e la verità vi francherà. (<cite>S. Giov.</cite>,
-<span class="sc num">viii</span>, 32).
-</p>
-
-<p>
-“Ogni superstizione, ogni falsa tradizione, ogni fallace credenza
-è assolutamente nemica della verità cristiana e tende,
-per conseguenza, a distruggere il grande scopo che il Cristianesimo
-si propone di raggiungere in questo mondo.
-</p>
-
-<p>
-“È perciò, reverendissimo, che noi, che siamo nelle file dei
-sacerdoti della religione, abbiamo il dovere di lottare con
-tutte le nostre forze ed a prezzo di qualunque sagrifizio
-contro la menzogna e di procurare il trionfo della verità. Ora
-abbiamo sempre affermato colla parola e colla penna e sempre
-affermeremo, sino a che avremo vita, esser menzogna, infame,
-vergognosa menzogna, atta soltanto a dissolvere i vincoli
-della sociale convivenza quella che si diffonde nella Cristianità,
-e cioè che gli Ebrei uccidano i figli dei Cristiani per
-raccoglierne il sangue.
-</p>
-
-<div>
-<span class="pageno" title="376" id="page-376"></span>
-</div>
-
-<p>
-“Vi dichiariamo infine, reverendissimo, che è per noi cagione
-di vivo e costante dolore il vedere come coll'imperdonabile
-pretesto di apparenti differenze religiose, si tenti di promuovere
-dissidii fra due nazioni che si resero egualmente
-benemerite della umanità, l'una l'ebraica, pregando in Gerusalemme
-per far discendere Iddio nell'uomo, l'altra la greca,
-filosofando in Atene per rialzare l'uomo sino a Dio.
-</p>
-
-<p>
-“Ci è grato per altro di constatare come, <a id="ultimi"></a>in questi ultimi
-anni, tali ingiustificabili dissidi sieno divenuti rarissimi e
-tendano quasi a scomparire.
-</p>
-
-<p>
-“Non ci è dato intendere come la fondamentale differenza
-religiosa che ci separa, e che, come è noto, consiste in ciò
-soltanto che voi Israeliti proclamate non esser ancora venuto
-il Messia, possa impedire agli uomini delle due nazioni di
-vivere d'amore e d'accordo fra loro in qualunque paese si
-trovino. Questa concordia sembra a noi tanto più necessaria
-che Dio stesso ha detto agli Israeliti: “Voi mi sarete un
-tesoro riposto d'infra tutti i popoli .&nbsp;.&nbsp;.&nbsp;.&nbsp;.
-e mi sarete un
-Reame sacerdotale e una gente santa.” (<cite>Es.</cite>,
-<span class="sc num">xix</span>, 5, 6),
-mentre poi lo stesso Dio comparso nel mondo sotto spoglie
-umane disse a noi Cristiani: “Ma voi siete la generazione
-eletta, il real sacerdozio, la gente santa, il popolo d'acquisto”
-(<span class="sc num">i</span>. <cite>Pietro</cite>
-<span class="sc num">ii</span>. 9).
-</p>
-
-<p>
-“Facciam voto infine di tutto cuore, reverendissimo, e speriamo
-lo facciate voi pure che Ebrei e Cristiani, compreso
-il vero spirito della loro religione, abbandonino per sempre
-gli imperdonabili odii e rifuggano, con ogni maggior studio,
-da dar causa a queste lotte, dissidi o differenze religiose
-vivendo reciprocamente d'amore e d'accordo, siccome conviene
-sopratutto oggi a popoli che pretendono far parte
-del civile consorzio.
-</p>
-
-<p>
-“E con questo amorevole sentimento vi abbracciamo, reverendissimo,
-e confidando che i nostri desiderii si realizzino
-vi confermiamo i sentimenti della nostra considerazione.
-</p>
-
-<p>
-“Atene, 11 luglio 1883.
-</p>
-
-<div class="destra">
- <div class="firma">
- <p class="center">“L'Archimandrita</p>
- <p class="center">“<span class="sc aut g">Dionisio Latta</span>.”</p>
- </div>
-</div>
-
-<div class="chapter">
-<span class="pageno" title="377" id="page-377"></span>
-</div>
-
-<h3 id="tit-43" class="documento">
-<a href="#ritit-43">XXXII.</a>
-</h3>
-
-<p id="questioae" class="subtitle">
-La questione semitica in Russia<br/>
-esposta dal principe Demidoff di San Donato.
-</p>
-
-<p>
-Crediamo non inopportuno dar luogo, fra' documenti,
-alla seguente memoria del principe Demidoff, sulla
-questione semitica in Russia.
-</p>
-
-<blockquote>
-<p>
-“Il movimento popolare antisemitico verificatosi in questi
-ultimi tempi, sotto diverse forme e con notevole insistenza,
-ha di nuovo messo sul tappeto la così detta questione semitica.
-</p>
-
-<p>
-“La nomina di un presidente della Commissione incaricata
-dell'esame di un così grave argomento, fa sperare che
-la questione sia per avviarsi verso una soluzione regolare,
-soluzione che dovrà essere tradotta in atto con lo allontanamento
-di tutte le condizioni anormali in cui si aggira l'esistenza
-degli Israeliti, sia sotto il punto di vista politico,
-sia sotto l'aspetto sociale. Il che costituisce appunto il nodo
-della questione medesima.
-</p>
-
-<p>
-“Uno dei caratteri essenziali e distintivi della situazione
-fatta in Russia alla popolazione israelitica è l'impossibilità
-in cui si trovano <a id="appartenenenti"></a>i sudditi appartenenti
-alla religione ebraica
-di trasportare liberamente il proprio domicilio al di
-là dei confini assegnati per la loro dimora. In virtù di
-questa legge restrittiva, la quasi totalità del contingente
-israelitico, che ascende a circa tre milioni di abitanti, si
-concentra nei Governi del Nord e del Sud-Ovest. E la forzata
-agglomerazione sopra un territorio relativamente ristretto,
-nonchè la concorrenza per procacciarsi i mezzi di
-esistenza, derivata da questa agglomerazione medesima,
-<span class="pageno" title="378" id="page-378"></span>
-mettono gli abitanti israeliti in critica quanto penosa condizione,
-obbligandoli in certo modo a transigere sulla scelta dei
-mezzi che possono assicurare la loro sussistenza.
-</p>
-
-<p>
-“Ognuno conosce la miseria, talvolta straziante, che
-stringe la grandissima maggioranza degli Ebrei russi; ed è
-appunto da questa miseria che provengono, come conseguenza
-naturale, quei fenomeni economici mostruosi, che indignano
-il mondo civile, quali lo sfruttare con ogni mezzo la popolazione
-indigena, l'usura e molti altri frutti riprovevoli ed
-odiosi dei costumi israelitici.
-</p>
-
-<p>
-“Qualunque provvedimento repressivo riescirà sempre inefficace
-a sradicare questi mali, i quali non possono essere
-soppressi che col mezzo di una non interrotta e coordinata
-sequela di riforme sostanziali nella esistenza degli sfruttatori,
-non che in quella degli sfruttati. La diffusione della
-istruzione, l'impianto del credito rurale, la diminuzione delle
-imposte e dei balzelli di ogni specie, e nello stesso tempo
-l'abolizione di quelle leggi antiquate, restrittive e convenzionali,
-che vietano agli Ebrei la libertà di azione per procacciarsi
-i mezzi di esistenza, ecco dove bisogna cercare il
-rimedio ai mali deplorati, con fondata speranza di guarigione.
-</p>
-
-<p>
-“Il solo fatto di permettere agli Israeliti, di eleggere il
-loro domicilio dove meglio loro talenta, basterebbe a rendere
-più regolari i rapporti anormali fra Ebrei e Cristiani, nei
-Governi del nord e sud-ovest, inquantochè ciò sarebbe come
-il lasciare libera l'azione a quella fondamentale legge economica,
-conosciuta sotto il nome di legge della domanda e
-della offerta. Tanto più che questa specie di domicilio coatto
-imposto agli Israeliti non vieta che, in tutto il rimanente
-del territorio russo, l'usuraio indigeno e nazionale, conosciuto
-sotto il nome di <em>Kulak</em>, cioè <em>pugno</em>, e che non ha nulla da
-invidiare all'usuraio ebreo, non compia liberamente le sue
-alte gesta, quando gli se ne presenta l'occasione.
-</p>
-
-<p>
-“I provvedimenti che saranno messi in opera onde garantire
-il contadino da tutte le forme che riveste l'usura,
-devono essere di tal genere da condurre seco l'abolizione di
-questo flagello.
-</p>
-
-<div>
-<span class="pageno" title="379" id="page-379"></span>
-</div>
-
-<p>
-“Ma la questione che esaminiamo ha un altro lato non
-meno grave e deplorevole.
-</p>
-
-<p>
-“Quell'indeterminato sentimento di odio e di disprezzo
-contro gl'Israeliti che si osserva nel popolo russo, è senza
-dubbio motivato da quel pregiudizio, tramandato di generazione
-in generazione, e di secolo in secolo, che si basa sulla
-differenza della religione, e che al giorno d'oggi, più che
-mai, ha perduto qualunque ragione di essere.
-</p>
-
-<p>
-“E se devesi rimpiangere che nessuno cerchi di sradicare
-questi pregiudizi, diffondendo nel popolo una razionale spiegazione
-delle leggende e dei fatti storici, molto più è da
-deplorarsi che si voglia mantenere questo stato di latente
-ostilità per mezzo della ineguaglianza civile, che mette gli
-israeliti in una condizione inferiore a quella di tutti gli altri
-cittadini dello Stato. Da ogni parte si innalzano mormorii
-contro lo spirito di corpo e la solidarietà degli Israeliti, contro
-il loro isolamento dal resto della nazione, contro il loro
-cocciuto dogmatismo religioso, che li allontana dal consorzio
-umano, ecc. Ma non è egli anche da chiedersi se possa essere
-altrimenti, dal momento che si mantengono tutte le
-condizioni anormali che accompagnano la loro esistenza?
-</p>
-
-<p>
-“E questo isolamento degli Ebrei non potrà cessare che
-se la nostra legislazione si occuperà seriamente di metterli
-in posizione meno umiliante di fronte a noi, sopprimendo
-qualunque restrizione ai loro diritti di cittadini; altrimenti
-non solo l'odio contro gl'Israeliti non verrà sopito, ma dovrà
-forzatamente scoppiare sempre con crescente violenza.
-</p>
-
-<p>
-“L'unificazione reale di tanti e così variati elementi che
-compongono la popolazione russa, non è possibile se non a
-patto di vedere istaurato un sistema di grande libertà civile
-e di assoluta eguaglianza nei diritti e nei doveri di
-ogni cittadino. È soltanto per mezzo di questi due potenti
-motivi e livellatori della vita pubblica, che si potranno cancellare
-le differenze di razza e di religione, differenze che
-non hanno nessuna significazione per lo Stato; è soltanto
-con tali fattori che si potrà creare la solidarietà dei pubblici
-interessi, nonchè l'unione effettiva di tutta una vasta contrada.
-</p>
-
-<div>
-<span class="pageno" title="380" id="page-380"></span>
-</div>
-
-<p>
-“E siccome in questo processo di assimilazione di popoli
-diversi, la nazionalità che avrà la supremazia sarà sempre
-quella che si troverà essere la più forte e per il numero e
-per il grado del suo sviluppo morale, così è da ritenersi per
-certo che la russificazione effettiva, non quella apparente, di
-tutti gli abitanti dell'Impero, non potrà aver luogo che
-quando la Russia saprà atteggiarsi di fronte agl'Israeliti
-come messaggera di principii nuovi, differenti da quelli che
-furon loro creati dalla loro esistenza antecedente all'epoca in
-cui essi furono totalmente allontanati dalla vita pubblica del
-paese.
-</p>
-
-<p>
-“Ecco cosa osserva Macaulay, a proposito della elargizione
-dei diritti politici e civili agli Israeliti in Inghilterra:
-</p>
-
-<p>
-“—&nbsp;Quando la società gode del benessere nella vita, un
-contratto naturale ed inevitabile fa nascere spontaneo il sentimento
-del patriottismo nella mente dei cittadini, i quali
-sanno com'essi devono e il benessere e i piaceri dell'esistenza
-al luogo che li unisce in un compatto sodalizio. Ma
-sotto un Governo dispotico e partigiano questa fusione di
-idee non può avere il significato che avrebbe avuto con un
-miglior ordine di cose. Gli uomini sono costretti a cercare
-nel seno del loro partito quella protezione ch'essi avrebbero
-dovuto trovare nelle leggi del paese loro; questo ha
-per conseguenza logica e necessaria di far rivolgere verso
-il partito quei sentimenti che dovrebbero essere dedicati
-alla patria.”
-</p>
-
-<p>
-“Noi, in Russia, abbiamo cura di sequestrare gl'israeliti
-dal rimanente della popolazione, e poi ci meravigliamo se
-scorgiamo nei primi una riluttanza spiccata contro ogni tentativo
-di assimilazione o di unione. La causa della scissura
-e dell'odio è dunque in noi medesimi, ed è dal nostro seno
-che bisogna estirparla.
-</p>
-
-<p>
-“Se il Governo non vuole riconoscere gli Israeliti quali
-cittadini proprii ad esercitare tutti i diritti accordati agli
-altri, e se egli li subisce solamente come un male inevitabile
-non vi è da aspettarsi, da parte di questi paria, sentimenti
-diversi da quelli ch'essi nutrono per noi.
-</p>
-
-<div>
-<span class="pageno" title="381" id="page-381"></span>
-</div>
-
-<p>
-“In un caso analogo al nostro possiamo prendere esempio
-dalla Francia, la quale ci prova come in certe date condizioni
-gli Ebrei possono divenire, quanto altri mai, membri
-utilissimi della nazione e del Governo. Essi stanno alla popolazione
-totale di Parigi nella proporzione di 3 per 100;
-eppure la questione israelitica è totalmente sconosciuta colà.
-</p>
-
-<p>
-“Ci rimarrebbe adesso da trattare un altro punto di vista
-dell'argomento, quello cioè delle stolide accuse lanciate agli
-Israeliti, cominciando dalle false interpretazioni con cui si
-snaturano i libri del loro culto, e terminando coll'addebito
-che vien loro fatto di servirsi del sangue cristiano per compiere
-alcuni loro riti religiosi; ma nessuna di queste insulsaggini
-merita di essere presa in esame e sottoposta alla
-critica, perciò noi le mettiamo senz'altro da parte prendendo
-piuttosto in considerazione altre accuse, le quali sembrano a
-prima vista, non prive di qualche fondamento.
-</p>
-
-<p>
-“Si dice per esempio che gl'Israeliti sono incapaci di sopportare
-qualunque lavoro fisico in generale, ed in ispecial
-modo quello della coltivazione delle terre; che in qualunque
-località essi si trovino i loro cespiti di guadagno saranno
-sempre ricavati dal mestiere di rivenditore, di usuraio, di
-mezzano, e che per conseguenza, accordando loro il diritto
-di muoversi liberamente, si mettono a portata della loro capacità,
-quei distretti ove essi potranno andare a stabilirsi. In
-queste accuse un solo punto è vero, ed è quello che afferma
-l'attitudine speciale degli israeliti alla mercatura di ogni genere;
-e quest'attitudine ch'è infatti una particolarità tipica
-della razza israelitica, la si deve a circostanze che esistono
-da migliaia di anni. Ma però non bisogna neppure dimenticare
-che una parte assai considerevole della popolazione israelitica
-si occupa di ogni specie di mestieri, senza eccettuare
-i più faticosi ed i più penosi, come a mo' di esempio, quelli
-del maniscalco, del fabbro ed altri simili. Ed è altresì accertato
-che in diverse località gl'Israeliti si dedicano anche alla
-agricoltura; così nel Governo di Kiew, oltre 10,000 Ebrei di
-ambo i sessi sono impiegati nella coltura della terra. Secondo
-i calcoli della decima revisione fatta nel governo di
-<span class="pageno" title="382" id="page-382"></span>
-Vilna, apparisce che sopra 61,645 israeliti, 2966 erano agricoltori;
-nel Caucaso una buona parte di operai agricoli è di
-razza israelitica; anche nel Libano vi sono più di 100 famiglie
-delle quali nove decimi lavorano la terra.
-</p>
-
-<p>
-“In molte altre località si riscontrano agricoltori israeliti,
-ma noi reputiamo che gli esempi fino a qui addotti bastino
-a provare che la razza israelitica non è poi tanto refrattaria
-al lavoro della terra, quanto comunemente si sostiene.
-</p>
-
-<p>
-“E questo fatto è tanto più degno di nota, inquantochè,
-eccezione fatta dalle colonie sperimentali fondate da Araktcheff,
-le quali ebbero ad abortire, nessuno incoraggiamento
-ed appoggio è mai stato accordato a questi tentativi, non
-solo, ma è provato che ogni sforzo di questo genere ha sempre
-incontrato difficoltà insuperabili nei regolamenti legislativi.
-Basterà citare a conferma dell'asserzione il testo della ben
-conosciuta legge del 1864, con cui <i class="quo">viene proibito agli Ebrei
-di comperar terre dai privati nei governi di Vilna e di
-Kovno, mentre s'inibiva ai proprietari russi di vendere,
-affittare od ipotecare agli Ebrei le loro terre</i>.
-</p>
-
-<p>
-“Nell'anno 1881 questa legge fu estesa con un articolo
-addizionale a tutta la popolazione israelitica a cui si vietava
-la compra e l'affitto di terre in tutto il territorio dell'Ovest.
-Ciò non di meno, com'è stato detto sopra, la parte predominante
-della popolazione israelitica costituisce la classe dei
-mezzani e rivenditori di prodotti delle industrie locali. E se
-la mediazione rappresenta una delle funzioni vitali nella esistenza
-economica delle nazioni finchè si mantiene nei limiti
-necessari, essa diventa una calamità quando nella quantità
-vi è eccedenza a questi limiti.
-</p>
-
-<p>
-“In ultima analisi è appunto sopra questa circostanza che
-noi dobbiamo rivolgere la nostra attenzione. Ognuno deve
-sapere che in ogni località, ove siano praticati l'industria ed
-il commercio rurali, esiste <em>una proporzione matematica fra
-il numero dei produttori ed il numero dei distributori</em>.
-</p>
-
-<p>
-“Eccezione fatta dalle condizioni della produzione locale,
-vi sono altre cause da cui dipendono le proporzioni sopra
-indicate. Tali sono il grado di densità della popolazione, i
-<span class="pageno" title="383" id="page-383"></span>
-mezzi di trasporto, ed infine tutta una serie di altri fattori,
-i quali si trovano in rapporto col mercato locale; ma nei
-governi del nord e del sud-ovest della Russia, le regole di
-detta proporzione sono assolutamente infrante. Ed è in conseguenza
-di questa sproporzione che si verifica un eccedente
-considerevole di forze improduttrici, che escono dai limiti
-menzionati, ed il cui mantenimento è un penoso aggravio
-pei produttori. È in queste circostanze che devonsi cercare
-le cause dei tumulti avvenuti in questi ultimi tempi.
-</p>
-
-<p>
-“Accordando agl'Israeliti un'assoluta eguaglianza nei diritti
-civili ed il concorso di stabilire le loro dimore nei <em>governi
-della grande Russia</em>, si otterrebbe senza dubbio alcuno
-per i nostri confini il voluto equilibrio fra i due motori fondamentali
-della nostra economia locale. In pari tempo, fissandosi
-colà ove è maggiormente sentita la mancanza dei mediatori
-per lo scambio dei prodotti, è evidente che una parte
-della popolazione israelitica riempirebbe in breve tempo questa
-grande lacuna.
-</p>
-
-<p>
-“In questa guisa, sopprimendo le condizioni dannose che
-obbligano gl'Israeliti ad abitare certe date località, si trasformerebbe
-un elemento nocivo in un fattore utile alla nostra
-esistenza politica.
-</p>
-
-<p>
-“Nominato membro della Commissione instituita onde esaminare
-la questione israelitica, ho creduto mio dovere di fare
-immantinente noto alla Commissione stessa il mio modo di
-vedere a questo proposito.”
-</p>
-</blockquote>
-
-<div class="blankpage">
-<span class="pageno" title="384" id="page-384"></span>
-</div>
-
-<div class="chapter">
-<span class="pageno" title="385" id="page-385"></span>
-</div>
-
-<h2 class="g">
-INDICE<br/>
-<img src="images/i385.png" style="width: 4ex;" alt=""/>
-</h2>
-
-<table class="indice" summary="Indice">
-<tr><td id="ritit-0" class="I0" colspan="2"><a href="#tit-0">Introduzione</a></td>
- <td class="I3">pag.</td><td class="I4"><a href="#page-3">3</a></td>
-</tr>
-<tr><td id="ritit-1" class="I0" colspan="2"><a href="#tit-1">Costituiscono
- gli Ebrei una razza speciale?</a></td>
- <td class="I3">”</td><td class="I4"><a href="#page-23">23</a></td>
-</tr>
-<tr><td id="ritit-2" class="I0" colspan="2"><a href="#tit-2">Il Talmud</a></td>
- <td class="I3">”</td><td class="I4"><a href="#page-41">41</a></td>
-</tr>
-<tr><td id="ritit-3" class="I0" colspan="2"><a href="#tit-3">Attitudini
- economiche dell'Ebreo</a></td>
- <td class="I3">”</td><td class="I4"><a href="#page-97">97</a></td>
-</tr>
-<tr><td id="ritit-4" class="I0" colspan="2"><a href="#tit-4">Dell'uso
- del sangue cristiano nei riti ebraici</a></td>
- <td class="I3">”</td><td class="I4"><a href="#page-137">137</a></td>
-</tr>
-<tr><td id="ritit-5" class="I0" colspan="2"><a href="#tit-5">Di varie
- pubblicazioni antisemitiche</a></td>
- <td class="I3">”</td><td class="I4"><a href="#page-223">223</a></td>
-</tr>
-<tr><td class="I1"><a href="#tit-6"><i>a)</i></a></td>
- <td id="ritit-6" class="I2"><a href="#tit-6">Lettera al sig.
- Direttore della <cite>Civiltà Cattolica</cite></a></td>
- <td class="I3">”</td><td class="I4"><a href="#page-223">ivi</a></td>
-</tr>
-<tr><td class="I1"><a href="#tit-7"><i>b)</i></a></td>
- <td id="ritit-7" class="I2"><a href="#tit-7"><i>G. B.
- Borelli</i>&nbsp;—&nbsp;La questione semitica e la sua
- possibile soluzione</a></td>
- <td class="I3">”</td><td class="I4"><a href="#page-241">241</a></td>
-</tr>
-<tr><td class="I1"><a href="#tit-8"><i>c)</i></a></td>
- <td id="ritit-8" class="I2"><a href="#tit-8"><cite xml:lang="fr">L'Antisémitique</cite>
- (giornale) Montdidier</a></td>
- <td class="I3">”</td><td class="I4"><a href="#page-243">243</a></td>
-</tr>
-<tr><td class="I1"><a href="#tit-9"><i>d)</i></a></td>
- <td id="ritit-9" class="I2"><a href="#tit-9"><i>Osman Bey</i>&nbsp;—&nbsp;Gli
- Ebrei alla conquista del mondo</a></td>
- <td class="I3">”</td><td class="I4"><a href="#page-248">248</a></td>
-</tr>
-<tr><td class="I1"><a href="#tit-10"><i>e)</i></a></td>
- <td id="ritit-10" class="I2"><a href="#tit-10">Dell'uso del sangue
- cristiano nei riti ebraici</a></td>
- <td class="I3">”</td><td class="I4"><a href="#page-264">264</a></td>
-</tr>
-<tr><td id="ritit-11" class="I0" colspan="2"><a href="#tit-11">Documenti</a></td>
- <td class="I3">”</td><td class="I4"><a href="#page-273">273</a></td>
-</tr>
-<tr><td class="I1"><a href="#tit-12">1.</a></td>
- <td id="ritit-12" class="I2"><a href="#tit-12">La leggenda di Dama</a></td>
- <td class="I3">”</td><td class="I4"><a href="#page-273">ivi</a></td>
-</tr>
-<tr><td class="I1"><a href="#tit-13">2.</a></td>
- <td id="ritit-13" class="I2"><a href="#tit-13">Lettera patente
- dell'imperatore Federico III</a></td>
- <td class="I3">”</td><td class="I4"><a href="#page-276">276</a></td>
-</tr>
-<tr><td class="I1"><a href="#tit-14">3.</a></td>
- <td id="ritit-14" class="I2"><a href="#tit-14">Lettera del Doge di
- Venezia, Pietro Mocenigo, al podestà e capitano di Padova</a></td>
- <td class="I3">”</td><td class="I4"><a href="#page-278">278</a></td>
-</tr>
-<tr><td class="I1"><a href="#tit-15">4.</a></td>
- <td id="ritit-15" class="I2"><a href="#tit-15">Bona e G. Galeazzo
- M. Sforza</a></td>
- <td class="I3">”</td><td class="I4"><a href="#page-280">280</a></td>
-</tr>
-<tr><td class="I1"><a href="#tit-16">5.</a></td>
- <td id="ritit-16" class="I2"><a href="#tit-16">Massimiliano II</a></td>
- <td class="I3">”</td><td class="I4"><a href="#page-295">295</a></td>
-</tr>
-<tr><td class="I1"><a href="#tit-17">6.</a></td>
- <td id="ritit-17" class="I2"><a href="#tit-17">Martino Lutero</a></td>
- <td class="I3">”</td><td class="I4"><a href="#page-299">299</a></td>
-</tr>
-<tr><td class="I1"><a href="#tit-18">7.</a></td>
- <td id="ritit-18" class="I2"><a href="#tit-18">Stefano Re di Polonia</a></td>
- <td class="I3">”</td><td class="I4"><a href="#page-300">300</a></td>
-</tr>
-<tr><td class="I1"><a href="#tit-19">8.</a></td>
- <td id="ritit-19" class="I2"><a href="#tit-19">Sentenza a favore di
- Giuseppe Ebreo Veronese</a></td>
- <td class="I3">”</td><td class="I4"><a href="#page-303">303</a></td>
-</tr>
-<tr><td class="I1"><a href="#tit-20">9.</a></td>
- <td id="ritit-20" class="I2"><a href="#tit-20">Giovanni Cristoforo
- Wagenseil</a></td>
- <td class="I3">”</td><td class="I4"><a href="#page-305">305</a></td>
-</tr>
-<tr><td class="I1"><a href="#tit-21">10.</a></td>
- <td id="ritit-21" class="I2"><a href="#tit-21">Parere della facoltà
- teologica di Lipsia</a></td>
- <td class="I3">”</td><td class="I4"><a href="#page-308">308</a></td>
-</tr>
-<tr><td class="I1"><a href="#tit-22">11.</a><span class="pageno" title="386" id="page-386"></span>
-</td>
- <td id="ritit-22" class="I2"><a href="#tit-22">Lettera del cardinal
- Corsini a monsignor Nunzio Apostolico di Polonia</a></td>
- <td class="I3">”</td><td class="I4"><a href="#page-318">318</a></td>
-</tr>
-<tr><td class="I1"><a href="#tit-23">12.</a></td>
- <td id="ritit-23" class="I2"><a href="#tit-23">Legge ungherese
- dell'anno 1791</a></td>
- <td class="I3">”</td><td class="I4"><a href="#page-320">320</a></td>
-</tr>
-<tr><td class="I1"><a href="#tit-24">13.</a></td>
- <td id="ritit-24" class="I2"><a href="#tit-24">Una fanciulla smarrita
- a Mantova e poi trovata</a></td>
- <td class="I3">”</td><td class="I4"><a href="#page-321">321</a></td>
-</tr>
-<tr><td class="I1"><a href="#tit-25">14.</a></td>
- <td id="ritit-25" class="I2"><a href="#tit-25">Il predicatore di
- corte canonico Giovanni Emanuele Veit</a></td>
- <td class="I3">”</td><td class="I4"><a href="#page-323">323</a></td>
-</tr>
-<tr><td class="I1"><a href="#tit-26">15.</a></td>
- <td id="ritit-26" class="I2"><a href="#tit-26">Dichiarazione del
- prof. Molitor</a></td>
- <td class="I3">”</td><td class="I4"><a href="#page-325">325</a></td>
-</tr>
-<tr><td class="I1"><a href="#tit-27">16.</a></td>
- <td id="ritit-27" class="I2"><a href="#tit-27">Consigliere aulico prof.
- dott. H. von Schubert</a></td>
- <td class="I3">”</td><td class="I4"><a href="#page-329">329</a></td>
-</tr>
-<tr><td class="I1"><a href="#tit-28">17.</a></td>
- <td id="ritit-28" class="I2"><a href="#tit-28">Narrazione del reverendo
- M. Pieritz</a></td>
- <td class="I3">”</td><td class="I4"><a href="#page-330">330</a></td>
-</tr>
-<tr><td class="I1"><a href="#tit-29">18.</a></td>
- <td id="ritit-29" class="I2"><a href="#tit-29">Firmano del sultano;
- 1840</a></td>
- <td class="I3">”</td><td class="I4"><a href="#page-331">331</a></td>
-</tr>
-<tr><td class="I1"><a href="#tit-30">19.</a></td>
- <td id="ritit-30" class="I2"><a href="#tit-30">Processo di Badia</a></td>
- <td class="I3">”</td><td class="I4"><a href="#page-333">333</a></td>
-</tr>
-<tr><td class="I1"><a href="#tit-31">20.</a></td>
- <td id="ritit-31" class="I2"><a href="#tit-31">Dichiarazione del R.
- Procuratore Generale di Aquisgrana</a></td>
- <td class="I3">”</td><td class="I4"><a href="#page-349">349</a></td>
-</tr>
-<tr><td class="I1"><a href="#tit-32">21.</a></td>
- <td id="ritit-32" class="I2"><a href="#tit-32">Ignazio Von Döllinger</a></td>
- <td class="I3">”</td><td class="I4"><a href="#page-352">352</a></td>
-</tr>
-<tr><td class="I1"><a href="#tit-33">22.</a></td>
- <td id="ritit-33" class="I2"><a href="#tit-33">Professore dott.
- Nöldecke di Strasburgo</a></td>
- <td class="I3">”</td><td class="I4"><a href="#page-354">354</a></td>
-</tr>
-<tr><td class="I1"><a href="#tit-34">23.</a></td>
- <td id="ritit-34" class="I2"><a href="#tit-34">Professore dott.
- A. Merx di Heidelberg</a></td>
- <td class="I3">”</td><td class="I4"><a href="#page-355">355</a></td>
-</tr>
-<tr><td class="I1"><a href="#tit-35">24.</a></td>
- <td id="ritit-35" class="I2"><a href="#tit-35">Professore dott.
- Carlo Bernardo Stade di Giessen</a></td>
- <td class="I3">”</td><td class="I4"><a href="#page-357">357</a></td>
-</tr>
-<tr><td class="I1"><a href="#tit-36">25.</a></td>
- <td id="ritit-36" class="I2"><a href="#tit-36">Facoltà teologica
- dell'Università di Amsterdam</a></td>
- <td class="I3">”</td><td class="I4"><a href="#page-358">358</a></td>
-</tr>
-<tr><td class="I1"><a href="#tit-37">26.</a></td>
- <td id="ritit-37" class="I2"><a href="#tit-37">Professore dott. Carlo
- Siegfried di Jena</a></td>
- <td class="I3">”</td><td class="I4"><a href="#page-359">359</a></td>
-</tr>
-<tr><td class="I1"><a href="#tit-38">27.</a></td>
- <td id="ritit-38" class="I2"><a href="#tit-38">Professore Francesco
- Delitzch; 1882</a></td>
- <td class="I3">”</td><td class="I4"><a href="#page-360">360</a></td>
-</tr>
-<tr><td class="I1"><a href="#tit-39">28.</a></td>
- <td id="ritit-39" class="I2"><a href="#tit-39">Lettera di Mons. Kopp,
- vescovo di Fulda</a></td>
- <td class="I3">”</td><td class="I4"><a href="#page-362">362</a></td>
-</tr>
-<tr><td class="I1"><a href="#tit-40">29.</a></td>
- <td id="ritit-40" class="I2"><a href="#tit-40">Ernesto Renan</a></td>
- <td class="I3">”</td><td class="I4"><a href="#page-363">363</a></td>
-</tr>
-<tr><td class="I1"><a href="#tit-41">30.</a></td>
- <td id="ritit-41" class="I2"><a href="#tit-41">Discorso dell'Em.
- Card. Manning</a></td>
- <td class="I3">”</td><td class="I4"><a href="#page-365">365</a></td>
-</tr>
-<tr><td class="I1"><a href="#tit-42">31.</a></td>
- <td id="ritit-42" class="I2"><a href="#tit-42">Il giornale <cite>Sion</cite>
- e l'opinione di un archimandrita greco</a></td>
- <td class="I3">”</td><td class="I4"><a href="#page-373">373</a></td>
-</tr>
-<tr><td class="I1"><a href="#tit-43">32.</a></td>
- <td id="ritit-43" class="I2"><a href="#tit-43">La questione semitica
- in Russia, esposta dal principe Demidoff di S. Donato</a></td>
- <td class="I3">”</td><td class="I4"><a href="#page-377">377</a></td>
-</tr>
-</table>
-
-<div class="tn section" id="TN">
-<h2 class="nobreak">
-Nota di trascrizione
-</h2>
-
-<p>L'ortografia originale è stata preservata fedelmente. Sono state mantenute
-tutte le varianti (o gli errori) nei nomi
-incontrati: per esempio Judei/Judaei/Judæi;
-Mosè/Moisè; Bartholoccius/Bartolocius; Crémieux/Cremieux; Esslar/Eszlar;
-Cosri/cozri/Cosari; Kosut per Lajos Kossuth; Montefiori per Moses Montefiore;
-Krabano Mauro per Hrabanus Maurus; Pfefferckorn/Pfeffercorn/Pffeffercorn
-per Johannes Pfefferkorn.</p>
-<p>Le trascrizioni dall'ebraico sono pure varie e mutevoli,
-come in Mezià/Metzià/Mezhià,
-<a href="#Fn_118"><cite class="sc">Abot</cite> di Rabbi
-Natan</a>/<a href="#Fn_159"><cite class="sc">Havod Deribi Nadan</cite></a>/<a href="#Fn_163"><cite class="sc">Avot de R. Nathan</cite></a>/<a href="#Fn_173"><cite class="sc">Havod Deribi Natan</cite></a>.
-In generale, la lettera ebraica ת è
-alternativamente trascritta con <i>d</i> o con <i>t</i>.
-</p>
-
-<p>Sono stati mantenuti gli errori bibliografici del testo: ad esempio,
-il titolo corretto del libro citato a <a href="#Fn_54">nota 1 di p. 41</a> è:
-<a id="birt"></a><cite xml:lang="en">The history of Christianity: from the birth
-of Christ to the abolition of paganism in the Roman Empire</cite> by
-<i>Rev. H. H. Milman</i>; <a href="#Fn_89">in nota a p. 61</a>
-<span class="sc aut" id="gans">Davide</span>, <cite>Ganz Tzemach David.</cite>
-sta
-per il <cite>Tzemach David</cite> di <span class="aut">David Gans</span>;
-<a id="francerco"></a>il curatore degli <cite>Annali del Principato
-Ecclesiastico di Trento</cite>
-citati in <a href="#Fn_255">nota 1 a p. 147</a> è Tommaso (non
-Francerco) Gar; il titolo del saggio sulla storia della chiesa russa
-citato nella <cite xml:lang="fr">Revue des deux mondes</cite> è
-<a href="#ritserkvy" id="tserkvy">Istoriia Rousskoï tserkvy</a>.</p>
-
-<p>La trascrizione dei documenti antichi è stata riportata tal quale, non
-essendo possibile risalire agli originali. Sono stati mantenuti accenti
-dubbi, come il "<a href="#vocati">Fuerunt vocatì</a>" di p. 285.
-Non si è tentato di differenziare le lettere <i>u</i> e <i>v</i> secondo
-l'uso moderno nei documenti IV. (9º), V. e VIII.
-</p>
-
-<p>I seguenti refusi, indubbi, sono stati corretti:</p>
-
-<ul>
-<li><span class="loc">p. 31, l. 7:</span> Nè il legistatore →
- <a href="#legislatore">Nè il legislatore</a></li>
-<li><span class="loc">p. 69, l. 4:</span> nella sua <cite xml:lang="la">Historia
- ecclesiastica</cite> come nel concilio, →
- <a href="#concilio">nella sua
- <cite xml:lang="la">Historia ecclesiastica</cite>, come nel
- concilio</a></li>
-<li><span class="loc">p. 73, l. 18:</span> vittoria, qual era →
- <a href="#qualera">vittoria, qual'era</a></li>
-<li><span class="loc">p. 77, nota 1:</span> <cite>Nedanim</cite> →
- <a href="#Fn_121"><cite>Nedarim</cite></a></li>
-<li><span class="loc">p. 78, nota 2</span>
- <cite class="sc">Beeescid Rabbà</cite> →
- <a href="#Fn_125"><cite class="sc">Berescid Rabbà</cite></a></li>
-<li><span class="loc">p. 88, nota 2:</span> <cite class="sc">Miscnà</cite> →
- <a href="#Fn_165"><cite class="sc">Mischnà</cite></a></li>
-<li><span class="loc">p. 117, nota 2:</span>
- <cite xml:lang="fr">Reflexions d'un Milord</cite> →
- <a href="#Fn_216"><cite xml:lang="fr">Réflexions d'un Milord</cite></a></li>
-<li><span class="loc">p. 117, nota 3:</span>
- <cite xml:lang="fr">Révue des Etudes Juives</cite> →
- <a href="#Fn_217"><cite xml:lang="fr">Revue des Etudes Juives</cite></a></li>
-<li><span class="loc">p. 158, nota 1, l. 21:</span>
- <cite xml:lang="de">Johannes Chrysostomus uad die Kirche</cite> →
- <a href="#uad"><cite xml:lang="de">Johannes Chrysostomus
- und die Kirche</cite></a>.</li>
-<li><span class="loc">p. 158, nota 1, l. 23:</span>
- <cite xml:lang="de">Geschichte des Christenthums und der
- christlichen Lebens</cite> →
- <a href="#des"><cite xml:lang="de">Geschichte des Christenthums
- und des christlichen Lebens</cite></a></li>
-<li><span class="loc">p. 159, seguito nota prec., l. 5:</span>
- <cite xml:lang="de">Pflangung und Leitung</cite> →
- <a href="#pflangung"><cite xml:lang="de">Pflanzung und
- Leitung</cite></a></li>
-<li><span class="loc">p. 194, l. 13&ndash;14:</span> On
- ne negligea pas de s'en servir, et plus d'un Parisien
- bavard alla réflechir →
- <a href="#negligea">On ne négligea pas de s'en servir, et plus
- d'un Parisien bavard alla réfléchir</a></li>
-<li><span class="loc">p. 199, nota 1, l. 24:</span> un enfant nouveau-nè,
- l'enfant d'une fille non marièe →
- <a href="#enfant">un enfant nouveau-né, l'enfant d'une fille non
- mariée</a></li>
-<li><span class="loc">p. 199, nota 1, l. 27:</span> chez les payens →
- <a href="#payens">chez les païens</a></li>
-<li><span class="loc">p. 201, l. 12:</span> Arséne Houssaye →
- <a href="#Arsene">Arsène Houssaye</a></li>
-<li><span class="loc">p. 205, l. 22&ndash;23:</span> per vendicarsi de
- loro parenti → <a href="#parenti"> per vendicarsi dei
- loro parenti</a></li>
-<li><span class="loc">p. 238, l. 10:</span> <i>generaziene</i> di Gesù →
- <a href="#generaziene"><i>generazione</i> di Gesù</a></li>
-<li><span class="loc">p. 256, l. 9:</span> libricciatolo →
- <a href="#libricciatolo">libricciattolo</a></li>
-<li><span class="loc">p. 271, l. 12:</span> von christichen Seite →
- <a href="#christlicher">von christlicher Seite</a></li>
-<li><span class="loc">p. 301, l. 5:</span> comperandolo dai Cristianì →
- <a href="#cristiani">comperandolo dai Cristiani</a></li>
-<li><span class="loc">p. 305, titolo:</span> XI. →
- <a href="#tit-20">IX.</a></li>
-<li><span class="loc">p. 317, l. 8:</span> in ogni pnnto e clausola →
- <a href="#pnnto">in ogni punto e clausola</a></li>
-<li><span class="loc">p. 327, l. 6&ndash;7:</span> dell l'8 →
- <a href="#dell8">dell'8</a></li>
-<li><span class="loc">p. 328, l. 18:</span> qualunque us di sangue →
- <a href="#uso">qualunque uso di sangue</a></li>
-<li><span class="loc">p. 337, l. 2:</span> in istato d accusa →
- <a href="#daccusa">in istato d'accusa</a></li>
-<li><span class="loc">p. 376, l. 8:</span> in questi ultimi, →
- <a href="#ultimi">in questi ultimi</a></li>
-<li><span class="loc">p. 377, l. 2:</span> La questioae →
- <a href="#questioae">La questione</a></li>
-<li><span class="loc">p. 377, l. 20:</span> i sudditi appartenenenti →
- <a href="#appartenenenti">i sudditi appartenenti</a></li>
-<li><span class="loc">p. 386, l. 9:</span> prof. dott. H. von Scubert →
- <a href="#ritit-27">prof. dott. H. von Schubert</a></li>
-<li><span class="loc">p. 386, l. 21:</span> Professore dott. Carlo Siegfreid →
- <a href="#ritit-37">Professore dott. Carlo Siegfried</a></li>
-</ul>
-
-<p>Sono stati aggiunti accenti tonici mancanti sui termini greci,
-in originale <a href="#rhetrai">Ρήτραι</a>,
-<a href="#kratesimachos">Κρατησιμαχος</a>,
-<a href="#deuterosis">δευτερωσις</a>.</p>
-
-<p>Punti e virgole mancanti o sovrabbondanti nelle abbreviazioni, nei titoli,
-nelle citazioni bibliografiche
-e nelle firme dei documenti, come pure virgolette mancanti o superflue,
-punti invece di segni ordinali nei titoli delle <cite>Varie pubblicazioni
-antisemitiche</cite>, sono stati tacitamente
-corretti.
-</p>
-
-</div>
-
-
-
-
-
-
-
-
-<pre>
-
-
-
-
-
-End of the Project Gutenberg EBook of Pro Judaeis, by Corrado Guidetti
-
-*** END OF THIS PROJECT GUTENBERG EBOOK PRO JUDAEIS ***
-
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-Section 2. Information about the Mission of Project Gutenberg-tm
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-Project Gutenberg-tm is synonymous with the free distribution of
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-including obsolete, old, middle-aged and new computers. It exists
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-To learn more about the Project Gutenberg Literary Archive Foundation
-and how your efforts and donations can help, see Sections 3 and 4
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+
+</head>
+<body>
+<div>*** START OF THE PROJECT GUTENBERG EBOOK 45807 ***</div>
+
+<div class="avviso">
+<span class="pageno" id="page-0"></span>
+
+<h2 class="g">
+AVVISO<br/>
+<img src="images/i000.png" style="width: 4ex;" alt=""/>
+</h2>
+
+<p>
+Chiunque avesse notizie o documenti
+sopra le questioni discusse nel
+presente volume, farà cosa grata indirizzandoli
+al sig. Dottore Corrado
+Guidetti presso la tipografia Roux e
+Favale.
+</p>
+
+</div>
+
+<div class="frontespizio">
+<span class="pageno" title="1" id="page-1"></span>
+
+ <p class="center gr2">CORRADO GUIDETTI</p>
+ <p class="center pi2">DOTTORE IN LETTERE</p>
+ <hr class="full"/>
+
+ <h1>PRO JUDÆIS</h1>
+
+ <p class="center gr3">RIFLESSIONI E DOCUMENTI</p>
+
+<div class="motto">
+ <p class="verso" xml:lang="de">Das Aergste weiss die Welt von mir und ich</p>
+ <p class="verso" xml:lang="de">Kann sagen ich bin besser als mein Ruf.</p>
+ <p class="attrib"><span class="sc aut">Schiller</span>,
+ <cite>Maria Stuarda</cite>.</p>
+</div>
+
+<div class="image-center">
+ <img src="images/i001.png" style="width: 6ex;" alt=""/>
+</div>
+
+ <p class="center gr1" style="margin-top: 3em; margin-bottom: 0em">TORINO</p>
+ <p class="center">TIPOGRAFIA ROUX e FAVALE</p>
+ <p class="center pi1">1884.</p>
+
+</div>
+
+
+<div class="retro">
+<span class="pageno" title="2" id="page-2"></span>
+<p class="top6em"></p>
+<hr class="corto"/>
+<p class="center pi2">
+<i>Diritto di riproduzione e traduzione riservato</i>
+</p>
+<hr class="corto"/>
+</div>
+
+<div class="chapter">
+<span class="pageno" title="3" id="page-3"></span>
+<img src="images/i003a.png" style="width: 100%" alt=""/>
+</div>
+
+<h2 class="nobreak" id="tit-0">
+<a href="#ritit-0">INTRODUZIONE</a><br/>
+<img src="images/i003b.png" style="width: 7ex; margin: 1em auto 2em;" alt=""/>
+</h2>
+
+<p>
+Chi consideri superficialmente i fenomeni sociali,
+non può non essere colpito dal risvegliarsi
+in molti Stati d'Europa di una agitazione più o
+meno sorda contro gli Ebrei.
+</p>
+
+<p>
+A primo aspetto, sembrerebbe che il soffio vigoroso
+della prima rivoluzione francese avesse dovuto
+far sparire ogni distinzione fra cittadini, basata
+sul semplice fatto della fede professata.
+</p>
+
+<p>
+Sembrerebbe che il diritto di adorare Dio secondo
+la propria credenza, fosse uno dei più saldi,
+dei più indiscutibili portati della moderna civiltà.
+</p>
+
+<p>
+Sembrerebbe, sopratutto, oltraggio alla umana
+ragione dover invocare dagli scrittori discorrenti
+degli Ebrei, che applichino loro quell'elementare
+principio di equità da Carlo V, Re di Francia,
+nel <span class="sc num">xiv</span> secolo sancito con apposita legge: non
+doversi l'intiera nazione ebrea tener responsabile
+delle colpe di ogni singolo ebreo.
+</p>
+
+<p>
+Eppure, non è così.
+</p>
+
+<div>
+<span class="pageno" title="4" id="page-4"></span>
+</div>
+
+<p>
+Non soltanto nell'Oriente di Europa, dove la
+questione si complica e si innesta ad altre di
+svariata natura, si sveglia un movimento contro
+gli Ebrei; ma da questo movimento non vanno
+immuni i paesi più civili d'Europa.
+</p>
+
+<p>
+In Germania, la terra classica della persecuzione
+contro gli Ebrei, come sin dal diciassettesimo
+secolo avvertiva
+Basnage&nbsp;<a id="FNa_1"></a><a href="#Fn_1" class="fna">(1)</a>,
+si bandisce una crociata
+contro di loro, ed a capo del movimento
+stanno un ateo, dichiarato e riconosciuto, il signor
+Henrici&nbsp;<a id="FNa_2"></a><a href="#Fn_2" class="fna">(2)</a>,
+ed un ministro protestante, il
+dott. Stöcker, predicatore di Corte a Berlino.
+</p>
+
+<p>
+In Francia lo stesso movimento si accentua ed
+è già abbastanza vivo per darsi il lusso di un organo
+speciale, l'<cite xml:lang="fr">Antisémitique</cite>, che vede la luce in
+Montdidier, ed al quale ci sarà pur forza consacrare
+più innanzi qualche parola, benchè ci sia
+noto che l'opera insensata dei redattori di quel
+giornale non giova che ad ammassare sulle loro
+teste il generale disprezzo.
+</p>
+
+<p>
+Ed anche nella nostra Italia, dove, dal 1848 sino
+alla completa unificazione della penisola, gli Ebrei
+sembrarono identificarsi col resto della popolazione,
+colla quale avevano avuti comuni i patimenti
+della oppressione ed i pericoli delle congiure
+e delle battaglie, oggi non manca chi soffi
+nel fuoco, e libelli di propaganda antisemitica
+vanno spargendosi a piene mani nelle campagne.
+</p>
+
+<div>
+<span class="pageno" title="5" id="page-5"></span>
+</div>
+
+<p>
+Se la guerra contro gli Ebrei avesse a ragione
+la differenza di fede; se a capo di questo movimento fossero
+i Papi, i Vescovi, la Chiesa in una
+parola; se agli Ebrei di oggi giorno si volesse far
+scontare la colpa dei loro antenati, la pertinace
+convinzione con la quale, malgrado persecuzioni
+d'ogni sorta, mantennero intatta la loro fede,
+noi non avremmo che a constatare una nuova manifestazione
+di quel fanatismo di cui tutti i secoli
+e tutte le credenze hanno dato numerosi esempî.
+</p>
+
+<p>
+Le persecuzioni per ragione di fede non ci sorpresero
+mai. E se, mossi da quello spirito di carità
+che è nel cuore di ogni uomo, quando l'alito
+delle passioni non lo spegne, guardiamo inorriditi
+alle fiamme dei roghi, li accenda, come in Ispagna,
+un domenicano fanatico, o, come in Ginevra, il bieco
+Calvino, al nostro orrore non si mesce sorpresa.
+</p>
+
+<p>
+La fede è il più nobile patrimonio dell'uomo, e per
+ciò appunto i suoi eccessi generano il fanatismo più
+pericoloso. I più atroci delitti hanno sovente origine
+dalla esagerazione delle più elevate passioni.
+</p>
+
+<p>
+Ma sì, che i moderni antisemiti pensano proprio
+a tutto ciò! L'idea di vendicare il Dio crocifisso
+è tanto lungi da loro, quanto lo era dalle
+orde fanatiche che nell'<span class="sc num">xi</span> secolo trucidarono gli
+Ebrei di Worms, che affermavansi discendenti da
+una colonia giudaica, migrata da Palestina ben
+prima della nascita di N. S. G. Cristo, e quindi
+ad ogni modo non responsabili di quella morte,
+neppure se le colpe degli avi s'avessero a vendicare
+sui tardi nepoti.
+</p>
+
+<div>
+<span class="pageno" title="6" id="page-6"></span>
+</div>
+
+<p>
+Guardiamoli in viso questi persecutori degli
+Ebrei, questi individui, scarsi di numero e ricchi
+di audacia, che senza aver tampoco la scusa del
+fanatismo religioso, vogliono ricondurci ai più tristi
+tempi del medio evo; squarciamo il velo sotto
+cui si asconde questo movimento, decorato del
+pomposo nome di <em>antisemitismo</em>, e vedremo che
+sotto di esso si cela una nuova faccia di quel
+mostro che vuole avvolgere il mondo nelle sue
+spire, e che, per usare una parola, oggi abusata,
+chiamerò
+radicalismo&nbsp;<a id="FNa_3"></a><a href="#Fn_3" class="fna">(3)</a>.
+</p>
+
+<div>
+<span class="pageno" title="7" id="page-7"></span>
+</div>
+
+<p>
+L'ebreo è ricco, od almeno lo si crede tale&nbsp;—&nbsp;se
+lo sia, e perchè lo sia, vedremo nel corso di
+queste pagine&nbsp;—&nbsp;ma è creduto tale, e per ciò soltanto
+gli si muove guerra.
+</p>
+
+<p>
+La sua ricchezza è e fu sempre il suo delitto.
+</p>
+
+<p>
+L'industria, la coesione, la ricchezza degli Ebrei
+ebbero sempre il triste privilegio di eccitare l'invidia
+e il malvolere. I Faraoni eran gelosi di loro
+sin da quando i figli di Israele cominciarono ad
+arricchire nella terra di Gessen, e gli idalghi
+ed i priori della Spagna cattolica furono gelosi a
+loro volta, allorquando un Ebreo divenne ministro
+delle finanze del Re Alfonso.
+</p>
+
+<p>
+Ed oggi ancora i persecutori degli Ebrei appartengono
+a quel partito, che potrebbe a buon
+dritto chiamarsi il partito dell'invidia.
+</p>
+
+<p>
+Cerchiamo oggi gli agitatori delle passioni antisemitiche
+in quei paesi, dove l'ignoranza dei più
+permette loro di mostrarsi a viso aperto, in Ungheria
+per esempio, e li vedremo sedere in Parlamento
+sui banchi della estrema
+sinistra&nbsp;<a id="FNa_4"></a><a href="#Fn_4" class="fna">(4)</a>.
+</p>
+
+<div>
+<span class="pageno" title="8" id="page-8"></span>
+</div>
+
+<p>
+In Francia, non son sei o sette anni, si combatteva
+dai radicali la elezione a consigliere generale
+di un membro della famiglia Rothschild,
+trattandolo da clericale!! Oggi che l'antisemitismo
+va facendo progressi, lo si combatterebbe perchè
+ebreo!
+</p>
+
+<p>
+Clericale od ebreo, è tutt'uno per coloro che
+mirano a scuotere la società dalle sue basi, a distruggere
+la famiglia, la proprietà, la religione.
+</p>
+
+<p>
+E non è soltanto la ricchezza, vera o creduta
+tale, degli Ebrei che li designa ai colpi dei loro
+avversarî.
+</p>
+
+<p>
+L'ebreo, in qualsivoglia paese del mondo civile
+lo si consideri, è essenzialmente liberale.&nbsp;—&nbsp;Mi
+sia concesso avvalorare questa mia affermazione
+colle parole di uno dei più illustri scrittori del
+nostro secolo, di Ernesto
+Rénan&nbsp;<a id="FNa_5"></a><a href="#Fn_5" class="fna">(5)</a>:
+</p>
+
+<div>
+<span class="pageno" title="9" id="page-9"></span>
+</div>
+
+<p>
+“Il giudaismo, scrisse il professore francese,
+che ha tanto giovato per lo passato, gioverà anche
+in avvenire. Esso servirà la vera causa,
+la causa del liberalismo, dello spirito moderno.
+Ogni ebreo è liberale. Lo è per natura. I nemici
+del giudaismo, al contrario, guardateli
+da vicino, e vedrete che sono generalmente i
+nemici dello spirito
+moderno”&nbsp;<a id="FNa_6"></a><a href="#Fn_6" class="fna">(6)</a>.
+</p>
+
+<p>
+In queste poche parole è mirabilmente riassunta
+la questione.
+</p>
+
+<p>
+Sì; l'ebreo è liberale, essenzialmente liberale.
+Dalla sua lunga persecuzione, dalle sue secolari
+tribolazioni, esso ha imparato una cosa sola: ad
+odiare non i persecutori, ma la persecuzione, ad
+amare di vivo affetto la libertà, ma la libertà vera,
+quella che come sole fulgentissimo riluce per tutti
+gli uomini, qualunque sia la loro opinione, qualunque
+l'abito che vestano.
+</p>
+
+<p>
+E di questo spirito del giudaismo la letteratura,
+la storia offron prove a bizzeffe. Ne addurremo
+soltanto due:
+</p>
+
+<p>
+Uno dei più illustri fra gli scrittori ebrei, il
+più illustre forse dopo il Maimonide,
+Abarbanello&nbsp;<a id="FNa_7"></a><a href="#Fn_7" class="fna">(7)</a>,
+<span class="pageno" title="10" id="page-10"></span>
+che alla teoria dell'uomo di studî congiungeva
+la pratica dell'uomo di Stato, ci lasciò
+nei suoi <cite>Commentarî</cite> delle dissertazioni di pubblico
+giure degnissime di studio. In queste egli
+esamina le diverse forme di governo e dà la preferenza
+alla forma repubblicana, od almeno alla
+monarchia temperata (notisi che Abarbanello scriveva
+nel <span class="sc num">xv</span> secolo!). Esaminando in seguito quale
+sia il dovere dei sudditi, anche sotto un re malvagio
+e tiranno, insegna che il popolo non ha nè
+il potere, nè il diritto di ribellarsi, “contrariamente,
+dice egli, all'opinione dei saggi cristiani
+che scrissero di questo
+argomento”&nbsp;<a id="FNa_8"></a><a href="#Fn_8" class="fna">(8)</a>.
+</p>
+
+<p>
+Nè si creda che le teorie del dotto ebreo non
+<span class="pageno" title="11" id="page-11"></span>
+siano seguite da coloro che professano la religione
+mosaica. La rivoluzione francese fu per gli Ebrei
+un'êra di redenzione; essa soltanto ha spezzato i
+ceppi in cui da diciotto secoli gemeva la nazione
+ebraica; essa prima, dallo stato vilissimo in cui
+vivevano, li ha elevati a dignità di uomini, di cittadini.
+Nessuna meraviglia adunque che gli Ebrei
+favorissero quella rivoluzione e ne sposassero con
+ardore i principî. Pure il filosofo della storia non
+deve dimenticare che non un ebreo&nbsp;—&nbsp;non uno&nbsp;—&nbsp;si
+trova fra gli uomini che bruttarono coi loro
+eccessi quella rivoluzione, non uno fra i sicarî
+del 93 e fra coloro che colle più efferate licenze
+coprirono di obbrobrio il sacro nome di
+libertà&nbsp;<a id="FNa_9"></a><a href="#Fn_9" class="fna">(9)</a>.
+</p>
+
+<p>
+E ciò, ripetiamolo, perchè l'ebreo è assolutamente
+liberale, nel buono, nel vero senso della
+parola.
+</p>
+
+<p>
+Il radicalismo, invece, è essenzialmente nemico
+del liberalismo, perchè è essenzialmente persecutore.
+<span class="pageno" title="12" id="page-12"></span>
+E questa è una nuova ragione dell'odio che
+il radicalismo nutre contro gli Ebrei.
+</p>
+
+<p>
+Esso, che prova sempre il bisogno di nuove vittime,
+che oggi espelle i RR. Padri della Compagnia
+di Gesù, che domani perseguita altri pel solo
+fatto che nacquero da illustre prosapia, non può
+non esser nemico dello Ebreo, il quale vuole per
+sè la libertà come la vuole per gli altri, e combatte
+per essenza, per indole, per interesse, tutte
+le distinzioni basate sulla nascita, sulla fede.
+</p>
+
+<p>
+Ecco perchè, con mostruoso connubio, <em xml:lang="de">Culturkampf</em>
+ed antisemitismo poterono nascere quasi
+ad un tempo e sulla stessa
+terra&nbsp;<a id="FNa_10"></a><a href="#Fn_10" class="fna">(10)</a>.
+</p>
+
+<p>
+E qui ci si para spontanea dinanzi un'obbiezione.
+</p>
+
+<div>
+<span class="pageno" title="13" id="page-13"></span>
+</div>
+
+<p>
+Ci si dirà. Voi dipingete i radicali come i più
+feroci nemici degli Ebrei; eppure noi tutti conosciamo
+radicali notissimi che sono ben lungi dal
+partecipare a quest'odio, e vediamo invece assaliti
+tutto giorno gli Ebrei da giornali e da uomini
+del partito che è notoriamente il più avverso
+al radicalismo.
+</p>
+
+<p>
+L'obbiezione è giusta, giustissima; ma è giusta
+solo per quanto risguarda gli uomini, non per
+quanto risguarda il partito.
+</p>
+
+<p>
+Spieghiamo il nostro concetto.
+</p>
+
+<p>
+Se è vero che tutto si può pretendere dall'uomo
+fuorchè la logica, è anche più vero che è specialmente
+nella politica che la logica si va facendo
+ogni giorno più rara.
+</p>
+
+<p>
+Tutto giorno udiamo uomini vantarsi conservatori,
+liberali, radicali, e raramente li vediamo informare
+tutte le loro azioni ai principi di cui si
+dicono seguaci.
+</p>
+
+<p>
+Nei paesi specialmente, come l'Italia, da poco
+educati alla vita politica, è accaduto che uomini
+appartenenti ad opposte scuole politiche si trovarono
+per lungo tempo affratellati da un intento
+comune, la liberazione della patria.
+</p>
+
+<p>
+Questo intento comune, e l'azione comune che
+ne fu conseguenza, han fatto sì che le idee degli
+uni esercitassero qualche influenza su quelle degli
+altri, mitigassero la logica inflessibile dei principii,
+dessero vita a quella specie di eccletismo
+politico di cui ogni giorno vediamo prove in Italia.
+</p>
+
+<p>
+Ecco perchè, sebbene il radicalismo sia per natura
+<span class="pageno" title="14" id="page-14"></span>
+il peggior nemico degli Ebrei, i radicali italiani si
+separano in ciò dalla maggioranza del partito cui
+appartengono.
+</p>
+
+<p>
+Se una serie di miracoli eguali a quelli, per cui
+l'Italia da ancella divenne nazione, facesse domani
+risorgere la Polonia, l'Europa vedrebbe uno spettacolo
+più singolare ancora; vedrebbe per alcun
+tempo i radicali ed i clericali polacchi vivere assieme
+d'amore e d'accordo, tutti assorti in un sol
+pensiero, la salute della
+patria&nbsp;<a id="FNa_11"></a><a href="#Fn_11" class="fna">(11)</a>.
+</p>
+
+<p>
+Ma sarebbe tregua di anni, che nella storia dei
+popoli sono un momento, e i due principî opposti
+non tarderebbero a darsi battaglia anche nella
+terra degli Jagelloni.
+</p>
+
+<p>
+La storia naturale ci insegna che animali, i quali
+allo stato selvaggio sono nemici inconciliabili, possono
+allo stato di servitù vivere fra loro d'accordo.
+</p>
+
+<p>
+E se ciò avviene per animali di diversa razza,
+come non avverrebbe per l'uomo?
+</p>
+
+<p>
+Veniamo all'altra parte dell'obbiezione.
+</p>
+
+<p>
+È vero del pari che gli Ebrei sono oggigiorno
+combattuti con violenza da taluni giornaletti di
+provincia, che si dicono cattolici e si vantano
+rappresentanti non già di Papi o di Vescovi, dinanzi
+ai quali ci inchineremmo reverenti, ma di
+<span class="pageno" title="15" id="page-15"></span>
+sodalizi più o meno ignorati ed in nessun caso
+autorevoli.
+</p>
+
+<p>
+Errerebbe di gran lunga chi credesse che quei
+giornali rappresentino lo spirito, la parte pensante
+del loro
+partito&nbsp;<a id="FNa_12"></a><a href="#Fn_12" class="fna">(12)</a>.
+</p>
+
+<p>
+È comune errore il credere alla disciplina della
+stampa cattolica, e l'errore è tanto comune che i
+fatti i più lampanti, l'opposizione accanita, per
+esempio, che taluni giornali sedicenti cattolici
+fanno ai Presuli delle loro diocesi, non valgono a
+sradicarlo.
+</p>
+
+<p>
+A provare che tutta la stampa non partecipa
+all'opinione dei suddetti giornalucoli, addurrò quattro
+fatti quasi contemporanei.
+</p>
+
+<p>
+1º Or sono due o tre anni, in occasione delle
+elezioni amministrative a Roma, l'<cite>Unione Romana</cite>,
+associazione cattolica presieduta da S. E. il signor
+Duca Scipione Salviati, venne ad accordi colla Associazione
+Costituzionale. Quest'ultima portava
+un israelita siccome candidato al Consiglio Provinciale.
+</p>
+
+<p>
+Sarebbe stato impossibile, assurdo, pretendere
+che in Roma una Associazione cattolica portasse
+fra i suoi candidati un non cattolico: pure la lista
+fu concordata ed i giornali cattolici la sostennero,
+togliendo, è vero, il nome del candidato israelita,
+<span class="pageno" title="16" id="page-16"></span>
+ma sostituendolo con una riga di punti. Se si ponga
+mente che ciò avveniva per una elezione che aveva
+luogo su di un sol nome, si converrà, che il dichiarare
+esplicitamente, che al candidato israelita non
+si opponeva nessuno, equivaleva da parte dei giornali
+cattolici a dire: non possiamo appoggiarlo, ma
+desideriamo vederlo eletto.
+</p>
+
+<p>
+2º L'organo del partito cattolico di Genova, <cite>Il
+Cittadino</cite>, fu per molto tempo, ed è ancora, arbitro
+assoluto delle elezioni amministrative di quella
+città, e fra i suoi candidati fu sempre almeno un
+israelita.
+</p>
+
+<p>
+3º La <cite>Rassegna Nazionale</cite>, importante rivista
+che vede da cinque anni la luce in Firenze, che è
+l'organo della parte più liberale del partito cattolico,
+ed in cui collaborano gli uomini più insigni di
+quel partito, come il Cantù, lo Stoppani, ecc., ecc.,
+pubblicava nel suo numero di luglio u. s. una splendida
+difesa degli Israeliti dovuta a quel luminare
+del giudaismo, che è il prof. Ad. Frank, dell'Istituto
+di Francia. E qui cade in acconcio il ricordare
+che il signor Frank dettava, pregatone, quel
+suo articolo per gli <cite xml:lang="fr">Annales de philosophie
+chrétienne</cite>
+pubblicati dal signor Roux con tanto zelo
+a Parigi&nbsp;<a id="FNa_13"></a><a href="#Fn_13" class="fna">(13)</a>.
+</p>
+
+<div>
+<span class="pageno" title="17" id="page-17"></span>
+</div>
+
+<p>
+4º Or son pochi mesi, infine, l'<cite>Osservatore Romano</cite>,
+il solo giornale, ricordiamolo bene, che la
+Corte Pontificia riconosca come suo organo, recava
+nel suo N. 165 del 21 luglio 1883 una corrispondenza
+da Nyiregyhaza, 16 luglio, sull'iniquo
+processo di Tisza Eszlar, che ha testè disonorato
+l'Ungheria, corrispondenza ispirata a sentimenti
+così nobili ed elevati che non sappiamo resistere
+al desiderio di riferirne un brano, per istruzione
+di coloro che della stampa cattolica giudicano
+dagli ignobili giornali di provincia cui abbiamo
+testè accennato:
+</p>
+
+<blockquote>
+<p>
+“Dopo l'ultima mia, che vi dava conto dell'8ª seduta,
+ebbe luogo una pausa di tre giorni; quindi si continuò nell'audizione
+di testimonî a carico e scarico, si aprì la discussione
+sul presunto trafugamento e tentata sostituzione di
+cadavere, e furono uditi i periti medici dell'università di Pest
+in contesto di quelli che esaminarono il cadavere e stesero
+il <em xml:lang="la">repertum facti</em>. Le varie scene a cui diedero
+luogo queste
+diverse fasi dell'ormai sciaguratamente celebre processo non
+valsero a portar miglior luce sui fatti, ma contribuirono
+<span class="pageno" title="18" id="page-18"></span>
+purtroppo a mettere in evidenza lo stato anormale dell'amministrazione
+della giustizia in Ungheria, non che lo sfogo di
+passioni, crassa ignoranza, corruzione, abbiezione di caratteri.
+</p>
+
+<p>
+“Ester Solymossy è scomparsa. Questo è l'unico fatto
+certo.
+</p>
+
+<p>
+“Fu dessa vittima d'un sacrifizio rituale?
+</p>
+
+<p>
+“Ne manca ogni prova attendibile. Non si ha per base
+dell'accusa che <em>la denuncia d'un figlio contro del proprio
+padre</em>.
+</p>
+
+<p>
+“Accetti chi vuole una tal base; io la respingo con
+orrore.
+</p>
+
+<p>
+“<em>Onorerai il padre tuo e la madre tua!</em> proclamò Iddio
+dall'alto del Sinai. Chi calpesta questa legge divina, a cui
+fecero omaggio tutti i popoli della terra, sanzionando nei
+loro codici per ogni caso e senza eccezione alcuna il diritto
+dei figli di non deporre in giudizio contro dei genitori; chi,
+ripeto, calpesta questa legge, non è più uomo, è un bruto;
+ed i bruti non meritano fede in giudizio.
+</p>
+
+<p>
+“Ciò sia detto in risposta ai fanatici, ai dilettanti di casuistica,
+ed agli stolti, <em xml:lang="la">quorum infinitus est numerus</em>, che
+stimano non si possa essere buon cattolico senza essere antisemita
+e giudeofobo.”
+</p>
+</blockquote>
+
+<p>
+Abbiamo trascelto a caso questi esempî, e molti
+ne tralasciammo dei tanti che ci si affacciavano
+alla memoria; perocchè questi siano più che sufficienti
+a dimostrare che lo spirito animante la
+stampa cattolica, degna di questo gran nome,
+verso gli Ebrei non vada cercato in quei fogliucciacci
+di provincia che seguono le pedate dell'<cite>Osservatore
+Cattolico</cite> di Milano, giornale più volte
+riprovato dalla Autorità Ecclesiastica.
+</p>
+
+<p>
+E chiudiamo la lunga digressione.
+</p>
+
+<p>
+Il radicalismo, abbiam detto, combatte l'Ebreo
+<span class="pageno" title="19" id="page-19"></span>
+perchè ne invidia le pretese
+ricchezze&nbsp;<a id="FNa_14"></a><a href="#Fn_14" class="fna">(14)</a>;
+lo combatte,
+perchè vede in lui incarnati quei principî
+di libertà e di tolleranza politica e religiosa, che
+sono l'antitesi la più perfetta delle dottrine radicali,
+basate sulla violenza ed ispirate al detto del
+gran satirista di Roma: <em xml:lang="la">Stat pro ratione voluntas</em>.
+</p>
+
+<p>
+E non senza un perchè il radicalismo ha scelto
+l'Ebreo a bersaglio dei suoi strali.
+</p>
+
+<p>
+La società posa su basi solide, e i radicali,
+malgrado la loro buona volontà, non riescirebbero
+certamente a scuoterla d'un tratto.
+</p>
+
+<p>
+Perciò volsero prima le loro armi contro la
+Chiesa cattolica, sicuri di aver a compagni nella
+lotta molti liberali di buona fede che credevano
+giovare alle idee di progresso intellettuale e sociale,
+combattendo la Chiesa e privandola non soltanto
+di quei privilegi che contrastavano all'ordine
+politico degli Stati moderni; ma ponendola eziandio
+fuori del diritto comune, e violando a suo danno
+i più elementari principî del giure naturale, siccome
+fu fatto in Francia, in Germania ed in
+Isvizzera.
+</p>
+
+<p>
+Se la lotta contro la Chiesa offriva ai radicali
+il vantaggio di aver ad alleati molti liberali, la
+lotta contro gli Ebrei assicurava loro il concorso
+<span class="pageno" title="20" id="page-20"></span>
+dei più esagerati campioni del fanatismo religioso.
+</p>
+
+<p>
+Ora un partito, che apre in America pubbliche
+scuole per insegnarvi ad usufruire la dinamite per
+giungere al progresso sociale, non può essere schifiltoso
+nella scelta dei mezzi. Dopo aver combattuto
+a fianco ai liberali contro Ignazio di Loyola,
+esso si allea ad Arbues e a Torquemada per combattere
+contro gli Ebrei, per rinnovare contro di
+loro gli eccessi onde vanno disonorati nella storia
+i nomi di Ferdinando ed Isabella di Spagna, di
+Emanuele di Portogallo e di tanti e tanti sovrani
+delle età media e moderna.
+</p>
+
+<p>
+E così, applicando il vecchio precetto, tanto caro
+ai tiranni, <em xml:lang="la">divide et impera</em>, viene il radicalismo
+man mano sgretolando il vecchio mondo, pronto
+poi, siccome disse il poeta, a cogliere i frutti del
+mal di tutti.
+</p>
+
+<p>
+Questo abbiamo voluto dire per spiegare il perchè
+prendiamo oggi a difendere gli Ebrei. Non
+ci muove interesse di casta, non spirito di religione,
+ma convinzione profonda, immutabile, che
+in essi non si osteggia la credenza religiosa, ma si
+combatte uno dei ripari della moderna società.
+</p>
+
+<p>
+Come oggi difendiamo gli Ebrei, avremmo ieri
+difeso le corporazioni religiose espulse di
+Francia&nbsp;<a id="FNa_15"></a><a href="#Fn_15" class="fna">(15)</a>,
+difenderemmo domani qualsivoglia setta,
+<span class="pageno" title="21" id="page-21"></span>
+corporazione o sodalizio cui si volessero negare
+i beneficî del diritto comune, e questo non per
+uno spirito alla Don Chisciotte, ma perchè crediamo
+necessario mettere in guardia la società
+moderna contro gli assalti del radicalismo, il quale
+rinnova precisamente la tattica riuscita tanto bene
+ai precursori della prima rivoluzione francese.
+</p>
+
+<p>
+Come costoro, prima di attaccare la monarchia
+di fronte, vennero man mano scalzando tutti i principî
+su cui essa poggiava; così i radicali, prima
+di assalire di fronte la società, la minano sotterra,
+e vellicando stolte ed abbiette passioni, tentano
+inocularle l'odio per la libertà, il disprezzo
+pel diritto, l'amore per le leggi di violenza partigiana,
+di persecuzione ingiustificata.
+</p>
+
+<div>
+<span class="pageno" title="22" id="page-22"></span>
+</div>
+
+<p>
+A questo lavorìo deleterio bisogna tutti si oppongano:
+e per opporvisi con frutto, per combattere
+vittoriosamente questa santa battaglia della civiltà
+e del progresso, occorre stringersi intorno al labaro
+dei nuovi tempi su cui sta scritto: Libertà
+per tutti.
+</p>
+
+<div class="data">
+ <p>Recoaro, agosto 1883.</p>
+</div>
+
+<div class="destra">
+ <div class="firma">
+ <p class="center"><span class="sc g">Corrado Guidetti</span>.</p>
+ <p class="center"><i>Dott. in lettere.</i></p>
+ </div>
+</div>
+
+<div class="footnote"><a id="Fn_1"></a>
+<p class="foot"><a href="#FNa_1"><span class="label">(1)</span></a>
+<cite xml:lang="fr">Hist. des Juifs</cite>, p. 2852.
+</p>
+</div>
+
+<div class="footnote"><a id="Fn_2"></a>
+<p class="foot"><a href="#FNa_2"><span class="label">(2)</span></a>
+<cite>Rassegna Nazionale</cite>, Firenze, 1º luglio 1883, p. 42.
+</p>
+</div>
+
+<div class="footnote"><a id="Fn_3"></a>
+<p class="foot"><a href="#FNa_3"><span class="label">(3)</span></a>
+Per evitare una confusione altrettanto perniciosa quanto,
+ai tempi nostri, comune, quella che proviene dal non intendersi
+sul significato che si annette alle parole, spieghiamo
+qui ciò che intendiamo per radicalismo.
+</p>
+
+<p class="foot">
+Lungi da noi il pensiero di designare con questo nome
+coloro che aspirano ad una piuttosto che ad un'altra forma
+di reggimento politico.
+</p>
+
+<p class="foot">
+Radicale può essere tanto il monarchico quanto il repubblicano,
+e sì l'uno che l'altro possono esser liberali. Per noi
+la distinzione fra liberali e radicali sta in ciò soltanto: che
+il liberale vuole raggiungere i più alti ideali dell'avvenire
+rispettando i diritti, la libertà, la vita di ognuno; il radicale,
+invece, è disposto a violare ad ogni momento la libertà ed
+i diritti altrui, per conseguire il suo intento.
+</p>
+
+<p class="foot">
+Posta così nettamente la questione, diremo subito che fra
+quel prototipo leggendario di inquisitore che, dinanzi a un
+massacro in cui cadevano egualmente vittime eretici e cattolici,
+avrebbe sclamato: <i class="quo">uccideteli tutti, Dio riconoscerà i suoi</i>, e
+Barnave, il girondino, che di fronte alle prime stragi che insozzarono
+la rivoluzione francese, sintetizzando in una frase
+cinica e crudele i concetti del radicalismo, nella seduta del
+23 luglio 1789, chiede ironicamente dall'alto della tribuna:
+<i class="quo" xml:lang="fr">Le sang qui coule est-il donc si pur?</i> non
+sentiamo preferenza alcuna.
+</p>
+</div>
+
+<div class="footnote"><a id="Fn_4"></a>
+<p class="foot"><a href="#FNa_4"><span class="label">(4)</span></a>
+Appartenevano del pari all'estrema sinistra intransigente
+del Parlamento romeno quei quattro deputati che nel
+1878 escogitarono una mozione intesa ad un tempo a inorpellare
+l'Europa, che insisteva perchè agli Ebrei si accordasse
+l'eguaglianza civile, ed a rendere a questi impossibile o quasi
+il conseguirla. V. <span class="sc aut">Marco Antonio Canini</span>.
+<cite>La verità sulla
+questione degli Israeliti in Rumania.</cite> Roma, Barbera, 1879.
+</p>
+
+<p class="foot">
+In Italia poi, uno dei rarissimi deputati che faccia pompa
+del suo antisemitismo, e che si diverta a parlare nelle sue
+corrispondenze giornalistiche di <cite>Giornali della Sinagoga</cite> e
+di altre simili amenità da medio evo, è quello stesso che in
+piena Camera dichiarò egli non conoscere un Papa Pio IX,
+ma soltanto un conte Giovanni Mastai Ferretti di <em>professione</em>
+Vicario di Dio! ho nominato l'on. Petruccelli della Gattina.
+Anche in Francia la questione semitica fu sollevata per
+la prima volta, in questi anni, da un articolo, perfidamente
+abile, intitolato: <cite xml:lang="fr">Dieu des Juifs tu l'emportes!</cite>
+pubblicato dal
+noto mangiapreti signor Francisque Sarcey, nel
+<span class="sc num">xix</span> <cite xml:lang="fr">Siècle</cite>
+di Edmond About nel maggio o giugno 1875.
+</p>
+</div>
+
+<div class="footnote"><a id="Fn_5"></a>
+<p class="foot"><a href="#FNa_5"><span class="label">(5)</span></a>
+Errerebbero a gran partito coloro che credessero il signor
+Rénan un amico degli Ebrei; egli, nel suo libro sull'<cite>Ecclesiaste</cite>,
+ne ha ultimamente schizzato un ritratto dal quale risulterebbe
+che essi sono oggi quello che erano or sono quattromila
+anni alle falde del Sinai: gli adoratori del vitello d'oro. E
+nei suoi <cite xml:lang="fr">Souvenirs d'enfance et de jeunesse</cite>
+parla degli Ebrei in guisa da meritarsi che il primo numero dello
+<cite xml:lang="fr">Antisémitique</cite>
+di Montdidier gli consacri una colonna di elogi. Ciò
+avvertiamo non per far colpa allo scienziato francese delle
+sue tendenze; ma perchè gli avversari nostri, ogni qualvolta
+citiamo il Rénan, non ci rinfaccino di appoggiarci all'autorità
+di chi ha negata la divinità di N. S. Gesù Cristo. Il Rénan
+potrà essere anticristiano fin che si vuole, ma non certo per
+filosemitismo.
+</p>
+</div>
+
+<div class="footnote"><a id="Fn_6"></a>
+<p class="foot"><a href="#FNa_6"><span class="label">(6)</span></a>
+Ernest Rénan. <cite xml:lang="fr">Le Judaïsme et le Christianisme.</cite> Paris,
+Calmann Levy, 1883, p. 24 e 25.
+</p>
+</div>
+
+<div class="footnote"><a id="Fn_7"></a>
+<p class="foot"><a href="#FNa_7"><span class="label">(7)</span></a>
+Nacque a Lisbona nel 1437; fu intendente delle finanze
+di Alfonso V, re di Portogallo, di Ferdinando il Cattolico,
+re di Castiglia, di Ferdinando il Bastardo, re di Napoli, di
+Alfonso II suo successore che non abbandonò quando i francesi
+lo cacciarono dal Regno. Abarbanello si stabilì in
+Italia e fu preso per arbitro in una questione commerciale
+fra il Re di Portogallo e la Repubblica di Venezia. Morì a
+Venezia nel 1508 e fu sepolto in Padova. Veggansi per
+maggiori notizie: Bartolocius, <cite>Bibl. Rabb.</cite>; Bayle,
+<cite>Dict. Crit.</cite>;
+Boissi, <cite xml:lang="fr">Dissert.</cite>, p. 2; Schwab,
+<cite xml:lang="fr">Abravanel et son époque</cite>;
+S. Honel, <cite xml:lang="fr">Lien d'Israel</cite>, 5º anno, pag. 355 e segg.;
+e tutte le biografie.
+</p>
+</div>
+
+<div class="footnote"><a id="Fn_8"></a>
+<p class="foot"><a href="#FNa_8"><span class="label">(8)</span></a>
+I. Bedarride. <cite xml:lang="fr">Les Juifs en France, en Italie et en
+Espagne.</cite> Paris, Michel Levy, 1861, p. 294. È appena necessario
+avvertire che, riferendo l'opinione di Abarbanello, facciamo
+sulle ultime parole sue le più ampie riserve. Nè S. Tommaso,
+nè scrittori approvati ed autorevoli, nè tanto meno la
+Chiesa Cattolica si espressero nel senso della liceità di ribellarsi
+o peggio di uccidere il tiranno, anzi la negarono recisamente.
+</p>
+</div>
+
+<div class="footnote"><a id="Fn_9"></a>
+<p class="foot"><a href="#FNa_9"><span class="label">(9)</span></a>
+Merita a questo proposito di esser riferito il giudizio
+che uno dei più dotti Rabbini del nostro secolo, il professore
+S. D. Luzzatto di Padova, dava della rivoluzione francese.
+</p>
+
+<p class="foot">
+Trascriviamo un brano di una sua lettera inedita del 26 dicembre
+1836 inserita nel <cite>Vessillo Israelitico</cite> di Casale, ottobre
+1876, p. 325.
+</p>
+
+<p class="foot">
+“Nello scorso secolo gli spiriti della Francia, scatenandosi
+ad un tempo con un diluvio di scritti religiosi e contro i
+Governi assoluti e contro il Cristianesimo, produssero nelle
+menti quello stravolgimento, che poi si sviluppò nella funestissima
+rivoluzione francese, la quale pose in trambusto per
+tanti anni il mondo intero.”
+</p>
+</div>
+
+<div class="footnote"><a id="Fn_10"></a>
+<p class="foot"><a href="#FNa_10"><span class="label">(10)</span></a>
+Vi sono taluni ingenui che si chieggono come il principe
+di Bismarck tolleri il risvegliarsi dell'antisemitismo in
+Germania. A questi ingenui osserviamo che il <em>non cade
+foglia che Dio non voglia</em> si avvera anco in politica, specialmente
+quando il Dio si chiama: il signor di Bismarck. Le
+vere dottrine di libertà sociale ed economica che furono la
+gloria dei quattordici primi lustri del nostro secolo non ebbero,
+non hanno nemico più mortale del cancelliere di ferro. E chi
+è nemico di libertà è nemico naturale degli Ebrei. Lo stesso
+Bismarck in una conversazione avuta con un diplomatico straniero,
+telegrafata al <cite xml:lang="en">Morning Post</cite> nell'agosto dello scorso
+anno, diceva per assicurarlo delle sue intenzioni pacifiche:
+“La Germania non è nelle mie mani, come crede la gente.
+La Germania è nelle mani degli Ebrei, <em>che hanno orrore
+per la guerra</em> in causa dei loro interessi e delle signore che
+hanno orrore della guerra per la vita dei loro mariti e dei
+loro figli.” <em>Aver orrore della guerra</em> vuol dire esser fattori
+di civiltà, ma vuol dire ad un tempo esser odiati a morte
+dal signor di Bismarck.
+</p>
+</div>
+
+<div class="footnote"><a id="Fn_11"></a>
+<p class="foot"><a href="#FNa_11"><span class="label">(11)</span></a>
+Cade proprio in acconcio notar qui che lo stesso Governo
+russo, che deportava in Siberia monsignor Felinsky,
+il venerando Arcivescovo di Varsavia, puniva più volte colla
+carcere e coll'esilio il patriottismo dell'illustre Michel B. Meisel,
+Rabbino di quella città.
+</p>
+</div>
+
+<div class="footnote"><a id="Fn_12"></a>
+<p class="foot"><a href="#FNa_12"><span class="label">(12)</span></a>
+I nostri lettori troveranno fra i documenti un discorso
+dell'eminentissimo cardinale Manning, il quale ci dà la vera
+opinione della parte pensante del partito cattolico sulla questione
+semitica.
+</p>
+</div>
+
+<div class="footnote"><a id="Fn_13"></a>
+<p class="foot"><a href="#FNa_13"><span class="label">(13)</span></a>
+Ci sia concessa una lieve digressione. È uno spettacolo
+che solleva l'animo del pensatore quello che ci offrirono
+quasi contemporaneamente gli <cite xml:lang="fr">Annales de philosophie
+chrétienne</cite>,
+invitando un ebreo a discutere nelle loro colonne la
+questione semitica, e la <cite xml:lang="fr">Société des Etudes juives</cite>
+di Parigi,
+chiamando nel suo seno un non israelita a dissertare “sul
+Giudaismo e sul Cristianesimo.” Malgrado i gufi, che tentano
+di oscurare il sole, è d'uopo convenire che siamo assai lontani
+dai tempi di San Luigi, Re di Francia (Cfr.
+<cite xml:lang="fr">Joinville</cite>, p. 11)
+quando un cavaliere, trovandosi presente ad una di quelle discussioni
+che allora frequentemente avvenivano fra sacerdoti
+cattolici e rabbini ebrei, sulla prevalenza delle rispettive religioni,
+vedendo come gli ebrei avessero il sopravvento nella
+discussione, stese morto ai suoi piedi con una bastonata l'ultimo
+rabbino che aveva parlato, dicendo ai preti cattolici, in
+atto di rampogna: “<i class="quo" xml:lang="fr">Vous avez fait folie
+d'avoir occasioné telle dispute d'erreur.</i>”
+</p>
+</div>
+
+<div class="footnote"><a id="Fn_14"></a>
+<p class="foot"><a href="#FNa_14"><span class="label">(14)</span></a>
+Queste linee erano già scritte, allorchè ci venne fatto
+di leggere nella <cite xml:lang="fr">Revue Britannique</cite> (luglio 1883)
+un dotto
+articolo, tolto dall'<cite xml:lang="en">Edimburgh Review</cite>, nel quale
+si accenna
+appunto allo spirito di odio e di persecuzione che oggi si
+manifesta sotto il falso nome di liberalismo repubblicano.
+</p>
+</div>
+
+<div class="footnote"><a id="Fn_15"></a>
+<p class="foot"><a href="#FNa_15"><span class="label">(15)</span></a>
+Non faccia meraviglia se in questo nostro lavoro, ispirato,
+osiamo vantarcene, ai principî della maggiore tolleranza,
+ci accada di paragonare sovente i Gesuiti agli ebrei. Sì gli
+uni che gli altri furono perseguitati da nemici, i quali, ben
+più che osteggiarne i principî, miravano ad attribuirsene le
+ricchezze; contro gli uni come contro gli altri si ripeterono
+le stesse accuse di usure, di accaparramenti, di massime antisociali,
+sicchè non è raro vedere nelle opere antigesuitiche
+del secolo scorso i Gesuiti paragonati agli Ebrei. Ho sott'occhi,
+per esempio, i “<cite>Lupi smascherati</cite>, Ortignano, nell'officina
+di Tancredi e Francescantonio padre e figlio Zaccheri
+di Strozzagriffi, <span class="sc num">mdcclx</span>” libello antigesuitico,
+attribuito
+all'abate Capriata, ed a pag. 57 (nota) trovo: “<i class="quo">I principi
+l'hanno rigettati da loro</i> [i gesuiti] <i class="quo">e sono omai riguardati
+come Giudei.</i>”
+</p>
+
+<p class="foot">
+Che se qualcuno ci rammentasse le prediche di qualche gesuita
+contro gli Ebrei, risponderemmo ricordando il <em xml:lang="la">Qui gladio
+ferit</em>; e se ci si obbiettassero certi articoli antisemitici della
+<cite>Civiltà
+Cattolica</cite>, l'organo massimo della Compagnia, diremmo
+che ad essi la persecuzione non ha nulla insegnato, e compiangeremmo
+quei perseguitati che dalle violenze di cui furono
+vittima non appresero la sublime virtù della tolleranza.
+</p>
+</div>
+
+<div class="chapter">
+<span class="pageno" title="23" id="page-23"></span>
+<img src="images/i003a.png" style="width: 100%" alt=""/>
+</div>
+
+<h2 class="nobreak" id="tit-1">
+<a href="#ritit-1">I.</a>
+</h2>
+
+<p class="subtitle">
+Costituiscono gli Ebrei una razza speciale?
+</p>
+
+<hr class="capitolo"/>
+
+<p>
+La tendenza scientifica cui si inspira il nostro secolo
+ha voluto trovare una formola con cui giustificare la
+persecuzione contro gli Ebrei, e si disse che essi costituivano
+tuttora una nazione speciale, che quindi erano
+da considerarsi nei diversi Stati, in cui dimoravano, come
+stranieri, e per poco non si propose di equipararli agli
+zingari ed ai gitani. Ricacciare gli Ebrei in Palestina è
+la proposta la più moderata che esca dalle labbra degli
+odierni antisemiti.
+</p>
+
+<p>
+Sarebbe agevole rispondere a questa pretesa opinione
+scientifica con una sola parola, dimostrando, cioè, come
+oggi tutte le legislazioni dei paesi civili si affrettino a
+cancellare dai loro codici ogni differenza fra cittadini e
+stranieri, progresso questo, in cui l'Italia fu, col suo codice
+civile, vessillifera alle altre nazioni.
+</p>
+
+<p>
+Ma questa difesa respingerebbero gli Ebrei, perocchè
+<span class="pageno" title="24" id="page-24"></span>
+essi si sentano italiani in Italia, francesi in
+Francia&nbsp;<a id="FNa_16"></a><a href="#Fn_16" class="fna">(16)</a>,
+inglesi in
+nghilterra&nbsp;<a id="FNa_17"></a><a href="#Fn_17" class="fna">(17)</a>
+ed Ebrei soltanto nei loro
+tempî&nbsp;<a id="FNa_18"></a><a href="#Fn_18" class="fna">(18)</a>.
+</p>
+
+<p>
+Noi non abbiamo, d'altronde, ad avversarî nè filosofi, nè
+cristiani, nè liberali: ognuno di questi, infatti, troverebbe,
+nelle proprie convinzioni morali, religiose o scientifiche,
+argomenti per esserne condotto alla pratica della più larga
+tolleranza. Abbiamo di fronte, invece, quella fazione, oggi
+pur troppo numerosa, che vorrebbe la legislazione sociale
+non inspirata a nessun principio superiore all'uomo, e
+serva al più gretto utilitarismo; quella fazione che in
+America, la terra classica della libertà, propone ed ottiene
+provvedimenti straordinarî contro i Chinesi!!
+</p>
+
+<p>
+Vinciamo quindi la naturale ripugnanza, e facciamoci
+a provare come gli Ebrei differiscano dagli altri italiani
+<span class="pageno" title="25" id="page-25"></span>
+per la religione soltanto, non per l'amore al paese, non
+per la razza.
+</p>
+
+<p>
+Non ricorderemo qui come ogni Ebreo di Roma abbia
+iscritto nel suo libro di preghiera fra le date fauste della
+sua vita il 20 settembre 1870, segnandovi persino l'ora
+precisa della liberazione: <em>dieci e mezza antimeridiane</em>,
+come già un quarto di secolo prima vi aveva iscritto la
+Pasqua del 1847, quando, per opera di Pio IX, caddero
+le mura e le porte che chiudevano il
+ghetto&nbsp;<a id="FNa_19"></a><a href="#Fn_19" class="fna">(19)</a>. Ci
+sembra che, per dimostrare come gli Ebrei in Italia si
+sentano italiani e non altro, basti, e ce ne sia di avanzo,
+della nobile figura del martire di Mantova, di Giuseppe
+Finzi&nbsp;<a id="FNa_20"></a><a href="#Fn_20" class="fna">(20)</a>!
+</p>
+
+<p>
+Se fra gli antisemiti italiani vi ha qualcuno cui scaldi
+<span class="pageno" title="26" id="page-26"></span>
+il petto amor di patria, si faccia innanzi ed osi contestare
+l'italianità a quel monumento di patriottismo che
+è l'on. Finzi.
+</p>
+
+<p>
+Ma ove al nome venerato del patriota lombardo noi
+aggiungessimo quelli di Angelo Usigli, compagno di Ciro
+Menotti&nbsp;<a id="FNa_21"></a><a href="#Fn_21" class="fna">(21)</a>,
+del milanese Bachi, che fu tra i precursori
+del movimento del 1848, di Daniele Manin cattolico di
+religione, ma di famiglia
+ebrea&nbsp;<a id="FNa_22"></a><a href="#Fn_22" class="fna">(22)</a>,
+e se a questi nomi
+facessimo seguire quelli dei numerosi Ebrei che accorsero
+volontarî sotto le bandiere nelle diverse guerre della
+indipendenza&nbsp;<a id="FNa_23"></a><a href="#Fn_23" class="fna">(23)</a>,
+i nostri avversarî ci risponderebbero sempre
+<span class="pageno" title="27" id="page-27"></span>
+coll'adagio favorito dei sofisti: <em>L'eccezione prova la
+regola</em>.
+</p>
+
+<p>
+Attacchiamo dunque di fronte il pregiudizio, larvato a
+scienza, e mostriamo che è tanto assurdo il credere che
+gli Ebrei sieno oggi i discendenti di Abramo quanto sarebbe
+ridicolo il sostenere che il Kedive d'Egitto sia
+l'erede diretto dei Faraoni, o che nelle vene degli odierni
+Romani corra il sangue dei Bruti e degli Scevola.
+</p>
+
+<p>
+Già sin da quando gli Ebrei abbandonarono l'Egitto,
+numerosi stranieri si mescolarono a loro, sicchè ben può
+dirsi che da quel momento la razza di Giacobbe cominci
+a fondersi colle
+altre&nbsp;<a id="FNa_24"></a><a href="#Fn_24" class="fna">(24)</a>.
+</p>
+
+<p>
+Nei tempi biblici i progenitori delle dodici tribù non
+esitarono ad imparentarsi con altre razze non esclusa la
+cananea pur tanto odiata. Mosè sposò una madianita. Fra
+le proavole di Davide vi ha la cananea Tamar e la moabita
+Rut. Nelle vene di Ezechiello corre il sangue di Raab
+la cananea, nè egli è il solo profeta d'Israello che tragga
+origine da idolatri. Più tardi i proseliti non solo non furono
+rigettati, ma vennero accolti senza reluttanza in
+grembo alla fede. Lo provano le leggi favorevolissime ai
+proseliti dimoranti nella Palestina, sparse in tutto il Pentateuco:
+lo provano i Gabaoniti che, entrati nell'Ebraismo
+mediante l'inganno e la frode, pure vi furono più che
+benignamente trattati, allorchè, per vendicare un oltraggio
+ad essi fatto, fu versato sangue di
+Re&nbsp;<a id="FNa_25"></a><a href="#Fn_25" class="fna">(25)</a>:
+lo provano le centinaia
+di migliaia di proseliti di cui si fa menzione al tempo
+della monarchia degli Israeliti, specialmente all'epoca di
+Salomone&nbsp;<a id="FNa_26"></a><a href="#Fn_26" class="fna">(26)</a>:
+lo provano i proseliti dei tempi di
+Ester&nbsp;<a id="FNa_27"></a><a href="#Fn_27" class="fna">(27)</a>
+<span class="pageno" title="28" id="page-28"></span>
+e quelli dei popoli trapiantati dal conquistatore Senacheribbo in
+Palestina&nbsp;<a id="FNa_28"></a><a href="#Fn_28" class="fna">(28)</a>,
+non che varie conversioni
+individuali abbastanza notevoli, come quella di Naaman
+il supremo ministro del regno
+siro&nbsp;<a id="FNa_29"></a><a href="#Fn_29" class="fna">(29)</a>
+e quelle di Ebena
+regina di Adiabene e di suo figlio Izak, di cui fa cenno
+Giuseppe&nbsp;<a id="FNa_30"></a><a href="#Fn_30" class="fna">(30)</a>.
+Nè gli Ebrei aveano a vile di mescolare
+il sangue con questi proseliti; chè anzi il loro <cite>Talmud</cite>
+ci ha tramandato, quasi a titolo di gloria, che i principali
+maestri d'Israello, come Hillel, Rabbi Jehudà il Santo,
+Akiva martire della crudeltà romana, Rabbi Meir ed altri
+moltissimi discendevano da proseliti, e che proselite era
+Onkelos, uno dei più grandi tra i parafrasti caldei.
+</p>
+
+<p>
+Insomma, gli Ebrei di Palestina non furono, come volgarmente
+si crede, un popolo segregato dal consorzio umano.
+Ecco come un autore non sospetto e che, vivo, non si sarebbe
+mai immaginato di vedersi citato nel secolo <span class="sc num">xix</span> a
+difesa degli Ebrei, scrive:
+</p>
+
+<p>
+“Questi ultimi Ebrei [dopo la morte di Erode] erano
+un miscuglio di parecchie nazioni. Se ne erano stabiliti
+in tutti i paesi che <em>sono sotto il sole</em>, siccome dice la
+Scrittura. Parecchi venivano ad abitare nella Giudea, od
+almeno vi facevano qualche devoto viaggio per poter offrire
+sacrifizi a Dio nel solo tempio in cui fosse permesso
+di farlo. Oltre a ciò vi erano sempre ad ogni qual
+tratto dei Gentili che si convertivano, e divenivano proseliti.
+Così gli Ebrei, a parlar propriamente, non eran
+più un popolo solo colla stessa lingua e gli stessi costumi,
+ma parecchi popoli che si riunivano in una sola
+religione. Persino quelli che abitavano la Terra Santa
+<span class="pageno" title="29" id="page-29"></span>
+erano un miscuglio di diverse nazioni, di Idumei e di
+altri Arabi, di Egiziani, di Fenici, di Siriaci e di Greci.”
+</p>
+
+<p>
+Fin qui il
+Fleury&nbsp;<a id="FNa_31"></a><a href="#Fn_31" class="fna">(31)</a>,
+ai cui Mani chiediamo umile venia
+se lo abbiamo tratto a testimoniare in favore degli Ebrei,
+ciò che certamente egli non avrebbe desiderato; ma non è
+proprio colpa nostra, se le accuse che si muovono a questo
+disgraziato popolo sono tanto svariate e contraddittorie,
+che quanto veniva scritto per far loro onta possa, poche
+generazioni dopo, essere addotto ad argomento di difesa.
+</p>
+
+<p>
+Ma se la nazione giudaica era già dopo Erode una
+mescolanza di diverse nazioni, come ci insegna il Fleury,
+e come ci confermano gli <cite>Atti degli Apostoli</cite>: “Or in
+Giudea dimoravano degli uomini religiosi d'ogni nazione
+di sotto il
+cielo”&nbsp;<a id="FNa_32"></a><a href="#Fn_32" class="fna">(32)</a>,
+non bisogna neppur credere che,
+dopo la dispersione seguita alla distruzione del secondo
+tempio, gli Ebrei abbian cessato di fare proseliti fra genti
+di schiatte diverse.
+</p>
+
+<p>
+Numerose colonie di Ebrei popolavano Roma e le altre
+città dell'impero. A Roma soltanto ve v'erano 20,000
+sotto Augusto, e narra Strabone che v'erano numerosi
+Ebrei in quasi tutte le città
+d'Italia&nbsp;<a id="FNa_33"></a><a href="#Fn_33" class="fna">(33)</a>.
+E numerosi
+eran pure in molti altri paesi non ancora sottoposti al
+giogo di Roma. In ogni luogo, al dire di Filone, gli
+Ebrei esercitavano una salutare influenza sulle credenze
+religiose e sui costumi; in ogni luogo avevano stabilito
+sinagoghe, dove si riunivano nei giorni di sabato per
+<span class="pageno" title="30" id="page-30"></span>
+pregare e commentare la Bibbia. A queste riunioni partecipavano
+sovente molti pagani, che aderivano poco a
+poco alle nuove dottrine udite proclamare, e che, rigettando
+gli errori del politeismo, accettavano le pratiche più
+essenziali del giudaismo, il riposo settimanale e l'annuo
+digiuno dell'espiazione. In tutte le classi sociali del mondo
+romano abbondarono i <em>giudaizzanti</em>, ben prima che sorgesse
+l'apostolato cristiano; sicchè si può dire
+coll'Havet&nbsp;<a id="FNa_34"></a><a href="#Fn_34" class="fna">(34)</a>
+che, se colle parole <cite>l'avvento del Cristianesimo</cite>,
+deve intendersi la conquista del mondo greco e romano
+da parte del Dio degli Ebrei, si può dire che questo avvento
+aveva avuto luogo sin dai tempi di Augusto e di
+Tiberio, e che questa conquista era in via di compiersi,
+ben prima che fosse questione di Cristo.
+</p>
+
+<p>
+Ad Alessandria di Egitto, a Roma, in Siria la propaganda
+giudaica fu sempre intensa ed efficace.
+</p>
+
+<p>
+Giuseppe Flavio ci apprende come molti greci passassero
+in Antiochia al
+Giudaismo&nbsp;<a id="FNa_35"></a><a href="#Fn_35" class="fna">(35)</a>.
+</p>
+
+<p>
+A Roma il proselitismo ebraico, nascosto nelle vie adiacenti
+al Tevere, forse in prossimità almeno dei luoghi
+dove oggi ancora sorge il ghetto, guadagnò neofiti persino
+nelle famiglie patrizie, salendo dallo schiavo al liberto,
+dal liberto al
+padrone&nbsp;<a id="FNa_36"></a><a href="#Fn_36" class="fna">(36)</a>.
+</p>
+
+<div>
+<span class="pageno" title="31" id="page-31"></span>
+</div>
+
+<p>
+E di questo spirito di proselitismo e della efficacia sua
+ci dà prova
+Svetonio&nbsp;<a id="FNa_37"></a><a href="#Fn_37" class="fna">(37)</a>.
+</p>
+
+<p>
+L'influenza delle idee giudaiche sul paganesimo preoccupava
+gli spiriti: <i class="quo" xml:lang="la">Victoribus victi legem dederunt</i>
+sclama Seneca nel <cite xml:lang="la">De Superstitione</cite>, ed il poeta
+Rutilio geme:
+<i class="quo" xml:lang="la">Atque utinam nunquam Judaea subacta fuisset.</i>
+</p>
+
+<p>
+<a id="legislatore"></a>Nè il legislatore se ne mostra meno impensierito. Al
+tempo di Domiziano le conversioni al giudaismo erano
+così frequenti che parecchie leggi furono fatte per
+impedirle&nbsp;<a id="FNa_38"></a><a href="#Fn_38" class="fna">(38)</a>.
+I convertiti erano puniti di morte e colla
+confisca dei loro beni, e la stessa pena colpiva coloro che
+erano accusati di aver cooperato alla loro apostasia.
+</p>
+
+<p>
+Nè pare che queste leggi avessero risposto allo intento,
+perchè vediamo Costantino obbligato a proibir di nuovo
+con severissime pene agli Ebrei di far proseliti.
+</p>
+
+<p>
+Ma a toglier ogni dubbio sull'efficacia dello spirito di
+propaganda che animava gli Ebrei nella Roma pagana, ci
+piace recar qui un brano di Dione
+Cassio&nbsp;<a id="FNa_39"></a><a href="#Fn_39" class="fna">(39)</a>.
+“Questo
+paese si chiama Giudea, e Giudei i suoi abitanti. Non conosco
+l'origine di questo secondo nome, ma esso si applica
+ad altri uomini che, quantunque di razza diversa, hanno
+adottate le istituzioni di questo popolo. E fra i Romani
+sonvi molta gente di tal fatta, e quanto si fece per porvi
+ostacoli, non giovò che ad aumentarli, tanto che fu forza
+accordar loro la libertà di vivere secondo le loro leggi.”
+</p>
+
+<div>
+<span class="pageno" title="32" id="page-32"></span>
+</div>
+
+<p>
+Altro modo, di cui gli Ebrei dovettero giovarsi per
+acquistar proseliti, fu il possesso degli schiavi; e le numerose
+precauzioni, che per lunga serie di secoli prendono
+le autorità spirituali e le temporali, per impedire agli
+Ebrei di convertire alla loro religione gli schiavi da
+essi posseduti, bastano a farci persuasi quanto zelo mettessero
+gli Ebrei nel deluderle.
+</p>
+
+<p>
+Ma anche senza tener conto di questo coefficiente pure
+importantissimo per l'adulterazione della razza, la storia
+delle età di mezzo ci porge non infrequenti esempi di
+conversioni al giudaismo.
+</p>
+
+<p>
+Alla fine del <span class="sc num">iv</span> secolo dell'èra nostra
+Abu-Karibba-Tabban re
+dell'Yemen&nbsp;<a id="FNa_40"></a><a href="#Fn_40" class="fna">(40)</a>
+e nel 740 Bulan re dei
+Kazari&nbsp;<a id="FNa_41"></a><a href="#Fn_41" class="fna">(41)</a>
+abbracciano il giudaismo.
+</p>
+
+<p>
+All'epoca dell'imperatore Enrico II il cappellano di un
+Duca Corrado, di nome Vecelino, passò al giudaismo, locchè
+fece adirare al massimo grado l'imperatore, ma non
+produsse altro castigo che quello di una erudita
+confutazione&nbsp;<a id="FNa_42"></a><a href="#Fn_42" class="fna">(42)</a>.
+</p>
+
+<div>
+<span class="pageno" title="33" id="page-33"></span>
+</div>
+
+<p>
+Un caso simile sotto Lodovico il Pio è narrato da Krabano
+Mauro&nbsp;<a id="FNa_43"></a><a href="#Fn_43" class="fna">(43)</a>.
+</p>
+
+<p>
+In Francia le conversioni al giudaismo non sono senza
+esempio. Parecchi cristiani lasciarono nel <span class="sc num">ix</span>
+secolo la Chiesa per abbracciare il giudaismo, e fra questi si citava
+un diacono palatino a nome
+Putho&nbsp;<a id="FNa_44"></a><a href="#Fn_44" class="fna">(44)</a>,
+e sino ai tempi
+di Filippo il Bello (<span class="sc num">xiv</span> secolo) si segnalano
+conversioni&nbsp;<a id="FNa_45"></a><a href="#Fn_45" class="fna">(45)</a>.
+</p>
+
+<p>
+Nel 1040 un celebre rabbino di Granata, Giuseppe
+Halevy, è accusato di aver fatto proseliti alla fede mosaica
+in Ispagna e messo a
+morte&nbsp;<a id="FNa_46"></a><a href="#Fn_46" class="fna">(46)</a>.
+</p>
+
+<p>
+Le conversioni al giudaismo erano, nel <span class="sc num">xiii</span> secolo
+ancora, tanto frequenti da meritare che Nicolò IV,
+appena assunto al Pontificato, se ne occupasse con
+una lettera datata da Rieti, 5 settembre 1288; lettera
+che non deve aver prodotto grande effetto, se Giovanni
+XXII è obbligato a promulgarne una consimile il
+13 agosto 1317.
+</p>
+
+<p>
+Rainaldo ci assicura che nel <span class="sc num">xiv</span> secolo molti fra i
+discepoli di Giovanni Viclefo abbracciarono la <em>perfidia
+giudaica</em>.
+</p>
+
+<p>
+Il primo di agosto 1603 sulla Piazza Ribeiro in Lisbona
+venne bruciato fra Diego di Assunçao, monaco francescano,
+che, dopo aver abbracciato il giudaismo, andava
+predicando ed insegnando questo solo doversi considerare
+vera religione.
+</p>
+
+<p>
+Ricorderò ancora quel Giovanni Mica, cristiano portoghese
+del <span class="sc num">xvi</span> secolo, che, fattosi ebreo, prese il nome
+<span class="pageno" title="34" id="page-34"></span>
+di Giuseppe Nassi, visse in Costantinopoli e pubblicò
+varie opere
+lodatissime&nbsp;<a id="FNa_47"></a><a href="#Fn_47" class="fna">(47)</a>.
+</p>
+
+<p>
+Nel secolo scorso rimase celebre in Inghilterra la conversione
+di lord Giorgio
+Gordon&nbsp;<a id="FNa_48"></a><a href="#Fn_48" class="fna">(48)</a>.
+</p>
+
+<p>
+Molti altri esempî potremmo
+citare&nbsp;<a id="FNa_49"></a><a href="#Fn_49" class="fna">(49)</a>; ma
+crediamo
+che quelli da noi portati sien più che sufficienti a provare
+che il Giudaismo devesi considerare come una religione,
+non come una
+razza&nbsp;<a id="FNa_50"></a><a href="#Fn_50" class="fna">(50)</a>.
+</p>
+
+<div>
+<span class="pageno" title="35" id="page-35"></span>
+</div>
+
+<p>
+Come dubitare che gran parte degli Ebrei attuali non
+discenda da questi nuovi
+convertiti&nbsp;<a id="FNa_51"></a><a href="#Fn_51" class="fna">(51)</a>?
+Certamente,
+grazie alle persecuzioni che per lunghi secoli afflissero i
+credenti nella legge di Mosè, non un Ebreo si trova oggi
+nel luogo di origine della propria famiglia.
+</p>
+
+<div>
+<span class="pageno" title="36" id="page-36"></span>
+</div>
+
+<p>
+Cacciati or di qua, or di là, essi andavano concentrandosi
+nei paesi, dove leggi, non più miti, ma meno crudeli
+permettevano loro di vivere con una sicurezza relativa;
+sicchè, oggi, tanto varrebbe voler cercare i veri discendenti
+dagli Ebrei di Palestina, per ricacciarli nella loro
+terra, quanto il cercare in Italia i discendenti degli antichi
+barbari per ricacciarli oltre Alpi.
+</p>
+
+<p>
+Ma se si volesse adottare contro gli Ebrei un provvedimento
+qualsiasi, ispirato a questa pretesa differenza
+di razza, come a noi italiani non si affaccierebbe alla
+mente la testimonianza, già da noi invocata, di Dione
+Cassio e come non ci tormenterebbe il dubbio che questi
+pretesi stranieri, questi abborriti semiti sieno proprio
+figli di quei Romani convertiti al Giudaismo, di cui
+parla lo storico latino, tornati fra noi, dopo Dio sa
+quali peregrinazioni, mossi da quell'amore del paese di
+origine che, come un istinto, sopravvive forse in noi alla
+memoria?
+</p>
+
+<p>
+Nè gioverà spender molte altre parole intorno a siffatta
+questione di razza, perchè, assurda dovunque, essa
+raggiunge fra noi l'apice della assurdità.
+</p>
+
+<p>
+Gettiamo uno sguardo sulla storia dei secoli scorsi, e
+vedremo, finchè durò la potenza di Roma, accorrere fra
+noi stranieri d'ogni razza e d'ogni lingua, e quando i
+destini d'Italia mutarono sì che da donna divenne ancella,
+vedremo gli schiavi di ieri mutarsi in predoni,
+correre sulle terre nostre e devastarle. Goti, Longobardi,
+Normanni, Saraceni persino si impiantano fra noi, e vi
+spadroneggiano, e noi osiamo oggi parlare di razza!
+</p>
+
+<p>
+E poi cosa è la razza di fronte al grande principio
+del secolo nostro, quello delle nazionalità? E caratteristica
+della nazionalità è la lingua, non la religione, non
+l'origine.
+</p>
+
+<p>
+Per riconoscere nome e qualità di italiano a chi è
+<span class="pageno" title="37" id="page-37"></span>
+nato in Italia da genitori italiani, a chi parla la nostra
+lingua, sarà forse d'uopo aprirgli le vene per riconoscere
+quante goccie di sangue non italiano vi corra?
+</p>
+
+<p>
+Or via, l'Italia, che a buon dritto considera come fratelli
+i Valdesi del Piemonte, i Cimbri dei Sette
+Comuni&nbsp;<a id="FNa_52"></a><a href="#Fn_52" class="fna">(52)</a>,
+gli Slavi del Molise, gli Albanesi ed i Greci
+del Mezzodì, vorrà contestare nome e qualità di italiani
+agli Ebrei, che nei tempi di schiavitù divisero la sorte
+degli altri Italiani?
+</p>
+
+<p>
+Un'ultima ragione infine, e potentissima, dovrebbe spingere
+i moderni antisemiti a non insistere sulla questione
+di razza.
+</p>
+
+<p>
+Essi, che non arrossiscono di farsi persecutori, ma che
+arrossirebbero di giustificare la persecuzione colla sola
+causa che la renderebbe meno odiosa, lo spirito di religione,
+verrebbero, ponendo innanzi tale questione, a provocare
+una enorme ingiustizia.
+</p>
+
+<p>
+Non vi ha dubbio che negli scorsi secoli o per convinzione,
+o per sottrarsi a persecuzioni, o per ispirito di
+cupidigia, milioni di Ebrei apostatarono per abbracciare
+il Cristianesimo.
+</p>
+
+<p>
+Pel Cristiano che ripugna dall'Ebreo, perchè vede in
+lui l'ostinato avversario della sua Fede, l'uccisore del suo
+Dio, l'acqua del Battesimo lava queste colpe originali,
+sicchè egli a buon dritto considera eguali a se stesso
+l'ebreo battezzato e i suoi discendenti.
+</p>
+
+<p>
+Ma per l'antisemita moderno, ateo e materialista, che
+odia nell'ebreo non la religione, ma la razza, l'acqua del
+Battesimo non lava nulla; perocchè nessun teologo ha
+<span class="pageno" title="38" id="page-38"></span>
+mai asserito che il Battesimo muti un semita in un
+giapeto.
+</p>
+
+<p>
+Sicchè, se il moderno antisemitismo non vuol commettere
+una enorme ingiustizia, egli deve cercare, per avvolgerle
+nel suo odio, quelle migliaia di famiglie cristiane
+che hanno nelle vene sangue di
+ebreo&nbsp;<a id="FNa_53"></a><a href="#Fn_53" class="fna">(53)</a>.
+</p>
+
+<p>
+Il dilemma è stringente: o gettare la maschera e confessare
+che non si perseguitano gli Ebrei perchè semiti,
+ma unicamente perchè ebrei, od intraprendere ricerche
+etnografiche e genealogiche, che sarebbero appena possibili,
+se ogni uomo, da Adamo in poi, si fosse iscritto
+in un <em xml:lang="en">stud book</em>, come un cavallo di puro sangue.
+</p>
+
+<p>
+Ma prevediamo sin da ora la risposta che si farà a
+questo dilemma. Ci si dirà che gli Ebrei vanno perseguitati
+non soltanto perchè di razza diversa, ma perchè
+la loro legge contribuisce a mantenere una barriera fra
+essi ed i popoli fra cui vivono; perchè alla Santa massima
+del Vangelo: <i class="quo">Amatevi scambievolmente</i>, l'esecrando
+Talmud ha sostituito quest'altra: <i class="quo">Odiate quanto non è
+ebreo</i>.
+</p>
+
+<div>
+<span class="pageno" title="39" id="page-39"></span>
+</div>
+
+<p>
+A questa obbiezione vecchia quanto la malignità umana
+risponderemo nel veniente capitolo, bastandoci per ora di
+riferire un ultimo fatto a prova del modo con cui gli
+Ebrei intendono l'amor di patria. Allorquando nel Sinedrio
+dei principali rabbini di Europa, convocato a Parigi d'ordine
+di Napoleone I, i delegati imperiali chiesero fin dove
+giungesse, secondo gli Ebrei, il dovere dell'amor di patria,
+tutti i congregati e primi fra essi i rabbini Segrè, Zingheim
+e Worms, ortodossi fin nel midollo e negli insegnamenti
+e nella pratica della vita, si alzarono in piedi
+gridando: “Fino alla morte.”
+</p>
+
+<div class="footnote"><a id="Fn_16"></a>
+<p class="foot"><a href="#FNa_16"><span class="label">(16)</span></a>
+Nella predicazione [in Francia] nessun rabbino si lascierà
+sfuggire l'occasione di rammentare ai suoi uditori
+quanto devono alla Francia che li ha liberati dalla schiavitù
+(<cite>Rassegna Naz.</cite>, loc. cit., pag. 47). Non citiamo esempî italiani,
+perchè a tutti sarà accaduto di leggere nei giornali politici
+le relazioni di solennità celebratesi nelle sinagoghe in occasione
+di feste ed anniversarî patriottici.
+</p>
+</div>
+
+<div class="footnote"><a id="Fn_17"></a>
+<p class="foot"><a href="#FNa_17"><span class="label">(17)</span></a>
+Gladstone, in una sua lettera 6 ottobre 1876, indirizzata
+al signor Leopoldo Gluckstein e pubblicata negli <cite xml:lang="fr">Archives
+Israélites</cite> di Parigi, 1º novembre 1876, così si esprime:
+“Ho sempre ammirato il contegno degli Israeliti inglesi nell'adempimento
+dei loro doveri civici.”
+</p>
+</div>
+
+<div class="footnote"><a id="Fn_18"></a>
+<p class="foot"><a href="#FNa_18"><span class="label">(18)</span></a>
+Una curiosa prova della assurdità dell'accusa che si
+muove agli Ebrei di sentirsi estranei alla terra in cui nacquero
+ce la porge l'<cite xml:lang="fr">Antisémitique</cite> francese. Mentre in ogni
+numero scaglia questa calunnia contro gli Ebrei, rinfaccia
+poi alla maggior parte degli Ebrei francesi di esser di origine
+tedesca e si sforza di aizzare contro di loro le passioni
+popolari, dipingendoli quasi altrettanti agenti del governo
+germanico. O logica, proprio antisemitica!!
+</p>
+</div>
+
+<div class="footnote"><a id="Fn_19"></a>
+<p class="foot"><a href="#FNa_19"><span class="label">(19)</span></a>
+<cite>Sei mesi in Italia</cite>, pel dott.
+<span class="sc aut">A. Berliner</span>; versione dell'abate
+prof. Pietro Perreau.
+</p>
+</div>
+
+<div class="footnote"><a id="Fn_20"></a>
+<p class="foot"><a href="#FNa_20"><span class="label">(20)</span></a>
+Abbiamo citato a preferenza del nome di altri patrioti
+Ebrei quello dell'on. Finzi, e perchè pochi possono a lui paragonarsi
+per inconcusso patriottismo, e perchè rammentiamo
+d'aver letto nell'<cite>Arena</cite> di Verona del 10 novembre 1876 il
+seguente brano di una lettera che in occasione delle elezioni
+generali l'illustre uomo scriveva a quel giornale.
+</p>
+
+<p class="foot">
+“Ebreo realmente, mi trovai iscritto nei registri di popolazione
+dove nacqui: ma nè per religione, nè per abitudini
+mi sono sentito ebreo in tutta la vita. Ho una religione
+anch'io vivida e pura che mi affratella a tutta l'umanità
+senza distinzione d'ebrei, di cristiani, di cattolici, di turchi,
+che mi è inspiratrice di nobili e delicati sentimenti, che
+mi insegna il volontario sacrifizio e mi dà vigore e conforto
+nelle ore perplesse della sventura.”
+</p>
+
+<p class="foot">
+Questa lettera, fatta per attirare sul capo dell'on. Finzi i fulmini
+degli intolleranti di tutte le religioni, giova mirabilmente
+all'assunto nostro, perchè dimostra&nbsp;—&nbsp;e ce n'era
+bisogno?&nbsp;—&nbsp;che
+il fatto di esser nati ebrei piuttosto che cristiani
+o turchi non ha proprio nulla a vedere coi sentimenti patriottici.
+</p>
+</div>
+
+<div class="footnote"><a id="Fn_21"></a>
+<p class="foot"><a href="#FNa_21"><span class="label">(21)</span></a>
+Angelo Usigli, nato nel 1803 a Modena, morto a Londra,
+nel 1875, fu congiurato con Ciro Menotti, anzi dei pochi
+che collo stesso Menotti furono nella costui casa circondati
+dalle truppe estensi. L'Usigli propose di dar fuoco alla casa
+piuttosto che arrendersi, ma, dissentendo i compagni, fu con
+loro arrestato e condannato a morte.
+Commutatagli la pena in esiglio perpetuo, si rifugiò a
+Londra e collaborò nella Giovane Italia. V. <cite>Gazzetta d'Italia</cite>,
+15 aprile 1875.
+</p>
+</div>
+
+<div class="footnote"><a id="Fn_22"></a>
+<p class="foot"><a href="#FNa_22"><span class="label">(22)</span></a>
+L'avo di Daniele Manin era ebreo. Il comm. Pincherle
+lo seppe dalla sua bocca stessa. V. <cite>La vita ed i tempi di
+Daniele Manin</cite> per Errera e Finzi, Venezia, 1872. Cfr. Rudolph
+Gottschill, <cite xml:lang="fr">Un mois d'automne en Italie</cite>.
+</p>
+</div>
+
+<div class="footnote"><a id="Fn_23"></a>
+<p class="foot"><a href="#FNa_23"><span class="label">(23)</span></a>
+Ci limiteremo a riferire qui l'elenco degli Ebrei che
+fecero parte della gloriosa schiera dei Mille; sono otto e cioè:
+Alpron Giacomo, da Padova; Colombo Donato da Ceva;
+D'Ancona Giuseppe da Venezia; Donati Angelo da Padova;
+Luzzatto Riccardo da Udine; Ravà Eugenio da Reggio
+Emilia; Uziel Davide Cesare da Venezia. Calcolato a venticinque
+milioni il numero degli italiani nel 1860, ed a quarantamila
+il numero degli ebrei, si vedrà di leggieri quanto
+sproporzionatamente numeroso sia stato il concorso degli
+Ebrei in quella spedizione. I nomi che precedono abbiam desunto
+dal n. 21 dell'anno 1864 del <cite>Bollettino delle nomine e
+promozioni</cite>. <cite>Giornale Ufficiale militare</cite>, pag. 169 e seg.
+</p>
+</div>
+
+<div class="footnote"><a id="Fn_24"></a>
+<p class="foot"><a href="#FNa_24"><span class="label">(24)</span></a>
+<cite class="sc">Esodo</cite>, <span class="sc num">xii</span>, 38.
+</p>
+</div>
+
+<div class="footnote"><a id="Fn_25"></a>
+<p class="foot"><a href="#FNa_25"><span class="label">(25)</span></a>
+<cite class="sc">Giosuè</cite>, <span class="sc num">ix</span>,
+<span class="sc num">x</span>.&nbsp;—&nbsp;<span class="sc num">ii.</span>
+<cite class="sc">Sam.</cite> <span class="sc num">xxi</span>.
+</p>
+</div>
+
+<div class="footnote"><a id="Fn_26"></a>
+<p class="foot"><a href="#FNa_26"><span class="label">(26)</span></a>
+<cite class="sc">I. Re</cite>.
+</p>
+</div>
+
+<div class="footnote"><a id="Fn_27"></a>
+<p class="foot"><a href="#FNa_27"><span class="label">(27)</span></a>
+<cite class="sc">Ester</cite>, <span class="sc num">viii</span>, 17.
+</p>
+</div>
+
+<div class="footnote"><a id="Fn_28"></a>
+<p class="foot"><a href="#FNa_28"><span class="label">(28)</span></a>
+<cite class="sc">II. Re</cite>, <span class="sc num">xvii</span>, 24 e seg.
+</p>
+</div>
+
+<div class="footnote"><a id="Fn_29"></a>
+<p class="foot"><a href="#FNa_29"><span class="label">(29)</span></a>
+<cite class="sc">II. Re</cite>, <span class="sc num">v</span>, 17, 18.
+</p>
+</div>
+
+<div class="footnote"><a id="Fn_30"></a>
+<p class="foot"><a href="#FNa_30"><span class="label">(30)</span></a>
+<cite xml:lang="la">Antiq.</cite>, l. <span class="sc num">xx</span>,
+cap. 2 a 4.
+</p>
+</div>
+
+<div class="footnote"><a id="Fn_31"></a>
+<p class="foot"><a href="#FNa_31"><span class="label">(31)</span></a>
+<cite xml:lang="fr">Mœurs des Israélites</cite>, cap.
+<span class="sc num">v</span>. In <cite xml:lang="fr">Œuvres de l'abbé
+Fleury</cite>, Paris, Michel Desaiz, 1837, pag. 183, col.
+<span class="sc num">i</span>. Cfr.
+<span class="sc aut">Frank</span>, <cite xml:lang="fr">De l'état politique,
+religieux et moral de la Judée
+dans les derniers temps de sa nationalité</cite>.
+In <cite xml:lang="fr">Vérité Israélite</cite>,
+tomo <span class="sc num">ii</span>, pag. 7 e segg.
+</p>
+</div>
+
+<div class="footnote"><a id="Fn_32"></a>
+<p class="foot"><a href="#FNa_32"><span class="label">(32)</span></a>
+<cite class="sc">Atti degli apostoli</cite>, <span class="sc num">ii</span>, 5.
+</p>
+</div>
+
+<div class="footnote"><a id="Fn_33"></a>
+<p class="foot"><a href="#FNa_33"><span class="label">(33)</span></a>
+Cfr. <span class="sc aut">Degubernatis</span>,
+<cite xml:lang="fr">Matériaux pour servir a l'histoire
+des études orientales en Italie</cite>.
+</p>
+</div>
+
+<div class="footnote"><a id="Fn_34"></a>
+<p class="foot"><a href="#FNa_34"><span class="label">(34)</span></a>
+<span class="sc aut">Havet</span>, <cite xml:lang="fr">Le Christianisme
+et ses origines. L'ellénisme</cite>,
+t. <span class="sc num">ii</span>, pag. 248. Cfr.:
+<span class="sc aut">Delaunay</span>,
+<cite xml:lang="fr">Philon d'Alexandrie. Les
+écrits historiques</cite>, pag. 123 e 124;
+<span class="sc aut">Nicolas</span>, <cite xml:lang="fr">Des doctrines
+des Juifs, pendant les deux siècles antérieurs a l'êre chrétienne</cite>,
+pag. 113; <span class="sc aut">Beuss</span>,
+<cite xml:lang="fr">Hist. de la Théologie chrétienne
+au siècle apostolique</cite>, v. 1, pag. 107 e 109.
+</p>
+</div>
+
+<div class="footnote"><a id="Fn_35"></a>
+<p class="foot"><a href="#FNa_35"><span class="label">(35)</span></a>
+Avendo condotto al loro culto un gran numero di Greci,
+ne fecero una parte della loro comunità.
+(<cite xml:lang="la">De bello jud.</cite>,
+libro <span class="sc num">vii</span>, cap. <span class="sc num">iii</span>,
+§ 3).
+</p>
+</div>
+
+<div class="footnote"><a id="Fn_36"></a>
+<p class="foot"><a href="#FNa_36"><span class="label">(36)</span></a>
+<cite xml:lang="fr">Les philosophes du siècle d'Auguste</cite> in
+<cite xml:lang="fr">Revue contemporaine</cite>.
+Tomo <span class="sc num">v</span>, prima dispensa.
+</p>
+</div>
+
+<div class="footnote"><a id="Fn_37"></a>
+<p class="foot"><a href="#FNa_37"><span class="label">(37)</span></a>
+<i class="quo" xml:lang="la">Judaeorum juventutem per speciem sacramenti
+in provincias
+gravioris cœli distribuit, reliquos gentis ejusdem vel
+similia sectantes urbe summovit.</i> (<span class="sc aut">Svetonio</span>,
+<cite xml:lang="la">in Tiber.</cite>, § 36).
+</p>
+</div>
+
+<div class="footnote"><a id="Fn_38"></a>
+<p class="foot"><a href="#FNa_38"><span class="label">(38)</span></a>
+<i class="quo" xml:lang="la">Judaeus qui eum qui judaicae religionis non esset
+contraria doctrina ad suam religionem traducere praesumpserit,
+bonorum proscriptione damnetur, miserumque in
+modum puniatur.</i> (Leg. 7, Cod., <cite xml:lang="la">de Jud.</cite>;
+<span class="sc aut">Dione Cassio</span>,
+<cite xml:lang="la">Hist. rom.</cite>; <span class="sc aut">Spencer</span>,
+<cite xml:lang="la">In orig.</cite>, p. 33).
+</p>
+</div>
+
+<div class="footnote"><a id="Fn_39"></a>
+<p class="foot"><a href="#FNa_39"><span class="label">(39)</span></a>
+<cite xml:lang="la">Hist. rom.</cite>, <span class="sc num">xxxviii</span>, 17.
+</p>
+</div>
+
+<div class="footnote"><a id="Fn_40"></a>
+<p class="foot"><a href="#FNa_40"><span class="label">(40)</span></a>
+Oggi ancora, secondo una corrispondenza della <cite xml:lang="de">Presse</cite>
+di Vienna, riferita nel n. 20 dell'<cite xml:lang="de">Israelit</cite> di
+Magonza dell'anno
+1875, esistono nell'Yemen più di 500 mila ebrei.
+</p>
+</div>
+
+<div class="footnote"><a id="Fn_41"></a>
+<p class="foot"><a href="#FNa_41"><span class="label">(41)</span></a>
+A quest'epoca, il giudaismo salì nuovamente sopra un
+trono regio, sopra quello dei Cazari, popolo della Tartaria, ai
+quali eransi mischiati alcuni ebrei, cristiani e mussulmani.
+Fu senza dubbio per effetto del commercio crescente in quel
+regno, così favorevole all'industria e situato vicino il mar
+Caspio, che Balan, capo dei Cazari (o Cozari) si lasciò convertire
+al giudaismo. Da quell'istante un ebreo regnò costantemente
+per meglio di tre secoli. (<span class="sc aut">Schwab</span>,
+<cite>Storia degli Ebrei</cite>,
+tradotta dal prof. Pugliese. Venezia, Longo, 1870, pag. 95.
+<i>Cfr.</i> <span class="sc aut">Ad. Neubauer</span>, Relazione al Ministro ed osservazioni
+del sig. Munk in <cite xml:lang="fr">Journal Asiatique</cite>, 1865,
+tomo <span class="sc num">i</span>).
+</p>
+</div>
+
+<div class="footnote"><a id="Fn_42"></a>
+<p class="foot"><a href="#FNa_42"><span class="label">(42)</span></a>
+<cite xml:lang="la">Monumenta Histor. German. Scriptores</cite>,
+<span class="sc num">vi</span>, p. 704 e 720.
+</p>
+</div>
+
+<div class="footnote"><a id="Fn_43"></a>
+<p class="foot"><a href="#FNa_43"><span class="label">(43)</span></a>
+<span class="sc aut">Würdtwein</span>, <cite xml:lang="la">Nova
+subsidia diplomatica</cite>, <span class="sc num">i</span>, p. 125.
+</p>
+</div>
+
+<div class="footnote"><a id="Fn_44"></a>
+<p class="foot"><a href="#FNa_44"><span class="label">(44)</span></a>
+<span class="sc aut">Bedarride.</span> Op. cit., pag. 84.
+</p>
+</div>
+
+<div class="footnote"><a id="Fn_45"></a>
+<p class="foot"><a href="#FNa_45"><span class="label">(45)</span></a>
+<span class="sc aut">Basnage.</span> Op. cit., libro
+<span class="sc num">vii</span>, cap. 18.
+</p>
+</div>
+
+<div class="footnote"><a id="Fn_46"></a>
+<p class="foot"><a href="#FNa_46"><span class="label">(46)</span></a>
+<span class="sc aut">Bartholoccius.</span> <cite>Bibl. rabb.</cite>, t.
+<span class="sc num">iii</span>.&nbsp;—&nbsp;<span class="sc aut">Salomon ben Virga</span>,
+<cite>Scevet Jehudà</cite>, 5 excidium.
+</p>
+</div>
+
+<div class="footnote"><a id="Fn_47"></a>
+<p class="foot"><a href="#FNa_47"><span class="label">(47)</span></a>
+<i>Cfr.</i> <span class="sc aut">De Rossi</span>, <cite>Diz. storico
+degli Autori Ebrei</cite>, Parma,
+1802, a. v. <cite>Nassi</cite> e <span class="sc aut">Steinschneider</span>,
+<cite xml:lang="la">Catalogus Libr. Hebr.
+in Bibl. Bodleiana</cite>, col. 1515.
+</p>
+</div>
+
+<div class="footnote"><a id="Fn_48"></a>
+<p class="foot"><a href="#FNa_48"><span class="label">(48)</span></a>
+Cfr. <span class="sc aut">Macaulay</span>,
+<cite xml:lang="en">Speeches</cite>, vol. 6, pag. 141, 2ª ediz.
+Tauchnitz.
+</p>
+</div>
+
+<div class="footnote"><a id="Fn_49"></a>
+<p class="foot"><a href="#FNa_49"><span class="label">(49)</span></a>
+È innegabile che nell'età moderna lo spirito di propaganda
+degli Ebrei è completamente cessata. Pare che ora
+abbiano preso alla lettera l'insegnamento del Talmud: <i class="quo">Son
+perniciosi i proseliti agli Israeliti come la lebbra o come
+la calvizie</i> (<cite class="sc">Talm. Bab.</cite>, capo
+<span class="sc num">iv</span>, folio 47 b. et alibi) sicchè
+si può oggi asserire che la religione mosaica è la sola, fra
+quelle professate nel mondo civile, che non si occupi di far
+proseliti. Pure oggi ancora non mancano esempî, benchè rarissimi,
+di Cristiani che abbracciano volontariamente il Giudaismo.
+Cooper, nelle sue lettere sugli Stati Uniti, parla di
+una società di Ebrei costituitasi nello Stato di Nuova York
+per provocare la conversione dei Cristiani. Se la notizia, che
+non vedemmo mai confermata da altre fonti, non è un
+<em xml:lang="en">humbug</em>
+americano, la fondazione di questa società è una prova che
+gli Ebrei di America non si sentono, per quanto almeno concerne
+l'eccentricità, estranei alla terra in cui vivono; perocchè
+possiamo affermare che non vi ha in Europa oggigiorno
+fra gli Ebrei la più leggiera traccia di spirito di
+proselitismo.
+</p>
+</div>
+
+<div class="footnote"><a id="Fn_50"></a>
+<p class="foot"><a href="#FNa_50"><span class="label">(50)</span></a>
+Anche il Rénan si è testè occupato di questo argomento
+in una conferenza da lui tenuta il 27 gennaio 1883
+al Cercle Saint-Simon ed edita poi dal celebre editore parigino
+Calmann Lévy col titolo: <cite xml:lang="fr">Le Judaïsme comme race et
+comme religion.</cite> In questa conferenza, cui rimandiamo coloro
+che fossero vaghi di maggiori particolari sull'argomento, il
+dotto francese, dopo aver spiegato come la scienza delle religioni
+le divida in due grandi classi, <em>universali</em> (il buddismo,
+il cristianesimo, il maomettismo) e <em>nazionali</em> o
+<em>locali</em> cui devono
+ascriversi tutte le altre, viene a mostrare come tutte le
+religioni nazionali sieno perite e come la religione ebraica,
+precorrendo per opera dei suoi profeti al Cristianesimo, abbia
+assunto, col monoteismo che ne è la caratteristica la più spiccata,
+forma appunto di religione universale. Gli Ebrei, che
+dalle loro profezie eran fatti persuasi tutti i popoli dovere
+col tempo convertirsi alla loro Fede, cercavano affrettarne
+la realizzazione cercando proseliti fuori della loro nazione. E
+di questo spirito di propaganda del giudaismo antico molti
+esempî reca il Rénan. Nessuno poi potrà dire di aver un'idea
+completa dell'argomento, ove non abbia letto l'importantissimo
+opuscolo del cav. Marco Mortara: <cite xml:lang="fr">Le prosélytisme
+juif</cite>. Paris, Witt. Hersheim, 1875.
+</p>
+</div>
+
+<div class="footnote"><a id="Fn_51"></a>
+<p class="foot"><a href="#FNa_51"><span class="label">(51)</span></a>
+È innegabile che la segregazione forzata in cui gli
+Ebrei vennero tenuti fino a pochi anni addietro impedì loro
+sempre di confondersi colle popolazioni in mezzo alle quali
+vivevano; sicchè si può asserire con qualche certezza che
+esiste un tipo speciale al quale si possono conoscere gli Ebrei.
+Ma questo tipo è egli il tipo semita puro? Quale antropologo
+potrebbe asserirlo? Non è più ovvio il ritenere che esso sia più
+che il carattere di una razza, la risultante di speciali abitudini
+di vita, che si sarebbe perpetuata per eredità fisiologica?
+Ed infatti, non vediamo questo stesso tipo andar man mano
+cancellandosi negli Ebrei, che, vivendo nei paesi civili, finiscono
+coll'adottare le abitudini delle popolazioni fra cui si
+trovano, mentre si mantiene inalterato in Ungheria, in Polonia
+ed in tutti i paesi dove la minor civiltà delle popolazioni
+e la conseguente rozzezza dell'ebreo rende difficile ogni
+contatto, ogni assimilazione?
+</p>
+</div>
+
+<div class="footnote"><a id="Fn_52"></a>
+<p class="foot"><a href="#FNa_52"><span class="label">(52)</span></a>
+Usiamo la denominazione la più comunemente accettata,
+pur conoscendone l'inesattezza, per non ingolfarci in una
+questione etnografica affatto estranea al nostro argomento.
+</p>
+</div>
+
+<div class="footnote"><a id="Fn_53"></a>
+<p class="foot"><a href="#FNa_53"><span class="label">(53)</span></a>
+Ricordiamo che il Conte di Molé, famoso ministro francese
+dei tempi di Luigi Filippo, discendeva da una ebrea, la
+figlia di Samuel Bernard il banchiere di Luigi XIV, che si
+era battezzata per isposare il cancelliere Molé. Nè questa dei
+Molé è la sola nobile famiglia europea nelle cui vene sia
+frammisto qualche gocciolina di sangue giudaico; e, per non
+moltiplicare gli esempi, ricorderò come da famiglia ebrea discendesse
+Pier di Leone, noto antipapa del secolo <span class="sc num">xii</span>, e come
+discendesse pure da una ebrea&nbsp;—&nbsp;la figlia del celebre generale
+Ventura, modenese&nbsp;—&nbsp;quel marchese di Trazignies, belga,
+che, spinto da fanatismo religioso e politico, venne in Italia
+a combattere il movimento nazionale nelle file dei briganti, e
+fatto prigioniero colle armi alla mano, fu, da un picchetto
+del 43º reggimento fanteria, fucilato in Isoletta li 11 novembre
+1861.
+</p>
+</div>
+
+<div class="blankpage">
+<span class="pageno" title="40" id="page-40"></span>
+</div>
+
+<div class="chapter">
+<span class="pageno" title="41" id="page-41"></span>
+<img src="images/i003a.png" style="width: 100%" alt=""/>
+</div>
+
+<h2 class="nobreak" id="tit-2">
+<a href="#ritit-2">II.</a>
+</h2>
+
+<p class="subtitle">
+Il Talmud
+</p>
+
+<hr class="breve"/>
+
+<p>
+Tutti hanno udito menzionare, ed anche maledire, il
+<cite>Talmud</cite>, questo libro che lo storico
+Milman&nbsp;<a id="FNa_54"></a><a href="#Fn_54" class="fna">(54)</a>
+chiamava:
+“monumento straordinario dell'attività umana, della intelligenza
+umana, e dell'umana pazzia;” molti certamente
+ignorano cosa esso sia, o ne hanno nozioni assai incomplete;
+e non vi sarebbe troppo da meravigliarsi se qualche
+semidotto credesse ancora che il <cite>Talmud</cite> fosse un
+uomo, siccome avvenne a quel buon Cappuccino d'Henry
+de Seyne che ebbe con tutta tranquillità a scrivere:
+<i class="quo" xml:lang="la">Ut narrat Rabbinus Talmud</i>.
+</p>
+
+<p>
+Cercheremo, in brevi parole, di dirne quel tanto che
+sarà necessario per far chiaro ciò che dovremo dire in
+appresso.
+</p>
+
+<div>
+<span class="pageno" title="42" id="page-42"></span>
+</div>
+
+<p>
+Fintanto che gli Ebrei rimasero nella Terra Promessa,
+la Legge scritta, il Pentateuco, fu, per essi, solo codice
+religioso, morale, politico.
+</p>
+
+<p>
+Coloro che eran chiamati ad insegnarlo ed a curarne
+l'osservanza, ne conoscevano ed applicavano, caso per
+caso, l'interpretazione tradizionale.
+</p>
+
+<p>
+Essi erano, a sentirli, depositari di una tradizione orale
+trasmessa in buona parte da Dio stesso a Moisè sul Sinai
+(<i class="quo">alachà lemoscè
+Missinai</i>)&nbsp;<a id="FNa_55"></a><a href="#Fn_55" class="fna">(55)</a>,
+da Mosè trasmessa a Giosuè,
+da questo agli anziani, dagli anziani ai profeti e dai
+profeti agli uomini della Grande
+Sinagoga&nbsp;<a id="FNa_56"></a><a href="#Fn_56" class="fna">(56)</a>.
+</p>
+
+<p>
+Agli Ebrei però era allora vietato di raccogliere per
+iscritto tale tradizione. Il motivo di questo divieto non è
+noto. Chi crede ne fosse causa il desiderio connaturale ai
+popoli orientali, siccome ci mostrano la storia dell'India e
+dell'Egitto, di concentrare in poche mani il monopolio della
+scienza&nbsp;<a id="FNa_57"></a><a href="#Fn_57" class="fna">(57)</a>;
+chi ne cerca ragione nel timore che errori
+<span class="pageno" title="43" id="page-43"></span>
+di copisti o volontarie
+falsificazioni&nbsp;<a id="FNa_58"></a><a href="#Fn_58" class="fna">(58)</a>
+producessero nuovi
+scismi; chi nel desiderio di impedire che la legge tradizionale
+acquistasse eguale autorità della scritta; S. D.
+Luzzatto&nbsp;<a id="FNa_59"></a><a href="#Fn_59" class="fna">(59)</a>
+infine, pensa che tale divieto provenisse dall'aver,
+gli antichissimi dottori, voluto che la teoria e
+la pratica della religione rimanessero in buona parte
+modificabili, giusta i bisogni dei tempi, ragione per cui
+nulla scrissero e nulla permisero si scrivesse per non
+scemare ai posteri la libertà di modificare gli insegnamenti
+dei
+predecessori&nbsp;<a id="FNa_60"></a><a href="#Fn_60" class="fna">(60)</a>.
+</p>
+
+<div>
+<span class="pageno" title="44" id="page-44"></span>
+</div>
+
+<p>
+Per quanto incredibile possa ciò sembrare a' giorni
+nostri, non è meno certo che questi insegnamenti passavano
+per tradizione orale dall'una all'altra generazione.
+La memoria sviluppatissima, come è noto, presso i popoli
+orientali, dovette aver parte grandissima nelle scuole
+ebraiche&nbsp;<a id="FNa_61"></a><a href="#Fn_61" class="fna">(61)</a>.
+</p>
+
+<div>
+<span class="pageno" title="45" id="page-45"></span>
+</div>
+
+<p>
+Caduto il secondo tempio e venutane la gran dispersione
+degli Ebrei, i loro dottori compresero che ove si
+fosse continuato nell'antico sistema, la tradizione avrebbe
+molto probabilmente finito coll'andar dispersa.
+</p>
+
+<p>
+Pensarono quindi di ridurla in iscritto, e Giuda di
+Tiberiade, soprannominato il Santo, a causa della sua
+scienza e della purezza dei suoi costumi, e conosciuto
+anche sotto il semplice nome di <em>Rabbì</em>, quasi il maestro
+per antonomasia, compilò, nel primo quarto del terzo secolo,
+la <cite>Mischnà</cite> o seconda
+legge&nbsp;<a id="FNa_62"></a><a href="#Fn_62" class="fna">(62)</a>.
+</p>
+
+<p>
+Che egli poi la scrivesse, come afferma il Maimonide
+e con lui moltissimi altri, o che invece egli si limitasse
+ad insegnarla ai suoi numerosi uditori, sicchè essa si
+tramandasse inalterata per molte generazioni e venisse
+soltanto dopo lungo tempo posta in iscritto, siccome vogliono
+con S. D. Luzzatto, il Graetz e molti altri moderni,
+<span class="pageno" title="46" id="page-46"></span>
+è questione sulla quale non ci sentiamo da tanto
+di pronunciarci. Ciò che è certo è che la <cite>Mischnà</cite> sta
+al Pentateuco, come il Mitri ai Veda, la Sunnah al Corano
+e che è qualche cosa di analogo alle
+<span xml:lang="grc" title="Rhêtrai" id="rhetrai">Ῥήτραι</span> greche,
+alla <em xml:lang="la">lex non scripta</em> dei Romani ed alla
+<em xml:lang="en">Common Law</em> degli Inglesi.
+</p>
+
+<p>
+Nella <cite>Mischnà</cite> Giuda raccolse tutti i decreti, gli statuti,
+le sentenze pronunciate dai saggi, diverse massime
+religiose e morali, tutto ciò che era stato adottato durante
+l'epoca dei profeti dai membri della grande Sinagoga, tutte
+le ordinazioni del Sahnedrin e dei
+<em>tanaim</em>&nbsp;<a id="FNa_63"></a><a href="#Fn_63" class="fna">(63)</a>,
+cioè dei
+dottori più celebri vissuti durante i due secoli anteriori,
+e ne fece un'opera divisa in sei parti principali, dette
+<em>ordini</em>.
+</p>
+
+<p>
+Ogni ordine è diviso in trattati (letteralmente: <em>contesti</em>),
+ogni trattato in capi, ogni capo in paragrafi (detti <em>mischnà</em>,
+nel senso più ristretto della parola). La prima parte od
+<em>ordine</em> che dir si voglia intitolata <em>delle sementi</em> tratta delle
+leggi dell'agricoltura e delle
+decime&nbsp;<a id="FNa_64"></a><a href="#Fn_64" class="fna">(64)</a>.
+Vi è premesso un
+trattato sulle benedizioni quotidiane e su quelle che devonsi
+pronunciare in varie circostanze. La seconda parte
+<em>delle Feste</em> tratta delle cerimonie da compiersi nei giorni
+feriali e solenni. La terza: <em>della Donna</em> o del matrimonio
+e dei doveri della famiglia. La quarta: <em>dei danni</em>, si occupa
+della indennità dovuta pei danni che si occasionano altrui
+ed in generale di tutto quanto si riferisce al giure civile
+<span class="pageno" title="47" id="page-47"></span>
+ed al punitivo. Questa parte offre in moltissimi punti una
+grande analogia col diritto
+romano&nbsp;<a id="FNa_65"></a><a href="#Fn_65" class="fna">(65)</a>.
+A questa parte è
+aggiunto un trattato di morale che contiene una raccolta
+di sentenze morali dei padri della Sinagoga. La quinta
+parte tratta <em>della Santità</em> e dei sacrifizi che si offrivano
+nel Tempio, che vi è minutamente descritto, e contiene
+inoltre i precetti sui cibi. La sesta verte <em>sulle purificazioni</em>
+e sulla purità ed impurità legale.
+</p>
+
+<p>
+Lo spirito generale della <cite>Mischnà</cite> trova la sua migliore
+espressione nelle parole del suo stesso redattore, che servono
+quasi di epigrafe alla intiera raccolta: “Siate tanto
+coscienziosi nell'adempimento dei piccoli precetti quanto
+dei grandi perchè ignorate la ricompensa che va annessa
+ad ognuno di essi. Paragonate la perdita temporale che
+vi occasiona l'adempimento di una legge, colla ricompensa
+celeste che vi è congiunta, ed il beneficio che risulta dalla
+trasgressione della legge colla pena che deve seguirla.
+Per evitare il peccato abbiate sempre presente tre cose:
+che al dissopra di voi vi ha un occhio che tutto vede,
+un orecchio che tutto intende, e che tutte le vostre opere
+sono scritte in un
+libro”&nbsp;<a id="FNa_66"></a><a href="#Fn_66" class="fna">(66)</a>.
+</p>
+
+<p>
+La <cite>Mischnà</cite> ha più carattere di codice che di trattato
+di metafisica. Però essa non trascura l'occasione di inculcare
+quegli alti principii morali cui deve informarsi la
+stretta lettera della legge. Nell'esecuzione di un fatto
+<span class="pageno" title="48" id="page-48"></span>
+guarda più all'intenzione che all'atto in sè stesso. Chi
+reclama un diritto, basandosi sulla lettera della legge, ma
+senza tener conto del sentimento di umanità, che dovrebbe
+spingerlo a non insistere nelle sue pretese, non è amato
+nè da Dio nè dagli uomini. Quegli invece che spontaneamente
+fa buon diritto agli altrui reclami, anche quando
+la legge non gliene impone l'obbligo, colui, in una parola,
+che non si ferma alla <em>porta della giustizia</em>, ma che varca
+la linea della misericordia, guadagna l'approvazione del
+saggio. “Gerusalemme, vi è detto, non andò distrutta
+se non perchè in essa si giudicava col rigor della
+legge”&nbsp;<a id="FNa_67"></a><a href="#Fn_67" class="fna">(67)</a>.
+Certi doveri, come, ad esempio, il rispetto
+ai genitori, la carità, l'applicazione precoce allo studio,
+l'ospitalità, il metter pace fra nemici traggono
+seco&nbsp;<a id="FNa_68"></a><a href="#Fn_68" class="fna">(68)</a>
+la loro ricompensa in questo mondo, ma questa non è
+che un interesse; la vera ricompensa, il capitale, viene
+pagato nella vita futura. Nella <cite>Mischnà</cite> non è parola
+dell'inferno. Oltre le pene sancite dalla legge la <cite>Mischnà</cite>
+non minaccia ai peccatori che un solo castigo misterioso
+e formidabile mandato da Dio, “lo sradicamento;” è
+lo sterminio (<em>cared</em>) di cui già parla la Scrittura. Le
+colpe si riscattano generalmente o col pentimento, o colla
+carità, o col sagrifizio e nel giorno della espiazione; se
+gravissime, il pentimento giova soltanto a sospendere
+gli effetti dell'ira divina, ed ove esso continui sino alla
+morte, questa tutto espia. I peccati commessi contro
+gli uomini non sono perdonati se la parte offesa non
+riceve piena riparazione, e non si dichiari soddisfatta.
+La virtù la più alta consiste nello studio della legge, siccome
+quello che conduce all'esercizio della
+virtù&nbsp;<a id="FNa_69"></a><a href="#Fn_69" class="fna">(69)</a>. Un
+<span class="pageno" title="49" id="page-49"></span>
+bastardo istrutto è più onorevole di un gran sacerdote che
+non lo
+sia&nbsp;<a id="FNa_70"></a><a href="#Fn_70" class="fna">(70)</a>.
+</p>
+
+<p>
+Esistono due redazioni della <cite>Mischnà</cite>, le quali non
+presentano per altro notevoli differenze.
+</p>
+
+<p>
+La <cite>Mischnà</cite>, la quale non contiene generalmente che
+la decisione finale della tradizione, secondo i pareri dei diversi
+dottori, fu naturalmente argomento di note, di scolii,
+di discussioni, nelle due accademie religiose di Palestina e
+di Babilonia. In ciascuna di queste due accademie si fece
+più tardi una raccolta di queste discussioni: queste raccolte,
+molto più voluminose della <cite>Mischnà</cite> che serve loro
+di testo, presero il nome di <cite>Ghemarà</cite> o complemento. La
+<cite>Mischnà</cite> e la <cite>Ghemarà</cite> insieme unite formano il
+<cite>Talmud</cite>&nbsp;<a id="FNa_71"></a><a href="#Fn_71" class="fna">(71)</a>.
+</p>
+
+<p>
+Per conseguenza si hanno due <cite>Talmud</cite>; uno frutto
+degli studi dell'Accademia di Palestina chiamato <cite>Ghemarà</cite>
+di Gerusalemme, l'altro dovuto all'Accademia di
+Babilonia e detto <cite>Ghemarà</cite> di Babilonia.
+</p>
+
+<p>
+La <cite>Ghemarà</cite> di Gerusalemme venne redatta a Tiberiade
+ed ultimata probabilmente verso la fine del <span class="sc num">iv</span>
+secolo
+dell'èra nostra, sotto la direzione di rabbi Iochanan,
+detto anche <em>bar nappachà</em>, ossia, figlio del
+fabbroferraio&nbsp;<a id="FNa_72"></a><a href="#Fn_72" class="fna">(72)</a>.
+Conteneva i commentarii sulle cinque prime parti della
+<cite>Mischnà</cite>, ma quelli risguardanti la quarta parte andarono
+perduti.
+</p>
+
+<div>
+<span class="pageno" title="50" id="page-50"></span>
+</div>
+
+<p>
+Anche le altre quattro parti contengono taluni trattati
+incompleti. Questa <cite>Ghemarà</cite> venne negletta, negli studii
+delle scuole ebree del medio evo. Essa subì la sorte delle
+Accademie, da cui aveva avuto origine, e che vennero
+ecclissate da quelle di Babilonia. Se le edizioni del <cite>Talmud</cite>
+gerosolimitano sono meno buone, è perchè ancora
+non se ne è scoperto un esemplare manoscritto colla cui
+scorta si possano ristabilire i differenti brani mutilati dai
+copisti. Inoltre questo <cite>Talmud</cite> offre molta difficoltà, grazie
+alla lingua, in cui è scritto, imbarbarita dalla mescolanza
+di molte voci greche e siriache.
+</p>
+
+<p>
+La <cite>Ghemarà</cite> di Babilonia, la cui autorità prevalse fra
+gli Ebrei, venne redatta, in una lingua mescolata d'ebraico
+e d'aramaico, nel corso del quinto secolo, da Aschè, celebre
+dottore dell'Accademia di
+Sora&nbsp;<a id="FNa_73"></a><a href="#Fn_73" class="fna">(73)</a>,
+da <em>Ravenà</em> suo
+discepolo e terminata l'anno 500 da rabbi Jossè. Essa è
+almeno quattro volte più voluminosa dell'altra, quantunque
+a noi non sian giunti che i commenti a trentasei
+dei sessantatre trattati, di cui si compone la <cite>Mischnà</cite>.
+Le discussioni vi sono più sviluppate, essendo stato chiuso
+più tardi. Contiene, oltre alle dispute di numerose scuole
+babilonesi, anche quelle di talune scuole di Palestina.
+</p>
+
+<p>
+Questa <cite>Ghemarà</cite>, al paro della Gerosolimitana, è composta
+di due parti principali: la parte rituale, detta <cite>Alachà</cite>,
+in cui si discorre anco dei riti che divennero impraticabili
+dopo la distruzione del tempio e una parte
+<span class="pageno" title="51" id="page-51"></span>
+non rituale, detta <cite>Agadà</cite> che contiene narrazioni, leggende,
+allegorie, proverbi, regole di vita sociale, dottrine
+morali e
+sentenze&nbsp;<a id="FNa_74"></a><a href="#Fn_74" class="fna">(74)</a>.
+Morale, metafisica, giurisprudenza,
+astronomia, medicina, tutte le scienze trovano luogo nel
+<cite>Talmud</cite>&nbsp;<a id="FNa_75"></a><a href="#Fn_75" class="fna">(75)</a>.
+</p>
+
+<p>
+Le nozioni, che sopra ognuna di esse vi si leggono,
+sono certamente ben lungi dal raggiungere la perfezione,
+ma, a traverso gli errori moltissimi che danno a quel libro
+l'impronta dell'epoca in cui fu scritto, appare che,
+sin da allora, esisteva presso gli Ebrei il germe della
+Enciclopedia umana. E ciò è tanto vero che l'Etheridge,
+scrittore certamente non favorevole al giudaismo, si lascia
+scappare questa confessione: “Quando il Talmudismo come
+sistema religioso sarà scomparso, il <cite>Talmud</cite> non cesserà
+perciò di essere una preziosa miniera di leggende divertenti
+<span class="pageno" title="52" id="page-52"></span>
+e di lezioni inapprezzabili che resteranno vere per
+tutti i tempi
+futuri”&nbsp;<a id="FNa_76"></a><a href="#Fn_76" class="fna">(76)</a>.
+</p>
+
+<p>
+Quanti scrissero del <cite>Talmud</cite> notarono il disordine con
+cui è redatto. L'<cite>Alachà</cite> e l'<cite>Agadà</cite> vi si incontrano
+promiscuamente,
+senza sistema nè ordine, sicchè un illustre
+scrittore disse sembrar quasi che i dottori, minacciati
+dalla dispersione, agissero come uomini che in un incendio
+salvano tutto quanto loro viene sotto mano, lasciando ad
+altri la cura di tirare più tardi il miglior partito da
+quanto venne sottratto alle
+fiamme&nbsp;<a id="FNa_77"></a><a href="#Fn_77" class="fna">(77)</a>.
+</p>
+
+<p>
+Questo disordine non deve recar meraviglia. Chi non
+sa che, malgrado gli sforzi di Triboniano, il Digesto abbonda
+in <i class="quo" xml:lang="la">germinationes, leges fugitivae, errativae?</i>
+Gli
+stessi famosi capitolari di Carlo Magno, o meglio dei Re
+Franchi (<cite xml:lang="la">Capitula Regum Francorum</cite>), non sono, se si
+considerano colle idee dei nostri tempi anzichè con quelle
+dell'epoca in cui vennero scritti, che una indigesta e disordinata
+farraggine&nbsp;<a id="FNa_78"></a><a href="#Fn_78" class="fna">(78)</a>.
+Eppure i Capitolari son di
+vari secoli posteriori al <cite>Talmud</cite>.
+</p>
+
+<p>
+Una questione importante a risolversi sarebbe quella
+di conoscere, se il disordine che tanto si lamenta nel
+<cite>Talmud</cite>, sia una ripercussione di quello che avrebbe
+sistematicamente regnato nelle discussioni delle accademie
+ebraiche; ma l'esame di tale questione ci porterebbe fuori
+del ristretto campo di questo modestissimo libercolo, sicchè
+contentiamoci di averla accennata.
+</p>
+
+<div>
+<span class="pageno" title="53" id="page-53"></span>
+</div>
+
+<p>
+Il miscuglio però dell'<cite>Agadà</cite> coll'<cite>Alachà</cite>
+ci viene spiegato
+da un aneddoto che troviamo narrato nel Talmud
+stesso, e che ci piace riferire anche perchè vale a render
+ragione delle iperboli esagerate che spesso si riscontrano
+nel Talmud, e di cui si fecero un'arme coloro che vollero
+denigrarlo, senza tener presente l'aureo consiglio di
+Goëthe, che chi vuole comprendere un poeta deve recarsi
+nel paese dove egli visse. Un vecchio maestro, narra
+adunque il Talmud, accorgendosi un giorno che i suoi
+scolari sonnecchiavano durante la lezione, si interruppe
+d'un tratto per dire: “Vi fu una volta in Egitto una
+donna, che diede alla luce seicentomila uomini.” Si può
+di leggieri immaginare l'effetto prodotto da questo meraviglioso
+racconto. “Era, continuò tranquillamente il
+maestro, Jochebed, la madre di Mosè, il quale valeva da
+solo i seicento mila uomini d'arme che uscirono dall'Egitto”;
+e rieccitata in tal guisa l'attenzione dell'uditorio,
+continuò la sua lezione. Chi conosce l'indole immaginosa
+degli Orientali comprenderà come i maestri, per tener
+desta l'attenzione degli uditori, dovessero spesso ricorrere
+a tale sistema, mescolare la leggenda divertente e
+fantastica col precetto rigido e positivo.
+</p>
+
+<p>
+L'<cite>Agadà</cite> fu spesso segno a motteggi, ed è sempre o
+quasi sempre di essa che si parla, allorquando si discorre
+di fantasticherie rabbiniche, o si scaglia contro gli Ebrei
+il vecchio insulto: <i class="quo" xml:lang="la">Lex Judaeorum,
+lex
+puerorum</i>&nbsp;<a id="FNa_79"></a><a href="#Fn_79" class="fna">(79)</a>.
+</p>
+
+<div>
+<span class="pageno" title="54" id="page-54"></span>
+</div>
+
+<p>
+Niun miglior giudice però dell'importanza che devesi annettere
+ad un'opera, dello stesso autore; ora nel <cite>Talmud</cite>
+stesso troviamo questo giudizio che può fare apprezzare
+l'importanza che gli stessi rabbini annettevano all'<cite>Agadà</cite>:
+“Colui che la trascrive non avrà la sua parte nell'altro
+mondo, colui che la spiega sarà bruciato e
+colui che l'ascolta non riceverà
+ricompensa”&nbsp;<a id="FNa_80"></a><a href="#Fn_80" class="fna">(80)</a>.
+</p>
+
+<p>
+Ogni popolo ha le sue leggende, ma non accade sovente
+di vedere i contemporanei giudicarle coll'indipendenza
+d'opinione di cui dà prova questo rabbino.
+</p>
+
+<p>
+Ed è veramente strano il vedere che, malgrado siffatta
+indipendenza di giudizio, si sia potuto da taluno asserire
+che gli Ebrei di ogni paese si sarebbero obbligati con
+patto solenne ad accettare il Talmud nella sua integrità,
+a non aggiungervi ed a non togliervi una sola parola.
+Con ben maggiore ragione un illustre professore tedesco
+scrisse: “che i Talmud non hanno essenza dogmatica,
+che persino i risultati scientifico-legali sono soltanto
+opinioni individuali e provvisoriamente valevoli, che la
+sinagoga non li sanzionò mai, e non riconobbe mai in
+essi l'autorità di decretali riconosciute e generalmente
+valevoli.”&nbsp;<a id="FNa_81"></a><a href="#Fn_81" class="fna">(81)</a>.
+</p>
+
+<p>
+Infatti il Talmud non fu mai accettato dalla nazione,
+in assemblea generale o speciale. Le sue decisioni legali,
+come quelle che emanavano dalle più alte autorità teologiche
+del Giudaismo, formarono certamente la base
+della legge religiosa, la norma di tutte le decisioni future.
+<span class="pageno" title="55" id="page-55"></span>
+Ma è probabile, per non dir certo, che egli non
+deve la autorità di cui gode, che ad una causa non prevista
+dai suoi stessi autori. Durante le persecuzioni contro
+gli Ebrei, che ebbero luogo nell'impero persiano sotto
+Ysdegerd II (440 d. G. C.), Peroze e Cobade, le scuole
+furono chiuse per quasi ottant'anni. Lo sviluppo permanente,
+continuo, della legge che era lo spirito del Giudaismo
+fu violentemente interrotto; ed il libro ottenne
+una autorità suprema, che era ben lungi dalla mente dei
+suoi autori.
+</p>
+
+<p>
+Ma qual sia questa autorità, ce lo dice Samuel Naghid,
+il dottissimo ebreo spagnuolo che fu nell'<span class="sc num">xi</span>
+secolo segretario
+di un re di Granata, e che è autore di una introduzione
+al Talmud, tenuta in tanto conto dagli Ebrei,
+che forma oggidì parte integrante di tutte le edizioni
+del Talmud stesso:
+</p>
+
+<p>
+“Tutto quanto si trova nel Talmud, e che non abbia
+rapporto con la legge rituale dicesi <cite>Agadà</cite>; nè da questa
+devesi trarre altro insegnamento se non quello che persuade.
+È da notarsi eziandio che quello che i dottori fissarono
+essere dottrina rivelata a Mosè sul Sinai deve
+ritenersi come legge fissa ed immutabile, mentre le
+deduzioni da essi fatte coll'appoggio di commenti a
+testi biblici, son cose fatte a seconda delle esigenze,
+delle circostanze e delle proprie idee; per cui mentre
+devesi ritenere quanto in questi ultimi insegnamenti
+vi ha di persuadente, il resto non è cosa su cui si
+abbia l'obbligo di appoggiarsi.” Se così scrivevano
+gli antichi non meraviglia che con eguale indipendenza
+il rabbino Hurwiz di Londra abbia scritto nella sua opera
+<cite xml:lang="en">Hebrew Tales</cite>: “Sono lungi dal sostenere che il
+Talmud sia un libro irreprensibile, sono disposto ad
+ammettere che contiene molte cose, che ogni spirito
+illuminato, ogni israelita pio desidererebbe non vi fossero
+<span class="pageno" title="56" id="page-56"></span>
+mai state o vi fossero, almeno, state tolte da molto
+tempo.”&nbsp;<a id="FNa_82"></a><a href="#Fn_82" class="fna">(82)</a>.
+</p>
+
+<p>
+Se piacque dunque a taluno, dice, ben a ragione, il
+dottissimo
+Bedarride&nbsp;<a id="FNa_83"></a><a href="#Fn_83" class="fna">(83)</a>
+di porre a paro le prescrizioni
+del <cite>Talmud</cite> con quelle della legge di Mosè, questa dottrina
+non è mai stata ammessa dagli Ebrei siccome articolo
+di fede. Nelle cerimonie del culto giudaico è il
+Pentateuco che il ministro della religione presenta ai
+fedeli dicendo: “Ecco la legge che portò Mosè ai figliuoli
+di Israello.” Se il Talmud avesse formato un
+tutto colla legge di Mosè non si sarebbe mancato di
+unirlo a quella in siffatte funzioni.
+</p>
+
+<p>
+“Negli articoli di fede del Maimonide, che ottennero
+l'approvazione di tutti gli Ebrei, si legge: “Tutta la
+legge che è oggi nelle nostre mani ci è stata trasmessa
+da Mosè.” Anche qui evidentemente non può trattarsi
+che del solo Pentateuco.
+</p>
+
+<p>
+“Infine, in tutte le epoche, i più dotti rabbini si sono
+espressi liberamente sul conto del Talmud, ciò che non
+avrebbero osato fare se fosse stato parte della legge rivelata.
+</p>
+
+<p>
+“Così Judas Levy, che fiorì nell'undecimo secolo, dichiara
+nel <cite>Cozri</cite>, che vi sono nel Talmud cose che già
+ai suoi tempi non si sarebbero
+scritte&nbsp;<a id="FNa_84"></a><a href="#Fn_84" class="fna">(84)</a>.
+</p>
+
+<p>
+“Maimonide, nel <cite>Morè hanevohim</cite>, critica numerosi
+brani del Talmud, ed allorquando taluni zelanti vollero
+scomunicarlo, una folla di dotti ebrei alzò la voce per
+adottarne e difenderne le opinioni.
+</p>
+
+<p>
+“Così Aben Ezra, Giuseppe Albo, e gran numero di
+altri dottori che meritarono il nome di sapienti, pur rendendo
+<span class="pageno" title="57" id="page-57"></span>
+alle tradizioni, che si trovano nel Talmud, il tributo
+di rispetto che meritano, non hanno esitato a dichiarare
+che vi si contengono cose che non è possibile
+ammettere.”
+</p>
+
+<p>
+Non si creda però che noi intendiamo invocare quanto
+siamo venuti finora dicendo per sostenere che dal Talmud
+non si può desumere un sicuro criterio per giudicare
+della moralità degli Ebrei. Lungi da noi siffatta
+idea.
+</p>
+
+<p>
+Volemmo soltanto dire che coloro i quali asseriscono
+avere gli Ebrei egualmente autorevole il Pentateuco ed
+il Talmud sono in grande errore, siccome errerebbe chi
+asserisse che, pei Cristiani, il Vangelo e la <cite xml:lang="la">Summa</cite>
+di San Tommaso hanno eguale valore.
+</p>
+
+<p>
+Certamente non mancan Cristiani che non curano o non
+comprendono i sacri misteri della loro fede per correr
+dietro alle stupide fole di Maria
+Lateau&nbsp;<a id="FNa_85"></a><a href="#Fn_85" class="fna">(85)</a>
+come non
+mancano Ebrei che trascurarono quasi il Pentateuco e
+le opere sublimi dei loro filosofi, dei loro pensatori per
+perdersi nelle quisquilie del Talmud.
+</p>
+
+<p>
+Ma questo, ci si permetta dirlo, non prova nè contro
+gli Ebrei, nè contro i Cristiani, prova soltanto, per la
+millesima volta, una verità antica quanto il mondo: che
+ogni religione, come ogni nazione, come ogni partito conta
+infinito numero di... spiriti deboli.
+</p>
+
+<p>
+Nè gli Ebrei potrebbero non aver in gran conto questo
+<span class="pageno" title="58" id="page-58"></span>
+libro, che non soltanto fu il legame che li tenne uniti,
+durante le secolari persecuzioni di cui furono vittime,
+ma che giovò eziandio a conservare intatta la loro fede.
+Nessuno infatti potrà negare che questo commento minuziosissimo
+della legge fosse incontrastabilmente utile al
+Giudaismo, come quello che lo preservò da quelle grandi
+discussioni religiose che furono cagione di tanti scismi
+nelle altre credenze. Le religioni che, o non hanno, come
+il Giudaismo, un codice particolareggiato, o non obbediscono,
+come il Cattolicismo, all'autorità indiscutibile di
+un Supremo Gerarca, sono naturalmente soggette a suddividersi
+in un numero infinito di chiesuole, come avvenne
+del Protestantesimo, e come sarebbe avvenuto del Giudaismo,
+se il Talmud non vi avesse posto riparo, a tutto
+provvedendo, e realizzando, sin dal V secolo, l'ideale di
+moderni filosofi: la libertà nell'unità. Sicchè, in questo
+senso, ben può dirsi giusta e veritiera la parola del Talmud
+stesso: “Dio non ingiunse ad Israello tante leggi
+e tanti precetti che per renderlo
+felice”&nbsp;<a id="FNa_86"></a><a href="#Fn_86" class="fna">(86)</a>.
+</p>
+
+<p>
+Il Talmud, ripetiamolo, è di somma autorità presso gli
+Ebrei, e noi, dopo aver mostrato che essi, pur avendolo e
+dovendolo avere in gran conto, apportarono nel suo studio
+quello spirito di libero esame, innato nel Giudaismo e da
+esso reso
+obbligatorio&nbsp;<a id="FNa_87"></a><a href="#Fn_87" class="fna">(87)</a>,
+che permette di sceverare il
+<span class="pageno" title="59" id="page-59"></span>
+grano dal loglio, vogliamo ancora dimostrare due cose:
+che il Talmud non è legge di iniquità, siccome pretendono
+gli stolti, ma legge di amore, di carità, di tolleranza, e
+che se vi sono nel Talmud dei passi non pochi che contraddicono
+ed all'intonazione generale dell'opera, ed alla
+vera morale, ciò è facilmente spiegabile e giustificabile.
+</p>
+
+<p>
+Prima per altro di entrare nello spinoso argomento, ci
+si conceda una dichiarazione. La Chiesa Cattolica ha
+condannato a parecchie riprese il
+Talmud&nbsp;<a id="FNa_88"></a><a href="#Fn_88" class="fna">(88)</a>.
+Nulla di più naturale che siffatta condanna.
+</p>
+
+<div>
+<span class="pageno" title="60" id="page-60"></span>
+</div>
+
+<p>
+Il Talmud, codice di una fede non cristiana, deve contenere
+e contiene massime, precetti, argomentazioni contrarie
+al Cristianesimo. Se altrimenti fosse, gli Ebrei sarebbero
+Cristiani e la questione sarebbe bella e terminata.
+A buon dritto adunque la Chiesa Cattolica condannava
+il Talmud siccome libro pernicioso alla Fede e
+noi faremmo opera stolta pretendendo scagionarlo da
+questo addebito.
+</p>
+
+<p>
+Ciò che vogliamo provare è che la morale del Talmud
+non è punto diversa, nè sopratutto peggiore di quella
+che può trovarsi in qualsivoglia opera umana scritta
+nelle identiche condizioni di tempi, di luoghi, di costumi;
+ciò che ci preme constatare, non per artificio di polemica,
+ma per omaggio alla verità è che la legge talmudica
+non è legge di odio come volgarmente si crede, e che
+l'Ebreo non soltanto può restarvi fedele rimanendo in pari
+tempo ottimo
+cittadino&nbsp;<a id="FNa_89"></a><a href="#Fn_89" class="fna">(89)</a>,
+ma attinge da esso quelle
+<span class="pageno" title="61" id="page-61"></span>
+virtù domestiche e sociali che sono base di ogni civile
+consorzio&nbsp;<a id="FNa_90"></a><a href="#Fn_90" class="fna">(90)</a>.
+</p>
+
+<p>
+E questa avvertenza che qui facciamo, desideriamo che
+il signor lettore applichi a tutto il contesto di questo
+lavoruccio. Difendendo l'Ebreo, compiamo opera sociale,
+non religiosa, non sopratutto anticristiana.
+</p>
+
+<p>
+Fra le principalissime accuse che si vanno continuamente
+movendo al Talmud vi è quella di eccitare l'animo
+degli Ebrei contro i Cristiani.
+</p>
+
+<p>
+Chi si è fatto banditore di queste accuse? Il <cite>Talmud</cite>,
+lo sanno anche i bimbi, non venne mai sinora completamente
+tradotto, i numerosi estratti che se ne hanno
+sono per la maggior parte opere polemiche e quindi da
+accogliersi con prudente riserbo.
+</p>
+
+<div>
+<span class="pageno" title="62" id="page-62"></span>
+</div>
+
+<p>
+I traduttori erano in generale o ebrei
+rinnegati&nbsp;<a id="FNa_91"></a><a href="#Fn_91" class="fna">(91)</a>
+o feroci nemici dell'Ebraismo da una parte, o dall'altra
+rabbini e dotti israeliti. Una traduzione imparziale non
+abbiamo e non si avrà mai, perchè nessun dotto, non
+mosso da spirito di parte o da sentimento religioso, potrebbe
+accingersi all'improba e semi-inutile fatica.
+</p>
+
+<p>
+Aggiungasi a ciò che le diverse edizioni del Talmud
+sia per imperizia degli amanuensi, sia per ostacoli ed
+impedimenti frapposti dalle censure politiche ed ecclesiastiche,
+presentano notevoli differenze e varianti, sicchè il
+volere ristabilire il testo primitivo sembrò sino ai giorni
+nostri opera quasi
+impossibile&nbsp;<a id="FNa_92"></a><a href="#Fn_92" class="fna">(92)</a>.
+</p>
+
+<div>
+<span class="pageno" title="63" id="page-63"></span>
+</div>
+
+<p>
+Infine lo stile del <cite>Talmud</cite> è lungi dall'esser sempre
+piano e facile; le iperboli vi abbondano e se vi si leggono
+pensieri squisitamente gentili siccome quando per
+dimostrare come l'uomo sia cosmopolita dice che “la polve
+con cui fu plasmato conteneva gli atomi più delicati della
+polvere di tutto il
+mondo”&nbsp;<a id="FNa_93"></a><a href="#Fn_93" class="fna">(93)</a>
+vi si trovano eziandio
+frasi siffattamente oscure da doversi ritenere inesplicabili.
+Queste per esempio: <i class="quo">La migliore fra le donne è una
+maliarda</i>&nbsp;<a id="FNa_94"></a><a href="#Fn_94" class="fna">(94)</a>,
+<i class="quo">il miglior medico</i> (ebreo) <i class="quo">va
+all'Inferno</i>&nbsp;<a id="FNa_95"></a><a href="#Fn_95" class="fna">(95)</a>.
+</p>
+
+<div>
+<span class="pageno" title="64" id="page-64"></span>
+</div>
+
+<p>
+Questo linguaggio figurato che domina sovente nel
+Talmud, e la confusione grandissima nella redazione di
+cui abbiamo tenuto parola, furon causa che il Talmud
+fosse spesse volte frainteso.
+</p>
+
+<p>
+Si avverta altresì che il Talmud è in gran parte composto
+di discussioni fra dottori, ognuno dei quali sostiene
+opposte
+dottrine&nbsp;<a id="FNa_96"></a><a href="#Fn_96" class="fna">(96)</a>.
+Per mostrare quanto sia facile per
+<span class="pageno" title="65" id="page-65"></span>
+avversari di mala fede snaturare il concetto di un libro
+di siffatta natura addurrò un esempio.
+</p>
+
+<p>
+Nel 1879, alla Camera francese, il noto radicale Paul
+Bert sostenne che un celebre teologo e casuista francese,
+il padre Gury, appoggiandosi alla dottrina cattolica giustificava
+il furto.
+</p>
+
+<p>
+Naturalmente l'asserzione fece chiasso. Il deputato Granier
+di Cassagnac padre volle andare a fondo della cosa,
+e cercato il passo incriminato dal Bert trovò che il padre
+Gury, risolvendo un caso di coscienza, ha proposto
+il seguente esempio.
+</p>
+
+<p>
+Il pastorello Titiro credendosi condannato ingiustamente
+dal Tribunale ad una indennità verso il suo padrone,
+ha cercato di indennizzarsi con un furto segreto.
+</p>
+
+<p>
+Il padre Gury espone dapprima la tesi di Titiro, conchiudente
+alla liceità del compenso. Dopo ciò reca la soluzione
+teologica, decidendo che quella compensazione è
+illecita, e che Titiro è obbligato alla restituzione. Nulla
+di più semplice, di più retto, di più naturale. Ma il signor
+Bert si era limitato a leggere dalla tribuna testualmente
+la tesi di Titiro, tacendo la soluzione del teologo,
+ed attribuendo al padre Gury precisamente la dottrina,
+che il dabben prete condannava.
+</p>
+
+<p>
+Se questo fu possibile ai giorni nostri con un libro
+che come quello del padre Gury è scritto in una lingua
+accessibile a tutti e che è effettivamente diffusissimo,
+quanto più facile non sarà falsificare qualche brano del Talmud
+<span class="pageno" title="66" id="page-66"></span>
+e fargli dire proprio il contrario di quanto era nell'intenzione
+dei compilatori?
+</p>
+
+<p>
+Due esempi fra mille.
+</p>
+
+<p>
+Si pretende che nel Talmud vi sia questo precetto:
+“Il migliore degli idolatri uccidilo.” Che il precetto
+manchi di carità e di tolleranza non vorremmo certamente
+negare, e dato proprio che lo si trovasse allo stato
+di precetto nel Talmud, non saremmo noi gli ultimi ad
+invocare i fulmini dell'opinione pubblica contro l'empio
+libro. Ma esiste proprio questa frase nel Talmud? Possiamo
+accertare che sì, e che essa si trova nel <cite>Talmud</cite>
+gerosolimitano alla fine del trattato dei Kidduscin, accanto
+proprio a quella testè citata che manda i medici
+all'inferno, ed a molte altre egualmente strane e bizzarre.
+Molte ipotesi furono messe innanzi per spiegare questa
+frase, e l'illustre Zunz concluse che il passo debba intendersi
+così: “Il migliore degli idolatri (parlando di un
+ebreo) dice uccidilo.” Ciò che sarebbe stata semplicemente
+una constatazione delle persecuzioni di cui gli
+Ebrei erano fatti segno da parte dei gentili, divenne in
+bocca ai nemici del Giudaismo, un feroce appello all'assassinio
+ed allo sterminio, fatto da quello stesso libro
+dove è invece sancita la massima: “Chi alza la mano
+contro il prossimo, quand'anche non lo batta, è chiamato
+colpevole&nbsp;<a id="FNa_97"></a><a href="#Fn_97" class="fna">(97)</a>.”
+Del resto volere basare una conclusione
+qualsiasi su qualche brano staccato del Talmud sarebbe
+cosa impossibile. Nessun uomo imparziale vorrà dire si
+debba interpretare alla lettera un libro in cui si trovano
+massime come questa: “Chiunque pronuncia una decisione
+al cospetto del suo maestro merita la
+morte&nbsp;<a id="FNa_98"></a><a href="#Fn_98" class="fna">(98)</a>.”
+</p>
+
+<div>
+<span class="pageno" title="67" id="page-67"></span>
+</div>
+
+<p>
+Un'altra accusa che si muove al <cite>Talmud</cite> e che è ripetuta,
+con non ammirabile unanimità, da tutti gli scrittori
+antisemitici a cominciare dal Wolf nella sua
+<cite>Biblioteca</cite>&nbsp;<a id="FNa_99"></a><a href="#Fn_99" class="fna">(99)</a>
+e venendo giù giù fino agli ultimi libellisti, è
+che il Talmud insegni agli Ebrei: “Voi, voi siete degli uomini,
+ma gli altri popoli non sono tali.” Senza essere
+atroce come quello di cui ci siamo testè occupati, anche
+quest'altro passo sarebbe sufficientemente antisociale e ridicolo,
+sicchè si sarebbe non poco sorpresi di trovarlo in
+quello stesso libro dove sono pur scritte queste massime
+di assoluta
+tolleranza&nbsp;<a id="FNa_100"></a><a href="#Fn_100" class="fna">(100)</a>:
+“Un non israelita il quale
+si governi dietro la legge di Dio, acquistasi merito,
+niente meno di un sommo pontefice; imperciocchè la
+legge
+dice&nbsp;<a id="FNa_101"></a><a href="#Fn_101" class="fna">(101)</a>:
+L'uomo eseguendo le mie leggi si
+procura la vita; nè dice già i Sacerdoti, i Leviti, gli
+Israeliti, ma dice <em>Adam</em> l'uomo.”
+</p>
+
+<p>
+“Benefica, o Signore, i buoni. I buoni è scritto e non
+gli Israeliti, i buoni quindi di tutte le
+nazioni&nbsp;<a id="FNa_102"></a><a href="#Fn_102" class="fna">(102)</a>.”
+</p>
+
+<p>
+Per chiunque sia in buona fede, basta la citazione di
+questi passi tanto chiari, tanto espliciti, per far comprendere
+che in quello che nega la qualità di uomini ai
+non Israeliti deve essere incorso qualche errore di interpretazione;
+e l'errore c'è, ed evidente.
+</p>
+
+<p>
+La proposizione che i non Israeliti non si chiamano
+uomini, si trova effettivamente nel
+Talmud&nbsp;<a id="FNa_103"></a><a href="#Fn_103" class="fna">(103)</a>,
+ma, isolandola
+dal suo contesto, la si riduce ad un senso che mai
+<span class="pageno" title="68" id="page-68"></span>
+non ebbe nella mente di chi la dettava. Si sa che la
+legge
+mosaica&nbsp;<a id="FNa_104"></a><a href="#Fn_104" class="fna">(104)</a>
+colpisce di impurità per sette giorni
+chiunque sia entrato in una abitazione ove si trovi un
+uomo morto. Ora un talmudista, volendo alleggerire questa
+prescrizione, disse che la era da ritenersi unicamente
+applicabile ai morti israeliti, i quali soltanto generavano
+impurità col loro contatto; i morti non israeliti non avendosi
+per gli effetti di siffatta legge a considerare siccome
+uomini. Questa opinione, tutta individuale, a proposito di
+una questione affatto bizantina, e rigettata, lo si noti, da
+tutti gli altri
+talmudisti&nbsp;<a id="FNa_105"></a><a href="#Fn_105" class="fna">(105)</a>,
+bastò, perchè da secoli si
+vada ripetendo che gli Ebrei, per obbedire al Talmud, devono
+considerare sè soli uomini ed avere in conto di
+bestie tutti i non
+ebrei&nbsp;<a id="FNa_106"></a><a href="#Fn_106" class="fna">(106)</a>.
+</p>
+
+<div>
+<span class="pageno" title="69" id="page-69"></span>
+</div>
+
+<p>
+Accusa altrettanto assurda e ridicola, quanto quella
+che si muove al Cristianesimo di aver negata l'anima
+alle donne, per ciò solo che Gregorio da Tours lasciò
+scritto nella sua
+<cite id="concilio" xml:lang="la">Historia ecclesiastica</cite>,
+come nel concilio
+di Macon (a. 525) un Vescovo facesse la proposta, respinta
+dai suoi colleghi, non potersi la donna chiamar
+uomo, nè formar essa parte del genere umano!
+</p>
+
+<p>
+Il Cristianesimo, che ha tra i suoi potissimi vanti di
+aver dato alla donna la parte che le spetta nel civile
+consorzio, è accusato di averle negata l'anima, il Talmudismo
+che eleva a massima il precetto: “Amato è
+l'uomo perchè fu creato ad immagine di Dio, amore
+straordinario gli fu manifestato perchè fu creato ad
+immagine di
+Dio”&nbsp;<a id="FNa_107"></a><a href="#Fn_107" class="fna">(107)</a>
+è accusato di aver assimilato
+alle bestie la quasi totalità del genere umano.
+</p>
+
+<p>
+Aberrazioni dell'odio e dell'intolleranza. Per aggiungere
+poi un'altra prova della spudorata mala fede di taluni
+avversari degli Ebrei, e della supina ignoranza di
+altri, dirò, che allorquando oggi ancora, si vogliono citare
+i due passi del Talmud, dei quali siamo venuti
+sinora discorrendo, si suole in entrambi tradurre la
+parola <em>goim</em> che vale idolatri o gentili, coll'altra
+<span class="pageno" title="70" id="page-70"></span>
+<em>cristiani</em>, siccome fece anche poche settimane or sono un
+sedicente abate Chabauty nelle colonne
+dell'<cite xml:lang="fr">Antisémitique</cite>&nbsp;<a id="FNa_108"></a><a href="#Fn_108" class="fna">(108)</a>.
+Dimostreremo ora che la parola <em>goim</em> non deve
+mai intendersi applicata ai Cristiani ma, prima di farlo,
+vogliamo avvisare il signor Chabauty che i due passi incriminati,
+di cui ci siamo venuti sinora occupando, sono
+scritti entrambi nella prima metà del secondo secolo dell'èra
+nostra, in una epoca, cioè nella quale non si parlava
+ancora nè di Cristiani, nè di Cristianesimo, ed in cui le
+due religioni di Mosè e di Cristo confondevansi quasi ancora
+in una sola; e sono scritti appunto da quel Simeon
+ben Johai che, condannato a morte dalla tirannia pagana,
+si tenne per quattordici anni nascosto in una caverna,
+nutrendosi di erbe e di radice.
+</p>
+
+<p>
+Se questo sapeva il signor Chabauty, traducendo <em>goim</em>
+per cristiani die' prova di impudente mala fede; se non
+lo sapeva, di supina ignoranza, perocchè, lasciando anche
+in disparte l'osservazione, certo non trascurabile, della
+poca importanza che in quell'epoca aveva il Cristianesimo,
+non occorre davvero grande acume per comprendere
+che se Simeon ben Johai si lasciò trasportare dall'odio,
+è ben naturale che i suoi strali fossero diretti agli atroci
+suoi persecutori e non a coloro che in quei tempi dividevano
+cogli Ebrei i dolori del martirio.
+</p>
+
+<p>
+Parrebbe quindi sprecata ogni parola per dimostrare
+che, egli almeno, colla parola <em>goim</em> non potè alludere ai
+Cristiani&nbsp;<a id="FNa_109"></a><a href="#Fn_109" class="fna">(109)</a>.
+</p>
+
+<p>
+Siccome però questa parola, che alla lettera significa
+<span class="pageno" title="71" id="page-71"></span>
+<em>stranieri</em>, viene usata nel Talmud, anche da scrittori ben
+più moderni che non sia Rabbi Simeon ben Johai, e
+non mai in senso di benevolenza, così ci converrà soffermarvici
+sopra alquanto, per dimostrare falsa e calunniosa
+l'opinione di quei nemici degli Ebrei che sostennero doversi
+questa parola tradurre con quella di cristiano.
+</p>
+
+<p>
+Se si ammettesse questa interpretazione sarebbe facile
+scavare nel Talmud non poche massime e sentenze dove
+si parla del <em>goi</em>, e farsene un'arma per dimostrare l'ebreo
+nemico delle popolazioni in mezzo a cui vive.
+</p>
+
+<p>
+Sventuratamente pei sobillatori l'interpretazione che
+essi vorrebbero dare alla parola <em>goi</em> (plur. <em>goim</em>) non
+regge alla critica.
+</p>
+
+<p>
+Il Talmud, considerato nello spirito che lo informa,
+non è intollerante, neppur verso la idolatria: “Gli stranieri
+fuori di Palestina non sono idolatri, ma essi seguono
+semplicemente i costumi de' padri
+loro.”&nbsp;<a id="FNa_110"></a><a href="#Fn_110" class="fna">(110)</a>,
+e, come corollario di questa massima, l'altra: “L'esercizio
+della carità e della giustizia son le uniche condizioni
+che il Giudaismo impone per l'eterna
+salute”&nbsp;<a id="FNa_111"></a><a href="#Fn_111" class="fna">(111)</a>.
+Tanto meno quindi esso può essere intollerante verso i
+monoteisti a qualunque religione appartengano, ed effettivamente
+i dottori del Talmud fanno enorme differenza
+fra idolatri e monoteisti. È idolatra chiunque non rispetti
+i sette precetti imposti da Dio ai figliuoli di
+Mosè&nbsp;<a id="FNa_112"></a><a href="#Fn_112" class="fna">(112)</a>:
+</p>
+
+<div>
+ <p>1. Costituirsi tribunali.</p>
+ <p>2. Non bestemmiare.</p>
+ <p>3. Non servire ad idoli.</p>
+<span class="pageno" title="72" id="page-72"></span>
+ <p>4. Non fornicare.</p>
+ <p>5. Non versare sangue.</p>
+ <p>6. Non rubare.</p>
+ <p>7. Non mangiar carne strappata da un animale ancora
+ vivente.</p>
+</div>
+
+<p>
+Chiunque invece ottempera a questi precetti si chiama
+giudeo: “Chi rinnega l'idolatria si chiama
+giudeo”&nbsp;<a id="FNa_113"></a><a href="#Fn_113" class="fna">(113)</a>.
+Precetto questo che basterebbe a far chiaro qual concetto
+di alta tolleranza abbia il Giudaismo per tutte le
+religioni monoteistiche. Basta non essere idolatra per meritarsi
+quel nome di giudeo, di cui la stolta malignità
+delle plebi fece una ingiuria, ma che è, naturalmente, la
+più grande espressione di benevolenza che si possa trovare
+nel Talmud. E tanto differenziano gli Ebrei fra idolatri
+e monoteisti che Maimonide, il massimo fra i loro filosofi,
+potè ridurre ad assioma il principio, essere il Cristianesimo
+e l'Islamismo mezzo di preparazione all'êra messiaca.
+</p>
+
+<p>
+Da quanto si è fin qui detto parrebbe già evidente
+non doversi mai in nessun caso la parola <em>goi</em> applicare
+ai Cristiani, ma ne piace far più chiara siffatta dimostrazione,
+esaminando la questione sotto un altro aspetto.
+</p>
+
+<p>
+La <cite>Mischnà</cite> annovera tra le feste dei <em>Goim</em> le Calende
+ed i Saturnali. Ci volle davvero nel Bustorfio singolar
+mala fede, per tradurre nel suo <cite>Lessico Talmudico</cite>
+(colonna 2043), in questa guisa le parole della <cite>Mischnà</cite>.
+<i class="quo" xml:lang="la">Haec autem sunt festa Christianorum</i> (!)
+<i class="quo" xml:lang="la">Calendæ, Saturnalia,
+Quadragesima.</i> Che le Calende ed i Saturnali
+non siano state mai feste cristiane sanno anche i bimbi,
+nè vi ha chi ignori come i primi scrittori cristiani
+stigmatizzassero con santo zelo gli osceni riti dei saturnali
+pagani.
+</p>
+
+<div>
+<span class="pageno" title="73" id="page-73"></span>
+</div>
+
+<p>
+Come adunque supporre che la Mischnà abbia potuto
+dire essere feste dei Cristiani quelle che notoriamente
+erano dai Cristiani riprovate? <em>Goim</em>, in questo caso come
+sempre, non può tradursi con <em>Cristiani</em>, ma con <em>Pagani</em>
+o <em>Gentili</em>.
+</p>
+
+<p>
+Nè si obbietti che se i Saturnali o le Calende sono
+feste pagane, è la Quaresima essenzialmente cristiana;
+poichè a questa obbiezione si risponde che l'introduzione
+della parola <em>Quaresima</em> in questo passo è un parto della
+immaginazione del Bustorfio, il quale non seppe, o non
+volle, trovare nella lingua greca il vocabolo misnico <em>Kratesein</em>.
+Questa festa è ritenuto dai Talmudisti essere la
+solennizzazione anniversaria del giorno in cui Roma
+ha preso l'impero e l'antico lessico talmudico, detto
+<em>Aruch</em>, dice essere voce greca. La voce è accorciata da
+<span xml:lang="grc" title="Kratêsimachos" id="kratesimachos">Κρατησίμαχος</span>
+vincitore in battaglia, ed indica la festa
+istituita in commemorazione di qualche solenne <a id="qualera"></a>vittoria,
+qual era, per es., presso i Romani il giorno degli Idi di
+aprile, consecrato a Giove vincitore od alla libertà. E
+ben a ragione il Perengero tradusse questo vocabolo:
+<i class="quo" xml:lang="la">Dies</i>
+<span xml:lang="grc" title="Kratêsimachos">Κρατησίμαχος</span>,
+<i class="quo" xml:lang="la">sive memoria subjugati alicujus imperii.</i>
+</p>
+
+<p>
+Spiegato per tal guisa che nel passo, citato dal Bustorfio,
+non si parla di alcuna festa cristiana, ma bensì
+di tre feste pagane, sarà d'uopo convenire che allorquando
+nel <cite>Talmud</cite> si incontra la parola <em>goim</em> converrà renderla
+con quelle di <em>gentili</em>, <em>pagani</em>, <em>idolatri</em>, ma non
+mai con quella di <em>cristiani</em>.
+</p>
+
+<p>
+Ma, si dirà, sien pure gli idolatri quelli che il Talmud
+designa col nome di <em>goim</em>, non è però men vero
+che egli inculca l'odio ed il disprezzo verso di loro, ciò
+che è sempre contrario ai precetti di carità e di tolleranza.
+</p>
+
+<p>
+Obbiezione questa giustissima in bocca di coloro che,
+<span class="pageno" title="74" id="page-74"></span>
+conoscendo i santi precetti del Vangelo, vorrebbero che
+ogni libro di ogni religione a quelli si informasse.
+</p>
+
+<p>
+Ma il Talmud non è il Vangelo, ed errerebbe a partito
+chi volesse confrontare l'uno coll'altro. Il Vangelo è,
+come il Pentateuco legge rivelata, il Talmud è legge
+tradizionale. Nei primi è Dio che parla, nel secondo è
+l'uomo, con tutte le sue debolezze, con tutti i suoi difetti.
+</p>
+
+<p>
+Ed il Talmud, non dimentichiamolo, fu composto, quando
+le persecuzioni, atroci, efferate dei Romani contro gli
+Ebrei, imperversavano ancora. Il Talmud è il libro di
+una gente oltraggiata nella sua fede, cacciata dalla sua
+patria, conculcata nella sua nazionalità, libro umano e
+non divino, sicchè se lascia talvolta trapelare l'odio dell'oppresso
+contro l'oppressore, non si può biasimarlo, senza
+involgere nello stesso biasimo ogni grido di dolore, ogni
+imprecazione che esca dal petto di una nazione oltraggiata,
+vilipesa, martirizzata.
+</p>
+
+<p>
+Leggiamo le opere dei primi Cristiani che ebbero comuni
+cogli Ebrei i patimenti e le sofferenze, e vediamo
+se, malgrado le massime di sublime carità, bandite dal
+Vangelo, non rivelano l'odio verso il Pagano oppressore
+e tiranno.
+</p>
+
+<p>
+Perdonare agli oppressori, lambire la mano che vi
+schiaccia, sono atti di virtù eroica, ma appunto perchè
+tali sarebbe assurdo il far colpa a chi non se ne sente
+capace.
+</p>
+
+<p>
+Ciò che importa notare è che la legge giudaica non fa
+espressa distinzione dallo israelita al non israelita (<em>nochrì</em>)
+in alcuna di quelle leggi che la giustizia e l'umanità hanno
+suggerite a tutti i popoli civilizzati. Per esempio i precetti:
+<em>Non commettere omicidio</em>, <em>non commettere adulterio</em>,
+<em>non rubare</em>, sono espressi in modo illimitato ed assoluto;
+e questi misfatti sono indistintamente proibiti, sia che si
+tratti di commetterli a danno di un israelita o di un
+<span class="pageno" title="75" id="page-75"></span>
+non israelita. Ciò fu chiaramente enunciato dal rabbino
+Eliezer figlio di Natan, vivente in Magonza verso il
+1140, e fratello ad un genero di
+Rascì&nbsp;<a id="FNa_114"></a><a href="#Fn_114" class="fna">(114)</a>.
+</p>
+
+<p>
+Ed anche i Talmudisti, se talvolta si lasciarono sfuggire
+qualche espressione di ira verso gli oppressori, non
+mancarono però di inculcare il perdono delle offese, una
+delle più sublimi fra le virtù evangeliche.
+</p>
+
+<p>
+“Perdona a chi ti ha maltrattato, e dà a quello che
+a te ha rifiutato; se tu cerchi di vendicarti lo rattristerai
+e ti pentirai del male che avrai fatto. Se invece
+tu perdoni e ti mostri liberale, te ne rallegrerai
+in ogni tempo ed in ogni
+momento”&nbsp;<a id="FNa_115"></a><a href="#Fn_115" class="fna">(115)</a>.
+</p>
+
+<p>
+Ed altrove:
+</p>
+
+<p>
+“Sii sempre pieghevole come giunco (benigno con
+tutti), nè essere mai inflessibile come un cedro (inesorabile
+verso chi ti
+offese)”&nbsp;<a id="FNa_116"></a><a href="#Fn_116" class="fna">(116)</a>.
+</p>
+
+<p>
+E più chiaramente:
+</p>
+
+<p>
+“Coloro che umiliati da altri non ne anelano la rivincita,
+che ingiuriati non hanno un pensiero di vendetta,
+la di cui religione è amore di Dio, che con tacita
+rassegnazione soffrono le sventure di questa vita, vengono
+dalla sacra scrittura designati lorchè leggiamo
+(<cite class="sc">Giudici</cite>, v. 31):
+<i class="quo">Quelli che amano il Signore, sieno
+come quando il sole esce fuori nella sua
+forza</i>”&nbsp;<a id="FNa_117"></a><a href="#Fn_117" class="fna">(117)</a>.
+</p>
+
+<div>
+<span class="pageno" title="76" id="page-76"></span>
+</div>
+
+<p>
+Oppure:
+</p>
+
+<p>
+“Se offendesti il tuo prossimo ti sembri grave l'offesa;
+se facesti il bene, lieve il beneficio. All'incontro se il
+tuo prossimo ti rese un servizio stimalo grandissimo;
+se verso te si permise una ingiustizia dimenticala come
+di poco momento.
+</p>
+
+<p>
+“Apprendi a soffrire paziente e perdonare le
+ingiurie”&nbsp;<a id="FNa_118"></a><a href="#Fn_118" class="fna">(118)</a>.
+</p>
+
+<p>
+Molti poi fra i precetti talmudici, che i nemici del Giudaismo
+interpretarono come eccitamento all'odio verso i
+gentili, non erano in fatto che precetti precauzionali intesi
+a guarentire la vita e gli averi degli Ebrei, dalle popolazioni,
+loro infestissime, frammezzo alle quali vivevano.
+</p>
+
+<p>
+Si leggano taluni di questi precetti e si dia torto agli
+Ebrei di averli inscritti nelle loro leggi, quando si sappia,
+per dirne una sola, che una legge dei Franchi Ripuarii,
+non abrogata che qualche secolo dopo, da Lodovico il Pio,
+vietava, si procedesse contro un cristiano per qualunque
+delitto, l'assassinio compreso, che avesse commesso contro
+un
+ebreo&nbsp;<a id="FNa_119"></a><a href="#Fn_119" class="fna">(119)</a>!
+</p>
+
+<p>
+“Non si fermi solo un israelita con un idolatra perchè
+sono sospetti di versar sangue.&nbsp;—&nbsp;Se viene a trovarsi
+per via, insieme ad un idolatra che cinga spada, se lo
+metta a destra; se ha il bastone in mano, se lo metta
+a sinistra.&nbsp;—&nbsp;Se salgono o scendono non sia l'idolatra
+di sopra e l'israelita sotto, e ad ogni modo se lo
+metta un po' a destra, mai poi non gli si abbassi davanti.
+Se gli domanda: dove vai? quando abbia bisogno
+di andare un miglio, gli dica due
+miglia”&nbsp;<a id="FNa_120"></a><a href="#Fn_120" class="fna">(120)</a>.
+</p>
+
+<div>
+<span class="pageno" title="77" id="page-77"></span>
+</div>
+
+<p>
+Un esame particolareggiato del Talmud non è nell'indole
+di questo nostro lavoro, sicchè mentre non possiamo,
+nell'interesse degli Ebrei, che far voti perchè siffatto
+esame sia eseguito da uno scrittore veramente imparziale,
+ci limiteremo a darne qui taluni brevissimi estratti per
+far chiaro lo spirito che anima quello, che a buon diritto
+potrebbesi chiamare, il <em xml:lang="la">corpus juris</em> degli Ebrei.
+</p>
+
+<p>
+Fu detto, ed a ragione, che tutte le verità del Vangelo
+potrebbero riassumersi nel precetto: <i class="quo">Amate il vostro prossimo
+come voi stessi.</i>
+</p>
+
+<p>
+Nè il fatto che questo precetto che Rabi Akivà diceva
+essere il più bel precetto della
+religione&nbsp;<a id="FNa_121"></a><a href="#Fn_121" class="fna">(121)</a>,
+trovisi nell'Antico
+Testamento (<cite class="sc">Lev.</cite>
+<span class="sc num">xix</span>, 20), attenua il merito grandissimo
+del Cristianesimo che, sostituendosi al Paganesimo,
+mise in pratica il precetto della scambievole benevolenza,
+in scala ben più larga che non avesse fatto prima il
+Giudaismo e gli diede la sanzione di un dovere religioso.
+Ma il merito del Cristianesimo non deve renderci ingiusti
+verso gli Ebrei che seppero mostrarsi degni del sacro deposito
+della legge che avevano ricevuto da Dio.
+</p>
+
+<p>
+Infatti nel Talmud troviamo:
+</p>
+
+<p>
+“Amerai il tuo prossimo come te stesso. È questa la
+gran legge di tutta la legge. Guai a chi dice: <i class="quo">Sono
+avvilito, sia avvilito anche il mio prossimo, sono maladetto,
+sia maladetto anche il mio prossimo.</i> Pensi
+costui chi avvilisce, chi maledice; egli avvilisce e maledice
+chi porta in sè l'immagine
+divina”&nbsp;<a id="FNa_122"></a><a href="#Fn_122" class="fna">(122)</a>.
+</p>
+
+<p>
+Ed altrove:
+</p>
+
+<p>
+“Un pagano si presentò ad
+Hillel&nbsp;<a id="FNa_123"></a><a href="#Fn_123" class="fna">(123)</a>
+e gli disse:
+</p>
+
+<div>
+<span class="pageno" title="78" id="page-78"></span>
+</div>
+
+<p>
+“<i class="quo">Io sarò ebreo, ma a questo patto; voglio che tu mi
+insegni tutta la legge in tanto tempo quanto posso tenermi
+ritto su d'un piede solo.</i> Hillel sorride, accetta
+la prova, e incomincia in questo modo: Ama il tuo
+prossimo; non fare ad altri quello che a te spiacerebbe.
+Ecco, amico mio, tutta la legge. Tutte le altre prescrizioni
+sono una conseguenza di queste: va e
+studiale”&nbsp;<a id="FNa_124"></a><a href="#Fn_124" class="fna">(124)</a>.
+</p>
+
+<p>
+In altro luogo due rabbini discutendo sulla base della
+morale, e sul vero criterio della religione esprimono le
+seguenti opinioni. L'uno dice che tutto è fondato sul
+precetto dell'amore del prossimo, l'altro invece sulla unità
+della razza
+umana&nbsp;<a id="FNa_125"></a><a href="#Fn_125" class="fna">(125)</a>.
+</p>
+
+<p>
+Nè l'amore del prossimo, tanto filosoficamente espresso
+in questa ultima massima, è, pei Talmudisti, soltanto un
+precetto scritto sulla carta e non applicato.
+</p>
+
+<p>
+Ognun sa che gli odii religiosi, sempre vivi ed accaniti,
+lo sono tanto più fra differenti sètte della stessa
+religione; e sono pur note le dissensioni fra la scuola di
+Hillel e quella di Shamai, dissensioni che, per dirla colla
+espressione rabbinica, d'una legge sola ne facevan due.
+</p>
+
+<p>
+Ora ecco cosa leggiamo nel Talmud a questo proposito:
+</p>
+
+<p>
+“La scuola di Shamai e la scuola di Hillel, in perpetue
+disputazioni religiose l'una contro l'altra dividevano
+Israello in due grandi partiti, di cui uno parteggiava
+pel primo e l'altro per l'altro. Una scuola
+dichiarava immonde molte cose che l'altra voleva pure;
+quella dichiarava illegittimi i matrimoni in certi gradi
+<span class="pageno" title="79" id="page-79"></span>
+di parentela, che questa credeva permessi. E tuttavia
+i due partiti e le due scuole vivevano comodamente
+insieme; non si astenevano dal mangiare l'uno in casa
+dell'altro, e legavano maritaggi gli uni cogli
+altri”&nbsp;<a id="FNa_126"></a><a href="#Fn_126" class="fna">(126)</a>.
+</p>
+
+<p>
+Nè questo spirito di tolleranza vien meno, allorquando
+si tratta di altre religioni. Le prove che potremmo addurre
+sono tali e tante che ci troviamo obbligati a scegliere.
+</p>
+
+<p>
+“La giustizia non è un retaggio particolare, non è
+di discendenza; solo i sacerdoti sono sacerdoti, solo i
+leviti sono leviti; chi volesse divenire o sacerdote o
+levita, non può: tutti che vogliono, possono divenire
+giusti, anche il
+pagano”&nbsp;<a id="FNa_127"></a><a href="#Fn_127" class="fna">(127)</a>.
+</p>
+
+<p>
+Ed a confermare il precetto coll'esempio non mancano
+nel Talmud leggende e racconti, nelle quali, idolatri sono
+rappresentati come specchio d'ogni virtù! Si legga, a cagion
+d'esempio, la leggenda del pagano Damo d'Ascalona
+che riferiamo fra i documenti, giovandoci della bella traduzione
+datane dal Levi, e ci si dica se, in tutte le letterature
+antiche, esiste una pagina dove un nemico, un infedele,
+sia ritratto con così splendidi
+colori&nbsp;<a id="FNa_128"></a><a href="#Fn_128" class="fna">(128)</a>.
+</p>
+
+<p>
+Ma la tolleranza è, checchè se ne sia detto, virtù essenzialmente
+giudaica, ed un sereno pensatore, anche ignorando
+il Talmud, dovrebbe convenire che un popolo non
+avrebbe potuto sopportare per secoli e secoli, senza trascendere
+a vendette e ad eccessi quella lunga serie di persecuzioni
+di cui Milman ebbe a dire “che furono le più
+schifose e le più continue che possano citarsi fra le nazioni
+al dissopra dello stato
+selvaggio”&nbsp;<a id="FNa_129"></a><a href="#Fn_129" class="fna">(129)</a>, se non
+<span class="pageno" title="80" id="page-80"></span>
+avesse trovato nella propria legge il fondamento di ogni
+virtù, e non avesse succhiato col sangue il precetto dei
+suoi maestri: “Scopo principale dei religiosi precetti
+si e l'avvicinamento fra Israello e tutti gli esseri
+creati”&nbsp;<a id="FNa_130"></a><a href="#Fn_130" class="fna">(130)</a>.
+</p>
+
+<p>
+La carità verso i peccatori è spesso raccomandata dal
+Talmud. “Non giudicate gli altri senza mettervi al loro
+posto.”&nbsp;<a id="FNa_131"></a><a href="#Fn_131" class="fna">(131)</a>.
+</p>
+
+<p>
+Ed altrove:
+</p>
+
+<p>
+“Tre cose conducono, anzi trascinano l'uomo malgrado
+suo al male,&nbsp;—&nbsp;l'errore della idolatria, la passione e
+la povertà.
+</p>
+
+<p>
+“Meritano perciò grande compassione gl'infelici che
+ne sono trascinati, ed è dovere nostro di pregare Iddio
+per
+loro”&nbsp;<a id="FNa_132"></a><a href="#Fn_132" class="fna">(132)</a>.
+</p>
+
+<p>
+E come moralità di uno dei tanti apologhi che formicolano
+nel Talmud:
+</p>
+
+<p>
+“Il giusto non deve mai provocare la punizione di
+Dio sul
+colpevole”&nbsp;<a id="FNa_133"></a><a href="#Fn_133" class="fna">(133)</a>.
+</p>
+
+<p>
+Nè il Dio degli Ebrei è animato da quello spirito di
+crudeltà e di intolleranza che i nemici del Giudaismo gli
+prestano, per poi torcere contro gli Ebrei il noto detto
+che non Dio ha fatto l'uomo a sua immagine, ma che
+ogni uomo si foggia un Dio ad immagine sua. Mentre
+i pagani sono vinti dagli Ebrei, Dio geme e sclama:
+</p>
+
+<p>
+“Ebrei e pagani sono opera delle mie mani, potrei io
+annientare gli uni per far trionfare gli altri?”&nbsp;<a id="FNa_134"></a><a href="#Fn_134" class="fna">(134)</a>.
+</p>
+
+<p>
+Ed altrove:
+</p>
+
+<div>
+<span class="pageno" title="81" id="page-81"></span>
+</div>
+
+<p>
+“Il Signore così protestava a Mosè: Ebreo o gentile,
+uomo o donna, servo o libero, tutti sono eguali
+per me; ogni buona opera è accompagnata dal
+premio”&nbsp;<a id="FNa_135"></a><a href="#Fn_135" class="fna">(135)</a>.
+</p>
+
+<p>
+E questo principio si riscontra, ad ogni pie' sospinto,
+nel Talmud.
+</p>
+
+<p>
+“Giuro pel cielo e per la terra, risponde un dottore,
+che ebreo od idolatra, uomo o donna, schiavo o ancella,
+tutti sono giudicati secondo le loro opere e su tutti
+può scendere lo spirito
+divino”&nbsp;<a id="FNa_136"></a><a href="#Fn_136" class="fna">(136)</a>.
+</p>
+
+<p>
+E questo giuramento, monumento insigne di tolleranza,
+e quale difficilmente si troverebbe nei codici religiosi di
+altre nazioni, trovasi ripetuto nel <cite>Tanà Devè Eliau</cite>, libro
+antichissimo dei tempi talmudici, e così autorevole
+presso gli Ebrei che la pietosa leggenda lo attribuisce
+al profeta Elia.
+</p>
+
+<p>
+Nè, checchè siasi preteso in contrario, questo spirito
+di tolleranza venne meno negli Ebrei moderni.
+</p>
+
+<p>
+Un illustre rabbino italiano del secolo <span class="sc num">xvii</span> scrive:
+</p>
+
+<p>
+“..... E dicono i Rabbini che honorar similmente si
+deve ogni Vecchio, ben che non sia Hebreo, come Cittadino
+del mondo di molto tempo, che ha passato molti avenimenti
+et in conseguenza per esperienza saggio; da
+Giobbe, cap. 12. <i class="quo" xml:lang="la">In antiquis est sapientia et in
+multo tempore
+prudentia</i>”&nbsp;<a id="FNa_137"></a><a href="#Fn_137" class="fna">(137)</a>.
+</p>
+
+<p>
+Un altro italiano, S. D. Luzzatto, è autore di queste
+parole che noi vorremmo seriamente meditate da coloro,
+che, non sappiamo per quali satanici intenti, si sforzano
+<span class="pageno" title="82" id="page-82"></span>
+a metter zizzania fra Cristiani ed Ebrei: “Chi volesse
+confutarli [gli scrittori che presero a difendere il Cristianesimo],
+quand'anche lo facesse per difendere il
+Giudaismo, commetterebbe una immorale azione, poichè
+contribuirebbe ad immergere molta parte dell'umana società
+nella irreligione, essendo quasi impossibile che le
+nazioni nate fuori dal Giudaismo lo abbraccino... Che
+se taluno poi pensasse a confutare gli apologisti del Cristianesimo
+coll'idea di guarentire i suoi correligionari
+dalla seduzione dei loro scritti, il suo procedere non
+cesserebbe di esser men che onesto, siccome quello che
+nuocerebbe a milioni per giovare ad uno o
+due”&nbsp;<a id="FNa_138"></a><a href="#Fn_138" class="fna">(138)</a>.
+</p>
+
+<p>
+A queste parole di stragrande importanza, e pel valore
+dell'uomo che le dettava, che fu può dirsi il maestro di
+tutti i Rabbini oggi viventi in Italia, e per essere scritte
+in una lettera particolare, non destinata a veder la luce,
+tanto che rimase inedita per ben quarant'anni, fanno degno
+riscontro le seguenti del venerando M. Isidore, gran
+Rabbino di Francia.
+</p>
+
+<p>
+“La Religione..... non ha che una missione, quella di
+raccomandare la concordia e la giustizia e benedire
+gli uomini di cuore a qualunque culto appartengano,
+nessuno essa eccettua ed a tutti richiede annegazione
+e
+sincerità”&nbsp;<a id="FNa_139"></a><a href="#Fn_139" class="fna">(139)</a>.
+</p>
+
+<p>
+Ad un accanito nemico degli Ebrei, a Paolo Medici, autore
+di un libro scritto espressamente per provocare l'odio
+ed il disprezzo contro gli
+Ebrei&nbsp;<a id="FNa_140"></a><a href="#Fn_140" class="fna">(140)</a>,
+la verità strappa
+<span class="pageno" title="83" id="page-83"></span>
+queste due preziose confessioni che mostrano, al paro dei
+passi da noi citati, lo spirito di tolleranza del Giudaismo.
+</p>
+
+<p>
+“Nella formola della confessione degli Ebrei in cui
+chiedono l'assoluzione dei loro peccati è fra gli altri
+annoverato il seguente: abbiamo altri in
+abbominazione”&nbsp;<a id="FNa_141"></a><a href="#Fn_141" class="fna">(141)</a>.
+</p>
+
+<p>
+Locchè ci pare provi che se gli Ebrei nutrono odio
+contro chicchessia, e questo accade naturalmente anche
+a loro, perchè non sono migliori degli altri uomini, la
+loro religione però li obbliga ad accusarsene come di un
+peccato.
+</p>
+
+<p>
+E lo stesso Medici ci reca la seguente prova dello spirito
+di tolleranza de' Rabbini:
+</p>
+
+<p>
+“Nel trattato Tahamit, cap.
+4&nbsp;<a id="FNa_142"></a><a href="#Fn_142" class="fna">(142)</a>,
+prescrivono i Rabbini
+e dicono che se alcuno vuol digiunare, digiuni il
+lunedì, il martedì, il mercoledì o il giovedì, non mai però
+il venerdì, il sabbato o la domenica... La causa perchè
+non digiunano la Domenica, dice nello stesso luogo
+Rabbi Jochanan, per amor di
+Cristiani”&nbsp;<a id="FNa_143"></a><a href="#Fn_143" class="fna">(143)</a>.
+</p>
+
+<p>
+Ogni spirito imparziale converrà, che non è possibile
+dar prova maggiore di tolleranza che vietare ai seguaci
+di una religione di far penitenza in un dato giorno, per
+ciò soltanto che, in quel giorno, i seguaci di un'altra
+religione celebrano la loro festa.
+</p>
+
+<p>
+Se il <cite>Talmud</cite> è, come abbiamo dimostrato, legge
+di tolleranza, esso, seguendo il precetto del salmista
+(<span class="sc num">xxxiv</span>, 15) “<i class="quo">Ritratti
+dal male e fa il bene</i>” è anche
+legge di carità e si informa a quella universale pietà ed
+umanità che formarono in ogni secolo la gloria degli Israeliti.
+<span class="pageno" title="84" id="page-84"></span>
+I Siri dopo una battaglia perduta, dicono al proprio
+Re: <i class="quo">noi abbiamo udito dire che i Re della casa d'Israele
+sono Re
+benigni</i>&nbsp;<a id="FNa_144"></a><a href="#Fn_144" class="fna">(144)</a>.
+I Talmudisti dicono: “Gli Ebrei
+si distinguono per tre caratteri: essi, cioè, sono pietosi,
+verecondi e
+beneficienti”&nbsp;<a id="FNa_145"></a><a href="#Fn_145" class="fna">(145)</a>;
+ed altrove: “Chi non ha pietà non è della stirpe
+d'Abramo”&nbsp;<a id="FNa_146"></a><a href="#Fn_146" class="fna">(146)</a>.
+</p>
+
+<p>
+Ed in altro luogo: “Caratteristica dei discendenti di
+Abramo è la pietà verso tutti gli esseri
+creati”&nbsp;<a id="FNa_147"></a><a href="#Fn_147" class="fna">(147)</a>.
+</p>
+
+<p>
+Ed estendendo lo spirito di beneficenza anche ai non
+israeliti: “Per conservare l'unione e l'armonia che devono
+regnare fra tutti i membri della famiglia umana
+è prescritto di nutrire i poveri idolatri al paro dei poveri
+israeliti, di visitare i malati idolatri al pari dei
+malati israeliti, di rendere gli estremi uffici tanto agli
+idolatri morti, quanto agli
+israeliti”&nbsp;<a id="FNa_148"></a><a href="#Fn_148" class="fna">(148)</a>.
+</p>
+
+<p>
+Ed il Modena constata come questo spirito di carità
+fosse ancor vivo negli Ebrei dei suoi tempi: “Hanno
+anco tanto per opera pia il dare elemosina, e sovvenir
+ogni misero, benchè non sia Hebreo; in particolare a
+quelli delle città, e luoghi dove abitano; come cosa
+propria della pietà humana indifferentemente et espressamente
+lo raccontano i
+Rabini”&nbsp;<a id="FNa_149"></a><a href="#Fn_149" class="fna">(149)</a>.
+</p>
+
+<p>
+Di questo spirito di carità presso gli Ebrei rende splendida
+testimonianza un autore non sospetto, l'illustre De-Gerando
+<span class="pageno" title="85" id="page-85"></span>
+con queste parole: “Tanta è la forza della
+legislazione biblica sulla carità, che essa ha conservato
+tutti i suoi effetti attraverso alle vicissitudini che ha
+subito questo popolo da tanti secoli. Qualunque siano
+state le sue disgrazie, fuggitivo, sparpagliato, perseguitato,
+non si è punto visto i suoi figli ricorrere alla
+carità pubblica. Anche là dove i diritti civili gli sono
+stati negati, là dove egli si trovava escluso dai principali
+rami di industria e dalla facoltà di possedere
+degli immobili, egli ha trovato nella comunità religiosa
+e morale, che unisce tutti i membri, dei mezzi sufficienti
+per sovvenire a' bisogni di quelli fra essi che non poterono
+sussistere coi loro proprii
+mezzi”&nbsp;<a id="FNa_150"></a><a href="#Fn_150" class="fna">(150)</a>.
+</p>
+
+<p>
+Ed oggi ancora uno dei più illustri letterati e pensatori
+francesi, Maxime du Camp, in un notevole lavoro
+sulla
+carità&nbsp;<a id="FNa_151"></a><a href="#Fn_151" class="fna">(151)</a>
+può scrivere senza tema di essere smentito
+queste parole:
+</p>
+
+<p>
+“Ho molto viaggiato, e molto osservato, e non ho trovato
+in nessun luogo razza più benefaciente e più soccorrevole
+della razza ebraica.”
+</p>
+
+<p>
+Dopo un pensatore un romanziere, ed un romanziere
+alla moda, Ernest Dandet che nel suo <cite xml:lang="fr">Jack</cite> scrive:
+</p>
+
+<p>
+“Quando un ebreo si mette ad esser generoso la sua
+carità è inesauribile.”
+</p>
+
+<p>
+Se dal frutto si giudica l'albero, da questi concordi giudizi
+sarà agevole argomentare quali sieno le dottrine giudaiche
+in materia di beneficenza. Ci piace però raccogliere
+anche su questo argomento talune sentenze talmudiche e
+non ci sarà difficile raccoglierne nelle opere di quei dottori
+<span class="pageno" title="86" id="page-86"></span>
+che avevan per massima: “Fine della sapienza, esser
+la penitenza e le buone
+opere”&nbsp;<a id="FNa_152"></a><a href="#Fn_152" class="fna">(152)</a>,
+e che dicevano
+“lo stesso povero che vive di elemosina non esser
+dispensato dalle opere di
+carità”&nbsp;<a id="FNa_153"></a><a href="#Fn_153" class="fna">(153)</a>,
+e che insegnavano
+“principio della divina legge esser la carità; fine la
+carità”&nbsp;<a id="FNa_154"></a><a href="#Fn_154" class="fna">(154)</a>.
+</p>
+
+<p>
+Ed ecco taluni precetti sull'argomento: “Tieni la
+tua casa a chiunque aperta e sien i poveri tuoi
+famigliari”&nbsp;<a id="FNa_155"></a><a href="#Fn_155" class="fna">(155)</a>.&nbsp;—&nbsp;“Val
+più la carità che la
+beneficenza”&nbsp;<a id="FNa_156"></a><a href="#Fn_156" class="fna">(156)</a>.&nbsp;—&nbsp;“Amare
+l'umanità equivale ad amar
+Dio&nbsp;<a id="FNa_157"></a><a href="#Fn_157" class="fna">(157)</a>.”&nbsp;—&nbsp;“Quattro caratteri vi sono nella beneficenza.
+Chi dà volentieri, ma non vuole che altri
+dia, è geloso de' meriti altrui. Chi vuol ch'altri dieno,
+ma egli stesso non dà, è avaro. Chi dà del suo e vuole
+ch'altri dieno, è uomo pio. Chi non dà, nè vuole ch'altri
+dieno, è
+malvagio”&nbsp;<a id="FNa_158"></a><a href="#Fn_158" class="fna">(158)</a>.
+</p>
+
+<p>
+Si noti però che mentre il Talmud eccita il ricco alla
+beneficenza, eccita il povero al lavoro dicendogli: “L'uomo
+che è mantenuto foss'anche dal padre, fosse anche dalla
+madre e dai figliuoli suoi, non prova mai l'ineffabile
+compiacenza di chi si mantiene colle proprie
+fatiche”&nbsp;<a id="FNa_159"></a><a href="#Fn_159" class="fna">(159)</a>
+e dipingendogli la sorte dell'uomo che
+vive dell'altrui beneficenza usa queste parole che rammentano
+i famosi versi del nostro Dante:
+</p>
+
+<p>
+“Quand'uno trovasi costretto a ricorrere all'altrui beneficenza,
+<span class="pageno" title="87" id="page-87"></span>
+egli è come fosse condannato a due supplizi,
+a quello del fuoco e a quello
+dell'acqua”&nbsp;<a id="FNa_160"></a><a href="#Fn_160" class="fna">(160)</a>.
+</p>
+
+<p>
+E perciò il Talmud contiene consigli di previdenza
+così saggia, che nessun economista moderno sdegnerebbe
+di firmare; questo, per esempio: “Ti costruisci prima
+una casa, acquista qualche terreno, coltivalo e quindi
+pensa ad
+ammogliarti”&nbsp;<a id="FNa_161"></a><a href="#Fn_161" class="fna">(161)</a>.
+</p>
+
+<p>
+Ma ogni legge sulla beneficenza sarebbe incompleta e
+manchevole, se non consigliasse più il soccorso che permette
+all'infelice di rialzarsi, mercè la propria attività,
+che la elemosina pura e semplice, che abbassa il carattere
+di chi la riceve. Come non plaudire quindi a questo
+precetto talmudico: “Ha maggior merito chi presta
+che chi
+dona”?&nbsp;<a id="FNa_162"></a><a href="#Fn_162" class="fna">(162)</a>.
+</p>
+
+<p>
+E dopo essersi dato tanto pensiero per inculcare la beneficenza,
+provvedono i dottori del Talmud ad impedire, per
+quanto sta in loro, che i malvagi sfruttino la beneficenza
+dei pii: “Chi non abbisognando di vivere di elemosina,
+pur la riceve, non morrà di vecchiaia se pria non sia
+stato ridotto alla stringente necessità d'implorare l'altrui
+beneficenza. D'altro canto, chi oppresso dalla miseria
+fa ogni onorato sforzo per non accattare il suo
+pane, perverrà prima di morire a nutrire egli stesso
+degli sventurati co' suoi averi. È di lui che disse Geremia
+(<span class="sc num">xvii</span>, 7) <i class="quo">Benedetto
+l'uomo che si confida nel Signore
+e la cui confidenza è il
+Signore</i>”&nbsp;<a id="FNa_163"></a><a href="#Fn_163" class="fna">(163)</a>.
+</p>
+
+<p>
+In questo stesso Talmud, tanto calunniato, si trovano,
+con grandissima meraviglia, trattate e risolute questioni
+che nel <span class="sc num">xix</span> secolo preoccupano ancora
+lo spirito pubblico.
+</p>
+
+<div>
+<span class="pageno" title="88" id="page-88"></span>
+</div>
+
+<p>
+La questione della pena di morte vi è
+esaminata&nbsp;<a id="FNa_164"></a><a href="#Fn_164" class="fna">(164)</a>.
+</p>
+
+<p>
+“Se un tribunale, vi si legge, pronunzia ogni sette
+anni una sentenza capitale, si ha il diritto di chiamarlo
+crudele. Esso merita questo rimprovero, dice Rabi Eleazzaro,
+anche se pronuncia una condanna di morte ogni
+settanta anni. Se noi avessimo fatto parte del gran tribunale
+(aggiungono Rabbi Tarfon e Akivà), mai nessun
+uomo sarebbe stato condannato a morte.
+</p>
+
+<p>
+“Questo sarebbe, dice un ultimo rabbino, causa che i
+delitti di sangue si farebbero frequenti in
+Israello”&nbsp;<a id="FNa_165"></a><a href="#Fn_165" class="fna">(165)</a>.
+È a questo stesso Talmud, a questo stesso libro ove sta
+scritto <i class="quo">anche al reo scegli una morte
+dolce</i>&nbsp;<a id="FNa_166"></a><a href="#Fn_166" class="fna">(166)</a>
+che si
+è ispirato uno scrittore ebreo dell'<span class="sc num">xi</span> secolo,
+Giuda Levi,
+per scrivere queste parole che nessun moderno criminalista
+respingerebbe.
+</p>
+
+<p>
+L'opera è in forma di dialogo tra un re <i class="pers">Cosri</i> ed un
+Ebreo che rappresenta le opinioni dell'autore:
+</p>
+
+<p>
+“<i class="pers">Cosri.</i> Le pene imposte pei reati sono forse fissate
+dalla legge dove è detto: Occhio per occhio, dente per
+dente. Ciò che un uomo ha fatto di male ad un altro,
+deve a sua volta soffrirlo?
+</p>
+
+<p>
+“<i class="pers">L'Ebreo.</i> Non è detto nello stesso luogo: Chi avrà
+ucciso una giumenta la pagherà o la compenserà. Vita
+per vita. Chi colpirà un animale lo prenderà e lo pagherà?
+</p>
+
+<p>
+“Questi due casi intendonsi del pagamento del prezzo,
+<span class="pageno" title="89" id="page-89"></span>
+perchè ciò non vuol dire: Se qualcheduno ha ferito il
+tuo cavallo, tu ferisci il suo; ma bensì: Prendi il suo
+cavallo e pagati. Difatti non vi sarebbe per te nessun
+vantaggio a colpire il cavallo. Così se qualcuno ti taglia
+la mano, non è detto tagliagli a tua volta la mano,
+perchè non vi sarebbe per te nessun vantaggio a tagliargli
+la mano. È inutile far notare tutto ciò che vi
+sarebbe di contrario alla giustizia ed alla sana ragione
+in sentenze pronunziate sulla base del principio: frattura
+per frattura, ferita per ferita, cattiveria per cattiveria.
+Difatti come potremmo noi misurare, graduare
+esattamente tali cose; uno, per caso, muore in conseguenza
+d'una ferita ed un altro no. Possiamo noi essere
+giudici esatti del più e del meno? Strapperemo noi un
+occhio tanto a chi ne ha uno solo come a chi ne ha due?
+Così uno diverrebbe cieco, l'altro soltanto monocolo. La
+legge dice: l'uomo sopporterà le conseguenze del male
+che ha
+fatto”&nbsp;<a id="FNa_167"></a><a href="#Fn_167" class="fna">(167)</a>.
+</p>
+
+<p>
+Le dottrine giuridiche del Talmud meriterebbero, del
+resto, da sole, l'onore di uno speciale volume. “Quando
+è, dice un dottore, che giustizia e benevolenza s'incontrano?
+Allorquando due litiganti vengono ad un accomodamento
+pacifico.” Legislatori che tanto prediligevano
+la conciliazione, non potevano dimenticarsi di
+reprimere l'avidità di coloro che, troppo spesso, spiegano
+dinanzi ai tribunali azioni temerarie. “Chi esige ciò che
+non gli spetta, nonchè veder frustrate le ingiuste sue
+richieste perde pure ciò che di fatto
+possiede”&nbsp;<a id="FNa_168"></a><a href="#Fn_168" class="fna">(168)</a>.
+Le più minuziose raccomandazioni sono fatte ai giudici,
+perchè non si lascino in nessun modo influenzare da nessuna
+<span class="pageno" title="90" id="page-90"></span>
+delle due parti contendenti: “Non ti costituir giudice,
+nè del tuo amico, nè del tuo nemico, poichè nel
+primo non sapresti ravvisare la colpa, nel secondo
+l'innocenza”&nbsp;<a id="FNa_169"></a><a href="#Fn_169" class="fna">(169)</a>.
+Il precetto del Levitico (<span class="sc num">xix</span>, 15):
+<i class="quo">Non
+aver riguardo alla qualità del povero</i>, vi è ampiamente
+sviluppato, e, mentre da un lato si impiega ogni
+mezzo per impedire che il giudice faccia traboccare la
+bilancia della giustizia a pro del ricco, gli si raccomanda
+poi di non lasciarsi vincere dalla compassione verso il povero
+a scapito della giustizia.
+</p>
+
+<p>
+Si direbbe che il motto di Lessing “bisogna esser
+giusti anche col diavolo,” sia il compendio delle dottrine
+talmudiche; e se, sventuratamente per la magistratura
+francese, il famoso motto:
+<i class="quo" xml:lang="fr">“La Cour rend des arrêts et
+non des services”</i> non venne mai
+pronunciato&nbsp;<a id="FNa_170"></a><a href="#Fn_170" class="fna">(170)</a>,
+i giudici del Talmud si ispirano ad un principio di giustizia
+ancor più completo: <i class="quo">I Tribunali non rendono servigio
+ai potenti e non beneficano gl'indigenti</i>. Il fatto solo del
+resto che il legislatore abbia creduto necessario moltiplicare
+i precetti per mettere in guardia i giudici contro
+gli impulsi del cuore, troppo facile a favorire l'indigente
+a danno del ricco ed a scapito della giustizia, mostra
+di qual tempra fossero, in quei tempi, i giudici in
+Israello.
+</p>
+
+<p>
+Nè men bella è la disposizione talmudica che mentre
+eccettua talune classi di persone dal deporre in giudizio,
+dispone poi che tutti indistintamente possano esser sentiti
+nelle cause criminali, ma unicamente come testi a
+difesa. Le stesse formalità di cui è circondata la pena di
+morte, che vedemmo del resto eseguirsi assai di rado, mostrano
+<span class="pageno" title="91" id="page-91"></span>
+quanto rispetto, anco in quelle epoche di ferrea
+giurisprudenza, avessero i dottori del Talmud per la vita umana.
+</p>
+
+<p>
+Prima di lasciare questo argomento ci si permetta notare
+un'altra disposizione del Talmud, che mostra quanto
+quei dottori avessero nettamente tracciata la distinzione
+tra la legge religiosa e la civile. I Tribunali non potranno
+costringere chicchessia all'osservanza di un precetto affermativo,
+quando la legge divina abbia sancito un premio
+per l'osservanza di tale precetto.
+</p>
+
+<p>
+E, come nelle dottrine giuridiche, così anche nelle sociali,
+il <cite>Talmud</cite> precorreva i tempi. Nessun libro, crediamo, del
+medio-evo, inculca ed esalta tanto i beneficii dell'istruzione
+quanto il <cite>Talmud</cite>.
+</p>
+
+<p>
+Se la bella massima del Salmista, che la sapienza cristiana
+volle sempre sotto gli occhi degli studiosi:
+<i class="quo" xml:lang="la">Initium
+sapientiae timor Domini</i> non è espressamente scritta nel
+<cite>Talmud</cite> vi è in compenso quest'altra, prova dell'infinita
+tolleranza dei Talmudisti anche in materia di dottrina;
+“Chiunque pronuncia qualche sapiente parola, anche se
+idolatra, è sempre
+savio”&nbsp;<a id="FNa_171"></a><a href="#Fn_171" class="fna">(171)</a>.
+</p>
+
+<p>
+Frequentissime sono nel <cite>Talmud</cite> massime come questa:
+“Chi istruisce il compagno sarà ben accolto nel cielo.&nbsp;—&nbsp;Chi
+istruisce la plebe, la sua preghiera sarà sì potente,
+da volgere in suo favore i divini
+giudizi”&nbsp;<a id="FNa_172"></a><a href="#Fn_172" class="fna">(172)</a>.
+</p>
+
+<p>
+Oppure: “Chi istruisce le masse ha ugual merito di
+chi offre
+sacrifizi”&nbsp;<a id="FNa_173"></a><a href="#Fn_173" class="fna">(173)</a>.
+</p>
+
+<p>
+E quest'altra, in cui all'amore dell'istruzione si congiunge
+il sentimento della vera democrazia: “Curate
+l'istruzione dei poveri, che da essi sorgeranno i veri
+<span class="pageno" title="92" id="page-92"></span>
+cultori della scienza. Perchè ordinariamente i dotti escono
+di mezzo a loro? Perchè non si creda che la
+scienza sia
+un'eredità”&nbsp;<a id="FNa_174"></a><a href="#Fn_174" class="fna">(174)</a>.
+</p>
+
+<p>
+Nè l'istruzione deve essere soltanto religiosa, ma anco
+professionale. “Come è dovere del padre di istruire il
+figlio nella religione, così egli è obbligato a fargli apprendere
+una professione. Chi non fa apprendere a suo
+figlio una professione è come se lo indirizzasse per la via
+dell'assassinio”&nbsp;<a id="FNa_175"></a><a href="#Fn_175" class="fna">(175)</a>.
+</p>
+
+<p>
+E, cosa strana, pel libro di una religione che fu accusata
+di trascurare la donna, non mancano nemmeno, nel <cite>Talmud</cite>,
+precetti per raccomandare l'istruzione della donna:
+“Ogni uomo è obbligato ad insegnare la legge a sua
+figlia”&nbsp;<a id="FNa_176"></a><a href="#Fn_176" class="fna">(176)</a>.
+</p>
+
+<p>
+Del resto se la parte assegnata alla donna nel mondo
+giudaico non è al tutto conforme alle idee del nostro secolo,
+sarebbe ingiustizia il negare che il Talmud curò
+con ogni mezzo di rinserrare i vincoli di famiglia, di
+innalzare la dignità morale della donna. Valgano queste
+massime a dimostrarlo.
+</p>
+
+<p>
+“Dicono i savii, chi ama la propria moglie come se
+stesso, e la onora più che se stesso, e chi indirizza i
+suoi figli e le sue figlie nella via retta, e colloca questi
+quando sono giunti all'età del matrimonio, di lui è
+detto: e riconoscerai che è pace nella sua
+tenda”&nbsp;<a id="FNa_177"></a><a href="#Fn_177" class="fna">(177)</a>.
+</p>
+
+<p>
+“Chi ripudia la sua prima moglie, persino l'altare
+versa su di lui
+lagrime”&nbsp;<a id="FNa_178"></a><a href="#Fn_178" class="fna">(178)</a>.
+</p>
+
+<div>
+<span class="pageno" title="93" id="page-93"></span>
+</div>
+
+<p>
+“Sempre dee esser l'uomo attento di non addolorar sua
+moglie perchè le sue lagrime essendo pronte, anche la
+pena è pronta.
+</p>
+
+<p>
+“Sempre deve essere l'uomo attento di onorare sua
+moglie, perchè la benedizione non si trova in casa dell'uomo
+che in grazia della
+moglie”&nbsp;<a id="FNa_179"></a><a href="#Fn_179" class="fna">(179)</a>.
+</p>
+
+<p>
+“Per merito delle donne pie furon liberati gli Ebrei
+dall'Egitto”&nbsp;<a id="FNa_180"></a><a href="#Fn_180" class="fna">(180)</a>.
+</p>
+
+<p>
+“Augusta ricompensa serba Dio alla donna. Rav diceva
+a Rabì Hiyà, grande è il merito della donna,
+comecchè dessa sparga i primi più efficaci semi della
+religiosa educazione nei teneri petti de' fanciulli, dessa
+accuratamente veglia alle domestiche cose, mentre il
+marito s'occupa degli affari e degli studi
+religiosi”&nbsp;<a id="FNa_181"></a><a href="#Fn_181" class="fna">(181)</a>.
+</p>
+
+<p>
+“L'uomo deve nutrirsi d'alimenti che sieno al dissotto
+della sua fortuna, vestirsi come la sua fortuna gli consente,
+ma provvedere ai bisogni di sua moglie e dei
+suoi figli al dissopra della sua fortuna, perocchè questi
+ultimi dipendano da lui, egli dal Creatore dell'Universo”&nbsp;<a id="FNa_182"></a><a href="#Fn_182" class="fna">(182)</a>.
+</p>
+
+<p>
+“Se la tua sposa è di bassa statura, e tu ti china per
+udirne il
+parere”&nbsp;<a id="FNa_183"></a><a href="#Fn_183" class="fna">(183)</a>.
+</p>
+
+<p>
+“Ogni perdita può ripararsi, eccetto che quella della
+donna del nostro cuore. Il marito non muore che per
+sua moglie, e la donna che per suo
+marito”&nbsp;<a id="FNa_184"></a><a href="#Fn_184" class="fna">(184)</a>.
+</p>
+
+<p>
+Il Talmud del resto non è estraneo a nessuno di quei
+gentili sentimenti dei quali la età nostra sembra reclamare
+il privilegio.
+</p>
+
+<div>
+<span class="pageno" title="94" id="page-94"></span>
+</div>
+
+<p>
+Fin dal <span class="sc num">xvi</span> secolo il già citato Modena scriveva:
+</p>
+
+<p>
+“Per effetto di pietà si guardano molto anco di non
+tormentare, nè maltrattare, nè far morire crudelmente
+niun animale irrationale, e da che tutte son cose create
+da Dio, dalle parole del Salm. 144.
+<i class="quo" xml:lang="la">Et miserationes eius
+super omnia opera
+eius</i>”&nbsp;<a id="FNa_185"></a><a href="#Fn_185" class="fna">(185)</a>.
+</p>
+
+<p>
+Ed infatti non mancano nel Talmud precetti che sembrano
+articoli staccati dal regolamento di qualche moderna
+società zoofila, e che farebbero balzare dalla gioia
+il cuore di qualunque vecchia pulzellona protestante di
+Londra e di Boston:
+</p>
+
+<p>
+“È proibito all'uomo di prendere alcun cibo, sino a
+che non abbia dato da mangiare ai suoi
+animali”&nbsp;<a id="FNa_186"></a><a href="#Fn_186" class="fna">(186)</a>.
+</p>
+
+<p>
+“Il divieto di maltrattare gli animali è divieto della
+divina
+legge”&nbsp;<a id="FNa_187"></a><a href="#Fn_187" class="fna">(187)</a>.
+</p>
+
+<p>
+“Deve l'uomo tenere per buon augurio, il vedere le
+proprie bestie mangiare e
+saziarsi”&nbsp;<a id="FNa_188"></a><a href="#Fn_188" class="fna">(188)</a>.
+</p>
+
+<p>
+E chiudo questa, troppo lunga, serie di citazioni con
+questa altra, che basta da sola a provare, il concetto
+dell'uguaglianza degli uomini dinanzi a Dio non essere
+monopolio esclusivo di nessuna religione:
+</p>
+
+<p>
+“Presso di noi, il povero è spesso respinto mentre il
+ricco è ascoltato. Ma dinanzi a Dio tutti gli uomini
+sono eguali; egli ascolta i ricchi ed i poveri, le donne
+e gli
+schiavi”&nbsp;<a id="FNa_189"></a><a href="#Fn_189" class="fna">(189)</a>.
+</p>
+
+<p>
+Altre citazioni non faremo, perchè queste bastano a
+dare un'idea esatta del <cite>Talmud</cite> a quelli che non apportano
+nessuna idea preconcetta nell'esame delle questioni.
+</p>
+
+<div>
+<span class="pageno" title="95" id="page-95"></span>
+</div>
+
+<p>
+Quanto agli altri, anco se moltiplicassimo queste citazioni
+all'infinito, non mancherebbero di opporci che abbiam
+citato i brani del <cite>Talmud</cite> che fanno onore a chi li scrisse,
+ed abbiamo taciuto gli altri.
+</p>
+
+<p>
+E certamente, lo abbiamo già detto, lo ripeteremo, e lo
+grideremmo, occorrendo, anche sopra i muricciuoli, vi sono
+nel <cite>Talmud</cite> dei brani che sono lungi dal deporre in favore
+di coloro che li dettarono.
+</p>
+
+<p>
+Ma prima di tutto convien osservare che essi si trovano
+in quella parte del <cite>Talmud</cite> che dicesi <cite>Agadà</cite> e che non
+è obbligatoria per gli
+Ebrei&nbsp;<a id="FNa_190"></a><a href="#Fn_190" class="fna">(190)</a>.
+</p>
+
+<p>
+Ma, dato pure e non concesso, che l'<cite>Halahà</cite>, cioè
+quella parte del <cite>Talmud</cite> che racchiude le prescrizioni
+rituali, contenesse qualche precetto che non fosse intieramente
+in armonia colle idee larghe e liberali del secolo,
+ogni uomo veramente imparziale dovrebbe incolparne, più
+che gli autori del <cite>Talmud</cite>, i tempi e le condizioni, in
+cui scrissero.
+</p>
+
+<p>
+Ciò che ogni Cristiano, ogni uomo ha il diritto di conoscere,
+sono i criteri coi quali gli Ebrei d'oggigiorno
+applicano il <cite>Talmud</cite>, e questi criteri ce li dà il più illustre
+Rabbino italiano del nostro secolo, il più volte citato
+prof. S. D. Luzzatto, di Padova.
+</p>
+
+<p>
+“Del resto qualunque proposizione e qualunque racconto,
+che potessero trovarsi nel <cite>Talmud</cite> o negli altri
+scritti talmudici, i quali fossero in opposizione coi
+sentimenti di universale umanità e giustizia, insinuati
+dalla natura egualmente e dalla Sacra Scrittura, debbono
+riguardarsi non già come dettami della Religione,
+e nemmeno della Tradizione, ma siccome sgraziati
+suggerimenti delle calamitose circostanze e delle pubbliche
+<span class="pageno" title="96" id="page-96"></span>
+e private vessazioni e sevizie cui gli Ebrei andavano
+esposti nei secoli di
+barbarie”&nbsp;<a id="FNa_191"></a><a href="#Fn_191" class="fna">(191)</a>.
+</p>
+
+<p>
+Riassumendo tutto quanto siam venuti dicendo, concluderemo:
+</p>
+
+<p>
+1º Il complesso delle dottrine del <cite>Talmud</cite> è ispirato
+a principii di tolleranza, carità ed amore;
+</p>
+
+<p>
+2º Vi si riscontrano per altro dei brani, frutto di
+opinioni individuali, che ripugnano ai principii moderni.
+</p>
+
+<p>
+3º Questi brani sono rigettati dagli Ebrei moderni,
+siccome il portato naturale delle condizioni di altri tempi;
+sicchè sarebbe altrettanto vano ed odioso far colpa ad
+essi di siffatte teorie, che solennemente ripudiano, quanto
+far colpa alla Chiesa Cattolica di certi brani del Molina,
+dell'Escobar e del Sanchez o delle espettorazioni stupide
+e calunniose di quel sacerdote Rohling, di cui, sormontando
+il ribrezzo che ispirano i rettili, dovremo occuparci
+più tardi.
+</p>
+
+<p>
+Non faccia poi meraviglia il vedere che non abbiamo
+parlato dell'accusa che si muove al <cite>Talmud</cite> di eccitare
+gli Ebrei a frodare coloro che non professano la fede mosaica,
+questo argomento si connette tanto strettamente
+all'altro dell'usura che assieme li verremo svolgendo nel
+futuro capitolo; paghi per ora di por fine a questo, con
+un'ultima citazione, che ci pare abbastanza espressiva:
+“Chi commette ingiustizia verso il forestiero è come la
+commettesse verso
+Dio”&nbsp;<a id="FNa_192"></a><a href="#Fn_192" class="fna">(192)</a>.
+</p>
+
+<div class="footnote"><a id="Fn_54"></a>
+<p class="foot"><a href="#FNa_54"><span class="label">(54)</span></a>
+<a href="#birt"><cite xml:lang="en">History of cristianyty from the birt
+of Christ to the
+extinction of paganism by Dan H.H. Milmann.</cite></a>
+</p>
+</div>
+
+<div class="footnote"><a id="Fn_55"></a>
+<p class="foot"><a href="#FNa_55"><span class="label">(55)</span></a>
+Lo stesso fatto si ripete per le tradizioni che servono
+di spiegazione al Zend-Avesta e che si fanno risalire allo
+stesso Zoroastro. (Cfr. <span class="sc aut">Spiegel</span>,
+<cite>Erân</cite>, pag. 365). Nella letteratura
+indiana i nomi degli autori dei principali <cite>Upanishads</cite>
+sono del paro sconosciuti. “E deve essere così, nota l'illustre
+Max Müller, per questa sorta di opere; perocchè contengono
+trattati sulle più elevate questioni, i quali perderebbero ogni
+autorità se fossero presentati agli occhi del popolo come opera
+dell'immaginazione di un uomo.” (<cite xml:lang="en">History of
+ancient sanskrit literature</cite>, ed. 2, pag. 327).
+</p>
+</div>
+
+<div class="footnote"><a id="Fn_56"></a>
+<p class="foot"><a href="#FNa_56"><span class="label">(56)</span></a>
+<cite class="sc">Avod</cite>, capo I, § 1.
+</p>
+</div>
+
+<div class="footnote"><a id="Fn_57"></a>
+<p class="foot"><a href="#FNa_57"><span class="label">(57)</span></a>
+Questi, a nostro subordinato parere, dimenticano che il
+monopolio dello studio della legge non è, e non fu mai
+nell'indole della religione mosaica. Nei tempi biblici, sacerdoti
+e leviti non formarono mai una casta
+privilegiata&nbsp;—&nbsp;<em xml:lang="la">Lex
+major sacerdotio</em>&nbsp;—&nbsp;ma costituivano la parte più
+dipendente e meno provveduta di tutta la nazione: “<i class="quo">Tu
+non avrai alcuna eredità nella terra loro e non avrai parte
+fra loro</i>” (<cite class="sc">Num.</cite> <span class="sc num">xviii</span>,
+20). Moltissimi profeti e dottori non
+appartenevano a caste sacerdotali o levitiche ma uscivano
+dalle infime classi del popolo. Nei tempi talmudici poi, la
+maggior parte dei più eminenti dottori non furono che
+umili artigiani: fabbricanti di tende o di sandali, tessitori,
+falegnami, conciatori, fornai, cuochi. Un presidente dell'accademia
+nominato in luogo di un altro, che era stato deposto
+per la sua insolenza, venne trovato da coloro che si recavano
+ad annunziargli la sua elezione, nero e sudicio fra i suoi
+mucchi di carbone; nè di ciò potrà meravigliarsi chi sappia
+essere scritto nel Talmud: “<i class="quo">È bella la scienza
+religiosa accoppiata
+al lavoro; congiunti insieme salvano dal peccato.
+Scienza religiosa senza lavoro si perde e mena al male.</i>”
+</p>
+</div>
+
+<div class="footnote"><a id="Fn_58"></a>
+<p class="foot"><a href="#FNa_58"><span class="label">(58)</span></a>
+Gli Ebrei non sarebbero stati i soli fra i popoli orientali
+a diffidare dei commentatori. È notevolissimo su di essi,
+questo giudizio che ci vien proprio dalla terra classica dei
+commentatori: “Quello che è troppo oscuro lo tralasciano,
+e ti dicono: è cosa chiara; nelle cose chiare si perdono in infinite
+lungaggini, con gran paroloni, con molte chiacchiere che
+non fanno al caso, causano confusione a chi li sente: insomma
+tutti i commentatori imbrogliano le cose.” Così Bhojatâjâ
+nel commento al Pâtanjalam yogasutram (<cite xml:lang="en">The yoga
+aphorisms</cite>, Calcutta, 1851, Bibl. Indica).
+</p>
+</div>
+
+<div class="footnote"><a id="Fn_59"></a>
+<p class="foot"><a href="#FNa_59"><span class="label">(59)</span></a>
+<cite xml:lang="de">Israelitischen Annalen</cite> del dott.
+<span class="sc aut">Jost</span>, anno 3º, vol. <span class="sc num">i</span>,
+pag. 143 et <cite xml:lang="la">alibi</cite>.
+</p>
+</div>
+
+<div class="footnote"><a id="Fn_60"></a>
+<p class="foot"><a href="#FNa_60"><span class="label">(60)</span></a>
+È un fatto costante l'antipatia degli Ebrei per le leggi
+codificate. Anche il Talmud, come vedremo, è ben lungi dall'aver
+forma di legge; è una raccolta di discussioni e non
+più, sicchè si può dire che il primo a dar forma di codice
+alla tradizione presso gli Ebrei, fosse il Maimonide, che del
+resto fu perciò aspramente criticato da molti ed anche ai nostri
+giorni da S. D. Luzzatto. (V. <cite xml:lang="de">Israelitischen Annalen</cite>
+di <span class="sc aut">Jost</span>,
+Francoforte s. M. Anno <span class="sc num">iii</span>, 1841, pag. 21 e 22).
+Se un giorno
+potrà stabilirsi che il divieto di scrivere la tradizione presso
+gli Ebrei, proveniva dal desiderio di lasciar aperta la porta a
+continue modificazioni della legge orale, senza scemarne il
+prestigio, sarà curioso trovare, in tanta differenza di tempi e
+di costumi, presso gli Ebrei, lo stesso sentimento che impedisce
+agli inglesi di codificare la loro costituzione, sicchè
+mantenendosi fedeli al loro vecchio adagio
+<i class="quo" xml:lang="la">Nolimus leges Angliae
+mutari</i> camminano pur sempre alla testa di ogni <em>vero</em>
+progresso politico. Ed a questo proposito giovi, per completare
+il parallelo, far notare che l'assioma talmudico, <i class="quo">la consuetudine
+sradica la legge</i>, (<cite class="sc">Talmud Gerosol.</cite>,
+<cite>Bavà Mezià</cite>,
+capo <span class="sc num">vii</span> in principio) è massima sempre
+viva in Inghilterra.
+</p>
+</div>
+
+<div class="footnote"><a id="Fn_61"></a>
+<p class="foot"><a href="#FNa_61"><span class="label">(61)</span></a>
+Lo stesso accade agli Indiani: una parte della loro letteratura
+non fu conservata che per tradizione orale: “Non si
+può farsi un'idea, dice Max Müller (<cite>Op. cit.</cite>, pag. 501), delle
+potenti facoltà che acquista la memoria in un organismo sociale
+tanto differente dal nostro, quanto i <cite>Parishad</cite> indiani lo
+sono dalle nostre Università. La forza della memoria, quale
+noi la vediamo e l'intendiamo, mostra come le nozioni che
+noi abbiamo dei limiti di questa facoltà siano del tutto arbitrarie.
+La nostra memoria fu da tempo remotissimo sistematicamente
+indebolita. Oggi ancora che i manoscritti non sono
+nè rari, nè cari, i giovani bramini non apprendono i canti
+dei Veda, i Brâhmana ed i Sutra se non per tradizione orale
+e mandandoli a memoria.” A queste osservazioni dell'illustre
+professore di Oxford aggiungeremo che oggi ancora nei paesi
+dove gli Ebrei studiano il Talmud non è difficile trovare
+giovanetti che lo sanno quasi intieramente a memoria, sicchè
+possono a prima vista trovare, in quella immensa e disordinata
+farraggine, il brano che da loro si richiede; sei o sette
+anni or sono tutti i giornali parlarono di un giovane ebreo
+di 25 anni, David Rosenfeld, di Minsk in Russia, che non
+soltanto sapeva tutto il <cite>Talmud</cite> a memoria e poteva indicare
+in qual pagina si trovasse ogni frase che gli si accennava,
+ma aveva nello stesso modo presenti alla memoria i
+due vasti commentarii di quell'opera: <cite>Rascì</cite> e
+<cite>Tossafot</cite>. Ciò
+del resto non deve far meraviglia allorquando si pensa che
+nella Legge di Mosè sta scritto: “Tu li ripeterai ai tuoi figliuoli,
+e ne parlerai con essi, stando in casa, camminando
+per la via e coricandoti ed alzandoti.”
+</p>
+</div>
+
+<div class="footnote"><a id="Fn_62"></a>
+<p class="foot"><a href="#FNa_62"><span class="label">(62)</span></a>
+La <cite>Mischnà</cite> venne pubblicata con una versione latina
+del testo e dei commentari di Maimonide e di Bartenora ed
+accompagnata da note di parecchi dotti, per opera del Surenusio
+in Amsterdam 1698&ndash;1703, volumi 6 in folio. Se ne ha
+pure cogli stessi commenti una versione spagnuola, Venezia,
+1601, ed una tedesca ne pubblicò il Rabe in Anspach nel 1761.
+</p>
+</div>
+
+<div class="footnote"><a id="Fn_63"></a>
+<p class="foot"><a href="#FNa_63"><span class="label">(63)</span></a>
+<em>Tanà</em> è verbo caldaico, corrispondente all'ebraico <em>Scianà</em>
+che vale <em>insegnare</em>, sicchè <em>Tanaim</em> varrebbe
+<em>maestri</em> come
+<cite>Mischnà</cite> significa <em>insegnamento</em>.
+</p>
+</div>
+
+<div class="footnote"><a id="Fn_64"></a>
+<p class="foot"><a href="#FNa_64"><span class="label">(64)</span></a>
+Voglia, signor lettore, notare che la legge orale di un popolo
+che vedremo più tardi accusato di disprezzare i lavori
+della campagna, si apre appunto con un trattato sull'agricoltura.
+</p>
+</div>
+
+<div class="footnote"><a id="Fn_65"></a>
+<p class="foot"><a href="#FNa_65"><span class="label">(65)</span></a>
+Nelle novelle di Giustiniano la <cite>Mischnà</cite> è designata
+sotto il nome di
+<span xml:lang="grc" title="deuterôsis" id="deuterosis">δευτέρωσις</span>
+(Cfr. <cite class="sc">Novella</cite> 146, 1 e
+<span class="sc aut">Sant'Agostino</span>,
+<cite xml:lang="la">Contra adversar. legis et prophetarum</cite>,
+<span class="sc num">ii</span>, 1). Questa
+parola greca che significa <em>seconda legge</em>, non traduce esattamente
+la parola <em>mischnà</em>. L'errore proviene dall'avere il verbo
+<em>scianà</em> due significati, <em>insegnare</em> e <em>ripetere</em>,
+e dall'avere taluni
+creduto che in questo secondo significato anzichè nel
+primo si dovesse cercare l'origine della parola <em>mischnà</em>.
+</p>
+</div>
+
+<div class="footnote"><a id="Fn_66"></a>
+<p class="foot"><a href="#FNa_66"><span class="label">(66)</span></a>
+<cite class="sc">Abot</cite>, capo <span class="sc num">ii</span>.
+</p>
+</div>
+
+<div class="footnote"><a id="Fn_67"></a>
+<p class="foot"><a href="#FNa_67"><span class="label">(67)</span></a>
+<cite class="sc">Bavà Metzià</cite>, 30, 6.
+</p>
+</div>
+
+<div class="footnote"><a id="Fn_68"></a>
+<p class="foot"><a href="#FNa_68"><span class="label">(68)</span></a>
+<cite class="sc">Peà</cite>, cap. <span class="sc num">i</span>.
+</p>
+</div>
+
+<div class="footnote"><a id="Fn_69"></a>
+<p class="foot"><a href="#FNa_69"><span class="label">(69)</span></a>
+<cite class="sc">Chiduscim</cite>, 40, 6.
+</p>
+</div>
+
+<div class="footnote"><a id="Fn_70"></a>
+<p class="foot"><a href="#FNa_70"><span class="label">(70)</span></a>
+<cite class="sc">Ghittin</cite>, cap. 5, Mischnà, 8.
+</p>
+</div>
+
+<div class="footnote"><a id="Fn_71"></a>
+<p class="foot"><a href="#FNa_71"><span class="label">(71)</span></a>
+Il nome di <em>talmud</em> deriva dal verbo <em>lamad</em> apprendere,
+insegnare, quasi a dire: dottrina, insegnamento.
+</p>
+</div>
+
+<div class="footnote"><a id="Fn_72"></a>
+<p class="foot"><a href="#FNa_72"><span class="label">(72)</span></a>
+I professori S. D. Luzzatto e Graetz opinano, contro
+l'autorità del Maimonide, che tanto la <cite>Ghemarà</cite> di Gerusalemme,
+quanto l'altra di Babilonia non sieno state poste in
+iscritto che molti anni dopo la morte dei rispettivi compilatori.
+Come già osservammo a proposito della <cite>Mischnà</cite> è questione
+controversa assai, ed a noi basti averla accennata.
+</p>
+</div>
+
+<div class="footnote"><a id="Fn_73"></a>
+<p class="foot"><a href="#FNa_73"><span class="label">(73)</span></a>
+Sora, città della Mesopotamia, posta in una regione fertilissima,
+sui laghi formati dall'Eufrate, e di cui uno appunto
+era chiamato Sora. Rab, detto anche Abbà Areckha, vi stabilì
+una scuola importante, quella di Neardeà non potendo bastare
+per tutta la popolazione ebraica fra il Tigri e l'Eufrate.
+V. <span class="sc aut">Neubauer</span>,
+<cite xml:lang="fr">La Géographie et le Talmud</cite>, Parigi, 1868,
+p. 343.
+</p>
+</div>
+
+<div class="footnote"><a id="Fn_74"></a>
+<p class="foot"><a href="#FNa_74"><span class="label">(74)</span></a>
+Heine giudicando, col suo istinto di poeta, il Talmud,
+che non aveva mai letto, definisce nel
+<cite xml:lang="de">Romancero</cite>, l'<cite>Agadà</cite>
+un giardino, e l'<cite>Alachà</cite> una sala di scherma.
+</p>
+</div>
+
+<div class="footnote"><a id="Fn_75"></a>
+<p class="foot"><a href="#FNa_75"><span class="label">(75)</span></a>
+La lettura del Talmud, dice <span class="sc aut">Stern</span>
+(<cite xml:lang="de">Ueber den Talmud</cite>,
+Wurzbourg, 1875, p. 21), prova che i suoi compilatori sono a
+giorno della scienza contemporanea e che accolgono la verità
+dovunque si trovi. L'osteologia del corpo umano è spiegata nel
+Talmud in un modo quasi conforme ai portati della scienza attuale.
+Il Talmud spiega diverse asserzioni della <cite>Mischnà</cite> mercè
+proposizioni geometriche che a quell'epoca dovevano essere
+note soltanto ad un piccolissimo numero di matematici. Il calendario
+elaborato da' dottori del Talmud può dirsi relativamente
+al tempo in cui venne compiuto, un vero capolavoro per
+l'abilità con cui seppero risolvere la duplice difficoltà che si parava
+loro dinanzi, evitare che alcune date feste non avessero
+a cadere in alcuni dati giorni della settimana, senza incorrere
+nell'altro gravissimo inconveniente di una soverchia disuguaglianza
+nella lunghezza degli anni. (Cfr. <span class="sc aut">S. D. Luzzatto</span>,
+<cite>Discorsi storico-religiosi</cite>, Padova, Crescini, 1870, pag. 16 e
+17 in nota).
+</p>
+</div>
+
+<div class="footnote"><a id="Fn_76"></a>
+<p class="foot"><a href="#FNa_76"><span class="label">(76)</span></a>
+<cite xml:lang="en">Jerusalem and Tiberias, Sora and Cordova, an
+Introduction to the study of Hebrew, Literature by J. W.
+Etheridge M. A. Ph. D.</cite>
+</p>
+</div>
+
+<div class="footnote"><a id="Fn_77"></a>
+<p class="foot"><a href="#FNa_77"><span class="label">(77)</span></a>
+<span class="sc aut">J. Salvador.</span> <cite xml:lang="fr">Hist.
+des Institut. de Moise et du peuple
+Hebreu.</cite> Paris, Levy, 1862, tome <span class="sc num">ii</span>, p. 311.
+</p>
+</div>
+
+<div class="footnote"><a id="Fn_78"></a>
+<p class="foot"><a href="#FNa_78"><span class="label">(78)</span></a>
+<span class="sc aut">Blanqui</span>,
+<cite xml:lang="fr">Hist. de l'Ec. Pol.</cite> Paris, 1860,
+vol. <span class="sc num">i</span>, pagina 143.
+</p>
+</div>
+
+<div class="footnote"><a id="Fn_79"></a>
+<p class="foot"><a href="#FNa_79"><span class="label">(79)</span></a>
+Imparziali sempre, non negheremo che vi siano nel
+Talmud sciocchezze puerili. Vi si discute quanti peli bianchi
+può avere una giovenca rossa, perchè si possa chiamar rossa;
+se il gran sacerdote doveva indossare prima una od altra
+parte dei suoi indumenti; se è lecito di sabato uccidere una
+pulce od un pidocchio; quando e come si possa mangiare un
+uovo fatto da una gallina in giorno festivo; ed altre simili
+insanità. Ma, di grazia, coloro che a siffatte questioni legarono
+il nome di <em>bizantine</em> erano ebrei? Passiam oltre dunque ridendo,
+perchè c'è di che ridere, ma ripetendo con Terenzio:
+<i class="quo" xml:lang="la">Homo sum umani nihil a me alienum puto.</i>
+</p>
+</div>
+
+<div class="footnote"><a id="Fn_80"></a>
+<p class="foot"><a href="#FNa_80"><span class="label">(80)</span></a>
+Trattato <cite class="sc">Soferim</cite>.
+</p>
+</div>
+
+<div class="footnote"><a id="Fn_81"></a>
+<p class="foot"><a href="#FNa_81"><span class="label">(81)</span></a>
+<span class="sc aut">Franz Delitsch</span>,
+<cite xml:lang="de">Gesch. der jüd. Poesie</cite>,
+p. <span class="sc num">ix</span>.
+</p>
+</div>
+
+<div class="footnote"><a id="Fn_82"></a>
+<p class="foot"><a href="#FNa_82"><span class="label">(82)</span></a>
+<cite xml:lang="fr">Revue Britannique</cite>, 1868,
+tomo <span class="sc num">i</span>, pag. 424.
+</p>
+</div>
+
+<div class="footnote"><a id="Fn_83"></a>
+<p class="foot"><a href="#FNa_83"><span class="label">(83)</span></a>
+<cite>Op. cit.</cite>, p. 451, nota n. 8 al cap. <span class="sc num">ii</span>.
+</p>
+</div>
+
+<div class="footnote"><a id="Fn_84"></a>
+<p class="foot"><a href="#FNa_84"><span class="label">(84)</span></a>
+<cite>Cozri</cite>, discorso <span class="sc num">iii</span>.
+</p>
+</div>
+
+<div class="footnote"><a id="Fn_85"></a>
+<p class="foot"><a href="#FNa_85"><span class="label">(85)</span></a>
+Non a caso, fra le stupide fole con cui si tentò, da
+fanatici imbecilli, disonorare la religione di Cristo, cito questa
+di Maria Lateau. Nel corso di questo lavoro dovremo occuparci
+di un tale professore dell'Università di Praga che colla
+stessa penna con cui sciolse anni sono un peana alla ciurmatrice
+belga va ora accatastando calunnie e menzogne contro
+gli Ebrei; ho nominato il famigerato prof. Rohling.
+</p>
+</div>
+
+<div class="footnote"><a id="Fn_86"></a>
+<p class="foot"><a href="#FNa_86"><span class="label">(86)</span></a>
+<cite class="sc">Maccot</cite>, cap. <span class="sc num">iii</span>.
+</p>
+</div>
+
+<div class="footnote"><a id="Fn_87"></a>
+<p class="foot"><a href="#FNa_87"><span class="label">(87)</span></a>
+Saadia ben Josef, capo dell'Accademia di Sora, ed il
+più illustre fra gli ebrei del <span class="sc num">x</span> secolo,
+nella sua opera
+<cite>Haemunoth Vehadeoth</cite> riconosce assieme alla scrittura ed
+alla tradizione l'autorità della ragione, proclama non soltanto
+il diritto, ma il dovere di esaminare la credenza religiosa, e
+dimostra come la religione, ben lungi dall'avere a temer la
+ragione, possa trovarvi un solido appoggio.
+<span class="sc aut">Munk</span> <cite xml:lang="fr">Melanges de
+phil. juive</cite>, p. 478.
+</p>
+</div>
+
+<div class="footnote"><a id="Fn_88"></a>
+<p class="foot"><a href="#FNa_88"><span class="label">(88)</span></a>
+Nulla, più della storia del Talmud, giova a provare
+come la violenza sia impotente a combattere le idee. Il
+Talmud fu proibito in epoche nelle quali il divieto della
+Chiesa non si limitava, come ora, ad una platonica iscrizione
+nell'<cite xml:lang="la">Index librorum prohibitorum</cite>.
+Giustiniano, nel 553 dell'êra
+nostra, lo proscrive, consacrandogli una intiera novella,
+la <span class="sc num">cxlvi</span>. Il re di Francia, San Luigi,
+fece bruciare, nelle vie
+di Parigi, 24 carrettate di scritti talmudici. A Cremona, un
+monaco fanatico vantò di averne bruciato dodici mila esemplari.
+In un periodo di meno di cinquanta anni, durante la
+ultima metà del secolo <span class="sc num">xvi</span>,
+il Talmud venne bruciato non
+meno di sei differenti volte e non ad esemplari isolati, ma
+in massa, a carra. Giulio III pronunciò il suo bando, contro
+quello che egli chiama erroneamente il <cite>Talmud Gemaroth</cite>,
+nel 1553 e nel 1555; Paolo IV nel 1559; Pio V nel 1566;
+Clemente VIII nel 1592 e nel 1599. Pio IV autorizzandone
+una nuova edizione stipulava espressamente che sarebbe pubblicato
+col nome di Talmud. <i class="quo" xml:lang="la">Si tamen prodierit sine nomine
+Talmud tolerari deberet.</i> Ai tempi di Massimiliano imperatore,
+il dottissimo Reuchlin potè, soltanto dopo fierissima lotta,
+ottenere che non si assecondassero i voti di un Pfefferckorn,
+fanatico ebreo rinnegato, che eccitava l'imperatore a far bruciare
+tutti gli esemplari di questo libro. I particolari di questa
+strana contesa, che divise il mondo dotto di allora in due
+grandi partiti si possono leggere nelle <cite xml:lang="la">Epistolae obscurorum
+virorum</cite>. Fino al principio del decimosettimo secolo la persecuzione
+verso i detentori di libri ebraici era spinta al punto
+che una famiglia di ebrei portoghesi stabilitasi a Londra,
+conserva tuttora preziosamente come una rarità ereditaria un
+esemplare della scrittura, stampato in caratteri romani anzichè
+in ebraici, perchè nei giorni oscuri della persecuzione
+bisognava ingannare i domestici cattolici sulla natura ed il
+contenuto del libro. Eppure malgrado tutto ciò le edizioni ed
+i manoscritti del Talmud ci pervennero in tanta copia, che
+una sola descrizione bibliografica di essi ci occuperebbe molte
+e molte pagine! È proprio il caso di esclamare, con Terenziano
+Mauro: <i class="quo" xml:lang="la">Habent sua fata libelli</i>.
+</p>
+</div>
+
+<div class="footnote"><a id="Fn_89"></a>
+<p class="foot"><a href="#FNa_89"><span class="label">(89)</span></a>
+Gli Arabi, al tempo della loro dominazione in Ispagna
+non avevano del Talmud il triste concetto che ne hanno molti
+cristiani, e ciò per una buona ragione, che essi cioè lo conoscevano
+nella sua integrità, Rabi Joseph avendone, verso
+la fine del <span class="sc num">x</span> secolo, compiuta una
+traduzione in arabo per
+ordine del califo Haschem II. Fu forse per ciò che due secoli
+dopo molti fra gli Ebrei di Spagna avendo preteso negare
+ogni autorità al Talmud, e la questione essendo stata portata
+dinanzi al Re Alfonso VII, questi proscrisse quelli fra gli
+Ebrei che non volevano osservare le leggi talmudiche.
+</p>
+
+<p class="foot">
+Il Talmud era ancora troppo noto in Ispagna perchè lo si
+potesse calunniare impunemente! (Cfr. <span class="sc aut">Basnage</span>,
+<cite xml:lang="fr">Hist. des
+Juifs</cite>, libro <span class="sc num">vii</span>,
+cap. <span class="sc num">viii</span>, t. 4, pag. 1611;
+<span class="sc aut">Bartoloccius</span>,
+<cite>Bibl. Rabb.</cite>, t. <span class="sc num">iii</span>;
+<a href="#gans"><span class="sc aut">Davide</span>,
+<cite>Ganz Tzemach David.</cite></a>, p. 130;
+<cite class="sc">Jochassim</cite>, p. 126).
+</p>
+</div>
+
+<div class="footnote"><a id="Fn_90"></a>
+<p class="foot"><a href="#FNa_90"><span class="label">(90)</span></a>
+Il celebre Alfonso de Candolle nella sua <cite xml:lang="fr">Histoire de
+la science et des savants</cite> così parla degli Ebrei: “Se l'Europa
+fosse abitata da soli Ebrei, avremmo uno spettacolo
+stupendo. Non più guerre, non più leso il sentimento morale,
+nè milioni d'uomini strappati alle industrie ed agli
+studi. I debiti degli Stati sarebbero minimi e quasi sconosciute
+le contribuzioni. Il culto fiorirebbe altamente.
+L'industria ed il commercio prenderebbero sviluppo assai
+maggiore. Pochi delitti. La forza non si impiegherebbe
+quasi mai. La ricchezza del popolo in generale si eleverebbe
+immensamente, mercè un intelligente e moderato lavoro
+congiunto a sana economia. Queste ricchezze servirebbero a
+spandere una carità senza limiti. La potestà religiosa, i ministri
+del culto non verrebbero mai a conflitto collo Stato.”
+</p>
+</div>
+
+<div class="footnote"><a id="Fn_91"></a>
+<p class="foot"><a href="#FNa_91"><span class="label">(91)</span></a>
+Usiamo espressamente in questo caso la parola rinnegato
+anzichè quella di convertito, perocchè altrettanto ci
+sembrano degni di rispetto e di venerazione coloro che, mossi
+da profonda convinzione, abbandonano la fede avita per abbracciare
+quella che credono migliore, e si adoperan poi con
+mezzi di carità a procacciare ciò che essi reputano la salvezza
+morale dei loro antichi correligionari, altrettanto sentiamo
+disprezzo ed esecrazione per coloro che, da qualsivoglia
+sentimento mossi, scagliano calunnie contro la fede in cui
+sono nati ed in cui vissero i loro genitori. Ai convertiti come
+i Lehmann, i Ratisbonne, i Pasquali ogni onesto deve rispetto;
+ai rinnegati come il Medici, come il Padre Alfonso
+Spina, rettore dell'Università di Salamanca, il quale nel
+<cite xml:lang="la">Fortalitium fidei</cite> afferma&nbsp;—&nbsp;e
+niuno più di lui sapeva di
+mentire&nbsp;—&nbsp;che gli Ebrei perdono ogni mese una certa quantità
+di sangue, a tutti coloro infine dei quali il Talmud ha
+detto: <i class="quo">Tal fiata si toglie dalla foresta un tronco per farlo
+manico a scure che ne abbatta tutti gli altri</i>
+(<cite class="sc">Sanhedrin</cite> <span class="sc num">iv</span>),
+sia condegna mercede il fico di Giuda.
+</p>
+</div>
+
+<div class="footnote"><a id="Fn_92"></a>
+<p class="foot"><a href="#FNa_92"><span class="label">(92)</span></a>
+Il dotto talmudista signor R. N. Rabinowitz di Monaco
+sta pubblicando un lungo lavoro intitolato <cite>Dikdukè soferim</cite>
+in cui riduce alla vera lezione i passi del <cite>Talmud</cite> di
+cui si hanno varianti. Questo lavoro è il frutto del confronto
+da lui fatto non soltanto di infinite edizioni del Talmud, ma
+di quanti mss. gli fu dato confrontare nelle diverse biblioteche
+d'Europa. Il compimento di questa opera paziente è
+tanto più ardentemente atteso che il Talmud è ormai reso
+irriconoscibile dalle continue e spesso inintelligenti mutilazioni
+che vi introdussero i censori. La stessa edizione di
+Basilea 1578 che è fra le antiche la più nota e la più facile
+a trovarsi fu in siffatta guisa mutilata e snaturata per opera
+del censore Marco Marino da Brescia, da divenire in varii
+punti grottesca. Più integra, ma difficilissima a rinvenirsi, è
+l'edizione che ne diede il Bamberg a Venezia (1520&ndash;3) e che
+è la prima, dopo quella dei celebri Soncino, di cui non rimangono
+che pochi trattati. Chi volesse farsi un'idea di ciò che
+era negli scorsi secoli la censura dei libri ebraici, legga un
+articolo di Emanuele Deutsch, l'eminente conservatore del
+<cite xml:lang="en">British Museum</cite>, nella
+<cite xml:lang="en">Quarterly Rewiew</cite> di ottobre 1867,
+ed un altro <cite>Un curiosissimo incidente storico</cite> del cav. Mortara
+a pag. 161 dell'<cite>Educatore Israelita</cite> di Vercelli, anno 1862.
+</p>
+</div>
+
+<div class="footnote"><a id="Fn_93"></a>
+<p class="foot"><a href="#FNa_93"><span class="label">(93)</span></a>
+<cite class="sc">Sanhedrin</cite>, fol. 38.
+</p>
+</div>
+
+<div class="footnote"><a id="Fn_94"></a>
+<p class="foot"><a href="#FNa_94"><span class="label">(94)</span></a>
+<cite class="sc">Soferim</cite>, fol. 15, 10.
+</p>
+</div>
+
+<div class="footnote"><a id="Fn_95"></a>
+<p class="foot"><a href="#FNa_95"><span class="label">(95)</span></a>
+Malgrado questo odio inesplicabile contro i medici il
+Talmud contiene nozioni preziose di medicina.
+(Cfr. <span class="sc aut">Ginsburger</span>,
+<cite xml:lang="la">Medicina ex thalmudicis</cite>;
+<span class="sc aut">Haller</span>, <cite>Bibl. medica</cite>,
+lib. 2); questa scienza era da lungo tempo praticata dagli
+Ebrei. Oltre i precetti di igiene che occupano tanta parte
+nella legge di Mosè, l'Esodo pare accenni proprio in vari
+punti (<span class="sc num">xv</span>,
+26&nbsp;—&nbsp;<span class="sc num">xxi</span>, 19)
+all'esistenza di medici. Sotto i re,
+medicina e chirurgia fanno progressi. Salomone si occupa della
+ricerca delle virtù delle piante, e il libro dei Re ci mostra
+Isaia curare e guarire il re Ezecchia. L'uso del balsamo ed
+i medici son noti a Geremia (<span class="sc num">viii</span>, 22):
+“Non vi è egli alcun
+balsamo in Galaad? non vi è egli alcun medico?” E ad
+Ezechiele (<span class="sc num">xxx</span>, 21): “Figliuol d'uomo,
+io ho rotto il braccio
+di Faraone re d'Egitto; ed ecco non è stato curato applicandovi
+de' medicamenti, e ponendovi delle fascie per fasciarlo e
+per fortificarlo per poter tenere in mano la spada.” [Cfr.
+<span class="sc aut">Prunelle</span>, <cite xml:lang="fr">Discours
+sur l'influence de la médecine sur la
+renaissance des lettres</cite> (nota 3, p. 92);
+<span class="sc aut">Salvador</span>, <cite>Op. cit.</cite>,
+p. 264; <span class="sc aut">Pasqualigo</span>,
+<cite>Della condizione delle mediche scienze
+presso il popolo Ebreo</cite>, Piacenza, Mancherotto, 1870]. Quanto
+poi gli Ebrei, malgrado lo strano anatema talmudico, coltivassero
+con profitto la medicina, è a tutti noto, come del paro
+è noto che nei primi secoli del Medio Evo, e prima che venissero
+in fiore le scuole di Salerno e di Montpellier, che del
+resto furono fondate principalmente da Ebrei, (cfr.
+<span class="sc aut">Prunelle</span>,
+<cite>Op. cit.</cite>, p. 44 e 60, e <span class="sc aut">Austruc</span>,
+<cite xml:lang="fr">Hist. de la fac. de méd. de
+Montpellier</cite>, p. 14), essi furono quasi i soli ad esercitare l'arte
+salutare nel mondo allora conosciuto.
+</p>
+</div>
+
+<div class="footnote"><a id="Fn_96"></a>
+<p class="foot"><a href="#FNa_96"><span class="label">(96)</span></a>
+Il Talmud stesso deplora talvolta queste discussioni interminabili
+che fanno considerare la legge come due leggi, ed
+altrove attribuisce queste controversie all'orgoglio dei dottori
+(<cite xml:lang="fr">Archives Israélites de France</cite>, anno
+<span class="sc num">i</span>, 1840, pag. 586&ndash;587).
+A parer nostro queste controversie non sono che la conseguenza
+naturale dell'opinione che i rabbini esprimono con
+una delle solite iperboli, dicendo che la legge ha settanta
+faccie, ciò che vuol dire che ogni parola uscita dalla bocca
+di Dio è suscettibile di almeno settanta interpretazioni diverse;
+dottrina questa che il Santo Vescovo di Ippona accetta
+nelle sue confessioni; dove dice varii e numerosi essere i sensi
+della Scrittura. Se poniam mente oltre a ciò che i dottori del
+Talmud furono duemila e duecento otto, c'è da meravigliare
+che i trentasei trattati del Talmud che pervennero soli sino
+a noi, abbraccino soltanto (coi due commentarii più importanti;
+il Rascì e Tossafot) 2947 fogli, ripartiti in 12 vol. in foglio.
+</p>
+</div>
+
+<div class="footnote"><a id="Fn_97"></a>
+<p class="foot"><a href="#FNa_97"><span class="label">(97)</span></a>
+<cite class="sc">Sanhedrin</cite>, fol. 58.
+</p>
+</div>
+
+<div class="footnote"><a id="Fn_98"></a>
+<p class="foot"><a href="#FNa_98"><span class="label">(98)</span></a>
+<cite>Hiruvim</cite>, fol. 63.
+</p>
+</div>
+
+<div class="footnote"><a id="Fn_99"></a>
+<p class="foot"><a href="#FNa_99"><span class="label">(99)</span></a>
+Tomo 2, pag. 903.
+</p>
+</div>
+
+<div class="footnote"><a id="Fn_100"></a>
+<p class="foot"><a href="#FNa_100"><span class="label">(100)</span></a>
+<cite class="sc">Kamà</cite>, fol. 38.
+</p>
+</div>
+
+<div class="footnote"><a id="Fn_101"></a>
+<p class="foot"><a href="#FNa_101"><span class="label">(101)</span></a>
+Si allude qui al passo del Levitico (<span class="sc num">xviii</span>, 5)
+dove è
+scritto: Osservate, dico, i miei statuti e le mie leggi, le
+quali chiunque metterà in opera vivrà per essi.
+</p>
+</div>
+
+<div class="footnote"><a id="Fn_102"></a>
+<p class="foot"><a href="#FNa_102"><span class="label">(102)</span></a>
+<cite class="sc">Sifrà</cite>, sez. <cite>Acharè-Mod</cite> verso la fine.
+</p>
+</div>
+
+<div class="footnote"><a id="Fn_103"></a>
+<p class="foot"><a href="#FNa_103"><span class="label">(103)</span></a>
+<cite class="sc">Jevamot</cite>, 61 a.
+</p>
+</div>
+
+<div class="footnote"><a id="Fn_104"></a>
+<p class="foot"><a href="#FNa_104"><span class="label">(104)</span></a>
+<cite class="sc">Numeri</cite> <span class="sc num">xix</span>, 14.
+</p>
+</div>
+
+<div class="footnote"><a id="Fn_105"></a>
+<p class="foot"><a href="#FNa_105"><span class="label">(105)</span></a>
+Veggansi <cite class="sc">Tossafod</cite>, <cite class="sc">Jevamod</cite>,
+fol. 61. <cite>Smemagheâgn</cite>
+e l'opera del rabbino <span class="sc aut">Mosè Kunchyed</span>, intitolata
+<cite>Ben Jochai</cite>,
+pag. 27.
+</p>
+</div>
+
+<div class="footnote"><a id="Fn_106"></a>
+<p class="foot"><a href="#FNa_106"><span class="label">(106)</span></a>
+Credo aver provato la falsità della accusa mossa al
+Talmud, ma se qualcuno riescisse proprio a convincermi, locchè
+non credo, che gli Ebrei consideravano gli altri popoli siccome
+bestie, risponderei che chi è senza peccato lanci la prima
+pietra, certo che non potrebbero lanciarla neppure i Cristiani.
+Trovo infatti nel dottissimo libro del signor Dumont:
+<cite xml:lang="fr">Justice criminelle des Duchés de Lorraine et de Bar, de
+Bassigny et des Trois Evêchés</cite> (Nancy, 1848, 2 vol. in 8º),
+questa curiosissima notizia. Dopo aver parlato delle leggi
+criminali contro coloro che si rendevano colpevoli di atti
+di libidine contro natura sulle bestie, soggiunge (p. 184, v.
+<span class="sc num">ii</span>):
+“Ciò che si durerà fatica a credere è che a questa categoria
+di delitti venivano ascritti anche i rapporti naturali dei due
+sessi cogli infedeli, come per esempio Turchi ed Ebrei, per
+la ragione che la nostra santa religione
+<em class="sc">li considera come bestie</em>,
+non per natura, ma per la loro durissima
+malizia, la Fede proibendo di conversare con loro ed a
+maggior ragione di giacere e di conversare carnalmente
+con essi loro.” Si noti che mentre la frase del Talmud
+rimaneva nella peggior ipotesi <i class="quo" xml:lang="la">telum
+imbelle sine ictu</i>, la
+disposizione benignissima che ho testè riferito conduceva a
+questa pratica applicazione. Siccome nel caso di bestialità,
+la bestia, strumento passivo, veniva bruciata assieme al colpevole,
+perchè, dicevano, bisognava annientare tutto quanto
+poteva rammentare un così orribile scandalo, così un'ebrea od
+una mussulmana anche se violentemente stuprata da un cristiano,
+doveva venir con esso bruciata! E dire che noi Europei,
+con questi esempi in casa nostra, osiamo tuttodì calunniare
+l'Islam e parlare di giustizia turca!
+</p>
+</div>
+
+<div class="footnote"><a id="Fn_107"></a>
+<p class="foot"><a href="#FNa_107"><span class="label">(107)</span></a>
+<cite class="sc">Avod</cite>, 3, 19.
+</p>
+</div>
+
+<div class="footnote"><a id="Fn_108"></a>
+<p class="foot"><a href="#FNa_108"><span class="label">(108)</span></a>
+N. 3 del 16 giugno 1883.
+</p>
+</div>
+
+<div class="footnote"><a id="Fn_109"></a>
+<p class="foot"><a href="#FNa_109"><span class="label">(109)</span></a>
+Veggasi quanto su questo argomento scriveva tre secoli
+or sono il dottore Davide de Pomis (<cite xml:lang="la">De Medico Ebreo</cite>,
+<cite xml:lang="la">sectio septima</cite>): Cfr.
+<span class="sc aut">Lampronti</span>, <cite>Dizionario Rituale</cite>
+e <span class="sc aut">Benedetto</span>,
+<cite>Apologetica</cite>. Mantova, 1775.
+</p>
+</div>
+
+<div class="footnote"><a id="Fn_110"></a>
+<p class="foot"><a href="#FNa_110"><span class="label">(110)</span></a>
+<cite class="sc">Holin</cite>, fol. 13 b.
+</p>
+</div>
+
+<div class="footnote"><a id="Fn_111"></a>
+<p class="foot"><a href="#FNa_111"><span class="label">(111)</span></a>
+<cite class="sc">Talmud Perck Helek</cite>,
+pag. 105.&nbsp;—&nbsp;<cite class="sc">Tossaftà</cite>,
+cap. <span class="sc num">xiii</span>.
+</p>
+</div>
+
+<div class="footnote"><a id="Fn_112"></a>
+<p class="foot"><a href="#FNa_112"><span class="label">(112)</span></a>
+<cite class="sc">Sanhedrin</cite>, 56 a.
+</p>
+</div>
+
+<div class="footnote"><a id="Fn_113"></a>
+<p class="foot"><a href="#FNa_113"><span class="label">(113)</span></a>
+<cite class="sc">Haghigà</cite>, 13, 1.
+</p>
+</div>
+
+<div class="footnote"><a id="Fn_114"></a>
+<p class="foot"><a href="#FNa_114"><span class="label">(114)</span></a>
+<span class="sc aut">Luzzatto</span>, <cite>Teol. morale israelitica</cite>.
+Padova, Bianchi,
+pag. 27.
+</p>
+</div>
+
+<div class="footnote"><a id="Fn_115"></a>
+<p class="foot"><a href="#FNa_115"><span class="label">(115)</span></a>
+<span class="sc aut">Plantavitius</span>, <cite xml:lang="la">Florilegium
+rabbinicum</cite>, pag. 216,
+n. 1428.
+</p>
+</div>
+
+<div class="footnote"><a id="Fn_116"></a>
+<p class="foot"><a href="#FNa_116"><span class="label">(116)</span></a>
+<cite class="sc">Talmud</cite>, <cite>Tahanid</cite>, cap. 3. Chi ne
+avesse agio legga
+in <cite>Parabole, leggende e pensieri raccolti dai libri talmudici</cite>
+dal prof. Giuseppe Levi, Firenze, Le Monnier, 1861, la novella
+di cui questa massima non è che la morale, e legga
+l'intiero libro chi vuol formarsi del Talmud un esatto concetto.
+</p>
+</div>
+
+<div class="footnote"><a id="Fn_117"></a>
+<p class="foot"><a href="#FNa_117"><span class="label">(117)</span></a>
+<cite class="sc">Sabat</cite>, <span class="sc num">i</span>.
+</p>
+</div>
+
+<div class="footnote"><a id="Fn_118"></a>
+<p class="foot"><a href="#FNa_118"><span class="label">(118)</span></a>
+<cite class="sc">Abot</cite> di Rabbi Natan, <span class="sc num">xli</span>.
+</p>
+</div>
+
+<div class="footnote"><a id="Fn_119"></a>
+<p class="foot"><a href="#FNa_119"><span class="label">(119)</span></a>
+Leggi Ripuarie, tit. <span class="sc num">xlvi</span>;
+<span class="sc aut">Montesquieu</span>, <cite xml:lang="fr">Esprit des
+lois</cite>, libro <span class="sc num">xxx</span>, cap. 20.
+</p>
+</div>
+
+<div class="footnote"><a id="Fn_120"></a>
+<p class="foot"><a href="#FNa_120"><span class="label">(120)</span></a>
+<cite class="sc">Baraidà deribbi Ismael</cite>.
+</p>
+</div>
+
+<div class="footnote"><a id="Fn_121"></a>
+<p class="foot"><a href="#FNa_121"><span class="label">(121)</span></a>
+<cite class="sc">Talmud Jerusalmì</cite>, <cite>Nedarim</cite>,
+<span class="sc num">ix</span>.
+</p>
+</div>
+
+<div class="footnote"><a id="Fn_122"></a>
+<p class="foot"><a href="#FNa_122"><span class="label">(122)</span></a>
+<cite class="sc">Rabot</cite>, pag. 28, a.
+</p>
+</div>
+
+<div class="footnote"><a id="Fn_123"></a>
+<p class="foot"><a href="#FNa_123"><span class="label">(123)</span></a>
+Hillel fu, siccome è noto, illustre caposcuola del tempo
+di Erode.
+</p>
+</div>
+
+<div class="footnote"><a id="Fn_124"></a>
+<p class="foot"><a href="#FNa_124"><span class="label">(124)</span></a>
+<cite class="sc">Talmud</cite>, <cite>Trattato Sciabad</cite>, pag. 31. Cfr.
+<span class="sc aut">Plantavitius</span>,
+<cite xml:lang="la">Flor.</cite>, p. 261, n. 1393.
+</p>
+</div>
+
+<div class="footnote"><a id="Fn_125"></a>
+<p class="foot"><a href="#FNa_125"><span class="label">(125)</span></a>
+<cite class="sc">Berescid Rabbà</cite>, cap. 24, Cfr.
+<cite class="sc">Genesi</cite>, <span class="sc num">v</span>, 1.
+</p>
+</div>
+
+<div class="footnote"><a id="Fn_126"></a>
+<p class="foot"><a href="#FNa_126"><span class="label">(126)</span></a>
+<cite class="sc">Talmud</cite>, <cite>Jevamot</cite>, pag. 13.
+</p>
+</div>
+
+<div class="footnote"><a id="Fn_127"></a>
+<p class="foot"><a href="#FNa_127"><span class="label">(127)</span></a>
+<cite class="sc">Talmud</cite>, <cite>Hiruvim</cite>, fol. 41.
+</p>
+</div>
+
+<div class="footnote"><a id="Fn_128"></a>
+<p class="foot"><a href="#FNa_128"><span class="label">(128)</span></a>
+Vedi fra i documenti.
+</p>
+</div>
+
+<div class="footnote"><a id="Fn_129"></a>
+<p class="foot"><a href="#FNa_129"><span class="label">(129)</span></a>
+<cite>Op. cit.</cite>
+</p>
+</div>
+
+<div class="footnote"><a id="Fn_130"></a>
+<p class="foot"><a href="#FNa_130"><span class="label">(130)</span></a>
+<cite class="sc">Tanhumà</cite>, Sez. <cite>Scimini</cite>.
+</p>
+</div>
+
+<div class="footnote"><a id="Fn_131"></a>
+<p class="foot"><a href="#FNa_131"><span class="label">(131)</span></a>
+<cite class="sc">Avod</cite>, <span class="sc num">ii</span>. 5.
+</p>
+</div>
+
+<div class="footnote"><a id="Fn_132"></a>
+<p class="foot"><a href="#FNa_132"><span class="label">(132)</span></a>
+<cite class="sc">Rabot</cite>, fol. 225, a.
+</p>
+</div>
+
+<div class="footnote"><a id="Fn_133"></a>
+<p class="foot"><a href="#FNa_133"><span class="label">(133)</span></a>
+<cite class="sc">Talmud</cite>, <cite>Berahot</cite>, fol. 2.
+</p>
+</div>
+
+<div class="footnote"><a id="Fn_134"></a>
+<p class="foot"><a href="#FNa_134"><span class="label">(134)</span></a>
+<cite class="sc">Talmud</cite>, <cite>Sanhedrin</cite>, 98 b. Cfr.,
+ib. 396 e <cite>Meguillà</cite> 106.
+</p>
+</div>
+
+<div class="footnote"><a id="Fn_135"></a>
+<p class="foot"><a href="#FNa_135"><span class="label">(135)</span></a>
+<cite class="sc">Jalkut</cite>, pag. 20, 2.
+</p>
+</div>
+
+<div class="footnote"><a id="Fn_136"></a>
+<p class="foot"><a href="#FNa_136"><span class="label">(136)</span></a>
+<cite class="sc">Jalkut</cite>, <cite>Jeossua</cite>, fol. 9, 2.
+</p>
+</div>
+
+<div class="footnote"><a id="Fn_137"></a>
+<p class="foot"><a href="#FNa_137"><span class="label">(137)</span></a>
+<span class="sc aut">Leon Modena</span>, <span class="sc aut">Rabi</span>
+ebreo da Venezia. <cite>Historia dei riti ebraici</cite>, Venetia,
+<span class="sc num">mdclxix</span>.
+Appresso li Prodotti, p. <span class="sc num">iv</span> e
+<span class="sc num">xi</span>,
+109 e 110.
+</p>
+</div>
+
+<div class="footnote"><a id="Fn_138"></a>
+<p class="foot"><a href="#FNa_138"><span class="label">(138)</span></a>
+Lettera inedita di <span class="sc aut">S. D. Luzzatto</span>, Padova,
+26 dicembre
+1836; in <cite>Vessillo Israelitico</cite>, ottobre 1876, p. 325.
+</p>
+</div>
+
+<div class="footnote"><a id="Fn_139"></a>
+<p class="foot"><a href="#FNa_139"><span class="label">(139)</span></a>
+Da una circolare con cui ordina le preghiere d'uso per
+l'inaugurazione dei lavori parlamentari nell'anno 1876.
+</p>
+</div>
+
+<div class="footnote"><a id="Fn_140"></a>
+<p class="foot"><a href="#FNa_140"><span class="label">(140)</span></a>
+<span class="sc aut">Paolo Medici</span>, <cite>Riti e costumi degli
+Ebrei confutati</cite>.
+Venezia, Bartoli, <span class="sc num">mdccxlvi</span>.
+</p>
+</div>
+
+<div class="footnote"><a id="Fn_141"></a>
+<p class="foot"><a href="#FNa_141"><span class="label">(141)</span></a>
+<span class="sc aut">Medici</span>, <cite>op. cit.</cite>, pag. 101&ndash;102.
+</p>
+</div>
+
+<div class="footnote"><a id="Fn_142"></a>
+<p class="foot"><a href="#FNa_142"><span class="label">(142)</span></a>
+Più esattamente <cite>Tahanid</cite>, 27, 2.
+</p>
+</div>
+
+<div class="footnote"><a id="Fn_143"></a>
+<p class="foot"><a href="#FNa_143"><span class="label">(143)</span></a>
+<cite>Op. cit.</cite>, pag. 129.
+</p>
+</div>
+
+<div class="footnote"><a id="Fn_144"></a>
+<p class="foot"><a href="#FNa_144"><span class="label">(144)</span></a>
+<cite class="sc">I. Re</cite>, <span class="sc num">xx</span>, 31.
+</p>
+</div>
+
+<div class="footnote"><a id="Fn_145"></a>
+<p class="foot"><a href="#FNa_145"><span class="label">(145)</span></a>
+<cite class="sc">Jevamod</cite>, fol. 79.
+</p>
+</div>
+
+<div class="footnote"><a id="Fn_146"></a>
+<p class="foot"><a href="#FNa_146"><span class="label">(146)</span></a>
+<cite class="sc">Jom Tov</cite>, fol. 32.
+</p>
+</div>
+
+<div class="footnote"><a id="Fn_147"></a>
+<p class="foot"><a href="#FNa_147"><span class="label">(147)</span></a>
+<cite class="sc">Talmud</cite> <cite>Betzà</cite>, 32, 6.
+</p>
+</div>
+
+<div class="footnote"><a id="Fn_148"></a>
+<p class="foot"><a href="#FNa_148"><span class="label">(148)</span></a>
+<cite class="sc">Ghittin</cite>, 61, a. Nello stesso trattato è raccomandato
+agli israeliti di non impedire agli stranieri idolatri di prendere
+la loro parte di quanto avanza dopo la mietitura e la
+vendemmia. Cfr. <span class="sc aut">Maimonide</span>,
+<cite xml:lang="la">De jure peregrini</cite>,
+<span class="sc num">v</span>. 12.
+</p>
+</div>
+
+<div class="footnote"><a id="Fn_149"></a>
+<p class="foot"><a href="#FNa_149"><span class="label">(149)</span></a>
+<span class="sc aut">Modena</span>, <cite>op. cit.</cite>, parte 1ª, cap. 14,
+pag. 33.
+</p>
+</div>
+
+<div class="footnote"><a id="Fn_150"></a>
+<p class="foot"><a href="#FNa_150"><span class="label">(150)</span></a>
+<span class="sc aut">De Gerando.</span>
+<cite>Della beneficenza pubblica</cite>, in Bibl. dell'Econ.,
+serie <span class="sc num">ii</span>, vol. 13, pag. 1599.
+</p>
+</div>
+
+<div class="footnote"><a id="Fn_151"></a>
+<p class="foot"><a href="#FNa_151"><span class="label">(151)</span></a>
+<cite xml:lang="fr">Revue des deux Mondes</cite>, 1º luglio 1883.
+</p>
+</div>
+
+<div class="footnote"><a id="Fn_152"></a>
+<p class="foot"><a href="#FNa_152"><span class="label">(152)</span></a>
+<cite class="sc">Berachod</cite>, 59.
+</p>
+</div>
+
+<div class="footnote"><a id="Fn_153"></a>
+<p class="foot"><a href="#FNa_153"><span class="label">(153)</span></a>
+<cite class="sc">Ghittin</cite>, capo <span class="sc num">i.</span>
+</p>
+</div>
+
+<div class="footnote"><a id="Fn_154"></a>
+<p class="foot"><a href="#FNa_154"><span class="label">(154)</span></a>
+<cite class="sc">Sotà</cite>, 14, a.
+</p>
+</div>
+
+<div class="footnote"><a id="Fn_155"></a>
+<p class="foot"><a href="#FNa_155"><span class="label">(155)</span></a>
+<cite class="sc">Avot</cite>, capo <span class="sc num">i</span>.
+</p>
+</div>
+
+<div class="footnote"><a id="Fn_156"></a>
+<p class="foot"><a href="#FNa_156"><span class="label">(156)</span></a>
+<cite class="sc">Smà</cite>, 49 b.
+</p>
+</div>
+
+<div class="footnote"><a id="Fn_157"></a>
+<p class="foot"><a href="#FNa_157"><span class="label">(157)</span></a>
+<cite class="sc">Talmud Sotà</cite>, 14 a.
+</p>
+</div>
+
+<div class="footnote"><a id="Fn_158"></a>
+<p class="foot"><a href="#FNa_158"><span class="label">(158)</span></a>
+<cite class="sc">Avot</cite>, <span class="sc num">v</span>.
+</p>
+</div>
+
+<div class="footnote"><a id="Fn_159"></a>
+<p class="foot"><a href="#FNa_159"><span class="label">(159)</span></a>
+<cite class="sc">Havod Deribi Nadan</cite>, cap. 31.
+</p>
+</div>
+
+<div class="footnote"><a id="Fn_160"></a>
+<p class="foot"><a href="#FNa_160"><span class="label">(160)</span></a>
+<cite class="sc">Sothà</cite>, fol. 6.
+</p>
+</div>
+
+<div class="footnote"><a id="Fn_161"></a>
+<p class="foot"><a href="#FNa_161"><span class="label">(161)</span></a>
+<cite class="sc">Sothà</cite>, <span class="sc num">viii</span>.
+</p>
+</div>
+
+<div class="footnote"><a id="Fn_162"></a>
+<p class="foot"><a href="#FNa_162"><span class="label">(162)</span></a>
+<cite class="sc">Sciabbad</cite>, 39.
+</p>
+</div>
+
+<div class="footnote"><a id="Fn_163"></a>
+<p class="foot"><a href="#FNa_163"><span class="label">(163)</span></a>
+<cite class="sc">Peà</cite> <span class="sc num">v</span>, Cfr.
+<cite class="sc">Avot de R. Nathan</cite>, <span class="sc num">iii</span>.
+</p>
+</div>
+
+<div class="footnote"><a id="Fn_164"></a>
+<p class="foot"><a href="#FNa_164"><span class="label">(164)</span></a>
+Ecco sulle leggi ebraiche un non sospetto giudizio:
+<i class="quo" xml:lang="la">Patres christiani summopere jura hebraeorum
+commendarunt
+et apud Grecos philosophos placita juris Hebraici
+plurima reperire licet.</i> <span class="sc aut">Ugolini</span>, tomo
+<span class="sc num">x</span>, pag. 513 e 514, ex
+<span class="sc aut">Seldeno</span>,
+<cite xml:lang="la">De jure naturali et gentium</cite>,
+cap. <span class="sc num">x</span>.
+</p>
+</div>
+
+<div class="footnote"><a id="Fn_165"></a>
+<p class="foot"><a href="#FNa_165"><span class="label">(165)</span></a>
+<cite class="sc">Mischnà Macod</cite>, capo <span class="sc num">i</span>, § 10.
+</p>
+</div>
+
+<div class="footnote"><a id="Fn_166"></a>
+<p class="foot"><a href="#FNa_166"><span class="label">(166)</span></a>
+<cite class="sc">Sanhedrin</cite>, fol. 45, a.
+</p>
+</div>
+
+<div class="footnote"><a id="Fn_167"></a>
+<p class="foot"><a href="#FNa_167"><span class="label">(167)</span></a>
+<span class="sc aut">Giuda Levi</span>, <cite>Cosri</cite>.
+</p>
+</div>
+
+<div class="footnote"><a id="Fn_168"></a>
+<p class="foot"><a href="#FNa_168"><span class="label">(168)</span></a>
+<cite class="sc">Sothà</cite>, <span class="sc num">i</span>.
+</p>
+</div>
+
+<div class="footnote"><a id="Fn_169"></a>
+<p class="foot"><a href="#FNa_169"><span class="label">(169)</span></a>
+<cite class="sc">Cheduvod</cite>, capo <span class="sc num">xiii</span>.
+</p>
+</div>
+
+<div class="footnote"><a id="Fn_170"></a>
+<p class="foot"><a href="#FNa_170"><span class="label">(170)</span></a>
+<span class="sc aut">Fournier</span>,
+<cite xml:lang="fr">l'Esprit dans l'Histoire</cite>, Paris, Dentu, 1852,
+pag. 425.
+</p>
+</div>
+
+<div class="footnote"><a id="Fn_171"></a>
+<p class="foot"><a href="#FNa_171"><span class="label">(171)</span></a>
+<cite class="sc">Meghilà</cite>, 16, 1.
+</p>
+</div>
+
+<div class="footnote"><a id="Fn_172"></a>
+<p class="foot"><a href="#FNa_172"><span class="label">(172)</span></a>
+<cite class="sc">Bavà Mezià</cite>, 85 a.
+</p>
+</div>
+
+<div class="footnote"><a id="Fn_173"></a>
+<p class="foot"><a href="#FNa_173"><span class="label">(173)</span></a>
+<cite class="sc">Havod Deribi Natan</cite>, capo 4.
+</p>
+</div>
+
+<div class="footnote"><a id="Fn_174"></a>
+<p class="foot"><a href="#FNa_174"><span class="label">(174)</span></a>
+<cite class="sc">Nedarim</cite>, 81.
+</p>
+</div>
+
+<div class="footnote"><a id="Fn_175"></a>
+<p class="foot"><a href="#FNa_175"><span class="label">(175)</span></a>
+<cite class="sc">Kidduscim</cite>, <span class="sc num">i</span>.
+</p>
+</div>
+
+<div class="footnote"><a id="Fn_176"></a>
+<p class="foot"><a href="#FNa_176"><span class="label">(176)</span></a>
+<cite class="sc">Sothà</cite>, cap. 3.&nbsp;—&nbsp;<cite>Mischnà</cite>
+4 al nome di <i>Ben Azai</i>.
+</p>
+</div>
+
+<div class="footnote"><a id="Fn_177"></a>
+<p class="foot"><a href="#FNa_177"><span class="label">(177)</span></a>
+<cite class="sc">Jevamod</cite>, capo <span class="sc num">v</span>.
+</p>
+</div>
+
+<div class="footnote"><a id="Fn_178"></a>
+<p class="foot"><a href="#FNa_178"><span class="label">(178)</span></a>
+<cite class="sc">Ghittin</cite>, capo <span class="sc num">ix</span>.
+</p>
+</div>
+
+<div class="footnote"><a id="Fn_179"></a>
+<p class="foot"><a href="#FNa_179"><span class="label">(179)</span></a>
+<cite class="sc">Bavà Mezià</cite>, capo 4.
+</p>
+</div>
+
+<div class="footnote"><a id="Fn_180"></a>
+<p class="foot"><a href="#FNa_180"><span class="label">(180)</span></a>
+<cite class="sc">Sothà</cite>, <span class="sc num">ii</span>.
+</p>
+</div>
+
+<div class="footnote"><a id="Fn_181"></a>
+<p class="foot"><a href="#FNa_181"><span class="label">(181)</span></a>
+<cite class="sc">Berahot</cite>, 2.
+</p>
+</div>
+
+<div class="footnote"><a id="Fn_182"></a>
+<p class="foot"><a href="#FNa_182"><span class="label">(182)</span></a>
+<cite class="sc">Holin</cite>, <span class="sc num">vi</span>.
+</p>
+</div>
+
+<div class="footnote"><a id="Fn_183"></a>
+<p class="foot"><a href="#FNa_183"><span class="label">(183)</span></a>
+<cite class="sc">Bavà Mezià</cite>, capo <span class="sc num">iv</span>.
+</p>
+</div>
+
+<div class="footnote"><a id="Fn_184"></a>
+<p class="foot"><a href="#FNa_184"><span class="label">(184)</span></a>
+<cite class="sc">Sanhedrin</cite>, <span class="sc num">ii</span>.
+</p>
+</div>
+
+<div class="footnote"><a id="Fn_185"></a>
+<p class="foot"><a href="#FNa_185"><span class="label">(185)</span></a>
+<cite>Op. cit.</cite>, parte <span class="sc num">i</span>, capo 14, pag. 33.
+</p>
+</div>
+
+<div class="footnote"><a id="Fn_186"></a>
+<p class="foot"><a href="#FNa_186"><span class="label">(186)</span></a>
+<cite class="sc">Ghittin</cite>, 62 a.
+</p>
+</div>
+
+<div class="footnote"><a id="Fn_187"></a>
+<p class="foot"><a href="#FNa_187"><span class="label">(187)</span></a>
+<cite class="sc">Bavà Mazià</cite>, 118 b.
+</p>
+</div>
+
+<div class="footnote"><a id="Fn_188"></a>
+<p class="foot"><a href="#FNa_188"><span class="label">(188)</span></a>
+<cite class="sc">Sifri</cite> Sez. Ekev, capo 43.
+</p>
+</div>
+
+<div class="footnote"><a id="Fn_189"></a>
+<p class="foot"><a href="#FNa_189"><span class="label">(189)</span></a>
+<cite class="sc">Rabod</cite>, fol. 139.
+</p>
+</div>
+
+<div class="footnote"><a id="Fn_190"></a>
+<p class="foot"><a href="#FNa_190"><span class="label">(190)</span></a>
+<span class="sc aut">Isaac Levy</span>,
+<cite xml:lang="fr">Défense du Judaïsme</cite>. Paris, Librairie
+Internationale, 1867, pag. 56.
+</p>
+</div>
+
+<div class="footnote"><a id="Fn_191"></a>
+<p class="foot"><a href="#FNa_191"><span class="label">(191)</span></a>
+<span class="sc aut">Luzzatto</span>,
+<cite>Lezioni di teol. morale Israel.</cite> Padova,
+Bianchi, 1862, pag. 33 e 34.
+</p>
+</div>
+
+<div class="footnote"><a id="Fn_192"></a>
+<p class="foot"><a href="#FNa_192"><span class="label">(192)</span></a>
+<cite class="sc">Haghigà</cite>, 5.
+</p>
+</div>
+
+<div class="chapter">
+<span class="pageno" title="97" id="page-97"></span>
+<img src="images/i003a.png" style="width: 100%" alt=""/>
+</div>
+
+<h2 class="nobreak" id="tit-3">
+<a href="#ritit-3">III.</a>
+</h2>
+
+<p class="subtitle">
+Attitudini economiche dell'Ebreo.
+</p>
+
+<p>
+L'Ebreo è essenzialmente commerciante ed usuraio, egli
+non è e non vuol essere agricoltore, operaio; non vuol
+partecipare alla vita dei popoli frammezzo a cui vive, ma
+si tiene accampato in mezzo ad essi pronto a sugger loro
+il sangue dalle vene coi suoi raggiri commerciali. Il <cite>Talmud</cite>,
+sempre l'esecrando Talmud, gli impone il dovere di
+derubare, di spogliare il Cristiano.
+</p>
+
+<p>
+Ecco le accuse che un tempo si muovevano agli Ebrei,
+e che loro si muovono ancora nei paesi meno civili.
+</p>
+
+<p>
+L'Ebreo si accaparra i più lauti impieghi, le funzioni
+cui sono annessi maggiori stipendi e maggiore influenza.
+In Francia, in Italia, in Germania si è reso padrone
+della stampa; il numero dei deputati e dei senatori ebrei,
+nei paesi, ove, infrante tutte le barriere, godono della pienezza
+dei loro diritti, è strabocchevole in confronto del
+loro esiguo numero.
+</p>
+
+<p>
+Ecco le accuse che oggi si muovono agli Ebrei nei
+paesi più civili d'Europa.
+</p>
+
+<p>
+E su questi temi si ricama a sazietà, e non mancano i
+belli spiriti per far notare la mirabile duttilità di questo
+<span class="pageno" title="98" id="page-98"></span>
+popolo, che sempre intento al proprio interesse, si piega
+ai varii tempi, ed ai varii paesi; usuraio nell'evo medio,
+ed oggi ancora in Polonia, in Ungheria, in Rumenia,
+dovunque insomma le condizioni generali della società
+di poco differiscono da quelle del medio evo; legislatore,
+pubblicista, uomo di lettere, avvocato, in Inghilterra, in
+Francia, in Italia, nell'Europa civile insomma; ma sempre,
+dovunque, inteso soltanto ad arricchirsi.
+</p>
+
+<p>
+Se i frizzi fossero argomenti, noi potremmo chiedere ai
+nostri contraddittori quale sia l'uomo, quale il popolo, che
+non cerchi di migliorare la propria condizione economica
+e sociale.
+</p>
+
+<p>
+Ma preferiamo argomenti più serii.
+</p>
+
+<p>
+Prima della ruina di Gerusalemme il popolo ebreo non
+dovette essere estraneo a nessuna professione. Vi erano
+in Giudea pubblici edifizi, la cui manutenzione esigeva la
+presenza di operai abili. Una nazione, che nelle sue lunghe
+emigrazioni e durante la cattività, era stata in grado
+di attingere, nei varî paesi dove aveva stabilito la sua
+dimora, l'idea di molti e nuovi bisogni, non mancava certamente
+di uomini capaci di procurarle gli oggetti che
+le erano necessari: non vi può quindi esser dubbio che gli
+Ebrei si consacrassero nella loro patria all'esercizio delle
+arti meccaniche.
+</p>
+
+<p>
+La pastorizia e l'agricoltura&nbsp;—&nbsp;le due industrie che
+Sully, il grande ministro di Enrico IV, chiamava le due
+mammelle dello Stato&nbsp;—&nbsp;erano in favore appo loro. Mosè,
+lo dice il signor de Segur, e chiunque abbia letto la
+Bibbia non può negarlo, aveva fatto degli Ebrei un popolo
+di agricoltori.
+</p>
+
+<p>
+Una sola industria pare non attecchisse fra gli Ebrei
+di Palestina: il commercio.
+</p>
+
+<p>
+“Il popolo ebreo, dice Roscher, per ciò che riguarda
+le sue doti morali non secondo ad alcuno altro popolo
+<span class="pageno" title="99" id="page-99"></span>
+della terra, durante la sua indipendenza politica, per
+la rigorosa disciplina però della legge mosaica, s'era
+lasciato circoscrivere all'agricoltura ed alla pastorizia
+con esclusione di tutte le altre parti dello sviluppo
+economico. Dispregiavasi allora tanto più il commercio,
+in quanto che lo spirituale contatto con vicini
+dediti al paganesimo era grandemente
+temuto”&nbsp;<a id="FNa_193"></a><a href="#Fn_193" class="fna">(193)</a>.
+Nè poteva esser commerciante un popolo come l'ebreo
+dedito alla vita campestre e siffattamente avverso ai
+pericoli marittimi ed alle peregrinazioni, che, costretto
+per forza alla vita girovaga nelle sue prime cattività,
+serba però l'amore della sua terra, vi ritorna
+numeroso, e sforzato a mutar paese, preferisce all'esilio
+la
+morte&nbsp;<a id="FNa_194"></a><a href="#Fn_194" class="fna">(194)</a>.
+</p>
+
+<p>
+Come va dunque che questo popolo essenzialmente agricolo,
+questo popolo che, come ebbimo già occasione di
+notare, pone, a capo delle sue leggi tradizionali, un trattato
+di legislazione agricola, questo popolo, cui nessuna
+industria, tranne il commercio, era estranea, divenisse a
+poco a poco esclusivamente commerciante e concentrasse
+per secoli la miglior parte della sua attività in quella
+industria appunto da cui maggiormente abborrivano i suoi
+antenati?
+</p>
+
+<p>
+A Roma, dove, come già vedemmo, gli Ebrei erano
+numerosissimi, essi, vivendo sullo stesso piede dei cittadini
+romani, si consacravano ad ogni genere di industria.
+</p>
+
+<p>
+Vennero i tempi delle persecuzioni, e delle numerose
+<span class="pageno" title="100" id="page-100"></span>
+interdizioni economiche di cui gli Ebrei furono vittima, e
+prima fra queste interdizioni fu quella che proibiva loro
+l'acquisto di beni stabili. Da qui l'impossibilità per l'ebreo
+agiato di consacrarsi all'agricoltura. È vero che questo
+divieto di possedere beni stabili non fu sempre e dovunque
+osservato con uguale rigidezza, ma anche là dove la
+legge avrebbe forse permesso loro l'acquisto di qualche
+pezzo di terra, come mai avrebbe potuto risolversi un ebreo
+a comperarlo, se sempre e dovunque essi non erano che
+tollerati e continuamente minacciati di espulsione? Chi non
+sa la sicurezza essere la prima condizione della proprietà
+fondiaria? Tolta agli Ebrei agiati la possibilità di divenir
+proprietari, ne veniva per conseguenza che gli Ebrei poveri
+rifuggissero dall'agricoltura. Chi è mai quell'uomo che
+abbraccia spontaneamente un'arte, un mestiere qualsiasi,
+quando sa già da prima che in quell'arte, in quel mestiere,
+gli sarà vietato ogni progresso? Chi entrerebbe volontario
+nelle milizie, quando avesse la certezza assoluta di non
+divenir mai tampoco caporale? e chi vorrebbe darsi ai
+lavori agricoli sapendo di non poter mai divenir proprietario
+del più modesto pezzo di terra? E d'altronde l'odio
+cui eran fatti segno gli Ebrei avrebbe loro permesso
+di trovar lavoro sui campi altrui, quando ai loro correligionari
+ricchi era vietato di possederne? È almeno lecito
+il dubitarne.
+</p>
+
+<p>
+E se ad essi era vietata l'agricoltura, lo era del pari
+l'esercizio delle arti, delle manifatture.
+</p>
+
+<p>
+Il regime delle corporazioni di arti e mestieri, che fu
+la forma quasi esclusiva dell'ordinamento del lavoro, dall'età
+di mezzo fino a Turgot ed a Luigi XVI, bastava
+da solo a togliere agli Ebrei ogni possibilità di esercitare
+qualsivoglia industria.
+</p>
+
+<p>
+Tenuto a vile, dispregiato, odiato, l'Ebreo è costretto
+ad abbracciare l'unica professione che gli si lascia libera,
+<span class="pageno" title="101" id="page-101"></span>
+e questa professione è quella che fin dai tempi di Cicerone
+era ritenuta
+sordida&nbsp;<a id="FNa_195"></a><a href="#Fn_195" class="fna">(195)</a>:
+il commercio.
+</p>
+
+<p>
+Sarà gloria dell'Ebreo aver rialzato questa professione,
+e se stesso con essa, ed aver sempre lottato e reagito
+contro il pregiudizio castigliano che aveva infettato l'Europa
+intiera: la nobiltà consistere nell'ozio.
+</p>
+
+<p>
+Ma già udiamo obbiettarci che ciò che si rimprovera
+agli Ebrei non è soltanto l'abbandono dell'agricoltura e
+delle altre industrie, ma specialmente l'esercizio dell'usura
+e la disonestà nel commercio.
+</p>
+
+<p>
+Veniamo quindi all'usura.
+</p>
+
+<p>
+Fra le molte accuse lanciate contro gli Ebrei dei tempi
+di Augusto a Roma non troviamo questa di usura.
+</p>
+
+<p>
+Ma sarebbe un voler negare la luce del sole, negare
+che essi abbiano nei tempi posteriori esercitato l'esosa
+industria.
+</p>
+
+<p>
+Sarà però opportuno intendersi subito sul significato
+vero di questa brutta parola.
+</p>
+
+<p>
+“L'interesse dei capitali prestati, dice il principe degli
+Economisti francesi, chiamato mal a proposito <em>interesse
+del danaro</em>, chiamavasi anticamente <em>usura</em> (fitto dell'uso,
+del godimento), ed era la parola propria, poichè l'interesse
+è un prezzo, un fitto che si paga per avere il godimento
+di un valore. Ma questa parola è diventata odiosa,
+essa non desta più se non l'idea di un interesse illegale,
+esorbitante, talchè se ne è a lei sostituita un'altra più
+onesta e meno espressiva secondo il
+solito”&nbsp;<a id="FNa_196"></a><a href="#Fn_196" class="fna">(196)</a>.
+</p>
+
+<div>
+<span class="pageno" title="102" id="page-102"></span>
+</div>
+
+<p>
+Allorquando noi troviamo quindi impiegata dagli storici
+la parola <em>usura</em>, non dobbiamo prenderla nel senso
+che oggi vi si annette.
+</p>
+
+<p>
+Oggi che le leggi, informandosi ai canoni della scienza
+economica, riconoscono la libertà dell'interesse, oggi che
+il negoziante, l'industriale, trova facilmente, ad equo interesse,
+i capitali di cui abbisogna, oggi infine che il denaro
+è a buon diritto considerato una merce come qualsivoglia
+altra, oggi l'usuraio è quel vilissimo trafficante
+che specula sulle dissipazioni della gioventù, o sui bisogni
+di quegli infelici che ridotti alla estrema miseria non potrebbero
+procurarsi altrimenti il denaro di cui abbisognano.
+</p>
+
+<p>
+Nei tempi andati ben diversamente procedevano le cose.
+</p>
+
+<p>
+Tutti sanno quanto odiosi si fossero resi nell'antica
+Roma i prestatori di denaro.
+</p>
+
+<p>
+Bruto, Cassio, Antonio, Silla, persino il gran Pompeo
+ed il severo Catone prestano ad usura e non arrossiscono
+di esigere interessi che variano dal 48 al 70 per cento
+all'anno.
+</p>
+
+<p>
+Cicerone, governatore della Cilicia, si crede il benefattore
+della provincia per aver abbassato il saggio dell'interesse
+al 12&nbsp;% annuo, più un diritto di commissione
+in caso di ritardo o di rinnovamento.
+</p>
+
+<p>
+Il Cristianesimo, venuto a bandire al mondo una parola
+d'amore, doveva reagire in senso opposto.
+</p>
+
+<p>
+Da ciò negli antichi dottori della Chiesa, a cominciare
+da San Giovanni Grisostomo, quella tendenza a
+riguardare come illecito il prestito ad interesse, tendenza
+che diveniva tanto più pronunciata quanto più l'abuso,
+contro cui volevasi reagire, era più frequente e radicale;
+e che questo abuso si mantenesse tale nei primi
+secoli dell'età di mezzo, ce lo provano i capitolari di Carlo
+Magno, che più di venti volte tornano sull'argomento e
+non cessano di biasimare l'usura in ogni modo, lasciando
+<span class="pageno" title="103" id="page-103"></span>
+intendere che era allora colpa comune così al clero come
+agli altri
+abitanti&nbsp;<a id="FNa_197"></a><a href="#Fn_197" class="fna">(197)</a>.
+</p>
+
+<p>
+San Tomaso d'Aquino, per dir d'un solo, fondandosi sul
+principio che le cose fungibili, che formano la materia
+del prestito, non hanno guari un uso che sia distinto
+dalla cosa stessa, ne conclude che vendere questo uso
+esigendone un prezzo è vendere una cosa che non
+esiste&nbsp;<a id="FNa_198"></a><a href="#Fn_198" class="fna">(198)</a>,
+ovvero esigere due volte il prezzo della medesima
+cosa, poichè la sorte principale restituita è esattamente
+l'equivalente della cosa prestata, e che non
+avendo niun dato valore al di là della cosa prestata,
+l'interesse che se ne riceverebbe in dippiù sarebbe un
+prezzo
+doppio&nbsp;<a id="FNa_199"></a><a href="#Fn_199" class="fna">(199)</a>.
+</p>
+
+<p>
+Sarebbe sfoggio di erudizione altrettanto facile quanto
+impertinente riunire qui centinaia di decisioni di Concilii,
+di bolle pontificie, di passi di autori i più ortodossi, che,
+tutti ad una voce, condannano l'usura, designando con
+tal nome, non l'usura quale oggi si intende, ma il semplice
+prestito ad interesse.
+</p>
+
+<p>
+Verso la metà del secolo scorso, un papa, ed un gran
+papa, Benedetto XIV, esortava ancora i vescovi a dimostrare
+ai popoli quanto sia grave il peccato di usura,
+reprimendo i discorsi di quelli che lo spacciavano come
+indifferente&nbsp;<a id="FNa_200"></a><a href="#Fn_200" class="fna">(200)</a>.
+</p>
+
+<div>
+<span class="pageno" title="104" id="page-104"></span>
+</div>
+
+<p>
+Non è còmpito nostro indagare quale influenza siffatto
+divieto esercitasse sui progressi della ricchezza nei paesi
+cattolici. Sismondi, storico ed economista valentissimo,
+ma alla Chiesa cattolica punto benevolo, ne fa risultare
+“nel popolo assai più grande abitudine di dissipazione,
+perchè l'economia non conduceva all'agiatezza, e un
+capitale ammassato non era se non una occasione di
+più a peccare qualora si avesse voluto farlo
+fruttare”&nbsp;<a id="FNa_201"></a><a href="#Fn_201" class="fna">(201)</a>.
+Non è possibile non convenire in questo giudizio
+dello scrittore protestante, ma l'imparziale filosofo
+della storia potrebbe esprimere il proprio rammarico che
+il Sismondi non abbia tenuto conto di due cose; e cioè
+della reazione necessaria che il Cristianesimo doveva portare
+contro i feneratori di Roma pagana, e delle condizioni
+della società nell'evo medio, che rendevano assai
+raro il bisogno del mutuo veramente ed economicamente
+utile, cioè del mutuo contratto per dar vita a traffichi
+e ad industrie, e frequentissimo invece il mutuo dannoso
+ed antieconomico, quello cioè contratto per far fronte ai
+bisogni della vita, o peggio, della dissipazione.
+</p>
+
+<p>
+Non ci eleveremo dunque noi a giudici dell'opinione
+che vietava ai cattolici di dar denaro ad interesse, paghi
+di far notare che siffatta opinione, benchè in altri tempi
+universalmente adottata, non venne mai ritenuta come
+essenzialmente legata alla Fede; e ce lo prova, incontestabilmente,
+il diritto romano, che, compilato quando il Cristianesimo
+già era la sola religione dell'impero, autorizza,
+esplicitamente, il prestito ad
+interesse&nbsp;<a id="FNa_202"></a><a href="#Fn_202" class="fna">(202)</a>.
+</p>
+
+<div>
+<span class="pageno" title="105" id="page-105"></span>
+</div>
+
+<p>
+Vietato ai Cristiani il dar denaro ad
+interesse&nbsp;<a id="FNa_203"></a><a href="#Fn_203" class="fna">(203)</a>,
+vietata agli Ebrei ogni altra industria, era naturale, era
+forzato che gli Ebrei dovessero dedicarsi tutti, o quasi
+tutti, all'arte feneratizia, nella quale però ebbero predecessori
+e compagni i lombardi ed i caorsini.
+</p>
+
+<p>
+Nè si potrebbe negare che gli Ebrei, specialmente nell'età
+di mezzo, esigessero interessi tanto esorbitanti da
+sembrarci oggi impossibili.
+</p>
+
+<p>
+Ma i fenomeni economici hanno questo di comune coi
+poemi, che non possono essere apprezzati al loro giusto
+valore se non si pon mente alle condizioni di tempo e di
+luogo in cui si producono.
+</p>
+
+<p>
+Poche parole di Giambattista Say ritrarranno queste
+condizioni meglio che noi non potremmo fare in un intiero
+volume: “Quando il bisogno di pigliare a prestanza
+ne faceva tollerare l'uso presso gli Ebrei, questi erano
+esposti a tante umiliazioni, avarie, estorsioni, ora sotto
+un pretesto, ora sotto un altro, che solo un interesse
+considerabile era capace di contrappesare vilipendii e
+perdite tanto moltiplicate. Lettere patenti del re Giovanni
+dell'anno 1360 autorizzano gli Ebrei a prestare
+sopra pegno <i class="quo">ritirando per ciascuna lira, ossia venti
+soldi, quattro denari di interesse per settimana</i>, il che
+fa più di <em class="sc">ottantasei per cento</em> l'anno; ma nell'anno
+successivo quel principe, il quale non di meno passa
+<span class="pageno" title="106" id="page-106"></span>
+per uno dei più fedeli alla propria parola, di quanti ne
+abbiamo avuti, fece segretamente diminuire la quantità
+di metallo fino contenuto nelle medesime
+monete&nbsp;<a id="FNa_204"></a><a href="#Fn_204" class="fna">(204)</a>,
+talchè i prestatori non ricevettero più in rimborso un
+valore eguale a quello che avevano prestato. Basta ciò
+per spiegare e giustificare i grossi interessi che essi
+esigevano”&nbsp;<a id="FNa_205"></a><a href="#Fn_205" class="fna">(205)</a>.
+</p>
+
+<p>
+Se a noi fosse lecito tessere in queste pagine la storia
+cruenta delle persecuzioni di Israello, e studiare i rapporti
+tra questa storia e le condizioni economiche dei varî
+paesi d'Europa, noi vedremmo un fenomeno singolare. Vedremmo
+i feudatarî, i principi, talvolta, ma più raramente;
+anche i Comuni, accordare agli Ebrei privilegi esorbitanti,
+facilitare loro con ogni modo l'esercizio dell'usura, servirsene
+<span class="pageno" title="107" id="page-107"></span>
+quindi come di stromento per suggere tutto l'oro
+del paese e poi vessarli, imprigionarli, martoriarli in
+ogni guisa, per togliere loro sino all'ultimo obolo il denaro
+ammassato. I principi e i governi si valgono degli
+Ebrei come di una macchina di drenaggio, e praticano verso
+di loro il sistema che un ministro belga opponeva anni
+sono, con raro cinismo, dall'alto della tribuna, a coloro
+che gli rimproveravano di permettere che le corporazioni
+religiose venissero costituendosi dei patrimonî. “Lasciatele
+arricchire, un giorno o l'altro una nuova legge di incameramento
+farà ricadere tutti quei beni così laboriosamente
+accumulati in proprietà dello Stato. <i class="quo" xml:lang="fr">C'est une
+poire pour la soif.</i>” E gli Ebrei furono, per secoli
+intieri, <em xml:lang="fr">la poire pour la soif</em> di principi, di baroni, di
+Comuni.
+</p>
+
+<p>
+L'interesse che essi esigevano dagli infelici, che avevano
+ricorso a loro per denaro, doveva quindi esser esorbitante;
+e un osservatore imparziale può di una sola cosa meravigliarsi,
+che esso non fosse anche maggiore di quello
+che fu. Chi ha studiato le leggi più elementari della economia
+sociale, non ignora infatti che il saggio dell'interesse,
+come il prezzo di ogni derrata, non dipende dalla
+volontà del legislatore, ma da determinate circostanze di
+luogo e di fatto, alle cui conseguenze nessuna forza umana
+può sottrarsi. Queste circostanze costituiscono ciò
+che, nel linguaggio dei moderni uomini d'affari, si chiama
+la situazione del mercato. Abbondano i capitali, l'orizzonte
+politico, scevro di nubi, promette lunghi anni di pace e
+di tranquillità, ed il saggio dell'interesse si riduce a bassissimo
+livello. Scarseggiano invece i capitali, le condizioni
+politiche fanno presagire rivoluzioni o guerre, il
+denaro si rimpiatta, ed il saggio dell'interesse sale, con
+altezza vertiginosa, e ciò per due ragioni. E perchè il
+numerario obbedisce, come ogni altra derrata, alla legge
+<span class="pageno" title="108" id="page-108"></span>
+della offerta e della domanda, ed è tanto più caro quanto
+più è domandato, tanto più a buon mercato quanto più offerto;
+e perchè in questo contratto speciale del mutuo
+entra un elemento specialissimo, che non entra in nessun
+altro contratto. Per quanto rara sia una derrata, la sola
+legge dell'offerta e della domanda basta a determinarne
+il prezzo. Nel contratto di mutuo invece, chi dà a prestito
+deve tener conto della maggiore o minor probabilità cui
+va incontro di non aver più restituito il capitale che dà a
+mutuo. Questa è la ragione per cui, mentre oggi il saggio
+dell'interesse è del 3 per cento per gli effetti di primo
+ordine, è del cinquanta e del sessanta pei figli di famiglia
+e per gli impiegati. Questa è la ragione, per cui chi
+investe i suoi denari in consolidato inglese ne ricava appena
+il tre per cento, chi li investe in carte turche o
+spagnuole, ne ottiene, sulla carta, il sessanta ed il settanta
+per cento.
+</p>
+
+<p>
+In fatto di investimento di capitali è sempre vero l'assioma
+di quel banchiere: chi vuoi mangiar molto, dorme
+poco, e chi si contenta di mangiar poco, dorme molto;
+ciò che equivale a dire che nell'arte feneratizia è impossibile
+conciliare la sicurezza del capitale impiegato col
+largo profitto degli interessi.
+</p>
+
+<p>
+Si giudichi, al lume di queste premesse, quale doveva
+essere il saggio generale degli interessi negli scorsi secoli.
+La storia ci insegna come, per lunga serie di anni,
+i capitali fossero così scarsi da essere impari agli scarsissimi
+bisogni, e ci apprende come gli annali di Europa
+altro non fossero che una serie non interrotta di guerre,
+di rapine, di pestilenze, di carestie.
+</p>
+
+<p>
+Ma quasi tutto ciò non bastasse a rendere elevatissimo
+il saggio generale dell'interesse nei tempi scorsi, un altro
+elemento vi concorreva potentemente.
+</p>
+
+<p>
+Il fondatore della moderna scienza economica, Adamo
+<span class="pageno" title="109" id="page-109"></span>
+Smith, annoverando le ragioni che contribuiscono a rendere
+più o meno elevato il salario di talune professioni,
+vi comprese, a grandissima ragione, la maggiore o minore
+stima da cui sono circondate.
+</p>
+
+<p>
+L'asserzione dell'immortale scozzese non ha d'uopo di
+essere dimostrata. <i class="quo" xml:lang="la">Non de solo pane vivit homo</i>
+è verità
+incontestabile, ed ognuno si acconcierà più volontieri a
+ricevere un più modesto salario in una professione, che
+lo faccia segno alla pubblica considerazione, di quello che
+riceverne uno più elevato per vedersi oggetto della generale
+animaversione.
+</p>
+
+<p>
+Ora, quale era il concetto che nei tempi andati avevasi
+dei feneratori? Ce lo dica il buon ministro di Luigi XVI,
+Turgot, l'uomo di cui fu detto, che avrebbe salvato la
+monarchia in Francia, se la monarchia avesse potuto
+essere allora salvata:
+</p>
+
+<p>
+“Piace prendere a prestito, ma è duro essere obbligati
+a restituire. La soddisfazione che si prova nel
+trovare ciò di cui si ha bisogno allorquando si è stretti
+dalla necessità, svanisce assieme al bisogno appagato,
+che invece rinasce ben presto. Il debito resta, ed il
+peso se ne fa sentire ad ogni momento sino a che siasi
+potuto pagarlo. Si crede che colui che presta non dia
+che il suo superfluo, superfluo che è il necessario per
+colui che riceve. Quantunque la giustizia rigorosa sia
+intieramente a favore del prestatore che non reclama
+che quanto gli è dovuto, la commiserazione, la simpatia
+sono sempre dal lato del debitore. Si sente che questi
+restituendo sarà ridotto all'ultima miseria, mentre il
+creditore può vivere anche senza ciò che gli è dovuto.
+Questo sentimento si verifica anche allorquando il prestito
+è puramente gratuito; a maggior ragione allorquando
+il prestito non fu pattuito che contro un interesse;
+il debitore, che in questo caso si tiene sgravato
+<span class="pageno" title="110" id="page-110"></span>
+da ogni gratitudine, soffre con indignazione le persecuzioni
+del creditore.”
+</p>
+
+<p>
+Ed ecco quindi la disistima, la antipatia universale
+perseguitare il creditore, e tanto più acerbamente in quei
+tempi nei quali l'opinione pubblica vede, in chi dà denaro
+a mutuo, uno spregiatore di ogni legge divina ed umana.
+</p>
+
+<p>
+E questa disistima, questa pubblica antipatia costituiscono
+un nuovo elemento che viene ad accrescere il saggio
+dell'interesse, perchè chi ne è vittima vuole trovare un
+indennizzo a questa impopolarità nella larghezza dei
+profitti.
+</p>
+
+<p>
+Queste erano le condizioni generali dell'industria feneratizia
+nei secoli scorsi, e se l'indole del nostro lavoro
+non ci consente di seguirne le differenti fasi da Carlo
+Magno sino alla Rivoluzione francese, possiamo però dire
+che se le condizioni, che abbiamo visto influire a mantener
+sempre elevatissimo il saggio dell'interesse, aumentarono
+o scemarono d'intensità in diversi tempi, ed in diversi
+paesi, esse sussistettero però sempre, dalla caduta dell'impero
+romano sino alla rivoluzione francese.
+</p>
+
+<p>
+I lombardi, i caorsini che precedettero gli Ebrei nell'esercizio
+dell'arte
+feneratizia&nbsp;<a id="FNa_206"></a><a href="#Fn_206" class="fna">(206)</a>, e che la esercitarono
+poi per lungo tempo assieme ed in concorrenza con loro,
+<span class="pageno" title="111" id="page-111"></span>
+non isfuggirono certamente a queste leggi generali e le
+poche notizie che abbiamo sul saggio dell'interesse da
+essi prelevato bastano a far chiaro come questo raggiungesse
+altezze mostruose, che le leggi proibitive della
+usura non giovavano, naturalmente, che ad accrescere.
+</p>
+
+<p>
+Nessuno ha mai detto che gli Ebrei esigessero un
+interesse maggiore di quello che esigevano Lombardi e
+Caorsini&nbsp;<a id="FNa_207"></a><a href="#Fn_207" class="fna">(207)</a>;
+nè avrebbero potuto farlo, perchè se è pur
+vero che l'industria feneratizia è, fra tutte, quella in cui
+il fenomeno della concorrenza si esplica meno palesemente,
+è anche vero, che nessuno avrebbe consentito a pagare,
+ad un Ebreo, un interesse maggiore di quello che avrebbe
+potuto pattuire con altri.
+</p>
+
+<p>
+Eppure abbondano argomenti per dimostrare che se
+Ebrei e Lombardi esigevano eguale interesse, ciò che per
+i secondi era lauto profitto, diveniva interesse meno che
+rimuneratore per gli Ebrei.
+</p>
+
+<p>
+Ad ogni momento leggi ed editti di principi li cacciavano
+dai paesi dove avevano dimora; ad ogni momento
+altre leggi esoneravano i Cristiani dall'obbligo di pagare
+i loro debiti verso gli Ebrei; o, ciò che per questi infelici
+tornava esattamente lo stesso, obbligava i debitori cristiani
+a pagare al principe, al signore, le somme che loro
+erano state mutuate dagli Ebrei.
+</p>
+
+<div>
+<span class="pageno" title="112" id="page-112"></span>
+</div>
+
+<p>
+Nell'impossibilità assoluta di dare neppure un breve
+quadro delle sofferenze della nazione giudaica, piglieremo
+a prestito dal Blanqui poche linee, che se si riferiscono
+ad un sol paese e ad un solo regno, sono però l'esatta
+dipintura di quanto avveniva sempre e dovunque:
+</p>
+
+<p>
+“Di tutti i Re che occuparono il trono [di Francia]
+durante circa due secoli [1180&ndash;1328], non ve ne fu uno
+che trascurasse di dar prova della sua potenza e della
+sua ortodossia con provvedimenti severi contro gli
+Ebrei; ad ogni istante si vedono pubblicate ordinanze
+contro questi paria del medio-evo, considerati siccome
+la materia imponibile per eccellenza. Filippo Augusto
+ne promulgò quattro rimasti celebri: nella prima li
+minaccia, nella seconda li spoglia, nella terza li scaccia,
+e nella quarta proscioglie i loro debiti. Luigi VIII pubblicò
+del pari la sua: soppresse ogni specie d'interesse,
+ed ordinò si pagassero ai signori le somme che erano
+dovute agli Ebrei. Abbiamo già veduto San Luigi non
+essersi mostrato meno severo con
+loro&nbsp;<a id="FNa_208"></a><a href="#Fn_208" class="fna">(208)</a>;
+Filippo <em>il
+Bello</em>, Luigi <em>il Protervo</em>, continuarono il sistema dei
+loro
+predecessori&nbsp;<a id="FNa_209"></a><a href="#Fn_209" class="fna">(209)</a>.”
+</p>
+
+<p>
+Si vede, da quanto precede, che allorquando un Ebreo si
+toglieva una moneta di tasca, per darla a prestito, egli
+doveva calcolare che novantanove volte sopra cento non
+l'avrebbe mai più riveduta.
+</p>
+
+<p>
+Ed in fatti quando i pubblici poteri non erano autori
+delle spogliazioni commesse a danno degli Ebrei, i debitori
+<span class="pageno" title="113" id="page-113"></span>
+trovavano un modo spiccio assai di pagare i loro
+debiti.
+</p>
+
+<p>
+Si accusava un ebreo di qualsivoglia più pazza ed impossibile
+scelleraggine; di aver avvelenato i pozzi, di
+aver diffuse le pestilenze, di aver vituperato il Santissimo
+Sacramento o che so io; e senza altra forma di processo,
+si dava mano alle armi, si massacravano gli Ebrei, si
+spogliavano le loro case, e soprattutto si distruggevano
+i titoli di credito che esistevano presso di loro.
+</p>
+
+<p>
+Fu notato, che, in certi paesi, le rivoluzioni cominciano
+sempre col dar fuoco agli archivi criminali, tanto importa
+a certi rivoluzionari di far sparire le traccie del
+loro passato, e le sommosse contro gli Ebrei si manifestavan
+sempre, in tutti i tempi ed in tutti i paesi, col
+distruggerne i registri ed i titoli di credito.
+</p>
+
+<p>
+Questa verità non è sfuggita agli storici ed il Roscher,
+l'illustre professore dell'Università di Lipsia, l'esponeva
+con queste parole: “Molte persecuzioni del più tardo
+medio-evo, nelle quali soprattutto si trattava di annullare
+le obbligazioni di debito verso gli Ebrei, sono a
+considerarsi quali crisi di credito in foggia barbarica,
+quale una forma medio-evale di quelle che oggi si
+chiamano <em>rivoluzioni
+socialistiche</em>&nbsp;<a id="FNa_210"></a><a href="#Fn_210" class="fna">(210)</a>.”
+</p>
+
+<p>
+Anche il Beugnot riconosce che più d'una volta gli
+Ebrei vennero massacrati, ben più come creditori che come
+eretici&nbsp;<a id="FNa_211"></a><a href="#Fn_211" class="fna">(211)</a>.
+</p>
+
+<p>
+Meno scientificamente, ma più efficacemente forse, un
+brioso giornale cittadino, il <cite>Pasquino</cite>, definiva
+testè l'<em>antisemitismo</em>
+altro non essere che un <em>anticreditorismo</em>.
+</p>
+
+<div>
+<span class="pageno" title="114" id="page-114"></span>
+</div>
+
+<p>
+Se a queste persecuzioni sistematiche, a questi massacri
+periodici, aggiungiamo il fatto che, anche nei paesi dove
+erano meglio trattati, gli Ebrei erano soggetti a gravissime
+tasse speciali, per ciò soltanto che erano Ebrei; se
+poniam mente che i loro poveri essendo esclusi dalla pubblica
+beneficenza, toccava ai ricchi ebrei di provvedere ai
+loro bisogni, si comprenderà di leggieri che essi erano
+costretti a gravare la mano sugli infelici loro debitori.
+</p>
+
+<p>
+È un circolo vizioso cui non si sfugge: le persecuzioni,
+i massacri contro gli Ebrei, obbligano questi a mostrarsi
+più avidi, più duri coi loro debitori; e questa avidità e
+questa durezza generano nuove persecuzioni, nuovi massacri.
+</p>
+
+<p>
+Qui si presenta naturale una domanda: come mai malgrado
+tante e così violente persecuzioni, malgrado il continuo
+timore in cui dovevano vivere, di vedersi frustrati
+ad un tempo e dello sperato beneficio e del loro stesso
+capitale, continuavano essi ad esercitare l'industria feneratizia?
+La risposta è semplice. Davan danaro a prestito
+perchè non era loro permesso di impiegare in altro modo
+quella parte dei loro capitali che era esuberante ai loro
+commerci; perchè non potevano acquistare o coltivar terre,
+nè divenir proprietari di edifizi urbani, perchè erano,
+come vedemmo, sopracarichi di imposte e di spese di beneficenza,
+e perchè occorreva loro spender molto denaro
+per soddisfare l'avidità dei sovrani e dei principi che
+vendevan loro a caro prezzo il diritto di soggiornare nei
+loro paesi, e quella dei cortigiani che intercedevano per
+loro, presso il governo, protezione che era sempre ben
+lungi dall'essere gratuita.
+</p>
+
+<p>
+Sarebbe del resto singolare contraddizione del secolo
+nostro, che esalta, forse oltre il dovere, i beneficî del
+credito, dimenticare che all'esercizio dell'arte feneratizia
+praticata dagli Ebrei, devono ascriversi quei grandi progressi
+<span class="pageno" title="115" id="page-115"></span>
+economici di cui oggi si mena tanto vanto e che
+i nuovi popoli devono agli Ebrei del medio evo:
+</p>
+
+<p>
+1º L'introduzione degli <em>interessi del capitale</em>, senza
+cui non sarebbe neppur pensabile uno sviluppo superiore
+del credito, ed anzi nemmeno della formazione del capitale
+e della divisione del lavoro. Se questo progresso era in
+parte soltanto una ristorazione di quanto aveva conosciuto
+l'epoca, altamente incivilita, dei Greci e dei Romani,
+non è così del
+</p>
+
+<p>
+2º Dell'invenzione, cioè, della cambiale, la quale è
+innovazione di un valore storico mondiale, essendo quella
+di uno stromento che ha per il commercio del danaro,
+presso a poco la stessa importanza della ferrovia per la
+industria dei trasporti, e del telegrafo per lo scambio
+delle
+notizie&nbsp;<a id="FNa_212"></a><a href="#Fn_212" class="fna">(212)</a>.
+</p>
+
+<p>
+Nè l'azione benefica esercitata dagli Ebrei sul progresso
+economico, nei tempi più caliginosi del medio evo,
+si limita all'industria feneratizia; soli, concentrando, sul
+commercio dell'oro e dell'argento, una attenzione che i
+pregiudizi dei loro contemporanei li impedivano di occupare
+altrove, prepararono la grande rivoluzione monetaria,
+che la scoperta delle miniere d'America e l'impianto
+delle banche europee dovevano compiere nel mondo; e
+quasi ciò non bastasse, ogni qual volta le leggi non lo
+vietavano loro, e spesso anche malgrado il divieto delle
+leggi, essi esercitavano ogni specie di commercio.
+</p>
+
+<p>
+“Allorquando la moltiplicità dei pedaggi e la tirannide
+dei signori feudali rendevano impossibile ogni speculazione
+che non fosse quella dei piccoli mercanti dei borghi e delle
+città, gli Ebrei, più arditi, più facili a muoversi, volgevano
+l'animo a più vaste operazioni e lavoravano in silenzio
+<span class="pageno" title="116" id="page-116"></span>
+ad avvicinare continenti ed a riannodare i regni.
+Essi evitavano le barriere ed i fortilizi, nascondendo accuratamente,
+sotto miserabile apparenza, la loro reale
+ricchezza ed il segreto delle loro transazioni. Andavano
+a cercare a grandi distanze e mettevano a portata dei
+consumatori meno poveri, i prodotti poco conosciuti dei
+paesi i più remoti. A forza di errare e di correre di paese
+in paese, avevano acquistato una conoscenza esatta dei
+bisogni di tutte le piazze commerciali; sapevano dove si
+doveva comperare e dove si poteva vendere: pochi campioni
+ed un libriccino di note bastavano per le loro operazioni
+le più importanti. Corrispondevano fra loro sotto la
+fede di impegni che il loro interesse li obbligava a
+rispettare&nbsp;<a id="FNa_213"></a><a href="#Fn_213" class="fna">(213)</a>,
+circondati come erano da nemici di ogni
+specie. Il commercio ha perduto la traccia delle ingegnose
+invenzioni che furono il risultato dei loro sforzi,
+ma è alla loro influenza che sono dovuti i progressi rapidi
+di cui la storia ci ha segnalato il brillante fenomeno
+in mezzo agli orrori della notte
+feudale&nbsp;<a id="FNa_214"></a><a href="#Fn_214" class="fna">(214)</a>.”
+</p>
+
+<p>
+Il valore economico degli Ebrei non può del resto esser
+revocato in dubbio da nessuno storico imparziale; è ad esso,
+ad esso soltanto, che questo popolo va debitore della sua
+conservazione, malgrado le atroci, inaudite persecuzioni di
+cui fu vittima; senza il loro valore economico, gli Ebrei
+<span class="pageno" title="117" id="page-117"></span>
+sarebbero stati distrutti, ed il loro nome, come quello di
+molte sètte del Cristianesimo, non sarebbe più che una
+memoria storica.
+</p>
+
+<p>
+Questo valore economico fu spesso riconosciuto dai loro
+stessi più acerbi nemici, che or proscrivendoli, or richiamandoli,
+attestavano l'importanza che ha la ricchezza
+mobiliare creata dal lavoro e dall'industria. Egiza, re visigoto
+di Spagna, uno dei loro più crudeli persecutori,
+mentre li bandisce dai suoi Stati, fa eccezione per quelli
+della Settimania, “allo scopo, diceva, di riparare le
+sventure che questa provincia aveva provato, e perchè
+gli Ebrei potessero ristabilirne le finanze sia per via dei
+tributi che pagavano al fisco, sia colla loro attività ed
+industria”&nbsp;<a id="FNa_215"></a><a href="#Fn_215" class="fna">(215)</a>.
+Luigi III e Filippo l'Ardito dissero nelle
+loro lettere di richiamo agli Ebrei, nei loro Stati, che
+non trovavano altro mezzo per ristabilire le decadute
+finanze, che il richiamare gente propria a far fiorire il
+commercio e circolare il
+denaro&nbsp;<a id="FNa_216"></a><a href="#Fn_216" class="fna">(216)</a>.
+</p>
+
+<p>
+San Pio V, uno dei pochissimi Papi che perseguitarono
+gli Ebrei, dichiara, nelle sue bolle, che mantiene gli Ebrei
+in Ancona per non distruggere il commercio col Levante.
+</p>
+
+<p>
+Quasi contemporaneamente il glorioso restauratore della
+Dinastia Sabauda, l'eroe di San Quintino, Emanuele Filiberto,
+accordando con un decreto del 1572, che è, per
+quei tempi, monumento insigne di tolleranza, facoltà agli
+Ebrei di stabilirsi nei suoi Stati, dichiara espressamente
+esservisi indotto “per commodo delli nostri sudditi et
+beneficio del
+paese”&nbsp;<a id="FNa_217"></a><a href="#Fn_217" class="fna">(217)</a>.
+</p>
+
+<div>
+<span class="pageno" title="118" id="page-118"></span>
+</div>
+
+<p>
+Altri esempi potremmo addurre, ma bastino questi,
+come basti l'accennare che il declinare della grandezza
+spagnuola comincia positivamente dal giorno in cui
+300,000 israeliti, scuotendo dai loro calzari la polvere
+della terra di Torquemada, trasportarono e sparsero
+sulla superficie dell'Europa le ricchezze, l'istruzione e la
+industria loro. E ben lo sa Livorno, che deve il suo
+porto agli Ebrei portoghesi, come Ancona che riconosce
+la sua floridezza da certo dott. Fermo, ebreo, che fu il
+primo ad avanzare le sue imprese per l'ampliazione di
+esso&nbsp;<a id="FNa_218"></a><a href="#Fn_218" class="fna">(218)</a>.
+</p>
+
+<p>
+Da quanto abbiamo detto finora risulta, chiaramente
+provato, che gli Ebrei furono, nei secoli scorsi, altamente
+benemeriti del traffico e delle industrie; è però innegabile
+che oggi ancora in certi paesi d'Europa, che di civile
+hanno poco più che il nome, sorgono serie lagnanze
+contro gli Ebrei che vengono accusati di essere i monopolizzatori
+di ogni commercio. E questo avviene specialmente
+in Polonia.
+</p>
+
+<p>
+In altri tempi i sovrani di quel paese reputarono sana
+politica proteggere gli Ebrei, tanto che Boleslao e Casimiro,
+due re di quella contrada, per difenderli contro il
+fanatismo religioso delle popolazioni, affermarono in pubblici
+atti che la popolazione di Gerusalemme, essendo
+stata sterminata dalla conquista romana, è difficile rendere
+gli Ebrei moderni responsabili del sangue di Cristo.
+In grazia di questa protezione gli Ebrei si accrebbero
+siffattamente in quelle regioni che non è esagerazione
+affermare che oltre un sesto degli Ebrei di tutto il mondo
+è ripartito fra la Polonia russa, la Galizia e la Posnania.
+<span class="pageno" title="119" id="page-119"></span>
+Il governo russo è troppo parco di documenti statistici,
+perchè si possa conoscere con precisione qual sia la
+parte degli Ebrei nel movimento economico del paese,
+ma non abbiamo difficoltà ad ammettere, che essi abbiano
+concentrato nelle loro mani tutto il commercio di quelle
+contrade, e non abbiamo difficoltà ad ammetterlo, perchè
+sappiamo come i polacchi non abbiano mai avuto indole
+commerciale.
+</p>
+
+<p>
+Un insigne scrittore di cose economiche scrive di loro
+il seguente giudizio, che si potrà forse chiamare severo
+ma non certamente immeritato.
+</p>
+
+<p>
+“L'ufficio della Polonia nella storia del Commercio è
+intieramente passivo. Nessuna altra nazione in Europa
+si è mostrata così poco atta e chiamata al traffico
+ed alle industrie. Anche ai tempi della sua grandezza,
+quando confinava al Sud col Mar Nero ed al Nord col Baltico,
+quando perciò riuniva le più favorevoli condizioni
+per l'esercizio del Commercio internazionale, la Polonia
+non seppe trar alcun partito da simili vantaggi. Non
+ebbe mai navigazione; non seppe neanche giovarsi
+nell'interesse del suo dominio, del commercio marittimo
+dell'Asia che le conquiste della Russia occidentale
+nel 1460 e quelle della Livonia nel 1583 avevano
+messo in suo potere, o per lo meno crearsi sul Baltico
+una posizione uguale a quella degli altri paesi di
+riviera. Che cosa non sarebbero divenuti in altre mani
+i porti di Riga e di Danzica come emporio di un paese
+simile a quello che si estendeva dietro a loro! Col suo
+mirabile sistema di corsi d'acqua, e con la varietà delle
+sue naturali ricchezze, la Polonia fu ai tempi del suo
+splendore uno dei paesi più felicemente collocati per
+isvolgere un attivo commercio. Ma la sua deplorevole
+costituzione, l'amore delle conquiste, l'indole bellicosa,
+il poco gusto per le arti pacifiche, per il lavoro, ridussero
+<span class="pageno" title="120" id="page-120"></span>
+i polacchi ad un ufficio molto subalterno come
+popolo
+commerciante”&nbsp;<a id="FNa_219"></a><a href="#Fn_219" class="fna">(219)</a>.
+</p>
+
+<p>
+Ciò che lo Scherer scrive dei polacchi, può dirsi a buon
+dritto di tutta la razza slava, ed è perciò appunto che
+dai paesi slavi giungono continue lagnanze contro il monopolio
+degli Ebrei e dei tedeschi, lagnanze inspirate da
+quel sentimento di invidia connaturale all'uomo che suole
+muovere alti lamenti quando vede altri cogliere abbondanti
+frutti da un albero che egli ha sdegnato. E che
+questo, e non altro, sia il movente dell'agitazione vivissima
+che nell'Oriente d'Europa si manifesta contro gli
+Ebrei, lo proclamava recentemente l'ex-dittatore dell'Ungheria,
+Kossut, in una lettera da lui diretta al deputato
+Mezey per combattere l'antisemitismo:
+</p>
+
+<p>
+“L'agiatezza degli Ebrei, dice Kossut, dipende dalla
+loro attività e dal loro spirito di risparmio, e del
+regresso generale non sono colpa gli Ebrei, ma coloro,
+che per gli errori antichi, non sanno rivaleggiare
+con quelli.
+</p>
+
+<p>
+“Ricordo ai magiari, che tra i Cresi americani non
+v'ha neppure un Ebreo, perchè l'Ebreo non può rivaleggiare
+con
+l'Americano”&nbsp;<a id="FNa_220"></a><a href="#Fn_220" class="fna">(220)</a>.
+</p>
+
+<p>
+Del resto anche la pretesa ricchezza degli Ebrei venne
+assai esagerata, e noi, che ci siamo prefissi di avvalorare
+sempre le nostre parole coll'autorità degli uomini più eminenti
+di tutti i tempi e di tutti i paesi, lasciamo, anche su
+questo proposito, la parola ad un valentissimo economista
+<span class="pageno" title="121" id="page-121"></span>
+inglese, il Mac Culloch, e gliela lasciamo tanto più volentieri
+in quanto che il brano che stiamo per riferire, riassume
+maestrevolmente quanto siamo venuti finora dicendo.
+</p>
+
+<p>
+“Si è detto che gli Ebrei erano un esempio di un
+popolo la cui proprietà era stata lungo tempo esposta
+a una serie quasi non interrotta di assalti, e che nondimeno
+avevano continuato ad essere ricchi e industriosi.
+Ma allorchè lo si esamini rettamente, si troverà
+che gli Ebrei non fanno eccezione alla regola generale.
+I fortissimi pregiudizi che si sono quasi universalmente
+nudriti contro di loro, ebbero per lungo tempo
+l'effetto di impedir loro di acquistare nessuna proprietà
+in terra, e li esclusero dal partecipare ai fondi delle
+istituzioni pie dei varî paesi in cui erano sparsi. Non
+avendo perciò sussidi avventizi su cui basarsi, caso
+che divenissero infermi o poveri, provavano un bisogno
+fortissimo di risparmiare e di accumulare, ed essendo
+banditi dall'agricoltura erano per necessità costretti a
+coltivare il commercio e le arti. In un'età in cui la
+professione mercantile era guardata generalmente come
+cosa sordida, e in cui per conseguenza avevano pochi
+competitori, devono aver fatti grandi guadagni, sebbene
+questi si siano assai esagerati. Ma era naturale che
+quelli che si erano indebitati cogli Ebrei, dicessero che
+i loro profitti erano enormi: perchè così si infiammavano
+i pregiudizi che vi erano contro di loro, e si offriva
+un pretesto miserabile per defraudarli dei loro
+giusti diritti. Vi sono alcuni Ebrei ricchi nella massima
+parte delle vaste città dell'Europa, ma la gran
+maggioranza di quel popolo fu sempre ed è anche ora
+poverissimo”&nbsp;<a id="FNa_221"></a><a href="#Fn_221" class="fna">(221)</a>.
+</p>
+
+<div>
+<span class="pageno" title="122" id="page-122"></span>
+</div>
+
+<p>
+A queste parole del Mac Culloch ci sia permesso aggiungere
+due ultime considerazioni.
+</p>
+
+<p>
+I nemici del nome giudaico, e non son pochi, se da un
+lato fanno colpa agli Ebrei delle ricchezze di taluni loro
+correligionari, irridono poi all'umile professione di molti
+dei più poveri e dei più avviliti tra essi; quella del rivenditore
+di abiti e masserizie usate, del rigattiere.
+</p>
+
+<p>
+Eppure l'economista non isdegna quell'umile mestiere,
+e gli riconosce la sua larga parte di utilità economica;
+è il povero rigattiere che, colla industria sua, colla sua
+mano d'opera, ridà un valore a quanto lo aveva perduto,
+ed offre alle classi povere il mezzo di acquistare a poco
+prezzo le cose più necessarie alla vita. <i class="quo" xml:lang="fr">Le
+Temple</i>&nbsp;<a id="FNa_222"></a><a href="#Fn_222" class="fna">(222)</a>
+<i class="quo" xml:lang="fr">est la providence du peuple</i>, ha detto,
+e con ragione, un
+gran romanziere, che era nello stesso tempo uno degli
+apostoli del socialismo: Eugenio Sue.
+</p>
+
+<p>
+Questo pei poveri; quanto ai ricchi è pur d'uopo convenire
+che se essi sono tali è perchè le interdizioni di cui
+erano vittima nei tempi andati, non soltanto li spingevano
+forzatamente verso le professioni le più lucrative, ma li
+costringevano loro malgrado a tesaurizzare.
+</p>
+
+<p>
+Vietato agli Ebrei il conseguire gradi accademici, era
+tolto loro ogni incentivo agli studi letterali e cavallereschi,
+studi, che come ognun sa, non hanno mai arricchito
+nessuno. <i class="quo" xml:lang="la">Litterae non dant panem.</i>
+</p>
+
+<p>
+Vietato agli Ebrei, da numerose leggi suntuarie, l'uso
+di vesti fastose ed obbligati se non dalla legge, dalla
+prudenza, a dissimulare sotto sordide vesti la loro agiatezza,
+per non esporsi a rapine ed a violenze.
+</p>
+
+<div>
+<span class="pageno" title="123" id="page-123"></span>
+</div>
+
+<p>
+Vietato il possedere case, il fabbricarne, e costretti a
+dimorare nei sordidi ghetti, atti soltanto a far fuggire
+ogni idea di adornare e di abbellire anco l'interno della
+propria dimora.
+</p>
+
+<p>
+Vietata ogni sontuosità nei loro tempî, nei loro cimiteri,
+in tutte le pratiche di culto dove la pia munificenza
+dei Cristiani profondeva, negli scorsi secoli, tesori a dovizie.
+</p>
+
+<p>
+Vietata ad essi ogni ingerenza nei pubblici affari.
+</p>
+
+<p>
+Vietato ad essi l'aver domestici cristiani, e, persino,
+l'aver commercio con femmine da conio.
+</p>
+
+<p>
+Voglia il signor lettore esaminare questo breve elenco
+di interdizioni, che molte e molte ne ommette per brevità,
+voglia compararlo col bilancio della propria azienda domestica,
+e poi dovrà convenire con noi che il popolo ebreo,
+obbligato a consacrarsi alle industrie che maggiormente
+arricchiscono, e costretto a star lontano da quelle, che
+sono, per ogni uomo civile, le maggiori cause di dispendio,
+avrebbe finito coll'assorbire tutte le ricchezze del mondo,
+se le persecuzioni, i massacri, le rapine non gli avessero
+tolto colla violenza, quanto la violenza lo aveva costretto
+ad ammassare.
+</p>
+
+<p>
+Perchè gli Ebrei dovessero divenire ricchi ed usurai
+abbiamo veduto; i loro nemici però non paghi di averli
+costretti ad esercitare un traffico ignominioso, non paghi
+di rinfacciar loro come una colpa, quello che era necessaria
+conseguenza della condizione ad essi creata, vennero
+dicendo che il <cite>Talmud</cite> non soltanto autorizza gli Ebrei
+ad opprimere i Cristiani con usure, ma ne fa loro espresso
+obbligo, permettendo ad essi di esercitare ogni maniera
+di frode verso i non Ebrei.
+</p>
+
+<p>
+Il <cite>Talmud</cite>, lo abbiamo detto a sazietà, non è per gli
+Ebrei che il complemento della legge, e la legge dà agli
+Ebrei precetti ben diversi.
+</p>
+
+<p>
+Quali sieno i precetti biblici in questo argomento tutti
+<span class="pageno" title="124" id="page-124"></span>
+sanno, ma a noi piace ricordarli colle parole stesse di uno
+dei più accaniti nemici del nome giudaico:
+</p>
+
+<p>
+“Secondo la legge mosaica non possono ingannare, nè
+defraudare alcuno, che con essi contratti. So bene che
+ciò veniva espressamente loro vietato nel Levitico al
+capo 19, v. 11, con queste parole: <i class="quo">Non mentiemini,
+nec decipiat unusquisque proximum suum.</i> In molti
+altri versi del medesimo capitolo e in più luoghi è replicato
+un tale comandamento. Ed essendo egli morale,
+e non cerimoniale, non è cessato, ma va in vigore, e
+nella prima
+osservanza”&nbsp;<a id="FNa_223"></a><a href="#Fn_223" class="fna">(223)</a>.
+</p>
+
+<p>
+Ed il Talmud che ha per scopo di spiegare la Bibbia,
+non di cambiarla, non sopratutto di stabilire precetti che
+a quella ripugnino, conferma questi principii di elementare
+onestà.
+</p>
+
+<p>
+I Talmudisti dicono:
+</p>
+
+<p>
+<i>a</i>) che non è permesso di fare altrui illusione, nemmeno
+ad un <em>Goi</em>, per esempio, di fargli regalo di alcun
+oggetto, facendogli credere che è di maggior valore di
+quello che
+è&nbsp;<a id="FNa_224"></a><a href="#Fn_224" class="fna">(224)</a>.
+</p>
+
+<p>
+Samuele ordinò al servo di accordarsi col barcajuolo
+che dovea tragittarlo al di là d'un fiume. Nei patti dell'accordo
+eravi di dargli a bere una bottiglia di vin puro:
+il domestico mescolò il vino con acqua, nè il barcajuolo se
+ne accorse. Samuele seppe l'inganno, e sgridò acerbamente
+il suo
+servo&nbsp;<a id="FNa_225"></a><a href="#Fn_225" class="fna">(225)</a>.
+</p>
+
+<div>
+<span class="pageno" title="125" id="page-125"></span>
+</div>
+
+<p>
+<i>b</i>) che chi deruba il Goi è tenuto alla restituzione,
+e che è anzi peggio derubare il Goi che l'Israelita, poichè
+ne rimane profanato il nome di
+Dio&nbsp;<a id="FNa_226"></a><a href="#Fn_226" class="fna">(226)</a>.
+</p>
+
+<p>
+<i>c</i>) che l'Israelita pecca, ed è tenuto all'indennizzamento,
+qualora nella misura, nel peso o nel calcolo faccia
+sopruso al non israelita, non altrimenti che facendolo ad un
+israelita. Chi trafficando, sia coll'israelita, quanto coll'idolatra,
+misura o pesa scarso, contraviene ad un divino precetto
+ed è tenuto al risarcimento. È parimente vietato di gabbare il
+Goi nel calcolo, ma devesi usare seco lui ogni esattezza,
+come dice il sacro testo (<cite>Lev.</cite>, <span class="sc num">xxv</span>,
+59), e <i class="quo">faccia ragione
+col suo compratore</i>; il quale testo tratta di un non israelita
+da sè dipendente (vivente cioè nella Palestina quando
+questa era in potere degli Israeliti); quanto più non dovrai
+tal legge osservare con chi non è a te soggetto?
+D'altronde la Scrittura dice (<cite>Deut.</cite>,
+<span class="sc num">xxxv</span>, 16): <i class="quo">Chiunque
+fa tali cose, chiunque fa iniquità è in abbominazione al
+signore Iddio tuo</i>, proposizione assoluta e senza alcuna
+condizione&nbsp;<a id="FNa_227"></a><a href="#Fn_227" class="fna">(227)</a>.
+</p>
+
+<p>
+<i>d</i>) I
+Gheonim&nbsp;<a id="FNa_228"></a><a href="#Fn_228" class="fna">(228)</a>
+insegnano, allegando l'autorità del
+Talmud&nbsp;<a id="FNa_229"></a><a href="#Fn_229" class="fna">(229)</a>,
+esser permesso, anzi esser dovere di
+far testimonianza anche innanzi ai non israeliti (presso
+giudici non iniqui), anche se il frodato sia un Goi ed il
+frodatore un
+israelita&nbsp;<a id="FNa_230"></a><a href="#Fn_230" class="fna">(230)</a>.
+</p>
+
+<div>
+<span class="pageno" title="126" id="page-126"></span>
+</div>
+
+<p>
+<i>e</i>) Il celebre ed autorevole R. Mosè Couci dice: Anche
+quel Talmudista che opina non essere vietato derubare
+il Goi, parla di un tale che abbia fatto del male
+allo israelita, ed anche in questo caso la sua sentenza
+non viene adottata; fuori però di questo caso anche quel
+Talmudista riconosce essere vietato rubare al
+Goi&nbsp;<a id="FNa_231"></a><a href="#Fn_231" class="fna">(231)</a>.
+E qui giovi notare che questo Mosè Couci o Kotzi, che
+fioriva nel 1230, è ben lungi dall'essere stato, in massima,
+modello di tolleranza. Nelle prime edizioni delle sue
+opere&nbsp;<a id="FNa_232"></a><a href="#Fn_232" class="fna">(232)</a>
+trovansi non pochi passi anticristiani, ma il
+fanatismo religioso, di cui nessuno vorrà far colpa ad un
+ebreo del <span class="sc num">xiii</span> secolo, non gli impedì però
+di fare il suo
+dovere d'onesto uomo, proclamando la massima che abbiamo
+testè riferita.
+</p>
+
+<p>
+Nè del resto poteva essere altrimenti, checchè abbiano
+farneticato i malevoli; la legge mosaica espressamente comanda
+di non molestare il forestiero, e lo inculca con
+queste parole: <i class="quo">E non oppressare il forestiero, perciocchè
+voi sapete in quale stato è l'animo del forestiero, essendo
+stati forestieri nella terra d'Egitto</i> (<cite>Esodo</cite>,
+<span class="sc num">xxiii</span>, 9). Ed
+altrove dopo aver detto che Dio è il Dio degli Dei, ed
+il padrone dei padroni; Dio grande, potente e tremendo,
+ecc, aggiunge che egli fa giustizia all'orfano ed
+alla vedova, ed ama il forestiero, per somministrargli
+vitto e vestito; indi conchiude: <i class="quo">Voi dunque altresì amate
+i forestieri; conciossiachè siate stati forestieri nel
+paese d'Egitto</i> (<cite>Deut.</cite>, <span class="sc num">x</span>,
+17, 19). Raccomanda di non
+far soffrire ingiustizia al forestiero ed all'orfano, e di
+non pignorare l'abito della vedova, ed aggiunge: <i class="quo">E
+<span class="pageno" title="127" id="page-127"></span>
+ricordati che tu sei stato schiavo in Egitto</i> (<cite>Deut.</cite>,
+<span class="sc num">xxiv</span>,
+17 e 18). Ognuno sa che la memoria dei mali da noi
+stessi altre volte sofferti accresce forza al naturale sentimento
+della pietà dei mali altrui.
+</p>
+
+<p>
+Nè la legge scritta, nè la legge rivelata concedono
+dunque all'ebreo di usar frode a pregiudizio dei gentili.
+</p>
+
+<p>
+Il Levi nella sua raccolta talmudica già più volte citata
+ha spigolato nel Talmud alcune regole di commercio
+che giovano a mostrare come i dottori del Talmud si
+preoccupassero di inspirare negli Israeliti, i più rigorosi
+principî di probità commerciale:
+</p>
+
+<p>
+“È peccato far incarire i frutti&nbsp;—&nbsp;portare aumento
+nei prezzi correnti.
+</p>
+
+<p>
+“Oltre il sesto del valore v'ha lesione e il contratto
+nullo&nbsp;<a id="FNa_233"></a><a href="#Fn_233" class="fna">(233)</a>.
+</p>
+
+<p>
+“Non deve il vinajo spargere nel suo negozio profumi
+di vini aromatici, per far credere di tenere nel
+suo negozio vini squisiti.
+</p>
+
+<p>
+“Non deve il negoziante regalare dolci ai giovanetti
+per allettarli al suo negozio.
+</p>
+
+<p>
+“Il vindice nel diluvio è vindice di chi non mantiene
+la sua parola.
+</p>
+
+<p>
+“Il capo dei ladri è quegli che defrauda nel peso e
+nelle
+misure&nbsp;<a id="FNa_234"></a><a href="#Fn_234" class="fna">(234)</a>.
+</p>
+
+<p>
+“Il negoziante deve ripulire i suoi pesi e i suoi vasi
+una volta ogni settimana, per conservarli sempre nella
+giusta
+misura”&nbsp;<a id="FNa_235"></a><a href="#Fn_235" class="fna">(235)</a>.
+</p>
+
+<div>
+<span class="pageno" title="128" id="page-128"></span>
+</div>
+
+<p>
+Ma, si dirà, ammesso pure che agli Ebrei sia vietato
+usar frode in commercio, tanto col correligionario quanto
+col <em>Goi</em>, non potrete negare, che la stessa Bibbia, mentre
+vieta loro di dar denaro ad usura agli Ebrei, permette
+ad essi di darne ai <em>goim</em>.
+</p>
+
+<p>
+Ed infatti è scritto nel <cite>Deuteronomio</cite>
+(<span class="sc num">xxiii</span>, 19, 20) ed
+altrove: “Non prestare ad usura al tuo fratello, nè danari,
+nè vittuaglie, nè cosa alcuna che si presta ad usura.
+</p>
+
+<p>
+“Presta ad usura allo straniero, ma non al tuo fratello.”
+</p>
+
+<p>
+La cattiva interpretazione di questo precetto espresso
+e ripetuto nella Bibbia, fu causa principalissima delle accuse
+mosse su questo argomento contro gli Ebrei e della
+ripugnanza che ebbe il Cristianesimo contro l'industria
+feneratizia.
+</p>
+
+<div>
+<span class="pageno" title="129" id="page-129"></span>
+</div>
+
+<p>
+Per bene interpretare questo precetto, conviene in primo
+luogo aver presente che la parola usura va intesa, anche
+in questo brano, nel senso di interesse. Abbiamo già dimostrato,
+colle parole del Say, che quello che noi ora diciamo
+<em>interesse</em> dicevasi usura negli antichi tempi, ci sia lecito
+aggiungere qui, che la lingua ebraica non ha la parola
+usura, nel senso che oggi volgarmente le si attribuisce,
+sicchè ogni qualvolta troviamo scritto nella Bibbia la parola
+<em>usura</em> dobbiamo leggere <em>interesse</em>.
+</p>
+
+<p>
+Quanto al divieto biblico di prestar ad interesse al
+fratello, ed alla facoltà di prestare al forestiero, è un di
+quei precetti che debbono considerarsi parti della legge
+civile, non della religiosa, e che, come tale, cessarono di
+aver vigore colla esistenza politica della nazione ebraica.
+</p>
+
+<p>
+Non diciamo cose nuove, ripetiamo, costretti, cose trite
+e ritrite.
+</p>
+
+<p>
+Questo precetto, come prescrizione di legge civile, è
+facilmente spiegabile.
+</p>
+
+<p>
+L'Ebreo in Palestina non era commerciante, lo abbiamo
+veduto; il commercio della contrada era in mano dei forestieri;
+da ciò consegue che se l'Ebreo prendeva a prestito
+denaro vi era costretto dalle necessità della vita,
+mentre il forestiero ne abbisognava per dar vita ai propri
+traffici; da qui il divieto, altamente economico, di far
+pagare interesse al primo ed il permesso, logico e naturale,
+di farlo pagare al secondo, che, dal denaro mutuato,
+presumeva ricavar lucro e vantaggio.
+</p>
+
+<p>
+E questa nostra interpretazione è ampiamente suffragata
+dal versetto 25 del capitolo <span class="sc num">xxiii</span> dell'Esodo:
+</p>
+
+<p>
+“Quando tu presterai danari al mio popolo, al povero
+che è appresso a te, non procedere inverso lui a guisa
+di usuraio: non imponetegli usura.”
+</p>
+
+<p>
+Il più volte citato Luzzatto così commenta questo versetto:
+</p>
+
+<div>
+<span class="pageno" title="130" id="page-130"></span>
+</div>
+
+<p>
+“<i class="quo">Al popol mio</i>, cioè ad Israello.
+<i class="quo">A qualche povero che è appresso a te</i>,
+spiega l'antecedente e cioè che
+l'esenzione dell'interesse è diritto solamente di chi è
+assolutamente povero, non del ricco che cerca danaro
+per speculazione.”
+</p>
+
+<p>
+Anche il Mortara, onore di Mantova e del Rabbinato
+italiano, così interpreta questo
+precetto&nbsp;<a id="FNa_236"></a><a href="#Fn_236" class="fna">(236)</a>:
+</p>
+
+<p>
+“Il prestito fatto al povero viene considerato dalla
+morale religiosa come una carità e non un contratto.
+Essa riguarda pertanto il povero vergognoso come un
+congiunto, ed impone di prestargli, e non usare verso
+di esso come creditore che conceda dilazione al pagamento.
+È evidente che tale obbligazione morale non
+può vincolare che verso i prossimi e perciò la religione
+non la impone che verso i concittadini ed i correligionari.
+</p>
+
+<p>
+“I nostri Dottori applicano il testo d'Isaja, “allora
+tu invocherai il Signore ed egli ti esaudirà,” a colui
+che ama i suoi vicini, porta operoso affetto a' suoi
+congiunti e presta una moneta al povero nel momento
+del suo bisogno; e nell'esposizione del testo
+(salmo <span class="sc num">xv</span>, 5): <i class="quo">Il quale
+non dà i suoi danari ad
+usura</i>, comprendono espressamente il non Israelita fra
+quelli cui si devono far prestiti, senza percepirne
+interesse”&nbsp;<a id="FNa_237"></a><a href="#Fn_237" class="fna">(237)</a>.
+</p>
+
+<p>
+E con questo commento dei due dottissimi rabbini si accorda
+quello di un eruditissimo sacerdote cristiano, l'abate
+M. Mastrofini, il quale conchiuse che il precetto “riguarda
+<span class="pageno" title="131" id="page-131"></span>
+le usure di ricchi Ebrei su poveri, i quali tra loro
+convivono”&nbsp;<a id="FNa_238"></a><a href="#Fn_238" class="fna">(238)</a>.
+</p>
+
+<p>
+E più sotto, lo stesso Mastrofini, riassumendo il risultato
+dell'acuta sua disamina sui varii passi del Vecchio
+Testamento ove è discorso dell'usura, così conchiude:
+</p>
+
+<p>
+“La legge mosaica intorno le usure, ci rassicura ancora
+che non tutte le usure sono contrarie alla legge
+della natura. Imperocchè Dio, per Mosè, permise le moderate
+e discrete col ricco, tanto ebreo quanto
+forestiero”&nbsp;<a id="FNa_239"></a><a href="#Fn_239" class="fna">(239)</a>.
+</p>
+
+<p>
+Questi i precetti biblici riassunti da scrittori dotati
+di sana critica. Vediamo ora come i talmudisti interpretarono
+la legge:
+</p>
+
+<p>
+“Chi entrerà nel tuo sacro monte? dice Davide. Chi
+cammina sinceramente e chi non dà il suo danaro a
+usura. Osserva un dottore: Chi non dà il suo danaro
+a usura neppure a un
+Gentile”&nbsp;<a id="FNa_240"></a><a href="#Fn_240" class="fna">(240)</a>.
+</p>
+
+<p>
+“L'Ebreo il quale presta il suo denaro al Gentile,
+anzichè all'Israelita, perchè dal primo può prendere
+interesse, commette
+peccato”&nbsp;<a id="FNa_241"></a><a href="#Fn_241" class="fna">(241)</a>.
+</p>
+
+<p>
+“Chi accumula ricchezza con interesse e usura, l'accumula
+per chi è benefico coi poveri. Dice Salomone.”
+</p>
+
+<p>
+“Il dottore Hunà dichiara che qui allude all'usura
+tolta dai Gentili. Un altro dottore osserva che Mosè
+permette di dare a interesse a' Gentili. Risponde il
+<span class="pageno" title="132" id="page-132"></span>
+primo dottore, che il testo biblico ha altro senso. Concludesi
+che tutto al più può l'Israelita prestare a interesse
+al Gentile, tanto da guadagnarsi il
+vitto&nbsp;<a id="FNa_242"></a><a href="#Fn_242" class="fna">(242)</a>.
+</p>
+
+<p>
+“Quando il Salmista (<span class="sc num">xv</span>, 5) encomia chi presta il
+suo denaro senza percepire frutto, intende che lo faccia
+anche col
+Goi”&nbsp;<a id="FNa_243"></a><a href="#Fn_243" class="fna">(243)</a>.
+</p>
+
+<p>
+Ed in altro trattato:
+</p>
+
+<p>
+“Vieni e vedi, tutte le creature di Dio ritraggono
+(prendono a prestito) l'una dall'altra.
+</p>
+
+<p>
+“Il giorno ritrae (prende in prestito) dalla notte, la
+notte dal giorno: la luna dalle stelle, le stelle dalla
+luna: il sole dalla luce, la luce dal sole: il senno dalla
+scienza, la scienza dal senno: la carità dalla giustizia,
+la giustizia dalla carità.
+</p>
+
+<p>
+“Tutte queste creature divine ritraggono (prendono
+in prestito) l'una dall'altra e sono amiche ed in pace.
+</p>
+
+<p>
+“Solo l'uomo presta al compagno e cerca di rovinarlo
+con l'usura e col furto.
+</p>
+
+<p>
+“Questi usurai dicono quasi a Dio: Perchè non prendi
+usura de' tuoi prestiti agli uomini? Tu inaffii la terra,
+tu fecondi i campi, tu illumini, tu soffii l'alito vitale,
+tu conservi: chè non ti fai pagare?
+</p>
+
+<p>
+“Dice Iddio: Vedete quante cose io presto, e non
+prendo interesse.
+</p>
+
+<p>
+“Guai a chi prende usura: egli non vivrà.
+</p>
+
+<p>
+“Un re apre all'amico il suo regno: l'amico entra,
+calpesta i poveri, uccide le vedove, distrugge, rovina,
+e riempie ogni cosa di frode e iniquità.
+</p>
+
+<p>
+“Così l'usuraio a cui Iddio ha aperto il regno dei
+<span class="pageno" title="133" id="page-133"></span>
+suoi tesori, porta ovunque la sterilità e la
+morte&nbsp;<a id="FNa_244"></a><a href="#Fn_244" class="fna">(244)</a>.”
+</p>
+
+<p>
+Ed altrove:
+</p>
+
+<p>
+“Bada cecità degli usurai. Se taluno ingiuria il compagno
+chiamandolo empio, l'ingiuriato arde d'ira e medita
+vendetta. E costoro in uno scritto, sancito da
+notai e da testimoni, di propria volontà scrivono e
+sottoscrivono e dichiarano..... d'avere rinnegato il Dio
+d'Israele”&nbsp;<a id="FNa_245"></a><a href="#Fn_245" class="fna">(245)</a>.
+</p>
+
+<p>
+Chiudiamo questo troppo lungo capitolo colla citazione
+di un brano del più volte ricordato Rabbino
+Leon Modena, il quale porrà in luce cosa pensassero
+su questo argomento gli Ebrei italiani, or sono due
+secoli.
+</p>
+
+<p>
+“Per obbligo della Legge, così di Mosè, come a bocca,
+devono esser realissimi, e non fraudar, ne ingannare
+<span class="pageno" title="134" id="page-134"></span>
+alcuno, sia chi si voglia, o Hebreo, o non Hebreo, osservando
+sempre, e con ogni persona, quelli buoni modi
+di negotiar comandatogli in molti luoghi nella Scrittura,
+e spetialmente nel Lev. c. 19, versi 11, 13, 15,
+33 sino al fine.
+</p>
+
+<p>
+“E quello che hanno disseminato alcuni in voce, e in
+iscritto, che ogni giorno giurano, et hanno per opera
+pia di ingannar, e fraudare un Christiano, è espressa
+bugia, così promulgata per renderli più odiosi di
+quello che sono.
+</p>
+
+<p>
+“Anzi molti rabbini hanno scritto et in particolar ne
+ha fatto raccolta a longo Rabino Bachij nel libro
+<cite>Cadachemah</cite>, lettera <cite>Ghimel Ghezelà</cite> dove dice che è
+molto più grave peccato il fraudare uno non Hebreo,
+che un Hebreo rispetto allo scandalo che si da, oltre
+l'opera sia in se, e si chiama <em>Chillul Ascem</em>, che vuol
+dire profanare il nome di Dio, che è de' maggiori
+peccati. Onde se si trova fra essi chi inganna e frauda,
+è diffetto di quel particolare, che è di mala qualità,
+ma non che lo facci essendole ne dalla sua legge, ne
+da Rabini in alcun modo permesso.
+</p>
+
+<p>
+“È ben vero che la strettezza, nella quale la captività
+lunga gli ha ridotti et essendole vietato quasi per
+tutto il posseder terreni, e molti altri modi di mercantar,
+et esercitii di riputatione et utili, si sono
+molti abbassati d'animo e divenuti digeneranti della
+lealtà
+israelitica”&nbsp;<a id="FNa_246"></a><a href="#Fn_246" class="fna">(246)</a>.
+</p>
+
+<p>
+Con queste parole il Modena viene a dimostrare quanto
+giuste sieno queste idee di un pubblicista inglese che noi
+trovammo testè riferite nella <cite xml:lang="fr">Revue Britannique</cite>
+e colle quali ci piace dar termine a questo capitolo:
+</p>
+
+<div>
+<span class="pageno" title="135" id="page-135"></span>
+</div>
+
+<p>
+“Dovunque le incapacità inerenti alle qualità di ebreo
+sono sconosciute, lo spirito stretto di sêtta e di tribù
+disparve, e lasciato a se stesso il giudaismo, in quanto
+riguarda le materie religiose ed i doveri sociali, si è
+sviluppato sanamente e senza usurpare sui confini altrui.
+È questo ancora il miglior rimedio da opporre alla
+sua estensione che noi possiamo consigliare a coloro
+che vedono in lui un nemico di cui occorra sbarazzarsi
+ad ogni prezzo.”
+</p>
+
+<div class="footnote"><a id="Fn_193"></a>
+<p class="foot"><a href="#FNa_193"><span class="label">(193)</span></a>
+<cite>La situazione degli Ebrei nel Medio-Evo.</cite>&nbsp;—&nbsp;<cite>Giorn.
+degli Economisti.</cite> Padova, 1875, vol. 1, pagg. 88 e segg.
+</p>
+</div>
+
+<div class="footnote"><a id="Fn_194"></a>
+<p class="foot"><a href="#FNa_194"><span class="label">(194)</span></a>
+Ac si transferre sedes cogerentur, major vitae metus
+quam mortis.
+(<span class="sc aut">Tacit.</span>, <cite xml:lang="la">Hist.</cite>
+<span class="sc num">xxi</span>).
+</p>
+</div>
+
+<div class="footnote"><a id="Fn_195"></a>
+<p class="foot"><a href="#FNa_195"><span class="label">(195)</span></a>
+Ne quidquam ingenuum potest habere officina... Mercatura,
+si tenuis est, sordida putanda est: sin autem magna
+et copiosa; multa undique apportans, non est admodum
+vituperanda..... Nihil enim proficiunt mercatores, nisi admodum
+mentiantur. (<span class="sc aut">Cicerone</span>, <cite>Dei doveri</cite>,
+libro <span class="sc num">i</span>, sez. 42).
+</p>
+</div>
+
+<div class="footnote"><a id="Fn_196"></a>
+<p class="foot"><a href="#FNa_196"><span class="label">(196)</span></a>
+<span class="sc aut">Say</span>, <cite>Trattato di Ec. pol.</cite>
+in <cite>Bibl. dell'Ec.</cite> Serie <span class="sc num">i</span>,
+vol. <span class="sc num">vi</span>, pag. 275.
+</p>
+</div>
+
+<div class="footnote"><a id="Fn_197"></a>
+<p class="foot"><a href="#FNa_197"><span class="label">(197)</span></a>
+<span class="sc aut">Blanqui</span>,
+<cite xml:lang="fr">Hist. de l'Ec. pol.</cite>,
+<span class="sc num">i</span>, 153.
+</p>
+</div>
+
+<div class="footnote"><a id="Fn_198"></a>
+<p class="foot"><a href="#FNa_198"><span class="label">(198)</span></a>
+Questo pregiudizio contro l'interesse del denaro, che
+rimonta ad Aristotile, e che ha per base la massima che il
+denaro, non essendo di per se stesso fecondo, non può produrre
+interesse, era comune anche a Shakespeare che, nel suo
+linguaggio pittoresco, definì l'interesse: <i class="quo">La posterità di uno
+sterile metallo.</i>
+</p>
+</div>
+
+<div class="footnote"><a id="Fn_199"></a>
+<p class="foot"><a href="#FNa_199"><span class="label">(199)</span></a>
+<span class="sc aut">Turgot</span>, <cite>Memoria sui prestiti di denaro</cite> in <cite>Bib. dell'Ec.</cite>
+Vol. <span class="sc num">i</span>, pag. 373.
+</p>
+</div>
+
+<div class="footnote"><a id="Fn_200"></a>
+<p class="foot"><a href="#FNa_200"><span class="label">(200)</span></a>
+<cite xml:lang="la">Bull. mag.</cite> <span class="sc num">lxvi</span>,
+pag. 328 e pag. 21.
+</p>
+</div>
+
+<div class="footnote"><a id="Fn_201"></a>
+<p class="foot"><a href="#FNa_201"><span class="label">(201)</span></a>
+<span class="sc aut">S. de Sismondi</span>,
+<cite>Nuovi principii d'economia politica</cite>
+in <cite>Bibl. dell'Econ.</cite> Vol. <span class="sc num">vi</span>, pag. 636.
+</p>
+</div>
+
+<div class="footnote"><a id="Fn_202"></a>
+<p class="foot"><a href="#FNa_202"><span class="label">(202)</span></a>
+Le Pandette fissano al quattro per cento il tasso dell'interesse
+per la persona di un rango illustre, a sei per
+gli altri, tasso ordinario e legale. Ciò non pertanto si permise
+l'interesse dell'8 per cento ai manifattori ed ai commercianti
+e quello del 12 per le assicurazioni marittime.
+</p>
+</div>
+
+<div class="footnote"><a id="Fn_203"></a>
+<p class="foot"><a href="#FNa_203"><span class="label">(203)</span></a>
+Gli stessi principi ecclesiastici che vietavano ai Cristiani
+di dar capitali ad interesse, lo permettevano agli Ebrei;
+ad esempio l'arcivescovo di Colonia, nel 1266, promise
+loro di non concedere ad alcuno tranne che ad essi il contrarre
+prestiti fruttiferi. (<span class="sc aut">Ennen</span>,
+<cite>Storia di Colonia</cite>, <span class="sc num">ii</span>, 327).
+</p>
+</div>
+
+<div class="footnote"><a id="Fn_204"></a>
+<p class="foot"><a href="#FNa_204"><span class="label">(204)</span></a>
+Quando il re di Francia, Giovanni, per pagare i suoi
+debiti adulterò la sua moneta, tutti gli ufficiali della sua
+zecca furono obbligati a giurare il secreto.
+(V. <span class="sc aut">Ducange</span>,
+<cite>Glossario</cite>, parola <em>Moneta</em>, ed. de' Benedettini).
+Fin qui il Say;
+dal canto nostro aggiungiamo che questa adulterazione delle
+monete, causa principalissima dello esorbitante tasso dell'interesse
+e che durò sino alla età moderna&nbsp;—&nbsp;Carlo V verso
+il 1540 inondò l'Europa di una massa di cattivi scudi d'oro
+di Castiglia. (<span class="sc aut">Blanqui</span>,
+<cite xml:lang="fr">Hist. de l'Ec. pol.</cite>,
+<span class="sc num">i</span>, 283)&nbsp;—&nbsp;era
+conseguenza delle dottrine di S. Tommaso. Il Grande Aquinate,
+come del resto tutti gli uomini dei tempi suoi, aveva
+curiose idee in fatto di economia politica. Egli
+(<cite xml:lang="la">De Regg. Princ.</cite>,
+<span class="sc num">ii</span>, 13),
+infatti permette che lo Stato faccia uso, moderatamente
+però, del diritto di alterare le monete <i class="quo" xml:lang="la">sive in
+mutando, sive in diminuendo pondere</i>. Tutti ricordano le roventi
+parole con cui il nostro Dante, quasi contemporaneo
+dell'Aquinate, stigmatizza Filippo il Bello, il re falso monetario,
+che la dottrina di S. Tommaso aveva appreso da Egidio
+Colonna; il Dottor Fondatissimo, fu infatti discepolo di
+Tommaso e maestro di Filippo.
+</p>
+</div>
+
+<div class="footnote"><a id="Fn_205"></a>
+<p class="foot"><a href="#FNa_205"><span class="label">(205)</span></a>
+<span class="sc aut">Say</span>, <cite>op. cit.</cite> pag. 277.
+</p>
+</div>
+
+<div class="footnote"><a id="Fn_206"></a>
+<p class="foot"><a href="#FNa_206"><span class="label">(206)</span></a>
+Se l'indole di questo lavoro lo consentisse, potremmo
+moltiplicare gli esempi per dimostrare che caorsini, lombardi
+e toscani precedettero quasi dovunque gli Ebrei nell'esercizio
+dell'usura. Nell'impossibilità di farlo qui, ci limitiamo ad un
+solo esempio somministratoci da un'eccellente monografia di
+<span class="sc aut">Antonio Ive</span> (<cite>Dei banchi feneratizi
+e capitoli degli Ebrei
+di Pirano e dei Monti di pietà in Istria</cite>, Rovigno, Bontempo
+e C., 1881), dove a pagina 7 si legge: “Ai fiorentini
+succedettero in Istria, nell'esercizio della fenerazione, verso
+il 1380 circa, gli Ebrei, i quali ne ebbero, per così dire, il
+monopolio fino alla metà del secolo <span class="sc num">xvii</span>.”
+</p>
+</div>
+
+<div class="footnote"><a id="Fn_207"></a>
+<p class="foot"><a href="#FNa_207"><span class="label">(207)</span></a>
+Non facciamo la storia dell'usura, e dobbiamo quindi
+trascurare molte e molte citazioni ad appoggio di quanto
+veniamo dicendo; a mostrare però come l'industria feneratizia
+non fosse esercitata dai soli Ebrei, riferiamo il seguente
+brano di un'ordinanza di Luigi il Protervo, 9 luglio 1315:
+“<span class="quo norm" xml:lang="fr">Et comme nous avons appris
+que plusieurs Italiens étaient
+dans notre Royaume, lesquels exercitent marchandises et
+contrats <i class="quo">qui ne sont pas honnêtes</i>, notre intention n'est
+pas de donner à tels Italiens lesdites frauchises et libertés</span>.”
+</p>
+</div>
+
+<div class="footnote"><a id="Fn_208"></a>
+<p class="foot"><a href="#FNa_208"><span class="label">(208)</span></a>
+San Luigi li oppresse colle leggi più intollerabili,
+liberò i loro debitori, proibì ogni azione giudiziaria a vantaggio
+degli Ebrei, e spinse il rigore sino a proibir loro di
+contrattare. (<span class="sc aut">Blanqui</span>,
+<cite xml:lang="fr">Hist. de l'Ec. pol.</cite>,
+<span class="sc num">i</span>, 186).
+</p>
+</div>
+
+<div class="footnote"><a id="Fn_209"></a>
+<p class="foot"><a href="#FNa_209"><span class="label">(209)</span></a>
+<span class="sc aut">Blanqui</span>, <cite>op. cit.</cite>,
+<span class="sc num">i</span>, 223.
+</p>
+</div>
+
+<div class="footnote"><a id="Fn_210"></a>
+<p class="foot"><a href="#FNa_210"><span class="label">(210)</span></a>
+<cite>Loc. cit.</cite>
+</p>
+</div>
+
+<div class="footnote"><a id="Fn_211"></a>
+<p class="foot"><a href="#FNa_211"><span class="label">(211)</span></a>
+<span class="sc aut">Arthur Beugnot</span>,
+<cite xml:lang="fr">Les Juifs d'Occident</cite>, 2<sup>me</sup> partie,
+pag. 35.
+</p>
+</div>
+
+<div class="footnote"><a id="Fn_212"></a>
+<p class="foot"><a href="#FNa_212"><span class="label">(212)</span></a>
+<span class="sc aut">Roscher</span>, <cite>art. cit.</cite>
+</p>
+</div>
+
+<div class="footnote"><a id="Fn_213"></a>
+<p class="foot"><a href="#FNa_213"><span class="label">(213)</span></a>
+Il Roscher (<cite>loc. cit.</cite>) nota, assai saggiamente, che l'azione
+commerciale degli Ebrei fu favorita anche dalla loro
+unione altrettanto vivace quanto grandiosa, estesa attraverso
+tutti i regni cristiani e maomettani. È questo un vantaggio
+che, in minori proporzioni, si può segnalare anche presso
+altre minoranze religiose, e su cui, ad esempio, riposano i
+successi mercantili degli Ugonotti in Francia e dei Quacqueri
+in Inghilterra.
+</p>
+</div>
+
+<div class="footnote"><a id="Fn_214"></a>
+<p class="foot"><a href="#FNa_214"><span class="label">(214)</span></a>
+<span class="sc aut">Blanqui</span>,
+<cite xml:lang="fr">Hist. de l'Ec. pol.</cite>,
+<span class="sc num">i</span>, 189.
+</p>
+</div>
+
+<div class="footnote"><a id="Fn_215"></a>
+<p class="foot"><a href="#FNa_215"><span class="label">(215)</span></a>
+<span class="sc aut">D'aguir</span>,
+<cite>Concil. hispan.</cite>, t. <span class="sc num">ii</span>, p. 752.
+</p>
+</div>
+
+<div class="footnote"><a id="Fn_216"></a>
+<p class="foot"><a href="#FNa_216"><span class="label">(216)</span></a>
+<cite xml:lang="fr">Réflexions d'un Milord</cite>, pag. 52.
+</p>
+</div>
+
+<div class="footnote"><a id="Fn_217"></a>
+<p class="foot"><a href="#FNa_217"><span class="label">(217)</span></a>
+Veggasi il documento in <cite xml:lang="fr">Revue des Etudes Juives</cite>,
+anno 1882, pag. 231.
+</p>
+</div>
+
+<div class="footnote"><a id="Fn_218"></a>
+<p class="foot"><a href="#FNa_218"><span class="label">(218)</span></a>
+<cite>Difesa contro gli attacchi fatti alla nazione ebrea</cite>,
+ecc. Pavia, <span class="sc num">mdcclxxxiv</span>, pag. 104.
+</p>
+</div>
+
+<div class="footnote"><a id="Fn_219"></a>
+<p class="foot"><a href="#FNa_219"><span class="label">(219)</span></a>
+<span class="sc aut">Scherer</span>, <cite>Storia del Commercio</cite> in
+<cite>Biblioteca dell'Economista</cite>,
+serie <span class="sc num">ii</span>, vol. <span class="sc num">iv</span>,
+pag. 712.
+</p>
+</div>
+
+<div class="footnote"><a id="Fn_220"></a>
+<p class="foot"><a href="#FNa_220"><span class="label">(220)</span></a>
+<cite>Unità Cattolica</cite> di Torino, numero 224, del 26 settembre
+1883, 1ª ed., pag. 896.&nbsp;—&nbsp;Veggasi pure fra i documenti
+una importante <a href="#tit-43">memoria del principe Demidoff di San Donato
+sulla questione semitica in Russia</a>.
+</p>
+</div>
+
+<div class="footnote"><a id="Fn_221"></a>
+<p class="foot"><a href="#FNa_221"><span class="label">(221)</span></a>
+<span class="sc aut">Mac Culloch</span>,
+<cite>Principii di Ec. pol.</cite> in <cite>Bibl. dell'Ec.</cite>,
+v. <span class="sc num">xiii</span>, pagine 17, 18.
+</p>
+</div>
+
+<div class="footnote"><a id="Fn_222"></a>
+<p class="foot"><a href="#FNa_222"><span class="label">(222)</span></a>
+Il <em xml:lang="fr">Temple</em> era un quartiere di Parigi ove i rigattieri
+avevano le loro botteghe. Oggi ancora quel quartiere, situato
+nei pressi del sobborgo operaio di Sant'Antonio, è abitato
+dalla parte più povera degli Ebrei di Parigi.
+</p>
+</div>
+
+<div class="footnote"><a id="Fn_223"></a>
+<p class="foot"><a href="#FNa_223"><span class="label">(223)</span></a>
+<span class="sc aut">Medici</span>, <cite>op. cit.</cite>,
+cap. <span class="sc num">xii</span>.
+</p>
+</div>
+
+<div class="footnote"><a id="Fn_224"></a>
+<p class="foot"><a href="#FNa_224"><span class="label">(224)</span></a>
+<cite class="sc">Talmud Babilonese Holin</cite>, fol. 84. Appoggiato a tale
+sentenza l'autore del libro <cite>Hassidim</cite>, vivente in Francia
+verso il 1200, condanna e dichiara peccatori coloro che nel
+salutare il non israelita gli dicono sottovoce villanie, cui
+l'altro suppone esser parole amichevoli. (<cite>Hassidim</cite>, § 51).
+</p>
+</div>
+
+<div class="footnote"><a id="Fn_225"></a>
+<p class="foot"><a href="#FNa_225"><span class="label">(225)</span></a>
+Id. id.
+</p>
+</div>
+
+<div class="footnote"><a id="Fn_226"></a>
+<p class="foot"><a href="#FNa_226"><span class="label">(226)</span></a>
+<cite class="sc">Tossaftà Kamà</cite>, cap. <span class="sc num">iv</span>.
+</p>
+</div>
+
+<div class="footnote"><a id="Fn_227"></a>
+<p class="foot"><a href="#FNa_227"><span class="label">(227)</span></a>
+<span class="sc aut">Maimonide</span> dietro il Talmud, trattato
+<cite class="sc">Ghenevà</cite>, capitolo 7, lez. 8.
+</p>
+</div>
+
+<div class="footnote"><a id="Fn_228"></a>
+<p class="foot"><a href="#FNa_228"><span class="label">(228)</span></a>
+Capi di Accademia in Persia, succeduti ai Talmudisti
+dal 600 al 1038 di G. C.
+</p>
+</div>
+
+<div class="footnote"><a id="Fn_229"></a>
+<p class="foot"><a href="#FNa_229"><span class="label">(229)</span></a>
+<cite class="sc">Kamà</cite>, fol. 113.
+</p>
+</div>
+
+<div class="footnote"><a id="Fn_230"></a>
+<p class="foot"><a href="#FNa_230"><span class="label">(230)</span></a>
+<cite class="sc">Semach Gaon</cite>, nelle decisioni dei Gheonim, stampate
+a Salonico e sotto il titolo di Sciaon Zedek, fol. 84 retro.
+</p>
+</div>
+
+<div class="footnote"><a id="Fn_231"></a>
+<p class="foot"><a href="#FNa_231"><span class="label">(231)</span></a>
+<span class="sc">Samag</span>, precetto negativo, 152.
+</p>
+</div>
+
+<div class="footnote"><a id="Fn_232"></a>
+<p class="foot"><a href="#FNa_232"><span class="label">(232)</span></a>
+Cfr. <span class="sc aut">De Rossi</span>,
+<cite>Diz. storico degli autori Ebrei</cite>, Parma,
+1802, vol. 2, p. 67 a. v. <cite>Mosè di Kotzi</cite>.
+</p>
+</div>
+
+<div class="footnote"><a id="Fn_233"></a>
+<p class="foot"><a href="#FNa_233"><span class="label">(233)</span></a>
+<cite class="sc">Bavà Metzià</cite>, fol. 49.
+</p>
+</div>
+
+<div class="footnote"><a id="Fn_234"></a>
+<p class="foot"><a href="#FNa_234"><span class="label">(234)</span></a>
+<span class="sc aut">Levi</span>, <cite>op. cit.</cite>, pag. 281.
+</p>
+</div>
+
+<div class="footnote"><a id="Fn_235"></a>
+<p class="foot"><a href="#FNa_235"><span class="label">(235)</span></a>
+I Talmudisti sembrano essersi assai preoccupati della
+esattezza dei pesi e delle misure. “Il commerciante all'ingrosso
+ripulisca le sue misure una volta al mese, quello
+al minuto una volta ogni dodici mesi. R. Simeone, figlio
+di Gamliel, dice all'opposto: il bottegaio ripulisca le sue
+misure due volte per settimana e netti i suoi pesi una
+volta per settimana, e netti la bilancia dopo ogni pesata.
+R. Simeone dice, questo intendere trattandosi di cose molli,
+ma di cose aride non occorre.” (<cite class="sc">Bavà Badrà</cite>, 88 a).
+“Si instituiscono commissari per le misure [perchè siano
+giuste] ma non per i pesi [perchè dipendono dalla concorrenza].
+Rami bar Hamà dice: si stabiliscono commissari
+sia per le misure, sia per i prezzi a motivo degli ingannatori.”
+(<cite>Ivi</cite>, 890).
+</p>
+
+<p class="foot">
+“È proibito di tenere in casa misure mancanti o soverchianti.....
+quest'intendesi nei paesi ove non sono bollate, ma
+dove sono bollate quando non vede il bollo non prende.”
+(<cite>Ivi</cite>, 897).
+</p>
+
+<p class="foot">
+E certamente a queste massime si è inspirato il Maimonide
+quando facendo suo il precetto che leggesi in <cite>Bavà-Badrà</cite>,
+886, scrisse: “È più grave la punizione di chi defrauda
+colle misure che di chi commette incesto, perchè
+questo è tra lui e Dio, e quello tra lui e il prossimo”
+(<span class="sc aut">Maimonide</span>, <cite>Leggi sul furto</cite>,
+cap. <span class="sc num">vii</span>, lez. 8).
+</p>
+</div>
+
+<div class="footnote"><a id="Fn_236"></a>
+<p class="foot"><a href="#FNa_236"><span class="label">(236)</span></a>
+<span class="sc aut">Marco Mortara</span>,
+<cite>Compendio della religione israelitica</cite>,
+Mantova, Beretta, 1855, pag. 86.
+</p>
+</div>
+
+<div class="footnote"><a id="Fn_237"></a>
+<p class="foot"><a href="#FNa_237"><span class="label">(237)</span></a>
+V. <cite class="sc">Talmud Sanedr.</cite> 76<span class="sc num">b</span> e
+<cite class="sc">Maccot</cite> 24<span class="sc num">a</span>.
+</p>
+</div>
+
+<div class="footnote"><a id="Fn_238"></a>
+<p class="foot"><a href="#FNa_238"><span class="label">(238)</span></a>
+<span class="sc aut">Mastrofini</span>, <cite>Le usure</cite>. Milano,
+Silvestri, 1841, pag. 9.
+Cfr. <span class="sc aut">Genovesi</span>,
+<cite>Lezioni di economia civile</cite> in <cite>Bibl. dell'Economista</cite>,
+1ª serie, vol. <span class="sc num">iii</span>, pag. 207. Il
+dotto filosofo napoletano
+fu forse il primo in Italia a comprendere e ad esporre
+nettamente il concetto biblico del prestito ad interesse.
+</p>
+</div>
+
+<div class="footnote"><a id="Fn_239"></a>
+<p class="foot"><a href="#FNa_239"><span class="label">(239)</span></a>
+<cite>Op. cit.</cite>, pag. 37.
+</p>
+</div>
+
+<div class="footnote"><a id="Fn_240"></a>
+<p class="foot"><a href="#FNa_240"><span class="label">(240)</span></a>
+<cite class="sc">Talmud Makot</cite>, pag. 24.
+</p>
+</div>
+
+<div class="footnote"><a id="Fn_241"></a>
+<p class="foot"><a href="#FNa_241"><span class="label">(241)</span></a>
+<cite class="sc">Jalkut Mislè</cite>, fol. 144, 1.
+</p>
+</div>
+
+<div class="footnote"><a id="Fn_242"></a>
+<p class="foot"><a href="#FNa_242"><span class="label">(242)</span></a>
+<cite class="sc">Jalkut</cite>, fol. 295, 2.
+</p>
+</div>
+
+<div class="footnote"><a id="Fn_243"></a>
+<p class="foot"><a href="#FNa_243"><span class="label">(243)</span></a>
+<cite class="sc">Makot</cite>, fol. 24.
+</p>
+</div>
+
+<div class="footnote"><a id="Fn_244"></a>
+<p class="foot"><a href="#FNa_244"><span class="label">(244)</span></a>
+<cite class="sc">Bavà Mezhia</cite>, fol. 71.
+</p>
+</div>
+
+<div class="footnote"><a id="Fn_245"></a>
+<p class="foot"><a href="#FNa_245"><span class="label">(245)</span></a>
+<cite class="sc">Rabot Mishpatim</cite>, sez. 2, verso la metà. Nella stessa
+sezione molti altri passi sono diretti a biasimare l'usura:
+p. e. “Vieni e vedi: chiunque è ricco, e benefica i poveri
+e non prende usura, Iddio lo considera come se avesse
+osservato tutti i precetti.
+</p>
+
+<p class="foot">
+“Diede ad usura, prese aumento e vivrebbe? Non vivrà.”
+(Ezechiele 18, 17) “dice Iddio benedetto: Chi visse d'usura
+in questo mondo, non vivrà nel mondo venturo.”
+</p>
+
+<p class="foot">
+“Non gl'imporrete usura (Esodo, 22, 27) bastava <em>imporrai</em>,
+perchè dice: <em>imporrete</em>? si riferisce ai testimoni, al garante,
+ai giudici ed allo scrivano, perchè se non fossero
+questi, egli non prenderebbe nulla, e quindi vengono puniti
+tutti quanti.
+</p>
+
+<p class="foot">
+“A che si assomiglia l'usura? A chi viene morso da un
+serpente, e non se ne accorge, e non lo sa sino a che non
+lo investe (?) tutto.
+</p>
+
+<p class="foot">
+“Il <em>povero</em> che è con te (Esodo, 22, 27) dice il santo,
+benedetto egli. Non gli basta la sua miseria che tu gli
+prendi ancora usura?”
+</p>
+</div>
+
+<div class="footnote"><a id="Fn_246"></a>
+<p class="foot"><a href="#FNa_246"><span class="label">(246)</span></a>
+<span class="sc aut">Modena</span>, op. cit., parte
+<span class="sc num">ii</span>,
+cap. <span class="sc num">v</span>, pag. 49.
+</p>
+</div>
+
+<div class="blankpage">
+<span class="pageno" title="136" id="page-136"></span>
+</div>
+
+
+<div class="chapter">
+<span class="pageno" title="137" id="page-137"></span>
+<img src="images/i003a.png" style="width: 100%" alt=""/>
+</div>
+
+<h2 class="nobreak" id="tit-4">
+<a href="#ritit-4">IV.</a>
+</h2>
+
+<p class="subtitle">
+Dell'uso del sangue cristiano nei riti ebraici
+</p>
+
+<p>
+Oggi ancora, nell'ultimo quarto del secolo decimonono,
+abbiamo veduto, in un paese che si dice civile, Ebrei accusati
+di aver assassinato una fanciulla cristiana, non
+per scopo di lucro o di libidine, non per vendetta, o per
+qualsiasi altro dei soliti moventi cui obbediscono gli assassini,
+ma nell'intento di raccoglierne il sangue, sangue
+che si pretende necessario agli Ebrei per l'adempimento
+di tenebrosi loro
+riti&nbsp;<a id="FNa_247"></a><a href="#Fn_247" class="fna">(247)</a>.
+</p>
+
+<div>
+<span class="pageno" title="138" id="page-138"></span>
+</div>
+
+<p>
+E mentre il processo si dibatteva in Ungheria, abbiamo
+veduto in Italia, in Francia, in Germania, nei
+paesi insomma del continente d'Europa che sono alla
+testa del movimento intellettuale, pubblicarsi giornali ed
+opuscoli per sostenere che la religione ebraica impone
+ai suoi seguaci l'obbligo di valersi del sangue di umane
+vittime per compiere non sappiamo quali infami riti.
+</p>
+
+<p>
+Che più? un professore dell'I. R. Università di Praga,
+il Rohling, si è persino procacciata una tal qual nomea,
+facendosi banditore della oscena accusa; e quasi ciò non
+fosse bastante, il <cite xml:lang="fr">Figaro</cite> di Parigi,
+il giornale certamente
+più diffuso dell'Europa continentale, e che ha parecchi
+Ebrei fra i suoi collaboratori, riproduceva, a
+proposito del processo di Tisza Eszlar, nel suo numero
+del 15 luglio 1883, un lungo e calunnioso articolo contro
+<span class="pageno" title="139" id="page-139"></span>
+gli Ebrei, togliendolo da un infame libello antisemitico,
+il <cite xml:lang="de">Paderboner Judenspiegel</cite>.
+</p>
+
+<p>
+Certamente, di fronte agli scarsi accusatori, sorsero numerosi
+i difensori degli Ebrei, e fra questi, solleva l'animo
+il poterlo dire, non mancarono dotti ecclesiastici di tutte
+le confessioni cristiane.
+</p>
+
+<p>
+Certamente gli stessi Tribunali Ungheresi, con tre conformi
+sentenze, proclamarono l'innocenza degli Ebrei accusati
+nel famoso processo di Tisza Eszlar; ma è pur
+troppo nell'indole della natura umana il prestare più
+facile orecchio a chi accusa che a chi difende, a chi
+proclama il male che a chi lo nega, sicchè non è a meravigliarsi
+che uomini di buona fede, liberali sinceri, rimangano
+oggi ancora dubbiosi di fronte alla strana
+accusa.
+</p>
+
+<p>
+Si fa la grazia agli ebrei, che dimorano nei paesi più
+colti, di ammettere che abbiano rinunziato al sanguinoso
+rito, ma si pretende che esso si mantenga ancora rigoglioso
+in quei paesi dove il progresso della civiltà trova
+refrattarii ebrei e non ebrei.
+</p>
+
+<p>
+I più benevoli arrivano ad accordare che non tutti
+gli Ebrei pratichino la nefanda cerimonia, ma insinuano
+che può bene essere sorta in seno al giudaismo, una
+setta la quale abbia imposto ai suoi seguaci l'obbligo di
+versare umano sangue e di
+cibarsene&nbsp;<a id="FNa_248"></a><a href="#Fn_248" class="fna">(248)</a>.
+</p>
+
+<div>
+<span class="pageno" title="140" id="page-140"></span>
+</div>
+
+<p>
+Insomma, mentre tutti gli onesti provano ribrezzo ad
+involgere nella orrenda accusa gli Ebrei che conoscono
+personalmente, quelli che vivono in continuo contatto con
+loro, non mancano però parecchi che vanno cercando argomenti
+per persuadere a loro stessi che Ebrei di remote
+contrade possono bene essere colpevoli.
+</p>
+
+<p>
+Noi che scriviamo, conosciamo in Italia fior di onesti
+uomini che protesterebbero indignati se domani una simile
+accusa si muovesse ad un loro conterraneo, ad un
+loro amico ebreo, ma che la trovano invece naturale,
+naturalissima, quando viene rivolta ad un ebreo ungherese
+o
+siriaco&nbsp;<a id="FNa_249"></a><a href="#Fn_249" class="fna">(249)</a>.
+</p>
+
+<div>
+<span class="pageno" title="141" id="page-141"></span>
+</div>
+
+<p>
+Anzi abbiamo sentito taluno che pretendeva difendere
+gli Ebrei, non negando la stolta calunnia, ma invocando
+questa singolare attenuante: che cioè se simili accuse non
+si muovono più, contro gli Ebrei che dimorano in paesi
+civili, egli è perchè essi rinunciano all'orribile pratica, non
+appena cessano di esser fatti segno alle oppressioni di cui
+furono e sono bersaglio nei tempi e nei paesi meno civili.
+</p>
+
+<p>
+Certamente, al secolo nostro, che, più spesso che non
+convenga, giudica dalle apparenze, ripugna meno l'accusare
+di una orribile superstizione il lurido ebreo polacco
+dal classico cafetano e dai ricci bisunti, od il palestinese
+<span class="pageno" title="142" id="page-142"></span>
+dal turbante e dalla turchesca zimarra, che non il gentiluomo
+lindo ed azzimato che si mescola a noi, che vive
+della nostra vita e che ormai può dirsi in tutto eguale
+agli altri suoi concittadini.
+</p>
+
+<p>
+Ma tutto ciò non è che parvenza.
+</p>
+
+<p>
+Vanto precipuo del giudaismo è, che, malgrado le differenze,
+dalla civiltà e dal progresso create, fra gli Ebrei
+dei varii paesi, essi mantennero sempre l'unità del loro
+culto, delle loro credenze; sicchè le stesse pratiche, gli
+stessi riti si celebrano tanto a Parigi quanto a Bagdad,
+tanto a Milano od a Boston quanto nell'ultimo villaggio
+della Ungheria e della Polonia.
+</p>
+
+<p>
+Bisogna dunque ammettere che o tutti gli Ebrei, che
+oggi vivono fra noi, hanno d'uopo di sangue cristiano
+per le loro cerimonie religiose, o che questo bisogno non
+fu mai provato da nessun ebreo, in nessun tempo ed in
+nessun paese.
+</p>
+
+<p>
+La religione ebraica non ha sêtte, non ha discrepanze
+religiose, sicchè è forza accettare questo dilemma: o tutti
+innocenti o tutti colpevoli.
+</p>
+
+<p>
+E per questo noi&nbsp;—&nbsp;che scriviamo in Italia, dove, da
+ormai trenta anni, non è più sorta nessuna accusa di
+questo genere contro gli Ebrei&nbsp;—&nbsp;sentiamo il bisogno di
+insistere su questo argomento per far chiaro che mai, in
+nessun luogo ed in nessun tempo, gli Ebrei praticarono
+l'infame rito; perocchè se ci fosse provato che un solo
+fanciullo cristiano fosse stato ucciso dagli Ebrei <em>per scopo
+religioso</em>, in qualsivoglia tempo, ed in qualsivoglia paese,
+dovremmo noi pei primi riconoscere che oggi ancora gli
+Ebrei di tutto il mondo celebrano l'infame cerimonia.
+</p>
+
+<p>
+Eppure la storia ribocca di accuse simiglianti mosse
+agli Ebrei, eppure è antichissima la asserzione che gli
+Ebrei sacrifichino vittime umane a non sappiamo quali
+orribili superstizioni.
+</p>
+
+<div>
+<span class="pageno" title="143" id="page-143"></span>
+</div>
+
+<p>
+Già Giuseppe Flavio confutava l'asserzione di Appione,
+il quale accusava gli Ebrei d'ingrassare nel loro tempio
+degli stranieri fatti prigionieri e di scannarli poi, per
+offrirli in olocausto a
+Dio&nbsp;<a id="FNa_250"></a><a href="#Fn_250" class="fna">(250)</a>.
+</p>
+
+<p>
+Nei secoli posteriori, specialmente a partire dal XII
+secolo, l'accusa di cui ci occupiamo si venne tanto spesso
+ripetendo sotto diverse forme, che gli Ebrei hanno oggi
+nella loro lingua una parola speciale (<em class="sc">gnalilad dam</em>,
+<em>la calunnia del sangue</em>) per designare questa calunnia
+loro sempre tanto fatale, parola questa che non è ignorata
+nemmeno da coloro fra essi che non sanno neppure
+una sillaba di ebraico, e che risuona sempre ai loro
+orecchi come il rintocco di una campana funebre.
+</p>
+
+<p>
+Ai tempi di Arcadio imperatore (395&ndash;408 d. G. C.)
+<span class="pageno" title="144" id="page-144"></span>
+ad Imnestri, piccola località situata tra Calcide ed Antiochia,
+alcuni Ebrei ubbriachi furono accusati di aver
+attaccato ad una croce un fanciullo cristiano e di averlo
+ucciso; ne seguì una lotta terribile. Ma questo fatto fu
+giudicato da Arcadio con equità e furono puniti soltanto
+i veri
+colpevoli&nbsp;<a id="FNa_251"></a><a href="#Fn_251" class="fna">(251)</a>.
+</p>
+
+<p>
+Nel 1080 gli Ebrei furono tutti banditi dalla Francia,
+ed i loro beni confiscati, sotto l'accusa di avere, alla loro
+Pasqua, sacrificato un ragazzino.
+</p>
+
+<p>
+Basnage ci
+narra&nbsp;<a id="FNa_252"></a><a href="#Fn_252" class="fna">(252)</a>,
+come&nbsp;—&nbsp;sotto il regno di Alfonso X
+il saggio, Re di Castiglia e di Leon (1252&ndash;1284),&nbsp;—&nbsp;tre
+scellerati di Orsona, città dell'Andalusia, gittassero un
+cadavere nel giardino attinente alla casa di un ebreo ed
+accusassero poi questi di averlo ucciso. Questa calunnia
+essendosi diffusa per la città il popolo massacrò tutti gli
+Ebrei che gli caddero nelle mani.
+</p>
+
+<p>
+Parecchi cercarono un rifugio nelle case dei loro amici
+cristiani, ma siccome ricorreva la Pasqua, nel qual tempo
+gli Ebrei non mangiano pane lievitato, e come essi non
+trovavano naturalmente che di questo, nelle case dei loro
+amici, poco mancò non morissero di fame, perchè preferivano
+digiunare ad infrangere la prescrizione religiosa.
+Gli abitanti di Palma imitarono quelli di Orsona e si
+dettero a perseguitare ed uccidere gli Ebrei, sicchè questi
+fecero pregare i loro correligionari di mandar deputati
+alla Corte per impedire un massacro che stava per diventar
+generale. I persecutori tenner dietro dappresso ai tre
+<span class="pageno" title="145" id="page-145"></span>
+deputati Ebrei che erano stati all'uopo designati. Anzi
+essi giunsero i primi, perocchè gli Ebrei erano stati obbligati
+a lasciare le vie battute ed a nascondersi in una
+foresta per paura di cader nelle mani dei loro persecutori.
+Giuseppe, capo della Deputazione ebrea, parlò in nome
+di tutti, con tanta eloquenza che venne ammirato da tutta
+la Corte. Re Alfonso assolse gli Ebrei dall'omicidio che
+non era mai stato commesso. Gli accusatori insistevano
+perchè l'ebreo fosse messo alla tortura, per sapere se egli
+aveva o meno perpetrato il reato, ma egli potè sottrarsi
+alla dura prova, chiedendo ed ottenendo si aprisse la
+tomba da cui era stato tratto il cadavere, per gittarlo
+nella sua casa.
+</p>
+
+<p>
+Simiglianti accuse si produssero in Inghilterra. Nel
+1226 gli Ebrei di Norvich furono condannati a 20,000
+marche di ammenda per aver voluto crocifiggere un
+fanciullo&nbsp;<a id="FNa_253"></a><a href="#Fn_253" class="fna">(253)</a>.
+Egualmente nel 1255 a Lincoln, dove dopo un
+simulacro di giudizio, diciotto ebrei furono appiccati ed il
+piccolo Ugo, il crocifisso, canonizzato.
+</p>
+
+<p>
+A Northampton, per delitto di crocifissione, se ne appiccarono
+cinquanta, e pochi anni dopo, nel 1287, gli Ebrei
+furono espulsi dall'Inghilterra, dove non ricomparvero
+che dopo aver ricevuto da Cromwell l'autorizzazione di
+<span class="pageno" title="146" id="page-146"></span>
+risiedere a Londra e di costruirsi una sinagoga, di rito
+spagnuolo&nbsp;<a id="FNa_254"></a><a href="#Fn_254" class="fna">(254)</a>.
+</p>
+
+<div>
+<span class="pageno" title="147" id="page-147"></span>
+</div>
+
+<p>
+Nel 1432 si pretese che Ebrei avessero fatto morire,
+lardellandolo di colpi di stile, V. Wernher di Bacharach.
+</p>
+
+<p>
+Nel 1443 gli Ebrei di Milano, per un'accusa simile,
+dovettero pagare 20,000 fiorini.
+</p>
+
+<p>
+Nel 1475 tre israeliti furono accusati di aver ucciso un
+ragazzo a Trento, dove la popolazione era stata prima fanatizzata
+dalle prediche di Bernardino da
+Feltre&nbsp;<a id="FNa_255"></a><a href="#Fn_255" class="fna">(255)</a>, e
+<span class="pageno" title="148" id="page-148"></span>
+tutti gli Ebrei furono messi alla tortura e spogliati di
+tutto.
+</p>
+
+<p>
+Nel 1490, Giovanni di Passamento fu aggiunto alla
+lista dei santi spagnuoli per il suo supposto martirio a
+Guardia.
+</p>
+
+<p>
+Nel 1506, a Venezia, un giovane israelita ungherese
+venne arrestato per sospetto di voler rapire un fanciullo
+cristiano, ma, da saggi giudici, riconosciuto innocente,
+tosto posto in libertà.
+</p>
+
+<p>
+Questo fatto ce lo narra il Sanuto nel volume
+sesto&nbsp;<a id="FNa_256"></a><a href="#Fn_256" class="fna">(256)</a>
+dei suoi diarii, e lo diamo nel suo testo originale, poichè
+le parole dell'illustre storico mettono in più chiara luce
+e la illuminata giustizia veneta, ed il retto e sano criterio
+dei nostri padri.
+</p>
+
+<p class="docutesto">
+“22 marzo 1506.
+</p>
+
+<p class="docutesto">
+“In questo zorno hessendo gran Conseio suso,
+achadete chel fo retenuto un zudio hongaro, nominato
+Isaach, qual studiava et stava perhò in questa terra,
+et venuto zoso Gran Conseio, ser Hieronimo Quirini
+<span class="pageno" title="149" id="page-149"></span>
+et ser Antonio Zustignam dotor, Avogadori, lo andono
+a examinar. Par chel ditto a San
+Stin&nbsp;<a id="FNa_257"></a><a href="#Fn_257" class="fna">(257)</a>
+in certa
+calle havesse trovato un puto di anni 2&nbsp;½ in zercha,
+smarito, e lui lo tolse soto la vesta e lo voleva menar
+via ut dicitur a marturizarlo como fo il bia Simon a
+Trento et Sebastian Novello a Porto Bufole del
+14..&nbsp;<a id="FNa_258"></a><a href="#Fn_258" class="fna">(258)</a>,
+et visto da alcuni, tandem fu preso detto zudio che
+fuziva e si buttò al aqua. Et cussì li Avogadori fe
+la soa examination con interprete et formò il processo.
+Quello seguirà noterò di sotto, unum che la matina in
+Rialto alcuni zudei dal vulgo fonno batuti et quasi
+lapidati. <i class="quo">Ma judico nulla sia et nulla seguirà et esser
+cossa falssa.</i>”
+</p>
+
+<p class="docutesto">
+“24 marzo 1506.
+</p>
+
+<p class="docutesto">
+“In questa matina in quarantia criminal fu rilassato
+il zudeo retento per cazon del puto, atento nulla
+erra con effecto, et cussì li Avogadori messeno di rilassarlo
+e fu preso.”
+</p>
+
+<p>
+Così si vedeva e si giudicava in Venezia nel 1506!
+</p>
+
+<p>
+Verso il 1530, un ebreo, di Amasia, presso Erzerum,
+venne accusato dell'assassinio di un cristiano il quale era
+stato bensì visto entrare nella casa dell'ebreo, ma non
+era stato visto uscirne. Secondo il solito i correligionari
+dell'accusato furono coinvolti nel processo. I disgraziati
+vennero sottoposti alla tortura, e, sotto l'angoscia di inenarrabili
+sofferenze, confessarono di aver assassinato un
+cristiano; tutti furono appiccati, ed un medico, Jacob
+Abiob, bruciato vivo. Ma l'accusa non era che una
+<span class="pageno" title="150" id="page-150"></span>
+orribile calunnia ordita da falsi testimoni e la prova
+non tardò a farsene palese: la pretesa vittima ricomparve.
+La causa venne allora portata a Costantinopoli, dinanzi
+al Tribunale di Solimano II, che non soltanto punì
+i calunniatori, ma ordinò che altre accuse di questo genere,
+contro gli Ebrei, che potessero riprodursi, dovessero
+portarsi dinanzi al divano di Costantinopoli, ogni altra
+giurisdizione esclusa.
+</p>
+
+<p>
+Bastò questa disposizione, bastò l'idea di trovarsi dinanzi
+a giudici relativamente illuminati, perchè, per ben
+tre secoli, la calunnia non rialzasse più il capo negli
+Stati del
+sultano&nbsp;<a id="FNa_259"></a><a href="#Fn_259" class="fna">(259)</a>.
+</p>
+
+<p>
+Anche nel secolo nostro simili casi si riprodussero sovente,
+troppo sovente per un secolo che ha la pretesa di
+essere quello dei lumi. Pur tacendo di altri fatti, ricorderemo
+come a Damasco un rispettabile e venerando cappuccino
+italiano, il padre Tommaso, ed un suo domestico,
+scomparissero nel febbraio 1840. Un barbiere ebreo e
+sette mercanti ebrei furono arrestati sotto l'imputazione
+di averli uccisi per compiere un sagrifizio rituale. Il processo
+venne istruito in modo, che, lord Palmerston, nella
+seduta della Camera dei Comuni inglesi del 22 giugno
+1840, ebbe a dichiarare “esempio di barbarie e di atrocità
+inaudite nel nostro secolo, e quali non potevansi
+aspettare in un paese che è in relazione col mondo
+civile&nbsp;<a id="FNa_260"></a><a href="#Fn_260" class="fna">(260)</a>.”
+Atroci tormenti strapparono agli sventurati
+<span class="pageno" title="151" id="page-151"></span>
+accusati una specie di confessione che smentirono energicamente
+dopo. Il console d'Austria, signor Merlato,
+tentò invano di calmare l'emozione popolare. Una sollevazione
+dei cristiani siriaci ne seguì, e, malgrado i passi
+fatti al Cairo, da sir Moses Montefiori e da Cremieux, in
+favore dei loro correligionari, malgrado che il Vicerè
+d'Egitto, Mohammed-Ali, prosciogliesse gli Ebrei da ogni
+accusa, il popolaccio non fu meno convinto, e lo è ancora
+adesso, che il padre Tommaso venne sacrificato in obbedienza
+ai riti talmudici delle feste pasquali.
+</p>
+
+<p>
+Quasi contemporaneamente, a Rodi, sorgeva una simile
+accusa, sempre contro gli Ebrei, ma, il 20 luglio 1840, il
+Consiglio di giustizia della Porta, che aveva avocato a sè
+la trattazione dell'affare, assolse tutti gli Ebrei dalla accusa
+portata contro di loro dai Greci, di essersi impadroniti
+di un fanciullo greco, al solito intento di scannarlo
+e di servirsi del suo sangue per la Pasqua. Nè
+pago di ciò, il Governo turco, per dimostrare tutto l'orrore
+che gli inspiravano le inumane sevizie usate dal pascià
+di Rodi contro gli Ebrei accusati, lo destituì da ogni
+sua carica ed il sultano Abdul-Medjid, con un suo firmano,
+in data del 13 Ramazan 1256 (7 novembre 1840),
+che si leggerà fra i documenti, pose in piena luce l'innocenza
+degli Ebrei accusati a Damasco ed a Rodi.
+</p>
+
+<p>
+Pochi anni dopo una cittaduzza italiana, Badia, in provincia
+di Rovigo, vedeva svolgersi un importante processo,
+di cui pubblicheremo più innanzi i documenti, processo
+che finì coll'assoluzione dell'ebreo imputato e colla
+condanna della sua calunniatrice.
+</p>
+
+<div>
+<span class="pageno" title="152" id="page-152"></span>
+</div>
+
+<p>
+Ricorderemo ancora un processo che ebbe luogo or
+sono venti anni a Saratoff, l'ultimo, crediamo, nel quale
+gli Ebrei venissero, malgrado le proteste delle autorità
+civili e militari, e dello stesso ministro di giustizia, condannati,
+e ciò, in seguito a testimonianze di persone peggio
+che equivoche e malgrado che la tortura non fosse giunta
+a strappare la menoma confessione a nessuno dei pretesi
+rei.
+</p>
+
+<p>
+È troppo recente, e troppo presente alla memoria di
+tutti, un fatto accaduto due anni or sono ad Alessandria
+d'Egitto, perchè vi spendiamo sopra ulteriori parole.
+</p>
+
+<p>
+Non possiamo però resistere al desiderio di fare qualche
+breve osservazione sul conto dello stranissimo processo
+che si svolse non ha guari in Ungheria. A Tisza Eszlar&nbsp;—&nbsp;paese
+situato, è bene notarlo, nella circoscrizione elettorale
+che inviò alla Tavola dei deputati il famoso antisemita
+Geza-Onody,&nbsp;—&nbsp;una ragazza quindicenne, di religione
+protestante, a nome Ester Solymossy, essendo
+sparita, gli Ebrei furono accusati di averla assassinata
+per scopo rituale. Mancava ogni base giuridica all'accusa;
+nelle acque del Tibisco si era persino ritrovato un
+cadavere che, quantunque deformato, appariva, indubbiamente,
+dagli indumenti che portava, quello della infelice
+scomparsa; sul cadavere non si riscontrava nessuna lesione
+che potesse far sospettare se ne fosse cavata una
+sola goccia di sangue; malgrado tutto ciò si voleva il
+processo; ed il processo, ad eterno disonore dell'Ungheria,
+ebbe luogo.
+</p>
+
+<p>
+Non ce ne rammarichiamo noi; perocchè quel processo è
+la più fulgida testimonianza dell'innocenza degli Ebrei, confermata
+da tre conformi sentenze pronunciate, malgrado
+le esorbitanze di una folla briaca d'odio e sitibonda di
+sangue, fanatizzata dalle mene degli antisemiti.
+</p>
+
+<p>
+Solo argomento a sostegno dell'accusa era, orribile a
+<span class="pageno" title="153" id="page-153"></span>
+dirsi, la deposizione di un ragazzo quattordicenne, Maurizio
+Scharf, figlio ad uno dei principali
+accusati&nbsp;<a id="FNa_261"></a><a href="#Fn_261" class="fna">(261)</a>.
+Come si
+giungesse a costringere un figlio a calunniare il proprio
+padre, ce lo dica una corrispondenza che il <cite xml:lang="fr">Figaro</cite> di
+Parigi riceveva da Vienna in occasione del processo.
+</p>
+
+<p>
+“Per slegare la lingua a quel Maurizio Scharf, il
+<em xml:lang="la">Deus ex macchina</em> di quel processo,
+il ragazzo quattordicenne
+che, con accanimento singolare, si era fatto
+accusatore del proprio padre, il cancelliere giudiziario
+<em>Peczely</em>, quel fenomeno di magistrato che nel corso del
+processo si seppe aver passato quindici anni della sua
+vita in galera per tentato assassinio, ricorreva ai seguenti
+mezzi: gli somministrava schiaffi e pugni in
+buona dose, gli anneriva il dorso con colpi del suo
+scudiscio da caccia e gli minacciava di fargli finire
+i suoi giorni in una oscura cella, talmente sucida <em>che
+neppure un cane</em> vi accetterebbe un pezzo di pane. Al
+contrario gli prometteva mari e monti nel caso in cui
+si decidesse a parlare.”
+</p>
+
+<p>
+Nè diversi erano, sempre secondo la citata corrispondenza,
+i mezzi usati cogli altri imputati. Ora venivano
+gettati in qualche cella umida e fredda, ora si esponevano
+ai raggi del sole, quel sole della Pusztah che ha
+i suoi quaranta gradi al <em xml:lang="la">minimum</em>, e quando si lagnavano
+di aver sete, si versavano loro nella gola torrenti
+<span class="pageno" title="154" id="page-154"></span>
+d'acqua che li soffocavano. Del resto il knut non riposava
+gran fatto.
+</p>
+
+<p>
+Più efficace ancora è la descrizione che, dei mezzi usati
+contro gli imputati di quell'iniquo processo, ci fa un eminente
+scrittore francese, il Cherbuliez&nbsp;—&nbsp;che mal si cela
+sotto il pseudonomo di Valbert&nbsp;—&nbsp;nella
+<cite xml:lang="fr">Revue des deux
+Mondes</cite> del 1º agosto 1883: “Il giudice
+d'istruzione&nbsp;<a id="FNa_262"></a><a href="#Fn_262" class="fna">(262)</a>,
+non potendo cacciar nulla dall'imputato Vogel, dopo
+avergli applicato un ceffone, chiamò i suoi sgherri, e
+minacciò di bastonarlo: rispose che quanto si voleva
+fargli dire era falso, siccome potevano confermare ventiquattro
+testimoni che desiderava si citassero. Tre
+pugni fortemente appiccicatigli sulla mascella ne fecero
+sgorgare il sangue; rifiutò di confessare. Gli si fece allora
+inghiottire tanta acqua che fu costretto a lasciarsi
+cadere a terra per poterla recere; quando l'ebbe rigettata,
+lo si costrinse a bere tre bicchieri di acqua
+salata. Rifiutò di confessare. Gli vennero allora legate
+le mani dietro il dorso, il commissario lo prese per
+uno dei ricci dei suoi capelli, un altro per l'altro e tirarono
+così forte che i due ricci restarono loro nelle
+mani. Rifiutò di confessare. Lo si spogliò, lo si fece
+<span class="pageno" title="155" id="page-155"></span>
+coricare sulla paglia minacciando di appiccarlo pei
+piedi. Rifiutò di confessare. Poi lo si obbligò a correre
+sino ad Eszlar dinanzi al cavallo d'un panduro. Il
+calore era soffocante ed egli non si reggeva più, ma ricusò
+di confessare. Si finì col rinchiuderlo in una
+oscura cella. Vi dimorò tre settimane e vi cadde gravemente
+malato sempre chiedendo, invano, che si sentissero
+i suoi testimoni.”
+</p>
+
+<p>
+Dopo queste narrazioni di scrittori e di giornali autorevoli
+nessuno oserà meravigliarsi se il governo ungherese,
+in una corrispondenza di origine evidentemente
+iperofficiosa, in data 3 luglio 1883, pubblicata nella
+<cite xml:lang="fr">République
+française</cite>, è obbligato a lasciarsi strappare questa
+preziosa confessione:
+</p>
+
+<p>
+“Mentre l'Ungheria è governata da una legislazione
+eminentemente liberale&nbsp;—&nbsp;una fra le più liberali
+d'Europa&nbsp;—&nbsp;la
+magistratura ungherese non ha quasi subìto
+nessuna trasformazione, nessuna riforma, ed è rimasta
+ad un dipresso tal quale era il secolo scorso”.
+</p>
+
+<p>
+Malgrado tutto ciò, malgrado l'eloquenza ed il talento
+grandissimo che il Szalay, avvocato della parte civile, aveva
+posto al servizio di questa iniqua causa, tre conformi sentenze
+posero in luce la piena innocenza degli
+accusati&nbsp;<a id="FNa_263"></a><a href="#Fn_263" class="fna">(263)</a>.
+</p>
+
+<div>
+<span class="pageno" title="156" id="page-156"></span>
+</div>
+
+<p>
+Nella impossibilità in cui eravamo di riferire tutti i
+fatti calunniosi di questa natura addebitati agli Ebrei,
+siam venuti scegliendo imparzialmente tanto fra quelli
+che terminarono colla condanna dell'innocenza, come fra
+quelli in cui l'innocenza finì per trionfare.
+</p>
+
+<p>
+Ma, di fronte all'odiosità di questi processi, ci piace
+porre la testimonianza di coloro che si adoperarono a
+scagionare gli Ebrei dalla iniqua accusa.
+</p>
+
+<p>
+E tra questi vogliamo citare, fra i primi, molti ebrei
+che abbandonarono la religione avita per abbracciare il
+cristianesimo. Si sa che in generale coloro che abbandonano
+una religione od un partito ne divengono i più
+fieri avversari, sicchè questi neofiti, se avessero avuto
+conoscenza dell'infame rito, non avrebbero mancato di
+denunziarlo e, per dovere di coscienza, sopratutto, ed
+anche forse un pochino per astio verso gli antichi correligionari.
+Invece non uno fra
+essi&nbsp;<a id="FNa_264"></a><a href="#Fn_264" class="fna">(264)</a>
+si fece propalatore
+di simili accuse. L'abate Ratisbonne, i fratelli
+Lehmann di Lyon, nati ed educati nella religione ebraica,
+e divenuti più tardi zelantissimi sacerdoti di Cristo, non
+ne fecero cenno, ma anzi la smentirono. Eisenmenger&nbsp;—&nbsp;fiero
+nemico degli Ebrei&nbsp;—&nbsp;nel suo <cite>Giudaismo svelato</cite>
+ci tiene parola di un Tommaso neofita, il quale, nell'anno
+1413, interpellato da un re spagnuolo per conoscere
+cosa vi fosse di vero in questa accusa, che il Vescovo
+di Madrid muoveva dal pergamo agli Ebrei, ne proclamò
+altamente la falsità adducendo prove in contrario. Un
+<span class="pageno" title="157" id="page-157"></span>
+altro neofita, Gerolamo di Santa Fè, confessò a Papa
+Benedetto VIII nulla esservi di vero in questa accusa
+che si vuol fare agli Ebrei. Aloisio di
+Sonnenfels&nbsp;<a id="FNa_265"></a><a href="#Fn_265" class="fna">(265)</a>
+pubblicò in Vienna un dottissimo opuscolo: <cite>Ripugnanza
+degli Ebrei contro il sangue ossia il Giudaismo accusato,
+inquisito ed assolto dal preteso uso del sangue cristiano
+innocente</cite> nel quale, con copia di irrefutabili argomenti,
+scagiona gli Ebrei dalla orrenda accusa. Fra i documenti,
+che vanno uniti al presente libercolo, si troverà la solenne
+dichiarazione fatta a Vienna dal predicatore di
+Corte, Veit, nel 1840, colla quale solennemente proclamava
+dal pergamo la innocenza dei suoi antichi correligionari.
+A questi si debbono aggiungere, sempre tra i
+neofiti, il dott. Alessandro M.
+Caul&nbsp;<a id="FNa_266"></a><a href="#Fn_266" class="fna">(266)</a>
+in Londra che nella
+<span class="pageno" title="158" id="page-158"></span>
+opera “<cite xml:lang="en">Reasons for Believing</cite> ecc.”, dedicata alla sua
+Graziosa Sovrana, dimostra come i sacrifizi umani ed il
+versar sangue stieno in aperta contraddizione coi principii
+fondamentali del Mosaismo. Ed a questo libro va unita
+una dichiarazione firmata da 35 ebrei, convertiti al cristianesimo,
+i quali, unanimemente, dichiaravano essere
+l'accusa di cui ci occupiamo una vile e diabolica menzogna.
+Anche un altro ebreo convertito, il dott. Augusto
+Neander&nbsp;<a id="FNa_267"></a><a href="#Fn_267" class="fna">(267)</a>
+rilasciò nel 1840 una dichiarazione contro
+<span class="pageno" title="159" id="page-159"></span>
+quest'accusa e del paro il dott. Biesenthal di
+Berlino&nbsp;<a id="FNa_268"></a><a href="#Fn_268" class="fna">(268)</a>
+ed il dott. Tugendhold di
+Varsavia&nbsp;<a id="FNa_269"></a><a href="#Fn_269" class="fna">(269)</a>
+hanno, nei loro
+<span class="pageno" title="160" id="page-160"></span>
+scritti dimostrato nel modo il più rigorosamente scientifico,
+come tale accusa altro non sia che una orribile
+menzogna&nbsp;<a id="FNa_270"></a><a href="#Fn_270" class="fna">(270)</a>.
+</p>
+
+<p>
+A questi autori, che appartengono tutti alla categoria
+degli Ebrei convertiti, convien aggiungere due scrittori
+tedeschi, il Wagenseil e l'Eisenmenger, già citato, autori,
+il primo della <cite>Tela ignea</cite> ed il secondo del <cite>Giudaismo
+svelato</cite>, entrambi accaniti nemici degli Ebrei, ma abbastanza
+onesti per non calunniare scientemente i loro avversari.
+</p>
+
+<p>
+Il primo chiama l'uso falsamente attribuito agli Ebrei
+del sangue cristiano <i class="quo">spaventevole menzogna che ha privato
+degli averi e della vita tante migliaia di persone
+innocenti</i>&nbsp;<a id="FNa_271"></a><a href="#Fn_271" class="fna">(271)</a>.
+</p>
+
+<p>
+Il secondo scrive: <i class="quo">Da ciò puossi giudicare che in questa
+cosa si fa torto agli Ebrei, particolarmente dacchè
+è severamente vietato nei libri di Mosè</i>.
+</p>
+
+<p>
+Si noti che entrambi questi autori avean fatto profondi
+studi sul Giudaismo ed avevano avuto parte alla
+conversione di moltissimi Ebrei.
+</p>
+
+<p>
+Un italiano, Chiarini, uno dei più feroci nemici del
+giudaismo, a pag. 161 della sua introvabile <cite>Teoria del
+<span class="pageno" title="161" id="page-161"></span>
+Giudaismo</cite>, scrive: che dopo aver fatto il più maturo
+esame della legge mosaica si viene necessariamente a concludere
+che: 1º l'amore del prossimo vi è comandato sempre
+e verso tutti; 2º che l'avversione che vi s'inspira contro
+i riti e i costumi degli altri popoli non cade sopra le persone,
+ma non è che una cautela che Mosè dovette usare
+per impedire agli Ebrei di darsi alla idolatria alla quale
+erano sì inclinati; 3º che infine l'odio comandato contro
+i Cananei, gli Amaleciti, ecc., fu una conseguenza necessaria
+del rigore dell'antico diritto di guerra e di rappresaglia
+provocata contro di sè stessi da quegli stessi
+popoli; odio perciò di nazione e passeggiero e voluto soltanto
+per quei dati popoli designati dalla
+legge&nbsp;<a id="FNa_272"></a><a href="#Fn_272" class="fna">(272)</a>.
+</p>
+
+<p>
+Anche Giovanni Hornbeck, olandese, e non certamente
+amico degli Ebrei, come lo prova il solo titolo del suo
+libro: <cite xml:lang="la">De convertendis Judæis</cite> (1655),
+scrive a pag. 26
+dei prolegomeni:
+</p>
+
+<p>
+“Bisognerebbe sapere se è vero ciò che nelle storie
+si legge comunemente per irritare gli Ebrei contro i
+Cristiani o piuttosto questi contro quelli, cioè, che ogni
+anno alla preparazione della pasqua, questi Ebrei sacrificano
+barbaramente un fanciullo cristiano ch'essi
+hanno furbescamente involato, e che fanno questo per
+deridersi della pasqua del Cristo che si celebra in
+quell'epoca istessa: io non voglio nè posso affermarlo,
+sapendo bene che nei tempi in cui si inventarono simili
+racconti e specialmente dopo che il Tribunale dell'Inquisizione
+fu stabilito dal papismo, mille di coteste
+fandonie vennero inventate e gli storici di quei tempi
+non cessarono di pubblicarle. A dir il vero, io non ho
+ancor letto alcuna relazione che mi provi esser veri
+<span class="pageno" title="162" id="page-162"></span>
+quei fatti. Tutto si fonda su delle donnicciolate popolari
+sempre molto incerte o per lo meno raccolte alla meglio
+dalla bocca di qualche monaco inquisitore, senza calcolare
+poi la cupidigia delle spie che tutto si facevano
+lecito per rendersi padroni dei beni degli Ebrei e se
+non padroni, almeno riscuotere buon premio del loro
+spionaggio. Ciò è provato da quanto si legge nel 1º libro
+delle costituzioni di Sicilia, titolo <span class="sc num">vii</span>.
+L'imperatore
+Federico ci dice: Si vero Judaeus vel Saracenus sit,
+in quibus, prout certo perpendimus, Christianorum persecutio
+minus abundat ad praesens, etc., cioè: Se poi
+vi sia Ebreo o Saraceno, in cui come certamente sappiamo
+che la persecuzione dei cristiani meno abbonda
+al presente, ecc. Questo fa supporre che i Cristiani sono
+sempre più o meno animati contro gli Ebrei, che se
+però questa volta è avvenuto per caso che un Cristiano
+è stato ucciso da un Ebreo, non si è per questo in
+diritto di asserire che gli Ebrei ogni anno si fanno
+un obbligo di uccidere un bambino cristiano, e ciò che
+Tommaso Cantipratensis nel suo <span class="sc num">ii</span>
+libro, capitolo 23
+assicura, cioè esser noto a tutti che ogni anno ed in
+ogni Provincia gli Ebrei tirano a sorte il borgo od il
+villaggio o la città che deve fornir loro l'olocausto,
+(cristiano, s'intende, dice lui), non è che una di quelle
+menzogne, di quelle calunnie, e di quelle fandonie, di
+cui ha pieno il suo libro.”
+</p>
+
+<p>
+Giuseppe De Maistre, scrittore cattolico ed ortodosso
+se ve ne fu uno, un omino che dava gloria ai suoi fratelli
+e non viveva, come altri, della gloria che il fratello riflette,
+sopra di loro, Giuseppe De Maistre, dico, ha scritto
+un <cite>Trattato sui sacrifizi</cite> che fa seguito alle <cite>Serate di
+Pietroburgo</cite>. Ora in quel trattato non soltanto non si fa
+menzione del preteso rito di sangue addebitato agli Ebrei
+ma si viene indirettamente a scagionarli con queste parole
+<span class="pageno" title="163" id="page-163"></span>
+che leggonsi a pagina 368 (Ed. di Lyon, 1836):
+“Una esperienza di quaranta secoli ci apprende che
+dovunque il vero Dio non sarà, in forza di una esplicita
+rivelazione, riconosciuto e servito, l'uomo immolerà sempre
+l'uomo e spesso lo divorerà.”
+</p>
+
+<p>
+Citiamo ancora, fra i moltissimi, due sacerdoti cattolici.
+Il padre Riccardo Simon dell'Oratorio, che in occasione
+del processo di Raphael Levy, bruciato vivo a Metz il
+gennaio 1670, sotto l'accusa di aver assassinato un fanciullo
+cristiano, ne scrisse una splendida
+difesa&nbsp;<a id="FNa_273"></a><a href="#Fn_273" class="fna">(273)</a>;
+ed il R. P. Bonaventura du Maine dell'ordine dei Minori
+Conventuali, che discorrendo, nel 1865, al Congresso Cattolico
+di Malines (si noti: al <cite>Congresso Cattolico</cite>) dello
+orribile assassinio del padre Tomaso, accaduto nel 1840
+a Damasco, ebbe a dire che questo reato “non può essere
+imputato che ai suoi assassini, giacchè <em>nessun uomo serio</em>
+crede più oggi che in nessun luogo di questo mondo,
+<span class="pageno" title="164" id="page-164"></span>
+gli Ebrei si credano <em>autorizzati dalla loro religione</em>
+ad immolare dei
+Cristiani”&nbsp;<a id="FNa_274"></a><a href="#Fn_274" class="fna">(274)</a>.
+</p>
+
+<p>
+Anche principi secolari e Pontefici, spesso si adoperarono
+a purgare gli Ebrei dalla indegna calunnia.
+</p>
+
+<p>
+Bona e Gian Galeazzo Sforza, duca di Milano, con
+particolare decreto 19 maggio 1470, che si troverà fra i
+documenti, non esitarono a dichiarar l'accusa falsa e
+calunniosa.
+</p>
+
+<p>
+L'imperatore Carlo V, con editto del 3 aprile 1544,
+dannava tali imposture e proclamava, che, in forza delle
+dichiarazioni papali, quanto viene imputato agli Ebrei,
+necessariamente non può sussistere ed impartiva disposizioni
+a tutela degli innocenti calunniati.
+</p>
+
+<p>
+Una pubblica sentenza, pronunciata in Verona, l'ultimo
+febbraio del 1603, proclamò l'innocenza dell'imputato Giuseppe
+Ebreo, all'appoggio, più che d'altro, del divieto di
+Sommi Pontefici di prestar credenza a tali accuse, la
+quale osservanza condusse i giudici a provare falsi e calunniosi
+tutti i testimoni intervenuti nel processo.
+</p>
+
+<p>
+Nel 26 luglio dello stesso anno Vincenzo I duca di
+Mantova e Monferrato, illuminato dalla pietà di Monsignor
+Vescovo e del Padre Inquisitore, per levare, come si
+esprime, la suddetta vana e falsa voce che s'era levata
+in odio agli Ebrei, proibì persino di parlarne sotto comminatoria
+di 200 scudi d'ammenda commutabili, per chi
+non li pagasse, in pene corporali <em>ad arbitrio nostro</em>.
+</p>
+
+<p>
+Tullio Carreto, vescovo di Casale, con pubblica sentenza,
+27 luglio 1611, resa d'accordo con frà Benedetto
+Ruota, inquisitore generale di Casale e d'Alba, proclamò
+l'innocenza di un'infelice donna israelita, accusata dell'immaginario
+reato. Federico III, Massimiliano II e Leopoldo,
+<span class="pageno" title="165" id="page-165"></span>
+dietro l'esempio dei predecessori, ed appoggiandosi
+alle Bolle dei Sommi Pontefici, bandirono la falsità dell'accusa,
+e tutelarono gli imputati con ogni sorta di leggi
+e di penalità.
+</p>
+
+<p>
+E, invocando finalmente l'autorità dei Sommi Pontefici,
+esporremo:
+</p>
+
+<p>
+Che un Gregorio IX, sulle orme apostoliche di Calisto,
+Eugenio, Alessandro, Celestino, Innocenzo, Onorio e tanti
+altri, pronunciò scomunica contro gli autori e propalatori
+dell'iniqua calunnia, e con particolar Breve, in data 9
+settembre 1236, che comincia <cite xml:lang="la">Lacrimabilem Judaeorum</cite>,
+vi rese palese, anche ai Principi secolari, la pia e retta
+sua
+intenzione&nbsp;<a id="FNa_275"></a><a href="#Fn_275" class="fna">(275)</a>.
+</p>
+
+<p>
+Che il pontefice massimo Innocenzo IV, con suo Breve
+5 luglio 1247, scrisse ad arcivescovi e vescovi di Francia
+e di Germania, ingiungendo alle persone ecclesiastiche,
+ed ai principi, nobili, secolari e cittadini di astenersi dal
+supporre negli Ebrei la colpa di cui trattasi, Breve che
+comincia: <cite xml:lang="la">Archiepiscopis et episcopis per Alemaniam
+constitutis. Lacrimabilem Judaeorum Alemaniæ recepimus
+questionem</cite>,
+ecc.&nbsp;<a id="FNa_276"></a><a href="#Fn_276" class="fna">(276)</a>.
+</p>
+
+<p>
+Che analoghe dichiarazioni ebbero a fare Clemente VI
+nel 1342, e Sisto IV;
+</p>
+
+<p>
+Che il sommo pontefice Alessandro VII infine, nel settimo
+anno del suo pontificato, con suo Breve od Editto,
+fu pietosamente indotto a condannare siffatte calunnie
+contro gli Ebrei.
+</p>
+
+<p>
+Basterebbe davvero la concorde testimonianza di tanti
+<span class="pageno" title="166" id="page-166"></span>
+autori, di tanti principi, di tanti pontefici a ridurre al
+silenzio ogni uomo di buona
+fede&nbsp;<a id="FNa_277"></a><a href="#Fn_277" class="fna">(277)</a>.
+</p>
+
+<p>
+Pure non è così; e noi che vorremmo schiacciare per
+sempre la testa all'idra della calunnia, siam costretti ad
+abusare della cortesia e della pazienza dei lettori ed a
+soffermarci troppo su di un'accusa che Sir Robert Peel,
+nella seduta della Camera inglese del 22 gennaio 1841,
+dichiarava indegna di ogni
+attenzione&nbsp;<a id="FNa_278"></a><a href="#Fn_278" class="fna">(278)</a>.
+</p>
+
+<p>
+Ma siamo obbligati a farlo dalla malizia, o, diremo meglio,
+dalla malignità dei nemici degli Ebrei, la quale non
+ha limiti.
+</p>
+
+<p>
+I papi, come si è visto, hanno più volte scagionato gli
+Ebrei dalla stolta calunnia. Un giornale cattolico ed
+onesto, l'<cite>Unità Cattolica</cite> di Torino, aveva, pochi anni
+or sono, ripetuta l'accusa, ignorando quanto i Papi avevano
+scritto in proposito. Ma bastò che un dotto israelita
+facesse avvertito il Teologo Margotti dell'errore, perchè
+questi nel N. 112 del 1872 della sua <cite>Unità</cite> pubblicasse
+la seguente leale dichiarazione:
+</p>
+
+<p>
+“Nella vigilia del giorno natalizio del nostro Santo
+<span class="pageno" title="167" id="page-167"></span>
+Padre Pio IX, vogliamo emendare un articolo sugli
+Ebrei pubblicato nel nostro numero 106, discorrendo
+dei tumulti di Smirne e del supposto sagrifizio di un
+fanciullo. Ed è nostro debito il dichiarare che già <em xml:lang="la">ab
+antico</em> fu apposta agli Ebrei <em class="sc">questa calunnia</em>, ma
+ne vennero purgati dai Papi medesimi, tra i quali vogliamo
+annoverare principalmente Gregorio IX ed Innocenzo
+IV. Noi abbiamo voluto vedere in fonte i documenti
+e, consultati gli Annali del Baronio continuati
+dal Raynoldo, nel volume <span class="sc num">ii</span>, a pag. 395, vi abbiamo
+letto le seguenti parole che tradurremo dal latino:
+</p>
+
+<p>
+“Fu tocco Papa Innocenzo IV dalle dolorose lagnanze
+degli Ebrei che in Germania ed in Francia piangevano
+oppressi da gravissime ingiurie e mali. Imperocchè
+correndo attorno la falsa voce che essi nelle
+feste pasquali si mangiassero, a guisa di sacra comunione,
+il cuore di un ucciso fanciullo, questa calunnia
+loro si appiccò talmente, che per la più lieve causa
+venivano spogliati dei beni, gettati in carcere ed anche
+colpiti, senza forma alcuna di giudizio, di ingiustissima
+e crudelissima morte. Per proteggerne l'innocenza
+e liberarli da quel feroce zelo di Principi e
+popoli, il Pontefice scrisse agli Arcivescovi e Vescovi
+di Germania che resistessero al furor popolare, perchè
+non si straziassero in sì crudel modo gli innocenti,
+dovendosi colla massima prudenza riflettere che dal
+sacro loro archivio ci venivano quasi i testimoni della
+fede cristiana. Ecco la lettera di Innocenzo IV: “<i>Agli
+Arcivescovi e Vescovi costituitisi per la Germania.</i>
+Abbiamo ricevuto lagrimose lagnanze dagli Ebrei di
+Germania perchè non pochi Principi sì ecclesiastici
+come secolari ed altri nobili potenti delle vostre città
+e diocesi per rapire ed usurpare i loro beni, macchinando
+contro di loro empi disegni, fingendo varii e
+<span class="pageno" title="168" id="page-168"></span>
+diversi casi, non considerando saggiamente che dalle
+origini loro quasi provennero le testimonianze della
+fede cristiana nè che la divina scrittura tra gli altri
+precetti dice:&nbsp;—&nbsp;Non ammazzare&nbsp;—&nbsp;e agli Ebrei
+vieta nella solennità pasquale qualunque omicidio,
+falsamente li accusano che nella stessa solennità essi
+si comunichino col cuore di un ucciso fanciullo, credendo
+di ubbidire alla stessa legge, mentre ciò è a
+questa legge medesima affatto contrario, e malignamente
+a quelli imputano l'uccisione di un uomo se
+loro accade di scoprire in qualche luogo un cadavere.
+E per questa ed altre molte finzioni incrudelendo
+contro di essi nè accusati, nè confessi, nè convinti
+e contrariamente a' privilegi loro benignamente concessi
+dall'Apostolica Sede, li spogliano, contro Dio
+e la giustizia, di tutti i loro beni, e li opprimono colla
+fame, la prigionia, e tante molestie e sì grandi tormenti,
+infliggendo loro diversi generi di pene, e spessissimo
+condannandoli a turpissima morte, che gli
+stessi Ebrei, trovandosi quasi sotto il dominio dei predetti
+Principi, nobili e potenti, in peggiore condizione
+di quel che fossero i loro padri sotto Faraone d'Egitto,
+sono costretti a miseramente esulare da' luoghi abitati
+da essi e da' loro antecessori da tempo immemorabile:
+laonde, temendo il proprio esterminio, stimarono di
+dover ricorrere alla prudenza della Sede Apostolica.
+</p>
+
+<p>
+“Non volendo adunque che siano ingiustamente vessati
+i predetti Giudei, la cui conversione aspetta il
+misericordiosissimo Iddio; credendosi per testimonianza
+del Profeta, che saranno salvi i loro avanzi; mandiamo
+che, mostrandosi ad essi favorevoli e benigni,
+qualunque delle predette cose avete trovato essersi temerariamente
+tentata contro gli stessi Ebrei dai predetti prelati,
+nobili e potenti, legittimamente rivocando
+<span class="pageno" title="169" id="page-169"></span>
+qualunque ordine, non permettiate che essi per l'avvenire
+siano indebitamente molestati intorno alle dette
+ed altre simili cose. <i>Dato a Lione, III nov. dell'anno
+V.</i> Questa lettera fu altresì mandata ai prelati
+della Francia”.
+</p>
+
+<p>
+“Il chiarissimo professore Giuseppe Levi, direttore
+dell'<cite>Educatore Israelita</cite> di Vercelli, ci indicò il documento
+riferito più sopra; e noi dopo averlo consultato
+negli annali del Baronio, continuato dal Raynaldo, non
+tardammo a tradurlo e pubblicarlo. Aggiungiamo pure
+di non aver saputo trovare nel Talmud nessun testo
+che comandi o consigli agli Ebrei l'uccisione di bambini
+cristiani per celebrare la Pasqua. Francesco Domenico
+Guerrazzi nel 1857 stampava nel suo <cite>Asino</cite>
+questa calunnia. Protestammo, scrive il professor Levi,
+e, dopo lungo carteggio, convinto delle nostre ragioni,
+Guerrazzi disdiceva nella seconda edizione il già detto,
+e ci scriveva da Genova nel 20 luglio 1857: Non mi
+resta che a congratularmi con voi dell'essere rimasti
+soddisfatti dell'ammenda fatta, e di avermi porta occasione
+di raddrizzare un errore il quale, certo contro
+la mia volontà, vi recava gravame”.
+</p>
+
+<p>
+Lasciamo a parte la buona fede del Guerrazzi, che il
+Levi avrà avute le sue buone ragioni per trovare soddisfacente,
+e confessiamo che il contegno dell'<cite>Unità Cattolica</cite>
+fu così onesto, così leale da giustificare pienamente
+quanto noi scrivemmo a pag. 15.
+</p>
+
+<p>
+Ma, pur troppo, non tutti i giornalisti cattolici son
+del valore di Don Giacomo Margotti. Un articolaio della
+<cite>Civiltà Cattolica</cite> a pag. 234 del vol.
+<span class="sc num">vii</span> del 1881 vuole
+provarsi ad aggiustare il latino in bocca al papa, e vien
+fuori con questo bel ragionamento che noi, più onesti
+dell'articolaio suddetto, amiamo riferire per esteso prima
+di rispondervi:
+</p>
+
+<div>
+<span class="pageno" title="170" id="page-170"></span>
+</div>
+
+<p>
+“Che fra queste pratiche giudaico-talmudiche vi sia
+anche quella di <em>comunicarsi la Pasqua col cuore di
+un fanciullo cristiano assassinato</em> questo noi nol crediamo:
+nè se ne trova a nostra notizia cenno nel
+Talmud e neanche sappiamo che mai sia stato formato
+sopra un tale misfatto un regolare autentico processo.
+Ma quanto alla legge ed alla pratica talmudica di assassinare
+dei cristiani fanciulli e non fanciulli per servirsi
+del loro sangue nella confezione degli azimi nelle
+feste pasquali, questa è legge fondata nel Talmud, e
+praticata più volte dai Giudei come consta da molti
+processi anche recenti (<em>ma, articolaio del mio cuore, se è
+fondata nel Talmud, non dovrebbe constare dal Talmud
+stesso, anzichè dai processi?</em>) secondo che fu già da molti
+e sarà anche da noi colla scorta dei processi ampiamente,
+chiaramente ed indubbiamente dimostrato”.
+</p>
+
+<p>
+Che sorta di ciuco sia l'articolaio della <cite>Civiltà</cite> dimostreremo
+a luce meridiana in una lettera indirizzata al
+chiarissimo direttore di quel periodico, lettera che i nostri
+lettori troveranno più innanzi; ma qui non si tratta di
+maggior o minor dottrina, ma bensì di spudorate calunnie,
+tanto più infami, in quanto che scritte su di
+una imputazione che costò già la vita a molti innocenti
+e scritte allorquando pendevano processi sull'argomento,
+coll'evidente intento di esercitare, mercè l'autorità del
+giornale che le accoglieva, una pressione sull'animo dei
+giudici&nbsp;<a id="FNa_279"></a><a href="#Fn_279" class="fna">(279)</a>.
+</p>
+
+<div>
+<span class="pageno" title="171" id="page-171"></span>
+</div>
+
+<p>
+Affermiamo dunque che nel brano succitato sono più
+le infamie, e le menzogne scientemente scritte, di quello
+che non siano le parole&nbsp;—&nbsp;e lo proviamo:
+</p>
+
+<div>
+<span class="pageno" title="172" id="page-172"></span>
+</div>
+
+<p>
+1. Che razza di papi, e che razza di uomini, sarebbero
+stati Gregorio IX ed Innocenzo IV se, sapendo che
+gli Ebrei avevan per obbligo di uccidere fanciulli cristiani
+per compiere tenebrosi riti, avessero impiegato la
+loro parola a scagionare gli Ebrei dall'accusa <em>di comunicarsi
+col cuore di un fanciullo cristiano</em>? Che la religione
+mosaica non abbia nulla di simile al Sacramento
+della Eucaristia sanno anche i bimbi; e quei papi sarebbero
+stati i peggiori fra i malfattori se, arzigogolando
+sulle parole, come un volgare scrittore della <cite>Civiltà</cite>, avessero
+detto ai Cristiani: <em>Non è vero che gli Ebrei ammazzino
+i fanciulli per comunicarsi col loro cuore</em>, sottointendendo,
+con strana restrizione mentale, <em>ma li
+ammazzano per servirsi del loro sangue nella confezione
+degli azimi</em>.
+</p>
+
+<p>
+Ingiuria più atroce e più insana di questa, verso la
+memoria di due Sommi Pontefici, non poteva scagliarsi
+da nessun ebreo, da nessun ateo, da nessun nemico della
+Chiesa, ed è bello, è istruttivo sopratutto, che l'abbia
+scagliata un articolaio della <cite>Civiltà Cattolica</cite>.
+</p>
+
+<p>
+2. <i>Assassinare dei cristiani fanciulli e non fanciulli
+per servirsi del loro sangue nella confezione degli azimi
+nelle feste pasquali, questa è</i>
+<em class="sc">legge fondata sul Talmud</em>.
+</p>
+
+<p>
+Chi asserisce ha sempre avuto l'obbligo di provare.
+<span class="pageno" title="173" id="page-173"></span>
+Noi, per esempio, affermiamo qui anche una volta che
+l'odio dell'articolaio e dei pari suoi contro il Talmud proviene
+da ciò: che, mentre essi desiderano la immediata
+conversione degli Ebrei (V. <cite>Civiltà Catt.</cite>, Quaderno 814,
+p. 487), quel libro tanto esecrato giovò specialmente a
+confermare gli Ebrei nella loro fede, e, siccome lo affermiamo,
+lo proviamo subito, citando le parole di un
+autore ultra-cattolico, il
+Rohrbacher&nbsp;<a id="FNa_280"></a><a href="#Fn_280" class="fna">(280)</a>: “Questa raccolta
+di tradizioni farisaiche (il Talmud) chiosate, predicate
+dai rabbini, è appunto, siccome pare, il maggior impedimento
+alla conversione dei giudei”.
+</p>
+
+<p>
+L'articolaio invece, asserendo che nel Talmud è fatta
+agli Ebrei prescrizione di celebrare l'orrendo rito, afferma,
+ma non prova, e sì che la prova qui era tanto facile e
+semplice, bastava citare il trattato ed il foglio del
+Talmud dove si trova imposto agli Ebrei il nefando rito.
+</p>
+
+<p>
+Ma questo l'articolaio non potè fare per una ragione
+semplicissima; ed è che frammezzo alle bellissime cose
+ed alle matte stranezze di cui riboccano i dodici volumi
+in foglio del Talmud, non vi è una riga, neppur una,
+che possa, per quanto torta e ritorta, venire in appoggio
+alla bieca accusa.
+</p>
+
+<p>
+Sa invece l'articolaio cosa c'è nel Talmud?
+</p>
+
+<p>
+Legga l'articolaio, se li sa leggere, per tacer d'altri, i
+trattati <cite>Choiln</cite>, <cite>Keridut</cite>, <cite>Pesachim</cite>,
+<cite>Jebamoth</cite>, <cite>Zevachim</cite>
+e vi troverà ad ogni pie' sospinto rinnovato il divieto fatto
+agli Ebrei dalla
+Bibbia&nbsp;<a id="FNa_281"></a><a href="#Fn_281" class="fna">(281)</a>
+di cibarsi di sangue, e non solo
+<span class="pageno" title="174" id="page-174"></span>
+lo troverà rinnovato, ma lo troverà aggravato da tutte
+quelle <em>siepi</em> che, secondo il detto talmudico, i Rabbini si sono
+piaciuti a porre attorno alla legge di Dio per renderne
+più sicura la osservanza. E perciò non soltanto troverà
+vietato l'uso del sangue di animali, ma troverà minuziose,
+ridicole prescrizioni perchè i cibi sieno preparati
+in modo che non vi rimanga la più piccola traccia di
+sangue, troverà persino fatto divieto all'ebreo di inghiottire
+il boccone che ha in bocca, se per caso venisse,
+mentre lo sta masticando, ad uscirgli una goccia di
+sangue dalle gengive, o di sorbire un uovo nel quale si
+trovi una goccia di sangue.
+</p>
+
+<p>
+Rida finchè vuole l'articolaio di queste minuzie e
+noi rideremo con lui, e di buon cuore; ma, vivaddio,
+non accusi coloro che le osservano di pasti da antropofaghi.
+</p>
+
+<p>
+Che se poi l'articolaio fosse vago di sapere cosa pensano
+i padri del Talmud dello omicidio, gli diremo che
+al tempo delle persecuzioni di Trajano, raccoltisi i maestri
+<span class="pageno" title="175" id="page-175"></span>
+del Giudaismo in segreto consiglio, stabilirono: che
+qualunque ebreo potesse tenersi sciolto dall'obbligo di
+adempiere i riti religiosi, ognora che ne potesse seguire
+pericolo di morte; e che solo per sottrarsi a un atto di
+idolatria, all'<em class="sc">omicidio</em> e all'adulterio fosse cosa onorevole
+e giusta, spendere la propria
+vita&nbsp;<a id="FNa_282"></a><a href="#Fn_282" class="fna">(282)</a>.
+</p>
+
+<p>
+E questa opinione è cento volte ripetuta nel Talmud
+dove a tacere d'altri mille passi si legge anche il seguente:
+</p>
+
+<p>
+“Chi versa il sangue dell'uomo sarà versato il suo
+sangue.
+</p>
+
+<p>
+“Molti è vero, hanno le mani lorde di sangue umano,
+eppure muoiono tranquillamente nel letto loro. Ma il
+loro sangue sarà versato nel giorno del
+giudizio&nbsp;<a id="FNa_283"></a><a href="#Fn_283" class="fna">(283)</a>”.
+</p>
+
+<p>
+E se ciò non basta all'articolaio, se non gli basta la
+dichiarazione dell'<cite>Unità Cattolica</cite> di non aver trovato
+nel Talmud nessun precetto che comandi o consigli il
+nefando rito, ci stia a sentire; non potremo esser brevi,
+e ne chiediam venia ai lettori, ma vorremmo farla finita
+una buona volta con questa stolida calunnia.
+</p>
+
+<p>
+Vi è all'Università di Praga, un I. R. professore di
+antichità giudaiche, che dopo essersi fatto una bella fama
+di cretino sostenendo i pretesi miracoli della stigmatizzata
+Lateau&nbsp;<a id="FNa_284"></a><a href="#Fn_284" class="fna">(284)</a>,
+e coprendo di contumelie i protestanti, ha
+pensato in occasione del processo di Tisza-Eszlar di riconfermarla,
+mandando fuori parecchie sue cicalate, intese a
+<span class="pageno" title="176" id="page-176"></span>
+dimostrare come gli Ebrei facciano uso pei loro riti
+di sangue cristiano.
+</p>
+
+<p>
+Queste cicalate provocarono le risa di tutti i dotti di
+Europa, senza distinzione di culto; fu provato che il
+Rohling è un vigliacco calunniatore, un ignorante di tre
+cotte, nella migliore ipotesi, un mattoide della più bell'acqua.
+</p>
+
+<p>
+Ma tutte queste qualità che rendono il Rohling indegno
+di esser citato a qualsivoglia persona seria, lo costituiscono
+invece la più bella, la più luminosa autorità che
+possa opporsi all'articolaio della <cite>Civiltà</cite>.
+<em xml:lang="la">Similia similibus.</em>
+</p>
+
+<p>
+Ora questo Rohling, in una lettera, scritta il 19 giugno
+1883, al famoso deputato antisemita ungherese Geza
+di Onody, lettera che venne riprodotta il 24 giugno
+nell'<cite xml:lang="de">Ungarischer
+Grenzbotes</cite> di Presburgo scrive queste
+precise parole: “Avevo detto nella mia <cite xml:lang="de">Antwort an die
+Rabbinen</cite> che io non avevo trovato nel Talmud&nbsp;—&nbsp;per
+quanto ne conosciamo delle edizioni stampate&nbsp;—&nbsp;nessuna
+prova dell'assassinio ritualmente ordinato agli
+Ebrei”.
+</p>
+
+<p>
+Mentre quindi l'articolaio, poco <em>civile</em> e meno <em>cattolico</em>,
+con quella sicumera che si addice alla sua ignoranza,
+afferma nel 1881 questa legge di sangue fondata nel
+Talmud, due anni dopo, il suo degnissimo Rohling, professore
+di antichità giudaiche, è costretto ad affermare che
+non seppe trovare nel Talmud una riga che facesse al
+caso suo.
+</p>
+
+<p>
+Prevediamo però l'obbiezione che si potrebbe farci. Si
+potrebbe dirci che la malafede del Rohling è uguagliata
+soltanto dalla sua crassa ignoranza, sicchè nessun uomo,
+per poco che si rispetti, è obbligato a prestar fede alle
+sue parole.
+</p>
+
+<p>
+E rispondendo così anche l'articolaio sarebbe perfettamente
+nel suo diritto e nessuno saprebbe dargli torto.
+</p>
+
+<div>
+<span class="pageno" title="177" id="page-177"></span>
+</div>
+
+<p>
+Ma cosa, risponderebbe, di grazia, alla testimonianza
+di due principi della Chiesa, emessa in occasione di un
+recente processo e citata da un giornale non sospetto:
+la <cite xml:lang="fr">Gazzette de France</cite> del 2
+luglio 1883? Stia a sentire, l'articolaio:
+</p>
+
+<p>
+“In occasione del processo di Tisza-Eszlar il dottor
+Samassa, arcivescovo d'Erlau, ed il cardinale Luigi
+Haynald, arcivescovo di Kalocza, non esitarono a dichiarare
+che in <em class="sc">nessuno</em> dei libri religiosi degli Ebrei
+si contenevano simili prescrizioni.”
+</p>
+
+<p>
+Ma taluno a corto di migliori argomenti, ci dirà che
+se non è nel Talmud stampato, può essere in qualcuno
+dei manoscritti antichi.
+</p>
+
+<p>
+Rispondiamo che cataste di quei manoscritti furono
+sequestrate in <em xml:lang="la">illo tempore</em>, da preti
+e da frati, in tanta
+copia che oggi riescono rarissimi, sicchè il solo completo
+che si conosca è quello della Biblioteca Reale di Monaco.
+Ora questi preti e questi frati, se vi avessero trovato la
+nefanda legge, avrebbero avuto l'obbligo sacrosanto di
+renderla pubblica.
+</p>
+
+<p>
+Non l'hanno fatto? segno evidente che non hanno trovato
+niente.
+</p>
+
+<p>
+E siccome conosciamo e disprezziamo il modo di polemizzare
+dei nostri avversari e non vogliamo servirci
+dell'arte loro di citar una riga di uno scritto per snaturarne
+il concetto, così confesseremo francamente che
+il Rohling, nella lettera citata, prosegue affermando di
+aver trovato l'obbligo imposto agli Ebrei di far uso di
+sangue, in un libro stampato nel 1868 a Gerusalemme.
+</p>
+
+<p>
+Ma, il degnissimo compare, non sa e non può citare
+il titolo del libro, perchè egli non ha fatto che copiare
+una calunnia messa in giro da un immondo libello antisemitico,
+il <cite xml:lang="de">Paderboner Judenspiegel</cite>, siccome luminosamente
+dimostra l'illustre Delistsch, un cristiano, professore
+<span class="pageno" title="178" id="page-178"></span>
+della facoltà di Teologia di Lipsia, nel
+<cite xml:lang="de">Pester Lloyd</cite> del
+16 marzo 1883.
+</p>
+
+<p>
+3. L'ultima infamia che leggesi nelle poche righe dello
+sconcio articolo, che ci piacque riferire, è nelle parole:
+<i class="quo">che fu già da molti e sarà anche da noi, colla scorta
+dei processi, ampiamente, chiaramente ed indubbiamente
+dimostrato.</i>
+</p>
+
+<p>
+Siccome <em xml:lang="la">infinitus est numerus stultorum</em>, non abbiamo
+difficoltà ad ammettere che molti abbiano voluto trarre
+da quei processi una illazione qualsiasi.
+</p>
+
+<p>
+I processi in proposito furono molti, moltissimi anzi,
+e noi ne abbiamo ricordati una buona serqua.
+</p>
+
+<p>
+Ma chiediamo, non all'articolaio, evidentemente convinto
+essere il medio evo il periodo più splendido della storia
+dell'umanità, ma a qualunque uomo non sia del tutto
+cretinizzato dal fanatismo, che valore abbiano tutti i
+processi nei quali gli imputati, ed anco i testimoni se
+occorre, sono assoggettati alle torture.
+</p>
+
+<p>
+Ce lo dica il Fleury, quando narra che ai servi dei
+primi cristiani si estorceva coi tormenti la confessione
+dei pretesi infanticidii commessi dai loro padroni.
+</p>
+
+<p>
+E se l'autorità del Fleury non basta, adduciamo
+quella di tale che fu ad un tempo un Santo, ed un Pontefice,
+San Nicola I (858&ndash;867), e perchè non ci si accusi
+di falsare le citazioni, riferiamo l'opinione di questo Santo
+Pontefice tal quale come la riferisce uno scrittore, cui,
+è a sperare, non si negherà
+fede&nbsp;<a id="FNa_285"></a><a href="#Fn_285" class="fna">(285)</a>:
+</p>
+
+<p>
+“Il papa S. Nicolò I, rispetto all'usanza che avevano
+i giudici di porre alla tortura i sospetti di alcun delitto,
+dichiara non ammessa nè dalla divina nè dalla
+<span class="pageno" title="179" id="page-179"></span>
+umana legge, vale a dire dalla romana; volontaria,
+dice, dovendo esser la confessione e non forzata. Per
+la tortura può un innocente patir eccessivamente senza
+nulla confessare; e in tal caso la è un'empietà da parte
+del giudice: o, vinto dal dolore, dirsi reo, quand'anche
+non sia; empietà, anche allora non minore da parte
+del giudice.”
+</p>
+
+<p>
+Ora, dopo avere dimostrato come un Papa del
+<span class="sc num">ix</span> secolo
+la pensasse, in materia di processi istruiti col mezzo della
+tortura, invitiamo l'articolaio a por mente che tutti i processi,
+che ebbero esito fatale per gli Ebrei, furono istruiti
+mercè quel mezzo, che egli probabilmente deplora in cuor
+suo di non poter applicare all'autore di queste pagine. E
+quasi questa infamia della tortura non bastasse a togliere
+ogni valore a questi processi, è opportuno ricordare che
+in molti fra essi, e specialmente nei primi, cioè in quelli
+che più degli altri giovarono ad accreditare lo stolto
+pregiudizio contro gli Ebrei, la prova della loro pretesa
+colpabilità fu ottenuta mercè il giudizio di Dio. Così avvenne,
+per esempio, a Blois nel 1171. L'unico testimonio
+che accusava gli Ebrei fu posto sul fiume dentro una
+barca ed essendo egli riescito a salvarsi, la sua accusa
+venne tenuta per vera.
+</p>
+
+<p>
+Ed è sulla base di tali processi che l'articolaio vuole
+<em>ampiamente, chiaramente, indubbiamente</em> dimostrare?
+</p>
+
+<p>
+Non è difficile che, in mancanza di altri argomenti, ci si
+opponga l'antichità della accusa, il numero grande delle
+vittime, e dei relativi processi, l'universale diffusione della
+accusa; i soliti argomenti, insomma, di tutti quelli che
+non ne hanno di migliori.
+</p>
+
+<p>
+Rispondiamo:
+</p>
+
+<p>
+Quale colta persona crede oggi giorno che vi sieno
+mai state persone capaci di diffondere ad arte pestilenze
+e morbi?
+</p>
+
+<div>
+<span class="pageno" title="180" id="page-180"></span>
+</div>
+
+<p>
+Eppure le storie riboccano di processi contro i pretesi
+untori; ed oggi ancora una grave epidemia non si manifesta
+in un paese, senza che la plebe non accusi questo
+o quello di diffondere il morbo, e nella prima metà del
+nostro secolo ancora, Parigi, il cervello d'Europa, vide
+dei pretesi avvelenatori uccisi a furor di
+plebe&nbsp;<a id="FNa_286"></a><a href="#Fn_286" class="fna">(286)</a>.
+</p>
+
+<p>
+Chi crede oggi alle streghe, ai commerci col demonio,
+a tutto quanto farneticavano, su questi argomenti, i nostri
+buoni nonni?
+</p>
+
+<p>
+Eppure le storie abbondano di processi contro streghe,
+le quali furono, non soltanto convinte di reati impossibili,
+ma persino confesse; eppure le vecchie biblioteche sono
+ingombre di volumi in cui si tracciano ai giudici le vie
+da seguire per giungere alla scoperta di delitti che il
+progresso della umana ragione dimostrò non poter accadere;
+eppure non sono tanto remoti i tempi obbrobriosi
+nei quali un sacerdote cattolico, Urbano Grandier, veniva
+accusato di aver stregato diciassette monache di Loudun,
+in cui si costringeva un'altro curato, il Gianfredi, a confessare
+che aveva soffiato il diavolo nel corpo di Maddalena
+Lapallu ed in cui si vide il gesuita Girard sul punto
+di essere condannato al rogo, per aver gittato un sortilegio
+sulla Cadière.
+</p>
+
+<p>
+Se i processi contro gli untori, se quelli contro le streghe,
+non bastano a farci persuasi che un uomo possa diffondere
+una pestilenza senza esserne la prima vittima, che una
+donna possa attraversare dozzine di leghe, a cavallo di
+una scopa, perchè i processi contro gli Ebrei avranno,
+<span class="pageno" title="181" id="page-181"></span>
+soli, virtù di persuaderci che essi facciano uso di sangue
+cristiano nei loro riti?
+</p>
+
+<p>
+Nè maggior autorità dei processi, ha la antichità
+della accusa. Ciò che forma il principale pericolo di
+ogni calunnia è questo appunto: che per quanto luminosamente
+smentita dai fatti, e dalla ragione, essa
+persiste sempre in talune menti più ottuse, sicchè,
+quando sembra completamente vinta e debellata, la si
+vede poi ogni qual tratto rinascere più viva e rigogliosa
+che mai.
+</p>
+
+<p>
+Circa all'esser stata questa accusa mossa agli Ebrei
+in tempi e luoghi diversissimi, locchè può parer prova
+della sua veridicità, rispondiamo subito che, in tempi
+ed in paesi diversissimi, si credette agli untori ed alle
+streghe; che la chiromanzia ebbe seguaci fra i greci
+antichi e fra i moderni francesi; che all'astrologia credettero,
+per tacer d'altri, gli antichi Caldei, gli Arabi
+del medio evo, e gli uomini più colti di tutti i paesi
+sino a pochi secoli or sono; e che oggi noi ridiamo di
+tutte queste cose, e ci faremmo beffe di chiunque invocasse,
+sul serio, l'argomento dell'universale diffusione
+che ebbero in passato queste credenze per persuaderci
+della loro verità.
+</p>
+
+<p>
+La progredita civiltà dell'epoca nostra non impedisce
+poi che anche oggi perdurino talune incredibili superstizioni.
+I montanari di Scozia credono ancora che un tale
+e tal lago abbia il suo <em>kelpie</em> e il suo <em>caval d'acqua</em>; nel
+fondo di certe provincie di Francia i contadini son lungi
+dal negar fede al lupo mannaro; e qui, nella nostra Italia,
+il romano, per non dir d'altri, crede ancora al cattivo
+occhio e gli ospedali di Napoli ricevono, ogni anno, qualche
+infelice martoriato da malvagi superstiziosi, che pretendono
+ottenere in tal guisa i numeri del lotto.
+</p>
+
+<p>
+Un'ultima osservazione ci rimane poi a fare circa il
+<span class="pageno" title="182" id="page-182"></span>
+preteso valore dei numerosi processi che si fecero, con
+esito diverso, contro gli Ebrei.
+</p>
+
+<p>
+L'articolaio stesso osserva, che man mano che un paese
+va incivilendosi, i processi di questo genere divengono più
+rari, mentre sono tanto più frequenti, e hanno esito peggiore
+per gli Ebrei, quanto più avvengono in epoche
+remote ed in paesi meno civili.
+</p>
+
+<p>
+In Inghilterra, dacchè gli ebrei vi furono richiamati
+dal protettore Cromwell, non ebbe più luogo nessun processo
+di tale natura. In Francia non se ne ebbe nessuno,
+dopo la sentenza del parlamento di Metz che dannò a
+morte Raphael Levi (16 giugno 1670), sentenza che è
+riconosciuta da tutti come un errore giudiziario e contro
+cui si scagliò un venerando ed illustre sacerdote cattolico,
+il padre Simon dell'Oratorio.
+</p>
+
+<p>
+In Italia l'ultimo processo, che terminasse con una
+condanna, risale al 1480. Vi furono bensì, varie volte
+dopo, dei tentati ammutinamenti contro gli Ebrei, come
+a Casale Monferrato nel 1611, a Mantova nel 1824, per
+pretese sparizioni di fanciulli che poi vennero trovati
+vivi e sani.
+</p>
+
+<p>
+Un immondo libello pubblicato l'anno scorso a Prato,
+libello al quale non è certamente estranea la mano dello
+articolaio della <cite>Civiltà</cite>, col titolo <cite>Il sangue cristiano nei
+riti ebraici della moderna sinagoga</cite> reca un lungo elenco
+di pretesi assassinii rituali commessi dagli Ebrei; ora
+da quell'elenco stesso desumiamo che nel corso di questi
+due ultimi secoli nessuno di questi assassinii fu commesso
+in Francia, Inghilterra, Italia o Germania; tutti i segnalati
+hanno per teatro la Polonia, l'Ungheria, la Russia
+e l'Oriente.
+</p>
+
+<p>
+Abbiamo già dimostrato che una è la religione mosaica
+in tutti i tempi ed in tutti i paesi, sicchè dal fatto
+che simili processi divengono impossibili nei paesi civili,
+<span class="pageno" title="183" id="page-183"></span>
+non è lecito dedurre la conseguenza che gli Ebrei di
+questi paesi si astengano dal compiere quello che, secondo
+i loro nemici, sarebbe per essi un dovere di coscienza;
+ma ben piuttosto è logico l'argomentare che il
+progredire della civiltà renda impossibile nonchè il condannare
+neppure l'iniziare processi sopra una così stolida
+accusa. E persino in Germania, la terra classica dell'antisemitismo
+e dei processi inverosimili, se crediamo
+al seguente fatto narrato mesi sono dai giornali, pare,
+o articolaio diletto, che il tempo cessi d'esser propizio
+agli arrosti.
+</p>
+
+<p>
+“Sino dal 22 gennaio 1883, a Skurz, paese di due mila
+abitanti, nella Prussia occidentale, presso Danzica, fu
+rinvenuto il cadavere mutilato di un ragazzo di 15 anni.
+La voce popolare accusò del misfatto gli Ebrei, asserendo
+che essi avevano assassinato il ragazzo per servirsi del
+suo sangue ne' loro riti religiosi. Un ebreo, certo Josephsohn,
+come sospetto dell'orribile delitto, fu subito
+arrestato. Malgrado <em>precise deposizioni di testimoni, che
+dichiaravano di aver veduto ed udito tutto</em>, non si poterono
+ottenere prove sicure contro di lui. Adesso la
+direzione della polizia di Berlino ha spedito a Skurz
+un valente commissario di polizia, il quale ha potuto
+fare la luce su lo strano avvenimento e scoprire il
+vero autore dell'assassinio nella persona del macellaio
+cattolico Giuseppe Behrendt. Costui, più di tutti,
+aveva gridato contro gli Ebrei e con minaccie era
+riuscito a indurre uno de' principali testimoni del
+misfatto a deporre di aver veduto sul luogo l'ebreo
+Josephsohn. Il Behrendt è stato, sul momento, tratto
+in
+arresto”&nbsp;<a id="FNa_287"></a><a href="#Fn_287" class="fna">(287)</a>.
+</p>
+
+<div>
+<span class="pageno" title="184" id="page-184"></span>
+</div>
+
+<p>
+Dopo ciò,&nbsp;—&nbsp;con buona venia dell'articolaio, passiamo
+ad occuparci di altro, lieti di avergli dimostrato:
+</p>
+
+<p>
+1. Che ha calunniato due papi.
+</p>
+
+<div>
+<span class="pageno" title="185" id="page-185"></span>
+</div>
+
+<p>
+2. Che ha mentito, tirando pei piedi quel povero Talmud,
+che probabilmente non conosce neppur di vista, e
+che c'entra in tutto ciò quanto la <em>Civiltà</em> ed il <em>Cattolicismo</em>
+nei suoi articoli.
+</p>
+
+<p>
+3. Che i processi su cui si appoggia contano giusto
+altrettanto quanto la sua scienza talmudica, e la sua
+critica, perocchè nessun uomo di senno presta fede ai
+processi nei quali, come ebbe a dire il poeta:
+</p>
+
+<p class="verso" xml:lang="fr">La torture interroge et la douleur répond</p>
+
+<p>
+a processi che giustificherebbero quasi il detto di Voltaire:
+“Giudizio tanto più cristiano, quanto più sprovvisto di
+prove”.
+</p>
+
+<p>
+Giunti a questo punto potremmo credere di averla finita
+coll'increscioso argomento, se non ci rimanesse ad
+indagare quali sieno le origini di questa abbominevole
+calunnia, quali le ragioni per le quali potè diffondersi
+ed acquistar credenza, a carico specialmente di un popolo
+che avrebbe dovuto esser l'ultimo a venir fatto segno a
+così stolida accusa.
+</p>
+
+<p>
+L'ingegno umano non è tanto ferace in maligne invenzioni
+quanto comunemente si crede, e questa, del servirsi
+del sangue umano per riti tenebrosi, non è stata
+<span class="pageno" title="186" id="page-186"></span>
+rivolta contro gli Ebrei soltanto, ma contro molte altre
+sette, molte altre persone.
+</p>
+
+<p>
+Ed è naturale; perocchè l'identità del sangue e della
+vita fu per tutta l'antichità assioma quasi indiscusso; da
+cui derivò per processo naturale l'idea che il cielo irritato
+contro gli uomini non potesse placarsi che col sangue.
+L'ostia sanguinosa domina la religione, come la storia,
+della antichità. Nella storia di Roma il sangue di Lucrezia
+caccia i Tarquinii e quello di Virginia i
+decemviri&nbsp;<a id="FNa_288"></a><a href="#Fn_288" class="fna">(288)</a>.
+</p>
+
+<p>
+Siffatte idee che dominarono intiera l'antichità non poterono
+non lasciar traccia nello spirito dei popoli, sicchè
+la superstizione che il sangue giovi a forzare la volontà
+divina fu attribuita ora a questi ed ora a quelli.
+</p>
+
+<p>
+I primi Cristiani, per non risalire ad epoche più remote,
+erano già stati, con egual verità, accusati della orribile
+pratica. Ecco cosa dice a questo proposito il
+Fleury&nbsp;<a id="FNa_289"></a><a href="#Fn_289" class="fna">(289)</a>; di cui ci piace riferire un lungo brano, perchè
+<span class="pageno" title="187" id="page-187"></span>
+si veda, colla scorta di un autore non sospetto, come
+tutte le accuse che oggi si muovono contro gli Ebrei
+erano pure rivolte contro i primi Cristiani.
+</p>
+
+<p>
+“Questo segreto dei misteri non cessava di essere un
+grande argomento di calunnie contro i
+Cristiani&nbsp;<a id="FNa_290"></a><a href="#Fn_290" class="fna">(290)</a>,
+perchè si suole più sovente nascondersi per fare il
+<span class="pageno" title="188" id="page-188"></span>
+male che per fare il bene..... I cattolici poi avevano
+degli schiavi pagani, ai quali la paura dei tormenti
+faceva dire contro i loro padroni tutto ciò che volevano
+i loro nemici. (<em>Oh! Cosa diventano dopo ciò i processi
+coi quali l'articolaio voleva</em> ampiamente, chiaramente,
+indubbiamente <em>dimostrare ciò che non ha mai esistito?</em>)
+Così si diffuse la favola che i Cristiani nelle loro
+assemblee notturne uccidessero un fanciullo per mangiarlo,
+dopo di averlo fatto arrostire, copertolo di farina,
+ed aver immerso il loro pane nel suo sangue; ciò che
+manifestamente traeva origine da una mala interpretazione
+del mistero dell'Eucaristia. Si diceva anche
+che dopo il loro pasto in comune, in cui mangiavano
+e bevevano con eccesso, gittavano un'offa ad un cane
+che era legato al candeliere, in guisa che il cane saltellando
+rovesciava il solo lume che li rischiarava,
+sicchè dopo col favore delle tenebre quanti erano uomini
+e donne si mescolavano assieme indifferentemente come
+sogliono le bestie.
+</p>
+
+<p>
+Gli Ebrei furono i principali autori di queste
+calunnie&nbsp;<a id="FNa_291"></a><a href="#Fn_291" class="fna">(291)</a>,
+e per quanto assurde esse fossero, il popolo
+<span class="pageno" title="189" id="page-189"></span>
+vi credeva, sicchè si era pur costretti a giustificarsene
+seriamente&nbsp;<a id="FNa_292"></a><a href="#Fn_292" class="fna">(292)</a>.
+</p>
+
+<p>
+“Si accusavano ancora i Cristiani di esser nemici
+del genere umano .&nbsp;&nbsp;.&nbsp;&nbsp;.&nbsp;&nbsp;.
+La carità che avevano gli uni
+per gli altri era una congiura odiosa&nbsp;.&nbsp;.&nbsp;. Le persecuzioni
+stesse di cui erano vittime erano un argomento
+di odio contro i Cristiani, venivano ritenuti colpevoli
+perchè dovunque erano come tali trattati e dal tremendo
+rigore dei supplizi si argomentava della enormità
+dei loro delitti; erano considerati come gente destinata
+alla morte, al rogo, alle forche, e se ne
+componevano loro sopranomi
+ingiuriosi&nbsp;<a id="FNa_293"></a><a href="#Fn_293" class="fna">(293)</a>.
+Ecco ciò
+<span class="pageno" title="190" id="page-190"></span>
+che rendeva i Cristiani così odiosi al popolo ed agli
+ignoranti, ecco il fondamento di quanto, seguendo l'opinione
+comune, ne dicono Svetonio e Tacito. Svetonio
+dice che Claudio imperatore “<i class="quo">cacciò da Roma gli Ebrei
+che istigati da
+Cristo</i>&nbsp;<a id="FNa_294"></a><a href="#Fn_294" class="fna">(294)</a>
+<i class="quo">intrigavano senza posa</i>”, quasi
+che Gesù Cristo fosse ancor vivo e fosse divenuto capo
+di parte fra gli Ebrei. Annovera fra le buone azioni
+di Nerone l'aver fatto soffrire supplizi ai cristiani,
+<i class="quo">genti</i>, soggiunge, <i class="quo">di una
+superstizione nuova e
+malefica</i>&nbsp;<a id="FNa_295"></a><a href="#Fn_295" class="fna">(295)</a>.
+Tacito&nbsp;<a id="FNa_296"></a><a href="#Fn_296" class="fna">(296)</a>
+parlando del fuoco che Nerone fece
+appiccare a Roma per divertirsi, dice che egli ne accusò
+<i class="quo">genti odiose pei loro delitti che il popolo chiamava
+cristiani</i>&nbsp;<a id="FNa_297"></a><a href="#Fn_297" class="fna">(297)</a>;
+poi aggiunge: <i class="quo">Questo nome veniva da Cristo
+che Ponzio Pilato aveva fatto giustiziare, imperatore
+Tiberio</i>. E questa perniciosa superstizione allora
+formatasi&nbsp;<a id="FNa_298"></a><a href="#Fn_298" class="fna">(298)</a>
+si rialzava di nuovo non soltanto in Giudea
+sorgente del male, ma anche a Roma dove tutto quanto
+vi ha di nero e di infame nel mondo si riunisce e si
+pratica&nbsp;<a id="FNa_299"></a><a href="#Fn_299" class="fna">(299)</a>. Si presero dapprima coloro che confessavano,
+poi dietro le loro deposizioni una gran moltitudine
+fu convinta non tanto dell'incendio quanto dell'odio
+verso l'uman genere. Più innanzi li tratta da
+<em>colpevoli</em>, e da gente che meritavano gli ultimi esempi.”
+</p>
+
+<p>
+I pochi ed oppressi seguaci della vera Fede essendo,
+<span class="pageno" title="191" id="page-191"></span>
+col progresso dei tempi divenuti possenti e numerosi, la
+calunnia cessò di esercitarsi contro di loro, ma non
+scomparve per questo, rimase anzi intatta e solo mutarono
+le vittime, probabilmente altrettanto innocenti.
+</p>
+
+<p>
+I Luciferiani ed altri eretici ebbero a subire le conseguenze
+della stessa calunnia.
+</p>
+
+<p>
+Ad essi si addebitavano tenebrose conventicole nelle
+quali si calpestavano le leggi della morale e del più
+elementare pudore. I bambini, nati in seguito a queste
+tenebrose orgie, erano solennemente immolati pochi giorni
+dopo la loro nascita, il loro sangue raccolto con cura,
+il loro corpo bruciato, e le ceneri mescolate col sangue
+s'adoperavano a formare un pane che serviva all'eucarestia
+dei
+settarii&nbsp;<a id="FNa_300"></a><a href="#Fn_300" class="fna">(300)</a>.
+Questa accusa fu applicata anche
+ai Bogomili della Tracia ed agli Euchiti, di cui uno dei
+rami sembra essersi fuso coi Templari. Essa fu egualmente
+posta a carico dei Templari, con una variante
+però, che era per ottenere l'olio che doveva servire a
+consacrare l'idolo (<em>Bafometto</em>) che avrebbero avuto luogo
+i sacrifizi di bambini rimproverati ai Templarii: “Un
+enfant nouvel engendré d'un Templier et d'une pucelle
+estoit cuit et rosti au feu et toute la graisse ostée, et
+d'icelle estoit sacrée et oint leur
+idole&nbsp;<a id="FNa_301"></a><a href="#Fn_301" class="fna">(301)</a>”.
+E sempre,
+nell'età dimezzo sopratutto, la fantasia popolare farneticava
+ora di bambini immolati, ora di bagni di sangue umano,
+adoperati come rimedio d'incurabili malattie cutanee. E
+di questo farnetico, se ne trovan tuttora le traccie nelle
+fiabe e ne' racconti tradizionali; onde sbuca fuori di
+<span class="pageno" title="192" id="page-192"></span>
+quando in quando: ed il sospetto o l'odio del volgo attribuisce
+l'atto nefando, ora al tiranno esoso, ora a questo,
+ora a quello. Veggasi fra le <cite>Ducento Novelle</cite>, di Celio
+Maleyuni (Venezia 1609), quella intitolata <cite>Matrimonio
+di Filenia, figliuola del Re d'Egitto</cite>.
+</p>
+
+<p>
+E nel <cite>Cunto de li Cunte</cite>, il trattenimento della Giornata
+<span class="sc num">iii</span>, <span class="sc aut">Rosella</span>,
+di cui ecco l'argomento: “Lo Gran
+turco, pe' farese no vagno de sango de signore, fa
+pigliare 'no prencepe. La figlia se ne 'nnamora; e se
+ne fujeno. La mamma l'arriva e le so tagliate le mano
+da lo Prencepe. Lo Gran Turco ne more de crepantiglia.
+Ma jastemmata la figliola da la mamma, lo Prencepe
+se ne scorda, ma, dopo varie astuzie, fatte da essa,
+torna a memmoria de lo marito e se gaudeno contente.”
+</p>
+
+<p>
+Nè mancano monumenti che ci abbiano portato le prove
+di siffatta credenza. Il sacrificio di un bambino è rappresentato
+infatti su certi monumenti del medio evo, ma
+queste scolture portano dei segni evidenti della dottrina
+gnostica delle emanazioni, che non ha nulla a che fare
+cogli
+Ebrei&nbsp;<a id="FNa_302"></a><a href="#Fn_302" class="fna">(302)</a>.
+</p>
+
+<p>
+In uno dei lati d'un cofanetto trovato presso Volterra,
+e che fece poi parte della collezione del duca di Blacas
+a Parigi, si vede raffigurato un fanciullo colla testa e
+le braccia pendenti nell'abbandono della morte: due uomini
+sono occupati a lavare il cadavere immerso per metà
+in una vasca. L'altro lato rappresenta questo cadavere
+posato su di un rogo le cui fiamme l'inviluppano. Uno
+degli assistenti volge la testa e se la nasconde fra le
+<span class="pageno" title="193" id="page-193"></span>
+mani con un gesto di pietà e di orrore. Su un lato opposto
+del cofanetto è rappresentata la purificazione del
+cadavere.
+</p>
+
+<p>
+Indubbiamente queste scolture rappresentano un rito
+religioso nel quale viene sacrificato un fanciullo.
+</p>
+
+<p>
+Ma a chi apparteneva quel cofanetto? Ad Ebrei certamente
+no. Ed a noi basta quindi averne accennato
+l'esistenza per dimostrare come, questi riti sanguinosi
+sian forse stati, per lo passato, praticati da sêtte che
+cogli Ebrei non ebbero nulla di comune, e lasciamo ad
+altri il decidere se il cofanetto di Volterra appartenesse
+ai Templari, ai Gnostici od a qualsivoglia altra setta.
+</p>
+
+<p>
+Anche un papa, Innocenzo VIII, fu accusato di aver
+fatto rapire de' fanciulli per sgozzarli e bagnarsi nel loro
+sangue&nbsp;<a id="FNa_303"></a><a href="#Fn_303" class="fna">(303)</a>,
+e la stessa accusa fu ripetuta quasi un secolo
+dopo contro un re di Francia, Francesco II, il marito
+della bella ed infelice Maria Stuarda, come ne fa
+fede il seguente brano della <cite xml:lang="fr">Histoire Nationale de Paris
+et des Parisiens, par H. Gourdon de Genouillac</cite>
+(tom. <span class="sc num">ii</span>,
+1882, pag. 3&ndash;4):
+</p>
+
+<p>
+“Il y eut un certain nombre de gens pendus, vers
+la fin du 1559, pour avoir répandu une calomnie contre
+Catherine de Médicis et son fils; voici le fait: Le
+jeune roi s'étant trouvé malade à Fontainebleau, les
+médecins l'envoyèrent a Blois pour y respirer l'air
+natal, mais les gens du pays, prétendirent que ce
+n'etait pas de la fièvre quarte, comme le prétendaient
+les médecins, dont souffrait François, mais bien de la
+lèpre, et on raconta que plusieurs enfants avaient
+disparu depuis l'arrivée du roi, que ces enfants avaient
+<span class="pageno" title="194" id="page-194"></span>
+été mis à mort pour que le roi pût prendre des bains
+de sang, remède qui convenait d'autant mieux au royal
+malade, que sa mère ne l'avait conçu que lorsque,
+d'après l'ordonnance du premier médecin Fernel, elle
+s'était décidée, après dix ans de stérilité, à ne remplir
+ses devoirs d'épouse que pendant certaines époques,
+où d'ordinaire les femmes s'en abstiennent. Ce bruit,
+habilement semé par les calvinistes, trouva vite de
+l'écho; des bords de la Loire il arriva à Paris, où il
+fut colporté partout, et le parlement dut sévir contre
+ces propagateurs; ce fut un prétexte tout trouvé pour
+arrêter et envoyer à la potence le gens suspects. <a id="negligea"></a>On
+ne négligea pas de s'en servir, et plus d'un Parisien
+bavard alla réfléchir au Châtelet au danger qu'on
+court lorsqu'on a la langue trop longue.”
+</p>
+
+<p>
+Malgrado la severa lezione, qualche secolo dopo la
+calunnia ricomparve in Francia, non più contro un re,
+ma vaga ed indeterminata; si accusarono delle sparizioni,
+pur troppo reali, di vari giovani, ora una principessa che
+si dilettava di bagni di sangue, ora, naturalmente, gli
+Ebrei; chi fossero i colpevoli ce lo dica il seguente brano
+delle <cite xml:lang="fr">Mémoires tirés des Archives de la Police de Paris,
+pour servir a l'histoire de la morale et de la police depuis
+Louis XIV jusqu'à nos jours, par I. Peuchet</cite> (Paris,
+Levavasseur, 1868, 6 vol. in-8. Tom. <span class="sc num">i</span>,
+pag. 144 e segg.):
+</p>
+
+<p>
+“Eran già varî anni, dacchè il signor de la Reynie
+copriva, con soddisfazione generale, l'ufficio di luogotenente
+generale di polizia, allorquando nei principali
+quartieri di Parigi si diffuse repentinamente un grave
+panico occasionato da straordinarie sparizioni di persone.
+</p>
+
+<p>
+“Nello spazio di circa quattro mesi, ventisei giovani,
+il più giovane dei quali aveva raggiunto il diciasettesimo
+anno, ed il più vecchio non toccava il venticinquesimo,
+sparirono, lasciando le rispettive famiglie
+<span class="pageno" title="195" id="page-195"></span>
+inconsolabili per la loro perdita. Voci misteriose e
+contraddittorie circolavano a questo proposito nel sobborgo
+Sant'Antonio, che aveva in questa guisa perduto
+quattro o cinque bei giovani, figli di ebanisti e di
+mercanti di vecchi mobili. Le donnicciuole pretendevano
+che una principessa, la cui vita era posta in pericolo
+da una malattia di fegato, lottasse contro il male
+tuffandosi tutti i giorni in un bagno di sangue umano.
+Altri affermavano che gli Ebrei, per odio al Dio crocefisso,
+crocefiggessero di quando in quando dei Cristiani.
+Questa pazza opinione fortunatamente non
+prevalse. Ad ogni modo però Parigi era in preda al
+terrore ed alla desolazione. Il duca di Gêvre ne parlò
+al Re, e questi, quando il luogotenente di polizia si
+recò da lui, per l'ordinaria relazione, si lagnò vivamente
+che si tollerasse un simile succedersi di rapimenti
+che, senza dubbio, erano seguiti da morte violenta,
+perchè nessuno degli scomparsi aveva mai fatto
+ritorno.
+</p>
+
+<p>
+“La Reynie, disperato pel malcontento espressogli
+dal Sovrano, se ne fece ritorno a Parigi; appena giuntovi
+chiamò a sé un agente abilissimo della sua amministrazione,
+certo Lecoq, di cui fino a quel giorno
+egli si era non inutilmente servito in tutte le occasioni
+difficili. Lecoq comparve ed il luogotenente di polizia
+gli manifestò il suo imbarazzo, parlò del malcontento
+del Re e fece tali promesse di ricompense che Lecoq,
+cedendo ad un sentimento di avidità, esclamò:
+</p>
+
+<p>
+“—&nbsp;Andiamo! monsignore, vedo bene che per togliervi
+dall'imbarazzo dovrò rinnovare il sacrificio d'Abramo.
+</p>
+
+<p>
+“Lecoq non si spiegò maggiormente ed il signor de
+la Reynie, che lo considerava come il suo migliore
+agente, lo congedò con un gesto col quale gli trasmetteva
+i poteri più estesi. A quei tempi negli uffici di
+<span class="pageno" title="196" id="page-196"></span>
+polizia era in uso un linguaggio di cenni muti, specie
+di telegrafia la cui chiave non era nota che ad un
+piccolo numero di iniziati.
+</p>
+
+<p>
+“Ecco il complemento indispensabile di questo singolare
+aneddoto.
+</p>
+
+<p>
+“Una accolta di gente, predestinata al patibolo ed alle
+galere, si era costituita in associazione di malfattori.
+Il capo della banda procedeva in questa guisa. Una
+ricca inglese, moderna Messalina, che egli aveva reclutata
+nei suoi viaggi, serviva di richiamo ai giovani.
+Questi infelici, dopo aver appagato le voglie di quella
+femmina impudica, erano dati in preda agli assassini.
+Venivano uccisi e la testa separata dal busto. Questo
+era venduto agli studenti di chirurgia e la testa, probabilmente
+disseccata ed imbalsamata, serviva allora
+in Germania agli studi di una scienza, che ebbe di
+poi uno strano sviluppo. Intendiamo parlare della
+scienza di cui Gall e Spurzheim furono fra noi i
+propagatori.
+</p>
+
+<p>
+“Il governo temette il divulgarsi di una tal serie di
+misfatti; furono presi provvedimenti per la punizione
+pronta, severa ed occulta dei colpevoli. Tutti furono
+impiccati. Anche la donna doveva essere dannata nel
+capo&nbsp;.&nbsp;.&nbsp;.&nbsp;.&nbsp;. ma il destino dispose
+altrimenti”&nbsp;<a id="FNa_304"></a><a href="#Fn_304" class="fna">(304)</a>.
+</p>
+
+<p>
+Un altro fatto simile ebbe luogo anche a Parigi quasi
+nello stesso tempo; precisamente nel maggio 1750.
+</p>
+
+<p>
+Ecco come viene narrato dal <span class="sc aut">Quillet</span>,
+<cite xml:lang="fr">Chronique de
+<span class="pageno" title="197" id="page-197"></span>
+Passy</cite> (Tomo <span class="sc num">ii</span>, pag. 114).
+Anche questa volta traduciamo
+testualmente.
+</p>
+
+<p>
+“Un agente di polizia, nella speranza di estorcere
+del denaro ad una sventurata madre gli rapì il figliuolo.
+Questa ne divenne furiosa; i suoi lagni furono così
+amari, i suoi gemiti così strazianti che tutto il quartiere
+ne fu commosso.
+</p>
+
+<p>
+“Altre madri si unirono a lei; la voce corse che quel
+fanciullo non era il solo ad esser stato rapito ma che
+migliaia d'altri lo erano stati al pari di lui, e che il
+Re, novello Erode, stava per ricominciare la strage degli
+innocenti. Si giunse persino a dire che quei rapimenti
+avevano per oggetto l'esecuzione di prescrizioni mediche
+che ordinavano bagni di sangue umano, e del più puro,
+per guarire taluni gran signori sfiniti dalla lussuria e
+dai disordini.
+</p>
+
+<p>
+“Queste voci sinistre, aggiunte ai gridi strazianti
+delle desolate madri, infiammarono gli spiriti. Parecchi
+uomini si aggiunsero loro e divennero furiosi. La sommossa
+ebbe principio nel sobborgo Sant'Antonio, ma
+ben presto i disordini si estesero in tutti i quartieri
+di Parigi. Ogni agente di polizia che cadeva in potere
+dei tumultuanti era messo a brani. Il popolaccio si
+dirigeva al palazzo del luogotenente di polizia, e non
+avrebbe tardato ad investirlo. Il luogotenente di
+allora, Berrier, che si era reso odioso per la sua
+aria dura e il suo procedere tirannico, fuggì. Qualcheduno
+dei suoi dipendenti, meno timido, fece aprire
+le porte. Questo colpo ardito intimidì i più furiosi;
+credettero si volesse loro tendere un agguato, e che
+una voragine stesse per aprirsi sotto i loro piedi e
+restarono immobili. Intanto le guardie francesi e le
+guardie svizzere si radunarono. Si aggiunsero loro
+due compagnie di moschettieri della guardia e diversi
+<span class="pageno" title="198" id="page-198"></span>
+corpi della Casa del Re. Le orde indisciplinate dei tumultuanti
+furono circondate. Si mise la mano sui più
+accaniti dei quali la forca fece giustizia, gli altri
+fecero giudizio.
+</p>
+
+<p>
+“Qualche mese dopo venne l'epoca del viaggio che il
+Re faceva annualmente a Compiègne. Per recarvisi si
+passava abitualmente da Parigi. Luigi XV non volle
+onorare colla sua presenza una città che aveva osato
+rivoltarsi, qualunque ne fosse stata la causa, e fece
+costruire in tutta fretta una strada fra Versailles e
+Saint Denis in modo da potersi recare al suo destino
+senza dover attraversare Parigi. È questa la strada
+che dicesi <em xml:lang="fr">le chemin de la Révolte</em>.”
+</p>
+
+<p>
+Come si vede dalle, forse troppo numerose, citazioni che
+siamo venuti facendo, basta che un bambino sparisca,
+perchè subito il popolo farnetichi di bagni di sangue
+umano, di atroci riti religiosi, e si ricusi, sino a che
+l'evidenza non venga a convincerlo, a cercarne la spiegazione
+in qualche volgare delitto. Ci si consenta un'ultima
+citazione per provare la strana vitalità di tale
+superstizione che il volgo degli indotti e dei semi dotti,
+accoglie e ripete, per poco che gli accusati, o si elevino
+come i Papi ed i Re che abbiamo citato, al dissopra del
+comune per la loro posizione, o si circondino come i primi
+Cristiani, i Luciferiani, i Templarii di quel mistero che
+colpisce sempre le immaginazioni popolari.
+</p>
+
+<p>
+Una rivista mensile che si pubblica a Mosca, il <cite xml:lang="fr">Messager
+russe</cite>, in un articolo riprodotto in giugno 1819 da
+diversi giornali
+francesi&nbsp;<a id="FNa_305"></a><a href="#Fn_305" class="fna">(305)</a>
+ci ha fatto conoscere gli usi
+<span class="pageno" title="199" id="page-199"></span>
+di due sêtte ancora esistenti in Russia, i <em>Khlysty</em> e gli
+<em>Skoptsi</em>&nbsp;<a id="FNa_306"></a><a href="#Fn_306" class="fna">(306)</a>
+(<em>mutilati</em>).
+</p>
+
+<div>
+<span class="pageno" title="200" id="page-200"></span>
+</div>
+
+<p>
+Riti sanguinari, o pretesi tali, furono denunziati allo
+imperatore Alessandro in una memoria del metropolitano
+di Mosca. Secondo questa memoria, di cui un giornale
+di Pietroburgo pubblicò dei frammenti, quando una ragazza
+incompletamente mutilata concepisce, per opera di
+un uomo estraneo alla setta, e mette al mondo un ragazzo
+di sesso mascolino, gli <em>Skoptsi</em>, considerando questa nascita
+come un avvenimento miracoloso e come una benedizione
+del cielo, immolano il neonato alla mezzanotte
+del settimo giorno dopo la sua nascita; lo lavano in
+seguito nell'acqua tiepida, avendo cura di spremere dalla
+sua ferita la maggior quantità di sangue possibile. L'acqua
+in cui il fanciullo è stato immerso si conserva come cosa
+sacra. Quanto al corpo è deposto in un vaso pieno di
+zucchero polverizzato dove si giunge a disseccarlo. È in
+seguito ridotto in polvere, e questa polvere entra nella
+confezione dei pani consacrati che i settari tagliano a
+pezzi e distribuiscono agli assistenti alla fine delle loro
+riunioni. È questo ciò che essi nominano la grande comunione
+della carne dell'agnello, in opposizione a quella
+<span class="pageno" title="201" id="page-201"></span>
+di sangue che si fa con quella con cui la vittima venne
+purificata. I giornali russi assicurano che questi fatti,
+denunciati dal metropolitano di Mosca, Mgr. Platone,
+vennero constatati da una inchiesta ufficiale.
+</p>
+
+<p>
+Potremmo citare altri fatti a dozzine per provare che
+questa accusa di giovarsi del sangue umano pei riti tenebrosi
+è vecchia quanto il mondo, ma ogni cosa ha un
+limite e temiamo ne abbia uno anche la pazienza dei
+lettori che consentirono a seguirci sin qui, sicchè ci limiteremo
+a citare un ultimo fatto quasi incredibile. Chi
+vorrebbe credere infatti che un dotto letterato francese,
+e cattolico di nascita, se non di convinzione, <a id="Arsene"></a>Arsène
+Houssaye potè, non sono ancora cinque anni, calunniare i cattolici,
+di epoche a noi vicine, asserendo che sino al <span class="sc num">xv</span>
+ed al <span class="sc num">xvi</span> secolo si massacravano dai
+cattolici dei bambini
+per convertire in reliquie i loro ossami?
+</p>
+
+<p>
+Traduco letteralmente un brano di un articolo dell'Houssaye,
+sul museo Basilewski, pubblicato nel <cite xml:lang="fr">Gaulois</cite>
+del 24 dicembre 1879:
+</p>
+
+<p>
+“Ecco per esempio uno smalto che rappresenta il
+Massacro degli Innocenti. Cosa pensereste se io vi dicessi
+che più di una chiesa in Francia contiene ancora
+delle cripte in cui si trova il pozzo dei sacrifizi? Si
+conosce così male la storia che non mi si crederà
+quando affermerò che, sino al quindicesimo secolo, e
+fors'anche fino al sedicesimo, vi furono il venerdì santo
+dei fanciulli immolati. A Caen e a Tournus si trovarono
+degli ossami che fanno fede ancora di questi sacrifizi
+umani&nbsp;—&nbsp;perdonatemi il sacrilegio&nbsp;—&nbsp;volevo
+dire inumani”.
+</p>
+
+<p>
+Provata dunque la facilità con cui simili accuse calunniose
+si riprodussero sempre, e trovarono sempre credenza,
+qual meraviglia se bastò qualche assassinio isolato
+e non ispirato certamente a scopo religioso, perchè
+<span class="pageno" title="202" id="page-202"></span>
+se ne accusassero gli Ebrei, quegli Ebrei che a Strasburgo,
+nel Delfinato ed altrove, si erano, ben inteso sotto
+la tortura, confessati autori della peste, sicchè fu necessaria
+una bolla del papa che li scagionasse dalla strana
+accusa&nbsp;<a id="FNa_307"></a><a href="#Fn_307" class="fna">(307)</a>,
+quegli Ebrei che dovevano ritenersi capaci
+di ogni
+scelleraggine&nbsp;<a id="FNa_308"></a><a href="#Fn_308" class="fna">(308)</a>
+dacchè San Giovanni
+Grisostomo&nbsp;<a id="FNa_309"></a><a href="#Fn_309" class="fna">(309)</a>
+<span class="pageno" title="203" id="page-203"></span>
+aveva potuto dire che “le sinagoghe erano
+case di prostituzione, covili di bestie feroci, domicilio
+dei Demoni e che non vi si adorava Dio, perchè non
+vi si adorava il figlio, e che colui che conosce il padre
+conosce il figlio e che il culto che vi si rende si termina
+al Demonio perchè Dio l'ha abbandonato.”
+</p>
+
+<p>
+Quando personaggi, come San Giovanni Grisostomo, coi
+loro scritti, rendono siffattamente odiosa una parte della
+popolazione, non deve recar meraviglia che ogni più
+strana accusa contro di questa trovi credenza.
+</p>
+
+<p>
+Data la facilità con cui il volgo crede sempre ad accuse
+di questa natura, data l'ignoranza dei tempi, dato
+il fanatismo contro gli Ebrei, eccitato dal Grisostomo, e dai
+troppo numerosi suoi seguaci, dobbiamo anzi meravigliarci
+assaissimo se tutte le volte che furono accusati di aver
+assassinato un cristiano non furono condannati, ed invece
+abbiamo già veduto come, in tutti i tempi, uomini imparziali
+ed onesti, di tutte le credenze, abbiano protestato
+contro la calunnia di cui eran vittima gli Ebrei.
+</p>
+
+<p>
+Ma se è agevol cosa il dimostrare l'assoluta falsità
+della accusa mossa agli Ebrei di giovarsi di sangue umano
+per scopi rituali, o
+magici&nbsp;<a id="FNa_310"></a><a href="#Fn_310" class="fna">(310)</a>,
+sarebbe impossibile
+il dimostrare che qualche bambino cristiano non sia caduto
+talvolta vittima di un assassino ebreo.
+</p>
+
+<div>
+<span class="pageno" title="204" id="page-204"></span>
+</div>
+
+<p>
+Gli Ebrei erano nei secoli passati universalmente odiati.
+Quando la Chiesa Cristiana aveva raggiunto nel mondo
+civile il suo ideale, l'unità della Fede, gli Ebrei soli,
+<span class="pageno" title="205" id="page-205"></span>
+razza maledetta e dispersa, restarono a guastare la simmetria
+ammirabile di questa unità.
+</p>
+
+<p>
+In mezzo a popoli che, concordi, piegavano le ginocchia
+dinanzi al Redentore del Mondo, restavano soli a negarlo
+i pochi ed avviliti discendenti di coloro che lo avevano
+trascinato al disonor del Golgota.
+</p>
+
+<p>
+Qual meraviglia che perciò soltanto essi fossero oggetto
+della universale
+esecrazione?&nbsp;<a id="FNa_311"></a><a href="#Fn_311" class="fna">(311)</a>
+Oppressi, umiliati,
+fatti segno ad ogni più orrenda persecuzione, gli Ebrei
+reagivano colle armi dei deboli, e le armi dei deboli non
+furono mai generose.
+</p>
+
+<p>
+Da qui recrudescenza d'odio nei persecutori, e l'odio
+non partorì mai amore, che si sappia.
+</p>
+
+<p>
+Chi potrebbe negare che qualche Ebreo, cacciato dalla
+patria, insidiato nella sua fede, nei suoi averi, diseredato
+persino del culto dei propri morti, come troppo spesso
+avveniva nei tempi più caliginosi del medio evo, imbattendosi
+un giorno nel figlio di uno dei suoi oppressori,
+lo abbia sgozzato?
+</p>
+
+<p>
+Chi rivangasse gli annali del delitto, in tutti i paesi,
+vi troverebbe registrate a centinaia storie di innocenti
+fanciulli uccisi da vigliacchi assassini <a id="parenti"></a>per
+vendicarsi dei loro parenti.
+</p>
+
+<p>
+E quantunque le statistiche criminali di tutti i tempi
+e di tutti i paesi ci provino come l'Ebreo rifugga dal
+sangue, vorremmo, potremmo noi negare, che mai uno
+di questi assassini sia stato ebreo, una di queste vittime
+cristiana?
+</p>
+
+<div>
+<span class="pageno" title="206" id="page-206"></span>
+</div>
+
+<p>
+Certamente no; ma la stessa franchezza con cui noi,
+senza averne le prove&nbsp;—&nbsp;perchè, ripetiamolo, non son
+prove per noi quelle estorte dalla tortura&nbsp;—&nbsp;pure riconosciamo
+non impossibile che qualche fatto di questo genere
+abbia potuto accadere per opera di un individuo
+ebreo, spinto da un sentimento di vendetta, questa stessa
+nostra franchezza ci dà diritto ad esser pienamente creduti
+allorquando recisamente neghiamo che gli Ebrei
+abbiano per precetto religioso di valersi in certe cerimonie
+del sangue di un fanciullo cristiano.
+</p>
+
+<p>
+Ammettiamo pure una di queste isolate vendette. Nessun
+processo ne fa fede, perocchè agli occhi dell'odierna
+critica non hanno valore i processi istituiti sotto il regime
+della tortura; ammettiamo pure questo caso isolato,
+che ci gioverà a comprendere, a spiegarci come l'orribile
+calunnia abbia potuto esser messa in giro la prima volta,
+ma respingiamo, fino a che non saranno addotte prove
+categoriche in argomento&nbsp;—&nbsp;e sarà impossibile addurle,
+perchè non esiste il fatto&nbsp;—&nbsp;ogni accusa generica che
+si volesse formulare contro gli Ebrei a tale proposito.
+</p>
+
+<p>
+Tanto varrebbe, perchè un Umiliato attentò alla vita di
+San Carlo Borromeo, perchè un prete assassinò un Arcivescovo
+di Parigi, dire che i frati e i preti cattolici
+hanno per dovere religioso di ammazzare Santi ed Arcivescovi!
+</p>
+
+<p>
+È certo che dacchè esistono Cristiani ed Ebrei qualche
+ebreo avrà ammazzato un cristiano; è probabile, probabilissimo
+anzi, che qualche fanciullo cristiano sia caduto
+vittima di un assassino ebreo, ma non è nè certo, nè
+probabile, nè possibile che l'assassino sia stato mosso da
+scopo religioso a compiere il suo misfatto.
+</p>
+
+<p>
+Ciò invece che, se non è certo, è però assai possibile
+ed assai probabile è che, accaduto, per chi sa qual motivo,
+l'eccidio di un fanciullo cristiano ad opera di un
+<span class="pageno" title="207" id="page-207"></span>
+ebreo, i nemici degli Ebrei&nbsp;—&nbsp;quelli stessi che andavano
+diffondendo contro di loro le più strane ed inverosimili
+accuse&nbsp;—&nbsp;si siano fatta un'arma di questo fatto
+isolato per coinvolgere tutti gli Ebrei nella stessa accusa,
+accusa che, già lo vedemmo, deve essere facilmente
+accolta dai volghi come quella che fu spesso lanciata or
+contro l'uno or contro l'altro.
+</p>
+
+<p>
+Abbiamo detto però e ripetiamo che se vi era un popolo
+che dovesse andar immune da questa orribile accusa
+era certamente il popolo ebreo.
+</p>
+
+<p>
+Abbiam veduto come la Bibbia e il Talmud in più
+luoghi vietino agli Ebrei l'uso del sangue. Ma non basta,
+chè lo stesso Maimonide ci dice il perchè gli Ebrei abborriscano
+l'uso del sangue; apriamo il suo libro <cite>Morè
+Nebuchim</cite>, parte <span class="sc num">iii</span> al
+capo 46 e troveremo: “Sappi
+che quantunque non vi fosse nel concetto degli idolatri
+cosa più immonda ed impura del sangue, nientedimeno
+essi lo mangiavano, perchè stimavano che fosse il cibo
+de' demoni, e che colui, che di esso sangue si alimentasse,
+acquisterebbe una qualche famigliarità e stretta
+comunicazione con essi demoni, sicchè questi dovessero
+rivelar loro il futuro, secondo crede il volgo che essi
+demoni sogliono fare. Ad alcuni però tra questi idolatri,
+tornava difficile mangiare il sangue, cibo per sè
+stesso all'umana natura ripugnante. Questi, quando scannavano
+qualche animale, ne prendevano il sangue, lo
+raccoglievano in qualche vaso e, sedendo attorno a
+questo vaso, mangiavano la carne di esso animale. Si
+persuadevano, così, che mentre essi mangiavano la
+carne, i demoni mangiassero il sangue, loro prediletto
+cibo, e che in questo modo potessero contrarre secoloro
+amicizia, famigliarità e fratellanza, perchè tutti mangiavano
+ad un desco e insieme banchettavano. Credevano
+inoltre che i demoni dovessero apparir loro in
+<span class="pageno" title="208" id="page-208"></span>
+sogno; avvisar loro quel tanto che dovea succedere
+ed esser loro di grandissimo giovamento.” Fin qui il
+Maimonide.
+</p>
+
+<p>
+Anche lo Zohar, libro a cui taluni ebrei vogliono annettere
+molta importanza, commentando il capo 17 del
+Levitico, dice queste parole, parlando degli incantesimi e
+dell'arte magica esercitata dagli Egiziani: “Quando gli
+Egiziani si ragunavano per fare i loro incantesimi,
+andavano al campo in un monte alto assai, facevano
+una fossa in terra e spargevano sangue intorno ad
+essa, ragunavano il rimanente del sangue in essa fossa,
+offrivano i loro sacrifici agli spiriti maligni, e contraevano
+famigliarmente tra loro in esso monte. Gli Ebrei
+i quali erano schiavi in Egitto si accostavano a quelli,
+e preparavano quel sangue e offerivano il sacrifizio, si
+radunavano questi spiriti maligni, e apparivano loro
+in figura d'Irchi irsuti e dicevano loro quel tanto che
+essi addomandavano.”
+</p>
+
+<p>
+O ammettere dunque, con San Giovanni Grisostomo,
+che gli Ebrei adorino il Demonio, o riconoscere che essi
+non possono aver mai fatto uso di sangue, e tanto meno
+di sangue umano.
+</p>
+
+<p>
+E davvero è strana la persistenza di una simile calunnia
+contro una religione i cui maestri, i cui dottori
+predicarono dottrine diametralmente opposte. Mosè Nachmanide
+che fiorì nel <span class="sc num">xii</span> secolo in Ispagna
+e che era considerato
+come il supremo maestro fra i Rabbini, e chiamato
+per antonomasia il
+dottore&nbsp;<a id="FNa_312"></a><a href="#Fn_312" class="fna">(312)</a>,
+lasciò scritto nel suo
+libro dei <cite>Precetti</cite>: “Ci è ordinato di curare la vita dei
+Cristiani, salvarla con tutte le nostre forze da pericolo
+di morte, p. e. quando sono caduti in acqua o sepolti
+<span class="pageno" title="209" id="page-209"></span>
+sotto le macerie”. Giuda il Pio, vivente a Ratisbona
+nel sec. <span class="sc num">xii</span> nel suo <cite>libro dei Pii</cite>
+dice: “Nel trattare
+coi non Israeliti, studiati di usare la stessa onestà
+come cogli Ebrei: se un Ebreo vuol uccidere un cristiano
+dobbiamo assister quest'ultimo; se a te si rifugia
+un omicida, non gli accordare protezione, anche
+se fosse un ebreo”.
+</p>
+
+<p>
+Come dunque malgrado tutto ciò l'accusa potè diffondersi
+ed acquistar credenza? Ecco la domanda che molti
+mossero ed a cui nessuno potè dar risposta soddisfacente.
+</p>
+
+<p>
+Chi ne cercò la causa nel racconto dell'Esodo dove è
+spesso menzione di
+sangue&nbsp;<a id="FNa_313"></a><a href="#Fn_313" class="fna">(313)</a>;
+chi in una leggenda rabbinica
+notissima, secondo la quale, Faraone Re d'Egitto
+trovandosi colpito dalla lebbra, si impadronì di un gran
+numero di fanciulli ebrei, affine di bagnarsi nel loro sangue
+e di guarire. La leggenda aggiunge che in memoria
+di questo sangue innocente versato, gli Ebrei bevono
+vino rosso nelle cerimonie della sera di
+Pasqua&nbsp;<a id="FNa_314"></a><a href="#Fn_314" class="fna">(314)</a>.
+L'illustre prof. Oort da Leida, in un discorso tenuto in
+quella città in occasione del <span class="sc num">vi</span>
+Congresso degli Orientalisti,
+vuol trovare la causa della calunnia nella venerazione
+che negli antichi tempi i primi Cristiani conservavano
+pel pane azzimo degli Ebrei, ed intesse su questa
+ipotesi un lungo ragionamento che non arriva però a
+convincerne del tutto.
+</p>
+
+<p>
+Affaccieremo noi pure una supposizione senza pretendere
+di aver sciolto il problema.
+</p>
+
+<p>
+Nei primi tempi del Cristianesimo, non soltanto gli
+<span class="pageno" title="210" id="page-210"></span>
+Ebrei erano in odio ai Cristiani ortodossi, ma molte sette
+eterodosse professavano un odio speciale non soltanto
+verso gli Ebrei, ma verso l'Antico Testamento.
+</p>
+
+<p>
+La storia delle religioni ci apprende che il principio
+di un Dio del male, nemico del Dio del bene, quel principio
+che gli antichi Persiani incarnavano in Ormus e
+in Arimane, era comune anche a molte sêtte dei primi
+tempi del Cristianesimo. I Catari, i Bogomili, i Luciferiani
+professavano siffatte dottrine. Per essi il Dio maligno
+si rivelava nell'Antico Testamento, mentre nel
+Nuovo era il Dio buono che si manifestava.
+</p>
+
+<p>
+Ecco, dicevano, perchè è scritto nel Nuovo Testamento:
+“Che Iddio è luce, e che non vi sono in lui tenebre
+alcune”&nbsp;<a id="FNa_315"></a><a href="#Fn_315" class="fna">(315)</a>.
+Il Dio della Genesi crea il cielo e la terra,
+ma “la terra era una cosa deserta e vacua e tenebre
+erano sopra la faccia
+dell'abisso”&nbsp;<a id="FNa_316"></a><a href="#Fn_316" class="fna">(316)</a>,
+il cielo e la
+terra, al paro delle tenebre, sono l'opera di Lucifero.
+Ecco perchè ancora, secondo l'Antico Testamento, i figli
+di Dio
+peccano&nbsp;<a id="FNa_317"></a><a href="#Fn_317" class="fna">(317)</a>,
+mentre nel Nuovo è detto: “Chiunque
+è nato da Dio non ha
+peccato”&nbsp;<a id="FNa_318"></a><a href="#Fn_318" class="fna">(318)</a>.
+“Non è il Dio
+buono che ha parlato a Mosè, non è il Dio buono che
+ha guidato il patriarca. Mosè ha ricevuto la legge da
+un ingannatore, egli stesso era un mago, un
+ladrone”&nbsp;<a id="FNa_319"></a><a href="#Fn_319" class="fna">(319)</a>.
+</p>
+
+<p>
+Congiungendo questa opinione che taluni eretici avevano
+del Mosaismo, coll'altra, universalmente diffusa, che
+<span class="pageno" title="211" id="page-211"></span>
+il demonio gradisca i sagrifizi
+umani&nbsp;<a id="FNa_320"></a><a href="#Fn_320" class="fna">(320)</a>,
+non sarà fuor
+di luogo il supporre che da quegli eretici abbia potuto
+avere origine la prima calunnia.
+</p>
+
+<p>
+Un'altra fra le possibili origini di quest'accusa, o meglio
+fra le cause che poterono contribuire a mantenerla
+in vigore, ed a confermarla nelle menti volgari, ci è suggerita
+dall'attento esame, che abbiamo fatto, degli atti
+del processo che si è svolto non ha guari a Nyiregyhaza.
+Fra le infantili prescrizioni rituali degli Ebrei ve ne ha
+una che vieta ad essi di toccare nella sera del venerdì e
+nel giorno del sabato fuoco e lume. Siffatta prescrizione
+è, dai veri credenti, osservata così strettamente che essi
+si fanno scrupolo di portare una lampada da un luogo
+all'altro, o di rimuovere dal fuoco una pentola che bolla.
+Siccome però le necessità della vita si impongono agli
+Ebrei come ai Cristiani, gli agiati fra essi provveggono
+ai lor bisogni mercè l'opera di domestici di altri culti; i
+più poveri invece vi provvedono come possono, invocando
+l'aiuto di un vicino o di un passante. Servigi di siffatta
+natura si richieggono più facilmente, anche per evitare
+il ridicolo, a ragazzi che non a persone mature. Qual
+<span class="pageno" title="212" id="page-212"></span>
+meraviglia dunque, se come nei tempi di pestilenza basta
+che un individuo si accosti ad una fontana pubblica, per
+essere accusato di avvelenarla, od in tempi di assedio
+basta che uno si aggiri nelle camere del suo appartamento
+con un lume in mano, perchè venga accusato di
+far segnali
+all'inimico&nbsp;<a id="FNa_321"></a><a href="#Fn_321" class="fna">(321)</a>;
+qual meraviglia diciamo se
+sarà bastato il fatto di un ebreo che abbia chiamato a
+sè un fanciullo cristiano per richiederlo d'uno dei servigi
+sopra accennati, perchè l'accesa immaginazione del
+volgo vi ricamasse sopra un preteso tentativo di rapimento,
+preludio di futuri
+eccidi&nbsp;<a id="FNa_322"></a><a href="#Fn_322" class="fna">(322)</a>?
+</p>
+
+<p>
+Ma senza perderci più oltre nella ricerca delle cause
+che potevano concorrere a far nascere l'orrenda accusa,
+verremo a dire delle vere, delle sole ragioni per cui essa
+persistette attraverso i secoli.
+</p>
+
+<p>
+Un illustre letterato francese, Dureau de la Malle, nella
+introduzione alla sua eccellente traduzione di Tacito, ricerca
+le cause dei delitti inconcepibili commessi dagli imperatori
+romani; e ne reca una spiegazione che sembra
+assai plausibile; e cioè che quei sovrani non avendo nè
+lista civile, nè demanio pubblico e dovendo pur sostenere
+enormi spese, erano obbligati ad assassinare per procurarsi
+il denaro di cui avevano d'uopo. E come i malfattori
+volgari <em>uccidevano per rubare</em>. Questo precetto di
+governo informa diverse fasi della storia, e dalle proscrizioni
+di Augusto, venendo giù sino agli eccidi del 1793,
+ne troveremmo esempi non pochi.
+</p>
+
+<p>
+Nel medio evo i ghetti degli Ebrei avevano il non
+<span class="pageno" title="213" id="page-213"></span>
+desiderato privilegio di essere la zecca per eccellenza;
+quando s'aveva bisogno di denaro si accusavano gli Ebrei
+di avvelenare i pozzi, le sorgenti, le fontane&nbsp;—&nbsp;quasi che
+gli Ebrei non facessero uso dell'acqua,&nbsp;—&nbsp;di oltraggiare
+in mille guise il Santissimo Sacramento&nbsp;—&nbsp;che non
+hanno nessuna ragione di oltraggiare, non riconoscendovi
+essi nessun carattere sacro&nbsp;—&nbsp;od infine di ammazzare
+bambini&nbsp;—&nbsp;quasi la religione professata dalla Beata Vergine
+e da Nostro Signor Gesù Cristo fosse una religione
+di antropofaghi.
+</p>
+
+<p>
+In quei tempi le accuse, assurde o meno, erano sempre
+egualmente buone. Bastava che un facinoroso qualunque
+le ponesse in giro, perchè si desse di piglio alle armi,
+si corresse al ghetto, e si punissero gli Ebrei col saccheggiarne
+i beni. L'intiero popolo ebreo potè per secoli
+far sua l'amara esclamazione del romano proscritto. “La
+mia villa di Alba mi ha perduto.”
+</p>
+
+<p>
+Col progresso dei tempi si capì che era assurdo parlare
+di fontane avvelenate, o di oltraggi al Santissimo
+Sacramento; ma l'accusa di antropofagia rimase, come
+quella che oltre a colpire più facilmente le immaginazioni
+della plebe, sempre avida di racconti di misteriosi delitti,
+era sorretta da un altro importante fattore.
+</p>
+
+<p>
+Per ogni fanciullo che gli Ebrei erano accusati di
+aver ucciso, la Chiesa cattolica acquistava un martire
+di più.
+</p>
+
+<p>
+E ciò che importa, e che spiega assai cose, un martire
+che faceva miracoli.
+</p>
+
+<p>
+La narrazione di questi miracoli, quali ce li dà un
+autorevole e moderno scrittore cattolico, Rohrbacher, è
+troppo interessante, perchè noi, a costo di ripeterci, resistiamo
+al desiderio di metterla sotto gli occhi dei nostri
+lettori.
+</p>
+
+<p>
+“L'anno 1250 gli Ebrei di Saragozza attaccarono
+<span class="pageno" title="214" id="page-214"></span>
+con chiodi contro la parete un fanciullo cristiano di
+sette anni, gli squarciarono, in odio di Cristo, il costato
+con una lancia e lo seppellirono di notte sulla riva.
+<em>Ma in mezzo alle tenebre il luogo era irradiato d'una
+splendida luce.</em> Accorsivi i Cristiani, trasportarono le
+reliquie con gran pompa alla chiesa principale, dove
+accadde un gran numero di miracoli. A quella vista
+l'ebreo Mosè Albayhuzet, che aveva rapita la vittima
+innocente, abbracciò il Cristianesimo. Ecco quanto riferisce
+lo storico aragonese Girolamo Blanca, giusta
+gli Archivi della chiesa di Saragozza.
+</p>
+
+<p>
+“Nel 1255 i principali ebrei di tutta Inghilterra sì
+adunarono a Lincoln per rinnovare la passion di Cristo
+su d'un fanciullo di otto anni per nome Ugo. Uno faceva
+da preside Pilato, altri l'officio di carnefice. Fecero
+soffrire al giovinetto tutti gli oltraggi che il
+Vangelo riferisce aver i loro antenati fatto patire al
+Salvatore del mondo. Lo batterono crudelmente colle
+verghe, gli conficcarono in capo una corona di spine, lo
+affissero ad una croce, gli diedero a bere del fiele e
+finalmente gli trafissero il costato con una lancia.
+</p>
+
+<p>
+“Tale fu il loro pasquale sacrificio che solevano immolar
+ogni anno, se l'occasione lo permetteva, come confessarono
+dappoi. Per colmo di scelleratezza gli strapparono
+le viscere per servirsene a magiche operazioni.
+Nascosero profondamente sotto terra il corpo, per tema
+che i Cristiani ne venissero in cognizione; ma la giustizia
+di Dio non lasciò impunito questo misfatto. <em>La
+terra ogni notte rigettava il corpo della vittima.</em> Gli
+Ebrei, avendolo così più volte sepolto, finirono col gettarlo
+in un pozzo.
+</p>
+
+<p>
+“Intanto la madre del fanciullo cercava dappertutto
+il suo figliuolo. Avendo saputo che era entrato nella
+casa d'un ebreo, vi penetra, fruga per tutto, guarda
+<span class="pageno" title="215" id="page-215"></span>
+entro il pozzo e vi scorge il corpo del figlio. Senza
+dir nulla avverte il giudice; il padrone della casa
+viene arrestato, confessa tutta la serie delle cose (<em>anche
+il miracolo dunque?</em>) e viene attaccato alla coda di
+cavalli per essere squartato. Novanta ebrei sono condotti
+nelle prigioni di Londra per subirvi il supplizio
+che meritano. Il corpo del fanciullo cavato dal pozzo
+è solennemente trasportato, come il corpo di un martire,
+nella Chiesa cattedrale. Il re Enrico III fa procedere
+giuridicamente contro tutti gli Ebrei d'Inghilterra,
+affine di distoglierli col terrore dei castighi dal
+commettere ancora simili misfatti. Ecco quanto riferisce
+tra gli altri Matteo Paris, autore del Paese e del
+Tempo.
+</p>
+
+<p>
+“Un ebreo di Germania aveva una nutrice cristiana,
+chiamata Agnese, la quale insegnava alla moglie di
+lui le preghiere de' Cristiani. L'ebreo, accortosene, entra
+in furore, va a trovar la nutrice addormentata, l'uccide
+con tre colpi di pugnale nel cuore, sotto gli occhi
+di sua moglie, poscia se ne va alla sinagoga. La moglie,
+presa da spavento, si chiude nella propria camera.
+L'ebreo di ritorno non trova più il cadavere della nutrice,
+e s'immagina che l'abbia trasportato la moglie;
+questa non trovandolo più, pensa che l'abbia levato il
+marito. Nè l'uno nè l'altra cerca più oltre. Quaranta
+giorni dopo passa una donna forestiera che li saluta
+<em>affettuosamente</em> (<em>splendido, quell'avverbio!!</em>) da parte
+della nutrice Agnese. L'ebreo allora domanda alla moglie:
+“Come avviene ch'ella viva? Non l'ho io ammazzata?”
+La moglie risponde: “Egli è che il Cristo suo Signore
+è abbastanza possente per risuscitare una defunta.&nbsp;—&nbsp;Ed ecco,
+ripigliò l'ebreo, quel ch'io ho sempre temuto,
+che ella non ti faccia apostatare.&nbsp;—&nbsp;” E tosto legolla e la
+rinchiuse per due anni in una stanza. Essendo l'ebreo
+<span class="pageno" title="216" id="page-216"></span>
+andato lontano, la donna fuggì con due figlioletti ed
+un terzo ond'era incinta e si rifuggì nella chiesa dove
+ricevette il battesimo col nome di Geltrude, con grande
+allegrezza de' fedeli, che sapevano esser lei
+<em class="sc">ricchissima</em>
+(<em>qui sta il busillis</em>) ed onestissima donna. Ella
+dimorò nella diocesi di Colonia, dove incontrò la nutrice
+Agnese che portava tuttora le cicatrici dei tre colpi
+di pugnale. <em>Essa disse ch'era stata guarita all'istante
+medesimo</em>, e che erasi sottratta clandestinamente per
+non accendere di più il furore dell'ebreo. Tutti questi
+fatti vennero a cognizione di Corrado Arcivescovo di
+Colonia. Agnese mori l'anno 1265: Geltrude viveva
+ancora quando Tommaso Cantipratese ne scrisse la
+storia.
+</p>
+
+<p>
+“L'anno 1271, nel borgo o villaggio di Pfortzheim,
+una vecchia, divenuta famigliare cogli Ebrei, vendette
+loro, per esser uccisa, una figlioletta di sette anni, che
+aveva perduti il padre e la madre. La distesero su
+molti drappi, le posero alla bocca una sbarra, le fecero
+delle incisioni a quasi tutte le giunture delle membra,
+ne spremettero a viva forza il sangue ed accuratamente
+lo raccolsero entro pannilini. Quando dopo questi tormenti,
+fu estinta, la gettarono nel vicin fiume, e vi
+ammassarono sopra un mucchio di pietre. Il terzo e
+quarto giorno la trovarono alcuni pescatori per un
+braccio levato verso il cielo. Fu riportata nel borgo:
+il popolo gridava con orrore non altri, che gli Ebrei
+avere commesso quel misfatto. Il margravio di Baden,
+che trovavasi nelle vicinanze, vi accorse. <em>Tosto il corpo,
+levatosi a sedere, stese le mani verso il principe</em>, quasi
+per chieder vendetta o misericordia, e dopo mezz'ora
+si ricoricò cadavere. Essendo stati condotti gli Ebrei a
+questo spettacolo, tutte le ferite <em>cominciarono a bollire
+ed a sparger sangue in copia</em>. Il grido del popolo levavasi
+<span class="pageno" title="217" id="page-217"></span>
+sino al cielo domandando vendetta. Dietro alcuni
+indizi la vecchia viene arrestata e convinta, principalmente
+dalla confessione della giovinetta (!!!), che rivelò
+tutto. Gli Ebrei che avevano messo mano sulla giovane
+vittima furono presi, arruotati ed appiccati colla vecchia:
+due di essi si scannarono a vicenda fra loro.
+Ecco quanto riferisce Tommaso sopracitato, sulla testimonianza
+di due frati predicatori, Rainieri ed Egidio,
+che furono a Pfortzheim tre giorni dopo l'avvenimento.”
+</p>
+
+<p>
+Chiediamo ancora venia al lettore se lo abbiamo tediato
+con la riproduzione di queste insensate leggende, ma
+abbiamo voluto farlo, perchè, dalle pagine del Rohrbacher
+scaturisce un argomento irresistibile a favore della assurdità
+dell'accusa mossa agli Ebrei.
+</p>
+
+<p>
+Fatti di questo genere non si possono scindere; non si
+può accettare ciò che conviene e respingere il resto. O bisogna
+riconoscere che tutti i fatti narrati dal Rohrbacher
+sono parto, nella migliore ipotesi, di una malata fantasia,
+o bisogna credere ai cadaveri irradiati da luce celeste, ai
+morti respinti dalle tombe, alle nutrici risuscitate ed a
+tutte le assurdità che il buon professore della Università
+di Lovanio è venuto accumulando.
+</p>
+
+<p>
+Già questi miracoli parevano sospetti fin dai secoli
+scorsi ad uno scrittore protestante, il Basnage, che scriveva:
+</p>
+
+<p>
+“Nè si può tacere a discarico degli Ebrei che oltre
+queste ragioni se ne hanno altre che aumentano il sospetto.
+Sono i miracoli che accompagnano quasi sempre
+la morte del crocefisso. Non è meraviglioso che la
+terra abbia tremato allorquando morì G. C., era il Signore
+di gloria che veniva crocifisso. Ma le si prestano
+emozioni più frequenti per uomini volgari che
+per Gesù Cristo. Essa respinge i cadaveri e lo fa parecchie
+volte, e non può soffrire che si rinchiudano
+<span class="pageno" title="218" id="page-218"></span>
+nel suo seno; ne abbiamo visto un esempio nel fanciullo
+cui si erano strappate le viscere per servirsene
+in operazioni magiche, cosa non meno sospetta del
+resto.
+</p>
+
+<p>
+“Ma ce n'è un altro più famoso in Turingia, perchè
+gli Ebrei, cui si fa scegliere la vigilia di Pasqua per
+simili delitti, avendo ucciso un fanciullo a nome Corrado,
+portano il corpo morto in diversi luoghi della
+Turingia senza poterlo seppellire.
+</p>
+
+<p>
+“Sortiva sempre dalla tomba, perlocchè furono costretti
+di appiccarlo ad un albero. Il delitto fu perciò
+rivelato, ed allora non vi fu piccolo o grande che non si
+gittasse sugli Ebrei e non si insozzasse le mani nel
+loro sangue. Si vide una luce sul corpo di un fanciullo
+a Vesel 37 anni dopo, e di più il cadavere esalava
+un odore così buono che lo si trasportò in un
+tempio dove operò sorprendenti prodigi, ma gli Ebrei
+se la cavarono con denaro. Questa specie di racconti
+pieni di miracoli e riferiti dai Leggendari avvezzi a
+correr dietro a simili finzioni, sono assai
+sospetti”&nbsp;<a id="FNa_323"></a><a href="#Fn_323" class="fna">(323)</a>.
+</p>
+
+<p>
+E davvero non può non sembrar strano, che mentre
+Santi poterono essere martoriati e straziati in mille guise
+senza che Dio, ne' suoi imperscrutabili fini, manifestasse il
+suo corruccio con segni visibili agli umani, mentre pii
+e dotti Presuli sopportarono atroci martirii senza che la
+natura si commovesse, mentre Pier Luigi Farnese potè
+infliggere l'ultimo degli oltraggi al vescovo di Fano e
+Sciarra Colonna percuotere Bonifazio VIII, senza che
+nessun prodigio rivelasse l'ira celeste, bastava che un
+ebreo fosse accusato di aver ucciso un poppante cristiano
+perchè quel poppante divenisse d'un tratto un taumaturgo!
+</p>
+
+<div>
+<span class="pageno" title="219" id="page-219"></span>
+</div>
+
+<p>
+E, cosa più strana ancora, le uniche fra le pretese vittime
+degli Ebrei, che non abbiano fatto miracoli, sono
+quelle il cui eccidio si sarebbe compiuto in epoche a noi
+vicine, benchè tra queste vi fosse il davvero venerando
+padre Tommaso da Calergiano assassinato a Damasco
+nel 1840&nbsp;<a id="FNa_324"></a><a href="#Fn_324" class="fna">(324)</a>.
+</p>
+
+<p>
+Ora, noi abbiamo tutto il rispetto per la Religione,
+ma crediamo che questo rispetto non ci obblighi a confondere,
+cogli eterni dogmi della Religione di Cristo, le
+invenzioni di pochi fanatici, che mostrano col loro esempio
+quanto giustamente il Voltaire asserisca che il fanatismo
+sta alla superstizione come la rabbia alla collera.
+</p>
+
+<p>
+Non vi è, e non vi può essere, nella Religione cattolica
+nulla che ci costringa a riconoscere per veri, o per
+<span class="pageno" title="220" id="page-220"></span>
+attendibili, i pretesi miracoli del Beato Simoncino da Trento
+e di tutte le altre pretese vittime degli Ebrei.
+</p>
+
+<p>
+Negando fede a quei miracoli, come negando fede a
+quelli della Salette, di Lourdes, ed alle stimmate della
+Lateau, noi sappiamo di non vulnerare nessuno dei principii
+fondamentali del Cattolicismo, e da questa nostra
+convinzione tragghiamo argomento per affermare che,
+come oggi per assicurare la prosperità di un paese attirandovi
+a migliaia i pellegrini e gli illusi, si ricorre
+alle innocue apparizioni di Lourdes e della Salette, si
+potè in altri tempi aver ricorso ai miracoli delle pretese
+vittime degli Ebrei.
+</p>
+
+<p>
+Errerebbero però di gran lunga gli avversari della
+Chiesa se volessero, appoggiandosi su queste nostre parole,
+trarne argomento per affermare che noi accusiamo la
+Chiesa di calunnia.
+</p>
+
+<p>
+Spesse volte i Papi ebbero a riconoscere che ciurmerie
+impudenti si eran volute gabellare per miracoli e non li
+riconobbero, ma li biasimarono e ne riprovarono il culto.
+</p>
+
+<p>
+È irriverenza, è eresia l'affermare che talvolta la
+buona fede dei Papi possa esser sorpresa?
+</p>
+
+<p>
+Nol crediamo, perocchè non crediamo che la Religione
+imponga l'obbligo assoluto di aggiustar fede ad altri miracoli
+da quelli in fuori che sono registrati nelle Sacre Carte.
+</p>
+
+<p>
+Riassumendo:
+</p>
+
+<p>
+L'accusa mossa agli Ebrei di far uso di sangue cristiano
+nei loro riti:
+</p>
+
+<p>
+1º Si rivela calunniosa e falsa, perchè già rivelatasi
+tale, quando venne mossa ad altre religioni, ad altre
+credenze;
+</p>
+
+<p>
+2º È smentita dai libri sacri degli Ebrei e non ha
+prove in nessun libro ebraico anche di nessun conto;
+</p>
+
+<p>
+3º È smentita da Papi, da Sovrani, da dotti di ogni
+tempo e di ogni paese;
+</p>
+
+<div>
+<span class="pageno" title="221" id="page-221"></span>
+</div>
+
+<p>
+4º È sorretta dalle risultanze processuali quando le
+confessioni sono estorte colla tortura, smentita in tutti
+gli altri casi:
+</p>
+
+<p>
+5º È frutto della cupidigia che spingeva nel medio
+evo ad accusare gli Ebrei di ogni reato per ispogliarli,
+e della impudenza di taluni fabbricatori di martiri a buon
+mercato ed il suo rinnovarsi ai giorni nostri altro non
+prova che la mancanza assoluta di scrupoli nei moderni
+antisemiti.
+</p>
+
+<p>
+E crediamo che basti; fino al giorno almeno in cui il
+dotto articolaio della <cite>Civiltà Cattolica</cite> non avrà scoperto
+il famoso passo del Talmud, che prescrive l'assassinio rituale.
+</p>
+
+<div class="footnote"><a id="Fn_247"></a>
+<p class="foot"><a href="#FNa_247"><span class="label">(247)</span></a>
+Naturalmente i calunniatori non vanno tra loro d'accordo
+nello spiegare l'uso che gli Ebrei farebbero di questo
+sangue procacciatosi a prezzo di tanti delitti.
+</p>
+
+<p class="foot">
+L'opinione più diffusa è che se ne giovino per mescolarlo
+al pane azzimo od al vino di Pasqua; ma non manca chi
+asserisce invece che con questo sangue si scrivano tre bollettini
+magici che poi si pongono sul capo, sulla bocca e
+nella mano destra delle donne prossime al parto per agevolare
+l'opera della natura; altri pretende che a questo stesso
+scopo le puerpere ebree tracannino addirittura sangue cristiano
+in quanta maggior copia possono procurarselo; altri
+ancora che col sangue dei fanciulli cristiani si componga un
+farmaco destinato a cicatrizzare la ferita che si fa, circoncidendoli,
+ai neonati ebrei; nè mancano coloro i quali pretendono
+che questo sangue si impieghi nei riti nuziali, o
+che con esso si aspergano i moribondi ebrei (una sanguinosa
+parodia dell'Estrema Unzione!) pronunziando queste parole:
+<i class="quo">“Se Gesù Cristo fu il vero Messia, che questo sangue di
+un Cristiano, reso prezioso per virtù del suo Salvatore,
+giovi ad espiazione dei tuoi peccati”</i>. Nella quale ultima
+supposizione sono tali e tante le stranezze che non possiamo
+altrimenti spiegarnela se non attribuendola ad un pazzo.
+</p>
+
+<p class="foot">
+Nell'inverno dell'anno 1756 a Jampol (Podolia&nbsp;—&nbsp;Russia
+Europea), essendosi trovato il cadavere di un uomo nel fiume,
+gli Ebrei vennero accusati di averlo assassinato per scopo
+rituale. Due Padri Gesuiti che colà trovavansi affermarono
+che, nascendo gli Ebrei ciechi, per acquistare la vista, dovevano
+ungere i propri occhi col sangue de' cristiani!!
+</p>
+
+<p class="foot">
+Fu in seguito a questo fatto che l'em. A. cardinale Corsini,
+scriveva, il 9 febbraio 1780, al Nunzio apostolico di
+Polonia la lettera, che riferiamo fra documenti, dove, fra altre
+cose, è detto: “<i class="quo">la mal fondata persuasione del volgo ch'ella</i>
+(la nazione ebrea) <i class="quo">mischii sangue umano e specialmente
+cristiano nell'impasto delle azimi</i>.”
+</p>
+</div>
+
+<div class="footnote"><a id="Fn_248"></a>
+<p class="foot"><a href="#FNa_248"><span class="label">(248)</span></a>
+L'autore di questa strana ipotesi è, sventuratamente,
+un italiano, e, più sventuratamente ancora, un italiano nel
+quale il molto, moltissimo ingegno non andò mai del paro
+con l'elevatezza del carattere, F. D. Guerrazzi.
+</p>
+
+<p class="foot">
+Lo scrittore livornese, nella prima edizione dell'<cite>Asino</cite> (Torino,
+Franco, 1857, in 8º&nbsp;—&nbsp;Cap. <span class="sc num">ix</span>, pag. 200),
+aveva scritto
+queste testuali parole: “Questo vediamo praticato in diverse
+guise o cibando le vittime umane già offerte a Dio ed
+accettate da lui, come, fino a tutto il 1820, costumarono i
+Benderusi, o gli azzimi intinti col sangue umano, come fecero
+gli Ebrei, finchè lo poterono fare”.
+</p>
+
+<p class="foot">
+Ed in nota aggiunge il Guerrazzi le seguenti parole:
+</p>
+
+<p class="foot">
+“Che questo nei tempi barbari costumassero gli Ebrei
+non sembra potersi revocare in dubbio; fra i moderni scrittori
+ne parlano A. Mackiewitz (<em xml:lang="la">sic</em>) e Jacob il bibliofilo”.
+</p>
+
+<p class="foot">
+Il prof. Levi di Vercelli si prese la scesa di capo di provare
+all'illustre ex-triumviro, che egli si era fatto organo
+di una volgare calunnia; ciò non pertanto il Guerrazzi non
+si ritratta, ma, nella terza edizione (Torino, Seb. Franco e
+Figli, 1859, in-16º&nbsp;—&nbsp;Cap. <span class="sc num">ix</span>,
+pag. 173 e 174), ripete tutto
+quanto aveva detto nella prima, compresa la storpiatura in
+Mackiewitz del nome del grande poeta polacco e, quasi per
+grazia, aggiunge alla nota succitata questa nuova insinuazione:
+</p>
+
+<p class="foot">
+“Diligenti ricerche ci hanno chiarito come questa inumanità
+non pure consentano, ma vietino le leggi ebraiche:
+se qualche setta iniqua l'abbia praticata non è sicuro (<em>no,
+on. Guerrazzi, è sicuro che</em> <em class="sc">nessuna</em>
+<em>setta del giudaismo
+la praticò mai</em>) e in ogni caso sarebbe fantasia e ferocia di
+qualche uomo-belva, non punto rito di popolo”.
+</p>
+</div>
+
+<div class="footnote"><a id="Fn_249"></a>
+<p class="foot"><a href="#FNa_249"><span class="label">(249)</span></a>
+Se crediamo ad una corrispondenza che il <cite xml:lang="fr">Figaro</cite> di
+Parigi riceveva da Vienna in occasione del processo di
+Nyèregyhaza, questa credenza è ancora abbastanza diffusa,
+persino a Vienna. Citiamo testualmente:
+</p>
+
+<p class="foot">
+“Anche a Vienna incontrerete facilmente persone che vi
+dicono coll'aria la più ingenua: Come, non lo sapete? tutti
+gli anni a Pasqua allorquando gli Ebrei si accingono ad
+impastare i loro pani rituali detti azimi, essi hanno l'abitudine
+di aromatizzare uno di questi pani col sangue di
+una vergine cristiana. Questo pane, sacro fra tutti gli
+altri, serve a tutto il giudaismo, e se ne distribuiscono
+dei pezzetti in tutta la superficie del mondo.
+</p>
+
+<p class="foot">
+“Altri aggiungono che ogni anno la vergine viene fornita
+da una comunità diversa. Si estrae a sorte, fra le varie
+comunità, a chi spetti il dovere di rubare il fanciullo, di
+proceder alla panificazione religiosa e di far pervenire agli
+ortodossi del mondo intiero una briciola della sacrosanta
+focaccia, profumata secondo le regole del Pentateuco e dotata
+di quel sapore particolare che si vuole prescritto dal
+Talmud; sicchè ora l'incarico spetta alla comunione di
+Francoforte, ora a quella di Gerusalemme, di Parigi, di
+Salonicco e via dicendo.”
+</p>
+
+<p class="foot">
+Se così si pensa a Vienna, qual meraviglia che in Romania,
+in Moldavia, in Russia, in Polonia, la stessa credenza persista
+con tanta intensità che, dice uno scrittore russo, “allo avvicinarsi
+della Pasqua il terrore dei contadini non è punto
+simulato”?
+</p>
+</div>
+
+<div class="footnote"><a id="Fn_250"></a>
+<p class="foot"><a href="#FNa_250"><span class="label">(250)</span></a>
+È a notare, come bene osserva il Rohrbacher (<cite>Storia
+della Chiesa</cite>, Torino, Marietti. Vol. <span class="sc num">i</span>,
+pag. 374 e segg.), che
+prima del trionfo del Cristianesimo i sacrifizi di umane vittime
+erano comuni a quasi tutti i popoli barbari. Rimandando,
+chi fosse vago di maggiori notizie, all'autore da noi citato,
+ricorderemo soltanto che, al dire di Dione Cassio, nell'anno
+708 a. u. c., l'ultimo della vita di Giulio Cesare, e men di
+cinquanta anni prima della nascita di N. S., i pontefici ed
+i sacerdoti di Marte sacrificarono ancora due uomini sul
+Campo Marzio. Si era quindi lungi dal risentire in quei
+tempi l'orrore che oggi tutti proviamo pei sacrifizi umani.
+Non vi era quindi nessuna ragione al mondo perchè Giuseppe
+negasse recisamente l'addebito, mosso agli Ebrei da Appione,
+se fosse stato vero.
+</p>
+
+<p class="foot">
+Quanto ai Cristiani essi non possono in alcun modo farsi
+forti contro gli Ebrei delle parole di Appione e devono anzi
+negarvi ogni fede, perocchè è evidente che, se gli Ebrei di
+Palestina avessero praticato l'infame rito di cui parla Appione,
+N. S. G. C. avrebbe primo levata la voce per stigmatizzare
+l'orrenda pratica. Il silenzio del Divin Redentore su tale accusa
+è, parci, la prova più evidente della menzogna di Appione.
+</p>
+</div>
+
+<div class="footnote"><a id="Fn_251"></a>
+<p class="foot"><a href="#FNa_251"><span class="label">(251)</span></a>
+Questo fatto è narrato da <span class="sc aut">Schwab</span>,
+<cite>Storia degli Ebrei</cite>
+recata in italiano dal Pugliese (Venezia 1870, pag. 69). Nè
+il Basnage, nè il Graetz, nè altri storici da noi consultati
+ne fanno menzione.
+</p>
+</div>
+
+<div class="footnote"><a id="Fn_252"></a>
+<p class="foot"><a href="#FNa_252"><span class="label">(252)</span></a>
+<span class="sc aut">Basnage</span>,
+<cite xml:lang="fr">Hist. des Juifs</cite>,
+<span class="sc num">vii</span>, 15, vol. 5, pag. 1771&ndash;2
+Cfr. <span class="sc aut">Salomon ben Virga</span>,
+<cite xml:lang="la">Historia Judaica</cite>, pag. 78&ndash;92.
+</p>
+</div>
+
+<div class="footnote"><a id="Fn_253"></a>
+<p class="foot"><a href="#FNa_253"><span class="label">(253)</span></a>
+Questo fatto è narrato nella <cite xml:lang="la">Historia major</cite>
+di Matthieu
+Paris (m. nel 1259) che, come recenti studi hanno provato,
+non fece, per tutto quanto è anteriore al 1235, che
+copiare la <cite>Cronaca</cite> o <cite>Fiori di Storia</cite>
+di Ruggiero di Wendoser,
+monaco benedettino al pari di Matthieu. Il Matthieu
+narra che il bambino prima di essere crocifisso fu circonciso,
+e questo basta a provare l'assurdità di tutto il racconto. Di
+fatti, una volta circonciso, il bambino diventava ebreo, ed una
+volta ebreo, perchè mai i suoi correligionari l'avrebbero immolato?
+</p>
+</div>
+
+<div class="footnote"><a id="Fn_254"></a>
+<p class="foot"><a href="#FNa_254"><span class="label">(254)</span></a>
+Gli Ebrei, cacciati nel 1290, da Edoardo I, dall'Inghilterra,
+non vi rientrarono che sotto il protettorato di Cromwell.
+In questa occasione varii libelli contro gli Ebrei vennero
+pubblicati allo scopo di indurre il Lord protettore a recedere
+dalle benevoli disposizioni che aveva mostrato verso di loro.
+Un dottissimo ebreo portoghese, Menassè ben Israel&nbsp;—&nbsp;autore
+di opere lodatissime (per una delle quali <cite>Piedra Gloriosa
+o de la estatua de Nebuchadnesar</cite>, Paolo Rembrandt non disdegnò
+di eseguire quattro incisioni) che fu amico intimo dei
+Vossii, del Barleo, dell'Episcopio, del Grozio, di quanti, insomma,
+uomini eminenti gli furono contemporanei&nbsp;—&nbsp;mandò
+alla stampa un opuscolo: <cite xml:lang="la">Vindiciae Judaeorum or a Letter in
+answer to certain questions on the nation of the Jews</cite>, Londra,
+1756. In questo opuscolo, inteso a scagionare gli Ebrei
+da varie accuse che contro loro si movevano, dimostra, con
+forti argomenti, come sia calunniosa l'imputazione di cui ci
+occupiamo. Fa rilevare che gli Ebrei, assai peggio trattati
+in Oriente che in Occidente, dovrebbero, se avessero tale orribile
+rito, giovarsi del sangue dei Mussulmani, più atroci
+loro nemici che non fossero i Cristiani, mentre nessuna accusa
+di questo genere venne mai loro rivolta. Infine il dottissimo
+uomo aggiunge: “Se quanto ho detto non basta ancora
+a <em>scolparci</em>, giacchè tutto si riduce soltanto a negare,
+senza produrre testimoni, mi vedo, nell'obbligo di ricorrere
+ad altro mezzo di giustificazione che il Signore, benedetto
+eternamente, ci ha prescritto in simili casi (<cite>Esodo</cite>,
+<span class="sc num">xxii</span>):
+intendo parlare del <cite>Giuramento</cite>. Io giuro dunque con tutta
+la sincerità del mio cuore per il <em>Dio Altissimo</em> che ha
+creato il Cielo e la Terra e che ha dato la <em>Legge</em> al <em>Popolo
+d'Israele</em> sul monte <em>Sinai</em>, che fino ad oggi non ho
+veduto infamie consimili fra il popolo d'Israele, e che essi
+non vi sono obbligati a farlo nè per legge divina, nè per
+comando degli avi, e che mai le hanno commesse, nè tentato
+commetterle, e ciò dico perchè mai ne fui informato
+da chicchessia, nè lessi coteste cose in alcun rituale ebraico.
+Se io mentisco in ciò, possano cadere su di me tutte le
+maledizioni delle quali si parla nel <cite>Levitico</cite> e nel
+<cite>Deuteronomio</cite>,
+e possa io non vedere mai le benedizioni e consolazioni
+di Sion e non raggiungere il Risorgimento dei
+Morti”.
+</p>
+
+<p class="foot">
+Per non dover ritornare su questo argomento aggiungeremo
+che il celebre filosofo Mendelsohn (1729&ndash;1786), pubblicando
+la traduzione dell'opuscolo di Menassè ben Israel, rinnovò
+per suo conto tale giuramento.
+</p>
+</div>
+
+<div class="footnote"><a id="Fn_255"></a>
+<p class="foot"><a href="#FNa_255"><span class="label">(255)</span></a>
+<span class="sc aut">Wadding</span>,
+<cite xml:lang="la">Annales Minorum</cite>, <span class="sc num">xiv</span>,
+pag. 132 e segg.
+</p>
+
+<p class="foot">
+A proposito di questo fatto, il più clamoroso, forse, fra
+quanti ne vennero addebitati agli Ebrei, ci piace riportare
+quanto scriveva il dottissimo <a href="#francerco">Francerco Gar</a>,
+negli Annali del
+Principato Ecclesiastico di Trento, da lui annotati dall'anno
+1022 al 1540, compilati sui documenti da Francesco Felice
+degli Alberti, vescovo e principe, Trento 1860.
+</p>
+
+<p class="foot">
+“Noi abbiamo creduto debito nostro di riferire fedelmente
+ciò che l'Annalista Alberti, canonico e poi vescovo di Trento,
+registrava, intorno questa orribile tragedia, della quale dai
+fanatici si sarebbe tentata la ripetizione anche ai dì nostri
+(<em>alludesi al processo di Badia di cui parleremo più sotto</em>),
+se a tali feroci delirii non avessero posto freno la voce della
+ragione e il sentimento dell'umanità.”
+</p>
+
+<p class="foot">
+A mostrare come tutto quel processo non meriti fede, diremo
+soltanto come fra le pretese confessioni estorte agli
+Ebrei dalla tortura siavi anche questa, che essi nell'uccidere
+il fanciullo pronunziassero queste parole:
+<i class="quo" xml:lang="und">Tolle Jesse misrà
+elle parichief elle passussen pegnalem</i> che avrebbero dovuto
+significare: “Noi facciamo morire questi della morte di Gesù
+Dio dei Nazareni, che è nullità; così si perdano i nostri
+nemici per sempre.” Ora, malgrado l'istituzione ordinata
+da Clemente V di cattedre di lingua ebraica, questa lingua
+nel 1475, era ancora assai poco conosciuta dai Cristiani, sicchè
+quelle parole dovettero essere inventate a capriccio mentre
+è certo che non appartengono nè alla lingua ebraica nè a
+nessuna delle lingue parlate nel Trentino.
+</p>
+
+<p class="foot">
+Del resto questo processo sembrò dubbio anche ai contemporanei.
+Quando col pretesto del fatto di Trento alcuni predicatori
+vollero suscitare la plebe a fare man bassa sugli
+Ebrei, anche nel territorio della Repubblica veneta, il Doge e
+il Senato per reprimere lo scandalo ordinarono ai magistrati di
+Padova <i class="quo">di trattare gli Ebrei come gli altri sudditi, e impedire
+ogni violenza, perchè quell'accusa sembrava loro una
+calunnia inventata ad arte per certi fini, che il Senato non
+voleva indagare</i>. (Ordinanza del Doge Pietro Mocenigo in
+data 22 aprile 1475).
+</p>
+</div>
+
+<div class="footnote"><a id="Fn_256"></a>
+<p class="foot"><a href="#FNa_256"><span class="label">(256)</span></a>
+Già stampato per cura dei signori comm. Barozzi,
+comm. Berchet, cav. prof. ab. Fulin e cav. Stefani.
+</p>
+</div>
+
+<div class="footnote"><a id="Fn_257"></a>
+<p class="foot"><a href="#FNa_257"><span class="label">(257)</span></a>
+<i>San Sten.</i> Ora San Stin, cioè S. Stefano confessore,
+detto volgarmente S. Stefanino, per distinguerlo da S. Stefano
+protomartire (V. <span class="sc aut">Tassini</span>,
+<cite>Curiosità veneziane</cite>).
+</p>
+</div>
+
+<div class="footnote"><a id="Fn_258"></a>
+<p class="foot"><a href="#FNa_258"><span class="label">(258)</span></a>
+Cioè 1480.
+</p>
+</div>
+
+<div class="footnote"><a id="Fn_259"></a>
+<p class="foot"><a href="#FNa_259"><span class="label">(259)</span></a>
+<span class="sc aut">Damas</span>,
+<cite xml:lang="fr">Paroles de défense par M. le D.</cite>
+<span class="sc aut">Zunz</span> in
+<cite xml:lang="fr">Archives Isr.</cite> Paris, vol.
+<span class="sc num">i</span>, pag. 429.
+</p>
+</div>
+
+<div class="footnote"><a id="Fn_260"></a>
+<p class="foot"><a href="#FNa_260"><span class="label">(260)</span></a>
+Notiamo di sfuggita che il popolo ebreo fu forse l'unico
+dell'antichità, cui fosse ignota la tortura che doveva poi
+straziare le membra di tanti infelici israeliti, e notiamo ancora,
+che i signori Montefiori e Cremieux, recatisi al Cairo
+nel 1840, per ottenere, da Mohamed Alì, giustizia a favore
+dei loro correligionari di Damasco, dopo averla ottenuta, non
+seppero far miglior uso della influenza guadagnata sull'animo
+del Vicerè che di chiedergli abolisse per sempre la tortura
+nei suoi Stati. (V. <cite xml:lang="fr">Archives Isr.</cite>
+Paris, vol. <span class="sc num">i</span>, pag. 612).
+</p>
+</div>
+
+<div class="footnote"><a id="Fn_261"></a>
+<p class="foot"><a href="#FNa_261"><span class="label">(261)</span></a>
+Pei dilettanti di riscontri storici segnaliamo qui un altro
+caso in cui gli Ebrei ebbero a soffrire per le calunnie di un
+figlio contro il proprio padre. Già nell'anno 66 dopo G. C., ad
+Antiochia, un ebreo snaturato avendo accusato il proprio padre
+e parecchi suoi correligionari d'aver volato appiccare il fuoco
+alla città durante la notte, si credette necessario alla pubblica
+sicurezza di uccidere gli autori di così scellerato progetto.
+(<span class="sc aut">Basnage</span>, <cite>Op. cit.</cite>,
+cap. <span class="sc num">viii</span>,
+vol. <span class="sc num">i</span>, pag. 229).
+</p>
+</div>
+
+<div class="footnote"><a id="Fn_262"></a>
+<p class="foot"><a href="#FNa_262"><span class="label">(262)</span></a>
+Anche di questo giudice istruttore, Bary, la succitata
+corrispondenza del <cite xml:lang="fr">Figaro</cite>
+ci fa un singolare ritratto. Eccolo:
+“Questo signore si siede durante il pubblico dibattimento
+in un punto della sala dal quale tutti i testimoni sono
+obbligati a passare, li intimida col gesto, collo sguardo, e
+siccome gode le simpatie del Presidente, gli avvocati non
+giunsero ancora a farlo espellere dalla sala.” Si noti che
+la corrispondenza da cui abbiamo tolto queste notizie è, per
+la sua intonazione generale, tutt'altro che favorevole agli
+Ebrei, che essa accusa, fra le altre cose, di possedere
+<i class="quo" xml:lang="fr">certaines
+capacités d'accaparer, contre lesquelles les paysans sont
+presque sans défense</i>.
+</p>
+</div>
+
+<div class="footnote"><a id="Fn_263"></a>
+<p class="foot"><a href="#FNa_263"><span class="label">(263)</span></a>
+In una epoca come la nostra, nella quale si è sempre
+tanto proclivi ad accusare di ogni nefanda impresa il clero
+cattolico, ci piace riprodurre, e far nostre, le seguenti parole
+con cui si chiude un opuscolo che abbiamo sott'occhi <cite xml:lang="fr">Les
+Juifs et la Hongrie devant l'Europe, par</cite>
+<span class="sc aut">M. M. Morel</span>.
+(Paris, s. a.): “La nostra ultima osservazione sarà per scagionare
+il partito cattolico ungherese da ogni partecipazione
+nella persecuzione contro gli Ebrei. Questa venne
+organizzata dai corifei di quel partito protestante che
+spinse l'Ungheria a diventare l'avanguardia della gran
+Germania sul Basso Danubio e in Oriente.”
+</p>
+</div>
+
+<div class="footnote"><a id="Fn_264"></a>
+<p class="foot"><a href="#FNa_264"><span class="label">(264)</span></a>
+È bensì vero che a Prato venne pubblicato mesi addietro
+un libello nel quale, collo appoggio delle pretese rivelazioni
+di un Rabbino moldavo, convertito all'ortodossia
+greca, si ribadisce contro gli Ebrei la sconcia accusa. Dimostreremo
+a suo luogo la nessuna serietà di quell'immondo
+libello.
+</p>
+</div>
+
+<div class="footnote"><a id="Fn_265"></a>
+<p class="foot"><a href="#FNa_265"><span class="label">(265)</span></a>
+L'opuscolo cui accenniamo ha tanto maggior importanza
+in quanto che l'autore vi si chiarisce tutt'altro che amico
+dei suoi antichi correligionari. Aloisio di Sonnenfels era figlio
+del primo Rabbino di Berlino e di tutto l'Elettorato di
+Brandeburgo ed, indirizzato dal padre al Rabbinato, avrebbe
+avuto agio di apprendere ogni segreto della religione ebraica,
+se questa avesse segreti, invece nell'opuscolo succitato egli
+scrive queste precise parole: “Chiamo Iddio in testimonio,
+in coscienza dell'anima mia, che non vi è al mondo, nè vi
+è stata, calunnia più nera di questa”. Il Sonnenfels adduce
+in questo suo opuscolo un argomento che ci piace far
+nostro. Egli dice: “Se gli Ebrei avessero d'uopo di sangue
+cristiano pei loro riti, perchè, anzichè arrischiare la vita per
+procurarselo, non lo comprerebbero con un po' di denaro dai
+flebotomi, negli ospitali, ecc.? Eppure non si è mai visto un
+Ebreo fare di siffatti acquisti!”
+</p>
+</div>
+
+<div class="footnote"><a id="Fn_266"></a>
+<p class="foot"><a href="#FNa_266"><span class="label">(266)</span></a>
+Il Rev. Alessandro Mac Caul (1799&ndash;1866) non nacque
+ebreo, ma protestante. Fu dottissimo ebraizzante e professore
+di ebraico nel R. Collegio di Londra. Dimorò molti anni in
+Varsavia come capo della missione protestante per la conversione
+degli Ebrei. Lo comprendiamo fra i neofiti perchè nell'opuscolo
+<cite xml:lang="en">Reasons for believing that the Charge lately revived
+against the Jewish People is a Baseless Falsehood</cite>,
+scritto da lui, in occasione del fatto di Damasco, per difendere
+gli Ebrei, reca una dichiarazione di molti Ebrei convertiti
+a sua cura.
+</p>
+</div>
+
+<div class="footnote"><a id="Fn_267"></a>
+<p class="foot"><a href="#FNa_267"><span class="label">(267)</span></a>
+<span class="sc aut">Neander</span> (Giovanni Augusto Guglielmo), uno fra' più
+eminenti scrittori di Storia Ecclesiastica di questi ultimi
+tempi, nacque addì 16 genn. 1789 a Gottinga da genitori
+ebrei; si chiamava propriamente Davide Mendel, ricevette
+dalla madre un'educazione devota, frequentò il ginnasio ed
+il <cite xml:lang="de">Johanneum</cite> d'Amburgo, si fece
+battezzare nel 1806, nella
+qual occasione cambiò nome, e studiò poi teologia ad Halle
+e Gottinga. Nel 1811 diede gli esami ad Eidelberga e vi fu
+nominato professore di teologia, si trasferì tuttavia quello
+stesso anno a Berlino, dietro invito di quella Università; ed
+ivi Neander, efficacissimo propugnatore della cosidetta “teologia
+pettorale”, rivestì le cariche di professore ordinario
+di teologia, consigliere dell'Alto Concistoro, membro del Concistoro
+della provincia di Brandeburgo e membro della R. Accademia
+delle Scienze. Morì a Berlino il 14 luglio 1850.
+</p>
+
+<p class="foot">
+Fra le sue numerose opere sono da notarsi:
+</p>
+
+<p class="foot">
+<cite xml:lang="de">Ueber den Kaiser Julianus und sein Zeitalter</cite>
+(Lipsia, 1812; 2ª ed. Gotha, 1867);
+<cite xml:lang="de">Der heil. Bernhard und sein Zeitalter</cite>
+(Berlino, 1813, 3ª ed. 1865); <cite xml:lang="de">Genetische Entwickelung der
+vornehmsten gnostischen Systeme</cite> (ivi, 1818);
+<cite xml:lang="de">Der heil.
+<a id="uad"></a>Johannes
+Chrysostomus und die Kirche in dessen Zeitalter</cite>
+(ivi, 1821&ndash;22, 2 vol.; 3ª ed. 1849);
+<cite xml:lang="de">Denkwürdigkeiten aus der
+<a id="des"></a>Geschichte des Christenthums und des christlichen Lebens</cite>
+(ivi, 1822&ndash;24, 3 vol.; 4ª ed. 1866);
+<cite xml:lang="de">Antignosticus, Geist
+des Tertullian</cite> (ivi, 1826, 2ª ed. 1849);
+<cite xml:lang="de">Allgemeine Geschichte
+der christlichen Religion und Kirche</cite> (Amburgo 1825&ndash;52,
+6 vol. in 11 sezioni; 4ª ed. Gotha, 1863&ndash;65, 9 vol.);
+<cite xml:lang="de">Kleine Gelegenheitsschriften</cite>
+(Berlino, 1824, 3ª ed. 1829);
+<cite xml:lang="de">Geschichte
+der <a id="pflangung"></a>Pflanzung und Leitung der christlichen Kirche durch
+die Apostel</cite> (ivi, 1832&ndash;33, 2 vol.; 5ª ed. 1862);
+<cite xml:lang="de">Das Leben
+Jesu in seinem geschichtlichen Zusammenhang</cite> (ivi, 1837,
+7ª ed. 1873).
+</p>
+
+<p class="foot">
+Jacobi pubblicò le sue
+<cite xml:lang="de">Wissenschaftlichen Abhandlungen</cite>
+(Berlino, 1851) come pure la sua
+<cite xml:lang="de">Christliche Dogmengeschichte</cite>
+(ivi, 1857, 2 vol.), Beyschlag il suo
+<cite xml:lang="de">Kommentar zu den Briefen
+an die Korinther</cite> (ivi, 1859), Messner le sue
+<cite xml:lang="de">Vorlesungen
+über Katholicismus und Protestantismus</cite> (ivi, 1863) ed anche
+la sua <cite xml:lang="de">Geschichte der christlichen Ethik</cite> (ivi, 1864).
+</p>
+
+<p class="foot">
+Una raccolta delle sue opere si è pubblicata a Gotha.
+Krabbe (Amburgo, 1852) e Rauh (Elberfeld, 1865) scrissero
+la sua vita.
+</p>
+</div>
+
+<div class="footnote"><a id="Fn_268"></a>
+<p class="foot"><a href="#FNa_268"><span class="label">(268)</span></a>
+<span class="sc aut">Biesenthal</span> Giovanni Enrico, dotto ebraizzante,
+nacque
+nel 1804, nel ducato di Posen, da una famiglia ebrea, fece
+studi profondi sul Talmud e si convertì al cristianesimo. Si
+stabilì a Berlino come agente della società di Londra per
+la conversione fra gli Ebrei. Fra le sue opere citeremo:
+<cite>Dizionario ebraico-latino</cite>, 1840;
+<cite>Storia della chiesa cristiana
+nei primi tre secoli desunta dalle fonti talmudiche</cite>, 1851;
+<cite>Commentario su San Luca</cite>, in ebraico talmudico, 1851;
+<cite>Epistola di San Paolo ai Romani ed agli Ebrei</cite>, con commentario
+rabbinico (1853&ndash;57). Rivide inoltre con J. C. Reichardt
+la versione ebraica del nuovo testamento.
+</p>
+</div>
+
+<div class="footnote"><a id="Fn_269"></a>
+<p class="foot"><a href="#FNa_269"><span class="label">(269)</span></a>
+<span class="sc aut">Jac. Tugendhold</span> fu censore in Varsavia e
+pubblicò, in
+ebraico ed in polacco, un'opera (Varsavia, 1844, in-8º), che
+contiene una raccolta di passi, ricavati da recenti ed antiche
+opere, circa il modo di regolarsi con persone di altra credenza.
+Si ha pure di lui un opuscolo (Berlino, 1858, in-8º di pag. 90)
+<cite xml:lang="de">Der alte Wahn vom Blutgebrauch der Israeliten
+am Osterfest</cite>
+(che tratta appunto del preteso uso del sangue cristiano
+nei riti ebraici). Giova però avvertire che questo opuscolo
+fu tradotto in tedesco da uno che si dichiara amico della
+verità (<cite xml:lang="de">von einem Freunde der Wahrheit</cite>)
+ed è un estratto
+dell'opera in polacco di detto Tugendhold, appellata <cite xml:lang="pl">Obrone
+Israelitow</cite>, ecc., Varsavia, 1831.
+</p>
+
+<p class="foot">
+Anche il Tugendhold nacque israelita.
+</p>
+</div>
+
+<div class="footnote"><a id="Fn_270"></a>
+<p class="foot"><a href="#FNa_270"><span class="label">(270)</span></a>
+Veggasi per tutto quanto è detto sopra delle negazioni
+opposte alla accusa da Ebrei convertiti la <cite>Real Enciclopedia
+per Bibbia e Talmud</cite> del <span class="sc aut">D. J. Hamburgher</span>,
+Strelitz, 1883;
+parte <span class="sc num">ii</span>, a. v.
+<cite xml:lang="de">Zurückweisung der Blutbeschuldigung</cite>, pagina
+1318&ndash;1319.
+</p>
+</div>
+
+<div class="footnote"><a id="Fn_271"></a>
+<p class="foot"><a href="#FNa_271"><span class="label">(271)</span></a>
+<a href="#tit-20">Un brano</a>, ancor più concludente, del Wagenseil, riferiamo
+tra i documenti.
+</p>
+</div>
+
+<div class="footnote"><a id="Fn_272"></a>
+<p class="foot"><a href="#FNa_272"><span class="label">(272)</span></a>
+<cite>Civiltà Cattolica</cite>. Vol. <span class="sc num">v</span>, pag. 229.
+</p>
+</div>
+
+<div class="footnote"><a id="Fn_273"></a>
+<p class="foot"><a href="#FNa_273"><span class="label">(273)</span></a>
+<cite class="sc" xml:lang="fr">Factum servant de réponse au livre intitulé</cite>:
+<cite xml:lang="fr">Abrégé du procès fait aux Juifs de Metz</cite> (pag. 11).
+</p>
+
+<p class="foot">
+Riccardo Simon (1638&ndash;1712) fu celebre critico e scrittore
+di cose religiose; la sua maggior celebrità è dovuta alla sua
+<cite>Storia critica del vecchio e del nuovo testamento</cite>, per la
+quale ebbe a sostenere una guerra atroce da parte del
+Bossuet.
+</p>
+
+<p class="foot">
+La difesa, che il padre Simon scrisse a favore di Raffaele
+Levi, fu la prima sua pubblicazione che levasse qualche rumore.
+Sarebbe però assolutamente erroneo il giudicare il Simon un
+giudeofilo; combattendo la stolta accusa egli non obbediva
+che a quei sentimenti d'onestà ch'eran in lui connaturali. Le
+seguenti parole lo provino:
+“Io so, egli scriveva in tale proposito, che tale nazione
+ci odia mortalmente, ma noi dobbiamo mostrarle come pratichiamo
+verso di lei la massima del Vangelo che ci comanda
+di amare i nemici nostri”.
+</p>
+</div>
+
+<div class="footnote"><a id="Fn_274"></a>
+<p class="foot"><a href="#FNa_274"><span class="label">(274)</span></a>
+<cite>Civiltà Cattolica</cite>, XI serie, vol. 7, pag. 474.
+</p>
+</div>
+
+<div class="footnote"><a id="Fn_275"></a>
+<p class="foot"><a href="#FNa_275"><span class="label">(275)</span></a>
+<span class="sc aut">Raynald</span>, <cite>Ann. Eccl.</cite>,
+tomo <span class="sc num">xiii</span>, a. 1235, n. 20; e
+1236, n. 48.
+</p>
+</div>
+
+<div class="footnote"><a id="Fn_276"></a>
+<p class="foot"><a href="#FNa_276"><span class="label">(276)</span></a>
+<span class="sc aut">Raynald</span>, <cite>op, cit.</cite>, n. 84.
+</p>
+</div>
+
+<div class="footnote"><a id="Fn_277"></a>
+<p class="foot"><a href="#FNa_277"><span class="label">(277)</span></a>
+Anche il popolo talvolta rese giustizia agli Ebrei.
+<span class="sc aut">Victor Tissot</span> nel suo libro
+<cite xml:lang="fr">Les Prussiens en Allemagne</cite>
+(Paris, Dentu) ci narra a pag. 56: “Due lampade d'oro, sospese
+alla volta della Sinagoga di Worms, ardono da sette
+secoli in memoria di due cristiani che si fecero ammazzare per
+salvare dal furor popolare alcuni ebrei accusati di aver mangiato
+dei bambini. Ancora attualmente si celebra un servizio
+funebre nel giorno anniversario della loro morte.” Forse da
+questo tributo di gratitudine ha origine il proverbio popolare
+tedesco che suona: <i class="quo">Ebrei di Vorms, buona gente</i>.
+</p>
+</div>
+
+<div class="footnote"><a id="Fn_278"></a>
+<p class="foot"><a href="#FNa_278"><span class="label">(278)</span></a>
+Nella stessa seduta, l'illustre statista inglese proclamava
+che gli Ebrei in tutti i paesi in cui vissero si sono
+sempre conciliati la stima generale e la benevolenza dei loro
+simili mercè la loro condotta ed il loro tenor di vita.
+</p>
+</div>
+
+<div class="footnote"><a id="Fn_279"></a>
+<p class="foot"><a href="#FNa_279"><span class="label">(279)</span></a>
+Le personalità ci ripugnano; ma vi sono casi nei
+quali lo smascherare disonesti avversari diviene un dovere.
+E, che l'articolaio della <cite>Civiltà Cattolica</cite> sia, letterariamente
+almeno, disonesto, lo prova a luce meridiana il seguente
+fatto. Nel quaderno del 3 marzo 1883 l'articolaio si è messo
+in testa di provare (<em xml:lang="la">risum teneatis</em>), colla scorta delle
+profezie, che gli Ebrei abbiano una malattia speciale. La sua
+corta intelligenza non gli ha permesso di comprendere che
+<em>le malattie</em>, <em>le piaghe</em> che Mosè minaccia agli Ebrei
+(<cite>Deut.</cite>
+<span class="sc num">xxviii</span>, 61. Cfr. <cite>Salmo</cite>
+<span class="sc num">xliv</span>, e <span class="sc num">lxxiv</span>)
+sono appunto le
+calunnie orribili che scrittori senza fede e senza coscienza
+scagliano contro di loro e le persecuzioni atroci che ne sono
+conseguenza, <em>malattie e piaghe</em> di cui però Ezechiele
+(<span class="sc num">xxvi</span>,
+13&ndash;15) ha anche predetto la fine. Ciò non comprendendo l'articolaio
+e volendo dimostrare che una malattia speciale affligge
+gli Ebrei, è andato a scavar fuori una dotta memoria
+di un medico francese, il dott. Fernando Castelain,
+<cite xml:lang="fr">La circoncision
+est-elle utile?</cite> e siccome intendeva giovarsi di questa
+memoria contro gli Ebrei, impudentemente e scientemente
+mentendo, comincia dall'affermare che il Castelain sia ebreo.
+Dopo di che, con quella buona fede che gli è speciale, l'autore
+fa dire al dott. Castelain, che vi è
+<i class="quo" xml:lang="fr">une maladie très repandue
+chez les Juifs</i>, sciocchezza che l'autore, non ebreo ma cattolico
+apostolico romano, non si è mai sognato di dire, avendo
+egli soltanto affermato che gli Ebrei <i class="quo">allorchè vivevano nei
+loro paesi</i> (cioè venti e più secoli addietro) andavano soggetti
+ad una speciale malattia, prodotta dal clima, per antivenire
+la quale venne loro ordinata la circoncisione.
+</p>
+
+<p class="foot">
+Ribadiamo quindi sul viso all'articolaio l'accusa di disonestà
+letteraria, e siccome egli veste un abito che non gli
+consente di chiedere una di quelle riparazioni che s'usano
+fra gentiluomini, glie ne offriamo una di altro genere, e lo
+preghiamo di dichiarare nella <cite>Civiltà Cattolica</cite> se la accetta,
+o meno. Depositi egli nelle mani dell'Eminentissimo Alimonda
+mille lire, diecimila ne depositeremo noi. Se il dott. Castelain
+è ebreo, le nostre diecimila lire andranno a beneficio di quell'Opera
+pia che l'articolaio designerà, se è cristiano designeremo
+noi l'Opera pia cui andranno le mille del reverendo
+articolaio. Ben inteso che nel primo caso faremo ammenda
+onorevole e gli chiederemo scusa di ogni nostra parola men
+che cortese, nel secondo ci riserbiamo il diritto di proclamarlo,
+sempre e dovunque, mentitore e calunniatore. Egli non
+accetterà però la scommessa perchè sa che provare la menzogna
+ci sarebbe facile, ma si trincererà dietro la pretesa
+sua buona fede, perchè crederà più difficile possiamo riunir
+prove contro di questa. Vogliamo dargli, perciò, qui, un buon
+consiglio. Non invochi per carità l'attenuante della buona
+fede; potrebbe pentirsene ed amaramente pentirsene. O taccia,
+o dica: ho calunniato; sarà meglio per lui.
+</p>
+</div>
+
+<div class="footnote"><a id="Fn_280"></a>
+<p class="foot"><a href="#FNa_280"><span class="label">(280)</span></a>
+<cite>Op. cit.</cite>, vol. <span class="sc num">iii</span>, pag. 62, col. 1.
+</p>
+</div>
+
+<div class="footnote"><a id="Fn_281"></a>
+<p class="foot"><a href="#FNa_281"><span class="label">(281)</span></a>
+<cite class="sc">Gen.</cite>, <span class="sc num">ix</span>,
+4 e segg.&nbsp;—&nbsp;<cite class="sc">Lev.</cite>,
+<span class="sc num">iii</span>, 17; <span class="sc num">vii</span>, 26 e 27;
+<span class="sc num">xvii</span>, 12, 14; <span class="sc num">xix</span>,
+26.&nbsp;—&nbsp;<cite class="sc">Deut.</cite>,
+<span class="sc num">xii</span>, 16, 23&ndash;25;
+<span class="sc num">xv</span>, 23.
+Cfr. <cite class="sc">I. Samuele</cite>, <span class="sc num">xiv</span>,
+32, 33 e 34.&nbsp;—&nbsp;<cite class="sc">Ezecchiele</cite>,
+<span class="sc num">xxxiii</span>,
+25.&nbsp;—&nbsp;Che questi precetti biblici fossero rigorosamente osservati
+dagli Ebrei ci è poi provato dagli <cite>Atti degli Apostoli</cite>,
+<span class="sc num">xv</span>, 28 e 29, nè poteva essere altrimenti
+se ricordiamo
+Maimonide aver lasciato scritto non esservi vera interpretazione
+della Bibbia se non quella che non si allontana dal
+senso naturale. Anche il Medici, acerbo nemico del nome giudaico,
+conferma in due luoghi questa ripugnanza degli Ebrei
+pel sangue. A pag. 72 della più volte citata sua opera scrive:
+“Si astengono parimenti dal sevo di Bue, di Capra e di
+Agnello e da qualsivoglia sorta di sangue, e di animale.
+Per non mangiare il detto sangue, scannan la bestia con
+molte loro superstizioni .&nbsp;&nbsp;.&nbsp;&nbsp;.&nbsp;&nbsp;.&nbsp;&nbsp;.
+Avanti di cuocere la carne
+la tengono per lo spazio di un'ora nel sale acciocchè esca
+tutto il sangue e poscia la lavano con diligenza.” E più
+innanzi a pag. 82: “Circa la proibizione del sangue è necessario
+sapere che in molti luoghi della Scrittura Iddio
+l'ha proibito.”
+</p>
+</div>
+
+<div class="footnote"><a id="Fn_282"></a>
+<p class="foot"><a href="#FNa_282"><span class="label">(282)</span></a>
+<span class="sc aut">Levi</span>, <cite>op. cit.</cite>, pag. 431. Cfr.
+<cite class="sc">Talmud Pesachin</cite>,
+fol. 35.
+</p>
+</div>
+
+<div class="footnote"><a id="Fn_283"></a>
+<p class="foot"><a href="#FNa_283"><span class="label">(283)</span></a>
+<cite class="sc">Rabot</cite>, fol. 290, 2.
+</p>
+</div>
+
+<div class="footnote"><a id="Fn_284"></a>
+<p class="foot"><a href="#FNa_284"><span class="label">(284)</span></a>
+Luisa Lateau, la famigerata stigmatizzata di Bois
+d'Haine nel Belgio, la quale ogni venerdì pretendeva soffrire
+i dolori della Passione di N. S. e sudava sangue dalle stimmate!!
+</p>
+</div>
+
+<div class="footnote"><a id="Fn_285"></a>
+<p class="foot"><a href="#FNa_285"><span class="label">(285)</span></a>
+<span class="sc aut">Rohrbacher</span>, <cite>Storia universale della Chiesa
+Cattolica</cite>.
+Torino, Marietti, 1869, vol. <span class="sc num">vi</span>, pag. 558.
+</p>
+</div>
+
+<div class="footnote"><a id="Fn_286"></a>
+<p class="foot"><a href="#FNa_286"><span class="label">(286)</span></a>
+Anche nell'epidemia colerica di questo anno fatti simili
+si ebbero a deplorare, non soltanto in Marsiglia, ma
+anche nel nostro Piemonte. (Cfr. un carteggio da Cuneo,
+31 luglio 1884, nella <cite>Gazzetta Piemontese</cite>).
+</p>
+</div>
+
+<div class="footnote"><a id="Fn_287"></a>
+<p class="foot"><a href="#FNa_287"><span class="label">(287)</span></a>
+Lo scopo per cui si ordiscono simili infami calunnie
+contro gli Ebrei è sempre un solo: il saccheggio. Chi avesse
+d'uopo di nuove prove per esserne convinto legga quanto
+scrivevasi da Pietroburgo, 30 giugno 1884, alla <cite>Gazzetta
+Piemontese</cite>:
+</p>
+
+<p class="foot">
+“Eccovi ulteriori ragguagli sulla sommossa antisemitica che
+ebbe luogo il diciannove del corrente mese nella popolosa
+Nijni-Novgorod.
+</p>
+
+<p class="foot">
+“Verso le otto di sera di quel giorno si sparse la voce,
+nel sobborgo di Konovino, posto sulla riva sinistra dell'Oka,
+che gli Ebrei si erano impossessati d'un ragazzo e
+lo avevano nascosto nella sinagoga. Una folla immensa si
+raccolse tosto nei pressi dell'oratorio israelitico e cominciò
+a gridare: <i class="quo">Morte agli ebrei!</i>
+</p>
+
+<p class="foot">
+“La polizia del sobborgo essendo insufficiente per numero
+a calmare e disperdere la folla, mandò per soccorsi in città.
+Questi soccorsi però, mancando un ponte permanente sull'Oka,
+ritardarono ad arrivare, e la folla, spinta da alcuni
+facinorosi, ebbe campo a sfogare l'ingiusta ira contro gli
+Ebrei e le loro sostanze.
+</p>
+
+<p class="foot">
+“Afferrato un giovane israelita, che in quel punto passava
+per la via, la plebaglia lo bastonò a sangue. La folla
+corse quindi alla sinagoga, ne ruppe i vetri e le porte e
+la invase. Gl'israeliti addetti al servizio del tempio, che
+si erano rifugiati nelle soffitte, vennero tratti dal loro nascondiglio
+e battuti ancor essi.
+</p>
+
+<p class="foot">
+“Mentre tali valentie si compivano nella sinagoga, un
+altro centinaio di quei furibondi invase la casa d'un israelita
+impresario di costruzioni. La casa venne saccheggiata
+e gli abitanti assaliti a colpi di bastone e di pietre. Sei
+altre case furono demolite ed alcune altre saccheggiate.
+</p>
+
+<p class="foot">
+“Nove israeliti caddero vittime di quei forsennati. Questi
+disgraziati non poterono opporre alcuna resistenza, poichè
+a Konovino le famiglie israelite non oltrepassano la dozzina,
+mentre il numero dei loro assalitori saliva a parecchie
+centinaia.
+</p>
+
+<p class="foot">
+“La folla abbandonò l'inonorato campo delle sue prodezze
+all'arrivo della truppa, che operò centocinquanta
+arresti.
+</p>
+
+<p class="foot">
+“Il procuratore generale Murawief è partito da Pietroburgo
+per Nijni-Novgorod per istruire il processo.
+</p>
+
+<p class="foot">
+“Questa volta pare sul serio che il Governo intenda dare
+agli antisemiti un esempio salutare. Sarebbe ora!”
+</p>
+
+<p class="foot">
+La <cite xml:lang="de">Wiener Abend Zeitung</cite> ha da Pietroburgo 2 agosto,
+che, chiusa l'inchiesta preliminare per questi fatti, vennero
+chiamati a risponderne 109 persone, divise in 46 gruppi. Il
+processo avrà luogo in settembre davanti all'autorità militare.
+</p>
+</div>
+
+<div class="footnote"><a id="Fn_288"></a>
+<p class="foot"><a href="#FNa_288"><span class="label">(288)</span></a>
+Anche Mosè cedette alle idee dei tempi, non senza
+però aver contro di esse reagito quanto più poteva; restrinse
+però di assai i sacrifizi, proibì gli umani ed ordinò che gli
+altri non si facessero se non nel tempio, presago quasi che
+un giorno la distruzione del tempio, trascinerebbe seco la
+fine di ogni effusione di sangue.
+</p>
+</div>
+
+<div class="footnote"><a id="Fn_289"></a>
+<p class="foot"><a href="#FNa_289"><span class="label">(289)</span></a>
+<cite xml:lang="fr">Mœurs des Chrétiens</cite>,
+cap. <span class="sc num">xiii</span>. Lo stesso Fleury,
+nella sua <cite xml:lang="fr">Histoire Ecclésiastique</cite>,
+dà prova, in questa questione,
+di una grande e rara imparzialità.
+</p>
+
+<p class="foot">
+Nel libro <span class="sc num">lxxiii</span>, cap. 40
+(ed. Avignone 1777, vol. <span class="sc num">x</span>,
+pag. 555) dopo aver riferito vari fatti di questo genere, addebitati
+agli Ebrei nel XII secolo, scrive: “Je ne vois point
+que jusque-là on ait formé contro les Juifs de telles accusations,
+qui devinrent très frequentes depuis. Les Juifs prétendent
+que ce sont des calomnies: mais pourquoi les chrétiens
+les auroient ils avancées en ce temps plutôt qu'en un autre,
+s'il n'y avoit eu quelque fondement?” Evidentemente il sostituto
+del buon Fénélon scrivendo queste parole era convinto
+che qualche cosa di vero ci fosse nell'accusa mossa agli
+Ebrei; ma egli progredisce nella sua opera e giunto al secolo
+<span class="sc num">xiii</span> si imbatte in nuovi fatti congeneri
+addebitati agli
+Ebrei, non manca, è vero, di riferirli nel libro
+<span class="sc num">lxxxviii</span>,
+cap. 40 (vol. <span class="sc num">xii</span>, pag. 177 e segg.
+dell'ed. succitata) ma
+evidentemente pentito di quanto aveva scritto nel volume
+precedente, fa seguire la narrazione di tali fatti da questa
+dichiarazione:
+</p>
+
+<p class="foot">
+“Quelques auteurs disent que les Juifs commettoient ces
+cruautés pour avoir du sang des chrétiens, et l'employer à
+des remèdes ou des opérations magiques; mais les raisons
+qu'ils en rendent sont si honteuses et si frivoles, que je ne
+daigne les rapporter. Au reste je ne trouve aucun de ces
+faits appuyé des preuves incontestables: et il importe peu de
+les verifier, si ce n'est à cause de ces prétendus martyrs.
+Car l'église n'a intérêt que de convertir les Juifs et non pas
+de les détruire ou les rendre odieux.”
+</p>
+</div>
+
+<div class="footnote"><a id="Fn_290"></a>
+<p class="foot"><a href="#FNa_290"><span class="label">(290)</span></a>
+<span class="sc aut">Origenes</span> <cite xml:lang="la">in Celsum</cite>.</p>
+<p class="foot latini"><span class="sc aut">I. Tertulliani</span>,
+<cite xml:lang="la">Apologeticus</cite>, 7.</p>
+<p class="foot latini"><span class="sc aut">Clemens Alexandrinus</span>,
+<cite xml:lang="la">Protrept.</cite> <span class="sc num">lix</span>, 9.</p>
+<p class="foot latini"><span class="sc aut">Gregorius Nazianzenus</span>,
+<cite xml:lang="la">Orationes</cite>, 33, 532, C.</p>
+<p class="foot latini"><span class="sc aut">Castor</span>,
+<cite xml:lang="la">Ap. Hist.</cite>, 7.</p>
+<p class="foot latini"><span class="sc aut">Baronius</span>,
+<cite xml:lang="la">Annales ecclesiastici</cite>, An. 120. n. 22, ecc.</p>
+<p class="foot latini"><span class="sc aut">Epiphanius</span>,
+<cite xml:lang="la">Contra octaginta hoereses</cite>, 26 e 27.</p>
+<p class="foot latini"><span class="sc aut">Irenaeus</span>,
+<span class="sc num">i</span>, 24.</p>
+<p class="foot latini"><span class="sc aut">Eusebii</span>,
+<span class="sc num">v</span>, <cite xml:lang="la">Historiae</cite>, 1.</p>
+<p class="foot latini"><span class="sc aut">Justinus</span>,
+<cite xml:lang="la">Apologia</cite>, 50, c.</p>
+<p class="foot latini"><cite class="sc">Historia</cite>
+<cite xml:lang="la">Ecclesiastica</cite>,
+<span class="sc num">iii</span>, 21.</p>
+<p class="foot latini"><span class="sc aut">Eusebii</span>,
+<span class="sc num">iv</span>, <cite xml:lang="la">Historiae</cite>, 7.</p>
+<p class="foot latini"><span class="sc aut">Athenagoras.</span></p>
+<p class="foot latini"><span class="sc aut">Justinus</span>, 1,
+<cite xml:lang="la">Apologia</cite>.</p>
+<p class="foot latini"><span class="sc aut">Minucius Felix.</span></p>
+</div>
+
+<div class="footnote"><a id="Fn_291"></a>
+<p class="foot"><a href="#FNa_291"><span class="label">(291)</span></a>
+Il dottissimo Mortara in una dissertazione pubblicata
+nel <cite>Mosè, Antologia Israelitica</cite>, di Corfù, dell'aprile 1884,
+col titolo <cite>Origine dell'accusa del cibarsi di sangue umano
+nelle agapi dei primi cristiani</cite>, scagiona gli Ebrei dall'accusa
+di aver diffusa questa calunnia contro i primi cristiani. Il
+dotto Rabbino prova come Minuzio Felice e Tertulliano non
+soltanto non abbiano attribuito agli Ebrei l'invenzione di
+siffatte calunnie, ma ne abbian fatto speciale addebito ai
+Romani. Appoggiandosi poi all'autorità del Renan (<cite xml:lang="fr">Saint
+Paul</cite>, p. 269 e l'<cite xml:lang="fr">Église Chrétienne</cite>,
+p. 306) prova come
+l'accusa potesse facilmente sorgere da una cattiva interpretazione
+delle parole del Vangelo relative al Sacramento dell'Eucarestia
+e fors'anche da qualche trista pratica religiosa
+in uso presso sette cristiane. Locchè è confermato anche dal
+Fleury che nello stesso capitolo, da cui abbiamo tolte le
+nostre citazioni, scrive: “Questi sospetti erano appoggiati
+dagli abbominii che i gnostici, i carpocrati ed altri eretici
+commettevano nelle loro assemblee.” Proseguendo poi nella
+sua dimostrazione il chiar. Mortara pone in luce come Eusebio,
+Atenagora ed altri, non escluso lo stesso Giustino,
+attribuiscano al diavolo le calunnie di cui eran vittima i
+Cristiani. Conchiude infine il chiar. autore quella parte della
+sua dissertazione che concerne l'argomento nostro, facendo
+risultare come nella epoca in cui sorsero quelle accuse contro
+i primi Cristiani, gli Ebrei, confusi con essi, fossero coinvolti
+nelle stesse persecuzioni da parte dei gentili. Locchè esclude
+che ne fossero gli istigatori. Infine rileva come da un lato
+i gentili avessero nelle loro storie numerosi esempi di atrocità
+e di incesti, sicchè potevano agevolmente essere indotti a
+pensare a siffatti delitti e ad accusarne altri, mentre gli
+Ebrei, cui riti siffatti furono sempre sconosciuti, non avrebbero
+avuto dove attingerne l'idea.&nbsp;—&nbsp;Aggiungiamo a queste osservazioni
+del chiarissimo Mortara che il Pamelio (1536&ndash;1587),
+nel suo commento a Tertuliano, espressamente nota che tale
+accusa deriva la sua origine dalla Cena cristiana.
+</p>
+</div>
+
+<div class="footnote"><a id="Fn_292"></a>
+<p class="foot"><a href="#FNa_292"><span class="label">(292)</span></a>
+<span class="sc aut">Tertulliani</span>,
+<cite xml:lang="la">Apologeticus</cite>, 7, 8, 9.</p>
+<p class="foot latini"><span class="sc aut">Origenes</span>
+<cite xml:lang="la">contra Celsum</cite>,
+<span class="sc num">vi</span>, 293.</p>
+</div>
+
+<div class="footnote"><a id="Fn_293"></a>
+<p class="foot"><a href="#FNa_293"><span class="label">(293)</span></a>
+<span class="sc aut">Tertull.</span>, <cite xml:lang="la">Ap.</cite>, 50.
+<span class="sc aut">Baron.</span>, an. 138, n. 5
+<i class="quo" xml:lang="la">Bioeothanati.
+Sarmenticii. Semaxi.</i> <span class="sc aut">Bar.</span> 385, N. 5.
+</p>
+</div>
+
+<div class="footnote"><a id="Fn_294"></a>
+<p class="foot"><a href="#FNa_294"><span class="label">(294)</span></a>
+<span class="sc aut">Svetonius</span>, <cite xml:lang="la">Claud.</cite>,
+n. 25. <span class="quo norm" xml:lang="la">Judæos, impulsore
+Christo, assidue tumultuantes Roma expulsit</span>.
+</p>
+</div>
+
+<div class="footnote"><a id="Fn_295"></a>
+<p class="foot"><a href="#FNa_295"><span class="label">(295)</span></a>
+<span class="sc aut">Svet.</span>, <cite xml:lang="la">Ner.</cite> n. 16.
+<span class="quo norm" xml:lang="la">Affecti suppliciis Christiani, genus
+hominum superstitionis novae ac maleficae</span>.
+</p>
+</div>
+
+<div class="footnote"><a id="Fn_296"></a>
+<p class="foot"><a href="#FNa_296"><span class="label">(296)</span></a>
+<span class="sc aut">Tacit.</span>, 15, <cite xml:lang="la">Annal.</cite>
+</p>
+</div>
+
+<div class="footnote"><a id="Fn_297"></a>
+<p class="foot"><a href="#FNa_297"><span class="label">(297)</span></a>
+<span class="quo norm" xml:lang="la">Quos per flagitia invisos
+vulgus christianos appellabat.</span>
+</p>
+</div>
+
+<div class="footnote"><a id="Fn_298"></a>
+<p class="foot"><a href="#FNa_298"><span class="label">(298)</span></a>
+<span class="quo norm" xml:lang="la">Repressaque in praesens exitiabilis
+superstitio</span>.
+</p>
+</div>
+
+<div class="footnote"><a id="Fn_299"></a>
+<p class="foot"><a href="#FNa_299"><span class="label">(299)</span></a>
+<span class="quo norm" xml:lang="la">Quo omnia undique atrocia
+et pudenda confiuunt celebranturque</span>.
+</p>
+</div>
+
+<div class="footnote"><a id="Fn_300"></a>
+<p class="foot"><a href="#FNa_300"><span class="label">(300)</span></a>
+<span class="sc aut">Guibertus Novigentinus</span>, pag. 519, 520.
+<span class="sc aut">Ademari</span>,
+<cite xml:lang="la">Chronicon</cite>, al tomo <span class="sc num">x</span>
+dei <cite xml:lang="fr">Historiens des Gaules</cite>, pag. 159.
+</p>
+</div>
+
+<div class="footnote"><a id="Fn_301"></a>
+<p class="foot"><a href="#FNa_301"><span class="label">(301)</span></a>
+<cite xml:lang="fr">Grandes chroniques de France</cite>, (édit. Paulin, Paris)
+Cfr. <span class="sc aut">Pierre Du Puy</span>, pag. 26.
+</p>
+</div>
+
+<div class="footnote"><a id="Fn_302"></a>
+<p class="foot"><a href="#FNa_302"><span class="label">(302)</span></a>
+Cfr. <span class="sc aut">Jules Loiseleur</span>, <cite xml:lang="fr">La
+Doctrine Secrète des Templiers</cite>.
+Paris. Durand, 1872, Libro rarissimo, come quello che
+non venne tirato che a duecento soli esemplari. Quello che
+noi abbiamo potuto esaminare si trova nella Biblioteca Nazionale
+di Firenze.
+</p>
+</div>
+
+<div class="footnote"><a id="Fn_303"></a>
+<p class="foot"><a href="#FNa_303"><span class="label">(303)</span></a>
+Cfr. <cite xml:lang="la">Diarium</cite>
+<span class="sc aut">Johannis Burchardi</span>, pubblicato da
+Achille Gennarelli, pag. 193, Firenze, 1854.
+</p>
+</div>
+
+<div class="footnote"><a id="Fn_304"></a>
+<p class="foot"><a href="#FNa_304"><span class="label">(304)</span></a>
+Abbiamo fedelmente tradotto il brano dell'autore da
+noi citato; se in esso si riscontrano delle oscurità e delle
+lacune, non voglia il cortese lettore farne colpa al traduttore,
+il quale può dire, con serena coscienza,
+<i class="quo" xml:lang="la">Quod potui dedi</i>, convinto
+del resto che ciò che ha dato è sufficiente a confortare
+le sue asserzioni.
+</p>
+</div>
+
+<div class="footnote"><a id="Fn_305"></a>
+<p class="foot"><a href="#FNa_305"><span class="label">(305)</span></a>
+Veggasi in particolare il <cite xml:lang="fr">Temps</cite> del 24 giugno 1869,
+dove si trovano degli estratti del rapporto di Mgr. Platone,
+metropolitano di Mosca, all'imperatore Alessandro.
+</p>
+</div>
+
+<div class="footnote"><a id="Fn_306"></a>
+<p class="foot"><a href="#FNa_306"><span class="label">(306)</span></a>
+Gli Skoptsi, setta religiosa russa, fondata, a quanto
+sembra, da Selivanoff, uno dei tanti impostori che nel secolo
+scorso si spacciarono per l'imperatore Pietro III; trae la
+sua origine da una inesatta interpretazione del versetto del
+Vangelo di s. Matteo: (<span class="sc num">xix</span>, 12)
+“<i class="quo">Perciocchè vi sono degli
+Eunuchi i quali sono nati così dal ventre della madre; e
+vi sono degli eunuchi, i quali sono stati fatti eunuchi dagli
+uomini; e vi sono degli eunuchi, i quali si sono fatti eunuchi
+loro stessi, per lo regno de' cieli. Chi può esser capace
+di queste cose sialo.</i>”
+</p>
+
+<p class="foot">
+Il <span class="sc aut">Leroy Beaulieu</span> consacra a questi
+Skoptsi varie pagine
+del suo studio <cite xml:lang="fr">L'Empire des Tsars et les Russes</cite>
+(<cite xml:lang="fr">Revue
+des Deux Mondes</cite>, 1875, vol. 3, pag. 600 e seguenti). Egli
+però non fa parola di questo orribile addebito ed anzi scrive:
+<span class="quo norm" xml:lang="fr">“Leurs réunions sont innocentes,
+on y chante des chastes
+cantiques, et un mouton blanc ou un pain de blanche farine
+(<em>Kalatch</em>) y sert à la communion.”</span>
+I <em>Khlysty</em>, o <em>flagellanti</em>,
+sembra abbiano avuto origine verso la metà del
+<span class="sc num">xvii</span> secolo.
+A proposito di essi e dei <em>skakonnys</em>, o <em>saltatori</em>,
+che ne sarebbero
+una emanazione, il Leroy Beaulieu (<cite>loc. cit.</cite>) scrive:
+<span class="quo norm" xml:lang="la">“A
+en croire leurs adversaires orthodoxes, des sacrifices humains
+et une sort de cannibalisme sacré se seraient ainsi rencontrés
+chez des sectaires de la Russie moderne. Chez les uns c'était
+<a id="enfant"></a>un enfant nouveau-né, l'enfant d'une fille non mariée qu'on
+égorgeait après le baptême, et dont le sang et le cœur mêlés
+à du miel tenaient lieu d'eucharistie et du sang de l'agneau
+de Dieu (Mgr. <span class="sc aut">Philarète</span>,
+<a id="ritserkvy" href="#tserkvy"><cite>Istoria Rousskoi tserkvg</cite></a>).
+Chez d'autres&nbsp;.&nbsp;.&nbsp;.&nbsp;.&nbsp;.&nbsp;.
+De telles pratiques sanglantes&nbsp;.&nbsp;.&nbsp;.&nbsp;.&nbsp;.
+signalées
+il y a mille ans par les annales de Nestor <a id="payens"></a>chez les païens
+de la Russie, se seraient retrouvées de nos jours chez des
+tribus finnoises de l'empire. On est d'autant plus tenté de
+croire à l'exagération ou aux fantastiques illusions des récits
+de ce genre que le paysan russe est naturellement plus doux.”</span>
+</p>
+
+<p class="foot">
+Fin qui l'illustre economista francese; dal canto nostro,
+senza dare in proposito nessun giudizio, osserviamo, che la
+pretesa mitezza del contadino russo ci sembra divenir ferocia
+sotto l'impero del misticismo religioso cui è grandemente inclinato.
+Chi non ricorda infatti i delitti di coloro che si mutilavano
+da sè e dei <em>stranniki</em> (che fanno un atto meritorio
+dell'assassinio di un eretico), e chi non sa i vani sforzi della
+polizia per venire a capo dei <em>Bezpopotzi</em> di Jaroslaw (che
+uccidono i neonati)?
+</p>
+
+<p class="foot">
+Mentre stiamo correggendo le bozze di questo capitolo,
+giugno 1884, i giornali politici ci recano la seguente notizia
+che infirmerebbe alquanto l'asserto del Leroy-Beaulieu: “Telegrafano
+da Pietroburgo alla <cite xml:lang="fr">France</cite> essere stata scoperta in
+Crimea una nuova setta religiosa, estremamente sanguinaria,
+il cui dogma è il culto di San Agostino e di Sant'Elena. I
+credenti di simile setta si obbligano ad uccidere tutti coloro
+che si rifiutassero di abbracciare la loro religione. Questi fanatici
+hanno già assassinato gran numero di contadini.”
+</p>
+</div>
+
+<div class="footnote"><a id="Fn_307"></a>
+<p class="foot"><a href="#FNa_307"><span class="label">(307)</span></a>
+<span class="sc aut">Raynold</span> ad. an. 1308.
+</p>
+</div>
+
+<div class="footnote"><a id="Fn_308"></a>
+<p class="foot"><a href="#FNa_308"><span class="label">(308)</span></a>
+Infinite erano le accuse assurde mosse contro gli Ebrei
+nel medio evo. Il favore di cui essi godevano da parte degli
+Arabi infedeli era causa di nuove persecuzioni nei paesi cristiani.
+Gli Ebrei del mezzodì della Francia furono accusati
+di aver chiamati i Saraceni per liberarsi dalla crudele tirannia
+del vescovo di Tolosa. Nell'<span class="sc num">xi</span> secolo
+gli Ebrei di Orléans sono
+accusati di avere eccitati i Mussulmani di Gerusalemme a profanare
+il sacro sepolcro. L'accusa è assurda, ma basta a dar
+pretesto a lunghe e sanguinose persecuzioni, (Cfr.
+<span class="sc aut">Dom. Bouquet</span>,
+<cite xml:lang="fr">Recueil des Hist. de France</cite>, tom.
+<span class="sc num">xii</span>, pag. 240 e
+<span class="sc aut">Rodulph. Glabr.</span> ap. Sism., tom.
+<span class="sc num">iv</span>). Nel 1222 in Germania
+sono accusati di favorire le conquiste dei Persiani e dei Tartari
+(Cfr. <span class="sc aut">Basnage</span>, <cite>op. cit.</cite>,
+pag. 1862). Insomma basta che una
+sciagura minacci un paese, perchè tosto se ne accusino gli
+Ebrei. Non basterebbe poi lo intiero volume se volessimo riferire
+tutte le strane dicerie che ebbero corso fra le plebi sul
+conto degli Ebrei, e che forse oggi ancora non sono del tutto
+bandite dalle menti più rozze. Vi fu chi disse che l'ebreo
+uscendo dall'alvo materno abbia una mano piena di sangue;
+altri che ogni ebreo porti seco dalla nascita una macchia,
+od una piaga, che si inciprignisce ogni mese; si farneticò
+che in mano ad ogni ebreo moribondo si pongano tre pietruzze
+perchè entrando in paradiso le scagli contro N. S. Gesù
+Cristo e si arrivò persino ad asserire un fatto che tutti possono
+coi loro occhi verificare falso; cioè che ogni qualvolta imperversa
+un temporale, ravvisando nell'infuriare della natura
+un segno precursore della venuta del Messia, spalanchino le
+finestre perchè questi possa più agevolmente entrare in casa
+loro!!
+</p>
+
+<p class="foot">
+Di fronte a cosiffatte accuse diviene inutile soffermarsi su
+tutte le altre che nel medio evo si rivolgevano agli Ebrei,
+come ad esempio di prestare un'adorazione idolatra ai libri
+della Bibbia, di tosare le monete, di bestemmiare, ecc., ecc.
+La falsità evidente delle une, basti a provare la falsità delle
+altre.
+</p>
+</div>
+
+<div class="footnote"><a id="Fn_309"></a>
+<p class="foot"><a href="#FNa_309"><span class="label">(309)</span></a>
+<cite>Adv. Jud.</cite>, Hom. 1, pag. 391; Hom. 3, pag. 439. Cfr.
+<span class="sc aut">Basnage</span>, <cite xml:lang="fr">Hist. des Juifs</cite>,
+<span class="sc num">v</span>, 1668.
+</p>
+</div>
+
+<div class="footnote"><a id="Fn_310"></a>
+<p class="foot"><a href="#FNa_310"><span class="label">(310)</span></a>
+Non mancò neppure chi, volendo scusare gli Ebrei dalla
+turpe accusa, sostenne che tali omicidii di bambini sarebbero
+stati commessi da Ebrei per compiere col sangue ricavatone
+sortilegi, magie ed altre operazioni diaboliche. Esaminiamo
+dapprima se la pratica di tali sortilegi sia conciliabile colla
+religione mosaica.
+</p>
+
+<p class="foot">
+Son noti a tutti i precetti della Bibbia che vietano agli
+Ebrei i sortilegi e le arti magiche di qualsivoglia natura,
+precetti riconfermati dal Talmud in più e più luoghi.
+</p>
+
+<p class="foot">
+E gli Ebrei si mantennero generalmente ligi a tali precetti,
+anche quando i popoli fra cui vivevano erano infetti di pregiudizi
+di ogni natura.
+</p>
+
+<p class="foot">
+Maimonide, il massimo fra gli scrittori ebrei, è l'autore di
+una lettera ai Rabbini di Marsiglia, in cui demolisce le basi
+dell'astrologia giudiziaria, lettera che fu approvata da due
+papi: Sisto V ed Urbano VII (<span class="sc aut">Const. XVII.</span>
+<cite xml:lang="la">Bullarii</cite> t. <span class="sc num">ii</span>).
+</p>
+
+<p class="foot">
+La ripugnanza degli Ebrei per le arti magiche ci è poi
+confermata dal seguente brano del <span class="sc aut">Modena</span>,
+(<cite>op. cit.</cite>, p. <span class="sc num">v</span>,
+c. <span class="sc num">ii</span>, pag.
+113).&nbsp;.&nbsp;.&nbsp;.&nbsp;.&nbsp;.“Il dar fede ad ogni qual si
+sia sorte
+di Auguri alla giuditiaria, tutti sortilegii, Geomantia, Chiromantia
+et ogni simile divinatione hanno per grave peccato.</p>
+
+<p class="foot">
+Et molto più operar qualsivoglia Negromantia, Magia,
+Prestigii, Theorgia, scongiuri di demoni o d'angioli, cercar
+responsii da morti et ogni cosa di queste espresse e comprese
+dal <cite>Deut.</cite> <span class="sc num">xviii</span>, 10, 13.”
+</p>
+
+<p class="foot">
+Non ci si dica che gli Ebrei seguaci della Cabala poterono
+consacrarsi alla Magia, perchè le dottrine cabalistiche, da cui
+non fu alieno neppure san Gerolamo, (<span class="sc aut">Hieron.</span>,
+<cite xml:lang="la">Ep.</cite> 155, <cite xml:lang="la">ad
+Paulam Urbicam</cite>, pag. 1307 e 1308. <span class="sc aut">Basnage</span>,
+<cite>op. cit.</cite>, lib. <span class="sc num">iii</span>,
+cap. 24, pag. 1016, 1017), non hanno niente di comune colla
+magia. Dopo ciò, se fosse provato che qualche ebreo ha ucciso
+un fanciullo cristiano per adoperare il suo sangue in operazioni
+magiche, l'autore di tale nequizia non potrebbe considerarsi
+che come apostata dalla propria religione, nè più nè
+meno di quello che siano a considerarsi apostati dal Cristianesimo
+tutti coloro che ad arti magiche, ed a sortilegi si
+consacrarono.
+</p>
+</div>
+
+<div class="footnote"><a id="Fn_311"></a>
+<p class="foot"><a href="#FNa_311"><span class="label">(311)</span></a>
+<span class="quo norm" xml:lang="fr">“Depuis près de deux mille ans
+cette misérable Nation
+est eparse sur la terre, elle en est l'excrément, la malédiction,
+la raclure, elle gémit dans une longue et cruelle
+captivité”</span> (<span class="sc aut">Jurieu</span>,
+<cite xml:lang="fr">L'accomplissement des Prophéties</cite>,
+t. 3, 12. Rotterdam, 1690, pag. 205).
+</p>
+</div>
+
+<div class="footnote"><a id="Fn_312"></a>
+<p class="foot"><a href="#FNa_312"><span class="label">(312)</span></a>
+<span class="sc aut">De Rossi</span>, <cite>Dizionario storico degli
+autori ebrei</cite>, a. v.
+</p>
+</div>
+
+<div class="footnote"><a id="Fn_313"></a>
+<p class="foot"><a href="#FNa_313"><span class="label">(313)</span></a>
+<span class="sc num">vii</span>, 17, 20; <span class="sc num">xii</span>,
+7, 22, 23.
+</p>
+</div>
+
+<div class="footnote"><a id="Fn_314"></a>
+<p class="foot"><a href="#FNa_314"><span class="label">(314)</span></a>
+Cfr. <cite xml:lang="fr">Archives Israélites</cite>, 1º marzo 1862, pag. 163 e
+164, e <span class="sc aut">D. H. Streak.</span> Monatsbb.
+<span class="sc num">ii</span> (1882), pag. 221 e segg.
+tolto dall'<cite class="sc" xml:lang="de">Evang. Kirchenzeitung</cite>,
+12 agosto 1882.
+</p>
+</div>
+
+<div class="footnote"><a id="Fn_315"></a>
+<p class="foot"><a href="#FNa_315"><span class="label">(315)</span></a>
+<cite>Prima Epistola di S. Giovanni</cite>, <span class="sc num">i</span>, 5.
+</p>
+</div>
+
+<div class="footnote"><a id="Fn_316"></a>
+<p class="foot"><a href="#FNa_316"><span class="label">(316)</span></a>
+<cite class="sc">Genesi</cite>, <span class="sc num">i</span>, 2.
+</p>
+</div>
+
+<div class="footnote"><a id="Fn_317"></a>
+<p class="foot"><a href="#FNa_317"><span class="label">(317)</span></a>
+<cite class="sc">Genesi</cite>, <span class="sc num">vi</span>, 2.
+</p>
+</div>
+
+<div class="footnote"><a id="Fn_318"></a>
+<p class="foot"><a href="#FNa_318"><span class="label">(318)</span></a>
+<cite>Prima Epistola di S. Giovanni</cite>, <span class="sc num">iii</span>, 9.
+</p>
+</div>
+
+<div class="footnote"><a id="Fn_319"></a>
+<p class="foot"><a href="#FNa_319"><span class="label">(319)</span></a>
+<span class="sc aut">Schmidt</span>,
+<cite xml:lang="fr">Hist. des Cathares</cite>,
+<span class="sc num">ii</span>, pag. 22, e gli <cite xml:lang="fr">Actes
+de l'inquisition de Carcassonne</cite>, 1247, che conservansi manoscritti
+nella Biblioteca Imperiale di Parigi.
+</p>
+</div>
+
+<div class="footnote"><a id="Fn_320"></a>
+<p class="foot"><a href="#FNa_320"><span class="label">(320)</span></a>
+Ancora in pieno secolo decimonono il Rohrbacher nella
+sua <cite>Storia della Chiesa</cite> (Torino, Marietti, vol.
+<span class="sc num">i</span>, pag. 374)
+premette ad un rapido cenno sui sacrifizi umani queste
+parole:
+</p>
+
+<p class="foot">
+“Satana, il Dio di questo secolo, è non solo uno spirito di
+superbia, usurpatore degli onori celesti, uno spirito immondo
+che spinge l'uomo a impurità d'ogni fatta; ma egli fu altresì
+omicida fin da principio, ed è questo un terzo carattere
+dell'impero che egli ha esercitato sulla terra sotto il nome
+d'idolatria.”
+</p>
+
+<p class="foot">
+Se così si ragiona ai tempi nostri, come si sarà ragionato
+un quindici o sedici secoli fa?
+</p>
+</div>
+
+<div class="footnote"><a id="Fn_321"></a>
+<p class="foot"><a href="#FNa_321"><span class="label">(321)</span></a>
+Il fatto avvenne a Parigi durante l'assedio che quella
+città ebbe a soffrire da parte dei Prussiani.
+</p>
+</div>
+
+<div class="footnote"><a id="Fn_322"></a>
+<p class="foot"><a href="#FNa_322"><span class="label">(322)</span></a>
+Nei tempi in cui si diffuse per le prime volte questa
+calunnia gli Ebrei non erano ancora confinati nei Ghetti.
+</p>
+</div>
+
+<div class="footnote"><a id="Fn_323"></a>
+<p class="foot"><a href="#FNa_323"><span class="label">(323)</span></a>
+<span class="sc aut">Basnage</span>, <cite>op. cit.</cite>, libro
+<span class="sc num">vii</span>, cap. <span class="sc num">xi</span>,
+1679 e segg.
+</p>
+</div>
+
+<div class="footnote"><a id="Fn_324"></a>
+<p class="foot"><a href="#FNa_324"><span class="label">(324)</span></a>
+La Chiesa non vide mai di buon occhio la canonizzazione
+di siffatti bambini. Quel Papa miracolo che fu Benedetto
+XIV, seccato dal principe vescovo di Bressanone
+perchè canonizzasse un tal Andrea, nato a Rinn, e che si
+pretendeva immolato presso Innsbruch dagli Ebrei il 9 luglio
+1462 (<em>si noti se il fatto fosse vero l'imprudenza e la demenza
+degli Ebrei che avrebbero commesso a soli tredici
+anni di distanza due delitti di questo genere a poche miglia
+l'uno dall'altro</em>) scappò fuori colla costituzione
+<cite xml:lang="la">Beatus
+Andreas</cite> che si legge nel tomo <span class="sc num">xix</span>
+del <cite xml:lang="la">Bull. Magn.</cite>, pagina
+120, emanata a' 23 maggio 1755 e diretta a mons. Benedetto
+Veterani promotore della fede, per dichiarare che
+non conveniva canonizzare i bambini per più ragioni: 1º per
+la novità; 2º per non avvilire colla frequenza le canonizzazioni;
+3º perchè da questi bambini niun esempio di virtù
+possono cavare i fedeli, non potendoli essi aver dati in così
+tenera età. Quindi ordinò al promotore della fede, doversi in
+tale maniera rispondere a chiunque domandasse la canonizzazione
+di simili bambini (Cfr. <span class="sc aut">Moroni</span>,
+<cite>Diz. di Erudiz. Storico-Ecclesiastica</cite>,
+vol. <span class="sc num">vii</span>, pag. 312).
+</p>
+</div>
+
+<div class="blankpage">
+<span class="pageno" title="222" id="page-222"></span>
+</div>
+
+
+<div class="chapter">
+<span class="pageno" title="223" id="page-223"></span>
+<img src="images/i003a.png" style="width: 100%" alt=""/>
+</div>
+
+<h2 class="nobreak" id="tit-5">
+<a href="#ritit-5">V.</a>
+</h2>
+
+<p class="subtitle">
+Di varie pubblicazioni antisemite.
+</p>
+
+<h3 id="tit-6">
+<a href="#ritit-6">1º <cite class="sc">Lettera</cite>.</a>
+</h3>
+
+<p class="center"><i>Al chiarissimo sig. Direttore della</i>
+Civiltà Cattolica,</p>
+<p class="destra">Firenze.</p>
+
+<p class="testa">
+I primi capitoli di questo mio, qualsiasi, lavoro erano
+già licenziati alle stampe, allorquando, ricercando nella
+<cite>Civiltà Cattolica</cite> i documenti che sapevo esservi stati
+pubblicati sul preteso uso del sangue cristiano nei riti
+ebraici, mi accorsi che il <em>coscienzioso</em> indagatore di quei
+documenti li aveva fatti precedere da alcune sue articole
+sulle qualità generali degli Ebrei.
+</p>
+
+<p>
+All'articolaio suo non risponderei; chè quelle articole non
+meriterebbero proprio che io sprecassi attorno ad esse
+tempo ed inchiostro; ma rivolgo la mia risposta alla Signoria
+Vostra Preclara, perocchè quelle articole non hanno,
+agli occhi di ogni uomo spassionato, altro valore, da quello
+infuori che ad esse deriva dall'essere state accolte in un
+periodico tanto importante, quale è quello, diretto da
+V. S. Chiarissima.
+</p>
+
+<div>
+<span class="pageno" title="224" id="page-224"></span>
+</div>
+
+<p>
+Io non so quanto siavi di vero nella comune credenza,
+che asserisce, la <cite>Civiltà Cattolica</cite> essere l'organo di quella
+Compagnia, che nei secoli scorsi ha dato all'Italia, nel
+Padre Lana Terzi, il divinatore delle maggiori scoperte,
+per cui vada orgoglioso il secolo nostro, e che, nell'età,
+nostra, ci diede quel Padre Secchi il cui nome, la cui
+memoria <i class="quo" xml:lang="la">ut sidera fulgent</i>.
+</p>
+
+<p>
+Ma appartenga Ella, o meno, alla dotta Compagnia, di
+una cosa io sono sicurissimo, che cioè Ella risente per
+essa la maggior stima, e considera le persecuzioni delle
+quali fu, è, e, pur troppo, sarà, vittima, da una parte, come
+una prova della malvagità dei tempi, dall'altra, come una
+grazia specialissima del Signore che vuole, con triboli e
+persecuzioni immeritate, sperimentare la fedeltà di quei
+devoti Suoi servi.
+</p>
+
+<p>
+Ora, vorrebbe Ella dirmi, riveritissimo signor mio,
+qual cuore sarebbe il suo se un giorno, aprendo qualche
+giornale, e non ne mancano, nemico di quella Compagnia,
+le accadesse di leggervi le seguenti pagine?
+</p>
+
+<blockquote>
+<p>
+“Assurdo è il supporre che i varî popoli si siano data la
+voce e la parola d'ordine, di odiare, disprezzare e perseguitare
+così, senza scopo nè perchè, un <em>ordine</em> speciale. Dunque
+bisogna ammettere in quest'<em>ordine</em> speciale una causa
+a <em>lui</em> inerente, insita e quasi connaturata, che sempre mostra
+i suoi effetti ed eccita sempre l'odio, il disprezzo e la
+persecuzione non evitabile, nè di fatto mai evitata, in
+pressochè <em>un secolo e mezzo</em>. La qual causa consiste nel
+suo odio teorico e pratico contro il genere umano <em>non gesuita</em>.
+E la causa di quest'odio dove si trova? Ossia, come
+si forma così e si educa l'indole e la natura <em>gesuitica</em> a
+quest'odio teorico e pratico contro il genere umano? Non
+per fermo colla legge morale ed educazione religiosa semplicemente
+<em>cattolica</em>, qual è rivelata da Dio nell'antico e
+<em>nel nuovo</em> Testamento. Resta dunque, che la <em>Compagnia</em>
+<span class="pageno" title="225" id="page-225"></span>
+<em>di Gesù</em>, si sia foggiata una legge, una morale ed un'educazione
+religiosa novella e non <em>cristiana</em>, che seco si porta
+in tutti i paesi dove si va ad abitare, e che mai non ha
+abbandonata per tanti <em>anni</em>, ed anzi andò sempre più perfezionando,
+ossia corrompendo in teoria ed in pratica, ottenendo
+così da tutti i popoli e da tutti i tempi quel ricambio
+di odio, di disprezzo e di persecuzione che essa ha
+giurato e praticato sempre contro tutti i popoli ed in tutti
+i tempi. Or questo impasto di veleno, di odio, di immoralità
+e di empietà che forma ora la <em>regola</em> e la morale, se
+non sempre pratica, almeno sempre certamente teorica,
+della <em>Compagnia di Gesù</em> è quello che si chiama
+<cite xml:lang="la">Monita secreta</cite>.
+</p>
+
+<p>
+“.&nbsp;&nbsp;.&nbsp;&nbsp;.&nbsp;&nbsp;.&nbsp;&nbsp;.&nbsp;Del resto,
+sarebbero ben sciocchi i <em>gesuiti</em>
+se non negassero anche in tal caso la verità conosciuta. Ma
+si mostrerebbero molto più accorti e più savî se invece di
+negare a parole ciò che le loro autentiche e canoniche leggi
+dimostrano a chi sa leggere i loro libri, negassero invece coi
+fatti quello che invece pur troppo coi fatti certamente e notoriamente
+sempre confermarono e confermano ancor presentemente.
+Senza i quali fatti, conformi alle loro leggi, chi
+potrebbe mai spiegare quelle sì ognora rinascenti sollevazioni
+contro di loro di tanti popoli? Le quali non si sono
+verificate mai contro nessun altro <em>ordine religioso</em>; perchè
+nessun altro <em>ordine religioso</em> vi ha mai dato somigliante
+motivo. Giacchè anche qui è vero che
+<i class="quo" xml:lang="la">nihil fit sine ratione
+sufficienti</i>. E se la <em>Compagnia di Gesù</em> sola fra
+tutti gli <em>Ordini religiosi</em> fu sì odiata sempre, convien
+bene che vi sia in lei insita una sufficiente ragione eccitante
+questo continuo e comune odio contro di lei di tutte
+<em>le nazioni</em>. Or questa ragione sufficiente non può trovarsi
+certamente nella Legge <em>religiosa</em>. È dunque, anche per
+ciò solo, necessario il supporre che vi sia ora un'altra legge
+che la regola e governa, ossia la sregola e la sgoverna.
+</p>
+
+<p>
+“La quale legge non è altro che i <cite xml:lang="la">Monita secreta</cite>,
+lambiccati
+e quintessenza dell'odio e della malizia antisociale
+ed anticristiana e <em>dei gesuiti cacciati</em> per divino castigo
+<span class="pageno" title="226" id="page-226"></span>
+<em>dalle loro sedi</em>, e dispersi tra le genti fino al giorno in cui
+riconosceranno anche essi il vero Messia: <em>la libertà</em>. Allora
+avremo forse anche noi
+<i class="quo" xml:lang="la">salutem ex inimicis nostris et de
+manu omnium qui oderunt nos</i>. La <em>Compagnia di Gesù</em>
+infatti, come fu ed è dappertutto influentissima nel male,
+dopo che abbandonò la vera <em>dottrina di Cristo</em>, così sarebbe
+stata e sarà senza dubbio, influentissima nel bene
+quando o non l'avesse abbandonata, o le ritornasse in
+seno.”
+</p>
+</blockquote>
+
+<p>
+Io sono certo che leggendo siffatto ammasso di banali
+insolenze, non sorrette da nessuna ragione, non confortate
+da nessun fatto, da quello infuori, brutalmente vero, delle
+persecuzioni sofferte, Ella proverebbe un impeto di sdegno.
+</p>
+
+<p>
+Ed avrebbe, Riverito Signor mio, non una, ma mille
+ragioni; perocchè oggi chi studia le questioni sociali
+e storielle, sopra libri alquanto più seri che non sieno i
+romanzi di Eugenio Sue, sa, con certezza, che l'invenzione
+dei <cite xml:lang="la">Monita secreta</cite> è una delle
+più spudorate calunnie che
+sieno mai uscite dalla penna di libellista settario.
+</p>
+
+<p>
+Ma sa Ella donde ho tratto le pagine surriferite contro
+la Compagnia di Gesù?
+</p>
+
+<p>
+Sono nè più nè meno che quanto si legge nel volume 6º,
+anno 1881, pagg. 601 e 735 della sua <cite>Civiltà</cite>; soltanto,
+non per ricordare anco una volta. a V. S. Ill.ma il noto
+<i class="quo" xml:lang="la">qui gladio ferit, gladio perit</i>,
+ma per mero artifizio
+di polemica, mi son permesso di sostituire sempre e dovunque
+alla parola <em>ebrei</em> quella di <em>gesuiti</em>, alla parola
+<cite>Talmud</cite> quella di <cite xml:lang="la">Monita secreta</cite>
+(calunnia per calunnia)
+indicando del resto sempre e dovunque le mie modificazioni
+con carattere corsivo; buona fede questa alla quale
+nè i Gesuiti, nè gli Ebrei sono avvezzi da parte dei loro
+avversari.
+</p>
+
+<p>
+Capisco che Ella mi dirà che ciò che si è detto dei
+<cite xml:lang="la">Monita</cite> è calunnia nera, e verità
+invece sacrosanta quanto
+<span class="pageno" title="227" id="page-227"></span>
+l'articolaio suo blatera contro il <cite>Talmud</cite>; ma io le risponderò
+pregandola a rileggere quanto è scritto nei precedenti
+capitoli e ad esaminare, con serena coscienza, se
+più sian convincenti gli argomenti miei o quelli dell'articolaio
+suo; ma siccome in quei capitoli io non pigliavo
+di fronte uno piuttosto che un altro nemico del
+giudaismo, e combattevo, non il calunniatore, ma la calunnia,
+così consenta che in questa mia lunga lettera io
+risponda a talune delle più impudenti osservazioni dell'articolaio
+suo.
+</p>
+
+<p>
+Abilità miranda, malizia sopraffina od arte infernale,
+Riveritissimo Signor mio, è invero quella di cui fa prova
+l'articolaio suo, allorquando a pag. 4 e 5 del vol. V, pretende
+provare che l'Assemblea dei notabili ebrei, prima,
+ed il Sinedrio da poi, convocati a Parigi dal primo Napoleone,
+ingannarono la Francia ed il mondo, e facendo
+mostra di amore pei Francesi e per gli uomini civili in
+generale, proclamarono invece altamente il loro odio per
+tutti quanti non sono Ebrei.
+</p>
+
+<p>
+Riassumo l'argomentazione dell'articolaio suo.
+</p>
+
+<p>
+Egli dice: Gli Ebrei dichiararono in quelle solenni
+adunanze, di avere in conto di fratelli coloro che osservano
+i sette precetti noachitidi. E questo è vero. Ma,
+prosegue l'articolaio, fra questi precetti vi ha quello di
+non mangiar carne strappata da animale vivo, e l'altro
+di aborrire dal culto degli idoli. Ora nessun popolo, tranne
+l'ebreo, aborre dall'uso di carni strappate da animali
+vivi e l'ebreo considera idolatri i Cristiani pel culto di
+latria che rendono a N. S. Gesù Cristo, pel culto di dulia
+che professano alla Beata Vergine. Quindi gli Ebrei dicendo
+di aver in conto di fratelli coloro che osservavano i
+sette precetti noachitidi, venivano, alla fin dei conti, a dire
+che non avevano in conto di fratelli altro che se stessi.
+</p>
+
+<p>
+Non mi affannerò io certamente a provare che il Dio
+<span class="pageno" title="228" id="page-228"></span>
+della Bibbia rivelò a Noè ed a' suoi figli i sette precetti
+che i talmudisti dicono noachitici.
+</p>
+
+<p>
+Son fole, indegne che Ella ed io ci perdiamo tempo.
+</p>
+
+<p>
+Ma vorrà Ella negarmi che quei sette precetti rappresentino
+il <em xml:lang="la">minimum</em>, per così dire, della morale?
+</p>
+
+<p>
+Che vi ha dunque di strano se gli Ebrei dicono doversi
+considerare fratelli quelli soltanto che quei precetti noachitici
+osservano?
+</p>
+
+<p>
+Per noi, educati alle idee di moderna tolleranza, di
+quella tolleranza che l'articolaio suo chiama massonica e
+che io dico cristiana, è infame eccettuare, teoricamente
+almeno, dalla fratellanza universale il cannibale e l'antropofago;
+alla S. V. Ill<sup>ma</sup>&nbsp;—&nbsp;nel cui giornale si tributano
+continui elogi alla cattolica Spagna, che non paga di aver
+bruciato Mori ed Ebrei in casa sua, ha distrutto, quasi,
+in America, le razze autoctone&nbsp;—&nbsp;alla S. V. Ill<sup>ma</sup>, siffatta
+eccezione deve sembrar naturale quando le sia provato
+che non si riferisce a' popoli cristiani o maomettani, ma
+soltanto agli idolatri ed ai cannibali propriamente detti.
+E questo lo proverò in poche righe, malgrado i sofismi,
+diremo <em>rabbinici</em>, dell'articolaio suo.
+</p>
+
+<p>
+Cominciamo <em xml:lang="la">in amoenis</em>, e cioè dal precetto di non
+mangiar carni strappate da animali vivi. Nessuna religione,
+dalla giudaica in fuori, dice l'articolaio suo, ha tale
+precetto siccome rivelato da Dio; sopra il che ricorda
+quanto è scritto nei <cite>Fioretti di San Francesco</cite> nel capo
+<span class="sc num">i</span>
+della vita di Fra Ginepro: “Visitando un frate infermo,
+domandollo: Possoti io fare servigio alcuno? Rispose
+l'infermo: Molto mi sarebbe grande consolazione uno
+peduccio di porco. Disse Frate Ginepro: Lascia fare a
+me. E va e piglia un coltello, ed in fervore di spirito
+va per la selva dov'erano certi porci a pascere, e gittossi
+addosso ad uno e tagliali il piede e fugge lasciando
+il porco col piè troncato” violando così&nbsp;—&nbsp;prosegue
+<span class="pageno" title="229" id="page-229"></span>
+l'articolaio&nbsp;—&nbsp;un precetto noachitico e rendendo
+indegni sè e il Frate infermo che mangiò il peduccio di
+porco, della carità universale ebraica.
+</p>
+
+<p>
+L'articolaio ha dimenticato che il buon Fra Ginepro ha
+violato, non uno ma due precetti noachitidi&nbsp;—&nbsp;tanto è vero
+che i precetti della legge morale sono strettamente connessi
+gli uni cogli altri&nbsp;—&nbsp;ed ha violato proprio un precetto
+che Dio ha dato, non soltanto a Noè, ma a Mosè sul Sinai,
+che la Chiesa cattolica ha conservato fra i comandamenti
+di Dio, e che i codici penali di tutti i paesi del mondo,
+non cannibale, hanno accolto nelle loro ampie braccia:
+<em>Settimo</em>: <em class="sc">Non rubare</em>.
+</p>
+
+<p>
+Non farò io colpa a Fra Ginepro del furto commesso
+e della crudeltà di cui si rese colpevole verso quel povero
+porco; il fervore della carità giustifica colpe ben più
+gravi che non sian quelle del buon fraticello, ma chieggo
+a V. S. Ill<sup>ma</sup> di indicarmi una nazione civile, un uomo
+solo, il cui senso morale non sia completamente ottuso,
+che consenta a recidere un membro ad un animale vivo
+per cibarsene.
+</p>
+
+<p>
+Allorquando i Talmudisti scrivevano non si conosceva
+<em>morale indipendente</em>; sola sorgente di ogni morale era Dio;
+se essi posero sotto la salvaguardia di Dio un precetto
+che Dio non ha certamente rivelato a Noè, ma che ha
+scolpito nel cuore di ogni uomo, vorrà Ella farne colpa
+agli Ebrei? E lo potrebbe Ella, pensando con quanto accanimento
+i giornali di parte sua, e forse la stessa sua
+<cite>Civiltà</cite>, perseguitarono la vivisezione, certamente altrettanto
+crudele quanto l'atto di Frà Ginepro, ma, forse, giustificata
+dal grande incremento che apporta alle anatomiche
+discipline?
+</p>
+
+<p>
+Creda, creda pure l'articolaio, che il mondo civile intero
+professa il precetto noachide di non mangiar carne strappata
+ad animali vivi.
+</p>
+
+<div>
+<span class="pageno" title="230" id="page-230"></span>
+</div>
+
+<p>
+<i class="quo" xml:lang="la">Sed majora premunt</i>. Al dire degli Ebrei,
+i Cristiani
+sono idolatri, quindi non osservano i sette precetti noachitidi
+e quindi sono esclusi da quella che l'articolaio
+suo chiama, elegantemente, fratellanza giudaica.
+</p>
+
+<p>
+Non uso a valermi di altre espressioni, dirò soltanto che
+in questa argomentazione sono altrettante le inesattezze
+quante le parole. Gli Ebrei negano la divinità di N. S.
+Gesù Cristo&nbsp;—&nbsp;se non la negassero, non sarebbero
+Ebrei&nbsp;—&nbsp;ma ammettono e riconoscono che i Cristiani lo adorano,
+non come Uomo, ma come Figlio di Dio. Potranno deplorare
+questo, che per essi è un errore, ma non cadono nell'altro
+di non comprendere che l'Unità di Dio, il monoteismo,
+è dogma anche pei Cristiani. Non adorano certamente
+la Santissima Trinità, non si arrogano di spiegare
+ciò che è mistero per la Religione cristiana, ma sanno che
+il dogma della Trinità non esclude il monoteismo. E se il
+suo articolaio conoscesse almeno di nome la Cabbala e le
+opere di Knorr, di Rosenroth, di Reuchlin e di Rettangel,
+non ignorerebbe che nella Cabbala&nbsp;—&nbsp;che gli Ebrei, come
+Ebrei, non hanno del resto in nessun conto&nbsp;—&nbsp;si trovano
+parecchie allusioni favorevoli al dogma della Trinità.
+</p>
+
+<p>
+Ma senza perderci in questioni cabalistiche, lo stesso
+articolaio non cita a pag. 732, vol. <span class="sc num">vi</span>,
+queste parole del
+Maimonide? “La concezione, colui che concepisce e chi
+è concepito sono in Dio tre modi di essere i quali non
+costituiscono che la stessa essenza, nè formano punto
+una pluralità.”
+</p>
+
+<p>
+Io non mi sento di addentrarmi nel ginepraio di una
+discussione teologica o filosofica, ma parmi, che queste
+parole provino abbastanza chiaramente che, nella mente
+del massimo filosofo e teologo ebreo, il dogma della Trinità
+non è incompatibile col monoteismo.
+</p>
+
+<p>
+Parmi adunque aver dimostrata falsa ed insussistente
+la calunnia che il suo articolaio addebita agli Ebrei adunati
+<span class="pageno" title="231" id="page-231"></span>
+a Parigi di avere, con un abile gioco di parole, manifestato
+il loro odio verso i popoli non israeliti, facendo
+credere a sentimenti di fratellanza cui avrebbe repugnato
+la loro religione. Ma, ad esuberanza, voglio addurre una
+altra prova.
+</p>
+
+<p>
+Il suo articolaio, che a pag. 485 del vol. <span class="sc num">v</span> enumera
+abbastanza esattamente i precetti noachitidi, si accorge
+poi che tutta la sua argomentazione, per provare che, a
+giudizio degli Ebrei, i Cristiani non osservano quei precetti,
+claudica, zoppica. Ed allora cosa fa quel bravo signore,
+che in parecchi luoghi del suo articolo accusa gli
+Ebrei di aver falsato la Bibbia, con un tratto di mala
+fede, veramente rabbinica, a pag. 99 del vol.
+<span class="sc num">vii</span>, include
+fra i precetti noachitidi, <i class="quo" xml:lang="la">risum teneatis</i>,
+la circoncisione!
+<i class="quo" xml:lang="la">Tantae molis erat</i> provare
+che gli Ebrei non credono che
+i Cristiani osservino i precetti noachitidi!!
+</p>
+
+<p>
+E passo ad un altro capo d'accusa.
+</p>
+
+<p>
+L'articolaio suo è andato ad esumare, dai libri di uno
+dei tanti Ebrei rinnegati, il Drach, una vecchia, vecchissima
+accusa contro gli Ebrei.
+</p>
+
+<p>
+“Ancora ai nostri giorni, egli dice, un tribunale di
+tre Ebrei, talvolta i meno civilizzati ed i più ignoranti
+del luogo, ma che dinanzi alla sinagoga ha piena autorità,
+si arroga il diritto (noi gemiamo di doverlo
+dire) di sciogliere i loro correligionari dai loro giuramenti,
+di annullare le loro promesse ed i loro impegni
+più sacri, così pel passato, come pel futuro.” Che il
+Drach fosse un malvagio ed un mentitore impudente,
+sapevamcelo da un pezzo; che il suo articolaio non conoscesse
+verbo del Talmud, se non a traverso le opere venali
+degli Ebrei rinnegati, aveva avuto cura di avvertircene
+egli stesso con queste parole (pag. 215, vol. <span class="sc num">vi</span>):
+</p>
+
+<p>
+“Alle rivelazioni dei Rabbini convertiti si dee pressochè
+esclusivamente quella qualunque (<em>assai scarsa!</em>)
+<span class="pageno" title="232" id="page-232"></span>
+siasi cognizione in cui ora siamo (<em>parli per sè, il</em> dotto
+<em>articolaio, chè gli uomini di buona fede sanno attingere
+ad altre, meno impure, sorgenti</em>) di quella perversa
+legge (<em>il Talmud</em>).” Ma che nel secolo <span class="sc num">xix</span>
+toccasse
+rispondere, per la millesima volta, ad un'accusa di questo
+genere, e che quest'accusa fosse riferita dal giornale di
+una Compagnia meritamente celebre per vastità di dottrina
+ed acutezza di mente, è cosa che davvero non mi
+sarei mai aspettato.
+</p>
+
+<p>
+Siccome però tengo per assioma il precetto che a qualunque
+anche stolida accusa convenga rispondere, così
+rispondo al Drach ed allo articolaio.
+</p>
+
+<p>
+Anche in questo caso si verifica il detto volgare, che
+non c'è fumo senza fuoco, ma è un fuocherello ben piccolo,
+glielo accerto, in paragone di quello dei roghi che
+bruciarono tanti poveri Ebrei ed anche,
+<i class="quo" xml:lang="fr">une fois n'est
+pas coutume</i>, il R. P. Malagrida, che io tengo per altrettanto
+innocente quanto, quei poveri Ebrei.
+</p>
+
+<p>
+Mi stia dunque a sentire, Riverito Signor mio!
+</p>
+
+<p>
+È vero che una volta all'anno l'Ebreo si fa prosciogliere
+dalle promesse non mantenute; ma bisogna distinguere,
+perchè, come Ella mi insegna: <i class="quo" xml:lang="la">Qui bene distinguit,
+proximus est veritati</i>.
+</p>
+
+<p>
+Non si tratta dunque, come il Drach <em>rabbinicamente</em>
+insinua, e l'articolaio pecorescamente copia, di promesse
+fatte a qualsivoglia persona o di giuramenti fatti a privati,
+a tribunali, a principi; si tratta soltanto di <em>voti
+religiosi fatti a Dio e non adempiuti per cause indipendenti
+dalla volontà di chi li ha
+fatti</em>&nbsp;<a id="FNa_325"></a><a href="#Fn_325" class="fna">(325)</a>.
+</p>
+
+<p>
+Ora giova avvertire due cose: e cioè che se un Cattolico
+si trova nello stesso caso, ricorre alla Santa Sede,
+<span class="pageno" title="233" id="page-233"></span>
+che avendo ricevuto da N. S. Gesù Cristo facoltà di sciogliere
+e di legare, lo proscioglie dal voto; l'Ebreo, che non
+ha autorità spirituale, ricorre a tre, che chiamerei probiviri,
+i quali adempiono ad un atto di carità, tranquillizzandone
+la coscienza. Oltre a ciò, è a sapersi che gli
+Ebrei non furono mai troppo teneri dei voti. Nell'<cite>Ecclesiaste</cite>
+è detto: “Meglio è che tu non voti, che se tu
+voti e non adempi” (v. 5) e Rabbi Meir commentando
+questo versetto soggiunge: “Ma meglio assai non far
+nessun
+voto”&nbsp;<a id="FNa_326"></a><a href="#Fn_326" class="fna">(326)</a>.
+E forse il buon Rabbi nell'emettere
+tale parere, aveva presente il versetto 14 del
+<span class="sc num">vi</span> dei
+<cite>Numeri</cite>, nel quale il Signore comandò che chi ha fatto
+un voto e lo ha osservato, debba, tra gli altri sacrifizi,
+offrirne uno in espiazione del peccato di aver fatto un
+voto.
+</p>
+
+<p>
+E se il suo articolaio non fosse convinto e volesse fare
+un atto di giustizia inconsueto in lui, e che si riassume
+nel precetto <i class="quo" xml:lang="la">audietur et altera pars</i>,
+legga la <cite xml:lang="fr">Défense
+du Judaisme</cite>, di Isaac Levy, ed a pag. 62 vi troverà
+ampiamente confutata la sciocca accusa sulla quale, per
+mio conto, mi sono anche troppo dilungato.
+</p>
+
+<p>
+Un'altra accusa che trovo nel vol. <span class="sc num">vi</span>,
+pag. 605, è la seguente:
+</p>
+
+<p>
+“I giudei poi non accettano la testimonianza dei non
+giudei; perchè non si dee credere a chi è sospetto di
+delitti. E tali sono tutti i non giudei. E perciò, anche
+secondo il Talmud, nessun ebreo dee porre una sua
+bestia da soma, o qualsiasi altra nelle stalle dei non
+giudei, nè lasciar sola con essi una loro donna, e neanche
+rimanere egli stesso solo con loro, per sospetti espressi
+chiaramente nel Talmud; ma che bello è il tacere
+<span class="pageno" title="234" id="page-234"></span>
+(<em>e più bello il non accennare, in omaggio al proverbio:
+non parlar di corda in casa del... padre Sanchez</em>).
+“Sospettano dunque, gli Ebrei di tutto il genere umano
+non ebreo, e credono birbanti ed infami tutti fuorchè
+loro: e ciò notisi bene in forza della loro legge e per
+precetto religioso.”
+</p>
+
+<p>
+Sicuro; gli Ebrei ed i loro Rabbini avevano, nel secolo
+V in cui fu scritto il Talmud, il gran torto di non
+fidarsi di chi non professava la loro religione; ma di
+grazia, a che sentimento si ispiravano i Padri del
+<span class="sc num">vi</span>
+Concilio d'Adge e del Concilio Epaonense, vietando ai
+Cristiani di non mangiare cogli
+Ebrei?&nbsp;<a id="FNa_327"></a><a href="#Fn_327" class="fna">(327)</a>.
+A che sentimento
+si inspirava papa Benedetto XIII, per tacer
+d'altri, vietando agli Ebrei di formare società coi Cristiani,
+di esercitare la medicina, di aver domestici cristiani,
+ecc., ecc. E quei predicatori che, al dire di papa
+Martino
+V&nbsp;<a id="FNa_328"></a><a href="#Fn_328" class="fna">(328)</a>,
+che cristianamente ne li biasima, vietavano
+persino ai Cristiani di cuocere pane per gli Ebrei,
+obbedivano, di grazia, a che sentimento?
+</p>
+
+<p>
+Ma Ella mi dirà che, verso l'Ebreo, empio e spregiatore
+di ogni legge umana e divina, la diffidenza non è mai
+troppa, ma che l'Ebreo, sempre trattato amorevolmente
+dagli altri popoli, aveva obbligo di avere verso di loro
+la maggior confidenza.
+</p>
+
+<p>
+Le storie tutte attestano di questa amorevolezza con
+cui eran trattati gli Ebrei, ma a me basta spigolare pochissimi
+fatti, che non sono però fatti isolati, per mostrare
+quanto torto avessero gli Ebrei di diffidare di coloro
+che professavano altre religioni, anche se queste
+<span class="pageno" title="235" id="page-235"></span>
+imponevano come obbligo, la carità e l'amore verso l'uman
+genere.
+</p>
+
+<p>
+A Beziers nella settimana santa <em class="sc">era permesso</em> ai
+Cristiani di pigliare a sassate gli
+Ebrei&nbsp;<a id="FNa_329"></a><a href="#Fn_329" class="fna">(329)</a>.
+</p>
+
+<p>
+Ma pigliarli a sassate non basta, e nelle Assise di
+Bretagna nel 1239, si trova una disposizione che vietava
+di procedere contro chiunque avesse ucciso un
+ebreo&nbsp;<a id="FNa_330"></a><a href="#Fn_330" class="fna">(330)</a>.
+</p>
+
+<p>
+E questi empi Ebrei, così ben protetti dalle leggi dei
+popoli fra cui vivevano, osavano iscrivere nei loro libri
+religiosi, massime di precauzione contro i loro persecutori!
+</p>
+
+<p>
+Perchè, invece, non affidarsi alla pietà di questi? Perchè
+non invocare, per esempio, l'appoggio di quel buon
+Ugo, cappellano del visconte di Rochechouart, di cui voglio
+narrarle le gesta, ad edificazione dell'articolaio suo.
+</p>
+
+<p>
+È quasi certo che Ella sa, e che l'articolaio suo che
+nulla sa, ignora, che una di quelle sante leggi del passato,
+di cui l'articolaio invoca parecchie volte il ripristinamento,
+disponeva che gli Ebrei di Tolosa dovessero
+ricevere uno schiaffo alla porta del maggior tempio, cerimonia
+piissima ed edificante, che durò fino al principio
+del <span class="sc num">xii</span>
+secolo&nbsp;<a id="FNa_331"></a><a href="#Fn_331" class="fna">(331)</a>.
+</p>
+
+<p>
+Ora quel buon cappellano..... ma val meglio lasci la
+parola ad un autore non sospetto di soverchia benevolenza
+verso gli Ebrei: “Quo tempore Ugo, capellanus
+Americi vicecomitis Rocacardensis, cum eodem seniore
+suo Tolosæ adfuit in Pascha: et colaphum judaeo, sicut
+<span class="pageno" title="236" id="page-236"></span>
+illic omnis Pascha semper moris est, imposuit et
+cerebrum illico et oculos ex capite perfido ad terram
+effodit. Qui judæus statim mortuus, ad synagogam judæorum
+de basilica Sancti Stephani elatus, sepulturæ
+datus est.”&nbsp;<a id="FNa_332"></a><a href="#Fn_332" class="fna">(332)</a>.
+</p>
+
+<p>
+E badi, Riverito Signor mio, che questi perfidi Ebrei
+avevano tanto maggior torto di diffidare di questi mitissimi
+avversari, in quanto la legge li tutelava così bene,
+che al piissimo cappellano Ugo non fu torto un capello!
+</p>
+
+<p>
+Ma che vado io cercando esempi nel <em>tanto calunniato
+medio evo</em> (come si suol dire nel suo giornale), per provare
+il torto grandissimo che avevano gli Ebrei di non
+fidarsi dei loro nemici?
+</p>
+
+<p>
+Lo stesso suo articolaio mi fornisce un argomento prezioso.
+È noto, <i class="quo" xml:lang="la">lippis et tonsoribus</i>,
+che la Spagna, fra
+tutte le nazioni europee, è quella che gode la maggior
+simpatia di V. S. Ill.ma e dei redattori del suo giornale,
+tanto è vero che a pag. 456 del volume <span class="sc num">v</span>
+la trovo chiamata
+“la più cavalleresca ed anche forse la più cattolica
+di tutte le nazioni.”
+</p>
+
+<p>
+Ora, il suo pio articolaio visto, che se i tempi non volgono
+propizi agli arrosti, non sono neppur adatti a ristabilire
+la <em>colafizazione</em> di Tolosa, appena sente che il
+Governo spagnuolo si mostra disposto a richiamare gli
+Ebrei, scrive queste precise parole:
+</p>
+
+<p>
+“Poco si fidano gli Ebrei dell'ospitalità spagnuola. E
+non hanno torto. Tanto più che la Spagna passa ora
+per avere le finanze sì pubbliche e sì private un po'
+ammalate. E quando gli Ebrei vi avessero seco portati
+<span class="pageno" title="237" id="page-237"></span>
+i loro milioni, non si sa se poi qualche moto antisemitico
+non dovesse ricacciare gli Ebrei dalla Spagna, ritenendo
+i milioni. Sono cose già accadute, e che il presente
+dominio liberalesco non può che rendere sempre
+più facili a riaccadere.”
+</p>
+
+<p>
+Lascio a parte l'insinuazione contro il dominio liberalesco;
+non oppongo l'osservazione che Ferdinando ed Isabella,
+che cacciarono gli Ebrei, ebbero dalla storia un nome
+che, grazie a V. S. Ill.ma, ed a pochi suoi accoliti, significa
+l'opposto di liberale; ma chieggo, a chiunque abbia
+pratica di arguzie rabbiniche, se dalle linee che ho testè
+riferito, non appare chiaro il desiderio del pio articolaio
+suo, che avvenga ciò ch'egli ipocritamente finge di temere,
+che cioè la <em>cattolica</em> e <em>cavalleresca</em> Spagna scacci
+<em>cavallerescamente</em> gli Ebrei, e ne ritenga,
+altrettanto <em>cavallerescamente</em>,
+i milioni, dato e non concesso che milioni
+ci sieno?
+</p>
+
+<p>
+E quando oggi ancora, in pieno <span class="sc num">xix</span>
+secolo, esistono pie
+persone come l'articolaio suddetto, come il Rohling, come
+il sucido falsario dell'anonimo opuscolo di Prato, come
+quel rinnegato di tutte le nazioni e di tutte le religioni
+che si fa chiamare Osman bey, vi è di che meravigliarsi
+se gli Ebrei del <span class="sc num">v</span> secolo avevano
+ricorso a qualche provvedimento
+precauzionale contro i loro nemici?
+</p>
+
+<p>
+E qui giunto alla fine mi nasce, Riveritissimo Signor
+mio, un dubbio.
+</p>
+
+<p>
+Valeva egli la pena di discutere coll'articolaio suo
+che mi dà prove luminose di dottrina, collocando Damasco
+in Egitto (<span class="sc num">vii</span>, 476); facendo di
+S. E. il generale Menabrea
+un ebreo (<span class="sc num">vii</span>, 238), quando sanno anche i bimbi
+che quell'egregio uomo di Stato fu tra i fondatori dell'<cite>Armonia</cite>,
+ed infine mettendo, come già ebbi a rilevare,
+la circoncisione fra i precetti noachidi? Ma istruire gli
+ignoranti è opera di carità, ed io non rimpiangerei le
+<span class="pageno" title="238" id="page-238"></span>
+mie parole se non temessi che l'articolaio in questione,
+fosse fra quegli ignoranti che non vogliono essere istruiti.
+</p>
+
+<p>
+Come si fa per esempio ad ammettere la buona fede,
+altrimenti che spiegandola colla crassa ignoranza, dello
+scrittore che a pag. 736 del vol. <span class="sc num">vi</span>,
+scrive queste parole:
+</p>
+
+<p>
+“<em>Polemicamente</em> poi si manifesta la reazione religiosa
+ebraica con quell'informe ammasso dei loro libri, tutti
+diretti contro quanto non è ebreo. Più celebri fra questi,
+perchè più empî e più blasfematorî, sono il <cite>Toldos
+Jescou</cite> ossia la <i id="generaziene">generazione</i> di Gesù,
+e il <cite>Maase Talony</cite>,
+ossia <cite>Storia dell'impiccato</cite>. Ma gli Ebrei si vantano
+ancora di possedere tre <cite>Nizacchi</cite> ossia
+<cite>Libri vittoriosi</cite>
+contro i Cristiani e contro il Vangelo, composti
+l'uno dal Rabbino Matatial, l'altro dal Rabbino Lipman,
+ed il terzo dal Rabbino Giuseppe Kimchi.
+</p>
+
+<p>
+“.&nbsp;&nbsp;.&nbsp;&nbsp;.&nbsp;&nbsp;.&nbsp;&nbsp;.&nbsp;Orribili
+veramente sono quei libri:
+ma però necessari a conoscersi da chi vuol sapere ciò
+che veramente pensano dei Cristiani gli Ebrei.”
+</p>
+
+<p>
+Apra l'articolaio il <cite>Dizionario storico degli Autori
+Ebrei</cite>, opera di quell'eccellente sacerdote cattolico che fu
+il prof. De Rossi, a pag. 152 del vol. 2º, e troverà che
+il <cite>Toledoth Jesù</cite> ed il <cite>Maasse Jésù</cite> o
+<cite>taluì</cite> sono un libro
+solo con due titoli diversi, e quanto poi al farne colpa
+agli Ebrei vedrà che il celebre Mendelssohn protesta
+“che è uno di quei libri che nessun ebreo di buon
+senso legge o conosce” e che lo stesso De Rossi conviene
+che “tutti i più savi e dotti Rabbini sono talmente
+persuasi della sua impostura che non ne trovo
+veruno di tanti che hanno scritto di controversie, e difesa
+la loro religione contro de' Cristiani, che abbia osato citarlo
+per genuino, per antico, per autorevole.”
+</p>
+
+<p>
+Mi è impossibile riportare intiero il capitolo del
+De Rossi, ma lo legga l'articolaio, e vedrà che l'autore
+del libercolo è ignoto e non è neppur provato che
+<span class="pageno" title="239" id="page-239"></span>
+esso sia un ebreo; sicchè volerne far colpa all'intiera
+nazione giudaica, sarebbe come dire che tutti gli Europei
+sono empî, perchè in Europa fu pubblicato, se pur fu
+pubblicato, il <cite xml:lang="la">De Tribus impostoribus</cite>.
+Quanto a quelli,
+che in gergo romanesco-giudaico, l'articolaio chiama <cite>Nizzacchi</cite>,
+legga il De Rossi ed all'articolo Matatia, e non
+Matatial, come sproposita l'articolaio, troverà che questo
+Rabbino d'incerta età e luogo, è autore di un libro polemico
+<em>manoscritto</em>, noti l'articolaio <em>manoscritto</em>, contro
+il Vangelo, intitolato: <cite>Nitzachon</cite>, o
+<cite>Libro della Vittoria</cite>.
+</p>
+
+<p>
+All'articolo <cite>Lipman</cite>, troverà che costui compose nel
+1399 un altro <cite>Nitzachon</cite> in cui confuta gli atei, i sadducei,
+i caraiti, e specialmente i Cristiani, ed esamina
+tutti i testi della scrittura da loro prodotti per provare
+i loro dogmi; all'articolo Kimchi Giuseppe, troverà accuratamente
+notati i varî titoli delle opere anticristiane
+di questo dottissimo Rabbino spagnuolo del
+<span class="sc num">xii</span> secolo, il
+quale, al pari degli altri due scellerati Rabbini sunnominati,
+ha avuto il torto di scrivere dei libri in difesa della
+religione che professava senza chiederne il permesso all'articolaio
+suo.
+</p>
+
+<p>
+Ed il suo articolaio può rabbrividire ed inorridire e
+raccapricciare quanto vuole nel ricordarli, ma deve sapere
+che le opere, quasi tutte inedite, del Kimchi, per
+dir di questo solo, vennero ritenute dal celebre Michaelis,
+dal Bruns, dall'anonimo autore delle Effemeridi di Gotha,
+e da altri letterati moderni, valentissimi nella filologia
+orientale e sacra, tanto utili per il progresso della medesima
+e di tanto pregio e importanza, che vivamente
+desiderarono che venissero ricercati con diligenza e dissotterrati
+e pubblicati.
+</p>
+
+<p>
+Un'ultima osservazione ed ho finito. L'articolaio suo
+accusa gli Ebrei (vol. <span class="sc num">x</span>, pag. 611)
+di aver sostituito
+al precetto biblico: “<i class="quo">Ama dunque il Signore Iddio tuo</i>
+<span class="pageno" title="240" id="page-240"></span>
+<i class="quo">con tutta l'anima tua e con tutto il tuo maggior potere</i>”
+l'altro <i class="quo">che Dio non si dee amare ma soltanto
+temere</i>.
+</p>
+
+<p>
+Se fossimo ancora nei tempi in cui la lingua ebraica
+era ignota ai Cristiani, se i riti e i costumi degli Ebrei
+fossero avvolti nel più profondo mistero, simile accusa
+potrebbe forse comprendersi; ma essa riesce, oggigiorno,
+peggio che inesplicabile.
+</p>
+
+<p>
+Tutti sanno che gli Ebrei hanno una speciale preghiera,
+lo <cite>Sceman</cite>, che devono ripetere almeno due volte
+al giorno, e che è per loro il simbolo della loro fede,
+ciò che il <cite xml:lang="la">Credo</cite> è pei cattolici,
+sicchè tutti i martiri
+ebrei, morirono collo <cite>Sceman</cite> sulle labbra.
+</p>
+
+<p>
+Ora i primi versetti di questa preghiera, di questo
+<cite xml:lang="la">credo</cite>, sono testualmente i
+versetti 4&ndash;9 del libro <span class="sc num">vi</span> del
+<cite>Deuteronomio</cite>, e quindi le parole:
+<i class="quo">Ama dunque il Signore
+Iddio con tutta l'anima tua e con tutto il tuo maggior
+potere</i>, che non sono altro che il 5º versetto del libro
+citato del Deuteronomio, forman proprio parte di questa
+preghiera quotidiana.
+</p>
+
+<p>
+Ma non basta; chè gli Ebrei aggiustano tanta importanza
+a questo versetto, che secondo l'articolaio avrebbero
+invece posto in non cale, che oggi ancora pronunziandolo
+“all'oggetto di concentrare la loro attenzione sopra questa
+verità fondamentale della Religione, usano, dietro l'esempio
+di un antico dottore della legge, coprirsi gli occhi
+colla mano
+destra”&nbsp;<a id="FNa_333"></a><a href="#Fn_333" class="fna">(333)</a>.
+</p>
+
+<p>
+Come ella vede a farlo apposta l'articolaio per una
+delle poche volte che ha accusato gli Ebrei, senza riprodurre
+<span class="pageno" title="241" id="page-241"></span>
+calunnie trite e ritrite, ha avuto proprio la
+mano felice!
+</p>
+
+<p>
+E chiedendo scusa a Lei, della lunga cicalata, depongo
+la penna, pregandola di credere che è con sommo dolore
+che devo dar posto ad uno scrittore della <cite>Civiltà Cattolica</cite>
+fra un Rohling ed un Osman bey.
+</p>
+
+<div class="data">
+ <p>Gradisca, ecc.</p>
+</div>
+<div class="destra">
+ <div class="firma">
+ <p class="center"><span class="sc aut">Corrado Guidetti</span></p>
+ <p class="center"><i>Dottore in lettere.</i></p>
+ </div>
+</div>
+
+<div class="footnote"><a id="Fn_325"></a>
+<p class="foot"><a href="#FNa_325"><span class="label">(325)</span></a>
+Tur Orach Chaim, cap. <span class="sc num">dcxix</span>.
+</p>
+</div>
+
+<div class="footnote"><a id="Fn_326"></a>
+<p class="foot"><a href="#FNa_326"><span class="label">(326)</span></a>
+<cite>Chulin</cite>, <span class="sc num">i</span>, <i>a</i>.
+</p>
+</div>
+
+<div class="footnote"><a id="Fn_327"></a>
+<p class="foot"><a href="#FNa_327"><span class="label">(327)</span></a>
+<cite xml:lang="la">Conciliorum coll.</cite>, t.
+<span class="sc num">iv</span>, pag. 1389.
+</p>
+</div>
+
+<div class="footnote"><a id="Fn_328"></a>
+<p class="foot"><a href="#FNa_328"><span class="label">(328)</span></a>
+Bolla, anno 1429.
+</p>
+</div>
+
+<div class="footnote"><a id="Fn_329"></a>
+<p class="foot"><a href="#FNa_329"><span class="label">(329)</span></a>
+<cite class="norm" xml:lang="la">Ex Cronica Gonfredi Vosiensis</cite>,
+anno 1167, Dom. Bouquet,
+t. <span class="sc num">xii</span>, p. 496.
+</p>
+</div>
+
+<div class="footnote"><a id="Fn_330"></a>
+<p class="foot"><a href="#FNa_330"><span class="label">(330)</span></a>
+<span class="sc aut">D'Argentré</span>,
+<cite class="norm" xml:lang="fr">Histoire de Bretagne</cite>,
+libro <span class="sc num">iv</span>, capo <span class="sc num">xxiii</span>,
+p. 207.
+</p>
+</div>
+
+<div class="footnote"><a id="Fn_331"></a>
+<p class="foot"><a href="#FNa_331"><span class="label">(331)</span></a>
+Dom. Bouquet.
+<cite class="norm" xml:lang="fr">His. d. Fr.</cite>, t.
+<span class="sc num">xii</span>.
+</p>
+</div>
+
+<div class="footnote"><a id="Fn_332"></a>
+<p class="foot"><a href="#FNa_332"><span class="label">(332)</span></a>
+<cite xml:lang="la">Ex Chronico Ademari Cabanensis</cite> ad an. 1020 in
+<cite class="norm" xml:lang="fr">Recueil des hist. de France</cite>
+di Dom. Bouquet, tomo <span class="sc num">x</span>, p. 154.
+Cfr. <span class="sc aut">Mary Lafon.</span>
+<cite class="norm" xml:lang="fr">Hist. du midi de la France</cite>, t.
+<span class="sc num">ii</span>, p. 122.
+</p>
+</div>
+
+<div class="footnote"><a id="Fn_333"></a>
+<p class="foot"><a href="#FNa_333"><span class="label">(333)</span></a>
+<span class="sc aut">Mortara</span>,
+<cite>La religione israelitica compendiosamente
+esposta</cite>, Mantova, Beretta, 1855, pag. 40.
+</p>
+</div>
+
+<div class="section"></div>
+
+<h3 id="tit-7">
+<a href="#ritit-7">2º <span class="sc aut">G. B. Borelli.</span></a>
+</h3>
+
+<p class="subtitle">
+La questione semitica e la sua possibile soluzione.
+</p>
+
+<p>
+Un senatore del Regno, l'on. G. B. Borelli, si è occupato
+dell'argomento che ci preoccupa in un opuscolo
+intitolato: la <cite>Questione semitica e la sua possibile soluzione</cite>.
+Il Borelli, diciamolo subito, conviene con noi che
+oggi la questione semitica è questione sociale non religiosa,
+e nemico come egli si addimostra di tutte “le
+superstizioni religiose e di tutte quelle modalità materiali
+di culto che isteriliscono ed ammorbano il sentimento
+religioso” vede la soluzione della questione nei matrimoni
+misti.
+</p>
+
+<p>
+Alieni siccome siamo da ogni pregiudizio religioso, non
+proviamo nessuna ripugnanza per la soluzione proposta
+dall'on. Borelli. Gli osserviamo però che egli manca di
+logica.
+</p>
+
+<p>
+Poichè egli ammette che il fanatismo religioso non
+entra per nulla nella persecuzione degli Israeliti, poichè
+<span class="pageno" title="242" id="page-242"></span>
+egli ammette che gli Ebrei sono perseguitati “perchè
+assorbono e monopolizzano molti interessi commerciali ed
+industriali e sono in via di impossessarsi della maggior
+parte di essi” a che cosa crede egli di rimediare coi
+suoi matrimoni misti?
+</p>
+
+<p>
+Se l'on. Borelli legge i giornali, egli vedrà che oggi
+il partito che aspira al sovvertimento sociale ha messo
+in pratica il principio della divisione del lavoro.
+</p>
+
+<p>
+In quei paesi dove le maggiori ricchezze sono nelle
+mani dell'aristocrazia, giornalisti, indegni di questo nome,
+vanno racimolando nella storia tutto quanto può servire
+a gittar l'onta ed il discredito sugli eredi dei più grandi
+nomi storici; dove l'aristocrazia è povera, e perciò non
+odiata, e l'industria potente, sono gli industriali che si
+designano alle ire del popolino come sanguisughe efferate,
+come sfruttatori dei loro operai, ecc., ecc. Là infine
+dove gli Ebrei sono più ricchi è contro di essi che si eccitano
+le malvage passioni della plebe ignorante e fanatica.
+</p>
+
+<p>
+Metta in pratica l'on. Borelli la sua panacea del matrimonio
+misto, vada anche anche più in là se vuole, converta
+tutti gli Ebrei al Cristianesimo, li copra magari
+della cocolla del cappuccino o li ascriva al terz'Ordine
+di San Francesco, e la questione muterà forse nome, ma
+resterà intatta.
+</p>
+
+<p>
+Se tutti i membri della famiglia Rothschild si unissero
+in matrimonio con Cristiani, ciò non scemerebbe
+punto il numero degli invidiosi della loro fortuna.
+</p>
+
+<p>
+E la questione sociale, come la questione semitica, è
+fatta di invidia.
+</p>
+
+<p>
+Ora creda pure l'on. Borelli che l'invidia non si attutisce
+coi matrimoni misti.
+</p>
+
+<p>
+Ciò che occorre, ciò che è necessario, è che i perseguitati
+di ieri, come i perseguitati d'oggi, come quelli di
+<span class="pageno" title="243" id="page-243"></span>
+domani, tutti coloro insomma che hanno qualche cosa da
+perdere, si stringano in un fascio, che tutti concorrano
+a dissipare le calunnie che gli interessati vanno sobillando
+or contro una casta, or contro una Corporazione
+religiosa, or contro i seguaci di una credenza.
+</p>
+
+<p>
+Il pericolo che minaccia gli uni, minaccia gli altri e
+l'Ebreo che ridesse delle persecuzioni che contro il clero
+cattolico si organizzarono in taluni paesi, non sarebbe
+meno insensato del Gesuita che plaudisse agli eccessi che
+i degni successori degli Unni, commettono in Ungheria.
+</p>
+
+<p>
+Gli uni e gli altri riderebbero del trionfo dei loro nemici!
+</p>
+
+<h3 id="tit-8">
+<a href="#ritit-8">3º <cite class="sc" xml:lang="fr">L'Antisémitique</cite>
+(giornale)&nbsp;—&nbsp;<i>Montdidier</i>.</a>
+</h3>
+
+<p>
+Abbiamo sormontato quel disgusto che ad ogni uomo
+onesto ispirano la menzogna la più impudente e la calunnia
+la più schifosa, ed abbiamo letto, con scrupolosa
+attenzione, i primi dieci numeri
+dell'<cite xml:lang="fr">Antisémitique</cite> che
+vede la luce a Montdidier collo scopo apparente di combattere
+gli Ebrei, collo scopo reale di combattere le convenzioni
+ferroviarie proposte dal ministero francese, e di
+farsi gettare nelle fameliche fauci un'offa dal Barone di
+Rothschild.
+</p>
+
+<p>
+Il nostro coraggio nel leggere il giornale-libello non
+vogliamo sia inutile, sicchè daremo ai lettori nostri una
+breve recensione dell'immondo fogliaccio.
+</p>
+
+<p>
+A dimostrare la sciocchezza e l'ignoranza crassa dei
+redattori di quel giornale, addurremo tre prove soltanto.
+</p>
+
+<p>
+Nel suo sesto numero, annoverando gli Ebrei che occuparono
+altissime cariche in Europa, pone fra questi,
+<span class="pageno" title="244" id="page-244"></span>
+non lo si indovinerebbe in mille, il cardinale Antonelli!
+E quasi ciò non bastasse, nel numero 8, ribadisce la
+strana asserzione con queste precise parole:
+<i class="quo" xml:lang="fr">Le feu cardinal
+Antonelli qui était juif de sang et de naissance.</i>
+</p>
+
+<p>
+Come meravigliarsi dopo ciò che lo stesso giornale che
+tratta da ebreo un cardinale di Santa Chiesa, affermi,
+con sicumera tutta propria, che gli Ebrei esalano un odore
+speciale? e come meravigliarsi che difetti a tal segno di
+logica, da pubblicare, nel suo numero 9, una lettera d'un
+tal di Hervilly,&nbsp;—&nbsp;che pare voglia farsi credere letterato
+e poeta&nbsp;—&nbsp;il quale si lagna di tre scortesie ricevute dal
+conte di Larochefoucauld duca di Bisaccia, uno dei capi
+del partito cattolico francese, dalla duchessa di Magenta,
+la cui severa pietà è universalmente nota, e dalla principessa
+Riccardo di Metternich e trova che la colpa è,
+<i class="quo" xml:lang="la">risum teneatis</i>, degli Ebrei,
+che hanno bandito di Francia
+la cortesia francese!!
+</p>
+
+<p>
+Parmi bastino questi tre esempi, a dimostrare che l'organo
+magno dell'antisemitismo francese è redatto da
+idioti; uno solo basterà a provare che è redatto da malvagi
+e lo trarrò dal solo articolo del giornale in cui non
+sia discorso di Ebrei.
+</p>
+
+<p>
+È inserito nel numero 10 del giornale ed è tutto rivolto
+contro gli inglesi. E l'immondo libellista osa proporre
+che&nbsp;—&nbsp;in caso di guerra tra la Francia e l'Inghilterra&nbsp;—&nbsp;la
+Francia, calpestando i trattati che seguirono
+la guerra di Crimea, ristabilisca le lettere di marca e,
+per danneggiare la nemica potenza, si valga dell'opera
+infame dei corsari!!
+</p>
+
+<p>
+Davvero che vi è da arrossire di dover, nell'ultimo
+quarto del <span class="sc num">xix</span> secolo, occuparsi di tali
+sanguinose aberrazioni.
+</p>
+
+<p>
+Noi toccheremo dunque di questo giornale, soltanto
+perchè pur troppo, nel secolo nostro che pur si vanta
+<span class="pageno" title="245" id="page-245"></span>
+illuminato, non vi ha voce, per quanto uscita da infame
+luogo, che non possa produrre le sue conseguenze.
+</p>
+
+<p>
+E ce ne occupiamo anche perchè nell'<cite xml:lang="fr">Antisémitique</cite>
+troviamo la conferma di parecchie fra le asserzioni che
+siam venuti mettendo innanzi nel corso di questo lavoruccio.
+</p>
+
+<p>
+Abbiam detto che l'antisemitismo è una delle tante
+manifestazioni di quel mostro proteiforme che è il radicalismo,
+e nel numero 7 dell'<cite xml:lang="fr">Antisémitique</cite> troviamo a
+proposito del famoso processo di Tisza Esslar e dell'equanime
+contegno di quel procuratore del Re, sig. Szeyffert,
+le seguenti parole:
+</p>
+
+<p>
+“Nous ne sommes pas surpris d'apprendre que tous
+les membres du barreau presque tous <i class="quo" xml:lang="fr">des démocrates
+et des ennemis déclarés du cléricalisme</i> sont indignés
+de la partialité du procureur du roi Szeyffert.”
+</p>
+
+<p>
+E quasi ciò non bastasse, l'<cite xml:lang="fr">Antisémitique</cite> ci prova le
+strette relazioni che passan fra esso e la Massoneria
+francese, e nel numero 5 ne apprende che
+<i class="quo" xml:lang="fr">les franc-maçons antijuifs sont
+innombrables</i>&nbsp;<a id="FNa_334"></a><a href="#Fn_334" class="fna">(334)</a>
+e nel numero 6 che
+<i class="quo" xml:lang="fr">le nombre des maçons antisémites est légion</i>.
+Dichiarazioni queste di grandissima importanza, e perchè non
+contraddette dalla Massoneria francese e perchè scritte in
+un paese dove, chi ha un po' di memoria, non ha dimenticato
+gli aiuti che la Massoneria, col pretesto di porsi
+mediatrice fra la Comune ed il Governo di Versailles, ha
+prestato alla prima.
+</p>
+
+<p>
+Abbiam detto che i persecutori dei Gesuiti sono ad un
+<span class="pageno" title="246" id="page-246"></span>
+tempo i persecutori degli Ebrei e
+l'<cite xml:lang="fr">Antisémitique</cite> ci porge,
+anche di questo prove abbondanti.
+</p>
+
+<p>
+Nel num. 2 in una lettera ai suoi corrispondenti dichiara,
+parlando degli Ebrei: “Noi sapremo renderli in
+esecrazione al mondo intiero facendoli conoscere” e poche
+righe prima non ha trovato ingiuria più grave da scagliare
+contro gli Ebrei di questa: <em xml:lang="fr">Association jésuitique</em>.
+Notiamo, per semplice curiosità, e per mostrare più a nudo
+i sicari della penna che abbiam preso a smascherare,
+che essi nella stessa lettera si appropriano l'odiosa massima
+<i class="quo">il fine giustifica i mezzi</i>, che attribuita, a ragione
+od a torto, ai Gesuiti, fu meritamente stigmatizzata dalla
+coscienza di tutti gli onesti.
+</p>
+
+<p>
+Non è infatti Rodin, od il padre d'Aigrigny, e non è
+neppure un ebreo, che esclama nell'articolo già citato:
+<i class="quo" xml:lang="fr">Qu'importent les moyens quand le but est loyal!</i>
+</p>
+
+<p>
+Nel numero 6 per eccitare l'odio verso quella eccellente,
+e veramente caritatevole Associazione che è l'<cite xml:lang="fr">Alliance
+Israélite Universelle</cite>, dice che essa si compone
+<i class="quo" xml:lang="fr">d'autant
+de Jésuites et de Bonapartistes que de Juifs</i> e rincara
+la dose nei numeri seguenti, e specialmente nell'8º, dove,
+in una corrispondenza da Londra, accusa due reverendi
+Padri della Compagnia di Gesù, di essersi legati in complicità
+con dei banchieri ebrei per commettere, non sappiamo
+qual grossa frode finanziaria, a proposito di un
+prestito della repubblica di Honduras!!
+</p>
+
+<p>
+Infine abbiam detto che gli antisemiti attuali, non
+hanno che fare colla Chiesa cattolica e con nessuna Comunione
+cristiana, ed il nostro compiacente libellista prova
+anche più di quello che noi avevamo asserito.
+</p>
+
+<p>
+Esso vien pubblicando dei così detti studi sulla Bibbia,
+dove, attingendo a piene mani agli scritti di Voltaire
+e di Pigault Lebrun, volge in ridicolo il Libro che
+è egualmente sacro ai Cristiani ed agli Ebrei, e che entrambe
+<span class="pageno" title="247" id="page-247"></span>
+le Religioni hanno siccome rivelato. Una sola
+linea tolta da quel lavoro basterà a darne un concetto
+esatto. La tolgo dal num. 3:
+“<i class="quo" xml:lang="fr">Les gens grossiers qui
+construisirent la Bible.</i>”
+</p>
+
+<p>
+Nel num. 10 poi lo stesso giornale ci dà la notizia
+che la società dei <cite>Liberi Pensatori</cite> di Orléans ha deciso
+di escludere dal suo seno gli Ebrei, per ciò soltanto che
+sono Ebrei. Alla grazia di quei <cite>Liberi Pensatori</cite>!
+</p>
+
+<p>
+Ho dimostrato che l'<cite xml:lang="fr">Antisémitique</cite> non è
+soltanto idiota
+e malvagio, ma che è radicale, massone, persecutore dei
+Gesuiti, irrisore della Bibbia, negatore di ogni religione
+rivelata, libero pensatore.
+</p>
+
+<p>
+Dopo ciò è difficile a spiegarsi che tre giornali cattolici
+abbiano annunziato con favore il giornale-libello.
+</p>
+
+<p>
+Certamente tre in confronto di tutti i giornali cattolici
+che vedono la luce in Europa, non è gran cosa e
+questo numero scema di importanza ancora, quando si
+sappia che a comporre quel numero concorre un ridicolo
+giornaluccio di Modena, e l'<cite xml:lang="fr">Univers</cite> di Parigi,
+che non
+seppe mai serbar misura in nessuna questione e che è
+l'organo del fanatismo il più cieco. Addolora invece trovare
+fra i giornali che accolsero favorevolmente il libello
+di Montdidier, l'<cite>Ateneo</cite> di Torino, giornale cattolico nel
+buon senso della parola, e scevro da ogni fanatismo; e
+tanto più ci addolorano le parole che il giornale cittadino
+indirizzava nel suo numero del 10 giugno 1883, al
+libello di Montdidier, in quanto le vediamo accompagnate
+da una tenera ammonizioncella, che dimostra proprio il
+desiderio dell'<cite>Ateneo</cite> di ricondurre il figliuol prodigo sulla
+buona strada.
+</p>
+
+<p>
+Mettiam pegno che il 10 giugno l'egregio e reverendo
+teologo Biginelli non era in Torino, e che il saluto mandato
+dall'<cite>Ateneo</cite> all'organo dell'antisemitismo e della pirateria
+è opera dello scaccino della parrocchia.
+</p>
+
+<div class="footnote"><a id="Fn_334"></a>
+<p class="foot"><a href="#FNa_334"><span class="label">(334)</span></a>
+L'antisemitismo non sarebbe cosa nuova in massoneria
+se è vero, e crediamo lo sia, quanto ci apprende la <cite>Civiltà
+Cattolica</cite> (serie <span class="sc num">ix</span>,
+vol <span class="sc num">v</span>, p. 107), che tuttora dura in più
+luoghi e segnatamente in Austria ed in Germania, l'antica,
+e già comune, legge di escludere gli Ebrei dalle loggie.
+</p>
+</div>
+
+<div class="section">
+<span class="pageno" title="248" id="page-248"></span>
+</div>
+
+<h3 class="lungo" id="tit-9">
+<a href="#ritit-9">4º
+<span class="sc aut">Osman bey</span>.&nbsp;—&nbsp;<cite>Gli
+Ebrei alla conquista del mondo</cite>,
+<span class="sc num">ix</span> Edizione Internazionale
+(<em xml:lang="la">sic</em>) italiana,
+<cite>aggiuntevi Rivelazioni
+sull'Alleanza Israelitica universale</cite>. Venezia,
+Favaj 1883.</a>
+</h3>
+
+<p>
+Allorquando un amico mi mandò da Venezia questo libricciattolo,
+conoscevo già di nome l'autore. È un grafomane,
+mezzo turco e mezzo russo, mezzo osmanli e mezzo
+cristiano, mezzo bey e mezzo gentiluomo,
+<i class="quo" xml:lang="la">semibovemque
+virum, semivirumque bovem</i>. Ho perciò lungamente esitato
+prima di dar luogo in questo mio lavoruccio ad una
+qualsiasi risposta, ed ho esitato specialmente, perchè, pei
+gentiluomini non turchi, vi è qualcheduno di più sacro
+della donna, del bimbo, del vecchio, del prete&nbsp;—&nbsp;queste
+quattro debolezze&nbsp;—&nbsp;ed è il soldato che tollerò, paziente,
+sanguinose offese.
+</p>
+
+<p>
+Dopo che un signor prof. Ottolenghi di Venezia, rispondendo
+a questo signore, ha potuto scrivere impunemente
+queste parole: “Se osaste ripetermi in faccia che
+l'Italia s'è fatta coll'oro, getterei le mie scarpe nelle
+immondizie dopo aver loro fatto fare la vostra conoscenza”
+pare davvero poco decoroso l'occuparsi di
+questo bey.
+</p>
+
+<p>
+Ma lo stesso amico che mi inviò l'opuscolo, mi previene
+ora che si è trovata nel Veneto una accolta di persone,
+non so se più imbecilli o maligne, per acquistare molte
+copie dell'opuscolo del bey e diffonderlo a larghe mani;
+è dunque forza occuparsi di questo libricciattolo e lo faremo.
+</p>
+
+<p>
+Chi è Osman bey? La sua grafomania lo ha spinto a
+rivelarcelo egli stesso in un libro che col menzognero titolo:
+<span class="pageno" title="249" id="page-249"></span>
+<cite>Gli Inglesi in
+Oriente</cite>&nbsp;<a id="FNa_335"></a><a href="#Fn_335" class="fna">(335)</a>,
+non è che la storia sua
+e della sua famiglia. In quell'opuscolo il bey gitta a piene
+mani l'oltraggio sulla nobile figura di suo padre, il dottor
+Giulio Millingen, egregio medico e pubblicista inglese dimorante
+in Oriente, e su una sua stessa sorella, di cui
+tutta Venezia onora la profonda pietà, l'intemerato carattere,
+la contessa Evelina Millingen ne' Pisani.
+</p>
+
+<p>
+Il bey è un rinnegato di tutte le nazioni, di tutte le
+religioni. Nato inglese, lo troviamo poi or turco, or russo;
+anglicano dapprima, poi cattolico e conte del papa, poi
+musulmano, ed ora crediamo greco-scismatico, il bey fu
+sin dalla sua prima infanzia il protagonista di un dramma
+religioso&nbsp;<a id="FNa_336"></a><a href="#Fn_336" class="fna">(336)</a>.
+</p>
+
+<p>
+Adesso lo troviamo animato da un odio veemente, implacabile,
+contro gli Ebrei.
+</p>
+
+<p>
+Duplice è la causa di quest'odio.
+</p>
+
+<p>
+Il povero bey ha due nobili passioni nel cuore. Detesta,
+esecra la sua famiglia e la sua patria: l'Inghilterra.
+</p>
+
+<p>
+Ora, sua sorella, costretta da lui ad una lite assurda,
+temeraria, affidò le sue ragioni ad un avvocato ebreo,
+l'illustre comm. Diena, onore del veneto foro, che ebbe
+anche l'impudenza di vincerla.
+</p>
+
+<p>
+Apriti cielo; il bey impugna la sua penna e scrive, in
+sua favella, queste belle
+parole&nbsp;<a id="FNa_337"></a><a href="#Fn_337" class="fna">(337)</a>.
+</p>
+
+<p>
+“Che una dama ultra-cattolica sia ridotta a farsi difendere
+da un israelita, non è la minore anomalìa che
+abbella codesto dramma.”
+</p>
+
+<div>
+<span class="pageno" title="250" id="page-250"></span>
+</div>
+
+<p>
+Questo per la famiglia.
+</p>
+
+<p>
+Ma non basta, che un ebreo abbia osato assumere
+contro di lui la difesa di una sua sorella; egli vede
+“in Inghilterra il giudaismo onnipossente, mercè la
+sua alleanza con la Gran Brettagna. Interessi comuni
+stabilirono un cordiale accordo fra quelle due nazioni
+commerciali,” egli vede, o sogna, che il giudaismo
+mette a disposizione dell'Inghilterra, “l'influenza finanziaria
+di cui dispone ed il suo concorso commerciale”
+e raccapricciando, egli inglese, scorge che, “intanto che
+l'Inghilterra e la Russia si contendevano il primato
+sulla Turchia, il giudaismo servì d'ausilio alla prima
+facendo una guerra inesorabile alla Russia.”
+</p>
+
+<p>
+Acciecato dall'odio pel suo paese,&nbsp;—&nbsp;nobile sentimento
+invero&nbsp;—&nbsp;il bey volle fulminare colla sua penna d'oca,
+molto d'oca, gli Ebrei che egli crede gli alleati dell'Inghilterra
+e lo fece con tanto acume, con tanto buon senso,
+che, dimenticando di avere scritto i brani che ho finora
+citato, scrive a pag. 55, del suo povero opuscolo, queste
+parole: “Quando l'Inghilterra e la Francia erano arbitre
+dell'Europa, il giudaismo si basava sulle loro influenze...
+dopo il 1867 disertarono la bandiera tricolore
+e la croce di San Giorgio.”
+</p>
+
+<p>
+Ma perdoniamo al bey queste sue contraddizioni; perdoniamogli
+anche la sua ignoranza assoluta della nostra
+lingua che gli fa scrivere, come a pag. 63, <em>questa pretesta</em>
+per questo pretesto, o come a pag. 64, <em>ciurma di
+intrighi</em> invece di non so che; ed occupiamoci alquanto
+del suo opuscolo.
+</p>
+
+<p>
+Prima però completiamo, con due citazioni dell'opuscolo
+stesso, il ritratto morale dell'autore. Il bey fu militare,
+e pose, è lui che lo dice, la sua nobile spada al servizio
+di un generale che proteggeva i briganti (pag. 5). Fu
+forse al servizio di questo generale che egli imparò la
+<span class="pageno" title="251" id="page-251"></span>
+lealissima arte di polemica, di cui parla a pag. 75. “Fu
+necessario che io mi recassi a Parigi per impossessarmi
+(leggi: <em>rubare</em>), di trofei negli stessi uffici dell'Alleanza
+Israelitica.”
+</p>
+
+<p>
+Ed ora vediamo cosa ci sa dire contro gli Ebrei questo
+rinnegato inglese, questo seida di un generale che protegge
+i briganti, questo polemista, che va in casa altrui,
+ad impossessarsi di trofei.
+</p>
+
+<p>
+Avverto però che non rileverò le accuse contro gli
+Ebrei che il bey ripete, se già in altra parte di questo
+libro io abbia avuto ad occuparmene:
+</p>
+
+<p>
+A pag. 13 accusa l'Ebreo di mancare d'amor proprio
+e soggiunge: “se voi l'insultate non ne farà caso alcuno.”
+Chi ha vissuto in società sa che vi sono Cristiani
+ed Ebrei assai suscettibili in materia d'onore, e Cristiani
+ed Ebrei privi di amor proprio: io, per esempio, conosco
+un bey, che professò tutte le religioni meno l'ebraica, e
+che non si risentì quando il prof. Ottolenghi lo minacciò
+per le stampe di prenderlo a pedate... nel beylicato.
+</p>
+
+<p>
+Del resto questo bey ha, fra le tante sue virtù, quella
+di veder sempre il fuscello che è nell'occhio dell'Ebreo e
+di non veder mai la trave che è nel suo.
+</p>
+
+<p>
+Se così non fosse, come oserebbe questo bey accusare
+gli Ebrei di essere insensibili ad ogni soddisfazione di
+amor proprio, e soltanto avidi di denaro, ricordandosi di
+aver scritto a pag. 216 di un altro suo libello, <cite>gli Inglesi
+in Oriente</cite>, queste precise parole:
+</p>
+
+<p>
+“La stampa in Londra (<em>dice lui</em>), fu unanime a riscontrarvi
+dei meriti, (<em>in una sua opera</em>); questa fu
+la sola soddisfazione e il solo vantaggio, a ricompensa
+delle mie fatiche, un centinaio di sterline m'avrebbe meglio
+pagato.”
+</p>
+
+<p>
+Ebreo d'un bey!
+</p>
+
+<p>
+E se avesse meglio pensato ai casi suoi come avrebbe
+<span class="pageno" title="252" id="page-252"></span>
+potuto scrivere a pag. 41 della sua compassionevole catilinaria
+contro gli Ebrei queste parole: “Gli Ebrei meriterebbero
+che si stigmatizzassero (<em>sintassi beylicale!</em>)
+col nome di lupi sotto pelle d'agnello; perchè in fin dei
+conti, tale è il nome che si deve dare a coloro che
+pretendono aver in una volta due nazionalità distinte.”
+</p>
+
+<p>
+Nessun professore, ebreo o cristiano, potrebbe minacciare
+impunemente un lupo di pigliarlo a pedate; l'agnello
+è tipo di mansuetudine; io non farò dunque a quelle brave
+bestie il torto di paragonarle a chi so io; ma, ti domando,
+o bey, se chi ha in una volta due nazionalità distinte
+deve paragonarsi ad un lupo mascherato d'agnello, a che
+si deve paragonare un bey che&nbsp;—&nbsp;avuta l'immeritata fortuna
+di nascere suddito inglese&nbsp;—&nbsp;pianta un bel giorno
+in asso patria e religione e diventa prima diplomatico
+turco, poi mussulmano, poi ufficiale turco, finchè un bel
+e giorno, piantata anche la Turchia, offre prima la sua nobilissima
+spada ai Candioti che non sanno che farsene, e
+poi la vende, per pochi copecchi, al Governo russo?
+</p>
+
+<p>
+Per siffatte palinodie il regno animale non offre paragoni,
+ma la nobiltà di carattere che le inspira è quella
+che si suole volgarmente attribuire ai rettili.
+</p>
+
+<p>
+Ma questo spaccamontagne di bey ha una faccia tosta
+tutta sua per asserire senza provare; si vede proprio che
+le sue imprese militari, al servizio di generali che proteggevano
+i briganti, non gli hanno lasciato tempo di
+apprendere il <i class="quo" xml:lang="la">quod gratis asseritur,
+gratis negatur</i>.
+</p>
+
+<p>
+A pag. 30, per esempio, egli mi caccia là l'osservazione
+che gli Ebrei non hanno mai fatto grande paura ai loro
+conquistatori, i Romani.
+</p>
+
+<p>
+Ecco, dirò: io non sono un bey; io non ho al mio servizio
+tre o quattro nazionalità diverse ed altrettante religioni,
+ma un po' di storia, umilmente, l'ho studiata anch'io,
+e credo che nessuno mi smentirà se dirò che, malgrado
+<span class="pageno" title="253" id="page-253"></span>
+le asserzioni di tutti i bey del mondo, gli Ebrei
+seppero tenere in scacco per lungo tempo dinanzi a Gerusalemme
+quella potenza romana che pur faceva piegar
+tutto dinanzi a sè, tanto che Tacito,&nbsp;—&nbsp;sa il bey chi è
+Tacito?&nbsp;—&nbsp;ebbe a scrivere:
+<i class="quo" xml:lang="la">Augebat ira quod soli Judæi non
+cessissent</i>&nbsp;<a id="FNa_338"></a><a href="#Fn_338" class="fna">(338)</a>.
+E lo stesso Tacito, a proposito di
+quegli Ebrei, che il nostro bey taccia di vili o poco meno,
+dice
+altrove&nbsp;<a id="FNa_339"></a><a href="#Fn_339" class="fna">(339)</a>
+che non temevano la morte; e lo provarono
+del resto, in quelle guerre, i difensori di Massada
+che, anzichè cedere alle armi romane, scannarono prima
+le loro donne ed i loro fanciulli, poi si uccisero scambievolmente.
+</p>
+
+<p>
+Eroismo barbaro, se vogliamo, ma di cui non sono
+certo capaci i bey mercenari che servono, contro la loro
+patria, generali che proteggono i briganti.
+</p>
+
+<p>
+Ma non creda il grafomane bey che noi vogliamo fargli
+l'onore di seguire passo a passo la sua tantafera; come
+pigliar sul serio l'esposizione <em xml:lang="la">ad usum bey</em> che egli fa
+della storia biblica? Aspetteremo ad occuparcene che egli
+abbia scoperto la storia dei Filistei e quella dei Faraoni,
+di cui deplora la mancanza e quando egli, dopo averla
+scoperta ed illustrata, ci avrà mostrato la verità delle sue
+gratuite deduzioni, allora soltanto consentiremo ad
+occuparcene.
+</p>
+
+<p>
+Intanto gli diciamo una cosa sola: se egli professava
+nel quarto d'ora in cui scriveva, una religione&nbsp;—&nbsp;questo
+bey ne cambia più spesso che di camicie&nbsp;—&nbsp;che ammette
+la Rivelazione, la sua raffazzonatura della storia biblica è
+empia; se egli non l'ammette, empietà per empietà, leggeremo
+più volontieri i libri del Voltaire che, almeno, riboccano
+<span class="pageno" title="254" id="page-254"></span>
+di quello spirito che manca completamente negli
+sproloqui beylicali.
+</p>
+
+<p>
+Del resto, a che occuparsi degli spropositi storici di
+questo spaccamontagne cosmopolita, quando essi non son
+messi là che per provare un asserto incomprensibile?
+</p>
+
+<p>
+Ciò che il bey vuoi provare è questo:
+</p>
+
+<p>
+“L'interesse costituisce un centro verso il quale convergono
+le aspirazioni e le ingordigie umane; dunque
+il suo possesso equivale al dominio universale.”
+</p>
+
+<p>
+Se tu, o bey, sei <em>maggiore</em> come scrittore, compiango
+i briganti che tu dovevi proteggere per ordine del tuo
+degno generale.
+</p>
+
+<p>
+Più ho letto quel periodo, e meno l'ho capito. C'è un
+<em>suo</em> sopratutto che non posso capire a che cosa si riferisca,
+e sì che bramerei saperlo, perchè saprei allora cosa
+occorra possedere per ottenere, <em xml:lang="la">secundum</em> bey, il dominio
+universale.
+</p>
+
+<p>
+Un'altra accusa, tu, o bey, fai agli Ebrei. A tuo poco
+illuminato giudizio, essi hanno eretto ad assioma il principio
+dell'antagonismo perpetuo fra gli uomini. Stammi a
+sentire, o bey. Un certo Plauto, che nel
+<cite xml:lang="la">Miles gloriosus</cite>
+ha fatto la satira ad un bey del suo tempo, ha lasciato
+scritto in un'altra sua commedia:
+<i class="quo" xml:lang="la">homo homini lupus</i>, e
+Plauto non era ebreo, che io sappia. Un sommo pensatore
+francese che, anche senza esser bey, aveva pure qualche
+valore, ha scritto un intiero capitolo col titolo:
+<i class="quo" xml:lang="fr">Le
+proufit de l'un est dommage de
+l'aultre</i>&nbsp;<a id="FNa_340"></a><a href="#Fn_340" class="fna">(340)</a>,
+e Montaigne non era ebreo.
+</p>
+
+<p>
+Ai tempi nostri una scienza è sorta per mostrare agli
+<span class="pageno" title="255" id="page-255"></span>
+uomini che il loro ben inteso interesse consiste nell'armonia,
+una scienza che, indagando le ragioni del progressivo
+sviluppo dei popoli, ha posto in chiaro la falsità degli
+apotemi del commediografo pagano e del pensatore francese;
+e questa scienza, che è l'Economia Politica, conta
+fra i suoi maestri molti, moltissimi Ebrei e nessun bey;
+tanto è vero che nell'<cite xml:lang="fr">Antisémitique</cite>
+del 27 ottobre u. s.
+un tal Joseph Roland, in mezzo a molte serque di spropositi,
+ebbe a scrivere questa verità sacrosanta:
+<i class="quo" xml:lang="fr">La science économique est juive.</i>
+</p>
+
+<p>
+E già che ho nominato l'<cite xml:lang="fr">Antisémitique</cite>, me ne valgo
+per opporlo ad un'altra tua asserzione. Non sono inglese,
+ma provo un certo gusto a far combattere le bestie.
+</p>
+
+<p>
+A pagina 34 tu scrivi: “La solidarietà ebraica è tale,
+che se voi toccate un ebreo, gli ebrei delle cinque parti
+del mondo si levano ritti come un sol uomo.”
+</p>
+
+<p>
+Leggi, o deliziosissimo bey, un articolo pubblicato
+nell'<cite xml:lang="fr">Antisémitique</cite>
+del 26 ottobre intitolato: <cite xml:lang="fr">Les juifs peints
+par eux-mêmes</cite>, e firmato da un tale che si dice <i>Ben
+Joudi</i>, e che probabilmente è tanto Ben Joudi quanto tu
+sei <em>bey</em>, che finisce con queste parole: “Récompense honnête
+à qui pourra me dire où reste ce bel adage: Tous
+les juifs se soutiennent entre eux.”
+</p>
+
+<p>
+Mettetevi d'accordo, dirò anch'io col Giusti, e per non
+far al diavolo di troppo brutti augurî, non finirò il verso.
+</p>
+
+<p>
+Del resto, o simpatico bey, tu hai un modo di argomentare
+tutto tuo. Quando ti conviene mostrare che gli
+Ebrei dominano dovunque nella politica, tu scrivi che
+Arnim è un semita, ciò che è falso; che Castellar è un
+semita, ciò che è falso; che Thiers, Odilon Barrot, Jules
+Simon, Léon Say, sono semiti, ciò che è falso, falsissimo,
+arcifalso. Non posso provarti che tutti coloro che ho nominato
+sono cristiani, ma dal momento che tu li qualifichi
+di semiti sta a te a darne le prove. Pel solo Say ti dirò,
+<span class="pageno" title="256" id="page-256"></span>
+che chiunque ha occupato il suo tempo altrimenti che penetrando
+nelle altrui case per impadronirsi di trofei, sa
+che Léon Say discende da una nobile e gloriosa famiglia
+di protestanti svizzeri.
+</p>
+
+<p>
+Ma per te, o bey, che consideri arte lecita di polemica
+l'impadronirti di trofei, la menzogna è peccato veniale;
+per ciò mi limiterò a farti odorare, col tuo beylicale naso,
+un'altra sola delle sozzure che tu hai seminato nel tuo
+<a id="libricciatolo"></a>libricciattolo.
+</p>
+
+<p>
+Tu dici che Blanc, il celebre fondatore del Casino di
+Montecarlo, è un ebreo. Menzogna altrettanto spudorata,
+quanto quella di certi giornali che vanno insinuando esser
+la casa di giuoco di Montecarlo sorretta dai Gesuiti.
+Blanc non fu mai ebreo; è un cristiano cattolico apostolico
+romano, come potrà fartene fede tutta Parigi. E ciò
+dico non per far ricadere la colpa della speculazione del
+Blanc su tutti i suoi correligionari, perchè questo modo
+di argomentare non è lecito che ad un bey, ma pel gusto
+di darti una volta di più del mentitore sfacciato.
+</p>
+
+<p>
+Un'altra sciocchezza, un'altra menzogna tu dici nel
+tuo libricciattolo.
+</p>
+
+<p>
+A pagina 38 tu scrivi: che fra le differenti industrie
+cui si dedicarono gli Ebrei non havvene una che abbia
+contribuito al benessere sociale.
+</p>
+
+<p>
+Quale sia stata l'influenza economica degli Ebrei, ho
+dimostrato alla gente seria, in un precedente capitolo, con
+argomenti serî.
+</p>
+
+<p>
+Ora voglio dimostrarlo con argomenti tratti dal tuo
+ridicolo libro.
+</p>
+
+<p>
+Non ti dirò che la più disonesta fra le industrie degli
+Ebrei è migliore di quella dello sgherro di ogni tirannide,
+del sicario della penna, dell'agente segreto del Governo
+russo, ma domanderò, non a te che scrivi senza capire
+ciò che ti si fa scrivere, ma a chi ha un dito di buon senso,
+<span class="pageno" title="257" id="page-257"></span>
+come è conciliabile tale tua asserzione con quanto scrivi
+a pag. 50 “gli ebrei si dedicarono alla medicina, alla
+letteratura, all'istruzione pubblica, al giornalismo.”
+</p>
+
+<p>
+Capisco che tu non debba ammettere che la medicina
+<em>contribuisca al benessere sociale</em>; tu devi dirti che i medici
+dell'ospedale di Salerno, che hanno salvato la tua
+vita, che non vale una buccia di fico, giovano assai meno
+al <em>benessere sociale</em> del veterinario che guarisce un somarello
+che vale cinquanta lire; capisco che per un dotto
+della tua specie letteratura, istruzione pubblica, giornalismo,
+sieno arti improduttive; ma non capisco come tu
+non comprenda che se gli Ebrei, come tu stesso confessi
+a pag. 39, <em>infestavano</em> gli Stati italiani quando questi
+erano prosperi e ricchi è perchè, checchè tu ne blateri,
+gli Ebrei sono fattori di prosperità e di ricchezza e tutti
+gli esempi che tu adduci in quella pagina provano contro
+di te: non è che gli Ebrei calassero, come cavallette
+voraci, nei paesi prosperi e ricchi per divorarli, perchè,
+in quei tempi di cui tu invochi il ritorno, gli Stati non
+accoglievano gli Ebrei se non ne avevano bisogno, ma è
+che colla loro attività e con quelle virtù che tu stesso,
+esagerando perchè ti fa comodo, riconosci loro, concorrevano
+potentemente a creare questa prosperità, questa
+ricchezza.
+</p>
+
+<p>
+E passo ad altro, scorrendo il tuo libro senz'ordine,
+ma come vien viene, perchè davvero non merita di più.
+</p>
+
+<p>
+A pagina 70 tu hai l'impudenza di venirla a fare da
+maestro a noi italiani e di rimproverarci, perchè nelle
+nostre assemblee legislative è fatta agli Ebrei una parte
+troppo preponderante.
+</p>
+
+<p>
+Potrei risponderti che in Italia scegliamo i nostri deputati
+ed i nostri senatori basandoci sul valore morale
+ed intellettuale delle persone e senza preoccuparci della
+loro religione e, sopratutto senza darci il menomo pensiero
+<span class="pageno" title="258" id="page-258"></span>
+di ciò che ne pensa il più sconclusionato di tutti
+i bey.
+</p>
+
+<p>
+Ma preferisco risponderti con un argomento <em xml:lang="la">ad hominem</em>.
+Come tra gli Ebrei vi sono dei bricconi, così anche tra
+i bey ci sono delle persone ammodo. Ed una di queste,
+il comm. Paternostro-bey, fu prima deputato e poi senatore
+del Regno d'Italia. Ti parrebbe logico se qualcuno
+ragionasse così: in Italia non ci sono che due bey, Osman
+Seify bey, che non osa portare il suo vero nome ed il
+suo vero titolo di Conte Millingen, e Paternostro-bey, fior
+di gentiluomo, che si è sempre chiamato così. Ora due
+bey sopra 28,459,451 abitanti, non hanno diritto a nessuna
+rappresentanza, per ciò la presenza di un bey fra
+i legislatori italiani è contraria al diritto costituzionale.
+</p>
+
+<p>
+Io non so cosa tu penseresti di chi ragionasse così,
+so che noi italiani lo chiameremmo un matto.
+</p>
+
+<p>
+Un'ultima gemma però voglio rilevare nel tuo libricciattolo.
+A pag. 42 tu scrivi: “Crémieux e Armand Levy,
+due celebrità israelitiche del nostro tempo, hanno categoricamente
+dichiarato ch'essi sono fieri di esser ebrei
+fino all'estremità delle unghie. Evidentemente, siccome
+al di là dell'estremità delle unghie non vi è gran
+che, la nazionalità francese deve trovarsi molto incomoda
+in simili individui.”
+</p>
+
+<p>
+Bisognava proprio che tu li insozzassi colla tua immonda
+bava, perchè io pigliassi a difendere il Crémieux,
+che come repubblicano non mi è punto simpatico, il Levy,
+che come comunardo mi è addirittura odioso; ma qui
+non facciamo della politica.
+</p>
+
+<p>
+Sicchè ti ricordo che un illustre patrizio e letterato
+italiano, il conte Tullio Dandolo, abbiatico di un ebreo battezzato
+e padre di quei due Dandolo, il cui nome è legato
+alla eroica difesa di Roma nel 1849, aveva assunto
+per divisa: “Prima sono cattolico e poi italiano”; e
+<span class="pageno" title="259" id="page-259"></span>
+nessuno pensò mai che in Dandolo la religione fosse ostacolo
+alla nazionalità. Ma tu che hai avuto il merito
+di far sì che il professore Ottolenghi potesse vantarsi
+di minacciare di pedate, nella tua persona, cinque o sei
+religioni e cinque o sei nazionalità diverse, certe cose non
+le puoi sapere.
+</p>
+
+<p>
+Ed ora prendo commiato da te perchè, pur intendendo
+discutere le tue calunnie contro
+l'<cite xml:lang="fr">Alliance Israélite Universelle</cite>,
+non intendo di mescolare il tuo nome a quello
+di cose serie; ti do per altro un ultimo salutare consiglio:
+se mai il Governo russo ti sopprime il <em>backscich</em>,
+va in Ungheria; fra gli eredi degli Unni potrai far fortuna:
+ma in Italia abbiamo abbastanza dei matti di casa
+per pigliarci cura dei matti forestieri.
+</p>
+
+<p>
+Senza rancore, bey!
+</p>
+
+<div class="thought-break">
+<p class="center">*<br/>*&nbsp;*</p>
+</div>
+
+<p>
+Nel 1860 venne fondata a Parigi l'<cite xml:lang="fr">Alliance Israélite
+Universelle</cite> col triplice scopo:
+</p>
+
+<p>
+1º Di lavorare dovunque per l'emancipazione e pel
+progresso morale degli Israeliti;
+</p>
+
+<p>
+2º Di prestar un appoggio efficace a quanti soffrono
+per la loro qualità di Israeliti;
+</p>
+
+<p>
+3º Di incoraggiare ogni pubblicazione adatta a produrre
+questo risultato.
+</p>
+
+<p>
+A questa società si vanno muovendo dagli antisemiti
+le più atroci e sconclusionate accuse; le si rimprovera
+di non aver in nessun paese esistenza legale, di essere
+una società segreta, di costituire uno Stato nello Stato,
+di creare fra i suoi affigliati una incompatibilità fra i
+doveri di cittadino e quelli di socio; e perchè la nota allegra
+non debba mancare le si rimprovera persino il suo
+emblema, che consiste in una figura allegorica rappresentante
+<span class="pageno" title="260" id="page-260"></span>
+il globo sormontato dalle tavole della legge, quasichè
+l'Alleanza aspirasse al dominio dell'Universo.
+</p>
+
+<p>
+Non so davvero quale persona seria potrebbe far colpa
+ad una associazione, di un emblema che significasse il desiderio
+di condurre il mondo all'osservanza del decalogo.
+Cristiani ed Ebrei abbiamo tutti egualmente sacra quella
+divina legge che il Redentore è venuto a perfezionare,
+non a mutare, sicchè le tavole della legge prese ad emblema
+altro non significano che la speranza nel trionfo
+della legge di Dio senza allusione a nessuna speciale confessione.
+</p>
+
+<p>
+Ma le tavole della legge poste sopra il globo nel suggello
+dell'<cite xml:lang="fr">Alliance</cite>, significano proprio tutto ciò o non
+piuttosto che quel sodalizio, fedele al suo titolo di universale,
+vuole estendere la sua azione dovunque vi sia un
+Ebreo da proteggere e da educare?
+</p>
+
+<p>
+Ed inteso così nel suo vero senso l'emblema e lo scopo
+dell'<cite xml:lang="fr">Alliance</cite>, qual più severo indagatore
+troverà in essa qualche cosa da biasimare?
+</p>
+
+<p>
+Ogni religione ha sodalizi propri intesi a propagare
+la sua fede, a difendere i suoi addetti.
+</p>
+
+<p>
+Il cattolicismo ha la sua <cite xml:lang="fr">Société pour la propagation
+de la foie</cite>, che non va confusa colla
+<cite xml:lang="la">Propaganda fide</cite> di
+Roma; il protestantesimo ha le sue Società bibliche e le
+une e le altre rendono immensi servigi alla causa della
+civiltà e maggiori ne renderebbero se anzichè combattersi
+tra loro consentissero ad esercitare la loro azione in
+paesi differenti.
+</p>
+
+<p>
+Il mosaismo, più modesto, ha la sua <cite xml:lang="fr">Alliance</cite> che non
+si propone scopo di propaganda, ma soltanto di difesa, di
+protezione, d'educazione.
+</p>
+
+<p>
+In molti e molti paesi le condizioni morali dell'Ebreo
+sono lungi dall'essere prospere; per quel circolo vizioso
+cui abbiamo accennato altrove, l'Ebreo dove è più umiliato
+<span class="pageno" title="261" id="page-261"></span>
+e maltrattato è anche meno civile, meno adatto a
+fondersi colle popolazioni tra cui vive.
+</p>
+
+<p>
+Gli Ebrei di Francia, d'Italia, d'Inghilterra, del mondo
+civile insomma, potevano fare opera più nobile che costituirsi
+in sodalizio per proteggere questi loro sventurati
+correligionari, per educarli, per renderli migliori e
+preparare così quell'auspicato giorno, in cui, compiuta dovunque
+l'opera d'incivilimento degli Ebrei, cadranno di
+necessità le barriere che li separano dai loro concittadini?
+</p>
+
+<p>
+L'<cite xml:lang="fr">Alliance</cite> che si è prefissa il
+generoso intento agisce
+alla piena luce del sole; i suoi bollettini regolarmente
+pubblicati fanno fede che i mezzi da essa impiegati sono:
+l'istituzione di scuole, la diffusione di buoni libri, i soccorsi
+ad intraprese di colonizzazione o di emigrazione,
+tutti quei mezzi insomma che condur possono allo scopo
+surriferito.
+</p>
+
+<p>
+Tacciare l'<cite xml:lang="fr">Alliance</cite> di società segreta è mostrare di
+ignorare o cosa essa realmente sia, o cosa significhi società
+segreta.
+</p>
+
+<p>
+Accusarla di non aver esistenza legale in nessun paese
+è sciocchezza e peggio. Italiano, scrivo in Italia e per
+italiani, e fra noi, tutti sanno che nessuna società ha
+d'uopo di avere esistenza legale se non si propone di
+acquistare beni stabili. Perchè dunque
+l'<cite xml:lang="fr">Alliance</cite> si esporrebbe
+a spese inutili per essere legalmente costituita in
+ente morale quando pei suoi scopi non ha nessun bisogno
+di fare uso dei diritti che da questa costituzione
+scaturiscono, tanto più quando è notorio che se domani
+una ragione qualsiasi le imponesse di farsi giuridicamente
+riconoscere, essa non incontrerebbe il più piccolo
+ostacolo?
+</p>
+
+<p>
+Ma l'<cite xml:lang="fr">Alliance</cite> tratta da paro a paro coi Governi, essa
+invia dei <em xml:lang="la">memorandum</em> ai ministri che si permettono
+persino di risponderle, essa crea uno Stato nello Stato.
+</p>
+
+<div>
+<span class="pageno" title="262" id="page-262"></span>
+</div>
+
+<p>
+Ricordiamo che ai tempi di S. M. Re Carlo Alberto
+il Magnanimo, la figlia di un ex-diplomatico olandese passò
+in Torino, malgrado la volontà paterna, dalla religione
+protestante alla cattolica.
+</p>
+
+<p>
+Ciò dette luogo a proteste diplomatiche dell'Olanda non
+solo, ma di tutti gli Stati protestanti. Ora è evidente
+che se l'Olanda in questo caso agiva, indipendentemente
+anche da ogni idea religiosa, per difendere l'autorità paterna
+di un suo suddito, di un suo rappresentante, gli
+altri Stati protestanti non avevano nessuna veste per
+intervenire nella questione, da quella infuori della loro
+qualità di protestanti.
+</p>
+
+<p>
+Che meraviglia dunque se gli Ebrei che non hanno
+nessun Governo che li rappresenti officialmente, pensarono
+di costituire un sodalizio il quale colla sola forza
+della persuasione, dell'appello alla pubblica opinione, tuteli
+i loro interessi religiosi?
+</p>
+
+<p>
+E chi non sa che nel secolo nostro la forza delle associazioni
+è tale, che ogni sodalizio, per poco importante
+che sia, ha facile mezzo di far pervenire ai Governi le
+proprie rimostranze. Sono Stati negli Stati, le società
+geografiche e commerciali, i sodalizi operai e quegli altri
+infiniti Corpi morali che non si peritano di indrizzare memorie
+a Governi e Parlamenti, forti della coscienza di
+aver solidali nelle loro domande tutti gli ascritti al sodalizio?
+</p>
+
+<p>
+Perchè gli Ebrei soltanto dovrebbero essere esclusi dal
+diritto di associarsi per la tutela dei loro interessi religiosi
+quand'anche i Governi che più combattono il così
+detto clericalismo, permettono le società per gli interessi
+cattolici?
+</p>
+
+<p>
+Prevediamo un'obbiezione desunta dal carattere internazionale
+dell'<cite xml:lang="fr">Alliance</cite>; ci si dirà:
+l'<cite xml:lang="fr">Alliance</cite> ha carattere
+essenzialmente internazionale, accoglie soci di ogni paese
+<span class="pageno" title="263" id="page-263"></span>
+ed in ogni paese esercita la sua azione; chi vi è ascritto,
+chi ne è protetto specialmente, rimane in certa guisa
+suo suddito e partecipa quindi quasi di una doppia sudditanza.
+</p>
+
+<p>
+È la stessa sciocca accusa che si muove agli ordini
+religiosi, sicchè non mi meraviglierei che qualcuno parodiando
+la celebre frase, pronunciata contro i Gesuiti nel
+<cite xml:lang="fr">Procès de tendance</cite> del 1825, dicesse che
+l'<i class="quo" xml:lang="fr">Alliance est
+une épée dont la poignée est a Paris et la pointe
+partout</i>.
+</p>
+
+<p>
+Questo modo di argomentare proviene da un residuo
+involontario di vecchie idee che ormai hanno fatto il loro
+tempo. Si credette che lo Stato avesse diritto anche sulla
+coscienza del cittadino; da qui gli sforzi brutali dei Governi
+per conseguire l'unità della fede, perseguitando i
+protestanti come in Francia ed in Ispagna, i cattolici
+come in Inghilterra ed in Isvezia.
+</p>
+
+<p>
+Ammesso il principio della libertà di coscienza, si capisce
+che un inglese può obbedire alla Santa Sede in
+tutto quanto concerne le questioni religiose, pur rimanendo
+tanto buon inglese da poter essere come Lord
+Ripon, vicerè delle Indie.
+</p>
+
+<p>
+Ma si noti che l'<cite xml:lang="fr">Alliance</cite> non avendo altri scopi che
+quelli infuori che ho accennato, non impone ai suoi soci
+il più piccolo dovere, tranne quello di pagare una quota
+annua di sei lire; quanto alla protezione che essa accorda
+a tutti gli Ebrei, sieno o non sieno ascritti al suo
+sodalizio, essa non può esplicarsi che nelle forme e nei
+modi consentiti dalle leggi dei diversi paesi, sicchè è
+tanto assurdo il voler dire che l'<cite xml:lang="fr">Alliance</cite>
+costituisce un
+pericolo per gli Stati anche i più deboli, quanto il credere
+che l'Inghilterra possa veder indebolita la sua potenza
+dagli scritti di un Osman bey.
+</p>
+
+<p>
+Intendiamoci però bene, l'<cite xml:lang="fr">Alliance</cite> non è un pericolo
+<span class="pageno" title="264" id="page-264"></span>
+per nessuno Stato, ma essa, come tutti i sodalizi che si
+propongono uno scopo retto ed onesto, ha, dietro di sè l'opinione
+pubblica e questa anche da sola e senza il soccorso
+dell'<cite xml:lang="fr">Alliance</cite> finisce per trionfare
+di tutto quanto si
+oppone al vero progresso.
+</p>
+
+<p>
+E certamente non fu per paura dell'<cite xml:lang="fr">Alliance</cite>, ma per
+paura dell'opinione pubblica, che Coloman Tisza, il Presidente
+del Consiglio dei ministri ungheresi ebbe a dichiarare
+al suo collega della giustizia che il famoso processo
+di <em>Tisza Esslar</em>, in cui figuravano ex-galeotti
+divenuti giudici, avea reso la
+<i class="quo" xml:lang="fr">Hongrie la risée de l'Europe</i>.
+</p>
+
+<div class="footnote"><a id="Fn_335"></a>
+<p class="foot"><a href="#FNa_335"><span class="label">(335)</span></a>
+Venezia, Favaj, 1882.
+</p>
+</div>
+
+<div class="footnote"><a id="Fn_336"></a>
+<p class="foot"><a href="#FNa_336"><span class="label">(336)</span></a>
+Veggasi un opuscolo, omai rarissimo, di suo padre, il
+dottor Millingen, <cite xml:lang="en">Arbitrary detention of three Protestant
+children</cite>.
+</p>
+</div>
+
+<div class="footnote"><a id="Fn_337"></a>
+<p class="foot"><a href="#FNa_337"><span class="label">(337)</span></a>
+<cite>Gli Inglesi in Oriente</cite>, p. 240.
+</p>
+</div>
+
+<div class="footnote"><a id="Fn_338"></a>
+<p class="foot"><a href="#FNa_338"><span class="label">(338)</span></a>
+<cite xml:lang="la">Hist.</cite>, lib <span class="sc num">v</span>, § 10.
+</p>
+</div>
+
+<div class="footnote"><a id="Fn_339"></a>
+<p class="foot"><a href="#FNa_339"><span class="label">(339)</span></a>
+§ 5.
+</p>
+</div>
+
+<div class="footnote"><a id="Fn_340"></a>
+<p class="foot"><a href="#FNa_340"><span class="label">(340)</span></a>
+<span class="sc aut">Montaigne</span>, <cite xml:lang="fr">Essais</cite>,
+lib. <span class="sc num">i</span>, cap. 21. Nello stesso capitolo
+si legge: <i class="quo" xml:lang="fr">Il ne se faict
+aulcun profit qu'au dommage d'aultruy.</i>
+</p>
+</div>
+
+<h3 class="lungo" id="tit-10">
+<a href="#ritit-10">5º <cite>Il sangue cristiano nei riti ebraici della moderna
+sinagoga. Rivelazioni di Neofito ex-Rabbino, monaco
+greco, per la prima volta pubblicato in Italia.</cite> Prato,
+1883.</a>
+</h3>
+
+<p>
+Il signor lettore si tranquillizzi, chè, prendendo a pretesto
+quest'opuscolo, non rientreremo nell'esame della calunnia
+già da noi, forse con soverchia abbondanza, discussa
+in altra parte del presente lavoro. Vogliamo soltanto
+spendere poche parole attorno a questo libro per
+dimostrarne il nessun
+valore&nbsp;<a id="FNa_341"></a><a href="#Fn_341" class="fna">(341)</a>.
+</p>
+
+<p>
+L'opuscolo, stampato, duole il dirlo, coll'<em xml:lang="la">Imprimatur</em>
+della Curia ecclesiastica di Prato, consta di 97 pagine;
+ma colla pagina 39 finisce la parte di cui intendiamo
+occuparci, il resto non essendo che una copia testuale
+delle articole della <cite>Civiltà Cattolica</cite>.
+</p>
+
+<div>
+<span class="pageno" title="265" id="page-265"></span>
+</div>
+
+<p>
+Le prime 39 pagine dunque contengono le pretese rivelazioni
+di un Rabbino moldavo convertito al cristianesimo
+e da lui pubblicate nel 1803.
+</p>
+
+<p>
+Secondo queste rivelazioni gli Ebrei farebbero un uso
+così frequente di sangue cristiano, che, se fosse vero,
+avrebbero dovuto finire collo spopolare il mondo.
+</p>
+
+<p>
+Ma di ciò, ripetiamo, non vogliamo occuparci. Vogliamo
+soltanto far rilevare che il preteso Rabbino non ha mai
+esistito.
+</p>
+
+<p>
+Infatti si comincia dall'editore stesso, col dire che tutte
+le traduzioni di questo libro sono rarissime, perchè fatte
+sparire dall'<em>oro ebreo!</em>
+</p>
+
+<p>
+Ciò sarà verissimo; ma, di grazia, perchè non cominciare
+dal dirci dove fu stampata l'edizione originale che,
+alla fin fine, non rimonta, secondo l'editore, che al 1803?
+</p>
+
+<p>
+Si sarebbe perduta persino la memoria della città, dove
+avvenne la pubblicazione?
+</p>
+
+<p>
+Quale era il nome ebraico dell'autore? L'editore non
+lo sa, o sapendolo, non lo dice.
+</p>
+
+<p>
+Quale era il suo nome da cristiano? mistero egualmente
+insoluto; <em>Neofito</em> non essendo un nome proprio ma
+significando soltanto un convertito al cristianesimo.
+</p>
+
+<p>
+Ora queste pretese rivelazioni, non avendo altro valore
+da quello infuori che deriva dalla affermazione dell'autore
+che dice di <em>aver veduto</em>, è necessario per aggiustarvi fede,
+sapere il nome dell'autore ed aver sottocchi l'originale
+sua deposizione.
+</p>
+
+<p>
+Invece lo stesso editore non ha mai veduto l'originale,
+non ne conosce che delle traduzioni, posteriori di
+30 anni alla pretesa edizione originale, e non soltanto
+non sa dirci il nome dell'autore, ma non può nemmeno
+farci sapere in che paese sia stata stampata l'edizione
+originale.
+</p>
+
+<p>
+Non occorre davvero essere nè un Magliabecchi, nè un
+<span class="pageno" title="266" id="page-266"></span>
+Muratori per riconoscere in tutto ciò i caratteri di una
+delle più volgari mistificazioni che mai siansi tentate nel
+mondo bibliografico. Ma quasi ciò non bastasse il libro
+stesso ci porge le prove le più evidenti che l'autore, non
+soltanto non era un Rabbino, ma ignorava i riti e i costumi
+degli Ebrei.
+</p>
+
+<p>
+A pagina 22 il preteso Rabbino dice gli Ebrei soggetti
+a malattie speciali. Oggi, nelle scuole, nei collegi, nelle
+caserme, nelle carceri, negli ospedali, ebrei e cristiani
+sono mescolati e nessuno ebbe mai contezza di tali malattie
+speciali. L'affermarne l'esistenza è prova certa che
+l'autore non fu mai ebreo, ma che invece partecipava a
+tutti i pregiudizii che il volgo nutre contro gli Ebrei.
+</p>
+
+<p>
+A pagina 27 afferma che “quando tra gli Ebrei si
+celebra il matrimonio, si preparano i contraenti con un
+digiuno rigoroso per ventiquattro ore, astenendosi perfino
+dall'acqua fino al tramonto del sole” e ciò pure è falso,
+falsissimo, come può affermarsi da chiunque conosca i riti
+degli Ebrei.
+</p>
+
+<p>
+A pagina 34 è detto “Quando io pervenni alla età
+di 13 anni, nella quale gli Ebrei sogliono imporre in
+capo ai loro figliuoli una corona che chiamano <em>corona
+di fortezza...</em>” Ed anche questo è falso. L'ebreo compiuti
+i 13 anni è religiosamente maggiorenne, ma le <em>corone
+di fortezza</em> non esistono che nella mente dell'autore.
+</p>
+
+<p>
+Ho scelto per citarle tra le molte falsità addotte dall'autore
+quelle soltanto che provano la sua ignoranza,
+non la sua mala fede, perocchè basta la sua ignoranza
+dei riti ebraici a provarne che l'autore non è un ex-Rabbino,
+e neppure un ex-ebreo.
+</p>
+
+<p>
+L'astio, l'interesse o qualsiasi altro motivo può spingere
+un neofita, Rabbino o no, a calunniare i suoi antichi
+correligionarii, ma egli si guarderà bene, a proposito di
+cose indifferenti, ed a tutti note dal cadere in inesattezze
+<span class="pageno" title="267" id="page-267"></span>
+che non giovano al suo scopo, ma nuocono togliendo
+credito alle altre sue affermazioni.
+</p>
+
+<p>
+Ed un'altra di tali inesattezze voglio segnalare:
+</p>
+
+<p>
+L'autore ignora che gli Ebrei usano tuttora il calendario
+lunare. Dice (pag. 29) che gli Ebrei piangono la
+distruzione del Tempio di Gerusalemme, avvenuta per
+opera di Tito, il 9 luglio e (pag. 30) che solennizzano
+l'anniversario del trionfo di Ester il 14 febbraio. Ora,
+invece, essi celebrano il primo di questi due anniversari
+il 9 del mese lunare di <em>ab</em>, ed il secondo il 14 del mese
+di <em>adar</em>; date che non si riproducono mai in uno stesso
+giorno dell'anno solare. Le pretese rivelazioni del Neofito
+essendo state, a quanto si dice, pubblicate nel 1803, abbiamo
+voluto verificare in qual giorno questi due anniversari
+cadevano in quell'anno e nell'anno precedente ed
+abbiamo trovato che nel 1802 il 9 di <em>ab</em> cadeva l'8 agosto,
+ed il 14 di <em>adar</em> il 18 marzo, e nel 1803 il primo
+il 28 luglio, il secondo l'8 marzo.
+</p>
+
+<p>
+Questo preteso Rabbino ignorava dunque persino il calendario
+ebraico!
+</p>
+
+<p>
+Da queste poche osservazioni ci sembra, a luce meridiana,
+provato che il preteso Rabbino Neofito, non ha mai
+esistito e che le pretese sue rivelazioni non sono che
+l'opera di un falsario il quale foggiò nel 1834 la traduzione
+di un libro che non fu mai scritto ed il cui autore
+non è mai vissuto. E credo che basti.
+</p>
+
+<div class="footnote"><a id="Fn_341"></a>
+<p class="foot"><a href="#FNa_341"><span class="label">(341)</span></a>
+Veggasi quanto scrivemmo a <a href="#page-156">pag. 156</a>.
+</p>
+</div>
+
+
+<div class="blankpage">
+<span class="pageno" title="268" id="page-268"></span>
+</div>
+
+
+<div class="chapter">
+<span class="pageno" title="269" id="page-269"></span>
+</div>
+
+<h2 style="font-size: 250%; margin-top: 4em; margin-bottom: 4em;
+ font-weight: normal;">
+DOCUMENTI
+</h2>
+
+<div class="blankpage" style="padding-bottom: 1em">
+<span class="pageno" title="270" id="page-270"></span>
+</div>
+
+<div class="chapter">
+<span class="pageno" title="271" id="page-271"></span>
+</div>
+
+<h2>
+AVVERTENZA
+</h2>
+
+<hr class="capitolo"/>
+
+<p>
+<i>Abbiamo raccolto sotto questa generica denominazione
+di documenti le narrazioni di varii
+processi sul preteso uso del sangue cristiano nei
+riti ebraici e le dichiarazioni di sovrani, principi
+e personaggi competenti sopra siffatta calunnia,
+nonchè un discorso dell'Eminentissimo Cardinale
+Manning, ed una memoria del principe Demidoff
+sulla questione semitica in Russia, e persino una
+leggenda talmudica intesa a far noto lo spirito
+di tolleranza cui si informarono, generalmente,
+i padri del Talmud.</i>
+</p>
+
+<p>
+<i>Aggiungeremo che molti fra i documenti che
+seguono sono tratti da un opuscolo pubblicato a
+Vienna nel 1883, col titolo:
+<cite class="norm" xml:lang="de">Die Blutbeschuldigung
+gegen die Juden von <a id="christlicher"></a>christlicher Seite
+beurtheilt</cite>.
+Al numero d'ordine, che precede questi documenti,
+facciamo seguire un asterisco.</i>
+</p>
+
+<div class="blankpage">
+<span class="pageno" title="272" id="page-272"></span>
+</div>
+
+<div class="chapter">
+<span class="pageno" title="273" id="page-273"></span>
+<img src="images/i003a.png" style="width: 100%" alt=""/>
+</div>
+
+<h2 class="nobreak" id="tit-11">
+<a href="#ritit-11"><span class="g">DOCUMENTI</span></a>
+</h2>
+
+<hr class="capitolo"/>
+
+<h3 id="tit-12">
+<a href="#ritit-12">I.</a>
+</h3>
+
+<p class="subtitle">
+La leggenda di Dama.
+</p>
+
+<p>
+Ci piace riprodurre questa leggenda talmudica la
+quale giova a mostrare come i dottori del Talmud riconoscessero
+che, anche nei pagani, potevano trovarsi
+virtù non comuni.
+</p>
+
+<blockquote>
+<p>
+Viveva in Ascalon un pagano per nome Dama, figlio di
+un certo Nedina, il quale era tutto in sul traffico di pietre
+preziose, e ne traeva discreti guadagni.
+</p>
+
+<p>Accadde una volta ch'egli trovossi abbondantemente provvisto
+appunto di quella qualità di gemme che il rito mosaico
+prescrive per l'efod (manto) del sommo sacerdote di Gerusalemme;
+nè era tanto facile che altra favorevole occasione gli
+si presentasse di venderle con profitto.
+</p>
+
+<p>Un giorno Dama vede entrare nella sua bottega i sapienti
+venerabili d'Israello, i quali con una certa inquietudine ed
+ansia che di leggieri traspariva dal loro volto, gli chieggono
+se per avventura tenesse ancora nel suo negozio di quella
+sorta di gemme che all'efod abbisognavano.
+</p>
+
+<div>
+<span class="pageno" title="274" id="page-274"></span>
+</div>
+
+<p>
+“Ascolta! soggiungevano i vecchi: appunto per provvedere
+il sacro manto di queste gemme che ora gli mancano, ci
+siamo mossi noi stessi in tutta fretta, per tema che da altri
+si frapponesse ritardo a compire questa pia provvista. Se tu
+ne sei fornito ben puoi dirti fortunato; però che poco c'importa
+del prezzo, purchè abbiamo al più tosto le gemme, e
+possiamo ritornare colà ove con tant'ansia siamo aspettati.”
+</p>
+
+<p>
+Giubilava il mercante a questa notizia e a questa proposta
+e tutto nel pensiero del grasso guadagno che ne avrebbe
+fatto, diede mano a quelle poche pietre preziose che gli stavano
+davanti, e presentatele ai sapienti d'Israello:
+</p>
+
+<p>
+“Signori! disse: osservate se queste si affanno al vostro
+bisogno, e tosto che ci saremo accordati nel prezzo, io spero
+di potere in sull'istante darvene quel numero che sarà nel
+desiderio vostro.”
+</p>
+
+<p>Le osservarono attentamente i saggi, e come le ebbero
+riscontrate eguali a quelle che il religioso rito prescrive,
+“È il caso nostro, risposero; ora parliamo del prezzo. Purchè
+non ci sia alcun ritardo nella rimissione delle pietre.”
+</p>
+
+<p>
+Ma quanto al prezzo non ebbero a discorrere nè a discutere
+lungamente, poichè dall'un canto eravi facile arrendevolezza
+a ben pagare, dall'altro l'offerto guadagno superava
+di gran lunga le concette speranze. Onde, conchiuso il contratto,
+“Aspettate alquanto, o signori; in sull'istante io
+sarò qui di ritorno colle gemme.”
+</p>
+
+<p>
+Tutto lieto della buona giornata, va per salire in sulle
+stanze e prendere dallo scrigno le riposte pietre. Lento lento
+però egli monta la scala, perocchè nella stanza appunto ove
+stava la preziosa arca, giaceva il vecchio padre infermiccio.
+Egli entra quasi in punta di piedi, e adagio adagio si accosta
+al letto per dargli notizia del buon contratto, e farsi rimettere
+la chiave dello scrigno che il vecchio timoroso teneva
+sempre presso di sè. Ma, o sorpresa! il vecchio dorme. Da
+lungo tempo non aveva più gustato riposo, ed ora era tutto
+immerso in dolce sopore.
+</p>
+
+<p>
+Il figlio contempla un momento con gioia quel riposo del
+padre; poi pensa alla chiave, e ricorda che il vecchio soleva
+<span class="pageno" title="275" id="page-275"></span>
+tenerla sotto al capo. Lo guarda ancora amorosamente, lo
+fissa immobile, poi dice fra sè stesso:&nbsp;—&nbsp;Pazienza! non si
+farà il contratto; ma io non disturberò il dolce riposo del
+padre mio.&nbsp;—
+</p>
+
+<p>
+Ridiscese lento lento la scala, e “Signori; disse ai sapienti,
+per ora io non posso rimettervi le gemme.”
+</p>
+
+<p>
+“Ma noi non possiamo aspettare, gli risposero tra indispettiti
+ed attoniti: o sull'istante, o ci rivolgeremo altrove.”
+</p>
+
+<p>
+“Avete ragione: duole assai anche a me; ma io non posso
+altro.”
+</p>
+
+<p>
+I saggi d'Israello se ne andarono; ma quando si venne
+a sapere la ragione del fatto, tutti lodarono il figliale rispetto
+di Dama.
+</p>
+
+<p>
+L'anno dopo nacque nella greggia di Dama, caso veramente
+raro, una giovenca tutta rossa senza macchia alcuna
+quale appunto era prescritta per un sacro rito
+mosaico&nbsp;<a id="FNa_342"></a><a href="#Fn_342" class="fna">(342)</a>.
+Tosto i sapienti d'Israello corsero in casa sua per farne acquisto.
+</p>
+
+<p>
+“Signori, disse egli, io so bene che nessun prezzo mi sarebbe
+da voi diniegato; ma a me basta soltanto che mi compensi
+della perdita che ho fatta l'anno scorso, per non mancare
+del debito mio verso il padre.”
+</p>
+
+<p>
+I Rabbini meditando su tutto questo fatto, dissero: “Quanti
+tesori di ricompensa non debbono aspettarsi i fedeli dalla misericordia
+di Dio, la quale dà il premio delle buone opere anche
+a coloro che non hanno accettata la santa legge?” (<cite>Talmud
+Kiduscim</cite>, cap. 1).
+</p>
+</blockquote>
+
+<div class="footnote"><a id="Fn_342"></a>
+<p class="foot"><a href="#FNa_342"><span class="label">(342)</span></a>
+Veggasi il Pentateuco. <cite>Numeri</cite>, cap.
+<span class="sc num">xix</span>.
+</p>
+</div>
+
+<div class="chapter">
+<span class="pageno" title="276" id="page-276"></span>
+</div>
+
+<h3 id="tit-13" class="documento">
+<a href="#ritit-13">II. *</a>
+</h3>
+
+<p class="subtitle">
+Lettera patente dell'Imperatore Federico III
+</p>
+
+<p>
+Noi Federigo, per grazia di Dio, Imperatore Romano, ecc.
+</p>
+
+ <p class="center"><i>Omissis</i></p>
+
+<p>
+.&nbsp;.&nbsp;.&nbsp;.&nbsp;.&nbsp;Abbiamo
+saputo che l'illustrissimo Margravio Carlo
+di Baden, conte di Sparheim, Nostro caro cognato e principe,
+pigliando motivo da contestazioni insorte fra taluni Ebrei e
+Cristiani, ha commesso, verso questi primi, atroci azioni, martorizzandoli
+in guisa che ne morirono, ed impadronendosi poi
+dei loro beni. Ora come abbiamo invitato il predetto Margravio
+a non più commettere simili atti da Noi non permessi,
+così invitiamo voi tutti a voler obbedire a questa Nostra Patente.
+Il predetto Margravio Carlo avendo agito in siffatta
+guisa senza motivo, ma, a quanto ci consta, per odio e per
+sospetto che essi Ebrei abbiano fatto uso di sangue cristiano
+di cui hanno assoluto bisogno e che perciò abbiano commesso
+dei delitti, richiamiamo la vostra attenzione su quanto siamo
+per dire. I nostri santi padri, i papi, hanno fatto studiare la cosa
+da dotti e da giurisperiti ed hanno dichiarato che tali misfatti
+sono infondati e proibiti, ed hanno vietato vi si aggiusti fede.
+Ci affrettiamo quindi a dichiarare che essi Ebrei sono, coi
+loro averi, sudditi del Nostro Imperial Dominio e che perciò
+ci saremmo affrettati di studiare le accuse lanciate contro
+di loro se veramente vi fosse stata giustizia nel procedere
+del Margravio e se non vi fossero stati altri motivi che lo indussero
+ad agire frettolosamente e senza farcene rapporto.
+Ripetiamo pertanto in tutta la sua forza la Nostra imperiale
+Volontà, che tutti si astengano da simili azioni non avendo
+<span class="pageno" title="277" id="page-277"></span>
+il Margravio avuto il diritto di agire come ha fatto, e mandino
+a Noi, cui tocca di giudicarne, ogni lagnanza. E questo
+ordiniamo seriamente, perchè tali ingiustizie non abbiano
+mai più a verificarsi, sicchè non dobbiamo più scrivere su
+tale argomento. Ordiniamo, poi, sotto pena di grave ammenda,
+si mettano subito in libertà gli Ebrei imprigionati e
+si restituiscano loro, conformemente a questa mia lettera
+imperiale, i loro averi. Tanto ordiniamo in forza dell'Imperial
+Nostro Diritto, e di più ordiniamo, al predetto Margravio,
+di pagare subito, alla Nostra Camera Imperiale, una multa
+di 100 marchi in oro fino, essendo nostra assoluta volontà,
+che se egli, o qualchedun altro, si dimostrasse disobbediente
+ed azzardasse, per nessuna ragione, di toccare, come già ha
+fatto, gli Ebrei od i loro beni, cadrebbe tosto in disgrazia.
+</p>
+
+<p>
+Il Margravio, e tutti con lui, sono invitati a proteggere
+in ogni guisa gli Ebrei del Nostro Impero, e nessuno in nessun
+paese, città, villaggio, borgo o distretto, possa permettersi
+di toccare loro od i loro beni se non vogliono cadere
+nella disgrazia nostra e dell'Impero e se vogliono evitare
+un'altra volta la succitata multa. Questa è assoluta volontà
+Nostra, ed eseguendola non vi mancherà la Nostra benigna
+grazia.
+</p>
+
+<p>
+Dato a Volkmark, suggellato col Nostro Imperiale Suggello,
+il venerdì avanti il giorno di San Giovanni, dopo la nascita
+di Cristo 1470. Nel 31º anno del Nostro romano Regno, il
+19º dell'Impero ed il 13º del Regno Ungarico.
+</p>
+
+<p class="block-quote">
+(Giovanni Cristoforo Wagenseil,
+“<cite class="norm" xml:lang="de">Benachrichtigungen</cite>” ecc., pagine
+168&ndash;172).
+</p>
+
+<div class="chapter">
+<span class="pageno" title="278" id="page-278"></span>
+</div>
+
+<h3 id="tit-14" class="documento">
+<a href="#ritit-14">III.</a>
+</h3>
+
+<p class="subtitle">
+Lettera del Doge di Venezia, Pietro Mocenigo, al podestà
+e capitano di Padova.
+</p>
+
+<p class="block-quote" xml:lang="la">
+Rub. Pro Judeis in causa beati Simonis de Tridento.
+</p>
+
+ <p class="block-quote destra">Cart. 14 retro.</p>
+
+<p xml:lang="la">
+Petrus mocenigo dei gratia dux Venetiarum etc. Nobilibus
+et sapientibus viris Antonio erizo de suo mandato potestati
+et Bertucio contareno capitaneo padue et successoribus suis
+fidelibus dilectis salutem et dilectionis affectum. Ad nostram
+pervenit notitiam quod ex causa cuinscumque rumoris dissipati
+scilicet in tridento inventum fuisse puerum necatum a
+Judeis illius loci molestantur et verberantur Judei habitantes
+in terris et locis nostris. Et quod absurdius est facto impetu
+a christianis soditis nostris aggredi illos et predari sursum
+deorsum commeantes. Queritur usque adeo ut transire de
+loco ad locum dubitent, ne cedantur et dispoliantur: cuius
+quidem temeritatis auctores et impulsores esse dicuntur quidam
+predicatores et etiam ipsi zaretanì contionem de his
+habentes in populo. Que res quantum nobis displiceat, quantum
+molesta et ingrata sit optime intelligere pro vestra
+prudentia potestis. Credimus certe rumorem ipsum de puero
+necato commentum esse et artem ad quem
+finem&nbsp;<a id="FNa_343"></a><a href="#Fn_343" class="fna">(343)</a> videant
+<span class="pageno" title="279" id="page-279"></span>
+et interpretentur alii. Nos vero volumus semper ut in terris
+et locis nostris Judei secure et impune inhabitarent: et omnis
+vis et iniuria absit ab illis non secus quod sit erga ceteros
+fideles et subditos nostros. Et si quis est qui aliter vel presumat
+vel cogitet, male nos et indignationem nostram novit.
+Et licet non dubitemus quod pro una circumspectione probe
+intelligatis ista non convenire: et presertim hoc tempore
+provideritis quod provisuri quod sitis nec in ista civitate et
+territorio nostro contra Judeos innovetur quodcumque dicta
+de causa. Tamen volumus et vobis mandamus ut sub severissimis
+penis providere debeatis, et talem operam dare quod
+secure et tute inhabitare voleant: et ut sursum deorsum ire
+et redire Judei omnes istic habitantes procedendo contra inobedientes
+et obviando ne a predicatoribus aut aliis excitetur
+populus ad tales insultus, quo nihil displicentius audire et
+intelligere possemus: has autem nostras literas in actis Cancellerie
+vestre ad futurorum memoriam registrare faciatis.
+</p>
+
+<p xml:lang="la">
+Datum in nostro ducali palatio
+</p>
+
+<p xml:lang="la">
+Die <span class="sc num">xxii</span> aprilis&nbsp;—&nbsp;Jndictione
+<span class="sc num">viii</span>, 1475.
+</p>
+
+<p class="block-quote">
+Copia tratta dal Registro originale della Cancelleria di Padova segnato
+col N. <span class="sc num">xxvi</span>&nbsp;—&nbsp;e chiamato
+<cite>Registro Verde</cite>. Si conserva nell'Archivio
+Antico annesso al Museo Civico.
+</p>
+
+<div class="footnote"><a id="Fn_343"></a>
+<p class="foot"><a href="#FNa_343"><span class="label">(343)</span></a>
+A che fine? Risponda per noi un contemporaneo e precisamente
+un Sacramorus, ambasciatore milanese a Roma e Protonotario apostolico,
+il quale scrivendo da Roma, a Cicco Simonetta, segretario del
+Duca di Milano, in data 7 agosto 1475, vien fuori, a proposito di questo
+fatto, con queste precise parole: “... èt il prefato nostro Signore
+manda el vescovo de Ventimiglia a Trento per vedere et examinare
+questo che se scrive, acciò che se pur sia vero, e non sia appetito
+de qualche roba...” (Cfr.
+<cite>Bollettino Storico della Svizzera Italiana</cite>;
+anno <span class="sc num">iv</span>: gennaio-febbraio 1884, pag. 21).
+Il fine dunque si sospettava
+fin d'allora, ed era quello che noi siam sempre venuti dicendo:
+<i class="quo">Appetito
+de qualche roba</i>, come diceva quel buon Sacramorus, per non dire
+netto e schietto il desiderio di derubar le vittime, calunniandole.
+</p>
+ <p class="foot destra">C. G.</p>
+</div>
+
+<div class="chapter">
+<span class="pageno" title="280" id="page-280"></span>
+</div>
+
+<h3 id="tit-15" class="documento">
+<a href="#ritit-15">IV.</a>
+</h3>
+
+<p class="subtitle">
+<strong>1479 .&nbsp;&nbsp;.&nbsp;&nbsp;. Aprile.</strong>
+</p>
+
+<p class="subtitlelungo">
+Carteggio relativo all'arresto di alcuni Ebrei della provincia
+di Pavia, falsamente imputati d'avere, nelle loro cerimonie,
+crocifisso un fanciullo cristiano; e dichiarazione di provata
+innocenza, emessa il 28 aprile 1479, da Bona e Giovanni
+Galeazzo Maria Sforza, con ordine di liberazione e resa dei
+beni
+confiscati&nbsp;<a id="FNa_344"></a><a href="#Fn_344" class="fna">(344)</a>.
+</p>
+
+<h4>
+1º
+</h4>
+
+<p>
+Illustrissimi et excellentissimi principes et domini domini
+mej metuendissimi. Aviso vostre excellentie qualiter noviter
+domino Antonino locumtenente del Cardinale ha dextenuto
+uno hebreo che sta in la tera dela Stratella per famiglo de
+uno Belhomo hebreo che sta in la terra de Arena, perchè el
+debe haver piglato uno puto et mandato al dicto Belhomo
+per fare le cerimonie deli hebrey, lo qual puto non se trova.
+El qual famiglo he stato examinato, et prout posso intendere
+ha confessato haver mandato esso puto al dicto Belhomo.
+Et intexo questo ho facto dextenire esso Belhomo: Et aziò
+se possa haver il vero dal dicto Belhomo bexognaria haver esso
+famiglo, et etiam la confessione per luy facta et li altri indicij
+per esso domino Antonino et seu il suo potestà assumpte,
+<span class="pageno" title="281" id="page-281"></span>
+aziò etiam possa intendere li complici et participi de
+tal delicto, et provvedere circha il punire similli errori, li
+quali non sono da tollerare. Per la qual cossa piaqua a vostre
+excellentie scrivere al dicto domino Antonino, me vogla dare
+nele mane cussi dicto famiglo, come la confessione sua et
+altri indicij circha ciò assumpto per intendere il vero; avisando
+esse vostre excellentie che più virilmente se procedarà
+nante a mi che al dicto domino Antonino, perchè etiam questo
+he uno officio, et vostre excellentie non debano tolerare
+me sia tolta la jurisdicione, la qual cosa etiam cedarà ad
+utillitate de vostre excellentie, ala qual humiliter me racomando.
+</p>
+
+<p class="docudata" xml:lang="la">
+Papie, <span class="sc num">xx</span> aprilis 1479.
+</p>
+
+<p class="testa" xml:lang="la">
+Earundem illustrissimarum et excellentissimarum dominationum,
+fidelis servitor
+</p>
+
+<p class="destra"><span class="sc aut">Johannes Calzavacha.</span></p>
+
+<p class="atergo" xml:lang="la">
+<i>A tergo.</i>&nbsp;—&nbsp;Illustrissimis et excellentissimis principibus et
+dominis dominis ducibus Mediolani et dominis meis metuendissimis.
+</p>
+
+<p>
+Mediolani&nbsp;—&nbsp;cito&nbsp;—&nbsp;cito.
+</p>
+
+<div class="footnote"><a id="Fn_344"></a>
+<p class="foot"><a href="#FNa_344"><span class="label">(344)</span></a>
+Questi documenti, il cui originale esiste nell'Archivio di Stato di
+Milano, (<cite>Raccolta</cite> <cite class="sc">Ebrei</cite> 1479)
+vedono ora la luce per la prima volta.
+</p>
+<p class="destra">C. G.</p>
+</div>
+
+
+<h4>
+2º
+</h4>
+
+<p>
+Illustrissimi signori mei. Per una mia di <span class="sc num">xx</span>
+del presente
+avisaj vostre signorie illustrissime dela captura di uno ebreo
+facta per il locotenente del reverendissimo Cardinale di questa
+città, qual inculpava uno Belhomo pur ebreo che havea
+havuto nele mane uno puto christiano qual no se trova et
+se dubita lo habia facto morire, et pregava vostre illustrissime
+signorie facesero ch'io havese li indicij e la confessione
+di quelo ebreo era nelle mane di esso locotenente, aciò ch'io
+potese procedere contra dicto Belhomo, qual havea et ho nele
+mane luj e uno altro nominato Saya da Piasenza, quali examinandoli
+li ho trovati varij et mendazi. Pur il dicto Belhomo
+fin a questa hora sta sula negativa, ma invero dubito sia
+<span class="pageno" title="282" id="page-282"></span>
+culpevele. Ora in questa il locotenente del reverendissimo
+Cardinale m'ha presentato una littera de
+<span class="sc num">xxi</span> del presente
+di vostre illustrissime signorie, quale mi comandano deba
+vedere de havere dicto Belhomo nele mane et consignarlo
+al Capitaneo de Justicia de Milano, qual già duij dì fa, como
+ho scripto a prelibate vostre illustrissime signorie ho nele
+mane cum il cumpagno sopranominato, et como filiolo di ubedienza
+lo haveria de subito mandato ad esso capitaneo. Ma
+il locotenente ante me presentase le mie littre già havea
+facto intendere il tenore di queste littre a molti citadini
+quali di subito fycero convocare la provisione et hanno ellecto
+duy cittadini che hozi si partino per venire a vostre
+excellentie per obviare non si mandano, li quali som domino
+Ambrosio Pizono, et frate Boniforto Strazapata, et questa
+comunità m'ha facto grandissima instantia non manda dicto
+Belhomo finchè li ambasciatori loro non siano venuti da vostre
+excellentie, ma non seria già stato a sua richesta, ma
+il locotenente del Cardinale vene in previsione et dise che
+ante mandare il suo, volea venire prima lì, et così vene una
+a cum dicti ambasatori. Vedendo così mi som confidato de
+avisare prima prelibate vostre signorie di questo, ante lo
+mandi, qual tenerò in bona custodia donec vostre illustrissime
+signorie mi scriverano altro. Ho mandato ad Arena a
+fare fare discretione di tuti li beni del dicto Belhomo; e
+così ad investigare il vero ho dati certi tracti di corda al
+dicto Belhomo; pur non ha ancora voluto confessare. Ma se
+vostre illustrissime signorie mi lasaranno procedere non dubito
+trovare il vero. Ma non farò altro finchè vostre excellentie
+non me avisano di quanto habia a fare, quale ubedirò
+senza rispecto alcuno, et a quelle humilmente mi ricomando.
+</p>
+
+<p class="docudata" xml:lang="la">
+Papie, <span class="sc num">xxii</span> aprilis 1479.
+</p>
+
+<p class="testa" xml:lang="la">
+Earundem illustrissimarum et excellentissimarum dominationum.
+</p>
+
+<div class="destra testa">
+ <div class="firma">
+ <p class="center">Servitor</p>
+ <p class="center"><span class="sc aut">Johannes Calzavacha.</span></p>
+ </div>
+</div>
+
+<div>
+<span class="pageno" title="283" id="page-283"></span>
+</div>
+
+<p class="atergo" xml:lang="la">
+<i>A tergo.</i>&nbsp;—&nbsp;Illustrissimis et excellentissimis principibus
+et dominis dominis ducibus Mediolani etc, dominis meis metuendissimis
+etc.
+</p>
+
+<p>
+Mediolani,&nbsp;—&nbsp;cito&nbsp;—&nbsp;cito.
+</p>
+
+<h4>
+3º
+</h4>
+
+<p>
+Illustrissimi principes et excellentissimi domini domini
+singularissimi. Havemo inteso vostre signorie havere scripto
+al magnifico domino Comissario et Potestà di questa sua
+città, deba mandare in le mane del Capitaneo dela Justitia
+di quella città certi ebrey qualì, ut dicitur, hanno occixo in
+grandissimo vilipendio de tuta la christianità uno fanzullo
+in la terra de Arena; del quale caxo tuto questo populo, maxime
+li cittadini di questa città, et quanto sonno da più
+tanto etiam più se ne stupisseno et fanno grande murmuracione,
+che quando sij vero non sarebe allo pacto, da esser
+tollerato, imo speramo vostre signorie ne debiano fare grande
+dimostracione. Et perchè in quella jurisdicione unde è comisso
+el delicto debe anchora esser facta la punicione et sie
+in Pavia. Il che etiam ultra che sii de rasone, e molto honesto
+poj che il loro sangue et persone sonno taliter indebite
+oltragiate, essendo cossì, havemo deliberato mandare da
+esse vostre signorie il spectabile doctore domino Ambroxio
+Pizono advocato di questa comunità et domino frate Guiniforto
+Strazapata, ambo cittadini, quali ad nostro nome exponerano
+ad vostre signorie circha questo quanto da nuy hanno
+in comissione. Supplicando ad quelle se degnano darli benigna
+audientia et piena fede como ad nuy proprij, como
+speramo in le prelibate vostre signorie, ale quale si ricomandiamo.
+</p>
+
+<p class="docudata" xml:lang="la">
+Datum Papie die <span class="sc num">xxii</span> aprilis 1479.
+</p>
+
+<p class="testa" xml:lang="la">
+Earundem dominationum vestrarum fidelissimi servitoris
+</p>
+
+<div class="destra testa" xml:lang="la">
+<div class="firma">
+ <p class="center">Deputati officio provixionis</p>
+ <p class="center">comunis civitatis vestre Papie.</p>
+</div>
+</div>
+
+<div>
+<span class="pageno" title="284" id="page-284"></span>
+</div>
+
+<p class="atergo" xml:lang="la">
+<i>A tergo.</i>&nbsp;—&nbsp;Illustrissimis principibus et excellentissimis
+dominis dominis ducibus Mediolani etc., Papie Anglerieque
+comitibus, ac Janue et Cremone dominis dominis singularissimis.
+</p>
+
+<h4>
+4º
+</h4>
+
+<p>
+Illustrissimi principes et excellentissimi domini domini mei
+singularissimi. Quest'hora per Ambroxio correro ho la secunda
+di vostre excellentie data heri circha il facto deli Judei quali
+mandarò omnino questa sera al Capitane dila Justicia, secundo
+m'è scripto per vostre excellentie, quibus me humiliter
+comendo. Datum Papie die 23, hora 10<sup>ma</sup>, aprilis 1479.
+</p>
+
+<p>
+Earumdem dominationum vestrarum, ad Deum devotus
+orator.
+</p>
+
+<div class="destra testa" xml:lang="la">
+ <div class="firma">
+ <p class="center"><span class="sc aut">Antoninus Malvicinus</span>
+ de Font.</p>
+ <p class="center">locumtenens etc.</p>
+ </div>
+</div>
+
+<p class="atergo" xml:lang="la">
+<i>A tergo.</i>&nbsp;—&nbsp;Illustrissimis principibus et excellentissimis
+dominis dominis ducibus Mediolani, dominis meis singularissimis.
+</p>
+
+<h4>
+5º
+</h4>
+
+<p>
+Illustrissimi principes et excellentissimi domini domini mei
+singularissimi. In executione dele litere de vostre signorie
+ho consignato a Johanne da Napoli dicto Rosso et ali compagni
+suoi provixionati de vostre signorie Belhomo judeo
+quale era qui destenuto, aciò che lo debano condure lì in le
+mani del capitaneo de castello di vostre signorie sempre
+secondo la continencia de epse lettere. A vostre signorie
+mi racomando. Papie die 25 aprilis 1479.
+</p>
+
+<p xml:lang="la">
+Illustrissimarum dominationum vestrarum
+</p>
+
+<div class="destra testa" xml:lang="la">
+ <div class="firma">
+ <p class="center">servus</p>
+ <p class="center testa"><span class="sc aut">Joannes Calciavacha</span>,
+ eques et doctor</p>
+ <p class="center">commissarius et potestas ibi.</p>
+</div>
+</div>
+
+<div>
+<span class="pageno" title="285" id="page-285"></span>
+</div>
+
+<p class="atergo" xml:lang="la">
+<i>A tergo.</i>&nbsp;—&nbsp;Illustrissimis principibus et excellentissimis
+dominis dominis ducibus Mediolani, Papie Anglerieque comitibus,
+ac Janue dominis dominis meis singularissimis.
+</p>
+
+<h4>
+6º
+</h4>
+
+<p class="center" xml:lang="la">
+1479. die <span class="sc num">xxviii</span> aprilis de mane.
+</p>
+
+<p class="center testa" xml:lang="la">Congregatis infrascriptis
+ senatoribus videlicet.</p>
+<p class="center" xml:lang="la">Magnifico domino Sfortia Secundo.</p>
+<p class="center" xml:lang="la">Reverendo domino Episcopo Comensi.</p>
+
+<div class="testa presenti">
+ <table summary="domini">
+ <tr><td class="center domini">Domino</td>
+ <td>Petro Francisco Vicecomite.</td></tr>
+ <tr><td class="center domini">”</td>
+ <td colspan="3">Nicodemo Tranchedino.</td></tr>
+ <tr><td class="center domini">”</td>
+ <td colspan="3">Orpheo de Richano.</td></tr>
+ <tr><td class="center domini">”</td>
+ <td colspan="3">Azone Vicecomite.</td></tr>
+ <tr><td class="center domini">”</td>
+ <td colspan="3">Cicho Symonetta.</td></tr>
+ <tr><td class="center domini">”</td>
+ <td colspan="3">Johanne Symonetta.</td></tr>
+ <tr><td class="center domini">”</td><td>Bortholomeo Chalco</td>
+ <td rowspan="2"><span class="graffa">}</span></td>
+ <td rowspan="2"><i>Secretari.</i></td></tr>
+ <tr><td class="center domini">”</td><td>Johanne Jacobo Symonetta</td></tr>
+ <tr><td class="center domini">”</td><td class="destra">Francisco Ritio,</td>
+ <td></td><td><i>Cancellario</i>.</td></tr>
+ </table>
+</div>
+
+<p xml:lang="la">
+<a id="vocati"></a>Fuerunt vocatì dominus Antoninus Malvicinus
+vicarius reverendissimi
+domini cardinalis Papientis et dominus Ambrosius
+Pizonus et frater Bonifortus Strazapatta oratores Papienses,
+presente Turlurù puero quem asserebant a Belhomo
+hebreo in Arena crucifixum. Et petentibus ipsis oratoribus
+remitti hebreos detentos ob hanc causam ad potestatem Papiene
+laedatur sua juridictio etc.; fuit eis responsum quod illustrissimi
+principes nostri nolunt rumpere eorum jurisdicionem,
+sed quia huiusmodi imputacio fuit data hebreis alias et tamen
+fuit inventa falsa, voluerunt prefati principes nostri hoc intelligere,
+quia huiusmodi casus, si fuisset verus, erat atrocissimus
+et offendebat totam christianam religionem, ideo erat
+officium principis hoc ad se advocare et veritatem intelligere;
+et si fuissent reperti culpabiles, fuissent etiam remissi
+ad potestatem Papie ut punirentur. Et sic fuerunt dimissi
+dicti oratores et ordinatum quod scribantur littere huiusmodi
+<span class="pageno" title="286" id="page-286"></span>
+responsionis ad comunitatem Papie, et, relaxerunt et liberentur
+omnes hebrej hac de causa detenti, et eorum bona
+eis serventur et extorta restituantur.
+</p>
+
+<h4>
+7º
+</h4>
+
+
+<p class="center testa" xml:lang="la">Ex Mediolano die
+<span class="sc num">xxviii</span>, aprilis 1479.</p>
+<p class="center testa" xml:lang="la">Commissario et potestati
+ac duodecim provisionis</p>
+<p class="center testa" xml:lang="la">Comunitatis Papie.</p>
+
+<p class="testa">
+Dilecti nostri. Sonno stati da nuj el nobile doctore messer
+Ambrozio Pixono et Boniforto Strazapatta vostri ambaxatori
+li quali se sonno per vostra parte gravati che havendo noi
+facto condure qui Belhomo et Donato hebrei imputati de
+havere morto in Arena uno putto nominato Turlurù sia lesa
+la jurisdicione de quella nostra città, allegando la condemnatione
+et punitione deli dicti hebrei, casu quo essent culpabiles,
+et la absolutione sì essent innocentes doversi fare
+per voi Commissario et potestà suo judice ordinario; et per
+questo rechiedeveno volessimo rimettere li dicti hebrei. Noj gli
+havemo facto rispondere che nostra voluntà non fo maj, ne
+è, alterare ne rumpere la jurisdicione de quella nostra fidele
+Comunità, immo conservarla cusì como la conserviamo a tutti
+li altri nostri subditi. È ben vero che essendone venuto a
+notitia quanto di sopra è dicto della imputatione che se dava
+alli dicti hebrei, et considerato che quando tale cosa fosse
+stata <span style="padding-right: 14ex;">vera</span> de
+gravissima atrocità tendente in
+generale oprobrio della christiana religione et ad manifesta
+offensione della dignità nostra, ce è parso como a catholici
+et christiani principi essere nostro officio, et ad noj principalmente
+pertenere la investigatione et cognitione de sì horibile
+et detestando delicto, et fargli quella provisione che
+alla observantia della fede de Christo et al debito et honore
+nostro sè conveneva. Et per questo havemo voluto havere
+quì li dicti hebrei, et fare investigare con diligente examino
+<span class="pageno" title="287" id="page-287"></span>
+la verità de questa cosa, con ferma dispositione che trovandosi
+culpabili li dicti hebrei fossero puniti et castigati in
+quella nostra città sotto voj Commissario et Potestà juxta
+suoi demeriti. Et cusì se veneva ad essere satisfacto al honore
+nostro, alla justicia et al desiderio de quella nostra
+comunità, benchè come principi et signori haressimo possuto
+et possemo simili et altri errori farli punire arbitrio nostro,
+dove et como ad noi paresse più conveniente, et ad più salubre
+exemplo.&nbsp;—&nbsp;Hora havendo effectualmente trovato che
+tale imputatione è stata falsa, et calumniosamente facta,
+como etiam altre volte è accaduto, et essendosi trovato el
+dicto putto ghiamato Turlurù vivo et senza lesione alcuna,
+conducto al cospecto nostro et veduto per li dicti vostri ambaxatori,
+se siamo maravigliati non senza molestia de questa
+scandalosa inventione dalla quale sonno stati per uscire periculosi
+inconvenienti tra populari et gente imperita; et havemo
+commandato et per tenore delle presente commandiamo
+che li predicti hebrej et tutti li altri destenuti per dicta
+casone siano liberamente relaxati senza offensione et danno
+alcuno, et alla liberatione deli dicti hebrei non c'è parso in
+cosa tanto manifesta s'y conveniente procedere per via judiciaria,
+ma summariamente quoniam effectus ipse declaravit
+falsitatem dicte imputationis, cuius autor nullus comparuit
+ad accusandum.
+</p>
+
+<p>
+De questa nostra resposta et deliberatione havemo voluto
+darvi aviso per nostre littere, perchè distinctamente intendiati
+el tutto, et cognosciati che non haveti casone de posservi
+dolere de quello havemo facto per debito et honore
+nostro in questa facenda; immo doveti referircene gratie et
+como fideli subditi recevere a beneficio singulare che habiamo
+facto retrovare la verità de sì scandalosa imputatione. Volemo
+et ve comandiamo che debiati provedere, presertim voi
+potestà et comissario, che alli hebrej in quella città et sua
+jurisdicione non sia facta indebita molestia nè ultragio perchè
+non intendemo comportarlo, como a bocha havemo facto dire
+ad epsi vostri ambaxatori.
+</p>
+
+<div>
+<span class="pageno" title="288" id="page-288"></span>
+</div>
+
+<h4>
+8º
+</h4>
+
+<p>
+Illustrissimi principes et excellentissimi domini domini mei
+singularissimi. Per exeguire quelo ho in comissione per lettere
+de vostre illustrissime Signorie Mediolani date sub die
+28 instantis mensis et signate Cichus, de fare restituire
+tute queli pigni sono tolti ali Ebrey de Arena, quali sono
+retenuti pel el judice del Malleficio, Sindici fiscali et notari
+et familia mia, li quali sindici judice notari et familia li ho
+havuto da mi et li ho facto intendere quelo me comete vostre
+illustrissime signorie sia restituite esse robe ad essi
+Ebrey senza spexa alcuna; et essi me hanno resposto che
+sono paratissimi ad obedire ali comandamenti de vostre illustrissime
+signorie, et così me hano consignate apreso di me
+tute esse robe. Ma dicono che essendo loro stati giorni sei
+sopra la hostaria cum cavali da victura, pare sia honesto
+siano satisfacti dela loro mercede et deli cavali da victura
+etiam se may non fuseno in dolo essi Ebrey, perchè questi
+tali officiali quali sono andati a fare questa tale descriptione
+sono in bona fede hano obedito ad quelo lì è comandato,
+maxime che essi Ebrey, per simile poca spexa, son certo non
+serano tropo
+retrogradi&nbsp;<a id="FNa_345"></a><a href="#Fn_345" class="fna">(345)</a>.
+Nichilominus exequiro sempre
+quelo m'è comisso per vostre illustrissime signorie le quale
+pregole se degnano scrivere quelo ho ad fare, se li pare tracta
+qualche composicione per così minima cosa, adciò che questi
+tali officiali in li facti dela camera, quando acaderà, siano
+più vigilanti, ale quale cum fede et devocione sempre me
+racomando. Datum Papie die ultimo aprilis 1479.
+</p>
+
+<p xml:lang="la">
+Earumdem dominationum vestrarum,
+</p>
+
+<div class="destra" xml:lang="la">
+ <div class="firma">
+ <p class="center">Fidelissimus servitor</p>
+ <p class="center"><span class="sc aut">Johannes de Calzavacha</span></p>
+ <p class="center">ibidem Comissarius et Potestas.</p>
+ </div>
+</div>
+
+<div>
+<span class="pageno" title="289" id="page-289"></span>
+</div>
+
+<p class="atergo" xml:lang="la">
+<i>A tergo.</i>&nbsp;—&nbsp;Illustrissimis principibus et excellentissimis
+dominis dominis Ducisse et Duci Mediolani, Papie Anglerieque
+Comitibus ac Janue et Cremone dominis, dominis suis metuendissimis
+etc.
+</p>
+
+<p xml:lang="la">
+Dentur in manibus magnifici domini Cichi ducalis primi
+secretari dignissimi etc.
+</p>
+
+<div class="footnote"><a id="Fn_345"></a>
+<p class="foot"><a href="#FNa_345"><span class="label">(345)</span></a>
+Si noti singolare giustizia de' tempi. Gli Ebrei erano stati riconosciuti
+innocenti, il fanciullo che si pretendeva ucciso da loro, era
+vivo e sano, ma ciò non toglieva che ad essi non si facessero pagare
+le spese del giudizio.
+</p>
+</div>
+
+
+<h4>
+9º&nbsp;<a id="FNa_346"></a><a href="#Fn_346" class="fna">(346)</a>.
+</h4>
+
+<p xml:lang="la">
+Bona, et Joannes Galeaz Maria Sforcia Vicecomites Duces
+Mediolani, ac Papie Anglerieq, Comites, ac Januæ et Cremonæ
+domini, Parte universitates heb.<sup>m</sup> in dominio nostro commorantium
+tenoris huiusmodi accepimus supplicationem V.<sup>z</sup>
+</p>
+
+<p>
+Ill.<sup>mi</sup> ac Excell.<sup>mi</sup> Principes, Già sonno
+m.<sup>ti</sup> anni che li heb.<sup>i</sup>
+del duminio uro p. uarij modi sonno statti tribulati et aflitti
+nelle Robbe, et persone sue, non ostante che sempre siano
+statti pronti, et uolenterosi al bene, et utile del statto uro,
+in modo se trouano in li mali termini se le Ecc.<sup>me</sup> u͠re non
+si degnano prouedergli, però che da certo tempo in quà sonno
+perseguitatti nelle persone, et non pensando alc.<sup>i</sup> u͠ri offitiali
+quanto più è speso tanto manco gli è rimasto, cercando per
+uia inderetta di molestargli nelle persone de dì in dì, et de
+tempo in tempo studiando far noui inuentioni e che sij uero
+da dui mesi in quà sonno acaduti l'infrascritti casi, V. g. in
+ualenza trouandossi mancare un putto hebbeno suspitione
+contra li heb.<sup>i</sup> di d.<sup>a</sup> Terra, et li fù minaciato assai,
+et se
+per Dio gratia lo putto non si fusse trouato annegato in una
+foppa per certo l'incoreua mal assai. Similiter essendo perso
+un putto di Monte Castillo fù imputato alli heb.<sup>i</sup> di d.<sup>a</sup>
+Terra
+e poi fu trouato era caduto uia per una sua amida. Il simile
+accadete a Bormio, item a pauia essendo rimasto un putto
+da sera seratto fuori dal ponte di Ticino, et condotto p. un
+Zentilhuomo a casa sua a' fine di restituirlo à quello de chi
+<span class="pageno" title="290" id="page-290"></span>
+era, et non se trouando così subbitto, fù suspicato et mormorato
+contra heb.<sup>i</sup> et cercato in casa sua et minaciatoli, in modo
+chel patrone della casa fugito per paura, et ancora non è
+ritornato, et se poi non fusse ritrouato non sariano passati
+senza pericoli, et molestie assai, come è accaduto a quello
+della stradella, et come alias acadete à Pauia che fureno
+sachegiati et fatto leuar il popolo à Rumore à risego di far
+nascere qualche gran scandolo et disordine con detrim.<sup>to</sup> et
+pericolo del statto de V. I. S. delle qual cose V. S. sono
+assai informate le quali sono diuulgate non solum in Lombardia
+ma etiamdio fuori di Lombardia, et li imputatti al detto luoco
+darena p. li tormenti grandi a loro fatti in diuersi luochi
+hanno confessato hauer comesso quello di che erano inocenti,
+et condotti in Castello et a casa del Cap.<sup>o</sup> di giust., p. tutto
+hanno Ratificato esser uero ciò haueuono d.<sup>o</sup> et se Dio per
+sua gratia non hauesse mandato che fusse trouato sariano
+statti tratatti pegio che quelli da Trento, che Dio sà sel
+fosse uero ò non pure sperano che Dio ne debba fare demostratione
+al tempo; è p. che se poderia desuiare qualche
+putto fuori del Dominio, aut per qualche altro inderetto fine
+inuilupato da qualche soy emuli per disfargli gli pare
+grauiss.<sup>mo</sup> che hauendo persa la Robba debbono sobiacere à
+tale, è tanto pericolo delle Robbe, è persone sue, per che à
+loro sarà imposibile hauer cura ne render conto de quanti
+putti si perdono nelli paesi doue habbitano. Però credono
+che ne uno de sanno intelleto debbia credere tale pazzie
+come li fi imputato per che la legge sua e nemicha dell'Umicidio,
+Item naturalm.<sup>te</sup> cadauno sia crudele quanto si uoglia
+aborisse, et hà in abominatione il sangue humano, et chel
+sia uero ch'essi heb.<sup>i</sup> non siano in dolo, si proua pm.<sup>te</sup>
+effecacissime
+rasone, et argomenti, così legalli come naturale,
+per degnis.<sup>me</sup> autoritate, et primo per la loro legge Moysaycha
+gli è prohibito l'humicidio, et in più luochi il mangiar sangue
+non pur humano, mà di qualunque animale se sia&nbsp;—&nbsp;et q.<sup>to</sup>
+si osserua tra heb.<sup>i</sup> item naturaliter cadauna creatura humana
+hà in erore, et abominatione non solo lo usare mà puro lo
+uedere, sangue humano, ò un corpo morto, quanto magis
+<span class="pageno" title="291" id="page-291"></span>
+saria in erore ucidere uno p. usare del sangue suo, et chi
+uolesse dire che questo si facesse in dispretio di Christo, se
+risponde non è uero, ne uerissimile, p. che da Christo in quà
+sono statti m.<sup>ti</sup> heb.<sup>i</sup> che sono fatti Christiani,
+et Dottori Ecc.<sup>ti</sup>
+di grande fama, et authoritade come S. Paolo, Nicolo de lira,
+Bonaventura, et m.<sup>ti</sup> altri che erono informatiss.<sup>mi</sup>
+delli Ritti,
+et consuetudine heb.<sup>e</sup> et se hauessero saputo essere tale
+consuetud.<sup>e</sup>
+apud heb.<sup>i</sup> p. certo l'haueriano manifestatta, et pupallata,
+et la chiesa non gli haueria non solo concessi m.<sup>ti</sup>
+priueleggi, ma non li haueria tolerati ne toleraria, come hà
+fatto, et fà in tutte le prouincie de chrestianitate, mà li haueria
+scaciati et perseguitatti, et cosi li altri S.<sup>ri</sup> temporali
+e spirituali,
+et se forse se dicesse che questa fusse consuetudine
+secreta si risponde gli sonno statti heb.<sup>i</sup> Batezzati, per uarie
+prouincie di chrestianità degni di fede dalli qualli si può
+dimandare, et sapere se l'è uero ò no pure non si toglia tale
+informatione da trouati ne persone leggiere, ma mature, et
+de buono intelleto, et sentimento, et chi dicesse forse li sono
+alcuni pazzi che p. sua fantasia si mettano ad cometter tale
+neffando mancamento, si dice che comuniter li pazzi sono
+poueri, et non sono patresfamiglias imo sonno regiuti da altri,
+et se uolessero bene commettere tali mancamenti li altri suoi
+non la patirebbono, si per non contrafare alle legge così
+diuine come humane, etiam per non incorere in pericolo et
+descrimine delle persone et robbe sue, et li pazzi non saperiano
+ne imaginare, ne gouernare tale cose, ne haueria
+rispetto farlo secretto, ò palese, item se questo fosse uero li
+sono ut ita dicant inumerabili heb.<sup>i</sup> richi in terre de Turchi,
+Morri, et Saraceni, et altri infideli, che teneno schiaui et
+fameglij et poteriano hauer delli putti ad suo piacere da
+fare cio che uolesseno senza tanti rispetti ne pericoli senza
+impaciarsi da fare tale cose in Terra de cristiani con tanti
+pericoli non solum della robba ma etiam delle persone loro,
+Item della destrution de ierusalem fatta per titto uespasiano
+in qua che li heb.<sup>i</sup> furono condotti à roma non si e mai ditto
+ne trouato habbino fatto tale mancam.<sup>to</sup> et saria impossibile
+se lo hauessero fatto che p. qualche modo, et in qualche
+<span class="pageno" title="292" id="page-292"></span>
+tempo non fusse statto scuoperto, et desiderando de obuiare
+in futurum a tale machinatione, et pericoli, et che all'auidità
+d'alc.<sup>i</sup> offitiali, et altre persone sia ripresa et estinta, et
+gitatta à parte in totum, supp.<sup>no</sup> ut is attentis si degnano
+V.<sup>re</sup> S.<sup>rie</sup> scriuere et mandare p. sue patenti le͠re
+sub indignationis
+pena alli suoi offitiali p.te et futuri, che à modo
+non s'impazzano da fare nouitatte alc.<sup>a</sup> occ.<sup>ne</sup>
+alicuius imputationis
+fiende in antea contra di supp.<sup>ts</sup> et se pur a V. I. S.
+non piacesse de cosi fare, saltem si degnino scriuere et mandare
+che acadendo p. disgratie alc.<sup>e</sup> imput.<sup>ne</sup> fatti p. persone
+degne di fede contra li supp.<sup>ti</sup>, che li uff.<sup>li</sup>
+predetti siano
+obligatti sub.<sup>o</sup> mandare q.<sup>to</sup> tale imputato qua à Milano da
+V. I. S. quali habino ad rimettere la cognitione del tutto a
+chi li pare et piace in la pte città, il quale sia obligato
+p.<sup>mo</sup> et ante omnia hauer denanti à se l'imputatori e testimonij
+quali siano degni di fede, et omni eceptione maiores
+con l'imputati et li diano copia delli inditij perchè forsi li
+purgariano per altra uia che per tormenti, et non ficendo
+purgatti per altra uia non mettono alc.<sup>o</sup> d'essi heb.<sup>i</sup> alla
+tortura senza partecipatione, et espresso consentimento di
+uno christiano sudd.<sup>to</sup> uro effetto per li heb.<sup>i</sup>
+allo esamine ad
+presso à d.<sup>o</sup> uffitiale ad cio la cosa passa maturamente et se
+cosi facendo li trouarano in dolo li faciano punire senza
+alc.<sup>a</sup> rimissione, et se sarano innocenti de sibi imputatis non
+siano torterati, robbati ne malmenati, et eo casu li falsi
+imputatori siano poniti pena talionis, accio loro imprendano
+et siano essempio ad li altri da astenerse da false imputationi,
+et cosi s'obuiarà à tali è tanti inconuinienti, et se alc.<sup>o</sup> falera
+sarà punito il che hauerano per gratia singolare da V. S.
+alle qualle se raccomandeno, et nelle qualle hanno sua speranza
+con rasone. Cuius intelleto et considerato tenore constitoq.,
+nobis non nullis ec memoratis hebreis superioribus
+diebus fuisse indebitte imputatos quemadmodum ec eorum
+etiam naratur suplicatione nec sensum obicientis quas ex ea
+suplicatione nobis causas exposuerunt sed eas admittentes ueluti
+a ratione non dissentientes dignum arbitramur oportune fore
+prouidendum ne qua indebita afficiantur iniuria, Tenore igitur
+<span class="pageno" title="293" id="page-293"></span>
+presentium comitimus et expresse mandamus omnibus et singulis
+comissarijs, et potestat. Jusdicentibus, et offitialibus nostris
+ac Pheudatariores nostrorum presentibus et futuris, ut
+sub indignationis nostre pena de cetero, eis oblata uel alicui
+eom querella seu denuntia, uel acusatione, seu imputatione
+q. alicquis heb.<sup>i</sup> seu aliquis eorum debuerint seu debuerunt
+aliquem Christianum seu christianam aliquam ocidisse uel
+aliqua pena afficisse ut eius biberunt sanguinem seu aliud
+quicqua contra fidem Christianam, uel in eius contumelia et
+iniuriam faciant uel q. in graue scelus inciderint, contra
+huiusmodi imputatum, seu imputatos, seu acusatos, non procedant,
+sed eos legitimis prius precedentibus indicijs saltem
+per duos testes omni suspitione carentes seu sufficientia indicia
+que alies de Iure equiperent: inditijs duorum testium,
+ut puta unius testis omni suittione carentis deponentis de
+uero actu ipsius delitti duntacat personaliter detineat seu
+detineri faciant, ad nos postmodum illico mittendos una cum
+accusatoribus, et testibus, prouidendo deiude ne aliquis fiat
+tumultus, uel iniuria contra alios hebreos uel eorum bona
+comittentes ex nunc officiali ad hoc p. nos deputando, quod
+p.<sup>mo</sup> et ante omnia coram se habeat huiusmodi delictti imputatores
+et testes una cum imputatis indiciorunq. copia ipsis
+imputatis trade͠n: ut ea purgare ualeant infra debitum terminum
+ipsi imputato statuendum, que si non purgauerit id
+post modum faciat quid iustitia suadebit habito apud se ad
+omnia facenda aliquo iurisperito uel causidico christiano, qui
+bone sit fame per eum seu alios hebreos agentes pro eo
+aligendo, qui intersit ecamini, et sine cuius partecipatione
+et consensu ad predicta, ne aliquid predictorum facere possit
+si uero falso fuerint imputati puniantur imputantes de calumnia,
+et ad satisfactionem damnorum interesse et expensarum,
+que et quas talis indebite imputatus proinde, passus
+fuerit ac fecerit et ultra contra eum ciuiliter et criminaliter
+fiat quod aduersus similes de Iure fieri debet, si uero testes
+conuincti fuerint de falsitate, contra eos procedatur et puniantur
+secundum formam Decretorum nostrorum super hoc
+disponentium ne heb.<sup>i</sup> predicti indebite uecentur cum per
+<span class="pageno" title="294" id="page-294"></span>
+ecclesiam patiantur, Christianorum terras inhabitare pro
+christi redemptoris n.ri memoria, et hec omnia aliquibus legibus
+decretis statutis ordinibus et consuetudinibus in contrarium
+facientibus non attentis, quibus quo ad premissa ec
+certa scientia, et de n.re Potestatis plenitud.<sup>ne</sup> etiam absolute
+derogamus et derogatum esse omnino uolumus in quorum
+testimonium presentes fieri iussimus et registrari nostriq.
+sigilli impressione muniu. Dat Mediolani die
+<span class="sc num">xviiij</span>. Maij
+<span class="sc num">mcccclxx</span> nono.
+</p>
+
+<blockquote>
+<p xml:lang="la">
+Ego Jo Antonius f. q. D. Vincentij de insullo inferiori uerone pub.
+et imperiali authe notarius predicta omnia fideliter exemplaui ab alio
+in carta simili ecistenti mihi esemplandum tradito, et restituto nilq.
+illi addidi uel diminui ita ut mutet sensum sententiamus in aliquo in
+quorum fidem me subscripsi cum signi mei tabelionatus opositione.
+</p>
+
+<p class="destra"><span class="g">S. Cichus.</span></p>
+</blockquote>
+
+<div class="image-left">
+ <img src="images/i294a.png" style="width: 10ex;" alt="((SIGNUM BVLLI))"/>
+</div>
+
+<blockquote>
+<p xml:lang="la">
+(S T) Ego Jacobus Bagatta f. g. D.ni Bonifatij de S. Michaele ad
+portus uerone pub. ueneta authe not: premissa omnia fideliter exemplaui
+ab alio in carta simili in foleo magno ecistenti mihi esemplandum
+tradito, statimq. postea restituto uel addito, nel dimenuto quod sensum
+nutet sententiaq: in aliquo, in quorum fidem me subscripsi signaq mei
+tabelionatus apposui Consuetum etc.
+</p>
+</blockquote>
+
+<blockquote>
+<div class="image-right ">
+ <img src="images/i294b.png" style="width: 10ex;" alt="[[I B M]]"/>
+</div>
+
+<p xml:lang="la">
+Nos Jacobus suriano Pottas et michael Priulo Capitanehus Rect.res
+Verone pro ser.mo Ducali Dominio Venetiane uniuersis et singulis
+attestamur suprasc.tum Dominum Jacobum Bagattam esse Notarium
+publicum et legalem istins mag.ce Ciuitatis et eius publicis scripturis
+hic et ubiq locorum plena fides hadibenda esse in quorum fidem et
+Verone ex offi.o mag.ce cam nre fisc.a Die Iune 4.to maij 1626 Ind.
+nona etc.
+</p>
+
+<p xml:lang="la">
+Alcides Cimarlinus Coa.r M.e Cam.e uerone Concordat cum suo originali
+Ego fr Dominicus M.a de Bononia Not Apostolius S.ore Inq.m
+Verone, etc.
+</p>
+</blockquote>
+
+<div class="footnote"><a id="Fn_346"></a>
+<p class="foot"><a href="#FNa_346"><span class="label">(346)</span></a>
+Il presente documento si conserva negli Archivii della Comunità
+israelitica di Verona.
+</p>
+</div>
+
+<div class="chapter">
+<span class="pageno" title="295" id="page-295"></span>
+</div>
+
+<h3 id="tit-16" class="documento">
+<a href="#ritit-16">V.</a>
+</h3>
+
+<p class="subtitle">
+Massimiliano II.
+</p>
+
+<p>
+Noi Masimilian secondo Diuina fauente clementia romanorum
+imperator sempre Augusto
+</p>
+
+<p class="center">omissis</p>
+
+<p>
+faciamo noto publicam.<sup>te</sup> con le presenti a chiascheduno, sicome
+l'Università hebraica habitante nel sacro Imperio per suoi
+nontij, con scritt.<sup>re</sup> degne di fede humilm.<sup>te</sup>
+ha fatto presentar
+un preuilegio, ouer imunità all'istessa uniuersità heb.<sup>ca</sup> dato
+et concesso gratiosamente dall'inuitiss.<sup>mo</sup> Imperator Carlo
+Quinto felice memoria n.ro diletto cugino, et socero, qual è
+del tenor è di parola in parola come qui a basso cioè
+</p>
+
+<p>
+Noi Carlo Quinto
+</p>
+
+<p class="center">omissis&nbsp;<a id="FNa_347"></a><a href="#Fn_347" class="fna">(347)</a></p>
+
+<p>
+“Hauendone più oltre segnificato l'uniuersità heb.<sup>ca</sup>
+qualm.<sup>te</sup>
+più uolte sonno statti imputatti che per il lor bisogno sia
+necessario auer sangue Christiano, et per cio per colpe, et
+fatti qualli debeno per essa causa perpetrare à Christiani
+non è manifesto à sciente fatto ne ancora sufficiente proue,
+et inditij, mà per causa di depressione, et suspitione; ò
+uer à nuda delatione, ò simplice segnificatione de suoi
+maleuoli contra li loro priuileggi, et antichi consueti sono
+grauissimamente molestatti, tratenuti captiui, tormentatti,
+condenati di uita alla morte, tolto le lor robbe et facultà,
+euidentem.<sup>te</sup> non obstante che li santiss.<sup>mi</sup> padri n.ri li
+pontefici habbino fatto dichiarat.<sup>ne</sup> et prohibitione di credere,
+et ancora il q. N.<sup>ro</sup> S.<sup>re</sup> et Attauo imperator fedrico
+preclariss.<sup>me</sup> memorie per tali papali declarationi
+specialm.<sup>te</sup>
+<span class="pageno" title="296" id="page-296"></span>
+fatto espedire seriose comess.<sup>ne</sup> et mandati per tutti li statti
+del Imperio, et specialm.<sup>te</sup> ad alcuni di essi di tal intento
+desistere, et etiamdio prouedere, et non permetter quello
+anci occorendo tali casi rimetter quelli à sua Maiestà, come
+supremo S.<sup>re</sup> et giudice dell'unita heb.<sup>ca</sup>
+senza alcun mezzo
+spetante, et seriosam.<sup>te</sup> hà commandato etiam contra li
+priuilegij, et antichi soliti delli heb.<sup>i</sup> grauem.<sup>te</sup>
+molestatti
+pregionati, tormentati, di uita alla morte, condenati, et li
+beni et facultà loro uiolentem.<sup>te</sup> statti tolti et noi per esse
+declarationi papale, ò dell'espeditte comissioni del n.ro
+Attauo imper.<sup>re</sup> Fedrico preso tanta informatione che quello
+è imputatto alli heb.<sup>i</sup> necessario non hà da esser. Pertanto
+etiam per altre più cause mouente ordinamo et sancimo,
+che p. l'hauenire ne un di qual sia grado si uoglia per
+tal causa prenda più ne un heb.<sup>o</sup> ò heb.<sup>a</sup> et
+senza precedenti,
+et sufficiente inditij, o uer proua di Testimonij fide
+degni, ò trouando in frangenti crimine non tormentatti,
+ne condenati da uita alla morte, Ma occorendo tali querimonie
+ò imputationi quel p.<sup>mo</sup> rimettere, o riportare a
+noi, et nri sucessori Rom: Imperatori, o Regi, come suprema
+superiorità in Imperio dell'Uniuersità heb.<sup>a</sup> et cui
+eupeture la risolutione, per il che statuimo, ordinamo, sancimo,
+declaramo, et uolemo, dalla predetta ampia nra atta
+imperiale, et di certa scienza che per l'auuenire tutti li
+priuileggi, ire, libertadi, gratie, defensioni, protectioni,
+saluaguardie, saluicondotti, et confermatione della prefatta
+uniuersità heb.<sup>a</sup> in tutti, et cadaun suoi punti, articoli,
+clausale, continentie, sententie, comprehensioni siano totalmente
+roborosi, ualidi et stabilm.<sup>te</sup> osseruati, et essequiti
+in tutti i modi, come tutti et cadauno specialm.<sup>te</sup> di parola
+in parola in questa nra imperial Lra fussero descritti, et
+espressi, quali etiamdio sono in q.<sup>a</sup> sufficientem.<sup>te</sup>
+compresi
+et espressi hauer uolemo, Et ancora che la prefata unita
+heb.<sup>a</sup> et suoi sucess.<sup>ri</sup> generalm.<sup>te</sup>
+et specialm.<sup>te</sup> debba hauer
+li soprascritti nostri di nouo concessum Priuilegij, gratie,
+deffensioni, protectioni, saluaguardie, et saluicondutti, permanere
+in quelli, et contra essi, ne in generale, ne in
+<span class="pageno" title="297" id="page-297"></span>
+speciale da niuno, ne per rapina, offensione personale ne
+reale di beni, et facoltà loro, ne espulsione, ne ridutione,
+obserciatione di scole sinaghoghe di essi, ne alias per altra
+uia debano esser molestatti perturbati, et impediti, anci
+loro, et suoi sucessori q.<sup>ti</sup> quietam.<sup>te</sup>
+godere et fruire posino,
+et debino senza impedim.<sup>to</sup> da niuno et si e contra
+inscientem.<sup>te</sup>
+o importuna instantia, da noi, o nri sucessori
+in imperio si statuisse è concedesse, ò si espedisse alcuna
+cosa in contrario alli sopradetti, et à questo nro priuileggio
+parim.<sup>te</sup> se a quelli se facesse acordo alcuno ò altro incomparso
+senza nra uolonta et assenso tutto questo contra
+essi non debba hauer effetto ne robore, ne ualore, anzi tutto
+esser inualido infirmo, et impregiudiciale; Per che noi tutto
+questo, et cadaun particolarm.<sup>te</sup> ec nunc pro ut ex tunc, et
+ec tunc pro ut ex nunc, cassamo, anulamo, irritamo, inualidamo
+in uirtù di q.<sup>ta</sup> lera sopra cio comandiamo à tutti,
+et qualunque Principi ecclesiastici, et seculari, prelati,
+Conti, Baroni, S.<sup>ri</sup> cauaglieri, Nobili, Capitani, Prefetti,
+Prouinciali, Vicedomini, Profetti, Locotenente, officiali,
+Giudici, Potestadi, Consiglieri, Cittadini, comuni, et tutti
+li altri nri et del Imperio sudd. fideli, di qualunque grado,
+Dignità, ò conditione, siano pnti et futuri, seriosamente
+con questa littera, et uolemo che lassate totalm.<sup>te</sup> permanere
+la prefatta nra unita heb.<sup>a</sup> in generalità et particularità,
+con le sopra scritte papali declarationi, et de nri
+Predecessori nel imp.<sup>rio</sup> et q.<sup>ta</sup> nra libertà,
+priuilegij, confirmatione,
+deffensione, protectione, saluaguardie, et salui
+condotti, osseruare, defendere, et protegere, et non contrafar,
+ne ad' altri permetter contrafar in modo, et in uia niuna,
+cossi cara à cadauno sia la nra, et imperii indignat.<sup>ne</sup>, et
+pena graue, è ancora molta nominatiua di schiuare Marche
+cinquanta d'oro puriss.<sup>mo</sup> quale cadauno tante uolte temerariamente
+contrafarà, se non uorà abstenersi, la qual
+per la mittà à noi, et la nra imperial cam.<sup>a</sup> et l'altra
+mittà all'Unita heb.<sup>a</sup> ò uer alli offesi irremisibilmente
+sarà aplicata senza Inganno. In fede de cio sigilato col nro
+imperiale appendente segillo.
+</p>
+
+<div>
+<span class="pageno" title="298" id="page-298"></span>
+</div>
+
+<p>
+“Datta in nra, et imperij, Cittade Spira alli 3 del mese
+di Aprille di poi la nattiuità di Christo diletto S.<sup>re</sup> 1544:
+Nel nro imperial gouerno nel uigesimo quarto ò altri nri
+Regni nel uigesimo nono anni etc.”
+</p>
+
+<p>
+Et de più humilm.<sup>te</sup> han pregato, et supplicato à noi, come
+Imp. de Rom. che gratiosam.<sup>te</sup> ghe uogliono renouar, confirmar
+et aprobar i suoi descritti Priuileggij et immunità
+</p>
+
+<p class="center">omissis&nbsp;<a id="FNa_348"></a><a href="#Fn_348" class="fna">(348)</a></p>
+
+<p>
+Datta nella nra ò del nro Imperio. Città d'Augusta alli 8
+del mese di marzo dopo la natiuità del nro S.<sup>re</sup> e saluator
+1566: nel nro imperial gouerno nel quarto nel Hungaro nel
+Terzo, et nel Boheno nel 18 anno etc. Masimigliano
+</p>
+
+<p xml:lang="la">
+Vice ac Nomine R.<sup>mi</sup> Dni Archicancell Magautini
+</p>
+
+<p>
+Ad m.<sup>tu</sup> sac. ces. Miti propriu.
+</p>
+
+<blockquote>
+<p class="center" style="padding-left: 8%;">V. Io: Bap: Weber e.
+<span style="padding-left: 6%">Haller etc.</span></p>
+
+<p xml:lang="la">
+<i>Ego Gaspar f. q.</i> D. Iac. Antonis de seraualle pnb: imperiali autte
+not.s et V. Cancell. Mag.ce Coiatis Rob.ti attestor fidemque indubia
+facio quibuscuq&nbsp;—&nbsp;Priuilegium concessa Uniuersitatti
+Hebraice ab inuictissimo
+Cesare Carolo Quinto sub die 3 aprilis 1544: ex Ciuitate
+Spire et confirmatum ab inuictissimo Cesare Masemigliano secundo ex
+Ciuitate Auguste sub die 8 Martij 1566: munitum sigillo magno imperiali
+</p>
+
+<p class="center testa" xml:lang="la">omissis</p>
+
+<p xml:lang="la">
+et hoc ec suo authentico transupto e lingua germana, qua caleo in
+Italam fideliter, et sincere, a suo sensu penitus non discendis uertisse,
+et traduisse in omnibus pro ut sopra etc in quoru testimoniu me manu
+propria subscripsi, signoq. meo actis tabelionatus solito muniui
+</p>
+
+<p class="center testa" xml:lang="la">Ad Laudem Dei Opt.i Maximi</p>
+
+<p xml:lang="la">
+Nos Carolus Rusca. I. V. D. Perginen: Roboretti, e sui districtus
+pretor&nbsp;—&nbsp;omissis&nbsp;<a id="FNa_349"></a><a href="#Fn_349" class="fna">(349)</a>&nbsp;—&nbsp;Roboreti die X Juni. MDCII.
+</p>
+
+<p xml:lang="la">
+Ego Jacobus Bagatta f. q. D. Bonifatij de S. Michaele ad portas
+Verone publicus Veneta Anthe
+Notarius&nbsp;<a id="FNa_350"></a><a href="#Fn_350" class="fna">(350)</a>.&nbsp;.&nbsp;.
+</p>
+
+<p xml:lang="la">
+Nos Iacobus suriano Pottas, et Michael Priulo capitaneus Rectores
+Verone (segue la legalizzazione). Verone ex uff. magn. Cam.e n.re
+fisc.s Die lune 4.to maij 1626. Ind.
+nona.&nbsp;—&nbsp;<span style="padding-left: 8ex">Concordat</span>
+cum suo
+originali ver.a F. Fr: Dominicus M.a de Bononia Not.ro Apliu S.ne
+Inq.nis Verone.
+</p>
+</blockquote>
+
+
+<div class="footnote"><a id="Fn_347"></a>
+<p class="foot"><a href="#FNa_347"><span class="label">(347)</span></a>
+Conferma i privilegi concessi agli Ebrei dai Pontefici ed Imperatori
+e stabilisce varie disposizioni in loro favore.
+</p>
+</div>
+
+<div class="footnote"><a id="Fn_348"></a>
+<p class="foot"><a href="#FNa_348"><span class="label">(348)</span></a>
+Segue l'approvazione, la sanzione è:&nbsp;—&nbsp;la graue indegnatione
+n.ra o dell'imperio, et di più sotto pena di sessanta marche&nbsp;—
+</p>
+</div>
+
+<div class="footnote"><a id="Fn_349"></a>
+<p class="foot"><a href="#FNa_349"><span class="label">(349)</span></a>
+Segue la legalizzazione.
+</p>
+</div>
+
+<div class="footnote"><a id="Fn_350"></a>
+<p class="foot"><a href="#FNa_350"><span class="label">(350)</span></a>
+Segue autenticazione della propria copia.
+</p>
+</div>
+
+<div class="chapter">
+<span class="pageno" title="299" id="page-299"></span>
+</div>
+
+<h3 id="tit-17" class="documento">
+<a href="#ritit-17">VI. *</a>
+</h3>
+
+<p class="subtitle">
+Martino Lutero.
+</p>
+
+<p>
+<i>Tomo 5, Witt. Foglio 443.</i> Pregai si trattasse bene (gli
+ebrei) si istruissero nella Sacra Scrittura, e così avrebbero
+potuto rimanere presso di noi; ma se noi li cacciamo colla
+forza, li incolpiamo di avere sparso sangue cristiano, di puzzare
+e <em>di altre simili sciocchezze</em>, trattandoli come cani, qual guiderdone
+possiamo da essi
+sperare?&nbsp;<a id="FNa_351"></a><a href="#Fn_351" class="fna">(351)</a>.
+</p>
+
+<div class="footnote"><a id="Fn_351"></a>
+<p class="foot"><a href="#FNa_351"><span class="label">(351)</span></a>
+Vedi <span class="sc aut">Christianus Cerson</span>:
+“Der Jüden Talmud 1613” <cite>Epistola
+dedicatoria</cite> al principe Enrico Giulio,
+vescovo del convento di Halberstadt,
+duca di Brunswick e Lüneburg;
+<span class="sc aut">Giovanni Cristoforo Wagenseil</span>:
+<cite xml:lang="de">Benachrichtigungen</cite>, 1705.
+</p>
+</div>
+
+<div class="chapter">
+<span class="pageno" title="300" id="page-300"></span>
+</div>
+
+<h3 id="tit-18" class="documento">
+<a href="#ritit-18">VII. *</a>
+</h3>
+
+<p class="subtitle">
+Stefano Re di Polonia
+</p>
+
+<p>
+Noi Stefano, per grazia di Dio, Re di Polonia, <i>omissis</i>,
+pubblichiamo a tutti ed a ciascuno che ne abbia bisogno.
+</p>
+
+<p>
+Giunse a noi ed alle nostre orecchie, cosa meravigliosa e
+da noi non prima udita, sulla uccisione di fanciulli cristiani
+e precisamente sul ratto e sulla uccisione del figlio di un certo
+eccellentissimo Studsionsky nel circolo di Gostina. Siccome
+non soltanto si sospettano gli Ebrei di questo misfatto, ma
+vengono anche apertamente accusati, così crediamo necessario
+investigare e cercare premurosamente quanto siavi di vero
+in quest'accusa; e tanto più ciò ci sembra necessario in quanto
+simili accuse non si sollevano ora per la prima volta, essendo
+per numerose testimonianze venuto a conoscenza nostra che
+già da lungo tempo si è sparsa la voce aver gli Ebrei rubato
+ed ucciso fanciulli cristiani ed anche comperato (per
+farne vilipendio) il Santissimo Sacramento, voce che dette
+origine a scene deplorevoli.
+</p>
+
+<p>
+Ora avendo due gentiluomini Studsionsky portato apertamente
+dinanzi a noi una simile accusa contro gli Ebrei ed
+avendoci mostrato un fanciullo morto, ordinammo si procedesse
+a severe indagini. Siffatte indagini furono dai nostri
+ufficiali condotte col maggior zelo, furono citati gli Ebrei e
+da ambe le parti si addussero prove e testimonii per porre
+in luce il vero; il risultato fu che non soltanto gli Ebrei
+non erano colpevoli, ma che nessun sospetto poteva venir su
+di loro formato. Anzi i predetti signori, saputo di essere
+stati tratti in errore e che nulla si era rinvenuto a carico
+degli Ebrei ritirarono l'accusa. Dimostrata, nel modo più assoluto,
+<span class="pageno" title="301" id="page-301"></span>
+la loro innocenza in questo fatto, gli Ebrei si lagnarono
+meco amaramente perchè da queste popolari credenze
+che essi abbisognando di sangue cristiano, rapissero ed uccidessero
+fanciulli cristiani, o che vilipendessero il Santissimo
+Sacramento <a id="cristiani"></a>comperandolo dai Cristiani,
+e facendone spicciare
+sangue umano, non soltanto erano derivate loro numerose
+persecuzioni, ma s'eran trovati spesso in pericolo di vita, ed
+avevano dovuto soffrire crudelissimi martirii e persino acerba
+morte. Dopo averci dimostrato, con decreti e privilegi dei
+nostri antecessori, l'ingiustizia di tali pene, ci supplicarono
+caldamente, per mezzo di alcuni nostri Senatori, di provvedere,
+in modo definitivo, perchè non abbiano per lo stesso
+motivo a rinnovarsi gli insulti, le persecuzioni ed altre ingiustizie
+di cui già ebbero a soffrire. Commossi da questa
+preghiera, e desiderando precludere l'adito a simili calunnie
+e rimuovere una causa di tumulti e di persecuzioni che gli
+Ebrei ebbero spesso a soffrire per questo argomento, abbiamo
+deliberato in base alla nostra ferma convinzione ed in seguito
+a parere dei nostri Senatori, che nessuno osasse d'ora innanzi
+muovere agli Ebrei, nel nostro Regno e nei nostri dominii,
+l'ingiusto rimprovero del rapimento e dell'uccisione di fanciulli
+cristiani, o della compera del Santissimo Sacramento.
+Ed essendo essi innocenti di entrambi questi misfatti non devono
+perciò essere calunniati, nè accusati dinanzi un giudice
+o qualunque altro magistrato, essendosi nel fatto dimostrato
+che queste accuse non hanno base di fondamento, e che gli
+Ebrei non fanno uso di sangue, nè cercano di procurarsi il
+Santissimo Sacramento. Perciò chiunque si facesse lecito di
+ripetere tali accuse, vogliamo che, senza riguardo a rango,
+venga severamente punito, come autore di grandi disordini.
+Chi dunque incolpasse gli Ebrei di questi misfatti sarà punito
+come calunniatore; e colui che per questi motivi portasse
+contro di essi un'accusa dinanzi ad un giudice, sarà passibile
+della <em xml:lang="la">poena talionis</em> e dannato nel capo.
+</p>
+
+<p>
+Questa nostra decisione portiamo a cognizione di ciascuno
+che avesse bisogno di saperlo, e specialmente vogliamo che
+venghi notificato a tutti i Woiwodi, Starosti e Sottostarosti
+<span class="pageno" title="302" id="page-302"></span>
+ed in generale a tutti impiegati, Sindaci e Consiglieri, ed
+ordiniamo che la Nostra Volontà sia da essi strettamente
+eseguita, portata a cognizione di tutti perchè agiscano solamente
+secondo la Nostra Volontà, altrimenti cadrebbe su di
+loro la nostra disgrazia.
+</p>
+
+<p>
+Noi firmiamo per maggior sicurezza questo scritto e vi
+apponiamo il suggello della Nostra Corona.
+</p>
+
+<p>
+Dato a Varsavia il 5 del mese di luglio dell'anno del Signore
+1576 nel secondo anno del nostro Regno.
+</p>
+
+<p class="center testa"><span class="sc aut">Stephanus Electus Rex.</span></p>
+
+<div class="chapter">
+<span class="pageno" title="303" id="page-303"></span>
+</div>
+
+<h3 id="tit-19" class="documento">
+<a href="#ritit-19">VIII.</a>
+</h3>
+
+<p class="subtitle">
+Sentenza a favore di Giuseppe, Ebreo veronese.
+</p>
+
+<p xml:lang="la">
+Exemplum ab alio ex concione undecima Ill.<sup>mi</sup> D.ni Iustiniani
+contareno Verone Potestatis die ult.<sup>o</sup> mensis februarij
+milesimi sexcentesimi tertij Jndictione prima
+</p>
+
+<p class="center testa" xml:lang="la">De</p>
+
+<p class="testa" xml:lang="la">
+Ioseph hebreus q. Abrahamini dictus anselmi <strong>Accusatus a
+Bernardino Bertono</strong> calligarum resarcitore de sancto marco
+quia cum sero factum esset uigilie admirabilis ascensionis
+D.ni anni modo lapsi non nulli adolescentuli puerilibus iocis
+incumberent in curte uulgo nuncupata di Panthei idem Joseph
+scienter et dolose eiusdem Bernardini paruulum figlium hostio
+proprie domus assidentem ui rapuerit ac inuolutum palio
+nisi fuisset impijs eius manibus ereptus in uicinam heb.<sup>m</sup>
+stationem deferre tentauerit uel ut christianam animam è
+gremio sacrosancta Ecclesia matris disceptam ad iudaicam
+perfidiam, et perditionem deduceret, uel ut eodem infante
+crudeliter necato, et sacratiss.<sup>me</sup> morti n.ri saluatoris illuderet
+et innocenti sanguine ad pessimos et nefandos usus uteretur
+sicut alius factum esse quibusdam circonforanete&nbsp;—&nbsp;historie
+monamentis probare conatus est ipse accusator uel etiam ut
+huiusmodi facinore uindicaret amissionem figlie sue que quide
+per lauacrum regenerationis ab eius prauitatis errore ad
+aternam salute confugere proximis precedentibus mensibus
+elegerat, et ut in processu diffuse legitur.
+</p>
+
+<p xml:lang="la">
+Detentus et constitutus dictus Joseph negauit tantum comissise
+scelus et ipsi deffensionibus intimatis tam in scriptis
+quam in uoce p. Exc.<sup>m</sup> eius aduocatum nedum suas satis
+<span class="pageno" title="304" id="page-304"></span>
+legitimas deffensiones deduxit uerum etiam demonstrauit
+uarijs allegatis sacre bibilie locis hebraicum ritum a sanguinis
+effusione abhoreri, segnificando etiam quod uarij principis
+hanc huiusce sanguinis usus famam pro uana nulla et falsa
+habuerunt publicis datis priuilegijs <strong>nempe Bona</strong> et Ioannes
+Galeatius Maria Sfortia Duces Mediolani ut constat sub die
+19 maij 1479. Petrus Mocenigo Dux Venetiarum sub die 22
+aprilis 1475&nbsp;<a id="FNa_352"></a><a href="#Fn_352" class="fna">(352)</a>:
+et denique fridericus tertius Carolus Quintus
+et Maximiglianus secundus sub die octauo martii 1566; in
+quibus affirmatur olim à sanctissimis pontificibus prohibitum
+fuisse quicquam credere de huiusmodi obiecto impio sanguinis
+christiani abuso, et ex quibus omnibus tollitur omnis suspitio
+tam facinorosi sceleris obiecti, Eà propter Ill.<sup>mus</sup> Dnus Potestas
+una cum Ecc.<sup>mo</sup> consulatu antedictum Joseph relaxauit.
+</p>
+
+<div class="footnote"><a id="Fn_352"></a>
+<p class="foot"><a href="#FNa_352"><span class="label">(352)</span></a>
+In un foglio sciolto unito al libretto è citata questa Ducale come
+esistente&nbsp;—&nbsp;nel Registro di Padova in Bergamina sig.to con Letra M
+nel'Arcivo della Cancelaria pretoria di padous a 118.
+</p>
+
+<p class="foot testa" xml:lang="la">
+Ego Christophorus Nicolius notarius deputatus ad conciones comunis
+uerone antedictam sententiam per me scriptam et publicatam esemplaui
+et in fidem manu propria scripsi et subscripsi cum meo sollitto tabelionatus
+segno.
+</p>
+
+<p class="foot" xml:lang="la">
+(L T) Premissa sententia fideliter exemplata fuit per mè Cyprianum
+masser.m D. Baptista figlium publicum ueneta auctoritate not.m ab
+alio simili exemplo autentico sub signo et nomine contedicti q. D.
+Christophori Nicolij, in quorum testimonium me propria manu subscripsi
+solito tabelionatis signo apposito.
+</p>
+
+<p class="foot" xml:lang="la">
+Nos Jacobus surianus pro ser.m Ducali D.nio uenetiarum e Verone
+et Districtus Potestas. Uniuersis etc. attamur suprascriptum D. Cyprianum
+Masserium esse notarium publicum huius ciuitatis cuius publicis
+scripturis ubique locorum plena fidis merito est adhibenda In
+quorum etc. Verone die 5 Maij 1626.
+</p>
+
+<p class="foot destra" xml:lang="la">Aloysius Cinthius Coad.r Pret.s m. etc.</p>
+
+<p class="foot" xml:lang="la">
+Presens copia desumpta fuit ex suis proprija originalibus de uerbo
+ad uerbu aliena manu mihi in fida; et collationata concordat, salua
+semp megliori.
+</p>
+
+<p class="foot" xml:lang="la">
+Fr. Dumenicus M.a de Bononia eiusd' ord.e Magr et Inq.or Verone
+attestor d.m f. Dom.cus Marie esse Not.mo huius S.te Inq.nis.
+</p>
+</div>
+
+<div class="chapter">
+<span class="pageno" title="305" id="page-305"></span>
+</div>
+
+<h3 id="tit-20" class="documento">
+<a href="#ritit-20">IX.</a>
+</h3>
+
+<p class="subtitle">
+Giovanni Cristoforo Wagenseil.
+</p>
+
+<p>
+Aiutaci o Dio! Come è mai possibile scoprire la verità in
+mezzo a tante schifose accuse, ognuna delle quali contraddice
+alle altre? Come non capir subito che non le sono che
+miserabili chiacchiere, e che da bocca cristiana mai dovrebbe
+esser proferita l'accusa che gli Ebrei in diverse occasioni si
+servano di sangue cristiano? E meno male ancora non le fossero
+che chiacchiere, ma pensare che in grazia di queste
+maledette menzogne, gli Ebrei furono maltrattati e torturati,
+che migliaia e migliaia ne furono messi a morte è cosa che
+commuoverebbe e farebbe gridar anche le pietre.
+(<cite xml:lang="de">Benachrichtigungen</cite>,
+p. 130 e seg.).
+</p>
+
+<p>
+Fu, ed è sempre, opinione fra i Cristiani, che gli Ebrei
+abbiano bisogno di sangue cristiano per mischiarlo agli azimi
+che mangiano di Pasqua ed al vino che bevono. Io stesso
+sono stato spesse volte spettatore quando Ebree od Ebrei,
+(perchè fra gli Ebrei anche uomini ricchi ed a modo sogliono
+aiutare a queste incombenze per far onore alla festa di Pasqua)
+apparecchiavano la pasta per le azzime, vidi come
+l'impastavano, come levavano la <em>Challa</em>, la bruciavano e
+dopo allestita la focaccia la infornavano, ma non mi accadde
+mai di osservare vi mischiassero qualche cosa che assomigliasse
+a sangue.
+</p>
+
+<p>
+Fra tutti gli altri oggetti ed arnesi che gli Ebrei credono
+sacri e di cui si servono nelle loro funzioni posseggo anche
+una grande focaccia d'azimo e posso mostrarla a chicchessia
+per provare che non vi si trova la più piccola traccia di
+sangue. Il vino che si beve durante le feste di Pasqua deve
+<span class="pageno" title="306" id="page-306"></span>
+essere <em>cascher</em> o purissimo, e guai se un cristiano avesse
+toccato, soltanto col dito mignolo, il torchio od il tino nel
+quale viene preparato, tanto meno adunque si permetterebbe
+vi si mischiasse una goccia di sangue cristiano
+(<cite xml:lang="la">ibid.</cite>, p. 132
+e seguenti).
+</p>
+
+<p>
+Qui non si tratta di sapere se un ebreo insultato da un
+fanciullo cristiano possa averlo ucciso. Il caso può benissimo
+essere accaduto, assai raramente però, se lo stesso dottissimo
+Grozio potè scrivere nel 5º libro del suo
+<cite xml:lang="la">De Verit. Rel. Christ.</cite>
+che gli Ebrei non incorrono nè in idolatria, nè in adulterio,
+nè in reati di sangue.
+“<i class="quo" xml:lang="la">Judaeos a tanto tempore nec ad
+falsum Deorum cultum deflexisse ut olim nec caedibus se
+contaminasse nec de adulteriis accusari</i>”
+(<cite xml:lang="la">ibid.</cite>, p. 149).
+</p>
+
+<p>
+A nulla valgono le stesse confessioni degli Ebrei perchè
+strappate loro con torture e tormenti così terribili che essi
+avrebbero confessato ben più di quanto non si pretendeva da
+loro. Taccio di quei malvagi Cristiani che bene spesso volendo
+denunciare gli Ebrei, per avvalorare l'accusa, uccidevano,
+Dio sa in che modo, i loro stessi bambini, ed i cadaveri
+o mettevano segretamente nelle case degli Ebrei, o sotterravanli
+nelle cantine o nei giardini loro, fatti questi pei
+quali migliaia e migliaia di Ebrei non soltanto furono spogliati
+dei loro beni e ridotti alla miseria, ma furono eziandio
+giustiziati coi più orribili supplizi
+(<cite xml:lang="la">ibid.</cite>, p. 198).
+</p>
+
+<p>
+Malgrado accurate indagini, non mi venne fatto di trovare
+nessuna legge che scagionasse gli Ebrei dall'accusa di usar
+sangue cristiano, eccezione fatta per una legge di non so
+qual re di
+Polonia&nbsp;<a id="FNa_353"></a><a href="#Fn_353" class="fna">(353)</a>,
+che trovasi in un <cite xml:lang="la">Codice manuscripto</cite>
+ben ordinato e conservato nella biblioteca di Lipsia col titolo:
+<cite xml:lang="la">Promtuarii statutorum omnium et Constitutionum Regni
+Poloniae</cite> di <i>Paulo Scerbicz anno</i> 1590
+<i xml:lang="la">ad usum domesticum</i>,
+dove nella parte 1ª, cap. 15, <cite xml:lang="la">De Judaeis</cite>,
+leggesi: <i class="quo" xml:lang="la">Judaeus
+caedis pueri Christiani accusatus tribus Christianis, et
+<span class="pageno" title="307" id="page-307"></span>
+totidem Judaeis convincatur: alioquin pro usu humani sanguinis
+non culpetur. Deficienti vero Actori in probatione
+poena talionis
+irrogetur&nbsp;<a id="FNa_354"></a><a href="#Fn_354" class="fna">(354)</a>.</i>
+</p>
+
+<p>
+Volesse Dio che leggi così giuste si fossero fatte dovunque,
+e si avesse spiegata maggior oculatezza allorquando gli Ebrei
+venivano accusati o per calunnia o per futili indizi prima
+di ricorrere alla tortura ed al supplizio per far loro confessare
+ciò che si voleva. Se poi talvolta fu provato aver gli
+Ebrei commesso qualche misfatto, ed è inevitabile che in
+un gran popolo non si trovino dei malfattori, non avviene
+ogni giorno lo stesso anche fra noi Cristiani? Perchè dunque
+non punirli, secondo giustizia, in ragione del delitto commesso,
+invece di sottoporli a pene stravaganti, colpendo assieme
+colpevoli ed innocenti ed ammazzandoli alla rinfusa? Le autorità
+dovrebbero pensare all'ammonizione del Re Giosafat:
+“Riguardate ciò che voi fate; perciocchè voi non tenete
+la ragione per un uomo, ma per lo Signore, il quale è con
+voi negli affari della giustizia.&nbsp;—&nbsp;Ora dunque, sia lo spavento
+del Signore sopra voi; prendete guardia al dover vostro
+e mettetelo ad effetto; perciocchè appo il Signore Iddio nostro
+non vi è alcuna iniquità” (2 <cite>Croniche</cite>
+<span class="sc num">xix</span>, 6, 7). Esse
+avrebbero dovuto pensare a non gravare le loro povere anime
+e le loro conscienze della scomunica pronunciata da migliaia
+di leviti, e confermata da un Amen di centinaia di migliaia
+di persone contro chi contravviene ai precetti del <cite>Deuteronomio</cite>
+(<span class="sc num">xxvii</span>, 19, 25) “Maledetto sia chi pervertisce la
+ragione del forestiere, dell'orfano e della vedova. Maledetto
+sia chi prende presenti per far morire l'innocente”
+(<cite xml:lang="la">ibid.</cite>,
+pag. 203 e segg.).
+</p>
+
+<div class="footnote"><a id="Fn_353"></a>
+<p class="foot"><a href="#FNa_353"><span class="label">(353)</span></a>
+Boleslao il Pio, duca di Kalisch, nell'anno 1274. (Regnò col nome
+di Boleslao V, 1227&ndash;1279). Vedi Sternberg,
+<cite xml:lang="de">Geschichte der Juden in Polen</cite>.
+</p>
+</div>
+
+<div class="footnote"><a id="Fn_354"></a>
+<p class="foot"><a href="#FNa_354"><span class="label">(354)</span></a>
+Un ebreo accusato di aver ucciso un fanciullo cristiano deve
+essere convinto colla testimonianza di tre ebrei e di tre cristiani; senza
+di che non potrà essere condannato per uso di sangue cristiano; se
+l'accusatore non potrà in tal guisa provare la sua accusa sarà punito
+colla pena del taglione.
+</p>
+</div>
+
+<div class="chapter">
+<span class="pageno" title="308" id="page-308"></span>
+</div>
+
+<h3 id="tit-21" class="documento">
+<a href="#ritit-21">X. *</a>
+</h3>
+
+<p class="subtitle">
+Parere della facoltà teologica di Lipsia dell'8 maggio 1714.
+</p>
+
+<p>
+Dopo che certi accaduti avvenimenti esigono la soluzione
+del quesito “se si possa provare e credere che gl'Israeliti,
+secondo le leggi della propria religione, o per introdotte
+superstizioni, abbiano bisogno del sangue d'un cristiano, e
+che uccidano secretamente teneri fanciulli, che procurano
+di rapire” fu sopra ciò desiderato anche il nostro coscienzioso
+parere in nome di S. M. il Re di Polonia e del serenissimo
+principe elettore di Sassonia.
+</p>
+
+<p>
+Quindi noi, conforme il nostro umilissimo obbligo, incominciamo
+la soluzione del quesito con una negativa, e di tale
+nostra negazione alleghiamo le ragioni seguenti:
+</p>
+
+<p>
+I. Prima del 13º secolo dalla nascita di Cristo non si è
+parlato mai di questa grave accusa addossata al popolo ebreo,
+nè in tempi in cui niente si perdonava alla nazione ebrea,
+si saprebbe trovare conferma di ciò in qualsiasi documento,
+nè degli Ebrei dell'Oriente nè dell'Occidente. Perchè dunque
+dovevano gli Ebrei per così lunga epoca ommettere una
+crudeltà, e tosto dopo quest'epoca averla incominciata? Perchè
+non dovrebbero essi averla commessa del pari nei primordi
+del Cristianesimo, che quasi s'innalzava sulla loro rovina, ed
+allorquando la gelosia e l'amarezza dovevano esser maggiori?
+Perchè dovrebbero essi aver ommessa questa pratica ai tempi
+degli imperatori pagani, allorquando con maggior sicurezza
+potevano eseguirla? Perchè incominciare allora soltanto
+quando maggior pericolo li attendeva sotto principi cristiani?
+O come avrebbero taciuto questa cosa i Cristiani dei primi
+tempi, a cui tali fatti non potevano rimanere celati, mentre
+<span class="pageno" title="309" id="page-309"></span>
+essi d'altronde non sanno mai abbastanza descrivere l'odio
+degli Ebrei contro di loro?
+</p>
+
+<p>
+Ma per procedere alquanto innanzi colla storia intorno a
+questo fatto, e mostrar più chiaramente la sua falsità, osserviamo
+che intorno al 13º secolo, l'odio contro gl'Israeliti, in
+Germania particolarmente, erasi grandemente aumentato, e
+ciò principalmente a cagione di un certo monaco di nome
+Rodolfo, il quale, secondo ogni apparenza, tratto da ambiziosa
+imitazione di quelli che predicavano la crociata contro gl'infedeli
+in Oriente, instigò il popolo in Colonia, Spira, Magonza
+e Strasburgo a una simile crociata contro gli Ebrei, immaginandosi
+di acquistarsi così una fama in Germania come
+San Bernardo in Francia colle crociate contro i Maomettani;
+ma appunto il Santo Bernardo, in una lettera diretta ad Enrico
+Arcivescovo di Magonza, dannò il da colui eccitato eccidio
+degli Ebrei, lettera che s'incontra fra le sue epistole. Ciò
+nondimeno si continuarono nelle publiche prediche le veementi
+accuse; e varii frati si adoperarono valorosamente ad empire
+non solo le loro prediche, ma anche i loro libri di simili tragiche
+favole contro questa nazione, favole che facilmente irritavano
+il volgo insensato. Fra tali favole si è diffusa anche
+questa dell'uso del sangue cristiano in varie pratiche di
+religione o superstizione ebraica, e potrebbe ben essere che
+a ciò avesse dato occasione una sentenza dei dottori ebrei
+(spiegata da Elia levita nel suo Tisbì) la quale dice che
+niuno potesse sedere in Tribunale, vale a dire coprire onorevole
+carica se non avesse <em>damim</em> (la quale parola suona
+<em>sangue</em> ed anche <em>denaro</em> e qui è da intendersi nel senso di
+denaro).
+</p>
+
+<p>
+L'epoca della favola ci è resa nota e chiara da Papa Gregorio
+IX, il quale, dopo scrupolose indagini intorno alle accuse
+che venivano date agli Ebrei, volendo impedire che si
+versasse il loro sangue, mandò fuori, nel 1235, una bolla pontificia,
+nella quale dichiara gli Ebrei immuni da questo e
+da altri delitti di cui venivano incolpati, e si lagna che tali
+accuse provengano dall'avarizia dei loro autori i quali agognano
+ai beni degli Ebrei, ed abusano della religione cristiana
+<span class="pageno" title="310" id="page-310"></span>
+per palliare il proprio desiderio di arricchire; le quali
+cose egli ripete ancora in una bolla dell'anno seguente, come
+pure in un'altra diretta a San Luigi Re di Francia. Egli
+fu imitato, nell'anno 1247, dal Papa Innocenzo IV, in un'epistola
+agli Arcivescovi d'Alemagna, in cui esplicitamente rigetta
+come una falsità che gli Ebrei uccidano fanciulli cristiani
+e facciano uso del loro sangue.
+</p>
+
+<p>
+E così pure gl'imperatori romani, incominciando dal decreto,
+intorno a ciò promulgato dall'imperatore Federico III,
+hanno riconosciuto gli ebrei innocenti rapporto a questa accusa;
+lo che apparisce dal formulario dei privilegi ad essi
+confermati, come da quelli che sogliono essere accordati dagli
+imperatori quando vengono eletti, come può vedersi
+presso Linneo, tomo <span class="sc num">i</span>, addit. <i>ad 1, 3,
+c.</i>&nbsp;<a id="FNa_355"></a><a href="#Fn_355" class="fna">(355)</a>.
+</p>
+
+<p>
+Con eguali pubblici attestati furono gli Ebrei difesi da
+quest'accusa da Galeazzo e Bona Sforza Duchi di Milano, da
+Pietro Mocenigo, Doge di Venezia, e da altri grandi principi
+i quali facilmente si citerebbero, se ciò non ci portasse
+troppo in lungo.
+</p>
+
+<p>
+Se poi nell'esame storico di questa cosa cerchiamo i giudizi
+d'uomini celebri intorno a questo fatto, troviamo che
+Pietro di Blois, nel libro <cite xml:lang="la">Contra perfid. Jud.</cite>,
+c. 8, dà chiaramente
+a divedere com'egli teneva la cosa per dubbiosa. Il
+dottor Martino Lutero nella parte undecima dell'antico Testamento,
+fol. 323, ha già da lungo tempo rigettata questa
+favola, che cioè gli Ebrei abbiano bisogno del sangue
+di un Cristiano, qual menzogna e follia. Lo stesso fece
+anche Horembek nei prolegomeni del suo libro <cite xml:lang="la">De convertendis
+Judaeis</cite>, ed il professore, peritissimo nelle cose giudaiche,
+<span class="pageno" title="311" id="page-311"></span>
+Wagenseil nel suo <cite xml:lang="la">Infundibulo</cite>, <i>pag.</i> 99,
+ed in una
+apposita confutazione dell'opinione che gli Ebrei abbiano bisogno
+del sangue di un Cristiano, si è dichiarato contro questa
+calunnia. La rigettò anche di recente il celebre Basnage
+nel settimo libro della sua storia degli Ebrei. E ciò prescindendo
+da quanto hanno scritto a propria difesa contro questa
+falsa accusa in particolare Abarbanel nel suo <cite>Ezechiello</cite>,
+36, 13; l'Ebreo Cardoso nel suo libro in lingua spagnuola
+“<cite xml:lang="es">Los Excell.: decima calunnia de los Hebr.</cite>
+pagina 412”;
+Isacco Vira nel <cite xml:lang="la">“Vindice sanguinis”</cite> e
+gli Ebrei di Metz
+in uno scritto pubblicato a Parigi nel 1670 col titolo:
+<cite xml:lang="fr">Factum servant de réponse au livre intitulé: Abrégé du
+procès fait aux Juifs de Metz.</cite>
+</p>
+
+<p>
+Dacchè esiste la religione di Cristo, abbiamo veduto molte
+migliaia di Ebrei che l'hanno abbracciata, e fra questi neppure
+uno ha potuto deporre una testimonianza degna di fede
+in conferma di questa favola. Al contrario, il profondo dotto
+Cristiano Gerson, passato al Cristianesimo con onore sincero,
+ha combattuto questa favola, nella prefazione del suo Talmud
+degli Ebrei. Con lui è d'accordo il noto Pfeffercorn nel
+<cite xml:lang="la">Spec.
+adhort. Jud.</cite> parte <span class="sc num">ii</span>,
+dove egli fa una buona distinzione,
+dicendo che potrebbe ben essere che si sieno trovati degli
+Ebrei e che oggidì pure se ne trovino, che spinti da collera,
+odio e vendetta, uccidano segretamente un fanciullo Cristiano,
+nella stessa guisa che in mezzo a tutte le nazioni
+non può evitarsi qualche bricconeria; ma sostiene non potersi
+dare che ciò avvenga per aver essi bisogno del sangue di
+un Cristiano.
+</p>
+
+<p>
+E il di sopra citato signor Wagenseil nella suaccennata
+confutazione, p. 163, attesta in nome della verità di Dio e
+del padre di Nostro Signore Gesù Cristo che fra tanti Ebrei
+battezzati che egli ha praticati, non ne ha trovato uno che
+confessasse che i suoi connazionali adoperassero in certi casi
+il sangue d'un Cristiano, per quanto egli intorno a ciò gl'interrogasse
+tutti accuratamente.
+</p>
+
+<p>
+Noi potremmo a tutto ciò aggiungere la testimonianza di
+Tommaso, che viene ritenuto per un Ebreo convertito al
+<span class="pageno" title="312" id="page-312"></span>
+Cristianesimo, il quale interrogato sopra questa cosa da Alfonso
+Re di Spagna, la negò, adducendo ragioni dedotte dalle
+leggi giudaiche, le quali non permettono ad un Ebreo simile
+uso del sangue, come puossi diffusamente riscontrare
+nel <cite>Scevet Jehudà</cite>, fol. 6, col. 2, ed anche nel <cite>Giudaismo
+svelato da Eisenmenger</cite>, tom. <span class="sc num">ii</span>,
+cap. <span class="sc num">iii</span>, pag. 226. Veramente
+gli annali della Chiesa dopo il tredicesimo secolo abbondano
+di diversi esempi di tali omicidii commessi dagli
+Ebrei, e fra questi molti furono raccolti da Genebrando nel
+quarto libro della sua <cite xml:lang="la">Chronor.</cite>,
+e dall'autore del libro intitolato:
+<cite>Quanto sia difficile a convertire il cuore di un
+Ebreo.</cite>
+</p>
+
+<p>
+Ma in ciò tre cose sono da rimarcarsi:
+</p>
+
+<p class="lista testa">
+1. Che le circostanze della maggior parte di queste storie
+sono talmente contraddicenti l'una all'altra, e con tali
+differenze sono raccontate dai diversi autori, che fra se stesse
+si distruggono, come nota il celebre Wagenseil.
+</p>
+
+<p class="lista">
+2. La maggior parte di queste storie rimontano ai tempi
+dell'ignoranza e della credulità, e si rendono assai sospette
+mediante gli strani miracoli, dai quali sono accompagnate,
+ed è quindi da prendersi bene in considerazione quello che
+osserva Eisenmenger, (del resto dichiarato nemico dei Giudei),
+il quale dopo aver riportato alcuni esempi di tal fatto, dice:
+<i class="quo">Non si odono ora più in Germania di consimili crudeli
+fatti</i> (<cite>l. c.</cite>, pag. 221); senza dubbio perchè la Germania
+dopo di esser divenuta più colta, ha perduta quella troppa
+credulità a simili fandonie, come pure ad altre, le quali ci
+fecero cauti anche verso di questa.
+</p>
+
+<p class="lista">
+3. Finalmente devesi in riguardo a queste storie, avere
+in considerazione la distinzione fatta da Pffeffercorn che,
+dato anche che il più di esse sieno vere, che cioè alcuni
+Ebrei abbiano versato il sangue di cristiani o de' loro fanciulli,
+in nessuna guisa però non può ciò essere avvenuto
+per cagione che essi abbisognassero di quel sangue per la
+loro religione o per superstizione.
+</p>
+
+<div>
+<span class="pageno" title="313" id="page-313"></span>
+</div>
+
+<p class="lista testa">
+II. Ma dalle prove storiche della nullità di questa accusa,
+passiamo a quelle che la calunnia per se stessa ci
+offre, d'onde apertamente si vede, quanto incerti sieno stati
+gli autori della medesima, in quanto essi non hanno saputo a
+che cosa attribuire la necessità in cui sieno gli Ebrei di
+provvedersi di questo sangue.
+</p>
+
+<p>
+Perocchè gli uni dicono: 1) gli Ebrei hanno bisogno del
+sangue dei Cristiani per non puzzare; altri: 2) per le loro
+focacce e il loro vino della pasqua; alcuni: 3) per arrestare
+il sangue della circoncisione; altri: 4) per ungere le mani
+dei sacerdoti quando danno la benedizione; altri: 5) per la
+benedizione degli sposi; taluni: 6) per ungere i loro morti,
+ai quali in pari tempo si grida all'orecchio: Se Gesù è il
+vero Messia, possa il sangue di questo innocente cristiano
+morto sperando nel suo Salvatore, procurarti la vita eterna;
+altri ancora: 7) per facilitare il parto; alcuni: 8) per curare
+malattie occulte; ed altri ancora: 9) per preparare un certo
+filtro. In tutte queste supposizioni non è soltanto la discrepanza
+che cade sotto gli occhi, ma anche la nullità delle
+medesime. Poichè in quanto alla prima non è provato che
+gli Ebrei mandino un odore particolare diverso dagli altri
+uomini, nè che quello si possa cangiare con del sangue, il
+quale nè fluido, nè secco tramanda alcun odore. La 2, 3, 4
+e 5 supposizione sono del tutto assurde, poichè il sangue
+umano contaminerebbe quelle sacre operazioni. La sesta supposizione,
+cioè l'unzione dei morenti, è del tutto contraria
+alla fede degli Ebrei, i quali non potrebbero mai considerare
+come espiatorio il sangue di un fanciullo ucciso, e molto
+meno in vista del sangue di Cristo. La settima supposizione,
+di farne uso nei parti difficili, ci viene per semplice ragguaglio
+di un Ebreo rinnegato di nome Brenzen, il quale,
+spinto da ignoranza e malignità, sparse molte altre manifeste
+favole. 8) Non si sanno indicare le malattie occulte ed
+incurabili degli Ebrei, per le quali deve servire il sangue di
+un Cristiano, e non hanno altro fondamento se non che in
+<span class="pageno" title="314" id="page-314"></span>
+un libercolo molto frivolo, di cui corre voce che vi sia la
+descrizione delle malattie particolari a ciascuna tribù, mentre
+è pur noto che la distinzione delle tribù d'Israele è già da
+lungo tempo andata perduta. 9) Secondo anche l'opinione di
+quelli che ancora credono ai filtri non può alcun altro sangue
+servire per formarne una bevanda che ispiri amore, tranne
+quello della persona verso cui si vuoi destare l'affetto,
+e non si può comprendere qual amore gli Ebrei vogliono
+far nascere col sangue dei bambini cristiani; laonde in
+tutte queste asserzioni risultano l'inverisimiglianza e la
+nullità.
+</p>
+
+<p class="lista testa">
+III. Se veniamo ora ai principii ed alle leggi fondamentali
+della fede degli Ebrei, troviamo che questa non può
+in verun modo tollerare l'uso del sangue di fanciulli uccisi,
+e conseguentemente l'uccisione di essi. È principalmente noto
+con qual rigore gli Ebrei osservano la legge dei cibi puri
+ed immondi, e quanto debbano essere rilassati prima di
+mangiare, per esempio, la carne di porco. Or dunque il sangue
+principalmente, e tanto più il sangue umano, è fra i
+cibi vietati. <cite>Lev.</cite> 17. Così fra i comandi di Mosè che sono
+in alta riverenza presso gli Ebrei, sta la proibizione del
+sangue. <cite>Gen.</cite> 9, v. 4, nè può alcun Ebreo fruirne nè per
+cibo, nè per medicina. Non si può fare a meno di ripetere
+qui le parole di Tommaso al re Alfonso tolte dall'ebraico
+<cite>Scevet Jehudà</cite>: Ecco noi abbiamo veduto che un Ebreo non
+mangia sangue di tutto ciò che ha vita, anzi riguardano
+come proibito il bere il sangue dei pesci, dei quali i Talmudisti
+pure dicono che non merita il nome di sangue, perchè
+l'Ebreo non vi è abituato, sebbene egli veda che molti
+popoli ne mangiano; e quanto più orrore deve destare nell'Ebreo
+il sangue umano, del quale egli non ha veduto che
+alcun altro uomo faccia uso! Il re può accertarsi della cosa
+anche da questo che se un Ebreo mangiando fegato (od altra,
+cosa dura a masticare) gli venga sangue dai denti o dalle gengive,
+non continua a mangiarne se prima non l'ha nettato.
+<span class="pageno" title="315" id="page-315"></span>
+È cosa nota che l'uomo ha in abborrimento il sangue de' suoi
+simili, assai più che il proprio sangue, perchè non vi è abituato.
+Anzi è da essi con tanta cura evitato il mangiar
+sangue, che essi, dietro i dettami del Talmud, non mangiano
+nemmeno un uovo in cui si mostri una piccola vena rossa
+di sangue, nè una bestia se fosse uccisa da un uccello di
+rapina, od altrimenti non sia stata scannata a dovere, per
+timore che non siavi rimasto alcun che di sangue. E non
+solamente è loro proibito mangiare il sangue, ma anche il
+toccare il sangue di un uomo morto, ed è riguardato come
+la più grande impurità. Noi troviamo su di ciò la legge nel
+<cite>Num.</cite> 19, secondo la quale il toccare tutto ciò che proviene
+da un corpo morto rende immondi, per il che eglino stessi
+non conservano il sangue dei loro martiri se mai sia spruzzato,
+ma lo lavano, raschiano, sotterrano. E con quanta esattezza
+non conservano essi la legge della purità, specialmente
+nelle loro solennità e sacre cerimonie, fra le quali primeggiano
+la Pasqua e la Circoncisione, e quanto assurda non è
+la supposizione che nelle medesime si servano del sangue
+di un Cristiano! Che se finalmente si volesse supporre che
+gli Ebrei non sieno spinti ad uccidere dei fanciulli da un
+bisogno della loro religione o superstizione, nè per alcuno
+degli usi fin qui addotti, ma bensì da quello stesso odio
+verso i Cristiani e la loro fede, pel quale essi per far onta
+a questa fede mettono in croce o martorizzano fino alla
+morte i fanciulli cristiani come ne vengono allegate alle
+varie storie, la quistione verrebbe a cangiarsi da quello che
+fu in principio proposto; ma per altro rimane tuttavia da
+ponderare che mentre simili barbarie non sono agli Ebrei
+comandate nè insinuate, e ch'essi non possono sperare alcun
+vantaggio, ma al contrario quel solletico ch'essi potrebbero
+risentire dall'onta recata con tali tragedie alla religione
+cristiana, sarebbe ben lungi dal compensare il pericolo, le
+sventure, l'odio, la persecuzione che avrebbero a temerne
+per la loro propria religione, non è credibile che volessero
+intraprendere tali orribili azioni, cui si oppongono la ragione
+e l'umanità.
+</p>
+
+<div>
+<span class="pageno" title="316" id="page-316"></span>
+</div>
+
+<p>
+E qui non puossi far a meno di convenire coll'intelligente
+Basnage nel succitato luogo, ove dice: È da temersi,
+che anche queste pretese crocefissioni di fanciulli cristiani
+non sieno state generalmente altro che pretesti per aizzare
+sovrani e popoli contro gli Ebrei: e più avanti, simili storie
+gli sembrano molto sospette, perchè sempre congiunte a
+manifesta crudeltà ed ingiustizia per parte dei cristiani, i
+quali invece di punire quelli soltanto che in seguito ad
+una sufficiente investigazione giuridica fossero trovati colpevoli,
+formavano un processo tumultuario, e innocenti e rei
+erano tratti a morte, purchè fossero ebrei; che in ogni tempo
+simili sollevazioni del popolo rendono la cosa incerta, perchè
+suole dietro una vaga diceria ammutinarsi ed essere causa
+dell'esecuzione, prima che siasi fatto campo ad un'ordinata
+investigazione. A conferma di ciò non possiamo a meno di
+riportare dagli annali di Bzovio ciò ch'è accaduto di simile
+in Praga nell'anno 1395.
+</p>
+
+<p>
+Erasi sparsa voce che dagli Ebrei fosse stato flagellato
+e crocefisso un fanciullo cristiano, ed il popolo era per
+questo nel più grande inasprimento; e siccome temevasi
+che aspettando il ritorno del re Venceslao, che era assente,
+potesse egli ponderare la cosa ed investigare, specialmente
+essendosi egli esternato che in mezzo all'ira
+si deve ricordarsi della clemenza, così senza attendere la
+di lui presenza si fece un gran massacro, uccidendo quanti
+Ebrei si incontravano, senza alcuna distinzione e considerazione
+se fossero rei od innocenti.
+</p>
+
+<p>
+Quando da alcuni Ebrei fossero pur commesse tali iniquità
+non si dovrebbero almeno attribuire all'universalità
+dei Giudei, in riflesso che non sono commesse in forza dei
+principii della loro religione, e soltanto come gli altri delitti
+dovrebbero esserne puniti gli autori, senza ulteriori
+conseguenze.
+</p>
+
+<p>
+Il Dio della verità e della giustizia faccia che in ogni
+luogo venga ad ognuno fatta giustizia, senza distinzione di
+persone, e giudichi poi con clemenza i giudici della terra.
+</p>
+
+<p>
+Questo nostro teologico attestato e parere è da noi rilasciato
+<span class="pageno" title="317" id="page-317"></span>
+in forma autentica, munito del sigillo della nostra facoltà
+teologica.
+</p>
+
+<p class="docudata testa">
+Dato a Lipsia nell'8 maggio 1714.
+</p>
+
+<div class="docudata testa">
+<table summary="">
+ <tr>
+ <td class="LS">(L. S.)</td>
+ <td class="docudata">Decano Seniore, nonchè gli altri dottori
+ e professori della facoltà teologica presso
+ l'Università di Lipsia.
+ <p class="center" id="pnnto">Visto, concorda col suo autentico e vero
+ originale in ogni punto e clausola.</p>
+ </td>
+ </tr>
+
+ <tr><td class="LS">(L. S.)</td>
+ <td class="docudata">Tanto certifico io sottoscritto. In
+ fede. Giovanni Sigismondo Tellemann,
+ pubblico notaio per autorità imp.</td>
+ </tr>
+</table>
+</div>
+
+<div class="footnote"><a id="Fn_355"></a>
+<p class="foot"><a href="#FNa_355"><span class="label">(355)</span></a>
+Così il testo; ma più correttamente Limneo
+(<em xml:lang="la">Limnaeus</em>), nome
+col quale era conosciuto Giovanni Wirn pubblicista e storico tedesco,
+nato a Jena nel 1592, morto nel 1663. Fra le varie sue opere ricordiamo:
+<cite xml:lang="la">Juris publici imperii romano-germanici</cite>,
+lib. <span class="sc num">ix</span>. (Strasburgo,
+1629&ndash;1632, 3 vol. in-4º), cui son da aggiungersi i 2 volumi
+di supplemento
+qui citati col titolo: <cite xml:lang="la">Additiones</cite>
+(1650&ndash;1660), e che costituiscono
+il primo trattato completo sulla costituzione dell'impero.
+</p>
+
+<p class="destra">C. G.</p>
+
+</div>
+
+<div class="chapter">
+<span class="pageno" title="318" id="page-318"></span>
+</div>
+
+<h3 id="tit-22" class="documento">
+<a href="#ritit-22">XI.</a>
+</h3>
+
+<p class="subtitle">
+Lettera dell'Em. Card. Corsini.
+</p>
+
+<p class="destra testa">
+A Monsignor <span class="sc">Nunzio Apostolico</span> di Polonia.
+</p>
+
+<p class="destra" style="margin-right: 8ex"><i>Varsavia.</i></p>
+
+<p class="testa">
+“Molt'Illustre e Rev<sup>mo</sup> Sig<sup>r</sup>
+come fratello:&nbsp;—&nbsp;Il renditore
+a V. S. della presente sarà l'Ebreo Giacobbe Selech
+di nazione Polacco, quello appunto, che fin dall'anno 1758,
+vivendo ancora il Sommo Pontefice Benedetto
+<span class="sc num">xiv</span>, si portò
+in Roma per umilissimamente implorare in nome della nazione
+Ebrea di codeste parti caritatevole protezione dalla
+S. Sede a riparo degli intollerabili aggravi, che, nelle facoltà
+e nelle persone rappresentò soffrire dai Cristiani la
+medesima nazione frequentemente incolpata d'omicidii, <em>sulla
+mal fondata persuasione del volgo, ch'essa, meschii sangue
+umano, e specialmente cristiano nell'impasto dell'azzime</em>.
+Il regnante Sommo Pontefice Clemente XIII ha già
+fatto di questo ricorso diligente disamina, appigliandosi
+ancora a quelle provvidenze che sono convenienti al merito
+del medesimo, e che per altra parte giugneranno <em>segretamente</em>
+a di Lei notizia. Frattanto però ha espressamente
+ordinato S. S. che debba scriversi a V. S. e se le
+faccia palese essere Sua intenzione ch'Ella comparta al
+medesimo Giacobbe ogni più efficace e proficua assistenza,
+affinchè nel ripatriare non soffra il medesimo alcuna vessazione
+e molestia di <em>chicchessia, e da quelli massimamente
+che V. S. potesse credere contro di lui male animati
+per il ricorso portato al Trono apostolico</em>. In veduta
+<span class="pageno" title="319" id="page-319"></span>
+pertanto del Sovrano Pontificio comando apparterrassi alla
+sperimentata di Lei prudenza l'adoperare i mezzi conducenti
+alla di lui esecuzione, prevenire chi si deve e compartire
+all'Esibitore di questa aiuto tale, onde conosca
+coll'effetto dover egli alla clemenza e pietà di nostro S.<sup>re</sup>
+la propria sicurezza e durevole tranquillità. Con che le
+auguro da Dio felicità”.
+</p>
+
+<p>
+Roma, 9 febbraio 1760.
+</p>
+
+<div class="destra">
+ <div class="firma">
+ <p class="center"><i>Come Fratello aff.<sup>mo</sup></i></p>
+ <p class="center">F.<sup>o</sup> A. Card.
+ <span class="sc aut">Corsini</span>.</p>
+ </div>
+</div>
+
+<div class="chapter">
+<span class="pageno" title="320" id="page-320"></span>
+</div>
+
+<h3 id="tit-23" class="documento">
+<a href="#ritit-23">XII. *</a>
+</h3>
+
+<p class="subtitle">
+Legge ungherese dell'anno 1791.
+</p>
+
+<p>
+Art. 38. Per guarentire la sicurezza di questa nazione
+(l'ebraica) spesso turbata da questo erroneo pregiudizio, la
+R. Luogotenenza ha ordinato a tutti i Comitati di darsi premura
+per sradicare dagli animi del popolo, <em>anche</em> il pregiudizio
+che gli Ebrei usino, nei loro riti, vittime umane, impiegando
+tutti i mezzi migliori e più adatti alle condizioni
+locali e giovandosi anche, se fosse necessario, dell'opera dei
+sacerdoti. Bisogna persuadere e convincere il popolo che questo
+orribile delitto è contrario alle leggi ebraiche ed agli
+scritti dei profeti, ripugnante soprattutto a tutto il vecchio
+testamento sul quale ha base principale la religione ebraica
+e contrario eziandio ai precetti delle altre religioni. Per conseguenza
+se da qualsiasi Ebreo venisse commesso un assassinio,
+anche se risultasse che il delitto fu commesso per
+animosità religiosa, non si avrebbe nessuna maggior ragione
+di incolpare l'intera nazione ebraica, di quello che non si
+avrebbe di incolpare la cristianità se simile delitto fosse
+commesso da un Cristiano.
+</p>
+
+<div class="chapter">
+<span class="pageno" title="321" id="page-321"></span>
+</div>
+
+<h3 id="tit-24" class="documento">
+<a href="#ritit-24">XIII.</a>
+</h3>
+
+<p class="subtitle">
+Una fanciulla smarrita a Mantova e poi trovata.
+</p>
+
+<p>
+Anche a Mantova, nel 1824, si era preteso che gli
+Ebrei avessero ucciso una ragazza per usarne il sangue
+nei loro riti. I seguenti documenti varranno a mostrare
+non tanto la falsità della accusa, quanto il giudizio
+che di quelle accuse recavano, in tempi non certamente
+favorevoli agli Ebrei, l'autorità politica e l'ecclesiastica.
+</p>
+
+<blockquote>
+
+<p class="subtitle">I. R. Delegazione di Mantova.</p>
+<p class="center">AVVISO.</p>
+
+<p class="testa">
+Da alcuni giorni si è destata qualche inquietudine in questa
+città.
+</p>
+
+<p>
+Lo smarrimento di una fanciulla, che dappoi si rinvenne,
+diede occasione alla malevolenza d'immaginare dei fatti i
+più assurdi e calunniosi in odio degli Israeliti, alcuno dei
+quali soffrì anche delle ingiurie ed offese personali; i colpevoli
+sono stati all'istante arrestati.
+</p>
+
+<p>
+Qualche apparato maggiore di forza che si è trovato di
+spiegare in questo incontro richiamò la curiosità del popolo,
+il quale verso sera si affolla intorno alle pattuglie; inceppandone
+il movimento. Ciò diede già causa a degli inconvenienti,
+la repressione dei quali è tanto più importante in una
+fortezza.
+</p>
+
+<div>
+<span class="pageno" title="322" id="page-322"></span>
+</div>
+
+<p>
+A prevenirli quindi si ricordano le seguenti sanzioni penali:
+</p>
+
+<p class="center testa">(<i>Omissis</i>)</p>
+
+<p class="testa">Dall'Imp. R. Delegazione Provinciale.</p>
+
+<p>Mantova, 12 giugno 1824.</p>
+
+<p class="center testa">
+Il Consigliere di Governo Imp. R. Delegato Provinciale
+</p>
+
+<p class="center">Marchese <span class="sc aut">Benzoni</span>.</p>
+<p class="docudata pi1">Dalla Tipografia Provinciale di L. Caranenti.</p>
+
+</blockquote>
+
+<p>
+S. E. Ill<sup>ma</sup> e Rev<sup>ma</sup> Mons. Vescovo di Mantova, con
+lettera pastorale dello stesso giorno, plaudiva ai provvedimenti
+presi in questa circostanza dall'Autorità politica
+ed alle ragioni che li avevano inspirati.
+</p>
+
+<div class="chapter">
+<span class="pageno" title="323" id="page-323"></span>
+</div>
+
+<h3 id="tit-25" class="documento">
+<a href="#ritit-25">XIV. *</a>
+</h3>
+
+<p class="subtitle">
+Il predicatore di corte canonico Giovanni Emanuele Veith.
+</p>
+
+<p>
+L'<cite xml:lang="de">Illustrirtes Wiener Extrablatt</cite>
+recava nel suo numero
+153 del 5 giugno 1882 la seguente notizia:
+</p>
+
+<p>
+“Nell'anno 1840 quando gli animi erano eccitati, come lo
+sono adesso in Ungheria, il celebre canonico e predicatore
+della cattedrale di S. Stefano, dott. Emanuele Veith, che
+per il suo zelo religioso era tenuto in altissima considerazione
+dal principe Arcivescovo di Vienna, Milde, reputò
+necessario calmare gli animi eccitati. Ricorrendo la
+solennità dell'Ascensione, l'applaudito predicatore, dinanzi
+a migliaia di devoti cristiani pronunciò alla fine del suo discorso
+le seguenti notevoli parole: <i class="quo">Voi tutti sapete, o devoti
+miei ascoltatori, e lo apprendano coloro che non lo
+sapessero, come io nascessi ebreo e per effetto della Divina
+Grazia divenissi cristiano, come servissi a questa mia
+convinzione nelle missioni cristiane, e come in ogni occasione
+dessi testimonianza alla verità ed obbedendo alla mia vocazione
+sinceramente pastorale, offrissi, per quanto sapevo ed
+in tutta coscienza, consolazione e speranza ai fedeli cristiani.</i>
+E l'eccellente uomo, impugnato il Crocifisso, continuò
+con voce commossa: <i class="quo">E così qui dinanzi a voi, ed al cospetto
+del mondo intero giuro in nome di Dio e della Santissima
+Trinità che tutti adoriamo, che la perfida bugia sparsa
+con perfida astuzia, che gli Ebrei nella solennità delle loro
+feste pasquali adoperino il sangue di un Cristiano, è sacrilega
+calunnia; giuro che niente di ciò si trova nè nel
+Vecchio Testamento nè negli scritti del Talmud che conosco</i>
+<span class="pageno" title="324" id="page-324"></span>
+<i class="quo">profondamente ed ho attentamente studiati. Così Dio mi
+aiuti e mi sia indulgente nell'ultima mia ora</i>”.
+</p>
+
+<p>
+Il sig. dottor <span class="sc aut">L. A. Frankl</span>
+cavaliere di Hochwarth, segretario
+della Comunità israelitica di Vienna, per accertarsi
+dell'esattezza di questa notizia, si recò dal professore dottor
+Giovanni Veith, fratello superstite del fu canonico Veith,
+per ottenere da lui maggiori informazioni. In conseguenza
+gli venne rilasciata la seguente dichiarazione:
+</p>
+
+<p>
+“A richiesta del sig. L. A. Frankl dichiaro esser vero
+quanto fu detto nell'<cite xml:lang="de">Illustrirtes Extrablatt</cite>
+del 5 giugno
+e cioè che il fu mio fratello canonico Giovanni Emanuele
+Veith si pronunciò alla fine di una predica sull'inesattezza
+della fiaba che gli Ebrei adoperino pei loro riti pasquali il
+sangue di un fanciullo cristiano e dichiaro che mi rammento
+ciò essermi stato detto da mio fratello.
+</p>
+
+<div class="destra">
+ <div class="firma">
+ <p>“Prof. <span class="sc aut">Veith</span>
+ m. p.”</p>
+ </div>
+</div>
+
+<p>
+N. 15536.
+</p>
+
+<p class="testa">
+Colla presente dichiaro che il signor dottor medico Giovanni
+Veith, a me personalmente cognito, dimorante in Vienna
+ha sottoscritto di suo proprio pugno la firma qui sopra
+esistente&nbsp;<a id="FNa_356"></a><a href="#Fn_356" class="fna">(356)</a>.
+</p>
+
+<p class="docudata testa">
+Vienna, 17 giugno 1882.
+</p>
+
+<div class="destra">
+ <div class="firma">
+ <p><span class="sc aut">Francesco Krischker</span>, m. p.</p>
+ </div>
+</div>
+
+<table summary="">
+ <tr>
+ <td class="LS"><i>L. S.</i></td>
+ <td style="text-indent: 0">nominato sostituto dell'I. R. Notaio dottor
+ Adolfo Faber con decreto dell'I. R. Tribunale
+ di Vienna, 18 aprile 1882, n. 25074.</td>
+ </tr>
+</table>
+
+<div class="footnote"><a id="Fn_356"></a>
+<p class="foot"><a href="#FNa_356"><span class="label">(356)</span></a>
+L'originale di quest'atto trovasi nell'Archivio della Comunità
+Israelitica di Vienna.
+</p>
+</div>
+
+<div class="chapter">
+<span class="pageno" title="325" id="page-325"></span>
+</div>
+
+<h3 id="tit-26" class="documento">
+<a href="#ritit-26">XV. *</a>
+</h3>
+
+<p class="subtitle">
+Dichiarazione del Professore Molitor.
+</p>
+
+<p>
+Nel terzo volume della mia <cite xml:lang="de">Philosophie der Geschichte</cite>
+(Münster, Heisinger, 1839) avrei avuto l'occasione più adatta
+di esprimermi scientificamente sulla falsa imputazione adossata
+agli Ebrei di far colpevole uso di sangue, ma non me
+ne occupai, perchè ritenni che quest'accusa, la di cui falsità
+tanto spesso fu provata, fosse troppo avventata perchè valesse
+la pena di occuparsene, fosse pure per confutarla. Avendomi
+però il signor L. H. Loewenstein, autore del
+<cite xml:lang="de">Damascia</cite>,
+istantemente invitato di esprimere pubblicamente, per onore
+della verità, la mia convinzione su questo importante soggetto,
+che pur troppo ha costato negli ultimissimi tempi
+tante vittime sanguinose, così non esito un solo momento a
+dichiarare la mia convinzione più coscienziosa.
+</p>
+
+<p>
+“Ho fatto, degli scritti dei Rabbini e dei cabalisti, oggetto
+di uno studio di lunghi anni, e posso lusingarmi di conoscere
+abbastanza bene tanto la parte casuistica come la mistica
+dell'ebraismo, e mai mi si è presentato, nè negli scritti dei
+talmudisti, nè in quelli dei cabalisti, nè in qualunque siasi
+scritto ebraico, il più lontano motivo di credere a quella
+sciocca incolpazione lanciata contro l'ebraismo; nè ho mai
+scoperto la più lontana traccia di una simile tradizione sanguinaria
+fra gli Ebrei, benchè abbia studiato per lungo tempo
+le tradizioni ebraiche.
+</p>
+
+<p>
+“Per quanto conosco delle leggi ebraiche è affatto impossibile
+che una tale vergognosa prescrizione possa essere
+stata introdotta nell'ebraismo, senza distruggere prima affatto
+la legge mosaica e quella del Talmud. Poichè il Pentateuco
+proibisce assolutamente e severamente in più luoghi l'uso di
+ogni sangue, ed il Talmud, secondo la sua abitudine, spinge
+<span class="pageno" title="326" id="page-326"></span>
+questo divieto mosaico fino alle conseguenze più estreme,
+come è provato nello scritto <cite xml:lang="de">Damascia</cite>, capitolo
+<span class="sc num">viii</span>, pagine 363&ndash;368.
+</p>
+
+<p>
+“Io non voglio negare l'esistenza di qualche stupido individuo
+ebreo, che abbia adoperato sangue umano a scopi magici,
+ma devo affermare assolutamente, che la magia nera è assolutamente
+proibita nell'ebraismo, e che nella Bibbia, nel Talmud
+e nella Kaballah non mi è noto nessun passo che potesse giustificare
+tali delitti. Se adunque singoli Ebrei commettessero
+tali delitti, essi agirebbero contro la loro legge, come agirebbero
+contro la propria i Cristiani, se li commettessero.
+</p>
+
+<p>
+“L'incolpazione, che gli Ebrei facciano uso di sangue
+cristiano nelle loro cerimonie religiose, è un'idea che ha origine
+dal medio evo, e dimostra una totale ignoranza dell'ebraismo
+e dei suoi usi mentre ricorda una simile incolpazione,
+che una volta fu lanciata dai Pagani ai Cristiani, cioè che
+questi facessero sacrifici umani.
+</p>
+
+<p>
+“In tutti i tempi però s'innalzarono nella cristianità potenti
+voci contro questo pregiudizio basato su di una crassa ignoranza.
+</p>
+
+<p>
+“Specialmente i papi Gregorio IX (1235) ed Innocenzo IV
+(1287), hanno espressamente proibito nelle loro bolle, di perseguitare
+gli Ebrei per questa favolosa incolpazione.
+</p>
+
+<p>
+“Anche il papa Sisto IV si dichiara energicamente contro
+la calunnia mossa agli Ebrei, e dopo l'istruzione fatta sulla
+morte di San Simoncino da Trento, che si pretese fosse stato
+ucciso dagli Ebrei per scopo religioso, proibì lo si santificasse
+ed ordinò non si molestassero più gli Ebrei di Trento. (Purtroppo
+se ne avevan già bruciati molti). Il doge di Venezia,
+Pietro Mocenigo in un decreto del 22 aprile 1475, ed uno
+Sforza duca di Milano dichiararono innocenti gli Ebrei di
+questo inventato delitto. Così dichiarò anche l'imperatore Federigo
+III e dopo lui molti Imperatori romani.
+</p>
+
+<p>
+“Il <em>Wagenseil</em> tanto versato e pratico negli scritti degli
+Ebrei nel suo <cite xml:lang="de">Unwidersprechlichen Widerlegung</cite>,
+e l'ex-ebreo
+e poi sacerdote cattolico <em>Sonnenfels</em> nel suo
+<cite xml:lang="de">Jüdischen
+Bluteckel</cite> provarono a fondo e incontestabilmente la nullità
+e la piena falsità della incolpazione.
+</p>
+
+<div>
+<span class="pageno" title="327" id="page-327"></span>
+</div>
+
+<p>
+“Lutero, che non era certo amico degli Ebrei, dichiara
+(parte <span class="sc num">xi</span>, foglio 323 ed. Altemb.)
+questa incolpazione bugiarda
+e pazza. A questa dichiarazione si unisce anche Basnage
+nella sua <cite xml:lang="fr">Histoire des juifs</cite>
+(parte <span class="sc num">vii</span>, cap. <span class="sc num">xi</span>).
+</p>
+
+<p>
+“A questi e ad altri attestati più antichi devesi aggiungere
+l'esteso parere della <cite>Facoltà teologica di Lipsia</cite>
+<a id="dell8"></a>dell'8 maggio 1714, ed in questi ultimi tempi:
+</p>
+
+<p class="docudata">
+“a) <em>Il predicatore di corte a Vienna Veit.</em> Questo pio
+sacerdote, ebreo battezzato, <em>prestò dal pulpito, col crocifisso
+in mano, un solenne e sacro giuramento che nell'incolpazione
+verso gli Ebrei non vi era una parola di vero</em>.
+</p>
+
+<p class="docudata">
+“b) <em>Il vescovo Dräseke</em> in una dichiarazione (accompagnata
+da un obolo per gl'infelici) nella <cite xml:lang="de">Allgem. Zeitung
+des Judenthums</cite>.
+</p>
+
+<p class="docudata">
+“c) <em>G. H. di Schubert</em>, nella sua dichiarazione nella
+<cite xml:lang="de">Allgem. Zeitung</cite> del 30 aprile 1840.
+(<cite xml:lang="de">Damascia</cite>, pag. 54, 55).
+</p>
+
+<p class="docudata">
+“d) Il missionario, e già ebreo <em>Giorgio Wildon Pieritz</em>,
+sostenne quanto a questo riguardo è affermato nel giuramento
+di purificazione del <em>Rabbino Manasse ben Israel</em>, il
+cui testo leggesi nello scritto “<cite xml:lang="de">Damascia</cite>”
+(pag. 237).
+</p>
+
+<p class="docudata">
+“e) Il <em>D. Augusto Neander</em> in Berlino, già ebreo, fece
+la stessa dichiarazione nella <cite xml:lang="de">Berliner Zeitung</cite>,
+ed aiutò inoltre
+nel suo lavoro l'autore della <cite xml:lang="de">Damascia</cite>
+(Damascia, pag. 104).
+</p>
+
+<p class="docudata">
+“f) Lo stesso fece anche il predicatore e missionario
+<em>William Ayerst</em>, A. M. (Dam. stesso) che nel suo scritto al
+Dott. Neander ne lodò l'impresa chiamandolo un
+“<i class="quo" xml:lang="en">Laudable endeavours</i>.”
+</p>
+
+<p class="docudata">
+“g) Uno dei più caldi ed intelligenti confutatori di
+questa assurda accusa fu in tempi recentissimi l'altrettanto
+zelante e costante avversario della religione ebraica Alessandro
+M. Caul, D. D., il quale dimostra nel suo “<cite xml:lang="en">Reasons
+for believing</cite> ecc. ecc.”, dedicato alla Regina d'Inghilterra,
+nella maniera la più irrefragabile come stiano in contraddizione
+assoluta i sacrifici umani e lo spargimento di sangue,
+con le dottrine fondamentali dell'Ebraismo. In questo scritto
+trovasi anche una dichiarazione, <em>firmata da trentacinque
+Ebrei convertiti al Cristianesimo</em>, che dice che l'incolpazione
+<span class="pageno" title="328" id="page-328"></span>
+è “una miserabile e diabolica bugia”
+(<i class="quo" xml:lang="en">a foul and Satanic falsehood</i>).
+</p>
+
+<p class="docudata">
+“h) Alle fatiche del D<sup>r</sup>. M. Caul per la verità e giustizia
+si associò recentissimamente anche il dotto e intelligente
+sindaco, dottore in teologia <em>Federigo di Meyer</em> in una
+dichiarazione, depositata nelle mani del signor L. H. Loewenstein,
+perchè venisse pubblicata.
+</p>
+
+<p>
+“Dopo così numerosi e chiari argomenti, dopo tante ed
+importanti voci, non mi resta altro a fare che di <em>associarmi
+assolutamente alla dichiarazione del signor predicatore di
+Corte Weit e di inalzare con pura coscienza, senza inganno
+e ritegno le mani all'Onnipotente e di dichiarare e giurare
+solennemente che io non sono mai venuto a sapere, nè a
+voce nè in iscritto, o per altra via cosa alcuna che potesse
+servire di giustificazione all'incolpazione, che gli Ebrei si
+servano di sangue umano per qualunque cerimonia religiosa</em>;
+anzi mi consta che agli Ebrei è proibito dalla loro legge
+nel modo più severo <a id="uso"></a>qualunque uso di sangue, e che essi
+proteggono da ogni contatto, col sangue in special modo, la
+pasta del <em>Maza</em> (azimo) perchè con tal contatto la <em>Maza</em>
+cesserebbe di poter essere mangiata secondo le leggi, giacchè
+il contatto del sangue la fa divenire <em>Chamez</em> (impura).
+</p>
+
+<p>
+“Questa dichiarazione l'ho data perchè richiesto, <em>chiamando
+testimonio l'Altissimo, il Dio della verità e dell'amore
+e l'affermo e la sostengo, per la pura e genuina verità
+del mio sapere e della mia convinzione</em>.
+</p>
+
+<p>
+“Voglia preservare Iddio i cuori di tutti i Cristiani da
+questa odiosa incolpazione.
+</p>
+
+<div class="destra">
+ <div class="firma" style="width: 60%;">
+ <p class="pi2"><i>(Firm.)</i> L'autore dello scritto: “Filosofia
+ della storia, o sopra la tradizione nel Vecchio
+ Testamento e la sua relazione alla Chiesa
+ del Nuovo Testamento.”</p>
+ <p class="center">“Prof. <span class="sc aut">Molitor</span>”.</p>
+ </div>
+</div>
+
+<p>
+Si dichiara <em xml:lang="la">previa collatione, sub fide notariali</em>, che la
+suddetta copia concorda col suo originale.
+</p>
+
+<p>
+Francoforte sul Meno, 14 maggio 1841.
+</p>
+
+<div class="destra">
+ <div class="firma">
+ <p class="center"><i>(L. S.) Fir.</i> D<sup>r</sup>.
+ <span class="sc aut">Giovanni Jacob Glöckner</span></p>
+ <p class="center">Notaio della libera città di Francoforte.</p>
+ </div>
+</div>
+
+<div class="chapter">
+<span class="pageno" title="329" id="page-329"></span>
+</div>
+
+<h3 id="tit-27" class="documento">
+<a href="#ritit-27">XVI. *</a>
+</h3>
+
+<p class="subtitle">
+Consigliere aulico Prof. Dott. G. H. von
+Schubert&nbsp;<a id="FNa_357"></a><a href="#Fn_357" class="fna">(357)</a>.
+</p>
+
+<p>
+Altrettanto dobbiamo trovar naturale, che l'improvvisa scomparsa
+del Priore dei Francescani, o, come altri dicono, dei
+Cappuccini, di Damasco faccia impressione per la tragica natura
+del fatto, quale venne riferito da molti giornali, altrettanto
+ci riesce incomprensibile che sia stata fra noi, Cristiani
+del secolo <span class="sc num">xix</span>, accettata e discussa
+una fiaba medioevale
+barbara ed insensata, posta in giro dai Turchi, sul modo con
+cui quegli scomparve; per essere cioè stato assassinato dagli
+Ebrei. Lo scrittore di queste righe, nella sua qualità di viaggiatore
+cristiano, ebbe occasione di conoscere a fondo gli
+Ebrei dell'Oriente e può asserire colla maggiore convinzione
+che quella strana ed atroce invenzione è in aperta contraddizione
+non soltanto coi sentimenti degli Ebrei dell'Oriente,
+ma con quelli di tutti gli Ebrei in generale, coi loro antichissimi
+usi, e coi loro riti religiosi osservati con scrupulosa
+severità. Per ciò siffatte dicerie dovranno essere poste fra le
+bugie anche nel caso che la tortura turca strappasse delle
+confessioni alle sue vittime fosse pure in dieci diversi luoghi,
+ed anche nel caso che dieci diversi corrispondenti troppo creduli,
+si facessero a ripetere tale voce per averla udita da
+altri. Infine chi scrive non può fare a meno di dubitare assaissimo,
+e ciò fino a prova in contrario, che quell'assassinio
+sia stato commesso da Ebrei.
+</p>
+
+<div class="footnote"><a id="Fn_357"></a>
+<p class="foot"><a href="#FNa_357"><span class="label">(357)</span></a>
+<cite xml:lang="de">Allgemeine Zeitung</cite>, 30 aprile 1840.
+</p>
+</div>
+
+<div class="chapter">
+<span class="pageno" title="330" id="page-330"></span>
+</div>
+
+<h3 id="tit-28" class="documento">
+<a href="#ritit-28">XVII. *</a>
+</h3>
+
+<p class="subtitle">
+Narrazione del Reverendo M.
+Pieritz&nbsp;<a id="FNa_358"></a><a href="#Fn_358" class="fna">(358)</a>.
+</p>
+
+<p>
+Allorchè noi, cioè la Missione di Gerusalemme alla quale
+ho l'onore di appartenere, udimmo, come gli Ebrei di Damasco
+soffrissero per effetto della stessa calunnia, tante volte,
+e specialmente nel <span class="sc num">xiii</span> secolo lanciata
+contro di voi, come
+già lo era stata contro i Cristiani dai Pagani nei primi tre
+secoli, fu risolto dalla nostra Missione e specialmente dal
+nostro reverendissimo signor Sopraintendente, che io dovessi
+subito recarmi a Damasco per dimostrare, coll'aiuto dei Consoli
+europei, come la vostra religione ben lungi dall'ordinare
+l'assassinio e l'uso del sangue ne formi espresso e severo
+divieto, e per ripetere in mio proprio nome lo spaventevole
+giuramento del vostro celebre Menasse Ben Israel.
+</p>
+
+<p>
+Non possiamo da questa distanza decidere se gli Ebrei
+abbiano o meno commesso un assassinio, ma vogliamo in ogni
+caso evitare che di questo delitto si faccia colpa all'intera
+nazione.
+</p>
+
+<p>
+Mi si destinò a tale Missione perchè, nato ebreo e versatissimo
+nelle discipline rabbiniche, senza essere in nessun
+modo amico o difensore del Rabbinato, ero specialmente designato
+per testimoniare su tale argomento.
+</p>
+
+<p>
+Non voglio descrivere ciò che provai, quando fui a Damasco.
+Vidi che tutta l'accusa contro gli Ebrei era una cosa artificiale,
+e che loro si negava ogni onesto e giusto modo di
+difesa, mentre si impiegavano i più crudeli supplizi per
+estorcere loro false confessioni della colpa.
+</p>
+
+<div class="footnote"><a id="Fn_358"></a>
+<p class="foot"><a href="#FNa_358"><span class="label">(358)</span></a>
+Estratto dal suo scritto agli Ebrei di Alessandria.
+(Vedi <cite xml:lang="de">Zeitung
+des Judenthums, 1840, n. 31</cite>).
+</p>
+</div>
+
+<div class="chapter">
+<span class="pageno" title="331" id="page-331"></span>
+</div>
+
+<h3 id="tit-29" class="documento">
+<a href="#ritit-29">XVIII.</a>
+</h3>
+
+<p class="subtitle">
+Traduzione del Firmano accordato da S. M. imperiale
+il Sultano Abd-el-Medijd agli Israeliti del suo impero.
+</p>
+
+<p>
+<i>Sulla domanda di Sir</i> <span class="sc aut">Moses Montefiore</span>,
+<i>membro della
+Società Reale</i>, <i>ed a lui consegnato a Costantinopoli, da
+Sua Eccellenza</i> <span class="sc aut">Reschid-Pascià</span>,
+<i>ministro degli affari esteri
+della Porta Ottomana</i>, <i>l'</i>11 <i>Hesvan</i> 5601, 13 <i>del mese di
+Ramazan</i> 1256, <i>corrispondente al</i> 7 <i>novembre</i> 1840.
+</p>
+
+<p>
+Firmano indirizzato al Capo della Giustizia a Costantinopoli,
+in testa del quale Sua Maestà Imperiale ha scritto di
+sua propria mano le parole seguenti: “<i class="quo">Si eseguiscano gli
+ordini contenuti nel presente Firmano.</i>”
+</p>
+
+<p>
+Un antico pregiudizio esisteva contro gli Ebrei. Gli ignoranti
+credevano che gli Ebrei avessero l'uso di fare dei sacrifizi umani
+per impiegare il sangue nelle solennità della loro pasqua.
+</p>
+
+<p>
+In conseguenza di questa opinione, gli Ebrei di Damasco
+e di Rodi (sudditi del nostro impero) vennero perseguitati
+da altre nazioni. Le calunnie inventate contro questi Ebrei,
+e le vessazioni alle quali vennero esposti, pervennero sino al
+nostro trono imperiale.
+</p>
+
+<p>
+Non ha gran tempo che taluni Ebrei, abitanti nell'isola di
+Rodi, vennero tradotti a Costantinopoli, dove furono messi
+in istato di accusa e giudicati in conformità della nuova
+legislazione. La falsità delle accuse che loro si movevano
+venne completamente provata. Tutto quanto l'equità e la
+giustizia esigevano venne fatto per loro.
+</p>
+
+<p>
+In oltre i libri religiosi degli Ebrei vennero sottoposti all'esame
+di uomini istruiti, assai versati nella loro letteratura
+teologica. Il risultato di questo esame dimostrò essere estremamente
+vietato agli Ebrei di fare uso non soltanto di sangue
+umano, ma persino di sangue d'animali. Necessaria conseguenza
+<span class="pageno" title="332" id="page-332"></span>
+di questa proibizione è, che le accuse portate contro
+loro ed il loro culto non sono che pure calunnie.
+</p>
+
+<p>
+Per questi motivi, e per l'affezione che portiamo a tutti
+i nostri sudditi, non possiamo permettere che la nazione
+ebraica (la cui innocenza nell'appostole delitto venne già riconosciuta)
+sia vessata e tormentata a proposito di accuse
+che non hanno nessun fondamento di verità. Ma vogliamo
+che conforme allo
+<cite>Hatti-scerif</cite>&nbsp;<a id="FNa_359"></a><a href="#Fn_359" class="fna">(359)</a>
+promulgato a Gulhanè,
+la nazione ebraica posseda gli stessi vantaggi e goda degli
+stessi privilegi accordati alle altre nazioni sottoposte alla
+nostra autorità.
+</p>
+
+<p>
+La nazione ebraica sarà protetta e difesa.
+</p>
+
+<p>
+In conseguenza di questo divisamento nostro abbiam dato
+gli ordini i più positivi perchè gli Ebrei residenti in tutte le
+parti del nostro impero sieno d'ora innanzi protetti al pari
+di tutti gli altri sudditi della Sublime Porta, perchè nessuno
+possa in verun modo molestarli se non per giusta cagione,
+nè nello esercizio della loro religione, nè in quanto concerne
+la loro sicurezza e tranquillità.
+</p>
+
+<p>
+In conseguenza, il presente firmano rivestito in testa della
+nostra firma, ed emanato dalla nostra Cancelleria imperiale,
+venne rilasciato alla nazione ebrea.
+</p>
+
+<p>
+Così, dopo aver preso cognizione del presente firmano, voi,
+capo della magistratura, avrete gran cura di conformarvi
+strettamente a quanto esso dispone, e per impedire che in
+avvenire nulla si faccia in contraddizione di quanto esso dispone,
+lo farete registrare negli archivi del Tribunale. Lo
+rimetterete in seguito alla nazione israelitica, e veglierete
+scrupolosamente all'esecuzione dei Nostri ordini e della Nostra
+volontà sovrana.
+</p>
+
+<p>
+Dato a Costantinopoli, il 12 Ramazan 1256 (6 novembre
+1840).
+</p>
+
+<div class="footnote"><a id="Fn_359"></a>
+<p class="foot"><a href="#FNa_359"><span class="label">(359)</span></a>
+<cite>Hatti-scerif</cite> dicesi in Turchia un'Ordinanza sovrana che porta un
+segno fatto di propria mano dal Sovrano. È parola persiana, formata
+da due parole arabe <em>Khatt</em> (linea, scrittura) e <em>scerif</em>
+(illustre). <cite>Hatt-humaiun</cite>,
+anche dal persiano <em>kumaiun</em> (reale), ha lo stesso significato.
+</p>
+</div>
+
+<div class="chapter">
+<span class="pageno" title="333" id="page-333"></span>
+</div>
+
+<h3 id="tit-30" class="documento">
+<a href="#ritit-30">XIX.</a>
+</h3>
+
+<p class="subtitle">
+L'ultimo processo italiano sul preteso uso del sangue cristiano
+nei riti ebraici.
+</p>
+
+<p>
+Benchè assai, nel corso del presente lavoro, ci siamo
+diffusi a confutare questa grossolana calunnia, ci sembra
+non inopportuna cosa consacrare qualche pagina
+all'ultimo processo cui l'oscena accusa dette luogo in
+Italia; processo omai dimenticato, benchè ancora gli
+attori siano vivi, e tanto più importante nel nostro
+assunto, in quanto che si svolse il 29 settembre 1857
+dinanzi all'I. R. Tribunale provinciale di Rovigo, in
+un'epoca cioè, che non volgeva, nella Monarchia Austriaca,
+troppo favorevole agli Ebrei.
+</p>
+
+<p>
+L'imputata era una tal Giuditta Castilliero, contadina
+dei Masi presso Badia Polesine; l'accusa quella di
+calunnia a danno dell'israelita sig. Caliman Ravenna,
+mediante falsa imputazione di restrizione della libertà
+personale e dissanguamento.
+</p>
+
+<p>
+Ecco come erano andati i fatti. Una bella domenica
+l'imputata, ragazza dai costumi leggieri anzichè no,
+dopo aver ascoltata la messa in Badia sparisce, e per
+quattro o cinque giorni la famiglia non ha più contezza
+dei fatti suoi.
+</p>
+
+<p>
+Quattro o cinque giorni dopo la Giuditta Castilliero
+riappare, pallida e disfatta, in casa di una sua zia:
+alla piegatura d'ambe le braccia, sul dorso delle due
+mani, alla regione d'ambo i polsi la poveretta portava
+<span class="pageno" title="334" id="page-334"></span>
+le traccie visibilissime di sei salassi, praticatile da
+mano, che i periti ebbero poi a dichiarare espertissima
+in quell'arte di dissanguare il prossimo, allora tanto
+cara ai figli d'Esculapio.
+</p>
+
+<p>
+Chi aveva conciato la poveretta in quel modo?
+</p>
+
+<p>
+Ecco ciò che essa narrò alla famiglia prima, all'autorità
+giudiziaria poi:
+</p>
+
+<p>
+Appena escita di chiesa s'era recata in una bottega
+di ferramenta tenuta in Badia dal sig. Caliman Ravenna
+per acquistarvi delle forcelle. Trovato chiuso
+il negozio, fece per entrare dalla porta di casa, da
+cui per comunicazione interna si accedeva anche alla
+bottega, ma il proprietario stesso, il quale era in pari
+tempo esattore dei tributi erariali, la sorprese, l'afferrò
+e la cacciò in una camera a pian terreno, dove la
+chiuse a chiave.
+</p>
+
+<p>
+La notte la Castilliero venne tolta dal suo carcere
+improvvisato, cacciata in una carrozza dove già si
+trovava una signora, e via.
+</p>
+
+<p>
+Ommetto le peripezie del viaggio; dopo molto tempo
+la carrozza giunge in una città ed entra nel cortile di
+una casa; là la poveretta è tolta di carrozza ed introdotta
+in una camera ove sta giacente un'altra ragazza
+a metà dissanguata. Dopo molte e molte ore,
+durante le quali le due giovani non erano state
+visitate che da un domestico che aveva loro recato
+da mangiare, ecco entrare nella camera tre uomini,
+un vecchio e due giovani, afferrare la giovane
+Castilliero, praticarle i sei salassi sopra descritti, raccoglierne
+e pesarne il sangue e poi escire, lasciando
+la Castilliero sempre prigione, assieme alla compagna.
+Come il domestico si movesse a pietà delle due prigioniere,
+e nonchè agevolarla, loro proponesse la fuga,
+come questa si effettuasse, e la Castilliero e la sua
+<span class="pageno" title="335" id="page-335"></span>
+compagna escissero dalla casa, teatro di così esecrabile
+mistero, io non dirò.
+</p>
+
+<p>
+Basti il sapere che una volta fuor di gabbia, la
+giovane e misteriosa compagna di sventura della Castilliero
+si ricusa di seguirla, sicchè questa prosegue
+sola la fuga. Oltrepassa la soglia della città, trova
+un carrettiere compassionevole che la riceve sul carro,
+che le dice come la città da cui proveniva fosse Verona
+e che la conduce a Legnago, da dove poi fa ritorno
+a Badia.
+</p>
+
+<p>
+È facile comprendere come quest'accusa nella quale
+trovavasi coinvolto uno dei principali negozianti del
+luogo, commovesse la piccola terra di Badia.
+</p>
+
+<p>
+Il signor Ravenna fu arrestato, più forse per sottrarlo
+al furore popolare che lo voleva morto, che
+perchè la stolida accusa trovasse credenza nell'Autorità;
+ed il processo cominciò.
+</p>
+
+<p>
+Dal processo apparvero molte e stranissime cose:
+</p>
+
+<p class="docudata">
+1. Che nella camera della casa Ravenna dove la
+Castilliero pretendeva essere stata prigione, e nelle
+ore appunto della presunta prigionia, erano entrate
+almeno mezza dozzina di persone tutte cristiane, e
+quindi non sospette di complicità col Ravenna in un
+reato che avrebbe avuto scopo rituale.
+</p>
+
+<p class="docudata">
+2. Che nell'ora notturna in cui la misteriosa carrozza
+sarebbe uscita dalla casa Ravenna, nessun rumore
+di ruotabile aveva turbati i sonni dei pacifici
+abitanti di Badia.
+</p>
+
+<p class="docudata">
+4. Che invece la Castilliero era stata vista, proprio
+quella domenica, camminar sola e perfettamente libera
+alla volta di Legnago.
+</p>
+
+<p class="docudata">
+5. Che nei giorni in cui sarebbe avvenuto il romanzesco
+fatto, la Castilliero si trovava a Legnago,
+dove si era allogata come domestica presso i signori
+<span class="pageno" title="336" id="page-336"></span>
+Ferragù, dalla cui casa era poi fuggita, portando seco
+quanto aveva potuto rubare ai padroni, per tornarsene
+a Badia a narrare la sua storiella.
+</p>
+
+<p class="docudata">
+6. Che le più minuziose ricerche fatte in tutto il
+Veneto dalle autorità non avevano fatto trovar traccia
+della misteriosa fanciulla, compagna alla Castilliero
+nella cattività e nella fuga.
+</p>
+
+<p>
+Di fronte a siffatte risultanze processuali, il signor
+Ravenna fu scarcerato e un processo per calunnia e
+per furto domestico fu iniziato contro la Castilliero.
+</p>
+
+<p>
+Costei confessò la calunnia, confessò il furto, ma
+quando le fu dimostrato che essa contadina ed analfabeta
+non avrebbe saputo inventare la favoletta, che
+essa non avrebbe potuto da sola farsi le ferite prodotte
+dai pretesi salassi, che infine non essendo mai
+stata a Verona ed avendo descritta con sufficiente esattezza
+quella città, qualcuno doveva a ciò averla
+addottrinata, essa si confuse, si contraddisse, inventò
+alcune favole, una più assurda dell'altra, ma non volle
+mai nominare i proprii complici.
+</p>
+
+<p>
+In seguito a questo dibattimento l'I. R. Tribunale
+provinciale di Rovigo pronunciava la seguente
+</p>
+
+<blockquote>
+<p class="subtitle"><strong>Sentenza.</strong></p>
+
+<p>
+In forza del potere conferitogli da S. M. Apostolica.
+</p>
+
+<p>
+L'i. r. Tribunale provinciale in Rovigo, in esito al dibattimento
+tenutosi nei giorni 29, 30 settembre e 1º ottobre 1856,
+coll'intervento del presidente Felice dottor Saccenti e dei
+consiglieri Gio. Battista Ranzanici, Giuseppe Cavazzani,
+Gio. Battista Munari, Francesco Provasi, quali giudici nella
+causa penale pei crimini di calunnia e furto in confronto
+dell'arrestata Giuditta Castilliero di Lorenzo, nativa di Barucchella,
+abitante ai Masi, dell'età d'anni 23, villica, nubile,
+difesa dall'avvocato Antonio dott. Farsetti;
+</p>
+
+<div>
+<span class="pageno" title="337" id="page-337"></span>
+</div>
+
+<p>
+Veduto il conchiuso 29 luglio anno corrente, N. 1424, col
+quale Giuditta Castilliero fu posta <a id="daccusa"></a>in istato d'accusa, come
+legalmente indiziata dei crimini di calunnia e di furto contemplati
+dai §§ 209, 171, 176 <span class="sc num">ii</span>, <i>b</i>,
+del Codice penale;
+</p>
+
+<p>
+Udite le conclusioni e proposte dell'i. r. Procuratore di
+Stato Gio. Battista consigliere Meraviglia, e le deduzioni
+dell'avvocato Alessandro dott. Cervesato patrocinatore di Caliman
+Ravenna per quanto concerne le ragioni di diritto
+privato, nonchè le deduzioni dell'avvocato Antonio dottore
+Farsetti difensore ufficioso dell'accusata Castilliero;
+</p>
+
+<p>
+Sentita anche l'accusata medesima che ultima ebbe la parola;
+</p>
+
+<p>
+Osservato che Giuditta Castilliero ha incolpato Caliman
+Ravenna di un crimine, e precisamente di pubblica violenza
+a termini del § 93 Codice penale, avendo giuratamente deposto
+alla Pretura di Badia e raccontato a più persone che
+il detto Ravenna nella mattina della domenica 17 giugno 1855
+fra le ore 10 e le 11 la avea tratta nel suo locale terreno
+ad uso esattoria, e colà lasciata chiusa, sola, senza cibo ed
+assistenza, all'oscuro, fino alle prime ore antimeridiane del
+dì successivo, nella qual ora la fece escire, e la collocò in
+un calesse, ove fu poi tradotta in una città che avrebbe poi
+inteso essere Verona, e le furono praticati dei tagli come di
+salassi con effusione di sangue ai polsi al dorso delle mani,
+ed alle braccia;
+</p>
+
+<p>
+Osservato che contro Caliman Ravenna per questa incolpazione
+datagli dalla Castilliero, fu proceduto a giudiziali
+indagini, ed al personale di lui arresto, che ebbe la durata
+di 16 giorni;
+</p>
+
+<p>
+Osservato che, data la falsità di detta incolpazione, sorge
+pel sopra esposto a carico di Giuditta Castilliero il crimine
+di calunnia definito al § 209, Codice penale;
+</p>
+
+<p>
+Osservato che tale falsità risulta manifestamente stabilita:
+</p>
+
+<p class="docudata">
+<i>a</i>) per la confessione della stessa prevenuta Castilliero,
+la quale ritrattò pienamente l'accusa da lei data al Ravenna,
+e la riversò dapprima sopra uno sconosciuto signore, poscia
+sopra ignoto carrettiere, dal quale sarebbe stata sedotta a
+deporre quanto realmente depose a carico del Ravenna;
+</p>
+
+<div>
+<span class="pageno" title="338" id="page-338"></span>
+</div>
+
+<p class="docudata">
+<i>b</i>) per le deposizioni delli Brusemini, Vanzetti, Brancaleoni,
+Gabussi impiegati nella esattoria di Alessandro Levi,
+condotta da Caliman Ravenna, i quali attestano la loro presenza
+in quel locale, ed escludono quella della Castilliero
+nella mattina della domenica 17 giugno 1855 fino dopo le
+ore 11; confermate tali deposizioni da quelle non dissimili
+di Luigi Dolcemini, Chiara Margutti, Maria Zanella, Giovanni
+Parisutti;
+</p>
+
+<p class="docudata">
+<i>c</i>) pel deposto di Antonio Fadin, che due volte ricevette
+in quella domenica nelle ore pomeridiane in detta esattoria
+da Caliman Ravenna del danaro per conto del dispensiere
+signor Spech ed esclude che ivi si trovasse alcuna estranea
+persona;
+</p>
+
+<p class="docudata">
+<i>d</i>) pel deposto di Felice Mantovani e Filomena Chinaglia
+che assicurano di aver veduta la Castilliero quella domenica
+a ore 11 circa antimeridiane dirigersi da Badia verso l'ospitale
+d'onde si procede per la Bova del Zecchino verso Villabona,
+indi Legnago;
+</p>
+
+<p class="docudata">
+<i>e</i>) pel deposto di Celeste Tosetto ed Antonio Rizzi, che
+in ora più tarda la videro passare per la detta Bova, e dirigersi
+verso Villabona;
+</p>
+
+<p class="docudata">
+<i>f</i>) pel deposto di Maria Massari, Marianna Turcatto,
+Giovanni Ferragù, Teresa De Stefani-Ferragù, Carolina e
+Marianna Ferragù, Natalina Scapin, e Gaetano Fantoni, i quali
+attestano dell'arrivo in Legnago della Castilliero nel pomeriggio
+della ripetuta domenica, e dell'essersi ella colà trattenuta
+al servizio della famiglia Ferragù fino alla mattina
+del lunedì 25 giugno 1855;
+</p>
+
+<p>
+Ritenuto che la pravità della intenzione è inseparabile
+dalla falsità dell'accusa, non potendosi ignorare le funeste
+conseguenze che derivar ne poteano;
+</p>
+
+<p>
+Osservato che quanto all'altro crimine di furto, del quale
+è pure aggravata la Giuditta Castilliero, la prova della sussistenza
+e della criminosità, trattandosi di furto commesso
+da donna di servizio a danno del padrone sopra effetti di un
+importo eccedente i cinque fiorini, sorge dalle deposizioni
+del derubato Giovanni Ferragù e suoi famigliari, e la prova
+<span class="pageno" title="339" id="page-339"></span>
+di reità desumesi dalla confessione della Castilliero avente
+tutti i requisiti di legge, e dal possesso delle cose rubate;
+</p>
+
+<p>
+Visto quanto alla pena i §§ 34, 210, 178, Cod. pen. e
+</p>
+
+<p>
+Ritenuto concorrere gli estremi delle lettere <i>a</i>, <i>b</i>, del citato
+§ 210, quindi stare a carico della prevenuta le aggravanti
+dell'aver commesso due crimini di specie diverse,
+dell'aver perpetrato il crimine di calunnia con duplice aggravamento
+di singolare malizia, e di grave pericolo, l'averlo
+sostenuto con giuramento, mentre la favoriscono la precedente
+condotta incensurabile, l'età poco al di sopra dei 20 anni,
+la patita seduzione;
+</p>
+
+<p class="docutesto">
+Ha giudicato:
+</p>
+
+<p>
+Essere Giuditta Castilliero di Lorenzo, dell'età d'anni 23,
+nativa di Barucchella, abitante ai Masi, villica, nubile, colpevole
+dei crimini di calunnia, e furto previsti dai §§ 209,
+171, 176 <span class="sc num">ii</span>, <i>b</i>, Cod. pen.: e
+come tale viene condannata
+giusta i §§ 34, 210, 178, alla pena del carcere duro per
+anni 6, ed al pagamento delle spese processuali a senso del
+§ 331, e colle riserve del § 343, del Reg. di proc. penale;
+ommesso di pronunciare sul risarcimento del danno a Caliman
+Ravenna, avendo il medesimo rinunciato all'azione civile
+verso l'accusata Giuditta Castilliero; restituiti a Giovanni
+Ferragù gli effetti in presentazione al medesimo rubati.
+</p>
+</blockquote>
+
+<p>
+Contro questa sentenza la Castilliero ricorreva in
+Appello, non&nbsp;—&nbsp;vi si badi&nbsp;—&nbsp;per ottenere di essere
+prosciolta dall'accusa di calunnia, ma soltanto per
+conseguire una mitigazione di pena. Il risultato dell'appello
+non le fu troppo favorevole siccome emerge
+dalla seguente sentenza:
+</p>
+
+<blockquote>
+<p class="center testa gr1">TRIBUNALE D'APPELLO VENETO</p>
+<p class="center">(<cite>Sessione del 5 novembre 1856</cite>).</p>
+
+<p class="testa">
+Avendo la Giuditta Castilliero interposto ricorso non già
+contro la condanna, ma semplicemente per ottenere una
+<span class="pageno" title="340" id="page-340"></span>
+mitigazione della pena, il Tribunale d'appello nella sessione
+suindicata,
+</p>
+
+<p>
+Preso in esame il ricorso per mitigazione di pena interposto
+dall'arrestata Giuditta Castilliero, nativa di Barucchella, abitante
+ai Masi, d'anni 23, villica, nubile, contro la sentenza
+1º ottobre p. p., n. 4247 dell'I. R. Tribunale provinciale in
+Rovigo, che siccome colpevole dei crimini di calunnia e di
+furto, la condannò alla pena del duro carcere per anni 6 e
+negli accessorii di legge;
+</p>
+
+<p>
+Visti gli atti processuali;
+</p>
+
+<p>
+Vista la sentenza reclamata;
+</p>
+
+<p>
+Sentito il signor Procuratore superiore;
+</p>
+
+<p>
+Ritenuto che la inquisita Castilliero non ricorre che per
+ottenere mitigazione di pena;
+</p>
+
+<p>
+Osservato che la pena da infliggersi all'inquisita pel crimine
+di calunnia era estendibile anche fino a 10 anni di carcere
+duro, a tenore del § 210, Codice penale, in vista massime
+della spiegata singolare malizia;
+</p>
+
+<p>
+Osservato che il crimine stesso si presenta pur aggravato
+dalle circostanze del pericolo cui fu esposto l'incolpato Ravenna,
+e dalle altre tristissime conseguenze che ne derivarono
+o che potevano derivarne;
+</p>
+
+<p>
+Osservato che l'inquisita confermò il calunnioso suo deposto
+persino anche col giuramento;
+</p>
+
+<p>
+Ritenuto che la medesima si presenta colpevole altresì del
+crimine di furto;
+</p>
+
+<p>
+Ritenuta per conseguenza immeritevole l'inquisita stessa
+di ogni mitigazione di pena;
+</p>
+
+<p>
+Respinto il ricorso,
+</p>
+
+<p>
+Dichiarava
+</p>
+
+<p>
+Di confermare la sentenza 1º ottobre p. p., n. 4247, dell'I.
+R. Tribunale provinciale in Rovigo.
+</p>
+</blockquote>
+
+<p>
+Il resoconto sommario che abbiam dato di questo
+processo non sarebbe però completo se non lo facessimo
+seguire da una importante lettera che il dott. Alessandro
+Cervesato, di Rovigo, l'avvocato cui il signor
+<span class="pageno" title="341" id="page-341"></span>
+Caliman Ravenna, costituitosi parte civile, aveva incaricato
+di sostenere le sue ragioni contro la sua calunniatrice,
+indirizzava all'<cite>Eco dei Tribunali</cite> di Venezia.
+</p>
+
+<p>
+Eccola tal quale:
+</p>
+
+<p class="testa" style="margin-left: 10ex"><i>Signor Redattore!</i></p>
+
+<blockquote>
+<p>
+Chiudeasi in quest'oggi il pubblico dibattimento nel confronto
+della giovine Giuditta Castilliero e questo r. Tribunale
+dovette condannarla per crimine di calunnia a sei anni di
+carcere duro, sebbene assistita da circostanze attenuanti e
+meglio ancora da quelle simpatie che durante il dibattimento
+avea saputo, a fronte delle più sinistre prevenzioni, destare
+in suo favore colla pacatezza del contegno, colle misurate
+parole, colle accorte risposte e con tale un'apparenza d'innocente
+candore da rendere il più singolare contrasto colla
+scaltrita malizia della quale seppe usare, e con felice successo,
+dal principio alla fine per fuorviare le più accurate
+investigazioni.
+</p>
+
+<p>Ma se indipendentemente dalle ritrattazioni della Castilliero
+e la mercè delle più irrecusabili testimonianze, risultava a
+luce meridiana comprovata la piena innocenza del mio cliente
+Caliman Ravenna, rimaneasi spiacevolmente delusa la pubblica
+aspettazione sul punto cardinale di un così interessante
+processo.
+</p>
+
+<p>Nessuno può dubitare che la favola dalla Castilliero spacciata
+in odio del signor Ravenna sia stata la fedele parodia
+di quella antica calunnia che in tempi d'intolleranza e di
+barbarie venne scagliata contro i figli d'Israele, e la quale,
+sebbene percossa dai fulmini del Vaticano, compulsata dagli
+editti de' principi, e smascherata da cento formali processi,
+non ha però, mai cessato di riapparire a quando a quando,
+e sempre o quasi sempre prodromo infausto ed esca di sociali
+perturbamenti.
+</p>
+
+<p>Dove adunque potea la povera villica ed ignorante attignere
+quell'assurda fola? Chi le apprese a vestirla con tanta
+sembianza di vero e con sì minute ed abbaglianti descrizioni
+<span class="pageno" title="342" id="page-342"></span>
+di persone, di luoghi, di oggetti da essa indubbiamente non mai
+veduti ed ignorati? Chi per acquistarle fede maggiore le ha
+praticate quelle varie incisioni alle braccia, ai polsi, alle
+mani a modo da imitare i più perfetti salassi? Chi la indusse
+a propalarla, a deporla in giudizio, a confermarla con suo
+giuramento? Per quale scopo ve la indusse, se il signor Ravenna
+non aveala tampoco mai veduta, s'egli non saprebbe
+indicare un suo personale nemico, se in Badia, ove soggiorna
+da ben diciott'anni, ha sempre goduto di una intera fiducia
+e della più conclamata generale estimazione? Chi potea finalmente
+inspirarle tanta forza di spirito, tanta pertinacia
+di volontà, e tanta annegazione di sè medesima, nel tenerne
+occulto l'autore morale, resistendo ad ogni maniera di legittime
+coartazioni e sfidando, sarei per dire, colla indomata
+rassegnazione di un martire la vindice spada della giustizia?...
+</p>
+
+<p>In tali incognite si racchiude il mistero del dramma; dramma
+tenebroso e che nessuna luce ha ricevuto da un processo,
+avvegnachè condotto con sì circospetto e paziente amore del
+vero.
+</p>
+
+<p>Quale patrocinatore del danneggiato signor Ravenna, ammonito
+di dovermi attenere a quanto fosse di mestieri per
+la giustificazione delle sue ragioni di privato diritto, io
+mi trovai collocato in assai difficile condizione; perchè da
+un canto il signor Ravenna non volea a patto nessuno associarsi
+all'accusa nemmanco coll'apparenza di coltivare basse
+ed illusorie vedute di materiale interesse; e perchè dall'altro
+canto io non potea spiegare quella più ampia difesa che reclamata
+quasi era dall'onore di lui e di tutti gl'Israeliti sì
+crudelmente intaccati da quella falsa imputazione, non che
+dalla viva rimembranza del corso pericolo da parte del volgo
+contro essi esasperato; e ciò nella speranza che sì solenne
+giustificazione avesse potuto farla una volta per sempre
+finita con un pregiudizio assurdo, immorale e cotanto
+vituperoso ad un'êra della più progredita civiltà com'è la
+nostra.
+</p>
+
+<p>Ella, o signore, conosce assai meglio di me che nessun
+rito rabbinico ha mai permesso l'uso del sangue, e che anzi
+<span class="pageno" title="343" id="page-343"></span>
+gli Ebrei ne hanno in ogni tempo provato tale un abborrimento
+da tenersene contaminati al solo toccarlo. È notorio
+che, ben lungi dal cibarsene, respingono essi con orrore le
+carni degli animali non isgozzati giusta la prescrizione della
+loro legge, per la tema appunto che una qualche stilla di
+sangue ne sia rimasta nei visceri o tra le fibre; ond'è che
+nessun altro popolo ha mai come l'ebreo servito a rigore di
+lettera il precetto che Dio tramandava per la bocca di Mosè&nbsp;—&nbsp;non
+verserete sangue; non vi ciberete di sangue; il contravventore
+perisca.&nbsp;—
+</p>
+
+<p>Non potrebbe sospettarsi tampoco che quella pratica feroce
+sia un avanzo di vetuste superstizioni redate dagli
+Ebrei ne' loro contatti co' gentili cui fossero abituali i riti
+di sangue, e che sia sorta dal supposto lor odio contro i seguaci
+di Cristo, mentre depongono in contrario le storie ed
+i formali processi in più occasioni istituiti.
+</p>
+
+<p>Ci narra Tertulliano che nei primi tempi di Nostra Chiesa
+e duranti le persecuzioni ordinate dagl'Imperatori contro i
+Cristiani, veniano questi accusati di immolare vittime umane,
+di beverne il sangue, di mangiarne le carni e che quell'ignominiosa
+incolpazione fu per ben tre secoli l'incentivo di
+persecuzioni ognora più crudeli. Ma nella storia di quei tristissimi
+giorni non abbiamo pur cenno che altrettanto siasi
+detto o sospettato degli Ebrei, sebbene all'imperversare di
+quella grande rivoluzione religioso-morale dovessero trovarsi
+in massimo grado inaspriti gli animi, e più facili e sicure le
+vie della calunnia.
+</p>
+
+<p>Ella sa pure, o signore, assai meglio di me che, soltanto
+nel secolo <span class="sc num">xiii</span> apparve per la prima volta
+l'accusa che gli
+Ebrei in date loro solennità versassero il sangue di un innocente
+Cristiano quale simbolo di espiazione, o ne usassero
+quale filtro portentoso. Ma se gli Ebrei non hanno infierito
+contro i Cristiani quando più vivi ed operosi erano gli odii,
+e quando deboli e percossi i Cristiani dalle ricorrenti persecuzioni
+avrebbero potuto farlo impunemente, come ammettere
+in buona logica che sieno stati osi di adottare quella pratica
+inumana, allorchè di fronte al Cristianesimo per tutto
+<span class="pageno" title="344" id="page-344"></span>
+trionfante avrebbero posta in compromesso quell'unica protezione
+sociale che loro era rimasta in una legge di tolleranza?&nbsp;—&nbsp;Mirando
+alla coincidenza degli avvenimenti ed
+all'agitazione religioso-sociale a que' giorni inferita dal bando
+della crociata per cui pareva che tutto Occidente dovesse, a
+modo d'immensa valanga, rovesciarsi sopra Oriente, saremmo
+indotti a sospettare che un qualche fanatico od un qualche
+ambizioso, a parodia di quel gigantesco movimento siasi pensato
+di bandire una specie di crociata anche contro gli Ebrei;
+e nel fatto ebbe la storia a registrare il nome di un certo
+Rodolfo uomo di gran seguito in Lamagna, il quale pel primo
+appunto avrebbe tentato in Colonia, Spira, Magonza e Strasburgo
+di levare la croce contro gli Ebrei. Senonchè Gregorio
+IX, durante il suo pontificato, con tre Bolle ha proclamata
+l'innocenza del popolo ebreo, condannando quell'insensata
+calunnia. Lo stesso Pontefice con suo Breve ne ammoniva
+i principi cristiani perchè si stessero a buona guardia e non
+vi prestassero fede. Anche i papi Innocenzo IV ed Alessandro
+VII fecero altrettanto e dottori della Chiesa e santi
+insigni presero le difese del calunniato Israele. S. Bernardo
+tra gli altri scrivendo ad Enrico arcivescovo di Magonza
+protestava contro il diffondersi di quella vergognosa calunnia
+e ne deplorava le funeste conseguenze.
+</p>
+
+<p>È notabile il fatto che tale diceria non sia mai sorta nella
+Spagna, mentre tutti sanno che in nessun altro paese di Europa
+furono gli Ebrei sì duramente perseguitati come ai tempi
+di Ferdinando ed Isabella in quella contrada.
+</p>
+
+<p>Anche i principi secolari se ne occuparono seriamente, e
+forti delle decisioni pontificie vollero con formali processure
+quella calunnia sventare e punire. Abbiamo i bandi dei duchi
+di Milano e di Mantova, abbiamo gli editti imperiali di
+Federico III, di Carlo V, di Massimiliano II, abbiamo le decisioni
+dei senati di Casale e di Venezia; documenti tutti
+che comprovano la malvagità di quella calunnia per non dire
+delle molte sentenze proferite in casi particolari da giudici
+imparziali e competenti e che sono tuttora negli archivi nostri
+e forestieri.&nbsp;—&nbsp;E qua cade in acconcio rammentare il
+<span class="pageno" title="345" id="page-345"></span>
+voto che sopra ricerca del Re di Polonia veniva pronunciato
+dalla Facoltà teologica di Lipsia nell'anno 1714; voto che, ridondante
+di dottrina e di erudizione, respinge fin anche il
+sospetto che con quella pratica brutale siansi mai disonorati
+gli Ebrei. Io son dell'avviso, che ov'Ella, signore, ne facesse
+dono a' suoi molti associati in appendice al processo che sta
+pubblicando colle stampe, non solo presterebbe un ottimo servigio
+alla verità, ma recherebbe ben anche un raggio di luce
+a quelle parti del processo che non emersero a sufficienza
+chiarite.
+</p>
+
+<p>S'io avessi potuto su questo terreno allargare la difesa,
+avrei forse conseguito il vantaggio di paralizzare più compiutamente
+ogni sinistra prevenzione e di rettificare qualche
+torta idea nei menoveggenti a maggiore presidio e conforto
+di una casta sociale per molti rispetti onorevole e per illustri
+notabilità benemerente.
+</p>
+
+<p>Sarà forse credibile appena dai lontani che in un secolo
+di tanto senno, di tanta tolleranza e di tanta umanità siasi
+agitato, e qui tra noi, un processo di quella fatta: tra noi,
+che governati da sapientissime istituzioni, tolto ogni privilegio
+di classe e di stirpe, siamo tutti uguali in faccia alle
+leggi e quasi altrettanti figli di una sola famiglia.&nbsp;—&nbsp;Giova
+sperare però che le Autorità competenti non vorranno desistere
+da ulteriori indagini, mentr'è nell'interesse del pubblico
+ordine e della pubblica sicurezza che l'occulto motore
+della Castilliero venga scoperto.
+</p>
+
+<p>Eccole, o mio buon signore, i poveri cenni che le ho promessi
+quasi a compimento della difesa del signor Ravenna,
+sarò ben lieto se si compiacerà di usarne a suo grado.
+</p>
+
+<div class="destra">
+ <div class="firma">
+ <p class="center"><i>Suo dev. servitore</i></p>
+ <p class="center testa"><span class="sc aut">Allessandro</span> dott.
+ <span class="sc aut">Cervesato</span>.</p>
+ </div>
+</div>
+</blockquote>
+
+<p class="testa">
+A questa dotta lettera dell'egregio avv. Cervesato,
+il direttore dell'<cite>Eco dei Tribunali</cite> che era, piace il
+ricordarlo, quel valoroso pubblicista e fervido cattolico
+<span class="pageno" title="346" id="page-346"></span>
+che oggi dirige la <cite>Gazzetta di Venezia</cite>, Paride Zajotti,
+faceva seguire queste considerazioni sue:
+</p>
+
+<blockquote>
+<p>
+Compiuto il resoconto del dibattimento, col pubblicare l'appendice
+fattavi dal chiarissimo avv. Cervesato, coi due importantissimi
+documenti&nbsp;<a id="FNa_360"></a><a href="#Fn_360" class="fna">(360)</a>
+che ne formano per così dire necessario
+supplimento, resterebbe che ancor noi scendessimo
+nell'arringo, come, con soverchia fiducia, avevamo promesso
+nell'imprendere questa pubblicazione.
+</p>
+
+<p>Ma, obbligati a rimanere entro quella ristretta cerchia che
+chiamasi la questione legale, non potremmo estenderci a
+quelle considerazioni e dimostrazioni, che sono suggerite e
+richieste dalla questione sociale, di cui questo processo non
+è che un passaggiero fenomeno, senza correre grave pericolo
+o di entrare in un campo a noi straniero, o di nuocere alla
+cosa stessa, parlando con un riserbo incompatibile colla fermezza
+delle nostre convinzioni.
+</p>
+
+<p>Perciò crediamo più savio partito il tacere, e lasciar parlare
+per noi l'eloquenza dei fatti, accertati con tutto il rigore
+delle forme processuali e con quella scrupolosa esattezza, di
+cui tu testimonio chiunque assistette allo svolgersi di questo
+dibattimento.
+</p>
+
+<p>I fatti parlano da sè. Ed è fatto incontrastabile che il primo
+racconto della Castilliero fu provato falso nel modo più luminoso
+che si potesse. Diciamo nel modo più luminoso, perchè,
+lasciando da parte la manifesta sua inverisimiglianza, la falsità
+ne fu dimostrata oggettivamente e subbiettivamente.
+</p>
+
+<p>Oggettivamente per mezzo di tutti quei testimoni, i quali
+coabitando col Ravenna, e dovendo necessariamente aver
+avuto qualche sentore del fatto, se qualche cosa di somigliante
+fosse colà avvenuto, esclusero ad una voce qualunque
+circostanza che potesse avervi anche remota allusione; e per
+<span class="pageno" title="347" id="page-347"></span>
+mezzo principalmente della deposizione di Antonio Fadin, che
+fu nel locale stesso in cui la Castilliero voleva essere stata
+rinchiusa, e nelle ore in cui doveva essa pure esservi stata;
+deposizione suffragata e da dichiarazioni d'altri testimoni e
+dalle corrispondenti annotazioni, fatte, a caso vergine, nei
+registri dell'Ufficio postale.
+</p>
+
+<p>Subbiettivamente, per quella serie sterminata di testimoni
+tutti concordi, benchè appartenenti a varie condizioni della
+società ed a differenti paesi, i quali con tanta precisione ci
+attestarono la presenza della Castilliero, ora qua ed ora là,
+appunto nei varii giorni, in cui secondo il primo suo esame
+essa voleva essere stata in quella fantastica fortezza, in cui
+si entra e da cui si esce, di giorno e di notte, in carrozza
+chiusa senza incontrare una guardia di polizia o di finanza
+che chiegga conto dei misteriosi passeggieri. E fu savissimo
+intendimento del Tribunale quello di citare al dibattimento
+tutti quei testimoni, benchè deponessero su circostanze affatto
+secondarie, dopo tanta luce di prove, affinchè il numero stesso
+delle persone, la loro qualità di Cristiani, la franchezza di
+tante svariate deposizioni, ma tutte coincidenti nell'argomento
+che interessava, valesse a persuadere i più testerecci.
+</p>
+
+<p>Dopo tutto questo, che cosa importa se la Castilliero, a cui
+il parlare a nulla personalmente avrebbe giovato, dacchè il
+fatto rimaneva in ogni modo ed in ogni caso una calunnia,
+si chiuse in un inviolabile silenzio, e volle farla da romanzesca
+eroina, dicendo&nbsp;—&nbsp;nessuno fuorchè lei sapere come la
+cosa fosse stata&nbsp;—&nbsp;oppure calcolò sui frutti del suo silenzio?
+Che cosa occorre di più, oltre la prova che il fatto era una
+menzogna? La spiegazione delle cause, che indussero la Castilliero,
+e pongasi anche, la condanna dei correi, non avrebbero
+nè provato maggiormente la falsità dell'accusa, nè persuaso
+nemmeno uno solo di quelli che credono a tutto, fuorchè
+a quanto fu provato in questo processo.
+</p>
+
+<p>Anzi, la specialità delle circostanze che accompagnarono
+questo caso, ci dà una notevole guida per giudicare di altri
+fatti consimili in addietro processati, specialmente nei tempi
+in cui dominava in tutto il suo rigore il sistema inquisitorio.
+<span class="pageno" title="348" id="page-348"></span>
+Secondo la massima parte delle leggi, ne' secoli scorsi la deposizione
+del danneggiato, appoggiata ad una prova qualsiasi
+del fatto in genere, bastava per applicare all'imputato la tortura;
+ora qui si aveva la deposizione della danneggiata, che
+esclusa l'inverosimiglianza del fatto per se stessa, era improntata
+di tutti i caratteri della veridicità; si aveva una specie
+di prova del fatto in genere nella sparizione, nei primi momenti
+inesplicabile dell'odierna imputata, e nelle tracce della
+scalfitura alle mani ed alle braccia; ora se fossero stati altri
+tempi ed il signor Ravenna fosse stato messo sull'eculeo, noi
+vorremmo fortemente dubitare che, frammezzo agli strazi
+della tortura e col progressivo accrescersi del martirio, egli
+non avesse, come gli Ebrei di Damasco, tutto affermato pur
+di sottrarsi agli spasimi.
+</p>
+
+<p>E quale argomento per la sussistenza del fatto, qual prova
+si avrebbe potuto dedurre dalla sua condanna? Questa conclusione,
+a cui è pur forza di venire, fa che, per noi, questo
+processo, in cui sulle prime le stesse Autorità furono tratte
+in inganno dal racconto della Castilliero (tanto da ordinare
+l'arresto del Ravenna), assuma un'importanza storica immensa.
+</p>
+
+<p>Per chi volesse di più, basti il fatto che in questo processo,
+il Presidente del dibattimento non reputava nemmeno
+meritevole di discussione la questione in massima, ed il Pubblico
+Ministero qualificava l'oggetto dell'accusa della Castilliero
+quale pregiudizio del volgo.
+</p>
+</blockquote>
+
+<div class="destra">
+ <div class="firma">
+ <p class="center"><span class="sc aut">Paride Zajotti.</span></p>
+ </div>
+</div>
+
+<div class="footnote"><a id="Fn_360"></a>
+<p class="foot"><a href="#FNa_360"><span class="label">(360)</span></a>
+Di questi due documenti uno, e cioè il <a href="#tit-21"><cite>Parere della
+Facoltà teologica
+di Lipsia</cite>, 8 maggio 1714</a>, fu da noi pubblicato fra i
+presenti documenti;
+il secondo che è una <a href="#tit-31">dichiarazione del <i>R. Procuratore
+generale prussiano di Aquisgrana</i></a>, pubblichiamo qui appresso.
+</p>
+</div>
+
+<div class="chapter">
+<span class="pageno" title="349" id="page-349"></span>
+</div>
+
+<h3 id="tit-31" class="documento">
+<a href="#ritit-31">XX.</a>
+</h3>
+
+<p class="subtitle">
+Dichiarazione del R. Procuratore generale prussiano
+di Aquisgrana.
+</p>
+
+<p class="center">(<cite xml:lang="de">Stadt-Aachener Zeitung,
+N. 82</cite>).</p>
+
+<p class="testa">
+Un caso, testè avvenuto nel mio circondario d'Ufficio, e
+che destò gran chiasso e porse argomento a diversi articoli
+di giornale, m'induce a pubblicare la seguente <em>notificazione
+ufficiosa</em>.
+</p>
+
+<p>
+Il 6 corrente una donna fece in Jülich a quel funzionario
+della polizia giudiziaria la denunzia che la sua figliuolina
+novenne, da lei mandata il mattino a Broich verso le sette,
+per mendicarvi un po' di pane, era stata assalita per via da
+un Ebreo e maltrattata nel modo più orribile. La ragazza,
+<em>colla massima consonanza con un suo fratellino di sei
+anni</em>, che l'avea accompagnata, depose in ripetuti esami,
+apparentemente nella massima commozione di animo, che
+quando fu dietro la contrada di Broich, le venne incontro
+l'Ebreo di Broich, si siedette, l'afferrò improvvisamente, se
+la pose sui ginocchi, e poscia, dopo aver estratto un coltello
+ed averle alzate le gonne, le diede un colpo al bassoventre.
+</p>
+
+<p>
+Ed in realtà quelle parti del corpo, ove, secondo l'attestazione
+della ragazza, sarebbe stato dato il colpo, erano lorde
+di sangue.
+</p>
+
+<p>
+Poco dopo aperta l'investigazione di polizia, condotta con
+molta diligenza ed avvedutezza, la ragazza, asserentesi maltrattata,
+vide una coppia di Ebrei che passavano pel mercato
+di Jülich, e facendo mostra d'essere quasi fuori di se
+stessa, gridò: “Questo è colui che m'ha ferita!”
+</p>
+
+<div>
+<span class="pageno" title="350" id="page-350"></span>
+</div>
+
+<p>
+Gli Ebrei furono tosto arrestati, e nel confronto coi ragazzi
+furono riconosciuti da questi colla massima precisione
+per gli autori del fatto.
+</p>
+
+<p>
+La donna ebrea, della quale originariamente non era stato
+fatto alcun cenno, secondo una nuova dichiarazione della
+ragazza, le avrebbe coperto il viso, sicchè non potè gridar
+bene. Nel corso degli ulteriori esami, quei ragazzi deposero
+altresì che alle loro grida era accorso un vecchio, il quale
+era stato ammazzato dall'Ebreo col suo coltello, e che gli
+Ebrei aveano presa la fuga soltanto all'avvicinarsi di altre
+persone.
+</p>
+
+<p>
+Giuntimi gli atti, feci avviare un'istruzione giudiziale, al
+quale scopo un giudice istruttore ed un procuratore di Stato
+si recarono il 12 corrente a Jülich.
+</p>
+
+<p>
+Il risultato dell'istruzione assunta fu il seguente:
+</p>
+
+<p>
+“Una ispezione personale, assunta con tutta esattezza
+da un impiegato medico giudiziario, coll'intervento anche
+di un altro medico, sul corpo della ragazza asserentesi ferita,
+non lasciò scoprire nè una ferita, nè una tumefazione,
+nè una infiammazione delle parti che secondo la sua dichiarazione
+sarebbero state lese.
+</p>
+
+<p>
+“Gli Ebrei arrestati erano forniti di passaporti in piena
+regola; essi sostennero di non essere stati in Broich, o sulla
+via, che da Broich conduce a Jülich, ma di avere dormito
+nella notte dal 5 al 6 corrente in Aldenhoven (in direzione
+affatto diversa di Jülich) e di essersi di là diretti a Jülich
+per la strada postale.
+</p>
+
+<p>
+“Tutto ciò fu confermato pienamente dalla deposizione
+delle gente (cristiana) presso cui volevano avere pernottato
+e di due gendarmi, i quali nella mattina del 6 aveano scortato
+degli arrestati da Jülich ad Aldenhoven e per via incontrarono
+i coniugi ebrei, che provenivano nella direzione
+di Aldenhoven. Un confronto dei diversi tempi dimostra che
+gli imputati, al momento dell'attentato loro addebitato, si
+trovavan distanti dal luogo, ove esso sarebbe stato commesso,
+per lo meno un'ora, ma con somma verosimiglianza, più ore.
+</p>
+
+<p>
+“L'uomo, che i ragazzi indicavano essere stato ammazzato
+<span class="pageno" title="351" id="page-351"></span>
+dall'Ebreo, fu rinvenuto facilmente. Egli non aveva
+alcuna lesione e dichiarò di avere incontrato quei due fanciulli
+sul luogo dell'asserito maltrattamento, ove piangendo si
+lagnarono con lui di quanto dicevano essere loro accaduto;
+egli però, al pari delle altre persone indicate dai ragazzi,
+assicurò di non avere assolutamente veduto in quel luogo
+alcuna persona sospetta.”
+</p>
+
+<div class="chapter">
+<span class="pageno" title="352" id="page-352"></span>
+</div>
+
+<h3 id="tit-32" class="documento">
+<a href="#ritit-32">XXI.</a>
+</h3>
+
+<p class="subtitle">
+Ignazio von Döllinger.
+</p>
+
+<p>
+Da un discorso tenuto nella solenne seduta dell'Accademia
+delle scienze a Monaco, il 25 luglio 1881, dal
+presidente Ignazio von Döllinger, ed intitolato, <cite>Gli
+Ebrei in Europa</cite>, togliamo il seguente brano che chiaramente
+dimostra quale concetto abbia il dotto teologo
+tedesco sulle accuse che si muovono agli Ebrei:
+</p>
+
+<blockquote>
+<p>
+.&nbsp;&nbsp;.&nbsp;&nbsp;.&nbsp;&nbsp;.&nbsp;&nbsp;.&nbsp;&nbsp;.&nbsp;Abituati
+ad immaginarsi che ogni Ebreo
+fosse il nemico nato ed il debitore dei Cristiani, i popoli ritenevano
+gli Ebrei, in un'epoca in cui si prestava fede volentieri
+anzi con avidità a cose crudeli e soprannaturali, capaci
+di qualunque delitto, anche dell'inverosimile ed impossibile.
+Dopo il 12º secolo corse la fola che gli Ebrei abbisognassero
+di sangue Cristiano, gli uni dicevano per la loro festa Pasquale,
+gli altri, come rimedio contro un segreto male ereditario;
+perciò furono accusati di uccidere ogni anno un
+ragazzo. Inoltre si diceva ch'essi crocifiggevano ogni anno un
+Cristiano per oltraggiare il Salvatore.
+</p>
+
+<p>
+Se si rinveniva in qualche luogo un cadavere con traccie
+di violenza, un bambino morto, l'assassino doveva essere stato
+un Ebreo, e si poneva alla tortura finchè confessava. Seguivano
+allora crudelissimi supplizi ed in parecchi casi una strage
+in massa dell'intera popolazione ebrea della città e della
+campagna. Non c'era neanche idea d'una regolare procedura
+giudiziaria. I giudici e le Autorità stesse tremavano dinnanzi
+all'ira del popolo imbestialito; poichè c'era la convinzione che
+<span class="pageno" title="353" id="page-353"></span>
+si potessero attendere le più infami azioni da un ebreo. Talvolta
+era anche un'immagine di Cristo che un ebreo avrebbe
+trafitta con un coltello o mutilata, ciò che era il segnale
+d'una strage. Dopo il 1200 si aggiunsero le voci di ostie
+oltraggiate e miracolosamente sanguinanti. Da Parigi, dove
+era accaduto il primo caso, la nuova fiaba si diffuse nei paesi
+vicini, ben presto si volle possedere anche altrove una tale
+reliquia, e sembrò che gli Ebrei, presi da demonìaco delirio,
+credessero e non credessero ad un dogma della Chiesa e contemporaneamente
+desiderassero una morte tormentosa tanto
+spesso essi cadevano vittime di questi delitti immaginarii.
+</p>
+
+<p>
+A Londra gli Ebrei furono uccisi perchè volevano incendiare
+la grande città.
+</p>
+
+<p>
+La gran peste che desolò e spopolò nel 1348 tutta l'Europa
+fu subito attribuita soltanto agli Ebrei. Il fatto che
+quel popolo intelligente e che conduceva vita regolare n'era
+colpito molto meno dei Cristiani, cambiò la supposizione in
+certezza. Essi avevano avvelenato dappertutto in seguito ad
+una cospirazione, i pozzi e le sorgenti, e perfino i fiumi. In
+una città si volle aver rinvenuto realmente del veleno in
+un pozzo. Posti alla tortura, alcuni Ebrei confessavano il
+delitto. Scoppiò allora una tale esplosione di fanatismo, di
+bramosìa di vendetta e di volgare avidità, quale l'Europa
+non aveva mai veduto prima, nè vide mai dopo. Le vittime
+in alcune città, si contarono a migliaia. Molti prevennero
+il furor popolare suicidandosi. Invano il Papa Clemente VI
+dichiarò in due bolle gli Ebrei innocenti. Coloro che si salvarono
+con una rapida fuga trovarono un asilo soltanto nella
+lontana Lituania.
+</p>
+</blockquote>
+
+<div class="chapter">
+<span class="pageno" title="354" id="page-354"></span>
+</div>
+
+<h3 id="tit-33" class="documento">
+<a href="#ritit-33">XXII. *</a>
+</h3>
+
+<p class="subtitle">
+Professore dott. Nöldecke di Strasburgo.
+</p>
+
+<p>
+È assolutamente deplorevole che oggi ancora debba esser
+necessario di respingere sul serio l'accusa che l'ignoranza e
+la malvagità muovono agli Ebrei di far uso nelle loro solennità
+di sangue umano e specialmente cristiano. Non soltanto
+quest'accusa manca di ogni fondamento, ma tale barbarie
+ripugna a tutti i principii del Giudaismo, sicchè gli Ebrei
+che avessero commesso un tale misfatto dovrebbero essere
+assolutamente esclusi dalla Comunità religiosa.
+</p>
+
+<p>
+Coloro che credono e divulgano tali fiabe, dovrebbero sapere
+che siffatte accuse di misteriosi sagrifizi umani, di uso
+rituale di sangue umano, e di altre simili mostruosità si facevano
+già in Oriente in tempi antichi ad altre sêtte religiose
+per ragione di odio confessionale, o per cupidigia di nefando
+lucro.
+</p>
+
+<p>
+Cristiani lanciarono tali accuse verso sêtte cristiane, e dagli
+scritti sacri dei Mandei (cristiani di San Giovanni) si
+ricava una orrenda descrizione dei misfatti che i Cristiani in
+generale commettevano per celebrare la S. Comunione.
+</p>
+
+<p>
+Colui che afferma gli Ebrei adoperare sangue cristiano per
+una solennità rituale si pone al livello degli orientali più
+abbrutiti dall'odio di religione e dalla superstizione.
+</p>
+
+<p>
+Herren Alb (Foresta Nera), 20 agosto 1882.
+</p>
+
+<div class="destra">
+ <div class="firma">
+ <p class="center">Dott. Th. <span class="sc aut">Nöldecke</span></p>
+ <p class="center">Prof. ordinario nell'Università</p>
+ <p class="center"><i>Imperatore Guglielmo</i> in Strasburgo.</p>
+ </div>
+</div>
+
+
+<div class="chapter">
+<span class="pageno" title="355" id="page-355"></span>
+</div>
+
+<h3 id="tit-34" class="documento">
+<a href="#ritit-34">XXIII. *</a>
+</h3>
+
+<p class="subtitle">
+Professore Dott. A. Merx di Heidelberg.
+</p>
+
+<p>
+Essendosi in questi ultimi mesi ripetutamente parlato in
+diversi luoghi e segnatamente a Dresda ed a Berlino dell'uso
+che si farebbe dagli Ebrei del sangue cristiano per festeggiare
+la Pasqua (Pessach) e tale voce essendo stata diffusa
+per agitare le plebi ignoranti, venni invitato a dichiarare se
+un tale delitto, designato col nome di <em>assassinio rituale</em>, sia
+prescritto dalle leggi della religione ebraica. Dichiaro perciò:
+</p>
+
+<p class="docudata">
+1. La legge ebraica proibisce l'assassinio in generale e
+assolutamente: “Il sangue di colui che spanderà il sangue
+dell'uomo sarà sparso dall'uomo” (<cite>Gen.</cite>,
+<span class="sc num">ix</span>, 6) “Non uccidere”
+(<cite>Es.</cite>, <span class="sc num">xx</span>, 13).
+</p>
+
+<p class="docudata">
+2. La legge ebraica proibisce l'uso del sangue in generale
+ed assolutamente: “Chiunque ne mangerà (sangue) sia
+sterminato” (<cite>Lev.</cite>, <span class="sc num">xvii</span>, 14).
+Questo precetto è la principale
+ragione del rito con cui gli Ebrei uccidono gli animali allo
+scopo di sbarazzare completamente la carne dal sangue. Da
+ciò risulta assolutamente falso che gli Ebrei adoperino sangue
+per preparare la loro focaccia di Pasqua, in caso contrario
+il precetto generale dovrebbe essere annullato da un precetto
+speciale.
+</p>
+
+<p class="docudata">
+3. Nella legge sulla festa di (<em>Pessach</em>)
+Pasqua (<cite>Es.</cite>, <span class="sc num">xii</span>,
+13) non si trova tale precetto speciale e non può trovarvisi,
+giacchè allorquando fu data questa legge non esistevano fanciulli
+cristiani; ma al contrario non era permesso uccidere,
+come pretende la vieta calunnia, nè fanciulli, nè adulti di
+altra religione. Nell'intiera legge non vi è neppure una parola
+sulla uccisione di uomini.
+</p>
+
+<div>
+<span class="pageno" title="356" id="page-356"></span>
+</div>
+
+<p class="docudata">
+4. Nella legislazione della Bibbia non è prescritto per
+la festa di Pasqua l'uso del sangue di fanciulli cristiani.
+Nessuno potè trovare un solo passo, il quale provi che l'assassinio
+rituale sia prescritto.
+</p>
+
+<p class="docudata">
+5. In seguito a ciò l'affermazione, sorta del resto dopo
+il <span class="sc num">xv</span> secolo, che gli Ebrei adoperino
+sangue cristiano per
+la loro festa di Pasqua, risulta non vera, e non può appoggiarsi
+a nessun testo della legge ebraica. Quello che la ripete
+senza addurne prove, ciò che del resto gli riescirebbe
+assai difficile, e quello che in riunioni pubbliche pretende
+dimostrare che è basata su fatti, deve essere condannato
+come un miserabile calunniatore, col quale si deve adoperare
+il Codice penale.
+</p>
+
+<p>
+San Remo, 10 ottobre 1882.
+</p>
+
+<div class="destra">
+ <div class="firma">
+ <p class="center"><span class="sc aut">D. A. Merx.</span></p>
+ <p class="center testa">Professore di Esegesi del Vecchio Testamento</p>
+ <p class="center">nell'Università di Heidelberg.</p>
+ </div>
+</div>
+
+<div class="chapter">
+<span class="pageno" title="357" id="page-357"></span>
+</div>
+
+<h3 id="tit-35" class="documento">
+<a href="#ritit-35">XXIV. *</a>
+</h3>
+
+<p class="subtitle">
+Prof. dott. Carlo Bernardo Stade di Giessen.
+</p>
+
+<p>
+Colui che afferma gli Ebrei adoperare sangue cristiano per
+una solennità rituale, dà saggio di ignorare assolutamente
+la storia ed il carattere della religione ebraica.
+</p>
+
+<p>
+In qualsiasi modo sia per finire il processo di Tisza Eszlar
+è fin d'ora sicuro che non potrà mai venir invocato nè contro
+la religione ebraica, nè contro l'indole degli Ebrei, i fatti
+di cui sono accusati i macellai di quel paese, essendo ripugnanti
+all'indole degli Ebrei, e detestati dalla religione
+ebraica.
+</p>
+
+<p>
+Giessen, 10 ottobre 1882.
+</p>
+
+<div class="destra">
+ <div class="firma">
+ <p class="center">Dott.
+ <span class="sc aut">Carlo Bernardo Stade</span>,</p>
+ <p class="center">Professore ordinario.</p>
+ </div>
+</div>
+
+<div class="chapter">
+<span class="pageno" title="358" id="page-358"></span>
+</div>
+
+<h3 id="tit-36" class="documento">
+<a href="#ritit-36">XXV. *</a>
+</h3>
+
+<p class="subtitle">
+Facoltà teologica dell'Università di Amsterdam.
+</p>
+
+<p>
+La facoltà teologica di Amsterdam è riconoscente ai Rabbini
+che, adunatisi in Buda Pest il 5 luglio di questo anno,
+(1882), deliberarono di invitarla a dare il suo parere sopra
+una vecchia accusa che ora viene nuovamente scagliata contro
+gli Ebrei.
+</p>
+
+<p>
+Essa si crede perciò obbligata di far pubblica la sua disapprovazione
+contro la diffusione di una asserzione altrettanto
+infondata quanto pericolosa, ed unendosi al giudizio di
+tutti gli uomini competenti in siffatta materia, si dichiara
+profondamente convinta, che in nessuno dei libri religiosi
+degli Ebrei si contenga la prescrizione di adoperare, per
+iscopi rituali, sangue umano ottenuto da un assassinio.
+</p>
+
+<div class="destra">
+ <div class="firma">
+ <p class="center">La Facoltà teologica dell'Università di Amsterdam,</p>
+ <p class="center">
+ <span class="sc aut">P. D. Chantepie de la Saussaye</span>,
+ <i>praes.</i></p>
+ <p class="center"><span class="sc aut">J. G. D. Martins</span>,
+ <i>cancelliere</i>.</p>
+ </div>
+</div>
+
+
+<div class="chapter">
+<span class="pageno" title="359" id="page-359"></span>
+</div>
+
+<h3 id="tit-37" class="documento">
+<a href="#ritit-37">XXVI. *</a>
+</h3>
+
+<p class="subtitle">
+Professore Dott. Carlo Siegfried di Jena.
+</p>
+
+<p>
+Chiunque ha voglia di aprire la Bibbia può convincersi
+che l'accusa che gli Ebrei adoperino sangue cristiano non è
+che una invenzione di malvagi, accolta soltanto dagli imbecilli,
+poichè nei cinque libri di Mosè nulla è più severamente
+vietato agli Ebrei dell'uso del sangue. (<cite>Genesi</cite>,
+<span class="sc num">ix</span>, 4.&nbsp;—&nbsp;<cite>Levitico</cite>,
+<span class="sc num">vii</span>, 26, 27.&nbsp;—&nbsp;<cite>Deut.</cite>,
+<span class="sc num">xii</span>, 16, ed altri).
+</p>
+
+<p>
+Siffatta accusa, spessissimo ripetuta dall'odio di religione
+e di razza, non venne in nessunissimo caso provata; anzi
+coloro che sostennero le polemiche più accanite contro il
+Giudaismo, o, non appena cominciarono a conoscere gli usi
+ebraici, lasciarono cadere l'accusa, o, come dice Wagenseil,
+riconobbero l'impossibilità di sostenerla.
+</p>
+
+<p>
+Ogni nuova ripetizione di tale accusa dimostra una imbecillità
+ed una impertinenza grandissime e costituisce una
+vergogna pei popoli cristiani che la permettono, una vergogna
+pei giornali cristiani che ne rimangono spettatori, o mal
+celano dietro frasi pietose i loro istinti di Caino.
+</p>
+
+<div class="chapter">
+<span class="pageno" title="360" id="page-360"></span>
+</div>
+
+<h3 id="tit-38" class="documento">
+<a href="#ritit-38">XXVII. *</a>
+</h3>
+
+<p class="subtitle">
+Professore Francesco Delitzch.
+</p>
+
+<p>
+Nella questione di sangue venuta nuovamente a galla in
+seguito al fatto di Tisza-Eszlar ho dato già due attestati
+che saranno arrivati in Ungheria da Colonia e da Berlino;
+però non voglio lasciar senza risposta anche il di lei invito
+giacchè una triplice corda si rompe meno facilmente.
+</p>
+
+<p>
+In quei due pareri ho minuziosamente provato il fatto,
+che nei due Talmud non soltanto non si trova nessuna prescrizione,
+che ordini o raccomandi l'uso rituale di sangue
+umano non ebraico, ma che anche nella legge rituale non si
+può scoprire assolutamente nessun appoggio per questa insinuazione.
+<em>Essa è una pura immaginazione, un'idea senza
+fondamento, un parto dell'ignoranza, dell'astio e della menzogna.</em>
+</p>
+
+<p>
+La <cite>Civiltà Cattolica</cite> dell'anno 1881, pag. 731 infinocchia
+ai suoi lettori, che l'uso del sangue sia una tradizione segreta,
+che non esiste che a voce e precisamente quale segreto
+ereditario fra i discreti e fidati. <em>Questo è un nuovo
+tentativo di salvare la causa ormai perduta dell'accusa</em>,
+volendo far credere che quello non si può provare quale
+<em>Halaca</em> (precetto scritto) sia un <em>Minhag</em> (uso)
+conosciuto solamente
+dagli iniziati. <em>Ma anche questo tentativo è un peccato
+contro il comandamento: “Non dire falsa testimonianza
+contro il tuo prossimo.”</em>
+</p>
+
+<p>
+In causa della mia relazione colla missione degli <em>Ebrei ho
+fatto conoscenza da 50 anni con un certo numero di proseliti,
+ma posso assicurare dinanzi a Dio, che nessuno sapeva
+qualche cosa di quell'uso assassino</em>.&nbsp;—&nbsp;<em>Tutti dichiararono
+<span class="pageno" title="361" id="page-361"></span>
+unanimi una pura invenzione l'incolpazione di
+sangue.</em>
+</p>
+
+<p>
+La pacificazione della Sinagoga colla Chiesa è stata sempre
+la mèta principale dei miei desiderii. Tanto più antipatico
+mi riesce ogni tentativo di aumentare l'abisso esistente per
+mezzo dell'odio di razza antisemitico, ed il vantaggio che
+gli antisemiti vorrebbero trarre per la loro causa dalla sorte
+tuttora ignota di Esther Solymossy, il di cui assassino, se
+essa fu assassinata, sarà non solamente dal punto di vista
+cristiano, <em>ma anche dal punto di vista ebraico, un mostro
+che offende il nome di Dio</em>.
+</p>
+
+<p>
+Se ella vuole pubblicare questa mia testimonianza, sarò
+lieto se gioverà a domare la furia scatenata dell'odio che si
+fa arma di una bugia.
+</p>
+
+<p class="docudata">Lipsia, 13 ottobre 1882.</p>
+
+<div class="destra">
+ <div class="firma">
+ <p class="center">Devotissimo suo</p>
+ <p class="center">Professore
+ <span class="sc aut">Francesco Delitzsch</span>.</p>
+ </div>
+</div>
+
+<div class="chapter">
+<span class="pageno" title="362" id="page-362"></span>
+</div>
+
+<h3 id="tit-39" class="documento">
+<a href="#ritit-39">XXVIII. *</a>
+</h3>
+
+<p class="subtitle">
+Lettera di S. E. Ill<sup>ma</sup> e Rev<sup>ma</sup> Monsignor Giorgio Kopp<br/>
+vescovo cattolico di Fulda<br/>
+al Rabbino provinciale della stessa città Dott. Chaan.
+</p>
+
+<p class="destra">Fulda, 4 novembre, 1882.</p>
+
+<p class="cari">Pregiatissimo signor Dottore,</p>
+
+<p>
+Assecondando il di lei desiderio, non esito a ripeterle in
+iscritto la dichiarazione che già varie volte le ho fatto, doversi
+ritenere una maligna bugia la supposizione, che gli
+Ebrei abbiano mai usato sangue cristiano per iscopi rituali:
+tale supposizione non si può provare nè con la religione
+ebraica, nè con la storia, sicchè devesi respingere ogni accusa
+di questo genere su qualunque base fosse fondata.
+</p>
+
+<p>
+Con perfetta stima, ecc.
+</p>
+
+<div class="destra">
+ <div class="firma">
+ <p class="center"><span class="sc aut">Kopp</span>. Vescovo di Fulda.</p>
+ </div>
+</div>
+
+<div class="chapter">
+<span class="pageno" title="363" id="page-363"></span>
+</div>
+
+<h3 id="tit-40" class="documento">
+<a href="#ritit-40">XXIX. *</a>
+</h3>
+
+<p class="subtitle">
+Ernesto
+Renan&nbsp;<a id="FNa_361"></a><a href="#Fn_361" class="fna">(361)</a>.
+</p>
+
+ <p class="destra">Parigi, 16 novembre 1882.</p>
+
+<p>
+Fra tutte le calunnie, generate dall'odio e dal fanatismo,
+la più assurda è certamente quella per cui si incolpano gli
+Ebrei di commettere assassinii allo scopo di aver modo di
+compiere riti sanguinosi. Uno dei tratti più caratteristici
+della religione ebraica è la proibizione del sangue quale nutrimento
+dell'uomo. Questa precauzione che era in altri tempi
+assai adatta ad inspirare il rispetto della vita, venne osservata
+dal Giudaismo con tutta coscienza, anche quando i tempi
+e le condizioni della civiltà ne rendevano assai penosa l'osservanza,
+ed ora si pretende che il pio ebreo, che morrebbe
+di fame e affronterebbe il martirio piuttosto che inghiottire
+un pezzetto di carne non del tutto monda di sangue, si nutrisse
+proprio di sangue in un'agape religiosa! È questa
+una orribile sciocchezza. Sono convintissimo che non uno dei
+racconti che parlano di pasti pasquali con sangue ha base
+reale; se un tal delitto fosse stato commesso, direi che il
+miserabile che ne fu autore ha violato tutti i precetti dell'Ebraismo;
+ma io vado più in là e non credo che simile delitto
+sia mai stato commesso. L'immaginazione umana non
+è molto fertile nell'inventare calunnie. La fiaba di pasti
+misteriosi conditi con sangue umano fu sempre artificio tratto
+in campo per combattere coloro che un cieco pregiudizio
+<span class="pageno" title="364" id="page-364"></span>
+voleva rovinare. Questa stessa calunnia fu in altri tempi
+occasione a deplorabili persecuzioni contro i Cristiani. Eppure
+è ben certo che la Sacra Cena dei Cristiani non venne
+mai insozzata da tale misfatto. Altrettanto innocenti sono
+certamente le pasque ebraiche. Sarebbe degno della cristianità
+impedire che da questa miserabile bugia, per la quale
+in altri tempi ebbero tanto a soffrire i Cristiani, si traesse
+profitto contro altri.
+</p>
+
+<div class="footnote"><a id="Fn_361"></a>
+<p class="foot"><a href="#FNa_361"><span class="label">(361)</span></a>
+<cite xml:lang="de">Neue Freie Presse</cite>, 24 dicembre 1882.
+</p>
+</div>
+
+<div class="chapter">
+<span class="pageno" title="365" id="page-365"></span>
+</div>
+
+<h3 id="tit-41" class="documento">
+<a href="#ritit-41">XXX.</a>
+</h3>
+
+<p class="subtitle">
+Discorso dell'Em. Cardinale E. O. Manning<br/>
+Arcivescovo di Westminster.
+</p>
+
+<p>
+Abbiamo detto che gli avversari sistematici degli
+Ebrei non devono cercarsi nel partito che comunemente
+si designa col nome di clericale; il seguente discorso
+pronunciato dall'Em.<sup>mo</sup> Cardinale
+Manning&nbsp;<a id="FNa_362"></a><a href="#Fn_362" class="fna">(362)</a>, in un
+<em xml:lang="en">meeting</em> tenuto a Londra per protestare contro
+i maltrattamenti
+cui son fatti segno gli Ebrei della Russia,
+è la più eloquente conferma delle parole nostre.
+</p>
+
+ <p class="cari testa"><i>Mylord, Signore e Signori,</i></p>
+
+<blockquote>
+<p>
+Ho spesso dovuto proporre mozioni in assemblee simili a
+questa, ma non ricordo di averne mai proposto alcuna con
+una convinzione più perfetta della mia ragione, e con un
+più completo assenso della mia coscienza. Prima di continuare
+sarà forse miglior consiglio leggervi questa mia mozione.
+Essa è così concepita:
+</p>
+
+<p>
+“Questa Assemblea, pur riconoscendo di non aver nè diritto,
+nè desiderio di ingerirsi negli affari interni di un
+altro paese, e pur desiderando che le relazioni le più amichevoli
+tra l'Inghilterra e la Russia vengan continuate,
+<span class="pageno" title="366" id="page-366"></span>
+crede suo debito manifestare l'avviso, che le leggi della
+Russia che risguardano gli Ebrei, tendono ad avvilirli agli
+occhi della popolazione cristiana, e ad esporre gli Ebrei
+russi ai furori di una ignoranza fanatica.”
+</p>
+
+<p>
+Io non ho bisogno di dirvi che noi non siamo qui adunati
+per uno scopo politico. Se vi fosse la menoma traccia di politica,
+io non sarei qui. È perchè io credo che noi siamo ben
+al disopra delle passioni e delle lotte politiche, che noi siamo
+nella serena regione delle simpatie e della giustizia umana
+che oggi io mi trovo qui. Posso anche dichiarare che nulla
+è più lontano dalle mie intenzioni&nbsp;—&nbsp;sono convinto che voi
+siete del mio avviso&nbsp;—&nbsp;che di far cosa che fosse come una
+infrazione a quelle leggi di pace, d'ordine e di mutuo rispetto
+che uniscono le nazioni fra di loro o di tentare d'intervenire
+o d'ingerirsi nella legislazione interna della Russia (<em>applausi</em>).
+Io sono anche costretto a dichiarare che partecipo di tutto
+cuore ai sentimenti di venerazione espressi dal nobile Conte
+[di Shaftesbury] verso la Famiglia Imperiale di Russia. Non
+si può aver osservato quella famiglia durante questi ultimi
+anni, non si può pensare alla posizione dell'Imperatore attuale
+senza provare una profonda simpatia che ci impedisce
+ogni intenzione di usare una sola parola che possa ferire
+l'animo dello Czar (<em>applausi</em>). Io posso adunque dichiarare in
+modo assoluto che non una delle mie parole&nbsp;—&nbsp;e credo poter
+parlare in nome di voi tutti&nbsp;—&nbsp;si scosterà intenzionalmente
+dalla venerazione dovuta ad una persona gravata d'una responsabilità
+così pesante come quella che è toccata in sorte
+all'Imperatore di Russia. Di più posso dire, pur non volendo
+toccare alla questione della legislazione interna della Russia,
+che esistono leggi più forti di tutta la legislazione russa,
+leggi che sono egualmente imperative a Londra, a Pietroburgo
+ed a Mosca,&nbsp;—&nbsp;le leggi della umanità, della natura e di
+Dio, che sono il fondamento di tutte le altre leggi; e se in
+una legislazione qualsiasi esse sono poste in non cale, tutte
+le nazioni dell'Europa cristiana, tutta la comunione degli
+uomini civili e cristiani, avranno all'istante il diritto di protestare
+apertamente contro di essa (<em>applausi</em>).
+</p>
+
+<div>
+<span class="pageno" title="367" id="page-367"></span>
+</div>
+
+<p>
+Ed ora bisogna che io tocchi un argomento che, lo confesso,
+mi ha recato molto dolore. Noi abbiamo tutti seguito durante
+un anno ciò che in Germania si chiama il movimento antisemitico.
+Io provo, guardandolo, due sentimenti: prima un
+sentimento d'orrore, perchè tende a rovesciare i fondamenti
+della vita sociale, poi un sentimento grandissimo di paura,
+perchè può tendere ad eccitare ancora l'odio che ha già fatto
+esplosione in Russia e che potrebbe estendersi maggiormente.
+Ho letto con molto dispiacere un elaboratissimo articolo,
+pieno, non vi ha dubbio, di osservazioni esatte, scritto in
+Prussia e pubblicato nel <cite xml:lang="en">Nineteenth Century</cite>,
+in cui si descrivono
+le animosità sociali, le gelosie e le rivalità che dominano
+ora in quel paese. Leggendo questo articolo, il mio
+primo sentimento fu il dolore di vedere che il potere e la
+forza dell'Antico Testamento, sieno nel Ducato di Brandeburgo
+così superiori al Nuovo. Io sono afflitto vedendo che
+una società imbevuta di razionalismo non abbia abbastanza
+cristiana dottrina, cristiano potere, cristiano carattere e cristiana
+virtù, per rendere impossibile che il popolo ebreo per
+quanto sia colto, raffinato, laborioso ed energico, faccia tremare
+la società cristiana di quel grande Regno. Ho letto, del
+pari con dolore, le narrazioni sulla condizione degli Ebrei
+russi e le accuse di cui sono l'oggetto. Se vi accenno prego
+i miei amici israeliti che mi ascoltano di credere che le respingo
+con incredulità e disgusto. Leggo che la causa degli
+avvenimenti in Russia, è che gli Ebrei fanno dei mestieri
+infami, che sono usurai, immorali, demoralizzatori e non so
+che altro ancora. Leggendo quelle accuse io mi chiedevo:
+l'oltraggio è forse un rimedio? Si potranno forse guarire con
+l'oltraggio, l'assassinio, le abbominazioni di ogni specie? Non
+imitano essi quelli che dovrebbero insegnar loro una morale
+più alta? E dato pur fosse vero, locchè non credo, che
+essi fossero in queste condizioni, non gravitano forse su di
+loro leggi deplorevoli? Vi ha cosa che maggiormente avvilisca
+gli uomini che il precludere alla loro energia, alla loro
+intelligenza, alla loro industria, tutte le carriere onorevoli
+della vita (<em>applausi</em>). Vi ha cosa che maggiormente degradi
+<span class="pageno" title="368" id="page-368"></span>
+od irriti l'uomo che il dirgli: “voi non potete andar oltre
+questo limite&nbsp;—&nbsp;voi non potete accostarvi a più di quindici
+miglia da questo confine;&nbsp;—&nbsp;voi non potete dimorare in
+questa città&nbsp;—&nbsp;voi siete costretto a dimorare in questa provincia?”
+(<em>applausi</em>). Non so se vi sia qualcuno che possa
+credere che tutta la popolazione non sia colpita in fondo all'anima
+da tali leggi, e se è possibile il renderla peggiore
+questo è certamente il modo di riescirvi. Si fanno questi rimproveri
+agli Israeliti russi. Perchè non si fanno anche agli
+Israeliti tedeschi? Gli autori del movimento antisemitico confessano
+essi stessi che gli Israeliti in Germania sono superiori
+ai loro concittadini (<em>applausi</em>). Perchè simili accuse non
+si muovono contro gli Israeliti francesi? (<em>applausi</em>). Vi ha
+una carriera di utilità pubblica, una via di onore civile o
+militare nella quale gli Israeliti non abbiano camminato a
+fianco dei loro concittadini? Se queste accuse si fanno agli
+Israeliti della Russia, chi vorrebbe farle a quelli d'Inghilterra?
+(<em>vivi applausi</em>). Per rettitudine, coltura, generosità,
+carità, per tutte le grazie e per tutte le virtù insomma che
+abbelliscono l'umanità, dove si troveranno, io lo domando,
+esempi più brillanti, più pieni della vera grandezza umana,
+che in questo ramo della razza ebraica? (<em>Applausi immensi.</em>
+Una voce grida: <em>Grazie!</em>).
+</p>
+
+<p>
+Ed ora ci si dice che non devesi prestar fede alle narrazioni
+di quelle atrocità. Io domando se nei giornali del continente
+si stampassero lunghe e particolareggiate narrazioni di omicidii,
+di rapine e di altre atrocità commesse nelle parti le più
+frequentate di Londra, se si asserisse che il Lord Maire vi
+ha assistito, che la polizia è rimasta inoperosa, che le guardie
+della Torre hanno fatto causa comune colla folla, voi o Mylord
+[il Lord Mayor di Londra, che presiedeva all'adunanza],
+ringraziereste, credo, chiunque vi fornisse occasione di smentire
+simili racconti. Ebbene io dico che noi, con quanto facciamo,
+rendiamo un gran servigio alle Autorità ed al Ministero
+russo, e credo che ciò sarà una consolazione pel gran principe
+che regna su quel vasto impero (<em>applausi</em>). Ma supponiamo un
+istante che queste cose siano vere&nbsp;—&nbsp;ed io non appoggio la mia
+<span class="pageno" title="369" id="page-369"></span>
+ipotesi della credibilità di quei fatti su quanto ne stamparono
+il <cite xml:lang="en">Times</cite> o la
+<cite xml:lang="en">Pall Mall Gazette</cite> che se ne è
+resa garante.&nbsp;—&nbsp;Io
+ne ho delle prove in mano (<em>applausi</em>). Donde le traggo?
+Da un documento ufficiale del Ministro dell'Interno, il generale
+Ignatieff. Nella mozione che io vi ho presentato si parla delle
+leggi della Russia rispetto ai sudditi Ebrei. Io non pretendo
+esser giurista nel diritto inglese ed ancor meno nel diritto
+russo; io non pretendo decidere ciò che siano su questo punto
+le leggi della Russia, e non saprei che dire su questa mozione,
+se non avessi in mano un rescritto di una grande importanza.
+Spero che non lo si dirà falso. Queste orribili atrocità
+durarono i mesi di maggio, giugno e luglio. In agosto comparve
+questo documento. Comincia coll'affliggersi e col desolarsi,
+ma di che? Delle atrocità forse che furono commesse
+contro gli Ebrei, sudditi dello Czar? Oh no! ma bensì <em>della
+triste condizione dei Cristiani nelle provincie meridionali</em>.
+Poi dice che la principale causa di questi <em>movimenti e tumulti</em>,
+come li chiama, ai quali <em>la nazione russa era sino ad
+ora rimasta straniera</em>, è una causa commerciale; continua
+dicendo che la condotta degli Ebrei provocò delle proteste da
+parte del popolo il quale <em>manifestò la sua indignazione</em>; ed
+in che modo? lo si crederebbe? colla violenza ed il saccheggio.
+Infine il Ministro dell'Interno ci dice che <em>il paese è esposto
+a dei segreti intrighi, che sono, come è noto, la vera causa
+dell'agitazione</em>. Se la forma di questo documento è calma, la
+rettorica e le insinuazioni vi sono incendiarie, ed io duro fatica
+a comprendere come il popolo Russo, avuto questo rescritto
+nelle mani, non siasi trovato incoraggiato a continuare nelle
+sue violenze (<em>applausi</em>). Il documento continua e dice:
+“<i class="quo">Abbiamo
+nominato una Commissione per eseguire un'inchiesta...</i>”
+su che? Prima di tutto “<i class="quo">sui mestieri esercitati dagli Ebrei
+che arrecano nocumento agli abitanti delle rispettive località;</i>”
+in secondo luogo&nbsp;—&nbsp;prego l'Assemblea di volerlo ben
+notare&nbsp;—&nbsp;“<i class="quo">sulle cause che impediscono
+l'applicazione delle
+leggi esistenti, che restringono i diritti degli Ebrei di comperare
+e condurre terre, di darsi al commercio dei liquori
+ed all'usura;</i>” in terzo luogo “<i class="quo">sulle modificazioni da
+<span class="pageno" title="370" id="page-370"></span>
+introdursi in queste leggi perchè gli Ebrei non possano più
+eluderle, e sull'esame delle nuove leggi che sarebbero necessarie
+per metter fine alla loro perniciosa condotta.</i>” Finalmente
+oltre le risposte a tali questioni dovevansi riunire
+notizie: 1º sull'usura esercitata dagli Ebrei nei loro affari coi
+Cristiani, nelle città, borghi e villaggi; 2º sul numero delle
+osterie; 3º sul numero delle persone attualmente al servizio
+degli Ebrei; 4º sull'estensione dei loro terreni ed infine sul
+numero degli agricoltori ebrei. Ecco dunque le leggi russe
+concernenti gli Ebrei dell'Impero. Io vorrei chiedere qual rimedio
+sia possibile per una popolazione sottoposta ad un simile
+regime. Forse nell'accrescimento delle penalità? o nella
+incapacità di possedere terreni? o nella proibizione di mandare
+i giovinetti israeliti negli stabilimenti d'istruzione superiore?
+Tutto ciò venne fatto. Ma io credo che il rimedio sia
+in questi due provvedimenti: primo, l'applicazione formale
+della legge cristiana in tutta la sua intierezza. Non è con
+simili leggi che i Cristiani hanno guadagnato il mondo ed
+acquistato il regolare potere di amministrare la giustizia fra
+gli uomini, e non sarà che con leggi diverse che il gran
+potere imperiale della Russia riunirà la popolazione dell'impero
+ai suoi sudditi israeliti (<em>applausi</em>). L'altro rimedio è la
+condanna severa e rigorosa di tutti i malfattori, unita alla
+concessione, del paro ferma, di tutti i diritti che la legge
+naturale e divina accorda ad ogni uomo. Ciò è necessario
+per proteggere la vita e le persone, la loro sicurezza ed i loro
+beni, ciò costituisce la libertà umana, tutto ciò&nbsp;—&nbsp;e nulla di
+meno&nbsp;—&nbsp;è necessario per prevenire i mali di cui si lagna il
+Ministro dell'Interno.
+</p>
+
+<p>
+Voi avete parlato, o Mylord, con gran fiducia dei risultati
+che vi attendete da questo <em xml:lang="en">meeting</em>.
+Non facciamoci soverchie
+illusioni. Se ci immaginiamo che esso ponga fine alla questione,
+sicchè dopo potremo tacere, temo che l'effetto non sarà
+quale lo desideriamo. Ma non scoraggiamoci neppur troppo.
+Son d'avviso che in tutta l'Inghilterra, posso dire in tutta
+la Gran Brettagna, questa Assemblea troverà eco (<em>applausi</em>).
+Manchester e Birmingham hanno già cominciato e dovunque
+<span class="pageno" title="371" id="page-371"></span>
+si parla inglese, si saprà ciò che oggi fu qui detto con
+tanta eloquenza. Io credo che in questo momento un simile
+<em xml:lang="en">meeting</em> sia adunato a New York (<em>applausi</em>).
+Ciò che qui si
+dice verrà tradotto in tutte le lingue d'Europa, e la voce
+di quanto abbiam fatto varcherà anche i confini della
+Russia. Nè si potrà trattenerla, più di quanto si possa trattenere
+la luce e l'aria in qualsivoglia parte del mondo
+dove sianvi sentimenti umani, le dichiarazioni fatte qui ed
+altrove troveranno un'eco che contribuirà a por fine a queste
+orribili atrocità.
+</p>
+
+<p>
+Non ho più che una parola a dire. Ho tentato di trattare
+questa questione con un modo giusto e calmo. Ho parlato
+della importanza di una giustizia politica eguale per tutti,
+arrossirei di terminare senza dire una parola di quanto
+deve risvegliare fortemente le simpatie cristiane. Vi ha un
+libro, che è proprietà comune della razza di Israello e di
+noi Cristiani. Questo libro ci stringe in un vincolo comune,
+ed in quel libro io leggo che il popolo di Israello è il più
+antico popolo del mondo. La Russia, l'Austria, l'Inghilterra
+non datano che da ieri in confronto di questo popolo imperituro
+che&nbsp;—&nbsp;con una inesauribile vitalità, con tradizioni
+immutabili, colla sua fede in Dio e nelle leggi di Dio, disperso
+su tutto il globo, passando a traverso il fuoco senza
+bruciarsi, trascinato nel fango senza insozzarsi&nbsp;—&nbsp;è ancora
+qui in mezzo a noi, come un testimonio ed un avvertimento.
+Noi abbiamo con lui un patto di fraternità. Il nuovo Testamento
+ha nel vecchio la sua base. Gli Ebrei accettano la
+metà delle credenze per cui noi daremmo volentieri la vita.
+Confessiamo adunque che essi sono uniti a noi in una simpatia
+comune. Io leggo in quel libro queste parole: “Io sono
+infiammato da un gran corruccio contro le nazioni possenti
+e ricche, perchè io era un po' irritato contro Israele ed essi
+aumentarono la sua afflizione.” Ciò vuol dire: “Il mio popolo
+era disperso; ha sofferto disgrazie inaudite ed inconcepibili,
+e le nazioni che erano potenti, che erano ricche e che
+avevano il potere, lo hanno colpito ed hanno aumentato l'afflizione
+di cui già soffriva.” Io spero non vi sia in tutta
+<span class="pageno" title="372" id="page-372"></span>
+Inghilterra una persona che si dica civile e cristiana che possa
+avere il cuore di accrescere con una sola parola le sofferenze
+di questo popolo così grande, così antico e così afflitto, ma
+spero che coi nostri sforzi, colla nostra parola, colla nostra
+preghiera, faremo quanto è in noi per diminuire, se è possibile,
+quelle atrocità od almeno per non associarvisi mai.
+(<em>Lungo scoppio di applausi</em>).
+</p>
+</blockquote>
+
+<div class="footnote"><a id="Fn_362"></a>
+<p class="foot"><a href="#FNa_362"><span class="label">(362)</span></a>
+L'Eminentissimo Manning figurava coi principali personaggi della
+Chiesa Anglicana e col fior fiore della Società londinese fra i promotori
+del <em xml:lang="en">Meeting</em>.
+</p>
+</div>
+
+<div class="chapter">
+<span class="pageno" title="373" id="page-373"></span>
+</div>
+
+<h3 id="tit-42" class="documento">
+<a href="#ritit-42">XXXI.</a>
+</h3>
+
+<p class="subtitle">
+Il giornale SION e l'opinione di un Archimandrita greco.
+</p>
+
+<p>
+Col titolo di <cite>Sion</cite> si pubblica da circa quattro anni in Atene,
+in lingua greca, un importante periodico ebdomadario, il quale
+si occupa particolarmente di Sacra letteratura, di religione
+e di scienza biblica. Ne è Direttore il rev. Archimandrita
+D. Latta, cui, ci si assicura, attende un alto posto nell'episcopato
+greco-scismatico.
+</p>
+
+<p>
+Nel numero 29 giugno (v. s.) 1883 questo giornale conteneva
+un ammirabile articolo ispirato a vero sentimento di religione
+e di carità, dove dopo aver posto a nudo le inique trame che
+dettero origine al mostruoso processo di Tisza Eslar, passa
+a dimostrare, quanto sieno ingiuste le persecuzioni di cui
+in ogni tempo furono vittime gli Israeliti e specialmente
+quelle occasionate dal preteso uso del sangue cristiano nella
+celebrazione del loro rito pasquale.
+</p>
+
+<p>
+“Questa, scrive il succitato giornale, è una grossolana
+menzogna, una mera calunnia. Infatti sono molti secoli che
+di quando in quando si sparge la voce che gli Ebrei commettono
+un tale atto, e quindi si sollevano torbidi, si agitano
+le popolazioni, si consumano massacri ed uccisioni di Ebrei;
+ma dopo alcun tempo, succeduta la calma, si prova che tutto
+non fu altro che menzogna, e la tragica rappresentazione
+termina col solito vocabolo turco <em>Giaglis</em> (errore).”
+</p>
+
+<p>
+Ci è impossibile riprodurre l'intiero articolo, che consta di
+ben cinque compatte colonne, ne daremo quindi soltanto un
+altro brano:
+</p>
+
+<p>
+“La <cite>Sion</cite> compie un dovere cristiano esortando i Cristiani
+tanto Greci, quanto Rumeni, Russi ed Ungheresi ed in
+generale i Cristiani di qualunque nazione, a cessare da
+<span class="pageno" title="374" id="page-374"></span>
+queste odiose calunnie contro gli Ebrei. Fu già epoca in
+cui gli stessi Cristiani trovavansi presso i Romani in una
+condizione di avvilimento simile a quella in cui si trovano
+oggi gli Ebrei rimpetto ai Cristiani! Sapete che cosa fecero
+a quell'epoca gli idolatri per isterminare i Cristiani?
+Calunniarono questi presso l'imperatore Antonino, di scannare
+uomini, mangiarne le carni e berne il sangue nelle
+loro cene. Ed appoggiarono la loro calunnia sulla voce
+sparsa che i Cristiani raccogliendosi per adorare il loro
+Dio fanno sacrifizi e mangiano del corpo e del sangue del
+loro liberatore Gesù Cristo.
+</p>
+
+<p>
+“Intorno a quell'ingiusta calunnia che valse ad eccitare
+l'ira dell'Imperatore contro i Cristiani, e che costò un
+numero considerevole di Martiri, San Giustino, filosofo e
+martire, scrisse un'apologia all'Imperatore, nella quale
+prova l'insussistenza di questi pretesi sagrifizi umani che
+a carico dei Cristiani furono denunziati. A quest'apologia
+dell'insigne filosofo cristiano, noi rimandiamo chiunque desiderasse
+conoscere i particolari della ignominiosa accusa.
+Ma se gli idolatri agivano in tal guisa contro i Cristiani
+d'allora, è forse lecito a noi Cristiani, la generazione eletta,
+il reale sacerdozio, la gente santa a cui fu commesso di
+predicare la virtù di Colui che ci chiamò dalle tenebre
+alla sua meravigliosa luce, è forse lecito a noi ordire tratto
+tratto simili calunnie, e promuovere scene sanguinose, agitazioni
+sociali a danno di una nazione, la quale sopportò
+coraggiosamente ogni male per mantenersi fedele alle sacre
+sue tradizioni?&nbsp;—&nbsp;E andando più avanti diremo: Lice a
+noi di sollevarci contro una nazione che fu l'origine della
+nostra redenzione, che per secoli faticò, pregò, sacrificò per
+far discendere Iddio all'uomo&nbsp;.&nbsp;.&nbsp;.&nbsp;.&nbsp;.&nbsp;”
+</p>
+
+<p>
+In seguito a questo articolo il Rabbino Maggiore di Corfù,
+un dotto e valente nostro compatriota, il prof. Levi, avendo
+indirizzato al Rev. Latta alcune parole di gratitudine, ne ebbe
+in risposta la seguente lettera che riproduciamo, traducendola,
+da un supplemento del giornale israelitico, <cite>Il Mosè</cite>, che vede
+la luce in Corfù:
+</p>
+
+<div>
+<span class="pageno" title="375" id="page-375"></span>
+</div>
+
+ <p class="docudata">“Reverendissimo signor Gran Rabbino Levi,</p>
+
+<p>
+“Abbiamo letto con animo grato e con soddisfazione la
+lettera del 4 luglio che ci indirizzaste da Corfù, ed abbiamo
+rese grazie a Dio per il progresso, che, mercè il
+divino aiuto, ha fatto in questi giorni di luce e di civiltà,
+il vero spirito di religione.
+</p>
+
+<p>
+“Vi siamo cordialmente grati per i sentimenti nobili ed
+amorosi che, obbedendo all'impulso del cuore, avete manifestato
+verso di noi, perchè abbiamo scritto un articolo
+contro le calunnie, notoriamente false, ed assolutamente
+infondate che vengono diffuse nel mondo cristiano contro la
+nazione israelitica. Noi, reverendissimo signore, scrivendo
+in quella guisa non facemmo, sappiatelo, che servire da
+umili sacerdoti la cristiana religione. La storia della umanità
+chiaramente prova che molteplici superstizioni secolari,
+errate credenze, false e bugiarde tradizioni, hanno
+tanto influito sullo spirito dell'umanità da ridurla per molti
+secoli bassa e cieca serva di principii falsi e dannosi. Ma il
+nostro Gesù Cristo ha giustamente proclamato primo e fondamentale
+scopo della sua venuta in terra, esser la liberazione
+dell'umanità da questa servitù, liberazione che ha
+conseguita infondendoci la coscienza della verità. E conoscerete
+la verità e la verità vi francherà. (<cite>S. Giov.</cite>,
+<span class="sc num">viii</span>, 32).
+</p>
+
+<p>
+“Ogni superstizione, ogni falsa tradizione, ogni fallace credenza
+è assolutamente nemica della verità cristiana e tende,
+per conseguenza, a distruggere il grande scopo che il Cristianesimo
+si propone di raggiungere in questo mondo.
+</p>
+
+<p>
+“È perciò, reverendissimo, che noi, che siamo nelle file dei
+sacerdoti della religione, abbiamo il dovere di lottare con
+tutte le nostre forze ed a prezzo di qualunque sagrifizio
+contro la menzogna e di procurare il trionfo della verità. Ora
+abbiamo sempre affermato colla parola e colla penna e sempre
+affermeremo, sino a che avremo vita, esser menzogna, infame,
+vergognosa menzogna, atta soltanto a dissolvere i vincoli
+della sociale convivenza quella che si diffonde nella Cristianità,
+e cioè che gli Ebrei uccidano i figli dei Cristiani per
+raccoglierne il sangue.
+</p>
+
+<div>
+<span class="pageno" title="376" id="page-376"></span>
+</div>
+
+<p>
+“Vi dichiariamo infine, reverendissimo, che è per noi cagione
+di vivo e costante dolore il vedere come coll'imperdonabile
+pretesto di apparenti differenze religiose, si tenti di promuovere
+dissidii fra due nazioni che si resero egualmente
+benemerite della umanità, l'una l'ebraica, pregando in Gerusalemme
+per far discendere Iddio nell'uomo, l'altra la greca,
+filosofando in Atene per rialzare l'uomo sino a Dio.
+</p>
+
+<p>
+“Ci è grato per altro di constatare come, <a id="ultimi"></a>in questi ultimi
+anni, tali ingiustificabili dissidi sieno divenuti rarissimi e
+tendano quasi a scomparire.
+</p>
+
+<p>
+“Non ci è dato intendere come la fondamentale differenza
+religiosa che ci separa, e che, come è noto, consiste in ciò
+soltanto che voi Israeliti proclamate non esser ancora venuto
+il Messia, possa impedire agli uomini delle due nazioni di
+vivere d'amore e d'accordo fra loro in qualunque paese si
+trovino. Questa concordia sembra a noi tanto più necessaria
+che Dio stesso ha detto agli Israeliti: “Voi mi sarete un
+tesoro riposto d'infra tutti i popoli .&nbsp;.&nbsp;.&nbsp;.&nbsp;.
+e mi sarete un
+Reame sacerdotale e una gente santa.” (<cite>Es.</cite>,
+<span class="sc num">xix</span>, 5, 6),
+mentre poi lo stesso Dio comparso nel mondo sotto spoglie
+umane disse a noi Cristiani: “Ma voi siete la generazione
+eletta, il real sacerdozio, la gente santa, il popolo d'acquisto”
+(<span class="sc num">i</span>. <cite>Pietro</cite>
+<span class="sc num">ii</span>. 9).
+</p>
+
+<p>
+“Facciam voto infine di tutto cuore, reverendissimo, e speriamo
+lo facciate voi pure che Ebrei e Cristiani, compreso
+il vero spirito della loro religione, abbandonino per sempre
+gli imperdonabili odii e rifuggano, con ogni maggior studio,
+da dar causa a queste lotte, dissidi o differenze religiose
+vivendo reciprocamente d'amore e d'accordo, siccome conviene
+sopratutto oggi a popoli che pretendono far parte
+del civile consorzio.
+</p>
+
+<p>
+“E con questo amorevole sentimento vi abbracciamo, reverendissimo,
+e confidando che i nostri desiderii si realizzino
+vi confermiamo i sentimenti della nostra considerazione.
+</p>
+
+<p>
+“Atene, 11 luglio 1883.
+</p>
+
+<div class="destra">
+ <div class="firma">
+ <p class="center">“L'Archimandrita</p>
+ <p class="center">“<span class="sc aut g">Dionisio Latta</span>.”</p>
+ </div>
+</div>
+
+<div class="chapter">
+<span class="pageno" title="377" id="page-377"></span>
+</div>
+
+<h3 id="tit-43" class="documento">
+<a href="#ritit-43">XXXII.</a>
+</h3>
+
+<p id="questioae" class="subtitle">
+La questione semitica in Russia<br/>
+esposta dal principe Demidoff di San Donato.
+</p>
+
+<p>
+Crediamo non inopportuno dar luogo, fra' documenti,
+alla seguente memoria del principe Demidoff, sulla
+questione semitica in Russia.
+</p>
+
+<blockquote>
+<p>
+“Il movimento popolare antisemitico verificatosi in questi
+ultimi tempi, sotto diverse forme e con notevole insistenza,
+ha di nuovo messo sul tappeto la così detta questione semitica.
+</p>
+
+<p>
+“La nomina di un presidente della Commissione incaricata
+dell'esame di un così grave argomento, fa sperare che
+la questione sia per avviarsi verso una soluzione regolare,
+soluzione che dovrà essere tradotta in atto con lo allontanamento
+di tutte le condizioni anormali in cui si aggira l'esistenza
+degli Israeliti, sia sotto il punto di vista politico,
+sia sotto l'aspetto sociale. Il che costituisce appunto il nodo
+della questione medesima.
+</p>
+
+<p>
+“Uno dei caratteri essenziali e distintivi della situazione
+fatta in Russia alla popolazione israelitica è l'impossibilità
+in cui si trovano <a id="appartenenenti"></a>i sudditi appartenenti
+alla religione ebraica
+di trasportare liberamente il proprio domicilio al di
+là dei confini assegnati per la loro dimora. In virtù di
+questa legge restrittiva, la quasi totalità del contingente
+israelitico, che ascende a circa tre milioni di abitanti, si
+concentra nei Governi del Nord e del Sud-Ovest. E la forzata
+agglomerazione sopra un territorio relativamente ristretto,
+nonchè la concorrenza per procacciarsi i mezzi di
+esistenza, derivata da questa agglomerazione medesima,
+<span class="pageno" title="378" id="page-378"></span>
+mettono gli abitanti israeliti in critica quanto penosa condizione,
+obbligandoli in certo modo a transigere sulla scelta dei
+mezzi che possono assicurare la loro sussistenza.
+</p>
+
+<p>
+“Ognuno conosce la miseria, talvolta straziante, che
+stringe la grandissima maggioranza degli Ebrei russi; ed è
+appunto da questa miseria che provengono, come conseguenza
+naturale, quei fenomeni economici mostruosi, che indignano
+il mondo civile, quali lo sfruttare con ogni mezzo la popolazione
+indigena, l'usura e molti altri frutti riprovevoli ed
+odiosi dei costumi israelitici.
+</p>
+
+<p>
+“Qualunque provvedimento repressivo riescirà sempre inefficace
+a sradicare questi mali, i quali non possono essere
+soppressi che col mezzo di una non interrotta e coordinata
+sequela di riforme sostanziali nella esistenza degli sfruttatori,
+non che in quella degli sfruttati. La diffusione della
+istruzione, l'impianto del credito rurale, la diminuzione delle
+imposte e dei balzelli di ogni specie, e nello stesso tempo
+l'abolizione di quelle leggi antiquate, restrittive e convenzionali,
+che vietano agli Ebrei la libertà di azione per procacciarsi
+i mezzi di esistenza, ecco dove bisogna cercare il
+rimedio ai mali deplorati, con fondata speranza di guarigione.
+</p>
+
+<p>
+“Il solo fatto di permettere agli Israeliti, di eleggere il
+loro domicilio dove meglio loro talenta, basterebbe a rendere
+più regolari i rapporti anormali fra Ebrei e Cristiani, nei
+Governi del nord e sud-ovest, inquantochè ciò sarebbe come
+il lasciare libera l'azione a quella fondamentale legge economica,
+conosciuta sotto il nome di legge della domanda e
+della offerta. Tanto più che questa specie di domicilio coatto
+imposto agli Israeliti non vieta che, in tutto il rimanente
+del territorio russo, l'usuraio indigeno e nazionale, conosciuto
+sotto il nome di <em>Kulak</em>, cioè <em>pugno</em>, e che non ha nulla da
+invidiare all'usuraio ebreo, non compia liberamente le sue
+alte gesta, quando gli se ne presenta l'occasione.
+</p>
+
+<p>
+“I provvedimenti che saranno messi in opera onde garantire
+il contadino da tutte le forme che riveste l'usura,
+devono essere di tal genere da condurre seco l'abolizione di
+questo flagello.
+</p>
+
+<div>
+<span class="pageno" title="379" id="page-379"></span>
+</div>
+
+<p>
+“Ma la questione che esaminiamo ha un altro lato non
+meno grave e deplorevole.
+</p>
+
+<p>
+“Quell'indeterminato sentimento di odio e di disprezzo
+contro gl'Israeliti che si osserva nel popolo russo, è senza
+dubbio motivato da quel pregiudizio, tramandato di generazione
+in generazione, e di secolo in secolo, che si basa sulla
+differenza della religione, e che al giorno d'oggi, più che
+mai, ha perduto qualunque ragione di essere.
+</p>
+
+<p>
+“E se devesi rimpiangere che nessuno cerchi di sradicare
+questi pregiudizi, diffondendo nel popolo una razionale spiegazione
+delle leggende e dei fatti storici, molto più è da
+deplorarsi che si voglia mantenere questo stato di latente
+ostilità per mezzo della ineguaglianza civile, che mette gli
+israeliti in una condizione inferiore a quella di tutti gli altri
+cittadini dello Stato. Da ogni parte si innalzano mormorii
+contro lo spirito di corpo e la solidarietà degli Israeliti, contro
+il loro isolamento dal resto della nazione, contro il loro
+cocciuto dogmatismo religioso, che li allontana dal consorzio
+umano, ecc. Ma non è egli anche da chiedersi se possa essere
+altrimenti, dal momento che si mantengono tutte le
+condizioni anormali che accompagnano la loro esistenza?
+</p>
+
+<p>
+“E questo isolamento degli Ebrei non potrà cessare che
+se la nostra legislazione si occuperà seriamente di metterli
+in posizione meno umiliante di fronte a noi, sopprimendo
+qualunque restrizione ai loro diritti di cittadini; altrimenti
+non solo l'odio contro gl'Israeliti non verrà sopito, ma dovrà
+forzatamente scoppiare sempre con crescente violenza.
+</p>
+
+<p>
+“L'unificazione reale di tanti e così variati elementi che
+compongono la popolazione russa, non è possibile se non a
+patto di vedere istaurato un sistema di grande libertà civile
+e di assoluta eguaglianza nei diritti e nei doveri di
+ogni cittadino. È soltanto per mezzo di questi due potenti
+motivi e livellatori della vita pubblica, che si potranno cancellare
+le differenze di razza e di religione, differenze che
+non hanno nessuna significazione per lo Stato; è soltanto
+con tali fattori che si potrà creare la solidarietà dei pubblici
+interessi, nonchè l'unione effettiva di tutta una vasta contrada.
+</p>
+
+<div>
+<span class="pageno" title="380" id="page-380"></span>
+</div>
+
+<p>
+“E siccome in questo processo di assimilazione di popoli
+diversi, la nazionalità che avrà la supremazia sarà sempre
+quella che si troverà essere la più forte e per il numero e
+per il grado del suo sviluppo morale, così è da ritenersi per
+certo che la russificazione effettiva, non quella apparente, di
+tutti gli abitanti dell'Impero, non potrà aver luogo che
+quando la Russia saprà atteggiarsi di fronte agl'Israeliti
+come messaggera di principii nuovi, differenti da quelli che
+furon loro creati dalla loro esistenza antecedente all'epoca in
+cui essi furono totalmente allontanati dalla vita pubblica del
+paese.
+</p>
+
+<p>
+“Ecco cosa osserva Macaulay, a proposito della elargizione
+dei diritti politici e civili agli Israeliti in Inghilterra:
+</p>
+
+<p>
+“—&nbsp;Quando la società gode del benessere nella vita, un
+contratto naturale ed inevitabile fa nascere spontaneo il sentimento
+del patriottismo nella mente dei cittadini, i quali
+sanno com'essi devono e il benessere e i piaceri dell'esistenza
+al luogo che li unisce in un compatto sodalizio. Ma
+sotto un Governo dispotico e partigiano questa fusione di
+idee non può avere il significato che avrebbe avuto con un
+miglior ordine di cose. Gli uomini sono costretti a cercare
+nel seno del loro partito quella protezione ch'essi avrebbero
+dovuto trovare nelle leggi del paese loro; questo ha
+per conseguenza logica e necessaria di far rivolgere verso
+il partito quei sentimenti che dovrebbero essere dedicati
+alla patria.”
+</p>
+
+<p>
+“Noi, in Russia, abbiamo cura di sequestrare gl'israeliti
+dal rimanente della popolazione, e poi ci meravigliamo se
+scorgiamo nei primi una riluttanza spiccata contro ogni tentativo
+di assimilazione o di unione. La causa della scissura
+e dell'odio è dunque in noi medesimi, ed è dal nostro seno
+che bisogna estirparla.
+</p>
+
+<p>
+“Se il Governo non vuole riconoscere gli Israeliti quali
+cittadini proprii ad esercitare tutti i diritti accordati agli
+altri, e se egli li subisce solamente come un male inevitabile
+non vi è da aspettarsi, da parte di questi paria, sentimenti
+diversi da quelli ch'essi nutrono per noi.
+</p>
+
+<div>
+<span class="pageno" title="381" id="page-381"></span>
+</div>
+
+<p>
+“In un caso analogo al nostro possiamo prendere esempio
+dalla Francia, la quale ci prova come in certe date condizioni
+gli Ebrei possono divenire, quanto altri mai, membri
+utilissimi della nazione e del Governo. Essi stanno alla popolazione
+totale di Parigi nella proporzione di 3 per 100;
+eppure la questione israelitica è totalmente sconosciuta colà.
+</p>
+
+<p>
+“Ci rimarrebbe adesso da trattare un altro punto di vista
+dell'argomento, quello cioè delle stolide accuse lanciate agli
+Israeliti, cominciando dalle false interpretazioni con cui si
+snaturano i libri del loro culto, e terminando coll'addebito
+che vien loro fatto di servirsi del sangue cristiano per compiere
+alcuni loro riti religiosi; ma nessuna di queste insulsaggini
+merita di essere presa in esame e sottoposta alla
+critica, perciò noi le mettiamo senz'altro da parte prendendo
+piuttosto in considerazione altre accuse, le quali sembrano a
+prima vista, non prive di qualche fondamento.
+</p>
+
+<p>
+“Si dice per esempio che gl'Israeliti sono incapaci di sopportare
+qualunque lavoro fisico in generale, ed in ispecial
+modo quello della coltivazione delle terre; che in qualunque
+località essi si trovino i loro cespiti di guadagno saranno
+sempre ricavati dal mestiere di rivenditore, di usuraio, di
+mezzano, e che per conseguenza, accordando loro il diritto
+di muoversi liberamente, si mettono a portata della loro capacità,
+quei distretti ove essi potranno andare a stabilirsi. In
+queste accuse un solo punto è vero, ed è quello che afferma
+l'attitudine speciale degli israeliti alla mercatura di ogni genere;
+e quest'attitudine ch'è infatti una particolarità tipica
+della razza israelitica, la si deve a circostanze che esistono
+da migliaia di anni. Ma però non bisogna neppure dimenticare
+che una parte assai considerevole della popolazione israelitica
+si occupa di ogni specie di mestieri, senza eccettuare
+i più faticosi ed i più penosi, come a mo' di esempio, quelli
+del maniscalco, del fabbro ed altri simili. Ed è altresì accertato
+che in diverse località gl'Israeliti si dedicano anche alla
+agricoltura; così nel Governo di Kiew, oltre 10,000 Ebrei di
+ambo i sessi sono impiegati nella coltura della terra. Secondo
+i calcoli della decima revisione fatta nel governo di
+<span class="pageno" title="382" id="page-382"></span>
+Vilna, apparisce che sopra 61,645 israeliti, 2966 erano agricoltori;
+nel Caucaso una buona parte di operai agricoli è di
+razza israelitica; anche nel Libano vi sono più di 100 famiglie
+delle quali nove decimi lavorano la terra.
+</p>
+
+<p>
+“In molte altre località si riscontrano agricoltori israeliti,
+ma noi reputiamo che gli esempi fino a qui addotti bastino
+a provare che la razza israelitica non è poi tanto refrattaria
+al lavoro della terra, quanto comunemente si sostiene.
+</p>
+
+<p>
+“E questo fatto è tanto più degno di nota, inquantochè,
+eccezione fatta dalle colonie sperimentali fondate da Araktcheff,
+le quali ebbero ad abortire, nessuno incoraggiamento
+ed appoggio è mai stato accordato a questi tentativi, non
+solo, ma è provato che ogni sforzo di questo genere ha sempre
+incontrato difficoltà insuperabili nei regolamenti legislativi.
+Basterà citare a conferma dell'asserzione il testo della ben
+conosciuta legge del 1864, con cui <i class="quo">viene proibito agli Ebrei
+di comperar terre dai privati nei governi di Vilna e di
+Kovno, mentre s'inibiva ai proprietari russi di vendere,
+affittare od ipotecare agli Ebrei le loro terre</i>.
+</p>
+
+<p>
+“Nell'anno 1881 questa legge fu estesa con un articolo
+addizionale a tutta la popolazione israelitica a cui si vietava
+la compra e l'affitto di terre in tutto il territorio dell'Ovest.
+Ciò non di meno, com'è stato detto sopra, la parte predominante
+della popolazione israelitica costituisce la classe dei
+mezzani e rivenditori di prodotti delle industrie locali. E se
+la mediazione rappresenta una delle funzioni vitali nella esistenza
+economica delle nazioni finchè si mantiene nei limiti
+necessari, essa diventa una calamità quando nella quantità
+vi è eccedenza a questi limiti.
+</p>
+
+<p>
+“In ultima analisi è appunto sopra questa circostanza che
+noi dobbiamo rivolgere la nostra attenzione. Ognuno deve
+sapere che in ogni località, ove siano praticati l'industria ed
+il commercio rurali, esiste <em>una proporzione matematica fra
+il numero dei produttori ed il numero dei distributori</em>.
+</p>
+
+<p>
+“Eccezione fatta dalle condizioni della produzione locale,
+vi sono altre cause da cui dipendono le proporzioni sopra
+indicate. Tali sono il grado di densità della popolazione, i
+<span class="pageno" title="383" id="page-383"></span>
+mezzi di trasporto, ed infine tutta una serie di altri fattori,
+i quali si trovano in rapporto col mercato locale; ma nei
+governi del nord e del sud-ovest della Russia, le regole di
+detta proporzione sono assolutamente infrante. Ed è in conseguenza
+di questa sproporzione che si verifica un eccedente
+considerevole di forze improduttrici, che escono dai limiti
+menzionati, ed il cui mantenimento è un penoso aggravio
+pei produttori. È in queste circostanze che devonsi cercare
+le cause dei tumulti avvenuti in questi ultimi tempi.
+</p>
+
+<p>
+“Accordando agl'Israeliti un'assoluta eguaglianza nei diritti
+civili ed il concorso di stabilire le loro dimore nei <em>governi
+della grande Russia</em>, si otterrebbe senza dubbio alcuno
+per i nostri confini il voluto equilibrio fra i due motori fondamentali
+della nostra economia locale. In pari tempo, fissandosi
+colà ove è maggiormente sentita la mancanza dei mediatori
+per lo scambio dei prodotti, è evidente che una parte
+della popolazione israelitica riempirebbe in breve tempo questa
+grande lacuna.
+</p>
+
+<p>
+“In questa guisa, sopprimendo le condizioni dannose che
+obbligano gl'Israeliti ad abitare certe date località, si trasformerebbe
+un elemento nocivo in un fattore utile alla nostra
+esistenza politica.
+</p>
+
+<p>
+“Nominato membro della Commissione instituita onde esaminare
+la questione israelitica, ho creduto mio dovere di fare
+immantinente noto alla Commissione stessa il mio modo di
+vedere a questo proposito.”
+</p>
+</blockquote>
+
+<div class="blankpage">
+<span class="pageno" title="384" id="page-384"></span>
+</div>
+
+<div class="chapter">
+<span class="pageno" title="385" id="page-385"></span>
+</div>
+
+<h2 class="g">
+INDICE<br/>
+<img src="images/i385.png" style="width: 4ex;" alt=""/>
+</h2>
+
+<table class="indice" summary="Indice">
+<tr><td id="ritit-0" class="I0" colspan="2"><a href="#tit-0">Introduzione</a></td>
+ <td class="I3">pag.</td><td class="I4"><a href="#page-3">3</a></td>
+</tr>
+<tr><td id="ritit-1" class="I0" colspan="2"><a href="#tit-1">Costituiscono
+ gli Ebrei una razza speciale?</a></td>
+ <td class="I3">”</td><td class="I4"><a href="#page-23">23</a></td>
+</tr>
+<tr><td id="ritit-2" class="I0" colspan="2"><a href="#tit-2">Il Talmud</a></td>
+ <td class="I3">”</td><td class="I4"><a href="#page-41">41</a></td>
+</tr>
+<tr><td id="ritit-3" class="I0" colspan="2"><a href="#tit-3">Attitudini
+ economiche dell'Ebreo</a></td>
+ <td class="I3">”</td><td class="I4"><a href="#page-97">97</a></td>
+</tr>
+<tr><td id="ritit-4" class="I0" colspan="2"><a href="#tit-4">Dell'uso
+ del sangue cristiano nei riti ebraici</a></td>
+ <td class="I3">”</td><td class="I4"><a href="#page-137">137</a></td>
+</tr>
+<tr><td id="ritit-5" class="I0" colspan="2"><a href="#tit-5">Di varie
+ pubblicazioni antisemitiche</a></td>
+ <td class="I3">”</td><td class="I4"><a href="#page-223">223</a></td>
+</tr>
+<tr><td class="I1"><a href="#tit-6"><i>a)</i></a></td>
+ <td id="ritit-6" class="I2"><a href="#tit-6">Lettera al sig.
+ Direttore della <cite>Civiltà Cattolica</cite></a></td>
+ <td class="I3">”</td><td class="I4"><a href="#page-223">ivi</a></td>
+</tr>
+<tr><td class="I1"><a href="#tit-7"><i>b)</i></a></td>
+ <td id="ritit-7" class="I2"><a href="#tit-7"><i>G. B.
+ Borelli</i>&nbsp;—&nbsp;La questione semitica e la sua
+ possibile soluzione</a></td>
+ <td class="I3">”</td><td class="I4"><a href="#page-241">241</a></td>
+</tr>
+<tr><td class="I1"><a href="#tit-8"><i>c)</i></a></td>
+ <td id="ritit-8" class="I2"><a href="#tit-8"><cite xml:lang="fr">L'Antisémitique</cite>
+ (giornale) Montdidier</a></td>
+ <td class="I3">”</td><td class="I4"><a href="#page-243">243</a></td>
+</tr>
+<tr><td class="I1"><a href="#tit-9"><i>d)</i></a></td>
+ <td id="ritit-9" class="I2"><a href="#tit-9"><i>Osman Bey</i>&nbsp;—&nbsp;Gli
+ Ebrei alla conquista del mondo</a></td>
+ <td class="I3">”</td><td class="I4"><a href="#page-248">248</a></td>
+</tr>
+<tr><td class="I1"><a href="#tit-10"><i>e)</i></a></td>
+ <td id="ritit-10" class="I2"><a href="#tit-10">Dell'uso del sangue
+ cristiano nei riti ebraici</a></td>
+ <td class="I3">”</td><td class="I4"><a href="#page-264">264</a></td>
+</tr>
+<tr><td id="ritit-11" class="I0" colspan="2"><a href="#tit-11">Documenti</a></td>
+ <td class="I3">”</td><td class="I4"><a href="#page-273">273</a></td>
+</tr>
+<tr><td class="I1"><a href="#tit-12">1.</a></td>
+ <td id="ritit-12" class="I2"><a href="#tit-12">La leggenda di Dama</a></td>
+ <td class="I3">”</td><td class="I4"><a href="#page-273">ivi</a></td>
+</tr>
+<tr><td class="I1"><a href="#tit-13">2.</a></td>
+ <td id="ritit-13" class="I2"><a href="#tit-13">Lettera patente
+ dell'imperatore Federico III</a></td>
+ <td class="I3">”</td><td class="I4"><a href="#page-276">276</a></td>
+</tr>
+<tr><td class="I1"><a href="#tit-14">3.</a></td>
+ <td id="ritit-14" class="I2"><a href="#tit-14">Lettera del Doge di
+ Venezia, Pietro Mocenigo, al podestà e capitano di Padova</a></td>
+ <td class="I3">”</td><td class="I4"><a href="#page-278">278</a></td>
+</tr>
+<tr><td class="I1"><a href="#tit-15">4.</a></td>
+ <td id="ritit-15" class="I2"><a href="#tit-15">Bona e G. Galeazzo
+ M. Sforza</a></td>
+ <td class="I3">”</td><td class="I4"><a href="#page-280">280</a></td>
+</tr>
+<tr><td class="I1"><a href="#tit-16">5.</a></td>
+ <td id="ritit-16" class="I2"><a href="#tit-16">Massimiliano II</a></td>
+ <td class="I3">”</td><td class="I4"><a href="#page-295">295</a></td>
+</tr>
+<tr><td class="I1"><a href="#tit-17">6.</a></td>
+ <td id="ritit-17" class="I2"><a href="#tit-17">Martino Lutero</a></td>
+ <td class="I3">”</td><td class="I4"><a href="#page-299">299</a></td>
+</tr>
+<tr><td class="I1"><a href="#tit-18">7.</a></td>
+ <td id="ritit-18" class="I2"><a href="#tit-18">Stefano Re di Polonia</a></td>
+ <td class="I3">”</td><td class="I4"><a href="#page-300">300</a></td>
+</tr>
+<tr><td class="I1"><a href="#tit-19">8.</a></td>
+ <td id="ritit-19" class="I2"><a href="#tit-19">Sentenza a favore di
+ Giuseppe Ebreo Veronese</a></td>
+ <td class="I3">”</td><td class="I4"><a href="#page-303">303</a></td>
+</tr>
+<tr><td class="I1"><a href="#tit-20">9.</a></td>
+ <td id="ritit-20" class="I2"><a href="#tit-20">Giovanni Cristoforo
+ Wagenseil</a></td>
+ <td class="I3">”</td><td class="I4"><a href="#page-305">305</a></td>
+</tr>
+<tr><td class="I1"><a href="#tit-21">10.</a></td>
+ <td id="ritit-21" class="I2"><a href="#tit-21">Parere della facoltà
+ teologica di Lipsia</a></td>
+ <td class="I3">”</td><td class="I4"><a href="#page-308">308</a></td>
+</tr>
+<tr><td class="I1"><a href="#tit-22">11.</a><span class="pageno" title="386" id="page-386"></span>
+</td>
+ <td id="ritit-22" class="I2"><a href="#tit-22">Lettera del cardinal
+ Corsini a monsignor Nunzio Apostolico di Polonia</a></td>
+ <td class="I3">”</td><td class="I4"><a href="#page-318">318</a></td>
+</tr>
+<tr><td class="I1"><a href="#tit-23">12.</a></td>
+ <td id="ritit-23" class="I2"><a href="#tit-23">Legge ungherese
+ dell'anno 1791</a></td>
+ <td class="I3">”</td><td class="I4"><a href="#page-320">320</a></td>
+</tr>
+<tr><td class="I1"><a href="#tit-24">13.</a></td>
+ <td id="ritit-24" class="I2"><a href="#tit-24">Una fanciulla smarrita
+ a Mantova e poi trovata</a></td>
+ <td class="I3">”</td><td class="I4"><a href="#page-321">321</a></td>
+</tr>
+<tr><td class="I1"><a href="#tit-25">14.</a></td>
+ <td id="ritit-25" class="I2"><a href="#tit-25">Il predicatore di
+ corte canonico Giovanni Emanuele Veit</a></td>
+ <td class="I3">”</td><td class="I4"><a href="#page-323">323</a></td>
+</tr>
+<tr><td class="I1"><a href="#tit-26">15.</a></td>
+ <td id="ritit-26" class="I2"><a href="#tit-26">Dichiarazione del
+ prof. Molitor</a></td>
+ <td class="I3">”</td><td class="I4"><a href="#page-325">325</a></td>
+</tr>
+<tr><td class="I1"><a href="#tit-27">16.</a></td>
+ <td id="ritit-27" class="I2"><a href="#tit-27">Consigliere aulico prof.
+ dott. H. von Schubert</a></td>
+ <td class="I3">”</td><td class="I4"><a href="#page-329">329</a></td>
+</tr>
+<tr><td class="I1"><a href="#tit-28">17.</a></td>
+ <td id="ritit-28" class="I2"><a href="#tit-28">Narrazione del reverendo
+ M. Pieritz</a></td>
+ <td class="I3">”</td><td class="I4"><a href="#page-330">330</a></td>
+</tr>
+<tr><td class="I1"><a href="#tit-29">18.</a></td>
+ <td id="ritit-29" class="I2"><a href="#tit-29">Firmano del sultano;
+ 1840</a></td>
+ <td class="I3">”</td><td class="I4"><a href="#page-331">331</a></td>
+</tr>
+<tr><td class="I1"><a href="#tit-30">19.</a></td>
+ <td id="ritit-30" class="I2"><a href="#tit-30">Processo di Badia</a></td>
+ <td class="I3">”</td><td class="I4"><a href="#page-333">333</a></td>
+</tr>
+<tr><td class="I1"><a href="#tit-31">20.</a></td>
+ <td id="ritit-31" class="I2"><a href="#tit-31">Dichiarazione del R.
+ Procuratore Generale di Aquisgrana</a></td>
+ <td class="I3">”</td><td class="I4"><a href="#page-349">349</a></td>
+</tr>
+<tr><td class="I1"><a href="#tit-32">21.</a></td>
+ <td id="ritit-32" class="I2"><a href="#tit-32">Ignazio Von Döllinger</a></td>
+ <td class="I3">”</td><td class="I4"><a href="#page-352">352</a></td>
+</tr>
+<tr><td class="I1"><a href="#tit-33">22.</a></td>
+ <td id="ritit-33" class="I2"><a href="#tit-33">Professore dott.
+ Nöldecke di Strasburgo</a></td>
+ <td class="I3">”</td><td class="I4"><a href="#page-354">354</a></td>
+</tr>
+<tr><td class="I1"><a href="#tit-34">23.</a></td>
+ <td id="ritit-34" class="I2"><a href="#tit-34">Professore dott.
+ A. Merx di Heidelberg</a></td>
+ <td class="I3">”</td><td class="I4"><a href="#page-355">355</a></td>
+</tr>
+<tr><td class="I1"><a href="#tit-35">24.</a></td>
+ <td id="ritit-35" class="I2"><a href="#tit-35">Professore dott.
+ Carlo Bernardo Stade di Giessen</a></td>
+ <td class="I3">”</td><td class="I4"><a href="#page-357">357</a></td>
+</tr>
+<tr><td class="I1"><a href="#tit-36">25.</a></td>
+ <td id="ritit-36" class="I2"><a href="#tit-36">Facoltà teologica
+ dell'Università di Amsterdam</a></td>
+ <td class="I3">”</td><td class="I4"><a href="#page-358">358</a></td>
+</tr>
+<tr><td class="I1"><a href="#tit-37">26.</a></td>
+ <td id="ritit-37" class="I2"><a href="#tit-37">Professore dott. Carlo
+ Siegfried di Jena</a></td>
+ <td class="I3">”</td><td class="I4"><a href="#page-359">359</a></td>
+</tr>
+<tr><td class="I1"><a href="#tit-38">27.</a></td>
+ <td id="ritit-38" class="I2"><a href="#tit-38">Professore Francesco
+ Delitzch; 1882</a></td>
+ <td class="I3">”</td><td class="I4"><a href="#page-360">360</a></td>
+</tr>
+<tr><td class="I1"><a href="#tit-39">28.</a></td>
+ <td id="ritit-39" class="I2"><a href="#tit-39">Lettera di Mons. Kopp,
+ vescovo di Fulda</a></td>
+ <td class="I3">”</td><td class="I4"><a href="#page-362">362</a></td>
+</tr>
+<tr><td class="I1"><a href="#tit-40">29.</a></td>
+ <td id="ritit-40" class="I2"><a href="#tit-40">Ernesto Renan</a></td>
+ <td class="I3">”</td><td class="I4"><a href="#page-363">363</a></td>
+</tr>
+<tr><td class="I1"><a href="#tit-41">30.</a></td>
+ <td id="ritit-41" class="I2"><a href="#tit-41">Discorso dell'Em.
+ Card. Manning</a></td>
+ <td class="I3">”</td><td class="I4"><a href="#page-365">365</a></td>
+</tr>
+<tr><td class="I1"><a href="#tit-42">31.</a></td>
+ <td id="ritit-42" class="I2"><a href="#tit-42">Il giornale <cite>Sion</cite>
+ e l'opinione di un archimandrita greco</a></td>
+ <td class="I3">”</td><td class="I4"><a href="#page-373">373</a></td>
+</tr>
+<tr><td class="I1"><a href="#tit-43">32.</a></td>
+ <td id="ritit-43" class="I2"><a href="#tit-43">La questione semitica
+ in Russia, esposta dal principe Demidoff di S. Donato</a></td>
+ <td class="I3">”</td><td class="I4"><a href="#page-377">377</a></td>
+</tr>
+</table>
+
+<div class="tn section" id="TN">
+<h2 class="nobreak">
+Nota di trascrizione
+</h2>
+
+<p>L'ortografia originale è stata preservata fedelmente. Sono state mantenute
+tutte le varianti (o gli errori) nei nomi
+incontrati: per esempio Judei/Judaei/Judæi;
+Mosè/Moisè; Bartholoccius/Bartolocius; Crémieux/Cremieux; Esslar/Eszlar;
+Cosri/cozri/Cosari; Kosut per Lajos Kossuth; Montefiori per Moses Montefiore;
+Krabano Mauro per Hrabanus Maurus; Pfefferckorn/Pfeffercorn/Pffeffercorn
+per Johannes Pfefferkorn.</p>
+<p>Le trascrizioni dall'ebraico sono pure varie e mutevoli,
+come in Mezià/Metzià/Mezhià,
+<a href="#Fn_118"><cite class="sc">Abot</cite> di Rabbi
+Natan</a>/<a href="#Fn_159"><cite class="sc">Havod Deribi Nadan</cite></a>/<a href="#Fn_163"><cite class="sc">Avot de R. Nathan</cite></a>/<a href="#Fn_173"><cite class="sc">Havod Deribi Natan</cite></a>.
+In generale, la lettera ebraica ת è
+alternativamente trascritta con <i>d</i> o con <i>t</i>.
+</p>
+
+<p>Sono stati mantenuti gli errori bibliografici del testo: ad esempio,
+il titolo corretto del libro citato a <a href="#Fn_54">nota 1 di p. 41</a> è:
+<a id="birt"></a><cite xml:lang="en">The history of Christianity: from the birth
+of Christ to the abolition of paganism in the Roman Empire</cite> by
+<i>Rev. H. H. Milman</i>; <a href="#Fn_89">in nota a p. 61</a>
+<span class="sc aut" id="gans">Davide</span>, <cite>Ganz Tzemach David.</cite>
+sta
+per il <cite>Tzemach David</cite> di <span class="aut">David Gans</span>;
+<a id="francerco"></a>il curatore degli <cite>Annali del Principato
+Ecclesiastico di Trento</cite>
+citati in <a href="#Fn_255">nota 1 a p. 147</a> è Tommaso (non
+Francerco) Gar; il titolo del saggio sulla storia della chiesa russa
+citato nella <cite xml:lang="fr">Revue des deux mondes</cite> è
+<a href="#ritserkvy" id="tserkvy">Istoriia Rousskoï tserkvy</a>.</p>
+
+<p>La trascrizione dei documenti antichi è stata riportata tal quale, non
+essendo possibile risalire agli originali. Sono stati mantenuti accenti
+dubbi, come il "<a href="#vocati">Fuerunt vocatì</a>" di p. 285.
+Non si è tentato di differenziare le lettere <i>u</i> e <i>v</i> secondo
+l'uso moderno nei documenti IV. (9º), V. e VIII.
+</p>
+
+<p>I seguenti refusi, indubbi, sono stati corretti:</p>
+
+<ul>
+<li><span class="loc">p. 31, l. 7:</span> Nè il legistatore →
+ <a href="#legislatore">Nè il legislatore</a></li>
+<li><span class="loc">p. 69, l. 4:</span> nella sua <cite xml:lang="la">Historia
+ ecclesiastica</cite> come nel concilio, →
+ <a href="#concilio">nella sua
+ <cite xml:lang="la">Historia ecclesiastica</cite>, come nel
+ concilio</a></li>
+<li><span class="loc">p. 73, l. 18:</span> vittoria, qual era →
+ <a href="#qualera">vittoria, qual'era</a></li>
+<li><span class="loc">p. 77, nota 1:</span> <cite>Nedanim</cite> →
+ <a href="#Fn_121"><cite>Nedarim</cite></a></li>
+<li><span class="loc">p. 78, nota 2</span>
+ <cite class="sc">Beeescid Rabbà</cite> →
+ <a href="#Fn_125"><cite class="sc">Berescid Rabbà</cite></a></li>
+<li><span class="loc">p. 88, nota 2:</span> <cite class="sc">Miscnà</cite> →
+ <a href="#Fn_165"><cite class="sc">Mischnà</cite></a></li>
+<li><span class="loc">p. 117, nota 2:</span>
+ <cite xml:lang="fr">Reflexions d'un Milord</cite> →
+ <a href="#Fn_216"><cite xml:lang="fr">Réflexions d'un Milord</cite></a></li>
+<li><span class="loc">p. 117, nota 3:</span>
+ <cite xml:lang="fr">Révue des Etudes Juives</cite> →
+ <a href="#Fn_217"><cite xml:lang="fr">Revue des Etudes Juives</cite></a></li>
+<li><span class="loc">p. 158, nota 1, l. 21:</span>
+ <cite xml:lang="de">Johannes Chrysostomus uad die Kirche</cite> →
+ <a href="#uad"><cite xml:lang="de">Johannes Chrysostomus
+ und die Kirche</cite></a>.</li>
+<li><span class="loc">p. 158, nota 1, l. 23:</span>
+ <cite xml:lang="de">Geschichte des Christenthums und der
+ christlichen Lebens</cite> →
+ <a href="#des"><cite xml:lang="de">Geschichte des Christenthums
+ und des christlichen Lebens</cite></a></li>
+<li><span class="loc">p. 159, seguito nota prec., l. 5:</span>
+ <cite xml:lang="de">Pflangung und Leitung</cite> →
+ <a href="#pflangung"><cite xml:lang="de">Pflanzung und
+ Leitung</cite></a></li>
+<li><span class="loc">p. 194, l. 13&ndash;14:</span> On
+ ne negligea pas de s'en servir, et plus d'un Parisien
+ bavard alla réflechir →
+ <a href="#negligea">On ne négligea pas de s'en servir, et plus
+ d'un Parisien bavard alla réfléchir</a></li>
+<li><span class="loc">p. 199, nota 1, l. 24:</span> un enfant nouveau-nè,
+ l'enfant d'une fille non marièe →
+ <a href="#enfant">un enfant nouveau-né, l'enfant d'une fille non
+ mariée</a></li>
+<li><span class="loc">p. 199, nota 1, l. 27:</span> chez les payens →
+ <a href="#payens">chez les païens</a></li>
+<li><span class="loc">p. 201, l. 12:</span> Arséne Houssaye →
+ <a href="#Arsene">Arsène Houssaye</a></li>
+<li><span class="loc">p. 205, l. 22&ndash;23:</span> per vendicarsi de
+ loro parenti → <a href="#parenti"> per vendicarsi dei
+ loro parenti</a></li>
+<li><span class="loc">p. 238, l. 10:</span> <i>generaziene</i> di Gesù →
+ <a href="#generaziene"><i>generazione</i> di Gesù</a></li>
+<li><span class="loc">p. 256, l. 9:</span> libricciatolo →
+ <a href="#libricciatolo">libricciattolo</a></li>
+<li><span class="loc">p. 271, l. 12:</span> von christichen Seite →
+ <a href="#christlicher">von christlicher Seite</a></li>
+<li><span class="loc">p. 301, l. 5:</span> comperandolo dai Cristianì →
+ <a href="#cristiani">comperandolo dai Cristiani</a></li>
+<li><span class="loc">p. 305, titolo:</span> XI. →
+ <a href="#tit-20">IX.</a></li>
+<li><span class="loc">p. 317, l. 8:</span> in ogni pnnto e clausola →
+ <a href="#pnnto">in ogni punto e clausola</a></li>
+<li><span class="loc">p. 327, l. 6&ndash;7:</span> dell l'8 →
+ <a href="#dell8">dell'8</a></li>
+<li><span class="loc">p. 328, l. 18:</span> qualunque us di sangue →
+ <a href="#uso">qualunque uso di sangue</a></li>
+<li><span class="loc">p. 337, l. 2:</span> in istato d accusa →
+ <a href="#daccusa">in istato d'accusa</a></li>
+<li><span class="loc">p. 376, l. 8:</span> in questi ultimi, →
+ <a href="#ultimi">in questi ultimi</a></li>
+<li><span class="loc">p. 377, l. 2:</span> La questioae →
+ <a href="#questioae">La questione</a></li>
+<li><span class="loc">p. 377, l. 20:</span> i sudditi appartenenenti →
+ <a href="#appartenenenti">i sudditi appartenenti</a></li>
+<li><span class="loc">p. 386, l. 9:</span> prof. dott. H. von Scubert →
+ <a href="#ritit-27">prof. dott. H. von Schubert</a></li>
+<li><span class="loc">p. 386, l. 21:</span> Professore dott. Carlo Siegfreid →
+ <a href="#ritit-37">Professore dott. Carlo Siegfried</a></li>
+</ul>
+
+<p>Sono stati aggiunti accenti tonici mancanti sui termini greci,
+in originale <a href="#rhetrai">Ρήτραι</a>,
+<a href="#kratesimachos">Κρατησιμαχος</a>,
+<a href="#deuterosis">δευτερωσις</a>.</p>
+
+<p>Punti e virgole mancanti o sovrabbondanti nelle abbreviazioni, nei titoli,
+nelle citazioni bibliografiche
+e nelle firme dei documenti, come pure virgolette mancanti o superflue,
+punti invece di segni ordinali nei titoli delle <cite>Varie pubblicazioni
+antisemitiche</cite>, sono stati tacitamente
+corretti.
+</p>
+
+</div>
+
+<div>*** END OF THE PROJECT GUTENBERG EBOOK 45807 ***</div>
+</body>
+</html>
diff --git a/45807/45807-h/images/cover7.jpg b/45807-h/images/cover7.jpg
index 343f32a..343f32a 100644
--- a/45807/45807-h/images/cover7.jpg
+++ b/45807-h/images/cover7.jpg
Binary files differ
diff --git a/45807/45807-h/images/i000.png b/45807-h/images/i000.png
index 16d8197..16d8197 100644
--- a/45807/45807-h/images/i000.png
+++ b/45807-h/images/i000.png
Binary files differ
diff --git a/45807/45807-h/images/i001.png b/45807-h/images/i001.png
index e76a9fa..e76a9fa 100644
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+++ b/45807-h/images/i001.png
Binary files differ
diff --git a/45807/45807-h/images/i003a.png b/45807-h/images/i003a.png
index e408268..e408268 100644
--- a/45807/45807-h/images/i003a.png
+++ b/45807-h/images/i003a.png
Binary files differ
diff --git a/45807/45807-h/images/i003b.png b/45807-h/images/i003b.png
index c096736..c096736 100644
--- a/45807/45807-h/images/i003b.png
+++ b/45807-h/images/i003b.png
Binary files differ
diff --git a/45807/45807-h/images/i294a.png b/45807-h/images/i294a.png
index 83c6f7f..83c6f7f 100644
--- a/45807/45807-h/images/i294a.png
+++ b/45807-h/images/i294a.png
Binary files differ
diff --git a/45807/45807-h/images/i294b.png b/45807-h/images/i294b.png
index 95cffea..95cffea 100644
--- a/45807/45807-h/images/i294b.png
+++ b/45807-h/images/i294b.png
Binary files differ
diff --git a/45807/45807-h/images/i385.png b/45807-h/images/i385.png
index e8b3c5c..e8b3c5c 100644
--- a/45807/45807-h/images/i385.png
+++ b/45807-h/images/i385.png
Binary files differ
diff --git a/45807/45807-0.zip b/45807/45807-0.zip
deleted file mode 100644
index 6484aaa..0000000
--- a/45807/45807-0.zip
+++ /dev/null
Binary files differ
diff --git a/45807/45807-h.zip b/45807/45807-h.zip
deleted file mode 100644
index ee2ad5a..0000000
--- a/45807/45807-h.zip
+++ /dev/null
Binary files differ